Inchiesta Cyber-bullismo: i rischi di una vita troppo “social” Attualità Doppia preferenza di genere: siamo a rischio harem? Ambienti Gli infissi “intelligenti” Moda: Icona Pop Abiti in copertina si ringrazia: Stile da palcoscenico TRENDY STORE Via Manzoni 34,36 - Foggia 2 m a r z o duemilaquattordici sommario ditoriale di MARIA GRAZIA FRISALDI A volte, tenere lo sguardo fisso al futuro impedisce di vedere tutto ciò che è stato fatto nel frattempo; a volte, mantenere salda l’attenzione su quanto ancora c’è da fare, impedisce di dare il giusto peso alla strada fatta fino a quel punto. E questo accade nel lavoro, nella vita, nei rapporti con gli altri. A tutti, nessuno escluso. Per fortuna, però, ci sono circostanze - cercate, imposte dalle situazioni o capitate per caso - che ci chiedono di voltare lo sguardo indietro e fare una sorta di “bilancio”. E questa parentesi di stasi momentanea può riservare soddisfazioni non indifferenti. Per il nostro giornale, questa occasione è stata fornita dall’associazione Grotta Omero, in occasione dell’otto marzo, e da un invito inaspettato e accolto senza riserve da tutta la redazione. Innanzitutto, grazie a questo bilancio, abbiamo “realizzato” che siamo prossimi a celebrare i primi 10 anni di 6Donna, un traguardo non da poco per un progetto quale è il nostro, l’unico free-press al femminile “superstite” in Puglia. In questi 10 anni, grazie alle firme e alle professionalità che si sono avvicendate nel tempo, abbiamo raccontato la città attraverso le donne che vi operano ogni giorno, con un approccio a fatti e circostanze che fosse femminile ma non femminista. Ovvero che potesse essere un valore aggiunto e non un limite. Abbiamo raccontato e scovato personaggi e tendenze, abbiamo intervistato centinaia di donne straordinarie per ingegno e talento o ordinariamente straordinarie per impegno e forza di volontà, realizzato un centinaio di inchieste e confezionato campagne contro il femminicidio, la violenza di genere e l’iniquo tetto di cristallo che incombe sulla testa di tante professioniste, in ogni settore. E il numero di marzo di 6Donna segue e porta avanti questa tradizione con una consapevolezza in più, quella della storia rinnovata della testata. Sfogliando le pagine del magazine, troverete come di consueto gli approfondimenti di Politica, tutti incentrati sulle prossime amministrative di maggio, e l’intervista al Personaggio del Mese. In questo numero parliamo di Marta dell’Anno, violinista globetrotter che tra un viaggio e l’altro ha trovato il tempo per fare tappa a Foggia, città natale, per presentare il suo Ep “Fluid”. E raccontarsi senza filtri a 6Donna. Un fenomeno nuovo e pericoloso come il cyber-bullismo è, invece, al centro della nostra inchiesta. Dall’emergenza nazionale al dettaglio locale, però, possiamo tirare un sospiro di sollievo (leggendo l’approfondimento sarà semplice capirne i motivi…). I giorni di Sochi raccontati da Vladimir Luxuria e la rivoluzione della doppia preferenza di genere (con il “rischio harem” dietro l’angolo) chiudono invece la pagina di Attualità. Rubriche e approfondimenti di moda, salute e bellezza completano il tutto. Insomma, un numero ricco di spunti di riflessione per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura! 4 Personaggio del mese • Marta dell’Anno, violinista “globetrotter” Anteprima 6donna • Club Unesco, i beni della Daunia 5 Attualità • Doppia preferenza a rischio “harem” • Vladimir Luxuria: “i miei giorni a Sochi” 6 Inchiesta • Cyber-bullismo: i rischi della vita “social” • Nativi digitali, generazione dell’incoscienza 8 Politica • Primarie del centrosinistra: la tempesta dopo la tempesta? 10 Moda • Stile da palcoscenico 11 Mondo bimbi • Piccoli sì, ma “fashionisti” 12 Cerimonia • Scatti d’arte 13 Cucina e dintorni • Il pane, il re della tavola • La ricetta: pancotto zucca e spinaci 14 Benessere • L’alga Klamath: alleata in salute 16 lui&lei • “Il matrimonio bianco” Heroides • Due cuori e una capanna 17 Rubriche 21 Formazione • Come diventare venditore di successo 22 Ambienti • Gli infissi? Scegliamoli “intelligenti” m a r z o duemilaquattordici 3 4 V m a r z o duemilaquattordici personaggio “Fluid”: un racconto danzante, a volte urticante, ma personale entinove anni, zaino perennemente in spalla e violino al seguito. Per raccontarvi di Marta dell’Anno, violinista e violista foggiana ma ormai parigina d’adozione, non basterebbero centinaia tra spartiti, carte d’imbarco e collaborazioni musicali tra le più disparate. Talento innato (affinato in conservatorio, e perfezionato in masterclass poi), curiosità e voglia abitare la musica del mondo fanno di lei un’apprezzata “musicista globetrotter”, in grado di passare dalle tarante garganiche alla musica irlandese, con la stessa naturalezza e semplicità con la quale padroneggia almeno quattro musicista… lingue straniere. Sono sempre stata impegnata, Ed è così che, nel corso degli anni, Marta si è guadagnata palcosce- fin da piccola, in mille attività, tutte nici internazionali, con progetti mu- indispensabili per saziare la mia curiosità e vivere quanto più possibile. Ho cercato, quindi, semplicemente, di abitare tutti i tipi di musica che ho incontrato: le festose tarantelle, le vorticose gighe irlandesi, le compite sinfonie di Mozart ed infine mia musica, che vive da un paio d’anni. Con Soap Trip, infatti, ho cominciato a definire e rifinire tutte le idee che avevo appuntato nel corso degli anni di Università e Consersicali differenti. Come il Soap Trip vatorio ed è nato un insolito duo che Duo, che ha calcato il palco del Pre- si è ritrovato sul palco del Premio mio Tenco a Sanremo, o il viaggio so- Tenco a Sanremo… Oggi vivi a Parigi, ma le tue ralitario di “Fluid” in un universo pop, jazz, trip hop, col suo immaginario dici sono ben salde a Foggia. Cosa fertile e denso di suggestioni, dal ca- ti porti dietro di questa città? Molto materialmente, mi porto rattere minimal e poetico. Tournee europea per il Soap dietro, scamorze, caciocavalli e sotTrip Duo, con il batterista Natale La toli che vengono poi messi a dispoRiccia, e “Fluid”, progetto tutto tuo. sizione degli amici francesi che non Raccontaci le tante anime di Marta vedono l’ora di venire nella nostra Marta dell’Anno, violinista “globetrotter” In bilico tra tarante garganiche e gighe irlandesi regione per visitarla e “assaporarla”… Proprio qui hai presentato il tuo Ep “Fluid”, che ti vede protagonista con violino elettrico, loopstation e voce… La loopstation è uno strumento che prevede un’impeccabile coordinazione psico-motoria. Spesso quando suono, il pubblico si sofferma sulla “danza” dei miei piedi oltre che sulla musica. Come tutti gli stru- ANTEPRIMA 6DONNA I beni della Daunia I Club Unesco d’Italia si incontrano a Foggia: storia, musica ed enogastronomia in vetrina “Nonostante tutto, credo in questa terra: credo che la Capitanata abbia potenzialità immense ed ancora inespresse; credo che la cultura possa dare tanto ai giovani, anche il lavoro, e quello che voglio fare è contribuire a far conoscere le ricchezze del territorio in Italia e all’estero”. A parlare è Floredana Arnò, presidentessa del Club Unesco di Foggia, impegnatissima nell’organizzazione della 35esima assemblea ordinaria nazionale F.I.C.L.U., Federazione Italiana Club e Centri Unesco che, per la prima volta, si terrà a Foggia, dal 10 al 13 aprile. Per il Club Unesco di Foggia, infatti, sono stati mesi febbrili, scanditi dalla programmazione e dall’organizzazione del lavoro. “Stiamo lavorando a questa tre giorni da almeno un anno. E’ un momento davvero importante per la nostra comunità: la nostra terra è bella, ricca di storia, cultura e natura. E noi, questa bellezza, dobbiamo farla toccare con mano ai rappresentanti dei 140 Club Unesco sparsi in tutti’Italia”. Per l’occasione, è stato scelto il tema “I beni immateriali per un’etica globale: trasmettere i valori per riscoprire le radici”. “La nostra Daunia è ricca di tradizioni che, per fortuna, continuiamo a portare avanti. E tra i nostri beni immateriali vi sono, appunto, le tradizioni e la lingua madre, la musica (con il bagaglio portato in dote da Umberto Giordano) e le eccellenze enogastronomiche”. Mentre si è al lavoro per definire nel dettaglio il programma degli interventi, trapelano alcune indiscrezioni su presenze e iniziative. Sarà presente a Foggia - insieme al Governatore della Puglia, Nichi Vendola, e all’assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli - anche Maurizio Di Stefano, presidente di Icomos Italia (International Council on Monuments & Sites), mentre nel programma delle iniziative non mancherà una visita a Monte Sant’Angelo (sito patrimonio Unesco) e l’apertura dei lavori a Palazzo Dogana (riconosciuto nel 2009 sito testimone di una cultura di pace). Previsto anche un concerto dedicato al maestro Giordano e una rievocazione storica federiciana. “Noi siamo volontari dell’Unesco e il nostro scopo è diffonderne i principi ed i valori, essere testimoni delle nostre eccellenze ed aiutare i nostri giovani ad amare il territorio. Ma per fare questo, dobbiamo farglielo prima conoscere e apprezzare”. mfg menti, la loop ha bisogno di tante ore di studio. “Fluid” è il frutto di una full-immersion estiva, da sola, con le mie cuffie tra sudore foggiano e umidità parigina, di un lavoro personale di rifinitura tecnica, di ricerca vocale ed armonica. Ogni brano è un piccolo racconto danzante, talvolta urticante, molto personale. C’è mai stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto? No, mai. E uno in cui hai capito che eri sulla strada giusta per realizzare le tue aspirazioni? Probabilmente il momento in cui ho deciso di diventare trasparente agli occhi del pubblico. Quando hai le idee chiare su ciò che vuoi comunicare e decidi di farlo fino all’ultima parola, il messaggio arriva forte e chiaro. Ed è un meraviglioso scambio di energie. Nei tuoi sogni quale sarebbe il partner ideale per un concerto? Carl Fredricksen. Come chi è?! Il vecchietto protagonista di “Up”, che fa volare la sua casa con non so quanti palloncini, fino alle Cascate Paradiso, per tener fede a una promessa. Immagino un concerto antigravitazionale, senza precedenti. Libri, ricordi, fotografie… Cosa non può mancare nella tua valigia? Ricordi e fotografie mai, piuttosto ne scatto parecchie. Ho pochissimo spazio per le mie cose ed a fine concerto cerco un posticino per una birra trappista o un formaggio tipico da portare a casa, incastrato tra cavi e microfoni. Non manca mai il libro del momento, che ora è Fred Vargas, e il mio quaderno degli appunti. Domanda di rito, non puoi sfuggire: come ti vedi “da grande”? Mi vedo sempre ecletticamente impegnata su più fronti, con una pila di libri e spartiti da studiare, carte d’imbarco come segnalibri, pomodori sott’olio in credenza e delle storie da raccontare. E da ascoltare. Maria Grazia Frisaldi m a r z o duemilaquattordici attualità 5 La Camera imita il Consiglio della Regione Puglia e stronca la parità di genere Doppia preferenza a rischio harem: è partita la “stagione della caccia” A maggio, per la prima volta, gli elettori potranno votare un uomo e una donna La doppia preferenza è merce che scotta. Ha fatto traballare l’Italicum. La Camera ha affossato la parità di genere nella nuova legge elettorale e ha mandato a farsi benedire le quote rosa. Gli emendamenti bipartisan sono stai respinti in blocco: addio all’alternanza uomodonna nelle liste e all’equilibrio di genere tra i capilista. Se non ora, chissà quando. A Montecitorio si sono trincerati dietro il voto segreto, proprio come il Consiglio Regionale della Puglia che a novembre del 2012 aveva seppellito la legge 50e50. Le donne esprimono lo stesso sdegno di allora, riesumando le espressioni di due anni fa. Non usa mezzi termini nemmeno stavolta Rosa Cicolella, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia: “È un’offesa alla Costituzione”. Poi parlerà di una rivoluzione mancata e di democrazia stuprata. Non ha gettato la spugna sulla riforma elettorale regionale in salsa rosa: “Abbiamo avuto rassicurazioni dal Presidente Onofrio Introna che, appena arriverà in Consiglio, la questione della doppia preferenza sarà prioritaria. Rimane il rammarico per una proposta di legge di ini- IN CONFIDENZA ziativa popolare sostenuta da 30mila cittadini che, in maniera trasversale, avevano apposto la loro firma perché si arrivasse all’equilibrio di genere nelle liste e alla doppia preferenza, bocciata in maniera scientifica e vigliacca. Probabilmente andrà in aula ammaccata o forse almeno recependo la legge nazionale che regolamenta i comuni. Noi punteremo a riproporre la nostra legge. Se legifero per le donne, come accade in Puglia, faccio anche in modo che abbiano la possibilità di essere elette. Si rischia un clamoroso autogol politico”. Nei comuni al di sopra dei cinquemila abitanti la doppia preferenza esiste già. Il 25 e 26 maggio, gli elettori di Foggia, per la prima volta, potranno scegliere un consi- gliere uomo e una donna. “La legge 215 del 2012 prevede il 30% della presenza femminile nelle liste e una doppia preferenza nel voto: non parliamo di quote (non c’è obbligo di rappresentanza, ndr), ma di equilibrio di genere. In caso di voto doppio devono essere necessariamente contrassegnati un uomo e una donna, o un solo uomo o una sola donna. Due uomini o due donne rendono nulla la scheda spiega Rosa Cicolella -. Ci rendiamo conto che quest’ottica cozza con il percorso intrapreso per andare verso una naturalità della presenza delle donne nell’ambito delle cariche politiche, ma al momento è un modello di regolamentazione che assicura una maggiore presenza di donne nelle liste e quindi nella preferenza. Il problema è che candidarle non significa che poi saranno elette”. La caccia alle donne è iniziata, e in certi casi non è una passeggiata. Le più ricercate al gioco delle coppie sono ovviamente le donne che portano in dote un bel carico di consensi. La deriva, dietro l’angolo, è una strumentalizzazione della donna. “È evidente il rischio di un harem che quasi si propone all’uomo, Rosa Cicolella dove lui andrà ad attingere la donna che, secondo una serie di calcoli, è quella più utile al raggiungimento dell’obiettivo. In occasione delle amministrative che si sono tenute l’anno scorso in alcuni centri della provincia di Bari, la Commissione ha notato che è un’arma a doppio taglio, perché nel ticket (termine mutuato dal sistema americano che in Italia indica l’abbinamento, ndr) gli uomini hanno un numero di preferenze maggiore rispetto alle donne: mentre le donne fanno votare l’uomo, lui non fa necessariamente votare la donna. Si preoccupa solo di incassare il consenso personale. Certamente è un rischio, però abbiamo osservato che dove è stata già applicata la doppia preferenza il numero delle donne elette in Consiglio Comunale è salito”. In campagna elettorale, una donna può proporre più di un uomo a chi decidesse di votarla. “In questo caso parliamo di una candidatura libera. Faccio un esempio: io sono un insegnante quindi, probabilmente, quando vado a proporre la candidatura maschile ho bisogno di una candidatura che risponda a quell’elettorato. E potrebbe non essere quel candidato che invece ti lega in un ticket fisso”. Ma è lecito domandarsi se tutte queste aspiranti consigliere possano mai pescarle nei partiti. “Molte donne lavorano nel partito e molte sono invisibili - assicura Rosa Cicolella - C’è sempre esigenza di visibilità ma questo dipende proprio dal fatto che non esiste una reale democrazia paritaria. È da li che comincia veramente il percorso di legittimazione, di democrazia, di pari opportunità”. Mariangela Mariani I giorni di Sochi raccontati da Vladimir Luxuria Chi ha paura dell’Arcobaleno? Di certo, la messa in onda del reportage semi-serio de Le Iene sui giochi olimpici di Sochi, confezionato dalla “delegazione foggiana” composta da Vladimir Luxuria, Pio