Trimestrale di informazione medica

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA
MEDICA
Trimestrale di informazione medica - anno XLIX n. 2 MAGGIO 2014 - Sped. in a.p. - 70% - Poste Italiane S.p.A. - op. postale 30032393-002
Trimestrale di informazione medica
In questo numero:
Epilessia:
obbligo di segnalazione alla Motorizzazione Civile .... pag. 10
I nuovi anticoagulanti orali ................................................ pag. 13
L’invalidità e la sua Tutela Previdenziale/Assistenziale ... pag. 19
Raccomandazioni per l’impiego di apparecchi
TC volumetrici “Cone Bean”.............................................. pag. 27
2
MAGGIO
2014
SOMMARIO
27 Raccomandazioni per l’impiego corretto
EDITORIALE
5 Why are doctors so unhappy?
NOTIZIE DALL’ORDINE
6 Verbali del Consiglio e delle Commissioni
ATTUALITÀ
30 Novità fiscali 2014
ALBO ODONTOIATRI
7 Verbali della Commissione Odontoiatri
STORIA DELLA MEDICINA
33 La peste del 1630 a Verona: terapie e alimentazione
LETTERE AL DIRETTORE
9 Liste di attesa ed “inappropriatezza”
10 Epilessia: obbligo di segnalare la patologia
all’interno del Lazzaretto
FNOMCeO
alla Motorizzazione Civile
11 Call Centre Co.Ge.A.P.S. per i professionisti sanitari
11 Grazie !
CONVEGNI E CONGRESSI
40 Prescrizione di diete
41 Idoneità psico-fisica per la patente di guida
41 A giugno l’obbligo di dotarsi di POS
ENPAM
12 Convegni e Congressi
42 Dieci ordini all’Enpam: dimezzare i consiglieri
e far gestire l’ente a esperti
43 FondoSanità, iscrizione gratuita per gli under 35
AGGIORNAMENTO
13 I nuovi anticoagulanti orali nella pratica
delle apparecchiature TC volumetriche
“Cone Beam” (10A06042)
della medicina generale
ASSOCIAZIONI
PROFESSIONE E LEGGE
19 L’invalidità e la sua Tutela Previdenziale/Assistenziale
22 Consiglio di Stato: senza test d’ingresso niente
accesso diretto a Medicina da università straniera
22 Responsabilità professionale in sanità.
Un anno di sentenze della Cassazione.
Ecco i nuovi orientamenti in materia
24 ECM: opportunità e regole
26 Lotta contro la pedofilia:
44 AIDS oggi: l’esperienza ospedaliera
e della Casa Alloggio
LIBRI RICEVUTI
46 Elementi di Diabetologia
GIOVANI E PROFESSIONE
47 S.O.S. - Sostituzioni
TEMPO LIBERO
obbligo del certificato del casellario giudiziario
50 Chi cerca... trova
ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VR
Nuovo Orario di Apertura
della Segreteria dell’Ordine
VERONA MEDICA
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
dalle ore dalle ore
dalle ore
dalle ore
dalle ore
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
Sabato chiuso
3
VERONA MEDICA
Trimestrale di informazione medica
Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Verona
Anno XLIX n. 2 Maggio 2014
Sped. in a.p. - 70% - Filiale di Verona
Registrazione del Tribunale di Verona
n. 153 del 20/3/1962
ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 Verona
tel. 045 8006112 / 045 596745 - fax 045 594904
web: www.omceovr.it
Direttore Responsabile
Roberto Mora
Comitato di Redazione
Renzo Bassi, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara, Alessandro Dalla Riva,
Carlo Marchi, Roberto Mora, Francesco Orcalli, Alberto Peroni,
Carlo Matteo Peruzzini, Gelmino Tosi
Consiglio Direttivo
Presidente: Roberto Mora
Vice-Presidente: Roberto Fostini
Segretario: Lucio Cordioli
Tesoriere: Fabio Marchioretto
Consiglieri
Giorgio Accordini, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara,
Fabio Facincani, Alfredo Guglielmi, Giuseppe Lombardo, Annamaria Molino,
Francesco Orcalli, Francesco Oreglia, Carlo Matteo Peruzzini, Carlo Rugiu,
Claudio Salvatore, Francesco Spangaro
Revisori dei Conti
Vania Teresa Braga, Mario Celebrano, Giuseppe Costa
Revisore dei Conti Supplente
Elena Piazzola
Commissione Odontoiatri
Francesco Oreglia, Elena Boscagin, Francesco Bovolin,
Gino Cavallini, Gianpaolo Paoletti
Fotocomposizione Videoimpaginazione
e stampa
Girardi Print Factory
Via Maestri del Lavoro, 2 - 37045 Z.I. Legnago (Vr)
tel. 0442 600401
e-mail: info@girardiprintfactory.it
Foto di Copertina
Roberto Mora
– Chioggia –
Inserzioni
SPAZIO
1/4 pagina interna (bianco e nero)
1/2 pagina interna (bianco e nero)
1 pagina interna (bianco e nero)
2ª e 3ª pagina di copertina (a colori) 4ª pagina di copertina (a colori)
4
pubblicitarie sul
1 USCITA
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150,00
400,00
500,00
800,00
1000,00
Bollettino
2 USCITE
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€
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€
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200,00 (totali)
300,00 (per uscita)
400,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
800,00 (per uscita)
4 USCITE
€
€
€
€
€
250,00 (totali)
250,00 (per uscita)
350,00 (per uscita)
500,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
VERONA MEDICA
EDITORIALE
Why are doctors so unhappy?
Prendere il caffè al bar dell’ospedale è
l’occasione di incontrare i colleghi e di
scambiare quattro chiacchiere con loro;
ultimamente anche quella di raccogliere
il loro diffuso scoramento e malcontento.
Tornando da uno di quegli incontri, tempo fa, facevo qualche considerazione
sul motivo di questo stato d’animo e mi è
venuto in mente un editoriale che avevo
letto (nel 2001) sul BMJ.
Si intitolava: “Why are doctors so unhappy?”.
Vi si leggeva che anche i nostri colleghi
Inglesi si sentono infelici, ed anche loro,
quando si sfogano tra loro, si lamentano di essere sovraccaricati di lavoro e
poco aiutati (“overworked and undersupported”).
spesso stipendi di gran lunga inferiori a
quelli di chi promette e non mantiene.
Anche da loro i “media” sono spesso
pronti ad enfatizzare i fatti negativi e
quasi mai a interessarsi delle cose che
funzionano bene.
C’è poi il fatto che tanti dottori sentono
che quello che hanno imparato all’Università, quello a cui sono stati preparati
in tanti anni di “training” non è poi quello
che devono affrontare tutti i giorni. Sono
stati allenati, per anni, ad applicare conoscenze di pato-fisiologia, a fare diagnosi
e a prescrivere terapie, ed ora si trovano
a spendere un sacco del loro tempo ad
occuparsi di burocrazia, budget finanziari, problemi assistenziali, sociali e di
comunicazione.
Uno dei motivi dell’insoddisfazione è che
tutti i giorni sono costretti a constatare la
discrepanza tra le attese della gente e la
loro (e quella del NHS) capacità di dare
risposte alle necessità.
Anche loro devono spiegare alla gente
perché le liste di attesa si allungano, perché non riescono a dimettere o a ricoverare pazienti e perché i servizi promessi
dai politici esistano spesso solo nelle dichiarazioni e nelle promesse e non nella
realtà.
Così più che supportati dal sistema, si
sentono abbandonati.
Chi, come loro, è in “prima linea” ha
Cose alle quali non sono mai stati preparati.
Alla base del malessere c’è un “contratto
sbagliato” (bogus contract) tra medico e
paziente.
Quest’ultimo è convinto che la medicina
moderna possa tutto e che quindi ogni
problema possa essere risolto; basta
che il dottore sappia visitarti bene, capire
cosa c’è che non va, riconosca il problema, applichi la giusta tecnologia e trovi
la giusta risposta. Perché chi fa il dottore
deve sapere tutto e deve risolvere ogni
problema, anche quelli che non sono
strettamente medici.
VERONA MEDICA
I medici invece, sanno che la medicina
non è né infallibile né onnipotente e che
non tutti i problemi possono essere risolti, specialmente quelli non medici.
Di questo malessere, diceva l’editorialista,
ora la politica si sta interessando e sta
cercando di porvi rimedio destinando più
risorse, coinvolgendo i medici nelle scelte strategiche, diminuendo la burocrazia,
potenziando i servizi “frontline staff”.
Non so se quelle promesse siano poi
state mantenute e se i nostri Colleghi Inglesi siano ora meno infelici.
Da noi, ormai, non si fanno neanche più
le promesse.
E mentre diventa sempre più diffuso lo
sport di denunciare il medico per cavarci un guadagno, le ASL per risparmiare
fanno “l’auto-assicurazione” e lasciano
i medici sempre più soli, sempre più
esposti ai rischi e con sempre minori risorse.
Nonostante ciò, fare il medico è un mestiere che affascina ancora tanti giovani
ed ogni anno l’esame di ammissione a
medicina è sempre più affollato.
Colpa di quel malinteso che vede nel
medico una persona “onnipotente”?
O perché chi aspira a fare il medico deve
anche avere anche una buona dose di
masochismo?
Una ricerca della Università di Verona
ha svelato che tanti studenti aspirano ad
entrare a medicina per poter essere utili
e servire gli altri.
Con gli anni del corso di laurea l’aspirazione diventa meno rilevante ma permane prioritaria.
Chi vuol fare il medico trova, prima o poi,
una occupazione, e riesce spesso a fare
quello per cui ha studiato.
Per altri laureati le cose, spesso, non
stanno proprio così.
Forse è per questo che quella in medicina
continua ad essere una laurea ambita.
Dunque facciamoci coraggio, cerchiamo di essere meno pessimisti e ….consoliamoci.
Anche perché nel nostro “campo” …. il
lavoro decisamente non manca!
ROBERTO MORA
5
NOTIZIE DALL’ORDINE
Verbali
del Consiglio
e delle
Commissioni
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DEL 21 GENNAIO 2014
Presenti: Mora, Fostini, Cordioli,
Marchioretto, Accordini, Bovolin,
Facincani, Lombardo, Molino, Orcalli,
Oreglia, Peruzzini, Rugiu, Salvatore,
Spangaro
Revisori: Celebrano, Costa, Piazzola
Direttore: Cerioni
Assenti Giustificati: Carrara, Guglielmi,
Braga
Il Presidente, constatata la presenza
del numero legale, dichiara aperta la
seduta e chiede ai convenuti un minuto di silenzio per ricordare la prematura scomparsa del Collega Roberto
Barbetta, già consigliere e Tesoriere
dell’Ordine, persona stimata e benvoluta da tutti.
LETTURA ED APPROVAZIONE
DEL VERBALE PRECEDENTE
Il verbale della seduta del precedente consiglio viene approvata con una
modifica.
DELIBERE AMMINISTRATIVE
Non vi sono delibere da esaminare.
6
PERSONALE DELLA SEGRETERIA
Il Presidente segnala che, considerata la
notevole mole di impegni, la concomitante assenza di una segretaria per un
seria malattia, si rende necessario assumere e chiamare con contratto a termine semestrale (con possibilità di rinnovo
fino a 24 mesi) una impiegata che possa
integrare e supportare i quotidiani impegni di lavoro di segreteria. Propone
la nomina di una commissione composta da: segretario, tesoriere, Presidente
Commissione Odontoiatri e Direttore
che valutino le capacità della candidata
identificata. Il consiglio approva.
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
Il Segretario da lettura delle iscrizioni
e cancellazioni ricordando i colleghi
che sono deceduti.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni per trasferimento da altro
Ordine:
Dott. MILAZZO Teresa da CATANIA
Dott. PAIELLA Salvatore da PISA
Cancellazioni per decesso:
Dott. BARBETTA Roberto
Dott. BONETTI Ugo
Dott. FERRO Renzo
Dott. FUSARI Antonio Gabriele
Dott. PETRELLI Corrado
Dott. PRATO Alberto
Cancellazioni su richiesta:
Dott. BOGONI Nereo
Dott. CUCCIOLITO Sergio
Dott. FRATTON Agostino
Dott. MACALELLO Angelo
ODONTOIATRI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. BARBIERI Valentina
Dott. BATTAGLIA Turi
Dott. CARICASULO Riccardo
Dott. MARTINELLI Matteo
Dott. PASINATO Ludovico
Dott. PIGHI Jacopo
Dott. ROSSETTO Alberto
Dott. RUFFOLI Mariele
Cancellazioni su richiesta:
Dott. DAZZO Paolo
Dott. SALVAN Mauro
Cancellazioni per decesso:
Dott. PETRELLI Corrado
VARIE ED EVENTUALI
Omissis...
PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO
DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL
DIRETTORE E L’AVVOCATO.
COMMISSIONE DI DISCIPLINA
RELAZIONI ISTRUTTORIE
La Commissione Disciplina Medici
Chirurghi delibera:
N.2 Archiviazione provvedimenti
N.1Conferma sanzione da parte
Com­missione Centrale Roma
N.1 Archiviazione procedimento disciplinare
N.1 Apertura e sospensione procedimento disciplinare in attesa
sentenza della Magistratura
Z
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
a) il Dott. Mora comunica che la
FNOMCEO con la circolare n. 6
del 14/01/2014 ha segnalato le
modalità stabilite dalla legge n.
147/2013 che riguardano gli obblighi relativi all’imposta di bollo per i
certificati d’iscrizione.
b) aderendo alla richiesta pervenuta
dall’Ordine dei Veterinari il consiglio nomina: Dott. Fabio Marchioretto, Dott. Giuseppe Costa, Dott.
ssa Federica Bortolotti, componenti la Commissione per la valutazione dell’invalidità di un iscritto
all’Albo dei Veterinari.
c) Il Presidente ed il Tesoriere informano il Consiglio che dal primo di gennaio del corrente anno
verrà esternalizzata la contabilità
dell’Ordine allo studio del Rag.
Lovato. Il Consiglio approva.
d)Il Presidente comunica il programma preliminare degli impegni
dell’Ordine per l’anno in corso.
e) Il Vice presidente illustra brevemente la bozza di protocollo d’intesa tra l’Ordine ed il Dipartimento
di Filosofia, Pedagogia e Psicologia. Propone quale responsabile
scientifico il Prof. Luciano Vettore.
Richiede inoltre di affidare al Dott.
Gaetano Trabucco l’incarico, a titolo gratuito, di consulente psicologo in rappresentanza dell’Ordine. Il Consiglio approva.
VERONA MEDICA
ALBO ODONTOIATRI
Verbali della Commissione
Odontoiatri
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DEL 13 GENNAIO 2014
Presenti: Dott. Bovolin, Dott. Cavallini,
Dott. Oreglia, Dott. Paoletti
Assenti giustificati: Dott.ssa Boscagin
Lettura ed approvazione verbale precedente: il verbale della seduta precedente viene approvato con una modifica.
Comunicazioni del Presidente:
1) invito Smile Mission – il Presidente
informa che ha deciso di accogliere
l’invito all’evento proposto dall’Associazione Smile Mission che si terrà il
giorno 31 gennaio 2014.
2) Furgoncino odontoiatra a domicilio.
Il Presidente informa di aver ricevuto
una foto che ritrae un furgone con la
scritta “odontoiatria e protesi a domicilio”. Viene deciso di inviare al NAS di
Padova una segnalazione per attivare
i controlli di rito.
3) Il Presidente informa di aver ricevuto
da parte dell’Ufficio Odontoiatri della
FNOMCeO una segnalazione riguardante una denuncia trasmessa dall’”
associazione per la difesa professionale radiologica” riguardante gli eventuali rischi derivato dall’uso degli apparecchi radiologici degli studi dentistici.
A questa denuncia hanno risposto sia
l’Andi che la CAO nazionale contestando tutti i punti della segnalazione
mirante a introdurre d’ufficio la figura
del “radiologo” nelle strutture/studi
odontoiatrici.
4) Il Presidente informa i presenti delle
mozioni deliberate nel corso della riunione dei presidenti CAO del 14 dicembre 2013 e da lettura delle varie
mozioni
a) Controllo titoli esteri - Si richiama
l’attenzione dei presidenti CAO e
dei presidenti degli ordini, al fine di
esprimere un parere attentamente
approfondito sui percorsi formativi
ottenuti all’estero.
VERONA MEDICA
b) L’assemblea decide all’unanimità
di richiamare l’attenzione di tutti
gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri
al fine di attenere la propria attività
diagnostico terapeutica alle competenze disposte dall’art. 2 legge
24 luglio 1985 249. Si fa menzione
in particolare alle tematiche emergenti pertinenti l’uso di apparecchi radiografici complementari a
scopo diagnostico odontoiatrico
e delle prestazioni di medicina
estetica che afferiscano alle competenze odontoiatriche.
c) A proposito delle vigenti difficoltà
connesse ai tentativi di “esercizio
autonomo dell’igiene orale da parte dei laureati igienisti” l’assemblea
dei presidenti CAO approva la
necessità di un opera di convincimento sul territorio nazionale al
fine di evitare qualsiasi “coinvolgimento odontoiatri/igienisti senza
che siano chiaramente evidenziate le diverse competenze e specificità delle due professioni e senza
che sia chiaro che le attività di prevenzione, cura, diagnosi e terapia
sono attribuite per legge all’iscritto
all’Albo degli Odontoiatri”.
d) A proposito della citata opportunità di una “riunione dell’Assemblea
dei presidenti CAO presso una
sede istituzionale della comunità europea”, onde perfezionare
il recepimento della direttiva comunitaria 2005/36 sulla libera
circolazione dei professionisti e il
recepimento della direttiva sull’assistenza transfrontaliera 2011/24
al fine di consentire il raggiungimento di tali obiettivi, l’assemblea
Nazionale Dei Presidenti CAO
approva e la CAO di Verona ne è
informata.
5) Relazione Presidente Renzo: il Presidente illustra per sommi capi il
contenuto della relazione del Presidente CAO Nazionale Dott. Giuseppe Renzo.
6) Il Presidente informa i presenti della
comunicazione del Presidente Renzo sulle attività della CAO Nazionale
anche attraverso un’interrogazione
parlamentare riguardante le annose
e deprecabili vicende dei corsi di laurea instaurati in paesi non comunitari
e alla necessità di normare l’accesso
alla professione.
Relazioni istruttorie:
1) Dott. XX. Il presidente ripercorre il
caso e riferisce che durante il colloquio il Sanitario dichiarava che
avrebbe prodotto della documentazione a supporto della sua tesi. Si
segnala che tale documentazione a
tutt’oggi non è ancora pervenuta. Si
rimanda la discussione alla prossima
seduta.
2) Dott. KK. Dopo aver ripercorso il
caso il Presidente informa di non
aver più ricevuto aggiornamenti in
merito al caso. Viene deciso di inviare nuovamente un sollecito alla Procura della Repubblica di Vicenza.
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DELL’11 FEBBRAIO 2014
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Cavallini,
Dott. Oreglia, Dott. Paoletti
Lettura ed approvazione verbale
precedente: il verbale della seduta
precedente viene approvato con una
modifica.
Comunicazioni del Presidente:
1)Furgoncino Odontoiatra a domicilio: il Presidente ripercorre il caso e
comunica di aver segnalato al NAS
il problema. Viene deciso di invitare
per un colloquio informale il Dott.
QQ, facente parte dell’organizzazione, per informazioni.
2) Segnalazione Dott. WW: il Dott. W,
iscritto all’Ordine di Mantova, invia
una segnalazione all’Ordine lamentando un comportamento scorretto del Dott. YY nei suoi confronti,
causato dal mancato pagamento
pattuito per le prestazioni di collaborazione con la Società -------- di proprietà del suddetto Dott. Y. Analoga
segnalazione è stata inviata dal Dott.
7
ALBO ODONTOIATRI
H, iscritto Ordine dei Medici e Odontoiatri di Mantova, per le stesse motivazioni. Viene deciso di approfondire
le notizie contattando il Dott. H.
3) Il Presidente da lettura della Circolare n. 15 FNOMCEO del 06/02/2014
riguardante il disegno di legge 471
che prevede l’inasprimento delle
pene per esercizio abusivo delle professioni sanitarie.
4)Il Presidente da lettura della lettera
indirizzata al Ministero della Salute, a
firma Dott. Renzo, riguardante il fabbisogno di professionisti odontoiatri
sul territorio. Il conteggio, come negli
anni trascorsi, evidenzia una sovrabbondanza di professionisti rispetto
alla popolazione residente.
5) Il Presidente relaziona i presenti sulla
comunicazione FNOMCEO riguardante la sentenza n. 870 della Cassazione Civile la quale prospetta due
nuovi e importanti dispositivi così
riassumibili: a) la motivazione con la
quale una CAO, in prima istanza, e
anche la CCEPS, nel superiore giudizio, danno concretezza a una pena
sospensiva dalla professione, deve
essere motivata nei particolari, che
debbono spiegare con precisione
quali siano stati i motivi che hanno
portato alla commissione della pena,
non limitandosi ad affermazioni generiche e b) un Sanitario, così come
un comune cittadino in caso di processo a suo carico, non è tenuto a
presentarsi a colloquio seppur invitato dal suo Presidente se ritiene che
da tale colloquio possano emergere
solo ed esclusivamente approfondimenti a suo danno; nessuno infatti
è tenuto a dichiarare contro se stesso, nessuno può essere obbligato a
danneggiarsi processualmente.
Relazioni istruttorie:
1) Dott. XX: il Presidente ripercorre il
caso riguardante il Sanitario. Dopo
ampia discussione viene deciso di
approfondire ulteriormente la documentazione contattando l’esponente per ottenere ulteriore documentazione, in particolare per sapere se a
carico del sanitario sia stato intentato anche procedimento penale.
2) Dott. Z, Dott. J Dott. K: viene ripercorso il caso riguardante i tre sanitari
e dopo ampia discussione viene deciso di proseguire ad un approfondimento di indagini.
8
Procedimenti Disciplinari:
1) Prof. Å, Prof. Ê: l’Avvocato dei sanitari comunica che l’udienza, presso il
tribunale di Bari, è stata rimandata in
data 06/03/2014. Assicura che terrà
informato l’Ordine anche per i tempi
a venire.
2) Dott. Ï: viene ripercorso il caso relativo al sanitario. L’individuazione dei
capi d’incolpazione viene messa ai
voti, la commissione decide, a voti
disgiunti, di contestare al Dott. Ï la
mancanza, nel messaggio pubblicitario, dell’identificazione del direttore
sanitario.
3)Dott. Ã: viene ripercorso il caso relativo al Sanitario che è stato segnalato
dal Dott. Î per aver dichiarato, durante un periodo in cui il lo stesso era
sospeso dall’Albo Odontoiatri, che il
Dott. Î, quale perito di parte, aveva rilasciato una “relazione compiacente”.
Viene deciso, a voti disgiunti, di aprire procedimento disciplinare in capo
al Dott. Ï per violazione dell’art. 58
del Codice deontologico.
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DELL’11 MARZO 2014
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Cavallini,
Dott. Oreglia, Dott. Paoletti
Verbale precedente: il verbale della
seduta precedente viene approvato con
una modifica al punto 2.
Comunicazioni del Presidente:
1) Dott. QQ. Il Presidente ripercorre la
vicenda e informa i presenti di aver
parlato telefonicamente con il Dott.
Q, impossibilitato a presenziare al
colloquio, il quale ha assicurato la
sua totale estraneità ai fatti e non
si spiega come il suo nominativo
sia comparso sul sito del Centro
di Odontoiatria operativa. L’avvocato A.P., presentatasi per l’invito
a colloquio del dott. QQ, ci comunica che l’organizzazione riferita
al n. di cellulare che offriva servizi
di odontoiatria a domicilio fa capo
al dott. W di Venezia, a lei indicato dopo il colloquio telefonico. La
C.A.O. decide di prendere contatti
con il Dott. W per capire come mai
le informazioni date rispondente lo
stesso numero telefonico non siano le medesime.
2)Il Presidente da lettura di una segnalazione pervenuta da parte del
Dott. YY riguardante un messaggio
promozionale da parte del Centro
Odontostomatologico dell’Ospedale ……….. La C.A.O. decide di convocare il Dott. XX coordinatore della
struttura.
3) Il Presidente da lettura della Comunicazione FNOMCeO n. 21 la quale
dettaglia come non tutti gli esercenti attività professionali siano tenuti al
pagamento della tassa regionale
IRAP.
4)Club della prevenzione Mentadent:
il Presidente riferisce ai presenti di
questa campagna promozionale
dalla quale l’ANDI si è totalmente
dissociata e la FNOMCeO, nella figura dell’ufficio Odontoiatri, si sta
attivando per approfondire la questione e condividerne poi le conclusioni con gli uffici provinciali.
5)Igienisti Dentali: il Presidente da
lettura di una circolare FNOMCeO
riguardante l’attività degli igienisti
dentali in “non collaborazione” con
gli odontoiatri (attività autonoma).
La Federazione sta monitorando la
questione.
Relazioni istruttorie:
1) Dott. HH. Il Presidente comunica di
aver avuto una comunicazione da
parte della Signora J (esponente) la
quale comunica di aver sporto alcuna querela nei confronti del Dott.
H. La Signora fornirà, se richiesta,
copia della CTU. La Cao decide di
chiederne copia.
2) Dott.ssa KK: il Presidente ripercorre
il caso e da lettura del verbale di audizione. Il caso si riferisce alle due
direzioni sanitarie che la Dott.ssa K
ha presso due strutture Odontoiatriche a San Bonifacio e a Fumane.
Viene deciso un ulteriore approfondimento del caso.
3)Dott. ZZ: il Dott. Cavallini comunica i capi d’incolpazione relativi al
Sanitario. Viene deciso, dopo dibattimento, di ampliare i capi d’incolpazione aggiungendo a quelli
già previsti anche quelli contenuti
nell’articolo 13 del Codice Deontologico.
VERONA MEDICA
LETTERE AL DIRETTORE
Liste di attesa ed “inappropriatezza”
Caro Presidente, che gli ospedali di
Verona e provincia, al fine di ridurre
le liste di attesa per esami clinici e
strumentali, stiano ampliando le fasce orarie dedicate a tale attività diagnostica, includendovi alcune serate
feriali, l’intera giornata del sabato e
il mattino della domenica, è senz’altro una buona notizia per i cittadini.
Non va però dimenticato il fatto che
la causa principale dell’allungamento
delle liste d’attesa è l’elevato grado
di inappropriatezza nella richiesta di
esami diagnostici, da sempre ingiustamente attribuita ai soli Medici
di Medicina Generale e in realtà da
mettere in carico anche a moltissimi
Medici Specialisti, gli uni e gli altri non
infrequentemente colpevoli di prescrivere indagini del tutto inutili e/o
del tutto intempestive. Vedansi, tanto
per rimanere nel campo cardiovascolare di mia competenza, gli esami
ecocardiografici in soggetti ipertesi
asintomatici, con ECG normale, emodinamicamente compensati e correttamente trattati sul piano farmacologico, vedansi gli annuali o addirittura
semestrali esami ecocardiografici in
portatori di protesi valvolari cardiache biologiche o meccaniche che
clinicamente e obiettivamente non
mostrano il men che minimo sospetto
di malfunzionamento, vedansi gli annuali o addirittura semestrali doppler
dei tronchi sovra-aortici in soggetti
con patologia aterosclerotica non significativa e ben trattati sul piano preventivo etc etc etc. A (molto) parziale
“giustificazione” dei colleghi iperprescrittori va ricordato che spesso sono
gli stessi pazienti, “istruiti” da trasmissioni televisive o radiofoniche o dal
parere di parenti, amici o conoscenti,
a “pretendere” questo o quell’esame
e, incredibile ma vero (verissimo!!!),
a ritenere un “cattivo medico” quello
che limita al minimo indispensabile
la richiesta di approfondimenti diagnostici strumentali. Accanto a una
politica di confronto collaborativo tra
Medici di Medicina Generale e Specialisti, gestita dalle strutture sanitarie
pubbliche e volta alla definizione di
precise e inderogabili “linee guida”
atte a evitare o quantomeno a minimizzare l’inappropriatezza prescrittiva
in campo diagnostico-strumentale,
appare dunque necessario anche
uno sforzo “educativo” nei confronti dei cittadini-pazienti. Tale compito potrebbe essere meritoriamente
svolto, oltre che da ULSS, Ordine dei
Medici, “Medici di base” e Specialisti,
anche dal quotidiano di Verona e dalle
emittenti televisive locali.
