Leggi - La Salamandra

Con il Patrocinio di
Anno VIII
Periodico a diffusione gratuita
51
N°
COSA VUOL DIRE ESSERE “PEERS”
Lo straordinario racconto di una giornata di formazione
DICEMBRE 2014
GENNAIO 2015
SOMMARIO:
CPS, seminario residenziale
Pag.3
Scuola di cinema
Pag.6
Le domandone di Zio Pippuzzo
Pag.7
Libri: Il piccolo burattinaio di Varsavia
Pag.8
Aegee - Santiago di Compostela
Pag.10
Intercultura - La mia famiglia indiana
Pag.12
Il muro di Berlino in una canzone, un film, un libroPag.14
Vittorio Veneto Film Festival
Pag.15
La distrazione alla guida
Pag.17
ABA - Noi e le nostre figlie
Pag.20-21
CASTING PER MUSICAL
“Un mondo… diverso!”
20 DICEMBRE 2014 e 17 GENNAIO 2015
Hai la passione per
il canto, la recitazione o la danza?
Sì? Fantastico!
Allora tieni bene
a mente questo
articolo.
H•DEMIA Fonderia dello Spettacolo
sta cercando nuovi talenti da inserire
nel cast artistico del suo nuovo musical
dal titolo “Un mondo… diverso!” la cui
prima assoluta si è tenuta ad Albignasego (Pd) sabato 22 novembre 2014 in
concomitanza con la kermesse Sognando
Broadway, giunta oramai alla sua quarta
edizione.
CONTINUA A PAG. 21
Raramente capita di leggere testimonianze così profonde, significative ed ispirate. Non
ci può essere “spot” migliore per il prezioso lavoro di formazione condotto dal Servizio
Educazione e Promozione della Salute dell’Ulss 9 di Treviso. Complimenti all’autrice
Martedì 30 settembre è stato un giorno
strano.
Non sono mai stata una ragazza molto timida ma non so sbandierare i miei problemi a nessuno, io trovo le soluzioni da sola.
Eppure quel giorno il gruppo di Peers della
mia scuola ha avuto la possibilità di fare
un’uscita in un centro a Ca’ Dotta per attraversare un percorso meditativo guidato e io ero lì.
I Peers sono educatori alla pari, noi siamo
solo studenti ma facciamo vari incontri
durante l’anno per essere informati sui rischi del fumo o dell’AIDS o altro, in questo
percorso veniamo poi preparati anche a
parlare alle classi di studenti più piccoli di
queste problematiche. Noi non giudichiamo, informiamo.
CONTINUA A PAG. 22-23
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2
FIATICORTI - Il giro del mondo in 5 cortometraggi
Sono stati premiati, lo scorso 7 novembre,
all’Aeroporto militare di Istrana, i vincitori
del festival internazionale Fiaticorti, giunto
alla XV edizione, che ha visto protagonisti
temi forti e di attualità, come la morte
e la crisi in tutte le sue declinazioni, ma
affrontati anche con intelligente ironia e
leggerezza. Quattro i registi stranieri e un regista padovano sul podio per i
cortometraggi di straordinaria intensità che hanno regalato al pubblico in
sala intense emozioni attraverso un inconsueto giro del mondo.
Dal Kosovo alla Spagna, alla Tanzania, alla Francia, fino al Kurdistan
attraverso piccole o grandi aggregazioni umane, dalla coppia alla famiglia,
dall’azienda al villaggio, fino alla periferia urbana.
Il Premio FiatiCorti è andato a Lendita Zequiraj (Kosovo) per “Balcony”,
che racconta, alternando momenti drammatici a piccoli sprazzi di
comicità, la vita nella periferia kosovara di oggi. Borja Cobeaga vince il
Premio FiatiComici per “Democracia” (Spagna), che narra, in un crescendo
di comicità, l’inconsueto e bizzarro esperimento del capo di un’azienda per
creare coesione tra i propri lavoratori. Per FiatiVeneti è stato premiato
il giovane regista e documentarista
padovano Paolo Bernardi per “Mama
Jaky”, ambientato in Tanzania e realizzato
da Medici con l’Africa - Cuamm. Accanto
ai tre riconoscimenti principali anche
il Premio Migliore Interpretazione al
protagonista di “Un tour de cheville”
(Francia), Benoit Thiebault, per la capacità di interpretare con credibilità
un film che giustappone toni molto diversi con improvvise virate dal
comico al tragico, e il Gran Premio della Giuria ad “Home and key”, del
regista curdo Shwan Attoof, specchio emozionante del tragico destino del
popolo curdo.
Il Premio speciale Admor – Adoces, riservato alle pellicole di promozione
della donazione del midollo a fini solidaristici, infine, è stato vinto da
Mattia D’Andrea con un corto realizzato in collaborazione con il Mogliano
Rugby, “Il passaggio”.
Grazie a Fiaticorti – hanno sottolineato il sindaco di Istrana Enzo Fiorin
e l’assessore alla cultura Mariagrazia Gasparini – molti registi che non
possono esprimersi nel proprio paese trovano voce e risonanza”.
VILLORBA RUGBY, UN MONDO DA SCOPRIRE
Il Rugby, lo sport di squadra per eccellenza è adatto a tutti, ragazzi e
ragazze, alti e bassi, grossi e magri, esuberanti e timidi, infatti i requisiti
necessari sono ben altri, tanta voglia di divertirsi e sacrificarsi con e per i
compagni; voler far parte di una squadra in campo e fuori, in allenamento,
in spogliatoio, nel terzo tempo, nella vittoria e nella sconfitta; il rispetto
delle regole e degli avversari; non aver paura del fango etc..
Sembrano tante cose, ma il cuore del rugbista e il sentirsi parte di un
gruppo rende tutto molto facile e in cambio avrai la soddisfazione di
sentirti parte di una famiglia.
Al Villorba rugby possiamo offrirti tutto questo, infatti la nostra società
da sempre formata da veri rugbisti che dedicano il loro tempo agli altri,
negli ultimi anni ha investito molto nel settore giovanile arruolando i
migliori allenatori disponibili, creando staff in grado di offrire tutte le
figure necessarie, dal preparatore atletico al fisioterapista. Questo ha
portato ad una vera e propria esplosione sia del numero di tesserati sia
dei risultati sul campo.
Ad oggi il Villorba rugby ha più di 40 tesserati in Under 14, cosa che ci
permette di mettere in campo 2 squadre, che negli ultimi anni hanno
fatto incetta di trofei in tutto il nord Italia. Oltre 50 Under 16, anche in
questo caso riusciamo ad allestire due formazioni (anche se con l’aiuto
degli amici di Asolo, sia per la16 che per la 18) una delle quali gioca nel
Campionato Elite, il massimo a livello giovanile, basti pensare che gli
avversari sono Mogliano,
Padova, Rovigo, Tarvisium
(non il Benetton Treviso
che quest’anno è stato
retrocesso in una serie
inferiore), questo per
dare un’idea del livello.
Abbiamo oltre 40 Under
18, quest’anno per la prima volta siamo riusciti ad iscrivere due squadre
anche in questa categoria, dove l’anno scorso abbiamo sfiorato la
promozione in Elite e che quest’anno ci vede al momento al secondo
posto in campionato, in piena corsa per la promozione.
Abbiamo poi ben tre squadre femminili che giocano il rugby a 7 (significa
con 7 giocatrici in campo per ogni squadra anziché 15) un’Under 14,
un’Under 16 e una squadra Seniores formata da ragazze dai 17 ai 20
anni, ma aperta anche a ragazze più grandi.
Allora cosa aspetti vieni a trovarci a Villorba e a provare gratuitamente
per almeno 4 allenamenti, ci trovi in via Marconi (dietro al Palaverde) e
in via Postioma a Catena.
Per info: tel. 3480022180 – 3480613070 - Mail: muffola4@gmail.com
- Visita il nostro sito www.villorbarugby.it e le nostre pagine Facebook.
ASD Villorba Rugby
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ISTITUTO TECNICO-TECNOLOGICO (Costruzioni, ambiente e territorio)
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Per info: visitare il sito www.istitutoparitariogalilei.it
O contattare segreteria@centrostudigalilei.it - Tel. 0422.404131
3
CPS, SEMINARIO RESIDENZIALE
Percorso di formazione per i rappresentanti
Il 13 e 14 novembre si è svolto un seminario
residenziale presso il Centro Don Paolo Chiavacci
a Crespano del Grappa a cui hanno partecipato
51 rappresentanti in Consulta.
Durante questo incontro si sono alternate attività
condotte dagli operatori dei Centri Giovani,
dell’ULSS 9, del Centro Servizi per il Volontariato
e dal referente della Consulta, ad attività guidate da rappresentanti in Consulta che si sono
offerti nel ruolo di condurre i gruppi di discussione.
Il seminario si poneva diversi obiettivi:
•creare un’occasione di conoscenza reciproca, di confronto, di dialogo, di scambio di idee, di
creare gruppo e di funzionare come gruppo;
•approfondire negli studenti la consapevolezza del ruolo di rappresentanza;
•stimolare i rappresentanti in Consulta ad esercitare una partecipazione piena e responsabile;
•essere in grado di interfacciarsi con la rete;
•conoscere i punti fondamentali della progettazione per realizzare azioni in tempi definiti.
I lavori, svolti attraverso divisione in gruppi, brainstorming e peer education, grazie al
coinvolgimento di ex rappresentanti in Consulta, hanno portato a risultati in specifiche
aree tematiche individuate che sono stati poi condivisi in plenaria.
I macro temi affrontati sono stati: rappresentanza, responsabilità (tra impegno e maturità),
partecipazione, il ruolo del rappresentante e progettare nella CPS.
La conclusione del seminario ha portato alla consapevolezza che per svolgere il ruolo di
rappresentante è necessario: avere progetti definiti, collaborare con i rappresentanti di
classe e d’istituto, informare gli studenti, dimostrare di crederci ed essere partecipi, imparare
ad ascoltarsi, non arrendersi di fronte agli ostacoli, utilizzare un linguaggio appropriato,
relazionarsi con il docente referente, far capire che la Consulta non è solo giornata dell’arte
e della creatività ma altro.
Si è, infine, riscontrata una scarsa conoscenza, da parte degli studenti anche tra quelli
presenti, sul ruolo della Consulta Provinciale degli Studenti ed
è emersa l’esigenza di promuovere iniziative per fornire, alle
istituzioni scolastiche, un’informazione chiara e precisa su questo
organo di rappresentanza.
PANE E TULIPANI
Una bella iniziativa
di solidarietà che si
sta consolidando
nelle scuole di ogni
ordine e grado
della provincia… Pane e tulipani è un percorso di
sensibilizzazione sui temi delle povertà (materiali e
di relazioni), che si concretizza anche attraverso una
raccolta di generi di prima necessità per persone in
difficoltà… ti chiede qualcosa in più di una donazione,
e ti restituisce molto di più di un semplice grazie.
I bambini e i ragazzi sono chiamati ad aprire gli
occhi su ciò che accade vicino a noi, per dare un
aiuto alle famiglie in difficoltà del territorio: il vicino
di casa, l’amico, il compagno di classe o di scuola,
ma anche l’estraneo. Ciò che viene raccolto verrà
ridistribuito dalle associazioni coinvolte, religiose e
laiche, a chi ne avrà maggiormente bisogno.
Il progetto rappresenta un’occasione per
entrare nelle classi e parlare a bambini e ragazzi
di quella povertà che non è solo economica, ma
che diventa isolamento e solitudine, mancanza
di legami, povertà relazionale… una povertà che
può riguardare anche ciascuno di noi.
Se vuoi partecipare a questa gara di solidarietà,
con la tua classe o addirittura con tutto l’istituto,
guarda nel nostro sito, in homepage troverai il
link al progetto Pane e Tulipani. E potrai anche
vedere quali sono le associazioni cui devolvere la
raccolta: ci hanno proprio messo la faccia!
www.trevisovolontariato.org
Per info: Laboratorio scuola e volontariato
tel. 0422 320191
mail: promozione@trevisovolontariato.org.
4
43 GIOVANI VITE STERMINATE NELL’INDIFFERENZA!
Il 26 settembre quarantatre studenti
dell’università di Ayotzinapa partono per
la città di Iguala, nello Stato di Guerrero,
nel Messico meridionale, per andare a
protestare contro il narcotraffico. Tutti
ragazzi di età compresa tra i 18 e i 21
anni, per la maggior parte provenienti da famiglie contadine.
43 giovani studenti che quella mattina sono usciti di casa salutando le
loro madri, con dentro il cuore la voglia di manifestare il disappunto
per pretendere un Paese migliore. 43 ragazzi pieni di speranze, di
ideali, di sogni come lo si è tutti a questa età. Ma qualcuno ha deciso
che la loro voce andasse soppressa e di loro non si è saputo più nulla.
Solo dopo alcune settimane si scopre la tragica verità. Quelle giovani
43 vite sono state barbaramente uccise e i loro corpi sono stati buttati
in una fossa comune e bruciati. Secondo alcune testimonianze, alcuni
di loro erano ancora in vita mentre venivano bruciati.
Uno scenario orrendo anche per le guerre più atroci, eppure tutto
questo si è verificato in un Paese, il Messico, che confina con il Paese
che passa per essere il più civilizzato di tutti, gli Stati Uniti. Come è
possibile che ancora oggi, nel XXI secolo, ragazzi innocenti vengano
uccisi per aver espresso un’opinione? E come è possibile che il Mondo
intero sia rimasto indifferente davanti a un evento del genere?
