Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’ Europa investe nelle Zone Rurali Leader Report La Voce del Gal Prealpi e Dolomiti Anno CVI - N. 26 - 26 giugno 2014 www.gal2.it - info@gal2.it Attività promozionali EDITORIALE I Programmi europei e la montagna Il presidente del GAL Prealpi e Dolomiti, Alberto Peterle, sottolinea l’importanza strategica del “Multifondo” Cari lettori, questo intervento rappresenta per me la prima occasione per presentarmi, dopo essere stato designato dall’Assemblea dei soci quale nuovo presidente del GAL Prealpi e Dolomiti, presso il quale già rivestivo la carica di vicepresidente. Innanzitutto, vorrei ringraziare il presidente che mi ha preceduto, Pietro Gaio, per il lavoro che ha svolto con grande dedizione e capacità a favore del territorio in questi ultimi anni. La mia nomina giunge in un momento importante e delicato. In questi giorni si stanno, infatti, definendo i programmi operativi regionali a valere sui principali fondi strutturali europei. Mi riferisco in particolare al Piano di Sviluppo Rurale (fondo FEARS – Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) e al Piano Operativo Regionale (fondo FERS – Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale). All’interno di questi Piani, giunti quasi alla fine del loro processo di maturazione, si intravedono già alcuni caratteri distintivi. Chiara e significativa appare la tendenza – più volte declinata dal nostro assessore regionale all’Agricoltura, Franco Manzato – di “concentrare” le misure: si punta, cioè, su un numero Alberto Peterle – Presidente del GAL Prealpi e Dolomiti. ridotto di temi e priorità su cui concentrare le risorse, senza disperdere energie in pluralità di iniziative. Tale strategia di concentrazione potrebbe anche caratterizzare il nostro nuovo Piano di Azione Locale (PAL) 2014-2020, al quale dovremo lavorare una volta approvato il PSR regionale, per poi sottoporlo all’attenzione della Regione e del Territorio. La montagna veneta, ed in particolare quella bellunese, si sta preparando già da tempo a questo momento. Il mio impegno, in questi primi mesi di presidenza, è stato quello di portare all’attenzione degli Organi regionali la position paper di “Montagna Veneta 2020” affinché diventasse parte integrante della strategia regionale di sviluppo. In questo documento, frutto del lavoro concertato di tutto il territorio, è stata analizzata puntualmente la realtà della Montagna Veneta, i punti di forza e di debolezza e sono stati individuati anche gli strumenti per realizzare efficaci politiche di sviluppo. Tra i tanti ne cito solo uno: la possibilità di attingere, da parte del territorio e dei GAL, a più fondi (utilizzare, quindi, il cosiddetto “Multifondo”). Se da una parte, infatti, dobbiamo osservare che per quanto riguarda il fondo strutturale FEARS, nella passata programmazione 2007-2013, quasi il 40% delle risorse complessive sono arrivate alla Montagna Veneta, dall’altro dobbiamo constatare come invece alla montagna siano arrivate solo le briciole del fondo FESR, il quale è stato impiegato molto meglio nelle zone di pianura. È un dato che deve far riflettere, di fronte al quale non possiamo rimanere indifferenti e inerti. Anche per questo motivo colgo l’occasione per invitare tutti all’evento in programma a Belluno il 28 giugno, di cui diamo notizia nel box a lato. Per il territorio questa è un’occasione da non perdere. La possibilità per i GAL (ma non solo) di avere accesso al “Multifondo” è infatti non solo un invito che arriva direttamente dall’Unione Europea ma anche, e soprattutto, una possibilità espressamente prevista dall’Accordo di Parternariato recentemente approvato, ovvero dallo strumento principe di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei