Giornalino N 4 - Unità Pastorale di Albinea

UNITA’ PASTORALE DI ALBINEA - MONTERICCO - BORZANO
San Gaetano - Natività B. V. Maria - B. V. di Lourdes - S. Maria Nascente
Ottobre 2014
Anno VII Numero 4
Sommario
Sagra della B. V. del
Rosario
2
Benvenuto don Gigi!
3
Rosario con Radio Maria
3
Domenica 14 settembre: un
immenso abbraccio
4
affettuoso!
Uniti dall’amore
5
Casa protetta di Albinea:
il sogno di tanti diventa
realtà
6
I cristiani in Iraq: 10 anni
di persecuzioni
7
Anniversario di Casa
Betania
8
Di casa in casa: itinerario
2014-15 “Accogliere la
speranza!”
9
4° Corso di formazione per
Ministranti
9
Partono i lavori di consolidamento a Montericco
10
Don Domenico Castellini:
fondatore del Santuario di
Montericco
11
Concelebrazione solenne
inizio ministero di don Gigi 12
Lodesani
CHIESA IN CAMMINO
DON GIGI LODESANI NUOVO PARROCO!
Cominciamo a conoscerlo con una breve intervista
C
arissimo don Gigi, ci stiamo preparando al tuo ingresso come parroco di Albinea, che comprende ora le comunità di Borzano, S. Gaetano, Pieve e
Montericco; e tu come ti stai preparando?
Sono alcuni mesi, da quando il Vescovo
mi ha affidato questo incarico, che cresce in me la consapevolezza di una responsabilità pastorale che domanda una
grande paternità. Ogni volta che si allarga la responsabilità di pastore è chiesto
al cuore di allargarsi per accogliere tante
nuove persone come parte della tua vita.
Allora il modo più semplice che ho
nell'educarmi a questo, è rimanere molto
vicino al Signore, che mi ha chiamato a
dare la vita per Lui e a partecipare alla
Sua paternità.
Mi piacerebbe molto che come nascente
Unità Pastorale ci educassimo fin da
subito a saper vedere ed apprezzare le cose belle, positive, che
ci sono nei fratelli, per crescere
in una comunione vera, fatta di
stima, di riconoscenza e di misericordia.
Sei arrivato ad Albinea cinque anni fa appena ordinato
sacerdote, al tuo primo incarico. Il mandato del Vescovo
era quello di occuparti dei
giovani. Come ti sei trovato?
L'incarico ad Albinea come aiuto alla pastorale giovanile è nato
come conseguenza all'incarico
che già avevo, quello di responsabile della casa di formazione
Ecce Mater che si trova a Borzano, dove ho vissuto fino ad
oggi. Questo mi ha dato la possibilità di vivere insieme ad al(Continua a pagina 2)
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Anno VII
Numero 4
cuni ragazzi che stanno camminando verso il sacerdozio, ed allo stesso tempo di aiutare don Giuseppe nella
pastorale, in particolare coi giovani.
Stare vicino ai ragazzi ed ai giovani è sempre motivo di
grande gioia ed anche di conversione: sono uno specchio reale e veritiero della vita e delle scelte di noi adulti. Ci costringono a non rimanere nostalgici di un passato, piuttosto ci invitano a saper prendere sul serio le
loro domande più vere, in certi casi a fargliele scoprire,
domande che sanno di futuro, di speranza e di felicità.
Tu fai parte di un movimento, il “Familiaris Consortio”; pensi che questa tua appartenenza ti possa
aiutare nel tuo nuovo ministero di parroco?
I movimenti nella Chiesa sono un'espressione della vivacità dello Spirito Santo che nel corso della storia suscita nuovi modi per seguire Cristo. Senza aver incontrato il movimento Familiaris Consortio, non solo non
sarei qui, ma probabilmente non sarei neppure sacerdote, perché è attraverso questa esperienza e questo specifico carisma
che ho incontrato Cristo e mi sono sentito chiamato a
seguirlo. Più nello specifico appartengo alla Comunità
Sacerdotale Familiaris Consortio: un gruppo di sacerdoti che desidera vivere la vita fraterna e l'amicizia come
luogo privilegiato della sequela a Cristo, consapevoli
che per essere uomini di comunione, c'è bisogno di viverla per primi e di educarsi reciprocamente ogni giorno. È un modo anche per vincere quella solitudine e
quell'individualismo che tanto sono facili nel ministero
sacerdotale. Ma è soprattutto segno evangelico per eccellenza: da questo vi riconosceranno che siete miei amici, da come vi amerete gli uni gli altri… Sacerdoti che
si vogliono bene, che vivono una autentica fraternità
sono un dono prezioso per tutta la comunità cristiana.
Sono certo che la vicinanza di tanti amici sacerdoti mi
aiuterà nel mio ministero di parroco, essendo loro già
parte essenziale della mia vocazione.
