UCD News - Ufficio Catechistico Diocesano Bologna

UCD News
Anno1, Numero 1
Gennaio 2014
Benvenuti in UCD News !
Sommario:
Benvenuti in
UCD News!
1
La catechesi vista
dai Vicariati
2
Non siate come
statue da museo!
3
Catechesi e arte:
comunicare con la
bellezza
5
Speciale Evangelii
Gaudium
6
UCD News nasce per
essere uno strumento di
collegamento tra parrocchie, vicariati, zone pastorali, movimenti e associazioni,
catechisti,
educatori ed evangelizzatori, nello spirito di
comunione che ci unisce alla Chiesa diocesana che è in Bologna.
Vuole essere uno strumento agile, alla portata
di tutti, per contribuire
a ridurre la distanza e
aumentare la conoscenza tra tutti gli operatori
pastorali della nostra
diocesi e per offrire
qualche spunto in più
per la formazione e il
servizio pastorale.
formativo per avvisi e
proposte, pur rimanendo
attiva per questo servizio specifico la mailing
list informativa che già
conoscete.
Con cadenza quadrimestrale riporterà fatti ed
avvenimenti, interviste,
opinioni, rubriche che
interessano gli ambiti
della vita pastorale,
dell’annuncio e del l’evangelizzazione; servirà
anche come foglio in-
Desideriamo che sentiate vostro UCD News;
per questo chiediamo
che non vi limitiate a
leggerlo ma collaboriate
a costruirlo facendoci
pervenire anche vostri
contributi.
INCONTRO CON I REFERENTI PARROCCHIALI DELLA CATECHESI
Domenica 26 gennaio 2014 ore 16 in Seminario
PRESENTAZIONE DELL’EVANGELII GAUDIUM
Mons. Lino Goriup capitoli. 1 e 2: La trasformazione missionaria della
Chiesa nella crisi dell’impegno comunitario
Marcello Musacchi cap. 3: L’annuncio del Vangelo
Pietro Mattioli cap. 4: La dimensione sociale dell’evangelizzazione
Mons. Roberto Macciantelli Evangelizzare nella corresponsabilità
sono invitati anche i componenti dei gruppi vicariali di lavoro
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UCD News
La catechesi vista dai Vicariati
intervista a Roberto Ansaloni – referente vicariato di Bazzano
Come vedi la catechesi di oggi?
Quali difficoltà vedi nei vari ambiti della catechesi stessa: fanciulli, giovani, adulti, famiglie…
La difficoltà principale consista nel
riuscire a proporre un percorso catechistico in sintonia con la vita reale
dei ragazzi e delle loro famiglie.
Non possiamo più presupporre la presenza della fede all’interno delle famiglie. Dobbiamo essere grati ai genitori
che desiderano che i ragazzi siano formati alla vita cristiana, ma in molti
casi è un’adesione tradizionale, non
voler interrompere una consuetudine
stabilitasi nel tempo e seguita dalla
maggior parte dei compagni di scuola
Siamo spesso di fronte al contrasto tra
lo stile di vita cristiano al quale chiedono siano formati i ragazzi e la vita
che poi i ragazzi incontrano nel quotidiano delle loro famiglie.
Non deve stupire che, una volta terminato il periodo necessario per conseguire un “certificato di cristianità”, né
le famiglie, né i ragazzi sentano il desiderio di proseguire il cammino cristiano. Spesso la celebrazione della
Cresima coincide con la fine della
vita parrocchiale.
Nella mia parrocchia, dai circa
50 bambini del gruppo di partenza si arriva ai 4-5 ragazzi interessati ad iniziare un percorso
dopo la Cresima, dei quali forse
soltanto 1 o 2 restano negli anni
successivi.
La difficoltà maggiore sta nell’adattare il nostro modo di fare
catechismo alla situazione sociale e religiosa del momento.
Mancando continuità, i gruppi di giovani finiscono spesso per disgregarsi e
la catechesi per adulti, piuttosto che la
prosecuzione naturale di un percorso,
diventa un nuovo, faticoso, inizio.
Come accoglie la catechesi le nuove esigenze, e risponde alle nuove
domande e situazioni del nostro
tempo?
Certamente è compito della catechesi
adattarsi alle nuove situazioni del
nostro tempo. Ci rendiamo conto di
come il modo tradizionale di impostare
la catechesi e la celebrazione dei sacramenti non sia più adatto alla situazione attuale.
