N°3 - 2014

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NUMERO 3 - 2014
IN QUESTO NUMERO
- Oltre lo Stecher
di Massimo Capone
pagine 3-7
- Foto Finale di Campionato
C.N.D.A. 2013-2014
di Pisa 6 luglio 2014
pagine 8-18
- Allenamento “inglese”
pagine 19-24
- ARMI SPORT
pagine 25-27
- Compro/vendo pagine 28-29
- PEDERSOLI
pagine 30-32
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pagina 3
Oltre lo stecher
di Massimo Capone
E’ difficile che un tiratore del passato o dei
nostri tempi ignori il cosiddetto stecher.
E’ un meccanismo, applicato alle armi da
tiro che, mediante un sistema interno a più molle e
leveraggi, permette di alleggerire la pressione che
occorre esercitare sul grilletto, all’atto dello sparo,
portando il peso di sgancio fino a limiti anche di
poche decine di grammi.
La regolazione di tale peso, sulle armi ad
avancarica dotate di stecher, è attuabile tramite
una piccola vite, solitamente con intaglio a croce,
collocata dietro il grilletto principale.
Ho detto grilletto “principale” perché, nel
sistema cosiddetto “svizzero”, è presente anche un
secondo grilletto sistemato dietro il primo, che
permette di inserire lo stecher.
In un altro sistema, solitamente definito
“alla francese”, il meccanismo viene invece inserito
spingendo in avanti il grilletto principale.
Fatta questa breve digressione, che mi
vogliano perdonare i tiratori e storici più esperti ai
quali quanto sopra è già più che conosciuto, vorrei
brevemente parlare un altro meccanismo per
alleggerire lo scatto, molto meno diffuso ma molto
più semplice.
All’esterno della cartella compare la testa della vite,
agevolmente regolabile con un giravite
(continua nelle pagine successive)
pagina 4
L’elaborato sistema per regolare il fondo corsa della bacchetta.
(continua dalle pagine precedenti)
E’ ingegnosamente “essenziale” quanto
efficace.
Se avete presente l’interno di una normale
batteria di arma ad avancarica, considerate la leva
di scatto (quella che con la propria appendice
posteriore appoggia sul grilletto).
La sua estremità anteriore (“becco”) ingaggia
la tacca di mezza monta e quella di scatto intagliate
nella noce.
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pagina 5
La federale ’51 del patriota Giovanbattista Camozzi
(collezione dell’autore)
Ebbene è intuitivamente possibile alleggerire
lo sgancio della leva riducendo la profondità del suo
ingaggio nella tacca di scatto in due modi.
O tramite uno spessore (una piccola
laminetta metallica applicata con collante o saldata
sul fondo della tacca, come viene fatto da molti
tiratori moderni d’avancarica, ed è permesso dal
regolamento!)
Oppure tramite una vite che attraversi tutta
la noce e sporga nella tacca, allontanando più o
meno dal contatto il becco della leva di scatto.
Ma è anche possibile farlo agendo sulla
stessa leva tramite una vite che, avendo la testa
manovrabile dall’esterno della batteria, con la sua
estremità opposta sia a contatto con la leva stessa.
Mi rendo conto quanto detto sia alquanto
difficile da capire senza un’illustrazione.
E quella che ho fotografato è proprio
l’applicazione pratica di questo …”uovo di Colombo”
inserita su una Carabina Federale Svizzera Mod.
1851.
La carabina oggetto di quest’articolo ha
tutte le caratteristiche tipiche di una ’51: mire,
calibro, attacco per baionetta, bacchetta con
arresto di fondo corsa (peraltro con una variante
abbastanza elaborata e particolare), calciolo a
semiluna, stecher, ecc...
(continua nelle pagine successive)
E’ ben intuibile il possibile spostamento della leva
e del suo ingaggio nella tacca della noce
pagina 6
L’estremità a cono della vite, sporgendo all’interno
della cartella, prende contatto con la leva di scatto
allontanandola più o meno dalla tacca della noce.
(continua dalle pagine precedenti)
L’arma, marcata sulla cartella “Hi Jaquet
Geneve” (Henri Jaquet importatore-rivenditore in
Ginevra, 1830-1880), è riferita come appartenuta
al tiratore e fervente patriota Giovanbattista
Camozzi, fratello del più famoso Gabriele.
