LA GRANDE MUSICA VA SEMPRE A SEGNO

Torino . Auditorium Rai . Concerti 2013 •2014
16°
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La grande mussegno
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e 20.30
ARZO 2014 or
GIOVEDÌ 13 M RZO 2014 ore 20.30
A
VENERDÌ 14 M
Juraj Valčuha direttore
Malin Hartelius soprano
Michelle Breedt mezzosoprano
Coro Maghini
Claudio Chiavazza maestro del coro
Mahler
16
°
GIOVEDÌ 13 M
AR
VENERDÌ 14 M ZO 2014 ore 20.30
ARZO 2014 or
e 20.30
Juraj Valčuha direttore
Malin Hartelius soprano
Michelle Breedt mezzosoprano
Coro Maghini
Claudio Chiavazza maestro del coro
Gustav Mahler (1860 - 1911)
Sinfonia n. 2 in do minore Resurrezione
per soli, coro e orchestra, su testi da Des Knaben Wunderhorn
e da Der Messias di Friedrich Klopstock (1888 - 1895)
Allegro maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck
(Con espressione del tutto seria e solenne)
Andante moderato. Sehr gemächlich
(Molto comodo)
In ruhig fliessender Bewegung
(Con moto tranquillo e scorrevole)
“Urlicht” (Luce primigenia). Sehr feierlich, aber schlicht, Choralmässig
(Molto solenne, ma semplice, come un corale)
Im Tempo des Scherzo, Wild herausfahrend (Selvaggio prorompente) –
Langsam (Lento) – Allegro energico – Langsam – “Aufersteh’n” (Risorgerai).
Langsam. Misterioso
Durata: 1 ora e 26' ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 21 gennaio 2006, Rafael Frühbeck de Burgos,
Elizabeth Norberg-Schulz, Sara Mingardo, Coro Maghini, Claudio Chiavazza
maestro del coro.
Il concerto di giovedì 13 marzo è trasmesso in collegamento diretto su
Rai5 alle ore 20.30 e in streaming audio-video su www.osn.rai.it e su
www.classica.rai.it
La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV di Torino.
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto di venerdì 14 marzo è trasmesso in collegamento diretto su
Radio3 alle ore 20.30 per il programma “Radio3 Suite”.
Gustav Mahler
Sinfonia n. 2 in do minore Resurrezione
Una gestazione lunghissima
Nel giugno del 1888 Gustav Mahler aveva da poco terminato la sua Prima
Sinfonia e lasciato l’incarico di direttore d’orchestra presso lo Stadttheater di
Lipsia; iniziò allora a lavorare intensamente a quello che sarebbe diventato
il primo tempo della Seconda Sinfonia, che intitolò Totenfeier (rito funebre)
e terminò il 10 settembre. Dall’autunno di quell’anno Mahler divenne primo
direttore del Teatro Reale di Budapest. Nel 1891 passò alla direzione del Teatro
di Amburgo, dove richiamò l’interesse di Hans von Bülow, primo marito di
Cosima Wagner e autorevolissimo direttore d’orchestra. Forte della stima
come interprete di cui godeva presso l’anziano maestro, Mahler gli presentò la
partitura della Totenfeier, che lo lasciò piuttosto sconcertato; con queste parole
descrisse in una lettera a un amico la reazione di von Bülow: “Quando gli suonai
la mia Totenfeier fu preso da un terrore nervoso, dichiarò che in confronto al
mio pezzo il Tristan sembrava una sinfonia di Haydn, e si mise a gesticolare
come un matto”. Nel 1892 compose alcuni Lieder su testi tratti da Des Knaben
Wunderhorn (Il corno meraviglioso del fanciullo, antologia di racconti popolari
raccolta all’inizio dell’Ottocento da Achim von Arnim e Clemens Brentano), fra
cui uno intitolato Urlicht (luce primigenia), per voce e pianoforte. Nel 1893 passò
l’estate a Steinbach, sull’Attersee, dedicandosi intensamente alla composizione
della Seconda: entro il mese di luglio portò a termine il secondo tempo, utilizzò
per il terzo movimento la rielaborazione strumentale di un Lied tratto da Des
Knaben Wunderhorn, Des Antonius von Padua Fischpredigt (La predica ai pesci
di Sant’Antonio da Padova) e inserì come quarto movimento l’orchestrazione
del Lied Urlicht. A quel punto Mahler si pose l’annoso problema del finale.
