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ISSUE #5
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Jun 2014
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L’isola
CONDO
CONDO
CONDO
C O N D O Magazine
N.5, Jun/Giu 2014
Thanks to / Grazie a:
Collettivo SBAM!
Clelia Colantonio
Donato Faruolo
Caterina Panesi
Federica Romani
Thanks to Chloe Anderson,
Nina Curose and Filippo Zago
for helping us with our
(not professional) translations
Grazie a Chloe Anderson,
Nina Curosee Filippo Zago
per averci aiutato con le nostre
traduzioni (non professionali)
Si segnala il seguente errore nel cognome
dell’autrice dell’articolo “Il vero fallimento
è il non accorgersi della rovina” nell’indice
dello scorso numero: Angela Ruzzoni.
Ci scusiamo davvero molto dell’errore.
/
The surname of the author of “Real failure
is not being aware of ruin” is Angela Ruzzoni.
We are really sorry for the mistake.
Editors
Gabriella De Domenico
Lucia Del Zotto
Alessandra Giro
Giovanni Andrea Pamio
www.condozine.org
condozine@gmail.com
NOTA
Paradiso o prigione? L'isola resta e resterà un tema
controverso che ognuno di noi interpreta e vive a modo
proprio. Ci è sembrata dunque una tematica interessante
da affrontare, soprattutto per celebrare l'arrivo dell'estate
e la voglia di calore, ferie ed evasione. CONDO, con il quinto
numero, vi porta in vacanza d'isola in isola. Un giro del
mondo in cinque articoli (più l'inserto editoriale). Un tour
abbastanza particolare che tocca luoghi reconditi e altri
pop del globo.
In questo numero cinque persone ci hanno mostrato i loro
diversissimi punti di vista sulla questione. Qualcuno ha
scelto il piano metaforico parlando di naufragio su un'isola
come lotta per la sopravvivenza, isolamento del paesaggio
dalla figura umana in fotografia, rifugio nei luoghi che
quotidianamente ci “proteggono” dalla realtà, architettura
catturata con delle foto aeree, altri hanno scelto di parlare
di vere e proprie isole come la Corsica e la Sicilia dalla
storia e dall'antropologia controverse. Infine, anche per
questo numero DIGEST riunisce gli interventi degli editori.
Il team ha riunito le sue forze e ha creato un solo
contenuto sulle isole fittizie per far viaggiare la vostra
fantasia. Vi proponiamo delle infografiche che riassumono
caratteristiche, posizioni e storie che si nascondono dietro
12 isole immaginarie che abbiamo selezionato per voi per
la loro originalità o fama. Non ci resta che augurarvi un buon
isolamento e dirvi a presto!
NOTE INDEX
Paradise or prison? The theme of the island is, and will
continue to be, controversial since everybody can interpret
it in its own way. This is why we think that it is an interesting
theme to examine. It also celebrates the arrival of summer
and the craving for heat, holidays and escape. CONDO, with
its fifth issue, takes you on vacation from island to island.
A journey around the world in five articles (plus the insert
by the editors). A unique tour to hidden and popular places
around the globe.
In this issue, five people have shown us alternate points of
view on the topic. Some chose the metaphorical point of view:
the castaway on an island as fight for survival; the isolation
of the landscape from the human figure in photography; the
shelters that “protect” us every day from reality; and the
architecture captured by aerial pictures. Others chose to
talk about real islands such as Corsica and Sicily, which have
controversial historical and anthropological characteristics.
At the end of the issue there is DIGEST, which contains the
editors intervention. The team focused their attention on
only one piece about fictional islands to allow you to travel
with your imagination. We include diagrams to summarize
characteristics, positions and stories hidden behind 12
imaginary islands that were selected for their originality
and fame. So, what else, happy vacationing and see you soon!
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COLLETTIVO
SBAM!
DONATO
FARUOLO
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FEDERICA
ROMANI
CATERINA
PANESI
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CLELIA
COLANTONIO
DIGEST
Isola!
MARAVILLIA
MARAVILLIA
Lotta per la sopravvivenza
—Un’isola!—esclamò il marinaio con voce
soffocata. L’uomo di mare non rispose. Colla
fronte aggrottata, gli sguardi fissi, guardava con
profonda attenzione quella massa nerastra, che
somigliava vagamente alla cima d’una montagna.
—Un’isola?— chiese il marinaio con crescente
ansietà. —Sì— rispose finalmente il veneziano.
Come sentii la terraferma sotto di me, riaprii
gli occhi e mi alzai per cercare di guadagnare altro
terreno, prima che una nuova ondata mi risucchiasse. Ma ogni speranza fu inutile: vidi un’ondata che arrivava sopra di me, per strapparmi da
quella spiaggia; poi altre ondate mi sommersero e mi trascinarono, finchè finii, quasi tramortito, contro uno scoglio. Mi aggrappai allora a una
sporgenza della roccia e, con la forza della disperazione riuscii a resistere all’assalto del mare
infuriato che sembrava volermi inghiottire.
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MARAVILLIA
MARAVILLIA
co rifugio era quella caverna, che doveva essere
stata scavata dall’impeto continuo delle ondate.
Né a destra né a sinistra si scorgeva alcun tratto di
terra largo abbastanza da permettere ai naufraghi
di sedersi e tanto meno di sdraiarsi.
—Siamo su un isolotto— commentò Penncroff
—e ne abbiamo percorso la costa da un capo all’altro!— Il marinaio non si sbagliava. La notte intanto si era fatta ancor più scura e non restava quindi
che attendere l’alba.
Giacqui a lungo in uno stato di semicoscienza,
una sola cosa era chiara nella mia mente: anche
questa volta ero scappato alla burrasca e dal
profondo del cuore ringraziavo Dio. Uno stato
di smarrimento permaneva in me; avevo visto la
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Penncroff
Un rifugio in mezzo al mare
Quella parte dell’isola a prima vista non presentava passaggi per salire la costa, la quale era alta
assai e scendeva quasi a picco. Pel momento l’uni-
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MARAVILLIA
Il capitano
trovavo proprio sulla terraferma, mi ero salvato!
Il capitano alzatosi più presto del solito era
sceso alla spiaggia col suo coltellaccio dondolante sotto le larghe falde del suo abito blu, il cannoc-
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chiale sotto l’ascella, e il tricorno buttato dietro
la nuca. D’un tratto il rumore di un ramo rotto
lo scosse. Alzò la testa, guardandosi attorno, ma
non vide nulla. Pensò che si trattasse di qualche
animale. Naturalmente avrebbe dovuto svegliare subito i ragazzi, non solo a causa di quell’evento
misterioso che stava avanzando silenziosamente
Sempre all’erta!
Un nuovo inizio
morte così vicina che quasi non osavo credere di
essere ancora vivo.
Mi alzai e mi misi a camminare, mentre una
grande gioia si faceva strada nel mio animo: mi
MARAVILLIA
verso di loro, ma anche perchè non sarebbe stato
salutare dormire su una roccia diventata gelida.
