Donne Oggi - Associazione Dialogare Incontri

2014
D I A L O G A R E – I N C O N T R I
Newsletter DonneOggi
Anno 17 – Settembre 2014
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2014
Impressum
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Newsletter DonneOggi
Anno 17 – settembre 2014
Periodico dell’Associazione
Dialogare-Incontri
Abbonamento minimo di sostegno: CHF 10.–
Sul CCP 65-732092-6 (polizza allegata)
Editore
Associazione Dialogare-Incontri
Dir. Osvalda Varini-Ferrari
Via Foletti 23 6900 Massagno
Tel. 091 967 61 51 – Fax 091 967 61 52
segretariato@dialogare.ch
www.dialogare.ch
Con il sostegno di:
Divisione della formazione professionale (DECS-DFP)
Fondazione per lo studio del lavoro femminile Zurigo
Copertina e immagine a pag. 9
Michela Varini
varinimi@bluewin.ch – www.michelavarini.ch
Redazione
Lorenza Hofmann – comunicazione@dialogare.ch
Impaginazione e stampa
Tipografia Torriani SA, Bellinzona
Editoriale di Osvalda Varini-Ferrari*
Cambiare si può
È un piacere presentare nuovamente questa edizione di Donne Oggi, dove troverete oltre
ad una panoramica del programma di Dialogare, una serie di articoli che ruotano attorno al
mondo femminile. Un mondo che Dialogare, dal 1990, ha voluto promuovere, un percorso
a volte anche difficile perché le novità vengono sempre guardate con una certa diffidenza.
Pari opportunità, conciliazione famiglia e lavoro, specificità di genere, erano concetti che
venivano visti come un non ben definito pericolo. Un’emancipazione densa di incognite?
Forse. Ci siamo così avventurate seguendo il desiderio di conoscere e far conoscere le
difficoltà con le quali una donna si doveva e si deve confrontare. E un cambiamento c’è
stato. Infatti sempre di più la nostra società parla senza timore di questi temi. Anche se
molto resta ancora da fare.
Sommario
Una particolarità della vita di Dialogare riguarda anche il fatto che l’Associazione fa convivere al suo interno professionalità e volontariato, sviluppo della qualità e sperimentazione
ma anche osservazione del contesto sociale, economico e culturale in cui opera. Da queste
osservazioni nasce l’attività che si diversifica in vari settori: il Consultorio Sportello Donna,
l’Antenna sociale, gli Incontri costituiti dai corsi, dalle uscite con il ciclo dei Saperi di casa
nostra, dall’Aperitivo letterario, ecc.
7 Sguardo sul mondo
a cura di Alliance Sud
Nel 2013 è stata rivista l’impostazione grafica e tecnica del sito www.dialogare.ch, reso più
facilmente consultabile. Il sito, aggiornato regolarmente, costituisce una piattaforma molto
trasparente delle attività e del programma di Dialogare.
Il programma 2014-2015 cerca di coniugare anche quest’anno convivialità e cultura, una
formula molto innovativa di fare formazione sempre molto apprezzata dal nostro pubblico.
Oltre ai contenuti ciò che viene valutato molto positivamente riguarda in particolar modo il
clima accogliente dei corsi, l’organizzazione generale, l’informazione assicurata attraverso comunicati stampa e sito web.
Anche la copertina di Donne Oggi parla quest’anno di movimento: un battello che arriva o che
parte?
Dialogare – incontrare
– fare rete
Attività e proposte
di Dialogare-Incontri
6 Donne e mercato del lavoro
di Carmen Vaucher de la Croix
8 Donne e precariato
di Micaela Antonini Luvini
e Nora Jardini Croci Torti
9-12 Dialogare-Incontri
2014/2015
Aperitivo letterario
Serate cinematografiche
Visite guidate
Corso io imparo a…
13 Fin da piccole…
di Pepita Vera Conforti
14 Tracce di donne ticinesi
del XIX e XX secolo
di Manuela Maffongelli
15 Salute Sessuale
Svizzera
di Stefania Maddalena
16 «Io NON lo voglio»
Intervista a Cristiana Finzi
e Sara Grignoli
18 Famigliare curante:
un po’ di tempo per sé
intervista a Danilo Forini
A tutti e a tutte l’augurio di un buon viaggio tra le pagine di questa Newsletter.
*Presidente e direttrice Associazione Dialogare-Incontri
2014
Nella pianificazione del programma rientra anche il Premio Dialogare giunto alla quattordicesima edizione. Va detto che grazie a questa iniziativa l’associazione viene in contatto con le
preoccupazioni e le tendenze della nostra società. Cambiare si può: questo il titolo del Premio
2015. Un titolo accattivante e stimolante che ci ha motivate a continuare con questa iniziativa
molto impegnativa. Il cambiamento: perché ci tocca tutti e in modo particolare tocca Dialogare che nel 2015 compirà 25 anni! Un traguardo che forse non ci eravamo mai sognate di
raggiungere quando questo viaggio ha preso il via nel 1990. E che impone una riflessione sul
nostro operato.
Cambiare si può e le immagini che sono state scelte per illustrare il bando del concorso esprimono il concetto del cambiamento come una realtà che, pur mantenendo la propria identità sa
muoversi; la stessa immagine ma con vari colori: continuità nella diversità.
Per meglio promuovere il concorso, reso possibile da un donatore anonimo, viene inserita la
locandina in questa edizione della Newsletter.
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19 Indirizzi utili
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Dialogare
2014
Dialogare – incontrare – fare rete
Da quasi 25 anni un tris di successo
L’appuntamento con le lettrici e i lettori di Donne Oggi coincide con la diffusione
del nuovo programma Dialogare-Incontri
2014/2015. Trovate la nuova offerta alle pagine 9-12 e sul sito www.dialogare.ch, completamente rinnovato e sempre aggiornato,
con modalità di iscrizione online.
In settembre, si riparte con l’Aperitivo letterario e i corsi Io imparo a… per acquisire competenze basilari, teoriche e pratiche
per meglio gestirsi nella vita; in ottobre, le
serate al cinema Confronti con il critico cinematografico Gino Buscaglia; in novembre,
Saperi di casa nostra, visite guidate particolarmente apprezzate per l’abbinamento
convivialità e cultura. Al momento Dialogare
ha pianificato circa 70 ore di formazione; la
flessibilità concessa dalle nuove tecnologie
permetterà di arricchire il programma primaverile con nuove proposte. Quindi, tenete
a portata di mano l’inserto con il programma
e seguiteci su www.dialogare.ch per non
perdervi le novità. Il programma 2013/2014
ha registrato 560 presenze e si è concluso
a fine maggio a vostra e nostra completa
soddisfazione. Per la scelta della nuova offerta il team di Dialogare si è appoggiato a
un questionario di rilevamento dei bisogni di
formazione dell’utenza, di Sportello donna,
somministrato da gennaio a marzo, e a un
sondaggio fra i partecipanti alle serate cinematografiche. Queste modalità consentono
di proporre un programma sufficientemente
variato e per tutte le età vicino alle aspettative del pubblico. I docenti sono scelti in
base alle competenze disciplinari e alle loro
capacità didattiche e di interazione con i partecipanti. Questi sono i presupposti affinché
il programma sia davvero un “dialogare” e
un “incontrare”, portatori di conoscenze, di
scambi di esperienze e di nuove relazioni.
Su questi presupposti, adempiamo ai criteri di
qualità per la certificazione eduQua e per ottenere un contributo finanziario dalla Divisione
della formazione professionale.
Per assicurare qualità nell’offerta di formazione continua e nell’attività di consulenza
per l’orientamento e il reinserimento professionale – assicurata da 17 anni da Sportello
donna – il team di Dialogare investe nella
propria formazione, lavora in rete con altri
consultori svizzeri (la rete www.plusplus.ch)
e con antenne della rete sociale cantonale e
partecipa a gruppi di lavoro.
Dialogare fa parte del Gruppo di lavoro cantonale PRECOFO – prevenzione, consulenza
e formazione – nell’ambito del programma
federale di lotta ai matrimoni forzati ( pagg.
16-17) e partecipa alle attività del gruppo
operativo cantonale sull’indebitamento eccessivo; è rappresentato nel comitato della
Conferenza della Svizzera italiana per la formazione continua (CFC) e nel neo-costituito Forum competenze di base istituto dalla
CFC e dall’Istituto universitario federale per
la formazione professionali (IUFFP). Dialogare, da sempre vicina alle attività della Commissione cantonale per le pari opportunità,
sosterrà la campagna 2014 Oltre il silenzio
contro la violenza domestica ( pag. 13).
Sportello donna
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Nessuna presa a carico ma guida all’attivazione delle risorse dell’utente per la ricerca di un
impiego o di un nuovo percorso professionale.
Da 17 anni, con questo approccio, il consultorio Sportello donna è l’unico in Ticino ad offrire
consulenza per l’orientamento e il reinserimento nel mondo del lavoro in un’ottica di promozione delle pari opportunità. Da due anni, è pure l’unico a proporre a
complemento consulenza sociale e/o giuridica
e/o psicologica atta a sostenere l’utente con
problemi di carattere privato che interferiscono
nell’attuazione di un progetto di orientamento
e reinserimento professionale.
L’utenza ha pure la possibilità di seguire i corsi di gruppo per migliorare le conoscenze e le
competenze per gestirsi autonomamente nella
vita privata e professionale (ricerca impiego;
conoscenza degli obblighi e dei diritti in un
rapporto di lavoro; conoscenza delle assicurazioni sociali; gestione del budget; ecc.).
Dalla sua apertura a oggi, oltre 2300 utenti
hanno potuto beneficiare di una consulenza
individuale. Nel 2013 Sportello donna ha registrato 293 colloqui di cui hanno beneficiato
168 persone (164 donne e 4 uomini) e assicurato ben 329 consulenze telefoniche brevi. I primi tre trimestri del 2014 confermano
l’utilità di questa struttura e i problemi vissuti
dall’utenza.
