2014 D I A L O G A R E – I N C O N T R I Newsletter DonneOggi Anno 17 – Settembre 2014 1 2014 Impressum 2 Newsletter DonneOggi Anno 17 – settembre 2014 Periodico dell’Associazione Dialogare-Incontri Abbonamento minimo di sostegno: CHF 10.– Sul CCP 65-732092-6 (polizza allegata) Editore Associazione Dialogare-Incontri Dir. Osvalda Varini-Ferrari Via Foletti 23 6900 Massagno Tel. 091 967 61 51 – Fax 091 967 61 52 segretariato@dialogare.ch www.dialogare.ch Con il sostegno di: Divisione della formazione professionale (DECS-DFP) Fondazione per lo studio del lavoro femminile Zurigo Copertina e immagine a pag. 9 Michela Varini varinimi@bluewin.ch – www.michelavarini.ch Redazione Lorenza Hofmann – comunicazione@dialogare.ch Impaginazione e stampa Tipografia Torriani SA, Bellinzona Editoriale di Osvalda Varini-Ferrari* Cambiare si può È un piacere presentare nuovamente questa edizione di Donne Oggi, dove troverete oltre ad una panoramica del programma di Dialogare, una serie di articoli che ruotano attorno al mondo femminile. Un mondo che Dialogare, dal 1990, ha voluto promuovere, un percorso a volte anche difficile perché le novità vengono sempre guardate con una certa diffidenza. Pari opportunità, conciliazione famiglia e lavoro, specificità di genere, erano concetti che venivano visti come un non ben definito pericolo. Un’emancipazione densa di incognite? Forse. Ci siamo così avventurate seguendo il desiderio di conoscere e far conoscere le difficoltà con le quali una donna si doveva e si deve confrontare. E un cambiamento c’è stato. Infatti sempre di più la nostra società parla senza timore di questi temi. Anche se molto resta ancora da fare. Sommario Una particolarità della vita di Dialogare riguarda anche il fatto che l’Associazione fa convivere al suo interno professionalità e volontariato, sviluppo della qualità e sperimentazione ma anche osservazione del contesto sociale, economico e culturale in cui opera. Da queste osservazioni nasce l’attività che si diversifica in vari settori: il Consultorio Sportello Donna, l’Antenna sociale, gli Incontri costituiti dai corsi, dalle uscite con il ciclo dei Saperi di casa nostra, dall’Aperitivo letterario, ecc. 7 Sguardo sul mondo a cura di Alliance Sud Nel 2013 è stata rivista l’impostazione grafica e tecnica del sito www.dialogare.ch, reso più facilmente consultabile. Il sito, aggiornato regolarmente, costituisce una piattaforma molto trasparente delle attività e del programma di Dialogare. Il programma 2014-2015 cerca di coniugare anche quest’anno convivialità e cultura, una formula molto innovativa di fare formazione sempre molto apprezzata dal nostro pubblico. Oltre ai contenuti ciò che viene valutato molto positivamente riguarda in particolar modo il clima accogliente dei corsi, l’organizzazione generale, l’informazione assicurata attraverso comunicati stampa e sito web. Anche la copertina di Donne Oggi parla quest’anno di movimento: un battello che arriva o che parte? Dialogare – incontrare – fare rete Attività e proposte di Dialogare-Incontri 6 Donne e mercato del lavoro di Carmen Vaucher de la Croix 8 Donne e precariato di Micaela Antonini Luvini e Nora Jardini Croci Torti 9-12 Dialogare-Incontri 2014/2015 Aperitivo letterario Serate cinematografiche Visite guidate Corso io imparo a… 13 Fin da piccole… di Pepita Vera Conforti 14 Tracce di donne ticinesi del XIX e XX secolo di Manuela Maffongelli 15 Salute Sessuale Svizzera di Stefania Maddalena 16 «Io NON lo voglio» Intervista a Cristiana Finzi e Sara Grignoli 18 Famigliare curante: un po’ di tempo per sé intervista a Danilo Forini A tutti e a tutte l’augurio di un buon viaggio tra le pagine di questa Newsletter. *Presidente e direttrice Associazione Dialogare-Incontri 2014 Nella pianificazione del programma rientra anche il Premio Dialogare giunto alla quattordicesima edizione. Va detto che grazie a questa iniziativa l’associazione viene in contatto con le preoccupazioni e le tendenze della nostra società. Cambiare si può: questo il titolo del Premio 2015. Un titolo accattivante e stimolante che ci ha motivate a continuare con questa iniziativa molto impegnativa. Il cambiamento: perché ci tocca tutti e in modo particolare tocca Dialogare che nel 2015 compirà 25 anni! Un traguardo che forse non ci eravamo mai sognate di raggiungere quando questo viaggio ha preso il via nel 1990. E che impone una riflessione sul nostro operato. Cambiare si può e le immagini che sono state scelte per illustrare il bando del concorso esprimono il concetto del cambiamento come una realtà che, pur mantenendo la propria identità sa muoversi; la stessa immagine ma con vari colori: continuità nella diversità. Per meglio promuovere il concorso, reso possibile da un donatore anonimo, viene inserita la locandina in questa edizione della Newsletter. 4 19 Indirizzi utili 3 Dialogare 2014 Dialogare – incontrare – fare rete Da quasi 25 anni un tris di successo L’appuntamento con le lettrici e i lettori di Donne Oggi coincide con la diffusione del nuovo programma Dialogare-Incontri 2014/2015. Trovate la nuova offerta alle pagine 9-12 e sul sito www.dialogare.ch, completamente rinnovato e sempre aggiornato, con modalità di iscrizione online. In settembre, si riparte con l’Aperitivo letterario e i corsi Io imparo a… per acquisire competenze basilari, teoriche e pratiche per meglio gestirsi nella vita; in ottobre, le serate al cinema Confronti con il critico cinematografico Gino Buscaglia; in novembre, Saperi di casa nostra, visite guidate particolarmente apprezzate per l’abbinamento convivialità e cultura. Al momento Dialogare ha pianificato circa 70 ore di formazione; la flessibilità concessa dalle nuove tecnologie permetterà di arricchire il programma primaverile con nuove proposte. Quindi, tenete a portata di mano l’inserto con il programma e seguiteci su www.dialogare.ch per non perdervi le novità. Il programma 2013/2014 ha registrato 560 presenze e si è concluso a fine maggio a vostra e nostra completa soddisfazione. Per la scelta della nuova offerta il team di Dialogare si è appoggiato a un questionario di rilevamento dei bisogni di formazione dell’utenza, di Sportello donna, somministrato da gennaio a marzo, e a un sondaggio fra i partecipanti alle serate cinematografiche. Queste modalità consentono di proporre un programma sufficientemente variato e per tutte le età vicino alle aspettative del pubblico. I docenti sono scelti in base alle competenze disciplinari e alle loro capacità didattiche e di interazione con i partecipanti. Questi sono i presupposti affinché il programma sia davvero un “dialogare” e un “incontrare”, portatori di conoscenze, di scambi di esperienze e di nuove relazioni. Su questi presupposti, adempiamo ai criteri di qualità per la certificazione eduQua e per ottenere un contributo finanziario dalla Divisione della formazione professionale. Per assicurare qualità nell’offerta di formazione continua e nell’attività di consulenza per l’orientamento e il reinserimento professionale – assicurata da 17 anni da Sportello donna – il team di Dialogare investe nella propria formazione, lavora in rete con altri consultori svizzeri (la rete www.plusplus.ch) e con antenne della rete sociale cantonale e partecipa a gruppi di lavoro. Dialogare fa parte del Gruppo di lavoro cantonale PRECOFO – prevenzione, consulenza e formazione – nell’ambito del programma federale di lotta ai matrimoni forzati ( pagg. 16-17) e partecipa alle attività del gruppo operativo cantonale sull’indebitamento eccessivo; è rappresentato nel comitato della Conferenza della Svizzera italiana per la formazione continua (CFC) e nel neo-costituito Forum competenze di base istituto dalla CFC e dall’Istituto universitario federale per la formazione professionali (IUFFP). Dialogare, da sempre vicina alle attività della Commissione cantonale per le pari opportunità, sosterrà la campagna 2014 Oltre il silenzio contro la violenza domestica ( pag. 13). Sportello donna 4 Nessuna presa a carico ma guida all’attivazione delle risorse dell’utente per la ricerca di un impiego o di un nuovo percorso professionale. Da 17 anni, con questo approccio, il consultorio Sportello donna è l’unico in Ticino ad offrire consulenza per l’orientamento e il reinserimento nel mondo del lavoro in un’ottica di promozione delle pari opportunità. Da due anni, è pure l’unico a proporre a complemento consulenza sociale e/o giuridica e/o psicologica atta a sostenere l’utente con problemi di carattere privato che interferiscono nell’attuazione di un progetto di orientamento e reinserimento professionale. L’utenza ha pure la possibilità di seguire i corsi di gruppo per migliorare le conoscenze e le competenze per gestirsi autonomamente nella vita privata e professionale (ricerca impiego; conoscenza degli obblighi e dei diritti in un rapporto di lavoro; conoscenza delle assicurazioni sociali; gestione del budget; ecc.). Dalla sua apertura a oggi, oltre 2300 utenti hanno potuto beneficiare di una consulenza individuale. Nel 2013 Sportello donna ha registrato 293 colloqui di cui hanno beneficiato 168 persone (164 donne e 4 uomini) e assicurato ben 329 consulenze telefoniche brevi. I primi tre trimestri del 2014 confermano l’utilità di questa struttura e i problemi vissuti dall’utenza. Le consulenti Daniela