NOTIZIARIO MARZO APRILE 2014 Comunità Pastorale “Beata Maria Vergine Addolorata” Parrocchia “S. Alessandro Martire” Robbiate Carissimi parrocchiani, questo numero del nostro notiziario parrocchiale è tutto dedicato alla Quaresima, che incomincia proprio i questi giorni. La quaresima la facciamo perché l’ha fatta Gesù. Ma Lui non ne aveva nessun bisogno, era già santo! L’ha fatta per darci l’esempio: noi sì che abbiamo bisogno di un po’ di deserto (cioè di preghiera) e di digiuno (cioè di penitenza). E soprattutto abbiamo bisogno di vincere le tentazioni. Una volta per tutto l’anno la Chiesa ci prescriveva di mangiare di magro al venerdì. Oggigiorno invece il precetto dell’astinenza dai cibi grassi (carne, salumi, ecc.) è rimasto solo per i venerdì di Quaresima. E in più nel primo e nell’ultimo venerdì di Quaresima è prescritto anche il digiuno, cioè di rinunciare a uno dei pasti principali della giornata. Troppo difficile? Forse è più difficile il digiuno dalle sigarette per chi fuma; o il digiuno dalla televisione che invade tutti i nostri spazi di preghiera e di dialogo in famiglia; o il digiuno dal computer o generi affini, che per molti è diventato come una droga … Suggerisco di personalizzare questo gesto dell’astinenza e del digiuno. E soprattutto vi suggerisco – e suggerisco a me stesso per primo! – di amplificare i tempi che lungo la settimana destinate alla preghiera. Una bella iniziativa è quella del venerdì sera: invece che la Via Crucis quest’anno vi proponiamo un “Quaresimale”. Tutti quelli che vorranno – e spero che siano molti – si raduneranno in Chiesa parrocchiale alle 20.45; verrà letto il Vangelo della domenica successiva e il sacerdote darà alcune indicazioni per la comprensione del testo; poi rimarremo per un po’ di tempo in silenzio a riflettere e a dialogare personalmente con il Signore a partire dalla Sua parola, aiutati da una traccia; e infine ci sarà la possibilità di comunicare agli altri qualcosa delle riflessioni che abbiamo fatto, per aiutarci da buoni fratelli a capire la Parola di Gesù e a metterla in pratica. E’, grosso modo, l’esperienza della Scuola della Parola, a suo tempo proposta dal Card. Martini. Vorrei infine ricordare che a partire dalla Quaresima avverrà uno spostamento del luogo delle celebrazioni: al venerdì dalla chiesina della Madonna del Pianto alla Chiesa Parrocchiale; al lunedì dalla Chiesa Parrocchiale alla Madonna del Pianto. Il mercoledì resta invariato alla Madonna del Pianto. Quindi da lunedì 10 marzo si svolgerà alla Madonna del Pianto sia l’esposizione eucaristica alle 17 sia la S. Messa alle 18. E da venerdì 14 marzo si svolgerà in Chiesa sia la Via Crucis delle 9 sia quella delle 17; e finita la Quaresima la S. Messa delle ore 9. Vi ringrazio di tutto, vi ricordo sempre nelle mie preghiere e vi auguro Buona Quaresima. 1 La seconda antitesi fa riferimento ai nemici: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (vv. 43-44). A chi vuole seguirlo, Gesù chiede di amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità e nel mondo. Fratelli Cardinali, Gesù non è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per questo non c’era bisogno che scendesse dal Cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto a salvarci, a mostrarci la via, l’unica via d’uscita dalle sabbie mobili del peccato, e questa via di santità è la misericordia, quella che Lui ha fatto e ogni giorno fa con noi. Essere santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del mondo. E’ questo che il Signore chiede a noi. Cari Fratelli Cardinali, il Signore Gesù e la madre Chiesa ci chiedono di testimoniare con maggiore zelo e ardore questi atteggiamenti di santità. Proprio in questo supplemento di oblatività gratuita consiste la santità di un Cardinale. Pertanto, amiamo coloro che ci sono ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito di Cristo, che ha sacrificato sé stesso sulla croce, perché possiamo essere “canali” in cui scorre la sua carità. Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale. Il Cardinale – lo dico specialmente a voi - entra nella Chiesa di Roma, Fratelli, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità. Preghiamo nuovamente: “Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito”. Lo Spirito Santo ci parla oggi anche attraverso le parole di san Paolo: «Siete tempio di Dio … santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,16-17). In questo tempio, che siamo noi, si celebra una liturgia esistenziale: quella della bontà, del perdono, del servizio, in una parola, la liturgia dell’amore. Questo nostro tempio viene come profanato se trascuriamo i doveri verso il prossimo. Quando nel nostro cuore trova posto il più piccolo dei nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto. Quando quel fratello viene lasciato fuori, è Dio stesso che non viene accolto. Un cuore vuoto di amore è come una chiesa sconsacrata, sottratta al servizio divino e destinata ad altro. Cari Fratelli Cardinali, rimaniamo uniti in Cristo e tra di noi! Vi chiedo di starmi vicino, con la preghiera, il consiglio, la collaborazione. E tutti voi, vescovi, presbiteri, diaconi, persone consacrate e laici, unitevi nell’invocazione dello Spirito Santo, affinché il Collegio dei Cardinali sia sempre più ardente di carità pastorale, più pieno di santità, per servire il Vangelo e aiutare la Chiesa a irradiare nel mondo l’amore di Cristo. OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Basilica Vaticana - Domenica, 23 febbraio 2014 – S. Messa con i Cardinali «Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito» (Colletta). Questa preghiera, pronunciata all’inizio della Messa, ci richiama ad un atteggiamento fondamentale: l’ascolto dello Spirito Santo, che vivifica la Chiesa e la anima. Con la sua forza creatrice e rinnovatrice, lo Spirito sempre sostiene la speranza del Popolo di Dio in cammino nella storia, e sempre sostiene, come Paraclito, la testimonianza dei cristiani. In questo momento, tutti noi, insieme con i nuovi Cardinali, vogliamo ascoltare la voce dello Spirito che parla attraverso le Scritture proclamate. Nella prima Lettura è risuonato l’appello del Signore al suo popolo: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (Lv 19,2). E Gesù nel Vangelo riecheggia: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Queste parole interpellano tutti noi, discepoli del Signore; e oggi sono rivolte specialmente a me e a voi, cari Fratelli Cardinali, in modo particolare a voi che ieri siete entrati a far parte del Collegio Cardinalizio. Imitare la santità e la perfezione di Dio può sembrare una meta irraggiungibile. Tuttavia, la prima Lettura e il Vangelo suggeriscono gli esempi concreti affinché il comportamento di Dio diventi regola del nostro agire. Ma ricordiamoci tutti noi, ricordiamoci che senza lo Spirito Santo sarebbe vano il nostro sforzo! La santità cristiana non è prima di tutto opera nostra, ma è frutto