D’Antini e Amedeo Grieco, ha strappato un sorriso (seppure amaro) a tutti. Di certo, ripercorrere i concitati momenti vissuti in Russia a distanza di alcuni giorni contribuisce a considerare fatti, circostanze e avvenimenti ‘a mente fredda’. E a guardare oltre, “perché la battaglia continua sempre”. Ed è proprio così che la stessa Vladimir ci racconta del suo blitz contro l’omofobia di Stato: con i piedi ben saldi nel presente e lo sguardo al futuro, a tutto quello che c’è ancora da fare. Come sostituire il grigio della censura, con il rainbow. Vladimir è stata allontanata dal quartiere olimpico e poi etichettata come ospite non gradito. Insomma, a Sochi non è ok to be gay… Sono andata a Sochi mossa dalla rabbia per una legge assurda voluta da Putin e votata all’unanimità dalla Duma, secondo la quale parlare pubblicamente di omosessualità vorrebbe dire trasmetterla a chi ascolta. E con la scusa di protegge- Spazi vitali per non “desertificare” le città. Foggia? Non è la “Cenerentola” d’Italia re i minori dalla “trasmissione orale” della sessualità si impedisce di parlarne pubblicamente. Capisce cosa vuol dire? Non se ne può parlare in radio, in televisione, in strada, in dibattiti. Praticamente non se ne può parlare e basta. L’ironia contrapposta alla censura di Stato… Sì, ho avuto la possibilità di realizzare un reportage per Le Iene, ovviamente con lo stile ironico che caratterizza il programma. Io credo fermamente nell’importanza della comunicazione: avevo una bandiera rainbow con i colori delle nostre battaglie e la scritta in russo “E’ ok essere gay” che poi mi hanno sequestrato. Per due volte mi hanno presa e trattenuta, la prima volta per tre ore, la seconda meno, fino a quando non mi hanno definita ospite non gradito e sono dovuta rientrare in Italia. La notizia del suo doppio fermo ha fatto il giro del mondo, con il suo strascico di interrogativi: chi ha paura dell’Arcobaleno? E per- ché si teme tanto un simbolo? Perché è il simbolo delle libertà civili. E fa paura a chi pensa che una caratteristica neutra della personalità come l’orientamento ses- suale, in questo caso eterosessuale, debba essere assunto come metro di valutazione delle persone. Cioè se sono eterosessuale sono superiore a chi non lo è. E quindi sono io che decido quali diritti darti e quali negarti, quando insultarti e quando accettarti. Quindi fa paura a chi non ha altre qualità vere da dimostrare, come l’apertura menta- le… Il quadro che ne è venuto fuori è quello di un paese a due velocità, con piccole isole di libertà nel mare dello stigma. Qual è la situazione nel nostro Paese? Io sono andata a Sochi conscia che la Russia non è l’Italia. Qui almeno non c’è questa repressione del dissenso. Però so che se ci paragoniamo al resto del mondo siamo l’unica nazione d’Europa che non ha fatto una legge sulle unioni formate da persone dello stesso sesso o contro l’omofobia. In questo sguardo d’insieme l’Italia è davvero il fanalino di coda d’Europa: siamo lenti, arretrati, conservatori. E neanche con la nascita di questo Governo credo ci siano grandi aspettative. Qual è, invece, la situazione di Foggia in questo quadro? Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni? Non considero Foggia la ‘Cenerentola’ d’Italia da questo punto Vladimir Luxuria a Sochi di vista. Poco tempo fa c’è stato un incontro nazionale dell’associazione Agedo, sempre molto attiva e presente. E c’era la mia famiglia. C’è l’ottimo lavoro dell’Arcigay e il Tolleranza Zero cui io stessa ho assistito all’inaugurazione. Foggia è una città diversa da quella che ho lasciato io, 28 anni fa. Anche questo è importante per non desertificare le nostre aree. Per tanto, troppo tempo, molti giovani gay, lesbiche e trans si sentivano in obbligo di lasciare il paese d’origine e andare nella grande città perché mancava loro lo spazio vitale. Oggi questi spazi si stanno creando. E stanno mettendo radici. Maria Grazia Frisaldi 6 m a r z o duemilaquattordici inchiesta La fascia d’età più a rischio è tra i 13 e i 17 anni. Ecco i campanelli d’allarme Vita ‘social’ e cyber-bullismo Il “branco” cambia pelle e dal gruppo-comitiva si sposta nei gruppi virtuali. Giovanni Ippolito: “Vittime insicure e ingenue, esposte al rischio adescamento” Le notizie di cronaca ci pongono, spalle al muro, dinanzi a fenomeni diversi, ancora da esplorare e conoscere, e posano sulle nostre labbra termini nuovi, non ancora compiutamente compresi e per questo ancora più rischiosi. Cyber-bullismo è solo l’ultima parola di una lunga serie. E’, in sostanza, il bullismo che corre in rete, e va a braccetto con cyber dipendenza e sexting, diventando quel buco nero in cui smarrirsi - soprattutto per un teena- R estringendo però il campo a Foggia e provincia, iniziamo subito con una buona notizia. Il cyber bullismo si è fermato lungi dalla terra di Capitanata, dove il fenomeno non sembra aver attecchito. O almeno non nella sua forma più drammatica e grave. “Questo non vuol dire che non riscontriamo casi di cyber-bullismo in città, ma significa che c’è ancora il tempo per intervenire, sensibilizzare, informare”, spiega il dottor Giovanni Ippolito, direttore tecnico capo psicologo della Polizia di Stato, in servizio presso la questura di Foggia. Insomma, la parola ‘emergenza’ non ricorrerà in Mensile di attualità e informazione. Registrazione presso il Tribunale di Foggia n° 2/2002 del 26/09/2002 Editore Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l. Direttore Responsabile Maria Grazia Frisaldi Direzione commerciale Angela Dalicco In redazione Dalila Campanile Irma Mecca Mariangela Mariani Simona Donatelli Rubriche arch. Simona Campanella avv. Rosanna Di Francesco dott.ssa Maria Francesca Di Michele dott.ssa Valentina La Riccia dott.ssa Maria Nobili dott.ssa Rosangela Loriso dott.ssa Anna Lepore dott.ssa Floredana Arnò dott.ssa Angela Brescia Collaboratori Claudio Botta Redazione Foggia Via Tressanti, I trav. (vill. Artig.) Tel. 0881.56.33.95 - Fax 0881.56.33.19 e-mail marketing@6donna.com Sito internet www.6donna.com Impaginazione e stampa Publicentro Graphic La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite. Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia ger - è facilissimo. Ma, soprattutto, le notizie di cronaca - come quelle di nera, terribili come la fine di Nadia, 14enne suicida perché perseguitata sulle chat di Ask.fm, ultimo di una serie di casi simili e altrettanto drammatici - impongono il dovere di sapere per prevenire, riconoscere per intervenire. Perché per gli adolescenti nativi digitali la distinzione tra vita online e vita offline è praticamente nulla. questo approfondimento d’inchiesta. E il motivo è presto detto. “Sembra assurdo ai giorni d’oggi, ma in città ci sono ancora delle sacche di povertà che determinano una diversa geografia nell’accesso ad internet e quindi ai social. Frequentando le scuole per attività di prevenzione e formazione, abbiamo individuato istituti in cui l’accesso alla rete è per il 100% degli utenti, altre in cui questo parametro non sfonda il tetto del 30 o 40%”. Ed è probabilmente questo uno dei motivi per il quale il cyber-bullismo non è molto diffuso: minore accesso alla rete, dunque, meno opportunità di formazione/informazione. Ma anche meno rischi e pericoli. Vediamo nel dettaglio quali. Cyber-bullismo come evoluzione/involuzione del più noto “fratello maggiore”. Cosa è cambiato? Una delle caratteristiche che rende il cyber-bullismo più pesante da sopportare e più difficile da contrastare è l’indebolimento delle regole etiche da parte del cyberbullo. Via internet, e sui social soprattutto, si utilizzano linguaggi diversi, più pesanti e aggressivi. Inoltre, la vittima può essere raggiunta in qualsiasi momento. Mentre il bullo ha una possibilità temporale circoscritta per eseguire i suoi atti, in internet - complici gli smartphone le onnipresenti reti wifi - le vittime sono costantemente rintracciabili. Se nella vita normale il bullo si può evitare (ad esempio cambiando strada o evitando certi ambienti) nella vita virtuale questo è impossibile. E la vita, online ed offline, diventa un piccolo inferno. Perché? Perché i ragazzi vivono Facebook come il loro mondo. Se succede qualcosa in quell’ambito è successa in pubblica piazza. Una piazza enorme, dove tutti sanno tutto. E la portata della sofferenza cresce esponenzialmente.… Qual è la fascia d’età più a rischio? Quella centrale, ovvero, 13 ai 17 anni. Però molti ragazzini, oggi, già a 9 o 10 anni si iscrivono sui social, dando credenziali false ed eludendo, abbastanza abilmente, le restrizioni dei siti che impediscono le iscrizioni ai minori di 13 anni. Parliamo sempre di cosiddetti “soggetti deboli”: l’asimmetria di pote- Giovanni Ippolito re, infatti, caratterizza anche questo tipo di bullismo. Sono ragazzi a rischio esclusione, gli stessi che rischiano la dipendenza da internet, una dipendenza senza sostanza ma che crea le stesse problematiche dell’alcol o della droga. Come quando non si riesce a fare a meno di condividere qualunque cosa o controllare compulsivamente la propria mail box o profilo social dal telefono cellulare. Stiamo parlando di adolescenti nativi digitali, quindi. La prima generazione che si affaccia sul mondo social, una dimensione che stanno imparando a conoscere da soli, senza considerarne i rischi… Sì, e per di più in piena autonomia. Ovvero senza il controllo, o quanto meno una mediazione, da parte della famiglia. Spesso i genitori, durante le attività nelle scuole, dopo aver tanto parlato dei rischi della rete mi chiedono: “Quanto tempo possono stare al pc i miei figli?”, pensando che limitando lo spazio temporale si limitino anche i pericoli. Non capiscono che navigare su internet è come fare una passeggiata lungo una strada piena d’insidie. Lei lascerebbe suo figlio a 11 o 12 anni percorrere per la prima volta da solo una strada pericolosa? C’è una sorta di schizofrenia nell’atteggiamento degli adolescenti. Da una parte c’è una netta ritrosia nel parlare e confrontarsi con la famiglia della propria vita; dall’altra c’è la sfrontatezza nel condividere in pubblica piazza qualunque cosa, video e fotografie comprese. Rendendosi facilmente ricattabili… Esatto. In questo aspetto c’è tutta l’ingenuità della loro età. Innanzitutto rendono sé stessi e gli altri continuamente rintracciabili postando qualunque cosa riguardi loro - foto, video, quello che stanno facendo, dove stanno andando… e poi non mantengono in segreto la propria password, esponendosi al furto di identità. La navigazione priva di controllo, inoltre, espone i ragazzi alla visione di immagini eccessivamente violente oppure pornografiche. Una esposizione di questo tipo in età precoce può portare a peggiorare i rapporti con l’altro sesso, a cambiare la gestione degli impulsi. Insomma, la portata del fenomeno diventa molto più grande. E grave. Nel momento in cui le cyber vittime si rendono ricattabili, si espongono ad altri rischi. Ad esempio, possono essere indotte a compiere atti contro la morale e contro la propria volontà. Il cyber-bullismo può essere allora considerato alla stregua di un reato-spia? Sì, ma in parte. In genere i ragazzi vengono ricattati per immagini private e personali. Ma parliamo di ricatti morali o psicologici. Casi più seri, come quelli registrati altrove, di ragazzi spinti ad atti illegali o contrari alla morale qui sono meno frequenti. Quali sono i segnali da cogliere a scuola o in famiglia per stanare situazioni di questo tipo? Sicuramente campanelli d’allarme ci sono, ma sono aspecifici. Bisogna saper cogliere i sintomi della sofferenza: ad esempio, un improvviso calo nel rendimento scolastico, sbalzi d’umore o disturbi alimentari sono indice di un disagio psicologico. Altri segnali d’allarme possono essere l’inappetenza, disturbi allo stomaco e di mal di testa, oppure dormire male e fare brutti sogni, insieme a frequenti sbalzi d’umore, tristezza e depressione, irritazione e scatti d’ira. Segnali da non confondere con gli sbalzi d’umore tipici dell’età adolescenziale… Sì, certo. Ma le dirò di più. In questa delicata fase di crescita, di accettazione dei cambiamenti del corpo gli adolescenti sono più esposti ai rischi. Perché in una fase di disagio e di non-accettazione è molto più facile che il ragazzino o la ragazzina passino più tempo su internet, perché magari trovano più semplice nascondersi dietro uno schermo, sperano di essere più facilmente accettati senza esporsi al giudizio altrui per abbigliamento o aspetto fisico. E’ questa insicurezza che li espone poi al rischio adescamento, illudendosi di trovare conferme lì dove si sentono strumentalmente valorizzati. Dai gruppi intesi come comitive, ai gruppi virtuali. Il branco oggi è nei gruppi social? Come è cambiata la grammatica dell’approccio alla realtà? Innanzitutto è cambiato l’atteggiamento verso la sofferenza altrui. Ed è una cosa gravissima. È come se i ragazzi fossero desensibilizzati dinanzi alle situazioni di sofferenza, provocata o indotta. Poi sono schiacciati dall’esigenza di condividere informazioni, ma anche di sentirsi dire “mi piace”, indipendentemente da tutto. E questo aumenta l’ansia dei ragazzi. C’è una vera e propria ansia da prestazione social… Qual è la situazione a Foggia e provincia? Per quanto mi consta, abbiamo trattato soprattutto casi di diffamazioni, ingiurie e minacce. Oppure furti di identità, esclusioni dal gruppo, pubblicazioni di immagini non autorizzate prese da situazioni intime e private. Ancora, diffusione di informazioni compromettenti o imbarazzanti, persecuzioni o esclusioni. Credo che almeno in Capitanata il fenomeno si stia affacciando ora. Il problema è che le segnalazioni arrivano troppo tardi, cioè quando il ragazzo sta per scoppiare. Il bullismo viene somatizzato per troppo tempo, prima di essere denunciato. E allora il danno psicologico è già fatto. Maria Grazia Frisaldi Confessioni Shock Secondo lo studio ‘Adolescenti e stili di vita’ presentato dalla Societa’ Italiana di Pediatria (Sip), il 59% degli adolescenti ‘parla’ a sconosciuti sui social e per il 56% dei ragazzi intervistati dare l’amicizia su Facebook ad uno sconosciuto non è pericoloso. Per il 35% degli intervistati scambiarsi il numero di telefono in rete non è pericoloso, e per il 26% non lo è neanche accettare un incontro “al buio”. Dati shock, insomma: il 22% dei ragazzi ammette di aver fornito in rete informazioni inerenti la scuola frequentata, il 29% di aver scambiato il numero di telefono, il 18% (22% ragazze) di aver inviato una propria foto. Di questi, il 20% ha ammesso di aver accettato un incontro al quale si è presentato insieme ad amici e il 9% di aver accettato un incontro al quale è andato solo. Esponendosi volontariamente a situazioni di pericolo. m a r z o duemilaquattordici inchiesta 7 Media Education, il caso del Liceo Marconi: a lezione da Michelina Boccia Nativi digitali su Facebook, la generazione dell’incoscienza La “leggerezza” degli adolescenti tra le cause degli episodi di prevaricazione sul Web B eata incoscienza della meglio gioventù. Agli occhi degli adulti, gli adolescenti nemmeno sanno che guai possono combinare su un social, violando la privacy di un compagno di classe. Marachelle. Nel liceo scientifico Guglielmo Marconi, alla Macchia Gialla, circola un opuscolo con cappuccetto rosso e il lupo formato sticker: “Buono a sapersi”, marchiato Google e Polizia Postale. Consigli utili per navigare in Internet in modo sicuro e gestire le informazioni condivise online. L’istituto è ultradigitalizzato. Quest’anno ha investito 100mila euro per il rinnovo del “parco macchine” nei laboratori. Michelina Boccia è un dirigente scolastico 2.0. Nella sua scuola il cyber-bullismo non è entrato. “Abbiamo all’incirca 1400 alunni, quindi possiamo essere ritenuti un campione credibile. Di sicuro, qui accedono ragazzi di una fascia sociale medio-alta, e tutti studenti che hanno già molta