repace a processo ad ottobre e spunta anche una squalifica

Settimanale di A, B, Lega Pro, Serie D, Calcio Femminile, Calcio a 5 e Politica Sportiva
ANNO 6 - N° 36 - 25 SETTEMBRE2014
LE
NOSTRE
RUBRICHE
SCOMMETTI
CON NOI pag. 4
DENTRO
IL PALAZZO pag. 6
CALCIO
FEMMINILE pag. 16
DAL CAMPO
AL FORO pag. 21
CAMPIONATO
SAMMARINESE pag.23
SOTTO
ACCUSA
REPACE A PROCESSO AD OTTOBRE
E SPUNTA ANCHE UNA SQUALIFICA
Servizio Pag. 8
CONTRATTI FIGC: LA MAGISTRATURA
CHIEDE IL CONTO A VALENTINI
Editoriale Pag. 2
ALL’INTERNO
Como, partenza sprint pag. 11
Il Padova fa tre su tre
pag. 12
Puteolana, Capuano lascia
pag. 14
Il calcio femminile per Chiara Insidioso pag. 18
canale 177
numero 36 - 25 settembre 2014
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EDITORIALE
SI GIOCA
A CARTE SCOPERTE
di FLAVIO GRISOLI
direttore@professionecalcio.net
@FlavioGrisoli
Settimana piena, questa. In LND c’è lo stallo
più totale con nessun candidato alla presidenza
in grado al momento di sentirsi in vantaggio.
Belloli (Lombardia) ha il nord compatto a favore,
ma è pronto – parole sue – a farsi da parte nel
momento in cui si presenti un candidato “forte”;
il Centro (e parte del Sud: Campania, Abruzzo e
Sicilia) ha dato la sua adesione a Luigi Repace,
di cui parleremo più approfonditamente a
pagina 8 e 9. Per anticipare qualcosa, è rinviato
a giudizio per truffa e malversazione ai danni
dello Stato, oltre ad avere una squalifica di un
anno ai tempi della sua opera di Osservatore
Arbitrale che osservava ma non troppo; Tisci
ha con sé al momento quattro regioni del Sud
(Puglia, Basilicata, Molise e Calabria). Poi c’è
Mambelli che non ha di certo gettato la spugna
e dovrebbe avere dalla sua i Dipartimenti (Serie
D, Femminile, Beach Soccer) e qualche regione
che cambia idea. Insomma, lotta dura senza
paura che continuerà fino ad inizio novembre,
quando bisognerà ufficializzare le candidature.
E più di due non si potrà essere.
Come due non potevano essere i direttori generali
in Federcalcio: come ampiamente pronosticato,
Michele Uva ha preso il posto di Antonello
Valentini che, a quanto pare, avrebbe chiesto
una sostanziosa liquidazione a Tavecchio. Se
non ci si metterà d’accordo, probabile che si
vada in tribunale. Dove Valentini dovrà però
rendere conto anche di altro. Entro il 13 ottobre
prossimo, infatti, l’ormai ex dg di Via Allegri
dovrà consegnare al Giudice della I Sezione del
Tribunale di Roma (R.G. n.60018/2012) copia:
“dei contratti di assunzione dei sigg.ri Roberta
Nave, Fabrizio Tanzilli, Massimo Capano, avv.
Angela Di Michele, avv. Gentile e Dott.ssa
Elisabetta Pinto; dei contratti di consulenza
Tim Calcio_185x40_Prof Calcio_Bus.indd 1
della sig.ra Barbara Benedetti (come consulente
del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC);
dei contratti di collaborazione dei sigg.ri
Capua Vincenzo, Sciacchitano Francesco e
Michele Acampora, come collaboratori della
Procura federale della FIGC, nonché contratto
di incarico dell’ex calciatore Roberto Baggio
quale Presidente del Settore Tecnico federale
di Coverciano (FI) e del sig. Vittorio Petrone
quale consigliere direttivo del predetto settore
tecnico. Chi ci legge da anni, più volte abbiamo
denunciato la poca chiarezza e trasparenza
nella gestione delle assunzioni in Federcalcio,
e questo procedimento ha come promotore lo
stesso Valentini contro Gino Tapinassi, nostro
ex editorialista, che più volte ebbe a parlare di
questi argomenti. Ebbene, ora il Giudice obbliga
Valentini a consegnare questi contratti. Chissà
che la sua remunerativa liquidazione non
possa subire una drastica sforbiciata nel caso
si dovesse scoprire che quei contratti sono fuori
parametro.
Antonello Valentini, ex direttore generale FIGC (Foto Archivio)
22/01/14 15:08
4
numero 36 - 25 settembre 2014
SCOMMETTI CON NOI
QUOTE SCUDETTO
NAPOLI GIÙ, INTER SU
di VERONICA BRESCIA
redazione@professionecalcio.net
Il campionato, giunto alla sua quinta
giornata, sembra seguire il copione
dello scorso anno, con Juventus e
Roma in testa alla classifica a lottare
per lo scudetto e le altre squadre che
devono accontentarsi di inseguire.
