IL NUMERO 270 1-16:IL NUMERO 181 4/9 29/05/14 19.17 Pagina 2 AUTOFFICINA CARBONIA di Diana Donatello + chilometri - salati Via Roma P.zza Matteotti InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 su tutte le auto loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 del Sulcis Iglesiente CARBONIA Anno XIX - N° 270 Cell. 329 4338541 - mail: tecnogas@live.com 30 Maggio 2014 Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita Nel giorno del trionfo di Matteo Renzi che ha portato il PD a sfondare il muro del 40%, la Sardegna ha raggiunto un traguardo storico Per la 1ª volta tre sardi in Europa Renato Soru è stato eletto come il più votato del PD, Giulia Moi e Salvatore Cicu con il secondo seggio spettante a M5S e Forza Italia. P er la prima volta saranno tre gli europarlamentari sardi a Strasburgo: Renato Soru (PD), Giulia Moi (M5S) e Salvatore Cicu (FI). Un risultato assolutamente inatteso e storico. Dopo le tante polemiche della vigilia, caratterizzate da durissimi scontri sulla legge elettorale che, con il collegio unico Sardegna-Sicilia, sulla carta sembrava favorire ancora una volta la Sicilia, con un bacino elettorale molto più ampio, i risultati sconvolgono ogni previsione. Nei prossimi cinque anni rappresenteranno la Sardegna in Europa l’ex governatore Renato Soru, 56 anni, risultato nettamente il candidato più votato nella lista del Partito Democratico della circoscrizione Isole, con 182.753 preferenze; Giulia Moi, 43 anni, la seconda più votata nella lista del Movimento 5 Stelle, con 62.911 preferenze; Salvatore Cicu, 56 anni, da 20 anni parlamentare di Forza Italia, ex sottosegretario, secondo più votato nella lista forzista, con 51.214 preferenze. Il voto europeo del 25 maggio 2014 entrerà nella storia italiana come il trionfo di Matteo Renzi, il segretario del Partito Democratico arrivato alla guida del Governo senza il passaggio elettorale. Nel momento più grave della crisi economica, quando molti paventavano il rischio di andare incontro ad una ancora più preoccupante fase di instabilità, gli italiani hanno individuato nell’ex sindaco di Firenze l’uomo della nuova speranza, la scialuppa alla quale aggrapparsi per evitare di affondare definitivamente nella miseria e nella disperazione. Le elezioni Europee hanno consegnato agli italiani un presidente del Consiglio più forte che in questo momento sembra davvero un uomo solo al comando. Matteo Renzi con le elezioni primarie si è preso il partito, dilaniato dal fallimento dell’esperienza di Pierluigi Bersani, poi ha forzato la mano prendendosi anche il Governo senza passare per le elezioni, sostituendosi senza badare alla forma, al compagno di partito Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha fatto una campagna elettorale “solitaria”, come “solitaria” è stata la campagna elettorale del suo principale avversario, Beppe Grillo, e quella dello stesso Silvio Berlusconi, e i numeri emersi dalle urne dicono che non solo ha vinto, ma ha addirittura “stravinto”! Molti, soprattutto all’interno del Partito Democratico, tra coloro che Matteo Renzi ha messo da parte (nessuno parla più di “rottamazione” ma la “rottamazione” è sotto gli occhi di tutti!), aspettavano al varco il nuovo leader, pronti a scaricargli addosso le responsabilità della sconfitta se Beppe Grillo avesse preso un voto in più, ed ora i risultati dicono chiaramente che lo “storico” 40,8%, prima che una grande vittoria del Partito Democratico, è un vero e proprio trionfo di Matteo Renzi! Come è stato possibile un trionfo di tale portata? è questo il principale tema di riflessione del dopo voto. Quando, alcuni mesi fa, venne ipotizzato l’inserimento del nome di Matteo Renzi nel simbolo del Partito Democratico, molti si sono scandalizzati, continua a pagina 2 ALL’INTERNO Antonio Vigo sindaco per altri cinque anni Sant’Antioco, una devozione lunga 655 anni Pagina 3 Pagina 6 Tre giorni di confronto tra le identità rurali La Monteponi è ritornata in “Promozione” Pagina 12 Pagina 15 Dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte ritorna la grande rassegna del Girotonno D al 30 maggio al 2 giugno, ritorna il “Girotonno - Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”. La kermesse internazionale, giunta alla dodicesima edizione, coinvolge gastronomi, chef di fama nazionale e internazionale, esperti di cucina di tonno, giornalisti e cultori della gastronomia mediterranea, trasformando Carloforte in una “Capitale del tonno di qualità”, ossia il “tonno da corsa” che viene pescato nella tonnara di San Pietro in maniera sostenibile nel rispetto delle norme di protezione dell’ambiente e della fauna marina. Saranno quattro giorni di appuntamenti, incontri unici legati CONCESSIONARIA E SERVICE Via Nazionale - Zona PIP 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64324 www.laiautomobili.com Via Roma, 51 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64943 www.laiautomobili.com PANETTERIA - SALUMERIA - FORMAGGI - DOLCI Via Nuoro, 32 - CARBONIA - ✆ 0781 674337 NOSTRA PRODUZIONE Altri punti vendita: Via Sardegna, 7 - Via Santa Caterina, 153 Via della Vittoria, 105 - Mercato Civico Box n° 62 alle tradizioni culturali, artistiche ed enogastronomiche, musica, sport e spettacolo, convegni e dibattiti, per celebrare la antica tradizione e la cultura del tonno, storicamente legata al territorio. La manifestazione, incentrata su una gara gastronomica internazionale a base di tonno, accoglie nella terra antica del Sulcis Iglesiente, golosi ed estimatori per promuovere l’antica tradizione delle tonnare che tuttora si pratica e si tramanda oralmente da rais a rais, da tonnarotto a tonnarotto. Durante la rassegna, organizzata dal comune di Carloforte in continua a pagina 7 IL NUMERO 270 2-15:IL NUMERO 181 2/11 29/05/14 19.35 Pagina 1 2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato l’ex presidente della Provincia al coordinamento regionale Tore Cherchi alla regia del Piano Sulcis Le attività del nuovo coordinatore, svolte a titolo gratuito, avranno come obiettivo essenziale la realizzazione dei progetti. P reso atto che la fiscalità di vantaggio ha visto la luce nei tempi previsti ma che gli altri interventi del Piano Sulcis non decollano, il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, la scorsa settimana ha rotto gli indugi e, per cercare di sbloccare una situazione stagnante, ha firmato il decreto di nomina del suo delegato a presiedere il coordinamento regionale, individuato in Tore Cherchi, ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, per 18 anni parlamentare e per 10 anni sindaco di Carbonia. Il coordinamento interno tra la Regione e gli Enti pubblici territoriali, si avvale di un gruppo ristretto delegato a fare da punto di riferimento e di raccordo con le strutture del Governo nazionale individuate per l’attuazione degli interventi previsti dal Piano Sulcis. Tore Cherchi, delegato da Francesco Pigliaru, presiederà il coordinamento interno regionale ed il gruppo ristretto, li convocherà e ne coordinerà i lavori, integrandone la composizione, laddove necessario e come previsto dalla delibera della Giunta regionale n. 50/62 del 2012. Le attività di Tore Cherchi nella veste di delegato del presidente Pigliaru, avranno come obiettivo essenziale l’attuazione del Piano Sulcis e saranno svolte a titolo gratuito, fatto salvo il solo rimborso delle spese effettiva- tuazione. Gli interventi e le risorse presenti nel Piano Sulcis sono significativi ed il territorio richiede tempi celeri e risposte adeguate per porre un freno alla crisi ed avviare la rinascita. Saranno sufficienti poche setti- Tore Cherchi. Francesco Pigliaru. mente sostenute e rendicontate, secondo le modalità previste per i dirigenti dell’Amministrazione regionale. «C’è tanto da fare - ha commentato Tore Cherchi - e cercherò di dare il mio contributo per sbloccare la si- mane per capire se ci sono realmente le condizioni per avviare l’attuazione del Piano Sulcis, per il quale abbiamo tanto lavorato in una fase molto difficile che vede vasti strati della popolazione in grave sofferenza.» Per la 1ª volta tre sardi in Europa dalla prima pagina affrettandosi a dire che non si sentiva proprio il bisogno, dopo l’esperienza di Silvio Berlusconi e di tutti gli altri leader di partito che avevano fatto altrettanto anche a sinistra (Antonio Di Pietro, Nichi Vendola), e il suo nome nel simbolo non è stato inserito, ma per gli italiani il 25 maggio è stato come se, insieme al nome, su quel simbolo ci fosse anche la sua faccia! Matteo Renzi ci ha messo la faccia, prima con i provvedimenti del suo Governo, su tutti quegli 80 euro promessi a tutti in busta paga e I nuovi europarlamentari sardi: Renato Soru, Giulia Moi e Salvatore Cicu. che in questo momento, questa speranza è soltanto lui! Beppe Grillo e il M5S, pur restando una consistente forza politica con oltre il 20% dei consensi, hanno fatto un consistente rio Monti e Pierferdinando Casini alle ultime Politiche, si è ridotto a cifre da “prefisso telefonico”. Appare evidente che i voti dei moderati abbiano cambiato casa, contri- passo indietro e dovranno riflettere sul loro ruolo nel breve e medio termine. Anche Forza Italia ha fatto un passo indietro ed è arrivato il momento di pensare al dopo-Berlusconi. Agli altri è rimasto poco ma c'è un’area politica che è praticamente sparita, il Centro, cancellato dalla scena politica dopo i tanti errori commessi. Il 10% messo insieme da Ma- buendo a rendere così trionfale il successo di Matteo Renzi che ora potrà continuare la sua esperienza governativa con la forza della straordinaria legittimazione ricevuta ed è chiamato a trasformare la “speranza” che ha saputo incarnare e le tante promesse fatte agli italiani, in fatti concreti. Giampaolo Cirronis Un Teatro Centrale gremito per la prima del film documentario Lost Citizens, la crisi del lavoro nel territorio U na sala del Cine Teatro di Carbonia gremita in ogni ordine di posti, ha assistito venerdì 23 maggio alla prima visione assoluta del documentario Lost Citizens, organizzata dalla società Umanitaria e dal comune di Carbonia e patrocinata dalle categorie dei chimici di Cgil e Cisl. Al centro del film la crisi del lavoro nel Sulcis Iglesiente raccontata da padri e figli impegnati ogni giorno nella faticosa tutela dell’occupazione o nella ricerca di un posto che permetta loro un’esistenza dignitosa e “normale”. Ma il patto generazionale sembra lacerarsi, mentre una politica industriale miope fatica a trovare soluzioni a breve termine. Lost Citizens nasce da un’idea di Sebastiana Etzo, sarda trapiantata a Londra, animata dalla volontà di capire e raccontare quello che accade nel Sulcis Iglesiente: con il suo passato minerario questo territorio rappresenta la culla della più antica working class isolana, oggi considerato una delle province più povere d’Italia ma anche emblema dei cambiamenti del mercato del lavoro, della precarizzazione, delle conseguenze della delocalizzazione che generano un’incertezza lavorativa ed il progressivo indebolimento dello stato sociale. Del progetto fanno parte anche la giornalista Carla Etzo, co-regista, e il cineoperatore Vincenzo Rodi. I lavori e le riprese del film sono iniziati nella seconda metà del 2012 con interviste a coppie di genitori e figli (operai, cassaintegrati, pensionati, giovani alla ricerca di occupazione). I principali protagonisti sono Antonello e Alessandro Pirotto; Silvestro e Gian Marco Mocci; Carlo e Michela Martinelli con Enea Concu; Enzo e Tiziana Pisu; Lilli Pruna. Matteo Renzi. poi anche a quanti la busta paga non ce l’hanno e ai pensionati, poi nell’accesissima campagna elettorale, e gli elettori lo hanno premiato! L’Italia che non ne può più del vecchio sistema che l’ha portata ad una condizione socio-economica drammatica, ha bisogno di ritrovare una speranza e Matteo Renzi, risultati delle Europee alla mano, ha dimostrato IL NUMERO 270 3-14:IL NUMERO 181 3/10 29/05/14 20.13 Pagina 2 3 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 A Calasetta, la sfida tra il sindaco uscente (Calasetta domani) e Gian Luca Boy (Calasetta cambia), non ha avuto praticamente storia Antonio Vigo sindaco per altri cinque anni La lista vincente ha eletto otto consiglieri, quella perdente farà opposizione con quattro consiglieri (candidato sindaco compreso). A ntonio Vigo è stato confermato sindaco di Calasetta. Fin dalle prime battute dello spoglio è emerso un ampio margine tra le due liste, mai in discussione e poi confermato dai risultati definitivi che hanno visto la lista “Calasetta domani” imporsi con 1.185 voti (64,15%) sulla lista “Calasetta cambia”, guidata dal candidato sindaco Gianluca Boy, arrivata a quota 311 voti (35,84%). La lista “Calasetta domani” ha eletto 8 consiglieri: Alessandro Murru, Marilisa Granara, Remigio Scopelliti (ex sindaco), Cristiano Mercenaro, Gianni Barabino, Roberto Lusci, Salvatore Altadonna e Sergio Porseo; la lista “Calasetta cambia” ha eletto 4 consiglieri: Gianluca Boy (candidato sindaco non eletto), Sandro Dessì, Maria Immacolata Argiolu e Giovanni Battista Cipollina. La campagna elettorale si è sviluppata in un clima sereno e di sostanziale fair play, completamente diverso rispetto a quello vissuto cinque anni fa. I due candidati alla carica di sindaco si sono anche confrontati in un incontro pubblico organizzato al Centro velico dal gruppo “Calasetta che vorrei”, mediato dal giornalista Giampaolo Cirronis, editore e direttore responsabile di questo giornale. Un’ora e mezza di confronto sui problemi di Calasetta e del territorio e sulle proposte dei due candidati per la loro soluzione a medio e lungo termine. I cittadini che hanno gremito il saloncino del Centro velico, hanno seguito il dibattito con grande attenzione, dall’inizio alla fine, a conferma della grande partecipazione della popolazione di Calasetta in queste occasioni, salvo poi allentare la stessa nel corso della consiliatura, al punto, come ha sottolineato Antonio Vigo, di assistere a riunioni consiliari scarsamente partecipate persino dagli stessi consiglieri eletti. Lista “Calasetta domani” Candidato sindaco eletto Antonio Vigo Lista “Calasetta cambia” Candidato sindaco Gian Luca Boy* G Voti di lista: 1.185 (64,15%) Voti di lista: 662 (35,84%) Candidati consiglieri: 182 Alessandro Murru* Marilisa Granara* 144 Remigio Scopelliti* 122 Cristiano Mercenaro* 100 Gianni Barabino* 97 Roberto Lusci* 81 Salvatore Altadonna* 73 Sergio Porseo* 70 Cancedda Martina 57 Cristina Fadda 51 Antonello Casula 41 Denis Bedinelli 32 Candidati consiglieri: 123 Sandro Dessì* M. Immacolata Argiolu* 95 G. Battista Cipollina* 71 Toni Porseo 62 Vincenzo Frenda 57 Maurizio D’Antonio 48 Roberto Sinzu 46 Simone Carboni 34 Cesare Biggio 12 Antonio Vigo, 63 anni, ingegnere libero professionista, è alla sua seconda consiliatura da sindaco ma in passato è stato consigliere comunale per 12 anni, assessore per 5 anni e consigliere della provincia di Carbonia Iglesias per 8 anni. Gianluca Boy, 50 anni, laureato in Economia e commercio, funzionario dell’assessorato regionale del Lavoro, ex giocatore e coach di volley, è alla seconda candidatura a sindaco e quindi alla seconda esperienza da consigliere. * I consiglieri eletti Accordo Regione-Governo sul “Patto” S La Sardegna dà l’addio al Galsi Pe la metanizzazione dell’Isola verranno seguite nuove strade. Il governatore ha incontrato prima i sindaci, poi il Governo i è tenuto il 29 maggio a palazzo Chigi, il primo incontro del tavolo politico sulle questioni relative alla situazione finanziaria della regione Sardegna, con particolare riferimento ai limiti imposti dal Patto di stabilità. Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dell’Economia, Pietro Carlo Padoan, il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, e il presidente della regione Sardegna, Francesco Pigliaru. «Il Governo e la regione Sardegna - si legge nella nota stampa diffusa da Palazzo Chigi -, hanno concordato di: • avviare un percorso per superare l’attuale impianto di regole che consenta di giungere già nel 2015 al sistema di pareggio di bilancio, che rappresenta la soluzione strutturale al problema della regione Sardegna, all’interno di un progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale; • accordare in ragione della specificità della regione Sardegna, così come definito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 118 del 2012, e nelle more della transizione verso il nuovo regime di pareggio di bilancio un adeguato ampliamento dello spazio finanziario per il 2014 che verrà definito, in armonia con gli obiettivi di finanza pubblica, entro 10 giorni.» Al termine della riunione, il presidente Francesco Pigliaru ha commentato: «Il risultato importante dell’incontro di oggi è l’impegno che il Governo ha preso nei confronti della regione Sardegna di cancellare definitivamente, a partire dal 2015, l’assurdo vincolo del La Giunta Pigliaru ha autorizzato la Sfirs a lasciare la società patto di stabilità che ha sinora impedito di utilizzare tutte le nostre entrate. Dal 2015, infatti, tutte le nostre entrate potranno essere totalmente usate per finanziare le politiche di sviluppo dei nostri territori. L’adozione della regola del pareggio di bilancio definisce finalmente un quadro di buon senso che ci attribuisce piena responsabilità nella gestione efficiente delle nostre risorse - ha concluso il presidente Pigliaru - e che ci incentiva ad nere dal Governo l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità». All’appuntamento si sono presentati 120 primi cittadini in fascia tricolore, molti dei quali sono rimasti delusi dall’esito dell’incontro, al punto che il 29 mattina, all’audizione in commissione Autonomia, si è presentato il Cal, il Consiglio delle Autonomie locali guidato dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ma non i rappresentanti di Anci, Asel e Aiccre. alsi, addio! La Giunta regionale ha approvato una delibera con cui autorizza la Sfirs ad esercitare il diritto di uscita da Galsi, la società che gestisce il progetto del gasdotto che avrebbe dovuto portare il metano algerino in Sardegna e poi in Toscana. Le difficoltà burocratiche incontrate da Galsi ed una situazione economica difficile hanno convinto la Regione che l’investimento nel gasdotto non sia remunerativo, come dimostrano altri progetti in fase di stallo. Tutto ciò ha portato a un congelamento del progetto che non è chiaro se e quando potrà essere sbloccato. La Sfirs ha fatto presente questa situazione di stallo del progetto Galsi già alla precedente amministrazione con una relazione e con la deliberazione da parte del consiglio di amministrazione, riunito 16 dicembre 2013, «di procedere all’uscita dalla compagine sociale di Galsi Spa». La risposta arriva ora dalla nuova Giunta con la delibera presentata dal presidente Francesco Pigliaru d’intesa con gli assessori Raffaele Paci (Programmazione) e Maria Grazia Piras (Industria), che riconosce la correttezza di quelle valutazioni e di quella scelta e procede al via libera all’uscita da Galsi. Una uscita che, fatta in questo momento, permette di recuperare tutti gli 11 milioni investiti da Sfirs nel progetto. La delibera sul metano è anche e, soprattutto, una delibera di indirizzo. «L’uscita da Galsi - ha precisato il presidente Francesco Pigliaru non può in alcun modo interrompere il processo di metanizzazione già avviato con la realizzazione, attualmente in corso, delle reti urbane di distribuzione del gas, il cui completamento richiede la costruzione di una dorsale di trasporto e delle relative reti intermedie di collegamento. Anzi, usciamo da Galsi proprio per rilanciare la metanizzazione della Sardegna. Non possiamo continuare a stare fermi su un tema strategico per lo sviluppo della nostra regione.» Svolta nella grave crisi della società in house della Regione Antioco Gregu è il liquidatore di Igea A ntioco Gregu è il commisario liquidatore di Igea. è stato nominato due settimane fa dalla Giunta regionale, su proposta dall’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Al liquidatore è stato dato il mandato di «compiere con la massima urgenza ogni necessario accertamento sullo stato patrimoniale ed organizzativo della società Igea e di valutare l’opportunità di formulare un piano industriale che individui una concreta prospettiva di risanamento della società, assicurandone l’equilibrio gestionale nel medio e lungo periodo. Il liquidatore avrà intanto il mandato di prose- guire nell’esercizio provvisorio al fine di non interrompere le attività di mantenimento in sicurezza dei siti minerari, cui Igea è obbligata, e per non disperdere le risorse disponibili». Sono stati confermati, nel collegio sindacale, i sindaci già designati in precedenza. Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, esprime soddisfazione per la nomina effettuata dalla Giunta regionale. «Igea è una società nata con l’importante e fondamentale compito di eseguire i lavori di sicurezza, ripristino ambientale, bonifica e riqualificazione delle miniere dopo la chiusura definitiva delle stesse – scrive in una nota Pietro Cocco -. Invece, quello che avrebbe dovuto essere lo strumento di programmazione di quel progetto e che avrebbe dovuto avere importanti ricadute anche in termini di opportunità di sviluppo e di lavoro nel martoriato territorio del Sulcis, si è rivelato uno strumento debole gestito con approssimazione e confusione.» «Il mandato assegnato all’ing. Gregu, di accertare lo stato patrimoniale ed organizzativo della società e di individuare una prospettiva di risanamento - conclude Pietro Cocco - sarà di sicura rottura con le logiche fumose che hanno ispirato alcuni amministratori del passato.» L’ex parlamentare ha ricevuto l’incarico per altri quattro anni Fondazione, confermato Antonello Cabras I l 23 maggio è stato approvato il bilancio consuntivo della Fondazione Banco di Sardegna chiuso il 31 dicembre 2013. Il documento pone in evidenza un avanzo di esercizio di euro 30.854.454 (euro 28.433.162 nel 2012) ed erogazioni deliberate nei settori di intervento pari a euro 15.100.000 (euro 13.500.000 nel 2012). Nello stesso giorno si è insediato il nuovo Comitato di Indirizzo e Antonello Cabras è stato confermato all’unanimità presidente della Fondazione Banco di Sardegna. Antonello Cabras, nato il 22 ottobre 1949 a Sant’Antioco, ingegnere, ha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera da amministratore e politico, iniziata proprio Antonello Cabras. nella sua città, della quale è stato sindaco. è stato assessore regionale della Programmazione e per due volte presidente della Regione Sardegna. è stato eletto successivamente senatore, per due volte sottosegretario al Commercio estero, deputato, poi ancora senatore fino alla scorsa legislatura. Ha ricoperto prestigiosi incarichi politici, tra i quali quello di segretario regionale del partito socialista. è stato poi fondatore e presidente di Federazione Democratica e segretario regionale dei Democratici di Sinistra, nonché dirigente nazionale del Partito Democratico. E ancora quello di presidente del Comitato per la gassificazione del carbone Sulcis, progetto del quale negli anni ’90 era uno dei principali sostenitori (poi non realizzato). G.P.C. L’assessore Massimo Deiana ha proposto un disegno di legge Continuità territoriale per le isole minori L’incontro con i sindaci in Consiglio regionale. utilizzarle con la massima attenzione». Il giorno prima, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, aveva ribadito nell’incontro con i sindaci della Sardegna che si è tenuto in Consiglio regionale, al termine della manifestazione dei sindaci organizzata per denunciare i problemi derivanti dai continui tagli dei trasferimenti e dai pesantissimi vincoli posti dal Patto di stabilità, che «la Regione farà di tutto per otte- Giuseppe Casti, nel suo intervento, ha segnalato alla Commissione la drammatica situazione in cui versano gli enti locali alle prese con un Patto di stabilità che, di fatto, sta paralizzando l’azione amministrativa. «I crediti dei comuni nei confronti della Regione continuano a crescere - ha aggiunto Casti - i pagamenti sono bloccati, serve una soluzione rapida altrimenti si rischia lo sfascio». L o scorso 6 maggio la Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, ha presentato un disegno di legge (n° 25) per la copertura degli oneri della continuità territoriale per le isole minori. Il disegno di legge si prefigge l’obiettivo