Escursioni scolastiche Fuoco e acqua 25.8.2014 - 3.10.2014 „Fuoco e acqua sono bravi servitori, ma pessimi padroni“ Guida per gl‘insegnanti durante la preparazione degli scolari per l’escursione di una giornata a Thusis per gli allievi della 5. e 6. classe elementare. Indice Capitolo 1 Acqua e fuoco - affascinanti ma pericolosi! ........................................................................................... 3 Capitolo 2 Nata dalle ceneri - l'Assicurazione fabbricati, un'istituzione per il bene di tutti ................................... 4 2.1 Conflagrazione - un colpo del destino .............................................................................................................. 4 2.2 Un triplice mandato per i Grigioni .................................................................................................................... 4 2.3 Prevenire è meglio che guarire ........................................................................................................................ 5 Capitolo 3 Fuoco ..................................................................................................................................................... 6 3.1 Terminologia ..................................................................................................................................................... 6 3.2 Il triangolo del fuoco - Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda? ............................................................... 6 3.3 Le cause degli incendi ...................................................................................................................................... 7 3.4 Protezione antincendio e spegnimento di incendi ............................................................................................ 7 3.5 Decorso di un incendio / Propagazione di un incendio .................................................................................... 7 3.6 È scoppiato un incendio - cosa fare? Sempre e subito: tel 118! ...................................................................... 8 3.7 Vie di fuga e evacuazione................................................................................................................................. 9 3.8 Comportamento in caso di ustioni ................................................................................................................... 11 3.9 Aspetti inerenti agli incendi .............................................................................................................................11 3.10 I pompieri del passato .................................................................................................................................. 13 3.11 I pompieri di oggi ......................................................................................................................................... 15 3.12 Incendi di boschi........................................................................................................................................... 19 4.1 Terminologia ................................................................................................................................................... 20 4.2 Quanta acqua esiste sulla terra? .................................................................................................................... 20 4.3 Dal bacino imbrifero fino al lago .................................................................................................................... 22 4.4 Come si formano le piene? ............................................................................................................................. 23 4.4.1 Deposito di materiale alluvionale ............................................................................................................................................................ 24 4.4.2 Inondazione.............................................................................................................................................................................................. 24 4.4.3 Erosione delle rive ................................................................................................................................................................................... 26 4.5 Alluvione - cosa fare? ..................................................................................................................................... 27 4.6 Introduzione alla gestione dei rischi .............................................................................................................. 28 4.7 Strategie per proteggersi contro le piene: oggi e in passato......................................................................... 30 Capitolo 5.............................................................................................................................................................. 32 Capitolo 6 Fonti e link ........................................................................................................................................... 34 2 Capitolo 1 Acqua e fuoco affascinanti ma pericolosi! Acqua e fuoco - due elementi affascinanti e pericolosi al tempo stesso! A memoria d'uomo, nelle sue varie forme il fuoco è sempre stato un elemento molto importante per gli umani. Tuttavia, nel corso dei millenni ha avuto e ha tuttora un ruolo ambivalente: utile da un lato - ma al tempo stesso anche nocivo, indispensabile - ma anche estremamente pericoloso. Il fuoco serve per riscaldarci; adoriamo guardare le fiamme crepitanti nel caminetto. Una casa divorata da un incendio ci incute paura e terrore, però troviamo piacere di fronte al calore e alla luce emanati dal fuoco acceso durante un bivacco. I caloriferi che riscaldano il nostro appartamento rappresentano per noi un accessorio irrinunciabile. In questi momenti piacevoli nessuno pensa al pericolo: comunque basta un piccolo fiammifero acceso gettato via con noncuranza per ridurre un quartiere in cenere e macerie o per provocare un incendio di boschi. Per vivere, gli umani hanno bisogno d'acqua. Da un lato i corsi d'acqua sono dei fornitori di questo elemento vitale, fungono da spazio vitale per piante e animali e costituiscono un elemento fondamentale per produrre energia. Inoltre alimentano la falda freatica e offrono aree di svago per la popolazione. D'altro canto l'acqua nasconde però anche una forza devastante: in caso di piena, un tranquillo ruscello può trasformarsi repentinamente in torrente impetuoso che minaccia o distrugge i nostri averi, quali edifici, strade e infrastrutture, colture, foreste e prati. Nelle zone di pericolo, tra l’uomo e l’acqua sorgono dei conflitti riguardo alla loro utilizzazione. L’uomo cerca di proteggersi dalla forza distruttrice delle conflagrazioni e delle masse d'acqua. Già le pietre che l'uomo di Neandertal collocava attorno al suo fuoco rappresentavano una prima forma di protezione antincendio. L'istituzione dei pompieri risale invece all'antica Roma, precisamente all'epoca dell'imperatore Augusto (21 a.C.). Tuttavia, i vigili del fuoco nella loro forma odierna, un'istituzione che opera secondo insegnamenti moderni e tecniche in rapida evoluzione, sono apparsi solo nel 19° secolo. Nei due secoli scorsi, la protezione contro le piene si concentrava essenzialmente sull'arginatura e sulla correzione dei corsi e degli specchi d'acqua. Come di fronte ad altre forme di minaccia, l’uomo ha cercato di proteggersi contro i pericoli indotti dai due elementi acqua e fuoco adeguando dapprima il suo comportamento, poi con misure edilizie e infine ricorrendo a strumenti tecnici. In questa guida vengono presentati e discussi alcuni aspetti importanti che riguardano i pericoli dovuti all'acqua e al fuoco. Si tratta di domande del tipo: „Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda?“, „Quali pericoli nasconde il fuoco?“, „È scoppiato un incendio - cosa fare?“, „Come si formano le piene?“, „Inondazione - cosa fare?“, ma anche „Oggi, quali strategie vengono adottate per combattere le piene e le alluvioni?“. La consapevolezza del pericolo e la conoscenza dei due processi contribuiscono ad aumentare la sicurezza delle persone e dei beni materiali. Il singolo individuo non è in grado di difendersi da solo e in modo efficace contro il fuoco e le catastrofi elementari. A tale scopo si rendono infatti necessari provvedimenti di pianificazione del territorio, arginature di fiumi e prescrizioni di protezione antincendio da eseguirsi sotto la supremazia statale. Le assicurazioni cantonali dei fabbricati costituiscono delle comunità antirischio autonome e complete che coprono tutti i rischi a condizioni adeguate. Organizzano la protezione antincendio e, in parte, la protezione contro i sinistri elementari a scopo preventivo, promuovono il servizio dei pompieri e assicurano i fabbricati in base al rispettivo valore a nuovo. La guida in oggetto costituisce la base didattica per la giornata d'escursione organizzata sotto il motto: „L'acqua e il fuoco sono buoni servitori, ma pessimi padroni.“ Nel sito internet www.gvg.gr.ch potete inoltre trovare interessanti argomenti e link per approfondire le vostre conoscenze in materia di fuoco e acqua. 3 Capitolo 2 Nata dalle ceneri - l'Assicurazione fabbricati, un'istituzione per il bene di tutti 2.1 Conflagrazione - un colpo del destino Per gli interessati, l'incendio di un fabbricato rappresenta un duro colpo del destino che in passato spingeva sovente i malcapitati ai margini della loro esistenza. Per i suoi abitanti, la casa costituiva infatti, in forma ancora più accentuata rispetto ad oggi, un elemento di protezione vitale ed era spesso anche luogo di lavoro, patrimonio e previdenza per la vecchiaia. Perdere la casa significava degrado sociale, e talvolta addirittura cadere nella povertà e nella miseria. Coloro che perdevano la casa durante un incendio potevano contare sull'aiuto degli altri, però non potevano avanzare alcun diritto in questo senso. Tenendo in mano una lettera di fuoco stilata dal sindaco o da un sacerdote, nella quale si invitava alla benevolenza e alla carità nei confronti delle vittime dell'incendio, questi sventurati percorrevano il paese in lungo e in largo per raccogliere offerte. Gli incendi di proporzioni catastrofiche, come per es. l'incendio di Londra del 1666, che distrussero interi quartieri evidenziarono la necessità di istituire una protezione assicurativa. Nel corso del diciassettesimo e del diciottesimo secolo, soprattutto in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti, nacquero compagnie d'assicurazione antincendio. In Svizzera, la prima assicurazione fabbricati venne fondata nel Canton Argovia nel 1805. Nel giro di poco tempo furono poi create delle assicurazioni di diritto pubblico anche in altri 17 cantoni. Le ultime due furono quelle dei Grigioni (1907) e del Giura (1979). 