Occorreva dare una conclusione coerente a un percorso sinfonico articolato e
fatto di movimenti molto diversi tra loro. La soluzione arrivò inaspettatamente
durante i funerali di Hans von Bülow, morto al Cairo il 12 febbraio 1894 e sepolto
nei pressi di Amburgo il 29 marzo; nel corso della cerimonia funebre svoltasi
nella Michaeliskirche di Amburgo Mahler ascoltò pagine dalla Passione secondo
Matteo di Bach, dal Requiem tedesco di Brahms, e un coro di voci bianche che
intonò un testo tratto dalla Messias di Friedrich Klopstock. Fu un’autentica
folgorazione: fin da quello stesso pomeriggio Mahler lavorò al finale della
Seconda, che completò a Steinbach il 26 luglio 1894 e finì di strumentare il 18
dicembre dello stesso anno.
I primi tre movimenti furono diretti da Mahler il 4 marzo 1895 a Berlino, senza
successo. La prima esecuzione integrale, il 13 dicembre dello stesso anno,
sempre a Berlino, decretò invece un grande successo di pubblico, nonostante
lo sfavore della critica.
La Sinfonia n. 2 in do minore ebbe una genesi piuttosto lunga e complessa: sei
anni; è un’opera iniziata da un giovane di ventotto anni e terminata da un uomo
di trentaquattro già molto affermato.
Un organico imponente
L’ampia concezione dell’opera si riscontra non solo nella lunga genesi e
nell’eccezionale durata, ma anche nella dilatazione dell’organico: quattro
flauti (anche ottavini), quattro oboi (due anche corni inglesi), cinque clarinetti
(uno anche clarinetto basso), sei corni, sei trombe, quattro tromboni, basso
tuba, due timpanisti, piatti, triangolo, tamburino, grancassa, due tan-tam,
frusta, campane, campanelli, oltre agli archi. Nel finale si aggiungono, fuori
dallo spazio dell’orchestra, quattro corni, quattro trombe, timpani, grancassa,
triangolo e piatti.
I movimento
L’Allegro maestoso, l’originario Totenfeier, si apre con un fremito degli archi,
dato con una violenza tale da far pensare a una lacerazione. A esso si somma
una figura tematica non ben determinata, che procede a bruschi scatti. Dopo
questa impressionante introduzione vengono presentati i temi principali: il primo
è affidato a oboi e corno inglese, che si inseriscono sull’incessante avanzata di
violoncelli e contrabbassi; il secondo è un’oasi di cantabilità lirica che si solleva
sopra le tensioni drammatiche che lo precedono. Torna il fremito iniziale e il
primo tema si muta con grande effetto in una fanfara. L’esposizione si disperde
su un ostinato dei contrabbassi e delle arpe, lasciate sole a emettere rintocchi
vagamente sinistri nel registro grave. Nel complesso edificio musicale dello
sviluppo vengono giustapposti questi con nuovi elementi (un’idea dal carattere
pastorale del corno inglese, un disegno di corale, una marcia), ma su tutto
dominano alcune rovinose e catastrofiche cadute, che mandano in pezzi tutta la
costruzione. La ripresa ripresenta in modo piuttosto condensato tutto il contenuto
dell’esposizione, fino a che un ultimo tracollo, meno imponente dei precedenti (è
come se fosse svuotato di ogni energia interiore) porta alla dissoluzione finale.
Il contrasto drammatico tra i momenti funebri e quelli elegiaci, che risiede nella
fattura piuttosto irregolare della composizione, sembra essere la sostanza più
propria di questo ampio e articolato poema del disfacimento.
II movimento
Con l’Andante moderato il travaglio dell’inizio è sospeso; si apre con la baldanza
pacata di una melodia da Ländler degli archi, che è sostituita, dopo il richiamo
del corno, da un andamento di terzine staccate dall’inflessione più lamentosa.
Torna il Ländler, a cui fa da controcanto una melodia dei violoncelli; irrompono
nuovamente le terzine, e le tensioni presenti nella loro sostanza vengono
amplificate dai richiami degli ottoni e dall’oscura presenza dei timpani. Il
movimento si chiude con una ripresa della serenità iniziale, alleggerita dai
pizzicati degli archi.
III movimento
Il timpano apre con la violenza di un’eruzione il terzo movimento, eliminando
ogni traccia della soavità precedente: si schiude un universo sonoro nuovo,
in cui l’ironia palese non riesce a celare l’orrore sottostante. I violini danno
inizio all’andamento ostinato e incessante che scorre per tutto il pezzo come
un fiume, e che si carica via via di significati diversi, senza trovare mai un
senso al suo svolgersi. Si alternano riflessi sinistri, grotteschi, squilli di fanfare
trionfali, potenze sonore tronfie, ripiegamenti nella dolcezza che sembrano
quasi portare serenità, fino all’approdo a una deflagrazione di proporzioni
inaudite, che interrompe il procedere ossessivo: è il grido d’orrore causato dalla
consapevolezza che questo scorrere, questo eterno ritorno dell’uguale, non
ha un significato. Ma subito riprende l’andare imperterrito: il rifiuto doloroso
dell’uomo non lo può certo fermare. Saranno le cupe vibrazioni “terrestri” delle
percussioni a inghiottire l’incessante e insensato divenire della vita.
