Anno XLI - FEBBRAIO 2014 - Una copia se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità 3,00 2/2014 w w w. i l f i e r a m o s c a . i t Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA Mensile di cultura, informazione e attualità D 9 Secondo la Corte dei Conti la soppressione delle province sarebbe disastrosa 9 Provincia BAT Disastrosa la soppressione delle province. Possibile che solo il governo non se ne sia accorto? 11 10 Riattivato lo sportello DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) 12 Euro*Idees - Bruxelles Il turismo nella BAT nel 2012 di Emmanuele Daluiso 15 IISS “N. Garrone” Aperte le iscrizioni al Liceo Artistico e ai tre indirizzi dell’Istituto Professionale Orto botanico Orto botanico, i sogni e la realtà di Antonio Riglietti Una proposta dal sindaco Cascella 16 Puglia Imperiale L’Agenzia Puglia Imperiale promotrice del turismo territoriale 17 L’Agenzia Puglia Imperiale conferma il suo ruolo di soggetto promotore del turismo territoriale 2129 L’Editrice Rotas svolge un ruolo importante nella divulgazione della cultura, della storia millenaria 17 Via dei Muratori Via dei Muratori la strada che non c’è di Aldo Musti 24 Chiesa Cursillos di cristianità. Concerto-meditazione “Inno alla Sapienza” 18 Matematica Tre passi verso l’infinito. L’enigma dei numeri primi di Raffaele Carbonara 29 Disfida La Disfida di Barletta: la vera storia di Renato Russo 19 ANMI Sebastiano Lavecchia Presidente onorario dell’ANMI 21 Editoria L’Editrice Rotas e il forte legame con il territorio. Riflettori su un’azienda editoriale, preziosa presenza nel Nord-Barese di Michele Cristallo 23 Terrorismo Ricordo del maresciallo Francesco Di Cataldo ucciso dalle Brigate Rosse a Milano il 20 aprile 1978 di Giulia Cerqueti 31 32 33 35 La Penisola del Tesoro. Il T.C.I. a Barletta per Disfida e per piacere di Luciana Doronzo Il combattimento di 13 Italiani con 13 Francesi a Quarata Storia locale Piazza Marina, già Piazza della Dogana, già Largo del Carmine di Pasquale Pedico Ambiente Ariscianne, un inestimabile patrimonio dimenticato di Giuseppe Savasta 29 4 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 (FOTO MARIANO GAGLIARDI) 2/2014 29 (FOTORUDY) La Disfida di Barletta: la vera storia più appassionante del romanzo ma noi continuiamo a ignorarla 37 Scuola S.M. “G. De Nittis”. Realizza un incontro speciale per ragazzi speciali degli alunni della 3a A e 3a E 39 38 41 S.M. “R. Moro”. Premiato a Cerignola l’alunno Gaetano Pavone della 3a D 43 Ricordo Quelle sue ultime lettere alla Gazzetta per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla scomparsa di Renato Russo 44 Musica Loving Duets duettando in jazz Teatro Emozioni da palcoscenico. Onore alla stagione della spendig review, che sta regalando spettacoli di indiscutibile qualità di Carmen Palmiotta Brevi di cultura 41 Il cartellone teatrale del “Curci” regala belle emozioni da palcoscenico nonostante la spending review 46 Cinema Presentato il cortometraggio “Io donna” tratto dall’omonimo romanzo di Bonadies 47 Enigmistica Cruciverba a schema libero con riferimento a Barletta di Franco Lamonaca 49 Atletica La “Barletta Sportiva” vince la Maratona dell’Incoronata 51 San Valentino Risveglio d’amore / Il tempo dell’amore / Cantico d’amore / Nell’amore / Per amore / San Valentino / … Per sempre 6 RUBRICHE Lettere al direttore - Quelle nobili famiglie in via di estinzione - Una piacevole sorpresa - Le librerie a Barletta nel ‘500 43 7 25 32 52 53 Quelle sue ultime lettere alla “Gazzetta” per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla scomparsa - Requiem per una palma - La foto curiosa: un inedito Eraclio a cavallo - Luca Amendola piccolo sindaco a Massino Visconti - Nessuno sponsor per la cultura. Che delusione gli imprenditori! - Da volontario a maresciallo degli Alpini In città Notizie in breve Libri del mese La Disfida di Barletta, l’epoca e i protagonisti Storia quasi vera de la Disfida di Barletta a cura della Libreria Liverini Vernacolo M’arress paggett a D’sfeid de Barlett di Antonio Falconetti Vivicittà TEKNO FILATI Srl FILATI CUCIRINI E ACCESSORI PER CALZATURE Barletta - BT Via Callano 163 int. 56 t. 0883 347 831 f. 0883 347 832 info@teknofilati.it FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 5 Lettere al direttore www.ilfieramosca.it e-mail direttore@ilfieramosca.it redazione@ilfieramosca.it abbonamenti@ilfieramosca.it Anno XLI - FEBBRAIO 2014 - Una copia 3,00 2/2014 se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità w w w. i l f i e r a m o s c a . i t Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA Mensile di cultura, informazione e attualità n° 2 - febbraio 2014 anno XLI Direttore responsabile RENATO RUSSO Spedizione in abbonamento postale 45% Registrazione presso Tribunale di Trani n. 140 del 1-3-1975 Stampa in proprio su carta ecologica riciclata Symbol Freelife Satin Direzione, Redazione e Amministrazione Editrice Rotas s.r.l. Via Risorgimento, 8 Tel. 0883.536323 Fax 0883.535664 BARLETTA e-mail: rotas@edirotas.it www.editricerotas.it ISSN 1722-8972 ASSOCIATO accedi a Il Fieramosca on line COME ABBONARSI • c/c postale n. 13433701 intestato a Editrice Rotas S.r.l. via Risorgimento, 8 76121 Barletta • Abbonamento annuale 30,00 per l’Italia per l’estero 85,00 per le Americhe 110,00 6 IL FIERAMOSCA Quelle nobili famiglie in via d’estinzione Leggendo la sua storia di Barletta e il volume sugli stemmi di nobili casati cittadini di Vitrani e Pinto, mi sono imbattuto in numerose famiglie di alcune delle quali non c’è più traccia: per ricordarne alcune molto famose e ricorrenti nelle cronache del loro tempo, oggi sopravvissute solo nel nome dei loro palazzi, come nel caso delle famiglie Affaitati, Bonelli, Bruotschy, De Beaumont, Caggiano, Comonte, De Leone, Della Marra, Elefante, Gentile, Fraggianni, Marulli, Pappalettere, Parlander, Perfetti, Santacroce. Delle famiglie nobilitate da un blasone e da un palazzo, esistono ancora le famiglie Cafiero, Esperti, De Martino Norante… Leggo dalla sua storia sui “Protagonisti del Novecento” il riferimento alla famiglia Esperti della quale la continuità del ceppo ereditario è affidato al piccolo Gaetano… Michele Piccolo Gaetano Esperti (nella foto), figlio di Camillo che ha come prossimi ascendenti Gaetano (Nino), Giorgio, fratello di Camillo (il notaio nonché podestà della città nel 1930) a sua volta discendente da Gaetano figlio di Camillo, figlio di Francesco Saverio (sindaco nel 1805, fratello dei patrioti Raffaele e Filippo), figlio di Giorgio (portulano e a sua volta sindaco nel 1800). Dall’albero genealogico della famiglia Esperti (cfr. R. RUSSO, Barletta, Protagonisti del ‘900 M-Z, Editrice Rotas 2013) Una piacevole sorpresa Egregio Direttore, con molta felicità ed emozione sono a condividere con lei e la redazione del “Fieramosca” la mia piacevole sorpresa nella pagina ufficiale http://papafrancesco.com/preghiere. Sono state pubblicate le seguenti mie poesie (“Signore”, “Grazie Signore”), preghiere (“Preghiera del giorno”, “Preghiera d’amore”), lettera aperta (“Auguri Papa Francesco”) e racconti (“L’uomo”, “Avevo un senso di non so che”). Sono felice, mi sento ricca dentro perché posso condividere le mie parole, i miei pensieri con milioni di persone. Cordialmente Ada Roggio Le librerie a Barletta nel ’500 Ho letto da qualche parte che nel 1500 il movimento librario a Barletta era così intenso che non vi era famiglia di professionista (notaio, avvocato o nobile famiglia) che non avesse una ricca biblioteca, per non parlare dei conventi. Che fine hanno poi fatto queste biblioteche? Vincenzo Doronzo Nella più gran parte sono andate distrutte in due occasioni: negli incendi che appiccarono alla città i mercenari di Renzo da Ceri quando nel 1528 diedero fuoco a Barletta, e nel 1656 durante la peste (si sospettò infatti che i libri potessero trasmettere il contagio). Quanto alle biblioteche esistenti nel Cinquecento, bisogna distinguere quelle religiose che erano pubbliche da quelle private. Quanto alle prime, la più antica era quella dei Minori Osservanti di S. Andrea extra moenia; poi venivano quelle dei Padri Domenicani che si trasferirono nella chiesa di S. Maria Maddalena (S. Domenico). Ma la più dotata fu certo quella dei padri Gesuiti nel Conservatorio presso la chiesa da essi edificata di S. Paolo (oggi Monte di Pietà). Quanto ai privati ricorderemo alcuni casi riportati dal notaio Orazio De Leo: Ascanio Quarto, avvocato, possedeva una biblioteca di almeno 500 volumi (notaio De Leo, 1586); Giovan Battista Abbati, dottore, aveva una grande biblioteca medica e di autori latini e greci (notaio De Leo, 1589); Bernardino Gentile in un inventario dice di possedere I Sermoni di mons. Bonello arcivescovo di Ragusa (notaio De Leo, 1594) etc. FEBBRAIO 2014 Lettere al direttore Requiem per una palma Sei stata l’orgoglio dell’angolo di via Martiri 12 settembre e via Canne. Posta di fronte alla Chiesa di S. Nicola, “umanizzavi” quel triangolo di marciapiedi, partecipando alle gioie e ai dolori della gente del quartiere. Ogni anno “eri accarezzata” contro tua voglia, dai botti di fine d’anno, ma rimanevi ferma e sicura, anche se, da tempo alcuni cinofili ti costringevano ad accettare i “doni” che, quotidianamente - mattina e sera - ti lasciavano i loro amici. I “punteruoli rossi” della notte t’hanno ferita ed uccisa! Un amico che t’incontrava sulla tua strada ogni mattina. Paolo Riefolo Luca Amendola piccolo sindaco a Massino Visconti Gli alunni di una quinta di Massino Visconti (Novara) hanno deciso di trasformare la classe in una cittadina con un sindaco, un vice, un segretario, degli assessori e dei cittadini. Dopo una intensa campagna elettorale, dalle urne è risultato eletto… il piccolo Luca Amendola, figlio di Dora Ricco (nostra collaboratrice per tanti anni) e Il sindaco Luca Amendola con la bandiera. Alle sue di Luigi, segretario comunale spalle la segretaria comunale, Stella Bongiorno di quel Comune, fino alla sua prematura scomparsa, tre anni fa. Dopo le votazioni - non senza qualche problema durante le trattative - il neo sindaco ha provveduto a nominare i vari assessori. Segretaria del Consiglio Comunale, Stella Bongiorno, nipote del famosissimo Mike. Successivamente il Consiglio Comunale ha deciso di dare un nome alla piccola cittadina, battezzandola Happy Land. Nessuno sponsor per la cultura. Che delusione gli imprenditori! Ho appreso, nei giorni scorsi, che i depositi bancari degli operatori barlettani - da soli - sono superiori a quelli di tutti gli altri nove comuni messi insieme. Allora, in tempi di così acuta crisi economica per il nostro Comune, potrebbero dare una mano a sostenere la promozione culturale del nostro turismo… Raffaele Dicuonzo La foto curiosa: un inedito Eraclio a cavallo (Michele Diviccaro) FEBBRAIO 2014 Non si faccia illusioni. Quegli imprenditori, e non sono pochi, avrebbero potuto sostenere, almeno in parte, le nostre iniziative culturali, ma non l’hanno fatto negli anni del boom economico, figurarsi oggi. Con una sola eccezione, ma in campo sportivo. Alcuni calzaturieri, negli anni Ottanta, sostennero la squadra di Calcio portandola in serie B. Poi mollarono, ai primi segni della crisi. In particolare la delusione maggiore venne dalla imprenditorialità edile che, avvolta nella spirale di un crescente benessere, tutta presa dalla febbre ricostruttiva e dal massiccio investimento dei profitti - con la complicità di una classe politica del tutto assente sul piano di una progettualità d’alto profilo urbanistico - poco si preoccupò di disegnare la trama di una città del futuro ordinata e vivibile per se stessa e per le future generazioni, accontentandosi di costruire edifici frutto di scelte estemporanee e redditizie, anziché coordinate in un preordinato quadro di riferimento progettuale. Non solo. Ma lasciandosi andare ad ope- razioni solo investitive, quegli imprenditori accentuarono il divario della vivibilità urbana fra centro e periferia, fra la città vecchia sempre più intasata da grandi palazzi e la città nuova, al di là della ferrovia che, priva di servizi pubblici e di insediamenti commerciali, si ridusse a generare quartieri dormitorio, anonimi nella grigia indistinta standardizzata residenzialità. Da volontario a maresciallo degli Alpini Emanuele Goffredo, proveniente da Barletta, si è arruolato nel 2009 come volontario in ferma prefissata di un anno (VFP1) e ha svolto il servizio a Merano, al 24° Reggimento di Manovra Alpino. Entrato alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo nel settembre 2010, viene promosso maresciallo nel 2012. Nel 2013, finito l’iter previsto, chiede di essere assegnato (nuovamente) al reparto di Merano, e dallo scorso agosto è effettivo al 24° Reggimento come Comandante di plotone della Brigata Alpina “Julia”. Subito ha iniziato la preparazione per i campionati sciistici come vice comandante e insieme al plotone a Sestriere ha affrontato la sfida che lo ha visto in competizione con gli altri reggimenti alpini salendo sul podio della 66a edizione dei Campionati Sciistici delle Truppe Alpine. IL FIERAMOSCA 7 ti costa solo 30,00 euro COME ABBONARSI • l'abbonamento può essere richiesto telefonicamente allo 0883 536 323 o via fax allo 0883 535 664 oppure via e-mail all'indirizzo: abbonamenti@ilfieramosca.it • il prezzo di un abbonamento annuale è di euro 30,00 per l'Italia, euro 85,00 per l'Europa ed euro 110,00 per le Americhe • il prezzo di copertina è di euro 3,00; il prezzo degli arretrati è di 4,50 per ciascun numero • il pagamento è anticipato e si può effettuare a mezzo: – conto corrente postale n. 13433701 – bonifico bancario IBAN: IT34 B057 8741 3500 3957 2000 043 – assegno bancario – vaglia postale intestati a EDITRICE ROTAS s.r.l. via Risorgimento, 8 76121 Barletta (BT) 8 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 CALENDARIO IN OMAGGIO AGLI ABBONATI Provincia BAT Secondo la Corte dei Conti Disastrosa la soppressione delle province Possibile che solo il Governo non se ne sia accorto? I l presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando il testo del documento consegnato dalla Corte dei Conti alla Commissione del Senato, nel quale la magistratura contabile conferma il giudizio critico già espresso alla Camera dei deputati, ha dichiarato: “Nell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, la Corte dei Conti ha ribadito che la riforma Delrio sulle Province non produrrà risparmi nell’immediato ed è talmente complessa che di certo porterà all’aumento dei costi. I costituzionalisti chiamati ad esprimere il loro parere hanno chiarito tutti i dubbi di incostituzionalità del testo. Chi altro ancora deve attestare che questa legge è costosa, che produrrà caos, che genererà effetti devastanti sui territori e sul bilancio dello Stato, perché lo capiscano anche il Parlamento e il Governo”? “A proposito delle città metropolitane la Corte dei Conti segnala il rischio di “ipertrofia organizzativa” e di “carattere eccentrico” della previsione della divisione in comuni della Città metropolitana perché produrrebbe nuovi enti. Quanto alle funzioni, la Corte stigmatizza il procedimento di svuotamento previsto e, facendo l’esempio dell’edilizia scolastica, parla di funzioni anche operative che eccedono la dimensione comunale e che quindi devono restare alle Province. Ma il giudizio netto della magistratura contabile è sui risparmi: scrive infatti la Corte dei Conti che è del tutto improbabile che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi e che i risparmi nell’immediato sono di entità contenuta, mentre i costi sono considerati talmente certi che si sottolinea la necessità di trovare adeguate coperture. Ci aspettiamo che almeno in Senato un richiamo di allerta così importante non resti lettera morta. Altrimenti qualcuno, Governo o Parlamento, dichiari RISTORANTE RICEVIMENTI CONGRESSI FEBBRAIO 2014 apertamente che anche se la riforma porterà ad un forte aumento della spesa pubblica e al caos, si porterà avanti perché è stata annunciata: almeno i cittadini sapranno a quale follia si sta andando incontro”. Ma cosa accadrà con la legge Delrio? Se diventerà operativa, la legge Delrio non cancellerà del tutto le province, ma le trasformerà riducendone contenuti e finalità, conseguendo un risultato a nostro parere ibrido e contraddittorio con le finalità iniziali della normativa. Assisteremo così non alla soppressione, ma alla trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci che lavoreranno a titolo gratuito (e vada per la BAT che conta appena dieci comuni, ma che avverrà per quelle province che di comuni ne hanno cento?). E inoltre, saranno istituite nove città metropolitane, mentre sarà disciplinata con un’apposita legge la fusione dei comuni. Prospettive inquietanti. Gli effetti della nuova normativa non tarderanno a farsi sentire, come la già annunciata cancellazione delle prossime elezioni del 2014 per le 52 province in scadenza e per le 20 commissariate. Nell’intento del legislatore, le nuove province dovrebbero comprendere aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti dovrebbero essere designati non più dai cittadini ma dagli amministratori locali che sceglieranno i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a quanto accade oggi non bisognerà pagare più gli stipendi a presidente, consiglieri e assessori. Così, in definitiva, al compimento della riforma, dovrebbe essere la nuova struttura periferica amministrativa dello Stato. Viale R. Elena (Lit. di Levante) tel. 0883 347741 IL FIERAMOSCA 9 IISS “N. Garrone” Aperte le iscrizioni al Liceo Artistico e ai tre indirizzi dell’Istituto Professionale (sociosanitario, grafico-pubblicitario e aziendale informatico) I l Dirigente Scolastico della sede centrale di Barletta e la sede associata di Canosa dell’IISS “Nicola Garrone”, professor Antonio F. Diviccaro comunica che sono aperte le iscrizioni al Liceo Artistico e ai tre indirizzi dell’Istituto Professionale (socio-sanitario, grafico-pubblicitario e aziendale informatico). I dieci laboratori dell’Istituto sono aperti per offrire agli alunni delle scuole medie della Provincia, accompagnati dai loro docenti, la possibilità di partecipare alle attività pratiche e didattiche specifiche di ciascun indirizzo. Nello specifico: nel laboratorio di arti figurative “Giuseppe De Nittis” gli alunni si stanno cimentando con le tecniche di scultura, pittura e disegno del Liceo Artistico; nel laboratorio “Steve Jobs” gli alunni hanno modo di utilizzare i computer Apple per addentrarsi nell’affascinante mondo della grafica e della pubblicità; nei laboratori “Don Lorenzo Milani” e “Cartesio” i docenti e gli studenti dell’indirizzo socio sanitario coinvolgono affabilmente le prossime matricole delle superiori in attività di animazione, accoglienza, manipolazione creativa e assistenza. I laboratori “John Maynard Keynes” e “Aldo Moro”, inoltre offrono l’opportunità di assistere alla presentazione delle imprese formative del settore commerciale e di approcciarsi alla conoscenza del mondo aziendale grazie ad una esperienza diretta nel mondo delle Imprese Formative Simulate. Nel corso della visita, gli studenti del triennio finale dell’IISS “Nicola Garrone” illustrano con l’ausilio di foto, video e materiale informativo le esperienze di tirocinio, stage e alternanza scuola-lavoro effettuate preso le imprese e gli enti operanti sul territorio. Gli studenti descrivono, inoltre, le attività pomeridiane offerte gratuitamente dall’Istituto “N. Garrone” come le certificazione della Lingua Inglese (Trinity), delle conoscenze informatiche (ECDL) e 10 IL FIERAMOSCA delle competenze nel settore grafico (ADOBE), e il corso di preparazione ai test d’ammissione alle facoltà di Scienze infermieristiche. L’Istituto “Nicola Garrone” finalizza le sue scelte secondo precise linee guida: - favorire il benessere degli studenti e la piena realizzazione dello “stare bene a scuola” attraverso uno sportello di ascolto rivolto ad alunni, docenti e genitori; - implementare l’attività di sostegno allo studio per ridurre ulteriormente il tasso di dispersione scolastica (corsi di recupero, attività di sportello, progetti PON); - raggiungere i traguardi di apprendimento attraverso interventi a sostegno delle competenze disciplinari e trasversali di cittadinanza; - perseguire una valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli studenti trasparente ed omogenea in base a criteri condivisi nell’ambito dei dipartimenti e inseriti nei POF (certificazione delle competenze in uscita, eventuali certificazioni ECDL, ADOBE, TRINITY COLLEGE); - valorizzare i tirocini, l’area di professionalizzazione e l’alternanza scuola-lavoro puntando sulla realizzazione di stage in azienda, in Italia e all’estero, su attività che arrischiano il curricolo professionale dello studente (incontri con esperti nel mondo del lavoro, visite in azienda, visite e viaggi all’estero, approfondimento delle lingue straniere). L’Istituto “Nicola Garrone”, Scuola Polo per la legalità, realizza iniziative formative e scolastiche per promuovere il senso di appartenenza alla società e il rispetto delle regole civili e sociali. In quanto Centro Territoriale per l’Inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali (disabilità, DSA, DES, ecc.), favorisce l’inclusione scolastica e sociale di questi studenti attraverso percorsi di avvicinamento alla realtà produttiva (tirocini formativi, alternanza scuola-lavoro, piani individuali di transizione) e laboratori per la promozione di abilità sociali e dell’autonomia. L’Istituto “Nicola Garrone” è sede di uno Sportello di Consulenza sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) rivolto a studenti, famiglie e docenti della Provincia BAT. L’Istituto si preoccupa di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché gli studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. FEBBRAIO 2014 Provincia BAT Riattivato lo sportello DSA Nato da una collaborazione fra Provincia BAT e Istituto “Garrone” L a Provincia di Barletta Andria Trani ha riattivato lo Sportello DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), rivolto a studenti, famiglie e docenti del territorio provinciale. Presso la sede di Trani in Viale De Gemmis, l’inaugurazione alla presenza del Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani Francesco Ventola, dell’Assessore provinciale alle Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione Giovanni Patruno, del Consigliere provinciale Luigi Antonucci e del Dirigente Scolastico dell’Istituto “Garrone” di Barletta Antonio Francesco Diviccaro. L’iniziativa rientra nelle numerose attività di “Provincia Amica” ed è frutto di una convenzione stipulata tra la Provincia e l’Istituto “Garrone” di Barletta, scuola polo per l’handicap dell’area provinciale. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento più consueti sono la dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. «In presenza di un alunno con DSA l’attenzione deve essere massima per evitare di trasformare in sofferenza il percorso scolastico - ha affermato il Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani Francesco Ventola -. Il tragitto verso l’autonomia, nello svolgimento delle attività scolastiche, deve essere l’obiettivo primario di genitori ed insegnanti. Consapevolezza e collaborazione tra famiglia, scuola e comunità sono i pilastri che consentono di sostenere emotivamente e praticamente il percorso scolastico». «Lo Sportello provinciale è uno strumento operativo che favorisce la conoscenza della problematica sul territorio, l’emersione dei casi non diagnosticati, l’integrazione e l’inserimento del bambino/ragazzo nel mondo della scuola e del contesto classe, e soprattutto una sensibilizzazione della componente docente» ha invece dichiarato l’Assessore provinciale alle Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione Giovanni Patruno. Il Dirigente scolastico Antonio Francesco Diviccaro ha poi ribadito come «il “Garrone” di Barletta è lieto di essere al fianco di una Provincia sempre sensibile al tessuto sociale promuovendo attività che ampliano l’offerta formativa del territorio». Lo Sportello DSA offrirà indicazioni di applicazione delle recenti disposizioni di legge, informazioni sul ruolo del referente d’istituto per i DSA, assistenza per l’elaborazione di un protocollo di accoglienza per gli alunni e gli studenti, incontri individuali di chiarimento per l’individuazione precoce dei casi sospetti, indicazioni preliminari sull’iter da avviare per l’approfondimento diagnostico e cura dei competenti servizi sanitari, promozione di un linguaggio condiviso al fine di strutturare strumenti condivisi per affrontare i casi sospetti, informazioni sulla redazione del piano didattico personalizzato, indicazioni sugli strumenti compensativi e dispensativi, consulenza sulle modalità di verifica e valutazione degli alunni e studenti con Dsa, informazioni sugli interventi previsti dalla legge in sede di esame conclusivo del ciclo di studi, incontri individuali di consulenza didattica, informazioni sulle strutture socio-sanitarie presenti sul territorio, incontri di informazione e formazione sui singoli consigli di classe o sui collegi dei docenti, su richiesta del Dirigente scolastico di riferimento o dell’organo collegiale interessato. Lo Sportello opererà con un’équipe minima composta dalla Professoressa Federica Rizzo, docente referente DSA dell’Istituto “Garrone” di Barletta, due esperti psicologi (cui spetterà un rimborso spese forfettario comprensivo dei costi di trasferta di 40 euro al giorno) individuati da una short list promossa dalla Provincia, e le assistenti sociali della Provincia. L’équipe individuerà i casi sospetti in modo precoce per informare gli interessati sulle procedure per l’avvio degli opportuni accertamenti e l’opportuna attivazione della rete di supporto al processo di integrazione, curerà i rapporti con la famiglia, fornirà supporto ai consigli di classe per la redazione dei piani didattici personalizzati, individuerà gli strumenti e le strategie adeguate per il singolo alunno ed accoglierà i bisogni di docenti, attivando le risorse. Lo Sportello sarà aperto per 15 incontri, secondo il calendario riportato che si può consultare all’indirizzo email sportellodsa@ istitutogarrone.it o per fissare gli appuntamenti e brevi consulenze. EN ISO 9001 (2008) IQ-0703-16 Azienda iscritta all’UNAE Puglia n. 266 impianti & costruzioni industriali FEBBRAIO 2014 SOA 8612/04/00 OS30 - classifica VI OG10 - classifica V OG1 - classifica III OG11 - classifica III • IMPIANTI ELETTRICI • CIVILI ED INDUSTRIALI • CABLAGGI • STRUTTURATI • CABINE MT/BT • PUBBLICA • ILLUMINAZIONE • RILEVAZIONE FUMI • TELEFONICI • TRASMISSIONE DATI • DIFFUSIONE SONORA • ANTINTRUSIONE • MANUTENZIONI • PROGETTAZIONE • EDILI • TERMICO • IDRICO • ANTINCENDIO • CONDIZIONAMENTO BARLETTA · Via Paolo Ricci, 39 Tel. 0883 575 473 · Fax 0883 519 062 www.sabinodicataldo.it · info@sabinodicataldo.it IL FIERAMOSCA 11 Euro*Idees - Bruxelles Il turismo nella BAT nel 2012 AUMENTANO I POSTI LETTO, MA DIMINUISCONO LE PRESENZE TURISTICHE di Emmanuele Daluiso* L a pubblicazione a ridosso di Natale 2013 dei dati ISTAT riguardanti le presenze turistiche e la capacità ricettiva in Italia nel 2012 consente di fare il punto della situazione del turismo anche nella provincia Barletta Andria Trani. Il calo delle presenze turistiche nel 2012 Il dato più rilevante del 2012 riguarda il calo complessivo delle presenze turistiche, un fenomeno nazionale, ma che nella BAT è stato d’intensità maggiore. Se a livello nazionale il calo è stato pari al -1,6%, così come a livello regionale, nella BAT ha raggiunto il -4,40%. Il calo giunge dopo alcuni anni di crescita che avevano fatto ben sperare anche per il futuro, soprattutto per il crescente interesse della domanda turistica estera verso il territorio della BAT e i suoi beni culturali, ma il 2012 ha ribaltato improvvisamente un percorso che sembrava doversi consolidare. In effetti, se è comprensibile il calo delle presenze turistiche italiane, legate alla recessione economica sviluppatasi per tutto il 2012 e ancora in atto, poco comprensibile è il calo anche degli stranieri (-4,37%), considerato che a livello nazionale e a livello regionale la componente turistica degli stranieri ha registrato anche nel 2012 una crescita significativa. Si tratta di un dato che deve far riflettere. 12 IL FIERAMOSCA Nel complesso le presenze turistiche nella BAT nel 2012 sono state pari a 280.934, contro le 293.851 dell’anno precedente, di cui 215.059 italiani (224.965 nel 2011) e 65.875 stranieri (68.886 nel 2011). Il calo delle presenze turistiche straniere ha riguardato principalmente i flussi provenienti dalla Germania, il Paese estero che più di altri contribuisce alle presenze turistiche straniere nella BAT con una quota nel 2012 pari al 23,8%, contro il 25,3% del 2011. In termini assoluti il calo dei flussi tedeschi è stato pari a -1.750 presenze. Altro calo importante è stato quello austriaco con -1.007 presenze. Si tratta dei due Paesi forse maggiormente interessati ai beni culturali federiciani presenti nella BAT, il che rende tale calo particolarmente significativo. Vi sono stati, tuttavia, Paesi che hanno incrementato la loro presenza nella BAT, come la Francia (+424 presenze), gli Stati Uniti (+619 presenze) e la Russia (+555 presenze). I dati complessivamente non positivi sulle presenze turistiche hanno contribuito a invertire la tendenza di crescita del tasso di turisticità della BAT, registratasi negli anni scorsi, così nel 2012 esso è risultato pari ad appena l’11,2% del corrispondente valore medio nazionale. Nonostante il calo del 2012, l’andamento comples- FEBBRAIO 2014 Euro*Idees - Bruxelles sivo dei flussi turistici degli ultimi anni rimane su livelli positivi: tra il 2008 e il 2012 l’incremento dei flussi turistici nella BAT è stato del +16,8%, il dato più rilevante a livello regionale, dopo quello di Lecce (+23,1%). Tale crescita è soprattutto legata ai turisti stranieri (+37,5%). La BAT insieme a Bari è la provincia pugliese con la più elevata percentuale di turisti stranieri, anche se su valori ancora ben lontani dalla media nazionale, dove la componente di turisti stranieri si accinge a raggiungere la quota del 50%. Le prospettive non rosee per il 2013 Anche il 2013 rischia di chiudere in negativo, poiché i dati parziali dei primi nove mesi dell’anno fanno registrare a livello nazionale un calo di -4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non vi sono elementi per far ritenere che tale tendenza possa capovolgersi a livello regionale e nella BAT, per cui possiamo attenderci per questi livelli territoriali per il 2013 una chiusura negativa. L’incremento dei posti letto I dati di crescita dei flussi turistici degli ultimi anni avevano portato ad aumentare anche la dotazione di FEBBRAIO 2014 ricettività, che nel 2011 era risultata pari al +4,2%. Tale tendenza si è confermata anche nel 2012 con un +3,2%. La dotazione dei posti letto della BAT resta tuttavia sottodimensionata rispetto ai valori medi nazionali e regionali: nella BAT abbiamo 12,2 posti letto per mille abitanti, contro i 60,8 della Puglia e gli 80,2 dell’Italia. Merita di essere sottolineato che assistiamo, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, a un processo in corso di riorganizzazione dell’offerta ricettiva, sia come risposta alle diverse richieste della domanda turistica, sia come risposta alle difficoltà economiche che portano le imprese a rivedere la propria offerta. Nel 2012, infatti, si è registrata una contrazione di posti letto in esercizi alberghieri a livello nazionale, contro un incremento di posti letto in esercizi extra-alberghieri. A livello regionale, viceversa, sono aumentati i posti letto in esercizi alberghieri e diminuiti quelli in esercizi extra-alberghieri, soprattutto a causa delle dinamiche che hanno interessato la provincia di Foggia e Taranto. Il tasso di occupazione dei posti letto Il tasso di occupazione dei posti letto in Italia non è molto elevato, pari ad appena il 21,9% rispetto a quello teorico, per via della forte concentrazione dei flussi turistici nei mesi estivi. Anche la Puglia soffre di questo problema e così pure la BAT, anche se quest’ultima mostra un dato (16,1%) leggermente più alto di quello regionale (14,8%). Resta, dunque, aperto il grande problema della destagionalizzazione dei flussi turistici, che garantirebbe una maggiore redditività alle imprese e una maggiore occupazione. Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles IL FIERAMOSCA 13 EDITRICE ROTAS BARLETTA VINO A REGOLA D’ARTE 14 IL FIERAMOSCA Via Foggia, 118 - Barletta Tel. 0883 510 421 - Fax 0883 510 429 www.cantinedellabardulia.it info@cantinedellabardulia.it FEBBRAIO 2014 Orto botanico Orto botanico, i sogni e la realtà Una proposta dal sindaco Cascella di Antonio Riglietti Dove sono le specie botaniche rare? L’orto botanico, progettato sul modello di un campo di concentramento, con scarsa illuminazione degna di un cimitero, accoglie al suo interno quattro filari di vite, alcuni alberi di ulivo e alcuni di mandorle, tutte coltivazioni molto comuni che si possono ammirare nelle campagne di via Foggia o via Canosa. Dove sono le specie botaniche rare, che dovrebbero abbellire ed arricchire un vero orto botanico? Non esistono. Se ci rechiamo al mercato settimanale del sabato troviamo in vendita piante molto più esotiche di quelle presenti nell’orto botanico. Se fate caso, non esistono nemmeno indicazioni stradali che conducano all’orticello; evidentemente gli amministratori, alternatisi a Palazzo di città pensano sia cosa più opportuna e migliore tenerlo nascosto ai cittadini e ad eventuali improbabili visitatori. Se provassimo a chiedere a qualche assessore o dirigente del Comune di Barletta chi abbia approvato il progetto, ci risponderebbero che non ne sanno nulla. Invece tutti i cittadini sanno che l’area fu acquisita durante l’era Salerno, che le due costruzioni nuove furono erette durante l’amministrazione Maffei e contrastano fortemente con quel che resta della vecchia Distilleria, cioè la ex palazzina degli uffici e il vecchio capannone, sede degli impianti per la fabbricazione dell’alcool e del lievito, ormai tutto decadente, con la tettoia sfondata e senza più muro di recinzione; lo stesso è spesso rifugio di qualche extracomunitario soprattutto nel periodo invernale ed è stato già devastato da due o tre incendi durante gli anni. Tutto ciò che si poteva asportare è stato trafugato: alambicchi, contenitori in vetro, scale in ferro e strumenti vari che servivano per la produzione, segno dell’incuria e del disinteresse reale degli amministratori, alternatisi al governo della città. Addio ai vecchi sogni... Addio ai vecchi sogni romantici di qualche gruppetto di sinistra di fare della Distilleria un Parco Archeologico InduFEBBRAIO 2014 striale. Solo cinque mesi fa è stato organizzato un convegno con qualche esperto e con la presenza di due assessori, la vicesindaco e l’assessore Pelle, ma nessuno ha saputo dire che cosa fare della vecchia Distilleria, mentre ci si perdeva in disquisizioni di altri antichi manufatti di Matera, Bari ecc. il che vuol dire che non si ha alcuna idea di che cosa farne. Gli extracomunitari, intanto, hanno già raccolto le olive, i vandali hanno lasciato i loro “graziosi” sgorbi sui muri e ringraziano il Comune di Barletta per la destinazione d’uso dell’orto botanico, in costruzione fin dal 2006 e ancora chiuso al pubblico. Nessuno lo vuole, come ha recentemente esclamato, in caustico dialetto barlettano, un consigliere comunale. Per la sua costruzione si sono spesi circa 2 milioni di euro, senza contare le spese di gestione e manutenzione che gravano ogni mese sulle casse comunali, cioè a spese di tutti i cittadini. Tutto è stato progettato, approvato e costruito senza uno scopo, secondo la filosofia dell’improvvisazione e senza una programmazione temporale, insomma secondo il motto. “Mettiamo i sudditi (cittadini) davanti al fatto compiuto, non hanno diritto di replica, devono solo votare”! Forse meglio tacere Chi lavorerà nell’orto botanico? A Barletta, i concorsi per assunzione non sono di moda, si fa prima ad affidare tutto alla solita “democratica” cooperativa con 20 persone che dovrebbero gestire la struttura, mentre basterebbe un solo bracciante agricolo barlettano ad occuparsene, per raccogliere le poche olive e mandorle e magari regalarle agli extracomunitari, che d’estate trovano riparo dal caldo in questo cubo di cemento. Si parla di due milioni di euro per far lavorare 20 persone, di cui non si sa cosa facciano; forse è meglio non parlarne, meglio tacere e non sapere, l’orto botanico non esiste! Forse una proposta operativa sull’impiego dell’orto botanico è venuta dal sindaco di Barletta Cascella, che l’aveva già formulata il 26 settembre dell’anno scorso. Infatti in merito alla prospettiva della chiusura del Centro di Ricerche “Bonomo” di Andria, il sindaco rilasciava questa dichiarazione: “Contribuire a evitare sia la chiusura, sia una sterile contrapposizione sulla liquidazione dell’ente tra la Provincia di Bari e la Provincia della BAT si può fare. Il Comune di Barletta è interessato a favorire il rilancio di un polo di eccellenza della ricerca nel campo agronomico articolato sul territorio nord barese. Mette dunque a disposizione della provincia BAT, che ha ricevuto in eredità l’ente di ricerca, le strutture dell’orto botanico della città della Disfida per un’operazione di ricostruzione di un soggetto di ricerca autorevole, legato alla conservazione delle specie vegetali, alla prevenzione della perdita di biodiversità genetiche, alla sperimentazione di tecniche innovative, alla formazione di personale specializzato per lo sviluppo di un’attività produttiva e la tutela di un patrimonio ambientale vitale per l’intero territorio della provincia. L’orto botanico di Barletta offre il contesto naturale e ideale per affiancare i laboratori e sviluppare le attività della migliore tradizione della fondazione che altrimenti rischiano di essere perdute definitivamente. Una cosa è combattere i vecchi sprechi e impedirne di nuovi, altra è rinunciare alle potenzialità di sviluppo. Di qui la proposta alla provincia BAT e ai comuni di Andria e Canosa, ugualmente interessati alle attività didattiche e alla ricerca agronomica e botanica, di farsi carico di un progetto comune per individuare soluzioni condivise che mettano a frutto sinergicamente tutte le risorse e le strutture già disponibili”. IL FIERAMOSCA 15 Puglia Imperiale L’AGENZIA PUGLIA IMPERIALE promotrice del turismo territoriale “D ear Puglia Imperiale, my name is Mr. Johan …, Managing Director of the Swedish based tour operator …. We met briefly at the TTI fair in Rimini and I’m now contacting you with two specific requests that hopefully could get a future co-operation started…”: non c’è bisogno di traduzione per sottolineare che l’Agenzia Puglia Imperiale Turismo conferma sempre più il suo ruolo di soggetto di riferimento del prodotto turistico del territorio. La precisa richiesta di un tour operator svedese (presa come esempio fra altre numerose che giungono all’indirizzo di Puglia Imperiale) che intende organizzare soggiorni settimanali per gruppi da 30/60 persone in bassa stagione in questa zona, è solo l’ultima testimonianza del lavoro che l’Agenzia Puglia Imperiale ha svolto e continua a svolgere per la promozione e lo sviluppo turistico del territorio degli undici comuni che ne fanno parte. D’altronde la costante presenza dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, nel corso degli anni, in occasione dei più importanti appuntamenti nazionali ed internazionali di settore (dalla Bit di Milano alla ITB di Berlino, dal TTI di Rimini alla Borsa di Paestum, ma anche all’Art & Tourism di Firenze, o alle 100 Città d’arte di Ferrara), ha prodotto risultati straordinari per quest’area della Puglia, che è stata inserita a pieno titolo dalla Regione fra le aree turistiche promosse da Pugliapromozione a fianco delle tradizionali Salento, Gargano e Valle d’Itria. Ora è tempo di programmare le tappe della promozione per l’anno appena iniziato, e proprio nei giorni scorsi l’Amministratore Unico, Michele Marcovecchio, ha convocato tutti gli operatori del settore (oltre agli assessori al ramo ed ai dirigenti dei Comuni) sia per proporre loro il programma degli appuntamenti ai quali partecipare, sia per ascoltare le loro istanze sulla programmazione. In questa occasione Marcovecchio ha evidenziato che, nonostante l’APIT stia portando avanti con impegno le varie attività programmate e sia pronta ad affrontare le proprie scadenze anche per i mesi a venire, tuttavia essa si trova ad operare oggi più che mai in un contesto di grande difficoltà per l’atteggiamento di alcuni Comuni, che se da un lato beneficiano delle attività di promozione, marketing e comunicazione messe in campo dall’Agenzia, dall’altro segnano il passo nelle decisioni importanti, atteggiamento che in un discorso di rete rallenta il lavoro annoso e proficuo portato avanti. Dall’incontro con gli operatori del settore è emerso invece il pieno appoggio all’attività dell’Agenzia: oggi non c’è nessun soggetto su questo territorio al di fuori dell’APIT che svolga le tanto auspicate attività di coordinamento degli attori pubblici e privati per la promozione unitaria dell’offerta turistica locale, mentre molto spesso si sente ribadire in vari dibattiti pubblici per l’argomento la necessità di un’agenzia di coordinamento come l’APIT per migliorare l’accoglienza e l’attrattività del nostro territorio, per integrare l’offerta e valorizzare il nostro importante e diffuso patrimonio turistico, culturale e naturalistico. 16 IL FIERAMOSCA Il presidente di Puglia Imperiale Michele Marcovecchio Di qui la necessità di attuare il Piano Promozionale 2014 congiunto, coordinato dall’Agenzia Puglia Imperiale nel rispetto delle specificità di tutti Comuni aderenti: l’appuntamento con l’Itb di Berlino, il TTI di Rimini ed altri (quello con la Bit di Milano purtroppo è saltato), orientando il più possibile le attività di promozione turistica in modo meno indistinto e più mirato verso il target degli operatori professionali della domanda turistica, investendo di più nella visibilità e notorietà anche internazionale del nostro prodotto e dei nostri maggiori eventi attrattivi, puntando ad una maggiore efficacia diretta delle azioni promozionali, compatibilmente con le condizioni economiche e di programmazione di riferimento. Richieste dall’estero, programmazione sul territorio: dopo il successo della “Settimana del patrimonio culturale in Puglia Imperiale” lanciata lo scorso anno in occasione della BIT di Milano e organizzata dall’Apit dopo la cancellazione di una simile iniziativa da parte del Mibac, il Presidente, Michele Marcovecchio, lancia oggi una nuova proposta di promozione. È infatti in cantiere la prima edizione della Borsa del Turismo in Puglia Imperiale, da realizzarsi con la collaborazione di Regione, Provincia e Comuni e con la società specializzata nel settore Apulia Fiere di Trani. Una occasione, attualmente in fase embrionale, che vedrà questo territorio per la prima volta essere il fulcro degli interessi dei tour operator, che potranno “toccare con mano” le potenzialità turistiche di quest’area sia in termini qualitativi che strutturali. Iniziative che rafforzano la mission dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, che vanta ormai una esperienza decennale, e che così potrà continuare a produrre importanti frutti sul territorio: il riconoscimento, a volte negato da qualche singolo, viene invece dalla collettività e da oltre frontiera. FEBBRAIO 2014 Via dei Muratori Via dei Muratori la strada che non c’è di Aldo Musti* F acendo seguito al recente incontro del 3 febbraio scorso, relativo alla questione di via dei Muratori, ringrazio la IV Commissione Consiliare “lavori pubblici”, il Sindaco e tutta l’Amministrazione comunale per l’attenzione che ha voluto riservare alla controversa questione di via dei Muratori. Gli aspetti della questione Contestualmente, tuttavia, mi preme esplicare alcuni aspetti della questione che temo di non essere stato capace di rappresentare con la necessaria chiarezza e puntualità nel corso della discussione. La soluzione individuata dall’Amministrazione comunale di procedere all’approvazione di un progetto di opera pubblica “in variante” al Piano Regolatore Generale vigente, al dichiarato fine di superare ogni problematica ed addivenire prontamente al completamento della viabilità pubblica nella zona merceologica cittadina, è una scelta che rientra nella discrezionalità amministrativa dell’Ente, e, spero, possa effettivamente rappresentare la “strada maestra” da percorrere, ancorché neppure essa possa dirsi priva di ostacoli. Quello che vorrei rimarcare ancora una volta, è che la necessità di un’approvazione “in variante” al Piano Regolatore Generale vigente, allo stato, non emerge con sufficiente nitidezza, e potrebbe essere foriera di distrazioni dell’azione amministrativa. Infatti, per via dei Muratori dal civico 14 al civico 12, cioè, per