Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2013 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato “BancoPosta Liquidità Euro” istituito e gestito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR INDICE Parte Generale Premessa ............................................................................................................................. 2 Considerazioni generali...................................................................................................... 2 Mercati................................................................................................................................ 4 Prospettive .......................................................................................................................... 7 Regime di tassazione .......................................................................................................... 7 Parte Specifica Relazione degli Amministratori Politica di gestione Linee strategiche Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio Attività di collocamento delle quote Schemi contabili Situazione Patrimoniale Sezione Reddituale Nota Integrativa Relazione della Società di Revisione 1 Premessa Il Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2013 (ultimo giorno di borsa italiana aperta dell’esercizio 2013) del fondo comune di investimento mobiliare aperto armonizzato denominato “BancoPosta Liquidità Euro”, istituito e gestito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, è stato redatto in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con Regolamento dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. Il Rendiconto della Gestione si compone di una Situazione Patrimoniale, di una Sezione Reddituale e di una Nota Integrativa. Esso è accompagnato dalla Relazione degli Amministratori che fornisce, tra l’altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio del fondo nel corso dell’anno sia sulle prospettive di investimento e dalla Relazione della Società di Revisione incaricata della revisione legale del fondo ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 e dell’art. 14 del D.Lgs. 27 gennaio 2010 n. 39. Considerazioni generali Nel 2013 l’economia globale è stata caratterizzata da una fase di espansione limitata, moderatamente inferiore rispetto al 2012. Il rallentamento più significativo è arrivato dai paesi emergenti, mentre le economie industrializzate sono state caratterizzate ancora una volta da modalità di espansione molto diverse. Tra i principali paesi OCSE gli USA hanno continuato ad espandersi, sebbene ad un tasso inferiore al 2012, il Giappone si è mantenuto su livelli di crescita sostanzialmente stabili, mentre l’Europa, nonostante la significativa attenuazione della crisi del debito, ha continuato a subire una fase recessiva che ha cominciato ad attenuarsi solo nell’ultima parte dell’anno. Stando alle stime più recenti del FMI, la crescita globale a fine 2013 dovrebbe attestarsi intorno al 2,9% (rispetto al 3,2% del 2012), ancora trainata dai paesi emergenti (4,5%), mentre i principali paesi OCSE seguiranno ad un andamento più moderato: USA +1,6%, Europa -0,4%, Giappone +2% (Fonte FMI World Economic Outlook, ottobre 2013). L’anno appena conclusosi è stato caratterizzato ancora una volta da un notevole attivismo delle banche centrali, centrato sull’attuazione di diversi interventi diretti e indiretti di politica monetaria in uno scenario di complessivo rallentamento dell’inflazione soprattutto nelle economie avanzate. In USA, dopo circa 4 anni di livello di liquidità progressivamente crescente, la Fed ha annunciato l’inizio del tapering, ovvero la graduale riduzione nella creazione di nuova liquidità tramite l’acquisto di strumenti finanziari comunicato a maggio 2013 dal presidente uscente Bernanke, la cui data di inizio è stata successivamente posticipata al primo trimestre del 2014 per effetto di un miglioramento delle condizioni economiche più lento e discontinuo del previsto. In Area Euro la BCE, oltre a ridurre ulteriormente il tasso di riferimento a maggio e a novembre, ha introdotto lo scorso luglio linee guida esplicite (così detta “Forward Guidance”), attraverso le quali le autorità monetarie hanno indicato che i tassi di riferimento verranno mantenuti su livelli contenuti o più bassi per un periodo esteso di tempo. In Giappone la BoJ, dopo la ricomposizione del vertice dell’istituto che attualmente è molto più vicino all’establishment governativo, ha preannunciato ad aprile un nuovo ingente piano di acquisto di attività finanziarie. D’altra parte, l’assenza di rischi inflazionistici è stata determinata dalla debolezza della domanda, in Europa in particolare, dove la dinamica dei prezzi ha registrato una marcata decelerazione soprattutto negli ultimi due trimestri del 2013, nell’area periferica soprattutto per la debolezza dei consumi, ed in generale per il forte apprezzamento dell’Euro verso le principali valute mondiali e per la dinamica dei prezzi delle materie prime. Negli USA il tasso di espansione del ciclo economico è sceso rispetto al 2012 (1,7% vs 2,8%), fondamentalmente per effetto di una serie di misure fiscali restrittive, mentre gli indici di fiducia delle imprese hanno continuato a recuperare, così come il settore immobiliare. L’evoluzione della congiuntura ha inoltre beneficiato del lento ma costante miglioramento del mercato del lavoro, che nel 2013 ha segnato un progressivo incremento del numero degli occupati (attestatosi negli ultimi mesi dell’anno sui 200 mila unità mensili ed ha ridotto il tasso di disoccupazione al 7% a fine 2013 (contro l’8% di inizio anno). In questo scenario la dinamica dell’inflazione è rimasta contenuta e inferiore al target del 2% della Fed, data la modesta crescita dei salari e del costo unitario del lavoro. Commentando tale quadro, il nuovo Presidente designato della Fed, Janet Yellen, ha manifestato preoccupazioni sulla dinamica della crescita in presenza di un livello ancora 2 elevato del tasso di disoccupazione. Janet Yellen ha comunque ribadito la fiducia sull’efficacia degli strumenti di politica monetaria non convenzionale, pur riconoscendo la necessità di una attenta valutazione dei costi e dei rischi ad essi associati ed ha ribadito che solo una crescita sostenibile potrà giustificare la normalizzazione della politica monetaria. Per quanto riguarda la ricchezza netta delle famiglie, durante il 2013 è proseguito il trend di recupero per via soprattutto del forte incremento del valore degli asset azionari che complessivamente hanno segnato nuovi record storici; sul fronte immobiliare i segnali di ripresa sono stati comunque molto dipendenti anche dalla dinamica dei tassi di interesse, tanto che il forte rialzo dei tassi successivo all’annuncio nel mese di maggio di possibile tapering entro fine anno si è tradotto in un forte calo del rifinanziamento dei mutui e conseguente penalizzazione della dinamica delle vendite di case nei mesi successivi. La forte sensibilità al rialzo dei tassi ha probabilmente inciso in modo decisivo sulla decisione di settembre di rinvio della riduzione dello stimolo monetario, evidenziando alla Fed l’opportunità di comunicare al mercato che “tapering is not tightening”, cioè che non si tratterà di una azione restrittiva. Nel mese di dicembre la Fed ha annunciato la partenza del tapering dal prossimo gennaio, per un ammontare contenuto (10 Mld$), accompagnando la decisione con l’annuncio che i tassi rimarranno contenuti anche quando il tasso di disoccupazione dovesse raggiungere o scendere al di sotto del 6,5% (obiettivo che potrebbe essere modificato verso il basso), soprattutto se l’inflazione dovesse rimanere sensibilmente al di sotto del target del 2%. Il 2013 è stato anche testimone dello scontro tra Democratici e Repubblicani sull’approvazione del bilancio federale e sullo sforamento del tetto del debito. Le difficoltà di trovare un accordo sull’innalzamento del tetto del debito pubblico hanno portato alla chiusura temporanea del settore pubblico federale nelle prime settimane di ottobre, con rischi di potenziali effetti negativi sulla dinamica di crescita. L’accordo sull’incremento del tetto del debito pubblico è stato raggiunto a metà ottobre e ha determinato l’immediata riapertura dell’attività federale; gli effetti della sospensione della attività sono risultati, ex post, molto contenuti. L’Area Euro ha continuato ad essere caratterizzata da debole crescita economica (-0,4%) in gran parte dei paesi membri, nonostante una sensibile attenuazione degli effetti negativi