1 Accendiamo i motori L a domanda è ovvia che serve a noi per rodare e scontata: “perché la nostra macchina e a voi l’ennesimo media sul per iniziare a conoscerci. Abbiamo scelto di premondo dell’auto”? miare con la copertina il La risposta è semplice e coraggio di Maserati che diretta. Avevamo voglia di con la Ghibli ha rubato l’atproporvi qualcosa di nuo- tenzione degli americani vo, che superasse il con- nella mitica notte del Sucetto di “sito”. perbowl con un bellissimo Partendo da un media di- spot. Maserati rappresenta gitale ci siamo proposti di gran parte dell’Italia che ci creare qualcosa che des- piace: piccola ma aggresse le stesse sensazioni dei siva, elegante e raffinamensili cartacei che sfo- ta. L’Italia che vorremmo. gliamo da sempre. Qualco- Troverete anche un articosa da scaricare nel proprio lo sulla nuovissima LamTablet e da leggere como- borghini Huracán che sta damente. registrando record di prevendita con 600 pre-ordini Ed ecco l’idea di una ri- in un mese. vista virtuale da sfogliare su ogni tipo di device: Non mi resta che auguPc, Tablet, Smartphone ed rarvi una piacevole lettuebook-reader. ra! Un mensile dedicato soprattutto al mondo del prodotto ma che approfondirà, di volta in volta, tematiche sportive, storiche, tecniche, amministrative. Il tutto con una veste grafica moderna ed accattivante. Operativamente il gruppo che è alla base di questo progetto ha fatto tesoro delle precedenti esperienze motoristiche. Cercheremo di informare in modo semplice e chiaro sulle novità del mercato. E’ un progetto in divenire che è destinato a cambiare ed arricchirsi pagina dopo pagina, numero dopo numero. E siamo pronti a recepire i vostri suggerimenti cercando di migliorare il nostro giornale. Parliamo ora di questo primo numero: è una sorta di numero zero. Poco più di un numero di prova 2 Sommario 4 Maserati Ghibli 8 Gruppo FCA 10 Le Mans 2014 12 F1 2014 14 Gruppo FCA 18 BMW Serie 2 Coupé 19 Nissan Qashqai 20 Peugeot 308 21 FIAT 500 L Trekking 22 Calendario Marzo Gino Allegritti Coordinamento: Gino Allegritti Scrivono per noi: Roberto Argenti Giuliano Alù Andrea Fiaschetti Matteo Lupi Marzio Mozzetti Progetto Grafico: CDM Servizi S.r.l. www.italiamotorweb.it info@italiamotorweb.it 3 E adesso attacchiamo! 2 febbraio 2014. Al MetLife Stadium di East Rutherford, in New Jersey, i Denver Broncos, vincitori dell’American Football Conference, e i Seattle Seahawks, campioni della National Football Conference si affrontano nella finale che assegna il titolo di campione della National Football League (NFL), la lega professionistica statunitense di football americano, il Superbowl. Ogni americano che si rispetti assiste a questo che rappresenta il più importante evento sportivo dell’anno; sono più di centoventi milioni gli sportivi incollati al video. E proprio durante il primo quarto della partita tra i vari spot televisivi, gli spettatori si trovano a guardare una bimba di colore che parla degli ostacoli che tutti noi ci troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni, piccoli o grandi problemi che vediamo come dei giganti insormontabili. La bimba però dice che impegnandoci e mettendocela tutta, con passione, dedizione e soprattutto con il cuore, ciascuno può realizzare i propri obiettivi, superando qualsiasi avversità. Le immagini intanto mostrano uomini e donne che lavorano che si impegnano, e quando la bimba pronuncia l’esortazione che ci spinge a reagire agli eventi negativi sul video appare una 4 Maserati Ghibli che corre in una notte scura. Il suono del motore è coinvolgente, emozionante, le immagini sono veloci, si riescono solo a percepire dei dettagli sfuggenti della vettura: la lancetta del contagiri che s’impenna, la griglia del radiatore col tridente che sembra mordere l’asfalto, i fanali posteriori che illuminano di rosso la notte… e alla fine quando torna il buio appare il messaggio: “Siamo pronti. E adesso attacchiamo!”