La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 270

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del Sulcis Iglesiente
CARBONIA
Anno XIX - N° 270
Cell. 329 4338541 - mail: tecnogas@live.com
30 Maggio 2014
Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita
Nel giorno del trionfo di Matteo Renzi che ha portato il PD a sfondare il muro del 40%, la Sardegna ha raggiunto un traguardo storico
Per la 1ª volta tre sardi in Europa
Renato Soru è stato eletto come il più votato del PD, Giulia Moi e Salvatore Cicu con il secondo seggio spettante a M5S e Forza Italia.
P
er la prima volta saranno tre gli europarlamentari sardi a Strasburgo: Renato Soru
(PD), Giulia Moi (M5S) e Salvatore Cicu (FI). Un risultato
assolutamente inatteso e storico. Dopo le tante polemiche
della vigilia, caratterizzate da
durissimi scontri sulla legge
elettorale che, con il collegio
unico Sardegna-Sicilia, sulla
carta sembrava favorire ancora una volta la Sicilia, con un
bacino elettorale molto più ampio, i risultati sconvolgono ogni
previsione.
Nei prossimi cinque anni
rappresenteranno la Sardegna
in Europa l’ex governatore Renato Soru, 56 anni, risultato
nettamente il candidato più votato nella lista del Partito Democratico della circoscrizione Isole, con 182.753 preferenze; Giulia Moi, 43 anni, la
seconda più votata nella lista
del Movimento 5 Stelle, con
62.911 preferenze; Salvatore
Cicu, 56 anni, da 20 anni parlamentare di Forza Italia, ex
sottosegretario, secondo più
votato nella lista forzista, con
51.214 preferenze.
Il voto europeo del 25 maggio 2014 entrerà nella storia
italiana come il trionfo di Matteo Renzi, il segretario del Partito Democratico arrivato alla
guida del Governo senza il passaggio elettorale. Nel momento più grave della crisi economica, quando molti paventavano il rischio di andare incontro
ad una ancora più preoccupante fase di instabilità, gli italiani hanno individuato nell’ex
sindaco di Firenze l’uomo della nuova speranza, la scialuppa alla quale aggrapparsi per
evitare di affondare definitivamente nella miseria e nella
disperazione.
Le elezioni Europee hanno
consegnato agli italiani un presidente del Consiglio più forte che in questo momento sembra davvero un uomo solo al
comando. Matteo Renzi con le
elezioni primarie si è preso il
partito, dilaniato dal fallimento dell’esperienza di Pierluigi
Bersani, poi ha forzato la mano prendendosi anche il Governo senza passare per le elezioni, sostituendosi senza badare alla forma, al compagno
di partito Enrico Letta.
Il presidente del Consiglio
ha fatto una campagna elettorale “solitaria”, come “solitaria” è stata la campagna elettorale del suo principale avversario, Beppe Grillo, e quella
dello stesso Silvio Berlusconi,
e i numeri emersi dalle urne dicono che non solo ha vinto, ma
ha addirittura “stravinto”!
Molti, soprattutto all’interno del Partito Democratico, tra
coloro che Matteo Renzi ha
messo da parte (nessuno parla
più di “rottamazione” ma la
“rottamazione” è sotto gli occhi di tutti!), aspettavano al varco il nuovo leader, pronti a scaricargli addosso le responsabilità della sconfitta se Beppe
Grillo avesse preso un voto in
più, ed ora i risultati dicono
chiaramente che lo “storico”
40,8%, prima che una grande
vittoria del Partito Democratico, è un vero e proprio trionfo
di Matteo Renzi!
Come è stato possibile un
trionfo di tale portata? è questo il principale tema di riflessione del dopo voto.
Quando, alcuni mesi fa, venne ipotizzato l’inserimento
del nome di Matteo Renzi nel
simbolo del Partito Democratico, molti si sono scandalizzati,
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ALL’INTERNO
Antonio Vigo sindaco per altri cinque anni
Sant’Antioco, una devozione lunga 655 anni
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Tre giorni di confronto tra le identità rurali
La Monteponi è ritornata in “Promozione”
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Dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte
ritorna la grande rassegna del Girotonno
D
al 30 maggio al 2 giugno, ritorna il “Girotonno - Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”.
