RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 30 gennaio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 29e 1,20 in abbinata obbligatoria con Italia Oggi Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Un peso frutto di malagestione. Ma si possono recuperare? Ecco come hanno fatto altrove Quei capannoni vuoti dell’Asi Così fallisce la politica industriale I capannoni del consorzio Asi a Tito Scalo ANTONELLA GIACUMMO a pagina 18 Il presidente annulla la procedura di ammissione dei candidati già espletata e riapre l’avviso PER UN PATTO Marcello CHE NON SIA Pittella e Matteo UN PACCO Renzi Centrale unica per gli appalti nella sanità Pittella brucia tutti gli ammessi di LUCIA SERINO Dice bene Chicco Testa, proviamo a semplificare. Siamo bombardati da autoenunciazioni, pensieri vaganti, parole che si accavallano, chiacchiere che accompagnano ogni virgola che scappa a qualcuno. Ma, al dunque, molti restano muti. segue a pagina 8 La nomina del direttore rimasta incagliata negli scontri Folino-De Filippo Spese di mandato, Romaniello propone: «Con il 50% si attivino collaborazioni» LA LITE PER UN POSTO IN CONSIGLIO Cupparo - Pace: il Tar acquisisce le schede POTENZA Corruzione: rinvio a giudizio per Muscaridola e 6 imprenditori AMATO a pagina 17 Betty Williams all’Alberghiero Anche il cibo può unire i popoli Angela Salvatore a pag. 19 L’erosione costiera che sta rovinando il turismo Psicosi crollo a Matera, un freno allo sforzo in corso per il 2019 CIERVO a pagina 9 a pagina 25 300 alloggi, Valvano vs Navazio: attacco infondato Laviano a pag. 23 POLICORO L’incendio al Barhchic, il titolare: lo ricostruirò LAURIA Diciotto gli sfollati per i danni del maltempo Elia a pagina 31 a pagina 24 40130 9 771128 022069 Erosione nel Metapontino MATERA Ma il comandante dei vigili rassicura:«Tutto nella norma» MARGHERITA AGATA alle pagine 42 e 43 Betty Williams all’Alberghiero SCANZANO Anticorruzione e trasparenza Adduce presenta il piano Con Sebastiano Somma a spasso per Matera Muscaridola POTENZA Musacchio a pagina 31 LABANCA e AMATO alle pagine 6,7 e 8 MELFI VI SEGNALIAMO: Il sindaco Adduce POTENZA Così è nata una storia di innovazione lucana LORUSSO a pagina 12 Giovanni Setaro RASSEGNASTAMPA Giovedì 30 gennaio 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 Con il primo volume Mille Usi A 5,10 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 29 REGIONE AUMENTO AUTOMATICO NASCOSTO IN UNA NORMA DEL 2010 «CORRUZIONE» ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE Vitalizi, una beffa in Puglia Scatta pure la rivalutazione Potenza, «Lady fisco» rinviata a giudizio All’ex assessore al lavoro Barbieri un assegno di 3200 euro al mese per soli 4 anni in giunta Alla sbarra con altre otto persone AMENDOLARA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA V >> GIUDIZIO Il palazzo di giustizia di Potenza SCAGLIARINI A PAGINA 24 >> RIFORME OK DA PD E FORZA ITALIA ALLE MODIFICHE AL TESTO ORIGINARIO, DELEGA AL GOVERNO PER DISEGNARE I COLLEGI ENTRO 45 GIORNI ADDIO TORINO DOPO LA FUSIONE CON CHRYSLER. CADUTA IN BORSA Fiat cambia pelle Matteo e Silvio, avanti tutta LaIl nuovo nome è FCA L’intesa sulla legge elettorale: soglia al 37% e sbarramento al 4,5% Contrarietà dalla minoranza Pd e Sel. Renzi: adesso tocca al lavoro LA LEGGE PASSA A FATICA SOLO L’ELEZIONE DIRETTA AIUTA BIPOLARISMO E GOVERNABILITÀ Rissa alla Camera su Imu-Bankitalia La Boldrini «stoppa» i grillini di GIUSEPPE DE TOMASO A llora. L’esperienza insegna che nulla è più imprevedibile della politica italiana. Figuriamoci quali sorprese potrebbe riservare un mega-accordo sulla legge elettorale. Certo, la riforma-bis partorita ieri può vantare il sostegno di Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, il che non è poco. Ma la storia parlamentare italica è costellata da tali imboscate e tranelli, dietrofront e colpi di scena, da rendere incerto l’esito di una gara politica persino a un metro dal traguardo. Anche il cosiddetto Italicum, nome di battesimo sgradito ai più tanto è vero che è scattato quasi un concorso per premiare una definizione più felice, è candidato a subire il medesimo calvario, con buona pace dei facili ottimismi proclamati in questi gior ni. SEGUE A PAGINA 33 >> Sede legale in Olanda, fiscale a Londra Melfi: l’importante è che rispetti gli impegni l Bagarre in Aula alla Camera, dove l’ostruzionismo del M5s al decreto Imu-Bankitalia è stato stoppato in extremis dalla presidente Laura Boldrini, che per la prima nella storia repubblicana ha fatto ricorso alla cosiddetta «ghigliottina». Immediata la rezione del M5s, con Loredana Lupo che in lacrime ha detto di essere stata schiaffeggiata da un deputato questore, il barese Stefano Dambruoso. Solo un «contatto fisico», la replica. SERVIZI ALLE PAGINE 2,3,4,5,6 E 7 >> NUOVO LOGO La Fiat-Chrysler Automobiles diventa FCA SERVIZI A PAGINA 6 >> RUSSO E SERVIZI ALLE PAGINE 8 E 9 >> MONITO DEL PAPA: ALL’UDIENZA LE FONDAZIONI ANTI-USURA «Le famiglie non mangiano per pagare gli usurai» IN BASILICATA VEDONO IL BICCHIERE MEZZO PIENO di MASSIMO BRANCATI U n cambio epocale. A partire dal nome Fiat che diventa Fca (Fiat Chrysler Automobiles), acronimo già “manipolato” dalla satira che gioca sul sex-appeal della nuova denominazione. Sorrisi e buon auspicio per il futuro della più importante industria italiana, alle prese con un processo di internazionalizzazione su cui l'ad Marchionne ha battuto il chiodo fin dal suo insediamento. FLAVETTA A PAGINA 11 >> SEGUE A PAGINA 33 >> IN PRIMA LINEA Il barese mons. D’Urso (Consulta nazionale) col Papa CASO MARÒ La Ue si schiera a sostegno dell’Italia SERVIZIO A PAGINA 10 >> IN APPELLO Omicidio Meredith il giorno del verdetto SERVIZIO A PAGINA 27 >> RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Giovedì 30 gennaio 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: redazione.potenza@gazzettamezzogiorno.it Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: redazione.matera@gazzettamezzogiorno.it Pubblicità-Publikompass. 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Tel 080/5470213 POTENZA LA FUNZIONARIA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE DEL CAPOLUOGO, LUCIA MUSCARIDOLA, ACCUSATA DI CORRUZIONE Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri POTENZA IL «RADICALE« SI SOTTOPONE ALL’ESAME DELL’IMPUTATO «Lady fisco» alla sbarra Sos Pertusillo a giudizio i big del mattone In aula la difesa Costruttori e albergatori così sfuggivano ai controlli Tra le nove persone a giudizio gli imprenditori potentini De Vivo, Albini, Giubileo e Pomarico di Bolognetti «Ho reso pubblico LA STORIA l’inquinamento della diga per tutelare la salute dei cittadini» LA FIAT CAMBIA IN FCA E SE NE VA IN OLANDA l Lucia Muscaridola, la «lady fisco», funzionaria dell'Agenzia delle Entrate del capoluogo accusata di corruzione, è stata rinviata a giudizio. Alla sbarra anche altre otto persone tra le quali gli imprenditori edili Albini e De Vivo. Secondo l'accusa Muscaridola controllava i contribuenti che avevano problemi fiscali tramite la banca dati dell’Agenzia, poi convocava i commercialisti amici e li avvisava che c’erano problemi. E alla fine arrivava «il ringraziamento»: dalla ricarica telefonica al supersconto sull’automobile o sull’appartamento. «Protocollo Muscaridola» lo definisce il sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini. l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di interesse pub blico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio, lo dice in aula ai giudici del collegio dei Tribunale di Potenza. Bolognetti - secondo l’accusa - ha ricevuto una mail e reso pubblico l’inquinamento del lago Pertusillo, svolgendo la sua funzione di giornalista. Ma per la Procura «in questo caso l’inquinamento non c’entra. In questo processo - ha detto ai giudici nel corso della scorsa udienza il pm Renato Arminio - bisogna ri portare l’attenzione sulla violazione del segreto istruttorio». AMENDOLARA A PAGINA V >> SERVIZIO A PAGINA III >> VILLA D’AGRI Neonata morta I medici si difendono l Sarà l’autopsia, in programma sabato prossimo, a svelare le cause del decesso della neonata nell’ospedale di Villa d’Agri. I due medici indagati, intanto, rigettano ogni accusa: «Nessun errore, è stato fatto tutto secondo il protocollo». DENUNCIATO Il Lingotto tra i tulipani l La Fiat cambia nome in Fca, sposta la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna, ma i lavoratori dello stabilimento di Melfi non hanno nulla da temere. Dal Lingotto (ormai trasformato in tulipano) fanno sapere che proseguiranno come previsto i programmi produttivi per tutti i siti italiani, compreso quello melfitano che sarà strategico per il futuro dell’azienda con i suoi due nuovi modelli, il mini-Suv e la 500x. I sindacati, con qualche immancabile distinguo, invitano all’ottimismo le tute blu che operano nella fabbrica integrata, alle prese con la cassa integrazione prolungata proprio per mettere a punto gli impianti in vista delle nuove auto. SERVIZI IN NAZIONALE NELLE PAGINE 8 E 9 >> PERCIANTE A PAGINA IX >> BELLA UCCISO DURANTE UN TENTATIVO DI RAPINA IN UMBRIA MIOLLA A PAGINA II >> POTENZA i vigili Intimidazione Autodifesa, come gli agenti al sindaco segreti israeliani di Pietrapertosa SERVIZIO A PAGINA V >> l Un grosso petardo, accompagnato da un biglietto con minacce di morte, è stato fatto esplodere la notte tra lunedì e martedì scorsi nel garage di proprietà del sindaco di Pietrapertosa, Pasquale Stasi, danneggiando la sua auto. I carabinieri denunciano il responsabile. SERVIZIO A PAGINA VIII >> MATERA RISCHIO DI CROLLO PER LA SAN NICOLA ALL’OFRA Valbasento gli agricoltori penalizzati dai «veleni» RIONERO Alla Coca-Cola porte aperte ogni giovedì SERVIZIO A PAGINA VIII >> POTENZA PIATTI MULTIETNICI ALL’ISTITUTO ALBERGHIERO Chiesa rupestre in frantumi Il ricordo di Fezzuoglio Il Nobel Betty Williams un «tesoro» da salvare carabiniere eroe lucano al pranzo della fratellanza SOS Serve una nuova opera di messa in sicurezza. Il muro di contenimento è troppo fragile . DORIA A PAGINA X >> CARABINIERI Donato Fezzuoglio l Oggi il Comune di Bella e l’istituto Nastro Azzurro hanno organizzato una cerimonia commemorativa in onore di Donato Fezzuoglio in occasione dell’anniversario della scomparsa. Il carabinieri lucano fu ucciso a colpi di kalashnikov nell’adempimento del proprio dovere il 30 gennaio 2006 ad Umbertide, paese della provincia umbra, nel corso di un tragico tentativo di rapina. D’AMBROSIO A PAGINA IX >> EVENTO Betty Williams in primo piano durante l’iniziativa [foto T. Vece] COLICIGNO A PAGINA VI >> RASSEGNASTAMPA Di fatto, il vero conflitto che si è aperto in Italia è tra democrazia e populismo, che non possono essere compatibili. Giuseppe De Rita e Antonio Galdo «Il popolo e gli dei» 1,30 Anno 91 n. 28 Giovedì 30 Gennaio 2014 U: Respinto l’assalto di Grillo New York, addio alla libreria italiana Pasquini pag. 17 Rubens Tedeschi 100 anni in musica Pivetta Petazzi pag. 19 Nocerina fuori dal campionato Bucciantini pag. 23 Contro l’ostruzionismo sull’Imu usata per la prima volta la norma «taglia dibattito» ● Grillini scatenati: scontri in aula ● I deputati Pd cantano «Bella ciao» ● Il M5S minaccia: sarà guerra in piazza ● LOMBARDO A PAG. 4 L’ipoteca dell’estremismo Cosa manca allo sviluppo CLAUDIO SARDO IL COMMENTO ● PATRIZIO BIANCHI LA«TAGLIOLA»FINORANONERA MAI STATA USATAIN PARLAMENTO. I gril- lini hanno deciso di farla scattare, spingendo il loro ostruzionismo fino al limite estremo: se Laura Boldrini non vi avesse fatto ricorso, gli italiani sarebbe stati costretti a pagare anche la seconda rata dell’Imu, dopo aver già pagato il conto del pasticcio voluto da Berlusconi e troppo supinamente accettato SEGUE A PAG. 15 dal governo. L’INTERVISTA Kyenge: basta con le aggressioni è la mia battaglia GONNELLI A PAG. 5 Fiat se ne va, resta la cassa integrazione Nasce la Fiat Chrysler Automobiles: sede legale in Olanda, tasse pagate in Gran Bretagna L’Electrolux insiste col «modello Polonia», ora si tratta DIGIOVANNIMATTEUCCIVESPOBONZIFRANCHI APAG.6-8 Renzi porta a casa l’Italicum corretto Per difendere il bipolarismo L’ANALISI ● Alzata al 37% la soglia per il premio, abbassato al 4,5 lo sbarramento ● «Rotto l’incantesimo» Fiat ha presentato il suo nuovo profilo internazionale; giocando sulle diverse regolazioni nazionali, Fiat-Chrysler delinea un’azione, nei cui confronti ogni dimensione nazionale sembra comunque troppo limitata. Come la vicenda Electrolux, anche la nuova Fiat-Chrysler richiama il tema della politica industriale del governo o meglio di quale sia la visione dello sviluppo produttivo del Paese nei prossimi dieci anni. Certo è difficile parlare di visioni a dieci anni quando mordono emergenze come quelle della Fiat ieri e della Electrolux oggi, ma bisogna riprendere la barra di un disegno di crescita rispetto al quale calibrare anche le azioni nel breve periodo. SEGUE A PAG.15 L’INTERVISTA Staino FANTOZZI FUSANI A PAG. 2-3 MICHELE CILIBERTO In Italia si sta svolgendo una battaglia decisiva perché è in discussione l’assetto del nostro Paese nei prossimi anni. A seconda della legge elettorale che sarà approvata, l’Italia avrà un differente futuro. SEGUE A PAG. 15 LA STORIA L’INTERVISTA Schulz: l’Europa deve prendere esempio da Obama Cuperlo: bene Matteo ora correggiamo quel che non va MONGIELLO A PAG. 9 ZEGARELLI A PAG. 3 SIRIA Il sindaco della cannabis L’inferno ● Donato Metallo, primo cittadino di Racale e la sfida della coltura «medicinale» Dietro la legge approvata ieri dalla Puglia, quarta regione in Italia a dire sì all’uso terapeutico della marijuana, c’è la battaglia di un piccolo paese del leccese, Recale, e del suo sindaco, il pd Donato Metallo. Con un un progetto che trova il favore di tutte le forze politiche. TARQUINI A PAG. 11 di Yarmouk il campo della fame ● Allarme per i ventimila profughi a sud di Damasco DE GIOVANNANGELI A PAG. 12 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLA OPPO L’intelligenza operaia A proposito di intelligenza, non si può proprio evitare di citare il dramma del de● dei vari tg, che, giusta- putato grillino Giorgio Sorial, che ha da- I CANCELLI DELLA ELECTROLUX SONO PRESIDIATI DALLE INVIATE (TUTTE DONNE,CISEMBRA) mente, cercano di far dire ai lavoratori quello che non dicono molte delle autorità preposte o dei massimi dirigenti politici, Francesca Pascale compresa. Peccato che in questa stagione manchi in tv un programma di Gad Lerner, il più «operaista» dei conduttori e sicuramente quello capace di far esprimere, oltre al dolore e la rabbia, anche l’intelligenza organizzata dei lavoratori. to del «boia» a Napolitano, forse perché non sa quello che dice, ma soprattutto perché non ha trovato altro modo di farsi notare, nel bailamme assordante del suo partito checopre ogni ragionamento politico. In effetti, il suo numero, replicato da tutti i tg, è stato forse il momento più visto della tv nazionale. Per un partito la cui struttura teorica è basata sul vaffanculo, un risultato notevolissimo. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO LEGGE ELETTORALE PASSO IN AVANTI Giovedì 30 gennaio 2014 Letta: «Le riforme sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro Paese. Una buona notizia se le facciamo» Intesa Renzi-Berlusconi l’Italicum prende il volo Il segretario Pd: rotto l’incantesimo della politica inconcludente l ROMA. Si chiami «Renzellum», come lo battezza Casini, o «Caimanum», come protesta Vendola, la sostanza non cambia. Il patto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi regge ed i due, con una trattativa fino all’ultimo, correggono d’intesa la riforma elettorale, che da oggi approda in Aula. «Avanti così, ora mai più larghe intese e ricatti dei piccoli", esulta il leader Pd che concede al Cavaliere il "Salva-Lega" ma porta a casa la soglia al 37% per il premio e una minima discesa al 4,5% dello sbarramento. Ma la riforma, per diventare legge, dovrà passare le forche caudine del voto segreto, chiesto da M5S, e la protesta dei partiti minori e della minoranza Pd. Non si sono mai interrotti i contatti tra Renzi e Berlusconi per chiudere l’accordo prima dell’arrivo in Aula. Superato il niet di Fi, complice anche la moral suasion del Quirinale, all’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza, l'ultimo scoglio, sul quale i due contraenti si sono confrontati fino all’ultimo, è stato l’abbassamento della soglia per i partiti in coalizione, richiesta sia da Ncd sia da ASSE Silvio Berlusconi e, nella foto centrale, Matteo Renzi. Sotto, Alfano Sel. Alla fine la mediazione è stata scendere dal 5 al 4,5%, una correzione che suona come un’offesa e fa infuriare Nichi Vendola. Angelino Alfano strappa, invece, la possibilità di qualche candidatura multipla ma rinvia all’Aula, come anche Scelta Civica e Popolari per l’Italia, nuove correzioni sia sulle soglie sia sulle preferenze. Nelle ore decisive per la trattativa si affaccia, nella sede del Pd, dove il segretario Pd è riunito con capigruppo e fedelissimi, anche il ministro Dario Franceschini. E la benedizione del governo – che ora in 45 giorni ha la delega di ridisegnare i collegi elettorali – al passo avanti alle riforme arriva, da Bruxelles, direttamente dal premier Enrico Letta: «Le riforme sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro paese. È una buona notizia per l’Italia se riusciamo a farle». E mostra di non temere tradimenti anche il sindaco di Firenze: «Sarebbe il colmo che chi per 20 anni non è riuscito a fare la legge ora si nasconde dietro il LE REAZIONI IL FRONTE DI COLORO CHE CRITICANO L’ACCORDO TRA BERLUSCONI E RENZI Vendola: Caimanun voto segreto». E aggiunge: «Rotto l’incantesimo della politica inconcludente». Poi annuncia che il Paese deve tornare a volare, che adesso tocca alle riforme del lavoro e alla scuola. Timori o meno, per Renzi il dado è tratto e oggi si è raggiunta la migliore riforma possibile che, a suo avviso, può essere approvata «rapidissimamente». Soddisfatto anche Silvio Berlusconi che, attraverso il suo neoconsigliere Giovanni Toti, gli rende l’onore delle armi al rottamatore: «Ha dimostrato di avere le palle, questa è una buona legge elettorale per tutta Forza Italia». Il paradosso, però, è che, nonostante l’impegno del Cav, Matteo Salvini giudica «ad occhio, una porcheria» l'intesa raggiunta. E la battaglia si sposta ora in Aula, probabilmente saltando anche il voto notturno degli emendamenti in commissione, dove i M5S puntano a far emergere con il voto segreto le divisioni interne ai partiti, a partire dalle pregiudiziali di incostituzionalità, che saranno presentate anche da Sel, Lega e altri partiti minori. Cristina Ferrulli Riforma elettorale PRIMA BOZZA COSA CAMBIA SOGLIE SBARRAMENTO SOGLIE SBARRAMENTO Coalizioni 12% 12% Coalizioni Partiti in coalizione 5% Partiti in coalizione 4,5% Partiti non coalizzati 8% Partiti non coalizzati 8% LISTE LISTE Niente candidature multiple nei collegi plurinominali Concesse solo per alcuni collegi PREMIO DI MAGGIORANZA PREMIO DI MAGGIORANZA Soglia al 35% per far scattare il premio di maggioranza di 18 punti percentuali Soglia al 37% per un premio di maggioranza di massimo 15 punti percentuali 35% e oltre + 18% = max 55% 37% e oltre + 15% = max 55% 617 SEGGI* 617 SEGGI* *Escluse circoscrizioni estere ANSA SONDAGGIO EFFETTUATO DALL’ISTITUTO ISPO DI RENATO MANNHEIMER Il 52 per cento degli italiani Anche la sinistra Pd attacca e chiede chiarimenti vuole di nuovo le preferenze l ROMA. La sinistra Pd protesta e si spacca «Leggo dichiarazioni fatte a nome della misulla legge elettorale. noranza. Immagino si intenda la minoranza Chi, invece, deve decidere se riprendere la della minoranza". Così, su twitter, Matteo Orfini, battaglia, dopo aver ritirato in commissione gli dopo le critiche espresse da esponenti della emendamenti per l’aut aut di Renzi, è la mi- sinistra del Pd alla legge elettorale.stituzionale noranza del Pd. «Restano i nodi delle liste e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere bloccate e delle soglie. È una legge troppo da parte del Presidente della Repubblica. sbilanciata a favore di Berlusconi e di Forza Il pugliese Michele Bordo afferma: «Leggo che Italia, attacca il bersaniano Alfredo D’Attorre, l’accordo sulla legge elettorale raggiunto in che chiede nuove correzioni ma esclude "im- queste ore contiene anche la cosiddetta norma boscate" nel segreto “Salva-Lega”, cioè queldell’urna in Aula. la che consente ai partiti Stefano Fassina dcie che ottengono il 9% dei che «tutto il Pd sta lavoti in almeno tre revorando insieme al raggioni di entrare comungiungimento dell’obietque in Parlamento. Mi tivo che è superare i dipermetto di nutrire seri fetti di questa legge e dubbi sulla legittimità dare al Paese una gocostituzionale di una sivernabilità. Oggi sono mile disposizione». stati fatti passi impor"Significherebbe pretanti. Innalzamento sovedere per legge che i glia è passo importante voti ottenuti solo in alcome il ritocco alla socune regioni hanno più glia sbarramento, mandignità di quelli raccolti cano due punti non marin tutta Italia. Rischiaginali: il primo è quello mo di ritrovarci di fronte delle liste bloccate e poi ad una disparità assurda la rappresentanza feme quindi incostituzionaminile». le. Poi aggiunge che «non SEL Il leader Nichi Vendola Protesta anche Sel: sono sicuro le abbia solo «Ecco la nuova legge lui, magari anche altri non partito. Non c'è elettorale: dal #Porcellum al #Caimanum». Cosi nessuno scontro ma consapevolezza che c'è una Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia minoranza che vuole dare un contributo a raf- Libertà, su twitter. forzare il Pd. Sottolinea che «in questa fase non Sel presenterà pregiudiziale per bloccare avrei portati Berlusconi a Nazareno. A no- l’esame della legge elettorale in aula. "E' di tutta vembre abbiamo votato la sua decadenza e se evidenza che una riedizione del "Porcellum", l’approccio e di realpolitik dovevamo fare un’al- palesemente illegittima, possa provocare in temtra scelta. Dovevamo trattare con i capigrup- pi più o meno lunghi una nuova pronuncia di po». illegittimità da parte della Corte. l FIRENZE. Il 52% degli italiani pensa i listini bloccati della bozza di legge elettorale Renzi-Berlusconi siano da cambiare dando agli elettori la possibilità di indicare la preferenza; e per il 73% sarebbe «opportuno» che tutti gli schieramenti scegliessero i propri candidati a sindaco delle grandi città attraverso primarie. E' quanto emerge da un sondaggio effettuato dall’istituto Ispo diretto da Renato Mannheimer, commissionato dal consigliere comunale a Firenze della Lega Nord Mario Razzanelli e presentato oggi in Palazzo Vecchio. Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 800 persone scelto per essere rappresentativo di popolazione italiana maggiorenne per genere, età, professione, titoli di studio e area geografica di residenza, esaminato con apposito questionario da intervistatori professionisti. Quanto alla proposta di riforma della legge elettorale messa a punto dal segretario del Pd e dal leader di Forza Italia, se il 52% vorrebbe veder sostituite le listine bloccate con le preferenze, c'è un 18% che ritiene giusto mantenere la legge così com'è. Il 24% invece vorrebbe veder modificata la legge con l'introduzione di primarie in ogni partito, da tenersi prima delle elezioni vere e proprie. il 6% non sa. Scomponendo le varie voci, risulta che ta il 52% dei favorevoli alle preferenze nella proposta Renzi-Berlusconi, il 50% sono di area Pd, il 44% Fi, il 52% Ncd, il 60% M5s. Tra chi vorrebbe le primarie obbligatorie in ciascun partito prima delle elezioni vere e proprie il 27% sono di area Pd, il 22% Fi, il 24 Ncd, il 29% Grillo. Tra coloro che infine vorrebbero lasciare la legge così com'è il 23% sono di area Pd, il 30% Fi, il 15% Ncd, l’8% Grillo. Relativamente alla domanda sulle primarie per la scelta dei sindaci delle maggiori città, tra gli elettori di area Pd l'85% è favorevole, l’11 contrario il 4 non sa; tra quelli di Fi il 70% è favorevole, il 27 contrario, il 3 non sa; tra gli elettori Ncd il 70% è favorevole, il 21 contrario, il 9% non sa; tra quelli dell’M5s il 66% è favorevole, il 27% contrario, il 7% non sa. Dell’accordo sulla riforma della legge elettorale tra Renzi e Berlusconi in termini di gradimento e popolarità, «hanno tratto vantaggio tutti e due; ma probabilmente, in fin dei conti, a Renzi è giovato di più che a Berlusconi» dice Renato Mannheimer, in videocollegamento con Firenze, dove è stato presentato l’esito di alcuni sondaggi dell’istituto Ispo diretto dallo stesso Mannheimer e com- missionati dal consigliere della Lega Nord Mario Razzanelli. "La popolarità del segretario del Pd è cresciuta molto nelle ultime settimane, e questo è avvenuto anche grazie a questo accordo. In particolare, è aumentata la popolarità di Renzi tra i simpatizzanti di Forza Italia, dato tutt'altro che irrilevante". Quanto a Berlusconi, ha poi aggiunto Mannheimer, «come molti hanno detto e scritto, con l’accordo elettorale è tornato al centro dello scenario politico. Non che in realtà, a guardar bene i fatti, se ne fosse mai andato». RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Giovedì 30 gennaio 2014 Le liste dei candidati dovranno garantire la presenza paritaria di uomini e donne: 50% e 50%. Listini e candidature plurime LA DIRETTA l . Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Istruzioni a pagina 32 Soglia per il premio al 37% lo sbarramento dal 5 al 4,5% Norma «salva-Lega» e delega al governo per disegnare la mappa dei collegi l ROMA. Soglia più alta per ottenere il premio di maggioranza, sbarramento meno severo per i piccoli partiti che entrano in coalizione. È l'Italicum "2.0", la versione aggiornata della legge elettorale frutto del nuovo accordo tra Renzi e Berlusconi. - PREMIO MAGGIORANZA.La nuova legge, come il Porcellum, è un sistema proporzionale con un premio di governabilità che assicura la maggioranza assoluta al partito o alla coalizione vincente. Ma diversamente dalla vecchia legge, per ottenere il premio bisognerà aver superato una soglia minima: il 37% dei voti (nella prima versione dell’Italicum bastava il 35%). Il premio di maggioranza è fissato al 15% dei seggi (non più al 18%). Ma c'è un limite: il «bonus» concesso ai vincitori non potrà far superare il tetto dei 340 seggi, pari al 55%. - DOPPIO TURNO. Che succede se nessuno supera la soglia del 37%? I primi due partiti o coalizioni di partiti si sfidano in un doppio turno per l’assegnazione del premio. Il vincitore ottiene 327 seggi, i restanti 290 vanno agli altri partiti (restano fuori dal conteggio i deputati eletti all’estero). SBARRAMENTI. L’ingresso in Parlamento viene precluso a chi non supera un minimo di voti. Per i partiti che si presentano al di fuori delle coalizioni (come ha fatto il M5s nelle ultime elezioni), c'è una soglia molto alta, l’otto per cento. Per i partiti che si presentano nell’ambito di un’alleanza con altre forze politiche, la nuova versione dell’Italicum abbassa ulteriormente lo sbarramento portandolo dal 5 al 4,5%. Anche le coalizioni dovranno superare una soglia minima di consensi: la percentuale stabilita è del 12%. Per i rappresentanti delle minoranze linguistiche sono previsti meccanismi che garantiscono la loro rappresentanza. - SALVA-LEGA. La tagliola degli sbarramenti viene alleggerita per i partiti a forte vocazione regionale, come la Lega Nord. Chi si presenta in non più di sette regioni non deve raggiungere le percentuali previste per i partiti nazionali: per entrare in parlamento basterà SENATO Il presidente Pietro Grasso: la questione di Palazzo Madana resta un rubus da risolvere per cercare di garantire la governabilità . aver ottenuto il nove per cento in tre circoscrizioni. - CANDIDATI. Gli elettori non potranno mettere il voto di preferenza. Ogni partito presenta una lista con tanti candidati quanti sono quelli da eleggere nel collegio (si va da un minimo di tre a un massimo di sei). I seggi vengono assegnati seguendo l'ordine delle liste: ad esempio, se un partito ottiene tre seggi vengono eletti i primi tre candidati della lista. - PARITA' UOMO-DONNA. Le liste dei candidati dovranno garantire la presenza paritaria di uomini e donne: 50% e 50%, ma senza alternanza obbligatoria (che avrebbe portato in Parlamento una "valanga rosa"). Le liste potranno avere anche due uomini uno di seguito all’altro, ma non di più. - CANDIDATURE IN PIU' COLLEGI: La prima versione vietava ai candidati di presentarsi in più di un collegio, la nuova concede questa possibilità. Si discute ancora se ci si potrà candidare in 3 o in 5 collegi. - IL NODO DEI COLLEGI. L’Italicum prevede una delega al governo per il ridisegno dei collegi elettorali in cui sarà divisa l’Italia: l’esecutivo dovrà farlo in 45 giorni, un periodo di tempo che rende possibili eventuali elezioni anticipate prima dell’estate. - NO PRIMARIE. Nulla dice il nuovo Italicum sulle primarie per la scelta dei candidati da mettere in lista. Se farle o no, e con quali regole, resterà una scelta autonoma dei singoli partiti. - IL SENATO. ALla base dell’accordo tra Renzi e Berlusconi c'è l’idea di abolire il Senato. Ma se il progetto dovesse fallire? L’Italicum prevede una clausola che rende applicabile il nuovo sistema anche per l’elezione del Senato: percentuali, soglie e premio di maggioranza sono le stesse della Camera e vengono assegnati su base nazionale, con riparto regionale. GIUDICA LA RIFORMA IN LINEA CON LA SENTENZA CON CUI LA CORTE COSTITUZIONALE HA BOCCIATO IL PORCELLUM SISTEMA DI VOTO Nuova legge elettorale sulla rampa di lancio: ora però è attesa dal giudizio del Parlamento . «Il sistema di voto merita di essere approvato con lode» Il parere di Marini, presidente emerito della Consulta: «Ma al Senato prevedo una dura battaglia» l ROMA. «Un sistema che merita di essere approvato con lode». Il presidente emerito della Consulta Annibale Marini, ora componente laico del Consiglio superiore della magistratura, promuove a pieni voti la riforma elettorale frutto del nuovo accordo tra Pd e Forza Italia. E la giudica in linea con la sentenza con cui la Corte costituzionale ha bocciato il Porcellum, al punto da dirsi certo che l’Italicum uscirebbe indenne da un eventuale esame della Consulta: «può reggere il vaglio di una pronuncia di costituzionalità», assicura senza alcun dubbio. Tuttavia Marini ha una «riserva di fondo». «Non so se questa riforma, che sembra un vestito cucito sulla Camera, si attagli al Senato, che ha già un sistema diverso, su questo c'è una sorta silenzio»; ma cambiare la legge elettorale senza aver prima modificato il ruolo del Senato, eliminando il bicameralismo perfetto, può mettere a rischio lo stesso Italicum: «Ho qualche dubbio che il Senato lo approvi. Si è mai visto un parlamentare che vota per andarsene a casa? Ferma restando la riserva di fondo ("io avrei fatto il contrario: prima avrei modificato il Senato,stabilendo che non sia più una seconda Camera deliberante, e poi sarei intervenuto sul sistema elettorale"), "la riforma mi convince sotto tutti gli aspetti, anche se come tutti i sistemi può prestarsi a critiche", afferma il presidente emerito della Consulta. Innanzitutto aver portato al 37% la soglia per attribuire il premio di maggioranza "è una soluzione ragionevole: certo il premio in sè lascia sempre l’amaro in bocca, ma lo scopo è assicurare stabilità e nel nostro Paese questa è un’esigenza fondata» Resta il rebus del futuro del Senato Sì o no alla fine del bicameralismo perfetto. Se resterà elettivo, non scongiurata l’ingovernabilità l ROMA. L'effettiva realizzazione dell’intesa sulla legge elettorale passa anche dalla riforma del Senato. E non solo per la volontà a più riprese ribadita dal leader del Pd Matteo Renzi di dare una svolta alle istituzioni con i conseguenti risparmi, ma anche per un fatto tecnico. Se il Senato resterà elettivo non sarà, infatti, in alcun modo sventata la possibilità di maggioranze diverse tra le due Camere e, dunque, di ingovernabilità. Il problema è che finchè non verrà cambiata la Costituzione resterà una discrepanza tra i corpi elettorali di Montecitorio e Palazzo Madama, dal momento che per il Senato si può votare solo al compimento dei 25 anni e dunque il numero degli elettori è inferiore. E manca una fascia importante di elettori giovani. Questo nodo non può essere risolto dalla riforma elettorale. Nel testo che andrà in Aula oggi il sistema di voto e di ripartizione dei seggi è infatti praticamente identico tra le due Camere. Ma se si andasse a votare con questa legge, con due diversi corpi elettorali (oltre che un assetto sostanzialmente tripolare) potrebbe capitare che la coalizione vincente alla Camera non sia la stessa che conquista il Senato. O addirittura che al ballottaggio (per entrambe le Camere previsto su base nazionale) accedessero due 'coppiè di coalizioni diverse. Un nodo che non può essere risolto, a maggior ragione, da un eventuale scorporo della parte riguardante il Senato dalla riforma (come chiede ad esempio Sc). Se ciò avvenisse e si dovesse andare a votare il rischio di maggioranze diverse sarebbe ancora più alto. Infatti si voterebbe con l’Italicum per la Camera e il «Consultellum» (proporzionale con preferenza unica su circoscrizioni regionali) a Palazzo Madama. Un’ipotesi consentita (e che ha già precedenti) ma che porterebbe molto probabilmente a risultati discrepanti. Tutto questo al netto dei possibili problemi legati al fatto che il premio del Senato nell’Ita- licum, viene calcolato su base nazionale e questo potrebbe contrastare con la previsione costituzionale del Senato eletto su base regionale. Il «Porcellum» prevedeva, infatti, venti premi regionali, proprio per questo motivo. Ma si tratta comunque di un punto controverso visto che, tra l’altro, nelle motivazioni della Consulta c'è un rilievo proprio su questo punto. La legge – si legge nella sentenza – «stabilendo che l’attribuzione del premio di maggioranza è su scala regionale, produce l’effetto che la maggioranza in seno all’assemblea del Senato sia il risultato casuale di una somma di premi regionali, che può finire per rovesciare il risultato ottenuto dalle liste o coalizioni di liste su base nazionale, favorendo la formazione di maggioranze parlamentari non coincidenti nei due rami del Parlamento, pur in presenza di una distribuzione del voto nell’insieme sostanzialmente omogenea. Alessandra Chini SENATO L’assemblea di Palazzo Madama RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Giovedì 30 gennaio 2014 PARTITI E GOVERNO Il Movimento depositerà il primo atto formale per procedere alla richiesta di messa in stato di accusa del Presidente LO SCONTRO SUL QUIRINALE Grillo non cede su Napolitano «Suddito di poteri stranieri» E sul web sondaggio sugli «errori» del Quirinale. Rodotà prende le distanze l ROMA. L'hanno annunciata, gridata, evocata più o meno da quando sono in Parlamento: ora il M5S ha deciso di passare ai fatti e di sferrare l’attacco finale nei confronti del Capo dello Stato. Oggi il Movimento depositerà il primo atto formale per procedere alla richiesta di messa in stato di accusa del Presidente. Il cosiddetto «impeachment» tanto urlato da Grillo nelle piazze. Un atto formale che avrà tuttavia un valore esclusivamente politico: servirà ai Cinque Stelle per mirare ad alzo zero nei confronti del Presidente Napolitano, solo ieri giudicato da un deputato un «Boia» nei confronti delle opposizioni. L'atto verrà formalizzato e presumibilmente si fonderà su accuse che prenderanno spunto dal coinvolgimento del Presidente nelle intercettazioni sul caso Stato-mafia. Anche per preparare l’affondo finale verso Napolitano i Cinque Stelle hanno lanciato on-line un nuovo sondaggio, proprio per «testare» gli umori della base nei confronti del Capo dello Stato. Quattro le domande a risposta multipla sottoposte liberamente alla Rete a cui hanno risposto circa 20 mila persone. Per il 61% circa, pari a oltre 12 mila voti, l’atto più grave imputato al Presidente è rappresentato appunto dalla «richiesta di distruzione delle intercettazioni tra il Presidente della Repubblica e Nicola Mancino nell’ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia». Una «colpa» quasi pari a quella per cui, secondo i Cinque Stelle, il Presi- dente quando era ministro dell’Interno «non mosse un dito» per denunciare quanto avveniva nella Terra dei Fuochi. Quesito, questo, votato dal 59% dei partecipati al «sondaggio». "Napolitano non è esente da errori, anche gravissimi, che inficiano la credibilità e la fiducia dei cittadini. Errori che non possono essere consentiti, in particolare quando rappresentano sudditanza a poteri stranieri, pesanti ingerenze sul Governo, occultamento fonti giudiziarie, scrivano i parlamentari M5S sul blog di Grillo. Per preparare il tutto ieri Gianroberto Casaleggio è tornato a Roma per incontrare deputati e senatori. Il solito rendez-vous per «tematiche» tra le quali ci sarebbe stata anche la questione «impeachment». «Arriverà e presto» si limita a commentare il cofondatore del Movimento lasciando la Camera. Casaleggio, ci tiene a precisare il M5S, non avrebbe invece voluto partecipare all’assemblea dei deputati convocata per pianificare il piano di azione in Aula dove si stava discutendo il decreto Imu-Bankitalia con la 'ghigliottinà che gli pendeva sul capo. Ma sulla questione ha mostrato di essere ben informato: «La tagliola non esiste: sarebbe una decisione extraprocedurale» avverte lasciando Montecitorio. Nessuna strigliata ci sarebbe stata invece nei confronti di Giorgio Sorial, il deputato finito sulle prime pagine di tutti i giornali per l’insulto al Capo del- STATO-MAFIA Il 61% contrario alla distruzione delle intercettazioni IL CASO Il presidente dell’Inps si difende lo Stato. Un colpo di testa poco gradito dai compagni di partito ma del tutto funzionale, anche se non previsto, a preparare il terreno «mediatico» per la richiesta di messa in stato d’accusa del Movimento. Un affondo che rischia a questo punto di venire però messo in sordina dal can can provocato sul dl Imu-Bankitalia. Toni e animi dei Cinque Stelle sono surriscaldati e già minacciano guerriglie in Aula, anche in vista della discussione sulla legge elettorale. E come se Napolitano non bastasse c'è la guerra dichia- rata alla Presidente Boldrini: è «una serva del Potere» la accusa Manlio Di Stefano. «Si deve dimettere» urla il vicepresidente grillino Luigi Di Maio. Intanto Stefano Rodotà afferma che «le parole dal M5S su Giorgio Napolitano sono assolutamente inammissibili. Le critiche sono sempre legittime; questo è un Paese in cui la critica è sempre stata esercitata ma ci vuole rispetto per le persone, prima ancora che per l’autorità del Presidente della Repubblica». Francesca Chiri La strada difficoltosa per lo stato d’accusa L'articolo 90 della Costituzione afferma che "il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni" tranne in due casi Chi può metterlo in stato d'accusa Chi può disporne la sospensione dalla carica Quando è stata attivata la procedura . LA SCHEDA ECCO COME SI PUÒ CHIEDERE L’IMPEACHMENT L'impeachment Le due cause di rimozione del Capo dello Stato M5S Beppe Grillo, leader del Movimento: prosegue l’offensiva contro il Capo dello Stato ALTO TRADIMENTO ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE Il Parlamento, in seduta comune di Camera e Senato, a maggioranza assoluta La Corte Costituzionale in una composizione speciale: 15 giudici ordinari 16 giudici sorteggiati* Una sola volta, nel 1991 quando il Pci e altre forze d'opposizione accusarono Cossiga *da un elenco di cittadini eleggibili a senatore, che il Parlamento compila ogni nove anni con le stesse modalità della nomina dei giudici ordinari ANSA l ROMA. Anche in Italia viene ormai comunemente usata la parola «impeachment», ma la Costituzione codifica invece la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica e il verdetto finale non spetta neanche al Parlamento (che in ogni caso dovrebbe far avanzare l’iter a maggioranza assoluta) bensì alla Corte Costituzionale. Innanzitutto deve essere presentata una richiesta di messa in stato d’accusa al presidente della Camera, corredata da tutto il materiale probatorio a sostegno dell’accusa. Il presidente della Camera trasmette poi il dossier a un apposito comitato, formato dai componenti della giunta del Senato e da quelli della giunta della Camera competenti per le autorizzazioni a procedere (i cui membri sono nominati dai presidenti delle Camere, e devono rappresentare tutte le forze politiche). Ha il compito di decidere sulla legittimità dell’accusa, e dopo aver raggiunto un verdetto – votato a maggioranza – presenta una relazione al Parlamento riunito in seduta comune. Il rapporto esposto al Parlamento contiene le decisioni del comitato, che può scegliere di archiviare il caso se ritiene che le accuse sono diverse da quelle stabilite dall’art. 90 della Costituzione, oppure di deliberare la votazione in aula della messa in stato d’accusa. Se il Parlamento dà l’autorizzazione a procedere, la questione passa alla Corte Costituzionale. Mastrapasqua, il governo spinge per le dimissioni l ROMA. Cresce il pressing sul Governo per accelerare la riforma della governance dell’Inps e sul presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua perchè rassegni le dimissioni. Ma se appare molto difficile un passo indietro spontaneo di Mastrapasqua (ieri i suoi avvocati hanno presentato una seconda memoria difensiva contro l’accusa di truffa aggravata come direttore dell’Ospedale israelitico) sembra invece percorribile la strada dell’accelerazione sulla riforma della governance. Mastrapasqua, comunque, secondo quanto riferisce chi gli ha parlato in questi giorni, è sereno e convinto che la questione giudiziaria si risolverà a breve. Resta l’amarezza per il fatto che nessuno nella politica l’abbia difeso. Ieri ha incontrato i vertici sanitari e amministrativi dell’Ospedale israelitico ribadendo la sua correttezza e la convinzione che la vicenda giudiziaria sarà rapidamente definita con una archiviazione. L'Inps inoltre fa sapere che non c'è alcun audit interno sul presidente ma solo una valutazione sulle strutture che si occupano della cessione dei crediti e relative compensazioni autorizzate alle strutture sanitarie di carattere religioso. Il presidente della Commissione lavoro della Camera (ed ex ministro del Lavoro), Cesare Damiano si è detto favorevole a una velocizzazione della revisione del sistema di governance dell’Inps anche attraverso un periodo di commissariamento dell’Istituto. Su questo punto sono intervenuti più volte i sindacati convinti della necessità di riequilibrare i poteri nell’Ente dando più spazi di controllo al Civ. Sulla necessità di riformare la Governance si era era espressa anche nei mesi scorsi la Corte dei Conti sottolineando che il prolungamento oltre la naturale scadenza del Presidente e la devoluzione dei poteri del Cda soppresso avevano «aperto spazi di interferenza con le attribuzioni riservate al Direttore generale, alla dirigenza e al Civ». Pur nella ribadita esigenza di una profonda e ampia riforma – scriveva la Corte a novembre - «appare quindi ineludibile quantomeno l’anticipata adozione di singoli correttivi, volti a ripristinare un assetto di migliore equilibrio e di maggiore chiarezza nel riparto delle competenze». Sulla vicenda infine la Uil pubblica amministrazione chiama in causa il segretario del Pd, Matteo Renzi. «Se la politica deve dare l’esempio e deve essere al di sopra di ogni sospetto come la moglie di Cesare – dice il segretario generale Benedetto Attili -, chiediamo a Matteo Renzi di assumere una posizione chiara e netta rispetto alla vicenda Mastrapasqua». CONCORSO ENOLOGICO NAZIONALE PREMIO “DOUJA D’OR” La Camera di Commercio di Asti, avvalendosi della sua Azienda Speciale e d’intesa con l’O.N.A.V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) indice il 42° Concorso Enologico Nazionale Vini a d.o.c. e a d.o.c.g. - Premio Douja d’Or 2014. Il regolamento è disponibile sul sito www.doujador.it. Segreteria del Concorso c/o C.C.I.A.A. - P.za Medici 8 Palazzo Borello - 14100 ASTI (Tel. 0141/535241 silvana.negro@at.camcom.it). Termine ultimo per la presentazione dei campioni di vino alla Camera di Commercio di Asti: 15 aprile 2014. IL PRESIDENTE - Mario Sacco Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536 BUFERA Antonio Mastrapasqua presidente dell’Inps . ACQUEDOTTO PUGLIESE S.p.A. Via Cognetti, 36 - BARI Tel. n. 080/5723491 - Telefax n. 080/5723018 Procedura aperta, suddivisa in due lotti, per l’appalto della fornitura di energia elettrica nonchè dei relativi servizi connessi al fine di alimentare i propri siti di consumo oltre al punto di prelievo della controllata ASECO S.p.A. per il periodo compreso dal 01.01.2014 al 31.12.2015. Lotto n. 1: Importo presunto a base d’appalto: E 44.100.000,00. Soggetto aggiudicatario: EDISON ENERGIA SpA. Importo presunto di aggiudicazione: E 42.456.000,00. Lotto n. 2: Importo presunto a base d’appalto: E 21.215.000,00. Soggetto aggiudicatario: EDISON ENERGIA SpA. Importo presunto di aggiudicazione: E 21.065.641,00. L’Avviso integrale è stato pubblicato sulla G.U.R.I. V° serie speciale n. 8 del 22/01/2014, sul sito internet www.aqp.it e sul sito internet del Ministero delle Infrastrutture. IL DIRETTORE AFFARI GENERALI Avv. Maurizio Cianci RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Giovedì 30 gennaio 2014 Il giornalista rasserena gli animi L'ultima parola spetta al Cavaliere elogiando i dirigenti azzurri, definendoli dopo il via libera definitivo all’accordo la «spina dorsale» di Forza Italia raggiunto sulla legge elettorale Toti: Silvio numero 1 poi tanti numeri 2 Ma Fitto non demorde: vertice con Berlusconi sul partito Lo scontro tra Pascale e De Girolamo L’esperto: raro il perdono tra donne Una vicenda politica in cui gli aspetti psicologici non sono secondari. Soprattutto considerando che coinvolge due donne, «entrambe campane, molto passionali». Per “l’altra metà del cielo”, infatti, perdonare una donna è più difficile che perdonare un uomo. Non solo. Il tradimento politico, in questo caso, è vissuto anche come tradimento 'privatò, ancora più inaccettabile. E’ l’analisi che lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, docente di psichiatria all’università di Chieti, fa del veto posto da Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi, all’ipotetico rientro in 'Forza Italià di Nunzia De Girolamo l ROMA. Il pomeriggio lo trascorre a palazzo Grazioli ad incontrare imprenditori e rappresentanti di categorie fino al debutto Tv nel salotto di Porta a Porta. Giovanni Toti usa toni soft e cautela ribadendo più e più volte di non essere un «rottamatore» nè tantomeno il numero due di Forza Italia. Certa ormai è la presenza fissa accanto al Cavaliere in tutte le riunioni e numerose le interviste in cui insiste nella necessità di rinnovare il partito, gettando così scompiglio nelle file azzurre. Ecco perchè nelle stesse ore in cui l’ormai ex direttore del Tg4 era a registrare la trasmissione televisiva a via del Plebiscito il Cavaliere è stato impegnato in un vertice fiume (circa tre ore) con i big di Fi, Fitto in testa, cercando di placare gli umori e soprattutto chiarendo ancora una volta di non voler escludere nessuno dagli assetti del suo partito. Una strategia, quella di rasserenare gli animi, a cui Toti fa da sponda elogiando i dirigenti azzurri,definendoli la «spina dorsale» di Forza Italia, smentendo «contrapposizioni», ma soprattutto ricordando che in Fi non esistono numeri due: «C'è un numero uno che è Silvio Berlusconi – dice – poi ci sono infiniti numeri due». E' chiaro però che il Cavaliere investe molto su di lui, non è un caso che sia Toti a commentare in televisione a nome di tutto il partito l’ac- FINANZIAMENTO PROPOSTA DI SEL DEFINITA «ANTI-GRILLO». E SCATTA LA PROTESTA DEL M5S «Stop alla pubblicità sui blog gestiti da politici» l ROMA. Approderà quasi certamente martedì nell’Aula del Senato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Ma sarà tutta una corsa ad ostacoli. Il testo, infatti, già approvato dalla Camera, è ancora all’esame della commissione Affari Costituzionali, "sommerso" da quasi 200 emendamenti presentati da tutte le forze politiche. E senza nessun accordo in vista. La commissione, insieme alla relatrice Isabella De Monte del Pd, si è riunita nel pomeriggio a Palazzo Madama per fare il punto. Ma senza il parere della commissione Bilancio e senza l'intesa su molte proposte di modifica si è preferito far slittare tutto almeno di un giorno. Cioè oggi 30 gennaio. E tra le questioni destinate a far discutere c'è senz'altro la norma, subito ribattezzata «anti-Grillo», messa a punto da Sel e presentata dal capogruppo Loredana De Petris. Si tratta di una proposta di modifica che vieta «la pubblicazione di annunci di carattere commerciale o pubblicitario sui siti internet, anche presentati sotto forma di blog di chiunque ricopra un incarico istituzionale anche non elettivo». «Nel caso di inadempimento – si legge – è comminata all’intestatario una sanzione amministrativa pari a 5.000 euro per ciascun giorno di permanenza dei suddetti annunci successivamente al termine intimato». La protesta dei 5 Stelle è assicurata. Anche perchè, si commenta, se passasse una logica del genere, allora "dovrebbero essere vietate le sponsorizzazioni di tutte le feste di partito...". Al momento, i partiti leggono le carte e affilano le armi recependo il parere del governo, conforme a quello della relatrice De Monte, che invita tutti ad accorpare gli emendamenti e ad indicare solo quelli più «sensibili». Pochi problemi dovrebbero esserci per i primi quattro articoli del ddl che regolamentano «trasparenza» e «democrazia interna ai partiti» anche se ci sono norme che introducono l'obbligo di «Statuto» e «l'istituzione del registro dei partiti politici che pos- sono accedere ai benefici previsti dal presente decreto». Si dovrà mediare, invece, e molto, sulla seconda parte del provvedimento: quella che dispone le soglie massime per le donazioni private e le modalità di detrazione per i donatori. Il Pd ha presentato una serie di proposte di modifica: alcune per abbassare il tetto massimo delle donazioni private. Percorso inverso rispetto a Forza Italia che chiede l’opposto, cioè l'innalzamento. Entrambi i partiti, seppur con le dovute differenze, tentano di trovare un’intesa sul regime di detrazioni fiscali. Non sembra troppo predisposto al «compromesso» il M5S che chiede con forza l’abolizione di qualsiasi intervento di natura statale. I cinque stelle vogliono un meccanismo di restituzione dei contributi intascati dai partiti negli anni scorsi e non ancora rendicontati. L’esecutivo presenta due nuovi emendamenti: il primo relativo alle commissioni bancarie sulle donazioni ed il secondo per consentire l'applicazione del dispositivo del 2 per mille già nel 2014. Potrebbe saltare, la possibilità di finanziamento pubblico per le «scuole di partito». FORZA ITALIA Giovanni Toti cordo raggiunto sulla legge elettorale ripercorrendo le tappe dell’intesa tra il Cavaliere e Matteo Renzi. Il consigliere dell’ex premier sa perfettamente però che la partita è un’altra e che riguarda gli assetti di Fi: «Io non so che tipo di organizzazione voglia dare Berluconi – spiega - non nego ci sia l’ipotesi di un ufficio politico ristretto così come un’ufficio di presidenza allargato». L'ultima parola insomma spetta al Cavaliere che avendo dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto sulla legge elettorale è stato «costretto» a rimettere la testa sul partito. L’argomento non lo entusiasma: quasi quasi faccio chiudere il portone, ha confidato ad alcuni amici che erano andati a salutarlo nel primo pomeriggio. Il Cavaliere però sa perfettamente che una soluzione va trovata soprattutto con quei dirigenti (e Fitto è uno di questi) che possono contare su un forte radicamento nel territorio. L’ex ministro che non ha mai pensato di lasciare Forza Italia insiste nel chiedere rispetto per la classe dirigente del partito. Argomento affrontato con l’ex premier nel corso dell’incontro in cui i dirigenti azzurri sono tornati a chiedere a gran voce il rispetto del regolamento e quindi la nomina al più presto di un ufficio di presidenza allargato ribadendo piena lealtà ma una maggiore collegialità e coinvolgimento nelle decisioni. Tutte le altre ipotesi messe sul campo sono state rispedite al mittente compresa la proposta studiata da Toti di creare un tavolo politico per la scrittura del programma. Bocciata anche l’idea di procedere con un comitato ristretto e poi con l’ufficio di presidenza. I piani del Cavaliere sono altri tant' è che con i fedelissimi sarebbe tornata in auge l’ipotesi di nominare entro pochi giorni un esecutivo ristretto: Io – avrebbe messo in chiaro – non voglio escludere nessuno ma sono convinto che forze nuove possano dare nuovi impulsi. Yasmin Inangiray RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO Giovedì 30 gennaio 2014 la rissa con i deputati del Pd che IL FRONTE ECONOMICO Sfiorata urlano «Fascisti!» rivolgendosi ai 5 Stelle e LE QUESTIONI PIÙ CALDE quelli di Sel che cantano «Bella Ciao» BAGARRE A destra, la presidente della Camera, Laura Boldrini. In basso, col bavaglio, la deputata M5s, Loredana Lupo Boldrini usa la «ghigliottina» Salvo il decreto Imu-Bankitalia La presidente della Camera ferma l’ostruzionismo del M5S. Bagarre in Aula l ROMA. Il decreto Imu-Bankitalia passa Interventi a raffica e voti a singhiozzo, ma definitivamente alla Camera con la «ghigliotsoprattutto appelli a Laura Boldrini a non tina», applicata per la prima volta nella storia applicare la «ghigliottina», l’espediente in base repubblicana dalla presidente Laura Boldrini. a cui la presidenza dell’Assemblea può deIl rischio di dover pagare la seconda rata cidere di porre in votazione un decreto legge dell’Imu del 2013 è scongiurato; ma in aula è nell’imminenza della scadenza anche se non si bagarre, con i deputati M5S che, fermati nel è ancora esaurito l’esame ordinario. Se ci si loro ostruzionismo, occupano i banchi del gofosse arrivati, il decreto sarebbe decaduto e, verno, i colleghi di Fdi lanciano monetine di sostengono dal governo, i proprietari di prime cioccolata, quelli del Pd urlano «fascisti!» e, dai case avrebbero dovuto pagare la seconda rata banchi di Sel si canta "Bella Ciao". dell’Imu. Una scena di protesta vioBoldrini prova in ogni lenta da piazza quella che si modo ad esercitare una consuma ad ora di cena «moral suasion» sui M5S nell’Emiciclo di Montecitoappellandosi al loro «senso rio, con una virulenza che di responsabilità» perché sorprende anche i commesdesistano dall’ostruzionisi ed i funzionari più ansmo. Parte una mediazione, ziani. E che lascerà strascima non sortisce effetto. E chi: a partire dalla denuncia allora, una volta consentito dei M5S contro il deputato a tutti i gruppi parlamenquestore Stefano Dambroutari di tenere una dichiaso, accusato di aver schiafrazione di voto, a sera la feggiato una loro collega. presidente della Camera «Da domani è escluso che convoca i capigruppo e, dotorneremo in Aula a discupo un dibattito acceso a portere pacificamente», annun- DAMBRUSO Deputato questore te chiuse, decide di appliciano i Cinque Stelle, lacare la «ghigliottina»: per la sciando presagire una guerriglia parlamenprima volta nella storia repubblicana. Lei si tare sull'imminente esame della legge elettosente la coscienza a posto: «Tutte le fasi del rale. procedimento si sono svolte, e tutti i gruppi L'ostruzionismo dei M5S sul decreto, conhanno potuto esprimersi», dice. testato soprattutto nella parte relativa alla Parte la votazione, e in un attimo è putiferio. Banca d’Italia, va avanti per l’intera giornata. I M5S prima urlano; poi indossano dei bavagli improvvisati, si fiondano come treni sui banchi del governo e li occupano nella bagarre più assoluta, con spintoni e qualche pugno per i commessi. Alla protesta si associa Fdi: pure Fabio Rampelli occupa i banchi del governo sventolando un Tricolore che nessuno riuscirà mai sfilargli mentre i suoi colleghi lanciano monetine di cioccolata e pesanti fascicoli degli emendamenti che per fortuna non colpiscono nessuno. Dai banchi del Pd si urla «Fascisti, fascisti!»; da quelli di Sel si canta «Bella Ciao» e i M5S rispondono con l’Inno di Mameli. Nel frattempo Boldrini dà il risultato del voto e si affretta a togliere la seduta. Ma la bagarre continua. Loredana Lupo di M5S denuncia in lacrime ai cronisti di aver ricevuto un forte schiaffo dal deputato questore Stefano Dambruoso, il quale ammette solo un «contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini». La storia finirà in tribunale: i M5S annunciano che lo denunceranno. Intanto alcuni commessi vanno a farsi medicare in infermeria. «Una violenza così qui non l’ho vista in 30 anni», racconta uno dei più anziani assistenti parlamentari, da sempre in Aula. Il decreto passa. Ma non finirà qui. M5S che chiede le dimissioni di Laura Boldrini da presidente della Camera ed annuncia un Vietnam parlamentare. «Da domani è escluso che torneremo in Aula a discutere pacificamente. Immaginate quale sarà la qualità dei lavori dell’Aula quando discuteremo della legge elettorale», promette Giuseppe Brescia. LO SCONTRO Lupo (M5s): «Dambruoso mi ha dato uno schiaffo» La replica: «Solo contatto fisico» l ROMA. Finirà in tribunale lo scontro tutt’altro che verbale tra la parlamentare del M5S, Loredana Lupo, e il deputato questore di Scelta civica, il magistrato barese Stefano Dambruoso. «Mi ha dato uno schiaffo», ha detto ai cronisti, uscendo dall’Aula in lacrime Loredana Lupo. «Occupare i banchi del governo - ha aggiunto - era l’unica cosa che potessimo fare. I commessi hanno giustamente il diritto di provare a fermarci. Ma mai avrei pensato che un deputato questore, che è alto 2 metri, mi desse uno schiaffo in faccia facendomi saltare una lente a contatto. Invece lo ha fatto e non mi ha mai chiesto scusa, ha mirato su di me per darmi lo schiaffo». Di tutt’altro tenore la «difesa» di Dambruoso. «Escludo assolutamente lo schiaffo», dice, ammettendo soltando il «contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini». «Ho visto tre persone avventarsi verso la Boldrini e ho cercato di dare una mano, ho fatto opera di blocco ma – ha spiegato Dambruoso in Transatlantico – non c'è stato nessuno schiaffo. Solo un contatto fisico». Secondo il questore il loro «diritto politico a protestare è sconfinato in una forte violenza e c'è stato in aula molto più che solo spintoni. Sono stato letteralmente aggredito». Infine a chi gli faceva osservare che M5s vuole denunciarlo, Dambruoso ha replicato: «Siamo in Paese democratico e bisogna credere alla giustizia, se lo ritengono chiedano tutti gli accertamenti possibili». IL DOSSIER OGGI A BERNA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA INCONTRA EVELINE WIDMER-SCHLUMPF L’ANNUNCIO DI LEGA COOP, CONFCOOPERATIVE E AGCI Fisco, si tratta con la Svizzera ma resta il nodo anonimato Saccomanni: «Mi aspetto ulteriori passi avanti» In tre anni nascerà la Centrale unica delle cooperative l ROMA. Il dossier principale – ha detto Saccomanni – mi aspetriguarda l'emersione dei capitali to ulteriori passi avanti nel neesportati in Svizzera in barba al goziato». fisco italiano. E il nodo riguarda I due ministri si sono visti meno l’anonimato degli investitori, di una settimana fa tra le nevi di escluso tassativamente dall’ulti- Davos, e Saccomanni aveva detto mo decreto varato dal governo ita- ottimisticamente che un’intesa liano per appariva vicil’emersione dei na. Ma il varo capitali espordel decreto sultati attraverso la volontary dila volontary disclosure, sui sclosure. Ma capitali detesul tappeto del nuti illegalconfronto tra mente all’esteItalia e Svizzero, non sembra ra ci sono anaver spianato che molti altri la strada, anzi. nodi, di tipo fiAnche se il miscale e finannistro nega. ziario, che la «Le misure itaLA MINISTRA Widmer-Schlumpf confederazioliane non sono ne ha avanzato: d’ostacolo», soil trattamento tributario dei lavo- stiene. «Stiamo andando avanti ratori trasfrontalieri, una maggio- nella trattativa - afferma - abbiare libertà di accesso al mercato mo preso le misure italiane che finanziario italiano, l’accordo per avevo già indicato al ministro svizevitare le restrizioni dei Paesi zero sarebbero state il presuppoBlack List. sto per la continuazione dei neIl ministro dell’Economia Fa- goziati». brizio Saccomanni sarà per queIl decreto italiano, che dopo il sto oggi a Berna, dove in occasione varo di venerdì dovrebbe presto del secondo Forum bilaterale tra i arrivare in Gazzetta Ufficiale, ha due Paesi incontrerà la sua col- previsto esplicitamente che per relega svizzera, la consigliera fede- golarizzare la posizione bisognerà rale Eveline Widmer-Schlumpf. versare tutto il dovuto, senza le «Sarò a Berna per discutere tutte sanzioni e con una sanatoria pele questioni aperte dal lato fiscale nale, ma indicando chiaramente l ROMA. Entro 2 o 3 anni nascerà un’unica Centrale cooperativa di rappresentanza. È l'impegno assunto ieri da Agci, Confcooperative e Legacoop che tre anni fa avevano dato vita ad un coordinamento stabile, l’Alleanza delle cooperative italiane. Lo strumento operativo che dovrà definire regole e condizioni per l’unificazione, è l’associazione «Verso la centrale cooperativa unica Alleanza delle Cooperative italiane». Giuliano Poletti, presidente di Legacoop guiderà questo processo in collaborazione con Maurizio Gardini di Confcooperative e Rosario Altieri di Agci. La nuova associazione assumerà anche le funzioni finora esercitate dal coordinamento. Le tre centrali hanno confermato l’impegno a completare entro il prossimo 30 giugno i coordinamenti regionali. Tra le prime attività dell’associazione da realizzare in vista dell’obiettivo di unificazione, verrà fatta un’analisi su statuti, modelli di governance e organizzativi ma anche su situazioni economiche e patrimoniali, questo perché la Centrale unica avrà un’autonomia finanziaria. Compito della nuova associazione è assumere anche le funzioni esercitate dal coordinamento dell’Alleanza delle cooperative, dall’azione di rappresentanza nei confronti delle istituzioni politiche e del sindacato, all’elaborazione di proposte, alla valorizzazione delle coop in campi economici e sociali. Soddisfatti i presidenti, pronti a lavorare sul processo di integrazione a 360 gradi. «Costruire a tutti gli effetti un’unica Centrale – afferma Giuliano Poletti di Legacoop – farà vincere in Italia l’economia sociale e solidale che oggi non è riuscita ancora a trovare un’adeguata rappresentanza; ma i presupposti ci sono tutti: in tre anni di lavoro comune abbiamo avuto sempre una posizione unica». L’obiettivo per il prossimo futuro, ha detto Rosario Altieri di Agci, è continuare a costruire questa unità di intenti e progettare una nuova associazione che non sia la somma delle tre. Maurizio Gardini riconosce che il percorso intrapreso è difficile ma le organizzazioni sono determinate a portarlo avanti. «È l’unico esempio concreto di riorganizzazione della rappresentanza oggi in Italia – conclude Gardini – questo Paese ha bisogno di cose nuove, non ne vedo molte, quindi con orgoglio diciamo che questo è uno dei casi più eclatanti». nome e cognome. Invece la segretezza bancaria per la Svizzera è da sempre un tabù, anche se gli accordi di scambi informativi fatti con diversi Paesi, tra cui gli Usa, hanno certamente allentato un poco le maglie. IL MINISTRO Fabrizio Saccomanni RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 7 Giovedì 30 gennaio 2014 Da Bruxelles, il Presidente del Consiglio giudica una «buona notizia» l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale Il premier: ora che la tempesta finanziaria e più lontana si possono prendere finalmente decisioni a lungo termine Letta rassicura l’Europa «Nel 2014 crescita dell’1%» Barroso: ma persistono i dubbi negativi, serve una stabilità strutturale l BRUXELLES. «La stabilità è essenziale per la negativi» sul paese da parte di investitori e cittadini tutto dedicato all’occupazione giovanile. Ma un’altra competitività», soprattutto ora che «la tempesta «persistono»: serve una «stabilità strutturale», dice, «importantissima» occasione per «creare posti di dell’emergenza finanziaria» è più lontana e final- da raggiungere «con misure a lungo termine perché lavoro» e «mostrare l’Italia al mondo» sarà l’Expo di mente si possono prendere decisioni «a medio e gli altri partner ritrovino la fiducia». Milano 2015 che, ha precisato Letta, sarà un Expo lungo termine». Il premier Enrico Letta gioca d’anInsomma l’Italia deve andare avanti senza mo- europeo e non solo italiano. ticipo e a quell'Europa che negli ultimi tre anni ha strare «tentennamenti» e lo deve fare in modo serio, I riconoscimenti al lavoro svolto da Letta non visto arrivare da Roma tre diversi presidenti del costante e a lungo termine perchè, Barroso ne è mancano: il presidente del consiglio europeo Herconsiglio, sempre rimproveman Van Rompuy gli ha fatto rati per la carenza di riforme i complimenti per la sua leastrutturali, sottolinea l’imdership e lo stesso Barroso ha portanza della stabilità e di riconosciuto che l’Italia «ha una legge elettorale in grado fatto grandi passi sul fronte di garantirla. Tanto che lo della crescita grazie alle ristesso patto di coalizione può forme che cominciano a dare essere siglato solo quando safrutti, al lavoro sulla garanrà chiaro e senza nubi l’iter zia dei giovani, al pagamento della riforma elettorale. Letta dei debiti della pubblica amrassicura così i partner euministrazione, alle privatizropei, incontrati a Bruxelles a zazioni e alla spending repochi giorni dalle dimissioni view». Ma se il paese vuole di di un suo ministro, mentre da mostrare di poter guidare al Roma arriva la «buona notimeglio l’Ue, in occasione del zia» dell’accordo raggiunto semestre italiano, deve avere, tra Renzi e Berlusconi sulla come ha detto lo stesso Letta, legge elettorale. E ostenta si«conti in ordine, infrazioni in curezza sul futuro del suo ese- BRUXELLES Il premier Enrico Letta e il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso via di soluzione e, ancora una cutivo, assicurando che nel volta, stabilità». 