Peduzzi, Fabiana Giulieri Faré e Giovanna Ballabio constatano una maggiore vulnerabilità individuale e sociale, un aumento dei casi di donne in situazioni finanziarie precarie e difficili, di donne sole con figli a carico, di lavoratrici con lavori precari e salari molto bassi, di utenti disoccupate o in assistenza. La complessità dei problemi rende loro difficile intravedere una via d’uscita, un nuovo progetto o l’avvio di una fase di vita positiva. Ed ecco che la consulenza di Sportello donna consente loro di fare chiarezza, di identificare i problemi prioritari da affrontare e rendersi disponibili e pronte per un inserimento occupazionale o un progetto formativo o di riqualificazione professionale. Sportello donna, se necessario, consiglia a queste utenti di contattare altri servizi della rete sociale, in primis di usufruire di una consulenza sociale o giuridica o psicologica presso l’Antenna sociale dell’associazione. L’età dell’utenza si situa soprattutto tra i 31 e i 50 anni, ma un buon 14% di donne supera i 50 anni e presenta maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. La conciliazione lavoro e famiglia resta un elemento forte di fronte alla ricerca di un impiego o a una possibile opportunità di reinserimento. Un gruppo di utenti motivate a migliorare la loro gestione finanziaria hanno seguito il corso “Gestire il budget familiare” e ne hanno tratto un notevole beneficio per organizzare la gestione dei pagamenti e dei documenti personali, per imparare a prevedere spese e gestire imprevisti, a pianificare dei risparmi per realizzare degli obiettivi (il corso sarà ripetuto il prossimo mese di aprile). Un altro gruppo ha seguito degli incontri per imparare ad attivarsi nella ricerca d’impiego e per pianificare e organizzare la conciliazione lavoro e famiglia. Le pagine web di Sportello donna si rivelano una finestra di contatto importante e sempre più utilizzata che vogliamo leggere come l’assottigliarsi del divario digitale tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso in modo totale o parziale. Per questo, proprio per non escludere nessuno, continuiamo a promuovere la conoscenza dei nostri servizi anche attraverso strumenti cartacei. Sportello donna è riconosciuto e parzialmente finanziato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU). Inoltre è sostenuto anche da Swisslos. Orientare, formare, accompagnare Antenna sociale e bisognosa di orientamento, informazione e accompagnamento. L’Antenna non si sovrappone ai servizi sociali già operativi sul territorio ma si distingue da essi per un approccio attento alle problematiche e specificità femminili. L’operatività dell’Antenna è sostenuta dal fondo Swisslos, dalla Fondation pour la formation civique e da una parte di lavoro gratuito prestato dalle consulenti Mila Ranzanici, assistente sociale, Micaela Antonini Luvini, avvocata e Osvalda Varini, psicoterapeuta. Antenna sociale Dialogare-Incontri Consulenza sociale, in caso di disagio personale o di problemi finanziari. Consulenza giuridica, nell’ambito del diritto di famiglia (separazione, divorzio, figli ecc.). Consulenza psicologica, in situazione di difficoltà personale temporanea. Per appuntamenti: telefonare allo 091 967 61 51 dal lunedì al venerdì dalle 8:45 alle 12:15 o scrivere a segretariato@dialogare.ch. Con il sostegno di 2014 L’utenza che si rivolge all’Antenna appartiene a fasce deboli della popolazione e può usufruire di una consulenza sociale, legale e psicologica, finalizzata ad accompagnare queste persone in un momento di particolare disagio. Nel 2013 sono state seguite 76 persone (65 nel 2012): 58 hanno richiesto una consulenza giuridica relativa al diritto di famiglia, trovandosi in situazione di rottura del legame di coppia (separazione, divorzio); 14 una consulenza sociale (ricerca di aiuti economici e di informazioni relative a servizi sociali cantonali, indebitamento, assicurazione invalidità, ecc.); 4 persone una consulenza psicologica avendo una situazione personale complessa o legata a tensioni e sofferenze legate a una separazione. Anche l’utenza dell’Antenna è prevalentemente femminile, esposta a vulnerabilità sociale Premio Dialogare 2014 Il 27 marzo scorso è stato conferito il Premio Dialogare 2014 a Matteo Francini (nella foto con Osvalda Varini, presidente della giuria), giovane giornalista fiorentino, autore del racconto Palace Hotel (elogio delle parole prudenti), ritenuto il migliore su 594 testi in concorso ispirati al tema del bando Domani? Non so… La giuria – composta da Osvalda Varini, Luciana Bassi Caglio, Michele Fazioli, Daniela Pizzagalli, Franca Tiberto e Maria Rosaria Valentini – ha assegnato altre cinque segnalazioni: alla ticinese Lorenza Noseda, di Morbio Inferiore, autrice del racconto Domani? Non so…; a Michele Barbera, residente a Menfi (Italia), autore del racconto Raggio di sole; a Sergio Beducci, residente a Terni (Italia), per il racconto Come una bolla di sapone; a Roberta Cadorin, di Udine (Italia) autrice del racconto Cuore e pennarelli; a Guergana Radeva, residente in Toscana, autrice del racconto La forza dei bulbi. Il racconto Palace Hotel (elogio delle parole prudenti) di Matteo Francini ha convinto la giuria che ha così motivato la sua scelta: Un uomo muore investito da un autobus: è una tipica notizia destinata alla cronaca, la rubrica che registra i fatti di una quotidianità cosiddetta minore. Ma nel caso descritto in “Palace Hotel”, l’autore va ben oltre: un incidente, come tanti altri, assume qui i tratti di una vicenda umana di alta intensità. È un passaggio affidato all’uso controllato ed efficace delle parole, da cui nasce e si sviluppa un racconto accattivante e amaramente divertente. Due personaggi, accomunati da uno scontento di vivere si incrociano senza saperlo e incrociano un destino possibile: ma quel che poteva accadere non accade. Il tutto condensato in una trama breve e serrata. I racconti e le interviste alle autrici e agli autori sono consultabili su www.dialogare.ch. Premio Dialogare 2015 – Cambiare si può Il bando di concorso per la quattordicesima edizione del Premio Dialogare è lanciato: cambiare si può. Il concorso di scrittura è aperto a tutte le persone interessate a produrre un testo in lingua italiana, inedito e della lunghezza massima di tre cartelle (10 mila caratteri spazi inclusi). Il racconto deve pervenire entro il 30 novembre 2014 per posta a: Associazione Dialogare, via Foletti 23, CH-6900 Massagno; oppure per e-mail a segretariato@ dialogare.ch. I racconti presentati saranno valutati in forma anonima dalla giuria così composta: Osvalda Varini-Ferrari, presidente, psicoterapeuta, Lugano; Alda Bernasconi, editore, Balerna; Luciana Caglio, giornalista, Lugano; Daniela Pizzagalli, scrittrice, Milano; Franca Tiberto, giornalista, Lugano; Alessandro Zanoli, giornalista, Lugano. La premiazione è prevista nel corso del mese di marzo 2015 a Lugano. L’autore o l’autrice del racconto selezionato riceverà un premio unico di CHF 2’000.- (duemila franchi svizzeri), offerto da un donatore che desidera rimanere anonimo. 5 Attualità di Carmen Vaucher de la Croix* 2014 Donne e mercato del lavoro Ostacoli, pregiudizi, paure… disparità I dati di recente pubblicazione mostrano che per le donne permangono diverse difficoltà e disuguaglianze nell’accedere al mercato del lavoro, nelle possibilità di fare carriera e in quelle di percepire un salario di pari livello a parità di professione, formazione ed esperienza professionale. Gli ostacoli sono di diversa natura. Innanzitutto, perdurano gli stereotipi riguardo al lavoro femminile che, da molti politici e datori di lavoro, viene ancora considerato come un lavoro accessorio, giustificando così posizioni mal retribuite e condizioni contrattuali precarie. Vi sono poi le difficoltà a carattere organizzativo in presenza di figli o persone a carico, che penalizzano prevalentemente le donne, malgrado si sia fatto molto, in Ticino, a livello di asili nido e di servizi extra-scolastici. Per quanto riguarda le possibilità di carriera, si frappongono stereotipi su donne e uomini ancora molto forti secondo i quali un dirigente è abbinato a una figura maschile, nonché numerosi ostacoli di tipo organizzativo all’interno delle aziende: l’organizzazione / flessibilità del lavoro, i tempi di lavoro, la visibilità, i proces- si di selezione e di promozione ad esempio. Ostacoli e stereotipi spiegano anche la difficoltà di donne disponibili e molto formate ad accedere a posti dirigenziali a parità di qualifiche e di caratteristiche richieste. Tempo parziale Inoltre, per le donne l’anticipazione della maternità rimane uno dei principali intralci alla loro assunzione, mentre le possibilità di carriera sono fortemente penalizzate dal lavoro a tempo parziale. Questa forma di lavoro permette alle donne di accedere più facilmente al mercato del lavoro e di conciliare impegni famigliari e lavorativi, ma diventa un’ostruzione alla carriera professionale, come evidenziato da uno studio1 che ha coinvolto tre grandi aziende ticinesi. L’opportunità di un lavoro a tempo parziale si trasforma in svantaggio perché impedisce alle donne di occupare posizioni dirigenziali, malgrado sia stato dimostrato che anche a questi livelli, e a determinate condizioni, sia possibile lavorare a una percentuale