assegnati all’Italia per la programmazione 2014-2020. Agire in una logica di multifondo, infatti, non permetterebbe solo di introitare per il 2014-2020 maggiori risorse da investire nello sviluppo della nostra provincia, ma consentirebbe soprattutto un utilizzo migliore di tali fondi, coordinando più efficacemente la strategia a livello locale ed evitando, ad esempio, che uno stesso progetto concorra a fondi diversi, disperdendo energie e diminuendo le possibilità di successo. Il GAL Prealpi e Dolomiti nei prossimi mesi, quindi, perseguirà questo importante obiettivo, contando sull’impegno e sulla professionalità Seminario «I Programmi europei e la montagna – Presentazione dei Programmi di Sviluppo Rurale (FEASR) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della Regione Veneto per il periodo 2014-2020». sabato 28 giugno ore 9.00 Sala convegni dell’Hotel Villa Carpenada a Belluno. Evento promosso dai GAL della Provincia di Belluno Relatori: Franco Contarin, Direttore della Sezione Piani e programmi settore primario della Regione Veneto e Pietro Cecchinato, Direttore della Sezione Programmazione Autorità di Fondo FESR. delle persone che vi lavorano ma anche sugli stimoli che verranno dal territorio e dalle realtà locali. Vi aspetto numerosi al convegno del 28 giugno prossimo e sono a vostra disposizione per ascoltare le Vostre proposte o per qualsiasi chiarimento sui progetti in corso. nata nel 1954 Per iniziativa di 36 soci fondatoriattualmente i soci sono 400 Lattebusche:60 anni di storia, investimenti e crescita L’azienda bellunese, sorta come latteria sociale a valenza locale, ha varcato i confini regionali e nazionali Il finanziamento del GAL Prealpi e Dolomiti ha contribuito a potenziare gli impianti produttivi Lattebusche, già «Latteria Sociale Cooperativa della Vallata Feltrina», festeggia quest’anno l’importante traguardo dei 60 anni di attività, essendo nata nel 1954 per iniziativa di 36 soci fondatori. Affermatasi ben presto come realtà locale, oggi Lattebusche è presente su buona parte del territorio nazionale, occupan- Viaggio tra le iniziative finanziate dal GAL Dallo stabilimento di Lattebusche, percorrendo la “Digressione M” del Cammino delle Dolomiti I risultati della programmazione 2007-2013 del GAL Prealpi e Dolomiti si stanno concretizzando in maniera evidente: tra progetti ultimati e altri in fase di esecuzione, continua il “viaggio” di Leader Report tra alcune delle iniziative realizzate sul territorio. In questo numero proponiamo tre interventi: il primo riguarda un contributo a valere sulla Misura 123 - Azione 1, volta ad accrescere il valore aggiunto dei prodotti agricoli; il secondo è relativo alla Misura 311 - Azione 2, finalizzata a incentivare lo sviluppo dell’ospitalità agrituristica; il terzo intervento è relativo alla Misura 313 - Azione 1, riguardante un itinerario che si collega al Cammino delle Dolomiti. do importanti settori di mercato anche all’estero. I dipendenti sono attualmente oltre 200, dislocati in quattro stabilimenti di produzione e sei spacci aziendali, tutti localizzati nel territorio regionale, ai quali si uniscono, dallo scorso mese di maggio, altri cinque punti vendita diretti localizzati in Friuli-Venezia Giulia, a Pordenone e dintorni. 