della docilità – voluta e coltivata – allo Spirito del Dio tre volte Santo. Il Levitico dice: «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello … Non ti vendicherai e non serberai rancore … ma amerai il tuo prossimo …» (19,17-18). Questi atteggiamenti nascono dalla santità di Dio. Noi invece solitamente siamo così diversi, così egoisti e orgogliosi … eppure la bontà e la bellezza di Dio ci attraggono, e lo Spirito Santo ci può purificare, ci può trasformare, ci può plasmare giorno per giorno. Fare questo lavoro di conversione, conversione nel cuore, conversione che tutti noi – specialmente voi Cardinali ed io – dobbiamo fare. Conversione! Nel Vangelo, anche Gesù ci parla della santità e ci spiega la nuova legge, la sua. Lo fa mediante alcune antitesi tra la giustizia imperfetta degli scribi e dei farisei e la superiore giustizia del Regno di Dio. La prima antitesi del brano odierno riguarda la vendetta. «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico: … se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra» (Mt 5,38-39). Non soltanto non dobbiamo restituire all’altro il male che ci ha fatto, ma dobbiamo sforzarci di fare il bene con larghezza. 2 sobrietà, di umiltà; possiamo e dobbiamo trasmettere e donare serenità e gioia. Siamo chiamati a servire Dio nel prossimo e a lodarlo con la nostra vita, siamo chiamati alla santità. Questo vuole da noi Dio: che abbiamo ad essere santi come Lui e in perfetta comunione tra di noi nella vicendevole solidarietà. Noi tutti, con nel cuore il Signore, possiamo essere testimoni autentici e credibili quando conformiamo le nostre azioni, i pensieri, le parole, la nostra vita, a quelli che sono i pensieri, le parole le opere del Signore. Al termine della Santa Messa siamo invitati a portare nel mondo il suo messaggio liberante di salvezza. Siamo invitati a far sì che il Risorto, che ci ha conformati a Lui, usi i nostri occhi, le nostre mani, i nostri piedi, la nostra bocca, come strumenti suoi. Con la santa Comunione nel cuore Possiamo e dobbiamo rendere visibile il Regno di Dio. Giovanni Magni EUCARISTIA E VITA Mi è stato chiesto di mettere sul Notiziario Parrocchiale un articoletto per chiarire come mai alcune persone (pochissime) hanno un “trattamento speciale” e particolare al momento della distribuzione della Santa Comunione. Queste poche persone infatti, invece di salire in processione con il resto del popolo di Dio, che si incammina verso la santa Eucaristia per riceverla sacramentalmente, prendono con le loro mani, da una piccola pisside, la Particola consacrata. Perché? Non ci sono motivi “strani” e tantomeno privilegi; queste persone semplicemente soffrono di una malattia particolare, la celiachia, che non permette loro di potersi cibare di pane con glutine. Ecco quindi che la Chiesa prepara per loro un pane particolare, senza glutine, adatto alle loro esigenze, per non recare inutilmente danni alla loro salute. Tutto qui. Colgo l’occasione per dire che la cosa importante ed essenziale è però un’altra. L’Eucaristia, che riceviamo e che mangiamo, produce effetti esattamente opposti a quelli del pane normale della nostra mensa. Questo si trasforma in energia di vita per il nostro organismo e, svolto il suo compito tramite il metabolismo del corpo, scompare; quello eucaristico di pane invece ci trasforma ad opera dello Spirito Santo, conformandoci a Gesù. Il Signore, venuto in noi nel sacramento, abita il nostro cuore, ci conforma a Lui, ci fa diventare una cosa sola con Lui nella vita di ogni giorno, negli ambienti che frequentiamo, negli ambiti in cui possiamo dare una bella testimonianza di fede. Conformati a Gesù dobbiamo vivere infatti con scrupolosa fedeltà alla verità che Dio ci ha donato e trasmesso con la sua Parola e che Gesù, Parola vivente di Dio, ci ha portato e manifestato con la sua venuta tra noi, con il suo esempio di vita conforme alla volontà del Padre, e soprattutto con lo stupendo dono dello Spirito santo che ci dà la possibilità di conoscere ed amare la verità, la possibilità di essere conformi alla volontà di Dio. E’ la verità di Dio amore, Padre misericordioso, che dobbiamo portare in ogni ambiente e nei cuori di quanti incontriamo nella vita di ogni giorno. L’Eucaristia ci mette in comunione con Dio e con i fratelli, ci trasforma nel Signore Gesù, ci dà la possibilità di una vita nuova. Le modalità nel ricevere la santa Eucaristia possono essere leggermente diverse ma la sostanza non cambia: conformati al Signore, in ogni ambito di vita, in ogni momento della giornata, nella nostra quotidianità, possiamo offrire una bella testimonianza, una bella professione di fede. Al termine della Santa Messa siamo impegnati a portare Gesù nel mondo con una fedele coerenza ai valori evangelici. Siamo chiamati ad essere segno di unità, di comunione fraterna, di LA DIVINA MISERICORDIA Vedo ogni mattina il mondo e la storia, il mondo vicino e quello lontano, la storia personale e di casa, e quella più distante della comunità sociale e della convivenza internazionale. Vedo questo nostro mondo e questa nostra storia e percepisco, nascosta, una presenza misteriosa e reale, la mano di Dio, l’amore di Dio, l’infinita misericordia di Dio. Tra poco sarà Pasqua, tutto si fa nuovo, la natura si riveste dei suoi colori, il sole caldo rinnova il ciclo delle stagioni, la terra produce i suoi germogli, che l’acqua rende fecondi. Per me tutto questo, che si ripete ad ogni primavera, è sempre la stessa meraviglia, una cosa che mi lascia attonito e stupefatto. Mi rendo conto del male che ogni giorno lotta contro questa bellezza e armonia, creando divisione nei rapporti tra gli uomini, e tra questi e la natura. Questi conflitti fanno parte del misterioso disegno di Dio e della sua opera di salvezza; questo male comunque è già stato sconfitto, non potrà mai avere l’ultima parola. L’ultima parola è quella del Crocifisso Risorto. Tante cose che succedono anche nelle nostre piccola esperienze e nelle nostre vite sono da leggere in questa luce. Ci renderemo così sempre più conto che è vero che Dio è presente, e conduce per mano il mondo e la storia, personale e di tutti. E’ lui il Signore. E’ vero che Gesù cammina al nostro fianco e ci dà coraggio, è vero questo (e lo si sperimenta con la fede): Egli ci è vicino e ci sorregge proprio nei momenti più difficili e bui, ci è più vicino proprio quando sembra assente e lontano. Tante cose che credevo irreparabili hanno poi preso una piega diversa; quello che non avrei mai creduto possibile è successo. Questo per me non è l’opera del “caso” ma della mano provvidente di Dio. E allora come non continuare a sperare? Come non avere sempre più fiducia? Perché non vedere il mondo con occhi di fede? Spesso a sperare sono proprio i più tribolati, i più derelitti, i più abbandonati, quelli che stanno “sotto la croce”. Anche questo non è un caso, ma un segno, perché la spe3 in effetti partecipavo solo quando c’era