Per inciso nella dimora ligure della sua
famiglia (Camozzi Vertova), famiglia nobile e molto
implicata nella nostra storia risorgimentale, fu
composto e cantato per la prima volta il famoso
“Inno di Garibaldi”.
Ma torniamo alla nostra carabina.
Ad un primo sommario esame non si nota
nulla di particolare, ma, osservando con più
attenzione la cartella notiamo la presenza, nella
sua parte posteriore, vicino al margine inferiore, di
una piccola vite che affiora con la testa annegata e
provvista di spacco per il cacciavite.
Sulla superficie interna della cartella fuoriesce
l’estremità, sagomata a cono, della suddetta vite.
Tale vite, chiaramente passante, avvitandosi
fa sporgere, più o meno, la sua estremità appuntita
sulla superficie interna della cartella stessa.
Questa estremità rastremata viene a
sporgere in corrispondenza della coda della leva di
scatto, che sul suo bordo inferiore presenta una
piccola incavatura, più o meno emisferica, laddove
prende contatto con la vite.
Il funzionamento è intuitivo, soprattutto
osservando le foto: quanto più si avvita questa vite,
tanto più sporgerà all’interno la sua estremità, e tanto
più la leva di scatto verrà spostata portando il becco
verso il basso, e questo, di conseguenza, impegnerà
sempre meno profondamente la tacca di scatto.
La carabina ha già il suo stecher, quindi
sorge spontanea la domanda: perché aggiungere
questo ulteriore dispositivo?
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pagina 7
A mio parere lo stecher classico è particolarmente indicato nel tiro di precisione in un poligono ma
nella particolarissima tensione psicofisica di un’azione
bellica era preferibile avere qualcosa di egualmente
rapido ed agevole da inserire ma senza esasperare la
leggerezza dello sgancio!
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Le poche decine di grammi di uno stecher
vanno bene in una gara di tiro, ma non certo in
battaglia. Con un cacciavite, dall’esterno, una piccola
regolazione sulla vite e lo scatto era di precisione
ma…non scappava!
Riferimenti bibliografici essenziali:
- Stutzer Modell 1851 - Un’arma per l’indipendenza e
l’unità d’Italia – Vicende Sportive e Militari della
Carabina Federale Svizzera M 1851
Renzo Sgarella - 2011
- Eidgenossische Handfeuerwaffen
H. Schneider – M. am Rhyn
VerlagStocker-Schmid Dietikon - Zurich 1979
- La carabina federale svizzera modello 1851
E. Arrigoni da “Armi Antiche - Accademia di S.
Marciano “ - Torino 1971
- Avancarica moderna
E. Arrigoni - Ed. Olimpia - 1984
- Cenni sui corpi di fanteria leggiera e sulle
carabine in uso presso le principali armate europee
da “Armi Antiche - Accademia di S. Marciano “ Torino 1993
L’autore ringrazia l’amico Renzo Sgarella per le
sue preziosissime informazioni storiche sulla
carabina oggetto dell’articolo.
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Le FOTO della
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UN SALTO NEL PASSATO
PER ALLENARSI MEGLIO
Un’esperienza che insegna
come allenarsi divertendosi!
Tiratori da sinistra; Dave Elvin, Chris Hobbs, Martin Crix (il becchino), Richard
Morris, Bill Pink, Bev Keeble (il festeggiato), Ed Bettany ed Allan Wellings.
Praticamente il 60% della nazionale inglese di tiro a volo (n.d.r.)
Traduzione adattata del testo originale di Bev Keeble.
La domanda me la fece mia moglie. Cosa vuoi
di regalo per il tuo 60° compleanno? Mentalmente
ripassai la mia lista “Desideri/Cose da fare” e non mi
ci volle molto per decidere.
Siccome mi considero un tiratore d'avancarica
"completo" ho sempre avuto il desiderio di fare un
salto nel passato al tempo in cui i nostri antenati
sparavano e cacciavano con l'aiuto dei pointer.
Dopo alcuni tentativi infruttuosi ho trovato
tramite un conoscente la riserva di Bunwell Wood
Shoot in Banyards Hall, Norfolk. Loro addestrano i
pointer e quindi mi sono sembrati la scelta ideale per
coronare il mio desiderio.
Mark Howard il titolare sembrò veramente
entusiasta della cosa e quindi concordammo che noi
avremmo cacciato praticamente al debutto della
stagione venatoria quando di prede ci sarebbe ancora
stata abbondanza.