Si parla di “nuova evangelizzazione” e
diverse proposte interessanti sono
state avanzate e sperimentate, ed una
nuova sensibilità è presente tra i catechisti, ma non hanno ancora incontrato una diffusione adeguata e devono
superare le resistenze di parroci e catechisti legati ad un modello tradizionale di catechesi.
Direi che sappiamo diagnosticare molto bene il problema ma incontriamo
grosse difficoltà come Chiesa a mettere in atto i cambiamenti necessari per
affrontarlo.
Viste le difficoltà strutturali, spesso si
cercano di introdurre piccoli cambiamenti, applicando quelle nuove modalità di catechesi più adatte al contesto,
però ricordano il tentativo di versare
vino nuovo in otri vecchi, quando invece avremmo grande bisogno di otri
nuovi.
Resta sempre la necessità di saper
accogliere, con gratitudine e amore, i
ragazzi e i genitori che incontriamo ed
accompagnarli al meglio delle nostre
Adattare il nostro modo di
fare catechismo alla
situazione sociale e religiosa
del momento
possibilità nel loro percorso.
Nel documento dell’Ufficio Catechistico Nazionale “La formazione dei catechisti nella comunità cristiana” (2006),
nei n. 19-33, sono elencate in maniera
chiara le competenze e le abilità richieste ai catechisti: competenza relazionale, capacità di annuncio e di narrazione, capacità di educare a leggere i
segni di Dio, capacità di introdurre
nella vita della comunità. Al n.21, si
dice che il catechista deve essere: testimone esemplare, amico dei fanciulli,
maestro in grado di trasmettere la
Parola con un linguaggio comprensibile, educatore, costruttore di comunione.
Quali caratteristiche ritieni fondamentali per un catechistaeducatore? E di conseguenza quale
tipo di formazione?
Il catechista “superman” insomma...
tuttavia non erano così gli stessi
“catechisti” che Gesù si era scelto, o
almeno così pare: piuttosto erano litigiosi, incostanti, spesso non lo capivano, volevano primeggiare, però, quasi
tutti, lo seguivano e lo amavano.
Noi, se fossimo stati al posto di Gesù,
avremmo fatto un bel bando di concorso per scegliere i migliori, quelli con le
qualità adatte, magari le stesse dell’elenco citato.
Se Gesù non ha fatto in questo modo,
penso che nemmeno noi dobbiamo
pretendere tutte queste qualità nei
nostri catechisti.
Credo che la caratteristica fondamentale da ricercare in un catechista sia
la sua vicinanza a Gesù, la sua partecipazione alla vita della comunità, la
sua fede e la sua disponibilità a mettersi in gioco e a crescere.
Quindi la formazione deve mirare non
tanto a insegnare tecniche per diventare catechisti perfetti ma piuttosto cercare di formare cristiani migliori.
Sul piano dell’evangelizzazione si vede oggi la necessità di raggiungere gli adulti.
Quali possibilità concrete
vedi?
Credo sia importante accogliere
l’invito del papa Benedetto
quando chiede un “impegno per la
riscoperta e lo studio dei contenuti
fondamentali della fede che trovano
nel Catechismo della Chiesa Cattolica
la loro sintesi sistematica e organica” (Porta Fidei, 11).
Temo di non avere idee particolarmente originali da proporre: oltre ad una
catechesi sistematica rivolta agli adulti più vicini, dovremmo coinvolgere
anche i genitori dei ragazzi del catechismo in un percorso formativo, magari meno intenso, ma che li renda
consapevoli del cammino dei propri
figli.
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Non siate come statue da museo!
Il congresso internazionale sulla catechesi a Roma
Roma—
—settembre 2013
A settembre, tutti pronti per partire
per Roma. Avevamo capito che era
un'opportunità da non perdere. Il
congresso internazionale di catechesi
ci stava aspettando. Un appuntamento carico di aspettative anche
perché ci avevano detto che il papa
sarebbe venuto a trovarci. Ci sentivamo molto onorati! 50 delegazioni
provenienti da tutto il mondo sono
state calorosamente accolte da Monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione
della Nuova Evangelizzazione.
Un applauso interminabile e commuovente ha accompagnato la delegazione della Siria, quando è stata
nominata. In quel momento i partecipanti hanno voluto esprimere la loro
solidarietà per un paese martoriato
dalla guerra che comunque ha voluto
prendere parte ad un appuntamento
così importante per la catechesi.