Bianconeri e giallorossi non si
fermano e sono lanciatissimi in quota
scudetto. La squadra di Allegri, sulla
lavagna Sisal Matchpoint, resta la
favorita per il tricolore a 1.85, e tiene
così a debita distanza i capitolini, a
quota 3. Chi ha perso posizioni è il
Napoli che, con l’eliminazione dalla
Champions League già ai preliminari
e un inizio di campionato complicato
da varie sconfitte, ha raddoppiato la
sua quota scudetto passata da 6 di
inizio stagione alla 12 attuale. L’Inter,
al contrario, nonostante abbia avuto
fin qui un cammino altalenante, ha
scalato qualche posizione portandosi
a una quota scudetto 14. A inizio
campionato era data a 16. Restano
invariati rispetto a inizio stagione i
pronostici per il tricolore del Milan,
bancato a 16. Non solo scudetto,
in ballo c’è anche la classifica
marcatori: chi sarà a portarsi a casa
il titolo di capocannoniere di questa
stagione? A segno contro l’Udinese,
io gol due volte contro il Malmoe in
Champions, a segno anche contro
il Milan, il favorito numero uno nelle
quote Sisal Matchpoint non può che
essere il bianconero Carlitos Tevez:
una partenza a razzo che gli vale il
primo posto nelle quote della classifica
marcatori, a 6. A seguire l’interista
Mauro Icardi, forte soprattutto della
tripletta rifilata al Sassuolo, la cui
vittoria vale 7. Higuain, così come il
Napoli, rispetto a inizio stagione ha
perso posizioni tra i bookmakers, ma
ancora resta sul podio: è infatti in terza
posizione, bancato a 10. Il gialloblù
Antonio Cassano, tra i primi nell’attuale
classifica marcatori, è bancato a 16.
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numero 36 - 25 settembre 2014
DENTRO IL PALAZZO
VIOLENZA
MAI ABBASSARE LA GUARDIA
di FULVIO BIANCHI
redazione@professionecalcio.net
Non si deve mai abbassare la guardia
perché, si sa, la madre degli idioti è
sempre incinta. Anche quest’anno ci
sono stati incidenti non tanto negli stadi,
quanto nei dintorni. In Champions e
soprattutto in Serie B. La scorsa stagione
si era conclusa con dati negativi:
aumento dei feriti, degli arresti, eccetera.
Quest’anno si parte male. Il ministro
Angelino Alfano ha voluto un giro di vite:
ecco dunque norme nuove, quando
bastavano le vecchie purché applicate
(cosa che non sempre succedeva). Sono
d’accordo con Carlo Tavecchio quando
sostiene che ci vuole la “certezza della
pena”. Ci vuole maggiore attenzione e
organizzazione da parte delle questure.
Cosa che non è successa a Roma: sono
stati presi alla sprovvista in occasione di
Roma-Cska Mosca, cosa che purtroppo
era già successa già nella finale di
Coppa Italia del 3 maggio dove Ciro
Esposito aveva perso la vita. Sono stati
arrestati 5 tifosi del Napoli, compreso
Jenny a’ Carogna. Alfano difende
prefetto (Pecoraro) e questore (Mazza)
di Roma ma la gestione dell’ordine
pubblico ha mostrato falle evidenti. Nella
Capitale le gare di campionato a rischio
4 si giocano solo di pomeriggio ma in
Champions non si può, l’Uefa vuole
orari notturni uguali per tutti. Speriamo
in bene quando a Roma arriveranno i
tifosi del Manchester City. E speriamo
in bene anche a Napoli dove tifosi
I tafferugli scatenati dagli ultrà del Cska Mosca dentro lo stadio Olimpico (Foto Archivio)
dello Sparta Praga sono stati aggrediti
(lontano dal San Paolo). Ovviamente,
nessuno dei teppisti, che si sono mossi
in pieno centro città, è stato preso. Ma
anche in campionato, come dicevano,
ci sono state pericolose avvisaglie.
Soprattutto in B, mentre la A, almeno
per ora, è tranquilla. Per la prima volta
è stato applicato il Daspo di gruppo nei
confronti di 52 tifosi, alcuni pregiudicati,
del Bari che di rientro da Frosinone (la
loro squadra aveva pareggiato...) hanno
seminato il panico lungo l’autostrada
A-1. Inoltre, denunciati 12 tifosi, di cui
dieci arrestati, sempre del Bari per la
rissa avvenuta nella curva Nord del
San Nicola lo scorso campionato (12
maggio). Si è trattato di un regolamento
ABBONATI A
di conti fra due clan malavitosi di Bari. Il
presidente del club pugliese, l’ex (ottimo)
arbitro Gianluca Paparesta, più che
criticare il Daspo di gruppo dovrebbe
preoccuparsi della sua tifoseria, di una
frangia che qualche problemino, come
si è visto, lo sta creando. Due arresti
anche a Verona. Daspo di 8 anni ad un
ultrà recidivo del Livorno (lo ha deciso
il questore Marcello Cardona, pure lui
ex arbitro), più altri quattro Daspo per
5 anni con obbligo di firma. Quando
ci vuole, è necessario il pugno duro.
In Lega Dilettanti e Lega Pro portano
avanti da tempo l’iniziativa degli stadi
senza barriere. Ottima cosa. Ma la
strada verso la civiltà, purtroppo, è
ancora lunga e piena di trabocchetti.
A SOLI 80 € ALL’ANNO TUTTE LE NOTIZIE DA
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numero 36 - 25 settembre 2014
REPACE SCENDE IN CAMPO
NON A PREPO PERÒ
Il presidente del Cr Umbria
E i guai con la giustizia. Anche interna
di FLAVIO GRISOLI
direttore@professionecalcio.net
Si è definitivamente accesa la
battaglia per la successione di Carlo
Tavecchio alla poltrona di presidente
della Lega Nazionale Dilettanti. Chi
non ha perso tempo e attirato su di
sé già diverse adesioni (almeno per
il momento, e alcune dichiarazioni
di intenti, come quelle di Lazio e
Campania un po’ stupiscono) è Luigi
Repace, medico di origini calabresi
e presidente del Comitato regionale
Umbria. Che appena un mese prima
l’elezione a Fiumicino (11 novembre)
dovrà presentarsi in Tribunale per
rispondere dei reati contestatigli dal
pm Petrazzini inerenti alla costruzione
(eufemismo) del campo di calcio
adiacente alla sede del Comitato, a
Prepo (località alle porte di Perugia).