La kermesse internazionale,
giunta alla dodicesima edizione, coinvolge gastronomi, chef
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su una gara gastronomica internazionale a base di tonno, accoglie nella terra antica del Sulcis
Iglesiente, golosi ed estimatori
per promuovere l’antica tradizione delle tonnare che tuttora si
pratica e si tramanda oralmente da rais a rais, da tonnarotto a
tonnarotto.
Durante la rassegna, organizzata dal comune di Carloforte in
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato l’ex presidente della Provincia al coordinamento regionale
Tore Cherchi alla regia del Piano Sulcis
Le attività del nuovo coordinatore, svolte a titolo gratuito, avranno come obiettivo essenziale la realizzazione dei progetti.
P
reso atto che la fiscalità di
vantaggio ha visto la luce nei
tempi previsti ma che gli altri
interventi del Piano Sulcis non
decollano, il presidente della Giunta
regionale, Francesco Pigliaru, la
scorsa settimana ha rotto gli indugi
e, per cercare di sbloccare una situazione stagnante, ha firmato il decreto di nomina del suo delegato a presiedere il coordinamento regionale,
individuato in Tore Cherchi, ex presidente della Provincia di Carbonia
Iglesias, per 18 anni parlamentare e
per 10 anni sindaco di Carbonia.
Il coordinamento interno tra la
Regione e gli Enti pubblici territoriali, si avvale di un gruppo ristretto delegato a fare da punto di riferimento
e di raccordo con le strutture del Governo nazionale individuate per l’attuazione degli interventi previsti dal
Piano Sulcis. Tore Cherchi, delegato
da Francesco Pigliaru, presiederà il
coordinamento interno regionale ed
il gruppo ristretto, li convocherà e ne
coordinerà i lavori, integrandone la
composizione, laddove necessario e
come previsto dalla delibera della
Giunta regionale n. 50/62 del 2012.
Le attività di Tore Cherchi nella veste di delegato del presidente Pigliaru,
avranno come obiettivo essenziale
l’attuazione del Piano Sulcis e saranno svolte a titolo gratuito, fatto salvo
il solo rimborso delle spese effettiva-
tuazione. Gli interventi e le risorse
presenti nel Piano Sulcis sono significativi ed il territorio richiede tempi
celeri e risposte adeguate per porre
un freno alla crisi ed avviare la rinascita. Saranno sufficienti poche setti-
Tore Cherchi.
Francesco Pigliaru.
mente sostenute e rendicontate, secondo le modalità previste per i dirigenti
dell’Amministrazione regionale.
«C’è tanto da fare - ha commentato Tore Cherchi - e cercherò di dare
il mio contributo per sbloccare la si-
mane per capire se ci sono realmente
le condizioni per avviare l’attuazione
del Piano Sulcis, per il quale abbiamo
tanto lavorato in una fase molto difficile che vede vasti strati della popolazione in grave sofferenza.»
Per la 1ª volta tre sardi in Europa
dalla prima pagina
affrettandosi a dire che non si sentiva proprio il bisogno, dopo l’esperienza di Silvio Berlusconi e di tutti
gli altri leader di partito che avevano fatto altrettanto anche a sinistra
(Antonio Di Pietro, Nichi Vendola), e il suo nome nel simbolo non è
stato inserito, ma per gli italiani il
25 maggio è stato come se, insieme
al nome, su quel simbolo ci fosse
anche la sua faccia!
Matteo Renzi ci ha messo la faccia, prima con i provvedimenti del
suo Governo, su tutti quegli 80 euro promessi a tutti in busta paga e
I nuovi europarlamentari sardi: Renato Soru, Giulia Moi e Salvatore Cicu.
che in questo momento, questa speranza è soltanto lui! Beppe Grillo e
il M5S, pur restando una consistente forza politica con oltre il 20% dei
consensi, hanno fatto un consistente
rio Monti e Pierferdinando Casini
alle ultime Politiche, si è ridotto a
cifre da “prefisso telefonico”. Appare evidente che i voti dei moderati abbiano cambiato casa, contri-
passo indietro e dovranno riflettere
sul loro ruolo nel breve e medio termine. Anche Forza Italia ha fatto un
passo indietro ed è arrivato il momento di pensare al dopo-Berlusconi. Agli altri è rimasto poco ma c'è
un’area politica che è praticamente
sparita, il Centro, cancellato dalla
scena politica dopo i tanti errori commessi. Il 10% messo insieme da Ma-
buendo a rendere così trionfale il
successo di Matteo Renzi che ora
potrà continuare la sua esperienza
governativa con la forza della
straordinaria legittimazione ricevuta ed è chiamato a trasformare la
“speranza” che ha saputo incarnare e le tante promesse fatte agli italiani, in fatti concreti.
