se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno

Anno XLI - FEBBRAIO 2014 - Una copia
se non diremo cose
che a qualcuno spiaceranno,
non diremo mai la verità
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2/2014
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(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA
Mensile di cultura, informazione e attualità
D
9
Secondo la Corte dei Conti la soppressione delle province sarebbe
disastrosa
9
Provincia BAT
Disastrosa la soppressione delle province.
Possibile che solo il governo non se ne sia
accorto?
11
10
Riattivato lo sportello DSA (Disturbi Specifici
dell’Apprendimento)
12
Euro*Idees - Bruxelles
Il turismo nella BAT nel 2012
di Emmanuele Daluiso
15
IISS “N. Garrone”
Aperte le iscrizioni al Liceo Artistico e ai tre
indirizzi dell’Istituto Professionale
Orto botanico
Orto botanico, i sogni e la realtà
di Antonio Riglietti
Una proposta dal sindaco Cascella
16
Puglia Imperiale
L’Agenzia Puglia Imperiale promotrice del
turismo territoriale
17
L’Agenzia Puglia Imperiale conferma
il suo ruolo di soggetto promotore del
turismo territoriale
2129
L’Editrice Rotas svolge un ruolo importante nella divulgazione della cultura,
della storia millenaria
17
Via dei Muratori
Via dei Muratori la strada che non c’è
di Aldo Musti
24
Chiesa
Cursillos di cristianità. Concerto-meditazione “Inno alla Sapienza”
18
Matematica
Tre passi verso l’infinito. L’enigma dei numeri primi
di Raffaele Carbonara
29
Disfida
La Disfida di Barletta: la vera storia
di Renato Russo
19
ANMI
Sebastiano Lavecchia Presidente onorario
dell’ANMI
21
Editoria
L’Editrice Rotas e il forte legame con il territorio. Riflettori su un’azienda editoriale,
preziosa presenza nel Nord-Barese
di Michele Cristallo
23
Terrorismo
Ricordo del maresciallo Francesco Di Cataldo ucciso dalle Brigate Rosse a Milano il
20 aprile 1978
di Giulia Cerqueti
31
32
33
35
La Penisola del Tesoro. Il T.C.I. a Barletta
per Disfida e per piacere
di Luciana Doronzo
Il combattimento di 13 Italiani con 13 Francesi a Quarata
Storia locale
Piazza Marina, già Piazza della Dogana,
già Largo del Carmine
di Pasquale Pedico
Ambiente
Ariscianne, un inestimabile patrimonio
dimenticato
di Giuseppe Savasta
29
4 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
(FOTO MARIANO GAGLIARDI)
2/2014
29
(FOTORUDY)
La Disfida di Barletta: la vera storia più appassionante del romanzo
ma noi continuiamo a ignorarla
37
Scuola
S.M. “G. De Nittis”. Realizza un incontro
speciale per ragazzi speciali
degli alunni della 3a A e 3a E
39
38
41
S.M. “R. Moro”. Premiato a Cerignola l’alunno Gaetano Pavone della 3a D
43
Ricordo
Quelle sue ultime lettere alla Gazzetta
per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla
scomparsa
di Renato Russo
44
Musica
Loving Duets duettando in jazz
Teatro
Emozioni da palcoscenico. Onore alla stagione della spendig review, che sta regalando spettacoli di indiscutibile qualità
di Carmen Palmiotta
Brevi di cultura
41
Il cartellone teatrale del “Curci” regala belle emozioni da palcoscenico nonostante la spending review
46
Cinema
Presentato il cortometraggio “Io donna”
tratto dall’omonimo romanzo di Bonadies
47
Enigmistica
Cruciverba a schema libero con riferimento a Barletta
di Franco Lamonaca
49
Atletica
La “Barletta Sportiva” vince la Maratona
dell’Incoronata
51
San Valentino
Risveglio d’amore / Il tempo dell’amore /
Cantico d’amore / Nell’amore / Per amore
/ San Valentino / … Per sempre
6
RUBRICHE
Lettere al direttore
- Quelle nobili famiglie in via di estinzione
- Una piacevole sorpresa
- Le librerie a Barletta nel ‘500
43
7
25
32
52
53
Quelle sue ultime lettere alla “Gazzetta” per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla scomparsa
- Requiem per una palma
- La foto curiosa: un inedito Eraclio a cavallo
- Luca Amendola piccolo sindaco a Massino Visconti
- Nessuno sponsor per la cultura. Che
delusione gli imprenditori!
- Da volontario a maresciallo degli Alpini
In città
Notizie in breve
Libri del mese
La Disfida di Barletta, l’epoca e i protagonisti
Storia quasi vera de la Disfida di Barletta
a cura della Libreria Liverini
Vernacolo
M’arress paggett a D’sfeid de Barlett
di Antonio Falconetti
Vivicittà
TEKNO FILATI Srl
FILATI CUCIRINI
E ACCESSORI
PER CALZATURE
Barletta - BT
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FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
5
Lettere al direttore
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Mensile di cultura, informazione e attualità
n° 2 - febbraio 2014
anno XLI
Direttore responsabile
RENATO RUSSO
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Registrazione presso Tribunale
di Trani n. 140 del 1-3-1975
Stampa in proprio
su carta ecologica riciclata
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e Amministrazione
Editrice Rotas s.r.l.
Via Risorgimento, 8
Tel. 0883.536323
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BARLETTA
e-mail: rotas@edirotas.it
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ISSN 1722-8972
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6 IL FIERAMOSCA
Quelle nobili famiglie in via d’estinzione
Leggendo la sua storia di Barletta e il volume sugli
stemmi di nobili casati cittadini di Vitrani e Pinto, mi sono
imbattuto in numerose famiglie di alcune delle quali non
c’è più traccia: per ricordarne alcune molto famose e ricorrenti nelle cronache del loro tempo, oggi sopravvissute
solo nel nome dei loro palazzi, come nel caso delle famiglie Affaitati, Bonelli, Bruotschy, De Beaumont, Caggiano, Comonte, De Leone, Della Marra, Elefante, Gentile, Fraggianni, Marulli, Pappalettere, Parlander, Perfetti,
Santacroce.
Delle famiglie nobilitate da un blasone e da un palazzo, esistono ancora le famiglie Cafiero, Esperti, De Martino Norante… Leggo dalla sua storia sui “Protagonisti
del Novecento” il riferimento alla famiglia Esperti della
quale la continuità del ceppo ereditario è affidato al piccolo Gaetano…
Michele Piccolo
Gaetano Esperti (nella
foto), figlio di Camillo che
ha come prossimi ascendenti Gaetano (Nino),
Giorgio, fratello di Camillo (il notaio nonché podestà della città nel 1930) a
sua volta discendente da
Gaetano figlio di Camillo,
figlio di Francesco Saverio
(sindaco nel 1805, fratello dei patrioti Raffaele e
Filippo), figlio di Giorgio
(portulano e a sua volta
sindaco nel 1800). Dall’albero genealogico della famiglia Esperti (cfr. R. RUSSO, Barletta, Protagonisti del
‘900 M-Z, Editrice Rotas 2013)
Una piacevole sorpresa
Egregio Direttore, con molta felicità ed emozione sono
a condividere con lei e la redazione del “Fieramosca” la
mia piacevole sorpresa nella pagina ufficiale http://papafrancesco.com/preghiere.
Sono state pubblicate le seguenti mie poesie (“Signore”,
“Grazie Signore”), preghiere (“Preghiera del giorno”, “Preghiera d’amore”), lettera aperta (“Auguri Papa Francesco”)
e racconti (“L’uomo”, “Avevo un senso di non so che”).
Sono felice, mi sento ricca dentro perché posso condividere
le mie parole, i miei pensieri con milioni di persone.
Cordialmente
Ada Roggio
Le librerie a Barletta
nel ’500
Ho letto da qualche parte che
nel 1500 il movimento librario a
Barletta era così intenso che non vi
era famiglia di professionista (notaio, avvocato o nobile famiglia) che
non avesse una ricca biblioteca, per
non parlare dei conventi. Che fine
hanno poi fatto queste biblioteche?
Vincenzo Doronzo
Nella più gran parte sono andate distrutte in due occasioni: negli
incendi che appiccarono alla città i
mercenari di Renzo da Ceri quando
nel 1528 diedero fuoco a Barletta,
e nel 1656 durante la peste (si sospettò infatti che i libri potessero
trasmettere il contagio).
Quanto alle biblioteche esistenti
nel Cinquecento, bisogna distinguere quelle religiose che erano pubbliche da quelle private. Quanto alle
prime, la più antica era quella dei
Minori Osservanti di S. Andrea extra moenia; poi venivano quelle dei
Padri Domenicani che si trasferirono nella chiesa di S. Maria Maddalena (S. Domenico). Ma la più dotata
fu certo quella dei padri Gesuiti nel
Conservatorio presso la chiesa da
essi edificata di S. Paolo (oggi Monte
di Pietà). Quanto ai privati ricorderemo alcuni casi riportati dal notaio
Orazio De Leo: Ascanio Quarto,
avvocato, possedeva una biblioteca
di almeno 500 volumi (notaio De
Leo, 1586); Giovan Battista Abbati,
dottore, aveva una grande biblioteca medica e di autori latini e greci
(notaio De Leo, 1589); Bernardino
Gentile in un inventario dice di possedere I Sermoni di mons. Bonello
arcivescovo di Ragusa (notaio De
Leo, 1594) etc.
FEBBRAIO
2014
Lettere al direttore
Requiem per una palma
Sei stata l’orgoglio dell’angolo di via
Martiri 12 settembre e via Canne. Posta di
fronte alla Chiesa di S. Nicola, “umanizzavi” quel triangolo di marciapiedi, partecipando alle gioie e ai dolori della gente del
quartiere.
Ogni anno “eri accarezzata” contro tua
voglia, dai botti di fine d’anno, ma rimanevi ferma e sicura, anche se, da tempo
alcuni cinofili ti costringevano ad accettare
i “doni” che, quotidianamente - mattina e
sera - ti lasciavano i loro amici. I “punteruoli rossi” della notte t’hanno ferita ed
uccisa!
Un amico che t’incontrava sulla tua
strada ogni mattina.
Paolo Riefolo
Luca Amendola piccolo sindaco a Massino Visconti
Gli alunni di una quinta di
Massino Visconti (Novara) hanno deciso di trasformare la classe in una cittadina con un sindaco, un vice, un segretario, degli
assessori e dei cittadini. Dopo
una intensa campagna elettorale, dalle urne è risultato eletto… il piccolo Luca Amendola, figlio di Dora Ricco (nostra
collaboratrice per tanti anni) e Il sindaco Luca Amendola con la bandiera. Alle sue
di Luigi, segretario comunale spalle la segretaria comunale, Stella Bongiorno
di quel Comune, fino alla sua
prematura scomparsa, tre anni fa. Dopo le votazioni - non senza qualche problema
durante le trattative - il neo sindaco ha provveduto a nominare i vari assessori. Segretaria del Consiglio Comunale, Stella Bongiorno, nipote del famosissimo Mike. Successivamente il Consiglio Comunale ha deciso di dare un nome alla piccola cittadina,
battezzandola Happy Land.
Nessuno sponsor per la cultura.
Che delusione gli imprenditori!
Ho appreso, nei giorni scorsi, che i
depositi bancari degli operatori barlettani
- da soli - sono superiori a quelli di tutti gli
altri nove comuni messi insieme. Allora, in
tempi di così acuta crisi economica per il
nostro Comune, potrebbero dare una mano
a sostenere la promozione culturale del nostro turismo…
Raffaele Dicuonzo
La foto curiosa:
un inedito Eraclio a cavallo
(Michele Diviccaro)
FEBBRAIO
2014
Non si faccia illusioni. Quegli imprenditori, e non sono pochi, avrebbero potuto sostenere, almeno in parte, le nostre
iniziative culturali, ma non l’hanno fatto
negli anni del boom economico, figurarsi
oggi. Con una sola eccezione, ma in campo sportivo. Alcuni calzaturieri, negli anni
Ottanta, sostennero la squadra di Calcio
portandola in serie B. Poi mollarono, ai
primi segni della crisi. In particolare la
delusione maggiore venne dalla imprenditorialità edile che, avvolta nella spirale di
un crescente benessere, tutta presa dalla
febbre ricostruttiva e dal massiccio investimento dei profitti - con la complicità di
una classe politica del tutto assente sul
piano di una progettualità d’alto profilo
urbanistico - poco si preoccupò di disegnare la trama di una città del futuro ordinata e vivibile per se stessa e per le future
generazioni, accontentandosi di costruire
edifici frutto di scelte estemporanee e redditizie, anziché coordinate in un preordinato quadro di riferimento progettuale.
Non solo. Ma lasciandosi andare ad ope-
razioni solo investitive, quegli imprenditori accentuarono il divario della vivibilità
urbana fra centro e periferia, fra la città
vecchia sempre più intasata da grandi palazzi e la città nuova, al di là della ferrovia
che, priva di servizi pubblici e di insediamenti commerciali, si ridusse a generare
quartieri dormitorio, anonimi nella grigia
indistinta standardizzata residenzialità.
Da volontario a maresciallo
degli Alpini
Emanuele Goffredo, proveniente da
Barletta, si è arruolato nel 2009 come
volontario in ferma
prefissata di un anno
(VFP1) e ha svolto il
servizio a Merano, al
24° Reggimento di
Manovra Alpino. Entrato alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito
di Viterbo nel settembre 2010, viene promosso maresciallo nel 2012. Nel 2013, finito l’iter previsto, chiede di essere assegnato
(nuovamente) al reparto di Merano, e dallo
scorso agosto è effettivo al 24° Reggimento
come Comandante di plotone della Brigata
Alpina “Julia”.
Subito ha iniziato la preparazione per i
campionati sciistici come vice comandante
e insieme al plotone a Sestriere ha affrontato la sfida che lo ha visto in competizione
con gli altri reggimenti alpini salendo sul
podio della 66a edizione dei Campionati
Sciistici delle Truppe Alpine.
IL FIERAMOSCA
7
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76121 Barletta (BT)
8 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO 2014
CALENDARIO IN OMAGGIO AGLI ABBONATI
Provincia BAT
Secondo la Corte dei Conti
Disastrosa la soppressione delle province
Possibile che solo il Governo non se ne sia accorto?
I
l presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando il testo del
documento consegnato dalla Corte dei Conti alla Commissione del Senato, nel quale la magistratura contabile conferma il giudizio critico già espresso alla Camera dei deputati, ha dichiarato:
“Nell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali del
Senato, la Corte dei Conti ha ribadito che la riforma Delrio sulle Province non produrrà risparmi nell’immediato ed è talmente
complessa che di certo porterà all’aumento dei costi. I costituzionalisti chiamati ad esprimere il loro parere hanno chiarito tutti i
dubbi di incostituzionalità del testo. Chi altro ancora deve attestare che questa legge è costosa, che produrrà caos, che genererà
effetti devastanti sui territori e sul bilancio dello Stato, perché lo
capiscano anche il Parlamento e il Governo”?
“A proposito delle città metropolitane la Corte dei Conti segnala il rischio di “ipertrofia organizzativa” e di “carattere eccentrico” della previsione della divisione in comuni della Città metropolitana perché produrrebbe nuovi enti. Quanto alle funzioni,
la Corte stigmatizza il procedimento di svuotamento previsto e,
facendo l’esempio dell’edilizia scolastica, parla di funzioni anche
operative che eccedono la dimensione comunale e che quindi devono restare alle Province.
Ma il giudizio netto della magistratura contabile è sui risparmi:
scrive infatti la Corte dei Conti che è del tutto improbabile che
una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva
di costi e che i risparmi nell’immediato sono di entità contenuta,
mentre i costi sono considerati talmente certi che si sottolinea la
necessità di trovare adeguate coperture. Ci aspettiamo che almeno in Senato un richiamo di allerta così importante non resti lettera morta. Altrimenti qualcuno, Governo o Parlamento, dichiari
RISTORANTE
RICEVIMENTI
CONGRESSI
FEBBRAIO
2014
apertamente che anche se la riforma porterà ad un forte aumento
della spesa pubblica e al caos, si porterà avanti perché è stata annunciata: almeno i cittadini sapranno a quale follia si sta andando
incontro”.
Ma cosa accadrà con la legge Delrio?
Se diventerà operativa, la legge Delrio non cancellerà del tutto
le province, ma le trasformerà riducendone contenuti e finalità,
conseguendo un risultato a nostro parere ibrido e contraddittorio
con le finalità iniziali della normativa.
Assisteremo così non alla soppressione, ma alla trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci che lavoreranno a titolo gratuito (e vada per la BAT che conta appena dieci comuni, ma che avverrà per quelle province che di comuni ne hanno
cento?).
E inoltre, saranno istituite nove città metropolitane, mentre
sarà disciplinata con un’apposita legge la fusione dei comuni.
Prospettive inquietanti. Gli effetti della nuova normativa non tarderanno a farsi sentire, come la già annunciata cancellazione delle
prossime elezioni del 2014 per le 52 province in scadenza e per le
20 commissariate. Nell’intento del legislatore, le nuove province
dovrebbero comprendere aree più vaste di quelle attuali e i loro
rappresentanti dovrebbero essere designati non più dai cittadini
ma dagli amministratori locali che sceglieranno i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a quanto accade oggi non bisognerà
pagare più gli stipendi a presidente, consiglieri e assessori. Così,
in definitiva, al compimento della riforma, dovrebbe essere la
nuova struttura periferica amministrativa dello Stato.
Viale R. Elena
(Lit. di Levante)
tel. 0883 347741
IL FIERAMOSCA
9
IISS “N. Garrone”
Aperte le iscrizioni al Liceo Artistico
e ai tre indirizzi dell’Istituto Professionale
(sociosanitario, grafico-pubblicitario e aziendale informatico)
I
l Dirigente Scolastico della sede centrale di Barletta e
la sede associata di Canosa dell’IISS “Nicola Garrone”,
professor Antonio F. Diviccaro comunica che sono aperte le
iscrizioni al Liceo Artistico e ai tre indirizzi dell’Istituto Professionale (socio-sanitario, grafico-pubblicitario e aziendale
informatico).
I dieci laboratori dell’Istituto sono aperti per offrire agli
alunni delle scuole medie della Provincia, accompagnati dai
loro docenti, la possibilità di partecipare alle attività pratiche e didattiche specifiche di ciascun indirizzo.
Nello specifico: nel laboratorio di arti figurative “Giuseppe De Nittis” gli alunni si stanno cimentando con le tecniche di scultura, pittura e disegno del Liceo Artistico; nel
laboratorio “Steve Jobs” gli alunni hanno modo di utilizzare
i computer Apple per addentrarsi nell’affascinante mondo
della grafica e della pubblicità; nei laboratori “Don Lorenzo
Milani” e “Cartesio” i docenti e gli studenti dell’indirizzo
socio sanitario coinvolgono affabilmente le prossime matricole delle superiori in attività di animazione, accoglienza,
manipolazione creativa e assistenza.
I laboratori “John Maynard Keynes” e “Aldo Moro”,
inoltre offrono l’opportunità di assistere alla presentazione
delle imprese formative del settore commerciale e di approcciarsi alla conoscenza del mondo aziendale grazie ad
una esperienza diretta nel mondo delle Imprese Formative
Simulate.
Nel corso della visita, gli studenti del triennio finale
dell’IISS “Nicola Garrone” illustrano con l’ausilio di foto,
video e materiale informativo le esperienze di tirocinio,
stage e alternanza scuola-lavoro effettuate preso le imprese e gli enti operanti sul territorio. Gli studenti descrivono,
inoltre, le attività pomeridiane offerte gratuitamente dall’Istituto “N. Garrone” come le certificazione della Lingua
Inglese (Trinity), delle conoscenze informatiche (ECDL) e
10 IL FIERAMOSCA
delle competenze nel settore grafico (ADOBE), e il corso di
preparazione ai test d’ammissione alle facoltà di Scienze infermieristiche.
L’Istituto “Nicola Garrone” finalizza le sue scelte secondo precise linee guida:
- favorire il benessere degli studenti e la piena realizzazione dello “stare bene a scuola” attraverso uno sportello di
ascolto rivolto ad alunni, docenti e genitori;
- implementare l’attività di sostegno allo studio per ridurre
ulteriormente il tasso di dispersione scolastica (corsi di recupero, attività di sportello, progetti PON);
- raggiungere i traguardi di apprendimento attraverso interventi a sostegno delle competenze disciplinari e trasversali di cittadinanza;
- perseguire una valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli studenti trasparente ed omogenea in base
a criteri condivisi nell’ambito dei dipartimenti e inseriti nei
POF (certificazione delle competenze in uscita, eventuali
certificazioni ECDL, ADOBE, TRINITY COLLEGE);
- valorizzare i tirocini, l’area di professionalizzazione e l’alternanza scuola-lavoro puntando sulla realizzazione di
stage in azienda, in Italia e all’estero, su attività che arrischiano il curricolo professionale dello studente (incontri
con esperti nel mondo del lavoro, visite in azienda, visite e
viaggi all’estero, approfondimento delle lingue straniere).
L’Istituto “Nicola Garrone”, Scuola Polo per la legalità,
realizza iniziative formative e scolastiche per promuovere il
senso di appartenenza alla società e il rispetto delle regole
civili e sociali.
In quanto Centro Territoriale per l’Inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali (disabilità, DSA, DES, ecc.),
favorisce l’inclusione scolastica e sociale di questi studenti
attraverso percorsi di avvicinamento alla realtà produttiva
(tirocini formativi, alternanza scuola-lavoro, piani individuali di transizione) e laboratori per la
promozione di abilità sociali e dell’autonomia.
L’Istituto “Nicola Garrone” è sede
di uno Sportello di Consulenza sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento
(dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) rivolto a studenti, famiglie e
docenti della Provincia BAT. L’Istituto
si preoccupa di individuare le forme
didattiche e le modalità di valutazione
più adeguate affinché gli studenti con
DSA possano raggiungere il successo
formativo.
FEBBRAIO
2014
Provincia BAT
Riattivato lo sportello DSA
Nato da una collaborazione fra Provincia BAT
e Istituto “Garrone”
L
a Provincia di Barletta Andria Trani ha riattivato lo Sportello DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), rivolto a studenti, famiglie e docenti del territorio provinciale.
Presso la sede di Trani in Viale De Gemmis, l’inaugurazione alla presenza del Presidente della Provincia di Barletta Andria
Trani Francesco Ventola, dell’Assessore provinciale alle Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione Giovanni Patruno, del
Consigliere provinciale Luigi Antonucci e del Dirigente Scolastico
dell’Istituto “Garrone” di Barletta Antonio Francesco Diviccaro.
L’iniziativa rientra nelle numerose attività di “Provincia Amica” ed è frutto di una convenzione stipulata tra la Provincia e l’Istituto “Garrone” di Barletta, scuola polo per l’handicap dell’area
provinciale.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento più consueti sono la
dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
«In presenza di un alunno con DSA l’attenzione deve essere
massima per evitare di trasformare in sofferenza il percorso scolastico - ha affermato il Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani Francesco Ventola -. Il tragitto verso l’autonomia, nello
svolgimento delle attività scolastiche, deve essere l’obiettivo primario di genitori ed insegnanti. Consapevolezza e collaborazione
tra famiglia, scuola e comunità sono i pilastri che consentono di
sostenere emotivamente e praticamente il percorso scolastico».
«Lo Sportello provinciale è uno strumento operativo che favorisce la conoscenza della problematica sul territorio, l’emersione dei casi non diagnosticati, l’integrazione e l’inserimento del
bambino/ragazzo nel mondo della scuola e del contesto classe, e
soprattutto una sensibilizzazione della componente docente» ha
invece dichiarato l’Assessore provinciale alle Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione Giovanni Patruno.
Il Dirigente scolastico Antonio Francesco Diviccaro ha poi ribadito come «il “Garrone” di Barletta è lieto di essere al fianco di
una Provincia sempre sensibile al tessuto sociale promuovendo
attività che ampliano l’offerta formativa del territorio».
