marzo - 6Donna

Inchiesta
Cyber-bullismo: i rischi di una
vita troppo “social”
Attualità
Doppia preferenza di genere:
siamo a rischio harem?
Ambienti
Gli infissi “intelligenti”
Moda: Icona Pop
Abiti in copertina si ringrazia:
Stile da palcoscenico
TRENDY STORE
Via Manzoni 34,36 - Foggia
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m a r z o
duemilaquattordici
sommario
ditoriale
di MARIA GRAZIA FRISALDI
A volte, tenere lo sguardo fisso al
futuro impedisce di vedere tutto
ciò che è stato fatto nel frattempo;
a volte, mantenere salda l’attenzione su quanto ancora c’è da
fare, impedisce di dare il giusto peso alla strada fatta fino a quel punto. E questo accade nel lavoro,
nella vita, nei rapporti
con gli altri. A tutti, nessuno escluso.
Per fortuna, però, ci sono circostanze
- cercate, imposte dalle situazioni o
capitate per caso - che ci chiedono
di voltare lo sguardo indietro e fare una sorta di “bilancio”. E questa parentesi di stasi momentanea può riservare soddisfazioni
non indifferenti. Per il nostro
giornale, questa occasione è
stata fornita dall’associazione Grotta Omero, in occasione dell’otto
marzo, e da un invito inaspettato e
accolto senza riserve da tutta la redazione. Innanzitutto, grazie a
questo bilancio, abbiamo “realizzato” che siamo prossimi a celebrare i primi 10 anni di 6Donna, un
traguardo non da poco per un
progetto quale è il nostro, l’unico
free-press al femminile “superstite” in Puglia. In questi 10 anni, grazie
alle firme e alle professionalità che
si sono avvicendate nel tempo, abbiamo raccontato la città attraverso
le donne che vi operano ogni giorno,
con un approccio a fatti e circostanze
che fosse femminile ma non femminista. Ovvero che potesse essere un
valore aggiunto e non un limite. Abbiamo raccontato e scovato personaggi e tendenze, abbiamo intervistato centinaia di donne straordinarie
per ingegno e talento o ordinariamente straordinarie per impegno e
forza di volontà, realizzato un centinaio di inchieste e confezionato campagne contro il femminicidio, la violenza di genere e l’iniquo tetto di
cristallo che incombe sulla testa di
tante professioniste, in ogni settore. E
il numero di marzo di 6Donna segue
e porta avanti questa tradizione con
una consapevolezza in più, quella
della storia rinnovata della testata.
Sfogliando le pagine del magazine,
troverete come di consueto gli approfondimenti di Politica, tutti incentrati sulle prossime amministrative di maggio, e l’intervista al
Personaggio del Mese. In questo numero parliamo di Marta dell’Anno,
violinista globetrotter che tra un
viaggio e l’altro ha trovato il tempo
per fare tappa a Foggia, città natale,
per presentare il suo Ep “Fluid”. E
raccontarsi senza filtri a 6Donna. Un
fenomeno nuovo e pericoloso come il
cyber-bullismo è, invece, al centro
della nostra inchiesta. Dall’emergenza nazionale al dettaglio locale,
però, possiamo tirare un sospiro di
sollievo (leggendo l’approfondimento sarà semplice capirne i motivi…). I giorni di Sochi raccontati da
Vladimir Luxuria e la rivoluzione
della doppia preferenza di genere
(con il “rischio harem” dietro l’angolo) chiudono invece la pagina di
Attualità. Rubriche e approfondimenti di moda, salute e bellezza
completano il tutto. Insomma, un numero ricco di spunti di riflessione per
leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura!
4 Personaggio del mese
• Marta dell’Anno, violinista “globetrotter”
Anteprima 6donna
• Club Unesco, i beni della Daunia
5 Attualità
• Doppia preferenza a rischio “harem”
• Vladimir Luxuria: “i miei giorni a Sochi”
6 Inchiesta
• Cyber-bullismo: i rischi della vita “social”
• Nativi digitali,
generazione dell’incoscienza
8 Politica
• Primarie del centrosinistra:
la tempesta dopo la tempesta?
10 Moda
• Stile da palcoscenico
11 Mondo bimbi
• Piccoli sì, ma “fashionisti”
12 Cerimonia
• Scatti d’arte
13 Cucina e dintorni
• Il pane, il re della tavola
• La ricetta: pancotto zucca e spinaci
14 Benessere
• L’alga Klamath: alleata in salute
16 lui&lei
• “Il matrimonio bianco”
Heroides
• Due cuori e una capanna
17 Rubriche
21 Formazione
• Come diventare venditore di successo
22 Ambienti
• Gli infissi? Scegliamoli “intelligenti”
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personaggio
“Fluid”: un racconto danzante, a volte urticante, ma personale
entinove anni, zaino perennemente in spalla e violino al
seguito. Per raccontarvi di
Marta dell’Anno, violinista e violista
foggiana ma ormai parigina d’adozione, non basterebbero centinaia tra
spartiti, carte d’imbarco e collaborazioni musicali tra le più disparate. Talento innato (affinato in conservatorio, e perfezionato in masterclass
poi), curiosità e voglia abitare la musica del mondo fanno di lei un’apprezzata “musicista globetrotter”, in
grado di passare dalle tarante garganiche alla musica irlandese, con la
stessa naturalezza e semplicità con
la quale padroneggia almeno quattro
musicista…
lingue straniere.
Sono sempre stata impegnata,
Ed è così che, nel corso degli anni, Marta si è guadagnata palcosce- fin da piccola, in mille attività, tutte
nici internazionali, con progetti mu- indispensabili per saziare la mia curiosità e vivere quanto più possibile. Ho cercato, quindi, semplicemente, di abitare tutti i tipi di musica
che ho incontrato: le festose tarantelle, le vorticose gighe irlandesi, le
compite sinfonie di Mozart ed infine mia musica, che vive da un paio
d’anni.
Con Soap Trip, infatti, ho cominciato a definire e rifinire tutte le
idee che avevo appuntato nel corso
degli anni di Università e Consersicali differenti. Come il Soap Trip vatorio ed è nato un insolito duo che
Duo, che ha calcato il palco del Pre- si è ritrovato sul palco del Premio
mio Tenco a Sanremo, o il viaggio so- Tenco a Sanremo…
Oggi vivi a Parigi, ma le tue ralitario di “Fluid” in un universo pop,
jazz, trip hop, col suo immaginario dici sono ben salde a Foggia. Cosa
fertile e denso di suggestioni, dal ca- ti porti dietro di questa città?
Molto materialmente, mi porto
rattere minimal e poetico.
Tournee europea per il Soap dietro, scamorze, caciocavalli e sotTrip Duo, con il batterista Natale La toli che vengono poi messi a dispoRiccia, e “Fluid”, progetto tutto tuo. sizione degli amici francesi che non
Raccontaci le tante anime di Marta vedono l’ora di venire nella nostra
Marta dell’Anno,
violinista “globetrotter”
In bilico tra tarante garganiche e gighe irlandesi
regione per visitarla e “assaporarla”…
Proprio qui hai presentato il tuo
Ep “Fluid”, che ti vede protagonista
con violino elettrico, loopstation e
voce…
La loopstation è uno strumento
che prevede un’impeccabile coordinazione psico-motoria. Spesso
quando suono, il pubblico si sofferma sulla “danza” dei miei piedi oltre
che sulla musica. Come tutti gli stru-
ANTEPRIMA 6DONNA
I beni della Daunia
I Club Unesco d’Italia si incontrano a Foggia:
storia, musica ed enogastronomia in vetrina
“Nonostante tutto, credo in questa terra:
credo che la Capitanata abbia potenzialità immense ed ancora inespresse; credo che la cultura possa dare tanto ai giovani, anche il lavoro, e quello che voglio fare è
contribuire a far conoscere le
ricchezze del territorio in Italia e
all’estero”. A parlare è Floredana Arnò, presidentessa del Club
Unesco di Foggia, impegnatissima nell’organizzazione della
35esima assemblea ordinaria
nazionale F.I.C.L.U., Federazione Italiana Club e Centri
Unesco che, per la prima volta,
si terrà a Foggia, dal 10 al 13
aprile.
Per il Club Unesco di Foggia, infatti, sono stati mesi febbrili, scanditi dalla programmazione e dall’organizzazione del
lavoro. “Stiamo lavorando a
questa tre giorni da almeno un
anno. E’ un momento davvero
importante per la nostra comunità: la nostra terra è bella, ricca di storia, cultura e natura. E noi, questa bellezza, dobbiamo farla toccare con mano ai rappresentanti
dei 140 Club Unesco sparsi in tutti’Italia”.
Per l’occasione, è stato scelto il tema “I beni immateriali per un’etica globale: trasmettere
i valori per riscoprire le radici”. “La nostra
Daunia è ricca di tradizioni che, per fortuna,
continuiamo a portare avanti. E tra i nostri beni immateriali vi sono, appunto, le tradizioni
e la lingua madre, la musica (con il bagaglio
portato in dote da Umberto Giordano) e le eccellenze enogastronomiche”.
Mentre si è al lavoro per definire nel dettaglio il programma degli interventi, trapelano alcune indiscrezioni
su presenze e iniziative. Sarà
presente a Foggia - insieme
al Governatore della Puglia,
Nichi Vendola, e all’assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli - anche Maurizio Di Stefano, presidente di Icomos
Italia (International Council
on Monuments & Sites), mentre nel programma delle iniziative non mancherà una visita a Monte Sant’Angelo (sito
patrimonio Unesco) e l’apertura dei lavori a Palazzo Dogana (riconosciuto nel 2009
sito testimone di una cultura di
pace). Previsto anche un concerto dedicato al
maestro Giordano e una rievocazione storica
federiciana. “Noi siamo volontari dell’Unesco e il nostro scopo è diffonderne i principi
ed i valori, essere testimoni delle nostre eccellenze ed aiutare i nostri giovani ad amare
il territorio. Ma per fare questo, dobbiamo farglielo prima conoscere e apprezzare”. mfg
menti, la loop ha bisogno di tante ore
di studio. “Fluid” è il frutto di una
full-immersion estiva, da sola, con
le mie cuffie tra sudore foggiano e
umidità parigina, di un lavoro personale di rifinitura tecnica, di ricerca vocale ed armonica. Ogni brano
è un piccolo racconto danzante, talvolta urticante, molto personale.
C’è mai stato un momento in
cui hai pensato di mollare tutto?
No, mai.
E uno in cui hai capito che eri
sulla strada giusta per realizzare le
tue aspirazioni?
Probabilmente il momento in
cui ho deciso di diventare trasparente agli occhi del pubblico. Quando hai le idee chiare su ciò che vuoi
comunicare e decidi di farlo fino all’ultima parola, il messaggio arriva
forte e chiaro. Ed è un meraviglioso
scambio di energie.
Nei tuoi sogni quale sarebbe il
partner ideale per un concerto?
Carl Fredricksen. Come chi è?!
Il vecchietto protagonista di “Up”,
che fa volare la sua casa con non so
quanti palloncini, fino alle Cascate
Paradiso, per tener fede a una promessa. Immagino un concerto antigravitazionale, senza precedenti.
Libri, ricordi, fotografie… Cosa non può mancare nella tua valigia?
Ricordi e fotografie mai, piuttosto ne scatto parecchie. Ho pochissimo spazio per le mie cose ed a fine
concerto cerco un posticino per una
birra trappista o un formaggio tipico
da portare a casa, incastrato tra cavi e microfoni. Non manca mai il libro del momento, che ora è Fred
Vargas, e il mio quaderno degli appunti.
Domanda di rito, non puoi
sfuggire: come ti vedi “da grande”?
Mi vedo sempre ecletticamente impegnata su più fronti, con una
pila di libri e spartiti da studiare, carte d’imbarco come segnalibri, pomodori sott’olio in credenza e delle
storie da raccontare. E da ascoltare.
Maria Grazia Frisaldi
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attualità
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La Camera imita il Consiglio della Regione Puglia e stronca la parità di genere
Doppia preferenza a rischio harem:
è partita la “stagione della caccia”
A maggio, per la prima volta, gli elettori potranno votare un uomo e una donna
La doppia preferenza è merce
che scotta. Ha fatto traballare l’Italicum. La Camera ha affossato la
parità di genere nella nuova legge
elettorale e ha mandato a farsi benedire le quote rosa. Gli emendamenti bipartisan sono stai respinti in
blocco: addio all’alternanza uomodonna nelle liste e all’equilibrio di
genere tra i capilista. Se non ora,
chissà quando.
A Montecitorio si sono trincerati dietro il voto segreto, proprio
come il Consiglio Regionale della
Puglia che a novembre del 2012
aveva seppellito la legge 50e50. Le
donne esprimono lo stesso sdegno
di allora, riesumando le espressioni di due anni fa.
Non usa mezzi termini nemmeno stavolta Rosa Cicolella, Presidente della Commissione Pari
Opportunità della Regione Puglia:
“È un’offesa alla Costituzione”. Poi
parlerà di una rivoluzione mancata
e di democrazia stuprata. Non ha
gettato la spugna sulla riforma elettorale regionale in salsa rosa: “Abbiamo avuto rassicurazioni dal Presidente Onofrio Introna che,
appena arriverà in Consiglio, la
questione della doppia preferenza
sarà prioritaria. Rimane il rammarico per una proposta di legge di ini-
IN CONFIDENZA
ziativa popolare sostenuta da 30mila cittadini che, in maniera trasversale, avevano apposto la loro firma
perché si arrivasse all’equilibrio di
genere nelle liste e alla doppia preferenza, bocciata in maniera scientifica e vigliacca. Probabilmente
andrà in aula ammaccata o forse almeno recependo la legge nazionale che regolamenta i comuni. Noi
punteremo a riproporre la nostra
legge. Se legifero per le donne, come accade in Puglia, faccio anche in
modo che abbiano la possibilità di
essere elette. Si rischia un clamoroso autogol politico”.
Nei comuni al di sopra dei cinquemila abitanti la doppia preferenza esiste già. Il 25 e 26 maggio,
gli elettori di Foggia, per la prima
volta, potranno scegliere un consi-
gliere uomo e una donna. “La legge 215 del 2012 prevede il 30% della presenza femminile nelle liste e
una doppia preferenza nel voto:
non parliamo di quote (non c’è obbligo di rappresentanza, ndr), ma
di equilibrio di genere. In caso di
voto doppio devono essere necessariamente contrassegnati un uomo e una donna, o un solo uomo o
una sola donna. Due uomini o due
donne rendono nulla la scheda spiega Rosa Cicolella -. Ci rendiamo
conto che quest’ottica cozza con il
percorso intrapreso per andare verso una naturalità della presenza
delle donne nell’ambito delle cariche politiche, ma al momento è un
modello di regolamentazione che
assicura una maggiore presenza di
donne nelle liste e quindi nella preferenza. Il problema è che candidarle non significa che poi saranno
elette”.
La caccia alle donne è iniziata,
e in certi casi non è una passeggiata. Le più ricercate al gioco delle
coppie sono ovviamente le donne
che portano in dote un bel carico di
consensi. La deriva, dietro l’angolo,
è una strumentalizzazione della
donna.
“È evidente il rischio di un harem che quasi si propone all’uomo,
Rosa Cicolella
dove lui andrà ad attingere la donna che, secondo una serie di calcoli, è quella più utile al raggiungimento dell’obiettivo. In occasione
delle amministrative che si sono tenute l’anno scorso in alcuni centri
della provincia di Bari, la Commissione ha notato che è un’arma a
doppio taglio, perché nel ticket (termine mutuato dal sistema americano che in Italia indica l’abbinamento, ndr) gli uomini hanno un
numero di preferenze maggiore rispetto alle donne: mentre le donne
fanno votare l’uomo, lui non fa necessariamente votare la donna. Si
preoccupa solo di incassare il consenso personale. Certamente è un rischio, però abbiamo osservato che
dove è stata già applicata la doppia
preferenza il numero delle donne
elette in Consiglio Comunale è salito”.
In campagna elettorale, una
donna può proporre più di un uomo a chi decidesse di votarla. “In
questo caso parliamo di una candidatura libera. Faccio un esempio:
io sono un insegnante quindi, probabilmente, quando vado a proporre la candidatura maschile ho
bisogno di una candidatura che risponda a quell’elettorato. E potrebbe non essere quel candidato
che invece ti lega in un ticket fisso”.