Succedere a don Giuseppe Bassissi non sarà facile,
hai visto l’affetto che la gente di Albinea gli ha manifestato domenica 14 settembre alla giornata di
saluto "grazie don”.
È certamente più facile succedere ad un sacerdote che
ha lavorato bene per tanti anni ed è stimato, piuttosto
che il contrario. Le difficoltà nascono quando ci sono
Chiesa in cammino
invidie, rivalità, gelosie, ma queste, se ci fossero, andrebbero certamente superate. Una difficoltà vera è
quella di imparare a conoscere tutti, come don Giuseppe è riuscito a fare in tanti anni. La sua vicinanza mi
aiuterà ad affrettare i tempi, ma questi saranno comunque necessari per le relazioni personali. Sono molto
contento dell'affetto che gli è stato dimostrato sia da
parte dalla Comunità parrocchiale che da parte dal Paese. Oltretutto don Giuseppe è stato collaboratore ed
amico di mons. Pietro Margini, quindi esiste tra noi una
parentela spirituale che nasce da lontano!
Ho il desiderio di portare avanti le tante cose belle che
ci sono, di dare continuità a ciò che sta portando frutto,
di stare in ascolto di ciò che il Signore desidera dalla
nostra comunità. Una delle sfide che ci ha lasciato il
Vescovo è quella di imparare a camminare insieme, cercando di valorizzare i doni di tutti, mettendoli a disposizione della comunione.
Pensando alla nostra Comunità quali priorità ti poni nel tuo nuovo incarico di guida?
Desidero tenere come priorità pastorale quella che S.
Giovanni Paolo II indica nell'enciclica post giubilare
Novo Millennio Ineunte: la chiamata universale alla
santità e fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione.
"Occorre promuovere anzitutto una spiritualità di comunione, facendola emergere come principio educativo
in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità.
Spiritualità della comunione significa anzitutto sguardo
del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in
noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che
ci stanno accanto" (NMI 43).
La Parrocchia e l’Unità Pastorale sono espressione sulla
terra della presenza e dell’opera del Signore. Ciascuno
di noi è destinatario del Suo amore, ed è chiamato ad
esserne immagine e trasparenza per i fratelli, nella misura in cui si lascia trasformare lui stesso dall'amore di
Dio.
Grazie don Gigi e buon lavoro!
Intervista a cura di Giuseppe Bigi
SAGRA DELLA B. V. DEL ROSARIO
Domenica 5 Ottobre Sagra della Beata Vergine del Rosario alla Pieve di Albinea
Triduo di preparazione:
 Giovedì e venerdì ore 20.30 s. Messa
 Sabato ore 20.30 Confessione comunitaria
 Domenica 5 ottobre: Ore 9.30 Santa Messa solenne, segue processione accompagnata dalla banda musicale di Albinea
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Anno VII
Numero 4
Chiesa in cammino
BENVENUTO DON GIGI! PARROCO DELL’UNITÀ PASTORALE DI ALBINEA con grande gioia che passo “il testimone” a te, Don Gigi, come guida spirituale
di tutta Albinea.
In questi cinque anni, vissuti insieme , ti abbiamo conosciuto nella tua eccelse qualità, umane
e spirituali; di sacerdote.
Affabile, discreto ed accogliente, ricco di umanità ed accattivante nelle relazioni personali ,
infaticabile nel prodigarti per gli altri specialmente per i ragazzi e i giovani, dotato di un
intelligenza viva, intuitiva e profonda, preparato culturalmente e spiritualmente, guida spirituale, sapiente , particolarmente ricercato dai ragazzi e dai giovani , testimone di una vita sacerdotale esemplare per semplicità , coerenza e
grandi disponibilità verso tutti.
Dopo una straordinaria esperienza educativa
con i ragazzi e giovani, basta ricordare l’ultimo
Grest 2014 con 305 ragazzi, oltre ottanta educatori delle superiore, e un buon numero di
genitori per i servizi vari, poi i campeggi, le particolari esperienze giovanili in Italia ed Europa,
i ritiri spirituali e tutto il cammino formativo,
dei ragazzi e giovani con l’aiuto di un bel gruppo di educatori; ora sei stato chiamato a guidare anche
tutta la comunità che ti accoglie in un grande abbraccio
affettuoso.
Ho la gioia di comunicare a tutti che ti ho indicato al
vescovo come il naturale successore di un cammino
pastorale vissuto insieme e proiettato verso grandi traguardi per il futuro.
Mi faccio da parte, disponibile a tutti i servizi pastorali
che mi verranno richiesti: presso Casa Insieme, una
È
struttura che testimonia un cammino, passo dopo passo, della comunità cristiana Albinetana che vuole condividere con l’amministrazione comunale e con tutte le
famiglie, tutti i cittadini le realtà di bisogno, di richiesta
di aiuto, di tanti che vivono in mezzo a noi , in situazioni di bisogno, seminando gesti di accoglienza di attenzione e di fraternità.