Giampaolo Cirronis
Un Teatro Centrale gremito per la prima del film documentario
Lost Citizens, la crisi del lavoro nel territorio
U
na sala del Cine Teatro di
Carbonia gremita in ogni
ordine di posti, ha assistito venerdì 23 maggio alla
prima visione assoluta del documentario Lost Citizens, organizzata dalla società Umanitaria e dal comune di
Carbonia e patrocinata dalle categorie dei chimici di Cgil e Cisl.
Al centro del film la crisi del
lavoro nel Sulcis Iglesiente raccontata da padri e figli impegnati ogni
giorno nella faticosa tutela dell’occupazione o nella ricerca di un posto che permetta loro un’esistenza
dignitosa e “normale”. Ma il patto
generazionale sembra lacerarsi, mentre una politica industriale miope fatica a trovare soluzioni a breve termine.
Lost Citizens nasce da un’idea
di Sebastiana Etzo, sarda trapiantata a Londra, animata dalla volontà
di capire e raccontare quello che accade nel Sulcis Iglesiente: con il suo
passato minerario questo territorio
rappresenta la culla della più antica
working class isolana, oggi considerato una delle province più povere d’Italia ma anche emblema dei
cambiamenti del mercato del lavoro, della precarizzazione, delle conseguenze della delocalizzazione che
generano un’incertezza lavorativa ed
il progressivo indebolimento dello
stato sociale.
Del progetto fanno parte anche
la giornalista Carla Etzo, co-regista,
e il cineoperatore Vincenzo Rodi. I
lavori e le riprese del film sono iniziati nella seconda metà del 2012
con interviste a coppie di genitori e
figli (operai, cassaintegrati, pensionati, giovani alla ricerca di occupazione). I principali protagonisti sono
Antonello e Alessandro Pirotto; Silvestro e Gian Marco Mocci; Carlo e
Michela Martinelli con Enea Concu;
Enzo e Tiziana Pisu; Lilli Pruna.
Matteo Renzi.
poi anche a quanti la busta paga non
ce l’hanno e ai pensionati, poi nell’accesissima campagna elettorale,
e gli elettori lo hanno premiato! L’Italia che non ne può più del vecchio
sistema che l’ha portata ad una condizione socio-economica drammatica, ha bisogno di ritrovare una speranza e Matteo Renzi, risultati delle
Europee alla mano, ha dimostrato
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
A Calasetta, la sfida tra il sindaco uscente (Calasetta domani) e Gian Luca Boy (Calasetta cambia), non ha avuto praticamente storia
Antonio Vigo sindaco per altri cinque anni
La lista vincente ha eletto otto consiglieri, quella perdente farà opposizione con quattro consiglieri (candidato sindaco compreso).
A
ntonio Vigo è stato confermato sindaco di Calasetta. Fin dalle prime battute dello spoglio è emerso un ampio margine tra le due liste,
mai in discussione e poi confermato dai risultati definitivi che hanno
visto la lista “Calasetta domani” imporsi con 1.185 voti (64,15%) sulla
lista “Calasetta cambia”, guidata
dal candidato sindaco Gianluca Boy,
arrivata a quota 311 voti (35,84%).
La lista “Calasetta domani” ha
eletto 8 consiglieri: Alessandro Murru, Marilisa Granara, Remigio Scopelliti (ex sindaco), Cristiano Mercenaro, Gianni Barabino, Roberto
Lusci, Salvatore Altadonna e Sergio
Porseo; la lista “Calasetta cambia”
ha eletto 4 consiglieri: Gianluca
Boy (candidato sindaco non eletto),
Sandro Dessì, Maria Immacolata
Argiolu e Giovanni Battista Cipollina.
La campagna elettorale si è sviluppata in un clima sereno e di sostanziale fair play, completamente
diverso rispetto a quello vissuto cinque anni fa. I due candidati alla carica di sindaco si sono anche confrontati in un incontro pubblico organizzato al Centro velico dal gruppo “Calasetta che vorrei”, mediato dal giornalista Giampaolo Cirronis, editore e direttore responsabile
di questo giornale.