i suoli interessati dalla “variante”, sistemati a strada pubblica con urbanizzazione primaria, in attuazione delle previsioni del vigente Piano Regolatore Generale, di cui alla deliberazione di Giunta comunale n. 153/2004, finanziata da soldi pubblici POR Puglia 2000-2006, non vi è necessità alcuna di approvazione in variante al Piano Regolatore Generale vigente. Perché non è chiaro come si possa proporre al Consiglio Comunale il 2014, una variante per un’opera pubblica attuata il 2008. Al riguardo, vorrei evidenziare quanto segue per contribuire, auspicabilmente, ad evitare il ripetersi di errori ed equivoci che, in precedenza, hanno caratterizzato l’annosa questione. Una vicenda esemplare… Aldo Musti è un imprenditore che opera in via Foggia e da anni ha denunciato al Comune una grave anomalia stradale, la strozzatura di una parallela di via Foggia, via dei Muratori. In fondo la vicenda, a primo acchito, di per sé non sarebbe complessa, e fu sintetizzata dal sindaco Maffei che dopo averla esaminata, concluse lapidariamente (titolo a tutta pagina della Gazzetta del 4 settembre 2011): “Strada cancellata per sbaglio, errore della giunta nel 2000 perché la viabilità è una questione primaria”. Poi anche lui, accertato il fondamento del diritto sostanziale, avrebbe dovuto affidare ai tecnici la realizzazione della strada. E invece anche Maffei si fece irretire in un groviglio inestricabile di dubbi e perplessità interpretative. L’assurdità fu toccata quando un tecnico si spinse fino a dichiarare che - allo stato delle cose - quel tratto di strada era anzi diventato… edificabile! Il nodo del problema è la scomparsa della maglia della zona merceologica di via Foggia D206 dalle indicazioni grafiche del vigente PRG. La qual cosa, non potendosi completare la strada, reca grave pregiudizio alla funzionale scorrevolezza della viabilità della zona. Ho cominciato a seguire questa vicenda dal 30 luglio del 2011, quando uscì sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” il primo articolo. Finora di articoli ne ho raccolti 56, a parte quelli pubblicati su altre testate tra le quali lo stesso “Il Fieramosca”. Di solito i cittadini, di fronte all’inerzia di un’Amministrazione, si arrendono e lasciano correre. Questa volta no, Aldo Musti non ci sta, e allora si arma di tanta pazienza e raccoglie oltre cento firme di sostegno degli operatori vicini, per la sua battaglia. Credo che alla fine ne farà oggetto di un libro-denuncia. Il titolo? Tra i molti che suggerisce il tema, quello del primo articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno”: Via dei Muratori, ovvero la strada che non c’è, irreale e immaginifico come una favola di Italo Calvino. R.R. L’approvazione di un progetto in variante al PRG L’approvazione di un progetto di opera pubblica in variante al Piano Regolatore Generale non potrà che essere ispirato e diretto alla soddisfazione dell’interesse pubblico, vale a dire dell’Ente civico, della comunità locale e dell’utenza stradale. Giammai, a favorire l’interesse privato, magari “premiando” situazioni di abuso e di illegalità. Andrà quindi posta la necessaria attenzione e cautela per escludere scelte progettuali prive di utilità collettiva, che rinnovino parzialità e favoritismi, magari compensando la perdita di vecchi abusi, ormai svelati e quindi non più tollerabili, con nuovi abusi. Inoltre, per la scomparsa della maglia D2-06 dalle indicazioni grafiche del vigente Piano Regolatore Generale, per la scomparsa della maglia D2-06, anche, dal progetto preliminare in questione, e per la scomparsa delle tavole originali del vigente Piano Regolatore Generale, sollecito la mia richiesta dell’11 novembre 2013, indirizzata al Sindaco: “Quando avrà tempo, e ne sarà curioso, in un prossimo incontro, anche alla presenza degli ineffabili dirigenti (e della stampa), sarò lieto di poterLe dimostrare, in termini oggettivi, che le tavole arrivate in Regione non possono essere quelle adottate dal Consiglio comunale. Confidando nella sua curiosità (che è sempre positiva) e che i suoi impegni non assorbano tutto il tempo, le porgo i migliori e deferenti saluti”. * imprenditore FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 17 Matematica TRE PASSI VERSO L’INFINITO L’ENIGMA DEI NUMERI PRIMI di Raffaele Carbonara 1) Trinità dei numeri La natura assume la forma trina frequentemente: • la vita è l’unione delle forme viventi: piante, animali, uomini; •gli elementi costituenti la materia si presentano alle stato: liquido, solido, gassoso; • le infinità di tutto ciò che è pensabile si dividono in: spazio, tempo, numeri che, a loro volta si scindono nelle componenti: - spaziali = larghezza, lunghezza, altezza - temporali = passato, presente, futuro - numeriche = tipo 1, tipo 2, tipo 3 Tralasciando le lapalissiane componenti spaziali e temporali, per appalesare le numeriche si trascrivono, nella canonica disposizione lineare, i numeri naturali non nulli: • 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, • 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, • 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71, 72, da cui risulta evidente la loro suddivisione in forma trina: • Tipo 1 formato dai numeri che precedono e seguono il 6 ed i suoi multipli secondo la relazione (6n + 1) = 5, 7, 11, 13, 17, 19, 23, 25 ..... • Tipo 2 formato dai numeri multipli di 2 = 4, 8, 10, 14, 16, 20, 22, 26 ..... • Tipo 3 formato dai numeri multipli di 3 = 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24, 27 ..... 2) Dal lineare al circolare La suddivisione in tre classi o tipi, dei numeri naturali non nulli, è più evidente se si passa dalla disposizione lineare a quella circolare, trascrivendoli in senso orario dal numero 1 al numero 24, come un orologio con le 24 ore raddoppiate, su di un primo cerchio o livello, del tipo 1 (6n + 1) • i raggi 2 - 4 - 8 - 10 - 14 - 16 - 20 - 22 ... contengono i numeri del tipo 2 (multipli di 2) • i raggi 3 - 6 - 9 - 12 - 15 - 18 - 21 - 24 .... contengono i numeri del tipo 3 (multipli di 3). A n a l i z z a n d o dettagliatamente gli otto raggi del tipo 1, a parte la somiglianza ad una croce con quattro bracci doppi come lo stemma dell’ordine cavalleresco cristiano dei Cavalieri di Malta, contengono i numeri che precedono e seguono il numero 6 ed i suoi multipli secondo la relazione (6n + 1) con n naturale non nullo = 1, 2, 3, 4, ....... che essendo una serie infinita di numeri si rappresenta con una successione (insieme infinito numerabile ed unico strumento per la modellazione di fenomeni nei quali compaiono variabili discrete) (6n + 1) = 5, 7, 11, 13,17,19, ..., … 25, 35, …, 169, 289, 437, 493, dove i termini: 25 35 169 289 437 493 ottenuti come prodotto 5x5 7x5 13x13 17x17 19x23 17x29 di ogni numero multiplo di 6, aumentato e diminuito di 1, per tutti i numeri multipli di 6, aumentati e diminuiti di 1, compongono una sottoclasse del tipo 1 ed i termini o elementi restanti, 5, 7, 11, 13, 17, 19,.., 29, 31,.., 41, 43,.., 127,131,.., 221, 223,.., 431, 439,.., 487, 491,.. non divisibili per il numero 2, né per il numero 3 e non ottenuti dal prodotto di ogni termine di (6n + 1) per tutti i termini di (6n + 1), compongono la restante sottoclasse dei numeri del tipo 1, che essendo non divisibili per nessun altro numero se non per se stesso e per 1, per definizione sono numeri primi. 3) Scontro tra infiniti Detti numeri primi, come termini infiniti della sottoclasse dei numeri del tipo 1, sono anche loro esprimibili con la funzione successione, in formula algebrica (a parte 1, 2, 3): {P} = [(6n + 1) - (6n + 1) . (6n + 1)] con n naturale non nullo = 1, 2,3,4, ..... dal 25 al 48 su di un secondo cerchio e via di seguito, a parte lo straordinario effetto ottico e la somiglianza con il sistema solare e con il modello atomico di Bohr, si ottiene una serie concentrica di circonferenze i cui raggi intersecano le stesse in 24 punti palesando graficamente tale tipizzazione: • i raggi 1 - 5 - 7 - 11 - 13 - 17 - 19 - 23 ... contengono i numeri 18 IL FIERAMOSCA da cui si evince che all’aumentare di n, la relazione (6n + 1) tende all’infinito ed il prodotto (6n + 1) . (6n + 1) tende all’infinito ma con un ordine superiore, pertanto cresce più rapidamente e di conseguenza la differenza (numeri primi) decresce più rapidamente (più i numeri diventano grandi più i numeri primi diminuiscono nella loro frequenza). 08/11/2013 FEBBRAIO 2014 ANMI Sebastiano Lavecchia Presidente onorario dell’ANMI D opo otto anni nei quali ha rivestito la carica di Presidente del Gruppo dell’A.N.M.I di Barletta, il cav. Sebastiano Lavecchia, su iniziativa del Presidente del Gruppo Vincenzo De Gennaro è stato investito della carica di Presidente onorario, che affianca quella di Presidente emerito rivestita dal dott. Pasquale Pedico. Anche se momentaneamente fuori sede per ragioni familiari, il cav. Lavecchia ha assicurato i soci - che per la circostanza si sono riuniti per festeggiarlo - che non farà mancare il suo sostegno. Nel corso dei suoi 49 anni di storia dell’ANMI, hanno rivestito la carica onorifica di Presidente Onorario: L’Amm. Sq. Ferdinando Casardi dal 28 febbraio 1969 all’11 gennaio 1975 (anno della sua morte). Negli anni Ottanta la carica onorifica Da sinistra il presidente onorario Sebastiano Lavecchia, l’ammiraglio Giuseppe Ciulli, venne conferita al dott. Pasquale Pedico il presidente del gruppo ANMI di Barletta Vincenzo De Gennaro, il cavaliere Mino (Tenente di Vascello e Medico della Marina Laghezza La Presidenza Nazionale, a firma dell’Amm. Sq. Paolo Militare) al quale nel 1987 vennero affidate le redini di reggenza nelle vesti di Presidente di Gruppo per il quadrien- Pagnottella, ha ratificato questa decisione. Alla cerimonia di martedì 28 gennaio hanno partecipato nella sede A.N.M.I. nio 1987/1990. E oggi, a distanza di 25 anni, con verbale del 17 novem- di via Vittorini, il Delegato Regionale A.N.M.I. Cav. Uff. bre 2013, l’attuale Consiglio Direttivo, alla unanimità, ha Mino Laghezza, il Consigliere Nazionale A.N.M.I. Amm. inteso eleggere alla carica onorifica di Presidente Onorario Isp. (CP) Giuseppe Ciulli, l’assessore comunale ing. Francedel Gruppo di Barletta, il Cav. Sebastiano Lavecchia che nel sco Dipalo e il Presidente del Gruppo di Trani geom. Nuncorso di due mandati (2005-2012) ha ricoperto la carica di zio Grande i quali, accolti da un nutrito Gruppo di Soci, hanno ufficializzato all’interessato la concessione del titolo Presidente di Gruppo. onorifico. E sotto lo sguardo compiaciuto del dott. Pasquale Pedico (attuale Presidente Emerito dal 2005), si è proceduto alla consegna di quanto rimesso dalla Presidenza NazioGRUPPO A.N.M.I. BARLETTA nale cioè l’Attestato, la Tessera e il Distintivo di Presidente “M.O.V.M. Amm. Francesco Conteduca” onorario. La carica è conferita a vita. Il Gruppo di Barletta (al quale oggi sono iscritti cento soci), fu costitutivo il 19 settembre 1965 (Domenica), dall’allora Amm. Sq. Ferdinando Casardi e da 65 soci fondatori, nella sede storica al 2° piano di p.zza Caduti n. 20. Sin dalla sua costituzione con 620 iscritti è stato uno dei Gruppi più rappresentativi. Nel corso del suo 50° di fondazione e di costituzione che ricorrerà nel settembre 2015, al Gruppo di Barletta si sono succeduti 8 Presidenti di Gruppo (attualmente a reggerlo è Vincenzo Degennaro) e Commissari Straordinari. FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 19 20 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 Rassegna stampa EDITORIA RIFLETTORI SU UN’AZIENDA EDITORIALE PREZIOSA PRESENZA NEL NORD-BARESE L’Editrice Rotas e il forte legame con il territorio Fondata da ventisette anni, svolge un ruolo importante nella divulgazione della cultura, della storia millenaria di una vasta area e per la valorizzazione di un inestimabile patrimonio storico, artistico e monumentale • di Michele Cristallo Rassegna Stampa “Nel Mese”, 12.2013 L’ editoria locale ha un pregio che l’editoria nazionale non ha e non potrà mai avere: il legame con il territorio. È questo il punto di forza della Editrice Rotas che in questo mese di dicembre compie ventisette anni. Il suo atto di nascita fu compilato il 1° dicembre 1986 nello studio del notaio Rodolfo Manno. Il suo fondatore, il dott. Renato Russo, le diede il suo pseudonimo anagrammato con il quale firmava i suoi articoli su periodici locali. In questo modo intendeva tenere distinti i due ruoli “per conservare - afferma oggi - un margine di autonomia di giudizio essendo in quell’epoca impegnato anche in politica”. Il dott. Russo è stato sindaco di Barletta. Una vera e propria sfida lanciata a una società sonnolenta in una grande città, Barletta, e nei confronti di un vastissimo territorio, il Nord Barese, che fino a quell’epoca, nonostante l’autorevole storia, non era riuscito a individuare l’editoria quale strumento di promozione della crescita sociale, civile, culturale, economica. Una società tutta impegnata in direzione del “dio denaro” nella scia di un boom economico che viaggiava a velocità esaltante ma destinato, come poi è accaduto, a rallentare fino ad arrestarsi, nella palude di una crisi che ha spazzato via ambizioni e ricchezze figlie di improvvisazioni e precarietà professionale. Come tutti gli inizi, non è stato facile, ma la passione, il coraggio e una buona fetta di ottimismo hanno sostenuto quell’idea e quella iniziativa che anno dopo anno ha conquistato uno spazio importante nel conFEBBRAIO 2014 testo mediatico e intellettuale del territorio. In quel dicembre 1986 la sede dell’Editrice era in un appartamento di tre stanze; la sua attrezzatura era un ciclostile “Gestetner” di quelli utilizzati per i bollettini della parrocchia o da piccoli movimenti politici. La redazione? Renato Russo, un amministratore, un operatore e un fattorino tuttofare preso “in prestito” dal periodico mensile “Il Fieramosca” cui Renato Russo aveva dato vita nel marzo 1974 e stampato all’esterno in una tipografia locale. Tutto qui. Poi, un po’ per volta, la stampa di altri due mensili, “Ecofin” e “Urbanistica e Territorio”. I tempi erano ormai maturi per abbandonare il ciclostile e intraprendere un’altra avventura: la stampa litografica. Fu acquistata una macchina monocolore di medio formato, affidata a un quasi tipografo part time, che di professione faceva il postino. Dopo tre anni, nel 1989, i primi due libri. Iniziava così un dialogo organico con il territorio. E non è un caso che il primo libro fosse una “Piccola Storia di Barletta” destinato alla scuola che negli anni diverrà un interlocutore privilegiato della Rotas. Contemporaneamente uscivano i tre periodici di cui abbiamo detto, il quindicinale di cronaca sportiva “Alé Barletta” per il periodo nel quale la squadra di calcio militava in Serie B. Di tutti questi oggi sopravvive solo “Il Fieramosca” perché Russo ha voluto dedicare maggiori energie alla pubblicazione di libri. “Il Fieramosca - afferma Renato Russo - ha come sottotitolo ‘Mensile di cultura, informazione, attualità’ ed ha come motto ispiratore ‘Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità’. La rivista oggi ha trovato un suo punto di equilibrio fra la prima parte, destinata a problematiche istituzionali e di ampio respiro, e la seconda che si occupa prevalentemente di cultura, storia locale, scuola, libri, sport ed altro”. La Storia locale. È un po’ il fiore all’occhiello della Editrice Rotas, una scelta editoriale ragionata e che ha il grande merito di offrire alle giovani generazioni soprattutto, l’opportunità di conoscere la millenaria vicenda di un territorio che nei secoli è stato teatro di eventi di notevole valenza storica, politica e culturale, cui hanno dato vita personaggi, veri e propri “giganti” della Storia. Il catalogo comprende oltre trecento titoli. È articolato secondo canali tematici sui grandi eventi della Storia, i personaggi, i monumenti, la letteratura per bambini e ragazzi, il mondo della Chiesa. A proposito dei grandi eventi della Storia, finora ben 9 sono dedicati alla Battaglia di Canne del 216 a.C. e alla sua vasta area archeologica (alcuni dei quali destinati alle scuole come testo di lettura e approfondimento). La storia di Barletta è raccontata in tutte le sue articolazioni, dalla nascita della città ai giorni nostri in 14 volumi e 12 guide a chiese e monumenti. Tra i canali tematici più ricchi, quello dedicato all’imperatore svevo Federico II la cui vicenda politica e umana è raccontata nel suo rapporto con la Puglia imperiale, con Barletta, con le quattro imperatrici, con le donne in dodici libri con un notevole corredo fotografico. Una di queste opere “Federico II, cronaca della vita di un imperatore e della sua discendenza”, dello stesso Renato Russo, secondo Elio Fumagalli, autore della preIL FIERAMOSCA 21 Rassegna stampa fazione, può essere considerato “il primo saggio italiano dettagliato sul personaggio dove compaiono anche pregevoli, significative sintesi sulla sua figura. Una eccellente base di lavoro per chiunque voglia indagare su Federico II e la sua epoca”. “Una base di lavoro” osserva giustamente Fumagalli. È una connotazione di parecchi libri scritti da Russo che offre al lettore una ricchezza di documentazione e ricostruzioni del contesto storico frutto di scrupolose ricerche. E a proposito dell’imperatore svevo, Russo ricorda con legittimo orgoglio il Premio “il Federichino” che nel 2007 gli fu assegnato dalla Fondazione di Jesi-Palermo (insieme allo studioso prof. Hubert Houben dell’Università di Lecce) per il libro “Federico II, album della vita” (72 pagine in grande formato e 200 illustrazioni a colori) presentato in lingua tedesca alla ITB di Berlino. Questa la motivazione: “per la chiarezza del linguaggio e la completezza della documentazione”. Non poteva mancare in catalogo la Disfida di Barletta, raccontata in numerose pubblicazioni, né l’attenzione a personaggi che hanno scandito la storia di Barletta e del Mezzogiorno come Boemondo d’Altavilla, Isabella d’Aragona, Niccolò Fraggianni, i Templari, Giuseppe De Nittis, Valdemaro Vecchi, Pietro Mennea. Molto apprezzata la biografia di Valdemaro Vecchi, il grande tipografo-editore, “una vera e propria scoperta - rileva l’au- tore - di un grande protagonista della storia della città di Barletta e di Trani. Giustamente Michele Dell’Aquila, nella presentazione osserva che partiva, con Valdemaro Vecchi, da Barletta e da Trani, oltre 140 anni fa, la rinascita culturale della Puglia post-risorgimentale. Mi piace sottolineare che anche l’Editrice Rotas, come la Vecchi tanti anni fa, gradualmente si stia espandendo oltre i propri confini cittadini e comprensoriali, per far conoscere e apprezzare, con la propria attività editoriale, anche la testimonianza di un impegno di livello territorialmente regionale”. In effetti Russo ha ragione se consideriamo che la sua casa editrice è l’unica nel Nord Barese ed anche oltre, a svolgere un ruolo di divulgazione, di stimolo, di proposta. Il suo è un atto d’amore che meriterebbe maggiore considerazione e sostegno anche da parte delle istituzioni, così distratte sui temi della cultura e della divulgazione e valorizzazione delle eccellenze storiche, monumentali, artistiche del territorio. Quelle eccellenze alle quali la Rotas dà visibilità, supplendo spesso alle pigrizie istituzionali. In questi primi ventisette anni il percorso della Rotas è stato scandito da successi e da autorevoli riconoscimenti, come in occasione della partecipazione al Salone internazionale del Libro a Torino. La vecchia “Gestetner” è archiviata da tempo. Oggi la sede della Editrice è dislocata su due piani. È una delle poche case editrici a stampare in proprio. È cresciuto anche il numero degli addetti: redattori, amministrativi, grafici, un correttore di bozze e un impaginatore e, inoltre, allestitori, stampatori. Principale collaboratore dell’editore è Beppe Santo, coordinatore editoriale. Certo le difficoltà, acuite dal difficile momento congiunturale, non mancano, ma la voglia di fare e di fare bene supera tutti gli ostacoli. Ho avuto il privilegio di scrivere la presentazione del catalogo della Rotas, di prossima pubblicazione. Ebbene, non ho potuto fare a meno di rilevare che in un momento come quello che viviamo, di grave crisi che tocca anche l’editoria, “questa azienda editoriale è ancora presente sul territorio, certamente con grande sacrificio, ma con la consapevolezza che ammainare la bandiera vuol dire abdicare a una missione che tanti anni fa ha dato corpo al suo sogno di rendere un servizio indispensabile per la crescita civile e culturale della nostra gente”. L’Editrice Rotas da tempo si propone anche come strumento per la circolazione delle idee e dei valori della cultura e dell’arte, nella consapevolezza che i fattori culturali hanno ormai un ruolo essenziale anche nella performance economica di un territorio. Si fa sempre più stretto, pertanto, il legame tra cultura e sviluppo, partendo dal principio che “leggere per sapere” vuol dire anche “leggere per crescere”. Redattori, collaboratori interni ed esterni… e qualche vecchio amico della Casa Editrice in una foto dell’estate 2012 22 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 Terrorismo In una intervista a “Famiglia Cristiana” Ricordo del maresciallo Francesco Di Cataldo ucciso dalle Brigate Rosse a Milano il 20 aprile 1978 Il nipote, che porta lo stesso nome del nonno, lo ha ricordato in un film documentario di Giulia Cerqueti F Dalle ricerche nasce un cortometraggio in cui Francesco ricostruisce la vicenda di suo nonno: Per questo mi chiamo Francesco. “L’ho presentato come tesina finale del diploma di scuola superiore, all’Itsos Albe Steiner, indirizzo cinema. Il titolo si riferisce al libro: Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, su Giovanni Falcone”. Il risultato è un lavoro bello e toccante, lineare, privo di retorica: dieci minuti di racconto, materiali di archivio e interviste svolte all’in- Il maresciallo Francesco Di Cataldo terno del carcere agli agenti di allora. Come il brigadiere Carmine Perillo, ex addetto all’ufficio matricola, che si commuove nel ricordare il suo vice comandante, riaprendo una ferita nel cuore mai rimarginata. “Perillo non solcava i corridoi di San Vittore da 35 anni”, racconta Francesco, “la Anni di piombo: per la maggior parte morte di mio nonno per lui fu un trauma: in seguito se ne andò dal dei suoi coetanei non vuol dire nulla carcere”. Come fu un trauma per molte delle persone che collabo“Nella mia classe solo un mio compagno conosceva le vicende rarono con lui. “Papà arrivò a San Vittore da Barletta nel 1950 e ci rimase delle