Chiesa i 2 n f o r m a Aprile 2014 Il sentirsi “chiamati” Tribunale ecclesiastico: inaugurato l’anno giudiziario pag. 3-5 Le tradizioni pasquali a Benevento pag. 6-7 In città la mostra su Madre Teresa di Calcutta pag. 8-9 pag. 12 Chiesa I n f o r m a Supplemento a Periodico di impegno religioso-socio-culturale Ufficio Comunicazioni Sociali - Benevento Direzione e Redazione: Piazza Orsini, 33 (Bn) Tel. 0824 323326 Fax 0824 323344 ucs@diocesidibenevento.it www.diocesidibenevento.it UFFICIO FOTOGRAFICO: VINCENZO ROMANO Grafica e Impaginazione Stampa Via Provinciale - San Leucio del Sannio (Bn) www.stampamania.org - info.stampamania@gmail.com Zona Ind.le 18/A - 82026 Morcone (Bn) Chiesa i n f o r m a 3 percorsi Aprile 2014 IL SENTIRSI “CHIAMATI” di Crescenzo Rotondi* Percepire la voce della chiamata è una dinamica che può essere accolta in maniera flebile oppure doverosa, delicata oppure dominante, ma ciò che essa chiede è sempre un elemento comune: l’obbedienza non immediata, ma che sia continua e crescente nel tempo. Il sentirsi “chiamati” non implica un comprendere e realizzare tutto e subito avendo già chiare coscienza e idee. È un cammino da intraprendere, non breve, articolato che conduce ogni persona prima di tutto alla chiarezza di se stesso, realizzando pienamente ciò che sente e poi è apertura verso l’altro.Ragionando e analizzando in questi termini, soprattutto di qualità, d’identità personale e di categoria temporale, è possibile dedurre che la vocazione è una dimensione complessa che coinvolge la totalità della persona. Quindi è fondamentale approcciarsi alla dimensione del discernimento, non da soli, ma guidati, per capire meglio il bene dal male, ciò che fa crescere da ciò che provoca danni per trovare la strada sulla quale camminare e procedere.Che ci sia una crisi delle vocazioni è sotto gli occhi di tutti. Ma è giusto poter parlare di “crisi” vocazionale oppure è meglio dire “urgenza” vocazionale?Quando si parla di crisi si fa, di solito, riferimento al deterioramento di una realtà o condizione che implica una conseguente instabilità o decadenza. Applicata alla dimensione vocazionale non si può parlare affatto di caduta o interruzione di vocazioni. Certamente si potrebbe parlare di improvviso e notevole cambiamento sia in senso favorevole che sfavorevole ma la vocazione in sé non è per nulla messa in discussione, ne sono salde l’identità, la struttura e l’origine. È fondamentale, anche per richiamare l’aspetto di una cultura vocazionale, poter affermare che viviamo in un’epoca nella quale c’è “urgenza” vocazionale. Perché non definirla “emergenza”? Per chiarire il dubbio è possibile riflettere sulla categoria dell’esito, che, nella pastorale vocazionale, si riferisce alle modificazioni delle condizioni della persona destinataria degli interventi formativi. Se l’esito messo in gioco è la sopravvivenza della formazione vocazionale e quindi ne sono compromessi tutti i parametri vitali, e se occorrono interventi repentini, si parlerà certamente di emergenza. Se invece occorre un intervento pronto, efficace, globale ma non immediato, prolungato nel tempo, si parla di urgenza. Dunque la distinzione fa riferimento al tempo necessario per intervenire.Ci si potrebbe chiedere come tutto questo è avvenuto?Certamente uno dei problemi è dato dal calo demografico: quando le famiglie erano numerose, era più facile che qualcuno dei figli decidesse per la vita sacerdotale formandosi nei seminari o la vita religiosa formandosi nei conventi; lì dove ci sono uno o due figli, quanto detto prima risulta difficile ma possibile da realizzarsi. Un altro motivo è il processo di secolarizzazione, che nei giovani non garantisce né favorisce un discernimento vocazionale. Ciò che propone oggi la società ai nostri giovani è qualcosa di insignificante, liquido tanto da non garantire il desiderio di una chiamata alla totale donazione di sé. È vero che i nostri giovani sentono il desiderio di impegnarsi per gli altri gratuitamente preferendo così il volontariato ma non riescono a concretizzare quel salto di qualità, quel coraggio a dire di sì alla voce di Dio che continuamente sussurra: “Seguimi”. Purtroppo a ciò va aggiunto il fatto che oggi non si riesce più a pensare di realizzare scelte definitive, dura- 4 Chiesa i percorsi Aprile 2014 ture e solide.Ancora un altro elemento significativo per cui si debba parlare di “urgenza” vocazionale è quello di aver sminuito e ridotto la figura del sacerdote. Le vocazioni sono segno di vitalità. L’”urgenza” vocazionale dovrebbe seriamente interrogarci sullo stato di salute delle nostre comunità ecclesiali o religiose.