terrestri STAGIONE 201415 astra teatro www.teatroastra.it Una seconda opportunità sulla Terra, immaginando un García Marquez dal finale di partita inaspettatamente positivo, per poter tornare a rendere abitabile questo mondo attraverso il gesto e la parola, il silenzio, i dubbi, la ragione, la memoria e l’utopia, è quanto promette la programmazione 2014/15 del Teatro Astra. Il sottotitolo “Terrestri” e l’immagine scelta, con un pizzico d’ironia, per promuovere la nuova stagione di contemporaneo (un pesce dotato di due agili gambe, quasi in calzamaglia, pronto al debutto), sembra dirci che l’uomo oggi ha più che mai bisogno di una nuova evoluzione, farsi creatura di frontiera, capace di abitare mondi e linguaggi diversi. Avere il coraggio di percorrere sentieri difficili e di trovare risposte sorprendenti, creative, profonde, toccanti, divertenti. Quest’anno il calendario dell’Astra ha un motivo in più di curiosità: il segmento Classico contemporaneo specificatamente sostenuto dal Comune di Vicenza con un contributo straordinario, che vede il debutto o il ritorno sul palcoscenico cittadino di una rosa di artisti di primo piano della scena nazionale, ed eventi speciali anche extra moenia. Un tentativo, dunque, fatto di anima e corpo, legami e fratture, simbologie e antiche storie, per ricordarci ciò che è importante per noi come comunità e come individui. Jacopo Bulgarini d’Elci Vicesindaco e Assessore alla crescita Benvenuti sulla Terra: precipitato cosmico di umanità e memoria, connessioni e fratture, saghe e mitologie, simboli millenari e accelerazioni verso il futuro. Si dice che gli uomini discendano dai pesci, saliti dal mare sulla terra milioni di anni fa. Quello che propone il Teatro Astra per la stagione 14/15 è un viaggio alla ricerca di una nuova evoluzione che rifondi il nostro rapporto con il mondo. Ci accompagneranno gli artisti, specie resiliente per eccellenza, capace di leggere il presente e disegnare nuove forme di futuro attraverso i linguaggi dell’arte e del teatro. Artisti dal percorso definito come Bergonzoni, Roberto Latini, Ricci/Forte, Antonio Viganò, Serena Sinigaglia e giovani talenti emergenti quali Giulio D’Anna, Eco di Fondo, Anagoor, Sacchi di Sabbia, presenteranno all’Astra i loro ultimi lavori. Ci saranno incontri con il pubblico, laboratori, spettacoli e attività fuori stagione ideate con alcune tra le realtà più significative del nostro territorio nell’ambito della promozione sociale e nell’innovazione teatrale. E ancora un progetto di studio e incursione della classicità nella città contemporanea, che si svilupperà con spettacoli, residenze e workshop che vedranno gli artisti coinvolti instaurare un dialogo con la città. Per finire con una proposta speciale: una trasferta emiliana per assistere al terzo capitolo della trilogia di Mario Perrotta su Antonio Ligabue, in occasione di un evento unico nel paese di Gualtieri. Nina Zanotelli / Sergio Meggiolan La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione Il progetto è curato da La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll terrestri STAGIONE 201415 abbonamento completo 9 spettacoli > € 100 intero // € 80 ridotto // € 60 ridotto fabbricateatro percorsi liberi 5 spettacoli a scelta (alessandro bergonzoni escluso) > € 60 intero // € 50 ridotto percorsi terrestri ven 14 nov alessandro bergonzoni nessi sab 29 nov giulio d’anna ooooooo ven 12 dic i sacchi di sabbia piccoli suicidi in ottava rima sab 24 gen roberto latini i giganti della montagna - atto 1° ven 06 feb ricci / forte darling ven 27 feb césar brie / eco di fondo orfeo ed euridice sab 14 mar antonio viganò il suono della caduta ven 27 mar anagoor virgilio brucia ven 10 apr serena sinigaglia / tindaro granata il libro del buio 4 spettacoli > € 50 intero // € 40 ridotto ∙ classico contemporaneo > roberto latini | ricci/forte | césar brie / eco di fondo | anagoor ∙ città sociale > giulio d’anna | césar brie | antonio viganò | serena sinigaglia ∙ zapping > i sacchi di sabbia | roberto latini | viganò | sinigaglia biglietti singoli spettacoli d’anna | i sacchi di sabbia | latini | ricci/forte | césar brie | viganò | anagoor | sinigaglia € 14 intero // € 12 ridotto € 10 ridotto gruppi (min 10 persone) // € 9 studenti scuole superiori alessandro bergonzoni > € 15 intero // € 13 ridotto sorelle marinetti > € 18 intero // € 15 ridotto carlo & giorgio | eccentrici dadarò | patricia zanco > € 12 intero // € 10 ridotto stivalaccio teatro > € 10 intero // € 8 ridotto livello 4 > € 8 intero // € 5 ridotto RIDUZIONI ABBONAMENTI E BIGLIETTI STAGIONE TERRESTRI fuori abbonamento mer 21 gen sorelle marinetti risate sotto le bombe sab 31 gen livello 4 furioso mondo sab 14 feb carlo & giorgio visti da vicino sab 20 feb stivalaccio teatro don chisciotte tragicommedia dell’arte ven 06 mar patricia zanco Mηdeia - medea - metamorfosi sab 18 apr eccentrici dadarò il saltimbanco e la luna tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 il botteghino del Teatro apre alle ore 20 e risponde al numero 0444 547852 ragazzi sotto i 26 anni, possessori di carta 60, chi porta un nuovo abbonato a teatro, abbonati alla rassegna Famiglie a Teatro 2014.15, abbonati alla stagione concertistica della società del quartetto di vicenza, abbonati al cineforum del cinema odeon, possessori di tessera: coop, arci, cgil, associazione noi, agesci, azione cattolica, ossidiana, fadac, fita, centro sport palladio, nordic walking, fitel, arcigay vicenza, delos per avere diritto alla riduzione è necessario esibire la tessera RIDUZIONI BIGLIETTI FUORI STAGIONE abbonati alla stagione Terrestri 2014.15 sopra i 65 anni, sotto i 26 anni, fan sorelle marinetti info e prevendite orari di apertura Contrà Barche 55 - VICENZA telefono 0444 323725 info@teatroastra.it www.teatroastra.it Ufficio Teatro Astra mar - ven 9.30 - 13 / 15 - 18 alessandro