I capi di accusa sono pesanti, per lui
e per altri otto imputati: malversazione
per aver usato o distratto indebitamente
contributi pubblici per totali Euro
270mila; truffa e falso ai danni dello
Sstato (alterazione o falsificazione di
documenti). Vale la pena ricostruire
per sommi capi la vicenda. Mai
come in questo caso si può parlare
di finanziamento a fondo perduto per
la costruzione di un’opera, perché la
Regione Umbria ha sborsato 270mila
Euro consegnandoli alla Federcalcio
senza che in realtà sapesse a che
cosa sarebbero serviti. Il campo in
oggetto è stato costruito tardivamente,
in fretta e male (dimensioni non
regolamentari, di conseguenza il
campo è inservibile) per cercare di
evitare all’ultimo momento di finire
sotto inchiesta. Nelle carte prodotte
dal pm Petrazzini si legge che Repace
e Lanfranco Rossi (il progettista) sono
accusati di truffa per aver prodotto:
“…documentazione alterata e non
rappresentativa del vero atta a
dimostrare l’inizio dei lavori per la
Luigi Repace (Foto Archivio)
realizzazione di un impianto sportivo
consistente in un campo di calcio e
strutture pertinenziali, adiacente alla
sede del Comitato”, e inducendo “...
in errore i funzionari della Regione
che provvedevano all’erogazione del
primo rateo del finanziamento a fondo
perduto per complessive 300mila
euro, di 150mila euro, nonché al
secondo rateo di 120mila euro”. Non ci
sono, come accennato, solo Repace e
Rossi nell’elenco dei rinviati a giudizio
per quella che sembra rivelarsi come
una delle peggiori storie del calcio
italiano (più gravi di Calciopoli o
del Calcioscommesse, perché qui
si tratta di soldi pubblici distratti): ci
sono anche il segretario del Comitato
regionale Valerio Branda e i consiglieri
Carlo Emili, Naldino Forti, Luciano
Paccamonti,
Giuseppe
Palmieri,
Roberto Lombrici e Mario Cicioni.
E così Repace, Branda, Emili, Forti,
Paccamonti e Palmerini (sempre da
quello che si legge dagli incartamenti)
hanno: “alterato il 4 marzo del 2009
il verbale dell’assemblea numero 8
del 29 marzo del 2008 inserendo in
calce una dicitura facendola passare
come originaria alla prima data del
documento....”. Tra il 12 e il 26 luglio del
2010 invece Repace, Branda, Emili,
Forti, Paccamonti, Palmerini, Lombrici
e Cicioni utilizzeranno lo stesso
metodo per il verbale di assemblea
numero 9 del 29 aprile 2010. La
saggezza popolare ci viene in aiuto: “Il
diavolo fa le pentole e non i coperchi”.
Perché? La partenza dell’inchiesta
è antecedente alle variazioni di
quei verbali di assemblea, nei quali
probabilmente erano indicati S.A.L.
(Stato Avanzamento Lavori) non
corrispondenti al vero. Questo ha fatto
scattare il campanello d’allarme nella
magistratura, che ha così deciso di
proseguire. Facendo saltare il banco.
E non è tutto. Perché il presidente
Repace ha avuto anche una
squalifica quando operava all’interno
dell’Associazione
Italiana
Arbitri.
Correva l’anno 2000, e Repace era
Osservatore Arbitrale. Fu oggetto
di un’inchiesta interna per non aver
ottemperato ai suoi obblighi (recarsi
negli spogliatoi a fine gara per
sostenere un colloquio con l’arbitro
visionato) e in alcuni casi facendosi
sostituire da altro collega. In primo
grado fu condannato al ritiro della
tessera arbitrale con sospensione
cautelare dal 25 giugno 2009.
Una cosa non da poco. L’appello,
conclusosi appunto all’alba del
nuovo millennio (delibera n.024 del
25/02/2000 della Commissione di
Disciplina di Appella dell’AIA, formata
da Maurizio Lascioli, presidente;
Franco Ceccarelli e Giovanni Boldrini,
assistenti; e Rosario Geronimo,
segretario A.B.) ha alleggerito la
posizione di Repace, contestando 4
delle iniziali 7 gare sotto inchiesta. Si
legge nel dispositivo: “In particolare
l’appellante – Repace, appunto – non
ha certamente svolto il colloquio con
gli arbitri effettivi Gaetano Scarriglia
(gara del 25.1.1998), Alfonso Cundari
(gara del 1.3.1998), Filippo Rondoni
(gara del 27.12.1997) e Antonio
Spagnuolo (gara del 8.3.1998).”. Per
quanto riguarda le prime due gare in
oggetto: “…l’appellante sostiene di
essersi allontanato immediatamente
dallo stadio dopo la gara in quanto
chiamato urgentemente all’Ospedale
ove presta la sua attività sanitaria e
di aver avvertito dell’impedimento il
giorno successivo l’A.B. Alessandro
Orlandi,
all’epoca
delegato
dal
Presidente
Sezionale
alla
designazione degli O.A.”. Ma di
queste chiamate urgenti non ha mai
fornito le prove, anzi, ha tentato di
mascherarle:
“…contestualmente
contraddicendosi in quanto ha
prodotto una dichiarazione proprio
di quel collega – Alessandro Orlandi
– ma con finalità diverse (dimostrare
che era lui e solo lui l’O.A. designato
per le sette gare contestate), nonché
omettendo di di documentare le
chiamate
urgenti
pervenutegli
dall’Ospedale per le due occasioni
già menzionate)”. Per quanto riguarda i
secondi colloqui omessi: “l’appellante
sostiene di essere stato esonerato dal
recarsi negli spogliatoi per il colloquio
dallo stesso A.B. Alessandro Orlandi
che, in qualità di incaricato dell’O.T.P.,
Il giorno dell’inaugurazione del campo di Prepo, nel gennaio del 2012 (Foto Archivio)
essendo pure presente alle gare
da lui, visionate, vi ha provveduto
direttamente”.