È proprio su questo interrogativo che l’Arcidiocesi di Benevento, il Seminario Arcivescovile e il Centro Diocesano Vocazioni si stanno soffermando per vedere, giudicare e agire. Il nostro Seminario, grazie all’amore di Dio, alla preghiera e all’equipe di formazione, dona alla sua Chiesa ogni anno dei sacerdoti, ecco n f o r m a perché la pastorale vocazionale è stata sempre legata al Seminario. Il direttore del Centro Diocesano Vocazioni è di norma il vice rettore del seminario minore, che lavora con un’equipe di cui fanno parte anche gli altri superiori del seminario, alcuni studenti di teologia, alcuni laici nonché rappresentanti delle varie realtà religiose presenti nell’Arcidiocesi e i sacerdoti responsabili delle vocazioni delle diverse foranie.Il progetto di pastorale vocazionale è in continua evoluzione. Esso prevede incontri periodici a carattere vocazionale di preghiera e di formazione; “weekend di orientamento vocazionale”, due campi estivi vocazionali, uno per gli adolescenti e l’altro per i giovani.Periodicamente il Centro Diocesano Vocazioni, in collaborazione con altri uffici diocesani, pubblica degli itinerari formativi per ricercare il proprio posto nella vita secondo il disegno di Dio su di sé che è l’avventura più seria e delicata nella vita di ogni persona, per riscoprire la propria vocazione o dare conferma delle scelte di vita fatte. Al Centro Diocesano Vocazioni è legata anche la pastorale del Centro Diocesano Ministranti, che segue i ministranti della diocesi con un giornalino mensile “Insieme” pensato come sussidio informativo e formativo per animatori parrocchiali e per gli stessi ministranti. Costantemente il Centro Diocesano Ministranti fa visita alle parrocchie della diocesi per incontrare i ministranti e per vivere insieme la “Vestizione”: è un modo per cercare di trasmettere uno stile, un “servire con gioia” che educhi a quell’esperienza di comunione con il mistero di Dio e di donazione ai fratelli che è il cuore di ogni celebrazione, specialmente nell’Eucaristia, e che fa risuonare quella vitalità e disponibilità vocazionale di ognuno di noi, derivata dell’essere figli di Dio.Questi incontri vogliono sottolineare e mettere in evidenza le potenzialità di vita cristiana che possono nascere dal “ministero” del ministrante. E si preoccupa di formare al servizio liturgico come modo di vivere la vocazione cristiana, attraverso la Liturgia che è vera pedagogia di fede, scuola del divenire discepoli e cammino ecclesiale per eccellenza. Il percorso formativo dei ministranti si conclude con una Festa diocesana in cui, tra l’altro vengono effettuate le premiazioni dei vari concorsi proposti nell’arco dell’anno. Per l’Avvento e la Quaresima vengono organizzati incontri di preghiera e di riflessione in Seminario oppure incontrando le varie parrocchie in maniera tale da far conoscere ancor di più la realtà del Seminario come cuore della nostra diocesi. Per sensibilizzare i fedeli è stato costituito anche il “Monastero invisibi- Chiesa i n f o r m a percorsi le” i cui aderenti si impegnano a pregare quotidianamente per le vocazioni sacerdotali e religiose.L’equipe di animazione vocazionale si rende presente anche in tutte le parrocchie che ne fanno richiesta per incontri formativi, di sensibilizzazione e di preghiera.La sfida per vincere l’”urgenza” vocazionale è innanzitutto la preghiera e poi “La testimonianza di comunità cristiane, che sappiano rendere ragione della fede, diventa in questi nostri tempi ancor più necessaria affinché i cristiani, impegnati a seguire Cristo, possano trasmettere il suo amore… La promozione della vocazione sacerdotale avviene già nelle famiglie cristiane; se animate da spirito di fede, di carità e di pietà, costituiscono come il “primo seminario” (cfr. Optatamtotius, n. 2) e continuano ad offrire le condizioni favorevoli per la nascita delle vocazioni” (cfr. Orientamenti Pastorali per la Promozione delle Vocazioni al Ministero Sacerdotale, n. 14). Se vuoi vivere un cammino di discernimento o stai maturando la possibilità di donare e offrire la tua vita per rispondere alla chiamata di Dio parlane con il tuo sacerdote oppure contatta i formatori del Seminario Arcivescovile. La vocazione non la si trova semplicemente dopo aver riflettuto ed esaminato le varie strade: ma è una risposta che si ottiene con la preghiera. (S. Edith Stein Pensieri n. 23) *Vicerettore del Seminario e Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale delle Vocazioni 5 Aprile 2014 6 Aprile 2014 Chiesa i n f o r m a eventi TRIBUNALE ECCLESIASTICO DI BENEVENTO: INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO di Marianna Tomei Il 18 marzo la sala Leone XIII, del palazzo arcivescovile, ha fatto da palcoscenico alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 del Tribunale Ecclesiastico Regionale di Benevento. Il Tribunale venne istituito l’8 dicembre del 1938 da Papa Pio XI, affinchè potesse dedicarsi alle cause di nullità del matrimonio Canonico. L’organo giudiziario ecclesiastico analizza principalmete la validità dei matrimoni celebrati dai fedeli residenti nella diocesi di Benevento, Avellino, Ariano Irpino, Telese, Cerreto