30_LaRassegna_31_luglio_2014

la Rassegna
Economico
CONOMICO e
E Finanziario
INANZIARIO
SETTIMANALE
ettimanale e
www.larassegna.it
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Numero 30 - 31 luglio 2014 - Anno 70 - Euro 0,90
fondata
fondatanel
nel 1906
1906
Poste
Italiane
s.p.a.
- Spedizione
abbonamento
postale
- D.L.353/2003
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n.n.
46)46)
art.
1, 1,
comma
1, DCB
Bergamo
Poste
Italiane
s.p.a.
- Spedizione
in in
abbonamento
postale
- D.L.
27/02/2004
art.
comma
1, DCB
Bergamo
“Prepariamoci all’Expo”,
attivo in Ascom
lo Sportello per dare
una mano alle imprese
Torna Notti di Luce:
spettacoli, eventi
e un nuovo piano
per l’illuminazione in città
► a pagina
[
]
Gli esempi di Trento e Torino
Quella spinta
che Bergamo
non riesce a darsi
di ceSaRe
A
volte, guardarsi attorno, aiuta a capire
come si può davvero cambiare passo
al di là degli slogan elettorali. A nemmeno 200 chilometri dal Campanone c’è una
città, Trento, che per molti aspetti è simile a
Bergamo. Qui, giusto un anno fa, ha aperto i
battenti il nuovo Museo delle Scienze, progettato dall’archistar Renzo Piano sulle ceneri di
un complesso industriale dismesso. Un vero
e proprio gioiello che propone sapientemente
vecchie nozioni scientifiche con le più moderne
tecnologie. Un intrigante viaggio nell’ecosistema alpino capace di stregare in egual modo
bambini assetati di conoscenza e adulti desiderosi di riscoprirsi curiosi.
Bene, era stato stimato che nel primo anno di
vita avrebbe potuto richiamare 150 mila visitatori. A consuntivo è stata abbondantemente
superata l’incredibile soglia del mezzo milione
di ingressi. Un successo incredibile, anzitutto
per il Museo ma, in senso più generale per le
ricadute che ha generato, per l’intera città. Un
sondaggio commissionato dalla Provincia di
[
Le riforme annunciate
► a pagina
"Alla movida credo manchi una maggiore caratterizzazione. Credo debba esprimere lo spirito, la
creatività e l’identità di Bergamo. La creazione di
un city brand autentico e non di un’identità appiccicata come un’etichetta è il primo passo per rendere
attrattiva la città anche in chiave Expo". A parlare
è Nadia Ghisalberti, assessore comunale alla Cultura, con deleghe al Turismo, al Tempo Libero, a
Expo e Marketing territoriale. Sulla città ha idee
chiare. "Negli ultimi anni - spiega - ha perso attrat-
9 770393 750004
3
► a pagina 7
In molti casi l’impresa è una storia a due, che vede
affiancati nella buona e nella cattiva sorte (pure aziendale) marito e moglie. Secondo una stima della Camera di
Commercio di Monza e Brianza, in Italia sono quasi un
milione (930mila) le coppie che condividono un progetto comune nella vita privata e lavorativa, essendo soci o
collaboratori in azienda. In periodi in cui tenere a galla un’impresa è difficile e i matrimoni si sfaldano come
neve al sole, la rilevazione dice anche che si tratta di realtà solide, con una percentuale oltre il 90% (a Bergamo
è la più alta, il 96%) di chi dichiara che la crisi non ha
scalfito i rapporti e il 3,5% (a Bergamo il 2%) che afferma che si sono addirittura rafforzati.
Per scoprire il segreto delle unioni di cuore e d’affari
abbiamo incontrato tre mogli impegnate nell’impresa
al fianco del marito, Luisella Traversi (Robur), Mirella
Salvi (Rotolificio Bergamasco) e Isa Colombi (Persico).
]
on molti anni fa eravamo accomunati
alla Spagna da una crisi profonda e dalla sfiducia generale nei nostri confronti.
Avevamo anche la stessa ricetta per la riscossa,
quella delle riforme. Ma mentre noi siamo ancora qui a parlarne e a dire che sono necessarie, in Spagna le hanno realizzate. Il risultato è
che il Fondo monetario ha appena aggiornato
le previsioni di crescita del Pil di quest’anno
alzandole sopra l’1% per Madrid, mentre a noi
le ha dimezzate dallo 0,6% allo 0,3%. La solita
crescita da decimali, pari al tasso d’inflazione:
ancora stagnazione, insomma, e poco importa
che il Fondo abbia confermato l’attesa di una
maggiore crescita per l’anno prossimo. Alle
continue posticipazioni ci siamo abituati, ma
il tempo non è una variabile da poco e scava
un divario sempre maggiore con i nostri concorrenti che viaggiano tutti a velocità superiore
o anche molto superiore. Il Regno Unito è stato promosso ad una crescita di oltre il 3%, la
Germania sfiora il 2%, in generale l’area Euro
viaggia a ritmi quasi tripli rispetto a noi.
tività e ha fatto poco per affermare la sua identità.
Ecco perché luoghi e spazi pubblici vanno ridisegnati, in stretta collaborazione con gli assessorati
all’urbanistica e alla mobilità. Determinante sarà
anche il ruolo dei commercianti?". In linea col pensiero di Ghisalberti è l'amministratore delegato del
Distretto urbano del commercio, Alessandro Riva.
Che puntualizza: “Ora bisogna lavorare sull’identità dei luoghi”.
Quasi un milione in Italia le aziende
in cui i coniugi sono soci o collaboratori.
Le storie di Robur,
Rotolificio Bergamasco e Persico
3
N
40030
6
Nadia Ghisalberti
Parlano le mogli: «In coppia
l’impresa ha una marcia in più»
RavaSchio
Segue a pagina
► a pagina
«Il centro cittadino deve tornare attrattivo»
Un Paese di parole
con buona
pace del Pil
di Stefano
9
L'assessore Ghisalberti: «Negli ultimi anni è stato fatto poco
per rilanciarlo». «Alla movida serve una maggiore caratterizzazione»
ZappeRi
Segue a pagina
8
Team building,
ecco le sei regole
per costruire
una squadra efficiente
LA NOMINA
Martinelli (Fogalco)
amministratore
di Federascomfidi:
«Ai confidi
servono subito
nuove norme
per supportare
le pmi»
► a pagina 6
► alle pagine 4 e 5
IL PoLemIco
di MaRco
ciMMino
Se Bergamo vuole essere europea
deve fare come si fa in Europa
AI LETTORI
Con questo numero
la Rassegna
va in ferie. Tornerà
nelle edicole
e nelle cassette
della posta
il 4 settembre
A tutti un augurio
di buone vacanze!
H
o letto con interesse la recente intervista
concessa dall’assessore Zenoni a Bergamonews, sui temi caldi della mobilità
e dell’urbanistica a Bergamo e, visto che siamo
in chiusura vacanziera, ho deciso di fare come i
governi della Repubblica: le cose serie le metto
sul piatto quando tutti stanno sbaraccando, così
nessuno ci fa caso. Stendo un velo pietoso sul
look da matrimonio in val Taleggio, sfoggiato
per l’occasione dal buon ‘Zeno’, perchè sarebbe ingiusto infliggergli ‘coram populo’ strali più
adatti ad un dopocena conviviale: direi, perciò,
di passare direttamente al succo del discorso.
Segue a pagina
2
Fogalco è la cooperativa fidi dell'Ascom di Bergamo
che rilascia garanzie fidejussorie su linee di credito
a breve, medio e lungo termine per:
Investimenti
(Innovazione - Ristrutturazione - Acquisto muri - Automezzi - Attrezzature - Arredi - Sicurezza)
Liquidità
(Acquisto merci - Ristrutturazione debito - Fidi di cassa - SBF - Anticipo fatture)
2
la Rassegna
31 luglio 2014
Il polemIco
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deggina e sul pane: ma è andata così e amen. Dunque,
sotto a batter cassa e basta coi finanziamenti a cose
inutili o, peggio, gestite dai soliti amici degli amici: ma
ci vogliono progetti seri e fattibili. Infine, Città Alta:
dolorosissimo fulmen in clausola. Città Alta, presa
d’assalto da un turismo poco regolato e pochissimo indirizzato: rimasta per decenni nelle mani di una lobby
di radical-chic che, prima, hanno comprato a prezzi di
realizzo le catapecchie di pensionati ed operai, dicendo loro che era molto meglio avere il bagno in casa e
spedendoli al Monterosso e, poi, le hanno ristrutturate,
trasformandole in un ghetto per privilegiati con l’erre
blesa. Città Alta, soffocata tra l’albagia schizzinosa dei
giacobini miliardari e le folle schiamazzanti in cerca di
pizzette e di souvenir. Ridatele vita, se potete. Limitate
al massimo le automobili e potenziate al massimo la risalita: fin qui nulla di nuovo. Ma date anche a chi sale
in Città Alta qualche ragione in più per non assieparsi
lungo la Corsarola, esibendosi in avantindré degni di
un nuotatore di gran fondo: vanno ingigantite le offerte culturali, le visite ai musei, le operazioni guidate, i
pacchetti turistici completi. In una parola, il turismo
dev’essere incanalato, istruito, educato, mirato. Quindi, il mio suggerimento è quello di non occuparsi sempre e soltanto del “come” arrivare in Città Alta, ma
anche e soprattutto del “perché”. E anche qui, come
in ogni altra cosa, ci vuole coraggio. Adesso la pianto,
per raggiunti limiti di spazio. Credo e spero di essere
stato chiaro: una nuova giunta merita fiducia, sempre,
e un minimo di pazienza da parte dei cittadini. Ne riparleremo a tempo scaduto. Buone vacanze.
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Sorvolerei su alcuni aspetti della chiacchierata che,
notoriamente, mi lasciano freddino, tipo il destino dello stadio. Mi limiterò, pertanto, a dire la mia su quelle
faccende che, viceversa, titillano la mia curiosità di cittadino. L’impressione generale di una certa prudenza
da parte di Zenoni sulle questioni più pirotecniche è
stemperata dalla più comprensibile delle giustificazioni: è lì da pochissimo, si è trovato tra le mani la patata
più bollente dell’intera giunta ed è normale che non
voglia sbilanciarsi. Io, però, gli suggerirei, comunque,
qualche sbilanciamento in più: se c’è una cosa di cui
mi pare che i Bergamaschi siano saturi e stufi e quella prudenzina curiale, quel voler condividere con tutti
le decisioni, che dà sempre la sensazione che non si
combini niente nel timore di fare dispetto a qualcuno.
Lasciamelo dire, caro Stefano: chissenefrega se certe
scelte faranno venire i vermi a qualche palazzinaro, a
qualche associazione di irrimediabili rivoluzionari da
operetta, a qualche parrocchia. Voi governate una città, per i cittadini: se si devono fare scelte radicali, si
facciano. Giudichi la storia se ci si ricorderà di più
e meglio di operazioni coraggiose e, magari, andate
così e così, oppure dei soliti ‘toca negot’, di cui, da
queste pagine, si è parlato anche di recente. Le ciclabili? Fatele, fatene tante e fregatevene degli sbuffi e
delle proteste di chi usa l’automobile anche per andare dal lattaio, nemmeno abitasse a Cerete, anzichè in
una città soffocata dal traffico: domani, dopodomani,
i figli ed i nipoti dei bofonchiatori vi ringrazieranno.
Non cominciate con i tochelì: con le mezze pistine che
finiscono nel nulla e che sono peggio che non averne
affatto. Siate sanamente millenaristi: se Bergamo deve
diventare una città europea, si deve fare come si fa in
Europa. E, se dovete pedonalizzare il centro, che sia
un’isola pedonale a tutto tondo: un centro chiuso al
traffico diventa un salotto, uno spazio aperto a manifestazioni, un luogo d’incontro. Cent’anni fa era proprio
così, perché le automobili a Bergamo erano 800: oggi,
che sono 800mila, lasciamole circolare altrove e torniamo a riappropriarci del nostro spazio. Che, come
Einstein insegna, è anche il nostro tempo, ovvero la nostra vita. Buona anche l’idea della “Casa delle religioni”, in stile brandenburghese: solo che noi non siamo
in Brandenburgo, e c’è qualche legittima preoccupazione circa la convivenza pacifica e civile di certi signorini che vediamo affliggere le nostre strade. Quindi,
credo che, se l’idea è piena di civiltà e di buon senso,
pure vada applicata con molto giudizio e con qualche
precisa garanzia circa il rispetto delle regole: se la nostra polizia locale facesse rispettare l’ordine nei luoghi
di culto interreligioso come se ne occupa in via XX settembre, avremmo un’Intifada al giorno. Credo anche
che ci vorrebbe maggiore energia sul fronte del trasporto pubblico: metroleggere, tranvie veloci, corsie
preferenziali, filobus old style e tutto quanto permetta
di spostare progressivamente il trasporto di persone e
merci dalla gomma al ferro e dalla benzina all’elettrico sarà ben accolto. Capisco quale sarà il ritornello a
riguardo: le palanche. Le palanche bisogna trovarle e,
nel contempo, non bisogna sprecarle: l’Europa paga
per esempi di mobilità extraurbana invero bizzarri,
come la funivia Pinzolo-Madonna di Campiglio, e non
vedo perchè non dovrebbe foraggiare un progetto di riqualificazione della mobilità in una città d’arte come
la nostra. Certo, se si fosse puntato su questo genere di
svolte nell’identità urbana, ai tempi belli di quella buffonata della capitale europea della cultura, forse forse
oggi ci troveremmo a non dover risparmiare sulla can-
PUNTI DI VISTA
dalla prima pagina
PUNTI DI VISTA
Se Bergamo vuole essere europea
deve fare come si fa in Europa
Franco
Frigeri
di di
Franco
Frigeri
COMMENTI
 Lo sguardo corto della politica
Dando lo sguardo a come vanno le cose della politica, anche fuori
da casa nostra, possiamo rilevarvi un filo conduttore comune. Alla
dimensione transnazionale del potere economico fa da contraltare
un deficit di legittimazione del potere politico, troppo spesso caratterizzato da una sorta di minor consapevolezza rispetto alla sua
funzione e ai suoi obiettivi. Si spiega così anche la difficoltà di
formare e accorpare autentiche èlite politiche, fino a quando resta
senza risposta da cui, in una democrazia non dovrebbe essere consentito di sfuggire: “ottenere il potere, ma per fare cosa?”. E ancora: oggi per avere potere conta - più del possedere risorse - l’essere
davvero in grado di servirsene, scansando la seduzione delle facili
vie più o meno tecnocratiche.
Proprio questo passaggio rende sempre più manifesta la diffusa
percezione che il decrescente rendimento delle istituzioni costituisca un problema intollerabile, accentuando l’idea che lo Stato
versi in una condizione di crisi irreversibile. Sta qui la ragione
per cui le diverse autorità di “government” a livello nazionale (gli
Stati) siano sempre più costrette a confrontarsi con la questione
della “governance”. Istituzioni di governo le quali – sia pure fondate e legittimate democraticamente – non si attrezzino per fornire
risposte di “governance” del sistema sono destinate ad avere poco
futuro. Filosofia politica? Tale non rimarrà se vi sarà la capacità di
tradurla in azione politica concreta.