la riunione del Consiglio voluta dal parroco, che all’epoca era don Eugenio Folcio. Il mio impegno consisteva in questo o poco più, anche se don Eugenio mi chiedeva spesso un parere su alcune questioni e su alcuni progetti che si stavano realizzando; penso comunque che questo lo facesse anche con tanti altri. L’impegno di Gabriele era molto più consistente. Mi ricordo in particolare la sera dell’incontro con l’impresa appaltatrice della costruzione del tetto in legno del centro polifunzionale perché, a furia di discutere e contrattare, erano venute le tre del mattino. Ricordo anche il pomeriggio di un sabato, quando Gabriele ed io eravamo stati convocati da don Eugenio per un colloquio con il pittore che aveva affrescato la Chiesa Parrocchiale, davvero un bel lavoro. Lo ho potuto poi incontrare qualche volta per strada, davanti a casa sua, all’uscita dalla S. Messa. Ci siamo sempre salutati cordialmente e qualche volta abbiamo scambiato anche due parole. Gabriele è stato una persona riservata ma sempre molto affabile. Gabriele fa parte di una famiglia molto nota e molto attiva in paese e in parrocchia. Adesso anche lui ha varcato la soglia e, quanto sperato in vita, lo ha raggiunto e visto. Ha anche incontrato l’amata moglie che in questo lo ha preceduto di parecchi anni. A questo punto posso dire che le persone conosciute da me sono più numerose nel Paradiso che qui da noi. Questo mi fa pensare che davvero qui siamo di passaggio, siamo precari, che ciò che dura è al di là del muro della morte, infranto da Gesù con la sua resurrezione. Mi fa pensare anche a quanto siamo fragili e come basta poco a farci restituire il soffio di vita donatoci da Dio. Cerchiamo di vivere sempre vigili, attenti, docili alla volontà del Signore, così da essere preparati al momento del passaggio, del transito, che può raggiungerci come un ladro nel momento che non ci aspettiamo. Del resto, se ne abbiamo accompagnati così tanti al cimitero, morire deve essere una cosa semplice. Nessuno di noi si è accorto nel nascere, al momento del primo respiro, e così penso sarà al momento in cui da noi uscirà l’ultimo respiro ed entreremo, per chi non crede nel buio della morte, per chi ha fede nella luce della vita eterna. In questo momento saremo soli, anche se circondati da molti, e sarà chi ci sta accanto ad accorgersi di quanto successo e a darsi da fare, come del resto al momento della nascita, al momento del primo respiro all’aperto, al momento dell’ingresso nel mondo da persone autosufficienti, anche se ancora bisognose di tutto. La vita è un dono bellissimo, il più bel dono di Dio. A volte, in situazioni di disagio e di sconforto ci diventa un po’ pesante, ma è sempre bella se abitata dal Signore. Dio ci ha fatti per la vita, non per la morte. Questa è solo un tributo da pagare per il nostro peccato, cancellato però e distrutto dalla morte in croce di Gesù. Questa morte ci ha restituito la comunione con Dio, così che la nostra vita non finisce con la morte, ma con la morte ha un suo nuovo ed eterno inizio nel modo più vero e completo. Questo noi diciamo quando professiamo la nostra fede recitando il credo, questo ci dice sempre don Paolo ranza è virtù di uomini forti. E’ più difficile sperare che credere, perché la speranza in fondo è fede vissuta e la fede “sostanza di cose sperate”. Questo basta a dare coraggio nel bisogno e nella prova. Una cosa sola occorre: sperare sempre, sperare anche contro ogni speranza, come Abramo; e questo, gli fu accreditato come giustizia. La giustizia per la Bibbia non è tanto e solo quella giuridica ma amore, fedeltà, misericordia e, soprattutto, il giusto rapporto con Dio, Signore del creato e della storia. Giovanni Magni IN RICORDO DI GABRIELE E DI PIERINA Ogni tanto è giusto ricordare alcuni parrocchiani defunti. Dico ancora una volta che questo non lo si può fare sempre e per tutti, ma che tutti i nostri cari defunti hanno pari dignità, e sono ricordati ogni volta che si celebra la S. Messa. Se di qualcuno si parla nel Notiziario Parrocchiale non è per fare delle preferenze ma solo perché si tratta di persone più note alla gente, che sono state più attive in ambito comunale o parrocchiale, o semplicemente perché più conosciute da chi scrive. Parlare di queste persone è lo spunto per ricordare un po’ tutti. In questa occasione facciamo memoria di Gabriele Salvioni e di Pierina Pennati, vedova Oltolini. GABRIELE SALVIONI Con Gabriele Salvioni, come già successo per tante persone conosciute e stimate, se ne va un altro pezzetto della storia del paese e della parrocchia. E’ inutile ridire ancora una volta che, a furia di perdere tasselli, il quadro della nostra storia sta perdendo i suoi colori e quasi sta per scomparire del tutto. Ai giovani questo non fa problema, perché il quadro che hanno visto loro è diverso e per adesso, nonostante i tanti mutamenti sempre più veloci della storia contemporanea, mostra intatti i suoi colori e il suo messaggio; per gli anziani invece, dopo che il mondo è cambiato tante volte e la maggior parte delle persone che compongono il quadro di partenza sono scomparse, è inevitabile che quello che rimane del dipinto non sia più un gran che. E’ vero che l’uomo si adatta facilmente a tante situazioni diverse e a volte avverse, però anche questa elasticità col tempo si affievolisce, così che i cambiamenti recano solo fastidio e nostalgia. Gabriele io l’ho conosciuto poco, perché ho avuto poche occasioni di frequentazione e di incontro. Ho avuto modo di stare un po’ insieme quando ho fatto parte del Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia. Io 4 nelle sue omelie per i funerali, questa è la certezza che ci viene dalla fede nella Pasqua di Gesù, morto per la nostra salvezza e risorto come primizia di noi tutti. tributo la Biblioteca Comunale è diventata una realtà brillante e dinamica. Cosa c’entra tutto questo con la signora Pierina e con suo marito? Direte. Tutto questo centra e molto perché Graziano Oltolini, uomo concreto e preparato, è stato più volte sindaco e ha fatto moltissimo per il nostro paese. Questo però lo ha potuto fare perché alle spalle aveva una moglie come Pierina. Sottovalutiamo troppo spesso il ruolo delle mogli e delle mamme, e questo soprattutto un po’ di anni fa, quando le donne per la maggior parte si dedicavano unicamente alla famiglia e al lavoro domestico. Il loro lavoro umile, nascosto, discreto, non retribuito e poco riconosciuto e stimato, era molto prezioso, e fondamentale per permettere ad altri componenti della famiglia la possibilità di impegnarsi e spendersi per il bene comune. Questa coppia di ferro, con una famiglia patriarcale da crescere, ha cementato il suo inizio su basi solide: sulla fede in Dio, su principi morali giusti, su di un amore sincero, genuino, disinteressato. Questa coppia univa poi ad uno spirito battagliero e deciso una bella forma di ironia, mai offensiva, ma acuta e intelligente. Una volta che, per