Le consulenti Daniela Peduzzi, Fabiana Giulieri Faré e Giovanna Ballabio constatano una
maggiore vulnerabilità individuale e sociale,
un aumento dei casi di donne in situazioni finanziarie precarie e difficili, di donne sole con
figli a carico, di lavoratrici con lavori precari e
salari molto bassi, di utenti disoccupate o in
assistenza. La complessità dei problemi rende loro difficile intravedere una via d’uscita,
un nuovo progetto o l’avvio di una fase di vita
positiva. Ed ecco che la consulenza di Sportello donna consente loro di fare chiarezza, di
identificare i problemi prioritari da affrontare e
rendersi disponibili e pronte per un inserimento occupazionale o un progetto formativo o di
riqualificazione professionale.
Sportello donna, se necessario, consiglia a
queste utenti di contattare altri servizi della
rete sociale, in primis di usufruire di una consulenza sociale o giuridica o psicologica presso l’Antenna sociale dell’associazione.
L’età dell’utenza si situa soprattutto tra i 31 e
i 50 anni, ma un buon 14% di donne supera i
50 anni e presenta maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. La conciliazione
lavoro e famiglia resta un elemento forte di
fronte alla ricerca di un impiego o a una possibile opportunità di reinserimento.
Un gruppo di utenti motivate a migliorare la
loro gestione finanziaria hanno seguito il corso “Gestire il budget familiare” e ne hanno
tratto un notevole beneficio per organizzare
la gestione dei pagamenti e dei documenti
personali, per imparare a prevedere spese e
gestire imprevisti, a pianificare dei risparmi per
realizzare degli obiettivi (il corso sarà ripetuto il
prossimo mese di aprile).
Un altro gruppo ha seguito degli incontri per
imparare ad attivarsi nella ricerca d’impiego e
per pianificare e organizzare la conciliazione
lavoro e famiglia.
Le pagine web di Sportello donna si rivelano
una finestra di contatto importante e sempre
più utilizzata che vogliamo leggere come l’assottigliarsi del divario digitale tra chi ha accesso
effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi
ne è escluso in modo totale o parziale. Per questo, proprio per non escludere nessuno, continuiamo a promuovere la conoscenza dei nostri
servizi anche attraverso strumenti cartacei.
Sportello donna è riconosciuto e parzialmente finanziato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU). Inoltre è
sostenuto anche da Swisslos.
Orientare, formare, accompagnare
Antenna sociale
e bisognosa di orientamento, informazione
e accompagnamento. L’Antenna non si sovrappone ai servizi sociali già operativi sul
territorio ma si distingue da essi per un approccio attento alle problematiche e specificità femminili. L’operatività dell’Antenna è
sostenuta dal fondo Swisslos, dalla Fondation pour la formation civique e da una parte
di lavoro gratuito prestato dalle consulenti
Mila Ranzanici, assistente sociale, Micaela
Antonini Luvini, avvocata e Osvalda Varini,
psicoterapeuta.
Antenna sociale
Dialogare-Incontri
Consulenza sociale, in caso di disagio personale o di problemi finanziari.
Consulenza giuridica, nell’ambito del diritto di famiglia (separazione, divorzio, figli ecc.).
Consulenza psicologica, in situazione di difficoltà personale temporanea.
Per appuntamenti: telefonare allo 091 967 61 51
dal lunedì al venerdì dalle 8:45 alle 12:15
o scrivere a segretariato@dialogare.ch.
Con il sostegno di
2014
L’utenza che si rivolge all’Antenna appartiene a fasce deboli della popolazione e può
usufruire di una consulenza sociale, legale
e psicologica, finalizzata ad accompagnare
queste persone in un momento di particolare disagio. Nel 2013 sono state seguite 76
persone (65 nel 2012): 58 hanno richiesto
una consulenza giuridica relativa al diritto di
famiglia, trovandosi in situazione di rottura
del legame di coppia (separazione, divorzio);
14 una consulenza sociale (ricerca di aiuti
economici e di informazioni relative a servizi
sociali cantonali, indebitamento, assicurazione invalidità, ecc.); 4 persone una consulenza psicologica avendo una situazione
personale complessa o legata a tensioni e
sofferenze legate a una separazione. Anche
l’utenza dell’Antenna è prevalentemente
femminile, esposta a vulnerabilità sociale
Premio Dialogare 2014
Il 27 marzo scorso è stato conferito il Premio
Dialogare 2014 a Matteo Francini (nella foto
con Osvalda Varini, presidente della giuria),
giovane giornalista fiorentino, autore del racconto Palace Hotel (elogio delle parole prudenti), ritenuto il migliore su 594 testi in concorso
ispirati al tema del bando Domani? Non so…
La giuria – composta da Osvalda Varini, Luciana Bassi Caglio, Michele Fazioli, Daniela
Pizzagalli, Franca Tiberto e Maria Rosaria
Valentini – ha assegnato altre cinque segnalazioni: alla ticinese Lorenza Noseda,
di Morbio Inferiore, autrice del racconto Domani? Non so…; a Michele Barbera, residente a Menfi (Italia), autore del racconto
Raggio di sole; a Sergio Beducci, residente
a Terni (Italia), per il racconto Come una bolla
di sapone; a Roberta Cadorin, di Udine (Italia) autrice del racconto Cuore e pennarelli;
a Guergana Radeva, residente in Toscana,
autrice del racconto La forza dei bulbi.
Il racconto Palace Hotel (elogio delle parole
prudenti) di Matteo Francini ha convinto la
giuria che ha così motivato la sua scelta:
Un uomo muore investito da un autobus: è
una tipica notizia destinata alla cronaca, la
rubrica che registra i fatti di una quotidianità cosiddetta minore. Ma nel caso descritto
in “Palace Hotel”, l’autore va ben oltre: un
incidente, come tanti altri, assume qui i
tratti di una vicenda umana di alta intensità. È un passaggio affidato all’uso controllato ed efficace delle parole, da cui nasce
e si sviluppa un racconto accattivante e
amaramente divertente. Due personaggi,
accomunati da uno scontento di vivere si
incrociano senza saperlo e incrociano un
destino possibile: ma quel che poteva accadere non accade. Il tutto condensato in
una trama breve e serrata.
I racconti e le interviste alle autrici e agli autori sono consultabili su www.dialogare.ch.
Premio Dialogare 2015 – Cambiare si può
Il bando di concorso per la quattordicesima
edizione del Premio Dialogare è lanciato:
cambiare si può. Il concorso di scrittura è
aperto a tutte le persone interessate a produrre un testo in lingua italiana, inedito e
della lunghezza massima di tre cartelle (10
mila caratteri spazi inclusi).
Il racconto deve pervenire entro il 30 novembre 2014 per posta a: Associazione
Dialogare, via Foletti 23, CH-6900 Massagno; oppure per e-mail a segretariato@
dialogare.ch.
I racconti presentati saranno valutati in forma anonima dalla giuria così composta:
Osvalda Varini-Ferrari, presidente, psicoterapeuta, Lugano; Alda Bernasconi, editore,
Balerna; Luciana Caglio, giornalista, Lugano;
Daniela Pizzagalli, scrittrice, Milano; Franca
Tiberto, giornalista, Lugano; Alessandro Zanoli, giornalista, Lugano.
La premiazione è prevista nel corso del
mese di marzo 2015 a Lugano. L’autore o
l’autrice del racconto selezionato riceverà
un premio unico di CHF 2’000.- (duemila
franchi svizzeri), offerto da un donatore che
desidera rimanere anonimo.
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Attualità di Carmen Vaucher de la Croix*
2014
Donne e mercato del lavoro
Ostacoli, pregiudizi, paure… disparità
I dati di recente pubblicazione mostrano che
per le donne permangono diverse difficoltà e
disuguaglianze nell’accedere al mercato del
lavoro, nelle possibilità di fare carriera e in
quelle di percepire un salario di pari livello
a parità di professione, formazione ed esperienza professionale.
Gli ostacoli sono di diversa natura. Innanzitutto, perdurano gli stereotipi riguardo al lavoro femminile che, da molti politici e datori
di lavoro, viene ancora considerato come un
lavoro accessorio, giustificando così posizioni mal retribuite e condizioni contrattuali
precarie. Vi sono poi le difficoltà a carattere
organizzativo in presenza di figli o persone a
carico, che penalizzano prevalentemente le
donne, malgrado si sia fatto molto, in Ticino, a
livello di asili nido e di servizi extra-scolastici.
Per quanto riguarda le possibilità di carriera,
si frappongono stereotipi su donne e uomini
ancora molto forti secondo i quali un dirigente
è abbinato a una figura maschile, nonché numerosi ostacoli di tipo organizzativo all’interno
delle aziende: l’organizzazione / flessibilità del
lavoro, i tempi di lavoro, la visibilità, i proces-
si di selezione e di promozione ad esempio.
Ostacoli e stereotipi spiegano anche la difficoltà di donne disponibili e molto formate ad
accedere a posti dirigenziali a parità di qualifiche e di caratteristiche richieste.
Tempo parziale
Inoltre, per le donne l’anticipazione della maternità rimane uno dei principali intralci alla
loro assunzione, mentre le possibilità di carriera sono fortemente penalizzate dal lavoro
a tempo parziale. Questa forma di lavoro permette alle donne di accedere più facilmente
al mercato del lavoro e di conciliare impegni
famigliari e lavorativi, ma diventa un’ostruzione alla carriera professionale, come evidenziato da uno studio1 che ha coinvolto tre grandi
aziende ticinesi. L’opportunità di un lavoro a
tempo parziale si trasforma in svantaggio perché impedisce alle donne di occupare posizioni dirigenziali, malgrado sia stato dimostrato
che anche a questi livelli, e a determinate
condizioni, sia possibile lavorare a una percentuale inferiore al 100% (dal 70% un su). Il
tempo parziale penalizza anche gli uomini che,
sempre più, desiderano far valere anch’essi il
bisogno di dedicare del tempo alla famiglia o
ad altre attività extra-lavorative; essi infatti faticano ad ottenere una riduzione del tempo di
lavoro anche a causa di pregiudizi secondo cui
avrebbero meno voglia di lavorare.