 Servizi pubblici e utenti
I servizi pubblici locali rappresentano un settore cruciale, complesso e variegato dell’economia del Paese. Molto spesso il dibattito
si è incentrato sulla netta separazione pubblico/privato in base alla
tesi che il privato consente una maggiore efficienza dei servizi
mentre il pubblico garantisce una maggiore tutela. Oggi entrambi
gli aspetti sono da affrontare da un nuovo punto di vista: da un lato
bisogna garantire che non si sviluppino rendite monopolistiche e
che siano tutelati gli interessi pubblici; dall’altro è utile e necessario coinvolgere le imprese nello sviluppo industriale del settore
avendo come obiettivo l’economicità degli stessi e la parità di trattamento per tutti gli operatori potenzialmente coinvolti.
L’obiettivo di produrre beni e attività rivolti a realizzare fini sociali
e a promuovere lo sviluppo armonico e civile delle comunità locali
va garantito puntando a un principio di responsabilità e autonomia, nel rispetto delle regole sulla concorrenza e tenendo conto
dei vincoli di finanza pubblica circa le strategie più congrue alla
realizzazione degli obiettivi. Negli ultimi tempi è stata proposta
l’adozione di modelli di contendibilità, con la convinzione che essi
possano determinare “naturali” incentivi all’efficienza nei soggetti
erogatori di tali servizi essenziali. Forse è giunto il momento di
riaprire il dialogo sull’efficacia di tali modelli nei termini in cui le
norme oggi vigenti li propongano.
E’ necessario, pertanto, tener conto della chiarezza delle norme,
della coerenza con i principi costituzionali ed europei, del reale
stato dell’industria di riferimento e del sistema delle imprese operanti, delle esigenze di una domanda e di un territorio in evoluzione. E’ una vera e propria sfida.
 Lo “spettacolo” dell’informazione
Nell’ampio scenario dell’offerta informativa attuale ciò che assume
particolare rilievo per gli spettatori è la capacità di una fonte informativa di assumere un ruolo forte di narratore garante di obiettività.
Questa considerazione richiama un prodotto che è una combinazione di storie controllabili con lo scopo di conquistare ed ampliare
il consenso e costruire una più efficace relazione con la propria
comunità. Linee narrative con cui coinvolgere ed emozionare i
cittadini, cercando di scegliere sempre le narrazioni migliori per
il momento politico, culturale ed economico del Paese: storie che
raccontano soprattutto promesse di cura, di trasformazione, di salvezza da parte del leader e del suo team nei confronti del Paese.
In questa strategia il discorso, l’impiego dei formati della politicaspettacolo supporta l’operazione di voler toccare le corde emotive
del pubblico, farlo ridere o commuovere, a seconda della versione
umana o di divo che il politico offre di sé. Sul fronte dei media,
oggi il pubblico ricerca quei volti o programmi che siano portatori
di valori di affidabilità, autorevolezza e credibilità. La tv con le
sue diverse proposte informative e la comunicazione politica impegnata in una ridefinizione dei suoi linguaggi paiono convergere
oggi nella strategia retorica di proporsi come autorevoli narratori di
storie capaci di scaldare l’attenzione del pubblico. E mai come oggi
abbiamo bisogno di storie cui affidarci.
Sede legale: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo
Presidente: Ivan Rodeschini
Registrazione: Tribunale di Bergamo n. 185 del 20/02/1950
Abbonamenti: via Borgo Palazzo, 137 - Bergamo
tel. 035 4120304 - fax 035 4120149
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la Rassegna
31 luglio 2014
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COMMENTI
le riforme annunciaTe
Gli esempi di TrenTo e Torino
Quella spinta che Bergamo
non riesce a darsi
dalla prima pagina
ìTrento tra i commercianti ha registrato giudizi entusiastici: per il 91% la nuova struttura
ha creato effetti positivi sull’economia del territorio e per il 61% il miglioramento c’è stato
nella propria attività.
Insomma, da un intervento di riqualificazione
urbana, costato non poco alle generose casse dell’Amministrazione comunale (70 milioni in 12 anni), Trento ha saputo ricavare uno
straordinario polo di attrazione destinato a
consolidare ulteriormente il già forte appeal.
E qui sorge spontanea la domanda: possibile
che a Bergamo non si possa fare niente di simile? Che cosa manca a questa città per immaginare operazioni analoghe? Secondo noi
nulla. Ma proprio nulla, in termini economici.
Forse, come ha sottolineato efficacemente in
una recente intervista il neo presidente degli
architetti Alessandra Ferrari, manca “la capacità di mettersi in gioco. Bergamo è una città a cui non manca nulla. Tranne la spinta”.
Parole sante, forse così disincantate perché
pronunciate da una professionista che lavora
sì in città, ma è nata a Mantova e cresciuta a
Verona. Con lo sguardo di chi viene da fuori,
certi limiti di vedono meglio, evidentemente.
Viene da pensare che una partita la si potrebbe
giocare proprio sul terreno che sta facendo la
fortuna di Trento. Perché c’è Bergamo Scienza
che è un festival di grande successo, un asso
nella manica della città. E allora, è così assurdo, così fuori dalla logica provare a pensare (magari per concludere che non ne vale la
pena) ad una trasformazione della rassegna in
qualcosa di permanente che possa richiamare
attenzioni 365 giorni all’anno? Quanti edifici dismessi da recuperare ha Bergamo che
potrebbero utilmente trasformarsi in una
Cittadella della Scienza? E quante ener-
gie economiche vanta questo territorio che
potrebbe ripetere quanto ha fatto a Cremona
l’industriale Giovanni Arvedi donando alla
sua città il bellissimo Museo del violino?
Se da est ci volgiamo ad ovest, ci imbattiamo
in Torino dove nei giorni scorsi l’idea di portare la musica classica in piazza, proponendo
due opere di Mozart, ha riscosso un grande
successo. Venticinquemila persone (25 mila,
quante ce ne stanno, esaurendolo fino all’orlo, nello stadio di Bergamo) hanno assistito
al Don Giovanni e altre diecimila, sotto una
pioggia battente, non si sono volute perdere il
Flauto Magico. Visto dalla patria di Gaetano
Donizetti non si può che provare invidia. Ma,
a ben pensarci, anche un po’ di rabbia perché mai niente del genere (anche a Lucca con
Puccini non scherzano) si è visto da queste
parti. Qui, l’unica sinfonia (si fa per dire) che
ascoltiamo da tempo immemorabile è quella
dei tanti tromboni che si riempiono la bocca
con l’illustre concittadino salvo fermarsi solo
all’etichetta. Tant’è, somma vergogna, che ci
si ritrova perfino con un teatro che apre i battenti solo in virtù di deroghe concesse anno
dopo anno.
Risparmiamoci anche in questo caso la domanda spontanea e chiediamoci piuttosto,
da bergamaschi abituati da decenni di autoreferenzialità e da una retorica zuccherosa a
considerarci insuperabili modelli di virtù, se
non abbiamo accumulato troppe battute a vuoto e se non sia necessario, più che un cambio
di passo, uno scatto d’orgoglio che ci
permetta, se proprio non siamo più
capaci di inventare qualcosa di
nuovo, almeno di copiare i tanti
esempi positivi che vediamo al
di là delle Mura.
Cesare Zapperi
(commenti su
www.larassegna.it)
Il Museo delle Scienze di Trento (MuSe) progettato da Renzo Piano
La LETTERA
B
Un Paese di parole
con buona pace del Pil
dalla prima pagina
Resta sempre la differenza monotona che il nostro debito, 2.166 miliardi a fine maggio,
allegramente avviato per quest’anno verso un 140% sul Pil, è ben più alto di quello
spagnolo, con tutto quello che ne deriva in drenaggio di risorse in termini di interessi
da pagare (e cara grazia che i tassi sono bassi e non ci è stata ancora tolta del tutto la
fiducia in termini di spread). Ma nostra responsabilità sono la lentezza con cui ci si muove e le parole che si sprecano senza essere seguite dai fatti, oltre alla scelta di priorità
in ordine quanto meno poco razionale. Mentre l’economia si sta sgretolando, le aziende
faticano sempre di più ad andare avanti e l’occupazione cade da mesi tutta l’attenzione si
concentra sulle riforme istituzionali, questione importante, per carità, ma che dovrebbe
essere risolta con una maggiore rapidità e soprattutto senza frenare provvedimenti ben
più urgenti. Non ci si può non stupire quando interventi oggetto di annunci di prossima
approvazione mesi, se non anni, fa rispuntano dal cassetto in cui erano stati infilati per
essere ripresentati intonsi come idea inedita da questi “governi del fare” che si rivelano
sempre più come “governi del farò (forse)”. Quello che ci frega sono i tempi verbali.
Rimandiamo al futuro quello che sarebbe indispensabile nel presente, se non nel passato.
Dovrebbero avere iniziato già a dare effetti lo sblocca Italia, la delega fiscale, il taglia
vincoli, le privatizzazioni, il decreto competitività, il piano delle grandi e piccole opere, i
contratti di sviluppo, la riforma del catasto, la riduzione degli enti, la spending review, il
decreto sul rientro dei capitali… Invece stanno sempre per partire, sono in arrivo, ormai
pronti, in dirittura d’arrivo.
Nessuno dice che dobbiamo essere per forza originali. Anzi, spesso il successo lo raggiunge chi riesce ad adottare il meglio delle idee altrui. Insomma, si può anche copiare, con
intelligenza. Da sei anni l’economia spagnola, non cresceva a un ritmo così elevato come
nel secondo trimestre del 2014 (più 0,5%, che vuol dire quasi il doppio di quanto è atteso
in Italia per l’intero anno), il quarto consecutivo in espansione, con la ripartenza dei
consumi delle famiglie e degli investimenti, accompagnato da un rimbalzo della Borsa del
32% in un anno, da un calo dei tassi sul titoli decennali scesi dal 7% del 2012 all’attuale
2,5%, il minimo dall’introduzione dell’euro, e da un consolidamento dei segni positivi
dell’occupazione, che quest’anno, per la prima volta dal 2008, dovrebbe crescere. Resta
ancora vicina al 25% la disoccupazione, ma in un Paese che era ormai prossima al “default greco” non tutto si può risolvere in un attimo. Quello che conta è che con l’umiltà
di avere chiesto aiuti a Bruxelles per ricostruire il sistema bancario, con la realizzazione,
e non solo l’annuncio, delle riforme chieste dai mercati e dall’Europa, l’economia si è
messa in moto e sono appena iniziati interventi per ridurre sul serio le tasse. Noi non abbiamo (ancora) fatto abbastanza, ma l’abbiamo fatto da soli e di testa nostra, una magra
consolazione: verrebbe voglia di fare cambio.
Stefano Ravaschio
(commenti su www.larassegna.it)
Preoccupato e impotente di fronte allo sfascio
uongiorno Dr. Cimmino,
quando prendo la Rassegna il primo articolo che leggo
è sempre il suo, e sempre nel 95% dei casi sono totalmente d’accordo e nel restante 5% sono abbastanza d’accordo.
L’articolo “Coltiviamo il dubbio...”, apparso sul numero scorso, lo condivido al 110%.
Una volta Le ho chiesto perché non entra in politica anche lei,
mi rispose che ognuno ha il dovere di fare quello che sa fare
meglio, nel suo caso il giornalista.
Forse (ecco che subito parto con una formula dubitativa che
se da un lato sminuisce la forza dell’affermazione lascia aperto un ponte per un'eventuale ritirata…) le cose vanno così
come vanno perché i politici fanno i politici e il loro obbiettivo
principale è quello di perpetuarsi.
Io non mi metterei mai in politica perché ho due problemi:
uno, sono sempre pieno di dubbi (appunto, li coltivo) anche
su quelle cose che dovrebbero essere le mie convinzioni e due,
non mi accorgo quasi mai quando me la fanno, per così dire,
sotto il naso… figuriamoci cosa mi succederebbe in politica;
durerei quanto un chicco di grandine al sole.
Comunque grazie per i suoi pezzi, almeno leggere i suoi articoli per me è terapeutico; mi convinco di non essere l’unico
sinceramente preoccupato se non impaurito da quello che sta
succedendo, ma soprattutto totalmente impotente, visto che
nessun politico quando arriva al potere vero, mantiene ciò che
ha promesso quando lo stava scalando. Non è una bella sensazione, mio padre non l’ha mai provata perché ai suoi tempi,
impegnati o non impegnati politicamente, o si era di destra,
o di centro o di sinistra, quelle vere però, quelle i cui rappresentanti agivano (o, mannaggia al dubbio, ce la davano solo
ad intendere anche allora?) secondo le rispettive convinzioni
(che erano le stesse dei loro elettori) e non, o almeno non solo,
per restare abbarbicati al loro tronetto.
Cordialissimi saluti e a… leggerla presto.
Danilo Bianchi
Caro Danilo
intanto grazie per le belle parole e per la fedeltà. Io penso
che le cose siano molto più semplici di come ce le raffiguriamo: fino a non molto tempo fa, la gente aveva delle
certezze, che magari erano falsi idoli, ma funzionavano,
perché mantenevano in vita dei valori.
Quindi, i nostri nonni o anche solo i nostri genitori
potevano essere di destra o di sinistra, religiosi o atei,
ma partecipavano a quel sistema di valori, per cui un
delinquente era un delinquente, un galantuomo era un
galantuomo e così via.
Oggi, un delinquente può diventare presidente della
Repubblica ed un galantuomo può suicidarsi per i debiti:
ogni punto di riferimento pare essere saltato.
Per questo rimpiango le bugie di un tempo, che, perlomeno,
erano utili alla civiltà: quelle di oggi sembrano servire solo
a demolirla...
Un caro saluto
MC
4
la Rassegna
31 luglio 2014
Sono quasi un milione in Italia le coppie che condividono anche l’impegno in azienda. Abbiamo scelto tre
Mogli in affari: «Vi raccontiamo l’altra m
di anna
Luisella Traversi (Robur) «La coppia rafforza l’aziend
Facci
S
pesso le imprese si identificano in
un’unica persona, quella del fondatore, del capo, del volto pubblico - perlopiù maschile, ma vale anche il discorso
contrario -, che illustra novità e progressi o
denuncia problemi e criticità. In molti casi
però l’impresa è una storia a due, che vede
affiancati nella buona e nella cattiva sorte
(pure aziendale) marito e moglie. Secondo
una stima della Camera di Commercio di
Monza e Brianza (che ha anche scelto di
attribuire un riconoscimento ai “matrimoni
d’impresa” più longevi del proprio territorio) in Italia sono quasi un milione (930mila)
le coppie che condividono un progetto comune nella vita privata e lavorativa, essendo
soci o collaboratori in azienda. In periodi in
cui tenere a galla un’impresa è difficile e i
matrimoni si sfaldano come neve al sole, la
rilevazione dice anche che si tratta di realtà
solide, con una percentuale oltre il 90% (a
Bergamo è la più alta, il 96%) di chi dichiara che la crisi non ha scalfito i rapporti e il
3,5% (a Bergamo il 2%) che afferma che si
sono addirittura rafforzati.
Se nei negozi, nelle attività artigianali, in bar
e ristoranti è molto più facile imbattersi in
binomi di questo tipo e riconoscere la divisione dei compiti, meno evidenti sono il ruolo e
il valore della coppia nelle realtà industriali.
Ecco allora le testimonianze di tre unioni di
cuore e d’affari bergamasche, con il punto di
vista dall’altra metà.