dimestichezza con questi nuovi strumenti, soprattutto con Facebook e smartphone. Nessuno di loro è “immune”. E sono molto ma molto più bravi di noi”. E quando pure innescano sulla Rete meccanismi di prevaricazione pare lo facciano in maniera piuttosto ingenua, senza cattiveria. “Alcuni IL PROFILO Il dirigente scolastico Michelina Boccia ragazzi - racconta la professoressa Boccia - hanno segnalato su Facebook compagni che avevano avuto una nota in condotta, salvo poi ritirare prontamente la segnalazione quando si sono resi conto che stavano facendo una cosa grave anche da un punto di vista giuridico. Stavano commettendo un reato. Quando abbiamo chiesto ai ragazzi le ragioni di quel gesto, abbiamo scoperto che non erano consapevoli di aver violato la privacy, perché peraltro la vittima aveva accettato di essere segnalata. Pare ci fosse una gara. È il sintomo di una fascia di adolescenti che oscilla, alla ricerca di guide, tra il lecito e l’illecito, ai confini del gioco e della serietà, che non conosce i limiti e le conse- guenze delle sue azioni. C’è bisogno di qualcuno che apra loro gli occhi. Noi abbiamo di fronte una generazione strana: è molto matura per certi aspetti - è nata col digitale - e poi per altri versi resta adolescente fino ai 30-40 anni. Sul fronte della prevenzione la nostra scuola si è attivata: in occasione della giornata della legalità, abbiamo invitato il responsabile del settore di formazione della Polizia Postale che ha aiutato gli studenti delle classi prime a capire i rischi dei new media. E continueremo ad organizzare queste giornate informative”. La dirigente Michelina Boccia appartiene alla corrente di pensiero che avrebbe fatto entrare nel piano dell’offerta formativa la media education (l’educazione ai media) come materia organica. “L’incoscienza oggi non può essere più ac- cettata perché i rischi sono alti. Andrebbe fatto innanzitutto uno screening, per sapere quanti ragazzi utilizzano questi strumenti, sui bisogni specifici, per poi preparare offerte formative adeguate. Questo tipo di materia non può essere lasciata solo nelle mani della scuola. Occorre la collaborazione delle forze dell’ordine, degli enti specializzati, dell’ufficio scolastico regionale e degli enti locali”. Nei cassetti della presidenza oggi non ci sono telefonini. “L’uso del cellulare è diventato endemico. Convincere i ragazzi a non usarlo è un’impresa impossibile”. Specie nei licei, gli smartphone, i telefoni di ultima generazione, servono a cercare un “aiutino” durante le prove scritte in classe. I docenti li sequestrano prima. Almeno quattro anni fa si contavano più furbetti colti in In rete i feticisti preferiscono le teenager “Fai una foto dei tuoi piedi” Le nostre confessioni social Che mondo sarebbe senza Facebook non se lo ricorderanno neanche più. A sedici anni sono iscritti già da cinque al social. Che poi Mark Zuckerberg se l’era inventato per incontrare i vecchi amici di classe. A cosa sia il cyber-bullismo ci arrivano per associazione di idee. “È quando una persona viene “sfottuta” su Internet, screditata?”. Lo domanda Mariaelena, esitante come tutti gli intervistati che preferirebbero spiare su un motore di ricerca. E ci prende. Non l’è mai capitato, e che lei sappia non è successo a nessuno dei suoi amici. Ma è consapevole, eccome, che si possano fare incontri spiacevoli. “Ci sono persone che abitualmente mi contattano ma le ignoro. Più o meno superano tutte i 30 anni. Qualche giorno fa mi hanno chiesto se avevo la webcam e proprio stamattina mi hanno chiesto se potevo fare le foto ai miei piedi. Sono andata a vedere le foto del profilo e cre- do avesse sui 40 anni. Su Fb sono molti i feticisti che contattano noi ragazze”. Non ha mai risposto e - giura - mai le salterebbe in testa di accettare. Sconosciuti, che l’hanno raggiunta forse tramite i contatti in comune. Lei ha a che fare solo con gli amici, magari i compagni di classe che si ritrovano in un gruppo privato. “Lo trovo un modo molto facile e veloce per comunicare, ma questo potrebbe anche ritorcersi contro perché diminuisce la bellezza nell’avere un contatto”. Anche Donatella riceve messaggi da persone molto più grandi di lei. “Iniziano con un ciao, poi fanno complimenti senza rendersi conto di quanto possano essere ridicoli”. Teme il Web per l’uso che se ne fa. “A me spa- venta molto quello che si nasconde fra i miei coetanei, come quando qualcuno viene minacciato per farsi mandare determinate foto. I più deboli ci cascano. Una volta mi è capitato di aprire fb e vedere nella sezione messaggi una foto di un conoscente nudo, ma era chiaro che fosse un fotomontaggio. La foto mi era stata inviata da un fake (un profilo falso, ndr) che voleva infastidire questa persona”. Daniele pure è su Fb da quando frequentava la seconda media. “Gli amici che ho non li conosco tutti di persona, qualcuno solo di vista o tramite altri amici”. Nel laboratorio, a scuola, visita il suo profilo e il cellulare in classe lo usa (“Non dirlo al prof”). Se parli di cose serie dopo un po’ si scocciano, mica come i grandi. Valentina è online almeno una volta ogni 2-3 ore, anche solo per 5 minuti, per vedere le novità. Se qualcuno la infastidisce lo “blocca” o “segnala”. “Su Ask.fm le persone possono insultarti in maniera anonima e sì, è capitato anche a me, ma su quel social succede praticamente a tutti”. Conoscono la gamma completa dei social. Instagram per condividere le foto e poi Tumblr. Michele è iscritto pure a Netlog, Twitter, Habbo (una chat), e prima ancora MySpace. Manco un politico è così social. In media su Fb è online tre ore in tutto. Su Chatroulette, raramente, incontra gli amici, in anonimato, tramite webcam. A scuola niente Facebook: l’insegnante controlla tutto dal Pc principale (“Anche se oggi non mi ha sgamato”). A Stefano chiedo - rigorosamente su Fb - se ha mai sentito parlare di episodi di cyberbullismo: “No. Solo alle Iene. La generazione di oggi è sveglia “. m.m. “flagranza di reato”. “Da questo punto di vista non c’è una forte collaborazione delle famiglie. I ragazzi non dovrebbero venire a scuola con i cellulari almeno quando hanno compito. Noi chiediamo di spegnerli perché vige un preciso divieto, ma ormai dipendono da questi strumenti, per loro è un’appendice. Non riescono proprio a farne a meno”. Il futuro è adesso: in classe arriva il tablet. I vecchi libri finiscono in soffitta. Fissare uno schermo sarà previsto dalla didattica. “Sulle nuove adozioni abbiamo l’obbligo di utilizzare testi in versione mista o completamente in digitale. Il solo cartaceo è abolito. Possiamo dire addio al vecchio libro. Secondo gli esperti, abbassano i prezzi: il calo è notevole, il 30% in meno rispetto al cartaceo per quelli digitali e il 10% per quelli misti. Questo presuppone che le scuole si attrezzino per l’accesso. Sono strumenti interattivi col docente, i tablet sono straordinariamente attrattivi. Ma vogliono far sparire l’odore della carta - dice con un pizzico di nostalgia il dirigente scolastico - Dobbiamo aspettare qualche anno per capire se sarà una perdita. Di sicuro non possiamo fermare il progresso”. Mariangela Mariani IL FENOMENO Parliamo di numeri e percentuali. Un adolescente su dieci, nella fascia d’età tra i 13 e i 17 anni, dice di a v e r vissuto direttamente o indirettamente - il fenomeno del cyber-bullismo. Circa il 95% dei ragazzi ha un profilo Facebook e, di questi, nove su dieci utilizzano anche altri social e piattaforme come Instagram, Ask.fm e Twitter. Inoltre il 70% dei preadolescenti naviga senza il controllo dei genitori, il 70% ha avuto il suo primo smartphone prima dei 13 anni, il 20% dei ragazzi ha pubblicato su Fb o Instagram foto di cui poi si è pentito. Secondo i dati raccolti dalla Polizia Postale, su un campione nazionale di studenti delle scuole medie, il 20% degli adolescenti sono stati contattati da un potenziale molestatore. Il cyberbullismo e il sexual-bullying online sono avvertiti come “pericolo reale” dal 72% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni e i social network sono ritenuti per il 61% degli adolescenti, la modalità “d’attacco” preferita. 8 m a r z o duemilaquattordici A CURA DI CLAUDIO BOTTA politica Incognite sul futuro della coalizione, dopo l’affermazione di Marasco e le accuse di ‘voto inquinato’ Primarie del centrosinistra: la tempesta dopo la tempesta? Il sindaco uscente Gianni Mongelli, scaricato da gran parte del Pd, avrà comunque un ruolo decisivo: da alleato o da avversario D ovevano segnare il trionfo della democrazia partecipata, invece hanno creato e alimentato delle polemiche e delle fratture destinate a condizionare pesantemente la campagna elettorale e a rendere accidentato il percorso del centrosinistra per la riconferma (che avrebbe del miracoloso) a Palazzo di Città. L’effetto primarie non è ancora scemato, nonostante le promesse e le premesse, le dichiarazioni d’intenti, le rassicurazioni. Difficile, infatti, immaginare un Mongelli scaricato da una fetta consistente del Partito democratico, nonostante l’insperata vittoria nel precedente giro e la pesante eredità dell’amministrazione Ciliberti, che si limiti al ruolo di portatore d’acqua per la coalizione negli ultimi mesi da sindaco. “Se lui avesse vinto le primarie, poi avremmo perso le elezioni” la sintesi brutale al quotidiano l’Attacco del presidente del Consiglio comunale Raffaele Piemontese, uno dei grandi avversari del primo cittadino quasi doppiato in termini di preferenze dal suo principale avversario, il suo ex assessore all’Urbanistica Augusto Marasco: un risultato dalle molteplici chiavi di lettura, vittoria netta per i supporters del nuovo/finto nuovo, un inquinamento e un complotto ben orchestrato dalla principale concorren- za, la versione di chi non riesce ad accettare un risultato così eclatante. Perché pesa, nei freddi numeri, la precedente campagna elettorale dell’architetto, vicina se non del tutto organica alle posizioni del centrodestra: ma nella Foggia trasversale dei poteri e degli interessi questo non è mai stato e non sarà mai un handicap, ci mancherebbe, e meno che mai potrebbe esserlo per l’attuale Partito democratico. Ognuno ha la sua verità, la sua ragione. Il Mongelli sedotto e abbandonato ricorda il suo predecessore, costretto a convivere con una poco gradita ‘cabina di regia’ sin dal suo esordio, spettatore suo malgrado di politiche disastrose destinate ad affossare le aziende speciali ex gioielli di famiglia, ma alla fine scaricato senza rimpianti e additato come unico responsabile del fallimento complessivo dell’amministrazione proprio dal principale partito protagonista di quelle politiche (in particolare riguardo l’Amica). Ma non chiamare in causa le responsabilità dirette del primo cittadino sarebbe al tempo stesso miope e sbagliato: i suoi silenzi (iniziando dai conti del Comune e dall’effettivo ammontare del defi- cit, un mistero che ha dominato almeno tre quarti del mandato), le sue esitazioni, il suo scarso carisma hanno avuto il loro peso nel crollo verticale del consenso presso l’opinione pubblica, assieme agli evidenti fallimenti rispetto alle ambizioni della ‘Foggia Capitale’ promessa: le strade piene di buche, i contenitori culturali chiusi, il progressivo e apparentemente inarrestabile degrado generale e di quartieri strategici come il viale della stazione, il centro storico, le periferie, le borgate, la sensazione di una navigazione a vista, senza alcun modello di rinascita e sviluppo hanno appannato anche i meriti e la buona volontà. Era un candidato oggettivamente debole: ma nel concorso di colpa con la sua coalizione, quali sono le percentuali esatte di errori, disastri e meriti? Le parole di Michele Emiliano, che da Bari ha sancito la piena legittimità della vittoria di Marasco in nome dell’unità del partito, sono state op- portune ma avranno bisogno di numerosi altri passaggi per dimostrare la loro reale efficacia e capacità di persuasione. L’annuncio dell’ ‘io non mollo’ di Mongelli può rivelarsi un macigno, soprattutto se sostenuto da una lista civica personale. Allo stesso modo, una candidatura centrista all’altezza delle ambizioni (più che di un peso elettorale tutto da verificare) può allontanare la parte minoritaria del Pd tutt’altro che entusiasta di quanto accaduto nel recente passato e sparigliare ulteriormente le carte, in modo velato o aperto. E la figura stessa di Augusto Marasco, trasversale il giusto per la propria personale carriera, quanto può veramente entusiasmare una base sempre più delusa dai clamorosi deficit alla voce ‘sinistra’? E quanto può riuscire a comunicare ed entrare in empatia con la ‘pancia’ della città, quella che vive un disagio sempre più diffuso e a cui si sta apertamente rivolgendo Lucia Lambresa, e si sta cercando di rivolgere Luigi Miranda, due candidati sindaci che non vanno affatto snobbati proprio alla luce delle falle che tengono ancora ancorate al porto le due (presunte) corazzate? Quanto può coinvolgere chi - puntando su Frattarolo - sperava in un cambiamento radicale, in un rinnovamento vero e non una sempli- ce spolverata? Le prossime settimane saranno decisive per una serie di verifiche interne a partiti e coalizioni, nell’attesa che una delle campagne elettorali più delicate degli ultimi decenni (alla luce della situazione in cui versa la città e delle opportunità che si prospettano a breve scadenza, che necessitano però di una classe dirigente all’altezza) entri finalmente nel vivo. Senza ambiguità, sospetti, manovre poco chiare, trucchi, con la responsabilità preferita all’opportunismo e alla convenienza. La posta in palio, infatti, è troppo alta per essere barattata e messa all’asta in attesa della migliore offerta. E’ il nostro futuro, e quello delle generazioni che verranno. E sbagliare non è ammesso e ammissibile, da qualunque prospettiva e visione. NEI PROSSIMI NUMERI DI APRILE E MAGGIO, INIZIATIVE SPECIALI LEGATE ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE m a r z o duemilaquattordici 9 10 m a r z o duemilaquattordici L e nuove collezioni primavera/estate 2014 si ispirano a mise da palcoscenico, così che ogni donna potrà sfoggiare un look degno delle luci della ribalta. La praticità e la rottura col passato di queste nuove tendenze non resta chiusa nell’armadio nemmeno nelle grandi occasioni. moda I capi must della prossima stagione Stile da palcoscenico Il dettaglio femminile lo si trova nel punto vita segnato da cinte in metallo, da balze vaporose e trasparenze trasversali. Contaminazioni rock, fantasie optical e colori aggressivi: questi i diktat per la nuova stagione Giallo mimosa E’ uno dei colori must della primavera/estate 2014. Basta anche solo un tocco di questo colore per essere subito alla moda. Look Cerimonia Grazia aggressiva Fantasie pop La t-shirt diventa protagonista con le stampe di ispirazione pop: fumetti, scritte con ritagli di giornale, dive ammiccanti e applicazioni glitter da sfoggiare sul petto. Gli altri capi omaggiano la primavera con una stampa floreale di grandi dimensioni e non solo; le più romantiche gradiranno i cuori su abitini stile impero e le più tradizionali i pois. Contaminazioni rock Basta poco per sfoggiare un outfit ispirato alle icone del momento. La giacca di pelle è un capo da non farsi mancare e da abbinare anche sugli abitini bon ton. La pelle è presente anche su aggressive gonne a tubino fino ai dettagli come colletti, maniche e accessori. Quest’anno la femminilità degli abiti da cerimonia si smorza con capi alla moda che possiamo indossare anche nella quotidianità. Gli abiti hanno un design retrò ma fantasie pop per un’eleganza meno ingessata. Non mancano inserti con tessuti a contrasto: dal raso combinato con il pizzo, dallo chiffon bianco con la pelle nera. m a r z o duemilaquattordici mondo bimbi Tendenze primavera/estate 2014 Piccoli sì, ma “fashionisti” Piccoli abiti per bambini alla moda: modelli, colori e tessuti eco-friendly