Untitled - Distretto 108 Yb

Sommario
Percorrere una autostrada di solidarietà di Nicola Marinaro
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Parliamo dei problemi dei giovani con i giovani di Gianfranco Amenta
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Servire per il piacere di essere utili di Gianfranco Amenta
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Passione, sentimento, amore e orgoglio dell'appartenenza di Antonio Palmeri
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Ieri, oggi, domani di Pino Grimaldi
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Il sogno di un branco di leoni di Domenico Messina
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Essere Lions è coerenza e testimonianza di Giuseppe Scamporrino
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Un percorso per crescere di Salvo Ingrassia
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L'importanza di fare squadra di Francesco Freni Terranova
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Coinvolgiamo i soci daremo concretezza agli obiettivi di Vincenzo Spata
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Italia: un Paese dalle enormi risorse di Roberto Timbarello
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La questione giovanile tra «euristiche della disponibilità» ed esigenze di formazione alla
«cittadinanza attiva» di Orazio Liciardello
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Valori dell'associazionismo e del lionismo di Gaspare Biondo
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Riflessioni sulla fuga da una società in crisi di Francesca Dugo
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Cambiano gli scenari europei ed internazionali?di Ines Tomaselli
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Io c’ero, tu c’eri, egli c’era di Vittoro Di Carlo
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Lions Day di Marco Stassi
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Leadership-Lions e Cultura Lions di Toti Plescia
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Adattamento al clime che cambia Catania pronvincia resiliente? di Luigi Savarino
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Un poster per...solidarietà di Maurizio La Spina
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Congresso 10 maggio 2014 Relazione segretario distrettuale di Luigi Fricano
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RUBRICA SUPPLEMENTARE "DIONISIO": un metodo di partecipazione
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Percorrere una autostrada di solidarietà
di Nicola Marinaro*
Ci avviciniamo alla fine dell'anno lionistico e fra non molto il Governatore Prof. Gianfranco
Amenta passerà il testimone al Governatore eletto Ing. Salvatore Ingrassia che avrà il
compito di guidare il Distretto 108 Yb per l'anno sociale 2014-2015.
Che dire di questo anno che si avvia alla conclusione? Non spetta a noi, responsabili
dell'informazione nell'ambito del Distretto, dare un giudizio, una valutazione che compete
ad altri organi istituzionali. Noi registriamo gli eventi e ne diamo notizia ai nostri Soci. E fra
gli eventi ultimi da sottolineare è la lettera personale che il Presidente Internazionale Barry
J. Palmer ha indirizzato ai leader dei Clubs. "Siamo più forti" ci dice il Presidente che afferma :" è stato un anno di
conquiste che hanno portato i nostri club a nuovi livelli di successo".
Un giudizio, questo, che riguarda anche il nostro Distretto e soprattutto l'intensa attività svolta dal Governatore
Gianfranco Amenta che giustamente esprime la propria soddisfazione per le 497 iniziative realizzate nel distretto
dai club, anche se in parte sono state diverse rispetto ai temi e ai service nazionali e distrettuali. La stessa "vita" dei
clubs è stata fortemente stimolata dalle direttive, dai consigli, dalle sollecitazioni, come pure dalle necessarie
critiche che Gianfranco Amenta non ha mai mancato di rivolgerci durante l'intero anno sociale. I risultati sono stati
evidenti in varie occasioni e nell'ambito di alcuni club troppo a lungo "sonnacchiosi". Nel corso dell'anno Il nostro
Distretto è riuscito, fra i tanti successi, a stilare un protocollo d’intesa con l’Assessorato Regionale alla Salute e
questo, dice Amenta, "è stato un motivo di orgoglio". Anche per quello ambientale è in definizione un protocollo
d’intesa con l’Ordine degli ingegneri e dei geologi. Fra i motivi di soddisfazione il Governatore sottolinea l’alta
percentuale di prossimi presidenti che ha partecipato ai seminari appositamente strutturati e i numerosi CEP
effettuati da vari club.
Tutto bene, quindi? No, e Gianfranco Amenta, che non ha "peli sulla lingua", stigmatizza, sul piano personale, le
faziosità che, dice, "con mio vivo rammarico sono serpeggiate e compiute da soggetti che, per il ruolo ricoperto,
avrebbero dovuto dimostrarmi grande vicinanza".
Con onestà intellettuale ha anche voluto manifestare " il dubbio - riteniamo non fondato - di non aver fatto
abbastanza, di aver perso delle occasioni per incidere maggiormente". Spetta solo a lui dire se questo dubbio abbia
ragion d'essere. .Amenta è convinto, tuttavia, che un governatore dopo l’altro deve constatare di non poter riuscire
ad eliminare i problemi che affliggono la nostra struttura. Ma tutti, dice a conclusione del suo anno sociale,
dobbiamo "percorrere un'autostrada di solidarietà, donare un sorriso a chi soffre, lenire i bisogni, essere i
portavoce dei più deboli nei confronti delle istituzioni".
Noi responsabili dell'informazione gli dobbiamo un sentito ringraziamento per averci guidati e sorretti nel nostro
lavoro e per quanto affermato nella sua ultima relazione: " è stata preziosa la linea editoriale impressa alla nostra
rivista in versione telematica dal Direttore Nicola Marinaro e da Antonio Palmeri. Le news curate da Mariano
Barbara hanno consentito ai soci di avere piena ed immediata cognizione degli eventi realizzati e da realizzare."
*Direttore responsabile
Rivista del Distretto 108Yb
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Parliamo dei problemi dei giovani con i giovani
di Gianfranco Amenta*
Intervento del 9 maggio 2014 - XVIII Congresso Distrettuale - Hotel Sheraton - Catania
Il LIONS non può rimanere insensibile al problema dei giovani.
E’ il fulcro del divenire economico e sociale del nostro Paese e pertanto il prenderne cognizione
ed il proporre possibili rimedi concretizza uno degli scopi della nostra Associazione.
Il Presidente della Repubblica, nell’intervento formulato per il primo maggio, ha fatto riferimento
al grave problema della mancanza di lavoro ed in particolare per i giovani.
Sinteticamente leggiamo i segnali di allarme.
Dai numeri che provano ad indicare lo stato di salute dell'università italiana, c'è un dato che
rileva: è quel 23% scritto nel rapporto Anvur alla voce studenti che abbandonano i corsi prima di
arrivare alla laurea. Messo accanto al 21,2% di studenti che rimangono iscritti, ma che in un anno
non ottengono nemmeno una quota minima dei 60 crediti formativi previsti da ogni piano di studi, il dato fotografa
un'ampia fetta di popolazione universitaria disorientata, che spesso abbandona gli studi e va a infittire quella
disoccupazione giovanile raddoppiata negli ultimi sei anni.
Quale la primaria conseguenza di simile indice di impoverimento del percorso di formazione universitaria: un vero e
proprio “boom” nella propensione dei giovani italiani a esplorare la possibilità di andarsene via. Un segnale forte del
rischio di una nuova ondata di emigrazione dalle proporzioni d'altri tempi? Proporzioni impreviste, nonostante la
crisi, che potrebbero portarci a un modello “polacco”: essere paese di emigrazione (più qualificata) e allo stesso
tempo d'immigrazione (meno qualificata). Questo il messaggio proveniente dai dati recentemente pubblicati.
Se continuassero le migrazioni come nel 2013 per i prossimi anni, infatti, su 13 giovani italiani uno si trasferirebbe,
per cercare lavoro o lavorare in modo esplicito, nel Regno Unito.
Così come prospettati i dati non possono che essere valutati come indice di un contesto negativo.
Ma sono certamente da escludere letture dei dati che possano mitigare lo sconforto?
Per quel che concerne la patologia di rigetto che sembra colpire l’università, l’antidoto potrebbe rinvenirsi nella
legge di conversione del “decreto scuola” (legge 128/2013, articolo 14, commi 1-ter e 1-quater) che punta sulle
alleanze tra università e imprese per realizzare progetti formativi congiunti durante i quali lo studente svolga un
adeguato periodo di formazione presso le aziende e ottenga per questa via fino a 60 crediti. In altri termini è il
rilancio dell'alto apprendistato, che in Francia e Germania coinvolge decine di migliaia di giovani all'anno e in Italia si
è fermato nel 2012 a quota 234 persone (142 nella sola Lombardia).
Il rilancio, naturalmente, non si costruisce in un giorno, perché per realizzarlo bisogna ripensare l'offerta formativa,
intrecciare rapporti più strutturali e costanti con il mondo dell'impresa, e far conoscere uno strumento che fa a pugni
con uno dei luoghi comuni più consolidati (e sbagliati) fra studenti e famiglie: quello per cui prima si studia, poi si
lavora.
Nella diffusione di una cultura differente, nell’indurre al cambiamento di stereotipi non più in sintonia con i tempi, i
LIONS possono offrire il loro contributo.
Certo, le condizioni per attuare le nuove regole possono avverarsi anche se non viene offerto alcun sostegno
economico. In questo contesto critico si potrebbe pensare a strumenti indiretti di incentivazione, per esempio sul
turn over oppure sui vincoli di utilizzo delle risorse che costellano la normativa degli ultimi anni, per invogliare
l'impegno degli atenei nell'alto apprendistato: nelle iniziative di successo, in grado di avviare nuovi percorsi
professionali per gli studenti, il rapporto costi/benefici sarebbe sicuramente positivo.
Sotto diverso profilo è da rilevare come gli indicatori provenienti dalla ricerca Anvur pongano in evidenza che il
laurearsi sia ancora conveniente e quindi ben può sfatarsi l’assunto che i laureati siano più disoccupati dei diplomati.
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La riforma del “3+2”, è oggetto ancora di rilevanti critiche. Benché abbia evidenti limiti, non può negarsi che oggi,
grazie a questa riforma, si laurea il 30% in più degli immatricolati rispetto a dieci anni fa. Anche gli altri Paesi hanno
fatto passi avanti e quindi l'Italia continua a restare indietro: siamo il penultimo paese in Europa per numero di
laureati.
Senza un incremento dei finanziamenti, legato strettamente alla valutazione e alla premialità, il nostro Paese
perderà strutturalmente capacità competitiva.
E’ pur vero che il finanziamento che arriva alle università del Sud è inferiore rispetto al Centro-Nord, ma se
guardiamo i dati con attenzione scopriamo che la causa di questo squilibrio è da addebitare in prevalenza, più che ai
minori finanziamenti statali, alle ridotte tasse universitarie. Nonostante che al Nord l'università costi di più, 25
giovani meridionali su 199 scelgono di “emigrare” per trovare condizioni di studio migliori. Chi resta al Sud, spesso
abbandona già al primo anno di università.
Occorre migliorare decisamente l'offerta didattica, sfoltire ulteriormente i corsi e tagliare i rami secchi.
La disoccupazione giovanile è imputabile per un buon 40% all'incapacità di realizzare un'efficace sistema di
transizione scuola-università-lavoro. E’ tempo di affrontare seriamente il deficit di orientamento che spinge molti
ragazzi a scelte sbagliate. Ben il 10% degli iscritti all'università cambia facoltà dopo il primo anno. I nostri giovani
stanno in panchina per 18 anni, si allenano a scuola e all'università, ma non entrano mai nel campo del lavoro. E
senza aver mai lavorato si ha più paura di uscire dal sistema educativo. Non a caso, solo un terzo degli studenti è in
corso nelle nostre università.
Chi si iscrive all'università deve essere accompagnato costantemente, altrimenti i tassi di abbandono aumenteranno
ancora. Abbiamo poi necessità di guardare alla competitività dei nostri atenei e renderli più attrattivi verso studenti
e docenti provenienti da Paesi più avanzati. Non è più tollerabile che i ricercatori di Paesi evoluti, a causa delle
complicazioni burocratiche dei visti, subiscano un trattamento da clandestini.
Il miglioramento dell'università è una responsabilità di tutti. Nei Paesi più evoluti il ceto imprenditoriale svolge un
ruolo trainante per lo sviluppo universitario e la sua internazionalizzazione. Una concreta collaborazione tra le
imprese e gli atenei è certamente un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
Qualche considerazione sulla migrazione dei cervelli; possiamo anche ipotizzare una lettura non in negativo. Non
dobbiamo ripercorrere lo stereotipo degli anni 50 quando migravano i giovani dall’Europa all’America solo andata.
Già negli anni 80 i giovani coreani emigrati in America venivano richiamati in patria offrendo loro potenziale umano e
strutture.
La globalizzazione è uno degli elementi che incide sulla mobilità in maniera positiva; le nuove mete Cina ed Australia
offrono, in questo contesto, maggiore possibilità di espressione, migliore apprendimento, maggiore cultura, nuova
capacità imprenditoriale.
Renzi ha recentemente evidenziato come l’importante sia che se un giovane lo voglia deve poter tornare in patria.
In questo caso il bagaglio culturale acquisito deve essere messo a frutto all’interno della nostra nazione. Bisogna
saper utilizzare la progettualità acquisita.
Guardare, quindi, il fenomeno in modo positivo, valutando le conoscenze acquisibili all’estero come un’opportunità.
Certo ancora una volta si dovrà sostenere il rientro, dovranno attuarsi percorsi che vadano ad agevolarlo.
Si gioca una partita essenziale. I LIONS ancora una volta potranno essere in prima linea con suggerimenti e
progettualità proprio per offrire quella sussidiarietà che la Costituzione ha riconosciuto alle Associazioni.
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Servire per il piacere di essere utili
di Gianfranco Amenta *
Intervento del 10 maggio 2014 - XVIII Congresso Distrettuale - Hotel Sheraton - Catania
Ed eccomi alla relazione di sintesi in cui si traccia il bilancio dell’attività svolta.
Prima consentitemi qualche breve riflessione.
Al momento dell’investitura quale governatore del distretto LIONS 108 y/b l’anno che avrei dovuto percorrere mi
sembrava interminabile, quasi non fosse composto da 365 giorni, ma da almeno il doppio. Poi tra una visita
amministrativa e l’altra, tra una conferenza ed una riunione distrettuale, tra un consiglio dei governatori ed un
congresso, il tempo è volato, i giorni mi sono sembrati scivolare con una velocità superiore a quella dei granelli di
sabbia tra le ampolline di una clessidra. Rimane il dubbio di non aver fatto abbastanza, di aver perso delle occasioni
per incidere maggiormente.
Una prima annotazione. Nell’iniziare a servire nell’incarico distrettuale assegnato dai soci si ritiene di essere
portatori di nuova modalità organizzativa, di progettualità diversa, di ascendente nei confronti dei soci e quindi di
poter far assurgere quasi d’incanto il distretto al colmo del prestigio nei confronti della comunità e delle istituzioni,
di far riacquistare l’orgoglio dell’appartenenza ai soci e quindi ottenere il loro incremento numerico.
Questo impulso, che si rinnova di anno in anno, è la molla che consente di affrontare l’arduo compito. Il risultato
non sarà mai pari alla grande carica che ogni eletto pone all’inizio. Dispiace dover percepire come i grandi
traguardi che si suppone di poter raggiungere non possono essere conquistati ed un governatore dopo l’altro deve
constatare di non poter riuscire ad eliminare i problemi che affliggono la nostra struttura.
Una delle difficoltà che attanaglia maggiormente il nostro distretto è la costante emorragia di soci. Quest’anno
sembra essere in misura più contenuta rispetto ad altri anni, ma il problema continua ad esistere ed è il
maggiormente rilevante poiché gli altri distretti iniziano ad andare in contro tendenza, anche il più consimile, lo
y/a.
Ne abbiamo discusso alla conferenza d’autunno; in quell’occasione ebbi a rilevare come si fosse innestata una
spirale perversa. Meno facciamo in modo mirato, meno la nostra associazione gode di prestigio, il minor prestigio
dell’Associazione conduce ad una disaffezione dall’associazione e quindi ad una perdita di credibilità di ciascun club
e conseguentemente alle dimissioni dei soci.
Continuo ad essere convinto che dobbiamo intervenire in prima battuta sulle cause che producono l’indebolimento
dell’associazione e non sull’effetto quale l’aumento dei soci.
Con la terapia dell’incremento ad ogni costo, si può correre il rischio di velocizzare quello che ho chiamato il
passaggio dalle porte girevoli, per cui il socio entra ed esce dall’associazione con tale velocità senza avere avuto il
tempo di capire perché sia entrato.
Quali i possibili rimedi.