di allineare l’autorizzazione di spesa per l’anno 2014 in euro 16.000.000, al fine di garantire la continuità del servizio di collegamento marittimo con le isole minori di San Pietro e La Maddalena e nella tratta Santa Teresa di Gallura - Bonifacio. Un traghetto della Saremar. Tecnicamente il disegno di legge dell’assessore Deiana si compone di soli 2 articoli: Articolo 1, comma 1. Dispone la rideterminazione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 5, comma 32 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7, ai valori di euro 16.000.000. Articolo 1, comma 2. Reca la conseguente copertura finanziaria dei relativi oneri aggiuntivi, valutati per l’anno 2014 in euro 8.000.000, mediante imputazione degli stessi in conto della UPB S07.06.001 (trasporto pubblico locale). Articolo 2. Specifica i termini dell’entrata in vigore della legge. IL NUMERO 270 4-13:IL NUMERO 181 4/9 29/05/14 21.34 Pagina 1 4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Cresce l’interesse di gruppi imprenditoriali italiani e stranieri per la realizzazione di investimenti nell’area del Sulcis Iglesiente Una nuova scommessa sul turismo Mentre il Gruppo Deriu attende risposte della Giunta regionale sul progetto del Centro termale, i russi “stringono amicizia” con i sindaci. S ant’Antioco e il Sulcis Iglesiente puntano ad un nuovo sviluppo nel campo del turismo. Mentre il Gruppo Deriu attende risposte dalla Giunta regionale sulla fattibilità del progetto per la realizzazione del Centro termale a Coquaddus, alcuni gruppi imprenditoriali russi sono interessati ad investire nel campo del turismo nel Sud Sardegna e proprio nell’Isola di Sant’Antioco potrebbero incontrarsi i due interessi nel breve e medio termine. è emersa questa prospettiva nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, alla presenza di una delegazione russa, guidata da Danis Bashirov, terzo segretario dell’Ambasciatore russo in Italia, invitato ufficialmente a partecipare alla 655ª edizione della Sagra di Sant’Antioco Martire. «Per noi questo invito è stato una bella sorpresa - ha esordito Danis Bashirov -, la città di Sant’Antioco si trova all’incrocio dei nostri interessi strategici in Sardegna, prima di tutto per il grande patrimonio culturale, storico e spirituale, ma soprattutto perché, se si guarda all’indietro, si vede che i nostri investimenti più grandi sono stati effettuati proprio nel Sud dell’Isola, parlo prima di tutto di Eurallumina e poi di Sarroch. Oltre all’interesse dei nostri operatori economici nel settore industriale - ha aggiunto Danis Bashirov - vediamo un grande potenziale per lo sviluppo del turismo. Oggi il turismo russo sta cambiando, si sta passando dal settore del turismo di alto livello a quello della classe media che è molto interessata a fare conoscenza con tutta l’Italia ma anche con la Sardegna, molto famosa per il suo clima, per le sue spiagge, il suo mare e il suo grande patrimonio storico e culturale. Spero che questo invito possa costituire solo il primo passo di un percorso di amicizia per giungere a ottimi risultati e quindi all’arrivo di tanti turisti russi nel Sud Sardegna e in particolare a Sant’Antioco.» Otto giorni dopo l’incontro con il vice Ambasciatore russo Danis Bashirov, i sindaci di Sant’Antioco, Mario Corongiu, Calasetta, Antonio Vigo e San Giovanni Suergiu, Federico Palmas, hanno sottoscritto un protocollo d’amicizia con l’Abkhcazia, una piccola repubblica che confina con la Federazione russa e si affaccia sul Mar Nero, con capitale Sukhumi ed una popolazione di 240.705 abitanti. All’incontro, svoltosi nella sala consiliare del comune di Sant’Antioco, erano presenti il sindaco della capitale, Sukhumi ed il collega di Pitsunda, ma l’accordo coinvolge anche il comune di Novyy Afon. Il protocollo d’amicizia prevede l’attivazione di una serie di contatti tra le due regioni che potrebbero portare ad interessanti sviluppi in campo turistico, considerato che la Sardegna e in particolare il Sud dell’Isola, stanno entrando nella sfera di interesse dei tour operator russi e delle repubbliche dell’Est europeo. Sul Centro termale di Coquaddus, Ninetto Deriu, l’imprenditore sardo che sta investendo maggiormente nel suo territorio in questa fase economica di estrema difficoltà, con alcune imprese operanti nel polo industriale di Portovesme, attende risposte dalla Regione. L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, il 17 aprile, come si ricorderà, ha fatto una significativa “apertura” al progetto, nel corso del convegno svoltosi nella sa- luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un L’assessore degli Enti locali ha riferito in 4ª commissione Erriu: «Nuovo governo del territorio» L L’incontro tra il vice Ambasciatore Danis Bashirov e il sindaco Mario Corongiu. la conferenze della Grande Miniera di Serbariu. «L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.» Le parole dell’ex sindaco di Santa- ’assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha riferito davanti alla 4ª Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), sulle problematiche generali del settore. Nella sua esposizione, l’assessore Erriu ha dichiarato in apertura che «l’impegno dell’assessorato è concentrato da un lato sulla definizione delle linee-guida in materia di governo del territorio compreso l’aggiornamento del Ppr e, dall’altro, sul riordino del sistema delle autonomie locali. Si tratta di infrastrutture immateriali di grandissima importanza per la Sardegna sulle quali intendiamo sviluppare un confronto serrato sia con la Commissione che con il Consiglio regionale, sia con tutti i portatori di interesse, ai vari livelli». L’assessore Erriu ha ricordato la recente delibera della Giunta che ha annullato il provvedimento di adozione definitiva del Ppr emanato nella precedente legislatura, mentre restano in vigore sia il repertorio dei beni paesaggistici e culturali che le norme di salvaguardia. «Sul piano operativo - ha rimarcato Erriu - è stato avviato un tavolo di lavoro con il ministero per la copianificazione di circa 130 nuovi beni, di concerto con l’assessorato dell’Ambiente per il necessario coordinamento normativo. Contiamo di concludere in tempi brevi anche questo lavoro, con una nuova adozione del Piano da parte della Giunta e la pubblicazione sul Buras. Cio consentirà, fra l’altro, anche di sbloccare la situazione di 30 Piani urbanistici in altrettanti comuni del territorio regionale, nonostante alcune criticità nei centri L’assessore Cristiano Erriu. costieri». L’assessore dell’Urbanistica ha quindi sintetizzato i contenuti della nuova legge urbanistica: armonizzazione delle diverse norme settoriali, regole chiare e semplici, equilibrio fra i valori del paesaggio e della proprietà, coordinamento fra la pianificazione strategica della Regione e quelle delle autonomie locali (dove occorrerà tener conto della scomparsa delle Province e, in prospettiva, della nuova Area metropolitana di Cagliari e delle politiche di Area vasta che interesseranno altre zone dell’Isola come il Sassarese e la Gallura) nell’ambito di una visione comune e condivisa ispirata allo sviluppo sostenibile. Nel dettaglio, Cristiano Erriu ha spiegato i criteri ispiratori e le finalità della nuova legislazione: risparmio del suolo, nuove politiche abitative per la fasce meno abbienti della società, adeguamento dei servizi e revisione del criterio “numerico” degli standard, tutela degli insediamenti agricoli, sostegno per chi decide di vivere in campagna presidiando il territorio, ricucitura fra zone costiere ed aree interne, risparmio ed efficienza energetica. L’assessore, infine, ha assicurato che rispetto a questi problemi «non c’è un approccio ideologico ma la precisa volontà di definire regole, strumenti e procedure che possano garantire alla Sardegna di oggi e di domani non solo un migliore governo del territorio ma una migliore qualità dell’ambiente e delle sue trasformazioni. Terremo conto di esperienze significative e buone pratiche di altre Regioni, ma puntiamo ad una buona legge fatta su misura per la Sardegna con le sue tante specificità, che potrà generare valore». Il sindaco di Carbonia ha rilevato il testimone da Gianfranco Ganau L’incontro con la delegazione dell’Abkhcazia nella sala consiliare di Sant’Antioco. - aveva detto tra l’altro Cristiano Erriu nel corso del suo intervento -, è che all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per af- di hanno provocato una nuova presa di posizione di Graziano Bullegas, presidente di Italia Nostra Sardegna, contrario alla realizzazione del progetto nel sito di Coquaddus, che ha scritto Il convegno per la presentazione del Centro termale svoltosi a Carbonia. frontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo una lettera aperta all’assessore regionale dell’Urbanistica. Graziano Bullegas nella sua lettera ribadisce le motivazioni della contrarietà al progetto e chiede un incontro all’assessore Erriu. Giuseppe Casti è il nuovo presidente del Cal G iuseppe Casti è il nuovo presidente del Cal, il Consiglio delle autonomie locali della Sardegna. Subentra a Gianfranco Ganau, eletto quand’era sindaco di Sassari e dimessosi dopo la sua elezione alla presidenza del Consiglio regionale. Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia dal 15 maggio 2011, quando è stato eletto con 12.020 voti (62,36%), raggiunge il prestigioso incarico, al quale è stato eletto il 15 maggio all’unanimità dall’assemblea riunita a Cagliari, all’età di 49 anni (è nato a Carbonia il 18 luglio 1964). Come Gianfranco Ganau è un esponente di spicco del Partito Democratico ed all’attuale presidente del Consiglio regionale è legato anche dall’appartenenza alla stessa area politica all’interno del partito, quella di formazione socialista che ha come leader Antonello Cabras, attuale presidente della Fondazione del Banco di Sardegna. Il Consiglio delle autonomie locali è organo di partecipazione degli Enti locali ai procedimenti legislativi ed amministrativi di loro interesse. «Ringrazio tutti i consiglieri per la votazione all’unanimità - ha detto il neo presidente - è per me un onore rappresentare il Consiglio delle autonomie locali. Dopo l’esperienza di quasi tre anni come consigliere delle autonomie locali e sindaco della città di Carbonia, da pre- Giuseppe Casti. sidente porterò avanti, con maggior forza, le battaglie che ho condotto sin dall’inizio del mio mandato di sindaco: aumento del Fondo Unico per i comuni, riforma degli enti locali ed alleggerimento del patto di stabilità. Senza questi interventi prioritari, come ripeto da tempo alla Regione, i nostri comuni e le nostre province dal prossimo mese si troveranno ad avere un blocco nell’attività amministrativa - ha aggiunto Giuseppe Casti -. Ringrazio Carbonia, la mia città, e tutti i miei concittadini, perché è grazie alla loro fiducia che, come sindaco, ho potuto far parte del Consiglio delle autonomie locali, arricchendo le mie conoscenze amministrative attraverso il confronto e lo scambio di informazioni con i colleghi. Il nuovo incarico avrà un effetto positivo sul mio impegno come sindaco, poiché le stesse lotte, condotte come Amministratore di Carbonia, saranno rafforzate e promosse nell’interesse di tutti i comuni sardi. Da oggi - ha concluso il sindaco di Carbonia - continuerò a presentare le stesse richieste, ma con maggior forza perché lo farò a nome di tutte le autonomie locali della Sardegna, nella consapevolezza che queste nostre rivendicazioni rappresentino l’unico strumento possibile per ridare la giusta dignità amministrativa e la necessaria forza di intervento sociale alle amministrazioni locali dell’Isola.» L’ANAP Sardegna, associazione dei pensionati di Confartigianato Sardegna, ricorda un’importante scadenza ormai prossima Il calcolo della pensione è sbagliato? Per correggere gli errori c’è tempo fino al 6 luglio I l calcolo della pensione è sbagliato? Per correggere gli errori c’è tempo solo fino al 6 luglio. Chi non ricorre entro quella data, infatti, rischia di non vedersi riconosciuta l’esatta somma. Gli ex lavoratori più a rischio sono quelli con periodi di mobilità negli ultimi anni: in Sardegna se ne contano a migliaia e oltre 4 milioni in tutta Italia. «Ci sono tempi stretti per avviare azioni giudiziarie e intervenire sulle prestazioni previdenziali liquidate parzialmente o in modo erroneo - afferma l’ANAP Sardegna, l’associazione dei pensionati di Confartigianato Sardegna - quindi se il pensionato ritiene errato il calcolo, ma fa richiesta di rettifica all’Inps dopo 3 anni dalla prima liquidazione, non ha più diritto ai soldi.» Lo ha stabilito il legislatore che è intervenuto in maniera “pesante” sul regime della decadenza in materia di prestazioni previdenziali liquidate parzialmente, fissando in soli 3 anni il termine entro il quale è possibile attivare il sistema giudiziario, con evidenti ricadute negative sul diritto di una pensione esatta. L’allarme è scattato pochi giorni fa in tutta Italia, e al centro del problema c’è il ricalcolo delle pensioni aggiornato alle stime Istat, che spesso viene effettuato in modo errato o non effettuato affatto. Con la conseguenza che l’assegno risulta più basso (o più alto) di quanto dovrebbe. Il limite massimo per la contestazione di ciò che si riceve è luglio 2014, ma in pochi sanno cosa devono fare. Per pensione definitiva, si intende proprio l’importo, calcolato dall’Inps, dell’assegno aggiornato secondo le più recenti stime Istat (su inflazione e costo della vita, ad esempio). Quella che il neo pensionato percepisce nei primi mesi di addio al lavoro, infatti, è una pensione temporanea, il cui valore viene calcolato secondo una stima di massima effettuata dall’Istituto. Essendo temporanea, questa pensione dovrebbe poi essere ricalcolata ed adeguata a quella che è la realtà del momento, stabilendo l’importo che, per legge, spetta al pensionato. Anche questa fase non è esente da errori, così molti si ritrovano in accredito una cifra diversa da quella che dovrebbero percepire. In negativo ma anche in positivo. Il fatto è che davvero pochi sono in grado di capire se c’è stato un errore, o perché non conoscono le regole che guidano il calcolo della pensione o perché non hanno il tempo (o la voglia) di ricostruire tutta la propria “carriera” previdenziale per scoprire se e dove si trova l’inghippo. La legge italiana prevede che i controlli previdenziali vengano effettuati solo su esplicita richiesta del pensionato interessato, il che significa che se non è lui ad accorgersi del problema nessuno lo farà mai al suo posto. Quali sono gli elementi che possono portare a un errore nel calcolo? Ad essere a rischio sono soprattutto coloro che, nel corso della loro vita professionale, hanno avuto a che fare con periodi anomali. Il che può significare congedo parentale ma anche periodi di mobilità. IL NUMERO 270 5-12:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 10.11 Pagina 2 Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 5 La Provincia del Sulcis Iglesiente Si è svolta a Cagliari una nuova conferenza di servizi sull’allarme ambientale determinato dall’eccessiva presenza di piombo e diossine Portoscuso, l’emergenza non è ancora rientrata Le ordinanze che impongono agli allevatori il divieto di commercializzare il latte e le carni ovine, caprine e bovine, sono ancora in vigore. N onostante un leggero miglioramento della situazione che ha consentito a due delle dieci aziende interessate di riprendere la produzione e la commercializzazione dei suoi prodotti, restano in vigore per le altre otto aziende, a Portoscuso, le ordinanze del sindaco, Giorgio Alimonda, che impongono il divieto di commercializzazione del latte caprino e delle carni ovine, caprine e bovine, per l’eccessiva presenza di piombo e diossine. Le ultime novità sono emerse il 29 maggio a Cagliari, nel corso della conferenza di servizi convocata dal sindaco di Portoscuso, con tutti gli assessorati (era assente il solo assessorato della Agricoltura), la Asl e l’Arpas, per l’esame dei provvedimenti da adottare sia nel breve e medio termine, sia nel lungo periodo. «Per quel che riguarda la diossina, due allevamenti su dieci sono stati già liberati dai vincoli - spiega Giorgio Alimonda - mentre per altri quattro le ultime analisi hanno accertato casi al limite. Abbiamo chiesto alla Regione di starci vicino in questa fase tanto difficile, anche dal punto di vista economico, perché ad oggi il nostro Comune continua a farsi carico anche dei costi derivanti dagli interventi necessari ad affrontare l’emergenza. Proseguono le analisi anche per quel che riguarda l’eccessiva presenza di piombo.» L’emergenza, come si ricorderà, è scattata oltre un mese fa, con la scoperta della presenza di un’eccessiva quantità di diossine nel latte caprino. Il sindaco Giorgio Alimonda, dopo aver ricevuto la nota del Dipartimento di Prevenzione della Asl 7 di Carbonia, con la quale si comunicava che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale aveva trasmesso il rapporto di prova che evidenziava superamenti dei limiti delle norme di legge per quanto riguarda la presenza di diossine, furani e PCB e diossina-simile nel latte prodotto nell’allevamento caprino di un’azienda sita nelle campagne di Portoscuso, in località Terra Noa, ha imposto con apposita ordinanza alla stessa, la distruzione e lo smaltimento del latte prodotto. La situazione è apparsa subito estremamente delicata, anche perché l’ordinanza del sindaco di Portoscuso si è aggiunta alle precedenti emesse recentemente per disporre la distruzione e lo smaltimento del Dipartimento di prevenzione della Asl 7, sulla base delle risultanze preliminari delle indagini in corso comprendenti il rilievo di superamenti dei limiti di contaminazione per metalli pesanti nel latte ovicaprino e di superamenti dei valori di attenzione e/o dei valori limite per diossine e PCB diossinosimili nel latte ovicaprino, il 7 maggio ha portato il sindaco a firmare una nuova ordinanza contingibile ed urgente in materia sanitaria, con la quale, a titolo precauzionale, «vieta, sino al comple- La presenza della diossina ha messo in ginocchio le aziende di Portoscuso. latte ovino in cui è stata accertata la presenza di una quantità di piombo superiore ai limiti delle norme di legge. L’Amministrazione comunale si è mossa tempestivamente, concordando una strategia con la Coldiretti, con la quale ha chiesto alla Regione un intervento a sostegno delle aziende coinvolte che rischiano ancora una volta, come già accaduto in passato, un autentico tracollo, con conseguenze disastrose anche sui livelli occupativi. Ma la situazione si è aggravata una decina di giorni più tardi, quando il tamento delle indagini in corso per ricerca di diossine e PCB diossinosimili, la movimentazione per vita, commercializzazione, macellazione o distribuzione a qualunque titolo dei capi ovinocaprini e bovini e dei relativi prodotti zootecnici» di 12 allevamenti operanti nel territorio del comune di Portoscuso. Per il lungo periodo, Portoscuso rivendica l’assegnazione dei fondi previsti per le aree SIN (Siti Bonifica di Interesse Nazionale), che finora in Sardegna sono stati riconosciuti solo all’area di Porto Torres. Un’interessante segnalazione da esperti di tutto il mondo Camminare nel verde contribuisce a rinforzare il sistema immunitario I benefici derivanti dal trascorrere del tempo all’aria aperta, sono da sempre sostenuti da studiosi di tutto il mondo. Una bella passeggiata in un parco o nel bosco, fa sì che il sistema immunitario vinca contro virus e batteri. Quel che si guadagna è sicuramente tanto, sia per il corpo sia per la mente. Secondo i ricercatori statunitensi dell’University of Illinois, frequentare ambienti naturali migliora le funzioni cognitive, combatte l’ansia ed aiuta a controllare gli impulsi; al contrario, non frequentare ambienti ricchi di alberi e piante, porta a più alti tassi di depressione ed ansia, ma anche a deficit di attenzione ed iperattività. Anche ricercatori dell’ateneo di Rochester negli Stati Uniti, hanno dimostrato, con i loro studi, che la natura è un vero e proprio antidoto alla depressione in favore di buonumore e vitalità. Per cambiare il corso di una brutta giornata e guadagnare un po’ di energia positiva, basterebbe passeg- giare 20 minuti in mezzo al verde. Per la mente quindi camminare immersi nella natura compie dei veri e propri miracoli. Alcuni ricercatori dell’università del Michigan hanno voluto testare l’azione che il paesaggio ha sulla funzione cognitiva. I partecipanti al test, dovevano svolgere un compito mentalmente impegnativo, seguito da una passeggiata: un gruppo presso un arboreto e l’altro nelle vicinanze di una strada trafficata della città. Al loro rientro, entrambi i gruppi hanno ripetuto il test di memoria ed i risultati hanno mostrato che le prestazioni di chi aveva passeggiato nel verde erano migliorate del 20% rispetto a chi aveva passeggiato in città. In un secondo test, i partecipanti, sempre divisi in due gruppi venivano invitati, uno a guardare scenari naturali, l’altro ad osservare ambienti di città. Ancora una volta, miglioravano le prestazioni di memoria da parte degli osservatori di campi e piante, piuttosto che di case e strade. Secondo gli studiosi giapponesi della Nippol Medical School di Tokyo, ciò che rende benefiche le passeggiate sono i fitoncidi, sostanze che le piante producono sotto forma di olii, per difendersi da funghi e batteri e che si diffondono nell’aria dei boschi e dei parchi. Quando queste sostanze vengono respirate, esercitano sull’uomo un’azione benefica. Secondo gli scienziati dell’università di Passo Fundo, in Brasile, le donne prima e dopo la menopausa, per star bene in salute dovrebbero fare ogni giorno almeno seimila passi. Conferme di esperti da più parti del mondo, riguardo l’importanza delle passeggiate immersi nel verde, non possono che convincerci del tutto a proposito dell’azione benefica che si può trarre dal camminare all’aria aperta. Ben venga quindi la bella stagione che stimolerà ancor più la voglia di natura. Nadia Pische nadiapische@tiscali.it La Provincia del Sulcis Iglesiente Quindicinale di informazione politica, economica e sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294 Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 333 9698533 www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com giampaolo.cirronis1@tin.it - giampaolo.cirronis@tin.it - giampaolo.cirronis@gmail.com Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 333 9698533 Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086 Caev, Coldiretti sollecita la RAS «N onostante lo scorso 26 settembre 2013, la Giunta regionale abbia deliberato interventi a favore delle aziende colpite dalla Caev (l’artrite encefalite virale delle capre), prevedendo un piano di risanamento e misure a sostegno degli allevamenti caprini e nonostante siano state trasferite le risorse all’Argea Sardegna, ancora ad oggi non è stato adottato alcun provvedimento concreto per arginare il virus della Caev, la malattia che sta mettendo a serio rischio il patrimonio caprino isolano.» Lo denuncia Efisio Perra, presidente di Coldiretti Cagliari. Se n’è discusso lunedì 19 maggio ad Iglesias, nel corso di un incontro di formazione di dirigenti territoriali dell’organizzazione Coldiretti del Sulcis Iglesiente che denunciano la mancata attuazione di un serio piano d’interventi. «Chiediamo - sostengono il presidente Efisio Perra e il direttore Vito Tizzano - l’immediata pubblicazione del bando in modo da garantire il ristoro alle aziende colpite del virus. La Caev non costituisce un pericolo per l’uomo, infatti, la principale via di trasmissione della malattia consiste nel contagio dei capretti neonati tramite il colostro o il latte contenente l’agente patogeno, tuttavia senza un piano di interventi sono a rischio gli allevamenti caprini.» Nuovo CAP a Cortoghiana e Bacu Abis è cambiato il Codice di Avviamento Postale di Bacu Abis e Cortoghiana. Il nuovo codice è 09013 che sostituisce lo 09010. Ne dà comunicazione la Direzione di Poste Italiane. Per consentire ai cittadini di apportare le conseguenti variazioni, il CAP oggi in uso resterà comunque in vigore per i prossimi sei mesi. I cambiamenti dei CAP sono finalizzati al miglioramento del trattamento automatico della corrispondenza nella fase di smistamento e di recapito. Arriva anche negli uffici postali del Sulcis Iglesiente, inoltre, il “semaforo