Ma è lecito domandarsi se tutte
queste aspiranti consigliere possano mai pescarle nei partiti. “Molte
donne lavorano nel partito e molte
sono invisibili - assicura Rosa Cicolella - C’è sempre esigenza di visibilità ma questo dipende proprio
dal fatto che non esiste una reale
democrazia paritaria. È da li che comincia veramente il percorso di legittimazione, di democrazia, di pari opportunità”.
Mariangela Mariani
I giorni di Sochi raccontati da Vladimir Luxuria
Chi ha paura dell’Arcobaleno?
Di certo, la messa in onda del
reportage semi-serio de Le Iene sui
giochi olimpici di Sochi, confezionato dalla “delegazione foggiana”
composta da Vladimir Luxuria, Pio
D’Antini e Amedeo Grieco, ha
strappato un sorriso (seppure amaro) a tutti. Di certo, ripercorrere i
concitati momenti vissuti in Russia
a distanza di alcuni giorni contribuisce a considerare fatti, circostanze e avvenimenti ‘a mente fredda’. E a guardare oltre, “perché la
battaglia continua sempre”. Ed è
proprio così che la stessa Vladimir
ci racconta del suo blitz contro
l’omofobia di Stato: con i piedi ben
saldi nel presente e lo sguardo al
futuro, a tutto quello che c’è ancora da fare. Come sostituire il grigio
della censura, con il rainbow.
Vladimir è stata allontanata
dal quartiere olimpico e poi etichettata come ospite non gradito.
Insomma, a Sochi non è ok to be
gay…
Sono andata a Sochi mossa dalla rabbia per una legge assurda voluta da Putin e votata all’unanimità
dalla Duma, secondo la quale parlare pubblicamente di omosessualità vorrebbe dire trasmetterla a chi
ascolta. E con la scusa di protegge-
Spazi vitali per non “desertificare” le città.
Foggia? Non è la “Cenerentola” d’Italia
re i minori dalla “trasmissione orale” della sessualità si impedisce di
parlarne pubblicamente. Capisce
cosa vuol dire? Non se ne può parlare in radio, in televisione, in strada, in dibattiti. Praticamente non se
ne può parlare e basta.
L’ironia contrapposta alla censura di Stato…
Sì, ho avuto la possibilità di realizzare un reportage per Le Iene,
ovviamente con lo stile ironico che
caratterizza il programma. Io credo fermamente nell’importanza
della comunicazione: avevo una
bandiera rainbow con i colori delle
nostre battaglie e la scritta in russo
“E’ ok essere gay” che poi mi hanno sequestrato. Per due volte mi
hanno presa e trattenuta, la prima
volta per tre ore, la seconda meno,
fino a quando non mi hanno definita ospite non gradito e sono dovuta
rientrare in Italia.
La notizia del suo doppio fermo
ha fatto il giro del mondo, con il
suo strascico di interrogativi: chi
ha paura dell’Arcobaleno? E per-
ché si teme tanto un simbolo?
Perché è il simbolo delle libertà civili. E fa paura a chi pensa che
una caratteristica neutra della personalità come l’orientamento ses-
suale, in questo caso eterosessuale, debba essere assunto come
metro di valutazione delle persone.
Cioè se sono eterosessuale sono superiore a chi non lo è. E quindi sono
io che decido quali diritti darti e
quali negarti, quando insultarti e
quando accettarti. Quindi fa paura
a chi non ha altre qualità vere da dimostrare, come l’apertura menta-
le…
Il quadro che ne è venuto fuori è quello di un paese a due velocità, con piccole isole di libertà nel
mare dello stigma. Qual è la situazione nel nostro Paese?
Io sono andata a Sochi
conscia che la Russia non è
l’Italia. Qui almeno non c’è
questa repressione del dissenso. Però so che se ci paragoniamo al resto del mondo
siamo l’unica nazione d’Europa che non ha fatto una legge
sulle unioni formate da persone dello stesso sesso o contro
l’omofobia. In questo sguardo
d’insieme l’Italia è davvero il
fanalino di coda d’Europa: siamo
lenti, arretrati, conservatori. E neanche con la nascita di questo Governo credo ci siano grandi aspettative.
Qual è, invece, la situazione di
Foggia in questo quadro? Cosa è
cambiato negli ultimi 20 anni?
Non considero Foggia la ‘Cenerentola’ d’Italia da questo punto
Vladimir Luxuria a Sochi
di vista. Poco tempo fa c’è stato un
incontro nazionale dell’associazione Agedo, sempre molto attiva e
presente. E c’era la mia famiglia.
C’è l’ottimo lavoro dell’Arcigay e il
Tolleranza Zero cui io stessa ho assistito all’inaugurazione. Foggia è
una città diversa da quella che ho
lasciato io, 28 anni fa. Anche questo
è importante per non desertificare
le nostre aree. Per tanto, troppo
tempo, molti giovani gay, lesbiche
e trans si sentivano in obbligo di lasciare il paese d’origine e andare
nella grande città perché mancava
loro lo spazio vitale. Oggi questi
spazi si stanno creando. E stanno
mettendo radici.
Maria Grazia Frisaldi
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m a r z o
duemilaquattordici
inchiesta
La fascia d’età più a rischio è tra i 13 e i 17 anni. Ecco i campanelli d’allarme
Vita ‘social’ e cyber-bullismo
Il “branco” cambia pelle e dal gruppo-comitiva si sposta
nei gruppi virtuali. Giovanni Ippolito: “Vittime
insicure e ingenue, esposte al rischio adescamento”
Le notizie di cronaca ci pongono, spalle al muro, dinanzi a fenomeni diversi, ancora da
esplorare e conoscere, e posano sulle nostre
labbra termini nuovi, non ancora compiutamente compresi e per questo ancora più rischiosi. Cyber-bullismo è solo l’ultima parola
di una lunga serie. E’, in sostanza, il bullismo
che corre in rete, e va a braccetto con cyber dipendenza e sexting, diventando quel buco nero in cui smarrirsi - soprattutto per un teena-
R
estringendo però il campo a
Foggia e provincia, iniziamo
subito con una buona notizia.
Il cyber bullismo si è fermato lungi
dalla terra di Capitanata, dove il fenomeno non sembra aver attecchito. O almeno non nella sua forma più
drammatica e grave. “Questo non
vuol dire che non riscontriamo casi di
cyber-bullismo in città, ma significa
che c’è ancora il tempo per intervenire, sensibilizzare, informare”,
spiega il dottor Giovanni Ippolito,
direttore tecnico capo psicologo della Polizia di Stato, in servizio presso
la questura di Foggia. Insomma, la
parola ‘emergenza’ non ricorrerà in
Mensile di attualità e informazione.
Registrazione presso il Tribunale di Foggia
n° 2/2002 del 26/09/2002
Editore
Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.
Direttore Responsabile
Maria Grazia Frisaldi
Direzione commerciale
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In redazione
Dalila Campanile
Irma Mecca
Mariangela Mariani
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Rubriche
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Collaboratori
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Redazione
Foggia
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Impaginazione e stampa
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La collaborazione è volontaria e gratuita.
I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.
Questo numero è stato stampato in 43mila copie
e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia
ger - è facilissimo.
Ma, soprattutto, le notizie di cronaca - come
quelle di nera, terribili come la fine di Nadia,
14enne suicida perché perseguitata sulle chat
di Ask.fm, ultimo di una serie di casi simili e
altrettanto drammatici - impongono il dovere di sapere per prevenire, riconoscere per intervenire. Perché per gli adolescenti nativi digitali la distinzione tra vita online e vita offline
è praticamente nulla.
questo approfondimento d’inchiesta. E il motivo è presto detto. “Sembra assurdo ai giorni d’oggi, ma in
città ci sono ancora delle sacche di
povertà che determinano una diversa geografia nell’accesso ad internet e quindi ai social. Frequentando le scuole per attività di
prevenzione e formazione, abbiamo
individuato istituti in cui l’accesso
alla rete è per il 100% degli utenti,
altre in cui questo parametro non
sfonda il tetto del 30 o 40%”. Ed è
probabilmente questo uno dei motivi
per il quale il cyber-bullismo non è
molto diffuso: minore accesso alla
rete, dunque, meno opportunità di
formazione/informazione. Ma anche meno rischi e pericoli. Vediamo
nel dettaglio quali.
Cyber-bullismo come evoluzione/involuzione del più noto
“fratello maggiore”. Cosa è cambiato?
Una delle caratteristiche che
rende il cyber-bullismo più pesante da sopportare e più difficile da
contrastare è l’indebolimento delle regole etiche da parte del cyberbullo. Via internet, e sui social soprattutto, si utilizzano linguaggi
diversi, più pesanti e aggressivi.
Inoltre, la vittima può essere raggiunta in qualsiasi momento. Mentre il bullo ha una possibilità temporale circoscritta per eseguire i
suoi atti, in internet - complici gli
smartphone le onnipresenti reti wifi - le vittime sono costantemente
rintracciabili. Se nella vita normale
il bullo si può evitare (ad esempio
cambiando strada o evitando certi
ambienti) nella vita virtuale questo
è impossibile. E la vita, online ed offline, diventa un piccolo inferno.
Perché?
Perché i ragazzi vivono Facebook come il loro mondo. Se succede qualcosa in quell’ambito è successa in pubblica piazza. Una
piazza enorme, dove tutti sanno tutto. E la portata della sofferenza cresce esponenzialmente.…
Qual è la fascia d’età più a rischio?
Quella centrale, ovvero, 13 ai
17 anni. Però molti ragazzini, oggi,
già a 9 o 10 anni si iscrivono sui social, dando credenziali false ed eludendo, abbastanza abilmente, le
restrizioni dei siti che impediscono
le iscrizioni ai minori di 13 anni. Parliamo sempre di cosiddetti “soggetti deboli”: l’asimmetria di pote-
Giovanni Ippolito
re, infatti, caratterizza anche questo tipo di bullismo. Sono ragazzi a
rischio esclusione, gli stessi che rischiano la dipendenza da internet,
una dipendenza senza sostanza ma
che crea le stesse problematiche
dell’alcol o della droga. Come
quando non si riesce a fare a meno
di condividere qualunque cosa o
controllare compulsivamente la
propria mail box o profilo social dal
telefono cellulare.
Stiamo parlando di adolescenti nativi digitali, quindi. La prima
generazione che si affaccia sul
mondo social, una dimensione che
stanno imparando a conoscere da
soli, senza considerarne i rischi…
Sì, e per di più in piena autonomia. Ovvero senza il controllo, o
quanto meno una mediazione, da
parte della famiglia. Spesso i genitori, durante le attività nelle scuole,
dopo aver tanto parlato dei rischi
della rete mi chiedono: “Quanto
tempo possono stare al pc i miei figli?”, pensando che limitando lo
spazio temporale si limitino anche
i pericoli. Non capiscono che navigare su internet è come fare una
passeggiata lungo una strada piena d’insidie. Lei lascerebbe suo figlio a 11 o 12 anni percorrere per la
prima volta da solo una strada pericolosa?
C’è una sorta di schizofrenia
nell’atteggiamento degli adolescenti. Da una parte c’è una netta
ritrosia nel parlare e confrontarsi
con la famiglia della propria vita;
dall’altra c’è la sfrontatezza nel
condividere in pubblica piazza
qualunque cosa, video e fotografie
comprese. Rendendosi facilmente
ricattabili…
Esatto. In questo aspetto c’è tutta l’ingenuità della loro età. Innanzitutto rendono sé stessi e gli altri
continuamente rintracciabili postando qualunque cosa riguardi loro - foto, video, quello che stanno
facendo, dove stanno andando… e poi non mantengono in segreto la
propria password, esponendosi al
furto di identità. La navigazione
priva di controllo, inoltre, espone i
ragazzi alla visione di immagini eccessivamente violente oppure pornografiche. Una esposizione di
questo tipo in età precoce può portare a peggiorare i rapporti con l’altro sesso, a cambiare la gestione degli impulsi. Insomma, la portata del
fenomeno diventa molto più grande. E grave.
Nel momento in cui le cyber
vittime si rendono ricattabili, si
espongono ad altri rischi. Ad esempio, possono essere indotte a compiere atti contro la morale e contro
la propria volontà. Il cyber-bullismo può essere allora considerato
alla stregua di un reato-spia?
Sì, ma in parte. In genere i ragazzi vengono ricattati per immagini private e personali. Ma parliamo di ricatti morali o psicologici.
Casi più seri, come quelli registrati
altrove, di ragazzi spinti ad atti illegali o contrari alla morale qui sono
meno frequenti.
Quali sono i segnali da cogliere a scuola o in famiglia per stanare situazioni di questo tipo?
Sicuramente campanelli d’allarme ci sono, ma sono aspecifici.
Bisogna saper cogliere i sintomi della sofferenza: ad esempio, un improvviso calo nel rendimento scolastico, sbalzi d’umore o disturbi
alimentari sono indice di un disagio
psicologico. Altri segnali d’allarme
possono essere l’inappetenza, disturbi allo stomaco e di mal di testa,
oppure dormire male e fare brutti
sogni, insieme a frequenti sbalzi
d’umore, tristezza e depressione, irritazione e scatti d’ira.
Segnali da non confondere con
gli sbalzi d’umore tipici dell’età
adolescenziale…
Sì, certo. Ma le dirò di più. In
questa delicata fase di crescita, di
accettazione dei cambiamenti del
corpo gli adolescenti sono più esposti ai rischi. Perché in una fase di disagio e di non-accettazione è molto
più facile che il ragazzino o la ragazzina passino più tempo su internet, perché magari trovano più
semplice nascondersi dietro uno
schermo, sperano di essere più facilmente accettati senza esporsi al
giudizio altrui per abbigliamento o
aspetto fisico. E’ questa insicurezza che li espone poi al rischio adescamento, illudendosi di trovare
conferme lì dove si sentono strumentalmente valorizzati.
Dai gruppi intesi come comitive, ai gruppi virtuali. Il branco oggi è nei gruppi social? Come è cambiata la grammatica dell’approccio
alla realtà?
Innanzitutto è cambiato l’atteggiamento verso la sofferenza altrui.
Ed è una cosa gravissima. È come
se i ragazzi fossero desensibilizzati
dinanzi alle situazioni di sofferenza, provocata o indotta. Poi sono
schiacciati dall’esigenza di condividere informazioni, ma anche di
sentirsi dire “mi piace”, indipendentemente da tutto. E questo aumenta l’ansia dei ragazzi. C’è una
vera e propria ansia da prestazione
social…
Qual è la situazione a Foggia e
provincia?
Per quanto mi consta, abbiamo
trattato soprattutto casi di diffamazioni, ingiurie e minacce. Oppure
furti di identità, esclusioni dal gruppo, pubblicazioni di immagini non
autorizzate prese da situazioni intime e private. Ancora, diffusione di
informazioni compromettenti o imbarazzanti, persecuzioni o esclusioni. Credo che almeno in Capitanata il fenomeno si stia affacciando
ora. Il problema è che le segnalazioni arrivano troppo tardi, cioè
quando il ragazzo sta per scoppiare. Il bullismo viene somatizzato per
troppo tempo, prima di essere denunciato. E allora il danno psicologico è già fatto.
Maria Grazia Frisaldi
Confessioni Shock
Secondo lo studio ‘Adolescenti e stili di vita’ presentato dalla Societa’ Italiana di Pediatria (Sip), il
59% degli adolescenti ‘parla’ a sconosciuti sui social e per il 56% dei
ragazzi intervistati dare l’amicizia
su Facebook ad uno sconosciuto
non è pericoloso. Per il 35% degli
intervistati scambiarsi il numero di
telefono in rete non è pericoloso, e
per il 26% non lo è neanche accettare un incontro “al buio”. Dati
shock, insomma: il 22% dei ragazzi ammette di aver fornito in rete
informazioni inerenti la scuola frequentata, il 29% di aver scambiato
il numero di telefono, il 18% (22%
ragazze) di aver inviato una propria foto. Di questi, il 20% ha ammesso di aver accettato un incontro al quale si è presentato insieme
ad amici e il 9% di aver accettato
un incontro al quale è andato solo.
Esponendosi volontariamente a situazioni di pericolo.
m a r z o
duemilaquattordici
inchiesta
7
Media Education, il caso del Liceo Marconi: a lezione da Michelina Boccia
Nativi digitali su Facebook,
la generazione dell’incoscienza
La “leggerezza” degli adolescenti tra le cause degli episodi di prevaricazione sul Web
B
eata incoscienza della meglio gioventù. Agli occhi degli adulti, gli adolescenti
nemmeno sanno che guai possono
combinare su un social, violando la
privacy di un compagno di classe.
