IL CUSNA N. 2 ESTATE 2014 Giornale del CAI di Reggio Emilia fondato nel 1951 www.caireggioemilia.it Trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004) n. 46 art. 1, comma 1, DCB - Contiene I.P. info@caireggioemilia.it Paolo Borciani eletto Il Battisti ha un nuovo gestore! L’acqua … l’elemento più Di Iglis Baldi importante al mondo! Vicepresidente Generale del CAI Servizio a pag. 5 Foto Carlo Possa Ciaspolando tra Pejo e la Wonderland Di Sandra Boni Atto primo: Pejo e dintorni (6-8 gennaio 2014) Val di Sole, Pejo, luoghi visitati d’estate e molto tempo fa, quindi per me è un altro pezzo di Trentino da scoprire. La neve è tanta e il pericolo slavine ci preclude la salita al Lago Palù, ma ci sono tante altre piste da seguire e il divertimento non ci mancherà. Siamo circondati dal Cevedale, dal Monte Vioz, Adamello, Presanella ed in lontananza si scorge il maestoso Gruppo del Brenta e il tutto risulta ancora più suggestivo in questo pesante abito invernale che avvolge tutto nel suo candore. Cerchiamo qualche bella “forestale” per iniziare ad esplorare il territorio, l’intento primario (e anche velleitario) sarebbe quello di salire al Rifugio Scoiattolo per poi scendere a Pejo senza usufruire degli impianti, a dirsi è facile, ma con le ciaspole ai piedi è un’altra cosa, oppure sempre dal Rifugio Scoiattolo usufruire degli impianti per salire al Rifugio Dos de Gembri. Saliamo a Pejo alta ed imbocchiamo una bella forestale senza sapere esattamente dove porta e dopo un bel tratto incontriamo cartelli CAI che indicano il Rifugio, ma è ancora molto lontano, il pomeriggio sta lentamente sfumando nella sera e torniamo lentamente a Pejo Fonti dove ci consoliamo con una bella nuotata nella Piscina Termale (di acqua termale però non c’è ombra). segue a pag. 6 “L’acqua è fonte di vita!”- “Dove c’è acqua c’è vita!” Quante volte abbiamo sentito queste frasi … Ogni volta che da una qualche ricerca “galattica” gli astronomi percepiscono presenza di acqua su nuovi o vecchi pianeti, subito associano questa possibilità alla presenza di una qualsivoglia presenza di vita. Nonostante ciò l’uomo cerca in ogni modo di dimenticare questo dogma basilare della nostra esistenza e cioè che acqua=vita; non passa giorno senza che produca azioni per peggiorare la situazione globale del nostro pianeta: inquinando sempre più le falde acquifere, aumentando il “gas serra” con conseguenti buchi nell’ozono che alterano l’ecosistema climatico provocando quelle catastrofi che quasi quotidianamente viviamo e percepiamo sulla nostra “pelle”, e non ultimo costruisca su canali e torrenti senza il benché minimo buon senso dell’ultimo dei capomastri muratori. E così facendo cosa succede? Succede che quando non occorre, specie in inverno, siamo ripetutamente alluvionati. In estate ci affligge la siccità. Oramai tutti concedono che il clima è impazzito. Prima si diceva che il clima era «pazzo» a marzo; ora è pazzo tutto l’ anno. E oramai quasi tutti convengono che la colpa è del riscaldamento della Terra prodotto proprio dai «gas serra» a sua volta prodotti dalle azioni dell’uomo, o meglio dai troppi, “troppissimi” uomini (siamo già a 7 miliardi, si prevede che arriveremo presto addirittura ai 10). Purtroppo presto mancherà, sempre più, quasi tutto (nonostante i miracoli tecnologici che escogitiamo, i benefici spesso vengono resi vani, proprio dalla crescita demografica globale). L’acqua sarà sicuramente uno di quegli elementi di cui ce ne sarà sempre meno non solo per via del numero crescente degli assetati ma ancor più perché non abbiamo più la certezza di quando, come, e soprattutto in quale zona della terra arriverà. L’acqua serve per bere, ma anche per mangiare, e cioè per l’ agricoltura. L’acqua che salva l’agricoltura indiana è quella dei monsoni: pesanti piogge estive portate dal vento di Sud-Ovest che ogni anno cominciava a soffiare all’inizio di giugno; ora non si sa più se ciò avverrà. Qualcosa come 600 milioni di contadini indiani, più o meno la metà della popolazione complessiva del Paese dipende dalle acque del Gange che però è oramai ridotto allo stremo. Il Gange attraversa a monte il Pakistan, un nemico giurato (musulmano) che ne può aumentare a piacimento i prelievi. Il monsone del 2012 al suo esordio ha lasciato il Nord-Ovest dell’ India all’asciutto mentre ha alluvionato il Nord-Est. Per di più, o per di peggio, in varie zone le precipitazioni si sono dimezzate. E non occorre spiegare che se i monsoni impazzissero l’India sarebbe in ginocchio e potrebbe dover piangere montagne di morti. Un altro caso molto serio è quello del Nilo, il fiume più lungo del mondo (se si sommano Nilo Bianco e Nilo Azzurro). La sorgente principale del Nilo è il lago Vittoria che è sì un segue a pag. 2 ALL’INTERNO … Ciaspolando nella Wonderland (foto Sandra Boni) IL CUSNA “INTERVISTA” LA NUOVA SOTTOSEZIONE DI NOVELLARA a cura di Patrizio Prampolini segue a pag. 2 Una nuova sottosezione si è aggiunta alle cinque già esistenti all’interno della Sezione reggiana del CAI. Ci sembrava doveroso farla conoscere ai tanti nostri soci. Una sera, in occasione di un’ iniziativa con l’alpinista Fausto De Stefani, sono andato in teatro a Novellara (all’interno della Rocca) per incontrarli. Ho trovato un ambiente giovane e entusiasta e a Giordano Lusuardi, che ne è il reggente e ad altri, ho posto alcune domande che qui riporto. Non indico chi ha dato la risposta, perchè a volte ho avuto colloqui corali che qui riassumo. Tra gli altri è intervenuta anche la socia Marina Davolio, che è praticamente l’addetto stampa del gruppo. “Escursione con l’artista”con l’Associazione STANA pag. 2 Rolando Larcher a Bibbiano pag. 2 Le “ultime scoperte” del Comitato Scientifico del Cai pag. 3 Parliamo di mal di schiena (Dott. Roberto Citarella) pag. 3 I “capigita” reggiani: chi sono costoro? pag. 4 Trekking toscano dalle colline metallifere al mare pag. 4 I monto dell’Ortles-Cevedale nelle guide del CAI pag. 5 Luciano Serra nell’Albo d’Onore del Cai pag. 6 Non siamo tutti “Turisti” pag. 6 La nostra storia pag. 17 I QUADERNI DE “IL CUSNA” La nostra storia sezione Cai di Reggio Emilia, (già sezione dell’Enza) ( inserto La croce del Monte Ventasso ( FIglis Baldi) segue a pag. 6 ...I RISCHI DI UNO SPORT AFFASCINANTE Per gli appassionati della montagna par ticolari ed interessanti coperture assicurative, estese all’alpinismo con scalata di qualsiasi grado di difficoltà, accesso ai ghiacciai, sci, sci-alpino e speleologia. (3a parte ) Sub Agenzia di Montecchio Emilia Via XX Settembre, 25 - Montecchio - Tel. e Fax 0522.866389 Iglis Baldi (foto G. Lusuardi) Paolo ha una esperienza pluridecennale nel Cai: iscritto dal 1980 nella Sezione di Reggio Emilia, città dove è nato, fin da subito presta la propria opera come volontario per organizzare diverse iniziative. Viene eletto più volte Consigliere Sezionale, Vicepresidente e Responsabile di varie Commissioni Sezionali, tra cui quella dedicata alle manifestazioni. REGGIO ASSICURA s.n.c. - di Morani W., Prampolini G. e Salsi G. Via Emilia Ospizio, 118 - R.E. - Tel. 0522.267011 - Fax 0522.267026 i n t e r n e t We b : w w w. r e g g i o a s s i c u r a . i t – E . m a i l : i n f o @ r e g g i o a s s i c u r a . i t a cura di Val di Funes Il neo Vicepresidente nell’occasione ha ringraziato tutti i delegati presenti per la fiducia accordatagli: “per me è un piacere e un’emozione ricoprire un ruolo di così alto prestigio all’interno del CAI. Tanti anni fa mi sono iscritto al Sodalizio mosso solamente dalla passione per la montagna e non mi sarei mai aspettato di arrivare un giorno una carica così importante - ha detto - Il pensiero di restare negli annali di un’associazione nata da personaggi illustri della storia e della politica italiana mi rende orgoglioso e contemporaneamente mi responsabilizza per il lavoro da portare avanti”. Ha ricordato come, nella sua esperienza all’interno del CAI, abbia avuto modo di conoscere persone di indubbio valore: “sia coloro che si danno da fare operando nel territorio, occupandosi della manutenzione dei sentieri e dell’avvicinamento dei giovani alla montagna, sia quelli che ricoprono ruoli direzionali, dotati di professionalità e cultura. Ho appreso e continuerò ad apprendere molto da tutti loro”. La nostra storia 3a parte a cura di Iglis Baldi Domenica 18 maggio nel palazzo regionale dei congressi di Grado in provincia di Gorizia, in occasione dell’Assemblea Generale dei Delegati del Club Alpino Italiano che ha visto la partecipazione di 354 Delegati (insieme a 364 deleghe) provenienti da tutta Italia a rappresentare 285 Sezioni, è stato eletto quale Vicepresidente Nazionale del Cai, a grandissima maggioranza, il nostro socio Paolo Borciani. Sub Agenzia di S. Ilario d’Enza - Donelli G. e Donelli M. Via Libertà, 59 - S. Ilario d’Enza - Tel. 0522.672142 - Fax 0522.472321 Sub Agenzia di S. Polo d’Enza - Conti Alessandra Via G. Bonetti, 10 - S. Polo d’Enza - Tel. e Fax 0522.241129 PER I TUOI WEEKEND E LE TUE VACANZE IN MONTAGNA da pag. 1 pag. 2 L’acqua ….. lago immenso ma poco profondo (80 metri massimo), e che si sta non solo restringendo (il livello dell’ acqua è sceso di due metri negli ultimi anni) ma che sta anche morendo perché invaso da alghe giganti che lo imputridiscono. A suo tempo le potenze coloniali spartirono le acque del Nilo (che per l’ Egitto sono questione di vita o di morte per oramai 83 milioni di abitanti) tra Egitto (con il 90%) e il Sudan. Ma ora esistono altri cinque Stati - tra i quali Tanzania, Uganda e Kenya - che vantano diritti sulle acque del fiume e che si trovano a monte degli altri due. Guerra per le acque del Nilo? È possibile … ma probabilmente non risolverà il problema perché acqua per tutti già non ce ne più. Più o meno lo stesso discorso riguarda il fiume Giordano che è il principale immissario del Mar Morto e che già da diversi decenni ha visto ridurre e di parecchio il suo contributo al mantenimento del livello, in quanto Israele, la Giordania e le autorità palestinesi della Cisgiordania si lanciano continue accuse sul fatto di eccedere nei prelievi idrici. L’acqua serve anche agli animali africani; la stagione delle piogge provoca un esodo di milioni di erbivori che, come guidati da un Gps naturale incorporato, attraversano la sconfinata savana del Serengeti in Tanzania per approdare ai pascoli del Masai Mara in Kenya, dove sperano che l’acqua arrivi, come ogni anno abbondante. Poi come telecomandati ritornano all’origine, sfidando di nuovo i felini che li attendono senza spostarsi molto dai loro atolli e i coccodrilli nel guado dei fiumi … ma la marcia è inarrestabile come la vita. La catena della vita si spezzerebbe se l’acqua non alimentasse il delta dell’Okavango in Botswana; in questo ambiente straordinario, ai bordi del deserto, oltre a una fauna e a una flora esuberanti, vivono ben cinque diverse etnie. Recentemente, il governo della Namibia ha presentato il progetto di una diga nell’adiacente regione del Caprivi, questa struttura “potrebbe” costituire un pericolo per l’ambiente del Delta, la scarsa affluenza di acqua provocherebbe l’avanzata della desertificazione. Nella Siberia meridionale, a nord della Mongolia, trova spazio il lago Bajkal, il più antico e più profondo fra i laghi esistenti e contiene la più grande massa d’acqua dolce del pianeta, circa un quinto di tutta quella presente allo stato liquido. Si allunga per 636 km da nord a sud (è il secondo al mondo per lunghezza dopo il Tanganica); una meraviglia della natura, posto sotto tutela dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità fin dal 1996. L’ambiente circostante è atipico per un lago, le sue acque sono molte ricche di ossigeno (soluzione satura al 75%) ed è per ciò che anche nel punto più profondo (1620 nella parte centrale) è popolato da forme di vita, mentre in altre parti del mondo le forme di vita macroscopiche scompaiono oltre i 300 metri, sempre parlando di acqua dolce. Alcune parti delle rive del lago sono frequentate dai russi e dai turisti, mentre gran parte restano allo stato selvaggio e speriamo che lo restino per molto, ma si sa la “civiltà” avanza anche in Siberia. Anche se in passato la vecchia URSS aveva riversato nelle acque del Bajkal scarichi di insediamenti industriali del regime, e nonostante l’inquinamento attuale, proveniente dagli scarichi urbani e industriali di Ulan-Udè, la capitale della Buriazia, (i Buriatti sono l’etnia più numerosa presente in Russia, circa mezzo milioni di individui), l’enorme massa d’acqua e la varietà ambientale sostiene ancora questa incredibile ricchezza biologica, ma fino a quando la natura riuscirà a sopperire a queste mancanze umane? «IL CUSNA» continuazione da pag. 1 IL CUSNA “INTERVISTA” NOVELLARA Per venire a “casa nostra” il Po e praticamente tutti i nostri fiumi del nord sono alimentati dai ghiacciai che si stanno sciogliendo sempre più rapidamente; i letti dei torrenti sono ridotti, nella stagione calda, a dei rigagnoli o poco più. I prelievi o per meglio dire i “furti” d’acqua effettuati per alimentare le derivazioni idroelettriche provocano la desertificazione del percorso fluviale causando di fatto la distruzione totale del suo ecosistema e da ciò un netto peggioramento della qualità delle risorse idriche. La normativa esiste ma come dice Carlo Personeni, presidente della federazione nazionale dei consorzi di bacino imbrifero montano “Se viene rispettato il Dmv (Deflusso minimo vitale) non vi sono problemi. Ma la questione è che nessuno effettua controlli. Così però le cose non funzionano, dovrebbe esserci un controllo regolare. Sulla carta il Dmv è altissimo, ma nella realtà è più basso anche perché non esiste un controllo”. L’elenco delle situazioni a rischio in Italia e nel mondo sarebbero ancora parecchie, avremo modo di ritornare sull’argomento, troppo importante è questo “tema”, ne va della vita di tutti noi. Vorrei però sottolineare il fatto che è giusto denunciare queste situazioni ma occorre che anche noi singoli individui, nel nostro quotidiano, salvaguardiamo l’acqua, non ne abusiamo senza criterio nell’uso quotidiano, non disperdiamo sostanze nocive nei nostri cortili o campi, e soprattutto lavoriamo per una maggiore consapevolezza comune per il “rispetto” dell’acqua, della montagna e dell’ambiente. Ai più potenti dico che occorre con urgenza, oltre a fare scelte strategiche globali, pensare per esempio a come modificare le colture escludendo quelle che «bevono» più acqua, in quanto, sempre parlando del bacino del Po l’acqua di falda nella Pianura Padana ancora ce n’è, ma non aspettiamo che si prosciughi. Forse è anche il caso che qualcuno vada in Israele per studiare l’irrigazione a gocce e verificare come gli israeliani siano riusciti, quasi senza acqua, a trasformare una sassaia desertica, quantomeno nel Nord del Paese, in una rigogliosa agricoltura. L’acqua è proprio l’elemento più importante del mondo, che permette all’umanità di sopravvivere, se la situazione non muterà è possibile che si possano scatenare delle guerre proprio per accaparrarsela; e quando questo elemento vitale scarseggerà i diamanti, l’oro e le altre ricchezze terrene serviranno a ben poco! continuazione da pag. 1 Quando e come si e’ costituita questa nuova sottosezione? C’e’ stato un motivo particolare per cui e’ nata? La sottosezione CAI di Novellara si è costituita nel novembre 2013, per iniziativa di un gruppo di soci (e appassionati) residenti nel comune di appartenenza e in aree limitrofe (Reggiolo, Fabbrico, Campagnola). Tali persone, già da diversi anni impegnate nell’organizzazione di iniziative correlate alla montagna, da quel momento hanno realizzato un sogno: la riapertura del CAI, di un’associazione capace, nella condivisione e nella formazione, di implementare esperienze, idee e passioni. Il loro primo pensiero è stato rivolto ai giovani, perché da sempre sanno che la montagna, educando non tanto il fisico ma la mente, forma il carattere, promuove lo star bene con se stessi e il piacere di vivere con gli altri. Fin dall’inizio l’impegno è stato speso non solo nell’organizzazione di gite escursionistiche e alpinistiche; ma si è guardato alla montagna come fonte di sapere, come ambiente naturale, come laboratorio esperienziale. <C’è stato un motivo particolare per cui è nata?