Per un verso, il comportamento di coloro che si professano convinti sostenitori dell’associazione deve migliorare;
deve essere ispirato sempre più ai dettami del codice etico. Evitare, quindi, sterili polemiche, rispettare i ruoli, non
avere la brama sfrenata del protagonismo, sfuggire all’esaltazione dell’io, al sentirsi depositari del giusto, al gusto
della critica fine a se stessa, a non far dell’incarico il primario obiettivo da perseguire. Spesso si inverte il precetto
del codice etico: cauti nella lode generosi nella critica. Più il soggetto è conosciuto, più ricopre o ha ricoperto ruoli
di rilievo, maggiore deve essere la sua compostezza, l’eticità del suo comportamento. Non può trascurarsi la
circostanza che la maggiore visibilità sollecita altri alla sciocca imitazione, con conseguente indebolimento nel
territorio della nostra struttura quale riferimento etico.
Un past governatore ha sottolineato come il socio che non rispetta il codice etico si è già chiamato fuori
dall’associazione.
In sintesi la prima dote che deve possedere l’associato è quella di servire per il piacere di essere utile agli altri così
come il nostro fondatore che non volle mai ricoprire la carica di presidente. Mi sia consentito ricordare le parole di
Gabriel Garcia Marquez: “Un uomo ha diritto di guardare un altro dall’alto solo per aiutarlo a rialzarsi.”
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Ho cercato, pur con tutti i miei limiti, di non farmi coinvolgere in faziosità che con mio vivo rammarico sono
serpeggiate e compiute da soggetti che, per il ruolo ricoperto, avrebbero dovuto dimostrarmi grande vicinanza.
Non ho raccattato le pietre lanciate dal protagonista di turno, essendo animato dall’intento di servire nel modo
migliore la nostra Associazione in cui credo in maniera convinta.
Passiamo ora all’attività. Annotiamo quanto di essa può essere causa di influenza negativa al buon andamento
della nostra realtà.
Dal monitoraggio che il buon Ninni Giannotta ha effettuato su mio incarico, si nota che delle 497 attività realizzate
nel distretto dai club, il 39% sono diverse rispetto ai temi e ai service nazionali e distrettuali. Va subito detto che fra
le attività non sono state prese in considerazione le riunioni di formazione, le mere conviviali, le gite, gli impegni
distrettuali, le riunioni di circoscrizione e di zona.
Orbene una percentuale così alta indica che il lionismo siciliano soffre ancora della “sindrome dell’anno del
presidente”. Nella mia relazione, distribuita all’inizio dell’anno sociale, scrivevo: “La positività della nostra
immagine, la capacità di acquisire autorevolezza, la possibilità di essere presi in considerazione dalla comunità e
dalle istituzioni, si fonda sulla qualità degli interventi che sapremo svolgere nel territorio di pertinenza. La qualità
sarà raggiunta ove il nostro intervento sia il frutto di una capace ed attenta proposizione di alcuni dei temi e dei
services nazionali e distrettuali, evitando fuorvianti tematiche frutto della fantasia del Presidente di turno. La scelta
fra i vari temi e services avverrà in relazione alle esigenze della comunità in cui opera ciascun club in modo che
quanto realizzato abbia comunque una evidente ricaduta a favore del territorio.”
Il desiderio di tracimare in attività di nicchia per le quali non siamo vocati ci fa perdere la nostra identità di
predisposti a servire e fa smarrire i soci che sono entrati per compiere tale missione.
Sempre dalle attività svolte dai clubs mi sia consentito prendere spunto per evidenziare quanto può formare
motivo di mia soddisfazione.
E’ da dire che esiste una larga fetta di lions generosi e disponibili che ben può essere considerato lo zoccolo duro su
cui poggia il nostro edificio e tramite i quali possiamo avere l’orgoglio di essere lions.
In primo luogo si è manifestata una spontanea condivisione con il Tema ed il Service distrettuale che segnano il
36% di realizzazione. Svetta il service distrettuale sulla cultura delle prevenzione ed in particolare quella in ambito
sanitario. L’avere avuto, grazie anche a Franco Cirillo, l’opportunità di stilare un protocollo d’intesa con
l’Assessorato Regionale alla Salute è stato un motivo di orgoglio. Ha posto la nostra associazione nel novero delle
realtà che concretizzano il principio di sussidiarietà inserito nel tutolo V della nostra Carta Costituzionale. Dai primi
dati la nostra opera di sensibilizzazione ha prodotto un incremento alla sottoposizione allo screening oncologico.
Speriamo che il service sulla prevenzione delle ludopatie proposto dal club di Milazzo a livello MD sia votato.
Anche per quello ambientale è in definizione, grazie a Luigi Licata, un protocollo d’intesa con l’Ordine degli
ingegneri e dei geologi.
Mi sono profondamente emozionato quando ho avuto contezza della risposta data alla mia richiesta di intervento
nei confronti dei migranti. L’avere avuto il privilegio, insieme ai Lions che indossavano il nostro giubbotto, di
consegnare al Prefetto di Ragusa, vestiario, medicinali e giocattoli onde sostenere le richieste avanzate dai centri
di accoglienza mi ha consentito di poter toccare con mano la sensibilità, la generosità dei lions del distretto. E ciò
senza trascurare tutte le altre attività realizzate nei confronti di questi sfortunati fratelli dalle varie circoscrizioni
con diversi tipi di intervento tra i quali i significativi corsi di alfabetizzazione. Per finire con le borse di studio,
d’intesa con l’ordine degli architetti di Agrigento, per giovani architetti che parteciperanno in Lampedusa alla
selezione di progetti per i centri di accoglienza.
E’ stato per me motivo di soddisfazione vedere come il coinvolgimento dei LEO abbia segnato una positiva intesa
per quanto realizzato insieme e ciò sia a livello di service, mi riferisco al progetto Martina e a quello paritetico “i
giovani e la sicurezza stradale”, nonché all’incontro tra lions e Leo e la tavola rotonda realizzata in questo
congresso.
Grazie ai componenti del GMT e del GLT sono proseguite le attività formative anche se ancora partecipate in modo
contenuto. Inizia a percepirsi la necessità di essere formati. Troppo spesso si presume di sapere, ancor più
frequentemente non si adegua il proprio modo di vivere il lionismo alle mutate esigenze sociali.
Il dato significativo è l’alta percentuale di prossimi presidenti che ha partecipato ai seminari appositamente
strutturati e i numerosi CEP effettuati da vari club.
Ho sollecitato un colloquio diretto con i soci e i primi segnali di risposta fanno ben sperare; sono fermamente
convinto che il partecipare, il prendere attivo interesse alla nostra associazione, in modo da rinvigorire un
costruttivo dibattito associativo, possa far realizzare ancor prima e più incisivamente attività al passo con i tempi.
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In questo contatto è stata preziosa la linea editoriale impressa alla nostra rivista in versione telematica dal
Direttore Nicola Marinaro e da Antonio Palmeri. Le news curate da Mariano Barbara hanno consentito ai soci di
avere piena ed immediata cognizione degli eventi realizzati e da realizzare.
Ho avuto l’onore di poter consegnare al Sindaco di Messina, a Giampilieri, il sistema di telerilevamento, onde
segnalare la metamorfosi del terreno ed avvertire la popolazione in tempo utile per evitare drammatiche stragi. Un
progetto di grande rilevanza sociale, un fiore all’occhiello del nostro distretto. Per la realizzazione dello stesso si
sono susseguiti più governatori, Pellegrino, Scamporrino, Di Pietro, Pogliese, che hanno operato per il
raggiungimento dell’obiettivo.
Un grazie ad Antonio Rizzo per la passione e l’impegno profuso.
Andrò a consegnare, alla presenza del Sindaco, al Teatro Comunale di Siracusa, di un “Impianto ad induzione
magnetica” attraverso il quale i portatori di disabilità uditiva potranno usufruire, durante le rappresentazioni, di un
ascolto ottimale.
Un grazie a Giuseppe Reale per l’impegno
Proprio ieri il Gabinetto distrettuale ha accolto la mia proposta di destinare le economie che gli officer distrettuali
sono riusciti a realizzare all’acquisto di un cane guida per un non vedente. Durante il Lions day abbiamo avuto la
gioia di partecipare alla donazione da parte dei LEO di un cane guida ad una giovane. Spero di poter far vibrare
ancora una volta i cuori dei LIONS donando due occhi per chi non vede.
Servire come governatore è indubbiamente un’esperienza unica ed esaltante; si ha la possibilità di comprendere
quanto calore, sostegno, utilità può offrire la nostra associazione. Possiamo percorrere un autostrada di solidarietà,
donare un sorriso in chi soffre, lenire i bisogni, essere i portavoce dei più deboli nei confronti delle istituzioni.
Basta volerlo intensamente ed adeguare il nostro modo di essere a tale obiettivo.
Durante il mio percorso di quest’anno ho avuto quasi sempre vicino negli incontri i due vice governatori ed il past
presidente del consiglio dei governatori. La loro presenza è testimonianza di una condivisione del percorso che ho
cercato di tratteggiare. Li ringrazio per questo sostegno.
Ringrazio tutti coloro che ai vari livelli mi hanno collaborato, nonchè coloro che mi hanno confortato, sostenuto,
offerto preziosi e disinteressati consigli. Un ringraziamento al FIP e al Past Direttore Internazionale per la loro
cortese e costante presenza nelle manifestazioni di rilievo del distretto.
Vorrei chiudere la mia relazione con le parole del Cardinale Martini “Quando seguo una catastrofe solo in
televisione o sul giornale mi sento soprafatto ed impotente. Quando invece aiuto qualcuno, sento la forza. Stare a
guardare deprime, aiutare sorprende con l’esperienza di poter salvare una vita… Il primo compito delle istituzioni
sociali … è consentire a tutti gli uomini di buona volontà, ed in primo luogo ai giovani, di accedere a persone e
situazioni in cui possono rendersi utili.
Noi LIONS dobbiamo percepire che possiamo divenire artefici del cambiamento e far abbandonare quella
globalizzazione dell’indifferenza divenuta il vestimento dei più.
Sono certo che questo mio sogno di realizzerà sempre più.
* Governatore 2013-2014
Distretto 108 Yb
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Passione, sentimento, amore e orgoglio dell'appartenenza
di Antonio Palmeri*
Un altro anno lionistico sta per concludersi.
Insieme abbiamo sognato di raggiungere quegli obiettivi che potessero dar lustro all'Associazione
affermandone il diritto ad appartenere alle Organizzazioni ONLUS che più si spendono per i diritti
umani e sociali, a partire dall'attenzione riservata alle esigenze dei territori sui quali i Clubs
operano.
Siamo consapevoli di non essere riusciti a dare risposta a tutti i bisogni della collettività
nonostante la mole di attenzione e la sensibilità che ci hanno accompagnate durante il nostro
percorso. Penso, per esempio, alla gravità della immigrazione clandestina della quale questa testata ha avuto modo
di occuparsi più volte ed alle iniziative che il nostro distretto ha condotto cercando di alleviare i disagi di questi nostri
fratelli. Penso ancora al protocollo d'intesa firmato con la Regione Sicilia nell'ambito sanitario; alle iniziative a favore
degli audiolesi e delle popolazioni del messinese; alla donazione del cane guida per non vedenti donato ad una
giovane ipovedente; alla proposta depositata da una Zona del catanese, alla Regione Sicilia, finalizzata al recupero
della cenere vulcanica per trasformare in risorsa produttiva la negatività dell'evento a vantaggio delle crescite
economiche ed occupazionali della nostra Terra; alla tavola rotonda organizzata in occasione del recente Congresso
distrettuale di maggio sui problemi dei giovani soprattutto in ordine al loro inserimento nel mondo del lavoro.
Interrompo la mia incompleta elencazione chiedendo scusa per tutto quanto ho certamente dimenticato.
Il nostro Governatore, Gianfranco Amenta, al quale va un doveroso ringraziamento, ha voluto con forza e
determinazione promuovere, condurre o anche solo avviare - nel presupposto che nel segno della continuità
verranno successivamente concluse - le ricordate iniziative e tante altre ancora.
Gli rivolgo un sincero personale ringraziamento per avermi offerta l'immeritata opportunità di potermi occupare
dell'informazione.
Obiettivo di questa Redazione era quello di informare periodicamente i soci e, possibilmente, loro amici e
conoscenti- anche al fine di farli interessare ed appassionare al Sodalizio- circa le molteplici attività prodotte nel
Distretto riservando alla rivista, oggi edita esclusivamente online, contenuti ed interventi che testimoniassero
l'impegno dei Lions a favore del territorio e non solo. Speriamo di essere riusciti, almeno in parte, a raggiungere
apprezzabili risultati. Consapevoli che questo strumento potrà e dovrà essere migliorato, consentiteci di affermare
l'impegno profuso per la sua realizzazione.
Non a caso sono passato dall'esposizione in "prima persona" a quella plurale. Infatti, insieme a me, per raggiungere i
risultati, si sono adoperati il nostro Direttore editoriale Nicola Marinaro ed il Coordinatore Comitato distrettuale per
l'informatizzazione e le applicazioni informatiche, Claudio Vetrano. Li ringrazio entrambi sentitamente.
Approfitto di questo breve messaggio di commiato per ringraziare anche l'amico e compagno di viaggio Mariano
Barbara il quale, con puntuale solerzia, ha fatto delle sue "News" l'indispensabile ed imprescindibile fonte di
informazione quotidiana.
PASSIONE, SENTIMENTO, AMORE E ORGOGLIO DELL'APPARTENENZA sono i propulsori che fanno muovere ed
apprezzare la nostra grande Associazione. Poco importa quale metodo sceglieremo, l'importante è trasmettere e
partecipare i valori che ci appartengono.
Buone vacanze a tutti.
*Redattore Capo
Rivista online Distretto 108Yb
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Ieri, oggi, domani
di Pino Grimaldi*
Tutto cominciò con” un mattone per i disabili”. Idea e progetto ambiziosi che a ridosso del nuovo millennio
Salvatore Castorina, insigne chirurgo e uomo dalle mille iniziative, ma soprattutto Lion
doc generoso ed umile, assieme al mai troppo compianto Saro Cacciola, past
Governatore distrettuale, portano alla attenzione di un Congresso del nostro Distretto
come service per antonomasia per dare concretezza alla nostra filosofia della
solidarietà umanitaria con la creazione di una “casa vacanza per disabili”. Scetticismo
nei primi tempi(anni) e poi via ,via compenetrato convincimento e della bontà e
giustezza dell’idea e della fattibilità del progetto. I Lions contribuiscono con gioia e
LCIF con fiducia da il proprio contributo.
Nel giugno del 2008 dopo due anni di lavoro,lo stabile ed il service vengono inaugurati a Linguaglossa ove
l’Amministrazione Comunale aderisce ad intitolare la piazza antistante l’edificio a Melvin Jones nel tripudio
anche del cielo perché piovve a dirotto e non solo!
Ora tagliato il nastro della dirittura d’arrivo con la approvazione dei Delegati al Congresso Nazionale di
Vicenza del “Campo Italia disabili” per il triennio 2015/18 da tenere nel “Campus case vacanze disabili” nel
mese di luglio di ogni anno sotto la sovrintendenza dell’ottimo Prof. Salvatore Castorina e direzione di
Aldo Cordaro già Chairman degli Scambi giovanili del nostro Distretto:alea jacta est!
Ecco allora a coronarsi il sogno del Governatore Gianfranco Amenta che ha seguito e saputo far valutare in
maniera adeguata ed encomiabile il progetto dal CdG, che lo ha posto all’ordine del giorno nella
convinzione di offrire al Lionismo italiano una chance ed a chi nel bisogno-i disabili- una opportunità di
giusto svago, invero unica e per il luogo e per le attrezzature.
Si chiude cosi un anno di cui Amenta ha da esser ben orgoglioso per la molteplici iniziative che ha saputo
indurre, suggerire, facilitare e far realizzare in uno spirito di grande sintonia con tutti i Lions che hanno
visto in lui chi nella funzione espletata con signorilità, intelligenza e conoscenza in verità “governa” senza
particolarità comportamentali per alcuno,non in cerca di clientele a futura memoria, ma con l’alto senso
della rispettabilità e responsabilità per la funzione intesa solo ed unicamente come “servizio”.
Lions International è orgoglioso d’avere nelle proprie fila personalità come Amenta che onorano
l’Associazione dandole credito ed apprezzamento di certo forieri di migliore fortune per la vita dei Clubs
che, a ben ragione, possono mostrare tanti gioielli per essere certi che cooptando nuovi soci costoro stiano
con gioia nel club e dare a quanti e da tempo Lions l’orgoglio della appartenenza a quella che di certo é la
più grande Associazione di Clubs service oggi esistente nel mondo.
Ora comincia il domani. Lunga vita al 108 Yb Sicilia e grazie a quanti testimoniano la loro volontà di servire
donando non solo quod superest ma anche una parte del loro cuore e dando al domani certezza di bene,
giusto ed utile per i recettori del nostro essere Lions: i bisognosi.