Auguri , Don Gigi!
Don Giuseppe
Rosario con Radio Maria
Mercoledi 22 Ottobre Casa Betania ospiterà Radio Maria che trasmetterà il santo rosario e il vespro dalla Cappella di Casa Betania con questo programma:
dalle 16.45 alle 17.30 S.Rosario con il Santissimo Sacramento esposto, Vespro e benedizione
Eucaristica
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Chiesa in cammino
DOMENICA 14 SETTEMBRE: UN IMMENSO ABBRACCIO AFFETTUOSO!
C
osì ho vissuto la giornata del “ grazie don” organizzata dal consiglio pastorale, sotto la straordinaria regia del diacono Giuseppe Bigi.
Una giornata di emozioni e di commozione; mi avete
regalato la più bella giornata della mia vita! Non solo
per me, ma anche per gli organizzatori; la realtà ha superato il sogno, le aspettative. Un clima di festa e di
gioia condivisa ha contagiato tutti in questa splendida
giornata.
Una S.Messa curata e partecipata con circa 900 presenze; preghiere dei fedeli che mi hanno profondamente
toccato e commosso in un clima di corale preghiera..
Poi il pranzo con 700 persone; pranzo preparato da
volontari della comunità, con competenza e con il cuore; poi è volontari all’opera per le altre iniziative programmate nel pomeriggio : il video della vita vissuta
insieme in questi 47 anni, curato da Giovanni Fulloni,
Maria Simonazzi, Annamaria Fulloni, con la collaborazione di tanti altri; gli schech “dei momenti di vita” ,
con Marco Camorani, Lecesse Davide e Paolo Montanari; splendidi interpreti, con esilaranti batture; ( di vita
vissuta ) e, da ultimo il concerto delle campane curato
da Giorgio Torelli.
Il tutto in un clima di festa, di gioia. Poi gli incontri personali : il grazie commosso di tutti, il desiderio di un
abbraccio “ al mio caro Don “ , la preoccupazione perché io rimanga nella comunità , pur con ruoli diversi ..
Questi i momenti vissuti con voi in questa indimenticabile giornata .. a tutti va il mio grazie più sentito, a chi
ha lavorato e a coloro che hanno voluto esserci … uno
per uno.
Alla chiusura della giornata , ho portato al Signore il
mio grazie e mi sono detto: “ è vero , Gesù, Tu hai detto che doni il cento per uno per chi si dona con il cuore; io ti ringrazio per quello che oggi mi hai donato
nell’affetto della mia comunità “
Mi sono speso senza riserve dal lontano settembre
1967 .. ho anche pianto, in passaggi difficili , con il poco che avevo attorno a me; ma il Signore mi ha pian
piano attorniato di persone che hanno condiviso un
progetto di apertura del cuore a tutti , cercando di attualizzare la preghiera di addio di Gesù , per i discepoli,
nell’ultima cena : “Padre, che siano una cosa sola, come
io e te siamo una cosa sola .. perché il mondo creda che
tu mi hai mandato “
Grazie per i vostri innumerevoli messaggi ; mi aiuteranno a dirvi grazie nella mia preghiera.
Rimarrò con voi, a casa insieme Cervi Luigi ; sentinella
vigile, perché nell’impegno di una comunità che desidera offrire una speciale testimonianza di solidarietà, di
attenzione al fratello in difficoltà , trovi la risposta di
tutti.
Con affetto.
Don Giuseppe
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UNITI DALL'AMORE
D
omenica 14 settembre abbiamo festeggiato il nostro parroco, don Giuseppe Bassissi, che lascia il
proprio incarico dopo 47 anni di servizio. In realtà non
è stata una festa parrocchiale, ma di tutta Albinea: più
di 800 persone hanno desiderato dire la loro riconoscenza e il loro affetto a una persona, che prima ancora
di essere un grande prete è un grande uomo. Tutto in
lui è grande: il suo cuore, la sua fede, la sua umanità.
Per Albinea don Giuseppe è stato, e continuerà a essere, come la lampada evangelica messa "sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa" (Mt 5,15).
Per un giorno, senza alcuna retorica, ci siamo sentiti
membri di una stessa comunità, costruita partendo dalla
fede religiosa, ma ingranditasi fino a comprendere tutti,
credenti o meno, uniti dallo stesso amore per il bene
comune. Siamo stati davvero una famiglia di famiglie, in
cui ognuno ha un posto e chiunque è benvenuto, accolto con piacere e amicizia.
