salute & famiglia n.65 SETTEMBRE-OTTOBRE 2014 euro 3,00 Paolo Crepet “DIMMI COME ABITI...” EMICRANIA, molecole naturali per combatterla Cervicale, metodo innovativo con l'ozono Paola Marella si racconta e ci apre le case degli italiani Depressione post-partum Crepet risponde Bacche di Goji, frutto di longevità Sebo-normalizzante Per la cura dei capelli e del cuoio capelluto tendenti a seborrea e forfora. Rivitalizzante Dona elasticità e luminosità alla cute Emolliente Ad elevata penetrabilità, ideale come olio da massaggio Lenitivo Riduce le manifestazioni cutanee dovute a irritazioni e pruriti della pelle EDITORIALE Le atrocità della guerra in diretta Una violenza incivile sbattuta in faccia ai bambini L’ estate appena trascorsa è stata accompagnata da notizie di atti feroci provenienti dal medio-oriente. Decapitazioni, stragi di massa, corpi di donne e bambini trucidati da raid e da missili, fucilazioni pubbliche: un teatro di guerra in cui la tecnologia ha avuto un ruolo importante, direi decisivo. Oggi, infatti, anche la guerra ha bisogno di visibilità, nulla avrebbe lo stesso effetto, nemmeno l’atto più atroce e vigliacco, se non fosse diffuso in tutto il pianeta in un attimo. Le televisioni, internet, alla fine diventano, consapevolmente o meno, complici delle vicende più orribile del terrorismo odierno. L’11 settembre è stato l’antesignano di questa barbarie consumata via etere. Qualche giorno fa un padre mi ha scritto per chiedermi se sia giusto mostrare queste foto ai bambini. Già, perché, anche non volendo, è diventato quasi impossibile che i nostri figli più piccoli non osservino massacri e violenze di ogni tipo. Chi pensa a loro? Perché si da’ più importanza al diritto di cronaca che alla diffusione dell’idea della violenza come cultura di riferimento per milioni di giovani? Violenza genera violenza, su questo non c’è dubbio. La legge del Taglione è la quintessenza della barbarie, ma è ciò che avalliamo anche noi occidentali quando contribuiamo alla diffusione di scene raccapriccianti cui seguono risposte militari altrettanto raccapriccianti. Un segnale di civiltà non può che essere unilaterale e non può che partire da noi che pretendiamo di essere la culla della civiltà e del diritto. E ciò significa mettere i diritti dei bambini al primo posto, sempre e comunque. Paolo Crepet 1 In questo ETICA a… TERMINE Da Torino è partita la valutazione del nuovo Codice di deontologia medica da parte della FNOMCEO (Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri). Sostituirà quello del 2006 e conterrà 4 articoli aggiuntivi e ben 300 emendamenti. Le 4 novità riguardano la medicina ‘potenziativa’ (ovvero le tecniche mediche atte a migliorare le prestazioni generali di un individuo), quella militare, l’organizzazione sanitaria e le tecnologie informatiche. Tanti i punti caldi. Per quanto concerne l’uso delle nuove tecnologie, il medico non potrà sfruttare i telefonini per instaurare con il paziente un rapporto esclusivamente virtuale. Una volta un amico sarto si vantava di aver fatto al cliente uno smoking prendendogli le misure per telefono… Niente di simile in Medicina, insomma! Neanche se i sintomi sono… del raffreddore. Altra cosa è la ricetta elettronica: una fava difficilissima da cuocere anche perché sembra che i farmacisti siano stati interpellati tardi, poco e male…. E gli stessi medici di base lavorano male costretti… dalle istituzioni. Ma il fatto più grave è che sembra che, di questi tre attori (Medico, Farmacista, ente Regione), nessuno ci guadagni nulla. E pensare che qualcuno crede che ne tragga vantaggio… il paziente. Dove si parla di sperimentazione, i medici dei Comitati Etici dovranno rispettare le regole di trasparenza della stessa. Staminale insomma, non sarà una parolaccia, purchè lo si confessi prima: “E’ vero, sto armeggiando attorno alle cellule staminali…. Ma le uso pochino pochino”. Anche la terminologia è stata rivista. Vietato citare “eutanasia”, altra parolaccia bocciata questa volta dalla Chiesa. Dopo gli orribili epiteti “anziano” e “vecchio” o “donna incinta”, considerati insulti, scomparirà infatti la parola ‘paziente’ a favore di ‘persona assistita’. Segno dei tempi. D’altronde come operaio e badante, spariti non solo come “termini” ma “terminati” proprio come individui fisici… Ma a preoccupare non sono tali sottigliezze. Piuttosto i 300 emendamenti che sanno tanto di ritardi e politichese. Dovesse intervenire anche qui lo “sciroppo” Merkel. Luca Guazzati l.guazzati@senzaeta.it settembre/ottobre 2014 6 CREPET / Depressione post-partum, questione di responsabilità 8 ABITARE / Gli italiani e la casa, intervista a Paola Marella 14 ABITARE / IL PROGETTO Idee multifunzionali d’arredo 24 COSMETICA / Capelli, una risposta dall’olio di canapa 20 SORRISI / La bocca degli italiani: parola ai dentisti 28 SERVIZI SANITARI Le sfide del settore sanificazione 32 MEDICINA Contro l’emicrania un’associazione di molecole 40 REGIONE Abruzzo e Marche: news dalla sanità 42 BUONO A SAPERSI Bacche di Goji, frutto di longevità 3 P IL LO LE Api, serpenti e scorpioni: il veleno contro i tumori MILANO - Nanoparticelle contenenti veleno di insetti o di serpenti per contrastare la crescita dei tumori e impedire la loro diffusione nell’organismo: è questa la proposta che arriva dal 248mo convegno nazionale dell’American Chemical Society, la più grande società scientifica al mondo, dove Dipanjan Pan, ricercatore dell’Università dell’Illinois di Urban-Champaign (Stati Uniti), ha presentato i risultati di uno studio che ha permesso di testare l’uso di questo ritrovato su cellule di tumore al seno e di melanoma. Primo licantropo… femmina? La bimba più pelosa al mondo. Ma è una malattia rara Il bianco più bianco? È di un coleottero CAMBRIDGE - Scoperte le ragioni fisiche del bianco incredibilmente intenso e brillante delle scaglie di rivestimento del Cyphochilus, un parente del ‘maggiolino’. La ricerca suggerisce nuove strategie per ottenere una nuova generazione di materiali e vernici più efficienti e a minor impatto ambientale. Il Cyphochilus, un parente asiatico del comune ‘maggiolino’, ha una proprietà che non passa inosservata: il corpo è rivestito da uno strato di microscopiche scaglie di un bianco estremamente intenso, al pari di un foglio di carta o di uno strato di vernice che presentano uno spessore oltre dieci volte maggiore. Questa particolare proprietà è stata oggetto di studio da parte di un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche, del Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare Lens dell’Università degli studi di Firenze e dell’Università di Cambridge: “Il coleottero deve risolvere un duplice problema: da un lato essere leggero per poter volare e dall’altro apparire di un colore bianco brillante per mimetizzarsi tra i funghi in cui vive”. FONTE: ufficio stampa CNR BANGKOK - Supatra Sapusham è una ragazzina di 12 anni attualmente affetta da ipertrofia pilifera: La giovane è attualmente la persona più pelosa al mondo. Immaginiamo il suo dramma; Supatra vive a Bangkok e nel suo piccolo cerca di condurre una vita normale e frequentando la scuola. La disfunzione genetica viene trasmessa dagli avi in secoli e secoli, ecco perché la leggenda probabilmente dei licantropi che nel medioevo l’ignoranza vedeva queste persone affette dalla malattia di Ambras come dei veri e propri mostri. La sindrome di Ambras è un sottotipo distinto dell'ipertricosi congenita generalizzata, caratterizzata MILANO - Alla riapertura delle scuole, infezioni da parassiti intestinali: ne soffre il da un eccesso di peluria diffusa sul 20% dei bambini. Le “elmintiasi” sono infestazioni intestinali causate da parassiti corpo, presente fin dalla nascita. si metazoi (elminti) e rappresentano una causa importante di mortalità in molti tratta di una malattia molto rara, che paesi del mondo, specialmente laddove le misure sanitarie e igieniche sono più non ha una predilezione geografica, carenti. Tuttavia anche nei paesi più sviluppati, specie quelli temperati come l’Italia, etnica o sessuale. Nel mondo sono le infezioni da parassiti intestinali sono frequenti e interessano tutti gli strati della attualmente stati riportati circa 40popolazione, in particolare i bambini, che s’infettano in occasione del contatto con il 50 casi terreno durante il gioco, o a causa di oggetti infestati dal parassita o dalle sue uova. Parassiti a scuola, attenti al mal di pancia FONTE : Notizie in vetrina magazine MM La maggiore responsabile di elmintiasi risulta essere la Famiglia delle Oxiuridae, in particolare l’Enterobius vermicularis. Clelia Corradi – Agenzia Glebb & Metzger 4 senzaetà LA SCELTA Dal 1924 Cotoniera Facchini offre prodotti tessili professionali per il settore medico-sanitario, farmaceutico, odontoiatrico ed estetico, rivolgendosi agli operatori dell’ambito pubblico e privato su tutto il territorio nazionale. 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La mia paura più grande era di non essere capace di fare la mamma. Dopo di che chiedendo aiuto al 118 perchè avevo delle paure, i medici mi hanno ricoverata, ho sospeso l’allattamento al seno e iniziato quello artificiale. Mi hanno somministrato degli psicofarmaci molto forti e sono uscita dalla crisi. Successivamente, le crisi si sono ripetute indicativamente d’estate e la terapia è stata sempre la stessa. Lo scorso anno oltre ai farmaci mi sono fatta seguire da uno psichiatra in psicoterapia e sono stata meglio, credevo di essere guarita uscendone del tutto, invece a giugno ho avuto un’altra crisi. Mi sono fatta due giorni di ricovero, imbottita di farmaci, ho dormito e riposato e rifatto la terapia solita e ora sto bene. La informo che la crisi è sopraggiunta a seguito della mia separazione alquanto conflittuale. Mio marito non ha avuto mai un effetto terapeutico. Ora lo psichiatra del CSM dice che avrò tutta la vita queste crisi, dovrò imparare a riconoscerle per evitare gesti strani e prendere le medicine al momento della crisi. In sostanza per lui non esiste possibilità di guarire. Io oggi sto bene, andrò al csm a farmi seguire dalla psicologa ma mi chiedo: è possibile che io non possa guarire? Lavoro come impiegata part-time, con 1250 euro al mese mantengo me, la casa, l’auto e mio figlio. Ho buoni rapporti con la mia famiglia di origine e dopo la separazione anche col mio ex. Mio figlio ha accettato la separazione, è aperto e socievole con tutti. Non ho un compagno, ma dopo un matrimonio chiuso sarò molto attenta a sceglierne uno con cui star bene. Non mi va giù questa storia delle crisi che si ripeteranno a vita! Inoltre io sono una psicologa e credo molto più nella psicoterapia che nei farmaci. Adesso vengo seguita dal CSM e dai servizi materni infantili del consultorio sulla genitorialità. Prossima settimana torno dallo psichiatra che mi teneva in cura come terapeuta. Mi dica come posso fare per guarire. Io m’impegno ogni volta, ma poi all’improvviso le crisi tornano. Katia C ara Katia, non ho mai pensato che la cosiddetta “depressione post-partum” sia una vera e propria sindrome psichiatrica, piuttosto credo che sia il sintomo di una paura della donna nel momento più responsabilizzante della sua vita: mettere al mondo un figlio. Ciò non significa però che i suoi sintomi e la sua richiesta d’aiuto doveva essere ignorata o sottovalutata, al contrario penso che lei sia stata ben aiutata, però non deve avere fretta di “guarire”. In psicologia non esistono “guarigioni”, ma solo “maturazioni” e ogni esperienza esistenziale è utile a far crescere una persona. Lei vedrà che le crisi che attraverserà non saranno uguali, ma seguiranno la sua capacità di affrontare la vita e di trovare un equilibrio sereno. Mi pare che lei sia stata capace ad affrontare situazioni difficili, compresa la solitudine. Quindi credo che il peggio per lei sia alle sue spalle. 