La Siringa 20 - novembre 2011 - Liceo Scientifico Galeazzo Alessi

Mb!opuj{jb!qvohfouf"!
Mb!opuj{jb!qvohfouf"!
Numero 20; Novembre 2011
Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG
L’uomo non fa quasi mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece come compenso la libertà di parola.
-Sören Kierkegaard
Editoriale
Salve ragazzi! Sono tornati i vostri eroinomani
preferiti della Siringa
per intrattenervi con i
nostri articoli e con i
nostri divertentissimi
sudoku!
Siamo lieti di annunciarvi che quest'anno
abbiamo una redazione
molto più numerosa e
variegata e contiamo
sui nuovi cadetti per
garantirvi la possibilità
di un pubblico confronto e di una crescita
reciproca, anche per gli
anni a venire. Come
sapete il nostro giornale è un importante
mezzo di comunicazione, sia tra noi studenti,
sia tra studenti e professori, al fine di creare
un ambiente sano, in
cui ci si possa scambiare idee in totale libertà
(rimanendo nell'educazione!). Detto ciò non
ci rimane che incrociare le dita e augurarvi
una buona lettura del
primo numero della
Siringa, la notizia pungente!
Sara Mariangeloni
Mett Mariotti VE
TRAGEDIA NEL MOTOCICLISMO :
MORTO ‘SUPERSIC’
Tragica scomparsa nell’ultimo Gran
Premio di Malesia, dove Marco Simoncelli cadendo dalla moto viene
investito da Colin Edwards e
dal l ’amico Val entino R o s s i.
Nell’impatto Simoncelli perde il casco, entra in arresto cardiocircolatorio e non riprende più conoscenza,
morendo cosi a 24 anni.
SUPERARE LA VELOCITA’ DELLA LUCE,
SI PUO’ ?
Ma è davvero possibile superare la velocità della
luce?
"La Terra non è una sfera
perfetta, e i due laboratori
si trovano a distanze
diverse rispetto al centro
del pianeta..
Continua a pag. 6
MARCIANDO PER
LA PACE
Monoteismo e
intolleranza
“Perugia vinci
ancora!”
L’input pubblicato nel documento per l’appello alla
partecipazione ci invita a
“camminare insieme per
rimettere al centro della
nostra società i valori della nonviolenza, della
giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani...
Sarà stato il titolo tutto-unprogramma (Monoteismo e
intolleranza: una questione
aperta), che immediatamente ti fa sentire addosso
tutti i mali del mondo se
solo ti trovi a credere in un
solo Dio; sarà stata la singolarità e la profondità...
Quello di quest’anno è stato un inizio di campionato
non buono per i Grifoni,
che sono stati asfaltati
dall’Aversa Normanna per
2-1, ma tutti i fedeli del
Grifo sanno che …
Continua a pag. 5
Continua a pag. 10
Continua a pag. 16
CENSIMENTO, CHE PASSIONE!
“Per fortuna che si fa ogni
dieci anni”, spesso è questo
che ci si trova a pensare
quando, tra un impegno e
l'altro, ci capita nella buca
delle lettere il fagotto, firmato ISTAT, contenente il modulo per riassumere la tua
vita sotto forma di gioco
dell'oca (se si è barratta
questa o l'altra casella,
“andare alla domanda
5.11”). Ancora
peggio, quando ti
ritrovi ad andare
da una parte
all'altra a casa di
parenti anziani in
una coraggiosa
crociata per aiutarli a ricordare
cosa è successo
nell'affascinante
giornata di mercoledì 8 ottobre.
Spero che almeno voi abbiate
deciso di avere
una giornata
piuttosto calma e
al sicuro nell'abit a z i o n e
“destinata stabilmente all'uso
abitativo” (per gli
amici “casa vostra”), così da
evitare l'altra
facciata del foglio. Bè, in
ogni caso, se siete tornati al
“luogo di lavoro o di studio
abituale” perchè vi eravate
dimenticati la giacca, avrete
fatto i salti di gioia quando
avrete scoperto che non vi
era la necessità di specificarlo (“fare riferimento al primo dei due spostamenti
effettuati al luogo di lavoro
o di studio abituale”).
“Il Censimento” ci scrive
Enrico Giovannini,
“rappresenta un'importante
rilevazione che permetterà
di conoscere la struttura
demografica e sociale dell'Italia” al meglio. E per arrivare al meglio, si sa, bisogna
impegnarsi e avere tanta
pazienza.
Quindi, penna alla mano, se
per le coppie felicemente
sposate è stato necessario
ricordare solo la data
scrivania, e che si siano ricordati di sottrarre le “ore
per il trasferimento dall'abitazione al luogo di lavoro e
quelle per consumare il
pasto principale”, queste,
anche se comprese tra le
ore non retribuite (che comunque vanno specificate),
non hanno avuto valore
nella summa del totale tempo “fuori casa”.
dell'ultimo matrimonio
(altrimenti poteva risultare,
per alcuni, un'impresa assai
ardua ricordarseli tutti!) per
lo straniero plurilaureato è
bastato barrare la casella 01
(“nessun titolo di studio e
non so né leggere né scrivere”), se non gli è proprio
tornata in mente la lingua
del Paese di nascita.
Spero che i lavoratori siano
stati attenti nel calcolare le
ore che passano dietro una
E se il bimbo di 8 mesi, frequntando l'asilo nido, ha
dovuto barrere la casella 1
(“Sì, mi reco al luogo di
studio”) senza troppe impegnative, l'anziano nato chissà dove quando c’erano
solo tre province deve fare
una ricerca su Internet per
scoprire in quale delle nove
attuali sia finito il suo Comune di nascita.
E ancora, se con “lavoro si
intede qualsiasi attività”, le
ore impiegate dalle casalinghe per pulire casa – possono esclamare gli uomini
brandendo in mano il documento ufficiale – risultano
essere assolutamente un
hobby!
In conclusione, per la nostra simpatica casta dominante sarà stato semplice
barrare la casella 09, riguardo la “condizione professionale” di politici e sicuramente, leggendo meglio
la guida gentilmente allegata
dall'ISTAT, molti
avranno tirato
un sospiro di
sollievo nel
sapere che “il
livello di conoscenza
richiesta dalle
pr o f es s io n i
comprese in
questo vasto
gruppo non è
sempre individuabile in
un particolare
livello di istruzione
formale”.
Certe domande fanno sorridere, ma non
fanno perdere l'importanza
di questo documento, utile
non solo alle piu' varie statistiche, ma anche a comprendere il modo migliore per
intervenire sulla popolazione da parte di Istituzioni e
simili: una vera perla per
affrontare al meglio la realtà
in cui viviamo!
Sara Mariangeloni, V E
L’INVISIBILE TEIERA VOLANTE
E se qualcuno vi dicesse che il mondo è
stato creato da un
mostro di spaghetti
volante? O magari da
un invisibile unicorno rosa?
Religioni parodistiche, provocazioni
create per mettere in
risalto e criticare alcuni aspetti del teismo; semplice satira,
non un movimento
che vuole contrastare
le religioni. Tre esempi: la Teiera di Russell, l’Invisibile Unicorno Rosa e il Pastafarianesimo.
Nessuno potrebbe negare
l’esistenza di una teiera tra
la terra e marte così piccola
da non poter essere rilevata
neanche dal più potente
telescopio; e se questa teoria fosse insegnata a scuola
fin da piccoli, crederemmo
in un pezzo di porcellana.
Questa è la Teiera, metafora creata dal filosofo Russell,
per far notare che bisognerebbe fermarsi a riflettere
con la propria testa su cose
che, chi ci sta intorno, da
spesso per scontate.
Come non si vede la teiera,
non si può vedere neanche
un unicorno, che può essere allo stesso tempo invisibile e rosa. L’invisibile Unicorno Rosa rappresenta
tutte le contraddizioni religiose e il tentativo maniacale dell’uomo di attribuire a
una divinità la causa di fenomeni fuori dalla sua comprensione; non ci sono dei
veri e propri seguaci di
questa religione nata on-line
negli anni ‘90.
L’opposto dell’Invisibile
Unicorno Rosa è l’Ostrica
viola, la leggenda narra che
sia stata cacciata dai pascoli
per aver cercato di convincere i seguaci che
l’unicorno preferisse la pizza ai funghi e salame piccante rispetto ad ananas e prosciutto.
Ci sono perfino foto di
“avvistamenti”: nel 2011 un
centinaio di persone hanno
partecipato a un flash mob
per assistere all’apparizione
dell’unicorno e grazie a
cellulari e tecnologia varia è
stata confermata la sua
“invisibile visibilità”.
Riguardo alla spaghettosa
appendice del Mostro di
Spaghetti Volante, si tratta
della protesta di Bobby
Henderson contro la decisio n e d el co n s igl io
dell’istruzione del Kansas di
proporre, come materia di
studio, il creazionismo in
alternativa
all’evoluzionismo. Henderson ha inventato il Pastafarianesimo chiedendo che
avesse lo stesso numero di
ore dell’evoluzionismo e in
breve tempo ha spopolato,
grazie a internet. Secondo il
Pastafarianesimo il mondo è
stato creato da questo mostro mentre era ubriaco (e
questo spiega tutte le imperfezioni), lasciando poi
sulla terra le prove
dell’evoluzione per mettere
alla prova i suoi fedeli.
Tutti i pastafariani devono
indossare abiti da pirata e
rispettare gli otto “IO PREFERIREI DAVVERO CHE TU
EVITASSI” come: non imporre questa “religione”,
non sottomettere, opprimere o punire per la sua spaghettosa bontà, usare il denaro per curare malattie o
mettere fine alla povertà
piuttosto che farci santuari/
chiese/moschee etc..
Nel 2007 uno studente del
North Carolina è stato
sospeso perché
indossava abiti
da pirata, si è
poi opposto
alla sospensione sostenendo
che violava il
suo diritto di
culto.
Invece nel 2011
in Austria è
stato dato il
permesso a un
ragazzo di indossare uno
scolapasta in
testa (simbolo
del pastafarianesimo) per
fare la foto della
patente.
Insomma, non importa che
voi crediate in un unicorno
rosa o in una teiera, la cosa
che conta è che vi sentiate
liberi di scegliere e di lottare per le vostre idee.
Silvia V. Angeli III E
Da Sapere
Se vi state chiedendo che
spiegazione da il Pastafarianesimo a terremoti, uragani
e all’aumento della temperatura globale, la risposta è
che il numero dei disastri
naturali è inversamente
proporzionale a quello dei
pirati nel mondo. E i pirati
stanno diminuendo… capirete quanto il mostro di
spaghetti volante possa essere offeso.
-La Somalia, per esempio,
ha il maggior numero di
pirati e la minore quantità
di anidride carbonica rispetto a tutti gli altri paesi-
58 Motivi per ricordarti
Lo scorso 23 ottobre, durante il Gran Premio di Sepang
in Malaysia, è morto una
delle più grandi promesse
del motociclismo italiano. Il
“campione bambino” come
veniva simpaticamente chiamato per la sua giovane età
(solo 24 anni) stava correndo la penultima prova del
mondiale 2011 di MotoGp,
quando un incidente inevitabile lo ha strappato con
forza dall’affetto dei cari, dei
tifosi e soprattutto dalla sua
passione, da quell’ ”amica”
che lo ha tradito proprio nel
momento più bello della
sua carriera; dalla sua moto
numero 58 che lo stava portando a gran velocità verso
la realizzazione dei suoi
sogni.
Marco Simoncelli, per gli
amici Sic, era un ragazzo
solare, simpatico e coraggioso, capace di esaltare le folle
con staccate al limite e sorpassi pazzeschi, e di essere
amico di tutti nel paddock ;
tutti quelli che lo hanno
conosciuto ricordano di lui
la sua allegria e il suo essere
così bambino nei momenti
di gioco, ma serio e adulto
nei momenti importanti. Il
suo spirito combattivo, la
sua spensieratezza, il suo
talento hanno fatto di Simoncelli l’idolo di migliaia
di giovani italiani che ,da
casa, aspettavano ogni Gran
premio per guardare il loro
campione inventarsi nuovi
sorpassi o abbattere record
di pista o conquistare,con le
unghie e con i denti, Pole
position insperate.
Il destino, infelice e beffardo, ha vol uto che
nell’incidente fatale per Sic
venisse coinvolto, oltre a
Collin Edwards, anche
l’amico di sempre,
Valentino Rossi, di cui il
pilota di Coriano era considerato l’erede predestinato.
Lo stesso Rossi, commosso
ed evidentemente provato
dopo la disgrazia, dichiarerà :“Il Sic per me era come
un fratello minore, tanto
duro in pista come dolce
nella vita. Ancora non posso
crederci, mi mancherà un
sacco”.
La sua folta chioma riccioluta , le sue movenze e il suo
accento romagnolo delineavano il ritratto del giovane
spavaldo e simpatico che
era entrato nel cuore di
tutti. Era intrepido il Sic..
forse anche troppo.
Alla domanda di un giornalista, che gli chiedeva se non
avesse paura di morire in un
incidente, il giovane pilota
aveva risposto : “No. Si vive
di più andando 5 minuti al
massimo su una moto come
questa, di quanto non faccia
certa gente in una vita intera.” Scherzo del destino che
queste parole risuonino
come un presagio imminente di quella che sarà poi la
triste fine del giovane. “La
vita- diceva il giovane pilota
-è come una corsa…curva
dopo curva, è una lotta continua per salire sul gradino
più alto del podio.”