Nota Ernesto Napolitano [Bravi! Così si fa!] come in Mahler il corso del mondo
sia simbolizzato da “movimenti sinfonici che ruotano in se stessi come un
perpetuum mobile, esempio tipico lo Scherzo della Seconda sinfonia, il corso
del mondo appare come l’emblema di una identità ottusa e senza speranza.
[…] la vuota attività di quel movimento sinfonico svela il contenuto di illibertà
che è l’altra faccia di un’operosità folle e reificata.”
La predica ai pesci
Il terzo movimento della Seconda Sinfonia è ampiamente basato sulla melodia
del Lied Des Antonius von Padua Fischpredigt (La predica ai pesci di Antonio
da Padova), composto da Mahler nel 1893 su un testo tratto da Des Knaben
Wunderhorn. Nel Lied si narra la vicenda di Antonio da Padova, che, avendo
trovato vuota la chiesa nella quale si reca per recitare il suo sermone, decide di
andare al fiume per rivolgersi ai pesci. Tutte le creature acquatiche emergono
per ascoltarlo; lo applaudono sonoramente, ma appena la predica è terminata
tornano sott’acqua alle loro vecchie abitudini. Nel terzo movimento della Seconda
Sinfonia l’apparizione della melodia del Lied sembra alludere all’impotenza
dell’individuo di fronte all’inerzia di una collettività frenetica, all’annullamento
del potere del singolo in opposizione all’insensibilità delle tendenze collettive. La
figura di Antonio da Padova è il simbolo di un soggetto costretto a subire una
dimensione tragica di fronte alla forza inarrestabile di una collettività.
IV movimento
Con Urlicht fa il suo ingresso la parola; se nel terzo movimento si veniva travolti
dal tumulto del mondo, qui si viene estromessi da esso, e ci si trova in una
dimensione espressiva moderata, ottenuta con mezzi sonori piuttosto semplici.
È come se la musica e la voce del contralto provenissero da lontano, da una
realtà ultramondana. Così, dopo il lacerante grido per l’insensatezza dell’eterno
divenire, la riflessione si fa pacata, e per contrasto ancora più profonda.
Nell’ineluttabile certezza che per l’uomo sarebbe meglio “essere in cielo”, sia
di consolazione l’immensa dolcezza della melodia dell’oboe, che si somma al
canto portandone a compimento il significato.
V movimento
Una scala ascendente in fortissimo di violoncelli e contrabbassi scaraventa
l’ascoltatore nel Finale; la violenza di questo squarcio rimanda all’apertura
della Sinfonia, mentre l’esplosione che lo segue è il grido del terzo movimento:
colmo del medesimo terrore. La situazione sonora si fa piuttosto indefinita
e vanno appena delineandosi i contorni di un tema che sarà quello della
“Resurrezione”. Risuona da lontano il primo appello dei corni, a cui risponde
un progressivo ridestarsi di forze come sopite da tempo. Le note ribattute del
timpano sospendono quest’introduzione e conducono all’esposizione vera e
propria dei temi principali: il primo si apre con una ripresa del motivo del Dies
Irae in forma di corale, che progressivamente prende un tono più affermativo; i
legni espongono un secondo tema che parte indugiando, come levandosi poco
a poco, per poi esaurirsi. Torna il corale, cui si sommano gli appelli degli ottoni,
per giungere a un generale sfavillare delle voci più luminose dell’orchestra, fino
a che le vibrazioni profonde delle percussioni, come provenienti dalle profondità
della terra, inghiottono tutto. Nella prima sezione dello sviluppo il primo tema
viene trasformato in una marcia ossessiva e inesorabile, cui si sommano suoni
di campane e accenni al Dies irae, in una visione apocalittica. Questo edificio
sonoro dai tratti sinistri viene portato quasi al parossismo e fatto precipitare con
un crollo catastrofico. La seconda parte si basa sul secondo tema: prende avvio
con il suo andamento esitante e va espandendosi in un crescendo di dimensioni
inusitate, che raggiunge il culmine in corrispondenza della ripresa. Tornano gli
elementi dell’introduzione in una sospensione irreale; all’appello dei corni e
delle quattro trombe posti fuori dall’orchestra rispondono il flauto e l’ottavino:
ultime voci (suoni) (presenze) dal mondo. In questa dimensione di attesa, in cui
la musica sembra privata del tempo, ecco comparire la voce, come proveniente
da un oltre che si sta rivelando. L’orchestra si anima in un brulicare di fremiti e
aneliti. La ripresa dei temi principali, grazie alla presenza del testo e all’intervento
delle voci, prende la forma di un grande inno che celebra con convinta certezza
la rinascita dopo la morte. “L’esortazione a credere non deriva dalla tranquilla e
umile certezza della fede, ma rivendica redenzione e vita eterna sulla base della
consapevolezza del soggetto del proprio operare terreno”.
