Rassegna stampa 18-24.01.14

Dal 18 al 24 gennaio 2014
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da BRESCIA OGGI
dal GIORNALE DI BRESCIA
da L’ARENA
da L’ADIGE
dal TRENTINO
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI
venerdì 24 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 26
TERRITORIO. Ieri l´audizione a Milano sulla futura ferrovia veloce
Progetto Tav sul Garda
«La Regione si decida»
I consiglieri «spingono» per uno spostamento a sud La Giunta: «Cambiare tracciato sarebbe complicato»
La Tav si avvicina al Garda? Più sì che no, o forse chissà. Mentre ormai il Governo ha già iniziato a finanziare la
progettazione esecutiva e definitiva dell´opera, la Regione Lombardia non sembra in grado, almeno per ora, di
esprimere una posizione netta sull´ipotesi di spostare il progetto a sud delle colline moreniche, per «salvare» il Garda
dall´impatto dei cantieri.
UNA PRECISAZIONE: non è la Regione a decidere, l´ultima parola spetta al Governo. Ma una decisa pressione delle
autorità regionali, in una direzione o nell´altra, potrebbe influire sulla piega degli eventi.
Mente il tempo stringe, ieri l´assessore lombardo ai Trasporti, Maurizio Del Tenno, ha riferito sulla questione davanti
alla commissione territorio del Consiglio regionale. E una posizione ufficiale ed univoca al momento non emerge.
Molti consiglieri (tra cui i bresciani Parolini, Rolfi, Sala e Girelli) spingono per spostare la gigantesca infrastruttura,
prevista dal 2016, allontanandola dal comprensorio turistico e vinicolo del basso Garda.
Ma Del Tenno, pur favorevole a «mitigare» i cantieri, non è parso molto disponibile: «Una nuova localizzazione del
tracciato comporterebbe la ripresentazione di un nuovo progetto preliminare o di una variante sostanziale, con
rifacimento di tutte le procedure adottate. Verrebbe anche rimesso in discussione il consenso territoriale a suo tempo
manifestato dagli enti locali».
MA QUESTO CONSENSO, espresso dagli enti locali fra gli anni 1993 e 2003, non c´è già più.
Come ha fatto notare il consigliere regionale Alessandro Sala, presidente della commissione territorio, «negli anni
sono state manifestate preoccupazioni da parte della provincia di Brescia e dai Comuni di Calcinato, Lonato,
Desenzano, Pozzolengo e Peschiera, che chiedono una revisione complessiva del progetto. Richiesta recepita anche in
Commissione trasporti alla Camera tre anni fa».
Anche Mauro Parolini, Ncd, nella scorsa legislatura aveva presentato una mozione per spostare il tracciato a sud, o
almeno mitigare l´impatto dei cantieri sui colli morenici in sede di progettazione esecutiva. Posizione che Parolini ha
ribadito ieri in Commissione: «La priorità è la salvaguardia del nostro territorio. Da qui nasceva la mia richiesta, già nel
2012 di modificarne il tracciato ed evitare il passaggio nella zona del Lugana».
DA PARTE DEL LEGHISTA Fabio Rolfi, c´è una mozione che impegnerebbe la Giunta a rivedere il tutto: «Regione
Lombardia - chiede Rolfi - dovrà mettere a disposizione le proprie competenze per verificare la fattibilità del progetto
alternativo con spostamento del tracciato a sud del colli morenici, come richiesto in maniera unanime e bipartisan dai
soggetti territoriali coinvolti».
Ma è tempo di decidere, ha ricordato Gianantonio Girelli, del Pd: «La politica si interroghi con serietà. C´è per ora una
contraddizione tra le posizioni ufficiali contrarie al tracciato, e gli atti amministrativi degli enti, che invece continuano
a prevedere il passaggio della Tav sui colli morenici».
Da giovedì prossimo, in Commissione regionale, inizieranno le audizioni dei soggetti territoriali coinvolti. Il tempo
passa veloce come un treno. V.R.
giovedì 23 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 27
PORTI E TARIFFE. L´adesione all´Autorità di bacino del Garda porta in «dote» una sgradita novità per i diportisti
La «stangata» sui posti barca
approda anche a Desenzano
Daniele Bonetti
Dal Demanio rincari del 15% per gli ormeggi pubblici «Ma è solo un allineamento agli altri paesi bresciani dove gli
aumenti erano scattati negli anni precedenti»
Una «manovra» da 33mila euro che nel 2014 interesserà i 453 posti barca dislocati nei vari porti. Con l´adesione
all´Autorità di bacino laghi di Garda e Idro, di qualche mese fa, Desenzano ha potuto attuare un aumento della tariffa
di concessione per l´utilizzo dei posti barca pubblici: una «procedura» che, indici alla mano, allinea le tariffe
desenzanesi a quelle del resto del Benaco, dove il «rincaro» c´era già stato in precedenza.
Partendo da una base di 30 euro per metro quadro, per Desenzano l´Autorità ha applicato un rincaro del 15% che
porterà ogni titolare di un ormeggio a spendere di più.
DALL´AUTORITÀ demaniale fanno sapere che lo scorso anno Desenzano ricevette proventi per 250mila euro, e
quest´anno ne avrà 37.500 in più: di questi 33mila finiranno nelle casse comunali, 4.500 transiteranno invece in quelle
demaniali in cambio di una serie di servizi resi possibili appunto dalla gestione «associata».
Per i desenzanesi sarebbe quindi non del tutto improprio parlare di «stangata»: mediamente un´imbarcazione occupa
13-14 metri quadri e l´aumento annuo si quantificherebbe in 50-60 euro complessivi. Ma non è andata meglio però in
altri comuni gardesani, che già negli anni passati avevano praticato un aumento del 30 per cento.
«Desenzano non poteva applicarla prima - sottolinea il direttore dell´Autorità di Bacino Fausta Tonni - : avrebbero
dovuto chidere una deroga alla Regione, ma sarebbe stato un iter difficoltoso, mentre aderendo alla nostra gestione
hanno potuto alzare le tariffe».
Per Palazzo Bagatta, quindi, una iniezione di denaro nelle casse comunali: 33mila euro in arrivo per la stragrande
maggioranza dei casi dai residenti beneficiari dei 453 posti barca di Desenzano e Rivoltella che da soli rappresentano
quasi un terzo dei posti barca di tutto il Garda bresciano.
giovedì 23 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 27
In compenso ecco i lavori
per sistemare gli ormeggi
I porti desenzanesi? Sono destinati a vivere una stagione di profondo restyling.
La notizia arriva direttamente dall´Autorità di Bacino (l´erede del vecchio Demanio) che ha spiegato come l´adesione
alla loro gestione da parte desenzanese comporta anche la presa in carico di vari interventi migliorativi.
«L´amministrazione ha in animo di adeguare i porti - dice il direttore Fausta Tonni - : noi provvederemo a fare la nostra
parte, in primis sostituiremo la catena sul fondo del porto e installeremo i pendini. Fino ad oggi ogni utente doveva
arrangiarsi e questo comportava una serie di spese accessorie non indifferenti, dal materiale vero e proprio fino al sub
per l´installazione. Oltre a tutto questo saranno fatte delle operazioni di manutenzione una miglior fruizione».
Tra le «necessità» desenzanesi ci sarebbe anche quella di una pompa di carburante: a Sirmione, per esempio, ne
funziona una pubblica da anni. «Non sappiamo se esista un progetto in merito - fanno sapere dal Demanio - :
certamente potrebbe essere un miglioramento importante».
INTANTO a Desenzano 453 famiglie guardano con curiosità alla nuova gestione portuale: privilegiati dal fatto di poter
ormeggiare in tranquillità la propria barca ad un prezzo decisamente inferiore rispetto al porto privato, speranzosi che
la qualità del servizio pubblico si avvicini gradualmente a quello privato. D.BO.
martedì 21 gennaio 2014 – CRONACA – Pagina 13
IL BILANCIO. A Montichiari nuovi adeguamenti strutturali, dal magazzino al potenziamento della pista di volo
D´Annunzio, cargo in ripresa
E la guerra non si ferma
Nel secondo semestre merci +19% Al Tar Abem rinuncia a chiedere la sospensiva, ma non alla causa: attesa per la
sentenza di merito
Il 2014 sarà l´anno della svolta per l´aeroporto «D´Annunzio» di Montichiari? Il ministero sembra crederci, tant´è che
nella bozza di piano nazionale presentata negli scorsi giorni da Maurizio Lupi ha inserito lo scalo tra i 26 di interesse
nazionale (che si aggiungono agli 11 scali strategici), riconoscendone peraltro la vocazione cargo. Una decisione
salutata con particolare soddisfazione dai vertici della Catullo Spa.
LA HOLDING che dal 18 marzo dell´anno scorso ne detiene la concessione ha diffuso ieri i dati di traffico, che sul finale
dell´anno scorso hanno mostrato segnali di ripresa.
Le merci gestite a Brescia nel 2013 hanno sfiorato le 40mila tonnellate registrando un lieve calo (39.916 tonnellate
rispetto alle 40.745 tonnellate dello scorso anno). Sul risultato «incide una leggera flessione dei prodotti postali e
l´incertezza dei primi mesi dell´anno solo in parte bilanciati dall´incremento nel secondo semestre delle merci
(+19%)», si legge in una nota. Dallo scorso anno peraltro Poste gestisce nuove linee di prodotto.