Non ci sono parole per descrivere quello che è stato, e
continuerà ad essere, il dolore della famiglia di Marco
e di tutto il popolo dei motori che seguiva e riponeva
le proprie speranze in una
figura così bella e carismatica come quella di Simoncelli; da tifoso e sostenitore
posso solo dire: ADDIO SIC,
GRAZIE DI TUTTO. CI MANCHERAI UN SACCO!
Stefano Brunori VH
Il rispetto della bandiera
Quanti di voi sapevano che
esiste una legge che tutela il
rispetto di ogni bandiera di
qual si voglia ente o stato? L’
altro giorno, appendendo la
bandiera della croce rossa,
dell’ Italia e dell’ Unione
Europea notavo nei miei
‘colleghi’ una forte preoccupazione per il modus operandi del tutto: nell’ ordine
in cui le tre dovevano esser
messe e nell’ attenzione alla
distanza che dovevano avere
tra di loro.
I cittadini devono avere un
particolare rispetto delle
bandiere in quanto tantissime persone sono morte nel
loro onore, tante hanno
perso cari e tanti ci hanno
creduto per una vita intera.
La bandiera racchiude in sé
un ideale, una lotta continua, dei valori e dei principi
legati al gruppo di persone
che rappresenta.
Ogni bandiera ha un significato ben preciso: ad esempio la nostra narra una storia in tre semplici colori; il
verde delle colline, il bianco
delle nevi e il rosso del sangue versato dai patrioti che
hanno combattuto per essa.
La bandiera della croce rossa, invece, implica in sé un
messaggio di neutralità con
un solo riferimento esplicito
alla svizzera, ma senza riferimenti a nessuna religione
ed idea politica, creata al
solo scopo di mettere in
evidenza le persone definite
‘neutrali’ in qualsiasi conflitto armato.
Spesso viene data poca importanza alle bandiere, non
vengono rispettate o addirittura vengono ‘trattate male’,
al fine di evitare tutto questo esistono due articoli,
che io personalmente
ho scoperto da qualche
giorno:
Vilipendio alla bandiera
italiana (art. 292)
Chiunque vilipende la bandiera nazionale o un altro
emblema dello Stato è punito con la reclusione da uno
a tre anni.
Agli effetti della legge penale, per "bandiera nazionale"
s'intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra
bandiera portante i colori
nazionali.
Le disposizioni di questo
articolo si applicano anche a
chi vilipende i colori nazionali raffigurati su cosa diversa da una bandiera.
Vilipendio di bandiera o
emblema di Stato estero
(art. 299)
Chiunque nel territorio
dello Stato, vilipende, in
luogo pubblico o aperto o
esposto al pubblico, la bandiera ufficiale o un altro
emblema di uno Stato estero, usati in conformità del
diritto interno dello Stato
italiano, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre
anni.
E’ quindi giusto tacere gesti
irrispettosi verso qualsiasi
bandiera o emblema? E’
quindi giusto non rispettare
in prima persona le bandiere che rappresentano noi o
altri?
Servirebbe tantissimo rispetto in più verso ciò che ci
identifica, verso ciò per cui
molti hanno combattuto e
verso ciò per cui molti hanno creduto fermamente.
Nicole Zugarini
DONNE IN CARRIERA: E' POSSIBILE?
Un recente articolo di Nathalie Pettorelli e Seirian
Sumner pubblicato sul ‘New
Scientist’ mostra quanto sia
notevolmente bassa
la presenza di donne nel
campo della scienza: solo
una donna su novantuno ha
successo in questo ambito
lavorativo.
Paradossalmente, la scienza
è perfetta per le donne,
eccellono nella comunicazione e nel pensiero creativo e sanno organizzare molto bene il lavoro.
In effetti, il 60% delle donne
sceglie il liceo scientifico e
si diploma con ottimi voti.
Ma se andiamo un po’ più a
fondo notiamo che i problemi non sono affatto legati
né all’intelligenza né allo
studio: il problema principale si trova invece nella
vita sentimentale e soprattutto nei figli.
Dopo un dottorato in fisica,
matematica, chimica ecc …
Serve, infatti, flessibilità,
molto tempo a disposizione
e libertà per eventuali incarichi all’estero.
Molte donne preferiscono
avere un figlio prima dei
trent’anni piuttosto che
rischiare di rinunciarvi per
sempre, ma si sa che diventa
ben difficile conciliare rette
d’asilo e stanchezza con una
carriera tanto impegnativa.
Prendiamo ad esempio una
delle donne che hanno fatto
più carriera scientifica al
mondo, Margherita Hack.
Laureata in fisica, la sua
carriera si è intrecciata a
quella degli astronomi più
importanti dell'ultimo
secolo, le sue ricerche hanno toccato diversi settori, ha
studiato le atmosfere delle
stelle e gli effetti osservabili
dell'evoluzione stellare.
Attualmente è la direttrice
del Dipartimento di Astronomia dell’Università di
Trieste.
Per dar spazio alla sua lunga
carriera ha sposato un amico d’infanzia ed ha preferito
non avere figli.
È evidente quanto sia sempre la donna a scendere a
compromessi in queste
situazioni e quasi mai
l’uomo. È giusto che una
mamma si occupi del bambino finché è un lattante,
Marylisa Alemi 3C
ma dopo questo periodo
iniziale un padre è in grado
di occuparsi del proprio
figlio esattamente come una
madre!
Quanti uomini potrebbero
rinunciare a qualche ora di
lavoro, o meglio ancora di
svago, per dare spazio alla
propria moglie e portare il
bambino all’asilo, al parco,
dagli amici, aiutarlo a fare i
compiti, o anche solo fare la
spesa o occuparsi della casa?
Non possiamo combattere
la biologia, ma le norme
sociali sì. La vera sfida è
uniformare i costi e i benefici per entrambi i sessi: cercate di smorzare un maschilismo che da sempre attanaglia la maggior parte dei
paesi.
MARCIANDO PER LA PACE
Da Perugia ad Assisi “per costruire insieme una nuova cultura”.
Non mi reggo in piedi. E
come me probabilmente le
altre 200.000 persone che
domenica 25 settembre
hanno camminato per 24
km lungo il tragitto che dal
centro di Perugia porta alla
Rocca di Assisi. Autobus da
tutta Italia, gente da tutto il
mondo è arrivata nel fine
settimana per partecipare al
cinquantesimo anniversario
della “marcia per la pace”
portando testimonianze
della propria esperienza,
della propria realtà. Hanno
partecipato all’iniziativa vari
blogger di quei paesi che
attualmente stanno lottando
per la libertà, la democrazia
ed il rispetto dei diritti umani: Siria, Egitto, Algeria,
Tunisia, Marocco, Turchia,
Palestina ed Israele. Questi
sono stati impegnati in particolare nel meeting del
“1000 giovani per la pace”,
iniziativa promossa dalla
“tavola della pace” per dare
la possibilità ai giovani di
discutere e confrontarsi
sugli attuali problemi che
affliggono il mondo, per
riscoprire i valori della nostra costituzione che devono essere rimessi al centro
della nostre vite per permettere a tutti di vivere in una
società libera e giusta.
Alle 9:00 di mattina, quando
il sindaco di Perugia, affiancato per la prima volta da
quello di Assisi, ha preso la
parola, prima di dare inizio
alla marcia, corso Cavour e i
Giardini del Frontone erano
sommersi da un mare di
gente, che successivamente
ha inondato le strade designate da Aldo Capitini
cinquant’anni prima, creando un fiume di colori,
bandiere e canti lungo ben
20 km. Perché marciare a
sostegno della pace in un
mondo che finanzia e incentiva la guerra e sta a guardare mentre vengono commesse ingiustizie e massacri?
L’input pubblicato nel documento per l’appello alla
partecipazione ci invita a
“camminare insieme per
rimettere al centro della
nostra società i valori della nonviolenza, della
giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani,
della responsabilità e della
speranza, perché vogliamo
riscoprirne il significato
autentico, per costruire
insieme una nuova cultura,
per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perché la
guerra è guerra anche
quando la si chiama in
altro modo e le ingiustizie
restano ingiustizie anche
quando sono coperte dalle
menzogne e dal silenzio
mediatico, perché vogliamo
una Rai e un’informazione
di pace.” Ognuno ha marciato per la propria idea di
pace: lo stato di non belligeranza di uno stato nei confronti di un altro, la libertà
di poter vivere in un mondo
non violento, il semplice
sorriso di un estraneo. In
molti hanno ricordato le
vittime per l’attentato alle
torri gemelle di dieci anni
fa, i 2.752 morti sotto le
macerie, ed altrettanti le
migliaia di persone decedute a causa della successiva
guerra in Afghanistan. Ovunque erano affissi volantini riguardo il rapimento di
Francesco Azzarà in Darfur
durante una missione nella
zona di Nyala per conto di
Emergency. Credo sia anche
questa una delle ragioni per
cui vale la pena partecipare
alla marcia: capire cos’è per
noi la pace nella nostra vita
quotidiana e renderci conto
di quanto sia fondamentale
difenderla e fare in modo
che anche altri possano
prima o poi goderne.
Sofia Sagarriga Visconti IV
CERN VS EINSTEIN
E tu da che parte stai?
Basandoci sul secondo postulato della relatività, in cui
Einstein afferma che “la
velocità nel vuoto ha lo
stesso valore c in tutte le
direzioni e in tutti i sistemi
di riferimento inerziali”,
possiamo affermare che la
velocità della luce è insuperabile, in quanto essa è una
costante e una massima;
dunque, sapendo che la
luce viaggia ad una velocità
estrema (come del resto
fanno anche altre particelle,
ad esempio i neutrini) e
sapendo che questo limite
estremo non può essere
superato da nessun oggetto
che trasporti energia o informazioni, concludiamo
che la velocità della luce è
insuperabile.
O almeno fino al 23 Settembre scorso, quando per
puro caso i tecnici del CERN
affermano di aver, in poche
parole, distrutto la fisica
moderna.
Il risultato è stato ottenuto
con una serie di misure ad
altissima precisione, utilizzando orologi atomici e
sistemi GPS progettati appositamente, secondo i quali si
è misurato che la distanza
tra l'origine del fascio di
neutrini e il rivelatore Opera è di 20 centimetri sui 730
chilometri del percorso e il
tempo di volo dei neutrini è
stato determinato con una
precisione di meno di 10
nanosecondi.
Ma è davvero possibile superare la velocità della luce?
"La Terra non è una sfera
perfetta, e i due laboratori si
trovano a distanze diverse
velocità della luce) a noi
sembri un lasso di tempo
rispetto al centro del pianebrevissimo, nell’ambito fisita. Quello del Cern, che è
co della Relatività è una
più vicino, dovrebbe contadifferenza enorme che i
re il tempo più lentamente
fisici ancora non riescono a
rispetto a quello del Gran
spiegare secondo nessun
Sasso". È lo stesso Teorema
modello matematico.
della Relatività ci dice che il
Addirittura gli stessi ricercatempo varia a
tor i
del
secondo dei
CERN dubitapunti sottoposti
no della valiall’accelerazione “Non riusciamo a dità con cui è
e più l’oggetto dare un senso a stata
(in questo caso il
misurata la
questo dato.” velocità del
neutrino) è vicino al centro di
neutrino.
gravità più la velocità au"Non riusciamo a dare un
menta. “Non abbiamo quansenso a questo dato. Anche
tificato con esattezza quanto
ammettendo che la misura
un effetto simile potrebbe
di Opera sia
influire sulle misurazioni di
giusta, un neuOpera, ma se si dimostrasse
trino più veloce
che la sincronizzazione fra
della luce dol'orologio del CERN e quelvrebbe decadelo del Gran Sasso non sono
re, e decadendo
perfette, bisognerebbe riveperdere energidere le misure", rivela Cara. Ma il rilevatolo Contaldi in un’intervista
re del Gran
al “Corriere della Sera”.
Sasso non osInoltre, seppur 60 nanoseserva questa
condi ( tempo con il quale il
perdita. Si tratta
neutrino ha superato la
di un dato
incompatibile con se stesso.
Per spiegarlo dovremmo
smantellare troppe leggi
della fisica a noi note, ed
entrare nelle sabbie mobili",
spiega Gian Giudice, fisico
teorico del CERN.
L'errore di misura salverebbe Einstein e i cento anni di
sperimenti che hanno confermato le sue teorie.
Ovviamente, come qualsiasi
altra scoperta straordinaria,
saranno (e sono) in molti gli
scettici, che pur di dimostrare l’invalidità di questa scoperta, si aggrapperanno a
qualunque appiglio al fine
di criticare e sfondare le
ultime tesi.
C’è da dire, comunque, che
le argomentazioni contro
questo esperimento –e potenziale scoperta rivoluzionaria- sono molteplici e
altrettanto valide, che se
confutate, porterebbero a
conseguenze catastrofiche
nel mondo della Fisica Moderna come oggi (ancora) la
conosciamo.
Mett V E
Dan Rusnac V F
Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle
mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura.
UOMINI E UOMINI. E' MALATTIA GRAVE.
