Pianista OLLI MUSTONEN

Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì, 5 maggio 2014 – ore 21.00
SERIE «Festival Omaggio a Milano» 2014
Violoncellista
Pianista
STEVEN ISSERLIS
OLLI MUSTONEN
DMITRI SHOSTAKOVICH (1906 – 1975)
Sonata in re minore per violoncello e pianoforte op. 40
Allegro non troppo; Allegro; Largo; Allegro
SERGEI PROKOFIEV (1891 – 1953)
Ballata in do minore per violoncello e pianoforte op. 15
OLLI MUSTONEN (1967)
Sonata per violoncello e pianoforte (2006)
Misterioso; Andantino; Precipitato; Con visione
JEAN SIBELIUS (1865 – 1957)
Malinconia per violoncello e pianoforte op. 20
Cantique (Laetare anima mea) op. 77 n. 1
Devotion (Ab imo pectore) op. 77 n. 2
SERGEI PROKOFIEV
Sonata in do maggiore per violoncello e pianoforte op. 119
Andante grave; Moderato; Allegro, ma non troppo
STEVEN ISSERLIS - Acclamato solista e partner dei principali direttori, è ideatore di progetti di musica
da camera e impegnato in ricerche musicologiche. Come camerista ha ideato numerosi programmi per le
maggiori sale concertistiche (Wigmore Hall e 92nd St Y di New York) e per i Festival di Salisburgo e
Verbier. Questi progetti speciali hanno esplorato la musica ceca, le affinità tra il violoncello e la voce
umana, vari aspetti della vita e dell’arte di Schumann, l’opera di Taneyev (allievo prediletto di Ciaikovski che
insegnò anche al nonno di Isserlis, Julius Isserlis) e la serie “In the Shadow of War” per Wigmore Hall. Ha
suonato con T. Adès, S. Hough, O. Mustonen, K. Gerstein, D. Várjon, J. Denk, J. Bell, J. Jansen, P. Frank e
T. Zimmermann. Isserlis nutre grande interesse per gli strumenti d’epoca e si è esibito con le più importanti
orchestre di strumenti originali; è anche un fiero sostenitore della musica contemporanea e ha collaborato
con i più celebri compositori presentando nuove opere come The Protecting Veil di J. Tavener, Cello Concerto
in One Movement di W. Rihm, Lieux retrouvés di T. Adès, la Sonata per cello e mano sinistra di S. Hough e
opere di Kurtág. La registrazione delle Suites di Bach ha ricevuto l’Instrumental Disc of the Year e Critic’s Choice
della rivista Gramophone. Oltre al disco con Várjon dedicato a Schumann, ha registrato le Sonate di Brahms
con Hough, un disco con Adès e il Concerto di Dvorak con la Mahler Chamber Orchestra e Harding.
Recentissima la pubblicazione dell’Integrale di Beethoven con il fortepianista Robert Levin. Scrivere e
suonare per i bambini è un’altra passione dell’artista. I suoi libri sulla vita dei grandi compositori – Why
Beethoven Threw the Stew e Why Handel Waggled his Wig – sono stati pubblicati da Faber & Faber e tradotti in
molte lingue, tra cui l’italiano. Isserlis ha registrato Children’s Cello con S. Hough e ha scritto tre favole
musicali con la compositrice A. Dudley pubblicate da Universal Edition. Insignito di un CBE nel 1998 in
riconoscimento per il lavoro svolto al servizio della musica, ha inoltre ricevuto il Premio Schumann della
Città di Zwickau. Suona lo Stradivari “Marquis de Corberon (Nelsova)” del 1726 prestatogli dalla Royal
Academy of Music. È direttore artistico dei Seminari di Prussia Cove in Cornovaglia.
Le “Serate Musicali” si onorano di avere trovato affinità elettive con un Artista già storico come Isserlis.
Virtuoso dal volto umano, egli non ignora e non disdegna alcun tipo di humor, per il nostro conforto, la
nostra delizia, la nostra consolazione. La sua “noblesse” lo fa essere più unico che raro. Il Suo “cantabile” è
invidiato e non è forse riproducibile. I suoi viaggi e le sue avventure nella storia ci accompagnano. Le sue
“affinità elettive” (con Hough, con Mustonen etc…) le abbiamo firmate e controfirmate. Il suo tentativo di
salvataggio di un altro artista grande e tutto sommato sfortunato (e naturalmente contro corrente) come
Daniel Shafran (ospite per una volta di “Serate Musicali”) ci ha commosso e ci commuove.