LORENZO BOLOMINI
CARDIOLOGO
MEDICINA DI FAMIGLIA
COME CALCOLARE IL COMPENSO DOVUTO AL SOSTITUTO
Il nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti economici con i medici di medicina generale derivante dall’intesa della Conferenza
Stato-Regioni n. 2272 del 23.03.2005 prevede che:
“L’onorario spettante al medico sostituto è calcolato, …omissis.., nella misura del 70% del compenso di cui alla lettera A, comma 1 dell’art. 59..”
Il compenso in questione è il”COMPENSO FORFETTARIO ANNUO”.
Questo va corrisposto per intero se la sostituzione si effettua nei mesi di aprile, maggio, ottobre e novembre; va aumentato del 20% se la sostituzione
avviene nei mesi di Dicembre, gennaio, febbraio, marzo; va diminuito del 20% se la sostituzione avviene nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre.
In pratica quindi la formula per il calcolo è la seguente. Dal cedolino mensile:
Compenso forfetario X 70%: 30 = X
(somma dovuta per ogni giorno di sostituzione)
X va aumentato del 20% nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio, marzo
X va diminuito del 20% nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre
VERONA MEDICA
9
LETTERE AL DIRETTORE
Epilessia: obbligo di segnalare la patologia
alla Motorizzazione Civile
Caro Direttore,
ho bisogno di un aiuto da parte
dell’Ordine per chiarire il problema
della segnalazione da parte del medico dei pazienti epilettici con patente di
guida.
Sono entrate in vigore l’11 Gennaio
2011 le nuove norme che regolamentano l’idoneità alla guida per le persone affette da epilessia, disabilità visiva
e diabete mellito. Il Decreto Ministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
301 del 27 dicembre 2010, recepisce la Direttiva dell’Unione Europea
112/09 che disciplina le norme sulla
idoneità alla guida per persone affette
da epilessia, disabilità visiva e diabete
mellito.
In un passaggio a pagina 28 2 29 è
previsto obbligo della segnalazione
alla motorizzazione per i pazienti epilettici.
La norma non è chiara e non specifica: a chi tocca fare questa segnalazione? È possibile avere un parere da
parte del medico legale e dell’avvocato dell’Ordine?
Grazie.
CLAUDIO BIANCONI
DIRETTORE U.O. DI NEUROLOGIA
OSPEDALE SACRO CUORE - DON CALABRIA
Abbiamo girato il quesito al Consulente Medico Legale dell’Ordine, la Dott.
ssa Federica Bortolotti.
Ecco la sua risposta.
In merito alla richiesta all’Ordine dei
Medici di Verona (e-mail del 23 gennaio 2014) relativa alla sussistenza
dell’obbligo di segnalazione alla Motorizzazione Civile di pazienti affetti
da epilessia, si formulano le seguenti
considerazioni.
Si prende preliminarmente visione
della normativa introdotta con il Decreto 30 novembre 2010 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
10
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
301 del 27 dicembre 2010 di cui si
riporta il passaggio essenziale contenuto nell’allegato 3:
“… vi è obbligo di segnalazione, ai
fini delle limitazioni al rilascio o della
revisione di validità della patente di
guida, all’Ufficio della Motorizzazione
civile dei soggetti affetti da epilessia
da parte di Enti o Amministrazioni
che per motivi istituzionali di ordine
amministrativo previdenziale, assistenziale o assicurativo abbiano accertato l’esistenza di tale condizione
(per esenzione della spesa sanitaria,
riconoscimento dell’invalidità civile,
accertamenti dei servizi medico legali
ecc) …”;
È dunque specificatamente previsto
un flusso informativo tra Ente/Amministrazione (che sia dotato di funzioni
previdenziali, assistenziali, assicurative) e Motorizzazione.
Con riferimento all’attività ospedaliera
(che pare essere il nodo cruciale della
problematica in questione) è evidente come il presidio ospedaliero sia, in
genere, parte di una struttura più ampia che è quella dell’Azienda Sanitaria
Locale. Quest’ultima è un ente dotato
di personalità giuridica pubblica e di
autonomia imprenditoriale che opera
nel quadro del Sistema Sanitario Nazionale, con obiettivo primario di garantire i livelli essenziali di assistenza.
Circa quindi la funzione assistenziale
dell’ente ospedaliero e quindi dell’obbligo di segnalazione da parte dello
stesso non pare sussistano dubbi interpretativi.
Più complessa invece l’individuazione
dei soggetti sui quali incombe l’effettivo obbligo di segnalazione alla motorizzazione dei pazienti epilettici (infatti
la suddetta normativa non prevede
che il singolo specialista si occupi
della segnalazione, ma che l’Ente che
viene a conoscenza di tale stato provveda ad effettuarla).
Parrebbe dunque necessaria l’indi-
viduazione di figure a ciò preposte,
quali potrebbero essere i responsabili
delle Unità di Neurologia, in analogia a
quanto previsto all’art. 128 del Nuovo
Codice della Strada dove è riportato
l’obbligo di segnalazione da parte dei
responsabili di Unità di Terapia Intensiva o di Neurochirurgia nel caso di
stati di coma di durata superiore alle
48 ore.
Alternativamente si potrebbe pensare che l’obbligo ricada sulla Direzione
Sanitaria a seguito di specifica segnalazione del responsabile dell’Unità
Operativa.
Dato quanto sopra, risulta evidente
come la problematica de segreto professionale risulti risolta dal previsto obbligo di segnalazione. Si ricorda infatti
che gli obblighi di segnalazione all’Autorità rientrano tra le giuste cause di
rivelazione del segreto previste all’art.
622 del Codice Penale (Rivelazione di
Segreto Professionale). D’altra parte
tale possibilità è prevista anche all’art.
10 del Codice di Deontologia Medica
del 2006.
Secondo la scrivente, la corretta procedura prevedrebbe di informare il
paziente rispetto all’obbligo di segnalazione prima di procedere alla segnalazione stessa.
Tuttavia, nel caso il paziente negasse il
proprio consenso, si ricorda come nel
caso di specie l’obbligo di segnalazione trovi una specifica giustificazione
anche nella necessità di salvaguardare la salute e la vita del paziente e
di eventuali terzi, potendosi dunque
invocare quanto previsto all’art. 54 del
Codice Penale (Stato di Necessità) ed
all’art. 12 del Codice di Deontologia
Medica.
Al fine di chiarire al meglio la problematica giuridica/medico legale si ritiene da ultimo di ipotizzare la situazione
di un coinvolgimento in un incidente
stradale di un paziente epilettico, la
cui condizione clinica non era stata
segnalata all’Autorità Competente. In
VERONA MEDICA
LETTERE AL DIRETTORE
questo caso si ritiene che la struttura
ospedaliera, presso la quale il paziente è seguito, sarebbe chiamata a rispondere della mancata segnalazione
e quindi in parte anche delle conseguenze dell’incidente.
In conclusione, si ritiene che la prevista obbligatoria segnalazione alla Mo-
torizzazione, tuteli l’interesse del paziente, della collettività, nonché della
struttura ospedaliera.
Da un punto di vista procedurale, l’approccio più razionale sembrerebbe
quello di un flusso di informazioni che
partendo dallo Specialista Neurologo
arrivi al responsabile della Unità Ope-
Call Centre Co.Ge.A.P.S.
per i professionisti sanitari
Gentilissimi Presidenti,
come anticipato nella lettera prot. 71C/13 del 27/11/2013, e illustrato durante
la scorsa Assemblea del Co.Ge.A.P.S.,
dalla data del 2 dicembre, contestualmente all’apertura della banca dati del
Co.Ge.A.P.S. ai singoli professionisti
sanitari, è stato attivato un Call Centre
per rispondere ai quesiti e dare supporto ai professionisti sanitari, sia per la
compilazione del Dossier Formativo per
il triennio 2014-2016, sia per fornire soluzioni ad eventuali quesiti sul funziona-
Grazie!
Signor Presidente, stimati Colleghi,
invio la presente per segnalare l’ottimo
servizio resomi dalla Consulente assicurativa dell’Ordine, Avvocato GIUSEPPINA MARITATO.
Ho contattato la Dott.ssa Maritato per
VERONA MEDICA
mento della banca dati del Consorzio o
sul sistema ECM e sulla corrispondente
normativa.
Il numero da comporre è 06/42749600
– opzione 4; la linea è attiva dal lunedì
al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 16.00.
È stato altresì attivato un indirizzo e-mail
dedicato, ecm@cogeaps.it, per offrire
un supporto ulteriore.
Già molti professionisti si sono rivolti al
Call Centre del Consorzio per ricevere
un ausilio, tanto a livello tecnico quanto
a livello informativo, sia via mail che via
un consiglio sulla più idonea polizza assicurativa da stipulare in questo
momento della mia attività, ricevendo
un’assistenza puntuale, efficace e completa.
Ciò che vorrei però sottolineare è l’interessamento mostrato dalla Consulente,
che si è prodigata per soddisfare la mia
richiesta (con successo) con una dedizione ben superiore al mero adempimento di un dovere professionale, cosa
che le fa onore.
Sento pertanto di dover ringraziare l’Or-
rativa e da qui alla Direzione Sanitaria
che procede ad informare la Motorizzazione Civile. Come sopra ricordato
sarebbe comunque opportuno informare il paziente della necessità di segnalazione.
FEDERICA BORTOLOTTI
telefono e permane un ulteriore margine di operatività da potere utilizzare.
Vi chiedo pertanto la cortesia di contribuire a rendere nota ai Vostri iscritti l’esistenza di questo strumento di supporto
per i professionisti, strumento che non
solo è di grande utilità per il singolo professionista ma può aiutare a sollevare
i singoli Ordini, Collegi ed Associazioni
da una parte del carico di lavoro legato
al complesso sistema ECM.
Le informazioni relative al Call Centre ed alle sue funzionalità sono reperibili anche sul sito istituzionale del
Co.Ge.A.P.S. (http://www.cogeaps.
it), a cui potrete eventualmente fare riferimento.
Certo della Vostra cortese ed indispensabile collaborazione, Vi ringrazio
anticipatamente per l’interesse ed il sostegno alle attività del Consorzio inviandoVi i miei saluti più cordiali.
IL PRESIDENTE
SERGIO BOVENGA
dine di Verona per questa opportunità
che mette a disposizione degli iscritti,
congratulandomi per la felice scelta del
Consulente e invitando i Colleghi che
ne avessero necessità a contattarla
con fiducia.
Nella speranza di aver fatta cosa utile,
invio i miei più cordiali saluti al Presidente e a tutti i Colleghi.
MATTEO BERTAGNIN
Medico di formazione
specialistica in Medicina Interna
Ospedale Policlinico G.B. Rossi - Verona
N. Iscriz. Albo VR 08267
11
CONVEGNI E CONGRESSI
Convegni e
Congressi
23-24 MAGGIO 2014
Format 2014
Laboratorio di Interattività tra
livelli specialistici Pediatrici
Azienda Ospedaliera
Universitaria Integrata di Verona
Dipartimento ad attività
integrata materno infantile
Unità Complessa di Pediatria
Direttore A. Boner
Verona, Palazzo della Gran Guardia
Inizio lavori ore 8.00
14 GIUGNO 2014
Le tecniche Neurografiche
dalla A alla Z
XIV Corso di Aggiornamento
Teorico-Pratico
di Neurofisiologia
Società Italiana
di Neurofisiologia Clinica
Associazione Italiana
di Tecnici di Neurofisiologia
Bussolengo
Hotel Centro Turistico Gardesano
Inizio lavori ore 8.30
TRACCIABILITÀ
DELLE LOCAZIONI:
BASTA PAGAMENTI
IN CONTANTI
La Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto
l’obbligo di effettuare il pagamento del canone di locazione con mezzi tracciabili.
Di conseguenza non sarà più possibile pagare
in contanti. L’obbligo è esteso anche alle locazioni transitorie, quelle stipulate con studenti e
quelle turistiche.
Dal 01.01.2014 scatta l’obbligo per i proprietari di incassare il corrispettivo solo con
assegno o con bonifico o con altro mezzo
tracciabile.
24 MAGGIO 2014
Attualità in tema
di procreazione assistita
GynePro SRL
Verona, Sala Convegni
dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri
di Verona “P. M. Fazzini”
entrata da Via Giberti
Inizio lavori ore 8.30
6 GIUGNO 2014
Orizzonti in Pneumologia
Le malattie Polmonari Diffuse
Associazione Italiana
Pneumologi Ospedalieri (AIPO)
Verona, Hotel Leon D’Oro
Inizio lavori ore 9.00
7 GIUGNO 2014
Prevenzione del tumore
della mammella
Azioni condivise tra Medici
di Medicina Generale e
Specialisti per risultati
più efficaci
Società Italiana Medicina Generale
Verona, Sala Convegni OMCeO
Via Giberti 11
Inizio lavori ore 8.30
12
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
I nuovi anticoagulanti orali nella pratica
della medicina generale
Gli elementi principali che il medico di medicina generale deve
conoscere sui nuovi anticoagulanti orali - apixaban, dabigatran
e rivaroxaban - per un loro utilizzo corretto a livello territoriale
nella prevenzione del cardioembolismo in soggetti con fibrillazione atriale non valvolare e con
uno o più fattori di rischio.
GIANNI DAL CORTIVO
Medico di Medicina Generale
LUIGI BOZZINI
Farmacista
ROBERTO FACCHINETTI
Dirigente Medico Laboratorio
Analisi Azienda Ospedaliera
Universitaria Integrata Verona.
Referente Centro FCSA 186 Verona
PREMESSA
Apixaban (Eliquis®), dabigatran (Pradaxa®) e rivaroxaban (Xarelto®) sono
tre nuovi anticoagulanti orali (NAO)
approvati dall’Agenzia Europea dei
Medicinali (EMA) per la prevenzione
di ictus e tromboembolismo sistemico in soggetti con fibrillazione atriale
(FA) non valvolare e con uno o più fattori di rischio, quali insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, età
≥ 75 anni, diabete mellito, pregresso
ictus o attacco ischemico transitorio.
Tali farmaci sono altresì autorizzati
per la prevenzione di episodi tromboembolici in caso di chirurgia sostitutiva elettiva totale dell’anca o del
ginocchio. Di recente, rivaroxaban è
stato autorizzato anche per il trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e la prevenzione della TVP
recidivante e dell’embolia polmonare dopo TVP acuta nell’adulto. La
prescrizione dei NAO nella chirurgia
dell’anca o del ginocchio è riservata
VERONA MEDICA
all’ambito ospedaliero, mentre il loro
impiego per le altre indicazioni avviene in prevalenza sul territorio.
Attualmente, ai fini della fornitura, le
specialità medicinali a base di dabigatran, rivaroxaban e apixaban
sono soggette a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su
prescrizione di centri ospedalieri o
di specialisti quali cardiologo, internista, neurologo, geriatra, e di ematologi che facciano parte di centri
abilitati di trombosi ed emostasi. La
prescrivibilità a carico del Servizio
Sanitario Nazionale (SSN) è possibile solo da parte degli stessi specialisti, operanti in centri preposti indicati
dalle Regioni e individuati dalla Direzione Sanitaria delle singole strutture. Tali centri devono compilare la
scheda di raccolta dati informatizzata di arruolamento indicante i pazienti eleggibili, il piano terapeutico
e la scheda di follow-up, secondo le
direttive pubblicate nel sito dell’AIFA.
Al fine di ottimizzare il trattamento
sulla base dei principi di appropriatezza prescrittiva e di equità di accesso alle cure, le regioni italiane si
sono attivate costituendo tavoli tecnici multidisciplinari, composti da
rappresentanze dei vari operatori sanitari con specifiche competenze ed
esperienze professionali (per ora) nel
campo del trattamento preventivo e
terapeutico dell’embolismo cardiovascolare in soggetti con fibrillazione atriale non valvolare. Compito di
questi tavoli di lavoro è definire un
percorso diagnostico-terapeuticoassistenziale dei pazienti da trattare
con i NAO, che comprenda l’attivazione, il monitoraggio e la gestione
della terapia, ma anche il controllo
della spesa farmaceutica derivante dall’impiego dei NAO.
Il medico di medicina generale
(MMG) è elemento costitutivo e
fondamentale di questi tavoli di
lavoro. Sebbene la diagnosi della fi-
brillazione atriale non valvolare, così
come la definizione del trattamento
anticoagulante, siano attualmente
affidati in prima battuta a specialisti
della materia, spettano poi in buona
parte al MMG la gestione e monitoraggio del paziente a livello territoriale
e, probabilmente, lo saranno sempre
di più in quanto i NAO necessitano,
come vedremo, di minori riferimenti
specialistici continuativi rispetto ai
farmaci antivitamina K (AVK), warfarin (Coumadin®) ed acenocumarolo
(Sintrom®).
Molti sono i compiti che impegneranno il medico del territorio nel gestire
una terapia anticoagulante, tra cui:
– proposta del MMG allo specialista
di iniziare una terapia con NAO o
di passare dagli AVK ai NAO;
– informazione ed educazione del
paziente, con particolare riguardo alla finalità del trattamento, i
vantaggi attesi ed i potenziali rischi, l’importanza della assunzione regolare dei farmaci e il controllo dell’aderenza alla terapia;
– monitoraggio di possibili interazioni dei NAO con altri farmaci
contemporaneamente assunti,
compresi i farmaci da banco in
particolare, i FANS, l’iperico (interazioni comunque decisamente
inferiori rispetto ai vecchi AO);
– periodico controllo della funzionalità epatica e renale, visto che
possibili loro variazioni possono
riflettersi soprattutto sulla tossicità dei NAO;
– coinvolgimento in caso di sospensioni della terapia in occasione di interventi invasivi maggiori o minori;
– gestione degli inconvenienti di
azione che di routine possono presentarsi nel paziente in trattamento
con NAO: mancata assunzione di
una dose, insorgenza di vomito,
diarrea, piccole emorragie, ecc.
È intenzione di INFOFARMA presen-
13
AGGIORNAMENTO
tare i vari aspetti che riguardano i
punti citati. Si ritiene tuttavia di fondamentale importanza che, innanzitutto,
il MMG sia a conoscenza delle principali caratteristiche farmacologiche
e cliniche dei NAO e, in particolare,
quali siano i vantaggi e i limiti di tali
farmaci rispetto agli AVK.
Il processo di coagulazione del sangue
I QUESITI CHE PUÒ PORSI IL MMG
SUI NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI
(NAO)
D 1. Quale è la differenza fondamentale del meccanismo d’azione
dei NAO rispetto agli AVK, da decenni utilizzati nella pratica clinica?
R 1. Gli AVK sono farmaci ad azione
indiretta, che agiscono come anticoagulanti abbassando i livelli funzionali
delle proteine pro-coagulanti vitamina
K-dipendenti (protrombina e fattori
VII, IX e X) e delle proteine anticoagulanti vitamina K-dipendenti (proteine
C, S e Z). I NAO sono invece farmaci
in grado di bloccare direttamente un
singolo fattore della coagulazione.
D 2. Sul piano terapeutico che
cosa comporta il meccanismo d’azione dei NAO diverso da quello
degli AVK?
R 2. Sia gli AVK che i NAO, pur avendo meccanismo anticoagulante diverso, perseguono lo stesso obiettivo
terapeutico.
D 3. Quali sono gli aspetti favorevoli dei NAO rispetto agli AVK?
R 3. Da oltre 50 anni, a motivo dell’efficacia provata e consolidata, un buon
rapporto efficacia/sicurezza, un effetto facilmente reversibile, scarsi effetti
collaterali e costo molto basso, i farmaci AVK, e in particolare il warfarin,
hanno visto un impiego nel tempo
progressivamente crescente nella
prevenzione dell’ictus e delle tromboembolie sistemiche in soggetti con
FA. Tuttavia, rispetto agli AVK, i vantaggi dei NAO appaiono consistenti,
soprattutto perché, come vedremo,
permettono di superare diversi problemi gestionali (monitoraggio, esami
laboratorio, ecc.) e clinici (velocità di
azione, riduzione di eventi emorragici
cerebrali, ecc.) connessi all’uso degli
AVK.
D 4. Quali sono le principali limi-
14
tazioni di warfarin ed acenocumarolo?
R 4. Sono le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di tali
farmaci che ne rendono difficoltoso
l’impiego nella pratica clinica.
Le principali limitazioni sono rappresentate da:
-mantenimento dell’INR tra 2 e 3,
che richiede un regolare monitoraggio della coagulazione;
-stretto indice terapeutico, per cui
è essenziale un’attenta gestione e
frequente aggiustamento del dosaggio e conoscenza delle possibili
numerose interazioni farmacologiche ed alimentari;
- lento inizio d’azione: sono necessari da 3 a 6 giorni per raggiungere i
livelli terapeutici;
- emivita particolarmente prolungata
e complessità nella sospensione
del farmaco prima di un intervento
invasivo;
- aumento della sensibilità o della resistenza provocato da polimorfismi
genetici;
- variabilità individuale nella risposta.
Nella pratica clinica tali limitazioni si
traducono in sottoutilizzo degli AVK,
inadeguata anticoagulazione e frequenti interruzioni del trattamento.
D 5. Quali sono le principali caratteristiche dei NAO in confronto a
warfarin?
R 5. Sono riassunte nella tabella sottostante.
PROPRIETÀ
WARFARIN
NAO
Inizio effetto
Lento
Rapido
Posologia
Variabile
Fissa
Effetto dei cibi
Sì
No
Interazioni
Molte
Poche
Monitoraggio
Sì
No
Conclusione effetto Lungo
Breve
D 6. Quali sono le principali caratteristiche farmacologiche di rivaroxaban, apixaban, dabigatran confrontate con warfarin?
R 6. Sono riassunte nella tabella sottostante1.
D 7. In base alle caratteristiche di
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
CARATTERISTICHE
WARFARIN
RIVAROXABAN
APIXABAN
DABIGATRAN
Meccanismo
d’azione
Riduzione sintesi
fattori coagulaz.
vit.-K dipendenti
Inibizione diretta
fattore Xa
Inibizione diretta
fattore Xa
Inibizione diretta
trombina
Profarmaco
No
No
No
Si
Biodisponibilità
100%
60-80%*
60%
6%
Somministrazione
una volta/die
una volta/die
due volte/die
due volte/die
Tempo effetto max
4-5 giorni
2-4 ore
1-2 ore
1-3 ore
Emivita
40 ore
7-11 ore
12 ore
15 ore
Clearance renale
Nessuna
33%
25%
80%
Monitoraggio
Si
No
No
No
Interazioni
Molteplici
Citocr. P 450 3A4
Glicoproteina-P
Citocr. P 450 3A4
Glicoproteina-P
Glicoproteina-P
*La biodisponibilità del rivaroxaban diminuisce al crescere della dose a causa della scarsa solubilità del farmaco; con una dose singola giornaliera di 20
e 10 mg la biodisponibilità è rispettivamente 60% e 80%.
rivaroxaban, apixaban, dabigatran
quali sono i possibili vantaggi dei
NAO sugli AVK nella gestione dei
pazienti con FA non valvolare?
R 7. I possibili vantaggi dei NAO sugli
AVK sono di seguito riportati.
– Rapida insorgenza d’azione. I
NAO raggiungono concentrazioni
plasmatiche di picco 1-4 ore dopo
la somministrazione orale. Il warfarin
presenta invece un inizio d’azione
lento, in quanto sono mediamente
necessari alcuni giorni (3-6) per raggiungere il range terapeutico di PTINR.
– Effetto dose risposta prevedibile
- Non necessità di monitoraggio
dell’anticoagulazione. L’effetto anticoagulante diretto dei NAO, entro
certi limiti, è proporzionale alla loro
concentrazione nel plasma. Molti
farmaci ed alimenti sono in grado
di interferire con il metabolismo dei
farmaci AVK, così come i polimorfismi genetici, per cui sono richiesti
frequenti aggiustamenti del dosaggio. A causa di queste possibili interferenze, è necessario un frequente
monitoraggio della coagulazione per
assicurare una risposta all’interno
del range terapeutico. Molto minori
sono invece le possibili interferenze alimentari e farmacologiche dei
NAO, per cui, in generale, possono
essere somministrati a dosi fisse, a
precisi intervalli di tempo, senza periodico monitoraggio della coagula-
VERONA MEDICA
zione. La valutazione quantitativa
dell’esposizione al farmaco e l’effetto
anticoagulante possono tuttavia essere necessari in specifiche situazioni cliniche.
- Emivita relativamente breve. Rispetto al warfarin, la cui emivita
plasmatica è di circa 40 ore, i NAO
presentano una emivita relativamente breve (nel range di 7-15 ore), il che
consente un rapido declino del livello
del farmaco in presenza di evento
emorragico e rappresenta un potenziale beneficio in caso di intervento invasivo, dal momento che può
escludere la necessità di una terapia
ponte.
- Via di eliminazione. A seconda del
prodotto, i NAO presentano una prevalente eliminazione renale (dabigatran) o un metabolismo/eliminazione
misti epatico/renale (rivaroxaban,
apixaban), consentendo al medico
di scegliere tra i tre prodotti per rispondere ad eventuali condizioni di
comorbidità del paziente.
- Minore incidenza di emorragie
cerebrali maggiori.
D 8. Quali sono i possibili limiti dei
NAO rispetto agli AVK nella gestione
dei pazienti con FA non valvolare?
R 8. Pur riconoscendo l’innovatività dei
NAO e una serie di possibili benefici clinici e vantaggi gestionali per i pazienti,
esistono dubbi e perplessità su un loro
impiego esteso ed acritico. Di seguito
sono riportati le potenziali limitazioni
dei NAO.
- Emivita relativamente breve. In
precedenza è stata sottolineata l’emivita relativamente breve dei NAO,
cui consegue un rapido declino del
livello ematico del farmaco. Se da
un lato ciò rappresenta un potenziale beneficio in caso di necessità di
intervento invasivo o di stato emorragico, dall’altro, in caso di scarsa
aderenza/persistenza alla terapia,
può aumentare il rischio di ictus o di
embolia sistemica.
- Non necessità di monitoraggio
periodico dell’anticoagulazione.
A differenza dei dicumarolici, i NAO
non necessitano di essere monitorati
in modo routinario, il che è senz’altro
una caratteristica migliorativa della
qualità di vita dei pazienti, ma può favorire la scarsa aderenza/persistenza alla terapia e, pertanto, costituire
un potenziale rischio trombotico.
- Test di coagulazione non largamente disponibili. Al presente, i
comuni laboratori non dispongono
(ancora largamente) dei test quantitativi per determinare la concentrazione dei NAO nel sangue. Per dabigatran i test di scelta sono: Tempo
di Trombina diluito (diluted Thrombin
Time, dTT) e Tempo di Ecarina (Ecarin Clotting Time, ECT); per rivaroxaban e apixaban, il test quantitativo
ideale è la misura della attività Anti
Fattore X attivato (Anti-FXa). Nei
15
AGGIORNAMENTO
prossimi mesi questi test saranno
disponibili nei laboratori dei maggiori
ospedali.
Per il dosaggio qualitativo dei farmaci (con risposta “presente” o
“assente”) si possono usare test già
largamente disponibili presso tutti
i laboratori: per dabigatran, Tempo
di Trombina (TT), per rivaroxaban
e apixaban Tempo di Protrombina
(PT). Questi test non sono standardizzati e non possono dare un risultato quantitativo, ma, se negativi,
possono escludere la presenza del
farmaco nel sangue. Le condizioni in
cui può essere utile il dosaggio ematico dei NAO per verificare se la terapia anticoagulante è stata condotta in modo certo o presunto sono:
emorragia maggiore, tromboembolia, emergenza chirurgica, chirurgia o
manovra invasiva in elezione in paziente con alterata funzionalità renale, funzione renale ai limiti, sospetto
di alterazione acuta della funzione
renale, sospetto di sovradosaggio
o assunzione di grandi quantità di
farmaco, estrema magrezza, estrema obesità, assunzione di farmaci
potenzialmente interferenti, controllo
della aderenza/persistenza (dubbia
efficacia).