2.2 Un triplice mandato per i Grigioni Dalla sua fondazione avvenuta oltre 100 anni fa, l'Assicurazione fabbricati adempie i seguenti tre mandati in seno e a favore del Cantone dei Grigioni: Garantisce l'assicurazione obbligatoria e illimitata della sostanza edilizia (valore a nuovo) contro il fuoco e, dal 1932, anche contro i danni della natura. Si occupa della protezione preventiva contro gli incendi e, in parte, anche contro i danni della natura agli edifici. Gestisce e promuove il servizio dei pompieri con il versamento di contributi nonché attraverso ispezioni e corsi di formazione. La combinazione tra prevenzione, assicurazione e raggruppamento dei vari rischi in un grande sistema integrato permette di garantire una protezione efficace delle persone, degli animali e delle proprietà a costi estremamente bassi. La posizione di monopolio dell'Assicurazione fabbricati consente di riunire i due concetti "prevenire" e "assicurare" in un sistema autofinanziato dai proprietari immobiliari mirato a ridurre i danni. Nell'ambito di questo triangolo equilibrato, efficiente e sensato sia dal profilo economico sia da quello etico, che contempla i tre elementi prevenzione contro gli incendi, lotta antincendio e assicurazione, il principio di causalità è garantito al 100%. Il carattere obbligatorio dell'assicurazione e la posizione di monopolio formano il quadro giuridico. 4 2.3 Prevenire è meglio che guarire L'affermato principio secondo cui è meglio prevenire e combattere i danni in modo da evitare riparazioni a posteriori è uno dei motivi principali che consentono all'Assicurazione fabbricati dei Grigioni di applicare premi così bassi. La prevenzione contro gli incendi e la lotta antincendio sono una forma di protezione delle persone e di protezione contro i danni ai beni materiali vantaggiosa per la collettività e per gli assicurati che devono pagare i relativi premi. La protezione delle persone e dei beni contro gli incendi viene garantita mediante l'adozione di misure edilizie e provvedimenti tecnici. Dati statistici relativi all'Assicurazione fabbricati dei Grigioni: Situazione al 31.12.2013 Fabbricati assicurati 165‘014 Capitale assicurato (CA) Mia.Fr. 104.75 Introiti dei premi e contributi di prevenzione Mio.Fr. 41.47 L'obiettivo dell'Assicurazione fabbricati è di ridurre entro limiti ragionevoli i rischi di sinistro eccessivi adottando misure adeguate. Inoltre, in caso di sinistro è opportuno far intervenire vigili del fuoco impegnati, ben istruiti e ben equipaggiati per arginare i danni nel limite del possibile. Premio per ogni Fr. 1'000.– di CA cts. 39.60 Danni da incendio Mio.Fr. 5.21 Sinistri elementari Mio.Fr. 5.22 L'Assicurazione fabbricati investe annualmente ca. 10 milioni di franchi del proprio capitale per la prevenzione e la lotta contro i sinistri. Così facendo, finanzia un compito che in verità rientrerebbe nella sfera di competenza della mano pubblica. Questi investimenti consentono comunque di migliorare sensibilmente la sicurezza della popolazione e della proprietà. Spese per la polizia del fuoco / i pompieri Mio.Fr. 13.91 Proventi da capitale (prima della rettifica dei valori) Mio.Fr. Eccedenza contabile Mio.Fr. 17.86 Fondo di riserva (incluso utile annuo) Mio.Fr. 392.38 Fondo di riserva in relazione al CA ‰ 34.56 3 Il rapporto annuale 2011 può essere scaricato dal nostro sito www.gvg.gr.ch. 5 Capitolo 3 Fuoco 3.1 Terminologia Il fuoco (dal latino "focus") è una forma di combustione chimica che sprigiona delle fiamme ed emana luce e calore. Una combustione incontrollata è chiamata incendio, mentre una combustione senza fiamme è chiamata brace. 3.2 Il triangolo del fuoco - Cosa ci vuole affinché un fuoco si accenda? Per accendere un fuoco ci vogliono sempre tre componenti: materiale infiammabile (sostanza combustibile), ossigeno, che serve al fuoco per «respirare», una fonte di calore per innescare il fuoco (mezzo d'accensione) Il fuoco si accende quando tutti e tre gli elementi sono presenti contemporaneamente. Se manca una componente, il fuoco non si accende! Talvolta si riesce a fatica ad accendere il fuoco per cuocere alla griglia, ma se i tre elementi che compongono il triangolo del fuoco si combinano involontariamente, le conseguenze possono essere devastanti. Illustrazione: elementi necessari per l'accensione di un fuoco 6 3.3 Le cause degli incendi Le cause che provocano un incendio possono essere diverse. Un incendio può svilupparsi per cause tecniche, per cause naturali o per effetto di un attacco piromane. La presenza di una causa tecnica o naturale non esclude comunque automaticamente la possibilità che l'incendio sia stato provocato da un piromane. Qualora la causa tecnica o naturale di un incendio è riconducibile alla mancata osservanza di norme tecniche generalmente riconosciute, può infatti anche essere adempita la fattispecie penale della piromania o dell'incendio colposo. Un incendio può essere provocato anche per negligenza nel maneggiare oggetti infiammabili, quali sigarette, corpi pirotecnici e candele, oppure per cause tecniche, quali per esempio il surriscaldamento di cavi elettrici. Per concomitanza di circostanze negative, anche la perdita del controllo su un fuoco utilitario (per esempio il fuoco per bruciare le foglie in giardino, oppure la fiamma per saldare) può innescare un incendio. Inoltre, un incendio può svilupparsi anche in seguito alla propagazione delle fiamme da un focolaio adiacente, per esempio su un edificio abitativo confinante, o per effetto di un'esplosione (gas). Gli incendi appiccati intenzionalmente o con temerarietà sono perseguibili penalmente come atti piromani. Esistono però anche numerose sostanze che possono incendiarsi da sole qualora entrano in contatto con dell'ossigeno. Pure le fonti innescanti che riscontriamo in natura, quali per esempio i fulmini e i vulcani, possono scatenare un incendio. Le indagini per stabilire l'origine di un incendio rientrano nella sfera di competenza dell'organo inquirente in materia d'incendi della polizia. 3.4 Protezione antincendio e spegnimento di incendi La polizia del fuoco della GVG (Assicurazione fabbricati dei Grigioni) assicura la protezione antincendio preventiva. Essa applica le prescrizioni antincendio vigenti a livello svizzero che disciplinano la protezione antincendio dal profilo edilizio, tecnico e organizzativo. Le stesse contengono disposizioni sulle dstanze tra gli edifici, le vie di fuga, i materiali e gli impianti di rivelazione e di spegnimento degli incendi, la segnalazione delle vie di fuga ecc. Si garantisce così la protezione della vita e l’integrità delle persone e la protezione dei beni materiali contro i danni del fuoco. Protezione antincendio preventiva significa semplicemente evitare con cautela che le tre componenti del triangolo del fuoco (vedi cap. 3.2) si uniscano e possano interagire. Per l'industria come anche per le economie domestiche ciò significa: mantenere l'ordine e conservare sistematicamente i mezzi d'accensione in un luogo separato dalle sostanze combustibili. È quindi opportuno evitare di collocare la bomboletta spray della lacca per capelli e il flacone con lo spirito da ardere sopra all'armadietto del bagno con luce incorporata, oppure di eseguire contemporaneamente lavori di saldatura e di verniciatura nello stesso locale; o ancora di collocare una candela accesa accanto alle riviste. Per spegnere il fuoco basta allontanare uno dei tre elementi che compongono il triangolo del fuoco. Infatti, come una persona muore asfissiata se non riceve più "aria", anche un fuoco che non riceve più ossigeno soffoca. Per spegnere un incendio si sfrutta questo principio, quindi: Coprire la friggitrice in fiamme con un coperchio per pentole. Usare la coperta antincendio per spegnere il cestino della carta che si è incendiato. Soffocare l'ossigeno con il gas contenuto nell'estintore (CO2). Nei locali chiusi talvolta il fuoco soffoca da solo. Un'altra possibilità per spegnere un fuoco è quella di togliere la sostanza combustibile: Tagliando lo stoppino di una candela molto in basso, la cera non riesce più a salire fino alla fiamma e la candela si spegne. Senza apporto di benzina, il motore dell'automobile si arresta. Chiudendo il rubinetto del gas, il fornello da campeggio si spegne. Per spegnere il fuoco si può anche rendere inutilizzabile il "mezzo d'accensione". I pompieri, per esempio, raffreddano gli oggetti in fiamme con acqua finché il calore dell'incendio non abbia raggiunto un livello tale da non essere più sufficiente per mantenere in vita il fuoco. 3.5 Decorso di un incendio / Propagazione di un incendio Il punto di partenza di un incendio è costituito dall'accensione delle sostanze infiammabili tramite una fonte d'ignizione. In questa prima fase (fino circa al 4° minuto) nasce un cosiddetto "incendio iniziale o incendio strisciante" la cui durata dipende dalla concentrazione d'ossigeno nel locale. Qualora un incendio 7 continua a strisciare all'interno di un locale o di un edificio chiuso senza che qualcuno se ne accorga e se sono soddisfatte tutte le altre premesse per l'accensione, al momento in cui viene apportato dell'ossigeno (per esempio attraverso un vetro andato in frantumi oppure aprendo una porta) può verificarsi un flash over o addirittura una fiammata di ritorno (backdraft). 3.6 È scoppiato un incendio - cosa fare? Sempre e subito: tel 118! Se le persone in preda al panico si accalcano verso l'uscita oppure cercano di salvare dalle fiamme oggetti privi di valore, perdono letteralmente la testa. In una situazione inusuale come questa è utile ricordarsi di alcuni promemoria. Nella seconda fase (ca. dal 4° al 9° minuto d'incendio) si sviluppa un incendio localizzato che surriscalda sempre di più l'aria nel locale. A partire dal 3° minuto circa, la concentrazione di gas raggiunge dei valori tali da inibire la capacità di agire delle persone, mentre a partire dal 5° minuto i valori hanno raggiunto un livello tale da mettere in pericolo la loro vita. Allarmare - Salvare - Spegnere! Anche il fuoco più piccolo può trasformarsi in breve tempo in un grosso incendio. È quindi utile allarmare i pompieri, prima di tentare di domare il fuoco da soli. Quando la temperatura del locale supera la temperatura d'ignizione degli oggetti che si trovano nel locale, l'incendio divampa di colpo. Ci troviamo di fronte al cosiddetto "flash over" (ca. al 9° o 10° minuto). Per esperienza, gli adulti sono meglio in grado di riconoscere una situazione di pericolo di quanto non lo siano i bambini. Inoltre gli adulti hanno molta più forza, utile per esempio per salvare altre persone. A questo punto le temperature possono raggiungere facilmente i 1000°C e anche oltre. A dipendenza del carico d'incendio disponibile e dell'apporto d'aria fresca, il fuoco si mantiene su questo livello di temperatura (fase di pieno sviluppo) finché non si smorzerà lentamente (fase di declino). Però i bambini sono capaci di gridare e di chiamare qualcuno attirando l'attenzione di altre persone sul fuoco, in modo da avvertirle e allarmarle. La quantità d'acqua di spegnimento necessaria aumenta in modo esponenziale come la temperatura e le proporzioni dell'incendio. Infatti, mentre per spegnere un cestino della carta in fiamme basta un secchio d'acqua, i pompieri necessitano di almeno 30'000 litri d'acqua per spegnere l'incendio di una casa. Naturalmente, di fronte a un incendio, anche i bambini devono allarmare i pompieri. Inoltre, i bambini sono in grado di portarsi in salvo da soli. Di conseguenza i promemoria destinati ai bambini sono adeguati alle loro capacità: [Un autocollante che dovrebbe essere applicato a ogni apparecchio telefonico e a ogni apparecchio Natel!] 