bergonzoni nessi VEN 14 NOV di e con Alessandro Bergonzoni regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi Nessi, ovvero connessioni, ma anche fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio, dell'universo. Al centro dello spettacolo, la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze - non necessariamente e solamente umane - per intraprendere percorsi oltre l'io finito, verso un "noi" veramente universale. Bergonzoni è immerso in una cosmogonia comica, circondato da una scenografia "prematura" da lui concepita, e alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere - e questa è una vera e propria novità - una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione, osservazione e deduzione. Nessi che mostrano un personalissimo disvelamento che, molte volte anche grazie ad una risata, porta dallo stupore alla rivelazione. “Nessi è il nostro comandamento zero. Prima della Costituzione, del codice della strada, del galateo: fare nesso, cucire i fili con quello che ci sta intorno. E i fili sono i sensori che abbiamo addosso, le nostre sensibilità che ci mettono sulla stessa frequenza col mondo esterno. Basta attivarli. Se ti inchini per allacciarti le scarpe a Roma, fai nesso con l’uomo che in Siria si inchina per non farsi colpire da un cecchino”. Alessandro Bergonzoni Niente televisione, tanta radio, molti libri, alcune mostre d'arte e ora il 14° spettacolo, che arriva dopo gli straordinari successi di “Urge” (oltre tre anni di tour e 270 repliche). Dal suo debutto nel 2008, l’attore-autore bolognese ha sviluppato temi comici come il rifiuto del reale come riferimento artistico, l’esplorazione linguistica e l’assurdo. Pluripremiato (due su tutti, il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2004 per “Predisporsi al micidiale” e il Premio Ubu 2009 come miglior attore del teatro italiano per “Nel”), tra le tantissime attività, negli anni Bergonzoni è ospite del Festival della Letteratura di Mantova e del Festival di Internazionale di Ferrara, e collabora stabilmente con il Festival della Filosofia di Modena, dove ha tenuto esplosive lezioni (tra cui “Per tutta la durata della parola vita”, “Il voto di vastità”, “Noi = io alla n”, “Defenestrato, pensieri al balcone e nel 2014 All’ombra del palmo di mano. Dalla A alla G: inizi e fini della gloria”). Tiene inoltre seminari nelle università, biblioteche e scuole italiane e dal 2000 collabora con la “Casa dei Risvegli - Luca De Nigris” che lo porta ad occuparsi di malattia e cura tenendo decine di incontri in ospedali e università. giulio d’anna OOOOOOOO “Ogni passione, alla fine, ha il suo spettatore... non c’è nessun sacrifico amoroso senza un teatro alla fine.” (Frammenti di un discorso amoroso R. Barthes) SAB 29 NOV concept, direzione e coreografia Giulio D’Anna co-creazione e interpretazione Francesco Barba, Lana Coporda, Martina Gabrielli, Tiana Hemlock-Yensen, Anastasiia Liubchenko, Pavlos Marios Ktoridis, Maciej Sado e Isadora Tomasi drammaturgia Justa ter Haar Progetto vincitore del premio Anticorpi XL CollaborAction 2013 Uno spettacolo di teatro danza sul tema delle relazioni fallite e delle loro rovine, ispirato al Museo delle relazioni interrotte di Zagabria. Il risultato: uno specchio dello stato sentimentale dei giovani adulti europei in una sorta di musical postmoderno che si propone di offrire un momento di autoidentificazione e riflessione. Dati statistici si mescolano alle biografie dei performer, che sono stati chiamati ad articolare verbalmente e fisicamente memorie ed esperienze di intimità danneggiata. Sfidando il senso comune di ciò che è considerato confortevole e socialmente adeguato, il desiderio di condividere ricordi personali ha condotto alla creazione di una serie di documenti viventi che rendono giustizia a emozioni altrimenti intraducibili. La loro espressione diventa qui un atto rituale, una cerimonia catartica. Può diventare anche fonte di ispirazione per la nostra ricerca personale e rafforzare la nostra credenza in qualcosa di più significativo della sofferenza casuale? Giulio D’Anna, coreografo indipendente, lavora tra Italia e Paesi Bassi. Inizia giovanissimo con il balletto, per dedicarsi poi alla danza contemporanea e alla formazione teatrale. Nel 2011 è vincitore del Premio Equilibrio a Roma e viene selezionato come rappresentante per la scena coreografica olandese per il progetto di residenze internazionali Choreoroam Europa 2011. Nel 2012 riceve il premio Dioraphte durante il Nederlandse Dansdagen e il premio “autore emergente” da Danza&Danza. Nello stesso anno partecipa ai progetti internazionali Act Your Age e Transparent Boundaries, traiettorie europee di ricerca sul tema dell’invecchiamento. Nel 2013 viene premiato nell’ambito progetto nazionale Anticorpi XL CollabrAction per la produzione di o o o o o o o o e viene nominato per il premio Nederlandse Dansdagen Maastricht 2013. i sacchi di sabbia piccoli suicidi in ottava rima VEN 12 DIC ideazione Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano regia Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Dario Marconcini consulenza all’ottava rima Enrico Pelosini consulenza al canto Andrea Bacci e Enrico Baschieri Dopo L’invasione degli ultracorpi, presentato in forma di studio nel 2013, l’irresistibile compagnia tosco-napoletana dei Sacchi di Sabbia torna al Teatro Astra. E lo fa presentando il primo volume della sua escursione nel maggi toscani iniziata in forma di happening per Inequilibrio e Santarcangelo 2013. Lo spettacolo è un’esilarante raccolta di episodi, recitati in ottava rima e in quartine di ottonari. Avventura, western e fantascienza (uno degli episodi è il ben noto L’invasione degli Ultracorpi, i cui temi vegetali e di rinascita si sposano perfettamente con quelli del canto in maggio) sono gli ingredienti con cui prendono forma piccole allegorie