2014, anche grazie alla stabilità, la crescita ci sarà e convinto, «è ancora vulnerabile». Il «tallone di AchilAggiunge che «i dubbi negativi sull'Italia persarà «almeno dell’1%». le», come l’ha definito lo stesso Letta, è la disoc- sistono, di investitori e cittadini», e per questo «l'IDel resto, come le turbolenze politiche italiane che cupazione, problema che resta la priorità non solo in talia deve raggiungere la stabilità strutturale con rallentano le riforme vengano viste a Bruxelles, lo Italia ma in tutta Europa dove, secondo l’allarme misure a lungo termine perché gli altri partner chiariscono le parole del presidente della Commis- lanciato l’altro ieri da Christine Lagarde, ci sono 20 ritrovino la fiducia»: lo ha detto il presidente della sione Ue Josè Manuel Barroso, che pur elogiando milioni di disoccupati. Tema che verrà affrontato a Commissione Ue Josè Barroso. Paola Tamborlini l’Italia per i progressi fatti, assicura che «i dubbi luglio a Roma dove verrà organizzato un summit IL NUOVO TESTO INVIATO ALLA CAMERA DOPO IL VOTO DELLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO Dal decreto milleproroghe salta tassazione delle rendite Supertassa del 58% sulle sigarette elettroniche MOZZARELLA – I produttori da luglio dovranno l ROMA. Salta la tassazione delle rendite finanziarie al 27%. La commissione Bilancio del Senato ha avere a disposizione stabilimenti ad hoc per la proinfatti cassato la norma, utilizzata a copertura del duzione. LAVORATORI IN CIG – Anche per il 2014 chi è in rinvio della megatassazione delle sigarette elettroniche. Per le e-cig dunque nulla da fare, almeno cassa integrazione potrà svolgere lavori occasionali, nell’immediato, e marcia indietro anche sull'obbligo fermo restando il tetto di 3mila euro all’anno. APPALTI PUBBLICI – Rinvio al primo luglio di uso di Bancomat per professionisti e commercianti dell’obbligo di utilizzare solo la che saranno costretti a accetbanca dati nazionale per tutto tare la moneta elettronica dal ciò che riguarda i contratti prossimo luglio, un anno pripubblici. ma di quanto inizialmente preUNIVERSITA' – L'idoneità visto. Il Senato approva dunper diventare professori varrà que il decreto legge Milleprosette anni e non più cinque. roghe (134 sì, 60 no e 36 asteTAXI – Sei mesi di tempo in nuti) con un pacchetto di nopiù, fino a giugno, per le norme vità e ora il testo passa alla contro l’esercizio abusivo del Camera. Ecco le novità. servizio taxi e del servizio di RENDITE – Salta la tassanoleggio con conducente abuzione sulle rendite speculative, sivo. prevista da un emendamento AIFA e AGENZIA ENTRAdella Lega, inizialmente apTE- L’Agenzia italiana del farprovato. maco potrà prorogare, in manBANCOMAT – Commercanza di professionalità intercianti e professionisti avranno ne, fino al 31 marzo 2015 i contempo fino a giugno prima di tratti per i dirigenti. Prorogate essere obbligati a accettare il SUPERTASSA Sulle sigarette elettroniche al 30 giugno 2015 le graduatorie Bancomat. E-CIG – Niente da fare per il rinvio della me- del personale che nel 2009 è risultato idoneo al congatassazione al 58,5% per le sigarette elettroniche. corso per funzionari dell’Agenzia delle entrate. SISMA IRPINIA – Proroga solo fino a maggio 2014 Arriva però l’impegno del governo a intervenire con dei poteri del commissario ad acta. Scadenza che la delega fiscale sul tema. COMMERCIALISTI – Sancita l’equiparazione tra i potrà essere aggirata unicamente se le commissioni commercialisti e i revisori contabili, fermo restando parlamentari dovessero dare l’ok a una relazione dello stesso commissario. l’obbligo di tirocinio. RIFIUTI PALERMO E ACQUA PUGLIA – ProroRINNOVABILI – Rinvio di un anno per l’adeguamento ai nuovi parametri di utilizzo di fonti rin- gati al 30 giugno i poteri del commissario per i rifiuti novabili in caso di edifici nuovi o che devono subire a Palermo. Proroga invece per l’intero anno dell’emergenza per l’acqua in Puglia. ristrutturazioni. RASSEGNASTAMPA 8 PRIMO PIANO SVOLTA EPOCALE ADDIO ITALIA Giovedì 30 gennaio 2014 IL PREMIER Per Letta, che martedì aveva incontrato i vertici aziendali, «la sede legale è una questione secondaria, contano i posti di lavoro» Nuovo nome per la Fiat con Chrysler sarà «FCA» Elkann e Marchionne: un’altra pagina di storia. Scivolone in Borsa: -4,11% MA NON LASCERÀ PIAZZA AFFARI Verso l’esordio a Wall Street AL VERTICE Sergio Marchionne (a sinistra) e John Elkann l MILANO. Fiat-Chrysler sceglie Wall Street per la quotazione del nuovo gruppo post-fusione, dove punta a debuttare entro il primo ottobre ma non lascia Piazza Affari, dove il titolo Fiat verrà ritirato dal listino per fare posto, in un secondo tempo, alle nuove azioni di Fca. È lo scenario proposto dal Cda di Fiat per il dopo fusione con Chrysler. Il piano riserva agli azionisti del Lingotto «un’azione di Fca di nuova emissione per ogni azione Fiat posseduta» e le azioni poi «saranno quotate al Nyse, con un’ulteriore quotazione sull'Mta di Milano». Un termine, quello di «ulteriore quotazione», che secondo un responsabile di sala operativa non dà adito a dubbi: si tratta – secondo l’operatore – di una quotazione secondaria e la prova starebbe nel fatto che la nota ufficiale di Fiat definisce la «quotazione al Nyse», come una delle condizioni determinanti per il completamento della fusione, mentre non fa altrettanto per l’approdo sull'Mta di Milano che «avverrà dopo l'inizio della quotazione al Nyse». Comunque «Speriamo di arrivare alla quotazione a New York entro il primo ottobre, stiamo lavorando», ha detto l’ad Sergio Marchionne durante la conference call. Il percorso è diverso da quello compiuto a suo tempo da Fiat Industrial e Cnh, sfociato nella quotazione lo scorso 30 settembre sia in Piazza Affari che a Wall Street. In quel caso si era trattato di una quotazione è paritetica – spiega un operatore – sul modello di Stm, quotata a Milano, Parigi e New York, oppure di Luxottica, presente sia a Milano che a New York. Cnh – ricordano nella sala operativa – ha debuttato lo stesso giorno sia a Milano che a Wall Street, mentre Fca sarà quotata prima solo a New York e in un secondo tempo anche in Piazza Affari. Il piano di Sergio Marchionne prevede poi la distribuzione di «azioni speciali con diritto di voto» riservate agli azionisti di Fca che «avranno detenuto le loro azioni ordinarie per tre anni», ma che vengono azzerate nell’ipotesi in cui si proceda alla vendita dei titoli. l TORINO. Dopo oltre un secolo Fiat cambia nome e lascia Torino. La nuova holding che controlla la casa di Torino e quella di Detroit, si chiamerà Fiat Chrysler Automobiles, avrà un nuovo logo con l’acronimo FCA, la sede legale sarà in Olanda, la residenza fiscale in Gran Bretagna. La società sarà quotata a New York, forse già entro il primo ottobre e a Milano. Il consiglio di amministrazione alza il velo sul nuovo gruppo e vara una riorganizzazione che «non avrà alcun impatto sull'occupazione», in attesa del piano industriale che sarà presentato a maggio negli Usa. «La nascita di Fiat Chrysler Automobiles segna l’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia», commenta il presidente John Elkann. «Il giorno più importante della mia carriera», afferma l'amministratore delegato Sergio Marchionne, che ribadisce l'intenzione di restare per altri tre anni e di scegliere il successore all’interno del gruppo. Per il premier Enrico Letta, che già martedì aveva incontrato i vertici Fiat, «la sede legale è una questione secondaria, contano i posti di lavoro, il numero di auto vendute, la competitività e la globalità». La Fiom parla, invece, di «disimpegno sull'Italia» e la leader della Cgil, Susanna Camusso, esprime preoccupazione per la scelta di pagare le tasse in Gran Bretagna. Un punto questo che aveva già suscitato polemiche per l’analoga scelta di Cnh Industrial ma come in quel caso la Fiat spiega che «non ci saranno effetti sull'imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». Per quanto riguarda invece lo spostamento della sede legale in Olanda la decisione è dovuta alla possibilità di adottare un sistema che assegna diritti di voto doppi ai soci stabili, agevolando il mantenimento del controllo da parte di Exor, holding della famiglia Agnelli che ha circa il 30% di Fiat. Ai segretari generali della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti e della Ugl, Giovanni Centrella, e dei sindacati metalmeccanici, che vede in serata al Lingotto, Marchionne assicura che gli impegni in Italia saranno mantenuti, ma non dà le attese indicazioni su Cassino e Mirafiori. Il cda approva anche i conti dell’esercizio 2013, chiuso con un utile netto di 1,9 miliardi di euro, un utile di gestione a 3,4 miliardi contro i 3,8 del 2012 e i 3,6 previsti dagli analisti, mentre il fatturato cresce da 84 a 86,6 miliardi. L'indebitamento è pari a 6,6 miliardi, ma è destinato a salire fra 9,8 e 10,3 miliardi a fine 2014 per l’acquisizione del 41,5% di Chrysler dal fondo Veba. Per conservare la liquidità agli azionisti non sarà distribuito dividendo, una decisione che con i dati al di sotto delle attese fa perdere al titolo, sospeso per eccesso di volatilità e poi rientrato alle contrattazioni, il 4,11% a 7,23 euro. E' Chrysler, che vara un’operazione di rifinanziamento per 4,7 miliardi di dollari per rimborsare integralmente il prestito obbligazionario non convertibile emesso a favore del Veba trust il 10 giugno 2009, a registrare anche nel 2013 la maggior parte dei profitti: oltre 3 miliardi di utile della gestione ordinaria e ricavi in crescita del 10% a 72 miliardi di dollari. Diminuiscono le perdite del gruppo in Europa (da 737 a 520 milioni), cala l’utile operativo in America Latina. Positivi i riscontri per la strategia pre- mium del gruppo: Maserati in Particolare consegna 15.400 vetture (+148%) e chiude con ricavi pari a 1,65 miliardi, più che raddoppiati. A Torino, dove la Fiat ha sempre avuto sede nei suoi 115 anni di vita, le decisioni assunte dal cda suscitano preoccupazione senza un eccessivo allarme. «Adesso mi auguro che il bravo capitano sia anche coraggioso, e faccia subito ripartire Mirafiori», afferma il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, mentre per il sindaco di Torino, Piero Fassino, «la sede fiscale a Londra o la sede legale in Olanda non corrispondono ad alcun investimento produttivo del gruppo in quei Paesi. Quel che conta è che siano confermate le scelte di investimento e, in particolare, che Torino e l’Italia continuino a essere l’headquarter europeo del gruppo». Anche per l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, «l'importante è che a Torino rimangano i centri di progettazione e ricerca che hanno maturato, in oltre un secolo, una cultura dell’automotive di livello mondiale». Amalia Angotti Gli stabilimenti 158, i marchi 16 I dipendenti.del colosso saranno 215mila TORINO – Il nuovo gruppo si colloca al settimo posto nella top ten dei costruttori d’auto nel mondo con 4,4 milioni di vetture vendute. Ha un giro d’affari 2012 di 84 miliardi di euro, un utile della gestione ordinaria di circa 3,8 miliardi di euro e destina quasi 3,3 miliardi alle attività di ricerca e sviluppo. Realizza il 54% dei ricavi nell’area Nafta (Usa, Canada e Messico), il 14% in America Latina, il 9% in Italia, il 15% in Europa (esclusa Italia) e l’8% nel resto del mondo. Il gruppo, che opera anche nel settore dei componenti con Magneti Marelli e Teksid e nel comparto dei sistemi di produzione con Comau, conta 158 stabilimenti: 48 nel Nord America, Canada e Messico, 19 in America Latina, 44 in Italia, 33 in Europa (esclusa Italia) e 14 nel resto del mondo. I dipen- denti sono 215.000, il 34% nell’area Nafta, il 29% in Italia, il 22% in America Latina. il 12% in Europa, il 3% nel resto del mondo. Sono 77 i centri di ricerca, la maggior parte (37) in Italia), seguita da Nafta (16), Europa (15), America Latina (5) e resto del mondo (4). I brand sono 16: i marchi generalisti Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Abarth e Fiat Professional, quelli Ferrari e Maserati per le automobili di lusso e sportive. La gamma prodotti include vetture dei marchi Chrysler, Jeep, Dodge, Ram, Street and Racing Technology e i servizi aftersales di Mopar. Ci sono poi i marchi del business dei Componenti e dei Sistemi di Produzione: Magneti Marelli, Teksid e Comau. Il gruppo ha accordi commerciali con 140 Paesi. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 9 Giovedì 30 gennaio 2014 UILM BASILICATA Il segretarioTortorelli: «I dipendenti della Sata non hanno nulla da temere e pertanto non devono allarmarsi» FIM-CISL Il segretario generale Farina: «L’idea che il Gruppo debba mantenere il quartier generale in Piemonte è illusoria» Melfi: ma Torino rispetti gli impegni I sindacati: l’importante è che proseguano i programmi L’AUGURIO La Fiat cambia nome, ma le organizzazioni di categoria lucane sperano che non mutino anche il volto e le prospettive di sviluppo nei confronti dello stabilimento Sata di Melfi. In alto il logo del nuovo Gruppo frutto della fusione Fiat-Chrysler . FRANCESCO RUSSO l MELFI (POTENZA). La Fiat cambia nome, ma le organizzazioni di categoria lucane sperano che non mutino anche il volto e le prospettive di sviluppo nei confronti dello stabilimento Sata di Melfi. Ma c'è chi crede che la questione sia comunque marginale. Il nuovo gruppo nato dall’unione della casa torinese con quella di Detroit è Fiat Chrysler Automobiles: il soggetto avrà sede legale in Olanda e residenza a fini fiscali in Inghilterra. Il segretario generale della Fim-Cisl Giuseppe Farina «l’idea che la Fiat debba investire comunque in Italia e mantenere, a prescindere, il quartier generale a Torino in ragione delle sue origini e della sua storia, è semplicemente illusoria. Prima lo capiamo - aggiunge - e meglio è: quello che conta è che nel quartier generale della nuova società abbiano ascolto le voci dei lavoratori di Fiat e Chrysler in qualsiasi parte del mondo si trovino e che il sindacato sappia costruirsi e concepirsi come interlocutore globale e come tale autorevole dell’azienda. L’Italia possiede impianti, tecnologie e presenze industriali in tutti i settori e in tutti i mercati più importanti del mondo, a cui si aggiungono cultura, competenze e saperi industriali, che hanno fatto scuola in Europa e nel mondo. E’ da qui - conclude - che bisogna ripartire per rimettere in moto il Paese». «Non ci appassiona - sostiene il segretario della Basilicata della Uilm, Vincenzo Tortorelli - il nuovo acronimo del Gruppo (Fca), né la scelta della sede legale e di quella fiscale e tanto meno l’individuazione delle Borse di quotazione delle azioni (New York e Milano). A noi interessa il proseguimento dei programmi per Melfi e per gli altri stabilimenti italiani che restano questi, a differenza di tutto il resto, immutati. I dipendenti della Sata - prosegue - non hanno nulla da temere dalle decisioni, sicuramente epocali, del consiglio di amministrazione del gruppo, e pertanto non devono allarmarsi. La sfida - dice ancora - non deve allarmare nessuno, perché Fiat negli ultimi anni ha mutato la propria fisionomia e noi come parti sociali più responsabili abbiamo contributo a questa trasformazione. Mentre fino a prima Fiat aveva solo dei modelli di fascia A e B, con qualche problema sulle gamme alte adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti che vedono tra l’altro in Melfi l’avamposto italiano del mercato che non può che essere quello europeo e mondiale, non italiano. Non dimentichiamo - conclude - che il solo bacino europeo è insufficiente per le produzioni dei nostri stabilimenti, quello mondiale invece può dare la possibilità di poter produrre nei poli Fiat sia eccellenze che fasce medio basse». «Gli impegni siano mantenuti e siano mantenuti gli stabilimenti e gli investimenti per l’occupazione in Italia», sostiene il leader della Fiom-Cgil lucana, Emanuele De Nicola. «Per il resto - aggiunge il sindacalista - si tratta di un’operazione che ha un aspetto prettamente finanziario e societario. Riteniamo che i benefici di tutto questo andranno alla proprietà, al management e agli azionisti. L’auspicio - continua - è che qualche ricaduta positiva tocchi anche ai lavoratori, che contribuiscono alla produttività. Si provveda quindi - dice ancora De Nicola - a lanciare al più presto i nuovi modelli sul mercato». L’ATMOSFERA «SPERIAMO SOLTANTO CHE I PRODOTTI REALIZZATI A TORINO BASTINO PER FAR LAVORARE TUTTI» Grugliasco, timori e speranze fra gli operai per il neo-gruppo l GRUGLIASCO (TORINO). Attraversano i cancelli della fabbrica a passo svelto. Un saluto al collega accanto e via verso la fermata dell’autobus, come se non sapes- sero che nelle «stanze dei bottoni» stanno decidendo i loro destini. «Non vedo perchè preoccuparsi, che differenza farebbe?», si chiede un giovane. «Io invece sì che mi preoccupo», ribatte un’operaia che indossa un piumino rosso per ripararsi dalla neve. «Sono mamma di due bambini - sottolinea - e ho il mutuo da pagare. Se perdo il lavoro è finita...». Timori e speranze si mescolano all’uscita dello stabilimento «Giovanni Agnelli» di Grugliasco. Da pochi minuti la Fiat è entrata nella storia per lasciare posto a Fiat Chrysler Automobiles, il nuovo gruppo nato dalla fusione tra le due case automobilistiche. Una tappa annunciata, ma che non lascia indifferente chi è nato è cresciuto con la convinzione che Torino fosse sinonimo di automobile. «Come si chiama? Fiat Chrysler? Ah, bene... Almeno questo lo abbiamo portato a casa», dice Giacomo Zulianello, che nello stabilimento Maserati è anche delegato sindacale. «Poteva anche essere il contrario – dice sorridendo – anche se quello che conta è il mantenimento della produzione negli stabilimenti italiani. E io dico che vicino al polo del lusso serve quello dell’utilità». Che la sede legale sia in Olanda, o quella fiscale in Gran Bretagna, poco importa. È il lavoro che conta per questi operai, tornati a vivere da quando, lo scorso anno, lo stabilimento ha iniziato a sfornare Quattroporte e Ghibli. «Speriamo soltanto che i prodotti realizzati qui a Torino bastino per far lavorare tutti», commenta Massimo Russo. «E speriamo anche arrivino nuove commesse – aggiunge – per gli altri stabilimenti italiani, a cominciare da quello di Mirafiori». Qui, dove tutto è nato, interessa poco la tanto sbandierata globalizzazione. «L'importante è che non ci porti via il posto e lo stipendio», commenta Enrico Carbonello, mentre Domenico Grasso, suo collega alla catena di montaggio, si preoccupa che «l'Italia, al di là della sede, mantenga una sua rappresentanza nel mondo. Con tutto quello che stiamo perdendo negli altri settori – sostiene – ci manca solo che lo stile italiano sparisca dalle auto. Per il resto non ci resta che sperare...». RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 33 Giovedì 30 gennaio 2014 DE TOMASO Solo l’elezione diretta aiuta... >> CONTINUA DALLA PRIMA C erto, l’ultimo compromesso, siglato al novantesimo minuto, somiglia a una specie di definitiva quadratura del cerchio. Inoltre, va messa sul piatto della bilancia la moral suasion che eserciterà il Presidente della Repubblica, il principale tifoso delle modifiche elettorali e istituzionali. Ma il clima politico rimane più insidioso di un tuffo in un mare di squali. Matteo Renzi è il giocatore che rischia di più nella partita per le riforme. Non solo dorme insieme col telefonino, tanto è coinvolto nell’azione di pressing per il raggiungimento dell’obiettivo. Ma è convinto che solo grazie a un sistema istituzionale-politico rinnovato sarà più semplice approvare quelle leggi in grado di dare ossigeno all’economia, semplificare il mercato del lavoro e sburocratizzare la vita di imprese e cittadini. Renzi è persuaso che una buona legge elettorale valga più di una decente legge finanziaria. Il che è verosimile. A patto però che davvero il legislatore vari regole del voto migliori di quelle precedenti. Il che non è automatico. Anzi. Riavvolgiamo il nastro. Le leggi elettorali sono un concentrato di contraddizioni. Soprattutto in materia di votazioni non esiste una legge perfetta, tanto che sembra scritta oggi quella massima del cancelliere tedesco Otto von Bismarck (1815-1898), secondo cui le leggi sono come le salsicce, nessuno sa cosa c’è dentro. Ci si salva scegliendo il male minore, essendo impossibile ambire all’ottimo. Il male minore, ad esempio, può essere il collegio uninominale all’inglese, che consente di scegliere il proprio rappresentante senza dover ricorrere alla lotteria delle preferenze, sconsigliate dagli economisti attenti al rigore della spesa pubblica e da tutte le commissioni d’indagine e di studio sui fenomeni mafiosi. Ma l’Italia è l’Italia, una nazione autocondannata a complicarsi l’esistenza. Il testo che suggella la «profonda sintonia» tra Renzi e Berlusconi si fonda sulla convinzione che la stabilità e la PALAZZO CHIGI Sede del governo governabilità di un Paese dipendano dalla forma del voto, non già dalla forma di governo. In altri termini: una legge elettorale orientata al bipolarismo genera simmetricamente un sistema politico, in buona sostanza, bipolare. Ma è davvero così? Il caso italiano sta a testimoniare che il bipolarismo non deriva dal modello di voto, semmai dal modello di governo. Anche il Mattarellum (sperimentato nelle politiche1994, 1996 e 2001) era un meccanismo elettorale maggioritario-bipolare, eppure la navigazione dei governi in quella fascia temporale era più accidentata dell’ultimo miglio del Titanic (senza considerare poi l’elevato numero di scambisti tra uno schieramento e un altro). Infatti, nonostante l’avvento di videoleadership in grado di calamitare su di sé l’attenzione dei votanti, gli inquilini di Palazzo Chigi trascorrevano più tempo a schivare gli sgambetti da parte dei vicini di posto che a portare avanti il programma della maggioranza. La debolezza istituzionale del presidente del Consiglio era e ri- mane troppo intrinseca al sistema per essere superata da una legge elettorale teoricamente adatta a favorire la governabilità. Infatti, i governi cadevano ugualmente, anche se non con la frequenza registrata durante la Prima Repubblica. Ora. I sistemi elettorali e istituzionali di Regioni, Comuni e Province sono diversi tra loro. Ma condividono un elemento: l’elezione diretta del governatore, del presidente e del sindaco. Non a caso, pur con modelli differenti, nelle Regioni, nei Comuni e nelle Province, il bipolarismo è assicurato e nessuno rimpiange, prima e dopo il voto, la frammentazione della rappresentanza, che sarebbe una peculiarità del Belpaese, come le Alpi, il Colosseo e Sophia Loren. Ecco perché anche un’anima semplice potrebbe chiedersi (e darsi marzullianamente la risposta) per quale ragione, o per quale contraddizione, il bipolarismo funzioni negli enti locali e non a livello nazionale. Già, come mai succede, visto che gli italiani chiamati alle urne sono sempre gli stessi? Accade perchè il bipolarismo è legato, appunto, più alla forma di governo che alla forma di voto. Altro che vocazione italica al multipartitismo compulsivo. L’impressione è che il tandem Renzi-Berlusconi (soprattutto il primo) pagherà cara la priorità data alla forma di voto rispetto alla forma di governo. La pagherà cara perché nulla potrà ostacolare, all’indomani delle eventuali prossime elezioni, fissate secondo le regole dell’Italicum, il viavai di parlamentari e la formazione di gruppi e sottogruppi intenti a minare il bipolarismo. Naturalmente, dopo il flop, si tornerà a ripetere che il bipolarismo è un disastro, che l’Italia è una terra multicolore, e che tanto vale tornare alla proporzionale pura, già sdoganata dalla Corte Costituzionale. Ma nessuno risponderà alla domanda chiave: perché non estendere anche a livello centrale la forma di governo in auge nelle amministrazioni locali? Già, perché? Un mistero. Giuseppe De Tomaso giuseppe.detomaso@gazzettamezzogiorno.it BRANCATI Basilicata, bicchiere mezzo pieno >> CONTINUA DALLA PRIMA D opo il matrimonio con Chrysler, d'altra parte, era nell'aria che qualcosa sarebbe cambiato anche nell'assetto storico dell'azienda. E così è stato: la residenza, ai fini fiscali, sarà nel Regno Unito, mentre la sede legale del gruppo troverà casa in Olanda. Addio Lingotto, benvenuto tulipano. Nessuna indicazione, per ora, sul futuro quartier generale, ma ormai nessuno più si scandalizzerà se in questo babilonico scacchiere il presidente John Elkann puntasse su Scandinavia, Romania o Zanzibar. Ma se la testa della casa automobilistica si allontana dall'Italia per aggredire il mercato in ottica globale, il cuore resterà qui. Lo stabilimento di Melfi, la cosiddetta “fabbrica integrata”, continuerà ad avere un ruolo strategico per l'intero gruppo, aspettando i due nuovi modelli da produrre, il mini-Suv Jeep e la 500x. Attesa “condita al lime” da due anni di cassa integrazione per i circa cinquemila dipendenti, chiamati a sacrificarsi (ancora una volta) in vista di scenari mondiali in cui saranno catapultati con la speranza di rilanciare il “made in Italy” delle quattroruote. “Mi piego ma non mi spezzo” (Jean de La Fontaine docet) sembra essere il motto dei lavoratori Sata, reduci da turbolenze e rivoluzioni come e più di tutti i loro colleghi del gruppo: dall'uscita della Fiat da Confindustria al referendum di fabbrica (manco fosse uno Stato a sè) con l’abrogazione di alcuni sostanziali punti del contratto nazionale, dalle tensioni, approdate in un'aula di tribunale, per l'espulsione di tre operai fino alla Cig prolungata, imposta per ragioni “tecniche”. Temprati da tutte queste difficoltà, oggi a Melfi nessuno ha voglia di arrovellarsi nei cattivi pensieri. C'è ottimismo. E sono gli stessi sindacati, a parte la solita Fiom, a professarlo. “Quella della Fiat – dice il segretario dei metalmeccanici Uil di Basilicata, Vincenzo Tortorelli - è una sfida che non deve allarmare, anche perché siamo di fronte ad una trasformazione societaria a cui hanno contribuito pure le parti sociali”. Risultato per chi vede il bicchiere mezzo pieno: in passato la Fiat aveva solo dei modelli di fascia A e B, con qualche problema sulle gamme alte (tranne quelle altissime come la Ferrari). Adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti che vedono tra l’altro in Melfi l’avamposto italiano di un mercato non europeo, ma mondiale. La fabbrica lucana, insomma, può stare tranquilla. Forte del suo nuovo dna tecnologico, ma anche del suo passato in qualche modo profetico: quando nacque nel 1993 si pensò – fatto inedito fino a quel momento - di affiancare, con un ruolo spesso predominante, al tradizionale marchio Fiat la dicitura Sata (Società automobilistica tecnologica avanzata), quasi a voler presagire una futura metamorfosi aziendale partendo dal nome. Ciò che sta accadendo ventuno anni dopo. Ma fuori dagli steccati dello stabilimento cosa determinerà la globalizzazione della neonata Fca? Quali riflessi potranno esserci sulla scia di un processo industriale pensato anche per attenuare l'impatto del fisco? Nel 2013 la Fiat ha versato qualcosa come 244 milioni di euro di tasse, cifre che con l'escamotage della residenza nel Regno Unito non entreranno più nelle casse statali. Figuriamoci se la Basilicata potrà ambire a vedere un solo euro. Massimo Brancati LA NUOVA FRONTIERA DEVE FARE RIMA CON IL SETTORE HI-TECH di VITO SPADA I l tema dell’importanza del settore manifatturiero italiano è da tempo uno dei punti più discussi ed enfatizzati della nostra economia reale. Sono state queste imprese negli anni scorsi a cavalcare la crescita dei Paesi emergenti su quei mercati. E sono soprattutto le piccole e medie imprese ad avvertire di più le conseguenze della crisi in corso. Prezzi in calo, margini in contrazione, costi non in linea con la produttività e una più limitata offerta di credito da parte del settore bancario, sono i problemi essenziali oggi. I dati aggregati del settore manifatturiero italiano confermano tuttavia che il nostro settore in Europa è secondo solo alla Germania. Secondo i dati dell’International Trade Centre (Itc), l’Italia ha mantenuto il primo posto su 3 dei 14 macrosettori del commercio mondiale nel 2012. Siamo i primi per il commercio mondiale nel settore tessile, prodotti in cuoio, ed abbigliamento e siamo secondi nel settore della automazione meccanica, nei manufatti di base ( metalli e ceramiche) ed in quelli diversi come design arredo, mobili, prodotti dell’edilizia. Nel periodo 2010-2011 siamo risultati terzi nel settore dei materiali elettrici ed elettronici. L’attività in questi settori, e specialmente quella nella meccanica non elettronica, ha contribuito notevolmente ai nostri conti con l’estero. Dati non altrettanto brillanti non sono però registrati nel settore manifatturiero dell’high-tech. In questo settore che dovrebbe rappresentare la nuova e più qualificata domanda per il futuro del sistema economico, il problema non è nei numeri delle aziende impegnate. Abbiamo circa 6.600 aziende hi-tech contro le 8.900 circa della Germania e le 6.800 dell’Inghilterra. Sono le loro dimensioni e la creazione del valore aggiunto globale che difettano nel confronto, rimarcando le nostre debolezze nazionali. Infatti, il fatturato delle aziende tedesche hi-tech è il doppio delle nostre ( 109 mld contro 49 mld), ed anche maggiore è quello delle aziende francesi che hanno un numero minore di imprese in questo settore. Il fatturato più alto lo registrano quelle britanniche con 209 miliardi circa. Conseguentemente, il valore aggiunto di queste aziende italiane è pari a 15 mld contro i 38 mld della Germania e 21 miliardi della Francia. CONCORRENTI -L’occupazione è anche più bassa nelle nostre aziende rispetto alle loro concorrenti europee, e questo minore valore lo si riscontra anche negli investimenti. Insomma, il settore hi-tech che dovrebbe rappresentare il futuro della domanda con il maggiore valore aggiunto e con le nuove frontiere della produzione tecnologica , non cresce per i problemi strutturali e generali della nostra economia che sono quelli della dimensione ottimale aziendale, della organizzazione, della produttività e degli investimenti. Sembra in definitiva, che in Italia all’intuizione non segua la necessaria ed efficiente gestione aziendale. A questo scenario di deficit strutturale delle piccole e medie aziende, si deve aggiungere poi che le nostre grandi imprese multinazionali non svettano nel panorama economico internazionale. Nelle prime 10 aziende multinazionali non c’è nessuna azienda italiana. L’Eni è al dodicesimo posto, ed il peso complessivo delle aziende multinazionali italiane rappresenta sul totale europeo, solo il 7% del totale. Anche nel settore della grande dimensione internazionale, le aziende italiane mostrano minore redditività, minore solidità finanziaria e minore produttività rispetto alle altre. Il “sistema Italia” quindi non funziona come dovrebbe, anche a causa di una Stato frastagliato da una inefficiente burocrazia poco incline a comprendere le ragioni dell’impresa, dalla elevata pressione fiscale che deprime la redditività e dalla eccessiva rilevanza degli aspetti giuridico-amministrativi a scapito delle valutazioni economiche, con la conseguenza di un pervasivo immobilismo che frustra l’ottimismo e l’operare complessivo. Se a questa analisi si aggiunge poi l’osservazione che tutto il sistema economico è bancocentrico, senza la presenza di un mercato finanziario come quello di altri Paesi focalizzato sul sostegno degli investimenti, dei progetti e della cura del rafforzamento patrimoniale, contro la pratica riduttiva del finanziamento della singola transazione economica, si comprende meglio la necessità di superare il cosiddetto “ capitalismo relazionale”. Abbiamo bisogno infatti da una parte, di un sistema che accompagni le imprese verso il mercato superando il canale oggi impervio del finanziamento bancario, e dall’altra di una profonda revisione del comportamento aziendale con la necessità di procedere ai necessari accorpamenti e alle fusioni, alla pratica di una migliore organizzazione aziendale e alla ricerca di una ripresa della produttività complessiva. È verso le nuove frontiere dell’hi-tech che bisognerebbe poi puntare e non solo sui tradizionali settori del passato, che vedono ogni giorno un aumento della competizione capace di erodere le posizioni raggiunte. Se non vogliamo ridurre il Paese ad un enorme museo turistico senza una base industriale, bisognerebbe operare pensando al futuro e non al passato. RASSEGNASTAMPA 2 giovedì 30 gennaio 2014 LE RIFORME Italicum, l’accordo regge Renzi: «Rotto l’incantesimo» ● La legge elettorale approderà in aula oggi pomeriggio ● Il segretario Pd: «Adesso possiamo passare al superamento di Senato e al Jobs Act» ● Boschi: «Il partito resterà unito e compatto» M. ZE. ROMA L’Italicum è decollato, «adesso bisogna accertarsi che riesca ad arrivare a destinazione, senza scossoni in volo». Roberto Speranza ha appena lasciato il Nazareno dopo un lungo «conclave» con il segretario Pd, Matteo Renzi, Lorenzo Guerini, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e i ministri Dario Franceschini e Graziano Delrio. «È come se si fosse rotto l’incantesimo», commenta Renzi al Tg1, l’aver scritto «le regole tutti insieme». E non poteva che accadere con Silvio Berlusconi perché sarà anche decaduto, «ma dalla scena politica non è mai andato via, è il capo dell’alleanza di centrodestra» eletto da milioni di cittadini. Difende l’accordo Renzi e non teme imboscate in Aula, «sarebbe il colmo che quelli che non sono riusciti a fare la legge fino ad oggi adesso si nascondessero dietro il voto segreto». E lo difende Giovanni Toti, da Fi, dicendo che piccoli aggiustamenti a parte, «l’accordo è blindato». Una trattativa condotta sul filo del telefono, Denis Verdini, Angelino Alfano, Mario Mauro, Silvio Berlusconi, una, due, tre volte per tutta la mattina. Tutte quelle necessarie per arrivare ad un punto di caduta. Matteo Renzi lo annuncia sul web, via twitter e facebook per dire «mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più potere di ricatti dei piccoli partiti, mai più inciuci alle spalle degli elettori, mai più mega circoscrizioni». Ma in tarda serata Angelino Alfano sembra rialzare la posta e rilancia su preferenze e SalvaLega, indegiribile per il Ncd. 37% la soglia al primo turno e premio di maggioranza non oltre il 55% dei seggi (dura da far digerire a Berlusconi e c’è voluta tutta la pazienza di Verdini per ottenere l’ok, auspicato per altro dal Quirinale); sbarramento al 4,5% anzichè al 5, e qui più di qualunque altro argomento è valso ricordare a Fi che l’unico modo per il Pd per mandare giù il boccone amaro del salva-Lega (entrano i partiti che raggiungono il 9% in almeno 3 regioni) era quello di abbassare il tetto per i partiti che si presentano in coalizione; delega al governo che entro 45 giorni dovrà disegnare i collegi; candidature plurime (in tre o quattro collegi). Stop. Oltre non si può andare. Sarà il relatore Francesco Paolo Sisto, fi, a presentare sotto forma di emendamenti i nuovi aggiustamenti nel corso della .. . «Mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più inciuci, mai più mega-circoscrizioni» riunione della Commissione Affati costituzionali che si riunisce solo a tarda serata. La legge approderà in Aula oggi pomeriggio, «spero venga approvata in tempi rapidissimi», asupica Renzi che intende passare oltre. «Adesso possiamo passare al superamento del Senato e delle Province, all’eliminazione dei rimborsi ai consiglieri regionali e alla semplificazione delle competenze - dice - ma soprattutto al Jobs Act, il piano per il lavoro. Stiamo semplicemente mantendendo gli impegni presi con le primarie dell’8 dicembre. Senza paura, a viso aperto». E a viso aperto la minoranza Pd annuncia che continuerà la sua battaglia, perché, come spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre, «ci sono stati notevoli passi in avanti, dalla soglia al 37% al premio di maggioranza al 15, all’abbassamento del tetto per i partiti coalizzati, ma ci sono ancora alcuni aspetti che dovranno essere modificati e noi continueremo dentro il Pd a cercare di migliorare la legge». E di punti, secondo la minoranza, ce ne sono parecchi che ancora non vanno. Le liste bloccate, anzitutto, «avevamo proposto per legge, collegi uninominali, possibilità di esprimere due preferenze all’interno del listino»; rappresentanza di genere. D’Attorre è convinto che questa sia una legge cucita come un vestito addosso a Fi: se i partiti in coalizione non raggiungono il 4,5% loro restano fuori ma Fi si becca tutto il premio di maggioranza. Sul piede di guerra anche i partitini, da Sel, ai Popolari per l’Italia, (Fratelli d’Italia ci sta seriamente pensando) che si preparano a presentare alla Camera due pregiudiziali di costituzionalità: con le quali si contesta appunto la soglia per i partiti piccoli, «esiste solo in Paesi come la Moldavia, la Russia e la Turchia», dicono, il premio di maggioranza, perché «squilibrato» e i listini bloccati. Nichi Vendola bolla L’Italicum come un vero e proprio «Caimanum». Un modo ci sarebbe per uscire dall’impasse almeno sulla soglia l 4,5%: reinserire l’emendamento che premia il «miglior perdente», ed è questo probabilmente uno dei punti su cui ancora si sta lavorando. Ieri sera Guerini ha avuto un altro incontro con Fi per cercare di mettere a punto possibili aggiustamenti. «È una buona notizia per l'Italia se riusciamo a fare le riforme», commenta il premier Enrico Letta, mentre lo stesso José Manuel Barroso, dalla Commissione europea la benedice perché porterebbe quella «stabilità sistemica» di cui l’Italia ha bisogno. Ma la cautela è d’obbligo perché se Renzi sa che stavolta è davvero a un passo, che è «lavoltabuona», non sottovaluta i rischi che si annidano nel percorso della Commissione prima e dell’Aula poi. Certo, avendo convinto il suo partito a ritirare gli emendamenti, di fatto ha passato il cerino in mano a Fi: se adesso l’accordo salta non è certo a causa del Pd. Almeno si spera. Maria Elena Boschi avverte: «Il Pd resterà unito e compatto, anche se ci sono sensibilità diverse. Le liste bloccate non piacciono a molti, ma sarebbe difficile spiegare che si fa saltare tutto per un singolo punto». Il segretario del Pd e sindaco di Firenze Matteo Renzi in una foto di repertorio FOTO LAPRESSE LA PROPOSTA Nardella: «Abolire il Cnel, costa più di quanto produce» Sopprimere il Cnel che in quasi 57 anni di attività «ha dimostrato di non produrre tanto quanto costa». È la proposta che sta studiando e si accinge a presentare il deputato del Pd Dario Nardella. «Sto lavorando a un testo, che sarà confrontato con i colleghi del Pd, che riguarda la soppressione dell’articolo 99 della Costituzione che riguarda il Cnel spiega intervenendo a una tavola rotonda sulla spending review alla Stampa Estera - penso che dal 1957 a oggi sia doveroso fare un bilancio di questo organo che a fronte dei costi che comporta, che ammontano a circa 20 milioni di euro all’anno, ha prodotto appena 14 disegni di legge, nessuno dei quali è stato approvato dal Parlamento. Se vogliamo fare una coraggiosa semplificazione istituzionale - aggiunge - oltre alle Province e al Senato elettivo, bisogna anche mettere mano a certi organi di rilievo costituzionale che hanno dimostrato di non produrre tanto quanto costano alla comunità e ai cittadini». Pronta (e stizzita) la replica dei capigruppo di Ncd in Prima commissione Dorina Bianchi e Andrea Augello: «Ci fa piacere che l’onorevole Nardella si stia applicando sull’abolizione del Cnel. La sua proposta potrà proficuamente congiungersi all’iter parlamentare del testo di legge del Nuovo Centrodestra in materia che è già pronto e proprio domani sarà depositato alla Camera e al Senato». Soglia al 37 e sbarramento al 4,5. I punti dell’accordo C ’è chi lo chiama «il patto del pizzicagnolo» (Augello, Ncd). Chi lo definisce «la tabella degli indici Istat» (Lattuca, Pd). Mazziotti (Scelta civica) sfoggia consueto british style: «Stanno forse trattando il tasso leasing per l’auto?». L’ex pitonessa Daniela Santanchè, da tempo nei panni della statista, va invece in brodo di giuggiole: «Hanno chiuso al 4,5%, ma ti rendi conto? Dei geni». La notizia dell’accordo fatto, anzi, addirittura «cotto e mangiato», sulla legge elettorale irrompe a Montecitorio intorno alle due e mezzo del pomeriggio. Ma dura lo spazio di qualche minuto, un’ora e poco più. Il presidente della prima Commissione Francesco Paolo Sisto tira un lungo sospiro e poi emette la sua sentenza: «È stato raggiunto un accordo politico tra due leader che hanno mostrato senso di responsabilità e hanno abbandonato le contrapposizioni per il bene del paese. Ora la parola passa al Parlamento e alla responsabilità dei singoli parlamentari». Il senso della giornata e dei giorni che verranno è tutta qua: Renzi e Berlusconi hanno chiuso, questa volta veramente, il patto elettorale facendo ognuno un piccolo passo indietro ma entrambi tenendo fermo il principio cardine, fuori dal Parlamento i partiti piccoli. Ma i malumori sono tanti e diffusi e figurati, suggerisce deputata forzista, «se in aula, complice il voto segreto, non ci sarà chi tirerà un calcetto L’ANALISI CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Alzata di due punti la percentuale necessaria a ottenere il premio di maggioranza. Abbassata di mezzo punto l’asticella per i partiti non coalizzati a Berlusconi che ha nominato Toti o chi cercherà di fare sgambetto a Renzi che fa il bello e il cattivo tempo». Insomma i toni trionfalistici che pure viaggiano al tempo di un clic via twitter e facebook sono destinati a fare ben presto i conti con la realtà dei numeri dell’aula. Già oggi quando il testo della legge lascerà la Commissione e arriverà nell’emiciclo. Già, ma quale testo? Il nuovo accordo ha alcuni punti fermi. Si alza dal 35 al 37 per cento la soglia per accedere al premio di maggioranza (15%) al primo turno. Resta fermo il secondo turno nel caso nessuno - nè coalizione nè partito - conquisti la soglia. Si abbassa dal 5 al 4,5% - e qui sono si sono scatenate le ironie più taglienti - lo sbarramento per ogni partito che si presenta in coalizione per entrare in Parlamento. Intoccate le altre soglie: 8 per cento per il partito che corre da solo; 12 per cento per la coalizione. Novità decisiva del nuovo accordo è la delega al governo perchè disegni i confini delle circoscrizioni. «Delega con un mandato preciso e inderogabile» precisa Sisto: «Il governo dovrà dare esecuzione alla delega in 45 giorni». Non è un dettaglio: è questa una sorte di clausola di garanzia per blindare la legislatura almeno fino all’autunno. Un mese e mezzo, infatti, a partire dall’approvazione della legge (fine marzo), significa avere i collegi pronti non prima di metà aprile quando la fi- nestra per l’election day del 25 maggio sarà già chiusa. È, questa, da una parte la più grande delle concessioni fatte ai piccoli partiti e al Nuovo centro destra per primo che sanno di avere più tempo davanti per organizzarsi per le politiche. Dall’altra, la più forte concessione fatta da Denis Verdini, plenipotenziario del Cavaliere nella trattativa, all’arci nemico Angelino Alfano. Sarà il ministro dell’Interno, infatti, il titolare della geografia dei nuovi collegi. Il partito di Alfano vince su alcuni punti ma perde la partita più grande: il ritorno all’ovile azzurro per legge. Ncd ottiene i collegi, una soglia più bassa (4,5%), e le multicandidature (almeno in cinque collegi). Deve ingoiare anche il salva-Lega: entra in Parlamento anche il partito che ottiene il 9 per cento in almeno tre regioni. Non sarà facile, per il Carroccio, che ieri rimuginava nei capannelli con o senza Bossi sul suo destino. Ma è sempre qualcosa. Furibondo lo stato maggiore di Sel. Correva voce, con sponsor di alto livello, che tra le correzioni dell’ultima ora ci sa- .. . La vera battaglia comincia ora, con la discussione in aula e i rischi del voto segreto rebbe stata la clausola per salvare «i migliori perdenti di ogni coalizione». Non è andata così. Almeno per ora. «E noi gliela faremo pagare al Pd» sibilavano alcuni deputati del partito di Vendola, «a cominciare dalle elezioni per il governatore del Piemonte». Il comunicato del responsabile della segreteria Ciccio Ferrara è stato ancora più esplicito: «Daremo battaglia». Così come la battaglia continuerà sull’alternanza uomo-donna nelle liste bloccate e in favore delle preferenze. «È l’accordo migliore nelle condizioni date» dice Emanuele Fiano, capogruppo del pd in Commissione, «non si chiude ai partiti piccoli e si dà rappresentanza ai partiti con forte radicamento territoriale». Ma la vera battaglia, come si diceva, comincia ora. Ieri sera la Commissione si è riunita in seduta notturna. I partiti di maggioranza (Pd, Fi, Ncd) si sono accordati per bocciare gli emendamenti di minoranza (circa 200) e approvare i cinque su cui è stato trovato l’accordo ieri. Questo è l’Italicum che oggi il presidente Sisto porterà in aula per la discussione generale. Ma i piccoli, e non solo loro, restano in agguato. A cominciare da subito. Sel e i Popolari infatti presenteranno le pregiudiziali di costituzionalità che saranno votate oggi. Anche Fratelli d’Italia potrebbe sottoscriverle. RASSEGNASTAMPA 3 giovedì 30 gennaio 2014 E in Forza Italia cresce l’allarme franchi tiratori IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan Paura tra i parlamentari che chiedono «garanzie» al leader. Il problema Fitto ma anche campani e siciliani minacciano di non votare l’Italicum L «Passo avanti, Matteo è stato bravo Correggiamo i punti che non vanno» MARIA ZEGARELLI ROMA Non intende fare muro contro muro, Gianni Cuperlo, né attaccarsi alla bandierina delle preferenze, ma resta convinto che aggiustamenti da fare ce ne siano ancora all’Italicum “seconda versione”. Dunque, minoranza non pregiudizialmente ostile, disponibilità verso il segretario, ma per l’ex presidente Pd un problema c’è: il rischio di un’omologazione del pensiero. Accordopraticamentechiuso:37%alprimoturno e sbarramentoal 4,5% per i partitiincoalizione.EpoiilsalvaLega.Cuperlo è accettabile questo punto di caduta? «Rispetto al testo base è un passo nella direzione giusta. Merito della trattativa condotta da Renzi e anche della richiesta di alcuni miglioramenti di sostanza che avevamo motivato già alla Direzione. I dubbi sulla costituzionalità di alcune norme, del resto, sono stati sollevati da più parti. E se non vogliamo una legge che incorra nuovamente nella scure dei ricorsi è bene farsene carico. Lo dico così: votare una nuova legge è vitale per la credibilità della politica. Farla bene è una necessità per la democrazia italiana. Adesso restano dei punti aperti e dobbiamo lavorare assieme per correggerli. Il Parlamento serve a questo». Il salva Lega non presenta dubbi di costituzionalitàancheallalucedelfattochealtripartiti, pur con un numero maggiore di voti su scala nazionale, restano fuori dal Parlamento? «Certo è una delle questioni critiche. Parliamoci chiaro: la soglia per il premio di maggioranza alzata al 37 e una riduzione della soglia di sbarramento per le forze coalizzate dal 5 al 4, 5% sono miglioramenti apprezzabili che premiano il lavoro del Pd. E vanno rivendicati. I punti non ancora risolti sono altri. Ad esempio quello che riguarda la possibilità per le liste che non superano la soglia del 4,5% di concorrere comunque al premio di maggioranza ma senza eleggere un solo deputato. Si può rivedere quella soglia abbassandola, oppure prevedere una norma di tutela per la prima forza che risulti sotto la soglia o ancora – il che sarebbe più coerente col principio – si devono escludere quei voti dal conteggio complessivo che fa scattare il premio. Aggiungo che è possibile che una coalizione che raccoglie molti milioni di voti, o paradossalmente arrivi prima, se formata da forze che rimango- no tutte sotto il 4,5% non entri neppure in Parlamento. Questo non funziona. Così come è indispensabile chiarire che la legge è parte coerente di un pacchetto di riforme che prevede anche il superamento del Senato attuale». Resta il nodo delle preferenze, della rappresentanza di genere. Per la minoranza Pdbisognacontinuareacercarelamediazione? «Sulla norma antidiscriminatoria il Pd deve essere netto. In gioco sono gli articoli 3 e 51 della Costituzione. Sulle liste bloccate io non pianto la bandiera delle preferenze. Dico però che le liste bloccate non si possono riproporre perché quella è stata per noi una battaglia di principio. Le alternative esistono. I collegi uninominali, una ripartizione del 50% di eletti in collegi uninominali e l’altra metà in liste proporzionali. O l’introduzione di una preferenza e la seconda di genere, fino alle primarie per la selezione dei candidati. Continuiamo a discutere e a cercare la risposta più in grado di allargare il consenso restituendo ai cittadini il diritto a scegliere il proprio rappresentante». L’INTERVISTA Gianni Cuperlo Il leader della sinistra Pd: «Votare una nuova legge è vitale per la credibilità della politica. Farla bene è una necessità per la democrazia italiana» FI blinda il patto, voi che fate? «Non ragiono così. L’iniziativa di Renzi ha cambiato il quadro. Adesso la riforma è incardinata in Aula e il traguardo è più vicino. È un risultato importante. A questo punto tagliare quel traguardo è interesse di tutti. Questo vuol dire che non ci sarà nessuno sgambetto o volontà di rallentare il passo. Noi vogliamo che la riforma si faccia e la vogliamo migliorare con tutto il Pd segnalando i punti che ancora si possono e si devono correggere. Questo dovrebbe essere anche l’interesse degli altri». Fatta la riforma elettorale che succede, si va al rimpasto di governo? «Ho detto che il logoramento che vive l'esecutivo non serve a nessuno, non al Pd e meno che mai al Paese. Si prenda atto che è cambiato tutto e si scelga una ripartenza con un nuovo governo, un nuovo impegno per il 2014, dove servono nuovi volti a garanzia della sterzata necessaria a cominciare da una redistribuzione di risorse e diritti, come ci .. . «Nel Pd ciò che preoccupa non sono le differenze ma la delegittimazione di chi la pensa diversamente» ’accordo politico c’è, Berlusconi e Renzi lo hanno cesellato sia nell’ultima telefonata di ieri mattina sia attraverso la mediazione di Verdini, Sisto e Romani. «Andiamo avanti» ha sentenziato alla fine il Cavaliere. Ha ceduto qualcosina sul tetto per il premio di maggioranza e soprattutto ha abbassato di mezzo punto la soglia per i partitini dentro le coalizioni. Un risultato a cui era contrarissima l’ala dura, verdiniani in testa, ma per il quale hanno spinto le colombe, da Gianni Letta a Giovanni Toti, con l’intento di lasciare aperto un canale di dialogo con Alfano e gli altri. A spese dei mal di pancia interni, dove il tasto delle cortesie ai secessionisti è molto dolente. «Indebolirli sì, ucciderli no perché ci andremmo di mezzo anche noi» hanno ripetuto i pontieri alle orecchie del leader. PAURA E MALUMORI Alla fine, la «profonda sintonia» tra Berlusconi e Renzi sulla carta ha tenuto. Quota 37 è stato un «sacrificio» necessario a tenere salda l’intesa. Una clausola di salvaguardia per «Matteo». Resta la prova dell’aula, dove il testo approderà oggi per le pregiudiziali di costituzionalità, ma non sarà approvato - o bocciato - prima della prossima settimana. E dove la strettoia del voto segreto non preoccupa soltanto il segretario del Pd. Berlusconi dovrà farci i conti, e Verdini ha già messo mano al pallottoliere. «Con il doppio turno che da eventuale diventa strutturale - ragiona un azzurro - Rischiamo di perdere le prossime elezioni e consegnare il sistema al Pd. Va bene diventare il modernizzatore dell’Italia, ma riflettiamo se il prezzo da pagare è troppo alto». Molta paura anche per le liste bloccate: «Entreranno soltanto i capolista?» si chiedono molti sgomenti. Dipenderà dalle regioni, l’Emilia e la Toscana non sono uguali alla Lombardia. Per non parlare delle candidature multiple, che offrendo ad Alfano cinque circoscrizioni, gli regalano un salvagente per il prossimo Parlamento. Un segnale «personale» che a piazza in Lucina è risuonato come uno schiaffo e come una minaccia per il futuro. La domanda inespressa è. se poi il Ncd torna a casa e il delfino torna a farlo proprio “Angelino”? La verità è che è presto per saperlo, come è prematuro valutare il funzionamento della nuova legge elettorale. Con i collegi ancora da disegnare. La paura però fa 90. Ieri a Montecitorio i malumori erano diffusi. Lo spettro dei franchi tiratori evocato in più di un capannello. E molti dirigenti e parlamentari storici chiedono «garanzie» al Cavaliere: non ci stanno a fare la fine dei tacchini a Natale (soprattutto i senatori), consegnati dalle liste bloccate alle mani di forbice del «rinnovatore» Toti, prossimo numero due operativo di piazza in Lucina. Così, ieri la fronda di quelli che, sintentizzando, «vogliono essere valorizzati coniugando novità ed esperienza» - Galati, Romano, Capezzone, buona parte degli ex lealisti che hanno combattuto Alfano guidati da Fitto è uscita allo scoperto. Per barattare il via libera all’Italicum con un organigramma di partito degno di questo nome. LA FRONDA DEGLI EX LEALISTI conferma la drammatica vicenda dell' Electrolux». Renzi che ruolo dovrà avere? «Quello di leader del Pd. Sul resto deciderà lui». È vero che non riconosce più il suo partito? «No, non è così. Io voglio bene al mio partito e rispetto profondamente le scelte del nostro popolo. Ma credo si debba riscoprire il valore di una comunità. A me non preoccupano le differenze e le discussioni, anche le più accese. Mi spaventano l’omologazione o la delegittimazione di chi la pensa diversamente. Perché se passa questa logica un partito diventa una giungla e io mi batterò con ogni energia perché questo non accada». Berlusconi, si sa, non ama negoziare. E dicono che non abbia gradito nemmeno la seconda intervista di fitto dopo il grande gelo, stavolta a «Repubblica», in cui insisteva che Toti è un valido giornalista ma «non il capo di Fi». Ancora più pungente in una nota: «L’aria nuova va bene, quella condizionata no». Così mentre il Cavaliere si rallegra all’idea di trasformarsi nel «salvatore della patria» trascinata fuori dalla palude del Porcellum (che peraltro volle il centrodestra in beata solitudine) i suoi si scannano (anche) sul clima. Alla fine, ieri sera, l’ex premier si è rassegnato. Nella sua residenza romana erano attesi Fitto e altri scontenti, Gasparri, Matteoli, Capezzone, per ascoltarne le lamentele. L’ex governatore pugliese ha smentito i sospetti di scissione («Chi lo dice mi offende») ma tra gli azzurri c’è chi insinua che sia lui stesso a far circolare le voci di una prossima Forza Puglia, mentre altri mettono l’accento sugli antichi (e per ora interrotti) rapporti con il vicepremier. «Veleni, Raffaele è persona leale» taglia corto un parlamentare a lui vicino. Eppure, la maretta non si placa. Fitto non è intenzionato a votare la legge elettorale, e non è solo. Scalpitano anche i siciliani, i campani vicini a Cosentino, gli ex An rimasti nella “ditta”. Michalea Biancofiore si lancia in un appello all’unità. Circola un mini-documento «uniti intorno a Silvio» per ricucire ex lealisti e totiani. Per il Cavaliere, finite le trattative con Renzi, cominciano quelle all’interno del suo partito. Che è sempre più sbandato, incerto e preoccupato. Argomento scottante: la «rottamazione» che Toti continua a smentire. RASSEGNASTAMPA 4 giovedì 30 gennaio 2014 POLITICA Imu, respinto attacco grillino. È bagarre Il presidente del Consiglio Enrico Letta FOTO DI LAURENT DUBRULE/REUTERS Letta ottimista: «Dopo l’Italicum le riforme nel 2014» Il premier da Bruxelles: «Ora con il contratto di programma marceremo spediti» ● GIUSEPPE VITTORI «La legge elettorale sta concentrando giustamente le attenzioni di tutti» ricorda Letta, «subito dopo, il contratto di programma ci consentirà di marciare più speditamente di come facciamo adesso». I tempi del patto di maggioranza slittano ed il presidente del Consiglio ne prende atto da Bruxelles. Il premier non si è presentato come avrebbe voluto all’esame della Commissione Ue. Forte, cioè, di un’intesa per il 2014 siglata da tutti i partiti che sostengono l’esecutivo. Con Van Rompuy, Barroso e gli altri membri della Commissione Ue incontrati ieri, tuttavia, il premier ha messo in evidenza i benefici che potrà apportare al sistema Italia il processo di riforme istituzionali messo in campo su input del segretario del Pd, Matteo Renzi e ha illustrato i provvedimenti varati dal governo sulle privatizzazioni, il rientro dei capitali esteri, ecc. «Sono ottimista ha spiegato il premier - Le riforme istituzionali, una legge elettorale che funziona e la fine del bicameralismo paritario, sono essenziali per la stabilità e per far funzionare il Paese». Una «buona notizia per l'Italia» quindi «se riusciamo a farle e se contemporaneamente riusciamo a fare le riforme per il rilancio dell'economia». Una volta incardinata la legge elettorale, in sostanza, bisognerà far viaggiare il convoglio delle decisioni utili al Paese sul doppio binario delle modifiche istituzionali e delle scelte di governo che spettano a Palazzo Chigi. Un avvertimento legato alle emergenze degli italiani. Letta ha approfittato del viaggio a Bruxelles, dove ha anche incontrato gli europarlamentari italiani, per ricapitolare anche i risultati ottenuti dall’esecutivo. «In questi ultimi tre anni l'Italia ha cominciato l'anno sotto la tempesta dell'emergenza finanziaria ha ricordato - Il 2014 inizia con la possibilità di fare scelte di lungo periodo per essere più competitivi». E alla vigilia dell’avvio del semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo il premier garantisce che il nostro Paese «dimostrerà di saper guidare bene l'Unio- ne». Per farlo, aggiunge, oltre ai «conti in ordine», e alle «infrazioni alle normative europee risolte o in via di risoluzione», bisognerà puntare sulla «stabilità». Altro richiamo alla necessità di rilanciare in fretta il patto di maggioranza, quello del premier. Che sfodera ottimismo annunciando che nel 2014 il Pil crescerà dell'1% e nel 2015 del 2%. Quest'anno e per la prima volta «dopo sei anni di crescita ininterrotta - aggiunge - anche i debito non aumenterà e il rapporto deficit/Pil sarà pari al 2,5%. STOP UE SUGLI INVESTIMENTI Tutto bene, quindi? Letta per primo invita a evitare autocompiacimenti finché «non diminuisce la disoccupazione, vero tallone di Achille del nostro Paese». E questo mentre Barroso, pur riconoscendo «gli sforzi enormi» compiuti dall’Italia, smorza gli entusiasmi sottolineando che il nostro resta un Paese «vulnerabile». Proseguire «in fretta sul percorso delle riforme» quindi, questo l’invito dei vertici di Bruxelles che rimarcano come «debito alto e competitività bassa» minino il campo. Le parole di Barroso, però, vanno lette anche da un’ottica poco entusiasmante per le attese del governo. «L'aggiustamento strutturale deve proseguire», ha ripetuto il presidente Ue con un richiamo implicito a non abbassare la linea del rigore. Richiamo che va legato al rinvio sostanziale di risposte positive alla richiesta italiana di usufruire della clausola sugli investimenti pubblici, in modo che questi vengano scomputati dal deficit. «Aspettiamo le stime di fine febbraio» ha affermato Barroso riferendosi alle flessibilità nella valutazione del percorso di consolidamento del deficit verso il pareggio di bilancio che potrebbe in teoria concedere all'Italia 0,3-0,4% in più di deficit pubblico rispetto all'obiettivo del 2,5% nel 2014. Bruxelles aspetta di conoscere i risultati della spending review avviata da Roma prima di decidere. Prudenza nel frattempo. Al momento però la Commissione non apre alcun varco. Una doccia fredda per Letta? Il premier ostenta fiducia. E si dichiara sicuro che ci saranno le condizioni per avere «ulteriori spazi di manovra perché la direzione di marcia é giusta». .. . Barroso gela le speranze italiane su possibili aperture per gli investimenti pubblici ● La presidente della Camera fa ricorso alla «tagliola» contro l’ostruzionismo. Evitato il pagamento della seconda rata della tassa ● Grillo ancora contro Napolitano. E annuncia: «Oggi l’impeachment» NATALIA LOMBARDO ROMA Non è decaduto per un soffio il decreto Imu-Bankitalia, sventato all’ultimo minuto il rischio di dover pagare la tassa sulla casa. È andato avanti ieri fino a sera l’ostruzionismo grillino che stava per far saltare il «pacchetto» di governo, con l’effetto di far pagare la seconda rata Imu 201. Bloccata l’aula di Montecitorio dal fuoco di fila di interventi sugli ordini del giorno presentati dai Cinquestelle come escamotage per dilazionare i tempi, oltre che come opposizione al rifinanziamento di Bankitalia. Un vero braccio di ferro, anzi una sfida intrapresa con la presidente della Camera, Laura Boldrini. Alla fine, nonostante sul profilo Facebook avesse annunciato di volerla evitare a tutti i costi, la presidente ha dovuto mettere la «tagliola» al dibattito per evitare che il decreto finisse nel cestino, tanto più che il Capo dello Stato doveva firmarlo entro mezzanotte. In ogni caso è stato un obiettivo raggiunto per i deputati grillini, che insieme ai senatori oggi sembra che depositeranno la richiesta di apertura del procedimento di messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In base al risultato del «sondaggio» lanciato sul blog di Grillo: «qual è stato l’atto più grave del presidente? Vota». In 20mila hanno votato, in poche ore l’annuncio: «La Rete sfiducia Napolitano: per il 60,96% pari a 12.217 voti», l’atto più grave «la richiesta di distruzione delle intercettazioni tra il Presidente della Repubblica e Nicola Mancino nell’ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia». Decisa dalla Consulta. Insomma, ormai è guerra aperta. In serata Giuditta Pini, Pd, denuncia su Twitter: «de rosa #M5S entra in commissione e brandendo un casco dice che le donne del pd sono qui perché hanno fatto dei p... un gentleman». Per tutto il giorno i 5 stelle hanno gridato allo scandalo perché «la tagliola non è mai stata usata nella storia della Repubblica», facendo cadere su Boldrini tutto il peso di questo battesimo delle maniere forti in Parlamento. In realtà la cosiddetta «ghigliottina», mai usata dal ‘90, (forse è capitato prima con Nilde Iotti) è stata sempre minacciata dai presidenti della Camera in questi casi, lo ha fatto per due volte Violante, lo paventarono Casini e Fini. Ma chi faceva ostruzionismo si è sempre fermato un attimo prima, compresi i leghisti che ieri si sono associati. I grillini no, sono andati avanti. Il regolamento di Montecitorio non prevede tempi contingentati per i decreti, secondo la norma transitoria del ‘97, per lasciar discutere il Parlamento senza limiti sul massimo atto normativo del governo. I deputati del M5S hanno iniziato l’ostruzionismo da lunedì, nel mirino il rifinanziamento di Bankitalia con l’accusa di «fare un regalo alle banche», spe- IL CASO E il 5 Stelle gridò il motto fascista: «Bolla chi molla» «Boia chi molla, presidente Boldrini. Boia chi molla, e noi non mollermo fino alla fine»: lo ha urlato in aula Angelo Tofalo, deputato 5 stelle, nella foga ostruzionistica sul decreto Imu-Bankitalia. Una cupa evocazione del motto della rivolta fascista a Reggio Calabria nel 1970. Certo Tofalo, membro del Copasir, non era neppure nato (è dell’81) quando il missino Ciccio Franco lo coniò. Però si è documentato e precisa: è sì famoso per essere un motto fascista, ma fu coniato «da Eleonora Pimentel Fonseca durante le barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e utilizzata anche nelle Cinque giornate di Milano del 1848». rando di far ricadere sul governo il ritorno dell’Imu. Cosa che preoccupava i Comuni riuniti ieri a Roma. Anche sei i renziani sospettano che sia stato gestito male «non per caso» da Letta, «perché la settimana scorsa ci ha fatto discutere del decreto Terra dei fuochi che scade il 9 e ora ci fa correre con questo». Dopo un fiume di interventi, i 5 stelle in tarda mattinata hanno chiesto la sospensione di un’ora. Riuniti in assemblea con Gian Roberto Casaleggio (che ora fa visite di routine a Montecitorio e ieri ha preparato il terreno per la richiesta di impeachment) hanno deciso di andare avanti, coprendosi con la proposta di approvare in commissione in sede deliberante una leggina lampo per cancellare l’Imu, oppure di stralciare Bankitalia. Ma il governo, rappresentato dal ministro dei Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini, ha respinto la proposta «impraticabile». Così fino alle 18 vanno avanti gli interventi grillini, mentre al Nazareno si infittivano le trattative sulla legge elettorale. Laura Boldrini sperava di evitare la tagliola, così ha concesso che si illustrassero gli odg e poi ha permesso le dichiarazioni di voto finali (dieci minuti), ma solo uno per gruppo. 