Periodico della Parrocchia Santa Maria della Stella – druento – anno XXi, n. 29 – natale 2013 EDUCHIAMOCI ALLA FERIALITÀ Carissimi, il Natale ci invita ad una riflessione sul nostro modo di vivere l’ordinario nella vita. La nascita di Gesù a Betlemme, il Figlio dell’Onnipotente non è stato un evento, come lo intendiamo noi oggi, come è stata la nascita dell’ultimo rampollo della casa reale d’Inghilterra. Gesù è nato nel silenzio e nella normalità della vita di una famiglia normale ed è vissuto nella normalità. I più distratti non si sono neanche accorti che erano gomito a gomito con il Dio della storia. Eppure noi oggi, grazie all’educazione o diseducazione dei mass media, tendiamo a far diventare tutto evento, a spegnere il quotidiano, il normale non esiste più, diventa la fatica noiosa tra un evento e l’altro, quasi che questo non sia vivere, ma vivacchiare nell’attesa di qualcosa di grande, coinvolgente, emozionante… Nella vita le “grandi cose” sono rarissime: l’ingresso in una scuola, la patente, la laurea, il fidanzamento, il matrimonio, la nascita di un figlio, il primo lavoro, lo scatto di carriera. Le cose ordinarie colpiscono poco, smuovono poco la mente, il cuore, la volontà. Poco coinvolti dentro di noi, con poca soddisfazione e poca gioia. Si vive allora la realtà quotidiana senza slancio, entusiasmo, a volte quasi con sopportazione o con noia. Eppure la vita è “ordinario”. Il Natale ci indica una soluzione per non morire nella mediocrità: un grande amore con cui vivo la realtà quotidiana, piacevole o scocciante, rende la vita grande. Anche la vita di fede sta vivendo questo forte pericolo negativo. Si vive il rapporto con Dio e nei sacramenti solo nelle grandi “cerimonie” preparate esteriormente con grande cura (inviti, bomboniere, ricevimenti, regali, servizi fotografici…): il battesimo del figlio anziché essere un segno normale, ordinario di fede, celebrato come chiede il papa il più presto possibile, diventa un appuntamento preparato con calma nei particolari. E poi come continua la vita di fede? La prima comunione, con tutta la sua pomposità. E poi la Messa settimanale? ... tutto finisce! Un grande pellegrinaggio in qualche santuario rinomato. E poi la preghiera quotidiana e la vita sacramentale? Un campo estivo, un monastero, una veglia particolare e poi quali frutti da questa esperienza? La festa della cresima con parenti, padrini, madrine… e poi la vita di testimonianza e di parrocchia? Il matrimonio dove non si sa più cosa fare per essere originali e stupire. E poi la fede e la preghiera in famiglia? A volte anche il funerale diventa un evento di una celebrazione mai vissuta prima nella vita, quando ci si poteva partecipare con le proprie gambe… Vedete abbiamo fatto l’elenco di questi possibili eventi di fede, sono otto - nove in tutto, e il resto delle giornate, degli anni, della vita, la fede e il rapporto con Dio nella quotidianità che posto occupa? Riscopriamo allora la bellezza di sapere che “Dio è con noi” sempre, nella vita quotidiana e non solo negli eventi, ogni giorno e ogni giorno si aspetta da noi un po’ del nostro tempo, del nostro amore, così come lo hanno vissuto Maria e Giuseppe. Una vita impastata di impegni, di gioia, di preoccupazioni, di relazioni, di fede… una miscela vincente per non perdere l’entusiasmo (che vuol dire: “Dio dentro”) sapendo che quando viene a mancare, presto arriva la crisi, l’abbandono… anche se in teoria si riconosce che Dio è importante. Educhiamoci alla ferialità, ai piccoli segni di fede vissuti ogni giorno con fedeltà, l’Eucaristia festiva, la carità reciproca. Gli eventi hanno senso e servono se c’è un prima ed un poi, allora diventano un momento di ricarica e di proiezione verso il futuro, se no sono fine a se stessi e non ci fanno crescere, perché non incidono nella vita. Vivendo in questo modo siamo saturi di tutto, e anche le cose più belle, più intime, più coinvolgenti, proprio perché ordinarie, non ci dicono più nulla e cadiamo nella noia. Chiediamo a Gesù bambino di avere una vita straordinaria nella semplicità delle cose ordinarie e cerchiamolo come ci insegna la Beata Madre Teresa: “Non cercate Gesù in terre lontane: Lui non è là. È vicino a voi. È con voi. Basta che teniate il lume acceso e Lo vedrete sempre. Continuate a riempire il lume con piccole gocce d’amore e vedrete quanto è dolce il Dio che amate.” don Dante, parroco Cerca il Signore in un presepe “Per entrare nella grotta di Betlemme, dove è nato Gesù, bisogna abbassarsi, per incontrare Gesù bisogna farsi piccoli. Spogliati di ogni pretesa. Abbassati, non aver paura della mansuetudine. Ascolta gli altri, vivi con loro, sii umile, e usa mansuetudine per riconoscere la tua dignità e quella degli altri”. (omelia di Natale, card. Bergoglio) Auguri di Buon Natale e Lieto Anno Nuovo ! a z n a r e p s i d o n g e s un a tutta la Comunità! I sacerdoti, il diacono e le suore con tutta la redazione RINNOVO del CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE La formazione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale (C.P.P.) è occasione per tutti i cristiani della nostra parrocchia di riscoprire il vero volto della Chiesa, che non è un partito, né un potere ma è una vita, una comunione e quindi un reciproco servizio di salvezza nella Carità. Scopriamo come nella chiesa tutti sono responsabili, ciascuno nel suo specifico ruolo sia il prete sia il laico, però tutti in comunione. Si partecipa insieme, si agisce insieme, anche se nella Chiesa Universale, Diocesana, Parrocchiale ci saranno sempre momenti decisionali affidati al Papa, al Vescovo, al Parroco che fa le veci del Vescovo e che lo rappresenta. Su queste idee il Consiglio Pastorale diventa una realtà ecclesiale essenziale per la vita della parrocchia. esso si presenta come uno strumento che si colloca ne fuori, ne al di sopra della comunità, ma all’interno. il consiglio Pastorale non è una struttura organizzativa o una commissione o un centro studi, nemmeno uno strumento di controllo, di rivendicazione di diritti, ma è l’organismo nel quale sacerdoti, diaconi, religiose e laici prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale della comunità parrocchiale in uno spirito di comunione e di corresponsabilità. È chiaro che un organismo come il Consiglio Pastorale deve essere autentico e rappresentativo, deve venire fuori dalla comunità, cioè dalla base. Certamente non è tra i cristiani anagrafici (cioè tra coloro che si dicono cristiani solo perché battezzati o in alcune occasioni) ma è dai partecipanti alle Messe domenicali e alla vita attiva della parrocchia che deve nascere il Consiglio Pastorale Parrocchiale. La preghiera, la Parola di Dio, la celebrazione dell’Eucarestia ci fanno comprendere che Gesù cristo è il centro e il Pastore della comunità cristiana, ed è a lui che dobbiamo sempre riferirci per il nostro cammino pastorale. È un “pensatoio” della parrocchia a 360°, cioè un luogo in cui si pensa in grande e non solo al proprio gruppo