L'atmosfera è stata di gioia commossa e sincera. Chi era
lì c'era col cuore, con affetto riconoscente per chi ha
fatto, in tanti anni, del bene a tutti. Di Gesù si è detto
che "ha fatto bene tutte le cose"; don Giuseppe ha cercato di imitarlo, ha fatto sempre il possibile e talvolta
l'impossibile. Non si è mai stancato di insegnare, soprattutto con l'esempio, com'è importante che una comunità viva in armonia; il che non significa essere tutti,
o sempre, d'accordo, ma rispettarsi reciprocamente anche nella diversità dei punti di vista e delle sensibilità. Il
senso palpabile di comunione che si avvertiva nella fe-
sta di domenica, credo sia stato il ringraziamento migliore che si potesse esprimere.
Il video che ha raccontato la storia di don Giuseppe
Bassissi attraverso le realizzazioni della comunità parrocchiale, ha mostrato come la migliore testimonianza
della fede cristiana siano le opere compiute con amore
per il bene di tutti. Alle tante ricordate, bisogna aggiungere l'Hospice di Montericco, perché è certo che senza
il suo impegno non si sarebbe costruito; certamente
non lì.
E' stato motivo di gioia vedere insieme, vicini, animati
dagli stessi sentimenti, don Giuseppe e don Gigi; il rispetto e l'affetto visibile tra loro devono essere letti come un invito a continuare così, insieme, concordemente. E il lungo applauso con cui la gente ha manifestato
stima e sostegno a entrambi, è stato anche un sincero
ringraziamento a Dio per averli donati a questa parrocchia.
Anche l'organizzazione di tutta la giornata è stata ammirevole, tutto si è svolto in modo lieto e misurato,
permettendo che l'attenzione dei presenti non fosse mai
distratta dal senso vero della festa. E' un vero miracolo
far sedere a pranzo centinaia di persone offrendo un
cibo ottimo, servito con gentilezza e garbo. Tutto è stato impeccabile e giusto. E se è vero che, per ora, dietro
un grande prete non può esserci una grande donna, deve esserci per forza un grande amico, un discepolo, un
figlio putativo, forse un diacono…
Michela Dall'Aglio
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CASA PROTETTA DI ALBINEA,
IL “SOGNO DI TANTI”… DIVENTA REALTÀ
Se un uomo sogna da solo, il sogno resta un sogno,
ma quando tanti uomini sognano la stessa cosa il
sogno diventa realtà”
Mons. Helder Camara
C
ome si fa a costruire una casa protetta per anziani
se le risorse scarseggiano? Si mettono insieme le
forze, si uniscono pubblico e privato per il bene comune. È questo un modello di welfare partecipato e di
azionariato popolare.
Per far fronte alle necessità delle famiglie, Amministrazione Comunale e Parrocchia, hanno creato una società per azioni – Albinea Casa Insieme – e hanno chiesto
il sostegno dell’intera comunità.
Questa, attenta ai bisogni dei più deboli e generosa, sta
contribuendo … Ed ecco! Il “bene comune” verrà inaugurato il prossimo 18 ottobre secondo il programma riportato sotto.
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I CRISTIANI IN IRAQ: 10 ANNI DI PERSECUZIONI
I
l 4 settembre scorso il giornalista e inviato speciale Rodolfo
Casadei ha tenuto all’oratorio Don Bosco di Reggio Emilia
l’interessantissima conferenza dal tema “SIAMO TUTTI NAZARENI: I CRISTIANI PERSEGUITATI IN IRAQ”
il cui audio integrale è disponibile sul sito internet dell’unità pastorale all’indirizzo:
http://www.chiesadialbinea.it/e107_plugins/content/c
ontent.php?content.170
Riportiamo di seguito un suo articolo sull’argomento che riassume
in parte quanto illustrato dal giornalista in quella sera, si tratta
di una testimonianza di grandissima importanza (ndr).
A
Mosul e nelle altre città del paese cadute nelle
mani dei terroristi dello Stato islamico vivono
ancora centinaia di “nazareni” in clandestinità.
Disposti a rischiare il martirio pur di rimanere nella loro
terra. E di non abiurare
La recentissima morte da martire cristiano di Salem
Matti Kourki, il 43 enne di Bartellah, cittadina della piana di Ninive, trucidato dai miliziani dello Stato islamico
per essersi rifiutato di abiurare la sua fede e di convertirsi all’islam, accende un riflettore su due fatti rilevanti
ma poco noti dell’agonia dei cristiani iracheni. Il primo
riguarda la perdurante presenza di centinaia di loro a
Mosul e nelle cittadine della piana di Ninive occupate
dai jihadisti dell’Isil il 7 agosto scorso: mentre la quasi
totalità delle comunità ha abbandonato quei luoghi (si
stima un esodo di 150 mila persone, alle quali ne vanno
aggiunte altrettante di religione yazida), alcuni sono voluti restare. Si tratta per la maggior parte di persone anziane o malate, ma anche di adulti che non intendono
abbandonare le loro proprietà immobiliari, col rischio
di vederle perdute per sempre e, nel caso di Mosul, di
cristiani che già da tempo pagavano una sorta di tassa di
sottomissione a gruppi islamisti radicali diversi dallo
Stato islamico, e che quindi considerano la loro condizione del tutto speciale.
