rassegna stampa - Azienda Sanitaria Regionale del Molise

Quotidiano d’informazione
In abbinamento obbligatorio con
Anno XV N° 27 - Euro 1,20
in Molise e in alcuni centri dell’ABRUZZO
Direttore editoriale Alessandra Longano
Direttore responsabile Luca Colella
Martedì 28 gennaio 2014
Sanità, illustrati
i Piani operativi:
pareggio nel 2015
Ma il centrodestra promette battaglia
servizio a pagina 3
Politica
Martedì 28 gennaio 2014
CAMPOBASSO. Il punto di
arrivo è l’equilibrio di bilancio
entro il 31 dicembre 2015. Il
percorso è stato illustrato dal
governatore-commissario per la
sanità al Consiglio regionale
durante la seduta monotematica, chiesta dai consiglieri di
centrodestra e da Nunzia Lattanzio, con l’aiuto delle slide
preparate come sintesi dei Programmi operativi inviati a Roma. All’osso: gli ospedali Larino e Venafro diventano Case
della Salute (con il Pronto soccorso come unità semplice di
quelli, rispettivamente, di Termoli e Isernia e posti di osservazione brevi); il Cardarelli e l’ex
Cattolica integrati in un unico
ospedale, il ‘Nuovo Cardarelli’,
344 posti letto che la struttura
commissariale individua come
‘pubblici’ poiché l’obiettivo
della Regione è acquisire la governance della Fondazione. Riguardo ai posti letto per post
acuti dei 224 totali 129 sono in
quota ai privati e 94 al pubblico.
La distribuzione sarà definita
Scarabeo: “Contrario alla chiusura delle strutture pubbliche”. In mattinata la commemorazione della Shoah
Il commissario illustra i Piani operativi
“Riequilibrare ospedale e territorio”
Dopo il dibattito il centrodestra fa le barricate: non ha risposto sui privati
con il Piano della riabilitazione.
Fa le barricate il centrodestra,
che annuncia una mozione urgente. “Il presidente non ha risposto sul troppo peso dato ai
privati e su altre cose concrete,
come la diagnostica, il blocco
del turnover” spiega in sintesi
Nico Romagnuolo. Sui privati è
intervenuto anche l’assessore
Scarabeo che, assente per motivi istituzionali, ha inviato un
contributo letto dal collega Di
Nunzio. In sostanza Scarabeo
precisa: “La salvaguardia degli
ospedali pubblici, la loro reale
riorganizzazione, il migliora-
mento delle strutture e dei servizi, significano che si stanno rispettando gli impegni assunti
coi cittadini, niente di più di ciò
che il nostro dovere di amministratori pubblici, ci impone.
Non mi troverete mai d’accordo
se parliamo di soppressione di
queste strutture, rappresentano
realtà fondanti del sistema socioeconomico delle aree dove
sono ubicate, un punto di riferimento per chi, altrimenti, sarebbe costretto a lunghi ed estenuanti trasferimenti per vedersi
salvaguardare il proprio diritto
alla salute”. Tra gli altri hanno
preso la parola Romagnuolo
(Progetto Molise), Sabusco
(Udc) per cui “il piano non corrisponde alle esigenze dei molisani”, Cotugno (Rialzati Molise) che invece ha invitato Frat-
tura ad andare avanti senza penalizzare i servizi. E ancora la
Fusco Perrella (Ncd) e Cavaliere (Forza Italia) per i quali bisogna ridiscutere il provvedimento. I consiglieri si sono espressi
3
sull’atto dell’Asrem, che non
esaurisce il contenuto dei Programmi operativi. Frattura ha
chiuso il dibattito e sintetizzato:
“La qualità certamente non si
misura con l’assegnazione dei
posti letto. Quella che intendiamo fornire non scaturisce dai
posti letto. Vogliamo creare un
equilibrio tra ospedali e territorio”.
I lavori dell’Assise si erano
aperti in mattinata con la commemorazione della Shoah. Una
cerimonia sobria, ha rimarcato
il presidente Vincenzo Niro che
citando Primo Levi ha detto:
“Comprendere è impossibile,
ricordare è necessario”. ppm
All’Asrem vertice con i sindacati dei medici
E la Uil propone un incontro pubblico
CAMPOBASSO. Un incontro tecnico, aggiornato alla prossima settimana in attesa di capire
le evoluzioni del dibattito in Consiglio regionale. I sindacati del comparto medico sono tornati all’Asrem ieri mattina, la riunione era stata
calendarizzata dal direttore generale Angelo
Percopo per ricevere le loro osservazioni. Il
manager, per un impegno imprevisto, ha però
delegato una funzionaria. Ha raggiunto i sindacati nell’ultima parte
dei lavori, concordando con loro un aggiornamento al 5 febbraio.