Circostanza,
quest’ultima, poi verificata dalle
dichiarazioni dello stesso Orlandi.
Resta comunque la confusione, la
poca chiarezza, le mancate verità.
Si legge ancora: “Ritenuto che il
colloquio di fine gara costituisce
parte integrale ed insopprimibile
del compito dell’O.A. designato alla
visionatura del direttore di gara in
quanto ha una indubbia valenza
formativa propria che costituisce la
ragione della sua obbligatorietà e
la sua omissione non consente di
ritenere perfettamente adempiuto il
mandato ricevuto, oltre a prestarsi
ad evidenti disguidi organizzativi,
come nel caso dei direttori di gara poi
raggiunti dalle lettere confidenziali
dell’O.T.P.
scaturite
dall’esame
della relazione dello stesso O.A.
non presentatosi negli spogliatoi”.
A Repace vengono contestati la
mancata osservazione del primo
comma, lettera e) dell’articolo 31 e la
lettera b) e cioè il “non adempimento
dell’incarico ricevuto da O.A. e
l’aver taciuto successivamente tale
omissione al proprio O.T.,giustificando
il venir meno del legame fiduciario,
legittimando
così
l’espulsione
dall’associazione”. Gli vengono poi
concesse le cosiddette attenuanti
generiche, cioè la buona condotta
precedente ai fatti, comminandogli
infine un anno di sospensione fino al 24
giugno 2000, poiché era stato, come
detto, sospeso cautelativamente dopo
la prima sentenza. Possiamo solo
augurarci che Repace faccia un passo
indietro o che, secondariamente,
chi al momento gli sta garantendo
l’appoggio lo ritiri perché il calcio
italiano ha avuto già abbastanza
riflettori puntati addosso per vicende
stucchevoli e di poca importanza
negli ultimi mesi. Per il bene del calcio
italiano, Repace avrebbe dovuto
affrontare la vicenda – gravissima
se confermata – del campo di Prepo
già spogliato degli abiti federali non
appena resa nota. E non sperare di
farlo con la giacca di presidente della
Lega Nazionale Dilettanti.
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IL COMO
RESTA IMBATTUTO
Ottimo avvio dei lariani
Colella: “Niente illusioni”
di F.GIANANDREA DE ANGELIS
redazione@professionecalcio.net
Dopo le prime cinque giornate, nel
girone A di Lega Pro la classifica
rimane ancora molto corta, ma ci
sono due squadre che ancora non
hanno perso e si sono portate al
comando: Pavia e Como. I secondi
provengono da un’ampia vittoria
per tre reti a zero contro il Venezia,
hanno dimostrato di avere una
difesa solidissima, con solo una
rete subita, e sembra che abbiano
anche trovato la giusta chiave
offensiva segnando cinque gol
solamente nelle ultime due. Questi
sono gli argomenti che abbiamo
affrontato con l’allenatore degli
Giovanni Colella, tecnico del Como (Foto Archivio)
Andrea Ardito, capitano del Como
(Foto Archivio)
azzurri, Giovanni Colella, raggiunto
telefonicamente: «Con il Venezia
non è stata assolutamente una
partita agevole, al di là di quello
che si può pensare vedendo il
risultato. Sono un’ottima squadra,
inizialmente ci hanno dato delle
difficoltà ma quando abbiamo
segnato il primo gol le cose si
sono messe in discesa per noi,
ma non è stato facile, anche loro
hanno avuto le loro occasioni
e il 3 a 0 è un punteggio quasi
bugiardo. Per quanto riguarda
i nostri reparti, in difesa stiamo
facendo bene e riusciamo a
controllare
egregiamente
le
offensive dei nostri avversari,
mentre per l’attacco non penso
che ci siano mai stati problemi in
fase realizzativa, semplicemente
abbiamo lavorato per crescere
e
migliorare
ancora,
come
facciamo sempre, ed ora è stato
trovato il giusto equilibrio». Il
campionato è ancora molto lungo,
e per continuare di questo passo
è necessario mantenere i nervi
tesi e non rilassarsi, la pensa così
anche Colella: «Per proseguire con
questo andamento c’è bisogno di
creare un’alchimia particolare, noi
lavoreremo partita dopo partita
per trovarla, non ci vogliamo fare
illusioni perché ci sono molte
squadre forti che lotteranno per le
prime posizioni, quindi dobbiamo
cercare di mantenere i piedi per
terra. Ora infatti sto pensando
solo alla prossima partita con
la Giana Erminio, che preparerò
come al solito portando rispetto
verso l’avversario: sappiamo che
loro hanno ottime qualità ma allo
stesso tempo siamo consapevoli
delle nostre».
