test alternativi

SEZIONE SCIENTIFICA
TEST ALTERNATIVI
SULLE INTOLLERANZE
ALIMENTARI:
NON AFFIDABILI E NON
RIPRODUCIBILI
B. Wüthrich, J. P. Lantin
Introduzione
Alcuni anni fa avevamo pubblicato
una messa a punto in questa rivista sui
metodi non convenzionali e non
scientificamente controllati per la diagnosi e la terapia delle malattie allergiche che sono stati proposti negli ultimi decenni, metodi che hanno ottenuto il consenso di una parte non irrisoria di medici e di non pochi pazienti. Avevamo preso in rassegna tra l’altro la chinesiologia applicata o test
muscolare per le allergie, i test cutanei
elettrodermici come la biorisonanza, i
test diagnostici in vitro come il test citotossico e la determinazione delle
IgG e IgG4 specifiche per i cibi nella
diagnostica delle allergie e intolleranze alimentari. Avevamo concluso che
questi test e metodi vanno proscritti.
L’allergologo, una volta messo al corrente dell’uso che alcuni medici fanno
di queste procedure cosiddette alternative, non può esimersi dal fare
quanto può per proteggere il paziente
e fra i suoi compiti vi è quello di esprimere con franchezza le sue critiche.
Purtroppo l’esperienza quotidiana degli allergologi ticinesi dimostra che
questi test, che sono anche offerti da
farmacisti, estetiste e naturopati, sono
ancora praticati su larga scala. Una
volta ricevuti i risultati molti medici e
pazienti, perplessi dai risultati e dal
gran numero di alimenti da evitare, richiedono la consulenza di un allergologo, contribuendo così ad aumentare i costi della salute. Spesso le diete
proposte sono complesse, difficili da
seguire e anche costose.
Una recente puntata di Patti chiari,
trasmissione sui diritti dei consumatori della RSI del 25 ottobre 2013 ha denunciato l’inaffidabilità di questi test.
L’inchiesta ha messo sotto esame cinque diversi test tra i più diffusi sul mercato ticinese: test del capello (bioscreening), biorisonanza, test kinesiologico computerizzato, cytotest e test
IgG/IgG4 (entrambi test del sangue).
La trasmissione ha selezionato due
persone con due profili diversi, che si
sono dette disposte a fare da cavia. La
prima con problemi di digestione e
convinta di avere delle intolleranze alimentari, la seconda in ottima salute e
convinta di non aver problemi d’intolleranza.
La prima persona è stata sottoposta al
“Breath test” per la ricerca di un’intolleranza al lattosio, test risultato positivo, e a test sierologici specifici (anticorpi antitransglutaminasi) alla ricerca di una celiachia, risultati negativi.
Questa persona soffre pertanto di
un’intolleranza al lattosio e, una volta
posta la diagnosi, ha eseguito una
dieta d’eliminazione con beneficio.
Nella seconda “cavia”, in ottima salute e molto sportiva, questi test si sono
rivelati entrambi negativi.
Cogliamo l’occasione di riportare qui i
risultati dei cinque test alternativi –
che descriviamo brevemente – con il
permesso dei responsabili di Patti
chiari.
Biorisonanza
Il termine biorisonanza indica un procedimento diagnostico e terapeutico
in cui le vibrazioni elettromagnetiche
emesse dal corpo del paziente sono
assorbite e modificate mediante uno
speciale apparecchio, prima di essere
nuovamente immesse nell’organismo.
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Risultati
“Cavia 1”: risultati positivi a latte, zucchero, zucchine, ananas, carne suina,
carne di manzo.
“Cavia 2”: risultati positivi a latte, senape, aglio, porri, cioccolato, quinoa,
kiwi, vino rosso, lampone, funghi, banana, cipolla, peperoncino, pesca.