della crisi del debito. A partire dal secondo trimestre la congiuntura ha mostrato timidi segnali di ripresa soprattutto in area periferica, confermati poi nel corso del terzo trimestre, con il PIL che ha interrotto tecnicamente la fase recessiva sia in Spagna che in Italia (che complessivamente chiuderanno però il 2013 rispettivamente a -1,3% e -1,8%). A fine anno l’Irlanda (+0,6% a fine 2013) è ufficialmente uscita dal piano di aiuti; segnali incoraggianti sono arrivati anche dal Portogallo (-1,8%). La Germania (+0,5%), nonostante una temporanea fase di debolezza nella prima parte dell’anno, è tornata ad esibire segnali di miglioramento dell’economia confermati dagli indicatori anticipatori della congiuntura, mostrando una buona tenuta malgrado la fase di rafforzamento dell’Euro. Tra le principali componenti della crescita dell’Area Euro, i consumi pubblici hanno continuato a pesare negativamente, sebbene in maniera inferiore rispetto al 2012, risentendo dei piani di politica fiscale restrittiva attuati in tutti i principali paesi; i consumi privati hanno sofferto dell’erosione del potere d’acquisto dei consumatori, derivante sia dal calo dei redditi da lavoro che dell’occupazione (scesa fino al terzo trimestre). La domanda estera è l’unica componente che non ha mostrato una flessione durante tutto l’ultimo anno. In tale scenario l’inflazione ha continuato a calare, in particolare negli ultimi due trimestri e soprattutto nell’area periferica, per attestarsi a fine 2013 sotto all’1%, ben al disotto del target della BCE. Il timore dell’instaurarsi di un trend disinflazionistico ha favorito l’azione diretta della BCE sul tasso di riferimento, (passato da 0,75% a 0,5% a maggio e da 0,5% a 0,25% a novembre), alimentando al contempo la probabilità di possibili ulteriori interventi della BCE con strumenti di politica monetaria non convenzionale. Tra questi citiamo le operazioni di finanziamento a lungo termine a favore delle banche (LTRO) a supporto delle condizioni di domanda e offerta di credito sia per le imprese che per le famiglie, con l’obiettivo di migliorare la trasmissione della politica monetaria, e abbassare il livello di frammentazione bancaria. Nella stessa direzione va anche il focus della BCE nei confronti della valutazione degli attivi bancari, anche al fine di procedere, ove necessario, a forme di ricapitalizzazione. In quest’ottica a novembre 2013 è stato inaugurato il piano di definizione e realizzazione del processo di valutazione dei bilanci bancari dell’Area Euro (Comprehensive Assessment) che si concluderà a novembre 2014. Esso 3 coinvolgerà circa 130 istituzioni creditizie di 18 Stati (17 Stati membri attuali più la Lettonia, che entrerà nell’Area Euro il 1 gennaio 2014), con una copertura di circa l’85% delle attività bancarie dell’Area Euro. Il processo verrà gestito dalla BCE, dai supervisori nazionali e dall’European Banking Authority (EBA). Esso si declinerà in tre fasi. Una prima fase, identificata come valutazione del rischio (Supervisory Risk Assessment), sarà un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo del profilo di rischio delle banche (principali fattori di rischio monitorati saranno liquidità, leva finanziaria e funding). Una seconda fase, identificata come verifica della qualità degli attivi (Asset Quality Review), consisterà in un attento esame della qualità degli attivi al 31 dicembre 2013. La valutazione degli attivi dovrebbe essere realizzata utilizzando definizioni armonizzate, in particolare quelle relative alla identificazione e alla copertura dei prestiti problematici. La terza e ultima fase è quella degli Stress Test, esercizi statistico-contabili condotti in collaborazione con l’EBA. Il requisito di capitale minimo utilizzato come benchmark è fissato all’8%. La conclusione dell’intero processo è prevista per ottobre 2014, prima dell’assunzione del ruolo di supervisore unico da parte della BCE prevista per novembre 2014. I risultati dell’analisi saranno associati a eventuali misure correttive. Nel Regno Unito il 2013 è stato caratterizzato da un’economia in netta ripresa, (1,4%). La crescita ha sorpreso al rialzo in tutti i principali settori (investimenti residenziali, consumi, export e investimenti delle imprese), sebbene i livelli di deficit di bilancio e di debito pubblico restino preoccupanti e il miglioramento del mercato del lavoro stenti a concretizzarsi in maniera significativa. Il tasso di disoccupazione infatti è sceso molto lentamente, e solo a fine 2013 è tornato sotto il 7,5%; il reddito da lavoro è invece ancora in calo. L’Inflazione si è progressivamente ridotta e a fine 2013 ha raggiunto il 2%. L’arrivo del nuovo governatore della BoE a metà anno si è tradotto non tanto in ulteriori misure di stimolo quantitativo, quanto in una maggiore focalizzazione sulla forward guidance al fine di gestire le misure interventiste sul fronte delle politiche monetarie non convenzionali, in attesa di un consolidamento dell’assetto economico coerente con l’inizio di un trend rialzista dei tassi di interesse. In Giappone, la crescita nel 2013 si è attestata intorno al 2% (stabile rispetto al 2012), sostenuta dagli effetti positivi della politica di Abe, come testimoniato dal significativo recupero dell’indice Tankan, tornato sui livelli più alti degli ultimi 5 anni. In Cina nel 2013 la crescita si è attestata su livelli mediamente più alti degli altri paesi emergenti asiatici, sostanzialmente stabile rispetto al 2012 (7,6%). L’aumento delle esportazioni e dei consumi ha permesso di compensare il rallentamento degli investimenti, in particolare di quelli privati. Come nel progetto delle autorità di controllo, l’aumento della domanda interna sta favorendo il bilanciamento dei conti con l’estero: il surplus di conto corrente è sceso da livelli di oltre il 10% al 3%. Anche l’inflazione è progressivamente diminuita, e si è stabilizzata in un range tra il 2 e il 3%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 4%. La domanda di prestiti rimane elevata. L’aggregato M2 continua a mostrare una crescita più rapida rispetto alla soglia ufficiale di 14,5% (+15,7%). Mercati Per quanto riguarda i mercati finanziari, il 2013 è stato un anno positivo per tutti i principali listini azionari internazionali. In valuta locale e compresi i dividendi l’indice statunitense S&P 500 ed il giapponese Nikkey 225 hanno guadagnato rispettivamente il 31,28% ed il 56,72%, mentre il listino europeo Eurostoxx 50 e l’HSI di Hong Kong hanno evidenziato una crescita di 18,05% e 2,55%. I mercati azionari internazionali hanno proseguito il trend positivo intrapreso già dal 2012 e alcuni listini come quelli americani e quello tedesco hanno raggiunto nuovi massimi storici, (Dow Jones sopra i 16000 punti, lo S&P500 sopra i 1800 e il Dax sopra i 9600 punti). Le motivazioni che hanno spinto al rialzo i mercati vanno ricercate principalmente nelle politiche monetarie espansive attuate dalle principali banche centrali, che hanno immesso nel sistema ingenti flussi di liquidità, e nel progressivo miglioramento dello scenario macro di alcune tra le principali economie internazionali. La crescita dei listini internazionali ha subito una fase correttiva tra maggio e settembre, particolarmente decisa nei paesi emergenti, che ha fatto seguito all’annuncio del presidente della Fed Ben Bernanke (il 22 maggio) dell’imminente 4 inizio del processo di uscita dal programma di acquisto di asset (tapering), ovvero di un prossimo significativo cambio di strategia rispetto agli ultimi anni di politica monetaria ultra espansiva. Successivamente il Presidente della Fed ha modificato tale annuncio, facendo capire che il tapering non era imminente: i mercati gradualmente hanno ripreso a salire spinti anche da un miglioramento dei dati macroeconomici soprattutto negli Stati Uniti, dove il mercato del lavoro ha iniziato a mettere a segno miglioramenti lenti ma progressivi del tasso di disoccupazione e il Pil ha sorpreso positivamente le attese del mercato. Il consolidamento dello scenario appena descritto ha spinto la Fed, nella riunione di dicembre, ad annunciare l’inizio del “tapering” in una misura limitata di riduzione degli acquisti di asset di circa 10 mld di dollari mensili a partire da gennaio 2014 fino a fine dell’anno. Il nuovo presidente della Fed Janet Yellen che si insedierà a gennaio 2014 è stato accolto con favore dai mercati azionari poiché presumibilmente la politica della Banca centrale rimarrà molto accomodante anche nel prossimo futuro. In occasione del FOMC dello scorso dicembre la Fed, più ottimista