. È la prima volta nella storia che un’auto ideata, progettata e costruita in Italia incanta gli spettatori americani in uno spot del Superbowl. Qualche settimana prima della messa in onda, Sergio Marchionne AD della FIAT annunciava in una conferenza stampa, la nascita di un nuovo gruppo del settore automobilistico, un gruppo internazionale con le sedi amministrative divise tra l’Europa e gli Stati Uniti: la FCA - FIAT Chrysler Automobiles. Il nuovo gruppo ha grandi idee e un progetto ben preciso che punta a migliorare ed ingrandire il gruppo che è già tra i primi cinque al mondo. Il piano industriale sarà rivelato solo a Maggio, ma questo spot svela uno dei primi obiettivi di questo piano: lo sbarco massiccio sul mercato americano del marchio modenese puntando proprio sulla nuova berlina sportiva. La Ghibli è per la casa del tridente un modello chiave, che arriva in un momento molto positivo: nel 2013 Maserati ha consegnato 15.400 di Andrea Fiaschetti “È la prima volta nella storia che un’auto ideata, progettata e costruita in Italia incanta gli spettatori americani in uno spot del Superbowl.” 5 veicoli, registrando un incremento del 148% rispetto al 2012. Di fatto quello americano rappresenta per Maserati il primo mercato al mondo con 6900 vetture vendute nell’ultimo anno, ma l’obbiettivo più completo è quello di entrare anche negli altri mercati emergenti, come quello asiatico, dove la richiesta di vetture premium di segmento E sta aumentando. Ghibli: un nome evocativo, un nome che fu assegnato in passato ad altri due modelli: una coupè nel 1967 e una berlina sportiva nel 1992 derivata dalla mitica Biturbo. Oggi il nome del vento che soffia nel deserto africano viene affidato per la prima volta ad una 6 berlina quattro porte che affianca il modello che incarna il vero rilancio della Maserati nel mondo: la Quattroporte. Le similitudini con la Quattroporte si limitano però al solo numero di ingressi nell’abitacolo, la Ghibli infatti è più compatta, leggera ed economica rispetto alla sorella maggiore. I propulsori che la equipaggeranno sono due, molto diversi tra loro. Il primo, progettato e costruito a Maranello dalla Ferrari, ha 6 cilindri ed una cilindrata di 2979 cc con due step di potenza: 410 e 330 cv, quest’ultimo viene montato anche sulla Quattroporte ma solo per il mercato cinese. Il secondo propulsore è una vera e propria novità per la casa modenese: sviluppato in collaborazione con la VM Motori di Cento (FE) è alimentato a gasolio ed è sovralimentato da una turbina a geometria variabile in grado di erogare 275 cv, anche se per problemi fiscali in Italia sarà montata una versione depotenziata a 250 cv. Tutti i motori sono abbinati ad un cambio ZF automatico-sequenziale con 8 rapporti e la versione con motore benzina da 410 CV può essere equipaggiata con la trazione integrale denominata Q4, simile a quella adottata da qualche modello Alfa Romeo. Il telaio deriva dalla sorella maggiore e seppur accorciato mantiene un passo di quasi 3 metri. In Maserati dichiarano che grazie alla mole ridotta, al cambio a otto rapporti e alle sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante e a quelle posteriori allo stato dell’arte a 5 bracci, la Ghibli ottiene un handling straordinario e una dinamicità ragguardevole per una berlina di questa classe. Stilisticamente la linea s’ispira vagamente ai volumi di quella che fu un grande classico della Maserati: la Biturbo. Il corpo vettura è compatto e vicino ad una vettura gran turismo, lo spazio lasciato al cofano anteriore è abbastanza lungo, il padiglione è arretrato, e il terzo volume ha uno sbalzo piuttosto contenuto. I dettagli che segnano la continuità con la tradizione sono ben evidenti, la calandra ricorda volutamente la mitica Maserati A6GCS/53 degli anni ‘50, sul passaruota sono presenti le ormai immancabili tre feritoie e sul montate posteriore campeggia il tridente simbolo della casa emiliana. In pratica la Ghibli s’inserisce alla perfezione nella gamma Maserati, coniugando il lusso e la prestigiosità della Quattroporte alla Sportività senza compromessi della Granturismo. Gli interni della nuova Ghibli sono caratterizzati dalla pulizia delle linee e dal contrasto cromatico tra la plancia e il sottoplancia che riprende il colore della selleria. Il cruscotto è dominato dallo schermo touchscreen di ampie dimensioni(8,4”) che consente di gestire l’impianto stereo sviluppato da Bower & Wilkins ed è in grado di proiettare le immagini riprese dalla telecamera posteriore che si attiva inserendo la retromarcia. Sopra lo schermo i puristi del marchio possono riconoscere l’orologio analogico di forma ovale che è stato per decenni un elemento distintivo delle vetture della casa del Tridente. I sedili sono rivestiti di pregiatissima pelle da Poltrona Frau e gli spazi risultano ampi e lussuosi pur mantenendo uno stile fresco e giovanile, proprio quello che ci si aspetta da una Maserati. Nessun aspetto è stato