Lo Sportello DSA offrirà indicazioni di applicazione delle recenti disposizioni di legge, informazioni sul ruolo del referente
d’istituto per i DSA, assistenza per l’elaborazione di un protocollo
di accoglienza per gli alunni e gli studenti, incontri individuali di
chiarimento per l’individuazione precoce dei casi sospetti, indicazioni preliminari sull’iter da avviare per l’approfondimento diagnostico e cura dei competenti servizi sanitari, promozione di un
linguaggio condiviso al fine di strutturare strumenti condivisi per
affrontare i casi sospetti, informazioni sulla redazione del piano
didattico personalizzato, indicazioni sugli strumenti compensativi
e dispensativi, consulenza sulle modalità di verifica e valutazione degli alunni e studenti con Dsa, informazioni sugli interventi
previsti dalla legge in sede di esame conclusivo del ciclo di studi, incontri individuali di consulenza didattica, informazioni sulle
strutture socio-sanitarie presenti sul territorio, incontri di informazione e formazione sui singoli consigli di classe o sui collegi
dei docenti, su richiesta del Dirigente scolastico di riferimento o
dell’organo collegiale interessato.
Lo Sportello opererà con un’équipe minima composta dalla
Professoressa Federica Rizzo, docente referente DSA dell’Istituto “Garrone” di Barletta, due esperti psicologi (cui spetterà un
rimborso spese forfettario comprensivo dei costi di trasferta di 40
euro al giorno) individuati da una short list promossa dalla Provincia, e le assistenti sociali della Provincia.
L’équipe individuerà i casi sospetti in modo precoce per informare gli interessati sulle procedure per l’avvio degli opportuni
accertamenti e l’opportuna attivazione della rete di supporto al
processo di integrazione, curerà i rapporti con la famiglia, fornirà
supporto ai consigli di classe per la redazione dei piani didattici
personalizzati, individuerà gli strumenti e le strategie adeguate per
il singolo alunno ed accoglierà i bisogni di docenti, attivando le
risorse.
Lo Sportello sarà aperto per 15 incontri, secondo il calendario
riportato che si può consultare all’indirizzo email sportellodsa@
istitutogarrone.it o per fissare gli appuntamenti e brevi consulenze.
EN ISO 9001 (2008)
IQ-0703-16
Azienda iscritta
all’UNAE Puglia n. 266
impianti & costruzioni industriali
FEBBRAIO
2014
SOA 8612/04/00
OS30 - classifica VI
OG10 - classifica V
OG1 - classifica III
OG11 - classifica III
• IMPIANTI ELETTRICI
• CIVILI ED INDUSTRIALI
• CABLAGGI
• STRUTTURATI
• CABINE MT/BT
• PUBBLICA
• ILLUMINAZIONE
• RILEVAZIONE FUMI
• TELEFONICI
• TRASMISSIONE DATI
• DIFFUSIONE SONORA
• ANTINTRUSIONE
• MANUTENZIONI
• PROGETTAZIONE
• EDILI
• TERMICO
• IDRICO
• ANTINCENDIO
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BARLETTA · Via Paolo Ricci, 39
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IL FIERAMOSCA
11
Euro*Idees - Bruxelles
Il turismo nella BAT nel 2012
AUMENTANO I POSTI LETTO, MA DIMINUISCONO
LE PRESENZE TURISTICHE
di Emmanuele Daluiso*
L
a pubblicazione a ridosso di Natale 2013 dei dati
ISTAT riguardanti le presenze turistiche e la capacità ricettiva in Italia nel 2012 consente di fare il
punto della situazione del turismo anche nella provincia
Barletta Andria Trani.
Il calo delle presenze turistiche nel 2012
Il dato più rilevante del 2012 riguarda il calo complessivo delle presenze turistiche, un fenomeno nazionale, ma che nella BAT è stato d’intensità maggiore. Se a livello nazionale il calo è stato pari al -1,6%,
così come a livello regionale, nella BAT ha raggiunto il
-4,40%.
Il calo giunge dopo alcuni anni di crescita che avevano fatto ben sperare anche per il futuro, soprattutto
per il crescente interesse della domanda turistica estera verso il territorio della BAT e i suoi beni culturali,
ma il 2012 ha ribaltato improvvisamente un percorso che sembrava doversi consolidare. In effetti, se è
comprensibile il calo delle presenze turistiche italiane,
legate alla recessione economica sviluppatasi per tutto
il 2012 e ancora in atto, poco comprensibile è il calo
anche degli stranieri (-4,37%), considerato che a livello
nazionale e a livello regionale la componente turistica
degli stranieri ha registrato anche nel 2012 una crescita
significativa. Si tratta di un dato che deve far riflettere.
12 IL FIERAMOSCA
Nel complesso le presenze turistiche nella BAT nel
2012 sono state pari a 280.934, contro le 293.851
dell’anno precedente, di cui 215.059 italiani (224.965
nel 2011) e 65.875 stranieri (68.886 nel 2011).
Il calo delle presenze turistiche straniere ha riguardato principalmente i flussi provenienti dalla Germania,
il Paese estero che più di altri contribuisce alle presenze
turistiche straniere nella BAT con una quota nel 2012
pari al 23,8%, contro il 25,3% del 2011. In termini
assoluti il calo dei flussi tedeschi è stato pari a -1.750
presenze. Altro calo importante è stato quello austriaco
con -1.007 presenze. Si tratta dei due Paesi forse maggiormente interessati ai beni culturali federiciani presenti nella BAT, il che rende tale calo particolarmente
significativo.
Vi sono stati, tuttavia, Paesi che hanno incrementato la loro presenza nella BAT, come la Francia (+424
presenze), gli Stati Uniti (+619 presenze) e la Russia
(+555 presenze).
I dati complessivamente non positivi sulle presenze
turistiche hanno contribuito a invertire la tendenza di
crescita del tasso di turisticità della BAT, registratasi
negli anni scorsi, così nel 2012 esso è risultato pari ad
appena l’11,2% del corrispondente valore medio nazionale.
Nonostante il calo del 2012, l’andamento comples-
FEBBRAIO
2014
Euro*Idees - Bruxelles
sivo dei flussi turistici degli ultimi anni rimane su livelli
positivi: tra il 2008 e il 2012 l’incremento dei flussi turistici nella BAT è stato del +16,8%, il dato più rilevante a livello regionale, dopo quello di Lecce (+23,1%).
Tale crescita è soprattutto legata ai turisti stranieri
(+37,5%). La BAT insieme a Bari è la provincia pugliese con la più elevata percentuale di turisti stranieri, anche se su valori ancora ben lontani dalla media nazionale, dove la componente di turisti stranieri si accinge
a raggiungere la quota del 50%.
Le prospettive non rosee per il 2013
Anche il 2013 rischia di chiudere in negativo, poiché i dati parziali dei primi nove mesi dell’anno fanno
registrare a livello nazionale un calo di -4,9% rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente. Non vi sono
elementi per far ritenere che tale tendenza possa capovolgersi a livello regionale e nella BAT, per cui possiamo
attenderci per questi livelli territoriali per il 2013 una
chiusura negativa.
L’incremento dei posti letto
I dati di crescita dei flussi turistici degli ultimi anni
avevano portato ad aumentare anche la dotazione di
FEBBRAIO
2014
ricettività, che nel 2011 era risultata pari al +4,2%.
Tale tendenza si è confermata anche nel 2012 con un
+3,2%.
La dotazione dei posti letto della BAT resta tuttavia
sottodimensionata rispetto ai valori medi nazionali e
regionali: nella BAT abbiamo 12,2 posti letto per mille
abitanti, contro i 60,8 della Puglia e gli 80,2 dell’Italia.
Merita di essere sottolineato che assistiamo, tanto
a livello nazionale quanto a livello regionale, a un processo in corso di riorganizzazione dell’offerta ricettiva,
sia come risposta alle diverse richieste della domanda
turistica, sia come risposta alle difficoltà economiche
che portano le imprese a rivedere la propria offerta.
Nel 2012, infatti, si è registrata una contrazione di posti
letto in esercizi alberghieri a livello nazionale, contro un
incremento di posti letto in esercizi extra-alberghieri.
A livello regionale, viceversa, sono aumentati i posti
letto in esercizi alberghieri e diminuiti quelli in esercizi
extra-alberghieri, soprattutto a causa delle dinamiche
che hanno interessato la provincia di Foggia e Taranto.
Il tasso di occupazione dei posti letto
Il tasso di occupazione dei posti letto in Italia non è
molto elevato, pari ad appena il 21,9% rispetto a quello
teorico, per via della
forte concentrazione dei flussi turistici
nei mesi estivi. Anche la Puglia soffre
di questo problema
e così pure la BAT,
anche se quest’ultima mostra un dato
(16,1%) leggermente più alto di quello
regionale (14,8%).
Resta,
dunque,
aperto il grande problema della destagionalizzazione dei
flussi turistici, che
garantirebbe
una
maggiore redditività
alle imprese e una
maggiore
occupazione.
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
IL FIERAMOSCA
13
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14 IL FIERAMOSCA
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FEBBRAIO
2014
Orto botanico
Orto botanico,
i sogni e la realtà
Una proposta dal
sindaco Cascella
di Antonio Riglietti
Dove sono le specie botaniche rare?
L’orto botanico, progettato sul modello
di un campo di concentramento, con scarsa illuminazione degna di un cimitero, accoglie al suo interno quattro filari di vite,
alcuni alberi di ulivo e alcuni di mandorle, tutte coltivazioni molto comuni che si
possono ammirare nelle campagne di via
Foggia o via Canosa. Dove sono le specie
botaniche rare, che dovrebbero abbellire
ed arricchire un vero orto botanico? Non
esistono. Se ci rechiamo al mercato settimanale del sabato troviamo in vendita
piante molto più esotiche di quelle presenti nell’orto botanico. Se fate caso, non
esistono nemmeno indicazioni stradali che
conducano all’orticello; evidentemente gli
amministratori, alternatisi a Palazzo di città
pensano sia cosa più opportuna e migliore
tenerlo nascosto ai cittadini e ad eventuali
improbabili visitatori.
Se provassimo a chiedere a qualche assessore o dirigente del Comune di Barletta
chi abbia approvato il progetto, ci risponderebbero che non ne sanno nulla. Invece
tutti i cittadini sanno che l’area fu acquisita
durante l’era Salerno, che le due costruzioni nuove furono erette durante l’amministrazione Maffei e contrastano fortemente
con quel che resta della vecchia Distilleria,
cioè la ex palazzina degli uffici e il vecchio
capannone, sede degli impianti per la fabbricazione dell’alcool e del lievito, ormai
tutto decadente, con la tettoia sfondata e
senza più muro di recinzione; lo stesso è
spesso rifugio di qualche extracomunitario
soprattutto nel periodo invernale ed è stato
già devastato da due o tre incendi durante
gli anni. Tutto ciò che si poteva asportare
è stato trafugato: alambicchi, contenitori
in vetro, scale in ferro e strumenti vari che
servivano per la produzione, segno dell’incuria e del disinteresse reale degli amministratori, alternatisi al governo della città.
Addio ai vecchi sogni...
Addio ai vecchi sogni romantici di
qualche gruppetto di sinistra di fare della
Distilleria un Parco Archeologico InduFEBBRAIO
2014
striale. Solo cinque mesi fa è stato organizzato un convegno con qualche esperto
e con la presenza di due assessori, la vicesindaco e l’assessore Pelle, ma nessuno
ha saputo dire che cosa fare della vecchia
Distilleria, mentre ci si perdeva in disquisizioni di altri antichi manufatti di Matera,
Bari ecc. il che vuol dire che non si ha alcuna idea di che cosa farne.
Gli extracomunitari, intanto, hanno già
raccolto le olive, i vandali hanno lasciato i
loro “graziosi” sgorbi sui muri e ringraziano il Comune di Barletta per la destinazione d’uso dell’orto botanico, in costruzione
fin dal 2006 e ancora chiuso al pubblico.
Nessuno lo vuole, come ha recentemente
esclamato, in caustico dialetto barlettano,
un consigliere comunale. Per la sua costruzione si sono spesi circa 2 milioni di
euro, senza contare le spese di gestione e
manutenzione che gravano ogni mese sulle
casse comunali, cioè a spese di tutti i cittadini. Tutto è stato progettato, approvato
e costruito senza uno scopo, secondo la
filosofia dell’improvvisazione e senza una
programmazione temporale, insomma secondo il motto. “Mettiamo i sudditi (cittadini) davanti al fatto compiuto, non hanno
diritto di replica, devono solo votare”!
Forse meglio tacere
Chi lavorerà nell’orto botanico? A Barletta, i concorsi per assunzione non sono
di moda, si fa prima ad affidare tutto alla
solita “democratica” cooperativa con 20
persone che dovrebbero gestire la struttura, mentre basterebbe un solo bracciante
agricolo barlettano ad occuparsene, per
raccogliere le poche olive e mandorle e
magari regalarle agli extracomunitari, che
d’estate trovano riparo dal caldo in questo
cubo di cemento.
Si parla di due milioni di euro per far
lavorare 20 persone, di cui non si sa cosa
facciano; forse è meglio non parlarne, meglio tacere e non sapere, l’orto botanico
non esiste!
Forse una proposta operativa
sull’impiego dell’orto botanico è
venuta dal sindaco di Barletta Cascella, che l’aveva già formulata il
26 settembre dell’anno scorso.
Infatti in merito alla prospettiva della chiusura del Centro di
Ricerche “Bonomo” di Andria, il
sindaco rilasciava questa dichiarazione:
“Contribuire a evitare sia la chiusura, sia una sterile contrapposizione sulla liquidazione dell’ente tra la
Provincia di Bari e la Provincia della
BAT si può fare. Il Comune di Barletta è interessato a favorire il rilancio di
un polo di eccellenza della ricerca nel
campo agronomico articolato sul territorio nord barese. Mette dunque a disposizione della provincia BAT, che ha
ricevuto in eredità l’ente di ricerca, le
strutture dell’orto botanico della città
della Disfida per un’operazione di ricostruzione di un soggetto di ricerca
autorevole, legato alla conservazione
delle specie vegetali, alla prevenzione
della perdita di biodiversità genetiche,
alla sperimentazione di tecniche innovative, alla formazione di personale
specializzato per lo sviluppo di un’attività produttiva e la tutela di un patrimonio ambientale vitale per l’intero
territorio della provincia. L’orto botanico di Barletta offre il contesto naturale e ideale per affiancare i laboratori
e sviluppare le attività della migliore
tradizione della fondazione che altrimenti rischiano di essere perdute definitivamente. Una cosa è combattere
i vecchi sprechi e impedirne di nuovi,
altra è rinunciare alle potenzialità di
sviluppo. Di qui la proposta alla provincia BAT e ai comuni di Andria e
Canosa, ugualmente interessati alle
attività didattiche e alla ricerca agronomica e botanica, di farsi carico di
un progetto comune per individuare soluzioni condivise che mettano a
frutto sinergicamente tutte le risorse e
le strutture già disponibili”.
IL FIERAMOSCA
15
Puglia Imperiale
L’AGENZIA PUGLIA IMPERIALE
promotrice del turismo territoriale
“D
ear Puglia Imperiale, my name is Mr. Johan …, Managing Director of the Swedish based tour operator
…. We met briefly at the TTI fair in Rimini and I’m now contacting
you with two specific requests that hopefully could get a future
co-operation started…”: non c’è bisogno di traduzione per sottolineare che l’Agenzia Puglia Imperiale Turismo conferma sempre
più il suo ruolo di soggetto di riferimento del prodotto turistico del
territorio. La precisa richiesta di un tour operator svedese (presa
come esempio fra altre numerose che giungono all’indirizzo di
Puglia Imperiale) che intende organizzare soggiorni settimanali
per gruppi da 30/60 persone in bassa stagione in questa zona, è
solo l’ultima testimonianza del lavoro che l’Agenzia Puglia Imperiale ha svolto e continua a svolgere per la promozione e lo sviluppo turistico del territorio degli undici comuni che ne fanno parte.
D’altronde la costante presenza dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, nel corso degli anni, in occasione dei più importanti
appuntamenti nazionali ed internazionali di settore (dalla Bit di
Milano alla ITB di Berlino, dal TTI di Rimini alla Borsa di Paestum, ma anche all’Art & Tourism di Firenze, o alle 100 Città
d’arte di Ferrara), ha prodotto risultati straordinari per quest’area
della Puglia, che è stata inserita a pieno titolo dalla Regione fra
le aree turistiche promosse da Pugliapromozione a fianco delle
tradizionali Salento, Gargano e Valle d’Itria.
Ora è tempo di programmare le tappe della promozione per
l’anno appena iniziato, e proprio nei giorni scorsi l’Amministratore Unico, Michele Marcovecchio, ha convocato tutti gli operatori
del settore (oltre agli assessori al ramo ed ai dirigenti dei Comuni)
sia per proporre loro il programma degli appuntamenti ai quali
partecipare, sia per ascoltare le loro istanze sulla programmazione.
In questa occasione Marcovecchio ha evidenziato che, nonostante l’APIT stia portando avanti con impegno le varie attività
programmate e sia pronta ad affrontare le proprie scadenze anche per i mesi a venire, tuttavia essa si trova ad operare oggi più
che mai in un contesto di grande difficoltà per l’atteggiamento di
alcuni Comuni, che se da un lato beneficiano delle attività di promozione, marketing e comunicazione messe in campo dall’Agenzia, dall’altro segnano il passo nelle decisioni importanti, atteggiamento che in un discorso di rete rallenta il lavoro annoso e
proficuo portato avanti.
Dall’incontro con gli operatori del settore è emerso invece il
pieno appoggio all’attività dell’Agenzia: oggi non c’è nessun soggetto su questo territorio al di fuori dell’APIT che svolga le tanto
auspicate attività di coordinamento degli attori pubblici e privati per la promozione unitaria dell’offerta turistica locale, mentre
molto spesso si sente ribadire in vari dibattiti pubblici per l’argomento la necessità di un’agenzia di coordinamento come l’APIT
per migliorare l’accoglienza e l’attrattività del nostro territorio,
per integrare l’offerta e valorizzare il nostro importante e diffuso
patrimonio turistico, culturale e naturalistico.
16 IL FIERAMOSCA
Il presidente di Puglia Imperiale Michele Marcovecchio
Di qui la necessità di attuare il Piano Promozionale 2014 congiunto, coordinato dall’Agenzia Puglia Imperiale nel rispetto delle specificità di tutti Comuni aderenti: l’appuntamento con l’Itb
di Berlino, il TTI di Rimini ed altri (quello con la Bit di Milano
purtroppo è saltato), orientando il più possibile le attività di promozione turistica in modo meno indistinto e più mirato verso il
target degli operatori professionali della domanda turistica, investendo di più nella visibilità e notorietà anche internazionale del
nostro prodotto e dei nostri maggiori eventi attrattivi, puntando ad
una maggiore efficacia diretta delle azioni promozionali, compatibilmente con le condizioni economiche e di programmazione di
riferimento.
Richieste dall’estero, programmazione sul territorio: dopo il
successo della “Settimana del patrimonio culturale in Puglia Imperiale” lanciata lo scorso anno in occasione della BIT di Milano
e organizzata dall’Apit dopo la cancellazione di una simile iniziativa da parte del Mibac, il Presidente, Michele Marcovecchio, lancia oggi una nuova proposta di promozione. È infatti in cantiere
la prima edizione della Borsa del Turismo in Puglia Imperiale, da
realizzarsi con la collaborazione di Regione, Provincia e Comuni e con la società specializzata nel settore Apulia Fiere di Trani.
Una occasione, attualmente in fase embrionale, che vedrà questo
territorio per la prima volta essere il fulcro degli interessi dei tour
operator, che potranno “toccare con mano” le potenzialità turistiche di quest’area sia in termini qualitativi che strutturali.
Iniziative che rafforzano la mission dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, che vanta ormai una esperienza decennale, e che
così potrà continuare a produrre importanti frutti sul territorio: il
riconoscimento, a volte negato da qualche singolo, viene invece
dalla collettività e da oltre frontiera.
FEBBRAIO
2014
Via dei Muratori
Via dei Muratori
la strada che non c’è
di Aldo Musti*
F
acendo seguito al recente incontro del 3 febbraio scorso,
relativo alla questione di via dei Muratori, ringrazio la
IV Commissione Consiliare “lavori pubblici”, il Sindaco e tutta
l’Amministrazione comunale per l’attenzione che ha voluto riservare alla controversa questione di via dei Muratori.
Gli aspetti della questione
Contestualmente, tuttavia, mi preme esplicare alcuni aspetti della questione che temo di non essere stato capace di rappresentare
con la necessaria chiarezza e puntualità nel corso della discussione.
La soluzione individuata dall’Amministrazione comunale di
procedere all’approvazione di un progetto di opera pubblica “in
variante” al Piano Regolatore Generale vigente, al dichiarato fine
di superare ogni problematica ed addivenire prontamente al completamento della viabilità pubblica nella zona merceologica cittadina, è una scelta che rientra nella discrezionalità amministrativa
dell’Ente, e, spero, possa effettivamente rappresentare la “strada
maestra” da percorrere, ancorché neppure essa possa dirsi priva
di ostacoli.
Quello che vorrei rimarcare ancora una volta, è che la necessità di un’approvazione “in variante” al Piano Regolatore Generale
vigente, allo stato, non emerge con sufficiente nitidezza, e potrebbe essere foriera di distrazioni dell’azione amministrativa.
Infatti, per via dei Muratori dal civico 14 al civico 12, cioè, per
i suoli interessati dalla “variante”, sistemati a strada pubblica con
urbanizzazione primaria, in attuazione delle previsioni del vigente Piano Regolatore Generale, di cui alla deliberazione di Giunta
comunale n. 153/2004, finanziata da soldi pubblici POR Puglia
2000-2006, non vi è necessità alcuna di approvazione in variante
al Piano Regolatore Generale vigente.
Perché non è chiaro come si possa proporre al Consiglio Comunale il 2014, una variante per un’opera pubblica attuata il 2008.
Al riguardo, vorrei evidenziare quanto segue per contribuire,
auspicabilmente, ad evitare il ripetersi di errori ed equivoci che, in
precedenza, hanno caratterizzato l’annosa questione.
Una vicenda esemplare…
Aldo Musti è un imprenditore che opera in via Foggia e da
anni ha denunciato al Comune una grave anomalia stradale,
la strozzatura di una parallela di via Foggia, via dei Muratori. In fondo la vicenda, a primo acchito, di per sé non sarebbe
complessa, e fu sintetizzata dal sindaco Maffei che dopo averla esaminata, concluse lapidariamente (titolo a tutta pagina
della Gazzetta del 4 settembre 2011): “Strada cancellata per
sbaglio, errore della giunta nel 2000 perché la viabilità è una
questione primaria”. Poi anche lui, accertato il fondamento
del diritto sostanziale, avrebbe dovuto affidare ai tecnici la realizzazione della strada. E invece anche Maffei si fece irretire
in un groviglio inestricabile di dubbi e perplessità interpretative. L’assurdità fu toccata quando un tecnico si spinse fino a
dichiarare che - allo stato delle cose - quel tratto di strada era
anzi diventato… edificabile! Il nodo del problema è la scomparsa della maglia della zona merceologica di via Foggia D206 dalle indicazioni grafiche del vigente PRG. La qual cosa,
non potendosi completare la strada, reca grave pregiudizio
alla funzionale scorrevolezza della viabilità della zona.
Ho cominciato a seguire questa vicenda dal 30 luglio del
2011, quando uscì sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” il primo
articolo. Finora di articoli ne ho raccolti 56, a parte quelli
pubblicati su altre testate tra le quali lo stesso “Il Fieramosca”. Di solito i cittadini, di fronte all’inerzia di un’Amministrazione, si arrendono e lasciano correre. Questa volta no,
Aldo Musti non ci sta, e allora si arma di tanta pazienza e
raccoglie oltre cento firme di sostegno degli operatori vicini,
per la sua battaglia. Credo che alla fine ne farà oggetto di un
libro-denuncia. Il titolo? Tra i molti che suggerisce il tema,
quello del primo articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno”:
Via dei Muratori, ovvero la strada che non c’è, irreale e immaginifico come una favola di Italo Calvino.