Nello stesso istante, un grosso giaguaro, lungo
almeno un metro e mezzo, dal pelame fulvo striato di chiazze nere, fece la sua comparsa sul limitare della caverna. Con l’occhio acceso e il pelo irto
come se riconoscesse in quegli esseri sconosciuti i
più temibili avversari, la belva avanzò lentamente, si arrestò, si guardò attorno, si raccolse, pronta
per il balzo.
—Presto, uscite! … Un grave pericolo ci minaccia. —Chi? … Che cosa succede?— chiese il
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MARAVILLIA
MARAVILLIA
La belva
veneziano, stropicciandosi vigorosamente gli
occhi. —Credo che si tratti d’una tigre, signore.
—Una tigre?… Usciamo!—
Quando si trovarono all’aperto, videro l’animale tranquillamente accovacciato a trenta passi dal
Un rumore improvviso
fuoco. Non era più possibile ingannarsi, vedendola in piena luce: era una tigre di razza malese,
più tozza, più bassa di zampe, e meno elegante di quelle reali del Bengala. Quelle dell’arcipelago della Sonda hanno il pelo più lungo e spesso
sul dorso, le basette meno sviluppate, il ventre e le
cosce meno pelose. Sono feroci al pari delle altre,
ma fanno più paura, poiché hanno uno sguardo così falso, così minaccioso, che fa male vederlo, e ordinariamente tengono la lingua penzolante e la coda bassa. La fiera nello scorgere quei due
uomini e quel ragazzo, aveva sollevato la testa,
emettendo un sordo brontolio che nulla di buono
pronosticava, ma non si era alzata.
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MARAVILLIA
MARAVILLIA
Tigre!
La disperazione più tetra la sconvolgeva. Ella
non voleva vedere sfiorirei suoi sogni e la sua
giovinezza in quel posto. Sentiva di amare la vita
La tigre lascia l’isola
e non voleva viverla lassù, fra mare e cielo, in una
monotonia che dava al cervello. Se ne sarebbe
andata; avesse dovuto sfidare anche la morte.
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English
IT
ENG
Maravillia
Collettivo SBAM!
Maravillia
2014
– An island! – the sailor exclaimed with a stifled voice. The
sea-man didn’t reply. Frowning
and gazing, he was watching that
blackish mass attentively, which
vaguely looked like the top of
a mountain. – An island? – the
sailor asked with growing anxiety. – It is – the Venecian finally
replied.
When I felt the shore beneath me,
I re-opened my eyes and woke up
trying to move forward before a
new wave sucked me in. Every hope
was useless : I saw a wave coming
over me to take me away from the
beach ; then other waves came over
me and trailed me until I ended
up, almost knocked out against a
rock out at sea. I clung to the
rock and the strength of my desperation allowed me to resist the
assault of the angry sea which
looked like it wanted to swallow me.
At first sight, the part of the
island visible to me didn’t have
a path to get on to the very steep
cliffs lining the island. For the
moment, the only safe place was a
cave that had been formed by the
force of the insisting waves.
I could not see, to my left nor
to my right, a fragment of land
wide enough to let the castaways
lay down or even sit.
- We are on a small island - commented Penncroff - and we walked
along the coast from one side to
the other! - The sailor wasn’t
wrong. Meanwhile the night was
even darker, so we could only wait
for the sunrise to come.
I laid for a long time semi-conscious, there was only one thing
that was clear in my mind: I had
once again escaped the storm and,
for that, I was sincerely thanking God. A state of bewilderment
lingered within me; I had been
so close to death that I almost
didn’t belive I was alive. I stood
up and started walking as happiness overcame me: I was actually
on shore - I was saved!
The captain got up earlier than
usual and went down to the beach
with his cutlass swinging under
the wide brim of his blue coat, a
telescope under his armpit and a
cocked hat hanging from the nape
of his neck.
Suddenly, the sound of a broken
branch startled him. He raised
his head and looked around but he
couldn’t see anything. He thought
it was some kind of animal.
Of course, he should have to woken
up the boys immediately, not just
because of the mysterious movements that were moving quietly
towards them, but also because it
would not be healthy to sleep on
an icy rock.
At the same moment, a large jaguar, at least a meter and a half
long, its tawny fur streaked with
black spots, made ​​
its appearance
at the mouth of the cave.
Its eyes were lit and its fur was
on end, as if it was seeing in
those unknown beings its worst enemies. The beast slowly went forward, stopped, looked around, and
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Maravillia
crouched: it was ready to pounce.
- Fast! Get out! … A terrible
danger threatens us!
- Who? … What’s going on? - asked
the Venetian, vigorously rubbing
his eyes.
- I think it is a tiger, Sir..
- A tiger? Let’s get out!
Once outside the cave, they saw
the animal quietly crouched just
thirty steps from the fire. It was
impossible to mistake under the
light. It was a Malaisian tiger:
stockier, less elegant and with
shorter legs than those from Bengal. Tigers from the Sonda archipelago have longer fur and often
have a less developed sidburn on
their back, while their bellies
and thighs are less hairy. They
are equally as ferocious as the
others but far scarier: their look
is so static, so threatening, that
the mere sight of it causes fear.
Normally they keep their tails
low and dangle their tongues. The
beast --seeing those men and that
boy-- put up its head and gave off a
dull grumble that signalled nothing good, but it didn’t stand up.
It was shadowed by a dark desperation. It didn’t want to see its
dreams and youth fading away in
that place. It loved its life and
didn’t want to live it there, between sea and sky, in a monotonous
cycle. It would have chosen to
leave, even if it meant challenging death.and crouched: it was
ready to pounce.
- Fast! Get out!… A terrible danger threatens us!
- Who? … What’s going on? - asked
the Venetian, vigorously rubbing
his eyes.
- I think it is a tiger, Sir..
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- A tiger? Let’s get out!
Once outside the cave, they saw
the animal quietly crouched just
thirty steps from the fire. It was
impossible to mistake under the
light. It was a Malaisian tiger:
stockier, less elegant and with
shorter legs than those from Bengal. Tigers from the Sonda archipelago have longer fur and often
have a less developed sidburn on
their back, while their bellies
and thighs are less hairy. They
are equally as ferocious as the
others but far scarier: their look
is so static, so threatening, that
the mere sight of it causes fear.
Normally they keep their tails
low and dangle their tongues. The
beast --seeing those men and that
boy-- put up its head and gave off a
dull grumble that signalled nothing good, but it didn’t stand up.
It was shadowed by a dark desperation. It didn’t want to see
its dreams and youth fading away
in that place. It loved its life
and didn’t want to live it there,
between sea and sky, in a monotonous cycle. It would have chosen
to leave, even if it meant challenging death.
regulars
donato faruolo
IMAGES CAPTIONS:
Island!
Fight for survival
A shelter in the middle of the sea
Penncroff
A new beginning/ start
The captain
Always ready !
An sudden noise
The beast
Tiger !