> No, non c’è stato; ce ne sono invece tanti legati alla passione per la montagna e per gli spazi liberi, per la natura, la Terra, gli ambienti. Un motivo che mi piacerebbe rilevare: in questo momento di forte incertezza sociale e relazionale e di scarse prospettive abbiamo visto nella montagna una scuola di vita, una guida che può insegnare a non mollare gli ormeggi e ad andare avanti perché «Camminare rischiara la mente, conforta il cuore e cura il corpo (P. Rumiz)». Ci sono stati legami o qualche continuita’ con la precedente sottosezione (Gelosini o altri)? Giuseppe Gelosini è stato reggente della precedente sottosezione CAI di Novellara dal 1983 al 1997, anno in cui la sede ha chiuso “i battenti”. Giuseppe, amico e maestro contagioso, eclettico e passionale è “presidente” emerito della sottosezione ricostituita. Dovrei parlare al passato, dire “è stato” presidente emerito perché, come ben sai, nel mese di Aprile di quest’anno ci ha lasciati. Ma… non riesco. Giuseppe è ancora socio, è ancora con noi; si sentono la sua forte risata, la sua voglia di vivere, le sue storie narrate, si percepisce ancora il suo amore contagioso per la montagna, la montagna amica. REGGIO E.: Via Roma 50/A - 42121 - Reggio E. Tel: 0522.541700 - Fax: 0522.452018 PARMA: Viale Piacenza 1/G - 43126 Parma Tel: 0521.774001 - Fax: 0521.270215 Ecco i legami di allora, ecco la continuità, la risposta alla tua domanda: oggi come ieri la sottosezione CAI di Novellara vuole trasmettere forza e passione, voglia di fare e di vivere. Come siete strutturati? La sede è vicina al Parco Augusto Daolio di Novellara (in via Francesco Petrarca); è una piccola casa di legno, sembra un rifugio di montagna arpionato ai margini di un bosco. Gli iscritti sono già più di cento. I membri del Consiglio sono: Calzetti Graziella (segretaria), Iotti Lauro, Lodini Giampiero, Lusuardi Giordano (Reggente di sottosezione), Pirondini Alessandro, Tondelli Davide, Veroni Francesco. Naturalmente, per contattarci, abbiamo anche una pagina su facebook, una mail ( cainovellara@gmail.com), e un sito web (http:/cainovellara.wordpress. com) Quali le vostre attivita’? Puntate in particolare su alcuni settori? Non c’è un settore in particolare su cui vogliamo concentrare le nostre energie. Vogliamo semplicemente promuovere la conoscenza e la pratica dell’alpinismo in tutte le sue forme (escursionismo, trekking, arrampicata, scialpinismo, ciaspolate, ecc.) e favorire ogni altra azione sportiva dilettantistica legata alla frequentazione della montagna, nonché tutte le attività didattiche connesse. Vogliamo sostenere iniziative di solidarietà e utilità sociale, aventi come fattore comune sempre Lei, la Montagna o Lei, la Natura. Siamo disponibili per la cura e il mantenimento in efficienza di bivacchi, sentieri e altre opere alpine. Ci piacerebbe aprire un sentiero CAI nelle Valli di Novellara, territorio sotto tutela ambientale, area di riequilibrio ecologico, da alcuni anni sito d’interesse comunitario e zona di protezione speciale. Vogliamo promuovere attività culturali per la conoscenza storica e antropologica del territorio montano, particolarmente quello del nostro Appennino. I vostri soci da dove vengono principalmente? Con le realta’ locali, col Comune in primis, avete contatti o collaborazioni? I soci sono di Novellara, Reggiolo, Campagnola e Fabbrico. Con il Comune di Novellara la collaborazione è in atto sin dai primi mesi di “vita” della sottosezione: ha fornito la sede e ha patrocinato la nostra rassegna “Tra le vette e il cielo”, un ciclo di quattro lezioni magistrali tenute da “rinomati” uomini di montagna: Alberto Bregnani, alpinista fotografo, Lauro James Garimberti, amico “ricercante”, Fausto de Stefani, scalatore di ottomila, Giuliano Stenghel, alpinista scrittore. Quali le vostre iniziative prossime cui tenete maggiormente? Teniamo particolarmente alle iniziative che uniscono le persone, promuovono sentieri “in amicizia”, riavvicinano bambini, ragazzi, giovani e meno giovani alla bellezza della montagna e del Mondo. Pertanto proponiamo escursioni a tutti, alpinismo e roccia a chi ha confidenza con pareti e ferrate, percorsi storici e naturalistici a chi vuole ampliare gli orizzonti del sapere, serate a tema a chi ha ancora «la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia». Risposte esaurienti, chiare, determinate, che mi sono piaciute e che credo rendano bene, anche a chi ci leggera’, lo spirito che anima questo gruppo che ritengo davvero sia partito con il “ piede giusto”. Auguri dunque a questa nostra Sottosezione. “Escursione con l’artista” con l’Associazione STANA di Patrizio Prampolini. Nel comune di Carpineti opera, da anni, una Associazione Culturale denominata STANA. Il suo scopo principale è divulgare e valorizzare le tante peculiarità del nostro Appennino: storiche, culturali, naturalistiche e artistiche. Facendole conoscere, stanandole appunto. In questa associazione, di cui sono stato anche Presidente, collaboro da tempo portando contributo ed esperienze. Una di queste è la mia passione per la montagna, per l’escursionismo in particolare. E’ nata cosi l’idea di un ciclo di uscite sul territorio inizialmente denominato “Camminare con la testa”, dove l’escursione diventava anche un mezzo per conoscere meglio la montagna, con esperti che accompagnavano lungo i percorsi. L’iniziativa è stata un successo e col tempo si è modificata in “Escursione con l’artista”, dove l’itinerario si concludeva nell’abitazione/studio di un pittore, di un letterato, di uno studioso locale. L’anno passato ci sono state due uscite. Nella prima, con meta Resigno (o Regigno), un antico borgo a due passi da Carpineti, vi è stato l’incontro col prof. Paolo Gandini, scultore e pittore, discendente della famiglia Ovi, proprietaria del palazzo dell’abitato. La seconda passeggiata è terminata, partendo da Croveglia, a Castagneda di Onfiano, dove risiede il musicista-compositore Massimo Zamboni, già componente di numerosi noti gruppi. Tanti i partecipanti già soci del CAI, ma soprattutto si è constatato che questo è un modo per avvicinare molti di coloro che la montagna la frequentano da soli, o quelli che cercano qualcosa in più; uno stimolo, anche culturale o naturalistico, all’escursione tradizionale. Dunque la riproposta per il 2014 è arrivata quasi di conseguenza. Questa volta però anche al di fuori dello stretto ambito comunale. E cosi la prima uscita, programmata per il 28 settembre, vede i partecipanti percorrere il territorio intorno a Coliolla-Velucciana (valle del Secchia-Carpineti), per poi incontrare Ivo Rondanini, studioso di luoghi e tradizioni locali. La seconda proposta invece, in data 19 ottobre, si snoda all’interno del comune di Collagna, andando a conoscere, in conclusione, lo scultore Remo Belletti. Una delle novità di quest’anno è che le camminate, tutte di domenica, saranno precedute da un incontro dove già si potrà conoscere l’artista. In più vi sarà sempre un esperto della zona che informerà sulle caratteristiche del territorio stesso. Rita Capelli (geologa) per l’area carpinetana, Giuliano Cervi (architetto del territorio) per quella più altoappenninica di Collagna-Cerreto. Nelle uscite collaboreranno, con la loro esperienza, Angela Pietranera, studiosa di costumi locali, a Velucciana, e Carlo Possa, giornalista e Consigliere CAI, per la seconda.. Proprio quest’ultima escursione si è voluto organizzarla in collaborazione con il CAI di Reggio Emilia, mettendo la proposta nel calendario della sezione. Un’ idea che siamo convinti porterà buoni frutti. Per info: www.stana.biz. oppure la pagina Facebook di Stana Nella “Corte” di Resigno Rolando Larcher a Bibbiano Di Sandra Boni L’11 Aprile 2014 abbiamo chiuso la 21° Rassegna “Viaggi in audiovisivi”, che anche quest’anno ha gratificato non poco gli organizzatori per il costante e numerosissimo afflusso di pubblico, con un’appendice, un fuori programma di lusso: Rolando Larcher Accademico del CAI, titolo che alla sua età non si acquisisce se non per particolari meriti, ci ha parlato e fatto rivivere le sue scalate ed arrampicate sportive con la semplicità e la freschezza proprie solo di un vero appassionato. Rolando ha catturato l’attenzione del pubblico parlando della sua storia di atleta e sportivo che arrampica per hobby e non per “mestiere”, mostrando le immagini che partono dalle sue prime arrampicate sportive (un ragno che sale in velocità), passando alle lisce e strapiombanti pareti della Patagonia Cilena (paura…….). Per terminare, prima ci ha proposto le splendide immagini della parete sud della Marmolada con due esseri colorati che con fatica, ma tanta serenità e passione la scalano, mentre davanti ai loro occhi si apre uno dei panorami più belli del mondo, poi il recentissimo viaggio alla “scoperta” della misteriosa Akapan Tepui, nell’Amazzonia Venezuelana, che con i suoi oltre 600 metri di dislivello e gli svariati chilometri di sviluppo è una delle più grandi pareti naturali del pianeta In sette giorni ha aperto una nuova via da 18 tiri di corda, con difficoltà 7c+ (7a+ obbligatorio) che per i non addetti ai lavori significa che “non c’è nulla di più difficile”. Questo tanto per chiarire chi è Rolando Larcher: uno dei più forti arrampicatori attualmente in attività a livello mondiale; ma quello che più ci ha colpito di questa persona è la sua umanità e semplicità. Come detto arrampica per hobby nei suoi periodi di ferie, questo lo “avvicina” maggiormente a noi semplici amanti della montagna. Il divertimento, la passione si percepiscono dalle immagini e dai commenti dei filmati. Rolando è chiaramente dotato di forza fisica ed interiore acquisite in tanti anni di allenamento, ma se manca la passione non si va da nessuna parte. Grazie alla preziosa collaborazione di Reggio Gas, abbiamo avuto il piacere di conoscere una persona “vera” che ci ha saputo anche commuovere con un breve filmato che mostra tre generazioni di Larcher cimentarsi in un’arrampicata che certamente rimarrà come uno dei più bei ricordi delle loro esperienze e della loro vita privata. pag. 3 «IL CUSNA» Le “ultime scoperte” del Comitato Scientifico del Cai Una nuova cascata all’interno dell’area SIC della valle del Tassaro Pare incredibile ma nell’epoca delle esplorazioni spaziali, rimane ancora tanto da scoprire dietro l’uscio di casa. È di questi giorni infatti l’inaspettata scoperta di una bellissima e praticamente sconosciuta cascata sul rio Riolco, nel bacino del rio Tassaro, già famoso per la presenza di un’altra bellissima cascata. Un gruppo di componenti del Comitato Scientifico del Cai, dietro segnalazione del dr. Massimo Gigante, grande conoscitore della zona, ha infatti percorso un settore appartato della Valle del Tassaro, in Comune di Vetto, raggiungendo una bellissima inedita cascata che si sviluppa su due salti d’acqua, superando complessivamente un dislivello di circa 30 metri. Il luogo è di grande suggestione e di notevole bellezza paesaggistica, in quanto il fenomeno è causato da una potente bancata di roccia conglomeratica che sbarra un ramo laterale del Rio Tassaro. Le acque calcaree del corso d’acqua hanno incrostato le pareti rocciose dando origine a belle colature travertinose, che avvolgono muschi e creano nicchie entro le quali sono presenti gamberi e rare specie di anfibi. Si tratta nel suo insieme di un autentico piccolo “santuario” della natura che per le sue caratteristiche evidenzia ancora di più l’importanza dell’Area SIC (Sito di Importanza Comunitaria) della Valle del Tassaro, entro la quale appunto ricade questa nuova cascata. Il Comitato Scientifico del Cai organizzerà una serie di ricognizioni per documentare con precisione la pregevolezza ambientale di questo nuovo monumento naturalistico della ns montagna, che sarà anche meta di visite guidate organizzate dallo stesso comitato Scientifico. Le esplorazioni scientifico-naturalistiche nella Val Tassaro, proseguono, dimostrando sempre di più come questo contesto territoriale, a “due passi” da Reggio, si stia sempre più rivelando una zona di autentica eccellenza nel panorama regionale. I grandi castagni di Piolo questi monumentali castagni è quello di Spigone, in val Tassaro, mentre nel passato altri giganteschi esemplari poi abbattuti erano presenti a Marola e a Costabona. Osservandoli non si può non pensare alle antiche leggende montanare che attribuiscono a Matilde di Canossa l’impianto dei castagni nelle nostre montagne. Nella zona di Piolo questa leggenda è ancora viva ed il Comitato Scientifico del Cai l’ha attentamente documentata dalla viva voce di alcuni anziani. Evidentemente gli esemplari che sono stati scoperti non risalgono certo al periodo matildico, ma la loro maestosità consegue comunque ad una età di parecchi secoli. “La località è di difficile accesso – spiegano componenti del Comitato Scientifico - e quindi solo escursionisti esperti la possono raggiungere in sicurezza: la scoperta di questi giganteschi castagni tuttavia attesta come anticamente la coltivazione del castagno fosse diffusa anche nei luoghi più impervi della nostra montagna, ove gli esemplari erano attentamente accuditi dalle popolazioni appenniniche”. Il Comitato Scientifico del Cai provvederà a raccogliere in autunno alcuni frutti di questi monumentali esemplari, che saranno conferiti ad istituti di ricerca per la conservazione dell’antico patrimonio forestale. Nei L’Appennino reggiano non cessa di meravigliare: dopo la recente scoperta di bellissime e praticamente sconosciute cascate nella valle di Tassaro, il Comitato Scientifico del Cai reggiano si è inaspettatamente imbattuto nella tarda primavera in alcuni tra i più grandi castagni della nostra montagna. La scoperta è avvenuta nel corso di una ricognizione geoculturale effettuata nei giorni scorsi nella