Quando ci sono interessi di mezzo, ogni occasione è buona
per muovere guerre, ma la storia di questi ragazzi è passata
nell’indifferenza collettiva. Forse perché quando la vittima ha un
nome e un volto è più facile ricordarla, immedesimarsi nella sua
storia, nella sua famiglia. Ma quando si è in tanti, si diventa un
numero e la notizia, per quanto tragica, diventa spersonalizzata.
Così si dimentica più in fretta e si va avanti.
Eppure quei 43 ragazzi avevano un nome e un cognome, una
madre e un padre. Si chiamavano Abel, Abelardo, Adán, Alexander,
Antonio, Benjamín, Bernardo, Carlos Iván, Carlos Lorenzo, César,
Christian Alfonso, Christian Tomas,
Cutberto, Dorian, Emiliano, Everardo,
Felipe, Giovanni, Israel Caballero, Israel
Jacinto, Jesús, Jonas, Jorge Álvarez, Jorge
Aníbal, Jorge Antonio, Jorge Luis, José
Ángel Campos, José Ángel Navarrete,
José Eduardo, José Luís, Joshvani, Julio
César, Leonel, Luis Ángel Abarca, Luis
Ángel Francisco, Magdaleno, Marcial,
Marco, Martín, Mauricio, Miguel Ángel
Hernández, Miguel Ángel Mendoza, Saúl.
Ma nessuno li ricorderà, se non i loro cari.
Mi chiedo come sia possibile che accadano
ancora oggi tragedie del genere, in un Mondo dove tutti sono sempre
connessi, dove le notizie viaggiano con un tap. Viviamo l’epoca dei
Twitter e dei WhatsApp e basterebbe davvero poco per rendere
questi strumenti utili anche per evitare che si verifichino di nuovo
fatti del genere. Se li usassimo anche per far conoscere queste notizie,
per informarci delle cose orrende che quotidianamente accadono nel
Mondo, avremmo una parte attiva nella lotta contro le violazioni dei
Diritti Umani e una società migliore sarebbe davvero possibile. L’uso
consapevole della tecnologia ci permette di essere informati, ma
dobbiamo volerlo. I tempi delle scuse e degli alibi sono passati.
Amnesty è nata proprio per difendere la libertà di opinione, per
impedire che le persone venissero imprigionate, torturate o uccise
solo per avere un colore della pelle diverso, professare una particolare
religione o seguire una determinata linea politica. Eppure dopo più di
50 anni, questi diritti continuano a essere violati impunemente.
Ed è per questo che vi esorto a diventare parte attiva nella costruzione
di una società migliore, dove i diritti di tutti vengano finalmente
tutelati. Non vi chiedo un impegno oneroso. Ci sono tantissimi modi
per dare il proprio contributo: si possono firmare gli appelli, visitare
i siti di Amnesty, iscriversi alla newsletter, dare un Mi Piace alla
pagina di Facebook, seguire l’account di Twitter. Il primo passo è
informarsi, per non essere spettatori passivi degli eventi. Basta
davvero poco per far sì che il sacrificio di quei 43 studenti non sia
stato del tutto inutile.
Contattaci! Se volete rimanere aggiornati sulle nostre attività,
contattarci per richiedere informazioni o materiali vi invitiamo
a visitare il nostro sito www.amnestytreviso.it e la pagina di
Facebook www.facebook.com/AmnestyTreviso.
UN ESERCITO DI VOLONTARI PER IL
LABORATORIO SCUOLA VOLONTARIATO
Siete più di 350, voi studenti delle scuole
superiori di Treviso, che avete scelto di dedicare
parte del vostro tempo libero al volontariato!
Vi abbiamo incontrato tra ottobre e novembre
al Centro di Servizio e nelle vostre scuole: provenite dal Duca degli
Abruzzi, dall’Istituto Canossiano Madonna del Grappa, dal Mazzotti,
dall’Alberini di Treviso, dal Liceo Canova, dal Liceo Artistico, dal Liceo
Mazzini… siete in tanti, avete curiosità e voglia di fare.
A mano a mano vi stiamo inserendo nelle diverse associazioni e
attività: nei tanti doposcuola presenti a Treviso e comuni vicini,
in casa di riposo accanto ai nonni, nei laboratori manuali con le
persone disabili, nell’istituto Penale minorile; abbiamo incontrato
associazioni attive nella salute mentale, la croce rossa, realtà
impegnate nel disagio sociale.
Ce la stiamo mettendo tutta per trovare il posto giusto per ognuno!
Chi ancora non fosse stato contattato o volesse avere maggiori
informazioni, può scrivere a: promozione@trevisovolontariato.org
Saremo contenti di incontrarvi!
Erica, Elisa, Michele
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LETTURA E CULTURA
Le risposte alla crisi veneta
“Siamo in un ritardo geologico spaventoso” così
Massimo Carlotto in una conversazione con
Fulvio Ervas alcuni giorni fa a Villa Farsetti a
Santa Maria di Sala. Carlotto, autore insieme a
Marco Videtta, del libro “Nordest”, pubblicato
nel 2005, romanzo presago di quello che
sarebbe accaduto nella nostra società oggi.
L’ascesa al potere dei grandi industriali, la
grande locomotiva dell’economia italiana,
la grande crisi, l’abbandono del Veneto da
parte dei giovani e degli stessi industriali che
l’hanno governato. La “quotidiana morte dell’anima” dirà Roberto
Saviano in commento al romanzo di Carlotto “Niente e più niente
al mondo”. La colpa? “Credo – dice Carlotto – che i figli del Veneto
siano stati profondamente traditi da chi non si è assunto le proprie
responsabilità e quando ha capito che stava per arrivare la crisi, ha
pensato di fuggire all’estero lasciando a questa regione un’eredità
pessima.
Una regione saccheggiata in un modo allucinante; per un lungo
periodo c’è stato un equivoco di fondo: la ricchezza di denaro.
Abbiamo avuto l’impressione che questa locomotiva girasse
all’infinito e invece così non è stato, la locomotiva si è inceppata
perché anziché usare la ricchezza per diventare migliori, siamo
diventati peggiori. La ricchezza che avevamo l’abbiamo sperperata,
disseminata”. Così come si stanno disseminando i giovani che ora se
ne vanno all’estero.
“Girando il mondo – continua Carlotto – vedo ragazzi che capiscono
che in questa Regione non c’è più posto per loro. Se ci fosse stato
un recupero sul terreno della cultura, i ragazzi non sarebbero
andati a lavorare in fabbrica troppo presto e ci sarebbe stata più
scolarizzazione; così mentre nelle altre regioni europee capivano che
era diventato importante a un certo punto investire su un discorso
museale perché portava ricchezza anche dal punto di vista turistico,
noi siamo indietro”. “C’è un grande impoverimento storico culturale
– commenta Ervas – facendo l’insegnante trovo una generale
demotivazione delle nostre generazioni; il mondo sta diventando
sempre più complesso e non puoi affrontare un mondo complesso
se conosci quattro vocaboli. Colpa anche della televisione, questo è
il Paese dove ogni giorno muore un vocabolo. Mi chiedo quale sia la
mia responsabilità? Da scrittore però – conclude Ervas – posso dire
ai ragazzi di leggere, gli scrittori possono fare molto, ci sono libri che
fanno divertire, pensare, riflettere, ma ci sono anche libri in grado di
fare rumore”. Un rumore che va ascoltato.
Serenella Bettin
ANASTACIA, RESURRECTION TOUR
Padova, 15 gennaio
Giovedì 15 gennaio Anastacia
salirà sul palco del Gran Teatro
Geox di Padova per il suo
Resurrection Tour. Un ritorno
molto atteso dai fan della guerriera
della musica soul rock dopo anni di
assenza forzata, visto che il cancro
al seno che l’ha colpita per ben due
volte in dieci anni l’ha tenuta lontana dalle scene.
Dopo quasi cinque anni e mezzo dal precedente Heavy Rotation,
ora per la star di Chicago amatissima in Europa, è tempo di
portare in Italia lo show con cui sta promuovendo i brani del
nuovo album Resurrection.
Oltre ai brani scelti tra le tracce inedite del nuovo album, Anastacia
proporrà anche i grandi successi come I’m Outta Love, Paid My
Dues, Left Outside Alone, Sick and Tired.
Per info: www.zedlive.com - Tel. 049/8644888
EXPO 2015:
CONCORSO DI IDEE PER STUDENTI
L’Expo 2015 ha messo in moto un’infinità di progetti e moltissime
aspettative, anche il Centro Guide Turistiche ha organizzato una
serie di proposte affinché l’ospite venga attratto dal territorio veneto
e desideri visitarne gli angoli e gli aspetti meno scontati.
Il Centro Guide Turistiche promuove un concorso di idee con il
quale mette a disposizione un contributo economico agli studenti in
grado di portare loro idee innovative per rendere più accattivanti le
proposte del CGT.
I settori di interesse sono: fotografia, grafica, disegno a mano libera,
lingue (oltre alle classiche: polacco, ceco, slovacco, turco, koreano,
cinese, giapponese, fiammingo) e web marketing.
Inviare richiesta di colloquio entro il 12 gennaio 2015 a:
info@guideveneto.it indicando l’ambito di interesse.
Per ulteriori chiarimenti è possibile contattare lo 0422.56470.
BALLETTO DI MOSCA “LA CLASSIQUE”
Due appuntamenti a Padova
Il Lago dei Cigni, 25 dicembre.
Sul palco del Gran Teatro Geox
si esibirà il Balletto di Mosca “La
Classique” in “Il Lago dei Cigni”,
una delle più amate composizioni
di Cajkovskij. L’opera, ispirata
all’antica fiaba tedesca “Il velo rubato”, è una storia d’amore fra un
giovane principe e una creatura fatata, una vergine – cigno.
Lo schiaccianoci, 26 dicembre. La compagnia diretta da Elik
Melikov metterà in scena lo Schiaccianoci di Cajkovskij messo in
scena per la prima volta in occasione di Natale nel 1892 al Teatro
Mariinskij di Pietroburgo, è ispirato a una favola di Hoffmann,
Schiaccianoci e il re dei topi.
Per info: www.zedlive.com - Tel. 049/864488.
6
SCUOLA DI CINEMA - Corso di comunicazione audiovisiva
Anche chi considera il cinema quale puro
intrattenimento converrà sul fatto che la
Settima Arte nasconda un incontestabile
potere educativo. Ciò che scorre davanti ai nostri occhi all’interno di una
sala cinematografica o nella comodità del proprio focolare domestico,
nonostante l’apparente superficialità di alcune pellicole, ci offre sempre
uno spunto di riflessione.
Proprio per le spiccate proprietà “didattiche” del cinema, Cineforum
Labirinto in collaborazione con TRA - Treviso Ricerca Arte propone un
corso di linguaggio cinematografico che si rivolge sia agli appassionati
della Settima Arte sia, e forse soprattutto, agli insegnanti, agli educatori,
agli operatori della cultura in genere, ai videoamatori e a tutti coloro
che bramano una comprensione approfondita di quest’arte visiva.
I contenuti e la metodologia didattica porteranno, infatti, i
partecipanti a sviluppare uno sguardo critico con cui approcciarsi a
film, documentari, telefilm, e opere audiovisive in generale. Non sono
necessarie pre-conoscenze o particolari competenze poiché durante
gli incontri verranno trattati, attraverso analisi e commenti di scene
da film, gli elementi fondamentali della grammatica audiovisiva: messa
in scena, inquadratura, montaggio, movimenti di macchina, luci e
suoni. Particolare attenzione sarà data all’evoluzione del linguaggio
cinematografico dalle origini con i fratelli Lumière al post moderno
di Quentin Tarantino, passando per il periodo classico americano, il
Neorealismo, la Nouvelle Vague e le avanguardie del ‘900. Il corso si articola in 8 incontri da 2 ore che si terranno di lunedì dalle
ore 20.30 alle 22.30 presso Ca’ dei Ricchi, palazzo storico situato in via
Barberia 25. L’inizio del corso è previsto per lunedì 2 febbraio 2015 e il
termine per le iscrizioni è fissato per domenica 25 gennaio.
Il costo del corso è pari a 85 euro (ridotto ad 80 euro per under 26).
La docente del corso sarà Elena Grassi, critico cinematografico e
dottore di ricerca in Scienze della formazione che svolge da anni attività
di educazione audiovisiva per enti pubblici e privati.
Per anni Cineforum Labirinto ha offerto al suo pubblico la visione
di ogni tipo di prodotto cinematografico, dal documentario al
lungometraggio passando attraverso la
forma del cortometraggio, e ora sente
l’esigenza di offrire agli assidui spettatori
gli strumenti necessari per una piena
comprensione delle opere audiovisive.
L’iniziativa “Scuola di Cinema” si inserisce
nel progetto “Cinema TRAsversale”, nato dalla sinergia fra Cineforum
Labirinto e TRA – Treviso Ricerca Arte. Il corso, dedicato alla scoperta
degli elementi teorici del cinema, rappresenta l’inizio di un percorso di
formazione cinematografica che affiancherà le proiezioni pubbliche
organizzate da Cineforum Labirinto a Ca’ dei Ricchi.
Cineforum Labirinto
www.cineforumlabirinto.wordpress.com
www.facebook.com/cineforumlabirinto.treviso
www.twitter.com/CineLabirinto
SHOUT, RAGAZZI DA URLO 2015
“On s’éclate”
Shout come inizia, finisce.
Forse è questo ciò che crea più
dolore. Dovete essere pronti
ad accogliere nel vostro cuore
questa dolce sofferenza che vi
accompagnerà ripensando al
vostro momento di gloria. Ma
ricordate che ognuno di noi,
pronto a tutto ciò, brillerà di
luce propria per tutta la vita.