lasciato in secondo piano, grazie anche all’introduzione d’innovativi sistemi elettronici di sicurezza che esordiscono di fatto con questo modello, la Ghibli ha ottenuto cinque stelle al crash test EuroNCAP, con un punteggio del 95%, Per questo la vettura è stata scelta dall’EuroNCAP come testimonial per spiegare i passi effettuati in campo automobilistico dalle diverse case europee. Tornando allo spot del Superbowl, anche Maserati ha i suoi “giganti da combattere”: Il segmento che andrà ad occupare è già il regno delle berline tedesche di Audi, Mercedes e BMW, anche se la Ghibli a causa della fascia di prezzo leggermente più alta, avrà come concorrenti dirette le vetture della Jaguar. Il compito è arduo e a Modena lo sanno bene, ma… “Se teniamo la testa bassa, Se lavoriamo sodo, Allora saremo pronti, Aspettiamo che si addormentino, Aspettiamo che diventino talmente grossi da potersi appena muovere, E poi usciamo dall’ombra, Usciamo lentamente dall’oscurità, E andiamo all’attacco… Siamo pronti. E adesso attacchiamo!“ 7 fuga dall’Italia non c’è stata. FIAT + CHRYSLER costruttori globali E alla fine il topolino si è mangiato il gatto. Questa frase potrebbe facilmente riassumere la vicenda Fiat-Chrysler. Il gruppo italiano (approfondiremo più avanti la questione del cambio di residenza fiscale) ha completato l’acquisto delle ultime quote (41,46%) della controllata americana che erano ancora in mano al fondo VEBA (una sorta di cooperativa sindacale che ha tutelato i dipendenti durante e dopo il Chapter 5). Per alcuni versi, nell’immobilismo che regna in questo momento storico nel mondo dell’automobile è davvero un 8 fatto epocale. Lo stesso Marchionne ha definito l’operazione “degna dei libri di storia”. Il costo totale dell’acquisto è di 4,350 miliardi di dollari, cifra decisamente inferiore alle previsioni della vigilia. Di fatto Fiat ha sborsato solo 1,75 miliardi di dollari, cifra che ha consentito l’acquisto senza aumenti di capitale. Il nuovo gruppo costituito (FCA – Fiat Chrysler Automobiles) ha sede in Olanda, sarà soggetto a fiscalità inglese e verrà quotato a New York e a Milano. Da queste scelte è scaturita una grande polemica sul fatto di Gino Allegritti che la Fiat (che ha beneficiato per decenni di aiuti di stato) abbandoni l’Italia in un momento così delicato. La gran parte di queste polemiche è basata su poco più di niente. Fiat ha scelto l’Olanda per un complicato sistema di normative atto a favorire il controllo da parte di EXOR (holding della famiglia Agnelli) e degli azionisti di lungo corso, mentre la residenza fiscale inglese garantisce solo una riduzione di tasse sui dividendi. Fiat (come ogni altra attività multinazionale) continuerà a pagare le tasse nei paesi dove produce. Esattamente come avviene ora. La tanto sbandierata Fino a questo punto abbiamo analizzato soprattutto il lato economico e finanziario. Ma cosa succederà dopo questa giravolta di cifre? Da sempre Sergio Marchionne ha analizzato il mercato mondiale dell’automobile sostenendo che i piccoli costruttori isolati sarebbero stati spazzati via. E di conseguenza ha lavorato sempre cercando di creare un costruttore globale in grado di avere i numeri necessari per giocare un ruolo importante nel mercato. Benché non siano stati ancora raggiunti i target voluti dal CEO (6 milioni di auto vendute ogni anno), FCA sta ponendo delle basi solide per uno sviluppo futuro e per altre acquisizioni. In concreto cosa cambierà ora? Come utenti quasi non ci accorgeremo di nulla. Le strategie di sviluppo e di vendita erano già panificate da tempo. Nel prossimo futuro vedremo una più stretta collaborazione tra i due lati dell’oceano finalizzata allo sviluppo delle vendite di quei marchi che, al momento, non rendono come dovrebbero. In questo quadro due sono i marchi “Made in Italy” destinati a fare la differenza: Alfa Romeo e Maserati. Alfa Romeo è destinata a ritagliarsi la sua fetta di mercato all’insegna della tradizione di sportività e italianità. La 4C è un piccolo antipasto di quello che sarà. Il marchio (a lungo oggetto di interesse di Volkswagen) rimarrà nel ricco portafoglio di FCA e subirà un notevole sviluppo di gamma (sono attese Giulia ed un SUV) e di qualità. Negli USA, nonostante l’assenza durata anni, il marchio ha ancora un grande appeal ed è destinato a fare grandi cose. Discorso simile per Maserati che è pronta ad uno scontro frontale con i marchi tedeschi puntando tutto su esclusività, artigianalità passando per quel tocco di emozionalità di cui difettano le berline teutoniche. Proprio su Maserati (seppur su cifre ancora piccole è il marchio che è cresciuto di più in USA nello scorso Gennaio, +230%) è partita la battaglia già con un aggressivo spot della Ghibli (di questa auto potete leggere un approfondito articolo a pagina 4 ) andato in onda durante l’ultimo Super Bowl. Il testo recitato nello spot sembra riassumere quanto successo tra Fiat e Chrysler: “eravamo piccoli ma veloci ricordate? […] e poi usciamo lentamente dall’oscurità e andiamo all’attacco: siamo pronti ed adesso attacchiamo”. 