R.R.
L’approvazione di un progetto in variante al PRG
L’approvazione di un progetto di opera pubblica in variante al
Piano Regolatore Generale non potrà che essere ispirato e diretto
alla soddisfazione dell’interesse pubblico, vale a dire dell’Ente civico, della comunità locale e dell’utenza stradale.
Giammai, a favorire l’interesse privato, magari “premiando”
situazioni di abuso e di illegalità. Andrà quindi posta la necessaria
attenzione e cautela per escludere scelte progettuali prive di utilità
collettiva, che rinnovino parzialità e favoritismi, magari compensando la perdita di vecchi abusi, ormai svelati e quindi non più
tollerabili, con nuovi abusi.
Inoltre, per la scomparsa della maglia D2-06 dalle indicazioni
grafiche del vigente Piano Regolatore Generale, per la scomparsa
della maglia D2-06, anche, dal progetto preliminare in questione, e
per la scomparsa delle tavole originali del vigente Piano Regolatore
Generale, sollecito la mia richiesta dell’11 novembre 2013, indirizzata al Sindaco: “Quando avrà tempo, e ne sarà curioso, in un prossimo incontro, anche alla presenza degli ineffabili dirigenti (e della
stampa), sarò lieto di poterLe dimostrare, in termini oggettivi, che
le tavole arrivate in Regione non possono essere quelle adottate dal
Consiglio comunale. Confidando nella sua curiosità (che è sempre
positiva) e che i suoi impegni non assorbano tutto il tempo, le porgo
i migliori e deferenti saluti”.
* imprenditore
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
17
Matematica
TRE PASSI VERSO L’INFINITO
L’ENIGMA DEI NUMERI PRIMI
di Raffaele Carbonara
1) Trinità dei numeri
La natura assume la forma trina frequentemente:
• la vita è l’unione delle forme viventi: piante, animali, uomini;
•gli elementi costituenti la materia si presentano alle stato:
liquido, solido, gassoso;
• le infinità di tutto ciò che è pensabile si dividono in: spazio,
tempo, numeri
che, a loro volta si scindono nelle componenti:
- spaziali = larghezza, lunghezza, altezza
- temporali = passato, presente, futuro
- numeriche = tipo 1, tipo 2, tipo 3
Tralasciando le lapalissiane componenti spaziali e temporali,
per appalesare le numeriche si trascrivono, nella canonica
disposizione lineare, i numeri naturali non nulli:
• 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20,
21, 22, 23, 24,
• 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41,
42, 43, 44, 45, 46, 47, 48,
• 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65,
66, 67, 68, 69, 70, 71, 72,
da cui risulta evidente la loro suddivisione in forma trina:
• Tipo 1 formato dai numeri che precedono e seguono il 6 ed i
suoi multipli secondo la relazione (6n + 1) = 5, 7, 11, 13, 17, 19,
23, 25 .....
• Tipo 2 formato dai numeri multipli di 2 = 4, 8, 10, 14, 16, 20,
22, 26 .....
• Tipo 3 formato dai numeri multipli di 3 = 6, 9, 12, 15, 18, 21,
24, 27 .....
2) Dal lineare al circolare
La suddivisione in tre classi o tipi, dei numeri naturali non
nulli, è più evidente se si passa dalla disposizione lineare a quella
circolare, trascrivendoli in senso orario dal numero 1 al numero
24, come un orologio con le 24 ore raddoppiate, su di un primo
cerchio o livello,
del tipo 1 (6n + 1)
• i raggi 2 - 4 - 8 - 10 - 14 - 16 - 20 - 22 ... contengono i numeri
del tipo 2 (multipli di 2)
• i raggi 3 - 6 - 9 - 12 - 15 - 18 - 21 - 24 .... contengono i numeri
del tipo 3 (multipli di 3).
A n a l i z z a n d o
dettagliatamente gli otto
raggi del tipo 1, a parte
la somiglianza ad una
croce con quattro bracci
doppi come lo stemma
dell’ordine
cavalleresco
cristiano dei Cavalieri di
Malta, contengono i numeri
che precedono e seguono il
numero 6 ed i suoi multipli
secondo la relazione (6n +
1) con n naturale non nullo = 1, 2, 3, 4, ....... che essendo una serie
infinita di numeri si rappresenta con una successione (insieme
infinito numerabile ed unico strumento per la modellazione di
fenomeni nei quali compaiono variabili discrete)
(6n + 1) = 5, 7, 11, 13,17,19, ...,
… 25, 35, …, 169, 289, 437, 493,
dove i termini: 25 35 169 289 437 493
ottenuti come
prodotto 5x5 7x5 13x13 17x17 19x23 17x29
di ogni numero multiplo di 6, aumentato e diminuito di 1, per
tutti i numeri multipli di 6, aumentati e diminuiti di 1, compongono
una sottoclasse del tipo 1 ed i termini o elementi restanti, 5, 7, 11,
13, 17, 19,.., 29, 31,.., 41, 43,.., 127,131,.., 221, 223,.., 431, 439,..,
487, 491,.. non divisibili per il numero 2, né per il numero 3 e non
ottenuti dal prodotto di ogni termine di (6n + 1) per tutti i termini
di (6n + 1), compongono la restante sottoclasse dei numeri del tipo
1, che essendo non divisibili per nessun altro numero se non per se
stesso e per 1, per definizione sono numeri primi.
3) Scontro tra infiniti
Detti numeri primi, come termini infiniti della sottoclasse dei
numeri del tipo 1, sono anche loro esprimibili con la funzione
successione, in formula algebrica (a parte 1, 2, 3):
{P} = [(6n + 1) - (6n + 1) . (6n + 1)] con n naturale non nullo
= 1, 2,3,4, .....
dal 25 al 48 su di un secondo cerchio e via di seguito, a parte
lo straordinario effetto ottico e la somiglianza con il sistema solare
e con il modello atomico di Bohr, si ottiene una serie concentrica
di circonferenze i cui raggi intersecano le stesse in 24 punti
palesando graficamente tale tipizzazione:
• i raggi 1 - 5 - 7 - 11 - 13 - 17 - 19 - 23 ... contengono i numeri
18 IL FIERAMOSCA
da cui si evince che all’aumentare di n, la relazione (6n + 1)
tende all’infinito ed il prodotto (6n + 1) . (6n + 1) tende all’infinito
ma con un ordine superiore, pertanto cresce più rapidamente e di
conseguenza la differenza (numeri primi) decresce più rapidamente
(più i numeri diventano grandi più i numeri primi diminuiscono
nella loro frequenza).
08/11/2013
FEBBRAIO
2014
ANMI
Sebastiano Lavecchia
Presidente onorario dell’ANMI
D
opo otto anni nei quali ha rivestito
la carica di Presidente del Gruppo
dell’A.N.M.I di Barletta, il cav. Sebastiano
Lavecchia, su iniziativa del Presidente del
Gruppo Vincenzo De Gennaro è stato investito della carica di Presidente onorario, che
affianca quella di Presidente emerito rivestita dal dott. Pasquale Pedico.
Anche se momentaneamente fuori sede
per ragioni familiari, il cav. Lavecchia ha
assicurato i soci - che per la circostanza si
sono riuniti per festeggiarlo - che non farà
mancare il suo sostegno.
Nel corso dei suoi 49 anni di storia
dell’ANMI, hanno rivestito la carica onorifica di Presidente Onorario: L’Amm. Sq. Ferdinando Casardi dal 28 febbraio 1969 all’11
gennaio 1975 (anno della sua morte).
Negli anni Ottanta la carica onorifica Da sinistra il presidente onorario Sebastiano Lavecchia, l’ammiraglio Giuseppe Ciulli,
venne conferita al dott. Pasquale Pedico il presidente del gruppo ANMI di Barletta Vincenzo De Gennaro, il cavaliere Mino
(Tenente di Vascello e Medico della Marina Laghezza
La Presidenza Nazionale, a firma dell’Amm. Sq. Paolo
Militare) al quale nel 1987 vennero affidate le redini di reggenza nelle vesti di Presidente di Gruppo per il quadrien- Pagnottella, ha ratificato questa decisione. Alla cerimonia di
martedì 28 gennaio hanno partecipato nella sede A.N.M.I.
nio 1987/1990.
E oggi, a distanza di 25 anni, con verbale del 17 novem- di via Vittorini, il Delegato Regionale A.N.M.I. Cav. Uff.
bre 2013, l’attuale Consiglio Direttivo, alla unanimità, ha Mino Laghezza, il Consigliere Nazionale A.N.M.I. Amm.
inteso eleggere alla carica onorifica di Presidente Onorario Isp. (CP) Giuseppe Ciulli, l’assessore comunale ing. Francedel Gruppo di Barletta, il Cav. Sebastiano Lavecchia che nel sco Dipalo e il Presidente del Gruppo di Trani geom. Nuncorso di due mandati (2005-2012) ha ricoperto la carica di zio Grande i quali, accolti da un nutrito Gruppo di Soci,
hanno ufficializzato all’interessato la concessione del titolo
Presidente di Gruppo.
onorifico. E sotto lo sguardo compiaciuto del dott. Pasquale
Pedico (attuale Presidente Emerito dal 2005), si è proceduto
alla consegna di quanto rimesso dalla Presidenza NazioGRUPPO A.N.M.I. BARLETTA nale cioè l’Attestato, la Tessera e il Distintivo di Presidente
“M.O.V.M. Amm. Francesco Conteduca”
onorario. La carica è conferita a vita.
Il Gruppo di Barletta (al quale oggi sono iscritti cento
soci), fu costitutivo il 19 settembre 1965 (Domenica),
dall’allora Amm. Sq. Ferdinando Casardi e da 65 soci
fondatori, nella sede storica al 2° piano di p.zza Caduti
n. 20. Sin dalla sua costituzione con 620 iscritti è stato
uno dei Gruppi più rappresentativi. Nel corso del suo
50° di fondazione e di costituzione che ricorrerà nel settembre 2015, al Gruppo di Barletta si sono succeduti 8
Presidenti di Gruppo (attualmente a reggerlo è Vincenzo
Degennaro) e Commissari Straordinari.
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
19
20 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
Rassegna stampa
EDITORIA
RIFLETTORI SU UN’AZIENDA EDITORIALE PREZIOSA PRESENZA NEL NORD-BARESE
L’Editrice Rotas e il forte
legame con il territorio
Fondata da ventisette anni, svolge un ruolo importante nella divulgazione
della cultura, della storia millenaria di una vasta area e per la valorizzazione
di un inestimabile patrimonio storico, artistico e monumentale
• di Michele Cristallo
Rassegna Stampa “Nel Mese”, 12.2013
L’
editoria locale ha un pregio che l’editoria nazionale non ha e non potrà
mai avere: il legame con
il territorio. È questo il punto di forza della
Editrice Rotas che in questo mese di dicembre compie ventisette anni. Il suo atto
di nascita fu compilato il 1° dicembre 1986
nello studio del notaio Rodolfo Manno.
Il suo fondatore, il dott. Renato Russo, le
diede il suo pseudonimo anagrammato con
il quale firmava i suoi articoli su periodici
locali.
In questo modo intendeva tenere distinti i due ruoli “per conservare - afferma
oggi - un margine di autonomia di giudizio
essendo in quell’epoca impegnato anche in
politica”. Il dott. Russo è stato sindaco di
Barletta.
Una vera e propria sfida lanciata a una
società sonnolenta in una grande città, Barletta, e nei confronti di un vastissimo territorio, il Nord Barese, che fino a quell’epoca, nonostante l’autorevole storia, non era
riuscito a individuare l’editoria quale strumento di promozione della crescita sociale,
civile, culturale, economica. Una società
tutta impegnata in direzione del “dio denaro” nella scia di un boom economico che
viaggiava a velocità esaltante ma destinato,
come poi è accaduto, a rallentare fino ad
arrestarsi, nella palude di una crisi che ha
spazzato via ambizioni e ricchezze figlie
di improvvisazioni e precarietà professionale.
Come tutti gli inizi, non è stato facile,
ma la passione, il coraggio e una buona fetta di ottimismo hanno sostenuto quell’idea
e quella iniziativa che anno dopo anno ha
conquistato uno spazio importante nel conFEBBRAIO
2014
testo mediatico e intellettuale del territorio.
In quel dicembre 1986 la sede dell’Editrice era in un appartamento di tre stanze;
la sua attrezzatura era un ciclostile “Gestetner” di quelli utilizzati per i bollettini
della parrocchia o da piccoli movimenti
politici. La redazione? Renato Russo, un
amministratore, un operatore e un fattorino
tuttofare preso “in prestito” dal periodico
mensile “Il Fieramosca” cui Renato Russo
aveva dato vita nel marzo 1974 e stampato
all’esterno in una tipografia locale.
Tutto qui. Poi, un po’ per volta, la stampa di altri due mensili, “Ecofin” e “Urbanistica e Territorio”. I tempi erano ormai
maturi per abbandonare il ciclostile e intraprendere un’altra avventura: la stampa
litografica. Fu acquistata una macchina
monocolore di medio formato, affidata a
un quasi tipografo part time, che di professione faceva il postino.
Dopo tre anni, nel 1989, i primi due libri. Iniziava così un dialogo organico con
il territorio. E non è un caso che il primo libro fosse una “Piccola Storia di Barletta”
destinato alla scuola che negli anni diverrà
un interlocutore privilegiato della Rotas.
Contemporaneamente uscivano i tre periodici di cui abbiamo detto, il quindicinale di
cronaca sportiva “Alé Barletta” per il periodo nel quale la squadra di calcio militava
in Serie B. Di tutti questi oggi sopravvive
solo “Il Fieramosca” perché Russo ha voluto dedicare maggiori energie alla pubblicazione di libri. “Il Fieramosca - afferma
Renato Russo - ha come sottotitolo ‘Mensile di cultura, informazione, attualità’ ed ha
come motto ispiratore ‘Se non diremo cose
che a qualcuno spiaceranno, non diremo
mai la verità’. La rivista oggi ha trovato un
suo punto di equilibrio fra la prima parte,
destinata a problematiche istituzionali e di
ampio respiro, e la seconda che si occupa
prevalentemente di cultura, storia locale,
scuola, libri, sport ed altro”.
La Storia locale. È un po’ il fiore all’occhiello della Editrice Rotas, una scelta editoriale ragionata e che ha il grande merito
di offrire alle giovani generazioni soprattutto, l’opportunità di conoscere la millenaria vicenda di un territorio che nei secoli
è stato teatro di eventi di notevole valenza
storica, politica e culturale, cui hanno dato
vita personaggi, veri e propri “giganti”
della Storia.
Il catalogo comprende oltre trecento
titoli. È articolato secondo canali tematici
sui grandi eventi della Storia, i personaggi,
i monumenti, la letteratura per bambini e
ragazzi, il mondo della Chiesa.
A proposito dei grandi eventi della Storia, finora ben 9 sono dedicati alla Battaglia
di Canne del 216 a.C. e alla sua vasta area
archeologica (alcuni dei quali destinati alle
scuole come testo di lettura e approfondimento). La storia di Barletta è raccontata in
tutte le sue articolazioni, dalla nascita della
città ai giorni nostri in 14 volumi e 12 guide
a chiese e monumenti. Tra i canali tematici
più ricchi, quello dedicato all’imperatore
svevo Federico II la cui vicenda politica e
umana è raccontata nel suo rapporto con la
Puglia imperiale, con Barletta, con le quattro imperatrici, con le donne in dodici libri
con un notevole corredo fotografico.
Una di queste opere “Federico II, cronaca della vita di un imperatore e della sua
discendenza”, dello stesso Renato Russo,
secondo Elio Fumagalli, autore della preIL FIERAMOSCA
21
Rassegna stampa
fazione, può essere considerato “il primo
saggio italiano dettagliato sul personaggio
dove compaiono anche pregevoli, significative sintesi sulla sua figura. Una eccellente base di lavoro per chiunque voglia
indagare su Federico II e la sua epoca”.
“Una base di lavoro” osserva giustamente
Fumagalli. È una connotazione di parecchi
libri scritti da Russo che offre al lettore una
ricchezza di documentazione e ricostruzioni del contesto storico frutto di scrupolose
ricerche.
E a proposito dell’imperatore svevo,
Russo ricorda con legittimo orgoglio il Premio “il Federichino” che nel 2007 gli fu
assegnato dalla Fondazione di Jesi-Palermo
(insieme allo studioso prof. Hubert Houben
dell’Università di Lecce) per il libro “Federico II, album della vita” (72 pagine in
grande formato e 200 illustrazioni a colori) presentato in lingua tedesca alla ITB di
Berlino. Questa la motivazione: “per la
chiarezza del linguaggio e la completezza
della documentazione”.
Non poteva mancare in catalogo la Disfida di Barletta, raccontata in numerose
pubblicazioni, né l’attenzione a personaggi
che hanno scandito la storia di Barletta e del
Mezzogiorno come Boemondo d’Altavilla,
Isabella d’Aragona, Niccolò Fraggianni, i
Templari, Giuseppe De Nittis, Valdemaro
Vecchi, Pietro Mennea.
Molto apprezzata la biografia di Valdemaro Vecchi, il grande tipografo-editore,
“una vera e propria scoperta - rileva l’au-
tore - di un grande protagonista della storia della città di Barletta e di Trani.
Giustamente Michele Dell’Aquila, nella presentazione osserva che partiva, con
Valdemaro Vecchi, da Barletta e da Trani,
oltre 140 anni fa, la rinascita culturale
della Puglia post-risorgimentale. Mi piace sottolineare che anche l’Editrice Rotas,
come la Vecchi tanti anni fa, gradualmente
si stia espandendo oltre i propri confini cittadini e comprensoriali, per far conoscere
e apprezzare, con la propria attività editoriale, anche la testimonianza di un impegno di livello territorialmente regionale”.
In effetti Russo ha ragione se consideriamo che la sua casa editrice è l’unica nel
Nord Barese ed anche oltre, a svolgere un
ruolo di divulgazione, di stimolo, di proposta. Il suo è un atto d’amore che meriterebbe maggiore considerazione e sostegno
anche da parte delle istituzioni, così distratte sui temi della cultura e della divulgazione e valorizzazione delle eccellenze
storiche, monumentali, artistiche del territorio. Quelle eccellenze alle quali la Rotas
dà visibilità, supplendo spesso alle pigrizie
istituzionali.
In questi primi ventisette anni il percorso della Rotas è stato scandito da successi
e da autorevoli riconoscimenti, come in occasione della partecipazione al Salone internazionale del Libro a Torino. La vecchia
“Gestetner” è archiviata da tempo.
Oggi la sede della Editrice è dislocata
su due piani. È una delle poche case editrici
a stampare in proprio. È cresciuto anche il
numero degli addetti: redattori, amministrativi, grafici, un correttore di bozze e un impaginatore e, inoltre, allestitori, stampatori.
Principale collaboratore dell’editore è
Beppe Santo, coordinatore editoriale.
Certo le difficoltà, acuite dal difficile
momento congiunturale, non mancano, ma
la voglia di fare e di fare bene supera tutti
gli ostacoli.
Ho avuto il privilegio di scrivere la
presentazione del catalogo della Rotas, di
prossima pubblicazione. Ebbene, non ho
potuto fare a meno di rilevare che in un
momento come quello che viviamo, di grave crisi che tocca anche l’editoria, “questa
azienda editoriale è ancora presente sul
territorio, certamente con grande sacrificio, ma con la consapevolezza che ammainare la bandiera vuol dire abdicare a una
missione che tanti anni fa ha dato corpo
al suo sogno di rendere un servizio indispensabile per la crescita civile e culturale
della nostra gente”.
L’Editrice Rotas da tempo si propone
anche come strumento per la circolazione delle idee e dei valori della cultura e
dell’arte, nella consapevolezza che i fattori
culturali hanno ormai un ruolo essenziale
anche nella performance economica di un
territorio. Si fa sempre più stretto, pertanto, il legame tra cultura e sviluppo, partendo dal principio che “leggere per sapere”
vuol dire anche “leggere per crescere”.
Redattori, collaboratori interni ed esterni… e qualche vecchio amico della Casa Editrice in una foto dell’estate 2012
22 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
Terrorismo
In una intervista a “Famiglia Cristiana”
Ricordo del maresciallo Francesco Di Cataldo ucciso
dalle Brigate Rosse a Milano il 20 aprile 1978
Il nipote, che porta lo stesso nome del nonno, lo ha ricordato in un film documentario
di Giulia Cerqueti
F
Dalle ricerche nasce un
cortometraggio in cui Francesco ricostruisce la vicenda
di suo nonno: Per questo mi
chiamo Francesco. “L’ho presentato come tesina finale del
diploma di scuola superiore,
all’Itsos Albe Steiner, indirizzo cinema. Il titolo si riferisce
al libro: Per questo mi chiamo
Giovanni di Luigi Garlando,
su Giovanni Falcone”.
Il risultato è un lavoro
bello e toccante, lineare, privo di retorica: dieci minuti di
racconto, materiali di archivio e interviste svolte all’in- Il maresciallo Francesco Di Cataldo
terno del carcere agli agenti di allora.
Come il brigadiere Carmine Perillo, ex addetto all’ufficio matricola, che si commuove nel ricordare il suo vice comandante,
riaprendo una ferita nel cuore mai rimarginata. “Perillo non solcava i corridoi di San Vittore da 35 anni”, racconta Francesco, “la
Anni di piombo: per la maggior parte
morte di mio nonno per lui fu un trauma: in seguito se ne andò dal
dei suoi coetanei non vuol dire nulla
carcere”. Come fu un trauma per molte delle persone che collabo“Nella mia classe solo un mio compagno conosceva le vicende rarono con lui.
“Papà arrivò a San Vittore da Barletta nel 1950 e ci rimase
delle Brigate rosse perché è appassionato di storia. Una mia amifino
alla morte. Non fu mai trasferito” ricorda Alberto Di Cataldo.
ca pensava che facessi la tesi sulle Brigate rossonere, la tifoseria
“Dirigeva
il centro clinico del penitenziario, si preoccupava dei
milanista. Quando le ho spiegato che si trattava del terrorismo è
detenuti,
aveva
rapporti stretti con la magistratura, era stimato da
rimasta delusa, come se quella parola non le dicesse nulla”.
tutti. Fu precursore di quell’attenzione alla rieducazione del detenuto che è un pilastro del
nostro attuale sistema carcerario”.
Alberto oggi lavora alla Provincia di Milano. Quando suo padre fu ucciso, lui aveva
19 anni, l’età di suo figlio quando ha girato
il film.
A quel tempo, Alberto era dall’altra parte
della barricata rispetto al padre: “Erano anni
di grande fermento ideologico. I giovani, e
io fra questi si buttavano nei movimenti di
estrema sinistra, altri in quelli cattolici. Papà
dimostrò sempre grande apertura, non mi conIl maresciallo Di Cataldo ucciso dalle Br
trastò mai, rimanendo tuttavia fermo nelle sue
il 20 aprile 1978
Il ragazzo con il padre Alberto
posizioni”.
Rassegna stampa - “Famiglia Cristiana”, novembre 2013
rancesco Di Cataldo ha vent’anni e lo sguardo vivace di
un ragazzo con mille domande e curiosità. Francesco, lui
sa perché si chiama così: è il nome di suo nonno, vice comandante
delle guardie di custodia della Polizia penitenziaria del carcere di
San Vittore, ucciso dalle Brigate Rosse, vittima della follia terrorista che insanguinò l’Italia tra gli anni ‘70 e ‘80.
È il 20 aprile 1987: il maresciallo maggiore scelto Francesco Di
Cataldo, moglie e due figli, Alberto e Paola, viene colpito a morte
poco dopo essere uscito dalla sua casa in zona Crescenzago, periferia
est di Milano. Il delitto viene rivendicato dalla colonna Walter Alasia
delle Br. “Uccidere mio nonno”, spiega Francesco, per i terroristi significava far fuori ciò che c’era di buono nel sistema per dimostrare
che quel sistema non funzionava e andava distrutto”.