Nell’ambito dello studio citato era stato interessante notare che, per la medesima
professione e posizione gerarchica, le donne
intervistate rispondevano che era possibile
esercitarle a tempo parziale alto (cosa che
stavano in effetti facendo), gli uomini escludevano invece questa possibilità, ritenendo il
tempo pieno l’unica modalità possibile.
Lavoro e famiglia
Indubbiamente, il cambiamento è lentamente
in corso, ma occorre agire prevalentemente
sullo sviluppo delle opportunità di conciliazione lavoro-famiglia sia per le donne, sia per gli
uomini, per riuscire, da un lato a non ridurre le
possibilità lavorative e di carriera delle donne,
dall’altro a permettere agli uomini che desiderano occuparsi della cura dei figli e delle attività
domestiche, di poterlo fare senza stigmatizza-
Salari secondo le esigenze del posto di lavoro, nel settore privato, in Ticino, nel 2010
7.000
6.508
6.000
5.000
4.000
5.376
20,6%
14,1%
5.593
5.368
12,4%
4.703
4.269
4.416
21,0%
3.490
3.000
2.000
1.000
0
Totale
6
Uomini
Lavori molto esigenti e
compiti molto difficili +
lavoro indipendente e
molto qualificato
Donne
(red.)
In Svizzera, le donne guadagnano mediamente 1800 franchi al mese in meno rispetto agli uomini. Secondo la Rilevazione della
struttura dei salari, effettuata dall’Ufficio
federale di statistica, il 62,4% della disparità salariale è spiegato da fattori oggettivi
(anni di servizio, livello di formazione, livello
di qualifica richiesto, ramo economico, altri
Conoscenze
professionali specifiche
Attività
semplici e ripetitive
Fonte: RSS, UST, Neuchâtel
fattori) mentre il 37,6% (677 franchi) è invece da ricondurre a fattori discriminanti. La
parte discriminatoria varia da settore a settore: da un 27,6% nelle professioni sanitarie
e sociali al 47.5 fra gli insegnanti, al 49,7%
nel commercio al dettaglio fino a superare il
69% nell’industria chimica.
Nell’economia privata una donna guadagna
circa un quarto in meno rispetto a un col-
lega uomo. La differenza diminuisce molto
lentamente: infatti, la rilevazione citata ha
osservato il periodo 1998-2010 e rilevato
una flessione di soli 1.2 punti percentuali.
In Ticino, la differenza media di salario tra
donne e uomini nel settore privato raggiunge il 20,6%, pari a 1’107 franchi; il 7,8%
della differenza (418 franchi) è spiegato
dalle caratteristiche personali e del posto
di lavoro; il 12,8% (689 franchi) non è
spiegabile, quindi imputabile a una discriminazione di genere.
Le discriminazioni salariali di genere sono
contrarie alla Costituzione e violano la legge federale sulla parità dei sessi; nel loro
complesso hanno un impatto economico
pari a 7.7 miliardi di franchi all’anno a livello nazionale.
Fonti
Verso la parità salariale! Fatti e tendenze.
Ufficio federale di statistica, Neuchâtel,
2013.
Le cifre della parità. Un quadro statistico
delle pari opportunità fra i sessi in Ticino.
Ufficio cantonale di statistica, 2014.
Un lento cambiamento nei modelli occupazionali
Congedo parentale
Il tema della divisione dei ruoli e della conciliazione lavoro-famiglia per donne e uomini è
centrale anche per poter mantenere sul mercato del lavoro persone formate e qualificate.
Nelle imprese, la mancanza di flessibilità verso coloro che hanno responsabilità familiari
è causa di mancati rientri in azienda dopo il
congedo maternità e, pertanto, di perdita di
risorse qualificate. Ritengo che il congedo
maternità, così come oggi previsto (e ottenuto con grandi difficoltà) di 14 settimane,
si riveli controproducente per più motivi. Per
molte madri, è una costrizione a rientrare al
lavoro troppo presto. Da osservazioni raccolte
presso gli asili nido, si nota che in Ticino sta
aumentando notevolmente la richiesta di collocamento di bambini di pochi mesi proprio
perché molte donne, per paura di perdere il
lavoro, non chiedono un congedo supplementare non pagato. Il fatto che né madri né padri
abbiano diritto a un congedo parentale di alcune settimane, non permette di modificare la
visione secondo cui i figli sono una questione
prettamente femminile e non dà la possibilità
ai partner di fare una scelta condivisa sulle
modalità di suddivisione dei rispettivi compiti
e impegni. Infine, la brevità del congedo maternità, è controproducente nel contesto lavorativo siccome, soprattutto in momenti di crisi,
si tende a non sostituire la persona assente,
a sovraccaricare i colleghi e le colleghe di lavoro e a far sentire in colpa la neo-mamma
assente per diritto. Un congedo più lungo, così
come previsto in molti Paesi, permetterebbe
all’azienda di investire più facilmente su una
risorsa sostitutiva, offrendo maggiori opportunità di crescita e di esperienza.
Una particolare attenzione va posta sulle
donne a capo di una famiglia monoparentale. Per loro, l’organizzazione del lavoro
impostata su modelli organizzativi maschili
è particolarmente svantaggiosa e pesante,
malgrado siano la categoria che, per avere
un reddito sufficiente, deve lavorare di più e
più frequentemente a tempo pieno. Se per
una coppia le rigidità organizzative possono
essere aggirate con soluzioni condivise, per
una donna sola con figli questa possibilità
viene meno.
* Docente e ricercatrice SUPSI.
“Carriere professionali eque, un’opportunità
per le aziende”, Danuscia Tschudi, Carmen
Vaucher de la Croix, Antonietta Colubriale,
Emiliano Soldini, John Gaffuri, Grazia Giacosa, Dipartimento Scienze sociali e aziendali
(DSAS), Scuola Universitaria Professionale
della Svizzera Italiana (SUPSI), 2010
1
2014
zioni e/o penalizzazioni. Al di là, quindi, dei servizi che enti pubblici e privati mettono a disposizione delle famiglie per favorire la conciliazione
lavoro-famiglia, il grosso contributo possono e
devono darlo le aziende, a livello di processi organizzativi e di gestione. Fino a quando il focus
dei bisogni di conciliazione e di carriera non si
sposterà dalle sole donne o dai soli uomini, alle
persone, indipendentemente dal genere, non si
potranno ottenere risultati soddisfacenti né per
l’una né per l’altra componente.
Coppia con figli
Modelli occupazionali delle coppie, in Ticino, nel 2011
Il più giovane
0-5 anni
42,0%
34,2%
11,5%
2,1%
10,2%
13,4%
10,4%
2,3%
Il più giovane
6-14 anni
35,0%
39,0%
1,6%
Il più giovane
15-24 anni
26,8%
Coppia senza figli
(25-55 anni)
15,7%
0
10
36,8%
20,3%
20
30
Uomo occupato a tempo pieno, donna non occupata
Entrambi occupati a tempo pieno
Entrambi occupati a tempo parziale
18,8%
15,9%
2,9%
17,5%
43,6%
40
50
60
70
80
90
100
%
Uomo occupato a tempo pieno, donna
occupata a tempo parziale
Altro modello
Fonte: RSS, UST, Neuchâtel
(red.)
In Ticino è ancora abbastanza diffuso il modello tradizionale – il papà lavora a tempo
pieno, la mamma si occupa dei figli – ma sta
perdendo terreno come si evince dalla lettura
del grafico. Rispetto al passato, il cambiamento dei modelli familiari e occupazionali incontra una maggiore disponibilità di strutture
d’accoglienza extrafamiliare e extrascolastica
per conciliare lavoro e famiglia. Vent’anni fa,
le possibilità di affidare un bimbo a un nido
d’infanzia erano pochissime: esistevano solo
sette strutture; i posti erano assegnati in
base a motivazioni sociali; diventare mamma
implicava quasi sempre rinunciare almeno
temporaneamente all’attività professionale.
Vent’anni dopo (2014), sul territorio cantonale sono operativi 53 nidi d’infanzia per
un’offerta complessiva di circa 1528 posti
d’accoglienza diurna per bimbi da 0 a 3 anni
Un buon numero di genitori, per conciliare
famiglia e lavoro, fa capo a queste strutture
e alla rete delle famiglie diurne (un migliaio di
posti per bambini in età prescolare e scolare).
Questa evoluzione non è ancora sufficiente
per coprire il fabbisogno delle famiglie e per
dare una vera opportunità di libera scelta soprattutto alle madri.
In Svizzera, dal 2003 al 2014 (febbraio), il
programma federale d’impulso alle strutture
d’accoglienza extra-familiare ha sostenuto
finanziariamente la creazione di 43 mila posti
(+87%), prevalentemente destinati alla prima
infanzia (fino a 4 anni). Secondo l’ultima valutazione del programma, circa la metà dei
genitori senza queste strutture avrebbero
dovuto rinunciare a un’attività professionale. Questo programma scadrà il 31 gennaio
2015 e si confida in un rinnovo del credito-quadro da parte delle Camere federali.
7
Attualità di Micaela Antonini Luvini e Nora Jardini Croci Torti*
Donne e precariato
Casi pratici del Consultorio giuridico Donna & Lavoro
2014
Il Consultorio giuridico Donna & Lavoro della
Federazione Associazioni Femminili Ticino
(FAFT) offre consulenza alle donne che hanno problemi sul posto di lavoro. Di seguito
trovate dei casi realmente accaduti in cui le
due consulenti sono intervenute per aiutare
delle utenti.
Per informazioni: www.donnalavoro.ch.
Per appuntamenti le consulenti rispondono
al numero 091 950 00 88.
Licenziamento e contratto su chiamata
Simona lavora da due anni su chiamata in un
negozio e svolge in media una quindicina di
ore settimanali. Il suo datore di lavoro le comunica la disdetta del rapporto di lavoro con
il preavviso di due mesi, nel rispetto del termine di disdetta previsto contrattualmente (2
mesi). Dal momento della comunicazione della disdetta, Simona non viene più chiamata a
lavorare. Ha diritto ad essere impiegata anche
durante il periodo di preavviso? L’assicurazione disoccupazione le può versare quanto non
viene versato dal datore di lavoro?