400 soci E oltre un milione di ettolitri di latte all’anno Il latte bovino, raccolto e conferito annualmente dai 400 soci, supera il milione di ettolitri, al solo stabilimento di Busche ne viene conferito più del 40%, ovvero all’incirca 450.000 ettolitri. La lavorazione di circa 3.000 ettolitri di latte al giorno dà vita ad un’ampia gamma di prodotti, che permette un’importante diversificazione dell’offerta incentrata su prodotti di qualità e sulle produ- zioni tipiche: dal latte fresco «Alta Qualità», allo yogurt, al gelato, fino ai formaggi, sia freschi che stagionati, tra cui si ricordano i formaggi Piave e Montasio (entrambi marchiati D.O.P.) e i formaggi Schiz, Busche e Dolomiti. Con Leader potenziati gli impianti L’intervento finanziato dal GAL Prealpi e Dolomiti ha riguardato il potenziamento dell’impianto di produzione della mozzarella e il completo rifacimento del reparto «gelato artigianale» del Bar Bianco. «Negli ultimi anni – sottolinea Lattebusche – il trend di vendita di questi prodotti risulta essere in costante crescita. Nel 2013 la produzione di mozzarella è stata di circa 400 tonnellate, il 36% in più rispetto al 2008, mentre con il gelato abbiamo superato le 30 tonnellate, il 50% in più». Sostanzialmente, si è trattato di investimenti di aggior- namento tecnologico che hanno riguardato l’ammodernamento e il potenziamento degli impianti di produzione, diretti quindi alla riduzione dei costi aziendali, all’efficienza e alla redditività. «Ci siamo sempre orientati – ci rivelano – a soddisfare il cliente con forti investimenti per l’aggiornamento tecnologico e professio- nale: tali sforzi hanno trovato sempre una buona risposta dai clienti e un forte apprezzamento dal mercato. Con questo progetto si perseguono obbiettivi di qualità e garanzia del prodotto, al fine di assicurare un’immagine sempre migliore della nostra azienda e una maggiore penetrazione nei mercati». Il nuovo impianto tecnologico di produzione della mozzarella. Leader Report II L’Amico del Popolo 26 Giugno 2013 - N. 26 cesiomaggioreAGRITURISIMO ‘‘CAMPo DI CIELO’’ Un bioagriturismo vegetariano e vegano Grazie a un contributo del GAL Prealpi e Dolomiti, ha preso vita un agriturismo del tutto particolare. Cucina vegetariana e vegana in un edificio rispettoso dell’ambiente Dalla ventennale conduzione biologica di campi, orti e frutteti nasce il ristorante vegetariano e vegano dell’agriturismo “Campo di Cielo”. I proprietari Renzo e Teresa, gestori per nove anni del rifugio Scarpa (sul Monte Agner), con l’intento di migliorare il percorso di qualità intrapreso in quota, hanno beneficiato di un contributo del GAL Prealpi e Dolomiti per la realizzazione di una struttura in bioedilizia, fatto interamente in legno massiccio. Situato su un declivio dalla splendida vista panoramica sulla vallata feltrina, a 10 minuti da Cesiomaggiore, “Campo di Cielo” è un agriturismo biologico che produce ortaggi, frutta, mais e piccoli frutti in poco più di un ettaro di terreno. Qui, per chi vuole concedersi una pausa dalla stressante vita quotidiana, è presente una particolare struttura ricettiva realizza- ta in chiave di sostenibilità ambientale. Totalmente ricostruito nel 2012 là dove c’era una vecchia casa di campagna, l’edificio si sviluppa su tre piani fuori terra, interamente realizzato con materiali eco-compatibili ad alto isolamento termico, un sistema con pompa di calore e un impianto fotovoltaico che assicurano il benessere totale e sostenibile degli ospiti, conferendo alla struttura una propria autonomia energetica. Dalla terra al piatto tra profumi, colori e relax Al suo interno, dove il legno rende ogni spazio caldo e confortevole, ci sono quattro camere con ampi bagni, sauna e biblioteca, e un ristorantino bio-vegetariano. Il menù, dall’antipasto al dolce, viene quasi completamente elaborato con prodotti coltivati e trasformati dai pro- L’interno della sala ristorante. prietari. La cura dei colori, dei suoni, dei profumi e le ampie vetrate affacciate sul giardino, creano un’atmosfera distensiva e rilassante che può essere ancor più apprezzata nelle giornate di sole La splendida veranda all’aperto che si affaccia sul giardino. quando è possibile pranzare all’aperto