L’editoriale Buongiorno cari Acari! Gennaio è sempre un mese difficile per noi studenti che, sommersi da verifiche e interrogazioni, non riusciamo a trovare un momento per rifiatare... ma finalmente ci siamo lasciati alle spalle questo mese infernale e insieme a un po’ di meritato riposo possiamo goderci anche la lettura del giornalino! Dopo il successo dell’ultima uscita, il periodico del Liceo fa la sua prima comparsa nel 2014 con importanti novità: come si suol dire, “anno nuovo, vita nuova”. Avrete certamente notato che il nome è cambiato in un più “giornalistico” e incisivo “L’Acaro”. Come sempre, ci saranno articoli di ogni genere, dall’attualità ai progetti della nostra scuola, da interviste a recensioni di film e libri, dalla musica alla cucina; inoltre all’interno troverete nuove divertenti rubriche e... il resto lo scoprirete solo leggendo! Grazie di aver comprato il giornalino anche questa volta, vi auguriamo una piacevole lettura! di Alessandro Bonetti e Federico Appoggetti Si ringraziano tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo giornalino: i membri della redazione, il Preside Piero Ferracuti, la Direttrice dei Servizi Generali ed Amministrativi Maria Postacchini, il professor Castiglioni e la professoressa Trentuno, sempre disponibili, la tipografia Copy Fermo. La Redazione: Alessandro Bonetti Alessio Romanelli Alfredo Monaldi Augusto Massi Benedetta Zaza Caterina Franciosi Diletta Pompei Elena Cerolini Elena Maria Eusebi Elena Poloni Elena Sophia Ilari Elisa Pallotta Federico Appoggetti Federico Dionisi Francesco Pascali Giulia Valentini Gloria Marziali Ilaria Ferretti Linda Savini Luca Fantuzi Maja Di Sabatino Maria Teresa Zezza Marina Cognigni Matteo Bronzi Michele Bonetti Michele Capezzani Rebecca Montagna Salvatore Pompei Sara Gianni Sofia Paci Veronica Belletti l’Acaro-Febbraio 2014 2 Indice N.II- Febbraio 2014 ATTUALITÀ CINEMA I fatti più recenti e le tematiche più scottanti della nostra società viste e analizzate dagli studenti Invictus ........................................................................ pag. di Rebecca Montagna Il freddo ...................................................................... pag. di Elena Maria Eusebi Smells like teen smokers ........................................... pag. di Gloria Marziali ed Elena Poloni A proposito dell’immigrazione ............................... pag. di Salvatore Pompei 4 6 6 LIBRI L’ANNIBAL CARO Tutte le novità, le storie e gli eventi del nostro Liceo, con interviste esclusive! 5 L’assemblea d’istituto: dalla finzione cinematografica alla realtà .......... pag. 7 di Alessandro Bonetti e Caterina Franciosi Gli studenti contro le macchinette ....................... pag. 7 di Michele Capezzani Intervista al Preside Piero Ferracuti ........................ pag. 8 di Luca Fantuzi Intervista doppia ai prof .......................................... pag. 8 di Diletta Pompei e Augusto Massi Intervista ai figli dei professori ................................. pag. 9 di Maria Teresa Zezza e Veronica Belletti Ipse dixit ...................................................................... pag.10 NERDATE CCCP-Fedeli alla linea ............................................ pag.11 di Federico Dionisi Musica a due passi.................................................. .pag.12 di Matteo Bronzi e Elena Sophia Ilari Almost undone: The Lovecats ................................ pag.13 di Matteo Bronzi ARTISTI EMERGENTI/2: Lorde .................................... pag.13 di Michele Capezzani Join the Nerd side of life, we have cookies! ............................................ pag.18 di Alfredo Monaldi Death Note ........................................................ pag.18 di Sofia Paci e Maja Di Sabatino Test: Quanto sei Nerd? .................................... pag.19 di Alfredo Monaldi RUBRICA SPORTIVA MUSICA Il sapore dei libri: Imperium..................................... pag.17 di Michele Bonetti Divergent ................................................................... pag.17 di Diletta Pompei RUBRICHE: “Hunger Games” ..................................................... pag.14 di Alessio Romanelli La magia dell’animazione ..................................... pag.14 di Federico Appoggetti Woody Allen: una genialità multiforme e una continua sorpresa .................... pag.15 di Elena Cerolini Il cinema (ri)scopre le Marche .............................. pag.16 di Francesco Pascali Paolo Sorrentino: “la rivincita italiana” ................................................ pag.16 di Ilaria Ferretti Altro che calcio e pallavolo! .......................... pag.20 di Elisa Pallotta LE RICETTE DI NENNA E GIULSO ....... pag.21 (Rubrica culinaria a cura di Elena Cerolini e Giulia Valentini) GIOCHI..................................................................... pag.22 COPERTINA di Alfredo Monaldi VIGNETTE a cura di Federico Appoggetti, Elena Poloni, Sofia Paci, Sara Gianni, Linda Savini, Benedetta Zaza Scansiona il codice per visitare la sezione del sito del Liceo dedicata al giornalino Email: hannibalacaro@hotmail.it Scansiona il codice per scoprire una curiosità riguardo alla copertina... l’Acaro-Febbraio 2014 3 ATTUALITÀ INVICTUS di Rebecca Montagna A volte ci si chiede quali siano i veri eroi, se esistano veramente, se si possano considerare eroi quegli uomini mascherati, armati di spade, pistole, che combattono, nel vero senso della parola, i cattivi. No, non sono questi gli eroi nella vita reale, questi sono gli eroi dei film, dei fumetti, dei libri; eroi sono quelle persone che non con le armi ma attraverso la pace e il dialogo, perseguono una giusta causa, lasciando il segno con le loro parole, il loro coraggio. Sono quelle persone che, pur essendo consapevoli di rischiare la propria vita, la propria dignità, non si tirano indietro. Nelson Mandela era uno di questi eroi, un uomo dal forte carisma che ha lasciato e continuerà a lasciare indissolubile negli anni il ricordo della sua personalità, perché non si può dimenticare la sua lotta contro il razzismo e l'apartheid. La notizia della sua morte, avvenuta il 5 dicembre scorso, ha suscitato tristezza in tutto il mondo e dopo dieci giorni di balli, preghiere e canti in suo onore, come è usanza del popolo africano, più di quattromila persone si sono ritrovate nello stadio di Johannesburg per la sua commemorazione. Un evento in cui per una volta si sono messe da parte le rivalità e le questioni che riguardano la vita politica, tanto che Barack Obama ha stretto la mano a Raul Castro, il fratello di Fidel Castro. Uno stadio gremito di voci che all'unisono gridano "Nelson Mandela", bandiere, striscioni, enormi pannelli con infissa l'immagine di quell'uomo che davanti ai microfoni, con lo sguardo fiero che non nasconde le sofferenze passate, con il braccio alzato e il pugno chiuso sorride, probabilmente alla sua folla, al suo popolo, al Sudafrica. C'è chi lo ha sempre definito un uomo dal coraggio straordinario, chi un esempio per l'intera umanità. Nelson Mandela è stato un uomo cresciuto nello spietato regime razzista che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994, il simbolo della lotta contro l'apartheid; è stato un leader che ha abbracciato e guidato il popolo alla pace e al rispetto, un uomo che per rimanere fedele ai suoi ideali ha trascorso trenta anni della sua vita tra un carcere e un altro, uscendone poi a testa alta, con queste parole: "Io sto qui davanti a voi non come un profeta, ma come un vostro umile servo. Del popolo. I vostri instancabili ed eroici sacrifici hanno reso possibile che io fossi qui oggi. Pertanto metto i restanti anni della mia vita nelle vostre mani." Madiba, questo il soprannome datogli dalla sua tribù d'origine, gli Xhosa, sin da giovane aveva nella sua mente, nel suo cuore, le parole "libertà", "giustizia" e ha conseguito una laurea in giurisprudenza, con la quale, per quanto permettevano le leggi razziali di quel tempo, ha aperto un ufficio legale, insieme al socio Oliver Tambo, unico studio in tutto il paese, costituito da soli uomini africani. Forse per noi ragazzi sembra difficile immaginare di voler camminare liberamente per le strade, o uscire di casa senza avere gli occhi puntati addosso, decidere di passare un pomeriggio al cinema o al museo e non avere invece la minima possibilità di fare tutto ciò, eppure le cose andavano così; nemmeno quella povera gente capiva perché fosse un reato avere la pelle di un colore più scuro o perché fosse un reato entrare anche per sbaglio in una porta su cui era scritto "white" anziché "black" e continuarono a chiederselo e a chiederselo ancora. Iniziarono allora le manifestazioni, le proteste: non volevano la guerra, chiedevano solamente di essere accettati e rispettati come lo erano le persone dalla pelle chiara, ma le autorità non facevano altro che reprimerle con la violenza e le armi. Mandela, all'età di ventiquattro anni era entrato nel primo partito nero del paese, il National Congress, aveva poi fondato insieme ad altri ragazzi la "Lega Giovanile" e dopo l'ennesima protesta conclusasi nel sangue, con ben settanta morti, decise che quelle proteste non avrebbero portato a nulla, e così fondò l'"Umkhonto we Sizwe", ovvero "La lancia della Nazione". Alla fine del 1962 dopo alcuni anni di campagne di resistenza passiva contro i provvedimenti razzisti del partito nazionale e dopo alcuni anni di clandestinità venne arrestato con l'accusa di sabotaggio e condannato al carcere a vita. In quello stesso processo intentatogli dallo stato decise di difendersi da solo perché lo riteneva un'occasione irripetibile per ribadire i diritti dei neri, le sue idee sul razzismo e sulla libertà, ma non negò di aver progettato un'azione di sabotaggio. Spiegò che ciò che lo aveva portato a quella decisione era stata la situazione politica prodotta da lunghi anni di tirannia, sfruttamento e oppressione inflitti dai bianchi, non tanto la voglia di vendetta o di violenza. Dopo ben ventisette anni uscì di prigione e il 15 ottobre del 1993 il comitato per l'assegnazione del Nobel annunciò che il riconoscimento per la pace era stato assegnato a Nelson Mandela, per il suo coraggio e la sua lotta per la libertà perseguita anche dietro le sbarre, e a De Klerk, che aveva richiesto la sua uscita dal carcere. Nel maggio de 1994 il primo uomo di colore sudafricano divenne presidente con lo stesso De Klerk al suo fianco come vice. La sua è stata dunque una vita di dolori e di sofferenze che però non hanno mai offuscato il suo obiettivo e tanto meno il suo spirito da combattente, che non hanno mai mosso in lui rabbia e odio, perché da ogni esperienza, per quanto terribile possa essere, si può imparare. Il perdono infatti libera l'anima, rimuove la paura ed è questo che lo rende un'arma potente, perché tutto sembra impossibile finché non viene realizzato. l’Acaro-Febbraio 2014 4 ATTUALITÀ IL FREDDO di Elena Maria Eusebi 29 Novembre 2013 Sono fra i primi ad essere qui. Non mi è mai piaciuto esserlo: chi già c'è ti squadra ed inizia a chiedersi cos'è che ti passa per la testa. Io sulla mia ho il berretto blu che mi hanno dato all'entrata e ce l'hanno anche quelli laggiù, seduti assieme sulle poltrone in fondo alla sala. Almeno loro si sono portati gli amici. Io l'avrei portata la povera mamma, ma lei si alza a fatica dalla sua di poltrona. Comunque, è per lei che sto qui. Entra altra gente, tutti con lo stesso cappello blu. Davanti, in bianco, è disegnato lo stemma. Sono sette omini e sembrano scuotere in alto le mani. Sollevano in aria dei forconi. Il chiacchierare si fa a poco a poco più forte ed il brusio si mescola ad un solidale frusciare di giubbini sintetici. Chi entra evita di sfilarsi il suo dalle spalle, perché qua dentro non fa poi così caldo. La gente porta addosso odore di freddo, e il freddo che fa là fuori ha per metà l'odore della neve mentre si scioglie, e per metà quello del sudore che versi per scansarla dall'uscio della porta. Io sono quello col giubbino rosso, e stasera provo anche questa. A quarantadue anni suonati, dopo che ne ho passati ventitré in fabbrica, mi mandano a dire che il lavoro io non ce l'ho più. Mi è rimasta solo la mamma, che pure non ha più tanta voglia di starmi a sentire. Il teatro è pieno ormai. Davanti a me c'è uno alto e vedo il palco diviso a metà dalla sua testa grassoccia. Per fortuna, il signore con il microfono non si mette proprio al centro. Lo vedo muovere due passi verso la sinistra ed i suoi scarponi fanno cigolare le travi sotto. Porta anche lui un impermeabile che non ha ancora tolto. Io e mamma l'abbiamo visto alla televisione, si chiama Mariano, Mariano Ferro. Si schiarisce la voce e dall'aria che c'è qui, potremmo da un momento all'altro vederlo fare le nuvolette con il respiro. Inizia a parlare e dice che siamo in seicento qua dentro. Sono tante seicento persone? Lui comunque sembra contento. E' il 29 Novembre 2013 e loro vogliono organizzarsi per fare qualcosa il 9 Dicembre. Sotto al palco hanno scritto "I poveri non possono aspettare". Io allora sono povero. Ma cos'è che andiamo a fare tra soli undici giorni? Mariano – si chiama proprio come mio padre! - dice che a Dicembre si va a Roma, e ci andiamo tutti. Andiamo a farci sentire e a dire che quaggiù non c'è lavoro e non si sta mica tanto bene. Perché non possono più fingere che non ci siamo, noi siamo i poveri e andiamo a fermare qualcosa... a fermare tutto. Ma tutto questo è legale? 