Con queste mie parole, caro
Progetto Shout, e cari ragazzi da urlo, io vi ringrazio.
Sono pronta a ripartire per questa mia ultima allucinazione.
On s’éclate!
Aperto tutti i giorni
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Per i vostri ordini chiamate o inviate un sms
al 335/1365257
(specificare scuola, classe e sezione)
Via Largo Molino, 11 - Fontane di Villorba (Tv) - Tel. 0422.693071
7
LE DOMANDONE DI ZIO PIPPUZZO - “Zio Pippuzzo nella Marca” – VII Parte
28 giugno 1936, Salento, borghetto di Casamassella nei pressi
di Otranto. Zio Pippuzzo, omone buono e vizioso, ricercato dai
Carabinieri del Regno per non aver saldato i suoi numerosi debiti
con l’oste del paese, cercò riparo e conforto da Fra’ Cicciuzzo, il
quale, mosso a compassione, decise di
aiutarlo certo del suo pentimento. In che
modo? Due giorni prima era venuto a
mancare il vescovo di Treviso, Monsignor
Longhin. Tra le ultime volontà del presule,
frate cappuccino, c’erano quelle della
benedizione della salma da parte di
cinque alti prelati tra cui il vescovo di
Otranto, amico di vecchia data e frate
cappuccino anch’egli. Fra’ Cicciuzzo, a sua
volta, era stato incaricato dal vescovo di
Otranto come accompagnatore in Veneto
insieme ad altri uomini del clero e alcuni
inservienti, del cui ingaggio, tra l’altro, si
sarebbe dovuto occupare proprio lui. Un
paio ne erano già stati scelti, si trattava
dei due “furboni” del paese: Ernestuzzo
e Ignazzuzzo, due ragazzi talmente tonti
che non erano in grado di distinguere un
cane da un cammello. Fra’ Cicciuzzo per
risparmiare al buon Pippuzzo il carcere
duro, lo ingaggiò come terzo inserviente. La carovana composta dal
frate siciliano, dal Vescovo, dai tre inservienti e un altro sacerdote
della Cattedrale di Otranto, partì a bordo di due automobili della
Curia verso la stazione ferroviaria di Bari, da lì poi, avrebbero
proseguito in treno alla volta di Treviso. Il viaggio, inizialmente
tranquillo, venne interrotto da un piccolo imprevisto. Purtroppo,
infatti, una volta arrivati a Polignano a Mare, all’auto sgarrupata
su cui viaggiavano gli inservienti scoppiò una gomma. Fu un vero
e proprio botto ed Ernestuzzo preso dal panico urlò: “Aiuto, aiuto
i polignanesi ci sparano!” e si infilò dietro al sedile. Ignazzuzzo: “Ma
che dici babbione! Sarà sicuramente un tuono!” e Zio Pippuzzo: “Un
tuono? Ma se il cielo è limpido come non mai! Poi dicono a me che
sono un ubriacone!” La seconda auto con il Vescovo e Fra’Cicciuzzo
proseguì per Bari, la compagnia si sarebbe ricongiunta alla stazione
ferroviaria del capoluogo pugliese. L’autista, fermata l’auto, non
conoscendoli, chiese ai due “scienziati” di aiutarlo prendendo la ruota
di scorta. Ernestuzzo rispose: “Chi è la signora Scorta? Non la conosco
nemmeno, con che faccia vado a chiederle una ruota?” E subito il suo
compare: “Ma non capisci proprio niente! Scorta non è una signora:
è ruota dis-cor-ta, perché una ruota essendo tonda, non è dritta e se
non è dritta è discorta no?” L’autista capì che era meglio far da sé. Zio
Pippuzzo anche se brillo e barcollante, generosamente come al solito,
scese dall’auto per offrire il proprio aiuto.
Prese la ruota e la consegnò all’autista
per la sostituzione. Mentre il guidatore
era indaffarato nell’operazione, Zio
Pippuzzo si allontanò dal gruppo a caccia
di un goccetto di vino Primitivo. Pessima
idea! Quattro carabinieri di grossa taglia
comandati dal maresciallo Trinciapolli,
dopo averlo riconosciuto lo circondarono.
Lo zione capì che non aveva scampo e
si arrese. Il maresciallo Trinciapolli non
contento dell’arresto, per umiliare il
fuggiasco gli fece una domandona di
Scienze: “Allora, caro il mio Pippuzzo… Tu
che di domandone fai lu spierto, mi sapresti
dire tre metalli che cominciano con la
L?”. Zio Pippuzzo, dopo un po’ rispose:
“Luranio, luferru e lurame!” e il maresciallo
sconsolato: “Mi dispiace... lu ferru e lu
rame so’ giusti ma lu ragno proprio! Lo
sanno tutti che è un mammifero!”. Lo zione
sembra davvero spacciato! Finirà davvero in prigione per debiti?
[CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO]
Elaborazioni artistiche Arteggiate Laboratorio d’Arte (foto). Altre
storie dello Zio Pippuzzo le trovi nel suo libro “le Domandone di Zio
Pippuzzo” in tutte le librerie, anche in versione e-book (Amazon/3,49€).
Ti piacerebbe capire meglio la Matematica e Fisica? Vai sul blog
Skakko-Math di studenti.it del Professor Tortorelli (http://www.
studenti.it/network/tutta-matematica-e-fisica/), troverai dispense
illustrate semplici e sintetiche e tanti problemi svolti su vari argomenti.
Troverai anche articoli stravaganti sulla Matematica e la Fisica. Zio
Pippuzzo è anche su Facebook (ricerca: “Lozio Pippuzzo”).
Sabato 14 dicembre
BABBO NATALE
E GIOCHI NATALIZI
nel pomeriggio
Sabato 20 e
Domenica 21 dicembre
PANDORO E PANETTONE
PER TUTTI nel pomeriggio
*fino ad esaurimento scorte
Martedì 6 Gennaio
SALDI DAL 5 GENNAIO
Viale S.Biasuzzi, 28
Paese (Tv)
ARRIVA LA BEFANA!
nel pomeriggio
8
IL PICCOLO BURATTINAIO DI VARSAVIA
New York, 12 gennaio 2009. Nonno e nipote passeggiano sul marciapiede
innevato quando il nonno ha un malore. Il ragazzino tredicenne lo
soccorre ed appena rinviene l’adulto decide che è arrivato il momento
di confessare cosa contiene la grossa scatola in fondo all’armadio della
camera da letto.
In presenza del nipote l’anziano apre la scatola e ne emerge un vecchio
cappotto, ampio, nero e pesante. Questo è il segreto del nonno:
un cappotto che è appartenuto a suo nonno. All’interno del capo
d’abbigliamento c’è però “un mondo” infatti, come rivela l’incipit del
prologo di questo romanzo, intitolato Il piccolo burattinaio di Varsavia,
“senza cappotto niente sarebbe andato in quel modo. All’inizio era solo
un testimone, un cappotto nero di lana con sei bottoni. Ma l’aggiunta
delle tasche lo fece diventare un complice”.
La Biblioteca Comunale di Treviso ogni anno propone, in occasione
del 27 gennaio, giornata divenuta ricorrenza internazionale in ricordo
della Shoah, vari libri che trattano l’argomento, perché è importante
ricordare e i libri aiutano a farlo. Quest’anno, tra le proposte di lettura
c’è anche Il piccolo burattinaio di Varsavia.
In Italia, Mondadori ha scelto di pubblicare il libro scritto da Eva Weaver
con due copertine differenti, dedicando un’edizione illustrata per i
DE’ LONGHI TVB
In testa alla classifica
del campionato e del… pubblico!
Grande inizio di stagione per la
De’ Longhi Treviso Basket nel
campionato di Serie A2 Silver.
La giovane squadra di coach
Pillastrini, trascinata dalle
prodezze di Marshawn Powell
e dei suoi compagni, ha vinto 9
delle prime dieci partite ed è in
testa al campionato, dando spettacolo per il pubblico del Palaverde,
che accorre numerosissimo alle partite ed è affezionatissimo,
come testimonia l’invasione pacifica di campo dopo ogni gara con
i giocatori lì in campo a firmare autografi e a fare centinaia di foto
con grandi e piccoli. Non per niente quello di Treviso Basket è il
pubblico n° 1 d’Italia della Serie A2, con una media di circa 4000
persone a partita e un record di 4400. Vi piacciono le schiacciate di
Powell, le bombe di Fabi e Williams, gli assist di Pimto, le evoluzioni
di Negri? Allora vi aspettiamo alle prossime partite al Palaverde
della De’ Longhi Treviso Basket!
ragazzi e una solo testo per gli adulti.
La copertina proposta su questo numero della rivista La
Salamandra appartiene proprio a quest’ultima edizione.
Il romanzo narra due storie: quella di Mika Hernsteyn, ragazzino
ebreo e quella di Max Meierhauser, ufficiale tedesco di stanza
proprio nel ghetto di Mika.
La particolarità di questo libro
è proprio questa: ci regala il
doppio punto di vista, quello
dell’ebreo perseguitato ma
anche quello del soldato
tedesco
tormentato
dal
peso della responsabilità
storica delle sue azioni.
La giustificazione di aver
obbedito agli ordini emanati
dall’alto non placa infatti la
voce della sua coscienza.
Questa dualità è presente
proprio nella struttura del
libro che si compone di un
prologo, di una prima parte
in cui il protagonista è Mika, una seconda parte in cui è Max il
narratore e l’epilogo. Tutto inizia quando Mika, riceve in eredità
da suo nonno il suo cappotto. Subito scopre che non è un
semplice paltò perché suo nonno, appena erano state emanate le
leggi razziali, aveva cucito all’interno della fodera delle tasche e
all’interno di esse altre tasche: insomma dei nascondigli perfetti
per celare i beni più preziosi tra cui la chiave del suo laboratorio.
Il nonno si rifugiava infatti nella dispensa ore ed ore, impegnato
nel suo hobby segreto: costruire e decorare burattini.
Mika raccoglie completamente la passione del nonno e presto
diventa per tutti “il piccolo burattinaio di Varsavia”.
I suoi spettacoli, pur allestiti con la semplicità dei materiali
disponibili nella misera vita quotidiana, ottengono un gran
successo. Dalle strade, agli ospedali, all’orfanotrofio la voce delle
sue esibizioni corre veloce per tutto il ghetto. Un momento, un
luogo, due persone e il loro incontro: questo segnerà per sempre
le loro vite. Un giorno l’ufficiale tedesco Max Meierhauser si
accorge della maestria di Mika e lo obbliga ad allietare i suoi
commilitoni con i suoi spettacoli. Gli anni passano. L’escalation
di violenza aumenta nel ghetto di Varsavia, il più grande
dell’Europa. Il ghetto viene prima sgomberato, successivamente
assediato poi, nonostante la resistenza, raso al suolo. Mika e Max
prendono due strade diverse ma qualcosa li legherà per sempre:
lo scambio di un piccolo oggetto che segnerà “il passaggio del
testimone” nella narrazione. Abbiamo iniziato con l’incipit,
finiamo questa recensione con l’ultima frase dell’epilogo: “Ogni
volta che vedete un cappotto, anche se vi sembra un cappotto
qualsiasi, provate a immaginare cosa potrebbe celarsi tra le
sue pieghe, quali ricordi potrebbe nascondere nelle tasche.
Potrebbe sussurrarvi qualcosa, di notte. Magari ha tante storie
da raccontarvi, e molti tesori nascosti da farvi scoprire.”
Disponibile per il prestito in sede Città Giardino.
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10
SUMMER UNIVERSITY PERCORRENDO LA VIA DI SANTIAGO DE COMPOSTELA
Un’esperienza unica, amicizie per la vita e crescita personale
Ho sempre avuto una relazione controversa con la Spagna.
So che moltissime persone la adorano, molti miei amici e conoscenti non
smettono mai di ripetermi quanto amino la Spagna e gli spagnoli. Per quanto
mi riguarda però, la medaglia al merito per essere lo stato che preferisco di
più in Europa, va senza dubbio in altre direzioni.
E’ bastato poco, però, a far
crollare la mia forte avversione
per la terra iberica. Un giorno un
amico mi parla del “Camino de
Santiago” e da lì a poco mi son
ritrovato ad organizzare il mio
viaggio proprio per la Summer
University in questione. Io, in
Spagna? Chi l’avrebbe mai detto?
Ma alla fine AEGEE non esiste
proprio per ampliare i propri orizzonti?
Ero alla ricerca di un’esperienza forte, non mi bastava certo visitare una sola
città o un’area limitata, così come volevo vivere l’essenza piena del viaggio:
spostarsi comodamente con il bus o altro mezzo che sia, di certo non fa per
viaggiatori temerari come me. Volevo inoltre un viaggio ricco di storia e
cultura, riguardanti qualcosa di cui avessi, però, già una minima conoscenza.
Insomma, avevo trovato il viaggio perfetto. Ecco che, in men che non si
dica, mi son ritrovato a León, punto di partenza, carico dell’entusiasmo che
sempre viaggiare con AEGEE mi dà. Di certo avevano da ridire i miei piedi, li
potevo quasi sentir mormorare “te la faremo pagare per questo!”.
Prima tappa: León. Con scarpe ancora pulite e profumate, abbiamo
iniziato il viaggio visitando questa cittadina nel nord della Spagna. Quante
meraviglie in questa città; le antiche rovine, la grande cattedrale che un
tempo era solo una piccola chiesetta, il vecchio monastero diventato negli
anni chiesa, prigione, scuola, poi un campo di concentramento e infine un
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hotel di lusso. Ma se vi
dicessi che mi ricorderò
della città per la sua storia
e bellezze, mentirei.