La campana del finale
Nel dicembre del 1895 era Anna von Mildenburg la principale destinataria
della corrispondenza di Mahler da Berlino, dove si stava preparando
la prima esecuzione della Seconda Sinfonia. Una curiosa lettera dell’ 8
dicembre racconta le avventure legate al reperimento di una campana
adatta a suonare nel finale della sinfonia; nessuno strumento esistente
riusciva a soddisfare le esigenze di Mahler e solo a mezz’ora di treno
da Berlino, fu trovata l’officina di un fonditore capace di fornire al
compositore quel che gli occorreva. Sino a quel momento il concerto era
rimasto in forse.
Paolo Cairoli e Andrea Malvano
(dagli archivi Rai)
TESTI
Urlicht
Luce primigenia
O Röschen roth!
Der Mensch liegt in größter Noth!
Der Mensch liegt in größter Pein!
Je lieber möcht’ ich im Himmel sein!
Da kam ich auf einen breiten Weg:
da kam ein Engelein und wollt’mich abweisen.
Ach nein! Ich ließ mich nicht abweisen!
Ich bin von Gott und will wieder zu Gott!
Der liebe Gott wird mir ein Lichtchen geben,
wird leuchten mir bis in das ewig selig Leben!
O rosellina rossa!
L’uomo giace in enorme angoscia!
L’uomo giace in enorme pena!
Tanto più volentieri me ne starei in cielo!
Là arrivai per un largo sentiero:
là arrivò un angioletto a scacciarmi.
Ah, no! Non mi lascio scacciare!
Vengo da Dio e voglio tornare a Dio!
Il buon Dio mi darà una lucina,
che mi farà luce fino alla beata vita eterna!
(da Des Knaben Wunderhorn)
Aufersteh'n
Risorgerai
Aufersteh’n, ja aufersteh’n
wirst du, mein Staub, nach kurzer Ruh!
Unsterblich Leben! Unsterblich Leben
wird der dich rief dir geben.
Wieder aufzublüh’n wirst du gesät!
Der Herr der Ernte geht und sammelt Garben
uns ein, die starben.
O glaube, mein Herz, o glaube:
es geht dir nichts verloren!
Dein ist, ja dein,
was du gesehnt!
Dein, was du geliebt, was du gestritten!
O glaube: du wardst nicht umsonst geboren!
Hast nicht umsonst gelebt, gelitten!
Was entstanden ist, das muß vergehen!
Was vergangen, auferstehen!
Hör’ auf zu beben!
Bereite dich zu leben!
O Schmerz! Du Alldurchdringer!
Dir bin ich entrungen!
Risorgerai, sì, risorgerai
tu, mio cenere, dopo breve riposo!
Immortale vita! Immortale vita
chi ti ha chiamato ti darà.
Di nuovo rifiorirai, tu che fosti seminato!
Il signore delle messi va raccogliendo in covoni
noi, i mortali.
Oh credi, mio cuore, oh, credi:
di te niente va perduto!|
Tuo è, sì, tuo,
ciò che bramasti!
Tuo, ciò che amasti, ciò per cui lottasti!
Oh, credi: non invano nascesti!
Non invano hai vissuto, sofferto!
Ciò che è stato deve passare!
Ciò che è passato deve risorgere.
Smetti di tremare!
Preparati a vivere!
O dolore! Tu che tutti penetri!
A te sono scampato!
O Tod! Du Allbezwinger!
Nun bist du bezwungen!
Mit Flügeln, die ich mir errungen,
in heißem Liebesstreben
werd’ich entschweben
zum Licht, zu dem kein Aug’ gedrungen.
Sterben werd’ich um zu leben.
Aufersteh’n, ja aufersteh’n
wirst du, mein Herz, in einem Nu!
Was du geschlagen
zu Gott wird es dich tragen!
O morte! Tu che tutti sopraffai!
Ora sei tu sopraffatta!!
Con ali da me conquistate,
in ardente slancio d'amore
m'innalzerò,
alla luce che mai occhio penetrò.
Morirò per vivere.
Risorgerai, sì, risorgerai,
tu, mio cuore, in un istante!
Ciò che hai sconfitto
a Dio ti condurrà.
(da Friedrich Gottlieb Klopstock,
Der Messias)
traduzione di Daniele Spini
Juraj Valcuha
Juraj Valčuha è Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2009.
Nato nel 1976 a Bratislava, vi studia composizione e direzione per poi proseguire
a San Pietroburgo con Ilya Musin e a Parigi.