L´andamento, precisa la Catullo, è in linea con il moderato recupero registrato a novembre a livello nazionale da
Assaeroporti e dalla Iata, che interessa anche l´Eurozona, seppure lento e fragile.
Nel frattempo, al «D´Annunzio» proseguono gli investimenti. L´infrastruttura, ricorda il comunicato stampa, è
eccellente e dotata di una pista di 3mila metri e di tecnologie ed impianti per gestire fino a 150mila tonnellate di merci
l´anno. Tra i progetti del 2013, è stato perfezionato il collaudo tecnico amministrativo del nuovo magazzino cargo ed
avviata la progettazione per il potenziamento della pista di volo, la cui lunghezza è stata di recente incrementata di 90
metri in seguito all´attuazione di interventi di adeguamento infrastrutturale.
Con l´anno che si è chiuso la holding ritiene di avere ultimato il programma di ristrutturazione, dando
contestualmente avvio al piano di sviluppo. «Il consolidamento del conto economico, la definizione di una visione
strategica di medio periodo condivisa dagli azionisti e la risoluzione di alcune problematiche che ne limitavano le
potenzialità - ha dichiarato il presidente Paolo Arena - hanno consentito alla società di presentarsi al mercato e
sondarlo alla ricerca di un partner con cui intraprendere il percorso di sviluppo, sollecitando più manifestazioni
d´interesse».
L´intero sistema, di cui fa parte anche lo scalo veronese, ha movimentato 2,7 milioni di passeggeri e 39 mila tonnellate
di merci, risultato - ribadisce la Catullo - dal contesto di congiuntura negativa per il trasporto aereo. Nonostante la
contrazione rispetto all´anno precedente (-14,9% sui passeggeri e -2% sulle merci), si registrano segnali positivi negli
ultimi mesi dell´anno. «Il traffico nazionale a Verona cresce del 5% negli ultimi due mesi dell´anno e il charter, per
effetto della ripresa del Mar Rosso, ha recuperato a dicembre quasi il 90% del traffico - ha aggiunto il direttore
Carmine Bassetti -. Gli stessi segnali positivi sono confermati in questi primi giorni dell´anno. Le merci a Brescia
registrano un incremento del 19% nel secondo semestre, dopo un brusco rallentamento nei primi mesi». I dati vanno
inquadrati in uno scenario che vede in Italia, da gennaio a novembre, il traffico passeggeri in contrazione (-2,1%) e una
debole ripresa delle merci (+1,2%).
INTANTO, però, i bresciani non rinunciano alla prospettiva di poter gestire l´aeroporto di Montichiari.
L´8 gennaio al Tar si è tenuta l´udienza di merito del ricorso per l´annullamento del decreto che ha dato la concessione
per quarant´anni alla Catullo. Abem, così come i bergamaschi di Sacbo che pure si erano rivolti ai giudici, ha rinunciato
alla richiesta di sospensiva, ma non alla causa. Resta dunque in attesa della sentenza di merito, che dovrebbe arrivare
più o meno nell´arco di un mese.
martedì 21 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 17
SUL GARDA. Smottamento all´uscita della galleria «Tremosine»
Ancora massi sulla 45bis
a due passi dal depuratore
Qualche attimo di apprensione sabato sera nel territorio dell´alto Garda per uno smottamento all´imbocco dell´uscita
nord della galleria «Tremosine».
Intorno alle 22,20 alcuni massi qualcuno delle dimensioni di 50/70 centimetri, hanno raccontato gli operai intervenuti
per la rimozione, si sono staccati dalle pareti adiacenti alla 45 bis, terminando la loro corsa sulla sede stradale. Sul
posto sono immediatamente intervenuti i volontari dei Vigili del Fuoco di Salò per un intervento, durato un´ora e
mezza, che ha consentito di ripristinare velocemente il transito in entrambi i sensi di marcia.
La zona dello smottamento resta ovviamente costantemente monitorata dai tecnici. L´evento ha riportato alla
memoria la difficile situazione venutasi a creare nell´autunno del 2012 quando il 29 novembre e il 5 dicembre, due
frane avevano reso inaccessibile l´accesso agli automezzi nel nuovo depuratore realizzato in una galleria dismessa a
fianco della 45 bis in località Largo dei Minatori al Porto di Tremosine.
Da allora l´ingresso principale dell´impianto di depurazione è off limits dai detriti che occupano ancora la strada; i
fanghi delle depurazioni, grazie a un accordo raggiunto con l´Anas, sono smaltiti dai camion che entrano da un accesso
in galleria dalla parte nord del lago.
Tutto sotto controllo negli altri comuni limitrofi: «Nessun episodio di particolare criticità da segnalare» comunica il
responsabile dell´area tecnica del comune di Tignale Livio Poinelli. Una risposta che vale anche per Gargnano, Limone
sul Garda e per i due Comuni in quota, Valvestino e Magasa.L.SCA.
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da L’ARENA
mercoledì 22 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 29
BALDO e CAREGA. Dopo le recenti nevicate, oggi torna il bel tempo
Resta il pericolo valanghe:
scatta lo stato di preallarme
Non diminuisce il pericolo di valanghe sul monte Baldo e sul Carega. Anzi, sulla base dell'ultimo bollettino emesso ieri
dal Centro Arpav di Arabba, al fine di garantire un monitoraggio costante della situazione e la massima prontezza
operativa del Sistema regionale di protezione civile, è stato dichiarato, a partire dalle ore 18 di ieri, lo stato di
preallarme per rischio valanghe (grado 3 marcato) sia sulle Dolomiti che sulle Prealpi venete.
L'Arpav rileva che «la neve fresca è in fase di consolidamento negli strati superficiali, ma permane una instabilità
basale dovuta alla presenza di strati deboli e dal peso della neve che, per compressione, mantiene la temperatura a
0°C in prossimità del terreno. Infatti, nelle ultime 24 ore sono state osservate molte valanghe di fondo, specie lungo i
pendii ripidi erbosi. In quota sono stati osservati scaricamenti alla base delle rocce».
Oltre il limite del bosco, il vento di ieri mattina «ha determinato la formazione di lastroni soffici da vento, instabili già
con debole sovraccarico (il singolo sciatore, l'escursionista con racchette da neve)».
Le previsioni meteo dicono che fino a domani mattina il tempo sarà buono con abbassamento delle temperature e
consolidamento del manto nevoso. Venerdì è previsto un temporaneo peggioramento con deboli nevicate oltre i 500
800 metri e sole per sabato.
Le valanghe spontanee da domani saranno meno frequenti. «Il pericolo rimane marcato (grado 3) per la possibilità di
distacchi provocati di lastroni soffici da vento anche con debole sovraccarico specie nelle conche, nelle vallette e negli
impluvi sottovento».K.F.
martedì 21 gennaio 2014 – CRONACA – Pagina 10
AEROPORTO. Diffusi i dati dello scorso anno che ha visto una radicale ristrutturazione e il consolidamento dei conti
Catullo, passeggeri in calo
ma ci sono segnali di ripresa
Nel 2013 sono stati 2,7 milioni con una contrazione rispetto al 2012 pari al -14,9%. Tornano a crescere i charter.
Intesa con Enav
L'aeroporto Catullo nel 2013 ha ridotto le perdite finanziarie grazie a un «radicale programma di ristrutturazione»
come dice il presidente Paolo Arena, ma chiude l'anno con una brusca flessione, tra le più nette nel mondo
aeroportuale pari al -14,9% rispetto al 2012 (la contrazione nazionale è del -2,1%) che significa una quota di passeggeri
pari a 2,7 milioni, al di sotto della soglia psicologica dei 3 milioni che viene da sempre ritenuta il punto di riferimento
per aeroporti simili. E ben lontana dalle proiezioni che negli anni passati venivano elaborate.
Il risultato che vede anche 39 mila tonnellate di merci movimentate tra Verona e Brescia, è «condizionato», come
spiega una nota della Catullo spa, «dal contesto di congiuntura negativa per il trasporto aereo. Nonostante la
contrazione rispetto l'anno precedente (-14,9% sui passeggeri e -2% sulle merci), si registrano segnali positivi negli
ultimi mesi dell'anno».
Il calo, dopo l'addio di Ryanair, era messo in conto, ma la crisi delle compagnie aeree ha impedito una risalita veloce.
Tuttavia la sorpresa è arrivata dai charter che sono tornati di moda: «Il traffico nazionale a Verona cresce del 5% negli
ultimi due mesi dell'anno e il charter, per effetto della ripresa del Mar Rosso, ha recuperato a dicembre quasi il 90%
del traffico – spiega il direttore generale Carmine Bassetti – Gli stessi segnali positivi sono confermati in questi primi
giorni dell'anno. Le merci a Brescia registrano un incremento del 19% nel secondo semestre, dopo un brusco
rallentamento nei primi mesi».
Il punto è che nel 2013 si attendeva il decollo del cargo a Brescia grazie all'accordo con un gruppo di compagnie
vietnamite che alla fine è saltato e non si riesce a rimettere in piedi.
«Il consolidamento del conto economico, la definizione di una visione strategica di medio periodo condivisa dagli
azionisti e la risoluzione di alcune problematiche (come il controllo del traffico aereo a Verona grazie all'accordo con
Enav) che ne limitavano le potenzialità – dice il presidente Paolo Arena – hanno consentito alla società di presentarsi
al mercato e sondarlo alla ricerca di un partner industriale e finanziario con cui intraprendere il percorso di sviluppo,
sollecitando più manifestazioni d'interesse». E infatti il 2014 sarà l'anno della verità per capire se va in porto o no
l'accordo con Save: la trattativa è in corso. E inoltre, in occasione dell'approvazione del bilancio 2013 che chiuderà con
circa 3 milioni di perdite,, vale a dire tra aprile e maggio, ci sarà il rinnovo del cda e della presidenza.