OLLI MUSTONEN - Fondatore della Helsinki Festival Orchestra, come compositore appartiene a quella
linea di musicisti la cui visione è espressa con la medesima vivacità tanto nell’arte dell’interpretazione
quanto in quella della composizione. Nato a Helsinki, ha intrapreso lo studio del pianoforte, del
clavicembalo e della composizione a cinque anni. Ha studiato con Gothoni, Heinonen e Rautavaara
(composizione); ha suonato a Vienna, Berlino, Amsterdam, Londra, Parigi, Roma, New York, Tokyo e San
Pietroburgo con Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, DSO Berlin, London
Philharmonic, New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Concertgebouw Amsterdam e Mariinsky
Theatre. Ha collaborato con Ashkenazy, Barenboim, Boulez, Chung, Dutoit, Harnoncourt, Masur, Nagano,
Salonen, Saraste con Gergiev e London Symphony Orchestra e Mariinsky Orchestra, partecipando al
Moscow Easter Festival e al St. Petersburg Piano Festival. La prossima stagione presenterà - con Gergiev - il
Concerto n. 4 di Shchedrin con la Rotterdam Philharmonic. Di grande rilievo anche la sua attività di
direttore: collaborazioni con Netherlands Radio Chamber Philharmonic, Northern Sinfonia e Tampere
Philharmonic; tournée con Melbourne Symphony Orchestra dirigendo e suonando i cinque Concerti di
Beethoven. Nella prossima stagione sarà Artista Residente della Helsinki Philharmonic Orchestra e
presenterà i tre Concerti di Bartok e il Concerto per la mano sinistra di Hindemith con la BBC Scottish
Symphony Orchestra. La sua attività di pianista e di direttore si basa sulla fondamentale esperienza di
compositore. Mustonen sostiene che ogni esecuzione debba sempre destare l’interesse di una prima assoluta
e si pone di fronte all’autore trattandolo come un suo contemporaneo. L’incisione dei Preludi di
Shostakovich e di Alkan è stata premiata con l’ “Edison Award” e il “Gramophone Award”, recentemente
pubblicato l’Integrale dei Concerti di Beethoven nel doppio ruolo di direttore e solista, il Concerto in modo
Misolidio di Respighi con Oramo e la Finnish Radio Symphony Orchestra e un disco dedicato a Scriabin.
“Scoperto” per l’Italia da Serate Musicali, è loro ospite memorabile dal 1994.
Si raccomanda di spegnere i telefoni cellulari - É vietato registrare senza l’autorizzazione dell’artista e dell’organizzazione
DMITRI SHOSTAKOVICH - Sonata in re minore per violoncello e pianoforte op. 40
La Sonata per violoncello e pianoforte op. 40 fu scritta nel 1935 e si colloca tra quei titoli della
produzione di Shostakovich apparsi dopo l'opera Lady Macbeth di Mzensk, che, dopo la sua
rappresentazione al teatro di Leningrado il 22 gennaio 1934, fu violentemente attaccata dalle
autorità della politica e della cultura sovietiche per il suo linguaggio musicale carico di atonalità e
dissonanze. Si sa che Shostakovich aveva aderito inizialmente ai gruppi artistici di avanguardia,
sotto la spinta anche dell'influenza esercitata su di lui da compositori come Bartók, Hindemith e
Berg e questo contatto con la musica europea più aggiornata sotto il profilo formale e
contenutistico lo aveva spinto a scrivere un testo teatrale anticonformista, come Il naso, alcuni
pezzi pianistici di tagliente e aspra forza ritmica, e un primo gruppo di sinfonie di arrovellata
tensione sonora, fra cui spicca la Seconda con coro, meno esuberante e gradevole della Prima,
che segnò l'ingresso del geniale ed eclettico musicista nell'agone internazionale. L'intervento
ufficiale contro le cosiddette tendenze deviazionistiche nell'arte fu molto pesante e si concretizzò
in una critica senza appello contro, quei compositori che perseguivano «un formalismo estraneo
alla visione artistica così come si era maturata nella vita russa, il rifiuto dell'eredità classica sotto
la maschera di uno sforzo verso la novità, il rigetto del carattere popolare della musica, il distacco
dal popolo al servizio di una élite di esteti». Shostakovich accusò il colpo e insieme con altri
musicisti fece una pubblica ritrattazione delle proprie scelte di linguaggio artistico. Ma prima
ancora della Quinta Sinfonia, che reca l'eloquente sottotitolo «Risposta pratica di un compositore
sovietico a una giusta critica» e che segna praticamente la conclusione di ogni ricerca
sperimentale, già il Concerto per pianoforte, tromba e archi, i 24 Preludi per pianoforte e la
Sonata in re minore per violoncello e pianoforte indicano il nuovo senso di marcia del
compositore, che rinuncia alle più spericolate arditezze di una scrittura inserita nel processo di
rinnovamento della musica europea del primo Novecento a favore di una semplificazione
espressiva più chiara e discorsiva, aperta a un pubblico di più vaste proporzioni. Nella Sonata in
programma si nota, è vero, un ritorno alle forme tradizionali, ma sul piano strutturale si avverte
una tensione e una complessità tematica che si distacca dal più tipico sonatismo di marca
romantica, mediante un processo singolare di "montaggio" delle immagini sonore.