del FMI, ha rivisto al rialzo le stime del Pil per il 2013 a 2,2%-2,3% dal precedente 2%-2,2% e prevede ora di mantenere i tassi vicino allo zero anche se il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il target del 6,5% prima del previsto. Inoltre, l’accordo nel mese di dicembre tra repubblicani e democratici (per la stesura di una legge di bilancio per evitare rischi di un’altra chiusura del governo) ha tranquillizzato i mercati internazionali. In Europa, nonostante la riduzione delle tensioni sui debiti sovrani dei paesi periferici e di alcuni paesi “core”, la performance dei listini europei è stata positiva ma inferiore a quella registrata da USA e Giappone a causa della persistente debolezza del quadro macroeconomico. Fa eccezione il mercato azionario tedesco che ha raggiunto i massimi storici sopra i 9600 punti spinto da una ripresa economica relativamente più solida e dalla riconferma alle elezioni politiche di aprile di Angela Merkel alla guida del governo. In Giappone il brillante andamento del mercato azionario, che ha raggiunto 16175 punti ottenendo la migliore performance dal novembre 2007, è da ricondursi sia alle misure espansive straordinarie di politica monetaria annunciate dalla BoJ nel mese di aprile (un nuovo consistente piano di acquisti di asset), sia all’attuazione del nuovo piano di riforme per rilanciare l’economia da parte del governo Abe, sia infine alla debolezza dello yen che ha favorito l’export. Con l’insediamento del nuovo governatore, la BoJ ha annunciato un radicale cambio di regime nella propria condotta, volto ad una stabile e consistente ripresa della congiuntura, basato su tre punti fondamentali: il primo riguarda l’inflazione ed in particolare l’impegno di favorire il ritorno della dinamica dei prezzi in area positiva e in prossimità del target del 2% nel più breve tempo possibile; il secondo consiste nell’attuazione di un programma di quantitative easing ossia un’espansione del 100 per cento della base monetaria entro la fine del 2014; il terzo infine prevede la ricomposizione del paniere di titoli acquistati dall’autorità centrale a favore dei titoli più rischiosi. Considerando l’orizzonte breve in cui verrà attuato, si tratta, potenzialmente, del più ampio esperimento di espansione della quantità di moneta nella storia economica dei paesi sviluppati. La debolezza del mercato azionario di Hong Kong, che chiude il 2013 con una performance inferiore rispetto alle altre piazze internazionali, è da imputare ai minori tassi di crescita dell’economia cinese previsti per il 2013, ai minimi degli ultimi 5 anni. Secondo le stime ufficiali di Pechino, in Cina è proseguito il rallentamento dell’economia con una crescita che si ferma per il 2013 a 7,6%, inferiore al tasso del 7,7% del 2012 ma superiore al 7,5% previsto. Anche se la Cina continua a mantenere tassi di crescita tra i più elevati, il dato è quasi la metà di quello registrato nel 2009 (pari al 14,2%) ed è in diminuzione per il terzo anno consecutivo. Tra le cause che hanno determinato tale riduzione vi è un aumento del costo del lavoro, problematiche ambientali, domanda globale debole ed eccesso di capacità produttiva in certi settori. Il mercato obbligazionario dell’Area Euro nel 2013 è stato caratterizzato da un restringimento dello spread tra i titoli governativi periferici e core su tutte le scadenze, effetto combinato della complessiva diminuzione dei rendimenti dei titoli periferici e del rialzo di quelli tedeschi. La spinta ribassista sui rendimenti periferici è da attribuire principalmente agli acquisti degli investitori domestici, ma anche al progressivo incremento dell’interesse degli investitori non domestici, determinato dalla ricerca di rendimenti più elevati in un contesto di riduzione del rischio di break up dell’UM. Infatti, dopo un’iniziale fase di allargamento dello spread dei periferici (lo spread BTP-Bund sulla scadenza 10 anni ha raggiunto il massimo dell’anno 2013 a marzo a 350 5 punti base, in un contesto di aumento dei rendimenti), la decisione della BCE di intervenire in primavera con ulteriori misure di easing monetario ha favorito una inversione della dinamica dello spread. La riduzione di 25 punti base del tasso di riferimento (da 75 a 50 punti base) di maggio è coincisa con il raggiungimento del rendimento minimo dell’anno sia sul BTP 10 anni (3,76%) che sul Bund 10 anni (1,16%). Successivamente, il miglioramento dei dati macroeconomici in USA ha spinto la Fed ad annunciare la possibile riduzione degli acquisti di titoli di stato a partire dall’ultimo trimestre dell’anno: ciò ha determinato l’inizio di una fase di vendite dei titoli di stato USA, e per correlazione un aumento dei rendimenti in EU, sia per i titoli emessi dai paesi core che per i periferici. In seguito, diversi membri del FOMC e lo stesso Bernanke hanno calmierato i toni relativi ai tempi di inizio del tapering, sottolineando la gradualità con cui verrà gestita la rimozione degli stimoli espansivi e rassicurando così gli investitori sul mantenimento della ‘forward guidance’ e dei tassi di interesse a zero a lungo. Nonostante ciò, i rendimenti dei titoli governativi US hanno evidenziato una correzione solo parziale, mantenendo il trend di complessivo rialzo accentuato dall’annuncio, nella riunione di dicembre, dell’inizio della diminuzione degli acquisti che avrà luogo a partire da gennaio 2014. Il rialzo dei rendimenti dei titoli governativi USA, unito ad un miglioramento dei dati macroeconomici anche in EU, ha determinato un rialzo dei tassi sui titoli governativi tedeschi, dove nel corso dell’anno è progressivamente venuto meno l’effetto ‘flight to quality’ che aveva caratterizzato il biennio 2011-2012. Nell’arco del 2013 l’incertezza sul mercato è significativamente diminuita sia sui titoli core che periferici, anche per effetto del minore impatto dei potenziali focolai di crisi sistemica rispetto al recente passato. In particolare la necessità di un programma di salvataggio per Cipro e Slovenia a inizio anno, i dati incerti sull’esito delle elezioni politiche in Italia, oltre alle trattative per la concessione di un’ulteriore tranche di aiuti alla Grecia, ed infine la potenziale crisi politica in Portogallo dello scorso luglio, hanno determinato rialzi dei rendimenti comunque contenuti nell’entità e nella durata. Proprio in concomitanza con quest’ultimo evento, infatti, è giunto l’impegno della BCE a mantenere il costo del denaro su livelli bassi per un lungo periodo di tempo (‘forward guidance’) tradottosi poi in un ulteriore taglio del tasso refi a novembre (da 50 a 25 punti base) al fine di frenare il trend di discesa dell’inflazione determinato dalla continuazione del calo dei consumi e dalle politiche di austerità fiscale (in particolare nella periferia dell’Europa). Il rendimento sul bund decennale, da 1,3% di gennaio 2013, ha raggiunto i minimi assoluti di 1,17% a giugno, in concomitanza con il rallentamento del processo di consolidamento a livello europeo, per poi chiudere l’anno a 1,9%, registrando così un aumento di 60 punti base. Similare la dinamica registrata dal rendimento sul titolo a due anni tedesco, aumentato da -0,01% a 0,21% a fine dicembre. La pendenza della curva dei rendimenti dei titoli di stato tedeschi è aumentata per effetto sempre della ‘forward guidance’ della BCE che ha contribuito a mantenere compressa la parte breve della curva rispetto alle scadenze più lunghe, trainate al rialzo dai tassi US e dal miglioramento dei dati EU. Il rendimento sul btp a 10 anni è passato da 4,5% di gennaio 2013 a 4,1% di fine dicembre, mentre il rendimento sul btp a 2 anni da 2% di inizio anno all’1,3% di fine anno. La curva dei rendimenti si è appiattita nel corso dell’anno, per effetto della forte domanda degli investitori domestici e stranieri dovuta alla diminuzione della percezione del rischio di credito per effetto dell’azione della BCE e del miglioramento dei fondamentali. Lo spread btp – bund sulla scadenza 10 anni, è di conseguenza passato da 318 punti base di inizio 2013 a 219 punti base di fine anno. Per quanto riguarda le divise e in particolare la valuta europea, il 2013 è stato un anno che ha visto un andamento divergente tra la prima e la seconda parte dell’anno. Nei primi sei mesi abbiamo infatti assistito ad una fase di relativa debolezza dell’Euro, che dopo aver toccato un massimo contro dollaro ad inizio anno sopra area 1,37, ha iniziato un movimento al ribasso nei mesi successivi, sebbene non uniforme, trovando successivamente un forte sostegno in area 1,28/1,30. La seconda