Marachelle. Nel liceo scientifico
Guglielmo Marconi, alla Macchia
Gialla, circola un opuscolo con cappuccetto rosso e il lupo formato sticker: “Buono a sapersi”, marchiato
Google e Polizia Postale. Consigli
utili per navigare in Internet in modo sicuro e gestire le informazioni
condivise online. L’istituto è ultradigitalizzato. Quest’anno ha investito 100mila euro per il rinnovo del
“parco macchine” nei laboratori.
Michelina Boccia è un dirigente scolastico 2.0. Nella sua scuola il
cyber-bullismo non è entrato. “Abbiamo all’incirca 1400 alunni, quindi possiamo essere ritenuti un campione credibile. Di sicuro, qui
accedono ragazzi di una fascia sociale medio-alta, e tutti studenti che
hanno già molta dimestichezza con
questi nuovi strumenti, soprattutto
con Facebook e smartphone. Nessuno di loro è “immune”. E sono
molto ma molto più bravi di noi”. E
quando pure innescano sulla Rete
meccanismi di prevaricazione pare lo facciano in maniera piuttosto
ingenua, senza cattiveria. “Alcuni
IL PROFILO
Il dirigente scolastico Michelina Boccia
ragazzi - racconta la professoressa
Boccia - hanno segnalato su Facebook compagni che avevano avuto
una nota in condotta, salvo poi ritirare prontamente la segnalazione
quando si sono resi conto che stavano facendo una cosa grave anche
da un punto di vista giuridico. Stavano commettendo un reato. Quando abbiamo chiesto ai ragazzi le ragioni di quel gesto, abbiamo
scoperto che non erano consapevoli di aver violato la privacy, perché
peraltro la vittima aveva accettato di
essere segnalata. Pare ci fosse una
gara. È il sintomo di una fascia di
adolescenti che oscilla, alla ricerca
di guide, tra il lecito e l’illecito, ai
confini del gioco e della serietà, che
non conosce i limiti e le conse-
guenze delle sue azioni. C’è bisogno di qualcuno che apra loro gli
occhi. Noi abbiamo di fronte una
generazione strana: è molto matura per certi aspetti - è nata col digitale - e poi per altri versi resta adolescente fino ai 30-40 anni. Sul
fronte della prevenzione la nostra scuola si è attivata: in occasione
della
giornata della legalità, abbiamo invitato il responsabile del
settore di formazione
della Polizia Postale
che ha aiutato gli studenti delle classi prime
a capire i rischi dei new media. E
continueremo ad organizzare queste giornate informative”.
La dirigente Michelina Boccia
appartiene alla corrente di pensiero che avrebbe fatto entrare nel piano dell’offerta formativa la media
education (l’educazione ai media)
come materia organica. “L’incoscienza oggi non può essere più ac-
cettata perché i rischi sono alti. Andrebbe fatto innanzitutto uno screening, per sapere quanti ragazzi utilizzano questi strumenti, sui
bisogni specifici, per poi preparare
offerte formative adeguate. Questo
tipo di
materia non può
essere lasciata solo nelle mani della scuola. Occorre
la collaborazione delle forze dell’ordine, degli enti specializzati,
dell’ufficio scolastico regionale e
degli enti locali”.
Nei cassetti della presidenza
oggi non ci sono telefonini. “L’uso
del cellulare è diventato endemico.
Convincere i ragazzi a non usarlo è
un’impresa impossibile”. Specie
nei licei, gli smartphone, i telefoni di
ultima generazione, servono a cercare un “aiutino” durante le prove
scritte in classe. I docenti li sequestrano prima. Almeno quattro anni
fa si contavano più furbetti colti in
In rete i feticisti preferiscono le teenager
“Fai una foto dei tuoi piedi”
Le nostre confessioni social
Che mondo sarebbe senza
Facebook non se lo ricorderanno neanche più. A sedici anni
sono iscritti già da cinque al social. Che poi Mark Zuckerberg
se l’era inventato per incontrare i vecchi amici di classe. A cosa sia il cyber-bullismo ci arrivano per associazione di idee.
“È quando una persona viene
“sfottuta” su Internet, screditata?”. Lo domanda Mariaelena,
esitante come tutti gli intervistati che preferirebbero spiare
su un motore di ricerca. E ci
prende. Non l’è mai capitato, e
che lei sappia non è successo a
nessuno dei suoi amici. Ma è
consapevole, eccome, che si
possano fare incontri spiacevoli. “Ci sono persone che abitualmente mi contattano ma le
ignoro. Più o meno superano
tutte i 30 anni. Qualche giorno fa
mi hanno chiesto se avevo la
webcam e proprio stamattina mi
hanno chiesto se potevo fare le
foto ai miei piedi. Sono andata
a vedere le foto del profilo e cre-
do avesse sui 40 anni. Su Fb sono molti i feticisti che contattano
noi ragazze”.
Non ha mai risposto e - giura
- mai le salterebbe in testa di accettare. Sconosciuti, che l’hanno raggiunta forse tramite i contatti in comune. Lei ha a che fare
solo con gli amici, magari i compagni di classe che si ritrovano
in un gruppo privato. “Lo trovo
un modo molto facile e veloce
per comunicare, ma questo potrebbe anche ritorcersi contro
perché diminuisce la bellezza
nell’avere un contatto”. Anche
Donatella riceve messaggi
da
persone molto più grandi
di lei. “Iniziano con un
ciao, poi fanno complimenti senza
rendersi conto di quanto possano
essere ridicoli”. Teme il Web per
l’uso che se ne fa. “A me spa-
venta molto quello che si nasconde fra i miei coetanei, come
quando qualcuno viene minacciato per farsi mandare determinate foto. I più deboli ci cascano.
Una volta mi è capitato di aprire
fb e vedere nella sezione messaggi una foto di un conoscente
nudo, ma era chiaro che fosse un
fotomontaggio. La foto mi era
stata inviata da un fake (un profilo falso, ndr) che
voleva infastidire
questa persona”.
Daniele pure è
su Fb da quando
frequentava la seconda media. “Gli
amici che ho non li
conosco tutti di
persona, qualcuno
solo di vista o tramite altri amici”. Nel laboratorio, a scuola, visita il suo profilo e il cellulare in
classe lo usa (“Non dirlo al
prof”). Se parli di cose serie dopo un po’ si scocciano, mica come i grandi. Valentina è online
almeno una volta ogni 2-3 ore,
anche solo per 5 minuti, per vedere le novità. Se qualcuno la
infastidisce lo “blocca” o “segnala”. “Su Ask.fm le persone
possono insultarti in maniera
anonima e sì, è capitato anche
a me, ma su quel social succede
praticamente a tutti”. Conoscono la gamma completa dei social. Instagram per condividere
le foto e poi Tumblr. Michele è
iscritto pure a Netlog, Twitter,
Habbo (una chat), e prima ancora MySpace. Manco un politico è così social. In media su Fb
è online tre ore in tutto. Su Chatroulette, raramente, incontra
gli amici, in anonimato, tramite
webcam. A scuola niente Facebook: l’insegnante controlla tutto dal Pc principale (“Anche se
oggi non mi ha sgamato”). A
Stefano chiedo - rigorosamente su Fb - se ha mai sentito parlare di episodi di cyberbullismo:
“No. Solo alle Iene. La generazione di oggi è sveglia “. m.m.
“flagranza di reato”. “Da questo
punto di vista non c’è una forte collaborazione delle famiglie. I ragazzi non dovrebbero venire a scuola
con i cellulari almeno quando hanno compito. Noi chiediamo di spegnerli perché vige un preciso divieto, ma ormai dipendono da
questi strumenti, per loro è un’appendice. Non riescono proprio a
farne a meno”.
Il futuro è adesso: in classe arriva il tablet. I vecchi libri finiscono
in soffitta. Fissare uno schermo sarà previsto dalla didattica. “Sulle
nuove adozioni abbiamo l’obbligo
di utilizzare testi in versione mista
o completamente in digitale. Il solo
cartaceo è abolito. Possiamo dire
addio al vecchio libro. Secondo gli
esperti, abbassano i prezzi: il calo
è notevole, il 30% in meno rispetto
al cartaceo per quelli digitali e il
10% per quelli misti. Questo presuppone che le scuole si attrezzino
per l’accesso. Sono strumenti interattivi col docente, i tablet sono straordinariamente attrattivi. Ma vogliono far sparire l’odore della carta
- dice con un pizzico di nostalgia il
dirigente scolastico - Dobbiamo
aspettare qualche anno per capire
se sarà una perdita. Di sicuro non
possiamo fermare il progresso”.
Mariangela Mariani
IL FENOMENO
Parliamo di numeri e percentuali. Un adolescente su dieci, nella fascia
d’età tra i
13 e i 17
anni, dice di
a v e r
vissuto direttamente o indirettamente - il fenomeno del cyber-bullismo. Circa il
95% dei ragazzi ha un profilo Facebook e, di questi, nove su dieci utilizzano anche altri social e
piattaforme come Instagram,
Ask.fm e Twitter. Inoltre il 70%
dei preadolescenti naviga senza
il controllo dei genitori, il 70% ha
avuto il suo primo smartphone
prima dei 13 anni, il 20% dei ragazzi ha pubblicato su Fb o Instagram foto di cui poi si è pentito. Secondo i dati raccolti dalla
Polizia Postale, su un campione
nazionale di studenti delle scuole medie, il 20% degli adolescenti sono stati contattati da un
potenziale molestatore. Il cyberbullismo e il sexual-bullying online sono avvertiti come “pericolo reale” dal 72% dei ragazzi tra
i 12 e i 17 anni e i social network
sono ritenuti per il 61% degli
adolescenti, la modalità “d’attacco” preferita.
8
m a r z o
duemilaquattordici
A CURA DI CLAUDIO BOTTA
politica
Incognite sul futuro della coalizione, dopo l’affermazione di Marasco e le accuse di ‘voto inquinato’
Primarie del centrosinistra:
la tempesta dopo la tempesta?
Il sindaco uscente Gianni Mongelli, scaricato da gran parte del Pd,
avrà comunque un ruolo decisivo: da alleato o da avversario
D
ovevano segnare il trionfo
della democrazia partecipata, invece hanno creato e
alimentato delle polemiche e delle
fratture destinate a condizionare
pesantemente la campagna elettorale e a rendere accidentato il percorso del centrosinistra per la riconferma (che avrebbe del
miracoloso) a Palazzo di Città. L’effetto primarie non è ancora scemato, nonostante le promesse e le premesse, le dichiarazioni d’intenti, le
rassicurazioni. Difficile, infatti, immaginare un Mongelli scaricato da
una fetta consistente del Partito democratico, nonostante l’insperata
vittoria nel precedente giro e la pesante eredità dell’amministrazione
Ciliberti, che si limiti al ruolo di portatore d’acqua per la coalizione negli ultimi mesi da sindaco. “Se lui
avesse vinto le primarie, poi avremmo perso le elezioni” la sintesi brutale al quotidiano l’Attacco del presidente del Consiglio comunale
Raffaele Piemontese, uno dei grandi avversari del primo cittadino
quasi doppiato in termini di preferenze dal suo principale avversario, il suo ex assessore all’Urbanistica Augusto Marasco: un risultato
dalle molteplici chiavi di lettura,
vittoria netta per i supporters del
nuovo/finto nuovo, un inquinamento e un complotto ben orchestrato dalla principale concorren-
za, la versione di chi non riesce ad
accettare un risultato così eclatante. Perché pesa, nei freddi numeri,
la precedente campagna elettorale
dell’architetto, vicina se non del tutto organica alle posizioni del centrodestra: ma nella Foggia trasversale dei poteri e degli interessi
questo non è mai stato e non sarà
mai un handicap, ci mancherebbe,
e meno che mai potrebbe esserlo
per l’attuale Partito democratico.
Ognuno ha la sua verità, la sua
ragione. Il Mongelli sedotto e abbandonato ricorda il suo predecessore, costretto a
convivere con una
poco gradita ‘cabina di regia’ sin dal
suo esordio, spettatore suo malgrado
di politiche disastrose destinate ad
affossare le aziende speciali ex gioielli di famiglia, ma alla fine scaricato senza rimpianti e additato come unico responsabile del
fallimento complessivo dell’amministrazione proprio dal principale
partito protagonista di quelle politiche (in particolare riguardo l’Amica). Ma non chiamare in causa le
responsabilità dirette del primo cittadino sarebbe al tempo stesso miope e sbagliato: i suoi silenzi (iniziando dai conti del Comune e
dall’effettivo ammontare del defi-
cit, un mistero che ha dominato almeno tre quarti del mandato), le
sue esitazioni, il suo scarso carisma
hanno avuto il loro peso nel crollo
verticale del consenso presso l’opinione pubblica, assieme agli evidenti fallimenti rispetto alle ambizioni della ‘Foggia Capitale’
promessa: le strade piene di buche,
i contenitori culturali chiusi, il progressivo e apparentemente inarrestabile degrado generale e di quartieri strategici come il viale della
stazione, il centro storico, le periferie, le borgate, la sensazione di una
navigazione a vista,
senza alcun modello di
rinascita e sviluppo
hanno appannato anche i meriti e
la buona volontà. Era un candidato
oggettivamente debole: ma nel
concorso di colpa con la sua coalizione, quali sono le percentuali
esatte di errori, disastri e meriti? Le
parole di Michele Emiliano, che da
Bari ha sancito la piena legittimità
della vittoria di Marasco in nome
dell’unità del partito, sono state op-
portune ma avranno bisogno di numerosi altri passaggi per dimostrare la loro reale efficacia e capacità di
persuasione.
L’annuncio dell’ ‘io non mollo’ di
Mongelli può rivelarsi un macigno,
soprattutto se sostenuto da una lista civica personale. Allo stesso modo, una candidatura centrista all’altezza delle ambizioni (più che di
un peso elettorale tutto da verificare) può allontanare la parte minoritaria del Pd tutt’altro che entusiasta di quanto accaduto nel recente
passato e sparigliare ulteriormente le carte, in modo velato o aperto.
E la figura stessa di Augusto
Marasco, trasversale il giusto per la
propria personale carriera, quanto
può veramente entusiasmare una
base sempre più delusa dai clamorosi deficit alla voce ‘sinistra’? E
quanto può riuscire a comunicare
ed entrare in empatia con la ‘pancia’
della città, quella che vive un disagio sempre più diffuso e a cui si sta
apertamente rivolgendo Lucia
Lambresa, e si sta cercando di rivolgere Luigi Miranda, due candidati sindaci che non vanno affatto
snobbati proprio alla luce delle falle che tengono ancora ancorate al
porto le due (presunte) corazzate?
Quanto può coinvolgere chi - puntando su Frattarolo - sperava in un
cambiamento radicale, in un rinnovamento vero e non una sempli-
ce spolverata? Le prossime settimane saranno decisive per una serie di verifiche interne a partiti e
coalizioni, nell’attesa che una delle campagne elettorali più delicate degli ultimi decenni (alla luce
della situazione in cui versa la città
e delle opportunità che si prospettano a breve scadenza, che necessitano però di una classe dirigente
all’altezza) entri finalmente nel vivo. Senza ambiguità, sospetti, manovre poco chiare, trucchi, con la
responsabilità preferita all’opportunismo e alla convenienza. La posta in palio, infatti, è troppo alta per
essere barattata e messa all’asta in
attesa della migliore offerta. E’ il
nostro futuro, e quello delle generazioni che verranno. E sbagliare
non è ammesso e ammissibile, da
qualunque prospettiva e visione.
NEI PROSSIMI
NUMERI
DI APRILE
E MAGGIO,
INIZIATIVE
SPECIALI LEGATE
ALLE PROSSIME
ELEZIONI
AMMINISTRATIVE
m a r z o
duemilaquattordici
9
10
m a r z o
duemilaquattordici
L
e nuove collezioni primavera/estate 2014 si
ispirano a mise da palcoscenico, così che ogni donna
potrà sfoggiare un look degno
delle luci della ribalta. La praticità e la rottura col passato di
queste nuove tendenze non resta chiusa nell’armadio nemmeno nelle grandi occasioni.
moda
I capi must della prossima stagione
Stile da palcoscenico
Il dettaglio femminile lo si trova nel punto vita segnato da cinte in metallo, da balze vaporose e trasparenze trasversali.
Contaminazioni
rock, fantasie optical e
colori aggressivi: questi i
diktat per la nuova
stagione
Giallo mimosa
E’ uno dei colori must della
primavera/estate 2014. Basta anche solo un tocco di
questo colore per essere subito alla moda.