L’omosessualità è una malattia. Ebbene sì, nel ventunesimo secolo c’è ancora
gente che ci crede, assieme
a quelli che addirittura pensano sia contagiosa. Ormai
potrei solo aspettarmi di
vedere persone che evitano
d’incrociare gay sul tragitto
da casa al lavoro, mamme
preoccupate che i loro angelici figli intreccino amicizie
con ragazzi e ragazze attratti
dallo stesso sesso, o addirittura ragazzini viziati e annoiati che si divertono a
trascorrere calde serate
d’estate a picchiare degli
omosessuali. Ops, a pensarci bene questo accade già.
Molti non sanno che in realtà l’omosessualità era considerata una malattia, per la
precisione un disagio mentale, fino al 1973; anno in
cui l’APA (American Psychiatric Association) decise di
rimuoverla dall’elenco dei
disordini mentali attraverso
un referendum per posta tra
i suoi inscritti. Rimase solo
una distinzione: omosessualità ego-sintonica, non vissuta come un problema dal
soggetto stesso, e
omosessualità ego-distonica,
non accettata dall’individuo.
Bisognerà aspettare fino al
17 Maggio 1990 per far in
modo che venga eliminata
dall’OMS (Organizzazione
Mondiale della Salute) anche questa divisione. Attualmente tutto il mondo scientifico concorda nel sostenere che l’omosessualità è
“una variante del comportamento sessuale umano” e
nessuna terapia può essere
applicata per cambiare un
orientamento sessuale. Ogni
caso di cronaca che ricorda
violenze e discriminazioni
nei confronti di persone
attratte dallo stesso sesso,
non giustifica la dilagante
paura del diverso. Molta più
gente di quanta si possa
immaginare è offuscata da
questo continuo timore,
celato da aggressività e prepotenza, nei confronti degli
omosessuali. Una paura del
diverso alimentata dalla
religione stessa. Innanzitutto l’ipocrisia della Chiesa
cattolica, che non condanna
l’orientamento omosessuale
ma ne disapprova gli atti,
incoraggiando alla castità.:
La “Dolce Morte”
Il “dottor morte” è un film
girato nel 2010 con protagonisti come Al Pacino e
Danny Huston. Riscuote da
subito un grandissimo successo, ricevendo diversi
premi tra cui due Emmy
Awards per miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista. Il film tratta della
vita di un medico, il “dottor
morte” raccontando la vera
storia della vita del dottor
Kevorkian, famosissimo
patologo, noto per la sua
ricerca sul “suicidio assistito” e quindi per aver per
primo sperimentato il metodo dell' eutanasia, giustificandola tramite una serie di
articoli su diverse riviste
tedesche. Fermamente convinto del diritto di scegliere
di ogni persona della sua
vita, dopo aver praticato più
di cento suicidi assistiti, si
accalappiò il nome di
“dottor morte”. Proprio la
un uomo e una donna possono vedere nel rapporto
sessuale un’ ulteriore esaltazione del loro amore, due
persone dello stesso sesso
non possono neanche sfiorarsi. Simile la posizione
dell’Islam, che reprime i
comportamenti piuttosto
che i desideri sessuali, condannando il rapporto anale
-anche nei casi eterosessuali
- considerandolo un peccato
grave. In moltissimi Stati
islamici i rapporti omosessuali sono puniti con sanzioni corporali e in alcuni
casi anche con la pena di
morte; tuttavia alcuni studiosi islamici moderati hanno dichiarato recentemente
che l’omosessualità è naturale ed è stata creata da
Dio.Sostengono infatti che
la comune condanna a
quest’orientamento è dovuta ad un’interpretazione
erronea del Corano, in cui è
scritto che “tutti gli uomini
e le donne sono uguali, a
prescindere dall’etnia, dal
ceto, dalla posizione sociale
e dall’orientamento sessuale”. Infine, il Buddismo,
raccoglie diverse scuole di
pensiero, ma linea generale
condanna l’omosessualità
concentrandosi sui comportamenti sessuali piuttosto
che sull’amore, proprio
come il Cattolicesimo e
l’Islam. I principali esponenti Buddisti sostengono
la compatibilità tra l’organo
sessuale maschile e quello
femminile, mentre quelli
dello stesso sesso sono ritenuti non idonei. Tuttavia,
alcuni laici credono che
questa sia una posizione del
tardo Buddismo, poiché
non è giustificata da scritti
nei canonici antichi; alcune
minoranze hanno addirittura accettato e promosso
l’omosessualità.
Insomma, la maggior parte
delle persone condanna
l’omosessualità, non rendendosi conto che, oltre al
diverso orientamento sessuale, differenze non ce ne
sono. Tutto ciò rende difficile la vita di persone che
sembra non verranno mai
accettate dalla società e che
purtroppo a volte, per prime, non si accettano.
tecnica dell' eutanasia su un
paziente, pratica ormai utilizzata spesso nella nostra
società, costò al dottore
molte critiche e 25 anni di
carcere. La parola eutanasia
deriva dal greco, letteralmente significa 'buona morte' e consiste nel procurare
la morte a qualcuno la cui
vita è già stata completamente compromessa dalla
malattia. Il problema fondamentale legato a questa
pratica è il come fare per
intendere il volere del
paziente. Nella maggioranza
dei casi ci si affida all' eutanasia dopo una diagnosi di
morte celebrale, ma è eticamente giusto procurare la
morte a chi forse desiderava
continuare a vivere? Nessuno di noi sa come siano le
percezioni sensoriali ed
emotive nel coma, si pensa
che con la morte celebrale
tutte le funzioni del cervello
siano completamente assenti, ma se così non fosse?
Inoltre come in tanti altri
casi tutto l' assetto del
Sophia Frequenti V E
paziente dipende da come
esso reagisce emotivamente
al trauma, c'è quindi possibilità di ripresa nei pazienti
più forti di carattere. Quindi
l' eutanasia può essere una
buona pratica nei casi di
pazienti che hanno lasciato
un preciso testamento biologico, manon nel caso in
cui qualcun altro decida
della loro vita, che siano
figli, genitori o fratelli. Inoltre, come tutti ben sappia-
mo, in casi talmente estremi
le decisioni sono difficili da
prendere e spesso, su situazioni di questa gravità, ci si
ripensa per il resto della
vita. Poi sta all' etica e alla
morale di ognuno di noi...
Forse è giusto che nessuno
debba decidere della vita di
qualcun altro, forse no...
Nicole Zugarini
“VIDATOX”: IL NUOVO FARMACO CONTRO IL CANCRO.
Ogni anno a circa 3,2 milioni di europei viene diagnosticato un tumore, malattia
che nella maggior parte dei
casi porta alla morte del
soggetto. Gli studi per contrastare questo problema
sono molteplici; nell’ultimo
periodo si è venuti a conoscenza di un farmaco anticancro estratto dal veleno
dello scorpione Rhopalorus
Junceus,che vive nell’isola
caraibica di Cuba. Erroneamente questo farmaco è
stato chiamato Escozul, in
realtà è stato dichiarato
dalla casa farmaceutica
produttrice Labiofam che il
vero nome è “Vidatox”. Il
medicinale è un antipiretico, un antinfiammatorio, un
regolatore del sistema immunitario che deve essere
integrato con i consueti
rimedi per il cancro. Josè
Antonio Fraga Castro, Direttore della Labiofam, ha spiegato in un’intervista che gli
studi a riguardo sono iniziati circa 20 anni fa a Guantanamo e oggi il farmaco viene somministrato gratuitamente ai pazienti, poiché
Cuba sostiene l’universalità
del servizio sanitario. Tuttavia in un primo momento i
malati potevano accedere a
questo servizio tramite
appuntamento mentre adesso, a causa dell’alto numero
di persone che arrivano da
ogni parte del mondo per
poterne usufruire, la distribuzione è limitata. Momentaneamente sono disponibili
1800 flaconi per settimana,
tenendo conto che dopo
ogni sollecitazione
elettrica,
per poter
prelevare il
veleno, lo
scorpione
deve rimanere
a
riposo 21
giorni.
Siccome
oggi in Italia un flacone
viene venduto a 500 o
1000€, Josè Antonio Fraga
Castro invita i pazienti a
prestare attenzione considerandola una speculazione
legata all’acquisizione gratuita del farmaco.
Anonimo
Alla scoperta di un “nuovo mondo” seguendo un progetto
da 10 e lode…
Socializzare e scoprire …
Gli ingredienti fondamentali
di un progetto che ha dimostrato alle classi prime che
al Liceo G. Alessi non si vive
di studio, ma si studia per
vivere.
Il programma includeva tre
giornate dedicate allo
studente, con lo scopo di
“attutire l’impatto” dovuto
ad un cambiamento tanto
sostanzioso quanto emozionante.
Sicuramente un progetto
riuscito alla grande, che ha
dimostrato con quanto impegno i docenti ed il Diri
gente Scolastico vi si sono
dedicati, ottenendo grande
consenso dai nuovi iscritti.
Dopo un primo giorno di
ansia, incertezza ed euforia,
nel quale il Preside ha presentato alle prime il programma settimanale, si è
entrati nel cuore del proget
to; iniziando dall’ ambientazione nella sede di Elce,
dove le prime nascono,
crescono diventando seconde, fino ad abbandonare la
struttura per approdare nel
lussuoso palazzo della sede
in via Ruggero d’Andreotto.
Edificio presentato ai nuovi
alunni nell’ultimo giorno
del progetto accoglienza
tramite un giro guidato dai
colleghi più grandi, dimostrando che la scuola “ la
fanno gli alunni”!
Giornata altrettanto importante è stata quella
dell’inaugurazione
dell’anno scolastico 20112012, nella quale gli studenti, prima di recarsi alla Sala
dei Notari per assistere al
discorso inaugurante, sono
andati “a spasso
per Perugia” accompagnati
da guide della città, alla
scoperta di luoghi sconosciuti dalla maggior parte di
noi.
Non c’è da meravigliarsi se
non tutti ci ricorderemo la
particolare storia della chiesa di S. Francesco; o se magari involontariamente abbiamo “trascurato” l’aspetto
culturale della giornata,
scherzando con i nuovi
compagni. Diciamo soltanto
che l’aspetto sociale è stato
“più apprezzato” rispetto a
quello culturale, o meglio
ancora, che presi dallo spirito di socializzazione ci siamo “scordati” di essere nel
bel mezzo di un giro turistico.
Non dimentichiamo la seconda giornata del progetto,
quella della passeggiata
sportivo-naturalistica, durante la quale si è potuto
apprezzare un po’ di quel
verde che ci circonda, seguendo il tragitto Villa
Pitignano – Ponte Pattoli.
In definitiva, tre giorni in
cui l’alunno è stato posto in
primo piano per favorirne
l’integrazione in un ambiente non proprio familiare; tre
giorni, che diventeranno
centinaia , per capire che le
persone che ci circondano
sono un ponte di collegamento fra l’alunno e un
futuro che solo noi possiamo scrivere.
Elisa Rossi, IH
GIOCHI DI POTERE CHE ROVINANO UN SISTEMA
di Francesco Brizioli V
Carissimi Compagni,
vorrei cogliere l’ occasione
dell’ uscita del primo numero del nostro Giornale, di
cui vado estremamente fiero, per mettere tutti Voi al
corrente di ciò che accade
anche all’ interno del nostro
Istituto.
Penso quindi di poter tranquillamente rendere conto a
tutti Voi, miei elettori, del
mio operato, poiché reputo
di aver adempito come meglio potevo al mio personale
Dovere di difendere gli interessi e le posizioni della
componente studentesca
nelle sedi di competenza.
Essendo la nostra Repubblica uno Stato di Diritto, anche in materia di giurisdizione scolastica, la Legge garantisce il diritto degli Studenti di essere rappresentati
attivamente negli organi
collegiali di competenza,
uno su tutti il Consiglio di
Istituto. I Rappresentanti
degli Studenti pertanto sono a tutti gli effetti Consiglieri, allo stesso livello del
Dirigente scolastico, dei
Rappresentanti dei Docenti,
del personale ATA e dei
genitori. In questo quadro
di riferimento così
garantista, a malincuore
devo constatare che determinati principi, in linea
teorica giusti e da tutti condivisi, non vengono rispettati. I giochi di potere, che noi
per antonomasia releghiamo soltanto a Palazzo Chigi
e Palazzo Montecitorio, in
realtà sono molto più vicini
di quanto possiamo immaginare. Il Consiglio di Istituto,
in data 31 agosto ha approvato e messo in vigore dal
giorno successivo il Regolamento, strumento che dovrebbe regolare la vita della
Scuola.
Un’ articolo del presente
Regolamento recita:
I Consiglieri hanno diritto
di parola, di interrogazione, di mozione e di emendamento; possono presentare proposte ed atti scritti
alla Giunta […], hanno
diritto di voto in seno al
consiglio e alle commissioni di cui fanno parte[…],
possono chiedere al Preside, agli organi amministrativi della scuola, alla Giunta e al Presidente del Consiglio di Istituto tutte le informazioni necessarie per
l’esercizio delle loro funzioni ed esaminano tutti gli
atti del Consiglio d’Istituto
e della Giunta. I Consiglieri
hanno il dovere di intervenire alle sedute del Consiglio e delle Commissioni di
cui fanno parte.
durante la revisione del
Regolamento prima della
sua definitiva approvazione,
mi è stato negato il diritto, il
dovere, di difendere la componente che rappresento!