parte dell’anno è stata caratterizzata da un progressivo apprezzamento della valuta europea, sostenuta da dati macro europei positivi (sebbene non unidirezionali) durante l’estate che hanno dato luogo ad un ritorno degli investitori esteri; successivamente la valuta è stata sostenuta dall’introduzione della forward guidance da parte della BCE (con la conferma del mantenimento di condizioni monetarie accomodanti e tassi bassi) e dal progressivo aumento della probabilità dell’inizio del tapering in USA. 6 PRINCIPALI INDICI DI MERCATO Azionario Variazioni* USA S&P 500 Index (Dollaro USA) Dow Jones (Dollaro USA) Nasdaq (Dollaro USA) 31,28% 27,56% 40,33% Europa Eurostoxx 50 Index (Euro) DAX Index (Euro) CAC 40 Index (Euro) FTSE 100 (Sterlina) 18,05% 25,48% 18,11% 13,60% Pacifico Nikkei (Yen) Hang Seng Index (Dollaro HKD) 56,72% 2,55% Italia FTSE Mib (Euro) 16,56% Obbligazionario Variazioni** Europa Germania 1-3 anni (Euro) Germania 3-5 anni (Euro) Germania 7-10 anni (Euro) -0,15% -0,70% -1,83% Italia Italia 1-3 anni (Euro) Italia 3-5 anni (Euro) Italia 7-10 anni (Euro) 4,18% 6,52% 8,70% Corporate Europa 1,90% 2,43% 1,66% Citigroup Eurobig 1-3 Citigroup Eurobig 3-5 Citigroup Eurobig 7-10 * Variazioni dei prezzi dal 28 dicembre 2012 al 30 dicembre 2013, (fonte Bloomberg). **Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup, (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell’andamento dei titoli con scadenza all’interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 5-10 anni). PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Dollaro USA/Euro Yen/Euro Sterlina/Euro Variazioni* -4,19% -21,52% -2,12% * Variazioni dei prezzi dal 28 dicembre 2012 al 30 dicembre 2013 - Fonte Bloomberg “Composite London 18:00”. Prospettive Il 2014 dovrebbe essere un anno di prosecuzione dell’espansione globale, sebbene su ritmi moderati. Le aree emergenti, in particolare la Cina, dovrebbero essere impegnate nel processo di riforme economiche strutturali al fine di raggiungere un processo di sviluppo più equilibrato: tale processo potrebbe comunque causare, almeno temporaneamente, un ulteriore rallentamento della crescita. Nonostante ciò, l’uscita definitiva dalla recessione dell’Area Euro, l’accelerazione degli USA e il consolidamento del ciclo economico giapponese dovrebbero favorire anche una ripresa del commercio globale e fornire pertanto successivamente stimoli positivi anche alle economie emergenti. In tale scenario le pressioni inflazionistiche dovrebbero rimanere contenute, dato che l’abbondante liquidità nel sistema non sembra minacciare il surriscaldamento dei prezzi. Ciò è particolarmente vero per l’Area Euro dove la congiuntura pur se in miglioramento, resta debole, richiedendo la prosecuzione di un orientamento estremamente accomodante da parte della BCE senza l’esclusione di ulteriori interventi di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non convenzionale. E’ prioritario infatti un recupero della dinamica del credito, che permetterebbe una migliore trasmissione della politica monetaria ed un abbassamento del livello di frammentazione bancaria. In questa dimensione è fondamentale lo sforzo profuso dalla BCE nel definire e realizzare il processo di valutazione dei bilanci bancari dell’Area Euro (Comprehensive Assessment) che si è avviato a novembre 2013 e si concluderà a novembre 2014. Regime di tassazione Per la trattazione dell’argomento si rimanda alla sezione del sito: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml. 7 FONDO BANCOPOSTA LIQUIDITA’ EURO Relazione degli Amministratori Politica di gestione Il fondo ha realizzato nel corso di tutto l’anno 2013 una performance positiva pari allo 0,80% espressa al lordo dell’effetto fiscale rispetto ad una variazione dello 0,81% del benchmark. Il 2013 è stato caratterizzato da una stabilizzazione del ciclo economico, in un contesto di inflazione in rallentamento, e dai primi segnali di ripresa in area euro. Il progressivo miglioramento della crisi del debito sovrano e la minor severità della politica fiscale, soprattutto in Italia, hanno permesso nella seconda metà dell’anno l’emergere dei primi segnali di miglioramento. La BCE ha esplicitato l’intenzione di mantenere i tassi sui livelli attuali per un periodo prolungato (forward guidance) riservandosi ulteriori interventi qualora l’inflazione dovesse rallentare ulteriormente. In USA, la Fed ha annunciato l’inizio del tapering, ovvero la progressiva riduzione degli acquisti di titoli con l’obiettivo di ridurre gradualmente l’eccesso di liquidità presente nel sistema. Nonostante questo, l’autorità monetaria ha ribadito che la politica monetaria continuerà ad essere accomodante per favorire il consolidamento del ciclo economico: l’inizio del trend di aumento dei tassi di interesse da parte della Fed appare ancora distante. Il 2013 è stato caratterizzato, sul mercato obbligazionario, da due temi principali: l’aumento dei rendimenti sui titoli di stato considerati risk free; la compressione degli spread di credito. L’aumento dei rendimenti sia sul Treasury americano che sul Bund tedesco va ricondotto sia al consolidamento del ciclo economico in entrambi i Paesi, sia alla progressiva riduzione di fenomeni di ricerca di asset privi di rischio a seguito di diminuiti timori di break up per l’UM. La generalizzata compressione degli spread di credito è stata determinata soprattutto dall’azione della BCE e dal rafforzamento del quadro istituzionale. La curva italiana ha sperimentato un movimento di discesa su tutte le scadenze, più pronunciato sulla parte breve e media (il rendimento del BTP a 2 anni ha registrato una riduzione da 1,96% del 28 dicembre 2012 all’1,21% del 30 dicembre 2013; quello del BTP a 5 anni è diminuito dal 3,29% al 2,71%); lo spread verso la curva tedesca è sceso sulla scadenza 5 anni da 300 b.p. a 178 b.p.. Durante l’anno, il portafoglio del fondo è stato investito principalmente in titoli governativi dell’Area Euro (mediamente il 97,4%); in misura residuale è stato investito mediamente in obbligazioni societarie (circa il 3,4%) principalmente appartenenti al settore finanziario (3,1% circa) ed in via residuale al settore energetico (0,2% circa). Per quanto riguarda il posizionamento per tipologia di strumento finanziario, il portafoglio del fondo durante l’intero anno è stato investito in titoli governativi esclusivamente italiani (mediamente il 97,4%) con un sovrappeso medio rispetto al benchmark di circa il 22,5% (il benchmark prevede una quota di BOT pari al 75%), in considerazione del favorevole profilo rischio/rendimento offerto da tali titoli rispetto a quelli dei paesi “core” dell’Area Euro, caratterizzati invece da rendimenti estremamente contenuti. Il peso della componente corporate è stato leggermente più elevato nella prima parte dell’anno (massimo peso pari al 5% circa nel mese di gennaio) e poi pressoché stabile nel resto dell’ anno intorno al valore medio in considerazione del profilo rischio/rendimento offerto da tali titoli rispetto ai governativi italiani a breve scadenza. In termini di aree geografiche la componente corporate è stata investita in titoli del settore finanziario italiani (1,6% circa), francesi (0,9% circa), di Paesi Bassi (0,3%), Svizzera (0,2%); in titoli del settore energetico esclusivamente italiani (0,2% circa). Nel periodo di riferimento il fondo ha avuto una duration mediamente pari a 5 mesi, leggermente incrementata nel mese di settembre (duration media del mese poco superiore a circa 5 mesi). Rispetto al benchmark di riferimento, nel corso dell’anno la posizione di duration del fondo è stata leggermente più lunga (mediamente più lunga di circa 1 mese). Al 30 dicembre 2013 la duration del portafoglio è pari a 5 mesi, di circa un mese superiore al benchmark (4 mesi circa la duration del benchmark). Tale scelta di mantenere la duration lievemente superiore a quella del benchmark è stata motivata dall’aspettativa di performance positiva del segmento a breve della curva governativa italiana, ritenendo potesse essere supportato da una domanda sostenuta. Durante l’anno la duration media della componente corporate (circa 3 mesi) è risultata appena inferiore 8 rispetto a quella della componente governativa (mediamente 5 mesi). Per quanto riguarda il posizionamento per scadenze sulla componente governativa, il portafoglio ha in media registrato un sovrappeso rispetto al benchmark - con un contributo complessivo positivo – sia sul segmento 3-6 mesi (sovrappeso medio pari a circa il 17,7%), sia sul segmento 6-9 mesi (sovrappeso medio pari a circa il 