Val d’Ozola, presso Piolo. “Gli esemplari – raccontano i componenti del Comitato Scientifico del Cai – si innalzano improvvisi nel folto bosco che ammanta un ripido versante arenaceo e si presentano inaspettatamente in buono stato vegetativo. Nonostante il diffondersi di una grave malattia che nel corso degli ultimi decenni ha imperversato nella nostra montagna, questi monumentali castagni non sono stati colpiti dal male, forse a causa della loro particolare collocazione geografica e mantengono intatta tutta la loro maestosità. Il più imponente ha una circonferenza impressionante e può quindi essere annoverato tra i più grandi della montagna emiliana”. Nel territorio reggiano il patriarca di I castagni di Piolo In relazione al particolare interesse scientifico dei luoghi, all’interno degli edifici colonici di Crovara, nei quali è stato recentemente realizzato l’Ostello di S.Giorgio, sarà realizzato nei prossimi mesi un Punto d’Appoggio Informatico con banca dati naturalistica, ad uso di studiosi, cultori di storia e scienze naturali, in modo da costituire un fondamentale riferimento a tutti gli studi in corso i n questo pregevole contesto territoriale. La cascata del Tassaro prossimi mesi il Comitato Scientifico proseguirà nelle sue ricognizioni nella Val d’Ozola che nonostante il suo grande interesse naturalistico, risulta essere a tutt’oggi ben poco indagata. UN NUOVO SENTIERO PER VISITARE LA CASCATA DEL TASSARO Grazie alla disponibilità dei proprietari dei terreni, il CAI ha ritracciato un vecchio sentiero che conduce in visita alla pregevole cascata del Rio Tassaro, in Comune di Vetto; l’iniziativa rientra nell’ambito della Convenzione stipulata tra il Comune di Vetto ed il CAI di Reggio Emilia, che ha ufficialmente adottato questa importante area di interenne naturalistico, escursionistico e paesaggistico-culturale. Il sentiero è stato attrezzato con paletti segnavia, frecce e marcature a vernice, che consentono a chiunque di riconoscere agevolmente il tracciato e raggiungere in tal modo uno dei maggiori spettacoli naturalistici della media montagna emiliana. Il sentiero inizia dal borgo di Crovara, ove è stato recentemente aperto un Ostello escursionistico con Museo Naturalistico-Culturale, e scende nel Fondovalle, raggiungendo successivamente l’antico borgo di origine medievale di Scalucchia, per poi proseguire in discesa sino alla cascata. Come tutti i percorsi natura, è necessario essere attrezzati con scarpe da escursione ed anche bastoncini che potranno essere molto utili nella discesa. Raggiunta la cascata si può rientrare a Crovara proseguendo ad anello nel versante opposto del Rio Tassaro, in modo da realizzare un circuito escursionistico di grande interesse e notevole richiamo paesaggistico. PARLIAMO DI MAL DI SCHIENA Anche in questo numero affrontiamo un argomento sanitario grazie alla collaborazione con il CTR (Centro Terapia Riabilitativa) di Via F.lli Cervi 59/e Reggio Emilia con il quale di recente la sezione CAI di Reggio Emilia ha sottoscritto una convenzione per la fornitura di prestazioni sanitarie ai propri soci, a prezzi scontati e in tempi rapidi, in regime libero-professionale. Il dr. Roberto Citarella, è Direttore Sanitario del CTR con Master in Posturologia (Responsabile della Riabilitazione nella Commissione Medica IUTA-Associazione Italiana Ultramaratona- ovvero il settore della FIDAL che si occupa di gare superiori a 42,195 km e che coinvolge atleti di interesse nazionale) e affronta per noi il problema del MAL DI SCHIENA che è uno dei più frequenti motivi di visita ambulatoriale, anche presso il CTR, dove sono disponibili professionisti e attrezzature diagnostiche necessarie per una corretta diagnosi e trattamento. Secondo le statistiche l’80% della popolazione, almeno una volta nella vita, ha un’esperienza di dolore lombare. La lombalgia, cioè il mal di schiena, si presenta con un dolore localizzato a livello della zona lombare e/o lombosacrale, è un sintomo che segnala un problema ma non definisce dove si trova il problema. Comunque quando si verifica un episodio di lombalgia occorre rivolgersi al proprio medico di base che saprà indirizzare il paziente, sulla base dei sintomi, al giusto professionista. Il Mal di schiena non consente a chi ne è colpito, soprattutto nella fase acuta, di compiere le normali azioni quotidiane come muoversi, guidare, dormire e ciò crea notevoli problemi anche a livello emotivo e psichico, per cui è meglio intervenire prima possibile. Per il professionista a cui il paziente si rivolge, che sia il fisiatra, l’ ortopedico, il reumatologo o il neurochirurgo trovare le cause di questo problema non è sempre facile; occorre partire da una valutazione generale del paziente che prenda in considerazione la sede del dolore, la sua insorgenza, la durata e l’andamento nel tempo. Il dolore è legato all’irritazione di diverse strutture quali: ossa, dischi, articolazioni, strutture nervose, tessuti molli e muscoli, per cause infiammatorie, traumatiche, meccaniche, congenite o degenerative. Lo specialista deve assolutamente avvalersi di indagini diagnostiche quali RX, RMN o altro che permettano di inquadrare meglio il problema ed individuare la causa del dolore. A questa fase seguirà la proposta terapeutica che è suddivisa in due momenti: quello sintomatico, con la somministrazione dei farmaci, soprattutto in fase acuta, e quello rieducativo-riabilitativo vero e proprio. INTERVENTI CONSIGLIATI: Tanti sono ormai i trattamenti che vengono offerti per la risoluzione del mal di schiena ma essenziale è che siano effettuati sotto il diretto controllo medico e cioè in strutture dove sono presenti specialisti che seguono il decorso della riabilitazione, con scambio di informazioni da parte dei fisioterapisti, che consentono in questo modo, insieme allo specialista, di adattare il percorso terapeutico. I trattamenti più indicati sono in ogni caso i seguenti: -Trattamenti multidisciplinari (prima kinesi passiva e dopo kinesi attiva) Il Dott. Citarella mentre studia il passo del paziente -Back School (educazione ed esercizi) -Terapia cognitiva comportamentale -Esercizi volontari dinamici e contrazioni statiche -Idrokinesiterapia (attività in piscina riabilitativa meglio se con acqua calda e salina) -Manipolazioni vertebrali -Agopuntura -Biofeedback elettromiografico -Supporti lombari -Massaggi -Tens Qualora si tratti di una situazione più complessa legata alla fuoriuscita di un disco o infiammazione dei legamenti che corrono dietro le vertebre, il Neurochirurgo, può intervenire, (così come viene effettuato al CTR in équipe con altri professionisti) con infiltrazioni profonde di ozono, che vengono praticate sotto controllo radiologico (effettuate sdraiando il paziente sopra il lettino della sala di radiologia) al fine di verificare il corretto posizionamento dell’ago. FATTORI DI RISCHIO DELLA LOMBALGIA Importante è anche conoscere quali possono essere i fattori di rischio che favoriscono la comparsa della lombalgia e che ciascuno deve quindi cercare di contrastare ed evitare . Principali : Ridotta articolarità della colonna e dell’anca Ridotta forza dei muscoli del tronco Ridotta coordinazione Ridotta elasticità degli ischio crurali (muscoli che fanno parte della parte posteriore della coscia) Ridotta resistenza agli estensori del rachide Ridotta attività fisica intensa (inferiore alle 3 ore settimanali) Complementari: Lavoro sedentario o lavoro fisicamente impegnativo Frequenti sollevamenti ,rotazioni e/o flessioni del tronco Stress posturali (lavoro eccessivo delle articolazioni) Obesità, fumo CONSIGLI Il mal di schiena acuto compare a episodi. Molte delle cose che si possono fare per sentirsi meglio in presenza di mal di schiena acuto, possono anche aiutare a ridurre la ricorrenza dei problemi. Fare regolarmente esercizi. Esercizi specifici (raccomandati da un medico) pos- sono allenare muscoli importanti per la salute della schiena e possono aiutare a prevenire altri problemi. 1) Portare scarpe comode, con tacco basso (non inferiore però a 3 cm). Le solette nelle scarpe possono aiutare chi deve stare in piedi per lunghi periodi di tempo. 2) Porre le superfici di lavoro ad un’altezza comoda. 3) Usare una sedia con un buon sostegno a livello lombare. 4) Quando si fa un sollevamento, tenere gli oggetti vicino al corpo. Evitare sollevamenti in torsione, flessione e allungamento. 5) Le fasce lombari, usate per prevenzione, possono consentire a qualcuno di continuare a lavorare quando il lavoro richiede frequenti sollevamenti. 6) Riposare i piedi su uno sgabello basso quando si deve stare seduti per lunghi periodi di tempo. 7,) Mettere un cuscino o un asciugamano arrotolato dietro alla zona lombare quando si guida per lunghe distanze. Fermarsi spesso e camminare per qualche minuto. 8) Per dormire comodamente, mettere un cuscino sotto le ginocchia quando si dorme in posizione supina, o in mezzo alle ginocchia quando si dorme su un fianco. E per coloro che fanno escursioni, trekking o scalate è importante valutare sempre in maniera appropriata al proprio corpo il carico dello zaino e la tipologia utilizzata . In commercio esistono zaini che consentono di distribuire meglio il peso e creare meno problemi alla colonna . Il CUSNA Direttore Responsabile Iglis Baldi Segretaria di Redazione Sandra Boni Redazione Giulio Bottone Alberto Fangareggi Emilia Magnani Patrizio Prampolini Carlo Possa Claudio Torreggiani Redazione V.le dei Mille 32, 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 436685-435767 Proprietario Club Alpino Italiano Sezione di Reggio Emilia Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n.157 del Reg. Stampa in data 15-3-1963 L’abbonamento di 3 euro è stato riscosso con la quota sociale. 1 numero € 0,75 (IVA compresa) Stampa: Nuova Futurgraf Via Soglia, 1 - Reggio Emilia tel. 0522 301861 pag. 4 «IL CUSNA» I “capigita” reggiani: chi sono costoro? Trekking toscano dalle colline metallifere al mare di Maria Domenica Tondelli Di Giorgia Carletti “Tu domenica vai via col CAI? Ma chi è il capogita?”. “Non vuoi sapere dove si va?” “No no, se mi dici il nome del Capogita ho già capito e decido se iscrivermi o no all’escursione” Curioso, non vi sembra? E’ più importante chiedere chi è l’organizzatore dell’escursione piuttosto che sapere dove si andrà… Il cognome del capogita racchiude un mondo, una garanzia. Dire Cervi, Capelli, Carletti, Possa, Morini, Costi, Cavalchi, Poli, Torreggiani,… ad alcuni non dirà nulla, ma per tanti altri sarà la discriminante per scegliere un’ escursione piuttosto che un’ altra. Con il solo cognome si riesce a capire la tipologia di escursione, più o meno il dislivello che si percorrerà, a volte persino la zona in cui si andrà, se si viaggerà in autobus o con mezzi propri, se si mangerà da re o si dovrà preparare un panino, … Leggendo il cognome del capogita i partecipanti sapranno già cosa li aspetterà il giorno dell’escursione! Persino la qualità del sonno che avranno la notte precedente! Se vi dicessi…Morini? Con lui non potete permettervi di puntare una sola sveglia se volete dormire rilassati! La sveglia di riserva per supplire un eventuale blocco della vostra sveglia titolare è d’obbligo! E un consiglio: sincronizzate gli orologi con lui. Un ritardo di 2’ costerà il pagamento della colazione a tutti i partecipanti all’uscita (visti i numeri non vi conviene!) e il caricamento dello zaino mentre il pullman sta percorrendo i primi metri verso l’uscita del parcheggio. 5’ dopo l’orario di partenza potrete tranquillamente tornare a casa e rimettervi a letto perché il pullman sarà ormai già alle porte della città. “Toh, domenica c’è Possa”… Ecco, se siete reduci da un viaggio alla ricerca di voi stessi dove si cura la mente e non il corpo, se qualcuno vi sta ripetendo che siete sottopeso, se volete trascorrere una giornata in modo bucolico raccogliendo le erbette e cucinando i frutti della natura (come antipasto!!!) e innaffiando tutto con ottimo vino, le escursioni di Possa fanno per voi. Convinto sostenitore del motto “non si può parlar di filosofia a chi ha la pancia vuota”, vi farà scoprire i meandri più nascosti della collina reggiana, i borghi poco visitati e suggestivi. Costi-Cavalchi vi dice qualcosa? Sono due persone diverse, non un cognome doppio. Anche se… Il primo è esperto delle Apuane, il secondo è il re del Cadore. Loro accompagnano sempre in coppia… per scelta e non perché siano siamesi dalla nascita. Dicono di essere in sintonia, di vedere la montagna allo stesso modo, di divertirsi…mah! Con loro si macinano chilometri, dislivelli, si vedono panorami mozzafiato. Sono gli unici capigita che prima del pranzo trasportano anche 8kg in più nello zaino…beh, avete capito… Chi li conosce li apprezza anche per le merende che offrono a chi partecipa alle loro escursioni. “Ma sai che ho perso l’uscita della Carletti?” Se non l’avete mai vista e trovate in qualche foto una ragazza col pile infilato a mo’ di camicia di forza, è lei. E questo già dovrebbe spiegarvi tante cose…Se volete trascorrere una giornata leggera e siete disposti a ironizzare anche sul problema più insormontabile che trovate, le sue uscite potranno piacervi. La sua frase tipica? “ma sì…va là…ce la facciamo. Andiam piano e arriviamo in cima”. Siete stremati dalla fatica lungo il percorso, sentite il viso paonazzo esplodere di calore e pensate che il paradiso sia alle porte? Lei vi noterà, si avvicinerà a voi col suo fare fluttuante e vi dirà: “guarda, ho proprio un dolcino al cioccolato, prendi” e distribuirà dolcini a tutti…Beh, con lei arriverete a destinazione, ma il rischio diabete sarà alle porte. “Quest’anno vado via con Gianna Poli.” Basta citare il suo nome e viene in mente il volto della Regina dei trekking…trekking caratterizzati dalla sofferenza mentale, dagli stenti fisici e da luoghi talmente disagiati dove nessuno andrebbe mai. State pensando al GR20 in Corsica? Ricordatevi che c’è trekking e trekking…Gianna nel suo curriculum ha soggiorni a Tenerife, Isole Eolie, Aspromonte, Versilia, Creta. La minima vostra richiesta, è già contemplata nel suo programma! Lei prevede tutto: escursioni per chi cammina, per chi vuole godersi il mare, per chi vuole visitare luoghi d’arte. Se citassi il nome di Giuliano Cervi e Rita Capelli? Sono i capigita delle escursioni naturalistiche. Entrambi con una compostezza e una calma d’altri tempi vi condurranno alla scoperta di gessi, di reperti archeologici, di fossili e di rarità della natura. Loro, a differenza di Possa, badano più alla mente che al corpo, all’ appagamento dell’ anima con la scienza, tenderanno ad inebriarvi con la conoscenza scientifica, vi porteranno indietro nel tempo con le loro spiegazioni, quindi…portatevi il pranzo da casa per esser più tranquilli! L’unico capogita che nel CAI reggiano non teme rivali è Claudio Torreggiani. Dove qualcuno va a piedi, lui vi porterà in mountain-bike. Temete gli inconvenienti tecnici, o gli imprevisti alla vostra bici? Allontanate questi pensieri, lui è un nome e una garanzia! Col suo