la Rassegna Economico CONOMICO e E Finanziario INANZIARIO SETTIMANALE ettimanale e www.larassegna.it www.larassegna.it Numero 30 - 31 luglio 2014 - Anno 70 - Euro 0,90 fondata fondatanel nel 1906 1906 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione abbonamento postale - D.L.353/2003 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.n. 46)46) art. 1, 1, comma 1, DCB Bergamo Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in in abbonamento postale - D.L. 27/02/2004 art. comma 1, DCB Bergamo “Prepariamoci all’Expo”, attivo in Ascom lo Sportello per dare una mano alle imprese Torna Notti di Luce: spettacoli, eventi e un nuovo piano per l’illuminazione in città ► a pagina [ ] Gli esempi di Trento e Torino Quella spinta che Bergamo non riesce a darsi di ceSaRe A volte, guardarsi attorno, aiuta a capire come si può davvero cambiare passo al di là degli slogan elettorali. A nemmeno 200 chilometri dal Campanone c’è una città, Trento, che per molti aspetti è simile a Bergamo. Qui, giusto un anno fa, ha aperto i battenti il nuovo Museo delle Scienze, progettato dall’archistar Renzo Piano sulle ceneri di un complesso industriale dismesso. Un vero e proprio gioiello che propone sapientemente vecchie nozioni scientifiche con le più moderne tecnologie. Un intrigante viaggio nell’ecosistema alpino capace di stregare in egual modo bambini assetati di conoscenza e adulti desiderosi di riscoprirsi curiosi. Bene, era stato stimato che nel primo anno di vita avrebbe potuto richiamare 150 mila visitatori. A consuntivo è stata abbondantemente superata l’incredibile soglia del mezzo milione di ingressi. Un successo incredibile, anzitutto per il Museo ma, in senso più generale per le ricadute che ha generato, per l’intera città. Un sondaggio commissionato dalla Provincia di [ Le riforme annunciate ► a pagina "Alla movida credo manchi una maggiore caratterizzazione. Credo debba esprimere lo spirito, la creatività e l’identità di Bergamo. La creazione di un city brand autentico e non di un’identità appiccicata come un’etichetta è il primo passo per rendere attrattiva la città anche in chiave Expo". A parlare è Nadia Ghisalberti, assessore comunale alla Cultura, con deleghe al Turismo, al Tempo Libero, a Expo e Marketing territoriale. Sulla città ha idee chiare. "Negli ultimi anni - spiega - ha perso attrat- 9 770393 750004 3 ► a pagina 7 In molti casi l’impresa è una storia a due, che vede affiancati nella buona e nella cattiva sorte (pure aziendale) marito e moglie. Secondo una stima della Camera di Commercio di Monza e Brianza, in Italia sono quasi un milione (930mila) le coppie che condividono un progetto comune nella vita privata e lavorativa, essendo soci o collaboratori in azienda. In periodi in cui tenere a galla un’impresa è difficile e i matrimoni si sfaldano come neve al sole, la rilevazione dice anche che si tratta di realtà solide, con una percentuale oltre il 90% (a Bergamo è la più alta, il 96%) di chi dichiara che la crisi non ha scalfito i rapporti e il 3,5% (a Bergamo il 2%) che afferma che si sono addirittura rafforzati. Per scoprire il segreto delle unioni di cuore e d’affari abbiamo incontrato tre mogli impegnate nell’impresa al fianco del marito, Luisella Traversi (Robur), Mirella Salvi (Rotolificio Bergamasco) e Isa Colombi (Persico). ] on molti anni fa eravamo accomunati alla Spagna da una crisi profonda e dalla sfiducia generale nei nostri confronti. Avevamo anche la stessa ricetta per la riscossa, quella delle riforme. Ma mentre noi siamo ancora qui a parlarne e a dire che sono necessarie, in Spagna le hanno realizzate. Il risultato è che il Fondo monetario ha appena aggiornato le previsioni di crescita del Pil di quest’anno alzandole sopra l’1% per Madrid, mentre a noi le ha dimezzate dallo 0,6% allo 0,3%. La solita crescita da decimali, pari al tasso d’inflazione: ancora stagnazione, insomma, e poco importa che il Fondo abbia confermato l’attesa di una maggiore crescita per l’anno prossimo. Alle continue posticipazioni ci siamo abituati, ma il tempo non è una variabile da poco e scava un divario sempre maggiore con i nostri concorrenti che viaggiano tutti a velocità superiore o anche molto superiore. Il Regno Unito è stato promosso ad una crescita di oltre il 3%, la Germania sfiora il 2%, in generale l’area Euro viaggia a ritmi quasi tripli rispetto a noi. tività e ha fatto poco per affermare la sua identità. Ecco perché luoghi e spazi pubblici vanno ridisegnati, in stretta collaborazione con gli assessorati all’urbanistica e alla mobilità. Determinante sarà anche il ruolo dei commercianti?". In linea col pensiero di Ghisalberti è l'amministratore delegato del Distretto urbano del commercio, Alessandro Riva. Che puntualizza: “Ora bisogna lavorare sull’identità dei luoghi”. Quasi un milione in Italia le aziende in cui i coniugi sono soci o collaboratori. Le storie di Robur, Rotolificio Bergamasco e Persico 3 N 40030 6 Nadia Ghisalberti Parlano le mogli: «In coppia l’impresa ha una marcia in più» RavaSchio Segue a pagina ► a pagina «Il centro cittadino deve tornare attrattivo» Un Paese di parole con buona pace del Pil di Stefano 9 L'assessore Ghisalberti: «Negli ultimi anni è stato fatto poco per rilanciarlo». «Alla movida serve una maggiore caratterizzazione» ZappeRi Segue a pagina 8 Team building, ecco le sei regole per costruire una squadra efficiente LA NOMINA Martinelli (Fogalco) amministratore di Federascomfidi: «Ai confidi servono subito nuove norme per supportare le pmi» ► a pagina 6 ► alle pagine 4 e 5 IL PoLemIco di MaRco ciMMino Se Bergamo vuole essere europea deve fare come si fa in Europa AI LETTORI Con questo numero la Rassegna va in ferie. Tornerà nelle edicole e nelle cassette della posta il 4 settembre A tutti un augurio di buone vacanze! H o letto con interesse la recente intervista concessa dall’assessore Zenoni a Bergamonews, sui temi caldi della mobilità e dell’urbanistica a Bergamo e, visto che siamo in chiusura vacanziera, ho deciso di fare come i governi della Repubblica: le cose serie le metto sul piatto quando tutti stanno sbaraccando, così nessuno ci fa caso. Stendo un velo pietoso sul look da matrimonio in val Taleggio, sfoggiato per l’occasione dal buon ‘Zeno’, perchè sarebbe ingiusto infliggergli ‘coram populo’ strali più adatti ad un dopocena conviviale: direi, perciò, di passare direttamente al succo del discorso. Segue a pagina 2 Fogalco è la cooperativa fidi dell'Ascom di Bergamo che rilascia garanzie fidejussorie su linee di credito a breve, medio e lungo termine per: Investimenti (Innovazione - Ristrutturazione - Acquisto muri - Automezzi - Attrezzature - Arredi - Sicurezza) Liquidità (Acquisto merci - Ristrutturazione debito - Fidi di cassa - SBF - Anticipo fatture) 2 la Rassegna 31 luglio 2014 Il polemIco seguici su PUNTI DI VISTA Direttore responsabile: Giuseppe Ruggieri In redazione: Anna Facci Grafica: Andrea Locatelli Direzione e redazione: via Mazzini, 24 - 24128 Bergamo - tel. 035 213030 - fax 035 224572 E-mail: info@larassegna.it Web: www.larassegna.it Editrice: La Rassegna Srl PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA marcocimmino60@hotmail.it (commenti su www.larassegna.it) PUNTI DI VISTA www.larassegna.it deggina e sul pane: ma è andata così e amen. Dunque, sotto a batter cassa e basta coi finanziamenti a cose inutili o, peggio, gestite dai soliti amici degli amici: ma ci vogliono progetti seri e fattibili. Infine, Città Alta: dolorosissimo fulmen in clausola. Città Alta, presa d’assalto da un turismo poco regolato e pochissimo indirizzato: rimasta per decenni nelle mani di una lobby di radical-chic che, prima, hanno comprato a prezzi di realizzo le catapecchie di pensionati ed operai, dicendo loro che era molto meglio avere il bagno in casa e spedendoli al Monterosso e, poi, le hanno ristrutturate, trasformandole in un ghetto per privilegiati con l’erre blesa. Città Alta, soffocata tra l’albagia schizzinosa dei giacobini miliardari e le folle schiamazzanti in cerca di pizzette e di souvenir. Ridatele vita, se potete. Limitate al massimo le automobili e potenziate al massimo la risalita: fin qui nulla di nuovo. Ma date anche a chi sale in Città Alta qualche ragione in più per non assieparsi lungo la Corsarola, esibendosi in avantindré degni di un nuotatore di gran fondo: vanno ingigantite le offerte culturali, le visite ai musei, le operazioni guidate, i pacchetti turistici completi. In una parola, il turismo dev’essere incanalato, istruito, educato, mirato. Quindi, il mio suggerimento è quello di non occuparsi sempre e soltanto del “come” arrivare in Città Alta, ma anche e soprattutto del “perché”. E anche qui, come in ogni altra cosa, ci vuole coraggio. Adesso la pianto, per raggiunti limiti di spazio. Credo e spero di essere stato chiaro: una nuova giunta merita fiducia, sempre, e un minimo di pazienza da parte dei cittadini. Ne riparleremo a tempo scaduto. Buone vacanze. PUNTI DI VISTA Visita il sito PUNTI DI VISTA fondata nel 1906 PUNTI DI VISTA Sorvolerei su alcuni aspetti della chiacchierata che, notoriamente, mi lasciano freddino, tipo il destino dello stadio. Mi limiterò, pertanto, a dire la mia su quelle faccende che, viceversa, titillano la mia curiosità di cittadino. L’impressione generale di una certa prudenza da parte di Zenoni sulle questioni più pirotecniche è stemperata dalla più comprensibile delle giustificazioni: è lì da pochissimo, si è trovato tra le mani la patata più bollente dell’intera giunta ed è normale che non voglia sbilanciarsi. Io, però, gli suggerirei, comunque, qualche sbilanciamento in più: se c’è una cosa di cui mi pare che i Bergamaschi siano saturi e stufi e quella prudenzina curiale, quel voler condividere con tutti le decisioni, che dà sempre la sensazione che non si combini niente nel timore di fare dispetto a qualcuno. Lasciamelo dire, caro Stefano: chissenefrega se certe scelte faranno venire i vermi a qualche palazzinaro, a qualche associazione di irrimediabili rivoluzionari da operetta, a qualche parrocchia. Voi governate una città, per i cittadini: se si devono fare scelte radicali, si facciano. Giudichi la storia se ci si ricorderà di più e meglio di operazioni coraggiose e, magari, andate così e così, oppure dei soliti ‘toca negot’, di cui, da queste pagine, si è parlato anche di recente. Le ciclabili? Fatele, fatene tante e fregatevene degli sbuffi e delle proteste di chi usa l’automobile anche per andare dal lattaio, nemmeno abitasse a Cerete, anzichè in una città soffocata dal traffico: domani, dopodomani, i figli ed i nipoti dei bofonchiatori vi ringrazieranno. Non cominciate con i tochelì: con le mezze pistine che finiscono nel nulla e che sono peggio che non averne affatto. Siate sanamente millenaristi: se Bergamo deve diventare una città europea, si deve fare come si fa in Europa. E, se dovete pedonalizzare il centro, che sia un’isola pedonale a tutto tondo: un centro chiuso al traffico diventa un salotto, uno spazio aperto a manifestazioni, un luogo d’incontro. Cent’anni fa era proprio così, perché le automobili a Bergamo erano 800: oggi, che sono 800mila, lasciamole circolare altrove e torniamo a riappropriarci del nostro spazio. Che, come Einstein insegna, è anche il nostro tempo, ovvero la nostra vita. Buona anche l’idea della “Casa delle religioni”, in stile brandenburghese: solo che noi non siamo in Brandenburgo, e c’è qualche legittima preoccupazione circa la convivenza pacifica e civile di certi signorini che vediamo affliggere le nostre strade. Quindi, credo che, se l’idea è piena di civiltà e di buon senso, pure vada applicata con molto giudizio e con qualche precisa garanzia circa il rispetto delle regole: se la nostra polizia locale facesse rispettare l’ordine nei luoghi di culto interreligioso come se ne occupa in via XX settembre, avremmo un’Intifada al giorno. Credo anche che ci vorrebbe maggiore energia sul fronte del trasporto pubblico: metroleggere, tranvie veloci, corsie preferenziali, filobus old style e tutto quanto permetta di spostare progressivamente il trasporto di persone e merci dalla gomma al ferro e dalla benzina all’elettrico sarà ben accolto. Capisco quale sarà il ritornello a riguardo: le palanche. Le palanche bisogna trovarle e, nel contempo, non bisogna sprecarle: l’Europa paga per esempi di mobilità extraurbana invero bizzarri, come la funivia Pinzolo-Madonna di Campiglio, e non vedo perchè non dovrebbe foraggiare un progetto di riqualificazione della mobilità in una città d’arte come la nostra. Certo, se si fosse puntato su questo genere di svolte nell’identità urbana, ai tempi belli di quella buffonata della capitale europea della cultura, forse forse oggi ci troveremmo a non dover risparmiare sulla can- PUNTI DI VISTA dalla prima pagina PUNTI DI VISTA Se Bergamo vuole essere europea deve fare come si fa in Europa Franco Frigeri di di Franco Frigeri COMMENTI Lo sguardo corto della politica Dando lo sguardo a come vanno le cose della politica, anche fuori da casa nostra, possiamo rilevarvi un filo conduttore comune. Alla dimensione transnazionale del potere economico fa da contraltare un deficit di legittimazione del potere politico, troppo spesso caratterizzato da una sorta di minor consapevolezza rispetto alla sua funzione e ai suoi obiettivi. Si spiega così anche la difficoltà di formare e accorpare autentiche èlite politiche, fino a quando resta senza risposta da cui, in una democrazia non dovrebbe essere consentito di sfuggire: “ottenere il potere, ma per fare cosa?”