8 Esci dalla casa e chiudi la porta! Schiva il fumo! Allarme, telefono 118! Aspetta i pompieri! Allarmare i pompieri - tel 118! Quando scoppia un incendio, i fatti precipitano; vogliamo chiamare i pompieri, ma nessuno si ricorda dove è stato messo l'elenco telefonico e su quale pagina sono indicati i numeri di chiamata d'emergenza. È quindi opportuno che tutti, adulti e bambini conoscano a memoria il numero di chiamata di soccorso dei pompieri: il 118. È importante che anche i bambini siano in grado di agire e di dare l'allarme da soli. Più le indicazioni fornite durante la chiamata di soccorso sono chiare e precise, più i pompieri saranno in grado di reagire con rapidità e precisione durante l'intervento. In proposito è opportuno tener presente i seguenti punti: Chi sta chiamando? (nome della persona che telefona) Cosa sta bruciando? (una casa d'abitazione, un'automobile, ecc.) Dove si trova l'incendio? (luogo, via, numero civico) Ci sono delle persone in pericolo? Nell'agitazione è facile confondere i dati. Quindi, non riappendete mai prima che i pompieri abbiano terminato la conversazione telefonica! È importante che i pompieri non vengano solo allarmati, ma che ricevano anche le necessarie indicazioni e segnalazioni sul luogo dell'incendio. Gli inquilini non possono semplicemente andarsene, bensì devono annunciarsi sul posto ai pompieri affinché questi possano accertarsi che sono sani e salvi e non debbano inviare una squadra di ricerca nella zona di pericolo per cercare persone apparentemente date per disperse. Se non è possibile spegnere il fuoco prima dell'arrivo dei pompieri, grazie ad un intervento tempestivo, nella maggioranza dei casi i vigili del fuoco riescono ad evitare danni più gravi o addirittura una catastrofe. Gli interventi dei pompieri sono per principio gratuiti per le persone colpite e per chi dà l'allarme. I pompieri non apprezzano invece le chiamate fatte per scherzo. Se devono intervenire in seguito a una chiamata di soccorso e, una volta giunti sul posto, constatano che qualcuno si è permesso di fare uno scherzo, vengono avviate delle indagini per individuare la persona che ha effettuato la chiamata. Spesso non è molto difficile identificare il colpevole, in quanto ogni chiamata di soccorso viene registrata. Tenuto conto che una chiamata di soccorso rivolta ai pompieri scatena tutta una serie di azioni, costi ed eventualmente anche situazioni pericolose nel traffico stradale, ogni abuso del numero di chiamata di soccorso è perseguibile penalmente. Oltre alla multa, gli adulti o i bambini che si rendono colpevoli di una tale infrazione devono pagare anche i costi dell'intervento. Per quanto riguarda i numeri di chiamata di soccorso vale il principio: meglio una volta di troppo che una volta mancata, però gli abusi sono vietati! Suggerimento: esercitate il modo corretto di dare l'allarme assieme alla vostra classe. Ripetete l'esercizio con scenari diversi (per es. incendio a scuola, a casa, situazione d'emergenza per strada). Comunque è anche vero che un fuoco che divampa non aspetta certo l'arrivo dei pompieri. È dunque importante che i pompieri vengano allarmati tempestivamente, vale a dire subito. Se gli interessati riescono a spegnere il fuoco prima dell'arrivo dei pompieri, tanto meglio. I pompieri si accerteranno che il fuoco sia effettivamente completamente spento e che il focolaio d'incendio non celi più alcun pericolo. 9 3.7 Vie di fuga e evacuazione Un edificio in preda a un incendio si riempie rapidamente di fumo. Questo fumo si propaga nelle varie stanze attraverso le porte aperte, le intercapedini e le fessure. La visibilità risulta fortemente compromessa, ciò che rende più difficile la fuga dall'edificio. Inoltre, le camere in disordine (ma anche le aule scolastiche, nonché le scale e gli altri angusti) ostacolano ulteriormente la fuga. Nella confusione generale s'inciampa nel paio di scarpe dimenticato per terra o nella bicicletta parcheggiata fuori posto. In tal modo si rischia di farsi male e si perde del tempo prezioso. Mentre il fumo caldo si accumula soprattutto sotto il soffitto, di solito a raso terra c'è abbastanza aria per respirare. Inoltre la visibilità è migliore e le temperature più fresche. Strisciando carponi, nel limite del possibile con un panno bagnato davanti alla bocca e al naso, è possibile trovare l'uscita che conduce alla salvezza. Durante la fuga per evitare il fumo, prima di aprire una porta è opportuno eseguire il test della maniglia: se la maniglia scotta, vuol dire che dietro alla porta impazzano le fiamme. Se invece la maniglia risulta normale al tatto, si può aprire tranquillamente la porta (vedi situazione 1 e 2). caso caso caso 1 2 3 chiudere la porta chiudere la porta chiudere la porta chiudere la porta Se non è possibile uscire dalla stanza (vedi situazione 3), bisogna affacciarsi alla finestra e attirare l'attenzione agitando le braccia, gridando e chiamando. Saltare dalla finestra è consigliabile solo se vi trovate a pianterreno! Soprattutto i bambini più piccoli in preda alla paura si nascondono volentieri sotto il letto oppure nell'armadio. È però importante sapere che in una camera piena di fumo i pompieri non hanno nessuna possibilità di trovare e quindi di salvare un bambino nascosto. Se già a casa risulta difficile fuggire in caso d'incendio, in un luogo sconosciuto la cosa si fa ancora più complicata. Quando si entra in un edificio sconosciuto è quindi importante guardare subito dove si trovano le vie di fuga. Nei luoghi pubblici queste sono indicate mediante appositi segnali. Nei cinema e negli altri luoghi pubblici, in caso d'incendio tutte le porte su cui è affisso un segnale di fuga si aprono subito automaticamente. Illustrazione: contrassegnazione delle vie di fuga Nelle camere d'albergo è affisso un piano sul quale sono indicate le vie di fuga e le collocazioni degli estintori. Un pilota che ha viaggiato molto ci ha raccontato che quando soggiorna in albergo sistema sempre le sue scarpe di fianco al letto, pronte da infilare. Nei casi d'emergenza per terra ci sono infatti sempre tanti cocci e frammenti di macerie che rendono una fuga a piedi nudi una vera tortura. I corridoi degli edifici scolastici sono larghi e sgombri. Ciò potrebbe essere interpretato come invito a sistemarvi delle panchine o una parete d'affissione per appendere i piccoli capolavori degli allievi. Occorre tuttavia tener presente che un arredamento pianificato con fantasia per ravvivare la scuola potrebbe rivelarsi una trappola mortale in caso d'incendio. Quindi ricordatevi: Imprimetevi nella memoria le vie di fuga - non ingombrate le vie di fuga! Suggerimento: come si presenta la situazione nella vostra scuola? E a casa vostra? Disegnate un piano con indicate le vie di fuga. Ponetevi le seguenti domande: dove ci sono degli ostacoli, dove si trovano le coperte antincendio e gli estintori? Qual è il punto di ritrovo più adatto per attendere l'arrivo dei pompieri all'aria fresca? Suggerimento: andate a trovare i vostri pompieri! Essi vi mostreranno il comportamento corretto da adottare in caso d'incendio. 10 3.8 Comportamento in caso di ustioni 3.9 Aspetti inerenti agli incendi Basta poco, una piccola disattenzione ed ecco che Peter o Selina si sono scottati con un liquido bollente. Anche per ustionarsi davanti al fuoco della griglia, oppure durante l'accensione di un fuoco d'artificio o ancora davanti al fuoco acceso per fare un picnic nel bosco non ci vuole molto. Comunque, l'importante è reagire correttamente e in fretta. In ogni caso la parola magica è: raffreddare! Il fumo prodotto nell'ambito di un incendio è tossico sia per le persone sia per gli animali. Quando respiriamo, assieme all'aria aspiriamo dell'ossigeno che viene convogliato nei nostri polmoni ed espiriamo anidride carbonica. I nostri globuli rossi sono concepiti in modo tale che, durante la respirazione, l'anidride carbonica prodotta dal nostro corpo viene sostituita con dell'ossigeno. L'ossigeno e l'anidride carbonica si aggrappano ai globuli rossi a mo' di una chiusura velcro (a strappo). Viceversa, il monossido di carbonio, invisibile e inodore, si attacca saldamente ai globuli rossi, come una saldatura. Raffreddare a lungo (almeno per 15 minuti) la parte ustionata, preferibilmente con acqua fredda corrente. Infatti, le ustioni tendono a progredire lungo la pelle distruggendo ulteriore tessuto. Quindi è importante raffreddare le ferite in modo efficace. Mai, ma proprio mai, applicare pomate o altri "rimedi casalinghi". Infatti questi non fanno altro che chiudere i pori impedendo così alla pelle di raffreddarsi. In caso di ustioni importanti è sempre consigliabile consultare un medico! I nostri abiti contengono molte fibre sintetiche facilmente infiammabili. Basta un attimo di disattenzione ed ecco che il pullover o la giacca prendono fuoco. Cosa fare quando degli indumenti, o addirittura delle persone, sono avvolti dalle fiamme? La persona in preda alle fiamme deve assolutamente evitare di mettersi a saltare qua e là in preda al panico. Infatti, le correnti d'aria alimenterebbero ulteriormente le fiamme. La cosa migliore è sdraiarsi a terra nel punto in cui ci si trova, proteggersi il viso con le mani e rotolare per terra finché il fuoco non si sarà spento per soffocamento. Naturalmente gli altri possono aiutare il malcapitato versandogli addosso dell'acqua o avvolgendolo con una coperta finché le fiamme non si saranno estinte. Esercitando queste modalità in forma ludica (per esempio durante la lezione di ginnastica), esse potrebbero contribuire a salvare delle vite in un caso effettivo. Una volta che il fuoco è spento bisogna collocare la persona ustionata sotto una doccia fredda oppure immergerla in un bagno d'acqua fredda. Quindi anche l'ossigeno che arriva nei polmoni attraverso la respirazione non viene più assimilato poiché il suo posto è già occupato. La persona muore per asfissia. Oltre al monossido di carbonio, il fumo scaturito da un incendio contiene anche altri gas nocivi per l'uomo e per gli animali. Pure la fuliggine che rimane sul luogo dell'incendio o che viene trasportata dal fumo è ricca di sostanze tossiche. I fuochi di sterpaglia sono un altro fenomeno che contribuisce a fertilizzare il terreno creando luce e spazio per nuove piante. In molti ecosistemi il fuoco è considerato una forza importante che riorganizza continuamente la natura. Nell'America del Nord si lascia consapevolmente che gli incendi di boschi proseguano il loro corso, anzi talvolta vengono addirittura appiccati volontariamente e tenuti sotto controllo. Tuttavia, gli incendi di boschi possono anche distruggere intere comunità di piante e animali! Un fulmine, un mozzicone di sigaretta gettato via con noncuranza oppure un fuoco non completamente spento possono devastare un'intera foresta. Contrariamente all'opinione comune, solo una minima parte degli incendi di boschi viene provocata dai fulmini. Nella maggioranza dei casi sono causati dall'uomo. Qualora i raggi del sole vi splendono attraverso con la giusta inclinazione, le bottiglie e i cocci di vetro abbandonati ai margini del bosco hanno lo stesso effetto di una lente focale e possono anche loro dare origine a un incendio! Oltre alla distruzione e alla contaminazione dovuta agli incendi esiste anche un terzo fattore che grava sull'ambiente: l'enorme consumo d'acqua. Solitamente i pompieri usano dell'acqua per spegnere gli incendi. Si tratta di acqua che proviene dalle fonti d'approvvigionamento pubbliche. Per quanto riguarda le quantità d'acqua necessarie per estinguere un incendio si possono solo fare delle stime: comunque si tratta sempre di quantità importanti. Suggerimento: invitate un o una rappresentante della locale società dei samaritani per discutere di questo tema assieme agli allievi. 