dinamico”, strumento informativo dove sono riportate per ogni ufficio le previsioni dei flussi mensili di clientela sia per singolo giorno sia nelle diverse fasce orarie. Il semaforo dinamico è stato introdotto negli uffici postali di Carbonia, piazza Rinascita e via Dalmazia, Iglesias, in corso Colombo e vico Mercato Vecchio, Domusnovas, Gonnesa, Portoscuso e Sant’Antioco. Il verde indica giorni e fasce orarie con pochi clienti e con attesa minima; il giallo specifica un numero di clienti ed un’attesa appena superiori alla media; il rosso, infine, prevede picchi di affluenza di un certo rilievo e relativi tempi di attesa prolungati. Vincenzo Panio lascia l’UDC A Carbonia il consigliere comunale Vincenzo Panio ha lasciato il gruppo UDC e si è iscritto al gruppo Misto. La decisione è maturata nei giorni scorsi ed è stata ufficializzata all'inizio della seduta del Consiglio comunale svoltasi mercoledì 30 aprile. «Nei giorni scorsi - ha detto Vincenzo Panio - ho comunicato al capogruppo Antonello Mereu il mio intendimento di distaccarmi dal gruppo dell’UDC e di chiede- Vincenzo Panio. re l’iscrizione al gruppo Misto, al quale intendo aderire seduta stante.» «Questa decisione - ha aggiunto Panio - scaturisce da motivi profondi che mi hanno indotto a superare i precedenti vincoli di appartenenza per mettermi ancora di più a disposizione della comunità in piena libertà ma nel rispetto e nell’esercizio pieno della funzione di consigliere.» Cantina Santadi Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012 LATINIA Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna. Vino mediterraneo, caldo, solare che, servito a 10°-12° C, esalta il dessert e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa. Ha ricevuto il “Premio speciale” “miglior vino dolce dell’anno” 2002 e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso” Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux. IL NUMERO 270 6-11:IL NUMERO 181 4/9 30/05/14 01.16 Pagina 1 6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 La festa si è rinnovata nella prima settimana di maggio, con la pubblicazione degli Annali di storia ed archeologia Sant’Antioco, una devozione lunga 655 anni I resti del corpo mortale di Antioco, martire sulcitano, vennero trovati, all’interno di un sarcofago/altare, il 18 marzo del 1615. N ei primi giorni di maggio di quest’anno, il quattordicesimo del terzo millennio, due settimane dopo la Pasqua di Resurrezione, si è tenuta, nell’isola omonima, la festa di Sant’Antioco, festa che ormai si ripete, sempre alla stessa data, da oltre seicento anni, a ricordare Antioco, il martire sulcitano che qui, in una grotta divenuta tomba, secondo la tradizione cristiana trovò la morte, poco prima che i soldati romani lo arrestassero per martirizzarlo. La data della festa, riportata sui manifesti che la pubblicizzavano, risale fino al 1360, ed è la più antica menzione certa che, al momento si ha della sagra. Il documento che la riporta è stato pubblicato, a cura di Marco Massa, nel volume: “S. Antioco - da primo evangelizzatore di Sulci a protomartire - Patrono della Sardegna”, edito nel 2012 a cura di Roberto Lai e Marco Massa. è, dunque, da tempi immemorabili che è vivo il culto per il Santo, che fu riconosciuto da tutte le genti di Sardegna che accorrevano numerose nella Sua isola in occasione della festa, quale patrono della Sardegna, molto tempo prima che si diffondesse la devozione per un altro grande Santo sardo, Sant’Efisio. La ricerca della Sua sepoltura ebbe inizio quando, probabilmente a seguito della controversia tra le diocesi di Sassari e di Cagliari, il cui arcivescovo già da tempo si fregiava del titolo di Primate di Sardegna e Corsica, si scatenò la ricerca ai Corpi Santi, nella convinzione che la presenza delle sepolture dei primi martiri cristiani fosse indispensabile per fornire il crisma di santità e venerabilità, tale da comprovare ed accrescere l’importanza di questa o quella comunità cristiana, così da giustificare una sorta di primato sulle altre diocesi, per la maggiore antichità e per il superiore numero di martiri presente nel territorio della diocesi. Fu così che l’arcivescovo di Sassari, Gavino Manca Cedrelles, diede il via ad una ricerca, coordinata da lui stesso, che portò alla scoperta, nella basilica dedicata a San Gavino ai piedi dell’altar maggiore, dei resti di tre corpi, subito attribuiti ai martiri turritani. Alla notizia che in quel di Porto Torres erano stati ritrovati i resti, a lungo cercati, dei martiri Gavino, Proto e Jaunuario, il presule di Cagliari, Francesco Desquivel, diede inizio ad una campagna di scavi, condotta soprattutto presso l’antica basilica di san Saturnino, fuori le mura di Cagliari. Un primo ritrovamento fu quasi immediato: le ossa ritrovate, da cui esalava un profumo più di cielo che di terra, furono subito attribuite, dai fedeli presenti che supplirono con la fede alla mancanza di prove scientifiche, ad una presunta Santa Olimpia, Vergine e Martire. Alla Santa, fino ad allora affatto sconosciuta, venne anche attribuito un miracolo e questo bastò a sollecitare la fantasia dei fedeli che avvertirono un segno inequivocabile del cielo. Non ci voleva altro per dare impulso agli scavi che misero alla luce i resti di centinaia di persone insieme ad un frammento marmoreo che portava scritto: S. Innu, interpretato subito e con certezza come: Santi innumerabiles. Fu tale l’entusiasmo per i ritrovamenti che venivano fatti che, l’arcivescovo Desquivel estese le ricerche a diverse chiese e cripte della zona e anche all’isola di Sant’Antioco. Tralasciamo ora di raccontare il resoconto dello scavo, diciamo solo che il giorno 18 marzo del 1615 vennero trovati, all’interno di un sarcofago/altare, sul quale era appoggiata la celebre pietra con l’epigrafe “Aula Micat”, i resti del corpo mortale di Antioco, Martire Sulcitano. Le ossa con il cranio del Santo furono trasportate subito ad Iglesias, per metterle al riparo da incursioni dei pirati musulmani, con l’impegno «che se un giorno l’isola si fosse ripopolata, le reliquie dovevano essere restituite, perché quello era il loro luogo antico». Le ossa con il cranio furono, da allora, custodite nella cattedrale di Santa Chiara ad Iglesias, nella cappella della sacrestia poi, a partire dal 1656, nel nuovo, sontuoso altare barocco, dedicato al Santo, tutto scolpito in legno di ginepro dorato. A partire dall’anno del ritrovamento, in occasione della festa post pasquale, le reliquie, con il cranio racchiuso in un prezioso reliquiario di argento, venivano riportate, proces- lamento dell’isola che cento anni dopo contava circa 500 residenti più o meno stabili e un cappellano, nominato dal capitolo che offriva l’assistenza religiosa e iniziò a consolidarsi l’idea che i resti mortali di Sant’Antioco dovessero tornare nella tomba originaria nella quale avevano riposato per 1.500 anni. Nell’Ottocento questa esigenza divenne sempre più sentita e cominciò a serpeggiare nella popolazione an- Vita, martirio e miracoli di Sant’Antioco Martire Sulcitano. sionalmente, nella chiesa martyrium in cui erano state rivenute, insieme alla statua del Santo, rivestita di abiti sfarzosi, secondo l’uso spagnolesco del tempo e ornata di ricchi gioielli. Tra ali di popolo festante, il corteo usciva dalla città di Iglesias dalla porta di San Sebastiano, la pisana porta Maestra, per imboccare la via delle reliquie, l’attuale via Crocifisso. Partiva il giovedì, accompagnata da un canonico, delegato dal Capitolo e a piedi, passando accanto a Santa Barbara di Genneluas e Santa Maria di Barega, giungeva a Barbusi, dove sostava per la notte: I fedeli, numerosissimi, si spargevano per la contrada, adattandosi a dormire, alla luce delle stelle o in stalle e fienili dei furriadroxius della zona. Ma, la maggior parte di essi trascorreva la notte in balli e canti intorno ai fuochi dei bivacchi mentre, per i più pii, la notte passava in meditazione e preghiera. La mattina del venerdì, la processione riprendeva il percorso verso la chiesa del Santo; percorreva la strada dell’istmo, oltrepassando i tre ponti, che a quel tempo superavano i canali che univano i due golfi, dove veniva accolta dalla moltitudine di pellegrini colà giunti da ogni parte della Sardegna. Dalle antiche cronache sappiamo che spesso presiedeva la ricorrenza l’arcivescovo, talvolta accompagnato dal Viceré con, al seguito, nobili e dignitari, e la scorta di archibugieri e miliziani armati, poiché era sempre alto il pericolo di improvvise incursioni di pirati tunisini o algerini, attirati dal possibile, ricco bottino. Numerosissimi erano anche i sacerdoti destinati all’assistenza spirituale dei fedeli. Le giornate trascorrevano tra funzioni religiose, che ininterrottamente venivano celebrate nella chiesa e omeriche abbuffate tra le innumerevoli bancarelle, e tettoie improvvisate che esponevano ogni sorta di prodotti alimentari e di uso comune. Il lunedì successivo arrivava il Capitolo Iglesiente, guidato dall’Arciprete e Vicario Capitolare che, in assenza del vescovo, amministrava la diocesi, e si dava inizio alle celebrazioni religiose più solenni che culminavano il martedì pomeriggio con la grande processione. Subito dopo cominciava il grande rientro. Parte dei pellegrini, presumibilmente quelli delle ville più vicine, rientravano alle loro abitazioni; la gran parte però partiva per il viaggio, più o meno lungo che fosse, alle prime luci dell’alba del dì successivo, insieme o subito dopo che i canonici del capitolo lasciassero l’isola portando seco le reliquie, la statua e i gioielli del Santo. Nel giro di pochi giorni la solitudine e il silenzio tornavano su quelle terre. Nei decenni successivi, però, cominciò un lento ma continuo ripopo- tiochense il sospetto che i canonici iglesienti avessero un interesse personale agli oboli che venivano raccolti durante le feste e che il tesoro del Santo, costituito dai preziosi, donati come ex voto, non dovesse essere affidato al Capitolo, ma dovesse essere custodito nella chiesa stessa del Santo. E come spesso accade quando si mischia il sacro al profano, gli interessi con la religione e la fede, tutto sfociò in un gran pasticcio. Nell’anno 1851, la Pasqua cadeva, proprio come nel presente anno, il 20 di aprile, e di conseguenza, le festività del Santo, nel 1851 e nel 2014, nei giorni di venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 maggio. Si è, insomma, verificata dopo 399 anni dall’invenzione delle reliquie, una coincidenza di date. Poco meno di due mesi prima avevo trovato, tra i fascicoli delle cause criminali, parte del fondo della Reale Udienza, una cartelletta che aveva per titolo: sommossa a Sant’Antioco, Maggio 1851-1855 - imputati: ignoti. Il fascicoletto che vi era contenuto era costituito dai rapporti di polizia e successive testimonianze relative al tumulto popolare che si era verificato a Sant’Antioco in concomitanza della festa del Patrono, per la pretesa che gli abitanti del borgo, da qualche tempo avanzavano, rivendicando la custodia delle reliquie del Santo. Era una documentazione rimasta sconosciuta fino ad oggi, in quanto nessuno avrebbe mai pensato che potesse annidarsi tra carte di processi e sentenze di crimini. La maggior parte degli appartenenti alle nuove generazioni, ignora che proprio da ben 161 anni, gli iglesienti e gli antiochensi si scambiano, vicendevolmente l’epiteto di fura Santus, e, quandanche lo si sappia, nessuno sa bene come siano andate esattamente le cose in quel lontano 1851. Nella trentina di paginette del fascicolo era racchiusa la verità ufficiale dei fatti. A quel tempo il paese di Sant’Antioco era comune capoluogo di mandamento, parte della provincia di Iglesias, e aveva l’onere e il privilegio di mantenere due compagnie della Guardia Nazionale, con capitano, sergenti e tamburino. Ad Iglesias, capoluogo di provincia, aveva sede l’intendente di polizia, il questore diremmo oggi, ed un reparto di cavalleggeri di Sardegna, i precursori degli attuali carabinieri. Fu l’intendente Murgia che, ricevuto il dispaccio dal sindaco Campus, che lo informava dei tumulti che si verificavano nel paese durante lo svolgimento della festa, partì alla volta dell’isola scortato da un reparto di cavalleggeri guidato dal luogotenente comandante. Arrivato a Sant’Antioco trovò il popolo tutto, in fermento con le don- ne, più esagitate degli uomini che strillavano come ossesse, chiedendo a gran voce che le reliquie, il simulacro e i gioielli restassero nel paese e, per dimostrare che si faceva sul serio, i militi della guardia nazionale, tutti antiochensi, montavano la guardia al reliquiario ed alla statua in chiesa, affinché i canonici non azzardassero ad avvicinarsi per riportare, statua, argenti e reliquie, ad Iglesias. Si era verificata una vera e propria ribellione che l’intendente tentò invano di sedare pacificamene, dato che non aveva le risorse militari che potessero sedarla con la forza. In conclusione, intendente, canonici del Capitolo e cavalleggeri, crediamo, fecero mestamente ritorno da dove erano venuti, mentre reliquie e statua rimasero a Sant’Antioco. Ci volle l’intervento successivo di alcuni consistenti reparti di soldati armati per ristabilire la legalità e far sì che il maltolto venisse restituito a chi legittimamente lo custodiva, ovvero alla cattedrale di Iglesias e al suo Capitolo. Iniziò a questo punto una lunga vertenza tra la comunità antiochense, che rivendicava la custodia delle reliquie e i canonici del Capitolo, sostenuto dal consiglio e dai giurati della città di Iglesias che ritenevano di poter vantare dei diritti, in quanto avevano speso una notevole quantità di danaro pubblico per costruire il reliquiario d’argento che conteneva il cranio del Martire. La vicenda ebbe allora una certa risonanza, tanto che lo stesso generale Alberto della Marmora ne scrive nel suo celebre libro “Itinerario dell’Isola di Sardegna” e il canonico Spano che ne curò l’edizione italiana, scisse in nota: «è curioso che queste reliquie principiarono con una lite e con una lite terminarono, perché… l’arcivescovo di Sassari promosse una lite che durò molti anni…» Negli anni compresi tra il 1851 e il 1853, a quei tempi, parrebbe, che il corso della giustizia fosse più celere, ci furono vari gradi di giudizio, fino a che una sentenza definitiva, emessa da un tribunale civile, riconobbe le buone ragioni degli Antiocheni e assegnò alla comunità di Sant’Antioco la custodia delle reliquie. Per non subire questa umiliazione, il vescovo lasciò la sua sede e si ritirò in meditazione in un convento a Cagliari, lasciando l’incombenza della restituzione forzosa al suo Vicario Generale. Fu in quegli anni che nacque l’attributo di ladri di Santi che fu scambiato con velenosa acredine tra gli abitanti delle due città. Il resoconto completo di questi fatti è stato pubblicato nell’ultimo volume Le reliquie di Sant’Antioco Martire in processione. A questo punto, il vescovo della diocesi, monsignor Montixi che, fino ad allora aveva creduto opportuno non intervenire con un procedimento giudiziario in corso, fortemente contrariato che un tribunale laico mettesse becco su questioni ritenute di esclusivo ambito religioso, tentò una mediazione tra le due comunità e propose una divisione equa delle reliquie: il cranio ad Iglesias e tibie o scapole a Sant’Antioco. La proposta fu rifiutata e fu gioco forza che, con la festa del 1853, le ossa del Santo restassero a Sant’Antioco. degli Annali, con la descrizione puntuale di fatti e circostanze che, tutti ci auguriamo ponga fine definitivamente ad ogni sorta di antagonismo campanilistico che nel XXI secolo non ha alcuna ragione, razionale, di esistere. Il prossimo anno, il 2015, sarà il quattrocentesimo anniversario della invenzione delle reliquie e l’occasione irrinunciabile per una commemorazione comune delle due comunità, da sempre unite da comuni radici storiche e culturali. Giuseppe Mura IL NUMERO 270 7-10:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 01.45 Pagina 2 Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 7 La Provincia del Sulcis Iglesiente è stato inaugurato il 16 maggio a Iglesias il Master promosso dal Consorzio AUSI e sponsorizzato da Sardegna Ricerche 22 esperti in bioediliza ed efficienza energetica Il progetto si propone di formare progettisti in grado di rispondere alle direttive e agli obiettivi comunitari in campo energetico. è stato inaugurato il 16 maggio, nell’Aula Magna della Sede Universitaria del Consorzio di Promozione delle Attività Universitarie del Sulcis Iglesiente (AUSI), nei locali del Palazzo Bellavista, a Monteponi, il Master in bioedilizia ed efficienza energetica, coordinato sotto il profilo didattico e scientifico dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari, e che vede come copromotori e sponsor il Consorzio AUSI e Sardegna Ricerche, l’ente pubblico per la promozione dello sviluppo regionale della Sardegna. Hanno partecipato alla cerimonia d’inaugurazione il presidente del Consorzio AUSI, Emilio Gariazzo, il presidente di Sardegna Ricerche, Ketty Corona ed il direttore scientifico del Master, Antonello Sanna. Il sindaco, Emilio Gariazzo, ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione comunale per la realizzazione a Iglesias di un progetto di così alta valenza scientifica. Particolarmente significativa ed apprezzata la partnership con l’Agenzia Casaclima di Bolzano e con l’Istituto nazionale di bioarchitettura, che cureranno due importanti sezioni del Master. Il Master - come ha sottolineato nel suo intervento il direttore scientifico, Antonello Sanna - ha suscitato un diffuso e straordinario interesse, con oltre 120 domande di partecipa- zione ed una platea di iscritti che ha dovuto selezionare 22 partecipanti tra più di 90 ingegneri ed architetti che hanno preso parte alle selezioni. L’attivazione di un Master in bioedilizia ed efficienza energetica deriva dalla necessità di formare progettisti altamente qualificati, in gra- pea sul rendimento energetico in edilizia, le costruzioni realizzate dopo il 31/12/2018 dovranno coprire autonomamente (con uso di fonti rinnovabili) il proprio fabbisogno energetico. Il Master ha come obiettivo la qualificazione professionale di progetti- Da sinistra Antonello Sanna, Ketty Corona ed Emilio Gariazzo. do di rispondere efficacemente alle direttive ed agli obiettivi comunitari in campo energetico. Il nostro Paese, in particolare, si dovrà immediatamente attrezzare per affrontare la riqualificazione energetica del suo immenso patrimonio di edilizia recente. Inoltre, in base alle ultime modifiche alla direttiva euro- sti e tecnici dell’edilizia per affrontare, con competenza specialistica, i temi della pianificazione e della progettazione sostenibile, dalla scala più generale dell’inserimento ambientale e territoriale a quella del dettaglio esecutivo, capaci di ideare e coordinare i vari aspetti della progettazione a basso consumo energetico, sia a scala Il sindaco di Carbonia rivendica i risultati della sua Giunta Casti: «Il nostro bilancio è sano» «I l comune di Carbonia ha un bilancio sano, non ha problemi di cassa ma paga pesantemente i vincoli imposti dal patto di stabilità che gli impediscono di poter spendere le risorse a sua disposizione e di realizzare i progetti programmati per dare risposte ai suoi cittadini.» Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia da tre anni, ha presentato così il conto consuntivo del bilancio 2013. Nel 2013 il comune di Carbonia ha incassato 39 milioni e mezzo di euro, tra trasferimenti nazionali, regionali, del Fondo unico ed imposte pagate dai cittadini, ed ha speso circa 37 milioni di euro. L’avanzo di amministrazione è così cresciuto da 5 a 7,5 milioni di euro. Giuseppe Casti ha spiegato che i vincoli del patto di stabilità, fino a ieri pagati solo dai comuni più grandi, ora vengono denunciati da tutti gli enti locali. «Ho spiegato più volte in tutte le sedi, regionali e nazionali - ha sottolineato Casti - che gli enti locali non possono continuare ad essere schiacciati dal patto di stabilità. Il comune di Carbonia ha risorse per oltre 45 milioni di euro (cifra che a breve dovrebbe raggiungere i 55 milioni di euro) che non può spendere, almeno per la metà per i vincoli del Patto. Si parla tanto di Piano Sulcis e delle somme messe a dispo- Giuseppe Casti. sizione - la cui disponibilità alla spesa, peraltro, rischia di essere seriamente condizionata dallo stesso patto di stabilità - ma non si tiene nella giusta considerazione il fatto che tra le risorse bloccate nei soli comuni di Carbonia e Iglesias e nel- la provincia di Carbonia Iglesias, si arriva a circa la metà di quanto previsto nel Piano Sulcis. Se i vincoli del patto venissero allentati, il comune di Carbonia potrebbe sbloccare e portare a termine tanti appalti, dando così risposte sia in termini di occupazione sia di servizi alla città.» Giuseppe Casti ha spiegato inoltre che il comune di Carbonia è uno dei pochissimi comuni sardi che vantano crediti nei confronti di Abbanoa, per circa due milioni e mezzo di euro, derivanti dai lavori realizzati e pagati con fondi del proprio bilancio per il completamento della rete idrica che, sulla base di un preciso accordo raggiunto con la Regione e la stessa Abbanoa, devono essere pagati da quest’ultima. Alla conferenza stampa ha partecipato l’assessore ai servizi sociali e vicesindaco Maria Marongiu, che ha spiegato come anche nel suo settore i vincoli condizionano gli interventi e costringono il comune di Carbonia ad anticipare le risorse per assicurare la continuità dei servizi con altri fondi del bilancio. Il comune di Sant’Antioco cerca soggetti interessati alla gestione Cercasi gestore per l’ostello della gioventù I l comune di Sant’Antioco ha pubblico l’avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la concessione della gestione dell’ostello della gioventù. L’immobile, ubicato nel Lungomare Caduti di Nassirya, di proprietà comunale, sorge in posizione di massimo pregio, prospiciente la laguna di Sant’Antioco ed il porticciolo turistico. Si trova sulla via naturale di percorrenza verso Calasetta. La struttura è stata oggetto negli ultimi anni di significativi interventi di recupero e ristrutturazione. Attualmente risultano interamente ristrutturati il piano terra, primo e secondo dell’edificio. Il primi due piani dell’edificio necessitano di alcuni marginali interventi di completamento. L’immobile è parzialmente arredato, con mobili nuovi. Non è stato oggetto di interventi di ristrutturazione e recupero l’ultimo piano dell’edificio che rappresenta, probabilmente, la parte di maggior pregio dello stabile e che è, comunque, oggetto della concessione nello stato in cui si trova. L’Amministrazione comunale guidata da Mario Corongiu, intenderebbe utilizzare tale struttura come ostello della gioventù, tuttavia la precedente gara per l’affidamento in concessione è andata deserta. I problemi principali pare risiedano nella durata della concessione e nella destinazione d’uso prospettata dall’Amministrazione. L’Amministrazione comunale invita gli operatori economici interessati all’affidamento della concessione della struttura a manifestare il proprio interesse mediante la presentazione di un’idea progettuale nella quale dovranno essere indicati i seguenti elementi: 1) obiettivi del progetto e destinazione d’uso dell’immobile; 2) natura e quantificazione degli investimenti eventualmente effettuati dal proponente; 3) ricaduta occupazionale dell’investimento e dell’attività proposta; 4) durata della concessione quantificata in rapporto alla natura dell’attività proposta e degli investimenti realizzati; 5) canone annuale di concessione offerto dal proponente; 6) altra eventuale utilità assicurata all’amministrazione dall’affidamento della concessione; 7) eventuale proposta di acquisizione in proprietà dell’immobile e corrispettivo offerto. Per partecipare validamente alla manifestazione d’interesse, i proponenti devono far pervenire le loro offerte al comune di Sant’Antioco entro il termine perentorio delle ore 12,00 del prossimo 16 giugno. urbana che a scala edilizia, con particolare attenzione al contenimento dei consumi di edifici nuovi o esistenti. La presidente di Sardegna Ricerche, Ketty Corona, ha sottolineato il ruolo di Sardegna Ricerche quale «… trait d’union tra il mondo accademico e il sistema imprenditoriale della mercato della bioedilizia e dell’efficienza energetica, è condizione indispensabile