173 gli iscritti a parlare, più di cento dei 5 stelle, poi i Fratelli d’Italia, con La Russa che tira fuori un «conflitto d’interessi» di Saccomanni. Insomma, si sarebbe andati avanti per quasi 30 ore. Così la presidente ha riunito la capigruppo ed è stata deciso di adottare la «tagliola», mentre i senatori pentastellati raggiungevano Montecitorio. La bagarre in aula era scontata, allertati i deputati con sms «correte in aula». Alle 19,45 scatta la «ghigliottina» che Boldrini è «costretta» a mettere tra fischi e urla. I grillini imbavagliati si buttano sui banchi del governo, urlano «fascisti» mentre i post post fascisti di Fratelli d’Italia issavano il tricolore. I Pd camntano Bella Ciao. Il decreto passa con i voti Pd, Ncd, Sc, Psi e il Cd di un perplesso (su Bankitalia) Tabacci. Lo spettro dell’Imu si allontana, il motociclista di Montecitorio corre verso il Quirinale. «Tutte le fasi del procedimento si sono svolte e anche i gruppi hanno potuto svolgere le loro posizioni in dichiarazioni di voto», ha detto Boldrini. Ma ha voluto attraversare il Transatlantico se pur sconsigliata: «Voglio passare da qui, non dalla via laterale. Non devo mica scappare, ci mancherebbe altro». Sul web insulti alla deputata Pd che ha denunciato Sorial La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per il reato di «vilipendio contro il Capo dello Stato» contestato a Giorgio Sorial, il deputato Cinque Stelle che ha dato del «boia» al presidente Napolitano in una conferenza stampa. Tutto da vedere se sarà davvero incriminato, visto che è un deputato e ci vorrebbe l’autorizzazione. Ma la violenza verbale si continua a manifestare sul web. Sul profilo Facebook della deputata Pd Stella Bianchi, che martedì ha denunciato Sorial alla Polizia di Montecitori, si è riversata una valanga di insulti e di minacce. Più una serie di accuse varie al presidente Napolitano. «Sguattera», «Maledetta, quando si ammazzano le persone perchè nn riescono a pagare le tasse state tutti zitti, ora vi indignate per questo, VERGOGNATEVI SIETE LA ROVINA DELL' ITALIA» sono alcuni dei commenti pesantissimi contro la deputata. E ancora: «ma non ti vergogni?? denuncia anche napolitano per le mi- Stella Bianchi gliaia di morti di cancro in sud italia». I toni sono sempre luttuosi e grevi, Napolitano in molti link viene visto come una sorta di «assassino» perchè all’epoca delle dichiarazioni di Schiavone sulla Terra dei fuochi era ministro dell’Interno. Quindi giù una pioggia di accuse di aver provocato «migliaia di morti di cancro e migliaia di ammalati di cancro». Altro tema, la trattativa Stato Mafia. Non solo Napolitano è ritratto con degli occhiali in stile capo-famiglia di Cosa Nostra, ma molti link rimandano alle parole di Salvatore Borsellino che, in un dibattito con Travaglio, accusa il presidente di essere «il garante» della trattativa stessa e per questo «ha avuto il secondo mandato», è la macchinazione. Insomma, l’accanimento è feroce: c’è chi ritrae il Capo dello Stato come «l’uomo di Kissinger», chi come «criminale», o «inseguito» di una tv tedesca, o, addirittura, spunta fuori un video: 1984, quando il Pci salvò Berlusconi... RASSEGNASTAMPA 5 giovedì 30 gennaio 2014 «La mia è una battaglia di civiltà e la porterò avanti fino in fondo» RACHELE GONNELLI ROMA Altro che dimissioni, la ministra per l’Integrazione Cècile Kyenge non ci pensa proprio e anzi rilancia. «La mia battaglia - dice, smentendo recisamente voci infondate diffuse per errore dall’agenzia Reuters ieri - è una battaglia di civiltà e sono determinata a portarla in fondo». Tanto più che oltre al contrasto a ogni forma di discrinazione - fa notare - «è sempre più urgente identificare strumenti e azioni per arginare una degenerazione culturale che è anche imbarbarimento del linguaggio politico». L’INTERVISTA Cécile Kyenge La ministra smentisce voci di dimissioni e rilancia: «Con l’attacco al Colle la politica dell’insulto è giunta al culmine Fermiamo l’escalation» SiriferisceagliinsultialPresidenteNapolitano,ripetutiancheieridaunaltroesponente del Movimento Cinque Stelle? «Sì, penso che con questo episodio la politica dell’insulto abbia raggiunto il culmine. In questo caso tutti si sono indignati, com’è giusto. Ma vorrei dire che non si può sottovalutare le offese che bersagliano quotidianamente tutti quelli che vengono percepiti come l’altro da sè. Perchè a forza di tollerare un linguaggio violento fatto di insulti è chiaro che poi le persone che utilizzano questa modalità si sentono autorizzate ad alzare il livello. Non si devono assolutamente sottovalutare le discriminazioni e gli attacchi verso tutti quelli che la pensano diversamente e verso tutti quelli che, dal colore della pelle, dalle tendenze culturali, dai comportamenti o dalla religione, possono essere ridotti a stereotipi. Lo so bene io che da nove mesi sono sotto oggetto di ogni sorta di volgarità e attacco solo perchè come prima ministra nera sono vista come un simbolo. Siamo di fronte a un’escalation, è evidente». Sui social network la comunicazione è spesso semplificata e aggressiva. È lì chesigenerailvelenodelleparole?Qual è l’antidoto? La presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini FOTO DI MAURO SCROBOGNA/LAPRESSE «Quello sul web è un discorso delicato su cui stiamo approntando un progetto specifico insieme al Consiglio d’Europa ma non è l’unica questione. Si tratta più in generale di attivare una campagna di sensibilizzazione e di educazione civica. È tutto nel mio piano triennale di contrasto a tutte le forme di discriminazione e razzismo, che contiene diverse campagne di educazione mirate per la scuola, lo sport, le politiche abitative e il welfare, la comunicazione, il mercato del lavoro. E insieme si pone l’obiettivo di rafforzare le leggi che già abbiamo, dalla legge Mancino alla Carta europea dei diritti umani, e le azioni di monitoraggio e di informazione. È un lavoro capillare su cui stiamo investendo tutte le risorse umane in colla- E Santoro mette in onda la «telefonata dei veleni» L e telefonate tra l’ex ministro Nicola Mancino e il consigliere giuridico del presidente della Repubblica, Loris D’Ambrosio, che sono state registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia datata all’inizio degli anni Novanta e compaiono negli atti del processo, sembravano non avere più segreti. E non ne hanno se si tiene conto che le parole dette in quelle occasioni sono state rese pubbliche nei modi e nelle forme più diverse che la pubblicistica prevede. Ampi stralci, ricchi virgolettati, e, per quanto riguarda le trasmissioni tv, è stata usata a piene mani anche la tecnica del disegno con recitato. Eppure questa sera nel corso del programma di Michele Santoro, ServizioPubblico, quelle conversazioni ci saranno riproposte in originale, «una esclusiva», attraverso le voci originali dei due interlocutori, proposte con adeguata scritta per evitare che nessu- IL CASO MARCELLA CIARNELLI @marciarnelli Oggi a «Servizio Pubblico» l’audio della conversazione tra D’Ambrosio e Mancino In coincidenza con la guerra aperta da Grillo contro il Quirinale na parola e nessuna sfumatura vada persa. Con le facce di chi ha parlato lì, sbattute in prima pagine se la televisione ne avesse una. Quella dell’ex ministro che parla in preda ad una evidente tensione. Quella assorta di Loris D’Ambrosio che visse sulla sua pelle l’evolversi di una vicenda nella quale si è cercato in tutti i modi di coinvolgere il presidente della Repubblica e che, prima presentò le dimissioni dall’incarico immediatamente respinte, e poi pagò con la vita, stroncato un infarto, la terribile tensione. UNA STAGIONE AVVELENATA Il documento che questa sera andrà in onda su La7, e che già si può vedere sul sito della trasmissione nell’anticipazione affidata a Sandro Ruotolo, non aggiunge niente a quanto è più che noto. Non toglie, non mette. In più la diffusione dell’audio viola l’articolo 684 del codice penale anche se è sanzionata con un’ammenda da 51 a 258 borazione con l’Unar e le Pari Opportunità». Un tempo nella politica c’era uno sforzo ditrovare valori condivisi,oggi lospazio èspessooccupatodasfoghirisentitieindividuali.La mancanzadi solidarietàe di democrazianonèunadellecausedeipopulismi più beceri? «Certo. L’articolo 21 della nostra Costituzione dà a tutti i cittadini il diritto di esprimersi ma se il diritto di critica anche di chi è nelle istituzioni non è accompagnato da responsabilità e consapevolezza nell’uso delle parole, si cade nella volgarità, nella mancanza di rispetto. E questo è tanto più grave perchè chi è eletto e vive nelle istituzioni dovrebbe avere anche una funzione educativa. Bisogna fermare quest’ondata di populismi. Il problema non è solo italiano. Per questo tengo molto a ciò che abbiamo scritto nella Dichiarazione di Roma per il patto 2014-2020 ora sottoscritto da 23 Paesi dell’Unione che si pone l’obiettivo di ridare consapevolezza del proprio ruolo a chi sta nelle istituzioni e nei partiti». l’odio, disarmare il linguaggio politico? Senza risposte concrete è chiaro che monta la rabbia degli esclusi. «Credo che nell’opera di educazione civica si debba iniziare dai giovani e quindi dalla scuola e dal web, un luogo dove è facile nascondersi dietro l’anonimato e sentirsi impuniti nello scrivere cose che non si avrebbe il coraggio di dire. Credo anche che alcuni comportamenti possono e devono essere sanzionati, le norme ci sono, vanno solo rafforzate. Ma è chiaro che poi la sensibilizzazione deve toccare tutta la società. È vero che ora c’è molta rabbia. È una rabbia che ha cause diverse, penso per prima alla crisi economica. Penso al disagio di chi non trovando risposte alla propria condizione finisce per scagliarsi contro la politica tutta, contro le istituzioni. La politica deve cercare di avvicinarsi di più al popolo, favorire la partecipazione, in modo che le persone riescano a trasformare quello che oggi è solo rancore e violenza verbale in una carica più positiva, che ci consenta di migliorare. Bisogna stare attenti che questa rabbia non degeneri, si sa che la violenza chiama violenza. Per questo voglio tornare agli attacchi al Presidente Napolitano a cui va tutta la mia solidarietà e ripetere che urge un cambiamento culturale della politica, una maggiore consapevolezza del proprio ruolo che è quello di trasmettere messaggi positivi e non violenti, dare risposte e abbassare il disagio, lo stress che può diventare pericoloso. Noi intanto abbiamo pronto un disegno di legge che cancella tutte le norme discriminatorie che ancora persistevano nel nostro ordinamento. Da indicazioni sulla razza all’appartenenza al partito nazionale fascista fino al divieto per le testate giornalistiche di avere direttori stranieri. È stata un’opera di pulizia già inviata in bozza a tutti i ministeri il 20 che sarà a breve sottoposta al Consiglio dei ministri». A Lampedusa dal 31 al 2 febbraio oltre 60associazioninonsoloitalianemanordafricane e europee si riuniranno per unasortadinuovoManifestodiVentotene, per un’Europa solidale e dei diritti di cittadinanza. Manderà un messaggio? In pratica come si può disinnescare «Sto seguendo attentamente questo percorso, che è molto interessante soprattutto perché viene dal basso e chiede un approccio di integrazione e accoglienza. Ho letto i loro primi documenti che rivendicano un’Europa che metta al centro i diritti umani. Finora l’immigrazione è stata associata solo a una categoria, quella del clandestino sceso dal barcone. Finalmente si comincia ad inquadrare il tema nella sua complessità». euro. Per quanto non segreta, la maggiore diffusione e propagazione dell’atto di fatto condiziona e può pregiudicare il procedimento giudiziario. Non serve, dunque, ad una più approfondita conoscenza di una stagione di troppi veleni e non riesce a dare le risposte che ancora troppi attendono siano date. Alimenta, se possibile ancora di più, un clima di sospetto nei confronti dell’operato del presidente della Repubblica che pure la sentenza della Corte Costituzionale ha escluso da qualunque strumentale coinvolgimento, ordinando la distruzione delle conversazioni, anch’esse intercettate, tra Mancino e Napolitano. Che, peraltro i magistrati di Palermo potranno a tempo debito ascoltare anche se il presidente ha già spiegato che poco o nulla può aggiungere su quello che potrebbe essere il solo argomento del colloquio. Lo sfogo di D’Ambrosio che temeva nello svolgimento delle sue funzioni di magistrato nel periodo a cavallo degli anni Novanta di essere stato «un ingenuo e utile scriba». Anni quelli in cui tra Napolitano e D’Ambrosio non c’era alcuna collaborazione. Appare quindi difficile poter riferire su stati d’animo di tempi così lontani e che possono essere stati argo- mento di un eventuale scambio tra persone che si rispettavano. Serve, questo sì, un’iniziativa di questo genere a riportare nel dolore più acuto i familiari del consigliere del presidente che risentiranno la voce del loro caro che hanno tanto prematuramente perso. E non certo in nome di un diritto d’informazione che mai come questa volta è stato espresso in tutte le sue forme e modi. Sintesi e trascrizioni accurate che siano state ce ne sono state tante. C’è invece una questione di clima politico che deve allarmare. Sarà un caso ma l’iniziativa di Servizio pubblico sembra andarsi a saldare con quelle multiformi di Grillo che tace davanti ad uno dei suoi che accusa Napolitano di essere un boia e poi lancia sul suo blog un sondaggio per stilare la singolare classifica su quale sia la peggiore nefandezza di un presidente di cui si vuole chiedere l’impeachment anche per le sue intercettazioni che la Corte Costituzionale nella sentenza sul conflitto di attribuzione sollevato da Napolitano nei confronti della Procura di Palermo, ha ordinato venissero mandate al macero. C’è una voglia di tenere alta la tensione, di farla risalire se solo si avverte un calo. C’è da preoccuparsi. RASSEGNASTAMPA 6 giovedì 30 gennaio 2014 IL MATRIMONIO DELL’AUTO Fiat se ne va, ci lascia la cassa integrazione Nasce Fiat Chrysler Automobiles, la sede legale sarà in Olanda, quella fiscale in Gran Bretagna ● Bilancio sotto le attese, il Lingotto sospeso in Borsa ● Letta: contano i posti di lavoro ● GIUSEPPE VESPO MILANO Torino, 11 luglio 1899 - 29 gennaio 2014. Dopo 115 anni il marchio Fiat va in pensione. «Inizia un nuovo capitolo della nostra storia», dice John Elkann. Che non verrà più scritta sotto la Mole. Fca - Fiat Chrysler Automobiles sarà una società di diritto olandese con sede fiscale in Gran Bretagna, quotata in Borsa a New York e a Milano. La rivoluzione sarà completa entro la fine dell’anno, mentre a maggio verrà presentato un piano strategico di lungo termine alla comunità finanziaria. È quanto ha deciso ieri il cda di Fiat Spa, l’ultimo del gruppo così come si conosceva fino a oggi. L’organizzazione resterà la stessa, dice l’azienda, divisa in «quattro regioni operative. Tutte le attività che confluiranno in Fca proseguiranno la propria missione, compresi naturalmente gli impianti produttivi in Italia e nel resto del mondo, e non ci sarà nessun impatto sui livelli occupazionali». Possono dunque stare tranquilli sindacati e operai, tra i quali i circa tremila cassintegrati (su cinquemila) di Mirafiori e i lavoratori di Cassino, che aspettano nuovi modelli da produrre? «Abbiamo lavorato caparbiamente e senza sosta a questo progetto per trasformare le differenze in punti di forza e per abbattere gli steccati nazionalistici e culturali», scrive Marchionne nel comunicato redatto al termine del cda. «OTTIMI RISULTATI» Quindi il manager si è confrontato con la comunità finanziaria per l’illustrazione dei conti del gruppo, che sono sotto le attese e che neanche quest’anno permetteranno agli azionisti di incassare dividendi. L’utile della gestione ordinaria, nel 2013, è sceso a oltre 3,39 miliardi, rispetto ad attese per circa 3,6 miliardi; l’utile netto è salito a 1,95 miliardi (da 896 milioni nel 2012). Mentre il debito è di 6,6 miliardi, «piuttosto elevato», ammette lo stesso Marchionne, che si ripro- mette di «rafforzare la base di capitale» appena terminato il trasferimento in Olanda. TONFO Numeri che hanno fatto scivolare il titolo a Piazza Affari, tanto che per un po’ Fiat è rimasta sospesa, prima di chiudere la sessione in calo del 4,11 per cento. Marchionne si ritiene comunque soddisfatto: «Abbiamo avuto i primi segnali incoraggianti della nostra strategia premium con ottimi risultati nel quarto trimestre 2013, speriamo di mantenere gli stessi margini nel 2014». Poi annuncia gli investimenti, che ammonteranno a otto miliardi di euro, mezzo milione in più dell’anno passato. L’obiettivo è scalare la topten dei produttori di auto, dall’attuale settimo posto, vendendo già da quest’anno 4,5 - 4,6 milioni di automobili, di cui un milione tra Europa, Africa e Medio Oriente, circa 2,4 tra Canada, Messico e Stati Uniti - CAMUSSO Le scelte del gruppo impoveriscono ancora il Paese «Preoccupa che un gruppo come Fiat decida di andare a pagare le tasse in un altro Paese facendo un’operazione anche qui di impoverimento». Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, sul trasferimento del domicilio fiscale del nuovo gruppo nato dalla fusione di Fiat e Chrysler. Anche ieri Camusso è tornata a lamentare l’assenza di un tavolo nazionale sul settore dell’automotive. «In molte occasioni abbiamo detto che serve capire le dinamiche del sistema automobilistico nel nostro paese», ma «non c'è un luogo di discussione». dove il gruppo realizza il 54 per cento dei suoi ricavi - un milione in America Latina e duecento mila nell’Asia Pacifico. Attenzione, però: «Il 2014 è ancora un anno di transizione», i miglioramenti veri si vedranno solo dal 2015, che sarà anche il penultimo anno della gestione del manager alla guida del gruppo italo americano. Ancora tre anni, dunque, poi il timone passerà di mano, verosimilmente all’interno della cerchia dei suoi collaboratori. «Mi sono circondato di persone molto valide e credo che da questo gruppo emergerà il mio successore. Non sarebbe corretto, vista la forza di questi manager, affidare il compito a qualcuno di esterno». STORIA DI UN’IMPRESA, STORIA DI UN PAESE La società anonima Fabbrica automobili Dal biennio rosso a Mussolini L’11 luglio 1899 viene fondata la Società anonima Fabbrica italiana automobili Torino. Tra i fondatori c’è Giovanni Agnelli, che all’inizio è solo un azionista di minoranza. Ma presto assumerà il controllo della società Torino è teatro delle prime lotte operaie all’inizio del secolo. La prima officina Fiat è in corso Dante, con un centinaio di dipendenti. Nel 1924 parte il leggendario Lingotto, Mussolini nel 1939 inaugura la grande Mirafiori GLOBALITÀ Parole pronunciate poco prima dell’incontro previsto con i sindacati metalmeccanici, ai quali in serata sono stati illustrati conti e prospettive, che hanno occupato il dibattito della giornata al pari dell’accordo sulla legge elettorale. Da Bruxelles è intervenuto pure il premier Enrico Letta, con il quale Marchionne si è visto martedì. Dal presidente del Consiglio, sono arrivate rassicurazioni sul fatto che non conta poi così tanto la sede legale del nuovo gruppo - «una questione assolutamente secondaria» - «contano i posti di lavoro, il numero di auto vendute, la competitività e la globalità». Sulla stessa linea Raffaele Bonanni, segretario Cisl, che si dice «tranquillo, perché gli investimenti vanno avanti e siamo lontani dalle difficoltà del passato». La questione delle tasse all’estero viene ripresa in un passaggio del comunicato emesso dal gruppo automobilistico: «Questa scelta non avrà effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». La decisione è presa. A poco più di un secolo dalla nascita, Fiat cambia pelle, lascia la sua città natale per Olanda e Gran Bretagna. Entro ottobre la quotazione a New York, poi quella secondaria a Piazza Affari. .. . Nuovi investimenti per otto miliardi, nel 2014 l’obiettivo è vendere 4,6 milioni di automobili Il nuovo logo? Freddo e pulito, segno di discontinuità LAURA MATTEUCCI MILANO «La I di Italia certo non l’avrebbero potuta inserire, per evidenti motivi...». Ma non si tratta solo di evitare acronimi suggestivi. Annamaria Testa, pubblicitaria, docente in vari atenei (negli ultimi anni in Bocconi) di Scienze della comunicazione, fondatrice e titolare della società Progetti Nuovi di Milano, commenta il nuovo logo - FCA stilizzato e colorato di un azzurro cielo - della società che fu solo la Fiat di Torino e a cui ora si è aggiunta, con pari dignità, la Chrysler di Detroit. «È normale che sia sparito il riferimento all’Italia: non corrisponderebbe più alla realtà di un’azienda internazionale che cerca mercati globali», spiega. L’INTERVISTA Annamaria Testa Per l’esperta di comunicazione «durerà nel tempo». E comunque «era giusto cambiare identità: la Fiat come l’abbiamo conosciuta non esiste più» Che ne dice, le piace? Le sembra efficace? «Parlando di questi temi, la logica del mi piace/non mi piace è parecchio scivolosa. Ormai l’esercizio di chiacchiere sui loghi aziendali è il corrispettivo di quello fatto sul calcio al bar, dove tutti si sentono ct nazionali. Direi che è un logo in grande discontinuità con il Il marchio del nuovo gruppo automobilistico precedente, il che corrisponde ad una reale, marcata discontinuità aziendale: Fiat non esiste più così come l’abbiamo conosciuta, è giusto cercare un’altra identità o, come si dice, un’altra corporate identity. È molto semplice, ben costruito, anche il colore non è male. Si vede che è il frutto del lavoro di professionisti, che dietro ci sono studi e ricerca. Inoltre, mi sembra abbia l’ambizione di essere internazionale e di durare nel tempo, elementi importanti per un logo». Non le pare un po’ freddo? «Certo, per noi risulta poco emozionale se paragonato al vecchio, che però in realtà siamo noi a caricare di ricordi e di vissuto. E poi, mica è il logo di una marca di profumi...Questa è un’impresa industriale che fa automobili, deve comunicare solidità, contemporaneità, tecnologia. Deve competere con Bmw, Toyota, Honda, Audi, i cui loghi non mi sembrano affatto più caldi. Quello precedente obbediva a tutt’altre logiche, e peraltro ha subito negli anni numerosi restyling: il penultimo, radicale, verso la fine del secolo scorso. L’ultimo, con un parziale ritorno al pas- sato, solo una manciata di anni fa. Ma soprattutto, ripeto, siamo noi che carichiamo i loghi di emozioni che appartengono al nostro modo di interagire coi prodotti. Quando è uscito per la prima volta il baffo della Nike era solo un segno sul foglio, negli anni invece si è colmato di significati: sfida, coraggio, epica del corpo.... I loghi sono collettori di emozioni che aggiungiamo noi, col tempo». Insomma, lo promuove? «Non mi fa strappare le vesti dall’entusiasmo, cosa che in effetti capita raramente. Comunque è contemporaneo, cosmopolita, semplice, ben disegnato. Non nasce zoppo, poi certo dovrà correre insieme alle sue automobili, e lo dovrà fare anche tra dieci, vent’anni. Nel 2030 potrà ancora avere un senso? Questo è il genere di domande che si pongono i professionisti nel momento dell’ideazione e della realizzazione di un logo». Lei che risposta darebbe? «A me sembra capace di durare. Ma una cosa è sicura: il migliore dei loghi senza prodotto non va proprio da nessuna parte». RASSEGNASTAMPA 7 giovedì 30 gennaio 2014 La stagione di Valletta e il giovane Avvocato Nel dopoguerra il capoazienda incontrastato è Vittorio Valletta che governa la Fiat con estrema durezza. Gli anni Cinquanta sono quelli dei reparti confino per gli iscritti alla Cgil e al Pci. Inizia la carriera Gianni Agnelli La cattedrale operaia e l’autunno caldo La Fiat è protagonista del boom economico degli anni Sessanta. La produzione di auto diventa di massa, milioni di lavoratori lasciano il Sud e si trasferiscono nelle fabbriche del Nord. Nel 1969 inizia la riscossa operaia, il lavoro rivendica diritti e salari dignitosi. Nel 1970 nasce lo Statuto dei lavoratori Crisi, licenziamenti e la marcia dei quadri Ghidella e Romiti, il potere ai manager Il 1980 è l’anno della crisi industriale, dopo due shok petroliferi. La Fiat decide migliaia di licenziamenti, gli operai bloccano le fabbriche. La marcia dei quadri segna la restaurazione del potere aziendale. Altre crisi arriveranno Vittorio Ghidella e Cesare Romiti sono stati i manager di maggior peso, prima di Marchionne, della Fiat nell’ultimo ventennio del secolo scorso. Ghidella è stato il padre di modelli di successo, Romiti è stato un uomo di potere. Il fisco italiano rischia una doppia perdita La scelta di Olanda e Gran Bretagna come sedi del nuovo gruppo consentono forti risparmi per Marchionne ● Il caso precedente di Cnh e l’assenza di interventi delle autorità italiane ● BIANCA DI GIOVANNI ROMA Sergio Marchionne e John Elkann FOTO LAPRESSE Era una fine annunciata, e quello che stupisce tra gli esperti fiscali è che nessuno abbia mosso un dito finora. Che Fiat avrebbe trasferito la propria sede all’estero lo si era capito già nel 2011. Certo, molti pensarono allora agli Stati Uniti: ma andare fuori dall’Europa comporterebbe degli oneri aggiuntivi che il Lingotto ha voluto evidentemente «risparmiarsi». Per questo si scelgono ben due sedi europee: quella legale in Olanda, quella fiscale in Gran Bretagna. La legislazione olandese consente infatti la doppia residenza, che da noi sarebbe vietata. Se l’Olanda conviene dal punto di vista di diritto societario, perché consente ai soci stabili diritti di voto doppi (lo stesso è stato fatto per Cnh Industrial) con un indubbio vantaggio per il socio di controllo Exor, il Regno Unito garantisce un fisco ultraleggero proprio per le aziende di questo tipo. REDDITI D’IMPRESA L’imposta sui redditi d’impresa (la nostra Ires) è fissata oggi al 21% (contro il nostro 27,5%) e calerà al 20 nel 2015. Ma c’è da scommettere che i consulenti del Lingotto non hanno certo organizzato tutto questo moltiplicatore di sedi per risparmiare 6-7 punti di Ires. Lo sconto è molto maggiore. Dal 2013 infatti è entrato in vigore il cosiddetto «patent box» che garantisce a chi porta marchi e brevetti una tassazione sui profitti che ne derivano al 10%. Le isole britanniche in questo modo hanno attivato una sorta di calamita per le multinazionali straniere. Dopo la fusione e l’«espatrio» della sede fiscale all’Italia resterà l’imposizione sulla produzione degli stabilimenti italiani. Ma il valore aggiunto portato dal marchio, dalla ricerca, dalla capacità organizzativa, insomma tutta la parte più qualificata dell’attività sarà persa. Il valore di una società, infatti, non è meramente la somma della produzione dei singoli siti produttivi. Gli stessi fiscalisti sostengono che la perdita maggiore per il Paese non va ricercata nel fisco, ma proprio nell’impoverimento della struttura industriale. l’Italia diventa il luogo di produzione di modelli pensati altrove, in stabilimenti la cui organizzazione sarà decisa da una «testa» ormai lontana dal cuore storico dell’azienda. Questo consentirà un domani di chiudere e spostare le produzioni con maggiore facilità di quanto non sia stato possibile in passato. Per il fisco italiano, tuttavia, potrebbe annunciarsi una doppia perdita. Già due anni fa, infatti l’amministrazione avrebbe dovuto muoversi per cercare .. . Resta l’imposizione sulla produzione in Italia, ma col trasloco se ne va la torta più ricca di intercettare i piani di Sergio Marchionne e creare delle condizioni per farlo restare sotto le Alpi. Invece nessuno se n’è interessato: l’azienda si è mossa da sola. E naturalmente si è mossa nel momento più vantaggioso. Gli oneri dovuti all’Erario per l’espatrio, infatti, rischiano di venire assorbiti quasi completamente dalle perdite che l’azienda ha registrato negli stabilimenti italiani. Nessun politico, nessun esponente dell’alta dirigenza si è preso la briga di chiarire questa strategia con il management. LE NORME Quando un’azienda decide di espatriare, infatti, deve chiudere la partita con il fisco del Paese che lascia rivalutando tutti gli asset e pagando le tasse dovute come se stesse liquidando. Vengono assoggettati a tassazione tutti i plusvalori cosiddetti «latenti», compresi quelli relativi alla tecnologia, ai marchi, all’avviamento. Questa è la regola aurea, ma una fitta rete di eccezioni ha modificato questo regime, rendendolo sempre meno oneroso. Tutto in nome della libera circolazione delle imprese, equiparata nell’Ue a quella delle persone. Il primo dato da stabilire, in questo caso, è il momento preciso in cui la residenza è trasferita, perché il tempo modifica parecchio i valori dei beni materiali e immateriali (si pensi agli andamenti di Borsa). In ogni caso le continue revisioni della normativa hanno stabilito che si definisce certamente il valore da tassare, ma poi si rimanda il pagamento al momento futuro in cui si cederà effettivamente quel bene. Per il momento Fiat non verserebbe nulla. Da cronista a sindaco: così ho visto la Fiat dentro Torino IL RICORDO DIEGO NOVELLI ● l'acronimo Fiat ricorda qualcosa di NEL FILM DELLA MEMORIA DI OGNI TORINESE DOC O D'ADOZIONE vissuto e di ascoltato dal padre o dai nonni. Due note di storia che i cantori dell'azienda non ricordano mai. Nel quadro del pittore Lorenzo Delleani (1899) dove sono raffigurati i fondatori della Fabbrica Italiana Automobili Torino, Giovanni Agnelli (il bisnonno di John Elkann) è in piedi sulla destra attorniato dagli amici che entravano nel primo consiglio d'amministrazione. Al tavolo della presidenza troviamo seduto il conte Biscaretti di Ruffia. Nel giro di pochi anni l'ex ufficiale di Cavalleria si sbarazzava degli amici soci per diventare “l'uomo solo al comando”. Tante sono le traversie del giovane Agnelli nella veste di capo assoluto, ma su tutte va ricordato un famoso processo per aggiotaggio. Tra un rinvio e l'altro delle udienze e con la benedizione del ministro Vittorio Emanuele Orlando, l'imputato riuscì a convincere il perito finanziario della parte lesa a saltare il banco del tribunale diventando il suo consulente. Quel ragioniere si chiamava Vittorio Valletta che legò tutta la sua vita alla Fiat. Ho avuto, come giovane cronista de “L'Unità”, la fortuna di sentire raccontare la storia dell'occupazione delle fabbriche (1922) come quella dell'inaugurazione del Lingotto, la prima fabbrica in Italia sul modello fordista, soprannominata dagli operai Portolongone. Con il regime fascista Giovanni Agnelli – fatto senatore del re – aderì senza esitazione e come ai bei tempi (per lui) della Prima Guerra Mondiale diventò grande fornitore di materiale bellico per lo Stato per le guerre in Africa, in Spagna e per la Seconda Guerra Mondiale. Il nome Fiat è stato per decenni il mito per milioni di uomini e donne che sognavano di trovare un lavoro soprattutto quelli provenienti dal sud. Tutto era Fiat: le colonie Fiat, la mutua Fiat, le case Fiat, i treni per i pellegrinaggi a Lourdes pagati dalla Fiat (aboliti dall'arcivescovo Michele Pellegrino, il quale disse: «Agnelli pensi costruire belle automobili, noi pensiamo alle anime»). L'egemonia della Fiat sulla città è stata esercitata per anni dal quotidiano “LaStampa” di proprietà della famiglia Agnelli. Non posso non ricordare la collaborazione con i tedeschi e con i fascisti durante la guerra mantenendo però contatti con uomini della Resistenza. Gli anni della Guerra Fredda sono stati i più feroci per la repressione nei confronti dei lavoratori iscritti al Pci o al sindacato di classe, la Fiom. Licenziamenti, reparti confino, schedature illegali erano all'ordine del giorno. Oltre i cancelli degli stabilimenti Fiat le leggi dello Stato italiano non esistevano a partire dalla Costituzione. Per trenta e più anni alla Fiat è stato “vietato” morire in fabbrica anche per le vittime di atroci infortuni sul lavoro. Tre righe il giorno dopo su “LaStampa” informavano «il poveretto è morto mentre lo stavano trasferendo all'ospedale». Anche pagare la tasse non è mai stato nelle priorità della famiglia Agnelli. Nel 1964 ho scoperto che il nipote di Giovanni Agnelli, conosciuto come “l'avvocato” (anche se non lo era perché non diede mai l'esame di procuratore legale) da cinque anni non pagava l'imposta di famiglia a quei tempi in vigore. Nei dieci anni che sono stato sindaco della città ricordo quello che scrisse il giorno dopo alla mia elezione Gianpaolo Pansa sul “Corriere della Sera” che mi aveva chiesto quali erano le linee guida per i rapporti con la Fiat: «Eserciterò il mio ruolo di primo cittadino senza intrusioni o particolari contrasti con la grande azienda» e così fu. Ebbi modo di conoscere da vicino i due fratelli Gianni e Umberto e sono convinto che la storia avrà modo di ricordare la profonda differenza tra i due e come “Umbertino” (come lo chiavano gli amici) sia in forte credito con la città. I nostri rapporti si fecero aspri dopo la richiesta di quindicimila licenziamenti (1980) e la famosa marcia dei quarantamila presentata come un'iniziativa spontanea di quadri e di impiegati. Molti anni dopo Carlo Callieri, capo del personale di Mirafiori, confessava di essere stato lui l'inventore e l'organizzatore della marcia. Sulle notizie di questi giorni posso dire che i trasferimenti in Olanda e in Inghilterra sono una perdita per Torino anche se l'aspetto più importante è il mantenimento della produzione nella “Company Town” come Torino veniva chiamata dai giornalisti stranieri. Sinceramente sono preoccupato perché le promesse di Marchionne sinora sono state molto aleatorie. Aveva annunciato un «piano con investimenti per venti miliardi di euro». Su quelle promesse fu fatto un accordo con i sindacati e un referendum. Vinse il sì, sostenuto da Bonanni, Angeletti e soci: la Fiom votò no. Quel piano non si è mai visto così come i venti miliardi promessi. RASSEGNASTAMPA 8 giovedì 30 gennaio 2014 IL CASO ELECTROLUX Porcia a rischio, ma ora si tratta ● ● Parte il tavolo sul piano Electrolux, fronte comune di Regioni e sindacati L’amministratore italiano Ferrario verrà sostituito dai capi svedesi MASSIMO FRANCHI ROMA «Se facciamo riferimento agli stipendi polacchi, dovremmo chiudere tutte le industrie italiane». Partendo da questo presupposto Flavio Zanonato ha finalmente mostrato le unghie. E, dopo aver saggiamente ricostruito il rapporto con i presidenti di Regione (prima fra tutti quella Debora Serracchiani che ne aveva chiesto le dimissioni proprio sulla questione Electrolux) in mattinata, è riuscito a ribaltare la situazione. Ora sarà l’azienda - e precisamente i vertici svedesi - a dover presentare un Piano strategico sul futuro in Italia, sapendo che governo nazionale, territori, sindacati e opinione pubblica non accetteranno la chiusura di Porcia e il taglio indiscriminato dei salari 5mila lavoratori. Scesi in conferenza stampa, i toni sono rimasti sopra le righe con frasi effettivamente esagerate: «Il tavolo è stata una pietra miliare», declama trionfante il presidente veneto Luca Zaia. Più misurate le parole del ministro Zanonato: «L' azienda non ci ha convinto ma ha accettato l’apertura di un tavolo negoziale senza pregiudiziali, il confronto non deve avvenire sul costo del lavoro, vogliamo un piano industriale. Abbiamo chiarito - ha precisato - che non esiste soluzione senza che si salvi lo stabilimento di Porcia». Parole misurate anche da Vasco Errani, vero regista della pax Serracchiani-Zanonato: «Abbiamo fatto un passo avanti: il piano strategico sarà su tutti gli stabilimenti e la discussione non parte dal costo del lavoro ma dalla strategia dell’azienda». Per Debora Serracchiani che ha glissato sui tre mesi di tempo persi dalla sua richiesta di un tavolo dello stesso tipo tenuto ieri - «per la prima volta al tavolo della trattativa era seduto un rappresentante della presidenza del Consiglio (il consigliere economico Franco Sanna, ndr), la compattezza dimostrata dal governo e dalle Regioni è stata certamente importante per chiarire all’azienda che Porcia non si tocca». Dopo l’incontro con i vertici svedesi, il tavolo tripartito si riunirà il 17 febbraio. Nel frattempo il ministero si metterà al lavoro per preparare «tutti i possi- bili interventi» che convincano Electrolux a rimanere in Italia. Su un piano di investimenti annunciato dall’azienda di circa 70 milioni (su 3 stabilimenti, senza Porcia), il governo punta a trovare circa 50 milioni di «incentivi». I sindacati intanto continuano ad essere molto critici con l’azienda. Se il segretario generale della Fiom Maurizio Landini (non presente alla riunione) ha scritto al premier Enrico Letta ribadendo la «necessità» della sua presenza al tavolo, Fim Cisl («serve un piano industriale di prospettiva per tutti gli stabilimenti, ma siamo contenti dell’alto livello istituzionale riservato alla vertenza», commenta Anna Trovò) e Uilm («chiediamo il ritiro del piano che così non dà possibilità di discussione», attacca Rocco Palombella). I sindacati intanto convocano il coordinamento dei delegati Electrolux per il 3 febbraio a Mestre. LA FIGURACCIA DEL MANAGER Il vero sconfitto del tavolo al ministero dello Sviluppo di ieri pomeriggio è stato dunque Ernesto Ferrario. L’ad di Electrolux Italia (e Europa) ha tentato il colpo ad effetto. Dopo aver sostanzialmente ribadito il “modello Polonia” e la quasi certa chiusura di Porcia con 600 altri esuberi, già illustrato ai sindacati, ha mostrato a tutti gli interlocutori un volantino pubblicitario di un grande magazzino con offerta di lavatrici a 199 euro: «Come vedete anche voi sulle lavatrici il margine di guadagno è bassissimo, roba da magazzino; fatto 100 il costo per noi di una lavatrice, 80 per cento è materiale, il restante 20 è costo del lavoro». La sparata ha avuto un effetto boomerang. I toni dei vari Zaia, Errani, Serracchiani, Aprea, dei sindacati e dei tecnici del ministero si sono alzati: «È una concezione inaccettabile», è stata l’espressione più gettonata. Così Ferrario è stato costretto sulla difensiva. Il ministro Zanonato ha avuto buon gioco a definire «irricevibile» il piano e a chiedere un incontro immediato («fra due o tre giorni», forse assieme a Letta) con i massimi vertici del gruppo svedese. Saranno loro - e non Ferrario a trattare con il governo. E il nuovo piano strategico dovrà fissare gli obiettivi per l’Italia, senza distinguere fra stabilimenti e quindi mantenendo Porcia. Il blocco dei cancelli allo stabilimento di Susegana «Gli investimenti? Li fanno coi nostri soldi» A Conegliano l’Electrolux ha lasciato un cratere. Dietro la stazione c’è un’area in totale degrado di 10 ettari, grande come 12 campi da calcio. I pochi pezzi della fabbrica Zoppas attorno alla quale girava l’economia dell’intero comprensorio, con qualcosa come 6.000 assunti («E se non eri amico dei preti entrare era durissima...»), sono ormai fatiscenti, semidistrutti, spettrali. Un alto recinto di lamiera circonda una grande porzione della zona, su cui in parte si è costruito, «ma molti degli appartamenti dei palazzi laggiù sono vuoti, e la speculazione si è fermata, perché non conveniva». A parlare è Alessandro Bortoluzzi, consigliere comunale Pd di Conegliano, che insieme a due colleghi è appena passato da Susegana, dove gli operai presidiano l’azienda a seguito dell’annuncio del piano draconiano della società svedese. La smobilitazione dell’area era già iniziata, ma l’Electrolux ha dato il colpo di grazia: gli ultimi uffici sono stati svuotati nel 1994. «È un altro aspetto del problema, il lascito di una multinazionale», osserva Bortoluzzi. Da allora il degrado, a due passi dal centro, non se n’è più andato. Di passi bisogna farne qualcuno in più per raggiungere Susegana. «Sì, per l’Electrolux si va di qui. Ma guardi che è tutto chiuso. Oggi non passa nessuno...». IL REPORTAGE ANDREA BONZI INVIATO A SUSEGANA (TV) Nella fabbrica veneta: «Per 800 euro, ci conviene trasformarci in una coop» E a Conegliano il degrado ha preso il posto del vecchio sito Zoppas Le tre operaie filano via svelte lungo la passerella che collega il grande parcheggio all’entrata principale della fabbrica. Il tempo di un caffé, e sono di nuovo ai cancelli. Lo scenario è simile a quello di Porcia, nel Friulano: una macchina è stata parcheggiata di traverso all’ingresso. Eloquente il cartello infilato nel finestrino: «Sciopero tutto il giorno». «Non è entrato neanche il direttore del personale - racconta Augustin Bruno Breda, delegato Fiom -. Ci ha visto, e fa: “Magari torno nel pomeriggio...”». Nel Veneto, i 1.000 operai (più circa 200 tra impiegati e reparto progettazione) producono frigoriferi da incasso: il sogno di una fabbrica automatizzata, progetto nato attorno agli anni ‘80, si è scontrato con la mancanza di liquidità. Al contrario di Porcia, qui gli svedesi non vogliono chiudere (anche perché l’azienda fa profitti), ma ridurre i costi con la modalità già sentita per gli altri stabilimenti di Forlì (dove ieri sono iniziati gli scioperi a scacchiera) e Solaro: o vi abbassate gli stipendi a livelli concorrenziali con la Polonia, o addio a una parte degli investimenti. Su 22 milioni messi teoricamente sul piatto dall’Electrolux, a rischio sarebbero 5 milioni. «Fai un po’ di conti, e vedrai che quei 5 milioni lì coincidono con il risparmio sulle nostre buste paga. In pratica gli investimenti li fanno con i nostri soldi, perché il resto avrebbero dovuto spenderli ugualmene», insiste Antonella Piccin, da 25 anni in azienda. «Faccio le nozze d’argento», ci scherza su. La matematica non può essere un’opinione. Ne è convinto anche Breda: «Lo stipendio medio è di 1.200-1.300 euro al mese, se anche tagliassero “solo” 130 euro non sarebbe comunque accettabile, ma vogliono di più. A un livello salariale di 800 euro, ci conviene fare una cooperativa. Almeno il 10% di profitti che pretende l’azienda ce lo teniamo noi». In più, non ci sono grandi certezze per i prossimi anni. «Stiamo riaggiornando la gamma dei prodotti - fa sapere Giuseppe Bolzan, che rappresenta gli impiegati -. Ci sono tre step: due li abbiamo sviluppati qui, ma il terzo ha preso la strada dell’Ungheria. Perdere quei 150mila pezzi, su circa 740mila che facciamo ogni anno (a metà anni 2000 eravamo arrivati a un milione e mezzo), è un brutto viatico per il futuro». «Se la multinazionale l’avrà vinta - osserva Gabriele Manfrin, che prima di parlare si raccomanda di chiamarlo “compagno” - si innescherà un meccanismo di dumping, perché anche le altre aziende si sentiranno autorizzate a pagare meno i dipendenti. È una vertenza che ha una grande valenza politica». E riguarda quindi anche i circa 1.600 lavoratori dell’indotto. Di sicuro, i lavoratori non staranno a guardare, anche perché il primo round del tavolo aperto dal governo («In ritardo, l’azienda ha iniziato le indagini sui siti italiani a ottobre...», lamentano a Susegana) non ha portato a una svolta. Dopo gli scioperi di otto ore martedì (con corteo) e ieri e l’approvazione di un documento unitario Fiom-Fim e Uilm, l’obiettivo di fare rumore proseguirà. «Vorremmo organizzare una marcia con le auto a passo d’uomo, da qui a Porcia, al mattino - spiega Breda, adesso vediamo se venerdì o la prossima settimana». Non mancherà neppure Sarr Hamidou, senegalese ma in Italia da vent’anni (e all’Electrolux da 10). «Bisogna far muovere le cose. Le mie figlie sono nate qui, il mio futuro è qui, questo Paese è la mia seconda patria. Basta incertezze». La competitività non si difende col dumping sociale L’INTERVENTO SERGIO COFFERATI ANTONIO PANZERI ● LA QUALITÀ DELLA PRODUZIONE DI ELETTRODOMESTICI E LA PRESENZA di un indotto distribuito rappresentano uno dei punti di forza del settore e il distretto del "bianco" rappresenta un comparto storico dell'industria manifatturiera italiana. Ha pertanto destato grave preoccupazione la decisione della Electrolux di minacciare la delocalizzazione produttiva senza un drastico abbassamento del costo del lavoro della manodopera. Il gruppo sarebbe intenzionato a spostare la produzione in parte in Polonia, in parte fuori dall’Europa. Una posizione che appare strumentale poiché non pone il tema del rilancio e della qualità della produzione, ma si concentra solo sul taglio dei costi. La via di uscita proposta dall'azienda di parificare i costi del lavoro in Italia a quelli di altri Paesi dove le tutele sociali e sindacali sono inferiori è pericolosa, perché pone le basi per forme di dumping sociale che potrebbero estendersi a tutti i settori delle economie più sviluppate. Da tempo abbiamo segnalato come all'interno dei confini europei la competizione non possa avvenire sul piano dei diritti. Per un corretto funzionamento del mercato unico dobbiamo concentrarci sulla definizione di un pacchetto minimo di diritti che renda difficile, se non impossibile, ricorrere al dumping sociale. Ma questo potrebbe non essere sufficiente. Il rischio è di assistere a una delocalizzazione fuori dai confini europei, verso economie come quella asiatica - dove il costo del lavoro è mantenuto più basso a discapito delle condizioni di vita dei lavoratori. Da questa contraddizione riteniamo si possa uscire in due modi. In prima istanza, creando un quadro normativo europeo che risponda alle sfide poste dall'integrazione e che scoraggi il dumping sociale, facendo prevalere con determinazione la Carta dei Diritti Fondamentali. In secondo luogo, creando un ambiente attrattivo per le imprese, che le incentivi a operare sul territorio europeo non in base al costo del lavoro, ma in virtù di una collaborazione sempre più stretta fra settore manifatturiero ed economia della conoscenza. L'incontro tra sindacato ed azienda al Ministero dello Sviluppo Economico é stato il difficile prologo alla ricerca di politiche che favoriscano il mantenimento degli insediamenti produttivi, l'occupazione e un salario dignitoso. Gli Stati Uniti stanno intraprendendo un grande rilancio dell’ economia proprio basandosi sul rafforzamento dell'industria, grazie a investimenti pubblici e alla valorizzazione dei fattori competitivi ancora non replicabili nelle economie emergenti. Anche l'Europa deve far valere le sue eccellenze: centri di ricerca tecnologica di livello mondiale, rete logistica efficiente, crescente accesso alla formazione professionale e qualità della produzione. Allo stesso tempo va alleggerito il peso della burocrazia, potenziato il mercato energetico comune per rispondere alle esigenze del manifatturiero a costi accessibili e sostenuta la crescita sostenibile. Abbiamo chiesto perciò alla Commissione europea di fornire risposte credibili. Del resto, è soltanto ponendoci obiettivi comuni che possiamo far fronte, con equilibrio e lungimiranza, a una crisi dalla quale molti Paesi dell'eurozona faticano a uscire. Ricordando, in ultima istanza, che l'erosione dei diritti non è una strategia che porta lontano. RASSEGNASTAMPA 15 giovedì 30 gennaio 2014 COMUNITÀ L’analisi L’editoriale La vera sfida è difendere il bipolarismo L’ipoteca dell’estremismo Michele Ciliberto SEGUE DALLA PRIMA Naturalmente è necessario verificare con attenzione il contenuto della riforma e le sue singole parti, alcune persuasive, altre meno. Ieri è stato raggiunto un accordo tra le due forze maggiori, e questo è un fatto positivo. Naturalmente, bisogna vedere come si svolgerà il dibattito parlamentare e quale sarà l’esito finale del confronto: così avviene nelle democrazie parlamentari. Ma la discussione va fatta sulla base di una domanda precisa: questa legge, nel complesso, va in direzione del bipolarismo oppure no? Questo è il problema principale; il resto è importante, ma viene dopo e può essere discusso o modificato, a patto di salvaguardare la configurazione bipolare del nostro Paese. Dico questo per una serie di considerazioni in cui si intrecciano elementi politici e argomenti storici. La mancanza di una forte dinamica bipolare favorisce nel nostro Paese il crescere e l’affermarsi di politiche di «centro» e una frammentazione del sistema politico, che non sono elementi positivi per lo sviluppo dell'Italia. Può sembrare un’affermazione apodittica, ma basterebbe il governo delle larghe intese di questo ultimo anno per provare questa tesi. Non è riuscito a dare alcun deciso contributo per portare l'Italia fuori della crisi. Siamo rimasti in una palude, dalla quale non riusciamo a venir fuori, mentre l'Italia continua a decadere e le diseguaglianze diventano sempre più forti. E dico questo senza alcun pregiudizio nei confronti di Letta, un uomo politico che personalmente stimo. L’errore è stato compiuto quando si è deciso di dare vita a questo tipo di governo, arrivando addirittura a paragonarlo alla politica della «solidarietà nazionale» (nella quale erano impegnati, in prima persona, uomini del Pci come Berlinguer e Chiaromonte). Si sarebbe dovuto invece dar vita a un «governo di scopo» affrontando alcuni essenziali problemi, a cominciare da una nuova legge elettorale senza pensare, ovviamente, che essa fosse la panacea per tutti i mali. Ma di qui bisognava, e tuttora bisogna, passare se si vuole aprire una nuova stagione nella politica italiana. Molti si sono scandalizzati perché il segretario del Pd ha trovato una «sintonia» con il fondatore di Forza Italia su questo punto e sulla prospettiva di una legge elettorale di tipo bipolare. Curiosa reazione, in verità. Sorprendente era l’adesione di Berlusconi al governo delle «larghe intese», fatta strumentalmente in nome di una presunta «pacifi- Il commento Per lo sviluppo servono formazione e innovazione Patrizio Bianchi SEGUE DALLA PRIMA Tanto Fiat quanto Electrolux pongono sul tavolo del governo e sulle spalle dei lavoratori tutte le contraddizioni dell'Europa di Barroso. Proprio la mancanza di una politica comune di crescita determina le condizioni di conflitto fra Paesi. Il primo tavolo su cui porre la questione è dunque quello europeo, tavolo di cui l'Italia a breve avrà la presidenza e del resto già aperto, perché nel prossimo Consiglio europeo si porrà esplicitamente il problema del rilancio della manifattura come punto di partenza per parlare di rilancio economico dell'intera Europa. I dati sul costo del lavoro diffusi in questi giorni ci confermano che il costo del lavoro in Italia rimane il più basso fra i Paesi europei più avanzati, meno della Germania, meno della Francia, sotto la media dell'Europa a 17, ma più alto della media dell'Europa a 27, cioè sopra i Paesi del Sud e dell'Est. Quindi il primo problema è di quale Europa vogliamo far parte, serie A o cazione» che avrebbe dovuto salvaguardare la sua persona e i suoi interessi; meno sorprendente è invece il suo convergere su una legge elettorale di tipo bipolare. Certo, si può discutere il modo, la sede in cui questa convergenza è avvenuta, ma non la sostanza che è questa: Berlusconi ha dato in venti anni un solo effettivo contributo allo sviluppo della democrazia italiana, ed è stata la scelta bipolare. Lo so: nelle sue mani il bipolarismo si è ridotto a puro trasformismo tipico della storia italiana, ridando forza anche alle forze di centro che hanno prodotto nuovi partiti aumentando la frammentazione del sistema politico e i problemi della governabilità. Ma, sul piano storico, tra le immani macerie che ha lasciato, il bipolarismo è la sola eredità del ventennio berlusconiano che merita di essere salvata. Per il futuro dell'Italia, ma anche per quello del Pd, il quale può avere una prospettiva strategica solo se riafferma con intransigenza la sua vocazione maggioritaria, e riesce ad imporla nella vita del Paese. Altrimenti è destinato a non avere più un’effettiva funzione nazionale . Lo so che l 'Italia è il Paese delle cento città. È così almeno dal Rinascimento: da noi non c'è stata una capitale come Parigi o Londra o Madrid, e non c'è stato lo Stato nazionale moderno sognato da Machiavelli. Nella nostra storia ci sono Roma, Napoli, Firenze, Milano, Venezia, Mantova, Verona, Ferrara, Urbino, Palermo: tutte capitali di piccoli e grandi Stati, di Regni e di Repubbliche. Ma questa struttura poli- centrica è stata la forza e, al tempo stesso, il limite del nostro Paese: la sua tarda unificazione come Stato nazionale è stata un effetto anche di questa sua «grandezza», non solo delle sue «miserie». Il nostro problema è quello di valorizzare questa pluralità e di inserirla in un quadro unitario, costruendo un principio in cui essa si riconosca e si potenzi. Noi abbiamo bisogno di individuare un principio di direzione e di governo che, costituendo un nuovo rapporto fra governanti e governati, consenta di uscire da questa situazione di stallo e di dirigere il Paese attraverso l’alternanza delle forze in campo - sulla base, s'intende, del riconoscimento di valori condivisi. È questa la ragione per cui il bipolarismo può essere uno strumento (e sottolineo: strumento) utile. Se si fa un’analisi spregiudicata della nostra storia, per ragioni etiche oltre che civili e politiche, questa è la strada che oggi bisogna imboccare con decisione, anche se possono esserci dei prezzi da pagare. Certo, non è con una legge elettorale che si risolvono tutti i nodi in cui è oggi aggrovigliata la vita dell'Italia. Ma è altrettanto sicuro che le politiche delle larghe intese li aggravano. Ovviamente occorre vedere in concreto come questa esigenza venga realizzata sul piano legislativo, e perciò è strategica la battaglia dei prossimi giorni. Si facciano pure tutte le modifiche utili, ma a patto di salvare la sostanza della «cosa»: una dinamica bipolare per la democrazia italiana. Maramotti serie B, oppure sempre in zona retrocessione. Il vero problema che ha messo in evidenza una recente ricerca di Mediobanca è che confrontando proprio i dati delle multinazionali aventi impianti in Paesi diversi - il costo del lavoro in Italia è più basso che altrove, ma anche il valore aggiunto prodotto è più basso e quindi la scelta sta fra tagliare il costo del lavoro, immiserendo salari ed impoverendo ulteriormente la popolazione, oppure far crescere il valore aggiunto delle nostre produzioni, facendo aumentare una produttività basata sui contenuti di valore dei beni realizzati in Italia. Le nostre imprese, che nonostante la crisi hanno continuato ad esportare, hanno scelto questa seconda via. Ma questa via richiede investimenti sulle persone, sia in scuole che in formazione, ed anche in formazione mirata alle competenze necessarie per crescere in economia aperta. La ricerca presentata ieri da McKinsey ci ricorda che molte imprese cercano competenze per la loro crescita e non le trovano. D'altra parte, proprio la Germania riesce a mantenere produzioni manifatturiere e specialmente meccaniche, nonostante un maggiore costo del lavoro, perché quel lavoro è maggiormente valorizzato e quindi genera maggior valore aggiunto. Il nostro Paese, ricordiamolo, è quello che non solo investe meno in istruzione, ma anche in formazione in fabbrica. La via per sfuggire alla rincorsa senza fine ad un possibile taglio dei salari sta in una politica di rafforzamento della formazione e della innovazione, cioè della valorizzazione delle capacità delle persone realizzata come azione di sistema-Paese. Le stesse multinazionali che hanno deciso di investire in Italia, e specificatamente in Emilia Romagna sono state attratte dalla disponibilità di strutture formative che hanno fortemente sostenuto processi di investimento o di riorganizzazione interna. I casi di Vuitton per produrre le scarpe di fascia altissima, di VM acquisita totalmente da Fiat-Chrysler per produrre motori diesel, della stessa Volkswagen-Audi, che ha acquisito Lamborghini e Ducati, di Philipp Morris, che investe a Bologna anziché a Monaco, oppure di Thyssen, che dopo una vertenza durissima, decide di non uscire, ma di riorganizzare gli impianti, ci parlano di una politica industriale alla tedesca, quella che si fa e non si dice, e che accompagna le imprese portando la formazione fin dentro la fabbrica, in una intesa con le istituzioni che si realizza prima delle possibili fratture, non dopo. Questi casi dimostrano che investendo sulle persone si ha con le stesse imprese una relazione continua che rafforza tutto il territorioe quindi tutto il tessuto di subfornitura e quindi le stesse imprese. Ritenere che una tale azione politica possa essere condotta solo a livello nazionale è pura illusione, perché le realtà territoriali sono fra loro più divaricate di quanto non siano mai state prima e perdere la dimensione territoriale, così come quella europea, vuol dire consegnarsi ad una politica solo di inseguimento dei casi più disastrosi. Il governo riprenda la funzione di guida di un aggiustamento di lungo respiro e, con realismo, supporti la soluzione di problemi che debbono essere radicate nel territorio. Si sfugga dal fare di ogni singolo caso per quanto rilevante il paradigma della nuova fase. Si torni a governare lo sviluppo. Claudio Sardo SEGUE DALLA PRIMA La «tagliola» è una norma estrema del regolamento della Camera, introdotta nel ’97 dopo la famosa sentenza della Consulta che vietò la reiterazione dei decreti-legge, divenuta una scandalosa consuetudine incostituzionale. L’effetto della tagliola è lo stop all’ostruzionismo parlamentare e la messa in votazione del decreto, un attimo prima che scada il termine e ne decadano tutti gli effetti giuridici. Le opposizioni, ovviamente, hanno il diritto di usare ogni strumento legale a loro disposizione per contrastare i provvedimenti che non condividono, ma non hanno il diritto di impedire alla maggioranza (e al Parlamento) di pronunciarsi su un decreto. Finora, anche nelle battaglie politiche più aspre, non si era mai arrivati al punto di costringere il presidente della Camera ad applicare una norma che contrasta con lo spirito del parlamentarismo. Ma l’estremismo grillino voleva raggiungere proprio questo risultato. E voleva mettere in scena quella rabbiosa e plateale protesta nei banchi di Montecitorio, che aveva lo scopo di delegittimare il Parlamento, di avvelenare il clima, di sovrastare con le grida le altre questioni all’ordine del giorno. Tutto si può dire tranne che il Movimento 5 stelle sia stato vittima della tagliola. I grillini hanno cercato l’obiettivo per rafforzare, anche simbolicamente, la loro opposizione di sistema. L’efficacia che cercano non è quella di emendare, di migliorare le condizioni dei cittadini che li hanno votati, ma quella di produrre l’esito il più possibile negativo, in modo da far risaltare l’antagonismo radicale. Piuttosto che correggere un testo, è meglio che questo esca nella versione peggiore. Qualche tempo fa, il M5s spinse l’ostruzionismo contro un altro decreto-legge fino a mettere a repentaglio i fondi per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia: per fortuna, anche in quell’occasione i grillini furono sconfitti. Va detto, a onore del vero, che non tutti gli argomenti usati dai deputati di Grillo contro il decreto sono da disprezzare: lasciano dubbi le modalità con le quali - attraverso una rivalutazione delle quote delle banche - si è realizzata una maggiore autonomia di Bankitalia dal Tesoro, e dunque dallo Stato. Tuttavia, la fondatezza di alcuni argomenti non giustifica l’oltranzismo e la violenza verbale, anzi rende ancora più colpevole il comportamento adottato. È inaccettabile che la denuncia faccia premio su qualunque tentativo di mediazione o di correzione. Una forza politica fa opposizione e marca la propria diversità per costringere la controparte ad una posizione più avanzata, per ottenere qualche risultato anche parziale. Questo è il confronto parlamentare che incide sul Paese. Ieri invece lo scopo della contestazione era la sua teatralità, il fare una cosa che non si era mai fatta: così la «tagliola» è diventata un po’ come la risalita sul tetto di Montecitorio. Il nichilismo eretto a filosofia politica e il Vaffa gridato nel Palazzo per rappresentare così un’opposizione sempre più «di sistema». Grillo e Casaleggio stanno lanciando la campagna elettorale per le europee: hanno bisogno di allargare le distanze. Avevano scommesso su nuove elezioni politiche nel 2014, ma potrebbero aver perso la scommessa. Così hanno programmato un’escalation della loro protesta. Gli insulti al Capo dello Stato non sono frutto del caso o del delirio di un singolo deputato: sono anch’essi programmati. Il rifiuto di partecipare in alcun modo alla riforma elettorale è l’altra scelta strategica che prepara l’offensiva anti-europea. Prepariamoci ad un Grillo che farà impallidire Le Pen, e che tenterà di soffiare alla Lega il primato anche della violenza verbale. Sono le scelte politiche del Movimento 5 stelle. Che condizioneranno la vita del Parlamento e il confronto politico nel Paese. Se i grillini decidessero di partecipare al lavoro sulle riforme elettorali e costituzionali, potrebbero anche portare a casa dei risultati. Ma l’autonomia del politico per Grillo si fonda sul tanto peggio per l’Italia. Tra l’altro, le riforme dovranno toccare anche i regolamenti parlamentari. Bisogna prevedere tempi certi per le votazioni, non solo dei decreti, ma anche dei disegni di legge che il governo considera essenziali e (pro-quota) di quelli che le opposizioni intendono sottoporre al giudizio dell’aula. Non si tratta di un modo per strangolare il dibattito: fare buone leggi richiede tempo, e da noi il tempo serve anche per cambiare il modo con cui si scrivono le leggi. Troppe norme sovrapposte, pochi testi unici e poca semplificazione. Ma per cambiare il costume legislativo serve certezza sui tempi di decisione. Confronto, contrapposizione, mediazione, poi alla fine decisione. Altrimenti la democrazia muore. Purtroppo, c’è chi vuole l’impotenza della politica per trarne vantaggio. RASSEGNASTAMPA 16 giovedì 30 gennaio 2014 COMUNITÀ Dialoghi Meglio le primarie delle preferenze La mafia non si tiene lontano con i nominati, ma con la legalità. La corruzione elettorale e il voto di scambio hanno aggirato qualsiasi sistema elettorale, alzando muri di privilegi e barriere alla trasparenza, contro la legalità. C'è anche chi ricorda che le preferenze vennero abolite con un referendum negli anni 90. Giusto, ma siamo nel 2014. E sono successe tante cose. MASSIMO MARNETTO Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta Quello che dovremmo ricordare mentre si discute di preferenze sì o no è il modo in cui andavano le cose in Italia nel tempo in cui gli elettori erano chiamati ad esprimerle. Dopo quei trent’anni, infatti, in cui quella che veniva garantita agli elettori era soprattutto la loro libertà di scelta ed in cui era positivo ed importante, per i partiti politici, acquisire alle liste le simpatie (e i voti) di persone note e perbene in grado di riscuotere la stima e la simpatia degli elettori il gioco delle preferenze si legò sempre di più ai pacchetti di voti che il candidato si procurava in modo più o meno legale utilizzando i contatti che aveva o che era in grado di comprare. Dai successi di persone note si passò, in modo sempre più chiaro a quello dei furbi e/o degli ammanicati e dei compagni di cordata fino ad arrivare, ai tempi del Caf di Craxi, Andreotti e Forlani, al mercato delle vacche contro cui fu impostata e vinta una battaglia referendaria. Tornarci ora avrebbe un senso? Davvero sono cambiati, i tempi, nella direzione giusta? Il mio parere su questo punto è che la scelta dei candidati dovrebbe avvenire soprattutto in sede di primarie: affidandola agli iscritti ed ai simpatizzanti del singolo partito. Obbligatoriamente e per tutti se ci si riesce ma anche volontariamente, se il Parlamento non prenderà questa decisione, per i partiti che dimostreranno in questo modo di voler ascoltare davvero la voce di chi li vota. CaraUnità Per i beni culturali di Roma Con la conclusione, nell’estate del 2013, delle procedure concorsuali per 14 archeologi, 20 storici dell’arte e 3 restauratori, Roma Capitale dispone delle graduatorie da cui attingere