6 senzaetà abitare L’INTERVISTA DIMMI COME ABITI… di Maria Chiara La Rovere La “conduttrice immobiliarista” Paola Marella ci racconta gli italiani dal punto di vista delle loro case, fornendo consigli e spunti, e svelando anche il suo lato familiare e materno 8 senzaetà La scelta di una casa è in funzione di un innamoramento, di una sensazione che senti entrando… come quando si incontra la persona della tua vita … Dai cantieri alla tv, dal mondo immobiliare milanese alle abitazioni di tanti italiani. Paola Marella, ormai indiscussa regina della casa, è entrata in tacco 12, ciuffi bianchi e grande classe nei nostri salotti grazie a Real Time e a programmi come Cerco Casa Disperatamente, Vendo Casa Disperatamente, Welcome Style, Shopping Night Home Edition. Delle sue descrizioni e dei suoi consigli di stile ci siamo un po’ tutti innamorati scoprendo che per far casa non basta una zona giorno e una notte e che per fare l’esperto immobiliare ci vuole stoffa...e ben abbinata! Dalla laurea in Architettura e dalla lunga esperienza come intermediatrice immobiliare alle prese con ristrutturazioni e vendite, è arrivata nel 2007 al piccolo schermo nelle vesti di pioniera “conduttrice immobiliarista”. Il suo tocco trasforma dimore e spazi anche con poco, il suo intuito fiuta stile e affari. Parola d’ordine: mescolare con equilibrio e ordine, e dare anima agli ambienti. Le abbiamo chiesto come i mutamenti sociali hanno cambiato le abitazioni degli italiani, cosa ci troviamo dentro…e cosa non dovremmo mai trovarci. Ma anche curiosità sulla sua casa, sul suo essere mamma, sulla nuova edizione di Shopping Night Home Edition e sulla novità televisiva attesa per novembre. “ Negli ultimi decenni abbiamo assistito a grandi cambiamenti, già prima della grande crisi che stiamo attraversando. Nei primi del novecento, la casa era fatta di ampi spazi e tanti disimpegni. Oggi abbiamo spazi più piccoli, con l’eliminazione delle parti superflue come i disimpegni e i corridoi. L’esigenza è quella di organizzare al meglio, razionalizzare, rendere funzionale; questo anche nelle ristrutturazioni. Se prima una famiglia viveva in abitazioni di 120-130 metri quadri, oggi si opta spesso per i 90-100. Altra grande differenza: prima a 35 anni, magari con l’aiuto dei genitori, si ambiva a cambiamenti di casa interessanti in concomitanza con l’ampliarsi della famiglia, ora se si cambia lo si fa ma senza ingrandirsi di molto”. Cosa consiglierebbe a chi si trova a scegliere casa, oggi? “La caratteristica principale è che un bene sia facilmente commerciabile: magari si pensa di acquistare la casa per la vita ma io dico sempre che tutto può cambiare. Ci sono, poi, le solite indicazioni generali: possibilmente non primi piani, ci vuole un doppio riscontro, le case d’epoca possono avere più valore. Ma quello che mi piace ricordare è che la scelta di una casa è soprattutto in funzione di un innamoramento, di una sensazione che senti entrando in quella casa come quando si incontra la persona della tua vita”. Finita la fuga dalle città? “Una volta il fenomeno della decentralizzazione era dovuto al grande divario di costi, mentre oggi tra le zone periferiche e il centro non c’è un grande gap economico. La città, anzi, offre servizi importanti e i prezzi delle case sono scesi. Chi vuole e può approfittare di questo, sta comprando proprio in città, e si assiste ad un ritorno dalle periferie”. In questi anni, come si è mosso il valore delle case e come vede il mercato della compravendita? “I dati parlano di una piccola ripresa ma bisogna vedere se è un dato consolidato. Il fatto è che la tassazione spaventa anche 9 abitare Bene unire cose tradizionali con pezzi di design, riciclare e investire nell’arte Vietato sovraccaricare le case e mescolare colori freddi e stile barocco quelli che hanno possibilità e le scadenze di questo periodo ce lo ricordano. Per quanto riguarda il valore delle case, tra il 2000 e il 2006 c’era forse stata una crescita sproposita ed era dunque necessario che il valore degli immobili si livellasse. Oggi, dunque, ci sono diverse occasioni tra cui scegliere. Ora ci sarebbe bisogno di interventi di defiscalizzazione in modo da far riavvicinare gli italiani alle loro caratteristiche storiche: quella di essere risparmiatori e di vedere nel mattone il bene rifugio per eccellenza”. Parlando degli interni contemporanei, quali peculiarità hanno acquisito, rispetto al passato? “C’è stata una grande rivoluzione: nuove e impensate possibilità di arredare gli spazi, anche grazie a grandi catene commerciali che vantano designer competenti e originali e hanno costi decisamente interessanti. È accaduto come nella moda: negli anni ‘80-’90 era appannaggio di alcune elite mentre poi alcuni soggetti internazionali hanno reso il glamour e lo stile accessibile. Così nelle case si può spaziare nella scelta degli arredi mescolando gli stili ma mantenendo doverosamente un criterio di uniformità. Una volta c’era il cor- 10 senzaetà redo, ad esempio, e quel che ti portavi dal passato (arredi, tappezzeria, suppellettili, lenzuola, etc.) lo tenevi così, oggi puoi rivedere tutto in nuove chiavi di lettura magari mescolando quell’antico mobile con un pezzo di design”. I consigli-chiave per arredare al meglio? “Intanto, mai seguire solo la tendenza del momento: vanno fatte scelte anche in funzione di quello che si ha, integrando con cose che possono star bene e creare un equilibrio gestibile. Si possono unire cose tradizionali e classiche con pezzi particolari di design. Acquistare una luce importante, mentre riciclerei le sedute e i divani, magari cambiando i tessuti. Vietato il total minimal ma bene, appunto, i tocchi particolari (luci, quadri, etc.) su una base tradizionale. Vietato sovraccaricare le stanze di mobili o oggetti rischiando di soffocare le cose belle. Poi ci sono i divieti standard: mai usare colori freddi quando si hanno mobili barocchi o rococò, mentre si addicono con uno stile minimal e molto moderno. Importantissimo il modo di aggregare gli elementi e la scelta dei colori. Immancabili nelle case, ovviamente, un salotto con le sedute e una zona studio-relax, dove a volte si ricevono anche gli amici per i conviviali”. Gli errori più comuni degli italiani? “Sovraccaricare le case, appunto. Bisogna pulire lo stile e mettere l’ordine tra le priorità. Anche quando si fa qualcosa di nuovo: non bisogna comprare tutto insieme, ma mischiare il nuovo con oggetti riciclati. Partiamo dal semivuoto e poi vediamo PIXEL GRAFICA Dalle piccole attenzioni nascono grandi cose Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace, il rifugio non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia. John Ruskin RE/MAX, l'immobiliare numero uno al mondo, con oltre 100 mila consulenti Vieni a scoprirlo da noi, in RE/MAX AEQUITAS. Troverai passione e competenza Una garanzia per chi cerca, compra, vende, costruisce, progetta, sogna Ovunque tu sia, RE/MAX AEQUITAS Viale della Vittoria, 31 - JESI (AN) - Tel. 0731.710000 www.remax.it/aequitas - aequitas@remax.it abitare Oggi c’è stato il giusto livellamento del valore degli immobili e ci sono buone occasioni. Ma ci vogliono interventi di defiscalizzazione per far tornare gli italiani alla loro caratteristica storica: credere nel mattone 12 senzaetà cosa introdurre secondo il proprio gusto, fondamentale anche quello altrimenti senza input i professionisti fanno case asettiche”. Benessere in casa: quanto conta la disposizione di mobili e oggetti? “Con i tempi frenetici della modernità e del lavoro fuori casa o lontano, si è affermato il concetto di casa come momenti di relax, la casa-nido, da vivere e godere. Questo avviene se è creata su misura, cucita addosso come un abito. Non esistono però indicazioni oggettive ma tutto è soggettivo e dunque personalizzabile. Anche le classiche questioni dell’orientamento delle stanze o della disposizione dei mobili verso nord o verso sud. Esempio? Mentre io preferisco la luce ho un’amica che lavora nel mio stesso campo che ama assolutamente gli spazi non troppo luminosi”. I programmi tv sulla casa hanno aumentato l’attenzione degli italiani per design e arredamento? “L’italiano, in particolare, ha sempre avuto una grande attenzione per la casa, vista tradizionalmente come bene-rifugio: per il 70% gli italiani sono proprietari di immobili e la tendenza è quella di legarsi molto ai propri spazi, cambiando casa 2-3 volte nella vita mentre, ad esempio, americani e nord-europei lo fanno anche 8-9 volte. La tv ha permesso che questa attenzione si concretizzasse con consigli reali e facilmente realizzabili per gli spettatori. Il nostro “Vendo casa disperatamente”, che nel 2009 conducevo su Real Time, migliorava e rivoluzionava in meglio una casa anche con 6.000 euro, cambiando la disposizione di mobili e arredi, colori e tessuti, mettendo ordine. Siamo stati precursori in tal senso. Quest’anno Vendo Casa, che ho condotto fino al 2013, è in pausa e faremo Changing Rooms al suo posto. Il 24 settembre parte invece la seconda edizione di Shopping Night Home Edition (alle 22:10 su Real Time, canale 31), le nostre gare di arredamento tra coppie, con diverse novità e soluzioni e spunti interessanti per chi ci guarda. A novembre, inizieremo anche un nuovo programma, sempre legato all’home design e inerente la remise en forme della casa, ma a sfidarsi saranno le famiglie”. Che stile ha dato alla sua casa? “Rispetto rigorosamente ciò che vado predicando e ho una casa classica con oggetti tradizionalissimi in cui ho inserito tocchi eccentrici nelle luci (ho una passione per le lampade), nei quadri, nei tappeti, negli oggetti di design”. Opere d’arte e oggetti “riciclati” sono alcuni suoi must, giusto? Nella mia famiglia grande collaborazione, passione ed entusiasmo “Sì, vale sempre la pena avere in casa pezzi d’arte: anche con un piccolo investimento si trovano tante opportunità, soprattutto con le opere di giovani artisti. È anche un modo per premiare la creatività e le nuove produzioni artistiche. Ciò che risulta determinante è il criterio e la sistemazione delle immagini, non tanto il valore. Il riciclo è un altro concetto vincente: un divano può rinascere grazie ad una stoffa particolare, ad esempio, e lì la gamma di opportunità è straordinaria, i prezzi variano a seconda degli interventi e anche in questo caso abbiamo modo di premiare artigiani creativi e scrupolosi”. Architetto, intermediatrice immobiliare, home stager, docente, presentatrice…ma lei è anche moglie, e mamma di un ragazzo di 19 anni. Come riesce a conciliare il tutto? “Tanta organizzazione! Tra i momenti di sovraccarico di impegni, cerco sempre di ritagliare spazi di vacanza e relax per recuperare le energie e godermi la famiglia. Ho sempre lavorato molto e ho fortunatamente un figlio abituato a gestirsi e a collaborare in famiglia, e un bravo marito! In questo modo riusciamo ad organizzarci al meglio. Indispensabili la voglia, la passione, l’entusiasmo”. Una mamma moderna che però sull’educazione non ha mai sorvolato su... ? “Il senso del dovere sicuramente! Mettendo in chiaro che i doveri vengono prima dei diritti. Sin quando non si lavora il dovere fondamentale di un bambino o di un ragazzo è la scuola e lì ho chiesto sempre impegno e risultati adeguati”. 13 inchiesta abitare GIOCO IL PROGETTO D’AZZARDO My name is… SEPASÈ D ue sorelle, la stessa passione. Senza la paura di sfidare il mercato in un momento difficile. Due giovani ingegneri-architetti marchigiani, Agnese e Caterina Pirani, ritornate nella propria città dopo esperienze lavorative maturate in importanti studi di progettazione italiani ed esteri, sono l’anima e lo stile di ArchIngegnare, una realtà dove convive il bello e il funzionale. La loro ispirazione? Credono che il Design, così come l’Architettura e l’Ingegneria, siano portatori di un grande dovere morale e sociale nei confronti dell’uomo. Credono che i progetti debbano essere in grado di migliorare il benessere di chi li vivrà rispettando cultura, tradizioni e bisogni di una società in continuo movimento. Come nasce l’idea? “L’idea è nata quasi per gioco… durante il recupero di una ex chiesa il committente chiede di poter trasformare un piccolo ambiente, di volta in volta, in saletta conferenze, zona mostra, area per piccoli concerti, teatro. Facciamo un esperimento, abbiamo pensato. Mettiamo tutte queste richieste in un unico elemento. Ecco come nasce Sepasè”. Perché si chiama così? “E’ un acronimo. SE sta per sedia, PA sta per parete, SÈ sta per separè. E’ l’oggetto multifunzione. Si trasforma facilmente da sedia, 14 senzaetà a separè, a tavolino e può essere comodamente spostato e trasportato occupando pochissimo spazio una volta chiuso”. E come si sposa un oggetto multifunzione con le esigenze di arredo? “Negli ultimi anni si è osservata una progressiva riduzione della metratura degli ambienti domestici e professionali, con l’intento di contenere le esigenze di mercato vuoi per i differenti prezzi di acquisto degli immobili, vuoi per le richieste dettate Ecco l’ultimo “esperimento” d’arredo. Idea multifunzione di ArchIngegnare da realtà diverse dal tradizionale nucleo familiare. In tale contesto diventa centrale il momento della scelta di un arredo o complemento di arredo, al fine di ottimizzare il limitato spazio disponibile senza cadere nella standardizzazione. Questo è lo scopo principale di Sepasè”. Materiali impiegati? “Sepasè, che è un brevetto, è costituito da una struttura di quattro telai di alluminio uniti da snodi di sicurezza. Questi telai pos- Agnese Pirani e Caterina Pirani (www.archingegnare.it) Ideatrici di Sepasè, cofondatrici dello studio di progettazione ArchIngegnare www.sepase.it Semplice, versatile, flessibile, sfoderabile, personalizzabile, facilmente trasportabile soprattutto MADE IN ITALY sono essere di differenti colori e finiture in relazione anche all’uso prevalente dell’oggetto. Inizialmente sono nate due linee: Sepasè Dressed e Sepasè Naked. La versione Dressed è “vestita”, la più armoniosa, la Naked è ”spogliata”, più cruda. Nella Dressed il rivestimento vince sulla struttura, nella Naked è la struttura a vincere. La prima, più morbida, può essere di tessuto, tela colorata, pelle, ecopelle, feltro, jeans, intrecciati, rafia, bambù, cocco. Nella seconda si può scegliere dal metacrilato, al legno, sughero, cartone, plastica riciclata di differenti colorazioni e finiture”. Al momento a quale target e mercato vi rivolgete? “E’ un prodotto per tutti da utilizzare in ambito domestico, commerciale, professionale, di intrattenimento, sanitario etc. Si rivolge ad un pubblico molto ampio, dal consumatore finale allo showroom o al distributore specializzato, dal contract all’interior design. In molte fiere ed eventi ha avuto gran successo”. Quali riconoscimenti ha avuto Sepasè? “Ha vinto come progetto innovativo all’ ExpoIndustria di Lima nel 2012, alla Florence Design Week di Firenze, alla Eos, Fiera Internazionale della Sostenibilità e Carbon Footprint di Udine nel 2013, al Fuori Salone di Milano Distretto Ventura Lambrate e alla Bim (Banca Intermobiliare) di Lugano nel 2014. Scelto, inoltre, nell’ambito