Vita di coppia e d’azienda sono tutt’uno per Luisella Traversi Guerra,
che con il marito Benito ha fatto crescere la Robur di Verdellino sino a
renderla un autentico faro a livello mondiale per l’efficienza energetica
dei sistemi di riscaldamento e condizionamento a gas.
Come sarebbe andata lo si poteva probabilmente intuire già da quel viaggio di nozze, 51 anni fa: un mese in Europa sulle tracce di beccucci per
il gas per cogliere al volo le opportunità legate al passaggio dal “gas di
città” al metano. Incontrati nell’albergo dei genitori di lei a Selvino, sposati dopo un anno, molto giovani – 19 e 24 anni -, non hanno avuto dubbi
nel condividere da subito anche il percorso professionale. «Mio marito
era un artigiano con la voglia di fare presto – racconta Luisella Guerra –.
Avevamo lo stesso sogno, creare una bella famiglia e fare qualcosa di utile, questo ci ha unito. All’inizio, avendo trascorso nella mia infanzia un
lungo periodo a Parigi, ero la “segretaria” che parlava francese, poi sono
passata ad occuparmi di tutta la direzione del personale (oggi Robur ha
circa 220 dipendenti nella sede di Verdellino ed è presente anche in Germania e negli Stati Uniti ndr.) ed ho seguito da vicino alcuni aspetti del
marketing, in particolare quelli legati alla motivazione alla vendita e allo
sviluppo delle idee. Da qualche anno sono “ufficialmente” in pensione,
ma partecipo ai Consigli di amministrazione portando la mia esperienza
e non posso certo dire di aver chiuso con l’azienda. È come un figlio, lo
si ha finché si scampa perché in gioco ci sono responsabilità sociali».
Se per molte mogli il ruolo quasi automatico è quello della gestione contabile e finanziaria, Luisella Guerra ha fatto diventare il proprio interesse
per la crescita personale e delle relazioni un valore fondante dell’impresa. «Dopo il diploma magistrale mi sarei iscritta a filosofia – ricorda -.
Mio marito mi ha riconosciuto un cuore predisposto a creare gruppo,
a capire e motivare le persone, a stimolarle nel tirare fuori il meglio di
sé, a rispondere con creatività alle situazioni. Siamo complementari, se
dovessi sintetizzare il mio apporto direi che sono stata il lievito per la sua
visione, aiutandolo a capire per tempo il mercato ed i prodotti, e insieme un’ancora, uno spazio dove rifocalizzarsi e ripartire per fare ancora
meglio». Questa predisposizione si è tradotta nell’adozione in azienda,
a partire dagli anni Ottanta, dei principi della qualità totale, di cui Luisella Guerra è tecnica e formatrice, che ha la propria base nello sviluppo
personale. «Bisogna partire dalle persone, non ci sono alternative – commenta -. Conoscendo se stessi si acquisisce la capacità di migliorare le
Luisella Traversi e Benito Guerra
Mirella Salvi (Rotolificio Bergamasco) «È delle donne il ruolo chiave, devono te
«Sino ad ora i “rotolini” non ce li siamo mai tirati
dietro». Scherza Alessando Panseri nel raccontare la
storia d’amore (quest’anno festeggia il 45esimo di
matrimonio) e d’impresa che condivide con la moglie Mirella Salvi. E dissolve in una battuta l’immagine che vuole per forza i coniugi sempre intenti a
battibeccare. I rotolini in questione sono quelli della
Errebi – Rotolificio bergamasco di Gorle, che insieme hanno deciso di rilevare nel 1977 facendola diventare la prima azienda in Italia per fatturato e tra le
prime in Europa nella produzione di carta in rotoli.
Tradotto nella pratica, significa imbattersi quasi quotidianamente con uno dei loro prodotti, che si tratti di
uno scontrino fiscale, di un ticket per il parcheggio
o l’autostrada, della ricevuta di una giocata (sono i
fornitori di Lottomatica e Sisal) o del bancomat, dei
numerini per la coda o di quelli sui capi ritirati dalla
lavanderia, ma anche delle maxi affissioni.
«Mio marito lavorava alla Pirelli e spesso era impegnato all’estero, io facevo la casalinga – racconta Mirella Salvi - e seguivo i bambini (Gianluca
nato nel ‘70 e Cristiano nel ‘73, mentre nell’87
sarebbe arrivato Pierluigi, il “piccolo” della famiglia ndr.). Il titolare, ormai anziano, del rotolificio,
che allora aveva sede a Redona, ci ha proposto di
subentrare nell’attività. Ai tempi produceva i rotoli
per le calcolatrici di due banche, ma nelle dimensioni ridotte e nella versatilità di questi articoli vedeva grandi prospettive. Abbiamo accettato. E da
allora sono qui».
Alessandro Panseri e Mirella Salvi
Data la precedente esperienza da impiegata
nell’azienda di famiglia, per Mirella è stato scontato occuparsi della parte amministrativa, mentre
il marito sviluppava quella tecnica. Alla signora
spettano anche le relazioni e la partecipazione
alla vita associativa. In Confindustria Bergamo è
stata presidente del Gruppo Cartotecnici e fa parte del Consiglio direttivo della Piccola Industria.
È anche tra i probiviri di Assografici, l’associazione nazionale del settore e partecipa al network
mondiale di donne imprenditrici Aidda. «La divisione dei ruoli dipende più che altro da un fatto
pratico, legato alle competenze, alle inclinazioni e al tempo a disposizione – rileva il marito
-. Vale anche nell’assegnazione delle cariche. I
soci siamo noi due, lei è l’amministratore perché
può seguire meglio anche gli aspetti burocratici,
io però ho la quota maggiore e posso revocarle
l’incarico…», la provoca sorridendo.
Loro e l’azienda sono cresciuti con i propri dipendenti. Hanno infatti sempre assunto persone al
primo impiego, un modo per dare fiducia e condividere un cammino. Lo conferma il fatto che solo
quest’anno – in quasi 30 di attività - saluteranno il
primo dipendente che ha raggiunto la pensione dei
circa 70, impegnati tra Gorle e lo stabilimento di
Majano, in Friuli, aperto nel 2000. «Teniamo ad
ognuno di loro – sottolinea Panseri – e non siamo
mai ricorsi alla cassa integrazione o alla mobilità,
stringendo i denti nei momenti più difficili». E ce
la Rassegna
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storie, privilegiando il punto di vista femminile
età dell’impresa»
da, ma bisogna sapersi aspettare»
proprie potenzialità grezze: è questo lo snodo fondamentale, trasversale
ad ogni ambito, che si tratti di tecnologia, ricerca o mercato. I problemi
tecnici sono giochetti che si risolvono, i problemi veri sono quelli nelle
relazioni».
È anche il segreto che fa funzionare una coppia impegnata nella stessa
sfida imprenditoriale? «Amore e fiducia sono indispensabili – osserva -,
ma poi è molto importante che ognuno sia disposto ad aspettare l’altro.
Capita infatti che le esperienze portino marito e moglie ad evoluzioni
diverse ed è fondamentale non perdersi di vista e attendere che il partner cresca perché l’obiettivo torni ad essere di entrambi. È un concetto
che andrebbe urlato agli artigiani: se c’è questa attenzione all’ascolto
di se stessi e dell’altro, senza compromessi, la coppia moltiplica la forza dell’azienda. La coppia è un tesoro sociale, peccato non rendersene
conto. Far crescere un rapporto significa lasciar perdere gli egoismi, le
pretese, il potere e raggiungere una raffinatezza di espressione sempre
maggiore». Non è facile, anzi. «I momenti di difficoltà non sono mancati
neanche per noi – ammette -, soprattutto quando si trattava di fare un
passo avanti, ma sono stati anche quelli che, illuminati dall’amore e del
rispetto, hanno contribuito ad illimpidire il rapporto. Certo, poi c’è anche
chi si accontenta dei gioielli o di andare alle terme con le amiche…»,
dice senza paura di colpire nel segno.
Del resto Luisella Guerra spazza via anche la convenzionale distinzione
tra vita privata e lavorativa. «Che siano due cose diverse è una grossa
bugia – afferma -. Se si è onesti con sé stessi in azienda lo si è anche nella
vita. Personalmente ho coltivato tante dimensioni, quella di scrittrice di
libri sul management, quella di pittrice con esposizioni in tutto il mondo,
ma il processo di crescita è uno solo e si riversa su tutte le componenti,
nel matrimonio, nel rapporto con i figli (sono cinque ndr.), in azienda,
sul mercato».
È così che per settembre attende l’uscita del suo libro di fiabe per bambini, edito da Mondadori, mentre con un gruppo di “ragazze” sta preparando un manuale per l’autoformazione allo sviluppo della creatività
nel mondo dell’impresa, sognando di dare vita di qui a cinque anni alla
prima Università della Creatività d’Europa. Dopo l’impegno in azienda
ora la volontà è di mettere a disposizione di altri la sua esperienza. Con
una certezza su tutte: «Il bene grande che lega me e mio marito ci ha
regalato questa bella storia».
nere tutto in equilibrio»
ne sono stati, non solo in questo ultimo periodo. «Mi dicevano, forse solo a mo’ di
battuta, che era rischioso lavorare con mia
moglie perché se le cose fossero andate
male, sull’uno o sull’altro versane, ci avrebbero rimesso in ogni caso sia la famiglia sia
l’attività. Posso dire che è l’esatto contrario. Essere impegnati entrambi in azienda
significa non essere soli, avere qualcuno
che comprende i problemi e su cui contare,
ma anche avere la fortuna di passare molto
più tempo insieme. La famiglia e l’impresa
si rafforzano a vicenda, a patto ovviamente
che siano la famiglia e il lavoro i valori in
cui si crede», puntualizza.
Secondo la consorte il buon funzionamento di un matrimonio d’impresa dipende
comunque più dalle donne, chiamate ad un
ruolo di “registe”. «È la donna che regge
tutto, con la sua capacità di organizzare,
di smussare, di tenere insieme ed in equilibrio, anche accettando di stare un po’ più
defilata – rileva -. Personalmente credo
che a dare la linea in azienda debba essere uno solo e non ho mai contraddetto mio
marito di fronte ai dipendenti. Certo le decisioni importanti poi le abbiamo sempre
prese insieme». Sul conciliare gli impegni
del lavoro con quelli della casa, tanto più
nel suo caso con tre figli maschi, dice che
fissando delle priorità e con un po’ di organizzazione e gioco di squadra si può fare.
«Fin da piccoli anche i nostri figli hanno
condiviso il nostro percorso, era inevitabile
– ricorda mamma Mirella -, e mano mano
è stato naturale per loro entrare in azienda
e portare il proprio contributo in base alle
proprie caratteristiche. Ora i consigli di
amministrazione li facciamo la domenica a
pranzo – dice per far capire il clima -. Ciò
che ci unisce e fa andare d’accordo è, in
fondo, semplice. Riconosciamo tutti che è
l’azienda quella che ci dà da vivere e che
fa stare bene noi ed i nostri dipendenti, per
questo facciamo tutti del nostro meglio».
O, come dice il primogenito Gianluca,
«facciamo a gara a chi lavora di più». La
buona integrazione della nuova generazione e il rapporto creato con i dipendenti li
fa guardare al futuro in chiave positiva.
«Crediamo di avere messo buone basi per
il passaggio del testimone – dicono – e non
avremo difficoltà nel farci da parte. Ognuno ha il suo tempo da vivere e questa è la
loro epoca». Già, ma c’è la crisi... «Chi ha
visto trasformarsi un sogno in realtà come
noi non può che continuare ad avere fiducia», concludono. Ecco, dentro quei rotolini di carta che poi arrivano in tutte le nostre
tasche c’è questo sogno.
Isa Colombi (Persico)
Pierino Persico e Isa Colombi
«Parlavamo solo di lavoro, poi il figlio
di sette anni ci ha fatto una domanda...»
Parla schietto Isa Colombi. Non colora di rosa il
cammino che al fianco del marito Pierino Persico li
ha visti passare dalla modelleria di legno in uno scantinato avviata ad Albino nel ’76 ad un’azienda conosciuta in tutto il mondo per gli stampi e i prodotti
all’avanguardia nei settori automotive, nautico e con
sistema rotazionale. Che ha fatto scoprire al patron di
Luna Rossa Patrizio Bertelli, all’inventore di Skype
Niklas Zennstrom e agli sceicchi del Bahrein che
esistono la Valle Seriana e un paese chiamato Nembro. «Per una moglie è pesante conciliare la famiglia
con l’azienda e credo che sia ancor più difficile per
il marito se, come accade più spesso oggi, è la moglie l’imprenditrice e la vita a due comincia quando
l’attività è già avviata – afferma -. Per noi, forse, la
partenza è stata agevolata dal fatto che eravamo già
sposati da quattro anni, con una bimba (quasi due) e
che eravamo stati entrambi operai con la “voglia di
fare sempre per passione”. Questo ci ha spronato ad
aiutarci. In mio marito vedevo tanta passione e una
visione capace di individuare clienti e opportunità.
Da parte mia ciò ho messo non poca tenacia nel sostenerlo accettando di occuparmi delle consegne dei
prodotti finiti e della, allora poca, contabilità, senza
mai lasciare la cura dei figli e senza aiuto in casa.
Mi sono messa persino a studiare inglese perché
avevamo cominciato a viaggiare e ci serviva. Avevo
solo la terza media (tre anni serali) e lavoravo come
camiciaia. Mi iscrissi allo Shenker Institute e arrivai
a dare almeno 35 esami. Mi sarebbe piaciuto continuare almeno sino a 50, ma con tre bimbi, mi dovetti
accontentare. Mi piace molto la lingua inglese!».
Il lavoro va bene e aumenta, ma all’alba degli anni
Novanta una domanda del figlio di sette anni fa capire alla coppia che è necessaria una svolta. «Una sera
a tavola – ricorda Isa Colombi – Marcello ci chiese:
“Ma sul lavoro va tutto così male?”. Eravamo arrivati a parlare solo di lavoro e, naturalmente, non dei
successi, ma di quello che andava storto e bisognava
risolvere. Abbiamo realizzato che non era giusto che
in casa si respirassero tante tensioni. Per noi la famiglia era il primo obiettivo e meritava più serenità. Ho
scelto di tirarmi fuori, tanto più che ho sempre avuto
la passione per la casa, i miei bambini, la buona cucina e i lavori di sartoria e camiceria». «Non sono mai
stata quella che voleva apparire o occuparsi di tutto
per il solo fatto di essere la moglie dell’imprenditore – rimarca -. Il passo è servito anche a farci comprendere che è importante fare spazio alle persone
giuste e affidarsi a dei collaboratori che i problemi li
risolvono. Credo che la Persico ne abbia guadagnato
e anche la nostra famiglia».
La signora non si trincera comunque dietro i fornelli
o la macchina per cucire e continua ad affiancare il
marito nei viaggi all’estero. «Abbiamo ormai toccato
quasi tutto il mondo, ma soprattutto abbiamo conosciuto tante persone che ci hanno permesso di allargare gli orizzonti – evidenzia -. Grazie a questi contatti
i nostri figli hanno fatto presto esperienza negli Stati
Uniti e si sono sempre più appassionati all’azienda
assumendo man mano responsabilità». La primogenita Claudia è a capo della divisione Rotazionale, Alessandra dell’Automotive e Marcello della Nautica.