Brigate rosse perché è appassionato di storia. Una mia amifino alla morte. Non fu mai trasferito” ricorda Alberto Di Cataldo. ca pensava che facessi la tesi sulle Brigate rossonere, la tifoseria “Dirigeva il centro clinico del penitenziario, si preoccupava dei milanista. Quando le ho spiegato che si trattava del terrorismo è detenuti, aveva rapporti stretti con la magistratura, era stimato da rimasta delusa, come se quella parola non le dicesse nulla”. tutti. Fu precursore di quell’attenzione alla rieducazione del detenuto che è un pilastro del nostro attuale sistema carcerario”. Alberto oggi lavora alla Provincia di Milano. Quando suo padre fu ucciso, lui aveva 19 anni, l’età di suo figlio quando ha girato il film. A quel tempo, Alberto era dall’altra parte della barricata rispetto al padre: “Erano anni di grande fermento ideologico. I giovani, e io fra questi si buttavano nei movimenti di estrema sinistra, altri in quelli cattolici. Papà dimostrò sempre grande apertura, non mi conIl maresciallo Di Cataldo ucciso dalle Br trastò mai, rimanendo tuttavia fermo nelle sue il 20 aprile 1978 Il ragazzo con il padre Alberto posizioni”. Rassegna stampa - “Famiglia Cristiana”, novembre 2013 rancesco Di Cataldo ha vent’anni e lo sguardo vivace di un ragazzo con mille domande e curiosità. Francesco, lui sa perché si chiama così: è il nome di suo nonno, vice comandante delle guardie di custodia della Polizia penitenziaria del carcere di San Vittore, ucciso dalle Brigate Rosse, vittima della follia terrorista che insanguinò l’Italia tra gli anni ‘70 e ‘80. È il 20 aprile 1987: il maresciallo maggiore scelto Francesco Di Cataldo, moglie e due figli, Alberto e Paola, viene colpito a morte poco dopo essere uscito dalla sua casa in zona Crescenzago, periferia est di Milano. Il delitto viene rivendicato dalla colonna Walter Alasia delle Br. “Uccidere mio nonno”, spiega Francesco, per i terroristi significava far fuori ciò che c’era di buono nel sistema per dimostrare che quel sistema non funzionava e andava distrutto”. Una storia complicata da capire, per lui che il terrorismo non l’ha studiato neppure a scuola - “il programma non arrivava fino a lì” - ma anche per chi l’ha vissuta sulla propria pelle e ha dei vuoti da colmare. Proprio per cercare di comprendere, di entrare nella vita di quel nonno mai conosciuto e nei meandri di un periodo oscuro, Francesco si è messo a leggere, studiare e a documentarsi. Una scelta coraggiosa per un ragazzo della sua età. FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 23 Terrorismo Un uomo riservato, il maresciallo Di Cataldo: “Se prima di morire aveva ricevuto delle minacce, a noi in casa non disse mai nulla”. Oggi Alberto osserva Francesco con orgoglio e composta commozione: “Con mio figlio ci siamo confrontati su quale fosse il modo migliore per trasmettere la memoria”. La ricerca di Francesco ha costretto anche lui a riaprire la porta dei ricordi e della sofferenza. “La memoria Francesco Di Cataldo con la moglie e i storica non è un punto due figli Alberto e Paola di forza di noi italiani, ricordare persone come mio padre ci può aiutare a recuperare il senso dell’identità nazionale”. Il dovere della memoria Nel 2010 il Comune di Milano ha conferito al maresciallo Di Cataldo la Medaglia d’Oro di Benemerenza civica; lo scorso 20 aprile - grazie anche all’impegno dell’Associazione italiana vittime del terrorismo sezione Lombardia - gli ha intitolato il Parco di via Tremelloni angolo via Pontenuovo, il luogo dove fu assassinato. Oggi Francesco studia musica elettronica al Conservatorio, suona la batteria. Da grande vorrebbe fare il musicista. Ascolta i cantautori italiani, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Battiato, e poi i Beatles e i Pink Floyd, scelte quantomeno originali per un ragazzo della sua età: “Per i miei amici è musica da vecchio”. Il 23 novembre scorso è stato tra gli ospiti di un incontro promosso dalla Onlus Cuore e parole al Centro congressi della provincia di Milano, dove ha parlato di storie e generazioni a confronto, tra ieri e oggi. Il suo film si conclude con l’elenco delle vittime delle Brigate rosse e una frase: Se vogliamo vivere e trasmettere la vita ai nostri posteri, se vogliamo credere che stia a noi preparare la strada per il futuro allora, innanzitutto, non dobbiamo dimenticare. È di Ben-Zion Dinur, l’ho letta al Museo dell’Olocausto di Berlino”, spiega Francesco. Ora, il compito della memoria spetta anche a lui. Tra la Cattedrale e il Castello, in pieno centro storico, sullo sfondo del mare e delle balze garganiche Il Covo delle Sirene è la cornice ideale per cerimonie, feste, meeting e aperitivi ristorante bar gelateria Barletta · Piazza Castello, 1 · Tel. 0883 346 514 www.ilcovodellesirene.it 24 IL FIERAMOSCA Cursillos di cristianità Concerto-meditazione “Inno alla Sapienza” I l nascente Movimento dei Cursillos di Cristianità (MCC) dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha organizzato lo scorso 12 gennaio presso la Parrocchia Basilica minore Santo Sepolcro in Barletta un Concerto - Meditazione dal titolo “Inno alla Sapienza” che è stato animato dalla Corale Polifonica della Parrocchia di Cristo Lavoratore di Trinitapoli, ed intercalato da alcuni brani suggestivi di autori contemporanei, credenti e non credenti, che si sono messi in dialogo e in ricerca sincera della verità e del senso vero della vita. Con la presenza dell’Arcivescovo S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri. Questo momento di fede, cultura e musica, hanno spiegato i Responsabili del nascente MCC don Emanuele Tupputi ed Antonella Loffredo, vuole essere un modo semplice, per vivere un’esperienza di dialogo, di riflessione e di comunione per sperimentare la bellezza di essere una Chiesa aperta ad: “una fraternità che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 87). Fraternità che sia capace di edificare «la “Casa dell’armonia” dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza» (Papa Francesco, Udienza generale del 9 ottobre 2013). Inoltre questa serata che ben si è collocata nel momento storico e di grazia del 1° Sinodo Diocesano, in sinergia con il parroco della Basilica Santo Sepolcro, Mons. Leonardo Doronzo e il parroco della Parrocchia Cristo Lavoratore, don Gabriele DiPaola, ha voluto essere un modo per vivere un’esperienza di interparrocchialità e sinodalità ed essere altresì una Chiesa che sa «“lavorare insieme” a partire sempre da Gesù Cristo verso un comune obiettivo che è quello che il Concilio Vaticano II ha proposto alla Chiesa universale del nostro tempo: crescere come Chiesa, mistero di comunione e di missione» (S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Giornata di Santificazione sacerdotale e diaconale, Barletta 22 giugno 2012). Una Chiesa che è «in grado di far compagnia, di andare al di là del semplice ascolto; una Chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente; una Chiesa capace di decifrare la notte contenuta nella fuga di tanti fratelli e sorelle da Gerusalemme; una Chiesa che si renda conto di come le ragioni per le quali c’è gente che si allontana contengono già in se stesse anche le ragioni per un possibile ritorno, ma è necessario saper leggere il tutto con coraggio» (Papa Francesco, Discorso all’Episcopato Brasiliano, sabato 27 luglio 2013, Arcivescovado di Rio de Janeiro). I Responsabili rivolgendosi ai lontani dalla fede dicono: «a tutti quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa «a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te, ti chiama ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore!» (Evangelii Gaudium, 113). Il Signore ti chiama. Il Signore ti cerca. Il Signore ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti cerca, ti aspetta, te che in questo momento non credi o sei lontano. E questo è l’amore di Dio» (Papa Francesco, Angelus del 6 gennaio 2014). Info: mcc@arcidiocesitrani.it FEBBRAIO 2014 In città NOTIZIE IN BREVE COSTITUZIONE GRUPPO CONSILIARE FORZA ITALIA In data 14 gennaio c.a. i consiglieri comunali eletti nella Lista del Popolo della Libertà alle ultime elezioni amministrative, hanno comunicato al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale il cambio di denominazione del gruppo stesso da PDL a Forza Italia. Hanno sottoscritto unitariamente la richiesta i consiglieri Alfarano, Piazzolla (vice presidente Consiglio comunale), Damiani (capogruppo) e Losappio che condividendo in pieno il nuovo percorso hanno aderito al nuovo soggetto politico. Inoltre i consiglieri comunali firmatari, ribadiscono la continuità del progetto di coalizione di centro destra e sottolineano come a livello locale sia necessario riprendere la strada della condivisione programmatica con tutte le forze politiche, civiche, sociali e imprenditoriali che si riconoscono in un percorso alternativo alla coalizione di centro-sinistra uscita vittoriosa alle elezioni comunali, per costruire insieme un contenitore politico che sappia amministrare con rinnovata capacità la città di Barletta. IL CORO POLIFONICO “IL GABBIANO” IN TV Il coro polifonico “Il Gabbiano” di Barletta ha partecipato al programma televisivo intitolato: “Nel cuore dei giorni - La Canzone di noi”, trasmesso dalla emittente televisiva TV2000 (canale digitale terrestre). Il programma, ideato ed interamente dedicato ai Cori italiani, funge da vetrina nazionale ed internazionale per questa importante attività musicale. Grazie alla sensibilità verso le tematiche culturali di TV2000, è stato possibile realizzare per la prima volta in Italia un programma interamente dedicato ai Cori, ponendo così in luce una realtà qual è quella del canto corale che raccoglie attorno a sè in Italia migliaia di partecipanti. I SINDACI DELLA BAT CONTESTANO LA REGIONE I tre sindaci delle città capoluogo di Provincia Cascella, Giorgino e Riserbato, hanno contestato la Regione perché ha ignorato la Sesta Provincia Pugliese in occasione della stesura del “Riordino delle funzioni amministrative in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale e riforma degli Enti regionali operanti nel settore soprattutto per la parte nella quale la riforma prevede la trasformazione dell’attuale IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) in Agenzia, mantenendo però lo stesso numero e la stessa configurazione territoriale delle precedenti cinque province pugliesi. I tre sindaci rivendicano il loro diritto di partecipare al processo di riforma in un settore essenziale qual è quello della edilizia popolare, soprattutto sul piano della incidenza sulla revisione degli strumenti di intervento e di gestione al fine di rispondere adeguatamente ai crescenti compiti e funzioni richiesti dai Comuni capoluogo di Provincia. FEBBRAIO 2014 LA M.J.F. ALL’ARBITRO DAMATO All’arbitro internazionale Antonio Damato, nel corso di una cerimonia presso la Sala rossa del Castello, consegnata per meriti sportivi la M.J.F., la più alta onorificenza lionistica. Durante la serata un intervento di Isidoro Alvisi, delegato provinciale CONI, sul tema dei Valori dello sport. La importante manifestazione organizzata dalla presidente del club Giovanna Cristiani Mazzola in collaborazione con “La Tana” di Giampiero Borgia. Damato, che nel privato svolge a Barletta l’attività di avvocato, è uno dei 21 arbitri di serie A. Nel luglio dell’anno scorso ha rappresentato la classe arbitrale italiana alla 27a edizione delle Universiadi in programma a Kazan, in Russia. I CONSUMI DI ENERGIA NELLA BAT Da una recente statistica pubblicata a cura del Centro Studi di Confartigianato, risulta che la provincia di Barletta Andria Trani è quella che - fra impianti idroelettrici, eolici, fotovoltaici e termoelettrici - consuma meno energia di tutte le province pugliesi. Infatti consuma 1.097 gigawatt così ripartiti: 273 per l’industria, 363 per il terziario, 75 per l’agricoltura, 386 per le utenze domestiche. In complesso rispetto al 2011, il consumo di energia elettrica è calato di quasi il 10%. In compenso è aumentato il consumo di energia per l’agricoltura (+16,8%). Dai dati dello studio di Confartigianato si rileva inoltre che la Puglia nel 2012 ha generato ben 37.611 gigawatt rispetto al suo fabbisogno che è di 20.500; l’eccedenza emigra altrove, per esempio in Lombardia dove il rapporto, fra energia prodotta e consumata, è al contrario. SAN FRANCESCO DI SALES - PATRONO DEI GIORNALISTI CELEBRATO A BISCEGLIE Celebrata a Bisceglie nella chiesa di S. Luigi nel corso di una Santa messa officiata da S. E. mons. Pichierri, la ricorrenza onomastica di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Oltre che un momento religioso, la celebrazione eucaristica è stata un’occasione per ritrovarsi insieme. A prendere la parola, oltre a sua eccellenza l’Arcivescovo, la madre superiora del Convento, suor Chiara Ludovica Loconte. LA VISITA DEL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA GEN. SAVERIO CAPOLUPO ALLA SEDE DI BARLETTA Il comandante della Guardia di Finanza, generale di corpo d’Armata Saverio Capolupo, ha visitato il gruppo di Barletta guidato dal col. Giuseppe Cardellicchio. Ad accompagnarlo, il generale di corpo d’armata Domenico Achille comandante interregionale, il generale di divisione Walter Manzon comandante regionale della Puglia, il generale di Brigata Vincenzo Papuli comandante provinciale di Bari. Con loro, gradito ospite, il gen. Gaetano Nanula, già comandante in seconda della Guardia di Finanza. “L’auspicio - ha detto il gen. Capolupo - è che il nostro Corpo non venga visto come un ostacolo ma come un sostegno allo sviluppo della nostra economia e del nostro Paese. La nostra è un’attività di contrasto alla illegalità”. IL FIERAMOSCA 25 26 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 FEBBRAIO 2014 27 27 IL ILFIERAMOSCA FIERAMOSCA PEDICO Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio Barletta Disfida La Disfida di Barletta: la vera storia più appassionante del romanzo ma noi continuiamo a ignorarla! di Renato Russo Dopo Napoli la città più importante del regno In occasione della ricorrenza della Disfida di Barletta, ancora una volta grande fervore di iniziative folcloristiche, con l’occhio attento più alle esigenze dello spettacolo e dell’happening che a quelle della ricostruzione storica e quindi attratti più dalla suggestione del romanzo che dalla vera storia di quello splendido periodo, il Cinquecento, il secolo d’oro della storia di Barletta e del suo territorio. E infatti secondo Francesco Carabellese - il più acuto studioso di quell’epoca - Barletta a quel tempo, dopo Napoli, era la città più importante del Regno. E solo dopo aver dedicato due intense pagine a spiegarne i motivi con dovizia di particolari, soltanto alla fine concludeva che Barletta vantava, fra le sue numerose referenze, anche quella di essere la città della Disfida! Insomma è tempo di dare più spazio al recupero storico dell’avvenimento, anche perché la vera storia della Disfida è di gran lunga più intrigante del romanzo. Da quel lontano 1833, anno della sua pubblicazione, sono passati 180 anni e ancora ai giorni nostri, non sono pochi coloro i quali ignorano cosa sia veramente accaduto in quel fatidico 13 febbraio. Come quando l’Amministrazione Salerno, qualche anno fa, volle celebrare nel Teatro Curci l’anniversario della sfida, e numerosi in sala erano gli appassionati che, intervenendo nel dibattito, professandosi “profondi conoscitori dell’avvenimento”, riferivano particolari non solo su Ginevra (personaggio di pura fantasia) quanto su suo padre! E c’è ancora chi, a Barletta, è pronto a giurare di conoscere il luogo degli incontri amorosi fra Ettore e Ginevra, una stanza segreta in una delle antiche case di via Cialdini mentre i veri convegni amorosi si consumavano a Bari, nel castello sforzesco, fra Isabella d’Aragona e il Gran Capitano! Senza nulla togliere alla straordinaria importanza che riveste il romanzo del d’Azeglio, se non altro perché ha fatto uscire l’episodio della sfida dal buio di una plurisecolare dimenticanza, è tuttavia giunto il momento di approfondire la Disfida sotto un profilo storico, perché dall’approfondimento storiografico l’avvenimento non solo ne esce vieppiù dilatato, quanto in grado di essere inserito nella storia che conta e di assurgere, ora sì, a episodio emblematico della storia di una regione e, più ancora, di un’intera nazione. Vediamo perché. La Disfida di Barletta nel contesto storico nazionale Intanto la Disfida rappresenta il primo episodio della prima delle quattro guerre franco-ispaniche che insanguinarono l’Italia fra il 1503 e il 1525. In secondo luogo essa segna il passaggio fra l’ultimo scorcio medievale e la prima epoca rinascimentale, e al tempo stesso si colloca fra la fine della dominazione aragonese e l’inizio di quella spagnola. E inoltre, durante i mesi della FEBBRAIO 2014 L’interno della Cantina della Sfida (FOTORUDY) presenza degli Spagnoli a Barletta, quale concorso di personaggi illustri! Consalvo da Cordova, i cugini Prospero, Fabrizio e Pompeo Colonna, Bartolomeo D’Alviano, Raimondo di Cardona, Pedro Navarro, lo stesso Fieramosca e suo fratello Cesare futuro maresciallo del Regno. Per non parlare degli altri illustri personaggi nel campo francese: il duca di Nemours nipote del re di Francia, i generali D’Aubigny e Lapalisse, lo stesso La Motte che diventerà governatore militare di Roma durante il famoso sacco di Roma del 1527, tristemente premonitore di quello che devasterà Barletta l’anno dopo. E quanto ai personaggi femminili, ci si ostina a esaltare la figura romanzata di Ginevra, mentre in realtà un’eroina vera la Disfida ce l’ha avuta per davvero, eccome: ed è la duchessa di Bari Isabella d’Aragona, vedova del duca di Milano Giangaleazzo Sforza, la quale ebbe un ruolo determinante nel farci vincere il Certame, poiché il giorno prima del celebre scontro, al corrente delle pessime condizioni dei nostri cavalli, ridotti a macilenti ronzini, autorizzò l’invio a Barletta di tredici destrieri sui quali i nostri cavalieri avrebbero combattuto vittoriosi. Un avvenimento che sul palcoscenico nazionale si colloca in un tempo straordinariamente ricco di eventi e di personaggi, da Lorenzo il Magnifico a Ludovico il Moro, da Ferdinando d’Aragona a Cesare Borgia, un secolo che annovera fra i suoi contemporanei Cristoforo Colombo e Nicola Copernico, Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, Michelangelo e Raffaello, Leonardo da Vinci e Ludovico Ariosto (a proposito, sua moglie, Sandra Benucci, era una barlettana). E dopo la Sfida, quanti sanno che accadde l’unico episodio a cui parteciparono le milizie barlettane che attaccarono quelle IL FIERAMOSCA 29 Disfida Corso Garibaldi, 180 - Tel. 0883.534389 - Barletta LA DISFIDA DI BARLETTA L’epoca e i protagonisti di Renato Russo pp. 256 - i 30,00 Sulla Disfida coesistono due atteggiamenti egualmente distanti di chi la aggiudica riduttivamente come banale epilogo di una sbronza collettiva consumata in una sordida cantina e di chi invece ne esalta esageratamente il significato, volendolo ricondurre ad ogni costo all’insopprimibile anelito di libertà di una patria divisa ed oppressa. Il nostro intento è stato quello di restituire ad una serena ed oggettiva valutazione, un importante episodio della nostra storia finora soverchiamente enfatizzata o colpevolmente trascurata. Ma la storia, la vera storia della Disfida, nel tempo straordinario nel quale avvenne e coi suoi eccezionali protagonisti, è parte essa pure di quella più grande storia del nostro Rinascimento, che inteso il più delle volte solo per le arti eccelse e la cultura somma che seppe esprimere, può ben affidare al nostro fatto d’arme il suo significato d’episodio, per quanto modesto ed estemporaneo, tuttavia fortemente emblematico di uno stato di soggezione allo straniero. Rinascimento dunque d’armi e d’italico valore. Non era ancora la coscienza di un’Italia unita ma ne rappresentava almeno una lontana speranza. LA DISFIDA DI BARLETTA nelle fonti storiche e letterarie di Renato Russo Editrice Rotas Un momento del Certame Cavalleresco (FOTORUDY) francesi che avevano assediato Andria, uscendone vittoriose? Per non parlare della città, allora caput regionis e una delle città più ricche del Regno; e poi delle sue chiese, dei suoi palazzi, delle sue botteghe, delle sue industrie, delle sue campagne e dei suoi casali, del suo porto e dei suoi commerci. Evitare gli eccessi interpretativi A fronte di questo straordinario scenario, finora ci siamo ritrovati a rievocare la Disfida oppure a rimpiangerne la mancata rievocazione, in un’ottica quasi esclusivamente folcloristica, confinata alla riedizione estiva con risvolti prevalentemente turistici. Ebbene sia anche questo, ma vivaddio, speriamo sia finalmente venuto il tempo di riscoprire la vera storia della Disfida e dei suoi retroscena nella cornice di un più lungo periodo, qual è quello della occupazione spagnola di Barletta. E questo anche per contestare, una volta per tutte la tendenza riduttiva ad annullarne - o quanto meno a ridimensionarne - il suo significato storico, come ha tentato di fare qualche anno fa lo scrittore Raffaele Procacci; perché noi riteniamo invece che il miglior modo di ricordare la Disfida sia quello di evitare gli eccessi: da un lato una esagerata enfatizzazione dell’avvenimento, dall’altra un suo banalizzato ridimensionamento, relegato ad un trascurabile episodio quale poteva essere uno dei tanti certami del tempo, frutto di una rissa fra cavalieri di ventura che avevano alzato il gomito in una sordida cantina. Che parli invece la storia, più eloquente di qualsiasi discorso, più suggestiva di qualunque romanzo. pp. 248 - i 20,00 La prima fiammella d’italianità Recentemente alcuni storici e numerosi giornalisti, assecondando la moda di andare controcorrente, hanno denigrato la Disfida di Barletta. Ma non per un malinteso senso di generoso campanilismo di borgata, ma perché esistono nel corso di questi cinque secoli numerose attestazioni di autori e di letterati che si sono soffermati sulla Disfida, per non parlare del grande romanzo del d’Azeglio Ettore Fieramosca, che ha prodotto oltre novanta edizioni. Ebbene, c’è fra la memoria e la storia, come un vuoto informativo sulla Disfida, che questo libro ha cercato di colmare. Nessuna animosità, dunque, nessuna voglia di rivalsa, ma solo il desiderio di ristabilire la verità non attraverso preconcette valutazioni, ma soltanto cercando di restituire la parola alla storia. 