o categoria a cui si appartiene; un’“antenna” della parrocchia che capta le esigenze e rilancia proposte; un “raccordo” tra il cammino della Parrocchia e il cammino dell’Unità Pastorale, della Diocesi, della Chiesa; un “ponte” tra la Parrocchia e la gente, con particolare attenzione del cuore a coloro “dai quali la Chiesa è lontana”; una “espressione” della Chiesa che è “comunione” ed è “missione. Per funzionare deve lavorare in un clima di fede che si esprime con una preghiera intensa e robusta non solo quando il CPP si raduna e in un clima di fraternità “adulta” tra i componenti; che significa anche conoscersi meglio, chiamarsi per nome, ascoltarsi, condividere. È previsto che si incontri almeno ogni due mesi e che sia dotato di una segreteria e di un segretario/a. Il CPP lavora anche attraverso la formazione di “commissioni” per dare operatività alle indicazioni (catechesi delle varie età della vita, liturgia, caritas, oratorio, missioni…). Dallo Statuto Diocesano... natura. Il C.P.P. è l’organismo ecclesiale nel quale sacerdoti, diaconi, religiosi/e e laici prestano il loro aiuto nel promuovere l’attività pastorale della parrocchia. coMPiti. i compiti del c.P.P. sono: • studiare e approfondire, in spirito di comunione, tutto quanto riguarda 1a vita della parrocchia nei suoi vari aspetti: catechesi, 1iturgia, carità, vari settori della pastorale speciale, presenza cristiana nel territorio; • individuare, in concreto, le esigenze pastorali più urgenti, seguendo quanto lo Spirito vuole dalla sua Chiesa; • elaborare un programma pastorale annuale, che tenga conto delle direttive diocesane e degli orientamenti dell’unità pastorale, valorizzando le realtà e le persone della comunità; • verificare con scadenze periodiche l’attuazione del programma coMPoSiZione. compongono il c.P.P.: • i membri eletti dai fedeli, in rappresentanza di tutte le componenti ecclesiali presenti in parrocchia; • membri di diritto cioè: il parroco, i sacerdoti e i diaconi permanenti addetti alla pastorale della parrocchia, un rappresentante delle comunità religiose operanti nel territori parrocchiale; • i membri nominati dal parroco per rendere il C.P.P. il più rappresentativo possibile di tutta la comunità parrocchiale e per valorizzare particolari competenze. FunZionaMento. Il C.P.P. è un organismo non solo consultivo ma anche operativo, nel senso che i membri devono impegnarsi a concretizzare le iniziative proposte. I membri del C.P.P. sono al servizio di tutta la comunità parrocchiale, pertanto cercheranno di interpretare le aspettative e le esigenze, di operare nel rispetto e nella carità reciproca e di alimentare spiritualmente la vita cristiana sia del Consiglio che della Comunità. durata. (2014 – 2019) Il C.P.P. è un organo permanente. I suo membri durano in carica cinque anni e possono essere rieletti per un altro quinquennio ma non oltre, se non dopo l’interruzione di un quinquennio. Possano essere eletti fedeli che abbiano i seguenti reQuiSiti: – abbiano ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Confermazione, e siano maggiorenni; – siano in piena comunione con la Chiesa, in particolare con il Magistero gerarchico; – si distinguano per fede sicura, buoni costumi e prudenza; – siano capaci di comprendere i problemi della comunità parrocchiale; – siano disponibili all’ascolto e al servizio; – si sentano impegnati a costruire la comunità nella carità e nella varietà dei carismi. eleZione: domenica 9 e 16 febbraio 2014 2 Nessuna casa sia priva di un PRESEPE anche piccolo. È un segno che molto aiuta ad avere coscienza della Sua presenza tra noi. I Druentini vanno a messa alla domenica? Come da tempo programmato dal CPP, nel mese di novembre è stato effettuato un censimento numerico dei fedeli che frequentano la S. Messa domenicale. Sono state scelte le domeniche 10 e 17 novembre ritenute domeniche normali, senza cioè ricorrenze particolari e non ancora falsate dalle scelte invernali delle famiglie (v. attività sciistiche). I fedeli sono stati divisi per sesso e per età. Di seguito sono riportati alcuni diagrammi che riassumono i risultati del censimento ricavati dalla media eseguita sulle due domeniche. Nel primo sono rappresentate le percentuali di tutti i fedeli divisi per età; nel secondo la partecipazione ad ogni messa, dei fedeli sempre divisi per età. Da tali dati si può rilevare: – I fedeli che frequentano la messa domenicale sono 932 e rappresentano circa il 10.6% della popolazione. – Partecipano maggiormente gli adulti (Il 63 % ha oltre 40 anni e il 36 % costituito da anziani sopra i 60 anni). – Molto inferiore la partecipazione degli adulti fino a 40 anni, presenti in maggior numero alla S. Messa delle ore 11,15 per accompagnare i propri figli. – Molto scarsa la partecipazione giovanile (6.5% tra 14 e 25 anni) con un picco minimo del 2.4% per gli adolescenti (14-17 anni). – Bambini e ragazzi fino a 14 anni che vanno a messa rappresentano il 17% del totale; il 70% va alla S. Messa a S. Michele delle 11,15 e il 20% a S. Domenico Savio alle 10,00. – La messa più frequentata è quella delle ore 11,15 a S. Michele con 338 fedeli (il 36% del totale). – La messa più frequentata dagli anziani è la messa prefestiva con circa 120 persone (quasi 60% dei presenti) seguita dalla messa a S. Domenico con quasi 90 persone (50% dei presenti). – Per quanto riguarda il rapporto tra maschi e femmine: i bambini e ragazzi si equivalgono; sopra i 25 anni è di 68% femmine e 32% maschi; sopra i 60 anni è di 75% femmine e 25% maschi. I dati esposti rappresentano solo una valutazione numerica che però è certamente utile per future elaborazioni e considerazioni qualitative più approfondite. Stefano C. C’è ancora futuro per il cristianesimo? Forse i più giovani potrebbero addirittura non percepire la domanda, ma chi ha già attraversato un tratto sufficientemente lungo di vita, chi ha vissuto l’epoca in cui essere cristiani (“credenti” e praticanti) costituiva la normalità, chi ha avvertito la freschezza rappresentata dal concilio Vaticano II ed ha sognato una Chiesa riconciliata con il mondo moderno, desiderosa di dialogare a 360 gradi e capace di attirare nuovamente a sé le giovani generazioni... ebbene, costui trova scontato chiedersi, oggi, se il cristianesimo avrà ancora un futuro. Non ci si può, infatti, nascondere dietro un dito e negare che qualcosa, anche di molto profondo, appare mutato. È così, ad esempio, della trasmissione della fede. Fino a qualche decennio fa – per dirla in maniera netta e, dunque, un po’ semplicistica – i giovani che le nostre realtà parrocchiali non riuscivano, in un modo o nell’altro, a contattare e coinvolgere rappresentavano una minoranza. Per questo non c’è adulto che non conservi il ricordo di una qualche esperienza ecclesiale e non porti, con esso, almeno la memoria di qualche parabola, di qualche detto o di qualche pagina evangelica. Oggi, sembra quasi che le cose si siano invertite: i giovani che, come Chiesa, riusciamo ancora a