Nell’Iraq settentrionale è molto diffusa l’abitudine di
tenere in casa riserve alimentari per fare fronte a imprevisti, e ciò ha permesso a molti di non mostrarsi in pubblico per settimane. Quando, come nel caso di Salem
Kourki, le riserve di acqua e cibo finiscono, cominciano
i problemi. Secondo la ricostruzione dei fatti resa possibile anche dalla testimonianza di un fratello dell’uomo
che ha trovato riparo nella città di Erbil (testimonianza
raccolta da Sat2000 nel servizio proposto in fondo a
questa pagina), gli uomini armati che lo hanno fermato
a un posto di blocco si sono dichiarati disponibili a fornirgli ciò di cui aveva bisogno a condizione che si convertisse all’islam. Al suo deciso rifiuto avrebbero reagito
Chiesa di Bagdad distrutta da un attentato
prima prendendolo a botte e poi uccidendolo con colpi
di arma da fuoco.
Salem Kourki era un siriaco ortodosso, una Chiesa orientale presente soprattutto in Siria e che in Iraq conta
circa 50 mila fedeli. A Erbil i siriaci ortodossi giunti come profughi a causa degli attacchi di luglio e di agosto
sono in gran parte ospitati nelle pertinenze della chiesa
di Oum el Nour, dedicata a Maria Madre della Luce.
Come gli altri cristiani accolti nei 15 centri che le varie
Chiese hanno organizzato nella capitale regionale del
Kurdistan, si tengono in contatto coi parenti rimasti
nelle località di origine attraverso i telefoni cellulari
(quando quelli dei parenti non sono stati sequestrati,
com’è regola, dallo Stato islamico) o attraverso vicini di
casa, conoscenti o amici musulmani che si muovono
con relativa libertà. L’apprensione per il loro destino
cresce di giorno in giorno, perché man mano che le
scorte di viveri si esauriscono, sono costretti a venire
allo scoperto e a manifestare la propria condizione ai
jihadisti.
Abiurare mai
Il secondo fatto rilevante che il martirio di Salem Matti
Kourki mette in evidenza è l’indisponibilità di quasi tutti cristiani iracheni ad abiurare la propria fede anche
quando vengono sottoposti alle pressioni più forti e alle
minacce più gravi. I casi di cristiani iracheni convertiti
all’islam nel corso dell’ultimo decennio si contano in
poche decine, e spesso si è trattato di conversioni opportunistiche che poi sono state rinnegate non appena i
ricatti che le avevano determinate sono venuti meno. Il
riferimento all’ultimo decennio dipende dal fatto che la
persecuzione contro i cristiani in Iraq è iniziata esattamente dieci anni fa, l’1 agosto del 2004, quando cinque
autobombe esplosero contro altrettante chiese a Ba(Continua a pagina 8)
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ghdad e a Mosul. Contemporaneamente iniziarono i
rapimenti mirati di cristiani, che non sono mai cessati.
Prassi standard dei gruppi jihadisti è quella di proporre
agli ostaggi la conversione all’islam, come riferiscono
tutti coloro che sono stati rilasciati dopo il pagamento
di onerosi riscatti e quanti sono sopravvissuti a sequestri di gruppo spesso conclusisi tragicamente. La conversione non è garanzia automatica di rilascio, ma conduce immediatamente al miglioramento delle condizioni di detenzione: cessano gli abusi fisici, migliora il vitto
e viene restituito un minimo di libertà di movimento.
Tuttavia la quasi totalità dei sequestrati – si tratti di caldei, assiri orientali, siriaci cattolici o ortodossi – si nega
alla conversione e riafferma di fronte ai rapitori la propria identità cristiana. Gli aneddoti circa i cristiani iracheni che hanno rifiutato di abiurare la loro fede in occasione di un sequestro di persona sono numerosi.
Nel 2007 un gruppo di jihadisti fermò un’automobile
all’altezza di Tikrit per rapinare i passeggeri. Dalla presenza di croci, iconcine e rosari si resero conto che si
trattava di cristiani: il conducente era un taxista caldeo
della cittadina di Batnaya che stava trasportando verso
Baghdad due uomini e una donna provenienti dalla
stessa località cristiana della piana di Ninive. I guerriglieri apostrofarono i tre uomini ordinando loro di convertirsi all’islam se volevano avere salva la vita. Questi
rifiutarono, ribadendo il loro buon diritto a vivere come
cristiani in Iraq. La donna, moglie di uno dei tre, fu
mandata libera – ed è lei la fonte di questo racconto –
mentre i tre uomini furono portati via e scomparvero
Chiesa in cammino
nel nulla insieme al taxi.