Nel 2006 debutta con l’Orchestre National de France e al Comunale di Bologna
con La bohème. Seguono inviti dalle maggiori compagini internazionali quali
Münchner Philharmoniker, Philharmonia di Londra, Filarmonica di Oslo, DSO di
Berlino, Gewandhaus di Lipsia, Orchestra della Radio Svedese, Staatskapelle di
Dresda, Pittsburgh Symphony, Los Angeles Philharmonic e National Symphony di
Washington. Nel 2011 e 2012 debutta con la Filarmonica di Berlino, l´Orchestra
del Concertgebouw di Amsterdam, la Boston Symphony e torna a dirigere la
Pittsburgh Symphony, i Münchner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda e
la Philharmonia. Dirige una nuova produzione di Bohème alla Fenice di Venezia,
le Orchestre del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Accademia di Santa Cecilia.
Con l´OSN Rai effettua una tournée al Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di
Berlino, e nella stagione di Abu Dhabi Classics.
Nella stagione 2012/2013 ha debuttato con la New York Philharmonic, la
Filarmonica della Scala e la San Francisco Symphony. Ha ritrovato i Münchner
Philharmoniker, l’Orchestre de Paris, l’Orchestra del Comunale di Bologna,
l´Orchestra del Comunale di Firenze, la National Symphony a Washington e la
Philharmonia di Londra.
L´inizo della stagione 2013/2014 lo ha visto impegnato in tournée con l´OSN Rai al
Festival Enescu di Bucarest, a Verona e a Rimini e con l´Orchestra dell´Accademia di
Santa Cecilia al Festival di Bratislava. Torna sul podio di Münchner Philharmoniker,
Philharmonia, Pittsburgh Symphony, Orchestre della Radio NDR di Amburgo,
della Radio WDR di Colonia, della Radio Svedese a Stoccolma e della NHK a Tokyo.
In Italia ritrova le Orchestre del Teatro di San Carlo di Napoli e del Comunale di
Bologna. Dirige Madama Butterfly al Comunale di Firenze e L´amore delle tre
melarance di Prokof’ev al Maggio Musicale Fiorentino nel 2014.
MALIN HARTELIUS
Il soprano svedese ha studiato a Vienna con Margarethe Bence e ha iniziato la carriera
come membro dell’Opera di Stato. Ha lavorato nell’ensemble dell’Opera di Zurigo fino
al 2012. Dal 2011, dopo Il re pastore di Mozart a Zurigo, è considerata tra le migliori
cantanti mozartiane. Ha debuttato come Adina ne L’elisir d’amore a Francoforte e come
Blondchen ne Il ratto dal Serraglio, diretta da Minkowski, al Festival di Salisburgo.
Apprezzati i debutti a Zurigo come Contessa (Le nozze di Figaro) e Fiordiligi (Così fan
tutte) e in Alfonso und Estrella di Schubert diretta da Harnoncourt. È tornata a Salisburgo
nei ruoli di Dircé (Medea di Cherubini), Rosina (La finta semplice) e in Das Labyrinth
di von Winters. Tra i successi recenti, il debutto come Leïla (Les Pêcheures de perles) a
Zurigo, il ritorno alla Staatsoper di Vienna in Donna Elvira (Don Giovanni) e la Contessa.
A Cleveland e a Zurigo ha cantato nella trilogia Mozart-Da Ponte diretta da WelserMöst. Ha collaborato con direttori quali Bolton, Chailly, Christie, Fischer, Gardiner,
Harnoncourt, Haselböck, Jansons, Jordan e con la Filarmonica di Vienna, l’Orchestra del
Royal Concertgebouw di Amsterdam, la Gewandhausorchester di Lipsia, la TonhalleOrchester di Zurigo, l’Accademia di Santa Cecilia, la Philharmonia Orchestra, l’Orchestra
della Radio della Baviera, la London Symphony e la Cleveland Orchestra. In concerto
ha cantato nella Sinfonia n. 4 di Mahler e nel Messiah di Haendel a Salisburgo, in Ein
deutsches Requiem di Brahms, nella Messa in Do bemolle di Mozart, ne Le stagioni e La
creazione di Haydn e nella Nona di Beethoven con Chailly. Ha debuttato ne La clemenza
di Tito in tournée con la Deutsche Kammerphilharmonie diretta da Langrée, che l’ha
invitata a Salisburgo per il Requiem di Mozart. I successi del 2013-14 includono Sale
su musiche di Haendel a Zurigo, Donna Elvira a Vienna, Rosalinde in Die Fledermaus
di Strauss con Mehta e il debutto come Donna Anna a Palermo. Canterà in Orfeo ed
Euridice di Gluck in Francia e a Salisburgo e nell’Ottava di Mahler a Milano, nella Messa
in mi bemolle di Schubert con l’Orchestra della Radio della Baviera a Monaco e nella
Seconda di Mahler al Musikverein di Vienna. Tra i DVD si citano Il ritorno d’Ulisse in
patria, Der Rosenkavalier, Hänsel und Gretel, Così fan tutte, Die Zauberflöte, Le nozze di
Figaro, Il ratto dal Serraglio, Idomeneo e La finta semplice. Può essere ascoltata ne Il
sogno di Scipione, nella Messa in do minore di Mozart e nella Harmoniemesse di Haydn.