*Former International President
Lions Clubs International
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Il sogno di un branco di leoni
di Domenico Messina*
Il sogno, nella sua corretta accezione scientifica, è un fenomeno psichico legato al sonno ed è
caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto
sognante, ma i sogni a cui il Presidente Internazionale Barry Palmer, ha fatto riferimento nel corso di
questo anno, sono quei sogni che, realizzati, attraverso l’impegno ed il servizio disinteressato, riescono a
cambiare realtà tristi, talora drammatiche, in realtà ricolme di gioia e di serenità.
Leiji Matsumoto (pseudonimo di Akira Matsumoto), fumettista e animatore giapponese, fa dire a Phantom F.
Harlock, antenato di Capitan Harlock, che “i sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano e che, se
continueremo a credere nei nostri sogni, nulla nella nostra vita sarà stato fatto invano”.
Ecco perché il sogno di Melvin Jones non è svanito, perché tanti Lion, uomini e donne, in tanti parti del mondo, lo
hanno tenuto vivo, si sono impegnati, hanno faticato, si sono sacrificati per questo sogno, e sono stati capaci, con le
loro azioni, di cambiare la vita di milioni persone, di dare qualità alla vita di milioni di persone, vincendo lo
scetticismo di chi sosteneva, allora nel lontano 1917, come ancora oggi, che il mondo è popolato solo da individui
che pensano esclusivamente al bene individuale.
Il Presidente Internazionale incoming, Jo Preston, nel corso del nuovo anno, non mancherà di ricordarci che noi
siamo Lions Clubs International e che noi non possiamo indietreggiare di fronte alle difficoltà, non possiamo farci
vincere dal disfattismo e dallo scetticismo, nulla e nessuno infatti può fermare un branco di Leoni, soprattutto un
branco di leoni che vogliono rafforzare il loro orgoglio di essere tali (strengthen the pride).
E’ vero che il branco di leoni (pride), nel regno animale, indica un gruppo di animali che si riuniscono
spontaneamente e operano in modo omogeneo, ma nel nostro caso si vuole fare riferimento ad un gruppo di esseri
umani liberi, attivi, che operano, sotto le insegne di LCI, per un ideale altruistico, cosa certamente ben diversa, ad
esempio, dall’immagine di un "gregge", in cui gli individui, per ingraziarsi uno pseudocapo di turno, perdono la
propria autonomia a favore di comportamenti conformisti e passivi, che nulla hanno a che fare con la nostra vera
missione.
Occorrerà quindi che tanti altri uomini e donne si innamorino della nostra idea, non certo per aumentare “i numeri”,
ma per una crescita della affiliazione che ci consenta di accrescere la nostra capacità di servire, coerentemente con il
nostro primato, per rispondere ai tanti bisogni umanitari.
Non so se con questo scritto sono riuscito a rendere, all’amico lettore, correttamente l’immagine del branco di leoni
che insegue un sogno, ma di una cosa sono certo che, come affermava, Thomas Edward Lawrence (1888 – 1935),
archeologo e scrittore britannico, nella suo lavoro - I sette pilastri della saggezza: ”Tutti gli uomini sognano: ma non
allo stesso modo. Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano di giorno per
scoprire la vanità di quelle immagini; ma coloro i quali sognano di giorno, sono uomini pericolosi, giacché ad essi è
dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino”.
*Direttore Internazionale 2010-2011
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Essere Lions è coerenza e testimonianza
di Giuseppe Scamporrino*
Il momento in cui veniamo cooptati nel nostro club e in LCI, siamo invitati a pronunciare delle promesse, che ci
impegnano a condividere i principi e le finalità della nostra Associazione, ed a concretizzarli
per migliorare la qualità di vita delle comunità e lo stato dei territori.
Noi promuoviamo la dignità umana e il bene comune; questo è il nostro fine unico, e il club è
il titolare della estrinsecazione pratica di ciò nel proprio territorio.
Il club, cioè noi che ne siamo i protagonisti attivi, ha motivo di esistere se è utile alla comunità
locale e a quella globale; l’utilità legittima l’esistenza di un lions club.
Ovviamente, per essere utili bisogna essere efficaci e seguire delle regole idonee: bisogna
lavorare in maniera progettuale e per obiettivi, e bisogna farlo insieme in amicizia; in sintesi
noi lions condividiamo dei principi comuni universalmente accettati, e perciò non soggetti ad
aggiornamenti, valori che però dobbiamo mettere in pratica nei modi dovuti, cioè adeguati al
tempo che viviamo, mettendoci passione, ma anche competenze.
Sembra tutto molto immediato, ma nella realtà innumerevoli ostacoli si frappongono alla realizzazione di questi
impegni che si connettono in maniera sostanziale alla messa in campo di una ineludibile responsabilità personale,
alla quale purtroppo tante volte tendiamo a sottrarci per una serie di motivi che obnubilano il vero senso della
nostra appartenenza, e ci conducono in direzioni non certo aderenti ai nostri valori fondanti, perché indirizzate per
alcuni verso il perseguimento e l’affermazione di ottiche personali, o per troppi altri verso un limbo di demotivazione
che conduce il più spesso ad allontanamento dall’Associazione per un processo di schistogenesi incontenibile…A tal
proposito, smettiamola di dire che è meglio che certi soci se ne vadano, perché sono i peggiori; malauguratamente
troppo spesso ci abbandonano donne e uomini che avrebbero potuto dare molto nel servizio, e che non riescono a
identificarsi in molti modelli equivoci di conduzione del nostro sodalizio, oppure che vengono letteralmente bruciati
nei club per mancato coinvolgimento immediato nella vita del sodalizio, scadendo così in progressive demotivazione
ed abulia difficilmente recuperabili.
Comunque i problemi non si dissolvono facendo finta che non esistano; e non dimentichiamo che più i problemi si
incancreniscono, più è difficile risolverli.
Essere Lions è un valore dell’essere, patrimonio profondo, e non atteggiamento di superficie, che serve a mascherare
carenze intrinseche, le quali rendono molti di noi paragonabili ai sepolcri imbiancati di evangelica memoria.
Il distintivo che portiamo non può essere limitato ad un ornamento esteriore, ma deve rappresentare chiara
espressione di coinvolgimento.
Per questo essere Lions deve essere caratterizzato da coerenza e deve essere testimoniato.
La coerenza è doverosa in relazione a diversi aspetti del nostro essere, e del nostro essere Lions.
Abbiamo il dovere di essere coerenti con noi stessi, per rispetto alla nostra dignità umana, e dal momento che
abbiamo volontariamente e responsabilmente assunto l’impegno di renderci utili agli svantaggiati, ognuno
nell’ambito delle proprie possibilità, ma in ogni caso con assolute onestà mentale e dedizione, e non per soddisfare
noi stessi, ma i meno fortunati, ricevendo di ritorno il grande dono di una progressiva crescita nella realizzazione
armonica della nostra umanità in una dimensione comunitaria, che ci arricchisce e ci gratifica.
Coerenza richiedono i principi ispiratori e le finalità che abbiamo accettato di condividere e di conseguire.
Coerenza merita l’appartenenza a LCI che ci fornisce la opportunità di agire in squadra con altri coi quali
condividiamo i medesimi valori, ottenendo le sinergie necessarie per raggiungere buoni risultati.
E non dimentichiamo mai la coerenza imperativa che va applicata in risposta alle aspettative delle comunità che
vogliamo servire coi fatti, e non solo a parole; non dimentichiamo che la nostra organizzazione è dedicata
esclusivamente al servizio volontario umanitario. Su questo aspetto fondamentale dobbiamo essere molto attenti in
merito all’impiego delle nostre competenze, perché la passione, che è elemento imprescindibile per far bene, da sola
non basta, ed anche alle modalità di pianificazione dei nostri progetti, i quali devono scaturire dalla ricognizione dei
bisogni reali delle comunità e dei territori, e svolti tenendo conto delle risorse disponibili.
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E’ necessario superare gli stereotipi, come le discussioni infinite sull’autonomia o sulla non autonomia dei club,
ovvero sulla opportunità che il club si dedichi a piccoli oppure a grandi progetti; mentre noi perdiamo tempo
dissertando, i bisogni della gente non vanno in vacanza.
Nei club noi abbiamo il compito di affrontare i bisogni della comunità in cui insistiamo, senza dimenticare la valenza
internazionale della nostra associazione.
Quello che noi facciamo deve sempre scaturire dall’analisi e dalla conoscenza delle disarmonie delle comunità; ora, i
suggerimenti che l’associazione ci fornisce a tutti i livelli (distretto, multidistretto, sede centrale) spessissimo
interessano anche la nostra comunità, e quando apparentemente ne sono lontani, teniamo conto che il
miglioramento della qualità della vita nostra è inevitabilmente strettamente legato allo sviluppo delle condizioni di
vita globali.
Quanto al secondo punto sul quale desidero richiamare la nostra attenzione, cioè la testimonianza personale, mi
pare che troppo frequentemente ci è dato osservare un disallineamento tra quanto diciamo ed i nostri
comportamenti nella vita e nell’associazione; per altro è innegabile che anche questo rientra nel campo della
coerenza.
Ora, se quanto esprimiamo con le parole, specialmente quando si tratta come nel nostro caso di ambiti in cui i
principi morali sono prevalenti, non è coerente con l’essere noi stessi esempi di rettitudine e di pulizia, noi non
risultiamo credibili, non possiamo pretendere che altri ci seguano, non possiamo essere dei leader; sicuramente ciò
non ci giova a livello personale in tutti gli ambienti che frequentiamo, e non soltanto nell’associazione; altrettanto
indubbiamente si hanno ripercussioni negative sulla credibilità dell’associazione.
Non riusciamo a scardinare da noi un sistema anomalo radicato di comportamenti, vigente a tutti i livelli, il quale
serpeggia sotterraneo e indisturbato, di cui si parla solo a mezza voce, ma che ha effetti devastanti sul nostro
contesto; e questo non si può negare per quanto sono evidenti gli effetti negativi derivanti.
Abbiamo perduto la disposizione al dialogo e al confronto, perché siamo troppo presi da una personale tenace
convinzione di superiorità di noi stessi, che rasenta talora l’idea della semidivinità, poggiata sulla sabbia, cioè senza
fondamenti reali; non possiamo confondere, né assimilare, la furbizia e il levantinismo con la capacità di
comprensione e di condivisione, la lungimiranza, una ampia visione delle cose del mondo, l’equilibrio, l’intelligenza;
queste ultime doti caratterizzano in positivo la persona e ne devono costituire patrimonio radicato; le prime due
vanno in direzione antitetica.
E non possiamo altresì giustificare l’abbandonarci a comportamenti commendabili con il fatto di essere una
componente della società; noi siamo società civile organizzata per fare del bene, volontariamente e
responsabilmente; tutto il resto è inquinamento che non può far altro che nuocere alla nostra missione e a noi.
Solo chi riconosce i propri limiti può costruire relazioni serie nella vita in ogni ambito.
Innegabilmente sarebbe utile correggere la sordità alla condivisione delle idee e delle azioni da orientare verso i
meno fortunati, senza dimenticare nei fatti che il servizio è l’unica ragione dell’esistenza di LCI, e quindi della nostra
come suoi soci; non disattendiamo la trasparenza del rapporto con gli amici soci, con la pretesa di far prevalere il
nostro punto di vista su ogni questione, riappropriamoci della capacità di dialogo e di confronto leale, rispettando le
diversità delle opinioni, mettendo in cantina la voglia di affermare il nostro narcisismo ogni volta che fa capolino.
Facciamoci passare la smania di protagonismo sterile propria dell’io egocentrico, noi possiamo essere veramente
protagonisti soltanto insieme.
Una squadra è fatta di persone che perseguono obiettivi comuni, scaturenti dalla condivisione di idee e di progetti,
per la cui realizzazione si collabora mettendo a disposizione del gruppo passione e professionalità. Senza queste
caratteristiche un gruppo di persone trova la sua definizione soltanto come una comitiva che si incontra per un
aperitivo al bar, e niente di più.
Tutto il nostro fare per bene il bene nasce dal rinnovamento della responsabilità personale, la cui presa di coscienza
è imperativa nel segno del rispetto per gli altri, ma anche, e prima di tutto, per noi stessi.
*PDG 2010/11
Distretto 108Yb Sicilia
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Un percorso per crescere
di Salvo Ingrassia*
Desidero iniziare queste mie brevi riflessioni, affidando a quest’ultimo numero della nostra rivista On Line i miei
ringraziamenti a coloro che nel corso di quest’anno sociale ho avuto l’opportunità di
conoscere, apprezzare e con cui ho condiviso gli obiettivi e gli scopi della nostra grande
associazione.
Un grazie al Governatore Gianfranco Amenta per l’impegno e la disponibilità sempre
manifestata nel corso dell’intero anno del proprio mandato.
E’ stato un anno in cui si è discusso del forte calo del numero di Soci, delle problematiche
giovanili, delle nuove povertà e dell’impegno civile. Si è dibattuto sulle questioni connesse al
maggior numero di soci che abbandonano i clubs per problemi economici, delle difficoltà di
attirare i giovani. In un periodo di crisi come il nostro è certamente fondamentale prenderne
consapevolezza ma nello stesso tempo è importante sapere affrontare le difficoltà , credere
in se stessi, avere fiducia nei propri ideali, trovare la forza di impegnarsi con maggiore vigore.
Ecco perché si è discusso anche della necessità di far conoscere ed apprezzare l’opera dei lions, del maggiore
coinvolgimento diretto dei soci, della necessità di maggiore coordinamento tra le manifestazioni dei clubs e tutto
questo per raggiungere obiettivi più grandi e visibili.
Per tutto ciò è indispensabile incontrarsi, parlarne e lavorare insieme.
In sintesi “partecipare per cooperare alla crescita”, come ci ricorda con il suo motto il Governatore Amenta. Ecco
perché gli annuali congressi distrettuali e multidistrettuali rappresentano gli eventi di maggiore rilevanza dell’anno
sociale.
Essi, infatti, sono momenti di verifica, di rilancio, di riflessione e di approfondimento sul presente e di scelte per
l’avvenire. Scelte che si manifestano attraverso i delegati i quali a loro volta dovranno riportare nel club le
conclusioni e gli indirizzi democraticamente concordati in seno all’Assemblea.
Dal 30 maggio al 1° giugno del corrente anno si è tenuto a Vicenza il 62° Congresso Nazionale , nel corso del quale i
Delegati sono stati invitati a votare i candidati alla carica di Direttore Internazionale 2015-2017, nonchè a deliberare
su tutta una serie di questioni attinenti la vita associativa .
Chi è stato presente a Vicenza (spero non solo o, ancora peggio, esclusivamente per il rituale dell’elezione della
nuova Leadership - Direttore Internazionale 2015-2017), ed ha inteso partecipare ai lavori congressuali, con il proprio
convinto sostegno, ha contribuito al raggiungimento di tutta una serie di obiettivi che certamente consentiranno di
fare rinvigorire in ciascuno di noi quell’orgoglio che ci accomuna nel we serve.
Il Service “Help emergenza lavoro, ludopatie, sovraindebitameno e usura”, proposto da diversi club siciliani, con la
convergenza di altre Regioni su un unico argomento è stato votato come Service Multidistrettuale per il prossimo
Anno.
Il Tema “Nutrire il pianeta energia per la Vita” , che è anche il tema di expo 2015 e che ha visto tra i numerosi
proponenti di ben quindici distretti anche numerosi club siciliani, è stato anch’esso votato come tema di studio
nazionale.
La proposta di candidatura del nostro distretto ad ospitare“Il Campo Italia disabili” è stata approvata a larghissima
maggioranza dei delegati, pertanto, avremo l’orgoglio per il triennio 2015/16 – 2017/18 di avere questi giovani
presso la “Casa Vacanze Disabili” di Linguaglossa.
Sono tutte queste attività che ci chiamano ad un impegno gravoso organizzativo ma che se ben gestite potranno
farci crescere in visibilità, consensi e credibilità.
Andiamo avanti su questa strada.
*Governatore eletto 2014-2015
Distretto 108 Yb Sicilia
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L'importanza di fare squadra
di Francesco Freni Terranova*
Raccogliendo la richiesta del Direttore della Rivista Distrettuale Dott. Nicola Marinaro, invio
l’intervento esposto in occasione del Congresso Distrettuale.
"Governatore, autorità del tavolo della Presidenza, Past Presidente del Consiglio dei
Governatori, Past Governatori, amiche ed amici lions e leo, buongiorno.
E’ passato un anno. Un anno che mi ha coinvolto intensamente a fianco del Governatore
Amenta che sento il bisogno di ringraziare per i suoi consigli, per l’affettuosa disponibilità e
per l’esperienza che mi ha trasmesso.
Consentitemi di ringraziare ancora una volta il Club Messina Ionio, al quale mi onoro di appartenere, per avermi dato
l’opportunità di raggiungere questi risultati.