La scelta degli 8 tiratori fu fatta considerando
la “prestanza fisica” dei membri della Great Britain
Muzzle Loading DTL Shotgun Team (cioè l’equivalente
della nostra nazionale di Tiro a Volo della C.N.D.A.) a
cui si sono aggiunti altri 2 amici tiratori.
Jane Capewell, capitana della nazionale inglese
di tiro a volo e Clare Mills, un’altra tiratrice nazionale,
non hanno accettato di tirare ma si offrirono di
documentare il tutto con videocamera e macchina
fotografica.
Dopo quella che mi è sembrata un'eternità
finalmente in luglio ebbi il mio "regalo". Le condizioni
atmosferiche hanno influito sulla scelta delle armi da
utilizzare.
Piovaschi continui, nuvole basse, umidità.
Così mentre 4 del gruppo, me compreso, hanno scelto
fucili originali a pietra focaia, i rimanenti hanno preferito
fucili a percussione fra cui 1 solo era una replica.
Arrivate le armi, si presenta Martin Crix con
l'abbigliamento più improbabile che si possa immaginare
che comunque richiamava gli abiti del passato.
La sua redingote nera (con orologio e catenella che
spuntava dal taschino) abbinata una bella tuba spiccava
“sicuramente” fra l'abbigliamento degli otto cacciatori.
Dopo uno spuntino abbiamo pulito le armi,
eseguiti i colpi di prova per chi ne aveva bisogno,
abbiamo incontrato il responsabile del team canino che
ci avrebbe accompagnato.
John aveva infatti portato 2 Brittany Spaniel
che ci hanno seguito ovunque aiutandoci nello stanare
le prede ed aspettando i nostri colpi.
(continua nelle pagine successive)
pagina 20
Uno dei 2
Brittany Spaniel
fissa incredulo
la preda
mancata che
se ne vola via
(prosegue dalla pagina precedente)
cani li precedevano. Gli altri 4 affiancavano i primi.
Completato il pre-briefing e saliti a bordo del trasporto
abbiamo raggiunto il campo.
Dopo circa 100 metri i cani si sono bloccati
segnalando la presenza di prede di fronte a noi.
4 di noi hanno iniziato a circa 30 metri uno dall'altro camminando lentamente lungo il campo mentre i
Così ho avuto la mia prima possibilità della
giornata.
pagina 21
Mi sono avvicinato al capo muta, ho controllato
non 2 ma per ben 3 volte che la mia doppietta fosse a
mezzo cane poi tutto è successo in un attimo!
Per stanare la preda uno dei 2 cani avanza
velocemente ed il fagiano ha spiccato il volo.
Ho fatto tutto bene.
Ho imbracciato il fucile, preso la mira e fatto
fuoco, ma il fagiano non sapendo che chi aveva a che
fare si è involato lontano.
Senza aver tempo per tirare con la seconda
canna quello che mi è rimasto è stato solo il rammarico
di non aver ancora la "mia" preda nel tascapane.
A quel punto l'unica cosa da fare era di
continuare a risalire lentamente il campo.
I cani squadravano il terreno con mosse agili
e bloccandosi all'improvviso quando annusavano
possibili bersagli.
Per la verità in questa fase di colpi ne abbiamo
tirato pochi ed il festeggiato cercava di calmarsi i nervi.
A questo punto è toccato agli altri 4 tiratori
avere la possibilità di tirare qualche colpo.
Uno dei cani si blocca di fronte a Ed Bettany,
snida la preda ed Ed lo colpisce con il suo fucile a
percussione.
Recuperata e riposta la preda velocemente,
dopo le congratulazioni di rito, continuiamo nella
perlustrazione e qui si fanno notare Bill Pink e Chris
Hobbs con i loro fucili a percussione.
In questo campo larghissimo di barbabietole
ci abbiamo passato tutta la mattina.
Alcuni fagiani li abbiamo fatti volare via noi
camminando e facendo rumore, ma la maggior parte
delle prede li hanno stanati i 2 pointer.
Poi è da considerare che i fucili ad avancarica
ci obbligavano ad una sosta dopo ogni colpo per poter
ricaricare, dando così buone opportunità ai fagiani di
volare via, cosa che non accade ai moderni cacciatori
ed alle loro armi superveloci e sempre cariche.