Nel 2010 è stata onorata del premio dell’Ordine delle Lettere e delle Arti.
MICHELLE BREEDT
Ha iniziato la carriera a Colonia, prima di entrare allo Staatstheater Braunschweig
dove ha cantato ruoli, anche rari, quali Diana/Giove (La Calisto di Cavalli), Anna (I
sette peccati capitali di Weill), e Melisande in una produzione per la regia di
Brigitte Fassbaender, con cui Michelle Breed ha collaborato in Der Rosenkavalier
(Octavian), Werther (Charlotte), Carmen, Tristano e Isotta (Brangania) e in Les Troyens.
Lavora regolarmente con la Semperoper di Dresda, lo Staatstheater di Amburgo,
la Deutsche Oper di Berlino, l’Opéra di Parigi, Amsterdam, Lisbona, Barcellona,
Madrid, Tokyo e Hong Kong. Ha cantato nella prima mondiale di The Passenger di
Weinberg a Bregenz nel 2010, poi a Londra.
Nel 2000 ha debuttato al festival di Bayreuth come Magdalene (Die Meistersinger
von Nürnberg) diretta da Christian Thielemann, dove torna quasi ogni anno per
Fricka (La Valchiria) e Brangania (Tristano e Isotta). Nell’estate 2012 ha debuttato
con successo Venus in Tannhäuser. È spesso ospite del Festival di Salisburgo e
collabora specialmente con la Staatsoper di Vienna (dove ha vinto la medaglia
“Eberhard Wächter”) e con Zurigo, nei ruoli favoriti come Octavian, Brangania e
Adalgisa.
In recital e in concerto la si può ascoltare al Festival Schubertiade in Austria,
alla Wigmore Hall di Londra, alla Carnegie Hall di New York, alla Philharmonie
e Schauspielhaus di Berlino e alla Konzerthaus e al Musikverein di Vienna.Lavora
con direttori d’orchestra quali Gerd Albrecht, Christoph von Dohnányi, Nikolaus
Harnoncourt, Mariss Jansons, Marek Janowski, Seiji Ozawa, Sir Simon Rattle,
Peter Schneider, Jeffrey Tate, Christian Thielemann, Andrés Orozco-Estrada e Franz
Welser-Möst.
Michelle Breedt ha all’attivo numerosi CD e DVD. Il suo recital "Shakespeare
Inspired" ha vinto il Premio della Critica Tedesca e le 5 stelle dalla Diapason.
È stato recentemente pubblicato il suo secondo disco di recital "SchubertJahreszeiten".
CORO MAGHINI
Intitolato a una delle figure più significative della vita musicale di Torino - Ruggero
Maghini, direttore del Coro Rai dal 1950 per oltre vent’anni – il Coro Maghini si è
costituito nel giugno 1995 in occasione di una produzione con l’ Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai; da allora ha collaborato più volte con la stessa orchestra
affrontando le pagine più significative del repertorio sinfonico-corale tra le quali
spiccano la Messa in si minore, le due Passioni e il Magnificat di Bach, la Messa in do
minore e il Requiem di Mozart, la Missa Solemnis e la Nona Sinfonia di Beethoven, il
Te Deum e il Requiem di Verdi, le opere sinfonico-corali di Brahms, Peer Gynt di Grieg,
La vida breve di De Falla, Porgy and Bess di Gershwin. Nel gennaio 2006, in occasione
del Concerto inaugurale del restaurato Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino,
ha preso parte all’esecuzione della Seconda Sinfonia di Mahler sotto la direzione
di Rafael Frühbeck de Burgos. Nel marzo 2008 ha partecipato alla “47ª Semana de
Musica Religiosa” di Cuenca (Spagna) con l’esecuzione del War Requiem di Britten
e della Messa da Requiem di Verdi. Più recentemente, sempre a con l’OSN Rai, ha
cantato La Creazione di Haydn (a fianco del Coro della Radio Svedese) e Il Messia
di Haendel. Nel mese ottobre 2012 ha collaborato con il Teatro Regio di Torino per
l’allestimento di Der Fliegende Holländer di Wagner. Dal qualche anno collabora
stabilmente anche con l’Academia Montis Regalis con la quale ha realizzato numerosi
progetti concertistici nell’ambito delle stagioni dell’ Unione Musicale di Torino, della
Società del Quartetto di Milano, ha partecipato alla “50ª Settimana Internazionale
di Musica Sacra” di Monreale, al Festival di Musica Antica di Bruges. Negli ultimi tre
anni è stato invitato all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik dove nel 2013 ha
preso parte all’allestimento de La clemenza di Tito di Mozart. Accanto alla produzione
con orchestra il Coro Maghini ha affrontato una buona parte del più significativo
repertorio per coro a cappella, dal barocco alla musica contemporanea. A fianco del
Coro è sorta nel 2005 l’Accademia Maghini, la cui attività istituzionale è indirizzata
prevalentemente alla formazione vocale dei coristi, sia amatoriali che professionisti,
e all’organizzazione di eventi quali la rassegna "Musica nei luoghi dello spirito".