motivi di finanziamento alla Biblioteca, mi sono recato nello studio di casa di Graziano Oltolini, mi ha colpito un quadro alle spalle della sua scrivania, un quadro con la fotografia di un asino. Ho chiesto il perché di questo all’allora sindaco che mi ha cortesemente risposto: “Vedi”, ha detto “guardo spesso questa immagine e tutte li volte mi dico, quest’asino sono io”. Una bella lezione per un giovane di belle speranze come me, che credeva di essere qualcuno ed a volte lo contestava, anche vivacemente, nei casi in cui i punti di vista erano diversi. Pierina è stata una mamma premurosa per tanti figli e di questi ne ha dovuto piangere due che se ne sono andati prima di lei. La sua figura, adesso che ha effettuato il “ricongiungimento famigliare” con il marito Graziano ed i figli Vittorio ed Eugenio, resta nel ricordo dei dieci figli rimasti e dello stuolo di nipoti e pronipoti. La sua vita, oltre che nel ricordo di tanti, e nell’abbraccio di chi l’ha preceduta in Paradiso, è comunque in buone mani, nelle mani di Dio. Per la celebrazione del funerale don Paolo ha scelto due bellissime letture, commentate come sempre in modo perfetto. Nel momento introduttivo della celebrazione don Paolo ha ricordato quanto detto in precedenza a proposito dei patriarchi, definendo Pierina “matriarca” sia per il numero dei figli che, soprattutto, per il numero degli anni, affermando che, come loro, anche lei ha lasciato questo mondo “sazia di giorni” per unirsi ai suoi cari in cielo. L’omelia ha puntualizzato alcuni concetti legati alle letture. Nella prima si è letto un brano tratto dagli ultimi capitoli del libro dell’Apocalisse in cui San Giovanni dipinge in modo stupendo la scomparsa della morte nella Gerusalemme celeste. In questa città, illuminata dalla gloria di Dio, c’è la sorgente della vita ed a questa fonte (che è Dio stesso) ciascuno può avvicinarsi e bere gratuitamente, anche Pierina. Il brano di Vangelo poi è quel bellissimo momento in cui Gesù benedice e loda il Pa- PIERINA PENNATI OLTOLINI Anche la signora Pierina è una persona che io conosco poco; la conosco soprattutto come moglie di Graziano Oltolini, che invece ho avuto modo di conoscere bene, e come mamma di alcuni miei amici. Ho detto alcuni perché questa donna di figli ne ha partoriti 12, un bel numero ai nostri tempi, e anche un numero simbolico. Dodici sono i figli di Giacobbe/Israele, capostipiti delle dodici tribù del popolo ebraico, il popolo eletto da Dio perché seguisse i suoi precetti, la legge donata al momento dell’alleanza al Sinai, dopo la grandiosa liberazione dalla schiavitù egiziana. Compito di questo popolo, scelto da Dio, era quello di illuminare le nazioni di tutto il mondo con la fedeltà ai comandi dati da Dio per il bene suo e dell’intera umanità, perché tutti avessero la vita. Il rispetto del patto e dei precetti porta la vita, il mancato rispetto, il peccato, la morte. E’ un po’ questo il filo che percorre tutto l’Antico Testamento. Dodici sono anche gli Apostoli, i discepoli scelti da Gesù come capostipiti del popolo di Dio nella nuova ed eterna Alleanza, frutto della sua Pasqua. Dodici sono tanti dei simboli dipinti nel bellissimo libro dell’Apocalisse, al momento della descrizione della Gerusalemme celeste, del Paradiso. Fermiamoci qui e torniamo a Pierina. Come dicevo ho avuto modo di conoscere meglio il marito Graziano, perché con lui ho speso parecchio tempo negli incontri dei Direttivi DC e dei preconsigli comunali. Ho speso poi molto più tempo con lui nel periodo in cui ho fatto parte della Giunta Comunale (1985 – 1990). Ho avuto anche diversi contatti come presidente della Biblioteca Comunale. Questa era stata voluta da un Gruppo Promotore che si era riunito in Oratorio il 23 dicembre 1973. All’epoca, essendo andato via da poco don Cesare, diventato parroco di Acquate, le chiavi dell’oratorio le avevo io e quindi mi si era chiesta la possibilità di tenere gli incontri in Oratorio, anche se molti dei promotori l’iniziativa non frequentavano più gli ambienti parrocchiali e la Chiesa perché figli della contestazione giovanile del 1968. Dopo una preparazione durata un anno la Biblioteca Comunale è stata costituita con una delibera consiliare nel febbraio 1975 e, contro la mia volontà, in quella delibera mi si era nominato presidente. Con l’aiuto di alcuni amici, in particolare di Angelo Mapelli, la struttura è stata messa in piedi ed ha iniziato ad operare nel seminterrato delle Scuole Elementari. Questa esperienza è durata 5 anni, fino al 1980, quando è subentrato come presidente l’ottimo Gianfranco Brivio. Con il suo con5 altre persone impegnate come Lei in ambito sociale e politico. In attesa di incontrarLa, La ringrazio per l’attenzione e la collaborazione. Commissione per la Formazione all’impegno sociale e politico dre per avere insegnato ai piccoli la sua verità e per avere introdotto i piccoli e i semplici nel Regno. E’ questo uno dei più belli tra i brani di lode di Gesù a Dio Padre. Da qui la conseguenza: Pierina non è morta ma inizia a vivere veramente proprio adesso, proprio ora che fa parte della famiglia di Dio in cielo. E’ vero che il distacco dalle persone care genera rimpianto e tristezza; è però anche vero che la fede illumina una realtà che ci consola e rende meno grande il dolore del distacco. Giovanni Magni INCONTRI SULLA PAROLA DI DIO La Parola di Dio “La Sacra Scrittura si presenta agli occhi della nostra anima come uno specchio, in cui possiamo contemplare il nostro volto interiore. In questo specchio noi possiamo conoscere ciò che in noi c’è di bello e di brutto; possiamo verificare il nostro progresso e quanto siamo lontani dalla meta. La Parola di Dio con la sua chiarezza offre nutrimento agli umili, mentre con la sua profondità non finisce di stupire gli spiriti più elevati. E’ necessario che chi parla di Dio si preoccupi di rendere migliori coloro che lo ascoltano” (Gregorio Magno). […] Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto,e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi ele sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, coni suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. […] Santo Padre Francesco da “Evangelii Gaudium ” Agli Ill.mi Sigg.ri Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali e di zona, Autorità scolastiche, Responsabili di Asl, Biblioteche, Enti pubblici; ai componenti di Associazioni, Movimenti, Unioni Professionali, Centri di impegno sociale; a quanti intendono servire il bene comune Sentiamo ciò che dice il Vangelo: “Nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui!”. Con Gesù si compie la Scrittura. “Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti alla Parola. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola, perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio alla mattina presto, perché Dio deve avere la prima Parola. Facciamo silenzio prima di coricarci, perché l’ultima Parola appartiene a Dio”. Dietrich Bonhoffer Gentile Signora/Egregio Signore, come per gli scorsi anni, la Diocesi desidera proporre per il periodo di Quaresima un incontro di spiritualità per i cristiani impegnati nelle realtà sociali e politiche che si terrà: La scrittura può istruirti per la salvezza (2 tm - 3,15) domenica 16 marzo 2014 dalle 9.00 alle 12.30 con la celebrazione della S. Messa La conoscenza delle Scritture conduce alla vita. Infatti ciò che Dio ci ha detto è il Figlio suo: il Figlio predetto, preparato, annunciato e compiuto. Tutto è stato scritto di Lui e per Lui, perché abbiamo a scoprirlo e ad amarlo. Una bella preghiera del XIII secolo dice: “Signore Gesù, io, indegno tuo servo, vorrei entrare da te, per vedere i tuoi tesori. Ti piaccia introdurmi e donami, attraverso la lettura di questa tua Parola santa, di conoscerti e di amarti. Ma a condizione che tu mi dia tanto amore quanta conoscenza e non più conoscenza che amore, perché io voglio conoscerti solo per amarti”. c/o oratorio S.Luigi Via Villa, 9 Robbiate L’incontro prevede un momento introduttivo di preghiera e di riflessione, un breve spazio di silenzio, la condivisione comunitaria delle proprie risonanze e, se prevista l’Eucarestia. AVVISO Il predicatore don Marcellino Brivio proporrà una riflessione, tratta dal 4° capitolo della “Evangelii Gaudium”, dal titolo: La nostra parrocchia offre, nel quadro della catechesi parrocchiale in atto per le diverse fasce di età, la possibilità di una catechesi per gli adulti sul vangelo della domenica. Durante la Quaresima gli incontri sono il venerdì alle ore 20:45 in Chiesa, guidati da don Paolo. Negli altri periodi dell’anno gli incontri sono tenuti da Suor Moira il venerdì, alle ore 20:30, presso la sede della struttura per anziani “La Chiocciola”, in Via Cantone. “Per una Politica che Includa Socialmente il Grido dei Poveri” L’invito a questo ritiro è un’occasione di preparazione alla Santa Pasqua e Le saremo grati se vorrà far conoscere l’iniziativa anche ad Suor Moira 6 Comunità Pastorale “Beata Vergine Maria Addolorata” Parrocchia S. Alessandro – Robbiate Domenica 23 marzo FUORI DAGLI SCHEMI Ritiro preadolescenti a Paderno dalle ore 9:00 alle ore 14:00 9:30 S. Messa animata dai ragazzi di III elementare 15:00 Vesperi in Chiesa 15:00 Preghiera in oratorio 15:30 Pappa e Ciccia 15:30 Laboratorio “A tutto campo” 15:30 Corso di chitarra 16:30 Gioco con i papà Lunedì 24 marzo 17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica Martedì 25 marzo 18:30 Corso Animatori-Educatori Venerdì 28 marzo 09:00 Via Crucis in Chiesa 17:00 Via Crucis in Chiesa 20:45 Quaresimale in Chiesa Sabato 29 marzo Pranzo e incontro in oratorio per i ragazzi che si preparano alla Professione di Fede Sabato 29-domenica 30: due giorni di ritiro per giovani in Decanato Q U A R E S I M A 2 0 1 4 Domenica 9 marzo VINCI LA FRETTA 9:30 S. Messa con invito speciale a tutti i ragazzi per iniziare bene la Quaresima! 15:00 Vesperi in Chiesa 15:00 Preghiera in oratorio 15:30 Laboratorio “A tutto campo” 15:30 Corso di chitarra 16:30 Gioco Lunedì 11 marzo 17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica Mercoledì 12 marzo 16:45 Confessioni V elementare in oratorio Venerdì 14 marzo 09:00 Via Crucis in Chiesa 16:00 confessioni medie in Chiesa 17:00 Via Crucis in Chiesa 18:30 Corso Animatori-Educatori 20:45 Quaresimale in Chiesa Sabato 15 marzo Ritiro Adolescenti all’oratorio di Monte, partenza ore 15:30 rientro previsto per le ore 23:00 Domenica 30 marzo PAGA DI PERSONA 9:30 S. Messa animata dai ragazzi di I media 15:00 Vesperi in Chiesa 15:00 Preghiera in oratorio 15:30 Corso di chitarra 16:00 Incontro genitori I media 16:30 Gioco Lunedì 31 marzo 17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica Venerdì 4 aprile 09:00 Via Crucia in Chiesa 17:00 Via Crucis in Chiesa 20:45 Quaresimale in Chiesa Sabato 5 aprile Pranzo e incontro in oratorio per i ragazzi che si preparano alla Professione di Fede Domenica 16 marzo OLTRE I PREGIUDIZI S. Messa animata dai ragazzi di IV elementare 14:30 Preghiera incontro e testimonianza dell’associazione cani guida per ciechi in oratorio 15:00 Vesperi in Chiesa 15:30 Corso di chitarra 16:00 Incontro genitori IV elementare 16:30 Gioco Lunedi 17 Marzo 17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica Venerdì 21 marzo 09:00 Via Crucis in Chiesa 17:00 Via Crucis in Chiesa 20:45 Quaresimale in Chiesa 9:30 Domenica 6 aprile SII TE STESSO SENZA VERGOGNA 9:30 S. Messa animata dai ragazzi di V elementare 15:00 Vesperi in chiesa 15:00 Preghiera in oratorio 7 15:30 Pappa e Ciccia 15:30 Laboratorio “A tutto campo” 15:30 Corso di chitarra 16:30 Gioco 17:30 S. Messa in Chiesa a Verderio Superiore con consegna del Credo ai ragazzi di III media che si preparano alla professione di fede Lunedì 7 aprile 17:00 Madonna del Pianto esposizione Eucaristica Venerdì 11 aprile 09:00 Via Crucis in Chiesa 17:00 Via Crucis in Chiesa 18:30 Corso Animatori-Educatori 20:45 Quaresimale in Chiesa CHE SPASSO AL “PAPPA E CICCIA”! “Bambini, cosa fate quando vi arrabbiate?”. Con questa domanda abbiamo iniziato una domenica “pappacicciosa” del mese di febbraio. E dopo aver ascoltato alcune risposte … ”Io non mi arrabbio mai”, “Io vado in camera mia”, “Io batto i piedi”, … abbiamo letto insieme una storia, che narrava di un bimbo arrabbiato e che, alla fine, ritrovava serenità e pace. E poi, VIAAAAA con i giochi “scaccia rabbia”, che ci hanno fatto correre, ridere e saltare tutti insieme. La cosa più bella è vedere i bambini che stanno bene insieme, che giocano con il sorriso sulla labbra, che sanno competere accettando di perdere … e ridono, ridono, ridono. E’ anche bello vedere i genitori che li guardano, li incoraggiano e contribuiscono a rendere il clima ancora più gioioso. Un’altra domenica di febbraio, invece, ci siamo dilettati nel “Cake design”, ovvero i dolci con la pasta di zucchero. Beh, abbiamo scoperto di avere dei veri pasticceri con tanta, tanta fantasia. Alla fine, con mani zuccherose e appiccicose, i risultati sono stati sorprendenti. Qualche bimbo non ha resistito e, invece di portarsi i biscotti a casa, ha preferito metterseli subito in pancia. Domenica 13 aprile NON PIU’ VIOLENZA 11.00 S. Messa animata dai ragazzi di II elementare 15:00 Processione delle Palme dalla cappella Duraga alla chiesa parrocchiale 16:30 Giocone BATTESIMI DI MARZO 15.03.2014, ore 16 presso l’Asilo Elena incontro genitori dei battezzandi 16.03.2014, ore 11, presentazione battezzandi alla comunità 23.03.2014, ore 11 e ore 16, celebrazione dei Battesimi BATTESIMI DI APRILE Che spasso al “Pappa e Ciccia”: è sempre un bel momento per stare insieme … e poi ci sono le super merendone di Chiara e papà Luca, che danno più gusto a tutto. 