Ribadito comunque a
grandi linee il giudizio
negativo sull’atto di
riorganizzazione
aziendale varato da
Percopo prima di Natale, che arriva a valle e
senza un Piano sanitario formalmente validato e senza l’atto aziendale (lo ha rimarcato Anaao Assomed, fra gli altri). Preponderante la critica sull’assegnazione
dei posti letto per acuti ai privati. Troppi, ad
esempio, per Fesmed, Cisl medici e Aaroi
Emac che hanno presentato un documento congiunto. La premessa, per i responsabili regionali delle tre organizzazioni, è che bisogna ricercare e tagliare i veri sprechi e non pensare di risolvere i problemi di bilancio della sanità riducendo i servizi. Anche sull’integrazione, ha aggiunto Pasqualino Di Iorio (Cisl medici Abruzzo-Molise), il giudizio non è di contrarietà al
principio. “Ma la Fondazione deve tornare al
suo ruolo originario di eccellenza” ha spiegato.
“Serve una diversa e più chiara articolazione
della rete dell’emergenza/urgenza con modelli
Hub and Spoke in campo cardiovascolare, traumatologico e nell’ictus. Le strutture private –
ha evidenziato Davi Di Lello, responsabile di
Aaroi – che hanno così tanti posti letto per acuti non hanno al loro interno tutte le specialità
necessarie per integrarsi nella rete”. La proposta, in questo caso, è
di attivare presso gli
ospedali di Isernia e
Termoli di un Dea di I
livello integrato con
quello di I livello di
Campobasso.
La Uil Fpl e la Uiltucs,
inoltre, propongono un
incontro pubblico al dg
Percopo sulle linee essenziali del riordino, sulle basi della riorganizzazione. Nell’immediato,
invece, i due segretari Tecla Boccardo e Pasquale Guarracino chiedono: il ripristino e la
rassegnazione dei posti letto per la lungodegenza nei presidi di Venafro e Larino e l’istituzione di un Pronto soccorso invece che di un punto di primo soccorso; di utilizzare le risorse recuperate per incrementare le attività sul territorio, in particolare riqualificando la rete riabilitativa; sviluppo dell’assistenza domiciliare
qualificata valorizzando anche le figure professionali.
ritai
Politica
Martedì 28 gennaio 2014
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: campobasso@primopianomolise.it
No alla soppressione
Arpa, dalla Toscana
solidarietà e proposte
“All’Agenzia i compiti
delle Province”
CAMPOBASSO. L’Arpa è a rischio soppressione. Nei Programmi operativi inviati dal governatore Frattura al Tavolo Massicci ne è
previsto l’accorpamento con l’Asrem. E ai dipendenti dell’Agenzia di protezione ambientale arriva la solidarietà dei colleghi dell’Arpat Toscana. “Si cerca di portare indietro di
venti anni l’orologio, giustificando con risparmi da dimostrare, una iniziativa tesa a
cancellare un’Agenzia, analoga a quelle esistenti in tutte le regioni italiane, che svolge un
compito fondamentale per la salvaguardia
dell’ambiente. Visto il dibattito in corso sulla
riforma del Titolo V della Costituzione e sulla ipotesi di abolizione delle Province – propone l’Arpat-, si potrebbe valutare la possibilità di utilizzare il bagaglio di esperienza e di
conoscenze maturato in questi 20 anni dalle
agenzie ambientali, per affidare loro le competenze ora svolte dalle Province quali ad
esempio le autorizzazioni integrate ambientali e di valutazioni di impatto ambientale”.
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A Campobasso dall’integrazione con la ex Cattolica nascerà il ‘Nuovo Cardarelli’ con 344 posti letto
Sanità, pareggio di bilancio nel 2015
E’ l’obiettivo prefissato dal presidente Frattura che ha illustrato i piani operativi
CAMPOBASSO. Tutte le novità del Programma operativo
sanitario sono state illustrate dal governatore Frattura in
Consiglio alla presenza dei direttori Percopo e La Storia.
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DA PALAZZO MOFFA
Il governatore illustra
il Programmi
operativi
in Consiglio
A Campobasso
nascerà
il ‘Nuovo Cardarelli’
con 344 posti letto
PRIMO
PIANO
3
“Assicureremo
una presenza
capillare
sul territorio”
Deficit sanitario, il pareggio nel 2015
CAMPOBASSO. In una settimana importante, al termine della quale saranno presentati i Piani operativi e nella quale potrebbe essere
designato il nuovo direttore
generale dell’Asrem, il governatore Frattura illustra al
Consiglio la riorganizzazione
della sanità regionale. Lo fa
durante la seduta monotematica richiesta dal centrodestra. Qualche voce critica
si alza anche dai banchi della maggioranza. E non passa inosservata in Aula l’assenza dell’assessore Scarabeo (Pd) che recentemente
si è messo di traverso rispetto alle intenzioni del presidente-commissario. E’ duro
il suo intervento, letto all’assemblea da Di Nunzio: “Non
sono stati garantiti al meglio
i livelli assistenziali ai malati
perché all’inevitabile aumento dei ricoveri in queste strutture non si è contrapposta
una vera riorganizzazione,
ponendosi come obiettivo il
diritto alla salute”. Diverso il
punto di vista di un altro
esponente dell’area venafrana, Cotugno (Rialzati Molise):
“nessuno vuole chiudere gli
ospedali nè Frattura intende
farlo orai”. Al tempo stesso
“occorre trovare giusto equilibrio tra conti e offerta”. Infine, cita il Neuromed come
esempio di eccellenza che
“riesce ad attirare il 93 per
cento di mobilità attiva e può
rappresentare un punto riferimentonto per i molisani”.
