Logo realizzato dall’architetto Luca dal Pozzolo in occasione del grande concerto “Hymnen” di Stockhausen nella ex-sala delle colonne del Lingotto (1995) Con il sostegno di In copertina: PAOLO SANTINI “Les mediants d’espoire” dall’atelier di Paris-Chartèves per “Il mondo dei vinti” “….quel desiderio di vivere che rinasce ogni volta che riacquistiamo coscienza della bellezza e della felicità” Marcel Proust ASSOCIAZIONE ANTIDOGMA MUSICA E ENSEMBLE Il Festival e l’Ensemble Antidogma rappresentano un importante punto di riferimento nell’ambito della cultura musicale non solo in Italia ma anche all’estero. Costituitosi nel ’77 ad opera di giovani concertisti, compositori e uomini di cultura, Antidogma Musica è ormai internazionalmente riconosciuto come uno degli organismi capaci di produrre ed esportare in tutto il mondo programmi estremamente variegati. Da una parte l’esecuzione di brani solistici costituisce il biglietto da visita dei componenti l’ensemble; dall’altra, brani di autori noti ed affermati vengono eseguiti per soddisfare sia le richieste del pubblico sia l’esigenza di un continuo confronto con i più prestigiosi gruppi dediti all’esecuzione di musica contemporanea. Ha debuttato nel ’78 con un concerto monografico su Hans Werner Henze per il Teatro Regio di Torino. Nel 1996 l’ensemble ha avuto la grande occasione di studiare il Kammerkonzert di György Ligeti con il compositore stesso che ha partecipato alle prove ed è stato presente a Torino al concerto del festival a lui dedicato. Ha partecipato alla registrazione di musiche per film eseguendo tra gli altri il commento musicale di Egisto Macchi per “Padre Padrone” dei fratelli Taviani. L’Ensemble Antidogma ha ormai al suo attivo circa 400 tournées all’estero, in tutti i continenti, dalle Americhe all’Australia, dall’Africa, dall’Asia a tutta l’Europa, e altrettanti concerti in Italia. Nella sua storia Antidogma ha presentato circa 300 prime esecuzioni assolute, molte delle quali commissionate dall’ensemble e ad esso dedicate. In collaborazione con altre associazioni piemontesi, Antidogma è promotore di progetti a vasto raggio, anche europei. Fino ad ora sono stati scritti ed eseguiti in prima esecuzione a Manta, nei concerti organizzati in collaborazione con il Goethe Institut, 80 Lieder (13 dei quali fanno parte del CD Sang und Drang). Manta è infatti divenuta un punto focale per l’attività dell’associazione, dapprima grazie alla lungimiranza e alla passione dell’assessora Rosalba Pasero ed attualmente grazie alla disponibilità e all’intelligenza della nuova giunta della città. Negli anni importante è stata la collaborazione con SpazioArte, con cui è stato possibile realizzare avvenimenti originali e grandiosi, come ad esempio la performance “Monviso, re di Pietra” al Pian del Re con 12 percussionisti e 200 bambini delle vallate e l’avvenimento “Memorie Scolorite International” con l’esecuzione di 33 prime assolute di compositori di tutto il mondo. Validissimo è tuttora l’apporto del DolciAure Consort con cui Antidogma ha la rara possibilità di eseguire composizioni contemporanee per voci e strumenti. Antidogma è associata a Sistema Musica – Torino potete esprimere la vostra opinione su tutti i concerti collegandovi al sito: www.sistemamusica.it 2 37° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA ANTICA E CONTEMPORANEA 2014 31 maggio – 29 giugno collaborazioni s!SSOCIAZIONE$OLCI!UREs0OLINCONTRI#LASSICA spresidenza GUIDO MARIA GUIDA sdirezione artistica ENRICO CORREGGIA sassistente alla direzione artistica ANTONMARIO SEMOLINI sdirettore musicale LEONARDO BOERO sprogetti speciali LUIGI GIACHINO scomitato artistico ANCUZA APRODU, GIUSEPPE GAVAZZA, ANNA SICCARDI sdirezione amministrativa ENRICO CARIGNANO ssocial network MAURO RAVERA sufficio stampa CYNTHIA BURZI sCOLLABORAZIONEORGANIZZATIVA#OMUNE-ANTA SILVIA CAVALLERO sstampa * Prima esecuzione assoluta 3 Manta – Santa Maria del Monastero sabato 31 maggio - 21h00 1° nel 150° dalla nascita di Richard Strauss Ständchen Richard Strauss (1864-1949) per quartetto con pianoforte Nacht Allerseelen Morgen per soprano e pianoforte Luigi Giachino Morgen* (1962) per soprano e pianoforte Marco Lombardi Opus incertum* (1960) Gianluca Cascioli per violino, viola, violoncello Wiegenlied* (1979) per soprano, violino e pianoforte Richard Strauss Wiegenlied Zueignung per soprano e pianoforte Liebesliedchen per quartetto con pianoforte ELENA BAKANOVA soprano ENSEMBLE ANTIDOGMA MUSICA Leonardo Boero violino Magdalena Vasilescu viola Massimo Barrera violoncello Marinella Tarenghi pianoforte 4 Scrivere dei Lieder era per Richard Strauss la più immediata affermazione dell’essere musicista: a soli sei anni con “Weinachtslied” compose il primo e vi scrisse su orgogliosamente “Opera 1”. Continuò serenamente per tutta la vita inserendosi autorevolmente nella tradizione di Schubert, di Schumann, di Brahms e del suo collega Gustav Mahler. Nel 1895 sposò con Pauline de Ahna una nota cantante avendo così un motivo in più per coltivare quel genere musicale. I Lieder di Strauss ebbero fin dall’inizio una fattura impeccabile ed un respiro lirico capace di cogliere perfettamente gli stati d’animo e le situazioni più disparate. La duttilità dello Strauss liederista nasceva dal suo talento teatrale: scatti di humour e sarcasmi guizzanti come gesti teatrali animano in maniera incomparabile la raccolta del “Kraemerspiegel” (Lo specchio del bottegaio) che Strauss scrisse nel 1918 per mettere alla berlina la taccagneria del suo editore. E tuttavia quella superiore bravura ed eleganza esisteva già da molti anni; basta uno sguardo a qualche pagina della raccolta dell’op. 10, composta a soli diciannove anni, per farsi un’idea della duttilità con cui il nostro autore sapeva mettere a frutto il proprio talento: “Zueignung” (Dedica) e “Allerseelen” (Ognissanti) sono due Lieder entrati stabilmente nel repertorio di tutti i cantanti e, in queste pagine, a colpirci non sono soltanto la bellezza dell’invenzione melodica, l’eleganza della conduzione armonica e il raffinato sviluppo della parte pianistica. Si coglie in ogni minimo dettaglio un perfetto senso di continuità con la più nobile delle tradizioni, come se quei Lieder fossero abiti tagliati nella stessa stoffa preziosa della quale si erano serviti Schubert, Schumann e Brahms. La mano del sarto sa conferire all’abito le pieghe più agili ed eleganti ma a guidarla è sempre l’eleganza sobria propria di una classe superiore. Nel 1948, un anno prima di lasciarci, Strauss compose con i “Vier lezte Lieder” per voce femminile e orchestra quello che ritengo l’addio più bello e commovente dalla civiltà del Lied e forse anche dalla vita stessa. L’ascoltatore viene preso per mano e per un’ultima volta gli si mostra l’immagine romanticamente trasfigurata del mondo ripercorso con un lungo sguardo retrospettivo al termine del quale ci chiediamo in un bisbiglio se veramente esista una fine e se quest’ultima sia realmente qualcosa: oppure, per dirla con Rilke, un semplice trapassare in un orizzonte vibratorio infinitamente più grande del quale la musica di quaggiù era solo il timido eppur meraviglioso preannuncio. Enzo Restagno 5 Torino – Teatro Vittoria martedì 3 giugno - 21h00 2° progetto Nuovissima: Il mondo dei vinti Leone Sinigaglia (1868-1944) da vecchie canzoni popolari del Piemonte (1913-1922): La pastora e il lupo, El muliné, La pastora fedele testi di anonimo Frederic Rzewski To the earth (1938) per percussioni Nebojša J. Živkovic´ To the gods of rhythm Antonello Lerda La pouvre de moun viage* Giorgio Battistelli Trama (1962) (1965) (1953) Riccardo Piacentini per percussioni per percussioni Foto-suoni per Paralup (2014)* (1958) dedicato alla borgata partigiana di Paraloup Luciano Berio quattro canzoni popolari (1947-1971) (1925-2003) Dolce cominciamento, La donna ideale, Avendo gran disio, Il ballo testi di Jacopo da Lentini (3) e di anonimo (1,2,4) MARCO REVELLI voce narrante su testi di Nuto Revelli e Norberto Bobbio RICCARDO BALBINUTTI percussioni IL DUO ALTERNO Tiziana Scandaletti soprano Riccardo Piacentini compositore e pianista 6 Il progetto NUOVISSIMA riunisce sinergeticamente Antidogma Musica - Fiarì E n s e m b l e - R i ve G au c h e Concerti - Xenia Ensemble, quat tro associazioni musicali torinesi che da decenni si occupano di Novecento e contemporanea e che intendono fare rete per coordinare al meglio le loro attività artistiche, pur salvaguardandone le rispettive identità. A tal fine cureranno per il 2014 un cartellone eventi che avrà, da un lato, una promozione congiunta tramite la realizzazione di un libretto e una locandina comuni e, dall’altro, alcune linee programmatiche “trasversali” di rilevante importanza. In particolare, quest’anno il progetto prevede, nel decennale della scomparsa di Nuto Revelli e in collaborazione con la Fondazione Revelli, “QUATTRO CONCERTI PER ‘IL MONDO DEI VINTI’: OMAGGIO A NUTO REVELLI” che si terranno tra il Teatro Vittoria di Torino (3 giugno) e la Sala San Giovanni di Cuneo (29 novembre). Ogni associazione, prendendo spunto dagli scritti e dal lavoro di ricerca e documentazione di Nuto Revelli, svilupperà uno specifico aspetto del rapporto tra tradizioni popolari ed espressioni artistiche contemporanee. 