. E ancora: oggi per avere potere conta - più del possedere risorse - l’essere davvero in grado di servirsene, scansando la seduzione delle facili vie più o meno tecnocratiche. Proprio questo passaggio rende sempre più manifesta la diffusa percezione che il decrescente rendimento delle istituzioni costituisca un problema intollerabile, accentuando l’idea che lo Stato versi in una condizione di crisi irreversibile. Sta qui la ragione per cui le diverse autorità di “government” a livello nazionale (gli Stati) siano sempre più costrette a confrontarsi con la questione della “governance”. Istituzioni di governo le quali – sia pure fondate e legittimate democraticamente – non si attrezzino per fornire risposte di “governance” del sistema sono destinate ad avere poco futuro. Filosofia politica? Tale non rimarrà se vi sarà la capacità di tradurla in azione politica concreta. Servizi pubblici e utenti I servizi pubblici locali rappresentano un settore cruciale, complesso e variegato dell’economia del Paese. Molto spesso il dibattito si è incentrato sulla netta separazione pubblico/privato in base alla tesi che il privato consente una maggiore efficienza dei servizi mentre il pubblico garantisce una maggiore tutela. Oggi entrambi gli aspetti sono da affrontare da un nuovo punto di vista: da un lato bisogna garantire che non si sviluppino rendite monopolistiche e che siano tutelati gli interessi pubblici; dall’altro è utile e necessario coinvolgere le imprese nello sviluppo industriale del settore avendo come obiettivo l’economicità degli stessi e la parità di trattamento per tutti gli operatori potenzialmente coinvolti. L’obiettivo di produrre beni e attività rivolti a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo armonico e civile delle comunità locali va garantito puntando a un principio di responsabilità e autonomia, nel rispetto delle regole sulla concorrenza e tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica circa le strategie più congrue alla realizzazione degli obiettivi. Negli ultimi tempi è stata proposta l’adozione di modelli di contendibilità, con la convinzione che essi possano determinare “naturali” incentivi all’efficienza nei soggetti erogatori di tali servizi essenziali. Forse è giunto il momento di riaprire il dialogo sull’efficacia di tali modelli nei termini in cui le norme oggi vigenti li propongano. E’ necessario, pertanto, tener conto della chiarezza delle norme, della coerenza con i principi costituzionali ed europei, del reale stato dell’industria di riferimento e del sistema delle imprese operanti, delle esigenze di una domanda e di un territorio in evoluzione. E’ una vera e propria sfida. Lo “spettacolo” dell’informazione Nell’ampio scenario dell’offerta informativa attuale ciò che assume particolare rilievo per gli spettatori è la capacità di una fonte informativa di assumere un ruolo forte di narratore garante di obiettività. Questa considerazione richiama un prodotto che è una combinazione di storie controllabili con lo scopo di conquistare ed ampliare il consenso e costruire una più efficace relazione con la propria comunità. Linee narrative con cui coinvolgere ed emozionare i cittadini, cercando di scegliere sempre le narrazioni migliori per il momento politico, culturale ed economico del Paese: storie che raccontano soprattutto promesse di cura, di trasformazione, di salvezza da parte del leader e del suo team nei confronti del Paese. In questa strategia il discorso, l’impiego dei formati della politicaspettacolo supporta l’operazione di voler toccare le corde emotive del pubblico, farlo ridere o commuovere, a seconda della versione umana o di divo che il politico offre di sé. Sul fronte dei media, oggi il pubblico ricerca quei volti o programmi che siano portatori di valori di affidabilità, autorevolezza e credibilità. La tv con le sue diverse proposte informative e la comunicazione politica impegnata in una ridefinizione dei suoi linguaggi paiono convergere oggi nella strategia retorica di proporsi come autorevoli narratori di storie capaci di scaldare l’attenzione del pubblico. E mai come oggi abbiamo bisogno di storie cui affidarci. Sede legale: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo Presidente: Ivan Rodeschini Registrazione: Tribunale di Bergamo n. 185 del 20/02/1950 Abbonamenti: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo tel. 035 4120304 - fax 035 4120149 Abbonamento: annuale € 41 pagabile con bonfico bancario in favore di “La Rassegna Srl” presso Banca Popolare di Bergamo, Filiale di Bergamo Clementina IBAN: IT79M0542811111000000060227 Stampa: Sigraf spa - via Redipuglia, 77 24047 Treviglio (Bg) - tel. 0363 300330 - fax 0363 343282 Pubblicità: La Rassegna Srl Pubblicità, via Mazzini, 24 - 24128 - Bergamo, tel. 035 213030 - info@larassegna.it Spedizione in abbonamento postale la Rassegna 31 luglio 2014 3 COMMENTI le riforme annunciaTe Gli esempi di TrenTo e Torino Quella spinta che Bergamo non riesce a darsi dalla prima pagina ìTrento tra i commercianti ha registrato giudizi entusiastici: per il 91% la nuova struttura ha creato effetti positivi sull’economia del territorio e per il 61% il miglioramento c’è stato nella propria attività. Insomma, da un intervento di riqualificazione urbana, costato non poco alle generose casse dell’Amministrazione comunale (70 milioni in 12 anni), Trento ha saputo ricavare uno straordinario polo di attrazione destinato a consolidare ulteriormente il già forte appeal. E qui sorge spontanea la domanda: possibile che a Bergamo non si possa fare niente di simile? Che cosa manca a questa città per immaginare operazioni analoghe? Secondo noi nulla. Ma proprio nulla, in termini economici. Forse, come ha sottolineato efficacemente in una recente intervista il neo presidente degli architetti Alessandra Ferrari, manca “la capacità di mettersi in gioco. Bergamo è una città a cui non manca nulla. Tranne la spinta”. Parole sante, forse così disincantate perché pronunciate da una professionista che lavora sì in città, ma è nata a Mantova e cresciuta a Verona. Con lo sguardo di chi viene da fuori, certi limiti di vedono meglio, evidentemente. Viene da pensare che una partita la si potrebbe giocare proprio sul terreno che sta facendo la fortuna di Trento. Perché c’è Bergamo Scienza che è un festival di grande successo, un asso nella manica della città. E allora, è così assurdo, così fuori dalla logica provare a pensare (magari per concludere che non ne vale la pena) ad una trasformazione della rassegna in qualcosa di permanente che possa richiamare attenzioni 365 giorni all’anno? Quanti edifici dismessi da recuperare ha Bergamo che potrebbero utilmente trasformarsi in una Cittadella della Scienza? E quante ener- gie economiche vanta questo territorio che potrebbe ripetere quanto ha fatto a Cremona l’industriale Giovanni Arvedi donando alla sua città il bellissimo Museo del violino? Se da est ci volgiamo ad ovest, ci imbattiamo in Torino dove nei giorni scorsi l’idea di portare la musica classica in piazza, proponendo due opere di Mozart, ha riscosso un grande successo. Venticinquemila persone (25 mila, quante ce ne stanno, esaurendolo fino all’orlo, nello stadio di Bergamo) hanno assistito al Don Giovanni e altre diecimila, sotto una pioggia battente, non si sono volute perdere il Flauto Magico. Visto dalla patria di Gaetano Donizetti non si può che provare invidia. Ma, a ben pensarci, anche un po’ di rabbia perché mai niente del genere (anche a Lucca con Puccini non scherzano) si è visto da queste parti. Qui, l’unica sinfonia (si fa per dire) che ascoltiamo da tempo immemorabile è quella dei tanti tromboni che si riempiono la bocca con l’illustre concittadino salvo fermarsi solo all’etichetta. Tant’è, somma vergogna, che ci si ritrova perfino con un teatro che apre i battenti solo in virtù di deroghe concesse anno dopo anno. Risparmiamoci anche in questo caso la domanda spontanea e chiediamoci piuttosto, da bergamaschi abituati da decenni di autoreferenzialità e da una retorica zuccherosa a considerarci insuperabili modelli di virtù, se non abbiamo accumulato troppe battute a vuoto e se non sia necessario, più che un cambio di passo, uno scatto d’orgoglio che ci permetta, se proprio non siamo più capaci di inventare qualcosa di nuovo, almeno di copiare i tanti esempi positivi che vediamo al di là delle Mura. Cesare Zapperi (commenti su www.larassegna.it) Il Museo delle Scienze di Trento (MuSe) progettato da Renzo Piano La LETTERA B Un Paese di parole con buona pace del Pil dalla prima pagina Resta sempre la differenza monotona che il nostro debito, 2.166 miliardi a fine maggio, allegramente avviato per quest’anno verso un 140% sul Pil, è ben più alto di quello spagnolo, con tutto quello che ne deriva in drenaggio di risorse in termini di interessi da pagare (e cara grazia che i tassi sono bassi e non ci è stata ancora tolta del tutto la fiducia in termini di spread). Ma nostra responsabilità sono la lentezza con cui ci si muove e le parole che si sprecano senza essere seguite dai fatti, oltre alla scelta di priorità in ordine quanto meno poco razionale. Mentre l’economia si sta sgretolando, le aziende faticano sempre di più ad andare avanti e l’occupazione cade da mesi tutta l’attenzione si concentra sulle riforme istituzionali, questione importante, per carità, ma che dovrebbe essere risolta con una maggiore rapidità e soprattutto senza frenare provvedimenti ben più urgenti. Non ci si può non stupire quando interventi oggetto di annunci di prossima approvazione mesi, se non anni, fa rispuntano dal cassetto in cui erano stati infilati per essere ripresentati intonsi come idea inedita da questi “governi del fare” che si rivelano sempre più come “governi del farò (forse)”. Quello che ci frega sono i tempi verbali. Rimandiamo al futuro quello che sarebbe indispensabile nel presente, se non nel passato. Dovrebbero avere iniziato già a dare effetti lo sblocca Italia, la delega fiscale, il taglia vincoli, le privatizzazioni, il decreto competitività, il piano delle grandi e piccole opere, i contratti di sviluppo, la riforma del catasto, la riduzione degli enti, la spending review, il decreto sul rientro dei capitali… Invece stanno sempre per partire, sono in arrivo, ormai pronti, in dirittura d’arrivo. Nessuno dice che dobbiamo essere per forza originali. Anzi, spesso il successo lo raggiunge chi riesce ad adottare il meglio delle idee altrui. Insomma, si può anche copiare, con intelligenza. Da sei anni l’economia spagnola, non cresceva a un ritmo così elevato come nel secondo trimestre del 2014 (più 0,5%, che vuol dire quasi il doppio di quanto è atteso in Italia per l’intero anno), il quarto consecutivo in espansione, con la ripartenza dei consumi delle famiglie e degli investimenti, accompagnato da un rimbalzo della Borsa del 32% in un anno, da un calo dei tassi sul titoli decennali scesi dal 7% del 2012 all’attuale 2,5%, il minimo dall’introduzione dell’euro, e da un consolidamento dei segni positivi dell’occupazione, che quest’anno, per la prima volta dal 2008, dovrebbe crescere. Resta ancora vicina al 25% la disoccupazione, ma in un Paese che era ormai prossima al “default greco” non tutto si può risolvere in un attimo. Quello che conta è che con l’umiltà di avere chiesto aiuti a Bruxelles per ricostruire il sistema bancario, con la realizzazione, e non solo l’annuncio, delle riforme chieste dai mercati e dall’Europa, l’economia si è messa in moto e sono appena iniziati interventi per ridurre sul serio le tasse. Noi non abbiamo (ancora) fatto abbastanza, ma l’abbiamo fatto da soli e di testa nostra, una magra consolazione: verrebbe voglia di fare cambio. Stefano Ravaschio (commenti su www.larassegna.it) Preoccupato e impotente di fronte allo sfascio uongiorno Dr. Cimmino, quando prendo la Rassegna il primo articolo che leggo è sempre il suo, e sempre nel 95% dei casi sono totalmente d’accordo e nel restante 5% sono abbastanza d’accordo. L’articolo “Coltiviamo il dubbio...”, apparso sul numero scorso, lo condivido al 110%. Una volta Le ho chiesto perché non entra in politica anche lei, mi rispose che ognuno ha il dovere di fare quello che sa fare meglio, nel suo caso il giornalista. Forse (ecco che subito parto con una formula dubitativa che se da un lato sminuisce la forza dell’affermazione lascia aperto un ponte per un'eventuale ritirata…) le cose vanno così come vanno perché i politici fanno i politici e il loro obbiettivo principale è quello di perpetuarsi. Io non mi metterei mai in politica perché ho due problemi: uno, sono sempre pieno di dubbi (appunto, li coltivo) anche su quelle cose che dovrebbero essere le mie convinzioni e due, non mi accorgo quasi mai quando me la fanno, per così dire, sotto il naso… figuriamoci cosa mi succederebbe in politica; durerei quanto un chicco di grandine al sole. Comunque grazie per i suoi pezzi, almeno leggere i suoi articoli per me è terapeutico; mi convinco di non essere l’unico sinceramente preoccupato se non impaurito da quello che sta succedendo, ma soprattutto totalmente impotente, visto che nessun politico quando arriva al potere vero, mantiene ciò che ha promesso quando lo stava scalando. Non è una bella sensazione, mio padre non l’ha mai provata perché ai suoi tempi, impegnati o non impegnati politicamente, o si era di destra, o di centro o di sinistra, quelle vere però, quelle i cui rappresentanti agivano (o, mannaggia al dubbio, ce la davano solo ad intendere anche allora?) secondo le rispettive convinzioni (che erano le stesse dei loro elettori) e non, o almeno non solo, per restare abbarbicati al loro tronetto. Cordialissimi saluti e a… leggerla presto. Danilo Bianchi Caro Danilo intanto grazie per le belle parole e per la fedeltà. Io penso che le cose siano molto più semplici di come ce le raffiguriamo: fino a non molto tempo fa, la gente aveva delle certezze, che magari erano falsi idoli, ma funzionavano, perché mantenevano in vita dei valori. Quindi, i nostri nonni o anche solo i nostri genitori potevano essere di destra o di sinistra, religiosi o atei, ma partecipavano a quel sistema di valori, per cui un delinquente era un delinquente, un galantuomo era un galantuomo e così via. Oggi, un delinquente può diventare presidente della Repubblica ed un galantuomo può suicidarsi per i debiti: ogni punto di riferimento pare essere saltato. Per questo rimpiango le bugie di un tempo, che, perlomeno, erano utili alla civiltà: quelle di oggi sembrano servire solo a demolirla... Un caro saluto MC 4 la Rassegna 31 luglio 2014 Sono quasi un milione in Italia le coppie che condividono anche l’impegno in azienda. Abbiamo scelto tre Mogli in affari: «Vi raccontiamo l’altra m di anna Luisella Traversi (Robur) «La coppia rafforza l’aziend Facci S pesso le imprese si identificano in un’unica persona, quella del fondatore, del capo, del volto pubblico - perlopiù maschile, ma vale anche il discorso contrario -, che illustra novità e progressi o denuncia problemi e criticità. In molti casi però l’impresa è una storia a due, che vede affiancati nella buona e nella cattiva sorte (pure aziendale) marito e moglie. Secondo una stima della Camera di Commercio di Monza e Brianza (che ha anche scelto di attribuire un riconoscimento ai “matrimoni d’impresa” più longevi del proprio territorio) in Italia sono quasi un milione (930mila) le coppie che condividono un progetto comune nella vita privata e lavorativa, essendo soci o collaboratori in azienda. In periodi in cui tenere a galla un’impresa è difficile e i matrimoni si sfaldano come neve al sole, la rilevazione dice anche che si tratta di realtà solide, con una percentuale oltre il 90% (a Bergamo è la più alta, il 96%) di chi dichiara che