La mia attenzione e
trepidazione, così come
quella di tutti gli altri
partecipanti, era rivolta a
quello che ci aspettava. E’
stato qualcosa di simile a
prendere un caffè prima
di salire in un aereo, non lo apprezzi davvero fino in fondo il suo
sapore.
Il cammino. Giunse il tempo di abbandonare i nostri confortevoli
letti e iniziare il lungo percorso verso Santiago. Cammino che
non si misura, non solo almeno, in chilometri, in quanto sporche e
malandate diventano le tue scarpe o in quanti calzini hai dovuto
buttare; nemmeno nel numero, sempre più ridotto, di muscoli che
ancora non fanno male. Ma che si misura, bensì, in francobolli.
Mi ha stupito molto, in un primo momento, che questa tradizione
secolare avesse così tanto in comune con la mania di collezionismo
moderna, ma di certo si dovevano collezionare almeno due
francobolli al giorno per ottenere la tua “Compostela”, il certificato
che si ottiene alla fine delle sofferenze del cammino. Fin da subito si
tendono a formare dei gruppetti di persone in base alla loro velocità
di cammino, ma non solo. A dire la verità, era maggiormente
determinante la volontà a fermarsi ad ogni bar, negozio, ristorante
- quel che si vuole - per ottenere un francobollo. Realizzando fin
da subito che la mia preparazione atletica non mi concedesse di
vantarmi quale “il più veloce” tra i pellegrini, e optando piuttosto per
il titolo del “più sfaticato”, è facilmente intuibile quanto la volontà di
cui parlavo poco fa fosse
forte in me, e in effetti mi
fermavo ogni qual volta si
presentasse l’occasione
per
aggiungere
un
francobollo alla mia
collezione.
Ben presto si formò
quindi il gruppo con cui
ho percorso gli oltre 100
km dinnanzi a me.
Cinque persone dalle vite completamente diverse e le cui strade il
destino ha voluto si incrociassero per vivere questa esperienza.
Che sia stato il caso o forse l’aura di santità del cammino che stavamo
percorrendo, o ancora il grande entusiasmo che mettevamo ogni
giorno, o la meraviglia derivata dal lasciare le città per ritrovarci
immersi in campi sterminati e foreste, non so dove cercare la
causa, so solo che, per quanto sembri surreale, trovo che esser
capitato proprio con le persone perfette con cui condividere questa
meravigliosa esperienza abbia dell’incredibile. Pensando a tutto
quello che abbiamo vissuto e condiviso, forte è in me la sensazione
che forze maggiori fossero all’opera.
Un segno come una macchia a forma di cuore nella gamba di una
nostra compagna di viaggio polacca, di certo non si può ignorare.
Sensazione che, credo, sia onnipresente nelle esperienze AEGEE.
Se penso che a portarci tutti lì, insieme, è stata una lettera di
motivazione per partecipare all’evento, la successiva accettazione
da parte del gruppo organizzativo e, prima di tutto, la scelta di
ognuno di lanciarsi in un’avventura come questa, a scapito di
pregiudizi (io, in Spagna? Ancora ho difficoltà a crederci…) e timori, mi
fa quasi venire i brividi.
11
Arrivo: Santiago e Finisterre. Cinque giorni a ritmi serrati, sveglia presto
e a letto presto, camminare 7-8 ore al giorno, passando da un “Albergues”
all’altro, 100 km e alla fine siamo arrivati alla vecchia città di Santiago.
E’ indescrivibile l’emozione che abbiamo provato nell’entrare in città.
Complici probabilmente anche i dolori in tutte le parti del corpo, l’aver
camminato per giorni in campi sterminati di girasoli, foreste e lontani
dal caos della civiltà, ma arrivare a Santiago e vedere poi la sua immensa
cattedrale, ci ha fatti sentire come se fossimo in una metropoli. Ancora
più impagabile l’esser arrivati a Finisterre (“fine della terra” in spagnolo)
e aver visto il tramonto e la luna poi.
A Coruña. Ma il viaggio
non era ancora finito. La
vera Summer University
è iniziata poi a Coruña.
Sistemazione in stanze
enormi, buon cibo in
abbondanza, visite in città
e varie lezioni e attività, in
pieno stile AEGEE.
Lezioni di surf, visita alla
città e alla torre d’ Ercole,
Tapas rally, relax in spiaggia giusto per fare qualche esempio. Per non
parlare poi delle feste, come il compleanno di AEGEE-A-Coruña.
PANINI E FAST FOOD
O DIETA MEDITERRANEA?
Con i ritmi frenetici a cui si è sottoposti
quotidianamente, i fast-food diventano un’ancora
di salvezza per quelle persone che hanno una pausa
pranzo molto breve o anche, grazie ai fast-food
che si trovano lungo le autostrade, per chi deve
viaggiare spesso. Essi sono, inoltre, un ottimo punto
di incontro per ragazzi giovani e familiari, dato che il
cibo non costa molto ed è gustoso.
Ma come ogni fatto e ogni cosa, i fast-food presentano anche un
lato negativo, in relazione, purtroppo, alla questione delicata e
sottile della salute!
Secondo una ricerca svolta in un’università americana, infatti, chi
assume giornalmente cibi provenienti dai fast-food è più soggetto
a rischi di infarto e a malattie che si sviluppano quando non si
assumono correttamente e in giuste dosi le sostanze nutritive da
cui dipende il coretto funzionamento del nostro organismo.
A tale scopo una delle diete più salutari è quella mediterranea
che comprende molta verdura e frutta, carne e pesce (anche se in
minori dosi), uova, legumi e oli. Seguendo questa dieta sviluppiamo
uno stile di vita sano ed equilibrato; aiutando così il nostro corpo a
vivere meglio e con maggiori energie.
È importante per tutti, senza differenza di sesso o età, seguire una
dieta sana.
I fast-food possono diventare nocivi soprattutto quando i clienti
diventano giornalieri, abituando il proprio sistema corporeo ad
assumere miscele di diversi grassi e zuccheri, come ad esempio il
grasso della coca-cola, che rendono il corpo dapprima scattante,
ma subito dopo stanco ed affaticato.
La corretta alimentazione va imparata fin da piccoli nelle
mense scolastiche, ma anche dalla propria famiglia e va seguita
correttamente evitando fast-food e altri luoghi, che offrono cibi di
scarsa qualità abbinati a determinate bevande che ci fanno sentire
momentaneamente bene, per poi rivelarsi un problema che può
danneggiare la salute.
Quest’ultima viene prima di tutto e deve essere tutelata seguendo
diete sane per poter vivere più a lungo e in modo migliore.
Se è vero che “siamo ciò che mangiamo” non è forse meglio essere
qualcosa di buono e sano?
Eva Pupo – Istituto Mazzotti
Che dire, ritrovarsi poi in aereoporto, in attesa di partire per tornare
a casa, con mille ricordi ed emozioni, guardare quello che stavo
riportando con me, una conchiglia, simbolo del cammino di Santiago,
la “Compostela”, a certificare il mio cammino di oltre 100 km, così come
le scarpe, già diventate ormai la mia medaglia al valore, ma soprattutto,
ricco di tutto quel vissuto, delle nuove amicizie ed esperienze, seppur
nella malinconia che quell’esperienza fosse finita, mi ha fatto lasciare la
Spagna con il sorriso.
Daniele
AEGEE, la tua chiave per l’Europa.
AEGEE è un’associazione studentesca nata nel 1985, con lo scopo
di permettere agli studenti d’Europa di viaggiare a budget ridotto e
incontrare studenti di altri paesi e quindi eliminare ogni xenofobia. Ha,
tra i suoi principi base, l’idea che i giovani siano il futuro dell’Europa
e che giochino quindi un ruolo importante! Non a caso l’associazione
è stata fondata nel corso di un’assemblea a Parigi a cui presero parte
700 studenti da tutta Europa, con la volontà di discutere sul futuro e
mettersi in gioco.
Oltre alla sede principale, si sono sviluppate molte sedi locali, dette
antenne, che promuovono attività locali e non solo! Apolitica, non
religiosa, no profit, AEGEE è l’associazione studentesca più diffusa
e conosciuta e, dalla sua nascita fino ad oggi, continua a promuovere
un’Europa unificata, la mobilità dei giovani e la creazione di una società
più aperta e tollerante.
Viaggiare low cost, quindi, è una delle possibilità che si hanno con
AEGEE! Il tutto grazie ad aiuti che L’UE offre, nonché all’attività di
studenti volontari delle varie antenne che organizzano cercando aiuti
e fondi. L’antenna AEGEE Treviso, ad esempio, propone costantemente
attività a livello locale: cineforum in lingua originale, aperitivi linguistici,
bacarate a Venezia… solo alcuni esempi.
Per informazioni: www.aegee-treviso.eu - www.aegee.org - Facebook
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12
LA MIA FAMIGLIA INDIANA
Eleonora è partita a Luglio per trascorrere
un anno in India, al giro di boa della sua
esperienza ecco il suo racconto:
Quando qualcuno mi chiede qualcosa a
riguardo della mia famiglia devo prima
riflettere: ma quale famiglia? Italiana o
Indiana?
Perché dopo 4 mesi trascorsi con la mia
famiglia ospitante, chiamarli mamma, papà
e sorella é stato semplice e spontaneo come
respirare e mi sono sentita parte di questa
famiglia sin dalla prima settimana.
Ma cominciamo dall’inizio. Quando ho
partecipato al concorso di Intercultura ho
indicato l’India perché mi sarebbe piaciuto
vivere in un paese completamente diverso
dove la globalizzazione non aveva ancora
livellato tutto: gusti, tradizioni, canzoni,
religione, spiritualità. Potete quindi
immaginare come mi sia sentita quando
la mamma di ha detto di una gravidanza
purtroppo interrotta nel 1997, anno della
mia nascita, e della sua convinzione che
l’anima di quel bambino fosse in me! Non
é bellissimo? Questo non sarebbe
potuto accadere nel mondo
occidentale.
Sono arrivata in India l’8 luglio,
così la mia famiglia ospitante mi ha
proposto di prenderci un impegno:
il giorno 8 di ogni mese avremmo
fatto qualcosa di speciale. Il primo
“anniversario” l’abbiamo festeggiato
con del cibo particolare: punjabi
samosa e hamburgers vegani.
Il secondo anniversario pensavo ci
fosse ancora qualcosa di speciale come nel
primo ma non vedendo nessun preparativo
mi sono messa il pigiama per andare a letto
ma quando sono uscita li ho trovati che
portavano un vassoio con 3 coppe di gelato
ognuno con due biscotti. Bella sorpresa!
Ho trascorso cinque giorni con mia sorella
all’università e mi è piaciuto molto capire un
po’ di più del sistema scolastico indiano, ma
le giornate più curiose ed interessanti della
mia esperienza, almeno sinora, sono state
quelle che ho trascorso a Bombay. Ci siamo
andati per fare acquisti in previsione di
un matrimonio al quale parteciperemo
e mi sono divertita un sacco ma
sopratutto mi è piaciuta immensamente
questa città che sembra magica, con
migliaia di negozietti tradizionali pieni
di colori cristallini e profumi che mai
avrei potuto incontrare in Italia. Non
mi stancavo mai di girare in quella città
così diversa ma familiare, preoccupata
solo di non perdermi nulla.
Per caso avete mai sentito qualcosa
circa i treni in India e gli incontri che
H•DEMIA, ULTIME NOVITÀ!
Come di consueto lo staff di H•Demia ti tiene compagnia con le
ricche novità del suo copioso e gustoso menù! Ci rivolgiamo a
te che sei un giovane buongustaio della musica, con la passione
per l’arte oppure per la recitazione. Hai fame di sapere, sogni di
solcare da protagonista il palcoscenico o di recitare davanti a
centinaia di persone, ma non sai come fare? In qual caso smetti
di ridere (sigh!) per la patetica metafora enogastronomica che ti
ho fin qui propinato (noi artisti ogni tanto ci lasciamo prendere la
mano!) e continua a leggere l’articolo. Ci faremo più seri.
Quindi, se non conosci ancora H•Demia sappi solo che è un luogo,
parecchio grande e altamente professionale costruito apposta per
te. Davvero. Non è una patacca commerciale che ti sto rifilando!
Vedere per credere! Ma tanto per farti salire l’acquolina (ops..
ancora…scusa!) devi sapere che H•Demia, in collaborazione con
DN Studio Project, con il Natale alle porte è in vena di regali! Hai
una band con un groove che spacca ma non avete i soldini per
registrare qualche traccia come si deve da portare in giro per i
locali? H•Demia ha in serbo un’offerta imperdibile (guarda bene
la nostra locandina promozionale): una diretta di 7-8 brani a soli
€ 250! Pazzesco vero? E allora che aspetti? Chiamaci e prenota
la tua sessione! E se per caso aveste il vostro bel seguito di fan
accaniti ma i locali vi chiudessero le porte comunque perché non
siete ancora troppo conosciuti o, ancora, non siete seguiti da
si fanno? L’ultimo giorno a Bombay ne
ho avuto uno. Mentre ero in treno una
ragazza seduta di fronte a me mi ha detto
che c’era un insetto sulla mia borsa e così,
dopo lo spavento, abbiamo cominciato
a chiacchierare e lei mi ha raccontato di
far parte di un’associazione che aiuta le
donne a far valere i propri diritti, dando
loro assistenza e sostegno. Mi sono sentita
davvero fortunata ad aver incontrato una
persona con i miei stessi ideali in un paese
così diverso dal mio. Che Dio benedica gli
incontri in treno!