9 Le Mans 2014 sfida a tre di Matteo Lupi N on sarà l’edizione con il maggior numero di vetture iscritte alla classe top, ma la 24 Ore di Le Mans 2014 avrà tantissimi spunti di interesse. Mancano ancora diversi mesi all’appuntamento della Sarthe e l’attesa è già alle stelle con la sfida tecnologica dell’ibrido che per la prima volta vedrà coinvolti tre colossi del mercato mondiale dell’auto: alle confermate Audi e Toyota si aggiungerà infatti la Porsche, pronta a scendere in pista con un know-how di livello assoluto ed equipaggi stellari nei quali figurano specialisti del calibro di Romain Dumas, Timo Bernhard, Neel Jani, Brendon Hartley e Marc Lieb a cui si unirà il talento indiscusso di Mark Webber. La casa di Weissach ha studiato il territorio e sta preparando l’ingresso nella classe regina con una meticolosa serie di test, dando l’impressione di essere già ad un livello superiore rispetto a quello che vide il debutto della Toyota due stagioni fa. L’architettura scelta per il propulsore è quella di un V4 Turbo da 2000 cc. L’Audi, dal canto suo, si appresta a mettere in campo il consueto, disarmante, spiegamento di forze, in grado di garantirle 12 trionfi nelle ultime 14 edizioni. Con il ritiro di Allan McNish, della formazione originale è rimasto il solo Tom Kristensen ma, nel corso del tempo, il boss Wolfgang Ullirch è stato in grado di forgiare nuovi talenti da inserire progressivamente in squadra, come dimostrato dalle prestazioni di Mike Rockenfeller, Andrè Lotterer e Loic Duval: quest’anno ci sarà spazio anche per il nostro Marco Bonanomi, pronto a tornare protagonista dopo il terzo posto del 2012 ed una stagione trascorsa a macinare chilometri in qualità di tester. Ai tre colossi con motorizza- zioni ibride si aggiungeranno la Lotus T129 motorizzata AER del team tedesco Kodewa, al debutto in Lmp1, e le due R-One costruite ex-novo dal fortissimo Rebellion Racing in collaborazione con Oreca, motorizzate Toyota. La Lmp2 sarà la classe più numerosa e spettacolare con ben 17 vetture iscritte e 5 riserve: sei i costruttori diversi e tre le motorizzazioni disponibili. La Strakka Racing sarà della partita con la nuova Dome S103 motorizzata Nissan che fornirà la stragrande maggioranza delle vetture, lasciando alla Judd l’Oreca 03 del Race Performance e la Morgan del Newblood by Morand Racing, mentre l’Oak Racing affiancherà alla sua Morgan Nissan la Ligier JS P2 motorizzata HPD del Team Asia. Sfida stellare in GT con 5 mostri sacri a darsi battaglia. La Ferrari sarà rappresentata da 3 equipaggi in GTE-Pro con le due 458 Italia della AF-Corse affidate a Gimmi Bruni e Davide Rigon e quella della RAM Racing per Matt Griffin. Tre saranno anche le Aston Martin del team interno, portate in gara da Stefan Mucke, Darren Turner e Bruno Senna, mentre il Team Manthey, diventato emanazione ufficiale e proprietà della Porsche, risponderà con due 911 RSR. A completare il quadro ci saranno le americane Corvette C7 del Corvette Racing e Viper GTS-R della SRT Motorsport. Discorso simile in GTE-Am dove le Ferrari saranno addirittura 8, 4 delle quali gestite dalla AF-Corse, mentre il nostro Andrea Bertolini sarà sulla n.72 della compagnie russa SMP Racing. Da tenere d’occhio le 3 Aston ufficiali a cui si aggiungerà l’esemplare della Craft Racing, team di Hong Kong. Si rinnoverà l’impegno dell’attore americano Patrick Dempsey, al via con una Porsche 911 RSR gestita in collaborazione con il Team Proton che metterà in campo anche un esemplare gemello affidandolo a Cristian Ried. Gli altri due team con le vetture tedesche saranno il francese IMSA Matmut Performance ed il belga Prospeed Competition. Mentre una menzione particolare merita la Nissan ZEOD Rc del Nissan Motorsports Global, vettura iscritta alla categoria New Technologies: l’originale biposto è