di genere, riformulate secondo quest’antica tecnica popolare. Un lavoro che, grazie alla complicità della storica Compagnia del Maggio Pietro Frediani di Buti diretta da Dario Marconcini, segna una tappa decisiva nella pluriennale indagine dei Sacchi di sabbia sulla parodia. “...Serie possono essere, però, le ragioni che hanno spinto il parodiante a rinunciare a una rappresentazione diretta del suo oggetto.” Giorgio Agamben Impossibile definire I Sacchi di Sabbia, gruppo toscano formatosi a Pisa nel 1995, la cui cifra resta la sua creatività multiforme, originale, scoppiettante. Una compagnia capace di mettersi costantemente alla prova in forme nuove, di affrontare ricerche, di immaginare diverse soluzioni per spazi, materiali, tematiche: sempre con rigore, profondità e leggerezza. Negli anni si è distinta sul piano nazionale, ricevendo importanti riconoscimenti tra cui due premi ETI e il Premio Speciale Ubu 2008. In perenne oscillazione tra tradizione e ricerca, tra comico e tragico, il lavoro de I Sacchi di Sabbia ha finito per concretizzarsi in un linguaggio in bilico tra le arti (arti visive, danza, musica) e nella ricerca di luoghi performativi inconsueti. Un percorso, il loro, che restituisce nuova linfa alla migliore tradizione del teatro di strada e popolare. Tra i loro lavori, l’esilarante “Sandokan” e il “Don Giovanni” premio della Critica 2011. roberto latini i giganti della montagna - atto 1° SAB 24 GEN di Luigi Pirandello adattamento e regia Roberto Latini con Federica Fracassi e Roberto Latini musiche e suoni Gianluca Misiti video Barbara Weigel assistente alla regia Lorenzo Berti Adattamento di Roberto Latini dell’ultimo dei capolavori pirandelliani, rappresentato postumo nel 1937 e incompleto per la morte dell’autore (l’ultimo atto ci è stato trasmesso dal figlio Stefano che aveva appuntato il racconto del padre). Dopo il religioso (Lazzaro) e il sociale (La nuova colonia), I giganti della montagna mette in scena il mito dell’arte attraverso la vicenda di una compagnia di attori (la Compagnia della Contessa) che, nelle sue peregrinazioni al limite della sopravvivenza e senza riuscire a portare in scena il proprio spettacolo, giunge alla Villa degli Scalognati, in un tempo e luogo indeterminati fra favola e realtà. Nella casa, abitata da personaggi grotteschi guidati dal Mago Cotrone - che come Prospero nella Tempesta shakesperiana è in grado di creare illusioni e fantasie e sembra già conoscere i motivi del fallimento del loro tentativo artistico - la compagnia sembra avere un appuntamento col proprio doppio. Cotrone e la contessa Ilse (il-sé) stanno uno all’altra come scienza e coscienza, mentre i Giganti, mai visti o vedibili, sono così nei pressi di ognuno da poter essere immaginati come proiezioni di sé. Roberto Latini, attore, autore e regista, si è diplomato nel 1992 presso lo Studio di recitazione e di ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo. Con Gianluca Misiti e Max Mugnai è fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro, con la quale ha intrapreso negli ultimi vent’anni una personalissima ricerca che ha al suo centro l’arte e la responsabilità dell’attore, e come campo d’azione la drammaturgia dei classici e la scrittura scenica. Dal 2007 al 2012 è stato direttore del Teatro San Martino di Bologna. Vincitore nel corso degli anni di numerosi premi, tra cui quelli intitolati Wanda Capodaglio, Prova d’Attore, Bruno Brugnola e Sergio Torresani, nel 2011 è stato insignito del Premio Sipario promosso dall’Associazione Nazionali Critici Teatrali. ricci/forte darling ipotesi per un’orestea VEN 06 FEB con Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Piersten Leirom, Gabriel Da Costa drammaturgia Ricci / Forte movimenti Marco Angelilli, elementi scenici Francesco Ghisu costumi Gianluca Falaschi, assistente regia Liliana Laera regia Stefano Ricci Cos’hanno in comune Eschilo, Hannah Arendt, Gregory Crewdson, Edward Hopper, Antonin Artaud e i Led Zeppelin? Il cortocircuito è in Darling, lo spunto nell’Orestea, trilogia tragica che valse a Eschilo la vittoria alle Grandi Dionisie del 458 a. C. e che racconta la saga degli Atridi: il ritorno di Agamennone dalla guerra di Troia, il suo omicidio per mano della moglie Clitemnestra e del di lei amante Egisto, la vendetta del figlio Oreste sugli assassini di suo padre, la persecuzione delle Erinni contro il matricida. Vicende che nelle mani di Ricci/Forte diventano punto di osservazione per aggredire la realta e parlare del nostro tempo. Obiettivo e il tempo della crisi che attraversiamo, con l’inconsapevolezza e la degenerazione autodistruttiva, le impossibili speranze, la falsa morale e, paradosso estremo, quel bisogno di etica di cui parlava proprio Hannah Arendt. “Si parla di amore e morte, di legami fratello sorella, madre e figlio imbastarditi, involgariti, di plastica. Darling, appunto: affetti di superficie.” Ricci / Forte Ricci/Forte è un ensemble diretto dai quarantenni Gianni Forte e Stefano Ricci, ed uno dei maggiori fenomeni del teatro contemporaneo italiano. Anche all’estero: ad esempio in Spagna, in Belgio, in Francia dove sono di casa, a Mosca dove li hanno voluti per il loro “100% Furioso” da Ludovico Ariosto, o alla prestigiosa École des Maîtres fondata da Franco Quadri, che li ha scelti “maestri” della sessione 2014. Amatissimi e odiatissimi, accusati di essere violenti, eccessivi, scioccanti, trash, etichettati come il teatro degli attori coi tacchi o teatro omosessuale, i loro lavori si caratterizzano per un forte impatto visivo e un linguaggio visionario che non si fa scrupolo di saltare dal teatro al reality, dalla performance alla canzonetta. Un mondo con cui Ricci / Forte vogliono dare voce alle esistenze di un’intera generazione, con i suoi sogni non realizzati, i continui compromessi e le ferite che ne risultano. E, sotto al