(continua nelle pagine successive)
Martin Crix, Campione Europeo
di tiro a volo, mentre centra un fagiano
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(prosegue dalle
pagine precedenti)
Fra tutti i colpi tirati quello
che più rimarrà nelle memoria del
“gruppo di fuoco” sarà quello che
Dave Elvin piazza colpendo un
fagiano ad almeno 40 metri, mancato inopinatamente dal sottoscritto
proprio un attimo prima.
A quel punto con le canne
dei fucili da pulire e la fame che si
faceva sentire, abbiamo deciso di
fermarci per il pranzo.
Ogniuno aveva a quel punto
almeno un fagiano nella propria sacca
e la buona prova della mattina ci
aveva messo in testa idee stravaganti per il pomeriggio.
Due Brittany
Spaniel, veri
protagonisti
della giornata
insieme
ai cacciatori
pagina 23
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Qualcuno ha deciso di cambiare il
proprio fucile, ma altri hanno pensato di caricare e
sparare con entrambe le canne delle loro doppiette.
Il “festeggiato” per la cronaca ha
riposto nella custodia il suo Manton decidendo di
utilizzare un calibro 16 singolo. Chris Hobbs anche lui
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ha optato per un fucile del 1790 a colpo singolo.
Riarmati, rifocillati e quindi pronti a
finire il lavoro, siamo tornati sul campo. Ci siamo
schierati nella formazione a linea e la caccia è
ricominciata.
(continua nelle pagine successive)
Tornando a casa, stanchi ma felici.
pagina 24
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(prosegue dalle pagine precedenti)
Non ci è voluto molto per far comunicare al
capo muta che mancavano solo 3 bersagli alla quota
concordata di prede che avremmo potuto abbattare
per quella giornata.
D’altronde, ogni tiratore aveva dato il meglio
di se per dimostrare la propria abilità venatoria e la
propria maestria nel tirare con fucili ad avancarica.
Spicca ancora Martin Crix che nonostante l’abbigliamento da becchino, all’ultimo centro,
dimostra alla lettera come occorre cacciare.
Il cane si arresta, a comando, stana il
fagiano ed il cacciatore lo colpisce non appena questi si
alza in volo.
Il finale comunque ha voluto ancora
premiare il “festeggiato” permettendogli di colpire
l’unica pernice della giornata con il suo ultimo colpo di
fucile, colpo veramente difficile perchè disturbato da
una pioggia insistente che stava cadendo.
Proprio la pioggia ci ha fatto decidere che era
tempo di ritornare sul trasporto e raggiungere
l’osteria locale dove abbiamo consumato un pasto
stupendo inaffiando il tutto con birra e vino.
Le mie paure che tutta la nostra esperienza
potesse tramutarsi in una grande delusione sono quindi
sparite grazie anche al lavoro dei cani, dei loro
istruttori, che hanno avuto anche l’occasione di testare
gli “allievi a 4 zampe” al di fuori della solita routine
addestrativa.
Grazie alla fantastica compagnia dei miei
amici, al loro abbigliamento “d’epoca” ed all’abbondanza dei fagiani presi, è stata veramente una bella
giornata.
Un bellissimo “regalo di compleanno” da
ricordare.
Tutto quello che abbiamo fatto, oltre al nostro
divertimento, ha dimostrato che tutte queste armi ad
avancarica, di cui alcune più vecchie di 200 anni, sono
più che ottime per colpire e riempire la propria sacca
da caccia ancora oggi.
Tanto, che sia per il tipo di compagnia, sia per
il giorno speciale che abbiamo passato insieme, la
nostra intezione è quella di ripetere il tutto il prossimo
anno magari con un tipo di selvaggina diversa.
pagina 25
pagina 26
Replica M1 di Chiappa
Firearms: dopo il .22LR
arriva il 9 mm Luger
A poco più di un anno di distanza dalla commercializzazione del M1 in calibro
.22LR, Chiappa Firearms è pronta ad offrire lo stesso modello nel richiestissimo calibro
.9 Luger, ovvero 9 x 19.