basata sul progetto Delta Wing originariamente sviluppato per l’IRL ed accolto dall’ACO come vettura sperimentale già nel corso del 2012. Ora si ripresenta in versione chiusa e dotata di un propulsore elettrico abbinato al motore termico da 1500 cc per una potenza dichiarata di circa 400 CV. Toyota non ha ancora svelato la sua vettura: diffuso solo qualche teaser “L’Audi, dal canto suo, si appresta a mettere in campo il consueto, disarmante, spiegamento di forze” “la Porsche, pronta a scendere in pista con un know-how di livello assoluto ed equipaggi stellari” 10 11 La F1 riparte dal Turbo Ormai ci siamo: il futuro della F.1 è già il presente. Il 2014 sembrava un orizzonte temporale lontanis- di Matteo Lupi simo ed invece in nuovi V6 turbo da 1600 centimetri rmai ci siamo: il golamenti che hanno impocubici sono futurodiventati della F.1 reè già sto l’abolizione degli scariil presente. 2014 chi soffianti (in luogo di un altà, animando le Il prime sembravadiun orizzonte unico scarico centrale nella giornate test. È camtemporale lontanissimo ed parte terminale del cofano biato tanto, forse tutto: è invece in nuovi V6 turbo da motore) e l’adozione di mucambiato il modo di parla1600 centimetri cubici sono setti più bassi per questioni re, il modo di pensare alle diventati realtà, animando di sicurezza. Il risultato è la gare ed è cambiato persino le prime giornate di test. È nascita di monoposto senilcambiato modo ditanto, seguirle. forse tutto: sibilmente diverse da quelle Non si tratta solo didiun è cambiato il modo parche hanno chiuso la stagiocambio regolamentare che lare, il modo di pensare alle ne 2013: leggermente più ha portato a tagliare due gare ed è cambiato persino voluminose nel posteriore e cilindri aggiungere un il modoediad seguirle. decisamente sgraziate, sepNon compressore, si tratta solo di ma un la pur con soluzioni diversifiturbo cambio regolamentare che cate, nella zona anteriore. F.1 del 2014 vivrà su ritmi ha portato a tagliare due Solo il tempo ci dirà se gli e schemi completamente cilindri e ad aggiungere un obiettivi della vigilia sono differenti. Innanzi tutto O turbo compressore, ma la F.1 del 2014 vivrà su ritmi e schemi completamente differenti. Innanzi tutto dovremo abbandonare il concetto di “motore” sposando quello più esotico di “power unit”: al motore termico V6 1,6 di cilindrata (acronimo di riferimento: ICE) saranno abbinati il turbocompressore (TC), il sistema di recupero dell’energia cinetica (MGU-K), il sistema di recupero dell’energia termica (MGU-H), l’accumulatore di energia (ES) e l’elettronica di controllo (CE). Tutto in nome del downsizing e della svolta ecologica che ha coinvolto i costruttori di auto in gran parte del pianeta. La FIA non ha voluto essere da meno e, tre anni fa, ha approvato la svolta che, ora, sembra essere destinata a cambiare gli equilibri del Mondiale: tutti sono stati costretti a ripartire dal foglio bianco, ridisegnando le vetture in funzione delle necessità delle nuove power-unit e dei nuovi re- 12 stati raggiunti: guardando le monoposto la prima impressione è che il regolamento sia stato scritto, come al solito, in modo macchinoso e lacunoso. I musetti sono sì più bassi ma le “proboscidi” utilizzate per rientrare nelle misure imposte, rischiano di tramutarsi in pericolosissimi “rostri” in grado di aggravare i danni in caso di urto perpendicolare, senza considerare la concreta possibilità che, in caso di tamponamento, la vettura che segue s’infili sotto il diffusore di quella davanti. La questione è stata sottolineata anche dal genio della Red Bull, Adrian Newey, ma viene da chiedersi perchè i dubbi siano sorti solo ora a “danno” ormai fatto e non prima quando forse si sarebbe potuto ovviare. Dovremo abituarci anche a nuovi macchinosi regolamenti con penalità composte in caso di più che probabili guasti e sostituzioni anticipate: non basterà ricordarsi che ogni pilota ha a disposizione 5 motori a stagione, per seguire attivamente il Mondiale 2014 saranno necessari carta e penna con cui appuntarsi cosa effettivamente i meccanici abbiano sostituto. Già perchè, se la sostituzione della power-unit completa comporterà l’obbligo di prendere il via dalla pit-lane, l’impiego del sesto esemplare di una delle sei componenti (per esempio il TC) farà scattare una penalizzazione di dieci posizioni in griglia che si ridurranno a cinque se in precedenza fosse già stato utilizzato un sesto esemplare di