Una storia complicata da capire, per lui che il terrorismo non
l’ha studiato neppure a scuola - “il programma non arrivava fino a
lì” - ma anche per chi l’ha vissuta sulla propria pelle e ha dei vuoti
da colmare. Proprio per cercare di comprendere, di entrare nella
vita di quel nonno mai conosciuto e nei meandri di un periodo
oscuro, Francesco si è messo a leggere, studiare e a documentarsi.
Una scelta coraggiosa per un ragazzo della sua età.
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
23
Terrorismo
Un uomo riservato,
il maresciallo Di Cataldo: “Se prima di morire aveva ricevuto delle
minacce, a noi in casa
non disse mai nulla”.
Oggi Alberto osserva
Francesco con orgoglio
e composta commozione: “Con mio figlio ci
siamo confrontati su
quale fosse il modo
migliore per trasmettere la memoria”. La
ricerca di Francesco
ha costretto anche lui
a riaprire la porta dei
ricordi e della sofferenza. “La memoria Francesco Di Cataldo con la moglie e i
storica non è un punto due figli Alberto e Paola
di forza di noi italiani,
ricordare persone come mio padre ci può aiutare a recuperare il
senso dell’identità nazionale”.
Il dovere della memoria
Nel 2010 il Comune di Milano ha conferito al maresciallo Di
Cataldo la Medaglia d’Oro di Benemerenza civica; lo scorso 20
aprile - grazie anche all’impegno dell’Associazione italiana vittime
del terrorismo sezione Lombardia - gli ha intitolato il Parco di via
Tremelloni angolo via Pontenuovo, il luogo dove fu assassinato.
Oggi Francesco studia musica elettronica al Conservatorio,
suona la batteria. Da grande vorrebbe fare il musicista. Ascolta
i cantautori italiani, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Battiato,
e poi i Beatles e i Pink Floyd, scelte quantomeno originali per un
ragazzo della sua età: “Per i miei amici è musica da vecchio”.
Il 23 novembre scorso è stato tra gli ospiti di un incontro promosso dalla Onlus Cuore e parole al Centro congressi della provincia di Milano, dove ha parlato di storie e generazioni a confronto, tra ieri e oggi. Il suo film si conclude con l’elenco delle vittime
delle Brigate rosse e una frase: Se vogliamo vivere e trasmettere la
vita ai nostri posteri, se vogliamo credere che stia a noi preparare
la strada per il futuro allora, innanzitutto, non dobbiamo dimenticare. È di Ben-Zion Dinur, l’ho letta al Museo dell’Olocausto di
Berlino”, spiega Francesco. Ora, il compito della memoria spetta
anche a lui.
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24 IL FIERAMOSCA
Cursillos di cristianità
Concerto-meditazione
“Inno alla Sapienza”
I
l nascente Movimento dei Cursillos di Cristianità (MCC)
dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha organizzato
lo scorso 12 gennaio presso la Parrocchia Basilica minore Santo
Sepolcro in Barletta un Concerto - Meditazione dal titolo “Inno
alla Sapienza” che è stato animato dalla Corale Polifonica della
Parrocchia di Cristo Lavoratore di Trinitapoli, ed intercalato da
alcuni brani suggestivi di autori contemporanei, credenti e non
credenti, che si sono messi in dialogo e in ricerca sincera della
verità e del senso vero della vita. Con la presenza dell’Arcivescovo
S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri.
Questo momento di fede, cultura e musica, hanno spiegato i
Responsabili del nascente MCC don Emanuele Tupputi ed Antonella
Loffredo, vuole essere un modo semplice, per vivere un’esperienza
di dialogo, di riflessione e di comunione per sperimentare la
bellezza di essere una Chiesa aperta ad: “una fraternità che sa
guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio
in ogni essere umano” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 87).
Fraternità che sia capace di edificare «la “Casa dell’armonia” dove
unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza»
(Papa Francesco, Udienza generale del 9 ottobre 2013).
Inoltre questa serata che ben si è collocata nel momento storico
e di grazia del 1° Sinodo Diocesano, in sinergia con il parroco della
Basilica Santo Sepolcro, Mons. Leonardo Doronzo e il parroco
della Parrocchia Cristo Lavoratore, don Gabriele DiPaola, ha voluto
essere un modo per vivere un’esperienza di interparrocchialità e
sinodalità ed essere altresì una Chiesa che sa «“lavorare insieme”
a partire sempre da Gesù Cristo verso un comune obiettivo che è
quello che il Concilio Vaticano II ha proposto alla Chiesa universale
del nostro tempo: crescere come Chiesa, mistero di comunione e
di missione» (S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Giornata di
Santificazione sacerdotale e diaconale, Barletta 22 giugno 2012).
Una Chiesa che è «in grado di far compagnia, di andare al di
là del semplice ascolto; una Chiesa che accompagna il cammino
mettendosi in cammino con la gente; una Chiesa capace di
decifrare la notte contenuta nella fuga di tanti fratelli e sorelle da
Gerusalemme; una Chiesa che si renda conto di come le ragioni
per le quali c’è gente che si allontana contengono già in se
stesse anche le ragioni per un possibile ritorno, ma è necessario
saper leggere il tutto con coraggio» (Papa Francesco, Discorso
all’Episcopato Brasiliano, sabato 27 luglio 2013, Arcivescovado
di Rio de Janeiro).
I Responsabili rivolgendosi ai lontani dalla fede dicono: «a tutti
quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa «a quelli che
sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te, ti chiama
ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore!»
(Evangelii Gaudium, 113). Il Signore ti chiama. Il Signore ti cerca.
Il Signore ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore, e
questo amore ti cerca, ti aspetta, te che in questo momento non
credi o sei lontano. E questo è l’amore di Dio» (Papa Francesco,
Angelus del 6 gennaio 2014).
Info: mcc@arcidiocesitrani.it
FEBBRAIO
2014
In città
NOTIZIE IN BREVE
COSTITUZIONE GRUPPO CONSILIARE FORZA ITALIA
In data 14 gennaio c.a. i consiglieri comunali eletti nella Lista del Popolo
della Libertà alle ultime elezioni amministrative, hanno comunicato al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale il cambio di denominazione
del gruppo stesso da PDL a Forza Italia. Hanno sottoscritto unitariamente
la richiesta i consiglieri Alfarano, Piazzolla (vice presidente Consiglio comunale), Damiani (capogruppo) e Losappio che condividendo in pieno il
nuovo percorso hanno aderito al nuovo soggetto politico.
Inoltre i consiglieri comunali firmatari, ribadiscono la continuità del progetto di coalizione di centro destra e sottolineano come a livello locale
sia necessario riprendere la strada della condivisione programmatica con
tutte le forze politiche, civiche, sociali e imprenditoriali che si riconoscono
in un percorso alternativo alla coalizione di centro-sinistra uscita vittoriosa
alle elezioni comunali, per costruire insieme un contenitore politico che
sappia amministrare con rinnovata capacità la città di Barletta.
IL CORO POLIFONICO “IL GABBIANO” IN TV
Il coro polifonico “Il Gabbiano” di Barletta ha partecipato al programma
televisivo intitolato: “Nel cuore dei giorni - La Canzone di noi”, trasmesso
dalla emittente televisiva TV2000 (canale digitale terrestre). Il programma, ideato ed interamente dedicato ai Cori italiani, funge da vetrina nazionale ed internazionale per questa importante attività musicale.
Grazie alla sensibilità verso le tematiche culturali di TV2000, è stato possibile realizzare per la prima volta in Italia un programma interamente
dedicato ai Cori, ponendo così in luce una realtà qual è quella del canto
corale che raccoglie attorno a sè in Italia migliaia di partecipanti.
I SINDACI DELLA BAT CONTESTANO LA REGIONE
I tre sindaci delle città capoluogo di Provincia Cascella, Giorgino e Riserbato, hanno contestato la Regione perché ha ignorato la Sesta Provincia
Pugliese in occasione della stesura del “Riordino delle funzioni amministrative in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale e riforma degli
Enti regionali operanti nel settore soprattutto per la parte nella quale la
riforma prevede la trasformazione dell’attuale IACP (Istituto Autonomo
Case Popolari) in Agenzia, mantenendo però lo stesso numero e la stessa configurazione territoriale delle precedenti cinque province pugliesi.
I tre sindaci rivendicano il loro diritto di partecipare al processo di riforma
in un settore essenziale qual è quello della edilizia popolare, soprattutto
sul piano della incidenza sulla revisione degli strumenti di intervento e
di gestione al fine di rispondere adeguatamente ai crescenti compiti e
funzioni richiesti dai Comuni capoluogo di Provincia.
FEBBRAIO
2014
LA M.J.F. ALL’ARBITRO DAMATO
All’arbitro internazionale Antonio Damato,
nel corso di una cerimonia presso la Sala
rossa del Castello, consegnata per meriti sportivi la M.J.F., la più alta onorificenza
lionistica.
Durante la serata un intervento di Isidoro
Alvisi, delegato provinciale CONI, sul tema
dei Valori dello sport. La importante manifestazione organizzata dalla presidente del
club Giovanna Cristiani Mazzola in collaborazione con “La Tana” di Giampiero Borgia.
Damato, che nel privato svolge a Barletta
l’attività di avvocato, è uno dei 21 arbitri di serie A. Nel luglio dell’anno
scorso ha rappresentato la classe arbitrale italiana alla 27a edizione delle
Universiadi in programma a Kazan, in Russia.
I CONSUMI DI ENERGIA NELLA BAT
Da una recente statistica pubblicata a cura del Centro Studi di Confartigianato, risulta che la provincia di Barletta Andria Trani è quella che - fra
impianti idroelettrici, eolici, fotovoltaici e termoelettrici - consuma meno
energia di tutte le province pugliesi. Infatti consuma 1.097 gigawatt così
ripartiti: 273 per l’industria, 363 per il terziario, 75 per l’agricoltura, 386 per
le utenze domestiche. In complesso rispetto al 2011, il consumo di energia elettrica è calato di quasi il 10%. In compenso è aumentato il consumo
di energia per l’agricoltura (+16,8%).
Dai dati dello studio di Confartigianato si rileva inoltre che la Puglia nel
2012 ha generato ben 37.611 gigawatt rispetto al suo fabbisogno che è
di 20.500; l’eccedenza emigra altrove, per esempio in Lombardia dove il
rapporto, fra energia prodotta e consumata, è al contrario.
SAN FRANCESCO DI SALES - PATRONO DEI GIORNALISTI
CELEBRATO A BISCEGLIE
Celebrata a Bisceglie nella chiesa di S. Luigi nel corso di una Santa messa officiata da S. E. mons. Pichierri, la ricorrenza onomastica di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Oltre che un momento religioso,
la celebrazione eucaristica è stata un’occasione per ritrovarsi insieme. A
prendere la parola, oltre a sua eccellenza l’Arcivescovo, la madre superiora del Convento, suor Chiara Ludovica Loconte.
LA VISITA DEL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA
GEN. SAVERIO CAPOLUPO ALLA SEDE DI BARLETTA
Il comandante della Guardia di Finanza, generale di corpo d’Armata Saverio Capolupo, ha visitato il gruppo di Barletta guidato dal col. Giuseppe
Cardellicchio. Ad accompagnarlo, il generale di corpo d’armata Domenico
Achille comandante interregionale, il generale di divisione Walter Manzon
comandante regionale della Puglia, il generale di Brigata Vincenzo Papuli
comandante provinciale di Bari. Con loro, gradito ospite, il gen. Gaetano
Nanula, già comandante in seconda della Guardia di Finanza. “L’auspicio
- ha detto il gen. Capolupo - è che il nostro Corpo non venga visto come
un ostacolo ma come un sostegno allo sviluppo della nostra economia e
del nostro Paese. La nostra è un’attività di contrasto alla illegalità”.
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IL
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FIERAMOSCA
PEDICO
Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio
Barletta
Disfida
La Disfida di Barletta: la vera storia
più appassionante del romanzo
ma noi continuiamo a ignorarla!
di Renato Russo
Dopo Napoli la città più importante del regno
In occasione della ricorrenza della Disfida di Barletta, ancora
una volta grande fervore di iniziative folcloristiche, con l’occhio
attento più alle esigenze dello spettacolo e dell’happening che a
quelle della ricostruzione storica e quindi attratti più dalla suggestione del romanzo che dalla vera storia di quello splendido periodo, il Cinquecento, il secolo d’oro della storia di Barletta e del suo
territorio. E infatti secondo Francesco Carabellese - il più acuto
studioso di quell’epoca - Barletta a quel tempo, dopo Napoli, era
la città più importante del Regno. E solo dopo aver dedicato due
intense pagine a spiegarne i motivi con dovizia di particolari, soltanto alla fine concludeva che Barletta vantava, fra le sue numerose referenze, anche quella di essere la città della Disfida!
Insomma è tempo di dare più spazio al recupero storico
dell’avvenimento, anche perché la vera storia della Disfida è di
gran lunga più intrigante del romanzo. Da quel lontano 1833, anno
della sua pubblicazione, sono passati 180 anni e ancora ai giorni
nostri, non sono pochi coloro i quali ignorano cosa sia veramente
accaduto in quel fatidico 13 febbraio. Come quando l’Amministrazione Salerno, qualche anno fa, volle celebrare nel Teatro Curci l’anniversario della sfida, e numerosi in sala erano gli appassionati che, intervenendo nel dibattito, professandosi “profondi
conoscitori dell’avvenimento”, riferivano particolari non solo su
Ginevra (personaggio di pura fantasia) quanto su suo padre! E c’è
ancora chi, a Barletta, è pronto a giurare di conoscere il luogo degli incontri amorosi fra Ettore e Ginevra, una stanza segreta in una
delle antiche case di via Cialdini mentre i veri convegni amorosi
si consumavano a Bari, nel castello sforzesco, fra Isabella d’Aragona e il Gran Capitano!
Senza nulla togliere alla straordinaria importanza che riveste il
romanzo del d’Azeglio, se non altro perché ha fatto uscire l’episodio della sfida dal buio di una plurisecolare dimenticanza, è tuttavia giunto il momento di approfondire la Disfida sotto un profilo
storico, perché dall’approfondimento storiografico l’avvenimento
non solo ne esce vieppiù dilatato, quanto in grado di essere inserito nella storia che conta e di assurgere, ora sì, a episodio emblematico della storia di una regione e, più ancora, di un’intera nazione.
Vediamo perché.
La Disfida di Barletta nel contesto storico nazionale
Intanto la Disfida rappresenta il primo episodio della prima
delle quattro guerre franco-ispaniche che insanguinarono l’Italia
fra il 1503 e il 1525. In secondo luogo essa segna il passaggio
fra l’ultimo scorcio medievale e la prima epoca rinascimentale,
e al tempo stesso si colloca fra la fine della dominazione aragonese e l’inizio di quella spagnola. E inoltre, durante i mesi della
FEBBRAIO
2014
L’interno della Cantina della Sfida (FOTORUDY)
presenza degli Spagnoli a Barletta, quale concorso di personaggi
illustri! Consalvo da Cordova, i cugini Prospero, Fabrizio e Pompeo
Colonna, Bartolomeo D’Alviano, Raimondo di Cardona, Pedro Navarro, lo stesso Fieramosca e suo fratello Cesare futuro maresciallo
del Regno. Per non parlare degli altri illustri personaggi nel campo francese: il duca di Nemours nipote del re di Francia, i generali
D’Aubigny e Lapalisse, lo stesso La Motte che diventerà governatore militare di Roma durante il famoso sacco di Roma del 1527, tristemente premonitore di quello che devasterà Barletta l’anno dopo.
E quanto ai personaggi femminili, ci si ostina a esaltare la
figura romanzata di Ginevra, mentre in realtà un’eroina vera la
Disfida ce l’ha avuta per davvero, eccome: ed è la duchessa di
Bari Isabella d’Aragona, vedova del duca di Milano Giangaleazzo
Sforza, la quale ebbe un ruolo determinante nel farci vincere il
Certame, poiché il giorno prima del celebre scontro, al corrente delle pessime condizioni dei nostri cavalli, ridotti a macilenti
ronzini, autorizzò l’invio a Barletta di tredici destrieri sui quali i
nostri cavalieri avrebbero combattuto vittoriosi.
Un avvenimento che sul palcoscenico nazionale si colloca in
un tempo straordinariamente ricco di eventi e di personaggi, da Lorenzo il Magnifico a Ludovico il Moro, da Ferdinando d’Aragona
a Cesare Borgia, un secolo che annovera fra i suoi contemporanei
Cristoforo Colombo e Nicola Copernico, Niccolò Machiavelli e
Francesco Guicciardini, Michelangelo e Raffaello, Leonardo da
Vinci e Ludovico Ariosto (a proposito, sua moglie, Sandra Benucci, era una barlettana).
E dopo la Sfida, quanti sanno che accadde l’unico episodio
a cui parteciparono le milizie barlettane che attaccarono quelle
IL FIERAMOSCA
29
Disfida
Corso Garibaldi, 180 - Tel. 0883.534389 - Barletta
LA DISFIDA DI BARLETTA
L’epoca e i protagonisti
di Renato Russo
pp. 256 - i 30,00
Sulla Disfida coesistono due atteggiamenti egualmente distanti di chi la
aggiudica riduttivamente come banale
epilogo di una sbronza collettiva consumata in una sordida cantina e di chi
invece ne esalta esageratamente il significato, volendolo ricondurre ad ogni costo all’insopprimibile anelito di libertà di una patria
divisa ed oppressa. Il nostro intento è stato quello di restituire ad
una serena ed oggettiva valutazione, un importante episodio della
nostra storia finora soverchiamente enfatizzata o colpevolmente
trascurata. Ma la storia, la vera storia della Disfida, nel tempo
straordinario nel quale avvenne e coi suoi eccezionali protagonisti, è parte essa pure di quella più grande storia del nostro Rinascimento, che inteso il più delle volte solo per le arti eccelse e
la cultura somma che seppe esprimere, può ben affidare al nostro
fatto d’arme il suo significato d’episodio, per quanto modesto ed
estemporaneo, tuttavia fortemente emblematico di uno stato di
soggezione allo straniero. Rinascimento dunque d’armi e d’italico valore. Non era ancora la coscienza di un’Italia unita ma ne
rappresentava almeno una lontana speranza.
LA DISFIDA DI BARLETTA
nelle fonti storiche e letterarie
di Renato Russo
Editrice Rotas
Un momento del Certame Cavalleresco (FOTORUDY)
francesi che avevano assediato Andria, uscendone vittoriose? Per
non parlare della città, allora caput regionis e una delle città più
ricche del Regno; e poi delle sue chiese, dei suoi palazzi, delle sue
botteghe, delle sue industrie, delle sue campagne e dei suoi casali,
del suo porto e dei suoi commerci.
Evitare gli eccessi interpretativi
A fronte di questo straordinario scenario, finora ci siamo ritrovati a rievocare la Disfida oppure a rimpiangerne la mancata
rievocazione, in un’ottica quasi esclusivamente folcloristica, confinata alla riedizione estiva con risvolti prevalentemente turistici.
Ebbene sia anche questo, ma vivaddio, speriamo sia finalmente
venuto il tempo di riscoprire la vera storia della Disfida e dei suoi
retroscena nella cornice di un più lungo periodo, qual è quello
della occupazione spagnola di Barletta.
E questo anche per contestare, una volta per tutte la tendenza
riduttiva ad annullarne - o quanto meno a ridimensionarne - il suo
significato storico, come ha tentato di fare qualche anno fa lo scrittore Raffaele Procacci; perché noi riteniamo invece che il miglior
modo di ricordare la Disfida sia quello di evitare gli eccessi: da
un lato una esagerata enfatizzazione dell’avvenimento, dall’altra
un suo banalizzato ridimensionamento, relegato ad un trascurabile
episodio quale poteva essere uno dei tanti certami del tempo, frutto di una rissa fra cavalieri di ventura che avevano alzato il gomito
in una sordida cantina. Che parli invece la storia, più eloquente di
qualsiasi discorso, più suggestiva di qualunque romanzo.
pp. 248 - i 20,00
La prima fiammella d’italianità
Recentemente alcuni storici e numerosi giornalisti, assecondando la moda di
andare controcorrente, hanno denigrato la Disfida di Barletta. Ma non per un malinteso senso di generoso campanilismo di borgata, ma perché esistono nel corso di
questi cinque secoli numerose attestazioni di autori e di letterati
che si sono soffermati sulla Disfida, per non parlare del grande
romanzo del d’Azeglio Ettore Fieramosca, che ha prodotto oltre
novanta edizioni.
Ebbene, c’è fra la memoria e la storia, come un vuoto informativo sulla Disfida, che questo libro ha cercato di colmare. Nessuna
animosità, dunque, nessuna voglia di rivalsa, ma solo il desiderio
di ristabilire la verità non attraverso preconcette valutazioni, ma
soltanto cercando di restituire la parola alla storia.
30 IL FIERAMOSCA
È in questa prospettiva che ci auguriamo vogliamo intraprendere iniziative finalizzate ad una rilettura del contesto della sfida e,
più in generale, del tempo in cui le città del comprensorio del nord
barese furono protagoniste di un Certame, l’ultimo episodio di
una cavalleria romantica al suo tramonto, prima d’essere sostituita
dalla polvere da sparo e dai cannoni, la prima fiammella d’italianità dopo il collasso informativo dei secoli bui del Medioevo.
Luci e ombre che una doverosa conoscenza di quei tempi potrebbe far riaffiorare da un tempo lontano, eppure ancora così vivo
sul palcoscenico della Disfida, coi suoi eroi, le loro imboscate
nelle nostre campagne, le loro passioni e i loro rancori, miserie e
nobiltà di cavalieri di ventura e il loro rutilante cozzare delle armi
sul campo di una sfida vittoriosa.
FEBBRAIO
2014
Disfida
La Penisola del Tesoro
Il T.C.I. a Barletta
per Disfida e per piacere
di Luciana Doronzo*
(FOTO LUCIANA DORONZO
C
hissà cosa passerà nella testa di Eraclio, domenica 16
febbraio, quando si troverà di fronte ai partecipanti annunciati numerosi alla Penisola del Tesoro, che quest’anno, dopo
8 anni, ritorna a Barletta.
Dopo 8 anni, infatti, il Touring Club Italiano e il Comune di
Barletta, ospiteranno i soci TCI e tutti coloro che vorranno trovarsi nuovamente presso il Castello Svevo, l’imponente bastione
edificato da Federico II su una preesistente rocca normanna, successivamente ampliato e modificato dai D’Angiò e dagli Aragonesi.
Il castello, dove recentemente è stata riallestita la sezione archeologica del Museo civico, ospita inoltre una Pinacoteca di opere databili tra fine ‘400 e XX secolo ed una collezione di oggetti
ed arredi che spaziano tra XVII e XIX secolo. Le visite guidate
al Castello proseguiranno verso Palazzo Marra, una residenza
aristocratica del ‘500 dalle suggestive forme barocche ed elegantemente decorata: abitazione degli Orsini e successivamente della
famiglia della Marra, l’edificio ospita, dal 2007, eventi di artisti
contemporanei e la Pinacoteca Giuseppe De Nittis, uno dei più
importanti luoghi d’arte della Puglia. Proprio nel 2013 son stati
celebrati i 100 anni dalla donazione con cui Léontine Gruvelle,
moglie del pittore Giuseppe De Nittis (1846-1884), consegnò alla
città natale la collezione più ricca e prestigiosa di opere dell’artista barlettano che dal verismo paesaggistico all’incontro con i
Macchiaioli toscani, all’attenzione per il giapponismo, attraverso
Parigi e Londra giunse alla fama e ad una personale forma, influenzata dall’impressionismo.
L’evento prevede anche due spettacoli, che si svolgeranno
presso il castello, a cura della compagnia teatrale La Tana dal
titolo “La Disfida di
d’Azeglio“, lettura di
brani tratti dal celebre
romanzo ottocentesco
di Massimo d’Azeglio.