The tiger leaves the island
21
PR-625
Arecibo, 00612,
Porto Rico
71 m NO
22
Jefferson Davis Hwy
Arlington, VA 22202,
United States
0.1 mi NE
24
Unnamed Rd
Golden Gate National
Recreation Area,
San Francisco, CA 94133,
United States
41 ft N
26
Largo del Colonnato, 7-9
00120 Rome RM,
Vatican City
122 m E
28
Al Ahram
Nazlet El-Semman,
Al Haram, Giza,
Egypt
45 m E
30
1000 Elysian Park Ave
Los Angeles, CA 90090,
United States
245 ft SO
32
113 Bei Chang Jie
Xi Cheng Qu, Beijing,
China
54 m SE
34
1 Abu Ghraib,
Iraq
531 m SE
36
104-138 West St
New York, NY 10080,
United States
163 ft O
38
Piazza Grande, 15
33057 Palmanova UD
Italy
64 m NE
40
Unnamed Rd
70024 Gravina in Puglia
BA
Italy
156 m SE
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isolare v. tr. [der. di isola] (io ìsolo, ecc.)
– 1. a. separare una cosa da tutte quelle che la
circondano, in modo che non abbia contatto o
comunicazione con esse.
isolato agg. e s. m. [part. pass. di isolare]
– 1. agg. a. separato, staccato, segregato da
altri, privo di contatti o di possibilità di comunicare con altri oggetti o altre persone, ecc.:
luogo i., solitario, non frequentato.
La presenza umana nelle foto rende
inevitabilmente identificabile nel
tempo qualsiasi soggetto raffigurato.
Intervenendo su alcune vecchie
foto di famiglia tramite l’eliminazione/
isolamento della figura umana dal
paesaggio, quest’ultimo si tramuta in
un luogo solitario, isolato e sospeso
in una dimensione atemporale.
In questo modo esso muta il suo ruolo
all’interno della fotografia, evolvendosi
da sfondo di un ritratto a soggetto in
primo piano nella pagina.
i·so·late [v. ahy-suh-leyt; n., adj. ahy-suh-lit,
-leyt]
– 1. to set or place apart; detach or separate
so as to be alone.
i·so·lat·ed [ahy-suh-ley-tid, is-uh-] adjective
– separated from other persons or things;
alone; solitary.
In photographs, the human presence
inevitably makes any person depicted
identifiable in time.
Interfering with some old family pictures
through the elimination/isolation of the
human figure from the landscape, the
latter turns into a solitary place, isolated
and suspended in a timeless dimension.
In this way the landscape’s role in
the photograph changes, evolving from
background to foreground subject on
the page.
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Caterina
Panesi
Ma perché lei che dí e notte fila
non li avea tratta ancora la conocchia
che Cloto impone a ciascuno e compila,
l’anima sua, ch’è tua e mia serocchia,
venendo su, non potea venir sola,
però ch’al nostro modo non adocchia.
Mentre fatico con somma ostinazione a ritrovare le mie fila, noncurante di
Cloto, ricevo l’invito di Gabriella a scrivere sul tema dell’isola per CONDO.
Che quelle due se la intendono lo sospettavo da molto, ma sto imparando a
non porre più questioni al fato. In fondo, mi dico sempre più forte e chiaro,
è compito di Lachesi quello di avvolgere il filo sul fuso prima che Atropo lo
recida: Unicuique suum!
Chiudo gli occhi, il sangue inizia a fluire, il respiro si fa intenso, i ricordi
riaffiorano. Una terrazza immersa nel blu del cielo e del mare è il primo
pensiero, accompagnato da un odore intenso di fritto e sapone di Marsiglia:
Palermo.
Ma facciamo un passo indietro.
Zwei Seelen wohnen, ach! In meiner Brust!: due anime dimorano nel mio petto,
dice Faust sospirando melanconicamente. Anch’io me ne sento due spaccate. Quest’anno più di ogni altro anno l’animo romantico (in senso artistico-letterario) germanico si è destato di soprassalto in me travolgendo
completamente quello mediterraneo-latineggiante. Ma doveva succedere
proprio appena tornata in Italia? Dopo varie e profonde riflessioni sull’io
trascendentale, unite a un radicale senso di insoddisfazione nei confronti
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A golden thread
John Melhuish Strudwick
1885
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della mia dimensione spazio-temporale, dopo il tormento delle incertezze
nel rapporto con la realtà esterna, dopo incubi tempestosi e ripetitivi simili
a quelli del biondo Eckbert di Tieck, dove la realtà sconfina nel sogno e
il sogno allucinante nella realtà, lasciando che nella seducente solitudine
prendano spazio gli intricati dilemmi della relazione tra innocenza e colpa
che trovano ordine unicamente nel limpido tocco di Horowitz in un improvviso di Schubert o conforto nella decomposizione di Dalì, qualcuno esclamò
percuotendo ardentemente le mie braccia “Oh Cate, ma caa fai? Sembri un
alieno! RIPIGLIATI deh”. Mi sentivo veramente così: alienata in un sogno,
per niente desta. Isola-ta.
Forse Cloto era andata un attimo a farsi una doccia di ca..voli suoi lasciando questo benedetto filo ad un sostituto - mi viene in mente l’episodio dei
Simpson in cui Homer diventa obeso per lavorare a casa e lascia il computer
nelle mani di un picchio di legno dondolante che picchia ripetutamente sul
tasto Y del computer causando quasi l’esplosione della centrale nucleare,
bloccata per poco dal grasso stesso di Homer -; fatto sta che, una volta ripreso in mano il filo, accortasi dell’aggrovigliamento, decide di usare come
balsamo Ugo Foscolo. Era una sera cullata da un venticello quiete e dolce.
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mi sento molto vicina ai suoi stati d’animo legati principalmente ad un forte
senso di sradicamento. La sua patria fu la chiara e selvosa Zacinto (Ugo Foscolo,
Epistolario, lettera del 29 settembre 1808), l’isola greca di Zante, a cui dedicò il suo sonetto più famoso condensando rimpianto e il presentimento di
non poter più toccare la sua terra natia.
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sí cara vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Di fatto Foscolo visse una vita da esiliato per le sue idee e scelte politiche
di natura antinapoleonica. L’isola, sua amata patria, sembra costituire una
dimensione utopica ben lontana dai disguidi della nazione.
Una dimensione unica, distaccata, isola-ta, un po’ come il suo aedo. Il richiamo alle origini e l’elogio della mitologia greca inseriscono il sonetto nel
filone del romanticismo. La caratteristica più interessante però è il contrasto
tra lo sventurato Foscolo, il quale mai più potrà toccare le amate sponde
della patria, e il fortunato Ulisse, il cui viaggio lo riporterà a Itaca, a casa.
Proprio questa è la ferita romantica che detta la sua traccia nell’inizio exabrupto delle due negazioni del primo verso (nè più mai toccherò le sacre
sponde).
E che balsamo! Dopo una notte di sogni tranquilli (finalmente!), non sentendomi più l’unica che si strugge per il reo tempo che fugge, subito mi addentro nel suo mondo per conoscere questo guerrier che rugge. Mi accorgo che
Quell’isola feconda di Venere rievoca alla mia mente la Corsica, chiamata
proprio dai greci Kallìste, ossia “la più bella”. Selvaggia, nuda, incontaminata, “diversamente profumata” - le sue piante portano solo lo stesso nome,
ma hanno un odore ed un sapore totalmente diverso e unico rispetto al
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nostro -, questa terra rivitalizzante e inebriante si schiude agli occhi del viandante in cammino (o in autostop spericolato! o a cavallo!) fino alla sua punta
più profonda, Bonifacio, dalle cui croci bianche di un cimitero evanescente
s’intravedono le coste lisce e affusolate della Sardegna: una Venere distesa.