la crisi non ha scalfito i rapporti e il 3,5% (a Bergamo il 2%) che afferma che si sono addirittura rafforzati. Se nei negozi, nelle attività artigianali, in bar e ristoranti è molto più facile imbattersi in binomi di questo tipo e riconoscere la divisione dei compiti, meno evidenti sono il ruolo e il valore della coppia nelle realtà industriali. Ecco allora le testimonianze di tre unioni di cuore e d’affari bergamasche, con il punto di vista dall’altra metà. Vita di coppia e d’azienda sono tutt’uno per Luisella Traversi Guerra, che con il marito Benito ha fatto crescere la Robur di Verdellino sino a renderla un autentico faro a livello mondiale per l’efficienza energetica dei sistemi di riscaldamento e condizionamento a gas. Come sarebbe andata lo si poteva probabilmente intuire già da quel viaggio di nozze, 51 anni fa: un mese in Europa sulle tracce di beccucci per il gas per cogliere al volo le opportunità legate al passaggio dal “gas di città” al metano. Incontrati nell’albergo dei genitori di lei a Selvino, sposati dopo un anno, molto giovani – 19 e 24 anni -, non hanno avuto dubbi nel condividere da subito anche il percorso professionale. «Mio marito era un artigiano con la voglia di fare presto – racconta Luisella Guerra –. Avevamo lo stesso sogno, creare una bella famiglia e fare qualcosa di utile, questo ci ha unito. All’inizio, avendo trascorso nella mia infanzia un lungo periodo a Parigi, ero la “segretaria” che parlava francese, poi sono passata ad occuparmi di tutta la direzione del personale (oggi Robur ha circa 220 dipendenti nella sede di Verdellino ed è presente anche in Germania e negli Stati Uniti ndr.) ed ho seguito da vicino alcuni aspetti del marketing, in particolare quelli legati alla motivazione alla vendita e allo sviluppo delle idee. Da qualche anno sono “ufficialmente” in pensione, ma partecipo ai Consigli di amministrazione portando la mia esperienza e non posso certo dire di aver chiuso con l’azienda. È come un figlio, lo si ha finché si scampa perché in gioco ci sono responsabilità sociali». Se per molte mogli il ruolo quasi automatico è quello della gestione contabile e finanziaria, Luisella Guerra ha fatto diventare il proprio interesse per la crescita personale e delle relazioni un valore fondante dell’impresa. «Dopo il diploma magistrale mi sarei iscritta a filosofia – ricorda -. Mio marito mi ha riconosciuto un cuore predisposto a creare gruppo, a capire e motivare le persone, a stimolarle nel tirare fuori il meglio di sé, a rispondere con creatività alle situazioni. Siamo complementari, se dovessi sintetizzare il mio apporto direi che sono stata il lievito per la sua visione, aiutandolo a capire per tempo il mercato ed i prodotti, e insieme un’ancora, uno spazio dove rifocalizzarsi e ripartire per fare ancora meglio». Questa predisposizione si è tradotta nell’adozione in azienda, a partire dagli anni Ottanta, dei principi della qualità totale, di cui Luisella Guerra è tecnica e formatrice, che ha la propria base nello sviluppo personale. «Bisogna partire dalle persone, non ci sono alternative – commenta -. Conoscendo se stessi si acquisisce la capacità di migliorare le Luisella Traversi e Benito Guerra Mirella Salvi (Rotolificio Bergamasco) «È delle donne il ruolo chiave, devono te «Sino ad ora i “rotolini” non ce li siamo mai tirati dietro». Scherza Alessando Panseri nel raccontare la storia d’amore (quest’anno festeggia il 45esimo di matrimonio) e d’impresa che condivide con la moglie Mirella Salvi. E dissolve in una battuta l’immagine che vuole per forza i coniugi sempre intenti a battibeccare. I rotolini in questione sono quelli della Errebi – Rotolificio bergamasco di Gorle, che insieme hanno deciso di rilevare nel 1977 facendola diventare la prima azienda in Italia per fatturato e tra le prime in Europa nella produzione di carta in rotoli. Tradotto nella pratica, significa imbattersi quasi quotidianamente con uno dei loro prodotti, che si tratti di uno scontrino fiscale, di un ticket per il parcheggio o l’autostrada, della ricevuta di una giocata (sono i fornitori di Lottomatica e Sisal) o del bancomat, dei numerini per la coda o di quelli sui capi ritirati dalla lavanderia, ma anche delle maxi affissioni. «Mio marito lavorava alla Pirelli e spesso era impegnato all’estero, io facevo la casalinga – racconta Mirella Salvi - e seguivo i bambini (Gianluca nato nel ‘70 e Cristiano nel ‘73, mentre nell’87 sarebbe arrivato Pierluigi, il “piccolo” della famiglia ndr.). Il titolare, ormai anziano, del rotolificio, che allora aveva sede a Redona, ci ha proposto di subentrare nell’attività. Ai tempi produceva i rotoli per le calcolatrici di due banche, ma nelle dimensioni ridotte e nella versatilità di questi articoli vedeva grandi prospettive. Abbiamo accettato. E da allora sono qui». Alessandro Panseri e Mirella Salvi Data la precedente esperienza da impiegata nell’azienda di famiglia, per Mirella è stato scontato occuparsi della parte amministrativa, mentre il marito sviluppava quella tecnica. Alla signora spettano anche le relazioni e la partecipazione alla vita associativa. In Confindustria Bergamo è stata presidente del Gruppo Cartotecnici e fa parte del Consiglio direttivo della Piccola Industria. È anche tra i probiviri di Assografici, l’associazione nazionale del settore e partecipa al network mondiale di donne imprenditrici Aidda. «La divisione dei ruoli dipende più che altro da un fatto pratico, legato alle competenze, alle inclinazioni e al tempo a disposizione – rileva il marito -. Vale anche nell’assegnazione delle cariche. I soci siamo noi due, lei è l’amministratore perché può seguire meglio anche gli aspetti burocratici, io però ho la quota maggiore e posso revocarle l’incarico…», la provoca sorridendo. Loro e l’azienda sono cresciuti con i propri dipendenti. Hanno infatti sempre assunto persone al primo impiego, un modo per dare fiducia e condividere un cammino. Lo conferma il fatto che solo quest’anno – in quasi 30 di attività - saluteranno il primo dipendente che ha raggiunto la pensione dei circa 70, impegnati tra Gorle e lo stabilimento di Majano, in Friuli, aperto nel 2000. «Teniamo ad ognuno di loro – sottolinea Panseri – e non siamo mai ricorsi alla cassa integrazione o alla mobilità, stringendo i denti nei momenti più difficili». E ce la Rassegna 31 luglio 2014 5 storie, privilegiando il punto di vista femminile età dell’impresa» da, ma bisogna sapersi aspettare» proprie potenzialità grezze: è questo lo snodo fondamentale, trasversale ad ogni ambito, che si tratti di tecnologia, ricerca o mercato. I problemi tecnici sono giochetti che si risolvono, i problemi veri sono quelli nelle relazioni». È anche il segreto che fa funzionare una coppia impegnata nella stessa sfida imprenditoriale? «Amore e fiducia sono indispensabili – osserva -, ma poi è molto importante che ognuno sia disposto ad aspettare l’altro. Capita infatti che le esperienze portino marito e moglie ad evoluzioni diverse ed è fondamentale non perdersi di vista e attendere che il partner cresca perché l’obiettivo torni ad essere di entrambi. È un concetto che andrebbe urlato agli artigiani: se c’è questa attenzione all’ascolto di se stessi e dell’altro, senza compromessi, la coppia moltiplica la forza dell’azienda. La coppia è un tesoro sociale, peccato non rendersene conto. Far crescere un rapporto significa lasciar perdere gli egoismi, le pretese, il potere e raggiungere una raffinatezza di espressione sempre maggiore». Non è facile, anzi. «I momenti di difficoltà non sono mancati neanche per noi – ammette -, soprattutto quando si trattava di fare un passo avanti, ma sono stati anche quelli che, illuminati dall’amore e del rispetto, hanno contribuito ad illimpidire il rapporto. Certo, poi c’è anche chi si accontenta dei gioielli o di andare alle terme con le amiche…», dice senza paura di colpire nel segno. Del resto Luisella Guerra spazza via anche la convenzionale distinzione tra vita privata e lavorativa. «Che siano due cose diverse è una grossa bugia – afferma -. Se si è onesti con sé stessi in azienda lo si è anche nella vita. Personalmente ho coltivato tante dimensioni, quella di scrittrice di libri sul management, quella di pittrice con esposizioni in tutto il mondo, ma il processo di crescita è uno solo e si riversa su tutte le componenti, nel matrimonio, nel rapporto con i figli (sono cinque ndr.), in azienda, sul mercato». È così che per settembre attende l’uscita del suo libro di fiabe per bambini, edito da Mondadori, mentre con un gruppo di “ragazze” sta preparando un manuale per l’autoformazione allo sviluppo della creatività nel mondo dell’impresa, sognando di dare vita di qui a cinque anni alla prima Università della Creatività d’Europa. Dopo l’impegno in azienda ora la volontà è di mettere a disposizione di altri la sua esperienza. Con una certezza su tutte: «Il bene grande che lega me e mio marito ci ha regalato questa bella storia». nere tutto in equilibrio» ne sono stati, non solo in questo ultimo periodo. «Mi dicevano, forse solo a mo’ di battuta, che era rischioso lavorare con mia moglie perché se le cose fossero andate male, sull’uno o sull’altro versane, ci avrebbero rimesso in ogni caso sia la famiglia sia l’attività. Posso dire che è l’esatto contrario. Essere impegnati entrambi in azienda significa non essere soli, avere qualcuno che comprende i problemi e su cui contare, ma anche avere la fortuna di passare molto più tempo insieme. La famiglia e l’impresa si rafforzano a vicenda, a patto ovviamente che siano la famiglia e il lavoro i valori in cui si crede», puntualizza. Secondo la consorte il buon funzionamento di un matrimonio d’impresa dipende comunque più dalle donne, chiamate ad un ruolo di “registe”. «È la donna che regge tutto, con la sua capacità di organizzare, di smussare, di tenere insieme ed in equilibrio, anche accettando di stare un po’ più defilata – rileva -. Personalmente credo che a dare la linea in azienda debba essere uno solo e non ho mai contraddetto mio marito di fronte ai dipendenti. Certo le decisioni importanti poi le abbiamo sempre prese insieme». Sul conciliare gli impegni del lavoro con quelli della casa, tanto più nel suo caso con tre figli maschi, dice che fissando delle priorità e con un po’ di organizzazione e gioco di squadra si può fare. «Fin da piccoli anche i nostri figli hanno condiviso il nostro percorso, era inevitabile – ricorda mamma Mirella -, e mano mano è stato naturale per loro entrare in azienda e portare il proprio contributo in base alle proprie caratteristiche. Ora i consigli di amministrazione li facciamo la domenica a pranzo – dice per far capire il clima -. Ciò che ci unisce e fa andare d’accordo è, in fondo, semplice. Riconosciamo tutti che è l’azienda quella che ci dà da vivere e che fa stare bene noi ed i nostri dipendenti, per questo facciamo tutti del nostro meglio». O, come dice il primogenito Gianluca, «facciamo a gara a chi lavora di più». La buona integrazione della nuova generazione e il rapporto creato con i dipendenti li fa guardare al futuro in chiave positiva. «Crediamo di avere messo buone basi per il passaggio del testimone – dicono – e non avremo difficoltà nel farci da parte. Ognuno ha il suo tempo da vivere e questa è la loro epoca». Già, ma c’è la crisi... «Chi ha visto trasformarsi un sogno in realtà come noi non può che continuare ad avere fiducia», concludono. Ecco, dentro quei rotolini di carta che poi arrivano in tutte le nostre tasche c’è questo sogno. Isa Colombi (Persico) Pierino Persico e Isa Colombi «Parlavamo solo di lavoro, poi il figlio di sette anni ci ha fatto una domanda...» Parla schietto Isa Colombi. Non colora di rosa il cammino che al fianco del marito Pierino Persico li ha visti passare dalla modelleria di legno in uno scantinato avviata ad Albino nel ’76 ad un’azienda conosciuta in tutto il mondo per gli stampi e i prodotti all’avanguardia nei settori automotive, nautico e con sistema rotazionale. Che ha fatto scoprire al patron di Luna Rossa Patrizio Bertelli, all’inventore di Skype Niklas Zennstrom e agli sceicchi del Bahrein che esistono la Valle Seriana e un paese chiamato Nembro. «Per una moglie è pesante conciliare la famiglia con l’azienda e credo che sia ancor più difficile per il marito se, come accade più spesso oggi, è la moglie l’imprenditrice e la vita a due comincia quando l’attività è già avviata – afferma -. Per noi, forse, la partenza è stata agevolata dal fatto che eravamo già sposati da quattro anni, con una bimba (quasi due) e che eravamo stati entrambi operai con la “voglia di fare sempre per passione”. Questo ci ha spronato ad aiutarci. In mio marito vedevo tanta passione e una visione capace di individuare clienti e opportunità. Da parte mia ciò ho messo non poca tenacia nel sostenerlo accettando di occuparmi delle consegne dei prodotti finiti e della, allora poca, contabilità, senza mai lasciare la cura dei figli e senza aiuto in casa. Mi sono messa persino a studiare inglese perché avevamo cominciato a viaggiare e ci serviva. Avevo solo la terza media (tre anni serali) e lavoravo come camiciaia. Mi iscrissi allo Shenker Institute e arrivai a dare almeno 35 esami. Mi sarebbe piaciuto continuare almeno sino a 50, ma con tre bimbi, mi dovetti accontentare. Mi piace molto la lingua inglese!». Il lavoro va bene e aumenta, ma all’alba degli anni Novanta una domanda del figlio di sette anni fa capire alla coppia che è necessaria una svolta. «Una sera a tavola – ricorda Isa Colombi – Marcello ci chiese: “Ma sul lavoro va tutto così male?”