Indubbiamente nella Sonata si respira un'aria di moderata ambiguità tonale in un tessuto
musicale piuttosto eterogeneo, recante la figura dello stile e della personalità di Shostakovich.
SERGEI PROKOFIEV - Ballata in do minore per violoncello e pianoforte op. 15
Il violoncellista dilettante Rouzki commissionò un brano sa rotovie nel 1912 , il compositore
riprese il tema dell’Allegro della sua Sonata per costruire questa Ballata, che è come una replica
del Primo Concerto per pianoforte op. 10: grandi accordi romantici iniziali, tocco provocatorio
nel mezzo e miasmi alla Skrjabin per concludere. L’opera non ebbe un grande successo e dovette
attendere il 1945 per essere pubblicata. La prima esecuzione ebbe luogo al Conservatorio di
Mosca eseguita da Evzei Belouzov al violoncello con il compositore al pianoforte.
OLLI MUSTONEN - Sonata per violoncello e pianoforte (2006)
La musica di Mustonen è stata descritta come rappresentativa della musica neo-barocca, neoclassica o minimalista – in altre parole generi che lasciano ampio spazio alla disciplina, alla
chiarezza, alla ripetizione e alla simmetria. Sebbene queste qualità siano presenti nella sua musica,
Mustonen è più interessato alle anomalie e alle ambivalenze, all’ambiguità e alla volontà di
rompere certi schemi. La sua opera di compositore ricorda il volo di uno spirito libero e curioso,
nel quale il rispetto per la tradizione e l’arte del comporre sono combinati con l’imprevedibilità e
l’abilità di sorprendere. La Sonata per violoncello e pianoforte fu completata nel 2006 per
l’Ostertöne Festival di Amburgo ed è dedicata a Heinrich Schiff, con il quale Mustonen ha
collaborato per più di venti anni. La prima esecuzione, tuttavia, fu tenuta da Daniel MüllerSchott insieme a Mustonen stesso e ora la Sonata è eseguita da Isserlis, amico e partner artistico
di lunga data. Si può definire la Sonata, divisa in quattro movimenti, come un tipico esempio di
musica astratta. L’inizio (Misterioso) è dominato da un’idea musicale che si muove lentamente –
il violoncello raggiunge il registro acuto mentre il pianoforte crea effetti di campane tramite
clusters. I suoni sono avvolti dal mistero e dall’oscurità, nei quali si percepiscono temi che ci
sembrano evocare la musica sacra ortodossa. Il secondo movimento (Andantino) contiene tracce
di umorismo che rivelano un aspetto diverso del precedente tema della tradizione slava. La
musica emerge da un dolce risveglio e cresce fino a raggiungere due momenti rapidi ed eclatanti
prima di calmarsi nuovamente. Il terzo movimento (Precipitato) è breve e frizzante come uno
Scherzo, nel quale gli strumenti gareggiano con cascate di note e schemi ritmici in costante
alternanza. L’ultimo movimento (Con visione) è la parte più lunga dell’opera. Gradualmente
prende forma verso l’alto e sfocia in una melodia sublime che ripiega poi su sé stessa, tornando
al punto di partenza. Un secondo crescendo culmina in un fortissimo, ricapitolando la medesima
melodia nella quale il violoncello ascende dal registro grave a quello acuto fino al MI. Al termine
dell’opera il materiale musicale del primo tempo, che evocava la musica sacra ortodossa, riappare
e la coda si apre verso un virtuosismo estatico.