Sannita, Sant’Agata dei Goti e Montevergine. Bisogna precisare che il Tribunale Ecclesiastico Beneventano, oltre ad essere di prima istanza, è anche un Tribunale d’ appello, quindi di seconda istanza e può trattare cause già analizzate in prima istanza da altri Tribunali Regionali, come ad esempio quello Pugliese ed Abruzzese, difatti all’inaugurazione erano presenti diversi avvocati di diritto canonico di entrambe le regioni. Prima di dichiarare l’apertura ufficiale dell’anno giudi- ziario, i presenti si sono uniti in preghiera con l’arcivescovo Andrea Mugione nella cappella SS. Sacramento della Cattedrale beneventana. Dopo la celebrazione della Santa Messa i partecipanti all’evento si sono trasferiti nella sala Leone XIII e l’arcivescovo, in veste di moderatore, ha introdotto la cerimonia sottolineando l’importanza del matrimonio canonico. «La Sacra Rota Romana è un servizio pastorale che aiuta a guarire le ferite del cuore» con queste parole mons. Mugione ha voluto sottolineare l’importanza della Chiesa come mediatore nella crisi coniugale, ha continuato dicendo : «Bisogna operare per alleggerire le ferite del progetto matrimoniale e ricostruire il cuore affinché possa ritornare alla vocazione della vita, dell’amore e della santità, d’ altronde la famiglia è il luogo dove bisogna educarsi all’amore». Alla cerimonia è intervenuto anche mons. Pietro Eduardo Russo, Vicario Giudiziale, stilando una relazione sull’attività del tribunale nell’anno scorso: «Nel 2013 il nostro Tribunale ha emanato in prima istanza 51 sentenze, mentre seconda istanza 132 tra decreti e sentenze. In 160 casi si è trattato dell’esclusione dell’indissolubilità, in 76 casi dell’esclusione della prole, in 10 dell’esclusione della fedeltà e in 34 casi della simulazione totale» ha continuato affermando che «questi capi di nullità, sempre in crescita, riguardanti le proprietà essenziali e le finalità del matrimonio evidenziano, in modo inequivocabile, la superficialità ed il relativismo etico e sociale con cui tante persone si avvicinano al matrimonio. La lettura di questi dati non può lasciarci indifferenti, infatti evidenziano con chiarezza la crisi in cui versa l’istituto matrimoniale e ci inducono a riflettere sulla necessità di una seria ed adeguata preparazione al matrimonio con veri percorsi formativi». Secondo recenti dati Istat, nel 2012 il numero dei matrimoni in Italia è in continuo calo,mentre crescono ulteriormente le unioni di fatto che da circa mezzo milione nel 2007 hanno superato il milione tra il 2011 e il 2012. L’ incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è in continuo aumento; nel 2012 più di un nato su 4 ha i genitori non coniugati. L’ altro dato rilevante, che emerge dai dati dell’ Istat è la Chiesa i n f o r m a eventi costante diminuzione dei matrimoni religiosi. Durante la conferenza mons. Russo ha sottolineato l’invito rivolto da Papa Francesco ai giudici e agli operatori del Tribunale della Rota Romana, mettendo in evidenza il profilo umano e sottolineando che «In primo luogo al giudice è richiesta una maturità umana che si esprime nella serenità di giudizio e nel distacco da vedute personali, calandosi nella realtà in modo da praticare una giustizia non legalistica ed astratta, ma adatta all’esigenza della realtà concreta». Il secondo aspetto analizzato dal Papa, riferisce mons. Russo, è quello giudiziario: «Il giudice si caratterizza per la perizia nel diritto, l’obiettività di giudizio e l’equità, giudicando con imperturbabile imparzialità ed equidistanza». Il terzo aspetto è quello pastorale: « Al giudice è richiesta non solo la provata competenza, ma anche il genuino spirito di servizio. Egli è il servitore della giustizia chiamato a trattare e giudicare la condizione dei fedeli che con fiducia si rivolgono a lui imitando il Buon Pastore che si prende cura della pecorella ferita». Durante la conferenza, l’ospite principale, Paolo Moneta ha tenuto una prolusione sul tema «le recenti facoltà concesse da Benedetto XVI al decano della Rota Romana». Moneta è docente ordinario di diritto canonico e ecclesiastico presso l’Università di Pisa, nonchè Presidente dell’Associazione Canonistica Italiana. Moneta ha esposto le 5 disposizioni speciali contenute in un Rescriptum ex audientia Ss.mi, approvate da Papa Benedetto XVI l’11 febbraio 2013, lo stesso giorno in cui ha comunicato la sua clamorosa e sofferta decisione di dimettersi dall’ufficio di Romano Pontefice. «Le cinque sentenze speciali, a parte l’ultima che ha natura diversa» ha specificato Moneta, «introducono notevoli innovazioni nel diritto processuale vigente, anche se sono circoscritte all’ambito di operatività del Tribunale apostolico della Rota Romana adottate in via sperimentale. In riferimento a questo tribunale, esse segnano un indubbio rafforzamento delle prerogative ad esso demandate, in linea di continuità con un precedente intervento