soprattutto in un territorio come quello del Sulcis Iglesiente che necessita di una importante riconversione del proprio sistema economico. Per questo abbiamo ritenuto doveroso investire sulla formazione Oltre 90 tra ingegneri ed architetti hanno partecipato alle selezioni. Sardegna». «Le nostre imprese - ha sottolineato la presidente Corona - non possono sostenere la competitività del mercato globale senza operare significativi investimenti in innovazione. In questo contesto un capitale umano altamente preparato per affrontare le nuove sfide e le nuove frontiere sul di eccellenza che sia l’Università di Cagliari che l’Agenzia CasaClima e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura possono garantire all’intero percorso didattico del Master che formerà progettisti in grado di rispondere efficacemente agli obiettivi strategici, posti sia a livello europeo che regionale, per la riqualificazione energe- tica del patrimonio edilizio.» «Il sostegno che Sardegna Ricerche garantisce a questo Master - ha proseguito Ketty Corona - rientra in un nostro progetto più ampio denominato “Cluster Materiali” che comprende una serie di iniziative rivolte proprio alla promozione della ricerca e dell’innovazione nel campo dei materiali tradizionali ed innovativi, della bioedilizia e dell’edilizia sostenibile. Questo progetto ha consentito al momento di finanziare tre progetti, sviluppati in collaborazione tra organismi di ricerca e cluster di imprese regionali, come quello di progettazione e realizzazione di murature in laterizio (cotto e crudo) - Capofila: Università di Cagliari; quello sull’utilizzo sostenibile del patrimonio forestale sardo - Capofila: Università di Cagliari e Sassari, ed il recupero e conservazione di materiali, tecnologie e valori architettonici - Capofila: Università di Cagliari.» «Ulteriori progetti e iniziative sono in cantiere - ha concluso Ketty Corona - in coerenza con i contenuti e le linee di indirizzo del Piano d’Azione dell’Efficienza energetica regionale (il cosiddetto PAEER), approvato a ottobre 2013 dalla Giunta ed elaborato con il contributo della Piattaforma Energie rinnovabili di Sardegna Ricerche.» Giampaolo Cirronis www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com giampaolo.cirronis@gmail.com Il 9 maggio si è tenuto il primo corso BLS-D al “Baudi di Vesme” “La mia scuola è cardioprotetta” “L a mia scuola è cardioprotetta” è il titolo del progetto portato avanti dall’associazione “I Colori del Cuore Onlus” in collaborazione con gli istituti scolastici cittadini. L’associazione si è fatta promotrice di una campagna volta all’acquisto e alla messa in uso di due defibrillatori semi-automatici (DAE) sul territorio. Valore aggiunto dell’iniziativa è stata la possibilità data a studenti e ai docenti di seguire i corsi per essere abilitati all’utilizzo dello strumento. In questi due anni di attività, la associazione “I Colori del Cuore Onlus” si è impegnata con propri interventi economici a sostenere le famiglie disagiate con bambini cardiopatici e ad acquistare beni strumentali per il reparto di Cardiologia Pediatrica del Brotzu, apportando un significativo miglioramento in termini di qualità della vita delle persone. Il progetto “La mia scuola è cardioprotetta” prevede la collocazione di un primo defibrillatore semi-automatico presso l’Istituto Magistrale “Baudi di Vesme” e il se- condo defibrillatore ad uso adultopediatrico presso l’Istituto Comprensivo “Costantino Nivola”, che raggruppa più di 740 alunni. Venerdi 9 maggio si è tenuto, presso la Palestra dell’Istituto Magistrale “Baudi di Vesme”, il primo Emilio Gariazzo. corso BLS-D destinato agli studenti maggiorenni dell’Istituto Baudi Di Vesme, la 4 AES, e ai docenti dell’Istituto Comprensivo “Costantino Nivola” (Infanzia, Elementari, Medie). La consegna dei due defibrilla- tori si è svolta sabato 17 maggio, presso la Sala Lepori, in presenza dei dirigenti scolastici e dell’Amministrazione comunale. «L’associazione “I Colori del Cuore Onlus” - commenta la presidente Lydie Martine Licheri - intende condividere con i cittadini l’impegno per costruire un’identità su valori e comportamenti improntati alla responsabilità sociale. I fondi raccolti con la vendita del libro “I Colori del Cuore - Storie d'’amore per la vita” a cura di Sabrina Montis e Roberto Tumbarello, Aipsa Edizioni, ci hanno consentito l’avvio del progetto “La mia scuola è cardioprotetta”, con l’acquisto di ciò che consideriamo un investimento sociale: due defibrillatori semi-automatici.» «Esprimo massimo apprezzamento - commenta il sindaco, Emilio Gariazzo - nei confronti dell’associazione “I Colori del Cuore Onlus”, per aver raggiunto l’obiettivo dell’acquisto dei defibrillatori ma soprattutto per aver formato una rete di persone in grado di saperli utilizzare.» Dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte ritorna il Girotonno - Uomini, storie e sapori sulla rotta del tonno dalla prima pagina collaborazione con l’agenzia di comunicazione Feedback di Palermo, e con il patrocinio di Sardegna Turismo, della Regione Sardegna, della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias e del Consorzio turistico del comune di Carloforte, si rinnova l’antico rito della pesca del Tonno rosso - bluefin (Thonnus Thynnus). La manifestazione è incentrata su una gara gastronomica internazionale, la “Tuna Competition” alla quale partecipano chef provenienti da 6 paesi che preparano specialità a base di tonno cotto e crudo. A confrontarsi a Carloforte ci saranno: Brasile (Mauricio Zillo e Nicola Pepe Christian), Italia (Roberto Serra e Clelia Bandini), Francia (Sylvain Sendra e Anne Legrand) Giappone (Haruo Ichikawa e Lorenzo Lavezzari) Spagna (Alba Ruiz e Maria Giulia Magario), Usa (Timothy Magee e Nicola Fabrizio). A giudicare i piatti ci saranno due giurie, una tecnica e una popolare. La giuria tecnica, presieduta da Paolo Marchi, ideatore di Identità golose, il primo congresso italiano di cucina d’autore, è composta da giornalisti di settore. Con Paolo Marchi nel panel tecnico ci sono Giorgia Cannarella di finedinin glovers.com, Lorenza Fumelli di Agrodolce.it, Tom Kington corrispondente in Italia per il Los Angeles Times, Chiara Maci, food blogger volto del programma “Cuochi e Fiamme” su La7d e “The chef” su La5, Pietro Pio Pitzalis di repor tergourmet.com, Fernanda Roggero de Il Sole 24ore, Roberta Schira, scrittrice e gourmet e Masakatsu Ikeda di saporitaweb.com e Federico De Cesare Viola di Repubblica. La giuria popolare sarà composta dai visitatori della manifestazio- ne che potranno assaggiare i piatti e poi votarli utilizzando palette numerate. A condurre la gara e gli appuntamenti della rassegna Novella Calligaris, giornalista ed ex campionessa di nuoto ed il presentatore televisivo Massimo Giletti. I Talk tuna saranno invece il palcoscenico per i migliori chef sardi, Luigi Pomata, Roberto Petza, Achille Pinna e Stefano Deidda (domenica 1 giugno in “8 mani per un palco”), durante il quale si presenterà l’Associazione “Cuochi per l’Isola”: Fabrizio Barontini, Max Masuelli e Antonio Corrado, chef dell’Uir, Unione Italiana Ristoratori (lunedì 2 giugno alle 17.00 in “Navigando con il tonno”, incontro ispirato al loro arrivo sull’isola in barca a vela) con Roberto Serra e Luca Puddu (lunedì 2 giugno alle ore 18.30 in “Da Palma a Parigi passando per la Sardegna”). IL NUMERO 270 8-9:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 02.05 Pagina 1 8 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Il 21 maggio si è svolta a Nebida la cerimonia di commemorazione del 108esimo anniversario dell’eccidio verificatosi nel 1906 I moti di protesta del 1906 nella Sardegna mineraria Il 20 maggio dello stesso anno era stato Gonnesa il centro del malessere, con incendi e distruzione nell’ufficio del Dazio e in alcuni negozi. di Salvatorico Serra Salvatorico Serra. A distanza di 108 anni dai fatti del maggio del 1906, per commemorare un tragico evento nel quale persero la vita due minatori, uccisi durante un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine del tempo. I fatti sono noti. Da una situazione d’insopportabile miseria, resa ancor più drammatica dall’aumento dei beni di consumo e dai dazi capestro, insorsero, anche in questa zona sudoccidentale dell’isola di Sardegna, i lavoratori e le popolazioni minerarie, stanche dei lunghi soprusi e sopraffazioni. A Gonnesa, Monte Onixeddu, Seddas Is Moddizzis, Montescorra e Nebida, gli abitanti, con in testa i minatori e le loro famiglie, andarono incontro alla morte in uno scontro con le forze dell’ordine. Siamo a distanza di due anni dai tragici fatti di Buggerru del settembre del 1904, un paese che assieme a Fluminimaggiore contava oltre 8.000 abitanti e ben 3.307 operai, nel quale persero la vita, in analoghe circostanze, tre minatori. Le manifestazioni di solidarietà con i lavoratori di Cagliari furono sostanziate da piattaforme rivendicative dettate dal malessere che serpeggiava già da diverso tempo tra le maestranze ed i cittadini delle zone minerarie. Il giorno 15 di maggio, giorno successivo ai disordini di Cagliari, si precipitò a Nebida il segretario della Lega dei minatori di Iglesias, Augusto Dragoni ed assieme al segretario della lega di Nebida, Gino Luigi Galliadi (Galeadi, scriverà Corsi), riuscirono ad introdursi nei cantieri minerari della Società che gestiva quella miniera, informando i lavoratori dei fatti di Cagliari i quali, in segno di solidarietà e di protesta, abbandonarono immediatamente il lavoro. La sera, intorno alle 18.00, alla testa di una folla di circa 500 minatori, con molte delle loro donne e cittadini di quella frazione, Dragoni e Galliadi decidono di recarsi ad Iglesias, dove arriveranno alle 20,30. è una notte piovosa. Un cordone di carabinieri, attirata dal crepitio di mortaretti fatti scoppiare dai minatori all’ingresso della città, sbarra loro la strada vietandone l’ingresso. Muove loro incontro Alcibiade Battelli, segretario della cooperativa di consumo di Buggerru, il quale invita alla calma i nebidini. Solamente dopo una snervante trattativa, i dimostranti sono lasciati entrare in città. Le 20 donne che accompagnavano i loro mariti nella manifestazione di protesta saranno alloggiate in un albergo mentre gli uomini saranno ricoverati in una chiesa. La mattina del 16, i dimostranti presentarono al sindaco della città un memoriale “rivendicativo”, al fine di ottenere alcuni miglioramenti per i cittadini di quella frazione, tra cui: 1) una scuola elementare (in quanto inesistente); 2) l’illuminazione pubblica; 3) una levatrice; 4) la manutenzione delle strade del paese, ottenendo ampie promesse su parte delle rivendicazioni presentate. Questo bastò per placare gli animi e far rientro a Nebida. Quel centro minerario era sprovvisto delle misure più elementari d’igiene. Scriveva sempre Cabrini nell’articolo citato che: «A Nebida poche sono le costruzioni decenti. Tutto il resto è formato da luride catapecchie; alcune delle quali inferiori ai tukul abissini. Tutto appartiene alla società che sfrutta la miniera, una società belga [...]». Il giorno 20 del mese di maggio, festivo in quell’anno, è Gonnesa l’epicentro del malessere. Su questo paese convogliarono i minatori della zona. Il malcontento era generale. Improvvisamente, intorno alle 14,30, quei lavoratori e cittadini, in numero di circa 600, si recano nella casa del sindaco del tempo, Luigi Toro, chiedendo: 1) l’abolizione del dazio; 2) l’abolizione delle tasse comunali; 3) la diminuzione dei prezzi dei viveri; 4) l’aumento dei salari. Quest’ultima rivendicazione era presentata al sindaco, giacché rappresentante delle Istituzioni e come tale accreditato ancor più presso le aziende minerarie della zona per le implicanze d’ordine sociale che si sarebbero potute verificare. Anche a Gonnesa spettacoli tristi, scrive ancora A. Cabrini. Attorno alle poche case dei ricchi, sorgono gli abituri dei minatori, simili a stalle. Mancano le strade, l’acqua, le fognature e le latrine. Le scuole non vanno oltre la terza elementare. I minatori, di qui (circa 2.000), vanno a lavorare nelle vicine miniere di Bacu Abis, Terras Collu, San Govanni, Montescorra e Monte Onixeddu. del sottotenente Antonio Bitti) che intimarono ai dimostranti di sciogliere la manifestazione. Al lancio, presunto, di alcuni sassi, e temendo per la propria incolumità, il sottotenente dei carabinieri, il brigadiere Adolfo Lasiolo ed i carabinieri Antonio D’Aureli e Giuseppe Giovannini, aprirono il fuoco contro quella folla inerme, uccidendo tre persone e ferendone 17. Morirono così Angelo Puddu, Giovanni Pili e Federica Pilloni. La parte dei minatori che si era diretta verso Nebida raggiunse quella località intorno alle sei del pomeriggio e s’incontrò con i minatori di quella zona, capeggiati dal segretario della lega Galliadi. Si ebbero degli scambi di informazioni ed improvvisamente quella folla di lavoratori, che aveva raggiunto il numero di circa un migliaio, si impadronì di mazze di ginepro dette volgarmente guarniture, che si trovavano in un magazzino ed atterrarono la porta del casotto del Dazio (chiusa per consiglio dei RR. - CC) e misero a soqquadro quanto si trovava all’interno: carte, mobili, oggetti d’uso delle guardie. Il tutto fu portato all’ester- La deposizione di una corona d’alloro sulla lapide che ricorda le vittime. Il Sindaco promise che si sarebbe adoperato in loro favore ma i lavoratori, invece che sciogliere la manifestazione si recarono nell’ufficio del Dazio. Atterrarono la porta d’ingresso; buttarono a terra l’insegna sovrastante; entrarono nei locali, presero tutto quanto trovarono all’interno; lo portarono fuori e diedero fuoco a moduli ed oggetti del daziario Francesco Saiu, poi si recarono nel vicino negozio di Bernardo Crotta e dopo aver ridotto a pezzi il “peso bilico” ed altri oggetti si apprestarono a bruciare tutto quanto si trovava all’interno, quando il titolare del negozio, con molto pragmatismo ed opportunismo, si dichiarò assolutamente d’accordo con le proteste e si associò a quei minatori, scongiurando in questo modo la distruzione totale del negozio. Non eguale fortuna ebbe il negozio di Giovanni Muscas che, preso d’assalto dalla folla inferocita con lancio di sassi alla porta d’ingresso, si scontrò col proprietario che li accolse con dei colpi di rivoltella rifugiandosi, con la propria moglie ed un figlioletto di un anno, in una casa vicina prima che un’ondata incontrollabile travolgesse e devastasse tutto ciò trovò sul proprio cammino, bruciando e distruggendo ogni cosa. Il giorno successivo (21 maggio) una folla di circa 400 persone si recò nelle miniere di Monte Onixeddu, San Giovanni e Seddas Moddizzis ed entrò nelle cantine aziendali asportando quanto a loro necessario (pane in particolare). Il pomeriggio dello stesso giorno i dimostranti, dopo essere rientrati a Gonnesa, si divisero in due tronconi. Uno, con a capo lo studente iglesiente Antonio Sanna, si diresse a Nebida, mentre la parte restante si recò verso bottega di Antonio Spanu in Gonnesa, con lo stesso intento della mattinata ma trovarono la strada sbarrata da ingenti forze di carabinieri e soldati che avevano cinto di assedio il paese: un’intera Compagnia di soldati (il 17° Fanteria) ed un plotone di 20 carabinieri al comando no e fu bruciato. Subito dopo i dimostranti si rivolsero verso la cantina della Ditta Lotti & Magrini, posta dirimpetto all’ufficio daziario, abbatterono le porte e s’introdussero all’interno mettendo tutto a soqquadro. Nella relazione alla Sentenza del Tribunale penale di Cagliari (p. 7) su fatti di Nebida del 1906, si legge che i dimostranti [...], rovesciarono dagli scaffali merci, spargendo sul tavolato anche il petrolio ed i fiammiferi, con evidente intenzione, come dice il perito (al foglio 52: documenti) di incendiare il fabbricato (!). Ciò sarebbe avvenuto se non fossero accorsi i carabinieri che si trovavano nella palazzina della Direzione della miniera alla distanza di 200 metri, che videro il pericolo, conoscendo che i pavimenti del caseggiato erano formati di tavolato, ed intesero le voci di soccorso dei commessi di negozio, che si trovavano bloccati al piano superiore. Alcuni di loro erano riusciti a fuggire per i tetti, scavalcando le finestre; ma una povera donna, certa Guidi Ersilia, era svenuta, ed il figlio Ciaci Benedetto, d’anni 14, era andato ad avvertirli del pericolo dicendo: «Salvatemi mia madre». I carabinieri nell’esiguo numero di sette, col brigadiere S. Savino e vice-brigadiere, P. Salvatore, dovettero far fronte a quella turba di malfattori dei quali oltre duecento, armati delle grosse guarniture, tentarono circondarli e disarmarli, colpendoli con le medesime; ma i colpi, diretti alla testa, venivano in parte schivati col moschetto da quei valorosi. Se non ché, essendo caduto per terra il detto brigadiere S. Saverio ed il vice brigadiere P. Salvatore per effetto dei colpi, costui cogli altri militi, dovette far fuoco contro gli assalitori, uccidendo […] certo Ariu Efisio e ferendo gravemente certo Lecca Carlo, che morì nella notte. Rimasero feriti altri sei rivoltosi, come pure riportarono delle lesioni cinque carabinieri: lesioni queste che guarirono al decimo giorno. Nessuno prestò aiuto ai feriti. Lo testimonia la relazione del Tribunale Penale di Cagliari quando rileva che il brigadiere S. proibì l’avvicinamento ai feriti, nonostante le sollecitazioni del segretario della Lega dei minatori di Nebida, Galliadi, che l’apostrofò con l’epiteto di “vigliacco”. I danni furono ingenti. L’amministrazione del dazio subì un danno di 780 lire del tempo mentre quello della cantina della ditta Lotti & Magrini, fu di 4.425 lire. Furono abbattuti diversi pali telegrafici così come il filo telefonico della Società Mineraria Vieille Montagne (Direttore: Alfonso Verzèe) Ai tumulti seguirono le rappresaglie delle direzioni minerarie. Tra il 30 maggio ed il 7 luglio di quell’anno, furono licenziati 158 operai dalle miniere di Nebida. Gli arrestati, rinviati a giudizio con ordinanza del 18 settembre 1906, furono in totale 164 (103: 94 uomini e 9 donne, per i fatti di Gonnesa e 61: - tutti maschi - per i fatti di Nebida). Gli arrestati, accusati di danneggiamento continuato e pregiudizio di persone, tentato furto qualificato e residenza e lesioni alla forza pubblica, furono tradotti in catene, ed a piedi, da Gonnesa e Nebida fino ad Iglesias (11-14 chilometri) tra lo scherno di alcuni gruppi di bottegai e proprietari terrieri della città. Le pene variarono da uno a sette mesi di reclusione più una multa variabile da 170 a 400 lire. 41 persone furono assolte dai soli reati di danneggiamento; cinque vennero assolti dal reato di furto e due, di non luogo a procedere, per distruzione di documenti; sei, di non luogo a procedere per sequestro di persona e due per il reato di estorsione (tutti per i fatti di Gonnesa). Il 29 maggio 1907, la Corte d’Appello di Cagliari condonò ai condannati la pena afflittiva non eccedente i sei mesi e riduzione di un terzo quelle superiori ai sei mesi, per tutti i condannati, tranne per coloro i quali fossero stati condannati nei cinque anni precedenti di delitti d’azione pubblica. Per i fatti di Nebida, 24 minatori vennero condannati a mesi 7 di reclusione e ad una multa di 350 lire più un’ammenda di 30 lire per danneggiamenti continuati; uno a mesi 5 per danneggiamento non continuato; il segretario della lega dei minatori di Nebida, Galliadi (Gino Luigi), accusato di correità nei danneggiamenti e di oltraggio, venne condannato a sette mesi e 5 giorni di reclusione, più un multa di 350 lire mente venne assolto dal reato di istigazione a delinquere; il segretario della Lega di Iglesias, Augusto Dragoni, venne condannato a 6 mesi di reclusione per danneggiamento; 27 furono assolti per insufficienza di prove. Le cause, ammetterà il Tribunale di Cagliari, confermano quelle denunciate dai lavoratori: abusi da parte delle Amministrazioni comunali; prezzi elevati dei generi di prima necessità e nei negozi del Comune e nelle cantine; bassi salari giornalieri non adeguati ai lavori faticosi per la maggior parte dei minatori; angherie da parte dei sorveglianti [di miniera] e poca cura delle lamentele, oltre tutti gli altri disagi. “Fu una sommossa determinata dal bisogno”, scriverà Angelo Corsi, leader del Riformismo sardo e sindaco d’Iglesias nel suo libro: L’azione socialista tra i minatori della Sardegna 1898-1922 (Edizioni di Comunità, p. 146. Milano) e riprendendo una frase di Victor Hugo aggiunse: L’insurrezione confina con la mente, la sommossa con lo stomaco. La Sardegna è percorsa da un sussulto di protesta. A Bonorva e Villasalto, scoppiano gravissimi tumulti popolari. A Bonorva, durante una dimostrazione popolare che culminò con l’assalto di un caseificio, due soldati spararono sulla folla uccidendo un dimostrante mentre a Villasalto, zona mineraria del Sarrabus-Gerrei, nella zona sud-orientale dell’isola, i carabinieri spararono uccidendo un dimostrante e ferendone altri due. I gravissimi fatti di sangue ed il malessere profondo che ha caratterizzato i tumulti nelle zone minerarie provocò una forte eco a livello nazionale tanto da suscitare nella Camera dei Deputati un acceso dibattito che culminò con la nomina di una “Commissione Parlamentare di Inchiesta per lo studio della condizione degli operai nelle miniere sarde”. Istituita con legge 19 luglio 1906 arrivò in Sardegna solamente nel maggio del 1908 e presentò la sua relazione nel 1911. Poesia di un vecchio minatore sardo, da me ritrovata e della quale ho curato la traduzione in italiano, che nel ricordo dei sacrifici e delle lotte affrontate dai minatori sardi all’inizio del ‘900 scriveva la sua: Storia di socialisti Ita si estis connottu sa vida de is anzianus, / traballendi annus e annus in galleria dex’oras,/ e is chi traballanta in foras / traballanti de solli in solli, / mancai senza de bolli / pagastus su camberoni, / luxi, linna e cando come in uso agli animali/in baracche di legna;/ per letto una fascina/ fatta di foglie di frasche;/festa solo per Pasqua/con altre tre all’anno;/poi, tutti [come fossimo stati] in un arèngo /dovevamo lavorare anche la Domenica/ senza alcun compenso;/nessun diritto per l’infortunio,/ e men che meno altri diritti;/ la gente che aveva bisogno/ era il mille per mille/ e senza mai una lira in tasca./ Molti non lo crederanno!./ Si camminava sempre a piedi/ con la bisaccia di sacco/ [con] il parapioggia a tracolla,/ e le scarpe a spalla./ Solamente col tempo,/ a San Giovanni ed a Monteponi/ [a] Masua ed Acquaresi,/ nel millenovecento e sei/ abbiamo iniziato la lotta/ per farci aumentare il salario/ ed avere un trattamento migliore,/fino ad ottenere/il riposo domenicale/il riconoscimento dell’infortunio e dell’ospedale/ ed otto ore di lavoro/sia all’interno che all’esterno;/e se siamo potuti andare in pensione,/anche se malconci,/ a chi lo dobbiamo?/ Non a santi né a Dio / ma al Partito Socialista,/mettendo per primo in lista/ Giuseppe Cavallera./Sia nelle campagne che nella miniera,/contri- La breve cerimonia di commemorazione. candella, / arraza de vida bella / paghendi su spirali,/ corchendi a usu de animali / in barraccas de linna, / po lettu una fascina / fatta de folla de frasca, / festa solu po Pasca / cun altras tres ass’annu / poi, tottu a unu arringu / traballastus su Domingu / senza compensu alcunu, / non ci fiara infortunu, / e prus pagu altera cosa, / sa genti abbisongiosa / fiera su milla po milla / e in bucciacca mai pilla. / Medas non d’anti a crei / camminai sempri a pei/ cun sa bertulleda de saccu / a tracolla su peraccu / e is crapittas a coddu, / solu che in poni in poni / Santu Juanni a Monteponi / Masua e Acquaresi / in su noixentus e sesi / cummenzau eus sa lotta / po aumentai sa paniotta/ e migliori trattamentu / finzas a essi ottentu / sa festa domenicali / s’infortuniu e su spirali / ott’oras de traballu/ in s’internu e in s’esternu, / et si seusu penzionaus / mancai mali stappaus / a chini du deppeus?/ Non est a Santus e non est a Deus / est a su Partidu Socialista / ponendi in prima lista / a Giuseppi Cavallera / in su campu e in sa miniera / donendi umanu sviluppu / predichendi in cussu cursu / ci fiat Nazari e Siottu / votendi commenti votu / non eis a votai mali / ca su Partidu Sociali / non fai mali a nisciunu / innoi e in dogna cumunu / est necessariu a du votai. / W il P.S.I. Giuseppe Chia (Domusnovas 1889-1961) Storia di Socialisti “Il lavoro dei minatori nelle miniere sarde tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900” (traduzione in italiano di Salvatorico Serra) Eh, se aveste conosciuto la vita degli anziani!