un’altra componente (per esempio l’ES): facile, no?! No, perchè se, al termine delle qualifiche, il pilota penalizzato dovesse essere talmente indietro da non subire alcun danno dal provvedimento, o se il provvedimento stesso non dovesse trovare completa applicazione, la sanzione verrà applicata anche nei weekend successivi. A margine di tutto ciò vivremo una stagione con interrogativi sportivi interessanti: riuscirà Sebastian Vettel a prolungare il suo regno eguagliando il record di 5 Titoli consecutivi di sua maestà Schumy o toccherà alla nuova coppia ferrarista formata da Raikkonen ed Alonso? Sarà finalmente vera gloria per la Mercedes o assisteremo alla rinascita della Mclaren? Tutto, ovviamente, power-unit permettendo... “per seguire attivamente il Mondiale 2014 saranno necessari carta e penna con cui appuntarsi cosa effettivamente i meccanici abbiano sostituto” 13 Indomita, Imbattibile U n sibilo nel vento, un fruscìo di foglie secche e poi, all’improvviso, la potenza dirompente della bellezza fatta automobile. Posare lo sguardo sulla Huracán per la prima volta non è un’azione qualsiasi: è un’esperienza multidimensionale. Affascina ed inquieta al tempo stesso. Sinuosa come una vipera e possente come un toro, la nuova arrivata in casa Lamborghini da l’impressione di poter comparire alle tue spalle come di Matteo Lupi “Sinuosa come una vipera e possente come un toro, la nuova arrivata in casa Lamborghini da l’impressione di poter comparire alle tue spalle come il più abile dei predatori senza nemmeno dartene l’impressione....” 14 il più abile dei predatori senza nemmeno dartene l’impressione. Il frontale trasmette un’aggressività mai vista prima, per quanto fosse estrema nemmeno con la Veneno era stato osato tanto: i gruppi ottici si innestano all’interno delle nervature che caratterizzano il muso, ricordando gli occhi di un rettile pronto a sferrare l’attacco alla sua preda, mentre il disegno della presa d’aria anteriore, all’interno della quale trovano collocazione due elementi aerodinamici obliqui, sembra la bocca spalancata di uno squalo. La Huracàn romba anche da spenta. Il corpo vettura è disegnato dal vento, un capolavoro della ricerca aerodinamica votata alla massima efficienza dei flussi: il frontale spiovente si raccorda al posteriore con un unico arco di curva senza spigoli vivi se non all’altezza delle prese dinamiche poste davanti ai passaruota posteriori, ma anche in questo caso non si tratta di elementi di rottura, il richiamo delle linee è costante. Come è normale che sia la Huracàn basa le sue radici sul progresso tecnologico fondendo in un’unica struttura elementi di alluminio e fibra di carbonio. Al telaio è abbinata la nuova versione del V10 5.2 in grado di sprigionare 610 CV al regime di 8.250 giri, 50 CV in più rispetto alla Gallardo LP 560-4. L’impianto di alimentazione è ad iniezione diretta stratificata e prevede iniettori in camera di scoppio e nei condotti d’aspirazione, permettendo di ottenere un eccellente bilanciamento tra potenza, fluidità e consumi. Con un peso dichiarato di 1.422 Kg i tecnici della Lamborghini hanno raggiunto un rapporto peso potenza di 2,33 Kg/CV e sulla base di questi dati non è difficile immaginare prestazioni di altissimo livello: 3,2 secondi per bruciare i 100 Km/h sullo scatto da fermo e 9,9 per toccare quota 200, mentre la velocità massima dovrebbe essere vicina ai 330 Km/h. Condizioni che non hanno impedito “La Huracàn romba anche da spenta” 15 una considerevole riduzione dei consumi e delle emissioni: grazie all’impiego dello Stop&Start sul ciclo combinato saranno sufficienti 12,5 litri ogni 100 Km generando 290 g/Km di CO2. Ma come sarà possibile controllare tanta potenza? L’equipaggiamento di serie prevede un impianto frenante carboceramico e il Lamborghini Dynamic Steering, il sistema di taratura dello sterzo in grado di variare la risposta in base alla velocità, destinato a lavorare in stretta sintonia con le sospensioni magnetoreologiche: tre le tarature possibili “Strada”, “Sport” e “Corsa”. Le diverse configurazioni agiscono anche sulla trasmissione a 16 sette rapporti che per la prima volta impiega a doppia frizione: tramite il comando posto sul volante il pilota può modificare la velocità delle cambiate, la ripartizione della trazione integrale sui due assi, il grado di invasività del controllo di trazione e perfino il sound del propulsore. Come da tradizione la denominazione deriva