- Assenza di antidoti o di procedure ben definite per invertire
l’anticoagulazione in situazioni di
emergenza.
La breve emivita dei NAO è condizione favorevole per affrontare un intervento chirurgico o una emorragia in
quanto, già dopo poche ore dall’ultima somministrazione, l’effetto del
farmaco sulla coagulazione si riduce
significativamente. Tuttavia, in caso
di emergenza nelle prime ore dopo
l’assunzione di un NAO, può porsi la
necessità di ristabilire rapidamente
la coagulabilità, ma per questi farmaci non esistono attualmente veri
e propri antidoti. Sono state indicate
procedure terapeutiche più o meno
complesse di antagonismo, come
la somministrazione di carbone entro due ore dall’assunzione dei NAO
(per dabigatran), la dialisi (per dabigatran), la somministrazione di concentrato di complesso protrombinico a 3 o 4 fattori, oppure FVII attivato
da solo. Sono in fase di completamento studi promettenti sull’utilizzo
di un vero antidoto per dabigatran
16
(anticorpo specifico) e di un falso
substrato per rivaroxaban (Fattore
Xa non funzionante). Data l’alta specializzazione di tali trattamenti ci si limita alla sola menzione rimandando
a pubblicazioni più qualificate l’approfondimento dell’argomento.
- Minore possibilità di verifica del
grado di aderenza alla terapia.
L’impiego dei NAO, se da una parte
semplifica la gestione dell’anticoagulazione, dall’altra limita notevolmente la possibilità di verificare oggettivamente, con il dato di
laboratorio, il grado di aderenza/
persistenza dei pazienti in terapia
anticoagulante. Gli AVK, che prevedono periodici controlli dell’INR,
permettono un maggiore controllo
ed una occasione continua di educazione del paziente e di comprensione sul significato dell’anticoagulazione, elemento quest’ultimo di
rimarchevole rilievo nel caso della
fibrillazione atriale, spesso del tutto
asintomatica2.
- Aumento del rischio emorragico in
caso di insorgenza di insufficienza renale. La FA è una patologia che
colpisce in prevalenza la popolazione di età avanzata, per cui è più probabile che i farmaci anticoagulanti siano prescritti a soggetti anziani, con
funzionalità renale facilmente deteriorabile, diminuita escrezione renale
del farmaco e conseguente aumentato rischio emorragico. Vi è quindi
la necessità di un periodico controllo
della clearance della creatinina, da
misurare all’inizio del trattamento,
poi almeno ogni 6 mesi e in condizioni cliniche che lascino prevedere
un declino o un deterioramento della
funzionalità renale (come ipovolemia,
disidratazione, uso concomitante di
alcuni medicinali, ecc.). In caso di
clearance ai limiti può essere utile il
dosaggio quantitativo dei NAO.
- Aumento del rischio emorragico
in caso di insorgenza di insufficienza epatica I NAO sono di norma controindicati in pazienti con
malattie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente rilevante. Negli studi clinici,
tali farmaci non sono stati testati nei
pazienti con insufficienza epatica ed
enzimi epatici superiori 2-3 volte il limite massimo dei range di normalità.
Pertanto il loro impiego non è racco-
mandato in questa popolazione. Nel
corso della terapia con NAO anche
la funzionalità epatica deve essere
monitorata attentamente.
- Attenzione nei superobesi, nei
soggetti di età > 80 anni e in caso
di variazioni importanti del peso
corporeo (<50 kg). I dati di letteratura in questi gruppi di pazienti sono
limitati.
- Non associabilità con antiaggreganti piastrinici. Attualmente non
si dispone di dati sulla possibilità di
associare antiaggreganti e NAO, anche se sono in corso studi per verificarne la razionalità in patologie in cui
gli antiaggreganti sono autorizzati
con gli AVK.
- Costo più elevato rispetto agli
AVK. Il costo annuo del trattamento
con AVK e NAO, calcolato dalla Regione Veneto, è riportato in Tabella.
Come si può osservare, il costo sanitario annuo totale di un NAO supera
di oltre il 350% quello del warfarin.
Alcuni studi internazionali, che si sono
occupati dell’argomento valutando il
costo sanitario globale della FA, affermano che il costo-efficacia incrementale dei NAO può essere favorevole
se confrontato con i benefici clinici e
gestionali complessivi correlati al loro
impiego. Gli studi di farmacoeconomia
sono di solito sponsorizzati dalle industrie che producono farmaci, con evidente rischio di conflitti di interesse, per
cui sono necessari ulteriori valutazioni
ed approfondimenti (possibilmente indipendenti), anche al fine di adeguare
le valutazioni comparative ai singoli sistemi sanitari nazionali.
D 9. Perché è importante che il
MMG conosca le probabilità di insorgenza di ictus nel paziente con
FA non valvolare prima di iniziare e
nel corso di trattamento con anticoagulanti?
R 9. La probabilità di insorgenza di
ictus nella FA varia a seconda della
presenza o assenza di altri fattori di
rischio. Da ciò deriva che è molto importante che il MMG, a cui spetta in
gran parte la gestione e il monitoraggio del paziente fibrillante nel corso
del tempo, sappia valutare correttamente il rischio di insorgenza di ictus
al basale e nel corso del tempo, particolarmente ai fini di conseguenti
segnalazioni allo specialista che
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
Farmaco
Costo annuo
farmaco €
Costo annuo €
monitoraggio INR
Costo sanitario
totale €
NAO
803
--
803
Warfarin
14,80
160
174,80
imposta la terapia anticoagulante.
Numerose sono le scale di stratificazione del rischio tromboembolico
descritte in letteratura; la più utile e
più utilizzata è la CHA2DS2-VASc3
(Tabella), indicata come modello di
riferimento delle principali linee guida
internazionali sulla FA.
D 10. Perché è altrettanto importante che il MMG conosca il rischio
emorragico del paziente con FA
non valvolare in trattamento antitrombotico?
R 10. Un evento emorragico è la complicanza più rilevante e temuta di una
terapia anticoagulante e può costituire un fattore limitante in un numero
considerevole di pazienti che ne hanno necessità. La scala HAS-BLED è
stata elaborata per valutare, in modo
semplice e pratico, il rischio individuale di sanguinamento nel corso di un
trattamento antitrombotico, permettendo di individuare eventuali fattori
emorragici correggibili4 (ad esempio,
pressione arteriosa non controllata,
impiego concomitante di antipiastrinici o FANS, ecc), appurando nel
contempo la qualità dell’anticoagulazione.
D 11. Come è stata dimostrata l’efficacia e la sicurezza dei NAO nella profilassi dell’ictus in soggetti con FA?
R 11. Confrontando la nuova terapia
sperimentale (apixaban, dabigatran e
rivaroxaban) con la terapia standard
(warfarin). In sintesi, la domanda fondamentale che i ricercatori si sono
Fattori di rischio tromboembolico e punteggio CHA2DS2-VASc
Lettere
(acronimo)
Fattori di rischio tromboembolico
Punteggio
C
Insufficienza cardiaca congestizia con frazione
eiezione ventricolo sinistro ≤ 40% - Punteggio ≥
II NYHA
1
H
Ipertensione arteriosa sistemica per valori
costantemente al di sopra di 140/90 mmHg
o per ipertensione trattata
1
A
Età ≥ 75 anni
2
D
Diabete mellito
1
S
Pregresso ictus/TIA/tromboembolismo
arterioso
2
V
Patologie vascolari (pregresso infarto miocardico,
arteriopatia periferica, placca aortica)
1
A
Età compresa tra 65-74 anni
1
S
Sesso femminile
1
PUNTEGGIO MASSIMO
9
Con un punteggio uguale a 0 il paziente con FA è considerato a rischio tromboembolico basso; uguale a 1 il rischio è moderato/intermedio; uguale o superiore a 2 il rischio tromboembolico è alto.
VERONA MEDICA
∆ costo annuo
farmaco €
∆ costo annuo
sanitario €
788,20
628,20
posti è la seguente: “i nuovi anticoagulanti orali sono almeno efficaci e
sicuri quanto il warfarin nel prevenire
eventi di ictus ed embolia sistemica nei soggetti con FA”? In base ai
risultati di tali studi si può affermare
che tanto l’inibitore orale diretto della
trombina (dabigatran), quanto gli inibitori orali diretti del fattore Xa (apixaban e rivaroxaban), sono altrettanto
efficaci del warfarin in pazienti con FA
non valvolare ad aumentato rischio
di ictus, o anche più efficaci, anche
se il vantaggio reale è relativamente modesto (NNT per anno >170) 2.
In termini di sicurezza, è dimostrato
che le emorragie maggiori e/o clinicamente rilevanti sono in complesso
meno frequenti con i NAO che con il
warfarin, e ciò è dovuto soprattutto
all’insorgenza di un minore numero di
emorragie intracraniche, tanto che la
significatività statistica scompare con
l’esclusione delle evenienze emorragiche intracraniche2.
Sugli eventi indesiderati dei singoli
NAO e sulle interferenze farmacologiche con altri farmaci INFOFARMA
dedicherà un ulteriore prossimo approfondimento.
D 12. Perché il MMG è stato escluso dalla possibilità di prescrivere i
NAO?
R 12. L’introduzione alla prescrivibilità
di nuove molecole a importante impatto clinico ed economico induce, di
norma, le autorità sanitarie ad assumere un atteggiamento di prudenza,
soprattutto in fase iniziale, onde poter
valutare con chiarezza il profilo di beneficio/rischio del farmaco in esame
e giustificare la spesa ad esso collegata. Come per altre molecole, (gli
esempi sono numerosi: clopidogrel,
incretine ecc), anche per i NAO si è
voluto limitarne la prescrivibilità mediante la selezione dei pazienti e la
compilazione di un piano terapeutico
on-line da parte di specialisti in materia, e ciò sia per competenze cliniche
sulla FA o, insieme a queste, anche
17
AGGIORNAMENTO
Fattori di rischio emorragico e punteggio HAS-BLED
Lettere
(acronimo)
Fattori di rischio emorragico
Punteggio
H
Ipertensione sistolica ≥160 mmHg
A
Anomala funzionalità epatica e renale, per
qualsiasi malattia epatica cronica (es. cirrosi),
squilibri biochimici epatici (es. bilirubina > 2x rispetto ai valori normali associata ad AST, ALT e
ALP >3x rispetto ai limiti normali); dialisi cronica,
trapianto renale, creatinina sierica ≥200 μmol/l
S
Pregresso ictus
2
B
Sanguinamento con ospedalizzazione o trasfusione e diminuzione di Hb >2 g/dl
1
L
INR labile con tempo medio trascorso nel range
terapeutico <60%
1
E
Età avanzata (> 65 anni)
1
1
1+1
1 punto con
un solo fattore, 2 punti
se presenti
entrambi
1+1
D
Farmaci e alcool: assunzione di antipiastrinici o
FANS e/o abuso di alcool
1 punto con
un solo fattore, 2 punti
se presenti
entrambi
Una formale valutazione del rischio di sanguinamento è consigliata a tutti i pazienti con FA, e in quei con HAS-BLED ≥ 3, sono necessari cautela e un periodico esame, così come è indispensabile, dall’altra parte, fare degli sforzi per
correggere i fattori di rischio potenzialmente reversibili per il sanguinamento.
HAS-BLED di per sé non deve essere utilizzato per escludere i pazienti dalla
terapia anticoagulante, ma consente ai medici di valutare con cognizione il rischio di sanguinamento (piuttosto che basarsi su supposizioni) e, soprattutto, li
fa riflettere sui fattori di rischio per correggere il sanguinamento5.
la frequenza dei prelievi. Tali dati invece sono facilmente prodotti dai centri
FCSA, in quanto i medici sono esperti in materia e in possesso di sistemi
informatici idonei alla raccolta dei dati.
È auspicabile che a breve anche la
medicina di base venga dotata di un
qualche sistema di raccolta dati al riguardo, per poter dimostrare la quantità e qualità del lavoro svolto in merito.
Recentemente è stato reso scaricabile
(gratuitamente) dal sito www.inrpro.
com un foglio excel che permette il
calcolo del TTR.
In conclusione, con l’introduzione dei
NAO è indubbio che la sorveglianza
dei pazienti in terapia con questi nuovi
farmaci dovrà essere costituita da un
insieme di attività (esami di laboratorio,
scelta delle diverse posologie, informazione ed educazione dei pazienti,
aggiornamento scientifico, controllo e
trattamento delle complicanze, comportamenti da tenere in caso di variazione dello stato di salute, necessità
di procedure chirurgiche o manovre
invasive, ecc) che obbligheranno ad
un approccio interdisciplinare ed alla
individuazione di vari livelli decisionali.
Il MMG dovrà essere il coordinatore
dell’attività complessiva. Non è tuttavia
da escludere che, a breve scadenza,
se il profilo di efficacia e sicurezza dei
NAO sarà ben definito e favorevole per
i pazienti, anche i MMG, correttamente formati, possano utilizzarli direttamente nella pratica clinica quotidiana.
REFERENZE BIBLIOGRAFICHE
per competenze nella gestione della
terapia anticoagulante orale (esperti
dei Centri FCSA). Esiste la convinzione che questo metodo possa raggiungere un duplice obiettivo: stretto
monitoraggio del rischio/beneficio del
trattamento anticoagulante e controllo della spesa farmaceutica.
Peraltro, l’attuazione del trattamento
con i NAO si svolge secondo un percorso a prevalente sviluppo territoriale,
dal momento che si riducono notevolmente i frequenti e routinari approcci
specialistici, soprattutto di laboratorio, imposti dall’utilizzo degli AVK. Il
MMG è notevolmente coinvolto nelle
problematiche legate alla fibrillazione
atriale. Spesso è il primo che attiva
l’iter diagnostico in sospetto di fibrillazione atriale, ed è colui che mette in
18
pratica attuazione la terapia anticoagulante orale. È prassi quotidiana che
lo specialista, generalmente cardiologo, prescriva l’anticoagulante orale,
ma spenda poche parole per istruire il
paziente, che invece si rivolge al suo
medico di medicina generale. Nella realtà di Verona i pazienti in fibrillazione
atriale e in trattamento con vecchi anticoagulanti orali sono seguiti per circa l’80% dai MMG e il 20% dai centri
FCSA. Inoltre, tra i pazienti seguiti dai
MMG vi sono quelli più critici perché
trattati a domicilio. Tutto questo lavoro
è tuttavia poco visibile e qualitativamente non misurabile per l’assenza di
dati sulla gestione della terapia anticoagulante orale. Qualità che dovrebbe
essere valutata con il tempo dell’INR
trascorso in range terapeutico (TTR) e
1. Da Weitz JI, Gross PL. New oral anticoagulants: which one should my patient
use?. Hematology Am Soc Hematol
Educ Program. 2012; 2012: 536-40 doi:
10.1182/asheducation-2012.1.536
2. Considerazioni del Comitato Esecutivo
della Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi (SISET) sul Concept Papaer AIFA relativo ai nuovi farmaci
anticoagulanti orali. In http://www.sisetonline.com/commento-siset-aifa.pdf
3. Lip GYH et al. Improving stroke risk stratification in atrial fibrillation. Am J Med 2010;
123: 484-88
4. Pisters R et al. A novel user-friendly score
(HAS-BLED) to assess 1-year risk of major
bleeding in patients with atrial fibrillation:
the Euro Heart Survey. Chest. 2010; 138:
1093–1100
5. AIFA - Concept Paper su Nuovi anticoagulanti orali. In http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/version_2012_09_24_cp_noacs_1.pdf
6. De Caterina R et al. Improving Stroke Risk
Stratification in Atrial Fibrillation. JACC
2012; 59: 1413-25
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
L’invalidità e la sua Tutela
Previdenziale/Assistenziale
di SONIA BONCOMPAGNI
Non vi è dubbio alcuno che il concetto di Invalidità discenda direttamente
dalla Costituzione.
Ed infatti, nei primi due commi dell’art.
38 della Costituzione (“Ogni cittadino
inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi
necessari per vivere ha diritto al mantenimento ed alla assistenza sociale. I
lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati
alle loro esigenze di vita in caso di
infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia...”) sono ipotizzate due distinte
fattispecie, nelle quali può configurarsi uno stato invalidante.
La prima riguarda la persona in genere, la quale, in quanto riconosciuta “inabile al lavoro” e “sprovvista dei
mezzi necessari per vivere”, ha diritto al mantenimento e all’assistenza
sociale. Viceversa, la seconda fattispecie afferisce alla condizione di
“invalidità” in cui può venire a trovarsi
il lavoratore a seguito di infortunio o
malattia.
Ne consegue che, da un punto di
vista dell’ordinamento giuridico, lo
“stato di invalidità” si presenta essenzialmente come una situazione
di bisogno economico che assurge,
previo accertamento medico-legale,
a diritto soggettivo di natura pubblicistica della persona, che diventa così
beneficiaria di una specifica tutela
economica di carattere previdenziale.
Da un punto di vista medico-legale,
invece, l’invalidità traduce una stima
di validità in percento del normale, ottenuta attribuendo un peso riduttivo
alle menomazioni organiche e/o funzionali. In considerazione di ciò, si osserva come la validità della persona
consista nel suo rapportarsi con l’esterno allo scopo di soddisfare le esigenze vitali o per svolgere un lavoro di
vario tipo, livello, valore e significato,
ogniqualvolta sia riferito specificata-
VERONA MEDICA
mente al mondo produttivo oppure a
quello culturale, etico o sociale. Dalle
attività socialmente positive insorge
nella persona una specifica condizione che si presenta come connotazione dello stato individuale di salute e,
come tale, è tutelata nel sistema sanitario attraverso la prevenzione, la cura
e la riabilitazione.
Da quanto sopra discende lo stretto
collegamento tra posizione giuridica e
valutazione medico-legale dello stato
di salute di una data persona, con la
conseguenza che l’accertamento di
uno stato invalidante della medesima
perfeziona il diritto della stessa ad ottenere le prestazioni previdenziali previste e definite dalla legge.
Per il Diritto di Previdenza Sociale,
il concetto di invalidità non è uniforme
per i diversi tipi di tutela obbligatoria,
rilevandosi una distinzione specifica,
da un lato, per la disciplina legale degli stati invalidanti dei “minorati civili”,
dall’altro per gli interventi di assicurazione sociale riguardanti la tutela pensionistica e la tutela degli infortuni sul
lavoro e delle malattie professionali.
Per ognuna di queste branche, nelle
quali rileva una particolare nozione di
“invalidità”, sussistono competenze
medico-legali che la legge diversamente regola per il riconoscimento
delle “minorazioni” e per l’erogazione
delle prestazioni previdenziali specificamente da parte di INPS e INAIL, i
due Enti nazionali gestori delle Assicurazioni Sociali.
Le Assicurazioni in generale sono
regolate dal Codice Civile: si definisce assicurazione il contratto col
quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato al verificarsi di un
determinato evento sfavorevole. (art.
1882 c.c.); l’esercizio delle assicurazioni compete ad un Istituto di diritto
pubblico o ad una Società per azioni
(art. 1883 c.c.)
Le Ass.ni Sociali sono regolate da
Leggi speciali (art. 1886 c.c.) trattandosi di assicurazioni improprie, in
quanto non implicano una precisa relazione giuridica tra rischio e premio
(non avendo fine di lucro).
Si tratta di istituzioni di carattere tributario fondato sui presupposti tecnici
di un servizio pubblico obbligatorio,
offerto e pagato a mezzo di contributi.
Le Assicurazioni Sociali hanno peculiari caratteristiche, quali l’obbligatorietà, l’automaticità (il lavoratore ha
diritto al beneficio assicurativo anche
se il datore di lavoro è inadempiente
nei confronti dell’Istituto Assicuratore), l’intervento dello Stato (con vera e
propria statuizione dei Rischi da proteggere: art. 2110 c.c.: “in caso di infortunio, malattia, gravidanza e puerperio.. è dovuta al prestatore d’opera
la retribuzione o una indennità...”).
La legislazione sulle Ass.ni Sociali
ebbe inizio in Germania nella seconda metà del XIX secolo. Sorta come
strumento di pacificazione sociale, a
carattere puramente caritativo, acquistò in seguito il significato di un
diritto del lavoratore il quale deve
essere protetto nella sua efficienza
biologica ed in quella economica,
qualunque sia la causa (lavorativa o
extra-lavorativa) della sua ridotta o
annullata produttività.
Scopo principale delle Ass.ni Sociali è
quello di liberare dal bisogno le classi
economicamente più deboli in un Sistema di Sicurezza Sociale.
Appare opportuno, in proposito, citare
i Principi Fondamentali della Costituzione italiana, nei seguenti articoli:
- art. 1: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
- art. 2: “La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell’uomo..., e richiede l’adempimento dei
doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
- art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale... È compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e
la eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...”.
- art 4: “La Repubblica riconosce a
tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni
cittadino ha il dovere di svolgere,
19
PROFESSIONE E LEGGE
secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso
materiale e spirituale della società”.
- art. 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni...”.
- art. 36: “Il lavoratore ha diritto ad
una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro e in
ogni caso sufficiente ad assicurare
a sé ed alla famiglia una esistenza
libera e dignitosa.”
- art. 38: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento ed alla assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano
preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in
caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione
involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e
all’avviamento professionale” (tale
articolo ha trovato piena attuazione
nella Legge 68/1999 che ha come
oggetto il “collocamento mirato dei
disabili”).
Il “Rischio Invalidità” ed il “Rischio
Inabilità” sono assicurati dall’INPS:
l’oggetto della tutela, nella assicurazione sociale contro l’Invalidità e l’Inabilità, è definito agli artt. 1 e 2 della
legge 222/84:
- art. 1 “Si considera INVALIDO, ai fini
del diritto ad assegno..., l’assicurato
la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini,
sia ridotta in modo permanente a
causa di infermità o difetto fisico
o mentale a meno di un terzo...”;
(l’assegno ha durata triennale e
può essere rinnovato a domanda,
sempreché ne persistano i requisiti
medico-legali);
-art. 2 “Si considera INABILE, ai
fini del conseguimento del diritto a
pensione...l’assicurato o il titolare
di assegno di invalidità...il quale, a
causa di infermità o difetto fisico o
mentale, si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere
qualsiasi attività lavorativa...”.
La nozione di Invalidità, e quindi del rischio assicurato, ha subito nel tempo
vari cambiamenti legati alla evoluzione legislativa:
- L’art. 10 del R. D. L. del 14/4/1939:
definiva l’invalidità come la riduzio-
20
ne della capacità di guadagno... a
meno di 1/3 se l’assicurato era un
operaio, ed a meno della metà se
invece era un impiegato.
La Sentenza della Corte Costituzionale n°160 del 1971 dichiarò illegittima la differenza tra operaio ed impiegato (uniformando il criterio alla
definizione dell’impiegato).
-L’art. 24 della Legge. 3/6/1975
n°160, accolse la Sentenza della
Suprema Corte, ma spostò il requisito necessario e definì l’Invalidità
come la “riduzione della capacità
di guadagno in occupazioni confacenti alle attitudini, in modo permanente a causa di infermità o difetto
fisico o mentale, a meno di 1/3”.
Appare opportuno chiarire i concetti
di “capacità di guadagno”, “capacità
di lavoro”, “occupazioni confacenti
alle attitudini”, “invalidità attitudinale”,
“usura”, “permanenza”, “infermità e
difetto”:
- Capacità = somma di fattori intrinseci biologici (età, sesso, validità,
attitudine) ed extrabiologici (preparazione, esperienza);
-Capacità di Guadagno: capacità
di svolgere una attività lavorativa
in rapporto anche all’influenza di
fattori ambientali di ordine socioeconomico, ovvero con la concreta
possibilità di collocamento nel mercato del lavoro;
-Capacità di Lavoro: capacità di
svolgere una attività lavorativa indipendentemente dall’influenza di
fattori ambientali di ordine socioeconomico, ovvero indipendentemente dalla concreta possibilità di
collocamento nel mercato del lavoro (la menomazione dell’integrità
psico-fisica diviene, pertanto, l’unico e fondamentale punto di partenza per la valutazione del danno
lavorativo);
- Invalidità attitudinale: i parametri di
riferimento sono rappresentati dallo
stato biologico somato-psichico,
dall’età, dal sesso, dall’istruzione, dalle cognizioni tecniche, dalle
esperienze lavorative;
- Occupazioni confacenti alle attitudini: gamma di possibili occupazioni,
anche diverse da quella abituale,
nelle quali il soggetto può utilmente impiegare le sue capacità (senza
declassamento, senza necessità di
lunghe riqualificazioni, senza usura);
- Usura: è usurante il lavoro che, dopo
un normale periodo di riposo, impedisce il ripristino integrale delle energie in esso impiegate o rende più
precoce la vecchiaia o aggrava uno
stato di malattia o una invalidità (si
differenzia dalla Controindicazione
e dalla Pericolosità); il D.L. 374/1993
ha indicato che “debbono considerarsi lavori particolarmente usuranti
quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psico-fisico particolarmente intenso e continuativo....
per questi lavoratori dipendenti,
pubblici e privati, nonché autonomi
iscritti all’Inps, il limite di età pensionabile è anticipato di 2 mesi per ogni
anno di attività fino ad un massimo
di 5 anni complessivi” (è allegata al
decreto in questione una tabella delle attività considerate usuranti);
-Permanenza: è permanente nel
tempo la situazione di cui non è
ragionevolmente prevedibile la fine;
non è un giudizio di certezza, ma
di alta probabilità; non coincide con
un giudizio di assoluta e sicura insanabilità; non coincide con la continuità; (il concetto medico-legale
di permanenza individua una situazione di stabilità, ma non esclude
una possibile evoluzione nel tempo
dell’infermità e ciò motiva la facoltà di revisione sanitaria, ai sensi
dell’art. 9 L. 222/84);
-Infermità: processo morboso in
atto o in evoluzione, che determina
una inattività anche solo parziale
del soggetto (= malattia);
-Difetto: l’indebolimento o il decadimento, sia esso somatico che
psichico, di natura congenita o acquisita, caratterizzato da stabilità
ed assenza di evoluzione (= deficit
stabile anatomico o funzionale, postumo stabilizzato adinamico).
L’art. 1 della Legge n° 222 del 1984
ha cambiato l’oggetto della tutela
assicurativa sostituendo la riduzione
della “capacità di guadagno” con la
riduzione della “capacità di lavoro...”.
La nozione di INABILITÀ ex art. 2
L. 222/84 prevede “l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere
qualsiasi attività lavorativa” risultando
“incompatibile con qualsiasi compenso di lavoro” e “non cumulabile con
rendita vitalizia per infortunio e mal.
professionale”; è, però, “reversibile
ai superstiti” e può essere associata
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
ad “assegno mensile per l’assistenza
personale continuativa” (ex art. 3 della
medesima legge, in caso di “impossibilità a deambulare autonomamente
e/o a svolgere gli atti quotidiani della
vita”, non reversibile e non cumulabile
con le analoghe prestazioni erogate
dall’INAIL e dallo Stato).
INAIL: eroga le prestazioni sanitarie
ed economiche previste in caso di
“Infortunio sul Lavoro” o di “Malattia
Professionale” (Indennità per Inabilità
Temporanea o per Inabilità Permanente, assoluta o parziale...) secondo
la specifica normativa contenuta nel
Testo Unico 1124/1965 e secondo
quanto previsto dall’art. 55, comma 1,
della Legge 144/1999 e D.L. 38/ 2000
(con relativa tabella delle menomazioni, dove per “menomazione” si intende “invalidità permanente”).