11 Incendio in una camera Quantità d'acqua necessaria: ca. 3’000 litri Incendio in un appartamento Inoltre, le grosse quantità d'acqua impiegate per domare gli incendi arrecano ulteriori danni. Agli inquilini dei piani inferiori non fa certo piacere se una tale quantità d'acqua s'infiltra nel loro appartamento attraverso il soffitto! L'acqua di spegnimento è sempre molto sporca. In seguito all'incendio di Schweizerhalle, un incendio di vaste proporzioni che ha colpito la multinazionale farmaceutica Sandoz di Basilea il 1° novembre 1986, il Reno è stato contaminato dall'acqua antincendio in misura tale da far temere che nelle sue acque non avrebbe più potuto esserci vita per numerosi anni. Su una lunghezza di 450 chilometri si è registrata una moria di pesci di proporzioni gigantesche che ha colpito soprattutto le anguille. Inoltre non è più stato possibile ricavare acqua potabile dal fiume. Quantità d'acqua necessaria: ca. 20’000 litri Illustrazione: Moria di pesci nel Reno in seguito all'incendio di Schweizerhalle Incendio di una casa Quantità d'acqua necessaria: oltre 30‘000 litri 20’000 litri d'acqua sono sufficienti per goderci più di 1000 docce (10-20 litri), una ogni due giorni per 6 anni. Tale quantità d'acqua corrisponde al consumo di una lavastoviglie che viene accesa una volta al giorno durante 3,6 anni, oppure al fabbisogno d'acqua potabile di una persona sull'arco di 27 anni (2 litri al giorno). Al fine di aumentare il potere estinguente dell'acqua vengono spesso aggiunte delle sostanze tensioattive. Queste formano una schiuma che soffoca il fuoco. Qualora tale acqua di spegnimento s'infiltra in un corso o in uno specchio d'acqua, forma una specie di coperchio che mette a repentaglio le forme vitali acquatiche. Suggerimento: informatevi presso l'amministrazione comunale riguardo alla capienza dell'acquedotto. Un confronto con il consumo d'acqua di un'economia domestica o dei pompieri può offrire lo spunto per un compito di matematica un po' diverso (per esempio raffigurare il consumo sotto forma di cubi, oppure come un grande lombrico formato da Tetrapack da 1 litro, ecc). 12 3.10 I pompieri del passato Storia e compiti attuali (prevenzione, intervento, rigenerazione) L'invenzione dei pompieri viene attestata all'epoca romana, precisamente all'imperatore Augusto (21 a.C.). Gli schiavi liberati venivano obbligati a intervenire come "vigiles" (guardie) per spegnere numerosi incendi. Sebbene nell'Antica Roma l'approvvigionamento idrico tramite gli acquedotti fosse migliore rispetto a quello delle città medievali, spesso la lotta antincendio non era molto efficace. Infatti non esistevano ancora gli idranti e in inverno l'acqua gelava spesso nei secchi. Ci si avvaleva di mezzi di spegnimento primitivi: scale, secchi, asce e coperte di feltro inzuppate d'acqua, nonché pompe a funzionamento manuale. Con questi mezzi, i vigiles non poterono naturalmente fare molto di fronte all'incendio di Roma innescato da Nerone nel 64 d.C. In tutto il medioevo si verificavano frequentemente incendi violenti. Le persone dell'epoca hanno vissuto numerosi incendi di città e di villaggi. Anche le varie località della Svizzera sono state colpite da almeno un incendio di vaste proporzioni. Una volta le case erano di legno, rivestite di scandole e dotate di tetti di paglia. Al loro interno venivano svolte, a fuoco aperto e senza particolari accorgimenti di sicurezza, anche attività artigianali quali quella di panettiere, fabbro o soffiatore di vetro. Non c'è quindi da stupirsi che si verificassero spesso degli incendi. Anche le case d'abitazione venivano spesso colpite da un incendio. La constatazione secondo cui molti di questi incendi si verificavano di notte, quando il focolare era incustodito, ha indotto ben presto i responsabili a promulgare la "legge del coprifuoco", la quale imponeva che di sera la brace del focolare venisse coperta con una campana di metallo o di terracotta affinché non potesse essere sparpagliata dal vento o dagli animali domestici. Richiamo della guardia notturna «Udite, udite, Signori, lasciate che vi dica che la nostra campana ha suonato le dieci. Curate la luce e il fuoco e non pensate che una scintilla sia cosa da poco! Una scintilla di fuoco, pur piccola che sia, intere città e paesi in cenere porta via.» Quando risuonava la campana serale, il focolare doveva essere freddo e chiuso, altrimenti i contravventori rischiavano una pena severa. Dato che i mezzi di spegnimento erano pochi, e per giunta poco efficienti, si puntò soprattutto sulla prevenzione. Molti buoni propositi dal profilo tecnico hanno però dovuto soccombere alla superstizione, ampiamente diffusa nel medioevo. Il fuoco era infatti visto come potere demoniaco, ma inviato da Dio. Il parafulmine è per esempio stato rifiutato perché i preti ritenevano che potesse suscitare le ire di Dio. Con il passare del tempo, le catastrofi hanno indotto i responsabili ad emanare prescrizioni in materia di polizia del fuoco e, inoltre, sono stati intrapresi degli sforzi per ostacolare il fuoco adottando modalità di costruzione adeguate: le case non furono più costruite così vicine l'una all'altra, le mura vennero realizzate in mattoni e i tetti di paglia furono sostituiti con tetti in tegole. Inoltre, in ogni cucina, doveva esserci un secchio pieno d'acqua pronto all'uso. Si cominciarono a costruire stufe chiuse e comignoli per convogliare il fumo verso l'esterno. Tuttavia non ci furono grossi cambiamenti per quanto riguarda l'utilizzo del fuoco. Ci si limitò infatti a proibire che i bambini piccoli, i "malati di mente" nonché le persone anziane o malate venissero lasciati soli davanti alla luce e al fuoco nonché a vietare l'accesso ai fienili, alle stalle e ai solai con una fonte luminosa aperta. „Coltello, forchetta, fuoco e luce non sono adatti ai bambini piccoli.“ Dato che nonostante le varie prescrizioni e i divieti continuavano a verificarsi incendi devastanti, si tentò di migliorare anche la lotta antincendio. In primo luogo venne ampliato l'approvvigionamento idrico. Furono posate condutture idriche in legno alimentate da ruote di captazione. Più tardi furono costruite condutture idriche lungo le strade e vennero installati i primi idranti. Illustrazione: le ultime guardie notturne in servizio nei Grigioni attorno al 1931 Si dovette però attendere la fine del 18° secolo prima di vedere dei progressi importanti nel campo della lotta antincendio. In quegli anni fu scoperto l'ossigeno e, di riflesso, venne individuato l'ultimo tassello che compone il triangolo del fuoco. A questo punto erano state create le premesse per analizzare il fuoco, la sua origine e la lotta antincendio in modo metodico. 13 I numerosi nuovi insegnamenti nonché la rapida evoluzione tecnica permisero di istituire i pompieri moderni. Nel 1864 fu inventato l'estintore ad anidride carbonica, mentre le maschere respiratorie dotate di filtro risalgono al 1870 e la prima pompa antincendio mobile a vapore reca la data 1828. Alla fine del 19° secolo, l'allarme dei pompieri è stato agevolato dall'avvento del telefono. Oggi il rischio d'incendio è notevolmente calato, soprattutto grazie alla configurazione delle vie, più larghe e meno tortuose di quelle medievali. Inoltre ci sono stati importanti cambiamenti anche per quanto riguarda la tecnica di costruzione delle strade. L'approvvigionamento idrico è garantito tramite una fitta rete di idranti. Ciononostante si verificano tuttora numerosi incendi, imputabili essenzialmente a ignoranza, disattenzione, mania di giocare con il fuoco o dolo. Illustrazione: inserzione pubblicata sulla Rivista svizzera dei pompieri del 1° giugno 1891 14 3.11 I pompieri di oggi Negli ultimi decenni ci sono stati dei cambiamenti sostanziali per quanto riguarda i compiti dei pompieri. Il nemico classico - ovvero il fuoco - viene sempre più relegato in secondo piano. La sfera dei compiti dei pompieri odierni comprende i seguenti tipi d'intervento: incendio; difesa contro gli incidenti chimici; maltempo: alluvioni, uragani, frane di fango e colate di detriti; difesa contro gli idrocarburi: trabocco di cisterne di nafta, infiltrazioni di benzina nell'acqua, tracce d'olio sulle autostrade, ecc; salvataggio: salvataggi sul ghiaccio, salvataggi in altitudine e in profondità, salvataggio di animali; soccorso stradale: salvataggio di persone rimaste intrappolate nei veicoli; ricerca di persone date per disperse; interventi tecnici: liberare persone rimaste intrappolate negli ascensori, apertura di porte d'entrata; regolazione del traffico; difesa contro le acque: rottura di condutture idriche, idranti divelti. Essendo sempre raggiungibili tramite il numero 118, i pompieri sono l'organizzazione ideale per far fronte a vari casi di sinistro. Per molti ciò rappresenta una grande sicurezza e la possibilità di poter beneficiare in ogni momento di un aiuto rapido e competente. La maggior parte dei vigili del fuoco sono pompieri di milizia. Si tratta quindi di donne e uomini che esercitano una normale professione e indossano i panni del pompiere solo nei casi d'emergenza. Nelle città più vaste e nelle grandi fabbriche esistono anche pompieri professionali e pompieri di stabilimento o aziendali. I singoli corpi pompieri hanno una grande responsabilità. Infatti, oggigiorno un vigile del fuoco deve disporre di un notevole bagaglio di conoscenze in vari ambiti e molte abilità per poter partecipare in modo efficace a diversi tipi di intervento. Dunque l'elemento principale dei corpi pompieri è costituito dai suoi militi. Di seguito vi presentiamo le principali attrezzature dei pompieri per quanto riguarda la lotta antincendio: Autopompa Trasporta una riserva d'acqua che può essere impiegata immediatamente per le operazioni di spegnimento. Durante questo primo intervento, i militi hanno il tempo di posare una conduttura di tubi verso l'idrante o il corso d'acqua più vicino, dopodichè avranno a disposizione una quantità d'acqua illimitata. Grafico: Interventi dei pompieri nel Cantone dei Grigioni (2010) 15 Idranti/chiavi per idranti Per aprire gli idranti disponibili in Svizzera; sono 310'000! Motopompe Sono in grado di spruzzare acqua su grandi distanze con una pressione notevole. Tubi In Svizzera si contano oltre 4500 km di tubi antincendio, sufficienti per posare 11 condutture da Ginevra a Rorschach. Ventilatore Per evacuare il fumo dagli edifici e dalle gallerie. Fotocamera a immagine termica Consente di individuare e salvare persone anche nell'oscurità e in mezzo al fumo, inoltre evidenzia i focolai d'incendio nascosti. Autorespiratori Serve ai pompieri come protezione dal fumo e dal calore delle vie respiratorie. 