Commento
Cercando “Biorisonanza” in Google
appaiono circa 52'700 risultati e aggiungendo Ticino ben 32'700. Invano
si cercano rapporti critici o la presa di
posizione della Società Svizzera di Allergia e Immunologia. Recentemente,
di questi apparecchi sono state presentate delle versioni più “evolute”,
fornite di schermo visuale computerizzato. Un ingegnere biomedico esperto
e un fisico, che hanno esaminato queste apparecchiature, hanno dichiarato
che si tratta di un semplice misuratore
di resistenza. Inizialmente la biorisonanza diagnostica affermava di poter
individuare le allergie e in seguito di
“spegnerle”. Dato però che studi controllati hanno sancito che i test di biorisonanza non hanno alcuna affidabilità nella diagnosi e nella terapia delle
allergie, confermate da prick test e
dalle IgE specifiche, ora si afferma di
poter diagnosticare con questo test le
intolleranze alimentari che non possono, per definizione, essere dimostrare
con test cutanei o sierologici, perché
non hanno una base immunologica.
Nel paziente 1, intollerante al lattosio,
la biorisonanza avrebbe dimostrato
un’intolleranza a sei alimenti: eliminando il latte (e i latticini), la paziente
avrebbe notato un grande miglioramento, se non una completa risoluzione dei suoi sintomi, ma l’eliminazione
delle carni (suine e di manzo), dell’ananas e dello zucchero non è affatto
indicata. Un’intolleranza allo zucchero
di canna o di barbabietola, tra l’altro,
non è conosciuta nella letteratura, dove sono note soltanto delle reazioni
avverse a lattosio, fruttosio e sorbitolo.
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La “cavia 2” soffrirebbe, secondo questo test, di ben quattordici intolleranze
alimentari. Fra queste anche il latte,
che viene in pratica sempre diagnosticato con i test diagnostici alternativi.
Questo forse perché l’intolleranza al
lattosio è frequente (fino al 20% nella
popolazione). La “cavia 2” afferma
però di sopportare tutti i cibi senza
problemi.
La biorisonanza non si limita alla fase
diagnostica; centrale è la sua utilizzazione a scopo terapeutico. Inizialmente la si propagandava come una terapia capace di "cancellare" le informazioni patologiche di “spegnere” le allergie introducendo direttamente al
paziente le informazioni invertite, ritrasmesse mediante gli elettrodi, che vanno quindi a sovrapporsi all'oscillazione
originale. Tutta questa teoria è stata
sconfessata da numerosi studi condotti scientificamente . Il concetto della
biorisonanza è stato sconfessato anche dalla medicina complementare
stessa. II Prof. E. Ernst, cattedrattico di
medicina complementare alla Peninsula Medical School delle Università di
Exeter e di Plymouth, in Gran Bretagna, ha scritto: “Using the example of
bioresonance therapy, this article demonstrates how pseudo-scientific language can be used to cloud important
issues. This can be seen as an attempt
to present nonsense as science. Because this misleads patients and can
thus endanger their health, we should
find ways of minimizing this problem”.
Sotto questa luce è incomprensibile
che la Legge Sanitaria del Canton Ticino approvi e regolarizzi la biorisonanza e che ci siano assicurazioni che accettino di rimborsare questo metodo
non comprovato e inaffidabile.
Test del capello (Bioscreening®)
Il test è proposto sul mercato in Svizzera dalla ditta Biobrisk di Lugaggia.
Secondo l’informazione su internet il
Bio Screening “è un esame di laboratorio che permette di evidenziare il livello di intolleranza dell’organismo
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TRIBUNA MEDICA TICINESE
verso 331 alimenti, 160 sostanze fra
coloranti, conservanti e altro (peli di
animali, sostanze vegetali, etc.); individua la presenza di un eventuale non
corretto utilizzo di vitamine, minerali e
aminoacidi; rileva la probabile influenza negativa di metalli tossici”. L’esame
è distribuito dalla Bio Brisk Sagl ed è
effettuato dai laboratori Arke Labs con
sede, tra le altre, a Savona/Genova
(Italia). Il Bio Screening® viene eseguito
su una ciocca di capelli, poiché secondo l’annuncio “i capelli, poiché tessuto
biologico e organico, sono costantemente in rapporto con i liquidi circolanti del nostro corpo. I capelli sono
messi in un apposito campo elettromagnetico (Biorisonanza) e testati con
i vari alimenti, prodotti di sintesi e altre
sostanze”. Il test Bio Screening® darebbe al paziente “una panoramica
per migliorare il suo stato di salute e
può aiutarlo a comprenderlo”. Sarebbe ideale per tutti (bambini piccoli, ragazzi, adulti, anziani e sportivi), è indolore (basta tagliare un paio di ciocche di capelli, non è necessario alcun
prelievo di sangue), ed è economico
(un solo test che analizza alimenti, minerali, vitamine, aminoacidi, enzimi,
prodotti organici e inorganici e metalli
tossici si può comprare online per SFr.