Ma quest'anno dovranno anche partire i lavori previsti dal nuovo piano industriale come «la riconfigurazione delle sale
di imbarco, la ristrutturazione del parcheggio multipiano interrato P4, la bonifica della ex cava Marchi (si attende l'ok
dal Comune di Villafranca che è pure socio-ndr), la nuova segnaletica del piazzale aeromobili, la riqualifica della via di
rullaggio». È stato chiuso da Catullo Spa l'accordo con Enav (ente nazionale per l'assistenza al volo) e Aeronautica
militare perché il controllo del traffico aereo dell'aeroporto Catullo passi in gestione all'Enav. «È stata inoltre
perfezionata l'acquisizione dei terreni esterni al sedime destinati alla nuova torre di controllo. L'ingresso dei
controllori di volo civili permetterà di aumentare i movimenti/ora e quindi le potenzialità di gestione di volumi
maggiori di traffico aereo».
A Brescia Montichiari, in attesa di concludere un accordo commerciale con compagnie intercontinentali per voli cargo
tra l'Asia e l'Africa, «è stato perfezionato il collaudo tecnico amministrativo del nuovo magazzino cargo ed avviata la
progettazione per il potenziamento della pista di volo, la cui lunghezza è stata di recente incrementata di 90 metri in
seguito all'attuazione di interventi di adeguamento infrastrutturale».
martedì 21 gennaio 2014 – CRONACA – Pagina 10
Tornano i voli diretti per Berlino e Amburgo
Londra e Mosca al top
I segnali di ripresa registrati a fine anno potrebbero consolidarsi quest'anno per il Catullo almeno sul fronte del
traffico. Sono state infatti annunciate alcune novità per il 2014, già acquistabili, come l'apertura del volo diretto per
Berlino tre volte la settimana e il volo diretto per Amburgo due volte la settimana operato da Germanwings, il
giornaliero per Ginevra e il volo giornaliero per Zurigo operato da Etihad Regional. Etihad Regional, come rende noto
la Catullo spa, è il nuovo brand europeo della compagnia aerea Etihad Airways, operato da Darwin Airline, è un
vettore regionale con sede in Svizzera, fondato nel 2003. La compagnia aerea serve una vasta gamma di mercati
chiave in Europa e offre voli a lungo raggio e destinazioni internazionali in Europa, Australia, Asia, Stati Uniti, Medio
Oriente e Africa grazie alla partnership e al codeshare con Etihad Airways.
Riprendono con la stagione estiva i voli stagionali per Amsterdam (Transavia), Colonia (Germanwings), Dublino (Aer
Lingus), Southampton, Edimburgo e Leeds (Flybe). Su Londra oltre a British Airways e Easyjet, torna il collegamento di
Monarch. Proseguirà anche per la stagione estiva il volo giornaliero per Mosca (S7).
I nuovi voli sono aggiuntivi alla programmazione continuativa per le destinazioni nazionali (Bari, Cagliari, Catania,
Napoli, Olbia, Palermo, Roma), a quelle europee (Londra, Parigi, Monaco, Francoforte, Mosca, Bucarest, Chisinau,
Tirana, Fuerteventura, Djerba, Dubai, Tenerife, Gran Canaria, Tel Aviv) e quelle intercontinentali quali Boavista, Sal
Capoverde, Zanzibar, Dubai sono raggiungibili con voli diretti. Air Dolomiti e Meridiana fanno base a Verona.
Le destinazioni che registrano le migliori performance sono Londra (286.444 passeggeri; +12%), Francoforte (130.216
passeggeri; +32%) e Monaco (104.207 passeggeri; +8%), Mosca (75.639 passeggeri; +112%), oltre a Catania (235.850
passeggeri; +4%) sul fronte nazionale.
Soffrono le destinazioni nazionali come Roma, Napoli e Palermo e il charter internazionale da luglio a novembre. Tra le
novità più recenti delle operazioni incoming invernali sono operativi i voli da Copenaghen, da Mineralnie Vodi e
Volgograd (Federazione Russa).
Nell'aerostazione sono state realizzate sei nuove postazioni biglietteria, il desk info point/tax free/post office, e
installati monitor più ampi e visibili per l'informativa all'utente. Sono stati aperti oltre 10 nuovi esercizi commerciali ed
è stata completamente rinnovata l'area ristorazione al piano primo con vista sul piazzale aeromobili per una superficie
di intervento di circa 700 metri quadrati.
martedì 21 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 24
CAPRINO. Lettera firmata da 12 Comuni per salvare la sanità locale
Cordata dei sindaci
per il primo intervento
«Residenti in area montana e turisti da tutelare»
Nuovo appello per il Punto di primo intervento (Ppi) di Caprino. Il diritto alla salute «è sacrosanto». Le procedure
previste dai protocolli dell'emergenza non possono essere stravolte per tagliare spese. Anche con questo spirito, di
agguerrita difesa del proprio territorio, il 17 gennaio, i sindaci dei comuni di Affi, Brentino Belluno, Brenzone, Caprino
Cavaion Costermano, Dolcè, Ferrara di Monte Baldo, Malcesine, Rivoli, San Zeno di Montagna, Torri - su iniziativa di
quelli di Caprino e Brentino Belluno Stefano Sandri e Virgilio Asileppi - hanno inoltrato alla Conferenza dei sindaci
dell'Ulss 22 la «Richiesta di mantenimento del Ppi al Centro sanitario polifunzionale (Csp)», chiedendo di inserire
l'argomento all'ordine del giorno.
Alla Conferenza, che sarà convocata entro la fine del mese, i sindaci chiedono di condividere «l'importanza di riattivare
il Ppi per garantire il diritto alla salute dei residenti in questa zona montana». Invitano quindi il presidente, Umberto
Chincarini, ad inviare il documento al presidente della Regione Luca Zaia e all'assessore alla Sanità Luca Coletto, al
presidente della quinta commissione Sanità Leonardo Padrin, ai consiglieri regionali veronesi e al presidente della
Provincia Giovanni Miozzi.
I sindaci si basano su più premesse. Ricordano che il territorio di Caprino e del circondario, che fa parte della Comunità
Montana del Baldo, è «prevalentemente montano, con numerosi centri e attività commerciali, artigianali e turistiche.
Una zona su cui – vedi Spiazzi, Ferrara di Monte Baldo e Novezza, Prada e Lumini di San Zeno di Montagna e dai paesi
del lago - gravitano, soprattutto d'estate, migliaia di persone».
Ricordano che nel 2006 hanno tutti condiviso il progetto di riconversione dell'ospedale di Caprino in Csp, poi attivato
con ospedale di comunità, residenza sanitaria assistita (Rsa), servizi di emodialisi e radiologia, poliambulatorio, punto
di prelievo, Rsa psichiatrica e, appunto, punto di primo intervento.
Evidenziano che «il Csp ha svolto un importante servizio alla popolazione del Baldo Garda e della Valdadige, sia per i
ricoveri sia per l'emergenza urgenza e come, «nella pianificazione regionale, tali strutture di ricovero intermedio»,
siano considerate «strategicamente importanti soprattutto nelle zone montane e/o periferiche sfornite di immediato
collegamento con altre strutture sanitarie».
Attualmente è stato riattivata l' ambulanza medicalizzata 24 ore su 24, «ma non erano questi né gli accordi né le
promesse», evidenziano Sandri e Asileppi.
La richiesta fa altre considerazioni: «Visto che il 15 luglio la Conferenza ha adottato un documento unitario che
prevede il mantenimento del Csp con tutti i servizi operanti», che «l'iter di approvazione delle schede sanitarie
regionali per l' emergenza/urgenza è in corso», che «se non si riattivasse il Ppi, i tempi di percorrenza dei mezzi di
soccorso per raggiungere i Pronto Soccorso di Bussolengo, Peschiera, Negrar e Malcesine sarebbero enormemente
dilazionati» e non rispetterebbero «gli standard previsti dal sistema urgenza/emergenza».
I sindaci dunque, rilevando che le procedure previste dai protocolli in tale materia non possono essere eliminati o
distorti per ragioni di spesa, essendo il diritto alla salute garantito dalla Costituzione, chiedono, appunto, di
condividere l'importanza di riattivare il Ppi. B.B.
domenica 19 gennaio 2014 – PROVINCIA – Pagina 32
PESCHIERA. Le proteste sono state portate in Regione ma nulla si muove: l'ultimo dragaggio risale agli anni Settanta
Barche prigioniere al porto
«Paghiamo per non usarle»
Katia Ferraro
Quaranta le imbarcazioni arenate nella sabbia Fontana: «Uscendo ho fatto danni per 1.600 euro» Chincarini: «È
ingiusto, non saldino il canone»
avere una barca ormeggiata in un porto, pagare il canone di concessione e non poterla utilizzare perché arenata sul
fondale. Succede nel porto Fornaci di Peschiera (località San Benedetto), ma la situazione è a rischio anche in altri
porti del paese, il più a sud della sponda veronese del lago e per questo più soggetto a depositi di sabbia, fanghi, alghe
e detriti.