16 Scale Le 6'500 scale disponibili in Svizzera hanno una lunghezza media di 30 metri per un totale di 165 km. Estintori: Si distinguono quattro tipi di estintori: - estintori ad acqua; estintori a schiuma per incendi di liquidi; estintori a polvere per abbattere le fiamme; estintori ad anidride carbonica per evitare danni dell'acqua e cortocircuiti. Ricetrasmittenti Autoscala girevole Grazie all'autoscala girevole è possibile osservare e combattere direttamente l'incendio. Le autoscale girevoli vengono anche impiegate per trarre in salvo delle persone rimaste intrappolate ai piani superiori. Il telo di salvataggio viene invece utilizzato solo raramente. Pager Con questo apparecchio vengono allertati i responsabili (p.es. comandanti dei pompieri) da parte della centrale operativa. Sempre più spesso, essi vengono mobilitati anche con un SMS sul cellulare. Natel 17 Casco con paranuca e visiera Indumenti di protezione antincendio: la giacca di protezione antincendio è composta da tre strati. Lo strato esterno di protezione è realizzato con un tessuto ignifugo, mentre lo strato interno è costituito da un tessuto permeabile all'aria tipo Gore-Tex. La fodera in lana serve invece come isolazione contro il freddo e il calore. Gli stivali sono muniti di punta e di suola d'acciaio che proteggono contro le macerie e il calore. Casco e paranuca: il paranuca impedisce che degli elementi volanti o cadenti causino ustioni alla nuca del milite. Giacca di protezione Cintura di salvataggio con gancio a carabina: la cintura ha una resistenza tale da permettere, in caso di necessità, al pompiere di calarsi con la fune di salvataggio in sua dotazione senza dover ricorrere all'aiuto di terzi. Cintura Alcune cifre relative al Cantone dei Grigioni 2013: Guanti Pantaloni di protezione Numero di corpi pompieri Pompieri professionali Pompieri di stabilimento Effettivi Di cui uomini Di cui donne Lotta antincendio Sinistri elementari Soccorso stradale Prestazioni d'aiuto tecniche Difesa contro gli idrocarburi Difesa chimica Interventi in impianti ferroviari Falsi allarmi e allarmi a scopo di depistaggio 63 0 1 4200 4000 200 301 88 35 82 (ascensori, ricupero di veicoli, salvataggio di persone e animali, ecc) 58 22 0 63 Buone calzature preferibilmente stivali 18 3.12 Incendi di boschi E dopo l'incendio di boschi? Quando sussiste un acuto pericolo d'incendio di boschi? È risaputo che la maggioranza degli incendi di boschi sono dovuti a mancata cautela nell'accendere fuochi nelle foreste e ai margini dei boschi. Le disattenzioni hanno effetti particolarmente devastanti quando sussiste un acuto pericolo d'incendio di boschi. Ciò è soprattutto il caso: Gli incendi di boschi possono compromettere la funzione protettiva del bosco. Per il ripristino ci si affida al seguente principio: durante gli inverni con poca neve; durante un lungo periodo di siccità; in presenza di forti venti! Le valli meridionali dei Grigioni sono confrontate ogni primavera con un acuto pericolo d'incendio di boschi a causa del disgelo precoce e dei forti venti da nord. Prescrizioni in materia di fuoco Il servizio forestale cantonale sorveglia la situazione di pericolo e, in caso di acuto pericolo d'incendio di boschi, proibisce di accendere fuochi nei boschi e nelle loro vicinanze. I Comuni hanno la facoltà di emanare prescrizioni ancora più severe. A causa del frequente pericolo d'incendio di boschi, nella maggior parte dei comuni delle valli meridionali vige quindi un divieto generale di accendere fuochi all'aperto. Osservare come reagisce la natura. Nel limite del possibile si devono creare le premesse affinché il bosco possa rigenerarsi in modo naturale. Sovente si rendono necessari anche piantagioni d'appoggio e semine erbacee per prevenire l'erosione del suolo. Osservare dove si manifestano dei pericoli. Se necessario, oltre ai provvedimenti selvicolturali si devono realizzare anche dei ripari, per es. contro le valanghe, l'erosione o la caduta di sassi. Illustrazione: il cartello segnala che qui vige un acuto pericolo d'incendio di boschi! Misure per evitare che si producano incendi di boschi: osservare le informazioni diramate dalla radio, dalla televisione e dai giornali chiedere ragguagli presso il servizio forestale o presso i pompieri rispettare assolutamente i divieti di accendere fuochi all'aperto cautela nell'uso di accendini e articoli per fumatori notificare subito al 118 eventuali incendi di boschi constatati Lotta contro gli incendi di boschi Principio: nel limite del possibile, tutti gli incendi di boschi vengono spenti completamente, in quanto anche la minima fiammella può avere conseguenze imprevedibili! La lotta contro gli incendi di boschi compete ai pompieri e al servizio forestale che sono quindi preparati ed equipaggiati. Da alcuni anni sono stati istituiti dei centri d'intervento regionali dotati di materiale per la lotta contro gli incendi di boschi e sono anche stati allestiti dei semplici piani d'intervento per l'intero territorio cantonale. Frequenza degli incendi di boschi nei Grigioni Nei Grigioni si registrano mediamente 20 incendi di boschi all'anno. Tra il 1981 e il 2008 si sono verificati complessivamente 528 incendi di boschi. L’anno 2003 a causa dell’estrema siccità e della canicola estiva ha registrato ben 44 incendi, cifra in modo evidente superiore alla media annuale. Unicamente alla buona dose di fortuna e al lavoro professionale ed eccellente delle autorità responsabili si è potuto allora evitare il peggio. Negli anni 1996 - 1998 ci sono stati 4 incendi di boschi di grande portata (Bever, aprile 96; Brusio, marzo 97; Mesolcina, aprile 97; Brusio, aprile 98). I costi delle operazioni di spegnimento ammontarono tra alcune centinaia di migliaia di franchi e cinque milioni nel caso più estremo. L'assicurazione contro i costi d'intervento dei pompieri della GVG e i contributi versati in virtù delle legge forestale aiutano i Comuni interessati a coprire i costi delle operazioni di spegnimento. Nei boschi facilmente accessibili gli incendi di boschi possono essere combattuti con maggior rapidità ed efficacia. 19 Capitolo 4 4.2 Quanta acqua esiste sulla terra? Acqua Il 71% della superficie terrestre è ricoperto d'acqua, ciò che equivale a circa 1'385'984'600'000'000'000’000 di litri (=1’386 trilioni di litri oppure 1'386'000'000 km3, chilometri cubi). Qualora si volesse versare tutta quest'acqua in un cubo in modo da riempirlo, i suoi lati dovrebbero misurare 1'115 km di lunghezza. 4.1 Terminologia L'acqua (H2O) è un composto chimico formato dagli elementi ossigeno (O) e idrogeno (H). L'H2O è l'unico composto chimico che si manifesta in modo naturale in tutti e tre gli stati d'aggregazione. La designazione acqua viene utilizzata essenzialmente per definire lo stato liquido. Allo stato solido, quindi congelato, è chiamato ghiaccio, mentre allo stato gassoso si usa la designazione vapore acqueo o semplicemente vapore. Meno del 3% dell'acqua disponibile sulla terra è acqua dolce, di cui la maggior parte è costituita dal ghiaccio polare. Solo circa lo 0.03% dell'intero volume d'acqua presente sulla terra può essere utilizzato come acqua potabile (approvvigionamento d'acqua potabile dalla falda freatica e dai corsi d'acqua). Ciò equivale a circa 415'795'380'000'000’000 litri. Qualora si volesse versare quest'acqua in un cubo in modo da riempirlo completamente, i suoi lati dovrebbero avere una lunghezza di 74.6 km. Illustrazione: composto chimico dell'acqua (H2O) In condizioni di pressione normale, l'acqua raggiunge il suo volume minimo e la densità massima (0,999972 g/cm³) a 3,98 °C. Quindi, partendo da questa temperatura iniziale, essa cresce di volume sia durante il riscaldamento sia durante il raffreddamento (in entrambi i sensi, la densità diminuisce). L'acqua presenta complessivamente 41 cosiddette anomalie (irregolarità). Tra le altre cose è un dato di fatto che le bottiglie di vetro riempite d'acqua a raso collo e chiuse in modo ermetico possono scoppiare quando vengono messe in congelatore, o anche che le acque ferme (acquitrini, stagni e laghi) non gelano mai completamente fino in profondità. Questi fenomeni sono effetti delle „anomalie dell'acqua“. Ed è grazie a queste anomalie che i pesci non congelano nei loro spazi vitali nemmeno durante gli inverni più rigidi. Quantità d'acqua presente sulla terra Presenza d'acqua Quantità d'acqua (in km3) in % rispetto al totale Mari e oceani 1’349’864’600 97.390 Ghiaccio polare, ghiacciai 27’820’000 2.010 Falda freatica, umidità del suolo 8’060’000 0.580 Laghi e fiumi 230’000 0.019 Atmosfera 10’000 0.001 Totale 1’385’984’600 100 20 Il ciclo idrologico globale descrive il complesso circuito di regolazione precipitazioni - evaporazione - deflusso. Per farsi un'idea dell'ordine di grandezza di questo circuito applicato alla Svizzera, vi proponiamo il seguente esempio. Accumulando le precipitazioni che si verificano in Svizzera sull'arco di un intero anno su uno strato impermeabile, … … a fine anno l'acqua arriverebbe fino alla gola. Gli esperti parlano di 1'456 mm o 1'456 litri per m2. … in media ne evaporano 50 cm, vale a dire tutta l'acqua sopra la cintura viene immessa nell'aria A N … tutto il resto, vale a dire dalla cintura in giù, defluisce. Illustrazione: quantità d'acqua presente sulla terra 21 4.3 Dal bacino imbrifero fino al lago Nel bacino imbrifero di un torrente selvaggio vengono preparate e spostate sostanze solide, quali detriti, corpi galleggianti (alberi, rami, blocchi di ghiaccio) e sostanze in sospensione. Dalle sorgenti di materiale solido di fondo i detriti cadono in forre, in seguito al franamento di un pendio le sostanze solide presenti sul pendio scivolano a valle e vengono convogliate negli alvei. Dopo un temporale o in caso di rapido disgelo le grandi masse d'acqua trasportano a valle le sostanze solide contenute nell'estuario attraverso il canale di deflusso accumulandolo sul cono di deiezione. In questi periodi l'acqua erode i pendii portandosi dietro tutto quello che riesce a trasportare e abbassa il suo alveo, mentre i detriti si rimpiccoliscono per effetto dell'attrito. Nella zona di distacco i pendii franano a valle e, partendo dal cono di deiezione, il torrente può distruggere insediamenti e vie di comunicazione oppure seppellire preziose colture sotto una massa di detriti. Sulle rocce morbide, impermeabili e scistose l'erosione provocata dai torrenti è particolarmente forte con effetti devastanti. Molti di loro si sono fatti una cattiva fama a causa della distruzione che hanno seminato (Nolla presso Thusis, Poschiavino nei pressi di Poschiavo, Lammbach nei pressi di Brienz, Grosse e Kleine Schlieren presso Alpnach, Illbach presso Sierre). L'acqua prodotta dallo scioglimento dei ghiacciai e dei nevai, nonché quella dei laghi alpini e dei ruscelli confluisce a valle per poi riversarsi in un fiume dall'andatura più tranquilla e proseguire così il suo cammino verso la