Naturalmente non tutto è perfetto, a volte
mi prende l’ansia, le giornate allora sono
pesanti, ma la mia famiglia mi aiuta e fa il
possibile perché io tiri fuori queste paure,
perché parlarne è la cosa migliore! In questi
3 mesi ho fatto tanti progressi ma il cammino
è ancora lungo. Mai arrendersi e focalizzare
sempre bene il proprio obiettivo è il mio
mantra, ogni tanto un pochino mi manca
l’Italia ma il tempo passa veloce e io voglio
sfruttare al massimo questa fantastica
esperienza!
Articolo promozionale di H-Demia Fonderia dello Spettacolo
un’agenzia non disperate. H•Demia vi può produrre, registrare,
seguire fiscalmente e, non da ultimo, promuovervi: pacchetto
completo!
Sei un aspirante cantante? Attore? Ballerino forse? Vuoi
prepararti al meglio per provini, casting o audizioni, spendendo
il giusto e accompagnato dai migliori professionisti del settore?
Eccoci qua! Hai la passione per il musical? Beh, quale posto
migliore di H•Demia? Abbiamo in serbo un casting per il nostro
nuovo musical Un mondo…diverso! dove potrai confrontarti
con le grandi hit internazionali e con un cast di tuoi dotatissimi
coetanei, e un altro, pensate un po’ curato da uno tra i più celebri
interpreti italiani di musical, Giò Di Tonno! Non mi dite che non
rammentate la sua straordinaria interpretazione di Quasimodo in
Notre Dame De Paris di Riccardo Cocciante?
Chiamaci allo 0422 423692. Il nostro staff è qui per fornirti tutte
le informazioni del caso. Il mondo dello spettacolo è duro, certo.
Ma, se ti piace, sappi che non sei solo! H•Demia è qui!
Dimenticavo! Non ti interessa altro che cantare sotto la doccia,
magari senza disintegrarti le corde vocali? Vuoi solo imparare a
strimpellare la chitarra o a suonare due accordi con la tastiera?
Un corso di teatro o due passi di danza? Dai, facciamo anche
questo, ahah! A presto! Ti aspettiamo! E Buon Natale!
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14
IL MURO DI BERLINO IN UNA CANZONE, UN FILM E UN LIBRO
25 anni dalla “Caduta del Muro”
Il 9 novembre 1989 è una di quelle date, ovviamente per chi era già nato, che
rientra nella categoria dei giorni indimenticabili. Quel giovedì di 25 anni fa
non era necessario essere adulti ed esperti di geopolitica per comprendere
che le immagini trasmesse dalle televisioni avrebbero rappresentato un
momento di svolta per la storia tedesca, europea e mondiale. Anche ai miei
occhi di bambino di 9 anni, infatti, la caduta del muro di Berlino appariva un
evento fantastico e le scene di gioia e commozione unite alle parole eccitate
dei cronisti regalavano emozioni forti e speranze di pace e libertà.
LA CANZONE: Wind of Change – Scorpions (1990)
Il brano della band tedesca rappresenta senza dubbio la
colonna sonora della caduta del muro e della successiva
riunificazione delle due Germanie e rimane il singolo più
venduto di sempre in Germania.
La canzone, scritta dal leader del gruppo Klaus Maine, fu
composta nel 1989, un paio di mesi prima della caduta del
muro quando la band, impegnata in alcuni concerti in URSS fu testimone
AMNESTY INTERNATIONAL
Gruppo di Montebelluna
Buone notizie: Scott Panetti è stato condannato
a morte in Texas per un duplice omicidio
commesso nel 1992. La sua esecuzione era
prevista per il 3 dicembre 2014. Amnesty
International si è occupata ripetutamente del
caso di Scott, affetto da malattia mentale già prima di commettere gli
omicidi per i quali è stato condannato a morte. Per un periodo gli è stato
anche consentito di assumere la propria difesa legale. A un’udienza si
è presentato vestito da cowboy e nell’elenco dei testimoni chiamati a
deporre erano inclusi Gesù e il presidente Kennedy. Grazie anche alla
pressione di Amnesty International, l’esecuzione è stata sospesa.
“Con la sospensione a 11 ore dall’esecuzione, gli Stati Uniti rinunciano
a portare a termine il vergognoso omicidio di stato di stanotte, motivo
di grande preoccupazione negli USA e all’estero. Il Texas dovrebbe ora
rinunciare immediatamente alla richiesta di mettere a morte Scott Panetti”,
ha dichiarato Rob Freer, ricercatore USA per Amnesty International.
Il gruppo Amnesty International di Montebelluna sarà presente alla
mostra AFRICA. STORIE DI ANIMALI, UOMINI E COSE che si terrà
dal 5 dicembre 2014 al 17 febbraio 2015 presso il Museo Civico
di Montebelluna. Venite a trovarci per sapere di più su quello che
facciamo e sulle nostre campagne in atto!
diretta dell’energia delle nuove generazioni sovietiche desiderose
di divenire parte del resto del mondo. Il testo, ispirato anche dai
cambiamenti politici di fine anni ’80 in Europa dell’Est, celebra
l’aumento delle libertà per i popoli del blocco comunista e l’ormai
prossima fine della guerra fredda.
The world closing in / did you ever think / that we could be so close, like
brothers / the future’s in the air / I can feel it everywhere / blowing with
the wind of change
Tutto il mondo si raccoglie intorno / avresti mai pensato / che potevamo
essere uniti come fratelli? / C’è il futuro nell’aria / lo sento ovunque / che
soffia col vento del cambiamento.
IL FILM: Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)
Il film, vincitore di numerosissimi premi tra cui
l’Oscar nel 2007 come miglior film straniero, è
ambientato a Berlino Est nel 1984 e ha come
protagonista Gerd Wiesler agente della Stasi,
la polizia di stato della DDR costantemente
impegnata in opere di spionaggio dei propri
cittadini. Allo scrupoloso agente viene affidato
l’incarico di sorvegliare ed intercettare attraverso
microspie le vite del drammaturgo Georg Dreyman e di sua moglie,
entrando, poco a poco, nelle loro vite.
La pellicola offre uno spaccato veritiero e fedele della vita nella
Germania dell’Est ai tempi della guerra fredda in cui il sospetto era
una costante e le libertà personali e di espressione artistica erano
limitate dal regime.
IL LIBRO: Il tunnel della libertà di Ellen Sesta
Berlino 1961, la Germania dell’Est costruisce, con
l’appoggio dell’Urss, il Muro di Berlino e la città
diviene l’epicentro della guerra fredda. Le vite, gli
affetti, gli amori e le amicizie di molti berlinesi sono
spezzati e separati da chilometri di cemento armato.
Il libro racconta la storia vera di due italiani, Gigi e
Mimmo, che, per riabbracciare e donare la libertà
al loro amico Peter e alla sua famiglia, decidono di
scavare un lungo tunnel sotto al muro attraverso il quale far fuggire
a Berlino Ovest i loro amici. Nell’impresa saranno coinvolti altri
studenti, la CIA e la televisione NBC.
29 persone nel 1962 troveranno quindi la libertà percorrendo i
123 metri di tunnel accompagnati da Ellen Sesta, sorella di Mimmo
e narratrice di questo straordinario evento.
Paolo Binotto
15
LA MIA CITTA’ SOLIDALE - Aiutaci a farla conoscere!
Non è solo la città di Treviso ma tutti i suoi
cittadini under 30, i protagonisti del progetto “La mia città solidale”, curato dalla Cooperativa sociale Pace e Sviluppo di Treviso,
grazie al bando sui Diritti Umani promosso
dalla Regione Veneto.
Treviso è un bacino di esperienze, posti, idee e
proposte di sviluppo sostenibile per le persone, per l’ambiente: negozi, locali, luoghi di incontro, di cultura e approfondimento, spazi di
gioco e divertimento, eventi che hanno come
obiettivo la tutela ambientale e la solidarietà.
Ad esempio, locali che offrono bibite equosolidali o esercizi pubblici che propongono
menù biologici, con prodotti provenienti da
piccoli produttori agricoli.
Pochi li conoscono, tanti vorrebbero saperne
di più. Per questo nasce il progetto “La mia
città solidale” che ha come obiettivo quello di
realizzare una mappa interattiva con evidenziati tutti questi luoghi e queste esperienze.
Il progetto ha bisogno del contributo di tutti:
la Cooperativa Pace e Sviluppo curatrice del
progetto, vuole disegnare la città solidale insieme ai suoi giovani cittadini per questo invita tutti i lettori a far pervenire segnalazioni!
Ogni segnalazione sarà preziosa e solo in tanti
trevigiani under 30, potremo costruire la nostra Treviso ideale: la città sostenibile, a misura di persona e di ambiente.
Scrivici all’indirizzo info@4passi.org specificando:
- nome del luogo/evento/iniziativa che vorresti segnalato nella mappa;
- indirizzo preciso;
- la ragione per la quale può essere considera-
to un’esperienza che risponde ai criteri della
città solidale;
- una foto, un’immagine.
Le segnalazioni saranno raccolte fino al
31 dicembre 2014: poi sarà tempo di far
conoscere “La mia città solidale” in mappa
all’intera città!
Cooperativa sociale Pace e Sviluppo è una
rete di oltre 1800 persone che dal 1993 promuove un modo diverso di fare economia:
senza sfruttamento del lavoro e dell’ambiente. Con 11 punti vendita tra cui il più grande
negozio equo e solidale d’Italia, a Treviso: fino
al 24 dicembre, aperto tutti i giorni. Perchè a
Natale, regala solidale!
Info, indirizzi e orari: www.4passi.org
VITTORIO VENETO FILM FESTIVAL
VI^ edizione dedicata al conte della commedia all’italiana: Ugo Tognazzi
Il Vittorio Veneto Film Festival-Festival Internazionale di Cinema per
Ragazzi è giunto alla sua sesta edizione, per la quale sono previste
molte sorprese e molte novità rispetto agli anni precedenti. Il centro
storico di Serravalle, a Vittorio Veneto, accoglierà ospiti nazionali e internazionali, figure di spicco nel mondo della cinematografia. Inizierà
il 14 aprile con la serata di inaugurazione e si concluderà la sera di sabato 18 aprile con il Gala di Premiazione.
Riassumere la carriera di Ugo Tognazzi in poche battute è davvero difficile, soprattutto se si pensa al periodo d’oro che il cinema italiano stava
passando. Con la nascita della commedia all’italiana, fiorivano personaggi del calibro di Federico Fellini, Marcello Mastroianni (protagonista
indiscusso della precedente edizione del Vittorio Veneto Film Festival e
del Festival di Cannes), Anna Magnani, Sophia Loren, Alberto Sordi, Mario Monicelli. Si potrebbero citare nomi all’infinito, ma il sunto di tutto
ciò è l’incredibile potenza che il cinema nostrano riusciva a trasmettere
al mondo. La particolarità di fondo della commedia all’italiana stava di
unire il sarcasmo tipico del genere con la riflessione, trasmettendo in alcuni casi amarezza e disillusione nei confronti della società che si stava
sviluppando. Ugo Tognazzi rientra all’interno di questo filone già nel film
d’esordio I cadetti di Guascogna di Mario Mattoli, per poi passare alla
televisione con il programma gestito assieme a Raimondo Vianello Un
due tre dal 1954. Il successo indiscusso arriva negli inizi degli anni ’60,
con collaborazioni con
registi del calibro di
Bernardo Bertolucci,
riuscendo a vincere la
Palma d’oro nel 1981
con La tragedia di un
uomo ridicolo, dove
interpretava la parte di un imprenditore proveniente dalla zona della
Bassa Padana che architetta un piano disonesto per salvare il caseificio
dalla bancarotta. I film in tutto hanno raggiunto le quasi 150 pellicole,
dove la sua presenza è stata fondamentale per la riuscita di questi lungometraggi. Si pensi a I mostri di Dino Risi o alla trilogia di Mario Monicelli Amici Miei, dove recita la parte del conte Lello Mascetti alle prese
con scherzi esilaranti assieme alla combriccola composta da Rambaldo
Melandri (Gastone Moschin), Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), Guido
Necchi (Duilio Del Prete) e Alfeo Sassaroli (Adolfo Celi). il suo ingegno e
il suo humor ha reso celebre la cosiddetta “supercazzola”, termine usato
per delineare un insieme di parole unite senza alcun legame logico con
lo scopo di confondere il soggetto a cui è rivolto.
L’autenticità dei suoi personaggi, così come la sua incredibile professionalità, sono i motivi che hanno spinto il Vittorio Veneto Film
Festival a dedicargli la sesta edizione.
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16
VOCI DI FUORI, VOCI DI DENTRO
Martedì 28 ottobre presso l’Aula Magna
dell’ITT Mazzotti di Treviso si è svolta la
giornata di avvio della tredicesima annualità
del progetto “Voci di fuori, voci di dentro”,
un’esperienza formativa attiva che si basa
sul confronto tra studenti delle scuole superiori della provincia e
ragazzi detenuti all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Treviso.
Il progetto, promosso di concerto dal Coordinamento delle
Associazioni di Volontariato della provincia di Treviso, dall’Ufficio
Scolastico Territoriale XI e dall’Istituto Penale per Minorenni di
Treviso, in collaborazione con CPIA, Amnesty International, Nats
per… Treviso, La prima Pietra e Diamoci dentro, impegnerà gli
studenti da ottobre a maggio 2015.