Look Cerimonia
Grazia aggressiva
Fantasie pop
La t-shirt diventa protagonista con le
stampe di ispirazione pop: fumetti,
scritte con ritagli di giornale, dive ammiccanti e applicazioni glitter da sfoggiare sul petto. Gli altri capi omaggiano
la primavera con una stampa floreale
di grandi dimensioni e non solo; le più
romantiche gradiranno i cuori su abitini stile impero e le più tradizionali i pois.
Contaminazioni rock
Basta poco per sfoggiare un outfit ispirato alle icone del momento. La giacca di pelle è un capo da non farsi mancare
e da abbinare anche sugli abitini bon ton. La pelle è presente anche su aggressive gonne a tubino fino ai dettagli
come colletti, maniche e accessori.
Quest’anno la femminilità degli abiti da cerimonia si smorza con capi alla moda che possiamo
indossare anche nella
quotidianità. Gli abiti
hanno un design retrò
ma fantasie pop per
un’eleganza meno ingessata. Non mancano inserti con tessuti a contrasto: dal raso combinato
con il pizzo, dallo chiffon
bianco con la pelle nera.
m a r z o
duemilaquattordici
mondo bimbi
Tendenze primavera/estate 2014
Piccoli sì, ma
“fashionisti”
Piccoli abiti per bambini alla moda:
modelli, colori e tessuti eco-friendly
Il vero protagonista della bella stagione negli armadi dei più
piccoli sarà l’abbigliamento firmato Manai.
La nuova collezione primavera/estate 2014 punta su outfit che sprigionano allegria e joie de vivre senza rinunciare al
comfort, caratteristica che non dovrebbe
mai mancare
nei capi indossati dai più piccoli. La mission
del brand Manai è quella di
realizzare capi
d’abbigliamento che rappresentino il gusto
italiano per il
design, in cui lo
stile va di pari passo con la qualità in modo da soddisfare i desideri di un cliente
esigente come può essere il genitore di un
bambino. L’azienda, a cui fa capo l’omonimo brand, sa che per ogni genitore è
importante poter scegliere per i propri
figli capi firmati da un nome che si con-
traddistingue sul mercato per valori come l’etica, la trasparenza, il rispetto per
l’ambiente e professionalità.
La forza del marchio Manai sta proprio negli elevati standard che è in grado di garantire: dal rispetto per i propri
collaboratori all’orientamento ecologista, alla valorizzazione delle proprie risorse sino all’efficace
imprenditorialità che
consente al
brand Manai
di poter essere sempre
appetibile su
un mercato
in costante
cambiamento. Attraverso esperienza e qualità italiana i desideri dei piccoli e grandi clienti Manai possono sempre essere
soddisfatti, sfoggiando prodotti che valorizzano la cultura tessile Made in Italy
ma strizzano l’occhio a tendenze ed esigenze future.
Speciale cerimonia baby & kids
La bella stagione è sinonimo anche di cerimonie e occasioni importanti in cui essere chic. E’ proprio questa la parola d’ordine di alcune
collezioni dedicate a bambini che potranno esibire un’ eleganza calibrata per la propria età. I colori blu e bianco – da soli o insieme per il
classico stile navy - sono la scelta ideale per maglieria e abiti dall’indiscutibile classe. Dal cardigan con i profili a contrasto e toppe per lui
all’abitino in popeline per lei impreziosito da una cinta in vita a contrasto
bianca, i giovani clienti potranno esibire un abbigliamento glamour
adeguato ad una cerimonia. Ampia scelta anche per chi vuole essere
chic con lo spezzato: disponibili balzer in lino avvitato per la collezione baby e camicia in lino per la collezione kids oppure vestiti in tela e cotone nei colori pastello impreziositi da fiocchi e coulisse centrali per lei sino a tuniche in cotone e seta sul cui petto
campeggiano boccioli color pesca.
Da un capo all’altro
Le collezioni kidswear abbracciano stili diversi, appetibili per i più piccoli ma anche per i giovanissimi, con collezioni di accessori e abbigliamento da 0 a 16 anni; le tendenze delle collezioni inoltre
sono in sintonia con i desideri dei giovani clienti nonché adatte ad essere sfoggiate in ogni circostanza. Per la primavera/estate 2014 il protagonista è il colore nelle sue tonalità pastello. Fanno capolino tessuti come il denim e la felpa, must ispirati proprio
dalle tendenza moda per gli adulti. Dagli short alle
salopette per i clienti baby, il casual si accompagna
a dettagli sofisticati come le rifiniture, i tessuti
strech in gabardine oppure in lino e cotone. Non
mancano nemmeno capi dall’aspetto glamour per
lei come coprispalle e blazer con cui affrontare le
giornate incerte di primavera. Fantasie astratte sulle gonne, pois e voilant su t-shirt e camicie completano
l’abbigliamento femminile con tocchi di grande effetto.
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m a r z o
duemilaquattordici
cerimonia
Fotografia: a ognuno il suo stile
Scatti d’arte
Cerimonia e fotografo, binomio indissolubile
E’ inutile negarlo. In qualunque modo
vogliate chiamarlo, il fotografo (operatore del
matrimonio per i più pragmatici, o wedding
photographer per chi sogna nozze da star) è
uno degli elementi indispensabili per la buona riuscita di una cerimonia, per renderla, in
un certo senso, memorabile. Presenza più o
meno discreta, per assecondare particolari
richieste dei committenti, è una professionalità spiccata della
quale
nemmeno
quanti si professano
apertamente anticonformisti e allergici alle tradizioni riescono
a fare a meno.
E questo perché, in
fondo, tutti sanno che cassare una voce così importante dal proprio wedding
planning significa, di fatto,
Uno scatto di
negarsi la possibilità di fer- Anna Maria Salvatore
mare il tempo, luce su carta patinata, in uno dei pochi giorni davvero
memorabili della vita.
Allora la scelta del fotografo giusto
(ognuno ha il suo) diventa una questione di
“affinità elettive”. Committente e fotografo
devono trovare nella filosofia dello scatto un
sentire comune, parlare la stessa lingua. C’è
chi non lascia nulla al caso, programmando
ogni scatto, posa e possibile variabile della
giornata, e chi invece documenta ogni momento in modo naturale e “invisibile”, lasciandosi trasportare dagli eventi; c’è chi
punta tutto su sguardi ed emozioni e chi in-
vece riesce a “giocare” abilmente con chiaroscuri, luci naturali e artificiali ottenendo risultati di grande impatto emotivo. Come se
ogni flash fosse un piccolo scatto d’arte.
E’ il caso della foggiana Anna Maria Salvatore, fotografa professionista e di lunga
esperienza, titolare dello studio fotografico
Nadar, di via Carelli, a Foggia. In ogni scatto, Anna Maria - che l’arte della fotografia
l’ha insegnata all’Accademia delle Belle Arti - condensa saperi provenienti da una carriera ventennale che trae
linfa vitale da esperienze
artistiche a tutto tondo.
Sceneggiatrice e regista,
Anna Maria Salvatore ha
firmato negli anni apprezzate mostre fotografiche, in Italia e all’estero
(America, Portogallo e
Cuba, solo per citarne alcune). Vincitrice nel 2004
del Festival del Cinema
Indipendente di Foggia con il corto “Come
tu mi vuoi”, ha continuato a raccogliere consensi con “Women”, progetto contro la violenza sulle donne, selezionato al concorso internazionale “Action For Women”
organizzato dal Festival del Cinema di Venezia.
I suoi scatti saranno esposti dal 10 al 13
aprile nella mostra "Il Patrimonio della Puglia", a Palazzo Dogana. Inoltre, dal 20 al 22, un
suo stand espositivo sarà presente ne La Città
del Cinema in concomitanza con l'uscita del
film di Pio e Amedeo.
Angela Dalicco
m a r z o
duemilaquattordici
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Il pane, il re della tavola
Differente per farina, forma e lievitazione,
nel Pancotto si sposa con verdure e ortaggi
A cura di Letizia Consalvo
Dopo i bagordi carnascialeschi arriva il
periodo di astinenza e digiuno: la Quaresima.
Abbandonando la spiritualità, in attesa della
“prova costume” che si avvicina, dopo il trionfo del fritto proviamo a parlare di gusto leggero. Il nostro territorio è sicuramente generoso
e ci offre una grande quantità di opportunità
per creare ricette gustose e leggere; la verdura, coltivata e spontanea, di questo periodo ci
riporta a riscoprire uno dei piatti più semplici
e fantasiosi della nostra tradizione: il pancotto.
Ingredienti essenziali pane,
olio, verdura e tanta inventiva.
Senza il pane niente pancotto, allora parliamo un po’ di
questo alimento apparentemente semplice, fatto di pochi
elementi basilari, che per millenni è stato l’elemento base,
fondamentale e indispensabile,
per la sopravvivenza. In ogni paese del mondo, ricco o povero, è possibile ritrovare “pane”, dalle forme più svariate, intendendo forma non semplicemente quella che appare:
schiacciato, allungato, alto basso, ma fatto con
le farine più diverse, lievitato e no, impastato
con acqua e cotto nel forno a legna, piuttosto
che insaporito con spezie e aromi.
Raccontando del pane si potrebbe ripassare la storia, la geografia e anche le religioni.
Il pane azzimo degli Ebrei, la moltiplicazione
dei pani e dei pesci, la preghiera più importante dei cristiani detta “dacci oggi il nostro
pane quotidiano”, quindi come farne a meno?
Il pane ci richiama immediatamente al lie-
vito: chimico, naturale, di birra, secco, “madre”… sembra che per primi gli egiziani abbiano scoperto l’effetto magico di una muffa
prodotta da un cibo andato a male. I greci perfezionarono la tecnica, impararono ad ggiungere aromi tanto che si dice che già fossero arrivati a produrre 72 tipi di pane diversi. I
romani migliorarrono le tecniche di macinazione consentendo la preparazioni di pani
“ricchi” e “poveri”. I cuochi alla corte dei Medici migliorarono la lievitazione inserendo il
lievito di birra.
Oggi è tornato di
gran moda preparsi il pane in casa, pur vantando
ogni regione e ogni località un pane tipico, caratteristico nella forma e negli ingredienti. Sembra
che siano state censite oltre 200 tipologie di pane
diverse, con oltre 1500
vartianti.
Allora fra tanti pani
quale scegliamo per il nostro pancotto? Sicuramente un pane consistente, panini e filoncini
non ci garantiscono il risultato. Predilegiamo
una bella pagnotta, magari non del giorno (il
pancotto ci aiuta anche a consumare il pane
raffermo). Abbiamo però cura, quando avanza del pane, di porzionarlo immediatamente dividendolo in pezzi, perché quando il pane diventa duro è difficile da tagliare. Ricordiamo
anche di conservare il pane non nel sacchetto di plastica (ammuffirebbe in fretta), ma in un
sacchetto di carta o meglio di cotone. Scegliamo una o più verdure e, dopo averle lessate,
nella stessa acqua immergiamo il pane e condiamo con olio, peperoncino… Buon appetito!
Ricetta del mese
Pancotto con zucca e spinaci
Ingredienti: pane raffermo a pezzetti,
1 kg di zucca, 3/4 patate di media grandezza, 1 kg di spinaci, 1 cipolla, 1 spicchio di
aglio, sale pepe o peperoncino, olio
Lessare gli spinaci “al dente” e conser-
vare l’acqua di cottura. In una padella rosolare appena aglio, cipolla e olio. Eliminare lo spicchio di aglio appena inizia a colorire, quindi aggiungere zucca e patate a
cubetti. Aggiungere acqua o brodo vegetale, dosare con attenzione per evitare di
doverne scolare a cottura ultimata. Quando la minestra è quasi cotta, tuffare il pane
nell’acqua degli spinaci, scolarlo e trasferirlo, con gli spinaci appena spezzettati nel
tegame con zucca e patate. Insaporire tutto
assieme, mescolando con cura, spegnere il
fuoco e lasciare riposare per qualche minuto prima di servire con olio e una spruzzata
di pepe appena macinato.
Per condividere la passione per il buon cibo, il
Laboratorio di Felicità
propone appuntamenti e corsi monotematici
durante i quali si impara a realizzare ricette
semplici e sempre d’effetto senza essere necessariamente esperti.
Inoltre in occasioni
particolari o semplicemente per il pranzo della domenica il Laboratorio
realizza
preparazioni dolci e salate per ogni occasione,
a casa o in ufficio, cocktail, aperitivi, coffe
break, brunch, pranzi e
cene.
Giovedì, 20 marzo
Degustazione birre e cenino
Venerdi, 21 marzo
Questa sera mangiamo vegano.
Solo ingredienti “vegetali”, la salute con gusto…
Giovedì, 27 marzo
Impariamo a riconoscere l’olio “buono”
Degustazione guidata con esperto e cenino
Venerdì, 28 marzo
Corso di cucina: Le paste fresche e ripiene
Venerdì, 4 aprile
Impariamo a fare da soli l’uovo di cioccolato per Pasqua
Corso pratico per realizzare il “nostro” uovo
di cioccolato
Domenica, 6 aprile
Decoriamo le uova per la tavola di Pasqua
Corso pratico per personalizzare
le uova di cioccolato e no
Venerdì, 11 aprile
La colomba
Corso pratico per realizzare
la colomba pasquale
con il lievito madre
14
m a r z o
duemilaquattordici
benessere
E’ la più naturale tra le alghe verdi-azzurre
L’alga Klamath:
alleata in salute
Fonte preziosa di minerali e antiossidanti
A cura del dott. D’Alessandro
L’alga Klamath è un’alga verde-azzurra
appartenente alla specie Aphanizomenon
flos-aquae. Il termine “Klamath” fa riferimento all’origine di queste alghe, che crescono nel lago Upper Klamath negli Stati Uniti
d’America. Queste alghe poi vengono essiccate e polverizzate e successivamente messe
in commercio. Le alghe Klamath sono utili perché contengono quantità significative
di
minerali,
antiossidanti e vitamine oltre
ad una buona concentrazione di macronutrienti importanti come amminoacidi essenziali ed acido alfa linolenico (omega tre).
L’apporto di Alga Klamath può colmare delle
carenze alimentari, in tal caso l’assunzione
deve essere di 2-3 grammi al giorno, arrivando a 5 grammi in casi eccezionali.
Nell’alga Klamath abbiamo una buona
concentrazione di ferro, acido folico, vitamina
B12, clorofilla e sostanze antiossidanti come
polifenoli, fico cianine e carotenoidi. L’alga
Klamath è preferita ad altre alghe per la naturalezza dei nutrienti. Infatti, è l’unica alga
verde-azzurra a crescere spontaneamente in
un lago incontaminato e con il più alto livello
di mineralizzazione del pianeta. L’alga Kla-
math non contiene additivi chimici o metalli pesanti, ed è assimilabile al 97% dal nostro sistema digestivo.
CURIOSITA’:
Uno studioso Yamagushi (Japan Medical
News, 1965) ha somministrato 2 grammi al
giorno di alghe Klamath a pazienti con ulcera gastrica o duodenale e gastrite cronica. Sintomi come dolore e bruciore di stomaco, pesantezza ed eruttazione
furono eliminati. Un altro studio dell’Università del New Mexico, invece, dimostra che l’uso di alga Klamath stimola aree specifiche del
cervello, confermandone una accresciuta energia e lucidità mentale.
Mediante elettroencefalogramma è stato dimostrato un miglioramento della capacità del
cervello nel gestire le informazioni e quindi
delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, ritmo sonno-veglia). In un altro studio, condotto presso il Royal Victoria Hospital a Montreal, in Canada, si è scoperto che l’alga
Klamath provoca migrazione del 40% delle
cellule NK (anticorpi) dal sangue verso i tessuti
entro due ore dall’assunzione. Le cellule NK
svolgono un importante ruolo nell’ambito del
sistema immunitario in quanto individuano
ed eliminano le “cellule ammalate” a causa
di infezioni virali o alterazioni maligne.
m a r z o
duemilaquattordici
salute
“La schiena come l’albero di una barca, le
vele sono i muscoli ed il vento le emozioni”. Da
questa affermazione della dottoressa Viola,
possiamo capire come le emozioni sono una
grande componente dei nostri blocchi interiori e quanto incidono sui nostri muscoli, tanto da tirare e bloccare l’albero della barca, ovvero, la nostra schiena. Ed è proprio dal
benessere di quest’ultima che parte il metodo Bertelè, elaborato dalla Dottoressa Laura
Bertelè, specialista in terapia fisica e riabilitazione motoria. E’ un processo basato sui
principi del metodo della fisioterapista francese Françoise Mézières, di cui la Dottoressa Bertelè è stata allieva e collaboratrice.