320 con uno sconto di SFr. 40, se richiesto con interpretazione del medico). In una tabella nel sito online sono
indicate le principali farmacie in Svizzera. Nel Canton Ticino sono tredici farmacie nel Sopraceneri e sedici nel Sottoceneri. Mentre a Zurigo ce ne sono
solo due e nessuna nei Cantoni Uri,
Svitto, Untervaldo, Lucerna, Zugo, Appenzello. Anche presso alcuni terapeuti e medici si può richiedere quest’esame. Questo test sarebbe indicato nel
caso di sovrappeso e obesità, ansia e
depressione, cefalea e mal di testa,
stanchezza e astenia, eczema, disbiosi
intestinale e molti altri disturbi ancora.
Risultati
“Cavia 1”: risultati positivi a salsiccia,
latte di sesamo, alloro, albume d’uovo,
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tuorlo d’uovo, carne suina, formaggi
freschi vaccini, crema di latte vaccino,
formaggi stagionati vaccino, prosciutto di cinghiale, formaggio di capra,
canna da zucchero. prosciutto cotto,
melanzana e farina banana
“Cavia 2”: risultati positivi a formaggio di bufala, pepe di cayenna, noce
di cocco, lyme, caffe, astice, vino
bianco, scorzonera, formaggi freschi
vaccini, burro di latte vaccino, salsiccia, cetriolo, farina di latte vaccino,
cacao, peperone, peperoncino verde,
bresaola, pomodoro, carne di manzo,
patata, kefir, cefalo, latte di asina,
pompelmo, ciliegia.
Commento
La prima persona, sofferente di un’intolleranza al lattosio, approfitterebbe
dell’eliminazione dei formaggi freschi
vaccini, la crema di latte e il formaggio di capra, ma farebbe una dieta
inutile se eliminasse l’uovo, la carne
suina, la salsiccia, il prosciutto di cinghiale, etc. Perfino il formaggio stagionato a pasta dura, come per il parmigiano, è ben sopportato dagli intolleranti al lattosio.
Non commentiamo i test positivi nella seconda persona, assolutamente
sana, perché i risultati parlano da sé.
I giornalisti della trasmissione hanno
inviato, vista l’inattendibilità di questi
due test, due campioni degli stessi
capelli, tagliati nello stesso momento
alla stessa persona, con due nomi diversi (nel formulario è stato cambiato
solo il nome della persona mantenendo identici gli altri dati) allo stesso laboratorio. Come risulta dalla Tabella 1 il test del capello ha indicato
per un campione 19 alimenti da evitare, per l’altro campione 33 alimenti. Ma, cosa più importante, tra i due
campioni di capelli identici c’era solo
un alimento in comune da evitare: i
funghi. Il test è stato ripetuto una seconda volta, alla presenza di un notaio che ha certificato la correttezza
dell’operazione. Anche in questo ca-
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TEST DEL CAPELLO CAMPIONE 1
TEST DEL CAPELLO CAMPIONE 2
BURRO DI LATTE VACCINO
CREMA DI LATTE VACCINO
LATTE VACCINO
PORRO
FUNGHI
SALAME SUINO
FORMAGGI FRESCHI VACCINI
FORMAGGI STAGIONATI VACCINI
CARNE SUINA
RIBES NERO
PROSCIUTTO CRUDO
PESCA
CALAMARO
SEGALE
RISO
TONNO
PATATA AMERICANA
LATTE DI COCCO
LATTE DI AVENA
TUORLO D’UOVO
LIEVITO DI BIRRA
PEPERONCINO ROSSO
POMODORO
CARNE DI CERVO
PEPERONE
LATTE DI SOIA
BIETOLA
MELANZANA
FUNGHI
BASILICO
AZUKI
FARINA DI SEMI CARRUBA
ANANAS
MANDORLA
TARTUFI
FICO
VINO ROSATO
CASTAGNA
OLIO DI SEMI VARI
UVA BIANCA
FARINA DI CASTAGNE
PEPE DI CAYENNA
CACAO
ERBA CIPOLLINA
PEPE NERO
UVA NERA
PEPE BIANCO
PATATA
FARINA BANANA
CURRY
NOCE DI COCCO
CARPA
Tab. 1: Risultati Test del capello: 2 campioni di capelli tagliati nello stesso momento alla stessa persona inviati alle stesso laboratorio con due nomi diversi
so, con i due campioni identici, i risultati hanno dato esito completamente diverso.