7 Manta – Santa Maria del Monastero venerdì 6 giugno - 11h00 per alunni delle scuole elementari e medie 3°- 4° 21h00 per il pubblico una fiaba per tutti Luigi Giachino Il gigante egoista per marionette, ensemble ed elettronica libera trasposizione da Oscar Wilde di Antonmario Semolini Usciti dalla scuola i bambini facevano a gara a chi arrivava per primo al giardino del Gigante. Era un paradiso: in mezzo all’erba facevano capolino fiori bianchi come tante stelle; i peschi sbocciavano in primavera col loro color rosa e in autunno davano dolci frutti. Su di loro si posavano uccelli multicolori e il loro cinguettio era talmente melodioso che i passanti si fermavano ad ascoltarli estasiati... ASSOCIAZIONE MARIONETTE GIANDUJA Patrizia Agosto, Fulvia Bassi Raoul Cristofoli, Ivo D’Ambrosio Daniela Trezzi Massimo Blengino scenografie ENSEMBLE ANTIDOGMA MUSICA Filippo Del Noce flauto Takayo Hiramatsu clarinetto Leonardo Boero violino Massimo Barrera violoncello Luigi Giachino tastiere Antonmario Semolini direttore 8 Un Gigante amico Bella la storia, bello il libretto, bellissima l’idea di rappresentarla con le marionette! In breve. Il Gigante vuole il proprio giardino tutto per sé e scaccia i bambini che ci giocano. Così nel giardino è inverno perenne! Grandine, Neve, Gelo e Tramontana – trasformati in personaggi – la fanno da padroni. Ma, a un certo punto, il Gigante capisce il proprio errore: aiuta un bimbo a salire su un albero e li riaccoglie tutti quanti a giocare nel suo giardino. In breve torna la primavera e quando, molto tempo dopo, il Gigante dovrà partire per l’ultimo viaggio, sarà proprio il bimbo che ha aiutato ad accompagnarlo. La musica è una via di mezzo fra quella che scriveresti per un’operina e quella pensata come incidental music. A me è davvero piaciuto passare, con la massima leggerezza possibile, dalla descrizione musicale della primavera ai “temi” di Re Gelo o di Regina Neve. Il linguaggio è vicino ai bambini, pubblico naturale di una fiaba, anche se, sotto sotto, non manca qualche pretesa artistica e magari anche educativa (musicalmente parlando, s’intende). La partitura è scritta con una tecnica particolare e divertente (almeno io mi ci sono divertito, l’ho già usata per commentare dei film e la userò ancora). Si tratta di mettere insieme strumenti acustici e strumenti virtuali. Il direttore si trova di fronte due partiture simultanee: una rappresenta gli strumenti che dovranno essere suonati “dal vivo” e che dovrà dirigere; l’altra rappresenta i VST, ossia un’orchestra virtuale che scorre, in audio, come il vecchio nastro magnetico e su cui gli strumentisti dovranno adagiare la loro parte. Un po’ come nella cinematografia odierna, dove le masse sono virtuali e gli attori in carne ed ossa le rendono realistiche. Il nostro Gigante, mio ma anche, ovviamente, di Antonmario Semolini e della Compagnia Gianduja, è piacevole, sereno, affettuoso, con molte idee carine e persino un po’ nuovo. Credo che ai bimbi piacerà. Forse piacerà anche a quelli un po’ più cresciuti… Luigi Giachino 9 Torino – Aula Magna del Politecnico lunedì 9 giugno - 18h00 5° dal passato al presente Trio op 11 Ludwig van Beethoven (1770-1827) per clarinetto, violoncello e pianoforte allegro con brio, adagio, thema: pria ch’io l’impegno, 9 variazioni Luciano Berio Wasserklavier (1925-2003) per pianoforte Giacomo Miluccio Rhapsodie Luciano Berio Les mots sont allés… Johannes Brahms Trio op 114 (1928-1980) (1833-1897) per clarinetto per violoncello per clarinetto, violoncello e pianoforte allegro, adagio, andantino grazioso, allegro MASSIMO MAZZONE clarinetto MASSIMO BARRERA violoncello ANCUZA APRODU pianoforte 10 Composto tra il 1796 ed il 1798, il beethoveniano Trio in si bemolle maggiore op. 11 quanto alla scelta dell’organico che include il clarinetto – benché una consuetudine, autorizzata fin dalla pubblicazione preveda la possibilità di sostituirlo col violino – costituisce un intenzionale hommage alle maniere mozartiane; il modello di riferimento è infatti il superbo Trio K 498 detto ‘dei birilli’, che pur tuttavia il ventottenne Beethoven riuscì ad emulare solo in parte. Pagina relativamente modesta, nella quale – per unanime riconoscimento della critica – si stenta a «riconoscere la mano dell’autore del Trio in do minore op. 1 n° 3», il Trio op. 11 fatica a riscattarsi da manierati stilemi settecenteschi, quasi senza riuscire ad elevarsi al di sopra di una pur gradevole piacevolezza e ponendosi a un livello inferiore rispetto alle coeve Sonate per pianoforte op. 10, ai Trii per archi op. 9 ed alle violinistiche Sonate op. 12. Già l’equilibrio fonico desta qualche perplessità: in esso - osserva il Ballola con immagine forse fin troppo colorita - «il pianoforte la fa da padrone, tenendo gli altri due strumenti al guinzaglio come cani barboni», a partire dal pur garbato Allegro iniziale. Dei tre movimenti in cui si articola il Trio il migliore è senza dubbio il «tenero e delicato» Adagio la cui frase iniziale del violoncello s’impone per la soavità della curva melodica; più ancora, sinceramente personale è la zona centrale, dal respiro «quasi sinfonico», grazie a spaziosi arpeggi. In chiusura interviene una serie di nove variazioni brillanti e una coda sul tema del terzetto Pria ch’io l’impegno dall’opera L’amore marinaro di Joseph Weigl, rappresentata a Vienna il 15 ottobre 1797 (Hoftheater) e subito divenuta popolarissima: un «seduttivo mélange di quadri ora burberi e patetici, ora scherzosi e meditativi». Pare che la scelta del tema non sia stata di Beethoven, bensì ‘imposta’, secondo la testimonianza di Czerny, dal clarinettista Josef Beer (o Pär). Ma anche l’editore rivendicò il suggerimento; sta di fatto che più volte Beethoven meditò di cassare tale movimento, sostituendolo con una pagina ex novo (senza però mai giungere a realizzarla). Col brahmsiano Trio in la minore op. 114 per contro ci troviamo dinanzi ad un’opera cameristica di straordinaria bellezza. Per Brahms la vera e propria ‘scoperta’ del clarinetto (e delle sue enormi potenzialità) risale all’inizio del 1891, in occasione di un breve soggiorno presso la corte ducale di Meiningen. La ‘rivelazione’ avvenne grazie all’incontro con il virtuoso Richard Mühlfeld, già conosciuto anni addietro; costui svelò al musicista amburghese le pressoché infinite possibilità tecnico-espressive del proprio strumento; in primavera Brahms rientrò a Vienna e di lì a poco ne scaturirono quattro capolavori assoluti (oltre al Trio, si tratta del Quintetto op. 115 e delle due sublimi Sonate op. 120), invariabilmente accomunati da una medesima Stimmung, un analogo ‘colore’ per lo più melanconico, venato di umbratile intimismo. Quanto al Trio, vide la luce nella quiete propizia di Ischl, tra primavera ed estate di quello stesso 1891 ed ebbe poi la sua première in forma privata il 24 novembre, a Meiningen, solista di lusso Mühlfeld stesso che a sua insaputa ne aveva propiziato la genesi, violoncellista Robert Hausmann, mentre Brahms medesimo sedeva al pianoforte. Il 12 dicembre la vera ‘prima’, a Berlino, e fu a dir poco un trionfo, seguita da una più tiepida accoglienza viennese. Articolato in quattro movimenti stilisticamente assai prossimi, nonché contrassegnato da singolare concisione e pregnanza, il Trio esordisce con un Allegro di carattere segnatamente elegiaco e introspettivo di seducente bellezza armonica, tutto giocato sulle mezze tinte; non mancano passi improntati ad un magistrale impiego del contrappunto. Poi ecco un toccante Adagio in re maggiore, amabile rêverie traboccante di lirismo entro la quale clarinetto e violoncello dialogano immersi in un clima di limpida e serena dolcezza: talora appena incrinata da impercettibili sfumature e impreziosita dalle alonate rarefazioni del pianoforte. In terza posizione un Andantino grazioso dai delicati ritmi