Purtroppo Simona non ha diritto ad essere impiegata durante il periodo di disdetta poiché il
suo contratto di lavoro non prevede un grado
di occupazione minimo. Di conseguenza se
durante il periodo di disdetta non lavora non
ha diritto al salario e neppure a percepire l’indennità di disoccupazione per questo periodo.
È dunque importante che in un contratto su
chiamata venga fissata una durata di impiego
minimo (per esempio, 10 ore settimanali).
8
Licenziamento e maternità
Giulia è al sesto mese di gravidanza: sta
bene e riesce ancora a svolgere il suo lavoro di bibliotecaria, ma non vuole continuare
poiché sa che dopo il congedo maternità
rimarrà a casa per dedicarsi all’educazione
del proprio bambino. Decide così di dare
le proprie dimissioni per la fine del settimo
mese di gravidanza, così da stare a casa
durante le ultime settimane di gravidanza
(senza iscriversi in disoccupazione). Giulia
ha diritto al congedo maternità?
La Lipg (Legge federale sulle indennità perdita di guadagno) prevede che ha diritto al
congedo maternità di 14 settimane la lavoratrice che ha lavorato almeno 5 mesi durante
i 9 mesi della gravidanza e che al momento
del parto ha un contratto di lavoro valido, è
indipendente o è iscritta in disoccupazione.
Non avendo Giulia un contratto di lavoro valido non ha diritto al congedo maternità dopo
il parto, nonostante abbia lavorato ben sette
mesi durante la gravidanza.
Lavoro per più datori di lavoro e cassa
pensioni
Carla è contabile e lavora per una mattina
a settimana per un garage e per un giorno
intero presso un’agenzia immobiliare. I suoi
singoli stipendi non raggiungono il minimo
previsto dalla LPP (Fr. 21’060.–), ma la loro
somma è superiore. Può Carla assicurarsi per
la LPP in modo da avere un secondo pilastro
ed assicurarsi un’adeguata previdenza?
Sì, se i salari superano la soglia di entrata
prevista dalla LPP (Fr. 21’060.–) è possibile
iscriversi facoltativamente alla LPP. I premi
sono a carico del dipendente, a meno che i
datori di lavoro siano d’accordo di assumere
la metà degli stessi.
Malattia e durata del versamento dello
stipendio
Mara lavora da 2 anni quale impiegata in un
ufficio. Purtroppo Mara si ammala in modo
grave ed è inabile al lavoro per un periodo di
sei mesi. Nel suo contratto e nella sua busta
paga non è menzionata alcuna assicurazione per la perdita di guadagno in caso di
malattia. Ha diritto al versamento del salario
durante il periodo di malattia?
Il diritto al salario in caso di malattia è regolato
dall’art. 324a Co (Codice delle Obbligazioni).
Se un tempo più lungo non è stato convenuto per contratto scritto o contratto collettivo,
il datore di lavoro deve versare nel secondo
anno di servizio il salario solo per il periodo
di un mese (cosiddetta “scala Bernese”). Se
invece fosse stata stipulata un’assicurazione
per la perdita di guadagno in caso di malattia,
Mara avrebbe avuto diritto al salario per un
periodo di 720 giorni al 80% (minimo e a dipendenza dall’assicurazione scelta). È quindi
molto importante informarsi al momento della stipulazione di un nuovo contratto di lavoro
in merito all’esistenza di una tale assicurazione a favore dei dipendenti.
* Avvocate, consulenti Donna & Lavoro.
Aperitivo letterario
Dialogare-Incontri 2014/2015
In giro per il mondo con autori, autrici e personaggi
Confronti
Serate cinematografiche
Saperi di casa nostra
Visite guidate per conoscere antichi e nuovi saperi
Io imparo a…
Gestire la vita privata e professionale
Associazione Dialogare Incontri
Via Foletti 23, 6900 Massagno
Tel. 091 967 61 51
segretariato@dialogare.ch – www.dialogare.ch
Con il sostegno della Divisione della formazione
professionale (DECS - DFP)
Aperitivo letterario con Daniela Pizzagalli
In giro per il mondo con autori, autrici e personaggi
Un happy hour molto speciale per soddisfare i sensi e la
mente. Novanta minuti di sfiziosi stuzzichini e finger food
mentre Daniela Pizzagalli, nota giornalista e scrittrice italiana, accompagnerà i partecipanti in giro per il mondo con
autori, autrici e personaggi protagonisti della scena letteraria internazionale, interpreti di temi di assoluta attualità.
Giovedì 18 settembre 2014, dalle ore 18.30 alle 20.00.
Massagno, via Foletti 23, aula Dialogare-Incontri
Quota di iscrizione: CHF 25.Iscrizione (posti limitati) entro il 16 settembre 2014 su
www.dialogare.ch, oppure telefonare allo 091 967 61 51.
Proposte 2015: www.dialogare.ch
Confronti le serate cinematografiche con Gino Buscaglia
Dialogare-Incontri 2014/2015
Si dice… il Cinema è spettacolo, il Cinema è evasione, il Cinema è fantasia, il Cinema è un sogno sognato tutti insieme, il
Cinema è magia… Tutto vero. Ma non solo! Il Cinema è prima
di tutto un pensiero, l’espressione di un pensiero, e dunque
la proposta – forte – di una presa di posizione di un Autore
che pone un problema, lo descrive, lo discute per suscitare
un confronto su un tema che gli sta a cuore. Un pensiero che
diventa un film costruito in modo che provochi o stimoli una
riflessione, o anche un dibattito feroce, rappresentando sullo
schermo un confronto che dovrebbe poi trasferirsi nella vita
reale degli spettatori. Il Cinema, dunque, è anche cultura attiva, proposta civile, che aspetta – desidera – di essere accolta.
E a Dialogare noi sappiamo bene come accoglierla.
Lugano, sala multiuso della Facoltà di Teologia (via Buffi 13).
Quota d’iscrizione
Ciclo completo (8 film)
CHF 120.- per persona
CHF 80.- per beneficiari AVS/AI
CHF 150.- per 2 persone della stessa famiglia
CHF 50.- per studenti
Una sola proiezione
CHF 15.- per persona
CHF 10.- per beneficiari AVS /AI e studenti
Mercoledì 1° ottobre 2014, ore 19.30
Indovina chi viene a cena – Regia di Stanley Kramer (USA, 1967)
Mercoledì 5 novembre 2014, ore 19.30
Magdalene – Regia di Peter Mullan (Gran Bretagna, 2002)
Mercoledì 26 novembre 2014, ore 19.30
Freedom Writers – Regia di Richard Lagrevenese (USA, 2006)
Mercoledì 10 dicembre 2014, ore 19.30
Mio fratello è figlio unico – Regia di Daniele Luchetti (Italia, 2007)
Mercoledì 7 gennaio 2015, ore 19.30
Gran Torino – Regia di Clint Eastwood (USA, 2009)
Mercoledì 28 gennaio 2015, ore 19.30
Midnight in Paris – Regia di Woody Allen (USA, 2011)
Mercoledì 11 febbraio 2015, ore 19.30
La bicicletta verde – Regia di Haifaa Al Mansour (Arabia Saudita, 2012)
Mercoledì 4 marzo 2015, ore 19.30
Il figlio dell’altra – Regia Lorraine Levy (Francia 2012)
Saperi di casa nostra visite guidate
Per conoscere antichi e nuovi saperi del nostro territorio.
Per condividere interessi e arricchire la propria cultura generale in una piacevole uscita in gruppo.
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate
Visita guidata alla mostra Doni d’amore. Donne e rituali in
epoca tardogotica e rinascimentale. Ritrovo sul posto.
Sabato 15 novembre 2014, ore 15.30 -17.30
Quota d’iscrizione (compreso entrata al museo): CHF 20.- Iscrizione entro il 12 novembre 2014 su www.dialogare.ch o telefonare allo 091 967 61 51.
Proposte 2015: www.dialogare.ch
Io imparo a… gestire la vita privata e professionale
Incontri per acquisire o aggiornare utili competenze basilari,
teoriche e pratiche per gestirsi in modo consapevole e autonomo nella vita privata e professionale.
Lezioni in piccolo gruppo, aperte a tutte le persone interessate, su iscrizione.
Non è mai troppo tardi per imparare!
Massagno, via Foletti 23, aula Dialogare-Incontri
Quota di iscrizione: CHF 20.- ogni lezione (documentazione
compresa).
In omaggio: libretto di formazione (riconosciuto in tutta la
Svizzera).
Iscrizione online: www.dialogare.ch oppure telefonare allo
091 967 61 51.
Di più su: www.dialogare.ch
PIANIFICARE LA TERZA ETÀ
Ore 18.00 - 20.30
Termine d’iscrizione: 19 settembre 2014Docenti
Martedì 23 settembre 2014
Come pianificare e ottimizzare la previdenza Andrea Tamagni,
perito in assicurazioni
Martedì 30 settembre 2014
Come predisporre le proprie volontà
Avv. Tanja Uboldi Ermani
Martedì 14 ottobre 2014
Come regolare la successione
Avv. Tanja Uboldi Ermani
Martedì 21 ottobre 2014
Cosa fare in caso di successione
Avv. Tanja Uboldi Ermani
GESTIRMI NELLA PRECARIETÀ
Ore 18.00 - 20.30
Termine d’iscrizione: 31 ottobre 2014Docenti
Martedì 4 novembre2014
Lavoro precario? Mi tutelo!
Martedì 11 novembre 2014
Cassa malati? Utile sapere…
Laura Regazzoni Meli,
segretaria generale ACSI
Martedì 18 novembre 2014
A quali prestazioni sociali potrei avere diritto?