sull’ampia veranda o nel giardino, attrezzati anche con piacevoli amache. «Si può vivere di agricoltura biologica con poco più di un ettaro di superficie coltivata e con assenza totale di meccanizzazione?», chiediamo a Teresa, che sicura ribatte come con questa attività «di certo non ci si arricchisce, ma la qualità della vita che facciamo qui è ottima, il lavoro è a dimensione d’uomo e va di pari passo con i ritmi naturali. L’attività agrituristica funziona bene, la sensibilità verso le tematiche ecologiche e biologiche è in crescita, soprattutto all’estero, da cui provengono la maggior parte dei nostri ospiti». Un piccolo mondo, quello di “Campo di Cielo”, in cui la cordiale semplicità dei gestori e la simpatia del cane Lucki creano un clima familiare che favorisce lo stare assieme e lo spirito di condivisione. percorso intercomunale tra Belluno e Ponte nelle Alpi Digressione “M” del Cammino delle Dolomiti Il percorso per escursionisti nelle Dolomiti Bellunesi - anello di 500 km da percorrere a tappe - si arricchisce di un nuovo tratto che va da Pian di Vedoia a Sargnano Ispirato al Cammino di Santiago, il Cammino delle Dolomiti è un lungo itinerario ad anello (500 chilometri circa) che in 30 tappe principali e 13 digressioni (distinte con le lettere che vanno dalla A alla O), abbraccia l’intera provincia di Belluno e unisce aspetti di interesse religioso-artistico (chiesette, santuari, edicole, ecc.) ad altri di interesse culturale, naturalistico ed escursionistico. Il percorso intercomunale tra Belluno e Ponte nelle Alpi, sulla parte bassa del Monte Serva, prende il nome di Digressione ‘‘M’’. La zona va dal pontalpino Pian di Vedoia alla frazione bellunese di Sargnano. L’intervento finanziato dal GAL Prealpi e Dolomiti e realizzato dell’Unione Montana Bellunese, ha arricchito il Cammino delle Dolomiti di un nuovo tratto che consente di percorrere antiche mulattiere e strade di montagna, attraversare alcuni centri storici minori e imbattersi in stupende chiesette, ville, capitelli, fontane nascoste, nonché di scoprire le bellezze naturali dell’area pedemontana ai piedi del Serva e gli angoli più nascosti e meno conosciuti dai turisti. Nel punto della 26a tappa, questo nuovo percorso permette di raggiungere direttamente Belluno, attraversando Ponte nelle Alpi, proseguendo, con la 29a tappa, sull’itinerario principale. Partendo da Pian di Vedoia, quindi Polpet, attraversando il Rio Secco in località Coltron si arriva a Safforze, di seguito zona pedemontana di San Liberale – Sala per raggiungere la Città. Il percorso è facilmente percorribile a piedi da famiglie e gruppi di pellegrini. L’intervento è consistito sostanzialmente nella riqualificazione dell’itinerario, rendendo ben riconoscibile il tracciato, organizzando punti di sosta attrezzati e segnalando le emergenze e i servizi presenti. In alcuni tratti si è intervenuti per migliorare l’accessibilità, installare elementi di pro- Alcuni lavori in Pian di Vedoia e sul Rio Secco. (Foto S. De Val) tezione, mettere in sicurezza l’itinerario e valorizzare elementi e aree di pregio. Vediamo, in breve, i tratti salienti di ciascun tratto. Pian di Vedoia. Attraversato il sottopassaggio della ferrovia, si percorre un breve tratto di sentiero esistente, con pendenze anche pronunciate. Oltre alla manutenzione ordinaria, si sono realizzati dei gradini in legno per favorire il passaggio degli escursionisti. È stato inoltre creato un nuovo tratto per risalire il bosco sopra la ferrovia, diminuendo la pendenza del tracciato originario e migliorando, di conseguenza, l’accessibilità. Per questo tratto è stata costruita una palizzata di consolidamento del ciglio sul lato verso valle con l’inserimento di scalini in legno. Lungo il