Due cenni storici sul modello M1: ideato dall’ex-galeotto David Marshall "Carbine"
Williams e progettato inizialmente come arma per la seconda e terza linea da Winchester
nel calibro .30, divenne l’arma prodotta in maggior numero durante la seconda guerra
mondiale con un forte impego anche in prima linea. Ne vennero realizzati circa 7 milioni
di esemplari. Era molto apprezzata perché, pur essendo leggera e maneggevole, aveva
una discreta gittata ed un buon volume di fuoco. Motivo per cui venne utilizzata per
decenni in diversi paesi anche dopo che, alla fine della guerra del Vietnam, gli Stati
Uniti la tolsero dalla lista delle armi ufficiali.
La replica di Chiappa Firearms è come sempre molto fedele all’originale, di cui
riproduce i comandi e i dettagli come attacco baionetta, pulsanti e mire. Chiaramente
la meccanica varia in base alla variazione del calibro, che passa dall’originale.30 (a
presa di gas) ad un 9 mm Luger (a massa battente).
Il pubblico a cui si rivolge questa carabina è piuttosto variegato e spazia dai tiratori
sportivi a collezionisti e cacciatori.
L’M1-9 viene fornito di serie con due caricatori bifilari da 10 colpi stile Beretta 92;
questi caricatori sono perfettamente compatibili con i modelli Beretta 92 e 98 in commercio,
inclusi quelli ad alta capacità. Allo stesso modo l’M1-9 è compatibile con la maggior
parte degli accessori disponibili sul mercato per gli M1.
La tacca di mira in metallo è regolabile in alzo e deriva e può essere rimossa per
montare un’ottica. Canna e otturatore sono in acciaio mentre bascula e bocchettone
caricatore sono in lega.
Il sottoguardia, che presenta un comando sicura con la stessa configurazione
dell’originale, è realizzato in polimero mentre i componenti di scatto sono in acciaio.
Esistono attualmente due versioni del M1-9, uno con calcio in legno e uno con calcio
in polimero.
Particolari
versioni
camouflage
sono disponibili
negli Stati Uniti,
dove il modello
M1 è distribuito
dal colosso
Legacy che lo
commercializza
con il marchio
Citadel.
pagina 27
M1-9mm POLIMERO (da destra)
M1-9mm POLIMERO (da sinistra)
M1-9mm LEGNO (da destra)
M1-9mm LEGNO (da sinistra)
Scheda Tecnica
Azione
Lunghezza canna
Lunghezza totale
Caricatori
Grilletto
Versioni disponibili
Mirino
Tacca di mira
Peso
Sicura
Semiautomatica, a massa battente
19” (48 cm)
36” (91 cm)
10 colpi, stile Beretta 92, 2 pezzi inclusi nella confezione
Singolo
Calcio in legno e calcio in polimero nero
Fisso, in metallo
Regolabile in alzo e deriva, in metallo
5,9 lbs (2,67 kg)
Blocco grilletto
pagina 28
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completi di tutto l’occorrente per il tiro,
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dall’imballo orig. Vendesi esclusivamente per motivi di salute. Sono visibili sul sito: www.davide-pedersoli.com
Il tutto a € 800
Stefano 337.558500
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Cantonale Svizzera originale anno
1845, rifinita finemente in argentone,
cal. 9,60, avancarica perfetta. Munita di
diottra. € 2.700 trattabili
Massimo 347.9054841
Carabina Federale Svizzera a
percussione con diottra, pallottiere e
trafilatore cal. 10,50 originale 1851,
tenuto bene, fabbricato Winterthur F. Bram. € 1.600
Massimo 347.9054841
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Fulvio 0544.423044
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convertita dal governo U.S.A. nel
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Orazio 06.99674394
Fucile da fanteria modello 1889
bellissimo, marcato C. Gustav, tipo
rolling block, calibro 8x58R x inutilizzo.
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Son London 1880 ca. €. 800
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pagina 29
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percussione repl. Pedersoli cal. 54 con
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Massimo 347.9054841
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Fucili numero 2 CARL GUSTAV,
modello 96 € 600 modello 63 con
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Fabio 328.7527613
MAUSER mod. 1871/84, cal. 11 x 60
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Vincenzo 335.230211 ore pasti
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cal. 58 con 3 righe a specchio, marcato
U.S. E. Remington Ilion N.Y., marchi
ispettori militari su calcio (2) e canna,
con sciabola-baionetta, fodero, cinghia,
facente parte del 2o e ultimo contr. del
13/12/1863 per 2.500 fucili con canna
a 3 righe (il 1o contr. del 11/8/1862
era per 10.000 fucili a 5 e 7 righe, da
“Civil War Guns” di W. Edwards pag.