per garantire in futuro la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali della città eterna. L’articolo 1 dello Statuto identifica proprio conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e monumentale come funzioni fondamentali dell’amministrazione capitolina. Nel prossimo biennio gli inevitabili pensionamenti del personale in servizio alla Sovrintendenza capitolina provocheranno una drastica diminuzione degli organici. Nonostante tutto, la delibera 441 del 20/12/2013, con cui la giunta capitolina ha pianificato l’assunzione di 47 vincitori di concorso, non prevede il reclutamento di nessuna figura professionale specifica nel settore dei beni culturali. Sembra, inoltre, che l’amministrazione non sia intenzionata neanche in futuro ad assumere le figure professionali che Via Ostiense,131/L 00154 Roma lettere@unita.it garantirebbero la competenza necessaria per la gestione del patrimonio culturale della città. I segnali provenienti da Roma Capitale sono scoraggianti: da mesi si attende la nomina del sovrintendente e sono finora caduti nel vuoto gli appelli per la cultura lanciati dal personale della Sovrintendenza capitolina e, più recentemente, dall’International Council of Museums che ha esplicitamente chiesto a Roma Capitale di favorire l’occupazione di personale qualificato. Signor sindaco, le chiediamo un segnale di attenzione per la cultura e un impegno concreto per la futura assunzione di archeologi, storici dell’arte e restauratori, che hanno superato una procedura molto selettiva per titoli ed esami e non chiedono altro che poter mettere la propria competenza professionale al servizio della collettività. La gestione del patrimonio storico, artistico e monumentale non può essere improvvisata o delegata al personale amministrativo: richiede pianificazione, professionalità e competenza. L’intervento Temi etici, il coraggio di leggi avanzate Maurizio Mori Presidente Consulta di Bioetica EUGENIO MAZZARELLA HA RAGIONE QUANDO OSSERVA CHE SUI «TEMI ETICI, SE SI VUOLE, SI PUÒ FARE SUBITO» (L’UNITÀ, 27 GENNAIO, P. 5) visto che queste leggi non hanno costi, e si possono varare anche in tempo di crisi come il nostro. Non solo: se quelle in materia sono buone leggi, tutelano la dignità delle persone, rafforzano la fiducia nelle istituzioni e hanno positivi ritorni economici. Per questo non si dovrebbe esitare un istante a vararle. Ma per elaborare una legge si deve partire da una visione generale della situazione. Per il collega Mazzarella il punto di partenza è il fatto che quelli etici sarebbero «gli unici temi che godono, nel Paese reale, di “larghe intese” naturali, per soluzioni affidate al buon senso, a un diffuso sentire comune». Su questo, dissento, perché a volte il «buon senso» o il «sentire comune» sono in contrasto con l’eti- Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 Signor sindaco, dimostri di voler premiare il merito e garantisca un futuro ai beni culturali di Roma che Lei stesso ha posto al centro del suo programma politico. Archeologi, Storici dell'Arte e Restauratori per Roma Capitale La gravidanza delle disoccupate involontarie Attualmente in Italia ci sono due leggi che finanziano la donna incinta. La lavoratrice gode giustamente di assenze remunerate giustificate dalla gravidanza e alla donna che decide di abortire lo Stato copre i costi di tale aborto procurato volontariamente. Le donne gravide che non lavorano vengono dunque discriminate dal nostro ordinamento giuridico senza nemmeno distinguere tra inoccupate per scelta e disoccupate involontarie. Giustizia esige che ogni donna incinta che non abortisca volontariamente riceva dalla Repubblica un reddito di sostegno per tutta la durata della gravidanza e magari anche per i successivi costi di cura della prole minorenne. Matteo Maria Martinoli ca, ed è sbagliato credere che l’etica coincida col «sentire comune». Fino al 1975 il sentire comune di larga parte degli italiani era contrario alla «parità dei coniugi», la cui introduzione suscitò aspre controversie: allora era una norma «avanzata». Ben presto ci si accorse che aveva colto il verso della storia e ebbe positivi effetti sociali per tutti, inclusi i conservatori sessisti che rivorrebbero il capofamiglia maschio. Oggi, con molta sorpresa, apprendo che Mazzarella ritiene che il ddl Calabrò proposto nel marzo 2009 offra una soluzione «socialmente condivisa». Dimentica però che fu presentato in fretta e furia dal governo Berlusconi per contrastare il caso Englaro, e che i medici giudicarono quel testo del tutto inadeguato e inaccettabile (a dir poco). Anche qui, rilevo che come minimo il «buon senso» di Mazzarella è in netto contrasto con le indicazioni deontologiche dei medici. Può darsi che per alcuni (i conservatori) queste indicazioni siano «avanzate», ma è facile che presto risultino benefiche per tutti. Discorso simile sui i gay, ai quali il «comune sentire» riconoscerebbe il diritto alla «unione civile» ma non al «matrimonio», la cui pretesa sarebbe frutto di «un’omologazione ideologica». È troppo comodo, caro Mazzarella, relegare nel calderone delle vecchie «trincee ideologiche» tutte le opinioni difformi da ciò che presumi essere il «buon senso» o il «comune sentire». Basta leggere l’articolata sentenza Windsor vs Usa (26 giugno 2013) della Corte Suprema americana per vedere che l’esclusione dei gay dal matrimonio lungi dall’essere razionale è un’iniqua discriminazione frutto del pregiudizio etero-sessi- sta, neologismo con cui indico chi crede che i sessi siano solo due (senza tenere conto delle più recenti conoscenze scientifiche). Anche qui, può darsi che per alcuni quest’idea sia «avanzata»: ma è forse un delitto avere idee innovative? Non è meglio che le buone leggi precedano e indirizzino la vita sociale? Il legislatore, cioè il Parlamento eletto dal popolo perché rappresenta (dovrebbe rappresentare) la miglior parte della società, fa come il bravo urbanista progettatore di territori: prevede in anticipo i flussi di traffico e progetta le strade in modo da favorire la viabilità e prevenire le file e gli ingorghi, senza restare ancorato al «comune sentire» che spesso è sordo alle esigenze emergenti e chiuso al futuro. Per elaborare buone leggi sui temi etici occorre partire dalla considerazione che la rivoluzione biomedica ha già cambiato e sta sempre più cambiando alcuni parametri tradizionali. Non bisogna avere paura della scienza e pensare che debba essere messa subito al guinzaglio: la scienza è la cosa migliore prodotta dall’uomo negli ultimi 4 secoli. L’etica, quella vera e razionale, ci impone di individuare le regole che – tenuto conto dei progressi scientifici e della rivoluzione biomedica – favoriscono la dignità e il benessere di tutti nelle nuove condizioni storiche che già sono in essere e si verranno sempre più a creare. Non è sempre facile scorgere quali esse siano, e per questo non sempre il «comune sentire» è adeguato. Forse gli esperti sanno vedere meglio: come il bravo urbanista prevedendo i flussi di traffico sa favorire lo sviluppo del territorio, così il legislatore accorto prevedendo le dinamiche sociali sa come favorire la dignità delle persone e aumentare il be- La tiratura del 29 gennaio 2014 è stata di 65.476 copie La lettera I bravi ricercatori e le debolezze dell’Italia Piergiorgio Strata Professore Emerito Università di Torino ● lCARO DIRETTORE, HO LETTO CON INTERESSE LA BRILLANTE ANALISI CHEPIETRO GRECOHA FATTO SUI RECENTI RISULTATI RELATIVI ALL’ASSEGNAZIONE di finanziamenti per la ri- cerca da parte dello European Research Council. Come riportato anche da altri media ci rallegriamo del fatto che in termini di numero di assegnazioni gli italiani siano al secondo posto in Europa. Purtroppo siamo di gran lunga in prima linea nella classifica di coloro che spenderanno i loro soldi all’estero: Italia 26, Germania 15, e gli altri al di sotto di 5. Si tratta di un’esportazione legale di capitali, in quanto le regole vogliono, giustamente, che il finanziamento sia della persona che può portarlo con sé ovunque. Questa regola introduce il concetto di mercato dei cervelli e in questo mercato gli inglesi traggono il maggior profitto. Con questa emorragia di cervelli, se calcoliamo il numero di italiani che spenderanno i fondi lavorando nel nostro Paese, la classifica ci vede al sesto posto. Questo ci potrebbe rallegrare. In fondo un sesto posto non appare così male. La brutta notizia, che è quella più importante, è che se calcoliamo il numero dei nostri finanziamenti per milioni di abitanti, la classifica ci vede al numero 11. Davanti a noi a vediamo prima in classifica la Germania con un coefficiente (rapporto fra finanziamenti e popolazione) di 2,5. Seguono Israele (2,1), Olanda (1,4), Belgio (1,3) Svizzera (1,0), Cipro (1,0) Finlandia (0,7), Svezia (0,6), Francia (0,5) Regno Unito (0,4) e Italia (0,3). Questo score on size dimostra la nostra vera debolezza. Essa non è soltanto legata alla carenza di investimenti pubblici della ricerca che in percentuale del Pil non è così lontana dagli altri Paesi, ma alla scarsa presenza della ricerca industriale che in percentuale del Pil è quasi la metà di quella degli altri Paesi. Non dimentichiamo che nel 1980 una ope legis mascherata ha inserito nei ruoli universitari ben 30.000 docenti. Siccome la ricerca è competizione come il calcio, non si può vincere un mondiale con una squadra nella quale i giocatori sono stati reclutati come si è fatto per l’università. E questa squadra non troverebbe degli sponsor che vi investano. I problemi da risolvere sono molti e alcuni a costo zero. Ma il problema principale sta nella debolezza delle nostre infrastrutture che sono costose, frammentate, burocratizzate e soprattutto con scarsa indipendenza dei giovani i quali sono praticamente privi di quella mobilità che è alla base del mercato dei cervelli. nessere di tutti. In Italia, dopo la stagione delle grandi (e benefiche) riforme sociali degli anni ’70 (statuto dei lavoratori, riforma psichiatrica, sanità pubblica, aborto, ecc.) sui temi etici ha prevalso l’atteggiamento conservatore. Solo la magistratura ha contenuto il possibile catastrofico arretramento contrario ai principi della Costituzione (si pensi alla legge 40). Per i partiti della sinistra, che promettono di innovare il Paese, è forse giunto il tempo di rompere gli indugi e pensare a leggi «avanzate» che sappiano favorire le dinamiche sociali, e non intasarle in omaggio a tradizioni ataviche ormai obsolete o a un «sentire comune» informato a queste. In questo senso, oltre riconoscere presto il matrimonio gay, c’è da ripensare la legge sulla fecondazione assistita in sostituzione della assurda legge 40/2004, c’è la legge sulla ricerca scientifica con le cellule staminali, embrionali e non, c’è la legge sul fine vita che garantisca l’autodeterminazione nel rifiuto delle cure e non impedisca l’eutanasia già in discussione in tutti i Paesi avanzati (Gran Bretagna, Francia, ecc.), c’è da pensare a un Comitato Nazionale per la Bioetica più pluralista e meno succube alle prospettive cattoliche, e via dicendo. L’elenco è incompleto e l’agenda sul tema è densa: se si vuole far ripartire il Paese si devono fare leggi che aggiornino le modalità di convivenza civile circa i cosiddetti «temi etici» sulla scorta di un’etica che non abbia paura della scienza e sappia guardare avanti anche abbandonando quel «sentire comune» che spesso dipende da un passato che ormai non macina più. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Mercoledì 29 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI Lettera dei partiti minori alla Boldrini per far slittare l’esame a febbraio. Il Cavaliere al bivio Legge elettorale Pd e FI trattano La discussione in Aula spostata al 30 gennaio Il nodo più spinoso da risolvere sono le soglie di SERENELLA MATTERA ROMA- Continua a viaggiare sull’asse Renzi-Berlusconi la legge elettorale. Diversi contatti tra il segretario del Pd e il leader di FI scandiscono la trattativa su alcune modifiche da apportare al testo dell’Italicum, senza tradire l’accordo siglato due settimane fa al Nazareno. Intanto, alla Camera entrano in azione i piccoli partiti, che fanno asse e cercano di rinviare a febbraio l’approdo in Aula della legge ma non ci riescono perchè lo slittamento è solo di 24 ore, al 30 gennaio. La commissione Affari costituzionali dovrebbe dunque chiudere la legge elettorale, perchè si possa iniziare la discussione generale con il rischio che non si faccia in tempo a concludere il voto di tutti gli emendamenti, soprattutto se dovesse mancare l’atteso accordo tra Pd e FI su alcune modifiche concordate. In quel caso, però, viene spiegato da fonti della maggioranza, si porterebbe comunque in Aula il testo base per evitare ulteriori slittamenti. Dalle Aule parlamentari si guarda dunque con attenzione alla trattativa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che si sono sentiti più volte nei giorni scorsi. Da loro si attende il via libera alle modifiche al testo. A partire dal nodo più spinoso, quello delle soglie. Si discute infatti innanzitutto della percentuale necessaria per aggiudicarsi il premio di maggioranza al primo turno, con l’ipotesi è che salga dal 35 al 37%. Anche il Quirinale nutrirebbe infatti perplessità sulla soglia al 35%, che rischia - si spiega in ambienti della maggioranza - di essere considerata troppo bassa (e perciò incostituzionale) dalla Consulta. In parallelo, il sindaco e il Cavaliere starebbero anche discutendo della possibilità di agevolare l’accesso al Parlamento ai piccoli partiti. E allora il meccanismo salva Lega voluto da un emendamento di Forza Italia, potrebbe abbinarsi a un leggero calo delle soglie di sbarramento. Anche perchè Angelino Alfano, terzo contraente dell’accordo, avverte che “sarebbe un’ingiustizia” far entrare in Parlamento “chi ha preso 600 mila voti” e tenere fuori “chi ha preso 1,5 milione di voti“: le 2 cose devono andare insieme. Blindare l’accordo con Berlusconi anche sugli emendamenti all’Italicum è indispensabile a Renzi per evitare lo stallo in Parlamento e sminare possibili intese trasversali tra i piccoli partiti per cambiare il testo. “Se qualcuno vuole far saltare tutto, lo faccia a viso aperto“, sfida il sindaco, che punta a non farsi “ingabbiare” e a chiudere presto l’accordo col Cavaliere per poi, se necessario, andare anche a “litigare”con i “piccoli.”“Berlusconi è ad un bivio“, aggiunge il segretario Pd. Intanto, in commissione alla Camera c’è da superare il voto di 250 emendamenti. Il Pd ha ritirato i suoi tranne tre (sulla soglia del 35%, sulle primarie facoltative per legge e sulla delega al governo per i collegi) per agevolare la trattativa con Berlusconi. Ma gli altri partiti sono battaglieri, a partire dal M5S, pronto ad allungare i tempi dibattendo norma su norma. Con una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini i “piccoli” provano a fare fronte comune: gruppo Misto, PI, Sel, Fdi e Lega chiedono di spostare a febbraio l’approdo in Aula della legge elettorale, per consentire un dibattito in commissione con tempi congrui. Pd e FI vogliono portare il testo in Aula entro gennaio, per sfruttare la regola che gli garantisce in questo caso tempi contingentati a febbraio. E non cedono: giovedì pomeriggio inizierà il dibattito dell’Assemblea. Intanto, i “piccoli”il primo segnale l’hanno lanciato. Giocheranno la loro partita fino in fondo. Consapevoli che ad aiutarli in Aula arriverà il voto segreto. Il segretario del Pd Matteo Renzi | L’INCHIESTA | De Girolamo indagata? «Io non ne so nulla» BENEVENTO - Non si ferma e promette nuovi sviluppi a breve l’inchiesta sull’Asl di Benevento che ieri ha visto l’esecuzione di una nuova misura cautelare nei confronti dell’amministratore di fatto di due società accusato di aver emesso fatture irregolari per oltre 400 mila euro. Contestualmente i pm vanno avanti Nunzia De Girolamo con Silvio Berlusconi anche con le indagini sul cosiddetto direttorio partitico-politico che avrebbe gestito la sanità nel Sannio e di cui avrebbe fatto parte l’ex ministro Nunzia De Girolamo. I magistrati hanno inviato in serata un invito a comparire a Michele Rossi, direttore generale della Asl che dovrà presentarsi, in qualità di persona indagata, in procura il 4 febbraio prossimo. Sebbene la procura non confermi le indiscrezioni di stampa circa una sua iscrizione nel registro degli indagati, le attività di indagine mirate sul direttorio e sulle registrazioni delle riunioni a casa del padre del ministro, nonchè l’emissione del provvedimento nei confronti di Rossi (uno dei partecipanti alle riunioni e indicato come persona vicina al ministro) portano a dedurre che l’onorevole del Nuovo Centrodestra sia effettivamente sotto inchiesta. Del resto se l’ex ministro è iscritta al cosiddetto modello 21 (registro degli indagati) di tale informa- zione ne sono a conoscenza i soli magistrati titolari del fascicolo, ovvero il procuratore e i tre sostituti che lavorano al caso. Fonti della procura si limitano a dire che la circostanza “non può essere confermata, ma neanche negata”, lasciando insoluto il quesito ma in ogni caso rafforzando il convincimento che l’ex ministro sia finito sotto inchiesta. “Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia, nè un invito a comparire”la replica della De Girolamo. Cui fa eco il suo avvocato, Angelo Leone: “Ribadisco che allo stato non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalla procura. Ma c’è chi continua a volere a tutti i costi indagata la mia assistita.” Oggi Leone sarà in procura per un contatto con i pm titolari dell’inchiesta. La nuova ordinanza di custodia ai domiciliari è stata eseguita nei confronti di Giovanni Cirocco. Per lui la procura aveva chiesto l’arresto già in occasione della prima tornata di provvedimenti restrittivi. IL CONFLITTO Nervi tesi con l’ex ministra dell’Agricoltura su un probabile rientro La Pascale detta legge in FI: «Da noi non torna» Le deputate azzurre condividono la posizione e ci pensa anche Toti ad agitare il partito ROMA- Impegnato nella trattativa sulla legge elettorale con Matteo Renzi, Silvio Berlusconi si chiama fuori per una volta dalle polemiche che tengono banco dentro Forza Italia. La scena infatti è tutta per Francesca Pascale, fidanzata del Cavaliere i cui giudizi politici sembrano essere ogni giorno più influenti ad Arcore come a palazzo Grazioli. Di fronte al silenzio dell’ex premier all’ipotesi che Nunzia De Girolamo (berlusconiana della prima ora poi passata con Angelino Alfano) possa far ritorno tra gli azzurri, è proprio la Pascale a dettare la linea facendo trapelare la sua contrarietà ad un eventuale ritorno dell’ex ministro dell’Agricoltura in Fi. Una presa di posizione subito accompagnata da una serie di dichiarazioni concordi da parte delle parlamentari azzurre. La levata di scudi a sostegno della Pascale però non preoccupa per niente l’ex ministro dell’Agricoltura: “Da politico ammetto di provare tristezza verso coloro che si affrettano a commentare il nulla solo per guadagnarsi un posto in Paradiso“, è la frecciata rivolta alle ex colleghe di partito. Quanto alla Pascale, la De Girolamo si limita ad osservare: “Da donna che ama posso capire le scelte e le reazioni di una compagna, anche quando non nascono da fatti reali”. Ma, al di là della replica dell’ex ministro, a destare attenzione sono le prese di posizione a sostegno della fidanzata del Cavaliere da parte delle deputate azzurre che affiancano la Pascale. Insomma, una ribalta mediatica per la fidanzata di Berlusconi che deve concedere un pò di spazio sotto i riflettori a Giovanni Toti, consigliere per il programma. La pax interna al partito dopo la decisione di Berlusconi di non affidargli un incarico di peso al vertice azzurro è già finita perché c’è già qualche malumore tra la vecchia guardia. Francesca Pascale RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI Esulta il segretario dei Democratici: «Mai più larghe intese e ricatti da parte dei piccoli partiti» Legge elettorale L’accordo regge Renzi e Berlusconi rivedono insieme la riforma Ora la prova dell’Aula. Protesta la minoranza Pd DI CRISTINA FERRULLI ROMA - Si chiami “Renzellum“, come lo battezza Casini, o “Caimanum“, come protesta Vendola, la sostanza non cambia. Il patto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi regge ed i due, con una trattativa fino all’ultimo, correggono d’intesa la riforma elettorale, che da oggi approda in Aula. “Avanti così, ora mai più larghe intese e ricatti dei piccoli“, esulta il leader Pd che concede al Cavaliere il “Salva-Lega” ma porta a casa la soglia al 37% per il premio e una minima discesa al 4,5% dello sbarramento. Ma la riforma, per diventare legge, dovrà passare le forche caudine del voto segreto, chiesto da M5S, e la protesta dei partiti minori e della minoranza Pd. Non si sono mai interrotti i contatti tra Renzi e Berlusconi per chiudere l’accordo prima dell’arrivo in Aula. Superato il niet di Fi, complice anche la moral suasion del Quirinale, all’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza, l’ultimo scoglio, sul quale i due contraenti si sono confrontati fino all’ultimo, è stato l’abbassamento della soglia per i partiti in coalizione, richiesta sia da Ncd sia da Sel. Alla fine la mediazione è stata scendere dal 5 al 4,5%, una correzione che suona come un’offesa e fa infuriare Nichi Vendola. Angelino Alfano Restano i nodi delle liste bloccate e le soglie strappa, invece, la possibilità di qualche candidatura multipla ma rinvia all’Aula, come anche Scelta Civica e Popolari per l’Italia, nuove correzioni sia sulle soglie sia sulle preferenze. Nelle ore decisive per la trattativa si affaccia, nella sede del Pd, dove il segretario Pd è riunito con capigruppo e fedelissimi, anche il ministro Dario Franceschini. E la benedizione del governo - che ora in 45 giorni ha la delega di ridisegnare i collegi elettorali - al passo avanti alle riforme arriva, da Bruxelles, direttamente dal premier Enrico Letta: “Le riforme sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro paese. E’ una buona notizia per l’Italia se riusciamo a farle.” Chi, invece, deve decidere se riprendere la battaglia, dopo aver ritirato in commissione gli emendamenti per l’aut aut di Renzi, è la minoranza del Pd. “Restano i nodi delle liste bloccate e delle soglie. E’ una legge troppo sbilanciata a favore di Berlusconi e di Forza Italia“, attacca il bersaniano Alfredo D’Attorre, che chiede nuove correzioni ma esclude “imboscate” nel segreto dell’urna in Aula. E mostra di non temere tradimenti anche il sindaco di Firenze: “Sarebbe il colmo che chi per 20 anni non è riuscito a fare la legge ora si nasconde dietro il voto segreto.” Timori o meno, per Renzi il dado è tratto e ieri si è raggiunta la migliore riforma possibile che, a suo avviso, può essere approvata “rapidissimamente.” Soddisfatto anche Silvio Berlusconi che, attraverso il suo neoconsigliere Giovanni Toti, gli rende l’onore delle armi al rottamatore: “Ha dimostrato di avere le palle, questa è una buona legge elettorale per tutta Forza Italia.” Il paradosso, però, è che, nonostante l’impegno del Cavaliere, Matteo Salvini giudica “ad occhio, una porcheria” l’intesa raggiunta. E la battaglia si sposta ora in Aula, probabilmente saltando anche il voto notturno degli emendamenti in commissione, dove i Movimento 5 Stelle puntano a far emergere con il voto segreto le divisioni interne ai partiti, a partire dalle pregiudiziali di incostituzionalità, che saranno presentate anche da Sel, Lega e altri partiti minori. Ma l’effettiva realizzazione dell’intesa sulla legge elettorale passa anche dalla riforma del Senato. E non solo per la volontà a più riprese ribadita dal leader del Pd Matteo Renzi di dare una svolta alle istituzioni con i conseguenti risparmi, ma anche per un fatto tecnico. Se il Senato resterà elettivo non sarà, infatti, in alcun modo sventata la possibilità di maggioranze diverse tra le due Camere e, dunque, di ingovernabilità. Il problema è che finchè non verrà cambiata la Costituzione resterà una discrepanza tra i corpi elettorali di Montecitorio e Palazzo Madama, dal momento che per il Senato si può votare solo al compimento dei 25 anni e dunque il numero degli elettori è inferiore. E manca una fascia importante di elettori giovani. Questo nodo non può essere risolto dalla riforma elettorale. FOCUS Vertice fiume del Cavaliere per tranquillizzare i suoi Toti in tv e FI sul piede di guerra ROMA - Il pomeriggio lo trascorre a palazzo Grazioli ad incontrare imprenditori e rappresentanti di categorie fino al debutto Tv nel salotto di Porta a Porta. Giovanni Toti usa toni soft e cautela ribadendo più e più volte di non essere un “rottamatore” nè tantomeno il numero due di Forza Italia. Certa ormai è la presenza fissa accanto al Cavaliere in tutte le riunioni e numerose le interviste in cui insiste nella necessità di rinnovare il partito, gettando così scompiglio nelle file azzurre. Ecco perchè nelle stesse ore in cui l’ormai ex direttore del Tg4 era a registrare la trasmissione televisiva a via del Plebiscito il Cavaliere è stato impegnato in un vertice fiume (circa tre ore) con i big di Fi, Fitto in testa, cercando di placare gli umori e soprattutto chiarendo ancora una volta di non voler escludere nessu- Giovanni Toti a “Porta a porta” no dagli assetti del suo partito. Una strategia, quella di rasserenare gli animi, a cui Toti fa da sponda elogiando i dirigenti azzurri,definendoli la “spina dorsale” di Forza Italia, smentendo “contrapposizioni”, ma soprattutto ricordando che in Fi non esistono numeri due: “C’è un numero uno che è Silvio Berlusconi - dice - poi ci sono infiniti numeri due”. E’ chiaro però che il Cavaliere investe molto su di lui, non è un caso che sia Toti a commentare in televisione a nome di tutto il partito l’accordo raggiunto sulla legge elettorale ripercorrendo le tappe dell’intesa tra il Cavaliere e Matteo Renzi. Il consigliere dell’ex premier sa perfettamente però che la partita è un’altra e che riguarda gli assetti di Fi: “Io non so che tipo di organizzazione voglia dare Berluconi spiega - non nego ci sia l’ipotesi di un ufficio politico ristretto così come un’ufficio di presidenza allargato.”L’ultima parola insomma spetta al Cavaliere che avendo dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto sulla legge elettorale è stato costretto a rimettere la testa sul partito. | L’OPPOSIZIONE | Sotto accusa il “Salva-Lega” ROMA - La rinnovata intesa tra Renzi e Berlusconi lascia l’amaro in bocca alla minoranza del Pd, che però, a questo punto, dopo aver spinto il leader Pd a tornare al tavolo della trattativa, si trova con le armi spuntate. Troppo grandi i rischi, facendo fallire la riforma nel voto segreto in Aula, di arrivare al redde rationem nel partito e di essere additati per quelli che hanno fermato la riforma attesa da anni. D’altra parte per il leader Pd la partita è chiusa: “Ho trattato fino alla fine, ora sarebbe il colmo se chi non ha fatto nulla per 20 anni, si nasconda dietro al voto per affossare la legge elettorale“, attacca il rottamatore. Nell’intesa elettorale c’è molto poco delle richieste avanzate dalla sinistra del Pd: tranne il 37%, nessun superamento delle liste bloccate, nemmeno le primarie facoltative per legge, nessun abbassamento delle soglie per i partiti in coalizione o singoli. E per di più la norma “SalvaLega” che prova, secondo il bersaniano Alfredo D’Attorre, che “la riforma è troppo sbilanciata su Berlusconi e Forza Italia.” In nome di possibili miglioramenti, la minoranza aveva accettato l’aut aut di Renzi di ritirare tutti gli emendamenti. L’unico che ha disobbedito è Giuseppe Lauricella che ha presentato un emendamento, poi firmato anche da Rosy Bindi e altri membri della minoranza, per chiedere che la riforma elettorale entri in vigore dopo il superamento del bicameralismo perfetto. A questo punto, nella riunione serale, Gianni Cuperlo e altri membri della minoranza hanno chiesto di continuare lo sforzo per un ulteriore miglioramento della legge in Aula, dimostrando come alcune prese di posizione hanno finora giovato. Ma Renzi non ne vuol sapere: adesso, è la sua posizione, la legge va approvata “rapidissimamente“, altro che ulteriori lungaggini. E ieri sostituendo Chiara Geloni con Filippo Sensi alla guida di YouDem, il segretario Pd ha mostrato una volta di più i muscoli all’opposizione interna. Perchè a questo punto per il leader Pd la partita si deve spostare su temi più vicini ai cittadini, il piano per il taglio di 1 miliardo dei costi della politica e il Jobs act, che Renzi vuole approvare la prossima settimana e mettere sul piatto del nuovo patto di coalizione. D’altra parte, il segretario Pd confida anche nelle divisioni della minoranza. Dove pochissimi, e nascosti, meditano il fuoco amico in Aula. I giovani turchi, per voce di Matteo Orfini, da tempo in scia al rottamatore, prendono le distanze dall’attacco dei bersaniani: “Leggo dichiarazioni fatte a nome della minoranza. Immagino si intenda la minoranza della minoranza”. E anche Cuperlo è convinto che si deve arrivare “a viso scoperto” fino dove è possibile per migliorare la legge. E poi, ad un certo punto, va messo un punto perchè boicottare la riforma è inimmaginabile. In pochi meditano di affossare la legge RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 29 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 IL CASO L’insulto dal parlamentare Sorial L’M5s contro il Colle «Napolitano un boia» L’indignazione di Letta di FRANCESCA CHIRI Il parlamentare Girgis Giorgio Sorial del Movimento 5 Stelle | L’ISTRUTTORIA | Mastrapasqua, in bilico la presidenza dell’Inps ROMA - L’istruttoria sul caso Mastrapasqua dopo le accuse sulle fatture gonfiate dell’ospedale israelitico, avrà bisogno ancora di qualche giorno per essere chiusa e perchè il Governo prenda una decisione. Ma il presidente dell’Inps conferma che non intende dimettersi. In un’intervista a La Repubblica ha infatti ribadito di non essere il “mostro” e che i fatti che gli sono contestati dovranno essere accertati dai tribunali, non dai Nas. “Mi dicono che la procura stia chiudendo la cosa - ha detto - ecco perchè sono sereno. Sono mite e moderato, taccio, sto fermo e aspetto”. “L’obiettivo nostro - ha detto invece il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini - è l’analisi del caso. Stiamo raccogliendo i documenti e fino a che non è terminata l’istruttoria non intendo rilasciare altre dichiarazioni su questo aspetto”. Nei prossimi giorni quindi il Governo deciderà come procedere dato che il mandato di Mastrapasqua scadrà a fine 2014. Tra le ipotesi c’è, ma molto Antonio Mastrapasqua debole, quella del commissariamento dell’Istituto (circola il nome dell’ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu ma appare complicato sia per l’età che per estrazione che sarebbe la stessa del presidente del Civ), mentre resta la possibilità di accelerare il cammino della riforma della governance dell’Istituto impantanata da tempo in Parlamento. Se la riforma della Governance dovesse andare in porto, il passo indietro dell’attuale presidente sarebbe naturale. Mastrapasqua comunque continua a difendere il pro- prio operato dicendo di non ricoprire alcuna carica incompatibile con la presidenza Inps. Quanto all’accusa di richieste di rimborso alla Regione gonfiate, Mastrapasqua ricorda che il direttore generale dell’ospedale israelitico non visiona le cartelle cliniche nè le schede di dimissione e quindi non ne conosce il contenuto. Tra i difensori del presidente dell’Inps c’è chi ventila che le notizie sull’indagine siano legate al tentativo di stoppare la possibile candidatura di Mastrapasqua al vertice di Poste questa primavera quando si aprirà la tornata di nomine. A difesa di Mastrapasqua è intervenuto anche Giuliano Cazzola ex parlamentare Pdl e esperto di previdenza. “Se nell’esercizio dei suoi numerosi incarichi, ha violato la legge lo accerteranno”. L’OSTRUZIONE Il Decreto legge potrebbe decadere Imu-Bankitalia a rischio ROMA - Il duro ostruzionismo del M5S sul decreto legge Imu-Bankitalia pone il testo a serio rischio di decadenza. Il decreto, che contiene il blocco dell’Imu sulla prima casa ma anche le modifiche dello statuto dell’Istituto di Via Nazionale, scade mercoledì. Tuttavia, malgrado il governo abbia incassato venerdì scorso la fiducia a Montecitorio, non è stato ancora convertito in legge, per il “filubustering” dei Cinque Stelle: iniziato in mattinata, non accenna a fermarsi. I deputati M5S ieri hanno fatto slittare per un pò la ripresa dell’esame del testo intervenendo in massa sul verbale della seduta precedente. Dopodichè, sono intervenuti a raffica per tutto il giorno sui 168 ordini del giorno, di cui sono per la maggior parte firmatari, utilizzando fino alla fine tutti i tempi previsti dal regolamento per questa fase, dando vita ad una maratona oratoria alla quale i parlamen- tari degli altri gruppi non possono che assistere inermi. Teoricamente, il gruppo M5S ha i numeri per portare il decreto Imu-Bankitalia alla decadenza: ciascuno di loro può intervenire per dieci minuti su ogni ordine del giorno e per altri dieci in dichiarazione di voto finale. Ore ed ore di parole che, in mancanza di un accordo, porrebbero seriamente a rischio la conversione. Capire se un’intesa sia possibile si saprà solo oggi, quando Laura Boldrini incontrerà i capigruppo; tuttavia M5S chiude ogni porta al dialogo, e continua a tenere l’Aula sotto scacco, con i suoi deputati che espongono in continuazione il cartello con la scritta “Giù le mani dalla Banca d’Italia“, venendo puntualmente richiamati all’ordine dalla presidenza. Uno di loro, Diego De Lorenzis, quel messaggio se lo è addirittura cucito sulla maglietta suscitando le ire della presidente Boldrini. «Non sono un mostro Prima accertate i fatti» frequente. ” Il Parlamento è esautorato del suo lavoro da un ROMA- Il M5S di nuovo contro il gran numero di decreti e siamo Capo dello Stato. I Cinque Stelle certi che parte della responsabirilanciano l’intenzione di pre- lità sia da addebitare al Capo sentare una loro richiesta di dello Stato, a cui sta a cuore non messa in stato di accusa del Pre- un Parlamento svuotato ma il sidente e lo accusano di proteg- duo Renzi-Berlusconi. Per quegere solo la maggioranza, di sto chiediamo che Napolitano avallare “una tagliola contro non sia solo il garante di un gol’opposizione”. Ma non si ferma- verno che cade a pezzi ma il gano lì. Di perifrasi in similitudi- rante di tutti”. In quest’ottica ne arrivano a definire il Capo sta anche il rinnovato annuncio dello Stato un “boia” che “cuce la dell’intenzione di presentare bocca e taglia la testa alle oppo- una richiesta di messa in stato sizioni”. Un insulto che fa salta- d’accusa da parte del M5S. re sulla sedia Un’intenzione per la sua crumai chiarita dezza e che pronelle reali possivoca l’immediabilità ma che ta indignazione Beppe Grillo di tutte le forze evoca da mesi ed politiche, Lega ha riconfermacompresa. Che to nei giorni porta la Procuscorsi. “E’ una ra di Roma a vacosa che vedrete lutare se procepresto“, assicudere per vilipenra Sorial. “Ci ladio. E induce il voriamo da tempremier Enrico po, non escluLetta ad intervediamo a breve nire in difesa del una formalizzaPresidente: zione”, confer“L’indegno at- Giorgio Napolitano ed Enrico Letta ma Santangelo. tacco M5S è un La richiesta di punto di non ritorno di deriva messa in stato di accusa del Preestremista inaccettabile per sidente sarà una cosa che “prochiunque pratichi i principi de- cederà parallelamente” alle inimocratici”. ziative di denuncia di violazione L’irriverente paragone esce della legge e dei regolamenti dalla bocca del deputato Gior- sull’approvazione dei decreti gio Sorial: uno scivolone che gli che i Cinque Stelle hanno avviaviene fatto notare ma che lui to con una prima lettera inviata conferma. Anche perchè il rife- a Napolitano e illustrata ieri alrimento sottinteso sta nel timo- la stampa. re che sul dl Bankitalia, su cui i L’indignazione e l’irritazione Cinque Stelle fanno ostruzioni- per l’oltraggio al Capo dello Stasmo, possa calare, appunto, la to è stata bipartisan. Hanno “tagliola“, ovvero la facoltà del- espresso sconcerto ministri, la la Presidente della Camera di presidente Boldrini e i leader di mettere subito in votazione fi- tutte le forze politiche, da Renzi nale il provvedimento in que- ad Alfano, passando per Salvini stione. e Vendola. Addirittura quando Una possibilità evocata in oc- Sorial è tornato in Aula per incasione di una capigruppo di fi- tervenire tutti i deputati del Pd ne mattina e solo successiva- hanno abbandonato l’emiciclo. mente superata in una seconda Ma è su Renzi, che ha definito di riunione pomeridiana. Per So- una “stupidità senza eguali” rial, il Capo dello Stato potrebbe l’offesa al Presidente che i Cinintervenire per impedirlo se que Stelle si scagliano in rete e non fosse che “troppo spesso ha sui social network difendendo dimostrato di non essere garan- Sorial. te delle opposizioni. Anzi, più di Tra questi il deputato M5s una volta ha mostrato di essere Manlio Di Stefano: “di cosa docontro di noi”. Sottoscrive il ca- vrebbe scusarsi il M5S Girgis pogruppo del Senato, Maurizio Sorial?” chiede. E rilancia: “se Santangelo che lamenta una si- boia vi sembra eccessivo allora tuazione che si ripete troppo di trovate voi un aggettivo”. LA SPACCATURA La maggioranza esce divisa Passa il voto di scambio ROMA- L’unanimità raggiunta alla Camera è solo un lontano ricordo: sul disegno di legge che contrasta il voto di scambio politico mafioso la maggioranza si divide. Pd, Scelta Civica e PI votano a favore, mentre Ncd si astiene. E l’astensione al Senato vale voto contrario. Il testo, che prevede una condanna da 7 a 12 anni per chi chiede voti alla mafia e per chi li promette o li fa arrivare, passa nell’Aula di Palazzo Madama con 168 sì, 4 no e 66 astenuti. E ora dovrà tornare alla Camera. Il fronte del “sì”al provvedimento è formato da Pd, Sc, PI, M5S e Lega. Anche se alcuni senatori del Carroccio dichiarano ai cronisti, fino all’ultimo momento, che l’intenzione del gruppo sarebbe quella di astenersi. Mentre il capogruppo Massimo Bitonci smentisce: “Siamo da sempre per il sì al testo”. Gal invece annuncia il “no“, ma in molti si astengono o non votano. “E’ stato il Pd ad aver rotto l’unità che si era raggiunta alla Camera“, assicura il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi. Sono stati i Democratici, aggiunge, a dire sì alla cancellazione dell’avverbio “consapevolmente”che invece a Montecitorio, come ricorda Carlo Giovanardi (Ncd), aveva ottenuto il “plauso unanime”. Ma non è solo il “no” all’inserimento della “consapevolezza” nella fattispecie del reato che fa storcere la bocca al centrodestra. Il “rischio” più grosso della norma, sottolinea il presidente della commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma, è che di fatto si sarebbe “normato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa” (finora esistito solo nella giurisprudenza e non sui codici) ma in modo estremamente “limitato“, cioè prevedendolo solo se finalizzato “al voto di scambio” tra mafia e politica. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 PROVA DI FORZA La Boldrini blocca l’ostruzionismo dell’M5s L’Imu-Bankitalia passa grazie alla “ghigliottina” di FRANCESCO BONGARRÀ Bagarre alla Camera da parte dei parlamentari dell’M5s IL CASO GIUDIZIARIO Mastrapasqua, pressing per avere le dimissioni CRESCE il pressing sul Governo per accelerare la riforma della governance dell’Inps e sul presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua perchè rassegni le dimissioni. Ma se appare molto difficile un passo indietro spontaneo di Mastrapasqua sembra invece percorribile la strada dell’accelerazione sulla riforma della governance. Mastrapasqua, comunque, è sereno e convinto che la questione giudiziaria si risolverà a breve. IL NODO Quasi duecento gli emendamenti presentati ROMA - Il decreto Imu-Bankitalia passa definitivamente alla Camera con la “ghigliottina“, applicata per la prima volta nella storia repubblicana dalla presidente Laura Boldrini. Il rischio di dover pagare la seconda rata dell’Imu del 2013 è scongiurato; ma in aula è bagarre, con i deputati M5S che, fermati nel loro ostruzionismo, occupano i banchi del governo, i colleghi di Fdi lanciano monetine di cioccolata, quelli del Pd urlano “fascisti!” e, dai banchi di Sel si canta “Bella Ciao.” Una scena di protesta violenta da piazza quella che si consuma ad ora di cena nell’Emiciclo di Montecitorio, con una virulenza che sorprende anche i commessi ed i funzionari più anziani. E che lascerà strascichi: a partire dalla denuncia dei M5S contro il deputato questore Stefano Dambrouso, accusato di aver schiaffeggiato una loro collega. “Da domani è escluso che torneremo in Aula a discutere pacificamente“, annunciano i Cinque Stelle, lasciando presagire una guerriglia parlamentare sull’imminente esame della legge elettorale. L’ostruzionismo dei M5S sul decreto, contestato soprattutto nella parte relativa alla Banca d’Italia, va avanti per l’intera giornata. Interventi a raffica e voti a singhiozzo, ma soprattutto appelli a Laura Boldrini a non applicare la”ghigliottina”, l’espediente in base a cui la presidenza dell’Assemblea può decidere di porre in votazione un decreto legge nell’imminenza della scadenza anche se non si è ancora esaurito l’esame ordinario. Se ci si fosse arrivati, il decreto sarebbe decaduto e, sostengono dal governo, i proprietari di prime case avrebbero dovuto pagare la seconda rata dell’Imu. Boldrini prova in ogni modo ad esercitare una “moral suasion” sui M5S appellandosi al loro “senso di responsabilità” perchè desistano dall’ostruzionismo. Parte una mediazione, ma non sortisce effetto. E allora, una volta consentito a tutti i gruppi parlamentari di tenere una dichiarazione di voto, a sera la presidente della Camera convoca i capigruppo e, dopo un dibattito acceso a porte chiuse, decide di applicare la “ghigliottina”: per la prima volta nella storia repubblicana. Lei si sente la coscienza a posto: “Tutte le fasi del procedimento si sono svolte, e tutti i gruppi hanno potuto esprimersi“, dice. Parte la votazione, e in un attimo è putiferio. I M5S prima urlano; poi indossano dei bavagli improvvisati, si fiondano come treni sui banchi del governo e li occupano nella bagarre più assoluta, con spintoni e qualche pugno per i commessi. Alla protesta si associa Fdi: pure Fabio Rampelli occupa i banchi del governo sventolando un Tricolore che nessuno riuscirà mai a sfilargli mentre i suoi colleghi lanciano monetine di cioccolata e pesanti fascicoli degli emendamenti che per fortuna non colpiscono nessuno. Dai banchi del Pd si urla “Fascisti, fascisti!”; da quelli di Sel si canta “Bella Ciao” e i M5S rispondono con l’Inno di Mameli. Nel frattempo Boldrini dà il risultato del voto e si affretta a togliere la seduta. Ma la bagarre continua. Loredana Lupo di M5S denuncia in lacrime ai cronisti di aver ricevuto un forte schiaffo dal deputato questore Stefano Dambruoso, il quale ammette solo un “contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini”. La storia finirà in tribunale: i M5S annunciano che lo denunceranno. Intanto alcuni commessi vanno a farsi medicare in infermeria. “Una violenza così qui non l’ho vista in 30 anni“, racconta uno dei più anziani assistenti parlamentari, da sempre in Aula. Il decreto passa. Ma non finirà qui. M5S chiede le dimissioni di Laura Boldrini da presidente della Camera ed annuncia un Vietnam parlamentare. “Da domani è escluso che torneremo in Aula a discutere pacificamente. Immaginate quale sarà la qualità dei lavori dell’Aula quando discuteremo della legge elettorale“, promette Brescia. Scongiurato il rischio del pagamento della II rata MILLEPROROGHE Obbligo di Bancomat negli studi Finanziamento ai partiti Rendite: salta la tassazione spunta la norma anti-Grillo Primo ok al decreto legge di TEODORO FULGIONE di CHIARA SCALISE ROMA - Approderà quasi certamente martedì nell’Aula del Senato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Ma sarà tutta una corsa ad ostacoli. Il testo, infatti, già approvato dalla Camera, è ancora all’esame della commissione Affari Costituzionali, “sommerso” da quasi 200 emendamenti presentati da tutte le forze politiche. E senza nessun accordo in vista. La commissione, insieme alla relatrice Isabella De Monte del Pd, si è riunita nel pomeriggio di ieri a Palazzo Madama per fare il punto. Ma senza il parere della commissione Bilancio e senza l’intesa su molte proposte di modifica si è preferito far slittare tutto almeno di un giorno. Cioè a oggi, giovedì 30 gennaio. E tra le questioni destinate a far discutere c’è senz’altro la norma, subito ribattezzata “anti-Grillo“, messa a punto da Sel e presentata dal capogruppo Loredana De Petris. Si tratta di una proposta di modifica che vieta “la pubblicazione di annunci di carattere commerciale o pubblicitario sui siti internet, anche ROMA - Salta la tassazione delle rendite finanziarie al 27%. La commissione Bilancio del Senato ha infatti cassato la norma, utilizzata a copertura del rinvio della megatassazione delle sigarette elettroniche. Per le e-cig dunque nulla da fare, almeno nell’immediato, e marcia indietro anche sull’obbligo di uso di Bancomat per professionisti e commercianti che saranno costretti a accettare la moneta elettronica dal prossimo luglio, un anno prima di quanto inizialmente previsto. Il Senato approva dunque il decreto legge Milleproroghe (134 sì, 60 no e 36 astenuti) con un pacchetto di novità e ora il testo passa alla Camera. Ecco le novità. RENDITE - Salta la tassazione sulle rendite speculative, prevista da un emendamento della Lega, inizialmente approvato. BANCOMAT - Commercianti e professionisti avranno tempo fino a giugno prima di essere obbligati a accettare il Bancomat. E-CIG - Niente da fare per il rinvio della megatassazione al 58,5% per le sigarette elettroniche. Arriva però l’impegno del governo a intervenire con la delega fiscale sul tema. COMMERCIALISTI - Sancita l’equiparazione tra i commercialisti e i revisori contabili, fermo restando l’obbligo di tirocinio. RINNOVABILI - Rinvio di un anno per l’adeguamento ai nuovi parametri di utilizzo di fonti rinnovabili in caso di edifici nuovi o che devono subire ristrutturazioni. MOZZARELLA - I produttori da luglio dovranno avere a disposizione stabilimenti ad hoc per la produzione. LAVORATORI IN CIG - Anche per il 2014 Il leader del Movimento 5 Stelle all’uscita dal Parlamento presentati sotto forma di blog di chiunque ricopra un incarico istituzionale anche non elettivo”.“Nel caso di inadempimento - si legge - è comminata all’intestatario una sanzione amministrativa pari a 5.000 euro per ciascun giorno di permanenza dei suddetti annunci successivamente al termine intimato.” La protesta dei 5 Stelle è assicurata. Anche perchè, si commenta, se passasse una logica del genere, allora “dovrebbero essere vietate le sponsorizzazioni di tutte le feste di partito....” Al momento, i partiti leggono le carte e affilano le armi recependo il parere del governo, conforme a quello della relatrice De Monte, che invita tutti ad accorpare gli emendamenti e ad indicare solo quelli più “sensibili.” Pochi problemi dovrebbero esserci per i primi quattro articoli del ddl che regolamentano “trasparenza” e “democrazia interna ai partiti” anche se ci sono norme che introducono l’obbligo di “Statuto” e “l’istituzione del registro dei partiti politici che possono accedere ai benefici. chi è in cassa integrazione potrà svolgere lavori occasionali, fermo restando il tetto di 3mila euro all’anno. APPALTI PUBBLICI - Rinvio al primo luglio dell’obbligo di utilizzare solo la banca dati nazionale per tutto ciò che riguarda i contratti pubblici. UNIVERSITA’ - L’idoneità per diventare professori varrà sette anni e non più cinque. TAXI - Sei mesi di tempo in più, fino a giugno, per le norme contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente abusivo. AIFA e AGENZIA ENTRATE- L’Agenzia italiana del farmaco potrà prorogare, in mancanza di professionalità interne, fino al 31 marzo 2015 i contratti per i dirigenti. Prorogate al 30 giugno 2015 le graduatorie del personale che nel 2009 è risultato idoneo al concorso per funzionari dell’Agenzia delle entrate. PICCOLI COMUNI - Slitta al 30 giugno l’obbligo per i comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti dell’utilizzo della centrale unica di committenza. COLLABORATORI MINISTRI - Salta la norma che prevede che i regolamenti di organizzazione dei ministeri possano modificare la disciplina relativa ai collaboratori dei ministri. ACCREDITI SANITA’ - Le Regioni dovranno far cessare dal 31 ottobre gli accreditamenti provvisori di strutture sanitarie. GIUDICI E TRIBUNALI - Giudici onorari e di pace possono ottenere una proroga fino alla riforma della magistratura onoraria, non oltre il 31 dicembre 2015. Rinviato poi di tre anni l’accorpamento dei tribunali abruzzesi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA La nomina del direttore rimasta incagliata negli scontri politici del dualismo De Filippo-Folino di MARIATERESA LABANCA POTENZA - E’ una nomina che scotta, molto più delle altre, perché chi riceverà l’incarico dovrà gestire gli appalti di tutto il sistema sanitario lucano, ovvero quello dietro al quale gira la gran parte dei soldi pubblici. Intorno ad essa si sono catalizzati scontri di potere, che hanno avuto per protagonisti, non solo le diverse fazioni politiche interne al “Partito regione”, ma pure le stesse associazioni datoriali, molto sensibili al flusso di risorse in ballo. Non è certo un caso se a distanza di quasi due anni dalla legge regionale che la istituiva, datata agosto 2012, la centrale unica di committenza della spesa del sistema sanitario rimane ancora solo sulla carta. Eppure, a nessuno può sfuggire la grande valenza che l’istituzione del dipartimento interaziendale avrebbe in termini di riduzione della spesa pubblica. Soprattutto per un comparto come la Sanità che negli ultimi anni ha dovuto fare i salti mortali per riportare i conti in equilibrio e svincolarsi dalla dipendenza annuale dalle royalty del petrolio. La politica non aveva certo sottovalutato la portata dell’intuizione, almeno in termini d’immagine. Era stato l’ex assessore al ramo, Attilio Martorano, a presentarla, già a giugno del 2012, come un progetto rivoluzionario in termini di spending review. La logica conseguenza sarebbe stata procedere il più speditamente possibile a rendere operativo il dipartimento. Ma, fatta la legge, bisognava fare il direttore. E proprio qui viene il bello. Nei difficili equilibri di potere politico, ancora un anno fa carattarizzati dalla contrapposizione Folino-De Filippo, è rimasta a lungo incagliata la nomina. Eppure, così come prevedeva la legge regionale che ha istituito la centrale, era stata anche avviata la procedura di ammissione dei candidati ritenuti idonei. Una lista di undici nomi, molti dei quali riconducibili a influenti esponenti del Partito democratico lucano. Il Quotidiano dava la notizia dei candidati ammessi già lo scorso maggio. Ma evidentemente gli equilibri fortemente minati dagli scontri fra i democratici non hanno consentito di trovare la quadra intorno a una nomina che vale oro. A dispetto del carattere dell’urgenza che doveva avere il provvedimento. Risultato: tutto da rifare. Lo ha deciso il presidente Pittella. La nuova Giunta, con delibera numero 65 dello scorso 21 gennaio, ha riaperto i termini per la presentazione delle domande. Ufficialmente la motivazione è questa: non è stato possibile individuare il candidato maggiormente idoneo perché “la Giunta, a seguito delle dimissioni del suo presidente - si legge nella delibera non si è trovata nella pienezza dei poteri conferiti dalla legge”. Ma la ragione addotta trova poca corrispondenza nella realtà: la stessa Giunta delegittimata dalla recente delibera ha proceduto alle nomine di Raffaele Ricciuti a Sviluppo Basilicata e Antonio Triani ad Acqua spa, quando l’ex governatore aveva rassegnato le sue dimissioni già da un pezzo. E che non ci siano semplici motivazioni “tecniche” alla base della scelta del nuovo governatore lo dice anche un’altra circostanza: invece di riprendere la matassa dal filo lasciato pendente dal La delibera delegittima l’ex Giunta: «Non poteva nominarlo» Centrale unica, Pittella “confisca” la pratica Sanità, il presidente annulla la procedura di ammissione dei candidati già espletata e riapre l’avviso pubblico suo predecessore, Pittella ha scelto di annullare il precedente elenco di candidati e riaprire l’avviso pubblico. Lasciando quindi la porta aperta a nuovi aspiranti direttori. “Al fine di consentire - si legge ancora nella delibera una più ampia facoltà di scelta tra un maggior numero di candidati per la co- pertura di tale importante ruolo all’interno del sistema sanitario regionale”. Segno che l’elenco dei nomi precedentemente individuati stesse evidentemente stretto al nuovo governatore. Ma il presidente che entra a gamba tesa in uno scontro che fino a ora ha visto contrapporsi i due maggiori detentori di potere politico in Basilicata, ovvero i due ex presidenti, ha anche una chiara valenza politica: aggiungere un altro tassello nella pratica d’archiviazione dello storico dualismo De Filippo-Folino. m.labanca@luedi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Con la riapertura dei termini dovranno rifare tutto daccapo Ecco chi erano gli aspiranti ritenuti idonei UNDICI i nomi, che erano risultati idonei per la carica di direttore del dipartimento interaziendale del sistema sanitario regionale: “Centrale di committenza”, e che ora invece, con la riapertura dell’avviso pubblico, dovranno rifare tutto daccapo. Tra gli aspiranti selezionati, i due defilippiani Pasquale Monea e Ennio Vito Galella. Il primo molto vicino al direttore generale della presidenza della Giunta, Angelo Nardozza, che dopo le Risorse umane l’ha confermato come direttore esterno a capo dell’Ufficio autonomie locali. L’altro, direttore in pensione dell’Ufficio Provveditorato e patrimonio della Regione Basilicata. Riconducibile all’ex governatore anche Raffaele Giordano, prima componente del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, successivamente dirigente responsabile della Uo Provveditorato ed Economato dell’azienda ospedaliera San Carlo. Appartiene all’area dell’ex presidente del Consiglio regionale, oggi deputato, Vincenzo Folino, l’altro candidato, Giuseppe Spera. Che in caso di nomina non dovrebbe fare nemmeno troppa strada visto che il suo ufficio al San Carlo già ce l’ha, tra l’altro in qualità di dirigente dell’Economato. In corsa anche il già direttore generale di Acqua Spa, il margiottiano di ferro, Giovanni Di Bello, che solo qualche mese fa è stato anche nominato (anche se il meccanismo è stato quello della selezione) presidente della Commissione chiamata a valutare le offerte più vantaggiose per il maxi appalto “Schema idrico - Attrezzamento settore G”. In passato è stato, invece, in quota Pittella, Edmondo Iannicelli, originario di Sala Consilina, per oltre otto anni direttore generale dell’Asl di Lagonegro e poi di quella di Venosa, che dal 2011 ha assunto il coordinamento delle attività istituzionali della ex Asl di Salerno a cui fanno capo le strutture del Vallo di Diano. Si era candidato anche alla direzione generale del San Carlo, ma gli è stato preferito Gianpiero Maruggi. Nella lista anche Maurizio Greco, responsabile del dipartimento economico dell’Azienda sanitaria numero 4 di Chiavari; Giuseppe Illiano, consulente di Giugliano, in Campania; il già direttore generale dell’Asl di Forlì, Claudio Mazzone, finito nell’inchiesta sul buco nelle casse dell’azienda sanitaria. Viene da Chieti, dov’è dirigente del personale al Comune, dopo essere stato dirigente amministrativo dell’ufficio Contabilità e bilancio dell’Autorità portuale di Olbia, Francesco Palumbo. Lucano, invece, Antonio Pennacchio che è stato direttore dell’Economato della ex Asl1. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 Rimborsi dei consiglieri, in I commissione la proposta di Romaniello L’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza | L’INTERVENTO | Un fondo regionale per studi associati di giovani professionisti di MARIO POLESE* CONDIVIDO pienamente le parole del neo coordinatore dei giovani imprenditori di Confesercenti della provincia di Potenza, Angelo Tepedino, sulla necessità di costituire, al più presto, dei veri e propri incubatori di idee, iniziative e innovazioni tecnologiche in regione promuovendo e sostenendo azioni di formazione imprenditoriale, manageriale e culturale e rivedendo alcune delle priorità quali il contratto di sito in Val D'Agri. Bisogna costituire una tavola rotonda permanente sulle opportunità dei centri di aggregazione professionale dove far convergere idee, valori e senso di partecipazione vera. Bene, quindi, è promuovere e stimolare l’autoimprenditorialità e l’indipendenza professionale cercando di non scoraggiare il giovane imprenditore ma aiutarlo tanto nelle pratiche burocratiche che nella tassazione. L' impegno è quindi quello di ascoltare, creare opportunità e cercare di tessere una rete improntata sull’eccellenza e sul lavoro nella nostra regione. Come già annunciato durante la mia campagna elettorale, in parte in linea con quanto proposto dallo stesso Tepedino, vi è da parte mia la forte volontà di costituire un fondo regionale destinato ai giovani professionisti che intendono aprire uno studio associato al fine di partecipare ai tanti bandi offerti dalla Comunità Europea. *Consigliere regionale Spese di mandato, «con il 50% si attivino collaborazioni» POTENZA - Sarà la prima commissione consiliare permanente (Affari Istituzionali) a esaminare la proposta di legge presentata dal consigliere regionale Sel, Giannino Romaniello, in fatto di riduzione del compenso ai consiglieri regionali. Una proposta che mira a modificare la legge regionale numero 8 del 1998 “Nuova disciplina delle strutture di assistenza agli organi di direzione politica e ai gruppi consiliari della Regione Basilicata”. E’ lo stesso Romaniello a spigare in cosa consiste: l’obiettivo è quello di ridurre del 50 per cento l’importo assegnato a ciascun consigliere regionale per le spese di esercizio del mandato con l’intento di finanziare, con le conseguenti economie, l’attivazione di uno o più collaborazioni attestate ai gruppi consiliari e a disposizione di ciascun consigliere per lo svolgimento dell’attività politica. «In tal modo - spiega Romaniello l’utilizzo delle risorse pubbliche messe a disposizione per garantire l’attività politica è vincolato all’attivazione di contratti di lavoro, nel ri- Il Palazzo del Consiglio regionale e al lato il consigliere Sel, Giannino Romaniello spetto di norme e leggi vigenti in materia». Quindi, se la proposta diventasse legge, una parte dell’indennità assegnata per spese di mandato sarebbe vincolata a contratti di collaborazione per quelli che generalmente vengono definiti “portaborse”. Il consigliere di Sinistra ecologia e libertà, nella proposta all’esame della prima commissione, chiarisce pure che tali contratti di collaborazione «pur se in capo direttamente all’amministrazione, fatto che garantisce una maggiore trasparenza rispetto al passato, non danno né possono far maturare alcun diritto all’inquadramento nei ruoli pubblici, cosa che può avvenire solo tramite concorso pubblico». Crisi e ingovernabilità, l’associazione Ande rivolge un appello ai partiti «Ridare stabilità e credibilità al Paese» IN occasione della premiazione di martedì sorso delle donne dell’anno, l’Ande, l’associazione politica e non partitica che si batte per il riconoscimento dei diritti delle donne, dal palco del teatro Stabile di Potenza ha lanciato un appello ai partiti politici per il riequilibrio della rappresentnza di genere. Una lettera che pubblichiamo di seguito: L’Ande, l’associazione nazionale donne elettrici, da sempre impegnata a promuovere la partecipazione politica e la cittadinanza at- tiva, fortemente preoccupata dalle difficoltà della situazione politica attual e dello stallo dovuto all’ingovernabilità, considerata la grave crisi economica che sta investendo il nostro Paese, che è a rischio paralisi, ritiene fondamentale e impellente che i partiti ricerchino le strategie e rapidamente e con ogni mezzo trovino l’accordo affinché il nostro paese raggiunga governabilità e rappresentatività che ci permetteranno di riportare l’Italia al ruolo che le spetta per garantire ai cittadini i diritti fondamentali. La presidente dell’Ande Basilicata, Anna Maria Fanelli RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano IL CASO Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it Il Tar acquisisce le schede della sezione Dragonetti di Filiano Chiesto il riconteggio nella sezione “di casa” di Aurelio Pace Due voti per Cupparo in Consiglio Udienza il 17 aprile. Se accolto il ricorso porterebbe all’avvicendamento tra i candidati Pdl POTENZA - Il 17 aprile si terrà l’udienza per decidere se riconteggiare a o meno i voti. Intanto gli scatoloni con le schede della sezione Dragonetti di Filiano verranno trasferiti negli uffici di via Rosica. Se poi il sospetto di Romano Cupparo verrà confermato ci sarà ben poco da fare. Anche se per solo due voti prenderà il posto di Aurelio Pace in Consiglio regionale. E’ di martedì sera il decreto con cui il presidente del Tar Basilicata ha disposto di procedere in via urgente sul ricorso presentato due settimane fa dal vicepresidente del consiglio provinciale, nonché proprietario del Francavilla calcio. Al centro della contesa ci sono alcune anomalie venute alla luce all'indomani dello scrutinio delle votazioni dello scorso 17/18 novembre. All’inizio nella III sezione del Comune di Filiano, che corrisponde alla contrada dov’è nato e cresciuto Aurelio Pace, risul- A sinistra Romano Cupparo, a destra Aurelio Pace tavano più preferenze per sidenti di sezione a Potenlui che per tutto il Pdl. Per za. questo l’ufficio circoscriPace (il giovane presidenzionale elettorale ha deciso te) ha ammesso di essersi di sentire il presidente della dimenticato di assegnare le sezione, Domenico Pace, preferenze anche alla lista trentenne omonimo del di riferimento di fronte alle candidato e da tempo tra- schede che non riportavano sferitosi a Roma, ma anco- altri segni oltre al nome del ra iscritto nell’albo dei pre- candidato prescelto. A quel | punto però lo stesso ufficio circoscrizionale ha provveduto a rettificare i dati, e il risultato ha evidenziato un ulteriore problema dovuto al fatto che adesso risultano più voti che votanti. Motivo per cui i verbali sono stati inviati in Corte d’appello perché valutino il da L’EDITORIALE farsi nei suoi confronti. In cifre si parla di 38 voti al candidato Pace in più di quelli attribuiti alla lista del Pdl. Se si considera che quelli che lo separano da Cupparo sono solo 36 è chiaro perché il suo legale, l’avvocato Felice Pali ha chiesto di annullare anche il verbale della commissione circoscrizionale che ha rettificato lo scrutinio pareggiando il numero più basso dei voti assegnati alla lista Pdl alla somma di quelli attribuiti al candidato Pace e gli altri. Al Quotidiano, che si era occupato della vicenda, il giovane presidente di sezione ha replicato spiegando che “gli errori che sono stati commessi riguardano mera inesperienza (dato che sia io che gli altri componenti del seggio ci trovavamo per la prima volta ad effettuare un lavoro simile)”. Inoltre non avrebbe “alcun interesse alla politica lucana”, nonostante l’adesione a un gruppo su facebook di sostegno all’elezione del suo omonimo compaesano. In più da maggio avrebbe anche interrotto la collaborazione con il gruppo del Pdl al Comune di Roma, dopo essere stato candidato a sua volta con il Pdl nel IX e il X municipio della capitale. l.amato@luedi.it | Per un patto che non sia un pacco (Renzi docet) di LUCIA SERINO senso. Al di là delle visioni sul lavoro, la fatica di ogni azione sta non nell’avvio, nella posa della prima pietra, ma nell’ultima. Quanti progetti sono stati annunciati? Allora, facciamo una prova, provate a invertire la comunicazione: informateci non delle cose avviate, ma di quelle terminate. segue dalla prima 1) Sorprende, ad esempio, che tutti coloro che di solito ci inondano di commenti sul petrolio siano decisamente distratti sui meccanismi in corso in Italia.Il presidente del Consiglio, Lacorazza, ha avuto uno scatto d’orgoglio istituzionale. Il petrolio rimarrà nella disponibilità delle autonomie locali, sarà attratta dalle competenze statali? Il punto, a ben guardare, non è questo. Il punto fondamentale, come ribadisce Testa, è: il petrolio è o non è una ricchezza per i lucani? Non una parola dalle caste locali, a iniziare dai sindaci dei territori interessati, pronti a intercettare i “tavoli”di confronto istituzionale e il flusso di royalty. Ma per farne cosa? Contratti di settore, certo. Ma non dimentichiamo Corleto, solo l’ultimo caso. 2) Il governatore è assediato. Stanza affollata e stazionamenti permanenti, forse un corno in tasca per il carico di lavoro (chissà, lo faceva uno come Bassolino, all’inizio gli è andata bene), centinaia di pressioni per le cose da fare, con gli assessori esterni dai quali, proprio perché esterni, passa poca mediazione (un bene essere lontani dalle promiscuità, un rallentamento se si pensa alla macchina che deve girare in assenza dei direttori). Siamo alla vigilia delle dichiarazioni programmatiche, che si uniranno al programma elettorale, alle dichiarazioni fatte all’assemblea degli industriali, a quelle riferite all’inaugurazione dell’anno accademico, alle lettere inviate agli assessori. Proviamo a semplificare, a sintetizzare: occuparsi di tutto l’universo non è possibile. Ci vuole uno sforzo di sintesi e una scrematura degli eccessi parassitari. Per stare al lavoro: Lsu, Copes, precari. Se da una parte non è né credibile né sufficiente continuare a comunicare «soldi di qua e soldi di là» che escono miracolosamente sotto la spinta delle marce sotto il Pa- Sopra Cosimo Latronico, sotto Gianni Rosa lazzo neppure è più immaginabile soccombere all’assedio senza avere il coraggio di dire: signori: un contratto a termine (soprattutto nella pubblica amministrazione) non può trasformarsi in precariato con aspettativa di assunzione a tempo indeterminato. E su tutta “la pubblica utilità”si può cercare di mappare la produttività, i bisogni reali, il sottobanco di lavoro nero? Nelle aziende private c’è una regola semplice semplice: ti pago se tu mi dai e se puoi svolgere una funzione che serve allo sviluppo di un obiettivo. Una regione trasformata in ufficio di collocamento (a cominciare dalla politica, per il 90 per cento sono tutti dipendenti regionali) è frutto di una concezione del bene pubblico parassitaria e insostenibile. Anche il sindacato deve fare uno sforzo in questo 3) Pittella dalle larghe intese. Qualche settimana fa, in un’intervista di Gianni Rosa mi pare di ricordare alla Nuova Tv, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia (cito lui perchè è il più assiduo nel martellamento), interrogato sul suo rapporto con gli avversari, a proposito di Santarsiero (forse anche di Lacorazza, ma qui interessa la posizione non i nomi) si esprimeva più o meno così: ho stima per gli uomini, non per i politici. Ecco, una posizione del genere stento a capirla. O avvertiamo che il momento è quello che è, per cui vale la pena misurarsi tutti insieme sulle cose da fare (se riteniamo che il consiglio regionale è fatto da uomini perbene), altrimenti diventa un esercizio retorico qualificare il valore degli uomini a prescindere dalle loro azioni. La rilegittimazione di un Berlusconi condannato da parte di Renzi sarà anche una necessità strategica, ma è decisamente inaccettabile. Ma non butterei a mare la collaborazione che può venire da un uomo come Latronico che non mi pare riscaldi la sedia al Senato. Non è più questione di appartenenze, ma di reputazione personale. Se passa il principio che un condannato per frode fiscale (per non parlare delle papponerie) può continuare a decidere il destino del Paese, il passo prossimo sarà far sedere al tavolo delle decisioni un po’ di mafia intelligente e meritocratica. Loro sanno come far fruttare gli investimenti, no? Se il consiglio della Basilicata è composto da persone perbene ci aspettiamo una sola cosa da destra, sinistra, centro, avanti e indietro: un po’ di sudore da fatica. E meno opposizione di principio. Facciamo volentieri a meno della lezione che Ottati dà a Rosa, perchè tanto se ci muoviamo nel campo delle norme c’è sempre qualcuno che ne sa di più. Ma il punto vero, per tutto il consiglio regionale, è decidere da che parte stare. Dalla parte di se stessi o della Basilicata? Assediate il governatore chiedendo di farvi delegare a fare, non aspettando soltanto che faccia. Quante belle parole sul confronto, la compartecipazione, gli obiettivi da condividere. Pittella ha una paura di fondo: rimanere ingabbiato dal suo stesso partito, come nella migliore delle tradizioni. E cerca sponde. Ma per evitare che il patto si trasformi in pacco (come teme Renzi del Cavaliere) quel palazzo aperto così freneticamente twittato dallo staff del presidente diventi innanzitutto un patto chiaro di legislatura. Vediamo l’effetto che fa. Poche cose, tutte da concludere, con un monitoraggio del percorso, come si fa per i pacchi in spedizione: dov’è che si inceppa il cammino? Spesso nella burocrazia. A proposito, Pittella non doveva convocare tutti gli amministrativi? 