Test kinesiologico computerizzato
o Test muscolare per le allergie
Applied Kinesiology (AK) è il termine
di riferimento per un metodo pseudoscientifico di testing muscolare e di
terapia connessa. Il concetto è che
ogni disfunzione organica si accompagni da una specifica debolezza muscolare, ciò che permetterebbe appunto una diagnosi attraverso procedure di testing muscolare. A promuoverla sono chiropratici, cosiddetti naturopati fisioterapisti, nutrizionisti ed
altri praticanti di dottrine parascienti-
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fiche. È bene ricordare che la chinesiologia, o studio del movimento, ha
solide basi scientifiche. È della chinesiologia applicata, che del termine
chinesiologia si è appropriata, che
stiamo parlando, ed è ovvio il rischio
legato alla confusione dei due termini. I sostenitori dell’AK teorizzano che
allergie, deficit nutrizionali e altre reazioni avverse agli alimenti si possano
scoprire facendo assumere al paziente la sostanza sospetta o limitandosi a
farla sciogliere sotto la lingua. Le allergie sarebbero causate da “un blocco energetico”, diagnosticabile via il
testing muscolare. Kinesiology.net stima che esistano più di 50 tipi di sistemi e tecniche di AK. In Italia l’“Associazione di Ricerca Intolleranze Generi alimentari” indica un test (DRIA
test) basato sulla somministrazione di
un estratto allergenico seguito dalla
misurazione all’ergometro della forza
muscolare. Si considera positivo il test
se vi è una diminuzione della forza
muscolare. Nel nostro caso il test kinesiologico è stato eseguito da un’estetista diplomata che usa il Sistema
Vitalybra con un tester dinanometrico
Driaton. ll Driaton, distribuito in esclusiva da Driatec, è composto da un sedile a scocca rigida con schienale regolabile. Alla base del Driaton c'è una
cinghia di cuoio, completa di cavigliera, collegata ad una cella di carico che
misura la forza di trazione esercitata
dal paziente (Figura 1°--d). Il paziente esercita una trazione su una cella
di carico, mentre il medico gli somministra diluizioni standard delle sostanze sospette. La forza di trazione è visualizzata sullo schermo di un computer; il contatto con una sostanza
avversa sarebbe rivelato da un calo
della curva di sforzo. La rilevazione è
inviata a un computer che elabora il
tracciato di risposta, lo evidenzia sullo schermo e lo stampa. Al paziente
viene misurato il valore di riferimento
del metabolismo a riposo. Questo valore è nuovamente misurato dopo
che il paziente ha assunto per via sot-
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SEZIONE SCIENTIFICA
Commento
È interessante notare che i risultati nelle due cavie sono identici per cinque
alimenti. La paziente 1 è inoltre risultata positiva all’uovo. Questa persona,
sofferente di un’intolleranza al lattosio, approfitterebbe dell’eliminazione
di prodotti privi di lattosio, ma eliminerebbe inutilmente le uova, i fagioli,
cibi zuccherati e alcolici. Dato che la
gamma degli alimenti da eliminare,
quando esista un’intolleranza a lieviti
ed a sostanze fermentate, è vasta,
una dieta di eliminazione nella vita
quotidiana è in pratica impossibile.