di danza, quasi leggiadro Ländler imbevuto di elegante e composta tenerezza, come riverbero di sentimenti espressi con ineffabile pudore. Da ultimo un Allegro dall’insistente contrapposizione di ritmi binari e frasi ternarie. La maggior concitazione rispetto ai tempi precedenti, talune impennate e una certa qual inquietudine non intaccano peraltro il clima di crepuscolare riserbo e austera dolcezza che del Trio costituisce il motivo di maggior fascino: più ancora, il tratto unificatore. Attilio Piovano 11 Torino – Teatro Vittoria martedì 10 giugno - 21h00 6° ricerca, sperimentazione e innovazione nella musica del XX secolo Daniel Teruggi (1952) Giacinto Scelsi (1905-1988) Giuseppe Gavazza (1957) Giacomo Platini (1967) Elisabetta Capurso (vivente) Enrico Correggia (1933) Luigi Nono (1924-1990) Giorgio Tedde (1958) 14’ 7’ Crystal- Mirages per pianoforte e nastro Ko-Tha per chitarra Dodici corde e mezzo* 7’ per chitarra e suoni di sintesi in monofonia (2014) 8’ Vertigo per pianoforte e nastro Le parole sono di tutti* 8’ per voce femminile, voce maschile, percussioni e suoni elettronici - Revisione del dicembre 2013 - Testi a pg. 30 10’ Turbata serenità degli incanti 15’ La fabbrica illuminata per pianoforte e nastro per voce e nastro 12’ La fabbrica infuocata* per soprano, recitante e ensemble su testi di: Giovanni Torres La Torre, -ARINA3APIO#RESCENZA#ARADONNA #HIARA"EFRAMMENTIRACCOLTIINRETE ANNA SICCARDI soprano MARCO RICAGNO baritono ENSEMBLE ANTIDOGMA MUSICA Dora Filippone chitarra Davide Ficco chitarra Federica Mancini arpa Ancuza Aprodu pianoforte Thierry Miroglio percussione Paolo Borsarelli contrabbasso 12 Il “37° Festival Internazionale Antidogma di Musica Antica e Contemporanea 2014 – Torino e regione” sviluppa diverse tematiche in dieci concerti, la più importante delle quali è dedicata all’Innovazione, la Sperimentazione e la Ricerca nella musica colta occidentale della seconda metà del XX secolo. Questo progetto si realizza attraverso due concerti che presenteranno opere in prima esecuzione assoluta di compositori italiani ed europei affiancate da opere dei maestri del XX secolo che hanno portato avanti le loro idee aprendo una strada ai compositori di oggi. Un concerto è dedicato alle interazioni fra la musica popolare e la musica colta contemporanea, con riferimento alla figura dello scrittore Nuto Revelli cui ricorre il decennale della morte (progetto Nuovissima con Fiarì, Rive Gauche e Xenia), e l’altro è dedicato all’impronta lasciata da Giacinto Scelsi e Luigi Nono alla generazione attuale. In questo concerto saranno eseguite composizioni dei maestri e prime esecuzioni assolute. Di Giacinto Scelsi si sentirà “Ko-Tha”, per chitarra sola, mentre di Luigi Nono sarà eseguita “La fabbrica illuminata”, per voce e nastro magnetico, scritta nel 1964 per gli operai dell’ITALSIDER di Genova per denunciare le difficili condizioni e lo sfruttamento dei lavoratori. Scelsi e Nono trasmettono con le loro opere due visioni contrapposte del messaggio musicale rivolto al fruitore: il primo richiama il sentimento mistico e l’anelito alla pace che l’uomo coltiva dentro se stesso, mentre il secondo evoca la difficile condizione materiale che l’uomo attraversa nella sua partecipazione sociale finalizzata alla realizzazione dignitosa del suo progetto di vita. GiorgioTedde Luigi Nono “La fabbrica Illuminata” di Luigi Nono è stata scritta cinquanta anni fa. L’opera mette in primo piano la condizione della classe operaia come icona della classe svantaggiata alla ricerca del proprio riscatto sociale. Nell’arco di mezzo secolo i cambiamenti economici e politici hanno trasformato il tessuto sociale e il ceto proletario si è disgregato e ricomposto lasciando emergere nuove categorie svantaggiate che pagano loro malgrado le conseguenze dell’avidità senza scrupoli di pochi a spese del territorio, della salute, della dignità e della vita stessa di molti. Giacinto Scelsi E’ la danza di Shiva, dio della guerra. Il compositore tratta la chitarra come uno strumento a percussione. Il brano diventa quasi un raga propiziatorio. Daniel Teruggi Crystal Mirages (commissione della Thames Valley) è, come si può dire, una composizione per pianoforte e nastro, o per pianoforte ed elettronica, o peggio ancora, una composizione “mista”. Ma bisognerebbe dimenticare queste definizioni piuttosto vuote di senso e immaginare il secondo elemento dell’opera, il supporto magnetico, come un secondo piano, che è tanto reale quanto irreale rispetto al pianoforte acustico. Esso riflette una immagine modificata del suono originale e si riflette attraverso gli altoparlanti. Poiché si tratta di miraggi, il primo miraggio è quelloc che vi fa credere ad una realtà, essendo cosciente e non-cosciente di ciò che è reale e di ciò che è virtuale. Ne seguono altri miraggi. La parte cristallina è un altro tipo di miraggio introdotto nell’opera e questo miraggio concerne delle immagini prodotte dai suoni che suggeriscono dei suoni di origine non pianistica e che sono in realtà delle nuove realtà del suono originale del pianoforte. Suoni di cristallo, delle arpe, dei tamburi,….Vorrei ringraziare Philip Mead per il suo entusiasmo nellìapproccio a questo lavoro. 13 Giuseppe Gavazza Le dodici corde e mezzo del titolo sono le sei corde della chitarra (nella prima a Torino, 10 giugno 2014, Festival Antidogma quella di Davide Ficco cui il brano è dedicato) che si aggiungono alle sei corde virtuali (intonate sull’accordo che polarizza tutta la composizione) modellizzate con il programma di sintesi per modelli fisici Genesis, soggetto del mio attuale dottorato presso l’ACROE-ICA del Politecnico di Grenoble. La mezza corda in più è la più importante per la composizione e la forma del brano: è anch’essa un oggetto vibrante virtuale, una corda «pesantissima» ancorata a un solo estremo (una mezza corda o una corda aperta) accordata 12 ottave sotto il fa fondamentale dell’accordo. Il movimento armonico della (mezza) corda genera frequenze troppo basse per essere udibili: la fondamentale è una frequenza di 0,0215 Hz, un ciclo che si ripete ogni circa 48 secondi, accompagnata dagli armonici superiori. Questo gran basso fondamentale diventa udibile perché la mezza corda, nel suo largo movimento, sfiora le sei corde virtuali e in alcuni punti le pizzica: non è un oggetto sonoro ma un oggetto suonatore. Quello che m’interessa è ciò che intorno al 1925 Ezra Pound descriveva, con chiarezza visionaria, nel suo Trattato d’armonia: «Per dirlo in altro modo: la percussione del ritmo può entrare nell’armonia esattamente come farebbe un’altra nota. Di solito entra come Basso, un Basso ancora più profondo, dando la forma principale al suono» (Ezra Pound, Trattato d’armonia, Passigli, 1988, pag. 39). In Dodici corde e mezzo mi sono spinto ancora più giù, usando un basso profondo ben temperato accordato sulla fondamentale per generare non solo il ritmo ma la forma del brano. Per «fiorire» il basso ostinato con la chitarra dal vivo ho scelto una ciaccona: una sequenza di pagine in cui porto allo strumento materiale musicale dedotto dal gran basso lasciando all’interprete un ampio margine di libertà al fine di accordarsi (all’ascolto, non ci sono partitura né cronografia dei suoni di sintesi) con i suoni delle corde virtuali diffusi nello stesso punto in cui il chitarrista suonerà, non amplificato. Nella scrittura ho ripreso formule retoriche di abbellimenti strumentali e quasi nulle indicazioni di tempo, modi d’attacco e dinamiche; una scrittura ispirata al respiro e alla libertà esecutiva della musica barocca. G.G. Grenoble, 17 Aprile 2014 Giacomo Platini Vertigo è il primo brano di un progetto di una serie di studi per pianoforte ed elettronica. Il brano si inscrive nell’idea “storica” di studio: vale a dire un brano di virtuosità su di una tecnica specifica dello strumento. Qui, inoltre, troviamo la presenza dell’elettronica, pensata come un’amplificazione della risonanza e delle possibilità del pianoforte. L’idea di base della composizione è quella di creare un’immagine sonora perturbata e “rotante”, giocata sulle distorsioni e modificazioni del suono del pianoforte e sulle accelerazioni ed i rallentamenti ritmici del brano che annullano la percezione di un’orgnizzazione metrica del materiale musicale. Il titolo Vertigo lega questi due aspetti: la “vertigine” di una virtuosità spinta ai suoi limiti e la “vertigine” di un universo sonoro spettacolare e magico creato dall’elettronica. %LISABETTA#APURSO Le parole sono di tutti per voce femminile, voce maschile, percussioni