Il pomeriggio, alle ore
17.00, sarà messo in
scena “I giorni della
Disfida - Appunti per
domani”.
La 15a edizione de
“La Penisola del Tesoro”, vede quest’anno la partecipazione
della Città di Barletta
La chiesa dei Greci (FOTORUDY)
come unica tappa pugliese, con l’obiettivo
di far conoscere luoghi di importanza storica, soprattutto quelli
meno conosciuti, ma di inestimabile bellezza, all’insegna della
valorizzazione e promozione del patrimonio delle stesse e festeggiare i 120 anni dell’associazione più grande d’Europa.
Nell’arco della giornata ci sarà la possibilità di visitare l’imponente Cattedrale romanico-gotica di Santa Maria Maggiore e
la Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta “dei Greci”, con
una pregevole e monumentale iconostasi, entrambe testimonianza
del lungo rapporto tra Barletta e l’Oriente, prima snodo di traffici
mercantili e porto da cui salpavano crociati e pellegrini diretti in
Terra Santa, quindi rifugio per gli esuli bizantini dopo l’invasione
Ottomana dell’Impero romano d’Oriente. Visita, inoltre, all’ottocentesco sontuoso Teatro Giuseppe Curci, intitolato al musicista e compositore barlettano.
Barletta è nota anche per la “Disfida” che il 13 febbraio 1503
vide 13 cavalieri italiani guidati da Ettore Fieramosca battere valorosamente i cavalieri francesi al comando di Guy de La Motte,
da cui erano stati ingiuriati all’Osteria “di Veleno” (visitabile).
Per coloro che raggiungeranno la città nella giornata di sabato,
alle ore 17.00 sarà organizzata dal TCI una visita guidata alla
Chiesa del Santo Sepolcro, al Colosso Eraclio (ritrovo dei partecipanti) e alla Chiesa di Sant’Andrea.
Info www.touringclub.it ricercando “La Penisola del Tesoro”
e sul sito del Comune di Barletta. Tel. 840888802 - selezione 3.
Oppure rivolgersi al Negozio Touring Club di Bari.
*Console Touring Club Italiano
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
31
Disfida
Il combattimento di 13 Italiani
con 13 Francesi a Quarata*
* Dal “Corriere di Barletta” del 30 aprile 1893
Dal sig. Benedetto Paolillo, studioso cultore delle patrie memorie, riceviamo con piacere il seguente componimento poetico ch’egli ha rinvenuto
in antichi manoscritti e che riguarda una gloriosa pagina della nostra
storia cittadina.
Ci dispiace soltanto non esservi indicato l’autore, ma la cronaca dice
di essere di uno scrittore napoletano.
Il “Corriere” è vendibile presso la Cartoleria Patella per 5 centesimi
32 IL FIERAMOSCA
Dall’Alpi nevose sull’appulo piano
la dove nell’Adria si specchia il Gargano,
un nembo di strani guerrieri piombò.
Di genti nemiche già il suolo è gremito,
e l’oste superba sul placido lito
un’orma d’oltraggio, di sangue stampò.
Il tristo lamento del popolo inulto
ritorna confuso dal barbaro insulto,
che il fato de’ vinti nomato ha viltà.
Discordi non vili ci rese fortuna,
che a tante sciagure pel campo ci aduna
nel campo che duce, che meta, non ha.
Ma caldo di speme riarde nel petto.
All’opre de’ forti di patria l’affetto
e un lampo balena d’antica Virtù.
Un lampo di gloria che ai nostri sorride
in nobile agone per bella disfida,
cui l’italo ardire mai tardo non fu.
Son tredici i prodi, di tredici a fronte
han l’animo invitto, le destre hanno pronte,
anelan l’oltraggio col sangue lavar.
O figli d’Italia, la lancia correte,
le spade brandite, pugnate vincete:
all’onta mentace risponda l’acciar.
Del sacro delubro gli altari abbracciate
pel Dio che protegge gli oppressi, giurate
di vincer da forti, da forti morir,
ché tardano ancora que’ franchi guerrieri?
Il campo divorano gli arditi corsieri:
già squillan le trombe, comincia il ferir.
Magnanimo Ettorre che guidi a vittoria
la schiera più eletta, più vaga di gloria
del forte tuo braccio qual altro è l’egual?
Per te delle giovani sol palpita il core,
in te dell’Italia s’affida l’onore.
E un serto ti appresta di lauro immortal.
Il divo furore degli animi invade
spezzato ha le lance, spezzato le spade
di sangue e sudori l’arena bagnò.
Seguite il cimento dell’ardua tenzone
in sin che il nemico non torni prigione
e compri il riscatto che baldo sdegnò.
Ma muoia imprecato, qual muore codardo,
che il vanto difese d’estraneo stendardo
nè piano il consoli, nè voce d’amor.
Vinceste! s’innalza già il plauso fremente,
al vostro reddire s’allegra ogni gente,
ma un tristo pensiero s’abbuia nel cor.
Che vale il tripudio d’un lauro sudato,
il sangue che giova dai prodi versato
se stato migliore non lice sperar?
Per serve contrade divise le schiere,
più duce non hanno, non hanno bandiere,
son vani i trionfi d’un vano pugnar.
FEBBRAIO
2014
Storia locale
Piazza Marina, già Piazza della
Dogana, già Largo del Carmine
di Pasquale Pedico*
Q
uando per molteplici cause, in tempi lontani, l’Ofanto
diminuì la portata di acqua e perse la navigabilità per
cui risalire dal porticciolo di Canosa, situato a Canne, alla foce
del fiume, con zattere e chiatte, si rese sempre più difficoltoso
per le attività commerciali del fiorente emporio canosino, sentita fu la necessità di provvedere alla costruzione di un nuovo
molo sulla litoranea della vicina barulum nell’ansa naturale
dell’attuale Piazza Marina già piazza della Dogana.
Scrisse il sovrintendente Emanuele Mola nel 1796 “di questo antico porto, che serba il nome di Caricaturo di Canosa si
veggono tuttora le orme sotto le mura della presente città (Barletta), a destra della magnifica Porta di mare, che mena al molo,
si pretende che sia stato lungo XLVI canne napoletane, protette
da scogli, e largo più di II vedonsi cominciare sotto la chiesa
di S. Cataldo e finire al primo ponte di detto molo novo. Di
esso canne XXIII sono tutte sotterra e delle altre XXIII se ne
vedono le rovine fuori dall’arena”.
Due vecchie carte topografiche, provenienti da S. Giacomo
e custodite in una saletta della biblioteca comunale confermano tale descrizione, non altrimenti esposta da F. P. de Leon.
Barletta ebbe questo porto, secondo alcuni ai tempi di Alessandro Severo (222-235) in epoca in cui l’Impero Romano era
in piena decadenza, crebbe sotto Settimio Severo (193-211) e
raggiunse maggior splendore con Traiano (98-117) che dedicò la
sua attività alla realizzazione di grandi opere di pubblica utilità
come la strada dal Ponto Eussino alle Gallie, l’intrapreso prosciugamento delle Paludi Pontine e la strada Appia Traiana che
riconobbe Canosa chiave di commercio e comunicazione per
Brindisi e quindi per l’Oriente.
Così venne a svilupparsi Barletta, lentamente e maggiormente si affermò quale scalo marittimo dagli empori della Lucania e della Peucetia con salmerie di muli adibiti al trasporto
dall’interno al mare di prodotti quale vino, olio e quant’altro,
come frumento in particolare.
Nel corso dei secoli, per l’ingiuria dei tempi molte gravose
opere di manutenzione e ristrutturazione per questo scalo marittimo fornivano serie preoccupazioni ai governi delle epoche, per
di più impegnati in lavori discontinui nei tempi di esecuzione e
quindi con scarsi e poco durevoli miglioramenti delle strutture.
Bisogna giungere al tempo di Re Carlo III di Borbone (173459) di Napoli e Sicilia per ottenere, grazie ad una fortunata
circostanza (N. Fraggianni, consigliere di Stato) una ripresa di
lavori da tempo sospesi e sostanziali miglioramenti di un certo
valore.
L’amministrazione borbonica, oltre ad un nuovo assetto
di governo dell’Università di Barletta, diede un impulso alle
FEBBRAIO
2014
Porta Marina (fotorudy)
costruzioni portuali mediante una felice risoluzione del piano
finanziario alle spese richieste.
All’epoca Barletta, città di regio demanio, aveva un perimetro di due miglia aperte da quattro porte con un “molo famoso” che era stato oggetto di continue cure all’epoca angioina,
soprattutto fino a Ferdinando il Cattolico che con diploma del
23 febbraio 1507 assicurava che le somme da pagare al fisco
“in perpetuum” da parte dell’Università fossero devolte al rifacimento delle mura, del porto, del molo ed altre opere pubbliche utili alla città.
Le precarie condizioni del porto, tuttavia, sminuivano la
prestigiosa fama di cui godeva la città, nota per un “famoso
molo” nonché per l’ampiezza delle sue strade e per la sontuosità delle fabbriche: si aveva l’impressione di essere nella stessa
capitale, Napoli in miniatura.
Essa continuava a far parte delle città di regio demanio con
Bari, Bitonto, Bisceglie, Monopoli e Matera in Puglia e per numero di fuochi (3036) teneva il primo posto nella provincia.
Il traffico di mare diminuiva e i bastimenti erano costretti a
tenersi sulle ancore in rada, onde per marosi e continui naufragi
IL FIERAMOSCA
33
Storia locale
erano motivo di diminuire maggiormente il commercio.
La mancanza quindi di sicuri approdi adriatici furono motivi sufficienti al concittadino Niccolò Fraggianni, onorato da
Carlo III di Borbone del titolo nobiliare di marchese per le sue
alte doti intellettuali e politico-diplomatiche, in funzione di Segretario di Stato, alla corte del Re, di ottenere dallo stesso la
ripresa dei lavori nel porto di Barletta.
Nel giugno 1750, il marchese Fogliani segretario di Stato
all’epoca, per accordi presi con don Miguel Reggio, capitano
generale delle forze di mare e con l’ing. don Giovanni Bompiede, capitano del porto di Napoli, in pieno accordo con il nostro
Niccolò Fraggianni, eliminata ogni difficoltà sulla questione
del porto di Barletta, chiarito quanto già eseguito e disposto
dall’ing. Bompiede, nominato direttore dei lavori dell’opera di
restauro del porto di Barletta, comunicava lo stato dei fatti a
sua maestà il Re, che tutto approvava e disponeva con dispaccio del 2 luglio 1751 un ben articolato elenco di delibere attuative dell’impresa: “si abbia in detta città di Barletta il nuovo
braccio e molo per la formazione del suo porto, ha determinato anche disporre il riferito ingegner Bompiede e nel detto
nuovo braccio si costruisca la lanterna per guida dei naviganti
nei paraggi e dalle proporzioni che detto ingegnere considererà
convenienti.
“Anche ha deliberato S.M. che la porta che sta in terra, si situi nel mezzo della cortina della piazza chiamata della dogana,
vicino al convento del Carmine secondo il disegno che si avrà
rimodernando e pensato il citato ingegnere Bompiede e che tutto il di più si attui e si ponga in esecuzione come il medesimo
ha convenuto e regolato con quei deputati!!!
L’ingresso, quindi al porto si volle anzitutto rendere solenne con la costruzione di Porta Marina sistemata, secondo le indicazioni del decreto del 1751, propriamente dov’era una volta
un antico bastione su cui era innalzata una rozza scultura in
pietra, alta palmi 6x3, di S. Sofia.
Così descrive la porta Oronzo Pedico: “Questa Porta che
si staglia maestosa e regala al cospetto del mare, sormontata
dall’arme borbonica, unica superstite della gloria militare di
Barletta, esercita un fascino singolare sia per chi salga o venga
dal mare. Nel suo stile barocco, massiccio di calcare pugliese
in mezzo ad umili case ed alla nuda semplicità del convento
carmelitano, la pietra ha acquistato un caldo tono di vita e di
superba bellezza e nel suo complesso architettonico prelude a
quella gigantesca lotta dell’uomo contro la natura ed è come il
corpo avanzato dei nostri moli protesi sulle ampie vie del mare.
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34 IL FIERAMOSCA
La fronte misura m. 12,50 per una profondità di m. 14, onde
si viene a costituire un vano che da una apertura di m. 4.10 a
mezzogiorno si restringe a settentrione a m. 3,45.
L’altezza del portale è di m. 11,20 a cui bisognerà aggiungere dalla parte esterna che guarda il mare la trabeazione del
frontone e l’attico superiore con la sua gigantesca arma borbonica che spazia libera e possente ad oltre venti metri dal suolo,
se pure corrosa dall’ingiuria del tempo, dalla salsedine e dai
generosi nidi di rondini. Una corona di ferro sormonta quella
reale in pietra.
Una lapide che occupa quasi tutto il frontone, affiancata dalle
armi della città ricorda l’anno della costruzione 1751 Carlo III di
Borbone regnante e sindaco della città Saverio Fraggianni, marchese, fratello di Niccolò. A mezzogiorno lo stemma borbonico
sovrasta immediatamente la porta, ed anzi, l’elefante dell’ordine
equestre di S. Gennaro, pende in mezzo all’arcata, mentre nei
timpani laterali due armi di Barletta senza corona, cadute al pari
di un pezzo decorativo, si piegano in rispettoso omaggio a questo trionfo scudo regale. Nei larghi pilastri interni permangono in
alto gli anelli in pietra delle cerniere delle porte sia per l’ingresso
al porto che alla città.
Robuste feritoie cieche, ricavate obliquamente nelle decorazioni a grosse fasce del portale, si notano a qualche metro dal
suolo, una per ogni stipite. Nell’androne della capace volta, ricoperta di lastre calcaree e condotti in pietra per lo scolo delle
acque all’esterno, ha trovato agevolmente posto, in passato, un
ponte a bilico da servire di “pesa pubblica” al traffico delle merci”.
In mezzo alla piazza, la vasca, riempita di terra ed informi
rottami, il pozzo trasformato in una immensa gola di cloaca per
cui meglio servire all’uso è stata asportata la lastra occidentale
della sua bocca quadrangolare, v’è la “Fontana di Piazza Marina”, costruita a spese dell’Università il 1547. Ed il nome del
regente, tale capitano Ferdinando De Figueroa.
Tuttavia dallo stato patrimoniale del 1754 del Real Monte
di Pietà, che aveva come prima sede, la chiesa di S. Cataldo,
si ricava di possedere in più una fontana al largo del Carmine
(piazza Marina) per uso di abbeveraggio degli animali al tempo
di caricamenti ed altro, oggi (1754) serrata per essersi aperta la
nuova porta di mare.
Nel 1855, come fa fede un’altra iscrizione sulla balaustra
orientale del pozzo, il comune si preoccupò di rimetterla in efficienza ed in seguito a lavori di espurgo ottenne che si attingesse ancora acqua, e data la sua vicinanza al porto, fu, come
tre secoli prima, di non poca comodità per l’approvvigionamento idrico dei bastimenti. Le cure del sindaco Francesco Galante non riuscirono tuttavia a segnare il proprio suo destino,
specie quando l’acquedotto dell’Ofantino e del Sele, più tardi
fornirono acqua più salubre e dolce ed il vandalismo sciocco e
ignorante non mancò di sospendere le sue funzioni.
Nel 1978 il piano regolatore della zona approvato, e mai realizzato (che novità), elaborato dall’architetto Grisotti, prevedeva l’abbattimento delle fatiscenti casupole adibite a deposito
di attrezzature usate dall’antistante mercato ittico da trasferire
in altro luogo. In tal guisa Porta Marina, a chi dal mare sale, si
sarebbe stagliata “maestosa e regale” nel vasto piazzale antistante il suo fronte settentrionale.
* Socio ordinario di Storia Patria per la Puglia
FEBBRAIO
2014
Ambiente
Ariscianne, un inestimabile patrimonio dimenticato
Condannabile la latitanza della Regione e della Soprintendenza alle Antichità
di Giuseppe Savasta
N
el panorama delle Scienze Preistoriche
italiane, la nostra Regione è presente con
ben sette fasi culturali che attestano in continuità
cronologica la frequentazione umana dal Paleolitico al Neolitico.
Il Paleolitico inferiore è densamente attestato
sul Gargano, mentre la Penisola salentina, le province di Brindisi e di Taranto e molte altre località della Puglia centrale conservano testimonianze
del Paleolitico medio (Musteriano) e Superiore.
Le vaste e fertili pianure della Daunia e quelle
lungo l’Ofanto (Barletta e Canne) sono caratterizzate da frequenti insediamenti del Neolitico, la
civiltà senza frontiere, venuta dal vicino Oriente
per portare in Puglia la coltura del grano, la pratica dell’allevamento e la produzione delle caratteristiche ceramiche impresse la cui antichità risale
a circa sei mila anni fa.
La “rivoluzione neolitica”, che trasformò il
cacciatore paleolitico in agricoltore, dilagò rapidamente nell’intera Penisola, e sotto questo aspetto, possiamo affermare che la
Puglia rispetto al nord, rappresenta un centro di diffusione della
civiltà nelle sue prestigiose tappe dell’evoluzione, non solo per
la produzione del pane, ma anche sotto il profilo dell’arte come
attestano i meravigliosi vasi apuli.
La Preistoria di Barletta
Gli orizzonti più antichi della Preistoria di Barletta, il Paleolitico medio (Musteriano, uomo di Neanderthal) oggi sono sommersi
dal mare e le loro testimonianze in perfetta continuità cronologica,
arrivano fino alla più tarda epoca storica e si possono raccogliere
lungo la battigia che va dagli stabilimenti balneari, a levante della
città, sino alle contrade Falce del Viaggio-Paludi di Ariscianne,
poiché queste provengono da un immenso giacimento archeologico sommerso che l’attuale erosione del mare sta smantellando.
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FEBBRAIO
2014
L’area di Ariscianne rappresentò per i cacciatori paleolitici un frequentato rifugio meridionale dove potevano trovare un ambiente
favorevole all’attività della pesca e, per la
ricchezza delle acque sorgive, costituì un elemento indispensabile per la sopravvivenza.
I fenomeni, periglaciali, le variazioni
delle linee di costa i laghi e le lagune, gli
sprofondamenti di origine tettonica di terre
epicostiere, i potenti depositi continentali
sedimentati dai fiumi Ofanto ed Alvedium
hanno caratterizzato la tormentata storia
geologica del territorio tra Barletta e Trani
dove il sottoscritto, in oltre quarant’anni di
ricerche, ha raccolto molte decine di migliaia
di reperti, li ha inventariati e consegnati alla
Soprintendenza.
Poiché i reperti del Paleolitico dovrebbero trovarsi in giacitura primaria nei terreni più interni del Pleistocene e invece si trovano in giacitura
secondaria lungo le spiagge oloceniche di formazione più recente,
manca il fondamentale sincronismo geo-archeologico e pertanto
diventa difficile stabilire la loro effettiva provenienza. Le selci più
antiche potrebbero essere arrivate in mare inglobate nei depositi
di origine continentale a causa dei fenomeni di soliflusso, cioè il
lento scivolare delle masse detritiche provenienti dai sovrastanti terrazzi pleistocenici, oppure da paleocoste sommerse. Anche
reperti del neolitico più antico si trovano frammisti a quelli del
paleolitico e questi ultimi potrebbero provenire da insediamenti
oramai smantellati dall’erosione.
L’importanza scientifica
della scoperta
La scoperta di Barletta è stata oggetto di un primo studio nella
XXV riunione scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, tenutasi a Monopoli dal 16 al 19 ottobre 1984 e le relazioni furono tenute dall’Archeologa Maria Clara Martinella, dal
prof. Arturo Palma di Cesnola del Dipartimento di Archeologia
dell’Università di Siena e dal prof. Alfredo Geniola dell’Istituto
delle Civiltà Preclassiche dell’Università di Bari. Dagli Atti del
Convegno riportiamo: “Recentissima è la notizia della scoperta di
un giacimento musteriano a Falce del Viaggio in Provincia di Barletta, oggetto di ricerche pluriventennali del prof. Giuseppe Savasta a cui va il nostro ringraziamento, perché dopo aver informato
della sua scoperta l’Istituto delle Civiltà Preclassiche, ha messo a
disposizione una parte della sua raccolta (circa 1300 pezzi) permettendone lo studio. Tale studio è stato condotto in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena.
“Nell’industria litica sono stati individuati i seguenti orizzonti culturali: Paleolitico medio (musteriano), Paleolitico Superiore
IL FIERAMOSCA
35
Ambiente
lo Muntoni, un’équipe di geologi e di operatori subacquei, con il
patrocinio dei rispettivi Enti di appartenenza più un considerevole stanziamento del Comune di Barletta e del Patto Territoriale,
condussero una serie di saggi nella località Belvedere-Ariscianne,
i cui risultati scientifici furono pubblicati negli atti del 25° Convegno Nazionale di Preistoria, tenutosi a San Severo dal 3 al 5
dicembre 2004. Fin qui l’opera condotta da un dilettante con abnegazione e tenacia per consegnare alla città di Barletta le sue
antichissime e prestigiose radici.
Ma nonostante l’importanza scientifica della scoperta di Barletta e le sue potenzialità turistico-culturali, i reperti sono ancora
sconosciuti alla collettività perché, solo qui a Barletta, non sono
stati esposti alla pubblica fruizione sia perché non abbiamo più
quel museo archeologico che un tempo fu un prestigioso punto di
riferimento turistico-culturale sia per l’incapacità dei nostri politici di comprendere la cultura materiale dei nostri antichissimi progenitori, che qui lottarono e soffrirono per assicurarci la sopravvivenza e non credono che anche qui, a Barletta, dove le vetrine e le
strade risplendono di luci, un tempo esisteva la savana, l’ambiente
in cui tranquillamente vi pascolavano gli elefanti antichi (paleoloxodon antiquus).
Altro motivo di rammarico è la latitanza della Regione e della
Soprintendenza cui spetterebbe la valorizzazione di questo singolare
aspetto della Puglia che appartiene all’archeologia italiana e in particolare alle Scienze antropologiche e geologiche dell’Adriatico.
(Proto Aurignaziano-Uluzziano); un neo-Eneolitico con lame e
lamelle e alcuni strumenti Campignani.
Va sottolineato l’interesse che riveste la scoperta di un’industria musteriana in un’area finora vuota di dati in tal senso, quale
quella di Barletta.
In seguito alla scoperta di Barletta, appare evidente che anche
nel barese è presente l’Uluzziano (Paleolitico Superiore arcaico)
e sotto quest’aspetto la stazione di Falce del Viaggio-Ariscianne
appare degna di considerazione”.
Come di consuetudine i riassunti di questa scoperta furono
pubblicati in lingua inglese e francese, poiché la Preistoria non è
appannaggio di una nazione ma è il faticoso cammino dell’uomo
nel suo divenire culturale e nel suo andare.
Successivamente nel 1996, nel 13° Congresso Mondiale delle
Scienze Preistoriche e Protostoriche, tenutosi a Forlì, la scoperta
di Barletta fu ampiamente illustrata dal prof. Palma di Cesnola,
mentre il sottoscritto vi presentò una propria relazione ed un poster illustrativo, suscitando l’interesse degli studiosi, ma anche il
loro rammarico per la mancanza degli atti risultanti da una così
prestigiosa scoperta.
Fondamentali contributi del sottoscritto sono le sue pubblicazioni “Archeologia con la lente” (ed. Litostampa Sud 1990) e
“Ariscianne, la Spiaggia dei Misteri” (ed. Rotas 2011 Barletta).