da quello di un celebre toro e il nome Huracàn ha segnato la storia in due momenti diversi. La prima volta alla fine dell’800 in Spagna dove un bovino da combattimento della razza “Conte de La Patilla” divenne famoso per il suo carattere indomito e l’imbattibilità, mentre la seconda fu opera di un toro messicano impiegato nei rodeo e la sua vicenda in Sudamerica è talmente celebre da essergli valsa il titolo di “toro del secolo” per alcuni addirittura il “miglior toro del Mondo”. Il attesa del debutto ufficiale programmato per il Salone di Ginevra, la Lamborghini non ha voluto deludere i suoi fan lanciando un appassionante miniserie in quattro episodi sul proprio sito internet e visibile all’indirizzo http://huracan.lamborghini.com/#!/it/ web-series: un’opera degna di una produzione cinematografica con cast, regista e troupe dedicati. 17 La coupé... è serie 2 B MW ha deciso di dare una connotazione personale al concetto di guida sportiva su una coupé compatta. La Serie 1 Coupé, sul mercato già da qualche anno, ha riscosso grande successo di vendite (oltre 150000 esemplari), ma la BWM vuole andare oltre, e per farlo ha deciso di presentare un nuovo modello con un carattere sportivo più spiccato. Il risultato finale di questo progetto è la classe 2 Coupé. Questo nuovo modello ha un nuovo design, una nuova gamma di motorizzazioni particolarmente potenti e soprattutto un assetto appositamente studiato per garantire prestazioni e sensazioni di guida dall’eccezionale dinamicità. “La due porte è innanzitutto di Andrea Fiaschetti un modello Coupé del marchio BMW” ci tengono a precisare dalla casa di Monaco, la scocca “Three-Box-Design” mostra una silhouette bassa e slanciata, il cofano motore allungato, le porte con cristalli laterali senza cornice e la linea del tetto dallo slancio dinamico che sfocia nella piccola coda. Le differenze con la serie 1 Coupé si vedono anche nelle dimensioni: larghezza e lunghezza sono cresciute di quasi tre centimetri ciascuna e questo ha favorito l’abitabilità interna, mentre passo e carreggiate sono state allungate di qualche centimetro per aumentare la tenuta di strada e la stabilità. Infine l’altezza è stata abbassata di qualche millimetro. Questo lavoro sulle dimensioni ha ottenuto un abbassamento del cx a 0,29 conferendo alla Serie 2 una maggior aerodinamicità rispetto alla Classe 1. Quello che la scocca promette, viene mantenuto dalla tecnica. Le motorizzazioni scelte per spingere la nuova Classe 2 Coupé sono: il quattro cilindri da 184 CV già montato nella BMW 220i Coupé e il sei cilindri in linea da 326 CV entrambi alimentati a benzina, mentre sul versante diesel viene proposto il 4 cilindri 2 litri sovralimentato declinato in tre step di potenza: 143, 184 e 218 cavalli. Gli allestimenti previsti sono tre per ciascuna motorizzazione: Sport, Modern e M-sport, quest’ultimo è l’unico allestimento previsto dalla M235i. Questo nuovo modello ha un nuovo design, una nuova gamma di motorizzazioni particolarmente potenti e soprattutto un assetto appositamente studiato per garantire prestazioni e sensazioni di guida dall’eccezionale dinamicità. 18 Rinnovare con successo La nuova Nissan Qashqai di Giuliano Alù R innovare un mito è sempre difficile, e immaginiamo la difficoltà dei designer Nissan quando si sono trovati davanti il compito di rinnovare un’auto riuscita come la Qashqai. Un’auto che probabilmente ha rappresentato il primo SUV di larghissima diffusione, unendo i vantaggi di una guida rialzata (in città e fuori, per motivi diametralmente opposti) al comfort e ai costi di gestione di una berlina media. Il difficile compito è stato eseguito dagli uomini Nissan in modo egregio. La Qashqai è se possibile ancora più bella della precedente, con una linea nettamente più filante e importante, con gli immancabili led diurni che danno un ulteriore tocco di modernità. Il tutto senza stravolgere la siluette originale dell’auto. Insomma la naturale evoluzione della specie. Dal punto di vista dei propulsori le differenze sono meno eclatanti: tra i diesel, che sicuramente in Italia otterranno i numeri di vendita più elevati, troviamo il 1.5 dci di origine Renault nella variante da 110 cv (probabilmente uno dei migliori turbodiesel in circolazione nella fascia di media cilindrata) e che oggi viene montato anche da Mercedes su Classe A e B. Scompare il 2 litri anche sulle versioni a trazione integrale, almeno per il momento, sulle quali