30 IL FIERAMOSCA È in questa prospettiva che ci auguriamo vogliamo intraprendere iniziative finalizzate ad una rilettura del contesto della sfida e, più in generale, del tempo in cui le città del comprensorio del nord barese furono protagoniste di un Certame, l’ultimo episodio di una cavalleria romantica al suo tramonto, prima d’essere sostituita dalla polvere da sparo e dai cannoni, la prima fiammella d’italianità dopo il collasso informativo dei secoli bui del Medioevo. Luci e ombre che una doverosa conoscenza di quei tempi potrebbe far riaffiorare da un tempo lontano, eppure ancora così vivo sul palcoscenico della Disfida, coi suoi eroi, le loro imboscate nelle nostre campagne, le loro passioni e i loro rancori, miserie e nobiltà di cavalieri di ventura e il loro rutilante cozzare delle armi sul campo di una sfida vittoriosa. FEBBRAIO 2014 Disfida La Penisola del Tesoro Il T.C.I. a Barletta per Disfida e per piacere di Luciana Doronzo* (FOTO LUCIANA DORONZO C hissà cosa passerà nella testa di Eraclio, domenica 16 febbraio, quando si troverà di fronte ai partecipanti annunciati numerosi alla Penisola del Tesoro, che quest’anno, dopo 8 anni, ritorna a Barletta. Dopo 8 anni, infatti, il Touring Club Italiano e il Comune di Barletta, ospiteranno i soci TCI e tutti coloro che vorranno trovarsi nuovamente presso il Castello Svevo, l’imponente bastione edificato da Federico II su una preesistente rocca normanna, successivamente ampliato e modificato dai D’Angiò e dagli Aragonesi. Il castello, dove recentemente è stata riallestita la sezione archeologica del Museo civico, ospita inoltre una Pinacoteca di opere databili tra fine ‘400 e XX secolo ed una collezione di oggetti ed arredi che spaziano tra XVII e XIX secolo. Le visite guidate al Castello proseguiranno verso Palazzo Marra, una residenza aristocratica del ‘500 dalle suggestive forme barocche ed elegantemente decorata: abitazione degli Orsini e successivamente della famiglia della Marra, l’edificio ospita, dal 2007, eventi di artisti contemporanei e la Pinacoteca Giuseppe De Nittis, uno dei più importanti luoghi d’arte della Puglia. Proprio nel 2013 son stati celebrati i 100 anni dalla donazione con cui Léontine Gruvelle, moglie del pittore Giuseppe De Nittis (1846-1884), consegnò alla città natale la collezione più ricca e prestigiosa di opere dell’artista barlettano che dal verismo paesaggistico all’incontro con i Macchiaioli toscani, all’attenzione per il giapponismo, attraverso Parigi e Londra giunse alla fama e ad una personale forma, influenzata dall’impressionismo. L’evento prevede anche due spettacoli, che si svolgeranno presso il castello, a cura della compagnia teatrale La Tana dal titolo “La Disfida di d’Azeglio“, lettura di brani tratti dal celebre romanzo ottocentesco di Massimo d’Azeglio. Il pomeriggio, alle ore 17.00, sarà messo in scena “I giorni della Disfida - Appunti per domani”. La 15a edizione de “La Penisola del Tesoro”, vede quest’anno la partecipazione della Città di Barletta La chiesa dei Greci (FOTORUDY) come unica tappa pugliese, con l’obiettivo di far conoscere luoghi di importanza storica, soprattutto quelli meno conosciuti, ma di inestimabile bellezza, all’insegna della valorizzazione e promozione del patrimonio delle stesse e festeggiare i 120 anni dell’associazione più grande d’Europa. Nell’arco della giornata ci sarà la possibilità di visitare l’imponente Cattedrale romanico-gotica di Santa Maria Maggiore e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta “dei Greci”, con una pregevole e monumentale iconostasi, entrambe testimonianza del lungo rapporto tra Barletta e l’Oriente, prima snodo di traffici mercantili e porto da cui salpavano crociati e pellegrini diretti in Terra Santa, quindi rifugio per gli esuli bizantini dopo l’invasione Ottomana dell’Impero romano d’Oriente. Visita, inoltre, all’ottocentesco sontuoso Teatro Giuseppe Curci, intitolato al musicista e compositore barlettano. Barletta è nota anche per la “Disfida” che il 13 febbraio 1503 vide 13 cavalieri italiani guidati da Ettore Fieramosca battere valorosamente i cavalieri francesi al comando di Guy de La Motte, da cui erano stati ingiuriati all’Osteria “di Veleno” (visitabile). Per coloro che raggiungeranno la città nella giornata di sabato, alle ore 17.00 sarà organizzata dal TCI una visita guidata alla Chiesa del Santo Sepolcro, al Colosso Eraclio (ritrovo dei partecipanti) e alla Chiesa di Sant’Andrea. Info www.touringclub.it ricercando “La Penisola del Tesoro” e sul sito del Comune di Barletta. Tel. 840888802 - selezione 3. Oppure rivolgersi al Negozio Touring Club di Bari. *Console Touring Club Italiano FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 31 Disfida Il combattimento di 13 Italiani con 13 Francesi a Quarata* * Dal “Corriere di Barletta” del 30 aprile 1893 Dal sig. Benedetto Paolillo, studioso cultore delle patrie memorie, riceviamo con piacere il seguente componimento poetico ch’egli ha rinvenuto in antichi manoscritti e che riguarda una gloriosa pagina della nostra storia cittadina. Ci dispiace soltanto non esservi indicato l’autore, ma la cronaca dice di essere di uno scrittore napoletano. Il “Corriere” è vendibile presso la Cartoleria Patella per 5 centesimi 32 IL FIERAMOSCA Dall’Alpi nevose sull’appulo piano la dove nell’Adria si specchia il Gargano, un nembo di strani guerrieri piombò. Di genti nemiche già il suolo è gremito, e l’oste superba sul placido lito un’orma d’oltraggio, di sangue stampò. Il tristo lamento del popolo inulto ritorna confuso dal barbaro insulto, che il fato de’ vinti nomato ha viltà. Discordi non vili ci rese fortuna, che a tante sciagure pel campo ci aduna nel campo che duce, che meta, non ha. Ma caldo di speme riarde nel petto. All’opre de’ forti di patria l’affetto e un lampo balena d’antica Virtù. Un lampo di gloria che ai nostri sorride in nobile agone per bella disfida, cui l’italo ardire mai tardo non fu. Son tredici i prodi, di tredici a fronte han l’animo invitto, le destre hanno pronte, anelan l’oltraggio col sangue lavar. O figli d’Italia, la lancia correte, le spade brandite, pugnate vincete: all’onta mentace risponda l’acciar. Del sacro delubro gli altari abbracciate pel Dio che protegge gli oppressi, giurate di vincer da forti, da forti morir, ché tardano ancora que’ franchi guerrieri? Il campo divorano gli arditi corsieri: già squillan le trombe, comincia il ferir. Magnanimo Ettorre che guidi a vittoria la schiera più eletta, più vaga di gloria del forte tuo braccio qual altro è l’egual? Per te delle giovani sol palpita il core, in te dell’Italia s’affida l’onore. E un serto ti appresta di lauro immortal. Il divo furore degli animi invade spezzato ha le lance, spezzato le spade di sangue e sudori l’arena bagnò. Seguite il cimento dell’ardua tenzone in sin che il nemico non torni prigione e compri il riscatto che baldo sdegnò. Ma muoia imprecato, qual muore codardo, che il vanto difese d’estraneo stendardo nè piano il consoli, nè voce d’amor. Vinceste! s’innalza già il plauso fremente, al vostro reddire s’allegra ogni gente, ma un tristo pensiero s’abbuia nel cor. Che vale il tripudio d’un lauro sudato, il sangue che giova dai prodi versato se stato migliore non lice sperar? Per serve contrade divise le schiere, più duce non hanno, non hanno bandiere, son vani i trionfi d’un vano pugnar. FEBBRAIO 2014 Storia locale Piazza Marina, già Piazza della Dogana, già Largo del Carmine di Pasquale Pedico* Q uando per molteplici cause, in tempi lontani, l’Ofanto diminuì la portata di acqua e perse la navigabilità per cui risalire dal porticciolo di Canosa, situato a Canne, alla foce del fiume, con zattere e chiatte, si rese sempre più difficoltoso per le attività commerciali del fiorente emporio canosino, sentita fu la necessità di provvedere alla costruzione di un nuovo molo sulla litoranea della vicina barulum nell’ansa naturale dell’attuale Piazza Marina già piazza della Dogana. Scrisse il sovrintendente Emanuele Mola nel 1796 “di questo antico porto, che serba il nome di Caricaturo di Canosa si veggono tuttora le orme sotto le mura della presente città (Barletta), a destra della magnifica Porta di mare, che mena al molo, si pretende che sia stato lungo XLVI canne napoletane, protette da scogli, e largo più di II vedonsi cominciare sotto la chiesa di S. Cataldo e finire al primo ponte di detto molo novo. Di esso canne XXIII sono tutte sotterra e delle altre XXIII se ne vedono le rovine fuori dall’arena”. Due vecchie carte topografiche, provenienti da S. Giacomo e custodite in una saletta della biblioteca comunale confermano tale descrizione, non altrimenti esposta da F. P. de Leon. Barletta ebbe questo porto, secondo alcuni ai tempi di Alessandro Severo (222-235) in epoca in cui l’Impero Romano era in piena decadenza, crebbe sotto Settimio Severo (193-211) e raggiunse maggior splendore con Traiano (98-117) che dedicò la sua attività alla realizzazione di grandi opere di pubblica utilità come la strada dal Ponto Eussino alle Gallie, l’intrapreso prosciugamento delle Paludi Pontine e la strada Appia Traiana che riconobbe Canosa chiave di commercio e comunicazione per Brindisi e quindi per l’Oriente. Così venne a svilupparsi Barletta, lentamente e maggiormente si affermò quale scalo marittimo dagli empori della Lucania e della Peucetia con salmerie di muli adibiti al trasporto dall’interno al mare di prodotti quale vino, olio e quant’altro, come frumento in particolare. Nel corso dei secoli, per l’ingiuria dei tempi molte gravose opere di manutenzione e ristrutturazione per questo scalo marittimo fornivano serie preoccupazioni ai governi delle epoche, per di più impegnati in lavori discontinui nei tempi di esecuzione e quindi con scarsi e poco durevoli miglioramenti delle strutture. Bisogna giungere al tempo di Re Carlo III di Borbone (173459) di Napoli e Sicilia per ottenere, grazie ad una fortunata circostanza (N. Fraggianni, consigliere di Stato) una ripresa di lavori da tempo sospesi e sostanziali miglioramenti di un certo valore. L’amministrazione borbonica, oltre ad un nuovo assetto di governo dell’Università di Barletta, diede un impulso alle FEBBRAIO 2014 Porta Marina (fotorudy) costruzioni portuali mediante una felice risoluzione del piano finanziario alle spese richieste. All’epoca Barletta, città di regio demanio, aveva un perimetro di due miglia aperte da quattro porte con un “molo famoso” che era stato oggetto di continue cure all’epoca angioina, soprattutto fino a Ferdinando il Cattolico che con diploma del 23 febbraio 1507 assicurava che le somme da pagare al fisco “in perpetuum” da parte dell’Università fossero devolte al rifacimento delle mura, del porto, del molo ed altre opere pubbliche utili alla città. Le precarie condizioni del porto, tuttavia, sminuivano la prestigiosa fama di cui godeva la città, nota per un “famoso molo” nonché per l’ampiezza delle sue strade e per la sontuosità delle fabbriche: si aveva l’impressione di essere nella stessa capitale, Napoli in miniatura. Essa continuava a far parte delle città di regio demanio con Bari, Bitonto, Bisceglie, Monopoli e Matera in Puglia e per numero di fuochi (3036) teneva il primo posto nella provincia. Il traffico di mare diminuiva e i bastimenti erano costretti a tenersi sulle ancore in rada, onde per marosi e continui naufragi IL FIERAMOSCA 33 Storia locale erano motivo di diminuire maggiormente il commercio. La mancanza quindi di sicuri approdi adriatici furono motivi sufficienti al concittadino Niccolò Fraggianni, onorato da Carlo III di Borbone del titolo nobiliare di marchese per le sue alte doti intellettuali e politico-diplomatiche, in funzione di Segretario di Stato, alla corte del Re, di ottenere dallo stesso la ripresa dei lavori nel porto di Barletta. Nel giugno 1750, il marchese Fogliani segretario di Stato all’epoca, per accordi presi con don Miguel Reggio, capitano generale delle forze di mare e con l’ing. don Giovanni Bompiede, capitano del porto di Napoli, in pieno accordo con il nostro Niccolò Fraggianni, eliminata ogni difficoltà sulla questione del porto di Barletta, chiarito quanto già eseguito e disposto dall’ing. Bompiede, nominato direttore dei lavori dell’opera di restauro del porto di Barletta, comunicava lo stato dei fatti a sua maestà il Re, che tutto approvava e disponeva con dispaccio del 2 luglio 1751 un ben articolato elenco di delibere attuative dell’impresa: “si abbia in detta città di Barletta il nuovo braccio e molo per la formazione del suo porto, ha determinato anche disporre il riferito ingegner Bompiede e nel detto nuovo braccio si costruisca la lanterna per guida dei naviganti nei paraggi e dalle proporzioni che detto ingegnere considererà convenienti. “Anche ha deliberato S.M. che la porta che sta in terra, si situi nel mezzo della cortina della piazza chiamata della dogana, vicino al convento del Carmine secondo il disegno che si avrà rimodernando e pensato il citato ingegnere Bompiede e che tutto il di più si attui e si ponga in esecuzione come il medesimo ha convenuto e regolato con quei deputati!!! L’ingresso, quindi al porto si volle anzitutto rendere solenne con la costruzione di Porta Marina sistemata, secondo le indicazioni del decreto del 1751, propriamente dov’era una volta un antico bastione su cui era innalzata una rozza scultura in pietra, alta palmi 6x3, di S. Sofia. Così descrive la porta Oronzo Pedico: “Questa Porta che si staglia maestosa e regala al cospetto del mare, sormontata dall’arme borbonica, unica superstite della gloria militare di Barletta, esercita un fascino singolare sia per chi salga o venga dal mare. Nel suo stile barocco, massiccio di calcare pugliese in mezzo ad umili case ed alla nuda semplicità del convento carmelitano, la pietra ha acquistato un caldo tono di vita e di superba bellezza e nel suo complesso architettonico prelude a quella gigantesca lotta dell’uomo contro la natura ed è come il corpo avanzato dei nostri moli protesi sulle ampie vie del mare. NUOVA SEDE BARLETTA VIA REGINA MARGHERITA 34 Tel./Fax 0883 332 464 · Cell. 393 301 26 75 info@fotorudy.it · www.fotorudy.it 34 IL FIERAMOSCA La fronte misura m. 12,50 per una profondità di m. 14, onde si viene a costituire un vano che da una apertura di m. 4.10 a mezzogiorno si restringe a settentrione a m. 3,45. L’altezza del portale è di m. 11,20 a cui bisognerà aggiungere dalla parte esterna che guarda il mare la trabeazione del frontone e l’attico superiore con la sua gigantesca arma borbonica che spazia libera e possente ad oltre venti metri dal suolo, se pure corrosa dall’ingiuria del tempo, dalla salsedine e dai generosi nidi di rondini. Una corona di ferro sormonta quella reale in pietra. Una lapide che occupa quasi tutto il frontone, affiancata dalle armi della città ricorda l’anno della costruzione 1751 Carlo III di Borbone regnante e sindaco della città Saverio Fraggianni, marchese, fratello di Niccolò. A mezzogiorno lo stemma borbonico sovrasta immediatamente la porta, ed anzi, l’elefante dell’ordine equestre di S. Gennaro, pende in mezzo all’arcata, mentre nei timpani laterali due armi di Barletta senza corona, cadute al pari di un pezzo decorativo, si piegano in rispettoso omaggio a questo trionfo scudo regale. Nei larghi pilastri interni permangono in alto gli anelli in pietra delle cerniere delle porte sia per l’ingresso al porto che alla città. Robuste feritoie cieche, ricavate obliquamente nelle decorazioni a grosse fasce del portale, si notano a qualche metro dal suolo, una per ogni stipite. Nell’androne della capace volta, ricoperta di lastre calcaree e condotti in pietra per lo scolo delle acque all’esterno, ha trovato agevolmente posto, in passato, un ponte a bilico da servire di “pesa pubblica” al traffico delle merci”. In mezzo alla piazza, la vasca, riempita di terra ed informi rottami, il pozzo trasformato in una immensa gola di cloaca per cui meglio servire all’uso è stata asportata la lastra occidentale della sua bocca quadrangolare, v’è la “Fontana di Piazza Marina”, costruita a spese dell’Università il 1547. Ed il nome del regente, tale capitano Ferdinando De Figueroa. Tuttavia dallo stato patrimoniale del 1754 del Real Monte di Pietà, che aveva come prima sede, la chiesa di S. Cataldo, si ricava di possedere in più una fontana al largo del Carmine (piazza Marina) per uso di abbeveraggio degli animali al tempo di caricamenti ed altro, oggi (1754) serrata per essersi aperta la nuova porta di mare. Nel 1855, come fa fede un’altra iscrizione sulla balaustra orientale del pozzo, il comune si preoccupò di rimetterla in efficienza ed in seguito a lavori di espurgo ottenne che si attingesse ancora acqua, e data la sua vicinanza al porto, fu, come tre secoli prima, di non poca comodità per l’approvvigionamento idrico dei bastimenti. Le cure del sindaco Francesco Galante non riuscirono tuttavia a segnare il proprio suo destino, specie quando l’acquedotto dell’Ofantino e del Sele, più tardi fornirono acqua più salubre e dolce ed il vandalismo sciocco e ignorante non mancò di sospendere le sue funzioni. Nel 1978 il piano regolatore della zona approvato, e mai realizzato (che novità), elaborato dall’architetto Grisotti, prevedeva l’abbattimento delle fatiscenti casupole adibite a deposito di attrezzature usate dall’antistante mercato ittico da trasferire in altro luogo. In tal guisa Porta Marina, a chi dal mare sale, si sarebbe stagliata “maestosa e regale” nel vasto piazzale antistante il suo fronte settentrionale. * Socio ordinario di Storia Patria per la Puglia FEBBRAIO 2014 Ambiente Ariscianne, un inestimabile patrimonio dimenticato Condannabile la latitanza della Regione e della Soprintendenza alle Antichità di Giuseppe Savasta N el panorama delle Scienze Preistoriche italiane, la nostra Regione è presente con ben sette fasi culturali che attestano in continuità cronologica la frequentazione umana dal Paleolitico al Neolitico. Il Paleolitico inferiore è densamente attestato sul Gargano, mentre la Penisola salentina, le province di Brindisi e di Taranto e molte altre località della Puglia centrale conservano testimonianze del Paleolitico medio (Musteriano) e Superiore. Le vaste e fertili pianure della Daunia e quelle lungo l’Ofanto (Barletta e Canne) sono caratterizzate da frequenti insediamenti del Neolitico, la civiltà senza frontiere, venuta dal vicino Oriente per portare in Puglia la coltura del grano, la pratica dell’allevamento e la produzione delle caratteristiche ceramiche impresse la cui antichità risale a circa sei mila anni fa. La “rivoluzione neolitica”, che trasformò il cacciatore paleolitico in agricoltore, dilagò rapidamente nell’intera Penisola, e sotto questo aspetto, possiamo affermare che la Puglia rispetto al nord, rappresenta un centro di diffusione della civiltà nelle sue prestigiose tappe dell’evoluzione, non solo per la produzione del pane, ma anche sotto il profilo dell’arte come attestano i meravigliosi vasi apuli. La Preistoria di Barletta Gli orizzonti più antichi della Preistoria di Barletta, il Paleolitico medio (Musteriano, uomo di Neanderthal) oggi sono sommersi dal mare e le loro testimonianze in perfetta continuità cronologica, arrivano fino alla più tarda epoca storica e si possono raccogliere lungo la battigia che va dagli stabilimenti balneari, a levante della città, sino alle contrade Falce del Viaggio-Paludi di Ariscianne, poiché queste provengono da un immenso giacimento archeologico sommerso che l’attuale erosione del mare sta smantellando. 