coinvolgere e con cui si riesce a fare un cammino di formazione cristiana rappresentano sempre più una minoranza; ed è sempre più dilagante una autentica ignoranza degli elementi fondamentali della fede cristiana. Qualcuno ha giustamente sostenuto che saremmo di fronte alla prima vera generazione non cristiana. Se poi lo sguardo si concentra su altri aspetti più globali, la domanda finisce per l’infittirsi. Perché considerando le cose su scala mondiale, sembra che il futuro non sorrida alle Chiese di antica tradizione, ma ai recenti movimenti di tipo “pentecostale”. E se si volge lo sguardo al nostro mondo occidentale, è ormai evidente a tutti che quello della secolarizzazione, qualunque sia il modo di leggerla e interpretarla, sia un fenomeno in ogni caso irreversibile. Basta questo a mettere un cristiano adulto nelle condizioni di chiedersi: che cosa ne sarà del cristianesimo? Che ne sarà della Chiesa? Che ne sarà di noi? A voler essere precisi e rigorosi, le tre domande andrebbero in realtà distinte e non sovrapposte. Ma, per farla semplice, esse possono Pellegrinaggio parrocchiale 3 – 6 novembre venire condensate in un’unica questione: c’è ancora futuro per il cristianesimo? Ritengo di sì. È un sì che promana dalla certezza, nella fede, che Cristo non può abbandonare questo nostro mondo; e dal momento che Egli ha inteso “legare” la sua presenza alla adesione e alla fede dei discepoli, questo mi fa pensare che dovrà continuare ad esserci qualcuno (pochi o molti non ci è dato di saperlo!) nel mondo, che continuerà a proclamare Gesù quale unico Signore, ad annunciarlo, a testimoniarlo e a mantenerne viva la memoria. Ma anche senza essere così massimalisti, il mio sì deriva dalla consapevolezza che ci possono essere modi diversi, da cristiani, di abitare il mondo; e che la fine, perciò, di un certo modo di essere cristiani nel mondo, non significhi, per questo, la fine del cristianesimo. Noi siamo stati abituati ad abitare il mondo da maggioranza e, dunque, in certo senso da “potenti”, nel senso qui di persone abituate a pensare che il loro punto di vista sulla realtà era quello prioritario e maggioritario. Con tutta probabilità, questo modo di abitare il mondo, non ci sarà più concesso: perché dovremo confrontarci con persone che professano un “credo” diverso dal nostro; e perché dovremo vivere in uno spazio abitato da persone, anche intelligenti e dignitose, chiuse però ad una prospettiva di fede. Ciò non vuol dire, però, che non sarà più possibile essere cristiani. Del resto, all’inizio del cristianesimo, si è vissuta una situazione analoga: allora era normale, per i cristiani, essere minoranza. La vera differenza della nostra stagione è che, per noi, si tratta di tornare a non essere maggioranza, dopo che maggioranza, però, lo si è stati. Se c’è una attenzione che, con tutta probabilità, dovremo perciò custodire è quella di non assumere atteggiamenti da setta, conservando invece, come era agli inizi della vicenda cristiana, il desiderio e l’anelito missionari. Una cosa, in ogni caso, è evidente: “se rapportato alle migliaia di millenni di umanità, il cristianesimo è incredibilmente giovane. (…) Siamo appena all’inizio! Tutto è ancora fragile, scoppiettante di novità, e la spinta interiore verso un’umanità qualitativamente altra rende l’avventura affascinante, vibrante di tensione” (B. Standaert). don Roberto A Roma da papa Francesco Un viaggio a Roma è sempre entusiasmante, ogni pietra è un brandello di vita, testimonianze di storia e di religione, le ricchezze del patrimonio artistico. Roma, la città dei Papi, centro della cristianità, dove Michelangelo e Bernini profusero il loro genio, facendone la culla del Rinascimento e tutto questo si è mescolato e sovrapposto attraverso i secoli. Il nostro pellegrinaggio sulla tomba di Pietro per rinnovare la nostra fede a conclusione dell’Anno della Fede, ha avuto il suo momento clou con l’udienza generale del mercoledì con papa Francesco. La visita storica, culturale e spirituale delle quattro basiliche patriarcali e alle catacombe di san Sebastiano, ci hanno preparato all’incontro con il successore di Pietro e sentirci parte attiva di questa storia cristiana presente a Roma fin dall’inizio del cristianesimo. chi è papa Francesco? La sua elezione a Papa è stata una rivoluzione. La gente accorre a Roma. Figlio di immigrati piemontesi, argentino, gesuita, si fa chiamare Francesco, ma chi è veramente? È frequente in questi tempi la domanda: cosa ne pensi del nuovo papa? Ti piace? Molti mi hanno chiesto le mie impressioni. A tutti la stessa risposta, con tre precisazioni: 1. il Papa è Pietro. A prescindere dalla sua faccia, dalla sua storia e dal suo stile, il papa è il papa. Quindi mi piace. Il Papa è successore di Pietro, è la pietra sulla quale il Signore edifica la sua Chiesa. Questo vale per ogni papa, un fratello sulle spalle del quale Dio ha posto una grande responsabilità. al Papa, ad ogni Papa, Gesù dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 18-19). Per queste parole di Gesù, io guardo il papa con simpatia ed affetto. Per queste parole di Gesù, io prego per lui ogni giorno. Per queste parole di Gesù, io ascolto il papa con attenzione e cerco di vivere ciò che insegna. 2. Fragile e peccatore, ma forte nella fede. cum Petro. et sub Petro. C’è un altro dialogo tra Gesù e Pietro: «Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi”» (Lc 22, 31-34). Questo dialogo contiene tre realtà: 1) Pietro è fragile e rinnega il Signore; 2) Gesù prega per lui affinché non venga meno la sua fede; 3) Pietro ha la missione di confermare i fratelli nella fede. con Pietro perché è un fratello che, come me, fa parte della Chiesa. obbedienti a Pietro perché tocca a lui confermare nella fede i suoi fratelli. Mai senza Pietro (scisma), mai contro Pietro (ribellione). Comunque decida di farsi chiamare (Pio, Giovanni, Paolo, Giovanni Paolo, Benedetto, Francesco) il Papa è sempre Pietro. 