9 Dicembre 2013 Ho deciso di andarci. Vado a Roma a protestare e sono nel pullman. I seicento di Catania sono tutti qui? Beh, avranno organizzato altri autobus. Quindi andiamo finalmente a dire quello che pensiamo e a dire... che non è giusto. E' mattina presto quando partiamo e all'arrivo, del freddo non c'è soltanto l'odore. Ho le mani congelate. Le infilo nelle tasche e non è che scaldino più di tanto. Al contrario, mi sento più triste di prima: sfioro questi venti euro di carta che mi sono portato dietro nella capitale. Sono per il pranzo e... per sicurezza. Me li ha dati mamma, anche questi. Insieme a quelli per il viaggio. Comunque, io adesso sono qui per lei. Per lei e per me. Il nostro gruppo si unisce ad un gruppo molto più grande e allora si comincia a camminare per le vie. Dal serpentone si levano cori di protesta e mi sembra di essere come in un film americano di qualche tempo fa. Canto anch'io. O forse urlo e basta, io non so cantare. Lo striscione dei poveri che non aspettano sta ad una cinquantina di metri da me e distinguo le lettere a malapena. Non ci vedo neanche tanto bene. Ma il signor Mariano dov'è? Non l'ho ancora visto fra i presenti e non c'era alla partenza. Che non sia più venuto? No... non è possibile, lui ci crede... è sicuramente fra le prime file, io non lo vedo per questo. Lo cerco ancora un po' ma poi sono distratto da un'altra cosa. Accidenti, quella sì che è una macchina. Eccola che arriva. Jaguar blu metallizzato, sembra nuova fiammante. Di certo quello lì non è uno di noi... Noi siamo poveri. Adesso scende e le sue sopracciglia sembrano precederlo. E chi è questo? Si avvicina al serpentone, sarà qui per lamentarsi del trambusto. E invece no. Risale verso le prime posizioni, sfrecciando tra la gente come se fosse ancora sulla sua Jaguar blu. Non posso crederci. Adesso il megafono ce l'ha lui. Dice di essere un certo Calvani. Io questo nome l'ho già sentito. Come no, è proprio lui! Calvani, uno dei capi del movimento dei Forconi, che siamo noi. Esatto, "uno dei capi". Perché forse solo i capi si possono permettere una macchina così, non quelli come me. Per la prima volta da quando ho messo piede sull'asfalto della nostra Roma, sento che forse sto sbagliando qualcosa. In realtà non ho molto tempo per pensarci. Dietro a me c'è gente che inizia a spingere e per un attimo mi ricordo di tutte le volte in cui ho lasciato che mi passassero avanti. No, fra queste persone non succederà. Perché loro sono come me. E invece succede. Questi qua sono più giovani. Non ho mai avuto niente contro di loro, ma questi sono strani. Sono tutti uguali. Hanno la testa rasata e portano occhiali scuri. Ma qui non c'è il sole. Chi sono? Continuano a passare avanti e sembrano arrabbiati. Inizio a preoccuparmi perché quello che vedo non mi piace. Quelle teste nude e corrucciate, quelle braccia potrebbero frantumarmi in qualsiasi momento. Non vedo neanche più lo striscione dei poveri impazienti. Fra questi ci sono striscioni diversi, imbrattati di parole violente con la vernice nera. Con chi ce l'hanno e perché spingono? Mi sento soffocare. Se vedessi certe persone anche solo passare sotto casa di mia mamma, chiamerei la polizia. Ma ecco che in lontananza vedo qualcosa che mi tranquillizza. Sono i Caschi Blu, blu come i berretti dell'altra volta. La polizia c'è, come se l'avessi chiamata io col pensiero: gli energumeni sembrano esitare. Un momento. I poliziotti si stanno togliendo i caschi. Questo cosa significa? Dal corteo si alza la voce "poliziotto, uno di noi". Ma "uno di noi" come me, oppure come quei Rasati? I Rasati ricominciano a spingere. Mi sembra di sentire di nuovo freddo, anche in mezzo a tutta questa gente. Io ci credevo, adesso ho paura. l’Acaro-Febbraio 2014 5 ATTUALITÀ SMELLS LIKE TEEN SMOKERS A PROPOSITO DELL’IMMIGRAZIONE di Gloria Marziali e Elena Poloni di Salvatore Pompei “Dai, ragazze, che è sta fumera?” dice un prof passando davanti al bagno delle ragazze al piano terra. Scena simile si ripete al piano superiore: un'insegnante entra nel bagno visibilmente alterato borbottando che verranno presi provvedimenti contro questa situazione, a suo dire, insostenibile. La causa di entrambi i commenti è una: l'abitudine degli studenti di occupare i bagni durante le ricreazioni, fumando sigarette. Il 52% degli studenti italiani ammette di trasgredire abitualmente il divieto di fumo negli ambienti scolastici. Evitando inutili sermoni su quanto il fumo faccia male, soprattutto nell'età della crescita, la critica che muovono i ragazzi non-fumatori suona più che altro come una rivendicazione al diritto di andare in bagno in tutta tranquillità. Quante volte infatti è capitato di uscire spazientiti dalla toilette, arrendendosi davanti alle interminabili file createsi nell'attesa che il gruppetto dei fumatori abituali esca, e irrimediabilmente ritrovarsi con i capelli impregnati dall'odore di tabacco? Per ovviare al problema, molti istituti hanno provveduto a dotarsi di un'area fumatori, come ad esempio un cortile o uno spazio antistante l'entrata della scuola, dove i ragazzi possano esercitare il diritto di consumare la propria pausa nel modo a loro più gradito. Infatti molti studenti affermano che la “pausa-sigaretta” è un diritto allo svago del quale non vogliono essere privati nemmeno a scuola. Quasi ogni anno, almeno una lista di candidati alla rappresentanza di istituto ha tra i suoi punti una proposta per adibire una zona dell'edificio ai fumatori, come il cortile interno del classico; ma finora, come saprete, non è stato approvato alcun progetto del genere. Per di più, a partire dal 19/10 di quest'anno non è nemmeno possibile considerare quest'eventualità, per via del decretolegge emanato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin, che ampliando la precedente normativa estende ora il divieto di fumare negli edifici scolastici a studenti, insegnanti e personale anche nei luoghi aperti, con pene pecuniarie molto salate che vanno dai 55 ai 250 euro - tali somme dovranno poi essere investite in corsi di prevenzione e sensibilizzazione. Per noi che non avevamo, perlomeno formalmente, la possibilità di fumare, la situazione rimarrà quindi identica a prima: il nuvolone di fumo continuerà ad infestare l'aria dei bagni durante le ricreazioni con grande disappunto degli studenti, che vorrebbero utilizzare il bagno per gli scopi a cui sarebbe effettivamente adibito, ossia svuotare la vescica e sciacquarsi le mani, magari darsi una sistemata davanti allo specchio, per poi tornare in classe con la mente un po' meno... “annebbiata”. A che punto siamo? Nudi e al freddo. Scaricano acqua e vaccino su di loro. Gridano e li deridono. E' questo il video shock girato da Khalid nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, che fa accapponare la pelle e ha indignato l'Italia e l'Europa. Vengono tenuti in condizioni disumane: ammassati gli uni sugli altri, i bagni non funzionano, mangiano e dormono per terra mentre si diffondono la scabbia e i pidocchi. “Un centro da chiudere. Un centro che sembra un lager. Senza i requisiti minimi richiesti neanche per un carcere.” Queste le parole dei tre commissari inviati dalla Legacoop Sicilia. Declassati del tutto i responsabili del campo profughi. Il 18 dicembre l'UE ha minacciato di togliere i fondi per l'assistenza agli immigrati irregolari. Forte il gesto del deputato Khalid Chaouki, che ha deciso di chiudersi nel centro di accoglienza di Lampedusa in segno di protesta. Nel frattempo, in un altro centro Cie a Roma, otto immigrati si cuciono la bocca con fili ricavati dalle coperte in segno di protesta. Poi il 24 dicembre viene sgomberato il centro di Lampedusa e gli immigrati trasferiti in altre strutture: solo i diciassette superstiti del 3 Ottobre vengono trattenuti per collaborare con la procura di Agrigento. Chaouki afferma di non voler partire prima che tutti possano lasciare il centro. Ciò che è successo ha sicuramente riacceso i riflettori sul problema immigrazione e ha fatto sentire la necessità di muovere passi in avanti riguardo alle leggi che regolano questo fenomeno. Si è infatti discusso in Senato riguardo al reato di clandestinità. Questo viene da un lato abrogato, dall'altro trasformato in illecito amministrativo: chi entra per la prima volta in Italia non viene sottoposto a procedimento penale ma espulso. Se provasse di nuovo a varcare i confini, solo allora commetterebbe un reato. Il testo dovrà ora tornare alla camera per la terza lettura. Oliviero Forti, responsabile del settore immigrazione della Caritas italiana, in un intervista si è detto solo parzialmente soddisfatto dal voto del Senato e auspica che questo sia solo l' inizio di un percorso. Rispondendo alle domande ha affermato che finora con questo reato il nostro paese ha solo avuto da perdere, anche economicamente, e che sono altre le misure da adottare: ad esempio, permettere in maniera legale e regolare a queste persone l'ingresso in Italia. Qualcosa sta iniziando a muoversi. l’Acaro-Febbraio 2014 6 L’Annibal Caro L’ASSEMBLEA DI ISTITUTO: DALLA FINZIONE CINEMATOGRAFICA ALLA REALTÀ di Alessandro Bonetti e Caterina Franciosi In grande stile nel mese di dicembre scorso si è svolta per la prima volta dopo due anni l’assemblea di istituto con visione del film, spazio in cui gli studenti, dopo aver assistito alla proiezione di una pellicola cinematografica relativa a un particolare tema, possono esprimere le loro idee e posizioni riguardo a esso. A nostro parere infatti è importante che noi ragazzi ci confrontiamo e discutiamo con atteggiamento civile e maturo su argomenti importanti, per far sviluppare in noi una coscienza civile e democratica; perciò dobbiamo sfruttare opportunità come questa assemblea per mettere noi stessi e le nostre idee in gioco. L’assemblea ha avuto luogo nel multisala Super 8 di Campiglione, un’assoluta novità: infatti precedentemente si era sempre svolta nell’auditorium San Martino, adiacente il Liceo Classico. I problemi logistici dovuti alla distanza tra le strutture scolastiche e il cinema sono stati risolti con il versamento di cinque euro da parte degli studenti, che ha permesso di pagare il trasporto in autobus e il biglietto del film. Dunque nel mese di dicembre 2013 nei giorni 17 (per le classi del primo, secondo e terzo anno) e 18 (per quelle del quarto e quinto anno) gli studenti, accompagnati dai professori, si sono recati presso il Super 8, dove hanno assistito alla proiezione del film “La mafia uccide solo d’estate” del giovane regista Pif (nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto). La pellicola è stata molto apprezzata dagli alunni, i quali poi si sono cimentati in un dibattito sulla mafia, su