Mi accorgevo infatti, insieme al Dirigente scolastico,
che secondo il nostro Regolamento anche gli studenti
maggiorenni, nel caso di
sciopero, avrebbero dovuto
esibire la giustificazione dei
genitori, fatto che contrasta
le Leggi dello Stato (Codice
Civile, Art.2: La maggiore
età è fissata al compimento
del diciottesimo anno. Con
la maggiore età si acquista
la capacità di compiere
tutti gli atti per i quali non
sia stabilita una età diversa) e quindi non opinabile,
ma soltanto sbagliato, perciò da correggere. La mia
proposta di modifica, non è
stata neanche presa in considerazione, grazie ad un
gioco di potere del Presidente del Consiglio. Non ho
quindi potuto adempiere al
mio dovere di difendere i
miei elettori neanche in
questioni già regolate da
leggi dello Stato! Ho potuto
soltanto votare contrario
alla delibera, che comunque
a maggioranza è passata.
Neanche il mio impegno e
interesse,ha potuto far nulla
di fronte al “potere”. Un
potere che si è ormai infiltrato in ogni Istituzione
della nostra Italia, che ne fa
un paese noto per la sua
corruzione e il suo sistema
di raccomandazioni.Quel
potere che riesce a tarpare
le ali ai veri diritti.
Cari Compagni,
io a questo Potere non voglio cedereVi invito a riflettere su quanto ho scritto,
nella speranza che da parte
di tutti ci sia la volontà di
cambiare questo sistema che
evidentemente non funziona, partendo dalla cose vicine a noi.
Se come Studenti dell’ Alessi abbiamo perso una battaglia, non abbiamo perso la
guerra, poiché troveremo
un modo, prima possibile,
per modificare quelle parti
del Regolamento che lo
richiedono.
Monoteismo e intolleranza:
riapriamo la questione!
Di Silvia Nano
Sarà stato il titolo tutto-unprogramma (Monoteismo e
intolleranza: una questione
aperta), che immediatamente ti fa sentire addosso tutti i
mali del mondo se solo ti
trovi a credere in un solo
Dio; sarà stata la singolarità
e la profondità
dell’argomento; sta di fatto
che l’articolo del prof. Tiberini ha suscitato in me un
vivace contraccolpo. Da qui
una serie di riflessioni, che
non vogliono essere una
replica, ma semplicemente
un punto di vista altro rispetto a quello proposto,
una specie di controcanto.
Notava acutamente H. Arendt: "Sembra più facile
convincere gli uomini a
comportarsi nel modo più
impensabile e oltraggioso,
piuttosto che convincerli a
imparare dall’esperienza, a
pensare e giudicare veramente, invece di applicare
automaticamente categorie
e formule pre-costituite
nella nostra testa, che pur
essendo coerenti sono oramai desuete e inadeguate
rispetto agli eventi che
accadono realmente”
(Hannah Arendt, Responsabilità e giudizio, Einaudi
Editore, Torino, 2004, pag.
31). Vorrei attenermi a questo atteggiamento metodologico, non perché sia così
ingenua da non capire che i
fatti sono sempre e comunque soggetti a interpretazione, ma perché ritengo che
l’interpretazione più ragionevole sia quella che si sottomette quanto più possibile, appunto, ai fatti.
Partiamo,dunque,dall’inizio,
cioè dall’assunto: monoteismo uguale intolleranza. Il
Nostro ammette che non c’è
un pendant deterministico
tra i due termini; ma tant’è:
storicamente, cioè a guardare i fatti, così sarebbero
andate le cose. Eppure, a
guardare i fatti, si potrebbe
ben dire che il primo popolo monoteista che si è affacciato nella Mezzaluna fertile
fu quello ebraico e che proprio gli Ebrei posero originalmente il problema della
tolleranza religiosa in una
temperie storica e culturale
composta
di popoli rigidamente politeisti che mal sopportavano
la loro diversità (come testimonia ampiamente, ancora
nel I sec. d. C., Flavio Giuseppe, che rivendicava per
gli Ebrei il rispetto della
loro peculiarità), una diversità sempre perseguitata,
anche attraverso dei martiri
(vedi i fratelli Maccabei,
sterminati ad opera di Antioco IV Epifane, intorno al
168 a. C). Quanto alla tolleranza religiosa del mondo
greco-romano, è pressoché
ovvio che il politeismo sia,
per natura, atto ad accogliere nel suo pantheon diverse
divinità senza alcuna conflittualità; e, come ha mostrato
P. Veyne nel suo famoso
saggio I greci hanno creduto
ai loro miti?, gli antichi hanno sì creduto per molto
tempo ai propri miti, usando tuttavia queste costruzioni fantastiche nelle diverse e
poche
secondo
l’opportunità delle ragioni
storiche e piegando le loro
svariate versioni a manipolazioni ideologiche, come
accadde ad esempio al mito
di Enea (già elaborato in
Asia Minore nel III sec. a.
C.) che fu usato per giustificare l’ideologia del principato augusteo.
La vera religione del mondo
antico (intendendo per religione il riconoscimento di
un assoluto) è stata, nei
fatti, quella della polis e in
nome di tale religione essi
hanno esercitato la loro
intolleranza. Alquanto singolari, dunque, i distinguo
del prof. Tiberini tra
un’intolleranza di matrice
religiosa e una di matrice
politica, come se la seconda
fosse storicamente più
“accettabile” della prima.
Certo non fu meno violenta,
come tenterò di mostrare.
H. Arendt in un saggio molto suggestivo, Vita Activa,
recentemente ripubblicato
dal Corriere della Sera,
spiega lucidamente (pur per
dimostrare altro rispetto al
nostro tema) le ragioni profonde di questa “religione
della polis”: i Greci conoscevano il concetto di immortalità (nel senso di permanenza nel tempo), ma non quello di eternità. Erodoto, uno
dei più grandi storici greci,
esaminando le forme asiatiche di culto e credenza in
un Dio invisibile, osserva
esplicitamente che rispetto
al Dio trascendente (come
diremmo oggi) che è al di là
del tempo, della vita e
dell'universo, gli dei greci
sono anthrópophyeis, hanno la stessa natura, non
semplicemente la stessa
forma, dell'uomo. Così i
Greci non avendo un assoluto nella religione, hanno
assolutizzato il bios politikos: “l’organizzazione della
polis […] è una specie di
organizzazione della memoria. Essa assicura
l’attore mortale che la sua
esistenza transeunte e la
sua fuggevole grandezza
non perderanno mai la
realtà che proviene
dall’esser visti, uditi e in
generale dall’apparire a un
pubblico simile a lui; a essi,
senza la polis, non sarebbe
“ È bello cercare di capire il mondo, ma è anche
bello raccontarlo; cercare insomma di avvicinare
la Terra alla Luna.”
rimasta che la breve durata
della loro parte” (da H.
Arendt, Vita activa, Corriere della Sera, 2011, pag.
153). Ciò che tutti i filosofi
greci tenevano per certo è
che la libertà e la dignità
risiedono esclusivamente
nella sfera politica; la sua
organizzazione rappresenta
un superamento della sfera
domestica o sociale, in cui
gli uomini si associano per
necessità legate alla sopravvivenza biologica o alla
sussistenza: la forza e la
violenza (schiavitù, sottomissione di donne e barbari, assoggettamento dei
nemici) sono state giustificate per aver ragione della
necessità e diventare liberi,
cioè partecipare alla vita
della polis, unico ambito
degno di una vita umana.
Ecco, dunque, la religione
del mondo classico che non
fu certo quella degli dei
dell’Olimpo.
Il mondo romano ha ereditato in toto questo culto
della vita politica e ha fatto
della res publica e dello
Stato non solo l’ideale del
civis romanus, ma anche la
giustificazione ultima del
proprio imperialismo. Lo
scontro con i cristiani nasce proprio a questo livello.
L'accusa mossa ai cristiani
fu di empietà (cioè di non
aderire a una precisa religione) e di anarchia (cioè
di rifiutare di tributare
culto all'imperatore). Come
ha ben detto il prof. Tiberini (anche se il paragone
con i testimoni di Geova è
un po’ azzardato), la storiografia più recente ha
dimostrato che non fu mai
emanata una legge particolare contro i cristiani, in
quanto bastavano le leggi
normali ad accusarli. Lo
scontro, estremamente
violento, dura per tre secoli, attraverso le persecuzioni ben note che fecero migliaia di vittime. I cristiani,
infatti, furono osteggiati
perché rifiutavano l'assolutismo politico romano:
rifiutavano, cioè, che la
dimensione pubblica (e
quindi la struttura politica) fosse la definizione
ultima della persona.
In nome di tale assolutismo, la res publica osteggiò
tutti i suoi oppositori, non
solo i cristiani. E’del 155 a.
C. un episodio eloquente a
tal proposito: il filosofo
greco Carneade, venuto a
Roma per un’ambasceria
insieme a Critolao e Diogene, dimostrò, in due famosi
discorsi, prima la legittimità dell’impero romano e
poi argomentò che, se i
Romani volevano essere
veramente giusti, dovevano
restituire tutto quello che
avevano tolto agli altri
popoli. Ebbene i tre filosofi
furono cacciati pubblicamente e in un modo per
nulla educato. Proprio per
questo, il Cristianesimo
lottò contro le altre religioni che avevano accettato di
inserirsi nel pantheon dei
culti ammessi (dei culti,
cioè, che accettavano di
essere ridotti a opinioni
private all'interno dell'affermazione che lo Stato era
tutto), ma dialogò ampiamente con la filosofia che
aveva resistito alla concezione assolutistica dello
Stato, soprattutto dopo la
nascita dello Stoicismo.
Questo dialogo intenso di
assunzione e valorizzazione della cultura classica,
che è stata il sostrato delle
opere dei Padri della Chiesa, che ha generato la filosofia di pensatori come
Agostino e Tommaso e che è
arrivata fino a Dante, costituisce l’eredità più impressionante di integrazione tra
Vecchio mondo e Nuovo
mondo che il cristianesimo
ha consegnato alla cultura
occidentale.
I monaci benedettini, che
dissodarono l’Europa inselvatichita dalle invasioni
barbariche e trasmisero
pazientemente i testi classici o i vescovi delle città
italiane che, a partire dal V
secolo, fecero ripartire la
civiltà urbana (come, ad
esempio, S. Ercolano a Perugia o, molto più tardi, S.
Ubaldo a Gubbio) amministrando, anche a suon di
diritto romano, le
popolazioni abbandonate
dall’Impero, rappresentano
l’incarnazione storica di
tale dialogo.
Certo, questa storia è stata
tempestata di violenze e di
errori, di uomini grandi e
di uomini inadeguati
all’ideale che portavano,
ma è fuorviante dal punto
di vista di una ricostruzione storica metodologicamente fondata estrapolare
alcuni fatti reali (peraltro
del tutto episodici, come
quello di Ipazia), decontestualizzarli (è difficile per
un uomo del 2011 capire le
violenze seguite all’Editto
di Tessalonica del 380 d. C.,
senza che egli sia reso ben
consapevole del contesto
culturale, giuridico e storico in cui sono nate) e giudicarli semplicisticamente.
Come ha osservato sempre
P. Veyne, a proposito del
suo saggio Quando l'Europa è diventata cristiana
(312-394). Costantino, la
conversione, l'impero “Ho
scritto questo libro contro
me stesso. Sono totalmente
miscredente e fra tutte le
religioni quella che
sopporto meno è proprio il
cristianesimo. Ma da storico ho dovuto sforzarmi di
non prendere partito né pro
né contro. La cosa più difficile è stata capire cosa si ha
nel cuore e nell'animo
quando si è cristiani.”.
D’altra parte, nel corso della
storia, lo Stato, eretto a valore assoluto (da Machiavelli
a Hobbes, da Hegel a Marx),
ha sempre esercitato la più
spietata persecuzione nei
confronti di chiunque si
opponesse alla sua pretesa
di essere il creatore di
“sistemi talmente perfetti
che nessuno avrebbe più
bisogno di essere buono”
come diceva Eliot. Qualche
esempio? . Che dire dei
piccoli prometeo del 1789, i
degni eredi del Trattato
sulla tolleranza, in nome
della quale perpetrarono le
più infamanti violenze? Solo
un esempio, che non viene
da un libello di propaganda
clericale. Babeuf, un fervente rivoluzionario sanculotto,
ne "Il sistema di spopolamento e i crimini di Carrier”, accusa la Convenzione
e Robespierre di perpetrare
in Vandea un vero genocidio (“populicidio”, come lo
chiama lui), impiccando,
sgozzando, annegando,
fucilando, incendiando,
violentando, torturando e
saccheggiando una popolazione per lo più inerme, che
si era ribellata alle misure
anticlericali dei giacobini.
L’esecutore materiale di tale
infamia, Carrier, ne dava
orgogliosi annunci alla Convenzione: le donne venivano ammazzate perché
“solchi riproduttori di mostri”, i bambini perché
“briganti o futuri briganti”;
si collezionavano teste come
trofei, si conciava la pelle
umana per farne oggetti e
indumenti.
E che dire del civile e moderno e tollerante XX
secolo da cui sono stati partoriti due totalitarismi che
definire sanguinosi è eufemistico e più morti ammazzati e anche più martiri (così
dicono le statistiche) di
tutte le epoche precedenti
messe insieme?