/lavorando anni ed anni [per] dieci ore [al giorno] in galleria!/ E chi lavorava all’esterno,/ lavorava dall’alba al tramonto;/ contro la nostra volontà /pagavamo il posto per dormire;/ luce, legna e illuminazione./ Bel modo di vivere!/pagando il ricovero in ospedale,/cori- buendo all’umano sviluppo/e predicando su quel solco,/ vi era Nazzari e Siotto./ Votando come voto/non voterete mai male/ perché il Partito sociale/ non fa del male a nessuno;/sia qui che in ogni comune/ e necessario votarlo. W il P.S.I. Giuseppe Chia (Domusnovas 1889-1961) Angelo Corsi: L’Azione Socialista tra i minatori della Sardegna. 1898-1922,. Edizioni di Comunità, Milano, 1959, p. 91 (30-40, secondo Cabrini, giornalista e propagandista socialista di quegli anni, nelle corrispondenze apparse sull’Avanti raccolte in seguito in un opuscolo intitolato “Sardegna”) Angiolo Cabrini, nel suo articolo per l’Avanti sostiene che il memoriale fu presentato al Sottoprefetto mentre nella Relazione del Tribunale è scritto che tali richieste furono presentate al Sindaco della città. Guarniture: mazze di ginepro destinate ai lavori di imboscamento (rivestimento delle volte) delle gallerie della miniera. è la prima volta che vengono rivelati i nomi dei due morti di Nebida. Li ha portati alla luce l’autore di questo lavoro dopo un paziente lavoro di ricerca sia negli archivi del comune di Iglesias che in quelli del Tribunale Penale di Cagliari. Ariu Efisio di Bernardino e di Meloni Maria Giuseppa, di anni trentasette, era nato a San Gavino Monreale - CA - ed era residente in Nebida. Coniugato con Murru Eugenia era padre di 6 figli. Fu seppellito alle ore 4.00 del pomeriggio del giorno 24 maggio 1906, nel cimitero di Iglesias, fila 11, cippo n° 10. Lecca Carlo fu Adamo e di fu Cappai Luigia, di anni trentacinque, era nato a Nuraminis - CA - ed era residente a San Giovanni Miniera. Era coniugato con Casula Giovanna. Fu seppellito alle ore 3.00 del pomeriggio del giorno 24 maggio 1906; fila 11, cippo n° 9. IL NUMERO 270 8-9:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 02.05 Pagina 2 Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 9 La Provincia del Sulcis Iglesiente Dopo Fluminimaggiore (3 e 4 maggio) e Carbonia (17 e 18 maggio), altri 4 comuni del Sulcis Iglesiente hanno aperto i loro monumenti Monumenti aperti, una formula che funziona Il 24 e 25 maggio sono stati migliaia i visitatori che hanno affollato i siti di Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco e Teulada. A nche quest’anno la manifestazione Monumenti Aperti, organizzata dai comuni in collaborazione con il coordinamento regionale affidato all’associazione culturale Imago Mundi, giunta alla sua diciottesima edizione, sta riscuotendo grande successo, a conferma della validità della formula. Il 3 e 4 maggio Fluminimaggiore ha aperto ai visitatori il Tempio di Antas ed il Museo Etnografico Antico mulino ad acqua Licheri. A Carbonia, il 17 e 18 maggio, nonostante le condizioni climatiche avverse, in particolar modo la domenica pomeriggio, il numero dei visitatori è stato molto elevato (11.030), molti dei quali hanno sfidato anche la pioggia, è rimasto sui livelli dello scorso anno, quando il clima è stato sicuramente più favorevole. I siti che hanno registrato una maggiore affluenza di pubblico sono stati la Grande Miniera di Serbariu e il CICC, il Museo paleontologico E. Martel e la scuola media S. Satta. Grande apprezzamento hanno ottenuto gli eventi collaterali, tra questi il trenino che ha consentito il giro turistico della città. Sabato 24 e domenica 25 maggio sono stati quattro i comuni del Sulcis Iglesiente che hano aperto i loro siti ai visitatori: Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco e Teulada. A Gonnesa hanno destato grande partecipazione, tra gli altri, il Complesso nuragico di Seruci ed il Museo etnografico di Nuraxi Figus; a San Giovanni Suergiu e Palmas Vecchio; a Sant’Antioco il Museo archeologico Barreca, il Museo del Bisso, la Necropoli punica di Sulky e il Tofet; a Teulada, la Torre e la Chiesa di San- t’Isidoro, la Casa baronale, le Chiese della Vergine del Carmine e di San Francesco. Il 31 maggio e 1 giugno, ultimo la Chiesa della Purissima, il Museo dell’Arte mineraria, l’ex Mattatoio, il Museo della Memoria e il museo dell’arte mineraria; Portoscuso la Ton- A Carbonia il trenino ha trasportato centinaia di visitatori nei siti. Il nuraghe Seruci è stato uno dei siti più frequentati ed apprezzati dai visitatori. tappa stagionale, tra i comuni protagonisti ci saranno Iglesias, Portoscuso e Buggerru. Iglesias proporrà, tra gli altri siti, gli itinerari minerari di Nebida, la Cattedrale di Santa Chiara e nara Su Pranu, la Torre, Su Marchesu, la Chiesa Vergine d’Itria e Boi Cerbus; Buggerru, infine, la Galleria Henry, l’ex Bà, il Centro direzionale minerario ed il Museo del Minatore. La Giunta Pigliaru sia “amica” dei sardi I “Vagli a spiegare che è Primavera” Q I Riformatori sardi proseguono la battaglia sulle accise Riformatori sardi presenteranno alla Corte Costituzionale l’opposizione al ricorso del Governo contro la Finanziaria regionale in materia di accise e taglio del costo della benzina. Il termine per presentare opposizione scade martedì 3 giugno. Venerdì 30 maggio alle 10.00, nella sala delle conferenza stampa di Montecitorio, a Roma, si terrà la conferenza stampa durante la quale i Riformatori illustreranno l’atto di opposizione. Parteciperanno diversi costituzionalisti, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il deputato dei Riformatori sardi e presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, il presidente dei consiglieri regionali dei Riformatori, Attilio Dedoni, il consigliere regionale Luigi Crisponi, il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, e Tutto esaurito al teatro Electra per la tappa del Festival numerosi dirigenti del partito. «Il Governo - spiegano i Riformatori sardi - ha deciso di ricorrere contro una legge che venne ap- Il coordinatore Michele Cossa. provata all’unanimità dal Consiglio, che non risarcisce certo i sardi dei danni ambientali e alla salute umana derivanti dall’inquinamen- to della lavorazione dei prodotti del petrolio, ma almeno ribadisce il sacrosanto principio che chiunque inquina la Sardegna, quanto meno debba pagare le tasse in Sardegna.» Dal 14 maggio, dicono ancora i Riformatori, «la Giunta regionale sarda aveva venti giorni di tempo per costituirsi davanti alla Corte Costituzionale, per combattere e vincere la battaglia giuridica in difesa dei diritti dei sardi. L’accordo Prodi-Soru del 2007 ha caricato sul bilancio della Sardegna il costo della sanità e della continuità territoriale: non è tollerabile la beffa che ci vengano negate le risorse. Sui soldi che ci spettano si vada alla guerra sino in fondo: non ci sono “governi amici” - concludono i Rifomatori sardi - la Giunta deve essere “amica” soltanto dei sardi e dei loro legittimi interessi». uando il Teatro Stabile della Sardegna ha incaricato Cinzia Crobu (giornalista, critico teatrale presso la Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico di Roma ed antropologa) e Monica Porcedda (attrice, regista, nonché presidente de La Cernita Teatro) di programmare una tappa itinerante del Festival di Filosofia nel Sulcis Iglesiente, le due giovani professioniste sulcitane ne hanno assunto la direzione artistica, ideando una manifestazione unica nel suo genere. Un appuntamento, quello del 1° maggio al Teatro Electra di Iglesias, che ha riscosso grandissimo successo: il teatro gremito, dalle 16.00 alle 23.00, ha visto alternarsi sul palcoscenico teatro, musica e riflessione. In apertura l’intenso monologo teatrale “Oliena 1946-Cortoghiana 1952” (di Monica Porcedda, con Monica Porcedda, Mariella Mannai, Luciano Sulas, Lucia Longu e Rosanna Sulas - regia Gloria Uccheddu) a dar voce alla tragica vicenda che nel 1952 vide perire in galleria il minatore Giuseppe Sechi e altri due colleghi. A seguire lezione concerto condotta da Cinzia Crobu ed il docente Roberto Serra, i quali hanno commentato una scaletta di 15 brani, a partire da De Andrè per giungere a Guccini, Bertoli, Jannacci, De Gregori, Silvestri e molti altri: fil rouge, il tema del lavoro nel cantautorato italiano. I brani sono stati eseguiti, con vera bravura, dal gruppo rock Jokers (Francesco Atzori, Giorgio Pinna, Fabio Murtas, Francesco Ledda) riuscendo a coinvolgere l’intero teatro. Infine, è stato dedicato ampio spazio, trattenendosi a teatro molto più di quanto si fosse preventivato in cartellone, all’incontro tra Gherardo Colombo, ex pubblico ministero, il docente e filosofo Remo Bodei e la docente e filosofa Roberta De Monticelli (ideatrice con Pierluigi Lecis del Festival di Filosofia cagliaritano giunto alla IV edizione al Teatro Massimo) cui si è aggiunto l’on. Francesco Sanna, a sorpresa sul palco. Un dibattito di vero spessore che ha toccato i temi del lavoro, della giustizia, dell’etica rapendo l’intero Auditorium. Promotori dell’iniziativa il comune di Iglesias (il sindaco Emilio Gariazzo, soddisfattissimo in prima fila), gli sponsor privati “Alice surgelati”, l’Hotel Ristorante “Corte Rubia” Iglesias e la Società operaia di Mutuo soccorso di Iglesias. Partner il Teatro Stabile della Sardegna e l’Università degli Studi di Cagliari. Una serata unica nel panorama sulcitano, quella proposta dalle due or- ganizzatrici in collaborazione con l’intera compagnia de “La Cernita Teatro” compagnia di teatro sociale, che ha riscosso vero interesse e grande adesione da parte del pubblico. La Cernita, è possibile conoscere meglio questa compagnia? «La Cernita Teatro nasce a Carbonia nel 2004 per favorire la diffusione del Teatro come strumento di inclusione sociale, recupero della memoria e riflessione sul presente attraverso la realizzazione di attività, culturali ed educative plurime (laboratori di formazione teatrale, produzioni, rassegne, seminari formativi e informativi). A tal fine, in linea con gli orientamenti del Teatro Sociale e di Comunità, lavora per costituire una rete di relazioni fra le diverse professionalità dell’ambito formativo, socio-assistenziale e in ambito teatrale ed organizzativo, ci hanno coinvolti nell’allestimento di questa tappa itinerante del Festival di Filosofia e ne sono orgogliosa; creare cultura dal basso, nel Sulcis Iglesiente, non è un’impresa facile e siamo stati coraggiosi, ancora una volta. L’Amministrazione comunale di Iglesias, nelle persona della prof.ssa Pierina Chessa e dell’assessore Simone Franceschi, ha accolto con gioia tale proposta e, nonostante la difficoltà derivata da capitoli di bilancio fortemente limitanti, ci ha accompagnati in questa importante impresa che si concluderà l’11 ottobre - dopo un percorso che coinvolgerà le scuole di Iglesias, e sfocerà nella rappresentazione de “Il lavoro mobilita” a cura de La Cernita Teatro. Di fondamentale importanza è stato anche il contributo de- L’intervento di saluto del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo. culturale (artisti, intellettuali, insegnanti, psicologi, pedagogisti e operatori socio-sanitari).» «In quest’ottica, qualche anno fa - ha dichiarato Monica Porcedda - è nata la collaborazione con la dott.ssa Cinzia Crobu, con la quale ho condiviso la direzione artistica di questa manifestazione. La Cernita Teatro, il cui nome nasce in memoria delle donne operaie e dei bambini che hanno lavorato in terribili condizioni nei piazzali delle miniere, a ridosso della laverie, separando a mano i minerali dai materiali di scarto, ha la sede artistica presso il Nuovo Cine Teatro di Bacu Abis.» Come si è giunti all’organizzazione di questa manifestazione? «Continua la mia collaborazione con La Cernita Teatro e, insieme ad essi, quella con gli organizzatori del Teatro Stabile della Sardegna - ha dichiarato Cinzia Crobu -; questi ultimi, premiandoci per la professionalità dimostrata fino ad oggi gli sponsor Alice Surgelati e Corte Rubia, a dimostrare l’attenzione e la sensibilità dei privati verso manifestazioni di tale natura.» Perché una tappa nel Sulcis? «La situazione socio economica del territorio del Sulcis Iglesiente, è giunta ad un punto di crisi di gravità estrema. Oltre 30.000 disoccupati, diverse migliaia di lavoratori CIG e/o collocati nelle liste di mobilità, aziende chiuse e altre che annunciano drammatici ridimensionamenti produttivi e occupazionali. Grande è l’impegno che stiamo investendo nella produzione e diffusione della cultura (Festival Teatro per la città di Carbonia, Teatro Sociale per Sant’Anna Arresi, Spazi di frontiera nel Sulcis, Giornata del risparmio energetico a Fluminimaggiore, oltre a laboratori, seminari…) nella quale riponiamo illimitata fiducia. Tale impegno tende, inoltre, a promuovere il territorio e la sua memoria storica.» Sta riscuotendo un grande successo la rassegna d’arte “12x12” organizzata nella saletta del Portico di Piazza Roma, a Carbonia “The Magic of Color” di Stefano Masili e la “Personale” di Alfredo Mussetti P roseguono le personali degli artisti inseriti nella rassegna d’arte 12x12, organizzata dall’assessorato alla Cultura del comune di Carbonia, in collaborazione con gli artisti, presso la saletta del Portico, in piazza Roma, a Carbonia. L’evento nasce come manifestazione artistica, ma la speranza è che la saletta possa diventare un vero e proprio luogo d’incontro per artisti. Dal 12 al 18 aprile è stata la volta di Stefano Masili, con la sua esposizione “The Magic of Color” e dal 10 al 18 maggio di Alfredo Mussetti, in arte De Musset, con la sua “Personale”. Il pittore Stefano Masili ha allestito in passato diverse personali, ha partecipato a mostre e concorsi d’arte sul territorio nazionale ed internazionale, ottenendo ottimi riconoscimenti dal pubblico e dalla critica. Il suo è un percorso artistico molto ricco, maturato attraverso numerosi incon- tri-confronti che lo stesso pittore ama fare con altri artisti dell’isola e non solo, creando in questo modo conti- sociazione degli Artisti in Sardegna “Arte in città” di Cagliari. Tra le opere di Stefano Masili spiccano per fa- Un’opera di Stefano Masili. nui scambi culturali ed artistici. Promotore e fondatore di vari gruppi artistici, attualmente fa parte dell’As- colori intrecciati nei toni più vari, per quella morbidezza e consistenza allo stesso tempo, che le rende tali da Nel mese di maggio, dopo tanti anni, ha riproposto una sua personale il pittore Alfredo Mussetti, in arte De Un’opera di De Musset (Alfredo Mussetti). scino “Le agavi”, sorprendenti per la ricchezza di particolari della linea che le modella, per l’espressività dei catturare l’attenzione, senza che mai l’occhio si stanchi di ammirarle alla ricerca di sempre nuove sfumature. Musset. L’artista, bergamasco di nascita ma sardo di adozione, ha studiato presso la scuola d’arte “Acca- demia Carrara di Bergamo”, dove ha affinato le sue doti innate per il disegno e la pittura. Le sue opere, olii ed acquarelli, si presentano spontanee e naturali nella linea e nel colore, lasciando trasparire una leggerezza ed una delicatezza dove tutto diventa anima, libertà, movimento, immagine, interiorità, felicità e amore per la vita. All’interno della personale, presso la saletta del Portico, sono stati esposti, oltre ad un autoritratto dell’artista, alcuni ritratti di familiari e di Papi che hanno fatto la nostra recente storia religiosa. Particolare la rappresentazione di un pianoforte che, in armonia con dei violini, si apre quasi a liberare magicamente delle note, colonna sonora della sensibilità di un artista che lascia al visitatore il piacere di cogliere l’essenza dell’arte vista come espressione d’amore, propria di ognuno di noi. Nadia Pische IL NUMERO 270 7-10:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 01.45 Pagina 1 10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Quando nacque la città, il Sulcis non era “una landa completamente deserta”, come disse Benito Mussolini dalla Torre Littoria Breve viaggio alle radici della città di Carbonia Perché Carbonia non crea un centro studi per riscoprire e mettere a nudo le sue radici, già proposto da Pietro Cocco nel 1980? S ono cittadino di Carbonia da quasi sessant’anni e provengo dal Sulcis (Basso Sulcis): mi sono spostato nel capoluogo. Negli anni mi sono reso conto che questa città, rispetto alla storia, è chiusa dentro mura culturali invalicabili. Al massimo dà uno sguardo al prenuragico o nuragico ma giusto perché gli archeologi hanno evidenziato nel suo territorio siti importanti di quei periodi. Emblematico il primo pannello del percorso del Museo della Grande Miniera di Serbariu. «Dov’è oggi Carbonia, nel 1936 si estendeva la macchia brulla e quasi deserta del Sulcis. Il paesaggio della regione era immutato da secoli. La popolazione, poco più di tremila abitanti, viveva dispersa in modesti agglomerati.» Sembra ovvio che qui si intende quella parte del Sulcis che in passato è stata disabitata (non dico spopolata) per circa tre secoli, cioè il Basso Sulcis. Immaginiamo il turista, lo studioso sardo, continentale o straniero che sia, cosa deve pensare leggendo una simile frase. Penserà che nel 1936 si dà inizio alla costruzione di una città in un territorio chiamato Sulcis che era una: «Landa quasi completamente deserta: non un uomo, non una casa, non un sentiero, non una goccia d’acqua: solitudine e malaria», come disse Mussolini dalla Torre Littoria nel discorso di inaugurazione della città preparatogli dal Partito Nazionale Fascista (sembra che la Storia non sia mai passata da queste parti!). Se però qualche pignolo, così per curiosità, va a sfogliare un libro di statistica e scopre che il 62,33% della popolazione di tutto il Sulcis risiedeva proprio nel Basso Sulcis (tot. abitanti del Sulcis 78.744; tot. abitanti del Basso Sulcis 49.086; abitanti di Iglesias 20.685 allora in piena attività mineraria), potrà pensare che ignoriamo la nostra storia o che ce ne vergogniamo. Perché Carbonia non crea un centro studi per riscoprire e «mettere a nudo radici ben più profonde e ricche di cultura e tradizioni che non quelle degli ultimi quarant’anni di storia “mineraria” della città fondata sul carbone»? Si allargherebbe l’orizzonte di questa città; la nostra storia non comincia con noi! E non parlo della storia più remota qual è quella prenuragica, nuragica, periodo feniciopunico, romano o giudicale, scarsi di documentazione scritta; ma a partire dal XIII secolo quando il Sulcis nella sua unicità costituiva la terza parte del Giudicato di Cagliari; da quando cioè i documenti evidenziano il Sulcis come una regione particolare per la sua doppia cultura agraria e mineraria. Potremmo scoprire quello che scoprì l’Infante Alfonso che il 18 giugno del 1323, sbarcato nel golfo di Palmas, scrive al padre, Giacomo II d’Aragona: «Gens autem nostra incedit gaudens et sana, nec judicio illorum qui nobiscum sunt invenimus talem ayerem, qualem praenuntiaverat fama; majusque etiam bonum nobis inde prenuntiant de partibus Villae Ecclesiae, tam in puritate aeris, quam in loci amoenitate, et acquarum copia, et virtualium abundantia in excessu». Come si può vedere la fama del Sulcis quale “landa deserta” non l’ha inventata il Partito Nazionale Fascista. L’Infante Alfonso però, contrariamente alla brutta fama, ha la sensazione di essere sbarcato in un paradiso terrestre. Non è certo un abbaglio. Era successo che Pisa, dopo le lotte armate con Genova e i Giudici per la conquista del predominio in Sardegna, a metà del 1200, aveva fondato nel Sulcis una città a bocca di miniera per supportare l’attività mineraria a carattere industriale. La città divenne popolosa e ricca con benefici riflessi su tutto il territorio. I paesi esistenti nel Sulcis rifiorirono. Solo una minima parte di Sulcitani si inurbarono (in Villa di Chiesa vi era una strada chiamata Ruga de Sardis), gli altri rimasero nei loro paesi a coltivare i campi e ad allevare bestiame per rifornire la città. La coltivazione della terra, delle saline, l’attività pastorale, di pesca, artigianale, forestale e tutte le attività conseguenti, avevano creato “amoenitate” e “victualium abundantia”. Le due attività, mineraria ed agraria, operanti insieme avevano creato benessere pur considerando che la maggior parte della ricchezza proveniente dalle miniere andava in mano a Pisa. Il sistema merciare solo ad Iglesias; tutti quelli che erano fuggiti dalla città per la guerra devono rientrare “cum uxoribus, familiis atque rebus” amici o nemici che fossero dei Catalani, pena l’esproprio “ipso facto”. Agli amici si concedono aiuti per la riparazione degli edifici danneggiati, ai nemici si concede il perdono perché “non semper gladio, set virtute ac venia, vincitur inimicus”. Queste ed altre disposizioni rendono invivibili i paesi del Sulcis i cui abitanti sono di fatto costretti a trasferirsi ad Iglesias per lavorare nelle miniere. La vera causa dello spopolamento del Sulcis, iniziato nella seconda parte del 1300, è dovuta proprio a questi provvedimenti amministrativi. Le altre cause, malaria, pirati, pestilenze, sono delle concause. L’attività minerari viene gestita male e ben presto non è più in grado di sostenere l’economia della città e del territorio. Dai pochi documenti che conosco, si può desumere che gli abitanti di Iglesias riprendono a coltivare la terra. Mentre John Day ci elenca 28 centri del Sulcis abbando- Una scritta risalente al 1655. gestionale basato sull’iniziativa privata, aveva dato modo agli abitanti del territorio di inserirsi nel ciclo economico positivo. Il Rinascimento si era affacciato in Sardegna. Ben presto però, come vedremo, venne sopraffatto dal feudalesimo che nelle altre parti aveva terminato il suo ciclo. La Sardegna fu divisa in una miriade di piccoli regni dati in mano a dei piccoli re (conti, marchesi, duchi e nobilume vario) che anziché amministrarla, con la loro ingordigia, la ridussero (tutta la Sardegna) a “landa deserta”. Come detto, l’esercito catalanoaragonese sbarca nel porto di Palmas e cinge d’assedio la città di Iglesias che dopo sette mesi, non ricevendo aiuto da Pisa, è costretta ad arrendersi. Questo è il primo atto di una guerra di conquista che durerà più di cento anni. Mentre si cerca di rimettere in sesto la città per renderla produttiva come prima, viene assalita e conquistata da Mariano IV Giudice d’Arborea ribellatosi al re invasore. Quando Pietro IV re d’Aragona riconquista Iglesias emana una serie di disposizioni che, come scrive Baudi di Vesme, «se ad essa in quei principii poteva riuscire di qualche utilità, era la rovina totale di tutto il paese circostante, con grave danno poscia della popolazione medesima a favore della quale era stato concesso». Si proibisce qualsiasi attività commerciale in tutto il territorio. è consentito com- nati o disabitati nel Quattrocento, infatti, in un rapporto cinquecentesco di Marco Antonio Camos, capitano di Villa di Chiesa, sulla difesa costiera della Sardegna, si ha la conferma di centri spopolati ma: «… en caso de soccorro podran acudir los labradores y pastores de lo lugares despoblados circunvezinos como son Santadi, Pixinas, Villaperuxo y otros que estan a diez quinze y 20 millas y suelen de ordinario ser frequentados de gente, por ser muchos y muy buenos los territorios assi para sembrar como tambien para sustentar qualquier genero de ganaro». I labradores non sono stanziali ma devono avere un punto d’appoggio nei campi dove si recano a lavorare “en tiempo de sementera y mieses”. Hanno sa domu in città, dove rientrano a fine settimana e alla fine del ciclo di semina o raccolto, e su logu abundi furriai dopu su traballu, su furriadroxiu, in su sartu. Una struttura coperta dove poter mangiare e dormire la notte, con affiancato qualche loggiato per custodire gli attrezzi e gli animali da lavoro: buoi, cavalli, asini e muli. I pastores non sono stanziali neppure loro, provengono dal centro Sardegna. Nella frequentazione dei luoghi di transumanza hanno acquisito nei secoli familiarità col Sulcis Fonnesi e Desulesi, specie questi ultimi; frequentazione che poi darà luogo alla sedentarizzazione. Questi transuma- no le loro greggi nel Sulcis nei sei mesi invernali ed anche essi si creano un punto d’appoggio a volte singolo, altre volte in gruppo: la pinnetta