E’ stato un anno di grande impegno, il DG TEAM ha lavorato in squadra ed in perfetta armonia in un Distretto che
chiedeva comprensione, attenzione, formazione e ringrazio i coordinatori GMT e GLT ed i componenti per il lavoro
svolto ed il forte impulso di rinnovamento che hanno fornito con il loro qualificato contributo, per poter camminare
al passo di una società che è in continua evoluzione.
Abbiamo lavorato, in squadra, come dicevo poc’anzi, integrandoci l’uno con l’altro, cercando di essere presenti
alternativamente, nelle riunioni di circoscrizione per conoscere ed ascoltare tutti i soci, stimolarli al dialogo, alla
partecipazione, ed allo stesso tempo, dare spazio alla formazione.
Sono certo che il percorso intrapreso per una migliore comunicazione ed il desiderio di realizzare una formazione
adeguata ai tempi, cominciata lo scorso anno ed intensificata adeguatamente quest’anno dal Governatore Amenta,
nel tempo darà dei buoni risultati.
Dei buoni risultati all’altezza della più grande ed importante Associazione di servizio volontario umanitario.
Ed è certamente questo impegno umanitario che ci ha fatto conoscere ed apprezzare dal mondo intero.
Ma è necessario affiancare a questo anche l’impegno civico al quale ci indirizza il quarto comma dei nostri Scopi
(promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza)
L’impegno civico è una strada obbligata per promuovere un lionismo per la gente ed in mezzo alla gente e che sia
SOSTEGNO e CONTROLLO dell’azione pubblica.
Un “WE SERVE” a 360°, che deve essere vissuto non come un sacrificio, bensì, come un desiderio di rispondere agli
innumerevoli DISAGI espressi dalla società odierna.
Disagi che constatiamo ogni giorno nella nostra quotidianità, spesso non accorgendoci, o peggio ancora, rimanendo
indifferenti a ciò che ci circonda.
E’ quindi necessario, guidati dai nostri principi ispiratori, continuare a percorrere la strada del cambiamento,
dobbiamo necessariamente far nostra la capacità di adeguarci al tempo che viviamo, senza stravolgimenti ma con
tanta forza di volontà e molta-molta umiltà; ricordandoci sempre che l’Associazione siamo noi ed è da noi, da
ognuno di noi, dal nostro modo di fare e dalle nostre azioni, che dipende il credito che l’Associazione Internazionale
ha acquisito nella società e nel mondo in questi 97 anni.
L’Associazione Internazionale, tramite gli scopi ed i regolamenti che valgono per tutti i Clubs sparsi nel mondo,
sostiene e promuove principi di uguaglianza, tolleranza e solidarietà.
Se l’impegno di servizio si realizza all’interno di questo modello, allora potremo sperare di esercitare un ruolo
determinante e sostanziale nella nostra società e nel contempo far crescere il comportamento etico della collettività.
Sforziamoci di saper ascoltare, di ascoltare con la mente e con il cuore, di essere disponibili, disponibili all’ascolto
senza seconde intenzioni, senza voler condizionare tutti con le nostre idee.
Questi sono i concetti basilari e UNIVERSALI per PROMUOVERE LA PACE NEL MONDO, questo vuol dire abbandonare
le conflittualità a tutti i livelli, vuol dire dare spazio al dialogo nella vita di tutti i giorni, vuol dire riconoscere i nostri
limiti, dando in tal modo prova di intelligenza e di umiltà, nella convinzione che altri, insieme a noi, potranno dare
maggior forza e vigore alle nostre attività e condurre ad un risultato di squadra migliore.
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Concludo, cari amici, ringraziando ancora una volta Gianfranco e assicurando al Governatore Eletto Salvatore
Ingrassia ed al II° Vice Governatore eletto Vincenzo Spata, il mio impegno nel Distretto, nell’ambito di una continuità
costruttiva e condivisa, convinto di poter acquisire nel nostro comune percorso, nuove esperienze da riversare nel
servizio disinteressato per gli altri.
Grazie"
*Primo Vice Governatore eletto2014-2015
Distretto 108 Yb Sicilia
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Coinvolgiamo i soci
daremo concretezza agli obiettivi
di Vincenzo Spata*
Con il mio intervento di presentazione a candidato alla carica di secondo Vice Governatore, in
occasione del recente congresso Distrettuale, ho inteso riassumere l’attuale analisi della
nostra Associazione ed indicare il percorso da seguire per dare concretezza agli scopi dei Lions.
Discorso del quale voglio riportare un estratto perché ciascuno dei (tanti) soci non presenti,
possa trarne riferimento per una seria, sincera ed approfondita riflessione a fondamento di un
coinvolgimento personale e “passionario”.
"In tutti questi anni di vicinanza alla direzione del distretto, ho partecipato a diverse
manifestazioni di club, di zona, di circoscrizione, di distretto; a Congressi nazionali e a
Convention internazionali. In questi incontri, sono stati affrontati Temi e Service di rilevanza nazionale o
distrettuale, pianificati progetti e comitati con gli obiettivi più vari. Ebbene, in tutte queste occasioni, ho avuto
modo di constatare non solo nei massimi vertici della ns. Associazione, ma anche nei tanti soci Lions e Officer una
grande attenzione , un assiduo richiamo ed una esortazione alla necessità di avere Soci formati e con la vocazione al
servizio. Ho colto come siano sempre più diffusamente sentiti e manifestati il desiderio di abbandonare l’inerzia, la
freddezza, l’indifferenza verso il prossimo, come pure l’apatia e la diffidenza rispetto alla politica (non di parte) e alla
cura della “ res publica “, per rendersi partecipi, con passione e con coraggio sempre crescenti, dei bisogni e delle
istanze di riscatto della nostra varia umanità .
Avendo assimilato e fatto miei tali preziosi anèliti e il loro intrinseco valore, ho ritenuto di potermi fare avanti per
assumere con umiltà e consapevolezza l’impegno di contribuire a realizzare insieme a voi un Lionismo, che sia
improntato non solo alla solidarietà, ma anche profondamente inteso all’impegno civile, sì rispettoso delle norme,
ma anche innovativo nei metodi e capace di relazionarsi in maniera interattiva con le istituzioni, la scuola, le
categorie produttive e di servizio.
Se metteremo a fattor comune le nostre rispettive esperienze di Lions e professionali, in un clima di coinvolgente
amicizia e con rinnovato entusiasmo;se sapremo “donare”, prima di tutto, il nostro “tempo libero” e quant’altro
alle finalità solidali e umanitarie dell’associazione; allora sì’ che potremo conseguire efficacemente gli obiettivi che
ci prefiggiamo. Il nostro distintivo è l’emblema dell’appartenenza –in uno alla sua Fondazione -alla migliore e più
estesa organizzazione di servizio nel mondo; personalmente, lo vivo come una specie di seconda cittadinanza, un
segno di riconoscimento che affratella gente e popoli di tutti i continenti: lo potremo portare con onore e orgoglio
solo se sapremo dare concretezza alla nostra Missione.
Ricordo che il sogno del nostro fondatore Melvin Jones - poco meno di un secolo fa - era di migliorare le nostre
comunità: e che egli visse “ con l’idea che non si può andare lontani finche non si fa qualcosa per qualcun altro “.
Per raggiungere tali finalità, dobbiamo dare diffusione ai nostri principi e rendere la nostra Associazione sempre più
presente nel mondo “esterno”, allontanando ogni tentazione di autoreferenzialità.
Penso che per Noi Lions sia giunto il momento di promuovere la rinascita di valori morali ed essere modelli positivi
per i nostri figli, per i giovani e per la collettività.
La crescita del prestigio dell’associazione e l’attrazione di nuovi soci non può’ prescindere dall’azione personale di
ognuno di noi, chiamato a fare la propria parte.
Ne sono sicuro, riusciremo in questa impresa nella misura in cui ci renderemo promotori dell’attività dei club , con
idee innovative, con sempre maggior motivazione e gioia nell’aiutare gli altri.
*Secondo Vice Governatore eletto 2014-2015
Distretto 108Yb Sicilia
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Italia: un Paese dalle enormi risorse
"Immaginiamolo più saggio ed onesto"
di Roberto Timbarello*
La classe dirigente si rapporta al lavoro come se la crisi e il malessere sociale riguardassero solamente intellettuali,
professionisti e giovani imprenditori che, invece, bene o male, sono privilegiati e se la cavano
sempre. Se non altro emigrando. Il problema grave è per tutti gli altri, che noi dimentichiamo.
Per chi non ha potuto studiare, per chi non ha una famiglia alle spalle, per chi non ha
protezioni di alcun genere. In tutti i convegni sull’economia o sui problemi giovanili mi rendo
conto che c’è un’immensa categoria di giovani dimenticati, quasi inesistenti per la società.
Questo strano modo di analizzare i problemi, mi ricorda un amico molto facoltoso abituato a
viaggiare in prima o in business class. Credeva che quella che occupava fosse l’unica cabina
dell’aereo e che dietro ci fossero i bagagli. Un giorno rimase allibito nel constatare che il retro
dell’aereo era occupato da altri passeggeri della classe economica. Nei rapporti con la società
noi abbiamo la stessa concezione del mio amico. La crisi colpisce solo il ceto privilegiato.
Nessuno di noi sospetta che causa della regressione non sia solo l’inefficienza dello stato, delle istituzioni e delle
strutture sociali, ma la nostra incapacità di proporre nuove soluzioni e soprattutto la nostra rassegnazione. Non
organizziamo più una manifestazione di protesta. Ormai accettiamo tutto senza fiatare. Ci lamentiamo senza
renderci conto che lo stato siamo noi. Mi riferisco soprattutto agli intellettuali e alla borghesia, non agli indigenti, ai
pensionati minimi, agli esodati, ai disabili, ai disoccupati, che si accoderebbero a una guida che prendesse l’iniziativa.
I migliori emigrano, cioè recidono le radici, come se si potessero ripiantare altrove. Non sempre chi emigra è in cerca
di gloria. Molti vogliono restituire ai genitori ciò che a fatica hanno seminato. Anziché rimanere in patria per cercare
di migliorarla, si parte per riscuotere subito il frutto dell’investimento dello studio e degli enormi sacrifici che i
genitori spesso affrontano per lunghi anni.
È comprensibile, ma sbagliato. Nessuno meglio di me, che appartiene a una famiglia di emigranti, lo capisce e ora lo
biasima. Dal mio bisnonno a mia figlia, ognuna delle cinque generazioni ha avuto i suoi emigrati. Io sono nato in una
casa popolare, a Marsala. Ho sempre studiato, giustamente convinto che fosse il solo modo per emergere. Ho anche
lavorato per mantenermi all’estero, effettuare studi complementari e imparare le lingue. Non ero tanto in cerca di
gloria quanto di riscatto.
Un giorno Umberto di Savoia, che mi credeva romano, mi criticò amorevolmente ma aspramente, e aveva ragione,
quando seppe che vivevo a Roma, ma che ero siciliano. Fu allora che mi resi conto di avere in un certo modo tradito
la mia terra.
Doveva rimanere in Sicilia per aiutare il suo paese a evolversi e diventare migliore, mi rimproverò. Cercai di
giustificarmi dicendo che la Sicilia non fa nulla per trattenere i suoi figli nell’isola.
Ma l’ex re insisteva che la Sicilia eravamo noi, io e tutti gli altri, non un’entità astratta che premia o trascura. Se va
via chi ha un progetto, è normale che la Sicilia si impoverisca e sia, poi, gestita da mediocri.
Adesso l’Europa intera è nelle stesso condizioni, non solo l’Italia e la Sicilia. È il prezzo che si paga alla pace, che,
purtroppo non valorizza il merito, che tiene lontano dal potere chi avrebbe le capacità di dare un contributo valido.
Emigrare non è la soluzione. È come se scoppiasse un incendio casa e, anziché cercare di spegnere il fuoco ci
trasferissimo in albergo.
Sappiamo solo lamentarci, dimenticando che siamo noi a scegliere chi ci rappresenta e a confermarli anche dopo
avere constatato la loro inettitudine. Come pure quando ce la prendiamo con l’Europa. Certo, lamentarsi e
contestare è più facile che rimboccarsi le maniche e contribuire alla soluzione dei problemi. Andarsene da casa
lasciando i figli e i problemi addosso all’altro coniuge è più sbrigativo che cercare un accordo di armonia di coppia.
C’è da dire – a difesa di chi, come me, fa fagotto e parte – che sia la Sicilia e ancora di più l’Italia cercano di agevolare
l’esodo perché l’intellettuale che non si prostra all’establishment disturba il manovratore, spesso incapace. Ecco
perché nessuno – né a destra né a sinistra – trattiene la fuga dei cervelli. Allo stesso modo non si combatte, come si
dovrebbe, la diffusione della droga perché una popolazione di giovani sedati è più facilmente governabile.
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La colpa è solo nostra, intellettuali, professionisti e imprenditori. La crisi che stiamo attraversando è più morale che
economica. L’Italia è un paese dalle enormi risorse. Ma impoverito dall’ignoranza e dalla corruzione. Non
prendiamocela solo con i politici, che, del resto, noi stessi eleggiamo se la metà dei giovani italiani non trovano
lavoro.. Provate stasera, mettendovi a letto, a pensare alle scelte che avete fatto finora e a quelle che, invece,
sarebbe stato più giusto fare. Cercate, quindi, di immaginare come sarebbe il paese se ognuno si fosse comportato
con maggiore onestà e saggezza.
*Giornalista - già direttore del Giornale di Napoli
Corrispondente Servizio Stampa del Consiglio d’Europa in Italia
Esperrto Comunicazione e Dirittii Umani
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La questione giovanile tra «euristiche della disponibilità»
ed esigenze di formazione alla «cittadinanza attiva»
di Orazio Liciardello*
La questione giovanile, nella trattazione che ne fanno i media, appare caratterizzata da due ricorrenti affermazioni
riconducibili al fenomeno della “euristica della disponibilità”, fenomeno per cui alcune
affermazioni, per il semplice fatto di essere costantemente poste all’attenzione, finiscono con
l’essere considerate come incontrovertibili dati di realtà: per una di queste affermazioni, i giovani
sarebbero dei “mammoni”; per l’altra, sarebbero vittime delle “generazioni precedenti che
hanno loro rubato il futuro”. Nell’un caso e nell’altro, si pone qualche riflessione.
Per la prima euristica, i giovani sarebbero dei mammoni poiché rimangono in casa con i loro
genitori, invece, di “andare a vivere per conto loro e mettere su famiglia”. Ora, anche
prescindendo dalle difficoltà connesse alla crisi economica, viene da chiedersi: se la permanenza
in casa non è caratterizzata da imposizioni (da parte dei genitori e viceversa), ma deriva da scelte personali
condivise, dove sta il problema? In realtà, si tratta di posizioni, per certi versi, di vecchia data (nel merito, viene in
mente la famosa “tassa sul celibato” che il fascismo imponeva a coloro che non si sposavano in modo da “fare i figli
per la patria”), per l’altra, di importazione anglosassone, laddove i ragazzi a diciotto anni, di fatto, iniziano una vita di
indipendenza (andando a studiare nei College, etc.). Tale tradizione, però, nasce da specifiche esigenze
economico/politiche: il mantenimento dell’impero nel Regno Unito, la colonizzazione dei territori negli U.S.A ed in
Australia, come anche dalle esigenze di mobilità connessa allo sviluppo industriale (da noi si è tradotta nei flussi
migratori).
Per la seconda euristica, i giovani sarebbero vittime delle generazioni precedenti che “hanno loro rubato il futuro”.
Tale affermazione, che tende a spiegare così l’elevata disoccupazione giovanile, sarebbe fondata sulla constatazione
che un tempo i giovani si “sistemavano facilmente” mentre oggi “trovare un posto” risulta sempre più difficile: i
padri avrebbero occupato gli spazi disponibili senza lasciare spazi ai figli e, anzi, caricandoli di un enorme debito
pubblico. Viene da chiedersi: a parte la minoranza che aveva accesso agli studi, che tipo di sistemazione ottenevano
facilmente la gran parte dei padri? La risposta è nelle cose: l’emigrazione all’estero con condizioni di vita spesso
molto simili a quelle di cui “godono” gli immigrati che arrivano da noi! Genitori cui era negata l’istruzione, che spesso
hanno fatto sacrifici immani per consentire ai figli di studiare, avrebbero “rubato il futuro ai figli”!.
L’«euristica della disponibilità», peraltro, è strettamente connessa al fenomeno delle “rappresentazioni sociali”, la
cui caratteristica (come a suo tempo osservava Serge Moscovici) è di “concorrere a costruire le relazioni sociali nel
mentre se le rappresentano”: fatto, questo, di notevole rilevanza, poiché rimanda al tipo di atteggiamenti che
guidano i comportamenti specifici ed al rischio che si verifichi la “profezia che si auto-avvera”.