7,3%), sia sul segmento 9-12 mesi (sovrappeso medio pari a circa il 3,2%), sia sul segmento oltre 12 (sovrappeso medio pari a circa lo 0,4% circa). Il grado di discrezionalità rispetto al benchmark è risultato “contenuto”. La performance assoluta del periodo risulta positiva e pari al 0,80%. A livello di performance il posizionamento a favore dei titoli governativi italiani ha portato volatilità in particolare a fine febbraio e a fine giugno, seppur in un contesto di volatilità su livelli inferiori rispetto a quelli dell’anno 2012. Il principale contributo alla performance assoluta del fondo deriva dall’asset class governativa italiana (dato anche il maggior peso in portafoglio) con un contributo positivo e proporzionale al profilo di duration assunto; positivo ma marginale anche il contributo della componente corporate. Con riferimento alla performance relativa ha fornito un contributo positivo il sovrappeso dei governativi italiani e il posizionamento di duration del portafoglio, mantenuto poco più alto rispetto al benchmark, coerentemente con le aspettative sul segmento a breve della curva italiana. Sempre con riferimento alla performance relativa, è risultato positivo ma marginale (dato il peso residuale all’interno del portafoglio) il leggero sovrappeso della componente corporate. I titoli corporate con maggior contributo assoluto e relativo positivo - seppur marginali - risultano le emissioni di Intesa San Paolo e di Unicredit. Al 30 dicembre 2013 (percentuali comprensive dei ratei e calcolate sul patrimonio netto del Fondo), il 99,7% circa del fondo risulta investito in titoli obbligazionari; di tale componente il 97,5% circa è rappresentato da titoli governativi italiani ed il 2,2% circa è rappresentato da emissioni societarie che dal punto di vista del rischio sono di emittenti di Italia, Paesi Bassi e Svizzera. Il rating medio ponderato del portafoglio è pari a BBB (scala Standard & Poor’s), pari a quello del benchmark. Tale rating è in linea con quello della Repubblica Italiana a cui risulta principalmente esposto il portafoglio del fondo: nel corso dell’anno è stato rivisto il giudizio di rating sull’Italia prima da parte dell’agenzia Fitch (08 marzo 2013) da A- a BBB+ e successivamente alla chiusura del primo semestre (09 luglio 2013) da parte dell’agenzia S&P da BBB+ a BBB. Con riferimento alla componente societaria (2,2% circa al 30 dicembre 2013) il rating medio ponderato del portafoglio risulta pari a BBB+, con una percentuale pari a circa lo 0,72% con rating A, pari a circa lo 0,41% con rating A-, e pari a circa l’ 1,06% con rating BBB. Tra le emissioni societarie il rating più basso presente in portafoglio risulta pari a BBB (Enel, Intesa Sanpaolo e Unicredit rispettivamente con peso 0,41%, 0,1% e 0,54%). Nel corso del periodo non sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (stimato su un campione di medio periodo) nel periodo di riferimento considerato si è mantenuto nel limite dello 0,75%. Nel corso dell’esercizio, non sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari sia tramite intermediari negoziatori che controparti appartenenti al gruppo di appartenenza di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR; inoltre, nello stesso periodo, non sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari emessi o collocati da società appartenenti al medesimo gruppo. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico - Patrimonio BancoPosta, società controllante BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore unico delle quote dei fondi comuni di investimento promossi e/o gestiti da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR. Linee strategiche Per il segmento a breve della curva italiana si prevede una prosecuzione del tono positivo che ha caratterizzato il 2013 in un contesto di mercato caratterizzato da minor avversione al rischio. Le ultime aste italiane a breve hanno avuto esito soddisfacente, confermando la buona domanda degli investitori sul debito sovrano italiano per scadenze ravvicinate. Si ritiene che il segmento a 6/12 mesi della curva governativa italiana possa continuare ad essere ben supportato, ed eventuali correzioni potrebbero rappresentare ancora valide opportunità di investimento su questo tratto di curva. In generale, il venir 9 meno di un rischio di breakup dell’Area Euro ha prodotto una riduzione strutturale dei rendimenti sui titoli di stato italiani che appare destinata a permanere anche nel medio termine. In considerazione di tale dinamica i rendimenti prospettici del fondo potrebbero risultare inferiori a quanto registrato nel 2013. Nei prossimi mesi si prevede di mantenere la duration su livelli lievemente superiori rispetto a quelli del benchmark. Con riferimento alle obbligazioni societarie, si valuterà l’opportunità di incrementare leggermente il loro peso con un'attenta selezione degli emittenti. Eventi che hanno interessato il fondo Si informa come a seguito dei Consigli di Amministrazione di Amundi SGR S.p.A. e di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, avvenuti rispettivamente in data 20 e 27 settembre 2012, e dell’autorizzazione da parte della Banca d'Italia avvenuta in data 31 ottobre 2012, sia stato deliberato il progetto di fusione per incorporazione tra i fondi "BancoPosta CentoPiù 2007" (il "Fondo oggetto di fusione") e "BancoPosta Liquidità Euro" (il "Fondo ricevente") con efficacia 11 gennaio 2013 attraverso la conversione delle quote del “Fondo oggetto di fusione” nelle quote del “Fondo ricevente” sulla base del rapporto di concambio, pari a € 0,961650309, tra i valori quota dei fondi al 10 gennaio 2013 rispettivamente pari a € 5,291 e € 5,502. Si comunica inoltre come in data 27 settembre 2012 il Consiglio di Amministrazione di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR abbia deliberato di apportare alcune modifiche al Regolamento di Gestione del fondo "BancoPosta Liquidità Euro", autorizzate dalla Banca d'Italia in data 31 ottobre 2012, con efficacia dal 1° marzo 2013. In particolare, il Regolamento di Gestione del fondo è stato modificato in relazione ai seguenti paragrafi: 1. Politica di investimento (Sezione B, art. 1, paragrafi 1, 2 e 3). Sono apportate le modifiche regolamentari necessarie per allineare la politica d’investimento del fondo a quella di un “OICR di mercato monetario” ai sensi di quanto previsto dalla relativa disciplina comunitaria e nazionale; 2. Modifiche del Regolamento (Sezione C, paragrafo 7, capoverso 7.2). Attività di collocamento delle quote Nel corso dell’esercizio 2013, l’attività di collocamento delle quote del Fondo è stata realizzata totalmente attraverso gli sportelli del Collocatore, distribuiti omogeneamente sul territorio nazionale. Poste Italiane Totale collocato Numero Quote Sottoscritte 80.361.687,564 Importo Sottoscrizioni 443.065.648,97 Importo Disinvestimenti 376.740.635,00 Importo Raccolta Netta 66.325.013,97 80.361.687,564 443.065.648,97 376.740.635,00 66.325.013,97 Il numero complessivo dei contratti conclusi nel 2013 è stato di 26.683 di cui 8.713 mediante Piani di Accumulo (PAC). Al 30/12/2013 i rapporti aperti per il fondo BancoPosta Liquidità Euro erano 41.755 (3 BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, 41.752 Poste Italiane). 10 Situazione Patrimoniale al 30/12/2013 SITUAZIONE AL 30/12/2013 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. attività 481.615.335 98,426 415.738.324 99,009 481.615.335 98,426 415.738.324 99,009 471.103.765 96,278 399.968.232 95,253 10.511.570 2,148 15.770.092 3,756 4.571.495 0,934 797.729 0,190 1.557.726 0,318 797.729 0,190 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 18.016.353 3,682 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -15.002.584 -3,066 3.131.766 0,640 3.362.597 0,801 3.131.766 0,640 3.362.596 0,801 1 0,000 419.898.650 100,000 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile G. ALTRE ATTIVITA’ G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA’ 489.318.596 11 100,000 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/12/2013 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati 3.088.989 3.973.167 3.088.989 3.973.167 179.256 131.254 178.631 131.254 M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre 625 TOTALE PASSIVITA’ 3.268.245 4.104.421 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 486.050.351 415.794.229 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 87.812.270,930 75.719.324,454 5,535 5,491 VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NELL’ESERCIZIO Quote emesse 80.361.687,564 Quote rimborsate 