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numero 36 - 25 settembre 2014
FILOTTO PADOVA
MA CHE FATICA
I biancoscudati fanno tre su tre
Grazie ad una magia di Cunico
di MAURIZIO ELVIRETTI
m.elviretti@professionecalcio.net
Il Padova fa tris. Arriva la terza
vittoria consecutiva per i ragazzi
di mister Carmine Parlato che
nella terza giornata di Serie D,
soffrono ma portano a casa una
vittoria importantissima contro il
Mori Santo Stefano. Due a uno
il finale, in un pomeriggio che
inizia nel migliore dei modi per i
biancoscudati con il quinto gol in
tre partite di Gustavo Ferretti. Poi
la situazione si complica, perché
gli ospiti trovano il pareggio su
calcio di rigore con Tisi ad inizio
ripresa e l’ansia di non riuscire
a portare a casa i tre punti
condiziona i biancoscudati. Ci
vuole un capolavoro balistico di
Cunico, a cinque minuti dal triplice
fischio finale, a decidere l’incontro
e a far esplodere l’Euganeo. Lo
sapeva mister Parlato che non
sarebbe stata una passeggiata,
lo aveva ripetuto a più riprese
in settimana ed infatti così è
stato. Raggiunto telefonicamente
il tecnico ex Pordenone ha
commentato così la gara: «E’ stata
una partita difficile, tutti la davano
per scontata mentre io sapevo
che avremmo dovuto sudarcela
fino in fondo. Loro sono stati umili
e rognosi, siamo stati sfortunati
e imprecisi nel primo tempo, ma
anche fortunati a vincere così la
partita sul finale. Purtroppo non
si può sempre vincere a spasso
– afferma il mister - specialmente
quando ti capitano tre palle gol
nitide nel primo tempo e non
le sfrutti. Dovevamo essere più
determinati, nel secondo tempo
Carmine Parlato, tecnico del Padova (Foto Archivio)
Cunico, match-winner di domenica
(Foto Archivio)
non c’è stato un calo, ma solo una
lettura di quello che succedeva. Il
loro pareggio è venuto solamente
su calcio di rigore, poi era logico
che si sarebbero difesi per portare
a casa il punto. Però bisogna
anche dire che questa squadra
è nata il 5 Agosto scorso, e nel
giro di così poco tempo si può
solamente fare i complimenti a
questi ragazzi per ciò che hanno
fatto finora. Adesso abbiamo già
in testa la prossima gara contro
il Tamai, che ieri non è scesa in
campo per il lutto che li ha colpiti.
Faccio le più sentite condoglianze
alla famiglia Meneghel, mi unisco
al loro dolore. Sarà una gara
delicata – conclude Parlato - da
affrontare con la testa giusta».
IL NUOVO MODO DI VEDERE LO SPORT
TUTTI I GIORNI DALLE 20 ALLE 22
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INTERVISTE
TUTTO SU LEGA PRO E SERIE D
POLITICA SPORTIVA
IL CAMPIONATO DI CALCIO FEMMINILE
IN DIRETTA OGNI SETTIMANA
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numero 36 - 25 settembre 2014
PUTEOLANA, DIMISSIONI
DEL PRESIDENTE CAPUANO
Il copresidente Di Marino dice
“Si è sentito preso in giro”
da F.GIANANDREA DE ANGELIS
redazione@professionecalcio.net
Nella giornata di oggi il presidente
della Puteolana, Gennaro Capuano,
ha deciso di lasciare la società e
rassegnare le proprie dimissioni,
ma non a causa dei risultati
negativi maturati finora dalla sua
squadra, ma perché deluso e
infastidito dall’ambiente calcistico
che lo circondava. Per avere dei
chiarimenti abbiamo contattato il
copresidente del club, Francesco
Di Marino: «Non è successo
niente di diverso da quello che ci
aspettavamo, tutti promettono e
nessuno poi mantiene, Capuano
si è sentito raggirato, preso in
giro da un ambiente in cui non
Francesco Di Marino, copresidente
della Puteolana (Foto Archivio)
Il presidente dimissionario Capuano (Foto Archivio)
riesce a confrontarsi, e così ha
deciso di fare un passo indietro.
Ognuno ha la propria idea, ma in
questo caso sono stati presi degli
impegni che poi non sono stati
rispettati, questo ha infastidito il
presidente e lo ha spinto a lasciare,
sinceramente spero che ci ripensi
e torni a guidare questa società.
Noi abbiamo creato e costruito
una squadra sfruttando molto il
settore giovanile, semplicemente
per divertirci e far giocare i ragazzi,
volevamo una tranquillità che sta
venendo meno, in questo calcio
non ci si diverte più. Le dimissioni
comunque non sono assolutamente
collegate ai risultati negativi della
squadra in campionato, anzi,
nonostante le sconfitte io ho visto
i giocatori impegnarsi moltissimo,
poi è evidente che ci sono molti
limiti tecnici e tattici, ma è normale
per una rosa giovane come la
nostra. Eravamo consapevoli di
queste difficoltà fin dall’inizio, tanto
che non volevamo quasi iscrivere
la squadra, la Puteolana è una
squadra che andava completata
ad ottobre e che quindi ha ancora
delle mancanze, ma è quasi
impossibile giocare con setteotto under, soprattutto in questo
girone infernale; la vitalità dei
giovani è bella, ma per fare il
miracolo salvezza ci servirebbe
anche un po’ di esperienza. Sulle
presunte dimissioni di Ennio – ha
continuato Di Marino – non so nulla,
non ho avuto ancora l’opportunità
di incontrarlo, ma è un peccato
vedere persone che si avvicinano
al calcio per poi essere costrette
ad allontanarsi».
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numero 36 - 25 settembre 2014
COPPA ITALIA FEMMINILE
TUTTE LE BIG OK
Passeggiano Torres e Oristano
Bene Res Roma e AGSM Verona
di MAURIZIO ELVIRETTI
m.elviretti@professionecalcio.net
Nel week-end appena trascorso si
sono giocate le gare di ritorno valide
per l’accesso ai sedicesimi di finale
di Coppa Italia femminile. Come
da pronostico nessuna sorpresa,
con tutte le big promosse al turno
successivo senza troppe difficoltà.