. Eravamo arrivati a parlare solo di lavoro e, naturalmente, non dei successi, ma di quello che andava storto e bisognava risolvere. Abbiamo realizzato che non era giusto che in casa si respirassero tante tensioni. Per noi la famiglia era il primo obiettivo e meritava più serenità. Ho scelto di tirarmi fuori, tanto più che ho sempre avuto la passione per la casa, i miei bambini, la buona cucina e i lavori di sartoria e camiceria». «Non sono mai stata quella che voleva apparire o occuparsi di tutto per il solo fatto di essere la moglie dell’imprenditore – rimarca -. Il passo è servito anche a farci comprendere che è importante fare spazio alle persone giuste e affidarsi a dei collaboratori che i problemi li risolvono. Credo che la Persico ne abbia guadagnato e anche la nostra famiglia». La signora non si trincera comunque dietro i fornelli o la macchina per cucire e continua ad affiancare il marito nei viaggi all’estero. «Abbiamo ormai toccato quasi tutto il mondo, ma soprattutto abbiamo conosciuto tante persone che ci hanno permesso di allargare gli orizzonti – evidenzia -. Grazie a questi contatti i nostri figli hanno fatto presto esperienza negli Stati Uniti e si sono sempre più appassionati all’azienda assumendo man mano responsabilità». La primogenita Claudia è a capo della divisione Rotazionale, Alessandra dell’Automotive e Marcello della Nautica. Se non più strettamente operativo, il ruolo di Isa Colombi resta di grande peso. E non mancano gli scontri tra il suo atteggiamento più pragmatico e la visione più d’istinto e creativa del marito. Come quando ha preteso che stipulassero un’assicurazione sulla vita: «Pensava che mi stessi già immaginando un futuro da vedova benestante – dice con naturalezza -, ma era semplicemente un modo per tutelare ciò che avevamo costruito». Fondamentali anche il suo sostegno e incoraggiamento agli investimenti, a fare sempre un passo in avanti, anche quando Pierino si mostrava, per carattere, un po’ più dubbioso: «In pratica abbiamo sempre avuto debiti – ammette -, ma è indispensabile non rimanere fermi, cercare nuove idee, soluzioni. Se non l’avessimo fatto saremmo morti. Il lavoro di modellista oggi non esiste più, ma la Persico è conosciuta in tutto il mondo. Sono contenta che abbiamo sempre reinvestito, il nostro obiettivo non è il profitto a tutti i costi, tirare sui prezzi, ma fare le cose bene». Sua anche la decisione di sottoscrivere un patto di famiglia (nel giorno del suo compleanno l’incontro con i consulenti) per gestire al meglio il passaggio generazionale e la continuità d’impresa, decidendo preventivamente le regole della successione. «Anche questo può sembrare un passo antipatico – rileva – per una famiglia e dei fratelli che vanno d’accordo. La capacità di resistere anche a momenti difficili è però data dall’integrazione dei tre diversi settori ed è importante e strategico salvaguardare nel tempo una visione unitaria dell’impresa. L’ho fatto pensando anche ai nipoti». Alla fine ribadisce però il concetto iniziale. «Resto convinta che marito e moglie non debbano fare lo stesso lavoro insieme. Fortunatamente non ho mai capito niente di stampi, altrimenti non so come avremmo fatto, ognuno con le proprie idee, a spartirci le decisioni quotidiane. Credo che il mio apporto più importante sia stato spronare mio marito, credere un lui e fare in modo che non gli pesassero il mio lavoro in famiglia e con i bambini». E di un’altra cosa è certa: «Quel che abbiamo fatto, lo abbiamo sempre fatto volentieri e mettendocela tutta». 6 la Rassegna 31 luglio 2014 Confidi, «nuove norme per supportare le pmi» Il presidente della Fogalco, Riccardo Martinelli, eletto amministratore di FederAscomFidi, l’organizzazione nazionale del sistema Confcommercio. «Sollecitata al Senato una rapida revisione del quadro normativo. Drastica semplificazione degli adempimenti e rafforzamento patrimoniale le chiavi per migliorare l’efficienza degli organismi di garanzia» Riccardo Martinelli, presidente della Fogalco, la Cooperativa di garanzia dell’Ascom Bergamo, è stato eletto amministratore di FederAscomFidi, la Federazione che riunisce i Confidi del sistema Confcommercio. L’elezione è avvenuta nei giorni scorsi a Roma nell’ambito del Consiglio direttivo della Federazione, che ha eletto anche il nuovo presidente Paolo Ferrè (Milano) in sostituzione di Aldo Poli (Pavia) e i tre vicepresidenti, Salvatore De Sole (Sassari), Carlo Nebiolo (Torino) e Augusto Patrignani (Cesena), in rappresentanza rispettivamente del Sud, del Nord e del Centro Italia. Martinelli, classe 1944, dal 2009 è presidente della Cooperativa di Garanzia Fogalco, vicepresidente Ascom dal 2001 ed ha guidato il Gruppo Grossisti Vino Bevande dal 1981 al 2012, forte anche dell’esperienza associativa nella creazione di Com-Co-Vibe Comitato Commercianti di Vini e Bevande. È anche componente del Consiglio di Sorveglianza e del Comitato per il controllo interno di Asconfidi Lombardia e consigliere di Camera di Commercio di Bergamo. Come imprenditore, dopo il diploma in ragioneria, è entrato a far parte della azienda Vinicola Martinelli nel 1963, portando avanti una tradizione di famiglia che dura dal 1865, anno di fondazione dell’impresa. «È con orgoglio ma anche con grande senso di responsabilità che ho accetto questo incarico, che coinvolge sia me che l’intera Cooperativa Fogalco, chiamata a mettersi in gioco in questa nuova avventura – commenta il neo amministratore Martinelli -. Oggi il sistema dei Riccardo Martinelli Confidi è messo alla prova dalla perdurante situazione di crisi che ha determinato una forte restrizione del credito al sistema produttivo, con le problematiche conseguenze che ben conosciamo: pochi finanziamenti e molto selezionati, accorciamento della durata degli stessi e costi elevatissimi di erogazione». la federazione Secondo gli ultimi dati disponibili, che si riferiscono al 2012, FederAscomFidi ha un totale di 58 Confidi soci con 219.397 imprese per un patrimonio di oltre 500 milioni di euro, un volume di affidamenti in essere di 5 miliardi e un volume di garanzie in essere di 2,3 miliardi. I membri del nuovo Consiglio direttivo sono: Paolo Ferrè (Milano), presidente; vicepresidenti: Salvatore De Sole (Sassari), Carlo Nebiolo (Torino), Augusto Patrignani (Cesena); amministratore: Riccardo Martinelli (Bergamo); consiglieri: Vincenzo Bertino (Savona), Graziano Canu (Cagliari), Paolo Chiarello (Vicenza), Lucio Donadio (Napoli), Pierluigi Genta (Aosta), Carlo Alberto Panigo (Milano), Giuseppe Sebastio (Taranto), Andrea Tattini (Perugia). RISORSE UMANE IL CONSULENTE RISPONDE La tendenza per quest’anno si conferma non rosea: da Fonte Banca d’Italia, la flessione dei prestiti al settore privato prosegue, anche se a un ritmo inferiore rispetto alla fine dello scorso anno. «La genesi della pesante crisi economico-finanziaria ha aperto la discussione anche sulla patrimonializzazione dei Confidi e sugli eccessivi livelli di rischio che questi ultimi si sono assunti per poter continuare a sostenere il tessuto imprenditoriale del Paese negli ultimi cinque anni - spiega Martinelli -. A livello nazionale, la nostra Confederazione, insieme a Rete Imprese Italia, in un’audizione al Senato ha sollecitato nei giorni scorsi una rapida revisione del quadro normativo in cui operano i Confidi, con interventi mirati ad una drastica semplificazione, al loro rafforzamento patrimoniale, anche attraverso l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse pubbliche destinate a sostenere l’accesso al credito. L’alleggerimento degli adempimenti che il sistema dei Confidi è tenuto a espletare avrebbe positivi effetti sugli imprenditori, con l’obiettivo di contenere i costi organizzativi e di gestione, senza ovviamente alterarne il profilo di rischio». E continua: «I Confidi non possono e non devono far venir meno il supporto alle Pmi associate. Anche in questa fase difficile hanno dimostrato di saper svolgere un ruolo fondamentale nel favorire la sopravvivenza di molte realtà produttive e si sono qualificati come lo strumento più efficiente per dare attuazione alle azioni della politica delle istituzioni locali, grazie alla loro capacità di massimizzare le ricadute positive delle risorse pubbliche destinate allo sviluppo economico e sociale del territorio». di Marco Bergamaschi Team building, sei regole per costruire una vera squadra Un team che lavora in maniera efficace rappresenta uno degli strumenti più interessanti per accrescere le competenze dei lavoratori e per raggiungere i risultati aziendali che si sono prefissati; infatti una “vera squadra” permette a ciascuno dei membri di diventare più creativo, più sicuro e di sviluppare una spiccata personalità lavorativa. Ma sfortunatamente non sono ancora così numerose le aziende che hanno deciso di abbracciare questa metodologia e non perché non ci credano, ma semplicemente perché non la conoscono e ne ignorano i suoi effetti positivi. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, le esperienze più comuni in materia di “gruppi di lavoro” narrano quasi sempre di interazioni difficoltose, di delicati equilibri lavorativi fra colleghi, di ruoli poco definiti e di superiori dallo stile di leadership discutibile con l’inevitabile confusione e stress che tutto ciò comporta. Ma non tutto è perduto e le aziende possono contare sulla tecnica del “team building” (letteralmente “costruzione del gruppo”), che aiuta ad “allineare” le persone coinvolte al medesimo progetto, attività o lavoro, orientandole alla collaborazione, alla comunicazione efficiente e alla condivisione delle metodologie da attuare. La capacità di partecipare al lavoro di gruppo è un’abilità che non bisogna dare per scontata o “naturale”, perché va invece costruita giorno dopo giorno; si può dire di appartenere al proprio gruppo di lavoro solo quando si riescono a visualizzare chiaramente degli obiettivi comuni L’ azienda per la quale lavoro ha assorbito da qualche giorno cinque lavoratori dal profilo tecnico, che collaboravano per un’azienda oggi pesantemente in crisi. Considerato che dovranno amalgamarsi con il gruppo di tecnici già presenti e considerato l’importanza di operare come squadra, la direzione mi ha chiesto di cominciare un processo di “team building”. Le esperienze in materia sono molteplici con modalità di intervento talvolta originali. Ma secondo lei cosa è davvero efficace? e-mail, Bergamo con una visione ampia del proprio singolo ruolo e delle proprie potenzialità in sinergia con quelle degli altri. Non è certo sufficiente riunire persone con mansioni diverse e incontrarle una volta alla settimana per pensare di aver creato un buon gruppo di lavoro, ma è necessario che ogni membro della squadra riesca ad armonizzare le proprie esigenze con quelle degli altri, superando le reciproche differenze. Si capisce allora come la cooperazione richieda oltre alle competenze riferite al compito, anche adeguate competenze di tipo relazionale, che spesso sono le più difficili da conseguire. Se il gruppo si concentra solo sull’esecuzione del compito, trascurando gli aspetti riferiti alla gestione della relazione, ognuno finisce per affrontare il problema che incontra con il suo solo punto di vista e con i suoi soli strumenti e il risultato finale non potrà che portare caos e disordine organizzativo. Ma è possibile trasformare la competizione in cooperazione? La letteratura indica almeno sei elementi indispensabili per questo passaggio: la chiarezza di un obiettivo comune che deve essere ri-conosciuto e condiviso da tutti per evitare che ogni componente tenda a dare un’interpretazione personale, che può essere foriera di incomprensioni e contrasti; l’acquisizione di una metodologia di lavoro, che basandosi sulla negoziazione, richiede che le divergenze di opinione vengano articolate e non eliminate attraverso la discussione e il confronto in cui tutti possono esprimere opinioni, dubbi e proposte; l’identificazione precisa dei ruoli da identificare ed assegnare in base alle competenze dei membri del gruppo e la cui definizione è il risultato di un confronto e di un accordo tra i componenti del team; la presenza di una leadership orientata al compito, ma anche alla relazione, che sappia motivare costantemente il team e che sia in grado di condurre il lavoro di tutti; una comunicazione efficace ed efficiente, che garantendo lo scambio delle informazioni, rappresenta un importante supporto per gestire e superare i conflitti; e infine la necessità di un clima di gruppo, cioè quell’atmosfera relazionale che aiuti a far percepire “uniti anziché divi- si” e “sulla stessa barca anziché su barche diverse”. Non è un lavoro semplice e non lo si può certo improvvisare perché il rischio è di ottenere gli effetti opposti; è quindi meglio affidarsi a qualche agenzia esterna specializzata e certificata, che gestisca e coordini l’intero processo. D’altro canto per ottenere un team maturo ed efficiente non ci sono infinite strade da perseguire, ma solo quella di cominciare ad intensificare le interazioni fra i membri e renderle efficaci nei risultati e preziose dal punto di vista del piacere personale di lavorare con gli altri. Bisogna anche cominciare ad essere più chiari e precisi con i collaboratori, prendendosi precise responsabilità, che talvolta sono scomode. Ma questo, che piaccia o meno, è il compito di una persona che coordina un team di lavoro e che vuole farlo crescere. Infine una piccola precisazione: spesso il concetto di "team building" viene confuso con quello di "teamwork" e tra i due corre invece una piccola, ma importante differenza: nel team-work gli individui sono già parte di un gruppo precostituito e l'obiettivo è quello di farli lavorare in modo più sinergico fra loro. Nel team building invece lo scopo è creare un gruppo e supportare il suo leader a gestire e migliorare i comportamenti e le dinamiche che possono aggregare e rendere maggiormente efficace il team, imparando anche ad essere un buon coach, colui cioè che sa sviluppare la motivazione di ogni collaboratore. Non mi resta che auguravi buon lavoro. la Rassegna MOVIDA 31 luglio 2014 & dintorni 7 Ghisalberti: «Al centro cittadino va restituito l’appeal che merita» di laura Bernardi locatelli Al debutto dei giovedì estivi, Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura - con deleghe al Turismo, al Tempo Libero, a Expo e Marketing territoriale - non ha nascosto il disappunto per “giostrine, ochette e navi gonfiabili” davanti al Donizetti, né ha fatto mistero dello sconcerto di fronte alle armi-giocattolo, rimbalzato come un proiettile, a suon di post e commenti, sui social network. La polemica lascia ora spazio ai propositi e al confronto per ridisegnare un centro più attrattivo e vitale per i cittadini, per i turisti e i visitatori. La movida, sottolinea l’assessore, deve esprimere lo spirito, la creatività e l’identità della città. La creazione di un city brand autentico e non di “un’identità appiccicata come un’etichetta” è il primo passo per rendere attrattiva la città anche in chiave Expo. Assessore, cosa non le piace della movida? Cosa cambierebbe? “E’ stato dato sin troppo rilievo ad alcune mie critiche. Lo stand di armi giocattolo a fianco di un’area dedicata ai bambini mi è parso fuori luogo, così come i gonfiabili di fronte al Donizetti, che possono trovare una migliore collocazione. Alla movida credo manchi una maggiore caratterizzazione dei temi delle serate che non sono di immediata evidenza per chi arriva in centro. In questa fase è difficile apporre dei correttivi dal momento che le manifestazioni sono organizzate da tempo e ci sono contratti da onorare. Senza dubbio ci sono