4) L’imminenza del voto nel capoluogo. Ci sarà una donna sulla quale vale scommettere per le prossime elezioni comunali a Potenza? Quanto siamo bravi e brave a teorizzare l’equilibrio di genere nelle istituzioni. Allora: c’è una grande opportunità ed è anche imminente. E’ una grande prova di riscatto dopo l’abbuffata maschile delle elezioni regionali e l’imposizione di capilista alle scorse politiche. Non ci basta la Franconi assessore nominata e non eletta. Occorre un passo indietro dei famelici, però. E una convergenza unitaria delle forze politiche esperte di meccanismi di compensazione ma solo in una geografia interna di postazioni da offrire a chi è rimasto fuori di qua e fuori di là. E serve lo sforzo di un unico sentire da parte di tutti i circoli femminili. Le donne sono le prime che devono mettersi alla prova. E’il momento buono per dimostrare che non si fanno chiacchiere. Ci siete?... Non odo augelli far festa © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it SICUREZZA IN CITTA’ 9 La sindrome da crollo dopo l’11 gennaio non ha provocato effetti incontrollati La psicosi non abita più qui Il comandante dei vigili del fuoco: «I materani non cedono alla paura ingiustificata» di ANTONELLA CIERVO MATERA - Qualcuno teme che le transenne, abitualmente utilizzate durante la festa patronale il 2 luglio, diventino l’oggetto più richiesto dei prossimi giorni. I materani, invece, stanno dimostrando di non farsi coinvolgere dalla psicosi del crollo. Poche ore dopo la tragedia di vico Piave, l’11 gennaio scorso, il timore che quell’orrore si potesse ripetere non ha preso il sopravvento ma ha lasciato spazio, invece ad altri sentimenti, come quello della solidarietà. A 19 giorni di distanza, la situazione resta sotto controllo in tutta la città senza, però, segnalare esagerazioni singolari. Lo conferma il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Eugenio Barisano. «In realtà - spiega - ci aspettavamo un effetto legato a quella vicenda e dunque un aumento spropositato di richieste di intervento e controllo. Non è stato così: la media di chiamate quotidiane va dalle 2 alle 4 telefonate». Nessun quartiere della città supera l’altro in quanto a “sindrome da crollo”. «In genere - spiega ancora Barisano - sono gli amministratori dei condomini che si rivolgono a noi con comunicazioni scritte e inviate con posta ordinaria, per chiederci di controllare gli stabili. Questo dimostra che non si tratta di situazioni di emergenza. Naturalmente il nostro compito è intervenire nei casi urgenti e per questo, ogni giorno, ci rechiamo a svolgere controlli laddove ci viene chiesto. Operazioni che svolgiamo sempre insieme all’Ufficio tecnico del Comune, per muoverci con attività organiche». Il ricordo di quelle macerie è ancora molto forte nella memoria di tutti i materani e in particolare tra chi ha scavato senza sosta fra mattoni e detriti. La città, che tenta di tornare alla normalità con questo peso emotivo incredibile, non dimentica ma cerca per quanto possibile di fare in modo che quella terribile vicenda possa insegnare qualcosa. Per farlo, però, non usa la tensione e la paura ma lo sguardo attento alla realtà. a.ciervo@luedi.it Ogni giorno arrivano da 2 a 4 chiamate A sinistra i vigili del fuoco in vico Piave e la cartina della città in cui sono indicate via Piave e via Casalnuovo,dove il Comune ha previsto sgomberi e provvedimenti di messa in sicurezza | L’INTERVENTO | LARGO PASSARELLI «Massimo rispetto per le istituzioni» C’è un muro che preoccupa L’ing. Raffaele Padrone chiarisce alcune sue dichiarazioni In riferimento all’articolo pubblicato nell’edizione di ieri, sull’ordinanza di sgombero dell’edifico di via Casalnuovo e di VICO PIAVE Conclusa la messa in sicurezza SI sono conclusi ieri i lavori di messa in sicurezza nell’area del crollo della palazzina di vico Piave. Gli interventi, eseguiti dai Vigili del fuoco con l’apporto di tecnici del Comune, hanno portato alla rimozione e alla demolizione di alcune strutture pericolanti. Le macerie sono state trasportate in un luogo per la custodia giudiziaria. La Procura ha nominato nei giorni scorsi come consulenti l'ingegner strutturista Michele Colella e il geotecnico dell’Università della Basilicata Caterina Di Maio. Sabato prossimo è previsto un sopralluogo congiunto in vico Piave. chiusura della strada sottostante, riceviamo e pubblichiamo la seguente rettifica inviata da uno dei proprietari dello stabile: L'espressione apparsa nell'articolo ("quella di oggi è una buffonata") è riferita ad alcuni atteggiamenti assunti da alcuni cittadini non appartenenti alle istituzioni, e riguarda aspetti assolutamente marginali della vicenda. Non era mia intenzione esprimere con tale espressione un giudizio sulla situazione globale contingente, che, al contrario, è degna della massima attenzione. Confermo il mio massimo rispetto per le Istituzioni, con le quali sto collaborando fattivamente al fine di dare piena attuazione a tutto quanto ordinato dal Sindaco ( nell'ordinanza del 25 gennaio 2014), anche alla luce di quanto emerso negli ultimi sopralluoghi effettuati con i tecnici comunali ed il corpo dei vigili del fuoco; ciò al fine di consentire l'individuazione e l'eliminazione di qualunque pericolo per la pubblica e privata incolumità e per restituire quanto prima alla città, ed in particolare ai fruitori del quartiere dei Sassi, la viabilità del tratto tra le strade di via Casalnuovo e via Buozzi, nella massima sicurezza. Ringraziando per la collaborazione e per l'attenzione dal Quotidiano posta al problema, e restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, porgo distinti saluti. Ing. Raffaele Padrone Le vicende recenti lo hanno allontanato da temi come Matera 2019 Adduce concentrato sul destino della città MATERA - Il progetto Italia 2019, che coinvolge le città candidate a diventare capitale europea della Cultura è stato avviato, ma Salvatore Adduce da più di due settimane è concentrato su altri temi. Le due ali delle palazzine di vico Piave, sbriciolate in pochi secondi, non si dimenticano e richiedono impegno, attenzione, valutazione di tutti gli elementi legati alle emergenze. Nel frattempo i cittadini chiedono, indagano, vogliono sapere. E il sindaco deve rispondere, confrontarsi e non abbassare la guardia. Gestire una città è anche questo, ma quando la città è una delle sei candidate ad essere capitale europea della cultura nel 2019, il compito è molto più delicato. Non sono ore semplici per Salvatore L’accesso ai Sassi appena chiuso rischierà di costringere le comitive di turisti a itinerari alternativi Adduce che deve anche affrontare le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti della sua amministrazione e che dovranno essere chiarite. In queste ore l’emergenza riguarda via Casalnuovo, ingresso ai Sassi che costringeranno le comitive di turisti i cui bus parcheggiano nei dintorni di quella strada, a modificare traiettoria, a visitare San Pietro Caveoso e le Malve alla fine di un percorso completamente diverso rispetto a qualche giorno fa. La chiusura di quella strada, d’altronde, era necessaria ma è stata la sconfitta più bruciante di queste ore per il sindaco che, ora, spera, di ripristinare quella via al più presto, pena uno sguardo ridotto, dimezzato sui rioni più antichi di Matera. matera@luedi.it Transenne a Largo Passarelli MATERA - ATTIMI di paura ieri mattina per la segnalazione di un condomino di uno dei palazzi che si affacciano su Largo Passarelli. La condizione precaria di un muro di cinta che si affaccia su un’area sottostante, ha preoccupato non poco e così è stato chiesto l’intervento dei vigili del fuoco, dagli agenti della Polizia Municipale e degli operatori dell’Ufficio tecnico del Comune. L’area è stata transennata per sicurezza. Le chiamate per segnalare edifici o appartamenti nei quali si teme possano verificarsi crolli, si stanno susseguendo dal giorno in cui sono crollate le due ali delle palazzine di vico Piave. I materani, però, dimostrano di essere meno ansiosi di quanto si temesse come spiega nell’articolo in pagina il comandante dei vigili del Fuoco, Eugenio Barisano. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it ORO NERO Michele Marsiglia «La compagnia non voleva rendere pubblico quanto si voleva fare in zona» di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Nella questione dei pozzi e dei permessi di ricerca a confine tra Basilicata e Campania adesso rientra Michele Marsiglia, presidente nazionale della Federpetroli, citato pochi giorni fa in occasione della questione “Pergola 1” il pozzo che l’Eni vorrebbe scavare nel comune di Marsico Nuovo, dove si è parlato anche del permesso di ricerca della Shell nell’area di Monte Cavallo, sempre tra Basilicata e Campania. Una risposta che arriva proprio in relazione al fatto che, grazie a quella che Federpetroli chiama “operazione trasparenza” e che,stando a quanto dice Marsiglia, serve proprio per comunicare ai cittadini «cosa vuol dire petrolo e gas e quali i rischi, i vantaggi e gli sviluppi occupazionali». In sostanza la Federpetroli era stata chiamata in causa dal comitato “No trivelle nel Vallo di Diano” ma si tratta comunque di un dibattito chiuso due anni fa. In sostanza alla notizia di una richiesta di permesso di ricerca gli imprenditori della zona, soprattutto di Atena Lucana, mandarono una lettera alla Federpetroli per chiedere chiarimenti e delucidazioni su una possibile installazione di un posso nell’area di Monte Cavallo da parte della Shell. Ma stando a quanto dice Marsiglia la federazione «non diede nessun aiuto e nessun ruolo svolse nella vicenda Monte Cavallo», anzi. «Il 6 Marzo 2012 scrive Marsiglia - Federpetroli Italia a mia firma invia una missiva all’amministratore delegato della Shell Italia Spa – Marco Brun, in merito al coinvolgimento della Federpetroli Italia nella vicenda Monte Cavallo, da parte di cittadini ed imprenditori che nella zona della Regione Campania avevano da più tempo interpellato la Federazione per avere delucidazioni ed altro al fine di una corretta valutazione del futuro cantiere e per le attività di Esplorazione, Ricerca e Produzione di idrocarburi. L’oggetto della missiva era quello di poter riunire Federpetroli Italia, cittadini, Shell, Comuni interessati del Vallo di Diano ed altre parti coinvolte, in diversi incontri e, poterci confrontare tutti liberamente su perplessità ed altre informazioni di carattere tecnico ed operativo». Ed è qui che si consuma la divisione tra Shell e la fede- «Bisogna rispettare e chiarire i dubbi dei residenti» «I cittadini devono partecipare» Il presidente della Federpetroli racconta i “retroscena” dietro la richiesta di ricerca della Shell su Monte Cavallo razione petrolifera. A marzo del 2012 infatti la Shell inviò una lettera a Marsiglia proprio sulla richiesta di istanza ri esplorazione nell’area Monte Cavallo. La lettera, riportata da Marsiglia, comunicava «che la richiesta di istanza presentata da Shell Italia spa prevede in questa fase solamente la rielaborazione di dati già esistenti, che verranno semplicemente riprocessati negli uffici di Roma. La Sua richiesta risulta essere quindi prematura trattandosi di attività preliminari e non es- sendo prevista al momento nessuna attività sul territorio». Lettera interpretata da Marsiglia come se la Shell non avesse «poi tanta intenzione di voler dare spiegazioni o altro ai cittadini, ai Comuni, alle aziende e al Vallo di Diano». La questione ovviamente ha sollevato un polverno che interessa anche la Basilicata, visto che il permesso di ricerca della Shell prevedeva anche “incursioni” sul territorio lucano, con annessa possibilità di innestare nuovi pozzi. Ma la posizione della fe- derazione è alquanto chiara nei confronti della stessa compagnia. «L’umiltà ed il rispetto - scrive Marsiglia - per gli altri deve essere sovrano, in particolar modo in casa di altri e, se l’idrocarburi è una risorsa dello Stato italiano, chi come noi è deputato ad esplorarlo e coltivarlo in diversi giacimenti, deve ben spiegare a tutti cosa vuol dire petrolio e gas, come tante aziende dell’indotto di Federpetroli Italia hanno scelto di fare e stanno facendo in diverse zone del territorio italiano». Il sindaco interviene ancora: «Questo pozzo ha già tutte le autorizzazioni necessarie» Vita continua la disputa sul Pergola 1 Il primo febbraio l’assemblea pubblica dei comitati del no a Marsico Nuovo L’area dove dovrebbe sorgere il pozzo Pergola 1 dell’Eni a Marsico Nuovo POTENZA - Il sindaco di Marsico Nuovo, DomeniCo Vita, non si arrende e continua a difendere la sua posizione a distanza di qualche giorno dal consiglio comunale indetto proprio per discutere della questione pozzo. E in una replica, pubblicata ieri da Quotidiano, la posizione di Vita è uscita in tutta la sua chiarezza: «Le autorizzazioni a Marsico Nuovo saranno soltanto per questo pozzo, poi basta». Cosa che nonostante le ripetute dichiarazioni su «una rappresentazione distorta della seduta di Consiglio» da parte della stampa viene ripetuta anche in questo secondo comunicato. «Il pozzo da realizzare scrive Vita - è munito da tempo di tutte le autorizzazioni ministeriali e regionali e compete al Comune unicamente il rilascio, all’accertamento delle con- dizioni tecniche e giuridiche necessarie, dei permessi di costruire degli immobili da insediare». Non c’è via di fuga, quindi, nonostante si è deciso che entro il 10 febbraio si dovranno inviare delle osservazioni sulla possibile costruzione del pozzo. «Va subito detto, per dare una informazione veritiera e puntuale, - sottolinea Vita - che nessuno, al di là della singola funzione propria, poteva e ha potuto nutrire e dichiarare l’interesse a favorire l’Eni laddove è in gioco la salute di tutto l’ecosistema, come nessuno si poteva e si è potuto dichiarare soddisfatto di ciò che le estrazioni hanno fino ad ora portato alle comunità. Nelle mie conclusioni, agli atti della seduta, ho voluto, anzitutto, considerare che la Val d’Agri è da anni inte- ressata dalle estrazioni, che di certo hanno modificato negativamente le condizioni di complessivo contesto, quando pure si possa continuare a dimostrare che sono stati rispettati i valori legali di soglia delle emissioni tollerabili e si voglia badare pure all’interesse nazionale nel settore energetico. Ciò posto, aggiungo che sarebbe illusorio e inutile sostenere, ora, che le estrazioni non dovevano giammai interessare la Val d’Agri, come personalmente avrei di sicuro preferito, al pari di non pochi altri amministratori e cittadini, per non dire degli imprenditori agricoli e turistici che più degli altri hanno subito conseguenze». «Sul petrolio occorre voltare pagina, mettendo a frutto analisi, preoc- «Sul petrolio è necessaria una nuova concertazione» cupazioni e prospettive possibili e questo si richiede alla classe dirigente ora indifferibilmente; la questione centrale, da riassumere con forza, è quella della tutela dell’ecosistema e della salute delle persone. In tal senso, da tempo, la Regione deve potenziare e rendere penetrante la funzione dell’Osservatorio Ambientale istituito da anni a Marsiconuovo». Intanto però il primo febbraio si terrà una discussione pubblica intitolata “Due regioni un solo bacino idrografico”. Alla quale parteciperanno sia i comitati lucani (blocchiamo il pozzo Pergola 1) che quello del no trivelle Vallo di Diano. All’incontro dovrebbero partecipare anche Pittella e Caldoro ma proprio ieri su twitter ha annunciato la sua partecipazione anche il senatore lucano dei 5 Stelle Vito Petrocelli. v. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 11 Dopo l’avviso assunzioni, le royalties usate per il risparmio energetico Nuovi bandi a Viggiano Pioggia di milioni per coibentare le abitazioni dei residenti di ANGELA PEPE A sinsitra la mappa dell’area Monte Cavallo (via Ola). In alto il centro oli di Viggiano | ROMANIELLO | Sel ripropone il contributo per smaltire amianto | CGIL | Tutto ancora fermo e paralizzato in Val d’Agri Giannino Romaniello Alessandro Genovesi POTENZA - Ripresentata dal consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel) la proposta di legge che detta norme per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di materiali o rifiuti contenenti amianto. «Il progetto di legge – precisa Romaniello -, era stato già esaminato nella scorsa legislatura dalla terza Commissione consiliare (Attività Produttive – Territorio) con un orientamento favorevole di tutte le forze politiche e attendeva il parere del dipartimento di competenza sulle risorse finanziarie da impegnare per poi passare in Aula per l’approvazione definitiva. Passaggio che non si è consumato a causa dello scioglimento anticipato della legislatura». «La misura proposta – precisa il capogruppo di Sel – si rivolge a quei soggetti privati che hanno presso la loro abitazione o attività artigianale piccoli manufatti contenenti amianto, dunque potenzialmente molto dannosi per la salute, ma che non hanno la capacità finanziaria o comunque non sono disposti a sostenere le spese per procedere ad una corretta rimozione e smaltimento dello stesso. La concessione di un contributo finanziario –conclude Romaniello –può costituire un incentivo per il privato ad intraprendere un’opera di rimozione». POTENZA - «Dopo gli impegni presi positivamente dal Presidente Pittella di accelerare sull'attuazione di diversi importanti interventi in attuazione del Contratto di Settore per la Val d'Agri, i prossimi giorni saranno decisivi. Le risorse furono a suo tempo individuate sia per il 118 che per l'Osservatorio Paritetico per la Sicurezza che per l'aggiornamento e la formazione dei lavoratori dell'indotto e soprattutto di disoccupati della zona, eppure tutto è ancora fermo e paralizzato e certamente non per responsabilità dei sindacati e dei lavoratori della zona». Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata. «Così come mancano ancora all'appello alcuni punti su come realizzare il presidio dei Vigili del Fuoco e come attrezzare l'ospedale di Villa d'Agri di un reparto specifico dedicato alla medicina dell'ambiente, con un primo centro antitossicologico e anti veleni pronto per ogni evenienza a tutela di lavoratori e cittadini. E' essenziale che il tutto si sblocchi prima di convocare il Tavolo della Trasparenza con Eni, per dimostrare che – come Basilicata – da tutti i punti di vista si è con le “carte in regola” per chiedere conto alla multinazionale della sua parte di impegni». gli interventi nei condomini, potranno accedere al contributo anche coloro che, VIGGIANO – Al via i bandi per il rispar- pur non essendo residenti o domiciliati mio energetico predisposti dallo Sportel- nel Comune di Viggiano, sono proprietalo per lo Sviluppo del Comune di Viggia- ri di unità abitative facenti parte di condono, l’Unità di progetto, le cui attività sono mini dove la maggioranza ha titolo a preinteramente finanziate con le royalties sentare la domanda. Tra gli interventi del petrolio Il bando è per la “concessione ammissibili: coibentazione degli elemendi contributi per gli edifici residenziali ti opachi dell’involucro edilizio che sepaesistenti” ed è parte integrante del pro- rano il volume riscaldato dall’esterno o da gramma “Risparmio energetico”. La do- vani non riscaldati: le strutture opache tazione delle risorse destinate è pari a verticali (pareti); strutture opache oriz4.850.000,00 euro, ripartite tra gli inter- zontali o inclinate (pavimenti, soffitti, coventi di: “Coibentazione degli elementi perture). Sostituzione di serramenti esiopachi dell’involucro edilizio” (1.500.000 stenti con serramenti ad elevate prestaeuro); Sostituzione di serramenti esterni zioni termiche. esistenti con serramenti ad elevate preInterventi combinati che comprendono stazioni termiche (1.000.000 euro); In- contemporaneamente le tipologie di riterventi combiqualificazione nati 2.350.000 energetica globaeuro. La finalità le dell’involucro del bando è queledilizio”. la di incentivare Il secondo ban“il migliorado che rientra mento del livello sempre nel prodi efficienza gramma di “Rienergetica del sparmio energepatrimonio editico” è per gli lizio privato del “edifici residenComune di Vigziali di nuova cogiano”. struzione”. Tra gli obiettiLa finalità del vi, quello “di bando è quella di sensibilizzare – incentivare la si legge nel banrealizzazione, do - i cittadini ed nel Comune di il personale tecViggiano, di nico (progettisti nuovi edifici resied artigiani) ridenziali con prespetto ai temi restazioni energelativi all’edilizia tiche superiori a a basso consumo quelle richieste energetico; prodalle normative muovere l’utilizvigenti. La dotazo di tecniche e zione delle risortecnologie nuose destinate al ve di produzione presente bando è e costruzione; Un pozzo in trivellazione nell’area di Tempa Rossa pari a 645.000 introdurre euro. l’adozione sistePossono benematica dei parametri energetici nelle co- ficiare del contributo i titolari di concesstruzioni civili; promuovere la realizza- sioni edilizie, nuove o in corso di validità, zione di edifici energeticamente sosteni- che intendono realizzare o stanno realizbili e far diventare Viggiano un esempio zando edifici di tipo residenziale destinati di Comune sostenibile”. a propria prima abitazione nel territorio Possono presentare domanda di contri- comunale di Viggiano. La domanda di buto i residenti e i domiciliati nel Comune ammissione a contributo, dovrà essere di Viggiano che, alla data di presentazio- inoltrata, in busta chiusa, a mezzo di racne della domanda, siano proprietari/com- comandata al Comune di Viggiano - Sporproprietari, eredi/coeredi di un’unità abi- tello per lo sviluppo o consegnata direttatativa collocata sul territorio di Viggia- mente all’Ufficio Protocollo del Comune no. Al fine di consentire l’esecuzione de- di Viggiano. L’intervento di Gianni Rosa sulla vertenza Teknosolar «Pittella fa soltanto gli interessi delle società private» «Le recenti prese di posizione delle popolazioni del Vulture-Alto Bradano contro la realizzazione di un impianto solare termodinamico dimostrano ancora una volta la distanza tra una politica di governo regionale, incline a tutelare gli interessi delle società private che vogliono accaparrarsi il territorio e i lucani. Nessuna considerazione ai danni ambientali e alla salute dei cittadini». E’quanto dichiara il consigliere regionale Gianni Rosa. «Gli errori passati si ripetono – prosegue Rosa. L’idea di sottrarre al nostro territorio agricolo, nel bel mezzo di un’area come l’Alto Bradano, preziosissimi ettari di terreno all’uso agricolo per destinarlo ad ospitare un campo a tecnologia solare «Nessuna attenzione ai danni ambientali e alla salute» termodinamica di potenza di 50 megawatt, è l'ennesimo esempio della programmazione cieca e autolesionistica messa in campo dal Governo regionale in Basilicata. Fratelli d’Italia Basilicata esprime la sua posizione fermamente contraria alla localizzazione dell’impianto Teknosolar che sottrarrebbe oltre 200 ettari di prezioso terreno agricolo al suo uso per “occuparlo” con un mega impianto solare che potrebbe trovare la sua giusta collocazione in un’area già destinata ad usi industriali, aree che, in Basilicata, non mancano. Per queste ragioni – conclude Rosa e visto il silenzio del “Presidente rivoluzionario” Marcello Pittella è stata presentata un’interrogazione con la quale si chiede di conoscere la posizione della Regione Basilicata in merito». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it FARE IMPRESA Una piattaforma per l’organizzazione di viaggi Tecnologia e modello economico nati a Potenza Benvenuta Waway Una storia tutta lucana di innovazione «Startup? È più giusto parlare di impresa» di SARA LORUSSO POTENZA - «Porte in faccia? A bizzeffe». Ma il segreto, raccontano, è stato proprio quello, «andare avanti». Che magari suona un po’ come luogo comune, un po’ come la favola da raccontare. «Lo sappiamo, ma è andata proprio così». È andata così l’esperienza di innovazione tutta lucana e che il prossimo 5 febbraio ha appuntamento con il rilascio della versione beta. Si chiama Waway, è una piattaforma dedicata all’organizzazione di viaggi, con un modello di business articolato, un bel po’di entusiasmo dentro e tempo - tanto - passato a costruire. La squadra è fatta a tre: Giovanni Setaro, Paolo Lanzalone, Barbara Pesce. Lo sviluppo del software, la grafica, il marketing, gli investitori, la pazienza, i contatti, la ricerca fondi, le idee. Un po’ per uno, ciascuno secondo vocazione e competenze. Poi, attorno, parecchi amici e tecnici, chi di più chi per meno tempo, qualcuno è andato via, e allora è stato necessario ricominciare daccapo a sviluppare tecnologia e modello, altri sono arrivati. «Poi ci sono quelli come Sergio che sono amici e sono sempre qui a sostenere e anche a raccontare in giro cos’è. O Francesco attuale sviluppatore». Giovanni la racconta così, senza formalità. Ché un po’ è anche quello che accade quando passi da Cubox, l’agenzia di comunicazione dove tutti loro lavorano con altri professionisti. «Caffè?», mentre giri tra computer, pin e stampe, e un distributore automatico che dispensa caffeina per le nottate di lavoro. Primo piano di una palazzina recente a Potenza Est, ambiente bianco e nero marchiato Ikea, moderno lo spazio, alla mano tutti loro. È lì, nelle stanze di Cubox che Waway sta superando gli ultimi test prima della messa online. Lunedì prossimo la conferenza stampa sarà l’occasione per il lancio ufficiale. Appuntamento alle 10.30 a Potenza nella sede di Basilicata Innovazione, la struttura nata da un accordo tra Regione Basilicata e Area Science Park, per sostenere la nascita di imprese «ad alto tasso di innovazione». Waway è passata anche da lì. L’idea era venuta in testa a Giovanni che si era trovato alle prese con un gruppo di amici e un addio al celibato all’estero. Sperimentata in prima persona la difficoltà di organizzare la trasferta ha pensato di costruire qualcosa che riempisse quel vuoto di servizi. Cominciano così i «no», le porte in faccia, le adesioni, gli addi, «mica facile credere a un progetto simile». Il podio e un primo sostegno economico ottenuti alla selezione TechGarage (un concorso organizzato da Basilicata Innovazione) hanno dato una spinta. Tempo dopo la stessa Basilicata Innovazione ha voluto investire ancora in questa idea, finanziando alcuni servizi. Ma per un progetto ad alto contenuto tecnologico e di business non poteva bastare. In un paio di anni sono serviti anche parecchi viaggi, soprattutto verso Milano e dintorni. Per incontrare gli attori del settore, imprese del turismo, gruppi, ma anche sviluppatori, imprenditori, possibili investitori. «Difficile spiegare senza il prodotto in mano». Soprattutto, però, difficile ogni volta capire che «qui in Basilicata viaggiamo non solo con numeri diversi». Questione di velocità. «Abbiamo dovuto correre il doppio. Ma abbiamo anche imparato che se sei costretto a farlo, poi succede che magari ar- «È ai nostri imprenditori che dobbiamo far capire quanto sia importante investire in know how» Da sinistra Paolo Lanzalone, Barbara Pesce, Giovanni Setaro rivi prima». Sorridono, e sanno che mica è finita. La piattaforma è pronta, ma solo per la prima fase. Waway non è TripAdvisor o Booking, né il portale di un agenzia viaggi. Waway sviluppa un sistema complesso che costruisce pacchetti completi a partire da un evento, (concerti, mostre, partite): viaggio, pernottamento e biglietto. Proprio l’evento è il “pezzo” attorno a cui si costruisce la soluzione migliore. «Offriamo in servizi: comodità, risparmio». Per adesso - dopo il via - sarà dedicata a cittadini, gruppi, aziende. La seconda fase del progetto - che servirà anche a costruire la parte forte della sostenibilità economica di impresa - è nell’apertura del servizio a piccoli e grandi player del settore, dal cral che organizza la gita, all’agenzia di viaggi che può lavorare su pacchetti completi. Con alcune partnership ancora in via di definizione e altre importanti già chiuse (come per TicketOne o Expedia). In Basilicata hanno dovuto faticare un po’ per trovare chi avesse in questi anni il know-how tecnologico adeguato. Ma andare via, «no. Ci abbiamo pensato e ci siamo detti no. Magari avremmo fatto prima, ma non è detto che avremmo fatto meglio». Ora che la beta di Waway è pronta per il lancio hanno voglia di dirlo più volte. «Nel frattempo abbiamo imparato tante cose, anche che in Basilicata c’è chi ha idee e voglia. Ma dovremmo smetterla di inseguire “nomi” ed esperienze fuori, inseguire i venture capitalist di grido». Il che significa compiere un ulteriore passaggio: «Abbiamo parlato troppo di startup senza capirne il senso. In Italia dobbiamo fare impresa. A proposito, che fine ha fatto l’agenda digitale?». Bisogna, questo il senso, costruire un modello che sappia tenere conto anche del territorio. «Il confronto è importante, guai a non averne con chi ne sa di più, con altri numeri, con altre grandezze. Ma poi è ai nostri imprenditori che dobbiamo far capire quanto sia importante investire sulle competenze tecnologiche, di innovazione». Il circolo, giurano, si farebbe virtuoso. AMBIENTE di ALESSANDRA MAGLIARO Riciclare, ridurre, riutilizzare. Soprattutto ripensare. Alle tre R del movimento ambientalista si fa strada da qualche anno questa quarta R, non meno fondamentale. Ri-Indirizzare il proprio stile di vita, provare a correggerlo in modo critico, distinguere le necessità basiche da quelle superflue. Non significa “sacrificarsi” o “rinunciare” ma cambiare sapendo che la qualità della vita migliorerà invece che peggiorare. Da oltre 10 anni, ma con la crisi economica negli ultimi anni ha avuto una spinta ulteriore, il movimento per la decrescita felice discute e promuove una vita piena al di fuori dello stile di vita consumista, mettendo in discussione l’attuale modello di sviluppo. L’obiettivo è una società equa, partecipata, sostenibile superando un modello Tecnologia sì, ma sostenibile Si moltiplicano nel Paese le esperienze di consumo critico che oltre che economico - il consumismo e i derivati del liberismo - è anche culturale e investe la pratica della vita. L’Italia con tante iniziative spontanee, è anche un cantiere di decrescita, in cui la cittadinanza sperimenta continuamente e attivamente un’economia alternativa. Gli spunti di riflessioni sono vari: le risorse limitate del nostro pianeta dovrebbero indurci a non immaginare una crescita infinita. E il benessere di un Paese, calcolato con il Pil, vale a dire sommando la produzione di merci e servizi, per quanto dato convenzionale, non sembra più essere un indicatore adeguato, visto che non sia- mo necessariamente più felici se consumiamo più beni o servizi, senza contare che tante azioni di condivisione, gratuità, autoproduzione che cittadini con un consapevole consumo critico sempre più mettono in atto, non sono affatto conteggiate. Spiega Alessandro Pilo nel manuale del giovane eco-attivista La Strategia del Colibrì edito da Sonda, il movimento per la decrescita felice, che si ispira al pensiero di Ivan Illich e Serge Latouche, non è ostile alla tecnologia ma è per un’altra tecnologia, sostenibile, durevole, funzionale: una casa ben coibentata, per citare un esempio, ridurrà i consumi energetici. La riduzione del tempo dedicato al lavoro salariato a favore dell’aumento del tempo dedicato alle relazioni interpersonali, all’autoproduzione e alla coltivazione delle dimensioni dell’esistenza “rimosse” (sociale, politica, culturale, artistica, spirituale, etc.) sono alcuni punti fondanti del movimento che in Italia, con l’attività portata avanti da Maurizio Pallante e dai circoli Mdf sparsi su tutto il territorio, sta diventando popolare. Gli esempi sono molti, le cicloofficine, i laboratori di riparazione dei computer, anche una libreria recentemente aperta a Torino, e poi la banca del tempo, l’autoproduzione di cibo, i Gas gruppi di ac- quisto solidali, il compostaggio per il riciclo in casa dei rifiuti, il cohousing, le monete alternative, ma non solo: è in tanti piccoli nuovi gesti che nella nostra cultura si sta facendo largo la convinzione che il consumo non sia la felicità. «Raggiungere un benessere materiale sufficiente, avere reti di amici e persone con cui aiutarsi a vicenda e trascorrere del tempo di qualità, partecipare alla vita sociale del proprio quartiere, della propria città o paese, sembrano piuttosto questi alcuni fattori che determinano la felicità», dice Pilo. C’è anche una rete in Italia, collegata ai circoli, di industriali e professionisti che producono, installano e commercializzano tecnologie in grado di ridurre gli sprechi di energia e l’inquinamento ambientale, e di recuperare le materie prime secondarie contenute negli oggetti dismessi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Economia Italia / Mondo Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 15 POVERTÀ, PENSIONI, SICUREZZA SUL LAVORO Poveri in aumento e assegni bassi Strasburgo boccia l’Italia su tutto Per il Comitato dei diritti sociali non garantite condizioni di vita dignitose di SAMANTHA AGRÒ STRASBURGO - Lotta alla povertà, pensioni minime adeguate e sicurezza sul posto di lavoro: questi i tre fronti principali sui quali l’Italia non è riuscita a mettere in atto politiche in grado di garantire condizioni di vita dignitose. A esprimere l’impietoso giudizio è il rapporto del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa reso noto ieri. Un documento che ha esaminato come l’Italia ha, tra il 2008 e il 2011, salvaguardato il diritto dei suoi cittadini alla salute, alla sicurezza e alla protezione sociale in base alla garanzie sancite dalla Carta sociale europea. Il risultato dall’analisi condotta è la sostanziale bocciatura, in molti casi, delle situazioni riscontrate. Le principali violazioni dei principi della Carta sociale ‘certificatè dal rapporto si riferiscono all’inadeguatezza delle politiche messe in atto per gli anziani, per combattere l’esclusione sociale e per garantire di non restare vittime di incidenti sul lavoro. Secondo il Comitato, infatti, l’Italia non ha leggi specifiche che assicurino agli anziani di non essere discriminati, a causa della loro età, rispetto agli altri cittadini quando si tratta per esempio dell’accesso a servizi bancari o sanitari, oppure alla possibilità di continuare a fare scelte in piena autonomia, o non essere vittime di abusi. E chi tra loro vive con la pensione minima sta messo ancora peggio. Perchè il livello dell’assegno è stato giudicato inadeguato da Strasburgo, visto che nel 2011 ammontava ad appena 520 euro al mese contro i 666 euro (cioè il 50% del reddito medio calcolato da Eurostat) ritenuti il minimo indispensabile dal Comitato. Ma l’Italia non riesce a garantire bene neanche i diritti dei lavoratori. Il Comitato denuncia, come fece nel rapporto del 2009, la mancanza di una politica nazionale coerente in materia di sicurezza, come purtroppo sembra indicare anche la frequenza degli incidenti. Questa politica andrebbe definita, attuata e riesaminata periodicamente consultando le organizzazioni patronali e sindacali. E sempre sul piano della sicurezza, il Comitato sottolinea che in Italia manca anche un adeguato sistema di organizzazione per la prevenzione dei rischi. Quanto alla lotta alla povertà, «le informazioni fornite dal governo - si legge nel documento - non sono sufficienti ad alterare il giudizio di non conformità alla Carta già espresso nelle precedenti conclusioni» pubblicate nel 2009. Soprattutto, ztenendo in considerazione l’aumento della povertà nel Paese, i relativamente bassi sforzi di spesa per disoccupazione ed esclusione sociale, oltre che i moderati effetti ottenuti con i trasferimenti sociali». Inaccettabile il numero degli incidenti LA SVOLTA Il Lingotto avrà sede legale in Olanda e fiscale a Londra Nasce Fca Fiat Chrysler Automobiles Dopo cento anni l’azienda cambia nome Letta: «Basta che non licenzino nessuno». Marchione rassicura i sindacati che manterrà tutti gli impegni di AMALIA ANGOTTI TORINO - Dopo oltre un secolo Fiat cambia nome e lascia Torino. La nuova holding che controlla la casa di Torino e quella di Detroit, si chiamerà Fiat Chrysler Automobiles, avrà un nuovo logo con l’acronimo Fca, la sede legale sarà in Olanda, la residenza fiscale in Gran Bretagna. La società sarà quotata a New York, forse già entro il primo ottobre e a Milano. Il consiglio di amministrazione alza il velo sul nuovo gruppo e vara una riorganizzazione che «non avrà alcun impatto sull’occupazione», in attesa del piano industriale che sarà presentato a maggio negli Usa. «La nascita di Fiat Chrysler Automobiles segna l’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia», commenta il presidente John Elkann. «Il giorno più importante della mia carriera», afferma l’amministratore delegato Sergio Marchionne, che ribadisce l’intenzione di restare per altri tre anni e di scegliere il successore all’interno del gruppo. Per il premier Enrico Letta, che già martedì aveva incontrato i vertici Fiat, «la sede legale è una questione secondaria, contano i posti di lavoro, il numero di auto vendute, la competitività e la globalità». La Fiom parla, invece, di «disimpegno sull’Italia» e la leader della Cgil, Susanna Camusso, esprime preoccupazione per la scelta di pagare le tasse in Gran Bretagna. Un punto questo che aveva già suscitato polemiche per l’analoga scelta di Cnh Industrial ma come in quel caso la Fiat spiega che «non ci saranno effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». Per quanto riguarda invece lo spostamento della sede legale in Olanda la decisione è dovuta alla possibilità di adottare un sistema che assegna diritti di voto doppi ai soci stabili, agevolando il mantenimento del controllo da parte di Exor, holding della famiglia Agnelli che ha circa il 30% di Fiat. Ai segretari generali della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti e della Ugl, Giovanni Centrella, e dei sindacati metalmeccanici, che ha visto ieri in serata al Lingotto, Marchionne assicura che gli impegni in Italia saranno mantenuti, ma non dà le attese indicazioni su Cassino e Mirafiori. Il cda approva anche i conti dell’esercizio 2013, chiuso con un utile netto di 1,9 miliardi di euro, un utile di gestione a 3,4 miliardi contro i 3,8 del 2012 e i 3,6 previsti dagli analisti, mentre il fatturato cresce da 84 a 86,6 miliardi. IL CASO ELECTROLUX Delocalizzazione e licenziamenti Nessuna soluzione individuata ma l’azienda aprirà un tavolo ROMA - Il piano presentato da Electrolux non convince governo, sindacati e presidenti delle Regioni in cui si trovano gli stabilimenti. L’ha detto senza mezzi termini il ministro Flavio Zanonato al termine dell’incontro sulla crisi del gruppo di elettrodomestici, un incontro in cui non sono state individuate soluzioni, ma da cui è uscita la disponibilità da parte dell’azienda ad aprire un negoziato che, con tutta probabilità, vedrà impegnato anche Palazzo Chigi. Le dichiarazioni distensive che l’ad in Italia del gruppo svedese, Ernesto Ferrario, ha fatto al tavolo del ministero, dove ha assicurato che non c’è l’intenzione di abbandonare l’Italia, non sono state evidentemente considerate sufficienti a spegnere l’allarme. «La proposta di riorganizzazione che ci ha illustrato Electrolux non ci ha convinto», ha infatti dichiarato il ministro in un’improvvisata conferenza stampa. Il problema, ha spiegato, sta nel fatto che lo scenario descritto da Electrolux punta «tutto sul costo del lavoro» (con una riduzione sulla cui entità però ancora non c’è chiarezza), mentre istituzioni e sindacati, come dichiarato più volte, vogliono «parlare del piano industriale». Le posizioni, dunque, non si sono avvici- nate, l’azienda non ha annunciato l’intenzione di rivedere o ritirare il piano, anzi ha ribadito di voler andare avanti con l’analisi e la riduzione del costo del lavoro, ma il ministro, da più parti accusato di aver sottostimato il problema, porta a casa un risultato: l’apertura di un tavolo negoziale con Electrolux che si concretizzerà già «nei prossimi due-tre giorni» con un nuovo incontro. Non solo: la vicenda sembra destinata a essere “promossa” a crisi di maggiore rilevanza, dal momento che Zanonato ha annunciato un incontro, chiesto da molti, anche con il premier Enrico Letta. L’obiettivo è quello di «salvaguardare l’integrità dell’azienda», cioè di tenere in piedi tutti e quattro gli stabilimenti, Porcia compresa, in merito a cui però allarma «la mancanza di proposte». Una strategia pienamente condivisa dai governatori delle quattro regioni coinvolte, che infatti hanno mostrato una certa soddisfazione: affrontare la questione in questo modo, per la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, è un «risultato straordinario, perchè è stato messo un paletto imprescindibile all’azienda», Luca Zaia (Veneto) ha parlato di «pietra miliare», Vasco Errani (Emilia Romagna) di «passo avanti». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it Il segretario della Uilm Basilicata, Tortorelli, rassicura i dipendenti Fiat sul nuovo gruppo Fca «Nulla da temere per la Sata» «A noi interessa il proseguimento dei programmi per Melfi e gli altri stabilimenti» POTENZA - “Non ci appassiona il nuovo acronimo del Gruppo (Fca), né la scelta della sede legale (Olanda) e di quella fiscale (Gran Bretagna) e tanto meno l’individuazione delle Borse di quotazione delle azioni (New York e Milano). A noi interessa il proseguimento dei programmi per Melfi e gli altri stabilimenti italiani che restano questi, a differenza di tutto il resto, immutati”. Ad affermarlo è Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uilm Basilicata, per il quale “i dipendenti della Sata non hanno nulla da temere dalle decisioni, sicuramente epocali, del consiglio di amministrazione del gruppo presieduto da Jonh Elkann e guidato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e pertanto non devono allarmarsi. Lo abbiamo detto già in occasione della fusione con Crysler: si offre una dimensione altra ad un’azienda che, oltre ad avere una dimensione nazionale, si apre al mondo. Un passaggio che dal punto di vista dell’economia di scala e delle produzioni di autovetture non può che essere un fatto positivo. La sfida non deve allarmare nessuno per- Gioco d’azzardo Cantisani ( Idv) e Messina a Roma per consegna firme Cantisani a Roma Marchionne ed Elkan presentano il nuovo gruppo Fca e nel riquadro Tortorelli ché non so se qualcuno se ne è accorto, ma Fiat negli ultimi anni ha mutato la propria fisionomia e noi come parti sociali più responsabili abbiamo contributo a questa trasformazione. Mentre fino a prima Fiat aveva solo dei modelli di fascia A e B, con qualche problema sulle gamme alte (tranne quelle altissime come la Ferrari), adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti che vedono tra l’altro in Melfi l’avamposto italiano del mercato che non può che essere quello europeo e mon- diale, non italiano. Non dimentichiamo che il solo bacino europeo è insufficiente per le produzioni dei nostri stabilimenti, quello mondiale invece può dare la possibilità di poter produrre nei poli Fiat sia eccellenze che fasce medio basse”. L'azienda dichiara un centinaio di esuberi .Oggi l'intesa in Confindustria Indotto Fiat: crisi alla Johnson Per un anno i contratti di solidarietà POTENZA - Arrivano i contratti di solidarietà per i dipendenti della Johnson Controls Interiors, azienda metalmeccanica dell'indotto Fiat di Melfi. Lo ha reso noto il dirigenti della Fim Cisl, Giovanni Ottomano, che in mattinata ha partecipato al tavolo di confronto tenutosi in Confindustria tra una delegazione aziendale e i rappresentanti dei sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm e Fismic. La Johnson ha dichiarato “un profondo stato di crisi che ha fatto emergere un'eccedenza di personale”. Gli esuberi dichiarati sono 94 su un totale di 158 addetti. Per scongiurare i licenziamenti e la mobilità le parti hanno concordato il ricorso ai contratti di solidarietà difensivi per tutti i dipendenti dal prossimo 11 febbraio per una durata complessiva di un anno. La riduzione dell'orario di lavoro settimanale – si legge nel verbale siglato al termine dell'incontro – sarà diversificata per reparto e specializzazione in ragione dei flussi produttivi. Azienda e sindacati hanno infine concordato la possibilità di realizzare specifici programmi formativi sul world class manufacturing. “Il ricorso ai contratti di solidarietà è la soluzione meno dolorosa per evitare i licenziamenti e mantenere gli attuali livelli occupazio- nali in attesa che la ripresa del mercato possa far rientrare la situazione di crisi aziendale”, spiegano Giovanni Ottomano e Salvatore Troiano, sottolineando che “si tratta del primo caso di contratti di solidarietà tra le aziende dell'indotto Fiat, una soluzione che andrebbe estesa anche ad altre realtà per evitare soluzioni più traumatiche in caso di crisi aziendale”. I contratti di solidarietà difensivi sono accordi stipulati tra azien- da e sindacati che prevedono la diminuzione dell'orario di lavoro al fine di mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale e quindi evitare la riduzione del personale. È a carico dell'Inps l'integrazione fino all'70 per cento della retribuzione persa. I contratti di solidarietà possono essere stipulati per un massimo di 24 mesi, prorogabili per altri 24 mesi (36 mesi per i lavoratori occupati nelle aree del Mezzogiorno). TICKET CONFERENZA STAMPA Esenzioni per gli aventi diritto in tutto il 2014 Presentazione film “Zio Angelo e i tempi moderni” LE CERTIFICAZIONI di esenzione della compartecipazione alla spesa sanitaria in base al reddito, autocertificate dal cittadino, sono automaticamente prorogate al 31 dicembre 2014 . I cittadini possono pertanto evitare di recarsi agli sportelli dei rispettivi Distretti di appartenenza per rinnovare l’esenzione, fintanto che non avvengano delle variazioni delle proprie condizioni personali e di reddito. DOMANI alle ore 11, presso la Sala Inguscio della Regione Basilicata a Potenza, si terrà la conferenza stampa di presentazione del film "Zio Angelo e i tempi moderni", film girato tra Basilicata e Campania e che sarà nelle sale dal 6 febbraio. Alla conferenza stampa parteciperanno Paride Leporace direttore della Lucana Film Commission, il sindaco di Brienza, il regista Daniele Chiariello, rappresentanti della produzione Zork e della Cinemò che ne cura la distribuzione. L’Italia dei Valori ha fatto oggi un primo importante passo verso l’abolizione del gioco d’azzardo nel nostro Paese”: lo afferma Maria Luisa Cantisani, Segretario IDV Basilicata, che insieme al segretario Nazionale Ignazio Messina, ha presentato questa mattina, guidando una delegazione della Basilicata, oltre 100mila firme contro il gioco d'azzardo di Stato.Un risultato importante ottenuto anche grazie alla Basilicata, dove sono state raccolte circa 3mila firme, attraverso i numerosi banchetti realizzati nei due capoluoghi e in centri piccoli e grandi del Potentino e del Materano. Nel ricordare che il Presidente Marcello Pittella è stato promotore nella precedente legislatura regionale di una specifica iniziativa legislativa, Cantisani riferisce che all’iniziativa hanno aderito anche numerosi sindaci, assessori ed amministratori locali che si sono impegnati a sostenere proposte a favore degli esercizi che decidano di non installare apparecchi da gioco, l’inserimento di un piano triennale per il contrasto e la prevenzione della ludopatia a cui si deve aggiungere la delega, alla Regione, delle funzioni di osservatorio sulle eventuali problematiche di carattere socio-sanitario. “La campagna contro il gioco d’azzardo può essere vista come una forma di tutela dell’essere umano e della globalità delle sue interazioni sociali da un fenomeno che interferisce con la sanità dell’ambiente in senso ampio.La nostra battaglia – aggiunge non finisce qui ma riuscirà con successo quando il Parlamento la discuterà ed accetterà di considerarla un valido strumento immediatamente applicabile su tutto il territorio”. “E’ incoraggiante lo sforzo compiuto da alcune regioni italiane, compresa la Basilicata – sottolinea Ignazio Messina, segretario nazionale IdV - . Per noi la migliore prevenzione e il miglior deterrente a questo male che rovina le famiglie e ingrassa la criminalità organizzata, è l’eliminazione completa del gioco d’azzardo. Per questo l’IDV ha raccolto migliaia di firme e la testimonianza che il tema sia molto sentito soprattutto al Sud viene dal numero di adesioni dei cittadini delle regioni meridionali. No allo Stato biscazziere – afferma Messina - partendo da questo chiaro messaggio Italia dei Valori si è rivolta a tutti i cittadini per informare e sensibilizzare sulle problematiche relative alla ludopatia, la malattia da gioco che fattura circa 100 miliardi di euro l’anno, impoverisce i cittadini e fa cassa. Una distorsione che in uno Stato che non porta avanti una seria lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, ma tassa il gioco, non è più tollerabile per una platea di oltre 800mila dipendenti e di oltre 2milioni di soggetti a rischio patologico”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Basilicata Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 17 Corruzione all’Agenzia delle entrate: rinvio a giudizio per l’ex capo degli ispettori del fisco Il gup non crede alla Muscaridola Con lei anche gli imprenditori potentini De Vivo, Albini, Pomarico e Giubileo POTENZA - Dovranno comparire il prossimo 5 maggio davanti al collegio del Tribunale di Potenza l’ex capo dell’ufficio accertamenti e controlli dell’Agenzia delle entrate di Basilicata, Lucia Muscaridola, gli imprenditori potentini Antonio Giubileo, Maria Antonietta Albini, Michele Pergola, Domenico De Vivo, Antonio Pomarico, Gaetano Tucci, e il commercialista Rocco Tramutola, accusato “soltanto” di millantato credito. Lo ha deciso ieri pomeriggio il gup Tiziana Petrocelli accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Francesco Basentini, che ha coordinato l’indagine delle Fiamme gialle sulle presunte corruttele tra il capo degli ispettori del fisco e alcuni grandi contribuenti lucani. Unica eccezione, Luciano Olita, per cui le accuse sono cadute e il gup ha disposto il non luogo a procedere. Tutto è iniziato dall’inchiesta sul Consorzio industriale di Potenza dove la Finanza stava mettendo a fuoco un presunto sistema di favoretti per gli imprenditori amici, e in particolare i clienti di uno studio di commercialisti del capoluogo. L’idea era Lucia Muscaridola pressapoco questa: se uno andava da loro era più facile ottenere un lotto nell’area industriale per il proprio capannone. Allora i militari hanno avviato le intercettazioni, e tra le altre cose hanno scoperto che esisteva un’altra strana relazione con un impiegato dell’Agenzia delle entrate, un impiegato facente funzioni di dirigente per l’esattezza, capo del settore “accertamenti e controlli della direzione provinciale di Potenza. Quello che ne è uscito fuori è un sistema, soprannominato “protocollo Muscaridola”, dove l’unica legge riconosciuta sarebbe stata quelle del “do ut des”. I soggetti finiti sotto la lente dei militari del Gico di Potenza ai comandi del tenente colonnello Roberto Maniscalco, sono decine. Il punto è che muovendosi tra la Puglia e la Basilicata con incursioni in Campania e altrove, l’inchiesta si è divisa per questioni di competenza territoriale. A luglio del 2011, nell’ambito di questa stessa inchiesta, Lucia Muscaridola è stata raggiunta anche da un’ordinanza di arresti, poi annullata dal Tribunale del riesame per mancanza di gravi indizi. In precedenza anche il sequesto di tutti i suoi beni era stato annullato dopo che gli avvocati Tuccino Pace e Francesco Paolo Sisto avevano spiegato che le varie operazioni immobiliari compiute dalla loro assistita negli ultimi anni sarebbero state da ricondurre in massima parte a una ricca eredità. Una tesi sostenuta anche dalla relazione di un perito di parte incaricato in proposito, che ha dimostrato la correttezza e la compatibilità delle stesse con la capacità economica della dottoressa. lama l.amato@luedi.it Per il solo Luciano Olita sentenza di «non luogo a procedere» LA BIMBA NATA MORTA A VILLA D’AGRI La dottoressa Orlando replica «Ho visitato Simona Caso soltanto il giorno del parto» IN nome e per conto della dottoressa Mariateresa Orlando, con riferimento all'articolo pubblicato il 29 novembre a pagina 9 del Quotidiano dal titolo “Villa D'Agri, due medici indagati”, relativo alla vicenda del tragico parto della signora Simona Caso, preciso quanto segue: L'articolo pubblicato individua nella persona della dottoressa Orlando la ginecologa che “qualche giorno prima aveva visitato Simona e l'aveva fatta tornare a casa” nonostante avesse “riscontrato qualche problema”. Attribuisce, poi, alla stessa ginecologa la paternità del referto pubblicato a margine datato 23 gennaio 2014 (“E sul referto “che pubblichiamo a lato” scriveva:...”). Dette notizie non sono corrispondenti al vero, giacché la dottoressa Mariateresa Orlando mai ha visitato la donna “qualche giorno prima” del parto, mai ha “fatto tornare a casa” la donna né il referto detto è attribuibile alla predetta Orlando. La dottoressa Orlando ha avuto modo di valutare la situazione della signora Caso la mattina del 27 gennaio, al momento del ricovero, allorquando ha prestato la sua opera professionale secondo scienza e coscienza e nel pieno rispetto di ogni regola medica e deontologica. Avvocato Antonio Casalaro Il Palazzo di giustizia di Potenza | LE RIVELAZIONI SULLO STATO DEGLI INVASI LUCANI | I dati e lo scontro col portavoce del presidente Bolognetti interrogato in udienza a Potenza UN articolo a firma dell'attuale portavoce del presidente della giunta regionale in cui veniva rivelata l'origine delle notizie sullo stato degli invasi lucani che erano state diffuse qualche giorno prima, agli inizi di gennaio del 2010. E' quello su cui ieri mattina, a Potenza, si è concentrata l'attenzione del presidente del collegio del Tribunale, Aldo Gubitosi, durante l'esame del segretario dei radicali lucani. Maurizio Bolognetti è imputato per rivelazione dei contenuti in un’informativa della Polizia provinciale a firma del tenente Giuseppe Di Bello sullo stato dei principali invasi lucani. Una vicenda per cui quest’ultimo a novembre è stato già condannato in appello a 3 mesi di reclusione con la pena sospesa. Di fronte ai magistrati che dovranno giudicarlo, Bolognetti ha spiegato che quanto riportato nell'articolo in questione, ovvero che i dati erano riconducibili alla polizia, sarebbe corrisposto a quello che egli stesso aveva riferito al collega, dopo essere stato accusato “in un'editoriale di fuoco” di allarmismo e persino aggiotaggio a favore delle compagnie delle acque minerali. Bolognetti, che è un giornalista iscritto all'albo dei pubblicisti, ha quindi ha ribadito che la sua unica intenzione era di divulgare i contenuti delle analisi dell'Arpab sull'acqua dei principali invasi lucani. “Per come la vedo io erano analisi che dovevano essere pubbliche. Erano analisi dalle quali emergeva il decadimento delle acque nei principali invasi lucani. La Camastra, Monte Cotugno e in particolare il Pertusillo, dati che mai fino in quel momento erano stati portate a conoscenza dei lucani”. Maurizio Bolognetti. Sullo sfondo il Pertusillo Il segretario dei radicali lucani ha spiegato di aver ricevuto quell'informativa via email dal tenente Di Bello che aveva conosciuto nel 2008 occupandosi del caso del sito d'interesse nazionale di Tito scalo. Ma a domanda esplicita prima del pm Gerardo Salvia, poi del presidente Gubitosi, ha negato di averla richiesta, come pure di essere stato al corrente dell'esistenza di un'attività investigativa in corso. “Ero al corrente del fatto che in quell'email c'erano notizie attinenti lo stato ambientale delle acque e che da quelle analisi emergeva a mio avviso uno stato di contaminazione e decadimento delle acque in Basilicata e un rischio potenziale per una co- munità”. Motivo per cui ha deciso di divulgarne il contenuto. Interrogato dal suo avvocato Vincenzo Montagna, Bolognetti ha evidenziato di aver reso pubblici dati che secondo una convenzione internazionale ratificata anche dall'Italia andavano diffusi senza esitazione. In più il suo legale ha anticipato l'intenzione di appellarsi all'onere che ha un giornalista rispetto alla pubblicazione di una notizia, a prescindere di come ne sia entrato in possesso. “Ho ritenuto di supplire all'assenza di informazioni da parte degli enti preposti”. Ha ribadito Bolognetti. L'udienza è stata rinviata al 14 maggio per la decisione. l.amato@luedi.