Passeggiano Torres e Atletico
Oristano,
prossime
avversarie,
rispettivamente contro Caprera
e Villacidro. Venti le marcature
realizzate nelle due gare dalle
ragazze di Manuela Tesse, mentre
sono addirittura trentuno quelle
delle biancocelesti. Bene anche il
Mozzanica, che si aggiudica il derby
della bergamasca contro la Fortitudo
Mozzecane: 3-0 all’andata, 2-0
al ritorno. Passano il turno anche
Como, Agsm Verona, Inter, Riviera
di Romagna, Pordenone, Firenze
e Res Roma, con le ragazze di
mister Fabio Melillo che si sono
aggiudicane il minigirone “capitolino”
a punteggio pieno: 3-0 alla Lazio e
1-0 alla Roma Femminile. Chi ancora
non sembra ingranare è la Scalese
di mister Renzo Ulivieri, che dopo
la retrocessione nel campionato
scorso, è stata eliminata dal
Castelfranco. Nel prossimo turno
spicca su tutte Riviera di RomagnaPordenone, due formazioni che
nel campionato scorso hanno fatto
vedere ottime cose. Ricordiamo
che le campionasse d’Italia del
Brescia e le vincitrici della Coppa
Italia 2013/2014 del Tavagnacco,
entreranno in scena direttamente
dagli ottavi di finale. Di seguito i
risultati delle gare di ritorno del
primo turno e il programma e gli
accoppiamenti dei sedicesimi di
finale in programma domenica
prossima in gara unica:
Risultati terza giornata – Primo Turno
In grassetto le squadre qualificate
Torres-Caprera 11-0
Res Roma-Roma 1-0
Riviera di Romagna-Castelvecchio 4-0
Pink Sport Time-Salento 4-0
Carpisa Napoli-Centro Ester 5-1
Cuneo-Luserna 2-0
Firenze-Real Aglianese 5-0
Inter Milano-Tradate 2-1
Grifo Perugia-Jesina 1-1
Villacidro-Oristano 0-14
Chieti-Audax 1-0
Orobica-Bocconi Milano 1-0
Real Marsico-Domina Neapolis 1-2
Brixien-Unterladen Damen 3-2
Ludos-Nebrodi 5-0
Sudtirol-Azzurra 7-0
Acese-Catania 4-1
Castelfranco-Scalese 6-1
Alba-Torino 12-0
Mozzanica-Fortitudo Mozzecane 2-0;
Pordenone-Vittorio Veneto 1-0
Agsm Verona-Fimauto Valpolicella 3-1
Gordige-Marcon 0-2
Real Meda-Azalee 2-0
Zensky Padova-Trevignano 2-2
Molassana-Amicizia Lagaccio 0-0
Reggiana-Imolese 4-0
Como-Pro Lissone 3-0
Programma Secondo Turno
Amicizia Lagaccio-Cuneo
Reggiana-Trevignano
Alba-Real Meda
Pordenone-Riviera di Romagna
Como-Inter
Firenze-Castelfranco
Torres-Oristano
Grifo Perugia-Res Roma
Orobica-Mozzanica
Chieti-Pink Bari
Verona-Brixen
Napoli-Domina Neapolis
Sudtirol-Marcon
Ludos Palermo-Acese
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numero 36 - 25 settembre 2014
ILCALCIOFEMMINILE
NELNOMEDICHIARA
Elisabetta Cortani e Patrizia Panico
Al fianco di Maurizio Insidioso
di FLAVIO GRISOLI
direttore@professionecalcio.net
Già nel numero della scorsa
settimana avevamo parlato di
come il calcio femminile si stia
stringendo e stia facendo sentire
la propria solidarietà al papà di
Chiara Insidioso, la ragazza che
dal febbraio scorso si trova in stato
vegetativo permanente a causa
delle violenze subite da quello che
dovremmo definire il suo fidanzato,
ma che con tale accezione ha
davvero poco a che vedere. In
occasione della prima puntata della
nuova stagione de “Il mercoledì
in rosa”, la trasmissione dedicata
al calcio femminile, anche noi
abbiamo voluto fare la nostra parte
e porre ancora più l’attenzione sul
caso di Chiara e sulla battaglia che
Maurizio, il papà, sta conducendo
per avere un po’ di giustizia.
Maurizio Insidioso (Foto Archivio)
Chiara Insidioso (Foto Archivio)
Una giustizia che, al contrario,
purtroppo non coincide spesso e
volentieri con il sentire comune.
Se da una parte questo è un bene,
perché lasciarsi trasportare dalle
emozioni in certe circostanze
può portare a valutazioni errate,
dall’altra si rimane spesso con
l’amaro in bocca, con la delusione,
l’impotenza e la rabbia per non
sentirsi protetti dallo Stato. Ebbene,
questo perché l’ottobre prossimo
l’individuo che ha aggredito e
ridotto in fin di vita (se sempre di
vita si può parlare nello stato in
cui versa Chiara) questa povera
ragazza, sarà processato con rito
abbreviato e con capi d’accusa
molto lievi. Ciò sta a significare
che in pochi anni potrà uscire dal
carcere, considerando i benefici e
sconti di pena vari che vengono
concessi. «Dal punto di vista
medico c’è poco da fare – le prime
parole del padre – perché oltre il
90% delle funzionalità del cervello
sono compromesse per i calci che
ha subìto in testa. Le previsioni
sono di una lungodegenza in un
reparto specializzato». Quello della
violenza sulle donne è una piaga
sociale strisciante e purtroppo
difficile da eradicare, il messaggio
che con grande forza Maurizio
Insidioso, insieme ad Elisabetta
Cortani e Patrizia Panico, vuole
lanciare è di denunciare: «Le
manifestazioni che organizziamo,
oltre che per ricordare Chiara, sono
tese a sensibilizzare le donne e le
ragazze che subiscono in silenzio
le violenze e i maltrattamenti. Per
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cercare di aiutare qualcuno. C’è
rimasta solo questa causa, perché
oltre che stare a fianco a Chiara
in ospedale con lei che ha gli
occhi spalancati e persi nel vuoto,
non possiamo fare molto altro».