Antti Häyrynen - Andrew Barnett
JEAN SIBELIUS - Malinconia per violoncello e pianoforte op. 20
Malinconia, del 1901, fu composta originariamente nel «grand style» nel marzo del 1900 per Georg
e Sigrid Schnéevoigt con titolo originale di Fantasia. Sibelius aveva appena perso la terza di sei
figlie, Kirsti, a causa di una febbre tifoide e questa pagina ne porta il segno. Successivamente
rielaborata da Sibelius stesso per orchestra, essa contiene uno dei temi più noti e
significativamente più struggenti di tutta la sua produzione.
JEAN SIBELIUS - Cantique (Laetare anima mea) op. 77 n. 1
- Devotion (Ab imo pectore) op. 77 n. 2
Nell’autunno del 1914 Sibelius fu costretto a produrre una miniatura dopo l’altra per gli editori
finlandesi per riuscire a estinguere un suo grosso debito. Comunque è chiaro che Cantique,
originariamente concepito per violino e piccola orchestra, non fu scritto solo per denaro. Sibelius
pensava che “Laetare anima mea” potesse essere eseguito in una chiesa e che la piccola orchestra
potesse essere collocata vicino all’organo. Pensò anche di scrivere una versione per organo e
arpa, ma poi cambiò idea e ne scrisse una per violino e pianoforte, da cui l’anno successivo
derivò quella per violoncello e pianoforte. Nell’Adagio alcuni hanno creduto di percepire echi
della sua Settima Sinfonia. In una lettera al suo editore del gennaio 1915, Sibelius suggeriva di
pubblicare la sua Romanza in fa maggiore (che successivamente ottenne il numero d’opera 78)
come “controparte terrena” del suo Cantique. Invece poi pensò a Devotion (Ab imo pectore)
come partner del brano sacro. Devotion venne composto originariamente per violino e
pianoforte; la versione orchestrale risale a due giorni dopo e, a detta del biografo di Busoni Erkki
Salmenhaara, è meno equilibrata di quella con lo strumento solista. Se Cantique esprime la gioia
dello spirito per la grazia del Signore, Devotion potrebbe descrivere il senso di dubbio e
impotenza che nasce dal fondo del cuore e diventa ancora più scioccante se viene eseguito subito
dopo Cantique. Interessante però ricordare che alla prima esecuzione del 30 marzo 1916
precedette Cantique. Fu probabilmente Ossian Fohström, primo violoncello della Helsinki City
Orchestra, che chiese a Sibelius di trascrivere le due parti dell’op.77 per violino o violoncello,
guadagnandosi la dedica e l’onore della prima esecuzione con la Helsinki Philhramonic
Orchestra diretta dallo stesso Sibelius. Otto Kotilainen, il critico del Helsingin Sanomat, scrisse
che «Le brevi melodie, splendide e devote nella loro semplicità, probabilmente sono pensate più
per l’elevazione della congregazione che per l’esecuzione concertistica». Fohstrom venne lodato
per il suo “suono pieno cantabile”, ma Kotilainen non trovò che le parti solistiche del violoncello
fossero “particolarmente gratificanti”; aggiunse che «L’accompagnamento si muoveva troppo
sulla stessa altezza del solista oscurandone la linea. Cioè i soli del violino (o violoncello)
dovrebbero cantare più chiaramente». In effetti Sibelius scelse all’inizio il violino come
strumento solista dell’op.77.