nichilismo e alla disperazione, una bruciante voglia di vita. césar brie / eco di fondo orfeo ed euridice VEN 27 FEB testo e regia César Brie con Giacomo Ferraù e Giulia Viana Progetto finalista Rete Inbox 2014 Lo spettacolo racconta il mito greco di colui che, con la sola forza del suo canto, riuscì a convincere gli dei dell’Ade ad aprirgli le porte degli inferi per strappare alla morte l’amata sposa Euridice. Ma se è il suo canto che la tiene in vita, lasciarla andare significa ucciderla, o è il gesto d’amore più puro? La forza e la poesia del mito si intrecciano con due temi controversi: l’accanimento terapeutico e l’eutanasia, nella luce della forza e della grandezza del sentimento d’amore. “E se lei ritornasse? E se lei si svegliasse un giorno? E se un mattino aprisse gli occhi? È il tuo canto che la tiene in vita? Lasciarla andare significa ucciderla? O è lasciar andare la tua di speranza? Lasciarla andare significa ucciderla? O è il canto di amore più straziante? Il gesto più puro, l’amore che si afferma nella perdita? Orfeo è rauco. Euridice è sorda.” César Brie Eco di fondo nasce nel 2007 da Giacomo Ferraù e Giulia Viana, autori dello spettacolo “Nato ieri”, finalista al Premio Scenario Infanzia 2012; Giacomo Ferraù è il vincitore del Premio di Regia Fantasio Piccoli 2010. Coproduttore del progetto è Teatro Presente, che nasce e si forma attorno alla figura del grande regista argentino, in occasione dello spettacolo “Karamazov”, vincitore Premio Teatro del Mundo 2013. L’evento è realizzato in collaborazione con l’associazione vicentina Curare a Casa Onlus, a cui saranno destinati gli incassi della serata. Curare a Casa Onlus: volontari per assistenza, ascolto e accompagnamento dei malati in cure palliative e per il sostegno alle famiglie. A domicilio e in hospice. L’associazione Curare a Casa è nata nel 1992 con lo scopo di prestare gratuitamente aiuto e sostegno ai malati affetti da neoplasie o da altre malattie croniche evolutive ed irreversibili in fase avanzata, e alle loro famiglie. È promotrice di una cultura che favorisce la qualità di vita al fine di garantire la dignità del malato, nello spirito delle cure palliative. L’associazione Curare a Casa è una Onlus, apolitica e aconfessionale; non ha fini di lucro, svolge le proprie attività a titolo gratuito, e si sostiene con le donazioni di chiunque sia sensibile alla causa. Curare a Casa opera presso l’Azienda U.L.S.S. 6 e a domicilio dei pazienti. Per informazioni e donazioni consulta il sito www.curareacasa.it. Accademia arte della diversità / Akademie Kunst der Vielfalt nasce a Bolzano all’interno del Teatro della Ribalta, compagnia storica del teatro italiano costituita da Michele Fiocchi e Antonio Viganò. Nato dal laboratorio permanente con i ragazzi di Lebenshilfe, associazione Onlus per persone con handicap, il progetto si concentra sulla scrittura teatrale nelle forme del contemporaneo e sulla scoperta della “diversità” come luogo privilegiato dove dare voce alle alterità mute, contro ogni forma di omologazione o normalizzazione sociale e culturale. Un “teatro delle diversità”, e non il teatro dei diversi, che nasce dalla continua scoperta ed espansione di una diversità - quella del teatro verso e sopra le altre diversità, etniche o sociali o culturali che siano. antonio viganò / accademia arte della diversità il suono della caduta SAB 14 MAR di Antonio Viganò con Michele Fiocchi, Anna Traunig, Mathias Dallinger, Maria Magdolna Johannes, Rodrigo Scaggiante, Melanie Goldner, Mattia Peretto, Roberta Manzini regia e scene Antonio Viganò coreografia Julie Anne Stanzak Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i “sentimenti”, ma non possono viverli. Sono profondamente buoni e non è dato loro modo di essere altrimenti, perché non possono concepire l’alterità: e così nemmeno la paura, la gelosia, l’invidia, l’odio. Abbiamo maestri illustri che ci hanno guidato: Rilke con le sue Elegie Duinesi, Peter Handke e Wim Wenders con gli angeli sopra il cielo di Berlino, Buñuel con L’angelo sterminatore e James Stephens con Semidei. Tabucchi e Garcia Marquez, ciascuno a suo modo, ci hanno raccontato dell’angelo caduto sulla terra, nel pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli. Ma qual è il suono di questa caduta? Un interrogativo che porta a riflettere sul valore della vita umana: quella che ha il peso della gravità e del dolore fisico, della caducità e dell’amore; quella che si può trasformare, quella sognata ma irrealizzabile; quella dell’ingiustizia e della mano del giudice. Lo spettacolo deve le sue partiture corporee a Julie Anne Stanzak, danzatrice storica del Tanztheater di Pina Bausch. Sul palco, una compagnia unica in Italia, formata da uomini e donne con handicap cognitivo che devono essere bravi due volte: la prima per fare un lavoro di vera qualità artistica, la seconda per cancellare i pregiudizi sulla loro disabilità. Antonio Viganò, autore, attore e regista, nasce come artista a Milano negli anni ’70, con Grotowski e il Terzo Teatro. Studia a Parigi. Poi, sotto la guida di Carolin Carlson, scopre la danza: “la scoperta più bella della mia vita”. Nell’83 fonda il Teatro la Ribalta. Infine incontra Pina Bausch e quindi Julie Stanzak del Tanztheater Wuppertal. E così, proprio all’intersezione tra teatro e danza nasce una ricerca autentica: un lavoro assiduo di indagine e sperimentazione sul corpo e i suoi linguaggi. anagoor virgilio brucia VEN 27 MAR con Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Massimiliano Briarava, Moreno Callegari, Marta Kolega, Gloria Lindeman, Paola Dallan, Monica Tonietto, Artemio Tosello, Emanuela Guizzon e con la partecipazione straordinaria di Marco Cavalcoli video concept Simone Derai, Moreno Callegari, Giulio Favotto direzione della fotografia Giulio Favotto / OTIUM video editing Moreno Callegari, Giulio Favotto