inferiore al 100% (dal 70% un su). Il tempo parziale penalizza anche gli uomini che, sempre più, desiderano far valere anch’essi il bisogno di dedicare del tempo alla famiglia o ad altre attività extra-lavorative; essi infatti faticano ad ottenere una riduzione del tempo di lavoro anche a causa di pregiudizi secondo cui avrebbero meno voglia di lavorare. Nell’ambito dello studio citato era stato interessante notare che, per la medesima professione e posizione gerarchica, le donne intervistate rispondevano che era possibile esercitarle a tempo parziale alto (cosa che stavano in effetti facendo), gli uomini escludevano invece questa possibilità, ritenendo il tempo pieno l’unica modalità possibile. Lavoro e famiglia Indubbiamente, il cambiamento è lentamente in corso, ma occorre agire prevalentemente sullo sviluppo delle opportunità di conciliazione lavoro-famiglia sia per le donne, sia per gli uomini, per riuscire, da un lato a non ridurre le possibilità lavorative e di carriera delle donne, dall’altro a permettere agli uomini che desiderano occuparsi della cura dei figli e delle attività domestiche, di poterlo fare senza stigmatizza- Salari secondo le esigenze del posto di lavoro, nel settore privato, in Ticino, nel 2010 7.000 6.508 6.000 5.000 4.000 5.376 20,6% 14,1% 5.593 5.368 12,4% 4.703 4.269 4.416 21,0% 3.490 3.000 2.000 1.000 0 Totale 6 Uomini Lavori molto esigenti e compiti molto difficili + lavoro indipendente e molto qualificato Donne (red.) In Svizzera, le donne guadagnano mediamente 1800 franchi al mese in meno rispetto agli uomini. Secondo la Rilevazione della struttura dei salari, effettuata dall’Ufficio federale di statistica, il 62,4% della disparità salariale è spiegato da fattori oggettivi (anni di servizio, livello di formazione, livello di qualifica richiesto, ramo economico, altri Conoscenze professionali specifiche Attività semplici e ripetitive Fonte: RSS, UST, Neuchâtel fattori) mentre il 37,6% (677 franchi) è invece da ricondurre a fattori discriminanti. La parte discriminatoria varia da settore a settore: da un 27,6% nelle professioni sanitarie e sociali al 47.5 fra gli insegnanti, al 49,7% nel commercio al dettaglio fino a superare il 69% nell’industria chimica. Nell’economia privata una donna guadagna circa un quarto in meno rispetto a un col- lega uomo. La differenza diminuisce molto lentamente: infatti, la rilevazione citata ha osservato il periodo 1998-2010 e rilevato una flessione di soli 1.2 punti percentuali. In Ticino, la differenza media di salario tra donne e uomini nel settore privato raggiunge il 20,6%, pari a 1’107 franchi; il 7,8% della differenza (418 franchi) è spiegato dalle caratteristiche personali e del posto di lavoro; il 12,8% (689 franchi) non è spiegabile, quindi imputabile a una discriminazione di genere. Le discriminazioni salariali di genere sono contrarie alla Costituzione e violano la legge federale sulla parità dei sessi; nel loro complesso hanno un impatto economico pari a 7.7 miliardi di franchi all’anno a livello nazionale. Fonti Verso la parità salariale! Fatti e tendenze. Ufficio federale di statistica, Neuchâtel, 2013. Le cifre della parità. Un quadro statistico delle pari opportunità fra i sessi in Ticino. Ufficio cantonale di statistica, 2014. Un lento cambiamento nei modelli occupazionali Congedo parentale Il tema della divisione dei ruoli e della conciliazione lavoro-famiglia per donne e uomini è centrale anche per poter mantenere sul mercato del lavoro persone formate e qualificate. Nelle imprese, la mancanza di flessibilità verso coloro che hanno responsabilità familiari è causa di mancati rientri in azienda dopo il congedo maternità e, pertanto, di perdita di risorse qualificate. Ritengo che il congedo maternità, così come oggi previsto (e ottenuto con grandi difficoltà) di 14 settimane, si riveli controproducente per più motivi. Per molte madri, è una costrizione a rientrare al lavoro troppo presto. Da osservazioni raccolte presso gli asili nido, si nota che in Ticino sta aumentando notevolmente la richiesta di collocamento di bambini di pochi mesi proprio perché molte donne, per paura di perdere il lavoro, non chiedono un congedo supplementare non pagato. Il fatto che né madri né padri abbiano diritto a un congedo parentale di alcune settimane, non permette di modificare la visione secondo cui i figli sono una questione prettamente femminile e non dà la possibilità ai partner di fare una scelta condivisa sulle modalità di suddivisione dei rispettivi compiti e impegni. Infine, la brevità del congedo maternità, è controproducente nel contesto lavorativo siccome, soprattutto in momenti di crisi, si tende a non sostituire la persona assente, a sovraccaricare i colleghi e le colleghe di lavoro e a far sentire in colpa la neo-mamma assente per diritto. Un congedo più lungo, così come previsto in molti Paesi, permetterebbe all’azienda di investire più facilmente su una risorsa sostitutiva, offrendo maggiori opportunità di crescita e di esperienza. Una particolare attenzione va posta sulle donne a capo di una famiglia monoparentale. Per loro, l’organizzazione del lavoro impostata su modelli organizzativi maschili è particolarmente svantaggiosa e pesante, malgrado siano la categoria che, per avere un reddito sufficiente, deve lavorare di più e più frequentemente a tempo pieno. Se per una coppia le rigidità organizzative possono essere aggirate con soluzioni condivise, per una donna sola con figli questa possibilità viene meno. * Docente e ricercatrice SUPSI. “Carriere professionali eque, un’opportunità per le aziende”, Danuscia Tschudi, Carmen Vaucher de la Croix, Antonietta Colubriale, Emiliano Soldini, John Gaffuri, Grazia Giacosa, Dipartimento Scienze sociali e aziendali (DSAS), Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), 2010 1 2014 zioni e/o penalizzazioni. Al di là, quindi, dei servizi che enti pubblici e privati mettono a disposizione delle famiglie per favorire la conciliazione lavoro-famiglia, il grosso contributo possono e devono darlo le aziende, a livello di processi organizzativi e di gestione. Fino a quando il focus dei bisogni di conciliazione e di carriera non si sposterà dalle sole donne o dai soli uomini, alle persone, indipendentemente dal genere, non si potranno ottenere risultati soddisfacenti né per l’una né per l’altra componente. Coppia con figli Modelli occupazionali delle coppie, in Ticino, nel 2011 Il più giovane 0-5 anni 42,0% 34,2% 11,5% 2,1% 10,2% 13,4% 10,4% 2,3% Il più giovane 6-14 anni 35,0% 39,0% 1,6% Il più giovane 15-24 anni 26,8% Coppia senza figli (25-55 anni) 15,7% 0 10 36,8% 20,3% 20 30 Uomo occupato a tempo pieno, donna non occupata Entrambi occupati a tempo pieno Entrambi occupati a tempo parziale 18,8% 15,9% 2,9% 17,5% 43,6% 40 50 60 70 80 90 100 % Uomo occupato a tempo pieno, donna occupata a tempo parziale Altro modello Fonte: RSS, UST, Neuchâtel (red.) In Ticino è ancora abbastanza diffuso il modello tradizionale – il papà lavora a tempo pieno, la mamma si occupa dei figli – ma sta perdendo terreno come si evince dalla lettura del grafico. Rispetto al passato, il cambiamento dei modelli familiari e occupazionali incontra una maggiore disponibilità di strutture d’accoglienza extrafamiliare e extrascolastica per conciliare lavoro e famiglia. Vent’anni fa, le possibilità di affidare un bimbo a un nido d’infanzia erano pochissime: esistevano solo sette strutture; i posti erano assegnati in base a motivazioni sociali; diventare mamma implicava quasi sempre rinunciare almeno temporaneamente all’attività professionale. Vent’anni dopo (2014), sul territorio cantonale sono operativi 53 nidi d’infanzia per un’offerta complessiva di circa 1528 posti d’accoglienza diurna per bimbi da 0 a 3 anni Un buon numero di genitori, per conciliare famiglia e lavoro, fa capo a queste strutture e alla rete delle famiglie diurne (un migliaio di posti per bambini in età prescolare e scolare). Questa evoluzione non è ancora sufficiente per coprire il fabbisogno delle famiglie e per dare una vera opportunità di libera scelta soprattutto alle madri. In Svizzera, dal 2003 al 2014 (febbraio), il programma federale d’impulso alle strutture d’accoglienza extra-familiare ha sostenuto finanziariamente la creazione di 43 mila posti (+87%), prevalentemente destinati alla prima infanzia (fino a 4 anni). Secondo l’ultima valutazione del programma, circa la metà dei genitori senza queste strutture avrebbero dovuto rinunciare a un’attività professionale. Questo programma scadrà il 31 gennaio 2015 e si confida in un rinnovo del credito-quadro da parte delle Camere federali. 