12.04.2014, ore 16 presso l’Asilo Elena incontro genitori dei battezzandi 13.04.2014, ore 11, presentazione battezzandi alla comunità 19.04.2014, ore 21, celebrazione dei Battesimi 27.04.2014, ore 11 e ore 16, celebrazione dei Battesimi Grazie, grazie a tutti per la partecipazione e grazie a tutti i genitori che ci danno sempre una grande mano nel preparare e sistemare gli ambienti dopo le attività. BATTESIMI DI MAGGIO Vi lasciamo le prossime date del “Pappa e Ciccia”: DOMENICA 23 MARZO DOMENICA 6 APRILE DOMENICA 27 APRILE Vi aspettiamo sempre numerosi. Anna, Chiara, Miriam 10.05.2014, ore 16 presso l’Asilo Elena incontro genitori dei battezzandi 11.05.2014, ore 11, presentazione dei battezzandi alla comunità 18.05.2014, ore 11 e ore 16, celebrazione dei Battesimi 8 9 CARNEVALE OGNI SFORZO VALE Quest’anno i preparativi per il carnevale sono partiti un po’ in ritardo, non c’era molto entusiasmo, non c’era quella grinta che di solito scatta quando si apre la fatidica busta F. O. M. che svela il tema del carnevale. Quest’anno c’erano troppi pensieri ... Quest’anno mancava la voglia di prendersi la responsabilità di esordire con il carnevale. Piano piano sono incominciate le prime riunioni … ma anche qui l’entusiasmo non arrivava, il tema (Sportivissimi) appariva banale e non nascevano idee buone su cui lavorare. Eravamo un po’ spenti, non avevamo alcun progetto. Seguendo le indicazioni della F. O. M. continuavamo a pensare agli sport più disparati cercando di trasformarli in qualcosa di speciale, o per lo meno di divertente, per creare il mitico carro allegorico. Finalmente a qualcuno viene in mente un’idea … la PALLAVOLO …. anzi la PADDAVOLO ! Non è un errore di scrittura e nessun raffreddore in corso, la PADDAVOLO è niente popò di meno che la pallavolo sull’Adda! Riprodurre il ponte di assenso di Attilio … il carnevale è finalmente partito. L’entusiasmo e la grinta erano tornati al loro posto. Era necessario concludere il progetto e pensare ai bambini, attorno alla PADDAVOLO un esercito di Sportivissimi … atleti del pugelato, del lancio del pastello e forzuti del sollevamento mesi. Pronti via: stilare le locandine, preparare i laboratori, raccogliere le iscrizioni, confezionare i vestiti. E anche quest’anno è andata! Quanto lavoro per niente … qualcuno potrebbe pensare!!!! Lo sforzo per realizzare questo progetto è stato veramente immenso, c’è chi si è recato in oratorio ogni giorno, ogni sera dopo il lavoro, c’è chi ha tagliato 147 vestiti, c’è chi li ha cuciti con amore, c’è chi ha dipinto l’infinito, c’è chi aveva sempre qualche idea nuova, c’è chi si è occupato di tutti i documenti per la sfilata, c’è chi continuava a contare e ricontare i vestiti, c’è chi ha scolpito la gommapiuma, c’è chi gufava sul tempo, (…) ma soprattutto c’è chi crede nel sorriso … Per un mese intero l’oratorio si è trasformato in un’officina frenetica, animata unicamente da una grande , grande passione. A carnevale ogni “sforzo” vale!!!!! Quelli del carnevale Paderno trasformandolo in un ipotetico campo da pallavolo, che ideona! Superate le prime titubanze relative ai materiali da usare, ai tempi di realizzazione, e avallati dal pieno ORARIO S. MESSE Festive TELEFONI Riferimenti pastorali Sabato sera ore 18.30 Sacerdoti: Domenica ore 9.30 - 11.00 - 18.00 Don Antonio Caldirola 039.9515929 Don Paolo Bizzarri 039.510660 cell. 338.1991485 Feriali Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì ore 18.00 M.del Pianto ore 18.00 Parrocchia ore 18.00 M.del Pianto ore 18.00 Parrocchia ore 9.00 Parrocchia Rev. Suore Scuola Materna Elena 039.511206 Suor Moira cell 347.9976131 1° giovedì del mese ore 21.00 Adorazione Eucaristica Caritas 10 039.513163 La Commissione Cultura della Comunità Pastorale su invito della Lettera Pastorale del nostro arcivescovo: Il Campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano … … ha organizzato tre serate per incontrarci e confrontarci su: affetti, lavoro e riposo. Molte le persone che si sono lasciate coinvolgere con grande disponibilità. La Commissione ha organizzato questi eventi con l’intenzione di favorire conoscenze, incontri, e per “fare” insieme. Sono state occasioni per conoscere persone ed esperienze del nostro territorio, della nostra comunità, che hanno dato voce alla loro esperienza per condividerla con gli altri. Con queste righe si intende allargare la tavola anche a chi non ha preso parte a queste serate, nella certezza di poter essere in qualche misura utili; ma anche per allargare il confronto con altre posizioni ed esperienze interessanti. Qui si riportano alcuni brevi spunti, divisi nelle tre serate. Per maggiori informazioni scrivere a Commissione Cultura: moira.scimmi@gmail.com E quando la separazione ferisce una famiglia, la comunità può essere di sostegno e un ruolo molto importante possono giocarlo i nonni quando non si mettono dalla parte dell’uno o dell’altro ma dei nipoti. (Dott.ssa Virginia Scaccabarozzi: Consultorio.merate@tiscali.it; tel. 0399285117) Il Ponte. Mondo di Comunità e Famiglia di Paderno d’Adda Siamo insieme come famiglie che condividono gli spazi, le attività e anche la parte economica. Tutto ciò è condiviso, anche la casa non è mia e, in un tempo in cui è più complicato avere relazioni sociali profonde, scopriamo che nel mettere insieme la parte economica la vita costa di meno. Un momento importante per noi è la cena insieme una volta alla settimana: è bello sia per noi adulti che per i figli che si incontrano tra di loro. Riteniamo importante fare rete nel territorio per creare energie che lavorano insieme. Il problema per me è reggere lo stress mentre avviene il cambiamento, perché ogni intervento presuppone del tempo perché cresca e maturi. (Pio Canali: pio.luisa@libero.it) Mercoledì 22 gennaio 2014 presso l’oratorio di Paderno d’Adda IL CAMPO È IL MONDO DEGLI AFFETTI Giovani e Teatro Il Gruppo Giovani ha introdotto la serata mettendo in scena il bisogno di affetto che c’è in ogni età della vita: infanzia, adolescenza, maturità. Quando le diverse generazioni si incontrano capita di non capire gli uni il linguaggio degli altri, mentre in ciascuno abita il medesimo desiderio di essere amato e amare. (Maria Verza: mariaverza@yahoo.com) Terre di Mezzo. La Grande Casa servizio diurno di supporto educativo per minori presso “Villa Concordia” di Robbiate Lavoriamo con adolescenti che fanno di tutto per renderci indisponenti nei loro confronti, ma in realtà è solo un modo per dirci: mi vedete? Se non mi vedete alzo il tiro. Ecco la nostra ricetta: 1. Guardarli con occhi nuovi, mettendo da parte la loro provocazione per scavare in profondità 2. Pensarli e sognarli, come nessuno ha ancora fatto, per le potenzialità che hanno 3. Esserci nelle cose belle (godere di quello che fanno/sono) esserci nei casini (non fare finta di non vederli) 4. Cercarli quando spariscono perché ti stanno chiedendo se li pensi, se li cerchi. Dare continuità alla relazione 5. Passare tempo insieme: ogni attività con loro è in funzione della voglia di relazione (Barbara Motta barbara.motta@lagrandecasa.it; tel. 3407610840) Consultorio Familiare Interdecanale di Merate Il bisogno di amore non si vede ma si sente, e come! Nei genitori l’amore per i figli si traduce nella capacità di insegnare a crescere con la propria testa. Per fare questo il primo passo è accogliere tutto dei nostri figli, la loro testa, che è diversa dalla nostra, ed essere attenti ai segnali che ci mandano. Non bisogna avere paura dell’ignoto ma essere curiosi come i palombari e scendere negli abissi per scrutare le cose che non conosciamo. Educarsi al comunicare, al rispetto, all’accoglienza dell’altro, anche se non piace, previene le separazioni. 