Se non più strettamente operativo, il ruolo di Isa
Colombi resta di grande peso. E non mancano gli
scontri tra il suo atteggiamento più pragmatico e
la visione più d’istinto e creativa del marito. Come
quando ha preteso che stipulassero un’assicurazione
sulla vita: «Pensava che mi stessi già immaginando
un futuro da vedova benestante – dice con naturalezza -, ma era semplicemente un modo per tutelare
ciò che avevamo costruito». Fondamentali anche il
suo sostegno e incoraggiamento agli investimenti, a
fare sempre un passo in avanti, anche quando Pierino si mostrava, per carattere, un po’ più dubbioso:
«In pratica abbiamo sempre avuto debiti – ammette
-, ma è indispensabile non rimanere fermi, cercare
nuove idee, soluzioni. Se non l’avessimo fatto saremmo morti. Il lavoro di modellista oggi non esiste
più, ma la Persico è conosciuta in tutto il mondo.
Sono contenta che abbiamo sempre reinvestito, il
nostro obiettivo non è il profitto a tutti i costi, tirare
sui prezzi, ma fare le cose bene».
Sua anche la decisione di sottoscrivere un patto di
famiglia (nel giorno del suo compleanno l’incontro
con i consulenti) per gestire al meglio il passaggio
generazionale e la continuità d’impresa, decidendo
preventivamente le regole della successione. «Anche
questo può sembrare un passo antipatico – rileva –
per una famiglia e dei fratelli che vanno d’accordo.
La capacità di resistere anche a momenti difficili è
però data dall’integrazione dei tre diversi settori ed è
importante e strategico salvaguardare nel tempo una
visione unitaria dell’impresa. L’ho fatto pensando anche ai nipoti».
Alla fine ribadisce però il concetto iniziale. «Resto
convinta che marito e moglie non debbano fare lo
stesso lavoro insieme. Fortunatamente non ho mai
capito niente di stampi, altrimenti non so come
avremmo fatto, ognuno con le proprie idee, a spartirci le decisioni quotidiane. Credo che il mio apporto
più importante sia stato spronare mio marito, credere
un lui e fare in modo che non gli pesassero il mio lavoro in famiglia e con i bambini». E di un’altra cosa
è certa: «Quel che abbiamo fatto, lo abbiamo sempre
fatto volentieri e mettendocela tutta».
6
la Rassegna
31 luglio 2014
Confidi, «nuove norme per supportare le pmi»
Il presidente della Fogalco, Riccardo Martinelli, eletto
amministratore di FederAscomFidi, l’organizzazione nazionale
del sistema Confcommercio. «Sollecitata al Senato
una rapida revisione del quadro normativo. Drastica
semplificazione degli adempimenti e rafforzamento patrimoniale
le chiavi per migliorare l’efficienza degli organismi di garanzia»
Riccardo Martinelli, presidente della Fogalco, la Cooperativa di garanzia dell’Ascom Bergamo, è stato eletto amministratore di FederAscomFidi, la Federazione che riunisce i Confidi
del sistema Confcommercio.
L’elezione è avvenuta nei giorni scorsi a Roma
nell’ambito del Consiglio direttivo della Federazione, che ha eletto anche il nuovo presidente
Paolo Ferrè (Milano) in sostituzione di Aldo Poli
(Pavia) e i tre vicepresidenti, Salvatore De Sole
(Sassari), Carlo Nebiolo (Torino) e Augusto Patrignani (Cesena), in rappresentanza rispettivamente del Sud, del Nord e del Centro Italia.
Martinelli, classe 1944, dal 2009 è presidente
della Cooperativa di Garanzia Fogalco, vicepresidente Ascom dal 2001 ed ha guidato il Gruppo
Grossisti Vino Bevande dal 1981 al 2012, forte
anche dell’esperienza associativa nella creazione di Com-Co-Vibe Comitato Commercianti
di Vini e Bevande. È anche componente del
Consiglio di Sorveglianza e del Comitato per il
controllo interno di Asconfidi Lombardia e consigliere di Camera di Commercio di Bergamo.
Come imprenditore, dopo il diploma in ragioneria, è entrato a far parte della azienda Vinicola Martinelli nel 1963, portando avanti una
tradizione di famiglia che dura dal 1865, anno
di fondazione dell’impresa.
«È con orgoglio ma anche con grande senso di
responsabilità che ho accetto questo incarico,
che coinvolge sia me che l’intera Cooperativa
Fogalco, chiamata a mettersi in gioco in questa nuova avventura – commenta il neo amministratore Martinelli -. Oggi il sistema dei
Riccardo
Martinelli
Confidi è messo alla prova dalla perdurante
situazione di crisi che ha determinato una forte restrizione del credito al sistema produttivo,
con le problematiche conseguenze che ben
conosciamo: pochi finanziamenti e molto selezionati, accorciamento della durata degli stessi
e costi elevatissimi di erogazione».
la federazione
Secondo gli ultimi dati disponibili, che si riferiscono al 2012, FederAscomFidi ha un totale
di 58 Confidi soci con 219.397 imprese per un patrimonio di oltre 500 milioni di euro, un volume di affidamenti in essere di 5 miliardi e un volume di garanzie in essere di 2,3 miliardi. I
membri del nuovo Consiglio direttivo sono: Paolo Ferrè (Milano), presidente; vicepresidenti:
Salvatore De Sole (Sassari), Carlo Nebiolo (Torino), Augusto Patrignani (Cesena); amministratore: Riccardo Martinelli (Bergamo); consiglieri: Vincenzo Bertino (Savona), Graziano
Canu (Cagliari), Paolo Chiarello (Vicenza), Lucio Donadio (Napoli), Pierluigi Genta (Aosta),
Carlo Alberto Panigo (Milano), Giuseppe Sebastio (Taranto), Andrea Tattini (Perugia).
RISORSE UMANE
IL CONSULENTE RISPONDE
La tendenza per quest’anno si conferma non
rosea: da Fonte Banca d’Italia, la flessione dei
prestiti al settore privato prosegue, anche se a
un ritmo inferiore rispetto alla fine dello scorso
anno. «La genesi della pesante crisi economico-finanziaria ha aperto la discussione anche
sulla patrimonializzazione dei Confidi e sugli
eccessivi livelli di rischio che questi ultimi si
sono assunti per poter continuare a sostenere
il tessuto imprenditoriale del Paese negli ultimi cinque anni - spiega Martinelli -. A livello
nazionale, la nostra Confederazione, insieme a
Rete Imprese Italia, in un’audizione al Senato
ha sollecitato nei giorni scorsi una rapida revisione del quadro normativo in cui operano i
Confidi, con interventi mirati ad una drastica
semplificazione, al loro rafforzamento patrimoniale, anche attraverso l’ottimizzazione
dell’impiego delle risorse pubbliche destinate a
sostenere l’accesso al credito. L’alleggerimento
degli adempimenti che il sistema dei Confidi è
tenuto a espletare avrebbe positivi effetti sugli
imprenditori, con l’obiettivo di contenere i costi organizzativi e di gestione, senza ovviamente alterarne il profilo di rischio». E continua:
«I Confidi non possono e non devono far venir
meno il supporto alle Pmi associate. Anche in
questa fase difficile hanno dimostrato di saper
svolgere un ruolo fondamentale nel favorire la
sopravvivenza di molte realtà produttive e si
sono qualificati come lo strumento più efficiente per dare attuazione alle azioni della politica
delle istituzioni locali, grazie alla loro capacità
di massimizzare le ricadute positive delle risorse pubbliche destinate allo sviluppo economico
e sociale del territorio».
di Marco Bergamaschi
Team building, sei regole per costruire una vera squadra
Un team che lavora in maniera
efficace rappresenta uno degli strumenti più interessanti per accrescere
le competenze dei lavoratori e per
raggiungere i risultati aziendali che
si sono prefissati; infatti una “vera
squadra” permette a ciascuno dei
membri di diventare più creativo, più
sicuro e di sviluppare una spiccata
personalità lavorativa. Ma sfortunatamente non sono ancora così numerose le aziende che hanno deciso
di abbracciare questa metodologia e
non perché non ci credano, ma semplicemente perché non la conoscono
e ne ignorano i suoi effetti positivi.
Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta,
le esperienze più comuni in materia
di “gruppi di lavoro” narrano quasi
sempre di interazioni difficoltose, di
delicati equilibri lavorativi fra colleghi, di ruoli poco definiti e di superiori dallo stile di leadership discutibile con l’inevitabile confusione e
stress che tutto ciò comporta.
Ma non tutto è perduto e le aziende
possono contare sulla tecnica del
“team building” (letteralmente “costruzione del gruppo”), che aiuta ad
“allineare” le persone coinvolte al
medesimo progetto, attività o lavoro, orientandole alla collaborazione, alla comunicazione efficiente e
alla condivisione delle metodologie
da attuare.
La capacità di partecipare al lavoro
di gruppo è un’abilità che non bisogna dare per scontata o “naturale”,
perché va invece costruita giorno
dopo giorno; si può dire di appartenere al proprio gruppo di lavoro solo
quando si riescono a visualizzare
chiaramente degli obiettivi comuni
L’
azienda per la quale lavoro ha assorbito da qualche giorno cinque lavoratori dal profilo tecnico, che collaboravano per un’azienda oggi pesantemente in crisi. Considerato che
dovranno amalgamarsi con il gruppo di tecnici già presenti e
considerato l’importanza di operare come squadra, la direzione
mi ha chiesto di cominciare un processo di “team building”. Le
esperienze in materia sono molteplici con modalità di intervento talvolta originali. Ma secondo lei cosa è davvero efficace?
e-mail, Bergamo
con una visione ampia del proprio
singolo ruolo e delle proprie potenzialità in sinergia con quelle degli
altri. Non è certo sufficiente riunire persone con mansioni diverse e
incontrarle una volta alla settimana
per pensare di aver creato un buon
gruppo di lavoro, ma è necessario
che ogni membro della squadra
riesca ad armonizzare le proprie
esigenze con quelle degli altri, superando le reciproche differenze. Si
capisce allora come la cooperazione richieda oltre alle competenze
riferite al compito, anche adeguate
competenze di tipo relazionale, che
spesso sono le più difficili da conseguire. Se il gruppo si concentra solo
sull’esecuzione del compito, trascurando gli aspetti riferiti alla gestione
della relazione, ognuno finisce per
affrontare il problema che incontra
con il suo solo punto di vista e con
i suoi soli strumenti e il risultato
finale non potrà che portare caos e
disordine organizzativo.
Ma è possibile trasformare la competizione in cooperazione? La letteratura indica almeno sei elementi
indispensabili per questo passaggio:
la chiarezza di un obiettivo comune
che deve essere ri-conosciuto e condiviso da tutti per evitare che ogni
componente tenda a dare un’interpretazione personale, che può
essere foriera di incomprensioni e
contrasti; l’acquisizione di una metodologia di lavoro, che basandosi
sulla negoziazione, richiede che le
divergenze di opinione vengano articolate e non eliminate attraverso
la discussione e il confronto in cui
tutti possono esprimere opinioni,
dubbi e proposte; l’identificazione
precisa dei ruoli da identificare ed
assegnare in base alle competenze
dei membri del gruppo e la cui definizione è il risultato di un confronto e di un accordo tra i componenti
del team; la presenza di una leadership orientata al compito, ma anche
alla relazione, che sappia motivare
costantemente il team e che sia in
grado di condurre il lavoro di tutti;
una comunicazione efficace ed efficiente, che garantendo lo scambio
delle informazioni, rappresenta un
importante supporto per gestire e
superare i conflitti; e infine la necessità di un clima di gruppo, cioè
quell’atmosfera relazionale che aiuti a far percepire “uniti anziché divi-
si” e “sulla stessa barca anziché su
barche diverse”.
Non è un lavoro semplice e non lo
si può certo improvvisare perché il
rischio è di ottenere gli effetti opposti; è quindi meglio affidarsi a qualche agenzia esterna specializzata e
certificata, che gestisca e coordini
l’intero processo. D’altro canto per
ottenere un team maturo ed efficiente non ci sono infinite strade da
perseguire, ma solo quella di cominciare ad intensificare le interazioni
fra i membri e renderle efficaci nei
risultati e preziose dal punto di vista
del piacere personale di lavorare con
gli altri. Bisogna anche cominciare ad essere più chiari e precisi con
i collaboratori, prendendosi precise responsabilità, che talvolta sono
scomode. Ma questo, che piaccia o
meno, è il compito di una persona
che coordina un team di lavoro e che
vuole farlo crescere.
Infine una piccola precisazione:
spesso il concetto di "team building"
viene confuso con quello di "teamwork" e tra i due corre invece una
piccola, ma importante differenza:
nel team-work gli individui sono già
parte di un gruppo precostituito e
l'obiettivo è quello di farli lavorare
in modo più sinergico fra loro. Nel
team building invece lo scopo è creare un gruppo e supportare il suo leader a gestire e migliorare i comportamenti e le dinamiche che possono
aggregare e rendere maggiormente
efficace il team, imparando anche ad
essere un buon coach, colui cioè che
sa sviluppare la motivazione di ogni
collaboratore. Non mi resta che auguravi buon lavoro.
la Rassegna
MOVIDA
31 luglio 2014
& dintorni
7
Ghisalberti: «Al centro cittadino
va restituito l’appeal che merita»
di laura
Bernardi locatelli
Al debutto dei giovedì estivi, Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura - con deleghe al
Turismo, al Tempo Libero, a Expo e Marketing
territoriale - non ha nascosto il disappunto per
“giostrine, ochette e navi gonfiabili” davanti al
Donizetti, né ha fatto mistero dello sconcerto
di fronte alle armi-giocattolo, rimbalzato come
un proiettile, a suon di post e commenti, sui social network. La polemica lascia ora spazio ai
propositi e al confronto per ridisegnare un centro più attrattivo e vitale per i cittadini, per i
turisti e i visitatori. La movida, sottolinea l’assessore, deve esprimere lo spirito, la creatività
e l’identità della città. La creazione di un city
brand autentico e non di “un’identità appiccicata come un’etichetta” è il primo passo per
rendere attrattiva la città anche in chiave Expo.
Assessore, cosa non le piace della movida?
Cosa cambierebbe?
“E’ stato dato sin troppo rilievo ad alcune mie
critiche. Lo stand di armi giocattolo a fianco
di un’area dedicata ai bambini mi è parso fuori
luogo, così come i gonfiabili di fronte al Donizetti, che possono trovare una migliore collocazione. Alla movida credo manchi una maggiore
caratterizzazione dei temi delle serate che non
sono di immediata evidenza per chi arriva in
centro. In questa fase è difficile apporre dei
correttivi dal momento che le manifestazioni
sono organizzate da tempo e ci sono contratti da onorare. Senza dubbio ci sono aspetti da
rivedere per rendere le serate più adatte alle famiglie e ad un pubblico trasversale”.
I dati sui flussi pedonali e gli studi che hanno monitorato sin dalla prima edizione le
edizioni della “movida” rappresentano una
miniera di informazioni che indirizzerà le
scelte future?