“Il catechista testimone della fede”
era il tema di questo congresso. Una
fede che arriva a noi per trasmissione. Da Gesù agli apostoli. Dagli apostoli ai loro successori. Dai loro successori a noi. La Chiesa, noi, popolo
in festa, siamo l'archivio vivente a
cui attingere per scoprire chi era
questo Gesù narrato nei vangeli e
che il catechista è chiamato a far
conoscere con il catechismo, con il
magistero, con la fede apostolica e
con la sua vita.
Papa Francesco, che ha voluto salutare personalmente quante più persone possibili, si è rivolto al l'assemblea che lo ha accolto con uno stato
d'animo che andava dall'emozione,
all'affetto, alla gratitudine, al l'esse-
di Mariapia Socini
re intimoriti di stare alla sua presenza, alla gioia di incontrarlo e toccarlo. Poi, finalmente ha iniziato e con
quel suo fare così semplice e affabile,
ha voluto che noi tenessimo ben in
mente tre
punti. Ha
voluto indicarci la strada per ritornare a Gesù
Cristo. Quel
Gesù a lui
così caro,
essendone il
vicario.
seo c'è ne sono fin troppe. Come muoversi allora?
Tornati a casa avevamo l'organizzazione dei congressi vicariali che ci
1) Avere
familiarità
con Gesù. Ti
lasci guardare dal Signore? Quanto
tempo gli
dedichi?
2) Ripartire
da Cristo
significa imitarlo nell'uscire da se
è andare incontro all'altro. Tutto
deve essere restituito di quello che
abbiamo ricevuto. Perché ciò si realizzi è necessario uscire dai propri
schemi mentali per ottenere il cambiamento di rotta. E il cambiamento
di rotta esige la trasferta dalle nostre
comodità e sicurezze.
3) Non aver paura di andare con
Lui nelle periferie, nei luoghi dove
Lui non è ancora arrivato. Sta a noi
far accogliere la sua presenza. Ti sei
chiesto quali sono le "zone "della tua
comunità che sono rimaste ancora
scoperte?
Papa Francesco vuole
dei catechisti vivi,
premurosi,
attenti e
vigilanti.
Ha detto
che di statue da mu-
attendeva e premeva sul nostro lavoro ma noi non eravamo più quelli di
prima. Una ventata di cattolicità
(universalità) ha dato una sferzata al
nostro impegno. In tanti davanti al
successore dell'apostolo Pietro, raccolti dai quattro angoli della terra,
ognuno con i propri problemi ma desiderosi di lasciarci plasmare dalla
sua parola, per ritornare a casa e
raccontare a chi abbiamo incontrato
per la strada che è urgente partire
per le periferie delle città e delle
campagne.
Il modello di catechesi che abbiamo
avuto fin ora è ormai superato. Ma la
compagnia con Gesù ci indicherà
strade nuove da percorrere. Lui ci ha
già preceduto e dunque ci sta già
aspettando! Ecco perché non dobbiamo aver paura! Il papa ha detto di
non preoccuparci se ci addormentiamo mentre ci lasciamo guardare dal
Signore. Ci pensa Lui a svegliar ci al
momento opportuno!
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UCD News
Sul sito UCD (www.ucdbologna.net) è disponibile molto materiale legato allo svolgimento del congresso diocesano dei catechisti, educatori ed evangelizzatori. Vi invitiamo a consultarlo e in particolare a guardare la
“mappa concettuale”
Questo strumento vuole aiutare i gruppi dei catechisti ad elaborare, sulla base del progetto catechistico italiano, percorsi e itinerari che siano la testimonianza di un reale
interesse per la vita delle persone. In sostanza una catechesi
che continui ad illuminare la vita con la verità della proposta cristiana.
Per ogni catechismo, per ogni fascia di età, sono indicati:
1.
2.
3.
4.
gli obiettivi
lo sviluppo progressivo degli obiettivi in passaggi
Una lettura della realtà che viviamo
Alcune proposte catechistiche e pastorali.
È un primo tentativo di aiutare i catechisti a pensare alla luce della fede. Non è un prodotto preconfezionato,
ma un modo per cercare di iniziare a parlare una stessa lingua. Occorre dunque che la proposta, per essere incisiva, sia elaborata nei contesti di vita in cui ci si trova concretamente ad agire.