di “Innovattori nuove sfide ed opportunità dall’ Europa”. Nel 2013 ha ottenuto il primo premio a “Un progetto per il mio futuro” indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto ed il premio del pubblico nell’ ambito del Business Idea Award, rivolti entrambi alle Start Up Innovative e alle Giovani Imprese”. Avete pronta anche un’altra novità? “Esatto: SepaSol. Sepasè incontra il Sole ed è amore a prima vista! La sedia, il tavolo e la parete si autoalimentano grazie a dei pannelli fotovoltaici che animano il rivestimento dando energia ad un accumulo, che una volta carico, può alimentare diversi dispositivi come pc, tablet, luci, smartphone. Il tutto si autoillumina con un sistema a led integrato dando vita ad un oggetto non solo funzionale ma funzionante. Può trovare collocazione in diversi ambiti dalle barche, alle marine, ai locali di svago, ai campeggi, outdoor ed indoor. Non sarà l’unica novità, ma per ora…TOP SECRET”. “Case, uffici, spazi urbani divengono tanto più godibili quanto più l’arredo FUNZIONA. Sepasè risponde a questa necessità” 15 abitare INTERIOR DESIGN Dalla nascita del concetto di abitazione alla mass customizzation, passando per i cambiamenti sociali che hanno influenzato la performance progettuale della casa moderna. Il valore dell’interior design per modellare lo spazio sullo stile di vita. IL DESIGN FA PIÙ CASA Giorgia Rosini Interior Design Poliarte Ancona Il cambiamento sociale influenza la performance progettuale della casa moderna: monolocale 16 senzaetà P er casa si intende la dimora, ovvero tutto ciò che permette di ripararci dagli agenti atmosferici. Può essere di origine naturale o artificiale e costruita dall’uomo. Parliamo di prime abitazioni dai tempi del Paleolitico, dove gli uomini trovano rifugio in grotte; e poi in tende mobili adatte al nomadismo. La funzione del focolare come riunione del gruppo familiare emerge pian piano. Dagli Egizi in poi sorgono vere e proprie architetture e nasce il concetto di abitazione per contenere singoli nuclei familiari. Sono architetture a pianta quadrata o rettangolare, circondate da uno o più cortili. Oltre alle altre funzioni finalmente emerge anche quella estetica. Queste tipologie di abitazioni saranno confermate anche da Romani e Greci, fino al Rinascimento e al Barocco. Nei secoli seguenti, con il fenomeno crescente dell’urbanizzazione, le popolazioni affluiscono nelle città ed è così che vengono progettati i primi palazzi plurifamiliari, strutturati su più piani, di svariate forme, fino ad arrivare ai grattacieli dei nostri giorni. Il concetto di casa, pur non avendo subito cambiamenti drastici nelle funzioni, ha però ispirato, negli ultimi anni, nuovi modi di concepire l’am- biente di vita. Oggi per spazi abitativi non intendiamo solo determinate tipologie di edifici, ma anche quelli da ristrutturare come ex fabbriche ed ex ospedali. Tutto questo grazie al design, che non ha né barriere né orizzonti. L’abitazione ora viene vista dall’interno, non più come un guscio esterno; è l’interno stesso a plasmare quello che noi siamo, visto che la casa è lo specchio della nostra anima. Tempo fa progettare, arredare spazi interni era visto come qualcosa di superfluo oppure come una moda passeggera. La figura stessa dell’interior designer s’impone invece, oggi, su quella dell’architetto per personalizzare lo spazio ed aprire ad ogni ceto sociale. In precedenza tale competenza era riserva esclusiva dell’élite cittadina. Oggi quest’espressione sociologica di “alto e basso” non c’è più, grazie anche all’opera di catene commerciali, come Ikea, che hanno integrato architettura, design e arredamento. Tutti possono avere una casa utilizzando praticamente qualunque stile. è l’epoca in cui le cose non si buttano, ma si riciclano, e una semplice scatola in cartone può diventare elemento di design e di arredo per la nostra casa; il vintage torna di moda e si affianca al moderno; Ikea viene presa d’assalto da giovani studenti o da giovani coppie che vo- in collaborazione con gliono dare uno stile proprio al loro nido. Siamo nella mass customizzation, l’assemblaggio personalizzato di più complementi d’arredo. Per stile non intendiamo solo il modo di arredare, progettare, ma proprio lo stile di vita delle persone, che cambia negli anni, e di conseguenza anche il modo di “fare casa”. La famiglia non si riconosce più nel modello “tradizionale”: è l’epoca delle coppie di fatto, dei genitori single, dei lavoratori fuori sede. Il cambiamento sociale influenza la performance progettuale della casa moderna: monolocale ipertecnologico, minimal, loft, singole stanze. L’appartamento è la tipologia sempre più richiesta e noi designer non ci limitiamo ad abbellire gli ambienti con l’arredamento, ma giochiamo con la psicologia degli spazi personali insieme ai committenti. Spezziamo l’uniformazione per far emergere preferenze, abitudini e gusti individuali, senza tralasciare le forma estetica. Ogni appartamento può variare. Può risultare il ritratto del designer quando il cliente gli dà carta bianca sulle scelte progettuali oppure il ritratto del cliente, nel caso in cui lui stesso insieme al designer decida come progettare la propria abitazione. Nel progetto della casa decide, in ultima analisi, lo stile di vita: attraverso forme, elementi, Grazie al design, l’abitazione ora viene vista dall’interno, non più come un guscio esterno colori e dettagli si riesce ad interpretare la psicologia di chi la vivrà seguendo il principio indicato sopra de “la casa, specchio della nostra anima”. Ovunque si può abitare: da qui l’idea diffusa del loft, che nella sua prima rappresentazione si impone come fenomeno newyorchese. Dopo la Seconda guerra mondiale molti artisti da Parigi si trasferiscono nella metropoli americana, dove si assiste alla chiusura di molte imprese cittadine con la dismissione di industrie, capannoni e magazzini. Gli ampi interni di questi edifici diventano studi ideali per artisti e designer. Di lì a poco si affermerà il concetto di vivibilità nel loft. All’epoca nessuno immaginava le potenzialità culturali e progettuali che racchiudevano quei locali malandati. Quella dei loft è oggi infatti sia una filosofia del design, che una tipologia abitativa alternativa per precise caratteristiche non vincolanti. Questa tipologia di abitazione è un’ulteriore conferma della duttilità morfologica propria degli interni, corrispondentemente alle esigenze del cliente e alla concezione estetico-progettuale dell’interior designer. www.poliarte.net Una semplice scatola in cartone può diventare elemento di design E di arredo il vintage torna di moda e si affianca al moderno È l’assemblaggio personalizzato di più complementi d’arredo 17 abitare ERGONOMIA COGNITIVA Andrea Montesi Docente di Ergonomia e Antropometria POLIARTE Ancona To u c h Life Come aiutare il nostro cervello a ridurre lo sforzo interpretativo del mondo 18 senzaetà S ono convinto che l’uomo è una macchina perfetta: muscoli e movimento, respirazione, coscienza di sé, linguaggio, interpretazione del mondo. Quest’ultimo punto, l’interpretazione che il nostro cervello continua imperterrito a svolgere - a volte senza la nostra volontà - ogni secondo, è un compito oneroso, che sfrutta molte delle energie quotidianamente a nostra disposizione, specialmente quelle che maggiormente impieghiamo, ovvero la vista e l’udito. Utilizziamo i computer e i nostri occhi sono sottoposti a continui input artefatti, dati dalla luminosità e dai colori del monitor, dal tipo del documento che dobbiamo leggere o “semplicemente” interpretare. L’udito, invece, ci dà la misura della musicalità del mondo, ci fa percepire le risa di un bimbo, le urla del mercante che vende la propria merce, il clacson dell’auto. Abbiamo la possibilità di analizzare tutto ciò che ci circonda, riconoscerlo, categorizzarlo e dargli un significato ben preciso. Ma questo richiede attenzione, uno sforzo cognitivo e interpretativo che aumenta costantemente il nostro stress mentale quotidiano, specie se viviamo in città dinamiche, cariche di stimoli continui, spesso artificiali. Ed è in questo ambito che interviene l’ergonomia cognitiva, disciplina volta alla ricerca delle possibilità atte a diminuire lo stress cognitivo a cui le persone sono sottoposte. Essa va di pari passo con l’ergonomia fisica e si occupa in generale del rapporto dell’uomo con tutti gli stimoli sensoriali che derivano dal mondo esterno; studia come migliorare l’interazione tra il sistema cognitivo umano e le interfacce informatico-grafiche integrate negli oggetti che utilizziamo (usabilità e visibilità dello schermo del bancomat o dei forni, dei computer, etc…). Tutto ciò al fine di rendere maggiormente vivibile, di facile interpretazione e qualitativamente migliori gli oggetti, le abitazioni e i luoghi di lavoro. Tale disciplina si relaziona con molteplici ambiti di studi differenti: psicologia del lavoro, design, neurofisiologia, ingegneria, domotica. in collaborazione con direttore Giordano Pierlorenzi L’ergonomia cognitiva nell’abitazione? Se i progettisti lavorano ottimamente, aiutandoci ad aumentare il comfort delle azioni quotidiane, tali supporti si integrano con le nostre abitudini private. Il “frigorifero intelligente”, ci comunica la data di scadenza e la tipologia di conservazione del prodotto Come possiamo vedere l’ergonomia cognitiva nel quotidiano, all’interno della nostra abitazione? Non lo facciamo, non per carenza di attenzione, ma perché se i progettisti lavorano ottimamente, aiutandoci a diminuire lo sforzo interpretativo e ad aumentare il comfort delle azioni quotidiane (cucinare, lavare, asciugare, etc..), tali supporti si integrano con le nostre abitudini private. Un esempio è la comprensione dei quadranti frontali del forno o della lavatrice: questi devono avere un colore che faccia vedere senza sforzi i comandi da utilizzare, anche quando la luce del forno in funzione è accesa o quando la lavatrice sta lavando. Oppure far comprendere l’uso dello strumento mediante pulsanti o touch system che abbiano una funzione per tasto, semplificando l’uso dell’oggetto (es. tasto con l’immagine di una ventola per la sua attivazione e spegnimento o avere più/meno per scegliere i giri del lavaggio). Di tutto ciò ci accorgiamo solo se non riusciamo a capirne il funzionamento, con conseguenti sentimenti di rabbia (verso noi e chi l’ha prodotto) e frustrazione. Ancona: in un hotel, le finestre cambiano colore secondo il gusto dell’ospite; il “frigorifero intelligente”, tramite uno schermo posto sulla facciata, ci comunica la data di scadenza e la tipologia di conservazione del prodotto. Queste sono alcune delle molteplici soluzioni che attraverso l’applicazione dell’ergonomia cognitiva migliorano il nostro stile di vita, riducono la complessità delle informazioni che riceviamo e delle risposte che il mondo ci richiede. 19 sorrisi Tratto da Nota stampa CHITA/CHPOLD/0061/13(1) LA BOCCA DEGLI ITALIANI PAROLA AI DENTISTI Il vissuto di chi perde un dente, i ponti mobili, l’igiene orale: ANDI, GSK CH, GfK EuriskoPolident hanno fotografato la situazione. C ome e perché vengono richiesti i ponti mobili, quali i trend, cosa raccontano i pazienti e come curano l’igiene orale? A risponderci è un’indagine di ANDI Servizio Studi e GSK CH presentata in occasione del 61° Congresso ANDI. C’è poi il vissuto degli italiani che, secondo una ricerca GfK Eurisko-Polident, definiscono la perdita di un dente il peggior incubo, senza però introdurre grandi cambiamenti nelle loro pratiche di igiene orale. Il quadro della situazione è fornito proprio dai dati di queste indagini. Oltre la metà dei dentisti (53%) dichiara È fondamentale imparare a gestire correttamente il ponte mobile in termini di corretta igiene, protezione e fissaggio 20 senzaetà che la richiesta di ponti mobili è aumentata perché consente di risolvere in modo meno invasivo ed efficace la perdita di uno o più denti. “Abbiamo fortemente voluto indagare sulla percezione dei colleghi che quotidianamente approcciano questa tipologia di pazienti, che riferiscono una sensazione di disagio che viene interpretata come menomazione” – spiega infatti Roberto Callioni Odontoiatra, Referente Centro Studi ANDI, Past President ANDI, nel corso della presentazione dei risultati dell’indagine (svolta su oltre 1.000 dentisti italiani) in occasione del 61° Congresso Scientifico Nazionale ANDI. Secondo gli esperti, il principale disturbo che il paziente riscontra con l’utilizzo delle protesi mobili è la sensazione di un corpo estraneo in bocca (83%), conosciuta anche da una fascia di popolazione tra i 50-54enni che già porta la protesi per la prima volta (16%) e che arriva fino al 67% tra i 7579enni. “I denti rappresentano l’energia, la potenza, la combattività quindi segnalano un po’ la capacità di afferrare il mondo, di addentarlo – precisa Francesca Cancellada, psicologa del lavoro e counselor – Perderli significa essere privati di questa forza ag- La perdita del dente è vissuta in maniera profonda influenzando anche la sfera emotiva La mancata cura dell’igiene orale (47%) è quasi sovrapponibile all’incidenza delle malattie parodontali (49%) gressiva, quindi la perdita dei denti è un simbolo di frustrazione, di fallimento”. Una recente indagine condotta da GfK Eurisko-Polident ha esaminato con quale spirito gli italiani affrontano un cambiamento fisico indagando sull’effetto provocato dalla perdita di un dente. Risulta essere la preoccupazione più