L’opposizione boccia totalmente il Piano Asrem. “Scontenta tutti e non ci porta da
nessuna parte”, attacca Sabusco (Udc). “La sanità non
va fatta solo a spot, ma con
proposte e scelte condivise”,
rincara la dose la Fusco
(Ncd), mentre Cavaliere (Fi)
chiede a Frattura: “vorrei capire se c’è contraddizione tra
il piano Ruta e il piano Percopo, il primo penalizza il privato e privilegia il pubblico,
il secondo è completamente
il contrario”. E poi “il piano
Percopo è il piano Frattura?”.
Interviene, in veste di consigliere regionale, anche il presidente Vincenzo Niro che
alza il tiro: “Lo Stato ci ridia i
350 milioni che sono stati
rubati ai molisani per una
inadempienza dei commissari nominati dal Governo”.
Infine, tocca al governatore. Slides alla mano, illustra
i Programmi operativi 20132015, distinti dal Piano
Asrem e dal Piano sanitario.
“La qualità del servizio sanitario regionale non può essere valutata esclusivamente in funzione dell’attribuzione/distribuzione dei posti
letto”, puntualizza il numero
uno della giunta non solo
davanti ai consiglieri, ma
anche ad alcuni esponenti
dei sindacati presenti tra il
pubblico a Palazzo Moffa.
Ospiti d’eccezione anche il
direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Antonio
La Storia e il dg dell’Asrem
Angelo Percopo.
“L’ospedale ‘sotto casa’
non sempre significa qualità”, è il ragionamento di Frattura. E spiega, poi, che il valore della produzione dei presidi sanitari molisani è di
gran lunga inferiore al costo
dell’offerta: 104 milioni di
euro contro 280 milioni di
euro. Per la prima volta si
parla del nuovo ospedale
‘Cardarelli’ che nascerà dall’integrazione con la Fondazione Giovanni Paolo II. Av-
verrà dal punto di vista logistico dal momento che
l’ospedale di contrada Tappino non è sicuro dal punto di
vista sismico, ma soprattutto perché sono attesi diversi
benefici come le ecnomie
derivanti dall’utilizzo comune della struttura e dei servizi e l’eliminazione delle duplicazioni dell’offerta. In totale il Nuovo Cardarelli avrà
344 posti letto (Riabilitazione esclusa). Il presidio di
Isernia, invece, conterà 138
posti letto (senza considerare Riabilitazione) e conserverà il servizio di Emodinamica-Utic (Unità terapia intensiva coronarica). Quest’ultima ci sarà anche a Termoli,
nosocomio con 257 posti letto (anche in questo caso Riabilitazione è esclusa). “La sfi-
da per i piccoli
Croce di Magliaospedali – spiega
no nasceranno
ancora il governaaltre due Case
tore – è la nascita
della
Salute,
di ‘Case della Samentre Colletorto
lute’ che non va
sarà sede di una
considerata come
Rsa. Insomma,
una diminutio ri“assicureremo
Da sinis
tra, FFrattura,
rattura, La S
sinistra,
Sttoria e Percopo
spetto al concetto
una presenza cadi ospedale”. Il
pillare sul territoVietri di Larino e il Ss. Rosa- sario, invece, sarà centro di rio”, insiste Frattura. Così
rio di Venafro saranno dotati riferimento regionale per la come “sarà ampia la rete
di Pronto soccorso, Poliam- Chirurgia Ortopedica e ospi- dell’emergenza con punti inbulatori specialistici, servizi terà un Centro regionale per tervento del 118”. Tra le no(Radiologia e Dialisi, ad l’Alzhaimer. Invece, ad Agno- vità annunciate dal vertice
esempio), Chirurgia Ambula- ne nascerà un presidio mon- della giunta c’è anche la cretoriale, Riabilitazione e Lun- tano con 25 posti letto, con azione di una Centrale unigodegenza e saranno sede reparti di Chirurgia e Medici- ca degli Acquisti. Il traguardi Rsa. Il Vietri, poi, conser- na, pronto soccorso e ambu- do è ambizioso: “puntiamo a
verà la camera iperbarica e latori. Infine, presidi territo- raggiungere l’equilibrio di bidiventerà centro di riferimen- riali di assistenza saranmno lancio al 31 dicembre 2015
to di Oculistica e Neuropsi- conservati a Trivento, Froso- portando il debito a 40 michiatria infantile e riabilita- lone, Montenero di Bisaccia lioni nel 2013 e a 15 nel
S.P
S.P..
zione età evolutiva. Il SS Ro- e Bojano. A Riccia e Santa 2014”.