ASSISTENZA: erogata dallo STATO:
interessa quella particolare categoria
di Cittadini che, trovandosi in condizioni di bisogno e non avendo diritto
a nessun altro tipo di tutela, vengono assistiti direttamente dallo Stato,
non già per un diritto acquisito tramite il versamento di una contribuzione bensì nel quadro di una generale
affermazione dei diritti Sociali e Civili:
si realizza, cioè, la condizione di INVALIDO CIVILE che riguarda, quindi,
quei soggetti “affetti da Minorazioni
Congenite od Acquisite...che abbiano
subito una riduzione della capacità
lavorativa non inferiore ad un terzo,
o, se minori dei 18 anni, che abbiano
difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie della loro età...”
e che non siano tutelati in altro modo
(L. 118/1971, D.L. 509/1988, D.M. 5
febbraio 1992).
La normativa vigente prevede le seguenti prestazioni:
- Assistenza sanitaria specifica per il
recupero funzionale e sociale della
invalidità;
- Esenzione dal Ticket per l’assistenza sanitaria;
- Assegno mensile in caso di riduzione della capacità lavorativa superiore ai 3/4 (dal 74%), per gli invalidi
non collocati al lavoro;
- Pensione di Inabilità per gli invalidi
totali (= 100%), ultradiciottenni;
-Indennità di Accompagnamento
agli invalidi civili totali “incapaci di
deambulare” o “abbisognevoli di
assistenza personale continuativa
VERONA MEDICA
non essendo in grado di compiere
gli atti quotidiani della vita” (erogata
sia al di sotto che al di sopra dei 18
anni, ma esclusa in caso di ricovero
gratuito presso Istituti Pubblici);
-Assegno di Accompagnamento ai
minori degli anni 18, non deambulanti, che frequentino la scuola dell’obbligo o corsi di addestramento;
-Pensione Sociale, al compimento del 65° anno di età, erogata
dall’INPS, su finanziamento dello
Stato, fatti salvi particolari limiti di
reddito;
- Provvidenze minori (trasporto gratuito, rimozione ostacoli architettonici...);
-Integrazione sociale e assistenza della persona handicappata (in
base alla Legge n. 104/1992);
-Collocamento al lavoro, secondo quanto previsto dalla Legge n.
68/1999 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”).
L’INPS e l’Invalidità CIVILE
Come a tutti noto l’INPS provvede
alla tutela previdenziale per i casi di
Invalidità, di Vecchiaia e di Morte, di
Disoccupazione involontaria, di Tubercolosi, nonché per le assicurazioni
facoltative, individuali e collettive, per
l’Invalidità e la Vecchiaia; eroga altresì la pensione sociale (ora assegno
sociale) ai cittadini ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito, l’assegno
per il nucleo familiare, la pensione alle
casalinghe e ai soggetti che svolgono lavori non retribuiti derivanti da
responsabilità familiari in genere,
l’integrazione dei guadagni, l’indennità di mobilità, nonché le prestazioni
economiche di malattia già erogate
dall’INAM e dalle altre Casse Mutue
disciolte e, tramite il Fondo di garanzia, il trattamento di fine rapporto e
le ultime mensilità di retribuzione in
caso di insolvenza del datore di lavoro; provvede altresì ad anticipare le
prestazioni degli invalidi civili a far
data dal 1998.
Le innovazioni apportate dall’art.
20 della Legge 102/2009
“A decorrere dal 1 gennaio 2010 ai
fini degli accertamenti sanitari dell’invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità le Commissioni mediche delle Aziende Sanitarie
Locali sono o integrate da un medico
dell’INPS quale componente effettivo.
In ogni caso l’accertamento definitivo è effettuato dall’INPS”.
La Delibera n. 144 della Regione
del Veneto del 20 febbraio 2014
Affida all’INPS, attraverso i Centri Medico Legali delle Unità Operative Medico Legali di S. Donà di Piave (VE),
Venezia e Verona, l’accertamento di
1a istanza degli stati di invalidità civile,
cecità civile, sordità civile, handicap e
disabilità già in capo alle Aziende Sanitarie Locali n. 10,12,14,20,21,22
della Regione del Veneto.
BIBLIOGRAFIA
-IACOVELLI G., REDAELLI A. Le
“occupazioni confacenti” nel quadro della valutazione dell’Invalidità Pensionabile. Prev. Sociale,
38:225, 1982.
-VIDONI, Spunti interpretativi della
Legge N. 222, Rassegna Sanitaria,
estratto dalla rivista “Previdenza
Sociale” n. 2 (marzo-aprile 1985),
p. 57 e ss.
-ZANGANI, La nuova disciplina
dell’invalidità pensionabile: aspetti
medico-legali, idem come sopra, p.
65 e ss.
-ROSSI, Saggio sull’invalidità pensionabile, cit., p. 94 e ss.
-IACOVELLI, La revisione della invalidità pensionabile, Rassegna
di Medicina Legale Previdenziale,
1984-1994.
- ROSSI, L’Europa e la riabilitazione
occupazionale dei lavoratori infortunati, Sistema Previdenza, n°186,
anno XVII, Aprile 1998, p. 13 e ss.
- MARTINI e SCORRETTI, L’Invalidità
Civile, Essebiemme Editore, 1999.
RIFERIMENTI
-Boncompagni S., Gueli A., Fanelli
G. “Indagine conoscitiva su A.I.D.S.
ed invalidità pensionabile, Provincia
di Verona 1991-1993” (1994).
-Boncompagni S., Gueli A. “Tutela
Previdenziale ed assistenziale della
Invalidità”, Verona Medica, Maggio
1995.
-Carassai P., “Evoluzione Legislativa dei concetti di Invalidità/Inabilità Pensionabile” e “Inabilità ex art.
2 L. 222/84”, Corso di Aggiornamento Nazionale per Medici Militari
“L.335/95: Inabilità dei Pubblici Dipendenti”, 1998.
21
PROFESSIONE E LEGGE
Consiglio di Stato: senza test d’ingresso
niente accesso diretto a Medicina
da università straniera
“Non può essere ammessa l’iscrizione di uno studente che proviene da
un’Università straniera a un corso di
laurea a numero chiuso di un’Università italiana in caso di mancato superamento dell’esame di preselezione”.
A sancirlo, il Consiglio di Stato, che
ha rigettato il ricorso fatto da uno studente iscritto al terzo anno del Corso
di Laurea Specialistica in Odontoiatria
e Protesi dentaria presso un’Università rumena, contro il diniego opposto
da un’Università italiana alla sua domanda di trasferimento. La sentenza,
in pratica, dichiara imprescindibile
il test di ammissione, anche in caso
di accesso diretto ad anni di corso
successivi per trasferimento da altra
università e assume rilievo ulteriore alla luce del crescente fenomeno
delle iscrizioni in massa di ragazzi
italiani ad alcune università straniere,
denunciato qualche tempo fa dalla
Fnomceo.
Una sentenza che, oltretutto “ripara” a
un’altra recente del Tar Lazio che sanciva come bastasse un solo esame
in un’Università albanese per avere
accesso all’Università di Tor Vergata.
«Quella sentenza ci aveva spiazzati»
spiega il segretario Fnomceo Luigi
Conte, che conclude «il numero programmato è irrinunciabile, sia per garantire una programmazione accurata
degli accessi sia per la qualità della
formazione».
Responsabilità professionale in sanità.
Un anno di sentenze della Cassazione.
Ecco i nuovi orientamenti in materia
Il Decreto Balduzzi ha introdotto “novità di non poco rilievo” su cui sono
“già intervenute due sentenze, quasi
coeve, che hanno tracciato la strada
della futura elaborazione giurisprudenziale”. A sostenerlo è la Corte di
Cassazione, nel Massimario fresco
di pubblicazione che raccoglie i nuovi e principali orientamenti della giurisprudenza di legittimità in ambito penale derivanti dalle sentenze emesse
nel corso del 2013.
Tra le materie, non poteva certo
mancare la sanità o, più precisamente, l’attività medico chirurgica. La
novità maggiore, secondo la Corte
di Cassazione, è da individuare nel
Decreto Balduzzi (n. 158 del 2012) e
22
in particolare all’art. 3, dove si prevede che l’esercente una professione sanitaria, che nello svolgimento
della propria attività si attiene a linee
guida ed a buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica, non
possa essere chiamato a rispondere penalmente per colpa lieve. “Si
tratta di novità evidentemente di non
poco rilievo, atteso che, per un verso, viene introdotta per la prima volta nell’ambito della disciplina penale
dell’imputazione soggettiva la distinzione tra colpa lieve e colpa grave e,
per altro verso, risultano valorizzate
le linee guida e le virtuose pratiche
terapeutiche, purché corroborate dal
sapere scientifico”, osserva la Cas-
sazione nel Massimario. Ricordando due sentenze, “quasi coeve, che
hanno tracciato la strada della futura
elaborazione giurisprudenziale”. La
prima è Sez. IV, 29 gennaio 2013, n.
16273, “con cui la Corte affronta ex
professo il tema dell’incidenza della
citata nuova legge sui processi in
corso, fornendo gli elementi ermeneutici per distinguere la colpa lieve
dalla colpa grave e chiarendo, altresì,
la funzione assolta dalle linee guida
e dai protocolli. Evidenzia, in particolare, che le linee guida accreditate
operano come direttiva scientifica
per l’esercente le professioni sanitarie ma non danno luogo a norme
propriamente cautelari, di talché non
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
configurano ipotesi di colpa specifica, in ragione sia della loro varietà e
del loro diverso grado di qualificazione sia per la loro natura di strumenti
di indirizzo e di orientamento, privi
della prescrittività propria di una regola cautelare, per quanto elastica”.
Dopo avere esaminato la posizione
della Corte, nel Massimario si sottolinea come, secondo la stessa, il Decreto Balduzzi abbia “determinato la
parziale abrogazione delle fattispecie
colpose commesse dagli esercenti le
professioni sanitarie e, segnatamente degli artt. 589 e 590 cod. pen.; la
restrizione della portata delle incriminazioni de quibus ha avuto luogo
attraverso due passaggi: l’individuazione di un’area fattuale costituita
da condotte aderenti ad accreditate
linee guida e l’attribuzione di rilevanza penale, in tale ambito, alle sole
condotte connotate da colpa grave,
poste in essere nell’attuazione in
concreto delle direttive scientifiche.
In altri termini, nell’indicata sfera fattuale, la regola d’imputazione soggettiva è ora quella della sola colpa
grave mentre la colpa lieve è penalmente irrilevante con conseguente
parziale effetto abrogativo ex art. 2
cod. pen”. Quanto alla seconda sentenza, IV Sezione penale, 24 gennaio
2013, n. 11493, si afferma, invece,
che la limitazione della responsabilità
in caso di colpa lieve, opera soltanto
per le condotte professionali conformi alle linee guida contenenti regole
di perizia, ma non si estende, quindi,
agli errori diagnostici connotati da
negligenza o imprudenza. “Interessante – si sottolinea nel Massimario
- è anche un passaggio della motivazione con cui si evidenzia che le linee
guida, per avere rilevanza nell’accertamento della responsabilità del
medico, devono indicare standard
diagnostico- terapeutici conformi alle
regole dettate dalla migliore scienza
medica a garanzia della salute del
paziente e non devono essere ispirate ad esclusive logiche di economicità della gestione, sotto il profilo
del contenimento delle spese. Se è
vero, infatti, che anche le aziende sanitarie devono ispirare il proprio agire
anche al contenimento dei costi ed al
miglioramento dei conti - a maggior
ragione in un contesto di difficoltà
economica - è altresì vero che tali
scelte non possono in alcun modo
interferire con la cura del paziente.
Nella pronuncia è chiaramente affermato che l’efficienza del bilancio
può e deve essere perseguita sempre garantendo il miglior livello di
cura, al fine di assicurare il quale il
sanitario ha il dovere di disattendere
indicazioni stringenti dal punto di vista economico che si risolvano in un
pregiudizio per il paziente”.
Ma i casi riguardanti l’attività medico
chirurgica non si fermano qui. Tra le
altre cose, con la sentenza n. 26966
del 19 aprile 2013 la Corte ha affermato che il medico, il quale compie
insieme al direttore del reparto attività sanitaria e risulta pienamente
al corrente delle condizioni cliniche
del paziente, non può pretendere di
essere sollevato da responsabilità
ove ometta di differenziare la propria
posizione, rendendo palesi i motivi
che lo inducono a dissentire dalla
decisione eventualmente presa dal
direttore. Di responsabilità a titolo di
cooperazione colposa si è parlato
nella sentenza n. 21220 del 24 aprile
2013, che ha riconosciuto in capo al
direttore responsabile di un centro
sanitario privato la responsabilità, ex
art. 113 cod. pen., per il delitto di lesioni colpose realizzato in danno di
un paziente curato esclusivamente
da un collaboratore dello studio sfornito di titolo abilitante allo svolgimento dell’attività.
CARLO PERUZZINI
INVALIDITÀ CIVILE:
DAL 1° MARZO LE VISITE ALL’INPS DI VERONA
È stato approvato in via sperimentale dalla Regione Veneto l’affidamento all’Inps delle funzioni relative all’accertamento dei requisiti sanitari
per l’ottenimento dei benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità ai fini lavorativi. Dal 1 marzo sarà
operativo un protocollo tra Inps Direzione provinciale di Verona e le Aziende Ulss 20, 21 e 22, che attribuisce all’Inps la competenza dell’effettuazione delle visite medico-collegiali. Pertanto, dal 1 marzo le Commissioni mediche delle Ulss coinvolte nella sperimentazione provvederanno alla effettuazione delle visite mediche relative alle domande pervenute entro il 28 febbraio. Per le domande presentate dal 1 marzo, le
Commissioni mediche competenti saranno esclusivamente quelle dell’Inps e, per tutta la Provincia di Verona, l’accertamento dei requisiti sanitari
sarà svolto presso la sede provinciale dell’Inps (via C. Battisti, 19). Il protocollo permette la semplificazione e la concentrazione del procedimento di riconoscimento dell’invalidità civile, razionalizza il carico di lavoro gravante sul sistema pubblico nel suo complesso con l’obiettivo di
ridurre i tempi di attesa per l’ottenimento dell’esito dell’accertamento e dell’eventuale beneficio economico. Rimane, infine, confermata l’attuale
modalità di presentazione delle domande solo per via telematica. I risultati della sperimentazione della durata di un anno (che a livello veneto
riguarda non solo le Aziende Ulss 20,21 e 22, ma anche la 10, 12 e 14) andranno periodicamente monitorati congiuntamente da Inps e dalle
Ulss, e saranno valutati in base all’esito della medesima sperimentazione
VERONA MEDICA
23
PROFESSIONE E LEGGE
ECM: opportunità e regole
RICONOSCIMENTO DEI CREDITI
ECM PER EVENTI SVOLTI ALL’ESTERO E NON ACCREDITATI DA
PROVIDER ITALIANI.
Con riferimento al riconoscimento dei
crediti ECM per le attività formative
svolte all’estero e non accreditate da
provider italiani, si rappresenta quanto segue:
1) Nel caso in cui nella documentazione prodotta dal professionista sanitario sia indicato il numero dei crediti, si applica il criterio della riduzione
del 50% fino ad un massimo di n.
25 crediti ECM per evento (determina della CNFC del 17 luglio 2013);
2) Nel caso in cui non sia indicato il
numero dei crediti ma siano indicate le ore di formazione, si applica il criterio di 1 credito ECM per
ora di formazione, per poi riconoscere il 50% dei crediti risultanti
fino ad un massimo di n. 25 crediti
ECM per evento (determina della
CNFC del 4 dicembre 2012);
3) Nel caso in cui siano riportate entrambe le informazioni (numero
dei crediti e numero delle ore di
formazione), si applica il criterio
più restrittivo (es. Attestato riportante n. 20 crediti per 12 ore di
formazione - si possono riconoscere n. 6 crediti ECM);
4) Nel caso in cui sono riportate le
giornate di formazione si assune
che 1 giorno=6 ore=6 crediti con
la riduzione del 50%, vengono riconosciuti 3 crediti ECM).
I crediti acquisibili tramite formazione individuale all’estero non possono superare il 50% dell’obbligo formativo triennale.
MEDICI COMPETENTI
Come è noto i “medici competenti”
per lo svolgimento delle loro funzioni
sono tenuti a conseguire i crediti ECM
nella misura non inferiore al 70% del
totale nella disciplina “medicina deI
lavoro e sicurezza degli ambienti di
lavoro”, riservando il restante 30% ad
altre discipline.
24
A tal fine, ai sensi dell’art. 38 comma 3 del Dlgs n. 81/2008, “per lo
svolgimento delle funzioni di medico
competente è altresì necessario partecipare al programma di educazione continua in medicina ai sensi del
Decreto Legislativo 19 giugno 1999,
n. 229 e successive modificazioni e
integrazioni, a partire dal programma triennale successivo all’entrata in
vigore del presente Decreto Legislativo. I crediti previsti dal programma
triennale dovranno essere conseguiti
nella misura non inferiore al 70% del
totale nella disciplina ‘medicina del
lavoro e sicurezza degli ambienti
di lavoro’. “Ciò implica che il medico competente per il restante 30%
potrà partecipare ad eventi formativi
aventi ad oggetto materie differenti
dalla medicina d~I lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro. In alcuni
casi i medici competenti incontrano
delle difficoltà alla partecipazione ad
eventi ECM in ragione della diversa
specializzazione in loro possesso. Ciò
genera una evidente incongruenza sistematica laddove tali professionisti
sanitari, da un lato, sono già in rapporto di servizio con enti istituzionalmente preposti allo svolgimento delle
attività di cui sopra, dall’altro, ove si
avallasse l’impedimento della partecipazione agli eventi ECM ora citati, gli
stessi professionisti non potrebbero
più svolgere l’attività per cui sono stati
assunti.
Pertanto, premesso che si ritiene opportuno consentire ai professionisti
sanitari in questione la partecipazione ai corsi di aggiornamento ECM, il
Comitato di Presidenza ha ritenuto
essere sufficiente che il professionista sanitario “medico competente”
produca al “provider” un’autocertificazione in cui attesta il ruolo ricoperto all’interno dell’azienda (Dlgs
n. 81/2008) per essere legittimato alla partecipazione sia di corsi
specifici e inerenti all’incarico ricoperto che di corsi rivolti ad alti
obiettivi e tematiche formati.
La stessa regola va applicata anche
ai medici dipendenti INAIL che partecipano ad eventi di medicina legale
non essendo possessori del titolo di
specialista.
Con l’occasione comunichiamo che:
• Ciascuno dei 79 Ordini che hanno richiesto l’account al Cogeaps
può, con la password in suo possesso, collegarsi al Cogeaps e
vedere la situazione crediti di tutti
i propri iscritti;
• Per gli altri 27 Ordini, d’accordo
con il dr. Bovenga, Presidente
Cogeaps, sarà generato d’ufficio
account e password intestata al
Presidente e comunicata con
apposita lettera. Questi Ordini
potranno successivamente modificare a piacimento la password
e richiedere al Cogeaps ulteriori
account intestati a funzionari dedicati alla gestione dell’ECM.
• Il riconoscimento dei crediti per
tutoraggio, crediti conseguiti all’estero ed autoformazione, sono
nella competenza del Presidente
dell’Ordine o suo delegato.
• Stiamo lavorando alla possibilità
di registrazione centralizzata di
esoneri, esenzione e crediti mancanti.
• È attiva la possibilità per tutti i
professionisti di creare il proprio
“dossier formativo” registrandosi
al Portale Cogeaps.
• È attivo un call-center al n. 06.
42749600 per accompagnare i
professionisti alla costruzione del
dossier formativo e rispondere ad
eventuali domande sull’ECM.
CREDITI PER ATTIVITÀ DI DOCENTE/TUTOR/RELATORE
Il numero dei crediti acquisibili dal
singolo docente/tutor/relatore per la
partecipazione ad un evento formativo non è stato finora definito. Allo
stato, sarebbe teoricamente possibile che il docente/tutor/relatore possa
acquisire n. 100 crediti ECM per 50
ore di docenza in quanto, in base al
documento “Criteri per /’assegnazione dei crediti alle attività ECM”, al
docente possono essere riconosciuti
2 crediti/ora superando, in tal modo,
il numero dei crediti totali assegnabili
a/l’evento.
La Commissione Nazionale ECM nel
corso della riunione del 20 febbraio
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
u.s. ha deliberato l’introduzione di
una soglia massima di n. 50 crediti
per il singolo evento. come avviene per i discenti. secondo il criterio
dei 2 crediti/ora di formazione.
MODELLO ATTESTAZIONE CREDITI E SODDISFACIMENTO DEL–
L’OBBLIGO FORMATIVO
Come richiesto da alcuni Ordini in
allegato alla presente nota sono riportati in formato word i modelli per
il rilascio da parte degli stessi Ordini
dell’attestato relativo ai crediti formativi acquisiti nel corso del triennio e il
format per la certificazione del soddisfacimento dell’obbligo formativo.
Sempre a disposizione per tutti gli
eventuali ulteriori chiarimenti, porgo
cordiali
COMUNICARE IL QUESITO OD IL SOSPETTO DIAGNOSTICO
È INDICE DI CORRETTEZZA DEONTOLOGICA
E DI BUONA PRATICA CLINICA
Alcuni Direttori Sanitari e Responsabili di Distretto ci hanno in varie occasioni comunicato che
è ancora abbastanza diffusa la pessima abitudine di richiedere visite specialistiche ed accertamenti diagnostici senza comunicare il quesito, o, meglio il sospetto diagnostico.
Tale comportamento può essere ammissibile in alcune situazioni particolari ma nella generalità dei casi è contrario alla buona pratica clinica ed al Codice Deontologico (artt. 59, 62) e
può in alcune situazioni critiche configurare un reato ai sensi dell’art. 328 del Codice Penale.
È altrettanto indice di correttezza deontologica e soprattutto di buona pratica clinica per TUTTI
riportare sulle richieste di accertamenti
• data di emissione del documento in cui viene indicata la richiesta
• timbro personale del medico proponente
• firma (se possibile LEGGIBILE) del medico proponente
• infine ma non per ultimo: indicazione del motivo e/o del sospetto clinico alla base della
richiesta di accertamenti
LUIGI CONTE
COORDINATORE ATTIVITÀ ECM
DELLA FNOMCEO
COMUNICATO AGLI ISCRITTI
Abbiamo attivato il nuovo servizio di segreteria telefonica.
Quando telefonerete all’Ordine sentirete la voce del RISPONDITORE AUTOMATICO,
che provvederà a smistare la chiamata secondo le esigenze di chi chiama.
LE OPZIONI SARANNO:
• DIGITARE 1 PER PRATICHE ENPAM
• DIGITARE 2 PER PUBBLICITÀ SANITARIA E RUOLI
• DIGITARE 3 PER AMMINISTRAZIONE, ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
• DIGITARE 4 PER COMMISSIONE ODONTOIATRI
Senza nessun imput digitato e rimanendo in linea
la chiamata sarà dirottata al primo operatore disponibile.
Confidiamo di poterVi dare un servizio migliore
La segreteria dell’Ordine
VERONA MEDICA
25
PROFESSIONE E LEGGE
Lotta contro la pedofilia:
obbligo del certificato del casellario giudiziario
Sulla Gazzetta Ufficiale del 22 marzo
2014 è stato pubblicato il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39 recante
“Attuazione della direttiva 2011/93/
UE relativa alla lotta contro l’abuso e
lo sfruttamento sessuale dei minori
e la pornografia minorile, che sostituisce la decisione quadro 2004/68/
GAI”.
Tale direttiva è tesa a rafforzare la
tutela del minore contro l’abuso e
lo sfruttamento sessuale nonché
a contrastare la pornografia minorile.
L’art. 2 del D.Lgs. 39/14 apporta
modifiche al D.P.R. 313/02 recante
“Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia
di casellario giudiziale, di anagrafe
delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi
pendenti”, inserendovi l’art. 25-bis.
L’art. 25-bis del D.P.R. 313/02 introdotto dall’art. 2, del D.Lgs. 39/14
concernente “Certificato penale
del casellario giudiziale richiesto
dal datore di lavoro” prevede che
“il certificato penale del casellario giudiziale di cui all’articolo 25
deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro
una persona per lo svolgimento di
attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con
minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne per taluno dei
reati di cui agli articoli 600-bis,
600-ter, 600- quater, 600-quinquies e 609-undecies del codice
penale, ovvero l’irrogazione di
sanzioni interdittive all’esercizio
di attività che comportino contatti
diretti e regolari con minori.
2. Il datore di lavoro che non adempie all’obbligo di cui all’articolo
25-bis del decreto del Presidente
della Repubblica 14 novembre,
n. 313, è soggetto alla sanzione
amministrativa pecuniaria del pa-
26
gamento di una somma da euro
10.000,00 a euro 15.000,00”.
Si rileva che tale disposizione ha carattere di generalità ed è applicabile
anche ai titolari di studio medico e
odontoiatrico che abbiano al loro interno lavoratori che svolgano attività
professionali.
Di fatto la predetta disposizione è
volta esclusivamente a responsabilizzare il datore di lavoro e pone un
obbligo, sanzionato a carico dello
stesso, di procurarsi il certificato penale del casellario giudiziale di colui
che intenda impiegare per attività
professionali che comportino contatti diretti e regolari con minori.
Sul tema il Ministero della Giustizia
con due note di chiarimento ha precisato che il datore di lavoro ha l’obbligo di procurarsi il certificato penale del casellario giudiziale di colui
che intenda impiegare al lavoro per
attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con
minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne ai sensi delle vigenti
norme anti-pedofilia.
Il Ministero della Giustizia precisa
che l’obbligo di tale adempimento sorge soltanto ove il soggetto
che intenda avvalersi dell’opera di
terzi si appresti alla stipula di un
contratto di lavoro; l’obbligo non
sorge, invece, ove si avvalga di
forme di collaborazione che non
si strutturino all’interno di un definito rapporto di lavoro. “Di ciò si
ha sicura conferma dalla lettura del
comma 2 dell’articolo 25-bis di nuovo conio, nella parte in cui riserva la
sanzione amministrativa pecuniaria,
per il caso di mancato adempimento
dell’obbligo di richiedere il certificato
del casellario giudiziale, al datore di
lavoro, espressione questa che non
lascia margini di dubbi nell’individuazione dell’ambito di operatività
delle nuove disposizioni”.
Quindi il Ministero chiarisce che le
nuove disposizioni “valgono soltanto per l’ipotesi in cui si abbia
l’instaurazione di un rapporto di
lavoro, perché al di fuori di questo
ambito non può dirsi che il soggetto, che si avvale dell’opera di
terzi, assuma la qualità di datore
di lavoro”.
Con la seconda nota il Ministero della
Giustizia evidenzia che, in ogni caso,
onde evitare che nella fase di prima
applicazione della nuova normativa possano verificarsi inconvenienti
organizzativi, nelle more del rilascio
del certificato del casellario regolarmente richiesto, il datore di lavoro
potrà procedere alla assunzione e
all’impiego del lavoratore anche
in forza di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà sottoscritta dallo stesso lavoratore,
che attesti l’assenza di condanne
legate alla pedofilia.
Si rileva, quindi, che saranno i
singoli datori di lavoro, dopo aver
ottenuto il consenso del lavoratore, a richiedere in forma cartacea
il certificato del casellario giudiziale agli uffici, consegnando il
nuovo modello predisposto dal
Ministero della Giustizia (All. n. 1).
Ciò detto, si sottolinea che da una
analisi attenta delle note del Ministero della Giustizia sembrerebbe
di poter ritenere che l’obbligo di
applicazione della nuova normativa scatti solo per i nuovi contratti
e non per quelli già in corso. Si
rileva inoltre che bisognerebbe
individuare con certezza la platea
dei collaboratori dell’impresa/società/organizzazione destinatari
della norma medesima. A tali dubbi dovrebbe rispondere il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con apposita Circolare.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
Raccomandazioni per l’impiego corretto
delle apparecchiature TC volumetriche
«Cone beam» (10A06042)
(G.U. Serie Generale n. 124 del 29 maggio 2010)
Premesse
L’obiettivo delle seguenti raccomandazioni è di fornire indicazioni per assicurare ai pazienti appropriate e adeguate
prestazioni connesse all’uso della tecnologia TC volumetrica «Cone beam»,
in attuazione delle previsioni del comma 1 dell’art. 6, del decreto legislativo n.