Catechesi
per adulti
All’indirizzo
www.ucdbologna.net/adulti.html
è disponibile materiale realizzato in
collaborazione con l’Azione Cattolica
di Bologna per aiutare i catechisti
degli adulti nella realizzazione di un
percorso di approfondimento sulle
tre persone della Trinità.
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Catechesi e arte: comunicare con la bellezza
intervista a Emilio Rocchi—referente UCD per la catechesi e l’arte
Come può aiutare la catechesi a
comprendere il significato profondo delle immagini che vediamo nelle chiese? Siamo consapevoli, come catechisti, dell’importanza delle immagini?
Fino a 50 anni fa difficilmente si aveva accesso alle Scritture, per cui la
loro diffusione era affidata alla predicazione e alle immagini sacre. Pertanto le immagini in virtù del proprio "dinamismo comunicativo" come
scriveva Papa Benedetto, della loro
comprensione immediata hanno svolto per secoli un ruolo fondamentale
nella comunicazione delle verità di
Fede. Purtroppo è stato messo in
disparte e così si è persa una notevole forza comunicativa, che invece le
immagini in ambito profano hanno
conservato e rafforzato proprio nel
mondo attuale. È quanto mai necessario che i catechisti recuperino il
valore immenso del patrimonio artistico che hanno a disposizione nelle
loro chiese, ma anche quello racchiuso e confinato nelle pinacoteche. Del
resto la straordinaria potenzialità
dei media oggi ne favorirebbe
la fruizione immediata e a
costo zero. Gli Uffici Catechistici, e il nostro in particolare,
si mettono a disposizione dei
catechisti per questa finalità,
anche attraverso il materiale
presente nei loro siti Internet.
Il programma dell’UCD ci
farà riflettere sullo Spirito
santo. Un argomento per
certi versi difficile, perché
abbiamo spesso la sensazione di ‘non riconoscere’ lo
Spirito, mentre in realtà la
sua azione è molto presente
nella nostra vita. Puoi farci qualche esempio di opera
artistica che rappresenta
lo Spirito e la sua azione?
È nell'esperienza di tutti il
fatto che la Bellezza è la manifestazione visibile dell'Amore.
Il cardinale Spidlik diceva che
è “la carne e il sangue” della Carità.
Nella presentazione del tema sullo
Spirito Santo che ho messo a disposizione dei Vicariati, e che sto continuando a fare, ho inserito tre immagini che a mio parere potrebbero illustrare alcuni aspetti dello Spirito
Santo e precisamente: lo Spirito come Persona nell'Icona della Trinità
di Rubliev, lo Spirito come relazione
di Amore nella Trinità di Rubliev e
l'azione dello Spirito nella creazione
nel Battesimo di Cristo di Piero della
Francesca. Una quarta immagine
che si presta ad un approfondimento
del rapporto fra Spirito Santo e Chiesa è stata inserita nel materiale distribuito per i Congressi vicariali.
Tutti questi materiali e le schede
esplicative inerenti sono disponibili
nel sito dell'Ufficio Catechistico.
Ci puoi fare qualche esempio di
opera d’arte o di chiesa nella nostra diocesi che possa essere significativa dal punto di vista
catechistico?
In genere in tutte le chiese, o quasi,
vi è un programma iconografico
sacro: in alcune è ben leggibile, in
altre più difficilmente. Direi però
che non manca mai qualche immagine, o qualche elemento architettonico comunque significativo.
In realtà anche la spiegazione
degli elementi architettonici di
qualsiasi chiesa ha una profonda
valenza catechistica. A Bologna,
oltre la Cattedrale e san Petronio
citerei la basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, Santa Maria
della Vita, San Giacomo Maggiore, il complesso di Santo Stefano,
San Salvatore e tante altre nel
centro cittadino. Ma raccomanderei una visita catechistica
(soprattutto ai ragazzi della Prima Comunione) alla nuova Chiesa
del Corpus Domini, dove è mosaicato un ciclo iconografico sull'Eucaristia ad opera del più grande
artista mosaicista moderno e teologo padre Marko Ivan Rupnik. Il
settore Catechesi e Arte del nostro ufficio può essere a disposizione dei catechisti che vogliano
incamminarsi per questa strada.