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Attualità
CAMPOBASSO
Ieri discussione all’ente di via Roma, venerdì in Comune, poi il punto
Rotatorie Cardarelli, la Provincia
aveva più volte avvertito l’Asrem
Il Consiglio pr
ovinciale
pro
Le rotatorie non terminate nei pressi dell’ospedale Cardarelli fanno discutere il Consiglio provinciale. In aula dibattito aperto
sull’interrogazione presentata dal consigliere Salvatore Colagiovanni. “L’ente
di via Roma non ha responsabilità nella faccenda”.
L’assessore ai Lavori
pubblici e alla Viabilità, Luciano Di Biase, in una relazione spiega come la
Provincia, alla luce delle
motivazioni di miglioramento della viabilità e del
traffico, abbia dato il nulla osta all’Asrem per la re-
mento della strada
all’ingresso del nosocomio.
Le cause del perché i lavori non siano ancora giunti a
termine sono tuttora
da ricercare. Pare
sia in corso uno scaricabarile. L’Asrem
sembra essere in
attesa di una delibera dall’Assessorato
regionale ai Lavori
Pubblici.
Il Prefetto Di Menna,
stando alle parole di Colagiovanni, ha dato di tempo fino al 10 febbraio alle
parti coinvolte, in primis al-
l’Agenzia sanitaria e alla
Regione, per chiarire una
volta per tutte la questione, dopodichè sarà convocato un tavolo tecnico.
La situazione, che ad alcuni, nelle scorse settimane, è sembrata strumentale, in realtà non lo è se
si pensa al fatto che i disagi interessano non solo
l’intero capoluogo ma anche una vasta fetta di corregionali. Un numero di
persone talmente ampio
che non può restare inascoltato.
Venerdì la discussione si
sposterà in Consiglio comunale.
alizzazione delle rotatorie
in sede di conferenze di
servizi, ma in seguito si sia
lamentata della conduzione dei lavori. Ci sono tre
segnalazioni inviate da Di Biase all’Asrem, la
prima risale allo
scorso 9 settembre, con le
quali si indicava
all’Agenzia sanitaria regionale di apportare
la segnaletica
dei cantieri, regolamentare il
traffico e occudarelli riprendono i la
oria all’ingresso del Car
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Attualità
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Obbiettivo: aggirare e impugnare il Piano di riordino sanitario in caso di approvazione
Veneziale, parte la raccolta firme
L’associazione apre una sede nel cuore di Isernia a tutela del diritto di salute pubblica
Prima lo hanno annunciato sulla propria pagina
Facebook, poi hanno aperto al pubblico la nuova
‘casa’ in conferenza stampa.
Il comitato Pro ospedale
‘Veneziale’, sorto nei giorni scorsi, ha inaugurato la
propria sede in via Garibaldi, al civico numero 40, accanto alla farmacia Di Tommaso.
Il comitato, dunque, apre
un presidio nel cuore della
città, tra le gente. Per questo invita tutti i cittadini,
almeno per ora, dalle ore
17 alle ore 19 dal lunedì al
venerdì, dunque week-end
esclusi.
In sede sarà possibile
sottoscrivere l’adesione al
Comitato, divenendo promotori dell’iniziativa per la
tutela e la difesa della salute pubblica e contro la
chiusura dell’ospedale
pentro.
Presenti all’evento, tra gli
altri, l’ex assessore comunale Antonio Scuncio e l’ex
consigliere regionale Massimo Romano.
“Per sottoscrivere l’adesione – annunciano i promotori dell’associazione rivolgendosi a tutti i cittadi-
ni - dovete essere muniti di
documento d’identità, altrimenti la firma non è ritenuta valida dagli organi istituzionali di controllo. La vostra adesione garantisce a
noi maggiore forza e a voi,
a noi tutti, il diritto alla salute pubblica”.
Un diritto, per il comitato, messo a rischio dal Piano sanitario che per il ‘Veneziale’ di Isernia prevede
la chiusura o il ridimensionamento di tanti e importanti reparti: oncologia, psichiatria, Sert, centro diabetico, neurologia, pediatria,
oculistica, ostetricia e gine-
Alcuni membri del comitat
o.
comitato.
Sulla sinis
tra il president
e
sinistra
presidente
Marco Condidorio
cologia, stroke unit, urologia e emodinamica ed en-
doscopia, oltre alla soppressione della direzione
sanitaria.
Tradotto vuol dire che, ad
esempio, gli infartuati (nel
2013 al Veneziale ne sono
giunti 600) dovranno essere trasferiti a Campobasso,
mentre per una seduta di
chemioterapia occorrerà
fare un viaggio di 120 chilometri circa.
Dei 267 posti letto assegnati alla Sanità in provincia di Isernia, hanno specificato inoltre i promotori,
101 sono quelli destinati
agli istituti privati con un’incidenza in Molise, dunque,
del 40 per cento contro
quella nazionale che si ferma al 18 per cento. Obbiettivi del comitato, la difesa
del diritto alla Salute, la ricerca di una strada alternativa al Piano sanitario e
la sua impugnazione, qualora il documento dovesse
essere approvato.