Contemplando dalla terrazza la vastità del mare a tutto tondo, giunge l’eco
di “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla trasportato dai fumi delle correnti che accarezzano e increspano l’acqua. Penso a quando seduta davanti
all’oceano del Portogallo qualcuno mi faceva riflettere sul mondo che si nasconde là sotto (in fondo al maaaar). Non si vede, si conosce a malapena, ma
è infinitamente più grande del nostro. Ridimensiono ancora una volta l’essere umano così impotente e piccolo dinanzi ad esso e già mi sento più libera.
Penso a quando da piccina mi raccontarono che c’era un tappo enorme
sul fondale che un giorno sarebbe stato tolto. Era il mio incubo più grande,
contrapposto al mio desiderio più grande: essere una sirena, avere una lunga
coda verde-cromato da muovere e al posto dell’aria, l’acqua. Acqua nelle
strade, nelle case. Tutti a nuotare. Poi penso
Frattanto i pesci
dai quali discendiamo tutti
assistettero curiosi
al dramma collettivo
di questo mondo
che a loro indubbiamente
doveva sembrar cattivo
e cominciarono a pensare
nel loro grande mare
com’è profondo il mare
E’ chiaro
Che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa
E’ muto come un pesce
Anzi è un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perchè lo protegge il mare
Com’è profondo, il mare.
Corsica
Karin Luz
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Certo
Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero è come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
In Corsica sono riusciti a non farci piazzare nemmeno un Mc Donald’s a
suon di bombe. Eh sì, bombe. I corsi fanno costruire di tutto ai ricchi stranieri. Poi, una volta finita la bella villa, la buttano giù. Bum. I soldi restano,
i ricchi vanno. Hanno maniere forti. La mia compagna di viaggio mi raccontò che una volta vide staccare un orecchio per gelosia. Sono un po’ così
i corsi. Insomma, ho imparato molte cose importanti per la mia personale
reLOVEution la scorsa estate (Ciao mamma! Ciao babbo!). Beh, ci si deve
pur difendere da isola-ni! I corsi faticano a difendere la loro piccola realtà:
da non molto i francesi hanno deciso di ufficializzare la lingua francese in
Corsica. Conseguenza: il dialetto è destinato a scomparire. Come sempre
mi chiedo perché mai le piccole realtà debbano fare i conti - salatissimi con quelle grandi (...). Per gli amanti della musica folk (e non) consiglio di
ascoltare i Muvrini, gruppo musicale che canta esclusivamente in lingua
CORSA.
Così come le piante diversamente-profumate e la lingua diversamente-francese, anche la Corsica costituisce ai miei occhi, con tutte le sue particolarità,
una dimensione diversa dalla “terraferma”, unica, isola-ta dalla sua stessa
patria, dal suo stesso paese.
Ma dov’ero rimasta? ho perso il filo del dis...DOH!
Torniamo a Foscolo. Il senso di sradicamento mi portò a credere che la
Wanderlust avrebbe sciolto parte del nodo di questa Cloto pigra e maldestra,
che Lust poca ne aveva. Di solito ha sempre funzionato. Dunque decido,
meta: Sicilia.
Goethe nel suo “Viaggio in Italia” affermò che la Sicilia era la chiave per
capire l’Italia:
L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: la Sicilia è la chiave di tutto.
(Palermo, 13 aprile 1787)
Palermo
Giovanni Benato
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Basta vedere la cattedrale di Palermo: saraceni, normanni, arabi, ... , sono
passati tutti da quest’isola creando una miscela magica di arte declinata in
tutte le discipline. La complessità della Sicilia è immensa. Ciò che più mi ha
affascinato è stata l’intensità dei contrasti. La dolcezza dei colori dell’acqua
e del tufo contrapposta al nero di seppia e ai palazzi della vucciria. Panino
con totani freschi pepe e limone vs. panino con milza. Madonnina al muro
con fiori vs. macellaio lì davanti. Panni limpidissimi vs. case fatiscentissime.
Bambini che giocano a palla vs. pollo che passeggia indisturbato. E natura
rigogliosa, sontuosa, festosa, tropicale, africana come solo in quell’isola si
può trovare. Le isole hanno sempre suscitato meraviglia e fantasia in me,
quasi fossero una
dimensione extratemporale e terrestre.
L’animo romantico a dire il vero era un po’ in difficoltà dinanzi a tale spettacolo, quasi si sentiva tradito, perduto. Là non c’era lo scenario adeguato per
soffrire di tormentosi vuoti, abituato com’era al piatto nord.
Eppure percepiva nell’aria qualcosa di molto familiare. L’isola-mento.
E ti prendono in giro
se continui a cercarla
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te.
Vucciria
Renato Gattuso
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1974
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English
IT
ENG
Isola-tion
“Since she that spins
both day and night
had not used up the flax
that for each mortal
Clotho loads and winds
upon the distaff,
‘his soul, which is
your sister--mine as well,
could not attempt
the climb unaided
because it cannot see
things quite as we do.”1
While I was struggling with the
greatest obstinacy to find my line,
heedless of Clotho, I was invited
by Gabriella to write for CONDO
about the island topic.
Those two2 have a connection, I
have been suspecting it since a
long time, but I’m learning not
to question the fate anymore. At
the end, I think more loudly and
clearly, it is Lachesis’ duty to
wrap up the thread on the spindle
before Atropos cut it off3: Unicuique suum!
I close my eyes, the blood begins to flow, the breathing becomes
deep, memories emerge again. My
first thought is about a terrace
surrounded by the blue of the sky
and of the sea, together with a
strong smell of fried food and
Marseille soap: Palermo.
However let’s step back.
64
Zwei Seelen wohnen, ach! In meiner
Brust!4: two souls dwell in my
chest, Faust says, sighing sadly.
I feel two split souls too. This
year, more than any other year,
the romantic German mood (in an
artistic and literary sense) suddenly awakened in me, running over
the Mediterranean-Latinized one.
Why did it happen as soon as I
was back in Italy?( It happened
after various deep thoughs on the
trascendental ego, along with a
sense of dissatisfaction towards
my space-time dimension. It happened soon after the torment of
uncertainty relating to the external reality, later stormy and
repetitive nightmares similar to
those of Tieck’s Blond Eckbert.
Reality trespasses on dreams and
hallucinatory dreams on reality.
The seductive loneliness is filled
with intricate dilemmas of the
relationship betweet innocence
and guilt, that find their place
just in thecrystal clear Horowitz
touch in a schubert impromptu or
comfort in the Dali decomposition. Someone exclaimed eagerly
hitting my arms “Oh Cate, ma caa
fai? Sembri un alieno! RIPIGLIATI
deh”5. I really felt this way: alienated in a dream, not awakened
at all. Isolated.
Maybe Cloto was having a selfbusiness shower6, leaving this
hell thread to a substitute. - A
Simpons’ episode comes in my mind.