187/2000, al fine di evitare la possibilità
di esecuzione di esami inappropriati o
non ottimizzati.
Descrizione della tecnologia
La TC volumetrica «cone beam» è una
particolare apparecchiatura Tomografica Computerizzata caratterizzata
dall’acquisizione di tutto il volume da
indagare in un’unica rotazione del complesso sorgente radiogena-rivelatore,
grazie a un rivelatore ad ampio sviluppo
bidimensionale, che in passato era costituito da un IB (intensificatore di brillanza) sostituito in seguito, in quasi tutte
le apparecchiature, da un rivelatore allo
stato solido.
Il rivelatore può avere una superficie
rotonda o rettangolare di varie dimensioni; sono ora in uso apparecchi con
campi di acquisizione che variano da
un diametro massimo di circa 30 cm
fino a pochi cm quadrati di superficie.
Questo tipo di apparecchiatura è stata
all’origine sviluppata in ambito radioterapico, ma ha avuto una concreta applicazione clinica e una recente rapida
diffusione nel campo della diagnostica
odonto-maxillo-facciale. Altre applicazioni sono state sviluppate su sistemi
radiologici con «arco a C» in ambito ortopedico o angiografico-interventistico.
Attualmente le TC volumetriche «cone
beam» hanno la loro principale applicazione e diffusione come apparecchiature dedicate allo studio delle strutture
odonto-maxillo-facciali.
VERONA MEDICA
Qualità radiologica e rischi
di esposizione
La tecnica TC volumetrica «cone
beam», grazie alla maggior capacità di
risoluzione dei rivelatori utilizzati e all’elevato contrasto intrinseco delle strutture ossee, consente di ottenere immagini di buona qualità di tali strutture con
dosi al paziente inferiori a quelle somministrate abitualmente, con i parametri
convenzionali, da apparecchiature TC
tradizionali (a parità di volume irradiato
da 5 a 20 volte inferiore). Correttamente, pertanto, la tecnica TC volumetrica «cone beam» non risulta basata
sull’utilizzo di apparecchiature a bassa
dose, ma sfrutta piuttosto metodologie
a bassa dose ovviamente limitate, in
relazione al basso contrasto naturale,
nell’effettuazione di misure della densità
in modo accurato e nella loro possibilità
di utilizzazione nello studio di parti molli.
La dose efficace assorbita dai pazienti
sottoposti ad esame odontoiatrico mediante TC volumetrica «cone beam»
(esame CBCT) risulta essere significativamente superiore a quella assorbita
nel caso di esami con ortopantomogra-
fo o esami cefalometrici. Si veda a tale
proposito la tabella seguente (Tab. 1) in
cui sono presentati i valori di dose efficace tipici per le procedure radiografiche dentali riportati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA).
Da quanto esposto nella tabella 1, risulta evidente come, al fine dell’utilizzo
della tecnica «cone beam» per le diverse situazione cliniche, sia richiesta
un’attenta analisi dei suoi vantaggi e
limitazioni, non potendo in nessuno
caso essere minimizzati i rischi di esposizione alle radiazioni ionizzanti prodotti
da tali sistemi, prendendo erroneamente a presupposto che la dose da essi
impartita possa essere considerata
trascurabile. Nei principi che stanno
alla base della radioprotezione, infatti,
nessuna dose è di per sé trascurabile,
in quanto per ogni esposizione sussiste
sempre il rischio di possibili lesioni per
effetti di tipo stocastico, che sebbene
in termini di probabilità di insorgenza
presentano una relazione diretta con
la dose, rispetto alla gravità degli effetti
risultano indipendenti dalla stessa, potendosi manifestare dopo tempi molto
TAB. 1
Dose efficace
(μSv)
Nostre
Apparecchiature
Esame radiografico dentale intraorale
1-8
4 x 14 endorali media
Esame panoramico dentale
4 - 30
Media 6-10
Esame cefalo metrico
2-3
Tipo di esame dentale
Esame CBCT
(per piccoli volumi dento-alveolari)
34 - 652
Media circa 40-80
Esame CBCT
(per grandi volumi cranio-facciali)
30 - 1079
Media circa 40-80
27
PROFESSIONE E LEGGE
lunghi, come avviene per gli effetti ereditari o per lo sviluppo di neoplasie.
L’accettabilità dei rischi può essere considerata tale unicamente in relazione
al rapporto rischio/beneficio valutato,
per cui, tenuto conto anche dell’ampia
variabilità della dose efficace impartita
dalle diverse tecniche utilizzate, diventa fondamentale una scelta ottimizzata
della tecnica impiegata.
La TC volumetrica «cone beam» deve
essere effettuata nel pieno rispetto
dei requisiti di giustificazione e deve
essere gestita solamente da personale qualificato, opportunamente
formato e con adeguata esperienza,
come richiesto dall’art. 7 del decreto
legislativo n. 187/2000, anche ai fini
della ottimizzazione dell’esame.
Indicazioni operative procedurali
L’utilizzo delle apparecchiature TC volumetriche «cone beam» è di norma
prerogativa dell’attività specialistica
radiologica.
Le specifiche competenze del medico
specialista radiologo, coadiuvato dal
tecnico sanitario di radiologia medica,
garantiscono infatti:
-la corretta esecuzione dell’indagine (precisione nel posizionamento,
scelta dei migliori parametri di esposizione e di volume indagato) con
garanzia di applicazione delle norme
di radioprotezione e di rispetto dei
principi di giustificazione e di ottimizzazione;
- l’utilizzazione di conoscenze diagnostiche radiologiche specifiche
nella elaborazione e nella strutturazione di un report professionale;
- una diagnosi strutturata e completa.
Nel caso di utilizzo delle apparecchiature TC volumetriche «cone beam» in
attività radiodiagnostiche complementari per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri
della disciplina specialistica del medico
o dell’odontoiatra, non possono essere effettuati esami per conto di altri
sanitari, pubblici o privati, né essere
redatti o rilasciati referti radiologici,
in quanto l’utilizzo di apparecchiature
radiodiagnostiche in via complementare risulta essere ammesso limitatamente alle sole condizioni prescritte dal
decreto legislativo n. 187/2000.
In via generale, pertanto, sono esclusi dalla possibilità di esecuzione in via
28
complementare tutti gli accertamenti
diagnostici svincolati da esigenze funzionali di ausilio per specifici interventi di
carattere strumentale propri della disciplina specialistica; l’uso di tecnologie di
supporti utilizzanti radiazioni ionizzanti
risulta essere ammesso esclusivamente a condizione che siano soddisfatte tutte le previsioni fissate alla lettera
b) dell’art. 2 del decreto legislativo n.
187/2000.
Risultano ammesse, in attività radiodiagnostiche complementari, solo le
pratiche che per la loro caratteristica di
poter costituire un valido ausilio diretto
e immediato per lo specialista, presentino i requisiti funzionali e temporali di
risultare «contestuali», «integrate» ed
«indilazionabili» rispetto allo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina
specialistica.
Si deve intendere a tal fine, secondo
l’uso comune, per «contestuale» tutto
quello che avviene nell’ambito della
prestazione specialistica stessa e ad
essa direttamente rapportabile. La
«contestualità » rispetto all’espletamento della procedura specialistica
interessa pertanto sia l’ambito temporale in cui si sviluppa la prestazione
strumentale, sia l’ambito funzionale
direttamente riconducibile al soddisfacimento delle finalità della stessa
prestazione.
Per risultare «integrato» l’uso della pratica complementare deve essere connotato dalla condizione di costituire un
elemento di ausilio della prestazione
stessa, in quanto in grado di apportare
elementi di necessario miglioramento o arricchimento conoscitivo, utili a
completare e/o a migliorare lo svolgimento dello stesso intervento specialistico di carattere strumentale.
Sotto il profilo temporale la pratica
complementare deve risultare non dilazionabile in tempi successivi rispetto
all’esigenza di costituire un ausilio diretto ed immediato al medico specialista o all’odontoiatra per l’espletamento
della procedura specialistica, dovendo
come prescritto dalla normativa risultare sotto tale profilo «indilazionabile»
rispetto all’espletamento della procedura stessa, per risultare utile.
L’utilizzo delle apparecchiature TC volumetriche «cone beam» deve prevedere:
- piena giustificazione dell’esame.
Tutti gli esami effettuati in attività di radiodiagnostica di ausilio al medico specialista o all’odontoiatra devono risultare giustificati singolarmente, e pertanto
devono risultare correttamente valutati i
potenziali benefici al paziente rispetto ai
possibili rischi; a seguito di tale valutazione i vantaggi devono risultare superiori ai rischi, tenendo anche conto del
possibile uso alternativo di tecniche che
comportino una minore o nulla esposizione a radiazioni ionizzanti:
- obbligo di preventiva acquisizione
del consenso informato scritto.
In tale documento devono essere in
modo facilmente comprensibile e chiaro portati a conoscenza del paziente i
rischi connessi all’esposizione a fronte
dei benefici attesi; il documento deve
altresì contenere una relazione clinica
a motivazione dell’effettuazione dell’esame e le altre informazioni riguardanti
la giustificazione della pratica e l’indicazione della dose che verrà somministrata. Una copia del consenso informato, sottoscritta dal paziente, dovrà
essere consegnata, controfirmata dal
medico specialista o dall’odontoiatra,
allo stesso paziente, quale utile promemoria in relazione ad altri possibili
accertamenti radiologici; l’originale
dovrà essere conservato agli atti dal
medico specialista o dall’odontoiatra.
-Deve essere assicurata adeguata
archiviazione e conservazione cartacea e/o informatica del consenso
informato per un periodo di almeno
5 anni;
- devono essere assicurate l’archiviazione e la conservazione per un adeguato periodo, non inferiore a 5 anni
di tutte le immagini realizzate con
l’apparecchiatura (anche se di prova
o per i controlli di funzionalità, di qualità ecc.);
-devono essere assicurate la registrazione e archiviazione su apposito registro, anche su supporto
informatico, di tutti gli esami eseguiti, al fine di consentire le valutazioni
delle esposizioni ai sensi dell’art. 12
del decreto legislativo n. 187/2000,
nonché i relativi controlli da parte
degli organi di vigilanza. Il numero
totale delle esposizioni registrate dovrà corrispondere alla somma delle
esposizioni risultante dal contatore
dell’apparecchiatura;
- deve essere effettuata la consegna
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
al paziente dell’iconografia completa
dell’esame (anche in formato digitale) necessaria per eventuale comparazione con esami precedenti o
successivi, oltre che per valutazioni
da parte di altri specialisti, nonché
per motivi medico-legali;
- l’effettuazione dell’esame per l’attività radiodiagnostica complementare dovrà essere assicurata
direttamente da parte del medico
specialista o dall’odontoiatra, opportunamente formato ed esperto, o anche, per gli aspetti pratici
di esecuzione dell’indagine, avvalendosi del tecnico sanitario di
radiologia medica;
-deve essere assicurata la verifica
periodica della dose somministrata
e della qualità delle immagini, avvalendosi della collaborazione di un
esperto di fisica medica nell’ambito del programma di garanzia della
qualità;
- deve essere effettuata una specifica
formazione nell’utilizzazione della
tecnologia nell’ambito dell’aggiornamento quinquennale di cui all’art. 7,
comma 8, del decreto legislativo n.
187/2000.
L’impiego sempre più frequente di
apparecchiature radiologiche, anche
da parte di medici non specialisti in
radiologia, in attuazione delle previsioni dell’art. 8 del decreto legislativo
n. 187/2000, richiede da parte degli
organi territorialmente competenti del
Servizio Sanitario Nazionale un’atten-
ta e regolare vigilanza sulle sorgenti
di radiazioni ionizzanti connesse ad
esposizioni mediche, con verifica puntuale in particolare sulla adozione di
adeguati programmi di garanzia della
qualità, sulla corretta informazione al
paziente, sulla verifica periodica della
dose somministrata, sulla avvenuta
registrazione e conservazione dei dati,
quale efficace deterrente preventivo
per assicurare un uso sempre giustificato ed ottimizzato e per scoraggiare,
attraverso le previste sanzioni, esecuzioni non giustificate e inappropriate di
esami radiologici sanitari, che sono in
grado di provocare indebiti rischi alle
persone e alla collettività, oltre che
rappresentare uno spreco inaccettabile di risorse.
SERVIZI DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI VERONA
OFFERTI AGLI ISCRITTI
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Verona (OMCeO VR) mette gratuitamente a disposizione
dei suoi Iscritti, per problematiche relative all’attività professionale, le seguenti consulenze:
CONSULENZA LEGALE (Avv. Donatella GOBBI)
La consulenza va richiesta al n. tel. 045 594377 nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 15,30 alle 17,00
CONSULENZA MEDICO LEGALE (Dott.ssa Federica BORTOLOTTI)
La consulenza va richiesta all’indirizzo di posta elettronica: federica.bortolotti@univr.it
CONSULENZA ASSICURATIVA (Avv. Giuseppina MARITATO)
La consulenza va concordata con la Consulente al n. tel. 340 6850550
CONSULENTE FISCALE (Dott.ssa Graziella MANICARDI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nella giornata di martedì dalle 09,30 alle 12,00.
Consulenza telefonica si può ottenere al n. 0376 363904 il lunedì dalle 15,00 alle 16,00
CONSULENZA E.N.P.A.M. (Segreteria OMCeO VR - Sig.ra Rosanna MAFFIOLI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nelle giornate di martedì e giovedì
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Verona ha stipulato una convenzione con “Aruba”, riservata agli
Iscritti, per l’attivazione gratuita della Posta Elettronica Certificata (PEC), mediante registrazione nell’area riservata del
sito dell’Ordine: www.omceovr.it
Le sig.re Virna Giampieri e Rosanna Maffioli sono a disposizione dei Medici ai numeri telefonici 045 8006112 e 045 596745
per le indicazioni operative che si rendessero necessarie.
VERONA MEDICA
29
ATTUALITÀ
Novità fiscali 2014
Elenchiamo alcune tra le più importanti novità approvate dalle Legge di Stabilità per il 2014, riguardanti tutti i soggetti:
TRIS DI IMPOSTE
SULLA CASA
IMPOSTE DI REGISTRO
Dal 01.01.2014 riformata la tassazione sui trasferimenti immobiliari.
Modificate le aliquote dell’imposte di registro al 2% e al 9% (con un minimo di
1000 euro), 12% invece per i terreni.
Le imposte fisse (registro, ipotecarie e catastali) stabilite in 50 e in 200 euro
(prima euro 168,00).
APE
(ATTESTATO DI
PRESTAZIONE
ENERGETICA)
NELLE LOCAZIONI
L’obbligo di allegare l’ACE a tutti i nuovi contratti di locazione non è più
necessario a pena di nullità del contratto (l’obbligo di allegarla rimane comunque
per le locazioni di interi edifici e per i trasferimenti a titolo oneroso).
L’obbligo di allegazione dell’Ape per le locazioni di singole unità immobiliari
(che in precedenza era sanzionato con la nullità del contratto), è stato sostituito da una sanzione da € 1.000 a € 4.000, nel caso in cui manchi menzione dell’APE all’interno di un nuovo contratto di locazione.
RECUPERO EDILIZIO
DETRAZIONE 50%
La maxi-detrazione del 50% sugli interventi di recupero edilizio (manutenzioni straordinarie, ristrutturazioni, restauro e risanamento conservativo) è stata
prorogata fino alla fine del 2014. Nel 2015 sarà ridotta ad al 40%, per poi
tornare al 36% dal 2016.
RISPARMIO ENERGETICO:
DETRAZIONE 65%
Prorogata fino al 31.12.2014 l’aliquota maggiorata al 65% e poi fino alla fine
del 2015 con la percentuale ridotta del 50%.
BONUS MOBILI
Prorogato l’incentivo che consente di detrarre il 50% della spesa con il limite di 10.000 euro. Il beneficio è consentito solo se spetta la detrazione del
50% per lavori di recupero del patrimonio edilizio, pagati dal 26.06.2012 al
31.12.2015.
DETRAZIONI IN BUSTA
PAGA
30
È stata istituita la IUC (imposta unica comunale) che è costituita da tre imposte:
• TASI (tassa rifiuti), che ricalca le tasse sui rifiuti che l’hanno preceduta;
• IMU (imposta municipale sugli immobili) già esistente;
• TASI (tassa sui servizi indivisibili), che altro non è che un’addizionale IMU,
che colpisce la medesima base imponibile ma che si applica anche sugli
immobili esclusi dall’IMU (compresi abitazione principale e fabbricati rurali
strumentali).
L’IMU pagata da imprese e professionisti diventa parzialmente deducibile dal
reddito, nella misura del 30% (rimane invece indeducibile ai fini IRAP).
La legge di stabilità per il 2014 apporta piccoli aumenti alle detrazioni irpef
spettanti ai lavoratori dipendenti e assimilati.
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
L’AFFITTO NON SI PAGA
IN CONTANTI
Stop all’utilizzo del contante per il pagamento dei canoni di locazione abitativa dal 1 gennaio 2014, come da ns. precedente circolare.
COMPENSAZIONI:
DA “VISTARE” I CREDITI
SOPRA 15.000 EURO
L’obbligo di ottenere il visto di conformità prima di compensare in credito
eccedente i 15.000 euro, viene esteso, oltre all’iva, anche alle altre imposte
risultanti dalla dichiarazione dei redditi (irpef, ires, addizionali, ritenute alla
fonte, imposte sostitutive, irap, ecc).
RIMBORSI DEL 730
SOPRA 4.000 EURO
Tali rimborsi non verranno più erogati direttamente dal datore di lavoro, ma
dall’Agenzia delle Entrate, previo opportuno controllo.
REDDITOMETRO
I Il reddito conseguito dal contribuente va confrontato con la effettiva capacità
di spesa del contribuente.
Ai fini della ricostruzione del reddito con il redditometro non possono rilevare
le spese medie Istat, come invece inizialmente previsto.
Secondo il Garante della Privacy possono rilevare le spese effettive sostenute dal contribuente, le spese per elementi certi e il fitto figurativo.
BOLLO PIÙ CARO SUI
PRODOTTI FINANZIARI
Aumentata l’imposta di bollo dal 1,5 per mille al 2 per mille, a partire dall’anno
2014, sulle comunicazioni periodiche alla clientela. Scompare l’importo minimo di 34 euro.
CAPITALI ALL’ESTERO
A partire da Unico 2014 il modulo RW è sostituito dal nuovo quadro RW, che
comprende sia i dati sul valore iniziale e finale delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero, sia i dati utili per il calcolo dell’IVIE e dell’IVAFE.
Modificata l’imposta di bollo e l’imposta Ivafe (ora al 2 per mille).
Per i contratti stipulati dal 01.01.2014 da imprese, la durata minima in caso di
acquisto di beni mobili diventa la metà del periodo di ammortamento (rimane
LEASING: SI ABBREVIANO
invariata la regola di deducibilità per le auto, pari al periodo di ammortamento).
Per gli immobili la durata minima viene invece ridotta ad anni 12.
I TEMPI PER DEDURRE
Per i professionisti cambiano solo le regole per la deducibilità dei leasing imI CANONI
mobiliari che dovranno avere una durata minima di 12 anni, mentre restano
invariate le altre disposizioni.
CARTELLE SENZA
INTERESSI SE SI PAGA
ENTRO FINE FEBBRAIO
VERONA MEDICA
Possibilità di pagare in un’unica soluzione, entro il 28.02.2014, le cartelle
Equitalia togliendo gli interessi di mora e quelli per ritardata iscrizione a ruolo.
Restano dovute le somme pretese, le sanzioni e gli aggi.
Rientrano nella sanatoria gli importi iscritti a ruolo fino al 31.10.2013 sia in
cartelle di pagamento che in avvisi di accertamento.
31
ATTUALITÀ
Altre novità, riguardanti solo i titolari di partita iva, sono:
IRAP SUL COSTO
DEL LAVORO
Oltre alla già esistente deducibilità dell’IRAP sulla componente lavoro ed ad
altre deduzioni nel calcolo dell’imponibile IRAP, è stata introdotta una ulteriore deduzione di 15.000 euro per il personale a tempo indeterminato assunto
in via incrementale dal 2014. Il totale delle deduzioni non può superare il
costo di ciascun dipendente.
PERDITE SU CREDITI
Chiarite le modalità per effettuare la deduzione sui mancati incassi.
RIVALUTAZIONI BENI
D’IMPRESA
Possibile la rivalutazione dei beni d’impresa, con le stesse regole delle rivalutazioni precedenti. Costo della rivalutazione: 16 % e 12% a seconda che
i beni siano a ammortizzabili o non, più un 10% per rendere affrancabile il
saldo.
Gli effetti decorreranno dal 2016.
ACE (AIUTO ALLA CRESCITA L’aliquota per il calcolo del rendimento ai fini ACE sarà elevata dal 3% al 4%
per l’anno 2014.
ECONOMICA)
INDENNITÀ SUPPLETTIVA
DI CLIENTELA
Chiarito che è assimilabile all’indennità di fine rapporto degli agenti ed è deducibile per competenza e non per cassa.
SVALUTAZIONE
DELLE RIMANENZE
Nessuna rilevanza fiscale per le svalutazioni delle rimanenze valutate a costo
specifico ma solo per quelle valutate a Lifo, Fifo, costo medio, con i limiti
dell’art. 92 comma 5 del TUIR.
TENUTA CONTABILITÀ:
CORREZIONE ERRORI
DI COMPETENZA
È stato chiarito che la correzione di costi (o proventi) imputati nell’anno sbagliato, si effettua mediante:
• indeducibilità del competente negativo iscritto per la correzione dell’errore
• nuova deduzione del componente negativo mediante variazione in diminuzione nel corretto esercizio di competenza.
Nuove aliquote per l’anno 2014: 20% per iscritti ad altre gestioni previdenziali
pensionati; 27% per partite iva iscritte in via esclusiva, 28% per gli altri iscritti
INPS GESTIONE SEPARATA
in via esclusiva (cocco e cocopro) a cui poi bisogna aggiungere 0,72% per
assistenza maternità ecc.
COMMERCIO: CANCELLATA Dal 1 gennaio 2014 è soppressa la comunicazione di messa in servizio dei
LA DICHIARAZIONE PER I
registratori di cassa. Non sono stati invece eliminati gli obblighi di verificazione periodica.
REGISTRATORI DI CASSA
STUDIO COMMERCIALISTA
DOTT. DANIELA ZANARDI
PIAZZA MUNICIPIO, 9
37050 ANGIARI (VR)
TEL 0442 660245 - FAX 0442 660245 E-MAIL INFO@STUDIOZANARDI.COM
32
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
La peste del 1630 a Verona:
terapie e alimentazione all’interno
del Lazzaretto
GIANNA FERRARI DE SALVO
La devastante peste nera giunse a
Verona la notte tra il 14 e il 15 marzo del 1630 con il soldato bresciano
Francesco Cevolini, che, stremato da
indicibile spossatezza, chiese ospitalità nella locanda di Lucrezia Isolana
in contrada San Salvar Corte Regia. Il
malessere che l’affliggeva si aggravò
e dopo soli cinque giorni morì1. Il medico Adriano De Grandis sentenziò
che non si trattava di «male geloso e
comunicabile» (nel senso di malattia
trasmissibile da denunciare alle autorità); invece, poco dopo, anche la locandiera e i suoi famigliari cessarono
di vivere. Medici e chirurghi chiamati
a ispezionare i cadaveri discussero
a lungo, ma le loro opinioni furono
discordanti nonostante che all’inguine destro di Lucrezia spuntasse un
tumoretto bluastro2. Solo il medico
Francesco Grazioli e il chirurgo Camillo Giordani3 sostennero fermamente
che quei decessi erano dovuti alla
peste4. L’infezione, favorita dall’ignoranza dei medici e dall’incredulità dei
cittadini, in pochi giorni travolse l’intera città espandendosi poi alla provincia e provocando migliaia di morti5.
Il Lazzaretto
Nel gennaio del 1549 era stata posta
la prima pietra per la costruzione di un
nuovo edificio adatto a ospitare i malati contagiosi in un luogo comodus
et habilis presso la riva dell’Adige ai
margini della località di San Pancrazio6. La realizzazione dell’imponente
edificio andò a rilento e il suo compimento si concretizzò solo nel 1628,
appena in tempo per l’epidemia che
sarebbe scoppiata da lì a due anni.
Il nuovo ospedale, fornito di tutti i
comfort allora possibili, non era anco-
VERONA MEDICA
ra completamente arredato — specie
per un’emergenza così imponente —
e mancava persino dei letti. Di questo
si premurò in prima persona don Silvestro Pighi cappellano del Lazzaretto7 (che all’inizio ebbe anche funzioni
di direttore), reclamando all’Ufficio di
Sanità8 tutto l’occorrente per approntare i primi giacigli, ma pure piatti,
scodelle, posateria, scope, secchie,
corde per tirar l’acqua dai pozzi, legna
e cibarie varie.
La peste
Le lettere di Alvise Vallaresso
Se la peste di Verona è stata oggetto di numerosi studi, risulta moderata
invece l’attenzione rivolta alle lettere
del cavaliere Alvise Vallaresso9 inviate con cadenza quasi giornaliera
ai provveditori alla Sanità della Città
per informarli sull’evoluzione epidemica, che qui si trascrivono nelle parti
essenziali10. Già capitano di Brescia,
fu nominato «procuratore con carica
di capitano e provveditore alla Sanità di qua dal Mincio»; con indefessa
vigilanza e assistenza autorevole prese fermamente in mano la situazione
ordinando il ricovero di malati, o sospettati tali, approntando misure profilattiche drastiche onde impedire il
propagarsi del contagio11. Nella lettera
del 9 giugno 1630, egli comunica che
«essendo per nuove cause emergenti
[…] riempita la città di gente militare et
contadini, che per fuggir la rabia dei
nemici si ricovrano qui, è accresciuto
il numero delli habitanti, et con essi il
numero dei morti, assendendo hora a
centosettanta al giorno, molti dei quali
con segni di peste12». Anche Legnago stava soffrendo lo stesso disagio,
ma non il resto del Veronese, che fino
a quel momento «si era conservato
sano».
10 giugno: il nostro procuratore,
dopo aver dettato nuove regole cui
attenersi per il buon funzionamento
del nosocomio, avverte che il male
va peggiorando. Il giorno precedente
vi erano stati 72 nuovi ricoveri, i morti
erano saliti a 206. Vallaresso ritiene
“opportunissimo” che siano assegnati
al Lazzaretto dei sopraintendenti alla
cura degli ammalati, due “fanti” competenti e un paio di padri cappuccini
per somministrare i sacramenti.
16 giugno: sebbene si speri in un
cambiamento favorevole, a causa del
gran caldo si contano circa 300 decessi (tra loro anche due dei tre medici); Sebastiano Bernardi, capitano
della piccola guarnigione di presidio
al Lazzaretto, versa in «gravissimo
pericolo» e morirà da lì a poco. Vallaresso ordina: che gli infermieri vengano visitati onde scoprire in tempo se
hanno contratto l’infezione; che tutti
gli ammalati debbano essere controllati e separati dagli infetti; che i soldati
e le persone benestanti siano collocati in luogo separato, mentre i becchini
vanno ulteriormente incitati ad asportare con urgenza i cadaveri. L’ospedale ospita ormai più di 1000 contagiati; per fronteggiare l’emergenza
il numero dei medici, dei chirurghi e
degli infermieri va immediatamente
incrementato.