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TERMOLI
Attualità
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Le considerazioni di Giancarlo Totaro
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o pubblici e priv
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La sanità tra posti le
privati
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lett
“I numeri sono
una cosa, la realtà
è un’altra cosa”.
Torna sulla questione della distribuzione dei posti letto
presso gli ospedali
del Molise, Giancarlo Totaro. Dopo il
consiglio comunale
monotematico di
Termoli e in vista
dell’incontro con il
presidente Frattura,
sotto la lente è andata a finire la distribuzione dei posti
letto tra strutture pubbliche e private. “I residenti ed i posti
letto pubblici/1000 abitanti per ambito territoriale – afferma Totaro in una nota stampa - sono i seguenti : Campobasso 128279 abitanti con 3,35 p.l./1000, Isernia
76048 abitanti con 3,18 p.l./1000 , Termoli abitanti
102816 con 2,51 p.l./1000 , Agnone 12646 abitanti con
2,29 p.l./1000. Se si sommano i posti letto totali,cioè
pubblici e privati, si avrebbero i seguenti posti letto per
ambito : Campobasso 434 posti letto con 3,38 p.l./1000
abitanti, Isernia 242 posti letto con 3,18 p.l./1000
abitanti, Termoli 258 posti letto con 2.51 p.l./1000 abitanti, Agnone 25 posti letto con 1,98 p.l./1000 abitanti.
La proponente Asrem – continua Totaro - al fine di perequare a 3 posti letto tutti gli ambiti regionali introduce il
concetto di quota “pesata” (più giustamente sarebbe
“ponderata) che significa calcolare l’attuale tasso di utilizzo delle strutture private da parte dei cittadini provenienti da tutti i vari ambiti: Campobasso, Isernia, Termoli,
Agnone. Quindi il piano di riorganizzazione prevede che i
posti letto sono utilizzati (quota ponderata) anche dai cittadini del basso Molise per cui, in base al numero di ricoveri degli anni precedenti, un dei posti letto degli ospedali privati va attribuito in carico all’ambito di provenienza.
Nel caso di Termoli – continua ancora Totaro - circa 60
posti letto dei privati risultano in quota all’ambito del basso Molise. Quindi, a Termoli, secondo l’Asrem 60 p.l. privati + 258 p.l. pubblici uguale 3 posti letto per 1000 abitanti. Esattamente quelli previsti dallo standard ministeriale ed esattamente uguali a quelli di tutti gli altri ambiti
territoriali. Insomma i conti tornano , ma la verità che la
gente del basso molise deve andare fuori a curarsi.Se
qualcuno fosse stato così bravo prima a fare i conti forse
non saremmo nemmeno qui a parlare di questo argomento. La politica dov’è ? bisogna tollerare queste prese per
in giro sulla pelle delle persone?”.
Sanità, svelato l’arcano: Frattura “fonde” Cardarelli ed ex Cattolica. Vie...
http://www.ilgiornaledelmolise.it/?p=40353
Sanità, svelato l’arcano: Frattura “fonde” Cardarelli ed ex
Cattolica. Vietri e SS. Rosario diventano Case della Salute
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Sanità, svelato l’arcano: Frattura “fonde” Cardarelli ed ex Cattolica. Vie...
http://www.ilgiornaledelmolise.it/?p=40353
di PASQUALE DI BELLO
Al termine di un lungo pomeriggio interamente dedicato alla riforma sanitaria, Frattura annuncia in Consiglio regionale la
fusione di Cardarelli ed ex Cattolica. Gli ospedali di Larino e Venafro declassati a Casa della Salute.
“Acquisire a patrimonio il complesso edilizio della ex Cattolica”. Sta in questa frase la sintesi di un lunghissimo consiglio
regionale interamente dedicato alla Sanità. Una frase rivelatrice che disvela, finalmente, quello che bolle nella pentola della
Sanità molisana. Quella che prima era solo una suggestione, ora è invece l’architrave della riforma targata Frattura.
Cardarelli ed ex Cattolica sono destinati a diventare un’unica struttura “a guida pubblica”. Un concetto, quello della guida
pubblica, che il governatore ha ripetuto in aula tre volte: “a guida pubblica”, “a guida pubblica”, “a guida pubblica”; come ad
escludere ogni insidia o raggiro che possa affacciarsi alla mente dei malpensanti. Detto questo, il presidente della Regione ha
poi specificato che l’acquisizione “a patrimonio” degli immobili dell’ex Cattolica è condizionata alla verifica sismica e
dell’impiantistica del Cardarelli, operazione (unica in Italia) già a buon punto e approntata dalla Regione congiuntamente
all’Age.Na.S. (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).