7 Attualità di Micaela Antonini Luvini e Nora Jardini Croci Torti* Donne e precariato Casi pratici del Consultorio giuridico Donna & Lavoro 2014 Il Consultorio giuridico Donna & Lavoro della Federazione Associazioni Femminili Ticino (FAFT) offre consulenza alle donne che hanno problemi sul posto di lavoro. Di seguito trovate dei casi realmente accaduti in cui le due consulenti sono intervenute per aiutare delle utenti. Per informazioni: www.donnalavoro.ch. Per appuntamenti le consulenti rispondono al numero 091 950 00 88. Licenziamento e contratto su chiamata Simona lavora da due anni su chiamata in un negozio e svolge in media una quindicina di ore settimanali. Il suo datore di lavoro le comunica la disdetta del rapporto di lavoro con il preavviso di due mesi, nel rispetto del termine di disdetta previsto contrattualmente (2 mesi). Dal momento della comunicazione della disdetta, Simona non viene più chiamata a lavorare. Ha diritto ad essere impiegata anche durante il periodo di preavviso? L’assicurazione disoccupazione le può versare quanto non viene versato dal datore di lavoro? Purtroppo Simona non ha diritto ad essere impiegata durante il periodo di disdetta poiché il suo contratto di lavoro non prevede un grado di occupazione minimo. Di conseguenza se durante il periodo di disdetta non lavora non ha diritto al salario e neppure a percepire l’indennità di disoccupazione per questo periodo. È dunque importante che in un contratto su chiamata venga fissata una durata di impiego minimo (per esempio, 10 ore settimanali). 8 Licenziamento e maternità Giulia è al sesto mese di gravidanza: sta bene e riesce ancora a svolgere il suo lavoro di bibliotecaria, ma non vuole continuare poiché sa che dopo il congedo maternità rimarrà a casa per dedicarsi all’educazione del proprio bambino. Decide così di dare le proprie dimissioni per la fine del settimo mese di gravidanza, così da stare a casa durante le ultime settimane di gravidanza (senza iscriversi in disoccupazione). Giulia ha diritto al congedo maternità? La Lipg (Legge federale sulle indennità perdita di guadagno) prevede che ha diritto al congedo maternità di 14 settimane la lavoratrice che ha lavorato almeno 5 mesi durante i 9 mesi della gravidanza e che al momento del parto ha un contratto di lavoro valido, è indipendente o è iscritta in disoccupazione. Non avendo Giulia un contratto di lavoro valido non ha diritto al congedo maternità dopo il parto, nonostante abbia lavorato ben sette mesi durante la gravidanza. Lavoro per più datori di lavoro e cassa pensioni Carla è contabile e lavora per una mattina a settimana per un garage e per un giorno intero presso un’agenzia immobiliare. I suoi singoli stipendi non raggiungono il minimo previsto dalla LPP (Fr. 21’060.–), ma la loro somma è superiore. Può Carla assicurarsi per la LPP in modo da avere un secondo pilastro ed assicurarsi un’adeguata previdenza? Sì, se i salari superano la soglia di entrata prevista dalla LPP (Fr. 21’060.–) è possibile iscriversi facoltativamente alla LPP. I premi sono a carico del dipendente, a meno che i datori di lavoro siano d’accordo di assumere la metà degli stessi. Malattia e durata del versamento dello stipendio Mara lavora da 2 anni quale impiegata in un ufficio. Purtroppo Mara si ammala in modo grave ed è inabile al lavoro per un periodo di sei mesi. Nel suo contratto e nella sua busta paga non è menzionata alcuna assicurazione per la perdita di guadagno in caso di malattia. Ha diritto al versamento del salario durante il periodo di malattia? Il diritto al salario in caso di malattia è regolato dall’art. 324a Co (Codice delle Obbligazioni). Se un tempo più lungo non è stato convenuto per contratto scritto o contratto collettivo, il datore di lavoro deve versare nel secondo anno di servizio il salario solo per il periodo di un mese (cosiddetta “scala Bernese”). Se invece fosse stata stipulata un’assicurazione per la perdita di guadagno in caso di malattia, Mara avrebbe avuto diritto al salario per un periodo di 720 giorni al 80% (minimo e a dipendenza dall’assicurazione scelta). È quindi molto importante informarsi al momento della stipulazione di un nuovo contratto di lavoro in merito all’esistenza di una tale assicurazione a favore dei dipendenti. * Avvocate, consulenti Donna & Lavoro. Aperitivo letterario Dialogare-Incontri 2014/2015 In giro per il mondo con autori, autrici e personaggi Confronti Serate cinematografiche Saperi di casa nostra Visite guidate per conoscere antichi e nuovi saperi Io imparo a… Gestire la vita privata e professionale Associazione Dialogare Incontri Via Foletti 23, 6900 Massagno Tel. 091 967 61 51 segretariato@dialogare.ch – www.dialogare.ch Con il sostegno della Divisione della formazione professionale (DECS - DFP) Aperitivo letterario con Daniela Pizzagalli In giro per il mondo con autori, autrici e personaggi Un happy hour molto speciale per soddisfare i sensi e la mente. Novanta minuti di sfiziosi stuzzichini e finger food mentre Daniela Pizzagalli, nota giornalista e scrittrice italiana, accompagnerà i partecipanti in giro per il mondo con autori, autrici e personaggi protagonisti della scena letteraria internazionale, interpreti di temi di assoluta attualità. Giovedì 18 settembre 2014, dalle ore 18.30 alle 20.00. Massagno, via Foletti 23, aula Dialogare-Incontri Quota di iscrizione: CHF 25.Iscrizione (posti limitati) entro il 16 settembre 2014 su www.dialogare.ch, oppure telefonare allo 091 967 61 51. Proposte 2015: www.dialogare.ch Confronti le serate cinematografiche con Gino Buscaglia Dialogare-Incontri 2014/2015 Si dice… il Cinema è spettacolo, il Cinema è evasione, il Cinema è fantasia, il Cinema è un sogno sognato tutti insieme, il Cinema è magia… Tutto vero. Ma non solo! Il Cinema è prima di tutto un pensiero, l’espressione di un pensiero, e dunque la proposta – forte – di una presa di posizione di un Autore che pone un problema, lo descrive, lo discute per suscitare un confronto su un tema che gli sta a cuore. Un pensiero che diventa un film costruito in modo che provochi o stimoli una riflessione, o anche un dibattito feroce, rappresentando sullo schermo un confronto che dovrebbe poi trasferirsi nella vita reale degli spettatori. Il Cinema, dunque, è anche cultura attiva, proposta civile, che aspetta – desidera – di essere accolta. E a Dialogare noi sappiamo bene come accoglierla. Lugano, sala multiuso della Facoltà di Teologia (via Buffi 13). Quota d’iscrizione Ciclo completo (8 film) CHF 120.- per persona CHF 80.- per beneficiari AVS/AI CHF 150.- per 2 persone della stessa famiglia CHF 50.- per studenti Una sola proiezione CHF 15.- per persona CHF 10.- per beneficiari AVS /AI e studenti Mercoledì 1° ottobre 2014, ore 19.30 Indovina chi viene a cena – Regia di Stanley Kramer (USA, 1967) Mercoledì 5 novembre 2014, ore 19.30 Magdalene – Regia di Peter Mullan (Gran Bretagna, 2002) Mercoledì 26 novembre 2014, ore 19.30 Freedom Writers – Regia di Richard Lagrevenese (USA, 2006) Mercoledì 10 dicembre 2014, ore 19.30 Mio fratello è figlio unico – Regia di Daniele Luchetti (Italia, 2007) Mercoledì 7 gennaio 2015, ore 19.30 Gran Torino – Regia di Clint Eastwood (USA, 2009) Mercoledì 28 gennaio 2015, ore 19.30 Midnight in Paris – Regia di Woody Allen (USA, 2011) Mercoledì 11 febbraio 2015, ore 19.30 La bicicletta verde – Regia di Haifaa Al Mansour (Arabia Saudita, 2012) Mercoledì 4 marzo 2015, ore 19.30 Il figlio dell’altra – Regia Lorraine Levy (Francia 2012) Saperi di casa nostra visite guidate Per conoscere antichi e nuovi saperi del nostro territorio. Per condividere interessi e arricchire la propria cultura generale in una piacevole uscita in gruppo. Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate Visita guidata alla mostra Doni d’amore. Donne e rituali in epoca tardogotica e rinascimentale. Ritrovo sul posto. Sabato 15 novembre 2014, ore 15.30 -17.30 Quota d’iscrizione (compreso entrata al museo): CHF 20.- Iscrizione entro il 12 novembre 2014 su www.dialogare.ch o telefonare allo 091 967 61 51. Proposte 2015: www.dialogare.ch Io imparo a… gestire la vita privata e professionale Incontri per acquisire o aggiornare utili competenze basilari, teoriche e pratiche per gestirsi in modo consapevole e autonomo nella vita privata e professionale. Lezioni in piccolo gruppo, aperte a tutte le persone interessate, su iscrizione. Non è mai troppo tardi per imparare! Massagno, via Foletti 23, aula Dialogare-Incontri Quota di iscrizione: CHF 20.- ogni lezione (documentazione compresa). In omaggio: libretto di formazione (riconosciuto in tutta la Svizzera). Iscrizione online: www.dialogare.ch oppure telefonare allo 091 967 61 51. Di più su: www.dialogare.ch PIANIFICARE LA TERZA ETÀ Ore 18.00 - 20.30 Termine d’iscrizione: 19 settembre 2014Docenti Martedì 23 settembre 2014 Come pianificare e ottimizzare la previdenza Andrea Tamagni, perito in assicurazioni Martedì 30 settembre 2014 Come predisporre le proprie volontà Avv. Tanja Uboldi Ermani Martedì 14 ottobre 2014 Come regolare la successione Avv. Tanja Uboldi Ermani Martedì 21 ottobre 2014 Cosa fare in caso di successione Avv. Tanja Uboldi Ermani GESTIRMI NELLA PRECARIETÀ Ore 18.00 - 20.30 Termine d’iscrizione: 31 ottobre 2014Docenti Martedì 4 novembre2014 Lavoro precario? Mi tutelo! Martedì 11 novembre 2014 Cassa malati? Utile sapere… Laura Regazzoni Meli, segretaria generale ACSI Martedì 18 novembre 2014 A quali prestazioni sociali potrei avere diritto? Mila Ranzanici, assistente sociale Martedì 25 novembre 2014 Non voglio correre rischi! Mi assicuro Andrea Tamagni, perito in assicurazioni COMPILARE LA DICHIARAZIONE FISCALE Ore 18.00 - 20.30 Termine d’iscrizione: 20 febbraio 2015Docente Martedì 24 febbraio 2015 Conoscere la fiscalità Avv. Tanja Uboldi Ermani Martedì 3, 10, 17 marzo 2015 Compilare la dichiarazione fiscale Avv. Tanja Uboldi Ermani Anche in situazioni particolari: separazione, divorzio; successione, eredità, utili immobiliari, … FAR QUADRARE I