Ovviamente, non si tratta di negare che esista il problema relativo al futuro dei nostri giovani, ma di riflettere sul tipo
di interventi funzionali perché gli stessi possano confrontarsi in maniera attivo/propositiva con una realtà sociale che
lo sviluppo dell’informatica (e la globalizzazione che ne deriva) concorre a caratterizzare nei termini delle dinamiche
della discontinuità e dei livelli di obsolescenza crescente: emergono nuove professioni, molte delle vecchie e
consolidate spariscono, altre, pur mantenendo la stessa etichetta, comportano livelli di competenze (e non
semplicemente di conoscenze) qualitativamente molto diverse; la stessa quotidianità implica livelli di complessità un
tempo inimmaginabili. La crescente discontinuità sociale colora di ambivalenza il futuro: per un verso l’incertezza
provoca angoscia (poiché le certezze del passato non risultano più funzionali a confrontarsi positivamente con la
discontinuità), per l’altro apre nuovi scenari di possibilità (laddove le certezze del passato ingabbiavano spesso i
singoli in usi, costumi e comportamenti che impedivano qualsiasi evoluzione). Il risultato è talora l’oscillazione tra la
richiesta sociale di certezze (la rivolta antiautoritaria del ’68 e la “creatività al potere” del ’77 hanno lasciato ben
presto il passo al “paternalismo”: a partire dagli anni ‘80, i partiti sono diventati leaderistici) e il ribellismo aprogettuale, laddove la realtà della discontinuità richiede capacità di autonomia (per confrontarsi con le sfide che dal
sociale emergono) e cooperazione (indispensabili per affrontare problemi complessi e per confrontarsi con il nuovo,
con l’ «altro da sè», imparando a cogliere le opportunità che ne possono derivare).
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La sfida per il futuro dei giovani implica, anzitutto, la radicale modifica della Scuola che, malgrado i suggerimenti che
in tal senso provengono dalle Istituzioni (MIUR, Organismi dell’U.E.), non appare adeguata, soprattutto per le
metodologie didattiche utilizzate, a fornire ai giovani strumenti funzionali a rispondere alle richieste che dalle
dinamiche sociali originano ed a cogliere le opportunità che il cambiamento propone a chi possiede gli strumenti per
coglierle.
Occorre anche cambiare gli atteggiamenti verso il lavoro: quale che esso sia, purchè onesto, merita rispetto e può
costituire la base di partenza per costruire il futuro che si desidera.
I govani di oggi non hanno bisogno di commiserazione (la qualità della vita attuale non ha paragoni con quella dei
loro genitori) ma di supporto nei complessi processi di autonomizzazione, funzionale al futuro loro e del sociale.
Le Istituzioni formative e le organizzazioni sociali, come i Lions, per il loro ruolo sociale, possono svolgere una
funzione, in tal senso strategica.
*Componente area cultura e
rapporti con le Università siciliane
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Valori dell'associazionismo e del lionismo
modelli per l'inserimento dei giovani nel mondo produttivo
di Gaspare Biondo*
Parlare dei giovani con i Lions per me è un’esperienza significativa, poiché ho trascorso tutta la mia giovinezza (socio
LEO dal 1999) e sono maturato immerso in una realtà ricca di service ed amicizia.
Devo tanto al Lions club International. Oggi mi sento un trentenne maturo con un passo più
veloce grazie a questi 15 anni. Vi esporrò il punto di vista di un giovane libero professionista.
Il capitale dei giovani laureati è l’intelligenza e le esperienze maturate sul campo. Lo “sbarco
in Normandia” per me è stato meno faticoso, grazie alla lunga militanza nello studio di
ingegneria di mio padre. Ma esercitare la professione in questi anni di profonda crisi, vi
confermo è veramente dura!
Qui inizia la sfida di molti colleghi: la condivisione degli obiettivi con altri professionisti
tramite studi associati integrati o società come prevede la vigente normativa. In questo modo
si è attrezzati per partecipare a gare pubbliche dati i sempre più stringenti requisiti che
vengono richiesti.
Altro punto su cui puntare è l’Europa con le sue innovazioni. È necessario guardare lontano per intercettare in tempo
gli spazi lavorativi creati dai regolamenti comunitari.
Mi reputo un fortunato! Statistiche di Inarcassa (cassa previdenziale degli ingegneri ed architetti liberi professionisti)
mettono in evidenza un’esplosione dell’apertura di “Partita IVA” fra i giovanissimi colleghi a causa del blocco delle
assunzioni in imprese o società di consulenza. Chi rimane in Sicilia spesso è costretto a lavorare con stipendi da callcenter (l’antonomasia del lavoro sottopagato). Purtroppo il sogno della piena occupazione a pochi mesi della laurea
si è infranto in freddi numeri e grafici. Il 40% di disoccupazione giovanile probabilmente è un dato sottostimato,
considerando che i giovani colleghi dichiarano fatturati inferiori a € 1000 mensili, a cui bisogna sottrarre l’affitto
dello studio, la polizza assicurativa, ecc…
Tutti voi conoscerete Renzo Piano e le sue architetture, sapete come è diventato un’ archistar? Grazie ad un
concorso di idee! Il codice degli appalto prevede questo strumento, ma viene mortificato e scarsamente utilizzato. A
livello ordinistico la commissione giovani del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha fortemente richiesto una
migliore applicazione delle norme vigenti ed una loro rivisitazione non in favore degli under 30, ma di tutta la
categoria. Analogamente noi LEO, grazie a guide come i LIONS, siamo riusciti a terminare service importanti e
significativi sia per il territorio sia per l’associazione.
In Italia quali politiche si sono adottate? Quale azione è stata intrapresa per favorire l’inserimento dei giovani nel
tessuto produttivo? Nessuno, a meno della riforma Fornero che ha ristabilito un nesso di equità fra le varie
generazioni nel sistema previdenziale.
Permettetemi un ultimo passaggio sull’università, centri di buoni insegnamenti e cultura. Nei nostri atenei il sapere
prevale di molto sul saper-fare. Quest’ultimo non è secondario perché permette di inserirsi nel mondo del valoro in
maniera più efficace e redditizia. La formazione post-laurea (a carico dei giovani) è costosa, ma principalmente
posticipa l’ingresso nel mondo del lavoro ed in ritardo rispetto i nostri concorrenti mondiali. Perché non mutuare dal
percorso dei medici in specializzazione un ultimo anno di studi pienamente inserito nel mondo lavorativo? Questa è
vera formazione, l’esperienza sul campo! Invece in Sicilia l’ambito della formazione professionale è sempre alla
ribalta per vicende giudiziarie e grandi scandali.
Analogamente si dovrebbe prevedere ed incentivare un periodo di studi all’estero, l’ERASMUS che crea un vero
spirito europeo fra noi giovani dovrebbe essere esteso a più studenti possibile.
I LIONS, che da sempre hanno avuto una visione lungimirante ed internazionale, dovrebbero insistere su questi punti
ed esportare i nostri modelli di associazionismo ed i valori: lealtà, collaborazione ed impegno!
*Tesoriere Distretto LEO 108 Yb - Sicilia
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Riflessioni sulla fuga da una società in crisi
di Francesca Dugo*
L’incontro di oggi è incentrato su noi giovani e sui problemi che ci troviamo ad affrontare
nella società odierna.
Io da neo laureata che sta cercando di inserirsi nel mondo del lavoro e soprattutto da
membro di un’associazione di Service alla quale sto dedicando il mio tempo e il mio impegno,
ritengo opportuno, oggi, parlarvi brevemente della mia esperienza di giovane in una società
in crisi, per fornire degli spunti di riflessione e discussione.
Da quando mi sono laureata non ho sentito altro che queste parole: crisi e disoccupazione.
Io ho concluso il mio percorso di studente universitaria della facoltà di giurisprudenza presso
l’università di Messina circa due anni fa, e sono stata sempre un’accanita sostenitrice della nostra terra, tanto da
cercare di dissuadere tanti giovani colleghi o amici ad andare a studiare fuori, sottolineando la qualità dei nostri
atenei.
La mia personale esperienza universitaria fino alla laurea è stata positiva ma già dal giorno dopo ho vissuto le
difficoltà dell’inserimento nel mondo del lavoro e del raggiungimento di un guadagno tale da permetterci di
costruire un futuro.
Ci chiediamo perché i giovani non fanno figli.
La risposta è chiara nella maggior parte dei casi: non li fanno perché non potrebbero mantenerli senza l’aiuto di
mamma e papà.
Tanto nell’ambito della pratica forense quanto nell’ambito del mio dottorato di ricerca non ho mai ricevuto parole
incoraggianti per il futuro.
Il percorso obbligato di una studentessa di giurisprudenza richiede almeno 8 anni di studio.
A quel punto io sarò già troppo “vecchia” per il mondo del lavoro considerando che il mercato pretende
GIOVANISSIMI CON ESPERIENZA.
L’esperienza purtroppo già a 25 anni la maturano i giovani di tanti Paesi del Nord Europa, dove il sistema
universitario li mette nelle condizioni di affrontare il mondo del lavoro.
Ora io credo che la situazione particolarmente critica degli ultimi anni prima o poi finirà e soprattutto credo che non
accada solo in Sicilia ma in tutto il nostro Paese.
Ma mi chiedo però perché centinaia di ragazzi siciliani lasciano la Sicilia?
Credo sia questo uno dei punti da affrontare oggi: perché i giovani lasciano la nostra terra.
Il fenomeno, come ho detto, è in preoccupante aumento.
Evidentemente le nostre università non riescono a offrire ciò che i giovani di oggi vogliono.
Evidentemente non riescono a inserirci nel mondo del lavoro, portando moltissimi giovani alla fuga.
Evidentemente questo continuo massacro mediatico sulla crisi dell’Italia induce a scappare in cerca di migliore
fortuna.
Io continuo ad appartenere alla cerchia di siciliani che vogliono restare qui, che vogliono costruirsi una vita qui e
soprattutto che vogliono migliorare la realtà in cui viviamo.
Però confesso che oggi, davanti a un tasso di disoccupazione giovanile pari al 43%, muovendo i primi passi nel
mondo degli adulti, mi sento fortemente scoraggiata.
Vice Presidente Distretto Leo 108Yb - Sicilia
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Cambiano gli scenari europei ed internazionali?
affidiamoci alla creatività ed al coraggio
di Ines Tomaselli*
Il tema trattato è di particolare rilevanza ed attualità, soprattutto nel contesto italiano ed europeo che stiamo
vivendo. La situazione di emergenza che il mercato del lavoro, soprattutto giovanile,
attraversa oggi nel nostro paese, presenta dati molto rilevanti. Purtroppo in Italia non è
soltanto il lavoro dipendente a contrarsi, anche nell’area dell’imprenditorialità abbiamo una
situazione di sofferenza. Personalmente non ho ereditato alcuna attività imprenditoriale. Ho
ereditato insieme a mio fratello un patrimonio, un patrimonio morale, basato sull’onesta e
correttezza professionale e commerciale, trasferito da mio padre, ed ancor prima da mio
nonno. Pur essendo una giovane donna, il mio bagaglio di esperienza lo custodisco
gelosamente. Iniziai ad occuparmi di vendite all’età di ventitre anni, coniugando con difficoltà
università e lavoro. Perché una volta entrati nei meccanismi lavorativi è difficile tirarsi
indietro,m a è sempre stata una scommessa. Soprattutto noi giovani riscontriamo in molti nostri coetanei una
collettiva rassegnazione, nei confronti sicuramente del presente, ma soprattutto del futuro. Per non parlare delle
ultime generazioni, spesso prive di dialogo e sommerse da una profonda aridità comunicativa. Io oserei definirla la
“generazione dal capo chino”. Occhi bassi, verso schermi di qualunque genere anche in presenza di amici. Anche i
meno giovani certamente non siamo da meno, ma riusciamo in qualche modo, giustamente, a strumentalizzare il
progresso che ci viene presentato. Una percentuale molto ampia di giovani si limita ad una quotidianità sterile,
costituita da rapporti virtuali, pretese e poca iniziativa, con riferimento anche alle giovanissime generazioni. Di sicuro
l’esempio educativo a mio avviso non è limitato solo al nucleo familiare, ma ai contesti in cui un giovane vive e si
confronta. Così come per noi i nostri padri si rivelavo dalla nostra nascita un forte esempio da seguire, ritengo che
ognuno debba rappresentare una guida nei confronti del prossimo. E’ una catena comunicativa incondizionata, che
se messa in atto diventa fonte di miglioramento. Noi Leo rappresentiamo un forte esempio positivo nella società. Ed
abbiamo il compito di contagiare i nostri coetanei. L’associazione come la nostra, offre opportunità di crescita che
credo vengano spesso sottovalutate. Insegna a collaborare e dialogare insieme, affrontare e risolvere le
problematiche, relazionarsi con generazioni differenti. Insegna a conoscere noi stessi. E quando associano
negativamente il termine politica all’associazione, noi dobbiamo fornire dimostrazioni, affinché si possa capire che
anche tra noi ragazzi, quel sistema politico che tanto si declassa, quasi ormai come luogo comune, è essenziale,
perché conferisce ordine e rigore, al fine di poter visionare i propri obiettivi di crescita e quindi mettersi in gioco,
offrendo il proprio contributo. Ecco le doti di leader che emergono in un giovane. Questi sono alcuni esempi per far
comprendere qualsiasi sistema, soprattutto imprenditoriale. Quindi avere il desiderio di conoscere e di non lasciarsi
trascinare da notizie o link che si divulgano con la stessa velocità della luce, e che lasciano solamente tematiche prive
di significato se non approfondite. Ogni settore lavorativo, dai giovani medici ai liberi professioni, accusa una forte
crisi. Tutti confermano: qui nulla funziona! Scappiamo via! Ottima scelta. E poi? Interesse, come appena esposto,
significa soprattutto informarsi. Informarsi sui cambiamenti ed innovazioni, ad esempio avanzate ed applicate dalla
commissione della comunità europea. Si sta davvero investendo su noi ragazzi, è normale che il cambiamento non
può avvenire in maniera radicale ed istantanea, e citando il rapporto con le università, la filiera università- industria grande e piccola media impresa è una filiera vincente, per garantire inoltre una ricerca applicata all’industria, nella
quale i giovani ricercatori, finita la fase della ricerca, possono applicare nell’industria quello che hanno fatto e
guadagnare quanto magari possono guadagnare negli stati esteri, ed essere più competitivi come nazione, con una
ricerca applicata all’industria e tenerci i migliori cervelli a casa nostra, per il bene del nostro sistema. Seppur
favorevole ai periodi formativi all’estero, sono certa che è molto più audace aver il coraggio di ritornare nella propria
nazione. E’così che avviene il vero cambiamento, con le nostre eccellenze sul campo. In tempi di difficoltà economica
i giovani devono anche in qualche modo inventarsi un lavoro e quindi la creatività imprenditoriale diventa
fondamentale. Ed è per questo che noi giovani rappresentiamo una grande sfida per l’economia. Per uscire dalla
crisi, indiscutibilmente, il sistema politico deve puntare sull’economia, soprattutto sul settore imprenditoriale,
seppure diversificato, perché sono di vario tipo le attività, proprio perché frutto della fantasia, dell’intuizione, del
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sudore di chi rischia e si mette in gioco. Abbiamo analizzato la tematica:“Parliamo dei problemi dei giovani con i
giovani”, ma concedetemi di dire, alla luce di quanto detto, che forse il reale problema dei giovani a mio avviso è
soprattutto tra i giovani, in una evidente rassegnazione e mancanza di fiducia verso noi stessi. Ci si lascia opprimere
dal sistema errato che tanto critichiamo, ma verso il quale non manifestiamo il benché minimo coraggio di
cambiamento. Tutto ciò che crediamo essere innovativo, in realtà è il miglioramento di ciò che era. Allo stesso modo,
continuo ad affrontare le scommesse, mantenendo vive le tradizioni, i valori e gli esempi di grande fatica e
conquista. Quello che consiglio sempre è di non guardare al futuro senza poter accennare lo sguardo al passato.
*Leo Club Catania Nord
Delegata Formazione Area Est
Distretto Leo 108 Yb Sicilia
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Io c’ero, tu c’eri, egli c’era
di Vittoro Di Carlo*
“Piazza Verdi, già nota per la superba presenza del teatro Massimo, e il cinema Rouge et Noir hanno accolto di buon
mattino, giorno 26 aprile, l’arrivo dei lions provenienti dalle province siciliane. L’appuntamento era, infatti, di quelli
da non perdere per rendere conto e testimoniare il proprio senso dell’appartenenza. Una solare giornata ha
regalato il clima appropriato.