Un’ora e mezza di confronto sui
problemi di Calasetta e del territorio e sulle proposte dei due candidati per la loro soluzione a medio e
lungo termine.
I cittadini che hanno gremito il
saloncino del Centro velico, hanno
seguito il dibattito con grande attenzione, dall’inizio alla fine, a conferma della grande partecipazione
della popolazione di Calasetta in
queste occasioni, salvo poi allentare la stessa nel corso della consiliatura, al punto, come ha sottolineato
Antonio Vigo, di assistere a riunioni consiliari scarsamente partecipate persino dagli stessi consiglieri
eletti.
Lista “Calasetta domani”
Candidato sindaco eletto
Antonio Vigo
Lista “Calasetta cambia”
Candidato sindaco
Gian Luca Boy*
G
Voti di lista:
1.185 (64,15%)
Voti di lista:
662 (35,84%)
Candidati consiglieri:
182
Alessandro Murru*
Marilisa Granara*
144
Remigio Scopelliti*
122
Cristiano Mercenaro* 100
Gianni Barabino*
97
Roberto Lusci*
81
Salvatore Altadonna*
73
Sergio Porseo*
70
Cancedda Martina
57
Cristina Fadda
51
Antonello Casula
41
Denis Bedinelli
32
Candidati consiglieri:
123
Sandro Dessì*
M. Immacolata Argiolu* 95
G. Battista Cipollina*
71
Toni Porseo
62
Vincenzo Frenda
57
Maurizio D’Antonio
48
Roberto Sinzu
46
Simone Carboni
34
Cesare Biggio
12
Antonio Vigo, 63 anni, ingegnere
libero professionista, è alla sua seconda consiliatura da sindaco ma in
passato è stato consigliere comunale
per 12 anni, assessore per 5 anni e
consigliere della provincia di Carbonia Iglesias per 8 anni.
Gianluca Boy, 50 anni, laureato
in Economia e commercio, funzionario dell’assessorato regionale del
Lavoro, ex giocatore e coach di volley, è alla seconda candidatura a
sindaco e quindi alla seconda esperienza da consigliere.
* I consiglieri eletti
Accordo Regione-Governo sul “Patto”
S
La Sardegna dà l’addio al Galsi
Pe la metanizzazione dell’Isola verranno seguite nuove strade.
Il governatore ha incontrato prima i sindaci, poi il Governo
i è tenuto il 29 maggio a
palazzo Chigi, il primo incontro del tavolo politico
sulle questioni relative alla
situazione finanziaria della regione Sardegna, con particolare riferimento ai limiti imposti dal Patto di
stabilità. Presenti il sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dell’Economia, Pietro Carlo Padoan, il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, e il presidente
della regione Sardegna, Francesco
Pigliaru.
«Il Governo e la regione Sardegna - si legge nella nota stampa diffusa da Palazzo Chigi -, hanno concordato di:
• avviare un percorso per superare l’attuale impianto di regole
che consenta di giungere già nel
2015 al sistema di pareggio di bilancio, che rappresenta la soluzione strutturale al problema della regione Sardegna, all’interno di un
progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale;
• accordare in ragione della
specificità della regione Sardegna,
così come definito dalla sentenza
della Corte Costituzionale n. 118
del 2012, e nelle more della transizione verso il nuovo regime di pareggio di bilancio un adeguato ampliamento dello spazio finanziario
per il 2014 che verrà definito, in
armonia con gli obiettivi di finanza
pubblica, entro 10 giorni.»
Al termine della riunione, il
presidente Francesco Pigliaru ha
commentato: «Il risultato importante dell’incontro di oggi è l’impegno che il Governo ha preso nei
confronti della regione Sardegna di
cancellare definitivamente, a partire dal 2015, l’assurdo vincolo del
La Giunta Pigliaru ha autorizzato la Sfirs a lasciare la società
patto di stabilità che ha sinora impedito di utilizzare tutte le nostre
entrate. Dal 2015, infatti, tutte le
nostre entrate potranno essere totalmente usate per finanziare le politiche di sviluppo dei nostri territori. L’adozione della regola del pareggio di bilancio definisce finalmente un quadro di buon senso che
ci attribuisce piena responsabilità
nella gestione efficiente delle nostre risorse - ha concluso il presidente Pigliaru - e che ci incentiva ad
nere dal Governo l’allentamento dei
vincoli del Patto di stabilità». All’appuntamento si sono presentati
120 primi cittadini in fascia tricolore, molti dei quali sono rimasti
delusi dall’esito dell’incontro, al
punto che il 29 mattina, all’audizione in commissione Autonomia,
si è presentato il Cal, il Consiglio
delle Autonomie locali guidato dal
sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ma non i rappresentanti di Anci, Asel e Aiccre.