E, d’altra parte, chi è puro
da colpe? I “liberali” che si
ritengono i sacerdoti della
tolleranza? Un’occhiata a
quel che è stato il colonialismo tra Cinque e Novecento
basterebbe a rispondere. In
una paginetta di Robinson
Crusoe di Defoe, il protagonista annota: «Preferivo (...)
essere consegnato ai selvaggi e mangiato vivo piuttosto
che cadere negli artigli spietati dei preti ed essere trascinato davanti all'Inquisizione». Tutti i manuali concordano nel ritenere il Robinson il breviario della
borghesia britannica ed
europea: una borghesia
rapace, lanciata nella conquista coloniale, nella riesumazione del più feroce
schiavismo e nella pratica
sistematica del genocidio:
dall'India alle praterie dei
pellerossa americani, agli
indigeni australiani. Ma che
nei suoi salotti raffinati fremeva indignata al sentir
parlare di Sant'Uffizio e
pontificava su libertà e tolleranza. E invece a riconoscere il valore e i diritti dei
conquistati all’inizio del
colonialismo borghese fu,
contro ogni schema pregiudiziale, la Chiesa. I conquistador es sosten evan o
l’inferiorità degli indigeni e
li equiparavano ad animali.
Altri, come Francisco de
Vitoria (considerato il padre
del diritto internazionale),
sulla base dei principi
cristiani dell’uguaglianza di
tutti gli uomini e del valore
assoluto della persona, ponevano il problema dei diritti dei conquistati (problema
assolutamente inconcepibile
nella società antica, soprattutto greca). Il dibattito fra i
sostenitori della teoria
dell'eguaglianza e quelli
della teoria dell'ineguaglianza ha il suo culmine nella
celeberrima controversia di
Valladolid, nel 1550, di cui
furono protagonisti il filosofo Ginès de Sepulveda e il
vescovo di Chiapas Bartolomé de Las Casas. La controversia avvenne in pubblico,
cosa molto rara per quei
tempi, davanti ad una pletora di giuristi, teologi e filosofi. Sepulveda, essendo un
grande umanista e specialista di Aristotele, poggia le
sue teorie sui principi filosofici espressi dallo stesso
filosofo greco nella Politica,
in base ai quali esisterebbero per natura delle differenze fra coloro che sono padroni e coloro che sono
schiavi, che divergono fra
loro quanto l'anima dal corpo. Il contendente di Sepulveda, Las Casas, prende
come riferimento per le sue
argomentazioni i valori cristiani dell’uguaglianza, principio fondante della fede.
Egli non è il solo a difendere i diritti degli indigeni. La
maggior parte dei documenti emanati dalla corona spagnola dell'epoca si pronunciava in questa direzione. Si
può proporre ad esempio
l'ordinanza di Carlo V del
1530 oppure le nuove leggi
del 1542 sul governo delle
colonie, in cui si condanna
energicamente la riduzione
in schiavitù degli indios.
Contro ogni previsione anche il vituperato Paolo III
(l’ideatore di quel simbolo
del potere clerical-papalino
che è la Rocca Paolina) emanò documenti in proposito.
Las Casas adotta queste
posizioni e pone l'eguaglianza alla base di ogni
azione umana, arrivando ad
affermare la reale eguaglianza tra "noi", gli spagnoli, e
gli "altri", gli indigeni.
Si potrebbero portare esempi a bizzeffe. Concludo con
le parole dello storico Cardini, a proposito di Agorà (il
film sul citato episodio di
Ipazia): “Papa Giovanni
Paolo II ha ripetutamente
parlato della necessità di
“purificare la memoria”.
Tutti si sono attestati su
quelle due o tre cosine della
cultura diffusa, che bignamescamente indica le crociate e l’Inquisizione come
unici momenti nei quali le
comunità cristiane si sarebbero rese responsabili di
violenza. Non è affatto vero
(nel senso che sono molti di
più! Ndr). Non è così. La
mia sfida ai cristiani, se davvero vogliono giudicare le
violenze altrui, è che comincino col riconoscere sul
serio le loro. Che cosa c’è
da aver paura? Della polemica suscitata da quattro scalcagnati di anticlericali? Che
parlino, questi nipotini di
Oliver Cromwell o di Pombal o di Robespierre o di
Bixio o di Trotzkji o di Callès (presidente del Messico
dal 1924 al 1928, autore di
una legislazione fortemente
anticlericale e della persecuzione dei cristeros: dei circa
4500 preti messicani ne
rimase un piccolo manipolo
e molte regioni dello stato
non ne ebbero più; ndr) o
di Churchill o di qualunque
altro macellaio essi riconoscano come maestro. Ce n’è
anche per loro. Ce n’è per
tutti, perché, come
“dicheno” a Roma, “er più
pulito ci ha la rogna”.
Ma l’aspetto che mi preme
di più è quello contenuto
nella parte finale
dell’articolo, in cui il prof.
Tib er in i pr opon e il
“rimedio”: ritornare a una
fede relegata alla sfera soggettiva, identificatasostanzialmente con la coscienza
interiore, insomma una
raffinata rivisitazione della
religione naturale o razionale di illuministica memoria.
Oppure una versione moderna della cosiddetta
“esperienza della torre” di
Lutero: la fede come
“illuminazione” istantanea
alla fine di un “percorso nel
deserto” (così il prof. Tiberini) alla ricerca di una Presenza nascosta ed enigmatica. Scelta liberissima e degna di essere fatta. Ma il
cristianesimo si è posto
nella storia come un Fatto
per niente nascosto, anzi
socialmente rilevabile e
oggetto di dibattito pubblico: un Uomo che ha detto
(con una buona dose di
credibilità tanto che lo hanno eliminato) di essere Dio,
la possibilità di sperimentare il divino attraverso una
presenza integralmente
umana, cioè ragionevole.
«In manibus nostris sunt
codices, in oculis nostris
facta», diceva S. Agostino.
Giovanni e Andrea avevano
fede perché avevano davanti
una Presenza sperimentabile, che sentivano parlare,
che vedevano camminare e
mangiare. Non dei valori o
una morale (la tentazione
etica), non un percorso
interiore (la tentazione gnostica), non un’Entità enigmatica da cercare dentro di
sé, ma un Fatto, esterno alla
coscienza, eppure pieno di
un’eccezionale attrattiva,
perché capace di corrispondere alle uniche cose che
interessano veramente
l’uomo: la verità e la felicità.
Certo questo interpella la
libertà, ma ragionevolmente. Interpella la libertà in
quanto, pur vedendo, c’era
(e c’è) in quel Fatto qualcosa di mai visto prima, un
quid così straordinario che
una ragione veramente impegnata non può non farci i
conti. Perciò di fronte
all’eccezionalità dell’Uomo
di Nazareth è sorta la
domanda dei contemporanei: chi è costui? Domanda
imbarazzante, perché erano
note le sue generalità (“Non
è forse il figlio del falegname?”). E questa domanda ha
percorso la storia tanto che
Dostoievskij fa dire a uno
dei suoi personaggi: “Un
uomo colto, un europeo dei
nostri giorni può credere,
credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù
Cristo?» (I fratelli Karamazov). Ognuno può rispondere liberamente, ma senza
manipolare il contenuto di
tale “pretesa”. I cristiani
sono coloro che hanno intercettato questo Fatto.
Quello che li caratterizza
non è una coerenza o una
perfezione morale, ma una
commozione e uno stupore
per il riaccadere continuo in
una realtà fisica, in avvenimenti, in persone, in luoghi
(insomma in quella cosa
scandalosa che si chiama
Chiesa, che è il Suo corpo)
di quel Fatto. Da questa
commozione, e non da
un’etica, sono nate la cultura (ad esempio la medievale
Universitas studiorum), le
opere, l’arte, la carità (la
grande invenzione degli
ospedali, sconosciuta alla
polis classica) e i santi che il
cristianesimo ha consegnato
all’Occidente.
Diceva Giovanni Paolo I con
una mirabile affermazione,
solo per la quale dovremmo
essere grati al suo brevissimo pontificato:"Il vero
dramma della Chiesa che
ama definirsi moderna è il
tentativo di correggere lo
stupore dell'evento di Cristo
con delle regole".
SAY IT LOUD - I PLAY JAZZ AND I'M PROUD
La prima volta in cui ho
avuto la fortuna di poter
ascoltare i Bread & Jazz è
stato a giugno, durante una
puntata speciale del programma radiofonico BelliComeIlSoul.
Il settetto Jazz era tra gli
ospiti e ho capito subito che
avevano due grandi lezioni
da impartirci:
La prima legata allo studio e
alla perseveranza - ragazzi
giovanissimi che suonano e
cantano Jazz?!
La seconda per lo stile artistico - giovanissimi ragazzi
che conoscono e amano il
Jazz??!!
Ma andiamo con ordine....
I Bread & Jazz sono uno
straordinario gruppo formato da sette talentuosissimi
ragazzi, ormai conosciuti e
apprezzati a livello regionale.
Le prime intese musicali
nascono nell'ambito della
scuola di musica "La Maggiore", e la loro prima
esibizione risale al Maggio
del 2009, quando il trio
Lazzerini-Brilli-Quacquarelli
ottiene il primo premio
della giuria al concorso
Sound Track. Andando avanti, tra esibizioni e parte-
sganciandosi da La Maggiore. Alla fine del 2010 entra a
far parte del gruppo Miriam
Fornari...voce eccezionale.
Lo studio e la perseveranza
(prima lezione che ci hanno
impartito) hanno fatto sì
cipazioni a seminari (Louis
Sclavis, Berklee in Umbria,
Nuoro jazz), il gruppo cresce e entrano a farne parte
altri 3 componenti: Genzolini, Fornari e Lezzerini.
Agli inizi del 2010 i Bread &
Jazz cominciano ad esibirsi
autonomamente,
che i Bread & Jazz potessero
creare le basi per un'unione
solida, finalizzata alla possibilità di esprimere, attraverso la musica, i sentimenti e
le emozioni dei singoli componenti - caratteristica che
rappresenta la vera essenza
del Jazz. Il gruppo, affiatato
e innamorato dell'arte, si
esibisce in tutta l'Umbria,
riscuotendo un buon successo di pubblico; si sono
fatti notare alla Giornata
Dell'Arte E Della Creatività e
a LaMaMa Spoleto Open
Festival. Tra i brani eseguiti
dai Bread & Jazz abbiamo
pietre miliari della musica quelle canzoni che non
subiscono il passaggio del
tempo, degli anni, delle
mode o delle generazioni
(seconda lezione).
Canzoni come "Watermelon
Man" e "Georgia on my
mind", titoli ai quali non
serve aggiungere spiegazioni.
Mi sono innamorata di loro
ascoltandoli in "A change is
gonna come", e sono certa
che avrebbe fatto lo stesso
effetto a chiunque. In ogni
caso, questo è il mio consiglio, che è poi anche un
augurio: vivete di Bread &
Jazz.
Gloria Massinelli IV L
CAVALLI!
Per chi ancora non li conoscesse i FASK (fast animals
and slow kids) sono un
gruppo perugino nato nel
2008 e composto da Jacopo
Gigliotti (bassista ), Aimone
Romizi (chitarra-voce ), Alessandro Guercini (chitarra) e
Alessio Mingoli (batteria).
Manifestano molta popolarità nell’ambiente Umbro ,ma non solo. Tutto
grazie ,in primis, alla loro
musica, un insieme di suoni freschi e sciolti con testi
davvero originali e alla loro
carica micidiale che trasmettono immediatamente al
pubblico.
Si erano fatti conoscere
grazie al loro primo EP ,
“Cioccolatino”, con 4 canzoni ,una più bella dell’altra.
Ma non finisce qui, infatti
nel 2010 prima vincono
“Italia Wave Umbria” e poi
successivamente” Italia Wave Italia”
Ora che vi siete fatti un’idea
di chi siano, passiamo alla
notizia principale : il primo
album. Album che doveva
uscire verso la fine del 2010
ma a causa di impegni e
contrattempi vari hanno
iniziato a registrare il loro
album d’esordio solo nel
2011. L’album si chiamerà
“Cavalli” e uscirà il prossimo
novembre sotto l’etichetta
di “Ice For Everyone” , la
quale già produce i Zen
Circus a cui i FASK faranno
“Soffocare”
di Chuck Palahniuk
"Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di
pagine vorrai essere da un
altra parte. Perciò lasca
perdere. Vattene. Sparisci,
finchè sei ancora intero.
Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla TV".
(inizio del libro, prima pagina, magari da infilare in uno
di quei quadrati di spazio
riferito a Dan)
Cosa Gesù non farebbe?
Questa domanda rimbombò
nella mente di Victor Mancini, il sessodipendente che il
nostro Palahniuk -autore di
Fight Club- descrive nel suo
romanzo pulp.
La storia si incentra suVictor
Mancini, un ex-studente
dimedicina con un'infanzia
travagliata e problematica
per via della madre - figura
decisamente singolare e
sinistra- che lo porterà ad
avere problemi ad interagire
con le altre persone fino alla
sessodipendenza e alle crisi
di identità. Tra flashback e
flashforward, una mistura di
personaggi fin troppo realisticamente descritta -se non
grottesca- , i soffocamenti, la
moltitudine di donne partecipanti alle varie 'evoluzioni
erotiche' - cornice dell'intero racconto- e le promesse
mai mantenute del giovane
da spalla nel prossimo tour
autunnale. Dietro a questo
primo album dunque ci
sono sia i Zen Circus - la
produzione artistica è stata
affidata ad Andrea Appino sia Il teatro degli Orrori - la
direzione tecnica è stata
affidata a Giulio Ragno Favero.