Finalmente, dato l’eco della scoperta in campo nazionale, (Linea Blu 1994), la Soprintendenza Archeologica, il Dipartimento
di Geologia e Geofisica dell’Università di Bari, l’archeologo Ita-
Il nostro facebook
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1957. Cantina Sperimentale, cortile interno. Gruppo visitatori. Da sinistra: 1. dott. Mario Mattia; 2. ins. Giovanna Dimonte; 3. dott.ssa
Raffaella Dicorato; 4. dott. Giuseppe Dimiccoli; 5. Ciccio Antonelli; 6. dott. Domenico Monterisi; 7. dott. Beppe Monterisi; 8. dott. Paolo
Alvisi; 9. rag. Ruggiero Chiummo; 10. dott. Oronzo Pedico; 11. dott. G. Minafra; 12. dott. C. Cafiero (da MICHELE DIMONTE, La Cantina
Sperimentale di Barletta 1879-1967, Editrice Rotas, novembre 2013)
36 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
Scuola
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO “G. DE NITTIS” DI BARLETTA
Realizza un incontro speciale per ragazzi speciali
INSIEME ALLA “FELTRINELLI” PER SCOPRIRE L’AMORE PER LA LETTURA:
LA SCRITTRICE SIMONA BALDELLI INCONTRA NOI RAGAZZI DELLA 3aA E 3aE
M
artedì 22 ottobre, noi alunni delle classi 3a A e 3a E ci siamo recati a Bari per una visita didattica presso la libreria
“Feltrinelli”, accompagnati dalle nostre instancabili professoresse
Borraccino S., Barracchia D., Dimiccoli M., Dimatteo S. e dal professore Defazio P. Siamo partiti alle 8:30 da piazza 13 Febbraio e
stranamente “tutti” eravamo puntuali e pronti per fare questa magica ed entusiasmante esperienza.
Il viaggio è stato molto piacevole e il pullman è stato il mezzo
più adatto per rendere l’atmosfera frizzante e serena. Dal finestrino si osservava un cielo terso, mentre un sole pallido cercava di
filtrare dalle tendine dell’autobus. Arrivati a Bari, dopo una breve passeggiata, siamo entrati con grande eccitazione nella libreria
“Feltrinelli”. I nostri occhi si sono illuminati davanti a quel mondo
magico e ricco di cultura e attualità. È stato molto bello guardare i
libri che hanno subito attirato la nostra attenzione per le loro varie
forme e per i loro brillanti colori.
Al pian terreno della Feltrinelli ci aspettava, con un coinvolgente sorriso, la scrittrice Simona Baldelli. Alcuni di noi si sono
accomodati su un salotto, altri si sono seduti a terra, tutti presi ad ascoltare con immenso piacere la trama del libro “Evelina e le fate”.
Si tratta di un romanzo che racconta un periodo tragico e orribile della nostra storia: la Seconda Guerra Mondiale, affrontata con animo
sorpreso e ingenuo da una bambina di soli cinque anni che ha assistito alle violenze e ai soprusi compiuti dai tedeschi. Evelina, protetta
da due fate premurose e materne, guarda il mondo con gli occhi dell’infanzia, mescolando realtà e fantasia.
Grazie alla sua profonda immaginazione, riesce a superare gli orrori della guerra che offuscano questo periodo della sua vita ancora
“acerba”. Durante questa visita entusiasmante, la scrittrice, con il suo sorriso smagliante e penetrante, è riuscita a trasmetterci il piacere
di leggere e scrivere che oggi molti ragazzi sottovalutano. Essendo molto curiosi, dopo abbiamo visitato la famosa libreria in cui si è
svolto questo incontro. Tutti noi abbiamo acquistato libri, tra cui il romanzo “Evelina e le fate”, e qualche CD. In seguito, con molto
dispiacere, ci siamo diretti al pullman. Una volta saliti, dopo tante foto e risate, siamo subito arrivati a Barletta, soddisfatti di questa
fantastica giornata.
Gli alunni della 3a A e 3a E, Scuola di I grado “G. De Nittis”
Un nuovo quotidiano sul web: Barletta News dal 3 Febbraio
È online un nuovo quotidiano sul web: Barletta News (www.barlettanews.it). Il nuovo giornale nasce da una idea di Michele
Sarcinelli e Alessandro Porcelluzzi. Dopo il lancio sul social network Facebook degli scorsi due mesi, il nuovo giornale comincia le
pubblicazioni sul proprio sito. Sarcinelli e Porcelluzzi sono stati, nel recente passato, direttore ed editorialista politico di altro sito
locale e hanno dato vita oggi a questo nuovo progetto in cui hanno assunto rispettivamente le cariche di direttore responsabile e
direttore editoriale.
“Il nostro obiettivo, come sempre, sarà raccontare la città, il territorio, i suoi protagonisti e le sue mille sfaccettature”, dichiara
Michele Sarcinelli. La nuova squadra di redattori amplia lo spettro dei temi e degli ambiti da trattare: dall’ambiente al cinema,
dal costume alla salute. In redazione giovani promesse si affiancano a opinionisti di esperienza, coordinati da Giusy Del Salvatore,
giornalista pubblicista. La proprietà della testata è di Impronta editori Srl, una società che aggrega professionisti ed esponenti della
società civile barlettana, convinti della positiva azione di informazione e critica svolta dal duo Sarcinelli-Porcelluzzi.
“Ovviamente la politica rimane uno dei cardini di questo nuovo giornale. Come in passato cercheremo di raccontarla in modo
accessibile a tutti, approfondendo via via le tematiche”.
Barletta News si presenta dunque come una voce critica, ma elegante nel panorama dell’informazione. Un luogo in cui aggregare
le opinioni dei cittadini per dare voce alle loro esigenze, ai loro problemi, al loro desiderio di contribuire al progresso della città.
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
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Musica
PER LA 30.MA STAGIONE CONCERTISTICA
DELL’ASSOCIAZIONE CURCI DI BARLETTA
LOVING DUETS
duettando in jazz
MARIO ROSINI, PAOLA ARNESANO, LARRY FRANCO,
FAWN TOLSON, DEE DEE JOY E EDDY OLIVIERI
S
tupendo omaggio alla canzone e alle voci più belle della
nostra Puglia, con il concerto “Loving Duets”. Sabato, 8
febbraio, presso il Teatro Curci di Barletta, un nuovo appuntamento della 30.ma Stagione Concertistica dell’Associazione Cultura e
Musica “G. Curci. Di scena l’ensemble “Loving Duets”, gruppo innovativo che sta riscuotendo unanimi consensi, formato da 6 voci e
tre pianisti che hanno reso indimenticabile la serata.
Ad esibirsi, per questo evento in esclusiva per la 30.ma Stagione
Concertistica dell’Associazione Curci, sono state tre tra le voci più belle pugliesi: Mario Rosini, Paola Arnesano e Larry Franco, a cui hanno tenuto bordone il pianista Eddy Olivieri vissuto a Los Angeles per
18 anni, la vocalist Afro-Americana Fawn Tolson ed un nuovo talento
emergente Dee Dee Joy. “Tantissimi i duetti che si sono scambiati tra di
loro le 6 voci ed i 3 pianisti. Un concerto in cui la vocalità ha regnato
sovrana e ha fatto viaggiare attraverso le più belle canzoni d’amore
eseguite in duetto.
Nel concerto sono stati eseguiti duetti presi da brani famosi o
totalmente improvvisati come Endless Love, My Funny Valentine, Love, Unforgettable, Amorevole, My wonderful Bambina, Ma
l’amore no, when I Fall in Love… e tantissime altre ancora.
Ad alternarsi sono state le voci di Mario Rosini, un artista che
gioca sorprendentemente con la sua voce, che grazie alla sua preparazione musicale e tecnica diventa “tante voci”. Rosini è riuscito a
muoversi musicalmente con grande disinvoltura nei vari brani che
interpreta sia che siano famosi standard americani di grandi autori
jazz, sia in brani di musica più leggera e cantabili.
Ad accompagnarlo, la voce di Larry Franco (Lorenzo Franco),
artista jazz che si perfeziona a Los Angeles e che ha suonato in tutto il mondo, con Nicola Arigliano, Franco Cerri, Fabrizio Bosso,
Natalie Cole e Herbie Hancock calcando il palcoscenico dei più importanti Festival Jazz in tutto il mondo, e quella di Paola Arnesano,
che ha esordito giovanissima come jazz singer. Fondamentalmente
attratta dalle cantanti cool degli anni ‘50, inizia ad affrontare progetti originali, come canzoni italiane degli anni ‘40 in chiave jazz,
o brani più moderni mai cantati, ai quali aggiunge testi. Collabora
stabilmente con Davide Santorsola, Mimmo Campanale e Maurizio Quintavalle. Ha collaborato con grossi personaggi del panorama
jazzistico italiano, come Stefano Bollani, Roberto Ottaviano, Angelo Adamo, Gianni Cazzola, Ettore Fioravanti, Franco Cerri, Gianni
Basso, Luigi Bonafede, Tiziana Ghiglioni, Marco Micheli, Massimo Manzi, Tomaso Lama, Gianluca Petrella, Daniele Scannapieco, Aldo Vigorito, Fabrizio Bosso, Pietro Ciancaglini, Enzo Zirilli,
Nicola Stilo, Renato Sellani, Ares Tavolazzi, Dado Moroni. La sua
attività concertistica l’ha portata in Inghilterra, Spagna, Portogallo,
Francia, Germania, Svizzera e Austria. Ha tenuto diversi seminari in
38 IL FIERAMOSCA
Loving duets
scuole ed università italiane. Da qualche anno è anche stabilmente
nel quartetto vocale Faraualla, collaborando con musicisti di grosso
calibro come Noa, Maria Pia De Vito, Paolino Dalla Porta, Francesco Sotgiu, Andrea Parodi, Pino Minafra, Rita Marcotulli, Bebo
Ferra, Paolo Pietrangeli, Carmen Consoli, Antonella Ruggiero.
Ad affiancarli le voci di Fawn Tolson, americana, attrice e cantante a tutto tondo che si è esibita nei più grandi Club Jazz americani
e per importanti reti televisive in America; Eddy Olivieri, pianista
italo americano di grande pregio che si è esibito con numerosissime
band di Blues e R&B. Ha co-diretto stages alla UCLA con uno dei
professori, il maestro Dini Clarke, che era stato direttore dei cori di
numerose produzioni in Broadway, fra le quali l’originale West Side
Story, prima di trasferirsi a Los Angeles; ed infine Dee Dee Joy,
cantante, compositrice, pianista, pittrice e fotografa, artista eclettica
e proiettata verso le novità.
Il loro è stato uno spettacolo assolutamente affascinante in un
dialogo ricco di emozioni ed immagini, che ha portato per mano
lo spettatore nella coinvolgente atmosfera dei duetti Jazz più noti e
apprezzati.
Pippo Madè incontra
papa Francesco
FEBBRAIO
2014
Scuola
Premiato a Cerignola l’alunno Gaetano Pavone
della 3a D della Scuola Media “R. Moro”
P
resso il Liceo Artistico “Sacro Cuore” di Cerignola, si è
volta la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Concorso Artistico “Il Tuo Presepe”. La partecipazione
all’iniziativa promossa dalla scuola diretta da Giuliana Colucci
ha visto coinvolte 13 scuole fra la Provincia di Foggia e la BAT;
il lavoro della commissione guidata da Maria Carmela Grosso
insieme ai docenti della scuola Amato, Caprio, Arena, Buonpane, Bracco, Ferrante, Frontino e Fasinella non è stato affatto
semplice.
In sede sono arrivati circa 280 elaborati ed è stato davvero
difficile scegliere il vincitore nelle due sezioni ceramico-plastico e grafico-pittorico-fotografico. La dirigente Colucci, nel
corso della cerimonia che ha visto presenti le scuole interessate, ha dichiarato: “È stato un lavoro estenuante, faticoso ma al
tempo stesso siamo felici che questa iniziativa abbia avuto un
consenso così vasto, cosicché si possono gettare le basi per una
migliore qualità delle opere e anche di operare sul territorio,
cercando di aiutare chi opera in situazioni di disagio”.
Significato dell’opera. La Crisi sta diventando sempre più
devastante, i suoi danni ormai hanno invaso tutto il mondo.
L’alunno ha immaginato che Gesù nascesse con il suo splendore e l’intensità dell’atmosfera venutasi a creare a Betlemme,
duemila e più anni fa per guidare l’umanità. L’alunno ha disegnato lo scenario e i personaggi, usando per i volti macchie
bianche su sfondo giallo e la luce proviene dalla stella cometa;
Gesù, Maria e Giuseppe sono collocati in alto su di una vetta sopraelevata, in una capanna. Una moltitudine di gente in
movimento si fa strada per adorare un Bimbo che sarà il Salvatore del mondo, dimostrando che persino i potenti della Terra
riconoscono la grandezza di Dio e si inginocchiano dinanzi al
Suo figliolo. Oggi, in un periodo storico in cui la famiglia ed i
suoi componenti sono abbagliati da falsi valori, quali l’egoismo
ed il relativismo, il Presepe è un faro luminoso che indica, alle
giovani generazioni sani e giusti ideali da perseguire attraverso
FEBBRAIO
2014
La dirigente Grazia Di Nunno, una collaboratrice, l’alunno Gaetano
Pavone e la prof.ssa Antonella Palmitessa
l’unità familiare, in cui il padre e la madre devono essere un
incorruttibile esempio per i propri figli. Babbo Natale in primo piano in basso a sinistra, viene rappresentato come un signore robusto e occhialuto, vestito con un costume rosso con
inserti di pelliccia bianca e con una lunga barba. La sera della
vigilia di Natale va di casa in casa per portare i regali ai bambini. I doni vengono lasciati sotto l’albero di Natale. La figura
di Babbo Natale col tempo è stata ripresa e riproposta in chiave
pubblicitaria e consumistica. L’enfatizzazione del Babbo Natale
più secolare e gli aspetti materialistici dello scambio di doni
in occasione della festa, adesso non accade più. Oggi la crisi è
sentita anche da Babbo Natale che è costretto a rovistare nei
cassonetti, pur di far felici tutti i bambini.
IL FIERAMOSCA
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40 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
Teatro
EMOZIONI DA PALCOSCENICO
Onore alla stagione della spending review, che sta regalando spettacoli di indiscutibile qualità
di Carmen Palmiotta
O
uverture d’essai per la stagione di
prosa 2013-2014 del Teatro Curci. A trent’anni dal Caligola di Albert Camus - portato sulle scene del teatro ‘Curci’
da Pino Micol nei panni del protagonista,
per la regìa di Maurizio Scaparro - lo stesso dramma è stato portato in scena sulle
stesse tavole dalla Compagnia Teatro Zeta,
diretta proprio da Pino Micol. Per i corsi
e ricorsi, nella vita come nel teatro (che
lo fa assomigliare e talvolta assimilare
alla vita stessa), Micol ha preso in mano
questo dramma complesso, intenso, a tratti
straziante nella sua doppia brutalità (quella
delle losche ‘res gestae’ dell’imperatore romano e quella del nazismo, tragica cornice
nella quale è inscritto, in un funesto gioco
di scambi e sovrapposizioni) e ne ha fatto
un capolavoro nel capolavoro, una partitura teatrale di grande attualità, toccante, con
sorprendenti tratti di profezia, intesa non
come vaticinio ma come ‘guardare avanti’,
‘leggere’ i tratti prossimi venturi, traendoli
da quelli passati e presenti.
Micol ha scelto la seconda edizione integrale del Caligola del 1941, tradotta da
Riccardo Reim, ambientata in quell’anno
a Parigi, dove una piccola compagnia teatrale sta mettendo in scena questo Caligola
appena scritto, mentre la città è stata conquistata e invasa dai nazisti.
Noi che per fortuna anagrafica eravamo
fra il pubblico, trent’anni fa, ad ammirare il
già affermato Micol nelle vesti di Caligola,
lo ricordiamo bellissimo, vestito di bianco,
ieratico nella sua lucida follia, scultoreo e
feroce, icona indimenticabile. Oggi abbiamo sinceramente ammirato anche il protagonista Manuele Morgese, già una promessa, che sta trasformandosi in concreta realtà.
Lo avevamo visto, e giudicato impeccabile,
qualche anno fa nel personaggio, anche
questo già di Micol, di Dorian Gray, tratto
dal romanzo di Oscar Wilde, e siamo felici,
a distanza di qualche tempo, di poter dire
che il suo cammino va spedito verso buone, e speriamo ottime, performances, delle quali il teatro italiano ha assolutamente
bisogno per assicurare un degno ricambio
generazionale. Doppia sfida vinta da Pino
Micol anche questa, puntare su giovani talenti non ancora notissimi, e su una compa-
gnia teatrale aquilana di tutto rispetto, i cui
componenti hanno faticosamente ricostruito
un teatro fisico, il Teatro Zeta appunto, con
innumerevoli sacrifici, e dove intendono
proseguire nel loro lavoro. Segno e simbolo di una cultura che non si vuole arrendere
nemmeno alle calamità naturali.
Sorprendente, a tratti irriverente, sempre divertente e alla modernità un po’ accondiscendente. Simpatico, qualche volta
drammatico e qualche altra distonico in
senso pratico e teorico. Mai ridondante
e intanto roboante, tinto d’amore illuminante, disgregante e brillante, fluorescente
quanto basta a rendere la serata una festa,
con un pizzico di faccia tosta e tanta teatralità esposta. No, non siamo diventati matti
di botto, non ci mettiamo a scrivere in rima
per stornare il lettore dal suo percorso e
dal suo tratto, ma siamo a presentare, con
nostra grande sorpresa, la simpatia e l’allegria che ci ha preso, una sera d’inverno
allorquando, giocando con Orlando, siamo
stati catapultati in un mondo fecondo, a
rime baciate, alternate, a tutto tondo.
La consegna da parte del Sindaco Pasquale Cascella della chiave del camerino
(FOTO MARIANO GAGLIARDI)
del teatro, nel quale trent’anni fa Pino Micol si preparò per andare in scena con il
suo Caligola, ha suggellato un anniversario, quello appunto della recitazione del
Caligola di Micol nella sua città, e un importante compleanno, che per una volta chiameremo genetliaco, i settant’anni dell’attore, compiuti qualche mese fa. Era
questo, tornare al teatro Curci non più nei panni dell’attore ma del regista, il regalo
che Micol in cuor suo voleva, e lo ha avuto anche grazie alla recente amicizia con il
Sindaco Cascella, che lo aveva invitato lo scorso settembre a Barletta per le celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza.
Pino Micol è venuto a Barletta molte volte, soprattutto in veste di attore ma anche di regista, evoluzione di una brillante carriera teatrale iniziata ufficialmente nel
1971, dopo essersi diplomato all’Accademia del Piccolo Teatro di Milano ed essersi,
subito dopo, laureato in Giurisprudenza a Bari, per accontentare i genitori che volevano per lui una solida alternativa al teatro. L’esordio avvenne con l’Enrico VIII di Shakespeare, con la Compagnia dei Giovani, e Micol
fu immediatamente notato dal regista Maurizio Scaparro e da Giorgio Albertazzi. Ha lavorato con registi come Ronconi, Calenda, Cobelli, Missiroli, e con attrici del calibro di Valeria Morriconi, Carla Gravina, Piera degli Esposti. Interprete shakesperiano, pirandelliano
e brechtiano, ha portato a Barletta anche il Cyrano, Puntila e il suo servo Matti, Frammenti da Don Chisciotte, dei quali, fra gli altri, ha
curato la regia. Ha fatto cinema, (ricordiamo fra tutti GialloParma con Alberto Bevilacqua), tv (Delitto e castigo negli anni 70, le fiction
Prova d’orchestra, Il bello delle donne, L’onore e il rispetto) regia lirica con il Don Chisciotte di Paisiello
Dal suo camerino sono passati i maggiori politici italiani, da Pertini a Napolitano, Berlinguer, Andreotti. Un aneddoto racconta che
una sera, invitato al compleanno della figlia di Riccardo Muti, l’attrice Chiara, che recitava con lui, il celebre direttore d’orchestra, rispondendo al suo saluto ‘Buonasera Maestro’, abbia detto ‘No, Micol, questa sera il Maestro è Lei’.
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
41
Teatro
Tutto questo è stato Giocando con Orlando, un testo in rima liberamente ispirato
all’Orlando Furioso, per la regia di Marco
Baliani, con lo stesso Baliani e un inedito
Stefano Accorsi, che hanno appunto sviscerato in rima le vicende d’amore e follia
di Orlando e Angelica, di Bradamante e
Ruggero, contaminate a vicende e personaggi che spaziavano dalla Divina Commedia ai politici attuali. Il risultato è stato
esilarante, piacevole e dotto senza mai scadere, nemmeno di un gradino, nella noia
né in una sorta di déjà-vu. Stefano Accorsi
tiene benissimo le tavole del palcoscenico,
cosa niente affatto scontata per un attore
anche cinematografico e televisivo, e mostra un volto autenticamente simpatico, un
divertirsi e trovarsi a proprio agio nella sua
parte, degni veramente di nota, così come
la sua “spalla”, il bravissimo Marco Baliani. Non hanno sbagliato un colpo, pardon, una rima, né nell’interpretazione né
nell’incasellamento delle situazioni, dando
vita a due ore di bravura, di comicità intelligente, che hanno regalato al pubblico
risate e riflessioni.
Non meno rilevante il terzo lavoro di
prosa, quello Zio Vanja di Anton Cechov
che racchiude l’anima russa classica e contiene tutte le avvisaglie della filosofia e
della drammaturgia del Novecento. Nomi
importanti targati Puglia, lo sottolineiamo
con orgoglio, quali Sergio Rubini nei panni del protagonista e Michele Placido in
quelli del suo ottuso cognato, il professor
Serebrjakov, marito della defunta sorella di
Vanja e padre della sfortunata Sonia, interpretata dalla bravissima Anna Della Rosa.
Avevamo visto alcuni anni fa, al ‘Curci’, una bellissima messa in scena di Zio
Vanja di Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, di Diablogues-Compagnia delle Belle Bandiere, e il paragone poteva venire
spontaneo, ma già dalle prime battute abbiamo capito che si trattava di due anime
recitative diverse, con un punto d’incontro
dato dalla trama cecoviana che si andava
dipanando. Abbiamo così messo da parte il
già visto e ci siamo concentrati sulla reci-
42 IL FIERAMOSCA
tazione di Sergio Rubini, su quella nevrosi
della quale ha segnato il personaggio, sulla
sua disperazione descritta, spiegata puntigliosamente, con vertici di canto doloroso
come una nenia di lutto; sui momenti di comicità talmente naturale da sembrare involontaria, sui dialoghi e sui monologhi punteggiati di non-senso, di vaneggiamenti, di
utopie. E abbiamo apprezzato un Michele
Placido solenne nella sua chiusura mentale, nel suo egotismo che diventava egoismo
cieco e becero. A chi ha detto che Placido
sembrava ingessato, crediamo di poter rispondere che egli era volutamente tale, per
rendere la miopia del tanto decantato accademico, probabilmente sopravvalutato,
che non si cura di nulla e di nessuno, meno
che mai dei sentimenti di chi gli sta intorno. La trama, molto esile, (il professore
torna con la sua seconda moglie nella casa
di campagna ereditata dalla prima moglie,
sorella di Vanja e madre di sua figlia Sonja,
sconvolge vite e abitudini di tutti e arriva
a voler vendere la proprietà amministrata
per lui da Vanja e Sonia, lasciandoli senza sostentamento e senza scopo. Proposito
dal quale desisterà dopo che Vanja lo avrà
minacciato di morte, decidendo di tornare
con sua moglie in città e lasciando lo status
quo), rende proprio quel vuoto di senso che
Cecov avvertiva galoppante, insieme alla
noia per una vita piatta e sempre uguale a
se stessa, con incursioni naturalistiche, che
oggi diremmo ambientalistiche, del medico condotto, il dottor Astrov, interpretato
da Piergiorgio Bellocchio, figlio di Marco,
regista in questa occasione quanto mai pulito ed essenziale. Ci è molto piaciuto Sergio Rubini, tornato al suo primo amore, il
palcoscenico, rivelatosi attore di razza e di
notevole caratura.
festa in maschera in cui si era travestito
appunto da Enrico IV, rubandogli la donna
e, in definitiva, la vita stessa. Un dramma
estremamente complesso, un capolavoro
appartenente al “teatro nel teatro”, terza
fase della produzione pirandelliana, scritto
da Pirandello nel 1921 per Ruggero Ruggieri e poi portato sulle scene dai più grandi interpreti del teatro italiano. A Barletta,
l’ultimo grande attore che lo ha interpretato, a nostra memoria, fu Salvo Randone, in
tre meravigliosi atti nei quali sviscerò con
lucidità la condizione umana e psichica del
protagonista, non scendendo mai di tono
dalla prima all’ultima battuta, con punte di
autentica commozione, pathos ed empatia,
osmosi fra il personaggio, l’interprete e il
pubblico.