18 giugno: un altro medico «è ca-
33
STORIA DELLA MEDICINA
duto gravissimamente infermo […]
e uno dei chirurghi […] giace ferito
a morte». L’alacre dirigente denuncia che i Provveditori alla Sanità, per
mancanza di carità, per timore o per
disinteresse, sembrano privi di quella
«diligenza che dovrebbe essere loro
propria». Sembra difficilissimo reperire infermieri, guardiani e piçegamorti
(becchini)13: quelli in servizio restano
infettati o fuggono spaventati, e una
moltitudine di cadaveri giace insepolta. Viene chiesto insistentemente l’invio di due chirurghi o barbieri14, quattro guardiani competenti delle cose
del Lazzaretto, due infermieri maschi
di qualche esperienza e almeno venti
becchini. Vallaresso auspica di essere prontamente esaudito, affinché
l’enorme fatica sostenuta per far ben
funzionare le cose non sia vanificata.
Informa d’aver visitato il nosocomio �
non senza suo grave pericolo � «cosa
che servì, se non altro, di grande consolazione a quei poveri miserabili ridotti a 1400».
28 giugno: l’infezione pare espandersi nella provincia. Nell’ospedale è
calato il numero dei morti e il morbo
« sembra essere meno maligno per il
frutto delle buone regole che si tengono […]. Il caldo si è riacceso, sono
deceduti alcuni ministri, ma il male
non perdona ad alcuna qualità di persone». L’arrivo di due chirurghi e di 23
becchini è stato di grande sollievo; finalmente si è provveduto a tumulare
i moltissimi cadaveri che giacevano
accatastati da quattro giorni nelle barche. Anche il controllo e la vigilanza
dei padri cappuccini si è dimostrato
determinante.
Nonostante le precauzioni adottate,
l’infezione inizia a dilagare nel territorio:
quei paesani e milizie, che spaventati
si sono allontanati dalla città, hanno
contribuito alla diffusione. Da Mantova
è giunta supplica di aiuti e da Verona
sono pronti a partire cinque barbieri
con due casse di medicamenti e un
barile d’acqua, ma Vallaresso cerca di
valutare se non sia più opportuno avvalersene per i suoi malati.
29 giugno: si attende ancora l’arrivo di
quattro guardiani sollecitati il 18 giugno.
4 luglio: «non scema niente l’ardore
di questa pestilenza, ogni provvisione
si fa, ogni rimedio si usa, ma contro
tanta furia non v’è cosa che vagli.
Quanti ministri et operai si vanno so-
34
stituendo, tanti muorono, onde tra il
mancamento et il terrore languisce
per difetto d’huomeni ogni provvidenza. […], nella mia casa la stragge è stata grandissima, et si può dir
distrutto de’ monaci il monasterio di
San Nazario, onde ho voluto trovar
nuovo alloggiamento». Uno dei padri
cappuccini è morto, un altro è malato,
così pure uno dei quattro chirurghi.
Occorrerebbe aumentare il personale d’assistenza corporale e spirituale,
ma è difficile reperirlo. I becchini non
bastano a seppellire i tanti morti, servirebbero due medici e almeno altri
quattro chirurghi e quattro o sei cappuccini.
8 luglio: in due giorni sono morte 260
scavare fosse e fabbricare barelle,
barche e carrette. C’è bisogno di calcina per coprire i cadaveri e smorzare
il fetore.
12 luglio: i decessi restano sotto i
300. Quattro dei sei ceroici (chirurghi)
sono morti. Le casse di medicinali destinate a Mantova sono state affidate
allo speziale del Lazzaretto veronese
perché ne faccia uso. Non avendo
necrofori a sufficienza, sono state fatte bruciare cinque barche straripanti
di cadaveri che non potevano certo
essere gettati in Adige. Il Lazzaretto è
stracolmo. Tutte le stanze sono occupate e diversi malati stanno distesi a
terra coperti da logore tende tolte alle
barche. Vallaresso chiede che gli sia-
Lazzareto Verona
persone, alcune con segni di peste,
altre con «febbre pestilenziale». Sono
deceduti diversi «padri Tolentini15 che
somministravano l’opera della carità,
e altri padri cappuccini che servivano
al Lazzaretto e pure uno dei chirurghi d’Alemagna». È morto il chirurgo
Gasparo Meneghini, «huomo veramente degno di molta considerazione
avendo servito con molta prontezza
e carità», lasciando in ristrettezze la
sua numerosa famiglia. Servirebbero
almeno dodici religiosi per gli «urgentissimi bisogni non meno del corpo
che dell’anima». Molti “beccamorti”
sono deceduti e bisogna al più presto sostituirli, così come gli operai per
no inviate due tende da galea (barca)
per dar riparo a quelli che giacciono
all’addiaccio. Si iniziano a costruire
alcune baracche nei prati vicini. Sarebbero necessari altri padri cappuccini. E qui il sovrintendente aggiunge
sconsolato: «dopo tanti morti nella
mia famiglia tengo anco nuovamente
il mio cancelliere ammalato».
17 luglio: finalmente arrivano cinquanta seppellitori. Trenta di loro,
dopo essere stati passati in rassegna,
vengono scortati da due ufficiali fino a
Lazise da dove salperanno per Salò
con destinazione Bergamo. Dei venti
rimasti, dieci sono assegnati al Lazzaretto di Verona, gli altri dieci dirotta-
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
ti a interrare i morti in Campo Marzo
poiché non è possibile continuar a
bruciare i cadaveri nelle barche «né
lasciarli al corso del fiume».
Sono morti i chirurghi Domenico Zorato e un certo Filippo da Venezia, altri
due stanno male. Vallaresso rammenta ai Rettori di proteggere la numerosa famiglia del chirurgo Meneghini,
morto l’8 luglio, e reclama un’urgente
spedizione di medicinali.
20 luglio: sono contagiate 200 persone al giorno, ma par di vedere che
il morbo s’è fatto «più benigno». Due
medici sono morti, due dei sei chirurghi
sono infetti, servirebbero almeno altri
quattro sanitari. Appena si troveranno
delle carrette, sei fornai e tre casse di
preparati terapeutici dovranno partire
per il Lazzaretto di Bergamo.
ti diari, essendo anco il male entrato
nelle casate grandi et progredisce fieramente nel territorio. I nobili Correr,
Basadona e altri sono in contumacia.
[…] li bugnoni, o pèste, si sono fatti
più medicabili e molti ne guariscono.
Ma le febbri maligne sono quelle che
ammazzano hora per lo più». Segnala
che nelle casse che dovevano essere inviate a Mantova si è rotto il vaso
dell’agro di cedro18, mentre quello
con lo zucchero rosato19 è stato dato
ai cappuccini. Il 31 luglio ci sono stati
84 decessi.
5 agosto: «le febbri pare cadano in
terzana», i morti vanno scemando
e «si va sperando maggior frutto». Il
medico dell’ospedale fa pressione
perché gli sia inviata «della polvere
dell’Algarotto20 stimando debba far
Pianta originale del Lazzareto
25 luglio: ormai gli ammalati si sono
ridotti della metà e dal 20 luglio i morti
sono stati circa 13016. Il medico tedesco17 supplica il rifornimento di medicamenti «senza i quali è impossibile
far cosa di bene». Vallaresso chiede
che gli siano inviate altre tende da
barca e informa le autorità d’aver nominato un «sopraintendente alli piçegoti per sapere quello che operano et
che non fuggano».
1 agosto: Vallaresso conferma d’aver finalmente ricevuto le due casse
di medicamenti tanto invocate dal
medico tedesco, aggiungendo che
«continua qui il coltello della pestilenza et febbri maligne ad atterrar cento
persone al giorno in circa, et alle volte
meno, come vedranno dalli congiun-
VERONA MEDICA
gran riuscita sì come anco dell’onguento del signor Querini». Spera di
riceverne una buona quantità per poterne constatare l’efficacia.
7 agosto: Vallaresso annuncia ai Rettori la sua partenza per La Bevilacqua
per erigere due Lazzaretti, uno verso
il Padovano, l’altro verso il Vicentino.
Coglierà l’occasione per visitare il territorio circostante dato che l’illustrissimo Molin di Legnago21 gli ha inviato
lettere per annunciargli che «il contaggio dii principio à farsi sentire». La
sera prima, Antonio Grosso (v. nota
17) gli aveva consegnato una scatola con il suo medicamento insieme a
«una cassettina de’ vasi 23 onguento
chiamato il Santo del signor Querini».
Nelle lettere del 17 e 20 dicembre
Vallaresso lamenta di non avere soldi
per ricompensare Grosso e di «non
aver voluto scientemente pagare i chirurghi e i seppellitori per avantaggiar
il pubblico erario», temendo che potessero essere stati retribuiti anche da
Verona o da Venezia, venendo così a
percepire emolumenti non dovuti.
Fine del contagio
2 gennaio 1631: viene ribadito che
siano finalmente versati gli emolumenti spettanti a medici, chirurghi,
becchini e a tutti coloro che a diverso titolo lavorarono al Lazzaretto. Si
fanno i nomi di barbieri e becchini di
Venezia e dei volontari ingaggiati per
lavorare nei Lazzaretti di Mantova e
Verona che avevano percepito un salario anticipato di due mesi restituibile
immediatamente in caso di recesso
dal contratto.
Da un’informazione del 16 luglio 1634
scopriamo che la città di Verona, per
i bisogni dei cittadini rimasti a vivere
nelle loro abitazioni, si servì di un medico e di diversi chirurghi “alemanni”
nonché di un consistente numero di
chirurghi veneziani che medicavano
privatamente ricevendo «grossissimi
pagamenti dagl’ammalati».
Tra il 1641 e il 1642, un decennio
dopo la fine del gran contagio, furono
interrogate molte persone per poter
accertare in modo definitivo chi avesse effettivamente svolto un incarico
nel Lazzaretto. Dal libro giornale si
deduce che fino al 1640 piçegamorti, ceroichi, pistori (fornai) vantavano
ancora crediti22. Nel Lazzaretto, per
tutta la durata della pestilenza, lavorò il medico fisico Ottavio Franchini23
coadiuvato saltuariamente dal collega
Francesco Grazioli e i chirurghi: Camillo Giordani e suo figlio Pietro Paolo,
Pietro Masotti (laureato il 10.3.1610),
Decimo Polli (di Ala provincia di Trento), Francesco Tonoli, Carlo Petrazzi
e Daniel Gussè (chirurgo francese
«che andava vestito tutto di tela negra»). Molti i medici che perirono
(per alcuni si riporta la data di laurea): Alessandro Pecana (2.6.1610),
Francesco
Grazioli
(28.5.1619),
Claudio Giuliari (3.9.1588), Andriano De Grandis (9.10.1624), Orazio
Graziani (20.12.1629), Francesco
Franco (29.1.1630), Giovanni Battista
Pozzo (15.6.1612), Ottavio Brenzoni (13.11.1604), Gerolamo Massa-
35
STORIA DELLA MEDICINA
roli, Alessandro Sirca e molti altri. Il
registro conserva l’elenco di soldati
infetti, o sospettati tali, ricoverati nel
nosocomio, con luogo di provenienza
e nome della Compagnia di appartenenza, nonché i nomi dei becchini
venuti da Venezia24.
Le terapie
Parecchio è stato scritto intorno ai
“segreti medicinali” utilizzati in tempo
di peste, sovente considerati solo soluzioni ciarlatanesche allo sconcerto
collettivo indotto dal contagio. Ebbero vita facile numerose composizioni
dall’effetto “meraviglioso” create da
medici ciarlatani e da ciarlatani medici. Vennero impiegati innumerevoli
farmaci, spesso alquanto strani e persino ridicoli, molti dei quali usati in via
sperimentale di fronte a una malattia
per la quale ogni medico aveva propri
pareri e scarsissimi risultati.
Per preservarsi dal morbo, medici e chirurghi vestivano lunghi abiti
neri incerati25, indossavano amuleti
composti con spezie profumate e la
famosa maschera a becco d’uccello
infarcita di erbe odorose. Facevano
uso del “pomo d’ambra26” e di sostanze aromatiche quali canfora27 e
tabacco; certuni usavano fare abluzioni con acqua di colonia, altri erano
soliti cospargersi il corpo di urina28.
Antonio Gualtiero, mercante fiammingo, proponeva di bere la propria urina
e di far maturare le giandusse (bubboni) spalmandole di feci, mentre gli
speziali sbandieravano i loro cartelli
che proponevano vani preservativi e
illusori rimedi. Giravano consigli stravaganti e inutili, come porre vicino al
cuore una penna d’oca riempita con
argento vivo e ben otturata, ritenendo
che la freddezza cacciasse il caldo
dalla pelle e un veleno vincesse l’altro29. Anche una piastra d’oro legata
al collo, o uno zaffiro, erano considerati potenti talismani: maggiore la
loro grandezza, tanto più eccellente
sarebbe stato il risultato.
Dalla documentazione rimasta non
conosciamo quali preparati terapeutici fossero utilizzati all’interno dell’ospedale. Sappiamo solo dell’acquisto
di unguenti, cerotti “molitivi” (lenitivi)
e due cazze (ramaioli) di rame: una
per disfar ceroti et onguenti, et una
per scaldar le medicine. Oltre ai due
medicamenti richiesti l’8 agosto, fu
36
Lazzareto
reclamata la «polvere di perle30» e
la non meglio indicata «polvere di
smarrimento», unitamente a pezze
per medicare gli ammalati, sapone,
torce, candele di cera per la Messa
e candele di sevo31 per uso comune.
Non è dato di sapere quali fossero i
farmaci contenuti nelle casse che dovevano essere spedite a Mantova, ma
sicuramente saranno stati quelli raccomandati da Francesco Pona, di cui
ci apprestiamo a dar conto.
Francesco Pona
Questo medico veronese32, diversamente da altri che coraggiosamente
prestarono assistenza affrontando
il pericolo e perirono, rimase chiuso nella sua casa da giugno a tutto
agosto. Si affrettò a far stampare La
Remora33, un trattato contenente
suggerimenti precauzionali e ricette di
fantasiosi elettuari, con la convinzione del tutto infondata che potessero
preservare dal contagio. Ideò un antidoto da assumere ogni giorno a digiuno per il quale servivano: due noci
secche, due fichi, venti foglie di ruta34,
aceto35 e due grani di sale. Propose
l’acqua pestilenziale dell’Andernaco
(Guinterio Joanne Andernaco, 14871574), composta con acqua di cardo benedetto36, acqua di scordeo37,
acqua di acetosa38, acqua di rose,
sciroppo di succo di limoni, acido
di cedro, acqua di cannella39. Pona
rammenta che il medico luneburghese Tobia Domcreilio aveva approntato
una portentosa medicina composta
di acqua pestilenziale miscelata con
radici di angelica40, cameleo41, gen-
ziana42, tormentilla43, zedoaria44, bo(l)
eto cervino45, canfora, sandalo citrino
bianco e rosso46, teriaca di Andromaco47. I vegetali, pestati in polvere
sottilissima, dovevano essere messi
in infusione in ottima malvasia e posti
in bagno caldo per sei giorni agitando di tanto in tanto; indi se ne faceva
un distillato. Per resistere alla peste
più maligna occorreva prenderne sei
gocce in poco vino ogni mattina a
digiuno. A dire del suo inventore, tale
pozione salvò tutti quelli che l’assunsero48.
I rimedi farmaceutici che agirono
meglio furono i leggeri purgativi, i
sudoriferi, il decotto d’orzo acidulato
con aceto e, in particolar modo, le
limonate secondo quanto proponeva l’esperienza dei medici spagnoli.
I tumori venivano condotti a maturità
per mezzo di fomentazioni, ma anche
l’applicazione di ranocchie vive sopra
i bubboni fu riconosciuta di grande
vantaggio poiché detti anfibi assorbivano il «succo pestifero» impregnandosi di una livida secrezione nera attratta dalla trasudazione del tumore49.
I medici di Francia avevano sperimentato una curiosissima cura, lodata da
Pona, che prevedeva di sovrapporre
al tumore, subito dopo averlo aperto, «una gallina con la parte ond’esce
l’ovo, allargandola anco con arte al
possibile, perché respirando, l’animale attrae il veneno a sé e muore, scemando il male all’infermo. Il rimetterne
tre o quattro, una dopo l’altra, si è più
sicuro»50. Per trattare i bubboni più
piccoli, Pona suggeriva di aprirli con
due tagli in croce facendo poi alcune
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
scarificazioni fino a circoscrivere tutto
il tumore, indi si applicava «una gran
ventosa con fiamma assai» spalmando poi un fortissimo vescicante composto con opopònaco (gomma resina
con proprietà vulnerarie), cantarelle51,
euforbion52, fermento (lievito) e miele.
A piacere si poteva aggiungere teriaca53 e olio di scorpioni del Mattioli54. Il
bubbone doveva essere tenuto aperto e trattato con unguento egiziaco55
e un non meglio specificato “digestivo”, amalgamati a succo d’edera56 e
radici di serpentaria57.
Nei suoi scritti non dimentica di riferire sintomi, cita fonti antiche e moderne, talvolta argomenta con un taglio
scientifico impeccabile, altre volte ricorre alla vecchia teoria degli umori,
riporta fonti sia letterarie che professionali. In particolare, descrive moltissimi medicamenti e gl’ingredienti per
prepararli, il nome dell’inventore e la
spezieria di Verona dov’è possibile
acquistarli.
Ad un certo punto, i medici concordarono con i chirurghi di eliminare i
salassi poiché risultavano troppo debilitanti. Si vietò anche l’uso di vescicanti, o ventose58, posti sotto i bubboni (detti “carboni” a causa del loro
colore scuro) per asportare il «veleno
della malattia», poiché procuravano
grande sofferenza. Per farli «maturare
dolcemente» si preferì l’applicazione
di un cataplasma di burro emulsionato con latte, pane, uova, olio di zolfo,
zucchero e trementina. Fin dal Trecento era in uso un impasto curativo
di crosta di pane, ovvero “impiastro
del Montagnana” o “cerotto capitale
del Montagnana”, composto da: mastice59, menta60, spodio61, croste di
pane abbrustolite e macerate in aceto per mezz’ora. Altri vi preferivano la
scabiosa pesta62, la radice di rafano63,
lo zafferano64 e impacchi di fuliggine
e arsenico65. I carboni interni erano
trattati con sudoriferi potenti, quali:
Bezoar orientale66 e le Quintessenze
teriacali del Quercetano.
Pona non mancava di proporre rimedi vegetali per alleviare il dolore, quali
l’applicazione sulla fronte del succo di
lattuga, di ninfea, di papavero, di radice rodia, olio di viole, succo di verbena. Contro l’insonnia che affliggeva gli
appestati, riteneva valide le pillole di
cinoglossa67 e l’onnipresente teriaca,
purché di fabbricazione recente68, e
VERONA MEDICA
come lenitivo dei dolori renali suggeriva: unguento di rose, od olio di viole, mescolato a latte di donna sana,
bianco d’uovo, succo di verbena o
caprioli (pampini) della vite.
Abbreviazioni
ASVr = Archivio di Stato di Verona
AACVr = Antico Archivio Comune di
Verona
US= Ufficio Sanità
L’alimentazione
Dai registri contabili risulta molto più
dettagliata la spesa alimentare 69 : e al
primo posto, per quantità, troviamo il
pane “bianco” e “da massaria” (cioè
quello cotto per conto d’altri), preparato in vari forni cittadini e da qualche
convento di monache allorquando i
fornai della città morirono, e in attesa che da Venezia ne arrivassero
altri a sostituirli. Molto anche il vino,
ritenuto un buon medicamento. La
verdura, che presumibilmente doveva servire per preparare dei colossali
minestroni, comprendeva: zucche,
cipolle, rape, aglio, erbe varie, capuzzi (cavoli cappucci), prezzemolo, verze, indivia, fagioli freschi, fave
e pizzoli (cereali minuti). L’elenco di
derrate includeva uova, qualche fiasco d’olio, smalso (burro), aceto70,
formaio (formaggio), mortadella,
carne di manzo e di vitello, sardelle,
anguille, lucci, tinche di lago, sale,
zucchero, riso, orzo. Nell’elencazione non risulta mai il latte, e tantomeno il caffè71. La modestissima
quantità di frutta fa pensare che non
fosse destinata all’alimentazione dei
malati, ma che servisse piuttosto
alla mensa di medici e frati, come a
volte viene precisato. Per il personale sanitario ed ecclesiastico, e per i
ricoverati che avevano disponibilità
finanziarie, il vitto era certamente di
altro livello. Lo si può evincere anche
da ciò che fu ricercato per un medico
e per un padre cappuccino, e cioè:
un melone giornaliero, qualche pollastra, due tinche di lago, dei gamberi,
perseghi (pesche), pere moscatelle,
figi (fichi), fiori di fico, cirese (ciliegie),
articiocchi (carciofi), salata (lattuga).
Per il chirurgo franzese sono segnati fiaschi di vino della capacità di 5
inghistare72 e due bicchieri di cristallo, uno per un medico, l’altro per un
frate cappuccino. I padri cappuccini pretesero: marasche, visciole e
mandorle «da esser dispensate a
queli infermi che à più de bisognio»,
e, ovviamente, un fiasco di vino da
uva garganega e uno di malvasia per
la Messa.
Bibliografia
1) Sull’argomento si vedano: Il gran contagio
di Verona nel Milleseicento e trenta descritto da Francesco Pona, ed. fotostatica a
cura di G.P. MARCHI, Verona 1972; A. A.
FRARI, Della peste e della pubblica amministrazione sanitaria, Venezia 1811, vol. 1;
A. BACILIERI, La peste in Verona nel 16301631, Università degli studi di Firenze, facoltà di Magistero, tesi di laurea non datata;
A. VALLENARI, La peste del 1630 a Verona,
Università degli Studi di Padova, facoltà di
Magistero, tesi di laurea 1771-1772.
2) Nei giorni seguenti, nonostante la notevole
mortalità, alcuni medici mettevano ancora in
dubbio che si trattasse di “male pestifero”
e l’attribuivano, piuttosto, ai vèrmini (ossiuri)
che «offendendo le interiora, mandassero
velenosi aliti al cuore». Altri pensavano a
febbri maligne, ma non pestilenti, «e neppure i tumori, detti volgarmente ghiandusse, li
persuadevano che si trattasse di male contagioso» (PONA, Il gran contagio…, p. 21).
3) Alla fine di giugno questi due medici morirono di peste insieme ai colleghi Adriano Graziani («giovane d’altissima aspettazione, accorto filosofo, leggiadro poeta, accademico
filarmonico»), suo fratello Orazio, e Claudio
Giuliari (PONA, Il gran contagio…, p. 31).
4) La stessa cosa si ripeté a Venezia. Il medico Giovanni Battista Follio (o Fuoli), al
contrario della maggior parte dei medici,
sostenne, insieme al medico Giuseppe
degli Aromatari, che la peste era giunta
in città fin dal giugno 1630. A causa delle
severe misure profilattiche da lui proposte
per circoscrivere l’epidemia, fu duramente
ammonito dal Collegio dei Medici e si attirò
l’odio dei colleghi che arrivarono al punto di
tendergli un agguato notturno (cfr. FRARI,
Della peste…, p. 415.; G. CASONI, La peste
di Venezia, Venezia 1830).
5) «Nell’estimo del 1627, Verona aveva 53.533
anime e il territorio 130.000, «ma per l’orrenda mortalità et distruzione seguita et per
la peste et per la guerra, gli abitanti della
città sono ridotti a 29.920 e quelli del territorio a 48.000. Onde quella et questo hanno perso li due terzi delle persone, come
è successo anco degli animali da giogo,
et di tutti quelli da grassa» (ASVr, AACVr,
Informazioni alli ill.mi Rettori per ristorar la
città dopo la peste, 1631, reg. 23, n. 271, 20
giugno 1631). Dopo ciò, per ripopolare la
città, si consentirono anche matrimoni fra
consanguinei.
6) Sulla storia e descrizione del Lazzaretto
rimando a: PONA, Il gran contagio…, pp.
VII, XV; F. PELLEGRINI, Il Lazzaretto di
San Pancrazio in Verona, Verona 1950; P.
P. BRUGNOLI, Il Lazzaretto di Verona in
“Notiziario Banca Popolare di Verona”, n. 3,
anno 56, Verona 1995, pp. 39, 44.
7) Sull’origine del termine “lazzaretto” ci sono
due ipotesi: la prima viene ricondotta a
quella del lebbroso Lazzaro protagonista
della parabola evangelica; la seconda richiama il primo Lazzaretto, quello di [Santa
Maria di] Nazareth istituito a Venezia nel
1423, il cui appellativo, per susseguenti
alterazioni fonetiche, si è modificato da Na-
37
STORIA DELLA MEDICINA
zareth a nazaretto a lazzaretto. Così furono
poi chiamati tutti gli ospedali che venivano
allestiti provvisoriamente per evitare un’epidemia.
8) Esistente fin dal 1449, ebbe un’organizzazione stabile dopo la peste del 1576 e
perfezionata dopo quella del 1630. Era formata da tre provveditori alla Sanità, un cancelliere, due deputati, un sovrintendente
allo “sborro” (disinfezione), un ispettore alla
dogana, ed altro personale. Competenza
di tale Ufficio era la prevenzione e, in caso
di epidemie, la loro repressione mediante
un severo controllo di viaggiatori e merci,
con poteri giudiziari per i reati sanitari.
9) La peste che colpisce tutta Europa nella
prima metà del ‘600, dopo Verona non risparmia Padova. L’intervento coraggioso e
zelante di Alvise Vallaresso riesce a liberare
anche quest’altra città dall’epidemia, costringendo la popolazione alla quarantena
e facendo spostare i cimiteri fuori dalla cinta muraria. Nel 1632 la città patavina fece
realizzare da Giambattista della Scala un
arco di trionfo in suo onore, ancora visibile
in Piazza del Duomo accanto al palazzo del
Monte di Pietà.
10)ASVr, AACVr, Città di Verona contro Ufficio
di Sanità, reg. 23, n. 272.
11) ASVr, US, b. XLVII, c. sciolta n. datata.
12)Nell’occasione della ritirata di Valeggio
«vennero in Verona molti carri di soldati feriti et abbruggiati dalla polvere […] a
molti di questi, oltre le ferite li comparvero
bubboni pestiferi, carboni et altri mali simili
che generar si sogliono in tempo di peste.
[…] moltissimi soldati infetti […] morirono
nell’ospedale di Sant’Agnese, altri nel Lazzaretto, altri ancora nel convento della Giara et anco a San Bernardino, come anco
in altri luochi della città. […] molti morirono
nel luoco dell’Accademia Filarmonica tra li
portoni della Bra et luoco del palazzo che
ora si fabbrica [palazzo della Gran Guardia, n.d.a.]; come anco sotto il portico che
continua l’abitazione dell’eccellentissimo
dottor Guglientio, moltissime famiglie con
tutte le loro massaritie ivi stare, non sapendo dove ricoverarsi et così andando io per
la città osservavo la miseria di quelle genti
[…] et il loro morire […] et anco in case de’
particolari ne ho veduto assaissime essendo anco stato in parte di quelle a medicare» (testimonianza del chirurgo Bernardo
de Viviani in ASVr, AACVr, Città di Verona
contro…, reg. 23, n. 272, da cc. 42 a 47 r,
anno 1641).
13) I becchini delegati dal comune furono fatti vestire di tela rossa e perciò nominati
«gambari cotti» (ASVr, AACVr, Città di Verona contro…, reg. 23, n. 272, c. 48). Quelli
del contado, per essere riconosciuti, portavano un contrassegno sul cappello.
14) I chirurghi, detti altrimenti barbieri, facevano
la barba e praticavano la piccola chirurgia.
Potevano medicare, curare piaghe, incidere
ascessi, cavar denti e altre cose pertinenti,
preparare e vendere unguenti e tisane, salassare (ASVr, AACVr, Matricola dell’Arte dei
Barbieri, anno 1544, b. 327, c. 2, libretto a
stampa); cfr. G. FERRARI DE SALVO, L’esercizio abusivo della medicina dei barbiericerusici nel Settecento veronese, in “Verona
Medica”, luglio 2013, pp. 27, 32.
15) L’Ordine, formatosi ufficialmente nel 1256,
si richiama ai principi della vita monastica e
della spiritualità enunciati da S. Agostino.
16)Il vescovo Alberto Valier, spaventato da
tanta mortalità, il 22 luglio era partito in
barca per rifugiarsi a Venezia, ma arrivato
a Lusia (PD) morì.