A denunciare la situazione è Giovanni Fontana, residente poco lontano dal porto. La sua imbarcazione è lunga poco
più di sei metri e viene usata soprattutto d'estate, periodo in cui il disagio si acuisce per l'abbassamento del livello del
lago e dei depositi di sabbia che arrivano con i moti ondosi, rendendo impossibile muoverla. Situazione analoga per
altri quaranta titolari di concessioni portuali, ma è Fontana a parlare nel tentativo di risolvere un problema ormai
insostenibile. «Quest'estate provando a uscire ho procurato un danno di 1.600 euro alla barca, di cui ho chiesto
risarcimento al Comune», racconta. Ha più volte fatto presente il disagio agli amministratori di Peschiera, ottenendo
come risposta un rimbalzo di palla alla Regione, che però nel 2008 ha delegato ai Comuni gardesani la gestione
amministrativa del demanio portuale.
Lo conferma Marcello Ghini, responsabile dell'ufficio Demanio idrico portuale di Peschiera: assicura di aver fatto
presente alla Regione il problema, anche perché «per effettuare dragaggi e manutenzioni straordinarie dobbiamo
avere la sua autorizzazione, oltre a contributi economici».
Necessari, spiega, perché in Veneto il fondale del lago è considerato rifiuto speciale e quindi pulizia e smaltimento
avrebbero un costo altissimo per il Comune (ma in una nota tecnica la Regione fa presente che «in via generale la
normativa prevede che i materiali dragati non debbano essere considerati necessariamente rifiuto). «A meno che»,
azzarda il responsabile, «la Regione non ci lasci in cassa il 60 per cento dei canoni annuali che dobbiamo girarle». I
canoni portuali sonoriscossi dai singoli Comuni (diversamente da quelli extraportuali come pontili, boe, chioschi,
spiagge incassati dalla Regione): il 40 per cento rimane a loro disposizione, mentre la rimanente quota viene destinata
a Venezia. Il che si traduce, per Peschiera, in un incasso netto di circa 120mila euro su un totale di circa 300mila
«ancora da verificare per il 2013», spiega Marcello Ghini, «appena sufficienti a pagare spese dell'ufficio, della vigilanza
e manutenzione ordinaria».
Il sindaco Umberto Chincarini risponde alla protesta di Giovanni Fontana invitando alla disubbidienza: «Se prova che
non riesce a usufruire del servizio può evitare di pagare il canone ochiedere l'assegnazione di un altro posto».
E promette che i suoi cittadini non verranno lasciati soli davanti alle istituzioni. Del resto, un po' tutti i Comuni del lago
hanno il «dente avvelenato» con la Regione. È di poco più di una settimana fa la notizia che dopo otto anni è stata
versata una prima parte del debito maturato nei confronti degli enti locali per i canoni extraportuali (incassati dalla
Regione e di cui dovrebbe girare la metà ai Comuni): circa 300mila euro a fronte di oltre 3 milioni di euro. Somme che,
se regolarmente versate, potrebbero fornire un «tesoretto» con cui pagare le manutenzioni straordinarie. Stando ai
ricordi di un pescatore l'ultimo dragaggio nei porti di Peschiera risale agli anni Settanta. Chincarini non conferma né
smentisce, ma si limita a constatare che dal suo primo mandato come sindaco nel 1993 non sono mai state fatte
operazioni di questo tipo. Difficile trovare il bandolo della matassa: da una parte la normativa dichiara che le
competenze vengono delegate ai Comuni, mentre gli interventi di manutenzione sono materia concorrente ed
effettuati in relazione agli stanziamenti del bilancio regionale. Dall'altra non si capisce in quale capitolo di bilancio e
con quale finalità di spesa finiscano i canoni che la Regione riscuote direttamente (extraportuali) o che le vengono
girati (portuali). Forse, ipotizza qualcuno, un capitolo specifico nemmeno esiste e questo sarebbe il motivo del
mancato reinvestimento di quei soldi. Problemi noti in Italia e di cui non è immune nemmeno il Veneto.
Da parte sua Giovanni Fontana invita il Comune a essere il primo a protestare: «Se vuole stare dalla parte dei cittadini
si tenga in cassa la parte dovuta alla Regione, vediamo se le cose migliorano».
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da L’ADIGE
Il Garda tiene «botta»
Tre milioni di turisti
Dicono che il «3» sia il numero perfetto. E sul Garda trentino ne sono pienamente convinti, soprattutto se al «3» si
accompagna il sostantivo «milioni». Tre milioni (e passa) come i turisti che nel 2013 sono sbarcati sulle sponde
trentine del lago, contenendo in misura sensibile gli effetti della crisi e consentendo al Garda trentino di bissare il
record storico raggiunto per la prima volta alla fine dell'anno precedente. Crescono gli arrivi, calano leggermente le
presenze, il mercato italiano soffre ma sempre più stranieri scelgono le spiagge del Garda e le innumerevoli bellezze
naturalistiche e storiche della zona per trascorrere parte delle loro vacanze. E non solo quelle estive.
Le statistiche ufficiali di «InGarda», l'ente di promozione turistica territoriale, sono freschissime di stampa e dicono
che il dato finale del 2013 chiude sulla ragguardevole cifra di 3.082.683 presenze turistiche, con una flessione
assolutamente contenuta nell'ordine di appena tremila unità e quindi un recupero considerevole dopo i segnali un
tantino preoccupanti dei primi otto mesi (a fine agosto la flessione era nell'ordine delle 19 mila presenze, un dato sul
quale aveva pesato enormemente l'andamento, soprattutto metereologico, della scorsa primavera). In totale gli arrivi
sono cresciuti dell'1,3% mentre le presenze hanno subito un'impercettibile flessione dello 0,1%. A riprova che la crisi
colpisce molto l'Italia (o che forse l'Italia, a differenza di altri Paesi, non ha ancora trovato l'antidoto per uscire dal
tunnel), il segno negativo accompagna soprattutto le voci che riguardano il «movimento tricolore». Nel comparto
alberghiero gli arrivi di italiani hanno fatto registrare una flessione dell'1% che sale addirittura al 6,4% alla voce
«presenze». E questo a fronte di un incremento, sia in termini di arrivi che di presenze, del mercato straniero (+1 e
+2,1%). Sembra andare un tantino meglio nel comparto «extralberghiero» dove gli arrivi di italiani sono cresciuti nel
2013 del 2,4% mentre le presenze sono calate del 2,2, la metà della flessione registrata in questo comparto anche da
chi proviene dall'estero. La permanenza media degli italiani si è ridotta a 2,3 giornate nel comparto alberghiero e
tocca le 6,2 giornate in quello extralberghiero. Gli stranieri che arrivano sul Garda e usufruiscono di strutture
alberghiere si fermano in media quattro giorni che diventano 5,6 nell'extralberghiero.
Merita attenzione, e potrebbe far sorgere qualche preoccupazione, la distribuzione della presenza straniera. I tedeschi
sono sempre al primo posto incontrastati con 1,4 milioni di presenze ma l'incidenza percentuale sulle presenze
complessive è scesa dal 53,2% del 2012 al 46,4% a fine 2013, così come è in ulteriore calo quella italiana (19,3 contro il
20,1% dell'anno scorso). Tra le varie località, Riva del Garda si conferma la «locomotrice» del sistema Garda trentino
con un incremento di presenze del 2% per un totale di 1,5 milioni di persone. Crescono anche Nago-Torbole, Tenno,
Dro e Drena mentre l'unica realtà nuovamente in flessione è Arco (che paga la sofferenza del settore extralberghiero)
che chiude con un meno 4,2% che in termini assoluti significa quasi 27 mila persone in meno. 23/01/14
Adige-Garda, 42 voce raccontano l’impresa
NAGO - Il successo di pubblico, decisamente al di sopra delle aspettative come dichiarato dagli stessi organizzatori,
testimonia quanto il ricordo e il senso della presenza della galleria Adige-Garda siano ancora ben presenti nel vissuto
dei cittadini di Nago e di Mori in primo luogo, ma anche di tanti altri centri i cui lavoratori hanno contribuito alla
realizzazione di una delle opere più massicce mai messe in campo dall'Italia.
L'occasione è quella della presentazione del libro «I ghe ciameva lingere de galeria. Storia degli uomini che hanno
costruito la galleria Adige-Garda 1939-1959»: la sala della Casa della comunità a Nago era gremita al punto che sono
state portate ulteriori sedie e ancora tanti sono rimasti in piedi. A condurre il momento, ricco di spunti storici, culturali
ma soprattutto squisitamente umani, il presidente dell'associazione "Araba Fenice" Donato Riccadonna.
Un lavoro di oltre cinque anni ha portato a raccogliere la testimonianza di 42 persone che in quella galleria hanno
lavorato, chi prima chi dopo l'interruzione della seconda guerra mondiale, periodo durante il quale il manufatto servì
da officina per realizzare aerei e come rifugio.
Il libro, oltre che di testimonianze, è ricchissimo d'immagini d'epoca ed è dedicato (così come la serata) ai 15 uomini
che, durante i lavori, persero la vita: Aldo Boninsegna di Castione, Danilo Pombeni di Dro, Mario Colosimo di Cosenza,
Virgilio Borli di Arco, Mario Caproni di Arco, Carlo Nicoluzzi di Arco, Francesco Pizzini di Isera, Emilio Allegri di
Besenello, Giuseppe Rigorighi di Campi di Riva, Attilio Candeago di Ponte nelle Alpi (Belluno), Franco Prest di Losego di
Ponte nelle Alpi (Belluno), Eligio Versini, Livio Dassati di Molina di Ledro, Mario Guella, Giovanni Muraretto di Campi di
Riva.