Secondo Stephen Barrett i concetti di
chinesiologia applicata sono fuori dalla realtà scientifica e gli studi controllati non hanno mai trovato differenze
fra i test praticati con gli alimenti o il
placebo. Le differenze fra un test e
l’altro possono dipendere da numerose variabili che vanno dalla suggestionabilità, allo stato di fatica muscolare
del paziente al momento dell’esame.
Fig. 1: Test kinesiologico computerizzato
(Sistema DIATRON)
tolinguale 14 principi attivi alimentari. Se dopo aver bevuto un principio
attivo, il valore misurato è più del doppio di quello di riferimento significa
che l’organismo non tollera quell’alimento. Il costo dell’esame è di SFr.
400.00, compresa una consulenza
dietetica di un anno.
Risultati
“Cavia 1”: risultati positivi a lievito di
birra, zucchero, lattosio, alcool, fagioli e uovo.
“Cavia 2”: risultati positivi a lievito di
birra, zucchero, lattosio, alcool e fagioli.
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TRIBUNA MEDICA TICINESE
Cytotest
Il test leucocitotossico, detto anche
test di Bryan, fu proposto nei primi
anni 80. Il test è basato sul presupposto che l’aggiunta in vitro di un alimento specifico al sangue intero o a
una sospensione in siero di leucociti,
dia luogo a una riduzione dei bianchi
o alla loro apoptosi se si è intolleranti
a questo alimento. La presa di posizione dell’America Accademy of Allergy
and Immunology e un articolo-rassegna di Lehman del 1980 hanno chiaramente affermato l’inattendibilità di
questo test nella diagnostica allergologica alimentare e/o respiratoria.
Degli interventi governativi USA,
inoltre, hanno messo un freno al battage commerciale a suo tempo fatto
attorno al test citotossico. Più recentemente, è stato lanciato in vari Paesi un test più sofisticato per scovare
le ipersensibilità non IgE-mediate (intolleranze). Si tratta dell’ALCAT (Test
for Cellular Responses to Foreign Substances). È basato sulla misurazione
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del diametro dei globuli bianchi dopo
un periodo d’incubazione con le sostanze presunte causali, mediante una
strumentazione elettronica, ADS
1200, che consente conteggi istantanei delle cellule in serie parallele di
grandezza, che a loro volta mettono
capo all’elaborazione di un istogramma. Il motto promozionale è: “Evidenziare le reazioni avverse agli alimenti
mediante la più avanzata tecnologia”.
Il foglio illustrativo dell’apparecchio dichiara l’estrema sensibilità e riproducibilità dei risultati. Sul mercato italiano
è promosso su larga scala un test analogo, il Cytotoxic Test®. Viene proclamato che il Cytotest è il test più accreditato a livello scientifico per la diagnosi delle intolleranze alimentari. Il
Cytotest è stato eseguito direttamente dal laboratorio Unilabs Ticino. Il fascicolo di spiegazioni parla di un Citotoxyt – Test importato in Europa dal
Prof Mandatori, Prof Rizzo e Dott.
Lauletta per il laboratorio Natural sr. Il
costo è di SFr. 304.
Risultati
“Cavia 1”: (Sorprendentemente) risultati positivi soltanto al carciofo e uva.
“Cavia 2”: positivo a gamberi, aragosta, crostacei, granchio, scampi, merluzzo, salmone, tonno, aringa, pesce
spada, spigola, triglia, trota, maiale,
fagioli, piselli e aglio.
Commento
Eseguendo solo il Cytotest la prima
paziente sofferente d’intolleranza al
lattosio avrebbe avuto una diagnosi
errata. Questo avrebbe ritardato una
corretta valutazione dei sintomi manifestati, con conseguente ritardo nella
cura. Invece “la cavia 2”, persona sana, soffrirebbe d’intolleranze a crostacei, pesce, carne di maiale, legumi e
aglio e dovrebbe pertanto seguire una
dieta vegetariana.
A sostegno dei test citotossici vengono spesso citati alcuni lavori, per lo più
consistenti in interventi congressuali o
SEZIONE SCIENTIFICA
in articoli comparsi su giornali privi di
un comitato di referenti, i cui risultati
sono stati in buona parte sconfessati
da successivi lavori. Fin d’ora è chiaro
che il sistema ALCAT e il Cytotest sono una riedizione del vecchio “cytotoxic testing”, che non è finora riuscito
a produrre un’adeguata documentazione a sostegno della sua efficacia e
che non dovrebbe essere in nessun
caso ammesso a rimborso da parte
delle assicurazioni sociali.