Tanta, anzi tantissima, attesa
per l’uscita di questo album
d’esordio. Su youtube c’è
già il boom di visualizzazioni per l’anteprima di alcuni
canzoni del prossimo primo
disco, fatte uscire per italiawave.com. Anteprima che ti
fanno venire l’acquolina in
bocca.
Rusnac Dan V F
Victor, Palahniuk ci proietta
in una 'avventura' sul filo
dei ricordi del protagonista
ricca di suspense ed condita
con sottilissima e pungente
ironia, tipico
dello
stil e
dell'autore, di
certo non è
adatto a menti
deboli e chiuse.
Attraverso questo saggio di
sole 280 pagine, pubblicato
dalla Mondadori nel 2003,
Palahniuk descrive, nude e
crude, le persone per quello
che sono: afflitte da convinzioni ristagnanti nel patetico
e tormentate dalla paura del
giudizio della società.
PERSONALMENTE, CONSIGLIO
A GIOVANI MENTI ESUBERANTI,
VIVAMENTE LA LETTURA
CHE CERCANO UN MODO PER
ESTRANIARSI TEMPORANEAMENTE DALLA TERRIBILE E OPPRIMENTE SITUAZIONE
SOCIALE IN CUI VIVONO, PER DAR SFOGO
AI DESIDERI IMPURI,
PER SENTIRSI LIBERI
IN UNA NARRAZIONE
CHE RENDERÀ LA
L E T T U R A
ULTIMAMENTE MESSA
DA PARTE- TUTT'ALTRO CHE PESANTE,
ANZI DECISAMENTE DIVERTENTE. UNA VOLTA LETTA UNA
DELLE OPERE DI PALAHNIUK NE
RIMARRETE
INCATENATI.PROVARE PER CREDERE! ..E
ALLA PEGGIO, AVRETE SPESO €
9,90 IN CULTURA INVECE CHE
IN SIGARETTE. :)
METT MARIOTTI V E
“Cosa tiene accese le stelle”
Mario Calabresi ci accompasiamo pieni, non solo nel
gna con interviste e ricordi
mondo, ma in Italia di pernel nostro mondo un po'
sone che hanno tenuto la
nascosto ultimamente, queltesta alta, perché avevano la
lo dei sogni, delle speranze,
volontà di cambiare, di lotdelle grandi imtare per ciò in cui
Editore: strade blu credevano e creprese.
Ha scritto questo mondadori
dono. Qualcuno
libro soprattutto Costo: 17 euro
ha dato speranza
per noi giovani, Pagine: 130
ai malati incuraspinto dalle contibili, altri hanno
nue mail colme di domande
aperto multinazionali, contisul futuro che ci aspetta,
nuando ad andare loro stesinterrogativi dettati dall'insisi a scegliere le materie pricurezza e dalle troppe incerme nei campi, altri ancora
tezze che ci trasmettono i
hanno contribuito a un formedia, con i loro continui
te cambiamento nella musisondaggi che spesso ci induca, qualcuno era nel progetcono ad abbassare la testa, a
to che ha scoperto Geminnon lottare, a non trovare la
ga, la stella a 522 anni luce
strada per i nostri sogni, a
dal sole, ma c’ é anche chi,
non alzare lo sguardo verso
nel novembre del 1955, ha
le stelle, che invece sono
riconquistato la propria
sempre lì, ad illuminare
libertà, prendendo un libro
quando attorno é buio.
in mano prima di addormentarsi, grazie all'arrivo in
Leggendo questo libro diItalia della lavatrice.
ventiamo consapevoli della
Tutti possiamo sognare e
nostra fortuna, perché
dobbiamo farlo soprattutto
nel momento in cui ci viene
detto che non ne abbiamo
le possibilità, che non ce la
faremo mai…Perché quando tutto é oscuro ci sono
quei puntini luminosi che ci
“QUESTA STORIA QUA”: IL BLASCO DELLE GRANDI EMOZIONI
Vasco Rossi nasce a Zocca
(Modena) il 7 febbraio
1952, da mamma casalinga e
padre camionista. Da bambino vince il concorso
"L'Usignolo d'Oro”, e già a
14 anni fonda il suo primo
gruppo pop che chiamerà I
Killer (in seguito Little
Boys). Nel 1975 fonda
"Radio Punto Zocca", una
delle prime radio private in
Italia, e si fa apprezzare
come dj, ma sogna di fare il
cantautore. Il suo primo
album "... ma cosa vuoi che
sia una canzone", uscito nel
1978, passa quasi inosservato così come il secondo 33
giri, "Non siamo mica gli
americani”, nonostante contenga uno dei suoi più grandi successi come
"Albachiara”. Nel 1982 Vasco partecipa al suo primo
festival di Sanremo con
"Vado al massimo",che darà
il nome all’album uscito
nello stesso anno,che pur
essendosi classificato ultimo, le radio mandano in
onda incessantemente. Nel
1983 partecipa di nuovo al
festival, ma questa volta ne
combina una delle sue
scomparendo prima di entrare in scena. Sale sul palco
all' ultimo momento barcollando. Si grida allo scandalo. Bastano però alcune
note e la sua voce strascicata
che canta "Vita spericolata"
per riconquistare il pubblico. Nel 1985 esce il 33 giri
"Cosa succede in città", e
nasce il Vasco Rossi Fans
Club, gestito dall' impresario Enrico Rovelli della Komo Music.
Troviamo poi “C’è chi dice
no” (1987),”Liberi liberi” (1989), “Gli spari sopra” (1993) , il successivo
“Nessun pericolo per
te” (1996, “Canzoni per
me” (1998), “Stupido Hotel” (2001) e “Buoni o Cattivi” (2004). Nel 2008 Vasco
Rossi rilascia “Il mondo che
vorrei” e nel 2011 esce
“Vivere o niente”, un nuovo disco di inediti. Nonostante il suo annunciato
ritiro, Vasco Rossi non sembra volersi fermare. Anzi,
diventa un film. Attraverso
materiali di repertorio, interviste e, ovviamente, la
sua musica, Alessandro Paris
accompagnano, ci danno
coraggio e ci aiutano a guardare in alto per non abbandonare i nostri sogni: le
stelle.
M.Teresa Cappannini VB
Costanza Neve V E
e Sibylle Righetti ripercorrono la vita e i grandi successi
del Blasco, in un docu-film,
“Questa storia qua”. Oggi
Vasco è considerato un italiano medio, un po’ calvo e
un po’ rotondetto che continua a scrivere discrete musiche e canzoni di musica
leggera italiana. Ma molti
artisti se li sognano di notte
brani del genere. Tra raccolte, live e celebrazioni di
ogni tipo, che vi piaccia o
meno, Vasco continua ad
essere adorato e osannato
da folle oceaniche che riempiono autodromi e stadi.Regala stornelli da canticchiare, sotto la doccia o in
macchina, da ascoltare con
l’I-pod, mentre si cammina
per strada. Vasco Rossi
continua a farlo da
trent’anni sempre con estrema naturalezza. Infatti io,
che ho avuto la fortuna di
poterlo conoscere e passare
del tempo a parlare con lui,
posso affermare che la sua
grande forza è la sua
semplicità nel porsi, trasmettendo comunque grandi emozioni. Ma è davvero
giunta l'ora di calare il
sipario? Magariconcedendo
ogni tanto al suo pubblico
un concerto versione "best
of", che al solo immaginar-
ne la scaletta vengono già i
brividi? Forse per lui è
arrivata l'ora di dire, per
non incorrere nel pericolo di trovarsi a impersonare una copia del grande
mito che è stato. E come
direbbe il grande Blasco:
“Perugia vinci ancora!”
“Eh già… noi siamo ancora
qua!” come direbbe il rocker di Zocca a proposito
del Grifo, che dopo un anno di dilettanti è tornato tra
i professionisti con una
promozione diretta ed è
pronto a volare ancora.
Quello di quest’anno è stato
un inizio di campionato non
buono per i Grifoni, che
sono stati asfaltati
dall’Aversa Normanna per 21, ma tutti i fedeli del Grifo
sanno che (purtroppo) è
come un diesel ed ha bisogno di carburare prima di
cominciare a far bene. Infatti la reazione della squadra
non ha tardato ad arrivare,
con le vittorie a cui eravamo abituati l’anno scorso:
PG – Chieti 4-2, Melfi – PG
0-2, una grande partita giocata contro la squadra di
Pagani in recupero dallo
svantaggio di 1-0, fino ad
arrivare alla vittoria in trasferta con il Giulianova per
1-0, che ci ha portato ad
occupare il secondo posto
in classifica del girone B. In
questo bel rientro tra i professionisti c’è da segnalare
la grande affluenza nei
gradoni della “nord”, sempre più piena e colorata, ma
nello stesso tempo bisogna
evidenziare la spiacevole
situazione creatasi con la
le nuove direttive, deve
essere approvato dalla questura prima di entrare nello
stadio ed essere appeso. La
maggior parte delle volte - o
“tessera del tifoso” che permette ai soli possessori di
quest’ultima di andare a
vedere la squadra del cuore
in trasferta. I 3 maggiori
gruppi ultrà organizzati
della curva nord, ovvero
Armata Rossa, Ingrifati e
Brigata, polemizzano vivamente sulle misure di
“sicurezza” varate dal ministro Maroni: una delle motivazioni è la questione
“striscione” che, secondo
per meglio dire quasi sempre - viene negato agli ultrà
di appendere il loro stendardo di riconoscimento. E’
un peccato rovinare
l’entusiasmo e il clima che si
era creato l’anno scorso con
misure pretestuose come la
tessera del tifoso o il secco
divieto di esporre
all’interno dello stadio uno
striscione che magari è stato
là per 30 anni senza che
desse fastidio a nessuno
“Forse davvero non è stato
poi tutto sbagliato,forse era
giusto così! Eh forse, ma
forse, ma sì! Cosa vuoi che
ti dica io, senti che bel rumore.”
Federico Corbucci IV L
(come quello dell’Armata)!
E tutto ciò è tanto più grave
perché si sa che il calcio è lo
sport più bello del mondo
nonché il più seguito e purtroppo sta decadendo per
molte cause. E’ per questo
che non bisogna smettere di
andare allo stadio, non bisogna far spegnere quella passione che ha acceso Perugia
per tanti anni e che a forza
di delusioni si è mano a
mano spenta; bisogna ripopolare quel “Renato Curi”
con coloro che hanno smesso di frequentarlo o semplicemente con coloro che lo
seguivano poco. Andare a
Pian di Massiano e sentire
un’ intera curva che canta
emozionata per la sua squadra, vedere gente che pur
non conoscendosi si abbraccia per un goal all’ultimo
minuto, vedere personaggi
storici come Mimmo che da
tanti anni sta sulla balaustra
a mandare i cori per il suo
Grifo… beh, aggiungere
altro sarebbe superfluo perché chi ama il calcio e la sua
città può comprendere benissimo l’emozione che si
prova ogni volta che si entra
allo stadio.
“quando il gioco del pallone
ci mette dentro una gran
passione…”
FARSOPOLI: Il sacrificio della Juve nostra è consumato.
6 maggio 2006. Scoppia il
caso Calciopoli,che metterà
in subbuglio tutto il panorama calcistico nazionale.
La figura al centro
dell’inchiesta è il Direttore
LUCIANO MOGGI,allora DG
della Juventus, squadra che
poco dopo conquisterà il
suo 29°scudetto;d’altronde
chi ben ricorda quella squadra sa che 2 mesi dopo 8 su
11 della squadra titolare si
contenderanno nelle rispettive nazionali la coppa del
mondo nella finale di Berlino (una rosa che contava
ben 16 giocatori su 24 convocati al mondiale,record
assoluto per una club di A).
Eppure,come diceva il giornale sportivo italiano per
eccellenza,La Gazzetta -“lo
sanno tutti che la Juve rubava,e che tutti i suoi successi
sono dovuti a Moggi che
chiamava gli arbitri per avere aiuti e pagava i designatori”. E’ vero, quei successi
sono merito di Moggi che
acquistava dall’Ajax un Ibra
sconosciuto per 8mln e
pronto a venderlo a 50, che
prendeva Zidane a 7 e lo
rivendeva a 150 comprando
giocatori come Camoranesi,
Nedved, Buffon e Thuram
(o scambiava il Pallone
d‘Oro Cannavaro per il terzo portiere Carini). Vincevamo perché eravamo un
team di fenomeni,dalla Dirigenza al magazziniere!
17 luglio. La prima sentenza
voluta dal commissario della
FIGC Guido Rossi,che guarda caso era il segretario del
CDA dell’Inter,vorrebbe
addirittura la Juve in C a 6pt,Milan,Fiorentina,Lazio,R
eggina in B con varie penalità,con l’accusa di illecito
sportivo finalizzato alla frode.
23 luglio. In aula tutte le
squadre si difendono con le
unghie e con i denti,solo la
Juve dichiara resa accettando -“una B onorevole”. Queste le parole dell’avvocato
difensore Zuccone; ma non
c’è niente di onorevole nel
retrocedere da campioni
d’Italia. Anche se, oramai, a
difendere l’onore e lo stile
Juve non c’era più nessuno,
lontani i ricordi delle visite
a Villar Perosa dell’Avvocato,
ancora troppo forte il dolore della famiglia Agnelli per
le perdite di Gianni e Umberto per potersi immergere
appieno nel processo.