17) Dovrebbe trattarsi del medico augustano
Giovanni Hennisio, giunto a Verona accom-
38
pagnato da un chirurgo pure tedesco. Nei
primi giorni furono affiancati dal medico
Bonaventura Ferrari di Udine. Non mancarono certi empirici, alcuni soldati francesi e qualche còrso, che, approfittando
della credulità popolare, s’improvvisavano
a dispensar consigli e medicamenti. Così
certe «vilissime femminelle» e un tal Antonio Grossi che vendeva della polvere sudorifera (PONA, Il gran contagio…, p. 52).
Pagamenti in favore del ceroico (chirurgo)
Antonio Grossi o Grosso (veneziano?) in:
ASVr, US, Pagamenti dovuti a piçegoti, fornari e chirurghi spediti 1630, b. XLVII, c. n.
numerata).
18) Si tratta dello «sciroppo di agro di cedro del
Mesue», impiegato nelle febbri “velenose” e
pestilenziali e nelle infiammazioni biliari.
19) Conserva di zucchero bollito con infusione
di rose per preparare sciroppi con azione
purgativa, stomachica, febbrifuga e salutare in genere.
20) Vittorio Algarotti (Verona 1553 circa - Venezia 1604), laureato in medicina il 5 giugno 1577, dal 1593 fu priore del Collegio
dei medici della sua città. Sotto l’influsso
delle dottrine paracelsiane promulgò l’uso
in terapia dell’antimonio, da cui per primo
ottenne l’ossicloruro che egli chiamò pulvis
angelicus o polvere dell’Algaròtto rimasta
nota fino a tempi recenti. Il segreto di questa miracolosa panacea (detta anche “mercurio di vita o di morte”), l’aveva appreso da
Gregorio da Padova, naturalista e speziale.
Le pillole dell’Algaròtto ebbero per molto
tempo larghissimo impiego a scopo purgativo o emetico. Vittorio, di stimata famiglia,
fu valente medico encomiato dal Chiocco
(Andrea Chiocco, laureato in medicina il
16.7.1589) e ricordato dal Moscardo, dal
Maffei e da altri scrittori (cfr. A. CARTOLARI, Famiglie già ascritte al Nobile Consiglio di Verona con alcune notizie intorno
parecchie case di Lei, Verona 1854, p. 3).
V. ALGAROTTI, Compendio della natura,
virtù, et modo d’usare una polve Quinta
Essentia d’oro medicinale, Anversa 1603,
Venezia 1608 (ristampa). Per un’analisi del
commercio dell’imitatissima e contestatissima polvere si rimanda a J. RODRÍGUEZ
GUERRERO, La primera gran red comercial de un medicamento chymico. Vittorio
Algarotti y su Quintaesencia del oro medicinal, “Azogue”, 6 (2008-2009), disponibile
on-line, estate 2013: http://www.revistaazogue.com/Azogue6-4. pdf.
21) Forse Leonardo Molin, provveditore di Legnago già nel 1614.
22)«Ve ne furono non si sa come, alquanti
fornari da Venezia, li quali, parte […] impiegati a fare il pane per le militie, et in parte
conceduti a questo e quell’altro fornaro
da quali riceverono il pagamento delle loro
fatiche» (ASVr, AACVr, Città di Verona contro…, reg. 23, n. 1304, da c. 33 a 51r, e da
c. 52 a 64).
23) Laureato il 30 dicembre 1625 (ASVr, AACVr,
Collegio dei Medici di Verona [1458-1660],
b. 22, n. 261).
24)ASVr, AACVr, Città di Verona contro…, reg.
23, n. 1304, da c. 33 a 51r, e da c. 52 a 64.
25) Charles de Lorme (medico francese del XVI
secolo) aveva stabilito che i sanitari, per
preservarsi dal contagio, dovessero vestire
con abito lungo di colore nero e ricoperto
di cera, incappucciati e gli occhi coperti da
occhiali.
26) Sfera di ambra grigia, spesso impreziosita
da altre essenze (muschio, zibetto, ecc.),
portata dalle classi agiate europee dal XIII
al XVII secolo a scopo aromaterapeutico.
Fungeva sia da dissuasore dal contagio
della peste che da deodorante vero e pro-
prio. I meno abbienti portavano una sfera
di legno (di cipresso, di lauro, di ginepro o
di altro legno odoroso) vuota internamente, nella quale si metteva una spugna impregnata di acquaragia o aceto, messi in
infusione con chiodi di garofano, cannella
e altre spezie aromatiche, ruta pestata con
maggiorana o con rose rosse e quattro
grani di canfora. Molto usato anche l’“aceto
dei sette ladroni”: 5 grani di assenzio maggiore, 5 di assenzio minore, 5 grammi di
rosmarino, 5 di rughetta, 5 di salvia, 5 di
menta, 5 di fiori di lavanda, 5 di calamo
aromatico, 2 di cannella, 2 di chiodi di garofano, 4 di noce moscata, 2 di canfora, 6
spicchi di aglio. Il tutto pestato in un mortaio e mescolato con un litro di aceto di vino
rosso.
27) L’essenza estratta dal Laurus camphora,
disinfettante e potentemente antiputrefattiva, veniva odorata contro la peste e, appesa al collo, contro la febbre quartana.
28) F. PONA, La Remora, overo de’ mezi naturali per curare e fermare la pestilenza.
Breve trattato di Francesco Pona veronese, filosofo, e medico, all’illustr.mo & eccell.
mo sig. Aloise Vallaresso, Verona 1630, p.
93. Sull’argomento si veda anche: L. A.
MURATORI, Del governo della peste e delle
maniere di guardarsene, Milano 1832.
29)PONA, La Remora…, p. 73.
30) Le perle, come tutte le altre pietre preziose,
dopo lunghi e accurati lavaggi e spazzolature venivano messe sotto carbone ardente, indi calcinate in un crogiolo e ridotte in
polvere finissima in un mortaio con acqua
di rose. La polvere serviva a preparare delle
pastiglie che, nel XVI e XVII secolo, erano
componenti fondamentali di elettuari utilizzati contro le febbri maligne, i morbi putridi,
la cefalea e le vertigini.
31) Grasso di bue, montone o capra, fuso. Nel
1792 esistevano in Verona nove fabbricanti
di dette candele, che venivano forniti «colli
sevi della città e del territorio, la più parte di
quelli di manzo, mescolandovi ancora quelli
porcini» (ASVr, Rettori di Verona, Atti Vari,
b. 5, n. 110, carta n.n.).
32) Medico e poligrafo (Verona 1594 - ivi 1655),
laureato il 23.9.1617, membro dell’Accademia degli Incogniti di Venezia, scrisse trattati di medicina, romanzi, tragedie e commedie.
33) Vedi nota 28.
34) Molti medici del Rinascimento italiano confermarono l’uso della ruta contro tutti i veleni, la peste e la depressione.
35) Ippocrate lo considerava ottimo per medicare per ferite e ulcere. Nel XV sec. ebbe
importante applicazione nella prevenzione
della peste secondo la terapia degli odori.
Con una spugna imbevuta d’aceto si detergevano i mobili (quando non venivano
dati alle fiamme) delle abitazioni dove c’era
stato qualche decesso a causa della peste. I “nettezini immondi” si occupavano
di sterilizzare le case e gli oggetti in esse
contenuti. Dopo aver chiuso porte e finestre, in ciascuna stanza, su un fuoco di
carbone, facevano ardere per un giorno
e una notte i “profumi”, cioè: rasa di pino,
pece greca, noce moscata, arsenico, salnitro, solfato, incenso, zolfo (già Omero
[Odissea, XXII, 610] evidenziò l’impiego
di solfo salutifero da far evaporare con il
fuoco per decontaminare e deodorare gli
ambienti), oppure cospargevano la calce
viva sulle pareti. Nelle stanze esponevano
anche abiti, pellicce e coperte che non si
potevano “sborrare” con acqua. I “nettezini
sospetti” avevano il compito di profumare
con odori e fumi vari gli oggetti di dubbia
provenienza onde allontanare eventua-
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
li contaminanti, mentre i “nettezini netti”
stendevano i panni lavati e si interessavano di tutte le suppellettili ormai ripulite e
non più causa di contagio. Sulle strade si
bruciavano fascine e legni grossi sulle cui
braci veniva sparsa una libbra di zolfo (una
libbra veronese corrisponde a 12 once, pari
a 0,33 chili) per purificare l’aria. La legna,
adoperata in grande quantità per fabbricare nuove barche per il trasporto degli infetti
al Lazzaretto e anche per bruciare in esse
i cadaveri lasciandole poi andare alla corrente dell’Adige, venne poi a mancare. Non
restò che rovesciare direttamente i cadaveri nel fiume. Il provvedimento si manifestò
funesto poiché i corpi andavano alla deriva. Si ricorse nuovamente alla sepoltura in
terra, nonostante i “carnari” fossero ormai
straripanti (cfr. anche ASVr, US, Proclami,
b. 36 bis, c. 75 e segg.).
36) L’acqua distillata ottenuta con i semi della
Centaurea benedicta ha proprietà tonica,
sudorifera e aperitiva.
37) Il Teucrium scordio, o aglio selvatico, scoperto da Mitridate e descritto anche dal
Mattioli, fu sempre usato per la preparazione della teriaca e diede nome all’elettuario
Diascordio. L’Acqua di scordio «mondifica
le ulcere vecchie e meschiata con m<i>ele
le consolida» (G. DONZELLI, Teatro farmaceutico, dogmatico e spagirico del dottor
Giuseppe Donzelli, napoletano, barone di
Digliola, Venezia 1706, p. 291).
38) L’acetosa (Rumex acetosa), per le sue caratteristiche depurative e digestive, entrava
come componente nel brodo d’erbe, raccomandato ai febbricitanti o dopo una serie
di purganti.
39) Della cannella (Cinnamomun zeylanicum),
importata in Francia già dal 716, venivano
utilizzate le foglie (con azione astringente,
stimolante e stomachica) per la preparazione della teriaca.
40) «Rimedio valorosissimo contro la peste per
le sua proprietà sudative» (DONZELLI, Teatro
farmaceutico…, p. 492). La leggenda vuole
che sia stato l’arcangelo Raffaele a far conoscere questa pianta, le cui proprietà erano
vantate quasi miracolose: debellava la peste,
neutralizzava i veleni, allungava la vita.
41) Chameleon bianco, pianta simile al cardo
con azione antibatterica. Una dramma
(equivale a 3,278844 grammi) di radice triturata bevuta con il vino «è salutifera contro la peste» e portata al collo dona vigore
(cfr. C. DURANTE, Herbario Nuovo, Roma
1585, p. 107).
42) Gentiana lutea: febbrifuga, vermifuga, stomachica.
43) Potentilla erecta: astringente, antinfiammatoria, antimicrobica, decongestionante e
lenitiva.
44) Il Quercetano (Giuseppe Du Chesne detto
“il Quercetano” [1546-1609], medico di Enrico IV di Francia) consigliava la Curcuma
zedoaria in un elisir composto da 46 vegetali per ottenere vita lunga e rimedio ai mali
cronici.
45) «Fungo bianco e rosso che rappresenta la
forma di Priapo» (DONZELLI, Teatro farmaceutico…, p. 150).
46) Legno pregiato di origine orientale dal quale si estrae una resina aromatica. Sotto
forma di decotto, era prescritto nelle forme
polmonari e cardiache.
47) Andromaco il Vecchio (54-68 d.C), medico di Nerone, creò la famosa teriaca o
triaca perfezionando la ricetta di Mitridate (un antiveleno universale confezionato
con oltre cento droghe composto da Mitridate Eupatorio re del Ponto [? – 266 a.
C.]), aggiungendo la carne di vipera sicuro
che avrebbe accresciuto il vigore e le virtù
dell’antidoto.
48)PONA, La remora…, p. 82.
49)FRARI, Della peste…, p. 649.
50)PONA, La remora…, p. 41.
51) La cantaridina (C10H12O4, anidride interna
dell’acido cantaridinico), principio attivo del
farmaco, estratta dal corpo del coleottero
adulto disseccato e polverizzato, veniva
impiegata come vescicatorio nelle pleuriti,
pericarditi e bronchiti.
52) Euphorbia resinifera, della quale il medico
Euforbio fu il primo a riconoscere le virtù
medicamentose del suo frutto. Il Quercetano la propose in pillole (preparate con l’aggiunta di noce vomica, zafferano, radice di
Angelica, teriaca, essenza di corallo, ecc.)
che andavano assunte con un bicchiere
d’acqua benedetta e, avvolto il corpo in coperte, si iniziava a sudare copiosamente.
53) Dal greco therion per indicare la vipera e gli
animali velenosi in genere. Antidoto per eccellenza, composto da più di cento ingredienti, tra i quali la carne di vipera, dotato
di magiche virtù e capace di risolvere ogni
tipo di male, ebbe immutata ed altissima
considerazione per quasi duemila anni (cfr.
A. GALASSI - LASSARZI, Alla Syrena, spezieria del ’600 in Mantova, Mantova 2000,
pp. 191, 193).
54) Il preparato, ottenuto con scorpioni vivi cotti in olio vecchio di cento o più anni, con
l’aggiunta di semplici vegetali, macerati,
spremuti e filtrati, era impiegato contro la
peste che si riteneva causata da “miasmi
velenosi”.
55) Inventato dagli egiziani e denominato impropriamente unguento poiché nella composizione non vi entra né olio né grasso.
Ingredienti: verderame, aceto forte e miele
cotti a fuoco lento fino alla consistenza di
un unguento di colore porporino. Utilizzato
durante la peste per disinfettare i bubboni e
gli antraci perché «espurga la carne morta
dalla putredine e ferma le cancrene incipienti».
56) Si tratterà della Glechoma hederacea, il cui
succo veniva adoperato come vulnerario.
57) Aristolochia serpentaria: detergente, vulneraria e anti-cancrena.
58) Coppette di vetro utilizzate a scopo revulsivo.
59)Resina del lentisco (Pistacia lentiscus),
suggerita già da Ippocrate per la cura delle
ferite e per la sua azione astringente.
60) Con proprietà antispasmodiche.
61) Per alcuni autori un carbone artificiale ottenuto con la distillazione di residui organici
e vegetali, secondo altri una concrezione
silicea del bambù, per certuni era lo scarto
della lavorazione del rame.
62) Angiosperma dicotiledona, utilizzata per
pulire le ferite provocate dalla scabbia e
dalla peste nera. Secondo il Mattioli, impiegata sui carboni pestiferi, «si crede per certo ch’ella gli ammazzi in spazio di tre ore».
63) Nasturtium armoracia Fries, con proprietà
revulsive, diuretiche e antiscorbutiche.
64) Nel Medioevo era consigliato contro il mal
caduco e definito un «elettuario angelico
per la peste».
65) Medicamenti arsenicali erano usati nell’India antica e a Roma come antiemorragici
e come purganti. L’arsenico, ritenuto veramente attivo quando cominciava a produrre i primi sintomi tossici, rappresentò il
classico medicamento-veleno e tra il ’600
e il ’700 fu largamente utilizzato contro la
malaria e nella cura delle ulcere.
66) Agglomerato calcareo dello stomaco di alcuni ruminanti considerato il più completo
antiveleno contro peste, lebbra, sifilide e altre malattie. Carlo II duca di Mantova possedeva un’importante raccolta di bezoari di
vario colore, grandezza e consistenza, di
esclusiva provenienza orientale.
67) Cynoglossum officinale (lingua di cane),
pianta già nota agli antichi. Nel XVI secolo,
il chirurgo francese Ambroise Paré la adoperava come sedativo sotto forma di pillole.
68) La teriaca era ritenuta migliore se ben stagionata. La più efficace doveva avere almeno quattro anni, ma la sua durata massima
poteva arrivare fino a sessant’anni.
69)ASVr, US, Spese cibarie in Lazareto, regg.
169, 170, 173, 174.
70) L’aceto veniva acquistato in brenti; misura
di capacità corrispondente a 68 litri.
71) Importato dall’America intorno al 1625, era
ancora troppo caro e non certo d’uso comune.
72) Inghistara = caraffa usata come misura di
capacità per liquidi, corrispondente a litri
0,954.
Nuova pagina WEB dell’Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Verona
www.omceovr.it
Informazioni e servizi “on line”
VERONA MEDICA
39
FNOMCeO
Prescrizione di diete
Si ritiene opportuno segnalare che al
livello di servizi giornalistici radiotelevisivi si è tornati a parlare di diete.
In particolare in un recente servizio
della trasmissione Striscia la Notizia
una signora che si definiva “dietista e nutrizionista” prescriveva diete nel suo studio privato. La signora
in questione, oltretutto, non era una
nutrizionista, in quanto non iscritta in
nessun Albo professionale.
Ciò detto, appare comunque opportuno ribadire che il Consiglio Superiore di Sanità, con parere reso in
data 15 dicembre 2009 inerente allo
svolgimento di attività in materia di
nutrizione, ha distinto la posizione del
medico, del biologo e del dietista. “In
sintesi, alla luce della riflessione
del Consiglio, si afferma che, mentre il medico chirurgo può prescrivere diete a soggetti sani e malati,
il biologo può elaborare e determinare diete nei confronti sia dei
soggetti sani, sia dei soggetti cui è
stata diagnosticata una patologia,
ma previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche del medico chirurgo”.
Si sottolinea invece che il Consiglio
Superiore di Sanità ha chiarito che il
dietista, quale professionista sanitario
ai sensi del DM 744/1994, elabora,
formula e attua le diete prescritte dal
medico e ne controlla l’accettabilità
da parte del paziente.
Si rileva inoltre che la Corte di Cassazione Penale con sentenza n.
15006/13 ha condannato per esercizio abusivo della professione due
gestori di un centro estetico, rispettivamente commercialista naturopata
e psicologa, che sottoponevano i loro
clienti ad anamnesi e vari controlli (richiesta di esami del sangue ecc.), interpretando loro stessi gli esiti e predisponendo i programmi alimentari. La
Suprema Corte ha evidenziato come
gli imputati avessero svolto attività di
qualificazione dei bisogni nutritivi, verifica di corretta assunzione di alimenti, controllo su intolleranze alimentari,
tipiche del medico chirurgo specializzato in scienze dell’alimentazione.
Per completezza si ricorda infine che
il Tribunale di Roma con sentenza n.
3527/11, citando il parere del Consiglio Superiore di Sanità, ha ulteriormente precisato che la competenza alla prescrizione delle diete è
attribuita solo al medico, mentre
“il biologo può solo elaborare e determinare diete (non prescrivere) sia
nei confronti di soggetti sani, sia di
soggetti cui è stata diagnosticata una
patologia, solo previo accertamento delle condizioni fisiopatologiche
effettuate dal medico chirurgo, con
competenza, altresì, per il biologo
ad autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla
persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio benessere, quale
orientamento nutrizionale finalizzato
al miglioramento dello stato di salute. In tale ambito può suggerire o
consigliare integratori alimentari,
stabilendone o indicandone anche
le modalità di assunzione - che è
sempre cosa diversa dalla prescrizione della dieta come atto curativo che rimane sempre una attribuzione esclusiva del medico”.
AMEDEO BIANCO
SONO INTERESSATO A DARE LA MIA DISPONIBILITÀ PER SOSTITUIRE I COLLEGHI DI
(BARRARE)
n
n
MEDICINA GENERALE
PEDIATRIA
COGNOME......................................................................................................................................................................................................................................................................
NOME.....................................................................................................................................................................................................................................................................................
VIA.....................................................................................................................................................................................................................................................N. .................................
CAP........................................... CITTÀ .............................................................................................................................................................................................................................
TELEFONO....................................... /.................................................................. 40
/
....................................... ........................................................................
Possesso del Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale
SI n
NO n
Possesso della Specializzazione in Pediatria
SI n
NO n
VERONA MEDICA
FNOMCeO
Idoneità psico-fisica per la patente di guida
Trasmissione telematica dell’esito dell’accertamento
Cari Presidenti,
facendo seguito alle Comunicazioni
n. 55 del 19 settembre 2011, n. 15 del
17 febbraio 2012 e n. 85 del 4 aprile
2013, si ritiene opportuno segnalare
che sulla Gazzetta Ufficiale n. 33 del
10 febbraio 2014 è stato pubblicato
il decreto 21 gennaio 2014 recante
“Modalità di redazione della relazione tecnica per l’accertamento
dei requisiti di idoneità psico-fisica
per il rinnovo della patente di guida
per via telematica”.
Tale decreto, emanato dal Ministero
della Salute, definisce i contenuti e
le modalità di redazione della relazione medica per l’accertamento dei
requisiti di idoneità psico-fisica per il
rinnovo della patente di guida in via
telematica.
L’art. 1 del provvedimento prevede
che la relazione della visita medica per il rinnovo di validità della
patente di guida, da cui estrarre i
contenuti da comunicare telematicamente all’Ufficio centrale operativo
del Dipartimento per i trasporti, la
navigazione ed i sistemi informativi e
statistici, deve essere redatta utilizzando il modello riportato nell’allegato I al decreto.
Si rileva inoltre che l’art. 4, comma 2,
del decreto dirigenziale 15 novembre 2013 del Capo del Dipartimento
del Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti recante “Conferma di validità della patente di guida in via
telematica” dispone che all’esito della visita, il medico o, se del caso, la
commissione medica compilano l’ap-
posita maschera proposta dal sistema informatico. Alla maschera sono
allegati, telematicamente, la fotografia
e la firma del titolare di patente. Concluse con esito positivo le operazioni
di cui al suddetto comma 2, il sistema
informatico genera la ricevuta dell’avvenuta conferma di validità della patente di guida di cui all’art. 3 del decreto del Ministro delle infrastrutture
e dei trasporti 9 agosto 2013, che è
stampata e consegnata immediatamente all’interessato, previa apposizione di firma e timbro del medico che
ha effettuato la visita o, se del caso,
del presidente della commissione
medica locale (All. n. 3).
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
A giugno l’obbligo di dotarsi di POS
L’Assemblea del Senato della Repubblica nella seduta del 26 febbraio 2014 ha
approvato definitivamente il disegno di
legge n. 1214-B concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 30 dicembre 2013, n.
150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative”.
L’art. 9, comma 15-bis, del provvedimento dispone la proroga al 30 giugno
2014 dell’obbligo dei professionisti di
dotarsi di POS.
Si sottolinea che l’art. 2, comma 1, del
decreto interministeriale 24 gennaio
2014 recante “Definizioni e ambito di
applicazione dei pagamenti mediante
carte di debito” dispone che l’obbligo
dei professionisti di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di
VERONA MEDICA
debito (POS) si applica a tutti i pagamenti superiori alla soglia di 30 euro.
Il Decreto interministeriale 24 gennaio 2014 prevede una fase transitoria
- fino al 30 giugno 2014 - nella quale
sono assoggettati all’obbligo soltanto i professionisti e le imprese che,
nell’anno precedente a quello in cui
è effettuato il pagamento, hanno fatturato più di 200 mila euro.
Con la proroga prevista dall’art. 9, comma 15-bis, del D.L. 150/13 (30 giugno
2014) tale fase transitoria non è ovviamente più operativa. Pertanto si rileva
che nel momento in cui l’obbligo di
POS entrerà in vigore (30 giugno
2014) riguarderà tutte le imprese e
i professionisti, senza limiti minimi
di fatturato. Tutto questo a meno che
non sia emanato entro la fine di giugno
2014 un successivo decreto attuativo previsto dall’art. 3 del decreto
interministeriale 24 gennaio 2014,
volto ad individuare nuove soglie e
nuovi limiti minimi di fatturato, oltre
che ad estendere l’obbligo ad ulteriori strumenti di pagamento elettronici, anche mobili.
Si rileva infine che il decreto interministeriale 24 gennaio 2014 non prevede
alcuna sanzione per il professionista
che non si doti di POS e quindi non
sia in grado di accettare pagamenti in
formato elettronico con carte di debito.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
41
ENPAM
Dieci ordini all’Enpam:
dimezzare i consiglieri e far gestire l’ente
a esperti
Zero rischi nelle scelte finanziarie, dimezzamento del Consiglio nazionale
rispetto a oggi e presenza di esperti nel
CdA. Lo chiedono i presidenti di dieci
Ordini all’Enpam, con emendamenti
alle modifiche statutarie avanzate dal
CdA della Fondazione. La proposta
viene dai leader di Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Latina, Milano, Piacenza, Potenza, Salerno, Trapani e Verona: un decimo scarso dei componenti
del Consiglio nazionale attuale. Per
quest’ultimo, che è un po’ il “parlamento” dell’Enpam, i “dieci” chiedono
in tutto 51 membri di cui metà (26 presidenti di ordine tra medici e odontoiatri) eletti dai 106 presidenti Omceo,
e 25 eletti dai contribuenti dei fondi,
con un numero di seggi proporzionale
al peso di ciascun fondo nel patrimonio dell’Ente. Ricordiamo che la bozza “nota” del CdA prevede sulla carta
175 membri: gli attuali 106 presidenti
d’ordine più 11 dentisti e soprattutto
58 eletti dai contribuenti sulla base del
peso dei fondi (il Fondo medicina generale vale 40%, poi c’è la quota B dei
liberi professionisti, quindi gli specialisti
Asl e infine i convenzionati).
Ma forse la vera rivoluzione riguarda
il Consiglio d’Amministrazione: i dieci
leader chiedono che il Consiglio nazionale riformato elegga il presidente più
3 medici e 3 economisti –un esperto
di investimenti finanziari, uno di investimenti immobiliari e un esperto di curve
attuariali - anziché, com’è nella bozza,
il presidente, i due vice più dieci consiglieri, con l’aggiunta di quattro esponenti espressi dai fondi. «L’obiettivo è
togliere i soldi dalle mani dei medici e
metterli in mani di esperti scelti dai medici», dice Giancarlo Pizza presidente
Omceo Bologna. «Noi facciamo già
un lavoro complicato e non basta un
corso semestrale a insegnarci a gestire un patrimonio come quello Enpam;
difatti siamo partiti 20 anni fa con un
commissariamento e oggi affrontiamo una situazione in cui risulteremmo
quantomeno i raggirati. È ora di mettere dei manager». Appunto, tre economisti laici: «Il consiglio nazionale li
potrà licenziare se non raggiungono gli
obiettivi. Gli altri 4 medici del CdA, presidente incluso, resterebbero 5 anni, e
farebbero proposte sulla gestione, ma
non gestirebbero». L’Enpam –vista dai
“dieci” - dovrebbe «firmare contratti
annuali scelti dal consiglio nazionale.
Gli esperti sarebbero invitati ad evitare
i titoli derivati e a fine anno sarebbero
giudicati sui risultati».
I consiglieri godrebbero del gettone di
presenza di Fnomceo (300 euro contro i 1100 attuali). Sia nel votare i consiglieri nazionali di estrazione Omceo,
sia nell’eleggere i prescelti dai contribuenti dei fondi e il Cda si utilizzerebbe
la preferenza unica. «Evitiamo – conclude Pizza – di fare cartelli con i soliti noti. Siamo pochi? Quando iniziai
a dire certe idee – spiega Pizza - ero
da solo, poi siamo diventati sette, ora
dieci. Il fronte si si allarga».
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42
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VERONA MEDICA
ENPAM
FondoSanità,
iscrizione gratuita per gli under 35
La Fondazione Enpam permetterà
ai giovani medici e agli odontoiatri di
iscriversi gratuitamente alla previdenza
complementare. Grazie a un contributo
messo a disposizione dall’Ente di previdenza, i camici bianchi di età inferiore a 35 anni potranno aprire una
posizione presso FondoSanità, fondo pensione complementare del settore, senza pagare costi di ingresso.
L’iscrizione consente ai giovani medici
e dentisti di cominciare a costruirsi una
pensione di secondo pilastro, di beneficiare da subito di deduzioni fiscali e di
maturare anzianità contributiva utile a
diminuire la tassazione al momento del
pensionamento.