con il recito circolare in pietra o con le frasche per riunire il gregge. Complesso chiamato medau, termine derivato dal latino metatus, riscontrato nei condaghi con il significato di recinto per animali. Queste due strutture, il medau e il furriadroxiu, avanti nel tempo, acquistano consistenza in quanto sia il contadino che il pastore, adattandoli, vi trasferiscono le rispettive famiglie e familiari. Ancora oggi il paesaggio del Sulcis è costellato da innumerevoli medaus e furriadroxius (noti con un antroponimo): strutture abitative, aziende agrarie per lo più a carattere familiare, che hanno caratterizzato il ripopolamento ad habitat sparso del Seicento, Settecento, Ottocento, Novecento fino alla prima guerra mondiale che ha bruscamente interrotto il trend positivo. In un documento del 1611 questo complesso viene definito Mas = masseria; un atto del 1641 tratta la vendita di un “Furreadorgiu que se compone de tierras cultas y encultas” con oliveto, casa, cortile ecc. . Riassumo la situazione di questo periodo con le parole di Giuseppe Todde, sardo di Villacidro, economista docente nell’Università di Cagliari che scrive nella seconda metta dell’Ottocento: «… i Furriadorgius, od Oideus od Oddeus del Sulcis, regione vasta ed ubertosissima della provincia di Cagliari, ridonarono bel bello a quel territorio, spopolato, un po’ del vigore dei tempi punici, e costituirono gli attuali comuni, ultimi dei quali gli eretti colla legge 11 luglio 1853. Chiedere un po’ ivi all’attuale possidente, quale sia il titolo originario delle vaste proprietà da lui possedute; se i suoi antenati, quali provengono talora da diverse parti dell’Isola, da due secoli prima d’ora avessero l’jus domini, ovvero l’uso soltanto di quei terreni? La maggior parte può legittimamente rispondervi che lo ignora; ivi la popolazione attuale è meno densa che altrove, anzi vi è sparsa; ma così ha occupato, coltivato e mantenuto una vita agiata più che altrove, ove si è soverchiamente urbanata...» Per rispondere all’interrogativo dell’economista circa il titolo di possesso delle terre, come le abbiano avute i loro antenati, molti non lo sanno neanche oggi; questo perché una grossa parte furono acquisite con un contratto chiamato “Contratto di livello”. Contratto bilaterale che prevedeva l’uso ventennale rinnovabile con corresponsione di un canone annuale (a s’arrigota) che consisteva in una percentuale del raccolto di grano e orzo poi monetizzata. Andò in disuso sin dal 1853 e i così detti “Livellari” divennero di fatto proprietari, dimenticando le generazioni successive, il contratto. Quelli però che il contratto l’avevano stipulato con il comune di Iglesias (e non con privati o ecclesiastici), per terreni avuti a sua volta in concessione dal Re per suam et abitatorum utilitate, si ritrovano in Catasto la dicitura, dopo il loro nome, “livellaro al comune di Iglesias”, fatta inserire dal Comune nel 1919. Ovviamente ciò costituisce un vincolo (le banche non concedono crediti) e dà luogo a contenziosi. La prima delle infinite cause dei livellari contro il comune di Iglesias risale al 1857; una class-action di 96 livellari, che si risolse nel 1877 a loro sfavore. I livellari generalmente vincono nel primo processo e perdono nel processo d’appello, così da 160 anni. Forse dovrebbe intervenire la politica, anziché delegare la magistratura, così come ha fatto lo Stato per i contratti di livello di pertinenza sua: aboliti nel 1974 per antieconomicità. Nel Sulcis questo vincolo coinvolge nove comuni: Carbonia, Giba, Iglesias, Masainas, Piscinas, Santadi, Sant’Anna Arresi, Teulada, Tratalias. L’acquisizione delle terre oltre che col contratto su detto, avvenne anche col contratto di enfiteusi. Abbiamo un esempio a Sirri: il sig. Nicolas Balisai prende in enfiteusi il podere di Sirri dal marchese di Palmas pagando due aratri di grano e di orzo all’anno (circa una tonnellata e mezzo) “labre ò nò en dichas tierras”; questa è la differenza col contratto di livello. Con l’abolizione dei Feudi, nel 1838, i Giuseppe Todde fa riferimento ai Comuni istituiti nel 1853. Abbiamo un documento cartografico del 1794 che ci dà un Sulcis costellato di medaus e furriadroxius, ma vi si vedono anche gli antichi paesi che ricominciano a rivitalizzarsi. In essi vi erano le vecchie chiese che ristrutturate fungevano da centro di aggregazione. Si cominciò a costruire intorno alla piazza e fu questo primo nucleo di paese che prese il nome boddeu, oddeu forse perché proprio la piazza fungeva da agorà. In essa, infatti, si svolgevano le fiere, il mercato e le feste che costituivano momenti significativi per la socializzazione. A questo nucleo centrale si aggiunsero poi i vari vicinati fino a farli diventate abitati di una certa consistenza. Sette di questi nel 1853 furono eretti a comune. Quando nasce Carbonia, il territorio stava cercando di riprendersi dalla grave crisi in cui l’aveva spinto la Prima Guerra Mondiale, portandogli via tutti gli uomini. E ci sarebbe riuscito. La sua gente ha dimostrato una volontà indomita quando La targa presente sulla casa Pileddu. Balisai continuano per dieci anni a pagare il fitto a titolo di riscatto al Comune, cui furono ceduti perché li distribuisse. Altra forma di acquisizione fu l’acquisto. Ne abbiamo un esempio a San Giovanni Suergiu. Due soci di Iglesias nel 1803 acquistano da privati il tenimento di Suergiu. In questo podere vi era compresa la chiesa del Duecento di San Giovanni Battista (ancora esistente) con a fianco casupole non idonee ad ospitare le famiglie dei due soci perché, oltre tutto, la zona era impaludata. Così costruirono un Furreadorgiu nella collinetta dove oggi sorge la nuova chiesa del paese, primo nucleo del futuro paese. Un’altra delle tante forme di acquisizione fu l’appropriazione tout court. La guerra di conquista catalana e l’abbandono, avevano parecchio scombussolato il territorio. Un grande numero di proprietà erano state dimenticate o non avevano più un padrone. Molti coltivavano o pascolavano dei terreni, disponibili a firmare un contratto eventualmente qualcuno si presentasse a pretenderne la proprietà. Questo tipo di acquisizione fu favorita dall’istituzione del Catasto (1806-1850): per i funzionari catastali bastava il “triennale coltivo” per attribuire la proprietà. Nelle mie ricerche sul Sulcis, non mi è mai capitato di riscontrare casi di uso comunitario delle terre, quello per cui fu emanato “l’Editto delle Chiudende”. non ha fatto morire Iglesias al tempo del fallimento delle miniere spagnole e, con le sue lotte, non ha fatto morire Carbonia quando sembrava destinata alla rottamazione perché non più utile alla Nazione. Il novanta per cento degli abitanti di Carbonia mineraria erano sardi; l’ottanta per cento di questi erano sulcitani. «Nel momento in cui il disgregamento delle miniere non ha frantumato questa società molto particolare che, al contrario, è riuscita a trovare coesione per combattere, resistere e impedire che assieme alle miniere si disgregasse anche la città.» Sono parole di Pietro Cocco che nel 1980 aveva intuito che non dovevamo delegare ad altri il nostro destino e per questo aveva indetto il primo “Convegno Nazionale Sulcis” per “riscoprire radici ben più profonde e ricche di cultura e tradizioni”. «Dobbiamo dare ai giovani un nuovo alimento culturale cercandolo nel passato non delle miniere ma del Sulcis, ristabilendo la continuità fra la vecchia civiltà contadina di Serbariu, ceppo originale di Carbonia, e la nostra cultura». Perché non riprendiamo in mano il progetto di Pietro Cocco? Ci stiamo di nuovo chiudendo dentro le mura: anziché città del carbone ora siamo città di servizi! E il turismo che ben si sposerebbe con l’attività agraria, con i medaus e furriadroxius? Pietro Sanna Si è svolta il 24 aprile la cerimonia di giuramento alla caserma Trieste Il decreto IMU prevede un articolo a favore delle imprese S L Hanno giurato i carabinieri del 131° i è svolta il 24 aprile, nella Caserma Trieste di Iglesias, la cerimonia di giuramento di fedeltà alla Repubblica di 204 allievi carabinieri del 131° corso intitolato alla memoria di Raffaele Porrani, medaglia d’oro al Valore militare. Hanno presenziato alla cerimonia il comandante della Legione carabinieri Sardegna, gen. Antonio Bacile, autorità militari, politiche e religiose e la Banda della Brigata Sassari. La fotografia è di Sebastiano Soggiu. La cerimonia di giuramento degli allievi carabinieri del 131° corso. Niente IMU per gli immobili invenduti e imprese di costruzione che hanno immobili invenduti possono non pagare l’IMU ma solo se lo richiedono entro il prossimo 30 giugno. Lo ricorda Confartigianato Imprese Sardegna alle imprese edili che non sono ancora riuscite a piazzare edifici nuovi o acquistati per poi essere ristrutturati. «Non è una novità - precisa l’associazione artigiana - ma è bene ricordarlo a tutti i costruttori che si trovano, in questo periodo particolare, con fabbricati, case o immobili strumentali, che non trovano acquirenti.» Cagliari. Tale possibilità è prevista dall’articolo 2 del decreto legge n. 102/2013 (cosiddetto decreto IMU); per attivare la procedura d’esenzione, occorre necessariamente presentare una dichiarazione entro il 30 di giugno, facendosi assistere dai propri consulenti. Non facendolo entro il termine stabilito, il diritto all’esenzione decade. «è una misura per cui abbiamo battagliato lo scorso anno - conclude Confartigianato Imprese Sardegna - e quest’anno ci aspettiamo ulteriori forti segnali che rilancino l’edilizia quale strumento necessario per la ripresa economica.» IL NUMERO 270 6-11:IL NUMERO 181 4/9 30/05/14 01.16 Pagina 2 11 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Il Consorzio Fieristico Sulcitano propone anche quest’anno a Carbonia la rassegna fieristica, con una partecipazione record 230 espositori per “Sulcis Iglesiente Espone” Il programma prevede la partecipazione straordinaria del musicista Tullio De Piscopo, del gruppo Istentales e di Benito Urgu. I l centro di Carbonia domenica 8 giugno ospiterà l’ottava edizione della rassegna “Il Sulcis Iglesiente Espone” - Fiera dell’agroalimentare, dell’artigianato e del turismo, organizzata dal Consorzio Fieristico Sulcitano, con il patrocinio della Regione Sardegna, della gestione commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, del comune di Carbonia, del 1° Reggimento Corazzato di Teulada e della Camera di Commercio di Cagliari. La formula ormai consolidata vede la rassegna crescere anno dopo anno, sia come numero di espositori presenti sia come numero di visitatori. Per l’edizione di quest’anno è annunciata la presenza di ben 230 espositori, il numero massimo consentito dagli spazi del centro cittadino. I gazebo e le varie esposizioni verranno allestiti in Piazza Roma, Via Manno, Piazza Marmilla, Via Fosse Ardeatine, Piazza Matteotti, Via San Ponziano e Via Gramsci. Il fulcro della rassegna, ovviamente, saranno le esposizioni di prodotti agroalimentari ed artigianali e le proposte del settore turistico, ma questo anno ancora più di quanto già fatto nelle passate edizioni, per catturare l’interesse dei visitatori ed allietare la partecipazione nel corso di tutta la giornata, gli organizzatori hanno allestito un programma ricco di iniziative ed eventi. Piazza Roma, a partire dalle 9.00, ospiterà il 12° raduno regionale del “Lambretta Club Sardegna”, con oltre 100 esemplari che hanno segnato un’epoca motoristica sia a livello nazionale sia regionale. Sempre in Piazza Roma, alle 10.00, prenderà il via la sfilata cinofila amatoriale, curata dell’associazione Amici del canile di Carbonia, con la partecipazione di decine di esemplari. Nel campo dello spettacolo, a partire dalle 10.30 e per tutta la giornata, si esibiranno Benito Urgu ed il teatrino dal Vivo in tour Sardegna. Alle 11.00 è prevista l’inaugura- bro “Su Fueddai nostu”, di Sandro Manai, nello stand del Consorzio Fieristico; alle 19.00 sfilata dei mamuthones di Mamoiada, lungo tutto il percorso fieristico; alle 22.00 gran Quattordici anni fa si spegneva a Cagliari Padre Filippo Pili Un insigne studioso e umile francescano I La Fiera attira ogni anno a Carbonia migliaia di visitatori da tutta la Sardegna. Quest’anno gli espositori saranno 230. zione della Fiera con il saluto delle autorità e del 1° Reggimento Corazzato di Teulada. Alle 18.00 verrà presentato il li- finale con il concerto degli Istentales e la partecipazione di Tullio de Piscopo, sul palco dell’Anfiteatro di Piazza Marmilla. “La casa della carne” Macelleria da Raffaele Carni, salumi e formaggi ESCLUSIVAMENTE SARDI l 19 maggio dell’anno duemila moriva, in un letto della clinica Villa Elena a Cagliari, Padre Filippo Pili, già Superiore Provinciale dei Cappuccini sardi e professore emerito di Sacra Scrittura e lingua ebraica nella Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, avendo impegnato gran parte della sua vita nella formazione dei sacerdoti. Profondo conoscitore dell’Aramaico, del Fenicio e Latino, pubblicò, traduzioni ed interpretazioni di diverse epigrafi in queste lingue morte. Divenuto Canonico del Capitolo Iglesiente, si dedicò alla ricerca storica sulla diocesi sulcitana, ed in particolare agli aspetti storici relativi alla vita e al culto di Sant’Antioco, Martire sulcitano, rintracciando e pubblicando documenti in catalano e castigliano, fino ad allora, sconosciuti. Le sue conoscenze e competenze erano vastissime ed abbracciavano diverse discipline, da quelle teologiche, era infatti erudito esegeta biblico, a quelle storiche e linguistiche, offrendo un fondamentale contributo all’approfondimento delle conoscenze storiche riguardanti la diocesi Sulcitan/ecclesiente. è giusto ricordare oggi questo insigne studioso e insieme umile francescano, proprio in questi giorni, nei quali ricorre la festa di Sant’Antioco, al cui culto e storia, padre Filippo si dedicò, con grande passione e dedizione, negli ultimi anni della sua vita. Per noi, che avemmo la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, fu un maestro prodigo di consigli e sempre disponibile a renderci partecipi, con grande generosità, delle sue conoscenze che erano profonde e multiformi. Con il passare del tempo i nostri rapporti si trasformarono in sincera amicizia che, crediamo, reciproca ed affettuosa. è giusto, dunque, ricordare i principali studi storici che pubblicò, relativi al nostro territorio, tralasciando le opere di carattere teologico e di esegesi biblica, che pure furono numerose e fondamentali. I santi Jameus e Jacorius menzionati in una lapide della cattedrale di Iglesias. Breve saggio, nel quale, padre Filippo smontava la tesi secondo la quale i due personaggi citati, i cui resti erano stati rinvenuti nell’antica chiesa di San Salvatore ad Iglesias, non erano dei Santi Martiri, ma dei Padre Filippo Pili. notabili cittadini pisani, dato che la sigla B.M. era da interpretare non come Beati Martyri, ma semplicemente come Bonae memoriae. La chiesa di San Pietro di Serrchei. Sant’ Antioco e il suo culto. Del “Process de Miracles” del 1593 Le Meraviglie di Sant’ Antioco, Sant’ Antioco Martire Sulcitano La visita pastorale di Mons Falletti da un codice inedito del ‘700 Il santuario della Madonna delle Grazie in Iglesias, scritto in collaborazione con p. Giovanni Zedda Iscrizione neopunica e bollo punico inediti, in Speleologia Sarda n° 75. Fra Nicola da Gesturi, ultimo suo lavoro pubblicato postumo da p. Giovanni Zedda che fu, prima, un suo affezionato allievo e confratello, poi. Numerose traduzioni di epigrafi in latino e fenicio, la più interessante delle quali rimane la cosiddetta Epigrafe di Barega, scritta in caratteri neopunici, che prende il nome dal luogo del suo ritrovamento. Risulta, inoltre, pressoché impossibile citare qui tutti i numerosi articoli e i brevi saggi, sempre a carattere storico, pubblicati in diversi giornali da padre Filippo, il cui valore venne riconosciuto anche da eminenti studiosi di fama internazionale. è con l’ultima immagine che ci è rimasta che vogliamo ricordarlo. Il giovedì 17 aprile andammo, io e mia moglie, a trovarlo nella clinica in cui era degente, allo scopo di vedere lo stato della sua salute, che come sapevamo, da qualche mese andava peggiorando rapidamente, ed anche per metterlo al corrente e ricever qualche indicazione, relativamente all’ultimo lavoro che lo aiutavamo a redigere e che, in quei giorni, era in fase di prima battitura. Dopo aver a lungo parlato con lui che mostrava, pur con gli evidenti segni del dolore che lo affliggeva, la consueta amabilità accompagnata sempre da una vena di arguzia, lo salutammo e lui volle abbracciarci stretti e noi conserviamo ancora negli occhi, il suo viso volto verso di noi, quando già sull’uscio della camera, nel volgerci indietro con parole di arrivederci lo vedemmo che ci salutava con le due mani levate alte, che si chiudevano e si aprivano nel gesto affettuoso del “ciao” ed un sorriso sereno sul pallido volto affilato. G.M. e O.D. Importante riconoscimento del ministero per i Beni culturali “Santa Maria” bene di interesse culturale I l ministero per i Beni e le attività culturali ha dichiarato bene di interesse culturale, storico e artistico la “Chiesa campestre di Santa Maria di Flumentepido”. Attraverso questo provvedimento l’opera sarà sottoposta alle dovute azioni di tutela previste dal decreto legislativo 42 del 22 gennaio 2004. Edificata nell’XI secolo e proprietà dei monaci di Montecassino dal 1066, la chiesa sorge su una piccola altura in prossimità della strada che da Carbonia conduce a Portoscuso. Interessante esempio di edificio La chiesetta di Santa Maria. religioso, mostra un impianto molto semplice, a navata unica senza abside, copertura lignea a capriate e con una facciata con campanile a vela. Nel XVII secolo la piccola chiesa fu arricchita con un portico che ha conservato, fra le sue colonne, ben quattro miliari romani relativi all’antica Via Sulcitana, ossia l’asse viario che collegava in età romana le due città di Karales (Cagliari) e Sulci (Sant’Antioco). Del complesso faceva parte anche un monastero di cui si conservano soltanto alcune piccole tracce ad est dell’edificio. La Grande Miniera di Serbariu ha ospitato la 2ª edizione Sapori autentici della nostra terra sul lungomare di Carloforte n° 47. siamo qui Unitamente a gentilezza e cortesia si effettuano periodicamente offerte vantaggiose e consegne a domicilio. Aperto tutti i giorni, compresa la domenica mattina. Per informazioni e prenotazioni, contattateci al n° 338 9222406. Vi aspettiamo... Il fascino delle auto da corsa d’epoca S i è svolta il 25 maggio presso La Grande Miniera di Serbariu (Museo Del Carbone), a Carbonia, la seconda edizione dell’esposizione di Auto da Corsa ed Epoca Organizzata dalla Sport Motori Carbonia del presidente Carlo Sedda. I partecipanti si sono ritrovati alle 9.30 sul viale che dall’ingresso della Grande Miniera conduce ai pozzi dove si sono radunate una trentina di vetture tra auto storiche e da competizione che hanno attirato la curiosità di tantissimi appassionati e turisti in visita al sito minerario che, per l’occasione, ha permesso ai presenti la visita della galleria con ingresso a prezzo ridotto. Gli appassionati giunti in miniera hanno potuto ammirare alcune delle vetture che durante le passate stagioni (quest’anno, purtroppo, causa problemi organizzativi, non è stato possibile disputare alcune delle principali gare a livello regionale Un’auto da cosa d’epoca alla Miniera. con grande amarezza dei piloti e non solo) hanno disputato le principali gare automobilistiche in Sardegna, come la classica del territorio, la cronoscalata Iglesias-Sant’Angelo e alcune bellissime auto d’epoca lucidate per l’occasione. La serata si è conclusa con una piccola prova spettacolo con sullo sfondo i bellissimi castelli dei pozzi. Non nasconde la sua soddisfazione, per la riuscita della manifestazione, il presidente Carlo Sedda che rimanda tutti gli appassionati alla prossima edizione e alle nottate del mercoledì a Carbonia, in occasione della manifestazione “Nottinsieme” quando verranno esposte le vetture dei piloti sulcitani. E conclude ringraziando oltre Museo del Car-bone, il ristorante pizzeria La Grande Miniera che ha offerto un menù a costo competitivo per i partecipanti e, infine, l’assessorato dello Sport del comune di Carbonia e gli sponsor. Fabio Murru - Fabiomurru.blogspot.it IL NUMERO 270 5-12:IL NUMERO 181 3/10 30/05/14 10.11 Pagina 1 12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Dall’8 al 10 maggio Santadi, Teulada, Sant’Anna Arresi e Masainas hanno ospitato le iniziative organizzate dal Gal Sulcis Tre giorni di confronto tra le identità rurali europee Il Gal Sulcis metterà la Dieta Mediterranea, sulla quale nasceranno una fondazione e un centro studi, a disposizione di scuole e Asl. P er tre giorni, dall’8 al 10 maggio, il Sulcis è stato al centro dell’attenzione del mondo rurale, con il “Simposio delle identità rurali europee”, evento organizzato dal Gal Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari, in collaborazione con il Gal Linas Campidano, il Gal Marmilla e il Gal Sarcidano Barbagia di Seulo, nonché il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, e realizzato nei comuni di Santadi, Teulada, Sant’Anna Arresi e Masainas, nell’ambito dei progetti di cooperazione transnazionale “meDIETerranea”, “Giovani e Sviluppo Rurale” e “Agrisociale: coltiviamo cittadinanza”, finanziati con le risorse della Misura 421 del PSR 2007/2013 della Regione Autonoma della Sardegna. Filo conduttore della manifestazione è stata la cooperazione transnazionale, valorizzata da tre progetti molto partecipati: • Progetto “Giovani e sviluppo rurale”, finalizzato a favorire un approccio positivo al territorio di appartenenza, rafforzando il legame fra i giovani ed il loro territorio ed al superamento del luogo comune secondo il quale, vivere in aree rurali rappresenti una complicazione piuttosto che un valore aggiunto. Il progetto ha coinvolto quattro Gal della Sardegna, un Gal finlandese ed un Gal francese ed ha consentito di presentare ai giovani il mondo rurale e le sue tradizioni attraverso un approccio innovativo, con il cinema ed internet; • Progetto “MeDIETerranea”, finalizzato alla valorizzazione ed alla promozione delle abitudini alimentari dei popoli del Mediterraneo, stile di vita e di alimentazione sano ed equilibrato. Ha coinvolto partner di tre regioni italiane (Sardegna, Basilicata e Veneto) e dell’Isola di Malta; • Progetto “AgriSociale - coltiviamo cittadinanza”, con tema centrale l’agricoltura sociale: una nuova pratica che incoraggia il reinserimento terapeutico, sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati grazie alla produzione di beni agricoli. Nel corso del Simposio si è tenuto il III Evento Internazionale del progetto “Giovani e sviluppo rurale”, creative: l’orienteering e la visita al Museo del carbone ed al Museo paleontologico di Carbonia. Il Simposio ha ospitato inoltre l’evento inaugurale del progetto “meDIE- Il convegno sulla Dieta Mediterranea svoltosi nella Casa baronale di Teulada. durante il quale sono stati presentati presso il cinema di Sant’Anna Arresi, i cortometraggi realizzati a seguito del concorso di idee: “La terra: cultura ed identità rurali - Donatori Terranea” volto a promuovere gli aspetti legati all’alimentazione e ai benefici rappresentati della sua dieta che, attraverso il coinvolgimento attivo di chefs, operatori locali, artigia- 45 espositori hanno animato il Villaggio nella Piazza Marconi di Santadi. di storie a km 0”, a cui hanno preso parte ragazzi sardi, francesi e finlandesi. Momenti fondamentali per la scoperta del territorio alle delegazioni ospitanti sono state le attività ludico ni, esperti del gusto, verrà rappresentata in una nuova chiave di lettura inedita e moderna. Nella sala riunioni della Casa baronale di Teulada, si sono svolti due convegni di carattere divulgativo-scientifico, nel corso dei quali tutti i presenti hanno potuto degustare il menù Euro-Mediterraneo ed un menù di specialità della Sardegna, dello chef sulcitano Achille Pinna. Gli studenti sono stati i veri protagonisti. A loro è stato dedicato un incontro specifico, durante il quale sono stati presentati i principali risultati ottenuti attraverso l’azione 3 del progetto di cooperazione meDIETerranea: un cartone animato, un libro cartaceo ed ebook realizzati grazie ai racconti delle scuole elementari dei territori ricadenti all’interno delle aree Gal partner del progetto. Nell’ambito dell’incontro didattico-divulgativo, è stato anche proposto un momento ricreativo, durante il quale è stata offerta ai bambini una colazione a km 0. Nella piazza Marconi di Santadi, il 9 e 10 maggio è stato allestito il Villaggio delle identità rurali europee, una vetrina espositivo-informativa che ha ospitato 45 stand dei produttori locali, delle imprese del settore agricolo ed enogastronomico, delle istituzioni, delle scuole e dei soggetti che a vario titolo intervengono nella promozione dello sviluppo rurale. A Santadi, presso il Museo del vino e presso Sa Domu Antiga, si sono alternati in una serie di show cooking quattro affermatissimi chef sardi (Achille Pinna, Roberto Petza, Luigi Pomata e Stefano Deidda) ed i loro colleghi chefs rappresentanti delle regioni partners del progetto MeDIETerranea. I Laboratori del gusto, tenuti da esperti del settore agricolo ed enogastronomico sono stati invece dedicati all’olio, al vino, al pane ed al formaggio. è stato inoltre presentato il progetto pilota relativo all’Agrinido all’interno del progetto di cooperazione transnazionale “Agrisociale, coltiviamo cittadinanza”. «Siamo soddisfatti per i risultati raggiunti - spiega Luciano Cristoforo Piras, presidente del Gal Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari - in particolare per la qualità dei convegni e degli show cooking, molto partecipati, e per il coinvolgimento delle scuole del territorio. Il manuale dei prodotti tipici della Dieta Mediterranea per l’uso quotidiano è uno strumento che il nostro Gal metterà avremmo voluto. Circa il non elevato numero di presenze, ci tengo a sottolineare che il nostro impegno è stato incentrato più sulla qualità che non sulla quantità dlele presenze. Se Le scuole del Sulcis hanno partecipato con entusiasmo al Simposio. a disposizione di scuole ed Asl. Costituisce motivo di orgoglio sapere che per la valorizzazione della Dieta Mediterranea nasceranno una fondazione ed un centro studi.» avessimo voluto fare numeri, avremmo organizzato un grande evento di spettacolo, spendendo magari grandi risorse, ma abbiamo preferito far diventare protagoniste le persone coin- Achille Pinna, Stefano Deidda e Luigi Pomata, protagonisti con Roberto Petza degli show cooking. Luciano Piras non nasconde che non tutto sia andato per il verso giusto. «Probabilmente abbiamo trascucrato qualcosa - ammette Piras - e nel Villaggio non tutto è andato come volte e in particolare i giovani. A questo riguardo mi fa piacere sottolineare la grande risposta ricevuta dagli istituti scolastici del territorio.» Giampaolo Cirronis Dallo scorso 12 maggio i due siti sono aperti alle visite L’associazione dei carabinieri ha dedicato la sezione locale A è Iglesias apre le porte del Municipio e dello splendido Castello Salvaterra Iglesias da lunedì 12 maggio il Castello Salvaterra e il Palazzo Civico Comunale sono aperti ai visitatori con il seguente orario: Castello Salvaterra: lunedì dalle 9.30 alle 12.30, martedì dalle 15.30 alle 19.30, mercoledì dalle 9.30 alle 12.30, giovedì dalle 15.30 alle 19.30, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Palazzo Civico Comunale: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 9.00 alle 13.00. Per informazioni sugli orari di fruizione dei siti e sugli eventi cittadini è possibile visitare il sito www. sportelloiatiglesias.it. Nei siti opererà il personale acquisito dal comune di Iglesias tramite la Regione. Il Municipio. 