aspetti da rivedere per rendere le serate più adatte alle famiglie e ad un pubblico trasversale”. I dati sui flussi pedonali e gli studi che hanno monitorato sin dalla prima edizione le edizioni della “movida” rappresentano una miniera di informazioni che indirizzerà le scelte future? “Le serate di Vivi Bergamo il giovedì mostrano come la gente abbia voglia di darsi appuntamento in centro anche senza la presenza di eventi straordinari a fare da attrattori. La “movida” indica che esiste un’alternativa al traffico in centro, ma la creazione di un’isola pedonale va condivisa e disegnata in ogni aspetto, dall’accessibilità all’arredo urbano. Manca un continuum tra la pedonalizzazione di via XX Settembre, l’area del Donizetti e del Quadriportico con via Tasso. Il progetto di creare un’area che incentivi la voglia di muoversi a piedi va di pari passo con lo studio degli orari e dei tempi della città”. La movida è stata organizzata e fortemente voluta dal distretto del commercio, in collaborazione con l’amministrazione, le associazioni di categoria e l’ente camerale. Come valorizzare gli esercenti che tengono i propri negozi aperti fino a tardi per rianimare la città? “I commercianti sono l’anima del centro con le loro vetrine e luci accese. Possono fare la differenza, dando alle serate un’atmosfera in grado di incentivare lo shopping. Manca ancora l’abitudine di fare acquisti la sera e purtroppo quattro serate l’anno non bastano ad animare il centro. Avere una città vissuta di giorno e di sera negli spazi ed esercizi pubblici è un obiettivo desiderabile per una migliore qualità della vita. La città deve tornare a vivere anche la sera ed è fondamentale la collaborazione degli esercenti”. Rivitalizzare il centro piacentiniano può rappresentare una soluzione alla concentrazione del divertimento in singole vie e quartieri come accade - spesso con esiti esasperati e qualche problema di ordine pubblico - in Borgo Santa Caterina? “I giovani sanno trovare i loro luoghi di divertimento e non si può certo imporre loro dove andare. I movimenti della gente sono spontanei e non possono essere programmati a nostro piacere. Una centro più vivo non può comunque che contribuire a rendere la città più attrattiva e sicura”. Quali sono i punti su cui intervenire per rendere il centro più vivibile e bello? L'assessore alla Cultura è netto: «Negli ultimi anni ha perso attrattività e s'è fatto poco per affermare la sua identità. Ecco perché luoghi e spazi pubblici vanno ridisegnati, in stretta collaborazione con gli assessorati all’urbanistica e alla mobilità». «Alla movida credo manchi una maggiore caratterizzazione». «Il ruolo dei commercianti? Determinante» “Vorrei restituire al nostro centro cittadino l’appeal che merita, ridisegnando i luoghi e gli spazi pubblici, in stretta collaborazione con gli assessorati all’urbanistica e alla mobilità. Oggi il centro è un luogo di passeggio e di incontro ma anche di transito delle auto. Negli ultimi sei anni ha perso attrattività e il tessuto commerciale si è impoverito per la crescente concorrenza dei centri commerciali. Il centro non ha fatto molto per affermare la sua identità, quando potrebbe essere un mall a cielo aperto con una ricchezza architettonica e storica che valgono di per sé una visita”. Questo è l’obiettivo del Distretto del commercio. Sarà ancora un interlocutore privilegiato per l’amministrazione e uno strumento di marketing territoriale importante? “Il Distretto è fondamentale, tanto che ho subito organizzato un confronto con i rappresentanti del Duc “Bergamo Centro”. E’ Nadia Ghisalberti un modello organizzativo vincente che porta gli esercenti a lavorare fianco a fianco. Ora stiamo costruendo a suon di idee e confronti un progetto per cogliere l’opportunità offerta dalla Regione attraverso il nuovo bando. Dobbiamo costruire un city brand. L’identità della nostra città deve fondarsi su un’immagine autentica , così come è percepita dai cittadini. Non può essere un’immagine che si appiccica dall’esterno come un’etichetta”. Una scelta necessaria in chiave turistica e alla vigilia di Expo? “La città deve essere attrattiva e richiamare i turisti e i visitatori di Expo 2015, invitandoli a scoprire il territorio. Non dovremo diventare una città dormitorio. Nei sei mesi dell’Esposizione Universale estenderemo gli orari dei musei e degli autobus, intensificando i collegamenti con Città Alta. Stiamo lavorando sugli itinerari turistici oltre che sui poli culturali del Donizetti e della Carrara vitali per la città”. parla l’amministratore delegato del distretto urbano del commercio Riva: «Ma ora bisogna lavorare sull’identità dei luoghi» La movida non perde il suo appeal, portando in centro un numero crescente di visitatori, ma il Distretto del commercio è pronto ad apporre dei correttivi. L’obiettivo è quello di scrollarsi di dosso l’immagine tutta decibel e dj set per andare ad esaltare il territorio ed invitare i cittadini a passeggiare la sera e a fare shopping in una vera e propria notte bianca. Alessandro Riva, amministratore delegato del Distretto urbano del commercio tira le somme delle edizioni di Vivi Bergamo il giovedì ed anticipa i principi che guideranno le edizioni future, con un’attenzione particolare all’anno dell’Expo. Per avere un quadro completo della frequentazione del centro il distretto sta completando l’installazione dei varchi elettronici che garantiranno un monitoraggio costante dei flussi pedonali, offrendo dati preziosi per gli esercizi commerciali oltre che per potenziali investitori. Qual è il bilancio delle prime due serate estive? “Le due edizioni della movida hanno riconfermato il piacere di vivere la città da parte dei bergamaschi. Le serate, in particolare quella del 17 luglio, hanno centrato l’obiettivo di portare gente anche nell’area esterna all’asse del Sentierone e di via XX Settembre, grazie anche agli eventi organizzati in via Zambonate, via Quarenghi, via Tiraboschi e via Spaventa”. La movida ha ricevuto qualche critica. Come risponde? “Tutto può essere migliorabile, a partire dalla musica che in certe aree raggiunge livelli sonori eccessivi e penalizza i negozi presenti. Bisogna riconoscere lo sforzo dei commercianti di attenzione alla città e, soprattutto in questo momento di difficoltà, la capacità di creare con risorse limitate eventi in grado di attrarre oltre 50mila visitatori a serata. Le critiche sono ben accette, purché siano costruttive e portino ad intavolare un dialogo e un confronto”. Su quali aspetti lavorerà il Distretto per le prossime manifestazioni? “I negozi aperti devono essere valorizzati e diventare un elemento attrattivo della città, incentivando visite in centro. I commercianti si mettono in gioco, ma non possono essere funzionali all’apertura dei negozi e basta. La movida deve interpretare ogni spazio, esprimere il sentimento di ogni zona. E’ questa la scommessa più difficile: lavorare sull’identità dei luoghi, sulle peculiarità che fanno di ogni area un angolo unico. Questo è un passaggio cruciale per passare da una movida ad una notte bianca. I dj-set non bastano ad animare la città e ad esprimere la vocazione di un luogo. L’area interessata dalla movida è vasta e merita un ragionamento. Bisogna poi sempre fare i conti con risorse limitate. In questi anni sono stati organizzati tantissimi eventi, con un grande sforzo di progettazione per rientrare nel budget destinato alla movida”. Quindi cambierà il format? “Non si può replicare un palinsesto all’infinito. Il grande obiettivo che sin dall’inizio ci siamo posti, ossia quello di fare vivere maggiormente la città, è più che centrato, come confermano le presenze, cresciute di edizione in edizione. L’anno prossimo è anche quello dell’Expo e senz’altro cercheremo di dare alla città un respiro più internazionale e di portare il mondo a Bergamo, come abbiamo fatto in occasione del Cluster Participiants Meeting organizzato in fiera, con aree della Alessandro Riva città studiate per interpretare i temi dell’Esposizione, raccolti nei padiglioni tematici. Il nuovo bando regionale promuove i distretti dell’attrattività in chiave Expo ed è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire”. La movida ha dato un enorme contributo alla città attraverso il monitoraggio e l’analisi dei flussi pedonali, dati preziosi per la frequentazione del centro. Quali novità ci sono su questo fronte? “Le indagini hanno permesso di indirizzare i flussi pedonali nelle aree limitrofe, andando così a distribuire i frequentatori in tutta la vasta area dell’evento. Il Sentierone e via XX Settembre continuano ad essere l’asse portante, ma anche le vie laterali iniziano ad essere più frequentate. Dopo il progetto di monitoraggio e studio che ha interessato negli anni precedenti la movida, abbiamo fatto un ulteriore passo tecnologico con l’ installazione dei varchi elettronici che forniranno costantemente preziosi dati sulla frequentazione del centro. Nei prossimi mesi ultimeremo l’installazione dei varchi elettronici ed entro la fine dell’anno potremo analizzare il quadro in modo puntuale e non solo in concomitanza degli eventi”. Quali sono i progetti per la serata di settembre? “La terza serata con cui la città si gode l’ultimo scampolo d’estate sarà incentrata sulla moda. L’area pedonale sarà animata da iniziative ed eventi, tra cui la presentazione delle nuove collezioni autunno/inverno. Una vera e propria occasione per valorizzare e spettacolarizzare, attraverso sfilate e allestimenti a tema, servizi e stand, il commercio” 8 la Rassegna 31 luglio 2014 “Prepariamoci all’Expo”, in Ascom lo sportello che aiuta le imprese Per rispondere alle esigenze informative delle imprese locali sulle opportunità legate a Expo, Bergamo Sviluppo - Azienda Speciale della Camera di Commercio e le Associazioni di categoria Ascom e Confesercenti hanno ideato il progetto “Prepariamoci all’Expo”. L’iniziativa ha lo scopo di informare, sensibilizzare e fornire assistenza agli operatori economici dei settori accoglienza e servizi per prepararli ad affrontare il semestre dell’evento. Nella sede dell’Ascom è operativo lo sportello dedicato, con l’esperta Stefania Pendezza pronta ad accompagnare gli imprenditori a cogliere le opportunità offerte dall’esposizione universale. Lo sportello, finanziato dalla Camera di Commercio attraverso Bergamo Sviluppo, garantisce ad ogni impresa fino a quattro ore di consulenza su misura gratuita. Al servizio possono accedere almeno 130 imprese, considerato che le ore di consulenza complessive messe a disposizione sino a fine anno sono 520. «Questa iniziativa mostra l’importanza della Camera di Commercio, attraverso Bergamo Sviluppo, nel suo ruolo di supporto alle imprese nell’apertura a nuovi business - commenta il presidente dell’Azienda Speciale Angelo Carrara -. Le imprese devono cambiare approccio nei confronti di Expo e maturare la consapevolezza delle opportunità che offre». Cristiano Arrigoni, direttore Attivato il servizio di informazione e orientamento all’interno del progetto della Camera di Commercio e di Bergamo Sviluppo. A disposizione per ogni azienda fino a quattro ore di consulenza gratuita. Bresciani: «Fondamentale capire come muoversi e individuare le vere opportunità» Stefania Pendezza è l’esperta che segue per l'Ascom lo sportello Expo. Con lei Pietro Bresciani, responsabile marketing dell’Associazione, tra i referenti dell’iniziativa di Bergamo Sviluppo, ha sottolineato il valore dell’iniziativa: «Expo può rappresentare l’occasione di valorizzare la nostra capacità di accoglienza e di collaborare a realizzare l’evento attraverso la fornitura di beni e servizi. Per sensibilizzare ulteriormente gli imprenditori organizzeremo un evento in autunno. Il sito della Came- ra www.expo.bergamo.it ha portato a creare un primo catalogo di operatori economici accreditati per l’evento che contiamo di veder crescere nelle adesioni nei prossimi mesi». Oltre a fornire informazioni sul significato e sulle opportunità e ricadute di Expo, lo sportello indica come aderire ai vari cataloghi fornitori, ai “club di prodotto”, ad eventuali bandi di gara per la fornitura di beni e servizi. La consulenza consente di individuare le azioni da intraprendere, dalla traduzione dei menù alle informazioni per raggiungere l’area espositiva, oltre che valutare la possibilità di sviluppare progettualità specifiche insieme ad altri imprenditori e operatori del settore, da realizzare in vista della manifestazione. «È fondamentale capire come e dove muoversi e promuoversi in avvicinamento al grande evento - ribadisce Pietro Bresciani, tra i referenti con il vicedirettore Ascom Oscar Fusini del progetto -. Bisogna individuare le effettive opportunità per ogni impresa per andare a valorizzarle e in alcuni casi disilludere aspettative troppo elevate e disincentivare investimenti inopportuni». La consulenza è mirata e studiata per massimizzare le risorse destinate alla promozione per l’Esposizione Universale: «Per molte imprese lavorare in rete può rendere più efficace l’intervento e gettare le basi di un’intesa duratura anche per altre manife- Contratti di rete, possibile lo "scambio" di personale tra cooperative «Riunirsi è l’inizio, rimanere insieme un progresso, lavorare insieme un successo» diceva oltre un secolo fa il grande industriale statunitense Henry Ford. Parole mai così attuali in un periodo di crisi come quello attuale dove lavorare insieme può diventare per davvero un valore aggiunto per le imprese cooperative che hanno stipulato un contratto di rete, una formula innovativa che favorisce il processo di aggregazione delle piccole e medie imprese tramite un programma di rete condiviso. Per arginare la crisi e superare limiti dimensionali e strutturali sono sempre di più, infatti, le cooperative che hanno sposato questa nuova forma giuridica per collaborare alla realizzazione di progetti e obiettivi comuni nel segno dell’innovazione e dell’ottimizzazione delle risorse. Il contratto di rete è infatti uno strumento di «cooperazione» per imprese che insieme vogliono raggiungere un obiettivo comune di crescita e di competitività mantenendo la propria autonomia, con il vantaggio di operare sul territorio secondo una logica di squadra e senza delocalizzare. Ma non solo: le aziende della «rete» hanno anche la possibilità di potersi «scambiare» il personale per determinate mansioni o processi interni agli obiettivi del contratto: «Con una disposizione contenuta nella legge di conversione 99/2013 l D.L. 76/2013 è stato aggiunto il comma 4 ter all’art. 30 D.Lgs 76/2003 che consente una nuova possibilità per distaccare il