3. Facciamo anche noi quello che gli chiediamo. Troppo facile stare a guardare. Se gli chiedo di essere povero, anch’io devo vivere sobriamente. Se gli chiedo di fare pulizia nella chiesa, anch’io devo essere puro. Se gli chiedo di essere misericordioso, anch’io devo usare misericordia. Le prime parole di Papa Francesco: «e adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza.». dD 3 La Confessione Natalizia Papa Francesco: “la lotta di un cristiano contro il male è anche confessare con sincerità e concretezza i peccati. Avere il coraggio davanti al confessore di chiamare i peccati con il loro nome, senza nasconderli. Confessarsi è andare incontro all’amore di Gesù con sincerità di cuore e con la trasparenza dei bambini, non rifiutando ma anzi accogliendo la “grazia della vergogna”, che fa percepire il perdono di Dio.” la miseria umana L’Apostolo Simon Pietro era stato protagonista del miracolo operato da Gesù di una pesca straordinariamente abbondante (Luca, cap. 5). Egli allora, colto da una forte sensazione di inadeguatezza e indegnità, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Ma che cosa è mai l’evento di una pesca sovrabbondante di fronte al prodigio del Natale di Gesù? Non avvertiamo noi la nostra piccolezza, anzi la nostra meschinità e abiezione, davanti alla sublimità del dono divino che si rinnova con il Natale? la magnanimità divina II Natale commemora la venuta del figlio di Dio che si fa uomo per entrare da amico nel cuore di ogni singola persona. Egli non viene per farci vergognare o per far valere la sua potenza, ma per portare la sua amicizia. La caratteristica tipica dell’amicizia è quella di poter godere dei beni delle persone che si amano. Anche i genitori godono del bene dei figli, e quindi sono contenti che i figli siano in salute, che siano realizzati, che siano generosi ecc. L’amicizia con Dio, che il Natale ci richiama, ripropone la stessa realtà. Coloro che accettano la grazia di Dio, cioè la sua amicizia, sono resi partecipi, e quindi possono gustare e godere dei beni che sono propri di Dio: una verità superiore che li guida nella vita, una bontà infinita che li spinge nelle vie del bene, una felicità segreta che li sostiene nei doveri quotidiani e una viva speranza di eternità che li conforta nelle fatiche. la condanna a morte dell’amicizia II peccato mortale, che è un’offesa grave fatta a Dio, costituisce una rottura della comunione con lui, e quindi è la condanna a morte dell’ amicizia che egli ci propone. Anche nel campo umano ci sono azioni cattive che per se stesse fanno morire immediatamente un’amicizia, come il tradimento e la diffidenza. Per fortuna non tutti i peccati sono uguali: il peccato mortale uccide all’istante il nostro legame con Dio, il peccato veniale lo raffredda e poco per volta lo spegne. Ma Dio conosce la nostra debolezza, la nostra incostanza e i nostri capricci, e poiché ci ama di amore infinito, ci da anche infinite possibilità di rinsaldare, o anche di ristabilire la nostra comunione con lui. un’amicizia rinnovata II Natale è un tempo in cui cerchiamo di far rivivere, fra tutte le persone che conosciamo, i nostri sentimenti di amicizia, fraternità, riconoscenza, simpatia, stima e benevolenza. Ma prima di pensare alle altre persone vicine e lontane, il Natale è un regalo preziosissimo perché rivolgiamo i nostri sentimenti e il nostro cuore rinnovato a Dio. il natale di Gesù è perciò il momento di una buona confessione, aperta e fiduciosa, per rigenerare e intensificare l’amicizia che egli continua ad offrirci. una preparazione seria La confessione è il sacramento della riconciliazione con Dio e della pace inferiore. Un atto che, coinvolgendo il nostro cuore e Dio stesso, deve essere fatto con la dovuta responsabilità. un cuore buono e purificato L’amicizia umana esige soprattutto sincerità e pulizia. La stessa cosa vale anche per l’amicizia con Dio, il quale, appunto, nei due ultimi comandamenti («Non desiderare la donna d’altri» e «Non desiderare la roba d’altri») chiede un cuore semplice e puro, libero anche dai pensieri e desideri sregolati. Gesù Bambino è pronto a donarsi a noi con tutto se stesso, cioè con tutta la ricchezza della sua divinità; il nostro cuore lo può accogliere e può godere dei suoi doni divini nella misura in cui è mondo e senza macchia. don Luca Ramello durante la Messa GIORNATA APERTURA CATECHISMO Domenica 20 ottobre alle ore 11.15 si è celebrata presso l’oratorio “Isola che c’è” la oramai tradizionale S. Messa di inizio attività del Catechismo e di inizio attività scolastiche con la benedizione degli zainetti. Nonostante la pioggia, la celebrazione, presieduta da don Luca Ramello, responsabile diocesano per la Pastorale Giovanile, insieme a don Dante si è potuta regolarmente effettuare all'interno del Palatenda, affollato come non mai da diverse centinaia di persone, in prevalenza bambini e giovani con le loro famiglie, ma anche anziani incuranti delle intemperie. Al termine, la consegna a ciascun bambino del “tau” (la croce cara a san Francesco) e il lancio di 400 palloncini (che hanno colorato un cielo prima grigio e poi multicolore e pieno di allegria!) sono stati il sigillo di un ricco e gioioso momento di incontro per la Comunità di Druento, stretta intorno al suo Signore. PRESENTAZIONE ATTIVITÀ SPORTIVE DELL’ ISOLA CHE C’ È A conclusione della preparazione al matrimonio cristiano, domenica 1° dicembre nella S. Messa, le otto coppie sono state presentate alla comunità. Dopo la Pasqua celebreranno il sacramento del matrimonio… auguri vivissimi e un grazie alle due coppie animatrici che li hanno seguiti in questi incontri. 4 Venerdì 8 novembre la serata di inizio dei gruppi delle superiori. Dopo la preghiera con il commento del salesiano don Thierry, la cena condivisa con i ragazzi e poi ognuno nel suo gruppo per la programmazione dell’anno. Buon anno e buon lavoro! Tanto entusiasmo ed allegria venerdì 15 novembre 2013 per la Presentazione della Stagione Sportiva 2013-2014 dell’asd “Isola che c’è – Druento”, presso i locali dell’Oratorio. Genitori, giovani atleti, allenatori e dirigenti, si sono ritrovati insieme per una bella serata di sport e amicizia… Mentre gli adulti si confrontavano sul tema “I ragazzi e lo sport, tanti vantaggi e…qualche rischio?” (con l’aiuto delle relazioni del dr. Mauro Tonello, pediatra, e di Massimo Bonaglia, formatore e counseler), i tanti ragazzi presenti ricevevano le magliette ufficiali della società e facevano la foto ricordo di tutto il gruppo sportivo nello splendido Palatenda... Poi al termine dell’ottima cena di inizio anno sociale, la presentazione alle famiglie da parte di Andrea Cattunar (vice presidente e responsabile dell’area sportiva dell’Isola che c’è), coadiuvato da Cristina Bonaglia, degli allenatori e delle tante discipline sportive proposte anche quest’anno all’Isola con oltre 200 giovani atleti coinvolti. La ricca serata è terminata con un confronto con i genitori sulle linee guida proposte dalla società, che propone lo SPORT come importante veicolo non solo per una sana e armoniosa crescita fisica ma, anche, come insostituibile strumento educativo e di promozione umana. FESTA DI NATALE ALL’ISOLA domenica 22 dicembre la ludoteca dell’arca organizza dalle 16.00 all’isola per tutti i bambini: incontriamo Babbo Natale che riceverà le nostre letterine, spettacolo “il cantanatale”, con la collaborazione dell’associazione “I Retroscena”, per tutti i bambini piccoli e grandi e concluderemo con la merenda insieme e gli auguri per un sereno Natale. Ricordiamo che la LUDOTECA DELL’ARCA è aperta tutte le mattine dal lunedì al venerdì come Baby-Parking per i bambini dai 10 mesi ai 3 anni e resterà aperta durante le vacanze scolastiche natalizie anche per tutti i bambini della scuola materna.