come combatterla, su come si manifesta e opera, sulla sua presenza nel nostro territorio. In numerosi sono intervenuti e si è creata un’interessante discussione, dalla quale però è emersa la necessità di una maggiore informazione riguardo a questo cancro che affligge il nostro Paese. Nel turno dedicato agli studenti del triennio è intervenuto il Capitano dell’arma dei Carabinieri di Fermo Pasquale Zacheo, che ha condiviso con passione e sincerità la propria esperienza lavorativa nella lotta alla criminalità organizzata. Un’esperienza che va ben oltre l’applicazione della legge: il Capitano Zacheo ha sottolineato quanto la lotta alla mafia passi prima di tutto per la conoscenza diretta del territorio in cui essa opera e della cultura, delle usanze, delle tradizioni che lo animano. Gli aneddoti sull’esperienza di incontro con i cosiddetti “uomini d’onore” e sulle modalità attraverso le quali si svolgono i rapporti tra la criminalità e le forze dell’ordine hanno contribuito a restituire un’immagine realistica della criminalità organizzata, capace di far riflettere su un mondo di cui ignoriamo la presenza, ma che si infiltra nelle nostre Scansiona questo vite in maniera significativa. Una testimonianza, quella di Zacheo, fondamentale per conoscere codice e vedi il da vicino la realtà della lotta alla mafia nel nostro territorio, una lotta silenziosa e che trailer del film che apparentemente non coinvolge le nostre vite, ma che garantisce e protegge il nostro piccolo abbiamo visto mondo di legalità quotidiana. all’assemblea! GLI STUDENTI CONTRO LE MACCHINETTE di Michele Capezzani Penso che oramai sia all’ordine del giorno vedere la gente azzuffarsi davanti all’interminabile fila delle macchinette per riuscire a comprare la solita merenda dell’intervallo, o sentire i ragazzi lamentarsi per l’improvviso aumento dei prezzi che oramai sono veramente diventati improponibili. È un’assurdità dover pagare 1.10€ un semplice Kinder Bueno, o 2.20€ una confezione di tramezzini, che due anni fa costava due euro! Sappiamo tutti che 10 cent. non cambiano molto ad una persona, ma giorno dopo giorno, 10 centesimi su 10 centesimi, si possono risparmiare un bel po’ di soldi. È ora di dire basta a questo continuo aumento di prezzi, bisogna mettere fine a tutto ciò. Diamoci una mossa ed organizziamoci tutti quanti per boicottare le macchinette e spingere i fornitori a riportare i prezzi dei prodotti al loro valore originario e giusto. l’Acaro-Febbraio 2014 7 L’Annibal Caro-Interviste INTERVISTA AL PRESIDE PIERO FERRACUTI di Luca Fantuzi Da dove nasce la passione per l’ insegnamento? Iniziando a fare supplenze in attesa dei concorsi per il settore archeologico mi sono subito appassionato all’insegnamento e ho capito che sarebbe stata la mia strada. Se non fosse diventato docente che lavoro avrebbe fatto? Il cartoonista; avrei voluto iscrivermi alla scuola del cartone animato di Urbino. Ma purtoppo quell’anno le iscrizioni erano chiuse. Perché verrà introdotto il registro elettronico? Verrà introdotto per garantire alle famiglie la possibilità di controllare le assenze e l’andamento scolastico. I parametri di valutazione cambieranno? No, assolutamente. Quando il Liceo delle Scienze Umane si trasferirà nella nuova sede? La provincia ci ha detto nel 2015. Speriamo non sia una promessa da marinaio. Come commenta il fenomeno dell’assentismo? Attiene in prima battuta alla responsabilità personale, le leggi sono uno strumento e un supporto. Crede che questa problematica riguardi anche la nostra scuola? La problematica riguarda tutti gli enti pubblici. Nella nostra scuola c’è un alto livello di responsabilità da parte degli insegnanti. Quali opportunità ci offre il liceo? Le possibilità sono in genere maggiori di quanto si pensa, l’importante è stare attenti che i propri desideri non siano un li mite (sono disposto a fare solo ciò che voglio fare) ma un punto di partenza per guardare la realtà in maniera libera e positiva. Che cosa ne pensa del giornalino scolastico? E’ un ottimo strumento che permette ai ragazzi da una parte di sviluppare capacità organizzative e dall’altra di venire a contatto con problemi e persone che contribuiscono alla maturazione di chi ci lavora seriamente. Favorevole o contrario a: Crocifisso nelle classi: Favorevole. Baci in corridoio: Credo poco agli elenchi di regole troppo minuziose. Facebook: Dipende dall’utilizzo. Scioperi e manifestazioni: Sono diritti garantiti dalla Costituzione ai lavoratori. Giornate di cogestione: Una possibilità creativa di sfruttare le ore destinate all’assemblea di istituto. INTERVISTA DOPPIA AI PROF (a cura di Diletta Pompei e Augusto Massi) Anna Moglioni Nome e Cognome Chimica e Biologia Leone Mai, non ci credo! Materia di insegnamento Segno zodiacale Dà mai una sbirciatina all'oroscopo? ...Nessuna delle due Si! Tutte e due! Tornare a Roma, il prima possibile. Berlusconi Nessuna, non le guardo Aho e daje! Annamo! Da liceale era una ragazza nerd o trendy? Ricorda il suo primo amore? L'uomo ideale deve essere ricco di buone qualità o di soldi? Qual è il suo sogno nel cassetto? Quale persona butterebbe giù da una torre? Qual è la sua telenovela preferita? Assolutamente no Ci dica una frase nel suo dialetto che utilizza spesso Ha piercing o tatuaggi? Odio tutti e due, comunque Vampiri Vediamo se conosce il linguaggio dei giovani: Preferisce Vampiri o Hobbit? I don't know Sono scarpe vero? Timberland! Cosa vorreste voi ragazzi dai Professori? Maggiore dialogo. Preferisce Ask o Tumblr? Preferisce le Dr. Martens o le Timberland? La ringraziamo per la sua disponibilità, ha qualche domanda da farci? Rosanna Bonifazi Chimica e Biologia Acquario Si, per divertirmi tutte le mattine lo ascolto alla radio mentre faccio la toeletta Forse trendy, nerd no di certo. Certo che lo ricordo, mi scrive ancora! Ricco di buone qualità Fare la ricercatrice e scoprire cose importanti Non una persona, ma tutti i politici corrotti Non le guardo, evito Inutile che jiri 'ntorno a lu fitteru No …Hobbit Non so che cosa siano Non so che cosa siano Organizzate bene questo giornalino! l’Acaro-Febbraio 2014 8 L’Annibal Caro-Interviste INTERVISTA AI FIGLI DEI PROFESSORI Conosciamo i nostri “amati” prof. fuori dalla vita scolastica. Manterranno gli stessi vizi e difetti o si toglieranno la maschera che li caratterizza dietro le fatidiche cattedre? di Belletti Veronica e Zezza Maria Teresa Nome: Agnese Cognome: Colarizi Data di nascita: 8 Agosto 1999 Classe: IV Ginnasio C Figlia di: Prof. Colarizi Graziano Cosa si prova ad avere un padre insegnante? Mi piace molto, anche perché mi può aiutare a casa con i compiti. Ti è mai pesata questa situazione? No, solo all’inizio mi sono sentita un po’ a disagio, perché immaginavo che lo avrei incontrato spesso per i corridoi e non sapevo come comportarmi, ma mi sono abituata. Ti ha condizionato nella scelta del liceo? Mi è sempre piaciuta questa scuola e ho sempre desiderato frequentarla; lui sicuramente mi ha appoggiato dicendomi che questo era un buon liceo. Aggettivi positivi e negativi per descrivere tuo papà? Simpatico e bravo nel parlare; negativi...mmm... è pignolo e golosissimo di caramelle e cioccolato bianco. Noi alunni siamo abituati a vedere il Prof. Colarizi sempre molto calmo, tranquillo, mai infuriato. A casa mantiene lo stesso tono pacato? Qual è la cosa che lo fa infuriare? No, no. Non si arrabbia mai neanche a casa, non l’ho mai visto infuriato. Al massimo un po’ innervosito per le partite di pallavolo. Cosa amate fare insieme? Ci piace scegliere i film da guardare e, dato che nonno ne ha tanti, andiamo a pescarne qualcuno lì e mentre siamo sul divano mangiamo schifezze. Inoltre amiamo guardare le partite di pallavolo poiché tifiamo anche la stessa squadra. Il suo hobby? Oltre alla pallavolo, i vini. Sappiamo che tuo padre si diletta a cucinare. Com’è nelle vesti del cuoco? Sì, solitamente cucina a pranzo, è bravissimo. Le sue specialità sono la carne al marsala e la pasta alla norcina con tartufo e salsiccia. Ti leggeva la favola della buonanotte quando eri più piccola? Sì, certo. In più mi cantava e suonava con la chitarra “Favola” di Eugenio Finardi. Suona? Sì, dato che era uno scout sapeva suonare la chitarra e poi anche il pianoforte e il flauto. Sai qual era la sua media al tempo del liceo? Intorno al sei e mezzo-sette; a volte anche otto. Un ricordo del liceo che menziona spesso? Un ricordo di preciso non lo so, dice che si divertiva moltissimo soprattutto con il suo compagno di banco. Ama il suo lavoro? Moltissimo e ama stare con i ragazzi. Soprattutto nei periodi difficili parla male di noi alunni o si lascia scappare frasi del tipo: “ Ma chi me l'ha fatto fare!”? Non l’ho mai sentito dire una cosa del genere. Gli dici: “ Papà ho studiato ma al compito/interrogazione non ho preso la sufficienza!” Lui ti risponde? A me fortunatamente non è mai capitato, ma a mia sorella sì e gli ha semplicemente detto di impegnarsi di più per andare meglio. Non se la prende per i voti! “Papà vado in discoteca domani!” Lui? Questo è capitato a Dicembre per il Gran Galà. Appena gliel’ho detto sembrava un po’spaesato, non se lo aspettava, ma alla fine mi ha mandata. Un suo sogno nel cassetto? Magari visitare qualche capitale Europea o del mondo. Lui ama viaggiare, per esempio in viaggio di nozze è stato in Messico! Oppure anche tornare negli scout. Parla mai in dialetto a casa? Sì, ogni tanto sì! In ultimo, vuoi lasciargli un messaggio? Si! Papà ho preso otto all’interrogazione di storia, visto che mi risenti sempre e ti pesa! Grazie mille Agnese per la tua simpatia e disponibilità! Nome: Luigi Cognome: Attorresi Data di nascita: 28 Ottobre 1997 Classe: I D Figlio di: Prof. Spinucci Maria Cosa si prova ad avere una madre insegnante? A volte è imbarazzante e anche una disgrazia perché pretende molto, ma anche conveniente per compiti e spiegazioni! Ti è mai pesata questa situazione? Non troppo. Ti ha condizionato nella scelta del liceo? No per niente, ho scelto io. Le sue migliori qualità? È intelligente e simpatica e cucina bene. La sua specialità? Pollo al curry con riso venere, ma non lo fa spesso. Il suo cibo preferito? Non lo so ma mangia molto spesso lo yogurt (Muller). Ti aiuta a fare i compiti? Qualche volta sì. La cosa che la fa infuriare? Stranamente anche se a scuola si arrabbia spesso, a casa quasi mai. Come occupa il suo tempo libero? Legge, fa yoga e le piace molto sciare. Gioca spesso a Candy Crush e Ruzzle. Che telefono ha? Samsung Galaxy s3 mini. Cosa amate fare insieme? Viaggiare. Il posto migliore in cui siamo stati è Parigi. A scuola tua mamma è sempre ordinata e si vede che tiene molto a se stessa. A casa è mai in disordine? Sì, lascia i suoi libri dappertutto. Prima di andare a dormire, quando eri più piccolo, ti leggeva Esopo? No…ah ah ah ah!!! Sai qual era la sua media negli anni del liceo? Di preciso non so ma aveva una media molto alta. Ama il suo lavoro? Sì, molto. Era un suo grande sogno insegnare. Parla male di noi alunni nei momenti più difficili o si lascia sfuggire frasi come “ma chi me l’ha fatto fare!”? A volte parla degli alunni ma sempre bene. Anche se certe volte sente molto la stanchezza e la pressione dell’impegno. “Mamma ho studiato, ma sul compito ho preso l’insufficienza”. Lei cosa ti risponde? Non è importante per lei, ciò che conta è che le cose le so. Un sogno nel suo cassetto? Non ce l’ha. Ma la nota tortura dei dadi è una norma utilizzata solo a scuola o anche a casa? No, fortunatamente a casa no. Alla tua richiesta di andare in discoteca lei come reagisce? Mi dà il permesso in modo piuttosto indifferente. Assomigli più a tua madre o a tuo padre? A papà. Come si sono conosciuti i tuoi genitori? Si sono conosciuti qui, al liceo. Mia mamma faceva il IV ginnasio e mio papà l’ultimo anno, il III liceo! Pensando a lei… un episodio divertente che ti viene in mente? Basta venire a casa nostra di notte!! Lotta con i ladri e nel sonno parla in greco! Vuoi lasciare un messaggio a tua mamma? “Finalmente la verità è venuta a galla!” Grazie della disponibilità e in bocca al lupo con la mamma/prof più “in” del liceo. l’Acaro-Febbraio 2014 9 L’Annibal Caro-Ipse dixit In questa rubrica, ormai storica, trovate raccolti gli strafalcioni e le frasi più divertenti ed insolite dei prof! Bonifazi:-‘Mo vi dico una cosa, però basta che non mi mettete sul giornalino!Beleggia:-Non vi taglio la lingua solo perché mi servono per le interrogazioni, altrimenti non sarebbe un’operazione tanto sconveniente!Di Gabriele (rivolta a un’alunna):-Io non so cosa ti spaventa dell’interrogazione. A parte me.Alunno B. ad alunno C.