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I fenomeni, periglaciali, le variazioni delle linee di costa i laghi e le lagune, gli sprofondamenti di origine tettonica di terre epicostiere, i potenti depositi continentali sedimentati dai fiumi Ofanto ed Alvedium hanno caratterizzato la tormentata storia geologica del territorio tra Barletta e Trani dove il sottoscritto, in oltre quarant’anni di ricerche, ha raccolto molte decine di migliaia di reperti, li ha inventariati e consegnati alla Soprintendenza. Poiché i reperti del Paleolitico dovrebbero trovarsi in giacitura primaria nei terreni più interni del Pleistocene e invece si trovano in giacitura secondaria lungo le spiagge oloceniche di formazione più recente, manca il fondamentale sincronismo geo-archeologico e pertanto diventa difficile stabilire la loro effettiva provenienza. Le selci più antiche potrebbero essere arrivate in mare inglobate nei depositi di origine continentale a causa dei fenomeni di soliflusso, cioè il lento scivolare delle masse detritiche provenienti dai sovrastanti terrazzi pleistocenici, oppure da paleocoste sommerse. Anche reperti del neolitico più antico si trovano frammisti a quelli del paleolitico e questi ultimi potrebbero provenire da insediamenti oramai smantellati dall’erosione. L’importanza scientifica della scoperta La scoperta di Barletta è stata oggetto di un primo studio nella XXV riunione scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, tenutasi a Monopoli dal 16 al 19 ottobre 1984 e le relazioni furono tenute dall’Archeologa Maria Clara Martinella, dal prof. Arturo Palma di Cesnola del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena e dal prof. Alfredo Geniola dell’Istituto delle Civiltà Preclassiche dell’Università di Bari. Dagli Atti del Convegno riportiamo: “Recentissima è la notizia della scoperta di un giacimento musteriano a Falce del Viaggio in Provincia di Barletta, oggetto di ricerche pluriventennali del prof. Giuseppe Savasta a cui va il nostro ringraziamento, perché dopo aver informato della sua scoperta l’Istituto delle Civiltà Preclassiche, ha messo a disposizione una parte della sua raccolta (circa 1300 pezzi) permettendone lo studio. Tale studio è stato condotto in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena. “Nell’industria litica sono stati individuati i seguenti orizzonti culturali: Paleolitico medio (musteriano), Paleolitico Superiore IL FIERAMOSCA 35 Ambiente lo Muntoni, un’équipe di geologi e di operatori subacquei, con il patrocinio dei rispettivi Enti di appartenenza più un considerevole stanziamento del Comune di Barletta e del Patto Territoriale, condussero una serie di saggi nella località Belvedere-Ariscianne, i cui risultati scientifici furono pubblicati negli atti del 25° Convegno Nazionale di Preistoria, tenutosi a San Severo dal 3 al 5 dicembre 2004. Fin qui l’opera condotta da un dilettante con abnegazione e tenacia per consegnare alla città di Barletta le sue antichissime e prestigiose radici. Ma nonostante l’importanza scientifica della scoperta di Barletta e le sue potenzialità turistico-culturali, i reperti sono ancora sconosciuti alla collettività perché, solo qui a Barletta, non sono stati esposti alla pubblica fruizione sia perché non abbiamo più quel museo archeologico che un tempo fu un prestigioso punto di riferimento turistico-culturale sia per l’incapacità dei nostri politici di comprendere la cultura materiale dei nostri antichissimi progenitori, che qui lottarono e soffrirono per assicurarci la sopravvivenza e non credono che anche qui, a Barletta, dove le vetrine e le strade risplendono di luci, un tempo esisteva la savana, l’ambiente in cui tranquillamente vi pascolavano gli elefanti antichi (paleoloxodon antiquus). Altro motivo di rammarico è la latitanza della Regione e della Soprintendenza cui spetterebbe la valorizzazione di questo singolare aspetto della Puglia che appartiene all’archeologia italiana e in particolare alle Scienze antropologiche e geologiche dell’Adriatico. (Proto Aurignaziano-Uluzziano); un neo-Eneolitico con lame e lamelle e alcuni strumenti Campignani. Va sottolineato l’interesse che riveste la scoperta di un’industria musteriana in un’area finora vuota di dati in tal senso, quale quella di Barletta. In seguito alla scoperta di Barletta, appare evidente che anche nel barese è presente l’Uluzziano (Paleolitico Superiore arcaico) e sotto quest’aspetto la stazione di Falce del Viaggio-Ariscianne appare degna di considerazione”. Come di consuetudine i riassunti di questa scoperta furono pubblicati in lingua inglese e francese, poiché la Preistoria non è appannaggio di una nazione ma è il faticoso cammino dell’uomo nel suo divenire culturale e nel suo andare. Successivamente nel 1996, nel 13° Congresso Mondiale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche, tenutosi a Forlì, la scoperta di Barletta fu ampiamente illustrata dal prof. Palma di Cesnola, mentre il sottoscritto vi presentò una propria relazione ed un poster illustrativo, suscitando l’interesse degli studiosi, ma anche il loro rammarico per la mancanza degli atti risultanti da una così prestigiosa scoperta. Fondamentali contributi del sottoscritto sono le sue pubblicazioni “Archeologia con la lente” (ed. Litostampa Sud 1990) e “Ariscianne, la Spiaggia dei Misteri” (ed. Rotas 2011 Barletta). Finalmente, dato l’eco della scoperta in campo nazionale, (Linea Blu 1994), la Soprintendenza Archeologica, il Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università di Bari, l’archeologo Ita- Il nostro facebook 9 10 3 1 2 4 12 11 5 7 6 8 1957. Cantina Sperimentale, cortile interno. Gruppo visitatori. Da sinistra: 1. dott. Mario Mattia; 2. ins. Giovanna Dimonte; 3. dott.ssa Raffaella Dicorato; 4. dott. Giuseppe Dimiccoli; 5. Ciccio Antonelli; 6. dott. Domenico Monterisi; 7. dott. Beppe Monterisi; 8. dott. Paolo Alvisi; 9. rag. Ruggiero Chiummo; 10. dott. Oronzo Pedico; 11. dott. G. Minafra; 12. dott. C. Cafiero (da MICHELE DIMONTE, La Cantina Sperimentale di Barletta 1879-1967, Editrice Rotas, novembre 2013) 36 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 Scuola SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO “G. DE NITTIS” DI BARLETTA Realizza un incontro speciale per ragazzi speciali INSIEME ALLA “FELTRINELLI” PER SCOPRIRE L’AMORE PER LA LETTURA: LA SCRITTRICE SIMONA BALDELLI INCONTRA NOI RAGAZZI DELLA 3aA E 3aE M artedì 22 ottobre, noi alunni delle classi 3a A e 3a E ci siamo recati a Bari per una visita didattica presso la libreria “Feltrinelli”, accompagnati dalle nostre instancabili professoresse Borraccino S., Barracchia D., Dimiccoli M., Dimatteo S. e dal professore Defazio P. Siamo partiti alle 8:30 da piazza 13 Febbraio e stranamente “tutti” eravamo puntuali e pronti per fare questa magica ed entusiasmante esperienza. Il viaggio è stato molto piacevole e il pullman è stato il mezzo più adatto per rendere l’atmosfera frizzante e serena. Dal finestrino si osservava un cielo terso, mentre un sole pallido cercava di filtrare dalle tendine dell’autobus. Arrivati a Bari, dopo una breve passeggiata, siamo entrati con grande eccitazione nella libreria “Feltrinelli”. I nostri occhi si sono illuminati davanti a quel mondo magico e ricco di cultura e attualità. È stato molto bello guardare i libri che hanno subito attirato la nostra attenzione per le loro varie forme e per i loro brillanti colori. Al pian terreno della Feltrinelli ci aspettava, con un coinvolgente sorriso, la scrittrice Simona Baldelli. Alcuni di noi si sono accomodati su un salotto, altri si sono seduti a terra, tutti presi ad ascoltare con immenso piacere la trama del libro “Evelina e le fate”. Si tratta di un romanzo che racconta un periodo tragico e orribile della nostra storia: la Seconda Guerra Mondiale, affrontata con animo sorpreso e ingenuo da una bambina di soli cinque anni che ha assistito alle violenze e ai soprusi compiuti dai tedeschi. Evelina, protetta da due fate premurose e materne, guarda il mondo con gli occhi dell’infanzia, mescolando realtà e fantasia. Grazie alla sua profonda immaginazione, riesce a superare gli orrori della guerra che offuscano questo periodo della sua vita ancora “acerba”. Durante questa visita entusiasmante, la scrittrice, con il suo sorriso smagliante e penetrante, è riuscita a trasmetterci il piacere di leggere e scrivere che oggi molti ragazzi sottovalutano. Essendo molto curiosi, dopo abbiamo visitato la famosa libreria in cui si è svolto questo incontro. Tutti noi abbiamo acquistato libri, tra cui il romanzo “Evelina e le fate”, e qualche CD. In seguito, con molto dispiacere, ci siamo diretti al pullman. Una volta saliti, dopo tante foto e risate, siamo subito arrivati a Barletta, soddisfatti di questa fantastica giornata. Gli alunni della 3a A e 3a E, Scuola di I grado “G. De Nittis” Un nuovo quotidiano sul web: Barletta News dal 3 Febbraio È online un nuovo quotidiano sul web: Barletta News (www.barlettanews.it). Il nuovo giornale nasce da una idea di Michele Sarcinelli e Alessandro Porcelluzzi. Dopo il lancio sul social network Facebook degli scorsi due mesi, il nuovo giornale comincia le pubblicazioni sul proprio sito. Sarcinelli e Porcelluzzi sono stati, nel recente passato, direttore ed editorialista politico di altro sito locale e hanno dato vita oggi a questo nuovo progetto in cui hanno assunto rispettivamente le cariche di direttore responsabile e direttore editoriale. “Il nostro obiettivo, come sempre, sarà raccontare la città, il territorio, i suoi protagonisti e le sue mille sfaccettature”, dichiara Michele Sarcinelli. La nuova squadra di redattori amplia lo spettro dei temi e degli ambiti da trattare: dall’ambiente al cinema, dal costume alla salute. In redazione giovani promesse si affiancano a opinionisti di esperienza, coordinati da Giusy Del Salvatore, giornalista pubblicista. La proprietà della testata è di Impronta editori Srl, una società che aggrega professionisti ed esponenti della società civile barlettana, convinti della positiva azione di informazione e critica svolta dal duo Sarcinelli-Porcelluzzi. “Ovviamente la politica rimane uno dei cardini di questo nuovo giornale. Come in passato cercheremo di raccontarla in modo accessibile a tutti, approfondendo via via le tematiche”. Barletta News si presenta dunque come una voce critica, ma elegante nel panorama dell’informazione. Un luogo in cui aggregare le opinioni dei cittadini per dare voce alle loro esigenze, ai loro problemi, al loro desiderio di contribuire al progresso della città. FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 37 Musica PER LA 30.MA STAGIONE CONCERTISTICA DELL’ASSOCIAZIONE CURCI DI BARLETTA LOVING DUETS duettando in jazz MARIO ROSINI, PAOLA ARNESANO, LARRY FRANCO, FAWN TOLSON, DEE DEE JOY E EDDY OLIVIERI S tupendo omaggio alla canzone e alle voci più belle della nostra Puglia, con il concerto “Loving Duets”. Sabato, 8 febbraio, presso il Teatro Curci di Barletta, un nuovo appuntamento della 30.ma Stagione Concertistica dell’Associazione Cultura e Musica “G. Curci. Di scena l’ensemble “Loving Duets”, gruppo innovativo che sta riscuotendo unanimi consensi, formato da 6 voci e tre pianisti che hanno reso indimenticabile la serata. Ad esibirsi, per questo evento in esclusiva per la 30.ma Stagione Concertistica dell’Associazione Curci, sono state tre tra le voci più belle pugliesi: Mario Rosini, Paola Arnesano e Larry Franco, a cui hanno tenuto bordone il pianista Eddy Olivieri vissuto a Los Angeles per 18 anni, la vocalist Afro-Americana Fawn Tolson ed un nuovo talento emergente Dee Dee Joy. “Tantissimi i duetti che si sono scambiati tra di loro le 6 voci ed i 3 pianisti. Un concerto in cui la vocalità ha regnato sovrana e ha fatto viaggiare attraverso le più belle canzoni d’amore eseguite in duetto. Nel concerto sono stati eseguiti duetti presi da brani famosi o totalmente improvvisati come Endless Love, My Funny Valentine, Love, Unforgettable, Amorevole, My wonderful Bambina, Ma l’amore no, when I Fall in Love… e tantissime altre ancora. Ad alternarsi sono state le voci di Mario Rosini, un artista che gioca sorprendentemente con la sua voce, che grazie alla sua preparazione musicale e tecnica diventa “tante voci”. Rosini è riuscito a muoversi musicalmente con grande disinvoltura nei vari brani che interpreta sia che siano famosi standard americani di grandi autori jazz, sia in brani di musica più leggera e cantabili. Ad accompagnarlo, la voce di Larry Franco (Lorenzo Franco), artista jazz che si perfeziona a Los Angeles e che ha suonato in tutto il mondo, con Nicola Arigliano, Franco Cerri, Fabrizio Bosso, Natalie Cole e Herbie Hancock calcando il palcoscenico dei più importanti Festival Jazz in tutto il mondo, e quella di Paola Arnesano, che ha esordito giovanissima come jazz singer. Fondamentalmente attratta dalle cantanti cool degli anni ‘50, inizia ad affrontare progetti originali, come canzoni italiane degli anni ‘40 in chiave jazz, o brani più moderni mai cantati, ai quali aggiunge testi. Collabora stabilmente con Davide Santorsola, Mimmo Campanale e Maurizio Quintavalle. Ha collaborato con grossi personaggi del panorama jazzistico italiano, come Stefano Bollani, Roberto Ottaviano, Angelo Adamo, Gianni Cazzola, Ettore Fioravanti, Franco Cerri, Gianni Basso, Luigi Bonafede, Tiziana Ghiglioni, Marco Micheli, Massimo Manzi, Tomaso Lama, Gianluca Petrella, Daniele Scannapieco, Aldo Vigorito, Fabrizio Bosso, Pietro Ciancaglini, Enzo Zirilli, Nicola Stilo, Renato Sellani, Ares Tavolazzi, Dado Moroni. La sua attività concertistica l’ha portata in Inghilterra, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Svizzera e Austria. Ha tenuto diversi seminari in 38 IL FIERAMOSCA Loving duets scuole ed università italiane. Da qualche anno è anche stabilmente nel quartetto vocale Faraualla, collaborando con musicisti di grosso calibro come Noa, Maria Pia De Vito, Paolino Dalla Porta, Francesco Sotgiu, Andrea Parodi, Pino Minafra, Rita Marcotulli, Bebo Ferra, Paolo Pietrangeli, Carmen Consoli, Antonella Ruggiero. Ad affiancarli le voci di Fawn Tolson, americana, attrice e cantante a tutto tondo che si è esibita nei più grandi Club Jazz americani e per importanti reti televisive in America; Eddy Olivieri, pianista italo americano di grande pregio che si è esibito con numerosissime band di Blues e R&B. Ha co-diretto stages alla UCLA con uno dei professori, il maestro Dini Clarke, che era stato direttore dei cori di numerose produzioni in Broadway, fra le quali l’originale West Side Story, prima di trasferirsi a Los Angeles; ed infine Dee Dee Joy, cantante, compositrice, pianista, pittrice e fotografa, artista eclettica e proiettata verso le novità. Il loro è stato uno spettacolo assolutamente affascinante in un dialogo ricco di emozioni ed immagini, che ha portato per mano lo spettatore nella coinvolgente atmosfera dei duetti Jazz più noti e apprezzati. Pippo Madè incontra papa Francesco FEBBRAIO 2014 Scuola Premiato a Cerignola l’alunno Gaetano Pavone della 3a D della Scuola Media “R. Moro” P resso il Liceo Artistico “Sacro Cuore” di Cerignola, si è volta la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Concorso Artistico “Il Tuo Presepe”. La partecipazione all’iniziativa promossa dalla scuola diretta da Giuliana Colucci ha visto coinvolte 13 scuole fra la Provincia di Foggia e la BAT; il lavoro della commissione guidata da Maria Carmela Grosso insieme ai docenti della scuola Amato, Caprio, Arena, Buonpane, Bracco, Ferrante, Frontino e Fasinella non è stato affatto semplice. In sede sono arrivati circa 280 elaborati ed è stato davvero difficile scegliere il vincitore nelle due sezioni ceramico-plastico e grafico-pittorico-fotografico. La dirigente Colucci, nel corso della cerimonia che ha visto presenti le scuole interessate, ha dichiarato: “È stato un lavoro estenuante, faticoso ma al tempo stesso siamo felici che questa iniziativa abbia avuto un consenso così vasto, cosicché si possono gettare le basi per una migliore qualità delle opere e anche di operare sul territorio, cercando di aiutare chi opera in situazioni di disagio”. Significato dell’opera. La Crisi sta diventando sempre più devastante, i suoi danni ormai hanno invaso tutto il mondo. L’alunno ha immaginato che Gesù nascesse con il suo splendore e l’intensità dell’atmosfera venutasi a creare a Betlemme, duemila e più anni fa per guidare l’umanità. L’alunno ha disegnato lo scenario e i personaggi, usando per i volti macchie bianche su sfondo giallo e la luce proviene dalla stella cometa; Gesù, Maria e Giuseppe sono collocati in alto su di una vetta sopraelevata, in una capanna. Una moltitudine di gente in movimento si fa strada per adorare un Bimbo che sarà il Salvatore del mondo, dimostrando che persino i potenti della Terra riconoscono la grandezza di Dio e si inginocchiano dinanzi al Suo figliolo. Oggi, in un periodo storico in cui la famiglia ed i suoi componenti sono abbagliati da falsi valori, quali l’egoismo ed il relativismo, il Presepe è un faro luminoso che indica, alle giovani generazioni sani e giusti ideali da perseguire attraverso FEBBRAIO 2014 La dirigente Grazia Di Nunno, una collaboratrice, l’alunno Gaetano Pavone e la prof.ssa Antonella Palmitessa l’unità familiare, in cui il padre e la madre devono essere un incorruttibile esempio per i propri figli. Babbo Natale in primo piano in basso a sinistra, viene rappresentato come un signore robusto e occhialuto, vestito con un costume rosso con inserti di pelliccia bianca e con una lunga barba. La sera della vigilia di Natale va di casa in casa per portare i regali ai bambini. I doni vengono lasciati sotto l’albero di Natale. La figura di Babbo Natale col tempo è stata ripresa e riproposta in chiave pubblicitaria e consumistica. L’enfatizzazione del Babbo Natale più secolare e gli aspetti materialistici dello scambio di doni in occasione della festa, adesso non accade più. Oggi la crisi è sentita anche da Babbo Natale che è costretto a rovistare nei cassonetti, pur di far felici tutti i bambini. IL FIERAMOSCA 39 40 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 Teatro EMOZIONI DA PALCOSCENICO Onore alla stagione della spending review, che sta regalando spettacoli di indiscutibile qualità di Carmen Palmiotta O uverture d’essai per la stagione di prosa 2013-2014 del Teatro Curci. A trent’anni dal Caligola di Albert Camus - portato sulle scene del teatro ‘Curci’ da Pino Micol nei panni del protagonista, per la regìa di Maurizio Scaparro - lo stesso dramma è stato portato in scena sulle stesse tavole dalla Compagnia Teatro Zeta, diretta proprio da Pino Micol. Per i corsi e ricorsi, nella vita come nel teatro (che lo fa assomigliare e talvolta assimilare alla vita stessa), Micol ha preso in mano questo dramma complesso, intenso, a tratti straziante nella sua doppia brutalità (quella delle losche ‘res gestae’ dell’imperatore romano e quella del nazismo, tragica cornice nella quale è inscritto, in un funesto gioco di scambi e sovrapposizioni) e ne ha fatto un capolavoro nel capolavoro, una partitura teatrale di grande attualità, toccante, con sorprendenti tratti di profezia, intesa non come vaticinio ma come ‘guardare avanti’, ‘leggere’ i tratti prossimi venturi, traendoli da quelli passati e presenti. Micol ha scelto la seconda edizione integrale del Caligola del 1941, tradotta da Riccardo Reim, ambientata in quell’anno a Parigi, dove una piccola compagnia teatrale sta mettendo in scena questo Caligola appena scritto, mentre la città è stata conquistata e invasa dai nazisti. Noi che per fortuna anagrafica eravamo fra il pubblico, trent’anni fa, ad ammirare il già affermato Micol nelle vesti di Caligola, lo ricordiamo bellissimo, vestito di bianco, ieratico nella sua lucida follia, scultoreo e feroce, icona indimenticabile. Oggi abbiamo sinceramente ammirato anche il protagonista Manuele Morgese, già una promessa, che sta trasformandosi in concreta realtà. Lo avevamo visto, e giudicato impeccabile, qualche anno fa nel personaggio, anche questo già di Micol, di Dorian Gray, tratto dal romanzo di Oscar Wilde, e siamo felici, a distanza di qualche tempo, di poter dire che il suo cammino va spedito verso buone, e speriamo ottime, performances, delle quali il teatro italiano ha assolutamente bisogno per assicurare un degno ricambio generazionale. Doppia sfida vinta da Pino Micol anche questa, puntare su giovani talenti non ancora notissimi, e su una compa- gnia teatrale aquilana di tutto rispetto, i cui componenti hanno faticosamente ricostruito un teatro fisico, il Teatro Zeta appunto, con innumerevoli sacrifici, e dove intendono proseguire nel loro lavoro. Segno e simbolo di una cultura che non si vuole arrendere nemmeno alle calamità naturali. Sorprendente, a tratti irriverente, sempre divertente e alla modernità un po’ accondiscendente. Simpatico, qualche volta drammatico e qualche altra distonico in senso pratico e teorico. Mai ridondante e intanto roboante, tinto d’amore illuminante, disgregante e brillante, fluorescente quanto basta a rendere la serata una festa, con un pizzico di faccia tosta e tanta teatralità esposta. No, non siamo diventati matti di botto, non ci mettiamo a scrivere in rima per stornare il lettore dal suo percorso e dal suo tratto, ma siamo a presentare, con nostra grande sorpresa, la simpatia e l’allegria che ci ha preso, una sera d’inverno allorquando, giocando con Orlando, siamo stati catapultati in un mondo fecondo, a rime baciate, alternate, a tutto tondo. La consegna da parte del Sindaco Pasquale Cascella della chiave del camerino (FOTO MARIANO GAGLIARDI) del teatro, nel quale trent’anni fa Pino Micol si preparò per andare in scena con il suo Caligola, ha suggellato un anniversario, quello appunto della recitazione del Caligola di Micol nella sua città, e un importante compleanno, che per una volta chiameremo genetliaco, i settant’anni dell’attore, compiuti qualche mese fa. Era questo, tornare al teatro Curci non più nei panni dell’attore ma del regista, il regalo che Micol in cuor suo voleva, e lo ha avuto anche grazie alla recente amicizia con il Sindaco Cascella, che lo aveva invitato lo scorso settembre a Barletta per le celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza. Pino Micol è venuto a Barletta molte volte, soprattutto in veste di attore ma anche di regista, evoluzione di una brillante carriera teatrale iniziata ufficialmente nel 1971, dopo essersi diplomato all’Accademia del Piccolo Teatro di Milano ed essersi, subito dopo, laureato in Giurisprudenza a Bari, per accontentare i genitori che volevano per lui una solida alternativa al teatro. L’esordio avvenne con l’Enrico VIII di Shakespeare, con la Compagnia dei Giovani, e Micol fu immediatamente notato dal regista Maurizio Scaparro e da Giorgio Albertazzi. Ha lavorato con registi come Ronconi, Calenda, Cobelli, Missiroli, e con attrici del calibro di Valeria Morriconi, Carla Gravina, Piera degli Esposti. Interprete shakesperiano, pirandelliano e brechtiano, ha portato a Barletta anche il Cyrano, Puntila e il suo servo Matti, Frammenti da Don Chisciotte, dei quali, fra gli altri, ha curato la regia. Ha fatto cinema, (ricordiamo fra tutti GialloParma con Alberto Bevilacqua), tv (Delitto e castigo negli anni 70, le fiction Prova d’orchestra, Il bello delle donne, L’onore e il rispetto) regia lirica con il Don Chisciotte di Paisiello Dal suo camerino sono passati i maggiori politici italiani, da Pertini a Napolitano, Berlinguer, Andreotti. Un aneddoto racconta che una sera, invitato al compleanno della figlia di Riccardo Muti, l’attrice Chiara, che recitava con lui, il celebre direttore d’orchestra, rispondendo al suo saluto ‘Buonasera Maestro’, abbia detto ‘No, Micol, questa sera il Maestro è Lei’. FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 41 Teatro Tutto questo è stato Giocando con Orlando, un testo in rima liberamente ispirato all’Orlando Furioso, per la regia di Marco Baliani, con lo stesso Baliani e un inedito Stefano Accorsi, che hanno appunto sviscerato in rima le vicende d’amore e follia di Orlando e Angelica, di Bradamante e Ruggero, contaminate a vicende e personaggi che spaziavano dalla Divina Commedia ai politici attuali. Il risultato è stato esilarante, piacevole e dotto senza mai scadere, nemmeno di un gradino, nella noia né in una sorta di déjà-vu. Stefano Accorsi tiene benissimo le tavole del palcoscenico, cosa niente affatto scontata per un attore anche cinematografico e televisivo, e mostra un volto autenticamente simpatico, un divertirsi e trovarsi a proprio agio nella sua parte, degni veramente di nota, così come la sua “spalla”, il bravissimo Marco Baliani. Non hanno sbagliato un colpo, pardon, una rima, né nell’interpretazione né nell’incasellamento delle situazioni, dando vita a due ore di bravura, di comicità intelligente, che hanno regalato al pubblico risate e riflessioni. Non meno rilevante il terzo lavoro di prosa, quello Zio Vanja di Anton Cechov che racchiude l’anima russa classica e contiene tutte le avvisaglie della filosofia e della drammaturgia del Novecento. Nomi importanti targati Puglia, lo sottolineiamo con orgoglio, quali Sergio Rubini nei panni del protagonista e Michele Placido in quelli del suo ottuso cognato, il professor Serebrjakov, marito della defunta sorella di Vanja e padre della sfortunata Sonia, interpretata dalla bravissima Anna Della Rosa. Avevamo visto alcuni anni fa, al ‘Curci’, una bellissima messa in scena di Zio Vanja di Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, di Diablogues-Compagnia delle Belle Bandiere, e il paragone poteva venire spontaneo, ma già dalle prime battute abbiamo capito che si trattava di due anime recitative diverse, con un punto d’incontro dato dalla trama cecoviana che si andava