dello stesso pontefice, che aveva trasferito alla Rota la competenza a trattare le procedure di scioglimento del matrimonio non consumato e le cause di nullità dell’ordine sacro». Moneta ha continuato spiegando che si sta cercando uno snellimento delle cause di nullità matrimoniale, perchè al di là dei processi e delle sentenze, bisogna prestare una maggiore attenzione alla persona e alle sue esigenze nell’affrontare una causa di non poca importanza. Nel corso della manifestazione è emersa una significativa riflessione «il Tribunale ecclesiastico oltre ad assicurare un servizio giuridico dona un servizio pastorale». Questo sta a significare che i ministri di Dio vanno a guidare la coppia intenta a contrarre il matrimonio cattolico 7 Aprile 2014 affinché questo diventi anche una scelta vocazionale. Difatti mons. Russo si è rivolto ai giudici esortandoli di non dimenticare che loro sono i Buon Pastori e che dietro ad ogni causa ci sono persone che meritano giustizia. Alla fine della conferenza mons. Andrea Mugione dichiara aperto l’anno giudiziario seguito da un caloroso applauso dei presenti in sala. 8 Aprile 2014 Chiesa i n f o r m a documenti LE TRADIZIONI PASQUALI A BENEVENTO: INTRECCIO TRA PASSATO E PRESENTE La Settimana Santa, con le sue celebrazioni religiose, è il periodo che, da sempre, coinvolge maggiormente i credenti beneventani e nonostante molte tradizioni popolari siano state con il tempo abbandonate, di alcune si sia persa persino la memoria, molte altre ancora sopravvivono, come testimonianza viva di fede, storia e cultura locale. Ogni anno celebriamo il ricordo dell’estremo sacrificio di Gesù: il Figlio di Dio che sperimenta una condizione impossibile a Dio e propria dell’uomo, quella della morte, ma di una morte atroce quella con supplizio, la crocifissione, riservato allora agli ultimi della terra. La morte in croce, segno estremo di umiliazione, è anche il segno del mistero cristiano, è il dono universale della salvezza offerto non attraverso riti segreti ma nell’atto della donazione di Cristo, nella sua solidarietà con noi nella sua morte e con la sua glorificazione. Il Figlio di Dio svuotò se stesso, assunse la condizione di servo e donò se stesso; sulla vetta del Golgota si compì l’atto estremo, il culmine, di questo atto d’amore. A Benevento è da sempre molto sentita la processione delle statue di Gesù morto e della Madonna, questa vestita con un manto nero e con un fazzoletto bianco in mano per asciugarsi le lacrime; la via Crucis itinerante vede riversarsi per le antiche vie del centro storico una folla commossa e raccolta. A precedere questo momento di forte raccoglimento la cerimonia dell’Azione della Croce, che si svolge nell’antico duomo della città, il cui fulcro è il “Crocifisso dei Liberati”, da sempre presente nella Chiesa Cattedrale di Benevento, statua di legno policromo di antiche origini e di grande valore artistico che intreccia in modo indissolubile la sua esistenza con le memorie del capoluogo. In particolare è vivo il ricordo di celebrazioni, ormai desuete, che avvenivano nel periodo pasquale, il giorno del Venerdì Santo e che coinvolgevano un carcerato. Datati e Chiesa i n f o r m a documenti 9 Aprile 2014 accreditati documenti ci catapultano indiedonata, che si conserva nella memoria coltro nel tempo, un depliant informativo dedilettiva della città: la processione del giorno La morte in croce, cato al crocifisso distribuito in Cattedrale, di Pasqua, con l’ “incontro delle statue della segno estremo rende possibile estrapolare alcune delle Madonna e del Cristo Risorto”, che avvenidi umiliazione, notizie più interessanti e alcune date a cui va in piazza Orsini. Ancora oggi c’è chi ancorare eventi salienti di un passato lontarammenta il particolare momento in cui, è anche il segno no. Possiamo così apprendere che: “Il all’avvenuto avvicinamento delle due stadel mistero cristiano, tue, da sotto il largo e lungo manto che Venerdì Santo, nel giorno sacro alla morte di Cristo, per “rinomatissimo privilegio” aveva indosso la Madonna si liberavano in è il dono universale concesso da Paolo V il 2 settembre del volo decine e decine di colombi, proprio a della salvezza 1605, confermato da Benedetto XIII il 5 simboleggiare l’elevazione del Cristo che offerto nell’atto ottobre 1724 e riconfermato da Benedetto saliva alla casa del Padre. Questa era la XIV il 29 novembre 1740, la Confraternita Pasqua di Risurrezione, momento che della donazione del Santissimo Sacramento aveva il diritto veniva segnato dallo sciogliersi di tutte le di Cristo di proporre la liberazione di un condannato campane e dal diffondersi dell’atmosfera a morte, e per lata interpretazione a qualsiagioiosa. Tornando al presente, volendo si pena detentiva, purché si fosse ottenuto il perdono della parte vivere in modo partecipato le funzioni liturgiche in preparaziooffesa. La grazia dopo la convalida del