Il vero protagonista della bella stagione negli armadi dei più piccoli sarà l’abbigliamento firmato Manai. La nuova collezione primavera/estate 2014 punta su outfit che sprigionano allegria e joie de vivre senza rinunciare al comfort, caratteristica che non dovrebbe mai mancare nei capi indossati dai più piccoli. La mission del brand Manai è quella di realizzare capi d’abbigliamento che rappresentino il gusto italiano per il design, in cui lo stile va di pari passo con la qualità in modo da soddisfare i desideri di un cliente esigente come può essere il genitore di un bambino. L’azienda, a cui fa capo l’omonimo brand, sa che per ogni genitore è importante poter scegliere per i propri figli capi firmati da un nome che si con- traddistingue sul mercato per valori come l’etica, la trasparenza, il rispetto per l’ambiente e professionalità. La forza del marchio Manai sta proprio negli elevati standard che è in grado di garantire: dal rispetto per i propri collaboratori all’orientamento ecologista, alla valorizzazione delle proprie risorse sino all’efficace imprenditorialità che consente al brand Manai di poter essere sempre appetibile su un mercato in costante cambiamento. Attraverso esperienza e qualità italiana i desideri dei piccoli e grandi clienti Manai possono sempre essere soddisfatti, sfoggiando prodotti che valorizzano la cultura tessile Made in Italy ma strizzano l’occhio a tendenze ed esigenze future. Speciale cerimonia baby & kids La bella stagione è sinonimo anche di cerimonie e occasioni importanti in cui essere chic. E’ proprio questa la parola d’ordine di alcune collezioni dedicate a bambini che potranno esibire un’ eleganza calibrata per la propria età. I colori blu e bianco – da soli o insieme per il classico stile navy - sono la scelta ideale per maglieria e abiti dall’indiscutibile classe. Dal cardigan con i profili a contrasto e toppe per lui all’abitino in popeline per lei impreziosito da una cinta in vita a contrasto bianca, i giovani clienti potranno esibire un abbigliamento glamour adeguato ad una cerimonia. Ampia scelta anche per chi vuole essere chic con lo spezzato: disponibili balzer in lino avvitato per la collezione baby e camicia in lino per la collezione kids oppure vestiti in tela e cotone nei colori pastello impreziositi da fiocchi e coulisse centrali per lei sino a tuniche in cotone e seta sul cui petto campeggiano boccioli color pesca. Da un capo all’altro Le collezioni kidswear abbracciano stili diversi, appetibili per i più piccoli ma anche per i giovanissimi, con collezioni di accessori e abbigliamento da 0 a 16 anni; le tendenze delle collezioni inoltre sono in sintonia con i desideri dei giovani clienti nonché adatte ad essere sfoggiate in ogni circostanza. Per la primavera/estate 2014 il protagonista è il colore nelle sue tonalità pastello. Fanno capolino tessuti come il denim e la felpa, must ispirati proprio dalle tendenza moda per gli adulti. Dagli short alle salopette per i clienti baby, il casual si accompagna a dettagli sofisticati come le rifiniture, i tessuti strech in gabardine oppure in lino e cotone. Non mancano nemmeno capi dall’aspetto glamour per lei come coprispalle e blazer con cui affrontare le giornate incerte di primavera. Fantasie astratte sulle gonne, pois e voilant su t-shirt e camicie completano l’abbigliamento femminile con tocchi di grande effetto. 11 12 m a r z o duemilaquattordici cerimonia Fotografia: a ognuno il suo stile Scatti d’arte Cerimonia e fotografo, binomio indissolubile E’ inutile negarlo. In qualunque modo vogliate chiamarlo, il fotografo (operatore del matrimonio per i più pragmatici, o wedding photographer per chi sogna nozze da star) è uno degli elementi indispensabili per la buona riuscita di una cerimonia, per renderla, in un certo senso, memorabile. Presenza più o meno discreta, per assecondare particolari richieste dei committenti, è una professionalità spiccata della quale nemmeno quanti si professano apertamente anticonformisti e allergici alle tradizioni riescono a fare a meno. E questo perché, in fondo, tutti sanno che cassare una voce così importante dal proprio wedding planning significa, di fatto, Uno scatto di negarsi la possibilità di fer- Anna Maria Salvatore mare il tempo, luce su carta patinata, in uno dei pochi giorni davvero memorabili della vita. Allora la scelta del fotografo giusto (ognuno ha il suo) diventa una questione di “affinità elettive”. Committente e fotografo devono trovare nella filosofia dello scatto un sentire comune, parlare la stessa lingua. C’è chi non lascia nulla al caso, programmando ogni scatto, posa e possibile variabile della giornata, e chi invece documenta ogni momento in modo naturale e “invisibile”, lasciandosi trasportare dagli eventi; c’è chi punta tutto su sguardi ed emozioni e chi in- vece riesce a “giocare” abilmente con chiaroscuri, luci naturali e artificiali ottenendo risultati di grande impatto emotivo. Come se ogni flash fosse un piccolo scatto d’arte. E’ il caso della foggiana Anna Maria Salvatore, fotografa professionista e di lunga esperienza, titolare dello studio fotografico Nadar, di via Carelli, a Foggia. In ogni scatto, Anna Maria - che l’arte della fotografia l’ha insegnata all’Accademia delle Belle Arti - condensa saperi provenienti da una carriera ventennale che trae linfa vitale da esperienze artistiche a tutto tondo. Sceneggiatrice e regista, Anna Maria Salvatore ha firmato negli anni apprezzate mostre fotografiche, in Italia e all’estero (America, Portogallo e Cuba, solo per citarne alcune). Vincitrice nel 2004 del Festival del Cinema Indipendente di Foggia con il corto “Come tu mi vuoi”, ha continuato a raccogliere consensi con “Women”, progetto contro la violenza sulle donne, selezionato al concorso internazionale “Action For Women” organizzato dal Festival del Cinema di Venezia. I suoi scatti saranno esposti dal 10 al 13 aprile nella mostra "Il Patrimonio della Puglia", a Palazzo Dogana. Inoltre, dal 20 al 22, un suo stand espositivo sarà presente ne La Città del Cinema in concomitanza con l'uscita del film di Pio e Amedeo. Angela Dalicco m a r z o duemilaquattordici cucina&dintorni 13 Vico San Giuseppe, 1-3 (via Arpi) - FOGGIA Tel. 348 6976171 - laboratoriofelicita@libero.it Censite oltre 200 varietà diverse Il pane, il re della tavola Differente per farina, forma e lievitazione, nel Pancotto si sposa con verdure e ortaggi A cura di Letizia Consalvo Dopo i bagordi carnascialeschi arriva il periodo di astinenza e digiuno: la Quaresima. Abbandonando la spiritualità, in attesa della “prova costume” che si avvicina, dopo il trionfo del fritto proviamo a parlare di gusto leggero. Il nostro territorio è sicuramente generoso e ci offre una grande quantità di opportunità per creare ricette gustose e leggere; la verdura, coltivata e spontanea, di questo periodo ci riporta a riscoprire uno dei piatti più semplici e fantasiosi della nostra tradizione: il pancotto. Ingredienti essenziali pane, olio, verdura e tanta inventiva. Senza il pane niente pancotto, allora parliamo un po’ di questo alimento apparentemente semplice, fatto di pochi elementi basilari, che per millenni è stato l’elemento base, fondamentale e indispensabile, per la sopravvivenza. In ogni paese del mondo, ricco o povero, è possibile ritrovare “pane”, dalle forme più svariate, intendendo forma non semplicemente quella che appare: schiacciato, allungato, alto basso, ma fatto con le farine più diverse, lievitato e no, impastato con acqua e cotto nel forno a legna, piuttosto che insaporito con spezie e aromi. Raccontando del pane si potrebbe ripassare la storia, la geografia e anche le religioni. Il pane azzimo degli Ebrei, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la preghiera più importante dei cristiani detta “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, quindi come farne a meno? Il pane ci richiama immediatamente al lie- vito: chimico, naturale, di birra, secco, “madre”… sembra che per primi gli egiziani abbiano scoperto l’effetto magico di una muffa prodotta da un cibo andato a male. I greci perfezionarono la tecnica, impararono ad ggiungere aromi tanto che si dice che già fossero arrivati a produrre 72 tipi di pane diversi. I romani migliorarrono le tecniche di macinazione consentendo la preparazioni di pani “ricchi” e “poveri”. I cuochi alla corte dei Medici migliorarono la lievitazione inserendo il lievito di birra. Oggi è tornato di gran moda preparsi il pane in casa, pur vantando ogni regione e ogni località un pane tipico, caratteristico nella forma e negli ingredienti. Sembra che siano state censite oltre 200 tipologie di pane diverse, con oltre 1500 vartianti. Allora fra tanti pani quale scegliamo per il nostro pancotto? Sicuramente un pane consistente, panini e filoncini non ci garantiscono il risultato. Predilegiamo una bella pagnotta, magari non del giorno (il pancotto ci aiuta anche a consumare il pane raffermo). Abbiamo però cura, quando avanza del pane, di porzionarlo immediatamente dividendolo in pezzi, perché quando il pane diventa duro è difficile da tagliare. Ricordiamo anche di conservare il pane non nel sacchetto di plastica (ammuffirebbe in fretta), ma in un sacchetto di carta o meglio di cotone. Scegliamo una o più verdure e, dopo averle lessate, nella stessa acqua immergiamo il pane e condiamo con olio, peperoncino… Buon appetito! Ricetta del mese Pancotto con zucca e spinaci Ingredienti: pane raffermo a pezzetti, 1 kg di zucca, 3/4 patate di media grandezza, 1 kg di spinaci, 1 cipolla, 1 spicchio di aglio, sale pepe o peperoncino, olio Lessare gli spinaci “al dente” e conser- vare l’acqua di cottura. In una padella rosolare appena aglio, cipolla e olio. Eliminare lo spicchio di aglio appena inizia a colorire, quindi aggiungere zucca e patate a cubetti. Aggiungere acqua o brodo vegetale, dosare con attenzione per evitare di doverne scolare a cottura ultimata. Quando la minestra è quasi cotta, tuffare il pane nell’acqua degli spinaci, scolarlo e trasferirlo, con gli spinaci appena spezzettati nel tegame con zucca e patate. Insaporire tutto assieme, mescolando con cura, spegnere il fuoco e lasciare riposare per qualche minuto prima di servire con olio e una spruzzata di pepe appena macinato. Per condividere la passione per il buon cibo, il Laboratorio di Felicità propone appuntamenti e corsi monotematici durante i quali si impara a realizzare ricette semplici e sempre d’effetto senza essere necessariamente esperti. Inoltre in occasioni particolari o semplicemente per il pranzo della domenica il Laboratorio realizza preparazioni dolci e salate per ogni occasione, a casa o in ufficio, cocktail, aperitivi, coffe break, brunch, pranzi e cene. Giovedì, 20 marzo Degustazione birre e cenino Venerdi, 21 marzo Questa sera mangiamo vegano. Solo ingredienti “vegetali”, la salute con gusto… Giovedì, 27 marzo Impariamo a riconoscere l’olio “buono” Degustazione guidata con esperto e cenino Venerdì, 28 marzo Corso di cucina: Le paste fresche e ripiene Venerdì, 4 aprile Impariamo a fare da soli l’uovo di cioccolato per Pasqua Corso pratico per realizzare il “nostro” uovo di cioccolato Domenica, 6 aprile Decoriamo le uova per la tavola di Pasqua Corso pratico per personalizzare le uova di cioccolato e no Venerdì, 11 aprile La colomba Corso pratico per realizzare la colomba pasquale con il lievito madre 14 m a r z o duemilaquattordici benessere E’ la più naturale tra le alghe verdi-azzurre L’alga Klamath: alleata in salute Fonte preziosa di minerali e antiossidanti A cura del dott. D’Alessandro L’alga Klamath è un’alga verde-azzurra appartenente alla specie Aphanizomenon flos-aquae. Il termine “Klamath” fa riferimento all’origine di queste alghe, che crescono nel lago Upper Klamath negli Stati Uniti d’America. Queste alghe poi vengono essiccate e polverizzate e successivamente messe in commercio. Le alghe Klamath sono utili perché contengono quantità significative di minerali, antiossidanti e vitamine oltre ad una buona concentrazione di macronutrienti importanti come amminoacidi essenziali ed acido alfa linolenico (omega tre). L’apporto di Alga Klamath può colmare delle carenze alimentari, in tal caso l’assunzione deve essere di 2-3 grammi al giorno, arrivando a 5 grammi in casi eccezionali. Nell’alga Klamath abbiamo una buona concentrazione di ferro, acido folico, vitamina B12, clorofilla e sostanze antiossidanti come polifenoli, fico cianine e carotenoidi. L’alga Klamath è preferita ad altre alghe per la naturalezza dei nutrienti. Infatti, è l’unica alga verde-azzurra a crescere spontaneamente in un lago incontaminato e con il più alto livello di mineralizzazione del pianeta. L’alga Kla- math non contiene additivi chimici o metalli pesanti, ed è assimilabile al 97% dal nostro sistema digestivo. CURIOSITA’: Uno studioso Yamagushi (Japan Medical News, 1965) ha somministrato 2 grammi al giorno di alghe Klamath a pazienti con ulcera gastrica o duodenale e gastrite cronica. Sintomi come dolore e bruciore di stomaco, pesantezza ed eruttazione furono eliminati. Un altro studio dell’Università del New Mexico, invece, dimostra che l’uso di alga Klamath stimola aree specifiche del cervello, confermandone una accresciuta energia e lucidità mentale. Mediante elettroencefalogramma è stato dimostrato un miglioramento della capacità del cervello nel gestire le informazioni e quindi delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, ritmo sonno-veglia). In un altro studio, condotto presso il Royal Victoria Hospital a Montreal, in Canada, si è scoperto che l’alga Klamath provoca migrazione del 40% delle cellule NK (anticorpi) dal sangue verso i tessuti entro due ore dall’assunzione. Le cellule NK svolgono un importante ruolo nell’ambito del sistema immunitario in quanto individuano ed eliminano le “cellule ammalate” a causa di infezioni virali o alterazioni maligne. m a r z o duemilaquattordici salute “La schiena come l’albero di una barca, le vele sono i muscoli ed il vento le emozioni”. Da questa affermazione della dottoressa Viola, possiamo capire come le emozioni sono una grande componente dei nostri blocchi interiori e quanto incidono sui nostri muscoli, tanto da tirare e bloccare l’albero della barca, ovvero, la nostra schiena. Ed è proprio dal benessere di quest’ultima che parte il metodo Bertelè, elaborato dalla Dottoressa Laura Bertelè, specialista in terapia fisica e riabilitazione motoria. E’ un processo basato sui principi del metodo della fisioterapista francese Françoise Mézières, di cui la Dottoressa Bertelè è stata allieva e collaboratrice. Rientrata in Italia diffonde il metodo Bertelè creando una vera e propria scuola a Merate (Fondazione Apostolo), dove la dottoressa Orsola Viola si è specializzata per esercitare questa tecnica. Mézières, già nel 1947, ha osservato che i muscoli posteriori del nostro corpo si comportano come un’unica catena muscolare, è necessario pertanto allungare la muscolatura posteriore il cui accorciamento è causa di tutti i disturbi dell’uomo. Inoltre, secondo Mézières, i muscoli più che determinare il movimento delle articolazioni ne sono i freni, di conseguenza è necessario rendere i muscoli più elastici in modo da muovere l’articolazione. “Il male non è mai là dove si manifesta”, questo afferma la fisioterapista francese, quindi bisogna lavorare sull’uomo nella sua globalità psicofisica e quindi ogni dolore, deformazione, contrattura viene presa in considerazione come un sintomo di disagio, di una sofferenza più profonda, in altre parole di una difficoltà di relazione, di comunicazione della persona con se stessa e con l’ambiente circostante. La finalità del metodo è quella di allungare questi “elastici”, distendere i dorsali per tonificare i muscoli profondi anteriori e ristabilire il giusto equilibrio dell’energia. Per- 15 L’importanza di riscoprire la postura corretta del corpo La schiena, il nostro centro Orsola Viola