Rientrata in Italia diffonde il metodo Bertelè
creando una vera e propria scuola a Merate
(Fondazione Apostolo), dove la dottoressa Orsola Viola si è specializzata per esercitare
questa tecnica.
Mézières, già nel 1947, ha osservato che
i muscoli posteriori del nostro corpo si comportano come un’unica catena muscolare, è
necessario pertanto allungare la muscolatura posteriore il cui accorciamento è causa di
tutti i disturbi dell’uomo. Inoltre, secondo
Mézières, i muscoli più che determinare il
movimento delle articolazioni ne sono i freni,
di conseguenza è necessario rendere i muscoli più elastici in modo da muovere l’articolazione.
“Il male non è mai là dove si manifesta”,
questo afferma la fisioterapista francese,
quindi bisogna lavorare sull’uomo nella sua
globalità psicofisica e quindi ogni dolore, deformazione, contrattura viene presa in considerazione come un sintomo di disagio, di
una sofferenza più profonda, in altre parole
di una difficoltà di relazione, di comunicazione della persona con se stessa e con
l’ambiente circostante.
La finalità del metodo è quella di allungare questi “elastici”, distendere i dorsali per tonificare i muscoli profondi anteriori e
ristabilire il giusto equilibrio dell’energia. Per-
15
L’importanza di riscoprire la postura corretta del corpo
La schiena, il nostro centro
Orsola Viola
Il Metodo Mézières per distendere i muscoli dorsali e liberare le emozioni
tanto correggere le nostre inadeguatezze significa correggere la nostra rigidità. Contemporaneamente, il metodo cerca di aiutare la persona a decodificare questo messaggio
che viene dal suo inconscio, accogliendolo
per arrivare alla soluzione del disagio.
Il metodo è particolarmente indicato per
tutte le persone che vogliono migliorare la loro postura, le loro capacità motorie, la forma
fisica, per tutti coloro che vogliono, in una parola, star meglio nel loro corpo. Per le persone che presentano problemi muscolari e articolari acuti (ad esempio tendiniti, esiti di
distorsioni, fratture, lussazioni, periartriti,
Dr.ssa Orsola Viola
Pedagogista Clinico - Psicosomatista
Terapista Rieducazione Posturale
(metodo Mézières-Bertelè)
Via C. Galiani, 26 - FOGGIA
Tel. 0881.744687
393.3613666- 3687490885
lombalgie, cervicalgie, sciatalgie, ernia del
disco) e cronici (artrosi, scoliosi, malattie reumatiche). E’ molto efficace anche per le malattie neurologiche (per esempio emiplegie, tetraparesi spastiche, aneurisma, ecc),
congenite e acquisite.
Per chi volesse entrare in contatto con il
metodo Mézières e con tutte le altre terapie
proposte (massaggio antistress, risveglio muscolare, counseling psico-pedagogico clinico, mediazione psicocorporea, ecc.) dalla dottoressa Viola, è possibile frequentare un’ora
di corso gratuitamente chiamando e prenotando presso il suo studio sito a Foggia in via
Celestino Galiani 26, 0881-744687.
Prenotati per partecipare gratuitamente
sia al corso di Ginnastica Estetica Psicocorporea Posturale (lunedì, mercoledì e venerdì), e sia ad un incontro di gruppo di Mediazione Psicocorporea (il prossimo si terrà il 25
marzo, ogni quindici giorni).
TERAPIE PROPOSTE
• Trattamento terapeutico Mézières-Bertelè
• Mediazione psicocorporea
• Risveglio muscolare
• Ginnastica estetica psicocorporea e posturale
• Counseling psico-pedagogico clinico
• Massaggio antistress
• Brain Gym
• Touch For Health
• Percorsi di gruppo secondo specifiche tematiche
www.violaorsola.com - violaorsola@yahoo.it - www.studiosphaera.it
16
m a r z o
duemilaquattordici
Problematica
sempre più diffusa,
porta i due
partner a vivere
la difficoltà
del percepirsi
come “coppia”
Con oggi si inaugura una
nuova rubrica dedicata alla sessualità, alle sue problematiche
e alle sue curiosità con la
dott.ssa Mariapia Conoscitore,
psicosessuologa che opera sui
territori di Manfredonia, Foggia
e Bari.
Con questo spazio desidero
offrire ai lettori una piacevole fonte di informazioni utili e corrette
sul sesso, una visione della sessualità scevra da tabù e false credenze ed anche un’opportunità in
più per riflettere sulla propria vita
sessuale, perché si è soliti chiedersi se il sesso lo si fa, ma no come lo si fa. In virtù di ciò, oggi de-
lui&lei
Promotion
Le tappe del percorso terapeutico di Giulia e Andrea
Un caso di “Matrimonio bianco”
sidero affrontare un argomento
poco conosciuto ma sempre più
diffuso: il “matrimonio bianco”.
Per quanto oggigiorno possa risultare improbabile, i casi di coppie che nel corso della loro storia
non riescono ad avere un rapporto sessuale completo (cioè con penetrazione vaginale) sono sempre
più frequenti. Tale problematica
porta i due partner ad una difficoltà nel percepirsi come “vera
coppia”, una frustrazione che vie-
ne vissuta in segreto per anni, nella speranza che qualcosa si risolvi
spontaneamente.
IL CASO DI GIULIA E ANDREA
Giulia e Andrea si recano al
mio studio un anno e mezzo fa. Sono sposati da 6 anni e non hanno
mai avuto rapporti sessuali completi perché Giulia afferma di provare un forte dolore al momento
della penetrazione. Cercano il mio
aiuto perché desiderano avere un
figlio. Durante la prima seduta i
coniugi rivelano che nei primi anni di matrimonio ci furono un certo numero di tentativi di penetrazione che sono però cessati del
tutto negli ultimi tre anni visti gli
insuccessi. Entrambi sono estremamente provati psicologicamente dalla situazione anche perché mai condivisa con parenti o
amici. La terapia prosegue tra momenti di sconforto ed altri di grande entusiasmo per i traguardi raggiunti. Gli intenti basilari del
sostegno psicosessuologico sono
stati quelli di far scoprire alla coppia il piacere sessuale offuscato
dai fallimenti, ed anche di riappropriarsi dell’intimità, snaturata
dal vivere gli incontri sessuali solo come occasioni utili al raggiungimento dell’obiettivo penetrazione. In prima battuta, però, è
stata necessaria l’estinzione del
vaginismo di Giulia. Tale lavoro
ha richiesto sedute individuali pri-
ma con la donna e poi con il marito, esercizi da eseguire singolarmente e poi in coppia (prime penetrazioni con un dito e
seguentemente con un dildo tramite, in entrambi i casi, l’ausilio di
un buon lubrificante a base d’acqua*). Oltre a ciò si è reso necessario il potenziamento dell’autostima ed “efficacia sessuale” ed
un training di competenze sessuali. Dopo 8 mesi di trattamento
Giulia e Andrea hanno avuto modo di “abitare il corpo dell’altro”
vivendo un pieno piacere ed ottenendo così, una vita sessuale sana. Attualmente la coppia sta vivendo una nuova avventura:
Giulia è al terzo mese di gravidanza.
Per consulenze inerenti problematiche di coppia inviare una
mail a marketing@6donna.com
* i coadiuvanti sessuali, come lubrificanti e sex toys, sono reperibili tramite www.sexangel.it
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COSTUME E SOCIETA’
HEROIDES Lettere di quotidiana (in)sofferenza
Due cuori e una capanna
La lotta tra i sessi nella scelta della casa dei sogni.
E il capitolo “arredamento” deve ancora iniziare…
Briseide ad Achille
“Se puoi sognarlo, puoi farlo!”. Fateci caso,
tutte le scelte - soprattutto quelle più importanti
della nostra vita - cominciano così: fantasticando. Ed è stato proprio così, in un qualsiasi pomeriggio di settembre scorso, che io e Adriano prendemmo, quasi senza accorgercene, la decisione
di comprare casa.
Iniziarono subito le prime ricerche di annunci immobiliari, e iniziarono subito le prime divergenze sulla metodologia di ricerca: lui leggendo
annunci in bella vista per la città, io consumando gli occhi dietro ad ogni rivista e portale web di
Foggia. Ormai li conosco tutti a memoria, e se facessero ancora “Scommettiamo che…?” farei certamente la mia porca figura! Nulla doveva sfuggirmi, e così mi convinsi che, a furia di cercare,
avrei sicuramente trovato la casa che desideravo al prezzo che volevo. Semplice no?
E invece, no. La verità è che mi trasformai in
una stalker di agenti immobiliari, con telefonate
alle sette meno cinque del mattino, perché ogni
momento era buono per chiedere informazioni o
per spulciare un annuncio. Sì, anche in bagno.
Ma torniamo a lui, dove l’avevamo lasciato?
Ah si, è ancora lì in macchina che legge un annuncio approfittando di un banalissimo semaforo rosso.
Capirete bene che per me da qui alla Guerra
dei Roses il passo sarebbe stato breve, quindi seguirono una serie di amabili frasi quali “a te non
te ne frega niente!”, che poi affinai con un più ta-
cio pescato dalla mamma di Adriano ci portò a
vedere un appartamento, e poi, su proposta dell’agente immobiliare, ci ritrovammo a visitare anche altri immobili. Sotto la voce “altri” trovammo la nostra, di casa. Abbiamo da poco stipulato
il rogito, ed ora comincia il capitolo “arredamento”. Lui ama lo stile moderno, io lo “shabby chic”,
ma ora ho imparato che non serve a nulla scalpitare per cercare di avere la meglio sugli eventi
della vita, e lascerò che tutto scorra secondo natura.
Insomma, ancora una volta avevi ragione tu,
mio caro, amatissimo Walt Disney.
gliente e sottile “a te non importa quanto me!”.
Ma anche qui la verità è un’altra. La verità è
che noi donne ci fissiamo e tutte, prima o poi, (io
prima) cediamo alla nostra componente uterina.
Se poi, di fianco, ci ritroviamo un degno rappresentante del genere maschile della serie “take it easy” - che nella mia fattispecie assomiglia
di più ad un “porgi l’altra guancia” - si rende il
tutto ancora più… come dire… interessante?
No, snervante! Visionammo circa una decina di appartamenti, lui senza palesare emozioni,
io innamorandomi di ogni casa vista e partorendo ogni genere di sproloquio atto a sostenere la validità delle mie scelte.
Alla fine trovammo casa per caso: un annun-
Che Ovidio ci perdoni, se abbiamo
impunemente preso in prestito il titolo della sua raccolta di epistole per
questa nuova rubrica di 6Donna.
Ma anche sulle colonne di questo
magazine - oggi come allora - le “Heroides” rappresentano una raccolta
di lettere aventi come oggetto sfoghi e
lamentele del sesso femminile, in pena (nel nostro caso benevolmente) a
causa dei propri uomini.
Su ogni numero, dunque, una eroina moderna – sia essa una lettrice o
una nostra redattrice - racconterà
piccole e grandi (in)sofferenze tratte dalla quotidianità. Con ironia e un
pizzico di pepe!
“Stanza Rosa”
L’iniziativa parte da Cerignola, ma segue e si accompagna
idealmente all’attivazione degli
Sportelli di Ascolto per le donne
vittime di violenza attivati dalla
ASL FG. Stiamo
parlando della
“Stanza Rosa”,
inaugurata lo
scorso 8 marzo data simbolica - all’Ospedale
“Tatarella”. Si tratta del punto di
partenza di un percorso riservato
alle vittime di violenza, identificate con un codice rosa (che si affiancherà a quelli già in uso presso i Pronto Soccorso): non solo
donne, ma anche tutti quei soggetti esposti a rischio di abuso e
violenza come minori, anziani,
disabili, omosessuali, immigrati.
La vittima riceverà, all’interno di questo spazio protetto, adeguata assistenza medica, psicologica, sociale, legale da parte di
un pool di specialisti debitamente formati. Qui saranno offerte cure dal punto di vista fisico e psicologico e informazioni sotto il
profilo giuridico, nel fondamentale rispetto della riservatezza.
“Si tratta - ha dichiarato il direttore Generale della ASL FG Attilio Manfrini - di una vera rivoluzione culturale che abbiamo
deciso di mutuare dal modello già
diffuso in Toscana. La mia speranza è che, grazie a questo percorso, si riesca a far emergere
quei casi di violenza che altrimenti rimarrebbero sommersi”.
m a r z o
duemilaquattordici
LOGOPEDISTA
Il leitmotiv di quest’anno è il bilinguismo
DI MARIA FRANCESCA
DI MICHELE
“Per tutte le lingue del mondo”
Il 6 marzo si è celebrata la Giornata europea della logopedia
Come ogni anno, i logopedisti
di tutta Europa celebrano il 6 marzo la giornata che unisce i professionisti di tutti i Paesi. Ogni volta
viene presentato un tema diverso,
quello di quest’anno è il bilinguismo. Argomento molto interessante dato che l’Italia sta diventando
sempre più un paese dove il fenomeno dell’immigrazione sta portando a cifre significative gli interventi in ambito sanitario e
riabilitativo. In alcuni casi il bilinguismo può essere responsabile di
difficoltà e ritardi nello sviluppo del
linguaggio.
La Federazione Logopedisti Italiani offre nel proprio sito (www.fili.it), materiale utile in tutte le lingue più parlate del nostro paese,
affinché tutti abbiano una risposta
ai problemi che insorgono in con-
testi multilinguistici. In questo articolo riporto alcuni punti fondamentali citati nelle linee guida presenti nel sito della FLI. Partendo dal
presupposto che ogni bilinguismo
è diverso dall’altro, a seconda delle
lingue coinvolte e delle modalità di
acquisizione delle lingue, il logopedista dopo aver tracciato la storia clinica del bambino e dopo averlo valutato, a meno che non lo
ritenga assolutamente necessario
(ad esempio, un grave deficit di
comprensione del bambino o una
grave compromissione cognitiva)
non chiede ai genitori di smettere
di parlare la loro lingua madre, in
alcuni casi però può ritenere opportuno ridurre “momentaneamente” l’ambiente del bambino ad
un ambiente monolingue.
Il terapista stabilisce una relazione di cooperazione con i genitori, aiutando loro a disporre di tutte le
risorse disponibili (babysitter straniere, asili internazionali, centri ricreativi bilingui, aiuta i genitori a
riorganizzare l’ambiente linguistico del bambino, attraverso consigli
di “igiene linguistica” e un bilanciamento dell’input nelle varie lingue).
La terapia può essere “diretta”,
basata cioè sull’interazione terapista-bambino, o “indiretta”, effet-
tuata attraverso i parenti, gli insegnanti o i caregiver. Solitamente,
fatta eccezione per i casi meno gravi, si consiglia una combinazione di
entrambe le modalità. La ricerca dice che la situazione ideale sarebbe
poter offrire al bambino un trattamento specifico in tutte le lingue da
lui conosciute.
Se questo non è possibile si consiglia una terapia nella sua lingua
dominante o nella lingua della scolarizzazione. Tuttavia, dato che non
si tratta di una difficoltà linguistica
specifica ma di un deficit della più
Rigonfiamento sospetto ai lati dell’inguine
Per i vostri quesiti:
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generale facoltà di linguaggio, l’intervento anche in una sola lingua,
se ben strutturato e organizzato,
porterà a miglioramenti che verranno generalizzati, poi, a entrambi i sistemi linguistici (Restrepo,
2005). L’importante è ricordarsi che
essere bilingue non è esclusivamente un rischio ma più che altro
un’opportunità, e il successo dell’apprendimento della seconda lingua dipende dalla qualità della prima lingua. Per avere maggiori
informazioni puoi rivolgerti allo
specialista o al logopedista.
CHIRURGO PEDIATRICO
DI MARIA NOBILI
Ernia inguinale in età pediatrica
Si manifesta con fastidio o dolore durante l’esercizio fisico
Va asportata chirurgicamente, ma la ripresa immediata
L’ernia inguinale è una condizione in cui il grasso intra-addominale o una parte dell’intestino tenue, chiamato anche il piccolo
intestino, si insinua attraverso un
punto debole nella parte inferiore
dei muscoli addominali e si evidenzia a livello della regione inguinale, con comparsa un rigonfiamento tra l’addome e le cosce.
Si può presentare su uno o entrambi i lati dell’inguine, può insorgere in qualsiasi momento dalla nascita fino all’età adulta, molto
più comune nei maschi che nelle
femmine ed è più frequente sul lato destro. Le ernie inguinali tendono ad aumentare di volume con il
passare del tempo.