Diversa operazione è stata fatta con
l’Enrico IV reso atto unico dalla scrittura
drammaturgica di Ettore Catalano, docente universitario studioso di Pirandello. Una
produzione del Teatro Abeliano di Bari,
per la regia di Vito Signorile, con Antonio
Salines nei panni di Enrico IV. Si è trattato
non di un compedio né di un riassunto, ma
di un dignitoso adattamento che ha sfrondato il testo conservandone l’essenzialità,
rendendo il dramma del protagonista immediatamente leggibile, così come le vicende che si susseguono. Una buona prova,
una bella interpretazione di Salines, che ha
liberato il personaggio di ogni accenno di
ridondanza e lo ha restituito in forma piana, in una sorta di disperazione a voce bassa. Una pecca di regia, secondo noi, è stato
l’eccessivo rosso della scenografia e l’eccessivo trucco di Matilde, la donna amata
e perduta da Enrico IV, elementi che davano più l’idea della Commedia dell’Arte
che dell’altezza del dramma che si andava
consumando sulla scena.
Da questa veloce incursione panoramica sulla prosa, appare chiaro che anche
quest’anno il nostro cartellone teatrale ci
sta regalando belle emozioni da palcoscenico, nonostante le difficoltà economiche e
il ritardo con il quale è stata fatta la stagione teatrale. E di questi tempi, spesso bui
per gli eventi culurali, sicuramente non è
poco.
Preferii restare pazzo e vivere con la
più lucida coscienza la mia pazzia… Queste parole tratte dal terzo atto dell’Enrico
IV di Pirandello, rendono tutto il dramma
dell’uomo impazzito dopo una dolorosa
caduta da cavallo, poi rinsavito in incognito, costretto a tornare in una lucida pazzia
per il resto della vita dopo essersi vendicato dell’uomo che, tanti anni prima, lo
aveva disarcionato da cavallo durante una
FEBBRAIO
2014
Ricordo
Quelle sue ultime lettere alla “Gazzetta”
per ricordare Ele Iorio a sette anni dalla scomparsa
di Renato Russo
S
ono trascorsi sette anni dalla sua scomparsa e ancora ci
manca, e ci mancherà ancora per tanti anni, perché Ele era
arguto e polemico, salace e faceto, e nessuno più di lui e meglio
di lui sapeva trasmetterci il gusto sapido del suo scanzonato repertorio linguistico. Bersagli preferiti, i saccenti, i presuntuosi, gli
pseudo accademici, galline - diceva - che si ammantano del sontuoso abito del pavone. Teatro preferito delle sue scorribande panflettistiche, la rubrica delle lettere alla “Gazzetta del Mezzogiorno”
(indimenticabile la sua corrispondenza sulfurea con Nino Vinella).
Le sue ultime lettere sono però più distaccate, come soffuse da
un’atmosfera melanconica. Presagio della fine imminente?
Dov’è Mirella? si era chiesto Raffaele in una delle ultime lettere alla “Gazzetta”, una bellissima lettera nella quale evocava il
ricordo di una collega di studi in un momento di poetico nostalgico
abbandono.
La ripubblichiamo a beneficio dei lettori:
“Siete mai stati, da ragazzi, sui tetti dell’Ateneo, di notte, a
preparare l’esame di Greco Due? Con la ragazza? Io sì. Con Mirella. Varcata la porticina, d’improvviso ti cadeva addosso tutto il
cielo di Puglia: lilla, come una stola di raso delle imperatrici di
Bisanzio. E, su un vassoio inclinato, tutte le costellazioni del Sud,
parure di zaffiri. Mirella, ora velata di memoria, diceva pericolosamente Saffo: “Deduke mèn a selànna / kai Pleiades, mésai dé /
nùktes” (Tramontata è la luna e le Pleiadi a mezzo della notte).
“Aveva i seni come clementini. E sulla pelle i nei si chiamavano, con nomi profumati d’arabo, Aldebaran, Vega, Altair. Sul vento intanto ci sorprendeva la campanella d’un vicino convento di
monache. L’immagine delle vergini interdette, che in quella notte
serravano le cosce, ci scottò l’anima. “Parà d’érchet’òra” (Anche giovinezza già dilegua), continuava il frammento 94. “Non ci
tocca, Mirella”. Da ponente la luna in arrivo si scioglieva i capelli
mandando avanti il suo chiarore. “Ti prego, facciamo aoristo”,
FEBBRAIO
2014
chiese lei allora in gergo studentesco. E poi dicono che
l’amore non esiste.
“Infatti, dov’è Mirella?
E dove - chiamando al primo notturno la campana della
clausura -, dove sono le Pleiadi sull’alabastro dei vent’anni
greco-baresi? Chi sa, risponda.
Raffaele morì il 13 febbraio,
la risposta, con qualche giorno
di ritardo, fu pubblicata sulla Raffaele Iorio
“Gazzetta” del 27 febbraio.
Abbiamo condiviso insieme le esperienze della università; eri
già tra noi laureandi il più dotto, appassionato cultore del mondo
greco, sensibile al fascino della bellezza, dell’arte e del mito.
Eravamo insieme a Paestum, tra i templi e le rose profumate di
maggio, in viaggio di studio con il prof. Mario Napoli, insigne archeologo, e tu stavi ultimando la tesi, una poderosa ricerca sul sito
di Egnathia. Hai prodotto lavori scientifici raffinati e importantissimi, sempre pervasi però dalla tua profonda sensibilità e umanità.
Hai scritto pagine di grande bellezza, con una prosa tutta personale,
inimitabile, le hai scritte per sempre nel mio cuore amico.
Che il tuo sapere, ora che sei scomparso, non vada perduto,
che le tue opere siano lette e valutate appieno. Addio Ele
Mirella
Abbiamo bisogno della Chiesa, abbiamo bisogno di Gesù
E questo invece è il testo dell’ultima lettera che Raffaele dettò
al figlio Lorenzo sabato notte, 10 febbraio, tre giorni prima della
sua scomparsa.
… basta un prof. che prenda per mano due o tre dei suoi per
volta e vada non ad un museo, ma in qualsiasi reparto di chirurgia
o di rianimazione, e mostri, delicatamente, com’è il viso di uno
sprangato, il collo di un uomo trafitto, uno stomaco perforato. E
guardi quegli occhi, quelle bocche senza più parole. E poiché per
tutto abbiamo bisogno di spiegazioni, ecco sorgere la nostra invocazione alla chiesa. Abbiamo bisogno di lei. Ma di una chiesa
vera, autorevole, colta. Abbiamo bisogno meno di pastori pensierosi che di teologi pensanti. Che oltre al “non possiamo” sappiano
dirsi che non “possiamo non” rispondere alla nostra solitudine,
bisogno di bontà, urgenza di Gesù.
Non bisogna però trarre erronee conclusioni dalla lettura di
questa nobilissima lettera scritta con lo stesso spirito con il quale
Benedetto Croce dettò il suo famoso saggio Perché non possiamo
non dirci cristiani. L’auspicio di Raffaele vola alto e riconoscendo il supremo valore spirituale del messaggio evangelico, auspica,
però che l’Evangelium e quindi le parole di Gesù, vengano interpretate non farisaicamente ma con impulsi di autentica generosità.
IL FIERAMOSCA
43
Brevi di cultura
Nuova presidente
per l’Unitre di Barletta
La prof.ssa Angela Paolillo è la neo eletta presidente della locale
Università della terza età. In continuità con chi l’ha preceduta,
il dott. Ruggiero Scommegna e il dott. Fabio Posi, l’infaticabilissima promotrice prof.ssa Silvia Liaci, la nuova presidente, già
coordinatrice del corso di medicina, intende proseguire l’operato
di questa Associazione che, da oltre venti anni, costituisce un’opportunità per quanti, superato il trentesimo anno di età, intendono
arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso corsi, laboratori
e visite culturali. “Si tratta di un sodalizio che promuove attività
culturali - dichiara la presidente - utili a mantenere in allenamento
la mente e a costruire relazioni sociali significative”.
Per l’Anno Accademico 2013-2014 sono stati già avviati i corsi di
medicina e autogestione della salute, di letteratura italiana e latina,
di storia, di geografia sociale, unitamente ad economia e musica. Prosegue l’attività motoria, in collaborazione con la palestra
Body Center, e il laboratorio di “Attività manuali e creatività”,
da quest’anno è partito anche il corso di informatica in collaborazione con il Centro di aggregazione San Francesco di via del
Salvatore, 49 che ospita tutte le attività didattiche. Ampio spazio è
stato dato ai temi che riguardano il patrimonio ambientale, artistico e culturale del territorio, argomenti spesso proposti dagli stessi
alunni che sono protagonisti attivi della vita associativa.
LE EPIGRAFI DELLE
NOSTRE CHIESE
Il 18 gennaio e l’8 febbraio
due importanti appuntamenti
per gli appassionati di storia.
In particolare il 18 gennaio
presso la chiesa di S. Andrea e
l’8 febbraio presso la cattedrale di Barletta. Relatore delle
interessanti serate, il prof. Michelangelo Filannino il quale
ha seguito il percorso già fatto, oltre un secolo fa, da Filippo Leone in una importante
pubblicazione del 1889, “Per
Barletta, passeggiata storica”
che, oltre a riportare il testo
in latino dell’epigrafe, poi ne trascrisse anche la traduzione. Nel
corso della esposizione, ricordati nomi, luoghi, eventi, le storie dei
tanti personaggi i cui destini si incrociano, si sfiorano, si sovrappongono… Insomma due bellissime serate all’insegna di un insolito modo di ricordare frammenti indelebili del nostro passato.
LA BIBLIOTECA COMUNALE
APERTA ANCHE IL POMERIGGIO
La Biblioteca Comunale “Sabino Loffredo” dal 27 gennaio sarà
aperta tutti i pomeriggi.
Il nuovo orario di apertura al pubblico andrà dal lunedì al venerdì
dalle 9:00 alle 13:45 e dalle 16:15 alle 19:00, garantendo così una
migliore fruibilità e il potenziamento dei servizi.
Da sempre la biblioteca è punto di riferimento oltre che per la
tradizionale utenza, anche per gli studenti di ogni ordine e grado
44 IL FIERAMOSCA
diventando anche luogo di incontro e di comunicazione, oltre che
uno spazio di accesso ai media e ai nuovi supporti dell’informazione con servizi diversificati.
Gli utenti che nel 2013 hanno fruito dei servizi bibliotecari sono
stati circa 40.413, consolidando il trend positivo già realizzato negli anni passati:
- 48.150 presenze anno 2012 (aperture tutti i giorni compreso
il sabato fino a luglio)
- 52.269 presenze anno 2011 (aperture tutti i giorni compreso
il sabato)
- 38.300 presenze anno 2010
Contestualmente, è stato registrato un incremento di nuovi iscritti
che sono passati da 312 nel 2010 a 581 del 2013. La notevole
crescita di iscrizioni è stata realizzata grazie all’incremento di tesserati di età inferiore ai 14 anni che sono passati da 56 del 2010 a
1486 iscritti nel 2013.
Elemento fondamentale della notevole affluenza di utenti fruitori
dei servizi bibliotecari è un rinnovato rapporto con la popolazione
studentesca e i relativi bisogni attraverso un ripensamento delle
modalità e dei contenuti nell’erogazione dei servizi che tenga conto delle mutate esigenze. A tal fine è in corso l’aggiornamento del
nuovo Regolamento e la realizzazione della Carta dei servizi della
Biblioteca.
L’ARTE DI DE NITTIS TRA I LIBRI IN BIBLIOTECA
“La Biblioteca incontra l’arte: De Nittis, l’uomo e l’artista”, un’attività didattica tenuta dal personale specializzato della cooperativa
Lilith Med 2000.
L’iniziativa, finalizzata alla valorizzazione e alla promozione dei
luoghi e dei personaggi emblematici della storia locale, è dedicata
esclusivamente agli alunni delle classi quinte elementari e prevede
un percorso di avvicinamento all’arte pittorica adeguata all’età dei
partecipanti.
RIAPRE LA TANA, TEATRO DEI BORGIA
Dopo un anno e mezzo di pausa forzata, torna alle rappresentazioni sceniche La Tana under ground di Giampiero Borgia, e si presenta nella Sala Rossa del Castello come Casa della Cultura e della
Creatività, un progetto culturale dedicato alla diffusione dell’arte
con l’intento di coinvolgere numerose associazioni cittadine attraverso la proposta di attività laboratoriali, incontri e convegni.
Nel corso della intensa serata, proposte le opere più interessanti
della più recente drammaturgia contemporanea nazionale che si
svilupperà da febbraio a maggio.
IL PROF. GIUSEPPE LAGRASTA RICORDA A ROMA
ITALO CALVINO PRESSO LA D. ALIGHIERI
Il prof. Giuseppe Lagrasta ha ricordato, a Roma, la figura di Italo Calvino,
presentando il suo ultimo volume sul
grande scrittore ligure: La città e la rivoluzione dello spazio interiore.
La presentazione è avvenuta nel corso
di un incontro presso il Comitato della
Dante Alighieri della capitale. L’autore, ha parlato agli alunni della IV classe del Liceo Lucrezio Caro di Roma,
introdotto dal prof. Giovanni Di Peio
il quale ha ricordato brevi note biografiche dell’autore della monografia. Il
suo percorso inizia a Barletta agli inizi
FEBBRAIO
2014
Brevi di cultura
degli anni Ottanta, presso una libreria del centro, la libreria Europa gestita dal fratello di un altro illustre nome della Storia della
nostra letteratura, Elio Vittorini. Di Peio e Lagrasta intrattengono
i ragazzi in una intensa conversazione che tratteggia in profondità
la figura dell’intellettuale e dello scrittore Italo Calvino e la sua
perdurante attualità.
L’ASSOCIAZIONE ELPIMIX HA PRESENTATO
LA STORIA DELLA CANTINA SPERIMENTALE
L’Associazione
Elpimix
(“ritrovarsi”), nel corso di
una intensa e partecipata
serata, ha presentato la monografia storica La Cantina
Sperimentale di Barletta
protagonista della viticultura meridionale illustrata
dal suo autore Michele Di
Monte. Edita dalla editrice Rotas, la pubblicazione
colma un vuoto nella storia
della nascita delle nostre
attività imprenditoriali, e
infatti la Cantina Sperimentale fu istituita nel 1879,
precedendo di un anno la
nascita della Distilleria e dopo due anni l’Appula, fabbriche che
rappresentarono la svolta da una produzione esclusivamente agricola ad una produzione industriale, che per i primi anni orientò la
sua attività soprattutto nel comparto vitivinicolo. Finché, nel giro
di un decennio, il sistema commerciale Italia-Francia non entrò in
crisi, ma questa è un’altra storia.
AL CENTRO ZEROUNO LA COLLETTIVA BASTA POCO
“Basta poco” è il titolo della mostra di arte contemporanea ospitata presso il centro Zerouno in via Indipendenza 27, evento patrocinato dalla Fondazione De Nittis, curato da Anna Soricaro che
ce ne spiega la nascita. “Questa esposizione prende spunto da una
espressione di Richard Bach sulla ‘semplicità’ e diviene un inno
alla naturalezza senza costruzioni. Figurazione o astrazione sono
dettagli per un vero e proprio inno alla purezza espressiva. Saranno predilette tecniche originali ed innovative, tutte estrinsecazione
di un’interiorità che concepisce la pittura come naturale manifestazione che nasce dall’intimo, come passione esplosiva di semplicità… in fondo cosa c’è di più naturale e semplice dell’arte?
Obiettivo specifico: l’evento intende coinvolgere artisti differenti
per tecnica ed espressione al fine di mostrare la naturalezza ad
ogni scelta rappresentativa. In un tema annuale dedicato alle parole l’esposizione mira a lasciar senza fiato il pubblico evidenziando
come nell’arte contemporanea idea e innovazione siano binomi,
templi per creare in grande, scrive la curatrice Soricaro.
Hanno esposto gli artisti Luigia Cuttin, Marco Febozzi, Elena
Mantovan, Milena Tortorelli.
giovanile dall’allora ministro del lavoro Elsa Fornero e racconta i
desideri, le difficoltà tragicomiche di uno studente fuori sede meridionale a Roma. Nel pieno di una manifestazione, il protagonista
di “Choosy” si ritrova isolato dagli altri manifestanti e alle prese
con una carica della polizia. Al riparo di un muretto sul Tevere,
il nostro si lascia andare a una agitata ma lucida analisi della sua
condizione.
PROROGATA AL 31 MARZO
LA MOSTRA SU DE NITTIS
È stata prorogata fino al prossimo 31 marzo la chiusura della mostra “La collezione De Nittis: un dono alla città”, allestita la scorsa estate in occasione del centenario della donazione di Lèontine
Gruvelle, moglie dell’artista, alla città di Barletta. Si conferma
così - secondo gli organizzatori - l’attenzione suscitata anche sul
piano internazionale dall’esposizione inaugurata lo scorso 28 luglio dal ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, che lungo
un percorso artistico e cronologico (accompagnato da un apparato
didascalico bilingue), conduce il visitatore a conoscere e apprezzare l’attività artistica di Giuseppe De Nittis lungo la sua breve
ma intensa vita, dalla prima giovinezza a Barletta fino all’approdo
parigino, e la sua indelebile impronta sull’evoluzione dell’Impressionismo. Questa esposizione - informa una nota - amplia il già
ricco patrimonio permanente della Pinacoteca integrandola (negli
ambienti tradizionalmente riservati agli eventi temporanei) con la
restante parte dei circa 200 dipinti, acquerelli, stampe, incisioni
della collezione. La mostra, e lo stesso palazzo Della Marra che la
ospita, sono stati inseriti negli itinerari di alcuni eventi nazionali
come la “Penisola del Tesoro”, promossa dal Touring Club Italiano per domenica 16 febbraio, e le “Giornate di Primavera” organizzate dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) il 22 e il 23 marzo.
CONSALVO DA CORDOVA
E IL CAPITANO DEGLI ARCIERI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa fotografia di Tobia
Di Monte nella foto accanto al compianto Vincenzo Quarto, nelle vesti di Consalvo da Cordova (in realtà il Gran Capitano era
molto più giovane). Tobia, invece veste la divisa di Capitano degli Arcieri. E la dama? Immaginiamo che sia Isabella d’Aragona
duchessa di Bari che ci aiutò a vincere la disfida mandandoci dei
possenti destrieri che i nostri cavalieri cavalcarono il fatidico 13
febbraio 1503. Questa istantanea si riferisce alla rappresentazione
della Disfida in occasione della rievocazione del V Centenario.
(FOTORUDY)
“CHOOSY” DI ANTONIO TURI
RACCONTATA DA ERMANNO RIZZI
Debutto barlettano per “Choosy”, di Antonio Turi, diretto e rappresentato da Ermanno Rizzi.
Nato dall’incontro casuale fra un autore di teatro cinquantenne e
un attore poco meno che trentenne, generazionalmente molto distanti, “Choosy” si ispira alla celebre definizione data del mondo
FEBBRAIO
2014
IL
IL FIERAMOSCA
FIERAMOSCA
45
Cinema
Presentato il cortometraggio “Io donna”
tratto dall’omonimo romanzo di M. Bonadies
C
inema Opera di Barletta “sold out” per la prima del cortometraggio “io Donna”, firmato da Pino Quartullo e tratto
dall’omonimo romanzo scritto nel 2006 per le Edizioni Giuseppe
Laterza, dal barlettano Matteo Bonadies.
“io... donna” il corto girato fra Corato e Roma, vede come
protagonista Margherita Buy, Giampaolo Morelli, Massimo Wertmuller e Sergio Rubini ed è stato presentato al Cinema Opera di
Barletta. “io... donna” - ha raccontato lo scrittore barlettano - “è
la storia di una donna in carriera che ha il lavoro come priorità ed
i sentimenti come ripiego. Basta un incidente, la convalescenza,
qualche difficoltà economica, e tutto cambia. Il passato si materializza, i ricordi prendono vita e i rimorsi frustano la coscienza.
È la vicenda di Clara, una giornalista che ha sacrificato l’amore
sull’altare della professione”.
A presentare il film anche il regista Pino Quartullo che è anche sceneggiatore del cortometraggio, ha spiegato: “Ho messo al
centro di questo corto la gioia di scrivere, che è come una droga,
al punto di allontanarti dalla realtà facendoti perdere di vista la
tua vita, ma quando ci si comincia a pentire del tempo perduto,
sottratto all’amore e alla vita, è proprio la scrittura accompagnata
dalla fantasia e dall’immaginazione, che ci permette di riappropriarci del proprio passato e riviverlo. Come certi attori fortunati
che, aiutati dalla parola di grandi autori, sulla scena sanno evocare
e far rivivere magicamente foreste, castelli e storie magnifiche.
Immaginare, spesso, aiuta a vivere meglio”.
La protagonista è Margherita Buy (recente vincitrice del David di Donatello come miglior attrice con Sergio Rubini, Massimo
Wertmuller e Giampaolo Morelli. Il progetto ha ottenuto il riconoscimento del Ministero dei beni culturali, conseguendo il più
alto punteggio annuale per i cortometraggi). La produzione e la
distribuzione sono curate dalla nuova società EmmeBi Film productions dello stesso Matteo Bonadies, la produzione esecutiva è
di Gregory J. Rossi e Francesco Di Lecce; soggetto, sceneggiatura
e regia di Pino Quartullo, scene di Claudio Cosentino, costumi
di Nicoletta Ercole, fotografia di Antonello Emidi.
Le riprese sono state girate in Puglia, a Corato e a
Roma.
Il cortometraggio è
stato presentato al cinema Opera di Barletta. Per
Bonadies si tratta del debutto assoluto nella cinematografia. Imprenditore,
diplomatico, accademico
e impegnato nel sociale,
l’autore del romanzo “io...
donna” ha scritto undici romanzi in vent’anni.
L’esordio del 1992 con
“Comunque e in ogni
caso”, ultima fatica 2013 “Pater familias”.
La sua feconda e apprezzata vena letteraria ha regalato agli
appassionati del genere un’opera di spessore.
Bonadies è personaggio poliedrico e multiforme. Da quarant’anni la sua attività principale è nel campo dei preziosi, nel
frattempo è anche - oltre che autore letterario - Console della
Repubblica di Malta a Bari e responsabile della Confindustria
maltese per il Sud Italia e ha realizzato diversi progetti a favore
dell’associazione internazionale dei Lions clubs di cui - nell’anno
2000-2001 - è stato Governatore del Distretto 108. Ora si cimenta
anche come produttore e distributore, nel multicolore mondo dello
spettacolo cinematografico, con la sua nuova creatura, l’Emmebi
Film Productions e non è casuale la scelta di “io... donna”, una
della sue più apprezzate produzioni letterarie, per battezzare l’antico sogno di far diventare una delle sue storie scritte, un racconto
vivo e vissuto nella trasposizione per il grande schermo.
Da sinistra: Margherita Buy, Pino Quartullo, Marina Mastromauro,
Matteo Bonadies, in una pausa dei lavori (FOTO BARLETTALIFE)
46 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
Enigmistica
Cruciverba a schema libero con riferimento a Barletta
di Franco Lamonaca
Omaggio a Piripicchio, lo “Charlot di Puglia”. A schema risolto, riportare nelle caselle in calce le definizioni con lo stesso
numero, trascrivendo in cifre quelle definite in lettere: es. otto = 8. Si avrà così la completa data di nascita di “Piripicchio”.