Il Metodo Mézières per distendere i muscoli dorsali e liberare le emozioni tanto correggere le nostre inadeguatezze significa correggere la nostra rigidità. Contemporaneamente, il metodo cerca di aiutare la persona a decodificare questo messaggio che viene dal suo inconscio, accogliendolo per arrivare alla soluzione del disagio. Il metodo è particolarmente indicato per tutte le persone che vogliono migliorare la loro postura, le loro capacità motorie, la forma fisica, per tutti coloro che vogliono, in una parola, star meglio nel loro corpo. Per le persone che presentano problemi muscolari e articolari acuti (ad esempio tendiniti, esiti di distorsioni, fratture, lussazioni, periartriti, Dr.ssa Orsola Viola Pedagogista Clinico - Psicosomatista Terapista Rieducazione Posturale (metodo Mézières-Bertelè) Via C. Galiani, 26 - FOGGIA Tel. 0881.744687 393.3613666- 3687490885 lombalgie, cervicalgie, sciatalgie, ernia del disco) e cronici (artrosi, scoliosi, malattie reumatiche). E’ molto efficace anche per le malattie neurologiche (per esempio emiplegie, tetraparesi spastiche, aneurisma, ecc), congenite e acquisite. Per chi volesse entrare in contatto con il metodo Mézières e con tutte le altre terapie proposte (massaggio antistress, risveglio muscolare, counseling psico-pedagogico clinico, mediazione psicocorporea, ecc.) dalla dottoressa Viola, è possibile frequentare un’ora di corso gratuitamente chiamando e prenotando presso il suo studio sito a Foggia in via Celestino Galiani 26, 0881-744687. Prenotati per partecipare gratuitamente sia al corso di Ginnastica Estetica Psicocorporea Posturale (lunedì, mercoledì e venerdì), e sia ad un incontro di gruppo di Mediazione Psicocorporea (il prossimo si terrà il 25 marzo, ogni quindici giorni). TERAPIE PROPOSTE • Trattamento terapeutico Mézières-Bertelè • Mediazione psicocorporea • Risveglio muscolare • Ginnastica estetica psicocorporea e posturale • Counseling psico-pedagogico clinico • Massaggio antistress • Brain Gym • Touch For Health • Percorsi di gruppo secondo specifiche tematiche www.violaorsola.com - violaorsola@yahoo.it - www.studiosphaera.it 16 m a r z o duemilaquattordici Problematica sempre più diffusa, porta i due partner a vivere la difficoltà del percepirsi come “coppia” Con oggi si inaugura una nuova rubrica dedicata alla sessualità, alle sue problematiche e alle sue curiosità con la dott.ssa Mariapia Conoscitore, psicosessuologa che opera sui territori di Manfredonia, Foggia e Bari. Con questo spazio desidero offrire ai lettori una piacevole fonte di informazioni utili e corrette sul sesso, una visione della sessualità scevra da tabù e false credenze ed anche un’opportunità in più per riflettere sulla propria vita sessuale, perché si è soliti chiedersi se il sesso lo si fa, ma no come lo si fa. In virtù di ciò, oggi de- lui&lei Promotion Le tappe del percorso terapeutico di Giulia e Andrea Un caso di “Matrimonio bianco” sidero affrontare un argomento poco conosciuto ma sempre più diffuso: il “matrimonio bianco”. Per quanto oggigiorno possa risultare improbabile, i casi di coppie che nel corso della loro storia non riescono ad avere un rapporto sessuale completo (cioè con penetrazione vaginale) sono sempre più frequenti. Tale problematica porta i due partner ad una difficoltà nel percepirsi come “vera coppia”, una frustrazione che vie- ne vissuta in segreto per anni, nella speranza che qualcosa si risolvi spontaneamente. IL CASO DI GIULIA E ANDREA Giulia e Andrea si recano al mio studio un anno e mezzo fa. Sono sposati da 6 anni e non hanno mai avuto rapporti sessuali completi perché Giulia afferma di provare un forte dolore al momento della penetrazione. Cercano il mio aiuto perché desiderano avere un figlio. Durante la prima seduta i coniugi rivelano che nei primi anni di matrimonio ci furono un certo numero di tentativi di penetrazione che sono però cessati del tutto negli ultimi tre anni visti gli insuccessi. Entrambi sono estremamente provati psicologicamente dalla situazione anche perché mai condivisa con parenti o amici. La terapia prosegue tra momenti di sconforto ed altri di grande entusiasmo per i traguardi raggiunti. Gli intenti basilari del sostegno psicosessuologico sono stati quelli di far scoprire alla coppia il piacere sessuale offuscato dai fallimenti, ed anche di riappropriarsi dell’intimità, snaturata dal vivere gli incontri sessuali solo come occasioni utili al raggiungimento dell’obiettivo penetrazione. In prima battuta, però, è stata necessaria l’estinzione del vaginismo di Giulia. Tale lavoro ha richiesto sedute individuali pri- ma con la donna e poi con il marito, esercizi da eseguire singolarmente e poi in coppia (prime penetrazioni con un dito e seguentemente con un dildo tramite, in entrambi i casi, l’ausilio di un buon lubrificante a base d’acqua*). Oltre a ciò si è reso necessario il potenziamento dell’autostima ed “efficacia sessuale” ed un training di competenze sessuali. Dopo 8 mesi di trattamento Giulia e Andrea hanno avuto modo di “abitare il corpo dell’altro” vivendo un pieno piacere ed ottenendo così, una vita sessuale sana. Attualmente la coppia sta vivendo una nuova avventura: Giulia è al terzo mese di gravidanza. Per consulenze inerenti problematiche di coppia inviare una mail a marketing@6donna.com * i coadiuvanti sessuali, come lubrificanti e sex toys, sono reperibili tramite www.sexangel.it Il tuo shop on line VUOI DIVENTARE UNA CONSULENTE “TUPPERSEX”? Per info: 0692958312 op. 3925632168 email: info@sexangel.it - www.sexangel.it COSTUME E SOCIETA’ HEROIDES Lettere di quotidiana (in)sofferenza Due cuori e una capanna La lotta tra i sessi nella scelta della casa dei sogni. E il capitolo “arredamento” deve ancora iniziare… Briseide ad Achille “Se puoi sognarlo, puoi farlo!”. Fateci caso, tutte le scelte - soprattutto quelle più importanti della nostra vita - cominciano così: fantasticando. Ed è stato proprio così, in un qualsiasi pomeriggio di settembre scorso, che io e Adriano prendemmo, quasi senza accorgercene, la decisione di comprare casa. Iniziarono subito le prime ricerche di annunci immobiliari, e iniziarono subito le prime divergenze sulla metodologia di ricerca: lui leggendo annunci in bella vista per la città, io consumando gli occhi dietro ad ogni rivista e portale web di Foggia. Ormai li conosco tutti a memoria, e se facessero ancora “Scommettiamo che…?” farei certamente la mia porca figura! Nulla doveva sfuggirmi, e così mi convinsi che, a furia di cercare, avrei sicuramente trovato la casa che desideravo al prezzo che volevo. Semplice no? E invece, no. La verità è che mi trasformai in una stalker di agenti immobiliari, con telefonate alle sette meno cinque del mattino, perché ogni momento era buono per chiedere informazioni o per spulciare un annuncio. Sì, anche in bagno. Ma torniamo a lui, dove l’avevamo lasciato? Ah si, è ancora lì in macchina che legge un annuncio approfittando di un banalissimo semaforo rosso. Capirete bene che per me da qui alla Guerra dei Roses il passo sarebbe stato breve, quindi seguirono una serie di amabili frasi quali “a te non te ne frega niente!”, che poi affinai con un più ta- cio pescato dalla mamma di Adriano ci portò a vedere un appartamento, e poi, su proposta dell’agente immobiliare, ci ritrovammo a visitare anche altri immobili. Sotto la voce “altri” trovammo la nostra, di casa. Abbiamo da poco stipulato il rogito, ed ora comincia il capitolo “arredamento”. Lui ama lo stile moderno, io lo “shabby chic”, ma ora ho imparato che non serve a nulla scalpitare per cercare di avere la meglio sugli eventi della vita, e lascerò che tutto scorra secondo natura. Insomma, ancora una volta avevi ragione tu, mio caro, amatissimo Walt Disney. gliente e sottile “a te non importa quanto me!”. Ma anche qui la verità è un’altra. La verità è che noi donne ci fissiamo e tutte, prima o poi, (io prima) cediamo alla nostra componente uterina. Se poi, di fianco, ci ritroviamo un degno rappresentante del genere maschile della serie “take it easy” - che nella mia fattispecie assomiglia di più ad un “porgi l’altra guancia” - si rende il tutto ancora più… come dire… interessante? No, snervante! Visionammo circa una decina di appartamenti, lui senza palesare emozioni, io innamorandomi di ogni casa vista e partorendo ogni genere di sproloquio atto a sostenere la validità delle mie scelte. Alla fine trovammo casa per caso: un annun- Che Ovidio ci perdoni, se abbiamo impunemente preso in prestito il titolo della sua raccolta di epistole per questa nuova rubrica di 6Donna. Ma anche sulle colonne di questo magazine - oggi come allora - le “Heroides” rappresentano una raccolta di lettere aventi come oggetto sfoghi e lamentele del sesso femminile, in pena (nel nostro caso benevolmente) a causa dei propri uomini. Su ogni numero, dunque, una eroina moderna – sia essa una lettrice o una nostra redattrice - racconterà piccole e grandi (in)sofferenze tratte dalla quotidianità. Con ironia e un pizzico di pepe! “Stanza Rosa” L’iniziativa parte da Cerignola, ma segue e si accompagna idealmente all’attivazione degli Sportelli di Ascolto per le donne vittime di violenza attivati dalla ASL FG. Stiamo parlando della “Stanza Rosa”, inaugurata lo scorso 8 marzo data simbolica - all’Ospedale “Tatarella”. Si tratta del punto di partenza di un percorso riservato alle vittime di violenza, identificate con un codice rosa (che si affiancherà a quelli già in uso presso i Pronto Soccorso): non solo donne, ma anche tutti quei soggetti esposti a rischio di abuso e violenza come minori, anziani, disabili, omosessuali, immigrati. La vittima riceverà, all’interno di questo spazio protetto, adeguata assistenza medica, psicologica, sociale, legale da parte di un pool di specialisti debitamente formati. Qui saranno offerte cure dal punto di vista fisico e psicologico e informazioni sotto il profilo giuridico, nel fondamentale rispetto della riservatezza. “Si tratta - ha dichiarato il direttore Generale della ASL FG Attilio Manfrini - di una vera rivoluzione culturale che abbiamo deciso di mutuare dal modello già diffuso in Toscana. La mia speranza è che, grazie a questo percorso, si riesca a far emergere quei casi di violenza che altrimenti rimarrebbero sommersi”. m a r z o duemilaquattordici LOGOPEDISTA Il leitmotiv di quest’anno è il bilinguismo DI MARIA FRANCESCA DI MICHELE “Per tutte le lingue del mondo” Il 6 marzo si è celebrata la Giornata europea della logopedia Come ogni anno, i logopedisti di tutta Europa celebrano il 6 marzo la giornata che unisce i professionisti di tutti i Paesi. Ogni volta viene presentato un tema diverso, quello di quest’anno è il bilinguismo. Argomento molto interessante dato che l’Italia sta diventando sempre più un paese dove il fenomeno dell’immigrazione sta portando a cifre significative gli interventi in ambito sanitario e riabilitativo. In alcuni casi il bilinguismo può essere responsabile di difficoltà e ritardi nello sviluppo del linguaggio. La Federazione Logopedisti Italiani offre nel proprio sito (www.fili.it), materiale utile in tutte le lingue più parlate del nostro paese, affinché tutti abbiano una risposta ai problemi che insorgono in con- testi multilinguistici. In questo articolo riporto alcuni punti fondamentali citati nelle linee guida presenti nel sito della FLI. Partendo dal presupposto che ogni bilinguismo è diverso dall’altro, a seconda delle lingue coinvolte e delle modalità di acquisizione delle lingue, il logopedista dopo aver tracciato la storia clinica del bambino e dopo averlo valutato, a meno che non lo ritenga assolutamente necessario (ad esempio, un grave deficit di comprensione del bambino o una grave compromissione cognitiva) non chiede ai genitori di smettere di parlare la loro lingua madre, in alcuni casi però può ritenere opportuno ridurre “momentaneamente” l’ambiente del bambino ad un ambiente monolingue. Il terapista stabilisce una relazione di cooperazione con i genitori, aiutando loro a disporre di tutte le risorse disponibili (babysitter straniere, asili internazionali, centri ricreativi bilingui, aiuta i genitori a riorganizzare l’ambiente linguistico del bambino, attraverso consigli di “igiene linguistica” e un bilanciamento dell’input nelle varie lingue). La terapia può essere “diretta”, basata cioè sull’interazione terapista-bambino, o “indiretta”, effet- tuata attraverso i parenti, gli insegnanti o i caregiver. Solitamente, fatta eccezione per i casi meno gravi, si consiglia una combinazione di entrambe le modalità. La ricerca dice che la situazione ideale sarebbe poter offrire al bambino un trattamento specifico in tutte le lingue da lui conosciute. Se questo non è possibile si consiglia una terapia nella sua lingua dominante o nella lingua della scolarizzazione. Tuttavia, dato che non si tratta di una difficoltà linguistica specifica ma di un deficit della più Rigonfiamento sospetto ai lati dell’inguine Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 generale facoltà di linguaggio, l’intervento anche in una sola lingua, se ben strutturato e organizzato, porterà a miglioramenti che verranno generalizzati, poi, a entrambi i sistemi linguistici (Restrepo, 2005). L’importante è ricordarsi che essere bilingue non è esclusivamente un rischio ma più che altro un’opportunità, e il successo dell’apprendimento della seconda lingua dipende dalla qualità della prima lingua. Per avere maggiori informazioni puoi rivolgerti allo specialista o al logopedista. CHIRURGO PEDIATRICO DI MARIA NOBILI Ernia inguinale in età pediatrica Si manifesta con fastidio o dolore durante l’esercizio fisico Va asportata chirurgicamente, ma la ripresa immediata L’ernia inguinale è una condizione in cui il grasso intra-addominale o una parte dell’intestino tenue, chiamato anche il piccolo intestino, si insinua attraverso un punto debole nella parte inferiore dei muscoli addominali e si evidenzia a livello della regione inguinale, con comparsa un rigonfiamento tra l’addome e le cosce. Si può presentare su uno o entrambi i lati dell’inguine, può insorgere in qualsiasi momento dalla nascita fino all’età adulta, molto più comune nei maschi che nelle femmine ed è più frequente sul lato destro. Le ernie inguinali tendono ad aumentare di volume con il passare del tempo. Ernia inguinale indiretta: è congenita, più comune nei maschi a causa del tipo di sviluppo nel grembo materno: in un feto di sesso maschile il funicolo spermatico ed i testicoli, partendo da una posizione intra-addominale, scendono attraverso il canale inguinale nello scroto (la sacca che conterrà i testicoli). A volte l’ingresso del canale inguinale non si chiude correttamente, lasciando una parte di tessuto particolarmente debole nella parete addominale. Segmenti di in- testino tenue scivolano attraverso la debolezza all’interno del canale inguinale provocando un’ernia. Nel sesso femminile l’ernia è causata dallo scivolamento di una porzione di un organo del sistema genitourinario (il più delle volte l’ovaio), oppure del piccolo intestino attraverso una debolezza nella parete addominale. Le ernie indirette sono il tipo più comune di ernia inguinale. I neonati prematuri sono particolarmente soggetti ad ernia inguinale indiretta perché c’è meno tempo perché il canale inguinale si chiuda. Ernia inguinale diretta: è causata da un indebolimento dei muscoli addominali (si verifica solo nei maschi). L’ernia coinvolge parti di grasso endoaddominale (epiploon) o di intestino tenue che trovano spazio attraverso i deboli muscoli dell’inguine. Un’ernia diretta si sviluppa progressivamente a causa del continuo stress sui muscoli, uno o più dei seguenti fattori possono causare pressione sui muscoli addominali e peggiorare l’ernia: improvvise torsioni, strappi muscolari, sollevamento di oggetti pesanti, stitichezza, aumento di peso, tosse cronica. Questa però è un tipo di ernia che colpisce più i ragazzi al di sopra dei 14 anni. Sintomatologia: un piccolo rigonfiamento in uno o entrambi i lati dell’inguine che scompaiono quando si sta sdraiati; nei maschi si può presentare come un gonfiore che arriva allo scroto; si associa fastidio o dolore durante l’esercizio fisico. Migliora stando a riposo; a volte ci può essere senso di debolezza o di pressione all’inguine. Se l’ernia non viene diagnosticata o viene trascurata si può complicare presentandosi in maniera acuta. Ernie inguinali strozzate ed incarcerate: L’ernia inguinale incar- Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 cerata è un’ernia che si blocca all’inguine o nello scroto e non può essere riportata nell’addome. Un’ernia incarcerata è caratterizzata da gonfiore e può portare a un’ernia strozzata che richiede attenzione medica immediata. I sintomi di un’ernia strozzata sono: debolezza e arrossamento nella zona del rigonfiamento, improvviso dolore che peggiora in un breve periodo di tempo, si può associare vomito, occlusione intestinale, aumento dei battiti cardiaci, a volte febbre. Diagnosi: è sufficiente un’approfondita anamnesi ed una visita medica accurata che evidenzia la tumefazione (il bambino si fa tossire, salire e scendere un gradino, correre o eseguire uno sforzo fisico). Cura: è chirurgica, in anestesia totale o caudale(nei neonati e lattanti). Con una piccola incisione inguinale si asporta l’ernia (rimettendo in addome l’eventuale ovaio nelle femminucce o l’intestino nei maschietti) e si completa l’intervento con una sutura estetica. Le complicanze sono rarissime, la degenza è di un giorno e la ripresa immediata. Rara anche la recidiva dell’ernia. 