“Le serate di Vivi Bergamo il giovedì mostrano come la gente abbia voglia di darsi appuntamento in centro anche senza la presenza di
eventi straordinari a fare da attrattori. La “movida” indica che esiste un’alternativa al traffico
in centro, ma la creazione di un’isola pedonale
va condivisa e disegnata in ogni aspetto, dall’accessibilità all’arredo urbano. Manca un continuum tra la pedonalizzazione di via XX Settembre,
l’area del Donizetti e del Quadriportico con via
Tasso. Il progetto di creare un’area che incentivi
la voglia di muoversi a piedi va di pari passo con
lo studio degli orari e dei tempi della città”.
La movida è stata organizzata e fortemente voluta dal distretto del commercio, in
collaborazione con l’amministrazione, le
associazioni di categoria e l’ente camerale.
Come valorizzare gli esercenti che tengono
i propri negozi aperti fino a tardi per rianimare la città?
“I commercianti sono l’anima del centro con
le loro vetrine e luci accese. Possono fare la
differenza, dando alle serate un’atmosfera in
grado di incentivare lo shopping. Manca ancora l’abitudine di fare acquisti la sera e purtroppo quattro serate l’anno non bastano ad animare il centro. Avere una città vissuta di giorno
e di sera negli spazi ed esercizi pubblici è un
obiettivo desiderabile per una migliore qualità
della vita. La città deve tornare a vivere anche
la sera ed è fondamentale la collaborazione
degli esercenti”.
Rivitalizzare il centro piacentiniano può
rappresentare una soluzione alla concentrazione del divertimento in singole vie e quartieri come accade - spesso con esiti esasperati
e qualche problema di ordine pubblico - in
Borgo Santa Caterina?
“I giovani sanno trovare i loro luoghi di divertimento e non si può certo imporre loro dove andare. I movimenti della gente sono spontanei e non
possono essere programmati a nostro piacere.
Una centro più vivo non può comunque che contribuire a rendere la città più attrattiva e sicura”.
Quali sono i punti su cui intervenire per rendere il centro più vivibile e bello?
L'assessore alla Cultura è netto: «Negli ultimi anni ha perso attrattività
e s'è fatto poco per affermare la sua identità. Ecco perché luoghi e spazi
pubblici vanno ridisegnati, in stretta collaborazione con gli assessorati
all’urbanistica e alla mobilità». «Alla movida credo manchi una maggiore
caratterizzazione». «Il ruolo dei commercianti? Determinante»
“Vorrei restituire al nostro centro cittadino
l’appeal che merita, ridisegnando i luoghi e
gli spazi pubblici, in stretta collaborazione
con gli assessorati all’urbanistica e alla mobilità. Oggi il centro è un luogo di passeggio
e di incontro ma anche di transito delle auto.
Negli ultimi sei anni ha perso attrattività e il
tessuto commerciale si è impoverito per la
crescente concorrenza dei centri commerciali.
Il centro non ha fatto molto per affermare la
sua identità, quando potrebbe essere un mall a
cielo aperto con una ricchezza architettonica e
storica che valgono di per sé una visita”.
Questo è l’obiettivo del Distretto del commercio. Sarà ancora un interlocutore
privilegiato per l’amministrazione e uno
strumento di marketing territoriale importante?
“Il Distretto è fondamentale, tanto che ho
subito organizzato un confronto con i rappresentanti del Duc “Bergamo Centro”. E’
Nadia Ghisalberti
un modello organizzativo vincente che porta
gli esercenti a lavorare fianco a fianco. Ora
stiamo costruendo a suon di idee e confronti
un progetto per cogliere l’opportunità offerta
dalla Regione attraverso il nuovo bando. Dobbiamo costruire un city brand. L’identità della nostra città deve fondarsi su un’immagine
autentica , così come è percepita dai cittadini.
Non può essere un’immagine che si appiccica
dall’esterno come un’etichetta”.
Una scelta necessaria in chiave turistica e
alla vigilia di Expo?
“La città deve essere attrattiva e richiamare i
turisti e i visitatori di Expo 2015, invitandoli
a scoprire il territorio. Non dovremo diventare
una città dormitorio. Nei sei mesi dell’Esposizione Universale estenderemo gli orari dei
musei e degli autobus, intensificando i collegamenti con Città Alta. Stiamo lavorando sugli
itinerari turistici oltre che sui poli culturali del
Donizetti e della Carrara vitali per la città”.
parla l’amministratore delegato del distretto urbano del commercio
Riva: «Ma ora bisogna
lavorare sull’identità dei luoghi»
La movida non perde il suo appeal, portando in centro un numero
crescente di visitatori, ma il Distretto del commercio è pronto ad apporre
dei correttivi. L’obiettivo è quello di scrollarsi di dosso l’immagine tutta
decibel e dj set per andare ad esaltare il territorio ed invitare i cittadini
a passeggiare la sera e a fare shopping in una vera e propria notte bianca. Alessandro Riva, amministratore delegato del Distretto urbano del
commercio tira le somme delle edizioni di Vivi Bergamo il giovedì ed
anticipa i principi che guideranno le edizioni future, con un’attenzione
particolare all’anno dell’Expo. Per avere un quadro completo della frequentazione del centro il distretto sta completando l’installazione dei
varchi elettronici che garantiranno un monitoraggio costante dei flussi
pedonali, offrendo dati preziosi per gli esercizi commerciali oltre che
per potenziali investitori.
Qual è il bilancio delle prime due serate estive?
“Le due edizioni della movida hanno riconfermato il piacere di vivere
la città da parte dei bergamaschi. Le serate, in particolare quella del
17 luglio, hanno centrato l’obiettivo di portare gente anche nell’area
esterna all’asse del Sentierone e di via XX Settembre, grazie anche agli
eventi organizzati in via Zambonate, via Quarenghi, via Tiraboschi e via
Spaventa”.
La movida ha ricevuto qualche critica. Come risponde?
“Tutto può essere migliorabile, a partire dalla musica che in certe aree
raggiunge livelli sonori eccessivi e penalizza i negozi presenti. Bisogna
riconoscere lo sforzo dei commercianti di attenzione alla città e, soprattutto in questo momento di difficoltà, la capacità di creare con risorse
limitate eventi in grado di attrarre oltre 50mila visitatori a serata. Le critiche sono ben accette, purché siano costruttive e portino ad intavolare
un dialogo e un confronto”.
Su quali aspetti lavorerà il Distretto per le prossime manifestazioni?
“I negozi aperti devono essere valorizzati e diventare un elemento attrattivo della città, incentivando visite in centro. I commercianti si mettono
in gioco, ma non possono essere funzionali all’apertura dei negozi e basta. La movida deve interpretare ogni spazio, esprimere il sentimento di
ogni zona. E’ questa la scommessa più difficile: lavorare sull’identità dei
luoghi, sulle peculiarità che fanno di ogni area un angolo unico. Questo
è un passaggio cruciale per passare da una movida ad una notte bianca. I
dj-set non bastano ad animare la città e ad esprimere la vocazione di un
luogo. L’area interessata dalla movida è vasta e merita un ragionamento.
Bisogna poi sempre fare i conti con risorse limitate. In questi anni sono
stati organizzati tantissimi eventi, con un grande sforzo di progettazione
per rientrare nel budget destinato alla movida”.
Quindi cambierà il format?
“Non si può replicare un palinsesto all’infinito. Il grande obiettivo che sin dall’inizio ci siamo posti, ossia quello di fare
vivere maggiormente la città, è più
che centrato, come confermano le
presenze, cresciute di edizione in
edizione. L’anno prossimo è anche
quello dell’Expo e senz’altro cercheremo di dare alla città un respiro più internazionale e di portare il
mondo a Bergamo, come abbiamo
fatto in occasione del Cluster
Participiants Meeting organizzato in fiera, con aree della
Alessandro Riva
città studiate per interpretare i
temi dell’Esposizione, raccolti nei padiglioni tematici. Il nuovo bando
regionale promuove i distretti dell’attrattività in chiave Expo ed è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire”.
La movida ha dato un enorme contributo alla città attraverso il
monitoraggio e l’analisi dei flussi pedonali, dati preziosi per la frequentazione del centro. Quali novità ci sono su questo fronte?
“Le indagini hanno permesso di indirizzare i flussi pedonali nelle aree
limitrofe, andando così a distribuire i frequentatori in tutta la vasta area
dell’evento. Il Sentierone e via XX Settembre continuano ad essere
l’asse portante, ma anche le vie laterali iniziano ad essere più frequentate. Dopo il progetto di monitoraggio e studio che ha interessato negli
anni precedenti la movida, abbiamo fatto un ulteriore passo tecnologico
con l’ installazione dei varchi elettronici che forniranno costantemente
preziosi dati sulla frequentazione del centro. Nei prossimi mesi ultimeremo l’installazione dei varchi elettronici ed entro la fine dell’anno potremo analizzare il quadro in modo puntuale e non solo in concomitanza
degli eventi”.
Quali sono i progetti per la serata di settembre?
“La terza serata con cui la città si gode l’ultimo scampolo d’estate sarà
incentrata sulla moda. L’area pedonale sarà animata da iniziative ed
eventi, tra cui la presentazione delle nuove collezioni autunno/inverno.
Una vera e propria occasione per valorizzare e spettacolarizzare, attraverso sfilate e allestimenti a tema, servizi e stand, il commercio”
8
la Rassegna
31 luglio 2014
“Prepariamoci all’Expo”, in Ascom
lo sportello che aiuta le imprese
Per rispondere alle esigenze informative delle imprese locali sulle
opportunità legate a Expo, Bergamo
Sviluppo - Azienda Speciale della Camera di Commercio e le
Associazioni di categoria Ascom e
Confesercenti hanno ideato il progetto “Prepariamoci all’Expo”.
L’iniziativa ha lo scopo di informare, sensibilizzare e fornire assistenza
agli operatori economici dei settori
accoglienza e servizi per prepararli
ad affrontare il semestre dell’evento.
Nella sede dell’Ascom è operativo
lo sportello dedicato, con l’esperta
Stefania Pendezza pronta ad accompagnare gli imprenditori a cogliere le
opportunità offerte dall’esposizione
universale. Lo sportello, finanziato
dalla Camera di Commercio attraverso Bergamo Sviluppo, garantisce
ad ogni impresa fino a quattro ore
di consulenza su misura gratuita. Al
servizio possono accedere almeno
130 imprese, considerato che le ore
di consulenza complessive messe a
disposizione sino a fine anno sono
520. «Questa iniziativa mostra l’importanza della Camera di Commercio, attraverso Bergamo Sviluppo,
nel suo ruolo di supporto alle imprese nell’apertura a nuovi business
- commenta il presidente dell’Azienda Speciale Angelo Carrara -. Le imprese devono cambiare approccio nei
confronti di Expo e maturare la consapevolezza delle opportunità che
offre». Cristiano Arrigoni, direttore
Attivato il servizio di informazione e orientamento all’interno del progetto
della Camera di Commercio e di Bergamo Sviluppo. A disposizione
per ogni azienda fino a quattro ore di consulenza gratuita. Bresciani:
«Fondamentale capire come muoversi e individuare le vere opportunità»
Stefania Pendezza è l’esperta che segue per l'Ascom
lo sportello Expo. Con lei Pietro Bresciani, responsabile marketing
dell’Associazione, tra i referenti dell’iniziativa
di Bergamo Sviluppo, ha sottolineato
il valore dell’iniziativa: «Expo può
rappresentare l’occasione di valorizzare la nostra capacità di accoglienza
e di collaborare a realizzare l’evento
attraverso la fornitura di beni e servizi. Per sensibilizzare ulteriormente
gli imprenditori organizzeremo un
evento in autunno. Il sito della Came-
ra www.expo.bergamo.it ha portato a
creare un primo catalogo di operatori
economici accreditati per l’evento
che contiamo di veder crescere nelle
adesioni nei prossimi mesi».
Oltre a fornire informazioni sul significato e sulle opportunità e ricadute di Expo, lo sportello indica come
aderire ai vari cataloghi fornitori, ai
“club di prodotto”, ad eventuali bandi di gara per la fornitura di beni e
servizi. La consulenza consente di
individuare le azioni da intraprendere, dalla traduzione dei menù alle
informazioni per raggiungere l’area
espositiva, oltre che valutare la possibilità di sviluppare progettualità
specifiche insieme ad altri imprenditori e operatori del settore, da realizzare in vista della manifestazione.
«È fondamentale capire come e dove
muoversi e promuoversi in avvicinamento al grande evento - ribadisce
Pietro Bresciani, tra i referenti con
il vicedirettore Ascom Oscar Fusini
del progetto -. Bisogna individuare le effettive opportunità per ogni
impresa per andare a valorizzarle e
in alcuni casi disilludere aspettative
troppo elevate e disincentivare investimenti inopportuni».
La consulenza è mirata e studiata
per massimizzare le risorse destinate alla promozione per l’Esposizione
Universale: «Per molte imprese lavorare in rete può rendere più efficace
l’intervento e gettare le basi di un’intesa duratura anche per altre manife-
Contratti di rete, possibile lo "scambio"
di personale tra cooperative
«Riunirsi è l’inizio, rimanere insieme un
progresso, lavorare insieme un successo» diceva oltre un secolo fa il grande industriale statunitense Henry Ford. Parole mai così attuali
in un periodo di crisi come quello attuale dove
lavorare insieme può diventare per davvero un
valore aggiunto per le imprese cooperative che
hanno stipulato un contratto di rete, una formula innovativa che favorisce il processo di aggregazione delle piccole e medie imprese tramite
un programma di rete condiviso. Per arginare la
crisi e superare limiti dimensionali e strutturali
sono sempre di più, infatti, le cooperative che
hanno sposato questa nuova forma giuridica
per collaborare alla realizzazione di progetti e
obiettivi comuni nel segno dell’innovazione e
dell’ottimizzazione delle risorse. Il contratto di
rete è infatti uno strumento di «cooperazione»
per imprese che insieme vogliono raggiungere
un obiettivo comune di crescita e di competitività mantenendo la propria autonomia, con il
vantaggio di operare sul territorio secondo una
logica di squadra e senza delocalizzare.
Ma non solo: le aziende della «rete» hanno
anche la possibilità di potersi «scambiare» il
personale per determinate mansioni o processi interni agli obiettivi del contratto: «Con una
disposizione contenuta nella legge di conversione 99/2013 l D.L. 76/2013 è stato aggiunto
il comma 4 ter all’art. 30 D.Lgs 76/2003 che
consente una nuova possibilità per distaccare il
personale nell’ambito della rete - spiega infatti
l’avvocato Vanessa Volpi, responsabile dell’attività di consulenza legale per il programma di
rete all’interno del Csa, Centro servizi aziendali, di Confcooperative Bergamo -. Qualora
il distacco avvenga tra aziende che abbiano
sottoscritto un contratto di rete che abbia validità ai sensi dell’art. 5/2009, convertito con
La consulente legale del Csa
di Confcooperative,
Volpi: «Distacco consentito
nell'ambito di determinate
mansioni o di processi inerenti
gli obiettivi del contratto»
modificazioni nella legge 33/2009, l’interesse
del distaccante sorge automaticamente in forza
dell’operare della rete, salve le norme in materia di mobilità del lavoratore previste dall’art.