SERGEI PROKOFIEV - Sonata in do maggiore per violoncello e pianoforte op. 119
La musica da camera non rappresenta nella produzione di Prokofiev il campo d'azione più
significativo, che deve probabilmente essere individuato nel teatro musicale. In particolare le
composizioni dedicate al violoncello sono piuttosto esigue. Troviamo nel catalogo del
compositore la giovanile Ballata op.15 (1912) per violoncello e pianoforte, il Concerto in mi
minore op.58 (1933-38), una trascrizione di un Adagio dal balletto Cenerentola (1944) e
soprattutto, quattro lavori risalenti agli ultimi anni di vita: la Sonata in do maggiore op. 119
(1949), la Sinfonia Concertante op. 125 (1950-52) e due lavori incompiuti, il Concertino op. 132
e la Sonata in do diesis minore. Questo tardivo incremento dei lavori violoncellistici deve essere
messo in relazione con la stretta frequentazione da parte di Prokofiev - che era un grande
virtuoso di pianoforte e aveva una minore confidenza tecnica con gli archi - di un giovane
violoncellista, destinato a diventare uno degli artisti più significativi della nostra epoca, Mstislav
Rostropovic. E Rostropovic collaborò anche attivamente, con suggerimenti di carattere tecnico,
alla stesura della parte violoncellistica di questi lavori; prassi del tutto comune, nell'arco di molti
secoli, fra i compositori e gli strumentisti dedicatari di determinati spartiti. Nel gruppo di queste
tarde opere violoncellistiche l'unica che si è guadagnata una fama internazionale è appunto la
Sonata op. 119; anche questo spartito tuttavia è stato coinvolto nei severi giudizi che, da tanta
parte della critica, sono stati rivolti verso gli ultimi lavori di Prokofiev. I motivi di questi giudizi
vanno ricercati probabilmente negli stessi eventi della vita del compositore. Vissuto in Occidente
fra il 1918 e il 1936, Prokofiev fece poi ritorno in patria aderendo al regime comunista, anche se
alla decisione di questo ritorno concorsero probabilmente più motivazioni affettive, di
attaccamento verso la terra d'origine, che politiche. Ciò nonostante il compositore fu vittima,
insieme a Shostakovich, di una delle più dure purghe culturali operate da Stalin e da Zdanov nel
1948; l'accusa era quella di «deviazioni formalistiche», contro quelle opere che non fossero di
immediata accessibilità. Prokofiev fu costretto a una umiliante autocritica, e, secondo molti, la
sua vena inventiva risultò fortemente concussa dall'ossequienza verso i precetti zdanoviani.
Tuttavia uno sguardo a tutta la cameristica di Prokofiev mostra senza ombra di dubbio come la
stesura di spartiti segnati in qualche modo da un equilibrio "classico" non sia solamente una
caratteristica degli ultimi anni, ma una precisa scelta poetica. L'anticonformismo che tanta parte
ha nello stile di Prokofiev si riflette soprattutto nel rapporto con il pianoforte, protagonista di
lavori sperimentali sotto il profilo formale ed espressivo. Nei lavori polistrumentali, invece,
prevale la tendenza a reinterpretare le forme del passato, nel segno di un soggettivismo che
conferisca loro una peculiare connotazione. È questo il caso anche della Sonata op. 119, che
rientra del tutto coerentemente in questo progetto. Vi troviamo innanzitutto un rapporto di
collaborazione e non di competizione fra i due strumenti, e un trattamento della linea
violoncellistica che si rifà in qualche modo a quella sintesi di eleganza ed espansività melodica
tipica di Brahms o Ciaikovski. Naturalmente il rapporto con la forma classica subisce una
rilettura che mette in secondo piano il rigore dell'elaborazione. Ne è un esempio convincente lo
stesso primo tempo della Sonata per violoncello, che si apre con una melodia intorno all'accordo
di do immediatamente connotativa del clima espressivo della Sonata, ampio e meditativo,
lontano da episodi ironici e graffianti. Tutta l'esposizione del movimento, nonostante
l'avvicendamento di diversi temi (un secondo tema dagli echi popolari, esposto dal pianoforte,
una nuova idea elegiaca del violoncello) e la dialettica strumentale, si mantiene in questo clima
espressivo, che viene contraddetto solo dal tempo più rapido della sezione dello sviluppo e dalle
brevi increspature della coda. In posizione centrale si colloca un Moderato che ha funzione e
forma di Scherzo. Vi compaiono delle melodie infantili e un tema di marcia; il tutto segnato da
una scrittura apertamente giocosa per gli effetti percussivi del pianoforte e per l'impiego dello
strumento ad arco, con pizzicati e staccati che si alternano con brevi arcate. La sezione del Trio è
invece un Andante dolce fortemente contrastante per la sua intonazione cantabile e intensamente
lirica. Nel finale possiamo riscontrare uno dei procedimenti più cari al tardo Prokofiev (si veda la
Settima Sinfonia), il ritorno di materiale melodico appartenente ai tempi precedenti, che
attribuisce una solida unità ciclica all'intero spartito. Ma l'unità è soprattutto nelle scelte
espressive, perché questo movimento, con il suo tematismo eclettico, diversificato, opera una
sorta di sintesi coerente dei vari atteggiamenti dello spartito; vi troviamo alternate, con una
incostanza un poco rapsodica, la vena elegiaca e quella giocosa, fino a una coda che ambisce a
una gestualità e a una densità di carattere quasi sinfonico.