1
2
3
15
4
5
16
21
22
6
7
8
9
17
18
12
19
13
26
27
31
20
28
29
32
34
37
35
36
38
39
43
40
41
42
44
46
45
47
50
51
52
53
54
48
55
59
64
65
66
70
18
49
56
58
69
14
24
33
63
11
23
25
30
10
67
57
60
61
62
68
71
29
27
72
40
50
39
60
Le definizioni riguardanti Barletta e Piripicchio (foto centrale) sono precedute da un asterisco* (Soluzione a pag. 49)
Orizzontali
Verticali
1.* Il nome di battesimo di Piripicchio. - 6. Un verbo del falegname. - 13.
Imperia. - 15. Salerno. - 16. Il carbonato di calcio. - 18.* La nostra bella
città. - 21. L’Università presente anche a Trani. - 23.* Il nome d’arte di
cui stiamo trattando. - 24. Si grida dopo “hip-hip”. - 25.* Il nostro buon
gigante. - 26. Felicità spirituale, beatitudine. - 27. Porta il solleone. - 30.
La cittadina di Pellizza, l’artista di “Quarto stato”. - 32. Derivanti da libera
scelta, da votazioni. - 33.* Un centro sportivo su Via Canosa. - 34. Catania. - 36. Riscuote i diritti d’autore. - 37.* Il complesso edilizio sull’ex area
Fertrinelli. - 39. La seconda sillaba di Manzù. - 41. Mister in breve. - 42.
L’Aquila. - 43.* Il cognome anagrafico di Piripicchio. - 44. Dava assistenza e previdenza agli statali. - 45. Il rutenio. - 46.* La seconda città di Piripicchio. - 47. Rovigo. - 48. Si accendono per l’esplosione. - 50. Novara.
- 51. Orgogliosa, molto fiera di sé. - 53. Segno negativo. - 56. È il primo
fiume d’Italia. - 57. Escursionisti Esteri. - 58. Le sorelle cantanti dell’EIAR. - 60. Società segrete. - 63. Le fedi nuziali. - 65. Sigla automobilistica
dell’Olanda. - 66.* Il nostrano cantautore che ci ricorda Piripicchio. - 69.
Si allunga con gli anni. - 70. Venuto al mondo da poco. - 71. Astucci da
sartorie. - 72. Dietro le Marie.
1.* Il nome del maestro Di Pinto. - 2. Cagliari. - 3. Sono pari in cerchio.
- 4.* Il luogo cittadino dove nacque Piripicchio. - 5. Il profeta che volò in
cielo. - 6. Breve incursione aerea. - 7.* Il circolo intitolato a Carlo Cafiero. - 8. Con sè, presso di sè. - 9. Destro, molto capace. - 10. Il grande
Casadei della musica romagnola. - 11. Articolo romanesco. - 12. Sentirsi
degno, guadagnarsi lodi. - 13. Andata. - 14. Esprime dubbio. - 15.* Riposano nel sacrario di Barletta. - 17. Indica un microprocessore. - 19.*
Il libro dedicato a Piripicchio. - 20. Lo stesso che scrofe. - 22. Mario:
l’ex “Fortebraccio” de l’Unità. - 23. Qualitativamente superiori. - 28. Le
prime di Gessica. - 29.* Il numero civico della natìa casa di Piripicchio.
- 31. Guidare l’aereo. - 35. Un ottavo del giorno. - 37. Lubrifica la nostra
pelle. - 38. Città balneare francese sulla costa Azzurra. - 39. L’attuale
Renato della canzone. - 40. È il primo di tutti. - 42. Il colle fiorentino con
l’osservatorio. - 49. Gruppo d’appartenenza sociale. - 50. Il numero delle
muse. - 52. Regge la bandiera. - 53. Fa prodigi con una bacchetta. - 54.
L’energia del cane a sei zampe. - 55. L’ultima sinfonia di Beethoven. - 58.
È come dire fra. - 59. Il prefisso del poco vedente. - 61. Le elvetiche
centrali. - 62. Le vocali di Venere. - 64. Congiunzione telegrafica. - 67. In
mezzo al rogo. - 68. Arezzo.
FEBBRAIO
2014
IL FIERAMOSCA
47
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Giovinazzo t. 080 394 44 83 - Molfetta t. 080 334 92 47
FEBBRAIO
2014
Atletica
La “Barletta Sportiva”
vince la Maratona dell’Incoronata
L’
ennesima grande prestazione è stata ottenuta dalla Barletta Sportiva domenica 2 febbraio
2014 alla 2a edizione della Maratona
dell’Incoronata,
Primo posto nella classifica di società e, podio tutto barlettano nella
classifica individuale femminile, prima Teresa Lelario, seconda Mariella
Dibenedetto e terza Annamaria Peschechera, quest’ultima all’esordio
sulla distanza dei 42 km e 195 metri.
Nella piacevole località del Santuario dell’Incoronata, a due passi da
Foggia, è stata organizzata da Massimo Faleo una manifestazione che prevedeva tre distinte gare che si sviluppavano rispettivamente, sulla distanza dei 10 km della mezzamaratona e
della maratona; il tutto si è realizzato
all’interno di un circuito della distanza di 5 km ripetuto più volte in base
alla distanza.
Più di 600 i partecipanti provenienti da tutta la Puglia e dalle regioni limitrofe, che hanno affrontato
coraggiosamente il cattivo tempo, caratterizzato da una pioggerellina incessante che ha complicato non poco,
l’andamento della corsa dall’inizio
alla fine.
I risultati della km 42,195.
Dagostino Ruggiero 3.11.41;
Lelario Teresa 3.32.08;
Dibenedetto Maria 3.36.46;
Peschechera Anna Maria 3.36.46;
Doronzo Filomeno 3.38.36;
Cascella Vincenzo 3.47.16;
Di Giulio Cosimo 3.48.25;
Calabrese Michele 3.54.50;
Lanotte Ruggiero 3.55.03;
Patruno Nunzia 4.00.39;
Dibenedetto Bartolomeo 4.04.51;
Prencipe Francesco 4.24.41;
Dileo Maria Rosaria 4.25.19;
Montemurro Stefano 4.27.20;
Riccucci Antonio 4.29.59;
Ardito Filippo 4.36.04;
Rizzitelli Michele 4.37.30;
Caputo Pasquale 4.44.56;
Gargano Angela 4.55.32;
Graniero Ruggiero 5.06.42;
Distasio Raffaella 5.06.43;
Napoletano Teodoro 5.12.35;
Lops Teresa 5.38.41;
Lomuscio Eligio 6.18.48.
Petrella Salvatore 1.40.43;
Laporta Ruggiero 1.42.20;
Filannino Nicola 1.44.24;
Rizzi Cosimo Damiano 1.44.52;
Palmieri Felice 1.46.23;
Sequenza Angelo 1.46.40;
Marcello Michele 1.47.21;
Dalba Roberta 1.47.30;
Dicosmo Giovanni 1.47.51;
Dibello Giuseppe 1.50.07;
Carone Michele 1.53.56;
Boschetto Damiano Paolo 1.53.57;
Bruno Nunzio 1.53.57;
Tupputi Natale 1.57.14;
Piccolo Teresa 1.57.21;
Iurino Vincenzo 1.57.42;
Lionetti Michelina 1.58.55;
Manosperti Girolamo 2.00.12;
Russo Annamaria 2.01.34;
Palmitessa Vincenzo 2.01.34;
Piazzolla Cinzia 2.02.21;
Palmitessa Arturo 2.05.10;
Antonucci Nicola 2.06.48;
Moccia Maria 2.07.05;
Giandolfi Franco 2.10.28;
Giorgio Stefano 2.10.51;
Doronzo Emanuele 2.13.53;
Maffione Sara 2.14.24;
Fiorella Giuseppina 2.16.15;
Lattanzio Riccardo 2.17.07.
I risultati della 21,097 Km
Cassano Michele 1.17.39;
Dibenedetto Francesco 1.27.39;
Defazio Massimiliano 1.29.46;
Filannino Luigi 1.30.08;
Cianciolo Marco 1.30.36;
Di Matteo Adriano 1.34.33;
Farano Vito Antonio 1.35.30;
Piccolo Giacomo 1.37.35;
Mastrapasqua Pasquale 1.37.56;
Gentile Antonio 1.38.33;
Cornacchia Nicola 1.39.32;
Leopardi Barra Antonio 1.39.47;
I risultati della 10 km
Drago Antonio 0.49.36;
Barbera Riccardo 0.49.36.
Soluzione di pag. 47
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IL FIERAMOSCA
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FEBBRAIO
2014
San Valentino
Risveglio d’amore
Cantico d’amore
A me ritorni,
violando eremi logori di vento
con ritrovata voce che s’insinua
nel guscio del mio essere
risvegliando turbinii di memorie.
Tripudio di suoni,
in un concerto che allaga i minuti
colmando solchi scavati
da crudele nudità di una sostanza
cresciuta nel delirio della diaspora.
Tu torni,
estendendo ali di metamorfosi
su dissipazioni di certezze
che assurgono a voli di alchimie
tra ebbrezze prodighe di scenari astrali.
Torni alla fonte,
al primordiale approdo di un sentire
che ha calvacato il dorso delle nubi
nel mutevole percorso di un amore
sconfinato tra guglie indistinte.
E torni,
mentre s’inebria il volto della luna
infiammando l’utopia di un risveglio
impaludato in trame sfrangiate
da rovelli muti di presenza-assenza.
Torni,
come onda serica a lambire la mia riva,
come riverbero in un cielo profanato da
mille tuoni,
torni alla foce di un’anima
[che pulsava d’attesa.
Cantico d’amore
Per te m’appresto, fanciulla adorata,
d’incanto venuta sulla mia via,
ad intrecciar le rime, alma pacata,
rime di gaudio, d’eterna armonia.
Intorno a me la natura è ridente,
e tutto illumina di luce divina!…
il tuo viso, d’amore splendente,
per me è l’aurora, un’aurora vicina!…
Roseo un sentiero appare lontano:
prati inverditi e di fiori smaltati!…
un sogno, un invito, un pensiero arcano!…
… e nei tuoi occhi d’amore stregati
smagliante, non invano si specchia
il nostro sorriso d’innamorati.
Rosa Spera
Il tempo dell’amore
Il tempo dell’amore
fugge, ritorna…
e nelle impervie giornate
d’una vita travagliata,
sopra ogni cosa
saldo resta il legame
che ancora preserviamo
dall’usura del tempo.
Riaffiorano i ricordi,
le cose care del passato
e nelle sbiadite foto
ritroviamo l’antico sorriso,
i ragazzi sulla riva del mare,
la dolce frescura agreste,
il tuo sorriso scanzonato,
in un leggero passo di danza
la tua mano sulle mie spalle
in un gesto protettivo…
Il tempo pare essersi fermato,
in quelle logore foto
d’un tempo ormai remoto.
Grazina Carpinelli Garribba
Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010
FEBBRAIO
2014
Giuseppe Mazzola
Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010
un fiore che sboccia
una rondine che vola
nel cielo stellato
dandole sicurezza e amore.
Per amore è
il segreto della loro unione,
ricco di amore e soddisfazioni
che per loro non ha confini,
è il nido del loro stare insieme
pieno di felicità e comprensioni,
è il bisogno di amarsi
scambiandosi amore e tenerezze,
è un amore molto unito
che per loro non ha barriere.
Per amore è
la canzone del loro incontro
pieno di amore che crea
un’atmosfera amorosa
di cuori felici ed innamorati.
Michele Vannella
Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010
Nell’amore
Sta tramontando il giorno
ma ancora viva
l’ultima luce del sole
fende, senza farsi sentire,
il tuo profilo.
Muta di un silenzio voluto,
al buio scuoto
il dolore dal cuore.
Socchiusi gli occhi,
tra calde lacrime di rassegnazione,
mi piace guardarti al vento
e trovarti forte, mio.
Come donna
che dopo l’amore,
ancora empia d’ebbrezza
vibra
al lento dondolio del ricordo,
mi scopro paga e
d’un tratto molto amata.
Rapita dai teneri gesti,
sorpresa da tanta insperata passione,
volgi il tuo sguardo verso il mio
e sento il tuo respiro.
Lasciami sognare
che ora e sempre
sia questo
il mio idillio.
Maria Grazia Vitobello
Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010
Per amore
Per amore un uomo
dà carezze e baci
alla donna che ama,
che per lui rappresenta
San Valentino
Inno all’amore,
ricorrenza sublime
fatta di sogni e passione,
di ore felici,
di eventi trascorsi.
Paolo Pietro Cappabianca
Poesie d’amore, Editrice Rotas 2010
… Per sempre
Nel profondo
del giardino occulto
del mio cuore,
pullulano
veemente per te
un turbine di impulsi,
una selva di passione
che vegeta in disordine.
Desiderio
Tentazione
Sfrontataggine
Tenerezza
Devozione…
Tutto è saldamente radicato
in me.
Questo è!
È per questo
che ti ho fatto la promessa
che mi terrà
legata per sempre
a te!
F. Giò Dibenedetto
Non più soli, Edizioni R.E.I.
IL FIERAMOSCA
51
Vernacolo
M’arress paggett
a D’sfeid de Barlett
di Antonio Falconetti
Tent’enn, ma tenta tenta enn fè,
pour u grend profat M’arress,
orgoglios della sua cittè,
o certam storico è v’lout partecipè.
L’hann vestout da paggett
e se ne sciout in geir che tutt Varrett.
M’arrecord, ca ind a nu capannon,
ca stav in via Endrie vecein o canalon,
stev’n tutt i vesteit, armatour e spad
ca se usev’n in chedd’epoca passat.
Quenn dè, a preima matein me presentibb,
me mettern n’gudd n’armatour e sculacchibb.
Nan riusciav chiù da n’derr a ialzè
tre crestian me v’neren ad aiutè.
“Na cose chiù leggiar, o piccion d’Arè
nan ce stè, nan ma puteit dè!?”
Me mettern allor na calzameglie,
che accumeghjè i sbrevugn,
tre par de mutent me mettibb satt a meglie,
a strisce biancoross n’gudd na casecch,
nu cappidd in cap e che spad, na mezz.
A mezzadè, ce der’n nu panein
che mezza buttiglie de vein,
u cortè, è trè accumenzett
e fino a sar e dic’ f’nett.
Mù, che fè a Barlett a rievocazion,
ce volen milion e milion,
ce n’gè dann soltent i vesteit
M’arress se vest arrat e che
Barlett se ne vè in geir,
senza accumeghjè i sbrevugn
e senza pighjè na leir.
Geremia Discanno, La Disfida di Barletta, 1858
52 IL FIERAMOSCA
FEBBRAIO
2014
INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI
Archeoclub di Barletta
348 3739839
Archivio di Stato (Via F. d’Aragona, 132)
0883 331002
as-ba.barletta@beniculturali.it
Archivio della Memoria e della Resistenza
(c/o Castello)
0883 578644
Ass. Cultura e Turismo (Via d’Aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620
Aufidus - Ass. inform. turistica
339 3218439
Biblioteca Comunale (c/o Castello)
0883 578607
Biblioteca e Archivio Diocesani “Pio IX” (Via Nazareth, 68)
FOTORUDY
SERVIZI SOCIALI
A.I.A.S. - Assistenza Spastici (Via della Repubblica, 1)
0883 527859
ANT - Delegazione di Barletta (Via A. Bruni, 28) 0883 310230
A.V.I.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio)
0883 521686
Casa di riposo “R. Margherita”
0883 522446
Centro Antiviolenza per le donne (P.zza Aldo Moro n. 16) 0883 310293
Centro Aperto Polivalente (via R. Margherita, 126) 0883.510181
Centro Accog. Immig. Caritas (Via Manfredi, 45)
0883 572557
Centro Intercult. per le migrazioni (via. A. Bruni, 13) 0883.310387
Consultorio familiare “Insieme…” 0883 520395
Curia Arcivescovile 0883 531274
Fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, I)
0883 518002
GOS Laboratorio urbano
tel. 0883 310214 - fax 0883 576156
ODO-ANT (Via Fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128
Sert
0883 577302
Settore Servizi sociali Comune di Barletta, piazza Moro, 16 0883.516460
TAXI - AUTOAMBULANZE
E TRASPORTO INFERMI
A.S.L. BT - centralino
0883 577111
AVSER (Via Magenta, 24)
368 3511354 - 0883 528443
Croce Rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso
0883 526924
Misericordia Barletta - Servizio ambulanza
347 0951836
O.E.R. - Operatori emergenza radio (Via M. del Carmine)
0883 535000
NO. di SS. Nuovi Orizzonti di Sostegno Sociale
329 0536112
U.N.I.T.A.L.S.I. (Via M. del Carmine)
0883 536788
Taxi (P.zza Conteduca)
0883 521469
FEBBRAIO
2014
0883 531274
Cantina della Sfida
0883 532204
Castello 0883 578620
Centro Culturale Zerouno
0883 333807
C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170
IAT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331
Lega Navale
0883 533354
Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra)0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374
Parco Archeologico di Canne
0883 510993
Pro Loco Barletta e Canne della Battaglia (Via Venezia, 42)
339 3869860
URP (Ufficio relazioni con il Pubblico)
0883 578488
Numero Verde 800761414
POSTI TELEFONICI PUBBLICI
Bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) Orario: 7-22
0883 534305
SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO
Acquedotto (Servizio Guasti)
800 735735
Scoppio (Servizio Trasporto Urbano)
0883 518554
Capitaneria - Soccorso in mare
0883 531020 - 1530
Carabinieri - Pronto Intervento
112
- comando compagnia
0883 537400
Cimitero
0883 510675
Comune - centralino
0883 578111
Corpo Forestale dello Stato1515
Elettricità (Enel, Guasti, Contratti e info)
800 900800
Ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21)
89 20 21
Gas (Servizio Guasti)
800 900999
Guardia di Finanza117
- Comando compagnia
0883 531081
Guardia Medica - notturno e festivo
0883 575130
Polizia di Stato - soccorso pubblico
113
Polizia Commissariato
0883 341611
Polizia Locale - Pronto intervento
0883 332370
Polizia Stradale
0883 341711
Polfer
0883 521502
Poste Italiane
0883 536097
Prefettura - centralino
0883 539111
Pronto Intervento
118
Pronto Soccorso A.S.L. BT
0883 577781
Protezione Civile
0883 578320
URP - A.S.L.
0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050
Soccorso ACI
116
Soccorso Pubblico
113
Vigili del Fuoco - Pronto Intervento
115
- locale stazione
0883 531222
IL FIERAMOSCA
53
ORARIO FERROVIARIO fino a dicembre 2014
BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA
Da Barletta a Bari: 4.42 4.43 5.27* 5.48 5.54* 6.20* 6.40 6.43 6.48 7.00 7.12 7.30 7.52 8.30
8.50 10.42 10.59 11.36* 12.44 12.56 13.37* 13.48* 14.02 14.10* 14.22 14.43* 15.02* 15.22
15.57 16.10* 16.46* 17.04* 17.16 17.43* 17.46 18.13* 18.20* 18.39 18.46* 19.00 19.18
19.43* 19.55 20.04 20.16* 20.44* 21.03* 21.36* 21.44* 22.16* 22.39 22.52 23.03*
Da Bari a Barletta: 0.01 0.15 4.00 4.23 5.32* 6.00* 6.05 6.29 6.45 7.15* 7.38* 7.45
8.00 8.07* 8.15 8.38* 9.38* 10.04* 10.10 11.38* 11.48 11.53 12.04* 12.30 12.38*
13.05 13.17* 13.27 13.38* 13.45 14.04* 14.10* 14.27 14.38* 15.15 15.38* 16.05*
16.35 16.42 17.05 17.15 17.35 17.45 18.07 18.10 18.17* 18.34 19.00 19.34 19.40
20.15 20.30 21.19 21.33* 21.40 22.06 22.13 23.09*
Legenda: Espresso, Regionale, IC, ICN, F. Argento, F. Bianca, Festivo
*= il servizio si effettua anche la domenica
Da Barletta a Foggia: 0.34* 4.47 5.11 6.02* 6.43* 6.53 6.54 7.15 7.45* 8.08* 8.31
8.50* 8.56 9.03 9.08* 10.08* 10.48* 10.58 12.08* 12.31 12.39 12.48 13.08 13.20
13.45* 14.08* 14.21 14.48* 14.54 14.57 15.08* 15.21 16.02 16.08* 16.48* 17.30
17.37 18.02 18.22 18.45* 18.57* 19.50 20.26 21.02 21.13 21.21 22.06 22.21* 22.28
22.53 22.58 23.57*
Da Foggia a Barletta: 4.00* 4.10 4.48* 5.05 5.19* 5.39* 6.00 6.06 6.15 6.37 6.46 7.10
7.57 10.00 10.15 11.05* 12.00 12.13 13.05* 13.12 13.19* 13.38* 14.14* 14.20* 15.18
15.38* 16.17* 16.22* 16.33 17.14* 17.38* 17.50* 17.55 18.17* 18.35 19.14* 19.25
19.46* 20.14* 20.19* 21.05* 21.14* 21.45* 22.10 22.32*
Per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni e
acquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21
(Raggiungibile solo da telefoni di rete fissa).
CHIESE: orari Ss. Messe
STAZIONI DI SERVIZIO
TURNI FESTIVI MESI FEBBRAIO 20143 e MARZO 2014
Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30
Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00
8-9Febbraio
TURNO A 8-9Marzo
IP
ESSO
ESSO
TAMOIL
ESSO
via L. Da Vinci
via R. Margherita
p.za 13 febbr. 1503
via S. Samuele
via Trani
22-23 Febbraio
TURNO B
15-16 Febbraio
15-16 Marzo
AGIP
IP
ERG
TOTALERG
TOTALERG
via Canosa
via Trani
via Parrilli
lit. di Ponente
via Barberini
1-2Marzo
TURNO C 22-23 Marzo
TURNO D 29-30 Marzo
ERG
AGIP
IP
IP
Q8
ERG
ERG
TOTAL
AGIP
Q8
via Canosa, 84
via Foggia
via Andria
lit. di Ponente
via Trani
54 IL FIERAMOSCA
via R. Margherita
via Violante
via Andria
via Trani
via Foggia SS 16
sabato sera domenica
BUON PASTORE 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Medaglie d’Oro, 29
CARMINE 17.00
via Mura del Carmine
CHIESA CIMITERO 9.00 CUORE IMM. DI MARIA 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via Barberini
IMMACOLATA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Firenze, 52
MARIA SS. STERPETO 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00
viale del Santuario, 13 12.30
OSPEDALE CIVILE 9.00
PURGATORIO 19.309.00 19.30
corso Garibaldi
S. AGOSTINO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00
via Pozzo S. Agostino, 28
S. ANDREA 18.30
9.00 10.30 11.30 18.30
via M. Bruno
S. BENEDETTO 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via R. Margherita
S. CATALDO 10.00
20.00
via Mura S. Cataldo
S. DOMENICO 19.30 19.30
corso Garibaldi, 198
S. FILIPPO NERI 1110 7.30 9.30 11.30 19.00
via Mons. Dimiccoli, 116
S. GIACOMO 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00
c.so Vitt. Emanuele, 147
S. GIOVANNI APOSTOLO 19.00 8.30 11.00 19.00
via delle Querce, 2
S. LUCIA 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00
vicoletto Santa Lucia
S. MARIA DEGLI ANGELI 8.00 10.00 11.30 19.00
viale Marconi, 22
S. M. DELLA VITTORIA 18.00 20.00 18.00
via Cialdini, 70
S. MARIA DI NAZARETH via Nazareth
S. NICOLA
19.00 8.15 11.00 19.30
via Canne, 195 12.15
S. PAOLO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
via Donizetti
S. RUGGERO 7.30
via Cialdini
SACRA FAMIGLIA 19.00 8.00 10.00 19.00
via Canosa, 143
SANTA M. MAGGIORE
11.00
via Duomo
SANTO SEPOLCRO
19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
corso Vitt. Emanuele
SPIRITO SANTO 19.00 9.00 11.00 19.00
via Boggiano, 43
SS. CROCIFISSO 19.00
8.30 10.00 11.30 19.00
via Petrarca
SS. TRINITÀ 19.00
10.00 11.30 19.00
via Palmitessa, 38
FEBBRAIO
2014