forte (66%), anzi l’incubo più temuto, data anche la valenza attribuitale nei sogni. Ci si sveglia angosciati perché sale la paura di “perdere” anche i propri cari o una situazione di tranquillità e benessere (55%). “La perdita del dente è vissuta in maniera profonda influenzando anche la sfera emotiva – spiega Isabella Cecchini, Direttore Dipartimento Ricerche Salute GfK Eurisko - Non solo si tratta di un evento che stravolge percezione e immagine di se stessi, ma addirittura mina le relazioni interpersonali perché è la prima barriera all’accettazione dell’altro” . Secondo i dentisti coinvolti nell’indagine Andi, la mancata cura dell’igiene orale (47%) è quasi sovrapponibile all’incidenza delle malattie parodontali (49%). Poco incoraggiante il comportamento dei pazienti, che si divide in due tipologie: poco più della metà si preoccupa (54%), gli altri non affrontano il problema. Scopriamo così che circa 1/3 dei pazienti portatori di ponti mobili (31,5%) diventa frequentemente portatore di protesi totale. “Con l’avvento dell’implantologia, molti pazienti si sono allontanati dalle protesi senza valutarne i vantaggi per questioni economiche o in caso di difficoltà cliniche (conformazioni, quantità d’osso, etc) – sottolinea Lilia Bortolotti Odontoiatra, Pro- fessore A.C. corso di formazione in protesi Università di Bologna – La protesi risolve, ma come con tutte le altre protesi bisogna fare “riabilitazione”, partendo da masticazione, utilizzo di alcuni alimenti, uso corretto dell’adesivo, lavaggio della protesi, riabilitazione della dizione”. “Davanti al paziente che arriva da noi per curare le carie o sostituire i denti mancanti, eroghiamo interventi tecnici – afferma Laura Strohmenger Professore Ordinario Clinica Odontoiatrica Università degli Studi di Milano – Ci facciamo prendere in modo totale dalla parte tecnica del nostro lavoro, dimenticando di parlare, spiegare, raccontare la prevenzione ed evidenziare come i principi di una corretta igiene del cavo orale siano pregiudiziali non solo al mantenimento della salute, ma anche alla conservazione delle terapie che pratichiamo”. La necessità di approfondire l’informazione su pulizia e protezione quotidiana dei denti naturali in presenza di ponti mobili e protesi aumenta l’importanza di educare meglio a un’igiene orale accurata e specifica. “È fondamentale imparare a gestire correttamente il ponte mobile in termini di corretta igiene, protezione e fissaggio – conclude Maria Gaggiani Expert Marketing GSK CH – pianificando regolari visite di controllo. La disponibilità di nuovi prodotti studiati specificatamente può essere solo un ulteriore strumento per stimolare il paziente e renderlo responsabile della salute della propria bocca, soprattutto se in presenza di un ponte mobile”. UNA PIATTAFORMA EUROPEA PER L’IGIENE ORALE better oral health EUROPEAN PLATFORM Better Oral Health European Platform (BOHEP) è la Piattaforma per una Migliore Igiene Orale in Europa: iniziativa congiunta all’Associazione Europea dell’Igiene Dentale Pubblica, l’Associazione per l’Educazione Dentale in Europa, il Concilio Europeo degli Ufficiali Dentisti e la Fondazione Internazionale dell’Igiene Dentale, supportata dal Programma di Cura Dentale Wrigley e da GlaxoSmithKline Consumer Healthcare. Obiettivo: portare il tema dell’igiene dentale in cima all’agenda politica dell’EU e dei singoli stati membri e aumentare la conoscenza pubblica sulla salute orale, promuovendo soluzioni concrete e praticabili per migliorare la salute orale in tutta l’Europa. www.oralhealthplatform.eu 21 sorrisi Denti sensibili... prima eliminare le cause Aldemiro Mimmo Andreoni VicePresidente Vicario ANDI Marche S pesso i Pazienti richiedono terapie odontoiatriche riferendo dolori ai denti scatenati da cibi e bevande calde/fredde o dolci/acide, ritenendo di essere affetti da qualche carie… Il fastidio o il dolore improvviso (anche molto intenso!) che i pazienti riferiscono può interessare tutti i denti, ma maggiormente interessati sono premolari e molari superiori. In realtà, nel corso della visita eseguita dall’Odontoiatra (ancor meglio se supportata da radiografie di controllo) non si evidenziano carie, ma soltanto (?) erosioni, per lo più al colletto di uno o più denti (associate quasi sempre a retrazione/recessione del margine gengivale) L’ipersensibilità dentinale è una delle patologie odontoiatriche più diffuse, talvolta sottovalutata e viene spesso Fattori di rischio: affrontata in maniera fai-da-te • tecniche scorrette di utilizzando trattamenti poco igiene orale (uso errato appropriati ed efficaci. La prevenzione di spazzolino e filo Le cause possono essere interdentale) è possibile: molteplici e a carico • uso di dentifrici con di qualsiasi elemento meglio lo spazzolino alto indice di abrasività dentale ed in soggetti di elettrico e non • traumi cronici in ogni età, anche se si ha trattamenti seguito a bruxismo maggior incidenza (digrignamento dei improvvisati in donne tra denti) i 25 e i 40 anni. • difetti di sviluppo di smalto È una sintomatologia che e dentina. generalmente si localizza in • fratture di denti e/o di otturazioni. elementi dentali che presentano una • esposizione dei colletti (anche esposizione del tessuto dentinale a conseguente ad interventi di chirurgia causa di traumi cronici quali abrasione parodontale). od erosione che asportano, in denti Trattare l’ipersensibilità dentinale è vitali, parte dello smalto normalmente a ovviamente possibile e deve prevedere in protezione della dentina sottostante; resta primo luogo l’eliminazione delle cause controverso il ruolo della placca batterica che l’hanno determinata, per eseguire poi in quanto un buon grado di igiene orale una serie di trattamenti professionali che renderebbe meno probabile lo sviluppo di vanno dall’utilizzo del laser alla sigillatura sensibilità. 22 senzaetà dei tubuli dentinali mediante resine fluide o altre sostanze. Questi trattamenti possono non essere permanenti ma dover essere ripetuti ciclicamente. Come terapia domiciliare, più indicata per il trattamento di ipersensibilità diffuse, possono essere utilizzati dentifrici e collutori contenenti uno o più agenti desensibilizzanti, anche se come detto le applicazioni locali eseguite nello studio dentistico permettono senz’altro di raggiungere risultati più rapidi e soddisfacenti. Per quanto riguarda la prevenzione, è importante ricordare di porre attenzione all’alimentazione evitando cibi o bevande troppo acide, e di evitare dentifrici abrasivi e spazzolini troppo duri (una valida alternativa allo spazzolamento manuale, per evitare di essere troppo aggressivi, può essere rappresentata dagli spazzolini elettrici). il pulito in Sanità, sicuro ed ecologico Tecnologia, innovazione, tradizione al servizio della qualità e della precisione. Europa Multiservice è da sempre detersione industriale di biancheria. All’avanguardia nel settore sanitario, ha scelto di eccellere lì dove la qualità sposa il rispetto ambientale, dove la serietà e la competenza incontrano l’automazione e la tecnologia più avanzata. È questo il partner Europa Multiservice. Tel. 0735.592810 info@europamultiservice.it inchiesta GIOCO D’AZZARDO A bbracciando il principio olistico che si sta sempre più radicando anche nella cultura occidentale, il pensiero FRUTTONERO concilia benessere e armonia quotidiani, utilizzando i principi attivi della natura per renderli, attraverso i suoi prodotti, accessibili a tutti. Uno dei prodotti di punta della linea FRUTTONERO è il suo olio di Canapa puro NA. LE PROPRIETÀ Grazie alle sue proprietà sebo normalizzanti tale prodotto è consigliato per la cura dei capelli e del cuoio capelluto tendenti a seborrea e forfora. Inoltre la sua peculiare composizione fa dell’olio di Canapa puro NA FRUTTONERO un cosmetico indicato per donare corpo, volume e vitalità a capelli secchi e sfibrati, rendendoli lucidi, sani e brillanti. Possiede elevata penetrabilità che lo rende un ottimo olio da massaggio, anche ad uso sportivo. Applicato puro o miscelato con altri oli o creme, idrata e nutre pelli secche e mature. Possiede importanti pro- 24 senzaetà Capelli più belli... all’olio di canapa prietà purificanti e la sua naturale profumazione ne fa un olio indicato per massaggi rilassanti. Grazie alla sua caratteristica composizione acidica e ricchezza di vitamine A, E, F e del gruppo B l’olio di Canapa puro NA FRUTTONERO apporta nutrimento alla pelle aiutandola a mantenersi elastica, compatta, tonica e luminosa. L’uso costante e regolare aiuta a rallentare i naturali processi di invecchiamento cutaneo. Prodotto senza l’uso di additivi, solventi e processi di raffinazione, l’olio di Canapa puro NA FRUTTONERO è privo di sostan- L’olio di Canapa NA FRUTTONERO natural cosmetic è certificato ECO BIO COSMESI da ICEA. ze psicoattive. Ha elevata fluidità e assorbibilità che ne consentono un’assimilazione immediata. Tra le sue proprietà quella di lenire fastidiose manifestazioni cutanee come pruriti e ridurre gli inestetismi legati a irritazioni e arrossamenti tipici della pelle disidratata e stressata. Le proprietà dell’olio di Canapa NA FRUTTONERO sono particolarmente indicate per affrontare il cambio di stagione autunnale. D’estate i capelli sono messi a dura prova da sole e mare e non sempre sono protetti a dovere. La pelle poi, disidratata da salsedine e abbronzatura, pretende protezione e reidratazione. A ciò si aggiungono il temutissimo cambio di stagione e l’effluvium autunnale che, puntuali come ogni anno, incidono particolarmente sulla caduta stagionale dei capelli. “Insomma con l’arrivo dell’autunno e di un calendario lavorativo stressante, la voglia e la necessità di ritrovare un contatto con la nostra salute, prendersi cura di se’ e coccolarsi è più che mai impellente!” PROVENIENZA L’Olio di Canapa NA è un valido aiuto per risollevare le sorti dei nostri capelli. È un olio naturale, dai semi della Cannabis Sativa. Per secoli questa pianta ha rivestito un importante ruolo economico e sociale: la materia prima che se ne ricava, la canapa, è utilizzata da tempi remoti per realizzare tessuti. Per anni la liceità del suo utilizzo è stata messa in discussione a causa dell’oleoresina delle infiorescenze che, come noto, è ricca di composti psicoattivi. Finalmente rivalutata, oggi la pianta della canapa ritorna ad essere considerata utile e importante. Il suo olio, estratto tramite spremitura a freddo, grazie ad un elevato contenuto di acidi grassi insaturi è per l’industria cosmetica e alimentare di grande valore. MODO D’IMPIEGO Usato come impacco prima dello shampoo ridona corpo, volume e vitalità. È sufficiente utilizzare un modesto quantitativo di olio sui capelli umidi dopo lo shampoo, distribuirlo uniformemente, lasciarlo in posa per qualche minuto e procedere al normale risciacquo. Questa applicazione aiuta a regolare l’attività del bulbo pilifero. Chi invece è tormentato dalle doppie punte, può distribuire qualche goccia di olio sui capelli puliti e asciutti e poi procedere allo styling! Da ‘Il Commisario Montalbano PREZIOSO IN VISTA DELL’AUTUNNO In vista del cambio di stagione, l’olio di canapa diventa un prezioso alleato. Grazie ai principi attivi naturali e all’abbondante disponibilità di vitamina A, E, F e del gruppo B questo prodotto è davvero efficace e funzionale per riparare cute e capelli dallo stress dell’estate. Se le vostre sono giornate frenetiche, dovrete approfittare della doccia per godere di una pelle morbida e setosa, aggiungendo al vostro detergente qualche goccia di prodotto. Se invece potete dedicare a voi stessi qualche minuto in più, vi consigliamo un bel massaggio idratante che vi regalerete distribuendo l’olio di Canapa puro NA su tut- to il corpo, massaggiandolo fino a completo assorbimento. Niente paura quindi di fronte ai cambiamenti climatici e alle reazioni che questi possono provocare. PREVENZIONE Un atteggiamento preventivo e la cura costante contrastano disidratazione, manifestazioni cutanee quali irritazioni, segni del tempo, stress causato da agenti atmosferici e preservano la salute dei capelli. Così i prodotti della linea FRUTTONERO diventano i migliori alleati durante tutto l’anno. Preservare la propria salute significa adottare uno stile di vita sano ed equilibrato, ecco dunque che salute diviene sinonimo di bellezza, intesa come rispetto per se stessi, per l’ambiente e amore per la vita. Questa la filosofia di FRUTTONERO e i valori in cui crede. In vista del cambio di stagione, l’olio di canapa diventa un prezioso alleato. Grazie ai principi attivi naturali e all’abbondante disponibilità di vitamina A, E, F e del gruppo B è davvero efficace e funzionale per riparare cute e capelli dallo stress dell’estate. 25 ricerca e innovazione Dolori vertebrali: un buon metodo per curarli A bbiamo chiesto al nostro esperto Cesare Ivaldi un buon metodo per curare efficacemente i dolori artrosici, in particolare quelli cervicali e lombari… Ecco la sua risposta. La colonna vertebrale cervicale e lombare è costituita da un’alternanza di vertebre ossee e di dischi fibrocartilaginei, fra loro connessi per mezzo di robusti legamenti sorretti da robuste masse muscolo-tendinee. Le vertebre cervicali sono sette ed insieme formano la struttura scheletrica del collo; proteggono il midollo spinale, sostengono il cranio e consentono di compiere una serie di movimenti. Una complessa rete di nervi, che si trova alla radice del collo e si estende fino all’ascella ed agli arti superiori è denominata plesso brachiale. Le vertebre lombari sono cinque e sono le più grandi e robuste della colonna vertebrale poiché assieme all’osso sacro devono sostenere la maggior parte del peso corporeo e consentire una serie di movimenti in flessione ed inclinazione. Le radici nervose spinali che escono dalla colonna lombo-sacrale chiamate plesso sacrale controllano la parte sensitiva e motoria degli arti inferiori. Ma quali sono le principali patologie? 