2103 c.c». Inoltre, dice la legge, per le stesse
imprese è ammessa la codatorialità dei dipendenti ingaggiati con regole stabilite attraverso
il contratto stesso. «Pertanto - aggiunge Volpi -
l’appartenenza alla rete determina così l’automatica sussistenza del presupposto dell’interesse dell’azienda distaccante, presupposto
normalmente richiesto affinché un’impresa
possa legittimamente mettere a disposizione di
altre aziende uno o più lavoratori».
Come chiarito dalla Circolare 35/2013 del ministero del Lavoro «ai fini della verifica dei
presupposti di legittimità del distacco, il personale ispettivo si limiterà a verificare l’esistenza
di un contratto di rete tra distaccante e distaccatario». Quindi, la verifica dei presupposti di
legittimità del contratto si dovranno limitare
all’accertamento dell’esistenza di un contratto
di rete che coinvolga l’impresa distaccante e
quella distaccataria. «Il distacco di personale
- conclude Volpi - si arricchisce quindi di una
nuova interessante ipotesi del contratto di rete
che a oggi ha coinvolto una cinquantina di cooperative in cinque contratti di rete».
TuTTi i servizi del csa
Dalla consulenza legale stragiudiziale e giudiziale in tema di diritto civile all’assistenza sulle problematiche connesse al mondo della contrattualistica e della gestione dei contenziosi di
rapporto di lavoro: sono tanti i servizi offerti dall’ufficio legale del Csa (Centro Servizi Aziendali), la società promossa da Confcooperative Bergamo per rispondere alle necessità tecniche,
normative e amministrative delle imprese associate, ma anche punto di riferimento per avviare una nuova impresa. All’interno della sede di via Serassi 7 a Bergamo, l’avvocato Vanessa
Volpi è infatti a disposizione delle cooperative associate fornendo assistenza e consulenza su
tutto ciò che riguarda l’ambito societario, i contratti, le obbligazioni, la responsabilità civile e
diritti reali delle imprese, fino al recupero crediti e alla gestione contenzioso rapporti di lavoro.
Oltre al servizio legale, il Csa mette a disposizione una rete di servizi e consulenze a 360° che
consentono di risolvere tutte le problematiche legate alla fase di start-up aziendale, oltre a fornire un efficace supporto di riferimento per gli adempimenti normativi inerenti la vita sociale
della cooperativa. A questo si aggiunge il servizio di contabilità, dalla redazione del bilancio
alle dichiarazioni fiscali, e quello della formazione, con l’organizzazione di corsi di aggiornamento e qualifica professionale.
stazioni - spiega Stefania Pendezza,
esperta Expo per l’Ascom -. È fondamentale diversificare le attività e
rendere concrete le operazioni».
Intanto le associazioni hanno condotto uno studio tra le imprese per
fotografare bisogni e aspettative
legate all’evento, oltre che per sondare la conoscenza dell’Esposizione
Universale. Dall’indagine è emerso
che il 75% degli imprenditori conosce i temi di Expo e le potenzialità
dell’evento, con una concentrazione
maggiore in città e negli immediati
dintorni. Il 67% degli imprenditori
si reputa ottimista sui vantaggi che
l’Esposizione porterà nel territorio.
Il 30,9% si aspetta un grande ritorno in termini di presenze turistiche,
il 26,6% nella creazione di posti di
lavoro, il 17% in nuove infrastrutture
e il 14,6% in innovazione e internazionalizzazione. C’è scarsa fiducia
nella creazione di nuove imprese
(10,6%). Quanto ai benefici attesi
per la propria impresa, solo un terzo
degli imprenditori è ottimista mentre un quinto degli imprenditori non
sa rispondere. Tra le aspettative dei
servizi garantiti dall’associazione,
l’informazione con il 29,5% delle preferenze, seguita dall’orientamento (21%) e dall’assistenza per
richiesta di finanziamento con il
19%. L’assistenza per l’innovazione
e l’internazionalizzazione è un servizio apprezzato dal 16,2%, come
l’accompagnamento a progetti di rete
che con il 13,3% evidenzia l’interesse degli imprenditori ma al contempo
la necessità di un vero e proprio cambio di mentalità.
Per contattare lo sportello Expo in
Ascom è possibile chiamare il numero 035 4120111 o scrivere all’indirizzo e-mail expo2015@ascombg.it,
attivo anche durante la chiusura degli
uffici Ascom dal 6 al 29 agosto
"50 & Più", gita a Genova
per la festa dei nonni
Il Gruppo 50 & Più Ascom posticipa la
festa dei nonni, ricorrenza fissata il 2 ottobre
di ogni anno, con una gita all’Acquario di
Genova. L’appuntamento riservato agli associati e ai loro nipotini è per il 12 ottobre,
con trasferimento in autobus da Bergamo.
La visita ad uno degli acquari più importanti
del mondo, reso ancora più spettacolare
dalla sua incantevole posizione presso il
porto vecchio di Genova dove si respira la
storia della Repubblica Marinara, si arricchisce - anche per chi lo ha già visitato - del
nuovo padiglione dei cetacei che consente di
ammirare da vicino i delfini. La struttura fa
inoltre parte di Acquario Village, un luogo in
cui apprendere diventa un’esperienza divertente e coinvolgente: dal Giardino Tropicale
“Un battito d’ali” a Galata Museo del Mare
con il sommergibile S518 Nazario Sauro,
da La città dei bambini e dei ragazzi a Biosfera, dal Museo Nazionale dell’Antartide
all’ascensore panoramico Bigo. L’acquario è
la più grande rappresentazione di biodiversità in Europa: 27mila metri quadri espositivi,
71 vasche e 15 mila animali di oltre 400 specie, tra cui gli animali antartici, unici visibili
in Europa, i lamantini, affascinanti sirene
del mare, i simpatici pinguini, gli squali, le
foche e i pesci colorati della barriera corallina. “La gita consente di valorizzare il nostro
ruolo di nonni e di gruppo, attraverso la condivisione di una giornata di tempo libero con
i nostri nipotini - sottolinea Giuseppe Capurro, presidente provinciale di 50 & Più -.
Ovviamente, l’appuntamento è aperto a tutti
gli associati interessati a scoprire la varietà
di mari e oceani”. Il programma è ancora in
fase di definizione e sarà reso noto con la
riapertura degli uffici Ascom il 1° settembre.
Le iscrizioni devono pervenire entro il 26
settembre alla Segreteria (Laura Benigni,
035.4120127).
la Rassegna
31 luglio 2014
Illuminazione, il nuovo piano
parte da Notti di Luce
Dal 3 al 7 settembre la 16esima edizione del festival della Camera
di Commercio che vuole rivitalizzare gli spazi urbani con spettacoli ed eventi.
Focus su piazza Dante. Protagonista del cartellone Gianluigi Trovesi
Otto appuntamenti che intrecciano musica, spettacolo, architettura e cultura sono pronti a rinnovare l’attenzione sulla valorizzazione degli spazi della città. Dal 3 al
7 settembre (con un’appendice il 12 ottobre) torna, per la
16esima edizione, Notti di Luce, la manifestazione della
Camera di Commercio di Bergamo che quest’anno ha per
titolo “Luce della città e Città della luce”, sottolineando
il ruolo dell’illuminazione nella riqualificazione urbana.
Sulla base della mappatura del Piano del Colore dello
scorso anno, si lancerà in questa edizione un nuovo piano
della luce attraverso una tavola rotonda a più voci (il 6
settembre) che si svilupperà proprio a partire dagli spunti
lanciati negli anni dal festival, coinvolgendo le istituzioni
e le aziende illuminotecniche bergamasche, da sempre leader internazionali del settore. Tra gli ospiti anche Roby
Facchinetti chiamato ad approfondire il ruolo degli eventi
nel mettere in luce gli interventi.
L’altra parola d’ordine è multidisciplinarità. Gli spazi del
centro cittadino (Quadriportico del Sentierone, piazza
Dante, cortile di Palazzo Frizzoni) e altri luoghi di pregio
della città alta e bassa (Basiliche di Sant’Alessandro e
di Santa Maria Maggiore, il Centro Congressi Giovanni
XXIII) saranno infatti animati da spettacoli di generi diversi e intrecciati.
Notti di Luce prosegue inoltre nel suo intento di valorizzare le eccellenze artistiche di Bergamo, festeggiando i
settant’anni anagrafici, e i più di cinquanta artistici, di un
artista che ha portato il nome della città in tutto mondo
attraverso la sua musica, realizzando una sintesi straordinaria tra composizione contemporanea e tradizione colta:
Gianluigi Trovesi. Il musicista di Nembro sarà protagonista infatti di due progetti originali, uno (quello ad ottobre)
tra parola e musica sulla figura di San Giovanni XXIII ed
in particolare sui rapporti tra scienza ed etica ed ispirato
all’enciclica Pacem in Terris. Il secondo (4 settembre) dal
titolo “Gianluigi Trovesi all’opera, Profumo di violetta”,
rilegge in chiave originale alcune famose arie d’opera di
Claudio Monteverdi, Pergolesi, Verdi, Puccini, Mascagni
accompagnato dalla Filarmonica Mousikè diretta da Savino Acquaviva.
Continuando nella tradizione di Notti di Luce è prevista inoltre l’esibizione (7 settembre) dell’orchestra jazz
CDpM Europe Big band con la direzione e gli arrangiamenti di Gabriele Comeglio con un programma in bianco
e nero dedicato a Duke Ellington e Benny Goodman. Tra
le novità il concerto/cabaret (6 settembre) della Rimbamband: un gruppo di musicattori messosi in luce a Zelig,
il concerto d’organo di Roberto Mucci (3 settembre) che
presenterà il suo nuovo CD dedicato alle musiche di Luigi Molfino e l’esibizione del coro Mousikè (7 settembre)
che, in occasione dei quarant’anni della sua fondazione,
eseguirà la Mass of the children presentata da John Rutter
alla Carnegie Hall di New York nel 2003.
«Notti di Luce, che ha preso avvio nel 1999 – ricorda
il segretario generale della Camera di Commercio Emanuele Prati -, intendeva riqualificare importanti aree o
monumenti della città, tra cui le mura venete. Per quanto riguarda Piazza Dante e il Centro Piacentiniano, in
particolare, ha costituito una scommessa, un laboratorio
sul campo attraverso la sperimentazione illuminotecnica. Tutto questo ha rappresentato un primo passo verso
quell’idea di “smart city”, cui oggi puntano le maggiori
città europee, e che tende, attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie, a migliorare la vivibilità di chi la abita.
Una “città intelligente” è, infatti, un luogo che sa parlare
ai cittadini e agli ospiti della città, che sa valorizzare le
bellezze artistiche e ambientali, che è capace di dar vita a
una fruizione degli spazi più sostenibile, anche ampliando e rafforzando la sicurezza di ognuno. Una città così
concepita fonda, inoltre, la propria crescita sul rispetto
della sua storia e della sua identità: grazie anche all'utilizzo della tecnologia della luce, è possibile promuovere
l’immagine turistica, dando l'opportunità a tutti di godere
appieno delle sue bellezze».
Obiettivi di riqualificazione condivisi dal Comune di
Bergamo, in special modo l'attenzione su piazza Dante e
l’intero complesso piacentiniano, come ha avuto modo di
rimarcare il sindaco Giorgio Gori: «Proprio l’esperienza
di Notti di Luce, maturata in questi 16 anni, rientra nella
politica di valorizzazione degli spazi urbani, tema cen-
trale della nostra amministrazione, attraverso interventi
che favoriscono la riscoperta della propria città da parte
dei cittadini. Un progetto a più voci mirato a migliorare
la qualità della vita di una città propositiva nella sue molteplici espressioni, architettoniche, sociali e produttive,
una città che cerca di favorire l’incontro tra le persone,
offrendo opportunità di svago e di crescita culturale in
armonia con le proprie tradizioni e i propri luoghi».
Dopo l’indagine dell’Ascom
sull’impatto della chiusura
Alberghi e negozi, l’effetto Orio
arriva solo in città.
«Da migliorare
i collegamenti con la provincia»
Non c’è come esserne privi per capire quanto qualcosa vale.
L’indagine realizzata dall’Ascom di Bergamo sugli effetti della
chiusura dell’aeroporto di Orio Serio - tra il 13 maggio e il primo
giugno scorso per i lavori di rifacimento della pista – ha permesso
di misurare il sempre citato “effetto Orio” sulle attività turistiche
e commerciali, rendendo più evidente il legame tra l’infrastruttura
e il territorio e permettendo perciò di individuare con maggiore
chiarezza potenzialità e punti deboli.
L’indagine ha interessato gli alberghi di città, hinterland, provincia
e i ristoranti e le attività commerciali del centro città e di città Alta.
L’impatto più significativo si è verificato non solo sulle attività alberghiere cittadine ma anche di due comuni dell’hinterland: Orio
al Serio e Grassobbio. Gli alberghi dei tre comuni hanno registrato
un calo di presenze dal 10 al 20% con picchi anche del 30-35%
rispetto al 2013. Più contenuto è stato l’effetto sulle strutture del restante hinterland, dove si è registrato una diminuzione del 5% delle
prenotazioni, valore sul quale si sono attestati anche gli hotel della
provincia – pianura, valli e lago –. Un quadro che denota, quindi, il
raggio piuttosto limitato dei flussi veicolati dall’aeroporto.
Sui ristoranti e sulle attività del centro e di Città alta la chiusura
ha portato ad una riduzione del numero di clienti e di scontrini del
10%, con punte che hanno superato anche il 20%.
«I dati raccolti dal questionario permettono di fare due sottolineature - afferma Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom di Bergamo
-. Una ormai nota. L’economia della città è strettamente legata allo
scalo aeroportuale, la cui chiusura temporanea ha inciso pesantemente sul fatturato del mese di maggio. Questo dato conferma
come lo scalo di Orio sia una ricchezza per il territorio non solo da
salvaguardare ma da “sfruttare” al massimo. L’altra osservazione
è forse conosciuta soprattutto agli operatori: la presenza dell’aeroporto incide solo marginalmente sui luoghi di villeggiatura e
turistici della provincia. Ciò è dovuto in particolare agli scarsi collegamenti tra aeroporto e comuni sia quelli montani che quelli lacustri. E questo ci induce a fare una riflessione su come contribuire
a migliorare questo aspetto in particolare in vista Expo 2015, che
farà arrivare nella nostra provincia un buon numero di visitatori. Su
questo tema la nostra Associazione si proporrà come interlocutore
privilegiato con le istituzioni».
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31 luglio 2014
la Rassegna
la Rassegna
31 luglio 2014
Cinquanta studenti
europei diventeranno
"ambasciatori" di Bergamo
E’ stato presentato nei giorni scorsi a Sasbach in Germania il progetto internazionale
“Pianeta Giovani 2015”, promosso da Turismo Bergamo e dal Comune di Mapello, che
ne è capofila.
Si tratta di un percorso rivolto a giovani studenti dai 17 ai 21 anni di scuole ad indirizzo
turistico di dieci comuni europei: Marmoutier (Francia), Ozimek (Polonia), Alytus (Lituania), Rymarov (Repubblica Ceca), Villié
Morgon (Francia), Nagykoros (Ungheria),
Landgraaf (Paesi bassi), Revuca (Slovacchia), Sasbach (Germania), Sasbachwalden
(Germania). L’obiettivo è educativo e formativo: ai cinquanta studenti, che saranno
ospitati nella Bergamasca nel luglio 2015,
verranno impartite “lezioni di territorio”, visiteranno i principali luoghi turistici di Bergamo e ne diventeranno ambasciatori nella
loro terra d’origine.