personale nell’ambito della rete - spiega infatti l’avvocato Vanessa Volpi, responsabile dell’attività di consulenza legale per il programma di rete all’interno del Csa, Centro servizi aziendali, di Confcooperative Bergamo -. Qualora il distacco avvenga tra aziende che abbiano sottoscritto un contratto di rete che abbia validità ai sensi dell’art. 5/2009, convertito con La consulente legale del Csa di Confcooperative, Volpi: «Distacco consentito nell'ambito di determinate mansioni o di processi inerenti gli obiettivi del contratto» modificazioni nella legge 33/2009, l’interesse del distaccante sorge automaticamente in forza dell’operare della rete, salve le norme in materia di mobilità del lavoratore previste dall’art. 2103 c.c». Inoltre, dice la legge, per le stesse imprese è ammessa la codatorialità dei dipendenti ingaggiati con regole stabilite attraverso il contratto stesso. «Pertanto - aggiunge Volpi - l’appartenenza alla rete determina così l’automatica sussistenza del presupposto dell’interesse dell’azienda distaccante, presupposto normalmente richiesto affinché un’impresa possa legittimamente mettere a disposizione di altre aziende uno o più lavoratori». Come chiarito dalla Circolare 35/2013 del ministero del Lavoro «ai fini della verifica dei presupposti di legittimità del distacco, il personale ispettivo si limiterà a verificare l’esistenza di un contratto di rete tra distaccante e distaccatario». Quindi, la verifica dei presupposti di legittimità del contratto si dovranno limitare all’accertamento dell’esistenza di un contratto di rete che coinvolga l’impresa distaccante e quella distaccataria. «Il distacco di personale - conclude Volpi - si arricchisce quindi di una nuova interessante ipotesi del contratto di rete che a oggi ha coinvolto una cinquantina di cooperative in cinque contratti di rete». TuTTi i servizi del csa Dalla consulenza legale stragiudiziale e giudiziale in tema di diritto civile all’assistenza sulle problematiche connesse al mondo della contrattualistica e della gestione dei contenziosi di rapporto di lavoro: sono tanti i servizi offerti dall’ufficio legale del Csa (Centro Servizi Aziendali), la società promossa da Confcooperative Bergamo per rispondere alle necessità tecniche, normative e amministrative delle imprese associate, ma anche punto di riferimento per avviare una nuova impresa. All’interno della sede di via Serassi 7 a Bergamo, l’avvocato Vanessa Volpi è infatti a disposizione delle cooperative associate fornendo assistenza e consulenza su tutto ciò che riguarda l’ambito societario, i contratti, le obbligazioni, la responsabilità civile e diritti reali delle imprese, fino al recupero crediti e alla gestione contenzioso rapporti di lavoro. Oltre al servizio legale, il Csa mette a disposizione una rete di servizi e consulenze a 360° che consentono di risolvere tutte le problematiche legate alla fase di start-up aziendale, oltre a fornire un efficace supporto di riferimento per gli adempimenti normativi inerenti la vita sociale della cooperativa. A questo si aggiunge il servizio di contabilità, dalla redazione del bilancio alle dichiarazioni fiscali, e quello della formazione, con l’organizzazione di corsi di aggiornamento e qualifica professionale. stazioni - spiega Stefania Pendezza, esperta Expo per l’Ascom -. È fondamentale diversificare le attività e rendere concrete le operazioni». Intanto le associazioni hanno condotto uno studio tra le imprese per fotografare bisogni e aspettative legate all’evento, oltre che per sondare la conoscenza dell’Esposizione Universale. Dall’indagine è emerso che il 75% degli imprenditori conosce i temi di Expo e le potenzialità dell’evento, con una concentrazione maggiore in città e negli immediati dintorni. Il 67% degli imprenditori si reputa ottimista sui vantaggi che l’Esposizione porterà nel territorio. Il 30,9% si aspetta un grande ritorno in termini di presenze turistiche, il 26,6% nella creazione di posti di lavoro, il 17% in nuove infrastrutture e il 14,6% in innovazione e internazionalizzazione. C’è scarsa fiducia nella creazione di nuove imprese (10,6%). Quanto ai benefici attesi per la propria impresa, solo un terzo degli imprenditori è ottimista mentre un quinto degli imprenditori non sa rispondere. Tra le aspettative dei servizi garantiti dall’associazione, l’informazione con il 29,5% delle preferenze, seguita dall’orientamento (21%) e dall’assistenza per richiesta di finanziamento con il 19%. L’assistenza per l’innovazione e l’internazionalizzazione è un servizio apprezzato dal 16,2%, come l’accompagnamento a progetti di rete che con il 13,3% evidenzia l’interesse degli imprenditori ma al contempo la necessità di un vero e proprio cambio di mentalità. Per contattare lo sportello Expo in Ascom è possibile chiamare il numero 035 4120111 o scrivere all’indirizzo e-mail expo2015@ascombg.it, attivo anche durante la chiusura degli uffici Ascom dal 6 al 29 agosto "50 & Più", gita a Genova per la festa dei nonni Il Gruppo 50 & Più Ascom posticipa la festa dei nonni, ricorrenza fissata il 2 ottobre di ogni anno, con una gita all’Acquario di Genova. L’appuntamento riservato agli associati e ai loro nipotini è per il 12 ottobre, con trasferimento in autobus da Bergamo. La visita ad uno degli acquari più importanti del mondo, reso ancora più spettacolare dalla sua incantevole posizione presso il porto vecchio di Genova dove si respira la storia della Repubblica Marinara, si arricchisce - anche per chi lo ha già visitato - del nuovo padiglione dei cetacei che consente di ammirare da vicino i delfini. La struttura fa inoltre parte di Acquario Village, un luogo in cui apprendere diventa un’esperienza divertente e coinvolgente: dal Giardino Tropicale “Un battito d’ali” a Galata Museo del Mare con il sommergibile S518 Nazario Sauro, da La città dei bambini e dei ragazzi a Biosfera, dal Museo Nazionale dell’Antartide all’ascensore panoramico Bigo. L’acquario è la più grande rappresentazione di biodiversità in Europa: 27mila metri quadri espositivi, 71 vasche e 15 mila animali di oltre 400 specie, tra cui gli animali antartici, unici visibili in Europa, i lamantini, affascinanti sirene del mare, i simpatici pinguini, gli squali, le foche e i pesci colorati della barriera corallina. “La gita consente di valorizzare il nostro ruolo di nonni e di gruppo, attraverso la condivisione di una giornata di tempo libero con i nostri nipotini - sottolinea Giuseppe Capurro, presidente provinciale di 50 & Più -. Ovviamente, l’appuntamento è aperto a tutti gli associati interessati a scoprire la varietà di mari e oceani”. Il programma è ancora in fase di definizione e sarà reso noto con la riapertura degli uffici Ascom il 1° settembre. Le iscrizioni devono pervenire entro il 26 settembre alla Segreteria (Laura Benigni, 035.4120127). la Rassegna 31 luglio 2014 Illuminazione, il nuovo piano parte da Notti di Luce Dal 3 al 7 settembre la 16esima edizione del festival della Camera di Commercio che vuole rivitalizzare gli spazi urbani con spettacoli ed eventi. Focus su piazza Dante. Protagonista del cartellone Gianluigi Trovesi Otto appuntamenti che intrecciano musica, spettacolo, architettura e cultura sono pronti a rinnovare l’attenzione sulla valorizzazione degli spazi della città. Dal 3 al 7 settembre (con un’appendice il 12 ottobre) torna, per la 16esima edizione, Notti di Luce, la manifestazione della Camera di Commercio di Bergamo che quest’anno ha per titolo “Luce della città e Città della luce”, sottolineando il ruolo dell’illuminazione nella riqualificazione urbana. Sulla base della mappatura del Piano del Colore dello scorso anno, si lancerà in questa edizione un nuovo piano della luce attraverso una tavola rotonda a più voci (il 6 settembre) che si svilupperà proprio a partire dagli spunti lanciati negli anni dal festival, coinvolgendo le istituzioni e le aziende illuminotecniche bergamasche, da sempre leader internazionali del settore. Tra gli ospiti anche Roby Facchinetti chiamato ad approfondire il ruolo degli eventi nel mettere in luce gli interventi. L’altra parola d’ordine è multidisciplinarità. Gli spazi del centro cittadino (Quadriportico del Sentierone, piazza Dante, cortile di Palazzo Frizzoni) e altri luoghi di pregio della città alta e bassa (Basiliche di Sant’Alessandro e di Santa Maria Maggiore, il Centro Congressi Giovanni XXIII) saranno infatti animati da spettacoli di generi diversi e intrecciati. Notti di Luce prosegue inoltre nel suo intento di valorizzare le eccellenze artistiche di Bergamo, festeggiando i settant’anni anagrafici, e i più di cinquanta artistici, di un artista che ha portato il nome della città in tutto mondo attraverso la sua musica, realizzando una sintesi straordinaria tra composizione contemporanea e tradizione colta: Gianluigi Trovesi. Il musicista di Nembro sarà protagonista infatti di due progetti originali, uno (quello ad ottobre) tra parola e musica sulla figura di San Giovanni XXIII ed in particolare sui rapporti tra scienza ed etica ed ispirato all’enciclica Pacem in Terris. Il secondo (4 settembre) dal titolo “Gianluigi Trovesi all’opera, Profumo di violetta”, rilegge in chiave originale alcune famose arie d’opera di Claudio Monteverdi, Pergolesi, Verdi, Puccini, Mascagni accompagnato dalla Filarmonica Mousikè diretta da Savino Acquaviva. Continuando nella tradizione di Notti di Luce è prevista inoltre l’esibizione (7 settembre) dell’orchestra jazz CDpM Europe Big band con la direzione e gli arrangiamenti di Gabriele Comeglio con un programma in bianco e nero dedicato a Duke Ellington e Benny Goodman. Tra le novità il concerto/cabaret (6 settembre) della Rimbamband: un gruppo di musicattori messosi in luce a Zelig, il concerto d’organo di Roberto Mucci (3 settembre) che presenterà il suo nuovo CD dedicato alle musiche di Luigi Molfino e l’esibizione del coro Mousikè (7 settembre) che, in occasione dei quarant’anni della sua fondazione, eseguirà la Mass of the children presentata da John Rutter alla Carnegie Hall di New York nel 2003. «Notti di Luce, che ha preso avvio nel 1999 – ricorda il segretario generale della Camera di Commercio Emanuele Prati -, intendeva riqualificare importanti aree o monumenti della città, tra cui le mura venete. Per quanto riguarda Piazza Dante e il Centro Piacentiniano, in particolare, ha costituito una scommessa, un laboratorio sul campo attraverso la sperimentazione illuminotecnica. Tutto questo ha rappresentato un primo passo verso quell’idea di “smart city”, cui oggi puntano le maggiori città europee, e che tende, attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie, a migliorare la vivibilità di chi la abita. Una “città intelligente” è, infatti, un luogo che sa parlare ai cittadini e agli ospiti della città, che sa valorizzare le bellezze artistiche e ambientali, che è capace di dar vita a una fruizione degli spazi più sostenibile, anche ampliando e rafforzando la sicurezza di ognuno. Una città così concepita fonda, inoltre, la propria crescita sul rispetto della sua storia e della sua identità: grazie anche all'utilizzo della tecnologia della luce, è possibile promuovere l’immagine turistica, dando l'opportunità a tutti di godere appieno delle sue bellezze». Obiettivi di riqualificazione condivisi dal Comune di Bergamo, in special modo l'attenzione su piazza Dante e l’intero complesso piacentiniano, come ha avuto modo di rimarcare il sindaco Giorgio Gori: «Proprio l’esperienza di Notti di Luce, maturata in questi 16 anni, rientra nella politica di valorizzazione degli spazi urbani, tema cen- trale della nostra amministrazione, attraverso interventi che favoriscono la riscoperta della propria città da parte dei cittadini. Un progetto a più voci mirato a migliorare la qualità della vita di una città propositiva nella sue molteplici espressioni, architettoniche, sociali e produttive, una città che cerca di favorire l’incontro tra le persone, offrendo opportunità di svago e di crescita culturale in armonia con le proprie tradizioni e i propri luoghi». Dopo l’indagine dell’Ascom sull’impatto della chiusura Alberghi e negozi, l’effetto Orio arriva solo in città. «Da migliorare i collegamenti con la provincia» Non c’è come esserne privi per capire quanto qualcosa vale. L’indagine realizzata dall’Ascom di Bergamo sugli effetti della chiusura dell’aeroporto di Orio Serio - tra il 13 maggio e il primo giugno scorso per i lavori di rifacimento della pista – ha permesso di misurare il sempre citato “effetto Orio” sulle attività turistiche e commerciali, rendendo più evidente il legame tra l’infrastruttura e il territorio e permettendo perciò di individuare con maggiore chiarezza potenzialità e punti deboli. L’indagine ha interessato gli alberghi di città, hinterland, provincia e i ristoranti e le attività commerciali del centro città e di città Alta. L’impatto più significativo si è verificato non solo sulle attività alberghiere cittadine ma anche di due comuni dell’hinterland: Orio al Serio e Grassobbio. Gli alberghi dei tre comuni hanno registrato un calo di presenze dal 10 al 20% con picchi anche del 30-35% rispetto al 2013. Più contenuto è stato l’effetto sulle strutture del restante hinterland, dove si è registrato una diminuzione del 5% delle prenotazioni, valore sul quale si sono attestati anche gli hotel della provincia – pianura, valli e lago –. Un quadro che denota, quindi, il raggio piuttosto limitato dei flussi veicolati dall’aeroporto. Sui ristoranti e sulle attività del centro e di Città alta la chiusura ha portato ad una riduzione del numero di clienti e di scontrini del 10%, con punte che hanno superato anche il 20%. «I dati raccolti dal questionario permettono di fare due sottolineature - afferma Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom di Bergamo -. Una ormai nota. L’economia della città è strettamente legata allo scalo aeroportuale, la cui chiusura temporanea ha inciso pesantemente sul fatturato del mese di maggio. Questo dato conferma come lo scalo di Orio sia una ricchezza per il territorio non solo da salvaguardare ma da “sfruttare” al massimo. L’altra osservazione è forse conosciuta soprattutto agli operatori: la presenza dell’aeroporto incide solo marginalmente sui luoghi di villeggiatura e turistici della provincia. Ciò è dovuto in particolare agli scarsi collegamenti tra aeroporto e comuni sia quelli montani che quelli lacustri. E questo ci induce a fare una riflessione su come contribuire a migliorare questo aspetto in particolare in vista Expo 2015, che farà arrivare nella nostra provincia un buon numero di visitatori. Su questo tema la nostra Associazione si proporrà come interlocutore privilegiato con le istituzioni». L’EOLICO CO ITALIANO IT Adotta una pala eolica Che puoi controllare dal tuo telefonino 9 Diventa socio (con atto notarile) di una S.r.l. di scopo, che gestisce un PARCO EOLICO con vento costante tutto l’anno. 