pianura. La sua forza d'erosione dipende dalla quantità d'acqua e dalla velocità di scorrimento. Maggiore è la velocità e più le masse d'acqua sono grandi, tanto più forte è l'erosione. Di norma, più il fiume è lungo più la sua pendenza è dolce (e quindi la velocità minore), in compenso si registra un aumento della massa d'acqua. Così, sebbene il suo modo di agire sia cambiato, la forza erosiva rimane intatta. Nell'ambito della curva delle pendenze distinguiamo quindi tre settori, ovvero il corso superiore, il corso medio e il corso inferiore. Illustrazione: bacino imbrifero e sistema degli alvei di un torrente (www.planat.ch) 22 Le massicciate di pietrisco formate dall'acqua scivolano sopra il frontale del delta e non si sedimentano in senso orizzontale, bensì formano degli strati obliqui, ciò che costituisce un'eccezione. La sabbia e il fango vengono invece trasportati più al largo. Corso superiore Corso medio 4.4 Come si formano le piene? Corso inferiore Mare o lago Erosione in profondità Trasporto Erosione laterale Sedimentazione Illustrazione: valli strutturali fluviali con i relativi processi principali (www.klett.de) Il corso superiore ha una pendenza tale che, a causa della forte velocità di scorrimento dell'acqua, prevale ancora l'erosione in profondità. I pendii erosi dall'acqua slittano a valle dando origine a delle valli a V nelle zone di rocciamorbida risp. a delle gole nelle zone caratterizzate da roccia dura. Nel corso medio la velocità di scorrimento è già sensibilmente calata. Tuttavia, i detriti immessi nell'acqua vengono trasportati oltre cosicché in quel tratto, di norma, si denota un equilibrio tra erosione e sedimentazione. Il fiume può formare anse molto ampie (meandri) andando a toccare le rive. Proseguendo, l'erosione laterale subentra all'erosione in profondità e il fiume si allarga dando origine a un fondovalle. Nelle anse ad ampio raggio l'acqua erode la riva esterna (sponda concava con forte pendenza), mentre sul lato interno del gomito si depongono ghiaia e sabbia (sponda convessa piatta). Nel corso inferiore predomina invece la sedimentazione. Per effetto della pendenza ridotta, il fiume si dirama dando origine a zone golenali che vengono saltuariamente sommerse dalle inondazioni (per es. disgelo). Nei punti in cui il terrapieno sfocia in un lago, il fiume forma un delta. È chiamato piena lo stato di un corso o di uno specchio d'acqua in cui il livello dell'acqua o il suo deflusso raggiungono o superano un determinato livello (soglia). Nella quasi totalità dei casi le piene vengono provocate da fenomeni meteorologici, ovvero da processi atmosferici. Gli eventi quali le precipitazioni estreme, che si manifestano in modo molto violento oppure durano a lungo, possono scatenare una piena. Le piene possono però anche essere causate per effetto di un rapido disgelo dovuto a un sensibile e repentino aumento della temperatura. L'interazione tra configurazione del terreno (rilievo), saturazione idrica del terreno, vegetazione, quantità di detriti che possono essere mobilitati, ripartizione della neve nonché interventi tecnici ai corsi e agli specchi d'acqua (per es. argini, bacini di ritenuta, ecc) determinano la predisposizione di un bacino imbrifero a formare delle piene. A dipendenza del sistema di anse, le piene producono effetti differenziati. Nei sistemi di torrenti predominano il trasporto e la sedimentazione di sostanze solide. Qui si registrano prevalentemente fenomeni quali deposito di materiale alluvionale, erosione delle rive e alluvionamenti da sedimento grossolano. Viceversa, nei corsi e negli specchi d'acqua del fondovalle prendono il sopravvento le inondazioni, ma possono manifestarsi anche fenomeni quali l'erosione delle rive e dell'alveo, ciò che provoca degli scalzamenti. Inoltre possono verificarsi degli innalzamenti del letto. In considerazione dei possibili effetti prodotti, nella prassi, per quanto riguarda la Svizzera, il pericolo di piena viene suddiviso nelle seguenti categorie: deposito di materiale alluvionale; inondazione; erosione delle rive. I provvedimenti atti a combattere e arginare le piene sono elencati e illustrati nel capitolo 4.7 introduzione alla gestione dei rischi. 23 4.4.1 Deposito di materiale alluvionale I depositi di materiale alluvionale sono sedimentazioni di colate detritiche fuori dall'alveo. Spesso contengono componenti molto grossolane. In senso più lato vengono annoverate tra i depositi di materiale alluvionale anche ulteriori sedimentazioni di detriti torrentizi per effetto di processi fluviali. Come sorge un deposito di materiale alluvionale? Un deposito alluvionale (chiamato anche colata detritica o flusso detritico) è una massa pastosa composta di acqua e sostanze solide (sabbia, ghiaia, sassi, blocchi, legname) con un elevato tenore di sostanze solide (circa dal 30 al 60%) che spesso scorre a velocità sostenuta. Questo fenomeno si manifesta in alta montagna e nelle Prealpi, precisamente nei luoghi caratterizzati da un fondo geologico sensibile all'erosione, quale il flysch (anche torbiditi che sono sedimenti clastici ossia deposizione di materiale ad opera di correnti d’acqua torbide) o l'ardesia dei Grigioni, che fornisce materiale incoerente. Inoltre ci vogliono acqua e una pendenza sufficiente (almeno 25 -30%). Numerosi bacini imbriferi di torrenti presentano queste premesse. L'evento scatenante può essere costituito da precipitazioni persistenti, da forti piogge, da grandine e/o da un disgelo particolarmente intenso. In definitiva il deposito di materiale alluvionale si produce per effetto della liquefazione di materiale incoerente oppure a causa della rottura di un'ostruzione d'alveo. Un'ostruzione d'alveo è un intasamento dell'alveo prodotto da un ristagno di legname galleggiante, detriti o altro materiale. Questa massa intrisa d'acqua può scorrere a valle, nella maggioranza dei casi a scatti, a velocità sostenuta (da 40 a 60 km/h) nell'alveo o lungo vecchi solchi a girapoggio. Un deposito di materiale alluvionale possiede una notevole forza erosiva. È infatti in grado di spostare grandi masse di detriti e pietrisco (blocchi con un volume di vari m3, tronchi d'albero, automobili, ecc). Lungo i margini della colata detritica si formano dei cordoni detritici. Sul cono di colata detritica, la massa alluvionale si arresta improvvisamente dando origine alle tipiche sedimentazioni non assortite chiamate depositi di materiale alluvionale con i relativi frontali e lobi detritici. Che tipo di danni possono prodursi? La forza erosiva di un deposito di materiale alluvionale può provocare importanti abbassamenti del letto con relativa destabilizzazione delle scarpate di sponda. Inoltre si producono anche danni dovuti all'impatto del frontale detritico che possono essere ulteriormente rafforzati per effetto dei blocchi di pietra trasportati. D'altro canto si manifestano anche danni imputabili ai massicci depositi di blocchi di pietra, detriti e legname sul lobo detritico. Possono quindi essere colpiti dalla forza distruttrice di un deposito di materiale alluvionale edifici, strade, ma anche persone. Il pericolo viene stabilito in base alle tracce lasciate da eventi precedenti, nonché al rilevamento del potenziale di detriti e alla pendenza dell'alveo. Illustrazione: piena con conseguente deposito di materiale alluvionale in Val Zavragia, 1987; Foto Toni Venzin 24 4.4.2 Inondazione È chiamata inondazione, o alluvione, la sommersione temporanea di una superficie di terreno. Le sostanze e i materiali solidi trasportati dall'acqua si depositano sulla superficie inondata (alluvionamento da sedimento grossolano). Si distinguono due forme di inondazione che possono comunque manifestarsi a fasi alternate: Inondazione dinamica Sui terreni in pendenza, lungo i torrenti e i fiumi alpini, l'acqua fuoriesce dall'alveo ad alta velocità. Per effetto della notevole energia di scorrimento, trascina a valle grandi masse di detriti e pietrisco che vengono depositati fuori dall'alveo (alluvionamento da sedimento grossolano). Di norma, le inondazioni dinamiche sono di breve durata (alcune ore). Infatti, a causa della pendenza del terreno, l'acqua defluisce abbastanza rapidamente, provocando eventualmente nuove erosioni. Inondazione statica Qualora il livello dell'acqua di uno specchio o di un corso d'acqua pianeggiante si alza lentamente può dare origine a uno straripamento progressivo. Nei terreni pianeggianti l'acqua si muove solo lentamente o rimane addirittura ferma. Che tipo di danni possono sorgere? Illustrazione: ostruzione presso il bagno pubblico di Klosters 2005; Foto: J. Jägli Come si formano le inondazioni? Le piogge intense o di lunga durata nonché il disgelo possono aumentare notevolmente il deflusso. L'alveo non riesce più a contenere tutta l'acqua e straripa. Inoltre l'alto contenuto di detriti può portare a una colmata dell'alveo creando le premesse favorevoli per un'inondazione. Anche le ostruzioni che provocano dei ristagni d'acqua possono dar adito a delle inondazioni. In caso di piena persistente sussiste il pericolo d'inondazione per effetto della rottura di una diga. Nel caso delle inondazioni dinamiche i danni vengono provocati dalle forti correnti. Sovente si manifestano simultaneamente dei fenomeni d'erosione. Viceversa, di fronte a un'inondazione statica vengono causati dei danni per effetto della profondità dell'acqua nella zona inondata. Spesso si registrano dei danni d'umidità nelle opere in muratura. In seguito all'acqua e ai detriti depositati, le inondazioni possono danneggiare il pianterreno e i sotterranei dei fabbricati nonché le colture. I danni d'erosione provocati per effetto dell'affossamento (abbassamento del letto dovuto alle correnti) si manifestano soprattutto nei pressi di pilastri in muratura, tralicci e fabbricati. Le installazioni tecniche (riscaldamento/serbatoio, quadro elettrico) e i locali di servizio (impianti per lavatrici e asciugatrici, motori di ascensori ecc.) sono sovente collocate nei piani interrati. I cantinati vengono inoltre sempre più spesso adibiti a taverna o locale per hobby. Di conseguenza, la vulnerabilità ai danni in caso di inondazione aumenta sensibilmente. 