CONTI Ore 18.00 - 20.30 Termine d’iscrizione: 10 aprile 2015Docenti Martedì 14, 21, 28 aprile 2015 Gestire e organizzare il budget familiare Monica Garbani e Sandra Killer, formatrici per adulti Organizzare la gestione dei pagamenti e dei documenti personali contabili; prevedere spese e gestire imprevisti; pianificare per realizzare obiettivi. Con il sostegno della Divisione della formazione professionale (DECS-DFP) Dialogare-Incontri 2014/2015 Avv. Nora Jardini Consultorio Sportello donna CONSULENZA, ORIENTAMENTO E REINSERIMENTO PROFESSIONALE sportellodonna@dialogare.ch www.dialogare.ch tel. 091 967 61 51 Antenna sociale Dialogare-Incontri Consulenza sociale, in caso di disagio personale o di problemi finanziari. Consulenza giuridica, nell’ambito del diritto di famiglia (separazione, divorzio, figli ecc.). Consulenza psicologica, in situazione di difficoltà personale temporanea. Per appuntamenti: telefonare allo 091 967 61 51 dal lunedì al venerdì dalle 8:45 alle 12:15 o scrivere a segretariato@dialogare.ch. Con il sostegno di Attualità di Pepita Vera Conforti* Fin da piccole… …libere per coltivare i propri talenti nale e impegni domestici e di cura famigliare. Una riflessione s’impone, già le giovanissime ragazze, consapevolmente o meno, si fanno carico simbolicamente della necessità di “conciliare”, dovere che socialmente viene ancora totalmente attribuito alle donne. Pur dimostrando maggior impegno e capacità nei percorsi scolastici, paradossalmente nel mondo del lavoro le giovani donne sembrano meno sicure, e, se ancora nutrono l’idea che la parità è raggiunta, ancora troppo spesso si fa loro capire che come lavoratrici sono delle “ospiti” e che il passaggio alla maternità – anche solo potenziale – produrrà delle difficoltà all’azienda (nell’organizzazione, nella rappresentazione di dedizione e impegno, nelle possibilità di carriera, ecc.). Che cosa fare? È più urgente che mai la revisione della Legge federale sulla parità, una legge che metta in mano alle autorità strumenti di rilevamento e intervento efficaci nel controllo delle discriminazioni dirette e indirette, ma anche azioni più decise sul piano culturale e educativo, così come sempre incoraggiato dal Piano d’azione della Svizzera (programma parità seguito alla IV Conferenza mondiale di Pechino 1995). In tal senso la socializzazione scolastica potrebbe lavorare maggiormente sui contenuti dei corsi e sulle strutture scolastiche che confermano ancora una visione stereotipata del mondo. Infatti, come dicono bene Véronique Ducret e Nadia Lamamra, in modo esplicito o implicito, quasi tutti i contenuti dei corsi mostrano come non sia molto interessante essere una donna2. Non esistono donne che hanno marcato la storia e la filosofia, per quanto riguarda le scienze forse qualcuna ricorda Marie Curie, nelle arti le donne hanno fatto da modelle e le immagini e gli esempi Scelte scolastiche e professionali dopo la scuola media, in Ticino, alla fine dell’anno scolastico 2011/2012 34% 15% 46% 35% 17% Uomini - Totale 1.708 Scuola media superiore Tirocinio in azienda (formazione duale) 25% Fonte: UOSP, DECS, Bellinzona 14% 14% Donne - Totale 1.662 Scuola professionale a tempo pieno Altre scelte dei manuali dalla scuola dell’infanzia riproducono spesso degli stereotipi. E, se ancora si dubitasse del minor valore sociale delle donne, le istituzioni scolastiche per prime vedono una presenza femminile maggioritaria nelle scuole dell’obbligo, con pochissime donne nei quadri scolastici. Harmos, un’occasione preziosa Oggi la formazione e le strutture scolastiche hanno ancora un ruolo fondamentale da giocare, non più (o non solo) nella possibilità di partecipazione ma come luogo di sperimentazione identitaria. Per questo la revisione del piano di studi della scuola dell’obbligo a seguito del concordato Harmos deve essere anche per il Ticino un’occasione preziosa. Una socializzazione più paritaria, nel rispetto delle differenze (di genere, interculturali, socioculturali), di bambine e bambini potrà favorire uno sviluppo meno stereotipato e garantire a ragazze e ragazzi di cogliere opportunità più libere per coltivare i propri talenti. 2014 Le cifre della parità, Un quadro statistico delle pari opportunità fra i sessi in Ticino 1 è il primo opuscolo statistico che presenta una fotografia attuale sulla (dis)parità in Ticino attraverso l’analisi di otto tematiche. La formazione è Il primo fenomeno analizzato sia in termini quantitativi (partecipazione e accesso), sia a livello qualitativo (tipo di scelte operate). In poco più di cinquanta anni, quindi con sorprendente rapidità, le ragazze hanno superato i ragazzi in quanto a numero di diplomi ottenuti nella formazione terziaria (università, scuole superiori, brevetti professionali), pertanto si può notare una certa continuità nelle tipologie delle scelte professionali orientate alle scienze umanistiche e di cura. Nel momento dell’entrata nel mondo del lavoro si registrano alcuni fenomeni che sembrano in apparente contrasto con l’estrema vitalità e avanzata negli studi delle giovani donne: l’alto tasso di abbandoni al momento della nascita dei figli oppure il prevalere del tempo parziale. Inoltre persistono nel settore privato salari inferiori a quelli maschili (con una percentuale discriminatoria importante del 12,8% sul salario mediano) riconducibile sia agli ambiti professionali nei quali le donne si inseriscono, “tradizionalmente” femminili e generalmente meno remunerati, sia alle funzioni ricoperte specie nei settori dove la parte negoziale del salario ha una certa rilevanza. Ci rendiamo conto che indipendentemente dalla bravura individuale e collettiva delle ragazze, queste loro scelte determinano spesso le opportunità professionali future. D’altronde non si può ingenuamente pensare che siano scelte “sbagliate” poiché molte delle professioni preferite sono anche quelle che a tutt’oggi permettono maggiori spazi di organizzazione per mantenere l’equilibrio tra attività professio- *Presidente Commissione cantonale consultiva per le pari opportunità fra i sessi. USTAT, aprile 2014. 1 Pour intégrer le genre dans la formation professionnelle, 2005. Sintesi in italiano http:// www.ehb-schweiz.ch/it/iuffp/chisiamo/ parita/Documents/Griglia%20d’osservazione_educa07_it.pdf. 2 Oltre il silenzio Per tutto il mese di novembre le associazioni femminili in collaborazione con la Commissione consultiva per le pari opportunità lanceranno una campagna di sensibilizzazione contro la violenza domestica. Si tratterà di distribuire su tutto il territorio dei volantini informativi per fare conoscere i servizi presenti sul territorio cantonale ai quali potersi rivolgere in caso di violenza. L’intenzione è di esporre il volantino su ogni spazio pubblico e privato, là dove donne e uomini passano. Chiunque può aderire e distribuire i volantini basta scrivere a: pver@castalia.ch. 13 Storia delle donne Manuela Maffongelli* 2014 Tracce di donne ticinesi del XIX e XX secolo Biografie su www.archividonneticino.ch I primi risultati della ricerca storica a carattere biografico riguardante donne ticinesi del XIX e XX secolo che furono attive in diversi ambiti a livello locale, regionale e cantonale saranno consultabili da fine settembre sul sito www.archividonneticino.ch dell’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino (AARDT). Si tratta degli studi realizzati nella fase luganese del progetto Tracce di donne che sta esplorando tutto il territorio cantonale alla riscoperta di storie di impegno politico, educativo e sociale, di creatività letteraria e artistica (sono attualmente in corso le ricerche riguardanti il Mendrisiotto e il Basso Ceresio e la regione Bellinzonese e valli dell’Alto Ticino, seguirà il Locarnese e valli). Il team di progetto di AARDT1, appoggiandosi a collaborazioni esterne di storiche e storici, ha cercato e acquisito nuovi fondi documentari, recuperato memorie sconosciute, valorizzato i fondi già presenti presso l’archivio AARDT, studiato fonti sto- Georgette Tentori-Klein Il 25 settembre 2014, a Lugano, AARDT presenterà il nuovo quaderno: Georgette Tentori-Klein una vita da solista/ ein Leben als Solistin, redatto a più mani e coordinato da Chiara Macconi e Renata Raggi-Scala (programma su www.archividonneticino.ch). AARDT ha ricevuto dalla Fondazione Sciaredo l’insieme delle “carte” di Georgette e ha deciso di non permettere all’incuria e al tempo di cancellare l’eredità di questa originale artista dai mille talenti. Il libro sarà pure presentato al Kunstmuseum di Winterthur, città natale di Georgette Tentori-Klein. 