Detta così sembra una cosa quasi normale. Diventa invece psichedelica quando Frattura, facendo i conti, conclude che la critica
mossa alla riforma, quella di una sua tendenza a favorire i privati, sia una sorta di leggenda metropolitana nata non si sa bene
dove e non si capisce bene perché. Facendo i conti, Frattura conclude che a riforma compiuta il saldo posti letto per i privati
sarà del 20%, in linea con la media nazionale, e invece quello per il pubblico sarà dell’80%. Tutto vero, salvo omettere un
piccolo particolare, che a tale cifra “pubblica” si giunge sommando i posti della ex Cattolica a quelli del Cardarelli, una
sorta di provocazione algebrica che potrebbe giungere anche al 100%. Basterebbe fondere, insieme al Cardarelli e all’ex
Cattolica, anche Villa Maria, Villa Esther e Neuromed.
E’ evidente che per quanto Frattura si sia dotato di slide colorate e scintillanti, qualcosa qui non quadra. Anche perché
Frattura nulla ha detto su come questa fusione avverrà. Ce lo dirà – pare – nella prossima edizione sanitaria del Consiglio
regionale. Oltre a questo, ovvero al lancio della ciambella per il privato cattolico, Frattura ha poi tenuto a precisare che il
trattamento riservato nella riforma al Neuromed non è il frutto di alcun “accordo preelettorale con un europarlamentare”. Par di
sentire un excusatio da nessuno petita che, detta così, ci pare al rovescio la classica accusatio manifesta. Insomma, non c’era
alcuna necessità di una tale chiosa. Il Neuromed, con la sua mobilità attiva del 93%, i soldi li porta anziché portarseli via. Questo
è vero. Lo ha detto nel corso del proprio intervento anche Vincenzo Cotugno che di certo è informato sui fatti.
Detto questo, per il resto la sintesi può essere così descritta: Termoli (San Timoteo), Campobasso (Nuovo Cardarelli) e
Isernia (Veneziale) saranno i tre ospedali pubblici; Venafro (SS Rosario) e Larino (Vietri) diventeranno Case della salute,
cioè dispenseranno servizi sanitari di vario tipo: dal Pronto soccorso alla Rsa al cronicario. Agnone (Caracciolo) sarà una via di
mezzo, miscelando acuzie a post-acuzie, termini micidiali che stanno ad indicare l’anticamera dell’altro mondo e il parcheggio
per l’Aldilà.
Di una lungo pomeriggio, di memorabile c’è poco altro. Un intervento durissimo e documentato dei 5 Stelle, una relazione lunga
e articolata del presidente del Consiglio, Niro, una mozione presentata da Nico Romagnuolo (verrà discussa probabilmente
nella prossima seduta) con la quale si chiede un riequilibrio della riforma a favore del pubblico in luogo del privato. Per il resto,
da ricordare c’è l’intervento del consigliere regionale del Nuovo centrodestra, Angela Fusco, che ha parlato per circa
quaranta minuti attentando alla serenità dei presenti. Ma di questo non possiamo darvi conto. Lo dobbiamo confessare:
dell’intervento reso da Fusco non abbiamo capito nulla, nel vero senso della parola, e a giudicare dagli sbadigli e dalle facce,
probabilmente non siano stati i soli. Insomma, un intervento da “acuzie”.
Poscritto. Il consigliere e assessore Scarabeo era assente ma ha lasciato un suo messaggio letto dal collega Di Nunzio.
“Pregissimo presidente”, cominciava così, o almeno così lo ha letto Di Nunzio. “Pregissimo” … capito come stiamo messi!?
Pasquale Di Bello - pasquale.dibello@gmail.com
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Sanità. Scarabeo:I tagli e la riorganizzazione non coincidono con il risp...
http://www.informamolise.com/ultime-notizie/114485-sanita-assessore...
Sanità. Scarabeo:I tagli e la riorganizzazione non
coincidono con il rispetto del diritto alla salute.
Attraverso una nota alla stampa l'Assessore Regionale Massimiliano Scarabeo,
ritorna sulla questione legata alla riforma della sanità regionale, con particolare
attenzione a ipotetici piani che andrebbero a rinforzare le strutture private,
destinate originariamente alle eccellenze, a discapito degli ospedali pubblici. "Su
questo,
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Scarabeo,
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“Nel corso di questi
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Addirittura c'è stata l'idea di potenziare alcune
strutture ospedaliere, pensando che la parola
ottimizzazione dei servizi, nel rapporto costiqualità, potesse servire più ad offrire una sanità
d'eccellenza a costi congrui che una sanità
mediocre a costi alti.