(Per informazioni: 011 9845744) … E da gennaio una grande novità: corSo di teatro per i bambini dai 4 ai 10 anni. 10 incontri per sperimentare, conoscersi e divertirsi con svariate tecniche teatrali con una maestra-attrice che abbiamo visto in molti spettacoli dei Retroscena. Lezione di prova gratuita venerdi 17 gennaio. LA SALA GIOCHI DELL’ORATORIO La sala giochi dell'oratorio è il luogo in cui tutti possono sentirsi a casa: i nonni con i nipotini che usano puzzle e giochi di società, le mamme che aspettano i figli mentre svolgono le diverse attività sportive e ricreative, i bambini che, prima di catechismo si sfidano a calcetto e i ragazzi più grandi che possono incontrarsi in un posto accogliente tutti i pomeriggi e il sabato anzichè bighellonare al freddo... Per fare convivere esigenze e stili diversi ci vuole pazienza e affetto.....come in tutte le famiglie! PERCHÉ FARE LA CRESIMA? Ai 49 ragazzi/e che domenica 24 novembre hanno ricevuto la Cresima è stata posta la domanda, da rispondere per iscritto, sulle motivazione che li ha spinti a chiedere di ricevere questo sacramento. Sono emerse motivazioni interessanti e profonde, ne riportiamo due significative. “Caro Don Dante, la domanda che mi hai fatto tu, me la sono posta anche io. Perché vorrei fare la Cresima? Voglio dire, i motivi tipo “La fa il mio migliore amico”, “Così finisco il catechismo” o “Così faccio felice mamma e papà” mi sembrano stupidi, e sprecano un’esperienza che, secondo me, se fatta, può essere bellissima. Io voglio fare la Cresima perché voglio dire a Dio: “Io ci sono! Sono qui e credo in Te!” è un po’ una conferma, vuol dire che non andrò a messa solo perché mi costringono mamma e papà, ma perché voglio ricevere il corpo di Cristo, e voglio ascoltare la sua parola! Posso dire, è un modo per farmi notare da Gesù. Ho avuto un periodo un po’ difficile, sia qui, a casa, sia con la fede, mi chiedevo “Cosa ci fa Gesù qui? Perché è nella mia vita? Cosa si aspetta da me?” Ho voluto evitarlo, senza andare a messa, ma giorno dopo giorno, mi sono accorta che in ogni cosa che facevo c’era sempre Lui! Non so bene come spiegarlo, ma per qualsiasi azione quotidiana avevo un’energia che mi spronava a farla al meglio, era la Sua energia! Mi incitava a credere nei valori, e a combattere per un mondo migliore! E io ho deciso di ringraziare così Dio: di fargli capire che io ci sono, e confermo con la Cresima di voler continuare il cammino verso Lui, che, sebbene sia pieno di insidie e difficoltà, può essere l’esperienza che mi farà vivere la vita con la V maiuscola e mi spronerà ad avere un mondo più bello, a lasciarlo un po’ migliore di come l’ho trovato! Grazie di questa opportunità, spero di usarla al meglio.” “Vorrei scrivere per dire il motivo per cui vorrei ricevere la Cresima. La santa Cresima è un passo molto importante per me perché vorrei continuare il mio cammino, iniziato dai miei genitori con il mio Battesimo. Vorrei il dono più grande che Dio dà agli uomini cioè lo Spirito Santo che mi sarà utile per tutta la vita. Fortezza, Sapienza, Intelletto, Timor di Dio, Pietà, Consiglio e Scienza sono fondamentali per vivere una vita da “buon cristiano”, la vita che vorrei vivere io. Mi piacerebbe farla anche perché mi aiuti, quando sarò grande, a educare i miei figli con l’educazione cristiana che mi hanno trasmesso i miei genitori e la comunità di cui faccio parte.” Intenso e interessante il Ritiro spirituale che hanno vissuto i cresimandi nella giornata di sabato in preparazione alla Cresima, con la mattinata al Sermig di Torino e nel pomeriggio l’incontro con il Vescovo Cesare e la visita a Valdocco dove è nato il primo oratorio di don Bosco. A tutti e a ciascuno l’augurio che lo Spirito Santo elargisca in abbondanza i suoi sette doni per esser pietre vive nella nostra comunità. I cresimandi al Sermig nel giorno del ritiro prima di incontrare il Vescovo Cesare Io-Tu-Noi: i nostri impegni Il Vangelo di Marco riporta un curioso episodio: “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare (Mc. 6, 30-31). Il calendario è implacabile. L’agenda è piena di appuntamenti. Gli impegni sono tanti. Più volte ho ricordato che sogno una parrocchia nella quale non ci siano “pochi che fanno tutto”, ma “tutti che fanno un poco”. Una riflessione sui nostri impegni ci sta tutta. Cosa è importante? Cosa è meglio fare prima? Il titolo di queste riflessioni è indicativo: prima di tutto dobbiamo dare tempo all’io, poi al tu, infine al noi. 1. tempo per la vita interiore. Quanto più intensa è la vita, tanto maggiore deve essere il tempo dedicato a se stessi. L’attivismo è un male: ci fa dimenticare i bisogni della nostra anima. Dobbiamo trovare il tempo per stare con noi stessi, per pregare, per ascoltare il Signore che parla. Gesù ha detto: “Senza di me non potete fare nulla”. 2. tempo per la vita di coppia e per la famiglia. Nel Tu c’è la coppia e la famiglia, vera Chiesa domestica. Stare con il coniuge e con i figli è necessario come l’aria che respiriamo. Prima e sempre viene la famiglia. Solo dopo viene la comunità. 3. tempo per la comunità. Il volontariato, in parrocchia, nelle associazioni, nei gruppi è molto importante e fecondo. Purché non sia a scapito della vita interiore e di quella familiare. Il primo volontariato va fatto in casa propria. 5 IL CENTRO D’ASCOLTO Il Centro d’Ascolto opera sul territorio di Druento sin dal lontano 1998 curando sia l’accoglienza che l’ascolto: è un’Associazione ONLUS ed è un punto di riferimento per le persone in difficoltà. In che modo? accoglie incondizionatamente le persone con le loro specificità e senza pregiudizi. Le ascolta cercando di instaurare una relazione in cui si sentano riconosciute ed amate, “leggendo” con attenzione i racconti di sofferenza e di disagio. Le accompagna condividendone i problemi, orientandole verso le soluzioni più consone, a partire dalle risorse presenti sul territorio. Il Centro riporta poi alla Comunità i disagi rilevati. Grazie alla generosa collaborazione della Comunità e al contributo del 5 per mille, attraverso progetti fatti insieme al CISSA (Consorzio Intercomunale Servizi Socio-Assistenziali) il Centro è in grado di aiutare anche in modo concreto singoli e famiglie. Dalla Comunità riceve anche viveri e vestiario, assai preziosi; purtroppo si deve rilevare che ancora troppe persone “si disfano” di materiale che a loro non serve, portando al Centro cose inutili, rotte, sporche o scadute. il S. natale invita tutti a un maggiore rispetto, soprattutto verso i fratelli bisognosi. PROSSIMAMENTE… • domenica 2 febbraio 36^ Giornata per la Vita. Nella S. Messa delle ore 11.15: BENEDIZIONE delle MAMME in ATTESA di un bimbo. Dare il nominativo in ufficio parrocchiale. • martedi 11 febbraio Festa della B.V. di lourdes - XXII^ GIORNATA MONDIALE del MALATO ore 15.00: celeBraZione per anZiani e aMMalati nella chiesa Ss. Trinità Verrà conferito il Sacramento dell’Unzione degli Infermi a chi ne fa richiesta. Il parroco è disponibile a raggiungere a casa coloro che non possono essere presenti. ore 20.45: Fiaccolata Mariana in onore della Madonna di Lourdes, nelle vie intorno alla chiesa della Ss. Trinità • mercoledì 5 marzo: le ceneri. Imposizioni delle Ceneri alle ore 8.30 – 