Elisabetta
Cortani, presidente
della Lazio, ha fatto visita nei
giorni scorsi, a Chiara: «Ho definito
questa situazione con una frase.
Mi fa male dirla davanti a Maurizio,
ma per me Chiara è un omicidio
che respira. Io l’ho vista, superando
una battaglia con me stessa, per
“affrontare” Chiara. Parlo con tanta
rabbia – dice Cortani con la voce
che rivela commozione – e devo
riconoscere in Maurizio e sua
moglie tanta forza e soprattutto
tanta dignità nel vivere questa
situazione
drammatica.
Io
guardandola e standole vicina, mi
sono sentita veramente niente».
Ciò che fa rabbia, è che le leggi
ci sono, prevedono anche pene
severe, ma spesse volte non
vengono applicate, o applicate
male: «La norma sul femminicidio
c’è – aggiunge Cortani – ma va
messa in pratica. Perché non si
può più parlare di lesioni aggravate
Da sinistra: Flavio Grisoli, Elisabetta Cortani, Maurizio Insidioso e Patrizia Panico (Foto Archivio)
su un quadro medico e clinico di
questo genere. Io invito la Corte
che dovrà giudicare questo mostro,
ad andare a trovare Chiara. La
devono vedere, toccare, sfiorare.
Allora, oltre al libero convincimento
indiziario, perché rientriamo in un
quadro di presunta colpevolezza,
si renderebbero conto di quello
che è veramente il reato di per sé
stesso». L’educazione svolge un
Il manifesto per Chiara con Cortani e Panico testimonial (Foto Archivio)
ruolo fondamentale per cercare
di arginare questo fenomeno, e si
deve partire dai giovani. Lo sport
potrebbe fare tanto, ma proprio lì
nascono le prime discriminazioni
fra uomini e donne. L’esempio del
calcio femminile (deriso, se non
osteggiato) in Italia è emblematico
rispetto al resto d’Europa: «Sì,
è evidente che si deve partire
dall’educazione – il commento di
Patrizia Panico, bomber dell’AGSM
Verona e della Nazionale – in
famiglia e nelle scuole. Magari
la similitudine è azzardata, ma
neanche troppo lontana dalla
realtà. Quello che posso dire
è esortare qualsiasi donna a
ribellarsi a manifestazioni di poco
equilibrio. Dal poco amore che
può tramutarsi in rabbia, gelosia e
violenza le donne e le ragazze si
devono allontanare assolutamente
e il prima possibile. Non si può
rimanere al fianco di persone
poco affidabili. Molto spesso la
donna si sente quasi in dovere
di provare a cambiare l’uomo, o
addirittura sente di poterci riuscire,
ma sbaglia. L’uomo violento non
verrà mai e poi mai cambiato. Per
quanto riguarda il paragone con il
calcio, guarda caso dove la donna
è più emancipata e ha un ruolo
più attivo sotto tutti i punti di vista
della società, il calcio femminile è
più sviluppato».
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IL NUOVO TITOLO III
DEL CODICE
DI GIUSTIZIA SPORTIVA
dalla GUIDO DEL RE
delreguido@gmail.com
Alla luce della riforma della giustizia
sportiva, approvata il 19 dicembre
2013 dal Consiglio Nazionale
del Coni, è stato redatto il nuovo
Codice di Giustizia Sportiva che
è entrato in vigore il 1 luglio 2014.
Sostanzialmente il nuovo Codice
si discosta dal precedente per la
rivisitazione di alcun articoli e per
l’inserimento di altri per un totale di
circa 25 nuove disposizioni. La parte
oggetto di analisi è quella relativa
al Titolo III del Codice, rubricato
“Organi della Giustizia Sportiva”. Con
la nuova stesura viene mantenuta la
figura dei Giudici Sportivi Nazionali
e Territoriali (art.29 CGS) con
le medesime competenze, ma
vengono abolite le Commissioni
Disciplinari Nazionali e Territoriali
e la Corte di Giustizia Federale a
favore di nuovi organi. L’art. 29bis
CGS disciplina la Corte Sportiva
di Appello. Tale organo è articolato
a livello territoriale e nazionale e
svolge funzione di secondo grado
avverso le decisioni dei Giudici
Sportivi. Rispetto alla ormai datata
figura delle Commissioni Disciplinari,
vediamo come tale organo non sia
stato individuato come competente
a ricevere e quindi a decidere sui
deferimenti da parte della Procura
Federale. Sicuramente più corposa
ed innovativa è l’introduzione
della figura del Tribunale Federale
(art.30 CGS), articolato a livello
territoriale e nazionale. Il Tribunale
Federale a livello nazionale si
compone della sezione disciplinare,
della sezione tesseramenti e della
sezione vertenze economiche, a
ciascuna delle quali è preposto un
Presidente. La sezione disciplinare
a livello nazionale svolge la
funzione di giudice di primo grado
nei procedimenti instaurati su
deferimento del Procuratore Federale
per i campionati e le competizioni
di livello nazionale, mentre a livello
territoriale è giudice di primo grado
nei procedimenti instaurati su
deferimento del Procuratore federale
per i campionati e le competizioni di
livello territoriale. I Tribunali federali a
livello territoriale giudicano in prima
istanza anche in ordine alle sanzioni
di natura non economica irrogate
o proposte dalla società ai loro
tesserati non professionisti e giovani,
nonché ai tecnici non professionisti.