video sound design Mauro Martinuz regia Simone Derai in collaborazione con il progetto Classici Contro 2015 Teatri di Guerra Università Cà Foscari di Venezia Tratto dai libri II, IV e VI dell’Eneide, lo spettacolo è il disegno corale di un impero dagli ampi confini, attraversato dalla vicenda del poeta latino e del suo alter ego Enea: la fuga da un mondo in fiamme, l’eredità dei padri e la fondazione di una nuova civiltà. Virgilio, come Enea, è un eroe che porta nel nome un dolore insostenibile, riluttante eppure capace di assumersi l’onere di una missione immensa, sproporzionata per un solo uomo. Come Enea si carica sulle spalle un enorme fardello e con esso attraversa il bruciante processo della creazione, inseguendo vie di fuga dalle fiamme del proprio sentire. Per entrambi, fuggire dall’incendio significa mettere in salvo se stessi e ciò che resta di RITRATTI una tradizione a brandelli: significa una nuova creazione, che darà l’addio definitivo ai padri e al tempo stesso ne conserverà il dna. Prima di morire, Virgilio chiese agli amici di bruciare l’Eneide perché incompleta. Non lo fecero. Così abbiamo potuto conoscere le imprese di Enea che, scampato alla distruzione di Troia, raggiunse per mare l’Italia, come tanti naufraghi di oggi. E nel Lazio, la sua stirpe diede origine al popolo romano. Sullo sfondo, le moltitudini, le migrazioni, la precarietà dell’esistenza, i capi, i pastori e i contadini, i trionfi e i fallimenti della politica, l’indifferenza e insieme la straziante mitezza del mondo naturale, la fragilità e insieme l’assurda ferocia degli uomini, la Storia che come avanza indifferente alle sofferenze degli individui, e l’esperienza, a caro prezzo pagata, del dolore: l’unico tra i nostri affetti a durare in eterno. Sul palco, anche un coro di voci europee ed extraeuropee in cui confluiscono musicalità colte e popolari, influenze orientali e occidentali, armene e bizantine, ma anche la tradizione balcanica e quella macedone che conservano il germe misterioso dell’arte aedica e del coro pretragico, fino alle composizioni minimaliste del più lirico tra i contemporanei, l’inglese John Tavener. Sullo sfondo, un interrogativo: a che servono la poesia e la letteratura in tempi di violenza, a che serve cantare le gesta degli eroi? Anagoor nasce a Castelfranco Veneto nel 2000 come progetto collettivo da un percorso che unisce filologia, storia dell’arte, architettura, arti visive, danza, musica, più un lungo e instancabile apprendistato teatrale. Con i spettacoli visionari radicati nella memoria e negli archetipi, Anagoor è un progetto di politica teatrale: il nome, in onore della città immaginaria di Dino Buzzati, è scelto perché nasce “dall’amore dei suoi fondatori per la città”. Dal 2004 al 2007 il collettivo si dedica all’immersione nel teatro di Eschilo, mettendo in scena la trilogia dell’Orestea. Nel 2008 inaugura La Conigliera: recuperato da un allevamento cunicolo nell’aperta campagna veneta, è oggi spazio dedicato alla ricerca fra percorsi di residenza, formazione e rassegne. La compagnia è presente nei maggiori festival in Italia e in Europa. Tra i suoi ricnoscimenti, è finalista al Premio Extra - segnali dalla nuova scena italiana 2008 con “*jeug”-, Segnalazione speciale al Premio Scenario 2009, finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto 2010, Premio Hystrio Castel dei Mondi 2013. Simone Derai ha ricevuto il premio Jurislav Korenic come miglior giovane regista per lo spettacolo “L.I. Lingua Imperii” al 53° Festival Mess di Sarajevo. In occasione del passaggio di Virgilio Brucia a Vicenza, Anagoor occuperà gli spazi di Cantiere Barche con alcune installazioni video. Il filo conduttore sarà il ritratto, che la compagnia considera una lente di ingrandimento capace di penetrare la superficie e scavare al di sotto del guscio cristallino, per svelare le ferite che permeano la pietra e la carne, al di là della fissità dello sguardo e del serafico sorriso ionico di Kouros e Korai. Per questo, Anagoor non nasconde di rivolgere da sempre occhi incantati al classico: una Gorgone tremenda che cattura e lascia sgomenti, una visione dell’antico che riaffiora da dentro e squarcia il velo del tempo presente. Inaugurazione martedì 25 marzo ore 18.45 L’esposizione rimarrà aperta dal 25 al 27 marzo 2015 dalle ore 18 alle 21 Cantiere Barche Stradella Barche 14 - Vicenza ingresso libero LABORATORIO DI CANTO PER CORO POLIFONICO Un’operazione di incontro e accoglienza di una piccola collettività di cantori. Il desiderio è quello di disegnare una comunità in transito sulla scena, in un quadro che, lasciando spazio alla delicatezza dell’esecuzione vocale e dell’ascolto tra voci che non si conoscono, narri, attraverso questa piccola moltitudine di individui/comunità, della storia degli individui, delle masse e della precarietà dell’esistenza. Il laboratorio si terrà al Teatro Astra nei giorni 21 e 26 marzo, con orario da concordare in base alle disponibilità e un minimo di due ore di lavoro per giorno. Il coro così composto sarà parte integrante dello spettacolo Virgilio Brucia, in scena al Teatro Astra il 27 marzo alle ore 21. per informazioni 0444 323725 - info@teatroastra.it il laboratorio è gratuito “Quella de Il libro del buio non è una semplice lettura: è un’esperienza viva, concreta, che assomiglia ad un esercizio spirituale.” Serena Sinigaglia serena sinigaglia / tindaro granata il libro del buio VEN 10 APR dall’omonimo romanzo di Tahar Ben Jelloun con Tindaro Granata adattamento e regia di Serena Sinigaglia Il 10 luglio 1971 un commando militare irrompe nella residenza estiva del re a Skhirate, in Marocco. Ma il colpo di stato fallisce e i soldati che hanno preso parte alla missione vengono rinchiusi nel buio di una prigione per diciott’anni. Le pagine di Tahar Ben Jelloun ci portano con Salim dentro quella cella troppo piccola, a