1) L’ARTROSI: è presente principalmente nella maggior parte dei soggetti ultra cinquantenni con lesioni del disco e presenza di osteofiti (calcificazioni), causa dolore ed impedisce alcuni movimenti del collo e della colonna lombare. L’artrosi può contribuire a restringere il canale vertebrale ed a determinare lesioni del midollo spinale, con disturbi della deambulazione. 2) ERNIA DEL DISCO: Fuoriuscita del disco intervertebrale dai suoi limiti normali. RISULTATI CLINICI IN ITALIA DAL 1992 Grazie ad un lavoro medico scientifico continuativo con SORAZON dal 2003 al 2010 sono stati sottoposti a terapia 9.478 pazienti. I risultati, di notevole riscontro, presentano in ogni caso documentata efficacia anche risolutiva 26 senzaetà Costituito da due parti: un nucleo gelatinoso centrale (nucleo polposo) ed un anello di fibre periferiche che tiene unite le due vertebre. Se l’anello è fessurato , il nucleo vi si insinua e sporge all’esterno della colonna vertebrale comprimendo una radice nervosa o il midollo spinale. (Protrusione o Ernia). Si manifesta con dolore acuto e rigidità della colonna vertebrale, cervicale con nausea, vertigini, annebbiamento della vista, lombare con sciatalgia. 3) TRAUMI CONTRATTIVI: da incidenti (Colpo di frusta e Colpo della strega) Si manifesta con dolore acuto e rigidità della colonna vertebrale. A questo punto, uno sguardo alla cura possibile. L’evoluzione terapeutica Sorazon è un buon metodo di cura antinfiammatoria contro il dolore. Con programma terapeutico non associato a farmaci, mirato a ridurre il dolore sull’apparato muscolo-scheletrico della colonna vertebrale con ciclo di applicazioni una volta a settimana per 4/6 settimane consecutive, sono stati trattati ambulatorialmente un gran numero di pazienti con dolori cervicali e lombari da artrosi, discopatie, ernie e traumi contrattivi con risultati davvero soddisfacenti. I pazienti vengono trattati con terapia intensiva Sorazon. Essa utilizza onde soniche pressorie d’urto, altamente penetranti, che si irradiano nei tessuti profondi con fasi di compressione e decompressione in rapida sequenza, radiofrequenze con campo elettromagnetico ionizzante ed energia ossigenatoria di OZONO, di grande efficacia nel trattamento della flogosi (infiammazione), inibizione delle prostaglandine e del dolore per ossidazione (inattivazione) dei metaboliti algogeni delle parti nervose e rappresenta un mezzo ausiliario e complementare per il recupero del paziente malato e dolente. INDICAZIONI TERAPEUTICHE > ARTROSI > INFIAMMAZIONI ARTICOLARI > TRAUMI ITALIA - EUROPA CONTRO IL DOLORE ARTROSICO TERAPIA INTENSIVA antinfiammatoria Mirata >Infiltrante>Profonda non invasiva, non dolorosa A TRIPLA AZIONE SONAR AD ONDE SONICHE PRESSORIE D'URTO A TEMPORO MANDIBOLARE - artrite - artrosi - dolore di masticazione COLONNA CERVICALE - artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi, contusivi COLONNA DORSALE - artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli vertebrali - traumi contrattivi, contusivi COLONNA LOMBARE SACRALE - artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore trauma coccige SPALLA - artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale - cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi GOMITO RADIOFREQUENZA - artrite - artrosi - epicondilite (gomito tennista) - traumi contrattivi, contusivi CON CAMPO ELETTROMAGNETICO IONIZZANTE POLSO - artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite - traumi contrattivi, contusivi, distorsivi MANO - artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto - metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi ANCA - artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata COSCIA/GAMBA - traumi contrattivi, contusivi - ematomi GINOCCHIO - artrite - gonartrosi - meniscopatie degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker AD ENERGIA OSSIGENATORIA DI CAVIGLIA - artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi - lesioni - calcificazioni tendine d’achille OZONO PIEDE - artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo - sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite - fascite plantare - trauma contusivo PATOLOGIE VARIE - artrite reumatoide - artralgia - tendinite tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti periostite - ritardi di consolidazione ossea MARCHIO CE - Terapia non invasiva Per informazioni: P.A.S.S. Via S.N.A.Sud, 44/7 61032 FANO (PU) Tel. e Fax: 0721/808759 +39 333/9129395 info@sonotronitalia.com Segreteria: +39 333.9129395 Specialista Terapeutico: +39 337.641384 www.sorazon.it www.sonotronitalia.com AMBULATORI REGIONE MARCHE: Pesaro - Fano Ancona - Jesi Trodica di Morrovalle (MC) Ascoli Piceno 27 servizi sanitari SANIFICAZIONE Detersione industriale di biancheria: un’attività saliente per l’intero sistema sanitario italiano, che richiede investimenti in sicurezza, innovazione tecnologica, vocazione green. La testimonianza di una storica azienda del centro-Italia, Europa Multiservice. I l settore sanitario-assistenziale è quello in prima linea quando si parla di sicurezza dell’igiene, ovviamente, visto l’importante compito di relazionarsi direttamente con la salute delle persone. Si tratta di ambienti molto diversi tra loro (ospedali, cliniche, Rsa, case di riposo), ma che conservano necessità comuni dal punto di vista igienico, microbiologico e batteriologico. L’attenzione si concentra soprattutto sulla qualità del soggiorno e il benessere dell’ospite, partendo dal lavaggio dei tessuti, il rispetto degli indumenti, la perfetta pulizia e sanitizzazione della biancheria di tutta la struttura (divise del personale, calzature, materassi, lenzuola, coperte, cuscini, tovaglie, indumenti degli ospiti). La delicatezza del tema è facilmente intuibile e il settore delle lavanderie industriali svolge IL PULITO IN SANITÀ, LE SFIDE DI UN SETTORE STRATEGICO una funzione saliente ed essenziale per l’intero sistema sanitario. Ma cosa c’è dietro un’attività di questo tipo? Quali criticità e quali specializzazioni in campo? Lo abbiamo chiesto ad un’azienda storica del centro-Italia, nata negli anni ’70 ed oggi (cresciuta al passo con le innovazioni tecnologiche, informatiche e architettoniche) all’avanguardia proprio nel settore sanitario e con una forte vocazione green. Europa Multiservice ha sede nelle Marche, dove è nata ad opera di Palmarino Rapini. Alla guida, oggi, ci sono il figlio Eugenio e sua moglie Simonetta, che accompagnano la terza generazione entrante, i figli Cristiana e Simone. “Una passione di famiglia – ci raccontano Eugenio e Simonetta – con una doverosa e puntuale attenzione, proprio per guardare sempre al futuro e saper competere nell’affidabilità, alla ricerca continua di tecnologie e nuovi prodotti che possano migliorare e ottimizzare la qualità e il servizio”. Quali sono le azioni principali che avete messo in campo, in questo senso? “Nella nostra realtà le strutture architettoniche stesse sono sta- “Un sistema informatico collaudato garantisce corretta gestione e sicurezza di tutte le attività” 28 senzaetà te progettate nell’ottica della completa separazione sporco/ pulito come per i nostri automezzi dotati di separatori interni sporco/pulito. L’attenzione all’evoluzione tecnologica è stata un nostro pallino da sempre (con attrezzature e macchinari di ultima generazione), insieme alla sicurezza e alla sostenibilità ambientale: ci siamo dotati infatti di un sistema di qualità certificata UN EN ISO 9001 e del sistema ISO 1400:2004, mirato a proteggere l’ambiente. Per essere sempre più competitivi e aggiornati ci stiamo attualmente preparando alla certificazione ISO 18000. Abbiamo un metodo di lavaggio con acqua primaria prodotta da un impianto ad osmosi inversa e un moderno impianto di depurazione del tipo biologico, a fanghi attivi, con controllo chimico-fisico di ingresso. Ci siamo inoltre dotati di un pacchetto hardware e software per gestire la rintracciabilità fisica dei prodotti da trattare, del loro stato, delle varie lavorazioni, con un sistema informatico collaudato per la gestione informatizzata di tutte le attività svolte”. www.europamultiservice.it “Le nostre strutture architettoniche sono state progettate per la completa separazione sporco/pulito, aspetto fondamentale del nostro lavoro” Su cosa non si può transigere nel vostro settore? “La massima qualità del prodotto finito. Facciamo infatti periodiche analisi sui tessuti, anche perché oggi si manifestano in modo sempre più importanti infezioni batteriologiche, per questo parliamo di sanificazione che avviene mediante una particolare macchina gestita in modo automatico da un software dedicato”. Quali sono i cambiamenti avvenuti negli anni e le maggiori criticità? “Il settore delle lavanderie non ha subito notevoli cambiamenti poiché non possiede una regolamentazione specifica di norme e mercato. Le maggiori criticità quindi riguardano proprio la necessità di regolamentare il settore che si occupa della sanità privata”. Quali sono le situazioni più delicate da affrontare nella vostra attività? “Sono le situazioni che riguar- dano, sempre più spesso, le infezioni che colpiscono gli ospiti delle strutture, e noi siamo in grado di gestire al meglio questo tipo di contingenze. Lo facciamo attraverso una procedura dedicata che adotta il sistema di certificazione RABC (Risk Analisys and Biocontamination Control) secondo la norma UNI EN 14065/2004, ed è un aspetto fondamentale del nostro lavoro, insieme alla puntualità, alla precisione, alla massima affidabilità, visto che parliamo di salute”. Chi sono i vostri utenti? “I nostri servizi sono rivolti in particolare a strutture sanitarie quali case di cura, resi- denze per anziani, strutture di riabilitazione e lunghe degenze. Cerchiamo, attraverso il nostro servizio, di adempiere a tutte le esigenze di una struttura. Siamo presenti su una vasta porzione di territorio nel centro-Italia, con particolare attenzione per Marche e Abruzzo”. 29 servizi sanitari ABBIGLIAMENTO Quasi un secolo di made in Italy D Da oltre 90 anni nel settore del tessile sanitario, Cotoniera Facchini spazia dalle divise da lavoro all’abbigliamento ed accessori per la terza età, con un’offerta rivolta non solo al settore pubblico, alle aziende e alle residenze per anziani, ma anche ai piccoli studi professionali. 30 senzaetà al 1924 Cotoniera Facchini, storica azienda bolognese con lunga esperienza nel settore tessile sanitario, produce e distribuisce prodotti di qualità made in Italy a proprio marchio e completa la propria offerta con articoli delle migliori marche, italiane ed estere. L’obiettivo è rimanere “La Scelta del Professionista” su tutto il territorio nazionale, sia in ambito pubblico che privato, spaziando dalle forniture ospedaliere e ricettive a quelle per professionisti del medicale e dei centri benessere, ma non solo. Dal chirurgo all’infermiere, dal dentista al farmacista, dall’estetista al fisioterapista, Cotoniera Facchini propone, oltre ai capi e alle calzature classici del settore, anche una linea “Fashion” in grado di valorizzare la figura del professionista che ha grande cura dell’immagine per sé, per i propri collaboratori e per la struttura in cui opera. L’alto grado di personalizzazione delle forniture, la rapidità nella consegna anche di piccoli quantitativi fanno di Cotoniera Facchini l’interlocutore ideale per chi desidera un referente specializzato, affidabile e con lunga esperienza. L’ABBIGLIAMENTO PROFESSIONALE, rappresenta il punto di forza della Cotoniera Facchini. Comfort, resistenza e praticità, ma anche bellezza e un tocco di eleganza caratterizzano le collezioni destinate al settore sanitario, medicale e al mondo del benessere. I capi sono realizzati per durare nel tempo e per garantire il massimo comfort durante l’utilizzo; sono curati particolarmente nella vestibilità, grazie ad un attento studio di modellistica, e nella produzione artigianale totalmente made in Italy. Vengono inoltre proposte le CALZATURE PROFESSIONALI delle aziende più attente e sensibili al miglioramento del benessere e della comodità per chi le indossa durante lo svolgimento della propria professione. Grande rilevanza è data anche dalla BIANCHERIA NO STIRO: non necessita di stiratura dopo il lavaggio, è molto morbida, confortevole e traspirante, in jersey elasticizzato di cotone a contatto con la pelle ed interno in poliestere; riduce sensibilmente il tempo necessario per il cambio della biancheria, assicurando un rifacimento del letto semplice e rapido. A completare l’offerta proposta dalla Cotoniera Facchini troviamo l’ABBIGLIAMENTO E GLI ACCESSORI PER ANZIANI e lungodegenti, con soluzioni appositamente studiate per il benessere della terza età tra cui si evidenziano il pigiama-tuta, pratico e funzionale nel rispondere ai bisogni quotidiani di anziani allettati e degli operatori che li assistono, ed una serie di giochi mnemonici per l’allenamento mentale dei meno giovani. www.cotonierafacchini.it Invecchiare sereni? Nasce il nuovo servizio informativo gratuito “Residenza Dorica risponde” Ogni giorno, telefonando al numero 071 2902601, un professionista della struttura Residenza Dorica risponderà gratuitamente alle vostre richieste specifiche in base al seguente calendario: Lunedì 14.00/15.00 Assistenza Sociale Martedì 13.00/14.00 Coordinatore Infermieristico Mercoledì 14.00/15.00 Coordinatrice Fisioterapisti Giovedì 14.00/15.00 Psicologa Venerdì 13.00/14.00 Direttrice/Amministrazione Tel. 071 2902601 medicina A EMICRANIA ffligge circa il 14-16% della popolazione adulta nei paesi occidentali e ne soffrono maggiormente le donne, colpite più degli uomini (in rapporto di 3:1). È l’emicrania, “un tipo di mal di testa che non è diagnosticabile con esami strumentali e/o di laboratorio ma solo tramite la raccolta della descrizione dei sintomi” ci spiega il dott. Francesco De Cesaris, del Centro Cefalee e Farmacologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze. Gli abbiamo chiesto quali sono le particolarità di questo disturbo e quali le strade della ricerca sul fronte degli integratori, dove società come FB Health stanno investendo: l’ultimo ritrovato è un prodotto composto da un’associazione di magnesio, riboflavina, coenzima Q10 e tanaceto partenio (molecole inserite nelle linee guida della American Headache Society), per la profilassi emicranica, la modulazione nocicettiva e la riduzione degli stati di tensione muscolare. Uno studio recente ne conferma efficacia e sicurezza. 