Il Tribunale federale a livello
nazionale, sezione tesseramenti,
giudica sulle controversie riguardanti
i tesseramenti, i trasferimenti e
gli svincoli dei calciatori, mentre Il
Tribunale federale a livello nazionale,
sezione vertenze economiche, ha
competenza a giudicare: a) sulle
controversie di natura economica
tra
società,
comprese
quelle
relative al risarcimento dei danni
per i fatti di cui all’art. 14; b) sulle
controversie concernenti il premio di
addestramento e formazione tecnica
di cui all’art. 99 delle NOIF; c) sulle
controversie concernenti il premio
alla carriera di cui all’art. 99 bis delle
NOIF; e giudica, in ultima istanza:
a) sulle controversie concernenti
il premio di preparazione di cui
all’art. 96, comma 3, delle NOIF;
b) sulle controversie concernenti le
indennità, i rimborsi ed i premi per
calciatori dei campionati nazionali
della LND, di cui all’art. 94 ter
delle NOIF. L’art.31 CGS disciplina
la Corte Federale di Appello che
svolge la funzione di giudice di
secondo grado sui ricorsi presentati
avverso: a) le decisioni del Tribunale
federale a livello nazionale; b) le
decisioni dei Tribunali federali a
livello territoriale. Inoltre, la Corte
federale di appello: a) giudica
nei procedimenti per revisione
e revocazione; b) su ricorso del
Presidente federale, giudica sulle
decisioni adottate dai Giudici sportivi
territoriali e nazionali, dal Tribunale
federale a livello territoriale, dalla
Corte sportiva di appello a livello
territoriale e dal Tribunale federale
a livello nazionale; c) su richiesta
del Procuratore federale, giudica in
ordine alla sussistenza dei requisiti
di eleggibilità dei candidati alle
cariche federali e alle incompatibilità
dei dirigenti federali; d) su richiesta
del Presidente federale, interpreta
le norme statutarie e le altre norme
federali, sempreché non si tratti di
questioni all’esame degli Organi
della giustizia sportiva; e) esercita
le altre competenze previste dalle
norme federali. La Procura Federale
con la nuova formulazione non ha
subito importanti modifiche relative
alla sua composizione o alla sua
competenza. E’ stata maggiormente
oggetto
di
regolamentazione
soprattutto in virtù della nuova
figura della Procura generale dello
Sport presso il C.O.N.I., ed è stata
introdotta la novità dell’astensione
(art.32quater CGS) quando esistono
gravi ragioni di convenienza su
autorizzazione
del
Procuratore
generale dello sport, proprio in virtù
del potere di avocazione che ha la
Procura generale dello Sport nei
confronti della Procura Federale.
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CUORE LIBERTAS
LA SUPERCOPPA È TUA
La formazione di Borgo
Batte La Fiorita
di FLAVIO GRISOLI
direttore@professionecalcio.net
Partita memorabile quella della scorsa
settimana fra La Fiorita e Libertas, che
si contendevano la Supercoppa 2014.
Ben oltre la mezzanotte Simoncini e
compagni hanno potuto alzare la prima
Supercoppa della loro storia al termine
di una partita tra le più emozionanti
degli ultimi anni. Al termine di tempi
regolamentari e supplementari è 3-3,
con i granata che si sono trovati in
svantaggio nel punteggio e negli uomini
già dalla ripresa per l’espulsione di
Antonelli. A nulla è valsa la grandissima
serata di Andy Selva, la cui rete nel
primo supplementare sembrava aver
messo la parola fine alla partita. Ma il
grande cuore della Libertas non si è
spento, e allora Zennaro nel secondo
overtime ha insaccato la palla del
definitivo pareggio con cui si è andato
ai tiri dal dischetto. Nella serie di cinque
penalty sbaglia Cangini, ma Zavoli
non ne approfitta e allora si è dovuto
andare ad oltranza. Rocchetti infila
l’angolini, mentre Simoncini arriva a
deviare il tiro di Petras. Pochi giorni di
riposo, ed ecco il campionato con la
seconda giornata, dove probabilmente
la Libertas ha pagato il grandissimo
sforzo di metà settimana crollando
contro la Folgore (unica squadra a
punteggio pieno dopo solo due partite)
di un ispiratissimo Hirsch (tripletta),
mentre La Fiorita si rifà contro il San
Giovanni con il medesimo punteggio
(4-1). Vince il Tre Penne contro il
Pennarossa grazie a Pignieri, mentre
il Tre Fiori non va oltre il pareggio ad
occhiali contro la Virtus.
Campionato
Sammarinese
CLASSIFICA GIRONE A
VIRTUS4
TRE FIORI
4
2a Giornata 19-20-21/09/2014
Tre Penne - Pennarossa 2
Virtus - Tre Fiori 0
Libertas - Folgore 1
San Giovanni - La Fiorita 1
Cosmos - Juv/Dogana 0
Faetano - Murata 0
Fiorentino - Domagnano 1
-
1
0
4
4
3
2
2
JUVENES/DOGANA4
MURATA3
FAETANO1
CAILUNGO0
COSMOS0
CLASSIFICA GIRONE B
FOLGORE6
LA FIORITA
4
TRE PENNE
4
DOMAGNANO3
3a Giornata 26-27-28/09/2014
Murata-Cosmos
Libertas-San Giovanni
La Fiorita-Fiorentino
Domagnano-Tre Penne
Juvenes/Dogana-Cailungo
Tre Fiori-Faetano
Folgore-Pennarossa
Marcatori
4 Gol:Hirsch (Folgore)
2 Gol: 6 calciatori
1 Gol: 27 calciatori
FIORENTINO3
PENNAROSSA1
LIBERTAS1
SAN GIOVANNI
0
La gioia dei giocatori della Libertas (Foto Archivio)
Maurizio Elviretti
m.elviretti@professionecalcio.net
Direttore Responsabile
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