Dopo anni di sperperi, cattiva gestione di una
mole immensa di denaro pubblico, senza aver conseguito nessun risultato sul piano della qualità e anche
della quantità dei servizi erogati dalla sanità regionale, la situazione si è fatta ancora più difficile. Nel corso
degli anni non si è voluto capire, benché fosse chiaro a tutti, che la riorganizzazione della rete sanitaria
molisana, doveva passare attraverso l'ottimizzazione dei servizi, la specializzazione dei vari presidi sanitari,
una collaborazione con la sanità privata legata all'eccellenza che questa poteva offrire e non come sostituto di
quella pubblica. Purtroppo, in Molise il rapporto conflittuale tra la sanità pubblica e quella privata è ancora
molto acceso, esiste una sproporzione di posti letto trail pubblico e il privato, mentre, allo stato delle cose,
sarebbe più giusto riorganizzare gli ospedali pubblici e assegnando al privato solo i posti letto per quanto
riguarda le eccellenze. Ma se la fotografia della situazione sanitaria in Molise, offre o vuole offrire un quadro
diverso sull'integrazione massiccia tra pubblico e privato, la questione cambia completamente, purchè, però,
non si sottaccia che alla fine dei conti, gli oneri sono per le strutture pubbliche e i vantaggi per i privati! Il tema
integrazione tra pubblico e privato deve vedere il privato in una posizione di sussidiarietà rispetto alla
centralità del pubblico con i livelli Essenziali di Assistenza che devono essere garantiti dalla sanità pubblica,
perciò non vorremmo mai riscontrare lo svuotamento o l'annullamento di Unità Operative Complesse,
soprattutto quelle degli ospedali maggiori, a favore di soggetti privati, evitando che ospedali come Venafro,
Agnone e Larino, vengano praticamente annullati. La questione è anche di tipo pratico e non soltanto
economica, la mancata offerta di servizi da parte di queste strutture, non è stata sufficientemente coperta dalle
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Sanità. Scarabeo:I tagli e la riorganizzazione non coincidono con il risp...
http://www.informamolise.com/ultime-notizie/114485-sanita-assessore...
altre esistenti, leggi Isernia, Campobasso e Termoli. Non sono stati, cioè, garantiti al meglio, i livelli
assistenziali ai malati perché, all'inevitabile aumento dei ricoveri in queste strutture, non si è contrapposta una
vera riorganizzazione, ponendosi come obiettivo il diritto alla salute, il rispetto dei malati e la qualità dei
servizi. Oltre ad aggiungere che ci sono anche questioni che riguardano le condizioni delle strutture sanitarie
stesse, lo stato fisico in cui versano,spesso causa di disservizi e mala sanità. Le notizie su dismissioni,
depotenziamenti, non trovano rispondenza con le aspettative della gente, dato che, non soltanto i numeri,
devono essere usati come metro di giudizio per decidere tagli e chiusure, bensì ogni altro elemento utile a
garantire l’assistenza sanitaria, degna di tale nome, in tutto il territorio regionale. La tutela degli interessi
generali e delle popolazioni, forse travalicano quelli di campanile e quelli economici legati al risanamento del
bilancio nel comparto sanitario, giusti o non giusti che siano, ma come si fa a non tener conto delle esigenze
che quotidianamente fanno capo alle varie strutture sanitarie presenti sul territorio e per le quali se ne sta
decretando la fine? Per quelle delle popolazioni di riferimento, le cui richieste non possono restare
inascoltate, occorre riconsiderare l’organizzazione degli ospedali pubblici ivi presenti, sicuramente
ottimizzando e riducendo costi e sprechi, ma anche garantendo una certa efficienza operativa che oggi,
purtroppo, ancora non hanno. La salvaguardia degli ospedali pubblici, la loro reale riorganizzazione, il
miglioramento delle strutture e dei servizi, significano che si stanno rispettando gli impegni assunti coi
cittadini, niente di più di ciò che il nostro dovere di amministratori pubblici, ci impone. Non mi troverete mai
d’accordo se parliamo di soppressione di queste strutture, perché esse rappresentano realtà fondanti del
sistema socio economico delle aree dove sono ubicate, un punto di riferimento per chi, altrimenti, sarebbe
costretto a lunghi ed estenuanti trasferimenti per vedersi salvaguardare il proprio diritto alla salute. Gli intenti a
che alcune richieste siano state fatte coincidere con i tagli e il rispetto dei parametri dettati dalla
riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, sono apprezzabili, ma non coincidono con le reali necessità
che servono al rispetto del diritto minimo alla salute dei cittadini.”