mangiare legumi e pane secco due volte al giorno, nelle tenebre di una notte senza fine. E il corpo di Salim, privato di tutto, isolato, straziato da malnutrizione, freddo e privazioni di ogni genere, diventa anche il nostro corpo. Un atto di denuncia, una testimonianza politica e civile che, lentamente, dopo la discesa negli inferi della disperazione, conduce ad un germe di purezza assoluta. Perché Salim riesce a riemergere. Innanzitutto smette di odiare: perché in quelle celle si muore di odio, prima che di consunzione. Poi smette di sperare, cioè di desiderare ciò che non può avere. E soprattutto ha le sue storie: i libri che ha amato, i racconti che ha imparato da bambino, le parole che ha appreso durante gli studi. Armi potenti contro la morte, frammenti di una bellezza, disinteressata e libera che, sola, può salvare lui e i suoi compagni di detenzione. Serena Sinigaglia è la fondatrice e la direttrice artistica di ATIR, Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, con cui dal 1996 è impegnata nella messa in scena di testi classici e di nuove drammaturgie, che hanno affermano il suo lavoro e quello della compagnia come una voce tra le più significative, oltre che più premiate, della scena contemporanea. Tindaro Granata, siciliano, classe 1978. Nel 2011 scrive, dirige e interpreta il monologo “Antropolaroid”, che lo consacra tra i giovani della nuova scena italiana e gli vale il Premio della Critica dell’Associazione azionale Critici Teatrali. Nel 2013 con “Invidiatemi come io ho invidiato voi” - di cui è autore, regista e interprete - riceve il Premio Mariangela Melato come Miglior Attore Emergente. PERCORSI DI FORMAZIONE in connesione con Fabbricateatro 2014.15 / 3° edizione utopie 1.0 vorrei essere libero al Polo Giovani Bcinquantacinque corso di teatro diretto da Ketti Grunchi Laboratorio di formazione sul lavoro teatrale. Un luogo fisico e progettuale di espressione, cultura e innovazione. Il corso offre anche la possibilità di incontrare alcuni degli artisti della stagione, oltre alla visione dei relativi spettacoli. Il percorso formativo si concluderà in maggio con la restituzione pubblica del laboratorio sul palcoscenico del Teatro Astra. COSTI quota trimestrale € 130 GLI ISCRITTI AL CORSO FABBRICATEATRO HANNO DIRITTO A: - tariffa ridotta su abbonamenti parziali e su i biglietti stagione Terrestri 2014.15 - tariffa ridotta speciale a € 5 per gli spettacoli delle compagnie incontrate durante il laboratorio - tariffa ridotta speciale a € 60 per l’abbonamento completo a Terrestri 2014.15 - tariffa ridotta per il corso teorico/pratico Teatro sociale e di comunità - tariffa ridotta sulle altre attività formative della stagione PROGRAMMA INCONTRI polo giovani Bcinquantacinque ore 18.45 teatro sociale e di comunità Corso teorico/pratico per operatori di comunità, insegnanti, animatori al Polo Giovani Bcinquantacinque incontri con Giulio D’Anna, Carlo Presotto, Pierangelo Bordignon, Matteo Balbo, Paola Rossi, Antonio Viganò, Serena Sinigaglia Il corso si sviluppa a partire dall’analisi delle pratiche teatrali in contesti educativi e sociali, per poi incontrare una serie di esperienze pratiche, con un approccio integrato attraverso il confronto tra i metodi e gli strumenti proposti dai docenti. Il percorso prevede inoltre l’incontro con alcune realtà significative del panorama teatrale nazionale e la visione dei loro spettacoli. In particolare: Giulio D’Anna e la sua indagine sullo stato sentimentale dei giovani europei; César Brie e il tema del fine vita; Antonio Viganò, fondatore del Teatro La Ribalta e dell’Accademia Arte della Diversità; Serena Sinigaglia, direttrice artistica del teatro sociale di Milano La Ringhiera; Eccentrici Dadarò con il loro lavoro sull’arte e le parole di Enzo Jannacci, nel corso di un appuntamento realizzato in collaborazione con il progetto Scarp de’ tenis di Vicenza; la visita al Teatro Sociale di Gualitieri (RE) in occasione di un grande evento teatrale di comunità diretto da Mario Perrotta. SAB 29 NOV GIOVANI VITE EUROPEE incontro con Giulio D’Anna MER 11 FEB PRATICHE TEATRALI IN CONTESTI SOCIALI ED EDUCATIVI con Carlo Presotto MER 18 FEB STORIE ALL’IMPROVVISO con Pierangelo Bordignon MER 25 FEB STORIA DI UN CORPO con Paola Rossi MER 4 MAR STORIA A SENSO UNICO? con Matteo Balbo VEN 13 MAR IL TEARO LA RIBALTA E L’ACCADEMIA DELLA DIVERSITÀ con Antonio Viganò VEN 10 APR ATIR E IL TEATRO RINGHIERA DI MILANO con Serena Sinigalia SPETTACOLI teatro astra ore 21 SAB 29 NOV GIULIO D’ANNA O O O O O O O VEN 27 FEB CÉSAR BRIE / ECO DI FONDO ORFEO ED EURIDICE SAB 14 MAR ANTONIO VIGANÒ IL SUONO DELLA CADUTA VEN 10 APR SERENA SINIGAGLIA / TINDARO GRANATA IL LIBRO DEL BUIO FUORI PROGRAMMA SAB 18 APR ECCENTRICI DADARÒ IL SALNTIMBACO E LA LUNA SAB 23 MAG MARIO PERROTTA IL PAESE E IL FIUME COSTI PERCORSO BASE (incontri) > intero € 85 // ridotto per abbonati e iscritti a fabbricateatro € 65 PERCORSO COMPLETO (incontri e spettacoli) > tariffa unica € 100 FUORI PROGRAMMA IL SALTIMBACO E LA LUNA > intero € 12 // ridotto € 10 GUALTIERI E IL FIUME > costi di trasporto in definizione www.teatroastra.it/teatrosociale LABORATORIO dalla Smemoranda ad Andrea Pazienza workshop di drammaturgia al Polo Giovani Bcinquantacinque condotto da Marta Dalla Via 6-7-8 DICEMBRE 14.00 - 19.00 COSTI QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 30 PER GLI ISCRITTI A FABBRICATEATRO E ABBONATI € 20 Tre giornate di sperimentazione creativa dove, con divertimento e libertà, proveremo a utilizzare i nostri vecchi diari scolastici come moderni Zibaldoni di pensieri. L’obiettivo è indagare le possibilità narrative nascoste dentro questi compagni cartacei e focalizzare l’attenzione su contenuti e lessico per comporre una drammaturgia adolescente. Ogni partecipante dovrà portare un suo vecchio diario scolastico. Il workshop è la prima