Mila Ranzanici,
assistente sociale
Martedì 25 novembre 2014
Non voglio correre rischi! Mi assicuro
Andrea Tamagni,
perito in assicurazioni
COMPILARE LA DICHIARAZIONE FISCALE
Ore 18.00 - 20.30
Termine d’iscrizione: 20 febbraio 2015Docente
Martedì 24 febbraio 2015
Conoscere la fiscalità
Avv. Tanja Uboldi Ermani
Martedì 3, 10, 17 marzo 2015
Compilare la dichiarazione fiscale
Avv. Tanja Uboldi Ermani
Anche in situazioni particolari: separazione,
divorzio; successione, eredità, utili immobiliari, …
FAR QUADRARE I CONTI Ore 18.00 - 20.30
Termine d’iscrizione: 10 aprile 2015Docenti
Martedì 14, 21, 28 aprile 2015
Gestire e organizzare il budget familiare
Monica Garbani e Sandra Killer, formatrici per adulti
Organizzare la gestione dei pagamenti e dei
documenti personali contabili; prevedere spese
e gestire imprevisti; pianificare per realizzare obiettivi.
Con il sostegno della Divisione della formazione professionale (DECS-DFP)
Dialogare-Incontri 2014/2015
Avv. Nora Jardini
Consultorio
Sportello donna
CONSULENZA, ORIENTAMENTO
E REINSERIMENTO PROFESSIONALE
sportellodonna@dialogare.ch
www.dialogare.ch
tel. 091 967 61 51
Antenna sociale
Dialogare-Incontri
Consulenza sociale, in caso di disagio personale o di problemi finanziari.
Consulenza giuridica, nell’ambito del diritto di famiglia (separazione, divorzio, figli ecc.).
Consulenza psicologica, in situazione di difficoltà personale temporanea.
Per appuntamenti: telefonare allo 091 967 61 51
dal lunedì al venerdì dalle 8:45 alle 12:15
o scrivere a segretariato@dialogare.ch.
Con il sostegno di
Attualità di Pepita Vera Conforti*
Fin da piccole…
…libere per coltivare i propri talenti
nale e impegni domestici e di cura famigliare.
Una riflessione s’impone, già le giovanissime
ragazze, consapevolmente o meno, si fanno carico simbolicamente della necessità di
“conciliare”, dovere che socialmente viene
ancora totalmente attribuito alle donne.
Pur dimostrando maggior impegno e capacità nei percorsi scolastici, paradossalmente nel mondo del lavoro le giovani donne
sembrano meno sicure, e, se ancora nutrono
l’idea che la parità è raggiunta, ancora troppo spesso si fa loro capire che come lavoratrici sono delle “ospiti” e che il passaggio alla
maternità – anche solo potenziale – produrrà delle difficoltà all’azienda (nell’organizzazione, nella rappresentazione di dedizione e
impegno, nelle possibilità di carriera, ecc.).
Che cosa fare?
È più urgente che mai la revisione della Legge
federale sulla parità, una legge che metta in
mano alle autorità strumenti di rilevamento e
intervento efficaci nel controllo delle discriminazioni dirette e indirette, ma anche azioni più
decise sul piano culturale e educativo, così
come sempre incoraggiato dal Piano d’azione
della Svizzera (programma parità seguito alla
IV Conferenza mondiale di Pechino 1995).
In tal senso la socializzazione scolastica potrebbe lavorare maggiormente sui contenuti
dei corsi e sulle strutture scolastiche che
confermano ancora una visione stereotipata
del mondo. Infatti, come dicono bene Véronique Ducret e Nadia Lamamra, in modo esplicito o implicito, quasi tutti i contenuti dei corsi mostrano come non sia molto interessante
essere una donna2. Non esistono donne che
hanno marcato la storia e la filosofia, per
quanto riguarda le scienze forse qualcuna ricorda Marie Curie, nelle arti le donne hanno
fatto da modelle e le immagini e gli esempi
Scelte scolastiche e professionali dopo la scuola media, in Ticino, alla fine dell’anno scolastico 2011/2012
34%
15%
46%
35%
17%
Uomini - Totale 1.708
Scuola media superiore
Tirocinio in azienda (formazione duale)
25%
Fonte: UOSP, DECS, Bellinzona
14%
14%
Donne - Totale 1.662
Scuola professionale a tempo pieno
Altre scelte
dei manuali dalla scuola dell’infanzia riproducono spesso degli stereotipi. E, se ancora
si dubitasse del minor valore sociale delle
donne, le istituzioni scolastiche per prime
vedono una presenza femminile maggioritaria nelle scuole dell’obbligo, con pochissime
donne nei quadri scolastici.
Harmos, un’occasione preziosa
Oggi la formazione e le strutture scolastiche
hanno ancora un ruolo fondamentale da giocare, non più (o non solo) nella possibilità di
partecipazione ma come luogo di sperimentazione identitaria. Per questo la revisione
del piano di studi della scuola dell’obbligo a
seguito del concordato Harmos deve essere
anche per il Ticino un’occasione preziosa. Una
socializzazione più paritaria, nel rispetto delle
differenze (di genere, interculturali, socioculturali), di bambine e bambini potrà favorire
uno sviluppo meno stereotipato e garantire a
ragazze e ragazzi di cogliere opportunità più
libere per coltivare i propri talenti.
2014
Le cifre della parità, Un quadro statistico delle pari opportunità fra i sessi in Ticino 1 è il
primo opuscolo statistico che presenta una
fotografia attuale sulla (dis)parità in Ticino
attraverso l’analisi di otto tematiche.
La formazione è Il primo fenomeno analizzato sia in termini quantitativi (partecipazione
e accesso), sia a livello qualitativo (tipo di
scelte operate).
In poco più di cinquanta anni, quindi con sorprendente rapidità, le ragazze hanno superato i ragazzi in quanto a numero di diplomi
ottenuti nella formazione terziaria (università,
scuole superiori, brevetti professionali), pertanto si può notare una certa continuità nelle
tipologie delle scelte professionali orientate
alle scienze umanistiche e di cura.
Nel momento dell’entrata nel mondo del lavoro si registrano alcuni fenomeni che sembrano in apparente contrasto con l’estrema
vitalità e avanzata negli studi delle giovani
donne: l’alto tasso di abbandoni al momento
della nascita dei figli oppure il prevalere del
tempo parziale. Inoltre persistono nel settore
privato salari inferiori a quelli maschili (con
una percentuale discriminatoria importante
del 12,8% sul salario mediano) riconducibile
sia agli ambiti professionali nei quali le donne
si inseriscono, “tradizionalmente” femminili e
generalmente meno remunerati, sia alle funzioni ricoperte specie nei settori dove la parte
negoziale del salario ha una certa rilevanza.
Ci rendiamo conto che indipendentemente
dalla bravura individuale e collettiva delle ragazze, queste loro scelte determinano spesso
le opportunità professionali future. D’altronde
non si può ingenuamente pensare che siano
scelte “sbagliate” poiché molte delle professioni preferite sono anche quelle che a tutt’oggi
permettono maggiori spazi di organizzazione
per mantenere l’equilibrio tra attività professio-
*Presidente Commissione cantonale consultiva per le pari opportunità fra i sessi.
USTAT, aprile 2014.
1
Pour intégrer le genre dans la formation professionnelle, 2005. Sintesi in italiano http://
www.ehb-schweiz.ch/it/iuffp/chisiamo/
parita/Documents/Griglia%20d’osservazione_educa07_it.pdf.
2
Oltre il silenzio
Per tutto il mese di novembre le associazioni femminili in collaborazione con
la Commissione consultiva per le pari
opportunità lanceranno una campagna
di sensibilizzazione contro la violenza
domestica. Si tratterà di distribuire su
tutto il territorio dei volantini informativi
per fare conoscere i servizi presenti sul
territorio cantonale ai quali potersi rivolgere in caso di violenza. L’intenzione
è di esporre il volantino su ogni spazio
pubblico e privato, là dove donne e uomini passano. Chiunque può aderire
e distribuire i volantini basta scrivere
a: pver@castalia.ch.
13
Storia delle donne Manuela Maffongelli*
2014
Tracce di donne ticinesi del XIX e XX secolo
Biografie su www.archividonneticino.ch
I primi risultati della ricerca storica a carattere biografico riguardante donne ticinesi del
XIX e XX secolo che furono attive in diversi
ambiti a livello locale, regionale e cantonale
saranno consultabili da fine settembre sul
sito www.archividonneticino.ch dell’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino
(AARDT). Si tratta degli studi realizzati nella
fase luganese del progetto Tracce di donne
che sta esplorando tutto il territorio cantonale alla riscoperta di storie di impegno politico, educativo e sociale, di creatività letteraria
e artistica (sono attualmente in corso le ricerche riguardanti il Mendrisiotto e il Basso Ceresio e la regione Bellinzonese e valli
dell’Alto Ticino, seguirà il Locarnese e valli).
Il team di progetto di AARDT1, appoggiandosi a collaborazioni esterne di storiche e
storici, ha cercato e acquisito nuovi fondi
documentari, recuperato memorie sconosciute, valorizzato i fondi già presenti
presso l’archivio AARDT, studiato fonti sto-
Georgette Tentori-Klein
Il 25 settembre 2014, a Lugano, AARDT
presenterà il nuovo quaderno: Georgette Tentori-Klein una vita da solista/
ein Leben als Solistin, redatto a più
mani e coordinato da Chiara Macconi
e Renata Raggi-Scala (programma su
www.archividonneticino.ch).
AARDT ha ricevuto dalla Fondazione
Sciaredo l’insieme delle “carte” di Georgette e ha deciso di non permettere all’incuria e al tempo di cancellare l’eredità di
questa originale artista dai mille talenti.
Il libro sarà pure presentato al Kunstmuseum di Winterthur, città natale di
Georgette Tentori-Klein.
14
Georgette Tentori-Klein
una vita da solista
ein Leben als Solistin
a cura di/herausgegeben von
Chiara Macconi e/und Renata Raggi-Scala
ASSOCIAZIONE ARCHIVI RIUNITI DELLE DONNE TICINO
ELSTER VERLAG
riografiche per contestualizzare l’operosità
e la creatività femminile e il contributo di
ogni singolo profilo nella crescita civile e
sociale del Ticino.