kit di sopravvivenza farà tornare la vostra due ruote come nuova e potrete continuare a conquistare vette e svalicare passi senza problemi. Pensate che non tema rivali per le sue grandi capacità? In realtà il motivo è che è l’unico accompagnatore di cicloescursionismo nel CAI reggiano… Questi sono solo alcuni dei capigita che operano nella sezione CAI di Reggio, magari non conoscerete i volti di tutti loro, magari non avrete mai partecipato ad una loro escursione, ma adesso sfogliando il calendario 2014 un semplice cognome diventerà anche per voi la discriminante per iscrivervi ad un’escursione piuttosto che ad un’altra … Si parte in una giornata grigia e nuvolosa, la pioggia ci accompagna per tutto il viaggio, usciti dall’autostrada, attraversando boschi di castagni, lecci e querce, salendo a poco più di 500 metri sul livello del mare arriviamo a Monterotondo Marittimo nel cuore delle Colline Metallifere, principale e più esteso sistema collinare e montuoso dell’ Antiapennino Toscano. Il territorio, che comprende anche le vette del Poggio di Montieri, delle Cornate di Gerfalco e delle Carline di Travale che superano i 1000 metri di quota, è ricco nel sottosuolo di fonti di energia geotermica e di risorse minerarie di vario tipo conosciute da millenni e sfruttate dagli Etruschi e dai Romani. Ci accoglie l’amico del CAI di Monterotondo che ci fa da guida e, a pochi metri dal paese, entriamo nel parco de “Le Biancane” che si rivela di una sorprendente bellezza ed interesse, a cui nulla toglie il cielo nuvoloso e la pioggia intermittente. L’energia ha modificato l’habitat naturale e i colori tipici della natura delle Colline Metallifere: i toni prevalenti sono i verdi della vegetazione, le più varie sfumature dell’ocra e il bianco prodotto dalla forte aggressività chimica di alcuni componenti dei fluidi che escono dalle profondità della terra. È questa una zona fuori dall’ordinario per le sue emissioni di vapori, gas e acqua che si manifestano nei fumacchi, nei bulicami, piccoli laghetti di fango gorgogliante, nelle fumarole, nelle putizze, emanazioni di vapore contenenti acido solfidrico e anidride solforosa. Nella parte inferiore del sentiero incontriamo il Lagone Cerchiaio, le cui acque, fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani erano ritenute efficaci per molti disturbi, dalle malattie della pelle fino alla cura del fegato e dei reni, più tardi sede delle sperimentazioni per l’estrazione dell’acido borico; più avanti sorge la centrale del teleriscaldamento che fornisce calore a buona parte degli abitanti del comune, limitando sia l’uso del petrolio che l’inquinamento. Seguendo il sentiero che si inerpica sul monte, raggiungiamo la parte superiore del Parco dove il terreno emana calore, l’aria è impregnata di zolfo e colonne di vapore si dissolvono in alto nel cielo. “Le Biancane” sono interessanti anche per la flora atipica perchè la presenza in tutte le stagioni dell’anno di un riscaldamento naturale del terreno e dell’aria ha creato un ambiente unico in cui le specie vegetali tipiche di questa parte di Toscana convivono con specie che si trovano abitualmente ad altre latitudini ed altitudini. Le sughere (Quercus suber) che sopravvivono solo fino ai 300 metri di altitudine, qui crescono a 700 ed il brugo (Calluna vulgaris) si spinge fino a breve distanza dalle bocche di uscita dei vapori senza alcuna conseguenza e, ci dicono, I colori de “Le Biancane” mostrerà la sua spettacolare e ricca fioritura che, in alcuni mesi dell’anno (giugno e luglio), tappezzerà il terreno con un manto verde punteggiato di macchie di color ciclamino dei minuscoli calici a grappoli. Per le condizioni del terreno, a causa delle copiose piogge, siamo costretti ad abbreviare il percorso previsto e, dopo la sorgente Acquaforte, la cui acqua, ora non più bevibile, era ritenuta medicamentosa, giriamo a sinistra e fiancheggiamo la centrale dell’Enel ed infine sostiamo al Lavatoio, costruito dalla società Larderello per i dipendenti. Risaliamo a Monterotondo Marittimo, Mons Ritundus, per la forma conica del colle sul quale è situato, dove sono ancora visibili molte tracce del passato medievale; dapprima giungiamo al punto più alto, la chiesa di San Lorenzo, e, percorrendo le strette stradine dove si vive l’atmosfera del tempo passato, ci troviamo nella silenziosa piazzetta con il palazzo comunale e la torre dell’orologio. Siamo ora nell’area in cui le Colline Metallifere digradano verso il mare e la Maremma, attraverso un paesaggio verdissimo in cui si innalzano diritti e fieri i cipressi e ben presto raggiungiamo il luogo dove sorge il lago dell’Accesa dove gli Etruschi si insediarono per la presenza di giacimenti di argento e piombo, di materiali ferrosi ed oro. L’agriturismo in cui soggiorneremo, circondato da un paesaggio armoniosamente diviso tra terreni adibiti a culture da seme, vigneti e oliveti, prende il nome “Tabaccaia” dalle coltivazioni di tabacco, le cui foglie venivano essiccate nell’edificio ora ristrutturato. Protagonista è anche il rosmarino fiorito di lilla che compone enorme siepi che ornano il cortile, la natura qui invita alla pace, al buon vivere anche nell’apprezzamento dei sapori della Toscana: le bruschette, i salumi, la cacciagione, le gustose verdure, l’olio ed il vino. Sabato la pioggia battente ci impedisce di compiere l’escursione prevista al Parco Naturale delle Cornate e, guidati dal Presidente del CAI di Grosseto, ci dirigiamo invece a Massa Marittima che è un’ interessante testimonianza di urbanistica medievale con in basso la “Città vecchia”e in alto la “Città nuova”. Sostiamo in Piazza Garibaldi dove in epoca comunale furono aggregati gli edifici simbolo dei poteri della città: il Duomo, il Palazzo vescovile, il Palazzo del Podestà, il Palazzo Comunale e il Palazzo dell’Abbondanza. La visita al Museo Archeologico ci permette di ripercorrere la storia del popolamento del territorio a partire dal paleolitico inferiore, in cui gli uomini trovavano riparo nelle grotte, fino all’età etrusca alla quale è dedicata una sezione che raccoglie i tanti reperti ritrovati intorno al lago dell’Accesa. Nel frattempo le nubi hanno lasciato spazio al sole e, non senza essere saliti alla parte alta, lasciamo Massa Marittima per scendere al mare a Follonica. Dalla sbarra di accesso prendiamo un sentiero immerso nel verde del bosco e della macchia mediterranea che ombreggiano buona parte del percorso, offrendo, tuttavia, anche dei varchi che permettono di vedere i grandiosi scenari su Golfo di Follonica e sull’Isola d’Elba. Proseguendo diritto si apre uno spiazzo con a destra Cala Martina e a sinistra il luogo dove, tra gli alberi, sorge un monumento a Garibaldi, l’epigrafe ricorda che il generale partì per le sue storiche imprese proprio da questa spiaggia. Non avevamo ancora finito di ammirare Cala Martina quando scorgiamo dietro un promontorio Cala Violina, incantevole baia di sabbia bianca, considerata una delle più belle della costa. Non si può fare a meno di scendere al mare, togliersi gli scarponi, bagnarsi i piedi nel mare limpido, camminare sull’arena, sostare per qualche tempo per godere del sole che scalda dolcemente la pelle in un luogo ancora incontaminato. Domenica, in una bella giornata tiepida e serena, dopo un breve percorso in pullmann fino al porto turistico di Salivoli (Piombino) entriamo a cala Moresca e, seguendo il sentiero n° 302, camminiamo per quello che è un itinerario entusiasmante, la Via dei Cavalleggeri, che unisce Piombino Veduta della costa e delle isole dell’Argentario Il Lago dell’Accesa con il Golfo di Baratti attraversando il promontorio sul lato del mare. Ci pare di sentire il rumore degli zoccoli dei destrieri dei cavalleggeri che, attraverso un’ippovia che collegava tutte le torri di avvistamento costiere delle province di Pisa, Livorno e Grosseto, proteggevano il territorio da pirati, corsari e clandestini, ed esercitavano la funzione di controllo sanitario per evitare che malattie infettive come colera e tifo, portate dalla gente di mare, si diffondessero sulla terraferma. Il tragitto, quasi sempre a mezza costa, immerso nella macchia mediterranea, lungo una decina di chilometri, offre spunti panoramici notevoli sulla costa e sulle isole dell’Arcipelago Toscano e non presenta difficoltà se non qualche leggera salita e due scalandrini. Entusiasti del luogo ci riempiamo gli occhi con i colori del mare, della terra e della vegetazione, respiriamo l’aria pura e profumata e godiamo del silenzio delle insenature di Buca delle Fate, Cala San Quirico, Fossa alle Canne e Spiaggia Lunga dove scendiamo per una breve sosta. Il golfo di Baratti è molto evocativo, dapprima con la vista sul mare lievemente increspato dal vento e popolato da piccole barche bianche ferme vicino alla riva e poi dalla vista del Parco Archeologico dove sorgeva la città etrusca prima e poi romana di Populonia, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro. Non potendo compiere il percorso guidato per il poco tempo a disposizione arriviamo solo al centro visite ma è così forte il fascino che sprigiona da questi luoghi che ci sembra di compiere un viaggio a ritroso e sentire il rumore degli utensili proveniente dalle cave e dai quartieri industriali in cui si lavoravano i metalli. Prende forma il paesaggio con le necropoli i cui resti ancora si adagiano sulle prime colline che cingono l’insenatura e, più in alto, si materializzano le capanne di legno e paglia abitate dagli aristocratici etruschi o i templi, le terme, i santuari costruiti più tardi dai Romani. ✁ pag. 20 ti dell’inaugurazione del nuovo Battisti ampliato, e sarà sempre un grande successo. Nel novembre del 1995 la campionessa di sci di fondo e ciclista Maria Canins è presente al cinema Ambra di Reggio, il 7 aprile del ’97 la sottosezione di Cavriago organizza un incontro con la grande alpinista Catherine Destivelle; il 5 giugno del 2003 Nives Meroi e il marito Romano Benet sono ospiti del G.E.B. di Bibbiano e lo saranno anche, in anni successivi della sottosezione di Rubiera (autunno 2006) e ultimamente, nel gennaio 2012, della sottosezione di Sant’Ilario d’Enza. Giulio Bottone il 30 settembre del 2004 conquista il Shisha Pangma una montagna alta 8046 metri ed è il secondo reggiano a scalare uno dei colossi della terra, entrando di fatto nella storia alpinistica della nostra sezione; importante ricordare che anche la serata di presentazione dell’evento, tenuta successivamente al teatro Ariosto, riscosse un grande successo sia in termini di interesse che di pubblico. Alla fine del 2008, occorre ricordare visto il notevole successo di partecipanti al cen- La nostra storia tro sociale “Buco magico” di Reggio, le due conferenze tenute con alpinisti e addetti ai lavori, improntate su “L’alpinismo oggi” e la “Pietra di Bismantova”. Nel 2009 alcuni noti alpinisti vengono a Reggio: Fausto De Stefani è ospite del G.E.B. di Bibbiano, Roberto Iacopelli della sezione reggiana, ed infine Alberto Paleari, “amico” della nostra sezione e collaboratore de IL CUSNA”, presenta uno dei suoi tanti libri al cinema di Sant’Ilario d’Enza. Il 22 aprile del 2010 è la volta di Ivo Rabanser e l’anno successivo, sempre ad aprile, al Centro Malaguzzi, arriva uno dei più forti e importanti alpinisti a livello mondiale: Simone Moro e manco a dirlo il successo è strepitoso. Infine, ma solo per ora, il 29 novembre del 2011 viene presentata al centro sociale “Buco Magico” di Reggio, davanti ad un foltissimo pubblico, la spedizione alpinistica tutta reggiana, costituita da Nicola Campani, Fabrizio Silvetti, Massimo Ruffini e Samuele Sentieri, che ha “vinto” il Gasherbrum 2, conquistando di fatto il terzo ottomila “reggiano”. pag. 21 La nostra storia Avvenimenti Nel 1963 la sezione reggiana ha partecipato ad un concorso cinematografico indetto dal Panathlon Club presentando il film “Verticalità dell’Appennino Reggiano”. La pellicola, che riproponeva una scalata alla Pietra di Bismantova, ottenne il primo premio assoluto grazie alle suggestive inquadrature degli operatori: Franco Bergonzoni, Teogene Lodi e Salvatore Rotanti. Nel novembre del 1966 la sezione fu promotrice di una raccolta di generi alimentari, medicinali e materiali vari per gli alluvionati del bellunese, che furono portati direttamente sui luoghi sinistrati con due automezzi militari carichi di ben 102 “colli”. Nella primavera del 1983 venne inaugurata sulla Pietra di Bismantova la ferrata degli Alpini, risistemata dai volontari ANA (Associazione Nazionale Alpini), dai nostri soci e da quelli di Suzzara e Castelnovo Monti che proprio all’epoca, con l’appoggio di Reggio, diventò sezione autonoma; ferrata che, ricordiamo, venne realizzata nel 1971 ad opera del GAB. Il 18 giugno del 2011, su proposta del presidente Iglis Baldi, viene organizzata a Castelnovo Monti una festa per celebrare il 40° anniversario della costruzione della ferrata, sia in loco che nella sala consigliare del Comune stesso, alla presenza di numerose autorità, fra cui Sonia Masini presidente della Provincia, Fausto Giovannelli presidente del Parco Tosco-Emiliano e delle delegazioni di tutti i partecipanti “attivi” che hanno legato il loro nome alla ferrata della Pietra, in tutti questi anni. Il 12 ottobre del 1991 resta un giorno fondamentale per la nostra sezione, in quanto in quella data si inaugurò ufficialmente, quella che a tutt’oggi resta la nostra sede ufficiale di Viale dei Mille, alla presenza del presidente nazionale Bramanti, del presidente del TER Rava, del vice-sindaco di Reggio Musi e di tanti soci caini. Quel “taglio del nastro” fu per Simone Moro al Centro Malaguzzi di Reggio Emilia il 29 novembre 2011 presentato dal Presidente Iglis Baldi Pesenti, Presidente degli Alpini di R E, taglia il nastro per inaugurare la ferrata della Pietra (giugno 1971) ( FIglis Baldi) la storia continua ... I volontari del CSS al lavoro sotto la guida del Dott. Tirabassi. La nostra sezione fin dalla sua nascita, insieme con i soci d’oltre Enza, ha sempre perseguito uno scopo culturale e di ricerca, il “fervore alpinistico” uguagliava quello scientifico e naturalistico, basti pensare alle persone illustri che furono tra i fondatori: uno su tutti Gaetano Chierici famosissimo archeologo, già direttore del museo civico di Reggio Emilia e presidente della sezione Cai dell’Enza, che legò il suo nome, tra le tante opere, agli scavi presso la rupe di Canossa. E proprio da queste nobili tradizioni culturali e di ricerca, mai sopiti, nasce il Comitato Scientifico Sezionale del Cai: costituito nel 2009 nell’intento di condurre a livello locale studi, ricerche e approfondimenti tecnicoscientifici su scala territoriale del nostro Appennino. Attualmente il gruppo è composto da una La croce del Monte Ventasso decina di persone, coordinate da Gianni Riccò Panciroli. Ha attivamente partecipato a scavi archeologici a Canossa, Quattro Castella, Crovara, Castelnuovo Monti, e altri in collaborazione con i Civici Musei. Importanti le scoperte naturalistiche di fiori e insetti dati per estinti nel nostro ambiente, significativi i ritrovamenti di selci lavorate del periodo mesolitico (10000-7000 anni fa) che testimoniano la frequentazione della nostra montagna alla fine dell’ultima glaciazione. In geologia, trovati e classificati minerali interessanti. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in un primo Notiziario, edito nell’estate 2013, che riguarda soltanto la parte storica e naturalistica del territorio montano mentre per quella archeologica sarà pubblicato un Notiziario ad hoc di concerto con i Civici Musei. a cura di Iglis Baldi 3a parte (già sezione dell’Enza) ( sezione Cai di Reggio Emilia, La nostra storia Comitato Scientifico Sezionale I QUADERNI DE “IL CUSNA” pag. 24 La nostra storia La nostra storia pag. 17 pag. 18 La nostra storia La nostra storia Manifestazioni La sezione fu molto attiva all’inizio della propria vita autonoma nell’organizzazione di mostre fotografiche. La prima fu organizzata nell’atrio del Teatro Municipale nel 1937, la seconda ebbe luogo dal 14 al 21 maggio 1938 alla Sala Verdi con la partecipazione di numerosi concorrenti provenienti da gran parte d’Italia. Ma la mostra più importante è stata indubbiamente quella allestita nel Palazzo del Capitano del Popolo dal 15 novembre al 3 dicembre 1951; la manifestazione denominata “Mostra Interregionale di fotografia artistica a carattere alpinistico” riscosse il plauso di migliaia di visitatori tra cui il Presidente Generale del Cai e di altre personalità dell’arte e della cultura; in quel contestò nacque il nostro giornale sezionale “IL CUSNA”. Diverse altre mostre si sono susseguite fino ad una importante rassegna, imperniata pag. 23 Escursionismo sull’appennino reggiano, che ha avuto luogo all’isolato San Rocco, nell’ottobre del 1975, in occasione dei festeggiamenti per il centenario della nascita della nostra sezione. Durante i suoi primi decenni di vita la sezione ha organizzato numerose conferenze di scrittori, sciatori ed alpinisti celebri fra cui ricordiamo: Luigi Barnasse, Alfonso Bernardi, Walter Bonatti, Lothar Brander, Louis Carrel, Severino Casara, Riccardo Cassin, Zeno Colò, Emilio Frisia, Alessandro Gogna, Giorgio Gualco, Cesare Maestri, Fosco Maraini, Carlo Mauri, Gian Piero Motti, Nino Oppio, Pierino Pession, Antonio Sanmarchi, Teresio Valsesia, Reinhold Messner, Cosimo Zappelli. All’inizio del 1984 Alberto Soncini, famoso alpinista di “casa nostra” e non solo, presenta al cinema Cristallo un filmato sulla spedizione italiana al K2, a cui aveva partecipato. Nel 1985 le serate con i coniugi Carnovalini Fin dai primi anni settanta il “vecio” Pincio organizzò una traversata a bassa quota nelle nostre colline (da Casina a Vetto), suscitando notevole interesse tra i soci: per alcuni fu un’autentica rivelazione. Furono escursioni che di fatto aprìrono una nuova “primavera” per il Cai reggiano, nel senso che si cominciò a concepire l’escursionismo in un modo nuovo: non solo allenamento per l’alpinismo ma una maniera per conoscere culturalmente e storicamente i luoghi, per scoprire nuovi percorsi, nuove realtà. Ruolo importante di diffusione di tali concetti lo ebbe il nostro giornale Il Cusna e non da meno lo ebbero i soci Carlo Possa, Giuliano Cervi, Daniele Canossini, Pier Giorgio Oliveti e Gian Marco Ligabue, per citarne alcuni. Da ciò si cominciò finalmente a parlare di commissione escursionismo e specialmente di corsi, di accompagnatori di escursionismo e di classificazione degli itinerari escursionistici. La nostra Sezione da allora è sempre stata in prima fila per dare dignità e nobiltà all’escursionismo; a tal proposito Carlo Possa, in un articolo riportato sul primo numero del Cusna del 2009, scrisse: “Possiamo dire con orgoglio che gli escursionisti del Cai reggiano il loro ruolo importante l’hanno avuto”. Non è un caso che la rete sentieristica nel basso e medio Appennino reggiano si è sviluppata così notevolmente, a differenza di altre realtà provinciali. Nel 1979 inizia un vero e proprio corso di base all’escursionismo, introduttivo alla conoscenza della montagna nei suoi variegati aspetti, e nel 1980 parte anche quello delle “ferrate” per meglio preparare e “attrezzare” gli appassionati, visto il crescente interesse per questa nuova disciplina. Ad oggi abbiamo superato abbondantemente i 30 corsi di escursionismo e i venti per le ferrate; inoltre da sette anni si organizzano anche corsi di “ciaspole”, visto il notevole seguito che questa disciplina ha ormai assunto per i frequentatori della montagna in “veste” invernale. Nel 1991 la nostra sezione inizia un gemellaggio, ancora attivo a tutt’oggi, con associazioni tedesche dell’Enzkreis, della regione del Baden Wuttemberg, per organizzare annualmente e reciprocamente dei trekking escursionistici. Nel 1993 tre nostri soci: Pietro Leoni, Iller Faietti e Corrado Rodolfi diventano, dopo uno specifico corso, i primi Accompagnatori di Escursionismo nella nostra sezione, nuova figura creata dal Cai nazionale, per meglio adempiere e rispondere alle esigenze del settore, sempre in costante crescita. Altri da allora hanno conseguito tale titolo; fino ad arrivare ai giorni nostri e più precisamente al 21 dicembre del 2010, giorno in cui è stata ufficializzata, da parte della Commissione Centrale di Escursionismo, la “Scuola Sezionale di Escursionismo” il cui primo direttore è stato ed è Carlo Ferrari. Tabiano (collina reggiana) di abnegazione profusi per la ricostruzione del Rifugio Battisti, Olinto Pincelli, per la sua attività alpinistica, nel Soccorso Alpino e di “insegnante di montagna”, Enzo Spaggiari, infaticabile organizzatore di gite e coordinatore della sezione. Successivamente sono stati poi aggiunti nell’elenco i nomi di Luigi Bettelli, grande “anima” del Cai e organizzatore di eventi, Lauro Bertani, profondo conoscitore e studioso dell’appennino soprattutto dal punto di vista botanico e, ultimamente Luciano Serra notissimo scrittore e poeta reggiano, divulgatore e traduttore di libri di montagna, già direttore de “Il Cusna” dal 1968 al 1970. Nell’aprile del 1992, in occasione della Fiera di Parma Quota 600, viene organizzata una singolare festa in terra matildica con l’utilizzo del treno: partendo da Reggio con un vecchia macchina a vapore fino a Ciano per poi proseguire a piedi verso Canossa. Pier Giorgio Oliveti coordina la manifestazione e per l’occasione vengono stampati appositamente una cartolina e il biglietto ferroviario a ricordo. Le adesioni arrivarono numerose da tutta Italia. Nel 1993 ci fu un’altra riedizione del treno a vapore sempre in terra matildica, che portò i partecipanti a scoprire un tratto del Sentiero dei Ducati. Il Presidente sezionale Mario Cavallini (a destra) con il Presidente generale poco dopo l’inaugurazione della Mostra Interregionale di Fotografia Artistica a carattere alpinistico svoltasi nel Palazzo del Capitano del Popolo (1951) (foto Carlo Possa) Il Presidente Nazionale Bramanti (a sinistra), vicino al Presidente Seionale Patrizio Prampolini, inaugurano la nostra sede (12 ottobre 1991) il nostro sodalizio un traguardo molto “sudato” che comportò un notevole sforzo economico, superato grazie alla partecipazione di tanti iscritti che, mettendo a disposizione chi il proprio semplice contributo economico chi le proprie capacità tecniche e manuali, hanno permesso alla nostra sezione di dotarsi di spazi vitali per la propria vita associativa. Il 23 maggio del 1993 il Consiglio Sezionale, sotto la presidenza Leoni, istituì l’Albo d’Onore riservato ai soci che si sono contraddistinti per il loro particolare impegno: i primi tre nomi ad essere inseriti furono quelli di Bruno Borghi per la grande volontà e spirito La nostra storia pag. 22 Nel 1990 inoltre si segnala l’inizio dell’attività dell’associazione “Gulliver”, una nuova organizzazione gestita da soci reggiani che promuove viaggi e spedizioni extraeuropee, esibisce per la prima volta il famosissimo Coro della SAT di Trento; il coro ritornerà a Reggio, sempre al Valli, anche nel 1995 e nel giugno 2007, proprio in occasione dei festeggiamen- Alberto Soncini (a sinistra), Kurt DDiemberger e Paolo Bonacini (a destra) al Teatro Ariosto durante la presentazione della spedizione al Broad Peak (1992) coi loro trekking in giro per l’Italia, dell’alpinista Jirj Novak con l’impresa alla parete ovest del Dhalaulagiri I, confermano il crescente interesse per la montagna da parte dei soci. Altri serate si sono tenute negli anni successivi con Silvia Metzelin e Gino Buscaini, Giuliano Giongo, Hainz Mariacher e Luisa Jovine, Yerzy Kukuczka il grande alpinista polacco, tra i primi conquistatori dei quattordici ottomila. Nel 1988 la sottosezione di Cavriago organizza al palazzetto dello sport una serata con l’alpinista Hans Kammerlander, con la presenza memorabile di circa 700 persone, consacrando di fatto il lancio della nuova sottosezione denominata “Cani sciolti”. Kammerlander ritornerà a Reggio, al cinema Ambra, nel 1992. Nel 1990 si organizza una serata con l’alpinista e cineoperatore Kurt Diemberger, che ritornerà a Reggio e poi a Cavriago in anni successivi. di carattere alpinistico-scientifico, toccando terre poco conosciute e quasi inesplorate e, come accade sempre in questi casi, ne derivano serate pubbliche di grande interesse (ricordiamo quelle incentrate sul Pamir sovietico, sul Mustang in Nepal, nella penisola di Kamchatka in Russia, nel Siguniang in Cina). Nel 1992 il mitico Riccardo Cassin, pietra miliare dell’alpinismo italiano, è ospite della sottosezione di Rubiera, al cinema Excelsior. Alberto Soncini, primo reggiano a conquistare un ottomila, presenta il “suo” Broad Peak nel 1992, in un Teatro Ariosto gremito di pubblico. Alberto ci lasciò il 16 agosto del 2003 cadendo sul ghiacciaio del Bianco, accompagnando come guida alcuni clienti, lasciando sgomento il Cai reggiano e tutti coloro che lo conoscevano. Nel 1985 al Teatro Municipale, colmo di pubblico e alla presenza di numerose autorità, si La nostra storia pag. 19 di Claudio Torreggiani «IL CUSNA» I monti dell’Ortles-Cevedale nelle guide del Cai di Alberto Fangareggi La prima guida dell’Ortles-Cevedale in italiano e testo sacro per questo gruppo montuoso, è quella del conte Aldo Buonacossa, dal titolo “Regione dell’Ortles” pubblicata nel 1915. Il libro è parte della prima collana “Guida dei Monti d’Italia” del CAI. Ne ho trovato una copia ancora in ottimo stato e la custodisco gelosamente. Bonacossa vi viene presentato come fortissimo alpinista, studioso, critico e scrittore. Al Bonacossa è oggi dedicata una cima del gruppo della Presanella. La guida viene pubblicata proprio quando sta per iniziare anche per l’Italia la prima guerra mondiale. Bonacossa scrive nell’introduzione: “il momento non parrebbe ben scelto: non mutano i monti, ma possono cambiare i confini politici”, e ancora spera che “in tempi non lontani io riveda liberamente le valli e i monti che visitai a lungo quando l’esser italiano m’era causa di sospetti e di persecuzioni, non solo nella zona di confine, e che dalle vette del gruppo io scorga attorno a me un solo cielo d’Italia”. Dopo il 1918 il gruppo Ortles-Cevedale passò infatti per intero all’Italia. Prima di allora, Payer scrisse “Le Alpi dell’Ortles sono il più elevato gruppo montuoso dell’Austria e della Germania”. A testimonianza del difficile momento, scrive Bonacossa sulla sua guida a proposito del Passo del Tonale: “Non fotografare! Essendo la zona strettamente sorvegliata dall’autorità militare”. Il Bonacossa classificò i diversi sottogruppi dell’Ortles-Cevedale che sono tuttora utilizzati, anche se lui comprendeva montagne della Val di Non che più recentemente non sono più state incluse nel gruppo. I sottogruppi sono: Cristallo, Thurwieser, Ortles/Gran Zebrù, Confinale/Cime del Forno, Vertana/ Angelo, Cevedale/San Matteo, Venezie, Vegaia/Tremenesca, Sternai/Gioveretto e Orecchia. Poi per tanti anni solo qualche guida parziale oppure pubblicata solo in tedesco. Finalmente, quasi settant’anni dopo, nel 1984, esce la guida “Ortles Cevedale” di Gino Buscaini nella nuova serie dei monti d’Italia del CAI-TCI, quelle con la copertina telata che oggi non è più utilizzata, che iniziarono a uscire nel 1934. Buscaini, nella prefazione, rende omaggio al Bonacossa da cui molto prende nella stesura del suo testo. La guida del Buscaini descrive, oltre agli itinerari escursionistici e alpinistici, per la prima volta, anche quelli scialpinistici. Quella del Buscaini è ancora la guida più recente del CAI su questo gruppo montuoso e quella che io utilizzo regolarmente per le mie escursioni e ascensioni alle vette. Per chi poi vuole approfondire ulteriormente la conoscenza di questi monti, un altro testo fondamentale è quello di Carlo Artoni, sempre del 1984, dal titolo “Ghiacciai e valli dell’Ortles Cevedale”, che descrive dettagliatamente monti, valli e ghiacciai. All’inizio degli anni ottanta i ghiacciai delle Alpi ebbero un breve periodo di avanzamento, tanto che l’Artoni scrive: Il San Matteo da Cima Cadin “Siamo dunque all’inizio di una nuova era glaciale od assistiamo soltanto al fenomeno ricorrente di una semplice oscillazione che può risolversi nel breve giro di pochi anni?” Oggi sappiamo qual’era la risposta giusta. Infine voglio ricordare il libro di Reinhold Messner, “Re Ortles”, del 2004, per celebrare i duecenti anni dalla conquista dell’Ortles. Il libro racconta la storia alpinistica del gruppo riportando anche frammenti delle relazioni dei primi storici salitori come Pilcher, Payer, Pinggera, Ertl e anche Compton, il famoso incisore, paessaggista delle Alpi. Il libro di Messner è corredato dalle più belle fotografie che ho visto di queste montagne. Gli itinerari nel gruppo Ortles-Cevedale che Bonacossa e Buscaini descrivono in modo sempre molto strutturato e di facile consultazione, sono tantissimi. Basti pensare che il gruppo comprende circa 130 cime di altezza superiore ai tremila metri, quindi tante opportunità per escursionismo, alpinismo e scialpinismo con un’ampia gamma di difficoltà. Il gruppo montuoso viene indicato con il doppio nome in quanto l’Ortles ne è la cima più alta, ma il Cevedale è la cima più centrale da cui tutto il gruppo si diparte. Queste montagne sono costituite da due formazioni rocciose, diverse per costituzione litologica e per età geologica. Più abbondanti sono gli scisti, rocce metamorfiche originate da rocce sedimentarie ed eruttive. Meno estese le rocce sedimentarie dolomitiche, originate da depositi marini che qui, diversamente dalle Dolomiti, sono di colore grigio-nero. Il gruppo conta anche numerosissimi ghiacciai. Ardito Desio ne classificò 101 nel lavoro che fece per il CNR e pubblicò nel 1967. Fra questi il ghiacciaio dei Forni, il più esteso delle Alpi di tipo hymalaiano. Si possono riscontrare alcune diversità nelle descrizioni degli itinerari alpinistici di Bonacossa e Buscaini, a seguito delle variazioni dei ghiacciai. Dall’edizione del Buscaini ad oggi, c’è stato un ulteriore forte ritiro di cui si deve tenere conto rispetto alle descizioni