“Pianeta Giovani 2015” è il primo passo del
progetto “Bergamo: Passaparola!”, ideato e
realizzato da Turismo Bergamo per promuovere e diffondere la conoscenza del territorio
orobico grazie alla fitta rete di rapporti e di
conoscenze interpersonali che il popolo bergamasco e le sue istituzioni hanno instaurato
con comuni italiani, europei ed extraeuropei
nel corso degli anni.
«Bergamo: passaparola! è il più immediato
veicolo di marketing per la promozione del
nostro territorio - spiega Silvano Ravasio, coordinatore del progetto -. Progetto che si articola in una serie di azioni, la prima fra queste
è appunto Pianeta Giovani 2015, nata grazie
al gemellaggio tra il comune di Mapello e
Sasbach in Germania. A questo primo appuntamento seguiranno incontri con i Comuni
Turismo Bergamo lancia
"Pianeta Giovani 2015"
nell'ambito del progetto
"Passaparola!". A luglio
del prossimo anno,
per una settimana, lezioni
di territorio per i ragazzi
provenienti da dieci nazioni
gemelli, con chef bergamaschi che lavorano
in Europa e con altri possibili interlocutori,
perché tutti possano ‘passare parola’ sulle
bellezze, sulla storia, sull’enogastronomia
della nostra Provincia».
“Pianeta Giovani 2015” nasce dal gemellaggio più che ventennale tra Mapello e Sasbach,
comune del land tedesco del Baden-Württemberg, dove all’inizio luglio si è conclusa
l’edizione 2014 del Progetto Giovani Internazionale “Un mondo di amici”, a cui hanno
partecipato alcuni ragazzi del comune bergamasco, insieme al sindaco Michelangelo
Locatelli, al consigliere comunale Eva Carminati, a Silvano Ravasio, a Demetrio Tomasoni di Turismo Bergamo e a Marina Corna
in rappresentanza dei Consorzi Turistici. Nel
comune tedesco il progetto è stato presentato
ai rappresentati di dieci comuni europei, che
selezioneranno ciascuno cinque studenti da
mandare in terra bergamasca dal 5 al 12 lu-
11
Commercialisti,
Vigani nel consiglio
nazionale
Il Collegio Convitto Celana, la struttura
che ospiterà i cinquanta studenti europei
glio 2015, in pieno Expo.
I cinquanta ragazzi alloggeranno al Collegio
Convitto di Celana ospiti del Comune di Mapello e durante il loro soggiorno andranno
alla scoperta del territorio attraverso vere e
propri lezioni su storia, cultura e tradizione
di alcuni dei luoghi più importanti della bergamasca dal punto di vista turistico: Clusone, San Pellegrino Terme, la Valle Imagna, il
Parco del Romanico, Crespi d’Adda, il Lago
d’Iseo, la zona del Valcalpio e Bergamo. Senza dimenticare l’Esposizione Internazionale a
cui dedicheranno un’intera giornata.
I ragazzi, una volta formati e tornati nelle
rispettive nazioni, rimarranno costantemente in contatto con Turismo Bergamo, che li
terrà aggiornati su eventi, manifestazioni e
proposte di soggiorno. Il progetto, che sarà
finanziato grazie a contribuiti europei, vede
la collaborazione di PromoSerio, PromoIsola,
Consorzio Tutela Valcalepio, Discover Bergamo e Presolana Holidays.
“Pianeta Giovani 2015”, grazie al coinvolgimento di altri comuni bergamaschi gemellati,
sarà replicato ed esteso al altre realtà europee,
così da creare una rete capillare di ambasciatori della terra bergamasco.
Maria Rachele Vigani è stata eletta nel Consiglio nazionale dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili, con
mandato fino al dicembre 2016, sotto la guida del nuovo presidente Gerardo Longobardi.
La sua lista,
“Vivere insieme
la professione”,
nelle
elezioni ha ottenuto
l’84,2%
dei
voti, in termini
assoluti 624, la
lista Etika ne ha
avuti 69 (9,3%)
mentre
sono
stati 48 i voti
degli astenuti
(6,5%).
Bergamasca,
già segretario
del Consiglio
Maria Rachele Vigani
dell’Ordine dei
Dottori Commercialisti di Bergamo e del
Codis-Coordinamento degli Ordini della
Lombardia, Maria Rachele Vigani intende
“riaffermare il ruolo dei dottori commercialisti ed esperti contabili. “Questo risultato
- spiega - giunge al termine di un percorso
lungo, e per certi tratti doloroso per tutti noi.
L’ampio suffragio ricevuto ci rende consapevoli delle responsabilità assunte nei confronti di tutta la categoria”. Forte anche la
soddisfazione di Alberto Carrara, presidente
dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo:
“Finalmente gli Ordini hanno trovato un
punto di accordo. Il clima sereno delle votazioni e l’ampio consenso riscosso sono una
base fondamentale per superare le passate divergenze e attuare velocemente gli impegni
del programma”.
le cHiusure esTive
■
Le sedi territoriali di Ascom
■
Le delegazioni Ascom chiuderanno secondo il seguente calendario:
Albino: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Calusco d’Adda: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Clusone: dall’11 al 22 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 25 agosto.
Lovere: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Osio Sotto: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Romano di Lombardia: dal 14 agosto al 3 settembre.
Gli uffici riapriranno giovedì 4 settembre.
Sarnico: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Trescore Balneario: dall’11 al 29 agosto.
Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Treviglio: dal 14 agosto al 2 settembre.
Gli uffici riapriranno mercoledì 3 settembre.
Zogno: dall’11 al 29 agosto. Gli uffici riapriranno lunedì 1° settembre.
Gli uffici di Confartigianato Bergamo
Gli uffici della sede centrale e delle
delegazioni periferiche di Confartigianato Bergamo saranno chiusi per ferie da
lunedì 11 a martedì 26 agosto. Le attività
riprenderanno regolarmente mercoledì
27 agosto. Per le urgenze aziendali che
dovessero verificarsi durante la pausa
estiva sarà attivo un servizio di segreteria
telefonica al numero: 035.274.111.
Tempo di vacanze anche per le pubblicazioni e i canali informativi curati da via
Torretta.
La pagina quindicinale de «La Rassegna» dedicata al mondo dell’artigianato
dà appuntamento a giovedì 11 settembre.
Anche la pagina quindicinale dell’Eco di
■ ristorazione
■ alloggio in camere da letto
■ vendita di prodotti aziendali
(formaggi di capra, salumi,
miele e marmellate fatte in casa)
Bergamo, dopo l’uscita straordinaria del
7 agosto, tornerà l’11 settembre, mentre la trasmissione «Bergamo Artigiana
Tv», in onda su Bergamo TV ogni primo
e terzo mercoledì del mese alle 19.50 (e
in replica il giovedì alle 23.30), dopo la
puntata del 6 agosto riprenderà il 10 settembre.
Durante la chiusura estiva degli uffici
sarà sospeso, infine, l’aggiornamento del
sito www.artigianibg.com.
Tutte le pagine pubblicate sui giornali e
le trasmissioni tv possono anche essere
scaricate dal sito internet di Confartigianato Bergamo, www.artigianibg.com
(sezione Pubblicazioni).
■ frutteto/meleto
■ agrimerenda
■ passeggiate con pony per i bimbi
■ fattoria con capre da latte, asini,
maiali, animali di bassa corte
siamo aperti tutto l'anno (è gradita la prenotazione)
Agriturismo Alle Baite via Rivioni, Branzi (BG) - cell. 338.2113930 - www.agriturismoallebaite.com
12
31 luglio 2014
la Rassegna
la Rassegna
31 luglio 2014
13
Le ultime novità fiscali
Con la collaborazione del Centro Studi Seac
accerTamenTo
■ Rettifica IVA
irap
■ Professionista e aiuto da colleghi
Sentenza CTP Arezzo n. 251/5/14
Non è soggetto ad IRAP il professionista (nel
caso di specie, un commercialista), senza dipendenti e collaboratori, che utilizza beni strumentali modesti (nel caso di specie, PC, mobilio
d’ufficio e autovettura), ancorché lo stesso si
avvalga saltuariamente “dell’aiuto di colleghi di
altri studi professionali”.
e dichiarazionidei fornitori
È legittima la rettifica dell’IVA per fatture inesistenti effettuata sulla base delle dichiarazioni
rese alla GdF dai fornitori, a condizione che i
dati raccolti siano inseriti nell’atto impositivo.
■ Accertamento
e associazione non profit estinta
Sentenza CTP Cremona 4.3.2014, n. 65/1/14
È nullo l’avviso di accertamento emesso
nei confronti di un’associazione non profit
estinta. Qualora l’Ufficio intenda far valere
la responsabilità solidale del legale rappresentante deve dimostrare la concreta attività
svolta dallo stesso, non essendo sufficiente la prova della carica rivestita all’interno
dell’ente.
■ Accertamento “anticipato”
Sentenza CTP Cremona 4.3.2014, n. 69/1/14
Non costituisce valido motivo che giustifica
l’accertamento prima dei 60 giorni dalla conclusione della verifica, l’approssimarsi del termine
di decadenza.
■ Accertamento “anticipato”
Sentenza CTR Lombardia 3.4.2014, n. 1741
Il termine di 60 giorni dalla conclusione della
verifica deve essere rispettato, in mancanza di
giustificati motivi che ne consentono l’anticipo,
anche qualora l’atto impositivo sia un avviso di
irrogazione di sanzioni.
■ Distribuzione occulta
di ricavi e onere della prova
Sentenza CTR Lazio 22.4.2014, n. 2614/22/14
L’Ufficio che contesta ad una società a ristretta base societaria la distribuzione occulta
di ricavi è tenuto a fornire la prova di quanto sostenuto non potendo “limitarsi ad una
mera enunciazione di principio …”. Infatti,
ancorché la ristrettezza della base societaria
costituisca un “ottimo elemento indiziario”,
è comunque necessario che lo stesso sia supportato da “precisi e concomitanti elementi
probatori”.
■ Movimenti finanziari tra parenti
Sentenza CTP Reggio Emilia 27.5.2014,
n. 240/03/14
Nell’ambito degli accertamenti bancari gli importi versati in contanti sul proprio c/c possono
essere giustificati dalla circostanza che somme
di ammontare similare sono state prelevate da
un parente dal relativo c/c al fine di restituire un
prestito ricevuto in passato.
■ Studi di settore
Sentenza Corte Cassazione 9.7.2014, n. 15633
Il mero scostamento dalle risultanze di
GERICO non è sufficiente a sorreggere l’atto impositivo, salvo che lo stesso raggiunga
“livelli di abnormità ed irragionevolezza tali
da privare … la documentazione contabile di
ogni attendibilità”.
conTenzioso
■ Dichiarazioni di terzi
Sentenza CTR Lazio 19.5.2014, n. 3305/38/14
Le dichiarazioni rese da terzi rappresentano
meri indizi, che devono trovare riscontro in ulteriori elementi e non possono essere utilizzati
neanche per la formazione del libero convincimento del Giudice.
enTi non commerciali
■ Modello dichiarazione
IMU / TASI
Decreto MEF 26.6.2014
È stato pubblicato sulla G.U. 4.7.2014, n. 153 il
Decreto di approvazione del modello di dichiarazione IMU e TASI utilizzabile dagli enti non
commerciali. La dichiarazione relativa al 2012 e
2013 va presentata entro il 30.9.2014.
Sentenza Corte Cassazione 2.7.2014, n. 15020
reddiTo d’impresa
■ Erogazioni ad associazione
sportiva dilettantistica
Sentenza CTP Pisa n. 423/1/2014
Le erogazioni, di importo non superiore a €
200.000 annui, effettuate da un’impresa ad
un’associazione sportiva dilettantistica sono
sempre integralmente deducibili ex art. 90,
comma 8, Legge n. 289/2002, stante la presunzione assoluta di inerenza del costo. Sono
pertanto deducibili, senza necessità di provare
l’inerenza con l’attività, le erogazioni effettuate a favore di un’associazione sportiva che
partecipa, con i suoi atleti, a manifestazioni e
con la quale è stato stipulato un contratto di
pubblicità.
■ Interpello società di comodo
Sentenza CTP Pisa 3.6.2014, n. 437/1/14
La mancata presentazione, almeno 90 giorni prima del termine di presentazione della dichiarazione dei redditi, dell’istanza di
interpello ai fini della disapplicazione della
disciplina sulle società di comodo ex art. 30,
Legge n. 724/94 non consente alla società di
disattendere detta disciplina. Pertanto, “l’unica via per richiedere la disapplicazione della norma è quella di presentare l’istanza di
interpello”, salvo che non ricorrano le cause
di esclusione / disapplicazione espressamente
previste.
sanzioni
■ Condotta infedele del consulente
Sentenza CTP Como 15.4.2014, n. 213/5/14
Devono essere annullate le sanzioni irrogate nei
confronti di un contribuente per inadempimenti tributari imputabili alla condotta infedele del
consulente, denunciato presso la competente autorità giudiziaria.
sTudi di seTTore
iva
■ Reverse charge
■ Studi di settore 2013
Circolare Agenzia Entrate 4.7.2014, n. 20/E
e detrazione IVA
Sentenza CTR Lombardia n. 2752/13/2014
In caso di applicazione, da parte di un operatore italiano, del reverse charge in relazione
ad operazioni effettuate confornitori esteri,
lo stesso ha diritto alla detrazione dell’IVA
a credito, che quindi non può essere oggetto di contestazione da parte dell’Ufficio.
Infatti, il predetto meccanismo realizza una
semplice partita di giro. Il contribuente, qualora abbia rispettato gli adempimenti contabili, può detrarre l’imposta senza necessità
di verificare l’inerenza delle prestazioni.
Lo stesso è tenuto a dimostrare l’inerenza
soltanto in caso di contestazione puntuale
ed analitica da parte dell’Ufficio. I Giudici,
nell’assumere la decisione, hanno applicato
i principi sanciti dalla Corte di Giustizia UE
nella sentenza sulle cause riunite C-95/07e
C-96/07 (“Ecotrade”).
■ Attività
di massofisioterapista
Sentenza CTP Sondrio 1.4.2014, n. 27/3/14
Sono soggette ad IVA le prestazioni rese da
un massofisioterapista che ha conseguito il
diploma biennale. L’esenzione ex art. 10,
comma 1, DPR n. 633/72 è infatti riconosciuta ai soli professionisti la cui abilitazione è stata conseguita sulla base di un corso
triennale, stante l’equipollenza con il diploma universitario di fisioterapia.
■ Rimborso IVA
Sono stati forniti chiarimenti in merito agli
studi di settore applicabili per il 2013, con
particolare riguardo:
− alle modifiche apportate all’analisi della
territorialità;
− agli indicatori di coerenza economica e
di anomalia elaborati per il 2013;
− ai correttivi anticrisi e congiunturali;
− alle novità della modulistica (quadro A,
F, G, T e Z);
− agli effetti dell’adeguamento in fase accertativa.
Inoltre, sono state analizzate le caratteristiche / criticità riguardanti taluni “nuovi”
studi di settore.