191), condiz. very good plus. € 4.000
Aldo 339.4517816
Fucile Brown Bess mod. new Land
Patt. 1802 cal. 75, canna 39” Proof
Marks Birmingham in culatta, acciarino
marcato con leone rampante 1813
pronto per il tiro con baionetta e fondipalle 19,1 tonda, cinghia. € 1.800
Aldo 339.4517816
PISTOLE
e
REVOLVER
Pistola a luminello originale, metà 800
bella e precisa cal. 395, calcio in noce,
compl. di cassetta e accessori. Prezzo
da concordare.
Fabio 328.7527613
Pistola dA SALA origine belga, cal.
22 short, chiusura tipo rolling block, in
eccellenti condizioni.
Revolver avanc. orig. REMInGTOn
1858 New Model cal. 44 in eccellenti
cond., ottimizz. per il tiro, precisissimo.
Pistola a luminello boema, epoca
1850 circa, finemente incisa, firmata
STOHR IN CARLSBAD, da duello, stecher,
in cond. eccezionali ferri e legni, canna
a specchio cal. 11, precisissima.
Bruno 347.713568
Pistola avancarica modello nAVY,
come nuova, sparato pochissimo con
cassetta in legno ed accessori.
Angelo tel. 339.2771512
Pistola hAMMERLI mod. 280 cal. 22 e
convers. in cal. 32 usata pochissimo in
valigetta orig. con tutti gli accessori e
con 2 impugnature. € 3.500
Pistola BERnARdELLI modello P
ONE cal. 9x21 accuratizzata + vari
ricambi. € 500
Gasbarri 339.2266136
Pistola replica avancarica Pedersoli
REMInGTOn PATTERn cal. 44.
mod. 1863-1875 catalog. sportiva,
perchè poco usata per inutilizzo.
Gianni 338.353447
REVOLVER ad avancarica “Roger
Spencer” cal. 44 Pedersoli. € 450
Massimo 347.9054841
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Mortimer Match come nuova con
scatola originale, DVD ancora imballato
+fondipalle nuovo. € 400 non tratt.
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modello TECnEMA con 2 caricatori,
canna conica e scatola originale.
Sparati 600 colpi.
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pietra cal. mm.15, canna damasco,
scodellino, mirino e fascia sul vitone
rimessa in oro marcata Clark e Sons
62 Cheapside London. Canna liscia.
Arma antica.
Piero 348.1384344
Revolver Remington New
ricerca costruzione 1860
preciso e pronto alle gare.
Revolver Roger & Spencer
preparato già alla gare.
Revolver WITnEY 1857
molto preciso.
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Model
cal.36
cal.44
cal.36
Pistola Charles Moore Cal. 45,
Pedersoli. Usata pochissimo, in valigetta
di legno con occorrente per il tiro, (15
colpi) € 400
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(Pedersoli) calibro .44 versione gara:
Ottime finiture, precisissimo, altamente
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diottra regolabile ed inserti stecher.
Ideale per il tiro di precisione.
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Emanuele 334.6404373
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cal. 44 ad avancarica a percussione,
arma antica, in buonissime condizioni.
Revolver Remington Beals cal 36 ad
avancarica a percussione, arma antica,
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Pistola monocolpo ad avancarica da
tiro a percussione, arma antica,
cal. mm.13 canna rigata marcata
Chaponen a Vignon.
Piero 348.1384344
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pietra Cal. 0,69 (17,5) replica di
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10) ottime condiz. € 400 trattabili
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leggenda americana” e “Colt, una
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cm 102,5. € 80
Massimo 338.8510997
AvvISO
AGLI
INSERzIONISTI
LA REDAzIONE
PER CERCARE
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2014,
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334.6404373 Emanuele
PREGANDO I LETTORI
DI INvIARLE
AGGIORNATE ENTRO
IL MESE DI
IN TEMPO PER LA
PROSSIMA EDIzIONE DI
AvANCARICA
MAGAzINE.
pagina 30
I RE DELLA
FORESTA
Con le repliche dei fucili Jager e Missouri River Hawken
la Davide Pedersoli ha voluto offrire ai cacciatori il meglio
dell’unione tra le capacità realizzative moderne e l’immortale
disegno di due veri classici dell’archibugeria.