Tanti i soggetti che hanno contribuito alla nascita del volume, anzitutto i curatori Giuliana Gelmi, Donato Riccadonna e
Gloria Valenti, assieme all'associazione Araba Fenice, l'Arci di Mori, il Gruppo culturale Nago - Torbole, il Museo Alto
Garda e il Comune. hanno inoltre contribuito la Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto, la Banca popolare
di Sondrio e la Garda Cartiere. Stampato da La Grafica di Mori, sarà disponibile per la vendita a 12 euro.
La scelta editoriale non è stata quella di riportare per intero ogni intervista: al contrario, i curatori hanno individuato
alcune aree tematiche e, secondo questa ossatura, hanno quindi riportato spezzoni delle testimonianze. Il risultato è
un'emozionante racconto collettivo dal quale emerge la dignità del lavoro, l'orgoglio del lavoro stesso. Alla storia della
grande costruzione si intreccia quella degli uomini e delle loro famiglie: di chi abitava in zona e ha trovato occasione di
occupazione e di chi è venuto apposta a lavorare qui perché specializzato in determinate mansioni.
A impreziosire la presentazione, la cui regia ha saputo produrre un evento tanto ricco di contenuti quanto agile e
piacevole nella fruizione, due momenti particolarmente emozionanti. Il primo, la riproposizione di un documentario
del ‘56 di Ugo Gregoretti, conservato nelle teche Rai, che illustra quali rischi correvano le popolazioni della pianura a
causa dei capricci dell'Adige e quale immane opera si stava cominciando più a nord. L'altro momento di grande
intensità è arrivato dall'espressiva lettura di Rosanna Sega, che ha selezionato una serie di brani capaci di riassumere
l'inaugurazione del cantiere, con lo stupore dei bambini delle elementari portati in gita, fino alla roboante
celebrazione per la fine dei lavori, il tutto, passando per la quotidianità, i frastuoni delle mine e i rischi; nelle parole di
un operaio, la nostalgia di chi ricordava i giochi al lago di Loppio ed è stato poi coinvolto nei lavori per farlo
scomparire.
A chiudere il momento, sul palco sono saliti tanti di quegli operai, che hanno strappato un sorriso quando, senza che la
cosa fosse prevista, hanno intonato la canzone che accompagnava i momenti di riposo dal lavoro.
20/01/14
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dal TRENTINO
GIOVEDÌ, 23 GENNAIO 2014
«Mi candido per un Pd più coraggioso»
Civico prepara la sua mozione: «Partecipazione ed equità. Per ora non faccio passi indietro»
TRENTO Quasi sei anni dopo la sfida con Alberto Pacher, Mattia Civico è pronto a candidarsi di nuovo alla
segreteria del Pd. «Prima di chiedere un passo indietro a me, gli altri facciano un passo avanti». Civico, perché si
candida? C’è bisogno che il Pd faccia un passo in avanti nell’esplicitare la coerenza rispetto ai propri valori.
Vorrei un Pd impegnato a rendere più concreto l’impegno alla partecipazione, al coinvolgimento dei cittadini e al
ruolo dei circoli. Il rischio a volte è che ragioniamo troppo di assetti e strumenti ma poi non sempre li
applichiamo. Concretamente? Si dice che i circoli devono avere più voce in capitolo. Ora, il tempo e le energie
che le persone mettono nei circoli portano veramente a condividere le decisioni di partito? Dobbiamo rendere i
luoghi in cui si decide più aperti e trasparenti. Il tema partito degli iscritti-partito degli elettori è tornato più volte
nel dibattito di questi giorni. Qual è la sua posizione? Io penso che il tesseramento è importante. Ma sono per
un partito aperto in cui ognuno possa dare un contributo al di là della tessera. Tra l’altro penso che un partito
attento ai contributi di tutti, è un partito che aumenta anche le proprie tessere. Elisa Filippi è stata accusata di
essere troppo appiattita sul Pd nazionale. Manica ha proposto un partito confederato e totalmente autonomo.
Secondo lei quanto il Pd Trentino deve essere autonomo dal nazionale? Sono per un Pd che non rinuncia alla
propria autonomia di visione, ma se rinunciamo al legame con un partito nazionale, che è l’unico tra l’altro del
centrosinistra autonomista, rinunciamo a uno strumento che ci rende più forti, penso all’accordo alle politiche e
al dibattito sugli attacchi alle autonomie. Lei alle primarie nazionali per il congresso non si è schierato. Cosa
pensa del Pd a guida Renzi? Non sono stato renziano, né alle primarie per la premiership né al congresso, perché
per sensibilità e storia ho maturato altre riflessioni e urgenze. Riconosco però che nel suo modo a volte anche
schietto e sbrigativo, c’è un’impressione di forza che sta oggettivamendo imprimendo la possibilità di un
cambiamento. Io sento l’esigenza di un’apertura del Pd e di una maggiore coerenza interna, per queste ragioni
mi ero tra l’altro candidato a segretario nel 2008. Ma al di là degli schemi nazionali, vorrei capire se a livello
locale c’è la volontà di uno scatto in avanti. Oltre al modello di partito, questo cosa significa? A me pare che in
Trentino oggi permangono ancora disparità e iniquità, una ripartizione delle risorse che non sempre afferma il
principio di uguaglianza. A me piacerebbe un Pd in prima fila sull’affermazione di questi valori, più incisivo
rispetto anche a iniziative assunte nella scorsa legislatura come il reddito di garanzia. Possiamo essere più
coraggiosi, anche quando ci troviamo di fronte a sensibilità diverse dentro la coalizione. Vanni Scalfi ha chiesto a
chi ha già un ruolo nel partito di pensare a quello. Lei è capogruppo provinciale, cosa risponde? Sia io che Filippi
che Scalfi possiamo dedicarsi a tempo pieno. In questa obiezione c’è un difetto, pensare che la semplificazione
del quadro si ottiene facendo fare passi indietro a qualcuno. La mia priorità non è la segreteria, ma l’identità del
partito e i temi della mia mozione. Se riscontro che tra gli altri candidati la sensibilità e le urgenze che pongo
sono raccolte, non ho alcuna difficoltà a condividerle. Ma prima di chiedere un passo indietro a me, qualcun
altro faccia un passo avanti. Cosa si aspetta? Finora il dibattito è stato più concentrato sulla forma partito e il
rapporto con il nazionale, non sulla direzione da imprimere al Pd. Su questo non ho riscontrato una sensibilità
comune se non sul piano personale. Non c’è nessuno degli altri quattro candidato a cui si sente più vicino? No,
ho rapporti di stima e collaborazione con tutti. Da qui all’8 febbraio continuerò a confrontarmi con tutti. (ch.be.)
GIOVEDÌ, 23 GENNAIO 2014
Expo Riva Hotel, 453 espositori sfidano anche la crisi
L’obiettivo è ripetere i 20.000 visitatori dello scorso anno L’inaugurazione domenica con l’assessore
Dallapiccola
FIERE»LA PRESENTAZIONE
RIVA Expo Riva Hotel torna da domenica (e fino al 29 gennaio) con la formula che le ha permesso – così assicura
il presidente Roberto Pellegrini – di rigenerarsi ed evitare così di essere inghiottita dalla crisi. Ieri a Trento, nella
sala stampa di piazza Dante, la presentazione ufficiale dell'edizione numero 38, presenti oltre ai vertici di Rfc
(con Pellegrini il direttore Gianni Laezza e Carla Costa, responsabile dell'Area fiere) l'assessore provinciale al
turismo Michele Dallapiccola. Per l'edizione dello scorso anno Expo Riva Hotel aveva dovuto lavorare
soprattutto per far fronte ad un ricambio degli espositori superiore al 50%, conseguenza diretta della crisi.
Quest'anno la situazione si è parzialmente stabilizzata, con un ricambio di espositori contenuto in un 25-30%:
«Effetto questo – ha detto Carla Costa – dell'ottimo lavoro fatto lo scorso anno». I numeri sono del tutto simili a
quelli del 2013: ci saranno 453 espositori, 10 provenienti dall'estero (lo scorso anno erano la metà). Gli
espositori trentini continuano ad essere la presenza più importante, con 150 stand, dall'Alto Adige ne
arriveranno 27, mentre le confinanti Lombardia e Veneto porteranno rispettivamente 70 e 100 espositori. «Se
usiamo il compasso e lo puntiamo su Riva, questo evento fieristico va a toccare il 15% della capacità ricettiva
italiana», ha sottolineato ancora Gianni Laezza, riferendosi alla vicina provincia di Bolzano, al Veneto e alla
Lombardia. La formula, si diceva, è quella collaudata negli ultimi anni: al tradizionale Food&Beverage (che potrà
contare sull'evento parallelo Sololio, mostra dell'eccellenza della produzione olearia italiana), si aggiungono Riva
Contract&Design, Riva Benessere Hotel e Riva Eco Hotel. «Qualche anno fa qualcuno ipotizzava addirittura di
chiudere Expo Riva Hotel – ha detto Pellegrini – noi lo abbiamo rovesciato, rischiando molto, ed oggi, oltre ad
essere la seconda fiera italiana di settore, è l'unica che copre il settore alberghiero e ricettivo con un'offerta a
360 gradi». Il concetto di fiera multidisciplinare è quello sottolineato anche dall'assessore Michele Dallapiccola,
che domenica mattina alle 11 sarà presente al taglio del nastro. Si punta a ripetere le 20.000 presenze del 2013,
coinvolgendo moltissime associazioni di categoria, a partire da albergatori e ristoratori trentini. Agli stand
saranno affiancati 20 convegni. I dettagli del programma su www.exporivahotel.it L’ingresso all’Expo costa 12
euro, 5 euro il parcheggio. (g.f.p.)