Collaborano alla preparazione del coro i pianisti Chiara Marcolongo e Valter Protto ed
il maestro assistente Elena Camoletto.
CLAUDIO CHIAVAZZA
Ha studiato presso il Conservatorio di Torino diplomandosi in Clarinetto, Musica
Corale e Direzione di coro. Si è poi perfezionato in direzione corale con Peter
Erdei presso l’“Istituto Kodály” di Kecskemét in Ungheria; in qualità di direttore
ha tenuto concerti in Italia, Austria, Belgio, Ungheria, Francia, Svizzera, Grecia,
Repubblica Ceca, Ex Yugoslavia, affrontando un repertorio che spazia dal canto
gregoriano alla polifonia vocale contemporanea con diverse prime esecuzioni.
Fin dalla sua fondazione, è direttore del Coro Maghini con cui ha affrontato
le più importanti pagine del repertorio sinfonico-corale, collaborando con
direttori quali Rafael Frühbeck De Burgos, Yuri Ahronovitch, Kirill Petrenko,
Gerd Albrecht, Kristian Järvi, Serge Baudo, Simon Preston, Jeffrey Tate, Juanio
Mena, Gianandrea Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Christopher
Hogwood, Robert King, Ottavio Dantone, Alessandro De Marchi. Alterna
all'intenso lavoro con tale formazione, l’insegnamento presso il Conservatorio
di Torino, la promozione di eventi corali e l’organizzazione di iniziative volte alla
diffusione della cultura musicale e del canto corale. Ha diretto diversi complessi
partecipando ad importanti festival quali MiTo-Settembre Musica e Tempus
Paschale di Torino, Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale,
Armoniche Fantasie, Musica Recercata di Genova, Festival dei Saraceni, Festival
Musicale della Via Francigena, Les Baroquiales di Sospel, Musique Sacrée en
Avignon, MA Festival di Brugge, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik.
Oltre a importanti produzioni tra cui spiccano il Vespro della Beata Vergine di
Monteverdi e Dido & Aeneas di Purcell, ha realizzato diversi progetti di ricerca
in collaborazione con l’“Istituto per i Beni Musicali in Piemonte”, prime incisioni
di musiche inedite di G. Battista Fergusio, Filippo Albini, Sigismondo D’India,
Francesco Durante, Alessandro e Domenico Scarlatti per le case discografiche
“Opus 111”, “Stradivarius” e “Sarx Record”.
CORO MAGHINI
partecipano al concerto
SOPRANI
VIOLINI PRIMI
Albanese Chiara, Bonomo Martina, Brance Laura, Branciaroli Elena, Briatore Eleonora,
Calcagno Maria Grazia, Camoletto Cristina, Chebreab Sonia Tedla, Crisponi Barbara,
Fontana Antonella, Foti Alessandra, Gariglio Stefania, Giua Roberta, Kuprina Nadia,
Lamarca Lea, Lazzaro Chiara, Lecca Francesca, Martin Sveva, Nesci Teresa, Piroli Anna, Prot Silvia,
Roggero Paola, Rubinetto Cristina, Selva Karin, Stornello Arianna, Sugiura Nozomi
*Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Irene Cardo, Claudio Cavalli,
Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Lynn Westerberg,
Aldo Cicchini, Claudia Curri, Corinne Curtaz, Valeria Nasushkina, Efix Puleo, Carola Zosi.