Nello spazio antistante l’ingresso del cinema si sono sistemate le unità oftalmica e audiologica per consentire ai
medici specialisti di effettuare lo screening dei disturbi della vista e
dell’udito ai molti richiedenti. E poi, i colorati gazebo animati dai
volontari lions disponibili a spiegare ai visitatori le molteplici attività
dei lions dalla Fondazione Internazionale ai progetti distrettuali sulla
prevenzione, dal servizio cani guida alla raccolta degli occhiali usati,
dal progetto Italia alla consapevole partnership con il popolo dei
ragazzi Leo.
Intanto, all’interno della sala, mentre l’ultimo ritardatario prendeva
posto, l’ascolto degli inni e la presentazione delle bandiere aprivano
ufficialmente il programma della mattinata. Ed è stato Lions Day con
la gradita partecipazione delle massime autorità Lionistiche del
distretto 108YB Sicilia.
Una particolare atmosfera ha subito pervaso l’uditorio nel susseguirsi degli interventi che il Governatore Amenta,
vero anchorman e padrone di casa, ha brillantemente coordinato. Parole suggestive ed importanti supportate da
immagini significative quelle di Claudia Balduzzi e Ornella Salemi per ritracciare rispettivamente l’attività della
Fondazione e l’articolazione del Progetto Italia.
Graditi ospiti l’Amm. Francesco Carpinteri, Comandante Guardia Costiera, il Dr. Giusto Catania, vice sindaco Comune
di Palermo, la dott.ssa Gabriella Dardanoni, Dirigente Assessorato Salute Regione Sicilia, il Dr. Lorenzo Ragona,
Comandante Polizia Stradale Palermo, l’Avv. Ignazio Tozzo, Dirigente Generale Assessorato Salute Regione Sicilia.
A tutti loro il ringraziamento del distretto lions Sicilia per l’attività
solidale svolta a vari livelli e per lo spirito di sana collaborazione
intrattenuto.
Ancora due momenti significativi hanno connotato la mattinata. La
celebrazione dell’investitura, condotta dal delegato Tuccio Toscano,
ha visto presenti una rappresentanza di quei lions che nel corso di
questo anno sociale sono entrati a far parte dell’associazione nei club
siciliani e la emozionante cerimonia della consegna di un cane guida
ad una giovane non vedente da parte del distretto Leo.
Tanti giovani leo, guidati da Pierluigi Fortuna, sono intervenuti sul
palco per testimoniare questo particolare momento e, accanto a
Giovanni Fossati, Presidente Servizio Cani Guida dei Lions, eccolo, padrone della scena, arrivare Varenne, di
professione cane guida, a prendersi l’applauso e gli scatti fotografici di tutti.
Infine, in perfetto orario, si ripiegano le bandiere e si spengono le luci ma nessuno di noi presenti nasconde la
speranza che una piccola luce, seppur accesa dall’emozione, possa persistere ed alimentare lo spirito di questa
giornata lionistica. “
*componente comitato distrettuale Lions Day
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Lions Day
all'annuale appuntamento internazionale
nutrita partecipazione di soci e non
di Marco Stassi*
La giornata in cui gli affiliati alla più grande Associazione di servizio del
pianeta si radunano per testimoniare l’orgoglio della loro appartenenza a
essa, il Lions Day, è stata quest’anno celebrata dal Distretto 108 YB la
mattina dello scorso 26 aprile, a Palermo.
La folta presenza dei Soci provenienti da tutti i Clubs isolani, l’interesse
suscitato dalla manifestazione presso la cittadinanza, il continuo va e vieni
dai gazebo predisposti nel piazzale antistante il locale al fine di
pubblicizzare le attività del Lions, i contenuti delle relazioni ascoltate
nell’ambito degli interventi programmati hanno dato atto dell’incisività nel tessuto sociale dell’indirizzo che ha
caratterizzato lo scorrere di quest’anno di servizio 2013/2014.
Il motto del Governatore Gianfranco Amenta, “Partecipare per cooperare alla crescita”, è sembrato riassumere
anche quello che si è percepito essere il vero tema conduttore dell’evento: un richiamo forte e convinto a quel
Lionismo che svela la sua autentica ragion d’essere soltanto quando gli affiliati riescono a coinvolgere la loro azione
nelle comunità di riferimento e cooperando in modo attivo, impegnandosi in atti di solidarietà reali e tangibili,
sempre finalizzati al miglioramento e alla crescita costante della Società stessa. In tal senso l’intervento iniziale del
Governatore Amenta.
I vari service che fanno parte del Progetto Italia sono stati ricordati ai soci e illustrati agli occasionali spettatori dalla
Delegata responsabile distrettuale Ornella Salemi, il cui intervento ha
sinceramente coinvolto gli astanti. Lucido e appassionato, poi,
l’excursus storico sull’Associazione effettuato da Claudia Balduzzi,
rappresentante multidistrettuale della LCIF, rivolto soprattutto ai
numerosi nuovi Soci entrati a far parte dell’Associazione nel corso del
corrente anno sociale. Nuovamente ai nuovi Soci, inoltre, si sono
indirizzate le parole di sincero augurio, per un costruttivo e costante
percorso di servizio, pronunciate sia da Salvatore Giacona, Past
Presidente del Consiglio dei Governatori, sia da Salvatore Ingrassia e
da Franco Freni Terranova, primo e secondo Vice Governatore del
Distretto. Il sincero apprezzamento e la gratitudine degli ospiti Ammiraglio Francesco Carpinteri, Comandante della
Guardia Costiera, Dr. Lorenzo Ragona, Comandante della Polizia Stradale di Palermo, Avv. Ignazio Tozzo e D.ssa
Gabriella Dardanoni, Dirigenti dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia hanno dato, via via, testimonianza
della rilevanza e dell’efficacia del lavoro svolto da larga parte dei Clubs relativamente ai più importanti Service
Distrettuali proposti dal Governatore, il quale ha sempre sollecitato, in quest’anno sociale, l’integrazione fra il Lions
e le Istituzioni pubbliche. La cerimonia di donazione di un cane guida a un giovane non vedente, infine, ha dato
attestazione del coinvolgimento pratico e del ruolo fondante assunto dai Leo Clubs nel progetto solidaristico che ha
uniformato il presente anno. La consegna, alla presenza del Presidente Distrettuale Leo Sicilia, Pierluigi Fortuna, è
stata preceduta dalle parole appassionate di Giovanni Fossati, che ha descritto il percorso di addestramento
praticato nel Centro di Limbiate: quanto rappresentato dall’oratore ha suscitato viva commozione nei presenti
allorquando è stato illustrato il particolare feeling affettivo che si instaura tra l’animale e l’uomo.
A scandire alcuni dei momenti in cui si è articolata la manifestazione, le musiche eseguite dai giovani strumentisti
del siciliano Heptacord duo.
*Delegato Distrettuale Comitato Culturale e musicale
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Leadership-Lions e Cultura Lions.
di Toti Plescia*
Le competenze di Leadership maturate precedentemente da un Socio in ambiti diversi dall’Associazione non
possono essere necessariamente trasferite alla nuova posizione di Leadership-Lions. Si diventa
Leader-lions con l’apprendimento della storia del L.C.I. , del suo divenire nel tempo, delle sue
specifiche ed uniche finalità e della sua Organizzazione, che permette la realizzazione, a livello di
club, di distretto, di multidistretto ed internazionale di servizi utili alla collettività. Con le
conoscenze si spazza via l’ ignoranza. Si deve far tesoro delle informazioni perché in seguito ad
una loro elaborazione mentale più o meno complessa, che consiste in analisi comparative, seguite
da sintesi ispiratrici del pensiero, si approda alla formazione, che sublima in Cultura e nel caso
specifico in Cultura Lionistica. Le caratteristiche di un leader-lions dovrebbero essere identificabili in una
intelligenza intrapersonale, cioè capacità di conoscere ed accettare se stesso e sapersi autogestire, in una
intelligenza interpersonale, cioè la capacità di interagire efficacemente con gli altri e in un’ esperienza pratica
significativa. Inoltre, il leader-lions deve esercitare altruismo incondizionato. L’altruista deve essere elastico, deve
accettare le eccezioni, ma conoscere bene le regole. Essere leader di un sodalizio come il L.C.I., significa non
pretendere trattamenti particolari, guardarsi dall’egocentrismo , non ricercare l’applauso. Si sa che l’uomo si aspetta
gratificazioni e riconoscimenti per il proprio operato, che non devono rappresentare l’obiettivo principale. La vanità
del Socio a volte può essere una molla, un forte stimolo nella ricerca del successo nell’espletamento delle attività
programmate: Il riconoscimento dell’avere ben operato e dell’avere fatto il bene deve essere la conseguenza e non
il fine. I soci Lions hanno scelto di praticare amorevole solidarietà non perché le sorelle e i fratelli bisognosi li aiutino
a conquistare una medaglia, una targa o uno spillino, ma per sentirsi appagati e coscienziosamente soddisfatti nel
ricevere in regalo un sorriso di chi hanno aiutato e per il ricordo che lasceranno. La gratuità insegna ai Lions a donare
prima di avere ricevuto, soprattutto a chi non può restituire. Bisogna che il sodale acquisisca una mentalità nuova
che superi il gretto materialismo: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Questa è una reciprocità commerciale e
sulla quale, purtroppo, si sta impostando l’intero sistema istituzionale e sociale. Si è Lions, perché, dotati di
generosità, umiltà e di profonda compassione, si riesce ad attirare a sé gli altri per il calore e il benessere che si sa
infondere e per la piena disponibilità a dare agli altri ciò che serve. Si fa squadra-lions perché l’individualismo è una
grande minaccia per il raggiungimento delle prescritte finalità e per l’auspicato miglioramento dello stato di salute
del Distretto. Si è Leader-Lions se si riesce ad evitare conflitti tra i Soci, tra gruppi diversi all’interno dei club e tra i
club, se non si è “yes-person”, adulatori, ma unanimemente riconosciuti ed accettati per meriti , prestigio personale
e non per appartenenze: una leadership-lions efficace ha anche l’impegnativo compito di risolvere i problemi del
sodalizio.
*Coordinatore GLT del Distretto Lions 108Yb
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ADATTAMENTO AL CLIMA CHE CAMBIA
CATANIA PROVINCIA RESILIENTE?
di Luigi Savarino*
Aumento delle temperature estive, ondate di calore, siccità, flash flooding, agricoltura in difficoltà
e raccolti infestati da nuovi parassiti, scarsità della risorsa idrica, trombe d’aria e allagamenti.
Sono solo alcuni degli eventi climatici stagionali che si fanno sempre più intensi e che negli ultimi
anni stanno colpendo il nostro Paese.
L’autunno 2013 ha rivelato all’Italia quello che forse si sarebbe dovuto capire già da tempo: il
cambiamento climatico, attraverso il riscaldamento anomalo del Mediterraneo e la modifica del
movimento delle masse d’aria sull’Europa, sta esponendo il nostro paese a eventi meteorologici di breve durata, ma
estremi per intensità, in grado di provocare stragi e gravissimi danni materiali. Sono ormai diversi anni, per esempio,
che, a ogni autunno, assistiamo ad alluvioni lampo, un tempo più tipiche dei climi tropicali che dei nostri.
Figura 1 - Il sistema climatico (da "Cres - Climaresilienti" – Kyoto Club)
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Ricordiamo solo le peggiori fra le più recenti: 36 morti vicino a Messina il 1° ottobre 2009; 3 morti e danni gravissimi
in Veneto il 1° novembre 2010; 18 morti fra fine ottobre e inizio novembre 2011 fra Genova, Cinque Terre e
Lunigiana; 6 morti il 12 novembre 2012 nella
Maremma toscana, 17 morti intorno ad Olbia il
18 novembre 2013. A quest’ultimo episodio è
seguito poi, ai primi di dicembre, una sorta di
ciclone mediterraneo, che ha investito la parte
Adriatica e Ionica del Meridione, con piogge,
venti e mareggiate violentissimi che hanno
devastato le coste, provocato frane e fatto
esondare fiumi fra la Calabria e le Marche. Solo
l’allarme precoce e le misure di sicurezza prese
da sindaci, prefetti e protezione civile, hanno
contenuto a tre il numero dei morti, evitando
una strage simile a quella sarda.
Figura 2 - Flash flooding a Scarcelli nel comune
di Saponara (ME)
Questo dimostra che se fermare il cambiamento climatico è cosa enormemente difficile e al di là delle nostre
possibilità di nazione, almeno possiamo tentare di adattarci alle sue conseguenze attuali e future, per limitare
vittime e danni.
La Commissione europea, nel mese di aprile dello scorso anno 2013, ha presentato la “Strategia europea per
l’adattamento ai cambiamenti climatici” , che rappresenta un ulteriore passo per la definizione di strategie a livello
nazionale, regionale e locale (http://ec.europa.eu/clima/policies /adaptation/what/ documentation/en.htm ).
La strategia, che fa seguito al Libro bianco sull'adattamento pubblicato nel 2009 (COM(2009)147), è mirata al
rafforzamento del livello di preparazione e della capacità di reazione agli impatti del cambiamento climatico a livello
locale, regionale, nazionale e dell’Unione. Il pacchetto è composto da un documento politico principale - la
comunicazione (COM(13)3288 (rev.1)) - corredato da altri documenti relativi alle valutazioni di impatto
(COM(13)3289 (riv. 1), COM(13)3292 (riv. 1), COM(13)3290 (riv. 1)). Uno degli obiettivi chiave della strategia consiste
nell'aumentare la resilienza (capacità reattiva alle avversità) di alcuni settori vulnerabili (tra i quali l'agricoltura).
L'integrazione dell'adattamento in tutte le politiche settoriali dell'UE è, inoltre, considerata un azione prioritaria, per
permettere sinergie e diminuire i costi.
Questo strumento europeo è stato recepito dall’Italia il 29 ottobre 2013 con la presentazione a Roma della
“Strategia nazionale sull'adattamento ai cambiamenti climatici”,. al fine di mettere gli Enti locali del nostro Paese
nelle condizioni di poterlo utilizzare come riferimento per l’avvio di politiche e azioni in chiave di adattamento sul
nostro territorio.
Ne abbiamo dato notizia con l’articolo intitolato “Adattamento ai cambiamenti climatici – Elementi per una Strategia
nazionale – Consultazione pubblica on line sul sito del MATTM”, pubblicato su TuttolionsSicilia
(http://tuttolionssicilia2013.wordpress.com/2013/11/13/ adattamento-ai-cambiamenti-climatici/ ).
Nel documento vengono individuati gli interventi prioritari per la sicurezza del territorio, ma si tratta solo di una
bozza che dal 29/10 viene pubblicata on line sul sito del ministero e sottoposta a consultazione pubblica. Una volta
adottata ufficialmente, la Strategia, dovrà' diventare Piano nazionale di adattamento, diventando operativa con la
previsione di governance e allocazione dei fondi.
I risultati non sono molto incoraggianti per l’Europa in generale e per l’Italia in particolare. Se 130 delle città europee
considerate (il 65%) ha almeno un piano per limitare le proprie emissioni, solo il 28% ha un piano di mitigazione dei
rischi legati al cambiamento climatico, mentre il 35% delle città considerate non pensa a ridurre né emissioni di CO2
né i rischi per la popolazione.
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"In realtà - spiega Piero Pelizzaro, esperto di adattamento climatico per il Kyoto Club - ……………… . Al momento solo
una città, Ancona, ha un piano di adattamento climatico, approvato in consiglio comunale. Padova e Alba hanno
iniziato a sviluppare il proprio piano di adattamento, mentre Bologna ha completato da poco un piano della
vulnerabilità dell’area metropolitana. Questo muoversi in ordine sparso desta molte perplessità, in quanto se può
essere opportuno immaginare piani per le grandi aree metropolitane, per le altre città sarebbe più opportuno
immaginare piani di adattamento integrati almeno a livello provinciale o regionale, in quanto molte misure vanno
applicate su una scala maggiore di quella cittadina. Per ora ci sono solo due piani di adattamento provinciale, per
Genova e Catania, che però risalgono a diversi anni fa e non mi risulta siano mai stati implementati, e un’unica
strategia regionale, quella lombarda, che indirizza ed elenca obiettivi, rimandando gli interventi di dettaglio a un
futuro piano di adattamento".
In considerazione di ciò invito i club Lions della provincia di Catania a ragionare, nel prossimo anno sociale
2014/2015, con i Comuni nei quali operano e con i partner tecnici (Ambiente Italia, Kyoto Club, Agenda 21 Locale,
ecc.) per fare rete e intraprendere un percorso comune verso la costruzione di una comunità provinciale resiliente.