Ernia inguinale indiretta: è
congenita, più comune nei maschi
a causa del tipo di sviluppo nel
grembo materno: in un feto di sesso
maschile il funicolo spermatico ed i
testicoli, partendo da una posizione intra-addominale, scendono attraverso il canale inguinale nello
scroto (la sacca che conterrà i testicoli). A volte l’ingresso del canale
inguinale non si chiude correttamente, lasciando una parte di tessuto particolarmente debole nella
parete addominale. Segmenti di in-
testino tenue scivolano attraverso
la debolezza all’interno del canale
inguinale provocando un’ernia. Nel
sesso femminile l’ernia è causata
dallo scivolamento di una porzione
di un organo del
sistema genitourinario (il più
delle volte l’ovaio), oppure del
piccolo intestino
attraverso una
debolezza nella
parete addominale.
Le ernie indirette sono il tipo più comune
di ernia inguinale. I neonati prematuri sono particolarmente soggetti ad ernia inguinale indiretta
perché c’è meno tempo perché il
canale inguinale si chiuda.
Ernia inguinale diretta: è causata da un indebolimento dei muscoli addominali (si verifica solo nei
maschi). L’ernia coinvolge parti di
grasso endoaddominale (epiploon)
o di intestino tenue che trovano
spazio attraverso i deboli muscoli
dell’inguine. Un’ernia diretta si sviluppa progressivamente a causa
del continuo stress sui muscoli, uno
o più dei seguenti fattori possono
causare pressione sui muscoli addominali e peggiorare l’ernia: improvvise torsioni, strappi muscolari, sollevamento di oggetti pesanti,
stitichezza,
aumento di
peso, tosse
cronica. Questa però è un
tipo di ernia
che colpisce
più i ragazzi
al di sopra dei
14 anni.
Sintomatologia: un
piccolo rigonfiamento in uno o entrambi i lati
dell’inguine che scompaiono quando si sta sdraiati; nei maschi si può
presentare come un gonfiore che
arriva allo scroto; si associa fastidio
o dolore durante l’esercizio fisico.
Migliora stando a riposo; a volte ci
può essere senso di debolezza o di
pressione all’inguine.
Se l’ernia non viene diagnosticata o viene trascurata si può complicare presentandosi in maniera
acuta.
Ernie inguinali strozzate ed incarcerate: L’ernia inguinale incar-
Per i vostri quesiti:
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cerata è un’ernia che si blocca all’inguine o nello scroto e non può
essere riportata nell’addome.
Un’ernia incarcerata è caratterizzata da gonfiore e può portare a
un’ernia strozzata che richiede attenzione medica immediata.
I sintomi di un’ernia strozzata
sono: debolezza e arrossamento
nella zona del rigonfiamento, improvviso dolore che peggiora in un
breve periodo di tempo, si può associare vomito, occlusione intestinale, aumento dei battiti cardiaci,
a volte febbre.
Diagnosi: è sufficiente un’approfondita anamnesi ed una visita
medica accurata che evidenzia la
tumefazione (il bambino si fa tossire, salire e scendere un gradino,
correre o eseguire uno sforzo fisico). Cura: è chirurgica, in anestesia
totale o caudale(nei neonati e lattanti). Con una piccola incisione inguinale si asporta l’ernia (rimettendo in addome l’eventuale ovaio
nelle femminucce o l’intestino nei
maschietti) e si completa l’intervento con una sutura estetica.
Le complicanze sono rarissime,
la degenza è di un giorno e la ripresa immediata. Rara anche la recidiva dell’ernia.
17
in poche
parole
Diversabilità
stessi diritti
Aiutare i bambini autistici
ad uscire dal guscio. E’ questo
lo spirito della giornata “Diverse abilità uguale modo di divertirsi e giocare, stessi diritti”
organizzata a Foggia, il prossimo 30 marzo, al Mirage Village, in via Tratturo Camporeale per la Giornata mondiale
dell’autismo.
“A molti bambini con autismo viene negata la possibilità di frequentare un posto pubblico come quello di una
piscina, di una palestra o di una
ludoteca”, spiegano gli organizzatori. “Vogliamo invece dimostrare che l’integrazione è
possibile, che basta avere personale specializzato per permettere ad ogni bambino di poter esercitare i suoi diritti
fondamentali come quelli dell’uguaglianza e del gioco”.
Inoltre, a partire dalle 10, verranno offerte prove gratuite
della Terapia multisistemica in
acqua (Tma), metodologia frutto di 20 anni di esperienze pratiche, con persone affette da
autismo.
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria. Info:
349.2591284
La spesa?
Su internet
In controtendenza alla crisi
cresce del 18% la spesa on line
degli italiani che, nel 2013, hanno acquistato in rete prodotti alimentari e bevande per un importo di 132 milioni.
E’ quanto emerge da una
analisi della Coldiretti sulla base
di uno studio Agriventure/Campagna Amica dal quale si evidenziano grandi prospettive di
crescita per il commercio alimentare su internet.
I dati di mercato mettono in
evidenza che in Italia solo il 9%
degli utenti che fanno acquisti
su internet comprano in ambito
alimentare con un peso sul fatturato complessivo e-commerce
intorno all’1,2% (la percentuale
più bassa nell’Unione Europea).
Il potenziale di crescita per il
cibo in Italia è quindi enorme
con oltre il 29% degli italiani che
dichiara comunque di fare ricerche sul web per confrontare
prezzi e caratteristiche dei cibi,
secondo l’analisi Coldiretti/Censis. A frenare la vendita di alimentari on line sono soprattutto
la deperibilità dei prodotti e le
preoccupazioni per le caratteristiche qualitative.
In questo contesto però un
vero boom si sta registrando per
le prenotazioni on line per acquisti di prossimità anche direttamente dal produttore a “chilometro zero”, che consentono di
verificare direttamente le condizioni di produzione.
Irma Mecca
18
m a r z o
duemilaquattordici
in poche
parole
A proposito
di lievito...
Il segreto dei pani tipici italiani, da quello di Altamura alla
‘Coppia ferrarese’, sta nella biodiversità dei lieviti naturali utilizzati per la produzione. Lo afferma uno studio coordinato da
Marco Gobbetti dell’Università
di Bari, pubblicato da Applied
and Environmental Microbiology, che prelude anche alla formazione della prima ‘biblioteca’
dei lieviti italiani.
“Il pane può essere prodotto
con lievito chimico, con lievito di
birra o con lievito naturale – spiega Gobbetti – noi abbiamo analizzato 19 pani tipici italiani, andando a verificare quali e quanti
tipi di microrganismi contenevano i loro lieviti”.
Lo studio, evidenziato su
blizquotidiano.it, ha svelato che
ogni tipo di pane ha la sua ‘flora’
di batteri lattici e lieviti, di cui varia sia il rapporto che i ceppi, che
per i batteri possono essere fino a
17 diversi. “E’ proprio questa biodiversità a dare al pane le caratteristiche principali, dal gusto alla consistenza alla conservabilità
– spiega l’esperto – mentre i pani
fatti con lievito chimico o con
quello di birra non possono raggiungere questi livelli di complessità. Nessun pane tipico può
essere fatto senza lievito naturale”. Lo studio servirà anche a costruire la prima banca dati dei
lieviti, conferma Gobbetti, in modo che queste informazioni restino a disposizione e non vengano
perdute.
Con
la
trasformazione delle molecole
organiche complesse in molecole più semplici ad opera dei microrganismi all’interno del lievito, viene garantita una migliore
digeribilità del prodotto e una
conservazione molto lunga, senza ricorrere all’utilizzo di conservanti. I prodotti da forno ottenuti con la pasta madre hanno
inoltre mostrato anche di procurare vantaggi per la salute. Le
molecole di glutine, che nei prodotti da forno lievitati con lievito
di birra sono esposte e quindi
vanno più facilmente a interagire con le cellule intestinali, nei
prodotti di pasta madre si trovano racchiuse nell’impasto, e gli
studi dimostrano che il consumo
abitudinario di prodotti ottenuti
con questo tipo di lievitazione
permette di ridurre il rischio di
sviluppare la celiachia nei soggetti predisposti. Inoltre, il picco
glicemico che si ha dopo aver
mangiato prodotti lievitati con
pasta madre è più basso di quello che si ha dopo aver mangiato
prodotti ottenuti con lievito di
birra, e questo più aiutare a mantenere sotto controllo i livelli di
glicemia.
Irma Mecca
MEDICO CAV
Ftalati e Nonilfenoli: sostanze killer
Un mondo a colori… tossici
E’ di questi giorni la notizia del sequestro di
colori fluorescenti altamente tossici e il Centro
Antiveleni contribuisce a lanciarne l’allarme. Infatti, sempre più spesso, pervengono consulenze tossicologiche riguardanti bambini che, involontariamente, mettono pastelli, matite,
pennarelli, gomme per cancellare, giocattoli di
plastica in bocca e le mamme si preoccupano per
quello che potrebbe succedere.
Quando dobbiamo preoccuparci?
Prodotti provenienti dalla Cina, in questo caso matitoni, sono stati sequestrati dalla Guardia
di Finanza di Trento perché ritenuti pericolosi
per la presenza di un composto chimico denominato di-2-etilesilftalato (DEHP) sulla superficie esterna. Tale composto viene usato addizionato al PVC per rendere i materiali più morbidi
ed usato in diversi prodotti di origine industriale, quali materiale plastico, inchiostri, vernici e
smalti per unghie. Il DEHP è inserito nell’elenco
delle sostanze estremamente preoccupanti, al
bando da Febbraio 2015, attualmente ancora
presente. Pertanto, al momento dell’acquisto di
pastelli, penne, pennarelli ed evidenziatori bisogna prestare particolare attenzione. Osservate attentamente il marchio C E presente sui diversi prodotti acquistati. Tutti i prodotti che
provengono dalla Cina sembra che abbiano il
marchio di conformità, ma attenzione allo spazio
tra le due lettere: CE sta per China Export, C E
per Comunità Europea.
Il più delle volte si trascurano questi dettagli,
vuoi per la fretta,vuoi per il costo, ma questi simboli meritano la nostra attenzione al fine della
sicurezza del prodotto acquistato e quindi della
eventuale pericolosità delle sostanze chimiche
presenti. Prevalentemente negli articoli di ori-
DI ANNA LEPORE
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Imparare a leggere i simboli sulle etichette
per riconoscere (ed evitare) i prodotti nocivi
Carnevale, nei giochi di spiaggia. Ftalati, Nonilfenolo, sono solo alcuni dei nomi di sostanze
chimiche considerate molto tossiche e pericolose per la salute.
gine cinese vi è la presenza di ftalati che hanno
un effetto simile ad un ormone estrogenante:
possono causare ritardi nello sviluppo mentale
dei bambini, problemi all’apparato riproduttivo maschile, danni agli
organi interni (fegato, reni, polmoni) ed avere effetti cancerogeni.
Il loro utilizzo non è consentito a
concentrazioni superiori allo 0,1%
né nei giocattoli e nemmeno negli
articoli destinati all’infanzia. Sono
presenti anche nelle maschere di
L’importanza della prevenzione
Allora come difendere i bambini (e non solo
loro)?
Possiamo iniziare con il ridurre la presenza di
queste sostanze nelle nostre case. Come? Utilizziamo prodotti naturali come il legno e la bioplastica, anche per i giocattoli; scegliamo mobili e accessori in legno naturale, non trattato, non
rivestito di plastiche melanimiche o simili e proteggiamoli con prodotti che non contengano prodotti pericolosi alla salute.
Ancora, utilizziamo la cera d’api per proteggere i mobili e per i pavimenti utilizziamo
prodotti di pulizia non tossici; Arieggiamo spesso casa, tenendo aperte le finestre anche d’inverno e riduciamo al minimo l’utilizzo di prodotti
di plastica. Torniamo ad utilizzare il vetro, la ceramica, il legno, il bambù, la stoffa magari anche per giocattoli dei bambini. L’impegno costante del Centro Antiveleni di Foggia consiste
in un continuo lavoro di ricerca. Consigliamo sempre di comunicare con noi
per mezzo di una semplice
telefonata se abbiamo
dubbi o incertezze: in tal
maniera possiamo aiutarvi ad eliminare o limitare i
danni.
DENTISTA
Si può morire per un ascesso?
Il caso della giovane
palermitana,
deceduta per shock
settico polmonare
“Non ha soldi per il dentista, muore per un
ascesso”: così l’Ansa titola l’articolo che racconta
la tristissima vicenda di Gaetana Priolo, diciottenne palermitana morta, come riportano le cronache, a causa di uno shock settico polmonare,
complicanza di un ascesso dentario.
Innanzitutto bisogna definire chiaramente
di cosa si è trattato: un ascesso dentario è una
raccolta purulenta formata da plasma, proteine,
cellule epiteliali, cellule immunitarie degenerate, enzimi proteolitici e batteri in una cavità
neo-formata, causato da un’infezione originatasi dai denti.
Una volta formatosi, se non si interviene con
una cura medica adeguata, esso tende a farsi
strada seguendo vie preferenziali: nella sottomucosa o nel sottocute, lungo il decorso dei nervi, tra le fasce muscolari, nelle logge. Quindi, se
viene trascurato, non restando circoscritto, può
arrivare in altri distretti corporei (cervello, collo,
circolo ematico, polmoni) e causare complicanze.
Nel caso della giovane - con la dovuta cautela che è d’obbligo non essendo stati pubblicati tutti i dati che consentirebbero di fare valutazioni obiettive - è plausibile che nei giorni
precedenti il decesso, si fossero manifestati campanelli d’allarme iniziali (gonfiore, dolore etc.).
Pertanto, questo tragico fatto di cronaca, ci fa ri-
DI VALENTINA LA RICCIA
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flettere ancora una volta sulla massima importanza che rivestono le visite odontoiatriche di
controllo, ogni sei mesi e ogniqualvolta vi sia un
dubbio relativo allo stato di salute della propria
bocca.
Il titolo dell’articolo dell’Ansa pone l’accento sulla questione economica, sottolineando il
fatto che la ragazza abbia trascurato il suo problema perché non aveva denaro a sufficienza
per le cure odontoiatriche. È importante non permettere che passino messaggi fuorvianti: innanzitutto non bisogna dimenticare che esiste
l’odontoiatria pubblica in ospedali, Asl e cliniche convenzionate, per cui il costo dell’odontoiatria non può essere il motivo che induce i pazienti a trascurare la salute orale. Per quanto
riguarda l’odontoiatria privata, invece, ogni professionista formula il suo listino in base ai costi di
gestione del suo studio: in generale, si impongono i prezzi minimi necessari per mantenere
invariata la qualità del proprio lavoro.
È bene far sapere che diversi odontoiatri in
tutta Italia ed anche nella nostra città, nonostante lavorino privatamente e sostengano quindi loro soli tutte le spese di gestione, visitano gratuitamente in occasione dei “mesi della
prevenzione” (maggio/giugno e ottobre), spesso scelgono di praticare le prime visite abitualmente gratis e adottano agevolazioni finanziarie
con l’intento di incentivare i pazienti a prestare
attenzione alla loro salute, al fine di praticare
l’odontoiatria preventiva e sociale.
I professionisti che rispettano l’etica medica, non possono pubblicizzare direttamente i costi che impongono o le agevolazioni che adottano, dato che il codice deontologico degli
odontoiatri vieta giustamente di fare tale tipo di
pubblicità, eppure alcuni colleghi infrangono
regolarmente questo divieto, pubblicizzando listini o promozioni su volantini, cartelloni, siti internet, giornali e tv, come se stessero vendendo
una merce in saldo e non cure mediche. Personalmente credo che auto-proclamarsi medici
bravi o dai listini più bassi, non abbia alcun valore aggiunto; a mio parere, la migliore forma di
pubblicità che esista per un medico è solo quella dei suoi pazienti, soddisfatti sotto ogni punto
di vista: professionale, umano ed economico.
m a r z o
duemilaquattordici
Il noleggio di vetture nei paesi UE
MOVIMENTO CONSUMATORI
DI ROSANGELA LORISO
Guidare in Europa
Cosa c’è da sapere per evitare spiacevoli sorprese
tra addebiti non previsti e clausole abusive di contratto
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Tra i molteplici diritti di cui noi
godiamo in quanto cittadini di un
paese dell’Unione Europea, c’è anche quello di poter noleggiare un
autoveicolo in un altro Stato membro
dell’UE, semplicemente presentando all’agenzia di noleggio la patente di guida rilasciata nel paese di residenza.