17.00 – 20.45 • mercoledì 12 marzo: ore 20.45 inizia il Corso pre-matrimoniale per fidanzati G li altri appuntamenti co munitari li po tete tro vare settimanalmente sul fo glio di “Vita Parro cchiale” o sul sito Progetto famiglia numerosa Con queste poche parole la Conferenza S. Giuliano della Società S. Vincenzo de Paoli vuole nuovamente ringraziare quanti continuano a partecipare a questo progetto, iniziato nel novembre 2011. La situazione della famiglia ha avuto una sua naturale evoluzione che da una parte ha consentito loro di trovare una sistemazione più favorevole dal punto di vista abitativo, ma che ha invece subito un tracollo per quanto riguarda il lavoro, per cui, in attesa di nuovi sviluppi, abbiamo pensato di continuare ad aiutarli con il vostro contributo. Sul sito della parrocchia www.parrocchiadruento.it (Ambito Carità) potrete trovare maggiori dettagli sull’argomento ed i contatti per ulteriori informazioni. un augurio di buone feste e di un sereno 2014. I volontari RINGRAZIAMENTI Anche quest’anno l’attività della Conferenza S. Giuliano della Società S. Vincenzo de Paoli è stata rivolta alle numerose famiglie bisognose di Druento, ma il 2013 è stato un anno veramente faticoso per chi si è trovato, magari per la prima volta, in una situazione economica molto precaria, principalmente a causa della mancanza di lavoro. Ed è stato grazie alla generosità dei druentini che abbiamo provato ad alleviare queste difficoltà. È per questo che vogliamo ringraziare con gratitudine chi, alle nostre varie iniziative di solidarietà, come la questua al cimitero nel giorno dei defunti o ai gazebo organizzati qualche sabato al mercato, ha voluto aiutarci con generosità in quest’opera di condivisione con i più bisognosi. Rivolgiamo poi un ringraziamento particolare alla PRO LOCO di Druento che ha organizzato, coinvolgendo varie associazioni druentine (Alpini, AVIS, Bocciofila, Croce Rossa, Protezione Civile, FIDAS, Isola che c’è, Pensionati, Unitre) la bella iniziativa denominata “La castagnata della solidarietà” svoltasi il 17 novembre scorso, decidendo di devolvere il ricavato della giornata ad alcune famiglie in difficoltà e con bambini, avvalendosi della nostra Conferenza come “veicolo” per arrivare a loro. Auguriamo sinceramente a tutti Buon Natale e un sereno anno nuovo. I volontari Un piccolo libro per un grande regalo, anzi un “dono”. Con questo semplice titolo, don Repole scrive un saggio intorno al dono che, con un percorso suggestivo, ci conduce attraverso ai tanti significati che il dono può assumere nei rapporti umani. Il teologo don Roberto avvalendosi, con giusto equilibrio, anche di tante citazioni di grandi pensatori, con un linguaggio fluido e chiaro, ci illustra le tante sfaccettature del dono: dal “Do ut des”, dare per ricevere in cambio, sino al dono più grande che Gesù ha fatto a tutti gli uomini: donarsi per farsi come noi, per indicarci la via per acquistare la vita piena. Il libro è pieno di riflessioni, che cercano di spiegare qual è la giusta prospettiva che si deva assumere nei confronti del dono. Per completezza, viene anche evidenziata una ideale linea di demarcazione tra, dono come atto positivo e dono dalle possibili conseguenze negative ed “inopportune”. Infatti il dono non dovrebbe essere mai pareggio per quello che si è ricevuto. Molto bello è il concetto espresso sul dono che può essere speranza, quando è veramente tale: “perché se c’è qualcuno che dona, ci sono dei legami e delle relazioni”. Nel libro è anche citata una bella definizione del concetto di dono autentico, attribuito a Godbout: “Definiamo dono ogni prestazione di beni o servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare o ricevere il legame sociale tra persone”. Il saggio, come giustamente suggerisce l’autore, non si esaurisce con la sua ultima pagina, ma ci invita a continuare la ricerca su internet, nelle librerie, nelle case, nelle strade… La lettura risulta piacevole e scorrevole, e ci stimola ad interrogarci sulla bellezza del dono, fornendoci anche qualche “trucco” per aumentare la nostra capacità di donare veramente. Rosario Roberto Repole, dono, Rosenberg & Sellier La perla è splendida e preziosa. Nasce dal dolore. Nasce quando un’ostrica viene ferita da qualcosa d’estraneo. Se non viene ferita, l’ostrica non potrà mai produrre perle, perché la perla è solamente una ferita cicatrizzata. Tutto ciò che ha il sapore del limite, racchiude in sé anche la possibilità del suo compimento. Paolo Scquizzato, Elogio della vita imperfetta, Effatà Editrice Cell. 338.80.90.176 6 Dono don Roberto Repole P.Iva 08765830016 La fragilità come luogo di rivelazione Nella festa del Natale, dinanzi ad un pugno di carne avvolto in fasce, dinanzi al Dio fattosi carne, dinanzi al Dio fattosi uomo, siamo chiamati, o meglio provocati, a pensare e ripensare una delle parole fondamentali e fondanti della spiritualità cristiana: la fragilità. Il mistero della Pasqua, fonte e compimento del mistero cristiano sarà l’apice di questo modo di essere di Dio, della sua economia salvifica: una onnipotenza che salva in quanto impotenza, una forza che vince per la sua debolezza, l’illimitato che compie e riempie tutto in virtù della sua limitatezza e fragilità. L’esito positivo di Dio sul mondo e su di me – chiamiamola pure salvezza-, s’è compiuto proprio grazie alla sua fragilità, alla sua debolezza, alla sua limitatezza, e questo perché l’amore, non essendo violenza, non può manifestarsi in altro modo. L’amore funziona così. È la logica della pietra, che diventa testata d’angolo quando viene scartata (cfr. Mt 21, 42; Sal 118, 22): dell’Agnello che diventa il vincitore perché sgozzato (cfr. Ap 5, 12); del chicco di grano che produce frutto soltanto perché muore (cfr. Gv 12, 24). La fecondità scaturisce sempre da un’apparente infecondità. Questo vuol dire che Dio ha fatto, e farà, pure di ogni mio limite, di ogni mia fragilità, di ogni mia caduta e di ogni mio peccato il luogo di riconciliazione, di abbraccio, di perdono e di festa. Questo vuol dire che ogni limite, fragilità, peccato dell’altro può divenire, per me e per te, luogo d’incontro, di perdono e di festa: unica via possibile per una vita piena, sovrabbondante, diciamo pure felice. Entrare in questa logica evangelica, significherà comprendere che la salvezza, il compimento del cuore, mi giungerà non quando avrò sconfitto tutte le mie miserie, quando intesserò relazioni pacifiche e arrendevoli verso gli altri, ma quando comincerò a vivere nella verità di me stesso, ad accettarmi per ciò che sono, con tutte le mie contraddizioni e zone d’ombra. La bella notizia del Vangelo, scaturita dal mistero dell’incarnazione e conclusasi nel Dio crocifisso, è per me continua memoria che il Dio fattosi carne, e ora indissolubile parte di me, non è venuto a togliermi l’inadeguatezza, la fragilità, il limite, ma a liberarmi dalla di Don Paolo possibilità – e dalla paura – che tutta questa ombra che mi porto addosso non è e non sarà