fase del progetto di residenza affidato da La Piccionaia alla compagnia Fratelli Dalla Via in occasione di classico contemporano. L’obiettivo è arrivare alla elaborazione performativa di uno studio sulle azioni che trasformano gli ostacoli in trampolini di opportunità in un’armonia di corpi e di paesaggio. FUORI ABBONAMENTO MER 21 GEN FUORI ABBONAMENTO sorelle marinetti risate sotto le bombe una commedia musicale di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni con le Sorelle Marinetti, Gianni Fantoni, Francesca Nerozzi, Paolo Cauteruccio e con la partecipazione di Gabrio Gentilini scena, costumi e regia di Simone Nardini direzione musicale di Christian Schmitz con musiche dal vivo Un teatro modesto, in una piccola città di provincia, nel pomeriggio dell’8 settembre con musiche dal vivo 1943. Una piccola compagnia di attori e cantanti è da poco salita sul palco. Dall’inizio della guerra le compagnie di arte varia si arrangiano come possono, girando il paese tra mille difficoltà e con mezzi di trasporto improvvisati, alla disperata ricerca di un ingaggio. E quel pomeriggio, in quel teatro, poco dopo l’inizio dello spettacolo, all’improvviso suona un allarme aereo. Preso dal panico, il pubblico scappa lasciando la sala deserta. La piccola compagnia si rifugia nel camerino del coro, esattamente sotto il palcoscenico, e attende che l’emergenza cessi. Sono tutti lì raccolti in un angusto spazio che in breve porta a galla la complessità dei rapporti interpersonali. Per impiegare il tempo e scacciare la preoccupazione, gli artisti decidono di provare i numeri di un nuovo spettacolo per il quale c’è la speranza di un debutto la settimana successiva in un grande teatro cittadino. Ma a complicare la situazione c’è la fame: il gruppo non mangia ormai da più di un giorno e le forze e l’entusiasmo sono in via di esaurimento… FUORI ABBONAMENTO FUORI ABBONAMENTO SAB 31 GEN livello 4 furioso mondo una produzione Livello 4 e TrendEventi regia Alessandro Sanmartin con Valentina Dal Mas, Giorgia Peruzzi, Riccardo Peruzzi, Alessandro Sanmartin musiche originali Michele Iuso progetto luci e video Federico Fracasso Furioso Mondo è una metafora di questo nostro presente che ha smarrito il senno. È un viaggio per mare, per naviganti nella tempesta. Perdiamo la vista, come in un’epidemia. Il nostro è un mondo alla deriva, un mondo di ciechi che non sanno più distinguere il bene dal male. Siamo ciechi senza futuro, ciechi senza senno. Smarrire la vista oggi significa smarrire la ragione. E come ci insegna l’Orlando Furioso, le cose perse sulla Terra vanno a finire sulla Luna. É là che si ritrova il senno di chi ha perduto il senno. Dunque andare o restare? Un viaggio sulla Luna è l’unica strada per trovare se stessi, la Luna è quell’altrove in cui si spera di realizzarsi, l’approdo incerto di un barcone di migranti, l’America del sogno americano; la Luna è Londra o Berlino, è il luogo in cui cercare un futuro. Vista dalla Luna, la Terra è al contrario: gli umani camminano a testa in giù. Servono nuovi punti di vista, serve coraggio, serve agire! Sulla Luna c’è il senno della nostra civiltà, e va riportato sulla Terra, condividendolo con chi vorrà ribellarsi alla cecità. Andarsene sì, ma per tornare, con la Luna dentro, e tentare di creare, dal basso, un mondo nuovo. “Chi controlla il presente controlla il passato. Chi controlla il passato controlla il futuro.” George Orwell, 1984 SAB 14 FEB carlo & giorgio visti da vicino VICENZA CARNEVALE ‹ 2 01 5 › di Carlo D’Alpaos e Giorgio Pustetto scenografia e luci Paolo Lunetta regia Carlo D’Alpaos e Giorgio Pustetto “Dovreste venire al lavoro da me per una giornata e ne avreste, di spunti, per uno spettacolo!” Quante volte, in questi anni di attività, ce lo siamo sentiti ripetere: fermi a chiacchierare con il pubblico dopo una serata, o casualmente per la strada, o dai nostri stessi parenti e amici. E alla fine... lo abbiamo fatto! Abbiamo passato diversi giorni ad incontrare negozianti, impiegati pubblici, liberi professionisti... insomma, lavoratori delle categorie più svariate, ascoltando da loro aneddoti divertenti ed episodi surreali. Qualche volta abbiamo raccolto sfoghi disperati, altre volte quasi dei trattati filosofici e psicologici sul comportamento umano. E così, alla fine, in questo spettacolo, anche se sembra che sul palco ci siamo noi, in realtà - questa volta più che mai - ci siete voi! Proprio voi con la vostra realtà; e siccome - si sa - la realtà supera sempre la fantasia, possiamo dire che ognuno di voi, impegnato ogni giorno sul palcoscenico del proprio lavoro, è il più grande autore ed attore che ci sia. E, visti da vicino, non possiamo che farvi un grande applauso e dirvi, di cuore, grazie. FUORI ABBONAMENTO FUORI ABBONAMENTO SAB 20 FEB stivalaccio teatro don chisciotte tragicommedia dell’arte VICENZA CARNEVALE ‹ 2 01 5 › soggetto originale di Marco Zoppello dialoghi Carlo Boso e Marco Zoppello interpretazione e regia Michele Mori e Marco Zoppello Venezia. Anno 1545. Salgono sul patibolo gli attori Giulio Pasquati, padovano, in arte Pantalone, e Girolamo Salimberi, fiorentino, in arte Piombino. Entrambi sono accusati di eresia e la loro unica speranza è l’arrivo dei rinforzi, ovvero i colleghi della compagnia dei Gelosi, corsi dal duca di Mantova per pregarlo di intervenire nella spinosa vicenda. Non resta altro da fare che cercar di prendere tempo, e l’unico modo che i due conoscono per farlo è recitare una commedia. Ma per due soli attori non esistono tante commedie, e per trovare quella adatta i nostri ripescano il racconto di un marinaio conosciuto su una nave spagnola dopo la battaglia di Lepanto: un tale Miguel de Cervantes. E così prendono il via le avventure di Don Chisciotte e Sancho Panza, rielaborate dai ricordi e dall’estro dei due saltimbanco. Che se non rammentano la storia alla