6 le classi aderenti: 4°A del Liceo Scienze Umane Mazzini, 3°B Cat
e 5°A Liceo Scienze Umane ISS Casagrande, 4°E dell’ ITES RiccatiLuzzatti, 4°A del Collegio Vescovile Pio X e 4°DR dell’ ITT Mazzotti.
Gli studenti si confronteranno sul tema del Rispetto, inteso come
atto di amore e cura verso sé e verso gli altri, approfondendo il
tema osservandolo da sfaccettature differenti: il rispetto di sé e del
proprio corpo, della propria e altrui identità, il rispetto all’interno
della famiglia, alcune delle tematiche che saranno approfondite
dalle classi e dai ragazzi reclusi.
Il cuore del percorso si sostanzia nell’incontro faccia a faccia tra
mondi di vita differenti, che permette lo scambio di pensieri e
riflessioni intorno a tematiche comuni, ma che soprattutto consente
ai ragazzi coinvolti (di fuori, come di dentro) di lavorare su aspetti
importanti del vivere nel mondo con gli altri (quali il riconoscimento
dell’alterità), e del vivere in un contesto sociale più ampio,
contribuendo a promuovere il senso di cittadinanza attiva che si
esplica anche attraverso l’educazione alla legalità.
Il lavoro svolto sarà documentato dalla rivista Innocenti Evasioni,
curata dai ragazzi dell’IPM insieme a studenti esterni, con il supporto
dei volontari di Amnesty International e del Coordinamento
del Volontariato. Il materiale sarà disponibile sul sito www.
trevisovolontariato.org.
Per info e contatti: promozione@trevisovolontariato.org,
tel e fax 0422 320191
Erica De Pieri
4CU dell’ITS “Einaudi” di Montebelluna; 4I Liceo Scientifico “Da Vinci”;
5B Geo ITS “Palladio”; 4CU Liceo delle scienze umane “Duca degli
Abruzzi”; 4A Liceo Scienze umane “Mazzini”; 4B e 4DR ITT “Mazzotti”;
oltre al CPIA che segue i percorsi scolastici all’interno dell’IPM.
WORKSHOP PER SPECIALIZZAZIONE MUSICAL CON …GIO’ DI TONNO!
Domenica 11 gennaio 2015 si terrà presso la sede di H•DEMIA Fonderia
dello Spettacolo un CASTING per cantanti e ballerini presieduto dal
popolare performer Giò Di Tonno e dalla danzatrice Valentina Soncin.
Gli artisti selezionati avranno l’opportunità di partecipare ad un
workshop quanto mai formativo e altamente professionale curato da
Giò Di Tonno, Valentina Soncin ed altri valenti docenti di H•Demia.
Il percorso prevede nello specifico un totale di 16 incontri così ripartiti:
- 1 weekend di 16h nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile
- 2 weekend di 16h nei mesi di maggio e giugno
per un totale di 128h di formazione.
Il costo del workshop è di 150€ a weekend. Le modalità di pagamento
saranno concordate in sede di iscrizione. I due partecipanti più
talentuosi, scelti durante le audizioni, avranno diritto ad uno sconto
del 15% sul totale.
Alla fine del percorso sarà rilasciato un Attestato di frequenza e
Scheda di valutazione per eventuali referenze artistiche.
Durante gli incontri saranno approfondite le seguenti discipline:
canto (tecnica vocale, respirazione, intonazione, improvvisazione,
tecnica microfonica) • recitazione applicata al musical (studio del testo,
dizione, interpretazione) • movimento scenico • danza moderna e
contemporanea • laboratorio teatrale • storia
del musical e dello spettacolo
Concluso il seminario gli artisti iscritti al
workshop parteciperanno quale vero e proprio
cast artistico alla concreta realizzazione di 4
quadri di uno spettacolo che sarà un omaggio
all’opera moderna (Romeo e Giulietta, Notre Dame
de Paris, Les Miserables, I promessi sposi) e che verrà rappresentato in
estate nelle maggiori piazze italiane.
L’iscrizione al casting dovrà pervenire alla segreteria di H•Demia
(0422.423692) entro e non oltre venerdì 9 gennaio 2015.
Il programma d’esame prevede, per i cantanti, 2 brani a scelta in
lingua italiana e 1 monologo di 1 min. tratti dai seguenti musical
(Romeo e Giulietta, Notre Dame de Paris, Les Miserables, I promessi sposi,
Il fantasma dell’opera); per i ballerini una coreografia a scelta negli stili
moderni o contemporanei. Tassativo portare con sé basi originali in
mp3 su chiavetta usb.
Compatibilmente con gli impegni dei docenti, seguiranno poi più
precise indicazioni sul calendario del workshop. I minorenni saranno
ammessi solo se accompagnati da un genitore.
17
LA DISTRAZIONE ALLA GUIDA
Uno dei suoi tanti significati è “stato del pensiero rivolto altrove, e perciò assente dalla realtà”.
E’ la distrazione, troppo spesso compagna
di viaggio di automobilisti, ciclisti, autisti, di
tutti gli attori insomma che popolano le nostre strade.
Possiamo essere distratti da più di un fattore, alcuni purtroppo difficili da accantonare
come per esempio tensioni legate al nostro
vivere quotidiano, rabbia, gioia o altre emozioni che catturano la nostra attenzione,
distogliendoci anche se per brevi attimi da
quello che stiamo facendo.
Esistono però altri fattori distraenti, diventati ormai cattive abitudini, che dovremmo
cercare di mettere da parte per evitare sia le
conseguenze, potenzialmente gravissime di
un incidente stradale sia, nella migliore delle
ipotesi la multa.
Il codice della strada si propone di cercare di
abbattere alcuni di questi fattori distraenti,
vietando come noto, di usare durante la conduzione di un veicolo, radiotelefoni e/o cuffie
sonore come riporta l’art. 173 c2 e c 3bis,
che prevede una sanzione di 160 euro e la
decurtazione di 5 punti dalla patente.
Il predetto articolo è rivolto a chiunque stia
guidando un qualsiasi veicolo estendendo
pertanto il divieto anche al ciclista o a chi è a
bordo di un ciclomotore.
Risulta pertanto vietato ascoltare musica
con le cuffie durante una passeggiata in bicicletta, così come guidare un auto scorrendo
semplicemente la rubrica del nostro telefonino anche senza telefonare.
L’obbiettivo di questa norma è in generale
quello di evitare potenziali fonti di distrazioni, in particolare impedire che vengano
distolte le mani dal volante o dal manubrio
assicurando così al conducente una pronta
reattività in caso di necessità.
Altri tipi di distrazioni alla guida possono includere per esempio il regolare la radio o il
guardare lateralmente e non davanti a sé, lo
scambiarsi effusioni con la persona accanto
ecc... Tra i casi accertati di incidenti stradali,
oltre a quello purtroppo “di moda” che vede
far uso del già citato telefonino da parte del
responsabile, sono state segnalate anche
casistiche piuttosto particolari ma non per
questo meno gravi, quali la signora intenta a
rifarsi il trucco mentre guidava, il conducente impegnato a togliersi la giacca o intento a
leggere il giornale, fino ad arrivare al guidatore protratto all’indietro cercando di prender qualcosa sul sedile posteriore.
Tutti questi atti, chiaramente non accettabili in una situazione di guida, possono essere
sanzionati anche se non provocano la perdita
di controllo del mezzo, in quanto configurabili come atti che pongono il conducente non
in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, come previsto dall’art 142 c2 e c 11 del C.d.S..
Altri comportamenti sanzionabili sono quelli che vedono condurre un ciclomotore o un
motociclo reggendo il manubrio con una sola
mano nonostante non ricorrano situazioni di
necessità (per esempio indicare un cambio di
direzione) comportamento, questo, vietato
dal Codice della Strada che all’art. 170 c1 e
c6 prevede una sanzione di 80 euro, un punto in meno sulla patente e il fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni.
Questi tipi di comportamenti, all’apparenza
innocui e ritenuti “sotto controllo” da chi li
pone in essere, altro non sono che un rallentamento alle nostre capacità di far fronte ad
una situazione emergenziale cui possiamo
incappare circolando per strada.
Nel prossimo numero del giornale misureremo,
in termini di tempo e distanza, una distrazione
dovuta all’arrivo di un messaggio su Whatsapp…
18
FEDEZ INCOERENTE? RAGIONIAMO - Il rapper che traballa tra incoerenza ed evoluzione
L’idolo musicale più chiacchierato del momento è indubbiamente
Federico Leonardo Lucia (in arte Fedez), rapper e a tempo perso giudice
del più rinomato talent show d’Italia: X-Factor.
Da anti-politico a icona per un giorno del Movimento Cinque Stelle;
da refrattario al piccolo schermo a uomo dello spettacolo che, serata
dopo serata, lascia intravedere, oltre ai tatuaggi, il suo carattere, il suo
essere (e che essere).
La cosa puzza a molti.
Basti pensare al brano che l’ha lanciato di diritto nella classifica, “Alfonso
Signorini (eroe nazionale)”, nel quale Fedez rimarca la sua idea politica:
“chi fa politica e chi spaccia più o meno hanno la stessa faccia”.
Ma allora cosa sta succedendo nella testa del giovane Federico?
Cambiamento d’idee oppure i litri d’inchiostro nel sangue gli hanno
occultato la coscienza? Incoerenza o evoluzione dell’essere?
La prima risposta è la più scontata secondo i media: per loro Fedez non è altri
che un burattino messo davanti ad una telecamera alimentata ad ignoranza
da gente incoerente, come appunto lo stesso Fedez. (come sostiene Aldo
Grasso nel suo articolo “La comoda incoerenza del giudice Fedez”).
E se fosse il contrario?
Se gli ignoranti fossero i media che criticano un uomo sapendo
dell’intrigo che ci sta dietro senza porsi alcuna domanda?
Fedez, che preferisco chiamare Federico, è una persona come tante
altre, un essere umano che come tale ha il diritto di poter cambiare idea
riguardo un certo tipo di argomento.
Noi tutti, di principio, abbiamo il diritto, che preferisco chiamare dovere, di
poter cambiare il nostro modo di pensare, il nostro modo di vedere le cose.
Come un bambino cambia la propria squadra del cuore in base ai propri
gusti, anche noi cambiamo le nostre idee quotidianamente in merito alla
politica, alla musica, alla vita stessa.
Federico Leonardo Lucia non è altri che questo, un uomo come tanti che
sta attraversando un percorso di evoluzione interiore.
“Il tuo nome è stato scritto in matita per cancellarti una volta finita”, dice in
“Il Cigno Nero”, ed è proprio ciò a cui assistiamo, ora che il Cigno Nero
sta compiendo la sua rinascita, che venga cioè “cancellato” (liquidato), da
un foglio per appunti di alcuni giornalisti ed opinionisti, anche emeriti,
che infangano ingiustamente il nome di un uomo che fino ad ora, oltre
ai tatuaggi, ha mostrato tanta passione quanta professionalità nel suo
lavoro e davanti ad una telecamera che alimenta l’ignoranza.
Paolo Giovannini IV A (Ist. Mazzotti)
Tesi: Fedez non è incoerente, sta solamente avendo un’evoluzione del suo
essere. Incoerente è l’ambiente televisivo che manipola la coscienza dei
telespettatori presentando le cose come appaiono e nascondendo invece
i retroscena degli interessi affaristici presenti nel mondo dello spettacolo.
ENRICO BRIGNANO IN “EVOLUSHOW”
Padova, 19 dicembre
Il palco del Gran Teatro Geox di Padova
ospiterà il prossimo 19 dicembre una tappa di
“Evolushow”, lo spettacolo di Enrico Brignano.
L’attore romano torna a raccontare i nostri
tempi con uno show esilarante, due ore di
puro divertimento dedicate all’evoluzione dei
comportamenti e al nostro rapporto ormai
vitale con la tecnologia. Lo spettacolo è un viaggio attraverso
l’evoluzione, giocando con le sue contraddizioni e sorridendo di
qualche errore. Perché il cambiamento è inevitabile, bisogna sì
guardare al passato, ma è lecito farsi qualche domanda sul futuro.
Si tratta di un’evoluzione della specie o di una specie di evoluzione?
Il racconto si snoda all’interno di una scenografia tecnologicamente
avanzata, con un disegno luci suggestivo, arricchito dalle canzoni
originali del maestro Capranica e con la magia di presenze virtuali
che interagiscono con Enrico Brignano sul palco.
Per info: www.zedlive.com - Tel. 049/8644888
19
NON CI SARANNO PIU’ I “PROF” DEL SERALE?
Strana la sempre più insistente notizia che, per risparmiare, argomento
molto caro al Ministero dell’Istruzione e a tutti i governi, poco a poco
non esisteranno più le scuole serali. Non è che non ci saranno più corsi
serali, ma le scuole serali verranno chiuse e il servizio sarà dato dalle
scuole del diurno agli studenti adulti e lavoratori.
Cosa comporta questa scelta? Che i professori non saranno più
docenti del serale, quindi con un’esperienza didattica rivolta gli
adulti, ma professori del diurno con ore a disposizione per riempire
l’orario di cattedra e che, molte volte, non hanno mai chiesto di
insegnare di sera e ad adulti.
Bellissimo e acutissimo!
Forse, chi pensa queste cose non capisce che insegnare ad
adolescenti o adulti sono due cose molto diverse, e che in questo
modo si corre il rischio che ottimi professori della prima fascia
non abbiano le competenze o la sensibilità per rivolgere la loro
professionalità alla seconda.