l’ultima parola sul mio esistere, perché non potrò essere schiacciato sotto questo peso immane. Va da sé che il rapporto con noi stessi e quindi la nostra vita quotidiana (sociale, familiare, relazionale) diverranno «paradisiaci» quando riusciremo ad accoglierci ed amarci non malgrado, ma attraverso tutte le nostre ferite e le nostre debolezze. Una comunità – sia essa civile, familiare, parrocchiale – diverrà un ‘paradiso’ non quando tutti saranno perfetti e non vi saranno più tensioni, bensì quando ciascuno potrà finalmente gettare via la maschera che gli copriva la sua vera identità, perché si sentirà accettato e amato così com’è; quando limiti, peccati, ferite e tradimenti reciproci non saranno più occasioni di divisione e maledizioni, ma luogo dove potersi amare e perdonare. Diverremo umani, quando accoglieremo la nostra reciproca umanità. Giungeremo alla “santità” non quando il nostro mondo umbratile scomparirà, ma quando in tutto questo sperimenteremo la presenza di Dio che viene a farci visita e a manifestarci il suo amore. La salvezza sta nella possibilità di amare e di amarsi nel limite, nel fare delle proprie e altrui ferite occasione di cura e di accettazione e di misericordia. Il nostro è un Dio che nel Natale entra nella storia, nella mia storia e la risolleva dall’interno, assumendola tutta, così com’è, e permettendo ad essa di fare la sua strada. Dio opera nell’uomo che opera: Dio è all’interno della nostra storia, non dirigendola come un burattinaio dall’esterno, ma assicurandole l’attracco in un porto sicuro attraverso percorsi insondabili del folle cuore umano. “Se pure corressi per mari stranieri, tornerò sempre, Signore, a far naufragio nel tuo” (M. Pomilio, Natale del 1833). Anche se fragili, finiti e imperfetti la nostra storia sta andando verso un porto di bene. Bello per noi il momento in cui, compreso ed esperito tutto ciò, rimarremo a bocca aperta come i bambini dinanzi al presepe. Finalmente stupiti dinanzi a un Dio che ci ama ci ha raggiunto e salvati nella nostra povera ma preziosissima fragilità. Casa di Spiritualità “MATER UNITATIS” Continuano gli appuntamenti alla casa Mater Unitatis... RITIRI SPIRITUALI aperti a tutti Giornate di ritiro spirituale, da viversi nel silenzio attraverso la Parola di Dio, la preghiera e la liturgia, per una crescita dell’uomo integrale. Inizio della giornata alle ore 9.30 - Guida: don Paolo Scquizzato “SiGnore, doVe aBiti?” alla scoperta della propria verità. Un percorso attraverso il Vangelo di Giovanni 19 gennaio 2014 «Se il chicco di grano muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24). “Al centro del Vangelo” 16 febbraio 2014 «Vi do un comandamento nuovo» (Gv 13, 34). “Abilitati all’amore per vivere da risorti” 16 marzo 2014 «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14, 9). “Gesù rivela il vero volto di Dio” 13 aprile 2014 «Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15, 5). “In Cristo per i fratelli” I SABATI DELLA “MATER UNITATIS” Un sabato al mese per studiare e riflettere su tematiche della vita dello spirito e quindi della concretezza del vivere, per una conoscenza autentica di sé, dell’altro e del mondo. Dalle ore 16.00 alle 18.00 - Guida: don Paolo Scquizzato sabato 11 gennaio 2014: Ricchezza e povertà nel Vangelo sabato 15 febbraio 2014: La notte sabato 8 marzo 2014: Maria, donna o Madonna? GRUPPO EQUISTANDO Il Gruppo Equistando vi da appuntamento a dopo le S. Messe di san Domenico Savio (ore 10.00) e san Michele (ore 11.15) con il consueto banchetto con cestini e borse per Natale, per chi volesse fare un “regalo diverso”. Le prossime date del 2014 saranno: domenica 22 dicembre domenica 19 gennaio domenica 16 febbraio domenica 16 marzo domenica 13 aprile Ricordiamo che il Commercio EquoSolidale non è beneficenza, ma una scelta di consumo quotidiano... buona per i produttori, buona per i consumatori e buona per l’ambiente!! Auguriamo a tutti voi un Natale buono e un Anno ricco di serenità e solidarietà. SimonaGigiVivianaFrancescoSimonaFabrizio Spigolature TESTIMONI di GEOVA Li incontriamo quotidianamente lungo le vie dei nostri paesi, anche quelli più piccoli. Diffondono le loro riviste e cercano di avvicinare le persone, senza il minimo timore, spesso anche citofonando nelle abitazioni. Sono ammirevoli e andrebbero imitati dai cattolici per la generosità con cui impiegano il loro tempo libero per la causa, anche se la loro causa è molto lontana da quanto insegna la Chiesa. I TdG sono presenti in Italia dal 1903 e oggi arrivati ad essere 245.326 “proclamatori” della Bibbia (potremo dire militanti) e 452.062 partecipanti alla commemorazione annuale della “Cena del Signore”, (dati Enciclopedia delle religioni, Elledici 2013 ). La loro lontananza dal cattolicesimo è grande in quanto non sono cristiani: negazione della Trinità, Cristo solo come creatura, il palo al posto della croce dove sarebbe morto il Signore, negazione dell’anima immortale, della Chiesa e del primato petrino, dei sacramenti, del culto di Maria e dei santi, negazione dell’inferno e del purgatorio, sono tra le principali differenze. È un dato che dovrebbe farci riflettere il fatto che siano così cresciuti numericamente negli anni. Hanno subito molte persecuzioni durante il ‘900 nei regimi totalitari e la scarsa simpatia di cui godono anche nelle società democratiche e pluraliste. I loro giornali vantano dati impressionanti: 42 milioni di copie in 194 lingue il quindicinale La Torre di Guardia. La realtà e che sanno vincere la pigrizia e il rispetto umano e così offrono all’uomo moderno, spesso solo e disperato, un ambiente e una vita umanamente migliore. Tante energie meriterebbero di servire il Signore, che è la Verità. ESERCIZI SPIRITUALI aperti a tutti “Il Gesù delle parabole. Alla sorgente del messaggio evangelico” Un tempo dedicato allo Spirito nell’ascolto della Parola di Dio attraverso il silenzio, la preghiera personale e liturgica. Da 9 febbraio (cena) a 14 febbraio (pranzo) 2014. Guida: don Paolo Scquizzato “Per passione degli uomini” Tre giorni di spiritualità per vivere in maniera matura e consapevole il mistero di morte e risurrezione di Gesù attraverso la riflessione biblica, la preghiera e la liturgia del Triduo Pasquale. Da 16 aprile (cena) a 20 aprile (mattina) 2014. Guida: don Paolo Scquizzato 7 >> anagrafe parrocchiale dal 31 agosto al 26 novembre 2013 Con il Battesimo sono entrati nella nostra comunità: 33 Bonaldo Christian – 34 Ferrero Matteo – 35 Molino Riccardo – 36 Papa Melissa – 37 De Vivo Davide – 38 Caputo Marika – 39 Passarella Lorenzo – 40 Di Prima Nicolò – 41 Salvadorini Eleonora – 42 Venuta Manuel – 43 Chialando Maria – 44 Melillo Anna – 45 Fiorito Chiara – 46 Suppo Cecilia – 47 Rigatuso Simone Con il Sacramento del matrimonio hanno formato una nuova famiglia Cristiana: 08 Papa Angelo Luigi e Venneri Erica – 09 Franchino Diego e Bruno Silvia – 10 Genna Davide Giuseppe e Zago Micol – 11 Dino Daniele e Torraco Zaira Riposano nella pace del Signore: 