Tribunale della S. ne alla Pasqua, si ricordano le celebrazioni del 18 aprile, venerConsulta era resa esecutiva, il venerdì santo, dal governatore dì santo: in Cattedrale, alle ore 17, l’azione liturgica e adorapontificio. Il graziato oltre alla libertà personale, riacquistava zione della croce, a cui seguirà alle 19, la via Crucis che, come in toto anche i suoi diritti, dignità e beni se non già incamerati da tradizione, partirà dalla parrocchia di Sant’Anna, attraverdall’erario. L’atto della liberazione aveva un suo svolgersi sce- sando le vie della città. nicamente emotivo […], (infatti il condannato da graziare Il nostro vuole essere un invito ad una presenza attiva, ma ancora sotto scorta), dalla Rocca era condotto nella Cattedrale soprattutto alla conversione dei cuori, vi lasciamo con i nostri e qui davanti alla Croce, dichiarato libero. Possiamo immagi- migliori auguri di una Santa Pasqua. nare il convulso stringersi del condannato ai piedi del Cristo […] Il grande crocifisso ligneo, comunemente detto dei liberati era collocato a sinistra della porta che immetteva nell’oratorio del Sacramento”. Riportiamo qui la preghiera del carcerato che ancora oggi è recitata: Preghiera del carcerato Davanti a te, o Signore, per noi crocifisso e morto, in quest’anno della misericordia del Padre, ci prostriamo umili e penitenti, come il buon ladrone, e per intercessione di Maria, tua e nostra Madre, fiduciosi imploriamo: fa che la giustizia degli uomini dipenda dalla tua Divina Giustizia e che la pena che noi soffriam sia espiazione di quelle colpe che Tu solo conosci e Tu solo redimi; Tu rendici l’onore; Tu riannoda i vincoli dell’Amore; Tu conforta i nostri cari; Tu affretta i giorni Della nostra liberazione. Amen. Dopo questa breve digressione, che vede il ricordo quale occasione di recupero antropologico e culturale, vogliamo soffermarci anche su un’altra tradizione, oggi abban- 10 Chiesa i Aprile 2014 n f o r m a spiritualità LA VIA CRUCIS DELLA CARITAS DIOCESANA C’è stato un corteo di invisibili della società: disoccupati, poveri, anziani soli, malati, persone senzatetto, immigrati e volontari che hanno rivissuto le quattordici «stazioni» della via crucis organizzata dalla Caritas diocesana. Passi di sofferenza dietro la croce nella chiesa di san Donato a corso Dante in città.«Ogni croce che portiamo – ha detto don Nicola De Blasio, direttore della Caritas - anche se non lo comprendiamo, è una storia e può diventare una meravigliosa storia di vita vissuta, che non si racconta come una favola, che non evade i problemi, ma si celebra con la ferialità della vita, che sempre contiene tante sofferenze». Senza portare la croce tutto perde di significato e diventa mondanità. Solo tenendo fisso lo sguardo su Cristo comprendiamo, infatti, la vera salvezza: quella che sa passare, appunto, dal «basta» all’«eccomi» che fu della Veronica o del Cireneo. Si parte, così, da gesti concreti di moderna condivisione, come il parte- cipare ai progetti della Caritas beneventana. Dopo l’ultima stazione la riflessione di don Nicola: «Non c’è più spazio per chi ritiene di essere più grande e potente degli altri. Non c’è spazio per chi ritiene che l’altro sia solo uno strumento da usare, e da scartare, nella società in cui i numeri valgono più delle persone. Basta con lo scandalo della ricchezza, basta con i ricchi che si arricchiscono rubando ai poveri, basta con i soldi usati per far soldi invece che per il bene comune, basta con la ricchezza che diventa un potere indiscutibile e una ragione per avere sempre ragione, basta con la ricchezza sprecata per i capricci alla faccia dei poveri che diventano più poveri». Le note e le parole delle canzoni di Fabrizio de André hanno accompagnato la via crucis, che ha riportato in primo piano le piaghe sociali della città. Sa.Cu. Il “Progetto Policoro” testimonianza di speranza L’Arcidiocesi di Benevento testimonia l’attenzione al mondo del lavoro rinnovando l’impegno con il “Progetto Policoro”, esperienza presente sul territorio sannita da ormai più di sette anni. Il risultato che in questi anni si è riusciti a raggiungere è stata la creazione di uno spazio fisico aperto, all’interno del palazzo arcivescovile in piazza Orsini, dove i giovani, possono confrontarsi con i temi del lavoro. L’equipe diocesana del progetto si pone come proprio obiettivo non solo di aiutare a concretizzare le aspirazioni lavorative dei più giovani, ma anche di essere testimone di speranza per coloro che sono vittime della rassegnazione e della sfiducia. Tra le esperienze realizzate vi è la cooperativa sociale onlusBartololongo, nata nel 2009 ed è divenuta negli anni un punto di riferimento per il territorio nell’offerta di servizi di sostegno aiuto-genitoriale e ludicoricreativi. Pertanto è stato siglato il 27 marzo scorso un protocollo d’intesa tra il “Progetto Policoro” della diocesi sannita e la cooperativa