Tracce di donne nel Luganese
La prima fase del progetto ha concentrato le ricerche alla regione di Lugano
e ha potuto contare sul sostegno finanziario dell’Ente regionale per lo sviluppo
del Luganese, della Fondazione UBS per
la cultura, del Percento culturale Migros,
della Città di Lugano, della Fondazione
ing. Pasquale Lucchini, dei Comuni di Sorengo e Vezia, dell’associazione Nümm da
Lugan e di altri sponsor privati con legami
di parentela con i profili studiati. I lavori di
ricerca, svoltisi sull’arco di due anni, hanno permesso di realizzare una trentina di
biografie di donne defunte (vedi riquadro)
e di realizzare delle video-testimonianze
di Miranda Venturelli, prima redattrice del
periodico dell’ACSI La Borsa della spesa,
Franca Primavesi, attrice, Fulvia Sommaruga, artista e commerciante, e Nini
Eckert-Moretti, testimone di un’epoca impegnata in numerose associazioni ticinesi.
Attraverso le biografie e le video-testimonianze emergono l’intraprendenza
di donne che si sono distinte come benefattrici o come professioniste, il ruolo
fondamentale delle educatrici, l’azione
comune e trasversale per l’ottenimento
del suffragio femminile o per la costituzione di associazioni come il Lyceum della Svizzera italiana, la Federazione ticinese delle Società femminili (oggi FAFT),
l’Associazione delle Consumatrici della
Svizzera italiana (ACSI) o l’Associazione
Ticinese Terza età (ATTE).
La storiografia del Novecento
Non sarebbe stato possibile realizzare Tracce di donne senza tre precedenti pietre miliari della storia delle donne ticinesi: Donne
Ticinesi, Rievocazioni, pubblicato nel 1928
in occasione dell’Esposizione nazionale sul
lavoro femminile (SAFFA); Donne della Svizzera italiana, edito in concomitanza con la
seconda SAFFA del 1958; Ermiza e le altre.
Il percorso della scrittura femminile nella
Svizzera italiana con bibliografia degli scritti
e biografie delle autrici, un minuzioso lavoro
di ricerca di Franca Cleis, co-fondatrice di
AARDT, pubblicato nel 1993.
Le biografie
Maria Luisa Albrizzi, Alma Bacciarini,
Carla Balmelli, Elsa Barberis, Clelia Bertschy-Bariffi, Ines Bolla, Carla Bossi-Caroni, Cora Carloni, Iva Cantoreggi, Alma
Chiesa, Corinna Chiesa-Galli, Marietta
Crivelli-Torricelli, Emma Degoli, Ersilia
Fossati, Elsa Franconi-Poretti, Sylvia
Galli, Rosetta Leins, Carolina Maraini
–Sommaruga, Mariuccia Medici, Nice
Monico, Giuseppina Negroni Prati- Morosini, Adriana Ramelli, Ilse Schneiderfranken, Alfonsina Storni, Marili Terribilini-Fluck, Marta Vinassa, Antonia Vanoni.
A quasi vent’anni di distanza, Tracce di
donne vuole essere un progetto innovativo:
grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, le biografie (corredate di fonti e
bibliografia) sono fruibili online in forma breve e illustrate grazie al fondo iconografico di
AARDT recentemente digitalizzato.
Le versioni integrali e i documenti acquisiti durante le ricerche, sono depositati nella
raccolta documentaria dell’associazione e
consultabili su richiesta per motivi di ricerca.
Il pregio di Tracce di donne è quello di rendere di pubblica accessibilità un patrimonio di
storia e di cultura rimasto finora sconosciuto
e poco valorizzato. La presentazione al pubblico di una parte delle biografie luganesi è
prevista sabato 18 ottobre 2014 a Lugano
(dettagli su www.archividonneticino.ch).
*Responsabile Archivi e Biblioteca AARDT e
capo progetto Tracce di donne.
Concetto: Lorenza Hofmann, Renata
Raggi-Scala, Manuela Maffongelli, Chiara
Macconi. Direzione di progetto: Renata Raggi-Scala, presidente AARDT. Capo
progetto: Manuela Maffongelli, storica,
collaboratrice scientifica di AARDT. Coordinatrice: Lorenza Hofmann, giornalista
e consulente per la comunicazione e l’editoria. Supervisione scientifica: Lisa
Fornara, Susanna Castelletti, storiche e
docenti di storia. Amministratrice: Mariagrazia Citella Proietti, contabile federale.
1
Lavoro in rete di Stefania Maddalena*
Salute Sessuale Svizzera
Antenna anche in Ticino
Attività di promozione
La Fondazione promuove un’informazione
e una consulenza competenti in materia di
gravidanza, contraccezione e sessualità, e
s’impegna affinché tutti – donne e uomini, coppie, giovani, migranti – abbiano un
accesso assicurato a queste prestazioni
con particolare attenzione ai gruppi della popolazione più vulnerabili. Incoraggia
un’educazione sessuale di qualità che
contribuisca allo sviluppo dell’identità
sessuale e all’assunzione di responsabilità
nel reciproco rispetto tra i giovani. S’impegna per il diritto all’autodeterminazione
delle donne in materia di riproduzione e
per una buona accessibilità ai metodi contraccettivi e per il diritto all’interruzione di
gravidanza ed è attiva nella prevenzione
delle infezioni sessualmente trasmissibili,
ivi compresi HIV/Aids, sia nell’ambito della
consulenza in materia di salute sessuale e
riproduttiva, sia nell’educazione sessuale.
Interviene inoltre a livello politico e pubblico per consolidare le basi legali relative
alla salute sessuale e riproduttiva a livello
nazionale e internazionale e per garantirne il rispetto. Si occupa infine di conferire
titoli professionali in salute sessuale e riproduttiva sulla base di criteri di qualità
consolidati e contribuisce, in collaborazio-
ne con le associazioni professionali, allo
sviluppo delle offerte di formazione e perfezionamento.
Antenna in Ticino
La Fondazione dispone di due sedi, Losanna e Berna, ed è logisticamente presente
anche nell’ufficio del Coordinamento dei
Centri di pianificazione familiare dell’Ente
ospedaliero cantonale dal 2009, creando
così le basi per un’antenna nella Svizzera
italiana. SALUTE SESSUALE Svizzera ha
consolidato la collaborazione con il Cantone Ticino e lo sostiene nella realizzazione
di una strategia cantonale in materia di
salute sessuale.
Prevenzione della violenza sessuale
Lo scorso 29 gennaio 2014, a Bellinzona, è stata organizzata una tavola rotonda
sul tema della prevenzione della violenza
sessuale, alla quale hanno partecipato
oltre 100 persone. Le relatrici e i relatori
hanno trattato i vari aspetti della prevenzione: giuridico, politico, sociale, educativo
e culturale. La tavola rotonda si è conclusa
con una discussione generale in plenaria.
Inoltre è stato presentato il nuovo manuale pedagogico Non insistere! La violenza sessuale. Informazione, riflessione,
prevenzione, curato per la versione italiana da SALUTE SESSUALE Svizzera italiana,
e destinato ai professionisti dell’educazione e del sociale. Si tratta di uno strumento
per affrontare il tema della violenza sessuale in classe o nei gruppi di giovani. For-
Si indirizza agli insegnanti, educatori, animatori socioculturali, come
pure tutte le persone in contatto con i giovani e sviluppa degli strumenti
per affrontare questo tema in un’ottica preventiva.
Schede scaricabili su
www.editionslep.ch e
www.salute-sessuale.ch
Non insistere !
Il manuale «non insistere» vuole essere un contributo alla prevenzione
della violenza sessuale nell’ottica di contenere non solo la violenza e il
potere legato alla sessualità nella società, ma anche tutte le forme di
discriminazione sociale. Mira ad aiutare le donne e le giovani ragazze a
prendere coscienza del proprio valore e dei propri diritti, ma anche a
portare gli uomini e i giovani ragazzi verso una migliore comprensione
dei ruoli, più paritari e non aggressivi.
La violenza sessuale
#CouvIT 1.3_Planes 14.11.13 08:22 Page1
Non insistere !
La violenza sessuale,
informazione, riflessione, prevenzione.
nisce delle strategie di prevenzione e mostra come i giovani possono imparare ad
evitare la violenza sessuale o come reagire
in modo adeguato. Il manuale è disponibile
in italiano, tedesco e francese al costo di
franchi 20.– e può ordinare direttamente
sul portale www.salute-sessuale.ch.
Altre pubblicazioni
Dal 2011, sono state tradotte ed adattate
in italiano altre pubblicazioni: Per un’educazione alla salute sessuale in Svizzera
e Raccomandazioni per un’educazione
alla salute sessuale delle persone in situazioni di handicap. Si tratta di strumenti destinati ai responsabili della formazione
e a persone con funzione decisionale nei
diversi contesti dell’educazione, della salute e del sociale. Inoltre, per tutte le persone
interessate, sono disponibili e ottenibili sul
sito della Fondazione le seguenti pubblicazioni: L’interruzione della gravidanza
in Svizzera; La contraccezione e se ne
parlassimo? e altri documenti informativi
e didattici.
Il portale www.salute-sessuale.ch
In concomitanza al 20° anniversario di SALUTE SESSUALE Svizzera è stato creato il
nuovo portale www.salute-sessuale.ch, in
lingua italiana, messo in rete in dicembre
2013.
Nel portale sono reperibili varie informazioni,
pubblicazioni, comunicati stampa, temi d’attualità e eventi inerenti la salute sessuale e
riproduttiva. Inoltre, sono presenti le seguenti rubriche: l’elenco dei centri di consulenza
(in precedenza www.isis-info.ch), lo Shop
online (una piattaforma dove reperire pubblicazioni e materiale d’uso nel campo della
salute sessuale e riproduttiva) e l’Appstore
iTunes «Docalizr» (in francese e tedesco),
nuova applicazione informativa per giovani
uomini, attualmente disponibile per iPhone.
Una versione Android e in altre lingue (italiano e inglese) sono in fase di allestimento.
*Collaboratrice per il Ticino di
2014
SALUTE SESSUALE Svizzera, in precedenza PLANeS, istituita nel 2000, è un’organizzazione senza scopo di lucro, politicamente indipendente e aconfessionale.