53 anni fa inaugurarono il Liceo Scientifico di Carbonia Gli studenti della 1ª A dell’a.s. 1961/62 S i sono ritrovati intorno ai tavoli di un ristorante, il 24 maggio, al centro di Carbonia, 53 anni dopo. Sono gli studenti della 1ª A che nell’anno scolastico 1961/62 inaugurarono il Liceo Scientifico di Carbonia. La classe era formata da 19 allievi, tre dei quali, purtroppo, non ci sono più: Gianni Capiali, Angelo Ceccherini e Giancarlo Murtas. Questi gli altri 16 componenti di quella classe: Rita Obino, Franca Marcus, Anna Bazzoni, Giacomo Guadagnini, Rudy Sostera, Gigi Masala, Davide Usai, Giorgio Pani, Oriano Pili, Mario Frau, Marisa Corona, Ines Pinna, Luciana Cossu, Mario Cossu, Bruno Vandelli e Carlo Mammarella. A Carbonia si sono ritrovati in 11, a ricordare momenti belli e meno belli della loro gioventù e della carriera scolastica. Gli studenti della 1ª A 1961/1962 si sono ritrovati a Carbonia, dopo 53 anni. Sant’Antioco ricorda Marco Pittoni, il giovane sottotenente di Villarios stata la madre di Marco Pittoni, il tenente dei carabinieri di Villarios medaglia d’oro alla memoria, a tagliare il nastro inaugurale della sede di Sant’Antioco dell’associazione nazionale dei carabinieri in congedo dedicata a suo figlio. è stato l’epilogo, tra la commozione dei presenti, della cerimonia organizzata dall’associazione cittadina dei carabinieri in congedo e dal Comando provinciale dell’Arma, di dedicazione della sede di piazza Italia. La manifestazione, alla presenza di amministratori comunali cittadini e dell’hinterland, autorità civili, militari e religiose, è iniziata alle 10,30 con la Santa Messa concelebrata dal vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, con i tre sacerdoti delle parrocchie cittadine. Per l’occasione, nella chiesa di Santa Maria Goretti è stato esposto l’altorilievo, realizzato dallo scultore cittadino l’architetto Angelo Marongiu, che raffigura Marco Pittoni. Dopo la messa, tra lo sventolare di bandiere, insegne e labari si è snodato un corteo che ha raggiunto la sala consiliare. Presente il comandante della Sardegna, generale Antonio Bacile, il comandante della Compagnia di Carbonia capitano Giuseppe Licari, il presidente dell’associazione sarda dei carabinieri in congedo, colonnello Antonio Casu, comandanti di stazione del territorio, amici e commilitoni, è stata commemorata la figura dell’ufficiale dei carabinieri, medaglia d’oro al valore militare, ucciso il 6 giugno 2008, all’età di 32 anni, nell’ufficio postale di Pagani, nel corso di una rapina. Dalla sala consiliare, infine, ac- compagnato dal suono della banda musicale, il corteo ha raggiunto Piazza Italia, per la cerimonia di inaugurazione della sede e la benedizione della targa da parte del vescovo di Iglesias. dante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia. «Una grande partecipazione di cittadini che si sono voluti stringere intorno all’associazione dei carabinieri in congedo - ha sottolineato Un momento della cerimonia officiata dal vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda. La cerimonia svoltasi in sala conisiliare. «Un momento di incontro bello e importante - ha sottolineato Paolo Locci, presidente dall’associazione cittadina - che contribuisce a rinnovare l’impegno dell’associazione verso la città.» Non meno soddisfatto il coman- il capitano Giuseppe Licari - che ha voluto intitolare la propria sezione, impegnata in attività sociali e di volontariato, ad un ragazzo del territorio che ha dato la propria vita in difesa dei cittadini.» Tito Siddi IL NUMERO 270 4-13:IL NUMERO 181 4/9 29/05/14 21.34 Pagina 2 Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 13 La Provincia del Sulcis Iglesiente Il 1° aprile il Club Alpino Italiano di Modena ha organizzato la presentazione del libro “Avvenimenti accaduti in tempi quasi lontani” «Viaggio nella Modena che lasciai 40 anni fa» La città è quasi uguale nel centro storico, ma assai differente nella periferia, molto cresciuta, con una popolazione multietnica. N elle prime pagine del libro “Avvenimenti accaduti in tempi quasi lontani”, oltre alla mia fanciullezza, descrivo la passione per la montagna. Il Club Alpino Italiano di Modena ha voluto onorarmi per i miei trascorsi d’alpinista su ghiaccio e roccia ed ha ospitato la presentazione. Nella seconda parte dell’autobiografia vi è la descrizione dei miei trascorsi di impiantista ceramico, del mio andare su e giù per il mondo facendo il consulente e lo stilista…, ma c’è pure cosa ho fatto in Sardegna nel settore del turismo e dell’insegnamento dei tesori culturali sardi negli Istituti di Stato ad Arbus, Settimo San Pietro, Villamassargia e Pula (nei 58 corsi professionali ho insegnato geografia turistica a 658 allievi). A Modena vi sono molte persone che amano la Sardegna quanto me e la seconda parte della presentazione è stata dedicata all’isola. Mentre descrivevo itinerari, apparivano le immagini scattate da Eugenio Carrano nel corso di un raid in auto fuoristrada che ha iniziato ad Olbia ed ha terminato nel Sud Ovest sardo, dopo aver attraversato il Nuorese e l’Oristanese. Le bellissime fotografie hanno fatto andare in visibilio il pubblico presente, tra i quali: cicloturisti, appassionati di escursioni con mountain bike, alpi- nisti, autofuoristradisti e capi area vendita piastrelle in nazioni europee ed asiatiche che ogni anno fanno le loro vacanze in Sardegna. La presentazione è avvenuta il 1° aprile e non è stata un pesce, uno scherzo, anzi è stato qualcosa che mi ha onorato ed appagato. Nei giorni successivi mi sono fatto accom- estesa con bei rioni eleganti e pieni di verde, intervallati da grandi parchi, ma con traffico automobilistico caotico, nonostante l’infinità di rotonde. Ho osservato che i modenesi sono ridotti al 30% della popolazione, sopraffatti da un’enormità di cinesi, africani ed iraniani ed ho notato l’infinità di serrande chiuse I Sassi di Rocca Malatina. pagnare dagli amici in vari luoghi dell’Appennino modenese, quindi nel Mantovano, a Sabbioneta ed in Valmarecchia (Cesena - Rimini). La “mia” Modena, lasciata quarant’anni fa, l’ho trovata quasi uguale nel centro storico, ma assai differente nella periferia: enormemente nell’immediata periferia del centro storico. Mi è balzata all’occhio la nuova moda di molti bar che danno possibilità ai clienti, oltre che dissetarsi, di mangiare a tutte le ore, non solo paste e cornetti ma pure pizze, piatti di pasta, insalate miste e le classiche tipicità modenesi quali Tutti a lezione di sicurezza e legalità L Le lezioni sono state condotte con l’ausilio di filmati e di presentazio- Il comandante Matteo Prantner. ni multimediali per dare un messaggio facilmente comprensibile e duet- to. Sono state molte le domande da parte degli studenti denotando un apprezzabile interesse dei giovani, anche dei giovanissimi, all’ambiente “mare” e alle innumerevoli tematiche che la Guardia Costiera svolge quotidianamente. Soccorsi a mare, sicurezza della navigazione, rispetto dell’ambiente e controllo della filiera ittica sono solo alcuni dei temi trattati durante le lezioni. Grazie alla disponibilità dell’Associazione Marinai di Italia di Portoscuso e Iglesias, è stato inoltre possibile portare in aula anche le esperienze e le testimonianze di chi il mare lo ha “vissuto” anche in passato, con la passione di chi ancora oggi è fiero di sentirsi marinaio. è stata inaugurata ed ha iniziato l’attività la struttura comunale Nuovo alloggio per gli anziani di Teulada è stata inaugurata ed ha iniziato l’attività, a Teulada, la comunità alloggio per anziani, situata nel centro del paese (foto di Enrico Cambedda). La struttura è stata progettata come casa di riposo e costruita negli anni ottanta. Chiusa per anni e oggetto di saccheggi vandalici, dopo mille vicissitudini che ne hanno ritardato l’apertura è stata utilizzata negli ultimi anni dapprima come sede di associazioni di primo soccorso (118) in seguito come sede del centro di aggregazione sociale per varie categorie di cittadini, in particolar modo per anziani. In essa si svolgevano attività ricreative solo diurne. L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Daniele Serra, che ha tagliato il nastro inaugurale (alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il parroco, don Nino Dore, che ha benedetto la struttura, ed il sindaco di Masainas, Ivo Melis), è riuscita a porre in pratica gli adattamenti e le modifiche necessarie per concludere l’iter autorizzativo che da ora in poi consente l’apertura e la messa in funzione della parte più importante: il centro notturno. Moderne camere da letto (sia singole che doppie) dotate di tutti i comfort sono in grado di ospitare al momento fino a 16 utenti, ma si sta già ragionando sul futuro prossimo per la possibile predisposizione e apertura anche di un’altra ala della struttura che con altrettante camere costituirebbe una “casa protetta” in grado di ospitare anche anziani non autosufficienti. etc.) a cui parteciperanno anche anziani esterni alla comunità alloggio, garantendo la massima integrazione e socializzazione e la migliore condizione di qualità della vita. La struttura è comunale ma la gestione è stata affidata ad una coop L’inaugurazione della comunità alloggio di Teulada. A questo si aggiunge una cucina attrezzata in grado di fornire pasti caldi e spazi comuni arredati e gradevoli. All’esterno un giardino ben curato e spazi per attività all’aperto. Dal 5 maggio la struttura accoglierà gli ospiti 24h su 24h a cui durante il giorno saranno affiancate anche altre attività ricreative (corsi di cucina, giochi di società, ricamo, sui marciapiedi, abbiamo sorseggiato un caffè sotto la svettante e bellissima Ghirlandina (la torre pendente più bella che c’è), abbiamo osservato le sculture di Wiligelmo, maestro del romanico italiano (1100) e siamo entrati nel Duomo, gremito di turisti. L’enorme costruzione, capolavoro dell’architettura roma- Modena - Il monumento ai Caduti della Grande Guerra. 400 studenti hanno seguito le lezioni tenute dalla Guardia Costiera a prevenzione nasce anche da una cultura di sicurezza e legalità, messaggio questo che ogni anno la Guardia Costiera porta nelle scuole di tutto il territorio nazionale. I militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Portoscuso, guidati dal Tenente di Vascello Matteo Prantner, hanno aderito all’iniziativa svolgendo lezioni a circa 400 alunni di 5 istituti scolastici locali che gentilmente hanno sacrificato preziosi momenti di formazione dedicandoli all’iniziativa (Scuola Media Angius Portoscuso, Istituto Minerario Asproni Iglesias, Scuola Media Arborea Iglesias, Scuola Media Villamassargia, Istituto Professionale Industria ed Artigianato Ferraris Iglesias). le crescentine (chiamate erroneamente tigelle) e gnocco fritto. Preciso che le tigelle erano le piastre di sasso ove si cocevano nel camino le crescentine: focaccine di pane che, ancora calde, tagliate a metà, farcite con lardo, formaggio, coniglio alla cacciatora, prosciutto, etc., costituivano il pane e companatico per sociale, la “Coop. Sant’Anna”, che impiega personale di Teulada. L’importanza e la strategicità di tale apertura è evidente, specie in una comunità come quella di Teulada, in cui la popolazione anziana rappresenta un’importante componente della popolazione totale e che è geograficamente lontana da altri centri urbani dotati di tali servizi. molte famiglie dell’Appennino modenese. Domenica 30 marzo, giorno di arrivo all’aeroporto di Parma, mio figlio Roberto mi ha accompagnato nei luoghi più frequentati di Modena. Parcheggiato al di fuori del centro (interdetto alle auto) e girovagato nica in Emilia, fu progettata da Lanfranco che diresse i lavori, a partire dal 1099. Mi sono preso la soddisfazione di spiegare a mio figlio l’arte eccelsa dei maestri campionesi, particolarmente di Anselmo, principale artefice delle sculture che ornano la balconata, poi ho fatto no- tare le particolarità del presepio marmoreo del Begarelli (1500). Nella cripta ho visto mio figlio stupirsi al cospetto delle statue in terracotta a grandezza naturale di Guido Mazzoni, eccelso modellatore di potente realismo espressivo. Nell’attesa venisse l’ora del rendez vous con i tanti amici in una trattoria modenese, siamo andati a vedere la casa dove sono nato, oggi sede di una banca. Il pomeriggio del lunedì, sono stato accompagnato in un luogo paesaggistico che da ragazzo ho amato moltissimo: i Sassi di Rocca Malatina, prospicienti la vallata del Fiume Panaro, in un’apoteosi di ciliegi in fiore. Il martedì (primo aprile) c’è stata la presentazione per la quale hanno organizzato tutto gli amici. Il mercoledì ho visitato l’areale montano, con sentieri per escursionisti in mountain bike, non trascurando la visita alla chiesa romanica di Rocca Santa Maria. Il giovedì ho visitato la “Città Ideale”: la splendida Sabbioneta ove Vespasiano Gonzaga profuse il suo ingegno cinquecentesco, non ho trascurato Mantova (Palazzo Ducale). Venerdì ho vistitato San Leo in Valmarecchia e la deliziosa Pennabilli (Città amica degli artisti di strada). Caterno Cesare Bettini www.sardegnanimamia.it Nuovo traguardo del Centro Italiano della Cultura del Carbone La Grande Miniera tra i siti più visitati I l CICC - Centro Italiano della Cultura del Carbone della città di Carbonia ha ottenuto un altro importante risultato. Il sito internet Sardegna Remix ha pubblicato una classifica relativa alle attrattive delle Sardegna dell’interno (escludendo quindi spiagge e luoghi di mare), basandosi sui dati di preferenze e recensioni raccolte da Tripadvisor, uno dei principali portali che si occupano di viaggi e turismo. In questa classifica il CICC si posiziona al quinto posto. Il Centro Italiano della Cultura del Carbone, nato nel 2006 come associazione tra il comune di Carbonia ed il Parco Geominerario Storico e Ambientale, nel corso degli anni si sta affermando sempre di più come metà di attrazione turistica e culturale, spesso teatro di Uno dei pozzi della Miniera. mostre e diverse iniziative. Inserito all’interno della Grande Miniera di Serbariu, il CICC è dotato di un Museo del Carbone e di una galleria sotterranea. Nello stesso spazio della Grande Miniera di Serbariu al CICC si affiancano: il Museo Paleoantologico E.A. Martel e la Sezione di Storia Locale. Il Museo del Carbone ha ricevuto il Certificato di Eccellenza 2014 da parte di TripAdvisor®, il portale web di viaggi che raccoglie le recensioni dai viaggiatori di tutto il mondo. L’encomio è riconosciuto solo alle strutture che con costanza ricevono recensioni eccellenti da parte dei viaggiatori di TripAdvisor. Solo il 10% delle migliori strutture presenti su TripAdvisor ha l’onore di ricevere questo prestigioso premio. Si è concluso il ciclo di 7 lezioni tenuto da Roberto lezioni Come cresce la passione per la viticoltura S i è concluso domenica 27 aprile con la prova pratica di potatura verde, il ciclo dei sette appuntamenti di viticoltura dal titolo: “Tutela, recupero e salvaguardia dell’alberello latino a Piede Franco (carignano del Sulcis)”. I corsi sono stati curati dal docente Roberto Matzeu (Next In Wine 2013), neopremiato dalla Scuola Italiana di Potatura come il miglior talento Vigna Italia 2013, alla serata Bibenda 2014. Dopo la vittoria del titolo, Roberto Matzeu promise che avrebbe utilizzato la fama e la notorietà che il titolo gli avrebbe conferito per permettere anche ad altri giovani di apprendere l’arte “del saper fare in vigna”, in modo tale che molti giovani potessero avvicinarsi a questo mestiere. «Ancora una volta - ha commentato Roberto Matzeu - abbiamo sfidato la pioggia dimostrando che l’interesse per la vigna e il Carignano sta ritrovando la giusta rilevanza.» L’iniziativa è stata molto apprezzata ed ha avuto una grande partecipazione. Appassionati e addetti ai lavori, giovani e meno giovani sono giunti anche dai comuni vicini. Roberto Matzeu si è detto molto soddisfatto ed ha aggiunto che mai avrebbe pensato che gli incontri avrebbero ottenuto un così grande successo. «Sono stati numerosi gli apprezzamenti anche da professionisti e addetti al settore che - feti” e grande sostegno è arrivato anche dalle Cantine Sardus Pater di Sant’Antioco (dove Roberto Matzeu lavora) che sempre di più crede nei giovani e nel futuro viticolo dell’ Isola. Il corso si è concluso con il ri- La lezione di fine corso di Roberto Matzeu. spiega Roberto Matzeu - mi convincono ancora di più che la strada intrapresa sia quella giusta e mi spingono a fare sempre meglio.» L’evento è stato patrocinato dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco che ha gentilmente messo a disposizione l’aula “I Su- lascio di ben 65 attestati di partecipazione gentilmente concessi della stessa Sardus Pater, al fine di ufficializzare l’iniziativa. Roberto Matzeu ha altri progetti per il futuro, tra i quali la pubblicazione di un libro, nel quale raccoglierà tutto il lavoro fin qui svolto. IL NUMERO 270 3-14:IL NUMERO 181 3/10 29/05/14 20.13 Pagina 1 14 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 Lunedì 9 giugno, alle 20.30, il concerto andrà in scena grazie al sostegno dei Rotary Club e dell’associazione Spina Bifida Il Quartetto Accardo per beneficenza al Lirico La serata è finalizzata a raccogliere fondi per sostenere la campagna regionale di prevenzione delle malformazioni congenite. I l prestigioso Quartetto Accardo, formazione creata da Salvatore Accardo nel 1992 e composta, oltre che dal celebre violinista toCinzia Crobu. rinese, anche da Laura Gorna (violino), Francesco Fiore (viola), Cecilia Radic (violoncello), il 9 giugno, alle 20.30, si esibirà in uno straordinario concerto di beneficenza al Teatro Lirico di Cagliari. Il programma musicale della serata prevede: Quartetto per archi in sol minore op. 10 di Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye, 1862 - Parigi, 1918) e Primo Quartetto per archi in Re maggiore op. 11 di Petr Il’ic Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, governatorato di Vjatka, 1840 - San Pietroburgo, 1893). La serata, come anticipato nei titoli, è organizzata dal Rotary Club di Cagliari, al fine di raccogliere fondi e consensi a favore della campagna regionale di prevenzione delle malformazioni congenite, sostenuta dai Rotary Clubs della Sardegna, insieme all’Associazione Spina Bifida. “I suoi primi passi li fai tu” è il titolo della campagna promossa per combattere le malformazioni congenite. è necessario chiarire, fin da subito, che la salute del bambino nasce nel ventre materno. Proprio alle madri viene chiesto di attenersi a stili di vita sani, ad un’alimentazione corretta che prevenga l’obesità e, soprattutto, viene raccomandata loro l’assunzione di acido folico per concepire un bimbo sano ed evitare il rischio della spina bifida. Alla conferenza stampa di presentazione del concerto è intervenuto, autorevolmente, il dott. Giuseppe Masnata responsabile della struttura di Urologia ed Urodinamica del Brotzu, il quale ha curato la parte scientifica della campagna del Rotary, insieme all’Asbi Sardegna, Associazione Spina bifida e idrocefalo per la Sardegna. è emerso dalle sue considerazioni che l’acido folico è «una vera e propria vitamina della vita»: è come se noi avessimo una porta molto più stretta e dovessimo far entrare una quantità maggiore di roba. Per forzarla bisogna caricarla a monte con una sostanza che è una vitamina del gruppo B, l’acido folico. «Ne basta una quantità irrisoria», ha dichiarato Masnata alla collega Francesca Cardia, dal cui lavoro riporto alcuni virgolettati tratti da www. sarde gnamedicina.it/content/acido-folico contro-la-spina-bifida. «La base del difetto sta in un problema metabolico: si creano dei danni all’embrione per un non arrivo di determinate sostanze. L’acido folico non fa altro che forzare questo metabolismo che è congenitamente debole.» Di cosa si tratta, tecnicamente e come si presenta la spina bifida? «La spina bifida è una fuoriuscita del midollo da una scatola che non è altro che un tubo, il tubo neurale. Il tubo neurale nell’embrione si forma partendo dal piatto neurale che si piega su se stesso, con le estremità che si uniscono in una forma a tubo. Questa scatola non è altro che la colonna vertebrale che si sta formando, con dentro la parte nobile che è la prosecuzione del sistema nervoso centrale, il midollo spinale. Se c’è una carenza di acido folico, in soggetti geneticamente predisposti, fuoriesce il midollo come se fosse un’ernia, a seconda del punto in cui rimane aperto si avrà un danno. Nelle spine bifide chiuse non fuoriesce all’esterno, ma c’è sempre un danno midollare, per cui è un difetto che può essere non riconosciuto alla nascita. è pieno di bambini che all’età di tre anni, alla sospensione del panno continuano a farsi addosso, ad essere incontinenti, e allora i genitori li portano da noi. La spina bifida manifesta è una pseudo-urgenza neonatale, nel senso che il bambino dovrebbe essere trattato e operato dal