perfezione, beh, poco importa: si improvvisa sul tema dell’amore e della fame, del sogno impossibile, dell’iperbole letteraria, dello sghignazzo, della libertà di pensiero e di satira. Con un unico limite: il cielo, come direbbe Cervantes. MER 06 MAR patricia zanco / fatebenesorelle Mηdeia - medea - metamorfosi regia scena drammaturgia di Patricia Zanco e Daniela Mattiuzzi testo originale di Franca Grisoni con Roberta Guidi, Alessandro Sanmartin, Daniele Preto, Valentina Dal Mas e Patricia Zanco musiche di Michele Braga e Enrico Fiocco Sentivo i suoni che hanno accompagnato la mia infanzia, e il suono della lingua diventa il mio mantra: una discesa nel cuore del suono e al suo silenzio. Questa musica trasformata sulla roccia del lago di Garda è diventata la mia Medea. Lei è straniera, e parla la sua lingua fintantoché risiede nell’immaginario di Euripide. Ma nella Metamorfosi parla la lingua della mediazione civile, perché tutti la capiscano. Uno spostamento del mito. Come possiamo stare dentro ai miti, oggi, se non proviamo a muoverli dentro al nostro tempo? Medea ci dice di un tempo senza futuro per i figli che partono per paradisi inventati verso i loro domani che non li hanno aspettati, e li ritroviamo morti in mare, un mare rosso del loro sangue. Li ritroviamo davanti a noi, i figli, e ci fanno paura le loro domande a cui non sappiamo più dare risposte. Ci si commuove, ci si indigna alla ricerca di una verginità già da tempo stuprata. Dopo le lacrime e lo sdegno, tutto rischia di essere uguale o peggiore. Nulla muta e la contraddizione resta dentro la cerchia dei palazzi e delle istituzioni. Per mutare non bisogna commuoversi, ma spostarsi fuori dall’incantesimo funesto del cerchio comune. Occorre la spietatezza di chi demolisce facendo dissolvere i fantasmi e impedendo la cattiva coscienza. Ciglio asciutto e crudele lucidità. Patricia Zanco FUORI ABBONAMENTO FUORI ABBONAMENTO invitaci nella tua parrocchia o associazione: vicenza@scarpdetenis.net visita il sito di scarp de’ tenis di vicenza: http://www.caritas.vicenza.it visita il sito di scarp de’ tenis: http://www.scarpdetenis.it SAB 18 APR eccentrici dadarò il saltimbanco e la luna le canzoni, il giornalismo, enzo jannacci da un’idea di e con Andrea Pedrinelli canzoni di Enzo Jannacci e Susanna Parigi regia di Rossella Rapisarda Un concerto teatrale che mette in scena l’arte del cantautore, cabarettista e attore milanese, tra i maggiori protagonisti della scena italiana del dopoguerra. Il Saltimbanco, come lui stesso amava definirsi, ci ha lasciato parole capaci di svelare - nella leggerezza e nell’ironia - profondi riferimenti morali: gli stessi che hanno guidato la sua esistenza. Lo spettacolo è organizzato in collaborazione con Scarp de’ Tenis, la rivista mensile di strada promossa e sostenuta dalla Caritas come progetto di reinserimento delle persone senza dimora. La vendita del giornale avviene in strada, nelle parrocchie e nelle occasioni pubbliche. Sono le persone senza dimora ad occuparsene e a loro resta una parte del ricavato. Partecipano inoltre alla promozione e, quando possibile, alla scrittura delle storie e degli articoli, avendo spesso esperienza diretta delle tematiche trattate. Scarp de’ Tenis vuole sensibilizzare l’opinione pubblica ponendosi come interlocutore propositivo e non polemico. A partire dalla sua città natale - Milano - il progetto si è allargato alle redazioni di altre dodici città italiane, tra cui Vicenza grazie al coinvolgimento della Caritas Diocesana Vicentina. La nostra redazione, dopo un primo anno di avviamento incentrato sulla città, sta ora allargando la distribuzione ai comuni che fanno parte del progetto Rete territoriale di inclusione sociale di Caritas: Schio, Arzignano, Valdagno e Bassano. SAB 23 MAG a GUALTIERI (RE) mario perrotta il paese e il fiume Il Teatro Astra organizza una trasferta collettiva a Gualtieri per assistere all’evento. Per partecipare, contatta il nostro ufficio entro il 16 maggio. Terza parte della trilogia di Mario Perrotta sulla vicenda umana e artistica di Antonio Ligabue, uno tra i più grandi pittori del Novecento italiano, e sul suo rapporto con i luoghi che segnarono l’esistenza. Un evento unico che occuperà fisicamente il paese di Gualtieri (RE) e le sponde reggiane e mantovane del Po, dove Ligabue produsse gran parte dei suoi quadri e delle sue sculture. Attori, musicisti, danzatori, video-makers e artisti figurativi faranno esplodere in tutte le sue contraddizioni il rapporto tra la figura dell’artista folle ed emarginato e il paese, partendo dalla piazza e invadendo tutto il territorio intorno al fiume come scenario della vicenda. Non a caso, dalla piazza: questa fu infatti progettata da un architetto, Giovan Battista Aleotti, notissimo all’epoca anche come scenografo teatrale. Ma fermarsi a questo sarebbe riduttivo. Infatti, la piazza sarà solo il luogo di partenza per tre possibili percorsi attraverso i portici, il palazzo Bentivoglio, il Teatro Sociale di Gualtieri e la sua prospettiva ribaltata, che vede lo spettatore seduto al posto del palco crollato e l’attore in platea tra i palchetti liberty. E ancora, la golena e le sponde del Po, mettendo insieme brandelli di un Ligabue esploso, raccontato tra performance, esposizioni, interazioni con il pubblico e orchestre galleggianti sulle acque del fiume. studiomama.it COMUNE DI VICENZA alessandro bergonzoni giulio d’anna i sacchi di sabbia roberto latini ricci/forte cèsar brie eco di fondo antonio viganò anagoor serena sinigaglia / tindaro granata fabbricateatro teatro sociale residenze sorelle marinetti livello 4 carlo& giorgio stivalaccio teatro patricia zanco eccentrici dadarò mario perrotta in residenza con marta dalla via e anagoor fabbricateatro teatrosociale e di comunità in rete con PROVINCIA DI VICENZA
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