■ Modifica istruzioni
studio VG68U
Provvedimento Agenzia Entrate 4.7.2014, n. 89828
È stato pubblicato sul sito Internet
dell’Agenzia delle Entrate il Provvedimento
che corregge le istruzioni dello studio di
settore VG68U - “trasporto di merci su
strada e servizi di trasloco”. In particolare
è ora precisato che l’importo di rigo X04
deve corrispondere “al credito di imposta
spettante in relazione ai consumi effettuati
nei quattro trimestri 2012” (e non invece,
come precedentemente riportato nelle istruzioni, a quello indicato nel quadro RU del
mod. UNICO 2014 riferito al caro petrolio).
versamenTi
■ “Bonus 80 euro”
Circolare Agenzia Entrate 11.7.2014, n. 22/E
impresa cessata
Sentenza Corte Cassazione
1.7.2014, n. 14981
La disposizione ex art. 30, DPR n. 633/72,
in base alla quale in assenza di operazioni
imponibili nell’anno cui si riferisce il credito IVA quest’ultimo non può essere chiesto
a rimborso, è applicabile esclusivamente
alle imprese in attività. Le imprese cessate /
fallite possono invece chiedere il rimborso,
“non avendo esse la possibilità di recuperare l’imposta assolta su acquisti e importazioni nel corso delle future operazioni
imponibili”
Sono stati forniti chiarimenti in merito al
c.d. “Bonus 80 euro” e, in particolare, alle
modalità di recupero del credito erogato
dal sostituto d’imposta modificate in sede
di conversione del DL n. 66/2014. Ora, infatti, l’importo riconosciuto dal sostituto
è recuperabile nel mod. F24 utilizzando
il codice tributo “1655”. È stato tra l’altro
precisato che:
− non opera il divieto di compensazione
in presenza di debiti erariali iscritti a ruolo
superiori a € 1.500;
− l’importo del credito è utilizzabile in
compensazione di “qualsiasi importo a debito” esposto nel mod. F24.
imposTe direTTe
■ Exit tax
imposTe indireTTe
■ Trasferimento immobiliare
È stato pubblicato sulla G.U. 8.7.2014, n. 156 il Decreto che disciplina la possibilità, da parte delle imprese esercenti attività commerciali che trasferiscono
la residenza in Stati UE ovvero aderenti allo SEE, di optare per la sospensione
/ rateizzazione della riscossione delle imposte sui redditi (c.d. exit tax) dovute
sulla plusvalenza ex art. 166, TUIR, unitariamente determinata, in base al
valore normale dei componenti dell’azienda o del complesso aziendale, che
non siano confluiti in una stabile organizzazione situata in Italia.
Sentenza CTR Lombardia 3.4.2014, n. 1734/32/2014
Sentenza Corte Cassazione 9.7.2014, n. 15629
Risoluzione Agenzia Entrate 30.6.2014, n. 67/E
Decreto MEF 2.7.2014
■ Cessione di fabbricato destinato alla demolizione
La cessione di un fabbricato destinato ad essere demolito al fine di ricostruire sull’area sottostante un nuovo edificio non può essere riqualificata, ai fini
della plusvalenza, cessione di area edificabile.
■ Exit tax – esercizio dell’opzione
Provvedimento Agenzia Entrate 10.7.2014
È stato pubblicato sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate il
Provvedimento che definisce le modalità di esercizio dell’opzione per la
sospensione o la rateizzazione della c.d. exit tax, la prestazione delle garanzie e il rilascio delle stesse, nonché l’obbligo di monitoraggio annuale.
In particolare l’opzione va esercitata entro il termine per il versamento del
saldo delle imposte sui redditi relative all’ultimo periodo d’imposta di residenza in Italia.
■ Fondi di investimento alternativi
Circolare Agenzia Entrate 10.7.2014, n. 21/E
Sono stati forniti chiarimenti in merito alle modifiche civilistiche e fiscali
apportate dal D.Lgs. n. 44/2014 in materia di organismi fiscali di investimento collettivo del risparmio (OICR) e in particolare sui gestori di fondi di
investimento alternativi (FIA).
e separazione consensuale
È esente da imposte di registro e ipocatastali l’atto di trasferimento della proprietà di un immobile, a fronte di un corrispettivo in
denaro, in attuazione degli accordi di separazione consensuale
tra coniugi. Ai fini di tale beneficio è sufficiente che nell’atto risulti il richiamo al provvedimento di separazione omologato dal
Tribunale.
■ Imposta bollo su fatture ASP
Le fatture emesse dalle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona
(ASP) nei confronti degli utenti delle case di riposo da esse gestite, relative alle prestazioni di ricovero, esenti IVA,sono soggette
all’imposta di bollo di € 2 se di importo superiore a € 77,47. Non
opera, quindi, l’esenzione prevista dall’art. 5, comma 4, Tabella
allegata al DPR n. 642/72.
■ Cessione gratuita al Comune
di aree ed opere di urbanizzazione
Risoluzione Agenzia Entrate 3.7.2014, n. 68/E
L’atto avente ad oggetto la cessione a titolo gratuito, a favore del
Comune, di aree sulle quali sono state realizzate opere di urbanizzazione deve essere assoggettato, ai sensi dell’art. 32, DPR n.
601/73, all’imposta di registro in misura fissa, con esenzione dalle imposte ipocatastali. In tal caso, infatti, non trovano applicazione le disposizioni introdotte dall’1.1.2014 dall’art. 10, comma
4, D.Lgs. n. 23/2011 che ha soppresso, per gli atti costitutivi o
traslativi di diritti reali su immobili a titolo oneroso, tutte le esenzioni e agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali.
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31 luglio 2014
la Rassegna
la Rassegna
31 luglio 2014
PAGINA A CURA DELLA
15
FOGALCO
Commercio e turismo, 7 milioni
per i nuovi Distretti dell’Attrattività
Dal 29 settembre le richieste di finanziamento
delle aggregazioni pubblico-priviate
per lo sviluppo e la valorizzaziazione
dell’offerta. Assistenza anche in Ascom
definizione dei distretti
dell’attrattività
I Distretti dell’Attrattività (abbreviati in Dat) si configurano
come aree, anche sovra provinciali, di aggregazione territoriale volontaria, con caratteristiche omogenee, per le
quali soggetti pubblici e privati
propongono in partenariato
interventi di sviluppo integrato delle attività turistiche, attività commerciali e punti di
interesse turistico, in grado di
valorizzare sistemi integrati
dell’attrattività turistica e commerciale.
Il Dat valorizza “polarità” con
caratteristiche ben precise, riconducibili ai seguenti fattori
strategici:
- presenza di addensamenti di
attività turistiche e commerciali anche integrate con altri
settori economici (ad esempio:
immobiliare, artigianato, servizi, produzione agroalimentare,
produzione culturale, artistica
e creativa);
- esistenza di prodotti turistici riconducibili agli ambiti
definiti dal documento di Posizionamento strategico del turismo di Regione Lombardia;
- accessibilità, sviluppo di
mobilità sostenibile (trasporto pubblico, infrastrutture per
la mobilità dolce, piani per il
parcheggio e la sosta nelle aree
urbane ad elevata densità commerciale, isole pedonali);
- offerta di servizi turistici e ricettivi;
- offerta e promozione della
produzione artistica e creativa
(design e moda) del territorio.
soggetti
beneficiari
Sono i Comuni lombardi aggregati nel Dat, con esclusione
dei Capoluogo di Provincia.
Compatibilmente con quanto
previsto dalla normativa regionale vigente relativa ai settori commercio e turismo (l.r.
6/2010 e l.r. 15/2007) e dalle
altre normative statali e regionali vigenti in materia di con-
P
unta sull’integrazione delle azioni di sviluppo di
commercio e turismo il bando per i “Distretti dell’Attrattività” (pubblicato sul Burl n. 29 del 17 luglio) con il
quale la Regione Lombardia che mette a disposizione 7
milioni di euro. Lo stanziamento vuole promuovere l’innovazione dei sistemi di offerta e la valorizzazione delle
eccellenze architettoniche, artistiche, commerciali, enogastronomiche e storiche locali, in vista dell’Expo ma
anche per stabilizzarne le ricadute nel tempo. Per farlo
chiede agli operatori di aderire ad una visione strategica e di investimento comune. Nascono così i Distretti
dell’Attrattività, partnership tra pubblico e privato che
devono necessariamente comprendere una delle Associazioni di rappresentanza delle micro, piccole e medie
imprese del settore commerciale e turistico presenti nel
“Patto per lo Sviluppo” e almeno sette Comuni (oppure un’aggregazione con una popolazione residente di
70.000 abitanti) tra loro contermini e costituenti un’area
omogenea. Dal bando sono esclusi i Comuni capoluogo
di provincia ai quali è destinata una linea apposita (A)
con una dotazione di 4 milioni di euro, operativa dallo
scorso 8 aprile. La Regione concorre al cofinanziamento
del programma di intervento con un contributo a fondo
perduto per un importo massimo pari al 50% (e comunque nel limite massimo di 360.000 euro) e i Comuni beneficiari devono cofinanziare il programma di intervento
almeno in uguale misura rispetto alle risorse regionali.
tributi pubblici, possono essere
beneficiari, per il tramite del
Capofila:
- imprese, singole o associate,
con sede legale o operativa nel
Distretto che alla data di presentazione della richiesta del
contributo e fino all’erogazione
del saldo del contributo, presentino un Codice Ateco Registro Imprese di attività prevalente d’impresa (e non di unità
locale) compreso nell’elenco di
cui all’Allegato 3. Le concessioni alle imprese devono essere attuate nel rispetto del Reg.
UE n. 1407/2013 e s.m.i.. Sono
escluse tra i soggetti beneficiari
le imprese sottoposte a procedura fallimentare.
- Associazioni di rappresentanza delle micro, piccole e medie
imprese del settore commerciale e turistico rappresentate
nel “Patto per lo Sviluppo”
(D.G.R. 24 gennaio 2014 n.
1284 di presa d’atto della Comunicazione del Presidente
della Giunta Regionale avente
ad oggetto “Partenariato e Patto per lo Sviluppo”), firmatarie
dell’Accordo del Distretto
dell’Attrattività.
- Associazioni, consorzi, cooperative e altri soggetti pubblici e privati che abbiano per
oggetto la promozione e lo
sviluppo turistico-commerciale
del territorio e che aderiscono
all’Accordo di partenariato del
Dat e collaborano con proprie
risorse e servizi all’attuazione
del programma di intervento.
Intervento in aggregazione.
Possono partecipare al Dat
anche i Comuni Capoluogo di
provincia ed i Sistemi Turistici,
contribuendo così al suo consolidamento e alla sua estensione in termini di area vasta;
non sono però beneficiari di
contributo e non concorrono
al raggiungimento della soglia
prevista al successivo punto.
Requisito indispensabile per
l’ammissibilità al bando è la
presenza nel partenariato, attestata mediante sottoscrizione dell’Accordo di Distretto
dell’Attrattività, dei seguenti
soggetti:
- un numero di Comuni, tra
loro contermini e costituenti
un’area omogenea, nel numero
minimo di sette o con almeno
70mila abitanti residenti
- almeno una delle associazioni
di rappresentanza delle micro,
piccole e medie imprese del
settore commerciale e turistico
rappresentate nel “Patto per lo
Sviluppo”
Ogni Comune lombardo può
partecipare ad un solo Dat.
soggetti capofila
e partenariato
Capofila del Dat è un Comune, un’Unione di Comuni o
una Comunità Montana della
Lombardia, che agisce quale
referente amministrativo unico
verso Regione Lombardia in
nome e per conto del partenariato e ne è responsabile.
Il partenariato deve essere costituito da Comuni, enti e soggetti privati/pubblici, al fine di
presentare un Programma di
Tipologie
di interventi
Le tipologie di intervento nelle
quali declinare il Programma di
Intervento sono le seguenti:
1. Misure di incentivazione degli esercizi commerciali e turistici (attraverso l’innovazione
dei sistemi di offerta commerciale e turistica, con particolare
attenzione all’utilizzo di tecnologie digitali; promozione
del sistema di offerta imprenditoriale tramite il sostegno e
la messa in rete delle MPMI
turistiche e commerciali, il
mantenimento dell’offerta turistico-commerciale nelle aree
montane, urbane periferiche e
nei piccoli centri).
2. Sviluppo e valorizzazione
dell’offerta turistica e commerciale territoriale (attraverso
itinerari turistici basati sulla
riscoperta, la valorizzazione e
la promozione di eccellenze architettoniche, artistiche, commerciali (shopping), enogastronomiche e storiche unite alla
disponibilità di strutture e di
servizi di accoglienza di qualità e funzionali all’itinerario; la
valorizzazione della somministrazione e della ristorazione di
qualità e delle filiere territoriali
di qualità; iniziative per il commercio e il turismo accessibili;
il sostegno all’accessibilità e
alla mobilità nei luoghi di interesse turistico e commerciale).
3. Interventi per la promozione
e l’accoglienza (attraverso la
realizzazione di infopoint innovativi, segnaletica coordinata, realizzazione e estensione/
potenziamento di reti e spazi
wi-fi per il reperimento di informazioni relative al sistema
di offerta turistico-commerciale territoriale, formazione
degli operatori, iniziative per
il miglioramento dei servizi
di accoglienza e per la promozione dei luoghi di interesse
turistico, commerciale, enogastronomico, della produzione
artistica e creativa).
4. Interventi di riqualificazione
dei mercati e delle aree mercatali (anche al fine di realizza-
re mercati di pregio per Expo
2015 in aree commerciali situate in zone di interesse turistico)
e iniziative di contrasto alla
contraffazione e all’abusivismo
commerciale.
5. Sviluppo e qualificazione
del contesto urbano a supporto dell’attrattività turistica e
commerciale (iniziative per
la riqualificazione e il miglioramento dei centri urbani, la
pubblica illuminazione, arredo
urbano, “city dressing”, opere
strutturali e infrastrutturali per
il miglioramento dell’accessibilità, della fruibilità dei luoghi, nonché per la realizzazione
di strutture per la promozione,
iniziative per l’efficientamento
energetico degli edifici destinati all’attrattività del territorio,
commerciale e turistica).
Gli interventi di promozione
e di valorizzazione dell’offerta turistica e commerciale che
utilizzano l’Ict e si traducono
in prodotti digitali, dovranno
garantire, ove possibile, l’interoperabilità con l’Ecosistema
digitale E015
Termini
di partecipazione
La richiesta di contributo di
un Dat deve essere sottoscritta, presentata e inviata on line
esclusivamente dal Capofila
e, pena la non ammissibilità,
deve essere obbligatoriamente inviata mediante il sistema
telematico messo a disposizione da Regione Lombardia
all’indirizzo gefo.servizirl.it.
La compilazione on line sarà
disponibile dalle ore 9 del 29
settembre 2014 e fino alle ore
12 del 30 ottobre 2014.
Tempi di realizzazione
del programma
di intervento
Le attività previste nel Programma di Intervento del Distretto dovranno realizzarsi
entro e non oltre il 31 dicembre 2015 (data dell’ultima fattura), termine eventualmente
prorogabile su richiesta del
beneficiario, per un periodo
non superiore a 180 giorni.
Per ulteriori informazioni
ci si può rivolgere
all’Ascom di Bergamo.
Il referente è Roberto
Ghidotti (roberto.ghidotti@
ascombg.it).
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31 luglio 2014
CENTRO ASSISTENZA AUTORIZZATO
la Rassegna