neurochirurgo entro le prime 48 ore di vita per evitare il rischio di infezione. Il canale da cui fuoriesce il liquor, il liquido celebrale, è aperto, ci sono questi due buchini, uno superiore e uno inferiore, che rimangono aperti e c'è molto forte il rischio meningite e infettandosi, tra l’altro l’intervento può essere aggravato da complicanze. Ma a parte questo aspetto, non ci sono grossi problemi per il bambino con spina bifida aperta. è quasi impossibile non riconoscere una spina bifida aperta, il cosiddetto mielome- ningocele, si rileva con l’ecografia, poi ci sono il tritest, l’alfatest, se i valori sono alterati si vanno a cercare altri segni.» Prevenzione ed informazione, dunque, sono fondamentali ed a questo proposito è importante accorrere numerosissimi al Lirico ed assistere al concerto, contribuendo alla causa e finanziando la ricerca. «In Emilia Romagna da anni non nasce più un bambino con spina bifida. Questo dato è rilevabile perché in quella regione esiste il registro delle malformazioni congenite. Noi sul territorio nazionale abbiamo un rilevamento dei dati a macchia di leopardo, in Sardegna non esiste un registro delle malformazioni congenite. Noi seguiamo pazienti in tutta la Sardegna e continuiamo a seguirli da adulti continua Masnata -. Non tutti hanno una paralisi completa degli arti inferiori, a seconda del punto in cui c’è la fuoriuscita di midollo le lesioni sono differenti, alcuni portano dei tutori e possono deambulare, altri sono completamente bloccati e costretti in carrozzina. Più è bassa la lesione, me- scritto appositamente per lui alcune loro opere. Basta dare uno sguardo alla biografia del Maestro per comprendere la straordinarietà del suo percorso professionale ed umano: come dicevamo, nato a Torino, da una famiglia originaria del napoletano, figlio di un incisore appassionato di musica classica, all’età di 3 anni ha imbracciato per la prima volta un violino. Suonando ad orecchio la canzone “Lili Marleen”, ha iniziato ad esercitarsi in casa per poi iniziare gli studi ad otto anni con il maestro napoletano Luigi D’Ambrosio - e sostenendo, due anni dopo, l’esame di compimento inferiore presso il Conservatorio di Majella. Nel 1954 il giovane Accardo ha superato il compimento medio con “dieci e lode” e pochi mesi dopo si è esibito in pubblico eseguendo l’integrale dei Capricci di Niccolò Paganini, divenendo uno «dei pochi solisti in grado di eseguirli tutti ventiquattro in una sola serata». Siamo nel 1956 quando, appena quindicenne, consegue il diploma in violino, per poi essere iscritto ad honorem all’Accademia Chigiana di Siena, perfezionandosi sotto Successo per il concerto di Primavera al Teatro Centrale La banda Bellini non delude mai L a banda musicale Vincenzo Bellini, dopo mesi di intense prove si è cimentata in una nuova esecuzione al Teatro Centrale di Carbonia. Come da tradizione, il Concerto di Primavera è stato strutturato in due tempi: il primo ha visto l’esecuzione di brani classici (con uno sguardo alla modernità, dal momento che si è partiti da stralci della Peer Gynt suite n°2 -Op. 55 di Grieg, proseguendo sempre nell’ottica della “musica descrittiva”, con brani di Borodin e Ketelbey) ed il secondo dedicato ai brani di musica per banda. Alla guida dei circa trenta musicisti la Maestra Caterina Casula che ha, sapientemente diretto il gruppo, garantendo un’esibizione strutturata e curata, come è già avvenuto nelle ultime performance della banda Bellini, che hanno visto un grande afflusso di pubblico e ottime recensioni dagli addetti ai lavori. Insomma: non solo marce, ma impegno e studio finalizzati a progredire sempre, migliorando. La manifestazione è stata realizzata con il patrocinio del co- mune di Carbonia (assessorato alla Cultura) e con il patrocinio dell’assessorato regionale Sport, cultura e spettacolo) l’11 maggio, al Teatro Centrale. L’ingresso è stato libero e Asia” - A. Borodin; “In the Mystic land of Egypt” - Ketelbey. II parte: “Carthago” - A. Loretan; “Poseidon” - H. Richards; “Adventure!” - M. Gotz. Sabato 17 maggio, presso la Gran- L’esibizione della banda Bellini nella Grande Miniera per “La Notte dei Musei”. gratuito. Riporto, come da locandina, i brani eseguiti: I parte: “Solveig’s song” - From Peer Gynt Suite n° 2 op. 55/ E. Grieg; “Arabian Dance” - From Peer Gynt Suite - n° 2 - op. 55/ E.Grieg; “In the steppes of Central de Miniera di Serbariu la banda si è esibita in occasione de “La Notte dei musei”, riscuotendo grande successo e ripetendo un’esperienza molto positiva avvenuta in passato. C.C. Carbonia in festa per il 6° campionato di calcio a 5 Fisdir Lo sport ha un grande valore sociale Tre componenti del Quartetto Accardo. glio è, ma questo non elimina mai il problema fondamentale: l’incontinenza sfinterica. Avere la vescica malata dalla nascita porta a reflussi e infezioni delle vie urinarie che rovinano i reni. Chi ha dato la speranza di migliore vita sono quelli che hanno inventato il cateterismo intermittente. Tutti i pazienti con spina bifida che hanno la vescica neurogena devono introdurre quotidianamente un catetere, almeno cinque volte al giorno, per svuotare la vescica e poi prendono dei farmaci, che normalmente sono degli anticolinergici, per controllare la vescica ed evitare le infezioni con un danno renale. Tutti i pazienti andavano a finire in dialisi, avevano un’insufficienza renale cronica con una speranza di vita, soprattutto in altri tempi, ridotta. Dei nostri pazienti seguiti dalla nascita, non ce n’è uno in insufficienza renale.» Come sottolinea la Cardia nel dossier, Masnata segue circa cinquanta pazienti con la spina bifida al Brotzu, di tutte le età. Nonostante ciò, la giunta regionale non ha mai promulgato una legge per riconoscere un centro della spina bifida. Ufficialmente non esiste. E Masnata segue quasi in modo “volontaristico” i pazienti con la spina bifida insieme al carico di lavoro quotidiano del reparto. «Attualmente per le uropatie malformative ne seguiamo duemila e arrivano da tutta la Sardegna, sono bambini che hanno necessità di assistenza, tanti sono a rischio di dialisi.» Questa complessa malformazione congenita è, inoltre, una delle più costose da trattare, per questo è bene ribadire che la mortalità e la disabilità causata dalle malformazioni congenite possono ridursi dal 30 al 70% con iniziative di prevenzione. Il Rotary Club Cagliari sta portando avanti l’iniziativa insieme alle 600 farmacie della Sardegna, ai medici, alle radio ed ai media per prevenire le malformazioni congenite: sul sito http://www. campagnarotary.it/ è disponibile il materiale informativo in corso di distribuzione in tutte le farmacie e da tutti i medici di base dell’Isola. Plauso al Teatro Lirico cagliaritano ed agli artisti che si presteranno a dar lustro a questa iniziativa, tra tutti il Maestro Accardo, che andiamo a conoscere meglio. Salvatore Accardo, classe 1941, è considerato uno dei maggiori talenti violinistici della scuola italiana del Novecento. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca a quella contemporanea e compositori quali A. Piazzolla, W. Piston e I. Xenakis hanno la guida di Yvonne Astruc (a sua volta allieva di George Enescu). Nell’ottobre 1958, a 17 anni, Accardo vince a Genova il Premio Paganini, divenendo uno dei più giovani vincitori. Da questo momento inizia la collaborazione con le più importanti orchestre del mondo, sempre emergendo con successo, ed esibendosi a volte come direttore di formazioni cameristiche. Ideatore, nel 1971, del Festival “Le settimane Musicali Internazionali” di Napoli, nel 1979 suona il concerto per violino di Alban Bergnella al Conservatorio Verdi di Milano, per il Teatro alla Scala; nel 1982 suona la Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra di Mozart, diretto da Claudio Abbado alla Scala. Ancora a Genova, nel 1982 - anno del bicentenario della nascita di Niccolò Paganini suona i 24 Capricci di Paganini sul Cannone, con il Guarneri appartenuto al celebre virtuoso genovese. Lo stesso fece in molte altre città italiane ed europee: nel 1985 suona il Concerto per violino di Berg nel Teatro alla Scala. Sono sempre la passione per la musica da camera e l’interesse per i giovani a portare Accardo nel 1986 all’istituzione di rinomati corsi di perfezionamento per strumenti ad arco della Fondazione W. Stauffer di Cremona e nel 1992 alla creazione del Quartetto Accardo, che vedremo esibirsi a Cagliari il 9 giugno. Innumerevoli i premi ed i riconoscimenti, ottenuti durante la carriera dal Maestro: nel ’65 è insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, nell’82 cavaliere di Gran Croce. Nel 1996 il Conservatorio di Pechino lo ha nominato Most Honorable Professor e numerosi altri. Inoltre, sempre nel 1996, Accardo ha ridato vita all’Orchestra da Camera Italiana (O.C.I.), formata dai migliori allievi dei corsi di perfezionamento della Walter Stauffer Academy di Cremona. Tra i suoi allievi più famosi citiamo: Francesca Dego, Franco Mezzena, Anna Tifu. Insomma una occasione da non perdere, non manchiamo con il duplice scopo di dare il nostro contributo alla ricerca e per assistere ad una serata unica. La biglietteria, esclusivamente in occasione della campagna abbonamenti per la Stagione lirica e di balletto 2014, è aperta dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Per informazioni: biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, tel. +39 0704082230 - biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Cinzia Crobu S i è conclusa nella tarda mattinata di domenica 25 maggio, al Palazzetto dello Sport di Via delle Cernitrici, a Carbonia, la fase finale del campionato italiano di calcio a cinque della Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale (Fisdir). La manifestazione è stata organizzata dalla Polisportiva dilettantistica Girasole di Carbonia, in collaborazione con la Fisdir regionale ed il patrocinio del comune di Carbonia. Hanno partecipato 12 squadre provenienti da 7 regioni italiane. Le categorie coinvolte sono state tre: promozionale, agonistico ed élite. Queste le classifiche finali. Categoria Promozionale. 1ª Unione famiglie handicappati (Lazio); 2ª Parco de Riseis (Abruzzo); 3ª Centro Serapide (Campania); 4ª Briantea ’84 (Lombardia). Categoria Agonistico. Classifica Finale. 1ª Obiettivo Uomo (Campania); 2ª Quarto Tempo (Toscana); 3ª Apd Vharese (Lombardia); 4ª Polisportiva Girasole (Sardegna); 5ª Nuova Polisportiva de Rossi (Lazio). Categoria Elite. 1ª Disabili Erei (Sicilia); 2ª Polisportiva Paolini (Sicilia); 3ª Briantea ’84 (Lombardia). Al termine dello spareggio tra la Obiettivo Uomo (Campania) e la Quarto Tempo (Toscana), vinto dai campani ai rigori, sono state effettuate le premiazioni, in un cli- ma di festa, alla presenza del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, Al di là dell’aspetto sportivo, la manifestazione, per quattro giorni, La cerimonia inaugurale. Il campionato ha mostrato un eccellente livello tecnico di diverse squadre. e degli assessori allo Sport, Fabio Desogus, e alle Attività produttive, Giampaolo Puddu. è stata anche una grande occasione di promozione del Sulcis a fini turistici. La nuova ordinanza della Guardia Costiera di Portoscuso Norme per garantire la sicurezza in mare L ’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di Portoscuso ha pubblicato sul suo sito internet www. guardiacostiera.it/portoscuso, l’ordinanza balneare 10/2014 valida nel territorio tra Punta ‘e Trettu e Capo Pecora. L’ordinanza emanata abroga la precedente 13/2011 e rappresenta un necessario aggiornamento dovuto ad una normativa di settore sempre in evoluzione. La nuova ordinanza balneare emanata non avrà oneri e non rappresenterà una rivoluzione in termini di prescrizioni e dotazioni di salvamento, risultando così “indolore” per gli operatori del settore. Le novità rappresentano la disci- plina di attività prima non contemplate, tra le quali la disciplina della Il comandante Matteo Prantner. attività sportivo-nautica denominata “Ray-Board”, “Snorkeling trainato”, “Seafly”, “Sub-wing” o “sunferboard” e locazione e noleggio delle unità da diporto utilizzate anche in attività ricreative e turistiche locali, con l’introduzione del previsto noleggio occasionale. Per garantire la sicurezza della navigazione ed un’estate piacevole senza rischi, la Guardia Costiera invita a prendere visione dell’ordinanza, strumento normativo adesso al passo con i tempi e con le nuove esigenze del settore nautico e balneare. Unitamente ad altre forze di polizia, la Guardia Costiera effettuerà controlli a mare e a terra per reprimere comportamenti pericolosi. IL NUMERO 270 2-15:IL NUMERO 181 2/11 29/05/14 19.35 Pagina 2 Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 15 La Provincia del Sulcis Iglesiente CANALE 40 IN ONDA IL FUTURO Tel. 0781 672155 info@canale40.com La squadra rossoblù ha concluso in maniera trionfale il campionato, dominato con un girone di ritorno strepitoso (43 punti su 45) La Monteponi raggiunge Carbonia e Narcao Il Carbonia, dopo la positiva conclusione del campionato, potrebbe cambiare il suo assetto societario e puntare all’Eccellenza. L a Monteponi di Vittorio Corsini ha coronato il suo sogno di tornare in Promozione dopo quattro anni, al termine di una stagione trionfale, caratterizzata da un girone di ritorno da record, con 14 vittorie ed un solo pareggio. La Monteponi ha festeggiato la promozione nel derby con il Carloforte di Massimo Comparetti, disputato allo stadio Comunale di Sant’Antioco davanti ad una grande ed entusiasta cornice di pubblico e vinto meritatamente con due goal realizzati nella ripresa. Al termine, grande festa in campo e sulla tribuna, per i giocatori, il tecnico ed il presidente Sandro Foti, con un auspicio, il ritorno al Monteponi, per disputare un campionato di Promozione da protagonisti, insieme al Carbonia ed all’Atletico Narcao. La festa della Monteponi è proguita a suon di goal a Guspini, nel confronto con la grande rivale di una intera stagione che, forse anche perché scarica dopo aver perso ogni speranza di riaggancio, è stata travolta per 5 a 2 (la Monteponi aveva battuto nettamente il Guspini anche nel girone d’andata, con identico margine: 3 a 0). L’impresa della Monteponi assume un significato ancora più grande se si tiene conto dell’handicap costi- tuito dall’indisponibilità dello stadio Monteponi e quindi dall’aver dovuto giocare praticamente un intero campionato in trasferta. I numeri della promozione sono impressionati: 79 punti (+7 sul Guspini), frutto di 25 vittorie, 4 pareggi ed una sola scon- bonia, protagonista di un buon campionato dopo un avvio negativo. Le prospettive del Carbonia per la prossima stagione appaiono confortanti, anche se potrebbe esserci un avvicendamento al vertice della società. La famiglia Giganti è da tempo I giocatori della Monteponi festeggiano la promozione al Comunale di Sant’Antioco. fitta, subita a Tratalias, 2 a 0, nel corso del girone d’andata (il 17 novembre 2013); 85 reti segnate e solo 15 subite. La stagione si è conclusa positivamente anche per il Carbonia e l’Atletico Narcao, salvatesi con una relativa tranquillità, in particolare il Car- tentata dall’idea di lasciare e tratta con un gruppo di giovani professionisti ma qualora le trattative in corso non dovessero concretizzarsi, sarebbero pronti ad andare avanti con un progetto ambizioso: potenziare la rosa e puntare alla promozione in Eccellenza. Giampaolo Cirronis A Giba, Narcao e Carbonia la fase regionale della 51ª edizione La Coppa Santa Barbara verso la finale M ineraria-Selargius e Don Bosco-Oristanese sono le due semifinali della fase regionale della 51ª edizione della Coppa Santa Barbara Trofeo Aldo Carboni, organizzata dalla delegazione provinciale FIGC di Carbonia Iglesias, con il patrocinio della gestione commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e del comune di Carbonia. Le due partite verranno disputate allo stadio Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia, rispettivamente sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, alle 17.30. Le partite dei quarti di finale, disputate a Giba, Narcao e Carbonia, hanno fatto registrare i seguenti risultati: Stadio comunale di Giba Mineraria Carbonia - Teleco Cagliari 2 a 1 d.t.s.; Stadio comunale di Narcao Atletico Narcao - Selargius 1 a 5; Stadio comunale di Giba Marco Cullurgioni - Oristanese 1 a 2; Stadio comunale di Carbonia Carbonia - Don Bosco 1 a 2. La sorpresa più grande è maturata nel derby di Carbonia che ha visto la Don Bosco, formazione del campionato locale rinforzata con tre La finalissima è in programma sabato 7 giugno, alle 17.30, allo stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia. Anche quest’anno è previsto il concorso “La squadra del cuore”, La formazione del Carbonia che ha vinto la fase locale 2013/2014. innesti, consentiti dal regolamento. Il Carbonia ha interrotto così un’mbattibilità che durava da tre anni, nel corso dei quali s’è aggiudicato per tre volte la fase locale e per due volte la fase regionale. organizzato sul social network facebook. La squadra, tra le otto partecipanti, che avrà ottenuto il maggior numero di “mi piace” sulla pagina della Coppa, verrà premiata con una targa. Grande successo per l’inaugurazione svoltasi a Tratalias Il Palasport di Carbonia ha ospitato il 12° campionato regionale G G è nata la Lorenzo Motorbike Racing School rande successo per la cerimonia di inaugurazione della Lorenzo Motorbike Racing School Sardegna, svoltasi a Tratalias, alla presenza di Chicho Lorenzo e di diversi esponenti del motociclismo nazionale e internazionale. Tra i più noti, Pedro, Nuria (sono fratelli Pedro ha 6 anni, Nuria la sorella ha 12 anni) e sono piloti della scuola Lorenzo Competicion Palma di Mallorca), Bruno Ieraci (13 anni), pilota della scuola Lorenzo Motorbike Racing School Sardegna che corre nelle redbull roockies cup e nel campionato italiano velocità; Miky (8 anni); Gioele (4 anni); Ivan (3 anni); Matteo (5 anni); Luca (12 anni), tutti piloti della School vanta la creazione di 17 scuole in Spagna, Messico, Argentina e USA, tutte partecipanti alle Liga Interscuela spagnola. L’idea dell’apertura della prima scuola in Italia nasce dall’incontro, avvenuto nel giugno 2012, tra Mario Cuccu e Chicho Lorenzo. L’intento è quello di creare anche in Italia una rete di scuole di minimoto Lorenzo Motorbike Racing School, che, inizialmente, parteciperebbero alla Liga Interscuela spagnola, per dare vita, una volta consolidato il sistema, ad una Lega Italiana indipendente, con l’obiettivo finale di giungere ad un campionato europeo e mondiale di minimoto. La filosofia della Lorenzo Mo- sultati conseguiti in base agli obiettivi prefissati); • utilizzo di moto di serie ed identiche per ogni pilota (non sono ammesse modifiche o preparazioni meccaniche che possano avvantaggiare un pilota nella guida, in modo che vengano premiati il vero talento e la costanza nell’allenamento e non chi investe di più sul mezzo meccanico). • formazione specifica dei genitori per seguire i figli durante ogni allenamento. Questi ultimi due punti consentono un notevole abbattimento dei costi per la pratica di questo sport, dato che i costi di acquisto e gestione di una moto di serie (polini 4.2 e 6.2) sono molto bassi e l’affianca- Gioiele (4 anni). Miky (8 anni). Bruno Ieraci, campione europeo. scuola Lorenzo Motorbike Racing School Sardegna. La Lorenzo Motorbike Racing School Sardegna è la prima scuola di minimoto in Italia del circuito di scuole spagnole fondate da Chicho Lorenzo, padre del pluricampione mondiale di Moto GP Jorge Lorenzo. Chicho Lorenzo ha ideato un metodo di insegnamento innovativo per l’apprendimento della guida delle minimoto, sperimentandolo in prima persona col figlio Jorge, per la sua formazione di pilota, con i risultati che tutti noi conosciamo, e da quest’anno riconosciuto ufficialmente dalla Dorna. La Lorenzo Motorbike Racing torbike Racing School si basa sui seguenti punti: • formazione del pilota già in tenerissima età (a partire dai 2-3 anni); • educazione al rispetto dell’avversario e del lavoro altrui; • educazione al rispetto delle regole e disciplina; • formazione specifica dei genitori per seguire i figli durante ogni allenamento; • formazione prioritaria al concetto di guida in totale sicurezza (non si guida una moto se sprovvisti dell’attrezzatura necessaria quale casco, tuta, paraschiena, guanti, stivali); • educazione al lavoro costante, orientato al miglioramento continuo (attraverso la registrazione dei ri- mento del genitore al pilota durante l’allenamento riduce la necessità di personale aggiuntivo. La formazione dei piccoli piloti non è orientata solo alla competizione, ma soprattutto alla creazione di una cultura del corretto utilizzo di un mezzo a motore, cosa fondamentale per prevenire atteggiamenti rischiosi in strada da adulti. Inoltre, la scuola si prefigge l’obiettivo di portare avanti dei progetti di integrazione di ragazzi con diagnosi di autismo, col supporto di due psicologhe specializzate. In ultimo, si prefigge l’obiettivo di diventare il centro di addestramento dei responsabili di tutte le scuole italiane che nasceranno a breve. 120 atleti sul tatami per ricordare Antonella rande festa sul tatami del Palazzetto dello sport di Carbonia, con il 12° campionato regionale di ji jitsu, 1° memorial Antonella Piredda, gli scorsi 10 e 11 maggio. Sport e gioia, allegria e felicità, questo il mix che ha caratterizzato la manifestazione organizzata dalla Asd Gong fu tao school, che ha coinvolto più di 120 bambini e ragazzi. Numerose le società sportive che hanno risposto all’invito della Gong fu tao school: Ronin ju jitsu Carbonia, Feed back Portoscuso, Yoshin ryu Olbia, Budo ju jitsu Olbia, Asd iu jitsu Ploaghe, Bushido Carbonia, Asd Renshu Monserrat. «Sono gli atleti - spiega il maestro Alessandro Santacroce - che si sono sfidati a suon di ippon, mandando in visibilio il pubblico, accorso numerosissimo per incitarli.» Dal punto di vista tecnico, i combattimenti hanno fornito degli spunti notevoli sulla grande preparazione maturata dai piccolissimi, in particolar modo nella classe degli esordienti. La domenica è stata una vera e propria festa sportiva, in memoria di una splendida ragazza, Antonella Piredda, scomparsa prematuramente alcuni mesi fa. I maestri insieme I genitori di Antonella hanno potuto rivedere nei filmati preparati da Consuelo e Wanda il percorso sportivo della ragazza, che è stata in passato una delle migliori atlete I giovani atleti protagonisti del 12° campionato regionale di ju jitsu. ai loro atleti, si sono esibiti dedicandole, insieme al maestro Alessandro Santacroce ed all’istruttore Maurizio Santacroce, un grande spettacolo sportivo. allenate dal maestro Alessandro Santacroce, protagonista di numerose gare a livello regionale, nelle quali è riuscita ad ottenere ottimi risultati. Splendida cornice di pubblico per l’iniziativa dell’ASD Don Bosco Il calcio giovanile ha ricordato Luigi Manca U na splendida cornice di pubblico ha riempito il campo Santa Barbara per il Memorial Luigi Manca di calcio, organizzato per ricordare un appassionato di calcio e sostenitore della sport a livello cittadino, recentemente scomparso. Il Memorial è stato organizzato con la collaborazione e la partecipazione attiva di tutti i dirigenti dell’ASD Don Bosco, dei genitori dei ragazzi partecipanti e con il patrocinio del comune di Carbonia e della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias. Luigi Manca. Davanti ad una cornice di pubblico da “grandi occasioni”, si sono affrontate la squadra allievi del Don Bosco (allenata da Massimo Medda e Paolo Contini), e del Cagliari (allenata dalle “vecchie glorie” rossoblù Vittorio Pusceddu e Giorgio Melis). Al termine l’ASD Don Bosco ha voluto ringraziare l’Amministrazione comunale di Carbonia e tutti coloro che hanno partecipato, contribuendo a far apprezzare il 1° Memorial Luigi Manca. Per il prossimo anno, è già in cantiere la seconda edizione. IL NUMERO 270 1-16:IL NUMERO 181 4/9 29/05/14 19.17 Pagina 1 16 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014 MACELLERIA Rosticceria - Polleria da Fabrizio Esclusivamente carni sarde Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci Piatti pronti (arrosti) su prenotazione Consegne a domicilio in tutto il Sulcis Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino) Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515
© Copyright 2024 Paperzz