25 4.4.3 Erosione delle rive È chiamata erosione delle rive l'asportazione di materiale pietroso e materiale incoerente dalle scarpate di sponda per effetto della forza trainante di un corso d'acqua. Come si forma un'erosione delle rive? Qualora in caso d'inondazione la corrente è sufficientemente forte, l'acqua nell'alveo riesce ad assumere e a trascinare con sé sostanze solide (detriti e materiale più fine). L'acqua corrente esercita un effetto erosivo sia sui lati (erosione delle rive) sia in profondità (erosione del letto, erosione di profondità): Erosione delle rive A dipendenza della potenza del corso d'acqua e della capacità di resistenza della scarpata di sponda, il materiale della scarpata può essere eroso per effetto dell'erosione delle rive e/o dell'erosione del letto. La consistenza della scarpata di sponda dipende dalle caratteristiche del materiale (per es. dimensione delle particelle) e dalla vegetazione. L'erosione delle rive provoca frane di sponda e spostamenti dell'alveo. Erosione del letto e erosione di profondità Quando l'acqua si abbassa e la portata d'acqua si normalizza, il materiale trasportato, piuttosto grossolano, si deposita, mentre il materiale più fine viene rimosso, formando un rivestimento naturale del letto. In occasione della prossima piena è possibile che questo venga nuovamente squarciato (erosione del letto). Ciò provoca un abbassamento del letto le cui proporzioni dipendono dalla forza trainante e dalla capacità di trasporto dell'alveo, rispettivamente dalla resistenza e dalla consistenza del fondo. La portata dell'erosione del letto rispettivamente l'abbassamento del fondo (erosione in profondità) dipendono dalla quantità d'acqua trasportata, dallo stato del letto, dalla conformazione geologica, dalla pendenza, dalla geometria dell'alveo, nonché dalla quantità e dalla composizione dell'apporto di sostanze solide provenienti dai segmenti di letto superiori e dalle scarpate. Nei depositi di materiale alluvionale si denota sovente una spiccata tendenza all'erosione. L'erosione e la sedimentazione cambiano spesso a piccole superfici. Che tipo di danni possono insorgere? In seguito a una possibile modifica del corso dell'alveo sono minacciate le costruzioni vicine all'acqua, quali i ponti. Per effetto del franamento delle scarpate di sponda potrebbero essere minacciate anche le costruzioni (fabbricati, strade e ferrovie) sopra il livello della piena. Di conseguenza, la potenza media del franamento della scarpata prospettato costituisce un criterio determinante per indicare l'intensità del processo d'erosione. Illustrazione: erosione delle rive a Klosters 2005; Foto: Chr. Wilhelm, AfW 26 Cosa possono fare gli allievi e le allieve? 4.5 Alluvione - cosa fare? È possibile proteggersi dalle conseguenze di un'alluvione adottando alcuni provvedimenti mirati. È importante, anzi vitale, comportarsi correttamente: Proteggere le persone e gli animali Prima del sinistro Informazioni sul tempo tramite il sito www.meteoschweiz.ch o www.wetteralarm.ch Preparare aiuti quali generi alimentari, acqua potabile, medicinali di pronto soccorso, attrezzi, pala, piccone, illuminazione d'emergenza Abbandonare il pianterreno e i sotterranei Avvertire le persone all'aperto Ev. abbandonare la zona a rischio Durante il sinistro Ascoltare la radio locale (indipendente dalla rete) Salvare le persone e gli animali a rischio, risp. allarmare i pompieri o i servizi di salvataggio Spostarsi ai piani superiori e resistere Dopo il sinistro Non entrare nelle parti dell’ edificio allagate Non accendere la luce, non accendere fuochi aperti, utilizzare le lampade tascabili Far bollire l'acqua prima di berla, pompare l'acqua dalle fontane, analizzare l'acqua per verificare se è pura Proteggere i fabbricati e i beni mobili Prima del sinistro Adottare i provvedimenti di protezione temporanei previsti, quali l'applicazione degli scudi di protezione, l'installazione di pompe d'emergenza, chiudere porte e finestre, chiudere le saracinesche contro i riflussi Portare ai piani superiori i beni e i documenti sensibili all'acqua Spegnere il gas e la corrente elettrica, staccare la spina degli apparecchi elettrici Portare i veicoli in una zona sicura Durante il sinistro Impermeabilizzare le aperture non ermetiche Sorvegliare il funzionamento delle pompe d'emergenza Dopo il sinistro Accertare il genere e l'entità dei danni e notificarli alle assicurazioni Notificare le interruzioni nelle condutture di alimentazione e di smaltimento ai rispettivi servizi urbani Adottare misure d'emergenza e misure immediate Gli allievi e le allieve possono individuare i pericoli legati ad un'alluvione. Tenendo in considerazione le numerose cause possibili (forti precipitazioni, disgelo, ostruzioni, ecc) ognuno deve verificare nel suo ambiente in che misura potrebbe essere minacciato da un'alluvione. A tale scopo è necessario osservare attentamente i dintorni della propria abitazione, ma anche le strade utilizzate, il tragitto per recarsi a scuola, ecc. Il vostro comune di domicilio è già stato colpito da un'alluvione? Si è trattato di un'alluvione o di un flusso detritico (colata detritica)? I tragitti, per es. il tragitto per recarsi a scuola conducono lungo un torrente o sopra a un ponte attraverso zone a rischio? Anche se gli umani non hanno il potere di impedire le catastrofi naturali, dei provvedimenti di protezione adeguati possono comunque rivelarsi molto efficaci. Grazie a una preparazione mirata è possibile ridurre i danni alle persone nonché ai beni materiali. Intavolare una discussione in famiglia riguardo ai pericoli della natura e stabilire delle regole di comportamento. Adottare i preparativi possibili, quali per es. organizzare l'aiuto tra vicini, reperire i luoghi in cui sono disponibili sacchi di sabbia. Esercitare l'uso dei sacchi di sabbia (finestre delle cantine). In caso di episodi di maltempo, i soccorritori sono continuamente ostacolati a causa del comportamento errato degli interessati (curiosità, eccessiva fiducia in se stessi, leggerezza, ignoranza, ecc). Nei casi estremi, questi comportamenti possono causare tragici incidenti. Con un comportamento corretto si evita di ostacolare i soccorritori e inoltre si possono prevenire eventuali incidenti. Allontanarsi dalla zona di pericolo (per es. non fermarsi sopra a un ponte o sulla riva di un fiume a guardare l'alluvione). Evacuare dalle cantine gli oggetti che non devono bagnarsi. In vista di dover abbandonare l'edificio, preparare un bagaglio d'emergenza e una cartella con i documenti più importanti. Onde evitare danni alle persone, è opportuno badare alla propria sicurezza. Non bisogna mai sottovalutare l'impeto dell'acqua. 27 4.6 Introduzione alla gestione dei rischi La cosiddetta gestione integrale dei rischi parte dal presupposto che tutti gli strumenti di difesa contro le catastrofi naturali sono parificati. In linea di principio, le misure di prevenzione, di intervento e di ripristino hanno la medesima importanza. Le misure di prevenzione contemplano due aspetti: la prevenzione e la profilassi. L'obiettivo generale è quello di ridurre la vulnerabilità delle persone e dei beni materiali di fronte alle catastrofi naturali. La differenza tra i due elementi può essere spiegata nei seguenti termini: mentre la prevenzione è finalizzata a evitare il danno grazie allo sfruttamento adeguato dello spazio oppure all'adozione di misure di protezione per deviare il pericolo, la profilassi comprende essenzialmente tutta una serie di azioni che dovrebbero aiutare a gestire la catastrofe, per esempio la messa a disposizione o l'istruzione dei pompieri e degli organi di salvataggio, la pianificazione degli interventi o la stipulazione di assicurazioni. Illustrazione: il ciclo della gestione integrale dei rischi (Fonte: protezione della popolazione) 28 Provvedimento per deviare e arginare le alluvioni (erosione delle rive, inondazione, colate di detriti) Misure tecniche e biologiche Consolidare i letti dei fiumi e le rive. Erigere argini e sistemi di regolazione dei deflussi. Sistemare un bacino di contenimento dei detriti nel bacino di ritenuta. Rendere sicuro il letto erigendo sbarramenti di torrenti, bacini di contenimento dei detriti, briglie per colate detritiche. I boschi di protezione possono ridurre l'immissione di detriti nei corsi e negli specchi d'acqua su vaste superfici. D'altro canto, se cadono nell'alveo, gli alberi che si trovano in prossimità delle rive possono provocare delle ostruzioni contribuendo così a scatenare delle colate di detriti. Illustrazione: costruzione di sbarramenti in Val Plaunca, Foto TBA Misure urbanistiche e protezione delle opere Prevedere fondamenta sufficientemente profonde durante la costruzione delle opere. Le costruzioni devono resistere alle sollecitazioni dinamiche causate dall'acqua corrente. Lasciar liberi gli spazi a rischio. Emanare prescrizioni edilizie, quali accessi rialzati, porte ermetiche, vetri infrangibili. Prevedere delle vie di fuga. Limitare lo sfruttamento agricolo (per es. prati e pascoli invece di coltivazioni). Rinunciare a costruire delle finestre all'altezza del deposito di detriti. Elementi edili rinforzati contro le sollecitazioni (per es. cemento armato). Misure organizzative Le misure organizzative, quali la pianificazione dei mezzi, la pianificazione dell'intervento e l'istruzione dei soccorritori, nonché la prevenzione finanziaria (assicurazioni), sono una componente essenziale della prevenzione. Inoltre garantiscono un impiego ottimale delle risorse in caso di sinistri dovuti al maltempo. Il tempo di preallarme in caso di sinistro naturale dipende dalla pendenza e dalle dimensioni del bacino imbrifero. Più il bacino imbrifero è piccolo, meno rimane tempo per il preallarme. Grazie ad un'organizzazione snella di tutti gli interessati è possibile proteggere la vita delle persone e i beni materiali tramite misure urgenti mirate. Illustrazione: protezione delle opere in caso di alluvione Illustrazione: grazie a una buona organizzazione è possibile erigere tempestivamente una protezione mobile contro le inondazioni. 29 L'obiettivo delle varie misure di intervento è di limitare l'entità e la durata di una catastrofe. Tra queste vanno annoverate l'allarme, il salvataggio e l'assistenza alle vittime, ma anche le misure urgenti per impedire ulteriori danni, il ripristino provvisorio delle infrastrutture importanti e la documentazione dei sinistri. La fase di intervento dei sinistri comprende le due tappe impiego e ripristino. Durante la fase di rigenerazione viene data la priorità alla ricostruzione dei fabbricati e dell'infrastruttura nonché all'analisi approfondita degli eventi. Dopo aver fatto fronte ai problemi più importanti, si reinstaura progressivamente la quotidianità. Uno dei compiti fondamentali è quello di tradurre nella pratica gli insegnamenti tratti dall'analisi di quanto è successo tenendone debitamente conto nella pianificazione. Le soluzioni durevoli sono preferibili alle soluzioni economiche o alle soluzioni di comodo. Dopo un sinistro di vaste proporzioni che ha provocato danni ingenti è opportuno procedere a una nuova valutazione dei pericoli nonché aggiornare la carta dei pericoli. Sulla base della carta dei pericoli si può anche aggiornare il piano di azzonamento e il piano d'utilizzo del territorio. Illustrazione: dalla carta dei pericoli al piano d'azzonamento, estratto del comune di Hinterrhein; AfW Piano delle zone di pericolo 4.7 Strategie per proteggersi contro le piene: oggi e in passato Piena è sinonimo di grandi quantità d'acqua che spesso scorrono anche a velocità elevate. In questi casi l'acqua sviluppa una potenza tale da poter trascinare con sé anche persone e materiale oppure distruggere delle costruzioni. L'erosione delle rive e l'erosione in profondità possono portare ad uno scalzamento delle fondamenta dei fabbricati. I detriti trascinati da una piena provocano spesso danni alle colture e ai fabbricati. In Svizzera la protezione contro le piene si è sviluppata soprattutto verso la metà del 19° secolo. Oggi viene accordata la priorità assoluta alla manutenzione delle costruzioni di protezione esistenti. Al tempo stesso si cerca di ridurre il potenziale dei danni con