-Questa va sugli Ipse Dixit!Di Gabriele:- B. e C., vi metto zero. Per sempre!Borghini:-Altro da chiedere? (tutto silenzio) Allora adesso chiedo io.- Di Gabriele:-Dobbiamo cambiare la disposizione dei banchi...Alunno:-Facciamo una cosa a tre... Ehm... Dei banchi intendo!Bonifazi:- I due dipoli si annullano a VICENZA...Di Gabriele:-La versione per oggi l’avete fatta?Alunna:-No prof...Di Gabriele:-Mostro.Alunna:-Ma mi sono scordata di scrivere i compiti sul diario!Di Gabriele:-Sei un mostro.Lattanzi:-Sai dove te lo metto il digamma?- Alunni:-Ma lei ha deciso di diventare prof per mettere tutti 4?Di Gabriele: Ma io non metto tutti 4!Alunno:-Tutti 3, infatti!- Cardellini:-Se c’hai le corna, tienitele.- Acciarri:-Cos’è che non capisci di “shh”? La “s” o la “h”? Alunno:-La “h”.- Monelli:-Zitti... state! Non c’è spazio per le vostre chiacchiere!- Nezi:- Il Partenone fu costruito da Ictino e Callicrate...Alunno:-Chi è morto di cancro?- Lattanzi:-Che significa “ab imo corde”?-(=dal profondo del cuore) Alunno:-Abbiamo le corde.Lattanzi:-Sì, pe’ impiccattece- Strappa:- Questa ragazza mi fa venire la pelle d’oca, ma di un’oca mastodontica.Belletti:-Fate schifo, pardon, pietà.Trentuno:-Qual era la moglie di KENnedy?Alunno:-BARBIE?Natali:-Il maggiore rappresentante dell’idealismo indiano fu ASANGHA VASUBANDHU.- Marchetti:-Non mi fate bestemmià, se è possibile.- Principi (di fronte a una classe sonnolenta):- Morfeo impera qua dentro.Strappa:-Allora, qual è la risposta?Alunni:-Mmm...Strappa:-Non datemi queste risposte bovine...Preside (alla consegna delle pagelle):- C’è posta per voi!- De Luna:-Senti, se mi sai dire una cosa difficile ti rimando a posto. Spiegami cos’è la collazione... che non è quella che faccio tutte le mattine da Novecento!- l’Acaro-Febbraio 2014 10 Musica CCCP – FEDELI ALLA LINEA Dalle loro ceneri nasceranno, nuovo prodotto della mente vulcanica dell’ex frontman e cantante, i CSI (altra coincidenza?), e poi i PGR, Per Grazia Ricevuta, (purtroppo senza Massimo Zamboni, diventato nel frattempo musicista solista) che abbandoneranno la connotazione filo-sovietica proseguendo però sulla stessa linea stilistica del precedente gruppo . Ma a dispetto di tutte le loro reincarnazioni, e a dispetto del repentino quanto incomprensibile cambio di vedute di Ferretti, trasformatosi da punk comunista a cattolico ultraosservante, i CCCP restano e resteranno la band italiana di culto per definizione, per tutti gli intenditori di musica e per tutti i … Fedeli alla linea. LE CANZONI SIMBOLO: 1) Live in Pankow Autodefinitisi autori di “musica melodica emiliana” e “punk filosovietico”, i CCCP sono stati gli ispiratori di tutto il filone italiano dell’alternative e dell’indie rock che si sviluppò in Italia a partire dagli anni’80 . Il nome della band è l’acronimo SSSR (in alfabeto cirillico appunto CCCP, italianizzato nell’apparente pronuncia cì cì cì pì), che indica, in russo, il nome dell’Unione Sovietica . La storia del gruppo ha inizio a Berlino nel 1981, quando Giovanni Lindo Ferretti, originario dell’Emilia ed ex militante di Lotta Continua, incontra il chitarrista Massimo Zamboni ; ne nasce subito un’affiatata unione artistica, che porterà il neonato complesso, a cui nel frattempo si era aggiunto un batterista, ad esibirsi nei primi concerti in feste e locali emiliani, e successivamente ad incidere la prima raccolta: “Compagni, cittadini, fratelli, partigiani” viene registrato in una sala di incisione improvvisata, a ridosso di una fermata del tram il cui rumore disturba non poco le registrazioni … ma è in queste condizioni che nasce la straordinaria identità artistica e musicale dei CCCP, fatta da sonorità grezze portate spesso fino all’estremo, un cantato che tende al recitato e testi che oscillano fra scherzo, ironia e militanza politica . Il nocciolo dell’identità del gruppo va cercata, più che nella musica, appunto nei testi, dai quali traspare l’appartenenza all’Emilia, considerata l’”estrema periferia di Berlino”, e insieme la celebrazione (in modo piuttosto ambiguo) dell’Unione Sovietica e dell’Europa dell’Est. Il loro primo album vero e proprio, dall’allucinato titolo “Affinità divergenze fra il compagno Togliatti e noi–del conseguimento della maggiore età”, oltre ad essere considerato una pietra miliare del punk, è la perfetta sintesi della “poetica” dei CCCP, caratterizzata dall’attaccamento alla propria terra, dalla militanza politico-ironica, dalla critica alla società contemporanea e all’apatia che la caratterizza (dalla quale tuttavia neppure gli autori si sottraggono), il tutto condito dalla lugubre voce di Ferretti . In questo modo i CCCP attraversano tutti gli anni’80, e mentre il mondo se ne va da un’altra parte loro restano lì, duri e impegnati, fedeli alla linea appunto, sfornando album che segnano la loro maturità poetica e musicale, come “Socialismo o barbarie” nel quale è ancora evidente fin dal titolo l’attaccamento alla cultura sovietica, ma nel quale il gruppo non si risparmia critiche allo stesso movimento punk e nemmeno canzoni di argomento religioso, vera e propria novità nel loro repertorio . Ma nonostante i successi nel mondo alternativo e non solo, fra i quali l’aver suonato (durante un tour nell’Est) davanti a un pubblico di ufficiali dell’Armata Rossa, i CCCP comprendono di aver raggiunto l’apice e si sciolgono, coincidenza o meno, proprio in concomitanza con la riunificazione della Germania e la fine dell’Unione Sovietica. (Ortodossia II, 1985) “Voglio rifugiarmi sotto al Patto di Varsavia, voglio un piano quinquennale, la stabilità !” Il manifesto politico-culturale dei CCCP, dagli espliciti riferimenti alla cultura socialista (Pankow è un quartiere di Berlino ex sede del governo tedescoorientale), ma senza dimenticare la natìa Emilia … In Alexanderplatz come in Piazza del Duomo. 2) Islam Punk (Ortodossia II, 1985) Sensazionale brano dall’andamento orientaleggiante, con continui riferimenti alla Turchia e al Medio Oriente. L’urlo di Ferretti “Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta !” rimarrà nella storia . 3) Mi ami ? (Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1984) Intro quasi da balera, per poi passare a una segnalazione di erotismo deprimente (“un’erezione un’erezione un’erezione triste, per un coito molesto, per un coito modesto, per un coito molesto”) e quindi diventa drasticamente punk … per poi concludere con un certo sentimentalismo: “smettila di parlare, avvicinati un po’ “. 4) Militanz (Compagni, cittadini, fratelli, partigiani, 1984) Una delle più belle e sentite canzoni scritte da Giovanni Lindo Ferretti . Molto punk, con un testo enigmatico e un cantato quasi angoscioso . “Io dovrei bere un po’ di questo amaro calice, io dovrei berne molto fino a toccare il fondo” dà i brividi 5) A ja ljublju SSSR (Socialismo e barbarie, 1987) Il titolo, già eloquente di per sé, significa “Ti amo, URSS” . Il riff iniziale riprende l’inno sovietico, e quando la suonarono live durante un concerto a Leningrado i militari si alzarono in piedi, con somma emozione di Ferretti e compagni. 6) Huligani Dangereux (Canzoni preghiere danze del II millennio, sezione Europa, 1988) Il brano è una presa in giro della violenza negli stadi, con una pronuncia simil-romena. Stranamente allegro per i loro standard, ma evidentemente erano già entrati nel processo di trasformazione. 7) Io sto bene (Affinità-divergenze, 1986) Nei primi dischi si delineava l’immagine emiliano-sovietica della band : un po’ orecchiabile, un po’ punk . Uno dei tormentoni divenne : “Non studio non lavoro, non guardo la TV, non vado al cinema, non faccio sport”, denuncia contro l’apatia degli anni ’80 . E’ la “This is not a love song” dei CCCP e uno dei brani più belli del gruppo . 8) Per me lo so (Socialismo e barbarie, 1987) Inizia che sembra un liscio emiliano, per poi diventare irresistibilmente punkeggiante. Qualcuno ha supposto che parli di droga (e visti i tipi è probabile), ma la sua profondità è adattabile praticamente a tutto. Insieme a “Io sto bene” e “Live in Pankow” è la sintesi dell’identità CCCP, e il testo è semplicemente meraviglioso: “In questo presente che capire non sai, l’ultima volta non arriva mai”. di Federico Dionisi l’Acaro-Febbraio 2014 11 Musica MUSICA A DUE PASSI di “La musica secondo l’Indie” (Elena Sophia Ilari, Matteo Bronzi) Ci capita spesso di guardare con ammirazione e invidia i due grandi genitori della musica contemporanea (America e Regno Unito) o di inseguire in tutta Italia le date più vicine dei nostri gruppi preferiti ignorando del tutto di avere a pochi passi da noi, originali e pronti a stupirci, gruppi sempre nuovi che ci possono regalare le stesse emozioni dei grandi must a noi tanto cari. Non sempre infatti bisogna attraversare il paese per sentire buona musica! Infatti, cari amici amanti della musica e delle band sperimentali, non dobbiamo sottovalutare la nostra apparentemente piccola regione, riuscita a concepire ben 607 band di ogni genere e sfumatura! Non possiamo di certo continuare ad ignorarle! Ecco un assaggio: Cominciamo con i Maria Antonietta, nati a Pesaro, la band è formata da cinque membri; ma la vera leader del gruppo è una rossa tutto pepe che ci annuncia, sul sito ufficiale, l’uscita del loro nuovo album: “Sassi”, il messaggio che ci arriva con quest’ultimo: “Ho lanciato per tutta la vita montagne intere di sassi, ora è arrivato il momento di raccoglierli”. Singoli come “Quanto eri bello” o “ Occhiali da sole” valgono la pena di essere ascoltati. Seguono i Soviet Soviet, anch’essi di Pesaro, la band è composta da tre membri. Il loro genere New Wave tendente al Punk, ci trasporta in una nuova dimensione, molto simile all’Inghilterra degli anni 90 per sound e testi. Da non perdere l’ultimo album sperimentale “Fate”. Non potevano di certo mancare i Tepezè (Fermo) con il loro genere progressive, alternativo e il loro album “Possibilità”, che sembra avere come obiettivo il raggiungimento della tranquillità dell’animo, deducibile anche dalla scelta di titoli dal significato apparentemente nascosto. I Tepezè sembrano volerci mandare un messaggio: chiudete gli occhi e cancellate per un istante la solitudine, la nostalgia e il buio e soffermatevi su alcuni piccoli particolari, osservate come si distruggono le possibilità di ottenere qualcosa dalla vita riempiendola di dubbi, incertezze e paure; viaggiate e chiudete gli occhi. Cambiamo genere e passiamo ad un gruppo di Pesaro desideroso di trasmetterci tutta la sua voglia di cambiare e di rinnovare. I Barbacans ci sorprendono con la loro allegria contagiosa e con un album all’insegna del rock italoamericano: “God save the fuzz”. Il quarto gruppo proveniente da Pesaro che vi proponiamo, i Peepool, suonano Easy-Listening e nel loro unico album “NO” le parole scompaiono per lasciare posto a sentimenti ed emozioni sottoforma di note e melodie. La singolare assonanza con la parola “people” e la sicurezza con cui si rifiutano di trovare un titolo piuttosto esteso al loro unico album li rendono consapevoli del fatto che per trasmettere odio e amore alle persone che ci troviamo di fronte ogni giorno non sia necessario l’uso di parole superflue ma sia fondamentale il tentativo di riuscire a suonare un’emozione cosi come essa si esprime in ognuno di noi. Dietro Persian Pelican c’è un vero personaggio dell’indie marchigiano; si tratta di Andrea Pulcini, che crea un genere folk geneticamente modificato. Il cantautore infatti cerca di mescolare songwriting americano, cinema iraniano e melodrammi di Douglas