Nessuna pietà per la sedicenne
Ancora più tragica ed eroica la storia di Surur, ragazza
cristiana caldea di 16 anni di Baghdad, che fu martirizzata per il suo rifiuto di indossare il velo islamico. Era
figlia di un rivenditore di bevande alcoliche che subiva
estorsioni da parte di vari gruppi a cavallo fra criminalità e jihadismo e pagava la “protezione” per non vedere
distrutta la sua attività. Fino a quando la famiglia risiedeva nella Zona Verde della capitale, le condizioni di
sicurezza erano accettabili. Ma dopo essere stata sfrattata dalla casa in affitto dove viveva per fare posto a una
persona legata al primo ministro, aveva dovuto trovarsi
un altro domicilio in un quartiere pieno di problemi. A
scuola gli insegnanti pretendevano che Surur portasse il
velo come le sue compagne musulmane, adducendo i
rischi a cui l’intero istituto sarebbe andato incontro se
non si fosse sottomesso ai diktat degli estremisti. Dopo
molte discussioni Surur aveva cessato di frequentare la
scuola, in attesa di trasferirsi in un altro istituto. Non ne
ebbe il tempo.
Uno dei giorni seguenti, in piena notte un’auto con le
insegne della polizia si fermò davanti a casa sua, ne scesero quattro uomini in divisa che si fecero aprire con
violenza la porta. Segregarono in una stanza i genitori,
un fratello e una sorella di Surur e condussero la ragazza nel locale adiacente, dove la violentarono per un’ora
e alla fine la uccisero tagliandole la gola. La famiglia cercò rifugio a Beirut e gli assassini non furono mai puniti.
Rodolfo Casadei 15 settembre 2014
Anniversario di “Casa Betania”
Mercoledì
Casa Famiglia della Carità
“Betania”
1° Ottobre 2014
Programma
Ore 7.00 S. Messa presieduta da don Giacomo Menozzi (prete novello, per tre anni, da seminarista,
è stato in mezzo a noi)
Ore 8.00 – 19.00 Adorazione Eucaristica per tutta la giornata.
Ore 19.00 Canto del Vespro con meditazione di don Gionatan (prete novello, per tre anni, da
seminarista, è stato in mezzo a noi)
Al termine Benedizione Eucaristica.
(In considerazione dei tanti momenti di Festa di questo periodo nella nostra comunità, si è pensato di soprassedere dal tradizionale rinfresco e di dedicare alla giornata un carattere prettamente di preghiera e in particolare di preghiera per
l’imminente ingresso del nuovo parroco, don Gigi)
Dal mese di Ottobre fino a Pasqua dal
lunedì al venerdì
recita delle lodi alle ore 7.00
Il Sabato ore 19.15 vespro e riflessione sul Vangelo
La domenica ore 19.15 Vespro
I momenti di preghiera in Casa Betania sono aperti a
tutti
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Chiesa in cammino
DI CASA IN CASA: ITINERARIO DI CONDIVISIONE FAMILIARE
ANNO 2014-2015 “ACCOGLIERE LA SPERANZA!”
idanzati, giovani sposi, famiglie e adulti della nostra Unità Pastorale e non solo, “Di casa in casa”
riparte, riprende il cammino!
Quest’anno durante gli incontri comuni mensili ci interrogheremo un po’ sulla speranza, per aiutarci ad aprirci
a lei, anzi a Lui.
“Molto spesso ci sbagliamo in merito a cosa sia la speranza, confondiamo la speranza con l’ottimismo. La speranza è una virtù,
una delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. La speranza
per il cristiano è un’ancora, è un collegamento che ti mantiene in
contatto diretto con l’altra riva dell’oceano che è l’aldilà. Ma la
speranza, ci dice Papa Francesco, è anche un rischio, anzi è prima di tutto un rischio: il rischio di ancorarci alla riva sbagliata.
Infatti tendiamo tutti a crearci una nostra riva, una nostra laguna artificiale, una falsa meta, che non è quella di Gesù, alla quale ci ancoriamo riponendo la speranza in qualcosa di errato, di
troppo comodo”.
Papa Francesco
Per rafforzare i nostri passi sul cammino della speranza
ed evitare di fermarci in lagune artificiali o mirare a false mete ci porremo alcuni interrogativi:
Cos’è la speranza? Perché Gesù Cristo è, dovrebbe o
potrebbe essere la nostra unica Speranza? In che cosa
possiamo sperare? Quando siamo chiamati a sperare
contro ogni speranza? Come una Comunità può dare
speranza e aprire un domani per chi sembra non averlo? Possiamo sperare di costruire un mondo migliore?