di G.Tansella ed A.Wicks
Volendo cercare, anche a scopo culturale, due armi davvero rappresentative
della storia della caccia moderna alla selvaggina di media e grossa taglia i fucili
Jager e Missouri River Hawken costituirebbero una scelta appropriata:
- il primo divenne, grazie alla rigatura elicoidale dell’anima della canna, famoso
nell’area mittel-europea per la notevole precisione; il secondo, nel continente
nordamericano, il simbolo stesso dei “trappers” di seconda generazione, che non
cacciavano più con i lunghi “Pennsylvania Rifles” a pietra focaia ma con
strumenti più moderni, compatti, precisi, basati sul sistema d’accensione a
capsula.
S233 Jäger Hunter versione a percussione
Questi due fucili, in apparenza lontanti per luogo di concepimento, hanno in
verità numerose caratteristiche comuni tanto da spingerci a chiederci se sia
legittimo immaginare che gli inventori del Missouri River Hawken si siano, anche
solo parzialmente, ispirati alle armi tipo Jager, giunte in Nord America insieme agli
immigrati di origine tedesca.
Tra le similitudini degli archetipi originali, espressamente concepiti per la
caccia, l’impostazione ergonomica, il disegno della bocca da fuoco, del sistema di
mira, di quello d’accensione, l’utilizzo di materiali simili, lavorati secondo le
medesime tecniche.
Le repliche della di cui scriviamo poi, che si possono collocare nella fascia
media della gamma Davide Pedersoli, vengono poi ulteriormente accomunate da
particolari soluzioni costruttive.
Le canne, per esempio, sono del tipo “Premium Match Grade”, ottenute per
foratura, rigatura e tornitura da barre d’acciaio piene; i pezzi meccanici sono
lavorati con macchine utensili CNC di ultima generazione e rifiniti a mano; le
molle, rigorosamente a lamina, sono sottoposte a trattamento di forgiatura.
pagina 31
Jager e Missouri River Hawken hanno comunque ognuno, com’è ovvio, delle
peculiarità:
- il primo, nella versione denominata “Hunter” (cod. S.233), è dotato di bocca da
fuoco cal.54 con rigatura a passo corto, che la rende performante sia utilizzando
palle tonde che palle tipo “Maxi”. In via generale le dimensioni compatte e la
lunghezza totale relativamente ridotta rendono quest’arma assai apprezzata nel
trasporto (sono presenti gli anelli porta-cinghia) e nel brandeggio mentre la
presenza del pacchetto di scatto a stecher a doppio grilletto agevola sia i tiri istintivi
d’imbracciata che quelli mirati in appoggio, dove eccelle fino a distanze che
arrivano a 150m. La tacca di mira è regolabile sono in deriva.
L’Hawken (cod. S.206) invece, dimensionalmente più lungo del
“progenitore” tedesco, è proposto in tre differenti calibri ma la versione che ha
riscosso maggiore successo è senza dubbio quella con canna cal.50 a rigatura a
passo corto, ottima per il lancio di palle di foggia tronco-conica. Si tratta di
un sistema d’arma eccezionalmente efficace con prede cha vanno dal cinghiale
al cervo fino ad arrivare all’orso nero. Una delle sue particolarità è la canna
scodolabile, la presenza di organi di mira regolabili sia in alzo che in deriva, la
possibilità di montare una calciatura in legno d’acero americano.
Armi che rappresentano un omaggio alla tradizione venatoria? Certamente, ma
non solo: si tratta di strumenti di caccia molto attuali se relazionati all’evoluzione
del contesto di caccia moderno dove non è l’abbattimento fino a se stesso a
contare ma il modo in cui è stato ottenuto, che vede in modo incontestabile un
ritorno al classico da parte del pubblico.
Lo Jager ed il Missouri River Hawken non sono soltanto degli ottimi
strumenti di caccia ma anche degli eccellenti fucili sportivi e da esposizione: uno
dei maggiori punti di forza di questi prodotti è la versatilità, che
permette ai relativi possessori di destreggiarsi con particolare soddisfazione
nella battuta di caccia, nel tiro sportivo e ricreativo, nella collezione. Il caso dello
Jager è poi particolare poiché, in virtù del proprio passato militare, si presta
ottimamente alle rievocazioni storiche.
S206 Missouri River Hawken con calcio in noce
S208 Missouri River Hawken con calcio in acero americano