misure urbanistiche, precisamente rinunciando a costruire, o costruendo in forma adeguata, nelle zone a rischio, nonché mantenendo e creando degli spazi liberi per l'acqua. Qualora queste misure non si rivelano sufficienti, vengono adottati ulteriori provvedimenti attivi (per es. ampliamento degli alvei, misure di ritenuta, smorzamento risp. deflusso o deviazione delle piene massime) per proteggere gli insediamenti e ridurre il potenziale pericolo. Fino a poco tempo fa per proteggersi contro le piene si erigevano soprattutto costruzioni di protezione nell'intento di dare alle acque un letto fisso e stabile che le facesse defluire con la necessaria sicurezza. Le costruzioni di protezione erette lungo la Nolla presso Thusis sono un esempio significativo di questo tipo di strategia. Il torrente Nolla nasce sul massiccio del Piz Beverin e scende verso Thusis passando tra la catena di Beverin e il Heinzenberg. La Nolla drena un bacino imbrifero di 25 km2 di superficie essenzialmente formato di ardesia e scorre in una gola lunga circa 6 km nella quale si immettono numerosi torrenti minori. Anche nei periodi di portata media, l'acqua ha un elevato tenore di particelle sospese ed è quindi piuttosto scura. Le sue acque rendono torbido anche il suo emissario, il Reno posteriore, un fenomeno che si nota anche nelle zone più a valle del Reno alpino. Nei periodi di piena, il carico di sostanze solide, composto di sedimenti fini, ma anche di legname e di detriti, è particolarmente visibile. Queste enormi masse di sostanze solide che scendono a scatti sono riconducibili essenzialmente alla disgregazione delle pareti della gola nonché ai relativi focolai detritici. Ricordiamoci infatti che il fondo del bacino è composto di ardesia dei Grigioni. Carta dei pericoli Per molto tempo la Nolla era considerata uno dei torrenti più pericolosi esistenti in Svizzera. A memoria d'uomo si sono infatti verificate numerose piene e colate detritiche. Le colate di detriti provenienti dal bacino imbrifero della Nolla hanno fatto crescere il cono di deiezione nei pressi di Thusis facendo 30 aumentare il livello del Reno posteriore fino a 12 metri. Poi, improvvisamente, l'acqua si è aperta un varco provocando un'ondata enorme che ha inondato e cosparso di sedimenti grossolani il fondovalle della Domigliasca. In particolare negli anni 1585, 1807 e 1868-1870 Thusis è stata seriamente danneggiata. Negli anni seguenti, sotto la direzione dell'ispettore generale alle costruzioni Adolf von Salis, si è iniziato a costruire sbarramenti contro le piene. Nel letto del torrente sono così stati eretti oltre una ventina di grandi sbarramenti (fino a 12 metri di altezza) e oltre una quarantina di sbarramenti minori. Il progetto contemplava: la costruzione di argini e sbarramenti nel canale di deflusso e nel bacino di raccolta; il rimboschimento dell'intero territorio attorno al torrente per consolidare i pendii soggetti a continue frane; la realizzazione di un canale collettore in legno lungo 2,6 km che aveva la funzione di raccogliere le acque dei torrenti laterali per evitare che inzuppassero ulteriormente i pendii favorendo gli scoscendimenti. Illustrazione: vista e sezione dello sbarramento 1 della Nolla, portato a termine poco dopo il 1870. Fonte: Die Geschichte des Hochwasserschutzes in der Schweiz, BWG 2003 31 Capitolo 5 Glossario Fuoco Ardere senza fiamma Combustione di una sostanza allo stato solido senza produzione di fiamme, ma con emissione di luce da parte della zona di combustione. Brace Sostanza liquida o solida riscaldata al punto tale da emettere radiazioni di calore visibili, tuttavia senza produrre fiamma. Cenere È la parte non infiammabile che rimane quando il fuoco è estinto. La cenere esente da fuliggine può essere utilizzata per pulire, nonché come fertilizzante oppure per fabbricare sapone. Esplosione Si tratta di una rapida reazione chimica che libera grosse quantità di gas e di calore. I gas riscaldati si espandono di colpo provocando un'ondata di pressione che l'orecchio umano percepisce come botto e che è udibile anche a grande distanza. Fiamma È chiamata fiamma la zona di un gas ardente che emette delle radiazioni visibili. Flash over Espansione repentina dell'incendio alla quasi totalità delle sostanze infiammabili presenti in un locale. ll flash over si verifica quando l'interno del locale ha raggiunto una temperatura tale che le sostanze contenute si autoincendiano all’istante. Fuliggine Sostanza combustibile non completamente bruciata. A temperature sufficientemente elevate, la fuliggine può continuare a bruciare. Inoltre, sovente è portatrice di sostanze tossiche. Fumo Miscuglio di sostanze gassose (anidride carbonica, ossido di zolfo, acqua, ecc) e sostanze solide minimamente ripartite (per esempio fuliggine o ceneri volatili) che si sviluppa durante la combustione. Fumo d'incendio Si tratta di uno degli aspetti più pericolosi di un incendio. Il fumo d'incendio contiene infatti vari gas estremamente tossici (monossido di carbonio, acido cianidrico, diossina) nonché particelle solide quali fuliggine, carbonella e ceneri volatili. La composizione del fumo d'incendio dipende fortemente dal tipo di sostanza infiammabile. Fuoco Come termine mantello, fuoco viene usato sia per designare il bruciare mirato a uno scopo (fuoco utilitario) sia il bruciare senza scopo (fuoco distruttivo). Protezione antincendio È chiamato protezione antincendio l'insieme delle misure, delle regole e delle norme mirate alla prevenzione e alla difesa contro gli incendi. Si distingue tra protezione antincendio preventiva (prevenzione degli incendi) e protezione antincendio difensiva (lotta antincendio). Oltre alle varie misure edilizie, la protezione antincendio preventiva comprende anche l'informazione e l'educazione per un corretto utilizzo del fuoco. Sostanza infiammabile Di norma, le sostanze infiammabili contengono l'elemento carbonio. Durante la combustione, il carbonio si lega all'ossigeno atmosferico formando anidride carbonica (CO2). Se non è disponibile ossigeno a sufficienza, viene prodotto monossido di carbonio (CO), una sostanza tossica. Generalmente, la maggior parte delle altre sostanze, quali i metalli, gli ossidi metallici e i sali non sono infiammabili. 32 Acqua Carta dei pericoli Carta allestita secondo criteri scientifici che fornisce indicazioni dettagliate riguardo al tipo di pericoli, al grado di pericolo e all'estensione geografica dei processi pericolosi entro un determinato perimetro esaminato. Cordone detritico; argine detritico laterale Cordoni di detriti che si sono ammassati su entrambi i lati di una colata detritica. Deposito (1); accumulo (2) Materiale eroso e poi trasportato che si è accumulato in un determinato punto sotto una determinata forma. Deposito frontale di colata detritica (1); testa di colata detritica (2) Parte frontale arcuata della massa depositata, essenzialmente composta di materiale grossolano, venutasi a creare per effetto dell'arresto immediato di un'ondata di colata detritica. Erosione (1); denudazione (2) Erosione e trasporto di sostanze solide per effetto dell'acqua corrente, nonché di ghiacciai, valanghe, vento, ondate, ecc. Lobo di colata detritica (1) colata di detriti (2) Deposito di colata detritica linguiforme, relativamente piatto e nettamente delimitato. Meandro Tratto di corso d'acqua curvilineo composto di almeno due anse consecutive. Ostruzione Otturazione di un letto per effetto di legname galleggiante, detriti o altro materiale che provocano un accumulo. Pericolo Stato, circostanza e processo che può causare danni alle persone, all'ambiente e/o ai beni materiali. Pericoli naturali Tutti i processi presenti in natura che possono rivelarsi nocivi per le persone, per l'ambiente e per i beni materiali, quali alluvioni, colate detritiche, frane, caduta di sassi, valanghe, terremoti, uragani. Piano d'utilizzo del territorio Piano vincolante per i proprietari di fondi che stabilisce le possibilità di utilizzo del terreno dal profilo dello scopo, del luogo e delle dimensioni per le singole particelle. Nell'ambito dello stesso si distinguono i seguenti tipi di zona: zona di costruzione, zona agricola e zona protetta. Potenziale di danno (1); danno potenziale (2) Dimensioni del possibile danno nella zona di pericolo esaminata. Potenziale di pericolo (1); potenziale di pericoli (2) Insieme dei pericoli che riguardano la zona esaminata. Rischio In senso lato: si tratta dell'eventualità che uno stato, una circostanza o un processo possa causare un danno (a). In senso stretto: dimensioni e probabilità di un possibile danno (b). Viene espresso come prodotto del pericolo e del potenziale di danno. Rischio residuo (1); rischio rimanente (2) Rischio che rimane dopo la realizzazione delle misure di protezione. Sponda esterna (1); sponda concava (2) Sponda esterna, fortemente colpita dalla corrente, nell'ansa di un corso d'acqua che, nella maggioranza dei casi, presenta una forte pendenza per effetto dell'erosione. Sponda interna (1); sponda convessa (2) Sponda interna, lievemente toccata dalla corrente, nell'ansa di un corso d'acqua, che solitamente presenta una configurazione piuttosto piatta per effetto dell'accumulo di materiale fine. Zona di pericolo; zona pericolosa Zona in cui possono manifestarsi processi pericolosi. 33 Capitolo 6 Fonti e link Adamina, M./ Uehlinger, H. et al. (1998): Geographie in der Schweiz: für den Geographieunterricht im 5./6. Schuljahr, versch. Aufl., Bern. Bischoff, A. (2007): Fluss- und Wildbachverbauungen zur Zeit La Niccas und heute, in: Bündner Wald, Heft 1, S. 35-42. Burri, K. (1995): Schweiz, Suisse, Svizzera, Svizra: geografische Betrachtungen: Naturraum, Bevölkerung und Siedlungen, Wirtschaft, Typenlandschaften, Karten und Wetter, Zahlen und Begriffe, 2. Ausg., Zürich. Vischer, D.L. (2003): Die Geschichte des Hochwasserschutzes in der Schweiz: Von den Anfängen bis ins 19. Jahrhundert, Berichte des BWG, Serie Wasser, Nr. 5, Bern. o.V. (2002): Feuer - Faszination und Gefahr, Beratungsstelle für Brandverhütung, 2. Aufl., Bern. Assicurazione fabbricati dei Grigioni http://www.gvg.gr.ch Piattaforma nazionale dei pericoli naturali http://www.planat.ch/ Riprese di colate detritiche: http://www.wsl.ch/hazards/wef-mg-mat-de.ehtml Progetti di ingegneria fluviale nel Cantone dei Grigioni http://www.tiefbauamt.gr.ch/wasserbau/index.htm Servizio di consulenza per la prevenzione degli incendi http://www.bfb-cipi.ch/ Kids corner: Funki http://www.funki.info/ Ufficio federale di meteorologia e climatologia http://www.meteoschweiz.ch Carta svizzera con gli attuali pericoli naturali http://www.meteoschweiz.ch/web/de/gefahren/gefahren.html Ufficio forestale dei Grigioni: mandato e compiti, tra cui anche carte dei pericoli, indicazioni circa l'attuale pericolo d'incendio di boschi. http://www.wald.gr.ch/ Ufficio federale dell'ambiente UFAM: molte informazioni sul tema ambiente (tra le altre cose idrologia, pericoli naturali, mutamenti climatici) http://www.bafu.admin.ch/ Ufficio federale di topografia Svizzera http://www.swisstopogeodata.ch Enciclopedia indipendente http://de.wikipedia.org/wiki/Hauptseite 34 35
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