però viene montato il 1.6 da 131 cv, abbinato anche alla sola trazione anteriore. Nel reparto benzina vediamo anche qui manifestarsi la tendenza del momento, ossia il downsizing: questo spiega la presenza di un motore di soli 1200 cc dalla ragguardevole, almeno in relazione alla cilindrata, potenza di 112 cv, che promette, secondo i dati dichiarati dalla casa consumi di quasi 18 km/l nei percorsi misti, con punte in quelli extraurbani di più di 20 km/l. Gli interni sono curati e con un design molto moderno e gradevole e la dotazione di accessori di serie è, come tradizione, sempre e comunque piuttosto completa. Insomma, la nuova Qashqai è pronta per lanciare nuove sfide in un settore in cui ha sempre avuto una certa importanza, e probabilmente continuerà ad averne. 19 500L Trekking di Giuliano Alù 308, nuovo corso 2 08, 2008 ed ora 308. Il nuovo corso di Peugeot continua nella scia della 208, innovativa berlinetta compatta, e sulla 308 si traduce in una linea esterna molto semplice per la sua linearità e un interno caratterizzato dal di Giuliano Alù nuovo design e dalla nuova ergonomia studiata dai francesi. Il nuovo volante è piccolissimo e la strumentazione rialzata si consulta non attraverso bensì sopra il volante. Lo schermo rigorosamente touch screen da quasi 10 pollici sostituisce Su strada quello che stupisce è la silenziosità del motore diesel e i suoi consumi, 20 tutti i comandi che normalmente troviamo sulla consolle centrale, dalla radio alla navigazione, dal settaggio generale dell’auto alla climatizzazione, il lettore cd invece e disponibile solo a richiesta. Il risultato è un sensazione di hi-tech molto “Apple”: semplice, ma un po’ freddo. Il pannello risulta comunque molto intuitivo già dopo poco tempo di utilizzo, e il suo funzionamento è sempre fluido e scenografico. Una curiosità legata alla strumentazione riguarda il contagiri, un po’ spiazzante con la sua corsa antioraria. Su strada quello che stupisce è la silenziosità del motore diesel e i suoi consumi, anche se ormai allineati con la media delle sue concorrenti. Le prestazioni non sono certo esaltanti, ma se si cerca quel tipo di sensazioni conviene aspettare la nuova generazione di turbodiesel da 1.6 e 2.0 con potenze fino a 160 cv in arrivo per la fine dell’anno. Notevole anche la presenza di serie, sugli allestimenti più completi, dei fari full-led, caso unico a meno di non salire vertigginosamente di categoria. L a famiglia della 500 si sta allargando, e chissà che entro breve non diventi un brand a se stante, come accaduto per la Mini. É un pensiero naturale viste le ultime novità, in particolare la 500 L Trekking. Si tratta di una 500 L con un altezza da terra arrivata a 15 cm e caratterizzata esteticamente dalle tipiche sembianze di un suv: aspetto roccioso, scivoli in alluminio (con esclusiva funzione estetica) e pneumatici 4 stagioni M+S, utilizzabili quindi su neve o su strade con scarsa aderenza. Come la quasi totalità delle sue concorrenti anche la Trekking non cerca il fuoristrada estremo, ma vuole garantire un’ottima guidabilità su strada e una altettanto ottima motricità su tutti quei fondi che normalmente metterebbero in crisi una berlina prettamente stradale. Questo risultato è stato ottenuto mediante 2 soluzioni: aumentando l’altezza dal suolo rispetto la corrspondente versione “stradale” e tramite l’ausilio dell’elettronica. Sul tunnel centrale infatti, fa la sua comparsa un pulsante che varia la programma- “La Trekking non cerca il fuoristrada estremo, ma vuole garantire un’ottima guidabilità su strada e una altettanto ottima motricità su tutti quei fondi che normalmente metterebbero in crisi una berlina prettamente stradale” zione del controllo della trazione su diversi livelli, fino a creare una sorta di effetto di differenziale autbloccante, o per meglio dire a slittamento limitato. Ciò è più che sufficiente per trarla d’impaccio da tutte quelle situazioni che metterebbero in dificoltà un’altra auto. La Trekking viene coniugata in tutte le motorizzazioni classiche della 500 L, incluso il 1.3 m-jet da 85 cv abbinato al cambio automatico, mentre non manca quella che è già la motorizzazione più richiesta, ossia il 1.6 turbodiesel da 105cv. 21 Calendario Marzo 2 GT Open/F.3 Open WS - Le Castellet 6-16 Salone Auto Ginevra 16 F1 - Melbourne 12 Ore di Sebring GT Open/F.3 Open WS - Montmelò 23 F1 - Sepang 22 23 24
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