Homer became obese in order to
work at home. he leaves the computer to a swinging woodpecker,
who presses again and again the Y
key. it almost caused the explosion of the nuclear power plant,
but at the end the fat Homer him-
self stopped it -; however, once
she holds in her hands the thread,
realising the tangle, she decides
to use Ugo Foscolo as hair conditioner. That evening was lulled by
a quiet and sweet breeze.
Perhaps because you are the
image of that fatal quiet
so dear to me, you have come,
O Evening! And when
happy summer clouds
and the gentle west wind
are your escort,
and when from snowy
restless heights
you send shadows and
darkness into the world,
you descend summoned always,
and gently hold
the secret ways of my heart.
You make my thoughts
wander forms
that vanish into eternal
nothing; meanwhile
this cursed time flees, and
with it, the throng
of cares with which
it me destroys;
and while I gaze on your peace,
that warlike spirit
sleeps, that yet
within me roars.7
What a hair conditioner! After a
night with quiet dreams (finally!), no longer feeling the only
one pined by the offender fleeting
time, I immediately penetrate his
world in order to get to know this
roaring warrior. I realise that I
feel very close to his feelings
bounded to the strong sense of
rootlessness8.
His homeland was bright and wooded Zacinto9 (Ugo Foscolo, Epis-
tolario, lettera del 29 settembre 1808), the Greek island of
Zakynthos, to whom he dedicated
his most famous sonnet. in it he
condensed the regret and the presentiment of not being able to
touch his ​​
homeland again.
Never will I touch your
sacred shore again
where my young form
reclined at rest,
Zakynthos, regarding
yourself in waves
of the Greek sea,
where Venus was
virgin born, and made
those islands bloom
with her first smile;
nor did he bypass
your lacy clouds and
leafy fronds
in glorious verse,
the one who sang
of fatal seas,
and of the broad exile
after which, exalted
by fame and by adventure,
Ulysses kissed his
rocky native Ithaca.
You will have nothing of
your son but his song,
motherland of mine:
and our fate already
written, the unmourned grave.
De facto Foscolo lived his life
exiled because of his ideas and
political choices that had an antinapoleonic nature.
The island, his beloved homeland, seems to be an utopian dimension far away from nation’s
glitches. A unique dimension,
detached, isolated, such as its
aoidos. the importance of ori65
English
ISOLA-TIOM
gin and the acclaim of greek mythology insert the sonnet into
the
current
of
romanticism.
The most interesting peculiarity,
however, is the contrast between
the poor Foscolo, who will never
touch again the shores of his beloved country, and the lucky Ulysses, whose journey will bring
him back home to Ithaca.
This romantic wound is evident
in the ex-abrupto opening of the
sonnet, which contains two negations (nè più mai toccherò le
sacre sponde).10
That prolific island recalls to my
mind Corsica, called by Greeks
kallìste, “the most beautiful”.
Wild,
naked,
uncontaminated,
“differently scented” - its plants
just bear the same name, but they
smell and taste totally different and unique compared to ours.
This revitalizing and intoxicating land spreads in front of the
walking traveler’s eyes (or reckless hitchhiking! or on horseback!) until its deeper tip,
Bonifacio. from its white crosses of an evanescent cemetery the
soft and tapered Sardinian costs
glimpse: a lying Venus. Contemplating the vastness of the sea
all-round from the terrace, comes
the echo of “Com’è profondo il
mare” by Lucio Dalla transported
by the currents’ fumes that brush
and ripple water. I think when I
was sitting in front of the ocean
in Portugal and someone made ​​
me
think about the world that is hiding under there (“under the sea”
/ in fondo al maaaar).11
You don’t see it, you barely know
66
it, but is infinitely bigger than
ours. Once again I resize the human being so small and helpless
compared to the ocean and I already feel free. I think about my
childhood. Someone told me that
there is a huge cap on the sea
bottom and sooner or later it
would be removed. It was my biggest nightmare, opposing to my
greatest desire: be a mermaid,
have a long green-plate tail to
move and instead of air, water
everywhere. Water in the streets,
in the houses. Everyone swimming.
Then I think
Meanwhile, the fishes
From which we all descend
attended curious
the collective drama
Of this world
That they undoubtedly
Valued bad
And they began to think
In their great sea
How deep is that sea
In their great sea
How deep is that sea
It ‘clear
That thinking is annoying
Although those who think
Is mute as a fish
Indeed a fish
And as a fish he is
difficult to block
Because he is protected
by the sea
How deep is the sea
Well
Who is in power
Is not willing to do poetic
distinctions
The thought, as the ocean
You can not block it
You can not fence it
So they are burning the sea
So they are killing the sea12
In Corsica they couldn’t build
any Mc Donald’s thanks to bombs.
Yes, bombs. The Corsicans let
rich foreign build everything.
Then, once the beautiful villa
is finished, they throw it down.
Boom. The money stays, rich people go. Strong-arm tactics. My
traveling partner told me that
once she saw someone snapping off
an ear for jealousy. This is the
way Corsicans are.
In short, I have learned many important things for my personal
reLOVEution last summer (Hi Mum!
Hi Dad!).
Island-ers have to defend themselves! The Corsicans are struggling to defend their own little
reality: lately the French have
decided to formalize the French
language in Corsica. Consequence:
the dialect is destined to disappear. As usual I wonder why small
realities have always to deal,
sometimes heavely, with big ones.
For folk music lovers (e non) I
suggest to listen to the Muvrini,
a musical group that sings exclusively in Corsican.
Just as differently-scented plants
and the differently-French language, Corsica appears to me, with
all its peculiarities, as a dimension that is different from the
“mainland”, unique, isolated from
its own homeland, its own country.
Where was I? I lost the thread of
conversation… Doh!
Let’s go back to Foscolo. The
feeling of alienation led me to
believe that the Wanderlust would
loose a part of the lazy and clumsy Clotho’s knot, she had really
a few Lust. Usually it has always
worked out. So I decided, destination: Sicily.
Goethe in his Italian Jurney stated that Sicily was the key to
understanding Italy:
Italy, without Sicily leaves an
empty spirit; Sicily is the key
for everything! (Palermo, 13
aprile 1787)13
Just look at the Palermo Cathedral: Saracens, Normans, Arabs,
… , they are all moved through
this island, creating magical arts
blend declined to all disciplines.
Sicily complexity is immense.
The intensity of contrasts fascinated me the most. The gentleness
of the water and tuff colors contrasted with black sepia and vucciria’s palaces. Squid sandwich
with fresh pepper and lemon vs.
spleen sandwich. Madonna on the
wall with flowers vs. the butcher
in front of it. Very Clear cloths
vs. very crumbling houses. Children playing ball vs. chicken that
walks undisturbed. And the flourishing, sumptuous, joyful, tropical, African nature, that you
can find solely in that island.
The islands have always aroused
wonder and imagination in me, as
they would be a timeless and terrestrial dimension.
To be honest, the romantic mood
was in a tight spot in front of
that show, it feels almost betrayed, lost.
67
ISOLA-TIOM
In that place there wasn’t the
adequate scenario to aching for
tormenting emptiness, as it was
used to the flat north.