Circa un mese dopo, i Bianconeri cominciano il loro
cammino infernale nella
cadetteria a Rimini,per concludere 42 partite dopo ad
Arezzo col ritorno in A. .Per
tutti Calciopoli è finita, la
Juventus ha pagato, il calcio
è pulito e vince la squadra
che merita sul campo:
l’Inter dello scialacquatore e
perdente Massimo Moratti.
Novembre2009: (Per me)
Calciopoli inizia ora.
Grazie al caro Direttore ed
al suo team e un instancabile PM Palazzi, continuano le
indagini sulle oltre 72mila
intercettazioni con cui viene
scoperto come Farsopoli sia
stata inventata per distruggere quello squadrone e
Moggi e per far tornare al
potere chi non lo deteneva
più da anni: l’Inter di Moratti, la famiglia Montezemolo
in accordo coi Della Valle,
gli Elkann tanto ostili verso i
cugini Agnelli.
Ora vi racconto la vera Calciopoli: Si diceva che Moggi
fosse a capo di una Cupola
che controllava il mondo
del calcio e che combinasse
partite, pagando e minacciando arbitri, dirigenti,
giocatori e designatori; era
solo lui il male del calcio!
Era lui il cancro maligno da
estirpare!
A dire ciò era il capocolonnello Auricchio, che
aveva però preso in considerazione solo una minima
parte delle intercettazioni
(ordinate da Telecom il cui
capo Tronchetti-Provera era
vice-presidente del CDA
nerazzurro nonché sponsor
ufficiale),guarda caso solo
quelle riguardanti la Juve,
anche le più insignificanti
come un invito a cena di
Moggi a Bettega e consorte.
Vennero eliminate quelle
riguardanti altre squadre
perché reputate da lui stesso “non rilevanti per le indagini a cui sono stato chiamato. Solo le telefonate sulla
Juve e Moggi, mi è stato
ordinato”. DA CHI? ”Non
ricordo”risponde. Silenzio
attonito in aula.
Lo stesso colonnello accusa
Moggi di combinare le squalifiche facendo ammonire o
espellere giocatori che avrebbero affontato la Juve
nel turno successivo,ma, a
domanda su come potesse
provare ciò, ha risposto ad
una platea sconcertata che
“ne aveva letto a riguardo
sulla gazzetta”, noto giornale milanese, anti-juventino
per eccellenza.
Si scopre poi come tali congetture siano infondate
(Vedi anche: Udinese - Brescia, prima di vedere i friulani a Torino contro l’armata
di Capello: ammoniti Pinzi, Muntari e Di Michele,espulso Jankulovski).
Per Auricchio, cartellini
combinati per favorire la
Vecchia Signora;va però
ricordato che Pinzi,Muntari
e Di Michele non erano
diffidati e hanno dunque
giocato regolarmente la
successiva partita.
Ecco, Farsopoli si basa sulle
congetture di un giornale
milanese, un colonnello
tanto “retto” da essere indagato nel ’92 dopo i delitti di
Mafia, perché si diceva avesse sequestrato la valigetta
(realmente sparita)degli
appunti di Borsellino e
l’avesse consegnata a Provenzano(infatti fu trovata 10
anni dopo con lui nel suo
nascondiglio … boh?!)e
su intercettazioni da cui si
evince che TUTTI e dico
TUTTI i dirigenti chiamavano designatori ed arbitri per
lamentele, per aumentare
pressioni e fare richieste
(ma solo la Juve rubava!!).
Biennio 2010-2011. Al processo si ascoltano finalmente tutte le intercettazioni,ed
allora salta fuori che il povero defunto Facchetti(a
proposito:7/11 della squadra di Facchetti morti per
tumore all’apparato digerente … ehh la pasticchetta
nel caffè di Herrera ha portato a tali conseguenze!)
chiama il 23 dicembre 2005
il designatore Bergamo per
esortare l’arbitro ad aiutarli
a “smuovere la casella giusta”(inter che aveva 4V 4N
4P). Alla fine del match,
vinto 2 a 1, Facchetti chiama
il designatore per compli-
CROMOTERAPIA
La cromoterapia è una medicina alternativa che ha
origine già nell’ antico Egitto. In passato infatti veniva
assegnato a ciascun colore
un potenziale; ad esempio il
nero simboleggiava la fertilità, il rosso l’energia positiva
o negativa, et cetera… Tali
distinzioni cromatiche appartengono ad una concezione mistica. Anche altre
culture come quella greca,
quella persiana, quella indiana o quella cinese hanno
legato ai colori proprietà
curative o aspetti della personalità.
L’efficacia della cromoterapia non può essere testata
scientificamente e, nonostante abbia avuto riscontri
su alcuni pazienti, è considerata una pseudoscienza.
La cromoterapia assegna ad
ogni colore alcune caratteristiche: il rosso si lega alla
forza, alle passioni e alla
gioia ed è utilizzato per
risvegliare i sentimenti del
paziente; il suo opposto è il
verde che invece simboleggia l’equilibrio la pace e la
concentrazione, infatti favorisce la riflessione.
L’arancione è invece il colore dell’ottimismo, dell’ allegria e dell’entusiasmo in
questo campo sostiene
un’azione liberatoria sia
fisica che mentale; al contrario il blu, che è invece
l’emblema della calma, aiuta
a dimenticare i problemi.
Comunque sia nella vita di
tutti i giorni si tengono molto in considerazione i colori
negli ambienti. Ad esempio
l’ospedale, che deve tranquillizzare chi è in terapia,
utilizza colori chiari e freddi
come il celeste, il verde e il
rosa pallido. Viceversa in
una discoteca, dove deve
rimanere alto il livello di
eccitazione, sono utilizzate
luci con colori sgargianti
come il rosso, il giallo o
l’azzurro.
Nella moda la scelta dei
colori si basa perlopiù sulle
stagioni; in autunno sono
consigliati i colori caldi,
come il marrone o
l’arancione, in inverno quelli scuri, come il blu o il nero, in estate e in primavera
colori accesi come il bianco,
il rosso, il fucsia o l’azzurro.
La scelta dei colori nel
mentarsi con l’arbitro e
avvisare di un “regalino”
pronto da Moratti che aspettava di essere ritirato da
Bergamo stesso nella sede
dell’Inter. O peggio ancora,alla vigilia di Juve - Inter
Bergamo chiama l’arbitro
Rodomonti ammonendolo
per la sua onestà e intimando di aiutare,nel dubbio,chi
sta dietro in classifica(inter
in quel momento a -15 dalla
Juve). Questa è stata
Calciopoli, o meglio: FARSOPOLI! Moggi sta uscendo
ogni giorno di più pulito da
un finto processo che mirava a distruggerlo. Lui, a Napoli, sia dal punto di vista
sportivo che penale è in
procinto di assoluzione. La
sua battaglia per la difesa
del calcio italiano sta avendo lieto fine. Ho solo una
cosa da dire: Grazie Direttore!!
Leonardo Peluso - V B
vestiario odierno rappresenta la nostra personalità e di
giorno in giorno il nostro
umore.
La tua personalità attraverso
i colori? Scoprila con questo
test!
(Per ogni domanda scegli
tra i colori sotto elencati)
Rosso: Di natura tendenzialmente pigro, rimani sempre
un pò passivo di fronte alla
vita e ai suoi eventi. Proprio
per questo sei perennemente alla ricerca di emozioni
forti, le uniche in grado di
darti quella sferzata di energia per smuoverti e reagire.
Quando riesci a reagire dentro di te ci sono una grande
quantità di emozioni, fantasia e creatività.
Blu: Di natura estremamente generosa, sensibile e leale
nei rapporti con gli altri, hai
un grande bisogno di fedeltà e di stabilità. Queste tue
necessità le porti e le vivi
anche nell'amore e questo ti
porta a non accontentarti e
a non accettare compromessi affettivi.
Nero: Sei una persona sicuramente anticonformista, un
po’ spregiudicata e un po’
stravagante. Nel tuo modo
di agire c'è sempre una forma di protesta e di ribellione. Le tue storie d'amore
sono sempre un pò anticonvenzionali e contorte. Ti
piace apparire enigmatico e
misterioso, anche se questo,
in fondo, è solo una maniera per difenderti dagli altri.
Bianco: Sei una persona
Rosso Blu Nero Bianco Grigio Verde Giallo Rosa
0) Che colore daresti alla
tua musica preferita?
1) Quale di questi colori è
più presente nel tuo armadio?
2) Come pensi sia il tuo
carattere?
3) Come pensi ti vedano gli
altri?
4) Di che colore ripittureresti le pareti della tua stanza?
5) Che colore dai alla vita?
6) Che colore dai ai tuoi
sogni?
7) Che colore dai al tuo
futuro?
8) Che colore ti viene in
mente se pensi al tuo paesaggio preferito?
9) E al tuo animale preferito?
Il colore che hai risposto in
più domande rappresenta la
tua personalità!
sensibile, delicata e nello
stesso tempo solare. Hai un
rapporto di grande estroversione e generosità nei confronti degli altri. La vita per
te ha senso solo se basata su
rapporti autentici di amicizia e di solidarietà. Ti concedi rare riflessioni, ma molto
profonde.
Grigio: Questo colore rivela
quasi sempre una personalità tenera, dolce, lievemente
passiva, ma comunque sempre preoccupata di fare bella figura, di essere sempre
in ordine. A volte l'eccessiva
sensibilità li rende depressi
e malinconici; ma la loro
sincera attenzione verso gli
altri fa sì che difficilmente
siano soli, senza amici. Da
tenere d'occhio il rischio di
non essere abbastanza concreti.
Verde: Chi ama questo colore è una persona solo apparentemente dotata di realismo e tenacia, ma in realtà
timida, insicura e bisognosa
di gratificazione e riconoscimenti. Inoltre hai una
personalità per cui ti riesce
difficile esprimere i tuoi
sentimenti e lasciarti andare, perché temi di mostrare i
tuoi lati deboli.
Giallo: Sei una persona
romantica sensibile e molto
vulnerabile. A causa della
tua sensibilità e della tua
mancanza di grinta non
possiedi grandi difese nei
confronti della vita e degli
altri. Spesso le persone intorno a te cercano di far
leva su questi aspetti del
carattere per cercare di farti
fare quello che vogliono.
Rosa: Sei una persona ricca
di tensioni spirituali e di vita
interiore. Spesso, per come
sei, finisci per trovarti in
urto con la realtà che ti circonda e con le persone che
ti stanno accanto. Il tuo
problema di fondo è quello
di non sentirti compreso da
chi ami e tutto ciò ti fa soffrire, anche se non riesci ad
esternarlo.
Marta Mitridate IV L
Un mistero lungo 400 anni
Michelangelo Merisi, detto il
Caravaggio, nato il 28 settembre 1573 a Milano, fu
attivo a Roma, Napoli, Malta
e in Sicilia fra il 1593 e il
1610 ed è considerato il
primo grande esponente
della scuola barocca ed è
oggi uno dei pittori più
conosciuti e più apprezzati dal pubblico. Già da
fanciullo dimostrava il suo
carattere irrequieto e stravagante e a partire dal 1600
ebbe più volte a che fare
con la giustizia, infatti fu
spesso denunciato per risse,
violenze e schiamazzi; ma il
fatto più grave si svolse nel
1606 quando il Caravaggio
si sporcò le mani di omicidio e venne condannato alla
decapitazione.
Questo costrinse l’artista a
girovagare per l’Italia fino
alla sua misteriosa morte.
Nel 1610, infatti, Caravaggio
fu ricoverato nell’ospedale
di
Santa
Maria Ausiliatrice della
Confraternita di Santa
Croce
a
Porto Ercole
in preda alla
febbre per
presunte
infezioni
intestinali e
il 18 luglio
1610 si certificò la sua
morte. Le
cause della
morte non sono mai state
del tutto accertate e nel
corso degli anni furono
avanzate ipotesi riguardo il
decesso del grande artista.
Molti parlarono di tifo o
malaria mentre altri avanzarono l’ipotesi che l’artista
fosse stato assassinato per
questioni politico-religiose.
Questo mistero lungo 400
anni è stato
risolto il 16
giugno 2010
da un’equipe
di scienziati
della Facoltà
di Conservazione dei Beni
Culturali
dell’Università
degli Studi di Bologna. Dopo aver riesumato la salma
del pittore, i ricercatori,
tramite esami, sono giunti
ad affermare che la morte di
Caravaggio fu dovuta al
saturnismo. Il saturnismo
indica una grave intossicazione da piombo che provoca demenza, sterilità e comportamenti schizofrenici ed
è stato riscontrato che il
livello di piombo all’interno
delle ossa del grande pittore
era all’85%, questo spiegherebbe gli strani comportamenti dell’artista. Il carbonato di piombo era un elemento fondamentale per la
pittura antica ed era infatti
presente in quasi tutti i colori per pittura. Possiamo
affermare che il Caravaggio
fu appunto vittima della sua
stessa arte.
Vi piace scrivere?
Inviate i documenti con nome, cognome e classe a
la.siringa@hotmail.it
(Possibilità di restare anonimi sempre disponibile)
Neve Costanza V E
MUSICOTERAPIA
"La musicoterapia è l'uso
della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da
parte di un musico terapeuta qualificato, con un utente
o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire
la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la
motricità, l'espressione,
l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al
fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
La musicoterapia mira a
sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare
l'integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la
qualità della vita grazie a un
processo preventivo, riabilitativo o terapeutico." definizione data dalla Federazione
Mondiale di Musicoterapia.