L’analisi del Cytotest, che può essere
prescritta solo dai medici, è stata definitivamente sconfessata dai risultati
ottenuti su due campioni dello stesso
sangue prelevati da uno dei due autori di questa pubblicazione. Il sangue,
prelevato nello stesso momento in
presenza di un notaio, è stato ritirato
dal corriere del laboratorio Unilabs
nello studio del collega del piano di
sotto dopo circa un’ora, mentre l'altro
campione di sangue è stato portato in
uno studio di un collega vicino dove è
stato ritirato dal corriere dello stesso
laboratorio dopo alcune ore. Come si
riscontra dalla Tabella 2 il Cytotest
fatto con lo stesso sangue inviato con
due nomi differenti ha dato risultati
completamente differenti. In questo
caso nei risultati ottenuti non vi era
nessun alimento in comune e la persona a cui è stato eseguito il prelievo
non è assolutamente intollerante ad
alcuno degli alimenti incriminati.
Determinazione delle IgG e IgG4
specifiche ai cibi
Alcuni laboratori propongono e pubblicizzano il dosaggio di IgG/IgG4 specifiche per una lunga serie di alimenti.
I propugnatori di questo test sostengono che la ricerca di questi anticorpi
specifici possa identificare i responsabili di un elevato numero d’intolleranze alimentari. Compiuto il test, è necessario escludere tutti gli alimenti per
i quali si è riscontrato un aumento delle IgG/IgG4. Solitamente viene consigliata una astinenza completa di 3-6
mesi degli alimenti incriminati per ri-
CAMPIONE DI SANGUE 1
CAMPIONE DI SANGUE 2
POMODORO
GRANO TENERO
GRANDO DURO
OLIVA
CAROTA
CAVOLFIORE
PISELLI
PESCA
ORZO
Tab. 2: Risultati del Cytotest - due campioni di sangue prelevati nello stesso momento alla stessa persona inviati alle stesso laboratorio con due nomi diversi
acquistare lo stato di benessere. Citiamo tra i vari test sul mercato il test IgG
York, l’Allergo-Screen® Basic IgG/IgG4
(88 alimenti) o l’Allergo-Screen® PlusTest (280 sostanze), Ganzimmun Diagnostic AG o l’Imuscan®- 200+ Test
(prima ImuPro) (Institut für Angewandte Biochemie AG, IABC) che misura le IgG4 verso 221 alimenti. Nelle
nostre cavie il test Allergoscreen IgG4
l’ha eseguito il Labor team di San Gallo. Il costo di quest’analisi è di SFr.
294.-- Nella fattura sotto il codice tariffa c’è scritto Immunglobulin per cui
solitamente viene pagato dalle Casse
malati.
Risultati
“Cavia 1”: risultati positivi (in ordine
decrescente per grado di positività) a
uova, noci e sementi, cereali con glutine, segale, grano, caseina, cereali
senza glutine, kiwi, pomodoro. legumi, latte, banana, pesca, aglio, carni,
spezie. pesce e senape, frutta: in tutto
19 gruppi di alimenti, compreso il latte vaccino.
“Cavia 2”: positiva a kiwi, uova, pomodoro. segale, cereali con glutine,
noci e sementi, banana, grano, cereali senza glutine, legumi, aglio e patata, 12 gruppi di alimenti che la giornalista tollera senza alcun problema.