Nella mia quasi trentennale esperienza non di rado mi è capitato
che professori inseriti nei corsi serali si rivolgessero a studenti
adulti con paternali che, se al diurno sarebbero state, forse,
efficaci, non venivano tollerate e producevano grossi problemi di
relazione e di motivazione allo studente stesso.
Non ci si può rivolgere, come molte volte ho visto, a un adulto,
dopo otto ore di lavoro, con impegni e problemi familiari con
“cattedratiche posture” del tipo ti dò una nota o con voti frustranti,
e assurdi sul piano docimologico/motivazionale, come i 4,3,2,1…..
fuoco. Oltre a tutto credo che queste valutazioni sarebbero
almeno da rivedere, come validità ed efficacia, anche nelle scuole
del diurno. Ma questo è altro argomento che mi riprometto di
affrontare.
L’adulto, quando ritorna tra i banchi, lo fa dopo precedenti percorsi
scolastici difficili, magari con fardelli di insuccessi che pesano e
che lo portano ad avere un profilo più complesso dell’adolescente.
Ad avere un rapporto con la scuola e con i docenti più delicato.
Servono approcci, metodologie molto diverse.
Un adulto è meno disposto a uno studio e ad applicazioni passive. È
già difficile convincere i ragazzi della validità, dell’utilità del nostro
buon metodo e di quello che diamo loro da fare. Con gli adulti lo è
ancora molto, ma molto di più. Gli impegni per la famiglia, per il
lavoro; per loro il tempo è di gran lunga ridotto rispetto ai ragazzi
e, quindi, più prezioso, più difficile a darsi. Più difficile ottenere la
loro fiducia e più facile da perdersi.
Speriamo che la voce di chiusura delle scuole serali resti solo una
vuota voce, come tante altre e assurde che si sentono nel mondo della
scuola. È fondamentale che la figura dell’insegnante delle serali resti
una figura specializzata verso questo compito. Questo per il successo
della scuola stessa che offre questo servizio, per il successo dei docenti
impegnati in questo delicato compito, ma soprattutto per quelle
persone che, con enorme sacrificio, decidono di ripartire a studiare.
Non dare a loro tutto il supporto, anche professionale possibile
sarebbe un enorme errore, un’ingiustizia vera e propria.
Non dimentichiamolo, uno Stato degno deve fare di tutto perché i suoi
cittadini non smettano mai di formarsi dando loro tutti i mezzi perché
questo possa farsi nel miglior modo possibile.
Prof. Roberto Franzin
C.P.I.A. Treviso - Ist. Penale per i Minori
LO SPRAY ANTIAGGRESSIONE
Come Istruttore di Difesa Personale spesso consiglio
di munirsi di uno spray antiaggressione, che i miei
allievi siano donne o uomini. Vediamo il perché.
Lo Spray OC (Oleoresin Capsicum), conosciuto
comunemente quale “spray al peperoncino”, è
divenuto legale in Italia con il Decreto Ministeriale
103 del 12 Maggio 2011, che con la successiva
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato
in vigore nel 2012. Tale norma regolamenta
il giusto acquisto ed utilizzo di questo ausilio
caratterizzato dalla sua libera vendita, ma anche
da un regolamento ben preciso che può far incorrere in una sanzione
pecuniaria nonché giuridica quando non conosciuto. Perché utilizzarlo?
Perché grazie ad esso abbiamo la possibilità di difenderci senza dover
ricorrere a sostegni ben più invasivi, grazie ad esso possiamo difenderci
da aggressori multipli, grazie ad esso abbiamo una possibilità di
sopravvivenza anche senza essere esperti di difesa personale, essendo
la sua efficacia media del 83%! Bisogna però capire che il fai da te
non è mai il giusto mezzo per un corretto uso. Workshop informativi,
eseguiti da personale competente, aiutano a capire in che modo agire
e come metterci al sicuro da errori causati dall’ignoranza di settore. La
consapevolezza e la prevenzione ci aiutano a difenderci in questi tempi
moderni che non danno tregua a chi vive una vita comune. Avendo avuto
la possibilità di un ausilio di questo genere, perché non utilizzarlo al
meglio? Tutti noi possiamo essere artefici della salvaguardia personale
e di quella dei nostri conoscenti ed amici, basta informarci ed attivarsi,
basta volerlo aprendo gli occhi e la mente.
Ivan Reyes - Istruttore Tattiche Difensive.
Si accettano buoni pasto
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€ 6,50
€ 11,70
€ 12,70
€ 12,70
€ 12,70
€ 13,70
€ 16,30
€ 12,70
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€ 11,70
€ 8,50
€ 12,70
€ 13,70
€ 2,40
20
NOI E LE NOSTRE FIGLIE
“Era come ci fossimo svegliati da un sogno, non c’eravamo mai accorti di nulla e un
giorno ho aperto la porta del bagno e ho visto mia figlia nuda: uno scheletro. Da
quel momento non ho avuto più pace, sono angosciatissima. Ci aiuti dottoressa,
ci aiuti a salvare nostra figlia”.
I genitori si rivolgono all’ABA nel momento in cui sono angosciati per la
scoperta che hanno una figlia che soffre di disturbi alimentari. Vogliono
aiutarla a vivere, vogliono che la figlia ricominci a mangiare o smetta di
vomitare. L’Aba li accoglie, ma non è facile aiutarli perché prima devono
capire che cos’è questa sofferenza che si chiama anoressia o bulimia e
perché è capitato alla loro figlia.
Solo cercando di capire possono
arrivare a spegnere un po’ la loro
angoscia, perché se continuano
ad essere angosciati non
potranno aiutarle le loro figlie.
L’Aba chiede loro di ripercorrere
la loro storia come coppia, la
storia delle loro famiglie, di
ricostruire sull’albero genealogico i dolori della famiglia, quale è (o era)
il rapporto con i loro genitori e fra i loro genitori. Come si sono incontrati
come coppia e che cosa li sta tenendo uniti.
Il loro vissuto è all’inizio spesso un vissuto di rabbia e anche di vergogna,
sicuramente di impotenza. Infatti devono capire che né le suppliche, né
le minacce porteranno alcun frutto. Occorre arrivare alla comprensione,
occorre che si inteneriscano di fronte alla sofferenza della figlia, occorre
che arrivino a capire che è una persona fragile in quel momento (e forse lo
è stata da sempre fin da quando andava alla Scuola materna) e che invece,
non mangiando, si crede onnipotente, si crede forte.
La figlia ha un obbiettivo e vuole mantenerlo: dimagrire.
Spesso sente l’interessamento dei genitori e il loro insistere perché mangi
un remare contro di lei, un fare opera di sabotaggio contro il suo Progetto.
E così è in realtà. Noi iniziamo con il dire loro che non devono chiedere alla
figlia di mangiare, di non guardare nel suo piatto.
Domanda impossibile perché è attraverso il nutrimento che sono
passate le cure e l’amore materno; la figlia è già tanto magra e
non offrirle il cibo mette in pericolo la sua sopravvivenza: è come
lasciarla morire.
E’ doloroso ma, in quel momento, l’angoscia è così grande e l’amore
e la pietà sono così potenti che i genitori ci provano. E’ difficile.
E’ contro le regole delle natura. Talvolta ci cascano e dicono
pietosamente alla figlia: “Mangia solo questo! L’ho fatto per te.
Siediti a tavola con noi”, ma poi si riprendono e cercano di stare alle
indicazioni, benché crudeli, dell’ABA.
“Come si fa a non offrire del cibo a nostra figlia che sta distruggendo il
proprio corpo? Non lo sa che ha un corpo e che il corpo ha le sue di regole?
Non le abbiamo inventate noi. Non ne ha consapevolezza?”
“No. Non ne ha consapevolezza!”
Come è possibile questo? Non vede che è pelle e ossa? Non vede che ha
una taglia da bambina? Come fa ad andare in palestra tutti i giorni?“
Insieme ai genitori si inquieta tutto il resto della famiglia; le sorelle
e i fratelli rimangono muti o mostrano apertamente la loro rabbia
per la sorella che tiene i genitori così occupati, che ha alterato la vita
familiare. Nel caso in cui la sorella sia bulimica tutta la famiglia, al
contrario, deve fare a meno dei dolci, delle merendine, delle cose
da mangiare che si possono tirar fuori dal pacchetto, nella vana
speranza che, non tenendo in casa molto cibo, la figlia non si abbuffi.
Momenti di tensione e di silenzio pesante alla fine del pasto. “Dove
va? Va in bagno?” “Che rumore viene dal bagno?”
Si guardano attoniti e smarriti.
“E perché nostra figlia non esce più? Perchè se ne sta sul divano?
Nostra figlia dice che le sue amiche
e i suoi amici si sono allontanati,
ma lei si rifiuta da mesi di uscire
con loro, forse gli amici non hanno
più il coraggio di invitarla? Ora non
vuole più andare a scuola, dice che
vuole andare in un’altra scuola
perché non sta più bene lì. Appena
si avvicina alla Scuola le viene il
panico. Desidera scappare. Che cosa dobbiamo fare? Portarla di forza?”
Domande, domande, domande. Notti insonni, passate a pensare
che cosa hanno fatto di male, perché non sono riusciti a evitare
questo dramma alla loro figlia.
I genitori iniziano a leggere tutto il possibile per cercare una luce,
una risposta.
Anche a Scuola c’è l’allarme. I professori si chiedono e chiamano
l’ABA per chiedere che cosa fare. I compagni, le amiche più care,
vengono all’ABA e ci chiedono: “Che cosa possiamo fare?”
Tutte e tutti sono messi al lavoro. Tutte e tutti iniziano a provare dei
sentimenti, delle emozioni nuove, sconosciute, suscitate da questa
sofferenza senza perché. Inizia la collaborazione terapeutica,
al posto delle domande i genitori portano racconti della vita
familiare o personale, riconoscimenti non avuti o dati, parole non
dette, segreti custoditi da loro, ma anche dalla famiglia di origine.
Richieste non ascoltate, parole e carezze che non state offerte e/o
scambiate. Rabbie e rancori trattenuti.
“Ne usciremo? Guarirà? Capiremo? Capirà? Finirà questo incubo in cui
siamo tutti precipitati?”
“Finirà. E starete tutti meglio di prima. Capirete e starete meglio
insieme. Non stavate proprio bene insieme neppure prima, al contrario
di ciò che pensavate. Non vi parlavate molto o vi parlavate troppo, con
troppa distanza o senza distanza. Vostra figlia e voi siete fragili, c’è un
guado da oltrepassare. C’è un guado da oltrepassare. Anche voi dovete
oltrepassarlo, non solo lei. E’ diverso essere genitori di una bambina o
essere genitori di una giovane donna. Dovete passare il guado anche voi.
Non fare solo il padre e la madre, ma diventare anche voi un uomo e una
21
donna. Quando sarete aldilà del guado ringrazierete vostra figlia”.
Sono increduli. “Che cosa ci dice dottoressa, la ringrazieremo?”
“Sì certo, la ringrazierete perché occorreva rilavorare la terra del giardino e
riseminare i fiori, perché crescessero più belli. Ecco, siete venuti all’ABA per
imparare a fare i giardinieri che curano le loro piante e i loro fiori con amore”.
Dr.ssa Giuliana Grando
Responsabile Aba di Venezia
L’ABA offre uno spazio a tutti i genitori, anche ai genitori le cui figlie
o figli non soffrono di un disturbo alimentare o anche per quelle
figlie o figli che, se pur soffrendone, sono curati altrove.
L’ABA collabora con le Scuole, di ogni ordine e grado, per Progetti
di formazione e prevenzione rivolti agli studenti, agli insegnanti e ai
genitori.
Il Servizio ABA PORTE APERTE offre uno spazio di accoglienza
libero ogni primo giovedì del mese, dalle ore 13 alle ore 15.
ABA
Associazione per lo studio e la ricerca sui disturbi del comportamento alimentare
www.bulimianoressia.it
Per ogni informazione contatta il numero verde 800-165616 o
scrivi a info@bulimianoressia.it
Per appuntamenti e dettagli sul costo dei colloqui puoi contattare:
Centro ABA di Venezia: Dorso Duro 3648/A (fondamenta Rio
Novo), 30123 Venezia
Telefono: 041/5229548 (Orari di risposta al telefono: da lunedì a
venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Referente dott.ssa Giuliana Grando
“ABA porte aperte”: ogni primo giovedì del mese colloquio preliminare con un terapeuta, prenotando l’appuntamento telefonicamente.