11 Mercoledì 12 febbraio 2014 presso l’oratorio di Verderio Inferiore Gruppo Auto Mutuo Aiuto (AMA). “Insieme con amicizia” rivolto alle famiglie con un familiare disabile IL CAMPO È IL MONDO DEL LAVORO Siamo insieme per volerci bene tra di noi. Non ci unisce la tipologia delle fragilità, che sono molto diverse, ma la condivisione delle fatiche che ciascuno affronta. La comunicazione tra noi è utile per trasmettere le informazioni da parte di chi c’è già passato (per esempio sul medico che ti può aiutare), per mettere insieme le idee. Viviamo un’affettività pura, dal momento che non ci aspettiamo niente dal figlio, neppure che ci chiami “mamma”, e arriviamo a capire l’essenziale del vivere. Con mio figlio ho imparato che ognuno fa la sua fatica, che non posso togliere la fatica di vivere a mio figlio disabile, ma che le fatiche si possono vivere insieme. Con la nostra presenza come associazione desideriamo essere da stimolo nel territorio (Donata Sorrentino: dsorren@mondadori.it; tel. Gruppo teatro dell’oratorio di Robbiate Il gruppo ha messo in scena un simpatico confronto tra un umile pastore e un sofisticato consulente. Morale della favola: a ciascuno il suo mestiere! È stato un modo leggero per entrare in un argomento doloroso. (Cristiano Locatelli: c.locatelli@larianasrl.it) Rachele Pennati: la situazione del lavoro sul Contenta di essere stata invitata come sindacato a una tavola di confronto in ambito parrocchiale, Rachele ha portato i dati della crisi del lavoro che stiamo attraversando. Partendo dall’Europa, dove le cifre parlano di 26.533.000 disoccupati, passando per l’Italia, con il 20% a rischio di povertà, il 13 % poveri e l’11% di famiglie a bassa intensità lavorativa, ci si è soffermati sul nord Italia, con 677 famiglie in povertà assoluta e 956.000 persone in cerca di lavoro. Tra i numerosi dati, riportiamo quelli di un sondaggio secondo il quale il 3,4% della popolazione riterrebbe la propria situazione migliorata, il 40% invariata, il 41% peggiorata di poco, mentre il 15 % è completamente a terra. La prospettiva è nebulosa e non si sa che pesci pigliare. È avvilente assistere a continue domande di disoccupazione. (Rachele Pennati: rachele_pennati@yahoo.it) Associazione Visitatori Anziani e Infermi di Verderio Inferiore La solitudine è una condizione per la quale non c’è medicina e porta a chiudersi in se stessi e alla tristezza. Il nostro desiderio è di alleviare la solitudine degli anziani, andando a trovarli. Siamo in 18 e seguiamo 54 persone di Verderio Inferiore, portando anche la comunione. Gli anziani ci aspettano, ci si affeziona, ci si lega, e alcuni ci “lasciano” durante la strada. Il legame affettivo che nasce è un’amicizia, forse anche di più, è come un legame di sangue: “è mio nonno”. (Antonio Patané: v_a_i_soci@yahoo.it; tel. 3497750751) Guglielmo Fumagalli: la pastorale del lavoro nella Diocesi di Milano Interventi in sala Capita di lavorare insieme e non conoscersi, di non sapere della fede dell’altro. Perché avviene questo? Come coniugare fede e vita? Il primo che lavora nella Bibbia è Dio, e per l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, il lavoro non è facoltativo ma obbligatorio. Dio non porta a compimento la creazione, ma la affida all’uomo per coltivare (lavorare) e custodire (non siamo noi i padroni; da qui il tema dell’ecologia e del rispetto per la natura) il creato. Gesù Cristo era chiamato il figlio del carpentiere, e questo ha un significato importante. S. Paolo si vantava del lavoro delle proprie mani per non essere di peso. A partire da queste riflessioni bibliche si potrebbe fare tutto un percorso per riscoprire il valore del lavoro. Il profeta Isaia richiama il dovere di difende- Nella crisi che attraversiamo si parla spesso di bisogno economico, ma c’è anche un bisogno affettivo molto grande. Quello che abbiamo ascoltato merita di essere raccontato, di fare notizia, anche se l’interesse di ciascuno non è quello di finire sui giornali ma di fare un servizio. Bisognerebbe trovare il modo di far rivivere oggi i cortili di un tempo, e tornare a fidarsi gli uni degli altri è l’unica strada. Forse è più facile per delle associazioni; cercando di costruire delle relazioni nel vivere quotidiano ci scontriamo con una barriera da superare: la sensazione di dare fastidio. 12 Renato Redaelli: disoccupazione e nuove re l’orfano e la vedova, mentre il rischio attuale dei credenti è di limitarsi a celebrare. Se non c’è giustizia e attenzione agli altri che valore hanno le celebrazioni? Il lavoro fatto bene è come un Padrenostro, dicevano i nostri vecchi … (Guglielmo Fumagalli: guglifum@gmail.com) Mobilità … disoccupazione … la prima reazione è la rabbia, ti senti colpito nel profondo, io che mi sono sempre impegnato. Passata la rabbia, come un fiume che rientra negli argini, ho deciso di rimettermi in gioco, di rispolverare le mie capacità. Nella vita ho fatto diversi lavori, e così mi reinvento: recupero oggetti dalla discarica e dal tam tam di amici. Ho un piccolo laboratorio e da un mobile ne tiro fuori un altro. Sono cose che ho messo nella gerla da ragazzo che ora tiro fuori. Abbiamo l’Italia da rifare e ci sarebbe molto lavoro, così come molto c’è da fare a livello educativo: perché i giovani possano reinventare un nuovo mondo, occorre che trovino entusiasmo in buoni insegnanti, maestri. Il vero cambiamento è stare nelle cose con gioia. A Imbersago, dove vivo, ho scoperto quanto in questo tempo di crisi le persone si riavvicinano, quanto maggiore è la partecipazione nel sociale, e quanto sia necessaria la gentilezza. (Renato Redaelli: tel. 3488536246) Caritas di Paderno d’Adda: il progetto “Adotta una famiglia” Esiste già dal 2010 una convenzione tra amministrazione comunale e parrocchia, con la quale si fornisce un contributo per pagamenti diretti. La situazione è monitorata dall’assistente sociale, che verifica il bisogno, lo comunica alla Caritas parrocchiale e suggerisce il tipo di intervento. Il progetto “Adotta una famiglia è nato con l’obiettivo di coinvolgere la comunità parrocchiale e territoriale: condividi il bisogno, condividi la vita, e la popolazione ha risposto con successo. Tra le varie iniziative si segnalano: un accordo con la cooperativa La Fratellanza (il primo sabato del mese c’è uno sconto del 10% per l’acquisto di viveri che verranno distribuiti alle famiglie