Bartololongo proiettato al rafforzamento dell’attenzione ai bisogni del territorio. Tale strumento si propone di offrire un pacchetto gratuito di servizi, della durata di un anno e rinnovabile, che la cooperativa intende mettere a disposizione di nuclei familiari particolarmente bisognosi presenti nel tessuto territoriale. Tra i servizi offerti, per l’attività di campo solare si provvederà all’inserimento di cinque minori di età compresa tra i sei e i quattordici anni per ogni struttura gestita dalla cooperativa; per il sostegno genitoriale è previsto l’inserimento di un minore di età compresa tra i sei e i tredici anni attraverso la partecipazione a laboratori didattici e ricreativi presso le diverse strutture; infine, riguardo il servizio di organizzazione di feste per minori, si intende garantire l’animazione di una festa gratuita al mese. Chiesa i n f o r m a spiritualità 11 Aprile 2014 IL LEGNO DELLA CROCE: SEGNO DI REDENZIONE di Nicola Mastrocinque L’evangelista Giovanni riporta le parole del Figlio di Dio, che con evidente chiarezza esplicita la conclusione della sua esistenza terrena. Gesù riferisce :“E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. (12,32) La croce è il supplizio del Salvatore del Mondo, che con la sua oblazione penetra il mistero della passione e risurrezione. Nella storia della Chiesa locale merita di essere divulgata una pagina ai posteri, in occasione della Santa Missione dei Padri Redentoristi, fondati da S. Alfonso Maria de’Liguori (1696-1787). Il parroco don Giacchino Pedicini (18831980), annota l’arrivo dei tre religiosi, il 28 dicembre 1930, alle ore 16.00, che vengono accolti dalle confraternite, dalle Figlie di Maria e da uno stuolo di fedeli. I Padri Redentoristi svolgono la loro missione nella Chiesa di Santa Maria ove dimorano nelle stanze adiacenti, concesse gentilmente dal potestà. Padre Vito Di Ruvo superiore dei Redentoristi e gli altri religiosi, Padre Buonocore e Padre Stirpe, invitano il popolo alla penitenza e alla conversione. L’11 di gennaio 1931, viene inaugurato il Calvario. Il pastore delle anime di Foglianise nel Cronicon scrive:”Nello spazio tra la porta piccola della parrocchia e il muro dell’orto di Rocco Catillo è stato fatto il Calvario. L’hanno costruito in mattoni in diversi muratori, specialmente Sauchelli Giacomo di Angelo e Pedicini Pasquale fu Alfonso, come molti uomini e donne si sono prestati per lo sterro e il trasporto dei materiali”. Don Gioacchino ancora con dovizia di particolari segna gli autori delle croci in legno, donate da Pedicini Giacomo di Angelo, quella centrale, una da Pedicini Salvatore fu Antonio, due di Giordano Antonio di Michele ed infine l’altra realizzata da Boscaino Vito fu Cosimo. Dalla Chiesa di S. Maria sono state benedette le croci, in processione, tre portate a spalle dai padri, coronati di spine, seguiti dai fedeli oranti che raggiungono la parrocchia di San Ciriaco Martire. I religiosi prima che le croci fossero collocate, hanno spiegato il significato dei misteri dolorosi. A conclusione della recita del rosario i padri hanno asperso l’acqua benedetta sugli oggetti votivi ed impartito la benedizione papale. Il 12 gennaio del 1931, i Liquorini lasciano Foglianise, intorno alle 10.00. Il parroco a margine delle sue puntuali annotazioni sottolinea:”Quelli che avevano pratiche cattive hanno subito ripigliato la cattiva vita e si calcola che una quarantina di persone, tra le quali il potestà e altri pezzi grossi e piccoli siano riamasti senza confessarsi”. Nella memoria collettiva dei più anziani sono impressi solo i ricordi dell’evento, ma del Calvario così come è descritto dal Cronicon da molti anni non vi è alcuna traccia. La croce, nell’èra contemporanea, rappresenta la ricerca della verità e i riti della Settimana Santa, aiutano a scoprire il senso autentico della Risurrezione del Figlio di Dio, che dal buio del sepolcro, scavato nella roccia, riappare nella fulgida luce, simbolo di vita eterna e rinascita spirituale. Il pessimismo sterile, l’individualismo esasperato, la cultura serpeggiante, i modelli esistenziali privi dei valori, tendono ad eliminare la croce dalla quotidianità, in tal modo i chiodi trapassano ancora le mani ed i piedi del Salvatore nel terzo millennio. Papa Francesco con la sua instancabile testimonianza riempie il cuore dell’uomo con il gaudio dei dettami del Vangelo, per incontrare il Cristo sulla via di Emmaus. Per esaltare il legno in cui fu appeso il Cristo rilancia la sfida avvincente del nostro tempo per cogliere la vera dimensione della fede. Il Sommo Pontefice sottolinea: ”Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, non discepoli del Signore”. 