e suoni elettronici – una libera elaborazione di Elisabetta Capurso su testi di Eugenio Montale, James Joyce, Costantinos Kavafis, Elisabetta Capurso – è un lavoro sulla voce come parola mista nella sua doppia valenza di veicolo di senso e di elemento sonoro, l’insieme di più gerghi, come dice Eugenio Montale. Nello stesso tempo la parola può farsi portatrice del più ampio sentimento di una scelta etica di vita nel rifiuto delle troppe parole che rendono la vita una ‘nauseante estranea’. La parola musicale quindi diventa l’elemento di fusione osmotica delle misture 14 linguistiche, in un processo di identificazione del parlato e del cantato. Infatti le due voci maschile e femminile modulano, in situazioni alterne, diverse modalità di emissione vocale; non soltanto il parlato normale o il canto disteso, pertanto, ma il riso – elemento strutturale della composizione inteso nella sua qualità musicale – e la vocalizzazione come modalità di divisione e ripartizione del morfema verbale. In questo senso la ricerca si estende nella direzione di una gamma vastissima di emissioni della voce, anche inconsuete, contestualmente al recupero delle forma della ripetizione o della sillabazione vocalica. Le percussioni, due tom e due gong piccolo e medio, che in una fase iniziale della composizione dovevano essere suonati dagli stessi vocalisti a dimostrazione di una intima relazione e che soltanto più tardi hanno avuto la personalità di strumenti autonomi, sono sottoposte ad una elaborazione ritmica e di sonorità così sottile e particolareggiata, da assumere anch’esse per analogia la funzione di una rappresentazione verbale. Sull’ampio materiale verbale e musicale agisce con inconsueta resa il live electronics, elaboratissimo, come elemento di esaltazione timbrica e dinamica della parola vocalizzata, parlata e cantata. %NRICO#ORREGGIA “Turbata serenità degli incanti” risale al 1996 per una commissione ricevuta dal Ministero della Cultura Francese. La prima esecuzione infatti ebbe luogo nella grande sala Messiaen di radio France. Giorgio Tedde Il compositore svizzero Giorgio Tedde, cui è stata commissionata una composizione che commemorasse i cinquanta anni de “La fabbrica illuminata” di Nono, ha scelto di dedicare la sua nuova opera alla popolazione della “Terra dei fuochi”, una vasta area di terra fra Napoli e Caserta, dove per decenni sono stati scaricati e incendiati illegalmente quantità enormi di rifiuti tossici industriali e nucleari. L’avvelenamento dell’aria, della terra e delle falde acquifere ha degradato profondamente l’ambiente e messo a rischio la salute degli abitanti che è sono stati colpiti in modo endemico da malattie cancerogene provocando lutti, miseria e disperazione. Giorgio Tedde ha raccolto frammenti di poesie, di blog, di articoli d’informazione per comporre un’opera per due voci (che cantano e recitano) e cinque strumenti che racconti il dolore e l’ingiustizia che questa popolazione sta subendo. Come Nono scrisse “La fabbrica illuminata” per destare l’attenzione sulle problematiche del suo tempo, Tedde con la nuova opera “La fabbrica infuocata” vuole dare risalto all’immenso dramma della Terra dei fuochi per risvegliare le coscienze dall’indifferenza e promuovere una nuova consapevolezza. L’opera di Tedde si realizza sotto il segno del tema attraverso una ricerca strumentale su un organico singolare (soprano, voce recitante, percussioni, chitarra, arpa, pianoforte e contrabbasso) e una sperimentazione vocale che sbocca al confine fra musica e gesto teatrale. 15 Manta – Santa Maria del Monastero sabato 14 giugno - 21h00 7° #OSÖFANTUTTE,AVITAAVVENTUROSADI,ORENZO$A0ONTEILLIBRETTISTADI-OZART Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Arie tratte dalle Opere realizzate su libretto di Lorenzo Da Ponte. #ONCERTONARRATOCON BRUNO GAMBAROTTA narrante GIUSEPPE NOVA flauto GIORGIO COSTA pianoforte Chi era Lorenzo Da Ponte? Colui che deve la sua fama per essere stato il librettista delle più celebrate Opere di Mozart, è ovunque citato come personalità cangiante, persona priva di scrupoli, opportunista incallito, avventuriero immischiato in faccende di donne, e che avrebbe badato soprattutto al proprio tornaconto, in particolare ad accaparrarsi la sua parte nella fama postuma di Mozart. Originario della comunità ebraica veneta si chiamava in verità Emanuele Conegliano, ma in seguito alla conversione del padre, prese il cognome del Vescovo che l’aveva battezzato. Lo stesso Vescovo lo destinò al sacerdozio, assumendosi l’onere dei suoi studi e del suo mantenimento. In seguito fu ordinato sacerdote, anche se poi non svolse mai funzioni sacerdotali, non vi sarebbe stato del resto adatto. Divenne seguace dell’Illuminismo, e insieme anche ‘homme à femmes’, implicato in varie relazioni amorose. E forse proprio questa doppia vita lo costrinse alla fuga, prima a Venezia, poi a Gorizia, quindi a Dresda, e nel 1782 a Vienna, dove grazie ad una raccomandazione verso Salieri, ottenne un impiego come librettista, ‘poeta dei teatri imperiali’, rimanendovi per dieci anni. Qui incontrò Mozart, con il quale lavorò ai tre celebri libretti. Nel 1789 si recò a Trieste, lì si innamorò di una giovane inglese e con lei andò a Parigi poi a Londra, quindi nel 1805 in America. Visse per lo più a New York come insegnante di lingue e per un certo periodo come professore al Columbia College. Ebbe quattro figli, e la morte di uno di essi lo gettò per un anno intero in un inconsolabile dolore: l’ex avventuriero era diventato marito esemplare e amorevole padre di famiglia. Morì nel 1838, a 89 anni. 16 Bruno Gambarotta Scrittore, giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, grande conoscitore dell’Opera, è anche autore e regista di programmi per la radio e la televisione e, oltre alla scrittura, fra i suoi maggiori interessi figura la gastronomia, materia della quale si è occupato anche per i suoi scritti. Ama definirsi scrittore artigiano, ringraziando per lo spunto il refuso di un tipografo del giornale torinese La Stampa che erroneamente nel testo di una sua intervista deformò l’originale scrittore astigiano. Programmista, regista e direttore dei programmi RAI, le sue doti di intrattenitore e comico sono venute alla luce grazie a Celentano e al suo Fantastico del 1987. Comincia così la sua carriera di conduttore televisivo e radiofonico (Fantastico ‘87, Lascia o raddoppia, Tempo reale, ecc.); è attore con Fabio Fazio in uno sceneggiato televisivo su Rai Due, trasmesso nel dicembre 1997. È autore e attore di cabaret, collabora a diversi giornali, tra cui L’Unità, La Stampa, La Repubblica, Comix. Tiene una rubrica fissa su Torino Sette. È autore di vari romanzi di genere giallo-ironico, e con La nipote Scomoda ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Vive a Torino. Giuseppe Nova Il Washington Post ha definito “affascinante” la sua esecuzione nella capitale statunitense, altre critiche attestano “interpretazione illuminata... una straordinaria linea musicale” il Giornale, “l’arte musicale nella sua perfezione” il Nice Matin FR, “un dialogo condotto con genialità” il Nürtinger Zeitung DE, “... semplicemente divino” Concert Reviews UK. Considerato uno dei più rappresentativi flautisti italiani della sua generazione, dopo Diplomi in Italia e Francia (Conservatorio Superiore di Lione) alla celebre Scuola di Maxence Larrieu, ha esordito nel 1982 con l’Orchestra Sinfonica della RAI. Di qui l’inizio di una brillante carriera che lo ha portato in Europa, Stati Uniti, Giappone, Cina, esibendosi in celebri sale e festival, dalla Suntory Hall di Tokyo al Parco della Musica di Roma, dal Conservatorio di Pechino alla Kyoto University ad Umbria Jazz. Solista con i Virtuosi di Praga, Camerata Bohemica, Filarmonica di Torino, Chesapeake Orchestra, Thailand Philharmonic, ha partecipato a Festival Internazionali dedicati al Flauto ed è stato nelle giurie dei Concorsi Internazionali di Flauto in Francia e in Giappone. Già docente di Conservatorio, all’Accademia di Pescara, alla Scuola di Saluzzo, alla Fondazione Arts Academy di Roma ed Assistente al Conservatorio Superiore di Ginevra, insegna alla Fondazione Musicale di Aosta ed è Visiting Artist del St. Mary’s College of Maryland, USA. Diverse le sue registrazioni su CD (tra gli altri con Maxence Larrieu, Bruno Canino, Arnoldo Foà), dal 2005 incide per Camerata Tokyo. 