Pianoforti
PROSSIMI CONCERTI
Lunedì 12 maggio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 1; F1)
ORCHESTRA MILANO CLASSICA – Direttore YOICHI SUGIYAMA Pianista ENRICO POMPILI
F. CHOPIN Concerto n. 1 in mi minore op. 11; Concerto n. 2 in fa minore op. 21
Biglietti: Intero € 20,00 – Ridotto € 15,00
Lunedì 19 maggio 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 1; ORFEO 1; F1)
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO DI PARMA
Direttore ELISABETTA MASCHIO – Pianista ROBERTO CAPPELLO
A. DVORAK Sinfonia in mi minore op. 95 “Del Nuovo Mondo” - E. GRIEG Concerto in la minore op. 16
Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00
Gli «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» propongono…
* 15 maggio 2014 ore 19.00 - Società del Giardino – Via San Paolo, 10
IN OCCASIONE DEL DECIMO ANNIVERSARIO DI KALLISTEARTE: PRESENTAZIONE DEL VOLUME
“SMARRITA E PREDILETTA”, MARIA MADDALENA NEL RINASCIMENTO LOMBARDO DI
G. MORALE (ED. SKIRA) – PIANISTA ALICE BACCALINI – MUSICHE DI DEBUSSY E LISZT
* gradita conferma: mail ufficiostampa@seratemusicali.it - tel. 02 29408039
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
Presidente Onorario
ICALI»
Alvise Braga Illa
Fondazione Rocca
Ulla Gass
Thierry le Tourneur d’Ison
Società del Giardino
Camilla Guarneri
Miriam Lanzani
Lucia Lodigiani
Mario Lodigiani
Paolo Lodigiani
Maria Candida Morosini
Rainera e Mario Morpurgo
GianBattista Origoni Della
Croce
Pagel Italiana srl
Ede Palmieri
Adriana Ragazzi Ferrari
Giovanna e Antonio Riva
Elisabetta Riva
Giovanni Rossi
Alessandro Silva
Maria Luisa Sotgiu
Marco Valtolina
Beatrice Wehrlin
Giovanni Astrua Testori
Maria Enrica Bonatti
Luigi Bordoni - Centromarca
Luigi Crosti
Roberto Fedi
Anna Ferrelli
Ugo Friedmann
Jacopo Gardella
Giorgio Babanicas
Denise Banaudi
Umberto e Giovanna Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Claudio Bombonato
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Hans Fazzari
***
Soci Fondatori
Carla Biancardi
Franco Cesa Bianchi
Giuseppe Ferreri
Emilia Lodigiani
Enrico Lodigiani
Luisa Longhi
Stefania Montani
Gianfelice Rocca
Luca Valtolina
Amici Benemeriti
Amici
Soci
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Maria Brambilla Marmont
Giancarlo Cason
Egle Da Prat
Piero De Martini
Fabio De Michele
Maya Eisner
Donatella Fava
Carlo e Anna Ferrari
Maria Teresa Fontana
Bianca e Roberto Gabei
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Yasunory Gunji
Ferruccio Hurle
Industria dei Beni di Consumo
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Maurizia Leto di Priolo
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Gabriella Magistretti
Eva Malchiodi
Giuseppina Maternini
Luisa Migliavacca
Guya Mina
Filippo Monti
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Anna Chiara Nalli
Lilli Nardella
Maria Vittoria Negri
Mirella Pallotti
Stefano Pessina
Francesca Peterlongo
Giovanni Peterlongo
Giuseppe Pezzoli
Gian Pietro Pini
Raffaella Quadri
Giorgio Rocco
Gabriella Sala
Noris Sanchini
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Marilena Signorini
Maria Luisa Sotgiu
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Maria Luisa Vaccari
Vivere l’Arte
Graziella Villa
Giuseppe Volonterio
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Carlo Sangalli
Rosanna Sangalli
Fondazione Cariplo
Elisso Virsaladze
Luigi Venegoni
Juana Zayas
Giuseppe Ferreri
Flavia De Zigno
Banca Popolare di Milano
Bianca Hoepli
Camera di Commercio di Milano
*****
Publitalia
Carlo Maria Badini
*****
Alberto Falck
Diana Bracco
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Martha Argerich
Leonardo Mondadori
Marina Berlusconi
Giuseppe Lodigiani
Cecilia Falck
Giancarlo Dal Verme
Vera e Fernanda Giulini
Tino Buazzelli
Emilia Lodigiani
Peter Ustinov
Maria Grazia Mazzocchi
Franco Ferrara
Conservatorio G. Verdi - Milano
Franco Mannino
Francesca Colombo
Carlo Zecchi
Stefania Montani
Shura Cherkassky
Cristina Muti
Simonetta Puccini