Sirk. Originale e creativo il primo album “These cats wear skirts to expiate original sin” è interamente autoprodotto e registrato in una piccola fabbrica di borse del Piceno. La caratteristica principale dell’originalità di questo autore è il tentativo di descrivere l’amore come sentimento più freddo della morte. Nel panorama maceratese incontriamo gli Aedi. Il loro suono rappresenta un singolare viaggio tra l’hardcore e il pop melodico uniti a ritmi quasi tribali di batteria. Gli Aedi sono paradiso e inferno insieme. Una voce angelica accompagnata da melodie delicate ma avvolte in un velo d’inquietudine si trasformano gradualmente in note graffianti e arrabbiate che sprigionano potenza. I brani rappresentano continui crescendo che catturano l’ascoltatore verso un mondo pieno di contrasti fra luce ed ombra, fra delicatezza e forza, trasformando un live in un’esperienza unica. “Be Forest”, “essere foresta”, questo è il nome del gruppo indie-rock della provincia di Pesaro-Urbino. Con la loro musica essi riescono a disegnare immagini di luoghi lontani, tra le foreste, i ghiacciai, la neve, in un panorama quasi surreale. In un mondo di reverberi, di echi, di ritmi tribali, vivono i Be Forest. Basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare per entrare nel loro mondo e sentire il profumo delle foglie secche sul manto bianco di qualche paese nordico. Riaffacciandoci sul panorama maceratese ci sono i Drunken Butterfly. Gruppo ormai radicatissimo di Indie-rock-noise aprono le porte al mondo della musica nel lontano 1999. Ancora in attività se ne escono nel 2012 con “Epsilon Reloaded”. Questo album che prende il nome dall’omonimo singolo è fatto di elettronica dura, senza mezzi termini mischiata ad un rock “sporco”, molto vicino al grunge. Ne esce fuori una sovrapposizione di generi che si mischiano meravigliosamente dando un risultato paradossalmente quasi vicino alla corrente psichedelica. Cambiando completamente genere parliamo dei Chewingum. Loro sono in tre, “Ragazzo Italiano”, “Carta” e “Mr. Moon” e da Senigallia con furore portano un “frullato di generi”, come loro stessi lo definiscono, che va dal Reggae al funky , dal pop al wave, dalla samba all’hip hop fino allo psichedelico, insomma non si lasciano mancare niente. Una chitarra elettrica, un basso, degli strumenti da elettronica e tre voci e via si parte verso un tour infinito in Italia e poi in Spagna, New York, Francia, con circa 300 e più concerti. L’ultimo CD pubblicato per la Garrincha Dischi dal titolo “Nilo” più che un CD è il diario di un lungo viaggio di cui ogni canzone è testimone, un reportage di culture che si mischiano in questo meraviglioso insieme con un leggero sottofondo di elettronica. Ogni canzone richiama un genere, uno stile, un incontro fra culture. “Nilo” è un’esperienza da vivere, un giro di una buona parte del mondo in mezz’ora. I Camillas. Una chitarra, una tastiera e tanta follia. Duo attivo da tempo immemore che negli ultimi anni ha trovato spazio nella musica italiana. Ruben e Zagor Camillas ad ogni canzone ti regalano qualcosa, qualcosa di bello, che sia un sorriso, che sia una gigantesca risata, che sia un sentimento bello o brutto ma qualcosa lasciano sempre. Suonano da un Pop acustico all’elettronico fino alla musica per bambini. I temi delle loro canzoni sono svariati e quotidiani con titoli meravigliosi e divertenti. Da ascoltare per capire. l’Acaro-Febbraio 2014 12 Musica ARTISTI EMERGENTI/2: LORDE ALMOST UNDONE – THE LOVECATS di Michele Capezzani È inevitabile parlare di Lorde quando si deve discutere dei nuovi artisti emergenti in questo periodo. Ella Maria Lani YelichO’Connor, meglio conosciuta come Lorde, molto apprezzata dai ragazzi d’oggi, è nata ad Auckland, in Nuova Zelanda, il 7 Novembre 1996. Dopo aver collaborato per qualche anno con diversi cantautori e compositori, con un contratto con la Universal, una delle tre etichette discografiche più importanti dell’industria della musica, raggiunge la formazione completa all’età di quindici anni. A diciassette anni pubblica il suo primo EP The Love Club in forma digitale, contenente il singolo Royals, che in poco tempo raggiungerà il vertice della classifica neozelandese insieme ad altri suoi tre brani. Dopo la pubblicazione di questa canzone in America, riesce a raggiungere la vendita di 85.000 copie in una sola settimana, e a guadagnarsi la vetta di numerose classifiche musicali. Il suo album di debutto è Pure Heroine, fortemente influenzato dallo stile dell’electropop. Lorde è stata inoltre la prima artista neozelandese ad avere contemporaneamente quattro propri brani all’interno della top 20. di Matteo Bronzi Una giornata serena ma non troppo , un pacchetto di caramelle gommose, l’odore di un libro nuovo della Feltrinelli, un thè con quattro zollette di zucchero ma con una fetta di limone; piccole cose che impercettibilmente ti cambiano in meglio la giornata e che sanno di “ Almost Undone”. Tirato fuori dalla “diNotte Records”, questo Ep è il risultato della perfetta sintonia tra Cecilia Grandi e Adele Nigro che insieme sono conosciute come le “Lovecats”. Tra dolci melodie di chitarra e poco più, due voci incantevoli, canzone dopo canzone, ti invitano ad immergerti nel loro mondo lontano e fatto di cose semplici ma belle. Nessuna impalcatura musicale, niente di complicato e arzigogolato, un cantautorato puro tutto al femminile. Con due pastelli a cera in mano, Cecilia e Adele disegnano i contorni di ogni protagonista delle loro avventure, lasciando all’ascoltatore tutto il resto. Nei loro brani storie sospese, leggere, sempre sfumate di una delicata malinconia quasi come una nebbia cittadina. Nato da poco (2010) a Verona il duo pop-folk dopo un giro di rodaggio fatto con un demo tra cover e inediti riesce a trovare lo spazio e ad uscire con questo primo amabile lavoro firmato esclusivamente Lovecats. Scansiona il codice e ascolta “Royals”, la canzone che ha portato Lorde al successo! l’Acaro-Febbraio 2014 13 Cinema "HUNGER GAMES-LA RAGAZZA DI FUOCO" di Alessio Romanelli Se nel primo capitolo della saga l'attrice 23enne Jennifer Lawrence ci ha fatto emozionare e commuovere nel ruolo dell'eroina del Distretto 12 Katniss Everdeen, nel secondo episodio lei ed il resto del cast hanno superato loro stessi, merito anche del nuovo regista, Francis Lawrence, che è riuscito a mantenersi quasi totalmente fedele al romanzo. Ne "La Ragazza Di Fuoco" troviamo la 17enne Katniss, la cui vita ha subito una drastica svolta dopo la vittoria dei settantaquattresimi Hunger Games: ora ha una nuova casa al villaggio dei vincitori, proprio vicino al suo Peeta (Josh Hutcherson), una vita tranquilla insieme a sua madre e alla sorellina Prim (Willow Shields) e non è più costretta a soffrire la fame o il freddo; insomma una vita quasi perfetta. Quasi. La sua vittoria nei giochi ha scatenato tumulti negli altri distretti ed ora tutta Panem è in rivolta contro Capitol City, cosa che non piace affatto al presidente Snow... Personalmente ho amato questo film: anche dopo aver letto e riletto più volte il libro, anche sapendo quasi a memoria tutto ciò che sarebbe accaduto, sono rimasto comunque stupito e affascinato da ogni singolo personaggio, ogni dialogo, ogni piano, ogni svolta all’interno della storia. Film approvato in pieno! LA MAGIA DELL'ANIMAZIONE di Federico Appoggetti L'animazione. In molti parlano dei film d'animazione come pellicole infantili, troppo inverosimili e ridicole. Spesso però è proprio un film d'animazione a darci, fin da quando siamo piccoli, le più importanti lezioni. I film d'animazione vengono realizzati in due maniere diverse: il classico disegno a mano che ha visto i più grandi successi crescere dagli anni ‘30 ad oggi oppure le immagini computerizzate (o meglio in CGI). Quest'ultima grande e recente tecnica ha portato, con l'entrata in scena di “Toy Story”, i cartoni ad entrare nella sala del cinema, rendendo, con un travolgente 3D, gli oggetti e gli ambienti più realistici e spesso mozzafiato. Basta pensare a “Ribelle-The Brave”: questo film, dopo sette anni di duro lavoro (tra i quali due solo per realizzare i capelli della protagonista), ha portato alla PIXAR il 7° Oscar; presenta dei paesaggi che non si vedono spesso in un film “normale” e che emozionano più di un paesaggio reale. Non è possibile immaginare l'immenso lavoro che c'è dietro, tutte le persone, la creatività, i sogni e la fantasia. E' proprio questa la magia dell'animazione: creare qualcosa di fantastico che riesce ad emozionare e a farci tornare bambini. Spesso, come infatti dicevo precedentemente, i film d'animazione non sono solo per piccoli spettatori. I primi venti minuti di “Up” (due Oscar nel 2010) sono puri minuti di grande emozione che ci rendono partecipi di una delle storie d'amore più toccanti del cinema. “Wall-E” ,che per altro è stato addirittura considerato troppo impegnativo per i bambini, insegna che l'essere umano, nonostante gli errori che commette nei confronti dell'ambiente, può ricostruire un mondo migliore. E' proprio tramite buffi personaggi, animali parlanti, vecchi scorbutici e topi-cuochi che la nostra mente si accende, che riprendiamo a sognare, riflettiamo e, perché no, ci divertiamo. l’Acaro-Febbraio 2014 14 Cinema WOODY ALLEN: UNA GENIALITA’ MULTIFORME E UNA CONTINUA SORPRESA di Elena Cerolini Chi di noi non ha mai sentito parlare di Woody Allen? Forse non tutti sanno che questo è in realtà lo pseudonimo di Allan Stewart Königsberg e non tutti sanno che la sua esperienza scolastica non è stata all’altezza della sua carriera. Il primo anno di scuola, infatti, viene inserito in una classe avanzata, grazie al suo elevato quoziente d'intelligenza, ma sviluppa subito un odio per l'ambiente scolastico, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando continuamente in classe. Sorprendentemente si dimostra molto abile negli sport e pratica pallacanestro, football, baseball, stickball, sia a scuola che nel quartiere; uno dei suoi sport favoriti è il pugilato, ma dopo diversi mesi di allenamento i suoi genitori gli chiedono di smettere, poichè progettano di farlo studiare all'università. La frequentazione di Allen alla New York University, dove studia comunicazione e cinema, tuttavia, si limita ad un solo semestre, peraltro senza grandi risultati portandolo all'espulsione dalla stessa. Si iscrive per breve tempo al City College of New York, ma i risultati sono gli stessi dell'esperienza precedente. Si conclude così ingloriosamente la sua formazione scolastica, quasi contemporaneamente alla sua ascesa nel mondo del cinema. Allen è da tempo noto al grande pubblico come regista, sceneggiatore ed attore di celebri film come Manhattan, Io ed Annie, Criminali da strapazzo, Hannah e le sue sorelle e, più recentemente, Match point, Midnight in Paris, To Rome with love e Blue Jasmine. I temi affrontati da Allen – dalla crisi esistenziale della New York “bene” alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica newyorkese – rispecchiano la sua passione per la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi ed il cinema europeo. In alcune opere sono presenti elementi surreali ed assurdi, a caratterizzare ed amplificare l'effetto comico. Allen, per esempio, indossa continuamente i suoi occhiali con la montatura nera, tipicamente anni settanta, che non abbandonerà mai, neanche in Amore e guerra, ambientato in Russia in epoca napoleonica. Il cinema di Allen contiene molti riferimenti all'umorismo ebraico, alla filosofia, alla psicoanalisi e anche, in maniera critica e satirica, alla religione. La comicità verbale di Allen è derivata da quella degli ambienti artistici ebraici newyorkesi; molti suoi racconti presentano termini dell'yiddish, la lingua degli ebrei dell'est europeo diffusa anche in queste zone della Grande Mela. Non è possibile separare l'immagine del regista dalla sua città: la New York di Allen è quella degli intellettuali e delle classi medio-alte, non quella dei quartieri "bassi". Questo per il fatto che è quella da lui conosciuta di persona ma non ha niente a vedere, come