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 18 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA ilquotidiano.pz@finedit.com Benvenuti al cimitero industriale VOLETE avere un’idea di cosa hanno prodotto le politiche industriali nella nostra regione? Andate a farvi un giro nella zona industriale di Tito scalo. Un giorno qualsiasi di gennaio: decine di capannoni vuoti. Sulle strade un numero di macchine e camion che si possono contare sulle dita. E poi case abbandonate espropriate in nome dello sviluppo - sporcizia, silenzio e la desolante sensazione di trovarsi in un luogo ormai senza senso e fuori dal tempo. La descrizione del deserto, quello di un’area destinata all’industrializzazione e all’occupazione, ma che oggi è l’emblema del fallimento degli ultimi trent’anni di programmazione. Di cosa, viene da chiedersi davanti all’ennesima manifestazione davanti alla Regione di lavoratori che in uno di quei Sopra i locali (ovviamente vuoti) dell’ex Salumificio. All’ingresso ancora qualche striscione di una manifestazione capannoni ha lavorato qualche medi qualche anno fa (Tutte le foto sono di Andrea Mattiacci) se e poi è stato mandato a casa. Cosa si è programmato in più di trent’anni, il fallimento? Solo così si spiega la situazione debitoria del Consorzio Asi, la disperazione dei lavoratori del Depuratore di Potenza che regolarmente manifestano perchè i loro stipendi non vengono pagati. Solo così si spiega la situazione di pericolosità dell’intera area, per la A sinistra l’area su cui sorgeva l’ex Liquichimica. In lontananza si vede lo stabilimento della Daramic. Anche quello è quale da anni si parla inutilmente stato smantellato. Accanto la Metaltecno, vuota per l’80%. Alcuni spazi vengono usati come deposito di bonifica. Mentre attorno le pecore continuano a brucare e noi continuiamo ad ammalarci. «Qui - racconta uno dei pochi lavoratori rimasti - siamo tutti ammalati. Ognuno di noi ha avuto un problema, in tanti un tumore». E’ questo che si è programmato? La distruzione del territorio, ma anche quella del lavoro e della dignità che da esso nasce. Se le cose fossero andate nel verso giusto - ed è evidente che non è andata così - quest’area avrebbe dovuto dare lavoro almeno a 3.000 persone. E invece in questi immensi spazi che ormai cominciano anche a mostrare segni di cedimento non c’è più nessuno. Resistono ancora in poche: la Ansaldo, che dà lavoro a 114 persone, la Pcc Giochi e servizi (95 addet- Sopra la Idal, che avrebbe dovuto occupare 31 persone e produrre merendine. Tutto vuoto ti), la PerSud (45 dipendenti). Poi chi stiamo assistendo alla morte le storie dietro ognuno di questi ca- proprio i miliardi li dobbiamo butuna decina di altre aziende che im- dell’intera regione. E non si tratta pannoni vuoti. Quante persone do- tare, regaliamoli a chi ha voglia di piegano al massimo una ventina di di fare facili allarmismi, perchè se veva impiegare, quanti soldi sono fare ma non ha i mezzi. Perchè non persone. Troppo poco per giustifi- ogni famiglia ha almeno un com- stati regalati e cosa ha portato. Uno fare come nel resto d’Europa, dove care i miliardi investiti in que- ponente che ormai se ne è andato per uno ma non solo per mettere in si mettono a disposizione di chi ha via dalla regione, significa che un evidenza gli errori. Non è questo il idee degli spazi vuoti perchè possast’area. no nascere uffici o associazioni? Ma soprattutto sono troppi i sol- problema di futuro dobbiamo co- senso. L’obiettivo è proporre. Ci sono da Azzardato? Allora lasciamo credi spesi nella realizzazione di que- minciare a farcelo. E se non siamo sti capannoni, per lasciare che tut- lungimiranti ora non ne avremo una parte giovani senza risorse e scere i cimiteri, l’alternativa non senza lavoro, dall’altro contenitori esiste. to venga lasciato all’incuria del più il tempo. Antonella Giacummo Nasce così quest’inchiesta che vuoti. Sono due condizioni che postempo. Perchè mentre questo sta 1. Continua accadendo, sotto i nostri stessi oc- parte oggi e che vuole raccontarvi sono venirsi incontro. Perchè se | LE PROPOSTE Impariamo dagli altri Ecco come hanno fatto a Ferrara su 4.000 mq A FERRARA c’era un enorme spazio vuoto. Era quello dell’ex Caserma dei vigili del fuoco. All’incirca 4.000 metri quadri di spazio che stavano cadendo a pezzi. Ed era un enorme problema questo per la Provincia. Perchè se uno stabile cade e qualcuno si fa male, la responsabilità è dell’ente competente. Allora nasce l’idea di creare la prima Factory creativa dell’Emilia Romagna. Oggi lo Spazio Grisù ha come finalità quella di «agevolare l’espansione di realtà imprenditoriali avviate da poco ma potenzialmente in forte crescita e, successivamente, avviare start up di imprese creative, dando gli spazi in gratuità». Ma sono previsti anche spazi per organizzare workshops in collaborazione con università italiane ed estere che si occupano di tematiche legate all’arte, all’architettura, al design, al fund raising e all’economia della cultura. Insomma un enorme spazio è stato regalato ai suoi cittadini più giovani e creativi. «Gli spazi - spiegano - in cui insediare le attività saranno assegnati in uso gratuito e temporaneo alle “imprese creative” meritevoli, selezionandole – tramite application form e attraverso un comitato preposto – sulla base della qualità dei progetti presentati. Ogni assegnatario dovrà dare conto periodicamente del suo operato; per questo saranno organizzate mensilmente aperture degli studi sia agli addetti ai lavori che alla cittadinanza». E’ così che si dà impulso all’innovazione. | RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 Il premio Nobel Betty Williams in visita all’Istituto Alberghiero del capoluogo Il cibo che unisce i popoli Così, insieme ai ragazzi, si costruisce la Città della Pace e dei diritti NON c’è niente che renda le persone più vicine che il mangiare: esordisce così il premio Nobel per la pace Betty Williams in visita presso l'Istituto professionale di Stato per i servizi per l'enogastronomia e per l'ospitalità di Potenza. «La nostra scuola - afferma il dirigente scolastico Rosalinda Cancro - da decenni si prefigge lo scopo di contribuire alla completa e variegata formazione professionale degli allievi e allo stesso tempo mira a promuovere il settore turistico - alberghiero della Basilicata. Tutto ciò è fattibile solo tramite una perfetta armonizzazione tra scuola e Istituzioni locali». Betty Williams, in Basilicata per alcune riunioni degli organi direttivi della Fondazione Città della Pace, ha voluto incontrare studenti e docenti della scuola coinvolta con altri istituti potentini nell'attuazione del progetto "Costruiamo insieme la città della Pace" per continuare la sua intensa opera di sensibilizzazione sui temi del rispetto dei diritti dell'uomo e dell'integrazione tra popoli. All'incontro è seguito un pranzo dal sapore multietnico: baba ghanaoush della Palestina, kaopad puopia (insalata di riso thailandese), Chips di platano dell'Africa sono stati affiancati alla pizza di Sant'Arcangelo e alla torta caprese, tipica prelibatezza campana. Cibi diversi per provenienza geografica ma accomunati dalla volontà di unire, aggregare, conoscere realtà diverse. Il pranzo curato nei minimi dettagli figura come l'attività conclusiva di uno specifico progetto sulla cucina multietnica pro- IN BREVE Il M5S incontra gli studenti Betty Williams ospite all’Istituto Alberghiero (Mattiacci) mosso nell'ambito del percorso IeFP, istruzione e formazione professionale, organizzato dall'Apof-Il con la Fondazione Città della Pace per i Bambini di Basilicata. «Bisogna costruire insieme un modello che ampli e replichi il prestigioso e vasto disegno di accoglienza della Fondazione - dice Giuseppe Romaniello, direttore Apof -Il - è importante progettare insieme e far convivere più culture». La diversità è sempre una ricchezza e mai una separazione: «io devo assolutamente imparare l'italiano», ha detto Betty Williams. Angela Salvatore © RIPRODUZIONE RISERVATA Nell’Aula magna dell’Università la premiazione del concorso “Play Energy” Giochiamo con l’energia Un progetto creativo per insegnare come proteggere l’ambiente SI è tenuta presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Potenza la premiazione dei vincitori regionali scelti tra le classi lucane che hanno partecipato alla decima edizione di “PlayEnergy”, il progetto ludico-educativo promosso da Enel dedicato al mondo delle scuole nazionali ed estere con l’obiettivo di informare e coinvolgere i giovani sui temi dell’energia e della tutela dell’ambiente. La sfida si è conclusa con la realizzazione di disegni, plastici, fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti su otto temi quali innovazione, efficienza, opportunità, creatività, territorio, comunità, ricerca e futuro. I migliori, passati al vaglio da una giuria regionale, hanno ricevuto un riconoscimento consegnato da Giovanni Carlo Di Renzo, pro Rettore dell’Università di Potenza, Nicola Lovallo, assessore all’ambiente del Comune di Potenza, da Antonietta Moscato dell’Ufficio Alcuni dei premiati e i bambini in platea Scolastico Provinciale di Potenza, Domenico Ferrigni, responsabile Enel Zona Potenza, Angelo Di Giovine, relazioni esterne Enel Area Sud. “PlayEnergy” ha come obiettivo stimolare nei giovani la consapevolezza del valore e dell’importanza delle scelte energetiche necessarie allo sviluppo del Paese, accrescere consapevolezza e responsabilità sulle tematiche ambientali e sul risparmio energetico, nonché promuovere sul territorio collaborazione fra scuola, cittadinanza ed Enel. Il concorso ha offerto la possibilità agli studenti, attraverso gli otto temi, di approfondire altrettanti aspetti specifici del mondo dell’energia elettrica. Ogni classe ha scelto quindi un argomento da affrontare elaborando un progetto. La redazione di “Basilicata 24” tra minacce e solidarietà LETTERE anonime, minacce di morte, auto danneggiate. La città di Potenza è anche questo. Una storia emersa soltanto da qualche giorno grazie - dopo l’ennesimo episodio - alla denuncia delle vittime. Loro sono giornalisti. Scrivono, fanno inchieste, denunciano il malaffare. Evidentemente hanno pestato i piedi a chi non dovevano e così è scattata la ritorsione. «C’è stata una vera e propria escalation di minacce e intimidazioni - dice il direttore di Basilicata 24, Giusy Cavallo - Tutto è iniziato il 2 novembre. Un individuo si è avvicinato al giornalista Michele Finizio e lo ha minacciato di morte. La scena si è ripetuto qualche giorno dopo. Scatta una denuncia, ma l’escalation non si ferma. L’auto del giornalista qualche giorno dopo viene “marchiata” con delle croci». Il clima già pesante che si respi- ra in redazione, viene acuito da alcune lettere anonime. «In una racconta il direttore - era rappresentata una bara, un pugnale e un uomo impiccato». Intanto i mesi passano e si arriva al nuovo anno. Oltre a Finizio, finiscono attenzionati anche Eugenio Bonanata e lo stesso direttore. «Il due gennaio - spiega Cavallo anche la mia autovettura viene “marchiata” con delle croci segnate sul cofano e alcune sulla fiancata laterale destra, all’altezza dello specchietto. Sporgo anche io denuncia alla Questura». Ma c’è un episodio che ha fatto scattare il direttore, decidendo che era arrivato il momento di denunciare il tutto all’opinione pubblica. «Quando si fa il giornalista metti in preventivo che qualcuno possa non essere d’accordo con quello che scrivi. Ma quando ti arrivano velate minacce anche per chi ti sta attorno, allora le cose cambiano». Nell’ultima lettera arrivata alla redazione Il direttore Giusy Cavallo Il giornalista Michele Finizio oltre alle solite minacce per i giornalisti, c’erano precisi riferimenti ad alcune persone care. «Precise attenzioni - spiega Cavallo - su bambini a noi vicini». Dopo la denuncia sulle colonne del quotidiano online “Basilicata 24” le minacce sono cessate. Alle intimidazioni hanno fatto da contraltare gli attestati di stima e di solidarietà arrivati da più parti. Anche l’Ordine dei giornalisti ha fat- to sentire la sua voce anche se, confida Cavallo: «in redazione non è arrivata nessuna comunicazione. Evidentemente non siamo nella loro mailing list». Nonostante la comprensibile “paura” degli ultimi mesi, vanno avanti per la loro strada. Certi che in questa battaglia per la libertà di espressione e di opinione non saranno soli. g. r. Davanti all’Unibas SARANNO allestiti anche nella giornata di oggi i banchetti informativi del M5S di Potenza. Ieri gli attivisti hanno avvicinato gli studenti dell’Unibas davanti alla sede di Francioso, oggi saranno dalle 10 alle 18 davanti al campus di Macchia Romana. L’obiettivo - spiegano gli organizzatori - è quello di «sensibilizzare alla partecipazione politica della città di Potenza i giovani universitari lucani». Oggi, tempo permettendo, è prevista anche un’agorà/incontro con i giovani universitari dove il M5S informerà i partecipanti sulla riforma della legge elettorale, sul degrado urbano della città e sugli ultimi provvedimenti legislativi del M5S. Autodifesa Corsi per i vigili OGGI e domani gli agenti della polizia locale frequenteranno un corso di autodifesa personale. La crescente escalation di minacce e aggressioni - e i rischi si amplificano quando ad aggredire sono persone che si trovano sotto l’effetto di droghe o di sostanze alcoliche - ha spinto il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e il Comandate della Polizia Locale, Donato Pace a proporre un corso di autodifesa basato sul sistema del “Krav Maga”, programma di addestramento accelerato per i soldati dello stato di Israele, finalizzato alla difesa da attacchi a mani nude, da coltello, da bastoneda oggetti contundenti e da armi da fuoco. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 Insorge il comitato di Lavangone contro un possibile colpo di mano dell’amministrazione La battaglia del trasporto scolastico «Ripristinando il trasporto verso la città si condanna la scuola di Avigliano Scalo» LE ultime decisioni prese dall’amministrazione comunale, spiega Ippolita Mecca, mettono a rischio l’esistenza delle due scuole presenti ad Avigliano Scalo. E a sostenere la battaglia c’è una petizione sottoscritta da 90 cittadini. «La giunta comunale - scrive il presidente del comitato di quartiere di Lavangone in una lettera ai cittadini - ha modificato la delimitazione dei bacini di utenza delle scuole dell’obbligo stabilendo, tra l’altro, che dall’anno scolastico 2009-2010 gli alunni delle contrade Demanio S. Gerardo, Bosco Grande, Bosco Piccolo, Barrata, Tiera e zone limitrofe appartengono al bacino di utenza delle scuole elementare e materna di Avigliano Scalo e non più alla scuola elementare di via Lazio e materna di via Di Giura». Con quella stessa deliberazione l’amministrazione ha modificato il servizio di trasporto degli alunni. «Il trasporto scolastico degli alunni della scuola materna è stato garantito subito verso la scuola materna di Avigliano Scalo e non più verso quella di via di Giura. Il trasporto degli alunni delle elementari è stato garantito da subito verso la scuola elementare di Avigliano Scalo per i nuovi iscritti dell’anno 2009, mentre per quelli che già frequentavano le scuole di Potenza il trasporto è stato garantito gradualmente fino ad esaurimento degli alunni già iscritti, cioè fino all’anno scolastico 20132014». L’amministrazione, quindi, garantisce il trasporto solo verso le scuole di Avigliano Scalo. «Decisione che però scrive Mecca - è stata da subito ostacolata da alcune famiglie supportate anche da pezzi dell’amministrazione stessa», nel chiedere di continuare a portare i ragazzi verso le scuole della città. «A inizio novembre 2013, con un’operazione a dir poco discutibile e all’insaputa del sindaco e degli assessori alla pubblica istruzione e alla mobilità, è stato istituito in quelle contrade un cosiddetto trasporto Un alunno “suburbano” che a tutti gli effetti aggirava la decisione della giunta comunale», sospeso subito dopo la segnalazione del comitato. Ma le cose sembrano di nuovo cambiate. «In un incontro tra il sindaco, l’assessore alla mobilità e un gruppo di cittadini di quelle contrade, sembra sia stata accolta la richiesta di ripristinare un vero e proprio servizio di trasporto scolastico verso le scuole della città, apprestandosi quindi a modificare con una nuova delibera di giunta quella decisione del 2009». Se ciò accadesse, dice Mecca, a pagare sarebbero la scuola di Avigliano Scalo e le famiglie che fino ad oggi hanno rispettato le scelte dell’amministrazione. «Sarebbe inoltre vanificato lo sforzo anche economico che l’amministrazione ha dovuto sostenere in cinque anni assicurando il doppio trasporto. Sarà minacciata la sopravvivenza delle due scuole di Avigliano Scalo creando un disagio alle circa 70 famiglie che usufruiscono dell’attuale servizio scolastico e, al contempo, ci sarà un danno per l’intera comunità del quartiere. Le contrade gravitanti su Avigliano Scalo non possono perdere un così importante servizio ora che è già in corso la realizzazione del complesso parrocchiale e mentre l’amministrazione comunale ha anche puntato allo sviluppo dell’aggregato con l’apertura del Palazzetto di Lavangone e la programmazione di un importante intervento con i fondi dei PISUS nonché addirittura ipotizzando la delocalizzazione dello stadio Viviani». Ogni famiglia è libera di scegliere la scuola per i propri figli, «ma non è giusto privare di un servizio essenziale quale quello scolastico chi finora ha rispettato le regole e creduto nella permanenza della comunità nell’area periferica». Non è giusto privare le famiglie di un servizio essenziale LA SOTTOSCRIZIONE Novanta firme per la petizione SONO novanta le famiglie che hanno ratificato la petizione con cui si chiede all’amministrazione di non far un passo indietro rispetto alle decisioni prese sul trasporto scolastico negli ultimi anni. In particolare, scrivono, se venissero accontentate le richieste delle famiglie di alcune contrade (Demanio S. Gerardo, Bosco Grande, Bosco Piccolo, Barrata, Tiera e zone limitrofe) di ripristinare il trasporto scolastico verso al città, pagherebbe l’area di Avigliano Scalo. La scuola di questa contrada, infatti, sarebbe piano piano abbandonata. Come è possibile se l’amministrazione ha previsto l’espansione di servizi e strutture? Come si può puntare su una zona e poi non sostenerla? Piuttosto, scrivono queste famiglie, sarebbe il caso di migliorare accessi e servizi esistenti. Senza vanificare gli sforzi anche economici - condotti dal pubblico quando, ormai anni fa, ha modificato il piano del trasporto scolastico. Tornare indietro, dicono, significherebbe anche sprecare risorse. Sullo sfondo il Municipio, in alto la petizione TITO Antonio Rosa aveva 50 anni. Il racconto del vicesindaco Muore nell’ufficio del Comune mentre chiede un sopralluogo TITO - Abitava a contrada Tora Antonio Rosa, 50 anni. Un uomo giovane, apparentemente in buona salute. Ieri mattina si è recato al Comune di Tito. «Voleva dirci - racconta il vicesindaco Antonio Romano - che c’era un problema sulla strada di collegamento a casa sua, a contrada Tora. Praticamente, ci ha detto, in inverno si ghiaccia tutto e la strada diventa pericolosa. Ma era assolutamente tranquillo, anzi. Ha spiegato il suo problema educatamente, senza alzare la voce, una cosa rara soprattutto di questi tempi. E io mi sono alzato un attimo per andare a prendere il telefono con cui chiama- re l’assessore ai Lavori pubblici. Ripeto: in un clima di assoluta tranquillità, ci ha chiesto di fare un sopralluogo e io quello volevo fare». Solo che, in pochi minuti, succede l’impensabile. Il vicesindaco è in piedi, di spalle. E quando si gira vede Antonio Rosa già piegato su se stesso. «Una cosa improvvisa - continua non ha neppure avuto il tempo di gridare aiuto». Nell’ufficio comunale si sono quindi vissuti momenti di panico. «Una scena davvero scioccante, terribile», dice il vicesindaco. Romano ha iniziato a chiamare aiuto e immediatamente sono stati allertati due dei medici «Non ha avuto il tempo di gridare aiuto» del paese, Donato Caronna e Francesco Scavone. «Sono arrivati continua il vicesindaco - dopo pochissimi minuti e hanno immediatamente iniziato a rianimarlo. Ma abbiamo capito che la situazione era davvero grave». Dopo soli 10 minuti arrivano anche gli operatori del 118, che fanno uscire tutti dalla stanza e provano in tutti i modi a salvare il cinquantenne. Ma non c’è nulla da fare. Antonio Rosa, uscito apparentemente in buona salute, non ha fatto più ritorno dalla sua famiglia. Lascia ora la moglie e due giovanissime figlie. ant. g. La sede del Comune di Tito, teatro del tragico incidente SAN CHIRICO NUOVO Oltre 500 ragazzi dell’Azione cattolica nel paese Sfilata per le strade per chiedere la pace SAN CHIRICO NUOVO - Oltre 500 ragazzi dell’Azione cattolica regionale proveniente dai paesi della Diocesi di Acerenza, si sono dati appuntamento a San Chirico Nuovo domenica scorsa per diffondere il messaggio di Papa Francesco sulla giornata della Pace del 2014. Accompagnati dalla presidente diocesana Ada Grippo, dagli educatori, dai responsabili, dagli animatori, dai genitori, hanno sfilato per le vie di San Chirico Nuovo inneggiando alla pace che Papa Francesco nasce dalla fraternità e dalla speranza che un giorno le armi si trasformino in strumenti di lavoro. I bambini hanno lanciato in cielo mongolfiere, aquiloni, palloncini con messaggi di pace. Il momento centrale della festa è stata la celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Don Tonino Cardillo assistente unitario dell’Azione Cattolica Diocesana di Acerenza. Don Tonino nell’Omelia, ha sottolineato che la pace si fonda sulla fraternità, sulla non violenza e sull’amore verso Dio e i fratelli. Don Michele Cillis, responsabile dell’Acr ha esortato i presenti a essere prima in pace con se stessi per poter poi esserlo con gli altri. Dulcis in fundo, il parroco di San Chirico Nuovo ha letto il messaggio telefonico inviato ai partecipanti da monsignor Ricchiuti ex vescovo di Acerenza. Infine Don Michele Perriello ha offerto alle parrocchie presenti l’Enciclica di papa Francesco” Evangelii Gaudium”, una copia è stata data anche alle Autorità civili presenti che hanno accompagnato i loro ragazzi: il sindaco di Oppido, un rappresentante del comune di Cancellara, di Castelmezzano, di Tolve e San Chirico Nuovo. Le offerte sono state devolute alla popolazione di Haiti. Maria Dell’Aglio (componente Acr) Le offerte devolute ad Haiti RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE ilquotidiano.pz@finedit.com RIONERO Iniziativa della Fondazione Coca Cola rivolta agli studenti Porte aperte alle “Fonti del Vulture” RIONERO - Fondazione Coca-Cola HBC apre le porte del proprio stabilimento di Rionero in Vulture. Il progetto rivolto agli studenti ha come obiettivo quello di illustrare le tecniche di imbottigliamento di un’acqua minerale unica, proveniente da un’area di grande rilievo naturalistico che, grazie al vulcano, offre caratteristiche geologiche del tutto particolari. «Con la collaborazione di esperti animatori scientifici, - spiega una nota - le classi saranno poi accompagnate in divertenti laboratori di edutainment sul tema dell’importanza dello sport, delle buone abitudini alimentari e della sostenibilità ambientale». Le lezioni - aperte agli studenti delle scuole primarie (dalla quarta classe) e secondarie di primo e di secondo grado - inizieranno questa mattina e saranno «una preziosa occasione per vivere in prima persona questa eccellente realtà aziendale lucana ed assistere al funzionamento della nuova linea di produzione ad alta velocità e basso impatto ambientale, un gioiello di automazione con controllo elettronico di tutte le fasi di lavorazione, dal soffiaggio al riempimento delle bottiglie, in grado di produrre 1 milione e 300 mila bottiglie al giorno». «Con grande entusiasmo siamo lieti di inaugurare il programma Fabbriche Aperte presso il nostro stabilimento di Rionero – ha dichiarato Stefano Lorenzon, Direttore dello stabilimento di Fonti del Vulture - Questa rilevante iniziativa rappresenta per i giovani un’esperienza unica per conoscere da vicino questa imporatante realtà aziendale sul nostro territorio, ma anche un’occasione di confronto e riflessione sui temi dell’ecosostenibilità e di uno stile di vita attivo e dinamico». Fabbriche Aperte, inoltre, propone alle scuole secondarie di secondo grado un con- corso-prova educativa per incentivare alla creatività e senso di responsabilità sociale. Individualmente o come classe, gli studenti dovranno cimentarsi in un progetto concreto a favore della propria comunità, una palestra valoriale in cui sperimentare le proprie competenze relazionandosi con l’ambiente di riferimento e pianificandone le risorse umane ed economiche: un “capitale sociale” che sarà un prezioso investimento per il loro futuro scolastico e professionale. Gli elaborati, valutati e selezionati da una giuria qualificata, dovranno essere consegnati entro la fine dell’anno scolastico Stefano Lorenzon 2013\2014. In palio borse di studio per le classi e gli studenti dei tre Istituti vincitori, come riconoscimento tangibile del loro impegno. Gli studenti riceveranno l’opuscolo “Il gusto di vivere bene”, un pratico volume che vuole sensibilizzare i giovani lettori all’importanza di un’alimentazione varia ed equilibrata e del movimento. Le scuole potranno prenotarsi gratuitamente telefonando al numero verde 800.010.316. VENOSA Se il Pd si muove al piccolo trotto, il centrodestra fatica a trovare la quadra Il Centrosinistra pensa alle primarie E’ il nodo da sciogliere per scegliere il candidato sindaco. Gammone resta in pole VENOSA - La discesa in campo del Movimento 5 Stelle, ha destato le forze politiche venosine, “poco impegnate” a dir la verità, a trovare la quadra in vista delle elezioni comunali. Se da una parte i pentastellati hanno già calato il loro asso con la discesa in campo di Covella, dalle altre si muove poco o nulla. Un dato in contro tendenza rispetto alle passate tornate elettorali, quando il clima politico a tre mesi dall’election day, era più frizzante. Nemmeno le elezioni regionali in cui - giova ricordare - sono stati eletti ben tre consiglieri originari proprio della città di Orazio, contribuisce Il municipio di Venosa a rendere la situazione “effervescente”. Certo non tutti stanno con le mani in mano. Nel centrosinistra di incontri ce ne sono stati. Il nodo da sciogliere è rappresentato dalle primarie. La vecchia guardia che ruota attorno a Castelgrande vorrebbe concentrare le forze su un nome condiviso da tutte le correnti. Al momento questo candidato ideale non c’è e si susseguono nomi (e cognomi) più o meno nuovi che potrebbero contendersi la candidatura. Uno dei più gettonati resta quello di Tommaso Gammone, attuale consigliere provinciale del Pd. Intervistato qualche settimana fa da “Il Quotidiano” non aveva certo nascosto la sua aspirazione, anche se non chiudeva la porta alle primarie. Nelle ultime ore sembra si sia fatto avanti anche il nome dell’ex sindaco Donato Bellasalma. Sempre per il Pd prende quota in un’ottica di primarie la candidatura del “pittelliano” Pietro Visaggio, ex vicesindaco della giunta di Tamburriello. E il centrodestra? Al momento, a quanto risulta, in pochi si sono mossi. Incontri ufficiali non ce ne sono stati. Si starebbe lavorando a una coalizione o una civica, ma nulla di ufficiale. Intanto il tempo stringe anche se mancano due mesi alla consegna delle liste. Visto l’andazzo, non è escluso qualche colpo di scena dell’ultima ora. ATELLA Era in una gioielleria con un’altra donna Arrestata sorvegliata speciale ATELLA - Pensavano che andare in una gioielleria di un paesino lucano, non avrebbe destato particolari attenzione. Invece per una delle due donne - una trentasettenne di origine russa - si sono aperte le porte del carcere con l’accusa di violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Questi i fatti. Siamo Atella. Nella tarda mattinata di martedì nella locale stazione dei carabinieri arriva una telefonata da parte di un gioielliere del posto il quale segnalava la presenza di due donne straniere che, dopo essere entrate nella gioielleria, con fare sospetto, si erano fatte mostrare dei gioielli, interessate più al valore degli stessi che all’oggetto in sè, senza poi acquistarli. Immediatamente la notizia veniva comunicata al carabiniere in servizio di pattuglia nel centro abitato, il quale agevolato anche dalla collaborazione dei cittadini, in pochi minuti ha rintracciato le donne che sostavano nei pressi della gioielleria, mentre parlavano tra di loro. Le donne, alla vista del carabiniere, hanno tentato la fuga. Prontamente bloccate dal militare sono state successivamente accompagnate in caserma per gli accertamenti del caso. I caabinieri hanno potuto accertare che erano di origine russa e residenti nel comune di Agropoli, in provincia di Salerno. La più grande delle due però è risultata gravata da numerosi precenti per reati contro il patrimonio tra cui furti in gioielleria, e sottoposta alla sorveglianza speciale di p.s. Con obbligo di soggiorno in Agropoli. La donna pertanto è stata arrestata. LA SEGNALAZIONE Le lamentele di alcuni utenti della struttura Pala Gaudio di Rionero: servono interventi RIONERO IN VULTURE - Il Pala Gaudio del centro vulturino da mesi senza riscaldamento e col freddo pungente di questi giorni i tanti giovani che frequentano questo impianto sportivo, dalla pallavolo, alla pallacanestro, dal calcio a 5 al Judo, sicuramente ne risentono del clima “gelido” che si respira in questo impianto. A soffrirne di più sono gli spettatori, che stando fermi, il freddo lo avvertono di più. Avvicinati lo scorso 27 gennaio alcuni genitori di giovani che stavano dispu- tando una partita di pallacanestro, valida per il campionato Under 17, su questa situazione al limite della sopportabilità, hanno riferito: «L’amministrazione comunale,è consapevole di questa situazione, ma non fa nulla per risolvere questo problema che si protrae da anni. Anche l’impianto di illuminazione non è perfetta, su 25 luci, 8 sono fulminate. Dicono che l’impianto di riscaldamento e di illuminazione, non regge e scatta! Una soluzione la proponiamo noi agli amministratori, con i soldi che le società pa- Alcune immagini del palazzetto gano per gli allenamenti e le partite, si potrebbe ovviare a questi inconvenienti. E poi, è un dovere di un Comu- ne rendere, non solo fruibili, ma funzionali gli impianti sportivi della propria città. Qui a Rionero è un caso a parte». Anche il campo di gioco non è proprio perfetto, in alcune zone ci sono dei rattoppi. Per non parlare dell’ingresso esterno di questo impianto, accolto da… buche. Lorenzo Zolfo RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. VULTURE Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 ilquotidiano.pz@finedit.com MELFI Il primo cittadino difende le scelte operate dalla sua amministrazione «Attacco infondato e velenoso» Il sindaco Valvano punta il dito contro Navazio sulla questione dei 300 alloggi MELFI - Sulla questione 300 alloggi sollevata da Ernesto Navazio: «non intendo replicare ad un attacco infondato e velenoso – spiega il sindaco di Melfi, Livio Valvano – ma non mi sottraggo alla voglia di approfondire un tema di interesse generale». «Sui 300 alloggi - esordisce il primo cittadino - la giunta in passato non ha mai assunto alcun impegno, anzi negli ultimi due anni gli atti parlano di una divergenza tra gestione Pagliuca della 167 e Navazio che non ha mai voluto approvare lo schema di convenzione con la cooperativa emiliana, Cesi titolare della concessione ministeriale. Da anni il mercato edilizio in Basilicata è palesemente saturo e l’espansione urbanistica oltre misura già realizzata in contrada, Bicocca avrebbe dovuto indurre ad una diversa politica. Non è pensabile dover realizzare ancora un altro pezzo di città per oltre 1,6 km dove non c’è crescita demografica dal 2004, mentre l’area urbana è cresciuta del 40%. Ben 9 km quadrati sono sorti vicino ai 12 di tutta Valleverde. Dal 2004 gli abitanti sono cresciuti solo di 600 unità di cui 570 sono stranieri. Basti pensare che i 12 km quadrati di Valleverde contengono circa settemila abitanti. Ad una crescita smisurata del centro urbano corrisponde una quasi inesistente crescita demografica. Melfi ha una densità di 545 abitanti per km quadrato rispetto a 900 di Potenza e 780 di Matera. Abbiamo dunque una percentuale tra abitanti e metri quadrati già molto comoda. Mi chiedo che senso abbia e che effetti produrrebbe allungare ulteriormente la città di 1,6 Km. In questa critica trovo conferma delle scelte giuste che la mia maggioranza ha voluto prendere. Basta con l’espansone, lavoriamo alla rigenerazione urbana, ai 123 Ater alloggi che grazie alla nostra pressione entro il prossimo giugno saranno demoliti, al centro storico dove dirotteremo gran parte delle compensazioni ambientali contrattualizzate l’anno scorso con imprese dell’eolico per circa 20 milioni di euro, lavoriamo a riparare le tante lacune per opere di urbanizzazione mai realizzate coinvolgendo i cittadini come abbiamo fatto nell’incontro pubblico con i residenti di via Gronchi e via Pertini in passato maltrattati dall’amministrazione comunale. Lavoriamo a rigenerare e riparare per fare più bella Melfi”. Ancora sulla questione 300 alloggi. «Non credo debba essere nostra preoccupazione andare a rincorrere un operatore dell’Emilia Romagna o della Puglia – aggiunge il sindaco, Valvano – per fargli fare economia senza alcuna ricaduta per la città come già accaduto in contrada, Bicocca. Ciononostante ho invitato la cooperativa a costruire gli alloggi ex Ater ma non hanno voluto. Non può essere preoccupazione del sindaco passato, presente e futuro quella di far risparmiare soldi per l’acquisto dei suoli ad un operatore straniero il quale non può avere la pretesa di pagare meno rispetto ai cittadini che hanno comprato lotti nella stessa area. Pretesa che non andava e non va assecondata perché non realizza l’interesse generale ma al massimo raggiunge obiettivi egoistici di due, tre individui. Ci sono ancora 40 lotti non costruiti in area 167. Non c’è mercato, non c’è richiesta e tra l‘altro non c’è volontà della cooperativa straniera di realizzare quegli alloggi a Melfi perché non li avrebbe venduti. Sono altresì convinto che l’operazione non si concluderà altrove e non è esiste un finanziamento a beneficio del comune. Un’altra squallida bugia che non merita ulteriori commenti. Ciò che raccolgo da questa critica, utile stimolo al dibattito, è che stiamo facendo bene. L’opposizione ha capito che stiamo davvero andando in discontinuità con una insensata idea dell’espansione urbana». In definitiva: «il nostro dovere – conclude il sindaco Valvano – è quello di attuare una politica urbanistica più responsabile che richiede magari più tempo, magari meno soddisfacente e visibile nel breve periodo ma più rispondente all’interesse della comunità». Vittorio Laviano Il sindaco Valvano MELFI Il consorzio Asi di Potenza ha concluso le procedure di gara per i lavori Il raccordo ferroviario di San Nicola sarà migliorato MELFI - Buone notizie sul fronte viabilità a San Nicola di Melfi. Il Consorzio Asi di Potenza, infatti, ha concluso le procedure di gara per i lavori di ripristino, manutenzione straordinaria e miglioramento funzionale del raccordo ferroviario a servizio dello stabilimento Fiat - Sata nell’area industriale di Melfi. Nei giorni scorsi si è provveduto alla stipula del contratto con la ditta appaltatrice e si è proceduto alla consegna dei lavori. L’intervento, finanziato con le risorse economiche derivanti dai fondi PO Fesr 2007-2013, ha l’obiettivo di mi- L’area di San Nicola di Melfi ATELLA Sabato l’incontro Equiturismo, corso per formare i leader Equiturismo ATELLA – “Leader di Equiturismo Italia” è il titolo del corso di formazione che ha come obiettivo “La formazione di addetti all’equiturismo nei centri equi-agrituristici”, organizzato dall’associazione “Equiturismo Italia” presieduta dall’attivo ed instancabile Salvatore Summa con sede presso la “Valle dei Cavalli”ubicata nella Valle di Vitalba alle pendici del gruppo montuoso del Vulture. Il corso della durata di 120 ore prenderà il via sabato 1 e domenica 2 febbraio con otto ore giornaliere di lezioni distribuite dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Le successive lezioni, che termineranno il 23 marzo prossimo saranno tenute nei successivi weekend fermo restante l’orario di lavoro in quattro diversi agriturismi: Valle dei Cavalli, La Grotta dell’Eremita”, Villa delle Rose e Vignola. Il tema del primo febbraio è “Il grooming – La scuderia – L’alimentazione” e sarà tenuto da Salvatore Summa. La lezione di domenica si intitolerà: “L’istruttore –Il cavallo e lo sport – Pratica a cavallo” e si terrà presso agriturismo “La valle dei cavalli”. mi. ri. gliorare la funzionalità dell’infrastruttura ferroviaria che collega lo stabilimento Fiat-Sata con la rete ferroviaria nazionale. «Si concretizza sempre più la politica del Consorzio sostiene il Commissario Salvatore che intende offrire servizi sempre migliori e sempre più rispondenti alle reali esigenze del mondo imprenditoriale». L’intervento rappresenta infatti anche l’impegno dell’Ente «a supportare il prevedibile incremento di traffico ferroviario derivante dai futuri investimenti Fiat nello stabilimento di San Nicola di Melfi». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE ilquotidiano.pz@finedit.com Il Comitato formato dalle istituzioni locali continua a vigilare sull’accordo A difesa del fiume Noce Prende sempre più corpo il progetto di monitoraggio promosso dall’Arpab L’OBIETTIVO comune è la riqualificazione e valorizzazione del fiume Noce restituendolo alla popolazione per poterne fruire in quanto risorsa naturalistica. Da una parte l’Arpab, dall’altra le istituzioni locali che confluiscono nel comitato “Pro fiume Noce”. Nei giorni scorsi c’è stato un ulteriore confronto tra le parti per rendere operativo il progetto a tutela e salvaguardia della biodiversità e dell’habitat nel comprensorio del fiume Noce. Le aree di indagine, fanno sapere dall’Arpab «riguardano, invece, la valutazione dello stato ecologico delle acque del fiume Noce, la valutazione dello stato qualitativo di acque e sedimenti nel lago Sirino e l’ analisi dell’impatto del fiume sulle acque marino costiere». A tal proposito Nicola Timpone del “Gal cittadella del sapere” ha espresso «soddisfazione per l’accordo suggellato, nonostante le iniziali difficoltà» così come il sindaco di Lauria Gaetano Mitidieri, che ha riconosciuto l’impegno profuso da Arpab per la messa a punto del monitoraggio, non senza i tanti input sollecitati proprio dal comitato. Il sindaco di Trecchina, Ludovico Iannotti, ha invece evidenziato «l’importanza di un investimento simile, che ha comportato sì una fase ardua, ma esulando da ogni tipo di speculazione». Tra gli altri anche l’intervento di Gerardo Melchionda in rappresentanza dell’associazione Libera di Lagonegro che ha suggerito di stabilire una sinergia tra la stessa ArpaB e gli altri enti preposti sul territorio alla tutela dell’ambiente. Melchionda si è soffermato su un aspetto fondamentale del progetto: la formazione e il ruolo delle scuole come “sentinelle”. Osservazione raccolta subito dai rappresentanti Arpab del Crm di Metaponto il direttore Achille Palma e la biologa Teresa Trabace. Quest’ultima, in particolare, ha sottolineato come – tra i banchi di scuola- possa prendere forma, tra i ragazzi, una coscienza rispetto alla salvaguardia e al dell’ambiente. Attivandosi nella pratica: impegnando le “sentinelle” ovvero gli studenti attraverso sopralluoghi, prelievi e attività di analisi nei laboratori . I rappresentanti Arpab hanno ribadito, durante la riunione, la funzione diagnostica dell’Agenzia, finalizzata a fotografare la situazione reale e a valutare eventuali azioni di intervento con gli attori preposti. Positiva è stata definita la sperimentazione comunicativa dell’Ente attraverso l’interazione con le scuole e con le associazioni ambientaliste che parteciperanno attivamente ai campionamenti. I rappresentanti Arpab hanno ricordato «i fattivi e costanti contatti con l’Istituto per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra, che la coordina a livello nazionale) e recentemente anche con l’Istituto Nazionale di Biologia biomolecolare di Napoli (Inbb) che proprio nello scorso novembre ha avviato una collaborazione sullo studio degli interferenti endocrini in Basilicata». I DANNI DEL MALTEMPO A LAURIA Sono diciotto gli sfollati a contrada Gremile LAURIA - Lo avevamo scritto in tempi non sospetti che la situazione era grave. A una settimana dal tremendo nubifragio che si è abbattuto in tutta la Regione, è tempo di conta dei danni. La criticità maggiore si è registrata nel territorio di Lauria e più precisamente a contrada Gremile. Qui la pioggia ha creato un grande smottamento che minaccia costantemente diverse abitazioni della zona. La pericolosità è evidente. Per questo il sindaco Gaetano Mitidieri ha emesso delle ordinanze di sgombero per 8 abitazioni per un totale di 18 persone in tutto. Le famiglie sono ospitate in alcune strutture ricettive della zona. A preoccupare i tecnici del comune è il continuo movimento della terra che rende vano, al momento, ogni possibile soluzione per la problematica. L’amministrazione a tal proposito ha sollecitato le istituzioni regionali a intervenire. LAURIA Protagonisti gli studenti dell’istituto statale “Miraglia” A lezione di legalità Al via gli incontri con gli agenti della Guardia di Finanza LAURIA – A scuola con la guardia di finanza, al via gli incontri sul progetto: “Educazione alla legalità economica”. L’Istituto Statale “N. Miraglia” di Lauria è stato teatro del primo incontro tra i finanzieri della locale Compagnia e gli oltre duecento studenti ai quali sono stati illustrati i temi complessi della legalità economica. Nell’occasione, il relatore, Tenente Marco Cappetta, Comandante della Compagnia di Lauria, con la collaborazione dei Comandanti del Nucleo Mobile e della Sezione comando, ha intrattenuto gli studenti delle classi quarte e quinte, utilizzando materiale multimediale appositamente predisposto e illustrando all’attenta platea l’attività svolta dal Corpo a contrasto degli illeciti fiscali, delle falsificazioni, della contraffazione, delle violazioni dei diritti d’autore, dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’ufficiale ha inoltre risposto alle numerose domande poste dagli studenti per chiarire dubbi sulle importanti tematiche affrontate e rendendo poi note le modalità di partecipazione al concorso “Insieme per la legalità” che ha lo scopo di sensibilizzare i giovani sul valore civile ed educativo della legalità, nonché sulle attività svolte dal Corpo in tali settori, favorendo la loro espressione libera, creativa e spontanea sulla tematica attraverso una rappresentazione grafico-pittorica o una produzione video-fotografica. em. ma. Gli studenti con gli agenti della guardia di Finanza LATRONICO Illuminazione nel segno del risparmio energetico LATRONICO - Nei giorni scorsi è stata espletata la gara d'appalto per l’ammodernamento ed efficientamento dell’impianto di pubblica illuminazione. «Grazie a questi lavori, - spiega il sindaco Fausto de Maria sul suo profilo facebook - che partiranno presto, si istalleranno lanterne a led in piazza Umberto (miglioramento anche estetico), si cambieranno un migliaio di lampadine con quelle a risparmio energetico, quadri elettrici e armature di illuminazione. In poche parole, una pubblica illuminazione che porterà un grande risparmio energetico». CIAK SUL POLLINO CON ANTONIO PETROCELLI POLLINO - Antonio Petrocelli, noto attore di teatro e di cinema ha registrato alcune scene nella montagna di Basso di Viggianello (800 mt slm) alla scoperta dei Cerri Secolari per il docu-film "I Giganti" che andrà in onda su Rai uno ad Aprile 2014. (Foto tratte dal profilo facebook di “Infopollino”) RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA matera@luedi.it Giuseppe Tragni: «Vogliamo avvicinare i cittadini all’ente locale con risposte in tempi certi» Il Comune non avrà più segreti Illustrato il piano triennale anticorruzione e le linee guida degli Open data IL Comune di Matera prosegue il cammino per assicurare la massima trasparenza delle informazioni e per organizzare al meglio la macchina comunale in modo da dare risposte certe alle legittime aspettative dei cittadini. L’assessore comunale alla Trasparenza, Giuseppe Tragni, ha incontrato le associazioni di categoria, dei cittadini, delle organizzazioni sindacali, dei consumatori per illustrare i contenuti del programma triennale della trasparenza. «Nelle prossime ore – ha detto Tragni – approveremo tre strumenti legati fra loro intorno al tema della trasparenza e della accessibilità ai dati. Si tratta, appunto, del Programma triennale della trasparenza e l’integrità (Ptti), del Piano anticorruzione e delle “Linee guida per gli Open data”. Si tratta di una vera e propria pianificazione organizzativa con la quale il Comune di Matera intende avvicinare il cittadino all’ente locale provando a prevedere tempi certi delle risposte e a contrastare fortemente ogni eventuale tentativo corruttivo. «Il pieno rispetto degli obblighi di trasparenza, infatti, rappresenta un valido strumento di diffusione e affermazione della cultura delle regole, nonché di prevenzione e di lotta a fenomeni corruttivi». «I piani per l’anticorruzione e per la trasparenza – afferma il sindaco, Salvatore Adduce - hanno lo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività del Comune e sono funzionali a tre obiettivi: sottoporre al controllo diffuso ogni fase del ciclo di gestione della performance per consentirne il miglioramento; assicurare la conoscenza, da parte dei cittadini, dei servizi resi dalle amministrazioni, delle loro carat- L’incontro di ieri della giunta con le associazioni per i Pisus teristiche quantitative e qualitative nonché delle loro modalità di erogazione; prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l’integrità». La pubblicazione online dei dati consentirà a tutti i cittadini un’effettiva conoscenza dell’azione del Comune di Matera, con il fine di sollecitare e agevolare modalità di partecipazione e coinvolgimento della collettività. Nel sito web istituzionale del Comune di Matera, nella home page, è già stata istituita, in massima evidenza, una apposita sezione denominata “Amministrazione Trasparente”al cui interno sono contenuti i dati, le informazioni e i documenti pubblicati ai sensi della normativa vigente. Tutti i dati contenuti nella sezione “Amministrazione Trasparente” sono liberamente accessibili senza necessità di registrazioni, password o identificativi di acces- Consegnata la petizione al sindaco so. Il piano anticorruzione è un piano che riguarda il sistema organizzativo dell’ente e mira ad organizzare il lavoro per prevenire il fenomeno corruttivo o per renderlo immediatamente percettibile. L’obiettivo che si intende raggiungere è quello di scandire ogni procedimento con termini di durata realistici e certi prevedendo nell’esame delle pratiche, per esempio, l’ordine cronologico ma anche di urgenza e di rilievo al fine di eliminare ogni spazio di arbitrarietà. Il piano prevede, fra l’altro, la rotazione delle funzioni e degli incarichi, e la presenza durante l’espletamento delle gare di appalto di un dipendente comunale che assiste come testimone all’espletamento delle gare, la istituzione di appositi codici di comportamento e la intensificazione di controlli a campione sulle prati- che. «In termini generali – afferma Tragni - intendiamo ridare senso e valore alla funzione dell’ente pubblico sia sotto il profilo organizzativo che nella trasparenza». Su questo canale si inseriscono le linee guida degli Open Data del Comune di Matera. Le Linee guida costituiscono il paradigma operativo adottato dal Comune al fine di realizzare nel proprio ordinamento istituzionale i principi di trasparenza, efficienza, responsabilizzazione della Pubblica Amministrazione e partecipazione attiva della cittadinanza alle attività ed alla vita del Comune. In questo documento vengono enunciati i principi ed i criteri informatori adottati dal Comune di Matera in materia di trasparenza e di dati aperti e vengono descritte le procedure, modalità e tempi di adeguamento adottati dalle strutture del Comune al fine della raccolta, catalogazione e pubblicazione dei dati posseduti dall’amministrazione secondo formati “standard aperti”, così come previsto nel documento della Commissione Europea:“European Interoperabilty Framework”. In particolare, prevista la istituzione di un Team Open Data composto dalle figure dei Dirigenti di Area, o loro delegati, da esperti GIS, da esperti di strategie web. L'Amministrazione comunale si concentrerà altresì nell'organizzazione di percorsi formativi annuali affinché i dipendenti che operano quotidianamente con dati, siano messi nelle condizioni di apprendere le procedure idonee per la produzione e pubblicazione di Open Data. matera@luedi.it CASO ALSIA Uil: «Pittella risponda subito» «QUANTO sta accadendo in questi giorni all’Asia - scrive il segretario della Uil Matera, Franco Coppola circa il rinnovo dei contratti dei lavoratori a tempo determinato finalizzato alla stabilizzazione degli stessi, e ancor prima delle rimostranze dei dipendenti in riferimento alla possibilità della stessa Agenzia di avere le risorse sufficienti e le garanzie per svolgere adeguatamente la loro funzione, altro non è che la conseguenza dell’annoso e irresponsabile ritardo della politica degli ultimi dieci anni almeno, rispetto alla necessità di procedere ad una riforma efficace del governo degli enti preposti al settore agricolo. Una politica che con una protervia inusitata, si è lasciata andare ad un sistema clientelare quanto inefficace, che ha prodotto gravi danni al settore agricolo. Questo stato di cose ha portato all’esasperazione ed alla frustrazione le tante professionalità esistenti nella struttura. Al Presidente Pittella e all’Assessore interessato, chiediamo di voler considerare la ridefinizione della governance in agricoltura quale elemento prioritario della sua azione di Governo. Nel frattempo - conclude - è necessario procedere all’adozione degli atti propedeutici alla stabilizzazione dei precari e nel contempo, assicurare all’Alsia le risorse necessarie per garantire il pagamento degli stipendi e le risorse per la gestione dell’ordinario. Auspichiamo fortemente una inversione di tendenza e il concretizzarsi di risposte». LA LETTERA Il consigliere Manicone: «Oltre allo sperpero di denaro pubblico, c’è l’uso disinvolto del territorio» L’affaccio vicino all’ex seminario a nome di Giura Longo «Assessore, ci dia una risposta» CON l’obiettivo di ricordare la figura e l’opera del professor Lello Giura Longo, docente universitario e studioso di storia locale, un gruppo di cittadini ha consegnato al sindaco di Matera, Salvatore Adduce, una petizione, con la quale si chiede di intitolare all’illustre cittadino - morto il 16 marzo 2009 - un sito del centro storico individuato dai proponenti nel belvedere-loggiato adiacente all’ex seminario di Palazzo Lanfranchi. La richiesta, supportata da alcune centinaia di firme, è motivata dal ricordo dell’opera svolta da Giura Longo, ex parlamentare del Pci, per l’approvazione della legge speciale 771/86 finalizzata al recupero e alla valorizzazione dei rioni Sassi e dell’altipiano murgico. Vito Evangelista, Eustachio Greco, Paolo Raffaele e Giuseppe Siggillino, promotori dell’iniziativa, nel ricordare l’impegno di meridionalista e la corposa produzione saggistica e storiografica, hanno auspicato che “l'amministrazione comunale possa far conoscere le eventuali determinazioni entro il 16 marzo prossimo, data del quinto anniversario della scomparsa di Lello Giura Longo”. matera@luedi.it Benvenuto nella nostra terra. Il quattro giugno 2013, ci fu una mozione urgente nel consiglio comunale di Matera, che mi vide primo firmatario, la quale portò all’attenzione della nostra comunità la questione del cementificio Italcementi. Da allora, non molto è stato fatto, i protocolli sottoscritti stentano ad essere attuati, l’Italcementi continua a produrre ed emettere fumi, l’assenza di un monitoraggio efficace, nulla ci fa sapere sulle quantità di inquinanti emessi dal ’94 ad oggi, sugli effetti ambientali e sulla salute umana, sulla quantità di Diossina, sulle sostanze clorurate Pcb, sui metalli pesanti, e sul perché devono essere usati come combustibile i pneumatici, il Pet-coke ( meglio noto come la feccia del petrolio), unitamente alla recente richiesta di bruciare 60.000 tonnellate all’anno di combustibile derivato dai rifiuti. Sempre un anno e mezzo fa, l’Italcementi, scriveva comunicati stampa sui quotidiani locali, che rassicuravano l’opinione pubblica, manifestando come oggi, la volontà di confronto con chiunque, l’importante che fosse in “buona fede”. A questa evidente contraddizione, la nostra comunità, non ha mai posto Appello a Berlinguer affinchè intervenga sul caso dell’Italcementi limiti all’interlocuzione. Assessore Berlinguer, la nostra attenzione alle tematiche dell’inquinamento ambientale e delle ricadute sulla salute umana, non verrà mai meno, avendo avuto a modello l’esempio Olivettiano, di città che mette in armonia l’attività dell’uomo e la natura. E’ importante per me, per la comunità cui appartengo, misurare il suo impegno, la sua voglia di “Rivoluzione Democratica”, auspicando che Lei si interroghi sul tema, e ci fornisca risposte immediate. L’inerzia, la superficialità a volte tracotante, con cui sono state trattate tali problematiche, hanno generato una clamorosa sfiducia nelle istituzioni. Ci occorre un progetto complessivo che giustifichi le scelte, che realizzi un monitoraggio efficace e che dia corpo a risultati scientifici veritieri. Spero che Lei si sia accorto che è in atto una mutazione della nostra comunità, che non è solo quella richiesta ai Lucani per la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Questa è una comunità che vuole e deve essere protagonista del suo presente e del suo futuro, consapevole e custode del passato. Assessore Berlinguer qualche giorno fa si è inaugurato il nuovo anno giudiziario. Auspico che qualcuno abbia la curiosità di capire che oltre allo sperpero di risorse pubbliche, c’è anche l’uso disinvolto del Territorio, martoriato dalla scarsa attenzione alla sua fragilità idrogeologica e al diffuso inquinamento ambientale. La nostra meravigliosa Regione è ricca di risorse naturali e umane, ma al contempo si misura con una povertà drammatica e con una richiesta di diritto al lavoro, che non deve essere un ricatto. La mia comunità affonda le radici nella civiltà rupestre, che si è fatta meravigliosa e unica architettura nei Sassi di Matera, scoperti e narrati da intellettuali che hanno fatto la storia del novecento italiano. Chiunque è venuto, viene e verrà nel nostro territorio deve fare i conti con questo tesoro che appartiene all’umanità. “ … Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere ”. Buon lavoro dott. Berlinguer, buon lavoro a tutti. Paolo Manicone RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 28 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI matera@luedi.it Un’associazione di Cremona li attende in una struttura realizzata ad hoc C’è l’intesa ma i randagi restano qui Il paradosso nel comune di Miglionico che dovrebbe inviare i cani al Nord MIGLIONICO - Mandateci i cani promessi! E’ questa la voce che giunge da Pieve d’Olmi, cittadina situata in provincia di Cremona, a 900 km da Miglionico. Da oltre 2 anni, lì è tutto pronto per dare accoglienza ad altri 75 cani ex randagi della cittadina del Malconsiglio. Era il 23 dicembre 2011, quando il Comune di Miglionico sottoscriveva un accordo con la Lega nazionale per la difesa del cane di Cremona, per dare in adozione 90 cani abbandonati sul territorio comunale e, quindi, di “proprietà” del Comune. Cani ora domiciliati presso la struttura di ricovero gestita dalla Elle&Elle di Matera e che costa al Comune una cifra che oscilla intorno agli 80mila euro I 3 cani già a Cremona annui. «Sono trascorsi 2 anni da quell’accordo», precisa Rosetta Facciolo, presidente dell’associazione cremonese di difesa del cane, ma ad oggi, sono soltanto 15, i cani giunti da Miglionico nel mese di agosto 2012” ed aggiunge: «Sono cani con gravi problemi comportamentali, che tendono a relazionarsi con enormi difficoltà con l’uomo cui tendono a sfuggire. Cani che non hanno avuto un’alimentazione standard e che all’inizio non mangiavano neanche le crocchette, tanto che solo in 2 sono riusciti ad andare in adozione. L’accordo sottoscritto dall’amministrazione, prevedeva un contributo una tantum di 73mila euro, oltre al nulla-osta per il trasferimento degli ex randagi al Nord, garantito dall’Ufficio veterinario, Dipartimento Salute sicurezza e solidarietà sociale della Regione. Un contributo pari a 811,11 euro a cane, comprensivo di spese di trasporto, che unitamente ad altre iniziative messe in atto dall’amministrazione, come la sterilizzazione, era finalizzato alla lotta al randagismo, nel rispetto del benessere dell’animale stesso e volto a ridurre l’esborso patrimoniale annuale, dell’ente stesso. Un risparmio, quindi, che si sarebbe materializzato negli anni. Ma così non è stato. Dopo i 15, partiti alla volta del Nord, gli altri 75, cui se ne sono aggiunti altri, sono rimasti bloccati a Sud. «E’ una situazione che non riusciamo a spiegarci. –continua la Facciolo, sentita telefonicamente- Il Comune non sta rispettando un accordo. Al tempo stesso, oltre a lasciare gli animali in una struttura che non li educa e non li predispone a una futura eventuale adozione, sta esponendo la nostra associazione a un grave disagio economico. Noi per poter ospitare degnamente i 90 cani, abbiamo costruito ex novo una nuova struttura. Ora ci ritroviamo solo i costi da sostenere per un Centro di recupero che abbiamo intitolato a San Rocco, protettore degli animali, ma al cui interno mancano i cani cui l’investimento era destinato». Una situazione paradossale, che solo nei 2 anni trascorsi dall’accordo, ha portato il Comune ad un esborso di 160mila euro, quando invece, pagandone solo 73mila, si poteva già aver realizzato una risparmio di oltre 80mila euro. Il sindaco, Angelo Buono, rammaricato specifica che «l’amministrazione comunale, ha tutto l’interesse a chiudere l’accordo. Le ragioni che ne hanno rallentato l’attuazione sono riconducibili alla mancanza delle risorse economiche da parte della Regione e impedimenti di natura burocratica». Chissà se questi cani avranno a breve, il nulla osta per l’emigrazione, consentendo un risparmio reale per le casse di questa amministrazione e finalmente potranno andare in adozione. Si attende evoluzione. Antonio Centonze provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Randagio a Miglionico VALBASENTO Santarsia: «La competenza è regionale, chi non conosce i fatti non parli» «Non è materia da Consorzio industriale» Il Csi di Matera replica ad “Ambiente e legalità” sulla bonifica dell’area di Pista Mattei Gaetano Santarsia ANGOLO DELLO SPORT Obiettivo Coppa delle Province Atletico, i progetti di D’Alessandro guardare la classifica e a MARCONIA –Alla ripresa cambiare atteggiamento. degli allenamenti, mister La classifica passa da gare D’Alessandro ritrova un come quella contro la PoliAtletico nuovo di zecca. sportiva Serrapotamo, apL’avvicinarsi della prima parentemente abbordabili gara della tanto aspettata sulla carta, ma combattuCoppa delle Province, infattissime in campo, giocata ti, pare aver smosso qualcoall’evviva in parroco, prosa nelle viscere di un team prio a causa delle pessime in embrione, pronto a giocondizioni del terreno di carsi tutte le sue carte per gioco. Non bisogna mai disuperare il girone, accestrarsi, però, nemmeno su dendo così alla fase succescampi obrobriosi: noi adsiva, quella della “Golden detti ai lavori dobbiamo Cup”. pensare così. L’abbiamo vi«Ci stiamo allenando sto a Teana: sono tutte molto perché vogliamo cresquadre competitive quanscere tanto –spiega la guida do si chiudono e provano a tecnica rossoblu– e crediapunzecchiarti sulle situamo di aver compreso bene L’Atletico Marconia zioni da fermo. Dovremmo che solo attraverso i sacrifici durante la settimana possiamo raccogliere stare sempre attenti ai particolari per fare la frutti la domenica». Le ultime settimane tra- differenza». La guida tecnica rossoblu passa scorse fra allenamenti saltati lo hanno gioco- alla valutazione dei rischi sulla prima gara di forza costretto a passare una mezz’oretta ne- Coppa contro il Calvello: «Non abbiamo sofgli spogliatoi, ben diversa da quella trascorse ferto molto quando li battemmo 3-0 in camdopo gli scarni risultati fin qui ottenuti. Alle- pionato, ma ricordo che perdemmo due-tre natore fortunato? Bhè certo, il fattore C incide palle in difesa. A volte diamo la possibilità agli su tutte le sorti delle gare, ma sarebbe oppor- avversari di farci male e questo, soprattutto tuno parlare anche di allenatore che qualcosi- in Coppa, dovremo evitarlo». na comincia a raccoglierla. «Non riesco a Cristian Camardo VALBASENTO - Il Consorzio per lo sviluppo industriale smentisce in una nota quanto affermato ieri dall’associazione “Ambiente e legalità”su presunte competenze nella bonifica dell’area di Pista Mattei. Il Csi, infatti, sostiene di non essere stato mai «chiamato da alcun provvedimento di legge né da alcun soggetto istituzionale a rispondere come “responsabile dell’inquinamento” della Valbasento, né potrebbe esserlo in futuro, perché non è mai stato impegnato in attività produttive di alcun genere, né tantomeno inquinanti. La Ex Discarica 2C, inoltre, non rappresenta alcun problema per la realizzazione della MONTESCAGLIOSO - TASSE Il sindaco va all’Anci MONTESCAGLIOSO - Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, e l’assessore comunale al Bilancio, Antonio Lorusso, hanno partecipato ieri a Roma, all'assemblea straordinaria Anci (Ass. Nazionale Comuni d’Italia). La mobilitazione straordinaria, convocata dal presidente Anci, Piero Fassino, rivolta a tutti i sindaci italiani e alle Anci regionali, è stata decisa dal Direttivo al termine dell’ultima seduta di Ufficio di Presidenza; nell’assemblea saranno ribadite le "rilevanti e strategiche questioni" che i Comuni italiani chiedono da diverso tempo all'esecutivo.Come indicato sul sito istituzionale Anci, tra gli obiettivi c’è il rilancio del tema essenziale dell'affermazione dell'autonomia politica dei Comuni, in tutte le sue forme, amministrativa, organizzativa e finanziaria, per favorire il confronto con il Governo nazionale. Allo stesso tempo si discuterà delle “soluzioni utili e condivise nelle prossime settimane anche al fine di poter predisporre i bilanci nei tempi giusti ed assicurare lo svolgimento delle funzioni istituzionali". Tra i temi che saranno affrontati nell’assemblea, condivisi dai rappresentanti del Comune montese, compare la tassazione gravante sui cittadini, problematica che richiede e sarà sottoposta alla massima attenzione da parte dell’esecutivo nazionale. provinciamt@luedi.it pista Mattei, in quanto adiacente (e non interna) all’area di sedime dell’aviosuperficie e poi perché è stata messa in sicurezza sin da maggio 2004 e la conformità al progetto dei lavori di sistemazione finale dell’area (dopo la presa d’atto della Regione) è stata certificata dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera (in data 2 febbraio 2007). Per questi e altri motivi la nota dell’associazione Ambiente e Legalità, che chiama in causa il Consorzio giudicandolo inadempiente per quel che riguarda le operazioni di bonifica nella Valbasento, è totalmente priva di ancoraggio alla realtà e denota superficialità e scarsa conoscenza dei fatti che sinteticamente ora cerchiamo di spiegare. -proseguono duri dal Csi- I Consorzi di sviluppo industriale sono enti pubblici economici sottoposti al controllo della Regione. Il loro commissariamento, avvenuto nel 2007, non è stato determinato dalla necessità di rispondere ed eseguire le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente sulla messa in sicurezza dei siti inquinati della Valbasento (come affermato nella nota di Ambiente e Legalità), ma dall’esigenza di riformare la natura e i compiti di questi particolari soggetti istituzionali che hanno avuto un peso determinante nelle politiche di industrializzazione della Basilicata. Su Pista Mattei il Ministero dell’Ambiente ha affidato a Ispra il compito di delineare le linee guida del piano di caratterizzazione di tutta l’area di sedime dell’aviosuperficie. Lo stesso dicastero ha poi stabilito che le risorse finanziarie per l’esecuzione del Piano (che era stato nel frattempo redatto da Ispra e Arpab) erano da attingere dall’Accordo di programma quadro firmato dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e dalla Regione Basilicata nel 2009. In seguito i finanziamenti sono stati resi disponibili con la delibera Cipe del 3 agosto 2012 con la quale sono stati anche finanziati gli interventi di caratterizzazione e bonifica dei suoli e della falda dei Siti di interesse nazionale (Sin) della Valbasento e di Tito. La Regione è soggetto attuatore». «La delicatezza del tema legato all’inquinamento ambientale -dice il commissario del Csi, Gaetano Santarsìa- dovrebbe imporre a tutti una certa cautela nel trattare argomenti di cui non si è completamente a conoscenza. Il Csi è sempre stato in prima linea nella battaglia per l’attuazione degli interventi di bonifica che considera imprescindibili per il rilancio degli investimenti in Valbasento». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. TRICARICO Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 matera@luedi.it STIGLIANO I cittadini disorientati caricano le auto e abbandonano i sacchetti per strada Ora i rifiuti finiscono nei fossi La raccolta differenziata continua a non funzionare tra disagi di ogni genere STIGLIANO - La raccolta differenziata è entrata nel vivo, ma a due mesi dal suo inizio la situazione sembra non migliorare. I cittadini stiglianesi, sono ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Questo perché il metodo di raccolta presenta, ad oggi, ancora alcuni problemi a livello organizzativo e gestionale. Intanto l’Amministrazione comunale, per fronteggiare tale problema, ha varato alcune soluzioni, che con molta probabilità presenterà nel prossimo Consiglio. Ma facciamo un passo indietro. Nel mese di ottobre venne presentata la raccolta porta a porta, del progetto “a Stigliano, Ricicli Amo”, con l’intento di soddisfare principalmente due obiettivi prefissati: il primo di carattere civico, rispettando le leggi di tutela ambientale; il secondo, prevalentemente economico, dove, in un futuro prossimo, il cittadino avrebbe potuto godere di agevolazioni nel pagamento dell’imposta sui rifiuti. Tutto questo farebbe sorridere chiunque; infatti, seppur per un breve periodo, nell’aria si respirasse un certo grado di soddisfazione, sia da parte del Comune, che può vantare il suo primato di adesione all’iniziativa di impatto ambientale, sia da parte della cittadinanza, pronta fin dal principio a collaborare. Ma allora quando e, soprattutto, come è sorto il problema? Una risposta a questa domanda prova a darla Rocco Simone, in qualità di capogruppo del partito d’opposizione “Crescere insieme”: «La causa principale di questo malfunzionamento, è dettata dalla tempistica. A mio avviso, i giorni che hanno preceduto la raccolta sono stati pochi; il cittadino andava informato meglio e seguito di più, per evitare di sentirsi spaesato nel momento in cui ha ricevuto il kit per la raccolta». Gli stiglianesi, infatti, si trovano a vivere in un totale stato confusionale, e la maggior parte degli anziani hanno ancora serie difficoltà a gettare il rifiuto nel contenitore giusto. Alcuni cittadini non si pongono neanche più il problema, stipando tutto nello stesso sacchetto, successivamente lo caricano in macchina, e durante la notte lo gettano fuori dalle mura cittadine, favorendo così, giorno dopo giorno, l’incremento di discariche abusive in tutta la vallata. Come se non bastasse, anche i randagi fanno la loro parte, frugando nella miriade di immondizia, lasciata agli angoli della strada all’attenzione degli operatori ecologici. Per fronteggiare questo increscioso inconveniente, lo stesso Simone ha realiz- zato un progetto di raccolta, il quale prevede la distribuzione ai cittadini di contenitori dotati di lucchetto. Questi contenitori, andrebbero a prendere il posto di tutti quelli rimossi in precedenza lungo l’intero paese, così da spegnere le lamentele poste in essere dal cittadino. Peccato, però, che questo progetto non sia stato preso in considerazione. Allora ai cittadini non rimane altro che mantenere ben saldi i propri nervi, e attendere di conoscere quelle che sono le eventuali soluzioni studiate dal comune. Michele Ungolo provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Randagi tra i rifiuti lasciati in strada a Stigliano IRSINA Avevano appena svaligiato l’edificio in ristrutturazione Ladri all’hotel “Forliano” Fermati due gravinesi con refurtiva per 100mila euro IRSINA - I carabinieri di Irsina ed i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tricarico, hanno arrestato due giovani, un 24enne ed un 21enne, residenti in Gravina in Puglia (Ba), responsabili di furto aggravato in concorso perpetrato presso l’Hotel “Forliano”; attività attualmente in fase di ristrutturazione, di proprietà di un imprenditore del luogo. In particolare, i militari hanno sorpreso i due, già gravati da specifici precedenti penali, nei pressi della struttura ri- cettiva, mentre si stavano allontanando a bordo di un’autovettura Ford Fiesta, dopo aver asportato dall’hotel numerosi oggetti in argento, apparecchiature e suppellettili varie per l’arredo delle camere, il cui valore complessivo è pari a 10.000 euro circa, non coperto da assicurazione. I carabinieri li hanno prontamente bloccati e sottoposti a perquisizione, rinvenendo la refurtiva e constatando che altri oggetti ed apparecchi erano stati già accantonati nell’attività commerciale per essere successivamente portati via. I due giovani di fatto erano penetrati nell’edificio, forzando un ingresso posteriore. La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario. Nella mattinata di ieri sono stati tradotti presso il Tribunale di Matera, a disposizione del magistrato di turno della locale Procura della Repubblica, precedentemente informato, per la celebrazione del rito direttissimo, a cui è seguita la convalida dell’arresto. provinciamt@luedi.it IRSINA Tanti eventi organizzati d’estate per coinvolgere soprattutto i giovani Fidas, un anno di soddisfazioni Nel 2013 raccolte 702 sacche di sangue grazie al grande cuore dei donatori IRSINA - E’ stato un anno d’oro, quello appena trascorso, per la Fidas irsinese dei record, con 702 donazioni, tanto volontariato e persino un cortometraggio. Un anno di intense attività e di sensibilizzazione, grazie al grande cuore dei donatori. Grande attivismo da parte dei volontari, che quest’anno si sono prodigati con innumerevoli iniziative, tra le tante iniziative di quest’anno anche un cortometraggio diretto dal giovane talento locale Giuseppe Decollanz, dedicato alla donazione, con la partecipazione dei tanti giovani associati alla Fidas. Tanti gli appuntamenti svolti lo scorso anno dalla sezione Fidas di Irsina: «Vogliamo ricordare in primis la Festa regionale del donatore svoltasi il 13 luglio a Brienza, dove la partecipazione della sezione della Fidas di Irsina ogni anno diventa sempre più numerosa; segue subito dopo in piena estate La 3° edizio- Realizzato un corto e regia di Decollanz I bimbi della Fidas ne dell’ormai consolidata “Caccia al tesoro” avvenuta l’8 agosto, e come ogni anno, organizzata nel nostro centro storico, a cui hanno partecipato numerosi ragazzi; Sempre per la stessa manifestazione , l’associazione ha organizzato un concerto durante la quale si è esibita la “Blues brass band”. Infine, al termine della stagione estiva, il 13 settembre scorso nella cattedrale, si è svolta la “Festa del donatore” dove sono state consegnate 110 targhe di riconoscimento ai donatori più assidui. «Invece tra gli eventi novità Fidas 2013 -ricordano gli attivisti della Fidas- indimenticabili le due giornate sulla spiaggia 24 Luglio a Policoro e il 4 agosto a Scanzano, dove i ragazzi si sono impegnati al massimo attraverso vari giochi ed un volantiggio volantinaggio, per raggiungere l’ambito obiettivo di far conoscere l’associazione. Sempre in agosto, per la prima volta, il 3 si è svolta la “Giornata straordinaria della donazione giovani” per sensibilizzare gli stessi alla donazione, i quali hanno risposto con grande entusiasmo; infatti solo in questa giornata si sono registrate ben 48 donazioni, 14 delle quali dei neo diciottenni». «Oltre a sensibilizzare per la donazione, la nostra associazione –dicono i giovani attivisti della Fidas- è attenta anche ai bisogni dei giovani studenti ed è per questo motivo che s’è preoccupata di dotare di attrezzature sportive il liceo scientifico “L evi”e le ricetrasmittenti alla protezione civile “Vola”. Infine per concludere l’anno, la Fidas ha partecipato ai mercatini natalizi organizzati dall’ associazione “Se Montepeloso”per la cittadinanza di Irsina». Per augurare un buon inizio anno, la Fidas ha offerto alla città di Irsina un concerto bandistico tenuto dall’associazione “Altieri-cesano della città di Irsina”. In occasione del concorso “Blood trailers” indetto dalla Fidas Nazionale e dalla Fondazione per il Sud - la nostra associazione concludono i giovani attivisti della Fidas Eufemia Smaldone e Angela Mascolo - ha partecipato con il cortometraggio “C’e’ Sempre Tempo X Donare!” con la Regia di Giuseppe Decollanz nata da un’idea di Francesco Candela e di Vittorio Pennacchia. Il corto è stato girato in gran parte nel centro storico di Irsina e nel distretto sanitario. Un ringraziamento speciale va a: Roberta Taccogna, Annamaria Pedoto, Margherita Lapenna e Francesco Garzone». Mimmo Donvito © RIPRODUZIONE RISERVATA IRSINA L’Enel premia la scuola IRSINA - Si è tenuta presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Potenza la premiazione dei vincitori regionali scelti tra le classi lucane che hanno partecipato alla decima edizione di “PlayEnergy”, il progetto ludicoeducativo promosso da Enel dedicato al mondo delle scuole nazionali ed estere con l’obiettivo di informare e coinvolgere i giovani sui temi dell’energia e della tutela dell’ambiente. La sfida si è conclusa con la realizzazione di disegni, plastici, fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti su otto temi quali innovazione, efficienza, opportunità, creatività, territorio, comunità, ricerca e futuro. I migliori, passati al vaglio da una giuria regionale, hanno ricevuto un riconoscimento ed ogni classe ha scelto quindi un argomento da affrontare elaborando un progetto. Hanno ricevuto il premio come migliori elaborati per la Categoria Scuola Primaria classe 5B, insegnante Smaldone Vittoria della scuola Primaria di Irsina, con il progetto: “Un giorno da professori”. Il percorso di un anno scolastico sul tema dell’energia: la lezione dell’esperto Enel, la visita in centrale e le lezioni della docente spiegate ai genitori in una lezione aperta e conclusiva di tutta l’esperienza didattica. provinciamt@luedi.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA matera@luedi.it METAPONTO I complimenti di Stella (Provincia), Confapi: «Serve più attenzione» Trip Advisor premia il Magna Grecia L’hotel è entrato nella top ten italiana delle strutture per le famiglie METAPONTO - Anche quest’anno, il prestigioso sito Trip Advisor ha assegnato i suoi premi ai migliori hotel e nella categoria per famiglie; al primo posto in Basilicata e all’ottavo posto in Italia, c’è il “Magna Grecia Hotel Village”di Metaponto. Ambìto traguardo, che il presidente della Provincia, Franco Stella, evidenzia con soddisfazione, in una nota inviata al proprietario Biagio Loiudice: «In qualità di rappresentante del territorio provinciale le esprimo vivissimi apprezzamenti per l’eccellente risultato raggiunto dalla sua struttura e riconosciuta a livello mondiale da Trip Advisor. Essere il migliore hotel per famiglie in Basilicata ed essersi classificato all’ottavo posto in Italia decreta un successo importante per l’intera regione. Nell’articolo pubblicato sul sito del Tgcom –prosegue Stella- viene confermata la strategicità del settore turistico per il nostro Paese e, nel contempo, la capacità dell’imprenditoria italiana di essere la prima al mondo nel settore dell’accoglienza. Il Magna Grecia Village rientra nella classifica delle migliori 10 strutture in Italia, quelle che concorrono a renderla meta desiderata e ambita a livello internazionale. Il suo impegno e la sua passione, insieme a quella di tutti i suoi collaboratori, hanno saputo realizzare la vocazione turistica della nostra terra conferendole quella dignità e autonomia troppo spesso auspicata ma non realizzata. Lo avete dimostrato; per essere riconosciuti bisogna lavorare sull’eccellenza consapevoli che questa va mantenuta viva –conclude il presidente della Provincia- anche con il contributo di una politica capace di unire accoglienza turistica a servizi, eccellenza paesaggistica e ricchezza storica e culturale. Testimoni di una cultura di impresa che rende il Materano orgoglioso protagonista in uno scenario internazionale altamente competitivo, Le rinnovo la mia stima e i miei più vivi complimenti». I complimenti arrivano anche a Confapi Matera, che esprime grande soddisfazione per il prestigioso riconoscimento. TripAdvisor è una mega la banca dati, che raccoglie le recensioni sulle strutture ricettive espresse dai clienti provenienti da tutte le parti del mondo. Questo premio, quindi, come primo hotel per famiglie in Basilicata e ottavo in Italia, è un riconoscimento all’impegno della famiglia Loiudice, che da diversi anni ha investito nel settore turistico, creando un albergo di eccellenza a Metaponto. Il Magna Grecia Hotel Village ha ricevuto ottime recensioni scritte da viaggiatori di tutto il mondo, essendo un sito ideale in cui le famiglie possono trascorre le vacanze. Secondo Confapi Matera, si tratta di un eccellente biglietto da visita per il Metapontino e di uno spot pubblicitario di primo livello per la promozione del nostro territorio. «Il sito di recensioni turistiche più importante del mondo, premiando il Magna Grecia di Metaponto, impegna anche la famiglia Loiudice a mantenere l’elevato standard di qualità raggiunto e riconosciuto dai clienti. -commentano da Confapi- Metaponto, tuttavia, avrebbe bisogno di altrettanta attenzione da parte delle politiche per il turismo. È stridente, infatti, il paradosso di avere alberghi di prestigio ma servizi pubblici per il turista molto precari; una spiaggia che rischia di scomparire per il fenomeno dell’erosione costiera non sufficientemente contrastato, un territorio che, appena si esce fuori dalle strutture ricettive, è sempre più desolante». provinciamt@luedi.it E’ secondo in Basilicata Ottavo a livello nazionale VIABILITÀ Nuova Carrera in 45 giorni BERNALDA - In merito alle condizioni della Provinciale Carrera Vecchia, l’assessore Angelo Garbellano, ricorda in una nota che: «I lavori da eseguire consentiranno, in un lasso di tempo stimato di circa quaranta giorni, di riaprire questa arteria al traffico veicolare, anche di tipo pesante, ripristinando il collegamento dell’abitato di Bernalda con la Basentana. Nel frattempo la struttura tecnica completerà la progettazione degli interventi da eseguire lungo la provinciale 154 V tronco (nei pressi di via Metaponto) inviando il progetto alla regione Basilicata per il definitivo finanziamento dei lavori nell’ambito dei fondi Comitato interministeriale per la programmazione economica». Per i bernaldesi circa un mese di disagi, poi forse non ci saranno più problemi. Il Magna Grecia Hotel Village di Metaponto TURSI Il commerciante: «Resta il rischio del fiume Agri» Frana Sp “Marone”, risolto il caso della famiglia Digno TURSI - Finalmente i figli del commerciante Gino Digno, possono frequentare la scuola senza più disagi. Da lunedì, infatti, è stata risolta la questione della frana, che dai primi di dicembre aveva compromesso la percorribilità della Provinciale Marone, isolando la famiglia. «La situazione -spiega Digno al Quotidiano- si è risolta nel migliore dei modi, pur mancando all’inizio il lato umano degli amministratori comunali. Infatti, non ho mai sentito il sostegno e la vicinanza di consiglieri o assessori. Dopo alcuni scaricabarile –racconta Gino Digno–non ho avuto ancora i piacere di incontrare nessuno. Ho soltanto avuto contatti con l’assessore provinciale, Angelo Garbellano, che ha sempre mo- strato massima sensibilità. Inoltre, il presidente della Provincia, Franco Stella, che si è accertato personalmente della condizione dei ragazzi e si è scusato per la durata della vicenda. Dopo aver sollevato la questione, anche al parroco di Tursi si è speso per una celere risoluzione del disagio della mia famiglia e, perciò, lo ringrazio. Nonostante la faccenda sia durata più di un mese, perché molte altre problematiche sul territorio non sono state ancora risolte –conclude Digno– mi reputo soddisfatto e fortunato per la sua conclusionee. Faccio l’esempio del fiume Agri, che ogni giorno minaccia i terreni agricoli (quasi 3mila ettari) di contrada Marone, una delle aree agricole più produttive e dinamiche del territorio di Tursi, per- ché non sono mai stati costruiti argini a protezione delle aziende». La sera del 23 gennaio, la ripresa del servizio di trasporto scolastico, è stata comunicata a Digno, tramite un sms della responsabile dell’Ufficio socio-culturale del Comune. Digno ha ringraziato il Comune di Tursi e subito dopo, il sindaco Labriola, per quanto fatto. La mattina seguente, lo scuolabus comunale è arrivato presso la residenza Digno a prelevare i 3 ragazzi. Il servizio è continuato senza interruzioni anche nei giorni seguenti, nonostante la frana non sia ancora stata messa in sicurezza. provinciamt@luedi.it La frana sulla Provinciale Marone nell’agro di Tursi Domani la presentazione del libro storico di Ezio Taddei sul fascismo A Bernalda “L’uomo che cammina” BERNALDA - Domani al circolo Arci “Al verde”di Bernalda, sarà presentato il libro “L’uomo che cammina”edito nel 2013, sotto l’egida di Comune e Istoreco (Istituto Storico della Resistenza) di Livorno, dall’editore Erasmo (volume a cura di Giancarlo Bertoncini, 272 pp., 14 euro). A parlarne sarà Angelo Tataranno, ben noto per la sua instancabile attività politica e culturale svolta dal 1975 fino al 1999 e conclusasi con l’importante incarico di presidente della Provincia di Matera. La presentazione permette al libro, tra l’altro, di essere collocato in una cornice commemorativa di grande interesse, considerata la storia politica del comune, dato che proprio il 31 gennaio del 1923, per la fiera resistenza mostrata al primo fascismo, Bernalda fu vittima di una spedizione punitiva costata ben tre morti e una quarantina di feriti. La presentazione del libro di Taddei, scritto a New York nel 1940, ma tradotto per la prima volta in Italia lo scorso anno, è dunque, in questo contesto, niente affatto casuale. Ezio Taddei, nato a Livorno nel 1895 e morto a Roma nel ’56, dopo aver trascorso circa sedici La copertina del libro di Taddei anni in carcere durante il fascismo per la sua militanza anarchica, fu condannato al confino a Bernalda tra il 1936 e il 1938. Giunto là, molto si legò alla popolazione, ai militanti politici e ai giovani studenti della zona, impegnandosi personalmente e generosamente soprattutto nell’educazione politica e intellettuale di questi ultimi. Tanto da fargli intitolare una strada dall’Amministrazione Comunale, nel 1976. Nel 1939 Taddei espatriò a New York, dove conobbe, tra gli altri, Arthur Miller. Rientrato in Italia si dedicò totalmente alla sua attività di scrittore già cominciata con successo in America. provinciamt@luedi.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 30 gennaio 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO matera@luedi.it POLICORO La struttura ha subìto danni per 50mila euro. Tanti i messaggi di solidarietà «Farò un locale più bello di prima» Davide Stigliano non si abbatte dopo l’incendio doloso del BarHchic POLICORO – Davide Stigliano, proprietario/gestore del BarHchic, incendiato nella notte tra sabato e domenica scorsa, non sa darsi una spiegazione plausibile del gesto delinquenziale che ha visto mandare in fumo il suo chiosco sul lungomare centrale di via Lido. Una struttura architettonicamente gradevole, per essere rimuovibile, che ha anche i suoi costi: 20mila circa. Da circa tre anni le due Amministrazioni che si sono succedute hanno puntato tutto su questi chioschi, giostre e gonfiabili, per aumentare l’offerta turistica in riva allo Jonio. Il bando comunale per la concessione delle autorizzazioni scadeva a metà settembre. Alcuni hanno smontato altri no. Il motivo sta nel fatto che i chioschi potevano destagionalizzare l’estate per i più ottimisti; altri hanno invece chiuso e smontato le strutture leggere in legno dedicandosi a quelle del nucleo urbano. Tuttavia in alcuni periodi dell’anno, tra festività comandate e prolungate dai “ponti”, sulla Duna attrezzata si vede qualcuno. Ecco spiegato il motivo della loro presenza, seppur chiusi in questo periodo, sul passeggio in attesa di un clima più mite. Stigliano dopo la chiusura di metà settembre in coincidenza quasi con l’arrivo dell’autunno non si era portato l’attrezzatura a casa, ma in vista di qualche giornata sfruttabile aveva recintato il chiosco con delle reti metalliche. Che non sono servite per arginare il rogo. Così raggiunto telefonicamente ci dice di aver subìto un danno di almeno 50mila euro. «Per la prossima estate sarò di nuovo allo stesso posto di prima. Non ho certo in- I ragazzi del BarHchic con Davide Stigliano tenzione di mollare, anzi rifarò il quello di tanti amici e conoscenti, chiosco più bello di prima», ci rac- che ha tirato su il morale a Stigliaconta con voce rinfrancata man no e gli dà la forza di andare avanti: mano che parla e dopo aver ricevu- più e meglio di prima. Almeno queto una marea di sms, messaggi su ste sono le sue intenzioni. Per il mosocial network e altri canali mo- mento. Gabriele Elia derni di comunicazione. Un gesto, Gli operatori scrivono all’assessore Berlinguer: «Così rischiamo di non avviare la stagione» Scanzano, spiaggia devastata L’erosione ha cancellato 200 metri di arenile e il mare lo ha riempito di detriti SCANZANO JONICO - «Vede quella striscia di terra che emerge dal mare? Era lì che una volta terminava la spiaggia di lido “Terzo Madonna” a Scanzano». Il lembo di sabbia che indica Vincenzo Toscano, gestore del lido “Mama Beach”, è a circa 200 metri di distanza da quel che oggi rimane della spiaggia di Scanzano Jonico, in tutto una ventina di metri, sui quali ora si sono depositati rifiuti e rami secchi che una volta appartenevano all'adiacente pineta che, vessata anch'essa dalla furia distruttrice dell’acqua, ha perduto quasi 2 ettari di vegetazione. In poco meno di sette anni, il mare ha inghiottito più di 200 metri di arenile ed ora rischia di compromettere seriamente il lavoro dei gestori dei tre lidi di località Terzo Madonna alla foce dell'Agri. Di qui la decisione di rivolgersi direttamente al neo eletto assessore regionale all'ambiente e territorio, Aldo Berlinguer. «In questi giorni abbiamo inviato una lettera all'assessore chiedendo di istituire al più presto un tavolo tecnico -spiega Toscano- ed è necessario che si agisca in fretta per salvare il nostro lavoro». Quello dell'erosione della costa in questo tratto di spiaggia a Scanzano è un fenomeno che va avanti da anni senza arrestarsi. Già nel 2012 il sindaco della cittadina materana, Salvatore Iacobellis, inviò una missiva a Vilma Mazzocco all'epoca a capo del dipartimento ambiente. Nella lettera si faceva presente all'assessore che, a seguito della realizzazione del porticciolo turistico del complesso residenziale di "Marinagri", posto sulla sponda dell'Agri opposta a quella di località Terzo Madonna, si era verificato un arretramento della spiaggia di oltre 150 metri. Il sindaco, inoltre, chiedeva si facesse luce sulla vicenda e si intraprendessero azioni compensative al fine di tutelare e salvaguardare il territorio costiero. La situazione dal 2012 non è cambiata, «nessuno ci ha proposto delle soluzioni serie a questo problema», spiegano i gestori. Tuttavia, se la costa arretra è la Vincenzo Toscano sulla spiaggia, due immagini della devastazione in atto a Scanzano Jonico e l’operatore Giuseppe Corrado stagione turistica ad avanzare pure la macchina pulisci spiag- la zona e potrebbero facilmente problemi derivanti dall’erosione sempre più. gia riuscirebbe a fare qualcosa», ferirsi con i rifiuti di cui la spiag- costiera e dei detriti di pineta che «Per questo chiediamo alla Re- continua Toscano. gia è ricoperta». Le condizioni il mare deposita sulla spiaggia. gione che si intervenga nell'imDi barriere frangiflutti o argi- nelle quali i gestori operano non Serviranno molti soldi per rimetmediato, cercando almeno di ni artificiali sulla sponda del fiu- sono comunque già delle miglio- tere tutto a posto e, se qualcuno dragare altra sabbia sulla spiag- me, dicono i gestori degli stabili- ri. non ci darà una mano, rischieregia, come già si è fatto altrove sul- menti balneari, si potrà parlare «In poco più di 200 metri di mo di partire con ritardo e lavola costa jonica, e di aiutarci nella anche in un secondo momento, spiaggia operiamo in tre -spiega rare male». Anna Musacchio pulizia della stessa visto che la «anche perché -tuona Toscano- Giuseppe Corrado– e già è comprovinciamt@luedi.it mole di rifiuti e detriti è talmente qui è in gioco l'incolumità di turi- plicato lavorare in questo modo. © RIPRODUZIONE RISERVATA tanta e così stratificata che nep- sti e bagnanti, che frequentano A tutto ciò devono aggiungersi i MONTALBANO JONICO - E’ un gran pullulare di interventi politici, Montalbano Jonico in questi giorni, motivati a più livelli dalla nascita di movimenti e dall’inaugurazione di nuovi partiti e alimentati dalla Tares 2013 che sta pesando sui cittadini i questi giorni. Sulla questione intervengono anche gli attivisti del M5S, «come preannunciato dagli attivisti del M5S, in questi giorni nelle case dei cittadini montalbanesi giungono notifiche di pagamento per la tassa comunale sui rifiuti decisa con delibera di consiglio comunale 31 del 29 novembre 2013 (votano a favore: Pontevolpe, Devincenzis, Gentile, Maffia, Pierro,Tauro, Chita, Vizziello, Aliano, Cerulli, Zaccaria; votano contro: Amendola, Di Sanzo, Castellucci; non sono presenti all’importante votazione: Marrese, Gioia, Nesi . I più danneggiati sono Montalbano Jonico, M5S «Più Tares e tanti sprechi» i nuclei familiari numerosi e la maggior parte degli esercizi commerciali, tranne ovviamente le super protette filiali bancarie. Si pagherà fino al 470% in più rispetto al 2012 senza ricevere alcun beneficio economico dalla raccolta differenziata, che ormai arricchisce solo gli imprenditori che gestiscono i rifiuti a dispetto e discapito della popolazione locale costretta a separare a casa ciò che porta guadagno ad altri. E durante questo difficile periodo per i cittadini montalbanesi, il sindaco quale iniziative prende? Finanzia progetti di lavoro che fruttano migliaia di euro ai respon- sabili dell’Ufficio tecnico comunale e, vista la vetustà dell’impianto, comunica che la messa in sicurezza del campo sportivo costerà circa 40.000 euro in più rispetto ai 150.000 previsti dal progetto iniziale (come attestano le delibere di Giunta n. 6 del 9/1/2014 e la precedente n. 73 del 7/3/2013). Ma i tecnici responsabili del progetto iniziale non erano a conoscenza delle condizioni in cui versava la struttura o hanno sottovalutato il costo dell’intervento? E perché? E a chi attribuibile lo stato di abbandono dell’impianto sportivo comunale se non agli amministratori e ai tec- nici comunali? Ecco quanto è costato, ad oggi, la gestione dello Stadio comunale Dal 2007 sono stati spesi circa 50.000 euro per la gestione dello Stadio Comunale (come attesta la delibera di Giunta n. 148 del 17-06-2011 da cui risulta che il Comune ha erogato una somma di compartecipazione pari a 11.940 euro annue all’ente gestore Sporting Montalbano 1996 dal 11 ottobre 2007 fino al 29/3/2011, per poi passare alla Fcd Atletico Montalbano nell’ultimo semestre 2011) e altri 190.000 euro per la costruzione di una copertura di un piccolo campo da tennis frequentato da uno sparuto numero di appassionati tennisti. Nel frattempo, migliaia di tifosi affollano le gradinate del campo sportivo di Policoro durante gli incontri casalinghi del Real Metapontino». Anna Carone RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO SOS AMBIENTE SITO DI INTERESSE NAZIONALE Giovedì 30 gennaio 2014 ECCELLENZA A RISCHIO L’azienda produce formaggi esportati in tutto il mondo. Un patrimonio messo a dura prova dall’inquinamento LA DENUNCIA «Da anni sentiamo parlare di pulizia della zona, ma non è stato mosso un dito. Tutti noi imprenditori subiamo danni continui» INQUINAMENTO A POTENZA L’attesa bonifica Solo Pomarico ha fatto la perimetrazione delle aree ricadenti nel «Sin» Perché al momento solo il Comune di Pomarico ha effettuato la perimetrazione delle aree di sua competenza ricadenti nel Sin Valbasento? La domanda giunge, ancora una volta, dal comparto agricolo della Val Basento Materana. Dagli atti, infatti, risulta che il sindaco della cittadina devota a San Michele Arcangelo, Giuseppe Casolaro, già con l’ordinanza numero 20 del 2006 ordinò «la perimetrazione dell’area inquinata del Sin Valbasento ricadente nel territorio di questo Comune». Nello stesso provvedimento, inoltre, Casolaro ordinò «gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza delle aree agricole colpite da inquinamento industriale del Sin Valbasento» che sono consistiti nella “recinzione ed interdizione alle pratiche agronomiche ed al pascolo degli appezzamenti agricoli inquinati, di appore apposita cartellonistica ed attività di informazione, nonché nel divieto assoluto all’uso idropotabile ed irriguo delle acque sotterranee risultate inquinate all’interno del perimetro interessato sino alla bonifica definitiva o alla acquisizione del parere da parte degli organi preposti sul grado di tossicità delle sostanze inquinanti riscontrate». Infine, ma non certo per ordine d’importanza, Casolaro stabilì con l’ordinanza resa addirittura otto anni fa che «“il compenso per il mancato reddito sarà determinato e corrisposto ai conduttori danneggiati a cura di quest’amministrazione, secondo i prezzi adottati dal Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale Economia Montana per il calco dei danni da calamità naturali». A questo punto, si chiedono gli agricoltori, come mai gli altri Comuni non hanno provveduto a rendere omologhe ordinanze? In buona sostanza, chi è proprietario o conduce terreni inquinati nei territori, ad esempio, di Ferrandina e Pisticci a quale «santo» deve votarsi? [p.miol.] Caso Ferriera «I rilievi ora sul nuovo camino» AREA Uno scorcio della Val Basento. Nel riquadro l’imprenditore Giovanni Grieco I «veleni» della Val Basento divorano la sua azienda agricola Danni per 400mila euro. Il proprietario Grieco: «E ora chi mi risarcirà?» PIERO MIOLLA l «L’inquinamento della Val Basento mi ha provocato danni per quasi 400mila euro: chi me li rimborserà e, soprattutto, che futuro abbiamo in questa zona?». Sono domande al momento senza risposta quelle di Giovanni Grieco, proprietario e conduttore dell’omonima azienda agricola di contrada «Paolone», tra Pisticci e Pomarico. La Grieco è un’azienda agricola ad indirizzo produttivo zootecnico-arboricolo, basata sull’allevamento ovino con circa cinquecento capi allevati a duplice attitudine (latte e carne), sulla coltivazione di agrumi ed erbai autunno-primaverili. Qui Giovanni Grieco produce formaggi prelibati, soprattutto pecorino, che vengono esportati in tutto il mondo, dall’Arabia Saudita alla Svezia. Un patrimonio importante, dunque, messo a dura prova dall’inquinamento della zona ed ulteriormente vessato anche dalle immancabili alluvioni che, specie nei mesi a cavallo tra ottobre e marzo, mettono a dura prova l’esistenza stessa dell’azienda. «Ora basta – dichiara Grieco – perché siamo stanchi di continue vessazioni. Da anni sentiamo parlare di bonifica di questa zona ma, al momento, ancora nulla si è mosso. Tutte le aziende della zona, sia quelle comprese nel perimetro del Sin (Sito d’Interesse Nazionale, ndr) Valbasento che quelle al di fuori di esse, come la mia, vogliono sapere se in questa zona si può ancora parlare di “food” o se, complice l’inquinamento, dovremmo tutti rassegnarci ad essere considerati “no food”, vale a dire impossibilitati a commercializzare i nostri prodotti per farli finire sulle tavole degli italiani. Io, come molti altri imprenditori, ho subito e subisco quotidianamente danni economici sotto forma di lucro cessante (il mancato guadagno, ndr) perché ormai non riusciamo più a coprire le spese con la vendita dei nostri prodotti». Grieco, è anche presidente del Copal, un consorzio di 12 imprenditori agro-zootecnici fondato nel 2009 a Ferrandina, che produce ed esporta in tutto il mondo pecorino, canestrato di Moliterno e ricotta. L’attivismo di Grieco, il cui sogno nel cassetto è quello di realizzare una fattoria sociale, si scontra sempre di più, però, con i problemi quotidiani. «Noi imprenditori agricoli abbiamo problemi ormai insormontabili, dai trasporti alle spese enormi: se a questi ci aggiungiamo anche i problemi ambientali della Valbasento e le alluvioni che ogni anno devastano i nostri terreni il quadro drammatico è completo». Per questo, Grieco si attende una risposta chiara e celere dalla politica, regionale e non solo. «Avremmo bisogno – confessa – di una sorta di moratoria per le tasse: molto spesso Agenzia delle Entrate ed Equitalia non si rendono conto di come e quanto incidano negativamente sulle nostre aziende e, quindi, sulle famiglie. Alla politica chiedo che si avvii un percorso per sospendere il pagamento delle tasse in considerazione dell’enorme inquinamento della Valle, che certamente non dipende da noi, e delle continue alluvioni. Ma soprattutto chiedo alla politica locale, ed alla nuova giunta regionale in particolare, di avviare finalmente la bonifica. Infine, che ci dicano se in questa zona siamo “food” o “no food”». Non è una questione secondaria. LA PROTESTA CHIEDONO TEMPI CERTI PER PULIRE L’AREA. E NOTIZIE SU COME SARANNO UTILIZZATI I FONDI STANZIATI DAL CIPE ACQUA Segni dell’inquinamento nel fiume Basento [foto Grieco] Gli agricoltori nella terra inquinata «Senza la bonifica chiudiamo tutti» l L’unione fa la forza. Devono aver pensato questo i numerosi imprenditori agricoli di quella parte della Valle del Basento compresa tra i territori di Ferrandina, Salandra, Pisticci e Pomarico che, stanchi degli ostacoli e dei problemi quotidiani che attanagliano la loro attività, si sono riuniti per fare fronte comune e decidere insieme come muoversi anche in riferimento all’attività di bonifica che, stando agli annunci della Regione, dovrebbe partire a breve. Alla prima riunione operativa erano circa una ventina, alcuni dei quali proprietari e conduttori di aziende agricole ricomprese nel Sin (Sito d’Interesse Nazionale) della Valbasento: un’area di circa 34 ettari che, su decisione dello Stato, è stata riconosciuta come fortemente inquinata e, per questo, da sottoporre ad urgente bonifica. Peccato che l’individuazione del Sin risalga al 2002 e, fino ad oggi, nulla è stato fatto in termini di bonifica dell’area: di recente, anzi, si è anche temuto che i circa 46 milioni di euro complessivamente stanziati dal Cipe (Comitato Interministe- riale per la Programmazione Economica) potessero prendere altre strade (come accaduto per fondi stanziati per altre aree lucane) in quanto non utilizzati entro il 32 dicembre del 2013. Un timore poi, fortunatamente, rientrato. Gli agricoltori della zona sono comunque sul piede di guerra: vogliono tempi certi ed urgenti per l’avvio dell’attività di pulizia dell’area, e pretendono di capire una volta per tutte se i loro prodotti siano o meno da considerare commercializzabili. Non è una domanda da poco: in ballo, infatti, ci sono soldi ed il futuro di tante famiglie, non solo di chi conduce quelle aziende ma anche di chi ci lavora ed, ovviamente, dei consumatori. Gli agricoltori, però, pretendono soprattutto di capire come verranno spesi i soldi della bonifica: nei vari stanziamenti effettuati, infatti, ci sono anche capitoli di spesa che riguardano proprio il settore agricolo. «In che modo si deciderà come impiegare i circa tre milioni di euro stanziati per il nostro settore dal Cipe? Quei soldi chi li gestirà? Non sono una somma piccola – hanno l I rilievi Arpab sulla Ferriera di Potenza sono stati al centro di un incontro tra i sindacati, l’assessore regionale all’ambiente, Aldo Berlinguer, e il direttore generale del dipartimento Dino Viggiano. Durante la riunione sono state evidenziate le preoccupazioni dei lavoratori dello stabilimento siderurgico potentino rispetto ai dati parziali diffusi dall’Arpab, che da una prima lettura hanno generato allarme sia tra i lavoratori che tra i cittadini. Le organizzazioni sindacali di categoria hanno chiesto di istituire un tavolo sulla trasparenza con la presenza delle associazioni interessate per seguire con attenzione il monitoraggio che si sta effettuando anche in relazione al terzo campionamento sui deposimetri installati nell’area limitrofa alla zona industriale (i dati dovrebbero essere resi noti in questi giorni). Per evitare allarmismi e sottovalutazioni - è l’opinione delle Rsu della Ferriera - è necessaria la conoscenza e «l’analisi scientifica dei dati che devono essere oggetto di valutazione da parte di tutti i soggetti senza omissioni anche alla luce dei recenti scandali che hanno interessato l’Arpab sulla vicenda Fenice». Per queste ragioni nell’incontro è stata ribadita la necessità di effettuare urgentemente i rilievi direttamente sul nuovo camino della Pittini da poter intrecciare con i campionamenti effettuati sui deposimetri, così da sciogliere tutti i dubbi sulle eventuali fonti di inquinamento. Infine, si è convenuto con l’assessore Berlinguer di coinvolgere un terzo soggetto quale l’Istituto superiore della Sanità, per meglio monitorare gli effetti dei risultati dei rilevamenti ambientali sulla Salute. . spiegato gli imprenditori agricoli riuniti in assemblea – e pretendiamo non solo di sapere tutte queste cose ma anche che vengano utilizzati per il nostro comparto». Quei tre milioni di euro, in buona sostanza, vanno utilizzati non solo per “ripulire” le aziende agricole i cui ter- reni risultano inquinati, ma anche come forma di ristoro, o risarcimento che dir si voglia, per tutte le aziende della Valbasento Materana che scontano anni di chimica scellerata ed, in generale, di industrializzazione selvaggia. Non è una speranza ma [p.miol.] precisa richiesta. RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Giovedì 30 gennaio 2014 SOS AMBIENTE PROCESSATO CHI DENUNCIA l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di interesse pubblico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio, lo dice in aula ai giudici del collegio dei Tribunale di Potenza. Bolognetti - secondo l’accusa - ha ricevuto una mail e reso pubblico l’inquinamento del lago Pertusillo, svolgendo la sua funzione di giornalista. Ma per la Procura «in questo caso l’inquinamento non c’entra. In questo processo ha detto ai giudici nel corso della scorsa udienza il pm Renato Arminio - bisogna riportare l’attenzione sulla violazione del segreto istruttorio». Ma Bolognetti, difeso dall’avvocato Vincenzo Montagna, sapeva che con quei dati il tenente della polizia provinciale Di Bello avrebbe poi preparato un’infor mativa per la Procura? Per Bolognetti far sapere alla comunità che il Pertusillo - come successivamente ha confermato l’Arpab - era inquinato era una priorità. E ieri lo ha ribadito in udienza, durante l’esame dell’imputato, rispondendo alle domande di accusa e difesa. La Procura però gli contesta di aver violato il segreto istruttorio. La battaglia, prima ambientale ora giudiziaria, di Bolognetti mira a dimostrare che l’interesse pubblico per la pubblicazione dei dati sull’inquinamento è pre- IL SEGRETO D’UFFICIO La Procura sostiene che il leader dei Radicali abbia violato il segreto d’ufficio diffondendo i dati sull’inquinamento del Pertusillo VERSO LA SENTENZA Prossima udienza dedicata alla requisitoria del pm e all’arringa del difensore dell’imputato Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio Bolognetti: «Ho diffuso i dati sull’inquinamento per avvisare i cittadini» PROCESSO Maurizio Bolognetti e L’ex Pg Gaetano Bonomi in tribunale a Potenza . valente rispetto al segreto d’ufficio per l’indagine che poi è scaturita dall’infor mativa del tenente. Il tenente, che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, è stato condannato a due mesi e 20 giorni e a tre mesi in secondo grado (la pena è sospesa e il tenente aspetta la Cassazione). Il tutto per aver denunciato. «Un paradosso», lo ha definito a più riprese l’esponente dei radicali. I due, che avevano sollevato dubbi sulla qualità delle acque del Pertusillo, per le analisi, non fidandosi dei laboratori pubblici, le avevano affidate a un privato. I dati emersi erano preoccupanti. Per questo mo- tivo Bolognetti li ha resi pubblici, onorando la convenzione di Aarhus che, all’articolo cinque, comma “C” recita: «In caso di minaccia imminente per la salute umana o per l’ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali, siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia». Bolognetti lo ha fatto immediatamente. Ma si è «beccato» un bel procedimento penale. «Ho già da tempo ammesso la mia colpevolezza», sostiene Bolognetti. «Sono colpevole di aver divulgato analisi che avrebbero dovuto essere pubbliche e sono colpevole di aver divulgato analisi che ho pagato e commissionato alla Biosan di Vasto per smentire il mare di bugie che nel gennaio del 2010 mi venne vomitato addosso. Un linciaggio in piena regola». Ieri mattina ha incassato la solidarietò dell’ex sostituto procuratore generale di Potenza Gaetano Bonomi, ora in pensione. Ieri mattina l’ex Pg (che durante la scorsa tornata elettorale si è candidato con i Radicali alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale di Basilicata) si è fermato con Bolognetti nelle vicinanze dell’aula. I giudici, dopo aver ascoltato la versione di Bolognetti, hanno rinviato al 14 maggio per la requisitoria del pm e l’arringa dell’avvocato Montagna. Poi i giudici si chiuderanno in camera di consiglio. Il verdetto si avvicina. [f. a.] DIFESA D’UFFICIO Bernardini: «Da Bolognetti soltanto opera di verità» «Per anni si è fatto finta di non vedere» l «Bolognetti è sotto accusa per aver tentato di contrastare quella “ragion di Stato” in nome della quale si compiono le peggiori nefandezze a danno dei popoli ai quali viene negato il diritto alla conoscenza. Proprio su questo il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito ha convocato, con rilevanti e prestigiose presenze politiche e civili europee, un convegno a Bruxelles il 18 Febbraio». Rita Bernardini, deputato dei Radicali, sostiene Maurizio Bolognetti. «È nel Dna radicale - sostiene Bernardini - che grazie anche a Maurizio Bolognetti si tramanda fecondamente, essere sottoposti a processo per la costante opera di verità portata alla luce a dispetto di un “regime” che per i suoi loschi affari di potere e di denaro non si fa scrupolo di avvelenare i pozzi ai quali si alimentano cittadini ignari, volutamente tenuti all’oscuro di traffici indicibili sulla salute e la vita stessa delle persone. E quando parlo di “regime” non penso solo al mondo della politica e ai suoi “nominati” nell’amministrazione pubblica. Mi riferisco anche a quei magistrati – spesso in palese conflitto di interesse che, nonostante l’obbligatorietà dell’azione penale che tanto orgogliosamente difendono, per anni fanno finta di non vedere (facendoli dilagare) i reati gravissimi che si compiono sotto i loro stessi occhi». RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO POLITICA LE MANOVRE NEI PARTITI Giovedì 30 gennaio 2014 L’UFFICIO DI PRESIDENZA «Ne discuteremo nell’ufficio di presidenza», assicura il presidente del Consiglio Piero Lacorazza RISPARMIO Tra i freni ad un’eventuale modifica anche la dimensione tecnica, con le norme legate alla «spending review» La proposta Sel I soldi del mandato per fare nuovi contratti l’idea di Romaniello Ridurre i costi del mandato ed utilizzare i soldi per assumere personale. È la proposta presentata dal consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel) , che mira a modificare la legge regionale 8 del 1998 sulla «Nuova disciplina delle strutture di assistenza agli organi di direzione politica e ai gruppi consiliari della Regione Basilicata». «Il progetto – precisa Romaniello - ha l’obiettivo di ridurre del 50 per cento l’importo assegnato a ciascun consigliere regionale per le spese di esercizio del mandato con l’intento di finanziare, con le conseguenti economie, l’attivazione di uno o più collaborazioni attestate ai gruppi consiliari e a disposizione di ciascun consigliere per lo svolgimento dell’attività politica. In tal modo, l’utilizzo delle risorse pubbliche messe a disposizione per garantire l’attività politica è vincolato all’attivazione di contratti di lavoro». le altre notizie AMBIENTE Rosa (FdI) su impianto Tecknosolar n «Le recenti prese di posizione delle popolazioni del Vulture-Alto Bradano contro la realizzazione di un impianto solare termodinamico dimostrano ancora una volta la distanza tra una politica di governo regionale, incline a tutelare gli interessi delle società private che vogliono accaparrarsi il territorio e i lucani. Nessuna considerazione ai danni ambientali e alla salute dei cittadini». È quanto sostiene in una nota il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa, sulla vicenda Tecknosolar. POLITICA Pisicchio (Cd) su nuova legge elettorale La sede del Consiglio regionale della Basilicata [foto Tony Vece] Norma «pro-comandati» Cambiarla? Sì, no, forse... I politici ammettono l’incongruenza, ma ribattono: «Modificarla non è facile» ANTONELLA INCISO l L’incongruenza c’è, lo ammettono anche loro. Trovare una soluzione che tenga insieme le esigenze dei giovani disoccupati con quelle della spending review, però, non è facile. Il giorno dopo il caso sollevato dalla Gazzetta sulla norma che vincola i consiglieri regionali, con incarichi negli organismi consiliari, ad assumere solo personale comandato o distaccato, è la gran parte degli esponenti politici ad assicurare che del problema se ne discuterà. Con quale risultato non è chiaro, ma se ne parlerà. Innanzitutto, nell’ Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale. Per capire meglio la questione, per comprendere se vi sono i termini per un intervento legislativo che, però, tenga ben saldo il risparmio della spesa. Ad assicurarlo lo stesso presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza. «Ne discuteremo nell’Uf- ficio di presidenza con l’obiettivo di un risparmio del sistema pubblico, di una razionalizzazione dei costi e della funzionalità degli uffici - precisa il presidente - va fatto un piano in generale con la Giunta ed il Consiglio che devono parlarsi un pò di più. Aggiungo, poi, che per quanto riguarda i contratti di diritto privatistico i con- siglieri con i fondi a disposizione ne possono fare diversi». A ipotizzare un lavoro di modifica dell’attuale norma è, invece, il vice - presidente di Realtà Italia, Paolo Galante. « Il tema c’è - sottolinea Galante Occorre modificare la legge, con un percorso legislativo che passi per le commissioni e sia legato al vincolo della spesa del personale. Ne abbiamo già iniziato a parlare nell’Ufficio di presidenza, dobbiamo continuare a farlo nella prossima riunione». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la minoranza con il vice - presidente dell’Udc, Franco Mollica. «Ritengo giusta la segnalazione fatta da “La Gazzetta” commenta Mollica - Una norma più flessibile, che preveda, ad esempio, la possibilità di poter stipulare contratti con persone esterne all’amministrazione, in alternativa ai comandi o ai distacchi del personale pubblico, servirebbe a dare qualche opportunità di lavoro in più ai PER IL PRESIDENTE DELLA PRIMA COMMISSIONE, SANTARSIERO, VIA ANCHE IL LISTINO Statuto, sbarramento per i partiti minori l Non si è ancora insediato ma ha già le idee chiarissime su quello che intende fare. Vito Santarsiero, presidente della Prima commissione consiliare regionale, punta dritto su abolizione del listino e sbarramento per i partiti minori. La sua commissione si dovrà occupare, tra le altre cose, proprio dello Statuto regionale e nella sua elaborazione Santarsiero punta a due obiettivi: eliminare il listino (che ha consentito in questa legislatura l’elezione di due consiglieri regionali) e una soglia di sbarramento per i partiti che eviti il ploriferare di tanti monogruppi. «Lo Statuto è molto atteso anche per definire la nuova legge elettorale regionale e superare i limiti di un modello viziato dal "listino" - precisa Santarsiero - nonché per superare una eccessiva ed incomprensibile proliferazione di gruppi consiliari. L'attività della Commissione sarà occasione per razionalizzare, modernizzare e rendere più efficace e trasparente l'impalcato sia singolo sia complessivo degli enti amministrativi regionali». Insomma, per Santarsiero nel lavoro per il nuovo Statuto non si potrà non tenere conto di questi due aspetti. Anche se sia nella maggioranza sia nelle commissioni, soprattutto per la soglia di sbarramento, qualche malumore non mancherà. Così come non si potrà non avere come obiettivo finale una nuova governance territoriale. Per questo massimo sarà il coinvolgimento anche dei comuni lucani. «Occorre garantire un giusto ruolo ed una giusta centralità alle Amministrazioni comunali - conclude il presidente della commissione - Per me sarà l'occasione per ribadire il valore dei 131 Comuni della nostra re[a.i.] gione». tanti disoccupati qualificati che ci sono in Basilicata. In linea di principio non ho quindi nessuna preclusione alla modifica della norma, ma occorre considerare anche un altro profilo. Attualmente, gli stipendi delle persone distaccate o comandate dal settore pubblico nelle segreterie, concorrono a determinare il tetto della spesa del personale che in base alle norme della spendig review non può essere superato negli anni successivi. Se quindi, oggi decidessimo di non attivare un comando o un distacco- ammette ancora l’anno prossimo non potremmo più farlo perché il tetto per la spesa del personale dovrà rimanere congelato alla situazione iniziale. Ed occorre quindi considerare anche la dimensione tecnica del problema per definire le modifiche possibili della normativa vigente». Come dire che anche se ci fosse la volontà di cambiare le norme, farlo non sarebbe facile. Tutt’altro. n «Siamo pronti alla discussione inCommissione della legge elettorale. Abbiamo presentato 14emendamenti che tendono a rendere più aperta la competizioneelettorale, innalzando la soglia del premio dimaggioranza e rendendo meno punitive le soglie per larappresentanza. Proponiamo la doppia preferenza, e abbiamo ancheprevisto un emendamento sul conflitto d’interessi». Lo afferma il vicepresidente di Centro Democratico Pino Pisicchio. POLITICA Latronico (FI) su partito e rinnovamento n «Il rinnovamento del partito non può escludere il capitale di competenze e di esperienze che sono cresciute a tutti i livelli. Interesse e impegno che è utile valorizzare nel nuovo corso che il presidente Berlusconi ha impresso nell'interesse del compito storico che una grande forza politica vuole realizzare. Il contributo di Fitto e' da interpretare come un aiuto a tenere in vita una dialettica positiva che si fonda sulla realtà e che non perde di vista il senso di responsabilità che abbiamo di fronte al Paese». È quanto sostiene il parlamentare Cosimo Latronico. POTENZA L’INIZIATIVA PROSEGUE ANCHE OGGI I «grillini» spiegano la politica ai ragazzi dell’Università l Il Movimento 5 Stelle torna in piazza, attivando banchetti informativi in particolare nei pressi dell’Università di Basilicata. Ieri è stata la volta della sede di rione Francioso, oggi tocca invece al polo di Macchia Romana dalle 10 alle 18. L’obiettivo: sensibilizzare alla partecipazione politica della città di Potenza i giovani universitari lucani. Sempre oggi è prevista (meteo permettendo), tra le iniziative del banchetto, un'agorà/incontro con gli studenti. I «grillini» informeranno i ragazzi sugli ultimi accadimenti della politica locale e nazionale, in particolare sulla riforma legge elettorale, sul degrado urbano della città di Potenza e sugli ultimi provvedimenti legislativi del M5s. STAND Il M5S davanti all’ateneo lucano [foto T. Vece] RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Giovedì 30 gennaio 2014 «DO UT DES» «OTTENEVA VANTAGGI» Secondo l’accusa la funzionaria «otteneva vantaggi e utilità economiche attraverso l’uso strumentale e illecito delle proprie funzioni» LA CORRUZIONE ALLE ENTRATE INTERFERENZE ANCHE IN ALTRI UFFICI «Interveniva presso altri uffici dell’Agenzia delle entrate per agevolare l’interessato da lei di volta in volta protetto» «Lady fisco» rinviata a giudizio Con lei affronteranno il processo anche i «big» del mattone. Prosciolto solo Olita INCHIESTA Il pm Francesco Basentini ha condotto l’inchiesta su Lucia Muscaridola, la funzionaria dell’Agenzia delle entrate rinviata a giudizio ieri mattina [foto Tony Vece] FABIO AMENDOLARA l Controllava i contribuenti che avevano problemi fiscali tramite la banca dati dell’Agenzia delle Entrate, poi convocava i commercialisti amici e li avvisava che c’erano problemi. E alla fine arrivava «il ringraziamento»: dalla ricarica telefonica al supersconto sull’automobile o sull’appartamento. «Protocollo Muscaridola» lo ha definito il sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini negli atti dell’inchiesta. Ieri mattina Lucia Muscaridola, 54 anni, la funzionaria dell’Agenzia delle entrate che a Potenza coordinava l’Ufficio controlli, è stata rinviata a giudizio - insieme ad altre otto persone - dal giudice dell’udienza preliminare Michela Tiziana Petrocelli. Il pm nei documenti inviati al giudice dell’udienza preliminare descrive «la capacità della indagata di ottenere vantaggi ed utilità economiche di disparato valore attraverso l’uso strumentale e illecito delle pro- prie funzioni, sistematicamente impiegate non al servizio degli interessi pubblici, ma di quelli privati del contribuente da agevolare di volta in volta e sempre pronto al tempestivo ringraziamento economico da offrire». Secondo la Procura, Muscaridola «interferiva, nella sua qualità di considerata funzionaria, presso altri uffici dell’Agenzia delle entrate per agevolare l’interessato da lei di volta in volta protetto». È il caso di Maria Antonietta Albini, imprenditrice edile, anche lei rinviata a giudizio. Oppure «cercava di individuare contribuenti da cui ottenere illeciti vantaggi, mediante una vera e propria opera di induzione all’offerta attraverso la preventiva prospetta- zione delle proprie funzioni». La protezione che garantiva la funzionaria era, secondo gli investigatori, «stabile, duratura e costante». Ma solo per i suoi «amici». Come Domenico, don Mimì, De Vivo, noto costruttore di Potenza. I casi accertati dalla Guardia di finanza erano tanti. Tutti simili. «Compiva - si legge negli atti dell’inchiesta - a favore di Antonio Giubileo e Luciano Olita, rispettivamente legale rappresentante della “Touring service Srl” e della “Olita Luigi Srl”, numerosi e reiterati atti contrari ai doveri di ufficio», prestando a «un sistematico e continuo servizio di indebita consulenza professionale e fiscale, nella quale era compreso lo studio della documentazione fiscale e tributaria riguardante le società destinatarie di accertamenti e verifiche fiscali, la predisposizione di istanze per l’accertamento con adesione, di memorie difensive, di ricorsi avverso gli accertamenti degli uffici tributari e della Guardia di finanza». Per Olita il giudice ha dichiarato il «non luogo a procedere». È l’unico indagato che è stato prosciolto. E con lui, per quel capo d’imputazione, anche Muscaridola. Rinviati a giudizio, invece, Michele Pergola, Antonio e Gerardo Pomarico, Rocco Tramutola, Antonio Giubileo e Gaetano Tucci. La data della prima udienza è fissata per il 5 maggio. POTENZA IL COMANDANTE PACE: «CON L’ADDESTRAMENTO DEI SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI VERRANNO EVITATE SITUAZIONI DI REALE MINACCIA» Mai più aggressioni ai vigili urbani Ora si addestrano al «Krav maga» AUTODIFESA Agenti della polizia locale mentre si addestrano con le tecniche «Krav maga», le stesse usate dagli agenti segreti israeliani . l Minacce, intimidazioni, aggressioni verbali e fisiche: la crescente escalation del rischio da parte delle forze di polizia impegnate nei vari servizi, un po’ in tutta Italia, induce a riflettere sul fatto che, oggi più che mai, sia divenuta una esigenza fondamentale quella di garantire una adeguata formazione professionale in termini di difesa personale agli operatori di Polizia locale. Anche perché il rischio si amplifica quando ad aggredire sono persone che si trovano sotto l’effetto di droghe o di sostanze alcoliche o affetti da alterazioni psichiche e il più delle volte vengono eseguite con l’ausilio di armi, proprie e improprie. Il Comune di Potenza corre ai ripari. Per prevenire e arginare il fenomeno, il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, e il comandante della Polizia locale, Donato Pace, hanno fortemente voluto un corso di autodifesa basato sul sistema del «Krav maga» (Il Krav maga è nato come programma di addestramento accelerato per i soldati dello stato di Israele, finalizzato alla difesa da attacchi a mani nude, da coltello, da bastoneda oggetti contundenti e da armi da fuoco e ben si adatta oltre che per autodifesa civile anche per tecniche di polizia), che si svolgerà oggi e domani, nell’ambito di un percorso formativo per gli agenti di Polizia Locale che sempre più si trovano a gestire situazioni di rischio. «Nel corso dell’ultimo decennio – ha dichiarato il comandante Pace in un comunicato stampa - la Polizia locale ha ampliato il proprio campo operativo passando dai “vecchi” Vigili Urbani a veri e propri Operatori di Polizia, specie a seguito delle più recenti disposizioni normative che ci hanno attribuito maggiori compiti in tema di sicurezza urbana. Il corso ha lo scopo di evitare che gli agenti si possano trovare impreparati dinanzi a situazioni di reale minaccia, rischiando seriamente di mettere a repentaglio la propria e l’altrui integrità fisica». L’iniziativa sarà tenuta da Sergio Pizzichillo, istruttore e responsabile per la Basilicata dell’Accademia azionale self defense: è prevista la partecipazione di 16 agenti, ai quali verranno illustrati in modalità teorica e pratica i concetti base delle tecniche di autodifesa, di controllo, di perquisizione, di disarmo e di ammanettamento, nei casi di degenerazione del rapporto con l’utenza. Ambrosia, «stipendi in arrivo» Ieri l’annuncio del sindacato: saldata anche la tredicesima mensilità l POTENZA. Oggi arriveranno gli stipendi a 200 dipendenti della società «Ambrosia» che gestisce la ristorazione e le pulizie nella Casa Divina Provvidenza di Potenza, Bisceglie e Foggia. Lo hanno annunciato ieri sera il segretario nazionale dell’Usppi Nicola Brescia e il segretario provinciale Nicola Preziosa. «La società Ambrosia erogherà il saldo della 13dicesima e una mensilità, al fine di placare gli animi fortemente esagitati dei lavoratori. Tutto Ciò è stato possibile dopo l’occupazione dei giorni scorsi della direzione generale della Cdp. Nel corso del sit-in di protesta, il commissario straordinario Cozzoli aveva garantito all’Usppi, il pagamento degli stipendi entro il giorno 28 gennaio, come da verbale firmato dalle parti interessate. Tale diritto è stato rivendicato con forza dall’unico sindacato qual è l’Usppi, sindacato maggiormente rappresentativo, che ha sposato la vertenza sin dal’inizio della protesta». Secondo Nicola Brescia e Nicola Preziosa, segretari dell’Usppi, «il commissario straordinario della Cdp ha rispettato l’accordo firmato il giorno 23 gennaio scorso, dando prova di serietà e correttezza, sbloccando le competenze stipendiali per 200 lavoratori della società Ambrosia». L’Usppi ritiene importante l’esito dell’accordo e invita il neo Commissario a garantire le competenze stipendiali a tutti i lavoratori della società Ambrosia, per le successive mensilità. Preavvertendo che non abbasserà la guardia e vigilerà con molta attenzione sull’andamento della vertenza che deve portare serenità e tranquillità ai lavoratori che da troppo tempo hanno vissuto il grave disagio economico. Nel corso del sit-in di protesta, il commissario straordinario aveva incontrato una delegazione dei lavoratori. Nel corso dell’incontro Brescia e Preziosa avevano rivendicato il diritto dei lavoratori ha ottenere gli stipendi, contestando al commissario Cozzoli, la superficialità di aver lasciato 200 famiglie sull’orlo della disperazione, per un cavillo burocratico di una firma sul provvedimento di di certificazione da inoltrare alla Asl Bat nei termini e modalità concordate in occasione dell’incontro tenutosi in data 4 dicembre 2012 presso la direzione generale della stes- RISTORAZIONE La mensa gestita dall’Ambrosia per il Don Uva di Potenza . sa Asl, fra Cdp – Asl Bat e sindacato Usppi – per il pagamento delle spettanze lavorative alla società Ambrosia che puntualmente da 12 mesi avveniva. Solo un anno fa i lavoratori firmarono un accordo per una riduzione dello stipendio di oltre il 20 per cento. I lavoratori potranno tirare il fiato. La vertenza rimane comunque intri- cata a causa delle dimensioni dell’ente e soprattutto a causa dell’attività assistenziale proposta che risulta di media ed alta complessità. I problemi quindi sono tutt’altro che risolti però, almeno per quanto riguarda Ambrosia, l’emergenza è rientrata. Quindi si potranno garantire i servizi essenziali che la ditta fornisce. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Giovedì 30 gennaio 2014 INTEGRAZIONE LA FORMAZIONE Momento conclusivo del progetto «Costruiamo insieme la città della pace» organizzato da Apof-il e «Città della pace» INCONTRO A POTENZA LORENZA COLICIGNO l Lovepreet e Sandeep, Youssef, Flavio, Federico, Maria Celeste sono alcuni degli studenti dell’Ipsseoa, Istituto Alberghiero «Di Pasca» di Potenza, ma anche scuola multietnica, che hanno preparato le ricette per il pranzo che ha concluso una delle fasi del progetto «Costruiamo insieme la città della pace», curato dall’Apof- Il, Agenzia di Formazione della Provincia di Potenza. Evento promosso dalla Fondazione «Città della Pace per i Bambini», di cui è presidente il premio Nobel Betty Williams e direttore Valerio Giambersio. Baba Ghanoush, Kaopad Puopia, Chips di Platano Kakro, L’Ham Mhammar, Paneer Roti, Gulab Jamun, Baklava, piatti marocchini, palestinesi, thailandesi, albanesi, soprattutto africani e indiani, si sono affiancati alla Pizza Santarcangiolese e alla Torta Caprese, come risultato di un laboratorio di accoglienza e cucina, in cui hanno avuto grande importanza lo scambio culturale interetnico e l’apprendimento scolastico. La dirigente Ipsseeoa, Rosalinda Cancro, ha evidenziato il valore dell’iniziativa, che ha fatto conoscere agli studenti le attività della Fondazione e ne ha evidenziato i valori di accoglienza, tutela e integrazione delle famiglie di rifugiati accolti a Scanzano Ionico e a Sant'Arcangelo, considerati risorsa per qualificare il territorio. Ha partecipato all’iniziativa anche l’Istituto Tecnico Industriale A. Einstein di Potenza, con il dirigente Rocco Colonnese e la docente referente Sara Coriglione, IL GOVERNATORE Williams ha incontrato anche il presidente Pittella che ha annunciato una specifica legge per i rifugiati La pace si può costruire anche in... cucina Pranzo multietnico all’Alberghiero con il Nobel Betty Williams che sta curando la parte musicale del progetto «Costruiamo insieme la città della pace», valorizzando la presenza nella scuola di giovani che frequentano contemporaneamente anche il Conservatorio potentino «Carlo Gesualdo da Venosa», interpretati come «nuovi soldati della pace». «L’entrata in vigore della Riforma de- gli Istituti professionali – ha detto la dirigente Cancro - obbliga tutti gli operatori scolastici a raccogliere la sfida della elevazione qualitativa dell’offerta formativa; nello specifico dell’Ipsseoa «Di Pasca», va segnalato anche l’impegno ad aprirsi al territorio, fornendo le competenze dei propri docenti e degli studenti in SAPORI Un pranzo all’insegna di piatti internazionali [foto Tony Vece] GIORNATA Betty Williams durante l’iniziativa. In alto è con il governatore Pittella [foto Tony Vece] . . FORMAZIONE DOMANI RICEVERANNO GLI ATTESTATI IN UNA CERIMONIA A POTENZA LA CURIOSITÀ ESEMPIO DI POSTE «LUMACA» Diciotto giovani disabili a lezione di agricoltura con l’Università e l’Aias l Diciotto giovani disabili di Potenza hanno partecipato ad un progetto formativo per apprendere le principali tecniche agricole, mettendole poi in pratica nei terreni di alcune aziende del Potentino dove hanno scoperto tutti i segreti del ciclo che va dalla semina al raccolto. Il percorso di studi denominato «Le principali tecniche di agricoltura sostenibile» - realizzato dal servizio disabilità e dalla Scuola di scienze agrarie, forestali, alimentari e ambientali (Safe) dell’Università di Basilicata, e dall’Aias domani vivrà un momento importante: i corsisti, infatti, riceveranno gli attestati di partecipazione durante una cerimonia pubblica, in programma a Potenza, nel campus universitario di Macchia Romana, alle 10 (aula A1). «Siamo orgogliosi di questa iniziativa, perché uno dei nostri doveri è di interagire con la comunità – ha detto il direttore del Safe, Michele Perniola – e questo progetto rientra nei percorsi didattici che da sempre percorriamo, anche perché accanto alle conoscenze teoriche e alla didattica, il contatto con la natura ha un profondo effetto terapeutico: è opportuno trasferire queste conoscenze, e i ragazzi hanno potuto studiare il funzionamento di un agroecosistema, in riferimento alla coltivazione delle piante e all’evoluzione dei sistemi naturali». Gli appuntamenti formativi – frutto di un protocollo d’intesa firmato dall’Università della Basilicata e dall’Aias, e coordinato dalla docente Paola D’Antonio - sono stati complessivamente nove, dall’8 novembre 2013: le lezioni si sono svolte tutti i venerdì nel campus di Macchia Romana. Gli argomenti hanno spaziato da «La coltivazione degli ortaggi» a «Le macchine per la coltivazione delle piante», fino a «Gli allevamenti animali», «La difesa delle piante da insetti e funghi» e «La produzione del latte, del vino e dell’olio». Gli studenti, prima dell’inizio dei seminari autunnali, hanno avuto modo di sperimentare a luglio e a ottobre alcune tecniche durante le visite guidate nelle aziende «Ferretti», Alsia di Pantano di Pignola, e nel presidio Slow food «Fagiolo rosso scritto Pantano di Pignola». ogni occasione pubblica possibile». Cancro ha anche sottolineato l’impegno nell’iniziativa dei docenti referenti Daniela de Scisciolo e Licia De Rocco e, tra gli altri, di Antonio Stigliano e Giovanni Giordano». Il premio Nobel Betty Williams, incontrando gli studenti, ha ripreso i concetti espressi nell’introduzione al ricettario «Incontrarsi cucinando», curato da Lorenza Messina e Stefania Mancusi e illustrato da Giulio Laurenzi, che ripropone l’esperienza di un workshop realizzato con gli ospiti della Fondazione e che è servito come testo di riferimento per il percorso di formazione con le scuole. «L’integrazione passa per il riconoscimento reciproco dei valori – dice Betty Williams – ed il cibo è forse l’elemento simbolico più forte perché racchiude gli ingredienti e i sapori originali di ciascuna tradizione ed è il presupposto per la convivialità che, in tutte le culture, e a tutte le latitudini, è il momento principale di amicizia e di scambio». Nel pomeriggio nella sede della Regione riunione del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea dei Fondatori della Fondazione “Città della Pace”, con Betty Williams e il presidente Marcello Pittella, che, insediandosi come nuovo rappresentante della Regione nell’ambito degli organi decisionali della Fondazione, ha dichiarato: «Con la mia azione di governo, che si articolerà anche in una specifica legge per i rifugiati, voglio realizzare un cambio di passo in questo ambito che sarà considerato sempre più un indicatore per misurare la civiltà dell’Europa intera». Una raccomandata da Potenza a Potenza arriva a destinazione quasi un mese dopo STUDIO In alto gli studenti durante le lezioni, a sinistra nel corso di prove pratiche . INVIO La raccomandata ritardataria [foto T. Vece] l E poi dicono che le poste sono «lumaca». Guardate le ricevute di una raccomandata con relativo avviso che pubblichiamo in alto. Si tratta di una lettera spedita da Potenza il 18 dicembre scorso. È arrivata a destinazione il 10 gennaio, quasi un mese dopo. Attenzione: non era indirizzata alla Lapponia, ma ad un destinatario sempre del capoluogo lucano. Dalla città alla città. Fossero solo i treni in ritardo... RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I VII Giovedì 30 gennaio 2014 PLAYENERGY 2014 PROGETTI DI QUALITÀ Risposta notevole degli studenti chiamati a cimentarsi su CONCORSO PROMOSSO DALL’ENEL lucani tematiche di grande attualità IL mondo della scuola nella sfida energetica Premiati i progetti più significativi da una giuria regionale l I temi legati all’energia, al suo sfruttamento, ma anche alla tutela dell’ambiente e di conseguenza al benessere dei cittadini, visto attraverso gli occhi dei ragazzi. Era questo l’obiettivo principale della decima edizione di «PlayEnergy», il progetto ludico-educativo promosso da Enel dedicato al mondo delle scuole nazionali ed estere teso ad informare e coinvolgere i giovani appunto sulle tematiche energetiche. Ieri mattina in una affollata Aula Magna dell’Università di Basilicata l’ultimo atto con la premiazione dei migliori lavori realizzati (disegni, plastici, fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti) su otto temi d’indirizzo: innovazione, efficienza, opportunità, creatività, territorio, comunità, ricerca e futuro. Lavori che sono stati valutati da una commissione regionale che alla fine ha deciso di premiare quelli più significativi dividendoli a secondo del tipo di grado scolastico. Alla consegna dei riconoscimenti sono intervenuti Giovanni Carlo Di Renzo, pro Rettore dell’Università di Potenza, Nicola Lovallo, assessore all’ambiente del Comune di Potenza, Antonietta Moscato dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Potenza, Domenico Ferrigni, responsabile Enel Zona Potenza, Angelo Di Giovine, relazioni esterne Enel Area Sud. Hanno ricevuto il premio come migliori elaborati per la Categoria Scuola Primaria la classe 5 B della scuola Primaria di Irsina (insegnante Vittoria Smaldone) che ha presentato il progetto: «Un giorno da professori». In sintesi il percorso di un anno scolastico sul tema dell’energia con la lezione dell’esperto Enel, la visita in centrale e le lezioni della docente spiegate ai genitori in una lezione aperta e conclusiva di tutta l’esperienza didattica. Per la Categoria Scuola Secondaria di 1°grado premiata la classe 2 B dell’Istituto Comprensivo «G. Fortunato”» di Picerno (insegnante Evangelista Annamaria) per il progetto: «Luci e colori» con la realizzazione con materiali di riciclo di lampade dal design innovativo presentate nella mostra di fine anno scolastico. Infine per la Categoria Scuola Secondaria di 2°grado il premio0 è andato alla classe 5 B Elettrici della scuola IIS Ten. R. Righetti di Melfi (insegnante Ing. Nigro Pasquale) che ha realizzato un progetto: «Efficienza energetica delle reti di pubblica illuminazione della zona industriale di Balvano». Un progetto destinato ad interventi di innovazione degli impianti di illuminazione pubblica esistente, volti all’efficienza, al risparmio energetico e al comfort visivo. La Commissione ha inoltre assegnato 5 menzioni speciali che consentono l’accesso, insieme ai vincitori, alla selezione nazionale: per la Categoria Scuola Primaria alla classe 5 A della scuola primaria di Via Lucrezio di Matera ((insegnante Giovanna Scorca), per la Categoria Scuola Primaria alle classi classi 4 A, 4 B, 5 A, 5 B della scuola primaria di Rotonda (insegnante Gianfranca Armani). Ancora per la Categoria Scuola Secondaria di 1°grado alla classe 3 B della scuola Istituto Comprensivo G. Leopardi-Potenza VII (insegnante Clotilde La Gala), per la Categoria Scuola Secondaria di 2°grado le classi 3 A, 3 B della scuola IIS GB. Pentasuglia di Matera (insegnante Pietro Cascione) per la Categoria Scuola Secondaria di 2°grado le classi 2B del Liceo Scientifico M.Parisi di Bernalda (insegnante Pietro De Nittis). [san.maio.] PREMI Due momenti della premiazione nell’Aula Magna dell’Università di Basilicata [foto Tony Vece] . DIVERSI I PROGETTI EXTRACURRICULARI, PRESENTATI IERI POMERIGGIO, CHE SONO STATI CURATI DAGLI ALUNNI E DAI DOCENTI MARIO LATRONICO l Un clima di grande partecipazione ma anche di ammirevole impegno da parte di alunni e docenti ha accompagnato ieri sera l’iniziativa denominata «Open Day» che si è tenuta presso l’Istituto Comprensivo «Domenico Savio» di Potenza. Il dirigente scolastico professoressa Diana Camardo, tutti gli insegnanti ed il personale della Scuola secondaria di primo grado hanno presentato ai genitori e agli alunni della scuola primaria un’offerta formativa con percorsi laboratoriali. Nel corso della presentazione il dirigente ha illustrato i progetti che sono inerenti al percorso formativo sottolineando l’importanza delle attività curriculari, ma anche il ruolo nevralgico di quelle extracurriculari sempre più utili nel processo di crescita umana e didattica dell’alunno in una società intrisa di grandi trasformazioni. «In questo Open Day abbiamo voluto presentare la prosecuzione della nostra offerta formativa ai genitori degli alunni delle scuole elementari che intendono iscrivere i loro figli da noi in prima media –spiega la preside Camardo – come dirigente scolastico ho il dovere di interrogarmi su come vorrei che la mia scuola diventasse. Con questa iniziativa Open Day abbiamo voluto affrontare discorsi ad ampio respiro che abbrac- Tra mito, logica e arte, «l’Open day» del Comprensivo «Domenico Savio» Con laboratori culturali e scientifici la scuola presenta la sua offerta ciassero diverse direttrici, da quelle didattiche a quelle ricreative e sociali presentando un ampliamento della nostra offerta didattica». Diversi i progetti extracurriculari che sono stati curati dagli alunni e dal corpo docente. «Abbiamo insistito su progetti multidisciplinari senza esagerare nel numero ma concentrando l’attenzione su 6 o 7 – riprende il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Domenico Savio – tra questi vorrei citare quello dal nome mito..logica..mente che coinvolgerà i ragazzi nella sco- OBIETTIVO perta delle ricchezze storiche culturali ed artistiche dell’Antica Grecia». Il progetto mito..logica..mente creerà un aggancio tra tutte le materie, dall’italiano alla storia dell’arte, dalla musica alla religione. Al termine di esso gli alunni della prima media andranno alla ricerca dei reperti storici della Magna Grecia nei musei di Potenza, mentre per le seconde classi ci sarà la visita al Parco archeologico di Metaponto ed, infine, per le terze in programma un viaggio a Siracusa con la partecipazione ad una rappresentazione teatrale dell’Agamennone di Eschilo. «I genitori avranno il resoconto di quanto i loro figli avranno fatto – conclude la preside Camardo –il progetto si chiuderà con una rappresentazione teatrale che vedrà in scena con appositi costumi i nostri alunni presso il Parco Baden Powell». Nelle aule scolastiche allestite per l’Open Day da menzionare i programmi laboratoriali di lingue straniere con il progetto «Trinity» del College London, «Read On», «Cavilam Vichy», il progetto di Arte, il laboratorio di «Matematica Attiva» per risolvere problemi tratti dal mondo reale, il Laboratorio di Scienze con l’Aula del «Tempo prolungato» ed ancora l’Aula «Dedicata» rivolta ai diversamente abili dove si legge la frase secondo cui «l’inclusione non va concessa bensì condivisa». LE LINGUE La preside: «Puntiamo su programmi multidisciplinari» Diverse iniziative per l’apprendimento delle lingue straniere . . . . LABORATORI Alcuni dei laboratori che sono stati attivati ieri nella scuola SCUOLA Porte aperte per genitori ed alunni della scuola primaria RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA Giovedì 30 gennaio 2014 PIETRAPERTOSA FORSE IL GESTO DISPERATO DI UN GIOVANE SENZA LAVORO. AVEVA LASCIATO UN BIGLIETTO CON MINACCE DI MORTE Maxi-petardo nel garage intimidazione al sindaco Panico di notte tra i vicini I carabinieri individuano il responsabile l PIETRAPERTOSA. Un grosso petardo, accompagnato da un biglietto con minacce di morte, è stato fatto esplodere la notte tra lunedì e martedì scorsi nel garage di proprietà del sindaco di Pietrapertosa, Pasquale Stasi, danneggiando la sua automobile ma soprattutto seminando il panico anche tra i vicini. I carabinieri della compagnia di Acerenza, coordinati dal tenente Vincenzo Autuori e dal maresciallo Vincenzo Anobile, SINDACO In alto il primo cittadino di Pietrapertosa, Pasquale Stasi hanno individuato il responsabile proprio grazie a quel biglietto di minacce: è bastato mettere a confronto alcune scritte per risalire al giovane che risulterebbe avere piccoli precedenti per bullismo. Lui ha spiegato il motivo del gesto con la sua difficile condizione economica. Ha detto di aver agito da solo ma s’indaga per individuare eventuali complici. Il sindaco esclude un movente politico così come un atto intimidatorio legato ma- gari a qualche autorizzazione non rilasciata o provvedimenti. Ritiene semplicemente che possa essere stato un atto di frustrazione di un giovane contro la politica e le istituzioni di fronte alla mancanza di lavoro e di prospettive: «In un piccolo paese dice - è ovvio che il punto di riferimento in questi casi sia il sindaco». Stasi non sembra dare troppo peso all’accaduto e minimizza anche sulle minacce di morte. Conferma che la notte dello scoppio c’è stata davvero paura all’interno del suo nucleo familiare e dei vicini. E conferma i danni che l’esplosione ha provocato alla sua vettura. Quanto all’autore, non si esclude che fosse sotto l’effetto di alcol o di sostanze stupefacenti (pare che gli sia stata trovata addosso una modica quantità di hascisc). Per lui è scattata la denuncia. È accusato di detenzione di materiale esplodente, minaccia grave e danneggiamento. VALLE DEL NOCE IL PROGETTO RIGUARDA ANCHE LAGO SIRINO E CASTROCUCCO RIONERO IN V. OGNI GIOVEDÌ A PARTIRE DA OGGI Fabbriche aperte Un protocollo di intesa per la salute del fiume Noce nello stabilimento Fra Arpab, Gal La cittadella del sapere e ambientalisti di Coca Cola Hbc ALESSANDRO BOCCIA l VALLE DEL NOCE. Approfondire le conoscenze sullo stato delle acque superficiali del fiume Noce, del lago Sirino e del litorale marino nei pressi di Castrocucco. A questo mira il protocollo di intesa sottoscritto a Potenza, tra l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata, il Gal «La cittadella del sapere» e il «Comitato per la salute del Fiume». Le attività previste andranno avanti per tutto l’anno e permetteranno di indagare ecosistemi acquatici diversi in continua evoluzione tra di loro, lo scopo è approfondire le conoscenze chimiche, fisiche e biologiche dei diversi ambienti per valutare l’incidenza dell’azione umana e le eventuali azioni da intraprendere per salvaguardare gli habitat del comprensorio. Insomma un’iniziativa di fondamentale importanza quella avviata in collaborazione con l’Arpab. «Il progetto ha lo scopo di aggiornare il quadro ambientale dell’area interessata dal bacino idrografico del fiume Noce ed è finalizzato all’eventuale riqualificazione naturalistica dello stesso nei tratti di particolare pregio naturalistico - ha commentato Nicola Timpone, presidente del Gal “La Cittadella del sapere” - e la sinergia creatasi tra i vari enti, i sindaci e soprattutto le comunità può far realizzare un grande sogno: favorire la rinaturalizzazione del fiume e fare in modo che questo possa diventare fonte di sviluppo economico per l’area interessata». Il progetto prevede anche il coinvolgimento di scolaresche che saranno condotte sui vari siti di indagine dove parteciperanno ai vari campionamenti che l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata condurrà. «Il protocollo rappresenta un ulteriore successo dopo il sequestro dell’impianto di depurazione, in località San Sago - ha evidenziato Gerardo Melchionda, portavoce del Comitato per la salute del fiume Noce e Presidente del presidio di “Libera” del Lagonegrese – la rinaturalizzazione dell’ambiente fluviale e la conseguente riduzione dell’emissione di inquinanti e degli effetti sull’ambiente dell’attività degli scarichi urbani e industriali sul fiume Noce, sono più vicini». Il progetto coinvolgerà anche le diverse amministrazioni comunali della zona. «Le amministrazioni dei sei comuni interessati hanno da sempre posto attenzione al pro- blema tant’è che si sono dotate di un progetto di sviluppo già dal 2006 - ha spiegato Gaetano Mitidieri, sindaco di Lauria – e il comitato nato a tutela del fiume ha proprio l’obiettivo di sollecitare le istituzioni per salvaguardare la risorsa naturale e garantire il rispetto della natura e della salute dell’uomo. Un plauso al Gal e all’Arpab per l’interesse dimostrato e per la celerità con cui hanno agito». FIUME NOCE La firma della convenzione a Potenza . LAURIA CORSE VERSO IL CENTRO URBANO Bus: i cittadini di Seluci attendono ancora il ripristino del servizio ANTONIETTA ZACCARA l LAURIA. La «formalizzazione contrattuale rispetto ai servizi consolidati» e quindi le autorizzazioni aggiuntive, sono state prodotte e consegnate martedì pomeriggio al presidente del consorzio ma il servizio di trasporto pubblico da Seluci al centro urbano di Lauria, non è ripreso ancora. Per i cittadini al danno si è aggiunta la beffa, venerdì scorso si disse (fonti amministrative), che era tutto a posto e che da lunedì scorso le linee potevano riprendere, ma nulla di fatto poiché non consegnati gli atti. Ora però l’assessore ai trasporti Antonio Messuti ha detto tutto è stato consegnato. Ma la burocrazia ha tempi lunghi per cui occorrono ancora riunioni per comunicare quanto avvenuto. Ieri sera la riunione tra le ditte che compongono il consorzio che gestisce il trasporto, ma intanto la gente continua a scendere al centro urbano alle 7,00 per rientrare alle 14,00. La storia va avanti ormai da quasi un mese, «non se ne può più», lamentano i cittadini e se prima chiedevano un nuovo piano trasporti, dati i trascorsi, quasi due anni, con anche la istituzione di una apposita commissione composta di membri della maggioranza e della opposizione senza risultati, ora sperano nella promulgazione della nuova normativa regionale in materia e quindi un nuovo bando con un progetto di rete di trasporto urbano serio e che tenga conto di tutte le esigenze della gente che abita il territorio comunale. l Fondazione Coca-Cola HBC Italia promuove il programma educativo-esperienziale Fabbriche Aperte nel lo stabilimento di Rionero in Vulture, per illustrare agli studenti le tecniche di imbottigliamento dell’acqua minerale vulturina. Con la collaborazione di esperti animatori scientifici, le classi saranno poi accompagnate in divertenti laboratori sul tema dell’importanza dello sport, delle buone abitudini alimentari e della sostenibilità ambientale. Ogni giovedì, a partire da oggi, Fonti del Vulture aprirà le porte del suo stabilimento agli studenti delle scuole primarie (dalla quarta classe) e secondarie di primo e di secondo grado che potranno visitare la nuova linea di produzione ad alta velocità e basso impatto ambientale, con controllo elettronico di tutte le fasi di lavorazione, dal soffiaggio al riempimento delle bottiglie, in grado di produrre 1 milione e 300 mila bottiglie al giorno. «Con grande entusiasmo siamo lieti di inaugurare il programma Fabbriche Aperte presso il nostro stabilimento di Rionero – ha dichiarato Stefano Lorenzon, Direttore dello stabilimento di Fonti del Vulture - Questa rilevante iniziativa rappresenta per i giovani un’esperienza unica per conoscere da vicino questa imporatante realtà aziendale sul nostro territorio». Fabbriche Aperte, inoltre, propone alle scuole secondarie di secondo grado un concorso per incentivare alla creatività e al senso di responsabilità sociale. Individualmente o come classe, gli studenti dovranno cimentarsi in un progetto concreto a favore della propria comunità. Gli elaborati, valutati e selezionati da una giuria qualificata, dovranno essere consegnati entro la fine dell’anno scolastico 2013\2014. In palio borse di studio per le classi e gli studenti. Le scuole potranno prenotarsi gratuitamente telefonando al numero verde 800.010.316 e il trasferimento delle classi allo stabilimento sarà a cura dell’azienda. Iniziativa riservata agli studenti delle superiori Concorso di idee con in palio borse di studio DOLOMITI LUCANE Una panoramica di Pietrapertosa . Le altre notizie LAURIA AUTOSTRADA A3 Stabilizzazione per il lavoratori Glf n Ieri assemblea alla Glf, aggiudicataria dei lavori sull’A3 a Lauria. Ratificato l’accordo che prevede la trasformazione di tutti i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, compresi gli interinali. MELFI CONSORZIO ASI Raccordo ferroviario conclusa la gara n L’Asi di Potenza ha concluso le procedure di gara per il ripristino del raccordo ferroviario a servizio della Fiat Sata. Già consegnati i lavori. L’intervento, finanziato con fondi Po Fesr 2007-2013, vuole migliorare la funzionalità dell’infrastruttura che collega lo stabilimento con la ferrovia nazionale. MARSICO NUOVO SCUOLA Iniziativa Scottex per gli alunni lucani n Attività di charity di Scottex® a favore delle scuole italiane: coinvolte anche tre scuole lucane. La fornitura di più di 1.500 rotoli di carta igienica riguarderà la Scuola Primaria Marsico Nuovo, l’Ic Don Bosco di Rotonda e la Scuola Elementare Caggiani di Pomarico. ATELLA ARRESTATA UNA TRENTASETTENNE RESIDENTE DA ANNI AD AGROPOLI Una nota ladra di preziosi di origine russa beccata dai carabinieri dopo una visita in gioielleria l ATELLA. I Carabinieri della compagnia di Melfi al comando del Capitano Giovanni Diglio, hanno arrestato A.I., una trentasettenne di origine russa residente da anni ad Agropoli, per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di p.s. La donna era nota alle forze dell’ordine per numerosi precedenti di furti in gioielleria. La presenza della donna era stata segnalata ai carabinieri di Atella da un gioielliere nel cui negozio erano entrate due donne straniere che si erano fatte mostrare dei gioielli, senza poi acquistarli. Immediato l’intervento del carabiniere in servizio di pattuglia a piedi nel centro abitato, che ha rintracciato le due donne ancora nei pressi della gioielleria. Le due, alla vista del carabiniere, hanno tentato di dileguarsi, ma sono state fermate e accompagnate in caserma per gli accertamenti del caso, dai quali è emerso che la più grande delle due risultava aveva numerosi precenti per reati contro il patrimonio tra cui furti in gioielleria, ed era sottoposta alla sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno in agropoli. Per questo motivo la donna è stata arrestata. RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I IX Giovedì 30 gennaio 2014 VILLA D’AGRI L’INDAGINE DELLA PROCURA DI POTENZA VA AVANTI: AI DUE SANITARI È STATO NOTIFICATO L’INVITO A NOMINARE UN CONSULENTE DI PARTE PER L’AUTOPSIA «Abbiamo fatto il nostro dovere» Parlano i medici indagati. Sono sotto inchiesta per la morte di una neonata Sono stati i genitori a presentare una querela alla stazione dei carabinieri PINO PERCIANTE l VILLA D’AGRI. «Abbiamo fatto il nostro dovere». È quanto sostiene il dottor Rocco Cavallo, uno dei due medici indagati sulla vicenda della bimba nata morta nell’ospedale di Villa D’Agri. «Abbiamo agito scrupolosamente, non riteniamo di aver commesso errori». Sono le uniche parole pronunciate dal dottore che non ha voluto aggiungere altro al telefono. Cavallo è il medico che lunedì mattina ha eseguito il cesareo. L’altro nome finito nel registro degli indagati della Procura di Potenza è quello della dottoressa Teresa Orlando, la ginecologa che venerdì scorso aveva visitato Simona e l’aveva rispedita a casa. Sia al dottor Cavallo che alla dottoressa Orlando è stata notificata la comunicazione che li invita a nominare un consulente di parte per l’autopsia prevista sabato mattina sul corpicino della bimba. Non ci sono certezze sull’orario visti gli adempimenti da eseguire quella stessa mattina con la costituzione dei consulenti di parte. L’esame autoptico consentirà di far luce sulle cause della morte della piccola e stabilire se ci siano eventuali responsabilità da parte dei due medici indagati. Simona, la madre della bimba nata senza vita, aveva avuto una gravidanza tranquilla. Dai controlli effettuati periodicamente non erano mai emersi particolari malesseri. Fino al 23 gennaio (tre giorni dopo la scadenza delle 40 settimane di gestazione) quando Simona va in ospedale per sottoporsi ad un tracciato dal quale emerge qualche anomalia legata soprattutto alla riduzione del liquido amniotico. Per questo motivo la ginecologa che l’ha visitata la invita a tornare il giorno dopo per ripetere l’esame e in base al risultato decidere su un eventuale ricovero. Il 24 Simona torna in ospedale ma viene tranquillizzata e ritorna nella propria abitazione. A tranquillizzarla, però, non è la stessa dottoressa che l’aveva visitata il giorno prima ma un’altra che la sostituisce, vale a dire la Orlando. Secondo quanto riferito dal marito di Simona, Valentino Tempone, la dottoressa Orlando sostiene che non c’è alcun problema e che sua moglie può tornare a casa. Poi lunedì mattina le doglie e la corsa in ospedale dove Simona partorisce una neonata morta. La donna era arrivata in ospedale intorno alle 4. 30. Dopo un primo controllo dal quale era emersa un’irregolarità nel battito cardiaco della nascitura, i medici avevano deciso di ricorrere al taglio cesareo. E alle 7.05 la ventisettenne di Paterno era stata portata in sala operatoria. Ma la bambina non ce l’aveva fatta. Dalla denuncia di Simona presentata insieme al marito è partita l’indagine coordinata dalla Procura di Potenza che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei due medici. Un atto dovuto per proseguire l’attività investigativa. Al vaglio degli inquirenti l’intera documentazione relativa alla vicenda a partire dalla cartella clinica sequestrata dai carabinieri di Viggiano mentre prosegue anche l’inchiesta interna avviata dall’ Azienda sanitaria di Potenza. Si resta in attesa dell’autopsia per capire se e quanto possono aver influito sui tragici sviluppi della vicenda le anomalie riscontrate nella quantità di liquido amniotico e nel battito della bimba rispettivamente il 23 gennaio e poche ore prima del parto. MELFI GRAVE STATO DI CRISI DICHIARATO DALL’AZIENDA DELL’INDOTTO FIAT Contratti di solidarietà alla Johnson Control Interiors FRANCESCO RUSSO l MELFI . Contratti di solidarietà per i dipendenti della Johnson Controls Interiors, azienda metalmeccanica dell’indotto Fiat di Melfi. Ad annunciarlo sono le organizzazioni di categoria, che hanno partecipato ad un tavolo di confronto in Confindustria con una delegazione aziendale. I contratti di solidarietà sono accordi stipulati tra azienda e sindacati che prevedono la diminuzione dell’orario di lavoro al fine di mantenere l’occupazione in caso di crisi e quindi evitare la riduzione del personale. La Johnson ha dichiarato «un profondo stato di crisi che ha fatto emergere un’eccedenza di personale». Gli esuberi dichiarati sono 94 su un totale di 158 addetti. Per scongiurare i licenziamenti e la mobilità le parti hanno concordato il ricorso ai contratti di solidarietà difensivi per tutti i dipendenti dal prossimo 11 febbraio per una durata complessiva di un anno. La riduzione dell’orario di lavoro settimanale - si legge nel verbale siglato al termine dell’incontro da Fiom, Fim, Uilm e Fismic - sarà diversificata per reparto e spe- cializzazione in ragione dei flussi produttivi. «Il ricorso ai contratti di solidarietà è la soluzione meno dolorosa per evitare i licenziamenti e mantenere gli attuali livelli occupazionali in attesa che la ripresa del mercato possa far rientrare la situazione di crisi aziendale», spiegano Giovanni Ottomano e Salvatore Troiano, della Fim-Cisl, i quali evidenziano che «si tratta del primo caso di contratti di solidarietà tra le aziende dell’indotto Fiat: una soluzione che andrebbe estesa anche ad altre realtà per evitare soluzioni più traumatiche in caso di crisi aziendale». «Il problema sottolinea Vittorio Cilla, rappresentante della Fiom per l’indotto - è che all’azienda è stato assegnata soltanto la produzione del pannello porta della Jeep e non quello della 500X assegnato ad un marchio spagnolo. Altre aziende, tra l’altro, sono a ischio, perché non hanno ottenuto commesse dalla Fiat». I sindacati, del resto, considerano negativa l’assegnazione da parte di Fiat della commessa della 500X ad un altro partner internazionale, con il rischio di non poter mantenere l’attuale occupazione dei 160 lavoratori con la produzione in altri siti». BELLA IL CARABINIERE CADUTO IN SERVIZIO A UMBERTIDE MARSICO NUOVO L’AMMINISTRAZIONE È FAVOREVOLE AL NUOVO POZZO Oggi una cerimonia Pergola 1, braccio di ferro per ricordare tra Comune e ambientalisti Donato Fezzuoglio La Ola: «Le opere previste sono altamente impattanti» FEDERICA D’AMBROSIO l L’amministrazione comunale di Bella in collaborazione con «l’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare» Federazione di Potenza ha organizzato per oggi una cerimonia commemorativa in onore di Donato Fezzuoglio in occasione dell’anniversario della scomparsa. «Fulgido esempio di eroismo e di elette virtù militari spinti fino all’estremo sacrificio», il giovane appuntato dei carabiniere fu barbaramente ucciso a colpi di kalashnikov nell’adempimento del proprio dovere il 30 gennaio 2006 ad Umbertide, paese della provincia umbra, nel corso di un tragico tentativo di rapina ad una filiale del Monte dei Paschi di Siena. A otto anni dal triste evento, che ha lasciato un grande sconforto in tutta la cittadinanza, il ricordo di Donato è ancora vivo. Aveva solo 28 anni e una bella famiglia allietata dalla nascita di un bambino che all’epoca aveva sei mesi. Figlio e marito affettuoso, molto generoso, sempre pronto ad aiutare il prossimo, ha pagato con la vita la sua devozione al lavoro e il rispetto per i valori ad esso legati. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il suo sacrificio sarà ricordato dalle autorità civili e militari nel corso della cerimonia che seguirà la celebrazione alle 17,30 di una messa solenne in suffragio nella chiesa di Santa Maria Assunta nel borgo, affinché sia «di esempio per le giovani generazioni a costruire una società fondata sul rispetto della persona, sulla solidarietà, sulla legalità e sulla giustizia». Per l’occasione sarà presentato il ritratto di Donato realizzato dal Maestro Vincenzo D’Acunzo. PIERO MIOLLA l MARSICO NUOVO. «La decisione dell’amministrazione comunale di Marsico Nuovo, in merito al pozzo petrolifero denominato «Pergola 1» è del tutto irresponsabile». A sostenerlo è stata la Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) che, in una nota, ha manifestato critiche sulla decisione assunta dalla giunta e dal sindaco di Marsico Nuovo, Domenico Vita. Gli amministratori del piccolo centro si sono mostrati «favorevoli alla realizzazione del nuovo pozzo petrolifero Eni «Pergola 1» ed agli oleodotti di collegamento con il Centro olio di Viggiano, con relativi sbancamenti su un tracciato di oltre otto chilometri». Per la Ola, infatti, «queste opere petrolifere sono altamente impattanti ed, essendo situate su importanti sorgenti e sui bacini idrici dei fiumi Agri-Tanagro-Sele, aree carsiche vulnerabili dal punto di vista idrogeologico, insistono su zone di notevole interesse paesaggistico-ambientale dell’alta val d’Agri: esse avranno ripercussioni negative per l’ambiente, la salute e l’agricoltura di qualità del territorio», è il timore degli ambientalisti. Le spiegazioni assunte dagli amministratori di Marsico, poi, non convincono per niente la Ola: «Le argomentazioni del primo cittadino e della giunta di Marsico Nuovo, sostenute nel corso del consiglio comunale del 27 gennaio, omettono di evidenziare come tali opere petrolifere ricadano in zone ad elevata sismicità, ignorando che esse coinvolgono il bacino interregionale dei fiumi Tanagro-Sele, alla cui autorità la Ola si è rivolta al fine di scongiurare le autorizzazioni alla trivellazione petrolifera del pozzo “Pergola 1”. Sostenere – si legge ancora nella nota della Ola - che la scelta o il silenzio-assenso del Comune sono finalizzati a garantire vantaggi economici e sociali per i cittadini, come fa il ROYALTY sindaco di Marsico Nuovo, a fronte del degrado ambientale e sociale che le attività petrolifere stanno causando in val d’Agri da oltre venti anni, fa passare in secondo piano lo spreco dei fondi delle royalties e quelle del Programma Operativo Val d’Agri». Un esempio concreto? Per la Ola è certamente rappresentato «dall’ascensore realizzato a Marsico Nuovo, che dovrebbe collegare un parcheggio a valle con una strada del piccolo centro urbano. Un’opera, questa, destinata a diventare un ennesimo monumento allo spreco di pubblico denaro con i fondi delle royalties del petrolio». Un tema, quello dello sperpero economico delle royalties petrolifere, sul quale l’associazione ambientalista lucana ha preannunciato l’interessamento delle autorità competenti». le altre notizie VIGGIANO CENTRO OLI «Contratto di settore rispettare gli impegni» n «Dopo gli impegni presi positivamente dal Presidente Pittella di accelerare sull'attuazione di diversi importanti interventi in attuazione del Contratto di Settore per la Val d'Agri, i prossimi giorni saranno decisivi. Le risorse furono a suo tempo individuate sia per il 118 che per l'Osservatorio Paritetico per la Sicurezza che per l'aggiornamento e la formazione dei lavoratori dell'indotto e soprattutto di disoccupati della zona, eppure tutto è ancora fermo». Così dichiara Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata. Per Genovesi «è essenziale che il tutto si sblocchi prima di convocare il Tavolo della Trasparenza». BARILE SULLA EX SS 93 FOSSI, BUCHE ED ASFALTO COME UNA GRATTUGIA Gli ambientalisti «I vantaggi economici e sociali non ci sono stati» Si moltiplicano le lamentele da parte degli automobilisti Asfalto disastrato dentro e fuori città DONATO DI LUCCHIO BARILE Buche sull’asfalto l BARILE. Il tratto della ex Ss 93, che collega Barile e Rionero in Vulture, fra i chilometri 78 e 79,200, crea non pochi problemi di transito a macchine e a pedoni. Smottamenti e fessurazioni, asfalto duro e dentellato che taglia le gomme. Da mesi, ormai, le lamentele di quanti, con ogni mezzo, dai grossi tir alle utilitarie, o anche a piedi, hanno la ventura di transitarvi, e non sono niente affatto pochi, sia nei giorni festivi sia in quelli feriali. Inoltre dalla nuova rotatoria al km 79,200, nei pressi del passaggio a livello, km 73,200, sulla Potenza – Foggia, al bivio per Venosa la situazione è grave. Un largo sfaldamento dell’asfalto, al km78,200, della ex s.s.93, extramurale di Barile è pericoloso per i pedoni che usano il passaggio pedonale lì vicino. Inconvenienti anche per le utilitarie. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Giovedì 30 gennaio 2014 DENTRO LA CITTÀ UN PATRIMONIO IN PERICOLO LA SITUAZIONE ORA È CRITICA Tra vistose frane vissute in silenzio è ormai compromesso l'arco di sostegno che introduce a uno degli ingressi PERMANE UNA BELLEZZA ANTICA Quattro livelli di ambienti scavati e naturali e ancora grotte, una sull’altra in una vertigine di scalette e cunicoli Patrimonio rupestre in briciole Crolli e un assurdo abbandono piagano il complesso di San Nicola all'Ofra PASQUALE DORIA IL COMPLESSO MONASTICO DI SAN NICOLA ALL’OFRA l I pastori. Loro sono gli unici che possono essere giustificati. Certe modifiche le hanno dovute fare. Per proteggersi dal freddo pungente dei nostri inverni, soprattutto per evitare eventuali perdite al gregge in loro custodia, unica fonte di vita per più famiglie. Altri tempi quelli degli ovili. È stata la stessa cosa anche per la Chiesa rupestre di San Nicola all'Ofra. Ma accadeva tanto tempo fa. E ora, che i pastori non ci sono più, questo luogo della nostra memoria collettiva si sta sbriciolando. Va in rovina, lentamente, in silenzio. Eppure, è un posto capace di suscitare suggestioni tra le più intense nei dintorni del territorio materano. Chi giunge ai suoi piedi, di solito, rimane per lunghi attimi in silenzio. È naturale farsi prendere da una bellezza che viene da lontano, che parla la lingua di padri antichi. Così, lo sguardo si allunga a ridosso della parete rocciosa affacciata sul sottostante torrente Gravina. Quattro livelli di ambienti scavati. Grotte, una sull’altra. Una vertigine di tufo, di scalette, di cunicoli comunicanti che urlano il loro grido d’allarme inascoltati. Si stanno sfarinando. Lentamente. Sotto i nostri occhi distratti, presi da una frenesia di grandezza che non si cura dell’incedere del tempo e dei sui effetti devastanti, sempre in agguato lì dove non c’è cura. Le segnalazioni di cittadini che sanno vivere il patrimonio non mancano e sono pesanti come macigni. Raccontano quello che accade, perchè si sappia e non si dica che il caso procede cieco sui suoi passi. È ormai compromesso l'arco di sostegno che introduce a uno degli ingressi a San Nicola. È sul punto di crollare. Ma cosa si aspetta prima dell’irreparabile, per avviare una nuova messa in sicurezza delle strutture di sostegno. Non è tutto. Stesse fratture presenta il muretto di contenimento accanto alla scalinata di accesso. Anche l'antico muro a secco sottostante andrebbe messo in sicurezza, dal momento che purtroppo una parte cospicua di questa parete è già crollata. Cosa possiamo attenderci ancora? Le immagini messe a disposizione da Alessandra Antodaro e Rocco Castellano - due cittadini materani che non si rassegnano - una volta di più richiamano la nostra attenzione sulla precarietà di un patrimonio che, lentamente, giorno dopo giorno, stiamo smarrendo, tra un montante oblio e colpevoli silenzi. I loro appelli si rivolgono a tutti, non solo ai soliti addetti ai lavori. Ma per quanto tempo ancora dovranno rimanere inascoltati? LUNGHI SILENZI Va in rovina un altro luogo della nostra memoria collettiva SAN NICOLA ALL’OFRA UNA LUNGA SOFFERENZA Si sta facendo sempre più critico l’equilibrio statico del complesso rupestre segnato da nuovi crolli E la Madonna del Giglio è mortificata dai graffiti l Un complesso monastico che si sviluppa su più livelli, dentro la parte rocciosa che si affaccia sul sottostante torrente Gravina. Ma la denominazione, quella di San Nicola all'Ofra, deriva da una cappella. Si trova al secondo livello del sito rupestre ed è raggiungibile tramite un cunicolo che parte dal piano inferiore. Una volta dentro questo antico luogo di culto, si accede a un ambiente unico in cui spicca una nicchia absidale. Più evidenti appaiono sulla parete sinistra due archi a tutto sesto. Uno dei due è più piccolo. Dentro si scorge un affresco. È una decorazione raffigurante una Madonna con Bambino fra alcuni santi. Non è ancora sparita del tutto un’iscrizione in cui oltre alla data, 1839, si palesa il nome del committente, Cosimo Caione. È davvero una tipica espressione di devozione popolare che ha a lungo svolto una funzione non disgiunta dai ritmi propri della pastorizia. Era un ovile. Ma ora versa in un pericoloso stato di abbandono. Con tutta evidenza la sua staticità è segnata da serie dinamiche in movimento. Lo stesso discorso, di totale abbandono, vale anche per la Madonna del Giglio (o Locori di Monsignore). Superato un monumentale muro a secco d’ingresso, si entra in un villaggio rupestre. Facile individuare, oltre a cappelle votive, cisterne per la raccolta delle acque piovane, un dormitorio, focolari, ovili, alveari e palombari rupestri, e ancora pitture e ornamenti votivi. Tra gli aspetti più interessanti di questo sito rupestre sono proprio i segni, le sue pareti incise. Descrivono figure di guerrieri in azione, spade, scudi, cavalli e draghi alati. Ma a questa ricchezza si somma uno dei momenti più dolenti: il sito rupestre è già da tempo al centro di estemporanei «interventi artistici». Si tratta di alcuni volgari e del tutto evitabili graffiti sovrapposti a quelli più antichi che descri- vevano le scene di navi in mare, ricordo di una probabile invasione sulle nostre coste. La loro leggibilità, a questo punto, appare gravemente compromessa. Una ragione in più per allungare lo sguardo e spingersi oltre la semplice denuncia. Ripetere la proposta di sempre, perchè di questo si tratta, non sarà mai inutile. Insomma, occorrerebbe un progetto organico di tutela e salvaguardia del patrimonio ricadente nei confini del Parco delle chiese rupestri. Permane l’esigenza di non dissipare un patrimonio ereditato da chi è venuto prima di noi e che, oggi, ora, noi dovremmo tutelare con ogni mezzo pur di affidarlo futuro. Conservare, tra l’altro, significa poter garantire la fruizione non certo virtuale di un bene comune, senza contare che va comunque garantita l'incolumità dei frequentatori del Parco, delle guide, così da poter tornare a godere serenamente tanta bellezza che non è di nessuno, ma ci appartiene. LA MADONNA DEL GIGLIO Un’altra pietra preziosa incastonata nello scrigno del Parco storico naturale delle chiese rupestri, viene continuamente offesa dalla banalità di chi non rispetta un patrimonio che appartiene a tutti RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ E PROVINCIA I XI Giovedì 30 gennaio 2014 SI NAVIGA A VISTA AGRICOLTURA E INNOVAZIONE STRUMENTALIZZATI «Nessun boicottaggio ai colleghi precari. Ma come firmare i contratti senza avere la necessaria copertura finanziaria?» «Ecco cosa chiediamo a sindacati e politica» Alsia, i lavoratori chiedono di uscire dall’incertezza DONATO MASTRANGELO l Una spaccatura tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori dell’Alsia, l’Agenzia lucana di sviluppo ed innovazione in agricoltura, che nasconde uno stato di disagio ben maggiore delle maestranze, ormai stufe di navigare a vista, con un commissariamento che si protrae ormai da anni e che di fatto, vanifica le strategie di rilancio dell’ente. La risposta alla Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che si è concretizzata con un comunicato firmato in poche ore da 65 dipendenti è lo specchio del disagio attuale in seno all’Alsia. «Un documento - evidenzia Rosamaria Benevento della rsa della Cisl - che comunque è stato approvato nei suoi contenuti a larga maggioranza anche dal resto dei dipendenti, tra cui sei dei sette dirigenti, varie rsa aziendali e delle sedi periferiche, un gruppo dell’Agrobios e un campione rappresentativo della sede di Potenza. I lavoratori sono stati tacciati come un “apparato interno che manifesta tutta la sua inadeguatezza. Nulla di più falso e strumentale». I lavoratori sostengono che “ il 30 ottobre scorso è entrata in vigore la norma che consente la stabilizzazione dei precari e il 30 dicembre i sindacati hanno incontrato il presidente della giunta regionale ed il commissario dell’Alsia, offrendo il necessario assenso alla proroga e/o stabilizzazione dei precari; 24 ore dopo la struttura Alsia approva tutti gli atti di propria competenza necessari per spianare la strada alla proroga dei precari. Risorse finanziarie permettendo”. «Abbiamo lavorato - dice Benevento - giorno e notte insieme alla struttura della Regione per predisporre tutti gli atti approvati poi dalla Giunta Pittella l’8 gennaio. Non riusciamo a capire, di quali ritardi di inadempienze si siano macchiati i dipendenti dell’Alsia. L’ente continua ad annaspare dal punto di vista finanziario. «Come facciamo - sottolinea Benevento - a firmare i contratti di queste persone senza la necessaria copertura?». “L’Alsia - si legge ancora nel comunicato dei dipendenti - è creditrice della Regione Basilicata di circa 4 milioni di euro, un terzo dei quali relativi proprio ad attività svolte negli anni scorsi dai precari. Per il funzionamento dell’Alsia nel mese di gennaio la Regione ha trasferito 500 mila euro insufficienti per pagare gli stipendi del personale di ruolo (meno che mai bollette e fornitori)”. Un altro dei nodi, senza contare i progetti in attesa di finanziamento, attiene il commissariamento e le innumerevoli proroghe che determinano non poche difficoltà sull’assetto gestionale dell’ente. I dipendenti. Il mandato di Andrea Freschi, in sella dal maggio 2013, dopo una ulteriore proroga di 30 giorni scade domani. «Sarebbe quanto meno opportuno - rileva Benevento - poter contare su un legale rappresentante per un periodo che consenta la programmazione e il funzionamento delle attività fino alla legge di riordino. Ci diano almeno i soldi già previsti nel bilancio dell’ente. Le soluzioni, volontà politica permettendo, ci sono». Critico anche Giovanni Vena della rsa Uil. «Dopo anni - dichiara - i lavoratori continuano ad essere presi in giro, sia per quanto concerne il trasferimento delle risorse all’ente che per un disegno più ampio di rilancio e riorganizzazione dell’Alsia. Siamo in un limbo e invece i lavoratori, che ogni giorno fanno il proprio dovere e si battano anche per i colleghi precari, vorrebbe soltanto delle risposte concrete per il futuro dell’Alsia». PRODUTTORI AL TOP L’imprenditore Francesco Nicodemo, a sinistra, con Andrea Badursi IMPRENDITORIA IL PRESIDENTE DI ASSOFRUIT GUARDA ALLE SFIDE FUTURE DEL SEGMENTO PRIMARIO Un «Oscar» all’ortofrutta che punta sulla qualità Francesco Nicodemo è il primo lucano ad essere premiato da una rivista specializzata FILIPPO MELE SENZA PACE La sede Alsia in via Annibale M. di Francia [foto Genovese] IRSINA SORPRESI DAI CARABINIERI MENTRE PARTIVANO l SCANZANO JONICO. «Il premio assegnato alla mia persona va considerato come un riconoscimento alle capacità imprenditoriali del settore del Materano e del Metapontino». Lo ha detto ieri, in conferenza stampa, Francesco Nicodemo, presidente della Organizzazione di produttori (Op) Assofruit Italia e della cooperativa Nicofruit, cui la rivista specializzata “Corriere ortofrutticolo” ha assegnato il riconoscimento “Protagonisti dell’ortofrutta”. Si tratta di una sorta di “oscar nazionale” del comparto giunto alla seconda edizione. E Nicodemo è il primo lucano ad essere premiato. Quest’anno, poi, tra i vincitori, è l’unico rappresentante di realtà del Centro-Sud. Un riconoscimento attribuitogli «perché rappresenta un modo di fare agricoltura che punta sulla qualità del prodotto e sullo spirito di gruppo». Ed Assofruit oltre a lavorare e confezionare fragole, drupacee, uva, ortaggi, per grandi marchi come Coop e Conad e per i mercati all’ingrosso è presente anche all’estero. New entry dei mercati internazionali la Russia e Paesi emergenti come Nigeria, Benin, Arabia Saudita ed Emirati arabi. La Op, oltretutto, sarà presente nel prossimo febbraio alla più importante borsa mercato dell’agricoltura mondiale, la Fruit logistica di Berlino. Va tutto proprio bene, dunque, nel comparto? Assofruit ha soci conferitori felici? Così ha risposto il general manager Andrea Badursi: «Felicità è una parola grossa in un momento di crisi. Noi, però, abbiamo avuto un numero fisiologico di soci che ci hanno conferito il prodotto e poi ci hanno ENTI IL COMMISSARIO DEL CONSORZIO INDUSTRIALE RESPINGE LE CRITICHE Rubano argenti e arredi Santarsia: «Siamo in prima linea in un albergo nella battaglia per la bonifica» arrestati due gravinesi Esclusi problemi dell’ex discarica 2C per la pista Mattei l Due persone, un 24enne ed un 21enne di Gravina in Puglia (Bari), con specifici precedenti penali, sono stati arrestati dai carabinieri a Irsina con l’accusa di furto aggravato in concorso perché sorpresi a rubare oggetti in argento, apparecchiature e suppellettili nell’hotel Forliano, attualmente in fase di ristrutturazione. Militari della locale Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tricarico sono intervenuti mentre i due si stavano allontanando a bordo di un’auto, una Ford Fiesta, di proprietà di uno di loro, con la refurtiva a bordo, per un valore complessivo pari a circa 10 mila euro. L’albergo non era coperto da assicurazione. I carabinieri hanno bloccato e per- quisito i malviventi, rinvenendo quanto era stato asportato dall’albergo e constatando che altri oggetti ed apparecchi erano stati già accantonati nella struttura ricettiva per essere successivamente portati via. I due giovani erano penetrati nell’edificio forzando un ingresso posteriore. Accompagnati in caserma, dopo gli accertamenti, sono stati dichiarati in arresto. Ieri mattina i due sono comparsi nel Tribunale di Matera, a disposizione del magistrato di turno della locale Procura della Repubblica, precedentemente informato, per la celebrazione del rito direttissimo, a cui è seguita la convalida dell’avvenuto arresto, in attesa della fissazione dell’udienza del processo. PIERO MIOLLA l «Il Consorzio di sviluppo industriale è sempre stato in prima linea nella battaglia per l’attuazione degli interventi di bonifica, che considera imprescindibili per impostare qualsiasi programma di rilancio degli investimenti in Valbasento». Lo ha sostenuto il commissario dell’ente consortile, Gaetano Santarsia, che in una nota sul tema bonifica ha anche ricordato: «Non siamo noi i responsabili dell’inquinamento in Valbasento non essendo mai stati impegnati in attività produttive di alcun genere, né inquinanti. La delicatezza del tema legato all’inquinamento ambientale – ha ricordato Santarsìa – dovrebbe imporre a tutti una certa cautela nel trattare argomenti di cui non si è completamente a conoscenza». A tal proposito, il commissario ha citato la pista Mattei: «L’ex discarica 2C non rappresenta alcun problema per la realizzazione della pista in quanto adiacente all’area di sedime dell’aviosuperficie. Essa è stata messa in sicurezza dal 2004 e la conformità al progetto dei lavori di sistemazione finale dell’area è stata certificata dall’Ufficio Ambiente della Provincia nel 2007». Dunque non è vero, come ha sottolineato l’associazione “Ambiente e Legalità”, che il Consorzio «è inadempiente per quel che riguarda le operazioni di bonifica: quest’affermazione è totalmente priva di ancoraggio alla realtà e denota superficialità e scarsa conoscenza dei fatti. Accogliamo, invece, con entusiasmo le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella, e dell’assessore all’Ambiente, Aldo Berlinguer, che intendono accelerare il programma di bonifica dei siti inquinati di Tito e Valbasento. Siamo pronti – ha concluso Santarsia – a dare, come sempre, il nostro contributo e a mettere a disposizione le competenze dei nostri tecnici per raggiungere in tempi brevi i risultati che tutti ci prefiggiamo». lasciati. Significa che la stragrande maggioranza è soddisfatta dei nostri pagamenti. Sappiate che oggi già ritirare il prodotto e venderlo è qualcosa di positivo. Molti produttori, poi, quest’anno, si sono fatti abbindolare da quanti girano per le campagne in cerca di fragole ed altre eccellenze. Alcuni hanno avuto tra le mani quelli che in gergo si definiscono “assegni cabriolet”, vale a dire scoperti. Assofuit, invece, ha il suo indirizzo a Scanzano Jonico a cui tutti possono rivolgersi. Ed onora i suoi impegni. Al meglio». Logico, a questo punto, chiedere se ci possano essere ulteriori margini di miglioramento. Nicodemo: «Sì. Occorre puntare sulla promozione. Abbiamo incontrato il neo assessore regionale Michele Ottati e con lui abbiamo concordato di promuovere la Basilicata non solo per le sue eccellenze agroalimentari, ma anche per quelle archeologiche, ambientali e turistiche». le altre notizie OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Aziende e mercati esteri un incontro in Confindustria n Un incontro sul tema “Il rischio paese e gli strumenti a supporto delle imprese” si terrà oggi, dalle 10, nella sede di Confindustria, in via XX Settembre 3, per illustrare le opportunità del finanziamento Sace riservato dal gruppo Unicredit allo sviluppo delle aziende nei mercati esteri. All’introduzione di Pasquale Lorusso, vice presidente di Confindustria Basilicata, seguirà l’intervento di carlo Neri, responsabile di Sace per il Mezzogiorno. VOLONTARIO DELL’«OASI DEL SORRISO» Clownterapia e musicoterapia all’ospedale di Policoro n Tanti clown dell’associazione Oasi del sorriso provenienti anche da Matera, Pisticci, Nova Siri saranno oggi a Policoro, dalle 10, nell’ospedale Giovanni Paolo II. Il raduno è stato organizzato per prendersi cura, con la musicoterapia e la clownterapia, dei ricoverati nei reparti di Pediatria-Neonatologia, Rianimazione e Utic. Per farli sorridere. «Un sorriso – spiegano all’Oasi – è la chiave che apre qualsiasi porta tanto da abbattere barriere insormontabili come il dolore». [fi.me.] RASSEGNASTAMPA XII I MATERA PROVINCIA Giovedì 30 gennaio 2014 BERNALDA TRANSENNATA E INTERDETTA AI MEZZI PESANTI LA SP.154 MENTRE È UN CANTIERE L’ALTRO ACCESSO Ai minimi storici la viabilità la città in piena emergenza Una petizione di Forum Democratico dà fretta alla politica ANGELO MORIZZI l BERNALDA. Viabilità ai minimi storici. A Bernalda è ormai piena emergenza, dopo i disastri alluvionali di ottobre e dicembre. Chiusa da molte settimane la strada principale di accesso dalla Basentana, la provinciale Carrera vecchia. Dopo molte settimane di attesa, e nonostante gli stanziamenti della Provincia del 30 novembre, solo lunedì scorso sono cominciati i lavori di ripristino che, a detta dei tecnici, proseguiranno per almeno un mese e mezzo. Lungo il tratto di circa due chilometri sono numerosi i punti di criticità, interessati da frane smottamenti. L’altra arteria di accesso alla ss. 407 Basentana, la sp. 154, è transennata in più punti e, nella parte a monte, si procede a senso unico alternato, con l’ausilio di semafori, per frane in corso. Sospeso, da qualche giorno, il passaggio dei mezzi pesanti, costretti a lunghi giri per raggiungere il centro di Bernalda. I cittadini, intanto, stanchi della penosa e incresciosa situazione, che sta mettendo in ginocchio la stessa economia della cittadina, si stanno mobilitando, chiamandosi a raccolta per far sentire la voce, spesso vilipesa, di un’intera comunità. Il Forum democratico ha avviato una petizione nella sua sede sociale, in corso Umberto, o attraverso la mail forum_democratico@libero.it La preoccupazione è quella di attendere ancora molto tempo prima di tornare alla normalità, viste le tante emergenze sul territorio provinciale. Sottolineato dai promotori della petizione «l'importanza vitale per Bernalda del collegamento alla Basentana. Il tutto per non ripetere quanto è successo a Craco, praticamente isolata da mesi per il crollo di un ponte. Nonostante le tante promesse di intervento della Provincia e i numerosi tavoli politici. Si era parlato di un ponte di emergenza militare (Bailey), di cui, però, si sono perse le tracce. Non vorremmo – sottolineano i promotori di Forum democratico – che Bernalda faccia la stessa fine, visto il suo insignificante peso politico territoriale, causato da amministrazioni decadute e commissariate». Quindi l’appello a fare fronte comune, con una critica forte a chi, attualmente, «è tornato, con frenesia ad allestire liste elettorali per le prossime amministrative di maggio, anzichè guardare ai problemi reali di una comunità umiliata e mortificata dagli uomini e dalla natura». Garbellano: «I cantieri resteranno aperti per 45 giorni» Avviati i lavori di. ripristino sulla Carrera Vecchia BERNALDA. La Provincia ha avviato i lavori di ripristino della sp. Carrera Vecchia. «I cantieri resteranno aperti per 45 giorni», afferma l’assessore Angelo Garbellano. I problemi stradali però, si sono aggravati anche sulla vecchia sp. 154, dove era stato smistato tutto il traffico in direzione Basentana. Da qualche giorno, su quell'arteria, causa smottamenti, è stato introdotto il senso unico alternato, con segnaletica semaforica. La Provincia ha inoltre interdetto la percorribilità ai mezzi con peso superiore ai 35 quintali. Le indicazioni sul percorso alternativo per i mezzi pesanti sono fornite in loco. Bus navetta della ditta Chiruzzi trasporteranno viaggiatori e studenti, nel tratto interessato, con coincidenze in un’area di servizio a valle dell’abitato. Un progetto di riammodernamento della sp 154, da candidare a finanziamento Cipe, [an.mor.] è in via di definizione. TRANSENNE L’imbocco della Carrera Vecchia [foto Morizzi] MONTESCAGLIOSO CRACO SARÀ PERCORRIBILE ENTRO LA METÀ DEL MESE CON ALCUNE LIMITAZIONI Due mesi dopo la frana Sarà installato il 4 febbraio un’assemblea per cercare risposte il ponte militare sull’ex ss.176 l MONTESCAGLIOSO. Un momento di riflessione sulla situazione in cui versa la comunità a due mesi dalla frana in località Cinque Bocche che ha provocato danni ingenti ad attività artigianali e commerciali e abitazioni e ha sconquassato la strada a scorrimento veloce che collegava a Piani Bradano, servendo numerose aziende agricole della zona, è stata organizzata per il 3 febbraio dal Centro Caritas della parrocchia di Santa Lucia presieduto da don Domenico Monaciello e dal Comitato Unpli (Unione nazionale Pro Loco d’Italia) di Basilicata retto da Antonio D’Elicio. Dopo la celebrazione, alle 18.30, di una santa messa di ringraziamento per il pericolo scampato di perdite di vite umane, alle 19.30, nel teatro parrocchiale, si svolgerà un’assemblea aperta all’intera cittadinanza in cui si discuterà anche di possibili forme di collaborazione. Saranno presenti il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il sindaco Giuseppe Silvaggi e il consigliere nazionale dell’Unpli Giuseppe Gallo, in rappresentanza del presidente nazionale Claudio Nardocci. Al termine, alle famiglie evacuate dalla località Cinque Bocche saranno consegnati gli assegni di solidarietà dell’Unpli e della Caritas di Montescaglioso. PIERO MIOLLA l CRACO. Il ponte Bailey sulla ex statale 176 Pisticci-Craco verrà installato il 4 febbraio. La notizia è ufficiale ed è rimbalzata da una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi in Prefettura, a Matera, alla quale hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Franco Stella, ed un rappresentante del Comune di Pisticci. Oggetto dell’incontro l’esame dei servizi di vigilanza da attuare in occasione della riapertura al traffico ex 176 che, grazie all’installazione del ponte prefabbricato in acciaio, che andrà a sostituire quello crollato lo scorso 23 febbraio, consentirà a breve il ripristino della parziale circolazione sull’arteria chiusa al traffico su ordinanza di Stella. Nel corso dell’incontro, altresì, è stato precisato che il ponte Bailey potrà essere reso percorribile entro la metà di febbraio, con un carico limitato, dopo le opportune verifiche LE DECISIONI Si vigilerà sul senso di marcia alternato e sul limite di carico della struttura. Stella ha inoltre precisato che gli interventi effettuati dall’Amministrazione provinciale hanno riguardato, complessivamente, quattro ponti (quello sul Cavone, quello crol- lato e due ponti in direzione Pisticci) e che la viabilità locale del ponte Cavone e dei due ponticelli in direzione Pisticci verrà ripristinata già nei prossimi giorni. Il prefetto Luigi Pizzi, pertanto, ha disposto che al termine delle opportune verifiche da parte del personale della Polizia Stradale e, previa apposizione di apposita segnaletica, verrà attuata sull’intero tracciato aperto al traffico una vigilanza dinamica a cura di tutte le forze di Polizia, compresa quella Provinciale, al fine di controllare il rispetto del senso alternato di marcia e del carico massimo che la struttura potrà sopportare, come stabilito in sede di collaudo, che si aggirerà sulle 30-35 tonnellate a pieno carico. POLICORO CARABINIERI E CANI ANTIDROGA IN CASA BERNALDA DOPO L’INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE PROVINCIALE CARBONE TRICARICO IN CONTRADA FORESTA acque di falda Cocaina sotto il forno Risolto il caso dei 70 pendolari «Le contaminate una navetta li trasporta in città arrestato un artigiano Ieri hanno potuto raggiungere di nuovo le loro scuole da rifiuti in discarica» l POLICORO. I carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato l’ennesimo pusher, C.L., 25 anni, artigiano, censurato, nella flagranza del reato di detenzione illecita di stupefacenti per un uso non esclusivamente personale. I militari, insospettiti dal via vai di noti assuntori di droghe dall’abitazione del soggetto posto sotto osservazione, hanno operato una perquisizione domiciliare con l’intervento di due unità cinofile provenienti dallo speciale nucleo di Tito. Gli uomini dell’Arma, così, dopo che uno dei cani antidroga aveva segnalato la presenza di stupefacente all’interno della casa dell’uomo nel locale adibito a cucina, hanno perquisito i mobili rinvenendo, nascosti in un cassetto sotto al forno, sei involucri di cellophane contenenti 26 grammi circa di cocaina, uno con 0,2 grammi circa di marijuana ed un bilancino di precisione. Le operazioni si concludevano, pertanto, con l’arresto dell’artigiano censurato. Espletate le formalità di rito, C.L. è stato riaccompagnato nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa del giudizio di convalida su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Matera Rosanna De Fraia. E lo stesso Tribunale di Matera, nella persona del giudice Angela Rosa Nettis, dopo aver convalidato l’arresto, ha applicato al pusher policorese la misura cautelare della detenzione domiciliare. L’operazione ha certificato, ancora una volta, l’impegno dei carabinieri nell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio nel comune di Policoro ed in quelli sottoposti alla giurisdizione della Compagnia con particolare attenzione ai reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope il cui consumo colpisce soprattutto le fasce più giovani della società. [fi.me.] l BERNALDA. Il caso dei 70 alunni pendolari di Marconia e Pisticci, scaricati in un piazzale di un distributore di carburanti, a valle di Bernalda, e impossibilitati a raggiungere le varie scuole superiori della cittadina, scuote ancora le coscienze. Assurdo interdire l’arrivo di studenti in un centro abitato, senza pensare a mezzi sostitutivi o percorsi alternativi. Non si può improvvisare. Specie quando vi è una strada interrotta e un’altra interdetta al traffico pesante. «Ciò che è accaduto martedì scorso – fa sapere il consigliere provinciale di minoranza Franco Carbone – è increscioso e irriguardoso nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie. Informato dei fatti, mi sono recato alla stazione di servizio, dove i ragazzi non hanno trovato chi si doveva fare carico del loro trasporto fino al centro di Bernalda. Al di là delle responsabilità, che andranno sicuramente accertate da chi di competenza, ho dato il mio sostegno per risolvere tempestivamente la questione e circoscrivere il disagio. Ho interpellato telefonicamente il Cotrab e il presidente della Provincia, Franco Stella, che ha provveduto a convocare un tavolo tecnico, a cui hanno preso parte le ditte incaricate del trasporto pubblico. Al termine della riunione si è stabilito che gli studenti avrebbero usufruito, come è poi accaduto mercoledì (ieri, ndr), gratuitamente, di un servizio di bus navetta, tra il centro abitato di Bernalda e la ss. 407 Basentana, dove arrivano i bus dei pendolari. Mi auguro – prosegue Carbone – assieme a tutta la comunità, che questi disservizi non abbiano più a verificarsi e che, ciascuno, per le sue competenze, profonda il massimo impegno per risolvere i problemi che le abbondanti piogge dei mesi scorsi hanno causato alla viabilità di Bernalda. Nell’attuale fase dei lavori di ripristino delle strade, vi deve essere il supporto di tutti, per rendere meno disagevole possibile raggiungere Bernalda». Ieri, dunque, gli studenti pendolari hanno potuto tranquillamente raggiungere le rispettive sedi scolastiche, il Liceo scientifico e l’Itcg, lasciandosi alle spalle l’insolita esperienza on the road, che non fa bene all’immagine di un’intera regione. [an.mor.] l TRICARICO. Il movimento “Per il bene comune”, all’opposizione nel Consiglio comunale, ha organizzato un incontro pubblico con i cittadini nell’auditorium comunale per discutere circa la situazione della discarica per rifiuti solidi urbani in contrada Foresta. L’obiettivo è stato quello di informare i cittadini sui pericoli indotti da quella discarica sulla salute delle persone e sull’ambiente, considerato che «da nove mesi è in atto in quella discarica un superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione di alcuni parametri nelle acque di falda del sottosuolo della piattaforma in questione». Gli esponenti del movimento ricordano che nel marzo scorso il commissario prefettizio al Comune emise un’ordinanza per vietare l’utilizzo per qualsiasi scopo delle acque sotterranee e di falda in quella contrada, al fine di tutelare la salute pubblica. «Il lungo lasso di tempo trascorso – informano ancora in un comunicato i dirigenti del movimento –, senza che sostanzialmente fosse adottata alcuna misura risolutiva di prevenzione da parte della società “Cio impianti rsu, srl”, nonostante alcuni valori dei parametri inquinanti abbiamo superato di oltre venti volte i valori limite fissati dalla legislazione vigente, ha destato un forte allarme nei componenti del nostro movimento». [v.d.l.] RASSEGNASTAMPA corriereait Soldi ai partiti: in 20 anni un ‘utile’ di 1,9 miliardi Finanziamento pubblico: la riforma dei rimborsi elettorali è in discussione al Senato per una revisione che sarà a regime non prima del 2017. Dal 1994 a oggi, uno studio su quanto hanno incassato le forze politiche: il gap tra spese sostenute e denaro erogato ha generato un ‘tesoretto’ ROMA - Un fiume di denaro pubblico, alimentato dai contribuenti. Dal 1974 a oggi non ha mai smesso di scorrere né di portare soldi ai partiti. Più di quanti non servissero a coprire le spese realmente sostenute a fini elettorali. Soltanto nel corso degli ultimi 20 anni, circa 2,7 miliardi di euro sono stati erogati sotto forma di rimborsi pubblici tra voto per le politiche, le europee e le regionali. Un lasso di tempo durante il quale i cittadini sono stati chiamati alle urne per ben 15 volte, amministrative escluse. E, complici le modifiche al rialzo di una contribuzione ‘di sostegno’, il risultato è stato un ‘tesoretto’ che oggi si è sedimentato: 1,9 miliardi di euro, infatti, è l’ammontare del ‘surplus’ che i partiti si sono ritrovati, al netto delle spese accertate. Spese che, dal canto loro, non raggiungono i 700 milioni di euro. A conti fatti, l’utile incamerato è dunque tre volte quanto si è speso. I numeri, stilati e forniti a Repubblica.it da Openpolis, sono chiari. E forniscono un’immagine del finanziamento ai partiti - nelle sue molteplici forme e denominazioni - che assomiglia tanto a un pozzo senza fine. Qualcuno l’ha chiamato anche, evocativamente, ‘buco nero’. Nell’elenco dei soggetti che hanno avuto (e hanno ancora) diritto a tale beneficio, figurano sia le liste elettorali (quelle che si sono candidate a politiche, europee e regionali) sia i gruppi successivamente eletti: quelli approdati in parlamento e quelli sbarcati nei consigli regionali. La questione, già particolarmente odiosa agli occhi dei cittadini ma divenuta intollerabile a seguito degli scandali sulle spese pazze nelle Regioni e del malcostume, è oggi al Senato - in commissione Affari costituzionali. In discussione c’è la riforma del finanziamento che aspetta di essere approvata in aula dopo che il governo guidato dal premier Enrico Letta ha deciso, a dicembre, di accelerare la revisione con un decreto che ha comunque già scatenato polemiche: il testo dovrebbe approdare giovedì 30 gennaio nell’aula di Palazzo Madama, al più tardi martedì prossimo. E poi tornare alla Camera per l’ok definitivo. I dati degli ultimi 20 anni parlano chiaro. E la domanda resta: cos’hanno fatto gli uomini dei partiti con questo tesoretto? Al netto delle inchieste avviate con l’accusa di peculato, quei soldi - è stata la risposta - servono a pagare l’affitto delle sedi, i dipendenti, i funzionari e le campagne di comunicazione. Di sicuro c’è che su Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di aver utilizzato i rimborsi elettorali per acquisti immobiliari, pende ancora il processo penale. Ma la Corte di Conti ha già deciso: deve restituire quasi 23 milioni di euro al ministero dell’Economia. Vero è che l’andamento storico dei rimborsi è un crescendo costante di denaro che raggiunge l’acme con le politiche del 2001, quando la cifra erogata su tutti e cinque gli anni di legislatura sfonda la soglia dei 476 milioni di euro: alle precedenti elezioni - quelle del 1996 - non si andò oltre i 46,9 milioni. Come mai tanta differenza al rialzo? Complici le ‘nuove norme’ introdotte nel 1999 e le ulteriori ‘disposizioni’ architettate nel 2002, i fondi stanziati iniziarono a moltiplicarsi come virus.
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