Yet it feels in the air something
very familiar. The isolation.
And they make a fool of you
if you keep looking for it
but do not give up, because
who has already given up
and laughes on your back
maybe is even crazier than
you.14
Caterina Panesi
1. Dante Alighieri, Divine Comedy (1304)
Purgatorio, lines 25-30. Translation by
Robert Hollander. Copyright to Princeton
University.
2. “These two” refers to Gabriella e Lucia, two CONDO editors.
3. Hesiod, Theogony (700 B.C.)
4. J. W. Goethe, Faust I (1831) lines
1112.
5. Tuscan dialect: “C’mon Cate, what the
hell are you doing? You seem an alien!”.
6. “Self-business shower” literally
translated from Italian, it means “mind
your own business”.
7. Ugo Foscolo, Alla sera (1803) translation by Nick Benson.
8. If you are going to ask yourself: that
girl, (editor’s note: the author) has she
68
ever attended a school? The answer is:
“Yes, I have! I know very well these poems, but during my teens I haven’t begun
to use them as antidepressant yet”.
9. Ugo Foscolo, Epistolario, letter of
29th September 1808.
10. The Italian sentence has a double
negative.
11. Soundtrack song “Under the sea” from
The Little Mermaid Disney film (1989)
12. Italian song by Lucio Dalla (1977)
written in the Tremiti island. Original
title: Com’è profondo il mare.
13. J. W. Goethe, Italian Jurney (181617)
14. Italian song by Edoardo Bennato
(1980). Original title: L’isola che non
c’è.
five.
five.
Clelia Colantonio
70
Ricordo di averle portate a casa dei
miei dopo quell’estate
on the road nell’entroteraverle
ra campano.Ricordo
Avevo di
trovato
portate
a
casa
dei
miei
delle pietre bellissime sott’acdopo quell’estate
on the
qua, che creavano
degli effetti
road nell’entroterra
camdi luce meravigliosi.
Trascorsi tutto
pano.
Avevo
trovato
delle
pietre
il pomeriggio a raccoglierne migliaia.
sott’acqua,
cheche
creavano
Una voltabellissime
imbottigliate
scoprii
non
degli
effetti
di
luce
meravigliosi.
Traserano pietre, ma banali sassi, e che i colori
il pomeriggio
a raccoglierne
che avevocorsi
tanto tutto
ammirato
erano oramai
solo un
tante,
a
migliaia.
Una
volta
imbottigliate
scovecchio ricordo, oramai sbiadito dal vetro
pri’
che
non
erano
pietre,
ma
solo
sassi,
e
che
economico e la mancanza d’acqua. Ancora belli,
i colori
che
avevo scatola,
tanto ammirato
eranogrande
oramai
li misi
in una
grande
abbastanza
solo
un
vecchio
ricordo,
oramai
sbiadito
dal
vetro
da poterla portare con me sulla più fastidiosa
economico
e la mancanza
d’acqua. Ancora
le misi
compagnia
area in circolazione,
chebelle,
prendevo
in una
grande
scatola,nelabbastanza
grande da poterla
spesso
all’epoca,
2008. Sfortunatamente
è la
portare
con
me
sulla
piu’
fastidiosa
compagnia
areami
in
stessa che prendo ancora oggi.
Quel giorno
circolazione,
che prendevo
spesso
all’epoca,
2008.
avviavo verso
L. Da allora,
li ho
semprenel
messi
Sfortunatamente
e’
la
stessa
che
prendo
ancora
in bella mostra nella mia stanza, quasi oggi.
Quel
giornoquarzo
mi avviavo
verso L. Da
allora, le
fossero
o diamanti.
Ricordo
diho sempreaverli
messevolute
in bella
mostra
stanza, quasi
vicini
per nella
moltomia
tempo,
fossero
quarzo
o
diamanti.
Ricordo
anche solo per poterli osservare,di averle
volute
vicine per molto
tempo,che
anche solo
o disegnare.
È risaputo
permolte
poterle
osservare,
o
disegnare
Si
pietre hanno delle
sa caratteristiche
che molte pietre
hanno delincrelecaratteristiche
incredibili,
dibili, sono dei
catalizzatori
di
energia
e
catalizzatori di
conenergia
proprieta’
e guaritrici;
ma
I
con pro- sassi
meritano
prie- altreattanta
tà dignita’ in
guaritrici;
quansassi
toma ipimeritano
etre:
non altrettanta
dignisono fatte per
tà
in quanto
pietre:
essere
incasnon
sono
pietre
fatte
tonate, e non sono
per
incastonate,
unessere
granche’
come e
non
sonoEd
un e’granchè
come
ragalo.
per quesregalo.
Ma
rimanendo
a
lungo
to che rimangono sempre
tempo
nello nell’oceano
stesso posto,
nellosempre
stesso posto,
in fondo
all’oceano
o
su
mensola
quanto su una mensolauna
di legno,
di legno,
assorbono
pigramente
l’energia
assorbendo
l’energia
dell’ambiente
dell’ambiente
che le In
circonda.
In questi
cinque
che le circonda.
questi cinque
anni
a
anni aL.L.hohovissuto
vissuto
in
cinque
case
diverse,
in cinque case diverse, tuttetutte
con lecon
loroledinamiche
e le loro
strategiche,
loro dinamiche
e le posizioni
loro posizioni
strale tegiche,
loro belle
finestre
vittorianeanche
se
le case
le loro belle finstre vittoriane- anche
erano tutt’altro
che vittorianespazi
quando
le case erano
tutt’altro condividendo
che vittoriane-gli
con
cono sconosciuti,
amici o sconosciuti,
sud Se
o ad
est. Se
ripenso
amici
a sud o adaeast.
ripenso
a quesa
questi
anni,
non
riesco
sganciare
anche
il più
ti anni, non riesco a sganciare anche il piu’ banale
banaledal
episodio
dal suo“Era
contestoMaggio,
episodio
suo contestoMaggio,“Era
quella
sera la
sera
della
secret
gig
di
P.S.,
cazzo
sì
vivevamo
che mi persi la secret gig di P.S., cazzo si vivevamo in
colpa
di Bobby
Gunthorpe.
inKingsland
Kingsland road.
Road.Tutta
E’ tutta
colpa
di Bobby
GunTi ricordi
quanta
venne
giù quell’anno?”
thorpe.
Quanta
neveneve
che cadde
quell’anno.”
E cosi E
così
via.
Nella
mia
frenetica
voglia
di
dare un
via. Nella mia frenetica voglia di dare un senso
a tutto,
cosaun
assume
un significato
asenso
tutto, ogni
cosaogni
assume
significato
solo se
solo
se
si
collega
a
qualcosa
d’altro.
Per poi
si collega a qualcosa d’altro. Per poi riperderlo
riperderlo
di nuovo.
case
state le
di
nuovo. Quelle
case Quelle
sono state
le sono
mie isole,
mie isole personali,
quando
il nero è blu,
diventapersonali,
quando il nero
e’ diventato
e
to
blu,e
il
bianco
non
più
appannaggio
il bianco non piu’ appannaggio dei gelatai. dei
gelatai.