'IORGIO#OSTA diplomatosi sotto la guida di E. Occelli con il massimo dei voti al Conservatorio Verdi di Torino, segue corsi di perfezionamento con Remo Remoli, Alberto Mozzati e con Fausto Zadra all’Ecole Internationale de Piano di Losanna. Nel 1980 partecipa ai corsi di Riccardo Brengola presso l’Accademia Chigiana di Siena. Il desiderio di ampliare i suoi orizzonti di riferimento, lo spinge a frequentare, dal 1985, i corsi di Fenomenologia della musica tenuti da Sergiu Celibidache all’Università di Magonza. Nel 1988 prende parte alla Master Class di Murray Perahia a Firenze. Solista e camerista, spazia dai clavicembalisti ai contemporanei, con particolare riguardo ai grandi autori dell’età romantica. La sua attività concertistica diviene intensa, riscuotendo consensi di pubblico e di critica, in tutta Europa e Giappone. Ha effettuato diverse registrazioni per la RAI e attualmente è docente al Conservatorio di Novara. 17 Manta – Teatro dell’Oratorio sabato 21 giugno - 21h00 8° 3INGINGTHE-OVIEPICCOLASTORIADELLA6OCENEL#INEMA!MERICANO Charles Chaplin Harold Arien Max Steiner George Gershwin David, Hoffman, Livingston Cole Porter Jerome Kern Leonard Bernstein Henry Mancini Frederick Loeve Jerry Herman Smile da Tempi Moderni (1936) Over the rainbow da Il mago di Oz (1939) As time goes by DA#ASABLANCA For you, for me, for evermore da The shocking mis pilgrim (1947) A dream is a wish your heart makes da #ENERENTOLA Why can’t you behave? da Kiss me Kate (1953) Smoke gets in your eys da Roberta (1956) I feel Pretty da West Side Story (1961) Moon River DA#OLAZIONEDA4IFFANY (1961) I could have danced all night da My fair Lady (1964) Hello Dolly dal film omonimo (1969) John Kander Cabaret dal film omonimo (1972) The way we were dal film omonimo Marvin Hamlish (1973) John Kander New York, New York dal film omonimo Andrew Lloyd Webber Memory da Kats (1981) James Horner My hearth will go on da Titanic (1997) Proiezioni di scene dai filmati con musica ANNA SICCARDI soprano LUIGI GIACHINO pianoforte 18 Durante Singing The Movie, il pubblico viene preso per mano e guidato in una sala cinematografica assolutamente diversa dall’usuale dove il rapporto musica-immagine è ribaltato. Qui, infatti, le proiezioni sono svincolate dalle trame. Le immagini hanno un ruolo puramente evocativo che consente di apprezzare appieno il valore e la funzione fondamentale della grande musica nel cinema. Ogni brano è preceduto da un momento di spiegazione che permette all’ascoltatore di apprezzarne pienamente tutte le prerogative, compresa la capacità dei capolavori musicali filmici di diventare successi internazionali con una vita artistica indipendente dal cinema. 19 Manta – Santa Maria degli Angeli sabato 28 giugno - 21h00 domenica 29 9° Santo Stefano Belbo – Auditorium giugno - 18h00 10° i colori della Venezia settecentesca Antonio Vivaldi (1678-1741) Tomaso Albinoni (1671-1751) Concerto “La tempesta di mare” per flauto, archi e continuo Concerto in re min. op.9 n.2 per oboe, archi e continuo allegro non troppo, adagio, allegro Concerti “Le quattro stagioni” Antonio Vivaldi (1678-1741) La primavera L’estate L’autunno L’inverno per violino, archi e continuo Concerto in do min. Alessandro Marcello (1684-1750) per oboe, archi e continuo (trascrizione in do min. del fratello Benedetto) allegro moderato, adagio, allegro Ennio Morricone Gabriel’s oboe per oboe, voce, violino e archi (dal film “Mission”) FILIPPO DEL NOCE flauto CARLO ROMANO oboe LEONARDO BOERO violino ANNA SICCARDI voce ORCHESTRA CAMERISTICA “BARTOLOMEO BRUNI” della Città Cuneo ANTONMARIO SEMOLINI direttore 20 !NTONIO6IVALDI h,EQUATTROSTAGIONIvDA)L#IMENTODELL!RMONIAEDELL)NVENTIONE Concerto in mi magg. op. 8 n. 1 Concerto in fa magg. op. 8 n. 3 “La primavera” “L’Autunno” Allegro Allegro Giunt’è la Primavera e festosetti La Salutan gl’Augei con lieto canto, E i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti Con dolce mormorio Scorrono intanto: Vengon’ coprendo l’aer di nero amanto E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti Indi tacendo questi, gl’Augelletti; Tornan’ di nuovo al lor canoro incanto. Celebra il Vilanel con balli e Canti Del felice raccolto il bel piacere E del liquor de Bacco accesi tanti Finiscono col Sonno il lor godere Largo E quindi sul fiorito ameno prato Al caro mormorio di fronde e piante Dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato. Allegro Di pastoral Zampogna al suon festante Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato Di primavera all’ apparir brillante Adagio molto Fà ch’ogn’ uno tralasci e balli e canti L’aria che temperata dà piacere, E la Staggion ch’invita tanti e tanti D’un dolcissimo Sonno al bel godere. Allegro I cacciator alla nov’alba à caccia Con corni, Schioppi, e canni escono fuore Fugge la belua, e Seguono la traccia; Già Sbigottita, e lassa al gran rumore De’ Schioppi e canni, ferita minaccia Languida di fuggir, mà oppressa muore. Concerto in sol min. op. 8 n. 2 Concerto in fa min. op. 8 n. 4 “L’Estate” “L’Inverno” Allegro non troppo Allegro non molto Sotto dura Staggion dal Sole accesa Langue l’huom, langue ‘l gregge, ed arde il Pino; Scioglie il Cucco la Voce, e tosto intesa Canta la Tortorella e ‘l gardelino. Zeffiro dolce Spira, mà contesa Muove Borea improviso al Suo vicino; E piange il Pastorel, perche sospesa Teme fiera borasca, e ‘l suo destino; Aggiacciato tremar trà nevi algenti Al Severo Spirar d’ orrido Vento, Correr battendo i piedi ogni momento; E pel Soverchio gel batter i denti; Adagio Toglie alle membra lasse il Suo riposo Il timore de’ Lampi, e tuoni fieri E de mosche, e mossoni il Stuol furioso! Presto Ah che pur troppo i Suo timor Son veri Tuona e fulmina il Ciel e grandioso Tronca il capo alle Spiche e a’ grani alteri. Largo Passar al foco i di quieti e contenti Mentre la pioggia fuor bagna ben cento Allegro Caminar Sopra il giaccio, e à passo lento Per timor di cader gersene intenti; Gir forte Sdruzziolar, cader à terra Di nuove ir Sopra ‘l giaccio e correr forte Sin ch’ il giaccio si rompe, e si disserra; Sentir uscir dalle ferrate porte Sirocco Borea, e tutti i Venti in guerra Quest’é ‘l verno, mà tal, che gioia apporte. 21 Un programma – quello odierno – per intero consacrato alla musica strumentale di autori settecenteschi veneziani. Per una volta, anziché proporre al lettore una tradizionale guida all’ascolto, con date, dati e analisi formali, ci permettiamo invece una divagazione turisticocultural-lagunare. E allora: provando a chiudere gli occhi, immaginiamo di essere appena giunti nella fascinosa città, prendendo le mosse da Santa Lucia, ça va sans dire; dinanzi a noi, dall’altra parte del Canal Grande, la bianca facciata di San Simeone dalla cupola verdazzurra, poco più a sinistra il ponte degli Scalzi dalla slanciata silhouette; ma per raggiungerlo e puntare (banalmente e prevedibilmente) verso Rialto, occorre dribblare la consueta incredibile calca dei turisti, la solita ressa, in qualsiasi stagione, e farsi largo tra i venditori di paccottiglia. Per ovviare alla vociante folla di ragazzini in gita scolastica avremo bensì predisposto sul nostro iPod una playlist che contenga esattamente i brani in oggetto, e un paio di ottime cuffiette garantiranno il voluto isolamento: sono tutte opere celeberrime e dunque reperirle su YouTube non sarà stato difficile. Dei #ONCERTI OP che il benestante Albinoni pubblicò (nientemeno che ad Amsterdam) intorno al 1722 esistono molte edizioni: l’inconfondibile colore melanconico, un po’ cinereo e tipicamente lagunare dell’oboe, evidente specie nei movimenti lenti, ci garantirà quel quid di nostalgico e un pizzico di spleen che Venezia promana, e se la giornata fosse velata o uggiosa tanto meglio. Non saremo né i primi né gli ultimi a lasciarcene ammaliare, da John Ruskin a Hemingway, da Turner a Thomas Mann all’architetto Carlo Scarpa. Del famigerato #ONCERTOPEROBOE attribuito a Benedetto Marcello tutti sanno tutto, e basterà cliccare su internet per scoprire che non è suo, bensì del meno noto fratello Alessandro, e subito saltano fuori mille riferimenti cinematografici e quell’Anonimo veneziano con Enrico Maria Salerno e Florinda Bolkan che (dal 1970 in poi) fece piangere e sognare generazioni di cinefili. Tutti sanno anche come, prima ancora del cinema che lo ‘lanciò’, già Bach se ne fosse appropriato trascrivendolo per clavicembalo (come BWV 974). E dire che Benedetto Marcello fu insigne e poliedrica figura di intellettuale: alternò l’attività di avvocato a quelle di magistrato, giudice, amministratore della Serenissima, poeta, filologo e compositore ‘per diletto’ la cui ampia notorietà è legata al pamphlet satirico Il teatro alla moda pubblicato nel 1720, comprensibilmente