68.268.741,088 12 SEZIONE REDDITUALE RENDICONTO AL 30/12/2013 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI 5.662.970 7.697.898 12.158.381 8.032.603 12.158.381 8.032.603 -4.061.901 -61.362 -4.061.901 -61.362 -2.433.510 -273.343 -2.433.510 -273.343 A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale A1.3 Proventi su parti di O.I.C.R. A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI A2.1 Titoli di debito A2.2 Titoli di capitale A2.3 Parti di O.I.C.R. A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE RENDICONTO ESERCIZIO PRECEDENTE A3.1 Titoli di debito A3.2 Titoli di capitale A3.3 Parti di O.I.C.R. A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Risultato gestione strumenti finanziari quotati 5.662.970 B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale B1.3 Proventi su parti di O.I.C.R. B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI B2.1 Titoli di debito B2.2 Titoli di capitale B2.3 Parti di O.I.C.R. B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE B3.1 Titoli di debito B3.2 Titoli di capitale B3.3 Parti di O.I.C.R. B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI Risultato gestione strumenti finanziari non quotati C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI NON DI COPERTURA C1. RISULTATI REALIZZATI C1.1 Su strumenti quotati C1.2 Su strumenti non quotati C2. RISULTATI NON REALIZZATI C2.1 Su strumenti quotati C2.2 Su strumenti non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI E1. OPERAZIONI DI COPERTURA E1.1 Risultati realizzati E1.2 Risultati non realizzati E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA E2.1 Risultati realizzati E2.2 Risultati non realizzati E3. LIQUIDITA’ E3.1 Risultati realizzati E3.2 Risultati non realizzati 13 7.697.898 F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI Risultato lordo della gestione di portafoglio 5.662.970 G. ONERI FINANZIARI 7.697.898 -624 G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI G2. ALTRI ONERI FINANZIARI -624 Risultato netto della gestione di portafoglio H. ONERI DI GESTIONE H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR H2. COMMISSIONI BANCA DEPOSITARIA H3. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL PUBBLICO H4. ALTRI ONERI DI GESTIONE 5.662.346 7.697.898 -1.732.098 -1.046.790 -1.531.774 -187.827 -925.107 -112.223 -4.611 -7.886 -3.065 -6.395 860 4.598 5 1.202 -347 4.657 43 -102 I. ALTRI RICAVI ED ONERI I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA’ LIQUIDE I2. ALTRI RICAVI I3. ALTRI ONERI Risultato della gestione prima delle imposte 3.931.108 6.655.706 3.931.108 6.655.706 L. IMPOSTE L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL’ESERCIZIO L2. RISPARMIO D’IMPOSTA L3. ALTRE IMPOSTE Utile dell’esercizio 14 Nota Integrativa Parte A: Andamento del Valore della quota (1): Il benchmark del fondo è composto dal 75% dell’Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – e dal 25% dell’Indice EuroMTS Eonia Total Return Investable. Per un corretto confronto tra l’andamento del valore della quota e quello del benchmark, va considerato che il rendimento del fondo riflette oneri gravanti sullo stesso e non contabilizzati nell’andamento del benchmark. Risultati ottenuti nel passato da Fondo e Benchmark: I dati di rendimento del fondo/comparto non includono i costi di sottoscrizione e di rimborso a carico dell’investitore e, dal 1° luglio 2011, la tassazione a carico dell’investitore. Nel prospetto seguente si illustrano alcuni dati relativi all’andamento del valore della quota. Liquidità Euro 2013 Valore iniziale della quota Valore finale della quota 5,495 5,535 2012 5,374 5,491 2011 5,299 5,374 L’andamento del valore della quota nel corso dell’anno è stato coerente con l’andamento del mercato governativo italiano sulle scadenze relative alla parte a breve della curva dei tassi d’interesse in cui è stato principalmente investito il fondo. Nell’anno 2013 il valore massimo della quota (€ 5,538) è stato raggiunto l’8 novembre 2013, quello minimo (€ 5,493) il 26 febbraio 15 2013. La performance del fondo nel corso del periodo di riferimento è stata positiva, in linea con l’andamento del mercato obbligazionario governativo italiano che ha influenzato maggiormente la performance del fondo e coerentemente con il profilo di duration contenuto del fondo. Nella prima metà del 2013 si è assistito dapprima ad un aumento della volatilità delle emissioni governative italiane anche a breve termine, con epicentro sia nelle giornate precedenti e seguenti le elezioni politiche italiane di febbraio sia a giugno, che ha condizionato l’evoluzione dello spread tra curva governativa italiana e tedesca su tutte le scadenze. Successivamente, ed in particolare nel secondo semestre, la performance del fondo è stata positiva coerentemente con la ripresa delle quotazioni dei titoli di Stato italiani e con l’andamento positivo dei titoli societari. Volatilità e TEV La volatilità annualizzata del fondo nel 2013 è stata pari a 0,31% (0,26% quella del benchmark); nel 2012 la volatilità del fondo è stata pari allo 0,65%. La tracking error volatility ex post tra fondo e benchmark calcolata come deviazione standard annualizzata della differenza tra la performance settimanale del fondo e quella del benchmark è stata pari a 0,14% nell’anno 2013; per l’anno 2012 tale parametro è risultato pari allo 0,37% circa. Tecniche di gestione dei Rischi di Portafoglio La funzione Risk Management monitora su base giornaliera il rischio del portafoglio attraverso le statistiche di Tracking Error Volatility (scostamento dal benchmark), deviazione standard (volatilità), VaR (massima perdita potenziale del portafoglio e del benchmark secondo una dato intervallo di confidenza) e duration (sensibilità del portafoglio ai movimenti dei tassi d’interesse). Vengono inoltre effettuate analisi di scomposizione del rischio di portafoglio individuando i fattori e le posizioni che contribuiscono maggiormente alla rischiosità sia assoluta del portafoglio che relativa al benchmark di riferimento. Il monitoraggio della “qualità” delle posizioni in portafoglio sia in termini di rischio di credito che di rischio paese avviene nel continuo attraverso l’interazione tra procedure di costruzione e modifica del portafoglio, e modello quali/quantitativo sulla valutazione della “solvibilità” degli emittenti, utilizzando sia valutazioni di tipo fondamentale sia dati di mercato (quali ad esempio livello dei CDS) tali da esprimere nel continuo un giudizio sul merito creditizio degli emittenti stessi. Vengono inoltre adottate politiche di mitigazione del rischio di credito ad esempio attraverso l’individuazione di limiti di concentrazione per emittente societario (differenziati a seconda dell’emittente) e/o per singolo strumento finanziario, per emittente governativo o gruppi di paesi e attraverso l’individuazione del livello minimo del rating medio ponderato del portafoglio. Nel corso dell’esercizio non sono state poste in essere politiche di copertura e/o mitigazione del rischio di tasso d’interesse e/o del rischio di credito attraverso l’utilizzo dei derivati. Parte B: Le Attività, le Passività e il Valore Complessivo Netto Sezione I – Criteri di Valutazione BancoPosta Fondi S.p.A. SGR nella predisposizione del Rendiconto di Gestione ha utilizzato i principi contabili ed i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d’Italia dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. Tali principi e criteri di valutazione risultano coerenti con quelli utilizzati per la predisposizione del Rendiconto al 28 dicembre 2012, della Relazione Semestrale al 28 giugno 2013 e dei Prospetti di Calcolo del Valore della quota nel corso dell’esercizio. Registrazione delle Operazioni 1. le compravendite di titoli sono contabilizzate nel portafoglio del fondo sulla base della data di effettuazione delle operazioni; 2. gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del fondo sono calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi; 16 3. le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote sono rilevati a norma del Regolamento del fondo e secondo il principio della competenza temporale; 4. i dividendi sono generalmente registrati il giorno di quotazione ex-cedola del relativo titolo; 5. gli utili e le perdite realizzati su cambi, vendite di divisa a termine e negoziazioni di titoli in divisa estera sono originati dalla differenza tra il cambio rilevato alla chiusura delle rispettive posizioni e il cambio storico di conversione dei debiti, dei crediti, dei contratti in divisa, dei conti valutari e dei