della guida, quando si programma una salita alle vette o una escursione in alta quota. Da vent’anni ormai frequento le montagne dell’Ortles-Cevedale. Ho raggiunto tante delle sue cime o più semplicemente sono andato per rifugi e malghe. Ho imparato dove si possono vedere cervi, camosci e stambecchi, dove è più frequente avvistare l’aquila. Ho conosciuto le gente di queste montagne. Fra questi monti mi sento veramente a casa. Parlare dei tanti tremila del gruppo richiederebbe appunto una guida sistematica. Voglio citare solo due importanti e conosciuti itinerari alpinistici del gruppo Ortles-Cevedale. Il primo è la traversata delle Tredici Cime, una classica alpinistica con un percorso di 17 chilometri attorno al Ghiacciaio dei Forni, dal Pizzo Tresero al Monte Cevedale, sempre al di sopra dei 3300 metri di quota. La difficoltà alpinistica è classificata come PD+. Le tredici cime (foto A fangareggi) sono: Pizzo Tresero, Punta Pedranzini, Cima Dosegù, Punta San Matteo, Monte Giumella, Punta Cadini, Rocca Santa Caterina, Cima di Peio, Punta Taviela, Monte Vioz, Palon de la Mare, Monte Rosole, Monte Cevedale. Ovviamente la traversata può essere fatta in entrambi i sensi. Diversi percorsi possono portare al punto di partenza. Solitamente dal Passo Gavia per il Tresero oppure dalla valle di Peio o dalla valle di Cedec per il Cevedale. I passaggi più impegnativi sono al Colle del Vioz, passaggio su roccia dove si deve prestare attenzione alla caduta di sassi, e alla Rocca Santa Caterina dove un passaggio di IV grado su roccia è stato però attrezzato e quindi reso più facile. La traversata è solitamente descritta come da farsi in tre giorni, pernottando al Bivacco Meneghello e al Rifugio Mantova al Vioz. C’è anche chi ha fatto tutta la traversata in un giorno. Fra questi un amico guida alpina della zona, ma non è da tutti! Ho salito tutte le tredici cime, alcune di esse più volte, anche se non ho mai fatto l’intero percorso tutto in una volta. Quando ci ho provato, ho dovuto rinunciare per maltempo, rientrando frettolosamente prima del San Matteo. Punta San Matteo e il Cevedale sono le cime alpinistiche più spesso salite. Lo ho fatte da tante diverse vie. Sempre bellissime, da qualunque parte. Il Cevedale è un’ottima montagna per che si avvicina all’alpinismo. Il Monte Vioz credo sia una delle poche cime delle Alpi che permetta di arrivare a 3645 metri su sentiero escursionistico, infatti molto frequentato d’estate. Si arriva al bellissimo rifugio Mantova, in prossimità della cima, di fianco a cui sorge la chiesetta più alta d’Europa, dove si celebra la messa una volta all’anno, la prima domenica di agosto. Tutti gli anni salgo al Vioz, ormai è una tradizione. Il secondo itinarario alpinistico che voglio ricordare è quello costituito dal formidabile trittico di giganti: Ortles, Zebrù e Gran Zebrù. Ho salito queste montagne per le vie normali. L’Ortles, punto culminante del gruppo (3905 metri), è una vetta poderosa e complessa con pareti, picchi, creste e ghiacciai. Si raggiunge per la via normale dal Rifugio Payer, passando per la Punta Tabaretta, per la cresta e il versante nord, oppure per altre vie, piu difficili, quali la Hinter-Grat e la Meraner-Weg o la Parete Nord. La via normale allo Zebrù parte del Rifugio V° Alpini in Val Zebrù attraverso il Giogo Alto, passando sotto alla Punta Thurwieser. La vista dallo Zebrù è strepitosa, in quanto questa montagna, per altro meno frequentata, si trova giusto in mezzo alle altre due. Infine il Gran Zebrù, che il Bonacossa definisce “la più bella montagna del gruppo intero e forse di tutte le Alpi orientali”, con via normale dal Rifugio Pizzini, oppure per la Suldengrat, fino ad arrivare alla Parete Nord con vie di difficolta fino al TD+. Tanti altri sono i tremila dell’ OrtlesCevedale descritti nelle guide del CAI del Bonacossa e di Buscaini. Sono là ad aspettarci. pag. 5 Il Rifugio Battisti ha un nuovo gestore Come è già noto a molti Mascia Prodi ha lasciato, dopo tre anni, la gestione del Rifugio Cai “Cesare Battisti” a Lama Lite. La Sezione reggiana del Cai, proprietaria del rifugio, dopo aver ringraziato Mascia Prodi per l’impegno e la passione profusa nella gestione del Battisti, si è subito impegnata per cercare un nuovo gestore. Il rifugio per alcuni mesi è stato aperto nei week-end in autogestione da parte dei soci, e infine la Sezione ha individuato un nuovo gestore, che ha iniziato la sua attività nella prima metà di giugno. Il nuovo gestore è Gianluca Bigi, guastallese e grande appassionato di montagna. Nato nel 1961, è socio del Cai dal 1996 . “Ho iniziato a frequentare la montagna – spiega Gianluca – facendo tutti i corsi organizzata della Sezione reggiana: escursionismo, ferrate, alpinismo e escursionismo invernale. rimanendo poi nell’ambito dell’organizzazione degli stessi corsi, prima come aiuto e poi come ASE, con il titolo conseguito nel 2011. Infine recentemente sono stato nominato AE (accompagnatore escursionistico) all’ultimo corso regionale del Cai”. Il nuovo gestore ha quindi una grossa esperienza di montagna, e in più ha collaborato nella precedente gestione di Mascia Prodi. Conosce benissimo quindi non solo le montagne intorno a Battisti, ma anche tutte le pieghe del rifugio. “Intendo dare continuità – aggiunge Gianluca – agli ultimi anni di gestione, durante i quali ho sicuramente implementato la conoscenza e l’immagine del rifugio. Mi auguro di riuscire a portare anche qualcosa di nuovo e personale, rivolto anche alle nuove generazioni, per diffondere la conoscenza e la fruizione del nostro territorio e del rifugio”. Al nuovo gestore vanno gli auguri di buon lavoro da parte del Cai reggiano e de “Il Cusna”. Il Rifugio Cesare Battisti, di proprietà della Sezione di Reggio Emilia del Cai, sorge a 1761 metri nei pressi di Lama Lite, sullo spartiacque tra le valli del Dolo e dell’Ozola, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino toscoemiliano. In splendida posizione tra i gruppi del Monte Cusna e del Monte Prado, il Rifugio Battisti è al centro di una splendida rete di sentieri, provenienti dalla Toscana e dall’Emilia. E’ raggiungibile da Civago, Febbio, Ligonchio, dal Passo delle Radici e delle Forbici, dalla Garfagnana e dal Passo di Pradarena. E’ posto tappa della Gea (Grande Escursione Appenninica), del Sentiero Spallanzani e dell’Alta Via dei Parchi. E’ una solida costruzione in sasso, armonicamente inserita nell’ambiente, con 30 posti letto e 9 nel rifugio invernale. Può accogliere a tavola 50/55 Gianluca Bigi persone in due sale, oltre a 40 persone all’aperto nell’area adiacente al rifugio, dotata di tavoli in legno. Il Battisti fu costruito la prima volta nel 1925 dall’UOEI ((Unione Operaia Escursionisti Italiani). Fu dedicato al martire trentino Cesare Battisti. Nel 1927 il rifugio (per evitare il rischio che la proprietà confluisse nelle strutture del regime fascista e cioè nell’Opera Nazionale Dopolavoro) venne ceduto al CAI che lo ampliò. Durante la guerra venne utilizzato come rifugio dai Partigiani e poi bruciato per rappresaglia dai nazifascisti. Nel 1968 la Sezione reggiana del CAI decise di ricostruirlo, e nel 1970 il “nuovo” Battisti venne inaugurato. Il rifugio negli anni è diventato una delle mete escursionistiche più importanti UNA MONTAGNA DI PAROLE “IL CUSNA” 1951 - 2011 il giornale della Sezione Cai Reggio Emilia compie sessant’anni Ebbene sì, il nostro giornale compie sessant’anni, e sono particolarmente onorato di esserne il direttore. Per i soci del Cai di Reggio Emilia “Il Cusna” è un’istituzione, diverse generazioni di alpinisti, escursionisti o semplici amanti della montagna hanno da sempre associato il Cusna al nostro sodalizio, un giornale conosciuto e apprezzato anche oltre le mura “domestiche”. La nostra storia parte subito dopo la guerra: in quel periodo le sezioni del Cai avevano riattivato la normale attività amministrativa, la vita sociale si stava riassestando, erano riprese le gite, il tracciamento dei sentieri, riemergeva la voglia di salire sulle montagne, e c’era soprattutto a Reggio la voglia di “raccontarsi”.Era il 1951 quando sotto la presidenza del mai dimenticato, avvocato Mario Cavallini, si avvertì l’esigenza di fare qualcosa di più di un semplice notiziario che all’epoca si chiamava “Tient’a su”, e si decise di portare alle stampe un giornale sezionale vero e proprio. Il titolo della testata non fu difficile trovarlo, all’unanimità si decise di dargli il nome della più alta vetta dell’appennino reggiano, il Cusna appunto. Il primo numero uscì in ottobre proprio in concomitanza della “Mostra interregionale di fotografia artistica a carattere alpinistico” svoltasi nella nostra città nel palazzo del Capitano del Popolo. Negli anni che seguirono “Il Cusna” non uscì sempre con cadenze prestabilite, solo dal 1968, grazie anche al reperimento della pubblicità la pubblicazione divenne regolare, tanto da diventare a tutti gli effetti un trimestrale, salvo un breve periodo, successivo, che fu bimestrale, per poi ridiventare trimestrale.All’epoca fu allargato il comitato di redazione e la veste tipografica fu migliorata; si pubblicavano articoli che trattavano argomenti di portata nazionale, suscitando l’interesse di moltissim lettori. Proprio sotto la direzione di Luciano Serra, notissimo scrittore reggiano, il giornale compì un passo fondamentale verso una collocazione di primo piano nella stampa specializzata di montagna, anche in ambito nazionale. Diventò un punto di riferimento per i tanti appassionati montagna e per tutti coloro che volevano parlare di un alpinismo diverso, di una nuova mentalità che avanzava e che la rivista del Cai centrale preferiva non trattare. Il Cusna si avvalse della collaborazione di valenti scrittori di montagna fra più noti dell’epoca, rimasti storici, e tale tendenza continuò anche negli anni successivi, cercando sempre “firme” autorevoli e soprattutto offrendo al lettore la trattazione di tem importanti, sollevando e stimolando dibattiti.Non mancano reportage di salite su moltissime montagne in tutte le parti del mondo, descrizioni e guide di escursioni, numeri special su varie tematiche, interviste con i vari presidenti del Cai, e personalità di spicco dell’ambiente montano, celebrazioni di avvenimenti quali la costruzione e l’ampliamento del nostro rifugio Cesare Battisti, serate, recensioni, resoconti e programmi dell’attività sezionale, insomma tutto ciò che la “montagna” ha potuto offrirci sia di stimolo che di proposta il Cusna ha cercato di portarlo nelle case dei soci e non solo. Il nostro giornale viene anche spedito a numerose amministrazioni, biblioteche, personalità di vario genere. Dalla fine del 2006 da quando sono diventato direttore, non so quanto meritatamente ma questo lo stabiliranno i lettori, Il Cusna è diventato completamente a colori, stampato su carta patinata bianca praticamente sempre ad 8 pagine e cioè al pieno della sua potenzialità e disponibilità finanziaria; tutto ciò è stato possibile grazie ai molti collaboratori, ad una redazione efficiente e competente e soprattutto ad una sezione che da sempre ha “sostenuto” il Cusna. Dall’aprile del 2010 sono stato nominato presidente della sezione Cai di Reggio Emilia, ma non ho lasciato volutamente l’incarico di direttore del Cusna, proprio perché la passione che ho ancora per questo giornale è tanta, anche se devo dire che l’impegno delle due cose non è di poco conto. Non ho cambiato il formato del giornale, perché credo che il taglio del “giornale classico” sia oggi la migliore innovazione possibile, se non altro per distinguers dal resto della bibliografia del settore che si presenta ormai tutta sotto forma di rivista. Ma il motivo è anche un altro ed è personale: quando giunge il momento di impaginare gl articoli e le foto prescelte, ti trovi davanti a otto pagine bianche e proprio per il fatto che non ci sono vincoli di spazio né di posizioni prestabilite, dovendo riempire quel bianco con colonne scritte e foto, ti senti come un pittore davanti ad una tela bianca, e quando il giornale è completato, qualcosa di tuo è nato e la soddisfazione è impagabile. In questi ann abbiamo scansionato tutti i numeri del giornale, a partire dal primo del 1951, e questo patrimonio di storia è stato messo a disposizione, sul nostro sito internet, di tutti i lettor e appassionati; inoltre abbiamo compilato il sommario di tutti gli articoli, di questi “primi” sessant’anni, in ordine di argomento e di autore. Per celebrare degnamente questo 60° anniversario, abbiamo portato alle stampe, questo libro che raccoglie alcuni degli articoli “migliori” o comunque i più “rappresentativi” pubblicati sul Cusna; certamente non abbiamo accontentato tutti e di ciò siamo rammaricati ma lo spazio è tiranno. Lo sforzo non è stato comune ma la passione ci ha consentito di superare ogni ostacolo e portare a termine questa “impresa”. Mi sia consentito di ringraziare tutti i direttori, i redattori, i collaboratori de “Il Cusna” presenti e passati, tutti coloro che hanno compiuto anche il solo ma importante e fondamentale, lavoro di battitura, il Consiglio Direttivo della sezione del Cai di Reggio Emilia, gli sponsor e soprattutto i lettori che speriamo continuino ad essere numerosi. Per quanto ci riguarda continueremo nel nostro lavoro rispettando tutti, aperti al dialogo ma pronti alla “battaglia dialettica”, parlando di montagna, di ambiente, di libri cercando di aiutarvi a vivere meglio, a raccontarvi di passioni, di sogni, di amici, della nostra “vita”, e soprattutto non dimenticandoci mai, come scrisse il compianto Luigi Bettelli in occasione della celebrazione dei trent’anni del Cusna, “il rispetto e l’amore per la montagna”. Buon compleanno Cusna. Il direttore Iglis Bald A Icura di Iglis Baldi direttori de “Il Cusna” dal 1951 ad oggi. M i C lli i d ll’ b 1951 l i 1955 dell’Appennino Settentrionale, tanto da far decidere al CAI reggiano un ampliamento: la nuova ala è stata inaugurata nel 2007, e ha dato al rifugio la veste attuale. Il Rifugio Battisti è base in inverno per gli alpinisti, gli scialpinisti, i fondisti e gli appassionati di ciaspole. Nelle altre stagioni è un riferimento ideale per l’escursionismo, il turismo equestre e la mountain.bike. Per informazioni: Club Alpino Italiano, viale dei Mille 32, Reggio Emilia, tel. 0522 436685, segreteria@caireggioemilia.it, www.caireggioemilia.it; Gianluca Bigi, 348 5954241 - 0522 897497, www.rifugio-battisti.it. UNA MONTAGNA DI PAROLE “Il CUSNA” 1951-2011 il giornale della Sezione Cai di Reggio Emilia compie sessant’anni. A cura di Iglis Baldi Il volume è disponibile presso la nostra sezione in Viale dei Mille n. 32. Tel. 0522/436685-435767 www-caireggioemilia.it E-mail: info@caireggioemilia.it pag. 6 «IL CUSNA» Paolo Borciani..... continuazione da pag. 1 Viene poi nominato componente del Comitato Direttivo della Delegazione CAI per l’Emilia-Romagna. Seguono le cariche di componente del Comitato Direttivo del Gruppo Regionale Emilia-Romagna e quindi di Presidente Regionale del Gruppo stesso dal