GIOVEDÌ, 23 GENNAIO 2014
MALTEMPO
Livello del Garda alto, ma non c’è allarme
RIVA Il 2013 è stato un anno molto buono per quel che riguarda i livelli del Garda: lo certifica l'agenzia
interregionale per il fiume Po che propone la versione del bicchiere mezzo pieno a chi si lamenta dell'eccessiva
piovosità del periodo, non solo nei mesi primaverili. Il minimo all'idrometro di Peschiera è stato segnalato fra il 4
ed il 5 ottobre con 60 centimetri sopra lo zero: un buon mezzo metro sopra le secche di anni passati. Nel corso
dei mesi di novembre e dicembre, dopo che i prelievi sono stati abbassati a 30 metri cubi al secondo, ossia al
quantitativo necessario per le centrali ed i laghi di Mantova, il lago è lentamente risalito: il primo gennaio era a
quota 109, ieri era a 127. Peraltro anche il 2014 è cominciato con un record di piovosità: dall'1 gennaio (il dato è
rilevato alla stazione di Arco) sono caduti 166,6 millimetri di pioggia, e ben 309,2 negli ultimi trenta giorni: in
entrambi i casi sono stati superati i massimi registrati nel 1994 con 107 millimetri per i primi giorni del gennaio e
bel 2010 con 204 millimetri per gli ultimi 30 giorni. L'abbondanza delle precipitazioni nell'intero bacino del Sarca
ha spinto i controllori del livello ad aumentare lo scarico a Peschiera dal 30 metri cubi al secondo dell'inizio
gennaio ai 100 metri subi dal giorno 14 e poi agli attuali 130. Piovosità a parte, la situazione può considerarsi
nella norma: negli ultimi quattro anni, nello stesso giorno (22 gennaio) il livello è sempre stato sui 120 centimetri
tranne che nel 2012 quando ha fatto segnare 79 centimetri, mentre nell'ultimo ventennio la media è sui cento,
con un minimo di 30 nel 2002 ed un massimo di 137 nel 1997.
MERCOLEDÌ, 22 GENNAIO 2014
DOCUMENTO AMBIENTALISTA
«Piano territoriale, snaturata l’identità di alcune aree»
ALTO GARDA Di recente tra una delegazione della Comunità Alto Garda e Ledro e il Coordinamento
Ambientalista (Paolo Barbagli ed Ezio Viglietti per gli Amici della Terra, Duilio Turrini per il Comitato per lo
Sviluppo Sostenibile, Carla Del Marco per il Wwf, Federica Fanizza per Italia Nostra, Chiara Parisi e Giovanni
Mazzocchi) c’è stato un incontro per esaminare la bozza del documento preliminare al piano territoriale che
entrambe le parti, dopo le polemiche del recente passato (soprattutto per un metodo ritenuto non
sufficientemente partecipativo), hanno definito “sereno”. Le associazioni ambientaliste, tuttavia, hanno
sottolineato la mancanza di una visione condivisa di quello che la comunità intenderà essere – assieme al
proprio territorio – nel medio-lungo termine sotto il profilo sociale, culturale, economico e ambientale: «Il
documento preliminare – affermano dal Coordinamento – si limita infatti a descrivere alcuni dei temi emergenti
per il futuro ma solo relativamente ad alcuni settori dell’economia altogardesana, trascurando gli scenari più
complessivi. Si ritiene che l’approccio sia frutto delle debolezze culturali e politiche esistenti. Il documento
preliminare è solo un primo passo, si auspica che nel prossimo futuro si dia corso a un vero percorso
partecipativo». Nel documento, d’altra parte, sono state evidenziate alcune criticità individuate in modo
analogo dal comitato: «Lo sviluppo urbanistico disordinato che si è realizzato nei decenni passati (in modo
particolare tra Riva e Arco), le compensazioni e le perequazioni adottate con i privati nelle numerose varianti ai
Prg, un sistema di mobilità carente, rigido nei modelli di esercizio e non capillare nel territorio a tutto vantaggio
del trasporto privato su gomma. I costi della congestione, dell’inquinamento acustico e atmosferico, del degrado
del paesaggio, dell’incidentalità e della dissipazione ingiustificata dell’energia pesano enormemente nel bilancio
sociale della comunità e devono essere tenuti in debita evidenza». Le associazioni ambientaliste, nel valutare
positivamente il superamento della logica delle classiche zonizzazioni e lottizzazioni e la definizione degli ambiti
territoriali, nutrono però forti dubbi su alcuni progetti mirati e in particolare sul centro velico internazionale e
Arca Village in fascia lago nel terreno di proprietà di Amsa, l’insediamento di complessi sportivi in zona limitrofa
al biotopo Marocche di Dro, la realizzazione dell’hub a Linfano e il parcheggio di attestamento sul lago a Torbole:
«Tali progetti – argomentano – tendono a creare “non luoghi” che snaturano irreversibilmente l'identità del
nostro territorio». (m.cass.)
MARTEDÌ, 21 GENNAIO 2014
Comunità, 110mila euro di bonus
Stanziati per il 2014, saranno suddivisi tra 9 dipendenti con funzioni di direzione e gestione
di Matteo Cassol wALTO GARDA La Giunta della Comunità Alto Garda e Ledro ha individuato per il 2014 nove
posizioni organizzative da destinare ad altrettanti dipendenti, affidando loro almeno in parte funzioni gestionali
e di direzione finanziaria, tecnica e amministrativa, compresa la responsabilità di risultato dell’attività svolta
dalla struttura alla quale sono preposti: un onore che ha anche un notevole onere, poiché questo
riconoscimento (previsto dalla normativa, con la conferma delle posizioni già in essere a fine 2013) quest'anno
costerà all'ente pubblico 110.000 euro. L'accordo di settore stabilisce in 16.000 euro l’importo annuo massimo
attribuibile per questo "titolo", con la retribuzione di posizione che si aggiunge a quella ordinaria e viene
corrisposta mensilmente in tredici mensilità. A raggiungere la cifra limite più alta sono Sandra Parisi (servizio
gestione economica, finanziaria, programmazione), Gianfranco Zolin (servizio ufficio tecnico - pianificazione
territoriale e il paesaggio) e Piero Parolari (l'unico ad avere la posizione già garantita per tutta la consiliatura),
mentre si "fermano" a 12.000 Maria Pia Amistadi (servizio socio-assistenziale e sanitario), Costanza Fedrigotti
(servizio socio-assistenziale e sanitario - ufficio di coordinamento attività sociale professionale) e Marisa Dubini
(servizio socio-assistenziale e sanitario - ufficio di coordinamento della domiciliarità, con retribuzione
proporzionata al part time di 32 ore), a 10.000 Franco Travaglia (servizio polizia locale), a 9.000 Michela Donatini
(servizio segreteria generale) e a 7.000 Valerio Spagnolli (servizio ufficio tecnico - pianificazione territoriale e il
paesaggio - commissione per la pianificazione territoriale e il paesaggio). Da parte della Giunta viene
sottolineato che «il significativo impegno finanziario derivato dall’attribuzione dell’indennità per l’anno in corso
risulta specificamente correlato anche alle nuove richieste formulate dalla amministrazione alle posizioni
organizzative, in relazione alle necessità e competenze che sono derivate e deriveranno alla nuova Comunità
dalla legge provinciale, con la conseguente prosecuzione del processo di riorganizzazione già attivato». Non
sono esclusi peraltro eventuali adeguamenti rispetto agli importi indicati, che «potranno essere valutati da parte
dell'amministrazione sulla base delle effettive necessità e della rilevanza-complessità delle ulteriori incombenze
che potranno essere assegnate». A queste retribuzioni integrative di posizione a fine anno si aggiungeranno
quelle legate «al raggiungimento di obiettivi di efficienza ed efficacia e alla realizzazione dei compiti
istituzionali», che l'anno scorso arrivarono fino a 7.140 euro nel caso del segretario generale e del comandante
della polizia locale, con l'attribuzione per intero dei "bonus" che aveva fatto arrabbiare i dipendenti "normali",
che avevano in arretrato dal 2008 una parte del proprio (peraltro molto più esiguo) premio di produzione.