14 Georgette Tentori-Klein una vita da solista ein Leben als Solistin a cura di/herausgegeben von Chiara Macconi e/und Renata Raggi-Scala ASSOCIAZIONE ARCHIVI RIUNITI DELLE DONNE TICINO ELSTER VERLAG riografiche per contestualizzare l’operosità e la creatività femminile e il contributo di ogni singolo profilo nella crescita civile e sociale del Ticino. Tracce di donne nel Luganese La prima fase del progetto ha concentrato le ricerche alla regione di Lugano e ha potuto contare sul sostegno finanziario dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese, della Fondazione UBS per la cultura, del Percento culturale Migros, della Città di Lugano, della Fondazione ing. Pasquale Lucchini, dei Comuni di Sorengo e Vezia, dell’associazione Nümm da Lugan e di altri sponsor privati con legami di parentela con i profili studiati. I lavori di ricerca, svoltisi sull’arco di due anni, hanno permesso di realizzare una trentina di biografie di donne defunte (vedi riquadro) e di realizzare delle video-testimonianze di Miranda Venturelli, prima redattrice del periodico dell’ACSI La Borsa della spesa, Franca Primavesi, attrice, Fulvia Sommaruga, artista e commerciante, e Nini Eckert-Moretti, testimone di un’epoca impegnata in numerose associazioni ticinesi. Attraverso le biografie e le video-testimonianze emergono l’intraprendenza di donne che si sono distinte come benefattrici o come professioniste, il ruolo fondamentale delle educatrici, l’azione comune e trasversale per l’ottenimento del suffragio femminile o per la costituzione di associazioni come il Lyceum della Svizzera italiana, la Federazione ticinese delle Società femminili (oggi FAFT), l’Associazione delle Consumatrici della Svizzera italiana (ACSI) o l’Associazione Ticinese Terza età (ATTE). La storiografia del Novecento Non sarebbe stato possibile realizzare Tracce di donne senza tre precedenti pietre miliari della storia delle donne ticinesi: Donne Ticinesi, Rievocazioni, pubblicato nel 1928 in occasione dell’Esposizione nazionale sul lavoro femminile (SAFFA); Donne della Svizzera italiana, edito in concomitanza con la seconda SAFFA del 1958; Ermiza e le altre. Il percorso della scrittura femminile nella Svizzera italiana con bibliografia degli scritti e biografie delle autrici, un minuzioso lavoro di ricerca di Franca Cleis, co-fondatrice di AARDT, pubblicato nel 1993. Le biografie Maria Luisa Albrizzi, Alma Bacciarini, Carla Balmelli, Elsa Barberis, Clelia Bertschy-Bariffi, Ines Bolla, Carla Bossi-Caroni, Cora Carloni, Iva Cantoreggi, Alma Chiesa, Corinna Chiesa-Galli, Marietta Crivelli-Torricelli, Emma Degoli, Ersilia Fossati, Elsa Franconi-Poretti, Sylvia Galli, Rosetta Leins, Carolina Maraini –Sommaruga, Mariuccia Medici, Nice Monico, Giuseppina Negroni Prati- Morosini, Adriana Ramelli, Ilse Schneiderfranken, Alfonsina Storni, Marili Terribilini-Fluck, Marta Vinassa, Antonia Vanoni. A quasi vent’anni di distanza, Tracce di donne vuole essere un progetto innovativo: grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, le biografie (corredate di fonti e bibliografia) sono fruibili online in forma breve e illustrate grazie al fondo iconografico di AARDT recentemente digitalizzato. Le versioni integrali e i documenti acquisiti durante le ricerche, sono depositati nella raccolta documentaria dell’associazione e consultabili su richiesta per motivi di ricerca. Il pregio di Tracce di donne è quello di rendere di pubblica accessibilità un patrimonio di storia e di cultura rimasto finora sconosciuto e poco valorizzato. La presentazione al pubblico di una parte delle biografie luganesi è prevista sabato 18 ottobre 2014 a Lugano (dettagli su www.archividonneticino.ch). *Responsabile Archivi e Biblioteca AARDT e capo progetto Tracce di donne. Concetto: Lorenza Hofmann, Renata Raggi-Scala, Manuela Maffongelli, Chiara Macconi. Direzione di progetto: Renata Raggi-Scala, presidente AARDT. Capo progetto: Manuela Maffongelli, storica, collaboratrice scientifica di AARDT. Coordinatrice: Lorenza Hofmann, giornalista e consulente per la comunicazione e l’editoria. Supervisione scientifica: Lisa Fornara, Susanna Castelletti, storiche e docenti di storia. Amministratrice: Mariagrazia Citella Proietti, contabile federale. 1 Lavoro in rete di Stefania Maddalena* Salute Sessuale Svizzera Antenna anche in Ticino Attività di promozione La Fondazione promuove un’informazione e una consulenza competenti in materia di gravidanza, contraccezione e sessualità, e s’impegna affinché tutti – donne e uomini, coppie, giovani, migranti – abbiano un accesso assicurato a queste prestazioni con particolare attenzione ai gruppi della popolazione più vulnerabili. Incoraggia un’educazione sessuale di qualità che contribuisca allo sviluppo dell’identità sessuale e all’assunzione di responsabilità nel reciproco rispetto tra i giovani. S’impegna per il diritto all’autodeterminazione delle donne in materia di riproduzione e per una buona accessibilità ai metodi contraccettivi e per il diritto all’interruzione di gravidanza ed è attiva nella prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, ivi compresi HIV/Aids, sia nell’ambito della consulenza in materia di salute sessuale e riproduttiva, sia nell’educazione sessuale. Interviene inoltre a livello politico e pubblico per consolidare le basi legali relative alla salute sessuale e riproduttiva a livello nazionale e internazionale e per garantirne il rispetto. Si occupa infine di conferire titoli professionali in salute sessuale e riproduttiva sulla base di criteri di qualità consolidati e contribuisce, in collaborazio- ne con le associazioni professionali, allo sviluppo delle offerte di formazione e perfezionamento. Antenna in Ticino La Fondazione dispone di due sedi, Losanna e Berna, ed è logisticamente presente anche nell’ufficio del Coordinamento dei Centri di pianificazione familiare dell’Ente ospedaliero cantonale dal 2009, creando così le basi per un’antenna nella Svizzera italiana. SALUTE SESSUALE Svizzera ha consolidato la collaborazione con il Cantone Ticino e lo sostiene nella realizzazione di una strategia cantonale in materia di salute sessuale. Prevenzione della violenza sessuale Lo scorso 29 gennaio 2014, a Bellinzona, è stata organizzata una tavola rotonda sul tema della prevenzione della violenza sessuale, alla quale hanno partecipato oltre 100 persone. Le relatrici e i relatori hanno trattato i vari aspetti della prevenzione: giuridico, politico, sociale, educativo e culturale. La tavola rotonda si è conclusa con una discussione generale in plenaria. Inoltre è stato presentato il nuovo manuale pedagogico Non insistere! La violenza sessuale. Informazione, riflessione, prevenzione, curato per la versione italiana da SALUTE SESSUALE Svizzera italiana, e destinato ai professionisti dell’educazione e del sociale. Si tratta di uno strumento per affrontare il tema della violenza sessuale in classe o nei gruppi di giovani. For- Si indirizza agli insegnanti, educatori, animatori socioculturali, come pure tutte le persone in contatto con i giovani e sviluppa degli strumenti per affrontare questo tema in un’ottica preventiva. Schede scaricabili su www.editionslep.ch e www.salute-sessuale.ch Non insistere ! Il manuale «non insistere» vuole essere un contributo alla prevenzione della violenza sessuale nell’ottica di contenere non solo la violenza e il potere legato alla sessualità nella società, ma anche tutte le forme di discriminazione sociale. Mira ad aiutare le donne e le giovani ragazze a prendere coscienza del proprio valore e dei propri diritti, ma anche a portare gli uomini e i giovani ragazzi verso una migliore comprensione dei ruoli, più paritari e non aggressivi. La violenza sessuale #CouvIT 1.3_Planes 14.11.13 08:22 Page1 Non insistere ! La violenza sessuale, informazione, riflessione, prevenzione. nisce delle strategie di prevenzione e mostra come i giovani possono imparare ad evitare la violenza sessuale o come reagire in modo adeguato. Il manuale è disponibile in italiano, tedesco e francese al costo di franchi 20.– e può ordinare direttamente sul portale www.salute-sessuale.ch. Altre pubblicazioni Dal 2011, sono state tradotte ed adattate in italiano altre pubblicazioni: Per un’educazione alla salute sessuale in Svizzera e Raccomandazioni per un’educazione alla salute sessuale delle persone in situazioni di handicap. Si tratta di strumenti destinati ai responsabili della formazione e a persone con funzione decisionale nei diversi contesti dell’educazione, della salute e del sociale. Inoltre, per tutte le persone interessate, sono disponibili e ottenibili sul sito della Fondazione le seguenti pubblicazioni: L’interruzione della gravidanza in Svizzera; La contraccezione e se ne parlassimo? e altri documenti informativi e didattici. Il portale www.salute-sessuale.ch In concomitanza al 20° anniversario di SALUTE SESSUALE Svizzera è stato creato il nuovo portale www.salute-sessuale.ch, in lingua italiana, messo in rete in dicembre 2013. Nel portale sono reperibili varie informazioni, pubblicazioni, comunicati stampa, temi d’attualità e eventi inerenti la salute sessuale e riproduttiva. Inoltre, sono presenti le seguenti rubriche: l’elenco dei centri di consulenza (in precedenza www.isis-info.ch), lo Shop online (una piattaforma dove reperire pubblicazioni e materiale d’uso nel campo della salute sessuale e riproduttiva) e l’Appstore iTunes «Docalizr» (in francese e tedesco), nuova applicazione informativa per giovani uomini, attualmente disponibile per iPhone. Una versione Android e in altre lingue (italiano e inglese) sono in fase di allestimento. *Collaboratrice per il Ticino di 2014 SALUTE SESSUALE Svizzera, in precedenza PLANeS, istituita nel 2000, è un’organizzazione senza scopo di lucro, politicamente indipendente e aconfessionale. Succede all’Associazione svizzera per la pianificazione familiare e l’educazione sessuale (ASPFES), fondata nel 1993. Si impegna affinché i diritti sessuali e l’accesso alle prestazioni in salute sessuale e riproduttiva siano garantiti a tutti. È l’organizzazione mantello svizzera dei centri di pianificazione familiare e dei consultori sui temi della gravidanza, della sessualità e dell’educazione sessuale nonché delle associazioni professionali del settore. È membro svizzero dell’l’IPPF (International Planned Parenthood Federation), la principale organizzazione mondiale non governativa per la pianificazione familiare e i diritti sessuali. SALUTE SESSUALE Svizzera è inoltre partner dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per la realizzazione del programma nazionale di prevenzione HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili 2011-2017. 