alsi, addio! La Giunta regionale ha approvato una
delibera con cui autorizza la Sfirs ad esercitare il
diritto di uscita da Galsi, la società
che gestisce il progetto del gasdotto
che avrebbe dovuto portare il metano algerino in Sardegna e poi in Toscana. Le difficoltà burocratiche incontrate da Galsi ed una situazione
economica difficile hanno convinto
la Regione che l’investimento nel gasdotto non sia remunerativo, come
dimostrano altri progetti in fase di
stallo. Tutto ciò ha portato a un congelamento del progetto che non è
chiaro se e quando potrà essere sbloccato.
La Sfirs ha fatto presente questa
situazione di stallo del progetto Galsi già alla precedente amministrazione con una relazione e con la deliberazione da parte del consiglio di
amministrazione, riunito 16 dicembre 2013, «di procedere all’uscita dalla compagine sociale di Galsi Spa».
La risposta arriva ora dalla nuova
Giunta con la delibera presentata dal
presidente Francesco Pigliaru d’intesa con gli assessori Raffaele Paci
(Programmazione) e Maria Grazia
Piras (Industria), che riconosce la
correttezza di quelle valutazioni e
di quella scelta e procede al via libera all’uscita da Galsi. Una uscita
che, fatta in questo momento, permette di recuperare tutti gli 11 milioni investiti da Sfirs nel progetto.
La delibera sul metano è anche
e, soprattutto, una delibera di indirizzo.
«L’uscita da Galsi - ha precisato
il presidente Francesco Pigliaru non può in alcun modo interrompere il processo di metanizzazione già
avviato con la realizzazione, attualmente in corso, delle reti urbane di
distribuzione del gas, il cui completamento richiede la costruzione di
una dorsale di trasporto e delle relative reti intermedie di collegamento. Anzi, usciamo da Galsi proprio
per rilanciare la metanizzazione della Sardegna. Non possiamo continuare a stare fermi su un tema strategico per lo sviluppo della nostra
regione.»
Svolta nella grave crisi della società in house della Regione
Antioco Gregu è il liquidatore di Igea
A
ntioco Gregu è il commisario liquidatore di Igea.
è stato nominato due settimane fa dalla Giunta regionale, su proposta dall’assessore
dell’Industria Maria Grazia Piras.
Al liquidatore è stato dato il mandato di «compiere con la massima
urgenza ogni necessario accertamento sullo stato patrimoniale ed
organizzativo della società Igea e
di valutare l’opportunità di formulare un piano industriale che individui una concreta prospettiva di
risanamento della società, assicurandone l’equilibrio gestionale nel
medio e lungo periodo. Il liquidatore avrà intanto il mandato di prose-
guire nell’esercizio provvisorio al
fine di non interrompere le attività
di mantenimento in sicurezza dei
siti minerari, cui Igea è obbligata, e
per non disperdere le risorse disponibili». Sono stati confermati, nel collegio sindacale, i sindaci già designati in precedenza.
Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, esprime soddisfazione per la nomina effettuata
dalla Giunta regionale.
«Igea è una società nata con
l’importante e fondamentale compito di eseguire i lavori di sicurezza, ripristino ambientale, bonifica e
riqualificazione delle miniere dopo
la chiusura definitiva delle stesse –
scrive in una nota Pietro Cocco -.
Invece, quello che avrebbe dovuto
essere lo strumento di programmazione di quel progetto e che avrebbe dovuto avere importanti ricadute anche in termini di opportunità
di sviluppo e di lavoro nel martoriato territorio del Sulcis, si è rivelato uno strumento debole gestito con
approssimazione e confusione.»
«Il mandato assegnato all’ing.
Gregu, di accertare lo stato patrimoniale ed organizzativo della società
e di individuare una prospettiva di
risanamento - conclude Pietro Cocco - sarà di sicura rottura con le logiche fumose che hanno ispirato alcuni amministratori del passato.»