in difficoltà), il volontariato proposto alle persone che stiamo aiutando, lo sportello di lavoro in decanato per preparare il curriculum. (Sportello Caritas martedì dalle 17.00 alle 18.00) Interventi in sala La situazione in cui viviamo ci sollecita a mettersi più in gioco, a tirare fuori quello che si è, sapendo che l’ottimismo è un dono di Dio, il pessimismo invenzione dell’uomo. Non si tratta soltanto di cercare soluzioni tecniche, perché la dimensione materiale da sola appiattisce, ma occorre una visione più lunga, che non soffochi. In parrocchia si dovrebbe curare maggiormente la parte spirituale: conoscere le persone senza lavoro, stare loro vicino, vivere insieme momenti di preghiera. Se a lungo abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, e così abbiamo indirizzato i nostri figli, ora è tempo di riposizionarci secondo le forze di ognuno, di riscoprire un’economia civile, cooperativistica, senza scopo di lucro. Alessandro Sburlati: il lavoro come risorsa educativa nell’Operazione Mato Grosso I valori che stanno alla base dell’OMG, operazione con cui raccogliamo fondi da inviare alle missioni in America Latina, sono: un lavoro libero, nessuno ti obbliga e non c’è un contratto, solamente ti piace e pensi che sia utile; un lavoro gratuito, non ci si guadagna, anzi ci si autotassa un lavoro faticoso, come taglio dei boschi, imbiancature, sgombri, per sudarci i soldi che mandiamo in missione. Mentre oggi ti dicono che non bisogna far fatica, che tutto è dovuto, scontato, non devi guadagnarti niente, il lavoro faticoso ti mette in piazza così come sei; un lavoro fatto bene Molti giovani si avvicinano all’OMG per fare qualcosa per gli altri, perché stanchi di una quotidianità vuota o per il semplice desiderio di essere ascoltati e accolti. Occorre avere molta fiducia nei ragazzi giovani: c’è un tesoro nel cuore di ogni ragazzo da scoprire. (Alessandro Sburlati: erica.lazzari@libero.it) Mercoledì 26 febbraio 2014 presso l’oratorio di Verderio Superiore IL CAMPO È IL MONDO DEL RIPOSO Gruppo Giovani e Teatro La serata viene introdotta dai giovani con la lettura di due racconti e l’accompagnamento musicale di una chitarra arpeggiata. Un’autentica piacevole esperienza di riposo! (Margherita Scalise: m_scalise@hotmail.com) 13 cia a sorridere, i volti concentrati si distendono e si spalancano sorrisi … si riposa nel sorriso. Ora ci si siede, inizia la musica, è la canzone “Vola alto” di Renato Zero. Le parole sono sui fogli che vengono srotolati. Note e parole si susseguono mentre Donato si trasforma nel Dr. Calzino. Finisce la canzone, il pagliaccio si presenta: questo sono io, c’è poco da aggiungere. In sala si respira emozione e capiamo: fare il bene è il suo riposo … (Donato Dr Calzino: poetaastratto@libero.it) Frate Emilio Fiorenzo Reati La fonte del fare è l’essere, e occorre riposare dentro per essere attivi fuori in modo produttivo. C’è un riposo del corpo, un’intelligenza del sonno: il sonno profondo, quello in cui JHWH parla ai suoi profeti; il sonno con sogni, più agitato; lo stato di veglia, ancora più agitato. Il corpo è la camera di registrazione delle tensioni e nel sonno le tensioni si sciolgono. C’è un riposo interiore, il riposo del cuore, che abilita all’amore: se sono agitato gli altri li userò, se in me c’è la calma, gli altri li amerò, perché solo se posseggo il cuore posso donarlo. Se in me ho pace comunico pace, se ho guerra comunico guerra. Occorre riscoprire i gesti del corpo, della tenerezza: il bacio, con il quale sono al tuo servizio, mi dono a te; la carezza, con la quale ti dico che mi sei caro, prezioso, ti riconosco; l’abbraccio, con cui ti difendo, ti proteggo. Se dentro ho la guerra non ascolto l’altro e lo respingo. Se sono in riposo dentro ho la pace e sento l’empatia, se sono agitato ascolto solo me. (Frate Emilio Fiorenzo: sabbioncello@fratiminori.it) Cristina De Bortoli e Riccardo Oltolini. Proloco di Paderno d’Adda Il desiderio della proloco è di interagire con le associazioni, di creare sinergie e relazioni. Certo ci piace mangiare ma non è l’unica finalità per il paese! Il fine è fare comunità. Ci relazioniamo anche con le altre proloco, come in “Sei in Brianza”: sono partite in 11 proloco e ora siamo in 22 proloco che propongono sei percorsi per conoscere il territorio, per scoprire che ci sei in Brianza! Il nostro è un lavoro che va a riempire gli spazi liberi dal lavoro e, se fatto bene, con il cuore, genera positività che ricade su tutti. Il cortile per noi non è un luogo tra quattro mura, ma un cortile molto allargato: sogniamo un paese che diventa cortile di tutti. (Cristina De Bortoli: cristina.debortoli@gmail.com) Sergio Grazioli. Dimensione cultura. Pensare per agire Il riposo non è inattività, è il tempo in cui, dopo aver accumulato, rimetto in ordine i dati … come fa un computer. Avviene come per l’impasto: è a riposo, ma il lievito dentro fermenta e ricrea. Secondo il detto dei benedettini “ora, lege et labora”, il leggere è lo studiare, il momento ri-creativo che dà equilibrio all’azione. La meditazione fa vedere cosa manca, la preghiera ce la ottiene. C’è una dimensione oltre, la dimensione spirituale, da riprendere e tenere presente. Oggi il riposo si comprende come evasione da un mondo che non riusciamo ad accettare. Si tratta invece di vivere la contempla-azione come ricerca di un significato al nostro agire. Bisogna essere contempla-attivi, come diceva don Tonino Bello, dare un significato al nostro agire. (Sergio Grazioli: sergio.grazioli@gmail.com) Interventi in sala Il riposo è inteso come divertimento, relax, e si dimentica che il riposo ha valore se viene dopo il lavoro. Così, invece del riposo c’è lo svagarsi, e si innesca un circolo chiuso in cui ci si ritrova soli, dentro la nostra bolla cognitiva. Il lavoro porta il nostro contributo al vivere sociale; Dio per primo ha lavorato, ha fatto un buon lavoro, e il settimo giorno si è riposato. Il valore del lavorare bene e il valore del riposo vanno di pari passo. Per riposo si intende anche il fare niente, il riposo nell’intimo, l’essere positivo, riconciliarsi con la vita. Oggi sembra che non sappiamo più provare emozioni: sorridere, piangere, emozioni e sentimenti, avere un cuore … corriamo sempre senza accorgerci di quello che succede. Siamo così abituati a correre che, semmai ci riposiamo, proviamo un senso di colpa. Occorre riscoprire il valore della Domenica, giorno del Signore, giorno del riposo. Donato Dr. Calzino. Compagnia Colori - Unitalsi Un foglio arrotolato viene consegnato a ciascuno, ma verrà aperto solo in un secondo momento. Si comincia invece tutti in piedi … con un gioco! Nel gioco si usano solo le mani: la destra fa la pistola puntata verso la sinistra che segna il quattro abbassando il pollice. Un gioco di abilità e destrezza, perché al via le mani si scambiano le parti, via e via … più velocemente. In sala si comin- Suor Moira 14
© Copyright 2024 Paperzz