Questa disciplina paramedica simboleggia la stretta
funzione tra arte e medicina
ed ha origine nel mondo
antico in ambito magicoreligioso; solo all'inizio del
XVIII° sec. la musicoterapia
inizia ad essere vista come
una disciplina scientifica.
TUTTO IL RESTO.
di Mett Mariotti V E
Where is the love? - cantavano i Black Eyed Peas nel
2003, quando usciva il loro
terzo album. Non sto per
fare una recensione su questo gruppo, ma mi sto chiedendo la stessa cosa: dov'è
l'amore? Ve lo chiedete
Blood Stories ™
generale e, in particolare,
del sangue. Per periodico si
intende un tempo compreso tra un mese, se si donano
le piastrine, e tre mesi per il
sangue; ovviamente ogni
donatore può scegliere se
rispettare la scadenza.
Molto spesso non si va a
donare per paura degli aghi
o di vedere il sangue, per
timore di possibili svenimenti; fino ad ora ciò non è
mai successo, quindi, se è
questo che
vi trattiene,
un buon
modo per
superare
queste preoccupazioni potrebbe essere andare a vedere come si svolge il prelievo
e magari, in seguito, provare. Non scartate la semplice
idea di provarci a priori,
non è giusto nei confronti
di chi ha bisogno del vostro
aiuto!
La sede della nostra regione
si è posta come obbiettivo
di arrivare a 6000 donatori
così da essere autosufficiente!
Se qualcuno fosse interessato a prendere parte a questa
associazione contattate Marco Angelici della 4L.
Agnese Menna IV L
Inizialmente fu fondata nel
1927 da Vittorio Formentano, ma costituitasi ufficialmente coma Associazione
Volontari Italiani del Sangue
(AVIS) nel 1946. In seguito,
nel 1967 fu regolamentata la
raccolta, la conservazione e
la distribuzione del sangue
nel territorio nazionale.
L’AVIS è una associazione,
prima di tutto non lucrativa,
basata sui primi tre articoli
fondamentali : è apartitica
senza discriminazione
di
razza, sesso,
religione, lingua, nazionalità, ideologia politica, ma
cosa più importante è formata da persone che donano il loro sangue volontariamente, periodicamente e
responsabilmente. Lo scopo
dell’associazione è cercare
di venire incontro alla crescente richiesta di sangue e,
inoltre, eliminare la compravendita di questa risorsa di
base indispensabile per
l’organismo.
La donazione, che può essere effettuata solo da maggiorenni, comporta molti vantaggi verso il volontario: il
donatore ha un controllo
periodico, gratuito e completo del suo stato di salute
anche voi, ogni tanto?
Non sto a dirvi come arrivo
a questo pensiero, ma voglio comunque condividerlo. Non abbiatemene; spero
di sollevare qualche discussione.
Il bello del corteggiamento,
il desiderio incontenibile
(Ax), la paura del giudizio
finale, sono valori che pian
piano stanno svanendo.
Personalmente, sembra una
cosa triste, la perdita della
passione, del calore che
infondono parole d'amore,
scritte a penna, e non sul
cellulare o su Facebook.
Si vivesse solo di inizi.. Purtroppo, si pensa solo alla
fine (o al fine) in una relazione, ma provate a
chiudere gli occhi ed immaginare una gioia, non sarebbe una partenza?
Si vivesse di eccitazioni da
prima volta, quando tutto ti
impressiona, ma niente ti
appartiene. Si può pensare
all'odore di un libro nuovo,
ad un regalo da scartare, al
giorno prima della Grande
Festa!
La terapia può essere attiva
o recettiva: nel caso della
terapia attiva l'utente compone melodie o improvvisa
uno strumento ( chitarra a
pizzico, campane tibetane,
percussioni), mentre nel
caso della terapia recettiva
l'utente si limita ad ascoltare
la musica nei suoi caratteri.Queste due tecniche possono inoltre essere accompagnate dal linguaggio verbale, danza, pittura...Elemento importante è
che il paziente non deve
necessariamente avere delle
competenze per quanto
riguarda l'ambito musicale
poiché questo non influisce
sull' efficacia della terapia.La
musicoterapia viene utilizzata soprattutto per problemi
quali autismo infantile, ritardo mentale, Alzheimer, psicosi, depressione, anoressia,
disturbi d'umore e diversi
studi dimostrano che i risultati ottenuti con questo
metodo alternativo sono
spesso migliori dei risultati
che si ottengono con le cure
tradizionali. Il mio consiglio
quindi è : ritagliatevi un
piccolo spazio tra gli impegni giornalieri per rilassarvi
e ascoltare un po' di sana
musica!!
Marco Angelici IV L
Al 21 Marzo, al primo abbraccio, al primo bacio, alla
paura del debutto, al tremore prima dell'esordio.
Il punto è che il finale è
sempre più teatrale
dell'inizio, così di ogni storia ci si ricorda solo la sua
conclusione, così come l'inchino e poi il sipario.
Non sono uscito fuori tema,
ogni storia d'amore ha tre
parti: l'inizio, la fine e quello che c'è di mezzo (non la
virgola). E' questo che viene
dimenticato. Tutto il resto.
Giorno dopo giorno, si vive,
ci si fa vivere, e poi, finisce
senza ricordare com'è iniziata e com'è finita. Ricordiamo
solo due cose: è iniziata
bene ed è finita male.
La mia esortazione è a vivere 'tutto il resto'.
Ce l’avevo...sulla punta della lingua!
Dato il successo delle precedenti edizioni proponiamo ormai come appuntamento fisso il nostro test linguistico. Ormai sapete come funziona quindi…. Misuratevi con i nuovi 20 vocaboli e controllate il livello
Scozzonare
Inulto
Ilare
Gravidico
Screzio
Elativo
Iufugrado
Spocchia
Cataratta
Cloasma
Neglittato
Sassiego
Fugnolo
Deplorazione
Crogiolare
Canniccata
Bennato
Apofisi
Affordellare
Megalittico
Parogetto
Scioriuare
0-5
Sai che nel mondo esiste una lingua chiamata “Italiano”? Forse
te ne
dimentichi troppo spesso...Un consiglio…vai a ripetizione da
Tarzan
…o da Cita
6-10
La tua modesta conoscenza della lingua ti permette di decifrare
una
lista della spesa! Tua madre sarà contenta, ma il prof potrebbe
pretendere qualcosina in più!
11-15
Niente male davvero! Il tuo lessico ti permette di svolgere con
tranquillità le interrogazioni più articolate, ma puoi fare di meglio!
Vanesia
16-20
Complimenti! Il tuo uso del lessico italiano non ha nulla da invidiare
a nessuno! Ma tu la sera che fai…leggi????????
Continua così! :D
Ecista
21-25
Stizza
Dio è morto (Nietzche)
Per ora è morto soltanto Nietzsche (Dio)
Ecco cosa succede a chi porta sfiga!
Lettera di una
madre al figlio
Caro figlio ti scrivo queste
poche righe perchè tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire
che è arrivata. Se non la
ricevi fammelo sapere,cosi'
te la rimando. Scrivo lentamente perchè so che tu non
sai leggere in fretta. Qualche
tempo fa tuo padre ha letto
sul giornale che la maggior
parte degli incidenti capitano entro un raggio di un
chilometro dal luogo di
abitazione, cosi' abbiamo
deciso di traslocare un po'
più lontano. La nuova casa è
meravigliosa: c'è una lavatrice, ma non sono sicura che
funzioni. Proprio ieri c'ho
messo dentro il bucato, ho
tirato l'acqua e il bucato è
sparito completamente. Il
tempo qui non è troppo
brutto, la settimana scorsa
ha piovuto due volte: la
prima volta per 3 giorni, la
seconda per 4. Ti voglio
anche informare che tuo
padre ha un nuovo lavoro:
adesso ha 500 persone sotto
di se, infatti taglia l'erba nel
cimitero. A proposito della
giacca che mi avevi chiesto,
tuo zio Piero mi ha detto
che spedirla coi bottoni
sarebbe costato molto caro
( per via del peso dei bottoni). Allora li ho staccati. Se
pensi di riattaccarli, te li ho
messi tutti nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha
fatto una grossa sciocchezza
con la macchina: è sceso
chiudendo di scatto la portiera e lasciando dentro le
chiavi. Allora è dovuto rientrare in casa a prender il
crick per spaccare il vetro e
cosi' siamo potuti scendere
dalla macchina anche noi.
Se vedi Margherita salutamela da parte mia, se non la
vedi non dirle niente.
Adesso ti saluto perchè devo
correre all'ospedale, tua
sorella sta per partorire, ma
non sappiamo ancora se
avrà un bambino o una
bambina, per cui non so
dirti se sarai zio o zia. Un
forte abbraccio dalla tua
mamma che ti vuole tanto
bene.
P.S. volevo metterti anche
un po' di soldi ma avevo già
chiuso la busta.
Inferno
ACCADUTO REALMENTE ALL'UNIVERSITA' DI GENOVA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA
Un professore di termodinamica ha assegnato un'esercitazione a casa agli
studenti del suo corso di
laurea. Il compito consisteva in una domanda:
"L'inferno e' esotermico
(libera calore) o endotermico (assorbe calore)?
Sostenete la risposta con
delle prove".
La maggior parte degli studenti ha cercato di dimostrare le proprie convinzioni
citando la legge di Boyle
(un gas si raffredda quando
si espande e si riscalda
quando viene compresso), o
alcune sue varianti.
Uno di loro, tuttavia, ha
scritto quanto segue:
"Innanzitutto, dobbiamo
sapere come cambia nel
tempo la massa dell'inferno.
E quindi abbiamo bisogno
di stabilire i tassi di entrata
e uscita dall'inferno delle
anime.
Credo che possiamo tranquillamente assumere che,
quando un'anima entra
all'inferno, non è destinata a
uscirne. Quindi, nessun'anima esce. Per quanto riguarda il numero di anime che
fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al
mondo. Un numero significativo di esse sostiene che
se non sei un membro di
quella stessa religione andrai all'inferno. Siccome di
queste religioni ce n'e' più
di una, e abbracciano una
sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le
persone e tutte le anime
finiscono all'inferno.
destinate a crescere, fino a
farlo esplodere;
2) Naturalmente, se l'inferno si espande piu' velocemente del tasso d'ingresso
delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno
non si congelera'.
Dunque, quale delle due e'
l'ipotesi corretta?
Se accettiamo il postulato
comunicatomi dalla signorina Teresa Baghini durante il
mio primo anno
all'universita', secondo il
quale "fará molto freddo
all'inferno prima che io te la
dia", e considerando che
ancora non ho avuto successo nel tentativo di avere una
relazione sessuale con lei,
allora l'ipotesi 2 non può
essere vera. Quindi l'inferno
e' esotermico".
Dunque, stanti gli attuali
tassi di natalita' e mortalita'
della popolazione mondiale, possiamo attenderci una
crescita esponenziale del
numero di anime presenti
all'inferno.
Lo studente ha preso l'unico
30.
Ora rivolgiamo l'attenzione
al tasso di espansione
dell'inferno, poiche'la legge
di Boyle afferma che, per
mantenere stabile la
temperatura e la pressione
dentro l'inferno, il volume
dello stesso deve crescere
proporzionalmente all'ingresso delle anime.
***
Una vecchietta alla fermata
dell'autobus domanda :
"Scusi, giovine, dove devo
prendere l'autobus per andare in cimitero?"
E il giovane: "In fronte.."
Questo ci da' due possibilità:
1)Se l'inferno si espande a
una velocita' minore diquella dell'ingresso delle anime,
allora temperature e pressione dell'inferno saranno
"Chi è che ha scritto queste
stronzate?", chiede il cieco
tenendo in mano la grattugia.
***
Un bambino chiede al padre:”cosa sono le icone?”
Il padre:”sono immagini
sacre”
E il figlio:”e perché
Windows ne ha tante?”
Il padre:”perché per farlo
funzionare ci vuole un miracolo”
Thanks
To:
Grazie a: tutti!
Quest'anno la redazione é alquanto corposa e questo non può che farci piacere. La "gestione" é cambiata , ora io e Sara cerchiamo di mandare avanti
questa beneamata "notizia pungente", ma passiamo
al concreto: grazie a Leonardo, che scrive tutto e di
più a proposito di sport (una sezione che l'anno
scorso é mancata), un grazie sentito al nostro Dan,
una colonna portante della redazione, che impagina
il giornale; un grazie alle ragazze del primo, Alessandra ed Elisa; un grazie al nostro Stefano per le fantastiche vignette che disegna; un grazie a Gloria che
tiene la sezione musica e un grazie finale a Martina,
Silvia, Costanza, Sophia, Maria Teresa, Marylisa, Agnese, Marta, Nicole e il mitico Marchino!
Mett V E
Cattiverie:
Fortissimo terremoto in Turchia. È quasi entrata in
Europa.
***
Il Rais ucciso da un adolescente. È sempre più difficile riuscire a instaurare un dialogo.
***
Borghezio: "A Gheddafi va l'onore delle armi". Altrimenti cosa gliele abbiamo date a fare?
***
Berlusconi al compleanno di Putin. Se abbiamo culo
gli regala Frattini.
***
Paul McCartney si sposa nuovamente. È il terzo matrimonio da quando è morto.
***
Crozza: “Finalmente si risolverà il problema che non
fa dormire gli italiani”. Torna Santoro?
(Spinoza.it)