CONTRALTI
Appendino Sabrina, Beatini Giulia, Bessi Anna, Bonavita Fabrizia, Brizzolari Elisa,
Camoletto Elena, Capra Veruska, Cattaneo Manuela, Cialdella Paola, Di Pietro Isabella,
Grosso Luisa, Longobardi Chiara, Mazzoni Annalisa, Ninghetto Monica, Novarino Vittoria,
Porretti Margherita, Skvortzova Svetlana, Streubuehr Christine, Tonietto Monica, Zatti Andreina
TENORI
Baudino Alessandro, Bottalico Pasquale, Cerreto Gianfranco, Chiavazza Piergiorgio,
Cicero Giancarlo, Concato Michele, Dalena Maurizio, Dellacasa Luca, Gambarino Stefano,
Giordana Diego, Grasso Claudio, Lombardi Massimo, Nasali Fabrizio, Margutti Corrado,
Parachinetto Renato, Peterson Phillip, Pibernat Carlos, Popolani Adriano, Ravera Michele,
Santesson Mats, Tozzi Mario, Vernassa Roberto
BASSI
Alcamo Sergio, Bertalmio Riccardo, Bouchard Daniele, Bovina Riccardo, Causin Diego,
Coppo Francesco, Costamagna Cesare, Elia Stefano, Fava Luciano, Gugliermetto Sandro,
Jacod Andrea, Marchisella Cristiano, Milanesio Marco, Numico Pietro, Penso Mauro,
Previato Dario, Ribechi Dario, Roatta Silvestro, Saccardin Marco, Sarotto Samuele,
Stefanelli Alfredo, Tento Mario
VIOLINI SECONDI
*Paolo Giolo, Valentina Busso, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli,
Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Enxhi Nini, Vincenzo Prota, Francesco Sanna,
Isabella Tarchetti, Alessandra Génot, Davide Gibellato, Vladimir Mari Lyn.
VIOLE
*Ula Ulijona, Geri Brown, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris,
Alberto Giolo, Margherita Sarchini, Martina Anselmo, Andrea Arcelli, Claudia Brancaccio,
Daniele Guerci, Davide Ortalli.
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Stefano Blanc,
Pietro Di Somma, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Livia Rotondi.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, Silvio Albesiano, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli,
Virgilio Sarro, Roberto Bevilacqua, Vincenzo Antonio Venneri.
FLAUTI e OTTAVINI
*Marco Jorino, Fiorella Andriani, Paolo Fratini, Carlo Bosticco.
OBOI
*Carlo Romano, Sandro Mastrangeli, Franco Tangari, Tersa Vicentini.
CORNI INGLESI
Franco Tangari, Teresa Vicentini.
CLARINETTI
*Cesare Coggi, Graziano Mancini, Salvatore Passalacqua, Davide Argentiero.
CLARINETTI PICCOLI
Franco Da Ronco, Davide Argentiero.
CLARINETTO BASSO
Salvatore Passalacqua
FAGOTTI
*Elvio Di Martino, Cristian Crevena, Bruno Giudice, Sabrina Pirola.
CONTROFAGOTTI
Bruno Giudice, Sabrina Pirola.
CORNI
*Stefano Aprile, *Corrado Saglietti, *Ettore Bongiovanni, Marco Panella, Valerio Maini,
Emilio Mencoboni, Bruno Tornato, Marco Tosello, Enrico Bellati, Rosario Pruiti.
CORNI IN LONTANANZA
*Ettore Bongiovanni, Valerio Maini, Enrico Bellati, Rosario Pruiti.
TROMBE
*Marco Braito, *Roberto Rossi, Ercole Ceretta, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini,
Emanuele Casieri, Luca Cognigni, Stefano Flaibani, Valerio Panzolato, Gianluigi Petrarulo.
TROMBE IN LONTANANZA
*Roberto Rossi, Luca Cognigni, Gianluigi Petrarulo, Valerio Panzolato.
TROMBONI
*Enzo Turriziani, Devid Ceste.
TROMBONI BASSI
Gianfranco Marchesi, Antonello Mazzucco.
TUBA
Daryl Smith
TIMPANI
*Claudio Romano, Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto.
PERCUSSIONI
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a informazioni@amiciosnrai.it.
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure il martedì e il
giovedì dalle 10 alle 12, telefonando al 335 6944539.
Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Luca Bleu, Claudio Scolari.
TIMPANI e PERCUSSIONI IN LONTANANZA
*Biagio Carlomagno, Sergio Meola.
ARPE
*Margherita Bassani, Donata Mattei.
ORGANO
*Luca Benedicti
*prime parti ° concertini
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo
gentilmente a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
20°
Si informa il gentile pubblico che a causa di sopravvenuti impegni fuori sede
dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il concerto di mercoledì 16 aprile
2014 (turno blu), sarà spostato a venerdì 18 aprile 2014. L'orario resta invariato.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2013/14 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
17
°
GIOVEDÌ 20 M
AR
VENERDÌ 21 M ZO 2014 ore 20.30
ARZO 2014 or
e 20.30
John Axelrod direttore
Viktor Tretiakov violino
Yuri Bashmet viola
Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore KV 364 (320d)
per violino, viola e orchestra
Dmitrij Šostakovič
Sinfonia n. 7 in do maggiore op. 60 Leningrado
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
biglietteria.osn@rai.it - www.osn.rai.it