L’ex parlamentare ha ricevuto l’incarico per altri quattro anni
Fondazione, confermato Antonello Cabras
I
l 23 maggio è stato approvato il bilancio consuntivo della Fondazione Banco di Sardegna chiuso il 31 dicembre
2013. Il documento pone in evidenza un avanzo di esercizio di euro
30.854.454 (euro 28.433.162 nel
2012) ed erogazioni deliberate nei
settori di intervento pari a euro
15.100.000 (euro 13.500.000 nel
2012).
Nello stesso giorno si è insediato il nuovo Comitato di Indirizzo e Antonello Cabras è stato
confermato all’unanimità presidente della Fondazione Banco di
Sardegna.
Antonello Cabras, nato il 22
ottobre 1949 a Sant’Antioco, ingegnere, ha alle spalle una lunga
e prestigiosa carriera da amministratore e politico, iniziata proprio
Antonello Cabras.
nella sua città, della quale è stato
sindaco. è stato assessore regionale della Programmazione e per
due volte presidente della Regione Sardegna.
è stato eletto successivamente
senatore, per due volte sottosegretario al Commercio estero, deputato, poi ancora senatore fino
alla scorsa legislatura.
Ha ricoperto prestigiosi incarichi politici, tra i quali quello di
segretario regionale del partito
socialista. è stato poi fondatore e
presidente di Federazione Democratica e segretario regionale dei
Democratici di Sinistra, nonché
dirigente nazionale del Partito
Democratico. E ancora quello di
presidente del Comitato per la
gassificazione del carbone Sulcis,
progetto del quale negli anni ’90
era uno dei principali sostenitori
(poi non realizzato).
G.P.C.
L’assessore Massimo Deiana ha proposto un disegno di legge
Continuità territoriale per le isole minori
L’incontro con i sindaci in Consiglio regionale.
utilizzarle con la massima attenzione».
Il giorno prima, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, aveva ribadito nell’incontro con i sindaci della Sardegna che si è tenuto
in Consiglio regionale, al termine
della manifestazione dei sindaci organizzata per denunciare i problemi derivanti dai continui tagli dei
trasferimenti e dai pesantissimi vincoli posti dal Patto di stabilità, che
«la Regione farà di tutto per otte-
Giuseppe Casti, nel suo intervento, ha segnalato alla Commissione la drammatica situazione in
cui versano gli enti locali alle prese con un Patto di stabilità che, di
fatto, sta paralizzando l’azione amministrativa.
«I crediti dei comuni nei confronti della Regione continuano a
crescere - ha aggiunto Casti - i pagamenti sono bloccati, serve una
soluzione rapida altrimenti si rischia lo sfascio».
L
o scorso 6 maggio la
Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei
Trasporti, Massimo Deiana, ha presentato un disegno di
legge (n° 25) per la copertura degli oneri della continuità territoriale per le isole minori.
Il disegno di legge si prefigge
l’obiettivo di allineare l’autorizzazione di spesa per l’anno 2014
in euro 16.000.000, al fine di garantire la continuità del servizio
di collegamento marittimo con le
isole minori di San Pietro e La
Maddalena e nella tratta Santa
Teresa di Gallura - Bonifacio.
Un traghetto della Saremar.
Tecnicamente il disegno di legge dell’assessore Deiana si compone di soli 2 articoli:
Articolo 1, comma 1.
Dispone la rideterminazione
dell’autorizzazione di spesa di cui
all’articolo 5, comma 32 della
legge regionale 21 gennaio 2014,
n. 7, ai valori di euro 16.000.000.
Articolo 1, comma 2.
Reca la conseguente copertura finanziaria dei relativi oneri
aggiuntivi, valutati per l’anno
2014 in euro 8.000.000, mediante imputazione degli stessi in
conto della UPB S07.06.001 (trasporto pubblico locale).
Articolo 2.
Specifica i termini dell’entrata in vigore della legge.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Cresce l’interesse di gruppi imprenditoriali italiani e stranieri per la realizzazione di investimenti nell’area del Sulcis Iglesiente
Una nuova scommessa sul turismo
Mentre il Gruppo Deriu attende risposte della Giunta regionale sul progetto del Centro termale, i russi “stringono amicizia” con i sindaci.