32 senzaetà Contro l’emicrania un’associazione di molecole naturali Come si manifesta l’emicrania e quando si parla di cronicità? “L’attacco emicranico è caratterizzato da una cefalea pulsante-martellante spesso di forte intensità, invalidante, che si aggrava col movimento. Nella maggior parte dei casi la cefalea è localizzata alla parte destra o sinistra della testa ed è accompagnata da sintomi quali nausea, vomito, fastidio alla luce e/o ai rumori. L’emicrania esordisce tipicamente in età fertile, pur potendosi presentare anche prima dello sviluppo o in età avanzata. La frequenza degli attacchi, registrabile con un diario (ad esempio annotando i giorni di mal di testa su un semplice calendario o agenda), è variabile da persona a persona fino a poter assumere la caratteristica della cronicità (emicrania cronica), intesa come numero di giorni o di attacchi di cefalea uguale o superiore a quindici al mese per almeno tre mesi prima dell’osservazione da parte del medico”. Quali le cause prevalenti? “Al di là della rilevanza dei sintomi, spesso cronicizzati da un uso eccessivo di antidolorifici che può divenire vero e proprio abuso, l’e- Dott. Francesco De Cesaris S.O.D. Centro Cefalee - AOU Careggi - Firenze micrania è nella maggior parte dei casi (oltre il 90%) una cefalea primaria, causata da una predisposizione genetica e non il sintomo di un’altra patologia (cefalea secondaria). Può avere dei fattori scatenanti endogeni ed esogeni che in alcuni soggetti possono innescare l’attacco; i più frequenti fattori scatenanti endogeni sono lo stress psico-sociale, l’ansia, il ciclo mestruale, i cambiamenti del ritmo del sonno (dormire più o meno del solito). Fra i fattori scatenanti esogeni si ricordano farmaci (ad esempio gli anticoncezionali), alimenti e bevande (cioccolata, formaggi stagionati o fermentati, dado da brodo, vino), cambiamenti del tempo”. Quando è utile una terapia di profilassi? “L’emicrania e la cefalea in generale sono patologie nelle quali c’è un alto tasso di automedicazione (il paziente spesso assume farmaci antidolorifici senza consultare il proprio medico) ma se la frequenza degli attacchi supera i tre al mese, oppure gli attacchi sono meno di tre al mese ma durano molti giorni o hanno scarsa risposta ai sintomatici, vi è l’indicazione a iniziare una terapia di profilassi per ridurre o se possibile far scomparire il mal di testa e i sintomi correlati, rendendo così una buona qualità di vita al paziente e evitando il sopracitato fenomeno dell’automedicazione. I prodotti che si possono usare per la profilassi sono farmaci antiemicranici specifici o di altre classi oppure i cosiddetti integratori, preparati a base di sostanze naturali”. Su questa strada società come FB Health stanno investendo nella ricerca e tra gli ultimi ritrovati c’è proprio un integratore, Partena®, protagonista di uno studio pilota (C. Lupi, M. Bon- ciani, F. De Cesaris, P. Geppetti, S. Benemei) effettuato nel vostro Centro Cefalee. Di cosa si tratta? “Partena® è un prodotto composto da un’associazione di magnesio, riboflavina, coenzima Q10 e tanaceto partenio, molecole tutte inserite nelle linee guida della American Headache Society (società scientifica che si occupa negli Usa della ricerca nelle cefalee) oltre alla andrographis paniculata (estratto vegetale che ha mostrato attività analgesica e antiedemigena nel modello animale). In una casistica (seppur limitata) di pazienti afferiti al nostro Centro Cefalee a partire dal 2013 ai quali era stato prescritto Partena® alla dose di una compressa al giorno per due mesi, è stata osservata una diminuzione di intensità, frequenza o di entrambe le caratteristiche degli attacchi nel 67% di coloro che avevano ricevuto il trattamento, senza peraltro registrarsi alcun effetto indesiderato. I dati sono stati presentati nella sessione poster dell’ultimo congresso della Società Scientifica Studio Cefalee (SISC) tenutosi a Milano lo scorso giugno ed è tuttora in corso un follow-up di questi pazienti e un ampliamento del numero dei pazienti trattati”. Magnesio È coinvolto attivamente nel controllo dei recettori NMDA, con conseguente inibizione dell’entrata di calcio all’interno della cellula. Varie metodiche sperimentali hanno evidenziato come i livelli di Magnesio siano più bassi in pazienti emicranici. Il suo ruolo nella profilassi e nel dolore emicranico è stato documentato in numerosi studi clinici. La sua attività miorilassante aiuta a ridurre gli stati di stress associati. Riboflavina È il più importante cofattore implicato nella catena ossidativa mitondriale. Numerosi studi clinici in doppio cieco, randomizzati, controllati con placebo ne hanno confermato i benefici clinici nella riduzione della frequenza degli attacchi e del grado di severità. Coenzima Q10 Al pari della Riboflavina, ricopre un ruolo centrale nel trasporto elettronico mitocondriale. Negli ultimi anni, è stato oggetto di numerosi studi clinici che ne hanno confermato l’efficacia nella profilassi delle cefalee. Partenolidi Componenti attivi dell’estratto di Tanacetum parthenium, sono inibitori molto potenti dell’espressione di NOS e della conseguente sintesi di ossido nitrico. Hanno mostrato in modelli sperimentali in vitro e in vivo di inibire in maniera specifica l’attivazione di NF-kB, la sintesi di citochine proinfiammatorie e l’attivazione della microglia a livello del SNC. In vitro ed in modelli animali sperimentali sono stati inoltre documentati effetti significativi sul rilascio di serotonina dalle piastrine e inibizione della fosfolipasi A. Andrographolide È un costituente attivo estratto dalle foglie di Andrographis pani culata. Ha mostrato, nei test in vitro ed in vivo, spiccata attività antinocicettiva e antinfiammatoria, paragonabile a FANS ed oppiacei. È un potente inibitore dell’attivazione di NF-kB e della sintesi di citochine proinfiammatorie. 33 inchiesta GIOCO D’AZZARDO LA PALLIAZIONE GERIATRICA: MIRAGGIO O CONCRETEZZA? N egli ultimi anni le frontiere della medicina hanno sempre più portato avanti il confine delle possibilità diagnosticoterapeutiche con risultati che erano impensabili fino a pochi decenni fa. D’altra parte l’aumento della vita media si accompagna alla presenza di patologie croniche invalidanti che pongono questioni assistenziali, economiche e sociali di difficile soluzione soprattutto in una popolazione come quella marchigiana e anconetana in particolare che vanta record assoluti di longevità. Per tale motivo, alla luce di un connubio sempre più stretto e proficuo tra assistenza, umanizzazione delle cure e applicazione della medicina basata sull’evidenza, negli ultimi anni si è sviluppato sempre più il settore delle cure palliative. Il termine “palliativo” è comunemente utilizzata per definire qualcosa di poco conto e soprattutto di scarsa efficacia mentre, in origine ed in realtà, il “pallium” costituiva il mantello del soldato romano che lo utilizza per coprirsi, per riposarvi sopra, per proteggersi. La medicina palliativa è pertanto quella fondamentale branca che si occupa di tutti gli individui che, affetti senzaetà da patologie non guaribile, ma curabili, necessitano di assistenza, di soddisfazione dei propri bisogni, di attenzioni, di rispetto. Cosa significa tutto questo in pratica? Significa che, insieme ad eseguire indagini diagnostiche, insieme a cure mediche e/o chirurgiche non risolutive, insieme a ricoveri sempre più frequenti, occorre rimettere al centro del sistema il soggetto anziano con la sua storia, con i suoi affetti, con i suoi bisogni tutelandoli e rispettandoli senza necessariamente avere la pozione magica per “guarire” ma avendo parole, sguardi e metodiche di cura fino all’ultimo giorno di vita. Infatti le cure palliative, iniziate in oncologia nel Nord Europa e nel Nord America con fini soprattutto economici di riduzione dei costi ospedalieri, si sono estese a patologie croniche non solo oncologiche, come quelle neurologiche (ictus cerebri, Parkinson, demenza), quelle respiratorie (bronchite cronica, enfisema), quelle cardiologiche (cardiopatia ischemica, scompenso dott. Francesco Guidi Resp. Medico UOS Degenza Post-Acuzie POR INRCA Ancona L’anziano al centro del sistema con le cure palliative, valide per ogni patologia invalidante cardiaco) e tante altre patologie. Le cure palliative sono pertanto divenute la ”medicina palliativa” non riservata al fine vita o ad una singola branca specialista, ma indirizzata all’individuo con patologia invalidante cronica. La medicina palliativa è diventata negli ultimi anni così importante, da costituire oggetto di leggi dello Stato italiano per la realizzazione della rete di cure palliative sull’intero territorio nazionale. Ecco pertanto l’istituzione della giornata “senza dolore” all’interno degli ospedali, la realizzazione di hospice, la legge 38/2010 con la quale si è messo mano in maniera reale a temi quali la dignità scientifica, la normativa e l’aspetto applicativo delle cure palliative. A tutt’oggi la rete per le cure palliative è attuata a macchia di leopardo sull’intero territorio nazionale ma le Marche non sono certamente il fanalino di coda in tale settore: al contrario presentano eccellenze e progetti innovativi di grande significato. Anche l’INRCA da 3 anni sta promuovendo al suo interno una crescita culturale e professionale in tale settore, con lo scopo di dare gli strumenti ad ogni professionista della salute per acquisire, unitamente alla propria capacita di “saper fare”, la capacità di “saper essere” vicino e di vero supporto ad ogni paziente, anche quando le cure non siano risolutive e il trattamento della disabilità non preveda seri passi avanti. Il percorso è lungo e certamente non facile ma esistono già esperienze come quella del Presidio Inrca di Fermo, quella della Unità di PostAcuzie del Presidio INRCA di Ancona, quella relativa alla dimissione protetta sotto il controllo della Direzione Medica di Presidio di Ricerca INRCA di Ancona che rappresentano già un futuro che si realizza quotidianamente. Il cammino è appena all’inizio, il percorso davanti non ha una singola e semplice meta, ma l’essere sempre in continuo cammino vicino ai pazienti anziani che afferiscono all’INRCA è certamente un grande risultato, oltre ad essere occasione di reciproca crescita. 