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L’obiettivo è educativo e formativo: ai cinquanta studenti, che saranno ospitati nella Bergamasca nel luglio 2015, verranno impartite “lezioni di territorio”, visiteranno i principali luoghi turistici di Bergamo e ne diventeranno ambasciatori nella loro terra d’origine. “Pianeta Giovani 2015” è il primo passo del progetto “Bergamo: Passaparola!”, ideato e realizzato da Turismo Bergamo per promuovere e diffondere la conoscenza del territorio orobico grazie alla fitta rete di rapporti e di conoscenze interpersonali che il popolo bergamasco e le sue istituzioni hanno instaurato con comuni italiani, europei ed extraeuropei nel corso degli anni. «Bergamo: passaparola! è il più immediato veicolo di marketing per la promozione del nostro territorio - spiega Silvano Ravasio, coordinatore del progetto -. Progetto che si articola in una serie di azioni, la prima fra queste è appunto Pianeta Giovani 2015, nata grazie al gemellaggio tra il comune di Mapello e Sasbach in Germania. A questo primo appuntamento seguiranno incontri con i Comuni Turismo Bergamo lancia "Pianeta Giovani 2015" nell'ambito del progetto "Passaparola!". A luglio del prossimo anno, per una settimana, lezioni di territorio per i ragazzi provenienti da dieci nazioni gemelli, con chef bergamaschi che lavorano in Europa e con altri possibili interlocutori, perché tutti possano ‘passare parola’ sulle bellezze, sulla storia, sull’enogastronomia della nostra Provincia». “Pianeta Giovani 2015” nasce dal gemellaggio più che ventennale tra Mapello e Sasbach, comune del land tedesco del Baden-Württemberg, dove all’inizio luglio si è conclusa l’edizione 2014 del Progetto Giovani Internazionale “Un mondo di amici”, a cui hanno partecipato alcuni ragazzi del comune bergamasco, insieme al sindaco Michelangelo Locatelli, al consigliere comunale Eva Carminati, a Silvano Ravasio, a Demetrio Tomasoni di Turismo Bergamo e a Marina Corna in rappresentanza dei Consorzi Turistici. Nel comune tedesco il progetto è stato presentato ai rappresentati di dieci comuni europei, che selezioneranno ciascuno cinque studenti da mandare in terra bergamasca dal 5 al 12 lu- 11 Commercialisti, Vigani nel consiglio nazionale Il Collegio Convitto Celana, la struttura che ospiterà i cinquanta studenti europei glio 2015, in pieno Expo. I cinquanta ragazzi alloggeranno al Collegio Convitto di Celana ospiti del Comune di Mapello e durante il loro soggiorno andranno alla scoperta del territorio attraverso vere e propri lezioni su storia, cultura e tradizione di alcuni dei luoghi più importanti della bergamasca dal punto di vista turistico: Clusone, San Pellegrino Terme, la Valle Imagna, il Parco del Romanico, Crespi d’Adda, il Lago d’Iseo, la zona del Valcalpio e Bergamo. Senza dimenticare l’Esposizione Internazionale a cui dedicheranno un’intera giornata. I ragazzi, una volta formati e tornati nelle rispettive nazioni, rimarranno costantemente in contatto con Turismo Bergamo, che li terrà aggiornati su eventi, manifestazioni e proposte di soggiorno. Il progetto, che sarà finanziato grazie a contribuiti europei, vede la collaborazione di PromoSerio, PromoIsola, Consorzio Tutela Valcalepio, Discover Bergamo e Presolana Holidays. “Pianeta Giovani 2015”, grazie al coinvolgimento di altri comuni bergamaschi gemellati, sarà replicato ed esteso al altre realtà europee, così da creare una rete capillare di ambasciatori della terra bergamasco. Maria Rachele Vigani è stata eletta nel Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, con mandato fino al dicembre 2016, sotto la guida del nuovo presidente Gerardo Longobardi. La sua lista, “Vivere insieme la professione”, nelle elezioni ha ottenuto l’84,2% dei voti, in termini assoluti 624, la lista Etika ne ha avuti 69 (9,3%) mentre sono stati 48 i voti degli astenuti (6,5%). Bergamasca, già segretario del Consiglio Maria Rachele Vigani dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Bergamo e del Codis-Coordinamento degli Ordini della Lombardia, Maria Rachele Vigani intende “riaffermare il ruolo dei dottori commercialisti ed esperti contabili. “Questo risultato - spiega - giunge al termine di un percorso lungo, e per certi tratti doloroso per tutti noi. L’ampio suffragio ricevuto ci rende consapevoli delle responsabilità assunte nei confronti di tutta la categoria”. Forte anche la soddisfazione di Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo: “Finalmente gli Ordini hanno trovato un punto di accordo. Il clima sereno delle votazioni e l’ampio consenso riscosso sono una base fondamentale per superare le passate divergenze e attuare velocemente gli impegni del programma”. le cHiusure esTive ■ Le sedi territoriali di Ascom ■ Le delegazioni Ascom chiuderanno secondo il seguente calendario: Albino: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Calusco d’Adda: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Clusone: dall’11 al 22 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 25 agosto. Lovere: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Osio Sotto: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Romano di Lombardia: dal 14 agosto al 3 settembre. Gli uffici riapriranno giovedì 4 settembre. Sarnico: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Trescore Balneario: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Treviglio: dal 14 agosto al 2 settembre. Gli uffici riapriranno mercoledì 3 settembre. Zogno: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre. Gli uffici di Confartigianato Bergamo Gli uffici della sede centrale e delle delegazioni periferiche di Confartigianato Bergamo saranno chiusi per ferie da lunedì 11 a martedì 26 agosto. Le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 27 agosto. Per le urgenze aziendali che dovessero verificarsi durante la pausa estiva sarà attivo un servizio di segreteria telefonica al numero: 035.274.111. Tempo di vacanze anche per le pubblicazioni e i canali informativi curati da via Torretta. La pagina quindicinale de «La Rassegna» dedicata al mondo dell’artigianato dà appuntamento a giovedì 11 settembre. Anche la pagina quindicinale dell’Eco di ■ ristorazione ■ alloggio in camere da letto ■ vendita di prodotti aziendali (formaggi di capra, salumi, miele e marmellate fatte in casa) Bergamo, dopo l’uscita straordinaria del 7 agosto, tornerà l’11 settembre, mentre la trasmissione «Bergamo Artigiana Tv», in onda su Bergamo TV ogni primo e terzo mercoledì del mese alle 19.50 (e in replica il giovedì alle 23.30), dopo la puntata del 6 agosto riprenderà il 10 settembre. Durante la chiusura estiva degli uffici sarà sospeso, infine, l’aggiornamento del sito www.artigianibg.com. Tutte le pagine pubblicate sui giornali e le trasmissioni tv possono anche essere scaricate dal sito internet di Confartigianato Bergamo, www.artigianibg.com (sezione Pubblicazioni). ■ frutteto/meleto ■ agrimerenda ■ passeggiate con pony per i bimbi ■ fattoria con capre da latte, asini, maiali, animali di bassa corte siamo aperti tutto l'anno (è gradita la prenotazione) Agriturismo Alle Baite via Rivioni, Branzi (BG) - cell. 338.2113930 - www.agriturismoallebaite.com 12 31 luglio 2014 la Rassegna la Rassegna 31 luglio 2014 13 Le ultime novità fiscali Con la collaborazione del Centro Studi Seac accerTamenTo ■ Rettifica IVA irap ■ Professionista e aiuto da colleghi Sentenza CTP Arezzo n. 251/5/14 Non è soggetto ad IRAP il professionista (nel caso di specie, un commercialista), senza dipendenti e collaboratori, che utilizza beni strumentali modesti (nel caso di specie, PC, mobilio d’ufficio e autovettura), ancorché lo stesso si avvalga saltuariamente “dell’aiuto di colleghi di altri studi professionali”. e dichiarazionidei fornitori È legittima la rettifica dell’IVA per fatture inesistenti effettuata sulla base delle dichiarazioni rese alla GdF dai fornitori, a condizione che i dati raccolti siano inseriti nell’atto impositivo. ■ Accertamento e associazione non profit estinta Sentenza CTP Cremona 4.3.2014, n. 65/1/14 È nullo l’avviso di accertamento emesso nei confronti di un’associazione non profit estinta. Qualora l’Ufficio intenda far valere la responsabilità solidale del legale rappresentante deve dimostrare la concreta attività svolta dallo stesso, non essendo sufficiente la prova della carica rivestita all’interno dell’ente. ■ Accertamento “anticipato” Sentenza CTP Cremona 4.3.2014, n. 69/1/14 Non costituisce valido motivo che giustifica l’accertamento prima dei 60 giorni dalla conclusione della verifica, l’approssimarsi del termine di decadenza. ■ Accertamento “anticipato” Sentenza CTR Lombardia 3.4.2014, n. 1741 Il termine di 60 giorni dalla conclusione della verifica deve essere rispettato, in mancanza di giustificati motivi che ne consentono l’anticipo, anche qualora l’atto impositivo sia un avviso di irrogazione di sanzioni. ■ Distribuzione occulta di ricavi e onere della prova Sentenza CTR Lazio 22.4.2014, n. 2614/22/14 L’Ufficio che contesta ad una società a ristretta base societaria la distribuzione occulta di ricavi è tenuto a fornire la prova di quanto sostenuto non potendo “limitarsi ad una mera enunciazione di principio …”. Infatti, ancorché la ristrettezza della base societaria costituisca un “ottimo elemento indiziario”, è comunque necessario che lo stesso sia supportato da “precisi e concomitanti elementi probatori”. ■ Movimenti finanziari tra parenti Sentenza CTP Reggio Emilia 27.5.2014, n. 240/03/14 Nell’ambito degli accertamenti bancari gli importi versati in contanti sul proprio c/c possono essere giustificati dalla circostanza che somme di ammontare similare sono state prelevate da un parente dal relativo c/c al fine di restituire un prestito ricevuto in passato. ■ Studi di settore Sentenza Corte Cassazione 9.7.2014, n. 15633 Il mero scostamento dalle risultanze di GERICO non è sufficiente a sorreggere l’atto impositivo, salvo che lo stesso raggiunga “livelli di abnormità ed irragionevolezza tali da privare … la documentazione contabile di ogni attendibilità”. conTenzioso ■ Dichiarazioni di terzi Sentenza CTR Lazio 19.5.2014, n. 3305/38/14 Le dichiarazioni rese da terzi rappresentano meri indizi, che devono trovare riscontro in ulteriori elementi e non possono essere utilizzati neanche per la formazione del libero convincimento del Giudice. enTi non commerciali ■ Modello dichiarazione IMU / TASI Decreto MEF 26.6.2014 È stato pubblicato sulla G.U. 4.7.2014, n. 153 il Decreto di approvazione del modello di dichiarazione IMU e TASI utilizzabile dagli enti non commerciali. La dichiarazione relativa al 2012 e 2013 va presentata entro il 30.9.2014. Sentenza Corte Cassazione 2.7.2014, n. 15020 reddiTo d’impresa ■ Erogazioni ad associazione sportiva dilettantistica Sentenza CTP Pisa n. 423/1/2014 Le erogazioni, di importo non superiore a € 200.000 annui, effettuate da un’impresa ad un’associazione sportiva dilettantistica sono sempre integralmente deducibili ex art. 90, comma 8, Legge n. 289/2002, stante la presunzione assoluta di inerenza del costo. Sono pertanto deducibili, senza necessità di provare l’inerenza con l’attività, le erogazioni effettuate a favore di un’associazione sportiva che partecipa, con i suoi atleti, a manifestazioni e con la quale è stato stipulato un contratto di pubblicità. ■ Interpello società di comodo Sentenza CTP Pisa 3.6.2014, n. 437/1/14 La mancata presentazione, almeno 90 giorni prima del termine di presentazione della dichiarazione dei redditi, dell’istanza di interpello ai fini della disapplicazione della disciplina sulle società di comodo ex art. 30, Legge n. 724/94 non consente alla società di disattendere detta disciplina. Pertanto, “l’unica via per richiedere la disapplicazione della norma è quella di presentare l’istanza di interpello”, salvo che non ricorrano le cause di esclusione / disapplicazione espressamente previste. sanzioni ■ Condotta infedele del consulente Sentenza CTP Como 15.4.2014, n. 213/5/14 Devono essere annullate le sanzioni irrogate nei confronti di un contribuente per inadempimenti tributari imputabili alla condotta infedele del consulente, denunciato presso la competente autorità giudiziaria. sTudi di seTTore iva ■ Reverse charge ■ Studi di settore 2013 Circolare Agenzia Entrate 4.7.2014, n. 20/E e detrazione IVA Sentenza CTR Lombardia n. 2752/13/2014 In caso di applicazione, da parte di un operatore italiano, del reverse charge in relazione ad operazioni effettuate confornitori esteri, lo stesso ha diritto alla detrazione dell’IVA a credito, che quindi non può essere oggetto di contestazione da parte dell’Ufficio. Infatti, il predetto meccanismo realizza una semplice partita di giro. Il contribuente, qualora abbia rispettato gli adempimenti contabili, può detrarre l’imposta senza necessità di verificare l’inerenza delle prestazioni. Lo stesso è tenuto a dimostrare l’inerenza soltanto in caso di contestazione puntuale ed analitica da parte dell’Ufficio. I Giudici, nell’assumere la decisione, hanno applicato i principi sanciti dalla Corte di Giustizia UE nella sentenza sulle cause riunite C-95/07e C-96/07 (“Ecotrade”). ■ Attività di massofisioterapista Sentenza CTP Sondrio 1.4.2014, n. 27/3/14 Sono soggette ad IVA le prestazioni rese da un massofisioterapista che ha conseguito il diploma biennale. L’esenzione ex art. 10, comma 1, DPR n. 633/72 è infatti riconosciuta ai soli professionisti la cui abilitazione è stata conseguita sulla base di un corso triennale, stante l’equipollenza con il diploma universitario di fisioterapia. ■ Rimborso IVA Sono stati forniti chiarimenti in merito agli studi di settore applicabili per il 2013, con particolare riguardo: − alle modifiche apportate all’analisi della territorialità; − agli indicatori di coerenza economica e di anomalia elaborati per il 2013; − ai correttivi anticrisi e congiunturali; − alle novità della modulistica (quadro A, F, G, T e Z); − agli effetti dell’adeguamento in fase accertativa. Inoltre, sono state analizzate le caratteristiche / criticità riguardanti taluni “nuovi” studi di settore. ■ Modifica istruzioni studio VG68U Provvedimento Agenzia Entrate 4.7.2014, n. 89828 È stato pubblicato sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate il Provvedimento che corregge le istruzioni dello studio di settore VG68U - “trasporto di merci su