Il numero dei giovani professionisti potenzialmente interessati supera le 47
mila unità. Si tratta del primo caso in
Italia in cui un ente professionale coinvolge nella previdenza complementare
un’intera nuova generazione. L’obiettivo
è quello di sensibilizzare i giovani sulla
necessità di garantirsi una rendita aggiuntiva oltre a quella derivante dalla
pensione di primo pilastro.
“L’unica cosa che un giovane neolaureato può fare per essere tempestivo e
lungimirante sulla previdenza, nel momento in cui si affaccia alla professione,
è iscriversi a FondoSanità – dice Alberto
Oliveti, presidente della Fondazione Enpam -. Infatti i vantaggi della previdenza
complementare dipendono anche da
quanto precoci si è stati nell’iscriversi.
Basti pensare al trattamento fiscale in
uscita che è più favorevole per chi ha
una anzianità di iscrizione maggiore”.
“Ho sempre definito l’istituzione di FondoSanità l’iniziativa più importante che
abbiamo realizzato nel mandato 20052010 – continua il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Consideriamo
l’aver costituito direttamente il secondo
pilastro per i medici e i dentisti, unica e
sola iniziativa tra gli enti privatizzati dei liberi professionisti, una risposta tempestiva e attenta alla comprensione delle
dinamiche previdenziali.
Sul sito internet www.fondosanita.
it è disponibile la scheda di adesione.
Per qualsiasi chiarimento è possibile
contattare la segreteria ai numeri 06 –
48294333 o 06 – 48294337, oppure
inviare un’email all’indirizzo segreteria@
fondosanita.it.
✓OBBLIGO PER TUTTI GLI ISCRITTI
@
DI DOTARSI DI PEC
(posta elettronica certificata)
Ricordiamo a TUTTI i colleghi che è necessario produrre il proprio indirizzo PEC
all’Ordine; chi non ne fosse ancora provvisto, è invitato a generarne uno mediante
l’area riservata sul sito dell’Ordine, seguendo le istruzioni indicate.
Il Decreto 19 marzo 2013 stabilisce infatti che gli Ordini si fanno garanti
dell’accreditamento di tutti i professionisti, e trasmettono i loro indirizzi PEC
all’Indice Nazionale INI-PEC (l’Ordine dei Medici e Odontoiatri attraverso la
FNOMCeO).
È pertanto necessario provvedere quanto prima, poiché un atteggiamento omissivo
in tal senso è da considerarsi palese violazione di Legge.
VERONA MEDICA
43
ASSOCIAZIONI
AIDS oggi: l’esperienza ospedaliera e
della Casa Alloggio.
Trent’anni di progresso medico e di solidarietà
L’AIDS fa la sua comparsa 40 anni fa.
Nel maggio 1969 al S. Louis Hospital
nel Missouri, moriva un giovane Robert Rayford causa una serie di misteriose infezioni che avevano messo a
dura prova la perizia dei sanitari; i suoi
poteri immunitari erano ridotti a zero. I
medici curanti decisero di congelare i
campioni di sangue e dei tessuti, nella speranza di poter comprendere la
causa di morte.
Dieci anni dopo un’importante rivista
americana, Morbidity and Mortality Report Weekly, pubblicò 5 casi di
morte per polmonite da Pneumocistis
Carini in soggetti omosessuali; anche
in questi casi esisteva una marcata depressione dei poteri immunitari.
Nei mesi successivi, la stessa ed altre
riviste, pubblicarono altri casi allarmanti di incerta patologia, tutti caratterizzati da marcata depressione dei
poteri immunitari.
Ci si accorse in breve tempo che l’infezione non aveva risparmiato nessuna
parte del mondo.
Si trattava di sola diagnosi clinica perché l’agente eziologico era sconosciuto; fin dal primo momento però si sospettò che fosse un virus.
Ci fu una disputa sulla priorità della
scoperta: Luc Montagner o Robert
Gallo.
Furono scomodati personaggi come il
Presidente Reagan ed il Primo Ministro
Chirac.
Si può comunque datare la identificazione del virus all’anno 1983 e la messa a punto dei test sierologici all’anno
1985. I controlli sul sangue ed i tessuti
del giovane Rayford confermarono la
diagnosi di AIDS.
L’insorgere di quest’epidemia ha avuto
un effetto drammatico; infatti:
-Esplodeva in un momento in cui
esisteva un certo ottimismo, direi
trionfalistico, per ciò che riguarda la
44
profilassi e la cura di alcune malattie infettive: Vaiolo, Difterite, Tetano,
Poliomielite;
- Era sconosciuta la causa e la modalità di trasmissione;
- Era correlata a comportamenti difficilmente accettabili.
La sindrome venne denominata: Peste
del duemila, Sindrome dell’Ira di Dio;
un giornale milanese ipotizzò che fosse il contenuto dell’ultimo Segreto di
Fatima.
La non conoscenza dell’agente eziologico e delle sue modalità di trasmissione, creava paure irrazionali ed atteggiamenti di rifiuto.
È doveroso ricordare che in questo clima, dei nostri operatori sanitari medici
e non medici, mai si sono avuti atteggiamenti di rifiuto o disimpegno. Sempre ai malati è stata fornita un’assistenza tecnicamente corretta, eticamente
consapevole, umanamente sensibile.
Oltre all’impegno lavorativo, tutti indistintamente si dedicavano con passione all’aggiornamento in maniera attiva
e partecipata, cosicché giuste precauzioni e prestazioni sempre più aggiornate, non facessero mai mancare il
sostegno ed il conforto al sofferente.
Convegno organizzato dalle Ass.
Medici Cattolici
Dopo la presentazione, ha preso la
parola il Prof. Ercole Concia, Direttore
dell’Istituto di Malattie infettive dell’Università di Verona. Il Professore ha
analizzato dettagliatamente l’evoluzione della malattia dai primi casi scoperti
occasionalmente ai giorni nostri.
Ha sottolineato con preoccupazione il
fatto che a fronte di risultati significativi
sul piano terapeutico, l’interesse dei
mas media e delle Istituzioni sul problema dell’AIDS si è drammaticamente
ridotto.
In molti casi la diagnosi di AIDS viene
formulata a malattia conclamata, quindi a distanza di qualche anno rispetto
al momento dell’infezione.
La diagnosi tardiva ed il conseguente
tardivo inizio della terapia, causano
grave danno al paziente.
Ha ricordato che sono necessari ancora molti anni prima di poter disporre
di un vaccino sia terapeutico che profilattico; ha ribadito pertanto la necessità di un accertamento precoce.
Le due Caposala, sig. Chiecchi e sig.
Cazzador, che si sono succedute
nell’Istituto di Malattie Infettive, hanno
testimoniato che tutto il personale medico e non medico, è sempre stato vicino a queste persone che la comunità tendeva ad emarginare; è stato loro
vicino dalla fase di accompagnamento
al tragico evento finale, alle condizioni
di speranza di vita, a seguito dei successi della terapia antiretrovirale.
Superato il periodo della cura ospedaliera, si poneva in maniera drammatica
il problema della dimissione.
Molti malati provenivano da esperienze di solitudine, di abbandono, alcuni
dal carcere. La famiglia molte volte non
esisteva; alcune volte era nell’impossibilità di accettarli, altre volte li rifiutava
perché in preda a paure certamente
irrazionali ma pur comprensibili.
A Verona si era formato un gruppo
di attenzione, coordinato ed animato
da un Sacerdote Mons. Carlo Vinco.
I volontari si alternavano per far compagnia ai malati ed aiutare chi era
più solo e in condizioni più disagiate.
Quanto più questi volontari si addentravano nel problema tanto più cresceva in loro la consapevolezza della
necessità di una struttura che potesse
dare ospitalità dignitosa a chi veniva
allontanato da tutti.
Superando notevoli difficoltà, Mons.
Vinco è riuscito ad attivare la Casa Alloggio: (Casa Masua) posta sul crinale
VERONA MEDICA
ASSOCIAZIONI
che divide la valle di Negrar da quella
di Marano.
È stata una delle prime case di -accoglienza, dopo quella di Villa Glori a
Roma e Casa Gabrielli a Milano. Le
difficoltà erano causate soprattutto
dalla non accettazione di questi malati. Questa situazione non è nuova.
S.S. Giovanni Paolo II ha ricordato
che Gesù ha letteralmente sconvolto
le prescrizioni del tempo che emarginavano i lebbrosi; Lui li avvicinava e li
guariva.
Come Direttore Sanitario dell’Ospedale Civile Maggiore ove aveva sede
l’Istituto di Malattie Infettive, posso
testimoniare che tra il Direttore della
Clinica ed il Sacerdote, si è stabilito un
rapporto di grande direi fraterna collaborazione; la stessa collaborazione
si è realizzata tra i volontari e tutto il
personale ospedaliero, medici e non
medici.
Si è evitato così che alla sofferenza
propria della malattia si accompagnasse un ulteriore carico di sofferenza derivante dalla solitudine, dall’emarginazione, dall’abbandono.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
- La terapia antiretrovirale ha sensibilmente migliorato l’aspettativa e la
qualità della vita delle persone sieropositive;
- In questo contesto rivestono importanza essenziale la diagnosi precoce ed il precoce avvio di una terapia
adeguata; infatti la terapia antiretrovirale permette l’abbattimento della
replicazione virale e di conseguenza
la conservazione del patrimonio immunologico.
Gli studi sulla preparazione del vaccino sono promettenti; però la strada da
percorrere è ancora molto lunga:
- L’attuale situazione epidemiologica
evidenzia che non esistono soggetti
a rischio ma comportamenti a rischio. È auspicabile pertanto un rinnovato impegno d’informazione ed
educazione sanitaria per prevenire
detti comportamenti;
- È importante studiare forme di sostegno psicologico mirate specificamente a quei pazienti (12%) che
rifiutano la terapia;
- La collaborazione tra il Clinico ed il
Sacerdote, tra l’Ospedale e la Casa
Alloggio, tra tutto il personale di assistenza ed i volontari ha realizzato
concretamente il passaggio:
DAL CURARE AL PRENDERSI
CURA.
Indicazioni dell’Ordine Medici
in merito a criticità nei rapporti
ospedale-territorio
La commissione ospedale-territorio dell’Ordine
dei medici di Verona da luglio 2013 ha cercato di
individuare alcune criticità che possono favorire
un rapporto migliore fra i medici che lavorano sul
territorio e in ospedale.
Pertanto di recente la commissione ospedaleterritorio ha incontrato i direttori sanitari o loro
delegati delle ulss 20-21-22 e degli ospedali di
Negrar e Peschiera.
Al termine dell’incontro è emersa la convergenza
sulla diffusione e applicazione di alcune delibere regionali e del decreto Brunetta sulla pubblica
amministrazione, che la commissione ha tradotto
in raccomandazioni e che l’Ordine dei medici di
Verona diffonde a tutti gli iscritti:
1) obbligo di inviare la certificazione di malattia
per via telematica da parte dei medici all’atto della dimissione del paziente evitando allo
stesso ulteriori disagi. La segreteria dell’Or-
VERONA MEDICA
dine è in grado di rilasciare le credenziali di
accesso al portale del Sistema TS a coloro
che ne avessero necessità. È necessario accedere personalmente alla segreteria per ottenerle.
2) è indice di correttezza deontologica e di buona pratica clinica riportare sempre sulle richieste di accertamenti clinici e strumentali il
quesito diagnostico o il motivo della richiesta.
3) per evitare disagi ai pazienti sarebbe opportuno usare i ricettari che ogni medico ha in
dotazione per il completamento diagnostico
e inoltre all’atto della dimissione fossero forniti
i successivi appuntamenti già prenotati con le
relative impegnative tenendo ben presente i
tempi delle liste di attesa.
IL REFERENTE DELLA COMMISSIONE
OSPEDALE-TERRITORIO
CLAUDIO SALVATORE
45
LIBRI RICEVUTI
Elementi di Diabetologia
Sandro Girotto, Claudio Andreoli
Alberto Pasini, Giulio Rigon
Alberto Vaona, Cristina Zamboni
Medici di Medicina Generale, FIMMG
Il linguaggio medico attuale sposa il
predominio della tecnica, dei numeri
e dei protocolli. Il diabete è un esempio centrale di questa tendenza. La
diagnosi si basa su semplici regole
matematiche (ad esempio: “almeno
due glicemie uguali o superiori a 126
milligrammi”). Il monitoraggio poggia
sui “pilastri” dei valori quantitativi
dell’Emoglobina glicata e dell’LDL.
Questo processo basato su solide
misure e su procedure esplicite per
una volta tanto sottrae la professione
medica al rischio dell’autoreferenzialità
e, inoltre, dona un esperanto comune
sia ai MMG sia agli specialisti diabetologi dei CAD (Centri Anti Diabete).
Nell’ultimo decennio stiamo assisten-
do al consolidarsi di gruppi misti tra
MMG e diabetologi, che in maniera
paritaria e complementare sviluppano
progetti di formazione continua, di Audit, di Linee-guida e strategie di management condivise, di “contratti” evoluti. Tra questi gruppi mi piace citare il
Gruppo Veronese VEDICLIS (Verona
Diabetes Clinical Study), che
poi è continuato nel Gruppo Veneto
Diabete (GRUVEDIAB) ed il gruppo del
Piemonte, che non a caso hanno dato
un decisivo contributo a questo libro.
Solo una costante collaborazione
potrà fornire sicurezza a pazienti e
famiglie.
Il diabete, una malattia ad alta prevalenza ed alta complessità, in genere
“punisce” singoli pazienti o singoli medici generalisti o specialisti che la prendono sotto-gamba o che pensano di
poter fare tutto “da soli”.
Gli autori, spiegano, in maniera puntuale ed esaustiva, che una classe
medica rinnovata e organizzata
in team multidisciplinari, con stile
collaborativo e orizzontale e con un
progetto formativo e di governance
di media-lunga durata, può essere
finalmente in buona posizione per
vincere la sfida.
QUOTA ISCRIZIONE ALL’ORDINE
IL NUOVO GESTORE È ITAL-RISCOSSIONI
La riscossione della quota di iscrizione all’Ordine relativa all’anno in corso è ora affidata, per migliori condizioni ottenute e per
i migliori servizi offerti, all’Agenzia ITALRISCOSSIONI.
EQUITALIA non sarà più, quindi, l’ente incaricato delle riscossioni.
L’importo annuale della quota annuale per il 2014 è di euro 188 per l’iscrizione ad un singolo albo e di euro 353 per la
doppia iscrizione; l’aumento di euro 8.00 della quota di iscrizione (rispetto a quanto pagato fino al 2013) è stato approvato
dall’assemblea annuale all’unanimità in data 28/10/2013 ed è stato notificato sul numero 5/2013 pag. 7 di Verona Medica.
L’aumento si è reso necessario per gli aumenti dei costi relativi al mutuo contratto per l’acquisto della nuova sede dell’Ordine e
per l’aumento delle spese della gestione ordinaria. La quota di iscrizione all’Ordine non aveva mai subito modifiche negli ultimi
9 anni (se si esclude l’aumento di 2 euro avvenuta nell’anno 2011, aumento che era stato interamente devoluto alla Federazione Nazionale degli Ordini cui il nostro Ordine devolve annualmente la quota di 23 l’anno per ogni iscritto).
Il Tesoriere
Dott. Fabio Marchioretto
46
VERONA MEDICA
GIOVANI E PROFESSIONI
S.O.S. – Sostituzioni
Si prega chi è interessato a dare la propria disponibilità per sostituzioni in medicina generale, di
compilare il tagliando riportato a pagina 40 e di spedirlo all’Ordine (Via Locatelli 1, 37122 Verona).
MEDICI DISPONIBILI PER SOSTITUZIONI IN MEDICINA GENERALE
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
ALBANESI FEDERICA
Via Vasco De Gama 2
Verona
NO
AMBROSI ENRICO
Via M. Teresa di Calcutta 2
Legnago
NO
ANTON GENAN
Via Palazzina 3
Verona
NO
ARMANI ROBERTO
Via Cengia 89
San Pietro Incariano
NO
AVESANI MARTINA
Via Fiordiligi 17
Verona
NO
AZZALI ANNA CHIARA
Via Sansovino 11
Verona
NO
BAR MARIANA
Via San Rosso
Bussolengo
NO
BARAKAT ZIAD
Via Attilio Mori 12
Mantova
NO
BAZZANINI NOEMI
NO
BELLINA FRANCESCA
Via F. Perlini 2
Verona
NO
BENEDETTI FRANCESCA
Via Ex Internati 26
Pescantina
NO
BIANCHI ANNALISA
Via Aquileia 14
Verona
NO
BIASI CATERINA
Via Sole 9
Verona
BISTROT CATERINA
Via Ognissanti 4
Verona
NO
BITIRE ELENA
Via Paolo Borsellino 45
Bonavigo
NO
BOMBOI MARCO
Vicolo Dietro S. Andrea 13
Verona
NO
BONASIA TERESA
NO
BONDI’ VINCENZO
Via Nerio Toffaletti 4
Verona
NO
BONETTO JACOPO
Via Monti Lessini 145/A
Verona
NO
BORTOLETTI STEFANO
Via Savonarola 17
Legnago
NO
BRAGANTINI GIULIA
Via Giovanni Prati 27
Verona
NO
BRUNELLI CLAUDIO
Via Molino 24
Nogara
NO
BRUNELLI MARTA
Via Imola 10
Verona
NO
BURATO GIULIA
Colognola ai Colli
NO
BUSTI FABIANA
Via Martiri della Libertà 2
Nogarole Rocca
NO
CACCIAMANI GIOVANNI
Verona
NO
CAPONE SUSANNA
Vicolo Teodorico 44
Salionze
NO
CARBONE GIUSEPPE
Via delle Agostiniane 29
Verona
NO
CARLI ALBERTO
Via S. Eugenia 57
Pressana (VR)
NO
CASTINO EVA
Via Paolo Sarpi 30
Verona
NO
CATALDO IVANA
Via Monte Cervino 7
Buttapietra (VR)
NO
CAVALIERE ELENA
Via Scuderlando 80
Verona
NO
CERAVOLO ROSSANA
Via Polesine 65
Verona
NO
COCCO VALENTINA
Via Italia Nuova 4
Illasi
NO
COGO ILARIA
Via Rovigo 14
Legnago
NO
COLLETTA GIULIA
Via del Risorgimento 34
Verona
NO
COSTANZO ALESSANDRO
Via Corfù 5
Verona
NO
COVOLO CATERINA
Via degli Scaligeri 2
Valeggio sul Mincio
NO
DA PRATO GIULIANA
Via Macello 4
Verona
NO
DALCEGGIO DANIELA
Via Viii Marzo 45
Trento
NO
DE CARO IOLANDA
Via Verde da Salizzole 7
Verona
NO
DE VLIEGHER EVELIEN
Via S. Monica 10
Albignasego
NO
DEOTTO NICCOLO’
Via F. Perlini 2
Verona
NO
DEPLANO EMANUELA
Via G. Campania 11
Verona
NO
DI SARRA DANIELA
Via Marin Faliero 30
Verona
NO
EPURE MIHAELA CRISTINA
Via Benassù Montan.
Verona
NO
FAINELLI GIULIA
Via G. dell’acqua 31
Bardolino
NO
FERRARI FEDERICO
V.le Europa 15
Grezzana (VR)
NO
FILIPPINI GIULIA MARIA
Via Roma 109
Gazzo Veronese
SI
FIN ALESSANDRA
Via Baratin 14
Ronco all’Adige
NO
FINETTO GIOVANNI
Via Brigata Regina 40
Verona
NO
FORMAGLIO ANDREA
Via Ferruccio Cusinati 136
Castagnaro
NO
FORMIGARO LICIA
Via Umbria 19
Verona
NO
GERMENIA SILVA
Via Chioda 18
Verona
NO
GIANNINI GIACOMO
Via Caserma Ospital Vecchio 13 Verona
NO
GRANATA ANNA
Via Marsala 16
Verona
NO
GRAVINA GIACOMO
Via Ugo Zannoni 10
Verona
GUARDINI NADIA
Via Gela 31
Verona
SI
HABASH ELIAS
Via Praissola 18
San Bonifacio
NO
IELASI MARIANGELA
Via Monte Baldo 40/F
Garda
NO
IUORIO ALESSANDRO
NO
KALOUT KAMEL
Via Scuderlando 126
Verona
NO
KUZINA ANNA
Via G. Matteotti 7
Bussolengo
NO
VERONA MEDICA
Telefono 1
338 5037198
349 1579083
347 6859953
368 283740
340 3296245
045 575798
346 8203148
345 3463503
347 5935206
338 6725504
340 0505545
339 8986756
340 4878446
349 5344121
348 2286620
045 8016089
328 3649861
333 3606318
340 5056429
340 3801531
349 8184299
339 8424561
393 5686430
340 7814158
045 2520488
340 2491750
335 6893809
045 8348296
340 9231607
349 1617635
329 5742903
333 4003601
338 3641543
348 7906813
347 2619594
347 8453814
392 4645018
348 3015866
339 6606559
340 3538104
320 4860202
392 1617323
347 5823912
340 9331099
347 8495611
392 7509915
347 8921208
340 0587506
339 2505919
347 0146494
389 2727713
328 5354060
349 4745780
339 5240552
340 0625481
349 4120479
346 3356637
349 2325336
339 4573366
393 3671196
333 6831575
347 6724694
3887260070
Telefono 2
045 6850094
373 5036908
045 7500193
340 9766903
338 1806830
349 6778910
333 4729557
340 1676443
346 1878315
045 8400667
045 8901622
045 566969
045 6106013
08254 401083
392 3420052
47
GIOVANI E PROFESSIONI
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
LAURENTI ALESSANDRA
Via delle Are 8
Torri del Benaco
NO
LAVORGNA BARBARA
Via Favretto 16
Verona
NO
LISTA ENRICO
Via Monte Tomba 22
Cerea
NO
LONARDONI FABIO
Via S. Maria in Stelle 5/C
Verona
NO
MAGAGNA LINDA
Via Tramigna 5
Soave
NO
MAGNANI MARGHERITA
Via Risorgimento
Verona
MAGRINELLI FRANCESCA
Via G. Leopardi 11
Soave
NO
MARCOCCI ALESSANDRO
Via Trieste 3
Verona
NO
MARCONI VALERIA
Via S. Matteo 26
Soave (VR)
SI
MARIOTTO ARIANNA
Via Pola 12
Verona
NO
MARIOTTO OLGA
Via Fiume 28/P
San Bonifacio
NO
MASIERO MARINA
Via Tesi 40/A
Verona
NO
MASSARUTTO ALESSIA
Via Aldo Moro 1/A
Sommacampagna
SI
MAZZEI FEDERICA
Str. A. Provolo 25
Verona
NO
MAZZI SARA
Piazza Zodiaco 36
Bussolengo
NO
MELOTTI CAMILLA
Piazza G. Marconi, 19
Bosco Chiesanuova
NO
MERLIN GABRIELE GIOVANNI
Via Marin Faliero 30
Verona
NO
MERRINO MICHELANGELO
Via Muro Padri 17
Verona
NO
MINNITI FEDERICA
Via Ponte Pietra 17
Verona
NO
MORANDINI BIANCA STELLA
NO
MORANDINI ELEONORA
NO
MORATELLO FRANCESCO
Via Torino 15/A
Peschiera d/G
NO
NARDI CHIARA
Via Tombole 157
San Bonifacio
NO
NGANDIE NJONOU MILLY
Via Monte Ortigara 25/B
Verona
NO
NICOLI PAOLA
NO
NICOLIS ANDREA
Via C. Colombo 6
Vigasio
NO
PAIANO JACOPO
Via Regina Adelaide 12
Verona
NO
PAPOLA DAVIDE
Via Calatafimi 6/A
Verona
NO
PASETTO TRYSA
Via Roveggia 27
Verona
SI
PASINI ALBERTO
Via Marmolada 6
S. Martino B.A.
NO
PAVAN FEDERICA
Via Scrimiari 45
Verona
NO
PERON SILVIA
Monteforte d’Alpone
NO
PERONI MARIANA
Via Danieli 6
Verona
NO
PERRONE DOMINGA
Via Rovereto 17
Verona
NO
PICCOLI MARCO
P.Za Del Combattente 3
Illasi
NO
POZZERLE MARIA
Via Zoppega 16
Monteforte d’Alpone
NO
PRANDO SILVIA
Viale Europa
Vigasio
SI
PRETO MARIKA
Via Gioberti 20
NO
PRIVIERO MARCO
Via Scrimiari 45
Verona
NO
RAPAGNA FRANCESCA
Via P. Querini 5
Verona
NO
RIGO FRANCESCA
Vic. S. Maria In Organo 1
Verona
SI
RINALDI CATERINA ANNA
Piazza Vescovado 1
Verona
SI
ROMANO SIMONE
Via Aquileia 22
Verona
NO
RUTA ELENA
Via Ponte Asse 13
Albaredo d’Adige
SI
SANSOTTA NAIRE
Via Aquileia 22
Verona
NO
SAVVAKI KALLIOPI
Via Scuderlando 161/B
Verona
NO
SAY SVITLANA
Via Marsala 37/B
Verona
NO
SCARSINI ROBERTO
Via Garibaldi 113
Villafranca (VR)
NO
SCHIRALDI MARIA EMANUELA
Via Ca’ di Cozzi 8
Verona
NO
SERBUSCA DORIN
Via B. Romagnoli 84/A
Verona
NO
SHOKA ZAHI
Via Imola 2
Verona
NO
SIVERO VALENTINA
Via Bertoldi 2
Verona
NO
SOLDANI DARIA
Via R. Ruffilli 2947
Zimella
NO
SPEDICATO DANIELE
Via Pietro Meloni 5
Verona
NO
TAHA ABED
Via N. Mazza 5
Verona
NO
TANTILLO ILARIA
Via Garibba 5
Verona
NO
TATTI MARIA FATIMA
Via Legnago 39
Verona
NO
TOFAN LILIAN
Via Monte Belloca 25
Verona
NO
TOMEI PAOLA
Via Mezzomonte 38
Verona
NO
TOMMASO CANDIAN
Via Nuova 19
Villanova (RO)
NO
TORRESANI STEFANIA
Via Don Luigi Benassuti 2
Cerea
NO
TRUBIAN ALESSANDRA
Via Calatafimi 2
Verona
NO
TURATI MARIA GRAZIA
Via S. Antonio 50
S. Martino B.A.
NO
VALLICELLA ELISA
Via Ronchi 4/B
Villafranca di Verona
VENERI ANTONIO
Via Stra’ 57
Caldiero
NO
VERALDI VITALIANO
Via Arnolfo di Cambio 16
Verona
NO
VIARO TIZIANA
Via Dietro Listone7
Verona
NO
VIGNOLA PAOLA
VITTORII SILVIA
Via Asiago 9
S. Martino Buon Albergo
NO
VOLPE GIUSEPPE
Via Montesin 38
Colà di Lazise
NO
WEYNE MAGNUS FERNANDA
Via Carlo Del Prete 2
Verona
NO
ZAMPIERI ELISA
Via Valpantena 46/A
Verona
NO
ZAMPIERI RICCARDO
Via Quadrelli 65/B
Ronco all’Adige
NO
ZANOTTI SERENA
Via Albino Casella 1
Dossobuono
NO
ZEMINIAN STEFANO
Via San Felice Extra 2/B
Verona
NO
ZENORINI ANDREA
Via Siedlce 21
Pescantina
NO
48
Telefono 1
328 0011212
329 4239871
348 8210409
349 0062116
348 0176902
340 2658454
340 8776021
349 4082423
349 1857154
347 2479985
349 7282795
347 2411450
328 2660746
338 8926070
340 4157583
320 2586564
045 572941
327 8889333
345 9898558
338 1439733
333 7123732
328 2710775
338 2828566
329 6190690
346 8079575
340 9409403
348 9238476
328 3738807
339 7286242
328 8832413
349 4698739
340 0631022
347 1218310
329 1257481
348 2585314
045 6100370
349 1880958
349 4641934
348 1682400
333 4193398
335 5941022
340 5199461
340 7767004
347 2597635
329 7158223
347 0940738
388 8928095
340 2737500
380 3662966
045 8903064
347 2313146 347 5892542
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