15 Lavoro in rete – Progetto PRECOFO «Io NON lo voglio» Il diritto di scegliere liberamente il proprio partner 2014 Matrimoni forzati, divorzi impediti, relazioni intralciate: persone private della possibilità di scegliere il/la partner o di separarsene a causa delle pressioni della cerchia familiare e/o della comunità di appartenenza. Quanto è ampio questo fenomeno in Svizzera? Uno studio dell’Università di Neuchâtel1 ha rilevato sull’arco di due anni 348 casi in cui la persona aveva subito pressioni per accettare un matrimonio imposto (tipo A), 384 casi di relazioni amorose osteggiate (tipo B) e 659 casi in cui era stata esercitata una pressione per impedire la separazione o il divorzio (tipo C). Probabilmente queste cifre rappresentano la punta dell’iceberg, perché spesso e volentieri queste situazioni sono subite in silenzio, non sono denunciate oppure esplodono in modo tragico. infatti il matrimonio forzato presenta aspetti inerenti la migrazione, l’integrazione, l’uguaglianza fra i sessi e la violenza domestica. Il Cantone Ticino partecipa con il progetto PRECOFO – misure di prevenzione, consulenza e formazione – coordinato dalla Delegata per l’aiuto alle vittime di reati e con la partecipazione di diversi uffici cantonali e enti direttamente o potenzialmente confrontati al fenomeno2; fra questi, anche Dialogare-Incontri. non è così evidente. Vi è coercizione nella misura in cui la persona sente, esplicita, di essere costretta o essere stata costretta a sposarsi. Non bisogna dimenticare che per alcune comunità la pratica del matrimonio forzato potrebbe anche non essere vissuta in modo coercitivo. Diversa la fattispecie del matrimonio fittizio: in questo caso due persone si sposano per convenienza, per ottenere vantaggi sulla cittadinanza e residenza». Cristiana Finzi, delegata per l’aiuto alle vittime di reati (nella foto a sinistra), e Sara Grignoli, coordinatrice del progetto (a destra), lavorano in prima linea, per realizzare alcuni provvedimenti fondamentali atti a implementare misure di prevenzione, consulenza e formazione. Chi sono le vittime di matrimoni forzati? La ricerca dell’Università di Neuchâtel, ha individuato soprattutto giovani donne straniere fra i 18 e i 25 anni soggette a pressioni per sposarsi con un partner non di loro scelta; per lo più originarie dei Balcani, della Turchia e dello Sri Lanka, prevalen- Qual è la differenza fra matrimonio forzato e matrimonio combinato e matrimonio fittizio? «Il matrimonio forzato – ci spiega Sara Grignoli – riguarda le persone che sono costrette a sposarsi e subiscono delle pressioni da parte della famiglia o comunità. Queste persone possono essere soggette a minacce, ricatti o altre forme di violenza psicologica e fisica. Anche nel matrimonio combinato la scelta del partner è fatta da terzi ma le persone coinvolte possono opporsi alla proposta di matrimonio senza aver paura di subire conseguenze negative di tipo sociale, psicologico o personale. Pertanto il matrimonio combinato non viola i diritti umani. Il confine fra matrimonio forzato e matrimonio combinato spesso temente nate in Svizzera e qui domiciliate, ben integrate nel sistema educativo e nel mercato del lavoro. Le relazioni ostacolate (per motivi etnici o religiosi o altro) si riscontrano nelle stesse comunità ma fra giovani di più recente immigrazione. Ben diverso il profilo delle persone impossibilitate a divorziare: sono donne con più di 25 anni, straniere, nate all’estero (Paesi balcanici, Turchia, Sri Lanka, America del sud, …), con uno statuto di soggiorno in Svizzera più precario e in condizioni di dipendenza economica. Obbligare una persona a sposarsi con un/ una partner che non ha scelto è una violazione dei diritti umani; l’articolo 16, cpv. 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani dice che il matrimonio può essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. Dal 1° luglio 2013, il diritto svizzero prevede la nullità d’ufficio di un matrimonio o di un’unione registrata contratti senza libera volontà di uno dei partner; riserva sanzioni (fino a 5 anni di detenzione) a chi con violenza o minaccia costringe a sposarsi con un/a partner non di propria scelta. L’annullamento del matrimonio è previsto dalla legge anche per le unioni con minorenni celebrate all’estero. 16 A complemento di queste disposizioni, è stato approntato a livello federale un programma quinquennale per creare delle reti operative contro i matrimoni forzati in tutte le regioni della Svizzera e per sviluppare misure di prevenzione, offerte di consulenza, di protezione e di formazione in tutti quei settori sensibili di entrare in contatto con questo fenomeno. Il programma è coordinato dall’Ufficio federale della migrazione (UFM) in stretta collaborazione con l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU). La costruzione di reti regionali permetterà di coinvolgere tutte quelle potenziali “antenne” che potrebbero incontrare nella propria utenza delle situazioni di coercizione nella coppia, allargando l’azione su più settori – da quelli amministrativi a quelli di consulenza – per coprire la vastità del contesto: E in Ticino? «Per il momento non abbiamo individuato quali sono le comunità maggiormente confrontate – precisa Sara Grignoli – lavoriamo sulla sensibilizzazione dei professionisti, dei mediatori culturali e con un’azione informativa a largo raggio attraverso il volantino “io non lo voglio” tradotto in varie lingue». Qual è dunque il messaggio? «Il gruppo di lavoro ha scelto un messaggio essenziale: il matrimonio forzato è una violazione dei diritti umani, è illegale in Svizzera e la legge protegge le vittime che possono chiedere aiuto e sostegno». Operativamente che cosa farà PRECOFO? Cristiana Finzi: «Molti servizi sono chiamati a cooperare per favorire l’emersione dei casi di matrimonio forzato o di situazioni a rischio: da quelli sanitari e sociali a quelli di formazione e lavoro, alla polizia, al sistema giudiziario. La sensibilizzazione al tema tra gli “addetti ai lavori” che già operano contro la violenza domestica e le donne, è il primo obiettivo del progetto. Stiamo allestendo un contratto di collaborazione tra gli enti coinvolti, per consentire un coordinamento efficace nelle consulenze e nelle situazioni di urgenza così da favorire un miglior accesso ai servizi da parte di persone che si sentono vittime di pressioni nella scelta del partner. L’informazione sarà estesa, attraverso la rete dei servizi di consulenza, i media e pure con azioni puntuali di prevenzione anche in ambito scolastico». Uscire dal silenzio, sottrarsi alla pressione, sfuggire alle imposizioni. PRECOFO vuole dare delle opportunità per far prevalere il diritto alle proprie libere scelte. Chiunque – un’amica, un/a docente, un/a collega di lavoro, … – potrebbe trovarsi al fianco di una vittima che fa capire di essere in difficoltà, che chiede aiuto. E allora che fare? L’ascolto può essere di sostegno ma poi occorre fare quel passo in più: indirizzare a una consulenza specializzata. «Quello del matrimonio forzato è un tema delicato», conclude Cristiana Finzi. «Oc- corre interrogarsi sulle strategie matrimoniali considerando fattori sociali, culturali, economici, legali ed anche etici. L’obiettivo è quello di promuovere la libera scelta del partner e la possibilità di autodeterminarsi: condizioni fondamentali sancite anche dalla Dichiarazione universale dei diritti umani». 1 Anna Neubaur e Janine Dahinden, Mariages forcés en Suisse: causes, formes et ampleur. Università di Neuchâtel, agosto 2012, su mandato dell’Ufficio federale della migrazione (versione integrale e sintesi su https://www.bfm.admin.ch). 2 Polizia cantonale, Ufficio dello stato civile, Camera di protezione, Divisione dell’azione sociale, Divisione della scuola, Delegata per l’aiuto alle vittime di reati, Delegato all’integrazione degli stranieri, Ufficio della legislazione e delle pari opportunità, Ufficio della migrazione, Dialogare-Incontri, DAISI-Donne Amnesty International, SOS Ticino-Antenna May Day, Consultorio delle Donne, Consultorio Alissa. 2014 © BFM / ODM / UFM – Foto: UFM / meierkolb Il matrimonio forzato viola i diritti umani www.matrimoniforzati.ch Per chi vive una situazione di matrimonio forzato: informazioni sulle offerte di consulenza, assistenza e protezione nella regione di residenza. Per professionisti: informazioni, in particolare su formazioni continue e reti. A chi rivolgersi in Ticino • • Per casi urgenti: telefonare al 117 o 112, numero d’emergenza che fa capo alla Polizia. Per informazioni e consulenza sono disponibili: il Consultorio Alissa a Bellinzona il Consultorio delle donne a Lugano il Servizio per l’aiuto alle vittime di reati. 