strada e servizi di trasloco”. In particolare è ora precisato che l’importo di rigo X04 deve corrispondere “al credito di imposta spettante in relazione ai consumi effettuati nei quattro trimestri 2012” (e non invece, come precedentemente riportato nelle istruzioni, a quello indicato nel quadro RU del mod. UNICO 2014 riferito al caro petrolio). versamenTi ■ “Bonus 80 euro” Circolare Agenzia Entrate 11.7.2014, n. 22/E impresa cessata Sentenza Corte Cassazione 1.7.2014, n. 14981 La disposizione ex art. 30, DPR n. 633/72, in base alla quale in assenza di operazioni imponibili nell’anno cui si riferisce il credito IVA quest’ultimo non può essere chiesto a rimborso, è applicabile esclusivamente alle imprese in attività. Le imprese cessate / fallite possono invece chiedere il rimborso, “non avendo esse la possibilità di recuperare l’imposta assolta su acquisti e importazioni nel corso delle future operazioni imponibili” Sono stati forniti chiarimenti in merito al c.d. “Bonus 80 euro” e, in particolare, alle modalità di recupero del credito erogato dal sostituto d’imposta modificate in sede di conversione del DL n. 66/2014. Ora, infatti, l’importo riconosciuto dal sostituto è recuperabile nel mod. F24 utilizzando il codice tributo “1655”. È stato tra l’altro precisato che: − non opera il divieto di compensazione in presenza di debiti erariali iscritti a ruolo superiori a € 1.500; − l’importo del credito è utilizzabile in compensazione di “qualsiasi importo a debito” esposto nel mod. F24. imposTe direTTe ■ Exit tax imposTe indireTTe ■ Trasferimento immobiliare È stato pubblicato sulla G.U. 8.7.2014, n. 156 il Decreto che disciplina la possibilità, da parte delle imprese esercenti attività commerciali che trasferiscono la residenza in Stati UE ovvero aderenti allo SEE, di optare per la sospensione / rateizzazione della riscossione delle imposte sui redditi (c.d. exit tax) dovute sulla plusvalenza ex art. 166, TUIR, unitariamente determinata, in base al valore normale dei componenti dell’azienda o del complesso aziendale, che non siano confluiti in una stabile organizzazione situata in Italia. Sentenza CTR Lombardia 3.4.2014, n. 1734/32/2014 Sentenza Corte Cassazione 9.7.2014, n. 15629 Risoluzione Agenzia Entrate 30.6.2014, n. 67/E Decreto MEF 2.7.2014 ■ Cessione di fabbricato destinato alla demolizione La cessione di un fabbricato destinato ad essere demolito al fine di ricostruire sull’area sottostante un nuovo edificio non può essere riqualificata, ai fini della plusvalenza, cessione di area edificabile. ■ Exit tax – esercizio dell’opzione Provvedimento Agenzia Entrate 10.7.2014 È stato pubblicato sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate il Provvedimento che definisce le modalità di esercizio dell’opzione per la sospensione o la rateizzazione della c.d. exit tax, la prestazione delle garanzie e il rilascio delle stesse, nonché l’obbligo di monitoraggio annuale. In particolare l’opzione va esercitata entro il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi relative all’ultimo periodo d’imposta di residenza in Italia. ■ Fondi di investimento alternativi Circolare Agenzia Entrate 10.7.2014, n. 21/E Sono stati forniti chiarimenti in merito alle modifiche civilistiche e fiscali apportate dal D.Lgs. n. 44/2014 in materia di organismi fiscali di investimento collettivo del risparmio (OICR) e in particolare sui gestori di fondi di investimento alternativi (FIA). e separazione consensuale È esente da imposte di registro e ipocatastali l’atto di trasferimento della proprietà di un immobile, a fronte di un corrispettivo in denaro, in attuazione degli accordi di separazione consensuale tra coniugi. Ai fini di tale beneficio è sufficiente che nell’atto risulti il richiamo al provvedimento di separazione omologato dal Tribunale. ■ Imposta bollo su fatture ASP Le fatture emesse dalle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP) nei confronti degli utenti delle case di riposo da esse gestite, relative alle prestazioni di ricovero, esenti IVA,sono soggette all’imposta di bollo di € 2 se di importo superiore a € 77,47. Non opera, quindi, l’esenzione prevista dall’art. 5, comma 4, Tabella allegata al DPR n. 642/72. ■ Cessione gratuita al Comune di aree ed opere di urbanizzazione Risoluzione Agenzia Entrate 3.7.2014, n. 68/E L’atto avente ad oggetto la cessione a titolo gratuito, a favore del Comune, di aree sulle quali sono state realizzate opere di urbanizzazione deve essere assoggettato, ai sensi dell’art. 32, DPR n. 601/73, all’imposta di registro in misura fissa, con esenzione dalle imposte ipocatastali. In tal caso, infatti, non trovano applicazione le disposizioni introdotte dall’1.1.2014 dall’art. 10, comma 4, D.Lgs. n. 23/2011 che ha soppresso, per gli atti costitutivi o traslativi di diritti reali su immobili a titolo oneroso, tutte le esenzioni e agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali. 14 31 luglio 2014 la Rassegna la Rassegna 31 luglio 2014 PAGINA A CURA DELLA 15 FOGALCO Commercio e turismo, 7 milioni per i nuovi Distretti dell’Attrattività Dal 29 settembre le richieste di finanziamento delle aggregazioni pubblico-priviate per lo sviluppo e la valorizzaziazione dell’offerta. Assistenza anche in Ascom definizione dei distretti dell’attrattività I Distretti dell’Attrattività (abbreviati in Dat) si configurano come aree, anche sovra provinciali, di aggregazione territoriale volontaria, con caratteristiche omogenee, per le quali soggetti pubblici e privati propongono in partenariato interventi di sviluppo integrato delle attività turistiche, attività commerciali e punti di interesse turistico, in grado di valorizzare sistemi integrati dell’attrattività turistica e commerciale. Il Dat valorizza “polarità” con caratteristiche ben precise, riconducibili ai seguenti fattori strategici: - presenza di addensamenti di attività turistiche e commerciali anche integrate con altri settori economici (ad esempio: immobiliare, artigianato, servizi, produzione agroalimentare, produzione culturale, artistica e creativa); - esistenza di prodotti turistici riconducibili agli ambiti definiti dal documento di Posizionamento strategico del turismo di Regione Lombardia; - accessibilità, sviluppo di mobilità sostenibile (trasporto pubblico, infrastrutture per la mobilità dolce, piani per il parcheggio e la sosta nelle aree urbane ad elevata densità commerciale, isole pedonali); - offerta di servizi turistici e ricettivi; - offerta e promozione della produzione artistica e creativa (design e moda) del territorio. soggetti beneficiari Sono i Comuni lombardi aggregati nel Dat, con esclusione dei Capoluogo di Provincia. Compatibilmente con quanto previsto dalla normativa regionale vigente relativa ai settori commercio e turismo (l.r. 6/2010 e l.r. 15/2007) e dalle altre normative statali e regionali vigenti in materia di con- P unta sull’integrazione delle azioni di sviluppo di commercio e turismo il bando per i “Distretti dell’Attrattività” (pubblicato sul Burl n. 29 del 17 luglio) con il quale la Regione Lombardia che mette a disposizione 7 milioni di euro. Lo stanziamento vuole promuovere l’innovazione dei sistemi di offerta e la valorizzazione delle eccellenze architettoniche, artistiche, commerciali, enogastronomiche e storiche locali, in vista dell’Expo ma anche per stabilizzarne le ricadute nel tempo. Per farlo chiede agli operatori di aderire ad una visione strategica e di investimento comune. Nascono così i Distretti dell’Attrattività, partnership tra pubblico e privato che devono necessariamente comprendere una delle Associazioni di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese del settore commerciale e turistico presenti nel “Patto per lo Sviluppo” e almeno sette Comuni (oppure un’aggregazione con una popolazione residente di 70.000 abitanti) tra loro contermini e costituenti un’area omogenea. Dal bando sono esclusi i Comuni capoluogo di provincia ai quali è destinata una linea apposita (A) con una dotazione di 4 milioni di euro, operativa dallo scorso 8 aprile. La Regione concorre al cofinanziamento del programma di intervento con un contributo a fondo perduto per un importo massimo pari al 50% (e comunque nel limite massimo di 360.000 euro) e i Comuni beneficiari devono cofinanziare il programma di intervento almeno in uguale misura rispetto alle risorse regionali. tributi pubblici, possono essere beneficiari, per il tramite del Capofila: - imprese, singole o associate, con sede legale o operativa nel Distretto che alla data di presentazione della richiesta del contributo e fino all’erogazione del saldo del contributo, presentino un Codice Ateco Registro Imprese di attività prevalente d’impresa (e non di unità locale) compreso nell’elenco di cui all’Allegato 3. Le concessioni alle imprese devono essere attuate nel rispetto del Reg. UE n. 1407/2013 e s.m.i.. Sono escluse tra i soggetti beneficiari le imprese sottoposte a procedura fallimentare. - Associazioni di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese del settore commerciale e turistico rappresentate nel “Patto per lo Sviluppo” (D.G.R. 24 gennaio 2014 n. 1284 di presa d’atto della Comunicazione del Presidente della Giunta Regionale avente ad oggetto “Partenariato e Patto per lo Sviluppo”), firmatarie dell’Accordo del Distretto dell’Attrattività. - Associazioni, consorzi, cooperative e altri soggetti pubblici e privati che abbiano per oggetto la promozione e lo sviluppo turistico-commerciale del territorio e che aderiscono all’Accordo di partenariato del Dat e collaborano con proprie risorse e servizi all’attuazione del programma di intervento. Intervento in aggregazione. Possono partecipare al Dat anche i Comuni Capoluogo di provincia ed i Sistemi Turistici, contribuendo così al suo consolidamento e alla sua estensione in termini di area vasta; non sono però beneficiari di contributo e non concorrono al raggiungimento della soglia prevista al successivo punto. Requisito indispensabile per l’ammissibilità al bando è la presenza nel partenariato, attestata mediante sottoscrizione dell’Accordo di Distretto dell’Attrattività, dei seguenti soggetti: - un numero di Comuni, tra loro contermini e costituenti un’area omogenea, nel numero minimo di sette o con almeno 70mila abitanti residenti - almeno una delle associazioni di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese del settore commerciale e turistico rappresentate nel “Patto per lo Sviluppo” Ogni Comune lombardo può partecipare ad un solo Dat. soggetti capofila e partenariato Capofila del Dat è un Comune, un’Unione di Comuni o una Comunità Montana della Lombardia, che agisce quale referente amministrativo unico verso Regione Lombardia in nome e per conto del partenariato e ne è responsabile. Il partenariato deve essere costituito da Comuni, enti e soggetti privati/pubblici, al fine di presentare un Programma di Tipologie di interventi Le tipologie di intervento nelle quali declinare il Programma di Intervento sono le seguenti: 1. Misure di incentivazione degli esercizi commerciali e turistici (attraverso l’innovazione dei sistemi di offerta commerciale e turistica, con particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie digitali; promozione del sistema di offerta imprenditoriale tramite il sostegno e la messa in rete delle MPMI turistiche e commerciali, il mantenimento dell’offerta turistico-commerciale nelle aree montane, urbane periferiche e nei piccoli centri). 2. Sviluppo e valorizzazione dell’offerta turistica e commerciale territoriale (attraverso itinerari turistici basati sulla riscoperta, la valorizzazione e la promozione di eccellenze architettoniche, artistiche, commerciali (shopping), enogastronomiche e storiche unite alla disponibilità di strutture e di servizi di accoglienza di qualità e funzionali all’itinerario; la valorizzazione della somministrazione e della ristorazione di qualità e delle filiere territoriali di qualità; iniziative per il commercio e il turismo accessibili; il sostegno all’accessibilità e alla mobilità nei luoghi di interesse turistico e commerciale). 3. Interventi per la promozione e l’accoglienza (attraverso la realizzazione di infopoint innovativi, segnaletica coordinata, realizzazione e estensione/ potenziamento di reti e spazi wi-fi per il reperimento di informazioni relative al sistema di offerta turistico-commerciale territoriale, formazione degli operatori, iniziative per il miglioramento dei servizi di accoglienza e per la promozione dei luoghi di interesse turistico, commerciale, enogastronomico, della produzione artistica e creativa). 4. Interventi di riqualificazione dei mercati e delle aree mercatali (anche al fine di realizza- re mercati di pregio per Expo 2015 in aree commerciali situate in zone di interesse turistico) e iniziative di contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale. 5. Sviluppo e qualificazione del contesto urbano a supporto dell’attrattività turistica e commerciale (iniziative per la riqualificazione e il miglioramento dei centri urbani, la pubblica illuminazione, arredo urbano, “city dressing”, opere strutturali e infrastrutturali per il miglioramento dell’accessibilità, della fruibilità dei luoghi, nonché per la realizzazione di strutture per la promozione, iniziative per l’efficientamento energetico degli edifici destinati all’attrattività del territorio, commerciale e turistica). Gli interventi di promozione e di valorizzazione dell’offerta turistica e commerciale che utilizzano l’Ict e si traducono in prodotti digitali, dovranno garantire, ove possibile, l’interoperabilità con l’Ecosistema digitale E015 Termini di partecipazione La richiesta di contributo di un Dat deve essere sottoscritta, presentata e inviata on line esclusivamente dal Capofila e, pena la non ammissibilità, deve essere obbligatoriamente inviata mediante il sistema telematico messo a disposizione da Regione Lombardia all’indirizzo gefo.servizirl.it. La compilazione on line sarà disponibile dalle ore 9 del 29 settembre 2014 e fino alle ore 12 del 30 ottobre 2014. Tempi di realizzazione del programma di intervento Le attività previste nel Programma di Intervento del Distretto dovranno realizzarsi entro e non oltre il 31 dicembre 2015 (data dell’ultima fattura), termine eventualmente prorogabile su richiesta del beneficiario, per un periodo non superiore a 180 giorni. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ascom di Bergamo. Il referente è Roberto Ghidotti (roberto.ghidotti@ ascombg.it). 16 31 luglio 2014 CENTRO ASSISTENZA AUTORIZZATO la Rassegna
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