Consulente del Distretto per la tutela ambientale
Service distrettuale “La cultura della prevenzione”
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Un poster per...solidarietà
di Maurizio La Spina*
Siamo arrivati alla fine di quest’anno sociale ed è giusto domandarsi se e quale obbiettivo abbiamo raggiunto, se
siamo riusciti a concretizzare con azioni mirate un risultato o se abbiamo dispensato,
attraverso incontri e convegni, solo inutile dottrina. Probabilmente siamo riusciti sia nell’uno
che nell’altro intento, l’importante è prenderne coscienza e avere sempre presente il logo del
Lion bifronte: guardare al passato per migliorare in futuro.
L’attività relativa al concorso Un Poster per la Pace nel “nostro” Distretto è diventata
certamente un appuntamento annuale di sicuro riferimento per la maggior parte dei Club e
sebbene il tema della Pace sembrerebbe un tema “statico” i risultati dimostrano che l’attività
offre numerosi spunti di azione rivolti alla solidarietà sociale. Ogni anno infatti si rileva che i
ragazzi pendono spunto, per i loro disegni, dagli eventi contemporanei dimostrando, il più
delle volte rispetto a noi, una maggiore sensibilità per gli eventi negativi, antitesi della pace, che TV, stampa e
internet ogni giorno ci rappresentano. Quest’anno si è molto parlato, con articoli, servizi e immagini, il più delle volte
davvero ignobili, del problema degli immigrati, i politici, tutti all’unanimità, hanno sfilato in passerella dispensando
responsabilità a destra e a sinistra al solo scopo di ritagliarsi il ruolo accattivante di puntare il dito (ma non si è visto
nessuno alzare il….. sedere dalla poltrona!!!) senza promuovere alcuna azione degna di rilievo. I ragazzi invitati a
partecipare al “Concorso” hanno manifestato invece una grande sensibilità dedicando numerosi “Poster” al
problema dell’immigrazione, mettendo in risalto il problema contingente esprimendo attraverso ogni disegno
solidarietà e speranza. Attraverso gli scenari riportati nei Poster si legge chiaramente, vuoi per i colori, per il sole o
piuttosto per la luce all’orizzonte, un sogno di speranza per un futuro di pace. Tanto impegno si è tradotto con la
partecipazione di oltre 6000 alunni contribuendo a stimolare numerose iniziative di solidarietà nei Club dando così
un valore aggiunto al “service”.
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Mi auguro che in futuro si possa fare tesoro delle esperienze passate per incrementare una sempre maggiore
partecipazione per contribuire ad “alimentare quello spirito di comprensione tra i popoli del pianeta” a cui i nostri
ragazzi tendono con tanta sensibilità e sopratutto passione. Quella passione (Pace interiore) che “è una virtù, uno
stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla giustizia” (B.Spinoza) Quella passione che ci vuole “..per non
assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, o semplicemente……… per vivere “ ( Oriana Fallaci)
*Delegato Distrettuale
"Un poster per la Pace"
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Congresso 10 maggio 2014
Relazione segretario distrettuale
di Luigi Fricano
Cari Soci e Socie Lions
Dopo l’avvio dello scorso luglio a Monreale, ed i successivi appuntamenti istituzionali che hanno
scandito questo anno sociale, intendo con questo mio breve intervento condividere con Voi, in
relazione all’ufficio che, nel servizio, ho avuto il compito di coordinare, lo stato amministrativo del
nostro Distretto e dunque dei Club in relazione al mantenimento ed incremento dei Soci attivi,
formazione dei Soci e corretta informazione, partecipazione e qualità. Tali obiettivi volti al
miglioramento dell’immagine della nostra Associazione nell’ambito del nostro Distretto e non solo.
Per quanto riguarda la struttura, alla data del 30 aprile il Distretto è composto da 102 Club con
3945 soci. Bisogna constatare quindi un decremento, rispetto alla data del 30 giugno 2013, di 161 unità. Come
sapete nel corso dell’anno sono stati cancellati 6 club mentre vi è stata la costituzione di un nuovo club a cui a breve
verrà consegnata la charter. Tutti i Club sono stati visitati, rimane solo il club di Enna la cui visita è prevista per il
prossimo 15 maggio. Oltre alla verifica amministrativa, si è potuto constatare, in molti casi , l’andamento delle
attività svolte, la buona partecipazione dei soci con i quali si è instaurato un dialogo fattivo e costruttivo. Dall’esame
dello stato dei Club si rilevano però, e soprattutto nei grossi centri dell’isola, alcune criticità, dovute a diversi fattori,
ed anche – ritengo – al numero medio di soci per singolo Club, fattore questo che limita senz’altro l’attività nel suo
complesso. E da qui permettetemi una breve riflessione: nel numero di aprile della rivista nazionale è stata
pubblicata una tabella che rileva, tra l’altro, come i soci Lions italiani siano diminuiti dal giugno 2001 al Febbraio
2014 di 4264 unità (-8,90%); nel contempo si è registrata una crescita di 179 Club ( +15,80%). Nel nostro Distretto
nello stesso periodo si è avuta una perdita di 829 soci (-17%) ed una crescita di 17 club (+20%). Analizzando poi
alcuni dati relativi alle 3 città siciliane Palermo, Catania e Messina si evince che a Palermo e comune limitrofo sono
presenti 12 club per un totale di 361 soci; di questi 12 club 5 hanno un numero complessivo di soci di 88 unità quindi
con un numero di soci al di sotto delle 20 unità per singolo club. Catania 14 club per 493 soci di cui 6 club con un
numero di soci al di sotto delle 30 unità. Infine Messina 5 club per 176 soci di cui 2 al di sotto delle 20 unità. E’ da
rilevare che, anche altri Club del Distretto , ad oggi presentano un numero di soci inferiori alle 20 unità.
Penso proprio che tutti noi da una attenta e serena valutazione di questi dati, possiamo trovare degli spunti di
riflessione. Quello che occorre è ritrovare un entusiasmo nuovo per la crescita – intesa non in senso numerico – del
Distretto e dell’Associazione rendendoci conto che tutti NOI siamo soci del Lions Club International, la più antica e
vasta organizzazione di servizio umanitaria oggi esistente. E’ fondamentale vincere l’innato egoismo che ha sede in
ogni essere umano, mettendo in atto i principi di solidarietà, di onestà, di offerta gratuita, di sostegno alle Istituzioni
dando ognuno il proprio contributo di opere, idee e tempo a favore dell’Associazione.
Come sostiene il D.I. Fresia, bisogna agire sempre col senso del buon padre di famiglia e ricordare che il Distretto
non “impone” nulla, ma richiede che le regole siano conosciute, rispettate ed applicate. Solo così saremo in grado di
dare maggiore impulso e sviluppo all’Associazione. Dobbiamo liberarci da ogni tipo di preclusione mentale ed essere
capaci di slancio. Come ci ha ricordato il nostro Governatore nel corso dell’anno dobbiamo ricercare e favorire il
senso della partecipazione attiva e della gioia e soddisfazione del socio di sentirsi utile alla società.
Nell’avviarmi alla conclusione mi piace ancora evidenziare l’importanza che si è data all’attività formativa nelle sue
diverse fasi e momenti ed alla comunicazione. Ritengo che l’impegno del Governatore, nel volere raggiungere
singolarmente e direttamente tutti i soci sia stato un fatto rilevante e positivo in termini di coinvolgimento e
partecipazione. Se il lionismo è missione, e lo è, dobbiamo credere fermamente in ciò che facciamo, giorno per
giorno, essere responsabili dell’impegno preso, ed essere in grado di consolidare sempre più rispetto, amicizia, e
condivisione. Dunque dobbiamo mobilitarci tutti a porre fine alle critiche “tout court”, ricordando che occorre
essere cauti nella critica e generosi nella lode; per costruire e non per distruggere.
Ma tutti noi ne saremo capaci?
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Desidero infine rivolgere un sentito grazie a tutti indistintamente per la collaborazione avuta nel corso del corrente
anno sociale ed augurare al nostro Distretto tanti successi.
Buon lavoro a Tutti.
Segretario distrettuale 2013/2014
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"DIONISIO": un metodo di partecipazione
Cari amici,
Ricordiamo che "Partecipare per cooperare alla crescita", è il motto scelto dal nostro Governatore, Gianfranco
Amenta, per sollecitarci a pensare ed agire proattivamente per la crescita di un sano lionismo e del nostro
Distretto.
Un sentito ringraziamento a quanti hanno voluto contribuire alla realizzazione di questo nuovo appuntamento.
I vostri preziosi contributi saranno sempre graditi.
La Redazione
I Lions di Sicilia a Lampedusa per la Festa dell’architettura 2014
Conferenza degli ordini d’Italia – convegno internazionale
workshop L’Architettura dell’accoglienza in emergenza dal 9 al 14 giugno
di Giuseppe Vella*
I Lions di Sicilia, del Distretto 108 Yb, ancora in prima linea con gli Architetti di Sicilia e d’Italia a Lampedusa.
L’occasione che accende ancora i riflettori sul biblico esodo di uomini donne e
bambini che provengono da un contesto di disagi e guerre verso quello che loro
ritengono la “speranza” di un futuro migliore e più sicuro e coltivando altresì la
speranza di essere accolti come esiliati, realtà di cronaca giornaliera che viviamo
attraverso i giornali e le televisioni e che pone “simbolicamente” e “praticamente”
Lampedusa quale porta d’Europa nel Mediterraneo. Ed ecco il perché dell’adesione
all’International Workshop di Lampedusa da parte dei Lions di Sicilia al tema:
L’Architettura dell’accoglienza in emergenza.
Ancora una tappa importante con la quale dimostrare quanto impegno e lavoro va profuso per dare risposte “vere”
e senza terzi fini a questo evidente bisogno di umanità. Uno sforzo per mettere a nudo i limiti del sistema che ha
balbettato e balbetta da troppo tempo. Un Sistema che reagisce male e denota quanto poco interesse abbia
suscitato l’inadeguatezza delle operazioni messe in essere rispetto ad un “esodo” preannunciato da anni e al quale
nel momento di maggior imponenza si sperimentano invece tutti i limiti organizzativi. La consapevolezza tardiva
della portata europea dell’evento richiede una veloce rimodulazione dei Servizi
relegati ad un problema locale di confine marginalizzato e delegato solo a chi deve
approntare le operazioni di sbarco.
Il Governatore Prof. Gianfranco Amenta ha avuto già da tempo in agenda tale
problematica, raccogliendo dati già negli anni di preparazione al Suo Anno Sociale da
Governatore, e oggi, collocando il Distretto tra i Patrocinanti di questo importante
evento mediatico, ancora manifesta l’Autorevolezza dell’impegno e Sostiene anche
economicamente la portata culturale che non deve e non può mancare. Ci vuole
consapevolezza quando l’accoglienza verso fratelli meno fortunati è, non solo
opportuna ma necessaria, e ciò può rendere solido il rapporto con chi è meno fortunato di noi e cerca riparo e asilo
nella Nostra terra d’Europa. E’ chiaro ed Evidente che è necessario rendere quanto più manifesto possibile a tutti che
il flusso così numeroso necessita di una pianificazione e una progettazione che gli Architetti si propongono di
sperimentare in uno dei momenti più importanti della propria vita di Corporazione. Il Contesto della festa, perché di
questo si tratta per gli Architetti d’Italia, l’Anniversario in cui festeggiano i loro 90 anni di esistenza in forma
organizzata come categoria attività e
37
"DIONISIO": un metodo di partecipazione
proprio tale festa sarà preceduta dal Workshop sul tema dell’architettura dell’accoglienza in
emergenza, che coinvolgerà studenti in architettura dei Paesi del Mediterraneo e, soprattutto,
della costa Nordafricana; manifestazione di lancio del
Concorso Internazionale “l’Architettura dell’accoglienza” a Lampedusa, quale cerniera
culturale, socio - economica, politica e commerciale tra l’Europa ed i Paesi della costa
Nordafricana. I Lions “partecipano” concretamente attribuendo tre delle dieci borse di studio
che saranno consegnate dall’Arch. Rosa Maria Corbo, Lion e Presidente della Zona 23 che
rappresenterà il Governatore in questo importante contesto. I Lions vedono e seguono con
apprensione gli eventi ma chiaramente vogliono essere, anche in questa difficile occasione, presenti e con
l’operatività che i momenti come questo richiedono.
Socio Lions
Tavola rotonda "Parliamo dei problemi dei giovani
Una Voce dalla Platea
Durante la recente tavola rotonda1 sul tema “Parliamo del problema dei giovani con i giovani”, le varie anime dei
Lions hanno cercato di analizzare e dare soluzione ad un problema dei più attuali e scottanti: il lavoro e i giovani.
L’esistenza di un disagio giovanile2 presente nel nostro Paese, non è sicuramente un fenomeno recente, anche se le
sue modalità di manifestazione sono variate al variare del “momento storico” di riferimento: in tempi vicini ai nostri
giorni, esso si manifesta, principalmente, tramite il fenomeno della dipendenza da alcool o droghe, nonché
attraverso l’ abbandono prematuro dei “percorsi di studio” intrapresi (università o altro).
 Gli illustri relatori hanno sottolineato l’esistenza3 di un grave momento di crisi generale che vede, sul territorio
meridionale dell’Italia, concentrato appena il 20% degli “occupati”, a fronte di un ideale “ 50% di un sistema
economico in equilibrio (vedi i Paesi del nord - Europa).
 Hanno poi posto l’accento sull’esistenza di un “processo di formazione” (soprattutto universitaria) che, in Italia,
contrariamente a quanto succede nei Paesi di origine anglosassone, isola i giovani dal mondo del lavoro fino al
conseguimento finale del “titolo di studio”, rinviandone, pertanto, la crescita umana e relegandoli al ruolo di “figli
di famiglia”4.
A tal proposito, pur difendendo il contenuto formativo, in termini di qualità, del nostro “sistema di istruzione”, si è
auspicato da più parti5 l’introduzione di una correzione, all’interno del suddetto “sistema”, che potrebbe essere
individuata nella trasformazione dell’ultimo periodo di formazione universitaria (ultimo anno accademico o ultimo
1
XVIII Congresso Distrettuale – Catania, 9 – 10 maggio 2014
Intervento del Past Presidente del Consiglio dei Governatori - S. Giacona
3
Prof. Pietro Busetta – Delegato – Comitato Area cultura e rapporti con le università siciliane” (PA)
4
Governatore Prof. Avv. Gianfranco Amenta; F. Dugo – vice Presidente Distretto Leo.
5
Prof. Avv. G. Amenta – Governatore Distretto 108 Y B, in primis.
2
38
"DIONISIO": un metodo di partecipazione
semestre dello stesso) in un tirocinio attivo di apprendistato lavorativo, possibilmente supportato da “convenzioni”
ufficiali che ne garantiscano il “valore legale”.
 Entra pertanto in gioco, e lo hanno fatto rilevare alcuni dei “relatori”, l’importanza del contesto in cui si opera:
l’esistenza e la non – esistenza, sul territorio di pertinenza, di un pacchetto di opzioni lavorative (offerte di piccole ,
medie o grandi imprese), condiziona sicuramente la possibile riuscita di questa “ipotesi correttiva”.
 In modo certamente non casuale, il Prof. Busetta ipotizzava l’attivazione di un “aiuto concreto” da parte delle
generazioni passate (genitori, nonni o altro) per superare l’ impatto iniziale dell’ingresso nel mondo del lavoro.
Ipotesi, questa, possibile solo in presenza di “genitori” (o nonni …) in grado di farlo: ossia in condizioni economiche
tali da garantire la sussistenza propria e quella dei figli, ben oltre l’età che, per definizione, li rende “maggiorenni”.
 Il focus si è infine spostato sugli “atteggiamenti” che il mondo giovanile assume nei confronti del mondo lavorativo.
È emerso, da vari interventi6 di relatori appartenenti proprio al mondo giovanile, che vi sono dei “comportamenti”
che, per quanto talvolta giustificati, sono di ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro:
1. La sfiducia verso le proprie “potenzialità”, generata talvolta da una educazione troppo protettiva:
2. La rassegnazione ad una situazione economica in crisi, esacerbata dalla sfiducia verso una classe politica ed
un mondo economico ritenuti, dai più, affetti da corruzione e clientelismo;
3. Le oggettive condizioni economiche disagiate, che rendono inattuabile anche il quasi scontato “aiuto
familiare”.
Ma occorre puntualizzare7 che essere giovani NON8 deve essere interpretato come una “malattia” o un ostacolo,
poiché, anche se il disagio esiste, sicuramente le condizioni dei giovani di oggi sono migliori di quelle dei “ragazzi del
dopoguerra”.
Allora, quali sono le possibili soluzioni ? Ed i Lions come possono intervenire ?