MARTEDÌ, 21 GENNAIO 2014
Kitesurf, tutte le nuove regole
Dal 1° marzo la normativa: si naviga solo in fasce orarie in acque trentine
RIVA Non è semplice il rapporto tra il kitesurf (sport acquatico che consiste nel farsi trascinare da un aquilone
utilizzando una tavola) e il Garda trentino. Le associazioni del settore hanno fatto richiesta per poter utilizzare
una parte del Benaco settentrionale anche in estate, ma la maggior parte delle scuole di windsurf ha espresso
preoccupazione (fondamentalmente per mancanza di spazi) per l'eventuale introduzione del kitesurf nelle
proprie aree di competenza e anche i circoli velici temono per il possibile disturbo delle regate. Il Servizio
trasporti pubblici della Provincia ha cercato di venire incontro alle varie esigenze (compresa quella del Comune
di Nago-Torbole, che ha chiesto di non consentire le partenze da terra con il kitesurf in aree dove sono presenti
scuole di windsurf e alte concentrazioni di bagnanti) revocando il precedente regolamento e facendone entrare
in vigore uno dall'1 febbraio. Si stabilisce che dal 1° marzo al 14 ottobre la navigazione con il kitesurf è
consentita dall’alba fino alle 9.30 e dopo le 17.30 fino al tramonto, all’interno dell’area delimitata a sud dal
confine con Veneto e Lombardia e a nord dalla linea tra Corno di Bò e l’ex Porto Ponale; dal 15 ottobre all’ultimo
giorno di febbraio la navigazione con il kitesurf è consentita dall’alba al tramonto su tutto il lago di Garda
trentino. La pratica è sempre vietata all’interno della fascia costiera di 200 metri e durante lo svolgimento delle
regate, i kiter che non potranno inoltre interferire con la balneazione. Il kitesurf è consentito esclusivamente con
partenza in lago aperto a mezzo "lift", ovvero tramite unità nautica a motore detenuta dalle scuole: con
partenza e arrivo dalla costa trentina il kiter può quindi alzare l’ala-aquilone avvalendosi del servizio di "lift" nel
luogo consentito e rientrare a terra con l’ala-aquilone recuperata. Il traino del kiter con unità nautica è vietato
all’interno della fascia costiera di 200 metri e le vele dovranno essere gonfiate in lago aperto. I kiter dovranno
essere assicurati per danni provocati a terzi soggetti e in navigazione i kiters dovranno mantenere una distanza
di sicurezza di 200 metri dalle navi; l’unità nautica a motore per il servizio “lift” dovrà essere autorizzata e in
navigazione il kiter dovrà essere in grado di fornire il nome della struttura sportiva dotata di unità a motore per
assistenza e soccorso, sempre pronta all’uso. La pratica del kitesurf è consentita in condizioni meteo favorevoli,
senza temporali e con vento non superiore a 12 m/s; oltre alle dotazioni di sicurezza obbligatorie per il windsurf,
per il kitesurf è obbligatorio il sistema di sicurezza per lo sgancio rapido del corpo dalla ala-aquilone. (m.cass.)
DOMENICA, 19 GENNAIO 2014
«Palafiere, non perdiamo altro tempo»
La Confcommercio di Bassetti spinge per l’ampliamento secondo il progetto come impostato
RIVA La sezione Alto Garda e Ledro di Confcommercio Imprese per l'Italia invita a non perdere altro tempo
sulle "grandi opere" di Riva e dintorni, a partire dell'ampliamento dell’area fieristica: «Quando meno te lo
aspetti, perché pensi che le cose proseguano come stabilito, scopri - afferma l'organizzazione presieduta
da Enzo Bassetti - che così non è perché la discussione si è nuovamente “accesa”. Pensi, quindi, che le
riunioni fatte per condividere le scelte e fare chiarezza non sono servite a nulla. Forse, però, aver
impostato un metodo che puntava alla ricerca della condivisione e all’informazione diffusa per poi
fermarlo dopo la prima riunione sconta qualche valutazione sbagliata e qualche responsabilità che oggi
emerge. Ecco allora nuove discussioni, malumori e perdite di tempo. Come mai, a distanza di anni, sia
ancora “difficile” intendersi su come debba essere realizzato l’intervento di riqualificazione dell’area
fieristica, rimane difficile da capire. Forse perché, come a volte succede, la ricerca del meglio è nemica del
bene? Per quanto ci riguarda, abbiamo condiviso la scelta proposta dalla Provincia, pensare cioè
all’ampliamento dei volumi esistenti inserendo nel programma d’intervento anche spazi non propriamente
fieristici». L’idea è di dotare la comunità anche di ambienti polifunzionali, con una “specie” di palazzetto da
poter utilizzare per diverse iniziative: «Un nuovo spazio che manca all'Alto Garda, sicuramente utile al
sostegno e alla promozione di tante altre possibili iniziative. In quell’area, quindi, data l’occasione, è
opportuno realizzare un progetto che vada oltre la sola funzione fieristica, pensando più largamente al
futuro. Fin dal principio, però, abbiamo sostenuto che i costi di gestione di questi spazi non fossero caricati
alla società fieristica. Ecco, quindi, la necessità di individuare il modo migliore per gestire la struttura e i
suoi costi. Sul versante più propriamente fieristico, dalle recenti prese di posizione sembra di capire che
secondo la società di gestione si possa ulteriormente riconsiderare il tutto. Quella che ci ha portato a
questo punto è una strada imboccata ormai da diversi anni. I ritardi che adesso scontiamo per non avere
già in utilizzo le nuove superfici e un Palazzo dei Congressi rimodernato sono tali da mettere la località in
difficoltà sul mercato specifico. Perdere altro tempo deve essere evitato; quello che conta ora è fare
presto e bene. Il progetto così come impostato secondo noi corrisponde alle attese. Certo, può essere
migliorato, ma nella sostanza è utile e di qualità. Siamo quindi dell’idea che vada realizzato senza altri
tentennamenti o ulteriore perdita di tempo. Si parta dunque con i lavori così come impostati sulla zona
fieristica e congressuale. Siamo certi che le professionalità che hanno gestito l’attività con i buoni risultati
di questi anni sapranno farlo anche in futuro». (m.cass.)
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA
GIOVEDÌ, 23 GENNAIO 2014
CENTRALE A VOLTA MANTOVANA
«Il Parco del Mincio non ha mai detto sì»
VOLTA MANTOVANA Franco Tiana, presidente della Commissione ambiente in consiglio provinciale, in merito
alla centrale idroelettrica in previsione a Volta, aveva sostenuto che il Parco del Mincio aveva dato il suo via
libera. Il presidente del Parco Maurizio Pellizzer replica a Tiana sostenendo che l’affermazione non è del tutto
corretta: «Vorrei chiarire al signor Tiana - che forse considera il Parco come il male di tutti i mali - che sarebbe
cosa buona e giusta, prima di fare specifiche dichiarazioni, informarsi. Il parere di cui parla è stato rilasciato nel
2010 e riguardava una piccola derivazione d'acqua. Questo e solo questo: nel citato parere infatti si rimandava,
per quanto attiene il manufatto, a una successiva analisi del progetto non appena questo fosse stato consegnato
al Parco e subordinando a ciò il rilascio del successivo parere che sarebbe servito all'ente Provincia per
l'autorizzazione paesaggistica. Ripeto a Tiana che il Parco non ha ancora espresso parere sul progetto, nuovo o
vecchio che sia, giacché non l'ha mai visto». «L'ente Parco - va avanti Pellizzer - in quanto ente regionale, opera
e amministra, all'interno del territorio di competenza, nel rispetto della leggi nazionali e della normativa
regionale; pertanto, indipendentemente dalla natura e dalla finalità dell'opera, il parere tecnico dell'ente non
potrà non tenere conto dei vincoli che ricadono nel territorio interessato dal progetto. Mi sia consentito
chiedere a Tiana perché non abbia fatto nessuna richiesta o presa di posizione alla concessione rilasciata alla
società da parte della Provincia nel corso del 2013 e soprattutto perché soltanto ora si accorge del parere del
Parco del 2010. Vorrei con chiarezza evidenziare che al Parco del Mincio non è consentito fare politica perché la
legge e le norme che lo disciplinano sono uguali per tutti».
LUNEDÌ, 20 GENNAIO 2014
Mantova, moria di pesci nei laghi
Forse causato dalle manovre idrauliche. La Polizia locale sporge denuncia
MANTOVA Le manovre idrauliche per riuscire a mantenere in quota i livelli dei laghi di Mantova hanno
provocato una strage di pesci. A denunciarlo la Polizia locale di Mantova, allertata da alcuni pescatori. Attorno
alle 15.30, nella zona di via Fondamenta a Mantova, ovvero il tratto di lungo Rio che si trova fra via Trieste ed i
lungolago Gonzaga all’altezza di porto Catena, trasportati dalla corrente si sono visti diversi resti di pesci. Un
veloce sopralluogo ha permesso di constatare che si trattava in effetti di resti di pesci. L’ipotesi è che le manovre
effettuate per regolare il lago ed evitare la crescita di livello del Rio abbiano intrappolato i pesci nelle pompe
idrovore. Da qui la presenza dei corpi tranciati. Sui quali si sono avventati gabbiani ed altri uccelli di lago. La
Polizia locale, dopo il sopralluogo effettuato, ha fatto una relazione ed inviato una segnalazione per fare in
modo che si verifichi se vi sono estremi di reato nella situazione descritta.