dipanando. Abbiamo così messo da parte il già visto e ci siamo concentrati sulla reci- 42 IL FIERAMOSCA tazione di Sergio Rubini, su quella nevrosi della quale ha segnato il personaggio, sulla sua disperazione descritta, spiegata puntigliosamente, con vertici di canto doloroso come una nenia di lutto; sui momenti di comicità talmente naturale da sembrare involontaria, sui dialoghi e sui monologhi punteggiati di non-senso, di vaneggiamenti, di utopie. E abbiamo apprezzato un Michele Placido solenne nella sua chiusura mentale, nel suo egotismo che diventava egoismo cieco e becero. A chi ha detto che Placido sembrava ingessato, crediamo di poter rispondere che egli era volutamente tale, per rendere la miopia del tanto decantato accademico, probabilmente sopravvalutato, che non si cura di nulla e di nessuno, meno che mai dei sentimenti di chi gli sta intorno. La trama, molto esile, (il professore torna con la sua seconda moglie nella casa di campagna ereditata dalla prima moglie, sorella di Vanja e madre di sua figlia Sonja, sconvolge vite e abitudini di tutti e arriva a voler vendere la proprietà amministrata per lui da Vanja e Sonia, lasciandoli senza sostentamento e senza scopo. Proposito dal quale desisterà dopo che Vanja lo avrà minacciato di morte, decidendo di tornare con sua moglie in città e lasciando lo status quo), rende proprio quel vuoto di senso che Cecov avvertiva galoppante, insieme alla noia per una vita piatta e sempre uguale a se stessa, con incursioni naturalistiche, che oggi diremmo ambientalistiche, del medico condotto, il dottor Astrov, interpretato da Piergiorgio Bellocchio, figlio di Marco, regista in questa occasione quanto mai pulito ed essenziale. Ci è molto piaciuto Sergio Rubini, tornato al suo primo amore, il palcoscenico, rivelatosi attore di razza e di notevole caratura. festa in maschera in cui si era travestito appunto da Enrico IV, rubandogli la donna e, in definitiva, la vita stessa. Un dramma estremamente complesso, un capolavoro appartenente al “teatro nel teatro”, terza fase della produzione pirandelliana, scritto da Pirandello nel 1921 per Ruggero Ruggieri e poi portato sulle scene dai più grandi interpreti del teatro italiano. A Barletta, l’ultimo grande attore che lo ha interpretato, a nostra memoria, fu Salvo Randone, in tre meravigliosi atti nei quali sviscerò con lucidità la condizione umana e psichica del protagonista, non scendendo mai di tono dalla prima all’ultima battuta, con punte di autentica commozione, pathos ed empatia, osmosi fra il personaggio, l’interprete e il pubblico. Diversa operazione è stata fatta con l’Enrico IV reso atto unico dalla scrittura drammaturgica di Ettore Catalano, docente universitario studioso di Pirandello. Una produzione del Teatro Abeliano di Bari, per la regia di Vito Signorile, con Antonio Salines nei panni di Enrico IV. Si è trattato non di un compedio né di un riassunto, ma di un dignitoso adattamento che ha sfrondato il testo conservandone l’essenzialità, rendendo il dramma del protagonista immediatamente leggibile, così come le vicende che si susseguono. Una buona prova, una bella interpretazione di Salines, che ha liberato il personaggio di ogni accenno di ridondanza e lo ha restituito in forma piana, in una sorta di disperazione a voce bassa. Una pecca di regia, secondo noi, è stato l’eccessivo rosso della scenografia e l’eccessivo trucco di Matilde, la donna amata e perduta da Enrico IV, elementi che davano più l’idea della Commedia dell’Arte che dell’altezza del dramma che si andava consumando sulla scena. Da questa veloce incursione panoramica sulla prosa, appare chiaro che anche quest’anno il nostro cartellone teatrale ci sta regalando belle emozioni da palcoscenico, nonostante le difficoltà economiche e il ritardo con il quale è stata fatta la stagione teatrale. E di questi tempi, spesso bui per gli eventi culurali, sicuramente non è poco. Preferii restare pazzo e vivere con la più lucida coscienza la mia pazzia… Queste parole tratte dal terzo atto dell’Enrico IV di Pirandello, rendono tutto il dramma dell’uomo impazzito dopo una dolorosa caduta da cavallo, poi rinsavito in incognito, costretto a tornare in una lucida pazzia per il resto della vita dopo essersi vendicato dell’uomo che, tanti anni prima, lo aveva disarcionato da cavallo durante una FEBBRAIO 2014 Ricordo Quelle sue ultime lettere alla “Gazzetta” per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla scomparsa di Renato Russo S ono trascorsi sette anni dalla sua scomparsa e ancora ci manca, e ci mancherà ancora per tanti anni, perché Ele era arguto e polemico, salace e faceto, e nessuno più di lui e meglio di lui sapeva trasmetterci il gusto sapido del suo scanzonato repertorio linguistico. Bersagli preferiti, i saccenti, i presuntuosi, gli pseudo accademici, galline - diceva - che si ammantano del sontuoso abito del pavone. Teatro preferito delle sue scorribande panflettistiche, la rubrica delle lettere alla “Gazzetta del Mezzogiorno” (indimenticabile la sua corrispondenza sulfurea con Nino Vinella). Le sue ultime lettere sono però più distaccate, come soffuse da un’atmosfera melanconica. Presagio della fine imminente? Dov’è Mirella? si era chiesto Raffaele in una delle ultime lettere alla “Gazzetta”, una bellissima lettera nella quale evocava il ricordo di una collega di studi in un momento di poetico nostalgico abbandono. La ripubblichiamo a beneficio dei lettori: “Siete mai stati, da ragazzi, sui tetti dell’Ateneo, di notte, a preparare l’esame di Greco Due? Con la ragazza? Io sì. Con Mirella. Varcata la porticina, d’improvviso ti cadeva addosso tutto il cielo di Puglia: lilla, come una stola di raso delle imperatrici di Bisanzio. E, su un vassoio inclinato, tutte le costellazioni del Sud, parure di zaffiri. Mirella, ora velata di memoria, diceva pericolosamente Saffo: “Deduke mèn a selànna / kai Pleiades, mésai dé / nùktes” (Tramontata è la luna e le Pleiadi a mezzo della notte). “Aveva i seni come clementini. E sulla pelle i nei si chiamavano, con nomi profumati d’arabo, Aldebaran, Vega, Altair. Sul vento intanto ci sorprendeva la campanella d’un vicino convento di monache. L’immagine delle vergini interdette, che in quella notte serravano le cosce, ci scottò l’anima. “Parà d’érchet’òra” (Anche giovinezza già dilegua), continuava il frammento 94. “Non ci tocca, Mirella”. Da ponente la luna in arrivo si scioglieva i capelli mandando avanti il suo chiarore. “Ti prego, facciamo aoristo”, FEBBRAIO 2014 chiese lei allora in gergo studentesco. E poi dicono che l’amore non esiste. “Infatti, dov’è Mirella? E dove - chiamando al primo notturno la campana della clausura -, dove sono le Pleiadi sull’alabastro dei vent’anni greco-baresi? Chi sa, risponda. Raffaele morì il 13 febbraio, la risposta, con qualche giorno di ritardo, fu pubblicata sulla Raffaele Iorio “Gazzetta” del 27 febbraio. Abbiamo condiviso insieme le esperienze della università; eri già tra noi laureandi il più dotto, appassionato cultore del mondo greco, sensibile al fascino della bellezza, dell’arte e del mito. Eravamo insieme a Paestum, tra i templi e le rose profumate di maggio, in viaggio di studio con il prof. Mario Napoli, insigne archeologo, e tu stavi ultimando la tesi, una poderosa ricerca sul sito di Egnathia. Hai prodotto lavori scientifici raffinati e importantissimi, sempre pervasi però dalla tua profonda sensibilità e umanità. Hai scritto pagine di grande bellezza, con una prosa tutta personale, inimitabile, le hai scritte per sempre nel mio cuore amico. Che il tuo sapere, ora che sei scomparso, non vada perduto, che le tue opere siano lette e valutate appieno. Addio Ele Mirella Abbiamo bisogno della Chiesa, abbiamo bisogno di Gesù E questo invece è il testo dell’ultima lettera che Raffaele dettò al figlio Lorenzo sabato notte, 10 febbraio, tre giorni prima della sua scomparsa. … basta un prof. che prenda per mano due o tre dei suoi per volta e vada non ad un museo, ma in qualsiasi reparto di chirurgia o di rianimazione, e mostri, delicatamente, com’è il viso di uno sprangato, il collo di un uomo trafitto, uno stomaco perforato. E guardi quegli occhi, quelle bocche senza più parole. E poiché per tutto abbiamo bisogno di spiegazioni, ecco sorgere la nostra invocazione alla chiesa. Abbiamo bisogno di lei. Ma di una chiesa vera, autorevole, colta. Abbiamo bisogno meno di pastori pensierosi che di teologi pensanti. Che oltre al “non possiamo” sappiano dirsi che non “possiamo non” rispondere alla nostra solitudine, bisogno di bontà, urgenza di Gesù. Non bisogna però trarre erronee conclusioni dalla lettura di questa nobilissima lettera scritta con lo stesso spirito con il quale Benedetto Croce dettò il suo famoso saggio Perché non possiamo non dirci cristiani. L’auspicio di Raffaele vola alto e riconoscendo il supremo valore spirituale del messaggio evangelico, auspica, però che l’Evangelium e quindi le parole di Gesù, vengano interpretate non farisaicamente ma con impulsi di autentica generosità. IL FIERAMOSCA 43 Brevi di cultura Nuova presidente per l’Unitre di Barletta La prof.ssa Angela Paolillo è la neo eletta presidente della locale Università della terza età. In continuità con chi l’ha preceduta, il dott. Ruggiero Scommegna e il dott. Fabio Posi, l’infaticabilissima promotrice prof.ssa Silvia Liaci, la nuova presidente, già coordinatrice del corso di medicina, intende proseguire l’operato di questa Associazione che, da oltre venti anni, costituisce un’opportunità per quanti, superato il trentesimo anno di età, intendono arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso corsi, laboratori e visite culturali. “Si tratta di un sodalizio che promuove attività culturali - dichiara la presidente - utili a mantenere in allenamento la mente e a costruire relazioni sociali significative”. Per l’Anno Accademico 2013-2014 sono stati già avviati i corsi di medicina e autogestione della salute, di letteratura italiana e latina, di storia, di geografia sociale, unitamente ad economia e musica. Prosegue l’attività motoria, in collaborazione con la palestra Body Center, e il laboratorio di “Attività manuali e creatività”, da quest’anno è partito anche il corso di informatica in collaborazione con il Centro di aggregazione San Francesco di via del Salvatore, 49 che ospita tutte le attività didattiche. Ampio spazio è stato dato ai temi che riguardano il patrimonio ambientale, artistico e culturale del territorio, argomenti spesso proposti dagli stessi alunni che sono protagonisti attivi della vita associativa. LE EPIGRAFI DELLE NOSTRE CHIESE Il 18 gennaio e l’8 febbraio due importanti appuntamenti per gli appassionati di storia. In particolare il 18 gennaio presso la chiesa di S. Andrea e l’8 febbraio presso la cattedrale di Barletta. Relatore delle interessanti serate, il prof. Michelangelo Filannino il quale ha seguito il percorso già fatto, oltre un secolo fa, da Filippo Leone in una importante pubblicazione del 1889, “Per Barletta, passeggiata storica” che, oltre a riportare il testo in latino dell’epigrafe, poi ne trascrisse anche la traduzione. Nel corso della esposizione, ricordati nomi, luoghi, eventi, le storie dei tanti personaggi i cui destini si incrociano, si sfiorano, si sovrappongono… Insomma due bellissime serate all’insegna di un insolito modo di ricordare frammenti indelebili del nostro passato. LA BIBLIOTECA COMUNALE APERTA ANCHE IL POMERIGGIO La Biblioteca Comunale “Sabino Loffredo” dal 27 gennaio sarà aperta tutti i pomeriggi. Il nuovo orario di apertura al pubblico andrà dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:45 e dalle 16:15 alle 19:00, garantendo così una migliore fruibilità e il potenziamento dei servizi. Da sempre la biblioteca è punto di riferimento oltre che per la tradizionale utenza, anche per gli studenti di ogni ordine e grado 44 IL FIERAMOSCA diventando anche luogo di incontro e di comunicazione, oltre che uno spazio di accesso ai media e ai nuovi supporti dell’informazione con servizi diversificati. Gli utenti che nel 2013 hanno fruito dei servizi bibliotecari sono stati circa 40.413, consolidando il trend positivo già realizzato negli anni passati: - 48.150 presenze anno 2012 (aperture tutti i giorni compreso il sabato fino a luglio) - 52.269 presenze anno 2011 (aperture tutti i giorni compreso il sabato) - 38.300 presenze anno 2010 Contestualmente, è stato registrato un incremento di nuovi iscritti che sono passati da 312 nel 2010 a 581 del 2013. La notevole crescita di iscrizioni è stata realizzata grazie all’incremento di tesserati di età inferiore ai 14 anni che sono passati da 56 del 2010 a 1486 iscritti nel 2013. Elemento fondamentale della notevole affluenza di utenti fruitori dei servizi bibliotecari è un rinnovato rapporto con la popolazione studentesca e i relativi bisogni attraverso un ripensamento delle modalità e dei contenuti nell’erogazione dei servizi che tenga conto delle mutate esigenze. A tal fine è in corso l’aggiornamento del nuovo Regolamento e la realizzazione della Carta dei servizi della Biblioteca. L’ARTE DI DE NITTIS TRA I LIBRI IN BIBLIOTECA “La Biblioteca incontra l’arte: De Nittis, l’uomo e l’artista”, un’attività didattica tenuta dal personale specializzato della cooperativa Lilith Med 2000. L’iniziativa, finalizzata alla valorizzazione e alla promozione dei luoghi e dei personaggi emblematici della storia locale, è dedicata esclusivamente agli alunni delle classi quinte elementari e prevede un percorso di avvicinamento all’arte pittorica adeguata all’età dei partecipanti. RIAPRE LA TANA, TEATRO DEI BORGIA Dopo un anno e mezzo di pausa forzata, torna alle rappresentazioni sceniche La Tana under ground di Giampiero Borgia, e si presenta nella Sala Rossa del Castello come Casa della Cultura e della Creatività, un progetto culturale dedicato alla diffusione dell’arte con l’intento di coinvolgere numerose associazioni cittadine attraverso la proposta di attività laboratoriali, incontri e convegni. Nel corso della intensa serata, proposte le opere più interessanti della più recente drammaturgia contemporanea nazionale che si svilupperà da febbraio a maggio. IL PROF. GIUSEPPE LAGRASTA RICORDA A ROMA ITALO CALVINO PRESSO LA D. ALIGHIERI Il prof. Giuseppe Lagrasta ha ricordato, a Roma, la figura di Italo Calvino, presentando il suo ultimo volume sul grande scrittore ligure: La città e la rivoluzione dello spazio interiore. La presentazione è avvenuta nel corso di un incontro presso il Comitato della Dante Alighieri della capitale. L’autore, ha parlato agli alunni della IV classe del Liceo Lucrezio Caro di Roma, introdotto dal prof. Giovanni Di Peio il quale ha ricordato brevi note biografiche dell’autore della monografia. Il suo percorso inizia a Barletta agli inizi FEBBRAIO 2014 Brevi di cultura degli anni Ottanta, presso una libreria del centro, la libreria Europa gestita dal fratello di un altro illustre nome della Storia della nostra letteratura, Elio Vittorini. Di Peio e Lagrasta intrattengono i ragazzi in una intensa conversazione che tratteggia in profondità la figura dell’intellettuale e dello scrittore Italo Calvino e la sua perdurante attualità. L’ASSOCIAZIONE ELPIMIX HA PRESENTATO LA STORIA DELLA CANTINA SPERIMENTALE L’Associazione Elpimix (“ritrovarsi”), nel corso di una intensa e partecipata serata, ha presentato la monografia storica La Cantina Sperimentale di Barletta protagonista della viticultura meridionale illustrata dal suo autore Michele Di Monte. Edita dalla editrice Rotas, la pubblicazione colma un vuoto nella storia della nascita delle nostre attività imprenditoriali, e infatti la Cantina Sperimentale fu istituita nel 1879, precedendo di un anno la nascita della Distilleria e dopo due anni l’Appula, fabbriche che rappresentarono la svolta da una produzione esclusivamente agricola ad una produzione industriale, che per i primi anni orientò la sua attività soprattutto nel comparto vitivinicolo. Finché, nel giro di un decennio, il sistema commerciale Italia-Francia non entrò in crisi, ma questa è un’altra storia. AL CENTRO ZEROUNO LA COLLETTIVA BASTA POCO “Basta poco” è il titolo della mostra di arte contemporanea ospitata presso il centro Zerouno in via Indipendenza 27, evento patrocinato dalla Fondazione De Nittis, curato da Anna Soricaro che ce ne spiega la nascita. “Questa esposizione prende spunto da una espressione di Richard Bach sulla ‘semplicità’ e diviene un inno alla naturalezza senza costruzioni. Figurazione o astrazione sono dettagli per un vero e proprio inno alla purezza espressiva. Saranno predilette tecniche originali ed innovative, tutte estrinsecazione di un’interiorità che concepisce la pittura come naturale manifestazione che nasce dall’intimo, come passione esplosiva di semplicità… in fondo cosa c’è di più naturale e semplice dell’arte? Obiettivo specifico: l’evento intende coinvolgere artisti differenti per tecnica ed espressione al fine di mostrare la naturalezza ad ogni scelta rappresentativa. In un tema annuale dedicato alle parole l’esposizione mira a lasciar senza fiato il pubblico evidenziando come nell’arte contemporanea idea e innovazione siano binomi, templi per creare in grande, scrive la curatrice Soricaro. Hanno esposto gli artisti Luigia Cuttin, Marco Febozzi, Elena Mantovan, Milena Tortorelli. giovanile dall’allora ministro del lavoro Elsa Fornero e racconta i desideri, le difficoltà tragicomiche di uno studente fuori sede meridionale a Roma. Nel pieno di una manifestazione, il protagonista di “Choosy” si ritrova isolato dagli altri manifestanti e alle prese con una carica della polizia. Al riparo di un muretto sul Tevere, il nostro si lascia andare a una agitata ma lucida analisi della sua condizione. PROROGATA AL 31 MARZO LA MOSTRA SU DE NITTIS È stata prorogata fino al prossimo 31 marzo la chiusura della mostra “La collezione De Nittis: un dono alla città”, allestita la scorsa estate in occasione del centenario della donazione di Lèontine Gruvelle, moglie dell’artista, alla città di Barletta. Si conferma così - secondo gli organizzatori - l’attenzione suscitata anche sul piano internazionale dall’esposizione inaugurata lo scorso 28 luglio dal ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, che lungo un percorso artistico e cronologico (accompagnato da un apparato didascalico bilingue), conduce il visitatore a conoscere e apprezzare l’attività artistica di Giuseppe De Nittis lungo la sua breve ma intensa vita, dalla prima giovinezza a Barletta fino all’approdo parigino, e la sua indelebile impronta sull’evoluzione dell’Impressionismo. Questa esposizione - informa una nota - amplia il già ricco patrimonio permanente della Pinacoteca integrandola (negli ambienti tradizionalmente riservati agli eventi temporanei) con la restante parte dei circa 200 dipinti, acquerelli, stampe, incisioni della collezione. La mostra, e lo stesso palazzo Della Marra che la ospita, sono stati inseriti negli itinerari di alcuni eventi nazionali come la “Penisola del Tesoro”, promossa dal Touring Club Italiano per domenica 16 febbraio, e le “Giornate di Primavera” organizzate dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) il 22 e il 23 marzo. CONSALVO DA CORDOVA E IL CAPITANO DEGLI ARCIERI Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa fotografia di Tobia Di Monte nella foto accanto al compianto Vincenzo Quarto, nelle vesti di Consalvo da Cordova (in realtà il Gran Capitano era molto più giovane). Tobia, invece veste la divisa di Capitano degli Arcieri. E la dama? Immaginiamo che sia Isabella d’Aragona duchessa di Bari che ci aiutò a vincere la disfida mandandoci dei possenti destrieri che i nostri cavalieri cavalcarono il fatidico 13 febbraio 1503. Questa istantanea si riferisce alla rappresentazione della Disfida in occasione della rievocazione del V Centenario. (FOTORUDY) “CHOOSY” DI ANTONIO TURI RACCONTATA DA ERMANNO RIZZI Debutto barlettano per “Choosy”, di Antonio Turi, diretto e rappresentato da Ermanno Rizzi. Nato dall’incontro casuale fra un autore di teatro cinquantenne e un attore poco meno che trentenne, generazionalmente molto distanti, “Choosy” si ispira alla celebre definizione data del mondo FEBBRAIO 2014 IL IL FIERAMOSCA FIERAMOSCA 45 Cinema Presentato il cortometraggio “Io donna” tratto dall’omonimo romanzo di M. Bonadies C inema Opera di Barletta “sold out” per la prima del cortometraggio “io Donna”, firmato da Pino Quartullo e tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 2006 per le Edizioni Giuseppe Laterza, dal barlettano Matteo Bonadies. “io... donna” il corto girato fra Corato e Roma, vede come protagonista Margherita Buy, Giampaolo Morelli, Massimo Wertmuller e Sergio Rubini ed è stato presentato al Cinema Opera di Barletta. “io... donna” - ha raccontato lo scrittore barlettano - “è la storia di una donna in carriera che ha il lavoro come priorità ed i sentimenti come ripiego. Basta un incidente, la convalescenza, qualche difficoltà economica, e tutto cambia. Il passato si materializza, i ricordi prendono vita e i rimorsi frustano la coscienza. È la vicenda di Clara, una giornalista che ha sacrificato l’amore sull’altare della professione”. A presentare il film anche il regista Pino Quartullo che è anche sceneggiatore del cortometraggio, ha spiegato: “Ho messo al centro di questo corto la gioia di scrivere, che è come una droga, al punto di allontanarti dalla realtà facendoti perdere di vista la tua vita, ma quando ci si comincia a pentire del tempo perduto, sottratto all’amore e alla vita, è proprio la scrittura accompagnata dalla fantasia e dall’immaginazione, che ci permette di riappropriarci del proprio passato e riviverlo. Come certi attori fortunati che, aiutati dalla parola di grandi autori, sulla scena sanno evocare e far rivivere magicamente foreste, castelli e storie magnifiche. Immaginare, spesso, aiuta a vivere meglio”. La protagonista è Margherita Buy (recente vincitrice del David di Donatello come miglior attrice con Sergio Rubini, Massimo Wertmuller e Giampaolo Morelli. Il progetto ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dei beni culturali, conseguendo il più alto punteggio annuale per i cortometraggi). La produzione e la distribuzione sono curate dalla nuova società EmmeBi Film productions dello stesso Matteo Bonadies, la produzione esecutiva è di Gregory J. Rossi e Francesco Di Lecce; soggetto, sceneggiatura e regia di Pino Quartullo, scene di Claudio Cosentino, costumi di Nicoletta Ercole, fotografia di Antonello Emidi. Le riprese sono state girate in Puglia, a Corato e a Roma. Il cortometraggio è stato presentato al cinema Opera di Barletta. Per Bonadies si tratta del debutto assoluto nella cinematografia. Imprenditore, diplomatico, accademico e impegnato nel sociale, l’autore del romanzo “io... donna” ha scritto undici romanzi in vent’anni. L’esordio del 1992 con “Comunque e in ogni caso”, ultima fatica 2013 “Pater familias”. La sua feconda e apprezzata vena letteraria ha regalato agli appassionati del genere un’opera di spessore. Bonadies è personaggio poliedrico e multiforme. Da quarant’anni la sua attività principale è nel campo dei preziosi, nel frattempo è anche - oltre che autore letterario - Console della Repubblica di Malta a Bari e responsabile della Confindustria maltese per il Sud Italia e ha realizzato diversi progetti a favore dell’associazione internazionale dei Lions clubs di cui - nell’anno 2000-2001 - è stato Governatore del Distretto 108. Ora si cimenta anche come produttore e distributore, nel multicolore mondo dello spettacolo cinematografico, con la sua nuova creatura, l’Emmebi Film Productions e non è casuale la scelta di “io... donna”, una della sue più apprezzate produzioni letterarie, per battezzare l’antico sogno di far diventare una delle sue storie scritte, un racconto vivo e vissuto nella trasposizione per il grande schermo. Da sinistra: Margherita Buy, Pino Quartullo, Marina Mastromauro, Matteo Bonadies, in una pausa dei lavori (FOTO BARLETTALIFE) 46 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 Enigmistica Cruciverba a schema libero con riferimento a Barletta di Franco Lamonaca Omaggio a Piripicchio, lo “Charlot di Puglia”. A schema risolto, riportare nelle caselle in calce le definizioni con lo stesso numero, trascrivendo in cifre quelle definite in lettere: es. otto = 8. Si avrà così la completa data di nascita di “Piripicchio”. 