17 in poche parole Diversabilità stessi diritti Aiutare i bambini autistici ad uscire dal guscio. E’ questo lo spirito della giornata “Diverse abilità uguale modo di divertirsi e giocare, stessi diritti” organizzata a Foggia, il prossimo 30 marzo, al Mirage Village, in via Tratturo Camporeale per la Giornata mondiale dell’autismo. “A molti bambini con autismo viene negata la possibilità di frequentare un posto pubblico come quello di una piscina, di una palestra o di una ludoteca”, spiegano gli organizzatori. “Vogliamo invece dimostrare che l’integrazione è possibile, che basta avere personale specializzato per permettere ad ogni bambino di poter esercitare i suoi diritti fondamentali come quelli dell’uguaglianza e del gioco”. Inoltre, a partire dalle 10, verranno offerte prove gratuite della Terapia multisistemica in acqua (Tma), metodologia frutto di 20 anni di esperienze pratiche, con persone affette da autismo. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria. Info: 349.2591284 La spesa? Su internet In controtendenza alla crisi cresce del 18% la spesa on line degli italiani che, nel 2013, hanno acquistato in rete prodotti alimentari e bevande per un importo di 132 milioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base di uno studio Agriventure/Campagna Amica dal quale si evidenziano grandi prospettive di crescita per il commercio alimentare su internet. I dati di mercato mettono in evidenza che in Italia solo il 9% degli utenti che fanno acquisti su internet comprano in ambito alimentare con un peso sul fatturato complessivo e-commerce intorno all’1,2% (la percentuale più bassa nell’Unione Europea). Il potenziale di crescita per il cibo in Italia è quindi enorme con oltre il 29% degli italiani che dichiara comunque di fare ricerche sul web per confrontare prezzi e caratteristiche dei cibi, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. A frenare la vendita di alimentari on line sono soprattutto la deperibilità dei prodotti e le preoccupazioni per le caratteristiche qualitative. In questo contesto però un vero boom si sta registrando per le prenotazioni on line per acquisti di prossimità anche direttamente dal produttore a “chilometro zero”, che consentono di verificare direttamente le condizioni di produzione. Irma Mecca 18 m a r z o duemilaquattordici in poche parole A proposito di lievito... Il segreto dei pani tipici italiani, da quello di Altamura alla ‘Coppia ferrarese’, sta nella biodiversità dei lieviti naturali utilizzati per la produzione. Lo afferma uno studio coordinato da Marco Gobbetti dell’Università di Bari, pubblicato da Applied and Environmental Microbiology, che prelude anche alla formazione della prima ‘biblioteca’ dei lieviti italiani. “Il pane può essere prodotto con lievito chimico, con lievito di birra o con lievito naturale – spiega Gobbetti – noi abbiamo analizzato 19 pani tipici italiani, andando a verificare quali e quanti tipi di microrganismi contenevano i loro lieviti”. Lo studio, evidenziato su blizquotidiano.it, ha svelato che ogni tipo di pane ha la sua ‘flora’ di batteri lattici e lieviti, di cui varia sia il rapporto che i ceppi, che per i batteri possono essere fino a 17 diversi. “E’ proprio questa biodiversità a dare al pane le caratteristiche principali, dal gusto alla consistenza alla conservabilità – spiega l’esperto – mentre i pani fatti con lievito chimico o con quello di birra non possono raggiungere questi livelli di complessità. Nessun pane tipico può essere fatto senza lievito naturale”. Lo studio servirà anche a costruire la prima banca dati dei lieviti, conferma Gobbetti, in modo che queste informazioni restino a disposizione e non vengano perdute. Con la trasformazione delle molecole organiche complesse in molecole più semplici ad opera dei microrganismi all’interno del lievito, viene garantita una migliore digeribilità del prodotto e una conservazione molto lunga, senza ricorrere all’utilizzo di conservanti. I prodotti da forno ottenuti con la pasta madre hanno inoltre mostrato anche di procurare vantaggi per la salute. Le molecole di glutine, che nei prodotti da forno lievitati con lievito di birra sono esposte e quindi vanno più facilmente a interagire con le cellule intestinali, nei prodotti di pasta madre si trovano racchiuse nell’impasto, e gli studi dimostrano che il consumo abitudinario di prodotti ottenuti con questo tipo di lievitazione permette di ridurre il rischio di sviluppare la celiachia nei soggetti predisposti. Inoltre, il picco glicemico che si ha dopo aver mangiato prodotti lievitati con pasta madre è più basso di quello che si ha dopo aver mangiato prodotti ottenuti con lievito di birra, e questo più aiutare a mantenere sotto controllo i livelli di glicemia. Irma Mecca MEDICO CAV Ftalati e Nonilfenoli: sostanze killer Un mondo a colori… tossici E’ di questi giorni la notizia del sequestro di colori fluorescenti altamente tossici e il Centro Antiveleni contribuisce a lanciarne l’allarme. Infatti, sempre più spesso, pervengono consulenze tossicologiche riguardanti bambini che, involontariamente, mettono pastelli, matite, pennarelli, gomme per cancellare, giocattoli di plastica in bocca e le mamme si preoccupano per quello che potrebbe succedere. Quando dobbiamo preoccuparci? Prodotti provenienti dalla Cina, in questo caso matitoni, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Trento perché ritenuti pericolosi per la presenza di un composto chimico denominato di-2-etilesilftalato (DEHP) sulla superficie esterna. Tale composto viene usato addizionato al PVC per rendere i materiali più morbidi ed usato in diversi prodotti di origine industriale, quali materiale plastico, inchiostri, vernici e smalti per unghie. Il DEHP è inserito nell’elenco delle sostanze estremamente preoccupanti, al bando da Febbraio 2015, attualmente ancora presente. Pertanto, al momento dell’acquisto di pastelli, penne, pennarelli ed evidenziatori bisogna prestare particolare attenzione. Osservate attentamente il marchio C E presente sui diversi prodotti acquistati. Tutti i prodotti che provengono dalla Cina sembra che abbiano il marchio di conformità, ma attenzione allo spazio tra le due lettere: CE sta per China Export, C E per Comunità Europea. Il più delle volte si trascurano questi dettagli, vuoi per la fretta,vuoi per il costo, ma questi simboli meritano la nostra attenzione al fine della sicurezza del prodotto acquistato e quindi della eventuale pericolosità delle sostanze chimiche presenti. Prevalentemente negli articoli di ori- DI ANNA LEPORE Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 Imparare a leggere i simboli sulle etichette per riconoscere (ed evitare) i prodotti nocivi Carnevale, nei giochi di spiaggia. Ftalati, Nonilfenolo, sono solo alcuni dei nomi di sostanze chimiche considerate molto tossiche e pericolose per la salute. gine cinese vi è la presenza di ftalati che hanno un effetto simile ad un ormone estrogenante: possono causare ritardi nello sviluppo mentale dei bambini, problemi all’apparato riproduttivo maschile, danni agli organi interni (fegato, reni, polmoni) ed avere effetti cancerogeni. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1% né nei giocattoli e nemmeno negli articoli destinati all’infanzia. Sono presenti anche nelle maschere di L’importanza della prevenzione Allora come difendere i bambini (e non solo loro)? Possiamo iniziare con il ridurre la presenza di queste sostanze nelle nostre case. Come? Utilizziamo prodotti naturali come il legno e la bioplastica, anche per i giocattoli; scegliamo mobili e accessori in legno naturale, non trattato, non rivestito di plastiche melanimiche o simili e proteggiamoli con prodotti che non contengano prodotti pericolosi alla salute. Ancora, utilizziamo la cera d’api per proteggere i mobili e per i pavimenti utilizziamo prodotti di pulizia non tossici; Arieggiamo spesso casa, tenendo aperte le finestre anche d’inverno e riduciamo al minimo l’utilizzo di prodotti di plastica. Torniamo ad utilizzare il vetro, la ceramica, il legno, il bambù, la stoffa magari anche per giocattoli dei bambini. L’impegno costante del Centro Antiveleni di Foggia consiste in un continuo lavoro di ricerca. Consigliamo sempre di comunicare con noi per mezzo di una semplice telefonata se abbiamo dubbi o incertezze: in tal maniera possiamo aiutarvi ad eliminare o limitare i danni. DENTISTA Si può morire per un ascesso? Il caso della giovane palermitana, deceduta per shock settico polmonare “Non ha soldi per il dentista, muore per un ascesso”: così l’Ansa titola l’articolo che racconta la tristissima vicenda di Gaetana Priolo, diciottenne palermitana morta, come riportano le cronache, a causa di uno shock settico polmonare, complicanza di un ascesso dentario. Innanzitutto bisogna definire chiaramente di cosa si è trattato: un ascesso dentario è una raccolta purulenta formata da plasma, proteine, cellule epiteliali, cellule immunitarie degenerate, enzimi proteolitici e batteri in una cavità neo-formata, causato da un’infezione originatasi dai denti. Una volta formatosi, se non si interviene con una cura medica adeguata, esso tende a farsi strada seguendo vie preferenziali: nella sottomucosa o nel sottocute, lungo il decorso dei nervi, tra le fasce muscolari, nelle logge. Quindi, se viene trascurato, non restando circoscritto, può arrivare in altri distretti corporei (cervello, collo, circolo ematico, polmoni) e causare complicanze. Nel caso della giovane - con la dovuta cautela che è d’obbligo non essendo stati pubblicati tutti i dati che consentirebbero di fare valutazioni obiettive - è plausibile che nei giorni precedenti il decesso, si fossero manifestati campanelli d’allarme iniziali (gonfiore, dolore etc.). Pertanto, questo tragico fatto di cronaca, ci fa ri- DI VALENTINA LA RICCIA Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 flettere ancora una volta sulla massima importanza che rivestono le visite odontoiatriche di controllo, ogni sei mesi e ogniqualvolta vi sia un dubbio relativo allo stato di salute della propria bocca. Il titolo dell’articolo dell’Ansa pone l’accento sulla questione economica, sottolineando il fatto che la ragazza abbia trascurato il suo problema perché non aveva denaro a sufficienza per le cure odontoiatriche. È importante non permettere che passino messaggi fuorvianti: innanzitutto non bisogna dimenticare che esiste l’odontoiatria pubblica in ospedali, Asl e cliniche convenzionate, per cui il costo dell’odontoiatria non può essere il motivo che induce i pazienti a trascurare la salute orale. Per quanto riguarda l’odontoiatria privata, invece, ogni professionista formula il suo listino in base ai costi di gestione del suo studio: in generale, si impongono i prezzi minimi necessari per mantenere invariata la qualità del proprio lavoro. È bene far sapere che diversi odontoiatri in tutta Italia ed anche nella nostra città, nonostante lavorino privatamente e sostengano quindi loro soli tutte le spese di gestione, visitano gratuitamente in occasione dei “mesi della prevenzione” (maggio/giugno e ottobre), spesso scelgono di praticare le prime visite abitualmente gratis e adottano agevolazioni finanziarie con l’intento di incentivare i pazienti a prestare attenzione alla loro salute, al fine di praticare l’odontoiatria preventiva e sociale. I professionisti che rispettano l’etica medica, non possono pubblicizzare direttamente i costi che impongono o le agevolazioni che adottano, dato che il codice deontologico degli odontoiatri vieta giustamente di fare tale tipo di pubblicità, eppure alcuni colleghi infrangono regolarmente questo divieto, pubblicizzando listini o promozioni su volantini, cartelloni, siti internet, giornali e tv, come se stessero vendendo una merce in saldo e non cure mediche. Personalmente credo che auto-proclamarsi medici bravi o dai listini più bassi, non abbia alcun valore aggiunto; a mio parere, la migliore forma di pubblicità che esista per un medico è solo quella dei suoi pazienti, soddisfatti sotto ogni punto di vista: professionale, umano ed economico. m a r z o duemilaquattordici Il noleggio di vetture nei paesi UE MOVIMENTO CONSUMATORI DI ROSANGELA LORISO Guidare in Europa Cosa c’è da sapere per evitare spiacevoli sorprese tra addebiti non previsti e clausole abusive di contratto Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 Tra i molteplici diritti di cui noi godiamo in quanto cittadini di un paese dell’Unione Europea, c’è anche quello di poter noleggiare un autoveicolo in un altro Stato membro dell’UE, semplicemente presentando all’agenzia di noleggio la patente di guida rilasciata nel paese di residenza. Sebbene il settore dell’autonoleggio non sia espressamente regolamentato a livello europeo, i singoli contratti di autonoleggio di solito includono alcune condizioni standard, a partire dall’età minima e massima stabilita per poter noleggiare e guidare un’auto che è generalmente di 18/20 quella minima, di 65/70 quella massima. L’agenzia di noleggio, inoltre, richiede una carta di credito in corso di validità intestata al guidatore al momento del ritiro quale forma di deposito cauzionale. Nel caso, infatti, di eventuali danni al veicolo è previsto un addebito sulla carta di credito. Quando si noleggia un’auto, è importante leggere con attenzione il contratto e acquisire tutte le informazioni in particolare quelle sulle garanzie assicurative. Questo anche al fine di decidere se ampliare il pacchetto assicurativo base previsto. Nel contratto di noleggio l’agenzia non può e non deve inserire clausole abusive, come ad esempio una che respinge ogni responsabilità della stessa agenzia in caso di incidente causato da un difetto dell’autoveicolo o da una sua cattiva manutenzione. Le clausole abusive sono illegali in qualsiasi Stato membro dell’Unione e pertanto non possono essere fatte valere nei confronti dei consumatori. Ma vediamo ora quali sono le problematiche che più di frequente si verificano in caso di noleggio di un’autovettura. Nel settore dell’autonoleggio capita spesso che il consumatore incappi in situazioni spiacevoli prima della riconsegna del veicolo (furto, danneggiamento, sinistro), ma è possibile che avvenimenti altrettanto sgradevoli accadano dopo il termine del noleggio. In particolar