A mio parere e in base a quanto sentito in questo convegno9 , i Lions fanno già molto, attraverso “progetti specifici”,
mirati per risolvere i problemi della “dipendenza” o della “prevenzione”: si pensi al “Progetto Martina” ed altro
ancora.
Rimane, ed è fortemente sentito, il problema dell’ingresso nel mondo del lavoro.
Alcuni relatori10 hanno fatto rilevare che, le cosiddette offerte lavorative potrebbero essere incrementate e
migliorate, attraverso una migliore e più efficiente gestione di quei FONDI che la Comunità Europea mette al servizio
dello sviluppo economico di “territori” in sofferenza e, in particolare, del mondo giovanile imprenditoriale: tali
“interventi” potrebbero in breve tempo ( 4 o 5 anni) portare a dei buoni risultati.
In questo ambito, per esempio, secondo un mio modesto parere, anche una riscoperta di antichi mestieri, surclassati
dall’era tecnologica o legati al mondo dell’eno–gastronomia, potrebbe offrire delle “opportunità lavorative”
aggiuntive, forse di nicchia, ma sicuramente vincenti (come è stato già dimostrato in alcune “realtà locali”, anche in
Sicilia).
6
Ines Tomaselli – Leo Club Catania Nord
O. Licciardella –Delegato Comitato Area cultura e rapporti con le università siciliane (CT)
8
Dott. Roberto Tumbarello, giornalista – Esperto in comunicazione e diritti umani.
9
S. Giacona – Past Presidente Consiglio dei Governatori ed altri.
10
G. Biondo – Tesoriere Distretto Leo; Prof. P. Busetta.
7
39
"DIONISIO": un metodo di partecipazione
Ma tutto ciò non è sufficiente se anche il mondo giovanile non collabora al “progetto”, mettendosi in gioco, con la
propria creatività, intraprendenza e competenza. Si, competenza, perché i nostri “giovani”, anche se spesso hanno
perduto il contatto con le vecchie “professionalità”, ne hanno acquisite di nuove, molto spendibili in campo
lavorativo.
Allora, dobbiamo riposizionare il “bersaglio”: occorre modificare il “punto di partenza”, al di là dell’istruzione e
dell’aiuto economico, vi deve essere qualcosa di più e questo qualcosa è il nostro esempio, attraverso la trasmissione
di quei valori che sono i nostri, ma sono anche i “Valori del Lionismo”: l’onestà, l’impegno costruttivo e il rispetto
della persona.
Ognuno dei nostri figli (o nipoti) possiede uno “scrigno di tesori”, a noi il compito di aiutarli: non dobbiamo spingerli
a “tenerlo nascosto”, per proteggerli dal mondo esterno, ma piuttosto dobbiamo incoraggiarli a valorizzarlo,
affinché la loro unicità sia una occasione di miglioramento per loro e per il mondo che li circonda.
Giusi Balsamo
Convegno sul TEMA DI STUDIO DISTRETTUALE
PROBLEMATICHE ED OPPORTUNITA’ DELLA SICILIA,
EUROREGIONE DEL MEDITERRANEO
Marsala – Domenica 27 aprile 2014
di Diego Maggio*
DOCUMENTO DI SINTESI
Quello su cui i Lions siciliani sono stati, dal loro Governatore, chiamati a
confrontarsi in quest’annata sociale, noi lo abbiamo interpretato con questo
coro a più voci: del quale – avendo scelto che provenissero da fuori rispetto al
nostro ristretto ambito - abbiamo sentito e goduto la ben orchestrata sinfonia
e ci apprestiamo, adesso, a sintetizzare e tramandare la cordiale armonia.
Abbiamo oggi avuto conferma del fatto che questa terra (appartenente solo
politicamente al continente boreale ma da esso staccata fisicamente) è in
realtà – nei secoli e nel presente - la più “contaminata” fra quelle che si
affacciano nel Mare di mezzo. Riportando testualmente Vitaliano Brancati
“L’Europa, che comincia a nord con fiumi gelati e popoli dal pensiero lucido e senza vertigini, dopo il gran salto delle
Alpi, si ingolfa, da questa parte, nel Mediterraneo e finisce lentamente con la Sicilia. L’Europa che – dal suo sud
estremo - comincia e finisce: ecco la Sicilia.” Pertanto, anziché sconfinare in presuntuose derive auto-identitarie,
siamo indotti a far prevalere l’onestà intellettuale nel riconoscere che la Sicilia è la risultante di un mix - in continua
evoluzione - fra sapori ed enologie, sapienze e genealogie, localismi e universalità, autonomismi e autismi, risorse e
sprechi, crimini e speranze.
Se una sintesi possiamo dunque trarre da questa domenica marsalese d’aprile, il messaggio vero che corrisponde alla
stessa mission di questa religione laica che professiamo – il lionismo - ben può tradursi nel voler fare dell’immenso
patrimonio colturale, artistico, culturale, archeologico, organolettico ed ambientale della nostra terra, lo strumento
di uno sviluppo reale. Anche stamane, abbiamo capito come non basti che la Sicilia sia (come naturalmente è) al
centro geografico del Mediterraneo, ma quanto è necessario farla divenire l’epicentro pulsante di tale area, l’isola
centrale nella comunità dell’arcipelago euro-mediterraneo: una terra di convivenza e solidarietà, ponte fra le culture
dell'Europa, dell'Africa, del Medio Oriente. Si tratta cioè di internazionalizzare la vita sociale ed economica dei
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"DIONISIO": un metodo di partecipazione
Siciliani: il che deve vedere la Regione titolare di nuovi rapporti da un lato con l'U.E. e dall'altro con i paesi
rivieraschi.
Da questo non casuale tema di studio, i Lions siciliani vogliono proporre una strategia, istituzionalizzandone
l’insistenza: attivare cioè una rete volitiva – insieme agli altri clubs service e a tutti i soggetti pubblici e privati capace di focalizzare intanto ogni particolare della singola "isola" siciliana: il Marsala e il Passito di Pantelleria, l’olio
extravergine di oliva Nocellara del Belice e delle Valli Trapanesi, il pane nero di Castelvetrano, i grandi vini di Alcamo,
il mare ed il pescato di Mazara del Vallo, il cuscus di San Vito Lo Capo, le busiate di Buseto, il sale marino di Trapani,
l’aglio rosso di Nubia, il formaggio Pecorino e la Vastedda del Belice, le vigne e la dolceria artigianale di Erice, le
fragole di Bufalata, i fiori e le piante ornamentali di Samperi, il Carnevale di Petrosino, le tradizioni dei gelatai e delle
torrefazioni, ma anche le Processioni pasquali di Trapani e Marsala, i templi e gli anfiteatri di Selinunte e Segesta, le
grotte preistoriche di Levanzo, il bosco del Monte Bonifato, la foca monaca che ha ripreso ad abitare nelle acque
limpide di Marettimo, le tonnare di Favignana e Bonagia, la pietra campanella della giudecca di Salemi, i marmi di
Custonaci, le Orestiadi di Gibellina, i faraglioni di Scopello, i capperi, lo zibibbo, le favàre e i dammùsi di Pantelleria,
le vie del vento che fanno capolinea allo Stagnone, il fascino struggente del Golfo di Castellammare … Partire dalla
riscoperta della propria identità vuol dire valorizzare la profondità della propria storia, riscoprire l’orgogliosa abilità
del saper coltivare vigneti ed uliveti d’eccellenza, confidare sulle proprie capacità e farne oggetto di apertura al
mondo.
Dalla sinergia fra queste filiere di pensiero e di produzione, si può pianificare l'immissione sui mercati nazionali ed
internazionali del prodotto made in Sicily, valorizzando ogni fattore e facendolo diventare economia. Quelli appena
descritti costituiscono tutti – inimitabilmente - presìdi, tipicità, denominazioni, patrimoni. E meritano, ognuno,
adeguata difesa e protezione. Ecco, perciò, il metodo strategico che proponiamo: proiettare la Sicilia, tutta la Sicilia,
verso una ancor maggiore notorietà nell’opinione pubblica mondiale, puntando a mettere sotto la più alta tutela le
sue più peculiari ricchezze materiali ed immateriali. Ma i Lions vogliono razionalizzare un tal percorso: ragion per cui
assicureranno il loro sostegno autorevole a quei progetti che, in ogni territorio nel quale si estrinseca il loro
“servire”, mirano fondatamente ad ottenere il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità”.
Di certo c’è che, su specifica domanda avanzata dall’amministrazione locale e fatta propria dal Governo nazionale, a
decidere deve infine essere l’UNESCO: cioè l’Organizzazione dell’ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Sono
quasi mille, in tutto il mondo, questi posti-gioiello individuati come meritevoli di una custodia inviolabile e di una
particolare tutela da parte del Paese di appartenenza e da tutte le nazioni aderenti all’UNESCO e che si adoperano
attivamente - mediante contributi finanziari ed azioni informative - per proteggerli quando versino in pericolo di
andare in rovina o di subire danneggiamenti. E sono 120 i Paesi che sostengono l’impegno di preservare sottraendolo ad incuria, calamità naturali e guerre - il meglio di ciò che la creatività umana ha prodotto nei secoli e
che, proprio per questo motivo, appartiene ad ognuno di noi esseri umani, a prescindere dal Paese in cui il bene si
trova.
Due sono, in questo estremo Ovest, i progetti in pista e che il Lions International - al più alto livello e insieme a
quanti altri vorranno - può e vuole impegnarsi a sostenere ufficialmente. E ne illustriamo qui il rispettivo “stato
dell’arte”.
- I–
In fase molto avanzata è la candidatura della “Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di
Pantelleria”: idea che, lanciata in una mia pubblicazione del 2000 e poi rilanciata nel 2010 dal mio Consorzio
Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei vini a d.o.c. dell’isola di Pantelleria, sta vedendo gli sforzi collettivi
pervenire al buon esito di una proposta che è diventata corale aspirazione di tutta la comunità isolana. Quella della
coltivazione del vigneto ad alberello, a Pantelleria è una consuetudine millenaria e comunque molto antica. E – più di
ogni altra tradizione - proprio la coltivazione della vite è sintesi di questa eredità storica. La proverbiale e impetuosa
ventosità dell’isola ha verosimilmente indotto i primi arcaici viticoltori a mettere al riparo la vite dalle folate,
collocando ogni pianta in una conca scavata nel suolo di terra lavica. Così adagiati, i tralci si abbracciano e i grappoli
guadagnano prossimità all’humus vulcanico. Tutto ciò ha potuto attecchire e perpetuarsi in un’isola che, già di per
se stessa, costituisce un vero unicum. A fronte degli altri arcipelaghi che circondano e coronano la Sicilia, infatti,
Pantelleria rimane solitaria e situata più vicina alla costa nordafricana di quanto non lo sia all’isola-madre. Iscrivere
questo singolare vigneto (ove ancora vivono ceppi perfino ottuagenari) nella Lista del Patrimonio Culturale
Immateriale UNESCO rappresenterà il riconoscimento dell’autentico eroismo con cui ogni giorno i viticoltori si cura
41
"DIONISIO": un metodo di partecipazione
dell’ambiente: i terrazzamenti, i muretti a secco (estesi, nell’intero, 8.000 chilometri), i “giardini arabi” (altrettanti
nuraghi senza tetto, ciascuno a riparo di una sola pianta di agrumi) e i caratteristici dammùsi. La coltivazione della
vite pantesca è, pertanto, il simbolo di una comunità che, grazie al difficile lavoro nei campi di una terra ardua, riesce
a rinnovare quotidianamente il legame tra l’uomo e la natura. Con un documento che ho personalmente redatto ed
inoltrato al Mipaf a nome del Consorzio di Tutela, si è appena completato il dossier di candidatura infine inviato alla
sede UNESCO di Parigi lo scorso 24 febbraio dal Dipartimento politiche europee ed
internazionali e sviluppo rurale dello stesso nostro Ministero. L’attuale documentazione sarà quindi inviata dal
Segretariato della Convenzione all’Organo valutatore per l’esame che vedrà il suo esito a fine novembre 2014.
-
II –
E poi c’è un sogno che qui accarezziamo da quasi tre lustri. Cominciai, infatti,
quattordici anni fa – sulle colonne de Il Vomere – a scrivere della necessità e
della legittimità che Mozia e Lilybeo, quali punte di diamante della civiltà
fenicio-punica, venissero poste sotto l’alta tutela dell’UNESCO come
patrimonio dell’umanità. Sono trascorsi, da allora circa cinquemila giorni
farciti da convegni, gelosie di paternità, appropriazioni indebite, comunicati
che annunciano l’obiettivo ormai vicino, etc. Ma la candidatura non è mai
stata efficacemente avanzata. Ora, è vero che non tutti i siti culturali per i
quali viene richiesto l’intervento dell’UNESCO finiscono con l’essere
dichiarati “patrimonio dell’umanità”: occorre che rappresentino un “unicum” storico-artistico che abbia avuto
rilevante influenza per lungo tempo, oppure che costituiscano un esempio eccezionale di una civiltà o di una
tradizione culturale. Ma non vi sembrano, queste, parole tagliate e cucite addosso a questo territorio? In quale
altrove possono rinvenirsi prove così importanti della più antica e consistente (ed ancor viva) tradizione viticola e
cerealicola, capolinea pure delle “rotte dei grani”, oltre che dei commerci vinicoli di un incrocio unico fra la civiltà
fenicia, quella greca e quella imperiale romana? Non credete che proprio da qui e da allora abbia preso piede quello
stile di vita che ora viene protetto e chiamato “dieta mediterranea”? Dove, se non qui, si può trovare un’isolamuseo, circondata da saline attive e mulini a vento, al centro di una laguna naturale e che si irradia sul
comprensorio vitivinicolo più denso al mondo? E che il tutto sia un insieme vivibile come emporio, bacino ed
arcipelago dell’epopea fenicia-ellenica-romana nel Mare Nostrum? Fu Joseph Whitaker, imprenditore “marsalista”, a
riportare alla luce una civiltà insediatasi in quell’isoletta già 8 secoli prima di Cristo. La ritrovata affascinante statua
dell’auriga o giovinetto in tunica, la strada subacquea per i carretti dell’uva, il suo incredibile vigneto: proprio da
Mozia partono – da secoli - le vie del pane, del vino, del sale e del vento ! Quanto alla unicità ambientale e storica di
questo territorio, valga citare la Nave Punica (con le sue anfore vinarie), le diecine di migliaia di ettari a vigneto, le
tracce della più antica arte della panificazione, gli straordinari stabilimenti vinicoli, i mosaici romani dell’insula, il
fondale marino con i suoi tesori ancora da esplorare... Ecco perché Mozia, inscindibilmente con Lilybeo, forma ormai
– anche immaterialmente - un luogo della memoria collettiva, prediletto dalla comunità scientifica internazionale.
Questa può ben essere la piattaforma motivazionale con cui risvegliare e magari duplicare la candidatura in
questione, proponendola cioè – da parte dei due Ministeri - per entrambe le liste dell’Unesco. Dal dossier detenuto
presso gli uffici comunali si rileva che l’ultima valida corrispondenza proveniente dal Ministero Beni Culturali porta la
data del 25/2/2009 e vi si dice che l’inserimento dei suddetti siti nell’ambito di una più ampia candidatura, dai
requisiti transregionali e transnazionali e avente come comune denominatore le evidenze fenicio-puniche nel
Mediterraneo Occidentale, ottempererebbe agli odierni orientamenti della WHL Unesco. Da allora tutto tace. Ora
l’On. Giulia Adamo vuole fare sul serio e ha cominciato con il conferire alla sezione marsalese del club Unesco
l’incarico di predisporre gli atti necessari all’iscrizione della candidatura di Mozia e Lilybeo nella Tentative List
dell’Unesco.
Qui ed oggi, tutti noi appartenenti ai Clubs della Zona 5 che abbiamo organizzato questo Convegno, affidiamo
ufficialmente al Governatore dei Lions siciliani – affinché valuti di impegnare i suoi successori, nonché di farne inoltro
al Presidente Internazionale – ambedue le richieste di sostegno provenienti da entrambi questi territori
dell’occidente siciliano che aspirano rispettivamente (ciascuno con le proprie motivazioni) ad essere riconosciuti
Patrimonio dell’Umanità.
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"DIONISIO": un metodo di partecipazione
Siamo certi, in ogni caso, che il club service più diffuso al mondo, prenderà a cuore le sorti anche di questa parte di
mondo: ove l’intero genere umano si riconoscerà per scienza e coscienza. Grazie.
*Componente commissione distrettuale
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ottobre 2013
gennaio 2014
aprile 2014
giugno 2014
Buone vacanze a
tutti
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Editore Lions Club International Distretto 108 Yb
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Nicola Marinaro
Redattore Capo
Antonio Palmeri
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