confermato da lui stesso, con una preferenza "classista". Woody ha anche moltiplici interessi, tra cui il jazz, infatti è un apprezzato interprete al clarinetto e un ottimo conoscitore del repertorio jazzistico. Vi sarete accorti che quasi tutte le sequenze dei titoli di apertura e di chiusura dei suoi film presentano come carattere di scrittura il Windsor bianco su sfondo nero, senza effetti di scorrimento, con musica jazz di sottofondo. Anche in Manhattan troviamo la musica di Gershwin per raccontare un'altra storia di nevrosi e amori inconcludenti. Un’altra fra le passioni di Woody è quella di seguire la squadra NBA della sua città, i New York Knicks, tanto che i piani di lavorazione dei suoi film sono basati anche sulle date e sugli orari delle partite, in modo che Allen possa finire in tempo le riprese della giornata e andare a vedere la partita. Allen si rifiuta di guardare i suoi film dopo la loro uscita nelle sale; il regista, infatti, ha affermato che rivedendo la pellicola finita sicuramente penserebbe che il film non sia sufficientemente buono e che avrebbe potuto fare di meglio. Anche per questo motivo non ha mai registrato un commento audio per nessuno dei suoi film da includere nei DVD, per i quali pretende edizioni semplici, prive di extra, monodisco e con l'audio mono che caratterizza tutti i suoi film. Mi piace pensare il cinema di Allen, perchè non teme il confronto con quelli che considera i suoi maestri (Bergman, Fellini e Lubitsch) nè teme di raccontare di sé, delle sue nevrosi e delle sue paure. A volte per raccontarsi usa un linguaggio che è il balbettio di un adolescente alle prime armi con una dichiarazione d'amore, e il balbettio della parola si traduce in immagine, in un montaggio tutto pezzi (del resto Harry è a pezzi) e interruzioni, frammenti e ragguagli. Mi viene il dubbio che il cinema di Allen, dell'intellettuale newyorkese per eccellenza, sia un cinema viscerale. Il connubio tra cervello e istinto, istinto del raccontare, e del raccontarsi, che è in ultima analisi la cosa a cui ci appassioniamo di più. Dunque Allen è un genio umoristico americano ma amato anche e soprattutto in Europa. Mostro di creatività, l'autore riesce spesso a lasciare il segno, a usare la cultura (anche di nicchia) per creare delle incredibili commedie umane che parlano direttamente allo spettatore. Sia quello ingenuo che ride delle battute con leggerezza, sia quello più colto che apprezza la complessità delle intricate sceneggiature. Un regista originale che scrive, recita, suona e gioca con la magia. Capace di mettere con le spalle al muro il pubblico, puntando il dito su ipocrisie e colpe non espiate, è un ottimo insegnante di vita. Con 5 Oscar portati a casa, Woody riceve consensi anche da quella fetta di pubblico americano che lo aveva snobbato fino a quel momento. l’Acaro-Febbraio 2014 15 Cinema IL CINEMA (RI)SCOPRE LE MARCHE I film girati nella nostra regione. di Francesco Pascali E’ possibile pensare ad un atlante cinematografico della nostra regione? Sono oltre 140 i film i film girati nelle Marche dal 1897 ad oggi, per non parlare dei molti progetti non andati in porto, ma di cui abbiamo delle testimonianze… Fin dai primi decenni del secolo scorso (più precisamente tra il1908 e il 1926), le Marche vengono utilizzate come set di 15 film muti. Dagli anni ‘40 si assiste a un crescendo di troupe cinematografiche nel nostro territorio con un picco di 14 produzioni negli anni ’70. Nel 1943, Visconti arriva in Ancona per girare la seconda parte del suo “Ossessione” e già fece ben sperare ne futuro “cinematografico” delle Marche. Ricordiamo, poi,del 1959 “Estate Violenta” di Valerio Zurlini, film che all’epoca ebbe un discreto successo. E’ del 1969 “I Delfini” di Francesco Maselli, girato interamente in Ascoli e che vede protagonista Claudia Cardinale. Un’ altra pellicola girata ad Ascoli è “Alfredo Alfredo” di Pietro Germi del 1972, con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli. Nel 1973 viene girato a Fermo un giallo, “Delitto d’autore”, che ha avuto, però, un pessimo giudizio di pubblico e di critica. Durante gli anni ci sono state immagini del paesaggio marchigiano in chiave on the road “rubate o manipolate”(sono da citare dei paesaggi in “Tournè” di Gabriele Salvatores o in” Stanno tutti Bene” di Giuseppe Tornatore). Facciamo ora un salto e andiamo al 1987, anno dell’esordio alla regia del marchigiano Giuseppe Piccioni con “il Grande Blek”, pellicola interpretata da Sergio Rubini che narra gli eventi di un gruppo di amici di Ascoli Piceno; il film ha vinto anche 2 Nastri d’Argento. Nel 1991 Mario Monicelli gira nei dintorni di Pesaro “Rossini!Rossini!”, film-omaggio al grande compositore e nel 1993 “Panni Sporchi”, ambientato tra Macerata e Roma. Nel 2001 Nanni Moretti gira ad Ancona il suo decimo lungometraggio, “La Stanza del figlio”, film vincitore della Palma d’Oro al 54°Festival di Cannes. Dieci anni dopo, esce nelle sale “Il Cuore Grande delle Ragazze” di Pupi Avati, discreta pellicola girata nel Fermano. Proprio il 21 ottobre scorso, infine, sono finite le riprese de “Il Giovane Favoloso” di Mario Martone, film su Giacomo Leopardi (interpretato da Elio Germano) ambientato naturalmente a Recanati (finzione cinematografica e realtà storica una volta tanto coincidono); l’uscita è prevista per aprile 2014. In una recente intervista, il regista Martone ha dichiarato che “hanno costruito giorno per giorno la figura del poeta, che è molto complessa e dalle mille sfaccettature” e ha anche omaggiato i nostri territori dicendo che sono “tutti da scoprire”. E a queste parole pare di vedere il paesaggio marchigiano (sempre oltre la siepe), così suggestivo e unico nella sua varietà di forme e di colori. PAOLO SORRENTINO: “LA RIVINCITA ITALIANA” di Ilaria Ferretti “Strana ed inaspettata”, questo il commento con cui se ne è uscito il regista Paolo Sorrentino di fronte alla sua nomination e alla sua vittoria ai Golden Globe 2014. Lui, napoletano per eccellenza, si è ritrovato tra le sue braccia un premio di così rilevante importanza, lui che dopo anni di coproduzioni ha ricevuto premi uno dopo l’altro, lui che in qualche modo ce l’ha fatta. Conosciuto da tutti per il suo surreale “This must be the place”, Paolo Sorrentino ancora una volta è riuscito a stregare la critica di tutto il mondo attraverso una fotografia, un montaggio e un continuo narrare di vite e di azioni intricate e complesse, di messaggi nascosti e da ricercare ma, soprattutto, grazie ad un finale e ad un’interpretazione accurata e profonda della vita. “La grande bellezza”, forse l’opera più ambiziosa di Sorrentino fino ad oggi, è un film che vive delle stesse incoerenze che racconta, di intimità commoventi, momenti costituiti da un continuo irrealismo e da momenti di straordinaria lucidità su sé stessi e sul mondo. La maestria del regista sta probabilmente nel fare immergere gradualmente lo spettatore nella sua opera, e questo riesce grazie alle atmosfere di una Roma inizialmente sonnolenta, assonnata dalle prime ore del giorno, e introdotta dalle musiche che le danno una raffinatezza e una potenza apparentemente inviolabile. Una raffinatezza che viene però brutalmente spazzata via dal contrasto con un'altra faccia di Roma che è quella notturna, bellissima in superficie ma immorale e vuota una volta che ne rivela la sua identità. Tra i principali personaggi di questa pellicola troviamo: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso; la cosa più ambigua in tutto il film sta nell’età dei personaggi che non va mai sotto i 40 anni, e giocando quindi sull’aspetto esteriore ed interiore, fa soffermare lo spettatore su quanto l’aspetto anziano possa a volte risultare giovane ma comunque avvolto da una sudicezza proprio come la città che fa da sfondo. Prodotto da Nicola Giuliano e distribuito da Medusa, il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes. Il 25 settembre 2013 appare tra le nominations del Premio Oscar 2014 come miglior film straniero, il 12 gennaio 2014 vince il Golden Globe come miglior film in lingua non inglese. Era dal 1990, con “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, che l’Italia non assaporava la vittoria ad Hollywood. l’Acaro-Febbraio 2014 16 Libri IL SAPORE DEI LIBRI rubrica di Michele Bonetti INTRODUZIONE: La Storia Romana mi ha sempre affascinato, forse perché mi sono identificato spesso in questo popolo fiero e nobile, grandioso e conquistatore, fiorente e ingegnoso da cui noi Italiani discendiamo. Ma, tra tutti i personaggi che hanno conosciuto fama immortale nell’ultramillenaria Storia della città ce ne è uno, a mio parere unico nel suo genere, il cui nome viene spesso stereotipato in un orizzonte ben più ristretto di quello che gli si addice: Marco Tullio Cicerone. TRAMA: Robert Harris, scrittore e giornalista televisivo inglese), con la sua opera, Imperium (primo libro di una trilogia, non ancora completamente edita, incentrata sulla figura di Cicerone), ci regala uno splendido ritratto di questo personaggio geniale e fuori dal comune, negli anni che vanno dal suo debutto nella vita pubblica fino all’elezione al consolato (63 a.C.), attraverso la voce di Tirone, suo segretario personale e confidente, testimone di tutti gli eventi e gli incontri che hanno caratterizzato la vita pubblica e privata di questo straordinario individuo. Grazie all’invenzione di un eccezionale sistema stenografico Tirone non ha mai tralasciato di trascrivere una parola di ogni discorso ufficiale e non del senatore, e lo conosce più di ogni altro: per questo, prossimo alla morte, quando la Repubblica è ormai crollata sotto i colpi delle guerre civili, decide di obbedire all’ultimo desiderio del suo padrone, raccontando la sua vera storia. Ed è così che inizia a narrare le vicende di un giovane avvocato, gracile e lievemente balbuziente, ma determinato e disposto a tutto pur di entrare in politica e conseguire l’obiettivo della sua vita: il consolato. Ben presto Cicerone sviluppa il suo innato talento retorico e perfeziona il terribile strumento che gli permetterà di diventare protagonista della storia della Repubblica: la sua voce. Ed è proprio questo che lo rende diverso dai suoi illustri contemporanei: non è ricco, né aristocratico, non ha alle spalle legioni pronte ad appoggiarlo, ma grazie alla sua costanza, all’intelligenza, all’astuzia, all’aiuto di pochi amici fidati e soprattutto ad uno straordinario talento, riuscirà a conseguire l’Imperium, il potere. Dal processo a Verre, che segna l’inizio di una inarrestabile ascesa, la Storia percorre tutte le tappe di questa parte della sua vita, intessuta di impegni pubblici e privati, amicizie ed alleanze, a volte gradite, altre volte semplicemente necessarie, lavoro infaticabile e continuo, decisioni rischiose, difficili e spesso non condivisibili. In tutti questi momenti Cicerone si distinguerà sempre dai suoi avversari per l’acume, l’ingegno, la capacità di osservazione e l’intelligenza politica, e, anche se non apparirà sempre coerente e onesto, manterrà costantemente un profondo amore per la Repubblica, non lasciandosi accecare dalle sue ambizioni e collocandole all’interno delle istituzioni repubblicane, e non oltre, come fecero altri grandi personaggi della sua epoca. COMMENTO: In questa biografia, che ha il ritmo incalzante di un thriller e il fascino di un romanzo storico, Cicerone viene reso sotto una luce diversa, non solo come abile avvocato ed oratore, ma inserito in un quadro più ampio, come un uomo fondamentale negli ultimi anni di gloria della Repubblica. Non viene comunque tralasciato il suo aspetto, per così dire, più umano, come l’amore per la piccola Tulliola e gli stimolanti battibecchi con la moglie aristocratica Terenzia, spesso fonte d’ispirazione per lui e che lo rendono a noi più familiare di molti eroi del passato. GIUDIZIO: Romanzo coinvolgente e dettagliato, storicamente attendibile e scritto con maestria, in modo semplice e diretto, ricco di stimolanti riflessioni sulla politica. Un affresco di vita, destinato agli appassionati di romanzi storici, o