Una terra più abitabile ed ospitale? E nel mondo che
verrà possiamo “sperare per tutti”?
Ci incontreremo la Domenica pomeriggio a partire da
Novembre e dopo l’incontro condivideremo la cena
insieme.
A breve sarà disponibile il calendario degli incontri
mensili e delle lectio divine settimanali.
Meditate, pregate, lavorate affinché il vostro cuore
trabocchi d’amore e di speranza…
Colmate le lacune e le debolezze
dovute alle circostanze e alle insufficienze.
Sforzatevi di accendere la fiamma della speranza nel luogo in
cui vivete.
Card. François Xavier Nguyen van Thuân
Chiara Mistrorigo
Ministranti
sabato 8-15-22 e 29 novembre 2014
4° Corso di Formazione per
(chierichetti)
dalle 16.00 alle 18.00
Parrocchia di San Gaetano.
Nelle celebrazioni liturgiche ci sono diversi ruoli. I Ministranti servono la messa
compiendo tutte quelle azioni che la rendono una festa per i cristiani: preparare
l'altare, portare l'incenso, tenere le candele, le torce e cosi via. Fare il ministrante
non è solo servire l'altare ma anche comportarsi secondo il Vangelo del Signore
a scuola, a casa, nello sport; essere di esempio con i compagni e gli amici, insegnando loro con la vita il Vangelo;
compiere buone azioni con le persone più bisognose; insomma avere un comportamento simile all'insegnamento
del Nostro Signore Gesù Cristo. Il ministrante svolge un vero e proprio ministero liturgico così come i lettori, gli
accoliti, i cantori... ma è un compito tutto speciale e originale perché ciascuno nella Chiesa e nella vita è chiamato a
qualcosa di bello.
Le adesioni dei ragazzi/e, di almeno 9 anni, si ricevono entro il 2 novembre.
Referente e info: Beppe Ruocco; e-mail: ministrantialbinea@virgilio.it
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Chiesa in cammino
PARTONO I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO E RESTAURO NELLA
CHIESA PARROCCHIALE - SANTUARIO DI MONTERICCO
C
on lunedì 22 settembre avranno inizio i lavori di consolidamento delle volte e
ripristino pittorico del santuario di
Montericco, approvati dalla Soprintendenza di Bologna e dalla Commissione edilizia di Albinea, con la
posa della gru e l’apertura del cantiere.
Dopo la palificazione nel versante
sud-ovest della chiesa, con 49 micropali, che hanno comportato una
spesa di 50.000 Euro nel 2012, finalmente, espletate le pratiche burocratiche, possiamo partire con i lavori del restauro totale del Santuario.
I lavori previsti sono:
 consolidamento extradossale della volta della navata e della volta
della cappella del Sacro Cuore;
 opere per l’incatenamento delle murature portanti;
 iniezione di consolidamento della muratura della
facciata;
 ripristino di superficie dipinta a faccia a vista;
 restauro pittorico di superfici dipinte, previa rimozione e rifacimento di vecchie stuccature e risarcimento delle lesioni;
 chiusura delle nicchie di ancoraggio delle catene e
ripristino del parametro faccia a vista.
Il costo totale dei lavori ammonta a € 114.273,04 incluso IVA e considerato anche un 10% di imprevisti e spese tecniche. La nostra disponibilità finanziaria non copre tutta la spesa da affrontare; ma i lavori sono necessari.
Come per i lavori del passato, sempre per il Santuario,
facciamo affidamento sull’aiuto delle famiglie di Montericco e di Albinea nonché di tutti gli amici del Santuario. La generosità degli albinetani è sempre stata grande
e ci ha permesso di coprire le spese affrontate. Pur nelle
difficoltà economiche attuali, siamo ancora fiduciosi
sulla possibilità di farcela insieme, perché il Santuario di
Montericco è nel cuore di tutti gli albinetani.
Per i vostri versamenti potete utilizzare la Banca
Popolare dell’Emilia Romagna, filiale di Albinea,
versando sul conto della Parrocchia di Montericco
con la causale “Restauri del Santuario” o consegnando il vostro contributo direttamente al diacono Piacentini Giuseppe.
La ditta che ha vinto l’appalto e la “COESA” di Felina
che ha costruito l’Hospice ed ha lavorato anche a Montericco in chiesa e canonica.
Mettiamo, come sempre, anche questo grosso intervento, sotto la materna protezione di Maria. Ci aiuterà sicuramente.
Da lunedì 22 è aperta solo la cappella del Santissimo
con l’entrata laterale, dal campanile. Verrà sistemata
nella cappella anche una immagine dell’Immacolata di
Lourdes. Da domenica 28 settembre la S.Messa delle
ore 11.30 sarà celebrata nella chiesa vecchia
dell’Hospice.