Succede all’Associazione svizzera per la
pianificazione familiare e l’educazione
sessuale (ASPFES), fondata nel 1993. Si
impegna affinché i diritti sessuali e l’accesso alle prestazioni in salute sessuale e
riproduttiva siano garantiti a tutti. È l’organizzazione mantello svizzera dei centri
di pianificazione familiare e dei consultori
sui temi della gravidanza, della sessualità
e dell’educazione sessuale nonché delle
associazioni professionali del settore. È
membro svizzero dell’l’IPPF (International
Planned Parenthood Federation), la principale organizzazione mondiale non governativa per la pianificazione familiare e i
diritti sessuali. SALUTE SESSUALE Svizzera
è inoltre partner dell’Ufficio federale della
sanità pubblica (UFSP) per la realizzazione
del programma nazionale di prevenzione
HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili 2011-2017.
15
Lavoro in rete – Progetto PRECOFO
«Io NON lo voglio»
Il diritto di scegliere liberamente il proprio partner
2014
Matrimoni forzati, divorzi impediti, relazioni
intralciate: persone private della possibilità
di scegliere il/la partner o di separarsene a
causa delle pressioni della cerchia familiare
e/o della comunità di appartenenza. Quanto
è ampio questo fenomeno in Svizzera? Uno
studio dell’Università di Neuchâtel1 ha rilevato sull’arco di due anni 348 casi in cui la
persona aveva subito pressioni per accettare
un matrimonio imposto (tipo A), 384 casi di
relazioni amorose osteggiate (tipo B) e 659
casi in cui era stata esercitata una pressione per impedire la separazione o il divorzio
(tipo C). Probabilmente queste cifre rappresentano la punta dell’iceberg, perché spesso
e volentieri queste situazioni sono subite in
silenzio, non sono denunciate oppure esplodono in modo tragico.
infatti il matrimonio forzato presenta aspetti
inerenti la migrazione, l’integrazione, l’uguaglianza fra i sessi e la violenza domestica.
Il Cantone Ticino partecipa con il progetto
PRECOFO – misure di prevenzione, consulenza e formazione – coordinato dalla Delegata
per l’aiuto alle vittime di reati e con la partecipazione di diversi uffici cantonali e enti direttamente o potenzialmente confrontati al fenomeno2; fra questi, anche Dialogare-Incontri.
non è così evidente. Vi è coercizione nella
misura in cui la persona sente, esplicita, di
essere costretta o essere stata costretta a
sposarsi. Non bisogna dimenticare che per
alcune comunità la pratica del matrimonio
forzato potrebbe anche non essere vissuta
in modo coercitivo. Diversa la fattispecie
del matrimonio fittizio: in questo caso due
persone si sposano per convenienza, per
ottenere vantaggi sulla cittadinanza e residenza».
Cristiana Finzi, delegata per l’aiuto alle
vittime di reati (nella foto a sinistra), e Sara
Grignoli, coordinatrice del progetto (a destra), lavorano in prima linea, per realizzare alcuni provvedimenti fondamentali atti a
implementare misure di prevenzione, consulenza e formazione.
Chi sono le vittime di matrimoni forzati?
La ricerca dell’Università di Neuchâtel, ha
individuato soprattutto giovani donne straniere fra i 18 e i 25 anni soggette a pressioni per sposarsi con un partner non di
loro scelta; per lo più originarie dei Balcani,
della Turchia e dello Sri Lanka, prevalen-
Qual è la differenza fra matrimonio forzato e matrimonio combinato e matrimonio fittizio?
«Il matrimonio forzato – ci spiega Sara Grignoli – riguarda le persone che sono costrette a sposarsi e subiscono delle pressioni da parte della famiglia o comunità.
Queste persone possono essere soggette
a minacce, ricatti o altre forme di violenza
psicologica e fisica. Anche nel matrimonio combinato la scelta del partner è fatta
da terzi ma le persone coinvolte possono
opporsi alla proposta di matrimonio senza
aver paura di subire conseguenze negative di tipo sociale, psicologico o personale.
Pertanto il matrimonio combinato non viola i diritti umani. Il confine fra matrimonio
forzato e matrimonio combinato spesso
temente nate in Svizzera e qui domiciliate,
ben integrate nel sistema educativo e nel
mercato del lavoro. Le relazioni ostacolate
(per motivi etnici o religiosi o altro) si riscontrano nelle stesse comunità ma fra
giovani di più recente immigrazione. Ben
diverso il profilo delle persone impossibilitate a divorziare: sono donne con più di
25 anni, straniere, nate all’estero (Paesi
balcanici, Turchia, Sri Lanka, America del
sud, …), con uno statuto di soggiorno in
Svizzera più precario e in condizioni di dipendenza economica.
Obbligare una persona a sposarsi con un/
una partner che non ha scelto è una violazione dei diritti umani; l’articolo 16, cpv. 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani
dice che il matrimonio può essere concluso
soltanto con il libero e pieno consenso dei
futuri coniugi.
Dal 1° luglio 2013, il diritto svizzero prevede
la nullità d’ufficio di un matrimonio o di un’unione registrata contratti senza libera volontà
di uno dei partner; riserva sanzioni (fino a 5
anni di detenzione) a chi con violenza o minaccia costringe a sposarsi con un/a partner
non di propria scelta. L’annullamento del matrimonio è previsto dalla legge anche per le
unioni con minorenni celebrate all’estero.
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A complemento di queste disposizioni, è
stato approntato a livello federale un programma quinquennale per creare delle reti
operative contro i matrimoni forzati in tutte
le regioni della Svizzera e per sviluppare misure di prevenzione, offerte di consulenza,
di protezione e di formazione in tutti quei
settori sensibili di entrare in contatto con
questo fenomeno. Il programma è coordinato dall’Ufficio federale della migrazione
(UFM) in stretta collaborazione con l’Ufficio
federale per l’uguaglianza fra donna e uomo
(UFU). La costruzione di reti regionali permetterà di coinvolgere tutte quelle potenziali
“antenne” che potrebbero incontrare nella
propria utenza delle situazioni di coercizione
nella coppia, allargando l’azione su più settori – da quelli amministrativi a quelli di consulenza – per coprire la vastità del contesto:
E in Ticino?
«Per il momento non abbiamo individuato
quali sono le comunità maggiormente confrontate – precisa Sara Grignoli – lavoriamo
sulla sensibilizzazione dei professionisti, dei
mediatori culturali e con un’azione informativa a largo raggio attraverso il volantino “io
non lo voglio” tradotto in varie lingue».
Qual è dunque il messaggio?
«Il gruppo di lavoro ha scelto un messaggio essenziale: il matrimonio forzato è una
violazione dei diritti umani, è illegale in
Svizzera e la legge protegge le vittime che
possono chiedere aiuto e sostegno».
Operativamente che cosa farà PRECOFO?
Cristiana Finzi: «Molti servizi sono chiamati a cooperare per favorire l’emersione dei
casi di matrimonio forzato o di situazioni a
rischio: da quelli sanitari e sociali a quelli di
formazione e lavoro, alla polizia, al sistema
giudiziario. La sensibilizzazione al tema tra
gli “addetti ai lavori” che già operano contro
la violenza domestica e le donne, è il primo
obiettivo del progetto. Stiamo allestendo un
contratto di collaborazione tra gli enti coinvolti, per consentire un coordinamento efficace nelle consulenze e nelle situazioni di
urgenza così da favorire un miglior accesso
ai servizi da parte di persone che si sentono
vittime di pressioni nella scelta del partner.
L’informazione sarà estesa, attraverso la
rete dei servizi di consulenza, i media e
pure con azioni puntuali di prevenzione anche in ambito scolastico».
Uscire dal silenzio, sottrarsi alla pressione,
sfuggire alle imposizioni. PRECOFO vuole
dare delle opportunità per far prevalere il
diritto alle proprie libere scelte. Chiunque
– un’amica, un/a docente, un/a collega di
lavoro, … – potrebbe trovarsi al fianco di
una vittima che fa capire di essere in difficoltà, che chiede aiuto. E allora che fare?
L’ascolto può essere di sostegno ma poi
occorre fare quel passo in più: indirizzare a
una consulenza specializzata.
«Quello del matrimonio forzato è un tema
delicato», conclude Cristiana Finzi. «Oc-
corre interrogarsi sulle strategie matrimoniali considerando fattori sociali, culturali,
economici, legali ed anche etici. L’obiettivo è quello di promuovere la libera scelta
del partner e la possibilità di autodeterminarsi: condizioni fondamentali sancite
anche dalla Dichiarazione universale dei
diritti umani».
1
Anna Neubaur e Janine Dahinden, Mariages forcés en Suisse: causes, formes et
ampleur. Università di Neuchâtel, agosto
2012, su mandato dell’Ufficio federale
della migrazione (versione integrale e sintesi su https://www.bfm.admin.ch).
2
Polizia cantonale, Ufficio dello stato civile,
Camera di protezione, Divisione dell’azione sociale, Divisione della scuola, Delegata per l’aiuto alle vittime di reati, Delegato all’integrazione degli stranieri, Ufficio
della legislazione e delle pari opportunità,
Ufficio della migrazione, Dialogare-Incontri, DAISI-Donne Amnesty International,
SOS Ticino-Antenna May Day, Consultorio
delle Donne, Consultorio Alissa.
2014
© BFM / ODM / UFM – Foto: UFM / meierkolb
Il matrimonio forzato viola i diritti umani
www.matrimoniforzati.ch
Per chi vive una situazione di matrimonio forzato: informazioni sulle offerte
di consulenza, assistenza e protezione
nella regione di residenza. Per professionisti: informazioni, in particolare su
formazioni continue e reti.
A chi rivolgersi in Ticino
•
•
Per casi urgenti: telefonare al 117
o 112, numero d’emergenza che fa
capo alla Polizia.
Per informazioni e consulenza
sono disponibili:
il Consultorio Alissa a Bellinzona
il Consultorio delle donne a Lugano
il Servizio per l’aiuto alle vittime
di reati.