1 2 3 15 4 5 16 21 22 6 7 8 9 17 18 12 19 13 26 27 31 20 28 29 32 34 37 35 36 38 39 43 40 41 42 44 46 45 47 50 51 52 53 54 48 55 59 64 65 66 70 18 49 56 58 69 14 24 33 63 11 23 25 30 10 67 57 60 61 62 68 71 29 27 72 40 50 39 60 Le definizioni riguardanti Barletta e Piripicchio (foto centrale) sono precedute da un asterisco* (Soluzione a pag. 49) Orizzontali Verticali 1.* Il nome di battesimo di Piripicchio. - 6. Un verbo del falegname. - 13. Imperia. - 15. Salerno. - 16. Il carbonato di calcio. - 18.* La nostra bella città. - 21. L’Università presente anche a Trani. - 23.* Il nome d’arte di cui stiamo trattando. - 24. Si grida dopo “hip-hip”. - 25.* Il nostro buon gigante. - 26. Felicità spirituale, beatitudine. - 27. Porta il solleone. - 30. La cittadina di Pellizza, l’artista di “Quarto stato”. - 32. Derivanti da libera scelta, da votazioni. - 33.* Un centro sportivo su Via Canosa. - 34. Catania. - 36. Riscuote i diritti d’autore. - 37.* Il complesso edilizio sull’ex area Fertrinelli. - 39. La seconda sillaba di Manzù. - 41. Mister in breve. - 42. L’Aquila. - 43.* Il cognome anagrafico di Piripicchio. - 44. Dava assistenza e previdenza agli statali. - 45. Il rutenio. - 46.* La seconda città di Piripicchio. - 47. Rovigo. - 48. Si accendono per l’esplosione. - 50. Novara. - 51. Orgogliosa, molto fiera di sé. - 53. Segno negativo. - 56. È il primo fiume d’Italia. - 57. Escursionisti Esteri. - 58. Le sorelle cantanti dell’EIAR. - 60. Società segrete. - 63. Le fedi nuziali. - 65. Sigla automobilistica dell’Olanda. - 66.* Il nostrano cantautore che ci ricorda Piripicchio. - 69. Si allunga con gli anni. - 70. Venuto al mondo da poco. - 71. Astucci da sartorie. - 72. Dietro le Marie. 1.* Il nome del maestro Di Pinto. - 2. Cagliari. - 3. Sono pari in cerchio. - 4.* Il luogo cittadino dove nacque Piripicchio. - 5. Il profeta che volò in cielo. - 6. Breve incursione aerea. - 7.* Il circolo intitolato a Carlo Cafiero. - 8. Con sè, presso di sè. - 9. Destro, molto capace. - 10. Il grande Casadei della musica romagnola. - 11. Articolo romanesco. - 12. Sentirsi degno, guadagnarsi lodi. - 13. Andata. - 14. Esprime dubbio. - 15.* Riposano nel sacrario di Barletta. - 17. Indica un microprocessore. - 19.* Il libro dedicato a Piripicchio. - 20. Lo stesso che scrofe. - 22. Mario: l’ex “Fortebraccio” de l’Unità. - 23. Qualitativamente superiori. - 28. Le prime di Gessica. - 29.* Il numero civico della natìa casa di Piripicchio. - 31. Guidare l’aereo. - 35. Un ottavo del giorno. - 37. Lubrifica la nostra pelle. - 38. Città balneare francese sulla costa Azzurra. - 39. L’attuale Renato della canzone. - 40. È il primo di tutti. - 42. Il colle fiorentino con l’osservatorio. - 49. Gruppo d’appartenenza sociale. - 50. Il numero delle muse. - 52. Regge la bandiera. - 53. Fa prodigi con una bacchetta. - 54. L’energia del cane a sei zampe. - 55. L’ultima sinfonia di Beethoven. - 58. È come dire fra. - 59. Il prefisso del poco vedente. - 61. Le elvetiche centrali. - 62. Le vocali di Venere. - 64. Congiunzione telegrafica. - 67. In mezzo al rogo. - 68. Arezzo. FEBBRAIO 2014 IL FIERAMOSCA 47 UN AGENTE REALE È SEMPRE CON TE. Noi di Reale sappiamo come proteggere il tuo mondo. Perché è anche il nostro. Ecco perché puoi affidarti alla nostra Agenzia, che offre ai propri Soci assicurati serietà, professionalità e attenzione continua. 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Finanziario t. 0883 310 457 - Filannino t. 0883 571 571 - Galante t. 0883 532 241 - Lattanzio t. 347 645 7257 Rizzitelli t. 339 420 6003 Sul restante territorio: 48 ILt.FIERAMOSCA Andria 0883 595 122 - Bisceglie t. 080 395 75 69 - Canosa di Puglia t. 0883 880 803 Giovinazzo t. 080 394 44 83 - Molfetta t. 080 334 92 47 FEBBRAIO 2014 Atletica La “Barletta Sportiva” vince la Maratona dell’Incoronata L’ ennesima grande prestazione è stata ottenuta dalla Barletta Sportiva domenica 2 febbraio 2014 alla 2a edizione della Maratona dell’Incoronata, Primo posto nella classifica di società e, podio tutto barlettano nella classifica individuale femminile, prima Teresa Lelario, seconda Mariella Dibenedetto e terza Annamaria Peschechera, quest’ultima all’esordio sulla distanza dei 42 km e 195 metri. Nella piacevole località del Santuario dell’Incoronata, a due passi da Foggia, è stata organizzata da Massimo Faleo una manifestazione che prevedeva tre distinte gare che si sviluppavano rispettivamente, sulla distanza dei 10 km della mezzamaratona e della maratona; il tutto si è realizzato all’interno di un circuito della distanza di 5 km ripetuto più volte in base alla distanza. Più di 600 i partecipanti provenienti da tutta la Puglia e dalle regioni limitrofe, che hanno affrontato coraggiosamente il cattivo tempo, caratterizzato da una pioggerellina incessante che ha complicato non poco, l’andamento della corsa dall’inizio alla fine. I risultati della km 42,195. Dagostino Ruggiero 3.11.41; Lelario Teresa 3.32.08; Dibenedetto Maria 3.36.46; Peschechera Anna Maria 3.36.46; Doronzo Filomeno 3.38.36; Cascella Vincenzo 3.47.16; Di Giulio Cosimo 3.48.25; Calabrese Michele 3.54.50; Lanotte Ruggiero 3.55.03; Patruno Nunzia 4.00.39; Dibenedetto Bartolomeo 4.04.51; Prencipe Francesco 4.24.41; Dileo Maria Rosaria 4.25.19; Montemurro Stefano 4.27.20; Riccucci Antonio 4.29.59; Ardito Filippo 4.36.04; Rizzitelli Michele 4.37.30; Caputo Pasquale 4.44.56; Gargano Angela 4.55.32; Graniero Ruggiero 5.06.42; Distasio Raffaella 5.06.43; Napoletano Teodoro 5.12.35; Lops Teresa 5.38.41; Lomuscio Eligio 6.18.48. Petrella Salvatore 1.40.43; Laporta Ruggiero 1.42.20; Filannino Nicola 1.44.24; Rizzi Cosimo Damiano 1.44.52; Palmieri Felice 1.46.23; Sequenza Angelo 1.46.40; Marcello Michele 1.47.21; Dalba Roberta 1.47.30; Dicosmo Giovanni 1.47.51; Dibello Giuseppe 1.50.07; Carone Michele 1.53.56; Boschetto Damiano Paolo 1.53.57; Bruno Nunzio 1.53.57; Tupputi Natale 1.57.14; Piccolo Teresa 1.57.21; Iurino Vincenzo 1.57.42; Lionetti Michelina 1.58.55; Manosperti Girolamo 2.00.12; Russo Annamaria 2.01.34; Palmitessa Vincenzo 2.01.34; Piazzolla Cinzia 2.02.21; Palmitessa Arturo 2.05.10; Antonucci Nicola 2.06.48; Moccia Maria 2.07.05; Giandolfi Franco 2.10.28; Giorgio Stefano 2.10.51; Doronzo Emanuele 2.13.53; Maffione Sara 2.14.24; Fiorella Giuseppina 2.16.15; Lattanzio Riccardo 2.17.07. I risultati della 21,097 Km Cassano Michele 1.17.39; Dibenedetto Francesco 1.27.39; Defazio Massimiliano 1.29.46; Filannino Luigi 1.30.08; Cianciolo Marco 1.30.36; Di Matteo Adriano 1.34.33; Farano Vito Antonio 1.35.30; Piccolo Giacomo 1.37.35; Mastrapasqua Pasquale 1.37.56; Gentile Antonio 1.38.33; Cornacchia Nicola 1.39.32; Leopardi Barra Antonio 1.39.47; I risultati della 10 km Drago Antonio 0.49.36; Barbera Riccardo 0.49.36. Soluzione di pag. 47 B A R L E T E T 69 A N I A 50 B 27 L U G L I T 53 67 54 T O N T O 33 V O L 30 G P L U M 25 21 22 S A A 15 1 M I 39 2 I C A 3 4 P I O 17 L E 5 6 27 C C H L C A R E 16 C H E L 32 R I I E C C E R U 8 T A Q I I N V O I C 29 U R R A 24 B A R 10 42 T 28 O 18 9 45 A E L U G L I 62 49 41 R A S P A R E 7 E 57 M R 36 E 26 I I E E M 40 35 I 7 T E 61 48 S G A U D 23 S E T 60 Z U 31 R 60 72 44 P E D O A R E 0 I 56 C T 34 39 E N P A S 38 I 9 P O R O S O L E M A R L I 47 43 37 50 68 59 55 G E N O V E S E I 40 N O P A S T O R E M E N O 52 O 1 A G O R A I 66 T E R A I 71 G O L E S C A N O L 51 46 L 65 T R 58 N O 29 N E O N A T O 64 O A 5 70 V E R E 63 T 11 19 L E T T 20 M 12 13 I A M 14 2014 18 FEBBRAIO IL FIERAMOSCA 49 50 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 San Valentino Risveglio d’amore Cantico d’amore A me ritorni, violando eremi logori di vento con ritrovata voce che s’insinua nel guscio del mio essere risvegliando turbinii di memorie. Tripudio di suoni, in un concerto che allaga i minuti colmando solchi scavati da crudele nudità di una sostanza cresciuta nel delirio della diaspora. Tu torni, estendendo ali di metamorfosi su dissipazioni di certezze che assurgono a voli di alchimie tra ebbrezze prodighe di scenari astrali. Torni alla fonte, al primordiale approdo di un sentire che ha calvacato il dorso delle nubi nel mutevole percorso di un amore sconfinato tra guglie indistinte. E torni, mentre s’inebria il volto della luna infiammando l’utopia di un risveglio impaludato in trame sfrangiate da rovelli muti di presenza-assenza. Torni, come onda serica a lambire la mia riva, come riverbero in un cielo profanato da mille tuoni, torni alla foce di un’anima [che pulsava d’attesa. Cantico d’amore Per te m’appresto, fanciulla adorata, d’incanto venuta sulla mia via, ad intrecciar le rime, alma pacata, rime di gaudio, d’eterna armonia. Intorno a me la natura è ridente, e tutto illumina di luce divina!… il tuo viso, d’amore splendente, per me è l’aurora, un’aurora vicina!… Roseo un sentiero appare lontano: prati inverditi e di fiori smaltati!… un sogno, un invito, un pensiero arcano!… … e nei tuoi occhi d’amore stregati smagliante, non invano si specchia il nostro sorriso d’innamorati. Rosa Spera Il tempo dell’amore Il tempo dell’amore fugge, ritorna… e nelle impervie giornate d’una vita travagliata, sopra ogni cosa saldo resta il legame che ancora preserviamo dall’usura del tempo. Riaffiorano i ricordi, le cose care del passato e nelle sbiadite foto ritroviamo l’antico sorriso, i ragazzi sulla riva del mare, la dolce frescura agreste, il tuo sorriso scanzonato, in un leggero passo di danza la tua mano sulle mie spalle in un gesto protettivo… Il tempo pare essersi fermato, in quelle logore foto d’un tempo ormai remoto. Grazina Carpinelli Garribba Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010 FEBBRAIO 2014 Giuseppe Mazzola Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010 un fiore che sboccia una rondine che vola nel cielo stellato dandole sicurezza e amore. Per amore è il segreto della loro unione, ricco di amore e soddisfazioni che per loro non ha confini, è il nido del loro stare insieme pieno di felicità e comprensioni, è il bisogno di amarsi scambiandosi amore e tenerezze, è un amore molto unito che per loro non ha barriere. Per amore è la canzone del loro incontro pieno di amore che crea un’atmosfera amorosa di cuori felici ed innamorati. Michele Vannella Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010 Nell’amore Sta tramontando il giorno ma ancora viva l’ultima luce del sole fende, senza farsi sentire, il tuo profilo. Muta di un silenzio voluto, al buio scuoto il dolore dal cuore. Socchiusi gli occhi, tra calde lacrime di rassegnazione, mi piace guardarti al vento e trovarti forte, mio. Come donna che dopo l’amore, ancora empia d’ebbrezza vibra al lento dondolio del ricordo, mi scopro paga e d’un tratto molto amata. Rapita dai teneri gesti, sorpresa da tanta insperata passione, volgi il tuo sguardo verso il mio e sento il tuo respiro. Lasciami sognare che ora e sempre sia questo il mio idillio. Maria Grazia Vitobello Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010 Per amore Per amore un uomo dà carezze e baci alla donna che ama, che per lui rappresenta San Valentino Inno all’amore, ricorrenza sublime fatta di sogni e passione, di ore felici, di eventi trascorsi. Paolo Pietro Cappabianca Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010 … Per sempre Nel profondo del giardino occulto del mio cuore, pullulano veemente per te un turbine di impulsi, una selva di passione che vegeta in disordine. Desiderio Tentazione Sfrontataggine Tenerezza Devozione… Tutto è saldamente radicato in me. Questo è! È per questo che ti ho fatto la promessa che mi terrà legata per sempre a te! F. Giò Dibenedetto Non più soli, Edizioni R.E.I. IL FIERAMOSCA 51 Vernacolo M’arress paggett a D’sfeid de Barlett di Antonio Falconetti Tent’enn, ma tenta tenta enn fè, pour u grend profat M’arress, orgoglios della sua cittè, o certam storico è v’lout partecipè. L’hann vestout da paggett e se ne sciout in geir che tutt Varrett. M’arrecord, ca ind a nu capannon, ca stav in via Endrie vecein o canalon, stev’n tutt i vesteit, armatour e spad ca se usev’n in chedd’epoca passat. Quenn dè, a preima matein me presentibb, me mettern n’gudd n’armatour e sculacchibb. Nan riusciav chiù da n’derr a ialzè tre crestian me v’neren ad aiutè. “Na cose chiù leggiar, o piccion d’Arè nan ce stè, nan ma puteit dè!?” Me mettern allor na calzameglie, che accumeghjè i sbrevugn, tre par de mutent me mettibb satt a meglie, a strisce biancoross n’gudd na casecch, nu cappidd in cap e che spad, na mezz. A mezzadè, ce der’n nu panein che mezza buttiglie de vein, u cortè, è trè accumenzett e fino a sar e dic’ f’nett. Mù, che fè a Barlett a rievocazion, ce volen milion e milion, ce n’gè dann soltent i vesteit M’arress se vest arrat e che Barlett se ne vè in geir, senza accumeghjè i sbrevugn e senza pighjè na leir. Geremia Discanno, La Disfida di Barletta, 1858 52 IL FIERAMOSCA FEBBRAIO 2014 INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI Archeoclub di Barletta 348 3739839 Archivio di Stato (Via F. d’Aragona, 132) 0883 331002 as-ba.barletta@beniculturali.it Archivio della Memoria e della Resistenza (c/o Castello) 0883 578644 Ass. Cultura e Turismo (Via d’Aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620 Aufidus - Ass. inform. turistica 339 3218439 Biblioteca Comunale (c/o Castello) 0883 578607 Biblioteca e Archivio Diocesani “Pio IX” (Via Nazareth, 68) FOTORUDY SERVIZI SOCIALI A.I.A.S. - Assistenza Spastici (Via della Repubblica, 1) 0883 527859 ANT - Delegazione di Barletta (Via A. Bruni, 28) 0883 310230 A.V.I.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio) 0883 521686 Casa di riposo “R. Margherita” 0883 522446 Centro Antiviolenza per le donne (P.zza Aldo Moro n. 16) 0883 310293 Centro Aperto Polivalente (via R. Margherita, 126) 0883.510181 Centro Accog. Immig. Caritas (Via Manfredi, 45) 0883 572557 Centro Intercult. per le migrazioni (via. A. Bruni, 13) 0883.310387 Consultorio familiare “Insieme…” 0883 520395 Curia Arcivescovile 0883 531274 Fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, I) 0883 518002 GOS Laboratorio urbano tel. 0883 310214 - fax 0883 576156 ODO-ANT (Via Fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128 Sert 0883 577302 Settore Servizi sociali Comune di Barletta, piazza Moro, 16 0883.516460 TAXI - AUTOAMBULANZE E TRASPORTO INFERMI A.S.L. BT - centralino 0883 577111 AVSER (Via Magenta, 24) 368 3511354 - 0883 528443 Croce Rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso 0883 526924 Misericordia Barletta - Servizio ambulanza 347 0951836 O.E.R. - Operatori emergenza radio (Via M. del Carmine) 0883 535000 NO. di SS. Nuovi Orizzonti di Sostegno Sociale 329 0536112 U.N.I.T.A.L.S.I. (Via M. del Carmine) 0883 536788 Taxi (P.zza Conteduca) 0883 521469 FEBBRAIO 2014 0883 531274 Cantina della Sfida 0883 532204 Castello 0883 578620 Centro Culturale Zerouno 0883 333807 C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170 IAT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331 Lega Navale 0883 533354 Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra)0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374 Parco Archeologico di Canne 0883 510993 Pro Loco Barletta e Canne della Battaglia (Via Venezia, 42) 339 3869860 URP (Ufficio relazioni con il Pubblico) 0883 578488 Numero Verde 800761414 POSTI TELEFONICI PUBBLICI Bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) Orario: 7-22 0883 534305 SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO Acquedotto (Servizio Guasti) 800 735735 Scoppio (Servizio Trasporto Urbano) 0883 518554 Capitaneria - Soccorso in mare 0883 531020 - 1530 Carabinieri - Pronto Intervento 112 - comando compagnia 0883 537400 Cimitero 0883 510675 Comune - centralino 0883 578111 Corpo Forestale dello Stato1515 Elettricità (Enel, Guasti, Contratti e info) 800 900800 Ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21) 89 20 21 Gas (Servizio Guasti) 800 900999 Guardia di Finanza117 - Comando compagnia 0883 531081 Guardia Medica - notturno e festivo 0883 575130 Polizia di Stato - soccorso pubblico 113 Polizia Commissariato 0883 341611 Polizia Locale - Pronto intervento 0883 332370 Polizia Stradale 0883 341711 Polfer 0883 521502 Poste Italiane 0883 536097 Prefettura - centralino 0883 539111 Pronto Intervento 118 Pronto Soccorso A.S.L. BT 0883 577781 Protezione Civile 0883 578320 URP - A.S.L. 0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050 Soccorso ACI 116 Soccorso Pubblico 113 Vigili del Fuoco - Pronto Intervento 115 - locale stazione 0883 531222 IL FIERAMOSCA 53 ORARIO FERROVIARIO fino a dicembre 2014 BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA Da Barletta a Bari: 4.42 4.43 5.27* 5.48 5.54* 6.20* 6.40 6.43 6.48 7.00 7.12 7.30 7.52 8.30 8.50 10.42 10.59 11.36* 12.44 12.56 13.37* 13.48* 14.02 14.10* 14.22 14.43* 15.02* 15.22 15.57 16.10* 16.46* 17.04* 17.16 17.43* 17.46 18.13* 18.20* 18.39 18.46* 19.00 19.18 19.43* 19.55 20.04 20.16* 20.44* 21.03* 21.36* 21.44* 22.16* 22.39 22.52 23.03* Da Bari a Barletta: 0.01 0.15 4.00 4.23 5.32* 6.00* 6.05 6.29 6.45 7.15* 7.38* 7.45 8.00 8.07* 8.15 8.38* 9.38* 10.04* 10.10 11.38* 11.48 11.53 12.04* 12.30 12.38* 13.05 13.17* 13.27 13.38* 13.45 14.04* 14.10* 14.27 14.38* 15.15 15.38* 16.05* 16.35 16.42 17.05 17.15 17.35 17.45 18.07 18.10 18.17* 18.34 19.00 19.34 19.40 20.15 20.30 21.19 21.33* 21.40 22.06 22.13 23.09* Legenda: Espresso, Regionale, IC, ICN, F. Argento, F. Bianca, Festivo *= il servizio si effettua anche la domenica Da Barletta a Foggia: 0.34* 4.47 5.11 6.02* 6.43* 6.53 6.54 7.15 7.45* 8.08* 8.31 8.50* 8.56 9.03 9.08* 10.08* 10.48* 10.58 12.08* 12.31 12.39 12.48 13.08 13.20 13.45* 14.08* 14.21 14.48* 14.54 14.57 15.08* 15.21 16.02 16.08* 16.48* 17.30 17.37 18.02 18.22 18.45* 18.57* 19.50 20.26 21.02 21.13 21.21 22.06 22.21* 22.28 22.53 22.58 23.57* Da Foggia a Barletta: 4.00* 4.10 4.48* 5.05 5.19* 5.39* 6.00 6.06 6.15 6.37 6.46 7.10 7.57 10.00 10.15 11.05* 12.00 12.13 13.05* 13.12 13.19* 13.38* 14.14* 14.20* 15.18 15.38* 16.17* 16.22* 16.33 17.14* 17.38* 17.50* 17.55 18.17* 18.35 19.14* 19.25 19.46* 20.14* 20.19* 21.05* 21.14* 21.45* 22.10 22.32* Per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni e acquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21 (Raggiungibile solo da telefoni di rete fissa). CHIESE: orari Ss. Messe STAZIONI DI SERVIZIO TURNI FESTIVI MESI FEBBRAIO 20143 e MARZO 2014 Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30 Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00 8-9Febbraio TURNO A 8-9Marzo IP ESSO ESSO TAMOIL ESSO via L. Da Vinci via R. Margherita p.za 13 febbr. 1503 via S. Samuele via Trani 22-23 Febbraio TURNO B 15-16 Febbraio 15-16 Marzo AGIP IP ERG TOTALERG TOTALERG via Canosa via Trani via Parrilli lit. di Ponente via Barberini 1-2Marzo TURNO C 22-23 Marzo TURNO D 29-30 Marzo ERG AGIP IP IP Q8 ERG ERG TOTAL AGIP Q8 via Canosa, 84 via Foggia via Andria lit. di Ponente via Trani 54 IL FIERAMOSCA via R. Margherita via Violante via Andria via Trani via Foggia SS 16 sabato sera domenica BUON PASTORE 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Medaglie d’Oro, 29 CARMINE 17.00 via Mura del Carmine CHIESA CIMITERO 9.00 CUORE IMM. DI MARIA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Barberini IMMACOLATA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Firenze, 52 MARIA SS. STERPETO 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00 viale del Santuario, 13 12.30 OSPEDALE CIVILE 9.00 PURGATORIO 19.309.00 19.30 corso Garibaldi S. AGOSTINO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Pozzo S. Agostino, 28 S. ANDREA 18.30 9.00 10.30 11.30 18.30 via M. Bruno S. BENEDETTO 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via R. Margherita S. CATALDO 10.00 20.00 via Mura S. Cataldo S. DOMENICO 19.30 19.30 corso Garibaldi, 198 S. FILIPPO NERI 1110 7.30 9.30 11.30 19.00 via Mons. Dimiccoli, 116 S. GIACOMO 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00 c.so Vitt. Emanuele, 147 S. GIOVANNI APOSTOLO 19.00 8.30 11.00 19.00 via delle Querce, 2 S. LUCIA 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00 vicoletto Santa Lucia S. MARIA DEGLI ANGELI 8.00 10.00 11.30 19.00 viale Marconi, 22 S. M. DELLA VITTORIA 18.00 20.00 18.00 via Cialdini, 70 S. MARIA DI NAZARETH via Nazareth S. NICOLA 19.00 8.15 11.00 19.30 via Canne, 195 12.15 S. PAOLO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 via Donizetti S. RUGGERO 7.30 via Cialdini SACRA FAMIGLIA 19.00 8.00 10.00 19.00 via Canosa, 143 SANTA M. MAGGIORE 11.00 via Duomo SANTO SEPOLCRO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 corso Vitt. Emanuele SPIRITO SANTO 19.00 9.00 11.00 19.00 via Boggiano, 43 SS. CROCIFISSO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Petrarca SS. TRINITÀ 19.00 10.00 11.30 19.00 via Palmitessa, 38 FEBBRAIO 2014
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