CONCERTI & SPETTACOLI
Cristina Zavalloni & Brass Bang! - 16/12
Teatro Comunale Mario Del Monaco - Treviso
Enrico Brignano - 19/12 - Gran Teatro Geox - Padova
Decamerone - 19-20-21/12
Teatro Comunale Mario Del Monaco - Treviso
Biagio Antonacci - 20/12 - Arena Spettacoli Padova Fiere - Padova
Anima Caribe - 20/12 - Mattorosso - Montebelluna (Tv)
Giorgio Barbarotta - 20/12 - Mag. Borgo Pieve - Castelfranco V.to (Tv)
Il lago dei cigni, Balletto di Mosca - 25/12 - Gran Teatro Geox - Padova
Lo schiaccianoci, Balletto di Mosca - 26/12 - Gran Teatro Geox - Padova
Kicca - 26/12 - Mattorosso - Montebelluna (Tv)
El Cuento de la Chica y la Tequila - 26/12 - Home Rock Bar - Treviso
Club Dogo - 27/12 - Supersonic Music Arena - San Biagio di Callalta (Tv)
The Soul Man Band - 30/12 - Mattorosso - Montebelluna (Tv)
Anastacia - 15/1 - Gran Teatro Geox - Padova
Jan Lisiecki - 15/1 - Teatro Comunale Mario Del Monaco - Treviso
Willi Mazzer & The Headhunters - 16/1 - Antica Osteria Zanatta - Varago (Tv)
Tango Jazz Quintet - 18/1 - Teatro Eden - Treviso
Opera: Il Turco in Italia - 26-28-30/1
Teatro Comunale Mario Del Monaco - Treviso
Bach Net Works - 31/1 - Teatro Comunale Mario Del Monaco - Treviso
Enrico Bertolino - 31/1 - Teatro Jacopo Da Ponte - Bassano del Grappa (Vi)
Le Luci della Centrale Elettrica - 6/2 - New Age - Roncade (Tv)
Bandabardò - 7/2 - New Age - Roncade (Tv)
Afterhours - 12/2 - Teatro Nuovo Giovanni da Udine - Udine
El Angel Rojo - 14/2 - Antica Osteria Zanatta - Varago (Tv)
Quintorigo & Roberto Gatto - 18/2 - Teatro Eden - Treviso
CASTING PER MUSICAL
SEGUE DA PAG. 1
In quel frangente la nostra compagnia è stata ospitata fuori concorso
quale vincitrice dell’anno precedente con il musical Night Lives.
“Un mondo…diverso!” (testo scritto inedito e brani musicali editi)
canta di amicizia, fratellanza, del rifiuto della guerra e di ogni forma di
razzismo, ma è a suo modo anche un omaggio a tutti coloro facciano
dell’arte il proprio mestiere, perché è la cronistoria di una compagnia
alle prese con l’allestimento di un musical (prove, backstage, debutto)
in stile Saranno famosi o Chorus Line.
Se hai dunque una forte propensione al canto, alla recitazione e alla
danza, ti piace il musical e vuoi misurarti con te stesso in un contesto
formativo altamente professionale, non esitare! Chiama lo 0422
423692 o scrivici all’indirizzo mail hdemiafonderiadellospettacolo@
gmail.com e prenota la tua audizione. Il cast si terrà in due tranche
domenica 20 dicembre 2014 e sabato 17 gennaio 2015 presso la
nostra sede di Via Fonderia 103, Treviso. L’ordine delle audizioni,
per comprensibili esigenze organizzative, sarà concordato con il
Direttore Artistico. Le iscrizioni devono pervenire entro e non oltre il
venerdì precedente all’audizione.
Programma cantanti: 1 brano a scelta in lingua italiana e 1 in lingua
inglese (basi mp3 su chiavetta usb) oltre a uno tra i seguenti brani:
per gli uomini Pride (U2) o Friends will be friends (Queen) o Black or
White (Michael Jackson); per le donne When you believe (W. Houston e
M. Carey), The Power of love (Celine Dion version) o Respect (A. Franklin).
Sono ammessi anche duo e gruppi corali.
Programma ballerini: 1 coreografia a scelta e una tra i seguenti stili:
breakdance, hip hop, flamenco, danza del ventre, danze africane e
danza contemporanea (basi mp3 su chiavetta usb). Sono ammesse
anche crew.
Programma attori: 1 monologo a scelta (max 5 min.).
Si richiede una minima presenza scenica. I minorenni saranno
ammessi solo se accompagnati da un genitore.
Istituto Scolastico Paritario
“G. Mazzini”
LICEO DELLE SCIENZE UMANE
opzione ECONOMICO SOCIALE
Stai cercando la scuola
Hai fatto la scelta
dopo le medie?
sbagliata?
VIENI DA NOI!
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“TANTO SO GIA’ QUELLO CHE PENSI,
VUOI, CHIEDI”
È una frase che spesso i genitori dicono ai figli e che
talvolta i ragazzi pensano rapportandosi ai propri genitori.
È una frase che è emersa anche durante una nostra attività,
in cui genitori e figli si sono confrontati sull’uso di Internet.
Volevamo che figli e genitori trovassero di comune
accordo strategie di tutela per una sicura navigazione in
Internet, partendo dalle loro diverse conoscenze, dai loro
diversi punti di vista e dalle esigenze degli uni e degli altri. Ne è nato un
conflitto perché la realtà dei figli e quella dei genitori molto spesso non
combaciano. Spesso i genitori non sanno come i loro figli usano Internet,
cosa fanno in rete e non comprendono le motivazioni che spingono i
ragazzi a trascorrere molto tempo al computer, d’altro canto i ragazzi
considerano frequentemente i loro genitori degli analfabeti digitali, non
comprendono il perché di divieti e tempi imposti per la navigazione e
talvolta sottovalutano le conseguenze di azioni virtuali che hanno poi
ricadute nel mondo reale.
Quando ci rapportiamo con qualcuno, ciascuno di noi gioca un proprio
ruolo e gli altri lo vedono anche per il suo ruolo, nello specifico genitore
da un lato e figlio dall’altro. E quando rispetto al ruolo e agli obiettivi che
abbiamo, percepiamo che l’altro si comporta in modo diverso da come ci
aspettiamo e da come vorremmo, nasce il conflitto...
Ma un proverbio africano dice: “Non vi sono mai due persone che non si
capiscono; vi sono solo due persone che non hanno discusso …”
Se sei curioso di sapere come va a finire cerca su youtube il video
“GENITORI E FIGLI confrontiamoci” di provincia treviso e guardalo da
solo o con i tuoi genitori… scoprirai come convincerli che quando usi
internet non fai niente di male.
Dott.ssa Paola Stefanelli e Dott.ssa Mara Quarisa
Provincia di Treviso - EDUMECOM
Centro di Eccellenza per l’Educazione
ai Media e alla Comunicazione
COSA VUOL DIRE
ESSERE “PEERS”
SEGUE DA PAG. 1
Nella scuola che frequento siamo un gruppo di Peers molto
vario, andiamo dalla terza classe alla quinta, alcune persone
vengono anche dal serale. E’ incredibile come durante tutto
il mio primo anno io abbia potuto stare a contatto con quasi
tutti senza conoscere veramente nessuno.
Martedì siamo partiti in corriera, eravamo ventidue ragazzi e
due professori e nessuno di noi aveva veramente intenzione
di stare con tutti gli altri, vi erano quindi i soliti gruppetti;
alcuni più grandi altri più piccoli.
Appena arrivati in questa struttura siamo stati accolti da un
educatore di nome Giorgio che ci ha subito fatto accomodare
in una sala. Giorgio ci ha posto qualche domanda generale e poi
ha cominciato fare domande solo a me. Non mi sentivo sotto
interrogazione anche perché quale professore chiederebbe
mai: “Cosa ti fa stare bene?”. Giorgio invece ha fatto questa
domanda a tutti noi, uno per uno, ci ha anche domandato se
ci piaceva il nostro nome, e altre cose per conoscerci. Non
la smetteva di salire e scendere dai tavoli e dalle sedie e si
vedeva che aveva a cuore quello di cui stavamo parlando.
Tutti abbiamo dato risposte molto diverse ma anche molto
uguali, abbiamo capito che la maggior parte di noi si sente
bene quando è libera di esprimersi, di sfogarsi quindi quando
pratica il proprio sport qualunque esso sia. Abbiamo parlato
anche degli amici, di chi sono i veri amici, e siamo arrivati alla
conclusione che i veri amici non ci giudicano mai.
Dopo questa introduzione Giorgio ci ha portato in un’altra
stanza dove vi erano delle poltrone sistemate a semicerchio,
ci siamo accomodati e abbiamo indossato le cuffie bluetooth.
Il nostro percorso meditativo è cominciato a occhi chiusi,
con della musica rilassante e Giorgio che ci chiedeva di
metterci il più comodi possibile e ci parlava del nostro corpo,
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di quante cose possiamo fare grazie ad ogni parte di esso e di
quante cose dobbiamo ancora fare. Ci ha spiegato come i nostri
piedi e le nostre gambe ci possano portare ovunque, a scalare
alte vette, a camminare nelle spiagge e ad incontrare gli amici. E
le nostre mani, che accarezzano le persone care, che si muovono
frenetiche per assecondare i nostri discorsi… le nostre braccia,
che possono abbracciare gli amici, stringerli forte e non lasciarli
più andare.
I nostri polmoni, che si riempiono d’aria costantemente portando
ossigeno al sangue pompato dal nostro cuore. Il cuore! Che batte
forte quando siamo emozionati che un giorno o l’altro smetterà
di battere.
Credo che ognuno di noi in quel momento si sia visto passare la
vita davanti, per me è stato così. Ho rivisto volti, sentito risate e
provavo una profonda malinconia per i giorni passati ma anche
felicità poiché sentivo che la vita non era ancora finita che
sarebbe andata avanti ancora e che avrei vissuto ancora delle
belle esperienze.
Infine Giorgio è passato a raccontarci dei nostri polmoni, ovvero
l’argomento centrale della giornata, ci ha guidato in un viaggio
immaginario dentro il corpo di un fumatore partendo dalla
bocca come fosse una caverna e camminando in cunicoli sempre
più stretti ricoperti di una sostanza nera e catramosa, il fumo
regnava sovrano in tutti i luoghi, dalla faringe in poi, con il suo
odore soffocante tale da dover trattenere il respiro, e gli alveoli
erano minuscole, claustrofobiche, nere stanze dalle quali siamo
fuggiti.
Il viaggio nel corpo di un non fumatore è stato sicuramente più
piacevole, ogni parte del percorso era rosa e in salute, il cuore
batteva ad un ritmo regolare e l’aria era fresca e piacevole.
Ci ha fatto capire molto bene la differenza fra lo stare bene con
il nostro corpo ed essere invece oppressi dal fumo e dai problemi
che causa e ci ha chiesto di fare la nostra scelta.
Dopo esserci tolti le cuffie Giorgio ci ha lasciato del tempo per
scrivere quello che avevamo provato.
Non mi era molto chiaro cosa avrei dovuto scrivere ma mi sono
impegnata molto per trasmettere le emozioni che ho provato
perché sono state forti e vorrei tanto ringraziare chi me le ha
fatte provare.
So bene che scelta compiere, non ho dubbi perché non ho mai
fumato e so da sempre che fa male e grazie al progetto Peer ora
sono più informata e posso anche informare gli altri sui rischi
del fumo.
Non fumo. Lo faccio per me e per la mia salute, per vivere bene.
Perché tutti abbiamo bisogno di vivere, di provare emozioni o
correre, viaggiare, nuotare, lottare. Abbiamo così tante cose da
fare da provare. Dovremmo cominciare a pensare che i vizi, le
dipendenze, ci legano, ci rendono impossibile essere liberi.
Infine ci è stata data la possibilità di esporre agli altri le emozioni
provate durante la meditazione, ho ascoltato gli altri con
attenzione e ho visto come ognuno di noi ha vissuto l’esperienza in
modo diverso, c’era chi piangeva e chi sorrideva, si capiva che per la
maggior parte è stato qualcosa di forte come lo è stato per me.
Ho parlato per ultima dato che nell’altra stanza avevo cominciato io.
Ho pianto, come altri, e ho raccontato la mia storia, tutta la mia storia,
a dei quasi sconosciuti e mi hanno detto che mi rispettano, che sono
coraggiosa e forte.
E’ bellissimo quando capisci che la gente ti considera forte, vuol dire che
ci stai riuscendo, che stai superando tutti gli attimi brutti della tua vita.
Volevo dire molto in quel discorso e molto ho detto.
Ho cercato di far capire a tutti che la vita è importante, che non
possiamo abbandonarla perché abbandoneremmo delle persone che
hanno bisogno di noi. Ci sono sempre persone che hanno bisogno di noi,
magari ancora non le conosciamo o forse loro ancora non ce l’hanno
detto ma ci sono. E poi la vita è bellissima e vale la pena viverla anche quando cadi e
ti fai male, anche quando ti sembra di non avere una via d’uscita dai
tuoi problemi.
Vale la pena solo per la possibilità che abbiamo di incontrare persone
speciali, amici da abbracciare, amori che ci faranno battere il cuore,
aria frizzante da respirare e lacrime da piangere per ragioni importanti
o meno, e ci sarà qualcuno che ce le asciugherà o impareremo ad
asciugarcele da soli ma la vita è importante.
Non siamo degli errori, altrimenti non esisteremmo nemmeno, facciamo
degli errori, ed è ovvio, ma nulla è irreparabile.
Io sono qui, ancora qui, per le persone che mi amano anche se quando
avevo bisogno di loro ancora non le conoscevo, ma sapevo che erano da
qualche parte intorno a me, dovevo solo alzarmi e combattere, e vivere.
Solo vivere.
Credo che l’attività in sé sia servita molto a noi come gruppo, ho notato
questa differenza nella disposizione dei posti in corriera durante il
ritorno. Eravamo tutti molto più uniti, più ben disposti l’uno verso
l’altro, si respirava aria di malinconia e confessioni ma anche di allegria
e nuove amicizie.
Penso sia un buon inizio dell’anno scolastico per noi Peers.
Anna – Istituto Alberini
Rivista interscolastica ed universitaria bimestrale a diffusione gratuita
Anno VIII n. 51 - Reg. Tribunale Treviso n. 50 del 16-01-07
Impaginazione: www.anomaliecreative.it
Stampa: Trevisostampa Srl (Villorba - Tv)
Direttore Responsabile: Paolo Binotto
Editore: Paolo Binotto - paolo@lasalamandra.eu - Tel. 328.6994839
Sede: Via B. Marcello 16 - Treviso