semplicemente a chi, con una discreta infarinatura di storia romana, vuole godersi un thriller avvincente. VOTO: 8,5 “Prima che i posteri possano giudicarci, dovranno ricordare chi siamo stati” (Marco Tullio Cicerone) DIVERGENT di Diletta Pompei TITOLO DEL LIBRO: Divergent AUTRICE: Veronica Roth ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011 GENERE: Romanzo di avventura e fantascienza: TRAMA: La storia è ambientata a Chicago in un futuro imprecisato dove la popolazione, dopo molte guerre, è riuscita a trovare la pace dividendosi in fazioni, ognuna delle quali svolge un preciso ruolo nella società. I Candidi dicono sempre la verità e sono legislatori, i Pacifici rifiutano l'aggressività e si occupano di servizi sociali, gli Eruditi si dedicano a alla ricerca gli Abneganti annullano sé stessi per dedicarsi agli altri e detengono il potere. Gli Intrepidi sono coraggiosi e forti e proteggono la popolazione da qualsiasi tipo di minaccia. Su questo sfondo apparentemente ordinato, ogni fazione odia le altre e cerca di prevaricare, stringendo alleanze e rompendole in maniera crudele e cruenta. Tutte le fazioni tuttavia hanno un nemico in comune: i “Divergenti”. Queste persone non possono essere controllate dal Sistema poiché non possiedono soltanto un'attitudine ma diverse e per questo vengono perseguitati ed uccisi. Protagonista della vicenda è Beatrice, detta Tris, una ragazza cresciuta nella fazione degli Abneganti che, dopo aver scoperto di essere una Divergente, si inserisce in quella degli Intrepidi a causa del suo carattere egoista ed esuberante. Da quel momento in poi la ragazza deve affrontare molti ostacoli e tenere nascosto il suo segreto, venendo infine a conoscenza di alcune verità che le cambieranno al vita. COMMENTO: Ho iniziato a leggere il libro convinta che fosse una brutta copia di Hunger Games (di Suzanne Collins) ma mi sono accorta di essere in errore. La narrazione, molto scorrevole, inizia quasi “in medias res”: subito dopo la prima pagina il lettore viene immerso nel corso degli eventi. Sebbene di tanto in tanto i riferimenti romanzo sopra citato siano evidenti, l'elaborato risulta abbastanza originale e interessante nei contenuti, parlando di una società oppressiva e solo apparentemente pacifica che cerca di controllare il genere umano, etichettando ogni individuo in base ad una sola caratteristica che mai potrà definire al completo il suo vero essere. Non mancano colpi di scena totalmente inaspettati, a volte fino al punto da sembrare quasi impossibili. Il linguaggio, tuttavia, è elementare e fin troppo semplice, spesso manca di descrizioni appropriate e non approfondisce i sentimenti e i pensieri dei personaggi, lasciando spesso dubbi ed incertezze nel lettore. Molti ritengono che l'autrice, con il suo romanzo, abbia voluto non solo creare una storia piacevole ma che abbia voluto muovere una critica nei confronti della società di oggi, che cerca di annullare la personalità degli individui. A mio avviso questa è un'interpretazione corretta del romanzo che può essere visto come una distorsione disastrosa della società attuale. Il libro ha venduto molte copie e questo è stato agevolato soprattutto negli ultimi tempi dal fatto che a Marzo uscirà il film Divergent, di cui tanto si parla e da cui molto ci si aspetta. Consiglio questo romanzo a chi vuole intraprendere una lettura piacevole e non troppo impegnativa. VOTO: 7,5 l’Acaro-Febbraio 2014 17 Nerdate di Alfredo Monaldi Join the Nerd Side of Life, we have cookies! Benvenuti alla nuova grande novità di questo giornalino: NERDATE, una rubrica in cui abbiamo deciso di trattare tutti i temi che riguardano questo stile di vita, perchè siamo profondamente convinti che dentro ognuno di voi ci sia un piccolo nerd che aspetta solo di essere liberato. L'origine della parola Nerd è, come molti di quei termini entrati postumi nella lingua di tutti i giorni, difficile da accertare. C'è chi dice che derivi dall'azienda “Northern Electric Research and Development” (di cui sarebbe l'acronimo), chi dal nome di un animale buffo , altri ancora affermano che sia la pronuncia della parola “Drunk” letta al contrario “Knurd” che col tempo ha perso la k diventando prima “nurd” e poi “nerd” a significare qualcuno che durante le feste non si ubriaca né partecipa attivamente alle interazioni sociali. Ma a noi non interessa da cosa deriva, ma cosa è oggi un “Nerd”. La parola Nerd ai nostri giorni si è tinta di tante sfumature: il Nerd, oggi, non è più sinonimo di asocialità, ma bensì di creatività, predisposizione per le tecnologie e le scienze, la passione per l'innovazione e la bellezza dietro un lavoro ben fatto. Si può essere Nerd anche essendo appassionati di letteratura, cinema o arte, credetemi. Quindi ecco che nel mondo del Nerd si aprono tante porte su realtà diverse: abbiamo il nerd “smanettone” che passa gran parte del suo tempo sui videogiochi, che ha tutte le console e passa dagli sparatutto ai Pokemon con grande non-chalance, poi il nerd scienziato che ti smonta il tostapane e il computer e ti ci costruisce un motore allo ione stabilizzato che produce energia pulita, o il nerd amante del fantasy in tutte le sue fo rme, solitamente (anzi sempre) appassionato anche di giochi da tavolo e di ruolo come D&D (Dungeons and Dragons), il Nerd artistico, appassionato di fumetti, manga e arte, il Nerd che non si perde nemmeno un episodio della sue serie preferita e via dicendo. Tutto questo non implica dunque un'incapacità nello stringere amicizia o a vivere anche il lato mondano della vita. Certo è che con interessi di questo genere solitamente avviene di pari passo anche una maturazione dell'individuo, che inevitabilmente inizia a guardare con ironia quella fetta di umanità che non riesce a vedere niente al di fuori del loro picc olo ristretto mondo di apparenza e futilità. Di qui forse l'elitarietà/asocialità del Nerd che viene escluso dagli altri, ma anche che si esclude di sua spontanea volontà. La corrente Nerd, in breve, può essere riassunta con questa citazione, tratta da “Lega Nerd”, uno dei maggiori esponenti online della comunità Nerd italiana, al fianco della testata giornalistica “Orgoglio Nerd”: “A noi piace pensare che le nostre caratteristiche, i nostri valori, i nostri grandi pregi fanno di noi delle persone migliori che hanno dimostrato negli ultimi trenta anni come sia possibile attraverso l’innovazione, la ricerca e la creatività costruire invece di distruggere, creare invece di utilizzare, innovare invece che pontificare.” di Sofia Paci e Maja Di Sabatino Death Note C’è chi inneggia al capolavoro o chi lo considera soltanto un buon prodotto. L’anime è una trasposizione più che sufficiente del manga ideato da Tsugumi Oba e disegnato da Takeshi Obata. L’anime, così come la versione cartacea, è pensato per un vasto pubblico, ma mantiene alla base idee piuttosto innovative ed intriganti. Light Yagami è uno studente modello: il padre è un poliziotto di successo, lui ha sicuramente davanti un futuro luminoso, se non trovasse in un giorno qualunque, un misterioso diario dalle regole bizzarre: chi scrive il nome ed il cognome di una persona su quelle pagine fa sì che essa muoia in poco tempo. Dopo un iniziale scetticismo, Light, animato da un profondo senso di giustizia, deciderà di utilizzarlo per eliminare i criminali, accompagnato dal Dio della morte (Shinigami) che gli ha donato il quaderno. Quello che era per tutti un futuro giustiziere viene a trasformarsi in ciò cui il padre va contro, ovvero un assassino. Ma Light segue la sua personale linea di giustizia che tanto ha fatto discutere su quest'opera. Per creare un mondo di pace è concepibile l'uso della stessa violenza? E' possibile che un uomo riesca a non farsi mangiare dal suo stesso potere? E' vera pace o solo paura per la propria vita? Questi sono i quesiti su cui ruota attorno la storia. Da sottolineare è il doppiaggio italiano, reso particolarmente brillante dall’interpretazione di Flavio Aquilone, nei panni di Light. Le note dolenti arrivano invece dopo i primi episodi con l’approfondirsi dei personaggi principali, che non mantengono le alte aspettative proposte inizialmente, rivelandosi stereotipati e piatti. Anche la trama inizia a perdere colpi dopo la prima stagione, riprendendosi però sul finale. La serie vanta un comparto tecnico notevole: anche se inizia a sentire il peso degli anni, l’atmosfera dark data dai toni scuri e dalla colonna sonora composta principalmente da canti gregoriani lo rende tutt’ora piacevole. Voto: 6 e mezzo Genere: psicologico, “horror”, soprannaturale. Rating: 13 + Consigliato a: chi è alle prime armi nel mondo degli anime e manga ed ha intenzione di iniziare con un buon prodotto per farsi un’idea generale. L’anime presenta sullo schermo temi maturi ed innovativi esposti in un modo accattivante che mira ad un pubblico molto vasto. l’Acaro-Febbraio 2014 18 Nerdate Test: Quanto sei Nerd? Scoprilo con questo test! Punteggi e risultati nell'ultima pagina. 1) La maschera dell'uomo nella copertina di questo numero dell'Acaro è tratta da... A) Star Trek B) Star Wars C) Battlestar Galactica 2) Nel gioco Dungeons&Dragons come viene chiamato colui che gestisce il gioco? A) Operator B) Terminator C) Master 3)Quali codici è necessario conoscere per modificare una pagina web sia dal punto di vista grafico che strutturale? A) RSS e ASCII B) CSS e HTML C) TSS e HTTP 4) Secondo “Guida galattica per autostoppisti” libro di Douglas Adams, divenuto famoso per il suo umorismo fantascientifico, nonché bibbia del Nerd, la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è... A) 42 B) 52 C) 62 5) Il personaggio principale di “Death Note”, uno dei più famosi anime giunti in italia, si chiama... A) Light Yagami B) Kyurem Nero C) Eren Jaeger 6) Di chi è parente il ramingo Aragorn, poi divenuto Re degli Uomini nella saga del “Signore degli Anelli”? A) Di Eomer, nipote di Theoden B) Di Thror C) Di Elrond 7) La Saga degli X-Men fa parte dell'universo... A) Dc Comics B) Marvel C) Disney 8) In quale telefilm sono presenti gli alieni chiamati “Daleks”? A) Defiance B) Fringe C) Doctor Who 9) Come si chiameranno le nuove consolle xbox e playstation in uscita sul mercato? A) Xbox Infinite – Playstation 5 B) Xbox One – Playstation 4 C) Xbox 360 plus – Playstation Vita 10) Apocalisse zombie. Qual è la prima cosa che fai appena viene diramato l'allarme? A) Prendo la macchina, do gas e fuggo! B) Cerco un'arma e ammazzo quanti più zombie possibile. C) Mi barrico in casa. l’Acaro-Febbraio 2014 19 PZ yg ALTRO CHE CALCIO E PALLAVOLO! di Elisa Pallotta Vi siete mai chiesti quanti sport non conoscete? NO? Per fortuna ci sono qui io! Mai sentito parlare di Free Running? Il Free Running (abbreviato 3run) è una versione “più estetica” del Parkour. E’ l'arte di spostarsi tra gli ambienti urbani, in modo da creare spettacolo, valorizzando la bellezza dei movimenti. Questa è la principale differenza con il Parkour, dove ogni movimento deve essere puramente efficiente. L’estetica, fondamentale nel 3run, porta ad unire i movimenti propri del Parkour con gesti atletici spettacolari, estratti principalmente dalla ginnastica acrobatica. Non è dunque insolito vedere i praticanti effettuare salti mortali o altre acrobazie di vario genere. Passiamo al secondo sport “sconosciuto”! Quanti di voi conoscono il Tchoukball? Questa, cari lettori, non è un nuovo tipo di lasagna, bensì una disciplina a squadre, praticata su un campo della grandezza di quello da basket, ma si gioca quasi come la pallamano e senza scontri, come nel volley. Il Tchoukball, che sta avendo una sempre più larga diffusione, è basato su un ideale fondamentale: far capire il potenziale educativo dello sport al maggior numero di persone. Disponendo poi di regole che obbligano i giocatori a rispettare i propri avversari, vietando il contatto fisico, si dimostra un gioco non aggressivo e piacevole, sia che ci si trovi in un contesto amatoriale, che in una finale dei mondiali. Spostandoci ad Oriente ci imbattiamo nel “Wing Chun Quan”. I princìpi del Wing Chun creano un