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Lavoro in rete intervista a Danilo Forini
Famigliare curante: un po’ di tempo per sé
Un nuovo servizio d’appoggio di Pro Infirmis
2014
Sono soprattutto donne – madri, mogli,
compagne, sorelle, figlie – che si assumono quotidianamente compiti assistenziali per
consentire ai propri famigliari disabili, malati
o anziani di continuare a vivere a casa propria. A questo importante gruppo di popolazione – detto anche care-givers e stimato in
250 mila persone – l’associazione svizzera
dei servizi di assistenza e cura a domicilio
(www.spitex.ch) ha dedicato uno studio1 che
permette di conoscere meglio la realtà dei
famigliari curanti e di progettare modalità
per alleviare questo loro ruolo, fatto di encomiabile dedizione ma anche di sottaciute
rinunce e di un pesante carico psico-fisico.
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Le partner hanno un’età media di 77 anni;
investono circa 99 ore alla settimana nell’assistenza e nelle cure prestate al proprio marito
o compagno; le Ticinesi, molto tempo di più,
138 ore; al momento delle interviste, l’impegno si protraeva da più di sette anni. Le figlie
hanno un’età media di 57 anni, sono single
o hanno un loro nucleo famigliare; il lavoro di
assistenza le occupa una sessantina di ore alla
settimana; un impegno su più anni che le ha
indotte a rivedere la loro vita: una su cinque ha
ridotto l’impegno professionale, una su sei ha
abbondonato il lavoro e una su venti ha optato
per un pensionamento anticipato. Per amore,
per affetto, per senso del dovere o in assenza
di alternative, con sofferenza, fatica, sensi di
colpa… con spirito di adattamento.
A questo loro impegno si attribuisce un valore
economico di 10-12 miliardi di franchi ma è
ancora insufficiente la considerazione - dentro
e fuori la famiglia – per questa incessante presenza che evita o rinvia nel tempo il ricovero in
una struttura medicalizzata.
Ogni famigliare curante – donna o uomo
che sia – sa quanto il lavoro di cura di una
persona malata, disabile, anziana, infragilita
fisicamente e/o affetta da demenza possa
prosciugare le energie psico-fisiche di chi le
sta costantemente accanto. I professionisti
del settore medico, sanitario e sociale che
gravitano attorno a queste famiglie curanti
costatano l’impatto psico-sociale: fatiche,
paure, solitudine, sconforto, isolamento sociale… L’abnegazione può minare il benessere individuale del curante.
Secondo il sondaggio dello studio citato, lo
stato di salute dei famigliari curanti risulta
peggiore di quello della popolazione media:
essi hanno più disturbi fisici, presentano un
consumo più elevato di medicinali (analgesici, sonniferi e antidepressivi), sono più stressati e isolati socialmente.
Associazioni del settore socio-sanitario, a livello svizzero e cantonale, riflettono su come
sostenere i famigliari curanti. Pro Infirmis
Ticino e Moesano ha sviluppato il Servizio
d’appoggio per famigliari curanti (SAF) che
si inserisce nella rete di supporto al mantenimento a domicilio (aiuti finanziari, enti
di appoggio, centri diurni, pasti a domicilio,
volontariato, soggiorni temporanei in centri
socio-sanitari, servizi di sostegno specifico,
ecc. ). Esso è finalizzato ad alleviare l’impegno – a volte giorno e notte – di congiunti
e parenti.
Danilo Forini direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano: «Il servizio offre prestazioni
per sostenere la gestione della vita quotidiana di una famiglia. Queste prestazioni sono
pattuite e complementari alla rete informale
(altri parenti, vicinato, volontariato,…) e alle
risorse professionali attivabili. Consentono al
famigliare curante di essere sostituito, di riposarsi, di prendersi un po’ di tempo per sé.
Le attività da svolgere durante la prestazione di appoggio e gli atti che devono essere
eseguiti sono discussi e definiti tra la coordinatrice del servizio, il famigliare curante e la
persona in situazione di handicap. Collaboratrici e collaboratori possono dare un aiuto
diretto e indiretto nell’esecuzione degli atti
ordinari della vita quotidiana (per esempio, la
preparazione dei pasti, l’atto di imboccare, la
messa a letto, …), nella sorveglianza a domicilio e nell’accompagnamento fuori casa
(attività del tempo libero, accompagnamento
a terapie o visite mediche,…). Sono escluse
le cure infermieristiche, di principio i lavori
di economia domestica, gli interventi d’urgenza e i trasporti, per i quali si farà capo
ai servizi preposti. Il servizio è disponibile in
ogni fascia oraria, nei giorni feriali e festivi,
di giorno e di notte; è a pagamento, fatturato
su base oraria al richiedente; sono possibili partecipazioni di assicurazioni sociali o di
altre fonti. Durante il tempo pattuito per la
sostituzione, il famigliare curante può dedicarsi ad altre attività, prendersi del tempo per sé, ricaricare le batterie, acquistare
nuove energie indispensabili per continuare
la relazione di accompagnamento. Non possiamo lasciarli soli!»
Pasqualina Perrig-Chiello (Università di
Berna), François Höplinger (Università di
Zurigo), Sarah Hutchison (Università di Berna), AgeCare-Suisse Latine – Qui soigne et
s’occupe des personnes âgées qui restent
chez elles? La situation des proches et
leurs prétentions à l’Aide et aux soins à domicile (2011). La sintesi (in lingua francese
e riassunti in italiano e tedesco) può essere
ordinata sul sito www.spitex.ch > shop >
pubblicazioni.
1
Il Servizio d’appoggio ai famigliari curanti
è accessibile attraverso le sedi regionali
di Pro Infirmis.
Bellinzona, viale Stazione 33
tel. 091 820 08 70
Locarno, via Varenna 1
tel. 091 756 05 50
Massagno, via dei Sindacatori 1
tel. 091 960 28 70
www.proinfirmis.ch > Ticino
Le edizioni Dialogare-Incontri
Uomo Lavoro Paternità
La promozione delle pari opportunità
in una prospettiva maschile
Donna Lavoro Maternità
Consultorio Sportello Donna.
10 anni di storia e di storie
A cura di
Osvalda Vanini-Ferrari e Lorenza Hofmann
Edizioni Associazione
Dialogare-Incontri, 2009
A cura di
Françoise Gehring
Edizioni Associazione
Dialogare-Incontri, 2007
Indirizzi utili
Antenna Mayday
Informazioni per persone immigrate
c/o Soccorso Operaio Svizzero (SOS)
Lugano, via Merlina 3
tel. 091 973 70 67
http://www.sos-ti.ch > mayday
Associazione Armònia
Sostegno e protezione
a donne in grave disagio
Tenero, cp 249
• Casa Armonia
Centro accoglienza donne in difficoltà
tel. 0848 33 47 33
• Consultorio Alissa
Spazio di consulenza in caso
di difficoltà relazionali
Bellinzona, vicolo Von Mentlen 1
tel. 091 826 13 75
www.associazione-armonia.ch
Associazione consultorio delle donne
Aiuto in caso di maltrattamento e violenza
Lugano, via Vignola 14
tel. 091 972 68 68
Urgenze: cell. 078 624 90 70
http://ccdlugano.wordpress.com/
Associazione famiglie diurne
Accoglienza diurna di bambini
•Sopraceneri
Locarno, via G. Cattori 11
tel. 091 760 06 20
•Luganese
Vezia, vicolo Antico 2
tel. 091 968 15 70
•Mendrisiotto
Vacallo, via Stefano Franscini
tel. 091 682 14 19
www.famigliediurne.ch
Associazione ticinese famiglie
monoparentali e ricostituite
Balerna, viale C. Pereda
tel. 091 859 05 45
www.famigliemonoparentali.ch
Associazione Opera Prima
Aiuto domestico e integrazione
Rivera, via Cantonale
tel 091 091 936 10 90
http://operaprima.ch
Centro Coppia e Famiglia
Consultorio matrimoniale-familiare
•Sottoceneri
Mendrisio, palazzo Pollini,
vicolo Confalonieri
tel. 091 646 04 14
•Sopraceneri
Locarno, via S. Antonio 13
tel. 091 752 29 28
www.coppiafamiglia.ch
Comunità familiare
Consultorio matrimoniale e familiare
•Sottoceneri
Lugano, via Trevano 13
tel. 091 923 30 55
•Sopraceneri
Bellinzona, viale Stazione 2
tel. 091 826 21 44
www.comfamiliare.org
2014
Prezzo speciale per le lettrici e i lettori di DonneOggi: CHF 15.– cadauno
Servizio per l’aiuto alle vittime di reati
Bellinzona, viale Stazione 21
Tel. 091 814 75 08
Per casi urgenti, fuori dagli orari d’ufficio:
• Polizia (tel. 117)
• Ticino Soccorso - ambulanza (tel. 144)
• Ospedali regionali EOC
www.ti.ch/lav
Ufficio della legislazione
e delle pari opportunità
Bellinzona, Residenza Governativa
Tel. 091 814 30 10
www.ti.ch/ulpt
Ufficio di conciliazione in materia
di parità dei sessi
c/o Segreteria Divisione della Giustizia
Bellinzona, Residenza governativa
Tel. 091 814 32 30
www.ti.ch/pg > parità dei sessi
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DIA
Formazione
LO Formazione
Orientamento
Orientamento
Consulenza
Consulenza
GA
RE
Premio Dialogare 2015
L’Associazione Dialogare-Incontri indice come ogni anno
il “premio Dialogare”. Bando del concorso di scrittura,
tema e giuria su www.dialogare.ch
cambiare si può
Il testo, in lingua italiana, inedito e della lunghezza
massima di 3 cartelle (10.000 segni inclusi gli spazi)
è da inviare entro il 30 novembre 2014
per e-mail: segretariato@dialogare.ch
per posta: Associazione Dialogare, Via Foletti 23,
CH-6900 Massagno
Premio unico CHF 2’000.Premiazione: marzo 2015
I testi sono ricevuti e raccolti dalla segreteria di Dialogare
e consegnati in maniera anonima alla giuria così composta:
- Osvalda Varini, presidente, psicoterapeuta, Lugano
- Alda Bernasconi, editore, Balerna
- Luciana Caglio, giornalista, Lugano
- Daniela Pizzagalli, scrittrice, Milano
- Franca Tiberto, giornalista, Lugano
- Alessandro Zanoli, giornalista, Lugano
I testi inviati rimangono di proprietà dell’Associazione Dialogare