percorso, infine, è stato realizzato un punto di sosta con panche in legno, sfruttando una posizione panoramica. Rio Secco. Il torrente Rio Secco segna il confine tra i comuni di Belluno e Ponte nelle Alpi. L’intervento ha riguardato il col- legamento del percorso già esistente sulle due sponde, grazie all’attraversamento a guado e la creazione di un breve tratto di sentiero. Sulla sponda destra, il percorso è ben segnalato e si sviluppa nel tratto di bosco più in alto, per poi scendere sul torrente. Sul lato opposto, l’area è stata riqualificata in seguito alla realizzazione di un’opera di presa dell’acquedotto, attraverso il riporto di terreno vegetale e l’inerbimento delle superfici rovinate. Safforze-Fiammoi. In questo tratto il percorso che proviene da Ponte nelle Alpi si innesta, tramite il sottopasso ferroviario esistente, con l’area di Villa Montalban. Attraverso la strada vicinale si risale il versante del monte Serva. Lungo il percorso è stato eseguito un intervento di manutenzione ordinaria: pulizia dalla vegetazione, inghiaiatura e posa di canalette in legno. A fine tracciato, approfittando della presenza di un abbeveratoio, è stato realizzato un punto di sosta con due panche e una tabella. Per dare continuità al percorso, e per problematiche di percorribilità del tracciato originario, è stato infine creato un tratto ex novo, bypassando quindi la vecchia strada vicinale. Sargnano-Pedeserva. L’itinerario segue strade comunali per lo più asfaltate. L’unico tratto con fondo naturale riguarda una porzione di strada, tra Sargnano e Pedeserva, che ha un fondo naturale. L’intervento ha riguardato la manutenzione ordinaria di questo tratto, consistente nella pulizia dalle piante, nella finitura con ghiaia rullata e l’inserimento di alcune canalette in legno. Leader Report L’Amico del Popolo 26 giugno 2013 - N. 26 III Come evitare gli sprechi nella spesa pubblica L’importanza della valutazione delle politiche pubbliche Nella vita di tutti i giorni sentiamo continuamente parlare di indici, rapporti, Pil, spread, percentuale di disoccupati, rapporto deficit/Pil, ecc. È spesso difficile, anche per gli “addetti ai lavori”, capire di che cosa si tratta oppure anche solo comprendere perché servono tutti questi numeri. Questi e altri dati, magari meno noti, servono a capire che cosa l’amministrazione pubblica sta facendo e a valutare che cosa sia più opportuno fare. Facciamo un esempio: supponiamo che si voglia attuare una politica per la riduzione della disoccupazio- Cooperazione interterritoriale Il progetto «Piave-Live» alla Biennale di Venezia I Presidenti dei GAL coinvolti nel Progetto. In occasione della Biennale di Venezia – XIV Mostra Internazionale di Architettura, i GAL Prealpi e Dolomiti, GAL Alta Marca, GAL Terre di Marca e VeGAL hanno realizzato una mostra multimediale per la promozione del progetto «Piave-Live», in collaborazione con l’Associazione «Verdi Acque» promotrice del progetto «La Piave». L’iniziativa si articolerà attorno alla mostra organizzata nella prestigiosa sede della Serra dei Giardini (luogo di eventi collaterali della Biennale di Venezia), dove verranno esposti i materiali del laboratorio di ricercaazione e saranno coinvolte figure di livello nazionale e internazionale in una serie di eventi, seminari, attività aperte a tutti e legate a parole chiave come «Acqua-Paesaggio-Comunità». Venezia, Serra dei Giardini fino al 7 settembre 2014 Per informazioni visita la pagina dedicata al progetto: www.gal2.it/progetti-di-cooperazione/progetto-piave-live ne: il Governo decide che darà degli incentivi alle imprese che assumono nuovo personale. Dopo un anno di attuazione degli incentivi qualcuno potrebbe chiedersi: ha funzionato? Quanto è costato alla collettività (cioè a noi tutti che paghiamo le tasse) ogni occupato in più creato dagli incentivi che abbiamo dato alle imprese? È chiaro che se non avessimo dei dati statistici che ci permettono di sapere come cambia il numero di occupati, non saremmo in grado di rispondere a questa domanda. Quanto detto sopra vale al livello più alto, quando cioè si tratta di politiche nazionali ed europee, ma dovrebbe valere anche a livelli inferiori, ovvero quando entrano in gioco le politiche attuate dalle Regioni, dalle Province o dai Comuni. Purtroppo, il monitoraggio e la valutazione delle politiche è obbligatorio solo per le politiche europee, e spesso sia a livello nazionale che ai livelli più bassi ci si dimentica di quanto sia utile valutare gli investimenti prima di farli, non solo in termini di costo, ma anche di utilità pubblica, evitando così di costruire strade che nessuno percorrerà, ospedali che non servono, aeroporti che sono costretti a chiudere dopo qualche anno perché nessuno li usa. A livello europeo il concetto di monitoraggio e valutazione delle politiche è profondamente cambiato negli ultimi anni. Nella nuova programmazione 2014-2020 ci si concentrerà non tanto su quanto viene realizzato, ma sul raggiungimento degli obiettivi che ci si è posti. Tanto per capirci, se con i finanziamenti pubblici voglio aumentare il turismo nelle aree montane, non andrò a vedere solo quante strutture ho finanziato, ma piuttosto se la presenza di turisti in quelle aree è effettivamente aumentata. Cosa cambia? Fondamentalmente che in questo modo si dovrebbe evitare di finanziare opere inutili, concentrandosi su quelle che hanno i maggiori effetti sull’obiettivo che inizialmente ci si era posti. Purtroppo negli interventi di piccola scala o al livello locale (come ad esempio a livello di GAL o di Comune) i problemi per mettere in atto tali tecniche e modalità di valutazione sono rappresentati dalla disponibi- lità di dati statistici disaggregati. È infatti più facile sapere qual è il numero di occupati o di presenze turistiche (solo a titolo di esempio) a livello nazionale piuttosto che avere la stessa informazione a livello comunale o di GAL. Se si vuole - come sarebbe opportuno e corretto - arrivare a forme di monitoraggio e valutazione anche a livello locale è necessario che vengano resi disponibili dati al livello più disaggregato possibile, solo così si potranno attuare forme di valutazione delle politiche e degli interventi a livello locale. Luca Cesaro - Inea OPEN GAL la trasparenza nello stato di attuazione tecnico/economico dei progetti finanziati con le risorse per lo sviluppo rurale Giugno 2014 Bandi attivati: 39, di cui conclusi 16 Interventi: 180, di cui conclusi 86 (68 Privati, 18 Pubblici) Contributi assegnati: 8.996.185 €, di cui liquidati 4.332.220 € Investimento totale: 15.499.453 €, di cui conclusi 8.742.551 € Chi abbiamo finanziato? Dove? Per fare cosa? È disponibile la mappa con la localizzazione degli interventi finanziati dal GAL: www.gal2.it/opengal. Gli interventi visualizzabili rappresentano unicamente gli interventi conclusi e liquidati, con riferimento al mese di maggio 2014. Leader Report IV Ricerca, innovazione, agricoltura, sviluppo rurale, ambienteUn flash sull’UE Sette anni per far crescere l’Europa risorse pari a ben 373 miliardi di euro, 41,5 dei quali sa destinare ai pagamenti diretti agli agricoltori, 4 miliardi a Sviluppo rurale). L’Amico Popolo Per quanto riguarda il Veneto, fino aldel2020 la nostra re 26 giugno 2012 - N. 26 seconda rubrica del bilancio UE (Crescita sostenibile – R euro (2,3 da destinare ai pagamenti diretti e circa 1,2 allo Sv Quadro Finanziario Pluriennale UE Renzo Michieletto Europe Direct Veneto Veneto Agricoltura – Ufficio Stampa Differenze tra i periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020 La programmazione 2014-2020 incrocia la Strategia “Europa 2020”. 