12 Chiesa i Aprile 2014 n f o r m a percorsi IN MOSTRA LE OPERE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA È stata inaugurata alla Rocca dei Rettori la mostra «Mater et magistra. Madre Teresa di Calcutta: vita, spiritualità, messaggio». A tagliare il nastro sono stati l’arcivescovo metropolita, mons. Andrea Mugione; il commissario straordinario della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile; il presidente dell’associazione culturale “la Conchiglia”, Paolo Palumbo;e suor Pietra, rappresentante della Congregazione religiosa delle missionarie della Carità, fondata dalla beata. Benevento ha quindi l’onore di ospitare la mostra ufficiale che ripercorre la vita, il messaggio e la testimonianza della Madre con l’esposizione delle reliquie della beata, messe a disposizione dalla Congregazionedi appartenenza. E così l’associazione culturale “La Conchiglia”, in collaborazione con la Provincia, l’Arcidiocesi e la Camera di Commercio, ha programmato una mostra che è allestita dal 30 marzo al 4 maggio in città, presso a Rocca dei Rettori. La mostra è realizzata dalle suore missionarie della Carità, che ne hanno curato la redazione dei testi e la selezione delle immagini provenienti dal loro archivio. Ottantacinque pannelli racconteranno la vita e le opere della beata insieme a 120 gigantografie. Il percorso della mostra vuole, nell’anno della famiglia, concentrarsi sul tema della Madre, rappresentato da un figura che meglio di ogni altra ha saputo incarnare tale vocazione nel mondo e nella Chiesa stessa: Madre Teresa. La beata di Calcutta parlava spesso della famiglia, riteneva che da essa dipendesse il futuro del nostro mondo e insisteva costantemente, in ogni incontro di carattere religioso o laico, sull’amore e l’unità che ogni famiglia deve coltivare, costruendo così l’ambito dove crescere i propri figli. «La famiglia che prega insieme – diceva la beata - rimane unita; e se voi rimanete uniti vi amerete con lo stesso amore con cui Dio ama ciascuno di noi. L’amore comincia nella famiglia. La pace comincia nella famiglia. Dove c’è amore, vi sono anche l’unità, la pace e la gioia». Il lavoro della beata tra le vittime della povertà di Calcutta l’ha resa una delle donne più famose al mondo. Ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1979 e il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II. Intanto è attivo il servizio di prenotazione dei gruppi scolastici, associativi, parrocchiali per maggiori info sul sito www.associazionelaconchiglia.it. Sabino Cubelli Ecco il progetto: Sprar Grazie alla sinergia tra la Caritas, l’Ufficio Immigrazione e l’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Benevento è nato un nuovo progetto per gli immigrati: Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Il progetto si avvale della collaborazione di personale specializzato nella mediazione linguistico culturale, di un operatore legale, di uno psicologo ed infine di un educatore professionale. Questa iniziativa, della durata triennale, è frutto dell’assegnazione tramite un bando del Ministero dell’interno, dipartimento delle libertà civili e immigrazione. Il progetto prevede l’accoglienza di 15 migranti. Attualmente sono arrivati in città: 11 nigeriani, 1 senegalese ,1 maliano,1 unganese e un sudanese. Saranno ospitati a Benevento per un mese, periodo necessario per ultimare i lavori di sistemazione del fabbricato di Roccabascerana (Av), sede individuata per lo svolgimento in maniera stabile del progetto Sprar. Don Sergio Rossetti, direttore dell’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Benevento dichiara: «Voglio prendere in prestito le parole di Papa Francesco, in occasione della sua visita a Lampedusa “queste persone sono la carne di Cristo”. Concetto ribadito e fortemente incarnato nell’attività apostolica del nostro arcivescovo mons. Mugione Andrea». Chiesa i n f o r m a iniziative 13 Aprile 2014 IL “PREMIO FRATERNITÀ CITTÀ DI BENEVENTO” Il “Premio Fraternità - Città di Benevento” è stato presentato alla Rocca dei Rettori. Sono intervenuti: il Commissario straordinario della Provincia di Benevento Aniello Cimitile, il rettore dell’Università degli studi Filippo de Rossi, il presidente del Centro di Cultura “Mons. Raffaele Calabrìa” dell’Università Cattolica Pasquale Gallucci e i membri della Giuria Emilia Maccauro, Irma Di Donato, Pasquale Lubrano e Roberto Sferruzzi. Nella VII edizione del Premio saranno coinvolti giovani, adulti, anziani e quanti auspicano una cultura di pace, con un’attenzione particolare alla famiglia, luogo naturale di dialogo e di convivenza tra generazioni. Il premio è organizzato e promosso in collaborazione con Comune di Benevento, Provincia di Benevento, Movimento dei Focolari, Centro La Pace e Associazione Focus Focolari, a cui si sono aggiunti i prestigiosi riconoscimenti delle medaglie di rappresentanza concesse dal Presidente della Repubblica Italiana, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comitato Nazionale Italiano per l’Unesco. La manifestazione si terrà dal 1° al 3 maggio 2014 ed è dedicata al tema “In dialogo per una cultura di