sistema di difesa aggressiva che consente di adattarsi immediatamente ai movimenti, alla forza e al modo di combattere di un aggressore. Questi principi, pur essendo molto semplici, richiedono anni di pratica nelle forme del Wing Chun. Questa non è altro che una nobile disciplina marziale nata in Cina, è in sintesi, uno stile di kung-fu di cui si incontrano sei forme, almeno nella corrente Yip Man. Ecco una panoramica, secondo la scuola Leung Ting Wing Tsun, con i nomi in uso presso quella scuola e relative diramazioni: Siu Nim Tau ("Piccola Idea"), Cham Kiu ("Braccia a Ponte"), Biu Tze ("Dita che trafiggono"), Muk Yan Chong (“Uomo di legno”), Luk Dim Boon Kwun (“Bastone da 6 punti e mezzo”), Bart Cham Dao (“Coltelli a farfalla”). E se iniziassimo tutti a praticare lo Slacklining? Lo slacklining è un esercizio di equilibrio e di bilanciamento dinamico. Il nome di quest'attività deriva dalla “slackline”, una fettuccia di poliestere tesa tra due punti sulla quale si cammina. Questa disciplina, che per certi versi assomiglia all'arte del funambolismo, vi differisce in alcuni aspetti fondamentali: innanzitutto si cammina su una fettuccia piatta e non su un cavo o su una corda, inoltre nella slackline non è previsto l'uso del bilanciere. Lo slacklining nasce negli Stati Uniti nei primi anni '80 e si sviluppa specialmente nell'ambiente dell'arrampicata; oggi, oltre al suo paese d'origine, è molto conosciuto anche in Brasile e in vari stati europei (Francia, Spagna, Germania). In Italia è ancora piuttosto raro, seppur cominci ad affiorare, specialmente negli ambienti vicino all'arrampicata sportiva. Il tipo di fettuccia, la lunghezza e la tensione possono variare. La larghezza è solitamente compresa tra 2,5 cm e 5 cm e viene di solito legata a due alberi nei parchi e successivamente messa in tensione. La pratica della slackline si divide in alcune sottocategorie, le cui principali sono: trickline, longline, highline. Vi va, per ultimo, un pò di sanissimo e irlandesissimo Hurling? Questo è uno sport di squadra all'aperto, di origini celtiche, giocato con una mazza e una palla. Il gioco, praticato prevalentemente in Irlanda, è uno degli sport di squadra primi al mondo in termini di rapidità di gioco. E’ interessante sapere che, quando è praticato da donne, l’ Hurling prende il nome di ”Camogie”. La mazza, chiamata hurley o camán, è costruita con la radice di un frassino e misura dai 64 ai 97 cm di lunghezza con una faccia piatta opposta al manico chiamata bas e può essere usata per trasportare la palla. Questa, chiamata sliotar, è fatta di cuoio ed ha un diametro di 65 millimetri. Il portiere gioca con una mazza che ha un manico di dimensione doppia rispetto agli altri giocatori. Un buon colpo può raggiungere la velocità di 150 Km/h ed una distanza di 80 metri . Durante una partita i giocatori attaccano la porta avversaria e difendono la propria. Quando la palla è in campo, può essere giocata colpendola o sollevandola, usando la mazza, in aria, dove può essere colpita al volo o raccolta in mano per non più di 4 secondi o 4 passi. Se la palla viene raccolta, il giocatore non la può lanciare o trasportare per più di 4 passi o 4 secondi; può invece colpirla con la mazza, con la mano o calciandola. Possono accadere contatti casuali tra i difensori, per questo si utilizza un casco protettivo di plastica comprensivo anche di una maschera. L'uso del casco, raccomandato per i maggiorenni, è obbligatorio per gli under 18. Come potete vedere, miei amici sportivi, c’è un mondo di sport inesplorati che vi sta chiamando, risponderete? l’Acaro-Febbraio 2014 20 Le ricette di Nenna e Giulso PALLINE DI COCCO COLORATE di Elena Cerolini e Giulia Valentini Finite le vacanze finiscono anche le innumerevoli mangiate casarecce e le sconfinate scorte di pandori, panettoni , torroni e tutti gli altri classici dolci natalizi da 2000 calorie ognuno. Si torna alla normalità anche se con due o tre kili in più. L’anno nuovo ha avuto inizio, ciascuno ha elaborato i famosi “buoni propositi” per il 2014 (andare in palestra, studiare di più, aiutare in casa, passare l’anno senza debiti e chi più ne ha più ne metta) che puntualmente alla fine dell’anno non vengono rispettati. A scuola si comincia ad avvertire la tipica ansia pre-pagelle dopo estenuanti settimane trascorse tra interrogazioni e compiti per riuscire a portare a casa qualche sufficienza. Le prossime vacanze sembrano decisamente lontane e la neve non ne vuole sapere di farci rimanere qualche giorno a riposo. Insomma la situazione sembra critica: c’è bisogno di qualcosa per tirarsi su ed evitare di cadere in una profonda depressione. Qualcosa di simile alle tagliatelle di nonna Pina, come gli spinaci di Braccio di Ferro, come l’ambrosia per il caro Zeus. I deliziosi manicaretti di zia Giulso e nonna Nenna! Le palline al cocco colorate sono proprio ciò che fa per voi. Una tira l’altra e non potrete fare a meno di provare tutti i colori! Ingredienti: Farina di cocco: 200 g Ricotta: 250 g Zucchero: 100 g Preparazione: Mescolare la ricotta con lo zucchero, poi unire la farina di cocco amalgamando bene. Per le palline bianche: ½ tazzina di rhum (andateci piano, non è un pretesto per sbronzarsi) Per le palline rosa/rosse : ½ tazzina di Alchermes Per le palline marroni: ½ tazzina di cioccolato fondente Per le palline azzurre: ½ tazzina di Curacao Dai vari impasti colorati formare delle palline grandi più o meno come un Raffaello da rotolare successivamente nella farina di cocco. Mettere in frigo almeno un paio d’ore prima di servire. ALLA PROSSIMA RICETTA! l’Acaro-Febbraio 2014 21 Giochi Il Cruciverba del classicista (e non solo!) 1 8 2 9 3 4 10 11 13 17 18 12 14 15 19 21 20 22 24 25 29 30 33 5 34 40 23 26 27 31 35 36 37 41 Orizzontali 3. Nella scultura greca si ricercava la perfezione delle ... 6. Unità paramilitare del partito nazista 8. Fratello profeta di Ettore 11. Codice di identificazione di un dispositivo mobile 13. Tanto gentile e tanto onesta.. 15. Nullo senza doppia 17. Coglie gli studenti a scuola 19. La prima nota musicale 20. Città italiana famosa per lo spumante 21. Divinità mezza uomo e mezza caprone 22. Non replicabili 24. “Attenti al cane” nell’ Antica Roma 27. Ninfa innamorata di Narciso 29. Periodi geologici in cui è suddivisa la storia della terra 30. Diabolico scatolone catodico 31. Vir 33. Is, ea, ... 35. La prima donna 38. Il “motore” di una scialuppa 40. Fu il teatro della guerra narrata nell’Iliade 41. Un gas... dalle folte sopracciglia! 42. Articolo determinativo maschile singolare spagnolo 32 38 a cura di Luca Giarritta e Michele Bonetti Verticali: 6 7 1. Introduce una subordinata condizionale 2. Pronome personale oggetto di 2°persona singolare 3. Il Dario premio Nobel 16 4. Famosissimo scultore greco autore del Discobolo 5. Particella che tiene unite le subunità dell’emoglobina 7. Lo era Zenone di Cizio 9. Sta sempre davanti alla nostra scuola, e non si stanca mai di leggere 28 10. Forse non? (nella domanda retorica latina) 12. In matematica indica un gruppo di elementi 14. Nuda al contrario 39 16. Congiunzione latina dai molteplici usi 42 18. Omero la definisce “concava” 20. Avanti Cristo 23. La tassa sulla casa tanto odiata dagli Italiani 24. Conferenza Episcopale Italiana 25. Lo è Prandelli per la Nazionale italiana di calcio 26. “Ciao” nell’Antica Roma 28. In che modo, maniera 32. Ogni cosa che il re Mida toccava, si tramutava in... 34. Il contrario di 39 verticale 36. Venezia 37. L’articolo ebraico... nah, più semplice: Alluminio nella tavola periodica 39. Ne sono agli autori i nostri cari amici Castiglioni e Mariotti L’angolo della Sfinge Indovinelli L'orco e la principessa Una principessa viene rapita da un orco, e un cavaliere corre a salvarla. L' orco indica al cavaliere due porte e dice "in una di quelle c'è la principessa, nell' altra una tigre affamata che ti sbranerà". Sulla porta a sinistra vi è un cartello che dice "In questa porta c'è la tigre". Sulla porta a destra un altro cartello che dice "In una porta c'è la principessa". Infine l' orco aggiunge: solo uno dei cartelli è vero. Sapreste dire in quale porta c'è la principessa e perchè? L'assassino Il cadavere di una donna è ancora riverso sul marciapiede. Ci sono quattro uomini indiziati per l’omicidio. Alle prime domande della polizia rispondono Antonio, Bernardo, Carlo e Dario. ANTONIO dice: “Ho visto Carlo e Dario sul luogo del delitto, quindi uno di loro due è l’assassino”. BERNARDO dice: “Non sono stato io.” CARLO dice: “È stato Dario. L’ho visto sparare!” DARIO dice: “È stato Bernardo. L’ho visto mentre fuggiva”. Se solo l’assassino ha mentito, chi è il colpevole? Si butta e si recupera Quando serve viene buttata e quando non serve più viene recuperata. Che cosa è? Posso vivere solo dove c'è luce Posso vivere solo dove c'è luce, ma muoio se questa splende su di me. Che cosa sono? Anche se è unico ce ne sono tanti... Anche se è unico, ce ne sono tanti. Che cosa è? l’Acaro-Febbraio 2014 22 Giochi Sudoku Tutte le soluzioni nel prossimo numero! SOLUZIONI NUMERO PRECEDENTE: disco e dal tempo di ascolto, si muove - in via approssimata - lungo il raggio verso il centro del disco. Il diametro utile è di 6 cm; il raggio utile la metà. Il gigante Il mare. Infatti, regge immense navi e piattaforme, ma piccoli sassolini vi sprofondano. Monete strane Una da 10 centesimi e una da 5 centesimi. Infatti l'indovinello dice che solo una delle due monete non è da 10 centesimi! L’indovinello di Gollum La montagna. RISPOSTE TEST NERD PAGINA 19: RISPOSTE ENIGMI E INDOVINELLI: Le bugie del re Il contadino disse che il defunto padre del re gli doveva una grandissima somma di denaro. Così facendo, se il re diceva che questa era una bugia, non potendo dimostrare il contrario, doveva dargli la somma; viceversa, se accettava per vero quanto dettogli, doveva per forza rifondere il suddito della somma dichiarata. Un vecchio disco 3 cm. Durante l'ascolto del disco, la puntina, indipendentemente dalla velocità del 1) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti; 2) A – 1 punti; B – 0 punti; C – 2 punti; 3) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti; 4) A – 2 punti; B – 1 punti; C – 0 punti; 5) A – 2 punti; B – 0 punti; C – 1 punti; 6) A – 1 punti; B – 0 punti; C – 2 punti; 7) A – 1 punti; B – 2 punti; C – 0 punti; 8) A – 0 punti; B – 1 punti; C – 2 punti; 9) A – 0 punti; B – 2 punti; C – 1 punti; 10) A – 0 punti; B – 1 punto; C – 2 punti 0 – 10 BABBANO Mh. Sei una persona comune senza alcuna evidente passione riconducibile al mondo nerd. La tua vita deve essere di una piattezza unica. Ma non temere, non ti giudicheremo per questo – la diversità è ciò che manda avanti questo mondo e certo non tutti possono essere sensuali, interessanti e divertenti come noi nerd. Punta sulla bellezza esteriore o alla più brutta puoi sempre comprare un gatto per compensare le tue mancanze. Oppure puoi iniziare ad informarti. Chissà che non scoprirai una parte di te che non pensavi di avere. Tutto è possibile. E la speranza è l'ultima a morire, no? Povera stella... 11 – 16 MEZZOSANGUE NERD Oh ecco, se c'è una via di mezzo, te ne sei l'incarnazione. Né carne né pesce, i piedi in due staffe, Dr Jekyll e Mr Hide ecc... Sei Nerd al 50% ma il caricamento si è bloccato lì: sembri essere un po' in lotta con te stesso. E certo, io non sono Paolo Fox, ma ti consiglio di continuare a seguire i tuoi istinti nerd, perchè se fossi un bruco, questa sarebbe la volta buona di trasformarti in crisalide e poi farfalla. Avanti, dai, il Valahalla nerd è il migliore. Noi crediamo in te. Ce la puoi fare. 17 – 20 PUROSANGUE NERD Mi inchino a te, oh nerdissimo fra i nerd. La tua figura rifulge di beltade et conoscenza. Non ho molto da dirti se non “Nice dude, brofist!”. Il mondo è un posto un po' più bello grazie alla tua presenza. Non cambiare mai e sii fiero di quello che sei. l’Acaro-Febbraio 2014 23 GIORNATA DELLA MEMORIA- 27 GENNAIO 2014 Se questo è un uomo Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. Primo Levi
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