dicembre 2007 al maggio 2013, con l’avvento della presidenza Martini diviene anche membro del CDC (Comitato Direttivo Centrale). La scelta iniziale di entrare nel Club Alpino Italiano è stata la logica conseguenza della passione che ha sempre avuto per la montagna “Sono stato tra i fondatori del Gruppo di Montagna presso il Circolo Aziendale ricreativo del Comune di Reggio Emilia e Provincia. Ho partecipato a corsi di roccia, alpinismo e sci di fondo. Svolgo tuttora attività di accompagnatore di gruppi, e frequento le Dolomiti, le Alpi, il Tirolo austriaco. Ho inoltre salito diversi 4.000”, sono sue parole rilasciate in una precedente intervista e continua: “Cerco sempre di conservare dentro di me lo stupore e la gioia che ho provato la mia prima volta, da bambino, di fronte a quei sublimi, affascinanti giganti di roccia, che da allora non hanno mai smesso di parlarmi”. Il pensiero mi porta a metà degli anni ottanta quando Paolo era un consigliere sezionale e io un semplice socio che frequentava la montagna, con un gruppo di amici. All’epoca la sottosezione di Cavriago non viaggiava, per così dire a “gonfie vele” e fu proprio Borciani, assieme all’amico Patrizio Prampolini, che si fecero promotori di un’azione di avvicinamento tra il nostro gruppo di “cani sciolti” e il “mondo” del Cai al fine di produrre nuova “linfa partecipativa” e far decollare il sodalizio cavriaghese. L’operazione riuscì, la sottosezione nel 1988 ripartì alla grande, io ne divenni il reggente e da allora i “Cani Sciolti” di Cavriago sono un pilastro importante della Sezione reggiana. Ho voluto ricordare questo episodio, che sicuramente Paolo rammenterà, perché credo che dalla soluzione delle “piccole cose” si ha modo di crescere umanamente e professionalmente; da ciò si può alimentare e consolidare l’esperienza necessaria per ricoprire anche cariche molto più importanti. Tanti complimenti e auguri di buon lavoro! Il direttore Iglis Baldi Non siamo tutti “Turisti” Di Sandra Boni Ho letto sull’ultimo n. di Montagne 360° (Aprile 2014) l’articolo: “Siamo alpinisti o turisti?” Non mi permetto certo di mettere in dubbio quanto asserito circa il mondo alpinistico, anche se attualmente ci sono Fior di Corsi di Alpinismo Giovanile con l’obiettivo di preparare nuove generazioni di alpinisti, ma l’autore dell’articolo qualifica tutti gli escursionisti come “turisti” e su questo non sono d’accordo. Turisti sono coloro che per qualsiasi motivo, problemi fisici, mancanza di preparazione fisica, o anche solo relax, salgono in auto o con i mezzi di risalita ai Rifugi per godere anche loro della bellezza delle nostre montagne (è un loro diritto). Poi c’è la categoria degli “escursionisti”, cioè di coloro che viaggiano per diverse ore a piedi calzando scarponi e non scarpette da città, con un panino nello zaino e non banchettando nei Rifugi, per raggiungere luoghi solitari e a volte selvaggi, perché la loro (la nostra) filosofia è che camminando lungo i sentieri si vive l’anima del luogo: un fiore, un cavallo al pascolo che dolcemente ti guarda, un cambio di luce improvviso, un immenso panorama che arriva dietro ad una curva, una semplice stele che ricorda vite passate. Sembra di sentire nel vento i sussurri di coloro che nei secoli hanno percorso e vissuto in questi luoghi, spesso con la fatica di vivere. Camminare non è cercare la montagna fine a se stessa, è una cultura che abbraccia mare, laghi, alte coste e borghi, colline verdeggianti ed alte cime rocciose. E’ assaporare lo spirito di un ambiente, assorbire l’unicità di ogni luogo fatto di vita vissuta, è conoscere per non distruggere, è conoscere per poter mantenere una bellezza unica nel suo genere e cercare di renderla fruibile alla maggior parte delle persone nel rispetto e nella salvaguardia di un patrimonio comune a tutti. E’ un piacere unico arrivare a sera stanchi, ma pieni di serenità, in Rifugi come il Tissi o il Gardenacia o il Biella, solo per citarne alcuni, nei quali si arriva solo a piedi circondati da paesaggi incredibili nei quali l’unica percezione di attività umana sono i segni bianchi e rossi del CAI, impagabili compagni di viaggio, vivere un superbo tramonto e cominciare a studiare il percorso del giorno successivo per valutare difficoltà, dislivelli e distanze. Penso che tutti coloro che amano la montagna avrebbero il desiderio conscio od inconscio di potersi arrampicare sulle pareti rocciose per raggiungere le cime dalle quali poter godere di immagini uniche ed indimenticabili, ma non tutti hanno la preparazione fisica, la forza, la preparazione tecnica o l’età per poterlo fare. Leonardo da Vinci anche in questo ci ha anticipato di secoli e così scriveva: “Che ti move, o omo, ad abbandonare le tue proprie abitazioni delle città e lasciare li parenti ed amici ed andare in lochi campestri per monti e valli, se non la naturale bellezza del mondo?...” Poche parole per riassumere una filosofia di vita. Pubblichiamo con favore la lettera che la nostra redattrice Sandra Boni ha mandato alla redazione di “Montagna 360° di cui non si è avuta risposta di pubblicazione. Ciaspolando tra Pejo e la Wonderland Per non perdere inutilmente tempo, seguiamo i consigli dell’addetto all’Ufficio del Turismo e dopo essere tornati a Pejo alta imbocchiamo un sentiero subito bello ampio e battuto, poi…..una traccia dentro il bosco. In pratica ci sono passati le Guardie Forestali e poi noi. Comunque sali e sali, dopo 800 mt. di dislivello tutto in salita senza un attimo di “piano”, il bosco finisce e ci ritroviamo a Malga Saline con un incredibile manto di neve intatta e perfetta ed uno spettacolo ai nostri piedi: la Val di Sole si snoda sinuosamente nella stretta piana rubata ai contrafforti montuosi che l’accompagnano, mentre importanti catene montuose famose per la loro bellezza si susseguono fino all’orizzonte. Il Cevedale e i rocciosi ed appuntiti denti del Vioz ci hanno tenuto compagnia durante la salita comparendo e scomparendo tra il folto del bosco. Tutto molto suggestivo e fascinoso. Per il Rifugio Scoiattolo ci vorrebbero ancora due ore di cammino, quindi si decide di scegliere il sentiero in discesa che ci riporta a Pejo. Durante la discesa, qualcuno del nostro piccolo gruppo ci zittisce a gesti: dal limitare del bosco compare un bel capriolo che, per nulla intimorito, ma probabilmente molto affamato, ci guarda con i suoi occhioni languidi e si lascia fotografare senza fuggire. Speriamo riesca a sopravvivere all’inverno. L’ultima mezza giornata la dedichiamo allo sci da fondo sulla pista di Vermiglio, poi mestamente torniamo verso il nostro non-inverno di pianura. Atto secondo: va in scena la Wonderland. (25-26 gennaio 2014) I nomi sono sempre i soliti famosissimi e altisonanti, il paesaggio è quello classico conosciuto da tutti ed è inutile dire che questi luoghi incantati ed incantevoli in estate, ora sono un sogno rivestito di bianco. Siamo nella Wonderland eppure il Civetta mi sembrava diverso, il Pelmo e il Pelmetto non avevano questa luce intensa, ora tutto è bianco, luminoso, silente, ma con una forza ed un’energia nascosta che ogni tanto si sprigiona in sbuffi di polvere di neve sollevata dal vento sulle guglie più frastagliate. Macchioline colorate punteggiano il cielo e si rincorrono per superare per prime le cime più alte, sono mongolfiere che sfruttano le correnti d’aria molto importanti presenti in quota e non oso immaginare quale spettacolo va in scena ai loro piedi e quali straordinarie sensazioni stanno vivendo coloro che hanno avuto il coraggio di farsi portare dal vento. I cumuli e le stratificazioni di neve sono imponenti, percorriamo una forestale ampia e ben battuta che ci accompagna fino al Rifugio Città di Fiume, ma appena 5x1000 nel ringraziare anticipatamente tutti i soci che vorranno devolvere il 5x1000 della dichiarazione dei redditi alla nostra sezione, indichiamo il codice fiscale da inserire che è 800 22 910 352 ! " ###$%&''(()'$' continuazione da pag. 1 Il Pelmo e il Pelmetto ci si azzarda ad uscire dalla traccia, la ciaspola con relativa gamba appresso, sprofonda nell’alto manto nevoso. Il Rifugio appare all’improvviso dietro alti cumuli di neve dentro i quali è stato aperto un passaggio per accedere alla porta d’ingresso. Dai tetti gocciolanti chiodi di ghiaccio brillano illuminati dal sole, manca solo la slitta di Babbo Natale. La giornata non è fredda, per cui saliamo allegramente verso la forcella Forada ed ecco che sotto di noi si apre la Valle del (foto Sandra Boni) attivo e sensibile per memorizzare la versione candida, fotogramma dopo fotogramma, della WONDERLAND. Ora si scende rapidamente e ripidamente lungo i bordi della pista da sci e finalmente a conclusione di due giornate da ricordare, il Peter Pan che c’è in tutti noi si scatena ed ecco gli scherzi e le discese non propriamente tecniche. Arrivederci Wonderland, ci rivedremo presto! Pejo e dintorni Boite, mentre l’orizzonte è riempito dai gruppi dell’Antelao, delle Marmarole e del Sorapiss,“tanta roba” come dice qualcuno, una bella sferzata di energia per scaldare i muscoli in vista dello spettacolo che ci attende l’indomani. Il mattino seguente si parte male, nuvole basse e orizzonte grigio, ma siamo sicuri che migliorerà e quindi via, con le ciaspole ai piedi ed una volontà granitica, accompagnati dalla massiccia mole delle Tofane in abito invernale, imbocchiamo la forestale che ci condurrà alla presenza di: 5 Torri, Averau, Nuvolau, Passo Giau. Esce il sole, il cielo è movimentato da gruppi di nuvole che si rincorrono e da cambi di luce improvvisi che oscurano o illuminano le super dive in uno spettacolo di una bellezza difficilmente descrivibile. Nemmeno il più bravo fotografo riuscirebbe ad immortalare l’emozione che prova, chi ama la montagna, in un ambiente simile. L’unica nota stonata è un vento forte e molto freddo che si insinua e ci rallenta ancora di più la salita dal Rifugio Scoiattoli al Rifugio Averau, poi basta arrivare alla forcella e scompare tutto: fatica, vento, freddo. Solo il senso della vista rimane (foto Sandra Boni) Luciano Serra nell’Albo d’Onore del Cai Il Consiglio Sezionale nella seduta del 12 maggio scorso ha approvato la richiesta di inserimento di Luciano Serra nell’Albo d’Onore del Cai; Albo che nacque il 23 maggio del 1994 sotto la presidenza di Pietro Leoni. Serra viene così ad aggiungersi all’elenco dei benemeriti e mai dimenticati “amici”: Olinto Pincelli, Bruno Borghi, Enzo Spaggiari, Luciano Bettelli e Lauro Bertani. Il direttore del Cusna Iglis Baldi, ha ricordato, rivolgendosi ai consiglieri, il grande scrittore e poeta, traduttore di testi montagna, storico dell’alpinismo, amico personale e del Cai reggiano. Luciano ha diretto “IL CUSNA” dal 1968 al 1970 con tanta professionalità e capacità, facendolo “decollare” in senso qualitativo, nel panorama della letteratura di montagna in ambito nazionale. Baldi ha concluso la sua relazione leggendo un brano che Serra scrisse in un “CUSNA” nel settembre del 1970 per rimarcare la sua attualità, la sua grande passione per la montagna e l’interesse per il Cai: <Ci sta a cuore la soluzione dei problemi, non il compromesso delle mezze vie; ci sta a cuore il rinnovamento dei quadri a livello nazionale e sezionale; ci sta a cuore che il Cai acquisti veramente un senso compiuto nella vita dello Stato e nella vita delle Regioni, nella nostra società; ci sta a cuore che a rappresentare le sezioni vengano scelti delegati competenti e attivi; ci sta a cuore che si difenda la natura, nostra più vera e intima patria; ci sta a cuore che quanto è scritto in questo palchetto non sia considerato vaniloquio retorico.> IL GPS PER ESPLORATORI. _Manuale e autolap _Grafico frequenza cardiaca in tempo reale _Limiti frequenza cardiaca _Zone frequenza cardiaca su Movescount.com _PTE (Peak Training Effect) & Tempo di recupero _Indicazione istantanea di velocità/ andatura e distanza (Fused SpeedTM) tramite GPS e accelerometro integrato _Cronografo _Monitoraggio e analisi percorsi su Movescount.com _GPS completo (chip SiRF IV) _Bussola 3D _Altitudine barometrica _Temperatura _Cassa altamente resistente con tecnologia di costruzione BuiltToLast _Water resistant fino a 100 m (ISO 2281) _Aggiornabile con nuove funzionalità mediante Movescount.com _Navigazione per tappe intermedie (waypoint) con GPS _Prodotto in Finlandia _Batteria al litio-Ion ricaricabile _Creazione e memorizzazione tappe intermedie (waypoint) su dispositivo e su Movescount.com _Posizione su più sistemi di coordinate _Vetro in cristallo minerale _Funzione switch display positivo/negativo _Retroilluminazione regolabile dall’utente _Impostazioni orologio su Movescount.com SUUNTO AMBIT Chi vuole lo può chiamare orologio, ma chi lo usa non lo definisce tale. 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ORARIO DI SEGRETERIA Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato dalle 18,00 alle 19,30 dalle 18,00 alle 19,30 dalle 18,00 alle 19,30 dalle 17,30 alle 19,00 Rifugio Battisti Località Lama Lite Ligonchio www.rifugio-battisti.it Tel. rifugio 0522.897497 Cell. Gestore 338.1000850 VUOI AFFITTARE CASA? CERCHI CASA IN AFFITTO? Agenzia 3 REGGIO EMILIA Viale Risorgimento, 4 - 42121 Reggio Emilia Tel. 0522 409263 - Fax 0522 431890 reggioemilia1@soloaffitti.it - www.reggioemilia1soloaffitti.it IL CUSNA ESCURSIONISMO 2014 04-06/07/14 CADORE RADUNO NAZIONALE CICLOESCURSIONISMO (MTB) Acc. Claudio Torreggiani 05-06/07/14 DOLOMITI DI BRENTA (EE/EEA) Acc.: Renato Costi – Giuseppe Cavalchi 12-13/07/14 GRAN ZEBRU’ (E/EE) In collaborazione CAI MANTOVA UNA TRA LE PIU’ BELLE TRAVERSATE DELLE ALPI AL COSPETTO DI UN AMBINENTE MAESTOSO. Una lunga strada percorre l’intera Val Cede’c, ai piedi delle cime del Monte Cevedale e del Gran Zebrù. Al termine di questa strada, il Rifugio Pizzini è immerso in questo ampio panorama d’alta quota. L’escursione ai passi dello Zebrù permette di ammirare anche la vicina Val Zebrù con i suoi ghiacciai. La Val Zebrù è assai nota per le sue bellezze naturalistiche. Inserita nel Parco Nazionale dello Stelvio, non è percorsa se non dai pochi veicoli autorizzati ed ha un patrimonio faunistico di non comune ricchezza, che trova nello stambecco la sua più tipica espressione. La valle è percorsa, in senso orizzontale, dalla linea dello Zebrù, una lunghissima cicatrice della crosta terrestre che ne separa il versante settentrionale da quello meridionale, conferendo ad essi caratteristiche ed aspetti ben diversi a livello geologico. L’itinerario è consigliato a tutti, il percorso presenta normali difficoltà escursionistiche, ma si superano i 3.000 m di quota quindi prevedere abbigliamento per un’ escursione d’alta quota. Prenotazione obbligatoria presso la Sede entro il giorno 28 Giugno 2014 Acc.: Sergio Morini – Alberto Minelli Direttore responsabile: Iglis Baldi Proprietario: Club Alpino Italiano, Sezione di Reggio Emilia Autorizzazione Tribunale di Reggio Emilia n. 157 del Reg. Stampa del 15-3-1963 Il “Notiziario” è stato curato da: Emilia Magnani Redazione: viale dei Mille 32, 