17 Lavoro in rete intervista a Danilo Forini Famigliare curante: un po’ di tempo per sé Un nuovo servizio d’appoggio di Pro Infirmis 2014 Sono soprattutto donne – madri, mogli, compagne, sorelle, figlie – che si assumono quotidianamente compiti assistenziali per consentire ai propri famigliari disabili, malati o anziani di continuare a vivere a casa propria. A questo importante gruppo di popolazione – detto anche care-givers e stimato in 250 mila persone – l’associazione svizzera dei servizi di assistenza e cura a domicilio (www.spitex.ch) ha dedicato uno studio1 che permette di conoscere meglio la realtà dei famigliari curanti e di progettare modalità per alleviare questo loro ruolo, fatto di encomiabile dedizione ma anche di sottaciute rinunce e di un pesante carico psico-fisico. 18 Le partner hanno un’età media di 77 anni; investono circa 99 ore alla settimana nell’assistenza e nelle cure prestate al proprio marito o compagno; le Ticinesi, molto tempo di più, 138 ore; al momento delle interviste, l’impegno si protraeva da più di sette anni. Le figlie hanno un’età media di 57 anni, sono single o hanno un loro nucleo famigliare; il lavoro di assistenza le occupa una sessantina di ore alla settimana; un impegno su più anni che le ha indotte a rivedere la loro vita: una su cinque ha ridotto l’impegno professionale, una su sei ha abbondonato il lavoro e una su venti ha optato per un pensionamento anticipato. Per amore, per affetto, per senso del dovere o in assenza di alternative, con sofferenza, fatica, sensi di colpa… con spirito di adattamento. A questo loro impegno si attribuisce un valore economico di 10-12 miliardi di franchi ma è ancora insufficiente la considerazione - dentro e fuori la famiglia – per questa incessante presenza che evita o rinvia nel tempo il ricovero in una struttura medicalizzata. Ogni famigliare curante – donna o uomo che sia – sa quanto il lavoro di cura di una persona malata, disabile, anziana, infragilita fisicamente e/o affetta da demenza possa prosciugare le energie psico-fisiche di chi le sta costantemente accanto. I professionisti del settore medico, sanitario e sociale che gravitano attorno a queste famiglie curanti costatano l’impatto psico-sociale: fatiche, paure, solitudine, sconforto, isolamento sociale… L’abnegazione può minare il benessere individuale del curante. Secondo il sondaggio dello studio citato, lo stato di salute dei famigliari curanti risulta peggiore di quello della popolazione media: essi hanno più disturbi fisici, presentano un consumo più elevato di medicinali (analgesici, sonniferi e antidepressivi), sono più stressati e isolati socialmente. Associazioni del settore socio-sanitario, a livello svizzero e cantonale, riflettono su come sostenere i famigliari curanti. Pro Infirmis Ticino e Moesano ha sviluppato il Servizio d’appoggio per famigliari curanti (SAF) che si inserisce nella rete di supporto al mantenimento a domicilio (aiuti finanziari, enti di appoggio, centri diurni, pasti a domicilio, volontariato, soggiorni temporanei in centri socio-sanitari, servizi di sostegno specifico, ecc. ). Esso è finalizzato ad alleviare l’impegno – a volte giorno e notte – di congiunti e parenti. Danilo Forini direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano: «Il servizio offre prestazioni per sostenere la gestione della vita quotidiana di una famiglia. Queste prestazioni sono pattuite e complementari alla rete informale (altri parenti, vicinato, volontariato,…) e alle risorse professionali attivabili. Consentono al famigliare curante di essere sostituito, di riposarsi, di prendersi un po’ di tempo per sé. Le attività da svolgere durante la prestazione di appoggio e gli atti che devono essere eseguiti sono discussi e definiti tra la coordinatrice del servizio, il famigliare curante e la persona in situazione di handicap. Collaboratrici e collaboratori possono dare un aiuto diretto e indiretto nell’esecuzione degli atti ordinari della vita quotidiana (per esempio, la preparazione dei pasti, l’atto di imboccare, la messa a letto, …), nella sorveglianza a domicilio e nell’accompagnamento fuori casa (attività del tempo libero, accompagnamento a terapie o visite mediche,…). Sono escluse le cure infermieristiche, di principio i lavori di economia domestica, gli interventi d’urgenza e i trasporti, per i quali si farà capo ai servizi preposti. Il servizio è disponibile in ogni fascia oraria, nei giorni feriali e festivi, di giorno e di notte; è a pagamento, fatturato su base oraria al richiedente; sono possibili partecipazioni di assicurazioni sociali o di altre fonti. Durante il tempo pattuito per la sostituzione, il famigliare curante può dedicarsi ad altre attività, prendersi del tempo per sé, ricaricare le batterie, acquistare nuove energie indispensabili per continuare la relazione di accompagnamento. Non possiamo lasciarli soli!» Pasqualina Perrig-Chiello (Università di Berna), François Höplinger (Università di Zurigo), Sarah Hutchison (Università di Berna), AgeCare-Suisse Latine – Qui soigne et s’occupe des personnes âgées qui restent chez elles? La situation des proches et leurs prétentions à l’Aide et aux soins à domicile (2011). La sintesi (in lingua francese e riassunti in italiano e tedesco) può essere ordinata sul sito www.spitex.ch > shop > pubblicazioni. 1 Il Servizio d’appoggio ai famigliari curanti è accessibile attraverso le sedi regionali di Pro Infirmis. Bellinzona, viale Stazione 33 tel. 091 820 08 70 Locarno, via Varenna 1 tel. 091 756 05 50 Massagno, via dei Sindacatori 1 tel. 091 960 28 70 www.proinfirmis.ch > Ticino Le edizioni Dialogare-Incontri Uomo Lavoro Paternità La promozione delle pari opportunità in una prospettiva maschile Donna Lavoro Maternità Consultorio Sportello Donna. 10 anni di storia e di storie A cura di Osvalda Vanini-Ferrari e Lorenza Hofmann Edizioni Associazione Dialogare-Incontri, 2009 A cura di Françoise Gehring Edizioni Associazione Dialogare-Incontri, 2007 Indirizzi utili Antenna Mayday Informazioni per persone immigrate c/o Soccorso Operaio Svizzero (SOS) Lugano, via Merlina 3 tel. 091 973 70 67 http://www.sos-ti.ch > mayday Associazione Armònia Sostegno e protezione a donne in grave disagio Tenero, cp 249 • Casa Armonia Centro accoglienza donne in difficoltà tel. 0848 33 47 33 • Consultorio Alissa Spazio di consulenza in caso di difficoltà relazionali Bellinzona, vicolo Von Mentlen 1 tel. 091 826 13 75 www.associazione-armonia.ch Associazione consultorio delle donne Aiuto in caso di maltrattamento e violenza Lugano, via Vignola 14 tel. 091 972 68 68 Urgenze: cell. 078 624 90 70 http://ccdlugano.wordpress.com/ Associazione famiglie diurne Accoglienza diurna di bambini •Sopraceneri Locarno, via G. Cattori 11 tel. 091 760 06 20 •Luganese Vezia, vicolo Antico 2 tel. 091 968 15 70 •Mendrisiotto Vacallo, via Stefano Franscini tel. 091 682 14 19 www.famigliediurne.ch Associazione ticinese famiglie monoparentali e ricostituite Balerna, viale C. Pereda tel. 091 859 05 45 www.famigliemonoparentali.ch Associazione Opera Prima Aiuto domestico e integrazione Rivera, via Cantonale tel 091 091 936 10 90 http://operaprima.ch Centro Coppia e Famiglia Consultorio matrimoniale-familiare •Sottoceneri Mendrisio, palazzo Pollini, vicolo Confalonieri tel. 091 646 04 14 •Sopraceneri Locarno, via S. Antonio 13 tel. 091 752 29 28 www.coppiafamiglia.ch Comunità familiare Consultorio matrimoniale e familiare •Sottoceneri Lugano, via Trevano 13 tel. 091 923 30 55 •Sopraceneri Bellinzona, viale Stazione 2 tel. 091 826 21 44 www.comfamiliare.org 2014 Prezzo speciale per le lettrici e i lettori di DonneOggi: CHF 15.– cadauno Servizio per l’aiuto alle vittime di reati Bellinzona, viale Stazione 21 Tel. 091 814 75 08 Per casi urgenti, fuori dagli orari d’ufficio: • Polizia (tel. 117) • Ticino Soccorso - ambulanza (tel. 144) • Ospedali regionali EOC www.ti.ch/lav Ufficio della legislazione e delle pari opportunità Bellinzona, Residenza Governativa Tel. 091 814 30 10 www.ti.ch/ulpt Ufficio di conciliazione in materia di parità dei sessi c/o Segreteria Divisione della Giustizia Bellinzona, Residenza governativa Tel. 091 814 32 30 www.ti.ch/pg > parità dei sessi 19 DIA Formazione LO Formazione Orientamento Orientamento Consulenza Consulenza GA RE Premio Dialogare 2015 L’Associazione Dialogare-Incontri indice come ogni anno il “premio Dialogare”. Bando del concorso di scrittura, tema e giuria su www.dialogare.ch cambiare si può Il testo, in lingua italiana, inedito e della lunghezza massima di 3 cartelle (10.000 segni inclusi gli spazi) è da inviare entro il 30 novembre 2014 per e-mail: segretariato@dialogare.ch per posta: Associazione Dialogare, Via Foletti 23, CH-6900 Massagno Premio unico CHF 2’000.Premiazione: marzo 2015 I testi sono ricevuti e raccolti dalla segreteria di Dialogare e consegnati in maniera anonima alla giuria così composta: - Osvalda Varini, presidente, psicoterapeuta, Lugano - Alda Bernasconi, editore, Balerna - Luciana Caglio, giornalista, Lugano - Daniela Pizzagalli, scrittrice, Milano - Franca Tiberto, giornalista, Lugano - Alessandro Zanoli, giornalista, Lugano I testi inviati rimangono di proprietà dell’Associazione Dialogare
© Copyright 2024 Paperzz