anonimo giacché volto a stigmatizzare, con acuti strali e fine ironia, vezzi e mal costumi del variopinto mondo teatrale: popolato di primedonne e oscuri figuri, acclamati castrati, meschini approfittatori e strumentisti mediocri. Quanto al ‘Prete rosso’ alias Vivaldi non c’è che l’imbarazzo della scelta per gli iper gettonati #ONCERTIDELLESTAGIONI dai descrittivistici profili: tant’è che la calura estiva o il gelo dell’inverno, il temporale o la pioggia battente, come pure le danze dei rustici e l’ebbrezza dopo la vendemmia sono talmente palpabili che non richiedono particolare fantasia; come ammirare la Venezia calligrafica ed iper realistica di un Guardi o più ancora di un Canaletto. Non meno immediata la godibilità del #ONCERTOPERFLAUTO detto La tempesta di mare (ma è appena un lieve incresparsi di onde, come quando passa un vaporetto da lungi facendo dondolare la gondola, per vere e proprie romantiche tempeste – della natura e dell’anima – occorreranno ben altri autori). Per inciso tale #ONCERTO 26 è un remake di RV 570 che a sua volta rielabora RV 98: per la serie, l’arte del riciclo già allora non conosceva limiti. Cuffiette ben assestate sulle orecchie, tanto vale lasciare la folla e, dopo aver necessariamente percorso l’ancora popolatissima Lista di Spagna ed essere approdati dinanzi a Palazzo Labia, addentrarsi nelle zone più remote e quiete di Venezia. Per dire, da Cannaregio fino a Sant’Al22 vise e a Madonna dell’Orto. Certo, come resistere alla tentazione di puntare all’interno, tra rii e campielli? L’attrazione del Canal Grande è troppa, e quasi controvoglia dopo aver alquanto deviato, ci troviamo al suo cospetto, sbucando da una calle laterale. E allora tanto vale ricordarci che l’aristocratica famiglia dei Marcello possedeva un palazzo proprio sul Canal Grande (a San Marcuola), ma le guide sono reticenti al riguardo; Benedetto peraltro era nato nella parrocchia di Santa Maddalena. E proprio da lì attraverso la Strada Nuova, superata Santa Fosca, non sarà difficile raggiungere la chiesa dei Santi Apostoli dove Benedetto Marcello nel 1728, dopo aver sposato in segreto certa Rosanna Scalfi, una popolana, che cantava sui canali, ebbe un singolare incidente: passando sopra una lastra di marmo questa si ruppe ed egli cadde nella sottostante tomba, rimanendo peraltro illeso. La prese come una sorta di premonizione e da lì una crisi mistica che lo accompagnò negli ultimi undici anni di vita: elevare un pensiero commosso e deferente (magari accompagnato da un gesto scaramantico). Proseguendo in direzione della lontana chiesa di San Francesco della Vigna non sarà difficile imbattersi nella facciata in cotto dei SS. Giovanni e Paolo (popolarmente Zanipolo). E con l’iPad merita lardellare di immagini virtuali (da Scamozzi al Longhena, da Giovanni Bellini a Lorenzo Lotto, da Tiziano al Tintoretto) la nostra deambulazione (senza dover mettersi in coda ed entrare: a pagamento). Ed è proprio nell’allora attiguo teatro dei SS. Giovanni e Paolo che Albinoni nel 1694 con la Zenobia, regina de’ Palmireni iniziò la sua carriera di operista. Elevare nuovamente un pensiero deferente, poi, resistendo alla stanchezza (e alla fame) piegare verso Santa Maria Formosa e puntare senz’altro verso la Riva degli Schiavoni dove (sopportando con cristiana carità frotte di turisti incolti) il nostro pellegrinaggio si conclude dinanzi all’imponente prospetto della chiesa della Pietà dove Vivaldi operò per una vita intera, scrivendo come un matto per quelle sue ‘pute’, devote e abilissime orfanelle dell’attiguo Ospedale (un orfanotrofio coi fiocchi, vera e propria scuola di alta cultura musicale). E pazienza se non fu certo un prete esemplare, con la scusa dello ‘stringimento di petto’. La gerarchia ecclesiastica lo dispensò (per nostra fortuna) dal celebrare Messa tutti i giorni lasciandolo comporre tranquillo, e di fatto egli si prese molte altre licenze, per dire, la musa ispiratrice e cantante Anna Giraud che gli fu compagna (e amante) per lunghi anni. E a quel punto, dopo l’ultimo pensiero deferente, con l’iPod che in loop è ormai tornato all’inizio, potremo anche concederci, un’ombreta, un calice di bianco che, a stomaco vuoto, garantirà l’effetto di un lieve stordimento, una lieve vertigine, come un beccheggio, assai più che un trasbordo in vaporetto. Un po’ brilli e dondolanti, potremmo a ragion veduta ripensare al labirintico tempo lento dell’Autunno. Del resto a Venezia non esistono né auto né etilometri. Attilio Piovano 23 IN SCENA! 2014 Rassegna di musica contemporanea XIV edizione | 16 ottobre – 11 dicembre La rassegna In Scena! 2014 ha come tema conduttore il rapporto tra popolare e colto con l’intento di evidenziare le reciproche influenze che concorrono alla creazione dell’opera d’arte. Gli spettacoli in programma sono stati così articolati sulla base di alcune tematiche correlate: il rapporto tra vecchi e nuovi mondi, con gli spettacoli Born in the U.S.A e London Calling; il codice popolare nell’educazione all’arte e al bello Fiarì Ensemble nel concerto Teacher, leave those kids alone; il rapporto Marilena Solavagione, direttore tra attualità e storia nei generi musicali con Façade di William Walton e Robinson di Carlo Boccadoro; infine Torino, Teatro Vittoria | giovedì 16 ottobre 2014 lo studio delle tradizioni popolari come coscienza civile e | ore 20,15 rinfresco | ore 21 spettacolo | BORN IN politica ne Il mondo dei vinti: Folk songs. THE U.S.A. | Musiche di S. Mackey, M. Torke, D. Lang, Centrale nella ricerca del Fiarì Ensemble è l’interdiscipliM. Daugherty | con la partecipazione del Torino narietà tra le diverse forme artistiche. Musica, teatro, arti figurative, nuove tecnologie sono tra loro connesse all’inVocalensemble terno di ogni performance, grazie anche alle collaborazioni Torino, Teatro Vittoria | giovedì 30 ottobre 2014 | con gli artisti ospiti. ore 21 | FAÇADE Opera da camera di W. Walton | con la Di particolare rilievo la collaborazione con il Torino partecipazione del musicattore Luigi Maio Vocalensemble, che parteciperà al concerto inaugurale in cui verranno presentati i brani di David Lang scelti dal Torino, Teatro Vittoria | giovedì 13 novembre 2014 regista Paolo Sorrentino come colonna sonora del suo | ore 21 | LONDON CALLING | Musiche di G. Bryars, recente e pluripremiato film “La grande bellezza”. J. Harvey, J. MacMillan, S. Martland, G. Fitkin Il “musicattore” Luigi Maio sarà protagonista di Façade di William Walton. Pensata per avvicinare adulti e bambini Torino, Teatro Vittoria | giovedì 27 novembre 2014 | al teatro musicale è l’opera da camera Robinson, con le ore 10,30 spettacolo per le scuole | ore 20,15 rinfresco musiche di Carlo Boccadoro. Due brani in prima assoluta | ore 21 spettacolo TEACHER, LEAVE THOSE KIDS ALONE sono stati commissionati ai compositori Franco Cavallo| Musiche di F. Zappa, J. Tavener, P. Maxwell Davies, M. ne e Rossano Pinelli. Feldman, R. Pinelli | con la partecipazione di allievi Tra le sinergie sul territorio spicca quella con la Fondadi strumento delle scuole medie ad indirizzo musicale zione Nuto Revelli di Cuneo per il progetto NUOVISSIMA, della Provincia di Torino (Rete MiRé) che riunisce sinergicamente le Associazioni Fiarì Ensemble - Antidogma Musica - Rive Gauche Concerti Cuneo, Sala San Giovanni | sabato 29 novembre 2014 - Xenia Ensemble, nella realizzazione dell’omaggio | ore 18,30 | NUOVISSIMA – IL MONDO DEI VINTI: FOLK all’illustre scrittore nel decennale della scomparsa. SONGS | Musiche di F. Cavallone, L. Berio, M. De Falla Dopo il grande successo delle due passate edizioni, sarà rinnovata la collaborazione con gli alunni delle Torino, Teatro Vittoria | giovedì 11 dicembre 2014 | scuole secondarie di I grado ad indirizzo musicale ore 10,30 spettacolo per le scuole | ore 21 spettacolo | della Provincia di Torino, facenti parte della rete ROBINSON Opera in 10 quadri di C. Boccadoro MiRé, impegnati nell’esecuzione di un concerto con i musicisti del Fiarì Ensemble. Si tratta di un’iniziativa innovativa, volta a ridurre la distanza tra creazione Ingresso libero musicale contemporanea e giovanissimi esecutori, Informazioni: che coinvolgerà quest’anno un numero sempre Associazione Fiarì Ensemble maggiore di allievi e scuole partecipanti. Tel. +39.347.8906649 Per il nono anno consecutivo la rassegna In Scena! info@fiariensemble.it sarà ospitata presso gli spazi del Teatro Vittoria di Torino. www.fiariensemble.it 24 MUSICHE IN MOSTRA 2014 XXIX edizione 8 novembre – 6 dicembre Scorrete i dodici programmi di Musiche in mostra 