pace”, mettendo in primo piano la fraternità come dialogo intergenerazionale, nella convinzione che “senza i giovani non c’è futuro, senza gli adulti non c’è progetto”. Una serata con gli anziani di San Pasquale L’associazione G.I.O.C (Gioventù Italiana Operaia Cristiana), come ogni anno, il 15 febbraio scorso, ha offerto una serata di fraternità agli ospiti della casa di riposo San Pasquale di Benevento, con cena musica e balli. Il presidente dell’associazione, Tonino Romano, nel discorso ha ricordato i valori della fraternità e dell’amicizia che ci lega agli anziani. Ricordo di don Luigi Lo Viscovo Parlare di don Luigi ad un mese dalla scomparsa (01/03/2014) per me che ho avuto la gioia di collaborare con lui negli ultimi dieci anni del suo impegno pastorale nella comunità di Beltiglio di Ceppaloni, è un grande onore. Don Luigi è stato non solo un padre spirituale, ma vero pastore di anime; infatti quando arrivò, negli anni sessanta, non si preoccupò solo di ristrutturare e rendere degna la casa del Signore che era fatiscente, ma si prese subito cura della gioventù del paese preoccupandosi di realizzare un salone parrocchiale dove riunirli e guidarli in modo sano, ma si preoccupò anche della loro situazione finanziaria e si prodigò a trovare lavoro per loro e per i loro genitori, e la dimostrazione più bella è stata il giorno del suo funerale quando i “suoi” ragazzi, ormai persone mature, lo hanno accolto nella sua chiesa parrocchiale come la più bella corona di fiori. Don Luigi sacerdote aperto alle novità tecnologiche, ma fermo nei principi evangelici essendosi formato alla scuola di San Pio da Pietrelcina nel convento di San Giovanni Rotondo, dove per anni si era interessato alla corrispondenza in lingua francese del santo. Tale rapporto con San Pio lo ha portato a raccontare aneddoti e caratteristiche per tutta la sua vita e non mancava occasione per farne parte a tutti coloro che lo andavano a trovare. Ma ciò che lo caratterizzava maggiormente era la sua signorilità, che lo portava a rispettare tutti e principalmente a porre fiducia nei suoi collaboratori ai quali dava ampio spazio e fiducia nelle loro iniziative. Altro elemento che ha caratterizzato la sua vita pastorale è stato la sua presenza tra i suoi parrocchiani ai quali non ha fatto mancare mai la messa quotidiana e principalmente quella domenicale e quelle del venerdì nella cappella del cimitero, e in questi ultimi quattro anni il suo più grande dispiacere è stato il non poter più celebrare le messa del venerdì, ma ogni giorno nel celebrare messa nella sua casa non dimenticava mai di pregare per tutte quelle persone che oltre quarantacinque anni erano state il suo gregge. Ciao don Luigi sarai sempre nel cuore di quelli che hai amato, prega per noi. Enzo Catapano 14 Diario Arcivescovo 1 aprile - 30 aprile 2014 1 Mercoledì 2 Giovedì Venerdì Sabato 3 4 5 Domenica Lunedì Martedì 6 7 8 Mercoledì 9 Venerdì 11 Sabato 12 Domenica 13 Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 14 15 16 17 18 Sabato Domenica Mercoledì Giovedì Venerdì 19 20 23 24 25 Sabato 26 Domenica 27 Lunedì Martedì Mercoledì 28 29 30 Diario Martedì Episcopio 10.00 Seminario 19.15 Seminario 7.00 Episcopio 10.00 Foglianise 17.00 Foglianise 9.30 Una Hotel - Benevento 9.15 Foglianise 10.00 Foglianise 17.00 Episcopio 10.00 Episcopio 10.00 Cinema San Marco (Bn) 19.00 Seminario 7.00 Episcopio 10.00 Par. “Sacro Cuore” BN 10.30 Sala Leone XIII Episcopio 18.00 Episcopio 10.00 San Giorgio La Molara 20.30 Ospedale “Fatebenefratelli” 9.15 Episcopio 10.00 Episcopio 10.00 Cattedrale 17.30 Ospedale “G. Rummo” (Bn) 17.00 Cattedrale 17.00 Chiesa di “Sant’Anna” (Bn) 19.00 Cattedrale 21.00 Carcere di Benevento 10.00 Par. “S. Maria della Verità” (Bn) 19.00 Par. “Ss. Annunziata” Morcone 18.00 Seminario 11.00 Torrecuso 18.00 Episcopio 10.00 Basilica “S. Bartolomeo” (Bn) 17.00 Sala Leone XIII 18.00 Fragneto l’Abate 11.00 Santuario “Divina Misericordia” 18.30 Cervinara (Av) Episcopio 21.00 Episcopio 10.00 Basilica “S. Bartolomeo” (Bn) 10.30 Seminario 7.00 Antistadio S. Colomba (Bn) 10.30 Chiesa i Udienze Santa Messa Santa Messa Udienze Visita Pastorale Visita Pastorale Saluto ai Membri Rotary Visita Pastorale Visita Pastorale Udienze Consiglio Presbiterale Anteprima del Festival della Fede 2014 Santa Messa Udienze Precetto Pasquale CC Convegno Udienze Via Crucis Benedizione delle Palme Processione e Santa Messa Udienze Udienze Santa Messa del Crisma Santa Messa nella Cena del Signore Celebrazione della Passione del Signore Processione Veglia Pasquale nella Notte Santa Santa Messa del giorno Cresime Cresime Festa dei Ministranti Cresime Udienze Accoglienza delle Reliquie Apertura del Festival della Fede 2014 Cresime Cresime Recital Giovanni Paolo II Udienze Incontro dei Sacerdoti Santa Messa Partita della Fede n f o r m a SYMBOLUM: IL PROGRAMMA
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