La fioraia psicopatica
e notte?
l’urlatrice
La fioraiaEpsicopatica
e l’urlatrice di
di
notte?
Ma
quelli
sono
solo
gossip.
ma quelli sono solo gossips. Ho sentito la Ho
sentito
la di
necessità
di raccontarle,
quelle
necessita’
raccontarle,
quelle case. Quei
case.
Quei
sassolini.
Adesso
sono
sassolini.
Adesso
che sono
pronti ache
lascipronti
a
lasciare
definitivamente
l’isola
B.
are definitivamente l’isola Britannica.
E2 / E2 / E9 / SE17 / N16
I
brought
those back
to my parents’
that weekend on
my way back from a
road trip around Campania’s hinterland. I found
them on a beach, shining underwater, and I spent all afternoon collecting them, thousands
of them. ‘Those’ were gems. Or at
least that is what I thought. Once in
a cheap glass container and out of their
natural ecosystem, they turned out to be just
stones, which beautiful colours were only a fading memory. Still beautiful, I put them in a big carboard box, big enough to be boarded with me on one
of the most annoying airline company, the one I used
to fly with back in 2008. Unfortunately it is still the
one I get on nowadays. I was heading to L. Since then,
I got used to display them on a wooden shelf or such
in my room, as if those were quarts stones, or diamonds. I remember I wanted to have them close by
all the time, so that they could be look at, or drawn,
easily.There are a large number of rocks that have incredible characteristics, some of which are praised for
their energy or healing properties; but I believe that
all stones deserve the dignity to be called gems. Especially those that cannot be mounted on a ring, or that
wouldn’t make a great gift. Those stones, by lying in
the same place for as long as they do, under the water
in the oceans or up on a shelf, can absorb the energy
of their surrounding peacefully.It’s been five years I
have
lived
in
L.
now, and
I have been
moving
as
many
houses
since I am here. In
every place I could call
‘mine’- even tho temporarily- I could find different dynamics: their locations
were more or less strategic, and
all coming with Victorian sash
windows- even when those weren’t
Victorian houses. I shared them with
friends or strangers, in South or East. If I
look back at those years, I can’t take any episode out of context, it is like “It was May, that
night I missed P.S’ secret gig, yeah fuck we were
living in Kingsland. Yeah, Bobby Gunthorpe is the
one to blame. So much snow went down that year.”
And so on. I guess it’s all down to my frenetic plan of
giving everything a meaning, by linking one thing to another. That’s the only way to look at it, for me, so to say
that a specific thing did happen. Before it loses its meaning
again. Those houses were my personal islands. When black
turned into blue, and ice cream (wo)men weren’t the only one
to wear a total white outfit. So many marvellous revelations.
Oh, and the psycho florist, and the sex screamer? But these are
just gossips. The urgency to get into those houses for the last
time, that’s what it matters. And that is what brought me to these
images you ar eabout to see. Those stones seem like gems, now
that I am leaving GB Island for good.
DIGEST
Fictional islands archive
Archivio di isole immaginarie
86
1. SAINT BRENDAN
2. ASPIDOCHELONE
3. LILLIPUT & BLEFUSCU
4. THE MYSTERIOUS ISLAND
5. SKULL ISLAND
6. KIRRIN ISLAND
7. GILLIGAN’S ISLAND
8. SAN SERIFFE
9. MONKEY ISLAND
10. ISLA NUBLAR
11. ISLA SORNA
12. THE ISLAND
Panoramica delle isole
Islands overview
Gilligan’s Island
p. xxx
The Island
p.xxx
Monkey Island
p. xxx
Isla Sorna
p. xxx
Isla Nublar
p. xxx
Saint Brendan
p. xxx
Kirrin Island
p. xxx
San Seriffe
p. xxx
The Mysterious Island
p. xxx
Skull Island
p. xxx
Lilliput &
Blefuscu
p. xxx
Saint
Brendan
Aspido–
chelone
LOCATION:
West of Northern Africa
FEATURED IN:
Saint Brendan’s Legend
LOCATION:
Not fixed
FEATURED IN:
Mithology
COLLOCAZIONE:
Ovest del Nord Africa
APPARE IN:
Legenda di San Brendano
COLLOCAZIONE:
Non fissa
APPARE IN:
Mitologia
According to the tradition the
Aspidochelone is a fabled sea
creature, a large whale, a sea
turtle or a kraken.
No matter what form it is, it is
always described as being huge,
often it is mistaken for an island.
Secondo la tradizione l’Aspidochelone
è una creatura marina immaginaria,
un’enorme balena, una tartaruga marina
o un calamaro gigante. Non importa
che forma avesse, ma è sempre stata
desritta come enorme e per questo
spesso confusa con un’isola.
Whale
[Balena]
PAST AND PRESENT REPRESENTATION
Giant Turtle
[Tartaruga gigante]
Kraken
[Calamaro gigante]
RAPPRESENTAZIONI PRESENTI E PASSATE
Lilliput
& Blefuscu
LOCATION:
Northeast of
Van Diemen's Land
FEATURED IN:
Gulliver’s Travels
AUTHOR:
Jonathan Swift
The
Mysterious
Island
MONT
FRANKLYN
BLEFUSCU
LOCATION:
2500 km east
of New Zeland
FEATURED IN:
The Mysterious
Island
AUTHOR:
Jules Verne
COLLOCAZIONE:
2500 km ad est
della Nuova Zeland
APPARE IN:
L’Isola Misteriosa
AUTORE:
Jules Verne
Mindendo
LILLIPUT
METAPHORES
FRANCE
[FRANCIA]
UK
Protestants
[Protestanti]
LILLIPUT EMPEROR
[IMPERATORE DI LILLIPUT]
Catholics
[Cattolici]
In war for “six
and thirty moons”
[In guerra da sei
lune e mezza]
BLEFUSCU EMPEROR
[IMPERATORE DI BLEFUSCU]
CHARACTERS AND ANIMALS
PERSONAGGI E ANIMALI
AYRTON
HERBERT BROWN
ROBERT GREY
NABUCODONOSOR
NEMO
PENCROFF
CYRUS SMITH
GIDEON SPILLET
Nine Years War
[Guerra dei Nove Anni]
War of the Spanish Succession
[Guerra di successione spagnola]
James Frances
Edward Stuart
Pets in the island
[Animali domestici]
TAP
King George I
[IRe Giorgio I]
Baie De
L’union
Ilot Du
Salut
Marai Des
Tardones
Baie
Washington
ne
nti
BLEFUSCU
Key character
[Personaggio Chiave]
LILLIPUT
est
rW
Fa
uin
eq
eR
PROMONTOIRE
DU REPTILE
pe
Ser
’Ile
Presq
METAFORE
FIGHT ABOUT EGGS
DIATTRIBA SULLE UOVA
Bois Du
Jamacar
Fo
re
ts
Du
COLLOCAZIONE:
Nord Est della Terra
di Van Diemen
APPARE IN:
I viaggi di Gulliver
AUTORE:
Jonathan Swift
D
lfe
Go
Smith’s Dog
[Cane di Smith]
MISTERIOUS EVENTS
EVENTI MISTERIOSI
Student and teacher
[Allievo e insegnante]
Servant and master
[Servo e padrone]
Smith’s rescue
Salvataggio di Smith
Hunting bullet
in a wild boar
Pallino da caccia trovato
in un cinghiale
Discovery
of a toolbox
Fire on the plateau
finding of a bottle
with a message
Ritrovamento di una
cassetta degli attrezzi
Fuoco sull’altopiano
Ritrovamento di
una bottiglia con
un messaggio
JUPITER
Killing pirates
Uccisione dei pirati
Tamed Orangutan
[Orango addomesticato]
Shipwrecked
rescue
Salvataggio
dei naufraghi
Skull
Island
Kirrin
Island
LOCATION:
12°S 78°E
West of Sumatra
FEATURED IN:
King Kong
AUTHOR:
Merian C. Cooper
LOCATION:
South West of England
FEATURED IN:
The Famous Five
AUTHOR:
Enid Blyton
COLLOCAZIONE:
Sud Ovest
dell’Inghilterra
APPARE IN:
King Kong
AUTORE:
Enid Blyton
COLLOCAZIONE:
12°S 78°E
Ovest di Sumatra
APPARE IN:
King Kong
AUTORE:
Merian C. Cooper
PARODIES
PARODIE
INHABITANTS
ABITANTI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
1. Pachycephalosauria;
2. Erythrosuchus;
3. Stegosaurus;
4. Styracosaurus;
5. Triceratops;
6. Tyrannosaurus;
7. Diplodocus;
8. Brachiosaurus;
9. Arsinoitherium;
10. Nothosaurus;
11. Ornithominus;
12. Megalania;
13. Elasmosaurus;
14. Plesiosaur;
15. Pteranodon;
16. Uinttather;
17. Ursus Spelaeus;
18. Smilodor;
19. Ludodactylus;
20. Rhamph;
21. Archaeopteryx;
22. Teratornis;
23. Gigantophis;
24. Carcharodon carcharias;
25. Woolly Mammuth.
Gilligan’s
Island
San
Seriffe
LOCATION:
Close to Hawaii
FEATURED IN:
Gilligan’s Island
AUTHOR:
Sherwood Schwartz
LOCATION:
Indian Ocean
FEATURED IN:
The Guardian
COLLOCAZIONE:
Oceano Indiano
APPARE IN:
The Guardian
COLLOCAZIONE:
Vicino alle Hawaii
APPARE IN:
Gilligan’s Island
AUTORE:
Sherwood Schwartz
San Seriffe is a fictional island
invented by the Guardian as hoax
for the 1977 April Fool’s Day.
They created a seven page special
report dedicated to it. Articles
examined the history and economy
of San Serriffe.
10 PROFESSOR’S INVENTIONS
10 INVENZIONI DEL PROFESSORE
Geiger Counter
[Contatore Geiger]
Battery Charger
[Carica Batteria]
Curative Potion
[Pozione Curativa]
San Seriffe è un’isola fittizia
creata dal Guardian come pesce
d’aprile. Il quotidiano realizzò un
inserto speciale dedicato ad essa,
esaminandone la storia e l’economia.
Nitroglycerine
[Nitroglicerina]
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ADVERTISMENTS ABOUT SAN SERIFFE
PUBBLICITÀ SU SAN SERIFFE
Washing Machine
[Lavatrice]
Jet Pack Fuel
[Zaino Jet]
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8.
Roulette
[Roulette]
9.
Pool Table
[Biliardo]
10.
Lie Detector
[Rilevatore di bugie]
1. Operation: Steam Heat [S.02 – EP. 25]
2. X Marks the Spot [S.01 – EP. 18]
3. Meet the Meteor [S.02 – EP. 32]
4. Gilligan Meets Jungle Boy [S.01 – EP. 19]
5. Gilligan’s Living Doll [S.02 – EP. 21]
6. Topsy-Turvy [S.03 – EP. 10]
7. Three Million Dollars More or Less
[S.01 – EP. 13]
Erbar
CAISSA SUPERIORE
[UPPER CAISSE]
Bodoni
Port Clarendon
Nomp
Adze
Umbra
OVA
MATA
E
DZ
FA
O
S
L
OA
SH
Garamondo
Villa Pica
CAISSA INFERIORE
[LOWER CAISSE]
Gillcameo
GILL SANDS
Thirty Point
Hot Air Balloon
[Mongolfiera ad aria calda]
1.
Lamson
8. Three Million Dollars More or Less
[S.01 – EP. 13]
9. It’s a bird It’s a plane [S.03 – EP. 27]
10. Lovey’s Secret Admirer [S.03 – EP. 19]
Monkey
Island
LOCATION:
Carribean
FEATURED IN:
Monkey Island Saga
CANNIBALS
VILLAGE
FORT
COLLOCAZIONE:
Caraibi
APPARE IN:
Monkey Island Saga
Isla
Nublar
CLEARING
RIVER
FORK
POND
LOCATION:
120 miles west
of Costa Rica
FEATURED IN:
Jurassic Park
AUTHOR:
Steven Spielberg
COLLOCAZIONE:
120 miglia ad ovest
del Costa Rica
APPARE IN:
Jurassic Park
AUTORE:
Steven Spielberg
CRACK
Monkey
FORESTED
HIGHLANDS
GRASSLANDS
CENTRAL
PADDOCKS
SAUTHERN
PLATEAU
DINOSAURS
DINOSAURI
Monkey Island
1990
Monkey Island 2
1991
The Curse of
Monkey Island
1997
Escape from
Monkey Island
2000
Tales of
Monkey Island
2009
1. Herrerasaurus;
2. Dilophosaurus;
3. Parasaurolophus/
Brachiosauru;
4. Dilophosaurus;
5. Triceratops;
6. Metriacanthosaurus;
7. Tyrannosaurus Rex;
8. Velociraptor;
9. Proceratosaurus;
10. Parasaurolophus/
Brachiosauru;
11. Ptenarodon;
12. Stegosaurus;
13. Triceraptors;
14. Segisaurus;
15. Baryonyx;
16. Dilophosaurus;
17. Gallimimus.
Lost
Isla
Sorna
LOCATION:
South Pacific
FEATURED IN:
Lost
AUTHORS:
Jeffrey Lieber
J. J. Abrams
Damon Lindelof
SITE B
Laboratory
and research
facilities
LOCATION:
87 miles southwest
of Isla Nublar
FEATURED IN:
Jurassic Park
AUTHOR:
Steven Spielberg
DANGEROUS
RIVERS
Othersville
Tube Dump
COLLOCAZIONE:
Sud del Pacifico
APPARE IN:
Lost
AUTHOR:
Jeffrey Lieber
J. J. Abrams
Damon Lindelof
COLLOCAZIONE:
87 miglia sud ovest
di Isla Nublar
APPARE IN:
Jurassic Park
AUTORE:
Steven Spielberg
Zeke
French
first camp
Flame
DARK
TERRITORY
Fake
camp
Four-Toed
Statue
Black
Rock
UNKNOWN
DHARMA
STATION
Caves
Second
Beach
Camp
Desmond
Boat
RELATIONSHIPS
RELAZIONI
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Bernard
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Libby
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Boone
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