Don Giuseppe
Unità Pastorale di Albinea - Montericco
www.chiesadialbinea.it
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Anno VII
Numero 4
Chiesa in cammino
DON DOMENICO CASTELLINI: FONDATORE DEL SANTUARIO
DELLA B. V. DI LOURDES A MONTERICCO
NEL CENTENARIO DELLA MORTE
D
on Domenico Castellini, originario di Piolo
di Ligonchio, dove era nato nel 1836, studiò e
diventò sacerdote a Pontremoli. Trasferito
poi alla Curia reggiana insegnò in Seminario. Il 2 aprile
1869 fu eletto parroco della chiesa vecchia di Montericco dove si trasferì con la madre, e due sorelle. Durante
l’arco del suo lungo rettorato (46 anni), con zelo ardentissimo, restaurò la canonica, acquistò un nuovo concerto di campane, procurò un nuovo cimitero. Fabbricò
poi a sue spese la nuova chiesa - anche grazie alla vendita di poderi ceduti dalla cognata - con il sostegno dei conti Tarabini e Tacoli e l’aiuto di
tutti gli albinetani.
Una sorella di Don Domenico che aveva sposato il conte Dalli, una volta rimasta vedova
andò ad abitare con il fratello in canonica. Alla sua morte lasciò in eredità al fratello tre poderi: Scaparra, Chiesa Vecchia e la Russia che
Don Domenico lasciò poi alle suore del Cottolengo. Muore nel 1914 lasciando al nipote
Don Taddeo il governo della parrocchia che
la guiderà per quasi altri 50 anni.
La chiesa nuova di Montericco, in stile romanico lombardo, sorta proprio dove un tempo
esisteva l’antica chiesa di San Martino di Baz-
zano, è il primo santuario in Italia dedicato alla Madonna di Lourdes. Venne solennemente consacrata il 23
aprile 1899 dal vescovo di Guastalla, Mons. Sarti, assistito dal vescovo di Reggio, Mons. Manicardi.
Probabilmente i Castellini, che per secoli hanno vissuto
a Piolo, sono originari delle vallate della Lunigiana. Infatti le prime notizie della famiglia risalgono al 1522
quando Pontremoli riacquistò la sua autonomia di libero comune e uno degli otto provibiri fu un tale Andrea
de Castellinis. Le generazioni si susseguirono fino al
1780 tramandandosi gli stessi nomi da nonno a nipote
come un tempo si usava. E, come spesso si riscontra
nelle famiglie montanare, molti sacerdoti sono usciti dai
Castellini. Si ha notizia di un Basilide Castellini, parroco
a Piolo dal 1848 al 1852. Da un altro Basilide Castellini,
fratello del primo prevosto di Montericco, Don Domenico, nacquero Don Taddeo (secondo prevosto) Antonio e Giampietro. Da quest’ultimo nacque Pellegrino
papà del veterinario Domenico, classe 1928, attualmente residente ad Albinea che avrà solo due figlie di
cui una, Daniela, sposerà il nostro Montanari Pietro.
Con il veterinario Domenico Castellini si estinguerà, gli
auguriamo fra molto tempo, il ceppo dei Castellini da
Piolo, fondatori della basilica dedicata alla B.V. di Lourdes a Montericco che oggi con grande affetto ricordiamo.
Della famiglia, trasferitasi insieme ai loro sacerdoti a
Montericco tra l’Otto e il Novecento, restano alcune
singolari lapidi nel cimitero di Montericco, dalle quali
traspaiono quei sentimenti di singolare religiosità e di
grande amore verso i loro congiunti.
Giuseppe Ligabue
UNITA’ PASTORALE DI ALBINEA - MONTERICCO - BORZANO
San Gaetano - Natività B. V. Maria - B. V. di Lourdes - S. Maria Nascente
"Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla" (Sal 23)
CHIESA PARROCCHIALE DI ALBINEA
Concelebrazione eucaristica
presieduta dal Vescovo
Mons. Massimo Camisasca
per l’inizio solenne del ministero di
Don Gigi Lodesani
parroco della nuova Unità pastorale di
Albinea – Montericco – Borzano
Venerdì 10 ottobre 2014 ore 21.00
Tutta la cittadinanza è invitata
“INCONTRO” - Tariffa Associazioni senza fini di lucro:”POSTE ITALIANE SPA” - alt C/Nord - Inc. Abb. Post. DL353/2003 (conv. In legge L. 27/02/04 n.46)
art.1 comma 2, DCB - Reggio Emilia. Proprietà, amministrazione, direzione, redazione: Parrocchie di VEZZANO, ALBINEA, MONTALTO, LA VECCHIA,
PECORILE, MONTERICCO. Dir. Resp. Don Pietro Pattacini - Con approvazione ecclesiastica. ANNO XXXII N°8 del 27/09/2014