960 miliardi Quadro Finanziario Pluriennale UE pari dell’Unione a ben 373 miliardi di euro, 41,5 dei quali saranno gestiti dall’Italia (27 miliardi da di euro per una crescita intelligente, sostenibile erisorse solidale Europea Differenze traalle i periodi programmazione destinare ai pagamenti diretti agli agricoltori, 4 miliardi OCM diVino e Ortofrutta e2007-2013 10,5 allo e 20 La programmazione di tutte le politiche europee avviene per periodi di sette anni. Si è da poco concluso il periodo di funzionamento 2007-2013 ed è appena iniziato quello che ci porterà al 2020. Sette anni importanti per centrare gli obiettivi della Strategia «Europa 2020», un disegno ambizioso con il quale la programmazione dell’Unione Europea 2014-2020 dovrà incrociarsi. Il traguardo finale di «Europa 2020» sarà così duplice: condurre fuori dalla crisi economica i numerosi Stati Membri in difficoltà e colmare le lacune del modello europeo di crescita, creando le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale. Obiettivi e priorità Per dare maggiore concretezza a questo progetto, l’UE si è data cinque obiettivi da raggiungere, appunto, entro il 2020. Si tratta di importanti aspetti che interessano l’intera collettività, visto che riguardano l’occupazione (nel primo trimestre del 2014 risultano essere oltre 26 milioni i disoccupati nell’UE), l’istruzione, la ricerca e l’innovazione, l’integrazione sociale e la riduzione della povertà, la lotta ai cambiamenti climatici e l’energia (sviluppare le energie rinnovabili). La Strategia «Europa 2020» comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l’UE e i Governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi di crescita. Queste priorità vanno ad interessare i comparti dell’innovazione, dell’econoSviluppomiliardi rurale). di euro per la sicurezza inmia digitale, dell’occupazione, dei gioterna, la giustizia, la difesa, le miPerpo-quanto riguarda vani, della politica industriale, della grazioni, ecc.); il Veneto, fino al 2020 la nostra regione potrà contare, relativamente alla vertà e dell’uso efficiente delle risorse. «Europa del globale» (quasi miliar- sostenibile – Risorse 2007 - 2013su circa 3,5 miliardi di seconda• rubrica bilancio UE59(Crescita naturali), 2007-2013 di euro per i Paesi in pre-adesione, euro (2,3 da destinare ai pagamenti diretti e circa 1,2 allo Sviluppo rurale). Un bilancio pluriennale il partenariato, gli aiuti umanitari, di 960 miliardi di euro ecc.); Questo ambizioso progetto di crescita • «Amministrazione dell’UE» ( quasi 62 Renzo Michieletto e sviluppo europeo, come accennato, va Direct miliardi di euro). Europe Veneto ad incrociarsi con la programmazione Veneto Agricoltura Agricoltura – Ufficio Stampa 2014-2020 e il suo molto meno ambie aree rurali, zioso Quadro Finanziario Pluriennale le risorse per il Veneto (bilancio), la cui approvazione da parte Per la prima volta nella storia dell’UE, dei 28 Stati Membri è stata una sor- con la programmazione 2014-2020 la ta di corsa ad ostacoli (e al risparmio) rubrica “agricola” (comprendente anche conclusasi quasi a ridosso del nuovo set- ilFinanziario Programma per l’ambiente UE “LIFE” e Quadro Pluriennale tennio. Ciononostante, da qui al 2020 la Politica della Pesca) è stata superata Differenze tra i periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020 l’Unione Europea potrà contare su una per quantità di risorse disponibili dalla consistente quantità di risorse finanzia- rubrica che punta alla “crescita” degli rie (960 miliardi di euro) da destinare Stati Membri. Nonostante il sorpasso, alle cinque rubriche che compongono