35 Economia IL TERMOMETRO DELLA CRISI/6 E’ NECESSARIO STIMOLARE LA RIPRESA CON INVESTIMENTI PUBBLICI DI AMPIA PORTATA in collaborazione con ECONOMIA, urgono interventi straordinari Cala il sipario sull’estate e resta di grande attualità il futuro economico del nostro Paese. Il Governo annuncia e propone grandi riforme, ma nel frattempo la ripresa che non si vede alimenta dubbi e perplessità sul rapporto fra Italia ed Europa. Molti hanno continuato a scriverci alla Redazione di “SenzaEtà”, ma proprio perché i quesiti sono tanti abbiamo dovuto concentrarci solo su alcuni degli argomenti proposti. Come sempre, proviamo a rispondere … 36 senzaetà SI PARLA TANTO DI RIPRESA, MA CHI L’HA VISTA? – In effetti la tanto auspicata ripresa finora non c’è stata. Ma anche di fronte a questa realtà, si tratta di scegliere se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: personalmente propendo per la prima visione, per una serie di ragioni. Seppure la ripresa nei fatti non ci sia, non si può negare che la caduta libera che ci ha fatto perdere 10 punti di PIL fra il 2008 e il 2013 si è arrestata. Dopo che in cinque anni abbiamo perso oltre 1 milione di posti di lavoro e il tasso di occupazione ha raggiunto l’impressionante livello del 13%, oggi l’occupazione sembra indicare qualche timido segnale d’inversione di tendenza. In ogni caso, perché vi sia una ripresa effettiva, a mio parere c’è bisogno di interventi shock: serve una forte riduzione della spesa pubblica da accompagnare ad una diminuzione del carico fiscale. In poche parole: meno stato e meno tasse. Occorre maggiore flessibilità nel mondo del lavoro per incrementare una produttività che non dà segni incoraggianti dagli anni Novanta. Servono investimenti pubblici di grande portata, come accadde ad esempio con il “New Deal”, il piano di riforme economiche e sociali del presidente americano Roosevelt, che fra il 1933 e il 1937 consentì agli Stati Uniti di uscire dalla grande depressione del 1929, o con il “Piano Marshall”, che nel secondo dopoguerra costi- Nunzio Tartaglia Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona tuì la base del rilancio dell’Europa grazie ai finanziamenti statunitensi. Insomma, interventi di ampia gittata, capaci di dare un forte shock ad una struttura economica, come quella dell’Italia e più in generale dell’Europa Occidentale, addormentata da un paio di decenni. Paesi che hanno iniziato a farlo, come Inghilterra e Spagna, stanno iniziando a raccogliere qualche frutto. MA QUALI AIUTI E VANTAGGI ABBIAMO DALL’ESSERE IN EUROPA? Premesso che l’Europa è ancora un soggetto imperfetto, con ampissimi margini di miglioramento prima di poter arrivare alla formazione degli Stati Uniti d’Europa com’è nell’auspicio di molti, non vi è dubbio che appartenere all’Unione Europea ci ha portato benefici di inestimabile valore e concretezza. Innanzi tutto, settanta anni di Europa ci hanno garantito una pace duratura, anche in presenza di una serie di conflitti che, se ci pensiamo bene, hanno interessato e interessano Paesi neppure tanto lontani da noi. Come si può verificare da ciò che sta accadendo in Ucraina o nei Paesi arabi, purtroppo la guerra è un nemico tutt’altro che sconfitto. In secondo luogo, per il nostro Paese l’Europa ha costituito un forte stimolo alla modernizzazione ed al rispetto delle regole, anche se ancora oggi facciamo i conti con una parte più evoluta del paese, il Nord Italia, ed una molto meno nel Sud. Nella gestione dello Stato, in quella dell’economia, dei diritti, del sociale, l’Italia si è evoluta tantissimo grazie agli stimoli giunti dall’Europa, anche se ancora tanto resta da fare. Un ulteriore vantaggio derivante dalla nostra integrazione nella UE, anche se molti non condividono, sta, a mio avviso, nell’adozione dell’Euro. So di toccare un argomento delicato, ma se la nostra Italia in questi anni di crisi, pur essendo una barchetta in mezzo alle agitate acque del mare, non si è infranta sugli scogli, lo si deve proprio al fatto di aver potuto contare su una moneta forte. Se l’euro ha creato problemi agli italiani è stato perché la nuova moneta è stata mal gestita nel nostro Paese al momento della sua introduzione, non perché sia qualcosa di sbagliato da cui tornare indietro. Resta poi un ultimo aspetto: cosa facciamo dei tanti finanziamenti comunitari che ci sarebbero e ci sono? Spesso non riusciamo a utilizzare questi fondi per la nostra incapacità di accedervi dal punto di vista procedurale. Anche in questo caso mi duole dirlo, certe responsabilità risiedono soprattutto nella nostra storica inefficienza più che nell’egoismo della tecnocrazia europea. Nunzio Tartaglia (Direttore Generale) L’ingresso dell’Euro andava gestito meglio, ma ha salvato l’Italia dal default. Troppi fondi UE persi per la nostra incapacità di intercettarli... 37 Invio di allarmi e posizione al Centre tramite GPRS/3G FATE di tutto per non cadere! telefono cellulare deambulatore I-Walker Un apparecchio rilevatore tecnologicamente avanzato permette un’assistenza integrale e integrata FATE è un progetto co-finanziato dal programma europeo CIP – ICT – PSP, che sostiene la diffusione e l’utilizzo di tecnologie digitali innovative per migliorare la vita dei cittadini. Il progetto FATE propone un sistema tecnologico integrato in grado di rilevare le cadute in tempo reale e di attivare automaticamente un servizio di pronto intervento. Rilevare una caduta in tempo reale significa ridurre la durata della giacenza a terra senza soccorso, ma anche limitare gli effetti della “sindrome post caduta”, che di solito mina la fiducia, l’indipendenza e l’autonomia dell’utente, aumentando il rischio di nuove cadute. Il progetto è condotto da un consorzio internazionale, che include esperti in tecnologie della comunicazione, medici ed organizzazioni che forniscono servizi sanitari ed assistenziali. Il sistema FATE è composto da un rilevatore di cadute, un apparecchio di piccole dimensioni, che va inserito all’interno di una cintura elastica in neoprene anallergica e confortevole, da 38 senzaetà indossare sotto gli indumenti. E’ resistente all’acqua e può essere utilizzato anche in bagno, dove il rischio di caduta è più elevato. Il rilevatore di caduta è collegato a un sistema di telecomunicazioni basato su tecnologie wireless ZigBee e Bluetooth, tramite un telefono cellulare ed un computer centrale. In caso di caduta, il sistema invia un allarme al call center, che attiva il servizio di intervento più idoneo al caso specifico. Il rilevatore di cadute va indossato per l’intero arco della giornata e va rimosso durante le ore dedicate al riposo per ricaricarne la batteria. Durante il riposo, il monitoraggio delle computer centrale Sensore di presenza a letto L’analisi dei primi dati emersi dalla sperimentazione in Italia ha rilevato che: • dal punto di vista tecnico, il sistema FATE risulta cadute è affidato ad un sensore di presenza installato nel letto e calibrato sulla base delle abitudini del singolo utente. Il sensore di presenza è in grado di rilevare la durata dell’assenza dal letto dell’utente: nel caso di durata superiore a quella calibrata, il sensore invia un allarme al call centre. L’anomalia comportamentale (assenza prolungata dal letto rispetto alle normali abitudini) potrebbe infatti essere sintomo di un problema di salute o di una caduta. Il sistema può essere integrato dall’iWalker, un deambulatore intelligente che facilita gli spostamenti in presenza di gravi problemi di mobilità. L’i-Walker è, infatti, in grado di facilitare la deambulazione esercitando una leggera trazione in salita e una significativa frenata in discesa. Il sistema FATE è attualmente nella sua fase di sperimentazione, che in Italia è affidata a COOSS e alla Fondazione S. Lucia (FSL) di Roma, entrambe partner del progetto. COOSS sta sperimentando il sistema con 50 utenti con età superiore ai 65 anni, che vivono da soli in casa e che presentano un elevato rischio di caduta, mentre FSL sta testando l’i-walker con i degenti della propria struttura ospedaliera. affidabile e puntuale nella rilevazione delle cadute o delle anomalie di utilizzo dei suoi componenti (il sistema è infatti in grado di rilevare se, ad esempio, l’utente dimentica di indossare il sensore di caduta o di accendere il cellulare); • dal punto di vista dell’accettabilità e dell’usabilità del sistema, è evidente che utenti con scarsa alfabetizzazione informatica risultano intimoriti dalla strumentazione FATE: la paura di usare i vari dispositivi nel modo sbagliato provoca in loro ansia ed un comprensibile atteggiamento di rifiuto. Al contrario, per quegli utenti avvezzi all’uso di smartphone o PC, l’utilizzo del sistema non sembra creare problemi, se non il fastidio talvolta provocato dalla cintura in neoprene, soprattutto nei mesi più caldi. Si tratta tuttavia di risultati parziali e legati al contesto territoriale di riferimento. Il progetto FATE prevede una più ampia analisi qualitativa e quantitativa, che sarà in grado di fornire un quadro più preciso sul potenziale impatto del sistema FATE e sulle sue possibilità di integrazione ai tradizionali modelli assistenziali. 39 a cura di Ilaria Iobbi SALUTE: NOVITÀ DALL’ABRUZZO COMBATTERE LE MALATTIE GRAVI CON LA TECNICA DELL’EMAFERESI IL PUNTO G ESISTE? SCOPERTA LA MAPPA INTIMA FEMMINILE Attenzione uomini, il punto G non esiste! A sostenerlo gli studiosi italiani dell’Università dell’Aquila (Emanuele A. Jannini a capo dello studio) e di Tor vergata, in collaborazione con colleghi francesi e messicani. La rassegna pubblicata su Nature Urology smentisce completamente l’esistenza del famoso fulcro del piacere sessuale femminile, per sostenere che l’orgasmo è affidato ad un’area ben più estesa e complessa. I ricercatori hanno quindi stilato una mappa intima chiamata CUV, complesso clitoro-uretrovaginale, formato da tessuti, muscoli, ghiandole e utero. Non si tratta quindi di tessuti intimi passivi ma di aree femminili altamente dinamiche e sensibili. I ricercatori avvertono quindi le donne da quei ginecologi e chirurghi che tagliano e cuciono senza rispetto, ribadendo che le intimità femminili sono sessualmente importanti e meritano attenzione. 40 senzaetà S i chiama emaferesi la sofisticata tecnica, praticata al Centro Trasfusionale dell’ospedale S. Salvatore di l’Aquila e in un altro centro fuori provincia, utilizzata per curare malattie rare, immunologiche, ematologiche, neurologiche e nefrologiche. Il procedimento, diretto a L’Aquila dal dottor Luigi Dell’Orso, consente di separare dal sangue del donatore o del paziente le diverse emocomponenti (piastrine, globuli rossi e plasma) tramite centrifugazione e filtrazione. Ottenuti i vari componenti vengono poi utilizzati per trasfusioni, per la produzione di farmaci salvavita o eliminati se presentano elementi nocivi. Questa tecnica di separazione cellulare è quindi molto importante ai fini della cura delle gravi malattie. Allo stesso modo è fondamentale procurarsi la maggior quantità di sangue attraverso donazioni. Grazie ai due punti di raccolta – il Centro Trasfusionale dell’ospedale e la sede della Croce Rossa – si raggiungono le 6 mila donazioni all’anno di persone tra i 40 e i 50 anni, mentre ancora poco numerose sono quelle nella fascia più giovane (20 – 35 anni). Oltre alla tecnica di emaferesi, l’ambulatorio del servizio trasfusionale, svolge anche un’ampia attività dedicata alla cosiddetta medicina rigenerativa, attraverso terapie finalizzate alla rigenerazione di svariati tessuti, come ad esempio tessuti ossei, per lesioni osteo-articolari, tendini e cartilagini, ulcere varicose, piaghe da decubito: un lavoro che si traduce in oltre 1.500 prestazioni annue. Polident Pulisce e Protegge pulitore Polident Sigilla e Protegge fissativo Ti prendi cura del ponte mobile. Aiuti a proteggere i denti naturali. Insieme a una buona igiene orale. Sono dispositivi medici. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d'uso. Aut. Min. del 18/08/2014 Cod. Zinc: CHITA/CHPOLD/0005/14a Pronto il nuovo ospedale“Carlo Urbani” Mezzolani: “Struttura sanitaria all’avanguardia” JESI - “A settembre aprirà il Carlo Urbani”. Lo ha assicurato il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca all’Ospedale di Jesi, durante l’inaugurazione della nuova sede Avis e del Centro trasfusionale, trasferito nelle settimane scorse. Presenti l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani; il sindaco Massimo Bacci; il direttore Asur Marche Gianni Genga; il direttore dell’Area Vasta 2, Giovanni Stroppa; il dirigente medico del presidio ospedaliero, Virginia Fedele; i consiglieri regionali Fabio Badiali ed Enzo Giancarli, i rappresentanti delle strutture locali del sistema sanitario e i progettisti. “Tutti qui – ha detto SANITÀ: A SCUOLA DI FORMAZIONE MANAGERIALE Sottoscritta la Convenzione tra Regione Marche e i quattro Atenei marchigiani per la Scuola di formazione manageriale in Sanità. Per la Regione Marche hanno firmato il presidente Gian Mario Spacca, l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani e il dirigente del Servizio Salute Piero Ciccarelli, per l’Università Politecnica delle Marche il Rettore Sauro Longhi, per l’Università di Camerino il Rettore Flavio Corradini, per l’Università di Macerata il Rettore Luigi Lacchè, per l’Università Urbino a nome del Rettore Stefano Pivato, Paolo Pascucci ordinario del Dipartimento Giurisprudenza. Il provvedimento risponde all’esigenza di formazione manageriale prevista dalla legge per chi è già titolare di un incarico dirigenziale e per coloro che aspirano all’inserimento nelle graduatorie dirigenziali, compreso il personale proveniente da altre Regioni. Attualmente nelle Marche il personale obbligato a questo tipo di formazione ammonta a circa 250 unità. 