DOMENICA, 19 GENNAIO 2014
Centrale sul Mincio, duecento no
Raccolta firme ai mercati di Volta e Marmirolo. Venerdì il dibattito pubblico
VOLTA MANTOVANA Duecento firme per dire no alla centrale idroelettrica sul Mincio. In considerazione del
meteo infausto, il comitato che si è costituito a difesa dell’ambiente di una delle aree più belle del fiume, gli
antichi Mulini di Volta, è soddisfatto dei primi risultati della petizione. Venerdì era stato allestito un banchetto al
mercato di Volta, ieri ai mercati di Marmirolo e Pozzolo. Il progetto proposto dalla ditta HPE S.r.l. di Caprino
Veronese disegna una colata di 4.500 metri cubi di cemento e una traversa in metallo, una diga, lunga 30 metri
ed alta 2 e trenta, che attraverserà tutto il fiume per creare il salto d'acqua necessario a muovere le turbine
idrauliche, ma che provocherà il rallentamento delle acque, che diventeranno quasi stagnanti. La petizione,
spiega Franco Tiana, presidente della commissione Ambiente della Provincia che entro fine mese convocherà
un’apposita commissione, si può firmare anche on-line, sul sito change.org. Nel progetto, viene richiesto di
ridurre sensibilmente la portata d'acqua del ramo secondario, «cosa che porterebbe ad una ristagno dell'acqua
e a un possibile danno all'ecosistema di quel tratto fluviale, costituendo un attentato al valore storico, culturale
dei Mulini e all'ambiente naturale». L'intervento, inoltre, comprometterebbe il carattere naturalistico dei due
percorsi ciclopedonali presenti nella località: la ciclabile Mantova-Peschiera, percorsa ogni anno da migliaia di
turisti, e il Percorso naturalistico ciclopedonale dai Molini di Volta lungo il Mincio al centro storico di Volta
Mantovana. «Questo luogo unico, ricco di valore storico, paesaggistico e sociale verrebbe snaturato da un simile
intervento, che costituirebbe una deviazione incongrua e non necessaria dagli obiettivi di tutela e valorizzazione
previsti per un’area protetta, alterandone in modo irreversibile le caratteristiche». A sollevare l’indignazione il
via libera concesso dallo stesso Parco del Mincio alla richiesta di concessione, «anche se nel progetto
preliminare si vedeva chiaramente quello che hanno intenzione di fare» dice Tiana, che chiede al Parco di
rivedere la propria posizione nella conferenza dei servizi in programma entro la fine di febbraio. «L’Aipo nel
2011 aveva espresso parere negativo alla richiesta di modificare l’alveo del fiume, dopo un mese però ha
cambiato idea. Perché se il progetto non è cambiato?»
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dal CORRIERE DELLA SERA
Giovedì 23 Gennaio, 2014 - BRESCIA
In Regione approvati i tagli ai manager delle partecipate
Avanzate tre ipotesi per la riduzione dei vitalizi
Non più di 272mila euro, il dieci per cento in meno del tetto massimo indicato dalla legge nazionale in fatto di stipendi
pubblici. La proposta — che varrà ovviamente sia per i dirigenti della Regione che per i manager delle società
controllate — porta la firma dall’assessore all’Economia Massima Garavaglia. «Si farà presto, la inseriremo a febbraio
nel primo provvedimento di natura economica che discuteremo».
L’ipotesi di taglio è stata presentata al tavolo sui costi della politica tornato a riunirsi ieri, dopo la pausa natalizia, al
Pirellone. All’ordine del giorno il tema degli stipendi dei manager regionali e quello del contenimento dei vitalizi degli
ex consiglieri (da questa legislatura le pensioni d’oro degli eletti in Regione non esistono più). Sul secondo punto, le
forze politiche si rivedranno il 5 febbraio. Nel frattempo gli uffici del Pirellone dovranno studiare le tre ipotesi di
riduzione rimaste in campo. Una è quella «a scaglioni»: tagli modulati a seconda degli importi della pensione. Poi c’è il
metodo «contributivo» che prevede di ricalcolare i vitalizi a seconda di quanto effettivamente versato. È l’ipotesi più
radicale, che di fatto priverebbe dell’assegno gran parte dei beneficiari. L’ipotesi intermedia è quella più complicata:
attraverso un calcolo logaritmico si incrocerebbero gli anni di permanenza in Consiglio coi soldi versati e quelli già
incassati. Da qui al 5 febbraio i tre modelli saranno sottoposti a simulazioni matematiche per valutarne efficacia e
applicabilità. In agguato ci sono i probabilissimi ricorsi di chi considera la pensione da consigliere un diritto acquisito.
Prudenza, insomma. L’assessore Garavaglia conferma: «È una scelta che spetta ai consiglieri. Noi ci siamo limitati a
illustrare i modelli e a dare qualche consiglio. Ma la decisione ora è in mano ai partiti».
L’assessore leghista è in ogni caso orgoglioso degli sforzi fatti in direzione della trasparenza. «Abbiamo ridotto il
numero dei dirigenti, risparmiando cinque milioni di euro. Ora imporremo il nuovo tetto a chi sta alla guida delle
nostre società. Mi faccia dire però che il valore dei nostri manager è stato riconosciuto persino da
Standard&Poor’s». E i risultati degli audit condotti sulle due società controllate (Infrastrutture Lombarde e
Lombardia Informatica) che ha portato all’apertura di un’inchiesta della Corte dei Conti? Garavaglia spiega: «Gli audit
li abbiamo chiesti noi. Non solo sulle due società, ma anche su Aler. A conferma del fatto che noi vogliamo la
trasparenza e non solo a parole. Ora c’è l’indagine della magistratura contabile, ma ricordo che è stata questa
amministrazione a firmare il protocollo proprio con la Corte dei Conti e proprio sulla trasparenza dei bilanci delle
amministrazioni pubbliche». «E poi — conclude — i vertici delle società sono stati cambiati da questa giunta.
Evidentemente c’era la necessità di un segnale di maggiore sobrietà».
Giovedì 23 Gennaio, 2014 - CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO
Internet, albergatori «prudenti»
Asat, due indagini a confronto. Poche prenotazioni dal proprio sito
TRENTO — Aumenta la fruizione delle passibilità di Internet da parte delle strutture alberghiere trentine, ma c'è
ancora molta «prudenza». Per esempio solo il 53% degli alberghi ha un sito internet predisposto per gestire
direttamente le prenotazioni on-line. È il risultato dello studio Monitur di fine 2013, confrontato con una ricerca
dell'Asat del 2011. Intanto Tripadvisor fa sapere che il Trentino Alto Adige è la regione prima in Italia per numero di
strutture ricettive premiate dalle recensioni dei viaggiatori. Trento in particolare ha 14 hotel e B&B premiati e 17
riconoscimenti ricevuti.
Situazione nel 2011
Il mensile dell'Asat, Turismo e ospitalità nel Trentino, nel numero di gennaio è prodigo di statistiche. La prima è stata
elaborata nel 2011 dal vicedirettore Davide Cardella. Su 440 strutture che hanno risposto all'indagine, il 93% segnalava
di avere un sito internet, però solo il 48% garantiva la possibilità di effettuare la prenotazione on-line sul proprio
portale. La grande maggioranza risultava presente su visittrentino.it (l'84%). Anche in questo caso però la prenotabilità
era «diretta« solo per il 29%, a «richiesta vincolata» per un'analoga percentuale, mentre il 23% era non prenotabile e
gli altri non rispondevano. Solo il 34% delle strutture risultava prenotabile tramite altri portali, soprattutto
Booking.com (38%), Venere (22%) ed Expedia (15%).
Il volume d'affari sviluppato attraverso il booking online per il 37% era entro i 5000 euro all'anno, per il 13% fra 5 e
20.000 euro. Il 40% non sa o non risponde. Chi si occupava di tenere aggiornato il sito? Il titolare o il personale (16%),
ma più delle volte l'attività non era considerata troppo importante.
Il 2013
A dicembre dell'anno appena concluso è arrivata la ricerca di Monitur guidata dal direttore Gianfranco Betta. Hanno
risposto questa volta 780 strutture (492 alberghi, 86 agritur, 98 B&B e numerosi campeggi e rifugi) e le due
indagini non sono del tutto confrontabili. Fra gli alberghi l'80% ha il sito da più di 5 anni, solo il 41% degli agritur è allo
stesso livello, mentre l'extralberghiero è più indietro. Il 60% dice che il sito è gestito direttamente dal proprietario, il
3% (il 5% fra gli albergatori) ha personale dedicato solo a internet.
Le prenotazione tramite il sito fra gli alberghi è ferma al 53% (44% in generale) con uno scarso aumento rispetto al
2011. Il 72% delle strutture aderisce a una piattaforma booking online (l'84% degli alberghi). Booking.com è in testa
con il 75%. Il sistema gestito da Trentino sviluppo raccoglie il 62% delle adesioni (69% fra gli alberghi). Il 44% dichiara
di raccogliere oltre il 40% delle prenotazioni totali attraverso mail o telefono, mentre attraverso il motore integrato
nel proprio sito il 25% raccoglie il 20% delle sue prenotazioni.
Otto alberghi su dieci sono presenti sui siti di recensione online, ma «alla presenza elevata non corrisponde un utilizzo
a vantaggio dell'azienda». Solo il 23% verifica quotidianamente le proprie recensioni su siti come Tripadvisor, solo un
terzo ne tiene conto per la propria attività. Pochissimi i gestori disponibili a interagire con le recensioni, solo il 14% lo
fa sempre, il 40% mai. Risorse umane e finanziarie vengono spese per il posizionamento sui motori di ricerca o la
reputazione online, ma secondo Monitur l'utilizzo di queste potenzialità è ancora parziale. A cosa servono i social
network? Principalmente a presentare l'azienda e a tenere i contatti con i clienti. Il web in sintesi è visto come
strumento prezioso, anche se occorre saperlo governare. Solo il 38% ritiene che non valga la pena investirci.
Tripadvisor
I risultati del famoso sito di recensioni arrivano nell'ambito del concorso «Travelers'Choice hotel awards 2014». In
particolare il Trentino è forte nella categoria «hotel per famiglie», ne ha 9 nella «top 25» italiana. I migliori sono il
Family hotel La Grotta a Vigo di Fassa e l'Hotel Piz Galin ad Andalo. Nella categoria lusso L'Hotel Maribel a Madonna di
Campiglio è quarto in Italia e 25esimo in Europa, poi c'è Villa Orso Grigio a Ronzone (undicesimo in Italia).
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