il la PAC appena riformata potrà contare, bilancio pluriennale: come accennato, su sostanziose risorse 2014 - 2020 2007-2013 2014-2020 • «Crescita intelligente e inclusiva» pari a ben 373 miliardi di euro, 41,5 dei (circa 451 miliardi, dei quali 351 alla quali saranno gestiti dall’Italia (27 miPolitica di Coesione e la parte restan- liardi da destinare ai pagamenti dirette alla Ricerca); ti agli agricoltori, 4 miliardi alle OCM • «Crescita sostenibile – Risorse na- Vino e Ortofrutta e 10,5 allo Sviluppo turali» (oltre 373 miliardi, dei quali rurale). circa 278 al 1° pilastro della Politica Per quanto riguarda il Veneto, fino Agricola Comune, ovvero i pagamenti al 2020 la nostra regione potrà contadiretti agli agricoltori, e 95 al 2° pila- re, relativamente alla seconda rubrica stro della PAC, vale a dire la Politica del bilancio UE (Crescita sostenibile – di Sviluppo rurale, che a livello locale Risorse naturali), su circa 3,5 miliardi si traduce nei Programmi di Svilup- di euro (2,3 da destinare ai pagamenti po Rurale regionali, comprendenti diretti e circa 1,2 allo Sviluppo rurale). Renzo Michieletto l’approccio Leader e dunque le azioni Europe Direct Veneto svolte dai Gruppi di Azione Locale); Veneto Agricoltura – Ufficio Stampa • «Sicurezza e cittadinanza» (quasi 16 nuovo periodo di programmazione I fondi europei per gli investimenti e la crescita La Politica di Coesione punta agli investimenti attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fondo di Coesione e il Fondo Sociale Europeo. Nel loro insieme questi tre fondi coprono un terzo del bilancio UE 20142020. Il nuovo periodo di programmazione (con dotazione finanziaria di 351 miliardi di euro) ha visto l’introduzione di una riforma di vasta portata finalizzata a portare a compimento la Strategia “Europa 2020” e ad una migliore gestione dei fondi. Ogni Regione dovrà destinare una quota sostanziale del FESR all’innovazione e alla ricerca, all’agenda digitale, al supporto alle piccole e medie imprese e al passaggio ad una economia a basse emissioni di carbonio. Il FSE con una dotazione di 80 miliardi di euro sarà destinato a combattere l’esclusione sociale, migliorare la qualità dell’istruzione, modernizzare le amministrazioni pubbliche e comprenderà iniziative mirate al sostegno dell’occupazione giovanile. Nel quadro della Politica di Coesione europea l’Italia nel settennio appena iniziato gestirà circa 50 Programmi Operativi e riceverà circa 32,8 miliardi di euro, di cui 22,3 miliardi destinati alle Regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia); 1,1 miliardi andranno alle Regioni in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise); 7,7 miliardi alle Regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio). Infine 1,1 miliardi saranno destinati alla cooperazione chi siamo La carta d’identità del Gal Prealpi e Dolomiti Denominazione: Associazione Gal Prealpi e Dolomiti Forma giuridica: Associazione di diritto privato giuridicamente riconosciuta Sede legale e operativa: Piazza della Vittoria,21 – 32036 Sedico (BL) Tel. 0437/838586 - Fax 0437/443916 e-mail: info@gal2.it; Pec: gal2@legalmail.it sito internet: www.gal2.it Profilo Facebook: Gal Prealpi e Dolomiti Anno di costituzione: 1997 Numero di soci: 25, di cui 11 soci pubblici e 14 soci privati Ammissibilità ai Fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-2020 ■ Regioni meno sviluppate (PIL pro capite < 75 % della media UE a 27) ■ Regioni in transizione (PIL pro capite tra >= 75 % e < 90 % della media UE a 27) ■ Regioni più sviluppate (PIL pro capite >= 90 % della media UE a 27) territoriale europea e 567,5 milioni all’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.
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