42 senzaetà Spacca – per rassicurare questa comunità che il cronoprogramma che ci siamo dati verrà rispettato e il Carlo Urbani sarà completamente operativo. Inaugurato il nuovo blocco operatorio, le Marche disporranno di uno dei migliori ospedali presenti sul territorio”. Spacca ha ribadito che il “Carlo Urbani” sarà una struttura ospedaliera all’avanguardia, “perché progettato con le migliori tecnologie e i più avanzati modelli organizzativi: non è un caso se rappresenta uno degli investimenti più consistenti degli ultimi dieci anni della Regione”. Il presidente ha concluso non negando i ritardi che si sono accumulati nella fase realizzativa: “Il nostro è un Paese complicato per le procedure burocratiche e amministrative esistenti. Nelle settimane scorse abbiamo posato la prima pietra del nuovo Inrca, quando avremmo dovuto celebrare un’apertura e non l’avvio di un cantiere. Ma, anche qui a Jesi, l’importante è essere arrivati dove volevamo. Cioè al risultato finale e questo ci fa immensamente piacere”. Dietro al “Carlo Urbani”, ha rimarcato l’assessore Mezzolani, “si sono avute procedure complesse che hanno rallentato la realizzazione. Oggi testimoniamo la forte determinazione della comunità locale e della Regione Marche che hanno saputo porre al centro della propria organizzazione sanitaria questo ospedale”. Anche l’assessore ha voluto rassicurare la comunità locale: “Le criticità legate al trasferimento dell’at- Superati i ritardi la struttura di Jesi permetterà di ridurre costi e procedure tività ospedaliera nella nuova struttura andranno vissute come inevitabili disagi fisiologici e non come ritardi ingiustificati. Abbiamo portato a compimento un’infrastruttura di fondamentale importanza che contribuirà a mantenere in equilibrio il bilancio sanitario grazie alla razionalizzazione della spesa che la nuova struttura, più moderna e funzionale, garantirà”. Il sindaco Bacci ha parlato di “un passo fondamentale per questa comunità. Oltre centomila persone della Vallesina avranno una struttura ospedaliera d’eccellenza e all’avanguardia”. La realizzazione del nuovo Ospedale Carlo Urbani di Jesi ha comportato un impegno finanziario complessivo della Regione Marche di 69,9 milioni di euro, di cui 63,7 milioni per il fabbricato e gli impianti, 3,65 milioni per arredi sanitari e 2,2 milioni per attrezzature sanitarie. L’unificazione presso un unico presidio dell’offerta di prestazioni sanitarie ospedaliere consentirà, oltre che di eliminare i disagi per gli operatori sanitari e per l’utenza, anche di ridurre i costi gestionali. Cura e Benessere della pelle più delicata, e nascono dalla ricerca per la prevenzione, la cura ed il benessere della persona e CHIEDILO AL TUO FARMACISTA DI FIDUCIA DERMENOX DERMODETERGENTE SPRAY e DERMENOX SCHIUMA LIQUIDA sono la soluzione ottimale per l’igiene SENZ’ACQUA. Particolarmente adatti per l’igiene delle persone allettate, detergono con delicatezza e proteggono la pelle, anche quella più sensibile, tutte le volte in cui è necessario o consigliato non utilizzare l’acqua. 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In misura minore può anche aiutare la memoria, la vista e il sistema cardiovascolare, evitare l’insonnia, gli sbalzi di pressione e l’ansia. In Italia, il Ministero della Salute comprende le bacche di Goji nella lista degli estratti vegetali come integratore antiossidante (decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169). 44 senzaetà Lo stress, l’inquinamento, le radiazioni, il fumo o i farmaci: sono alcuni dei fattori che contribuiscono alla formazione di radicali liberi, che causano l’invecchiamento precoce, e alla diminuzione delle difese del sistema immunitario. Un piccolo frutto rosso potrebbe però venirci in aiuto. Si tratta delle bacche di Goji, detto anche il frutto della longevità. Il Lycium Barbarum, questo il nome scientifico, è un arbusto della famiglia delle Solanacee, ovvero la stessa della patata, del pomodoro o della melanzana. Cresce nelle valli himalayane ed è diffuso soprattutto in Cina nord-occidentale, in Mongolia e in Tibet. Viene coltivato in Oriente da migliaia di anni ed è famoso nella medicina popolare cinese per essere ricco di proprietà nutritive utili al mantenimento della salute e della giovinezza. CONSIGLI DA SEGUIRE Considerate le innumerevoli qualità sembrano bacche miracolose! Bisogna però rimanere con i piedi a terra. Il suggerimento è sempre lo stesso ed è sempre valido: se non vengono adottati anche uno stile di vita attivo e un’alimentazione sana, sarà difficile notare miglioramenti. Inoltre la bacca raccoglie il suo ‘potere’ nutritivo dal terreno sul quale è coltivata. È quindi consigliabile evitare negozi online sconosciuti e prodotti a basso costo, di cui non si conosce la provenienza o il metodo di coltivazione (con pesticidi o altro), e preferire quelle certificate e garantite biologiche. O ancora meglio: visto che la pianta si adatta bene al clima italiano, ci si può affidare al pollice verde coltivandola nel proprio orticello. Ricordiamo inoltre che se lo stato di salute non fosse ottimale, se si stessero seguendo delle terapie farmacologiche o se si fosse in gravidanza o allattamento, gli esperti sconsigliano di assumere le bacche senza un controllo medico. l’opinione L’opinionista Carlo Negri: “Sette risposte per i cittadini” Una severa analisi propositiva della nostra attuale società e politica egri con il dire L’ing. Carlo N sitore dell’Euro ano, fiero oppo Mario Giord ttore del Tg 4 Tempi di attesa in Sanità: “costume” inaccettabile M eno burocrazia, una politica più pulita, progetti sociali utili, semplici, realizzabili. A partire dalla Sanità: le code interminabili al pronto soccorso e le liste d’attesa per le visite ospedaliere sono un insulto, qualcosa che deve finire subito! Non è sognare. Occorre però che la svolta parta dai cittadini stessi. “Urge invertire la prospettiva dell’attuale sistema sociale attraversato da tutt’altri interessi, arrivare ad uno Stato non più dominante e oppressivo che mette ai margini i cittadini, ma anzi si pone al loro servizio. Gli esponenti delle istituzioni devono perseguire l’obiettivo di ascoltarli, costruendo così un modello di sistema in grado di adeguarsi velocemente alle loro istanze e necessità. Seguendo tale via gli Italiani potranno riacquisire fiducia e sicurezza, motori essenziali per la ripresa. Per risolvere i gravi problemi economici che assillano il nostro Paese è necessario eliminare gli sprechi non a parole ma con fatti immediati: costi standard per gli acquisti di Stato e Agenzia delle uscite per il loro controllo. La spesa pubblica è salita di 200 miliardi in 10 anni e per giunta i cittadini si sono ritrovati servizi più scadenti. Oggi siamo ad un passo da nuove elezioni amministrative della Regione: è necessario ripensare completamente al ruolo dell’ente pubblico. Attualmente sono organismi lontanissimi dalla gente, gestiti ad uso e consumo di chi le governa. Sprechi enormi, stipendi d’oro per i dirigenti, vitalizi, rimborsi ai gruppi consiliari le cui modalità di utilizzo sono vere provocazioni per i contribuenti se non altro per le continue indagini della magistratura! Quando parliamo del settore Sanità, il più importante, le responsabilità sono gravissime. Avendo assunto le Regioni una responsabilità diretta nella gestione e nella spesa del servizio sanitario regionale il primo obiettivo di un Presidente è quello di eliminare subito i vergognosi tempi di attesa, che a volte oltrepassano anche l’an- Chi è Carlo Negri L’Ing. Carlo Negri da tempo si occupa di temi sociali, politici e amministrativi ma la crisi in atto ne fa un opinion leader per il coraggio con cui si rivolge al vecchio sistema politico, mettendolo alla gogna e invocando una radicale svolta verso decisioni semplici, utili, immediate. “Sette risposte” è la denominazione dell’incontro che si terrà ad Ancona il 4 ottobre alle 17,00 all’Hotel Europa, in cui Carlo Negri, presidente e fondatore dell’associazione Liberi costruttori del domani, si confronterà con i potenziali ispiratori degli indirizzi di una nuova politica: imprenditori, artigiani, professionisti, giovani alla ricerca di occupazione, pensionati, disoccupati over 50, mettendo in evidenza come il programma del movimento possa contribuire alla soluzione della crisi in atto. Le idee messe in circolo da Carlo Negri fin dal 2012, tramite incontri, convegni, tavole rotonde, stanno registrando un crescente consenso non solo nelle Marche da parte di persone che non vogliono più essere soggetti passivi nel quotidiano ma partecipi delle scelte e delle decisioni che riguardano il futuro dell’Italia. no per esami e visite specialistiche. Bisogna cancellare un costume inaccettabile, che rivela un’intollerabile indifferenza della Stato nei confronti di chi attraversa momenti particolarmente difficili. Nonostante a livello di Governo centrale venga teorizzata la lotta alla burocrazia ogni giorno questo male che attanaglia il nostro paese si diffonde ulteriormente mediante la complessità di nuove circolari e regolamenti. Liberi costruttori del domani ha costituito il Centro nazionale antiburocrazia al fine di essere a fianco di quei cittadini che ogni giorno entrano in un labirinto normativo inutile e indecifrabile. Ci sono date che spesso divengono simbolo di un’ inversione di tendenza, di un nuovo inizio, di una vera mutazione. A tale categoria deve appartenere il 4 ottobre, il giorno della svolta, della scelta, del risveglio. 45 scaffale MADDALENA PROFUGA PER SEMPRE WELCOME STYLE ALBERGO RISTORANTE TONINO Graziella Carassi Paola Marella Cassandra Mengarelli Realizzato con il patrocinio della Regione Marche e dei comuni Offida e Ascoli Piceno che aderisce anche in veste di Provincia, il volume, curato da Graziella Carassi con l’introduzione del prof. Renzo Mulato, appartiene al genere della memorialistica. Attraverso numerosi materiali fotografici e documentali infatti viene ripercorsa la storia personale di Maddalena, persona cara all’autrice nonché compagna di scuola della mamma Clara. Nel pieno infuriare della Grande Guerra, Maddalena è costretta a lasciare Gorizia, la sua città, trovando rifugio a Offida, nelle Marche. Un viaggio non solo fisico, ma anche culturale, attraverso le quali vicende personali e storia si intrecciano per quasi cento anni della nostra storia recente: dai primi del novecento fino al duemila, attraverso passaggi fondamentali come prima e seconda guerra mondiale e il referendum Monarchia-Repubblica. Con notevole cura e minuzia l’autrice ricostruisce innumerevoli episodi storici e personali. Un percorso intenso attraverso racconti di vita vissuta tra le tappe maestre del secolo breve. Francesco Rozzi Paola Marella, architetto, agente immobiliare e conduttrice di programmi televisivi su Real Time, offre ai lettori il suo nuovo libro “Welcome Style” edito da Rizzoli”, ispirato al noto programma televisivo, che contiene alcuni consigli per dare un’impronta chic alla nostra casa con degli esempi su come arredare il salotto, la camera utilizzando cromie e tessuti, per nascondere i difetti della casa e evidenziarne i pregi. Al suo interno sono presenti varie sezioni: GLI STILI: una galleria fotografica illustra tante soluzioni decorative diverse: per lustrarsi gli occhi e farsi ispirare. GLI ESEMPI: abili professionisti trasformano locali anonimi in ambienti speciali: per copiare i progetti e riproporli in casa propria. LA PRATICA: le istruzioni alla base del faida-te casalingo: per rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera! Alessandro Pettinari Qualche volta, molto raramente, i luoghi acquistano una storia. Quando a farlo è un albergo-ristorante, la storia si riconduce a una straordinaria personalità il cui tratteggio, insieme a quello della famiglia, è pennellato con piglio narrativo originale e curioso, nonostante il trasporto passionale, da Cassandra Mengarelli. In piazza stazione, ad Ancona, il ristorante di Tonino ha ospitato per quattro generazioni una serie di personaggi davvero “da raccontare”: artisti, attori, intellettuali, politici, registi e animatori, ma anche barboni e nobili, in una struttura ricettiva completa in grado di offrire davvero un valore aggiunto preziosissimo. Su tutti, la figura matriarcale di Regina, al fianco di Tonino (dietro a un grande uomo…) e l’arte nel cuore del protagonista che trasforma nel tempo l’albergo ristorante in una fucina di giovani artisti dall’atmosfera creativa, affascinante, irripetibile. Giampietro Buzzi 46 senzaetà PORTE APERTE ALL’INRCA Ricerca ed Assistenza a Km 0 20 settembre Ospedale www.senzaeta.it info@senzaeta.it EDITORE PIXEL REDAZIONE via Caduti del Lavoro, 12 - 60131 Ancona Tel. 071.2861423 via F.Corridoni,13 - 00195 Roma Direttore responsabile Luca Guazzati - l.guazzati@senzaeta.it 13 settembre GALLERIA AUCHAN Hanno collaborato Debora Benedettelli, Julian Burnett, Nico Coppari, Giacomo Cucchieri, Nicoletta Di Benedetto, Ilaria Iobbi, Katia Marilungo, Alessandro Pettinari, Giorgia Rosini, Francesco Rozzi, Nicolò Scocchera, Mauro Zezza. 20 settembre Via della Montagnola, 81 - Ancona VILLA GUSSO Villa Gusso Via S. Margherita, 5 - Ancona Polo Scientifico Tecnologico 20 settembre Via Birarelli, 8 - Ancona 20 settembre OSPEDALE Grafica studio PIXEL Servizi pubblicitari Anna Antonietti - a.antonietti@senzaeta.it Comitato scientifico Direttore prof. Paolo Crepet, avv. Giovanni Conti, legale, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza, dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott.Alberto Busilacchi, ortopedico POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO info: 071.8003899-4627 www.inrca.it Giornata di incontro con la cittadinanza e promozione delle attività 13 settembre Galleria Auchan ore 9.00 www.senzaeta.it 6 numeri Coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere mc.larovere@senzaeta.it Stampa TECNOPRINT s.r.l. Ancona Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona ABBONATI! Agenda della Salute 2015 a soli € 20 DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’ FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO, intestato a Pixel, Banca Unicredit - IBAN IT49 K 02008 02623 000010378615 invia la ricevuta via mail info@senzaeta.it allo Tel. 071.2861423 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - Via Caduti del Lavori, 12 - 60131 ANCONA HOTEL LONDRA & CARGILL L’HOTEL LONDRA & CARGILL è situato nel centro storico di Roma, a circa 400 mt da Via Veneto, la strada più famosa d’Italia, a pochi passi dalla bellissima Piazza di Spagna e ben collegata alla stazione ferroviaria "Roma Termini". L’hotel dotato di parcheggio e perfettamente cablato, è collocato nell’antica Piazza Sallustio, circondata di ristoranti e negozi, in un’area sede di numerose banche e ministeri. L’ideale per ospitare ad alti livelli workshop, congressi e conferenze di aziende nazionali e internazionali. 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