titoli in divisa; 6. gli utili e le perdite da realizzi risultano dalla differenza tra i valori realizzati dalle vendite ed i costi medi ponderati di carico; i costi ponderati di carico rappresentano i valori dei titoli alla fine dell’esercizio precedente, modificati dai costi medi di acquisto del periodo; 7. le plusvalenze e le minusvalenze su titoli sono originate dalla differenza tra i valori determinati secondo i criteri indicati in precedenza, ossia prezzi di mercato o valutazioni applicati alla data del Rendiconto ed il costo medio ponderato; 8. le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nel Rendiconto tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono da registrare le componenti reddituali delle operazioni di copertura dal rischio di cambio; 9. i contratti a termine di compravendita divisa sono valutati secondo le istruzioni dettate dall’Organo di Vigilanza: valorizzando giornalmente la differenza tra il cambio negoziato alla data dell’operazione e la curva dei tassi a termine aventi la medesima scadenza; 10. i differenziali su operazioni di “futures”, registrati secondo il principio della competenza sulla base della variazione giornaliera dei prezzi di chiusura del mercato di contrattazione, sono rappresentati dalla somma dei margini, diversi da quelli iniziali, versati agli organismi di compensazione ovvero introitati dagli stessi; 11. i diritti connessi ai premi ed alle opzioni, per i quali alla data del Rendiconto erano già decorsi i termini di esercizio, sono portati in aumento o a riduzione dei ricavi per vendite e dei costi per acquisti dei titoli nei casi di esercizio del diritto, mentre sono registrati in voci apposite del Rendiconto nei casi di mancato esercizio del diritto. Il valore dei premi e delle opzioni, per i quali alla data del Rendiconto non erano ancora decorsi i termini di esercizio sono adeguati al valore di mercato; 12. per le operazioni di “pronti contro termine”, la differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine è distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto. Valutazione degli Strumenti Finanziari La valutazione degli strumenti finanziari detenuti in portafoglio è effettuata secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Banca d’Italia, con Regolamento dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. BNP Paribas Securities Services, soggetto al quale BancoPosta Fondi S.p.A. SGR ha conferito, a far data 15 luglio 2011, il compito di svolgere l’attività di Banca Depositaria e di calcolo del valore della quota, ha definito i principi generali del processo valutativo e fissato i criteri di valutazione da adottare per le diverse tipologie di strumenti finanziari. Il documento “Criteri di valutazione degli strumenti finanziari e significatività dei prezzi”, concerne: - i criteri di valutazione degli strumenti finanziari detenuti nel portafoglio del fondo, concordati con la SGR; - i criteri e le procedure organizzative poste in essere ai fini dell’individuazione e del controllo della significatività dei prezzi relativi agli strumenti finanziari quotati, concordati con la SGR e sottoposti al parere dell’organo di controllo. 1. Il valore degli strumenti finanziari ammessi alla negoziazione sui mercati regolamentati è determinato in base al prezzo di riferimento o all'ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di negoziazione. Per gli strumenti trattati su più mercati o circuiti alternativi (di negoziazione ovvero di scambi efficienti di informazioni sui prezzi) si fa riferimento alla fonte di prezzo ritenuta più significativa avendo presenti le quantità trattate, la frequenza degli scambi nonché l'operatività svolta dal fondo. 17 2. I titoli non ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati sono valutati al costo di acquisto, rettificato al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato, anche tenendo conto della situazione dell'emittente, del suo Paese di residenza e del mercato; al riguardo, si applicano i criteri previsti dal documento. 3. Gli strumenti finanziari illiquidi (classificati tra gli strumenti finanziari quotati e tra quelli non quotati), vale a dire gli strumenti finanziari per i quali i volumi di negoziazione poco rilevanti e la ridotta frequenza degli scambi non consentono la formazione di prezzi significativi, sono valutati rettificando il costo di acquisto al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato secondo i criteri applicativi previsti dal documento. 4. I titoli di nuova emissione vengono valutati, dalla data di acquisto fino alla data di inizio contrattazione ufficiale, al minore tra il prezzo di acquisto e quello di emissione. 5. Ai fini della determinazione del valore di libro delle rimanenze finali, si utilizza il metodo del costo medio ponderato. Tale costo è determinato tenendo conto dei costi di acquisto sostenuti nel corso dell’esercizio. Relativamente alle quantità detenute in portafoglio, le differenze tra i prezzi di valorizzazione dei titoli ed i costi medi ponderati determinano le plusvalenze o le minusvalenze. Gli utili e le perdite da realizzi riflettono invece la differenza tra i costi medi ponderati e i relativi valori di realizzo. Sezione II – Le attività II. 1 STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per Paese di residenza dell'emittente Paese di residenza dell’emittente Italia Altri Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE Altri Paesi Titoli di debito: - di Stato di altri enti pubblici di banche di altri 471.103.765 3.506.020 3.004.050 1.997.800 2.003.700 476.105.615 97,300 2.003.700 0,409 Titoli di capitale: - con diritto di voto - con voto limitato - altri Parti di O.I.C.R.: - aperti armonizzati - aperti non armonizzati - altri Totali: - in valore assoluto - in percentuale del totale delle attività 3.506.020 0,717 Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per mercato di quotazione Mercato di quotazione Italia Titoli quotati Titoli in attesa di quotazione Totali: - in valore assoluto - in percentuale del totale delle attività Paesi dell'UE Altri Paesi dell'OCSE 476.105.615 2.003.700 3.506.020 476.105.615 97,300 2.003.700 0,409 3.506.020 0,717 18 Altri Paesi Movimenti dell'esercizio 1.344.420.395 Controvalore vendite/rimborsi 1.272.047.973 1.320.748.180 23.672.215 1.243.327.183 28.720.790 1.344.420.395 1.272.047.973 Controvalore acquisti Titoli di debito: - Titoli di Stato - altri Titoli di capitale: Parti di O.I.C.R.: Totale Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per settore di attività economica Titoli di capitale Titoli di debito Parti di O.I.C.R. 6.510.070 2.003.700 471.103.765 1.997.800 Bancario Assicurativo Titoli di Stato Elettronico Totali 481.615.335 II. 2 STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari non quotati. II. 3 TITOLI DI DEBITO Duration modificata per valuta di denominazione. VALUTA EURO Totali Duration in anni minore o pari a 1 compresa tra 1 e 3,6 maggiore di 3,6 481.615.335 481.615.335 Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni su titoli strutturati. II. 4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI Al termine dell'esercizio non risultano in essere operazioni in strumenti finanziari derivati. II. 5 DEPOSITI BANCARI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in depositi bancari. II. 6 PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di pronti contro termine ed assimilate. II. 7 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di prestito titoli. II. 8 POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ Importo Liquidità disponibile: Totale 1.557.726 1.557.726 18.016.353 Totale 18.016.353 custodita presso la Banca Depositaria, si riferisce a: Liquidità da ricevere per operazioni da regolare: crediti da operazioni di vendita, stipulate ma non ancora regolate alla data del Rendiconto: Liquidità impegnata per operazioni da regolare: -15.002.584 debiti da operazioni di acquisto, stipulate ma non ancora regolate alla data del Rendiconto: Totale Totale posizione netta di liquidità 19 -15.002.584 4.571.495 II. 9 ALTRE ATTIVITA’ Importo Ratei attivi per: - Interessi su disponibilità liquide - Interessi su Titoli di Stato - Interessi su Obbligazioni 5 3.000.581 131.180 Risparmio di imposta Altre Totale 3.131.766 Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data del Rendiconto in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI BTP 4,25% 01/08/2014 BTP 3,5% 01/06/2014 CCT 01/03/2014 BOT 30/05/2014 CTZ 31/01/2014 BTP 3% 01/04/2014 BOT 12/09/2014 BTP 6% 15/11/2014 CTZ 30/09/2014 BOT 14/04/2014 BTP 4,25% 