2014 e, come in un percorso Genova, Palazzo Rosso | sabato 8 novembre 2014 | ore 16,30 | carsico che a tratti emerge, scoprirete il DODICI TANGHI IN CONTEMPORANEA | Duo pianistico Pianox2 & cantus firmus di antiche forme che si Nicola Baroni hypercello | Musiche di Albeniz, Bacalov, Barber, De specchiano nelle nuove: Preludio e fuga, Nazareth, Festa, Pavia, Piazzolla, Pinelli, Porto, Putignano Sonata, Toccata, Barcarola, Tre contrappunti, Torino, Accademia Albertina | domenica 9 novembre | ore 16,30 Fugata, Passacaglia, Cento partite, Chaconne... | LA VOCE E IL SOFFIO | Ivo Nilsson trombone & il Duo Alterno E anche dove non appaiano i nomi di un (contestuale a Giornata di musica e di studi) | Musiche di Ambrosini, passato più o meno remoto, il rimando alle Cifariello Ciardi, Clementi, Guarnieri, Nilsson, Pinelli tradizioni, ivi incluse quelle di varia contamiAlessandria, Liceo Saluzzo Plana* e Liceo Galileo Galilei** nazione, è implicito e riconoscibile: dal tango | giovedì 13* e 20** novembre | ore 10,30 | MDA MUSICA DEGLI di Albeniz a quello di Bacalov, dalla vocalità ANIMALI | Ensemble Innesti di Cultura | Musiche di Andrini, Bertolina, delle avanguardie di mezzo secolo fa a quella De Mattia, Fasanelli, Gallo, Milutinovic, Zacconi, Zlateva odierna e pulsante, dalla musica popolare Genova, Palazzo Rosso | sabato 15 novembre | ore 16,30 | LA rivisitata da Bartók alla “babele dei linguaggi”, BABELE DEI LINGUAGGI | Ensemble De Rerum Mechanica | Musiche di ai foto-suoni della borgata alpina di Paralup Bartók, Gentilini, Ravera, Sanna, Scapecchi, Spinosa, Venturi contrappuntati ai materiali fono-antropologici raccolti da Nuto Revelli. Torino, Accademia Albertina* e Alessandria, Conservatorio Vivaldi** | domenica 16*novembre | ore 16,30 | e martedì Il sottotitolo della rassegna “USBtQBTTBUPt 18** novembre | ore 10 e ore 16,30 | TOCCATA IN BLU* e MAGIC presente” evoca la dialettica amorosa che si SERENADE** | Bryan Johanson & Jesse McCann 2 chitarre | Musiche di annida nella nostra memoria ovunque si riconoBogdanovic, Bombardelli, Domeniconi, Duarte, Johanson, Svoboda sca una Storia. La contemporaneità (disarmante affermazione, ma mai ripetuta abbastanza) è Asti, Archivio di Stato | sabato 22 novembre | ore 21,15 | MUSICA figlia del passato, qualche volta del tra-passato. DALLO SCHERMO | Mario Carbotta flauto & Carlo Balzaretti Di più, si potrebbe dire che la contemporaneità è pianoforte | Musiche di Borne, Casella, Cattaneo, Rota, Tavener il tra-passato-presente, la vita che sotto antiche Torino, Accademia Albertina | domenica 23 novembre | ore 16,30 e nuove forme continua in barba al muto irrigidirsi | FUGA LIBRE. L’ULTIMO CONTRAPPUNTO | Ensemble SpazioMusica delle cose. | Musiche di Bach, Boggio, Oppo, Petrassi, Piazzolla Parafrasando Rilke, che non a caso compare nel Cuneo, Sala San Giovanni | sabato 29 novembre ore 14,30 | secondo concerto, vorremmo riconoscere un ruolo NUOVISSIMA – IL MONDO DEI VINTI: FOTO-SUONI PER PARALUP | insostituibile al passato e a ciò che talvolta viene il Duo Alterno | Musiche di Lerda, Nono, Piacentini sbrigativamente bollato come “trapassato”, anche Torino, Accademia Albertina | domenica 30 novembre ore e soprattutto nella creatività contemporanea: «Gli 16,30 | FORMALEINFORMALE | Ensemble ImprovvisoFantasia | uomini dicono sempre tutto così chiaro: questo si Musiche di Cage e Stockhausen chiama cane, quello casa, e qui è l’inizio, là la fine. Asti, Archivio di Stato | sabato 6 dicembre ore 21,15 | CENTO Fermatevi! A me piace sentire le cose cantare, voi PASSACAGLIE | Mattia Laurella flauto traversiere & Gian Luca invece le toccate e così diventano rigide e mute». Rovelli cembalo | Musiche di Bach, Frescobaldi, Galanti, Ligeti Nella distanza che la Storia ci consegna, anche quando è Storia di cose umili («continuavo a cercare Ingresso libero la vita proprio dove la vita si spegneva» scrive Nuto Revelli in Il popolo che manca), si crea uno spazio, aria Informazioni: vitale ricca di ossigeno, il respiro per chi vive oggi e, Rive-Gauche Concerti lasciando cantare le cose, inventa ciò che prima era rivegaucheconcerti@libero.it www.rivegaucheconcerti.org impossibile. (riccardo piacentini) 25 ESTOVEST FESTIVAL 2014 XIII edizione 20 ottobre – 6 dicembre L’edizione 2014 ha come tema ‘La pelle’, elemento simbolico che caratterizza molti aspetti dell’umano agire e delle sue molteplici espressioni e prospettive. Una di queste è quella culturale che ha fondamento nell’elemento Torino, Statuario del Museo Egizio | lunedì 20 ottobre 2014 | ore dell’identità così come è concepita nel progetto 20,30 | Mario Caroli flauto, Michele Marelli corno di bassetto, Claudio multimediale del compositore Yuval Avital per Pasceri violoncello | Musiche di Sciarrino, Saariaho, Stockhausen | In Xenia Ensemble. occasione di questo concerto sarà eseguito il brano del vincitore di ESTOVEST CALL FOR SCORES 2014 Altro aspetto è quello relativo alla conservazione dell’identità post-mortem e all’immortalità simTorino, Teatro Vittoria/tbc | 24 ottobre 2014 | ore 21 | Genova, bolizzata dall’imbalsamazione; a tal proposito il Teatro della Tosse | 25 ottobre 2014 | ore 21 | Progetto a cura programma per lo Statuario del Museo Egizio che di Yuval Avital per quartetto d’archi e installazione video | Xenia Ensemble & Yuval Avital (I esecuzione assoluta) includerà artisti del calibro di Caroli, Marelli e Pasceri. Torino, Superbudda | 31 ottobre 2014 | ore 21 | Caraglio, Il Filatoio | 1 novembre 2014 | ore 17.30 | OUT OF CAGE | Simone Una ulteriore prospettiva si fonda sulla creatività Beneventi percussioni, Flavio Virzì chitarra e basso elettrico | con cui l’uomo ha trasformato sostanze inerti in Musiche di Cage, Garau, Manfrin, Mancuso, Romitelli, Nova mezzi di espressione artistica: la pelle è la materia prima utilizzata per la costruzione di generatori Torino, Folkclub | 14 novembre 2014 | ore 21,30 | Caraglio, Il di suono di numerosi tipi; a questo si aggiunge Filatoio | 16 novembre 2014 | ore 17,30 | Naomi Sato sho & Xenia Ensemble quartetto d’archi | Musiche tradizionali giapponesi e un’investigazione sull’evoluzione degli strumenti di Takemitsu, Hosokawa e Sato (I esecuzione assoluta – versione stessi e dell’approccio ad essi che i musicisti hanno riveduta) sviluppato. Torino, Superbudda | 15 novembre 2014 | ore 21 | Naomi Sato Ad essa sono dedicati il concerto del duo Beneventi& DJ Vaghe Stelle | Progetto di improvvisazione collettiva con Virzì impegnati in un repertorio di brani caratterizelaborazione elettronica in tempo reale zati da una sofisticata ricerca timbrica ed il progetto con Naomi Sato, musicista formatasi in tradizioni Cuneo, Sala San Giovanni | 29 novembre 2014 | ore 16 I NUOVISSIMA – IL MONDO DEI VINTI: LA NOSTRA PELLE | musicali diverse e specializzata nello sho (organo Xenia Ensemble | Musiche di Merkù, Pousser, Ligeti, Zorn, a bocca giapponese) oltre che nel sassofono: due i Lutoslawski, Pierini programmi, uno con Xenia Ensemble di musiche tradizionali accostate a composizioni contemporanee, Torino, sala da confermare | 6 dicembre 2014 | ore 21 | e l’altro insieme al DJ Vaghe Stelle, in un concerto di IN THE MIDDLE OF THE NIGHT, ONE DAY: dialogo tra Ipazia e Galileo | a cura di Martin Mayes e Eilis Cranitch con gli musiche improvvisate ed elaborate elettronicamente. studenti del Liceo Artistico ‘Passoni’ di Torino Il festival dedicherà poi una giornata a Nuto Revelli e dalle tradizioni musicali piemontesi (‘la nostra pelle’)per Informazioni: la quale Stefano Pierini realizzerà una nuova compoAssociazione Xenia Ensemble / ESTOVEST FESTIVAL sizione per lo Xenia Ensemble basata sui documenti Tel. +39.331.4320950 sonori della Fondazione Revelli. info@estovestfestival.it Infine un progetto didattico di musica e teatro coordinato www.estovestfestival.it da Martin Mayes ed Eilis Cranitch che si svolgerà I programmi qui pubblicati potrebbero subire presso il Liceo Artistico ‘Passoni’ durante il quale sarà qualche modifica. Il programma definitivo sarà pubblicato sul sito entro la fine del mese di sviluppato, attraverso una serie di laboratori, il tema giugno. della rassegna. 26 Memoria storica: le prime esecuzioni assolute nei 36 festival precedenti s$)%4%2!#+%2 1-Drei Gesänge 2-Aber die Winter 3-Menschen Herz 4-Gebet Deus refugium s+,!53!'%2 5-Duino I s&2!.'():!,):!$%( 6-First words s,5#!!.4)'.!.) 7-Poèmes écartés s$!6)$%!.:!'() 8-Oiseau triste s,)6)/"!,$)33%2! 9-Occhio che vedi il sole nascer s4):)!./"%$%44) 10-Mattino s"%2.!2$)./"%'')/ 11-Downtown s!,%33!.$2!"