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UCD News
Speciale Evangelii Gaudium
di sr Annamaria Gellini
Riportiamo una sintesi dell’Esortazione Apostolica di papa
Francesco, pubblicata il 26 novembre 2013.
Nuova tappa evangelizzatrice caratterizzata dalla gioia
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e
la vita intera di coloro che si incontrano
con Gesù. Coloro che si lasciano salvare
da Lui sono liberati dal peccato, dalla
tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e
rinasce la gioia. In questa Esortazione
desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani,
per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei
prossimi anni” (1). Così inizia l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”
di Papa Francesco.
Gioia che si rinnova e si comunica
Papa Francesco invita “ogni cristiano, in
qualsiasi luogo e situazione si trovi, a
rinnovare oggi stesso il suo incontro
personale con Gesù Cristo o, almeno, a
prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno
senza sosta.” (3). “Solo grazie a quest'incontro - o reincontro - con l'amore
di Dio, che si tramuta in felice amicizia,
siamo riscattati dalla nostra coscienza
isolata e dall'autoreferenzialità. Giungiamo ad essere pienamente umani
quando siamo più che umani, quando
permettiamo a Dio di condurci al di là
di noi stessi perché raggiungiamo il
nostro essere più vero. Lì sta la sorgente
dell'azione evangelizzatrice.” (8)
Avere cura della fragilità
“Usciamo ad offrire a tutti la vita di
Gesù Cristo” è l’invito pressante di Papa Francesco, che ripete ancora una
volta di preferire “una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per
le strade, piuttosto che una Chiesa mala-
ta per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio
una Chiesa preoccupata di
essere il centro e che finisce
rinchiusa in un groviglio di
ossessioni e procedimenti.
Se qualcosa deve santamente
inquietarci e preoccupare la
nostra coscienza è che tanti
nostri fratelli vivono senza la
forza, la luce e la consolazione dell'amicizia con Gesù
Cristo, senza una comunità
di fede che li accolga, senza
un orizzonte di senso e di
vita.
Ruolo fondamentale del primo annuncio
a maturare nella vita cristiana” (169).
“Nella catechesi ha un ruolo fondamen-
Evangelizzatori con Spirito
L’ultimo capitolo è dedicato
tale il primo annuncio o ‘kerygma’”.
Sulla bocca del catechista risuoni sempre il primo annuncio: “Gesù Cristo ti
ama, ha dato la sua vita per salvarti, e
adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno,
per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”(164). Ci sono “alcune disposizioni
che aiutano ad accogliere meglio l’annuncio: vicinanza, apertura al dialogo,
pazienza, accoglienza cordiale che non
condanna” (165). “Per quanto riguarda
la proposta morale della catechesi, che
invita a crescere nella fedeltà allo stile
di vita del Vangelo”, papa Francesco
evidenzia che “è opportuno indicare
sempre il bene desiderabile, la proposta
di vita, di maturità, di realizzazione, di
fecondità, alla cui luce si può comprendere la nostra denuncia dei mali che
possono oscurarla. Il Papa indica l’arte
dell’accompagnamento, “perché tutti
imparino sempre a togliersi i sandali
davanti alla terra sacra dell’altro” che
bisogna vedere “con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel
medesimo tempo sani, liberi e incoraggi
agli
“evangelizzatori con Spirito”, che sono
quanti “si aprono senza paura all’azione
dello Spirito Santo” che “infonde la
forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, a voce alta e in ogni
tempo e luogo, anche controcorrente” (259). Si tratta di “evangelizzatori
che pregano e lavorano” (262), nella
consapevolezza che “la missione è una
passione per Gesù ma, al tempo stesso,
è una passione per il suo popolo” (268).
“Nel nostro rapporto col mondo – precisa – siamo invitati a dare ragione della
nostra speranza, ma non come nemici
che puntano il dito e condannano” (271). “Può essere missionario –
aggiunge – solo chi si sente bene nel
cercare il bene del prossimo, chi desidera la felicità degli altri” (272). Il Papa
invita a non scoraggiarsi di fronte ai
fallimenti o agli scarsi risultati perché la
“fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata”; dobbiamo sapere “soltanto che il
dono di noi stessi è necessario” (279).
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È disponibile sul sito all’indirizzo
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numeroso materiale per aiutare i catechisti
nel definire vari percorsi di catechesi in riferimento alle diverse fasce d’età
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