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isernianews - Sanità, Scarabeo: no a squilibri in favore dei privati
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L'assessore regionale riflette sulla riorganizzazione del sistema sanitario in Molise ed auspica un riordino rispondente alle necessità dei cittadini
CAMPOBASSO. Sibillino rispetto ai destinatari, ma esplicito e netto nei contenuti. L'assessore regionale Massimiliano Scarabeo interviene nel dibattito
sulla sanità in Molise. E lancia il suo diktat: "Che nessuno tocchi la sanità pubblica". Soprattutto: "Che la riorganizzazione della rete ospedaliera non vada
ad incidere negativamente sui cittadini, in termini di spesa e in termini di offerta sanitaria". Scarabeo affida le sue riflessioni ad una nota stampa, con la
quale pare voler suggerire ai 'redattori' del piano sanitario una linea da seguire nel ripensare il sistema sanità in Regione; linea nella quale gli ospedali
privati sono ammessi solo in posizione di sussidiarietà nei confronti dei nosocomi pubblici. "Nel corso di questi anni – scrive l'assessore - abbiamo assistito
a mutamenti nelle decisioni che contano, in relazione al funzionamento, o meglio, alla gestione del comparto sanitario regionale. Addirittura c'è stata l'idea
di potenziare alcune strutture ospedaliere, pensando che la parola ottimizzazione dei servizi, nel rapporto costi-qualità, potesse servire più ad offrire una
sanità d'eccellenza a costi congrui che una sanità mediocre a costi alti. Dopo anni di sperperi, cattiva gestione di una mole immensa di denaro pubblico,
senza aver conseguito nessun risultato sul piano della qualità e anche della quantità dei servizi erogati dalla sanità regionale, la situazione – osserva
Scarabeo - si è fatta ancora più difficile. Nel corso degli anni non si è voluto capire, benché fosse chiaro a tutti, che la riorganizzazione della rete sanitaria
molisana doveva passare attraverso l'ottimizzazione dei servizi, la specializzazione dei vari presidi sanitari, una collaborazione con la sanità privata legata
all'eccellenza che questa poteva offrire e non come sostituto di quella pubblica". Di qui la constatazione, amara: "Purtroppo, in Molise il rapporto
conflittuale tra la sanità pubblica e quella privata – prosegue l'assessore regionale del Pd - è ancora molto acceso; esiste una sproporzione di posti letto
tra il pubblico e il privato, mentre, allo stato delle cose, sarebbe più giusto riorganizzare gli ospedali pubblici e assegnando al privato solo i posti letto per
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isernianews - Sanità, Scarabeo: no a squilibri in favore dei privati
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quanto riguarda le eccellenze. Ma se la fotografia della situazione sanitaria in Molise, offre o vuole offrire un quadro diverso sull'integrazione massiccia tra
pubblico e privato, - incalza Scarabeo, senza indugio - la questione cambia completamente, purchè, però, non si sottaccia che, alla fine dei conti, gli oneri
sono per le strutture pubbliche e i vantaggi per i privati! Il tema integrazione tra pubblico e privato deve vedere il privato in una posizione di sussidiarietà
rispetto alla centralità del pubblico con i livelli Essenziali di Assistenza che devono essere garantiti dalla sanità pubblica, perciò non vorremmo mai
riscontrare lo svuotamento o l'annullamento di Unità Operative Complesse, soprattutto quelle degli ospedali maggiori, a favore di soggetti privati, evitando
che ospedali come Venafro, Agnone e Larino, vengano praticamente annullati. La questione è anche di tipo pratico e non soltanto economica. La mancata
offerta di servizi da parte di queste strutture non è stata sufficientemente coperta dalle altre esistenti, leggi Isernia, Campobasso e Termoli. Non sono stati,
cioè, garantiti al meglio, i livelli assistenziali ai malati perché, all'inevitabile aumento dei ricoveri in queste strutture, non si è contrapposta una vera
riorganizzazione, ponendosi come obiettivo il diritto alla salute, il rispetto dei malati e la qualità dei servizi. Oltre ad aggiungere che ci sono anche questioni
che riguardano le condizioni delle strutture sanitarie stesse, spesso causa di disservizi e mala sanità". Un quadro fosco, quello delineato da Scarabeo
che – a suo avviso – rischia di diventare ancora più fosco, disattendendo le aspettative delle persone, tutti utenti potenziali. "Le notizie su dismissioni,
depotenziamenti, - aggiunge - non trovano rispondenza con le aspettative della gente, dato che, non soltanto i numeri, devono essere usati come metro di
giudizio per decidere tagli e chiusure, bensì ogni altro elemento utile a garantire l'assistenza sanitaria, degna di tale nome, in tutto il territorio regionale. La
tutela degli interessi generali e delle popolazioni forse travalica la tutela degli interessi di campanile ed economici legati al risanamento del bilancio nel
comparto sanitario, giusti o non giusti che siano. Come si fa – si interroga l'esponente Pd - a non tener conto delle esigenze che quotidianamente fanno
capo alle varie strutture sanitarie presenti sul territorio e per le quali se ne sta decretando la fine? Per quelle delle popolazioni di riferimento, le cui richieste
non possono restare inascoltate, occorre riconsiderare l'organizzazione degli ospedali pubblici ivi presenti, sicuramente ottimizzando e riducendo costi e
sprechi, ma anche garantendo una certa efficienza operativa che oggi, purtroppo, ancora non hanno. La salvaguardia degli ospedali pubblici, la loro reale
riorganizzazione, il miglioramento delle strutture e dei servizi, significano che si stanno rispettando gli impegni assunti coi cittadini, niente di più di ciò che il
nostro dovere di amministratori pubblici, ci impone". Quindi la caustica conclusione. "Non mi troverete mai d'accordo se parliamo di soppressione di queste
strutture, - annuncia Scarabeo - perché esse rappresentano realtà fondanti del sistema socio economico delle aree dove sono ubicate, un punto di
riferimento per chi, altrimenti, sarebbe costretto a lunghi ed estenuanti trasferimenti per vedersi salvaguardare il proprio diritto alla salute. Gli intenti a che
alcune richieste siano state fatte coincidere con i tagli e il rispetto dei parametri dettati dalla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, sono
apprezzabili, ma non coincidono con le reali necessità che servono al rispetto del diritto minimo alla salute dei cittadini".
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