%,,)./ 12-S’innalza un canto su triangoli alti s-!52):)/"%./-!2 13-Sogno di una notte di mezza estate s$!.)%,%"%24/44/ 14-Chopin, Smetterling, Flötenspiel s3/.)!"/ 15-Pronto, chi fischia s#!2,/"/##!$/2/ 16-A qualcuno piace tango s,%/.!2$/"/%2/ 17-Exclamatio 18-Ich weiss nicht 19-Romanze zur Nacht 20-Der Schatzgräber 21-Rituali 22-Le temps et son double 23-Parties diverses 24-Cadmo s&)/2%.:/"/.!.3/.% 25-Ehi, Drago, svegliati s')/6!..)"/.!4/ 26-Rückuckuck s,)4#(/"/2)33/6 27-Per flauto e piano s-!52/"/24/,/44) 28-Foglie s'),"%24/"/3#/ 29-Di volo 30-Brechtlieder 31-Last blues s,5#"2%7!%93 32-Parametric permutation s*/3%,5)3#!-0!.! 33-Feed-back s%,%.!#!-/,%44/ 34-Berceuse s.)#/,!#!-0/'2!.$% 35-Hölderlied s"%00%#!.4!2%,,) 36-Nur wer die Leier s')!.#!2,/#!2$).) 37-Appello nella lontananza 38-Nel cielo infinito s')5,)/#!34!'./,) 39-Tre Haiku 40-Doppio quintetto 41-Tre movimenti d’acqua 42-Quattro canti di Omar Khayyam 43-4 Poèmes 44-Ocarina 45-Le azzurre campane della sera 46-Fünf Trakl lieder s&2!.#%3#/#!452!./ 47-Morgenstern 48-Di fianco a Betelgeuse 49-Le roi déchu 50-E lo gnomo scomparve s#/34).#!:!"!. 51-Pneuma-Vorstellung s-)(!)-)42%!#%,!2)!.5 52-Aus 53-Trio 54-Evian s"25./#%2#()/ 55-L’ombra segreta del mirto s,5#)!./#(!),,9 56-Eloi! s-!2#/#()!00%2/ 57-Trautrümmer 58-Florens s')/6!..)#)-! 59-In die Gosse s')53%00%#/,!2$/ 60-Flautotreno s!,"%24/#/,,! 61-Abyssus abyssum invocat 62-Das Mädchen sizt daheim 63Nec maris ira manet 64-Voce d’ombra s')/2')/#/,/-"/ TACCANI 65-Richiamo da lontano 66-Stati d’animo s3),6)!#/,!3!.4) 67-Aber allesvergeth 68-Memorie scolorite s,5#!#/2) 69-So last mich scheinen s%.2)#/#/22%'')! 70-Irrlicht 2 71-Voli 72-Samek-Shin 73-Urrlicht 74-L’abîme évanoui 75-Quartetton.2 76-The bells of sleep 77-Trauerlied 78-Die Kürze 79-Who du gehst 80-Le pietre del silenzio 81-Zypressen 82-Come vaso l’abisso 83-Das Einhorn 84-Miroir étalé 85-Wenn hinter dir di Möwe 86-Le valli di Har 87-Wiegenlied für Alma 88-Océan 89-Musik für das Ende der Tage:Requiem 90-Das Mädchen von Inistore 91-Miserere 92-In der Nacht 93-Ecce quomodo moritur 94-Apocalypsis 95-In the morning 96-The night you sleep s,)6)5$!.#%!.5 97-Andamento 27 98-Aliquote 99-Climax s*!-%3$!3(/7 100-See-Saw s#/2.%,)3$%"/.$4 101-Auxce Bon Youre s2%.!4/$%'2!.$)3 102-Reitia: adrigale e musica della notte s&),)00/$%,#/2./ 103-ita di Afrodite s%$)3/.$%.)3/6 104-Reflets s$/..!#(!$%..%(9 105-Flashbulb s'5)$/$/.!4) 106-Bruitology s&2!.#/$/.!4/.) 107-Midi s,5#)!$/..).) 108-Lied s$!6)$$5#2/3 109-Jetzt hier s(5'5%3$5&/524 110-Noche oscura s,5)')%30/3)4/ 111-Meisô Basho s'5)$/&%22!2%3) 112-Recital for Ador 113-Dolce ma non troppo 114-Primordi 115-Wirbel 116-Pometto s2)#(!2$&%34).'%2 117-Song of praise s3/4)2)3&/4/05,/3 118-O vos omnes s#(2)34/0(%2&/8 119-Auf dem Zweig s-!44%/ FRANCESCHINI 120-Einst 121- Les combinaisons des miracles s2%.!5$&2!.±/)3 122-Piccola aria della sera 123-Lever de soleil s0!/,/&52,!.) 124-Klee Lieder s7/,&'!.''!.+/&.%2 125-Reinigung 28 s-!2)/'!254) 126-Sabbia s')53%00%'!6!::! 127-Ogni orizzonte ha la sua alba 128-Knoot 129-Sul fiume 130-Firulì firulà 131-Hälfte des Lebens 132-Die Sonne 133-Quasi una sonata 134-Amicus meus 135-Ofisis s$/-%.)#/')!..%44! 136-Nenia 137-Il duello di Argante e Tancredi s*/.')"3/. 138-A short piece s,/2%.:/')2/$/ 139-Music of a bird s')53%00%')5,)!./ 140-Tempi della mente s-!2).'/,%-)./6 141-Chante, moisson s$/-%.)#/'5!##%2/ 142-Matrix, filo rosso s!,6!2/'5)"%24 143-Del aire II s6/,+%2(%). 144-Buon Natale, fratello Fritz s-!2)!4%2%3!)--/2-)./ 145-Fuggevoli attimi cristallizzati nel tempo s!249/-+)146-Drei Gedichte von H.Heine s#!2-%,/,!#%24/3! 147-Déjà vu s#,!5$%,%&%"62% 148-Vertigo s(/234,/(3% 149-Nachtstück I-II s25''%2/,/,).) 150-Ineffabili assenze s$!.)%,%,/-"!2$) 151-Rondellus s%.2)15%8-!#)!3 152-Morgengesang 153-Souvenir n.2 154-Transparencias 155-Clair de lunes 156-Impromptu I 157-Les adieux 158-Clare I 159-Quartetto s$!2)/-!'') 160-Flatus s!,%33!.$2/-!').) 161-Unheilbare Melancholie des Steines s-!44%/-!,!6!3) 162-Le prolétaire des dieux s*!6)%24/22%3 MALDONADO 163-Alborada s0!/,/-!.&2). 164-Repers s&2!.#/-!..)./ 165-Rondel-In park s')!#/-/-!.:/.) 165-Echi s,5#!-!2#/33) 166-You, wind of March s%5'%.-)(!)-!24/. 167-Die Tauben des Fernen s-!2#-%,,)43 168-Farfalle cotte s7),,9-%2: 169-Aus Sulika Buch 170-AnSonette an Orpheus 171-Brisure 172-harm 173-En ces jours lointains s#/34).-)%2%!.5 174-Rumore s&2!.#)3-)2/',)/ 175-Lettre à une amie venitienne 176-Reliefs vibrants s!.$2%!-/,)./ 177-For Gray Flash Over 178-Life songs s-!2#/-/,4%.) 179-Saturnia Pyri s6)44/2)/-/.4)3 180-Monade s)6!.-//$9 181-Crocifissione 182-Passione popolare 183-Preghiera s%..)/-/22)#/.% 184-Corto ma breve 185-Abenddämmerung s&!")/.)%$%2 186-Terracotta 187-O Erd s*5(!.).5/26!,! 188-Taylor’s lament s%-!.5%,% PAPPALARDO 189-Dry salvages s&2!.#%3#/0%..)3) 190-Achantis 191-Nuit sans étoiles s!,'&2%$0%3#(%+ 192-Kantaoui s2)##!2$/0)!#%.4).) 193-Serenata per un fischietto 194-fffortissimo con triangolo s')/2')/0,!.%3)/ 195-E guardo la viola che splende s2)4!0/24%2! 196-Wir führen allein 197-Due liriche dimare 198-Echi 199-Tenebrae factae sunt 200-Passerò per piazza di Spagna s')!..)0/33)/ 201-Egalité 202-Jeu de miroirs 203-Zwei Bachmann Lieder s96%302). 204-In circolo s7%.#(%.1). 205-The spirit of the mountains 206-Moment musicale s(/2!4)52!$5,%3#5 207-Symbolic illogico pus 34 208-The inner time opus 42 209-Unde incotro 210-Do emerge ultimate silence 211-Sensual sky opus 62 s&!534/2!::) 212-Musica a cinque s0!/,/2%./34/ 213-Studio per un Samurai 214-Commento s-!2#/2)#!'./ 215-Sunt fruges s0!,/2)##) 216-Germogli s,5#)!2/.#(%44) 217-Di geografie rinascimentali 218-Stanza degli orologi in frantumi s+!*!3!!2)!(/ 219-Aussicht s!52%,)/3!-/2Ì 220-Flageolets s%.2)15%3!.: 220-Quintetto 29 Elisabetta Capurso: Le parole sono di tutti Elaborazione libera della compositrice dai testi di Eugenio Montale, James Joyce, Costantinos Kavafis, Elisabetta Capurso EUGENIO MONTALE le parole sono di tutti Satura (1962-1970) da LE PAROLE le lingue miste, un’olla podrida di più gerghi, di bestemmie e di risa. da A TARDA NOTTE JAMES JOICE Si Yes Chi? Who? breve sillaba. Una breve (risata) Giacomo Joice (1911-1914) Hillo Ostler Hillohoo ELISABETTA CAPURSO… e mi volto indietro... (frammenti poetici) (1981?) negli occhi tutto e ricordo orbite vuote a guardare il passato COSTANTINOS KAVAFIS Settantacinque Poesie da PER QUANTO STA IN TE (1913) e se non puoi la vita che desideri non sciuparla con troppe parole in giro fino a nauseante estranea [pron. ten zoé] [pron. os più nà] [pron. sa mià xéne fortikè] Elisabetta Capurso dicembre 2003 30 revisione 2013 Paolo Santini si racconta Nacqui il primo aprile del 1929 sulle alture della Sila da madre cuneese e padre di San Marino. Dall’infanzia viaggiai di cantiere in cantiere per tutta l’Italia. In seguito la famiglia si stabilì a Vistrorio, piccolo paese della Valchiusella vicino a Torino. Esperienza amara: la fine della guerra mi portò via mio padre. La frequentazione dell’Accademia Albertina di Torino mi diresse definitivamente verso le arti plastiche. Nel 1949, partito per l’Algeria, tra i cantieri di mio zio, trovai la serenità e le emozioni trascorse nelle vacanze con mio padre. Dimenticai gli studi di disegno e di scultura. Vissi intensamente, finalmente libero. Nel 1957 volli ritornare in Italia e feci scalo a Parigi. Ma incontrai André Dahan che mi propose di disegnare con lui; e i giorni passarono: Parigi fece il resto e vi rimasi. Ogni momento libero lo dedicavo al disegno e alla pittura. Nel 1958 incontrai Pierette: ella fu il cemento che stabilizzò la mia vita. Ci stabilimmo a Montparnasse. Nel 1967 ci spostammo nella città di Véron, nei grandi caseggiati del giardino d’inverno del Moulin Rouge dove soggiornarono Jacques Prévert e Ursula Vian. Nel 1977, con la costruzione del Centre Pompidou, ci venne il desiderio di aprire una galleria presso quel nuovo edificio: l’Atelier Paolo Santini, 88, rue Saint Martin, dove esponevo il mio lavoro: disegni, sculture, oggetti, pitture, con l’idea di rinnovare il tempo degli atelier del Rinascimento. Nel 1981 lasciammo, a malincuore, Véron e ritornammo a Parigi in rue Santin Martin. Nel 1983 acquistammo una vecchia fattoria a Chartèves, quattro edifici in aperta campagna con alberi, un ruscello, laghetti invasi da crescione e da rane e, intorno, la fauna descritta da Lafontaine. Oggi, con Pierette, rifaccio il percorso a ritroso della mia vita artistica sforzandomi di decifrarne il senso. Paolo Santini 31
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