Sebbene il settore dell’autonoleggio non sia espressamente regolamentato a livello europeo, i singoli
contratti di autonoleggio di solito includono alcune condizioni standard, a partire dall’età minima e
massima stabilita per poter noleggiare e guidare un’auto che è generalmente di 18/20 quella minima, di
65/70 quella massima.
L’agenzia di noleggio, inoltre,
richiede una carta di credito in corso di validità intestata al guidatore al
momento del ritiro quale forma di
deposito cauzionale. Nel caso, infatti, di eventuali danni al veicolo è
previsto un addebito sulla carta di
credito.
Quando si noleggia un’auto, è
importante leggere con attenzione
il contratto e acquisire tutte le informazioni in particolare quelle sulle
garanzie assicurative. Questo anche al fine di decidere se ampliare
il pacchetto assicurativo base previsto.
Nel contratto di noleggio
l’agenzia non può e non deve inserire clausole abusive, come ad
esempio una
che respinge
ogni responsabilità
della
stessa agenzia
in caso di incidente causato
da un difetto
dell’autoveicolo o da una sua cattiva manutenzione. Le clausole abusive sono illegali in qualsiasi Stato membro
dell’Unione e pertanto non possono
essere fatte valere nei confronti dei
consumatori.
Ma vediamo ora quali sono le
problematiche che più di frequente si verificano in caso di noleggio
di un’autovettura.
Nel settore dell’autonoleggio
capita spesso che il consumatore incappi in situazioni spiacevoli prima
della riconsegna del veicolo (furto,
danneggiamento, sinistro), ma è
possibile che avvenimenti altrettanto sgradevoli accadano dopo il
termine del noleggio.
In particolar modo può capitare
che il consumatore si trovi, mesi dopo il noleggio, addebiti sulla carta
di credito lasciata in garanzia, somme trattenute come corrispettivo di
riparazione di danni al veicolo, per
gestione amministrativa di
incidenti
o
multe, quota
per
veicolo
consegnato
senza il previsto pieno di
benzina o privo di documentazione.
Per evitare che ciò possa accadere è bene che il consumatore
adotti semplici ma accorti comportamenti.
Vediamo quali. Innanzitutto è
fondamentale accertarsi che l’operatore riporti sul prospetto di stato
del veicolo le condizioni del veicolo
in maniera corretta ed esaustiva, onde evitare l’addebito sul noleggiatore di costi per la riparazione di
danni preesistenti. E’ necessario verificare le dotazioni del veicolo (ruota di scorta, triangolo, attrezzature)
e la documentazione obbligatoria
(libretto, assicurazione), onde evitare problemi durante la circolazione o l’addebito, all’atto della ricon-
Cellulari e tasse, una interpretazione della norma
Colpo di coda del Governo
L’imposta di concessione governativa è legittima.
Non si escludono azioni a favore dei consumatori
La tassa di concessione governativa sui cellulari, con contratti di
servizio in abbonamento, è dovuta.
Questo l’ultimo tassello con il quale
il Governo ha cercato di porre fine
ad una lunga e discussa vicenda
che, per anni, ha visto le associazioni dei consumatori e i singoli utilizzatori di telefonia mobile alla ricerca di un’interpretazione del vecchio
dettato normativo che, non solo portasse al risparmio del tributo, ma
desse anche l’opportunità di richiedere il rimborso di quanto già versato.
Il perché di una simile richiesta
deriva proprio dalla confusione generata in materia dai diversi interventi normativi che si sono susseguiti nel tempo in modo disorganico.
La prima norma di riferimento è, infatti, da individuarsi nell’art. 21 della tariffa allegata al D.p.r. 641/1972
riguardante il tema delle concessioni governative. In particolare detto
articolo prevede l’applicazione
mensile di una somma, pari ad €
5,16 per le utenze residenziali ed €
12,91 per quelle business o di persone giuridiche, sulla licenza o sul
documento sostitutivo per l’impiego di apparecchiature terminali per
il servizio radiomobile terrestre di
comunicazione. Successivamente
l’art. 3 del D.M. n. 33/1990, contenente il “Regolamento concernente il servizio pubblico terrestre di comunicazione” ha espressamente
equiparato “a tutti gli effetti”, e
quindi anche ai fini fiscali, il contratto di abbonamento con il gestore di telefonia mobile alla licenza di
stazione radio.
Di conseguenza la tassa di concessione sui telefoni cellulari trovava il suo presupposto impositivo nella “licenza di stazione radio”
prevista
dall’art. 318
del D.p.r.
156/1973.
Tu t t a v i a ,
l’introduzione nel
nostro sistema del
“Codice
delle comunicazioni elettroniche”,
avvenuta ad opera del D.lgs.
259/2003, ha sostituito il regime di
concessione governativa con il regime concorrenziale e abrogato il citato art. 318 del D.p.r. 156/1973. In
conseguenza di ciò, non solo i singoli consumatori ma anche molti
Comuni hanno proposto ricorso alle
Commissioni Tributarie ottenendo
diverse pronunce favorevoli. Tra le
varie si ricorda la sentenza n. 9/2012
con la quale la C.T.P. di Treviso ha
statuito la non debenza del tributo
e aperto uno spiraglio per ottenere il
rimborso delle somme già versate.
Ma coeva a questa pronuncia è stata la Risoluzione n. 9/E con la quale
l’Agenzia delle Entrate ha precisato
che il contratto di
abbonamento rappresenta titolo giuridico che permette
all’utente di utilizzare il sistema di
telefonia mobile. Questo giustifica
l’applicazione del tributo.
La stessa Cassazione, inoltre, si
è più volte pronunciata a favore dell’Agenzia delle Entrate fino a quando, però, con ordinanza n. 12056 del
2013, i Giudici del Supremo consesso hanno iniziato a mettere in di-
segna, di costi dovuti alla loro mancanza. Ancora, è importante leggere attentamente tutte le condizioni
del contratto e dell’assicurazione,
richiedendo, se necessario, eventuali chiarimenti e pretendere, all’atto della riconsegna che l’integrità del veicolo venga subito accertata
da un operatore, nonché attestata
da controfirma sulla propria copia
del contratto. Una volta verificata
l’integrità del veicolo, controllare
che la pre-autorizzazione ad eventuali addebiti sulla propria carta di
credito sia stata cancellata.
In caso di sinistro e/o danneggiamento durante il periodo di noleggio, invece è importante descrivere l’accaduto con la massima
precisione e sottoscrivere solo documenti di cui si condivide totalmente il contenuto. Questo al fine
di evitare di essere obbligati a firmare un’ammissione di colpa integrale o a dover versare somme aggiuntive al massimale di garanzia
al momento della riconsegna del
veicolo. In caso di problemi di qualunque tipo è bene chiedere sempre l’intervento delle forze dell’ordine, esigendo la verbalizzazione
delle proprie dichiarazioni e la riconsegna dei documenti personali.
AVVOCATO
DI ROSANNA
DI FRANCESCO
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scussione tale orientamento. Secondo i giudici di legittimità, infatti,
la tassa sulle concessioni governative si applica alle stazioni radio elettriche ma non ai terminali per il servizio radiomobile terrestre di
comunicazione, ossia i telefonini, in
quanto esiste tra i due sistemi una
profonda differenza sostanziale.
Quindi, al fine di risolvere il dubbio
interpretativo della norma, la questione è stata rimessa alle Sezioni
Unite. Ma proprio nell’attesa di ricevere la pronuncia che potesse finalmente fare chiarezza sul tema, il
Governo, forse anche per esigenze di
finanza pubblica - le somme da restituire sarebbero state di circa 2,4
miliardi di euro - ha introdotto, all’interno del Decreto Legge n. 4 del
28 gennaio 2014 riguardante la “voluntary disclosure”, una norma di
interpretazione autentica, valida
quindi anche per il passato, in virtù
della quale per stazione radio elettriche si intendono anche i terminali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione, ossia
i contratti in abbonamento per la telefonia mobile. La tassa di concessione governativa è quindi legittima? Al momento la risposta sembra
affermativa ma non sono da escludere nuovi scenari che potranno invertire la rotta in favore dei consumatori.
19
in poche
parole
Partorire
senza dolore
Quasi 3 ore in più, ma a partorire senza dolore si conserva un
ricordo migliore e più nitido dell’esperienza. Fino a oggi era noto che ricorrere all’anestesia epidurale aumenta il tempo
necessario per mettere al mondo
un bambino. Ma una nuova ricerca suggerisce che questa opzione medica può prolungare il
travaglio molto più di quanto si
pensava fino a oggi.
Secondo quanto riportato
sulla rivista Obstetrics and Gynaecology e sul sito de La Stampa,
gli esperti dell’Università della
California a San Francisco (Usa)
sostengono che l’analgesia “dalla vita in giù” può ritardare fino
a tre ore il parto.
Generalmente i medici avvertono le donne che ricevono
l’epidurale del “ritardo” nel parto di circa un’ora, rispetto a quando non si ricorre a questa metodica. Ciò accade perché la donna
ha più difficoltà ad avvertire le
contrazioni e a spingere efficacemente a causa dell’intorpidimento provocato dall’anestesia
stessa. “L’allungamento della durata del secondo stadio del parto
con epidurale è già documentato in diversi studi, ma non è affatto detto che sia un aspetto deleterio né è associato a rischi per
il nascituro”, spiega Maria Grazia Frigo, Responsabile Unità
Operativa Semplice di Anestesia
e Rianimazione in Ostetricia del
Fatebenefratelli di Roma.
“In Italia l’epidurale viene
usata troppo poco, ma le donne
restano soddisfatte della scelta di
partorire senza dolore e conservano un ricordo migliore e più nitido dell’esperienza”, sostiene
Frigo che ha svolto un’indagine
su un campione di oltre mille
donne. Il problema resta invece
il fatto che in Italia l’epidurale è
ancora un diritto negato: solo il
16-18% di parti indolore viene
erogato gratis in struttura pubblica.
Secondo il Rapporto di Cittadinanzattiva sul federalismo sanitario, per le future mamme l’accesso al parto indolore è garantito
nel 100% delle strutture solo in
Valle d’Aosta e in Friuli Venezia
Giulia (all’estremo opposto il Molise dove nessuna struttura fornisce il servizio). E ancora più variegata è la copertura gratuita e
h24 del servizio di analgesia con
epidurale: al Nord sono le strutture più grandi (con oltre 1000
parti l’anno), al Sud questo solo
nelle strutture piccole, Veneto e
Friuli le più virtuose.
Irma Mecca
20
m a r z o
duemilaquattordici
in poche
parole
Bimbi e
animali
tutta salute
Condividere la casa con un
animale domestico stimola il sistema immunitario nei bambini.
A dichiararlo un recente studio
su bimbi finlandesi, effettuato
durante il primo anno di vita,
compiuto da ricercatori secondo
i quali sporco e microbi sembrerebbero difenderci da molte allergie, allontanando le infezioni
alle alte vie respiratorie.
La ricerca pubblicata su Pediatrics e riportata sul portale di
medicina del sito ilcambiamento.it, conferma anche che un ambiente troppo pulito non è un
luogo ideale per i piccoli e condividere la casa con un cane o un
gatto può stimolare le difese immunitarie.
I ricercatori europei hanno
monitorato la salute di 397 bambini finlandesi i cui genitori dovevano annotare se i bambini
presentavano muco nel naso, se
soffrivano di otiti, se avevano la
gola arrossata, il sintomo della
tosse o altre patologie legate all’apparato respiratorio e ovviamente dovevano anche scrivere
l’eventuale somministrazione di
antibiotici.
Dalla ricerca è emerso che i
bimbi che vivono con i cani e i
gatti sono più in salute rispetto
ai bambini che non ne posseggono. La spiegazione fornita dai
ricercatori è che gli animali che
hanno passato più tempo all’aria
aperta hanno portato più sporco
nelle case concedendo ai bambini l’opportunità di stare più a
stretto contatto con esso. La continua esposizione ha permesso al
loro sistema immunitario di svilupparsi più velocemente di
quanto normalmente si svilupperebbe.
“Fino ad ora gli studi per verificare quanto gli animali domestici influenzano la salute
umana sono stati concentrati sulle allergie e non sulle malattie”,
ha dichiarato l’attuale presidente del Dipartimento di Pediatria
presso il Saint John’s Hospital a
Santa Monica, la Dr. Danelle Fisher, che non era coinvolta nella
ricerca.
“È chiaro - ha continuato la
Fisher - che il continuo contatto
con gli animali domestici nei primi mesi di vita riesce a stimolare il sistema immunitario nella
lotta contro le infezioni”. Inoltre
nelle case in cui sono presenti cani vi sono delle polveri che sembrano proteggere i neonati dal
Virus Respiratorio Sinciziale
(VRS), il virus stagionale responsabile di numerose affezioni delle vie aeree del bambino e
secondo la ricerca esiste una
stretta correlazione tra l’infezione da VRS e l’asma infantile.
Irma Mecca
E’ uno dei quesiti più ricorrenti nei patronati
50&PIÙ ENASCO
Pensione e invalidità:
tempi, modi e ‘finestre’
Sono una lavoratrice dipendente di 54 anni riconosciuta
invalida civile al 100% dal
2008. Nell’ottobre 2012 ho inoltrato all’Inps la domanda di
pensione di inabilità al lavoro
che non è stata accettata ma mi
è stato riconosciuto, in subordine, l’assegno ordinario di invalidità categoria IO, rinnovabile ogni tre anni. Quali
prospettive ho di poter accedere al pensionamento?
L’assegno ordinario di invalidità (da non confondere con la pensione di invalidità civile) è trasformato d’ufficio in pensione di
vecchiaia al compimento dell’età
pensionabile prevista dalla legge
Monti – Fornero. Tuttavia, i titolari di
assegno ordinario di invalidità a carico del Fondo Pensione Lavoratori
Dipendenti (Categoria IO), come
nel suo caso, possono richiederne
in anticipo la trasformazione qualora ricorrano determinati requisiti
sanitari.
Il decreto legislativo 503/92 prevede, infatti, la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia anticipata al compimento del 55 anno
di età, se donne, o al 60 anni di età,
se uomini, in presenza di un’invali-
DI FLOREDANA ARNÒ
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Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità,
le perplessità di una lavoratrice dipendente
dità non inferiore all’80%. La legge
di riforma del 2011, non ha modificato quanto disposto dalla precedente norma (decreto legislativo
503/92), tutelando i
soggetti invalidi dall’innalzamento
ai
nuovi e più elevati limiti di età. Ciononostante, anche tale prestazione pensionistica
è legata al meccanismo delle finestre
d’accesso (un anno di
attesa per l’erogazione effettiva della pensione) e all’incremento dell’aspettativa di vita.
Pertanto, per poter accedere a
tale prestazione, i requisiti richiesti
sono cinque:
• Età anagrafica di 55 anni se donna
e 60 anni se uomo;
• Invalidità >80%;
• Un anno di finestra mobile;
• 3 mesi di Incremento di Aspettativa di vita;
• Cessazione dell’attività lavorativa.
E’ bene precisare che il ricono-
scimento dello stato di invalidità in
misura non inferiore all’80% deve
essere effettuato dagli uffici sanitari dell’INPS. Il fatto di avere un grado di invalidità civile
già determinato costituisce un ulteriore
elemento di valutazione medico legale,
ma non è vincolante
per la formulazione
del giudizio della
commissione sanitaria dell’INPS.
Quindi, venendo al suo caso
specifico, l’essere già riconosciuta
invalida civile nella misura del
100% non la esonererà dal dover sostenere una nuova visita sanitaria
presso gli uffici dell’INPS, qualora
al compimento del 55° anno di età
intenda ottenere la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità.
L’iter procedurale che porta alla
concessione di questa prestazione
non è affatto lineare, visto lo scarto
esistente fra il raggiungimento del
requisito amministrativo (55 e 3 mesi di incremento dell’aspettativa di
Pillole di economia: conosciamo Bund e Btp
vita +12 mesi di finestra d’accesso)
e quello del riconoscimento sanitario che di norma avviene al momento della presentazione della domanda vera e propria.
La complicazione nasce dal fatto che la commissione medica dell’Istituto, potendo stabilire a propria
discrezione se riconoscere l’invalidità dalla presentazione della domanda, dal compimento dell’età
anagrafica o dal precedente riconoscimento dell’invalidità civile,
determina anche la decorrenza economica della prestazione, dato che
i 12 mesi di finestra mobile partono
dal perfezionamento del requisito
sanitario.
E’ consigliabile, a tal proposito,
presentare la domanda di pensione
di vecchiaia anticipata al compimento dei 55 anni e 3 mesi, in modo
che la decorrenza della prestazione coincida con il perfezionamento
di tutti i requisiti amministrativi e
sanitari, compresa la cessazione
dell’attività di lavoro dipendente.