42100 Reggio Emilia Stampa: tipolitografia Nuova Futurgraf s.n.c. Via Soglia, 1, Reggio Emilia – E-mail: futurgraf@libero.it IL CUSNA Giornale del CAI di Reggio Emilia LUGLIO/AGOSTO/SETTEMBRE 2014 Trimestrale della Sezione di Reggio Emilia del Club Alpino Italiano Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) n. 46 art. 1, comma 1, DBC – Reggio Emilia tassa riscossa – tax percue L’abbonamento riservato ai soci di 3 € è stato assolto nella quota sociale NOTIZIARIO 12-13/07/14 FERRATA ZANDONELLA DOLOMITI DI SESTO (EEA) In collaborazione Corso Esc. Avanzato 12-13/07/14 PALLA BIANCA MT. 3729 (A) In collaborazione CAI Sassuolo Acc. : Maurizio Ferrari 17-20/07/14 TRANSAPPENNINICA (MTB) In collaborazione Ass.ne Biatlon Acc. Claudio Torreggiani 26-27/07/14 GHIACCIAIO DELL’ADAMELLO (A) Acc.: Renato Costi – Matteo Radighieri 26-27/07/14 VAL CAMONICA - SENTIERO DEI FIORI (E/EEA) Scuola sezionale escursionismo in collaborazione con GEB - ESCURSIONISMO - CICLOESCURSIONISMO - RICEVIAMO DALLE SOTTOSEZIONI C. A. I. Il C.A.I. è anche tuo, Vivilo con noi! 02/08/14 MONTECAVALBIANCO (MTB) Da Collagna si scende su asfalto in direzione Vaglie; appena superato il ponte sul Secchia si prende a destra una strada forestale che risale il boscoso fianco del Cavalbianco: siamo nel famoso Livello di Nasseta, un ambiente molto particolare e suggestivo, con una storia singolare. Si sale tra antichi coltivi e boschi fino ad arrivare su alcune belle radure in prossimità dell’incrocio con il sentiero CAI 609/645. Si prende a destra con alcuni tratti ripidi e poco ciclabili fino ad arrivare a La Buca dove una bella strada forestale in leggera discesa aggira il monte sul lato ovest e termina sull’asfalto. Breve e veloce discesa fino al primo tornante dove si prenderà la vecchia strada del Passo di Pradarena che con piacevole ed ombroso percorso conduce fino ai 1576 mt del passo. Inizia la parte più impegnativa ed appagante della giornata: dal Passo si riesce ancora a pedalare su ripida traccia fino in prossimità del crinale; poi non resta che spingere o portare a spalla fino alla cima. Il Cavalbianco è una cima abbastanza isolata ed offre uno splendido panorama a 360°. La discesa si affronta sul versante nord sfruttando labili tracce tra i mirtilli che richiedono prudenza poiché spesso nascondono insidie ed ostacoli. Con una specie di “Z” si evita il primo tratto più ripido e si “atterra” su di un bellissimo prato racchiuso tra i faggi dove ritroveremo il sentiero CAI 643. Le difficoltà si riducono ma non il divertimento: con curve e cambi di pendenza in un bellissimo bosco il sentiero termina troppo presto a La Buca. Si percorre a ritroso un tratto già fatto all’andata fino al bivio tra i sentieri 609 e 645. In base a tempo, voglia e fatica decideremo se affrontare il più lungo giro del Bottaccio (con tratti a spinta) o la più diretta discesa verso Ferriere. In ogni caso non ci faremo mancare la parte più interessante del Riarbero, dove acqua, roccia e vegetazione creano un ambiente del tutto particolare. Una ultima breve risalita ci riporta a Collagna. Acc.: Claudio Torreggiani Venerdì 08/08/14 NOTTE DI SAN LORENZO (E) In collaborazione Cai di Scandiano e RE Ormai l’immancabile escursione notturna per ammirare le stelle cadenti, con bicchierata finale al Ristorante Colle Quercia di Rondinara che gentilmente apre la sua dimora agli amici del CAI a conclusione di una sempre simpatica serata in compagnia. Equipaggiamento: scarpe da trek, una felpa leggera ed una torcia elettrica. Ritrovo 20.30 presso la Chiesa di Rondinara (strada per San Valentino) Accompagnatori: Giuseppe Riccò e Giuliano Aguzzoli 16-19/08/14 DAL SASSOLUNGO ALLO SCILIAR (EE) Il tradizionale trekking di ferragosto quest’anno si svolgerà attorno al Parco naturale dello Sciliar partendo dal gruppo del Sassolungo: montagna che si presenta in una serie di cime che si allungano per circa un chilometro con andamento da nord-ovest a sud-est, la leggenda locale vuole che il massiccio sia il luogo di sepoltura di un gigante punito dai suoi simili per aver derubato gli uomini dando la colpa agli animali del bosco. I pinnacoli noti come le “Cinque Dita” sarebbero l’ultima parte del corpo visibile. Ulteriori cime sono la Punta Grohmann, la Torre Innerkofler e il Dente. Il programma dettagliato lo troverete in sede al momento dell’iscrizione Acc. Sergio Morini – Bonardi Andrea 29-31/08/14 ALTA VIA DEL GRANITO (EE) Una splendida traversata ad anello di tre giorni nella zona granitica del gruppo di Cima d’Asta in Trentino. L’Alta Via si svolge lungo antichi sentieri e vecchie strade militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Tre giorni di facile percorrenza tra straordinari paesaggi naturali, laghetti glaciali, torrentelli e cascatelle, malghe ed alpeggi. La particolarità di questo trekking è la salita alla Cima d’Asta con i suoi m. 2.847 e un panorama incomparabile. Trekking itinerante con pernottamento in rifugi. Prenotazione obbligatoria con versamento della caparra presso la Sede entro il giorno 19 luglio 2014. Posti limitati 9+1. Acc.: Umberto Bertolini 06/07/09/14 FERRATA ALLEGHESI – MONTE CIVETTA (EEA) Scuola Sezionale Escursionismo in collaborazione con GEB 07/09/14 SCHIOCCHI DEL SECCHIA E DI RIARBERO (TAM) Interessante giro ad anello in luoghi molto suggestivi del nostro appennino. Partenza dal Mulino di Cerreto Alpi (894 m). Dal mulino si sale fin sotto la strada statale 63 per percorrere il sentiero degli Schiocchi del Secchia fino a Ca’ Piagneto. (eventuale piccola deviazione per calarsi lungo il sentiero attrezzato sul greto del fiume Secchia). Seguendo una mulattiera dell’Agac si scende a quota 687 fino Fiume Secchia, che si attraversa per arrivare al vicino Torrente Riarbero. Seguendo una carraia si incontra poi il sentiero Cai n. 609, che si lascia per salire verso i Prati di Pagliaro, vasta e panoramica radura erbosa. Da qui si scende al paese di Cerreto Alpi fino al mulino. Dislivello: 400 m circa, sia in salita che in discesa - Durata percorso: 4 ore Abbigliamento normale da escursionismo - Pranzo al sacco Ritrovo ore 7.30 Piazzale Cecati RE Accompagnatore: Rita Capelli 13-14/09/14 LAGO DI BRAIES – CRODA DEL BECCO (EE) Nel giugno 2009 il «World Heritage Committee» ha ufficial- ESCURSIONISMO 2014 mente inserito le Dolomiti nella lista del Patrimonio Universale dell’Umanità Unesco. Il marchio che rappresenta le Dolomiti nel Patrimonio Unesco è caratterizzato da segni verticali netti, che simboleggiano le pareti verticali, spezzati da dei tratti più imprecisi ed orizzontali che riproducono la varietà delle forme tipica delle Dolomiti. Ai piedi, un tratto curvo e più dolce per descrivere le valli. Quattro le cime rappresentate a testimonianza delle quattro culture presenti sul territorio: italiana, tedesca, ladina e friulana. Il tutto sviluppato all’interno di un rettangolo definito, che simboleggia il territorio che tutela queste montagne non banali. La Croda del Becco, con la sua parete Nord a picco sul Lago di Braies e la liscia parete Sud a forma di osso di seppia è una delle vette più rappresentative delle Dolomiti di Braies. Tutto l’itinerario dell’escursione si svolgerà all’interno del Parco Naturale di Sennes e seguirà, per buona parte, l’Alta Via n. 1, la classica traversata che collega il Lago di Braies a Belluno. L’itinerario pur non presentando particolari difficoltà è consigliato ad escursionisti abbastanza esperti ed allenati. Prenotazione obbligatoria presso la Sede entro il giorno 10 Settembre. Posti disponibili: 20 Acc.: Giuseppe Cavalchi – Renato Costi 14/09/14 LIDO PO – CROSTOLO E RISERVA PARMA MORTA (MTB) Due escursioni totalmente pianeggianti con partenza da Boretto su carraie e sentieri che costeggiano il grande fiume ed i suoi affluenti: verso Ovest costeggiando la foce dell’Enza e la riserva regionale Parma Morta; verso Est su Crostoso e Lido di Guastalla. Il percorso della Parma Morta inizia dal parcheggio del Lido di Boretto; pedalando su sentieri, ciclopedonali e carraie andremo a visitare ambienti di grande interesse: la Casa dei pontieri, la foce dell’Enza, canali ed opere di bonifica che hanno reso coltivabili vaste estensioni di terreno, tratti di argine e golena del grande fiume. Pezzo forte dell’escursione è la “Riserva Regionale della Parma Morta”, antico corso del fiume che è rimasto abbandonato a seguito delle opere di arginatura, ed ora rappresenta un singolare ambiente umido. Il percorso non presenta difficoltà tecniche e risulta piacevole per la grande varietà di ambienti e panorami attraversati. Il percorso del Lido di Guastalla rimane invece molto più vicino al fiume di cui porta a vedere diversi modi di fruizione: le importati opere estrattive della sua preziosa sabbia, l’agricoltura di golena con i suoi pioppeti, i tanti modi ricreativi di vi- vere il fiume come la pesca, la nautica, i capanni per trovarsi con gli amici. Si finisce in prossimità di Guastalla con un giro del centro, l’ultimo tratto del Crostoso con il suo ponte galleggiante ed un divertente sentiero sull’argine, il Lido con le tracce del vecchio ponte di barche, bar ristoranti e l’Ostello realizzato su alcuni vecchi barconi di cemento. Acc.: Claudio Torreggiani 21/09/14 APPENNINO REGGIANO – RIF. BATTISTI (E/N) Acc.: Giuliano Cervi 27/09 – 04/10 2014 TREKKING A CRETA (T/E) Una vacanza all’insegna del mare, delle spiagge, ma anche del turismo attivo per scoprire la costa e i paesaggi più belli dell’isola Acc. : Gianna Poli – Sergio Morini 28/09/14 ALTOPIANO DI ASIAGO – MONTE PORTULE (E) Acc.: Giorgia Carletti RICEVIAMO DALLE SOTTOSEZIONI SOTTOSEZIONE DI CAVRIAGO 26-28/09 TREKKING DEL GOLFO DI OROSEI Paolo Sghedoni 340/6799479 5-6 Luglio – GRUPPO ORTLES-CEVEDALE IN TENDA IN VAL ROSIM (EE) Paolo Bedogni tel. 339.8416731 - Simone Catellani tel. 349.5736885 SOTTOSEZIONE VAL D’ENZA 12-13 Luglio – ALPI VALLESI - BISHORN mt. 4135 (A) Alberto Fangareggi tel. 335.6417639 - Giuseppe Benecchi tel. 347.2522683 05-06/07/14 – BLINNEHOR – ALPI SVIZZERE (EEA) In collaborazione con GEAM G. Caleffi – M. Filippini 348/8211273 13 Luglio – APPENNINO REGGIANO ALPE DI SUCCISO mt. 2017 (E) Mario Soncini tel. 348.0034685 - Alberto Pecchini tel. 328.8320188 19-20/7/14 – VALTELLINA PIZZO CENGALO MT. 3370 (A) M. Filippini 348/8211273 – M. Fontana 347/9608049 19-20 Luglio – DOLOMITI ORIENTALI FERRATA AL MONTE SCHIARA mt. 2565 (EEA) Nicola Benecchi tel. 338.7539454 - Simone Catellani tel. 349.5736885 26-27/07/14 – VALCAMONICA P.SSO TONALE SENTIERO DEI FIORI (EE/EEA) In collaborazione con Gruppo ferrate CAI M. Capelli – J. Garimberti 338/7970171 26-27 Luglio – GRUPPO ORTLES-CEVEDALE TRAVERSATA VIOZ-CEVEDALE mt.3769 (A) Ivan De Jesu tel. 333.6866241 - Gianpiero Schiaretti tel. 340.8328471 2-3 Agosto – GRUPPO ADAMELLO CARE’ ALTO mt. 3462 (A) Monia Burani tel. 347.0151863 - Federico Farini tel. 348.5605236 02-10/08/14 – VENETO ALTO BELLUNESE 9 GIORNI TRA LE PERLE DEL CADORE (EE) L. Davoli – G. Davoli 348/7420125 16/08/14 – TRENTINO A.A. – LAGHI DI CORNISELLO (E) R. Casini 339/3940908 – E. Zannoni 3470710712 30-31 Agosto – OROBIE PIZZO DEL DIAVOLO DI TENDA mt. 2914 (EEA) Giuseppe Benecchi tel. 347.2522683 - Simone Catellani tel. 349.5736885 24/08/14 – TRENTINO A.A. LATEMAR: TORRE DI PISA (EE) R. Casini 339/3940908 – S. Boni 349/1581481 6-7 Settembre – GRUPPO ADAMELLO CIMA CANNONE mt. 3315 (EE) Con guida storica - F. Farini tel. 348.5605236 - R. Albergucci tel. 0522.887840 06-07/09/14 – TRENTINO A.A. GRUPPO DEL CIVETTA (E) + FERRATA (EEA) In collaborazione con Gruppo Ferrate CAI- RE G. Davoli 348/7420125 – A Ferrari 335/6528905 13-14 Settembre – GRUPPO ORTLES-CEVEDALE CIMA SAENT mt. 3215 (EEA) Paolo Bedogni tel. 339.8416731 - Alberto Fangareggi tel. 335.6417639 21 Settembre – MONTI LESSINI CIMA TRAPPOLA mt. 1740 (E) In collaborazione con la Sezione CAI di Tregnago (VR) Davide Saracchi tel. 347.4394455 - Roberto Piccoli (Tregnago) tel.348.0987499 28 Settembre ALPI APUANE MONTE ALTISSIMO mt. 1589 (EE) C. Bocchi tel. 320.7865599 - G. Benecchi tel. 347.2522683 - M. Dianda 13-14/09/14 – TRENTINO A.A. VAL DI RABBI RIF. DORIGONI (EE) In collaborazione con SAT COGNOLA C. Remsi – M. De Carlis 20-21/09/14 – VAL VENOSTA: HAIDER ALM LAGO VERDE + Biciclettata tra i meleti(E/B) L. Davoli – G. Davoli 348/7420125 – A. Ferrari 335/6528905 28/09/14 – VALLE 4 REGIONI – VAL BORECA (E) M. Barberis 348/2241081 – D. Spitali 11/08 - Notte di San Lorenzo a Colle Quercia (ENG) con assaggi di prodotti tipici dell’azienda agrituristica In Collaborazione con il CAI di Reggio Emilia Acc. Aguzzoli G. - tel. 3332999630 , Riccò tel. 3397687015 30-31/08 - Ferrata Monte Paterno (EEA) - Sesto Val Pusteria Acc. Magnani P. - tel. 0522 981060 07/09 - Pania della Croce (EE) - Alpi Apuane Acc. Asti A., Colla B. - tel. 3334810759 14/09 - Boschi del Carega (MTB) - Appennino Parmense Acc. Livorno A., Torelli A. - tel. 3355896250 20-21/09 - Val Venegia - Baita Segantini (EN) Pale di San Martino Acc. Bosi G., Catellani I. - tel. 328942862 SOTTOSEZIONE DI GUASTALLA 12 e 13/7 - GRUPPO DEL SELLA - (BZ) EEA Piz Boe’ 3152 mt. Bocceda Stefano 328-6468373 26/27/7 - GRUPPO DELL’ ADAMELLO - (TN) EEA Corno Di Cavento 3405 mt. Bocceda Stefano 328-6468373 06 e 07/9 - VAL SAN PELLEGRINO - COSTABELLA - (TN) EEA Sentiero Attrezzato Bepi Zac 2737 mt. Favella Carlo 340-3182676 20 e 21/9 - DOLOMITI DI ZOLDO - (BL) EE Giro Del Pelmo 2474 mt Nizzoli Attilio 338-9173848 SOTTOSEZIONE NOVELLARA 19/20/7 - Val di Rabbi Rifugio Corvo - Rif. Dorigoni (E) 26/27 Luglio - Pale di San Martino - Rifugio Pradidali (EEA) 30/31/8 - Adamello Rif. Caduti Adamello con tratto attrezzato (E) 07/9 - Folgaria – Forti Austriaci con J. Garimberti (E) SOTTOSEZIONE DI RUBIERA 06/07 – PARCO DEI 100 LAGHI (APP. PARMENSE ) Antonello Moscardini 333/7375463 19-20/07 – RIF. DEFFEYES (VALLE D’AOSTA) Silverio Garuti 059/650054 – Claudio Giammaria 339/8542956 04-06/08 – 19° TREKKING DI AGOSTO Silvano Prampolini 347/2282981 – Enrico Prampolini 333/2018252 31/08 – ATTRAVERSATA TRIASSICA (in grotta) Alma Armini 338/8526750 – Stefano Bergianti 345/0062572 06-07/09 – MONTE VELO DELLA MADONNA (PALE DI S. MARTINO ) Roberto Davoli 338/4005854 21/09 – PANIA DI CORFINO Nando Fontanelli 335/5353245 28/09/14 – CERRETO – VALBONA (E) In collaborazione con GEB-MANGIA TREKKING R. Fantuzzi 349/2934432 13/14/9 - Giro del Pelmo- Rifugio Venezia (EEA) 05/10 - Alpe del Lago Santo Parmense (E) SOTTOSEZIONE DI SCANDIANO 13/07 – Piandelagotti (ENG) Alto Appennino Modenese - Camminata e Merenda Acc. Ferrari G., Panisiti G. - tel. 3391395638 20/07 – Camporaghena (E) - Alto Appennino Reggiano Acc. Borghi F., Magnani P. - tel. 0522 981060 - 3332999630 26-27/07 - Gruppo del Catinaccio Rif. Alberto (EE) - Val di Fassa Acc. Catellani I., Cafaro E. - tel. 366414903 03/08 - Cerreto - Camporaghena – Torsana (EN) Alto Appennino Reggiano - Massese Acc. Aguzzoli G., Dorelli L. - tel. 3332999630 19/10 - Monti del Garda Cima Comer Monte Denevro (E) CHIUSURA ESTIVA DAL 03 AL 26 AGOSTO COMPRESI
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