53 Torchio Margherita in Franco (84) – 54 Bosco Filadelfio (69) – 55 Mulatero Adelina ved. Vottero (89) – 56 Naclerio Reanata in Gagliardi (92) – 57 Negri Giuliano (62) – 58 Accorsi Aide (92) – 59 Lo Manto Gaetano (63) – 60 Gallo Pietro (79) – 61 Bertolino Giuseppina ved. Orsino (78) – 62 Carcano Elisa in Zorloni (73) – 63 Atzei Giovanni (75) – 64 Bardella Maria Anna ved. Berardo (87) – 65 Airola Domenico (91) – 66 Tempesta Fermino (84) Un grazie particolare accompagnato dalla preghiera a tutti coloro che, in occasione delle feste, si ricordano della parrocchia e offrono il loro contributo per le spese ordinarie e per la carità. Puoi servirti dell’apposita BuSta nataliZia che è allegata in questo giornale e puoi deporla nella cassetta in fondo alla chiesa. Quest’anno abbiamo diverse debiti da saldare a conclusione dei lavori effettuati nelle varie chiese. Grazie per ogni dono! Nessuno è incaricato dai sacerdoti a ritirare offerte nelle case. Le offerte per qualunque iniziativa si raccolgono SOLO in chiesa o in ufficio parrocchiale. Il calendario Parrocchiale 2014. Anche quest’anno possiamo portare nelle nostre case il calendario che ci ricorda il nostro appartenere a questa comunità parrocchiale, avere qualche foto della vita trascorsa nelle iniziative proposte e soprattutto gli appuntamenti pastorali dell’anno. Un modo semplice per ricordarsi e ricordare che il tempo, dono di Dio, va anche speso per e con Lui. Ritiralo in parrocchia. “arcoBaleno”: trova dieci minuti per leggere questo giornalino della tua parrocchia. Forse hai tante domande che attendono una risposta, tanti dubbi da chiarire. Dio si serve delle piccole cose, come questo giornalino, per poterti parlare, per aiutarti, per dare significato alla tua vita e sentirti parte di una famiglia più grande: la Parrocchia. Il giornalino ha un costo, ma non ha un prezzo. Ogni contributo dato per esso verrà usato per sostenere le spese di stampa. GRAZIE. Per vivere il Natale cristiano Celebrazioni Novena di Natale da lunedì 16 a lunedì 23 dicembre: ore 16.45 Celebrazione per i ragazzi del catechismo alla Ss. Trinità ore 18.30 nella S. Messa a Ss. Trinità, con il Canto delle Profezie, per giovani e adulti domenica 15 dicembre ore 11.15 S. Messa animata dai bambini della Scuola dell’Infanzia “Elisa Villa” ore 15.00 al Filatoio, riflessione natalizia sulla “Luce di Betlemme” a cura del Masci e scambio degli auguri per tutta la comunità domenica 22 dicembre ore 11.15 Benedizione delle statuine di Gesù Bambino da riporre nei presepi di casa.I ragazzi sono invitati a portarle a Messa Confessioni venerdì 20 ore 20.45 a Ss. Trinità Celebrazione Penitenziale e Confessioni sabato 21 dicembre ore 9.30 – 12.00 e 16.00 – 18.00 a Ss. Trinità Nei giorni imminenti il Natale secondo l’orario affisso nelle chiese. Notte di Natale La S. Messa è celebrata alle ore 24,00 a S. Michele giorno di Natale, mercoledì 25 dicembre L’orario delle Ss. Messe è quello festivo giovedì 26 dicembre, Santo Stefano ore 9,00 S. Messa alla Ss. Trinità martedì 31 dicembre ore 17: Adorazione e “Te Deum” in ringraziamento a Dio per i benefici che ci ha concesso nel 2013. Segue la S. Messa alle ore 18,00 a Ss. Trinità mercoledì 1°gennaio 2014 Festa di Maria, Madre di Dio e 47^ Giornata Mondiale della Pace: “Fraternità, fondamento e via per la pace” Ss. Messe con orario festivo ore 17.15 Ss. Trinità: Preghiera del S. Rosario per la Pace nel mondo lunedì 6 gennaio 2014, Epifania del Signore Orario delle Ss. Messe festivo ore 17,00 Ss. Trinità: Adorazione Eucaristica, Vespri solenni e bacio a Gesù Bambino domenica 12 gennaio, Battesimo del Signore. Festa dei battezzati con benedizione dei bambini Nella S. Messa delle ore 11,15 sono invitati tutti i bambini battezzati nel 2013. inForMaZioni PaStorali orario Ss. MeSSe Feriale Ss. trinità: lunedì e giovedì ore 18,30 martedì, mercoledì e venerdì ore 8,30 sabato e vigilie: ore 18,00 Festivo Ss. trinità: ore 8,30 e 18,00 S. domenico: ore 10,00 S. Michele: ore 11,15 La Ss. Trinità rimane aperta dalle ore 7,45 alle 18,30 conFeSSioni Il parroco si rende disponibile per questo ministero: • tutti i mercoledì: alla Ss. trinità dalle ore 9,00 alle 10,30 • nei giorni festivi durante la Messa quando non celebra • nei giorni feriali su richiesta dopo la Messa • in qualunque momento su richiesta uFFicio Parrocchiale per Ss.Messe, certificati, pratiche, colloqui... dal lunedì al venerdì: ore 9,15 - 12 e ore 15 - 17 al sabato ore 9,15 - 12 il Parroco è presente in Ufficio: mercoledì - giovedì - venerdì ore 19 - 19,30 sabato ore 11 – 12 (celebrazioni permettendo) Per Battesimi, Matrimoni, Sacramenti, nulla osta… contattare o presentarsi dal Parroco in questi giorni e orari. nei giorni festivi e altri orari l’ufficio è chiuSo. Si prega di rispettare l’orario! n.B. Chi desidera avere un colloquio con il parroco può farlo sempre, previo appuntamento, sapendo di fare cosa gradita. il SacraMento del BatteSiMo: - la seconda domenica di ogni mese, secondo il calendario prefissato, alle ore 10 alla Ss. Trinità. - l’ultima domenica del mese, un battesimo durante la Messa delle ore 10,00 (Filatoio) - 11,15 (S. Michele) 18,00 (Ss. Trinità) i genitori che desiderano far battezzare il figlio/a si presentino in ufficio Parrocchiale alla sera dal parroco: mercoledì, giovedì, venerdì ore 19 - 19,30 o sabato ore 11 – 12 e nel primo incontro-colloquio con il Parroco scelgono la data della celebrazione e il cammino di preparazione con la partecipazione alle due sere del corso. Il Parroco è disponibile per incontrare, portare la Comunione Eucaristica e Confessione per Natale agli anziani e agli ammalati che lo desiderano. Avvisare anche per telefono: 011 984 67 20 La parrocchia vive del libero contributo dei fedeli, si ringrazia tutte le famiglie e le persone che in occasione di Ss. Messe, Battesimi, Matrimoni e Funerali hanno lasciato un’offerta per le spese e il mantenimento della parrocchia. Un grazie sincero a chi, con pazienza e cura, provvede alla distribuzione del Giornalino. “arcoBaleno” Supplemento a “Il giornale della comunità” Reg. Trib. To n. 279 del’8.3.1978 Dir. resp. Marco Bonatti via al Castello 6 – 10040 DRUENTO tel. 011 984 67 20 e-mail: parr.druento@diocesi.torino.it sito Parrocchia: www.parrocchiadruento.it Copia distributia gratuitamente. Sono gradite collaborazioni ed offerte. 8 7J B 3PNB " %S VFOU P 50 5FM 5PS U F EFD PS BU F J O QBTU B EJ [VDD IFS P 8FEEJ OH $BL FT $VQD BL FT $BL FQPQT 5PS U F U S BEJ [ J POBM J 1BT U J D D FS J B G S FTD B 1BTU J D D FS J B T FDD B 4BM BU J OJ F TV PS EJ OB[J POF U VU U P RVFM M P D IF EFT J EFS BU F Redazione: Chiara Cozzolongo, Lorena Donadonibus, Bianca Fucci, don Dante Ginestrone, Paola Farina, Antonio Petrucci, Rosario Sardisco, Carlo Solej, Bruno Spampinato, Silvia Varetto, Monica Vietti – Progetto grafico e impaginazione: Daniela Alberti – Stampa: Tipografia commerciale s.r.l. – Venaria Reale – tel. 011 455 38 88
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