Nel suo caso tali requisiti saranno
soddisfatti a 56 anni e 3 mesi.
ECONOMIA
Perché lo spread fa cosi paura?
Se lo spread aumenta, il
mercato teme il rischio default,
ossia, giudica l’Italia un paese
sempre meno affidabile
Ogni giorno sentiamo parlare
del differenziale tra Btp italiani e
Bund tedeschi. Tutti ci improvvisiamo economisti, esperti di borsa e
corriamo in banca per un acquisto o
vendita di azioni o per capire di più
su un mutuo. Questo perché nell’era
del consumismo la parola d’ordine
era spendere, mentre oggi che bisogna fare i conti con una crisi voluta dall’America, con enormi ripercussioni sull’economia Italiana, con
prodotti spazzatura e titoli del paniere bancario, ci ritroviamo a litigare con vocaboli contorti come
spread, default, pil. Ma tutto ciò
quanto influisce sulla nostra vita
quotidiana?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, partendo dal significato di
“spread Btp-Bund” che altro non è
che la differenza (spread in inglese)
tra i rendimenti dei Bund (titoli tedeschi) e dei Btp (titoli di stato italiani). Vi chiederete come si calcola: molto semplice si prende un Btp
a 10 anni e si calcola il rendimento
a scadenza. Poi si prende un Bund a
10 anni e si calcola il rendimento a
scadenza. Calcolando la differenza
tra questi due rendimenti si ottiene
lo spread, ed il rendimento di un titolo di stato rappresenta anche il suo
livello di rischio: più è alto il rendimento, maggiore sarà il rischio che
l’emittente, in questo caso l’Italia,
non paghi le cedole e non rimborsi il
capitale alla scadenza. A parti invertite, minore è il rendimento e minore sarà il rischio dell’obbligazione. In quest’ottica, se lo spread tra
Btp e Bund aumenta, significa che
il rendimento del nostro Btp sta aumentando nei confronti del rendimento offerto da un’obbligazione ritenuta sicura come il Bund.
Se il rendimento del Btp aumenta, significa che il mercato percepisce il nostro titolo di stato come
meno sicuro rispetto all’equivalente tedesco. Se lo spread aumenta, significa che il mercato giudica in aumento il rischio default per l’Italia,
ossia giudica l’Italia sempre meno
affidabile.
In pratica quando lo spread tra
Btp e Bund aumenta significa che i
nostri titoli di stato perdono prezzo e
quindi rendono di più poiché sono
percepiti come sempre più rischiosi.
Il governo nazionale, per fare acquistare i titoli di stato, dovrà offrire
cedole più elevate agli acquirenti,
facendo così accrescere il deficit statale (debito). Attualmente, è chiaro
come il mercato stia valutando meno il rischio default per l’Italia, ossia
giudichi l’Italia sempre più affidabile, con spiragli di ripresa nei prossimi due anni.
Abbiamo superato il rischio default che ha portato l’Italia ad una situazione di debito pubblico elevato, elevata disoccupazione, bassa
crescita e scarsa competitività; stiamo ritornando, per il differenziale
spread, al livello pre-crisi, ma non
basta: la Commissione dell’Unione
Europea e la BCE (Banca Centrale
Europea), bacchettano l’Italia poiché è un paese con squilibri macroeconomici eccessivi, solo Croazia e
Slovenia sono considerati insieme
alla Penisola paesi con squilibri eccessivi, mentre non lo è più la Spa-
gna.Intanto lo spread fra Btp e Bund
si è attestato ad oggi a 177 punti base, segnando gli stessi livelli di novembre 2010, mentre il tasso sul titolo
decennale scende al 3,37%, ai minimi da ottobre 2005. Obiettivo del
Tesoro è che lo spread si avvicinasse alla soglia dei 170 punti entro il
primo semestre di quest’anno.
In questo periodo a preoccupare gli economisti è sia l’andamento
dei tassi a breve termine di mercato,
che tende leggermente al rialzo da
metà 2013, a fronte di una politica
monetaria che vuole continuare ad
essere, per lungo tempo, espansiva,
sia la durata di questa fase di inflazione bassa, al di sotto dell’1%.
Oggi ci sono le condizioni perché il Paese riparta, e non è corretto
pensare che, per la nostra economia
e per le nostre imprese, lo spread
non abbia alcun valore. Anzi. Non è
un dato astratto ma concreto, miliardi di euro usati per pagare gli interessi e sottratti ad abbassare le tasse sul lavoro, o per combattere la
disoccupazione e per rendere le industrie italiane più competitive, dato che con uno spread molto alto le
imprese non erano in grado di acquisire credito. Ora ci si attende che
le banche tornino a fare il loro lavoro, cioè finanziare. Così le aziende
tornano ad assumere e le famiglie a
consumare e risparmiare.
a cura della dott.ssa Angela Brescia
Esperta in Economia delle imprese
formazione
I
fenici sono stati la prima potenza
commerciale dell’antichità. Attraverso il commercio, l’uomo ha
ampliato i suoi orizzonti e ha scoperto prodotti assenti nel suo paese
d’origine.
Arricchimento personale, profitto e scambio, da sempre contraddistinguono l’attività commerciale:
i diretti discendenti dei fenici sono
coloro che ogni giorno si dedicano
con passione al commercio, tra cui
gli addetti alla vendita diretta. Alla
base del successo, proprio come per
ogni attività, c’è la formazione, così
come conferma Annamaria Vantaggiato, da anni nel settore della
vendita diretta :”Ogni azienda dovrebbe investire nella formazione
dei suoi venditori – dichiara – perché solo precise tecniche di comunicazione accompagnate dalla capacità di argomentare il prodotto
venduto, consentono di ottenere
successo nella vendita e di conseguenza una crescita esponenziale
che distribuisce ricchezza all’azienda e ai suoi lavoratori”.
m a r z o
duemilaquattordici
Promotion
21
Tutte le opportunità della vendita diretta
Come diventare un
venditore di successo?
Strategie di mercato e
formazione, Vantaggiato:
“Vi svelo gli errori che fanno
saltare il contratto”
tà di visionare preventivamente il
prodotto comodamente a casa propria. A differenza degli acquisti online, il venditore dimostra le funzionalità del prodotto in un ambiente
che predispone all’ascolto nonché
ottimizza i tempi: in caso di disinteresse l’utente finale non dovrà perdere tempo con la restituzione. Inoltre, solo con la vendita diretta alcuni
prodotti possono essere recepiti anche in località remote.
L’acquisto è consapevole grazie
alla consulenza dell’addetto alla
vendita: “Un venditore formato sa
entrare in empatia con il cliente –
continua Vantaggiato – individuando i suoi bisogni e suscitando
La vendita diretta consiste in un l’interesse nei confronti di un proservizio che viene offerto al poten- dotto che è la soluzione alle sue neziale cliente, il quale ha la possibili- cessità del momento”. L’abilità nel-
la vendita diretta si acquista grazie
allo studio teorico seguito dalla pratica: in questo modo ogni venditore saprà applicare sul campo quelle che sono le strategie impartite dal
venditore più esperto, il cui affiancamento risulta prezioso per la nuova recluta. “Solitamente la formazione dedicata ai venditori consiste
nella conoscenza delle funzionalità e potenzialità del prodotto, nella
programmazione degli appuntamenti e nella capacità di instaurare
continuità con i clienti attraverso apposite strategie commerciali”.
Tra queste strategie rientrano la
proposta di regali o di accessori che
completano il prodotto venduto e
che possono così ampliare la gamma
di servizi offerti e stimolare l’interesse del cliente. “La formazione è
importante anche per evitare quegli errori che fanno saltare la conclusione del contratto – suggerisce
Vantaggiato – come un atteggiamento di chiusura, un’argomentazione poco convincente e il disinteresse verso i bisogni del cliente”.
Tuttavia la formazione ha un effetto positivo anche nei confronti
della personalità del venditore, il
quale è stimolato ad alzarsi ogni
giorno per proporre un prodotto in
cui crede. Attraverso un modo di
porsi accattivante e piacevole, inoltre, potrà sicuramente migliorare
tutte le sue relazioni.
L’attività formativa riveste un
ruolo fondamentale per tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi in
modo professionale e proficuo al
mondo della vendita diretta: le ex
venditrici che hanno avuto esperienze deludenti con altre aziende,
ma anche quelle donne desiderose
di provare questa esperienza professionale, possono porre domande, suggerimenti e critiche costruttive scrivendo all’indirizzo email
della dottoressa Vantaggiato:
annamaria.vantaggiato@gmail.com.
Royal Cooking: la salute mangiando
Il sistema di cottura che non conosce rivali. Il più salutare sul mercato. Sulla tua tavola.
L
a D&D EVOLUTION con
l’originale ROYAL COOKING ha intrapreso una
campagna nazionale di educazione sanitaria sulla sicurezza
alimentare finalizzata ad una
nuova concezione di cottura cibi.
La cottura con un coperchio
tradizionale infatti, crea uno
strato di vapore denso che impedisce la cottura della parte superiore delle pietanze, invece
con la tecnologia ROYAL COOKING la tua cucina non sarà più
la stessa: grazie ai suoi fori calibrati consente la fuoriuscita di
parte del vapore che si condensa sotto l’ombrello posto alla
sommità del pomello, rientran-
do poi per gravità sulla pietanza
attraverso i fori stessi.
In tal modo il cibo non solo
mantiene il
suo
gusto e gli aromi, ma è sottoposto ad una cottura omogenea in
quanto il calore può riflettersi
contro il coperchio e trattare anche la parte superiore della pietanza. Di fatto si crea un tipo di
cottura che sfrutta i vantaggi sia
di quella a vapore che del forno
tradizionale, senza l’effetto bollito della prima né l’eccessiva
secchezza della seconda.
Recenti studi scientifici
hanno dimostrato che
con la tecnica di
cottura del ROYAL
COOKING la quale
non supera i 100
gradi, si evita il rischio della formazio-
I VANTAGGI DEL SISTEMA ROYAL COOKING
• Il nostro prodotto è il sistema degli alimenti più sano
in circolazione, in quanto la cottura non supera i 100°.
• Non sporca fornelli, cappe, e mobili della cucina.
• Consente di cucinare con meno olio in perfetta salute
• Si adatta a qualsiasi pentola fino a 36 cm di diametro
• Riduce notevolmente i tempi di cottura e di
conseguenza i consumi di energia
• Grazie a tutto ciò si risparmia fin dal primo uso perchè
utilizzando il dispositivo un’ora al giorno, si recupera
l’investimento in appena sei mesi, dopo sarà solo
guadagno in soldi e salute.
ne di sostanze tossiche che si
formano durante la cottura tradizionale ad alte temperature.
Grazie al ROYAL COOKING potrete assaporare i vostri
piatti senza il rischio di ingerire
queste sostanze.
D&D EVOLUTION al fine di
offrire ai propri informatori e
clienti un’informazione scientifica e qualificata ha istituito
nell’ambito aziendale una Direzione Medica presieduta dal
prof. Dr. Carlo Messina
Sarà cura della Direzione Medica elaborare studi e ricerche
finalizzate all’ottimizzazione
del Royal Cooking
Guadagna bene
diventando
operatore di salute
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CONCRETA
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PER TE!
Sei stufo di aziende che ti
richiedono
sacrifici
enormi,
mandandoti in giro con prodotti
invendibili, riservandoti percentuali
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professionale,
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continua ascesa, che mette a
disposizione tua, e dei tuoi clienti, il
miglior prodotto presente sul
mercato, ad un prezzo più che
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duemilaquattordici
ambienti
Un modo semplice per migliorare il comfort della propria casa
DI SIMONA CAMPANELLA
ARCHITETTO
Gli infissi? Scegliamoli “intelligenti”
Vetri, finiture e serramenti: una guida alla scelta ottimale
L
e normative attuali in materia di efficienza energetica
premiano la scelta di “infissi
intelligenti” per migliorare il comfort della casa. Ma come scegliere
l’infisso giusto?
Innanzitutto, bisogna prestare
attenzione ai materiali: la gamma
per infissi è davvero ampia, con caratteristiche estetiche, di efficienza e durabilità diverse. Logicamente, non c’è il materiale perfetto,
ma c’è sicuramente quello più idoneo alle esigenze di ognuno.
Il legno è il re dei materiali destinati a infissi e serramenti. Ha caratteristiche di elevato isolamento
termico ed acustico. La sua resistenza è variabile a seconda dell’essenza scelta e del trattamento
di finitura e necessita di discreta
manutenzione (trattamenti e cicli
di verniciatura). L’aspetto estetico
è dato dal colore e dalla qualità di legno usata (legno massiccio, massello, truciolato, laminato, tamburato, compensato, MDF) e l’insieme
di questi aspetti incide nettamente
sui costi. Tra le finiture possibili ci
sono laccature coprenti con effetto
liscio, laccature “a poro aperto” che
svelano il supporto sottostante, oppure vernici trasparenti e semitrasparenti che ne mantengono
l’aspetto naturale.
L’alluminio, invece, è un materiale che ha trovato larga diffusione
per la sua leggerezza, resistenza
agli agenti atmosferici e semplicità
di manutenzione e pulizia. E’ presente in varietà di finiture come
l’anodizzazione (trattamento che
rende la superficie più isolante),
l’ossidazione dello strato superficiale, la verniciatura con tecniche
a polveri o a sublimazione. L’alluminio, inoltre, è un conduttore naturale, caratteristica che lo rende
meno performante nell’isolamento
termoacustico. Ecco perché le camere d’aria dei profili di alluminio
vengono “riempite” con listelli di
materiale a bassa conducibilità termica, riducendo la dispersione termica del serramento.
Vi sono poi gli infissi in
pvc (polivinile di cloruro), un
materiale “termoplastico”
che, se riscaldato a una temperatura di circa 200°, da solido diventa viscoso e modellabile. Quando si trova in
questo stato viene estruso in
vari profili che vengono poi tagliati e saldati tra loro per produrre infissi di finestre e porte.
Su questa superficie, viene
realizzata la finitura applicando
pellicole sottilissime stampate a
“effetto legno”. Il pvc è un eccellente isolante termoacustico, non
ha bisogno di alcuna manutenzione
ed è altamente resistente
alle intemperie, per
quanto i serramenti
da esterni, tanto da risultare resistente agli attacchi corrosivi di inquinanti urbani e salsedine (caratteristica che invece manca
all’alluminio). I materiali fin qui descritti possono essere anche
combinati tra loro per ottimizzarne le caratteristiche e ottenere risultati migliori sia
esteticamente che
funzionalmente
(infissi legno/alluminio, pvc/alluminio, pvc/legno, mix
legno/pvc/alluminio).
Nella valutazione dell’infisso ideale, non bisogna dimenticarsi dei vetri, che costituiscono la parte essenziale del
risultato prestazionale dell’infisso.
Tra questi, il più comune è il vetro-
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camera (noto come “doppio vetro”) che presenta 2 lastre di vetro monolitiche spesse 4mm
ciascuna, con uno spazio distanziatore (camera d’aria) e tenute da una canalina perimetrale riempita con sali minerali
igroscopici che assorbono
l’umidità in fase di assemblaggio. Il vetrocamera semplice è
stato superato dai vetri bassoemissivi, che presentano all’interno della camera d’aria gas come
l’argon, il kripton o lo xeno per garantire l’isolamento termico. Però
bisogna fare attenzione che la scelta del vetro non risulti peggiorativa del comfort del locale, evitando
l’umidità per la mancata ventilazione dei locali con infissi a tenuta
quasi stagna e l’effetto serra causato dall’ipersoleggiamento estivo
di locali esposti a est o sud-est, ad
ovest o sud-ovest.
La soluzione allora qual è? Il vetrocamera selettivo, realizzato utilizzando dei vetri “magnetronici”,
cioè basso-emissivi ma trattati con
un processo apposito che fissa sulle lastre di vetro degli ioni d’argento che riflettono la maggior parte
dei raggi caldi del sole estivo, continuando però a funzionare da vetri
basso-emissivi nei periodi invernali.
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duemilaquattordici
A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna della
tradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorge
la tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglioso parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che renderà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è possibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrare
matrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizzare un ricevimento completamente all’esterno.
Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese nel
tempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa personalità.
La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia comodità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettività
capace di accogliere oltre 300 ospiti.
L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsi
in un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legno
che sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella suggestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lampadari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi e
candelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’argenteria che adorna ogni tavola.
La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfumature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e maioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante candore che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor più
indimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce da
sogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel massimo relax.
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