01/07/2014 CCT 01/12/2014 BOT 31/01/2014 BOT 31/03/2014 BOT 30/04/2014 BOT 12/12/2014 BOT 14/05/2014 BOT 30/06/2014 UBS 16/05/2014 BOT 14/07/2014 UNICREDIT 5,25% 14/01/2014 ING GROEP 27/02/2015 ENEL 20/06/2014 INTESA SANPAOLO 12/05/2014 Codice ISIN Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo IT0003618383 IT0004505076 IT0004224041 IT0004969454 IT0004793045 IT0004707995 IT0004958168 IT0004780380 IT0004853807 IT0004909369 IT0004750409 IT0004321813 IT0004940109 IT0004958176 IT0004965098 IT0004981251 IT0004920077 IT0004981269 XS0783295131 IT0004940091 XS0408165008 XS0966078908 XS0306644930 XS0624833421 54.549.134 50.546.500 50.041.000 49.845.515 49.217.178 40.227.200 25.788.591 25.044.240 23.789.259 16.965.617 16.269.600 14.007.140 11.992.793 9.982.499 9.975.262 9.916.931 4.986.446 4.981.171 3.506.020 2.977.689 2.503.325 2.003.700 1.997.800 500.725 11,147 10,330 10,227 10,187 10,058 8,221 5,270 5,118 4,862 3,467 3,325 2,863 2,451 2,040 2,039 2,027 1,019 1,018 0,717 0,609 0,512 0,409 0,408 0,102 Sezione III – Le passività III. 1 FINANZIAMENTI RICEVUTI Nel corso dell'esercizio il Fondo non ha fatto ricorso ad operazioni di finanziamento. Il Fondo ha fatto ricorso a forme di indebitamento a vista per sopperire a temporanee esigenze di tesoreria. III. 2 PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in pronti contro termine passivi ed operazioni assimilate. III. 3 OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di prestito titoli. III. 4 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari derivati che diano luogo a posizioni debitorie a carico del fondo. 20 III. 5 DEBITI VERSO I PARTECIPANTI Rimborsi richiesti e non regolati Data regolamento del rimborso Data valuta 23 dicembre 2013 27 dicembre 2013 30 dicembre 2013 2 gennaio 2014 3 gennaio 2014 7 gennaio 2014 Importo 1.019.449 1.077.703 991.837 TOTALE 3.088.989 III. 6 ALTRE PASSIVITA’ Importo Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati per: - Commissioni di gestione relative all'ultimo mese dell’esercizio - Commissioni di Banca Depositaria relative all’ultimo trimestre dell'esercizio - Spese di revisione 124.844 48.071 5.716 Debiti di imposta Altre 624 1 - Rateo interessi passivi su c/c - Arrotondamenti Totale 179.256 Sezione IV – Il valore complessivo netto Variazioni del patrimonio netto Rendiconto al 30/12/2013 Patrimonio netto a inizio periodo Rendiconto al 28/12/2012 Rendiconto al 30/12/2011 415.794.229 216.766.102 202.218.262 19.051.903 416.152.903 6.751.650 1.109.193 3.931.108 404.869.774 1.376.000 3.624.690 6.655.706 174.520.227 105.250 1.616.781 2.356.767 -328.913.369 -42.154.116 -5.673.150 -181.699.089 -33.561.039 -2.237.915 -148.633.698 -2.844.410 -12.573.077 486.050.351 415.794.229 216.766.102 87.812.270,930 75.719.324,454 40.335.810,630 254.300,243 0,290 246.036,867 0,325 128.870,872 0,319 Incrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni da fusione - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata b) risultato positivo della gestione Decrementi: a) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita b) proventi distribuiti c) risultato negativo della gestione Patrimonio netto a fine periodo Numero totale quote in circolazione Numero quote detenute da investitori qualificati % quote detenute da investitori qualificati Numero quote detenute da soggetti non residenti % quote detenute da soggetti non residenti Sezione V – Altri dati patrimoniali Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari derivati che diano luogo a posizioni debitorie nei confronti del Fondo. Il Fondo non detiene attività e passività denominate in valute diverse dall’Euro. Il Fondo non detiene attività o passività nei confronti di altre società del gruppo di appartenenza di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR. 21 Parte C: Il risultato economico dell’esercizio Sezione I – Strumenti finanziari quotati e non quotati e relative operazioni di copertura I.1 RISULTATO DELLE OPERAZIONI SU STRUMENTI FINANZIARI Risultato complessivo delle operazioni su: A. Strumenti finanziari quotati 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Parti di O.I.C.R. - aperti armonizzati - non armonizzati B. Strumenti finanziari non quotati 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale 3. Parti di O.I.C.R. Utile/perdita da realizzi di cui: per variazioni dei tassi di cambio - 4.061.901 - 4.061.901 Plusvalenze/ minusvalenze di cui: per variazioni dei tassi di cambio - 2.433.510 - 2.433.510 I. 2 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in derivati. Sezione II – Depositi bancari Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni in depositi bancari. Sezione III – Altre operazioni di gestione e oneri finanziari Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di pronti contro termine e assimilate. Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di prestito titoli. Il Fondo ha fatto ricorso a forme di indebitamento a vista per sopperire a temporanee esigenze di tesoreria. Nella sottostante tabella si riepilogano gli interessi passivi su c/c: Interessi passivi su finanziamenti ricevuti Descrizione Saldo Interessi passivi su scoperto di c/c - su c/c denominati in Euro 624 22 Sezione IV – Oneri di gestione IV. 1 Costi sostenuti nel periodo 1) Provvigioni di gestione - provvigioni di base - provvigioni di incentivo 2) 3) TER degli OICR in cui il fondo investe Compenso della banca depositaria - di cui eventuale compenso per il calcolo del valore della quota 4) Spese di revisione del fondo 5) Spese legali e giudiziarie 6) Spese di pubblicazione del valore della quota ed eventuale pubblicazione del prospetto informativo Altri oneri gravanti sul fondo 7) - Contributo CONSOB TOTAL EXPENSE RATIO (TER) 1.532 0,301 1.532 0,301 188 0,037 31 0,006 6 0,001 5 0,001 1 0,000 1 0,000 1.732 0,340 (SOMMA DA 1 A 7) 8) Oneri di negoziazione di strumenti finanziari (**) di cui : - su titoli azionari - su titoli di debito - su derivati - altri (da specificare) 9) Oneri finanziari per i debiti assunti dal fondo 10) Oneri fiscali di pertinenza del fondo TOTALE SPESE 1,075 1 1.733 0,340 (SOMMA DA 1 A 10) (*) Calcolato come media del periodo. (**) Per i titoli di debito non è possibile determinare gli oneri di intermediazione corrisposti ai negoziatori. IV. 2 Provvigione di incentivo Non è prevista alcuna provvigione di incentivo. 23 % sul valore del finanziamento % sul valore dei beni negoziati % sul valore complessivo netto (*) Importi corrisposti a soggetti del gruppo di appartenenza della SGR Importo (migliaia di euro) % sul valore del finanziamento % sul valore dei beni negoziati Importo (migliaia di euro) ONERI DI GESTIONE % sul valore complessivo netto (*) Importi complessivamente corrisposti Sezione V – Altri ricavi ed oneri Importo Interessi attivi su disponibilità liquide: si riferiscono a interessi maturati sulla liquidità disponibile, detenuta per esigenze di tesoreria e depositata presso la Banca Depositaria - su c/c Altri ricavi: - sopravvenienze attive Altri oneri: - sopravvenienze passive Totale 5 1.202 -347 860 Sezione VI – Imposte Il fondo non presenta alcun saldo a credito o a debito relativamente all’“Imposta sostitutiva a carico dell'esercizio” sul risultato della gestione, prevista dal D.Lgs. N. 461/97. Parte D: Altre informazioni Nel corso dell'esercizio non sono state poste in essere operazioni di copertura dei rischi del portafoglio. Gli oneri corrisposti a controparti per l'intermediazione di strumenti finanziari di natura obbligazionaria sono inclusi nel prezzo di acquisto o dedotti dal prezzo di vendita dello strumento stesso; pertanto, per tali strumenti, non è possibile fornire una ripartizione di tali oneri per tipologia di controparte. Con particolare riferimento ai conflitti di interesse connessi ad accordi di riconoscimento di utilità al soggetto incaricato della gestione, non sono stati stipulati accordi di soft commission. Il soggetto incaricato della gestione non potrà concludere accordi di soft commission se non preventivamente autorizzato dalla Società Gestore. Il fondo non ha effettuato investimenti differenti da quelli previsti nella politica di investimento. Il tasso di movimentazione del portafoglio del fondo nell’esercizio (c.d. turnover), espresso dal rapporto percentuale tra la somma degli acquisti e delle vendite di strumenti finanziari, al netto delle sottoscrizioni e rimborsi delle quote del fondo, e il patrimonio netto medio del fondo nel periodo è risultato pari al 353,18%. 24 BancoPosta Fondi S.p.A. SGR con Socio Unico
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