modo può capitare che il consumatore si trovi, mesi dopo il noleggio, addebiti sulla carta di credito lasciata in garanzia, somme trattenute come corrispettivo di riparazione di danni al veicolo, per gestione amministrativa di incidenti o multe, quota per veicolo consegnato senza il previsto pieno di benzina o privo di documentazione. Per evitare che ciò possa accadere è bene che il consumatore adotti semplici ma accorti comportamenti. Vediamo quali. Innanzitutto è fondamentale accertarsi che l’operatore riporti sul prospetto di stato del veicolo le condizioni del veicolo in maniera corretta ed esaustiva, onde evitare l’addebito sul noleggiatore di costi per la riparazione di danni preesistenti. E’ necessario verificare le dotazioni del veicolo (ruota di scorta, triangolo, attrezzature) e la documentazione obbligatoria (libretto, assicurazione), onde evitare problemi durante la circolazione o l’addebito, all’atto della ricon- Cellulari e tasse, una interpretazione della norma Colpo di coda del Governo L’imposta di concessione governativa è legittima. Non si escludono azioni a favore dei consumatori La tassa di concessione governativa sui cellulari, con contratti di servizio in abbonamento, è dovuta. Questo l’ultimo tassello con il quale il Governo ha cercato di porre fine ad una lunga e discussa vicenda che, per anni, ha visto le associazioni dei consumatori e i singoli utilizzatori di telefonia mobile alla ricerca di un’interpretazione del vecchio dettato normativo che, non solo portasse al risparmio del tributo, ma desse anche l’opportunità di richiedere il rimborso di quanto già versato. Il perché di una simile richiesta deriva proprio dalla confusione generata in materia dai diversi interventi normativi che si sono susseguiti nel tempo in modo disorganico. La prima norma di riferimento è, infatti, da individuarsi nell’art. 21 della tariffa allegata al D.p.r. 641/1972 riguardante il tema delle concessioni governative. In particolare detto articolo prevede l’applicazione mensile di una somma, pari ad € 5,16 per le utenze residenziali ed € 12,91 per quelle business o di persone giuridiche, sulla licenza o sul documento sostitutivo per l’impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobile terrestre di comunicazione. Successivamente l’art. 3 del D.M. n. 33/1990, contenente il “Regolamento concernente il servizio pubblico terrestre di comunicazione” ha espressamente equiparato “a tutti gli effetti”, e quindi anche ai fini fiscali, il contratto di abbonamento con il gestore di telefonia mobile alla licenza di stazione radio. Di conseguenza la tassa di concessione sui telefoni cellulari trovava il suo presupposto impositivo nella “licenza di stazione radio” prevista dall’art. 318 del D.p.r. 156/1973. Tu t t a v i a , l’introduzione nel nostro sistema del “Codice delle comunicazioni elettroniche”, avvenuta ad opera del D.lgs. 259/2003, ha sostituito il regime di concessione governativa con il regime concorrenziale e abrogato il citato art. 318 del D.p.r. 156/1973. In conseguenza di ciò, non solo i singoli consumatori ma anche molti Comuni hanno proposto ricorso alle Commissioni Tributarie ottenendo diverse pronunce favorevoli. Tra le varie si ricorda la sentenza n. 9/2012 con la quale la C.T.P. di Treviso ha statuito la non debenza del tributo e aperto uno spiraglio per ottenere il rimborso delle somme già versate. Ma coeva a questa pronuncia è stata la Risoluzione n. 9/E con la quale l’Agenzia delle Entrate ha precisato che il contratto di abbonamento rappresenta titolo giuridico che permette all’utente di utilizzare il sistema di telefonia mobile. Questo giustifica l’applicazione del tributo. La stessa Cassazione, inoltre, si è più volte pronunciata a favore dell’Agenzia delle Entrate fino a quando, però, con ordinanza n. 12056 del 2013, i Giudici del Supremo consesso hanno iniziato a mettere in di- segna, di costi dovuti alla loro mancanza. Ancora, è importante leggere attentamente tutte le condizioni del contratto e dell’assicurazione, richiedendo, se necessario, eventuali chiarimenti e pretendere, all’atto della riconsegna che l’integrità del veicolo venga subito accertata da un operatore, nonché attestata da controfirma sulla propria copia del contratto. Una volta verificata l’integrità del veicolo, controllare che la pre-autorizzazione ad eventuali addebiti sulla propria carta di credito sia stata cancellata. In caso di sinistro e/o danneggiamento durante il periodo di noleggio, invece è importante descrivere l’accaduto con la massima precisione e sottoscrivere solo documenti di cui si condivide totalmente il contenuto. Questo al fine di evitare di essere obbligati a firmare un’ammissione di colpa integrale o a dover versare somme aggiuntive al massimale di garanzia al momento della riconsegna del veicolo. In caso di problemi di qualunque tipo è bene chiedere sempre l’intervento delle forze dell’ordine, esigendo la verbalizzazione delle proprie dichiarazioni e la riconsegna dei documenti personali. AVVOCATO DI ROSANNA DI FRANCESCO Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 scussione tale orientamento. Secondo i giudici di legittimità, infatti, la tassa sulle concessioni governative si applica alle stazioni radio elettriche ma non ai terminali per il servizio radiomobile terrestre di comunicazione, ossia i telefonini, in quanto esiste tra i due sistemi una profonda differenza sostanziale. Quindi, al fine di risolvere il dubbio interpretativo della norma, la questione è stata rimessa alle Sezioni Unite. Ma proprio nell’attesa di ricevere la pronuncia che potesse finalmente fare chiarezza sul tema, il Governo, forse anche per esigenze di finanza pubblica - le somme da restituire sarebbero state di circa 2,4 miliardi di euro - ha introdotto, all’interno del Decreto Legge n. 4 del 28 gennaio 2014 riguardante la “voluntary disclosure”, una norma di interpretazione autentica, valida quindi anche per il passato, in virtù della quale per stazione radio elettriche si intendono anche i terminali per il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione, ossia i contratti in abbonamento per la telefonia mobile. La tassa di concessione governativa è quindi legittima? Al momento la risposta sembra affermativa ma non sono da escludere nuovi scenari che potranno invertire la rotta in favore dei consumatori. 19 in poche parole Partorire senza dolore Quasi 3 ore in più, ma a partorire senza dolore si conserva un ricordo migliore e più nitido dell’esperienza. Fino a oggi era noto che ricorrere all’anestesia epidurale aumenta il tempo necessario per mettere al mondo un bambino. Ma una nuova ricerca suggerisce che questa opzione medica può prolungare il travaglio molto più di quanto si pensava fino a oggi. Secondo quanto riportato sulla rivista Obstetrics and Gynaecology e sul sito de La Stampa, gli esperti dell’Università della California a San Francisco (Usa) sostengono che l’analgesia “dalla vita in giù” può ritardare fino a tre ore il parto. Generalmente i medici avvertono le donne che ricevono l’epidurale del “ritardo” nel parto di circa un’ora, rispetto a quando non si ricorre a questa metodica. Ciò accade perché la donna ha più difficoltà ad avvertire le contrazioni e a spingere efficacemente a causa dell’intorpidimento provocato dall’anestesia stessa. “L’allungamento della durata del secondo stadio del parto con epidurale è già documentato in diversi studi, ma non è affatto detto che sia un aspetto deleterio né è associato a rischi per il nascituro”, spiega Maria Grazia Frigo, Responsabile Unità Operativa Semplice di Anestesia e Rianimazione in Ostetricia del Fatebenefratelli di Roma. “In Italia l’epidurale viene usata troppo poco, ma le donne restano soddisfatte della scelta di partorire senza dolore e conservano un ricordo migliore e più nitido dell’esperienza”, sostiene Frigo che ha svolto un’indagine su un campione di oltre mille donne. Il problema resta invece il fatto che in Italia l’epidurale è ancora un diritto negato: solo il 16-18% di parti indolore viene erogato gratis in struttura pubblica. Secondo il Rapporto di Cittadinanzattiva sul federalismo sanitario, per le future mamme l’accesso al parto indolore è garantito nel 100% delle strutture solo in Valle d’Aosta e in Friuli Venezia Giulia (all’estremo opposto il Molise dove nessuna struttura fornisce il servizio). E ancora più variegata è la copertura gratuita e h24 del servizio di analgesia con epidurale: al Nord sono le strutture più grandi (con oltre 1000 parti l’anno), al Sud questo solo nelle strutture piccole, Veneto e Friuli le più virtuose. Irma Mecca 20 m a r z o duemilaquattordici in poche parole Bimbi e animali tutta salute Condividere la casa con un animale domestico stimola il sistema immunitario nei bambini. A dichiararlo un recente studio su bimbi finlandesi, effettuato durante il primo anno di vita, compiuto da ricercatori secondo i quali sporco e microbi sembrerebbero difenderci da molte allergie, allontanando le infezioni alle alte vie respiratorie. La ricerca pubblicata su Pediatrics e riportata sul portale di medicina del sito ilcambiamento.it, conferma anche che un ambiente troppo pulito non è un luogo ideale per i piccoli e condividere la casa con un cane o un gatto può stimolare le difese immunitarie. I ricercatori europei hanno monitorato la salute di 397 bambini finlandesi i cui genitori dovevano annotare se i bambini presentavano muco nel naso, se soffrivano di otiti, se avevano la gola arrossata, il sintomo della tosse o altre patologie legate all’apparato respiratorio e ovviamente dovevano anche scrivere l’eventuale somministrazione di antibiotici. Dalla ricerca è emerso che i bimbi che vivono con i cani e i gatti sono più in salute rispetto ai bambini che non ne posseggono. La spiegazione fornita dai ricercatori è che gli animali che hanno passato più tempo all’aria aperta hanno portato più sporco nelle case concedendo ai bambini l’opportunità di stare più a stretto contatto con esso. La continua esposizione ha permesso al loro sistema immunitario di svilupparsi più velocemente di quanto normalmente si svilupperebbe. “Fino ad ora gli studi per verificare quanto gli animali domestici influenzano la salute umana sono stati concentrati sulle allergie e non sulle malattie”, ha dichiarato l’attuale presidente del Dipartimento di Pediatria presso il Saint John’s Hospital a Santa Monica, la Dr. Danelle Fisher, che non era coinvolta nella ricerca. “È chiaro - ha continuato la Fisher - che il continuo contatto con gli animali domestici nei primi mesi di vita riesce a stimolare il sistema immunitario nella lotta contro le infezioni”. Inoltre nelle case in cui sono presenti cani vi sono delle polveri che sembrano proteggere i neonati dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), il virus stagionale responsabile di numerose affezioni delle vie aeree del bambino e secondo la ricerca esiste una stretta correlazione tra l’infezione da VRS e l’asma infantile. Irma Mecca E’ uno dei quesiti più ricorrenti nei patronati 50&PIÙ ENASCO Pensione e invalidità: tempi, modi e ‘finestre’ Sono una lavoratrice dipendente di 54 anni riconosciuta invalida civile al 100% dal 2008. Nell’ottobre 2012 ho inoltrato all’Inps la domanda di pensione di inabilità al lavoro che non è stata accettata ma mi è stato riconosciuto, in subordine, l’assegno ordinario di invalidità categoria IO, rinnovabile ogni tre anni. Quali prospettive ho di poter accedere al pensionamento? L’assegno ordinario di invalidità (da non confondere con la pensione di invalidità civile) è trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia al compimento dell’età pensionabile prevista dalla legge Monti – Fornero. Tuttavia, i titolari di assegno ordinario di invalidità a carico del Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (Categoria IO), come nel suo caso, possono richiederne in anticipo la trasformazione qualora ricorrano determinati requisiti sanitari. Il decreto legislativo 503/92 prevede, infatti, la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia anticipata al compimento del 55 anno di età, se donne, o al 60 anni di età, se uomini, in presenza di un’invali- DI FLOREDANA ARNÒ Per i vostri quesiti: marketing@6donna.com Tel. 0881.563326 Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità, le perplessità di una lavoratrice dipendente dità non inferiore all’80%. La legge di riforma del 2011, non ha modificato quanto disposto dalla precedente norma (decreto legislativo 503/92), tutelando i soggetti invalidi dall’innalzamento ai nuovi e più elevati limiti di età. Ciononostante, anche tale prestazione pensionistica è legata al meccanismo delle finestre d’accesso (un anno di attesa per l’erogazione effettiva della pensione) e all’incremento dell’aspettativa di vita. Pertanto, per poter accedere a tale prestazione, i requisiti richiesti sono cinque: • Età anagrafica di 55 anni se donna e 60 anni se uomo; • Invalidità >80%; • Un anno di finestra mobile; • 3 mesi di Incremento di Aspettativa di vita; • Cessazione dell’attività lavorativa. E’ bene precisare che il ricono- scimento dello stato di invalidità in misura non inferiore all’80% deve essere effettuato dagli uffici sanitari dell’INPS. Il fatto di avere un grado di invalidità civile già determinato costituisce un ulteriore elemento di valutazione medico legale, ma non è vincolante per la formulazione del giudizio della commissione sanitaria dell’INPS. Quindi, venendo al suo caso specifico, l’essere già riconosciuta invalida civile nella misura del 100% non la esonererà dal dover sostenere una nuova visita sanitaria presso gli uffici dell’INPS, qualora al compimento del 55° anno di età intenda ottenere la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità. L’iter procedurale che porta alla concessione di questa prestazione non è affatto lineare, visto lo scarto esistente fra il raggiungimento del requisito amministrativo (55 e 3 mesi di incremento dell’aspettativa di Pillole di economia: conosciamo Bund e Btp vita +12 mesi di finestra d’accesso) e quello del riconoscimento sanitario che di norma avviene al momento della presentazione della domanda vera e propria. La complicazione nasce dal fatto che la commissione medica dell’Istituto, potendo stabilire a propria discrezione se riconoscere l’invalidità dalla presentazione della domanda, dal compimento dell’età anagrafica o dal precedente riconoscimento dell’invalidità civile, determina anche la decorrenza economica della prestazione, dato che i 12 mesi di finestra mobile partono dal perfezionamento del requisito sanitario. E’ consigliabile, a tal proposito, presentare la domanda di pensione di vecchiaia anticipata al compimento dei 55 anni e 3 mesi, in modo che la decorrenza della prestazione coincida con il perfezionamento di tutti i requisiti amministrativi e sanitari, compresa la cessazione dell’attività di lavoro dipendente. Nel suo caso tali requisiti saranno soddisfatti a 56 anni e 3 mesi. ECONOMIA Perché lo spread fa cosi paura? Se lo spread aumenta, il mercato teme il rischio default, ossia, giudica l’Italia un paese sempre meno affidabile Ogni giorno sentiamo parlare del differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi. Tutti ci improvvisiamo economisti, esperti di borsa e corriamo in banca per un acquisto o vendita di azioni o per capire di più su un mutuo. Questo perché nell’era del consumismo la parola d’ordine era spendere, mentre oggi che bisogna fare i conti con una crisi voluta dall’America, con enormi ripercussioni sull’economia Italiana, con prodotti spazzatura e titoli del paniere bancario, ci ritroviamo a litigare con vocaboli contorti come spread, default, pil. Ma tutto ciò quanto influisce sulla nostra vita quotidiana? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, partendo dal significato di “spread Btp-Bund” che altro non è che la differenza (spread in inglese) tra i rendimenti dei Bund (titoli tedeschi) e dei Btp (titoli di stato italiani). Vi chiederete come si calcola: molto semplice si prende un Btp a 10 anni e si calcola il rendimento a scadenza. Poi si prende un Bund a 10 anni e si calcola il rendimento a scadenza. Calcolando la differenza tra questi due rendimenti si ottiene lo spread, ed il rendimento di un titolo di stato rappresenta anche il suo livello di rischio: più è alto il rendimento, maggiore sarà il rischio che l’emittente, in questo caso l’Italia, non paghi le cedole e non rimborsi il capitale alla scadenza. A parti invertite, minore è il rendimento e minore sarà il rischio dell’obbligazione. In quest’ottica, se lo spread tra Btp e Bund aumenta, significa che il rendimento del nostro Btp sta aumentando nei confronti del rendimento offerto da un’obbligazione ritenuta sicura come il Bund. Se il rendimento del Btp aumenta, significa che il mercato percepisce il nostro titolo di stato come meno sicuro rispetto all’equivalente tedesco. Se lo spread aumenta, significa che il mercato giudica in aumento il rischio default per l’Italia, ossia giudica l’Italia sempre meno affidabile. In pratica quando lo spread tra Btp e Bund aumenta significa che i nostri titoli di stato perdono prezzo e quindi rendono di più poiché sono percepiti come sempre più rischiosi. Il governo nazionale, per fare acquistare i titoli di stato, dovrà offrire cedole più elevate agli acquirenti, facendo così accrescere il deficit statale (debito). Attualmente, è chiaro come il mercato stia valutando meno il rischio default per l’Italia, ossia giudichi l’Italia sempre più affidabile, con spiragli di ripresa nei prossimi due anni. Abbiamo superato il rischio default che ha portato l’Italia ad una situazione di debito pubblico elevato, elevata disoccupazione, bassa crescita e scarsa competitività; stiamo ritornando, per il differenziale spread, al livello pre-crisi, ma non basta: la Commissione dell’Unione Europea e la BCE (Banca Centrale Europea), bacchettano l’Italia poiché è un paese con squilibri macroeconomici eccessivi, solo Croazia e Slovenia sono considerati insieme alla Penisola paesi con squilibri eccessivi, mentre non lo è più la Spa- gna.Intanto lo spread fra Btp e Bund si è attestato ad oggi a 177 punti base, segnando gli stessi livelli di novembre 2010, mentre il tasso sul titolo decennale scende al 3,37%, ai minimi da ottobre 2005. Obiettivo del Tesoro è che lo spread si avvicinasse alla soglia dei 170 punti entro il primo semestre di quest’anno. In questo periodo a preoccupare gli economisti è sia l’andamento dei tassi a breve termine di mercato, che tende leggermente al rialzo da metà 2013, a fronte di una politica monetaria che vuole continuare ad essere, per lungo tempo, espansiva, sia la durata di questa fase di inflazione bassa, al di sotto dell’1%. Oggi ci sono le condizioni perché il Paese riparta, e non è corretto pensare che, per la nostra economia e per le nostre imprese, lo spread non abbia alcun valore. Anzi. Non è un dato astratto ma concreto, miliardi di euro usati per pagare gli interessi e sottratti ad abbassare le tasse sul lavoro, o per combattere la disoccupazione e per rendere le industrie italiane più competitive, dato che con uno spread molto alto le imprese non erano in grado di acquisire credito. Ora ci si attende che le banche tornino a fare il loro lavoro, cioè finanziare. Così le aziende tornano ad assumere e le famiglie a consumare e risparmiare. a cura della dott.ssa Angela Brescia Esperta in Economia delle imprese formazione I fenici sono stati la prima potenza commerciale dell’antichità. Attraverso il commercio, l’uomo ha ampliato i suoi orizzonti e ha scoperto prodotti assenti nel suo paese d’origine. Arricchimento personale, profitto e scambio, da sempre contraddistinguono l’attività commerciale: i diretti discendenti dei fenici sono coloro che ogni giorno si dedicano con passione al commercio, tra cui gli addetti alla vendita diretta. Alla base del successo, proprio come per ogni attività, c’è la formazione, così come conferma Annamaria Vantaggiato, da anni nel settore della vendita diretta :”Ogni azienda dovrebbe investire nella formazione dei suoi venditori – dichiara – perché solo precise tecniche di comunicazione accompagnate dalla capacità di argomentare il prodotto venduto, consentono di ottenere successo nella vendita e di conseguenza una crescita esponenziale che distribuisce ricchezza all’azienda e ai suoi lavoratori”. m a r z o duemilaquattordici Promotion 21 Tutte le opportunità della vendita diretta Come diventare un venditore di successo? Strategie di mercato e formazione, Vantaggiato: “Vi svelo gli errori che fanno saltare il contratto” tà di visionare preventivamente il prodotto comodamente a casa propria. A differenza degli acquisti online, il venditore dimostra le funzionalità del prodotto in un ambiente che predispone all’ascolto nonché ottimizza i tempi: in caso di disinteresse l’utente finale non dovrà perdere tempo con la restituzione. Inoltre, solo con la vendita diretta alcuni prodotti possono essere recepiti anche in località remote. L’acquisto è consapevole grazie alla consulenza dell’addetto alla vendita: “Un venditore formato sa entrare in empatia con il cliente – continua Vantaggiato – individuando i suoi bisogni e suscitando La vendita diretta consiste in un l’interesse nei confronti di un proservizio che viene offerto al poten- dotto che è la soluzione alle sue neziale cliente, il quale ha la possibili- cessità del momento”. L’abilità nel- la vendita diretta si acquista grazie allo studio teorico seguito dalla pratica: in questo modo ogni venditore saprà applicare sul campo quelle che sono le strategie impartite dal venditore più esperto, il cui affiancamento risulta prezioso per la nuova recluta. “Solitamente la formazione dedicata ai venditori consiste nella conoscenza delle funzionalità e potenzialità del prodotto, nella programmazione degli appuntamenti e nella capacità di instaurare continuità con i clienti attraverso apposite strategie commerciali”. Tra queste strategie rientrano la proposta di regali o di accessori che completano il prodotto venduto e che possono così ampliare la gamma di servizi offerti e stimolare l’interesse del cliente. “La formazione è importante anche per evitare quegli errori che fanno saltare la conclusione del contratto – suggerisce Vantaggiato – come un atteggiamento di chiusura, un’argomentazione poco convincente e il disinteresse verso i bisogni del cliente”. Tuttavia la formazione ha un effetto positivo anche nei confronti della personalità del venditore, il quale è stimolato ad alzarsi ogni giorno per proporre un prodotto in cui crede. Attraverso un modo di porsi accattivante e piacevole, inoltre, potrà sicuramente migliorare tutte le sue relazioni. L’attività formativa riveste un ruolo fondamentale per tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi in modo professionale e proficuo al mondo della vendita diretta: le ex venditrici che hanno avuto esperienze deludenti con altre aziende, ma anche quelle donne desiderose di provare questa esperienza professionale, possono porre domande, suggerimenti e critiche costruttive scrivendo all’indirizzo email della dottoressa Vantaggiato: annamaria.vantaggiato@gmail.com. Royal Cooking: la salute mangiando Il sistema di cottura che non conosce rivali. Il più salutare sul mercato. Sulla tua tavola. L a D&D EVOLUTION con l’originale ROYAL COOKING ha intrapreso una campagna nazionale di educazione sanitaria sulla sicurezza alimentare finalizzata ad una nuova concezione di cottura cibi. La cottura con un coperchio tradizionale infatti, crea uno strato di vapore denso che impedisce la cottura della parte superiore delle pietanze, invece con la tecnologia ROYAL COOKING la tua cucina non sarà più la stessa: grazie ai suoi fori calibrati consente la fuoriuscita di parte del vapore che si condensa sotto l’ombrello posto alla sommità del pomello, rientran- do poi per gravità sulla pietanza attraverso i fori stessi. In tal modo il cibo non solo mantiene il suo gusto e gli aromi, ma è sottoposto ad una cottura omogenea in quanto il calore può riflettersi contro il coperchio e trattare anche la parte superiore della pietanza. Di fatto si crea un tipo di cottura che sfrutta i vantaggi sia di quella a vapore che del forno tradizionale, senza l’effetto bollito della prima né l’eccessiva secchezza della seconda. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che con la tecnica di cottura del ROYAL COOKING la quale non supera i 100 gradi, si evita il rischio della formazio- I VANTAGGI DEL SISTEMA ROYAL COOKING • Il nostro prodotto è il sistema degli alimenti più sano in circolazione, in quanto la cottura non supera i 100°. • Non sporca fornelli, cappe, e mobili della cucina. • Consente di cucinare con meno olio in perfetta salute • Si adatta a qualsiasi pentola fino a 36 cm di diametro • Riduce notevolmente i tempi di cottura e di conseguenza i consumi di energia • Grazie a tutto ciò si risparmia fin dal primo uso perchè utilizzando il dispositivo un’ora al giorno, si recupera l’investimento in appena sei mesi, dopo sarà solo guadagno in soldi e salute. ne di sostanze tossiche che si formano durante la cottura tradizionale ad alte temperature. Grazie al ROYAL COOKING potrete assaporare i vostri piatti senza il rischio di ingerire queste sostanze. D&D EVOLUTION al fine di offrire ai propri informatori e clienti un’informazione scientifica e qualificata ha istituito nell’ambito aziendale una Direzione Medica presieduta dal prof. Dr. Carlo Messina Sarà cura della Direzione Medica elaborare studi e ricerche finalizzate all’ottimizzazione del Royal Cooking Guadagna bene diventando operatore di salute UNA CONCRETA OPPORTUNITA’ PER TE! Sei stufo di aziende che ti richiedono sacrifici enormi, mandandoti in giro con prodotti invendibili, riservandoti percentuali misere? Vuoi cimentarti con un’azienda professionale, in continua ascesa, che mette a disposizione tua, e dei tuoi clienti, il miglior prodotto presente sul mercato, ad un prezzo più che concorrenziale? Se hai voglia di lavoro in cui sei tu a gestire il tempo, e i guadagni con possibilità di fare carriera all’interno di una realtà dinamica, allora ti sei imbattuto nella giusta realtà. 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Il legno è il re dei materiali destinati a infissi e serramenti. Ha caratteristiche di elevato isolamento termico ed acustico. La sua resistenza è variabile a seconda dell’essenza scelta e del trattamento di finitura e necessita di discreta manutenzione (trattamenti e cicli di verniciatura). L’aspetto estetico è dato dal colore e dalla qualità di legno usata (legno massiccio, massello, truciolato, laminato, tamburato, compensato, MDF) e l’insieme di questi aspetti incide nettamente sui costi. Tra le finiture possibili ci sono laccature coprenti con effetto liscio, laccature “a poro aperto” che svelano il supporto sottostante, oppure vernici trasparenti e semitrasparenti che ne mantengono l’aspetto naturale. L’alluminio, invece, è un materiale che ha trovato larga diffusione per la sua leggerezza, resistenza agli agenti atmosferici e semplicità di manutenzione e pulizia. E’ presente in varietà di finiture come l’anodizzazione (trattamento che rende la superficie più isolante), l’ossidazione dello strato superficiale, la verniciatura con tecniche a polveri o a sublimazione. L’alluminio, inoltre, è un conduttore naturale, caratteristica che lo rende meno performante nell’isolamento termoacustico. Ecco perché le camere d’aria dei profili di alluminio vengono “riempite” con listelli di materiale a bassa conducibilità termica, riducendo la dispersione termica del serramento. Vi sono poi gli infissi in pvc (polivinile di cloruro), un materiale “termoplastico” che, se riscaldato a una temperatura di circa 200°, da solido diventa viscoso e modellabile. Quando si trova in questo stato viene estruso in vari profili che vengono poi tagliati e saldati tra loro per produrre infissi di finestre e porte. Su questa superficie, viene realizzata la finitura applicando pellicole sottilissime stampate a “effetto legno”. Il pvc è un eccellente isolante termoacustico, non ha bisogno di alcuna manutenzione ed è altamente resistente alle intemperie, per quanto i serramenti da esterni, tanto da risultare resistente agli attacchi corrosivi di inquinanti urbani e salsedine (caratteristica che invece manca all’alluminio). I materiali fin qui descritti possono essere anche combinati tra loro per ottimizzarne le caratteristiche e ottenere risultati migliori sia esteticamente che funzionalmente (infissi legno/alluminio, pvc/alluminio, pvc/legno, mix legno/pvc/alluminio). Nella valutazione dell’infisso ideale, non bisogna dimenticarsi dei vetri, che costituiscono la parte essenziale del risultato prestazionale dell’infisso. Tra questi, il più comune è il vetro- Per i vostri quesiti: 6donna@virgilio.it Tel. 0881.563395 camera (noto come “doppio vetro”) che presenta 2 lastre di vetro monolitiche spesse 4mm ciascuna, con uno spazio distanziatore (camera d’aria) e tenute da una canalina perimetrale riempita con sali minerali igroscopici che assorbono l’umidità in fase di assemblaggio. Il vetrocamera semplice è stato superato dai vetri bassoemissivi, che presentano all’interno della camera d’aria gas come l’argon, il kripton o lo xeno per garantire l’isolamento termico. Però bisogna fare attenzione che la scelta del vetro non risulti peggiorativa del comfort del locale, evitando l’umidità per la mancata ventilazione dei locali con infissi a tenuta quasi stagna e l’effetto serra causato dall’ipersoleggiamento estivo di locali esposti a est o sud-est, ad ovest o sud-ovest. La soluzione allora qual è? Il vetrocamera selettivo, realizzato utilizzando dei vetri “magnetronici”, cioè basso-emissivi ma trattati con un processo apposito che fissa sulle lastre di vetro degli ioni d’argento che riflettono la maggior parte dei raggi caldi del sole estivo, continuando però a funzionare da vetri basso-emissivi nei periodi invernali. m a r z o duemilaquattordici 23 24 m a r z o duemilaquattordici A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna della tradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorge la tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglioso parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che renderà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è possibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrare matrimoni con rito civile o con rito religioso ed anche è realizzare un ricevimento completamente all’esterno. Villa Demetra riesce a creare magiche atmosfere sospese nel tempo che prendono vita in due distinte sale dalla diversa personalità. La Sala Demetra, struttura in grado di garantire ampia comodità anche ai matrimoni più numerosi, grazie ad una ricettività capace di accogliere oltre 300 ospiti. L’ampiezza della sala non pregiudica la sensazione di sentirsi in un luogo intimo e familiare. Una maestosa capriata in legno che sovrasta la grande sala contribuisce a determinare quella suggestione calda e ricercata, sottolineata dalla luce di preziosi lampadari che enfatizzano i toni dorati di quadri, mobili, specchi e candelieri i cui riflessi si sposano in un connubio perfetto con l’argenteria che adorna ogni tavola. La Sala Storica è arredata con toni pastello tendaggi dalle sfumature tenui e delicate, pavimentazioni in cotto spagnolo e maioliche dipinte a mano. Il gioco di colori dall’affascinante candore che fonde arredamenti e allestimenti, rende ancor più indimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce da sogno che farà sentire sia gli sposi che ogni ospite, coccolati nel massimo relax. SS 16 N.18 - 71042 - CERIGNOLA (FOGGIA) - TEL. 0885.418988 WWW.VILLADEMETRA.IT
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