Commento
I dosaggi delle IgG o IgG4 specifiche
con differenti metodi sierologici sono
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dei tests immunologici certificati ed
affidabili. Il problema qui risiede nel
fatto che la loro presenza non significa che siano responsabili di una patologia e abbiano pertanto una rilevanza clinica. I risultati nelle nostre due
cavie mostrano chiaramente l’inaffidabilità di questi test. Nella ricerca di
una vera allergia o vera intolleranza
ad alimenti. Infatti, questi esami oltre
ad essere molto costosi, producono –
come vedasi sopra – un elenco enorme di risultati clinicamente falsi positivi che non fanno altro che creare restrizioni alimentari inutili ed aggiungere disagio, stress ed ansia in chi soffre
di questi disturbi, trasformando l'alimentazione in un incubo. Delle IgG
specifiche e le loro sottoclassi, come le
IgG4, sono evidenziabili in bambini e
adulti sani o portatori di situazioni fisiologiche o patologiche diverse. Il loro tasso va incontro a un calo dopo
eliminazione dell’alimento specifico,
ma gli anticorpi IgG/IgG4 riappaiono
dopo la sua reintroduzione, e questo
fatto è una reazione fisiologica normale. Uno studio di follow-up su
bambini in età da 2 a 5 anni con allergia alimentare ha dimostrato che la
presenza delle IgE e IgG per il latte,
uovo e pesce va in parallelo nella
maggioranza dei casi, e che una precoce elevazione del rapporto IgG/IgE è
indizio di una buona tolleranza nei
confronti dell’alimento incriminato. In
un altro studio furono determinate le
IgE e IgG specifiche contro 35 allerge-
TRIBUNA MEDICA TICINESE
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SEZIONE SCIENTIFICA
ni nei sieri di 400 soggetti atopici e 48
individui sani. I livelli delle IgG specifiche furono simili, ma nei pazienti con
alti livelli di IgE, risultarono pure presenti titoli elevati di IgG allergene-specifiche. Inoltre la determinazione delle
IgG specifiche per degli allergeni alimentari non permise di distinguere tra
i pazienti positivi e quelli negativi al
test in doppio cieco contro placebo
(DBPCFC) con l’alimento incriminato.
Gli esiti positivi dopo eliminazione degli alimenti risultati positivi alle IgG nelle cosiddette “reazioni da ipersensibilità ritardata” che si manifesterebbero
con asma, cefalea, spossatezza, otite
sierosa e altre manifestazioni, corrispondono all’importante effetto placebo che si vede con qualsiasi manipolazione dietetica.
Il ruolo delle IgG4 nel determinare intolleranze agli alimenti è stato ricercato negli ultimi anni specialmente nella
sindrome del colon irritabile (Irritable
bowel syndrome, IBS), senza ottenere
risultati particolarmente convincenti o
utili in vista di una dieta di eliminazione. Le IgG4 invece potrebbero avere
un ruolo protettivo. Prese di posizione
recenti di diverse società Europee concludono che non esiste nessuna indicazione per un dosaggio di IgG/IgG4
specifiche per gli alimenti. A conferma
della posizione precedente presa dalla
Società Svizzera d’Allergologia e Immunologia.
È una contraddizione che i fautori di
queste metodologie usino un test immunologico per diagnosticare le intolleranze che, per definizione, non
sono su base immunologica. Bisogna
anche ricordare che queste analisi non
devono essere assolutamente rimborsate dalle Casse Malattia, perché queste analisi di laboratorio sono escluse
esplicitamente dall’Elenco delle Analisi del Dipartimento federale dell'interno (DFI) del 1 gennaio 2014.
ranze alimentari non hanno validità
scientifica e non sono riproducibili. Il
medico non dovrebbe lasciarsi tentare
da quanto proposto da laboratori che
offrono questo tipo di analisi "affermate” e non deve trarre conclusioni
diagnostiche o terapeutiche in un singolo paziente sulla base di questi test
che dovrebbero scomparire dal mercato e assolutamente non essere rimborsati dalle casse malattie, comprese
le Assicurazioni private. Solo l’allergologo saprà consigliare il giusto iter diagnostico da intraprendere se si sospetta un’allergia o un’intolleranza alimentare.
Prof. Dr. em. Brunello Wüthrich
FMH Allergologia e Immunologia clinica,
Dermatologia
Zollikerberg
Dr. med. Jean-Pierre Lantin
FMH Allergologia e Immunologia clinica,
Medicina Interna
Pregassona
Bibliografia a richiesta
bs.wuethrich@bluewin.ch
Conclusioni
Le metodiche diagnostiche cosiddette
"alternative" per la ricerca d’intolle-
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TRIBUNA MEDICA TICINESE
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