S
ant’Antioco e il Sulcis Iglesiente puntano ad un nuovo
sviluppo nel campo del turismo. Mentre il Gruppo Deriu
attende risposte dalla Giunta regionale sulla fattibilità del progetto per
la realizzazione del Centro termale a
Coquaddus, alcuni gruppi imprenditoriali russi sono interessati ad investire nel campo del turismo nel Sud
Sardegna e proprio nell’Isola di Sant’Antioco potrebbero incontrarsi i due
interessi nel breve e medio termine.
è emersa questa prospettiva nel corso
della conferenza stampa convocata
dal sindaco di Sant’Antioco, Mario
Corongiu, alla presenza di una delegazione russa, guidata da Danis Bashirov, terzo segretario dell’Ambasciatore russo in Italia, invitato ufficialmente a partecipare alla 655ª edizione della Sagra di Sant’Antioco
Martire.
«Per noi questo invito è stato una
bella sorpresa - ha esordito Danis
Bashirov -, la città di Sant’Antioco si
trova all’incrocio dei nostri interessi
strategici in Sardegna, prima di tutto
per il grande patrimonio culturale,
storico e spirituale, ma soprattutto
perché, se si guarda all’indietro, si vede che i nostri investimenti più grandi
sono stati effettuati proprio nel Sud
dell’Isola, parlo prima di tutto di Eurallumina e poi di Sarroch. Oltre all’interesse dei nostri operatori economici nel settore industriale - ha aggiunto Danis Bashirov - vediamo un
grande potenziale per lo sviluppo del
turismo. Oggi il turismo russo sta cambiando, si sta passando dal settore
del turismo di alto livello a quello della classe media che è molto interessata a fare conoscenza con tutta l’Italia ma anche con la Sardegna, molto
famosa per il suo clima, per le sue
spiagge, il suo mare e il suo grande
patrimonio storico e culturale. Spero
che questo invito possa costituire solo
il primo passo di un percorso di amicizia per giungere a ottimi risultati e
quindi all’arrivo di tanti turisti russi
nel Sud Sardegna e in particolare a
Sant’Antioco.»
Otto giorni dopo l’incontro con il
vice Ambasciatore russo Danis Bashirov, i sindaci di Sant’Antioco, Mario Corongiu, Calasetta, Antonio Vigo e San Giovanni Suergiu, Federico
Palmas, hanno sottoscritto un protocollo d’amicizia con l’Abkhcazia, una
piccola repubblica che confina con la
Federazione russa e si affaccia sul Mar
Nero, con capitale Sukhumi ed una
popolazione di 240.705 abitanti. All’incontro, svoltosi nella sala consiliare del comune di Sant’Antioco, erano presenti il sindaco della capitale,
Sukhumi ed il collega di Pitsunda, ma
l’accordo coinvolge anche il comune
di Novyy Afon.
Il protocollo d’amicizia prevede
l’attivazione di una serie di contatti
tra le due regioni che potrebbero portare ad interessanti sviluppi in campo
turistico, considerato che la Sardegna e in particolare il Sud dell’Isola,
stanno entrando nella sfera di interesse dei tour operator russi e delle repubbliche dell’Est europeo.
Sul Centro termale di Coquaddus,
Ninetto Deriu, l’imprenditore sardo che
sta investendo maggiormente nel suo
territorio in questa fase economica di
estrema difficoltà, con alcune imprese
operanti nel polo industriale di Portovesme, attende risposte dalla Regione.
L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, il 17 aprile,
come si ricorderà, ha fatto una significativa “apertura” al progetto, nel
corso del convegno svoltosi nella sa-
luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto
ma in linea con le aspettative di un
L’assessore degli Enti locali ha riferito in 4ª commissione
Erriu: «Nuovo governo del territorio»
L
L’incontro tra il vice Ambasciatore Danis Bashirov e il sindaco Mario Corongiu.
la conferenze della Grande Miniera di
Serbariu.
«L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi
territorio che mi pare di capire su
questo progetto crede molto, è nostro
dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.»
Le parole dell’ex sindaco di Santa-
’assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti
locali, Cristiano Erriu, ha
riferito davanti alla 4ª
Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio
Solinas (Pd), sulle problematiche
generali del settore.
Nella sua esposizione, l’assessore Erriu ha dichiarato in apertura
che «l’impegno dell’assessorato è
concentrato da un lato sulla definizione delle linee-guida in materia di governo del territorio compreso l’aggiornamento del Ppr e,
dall’altro, sul riordino del sistema
delle autonomie locali. Si tratta di
infrastrutture immateriali di grandissima importanza per la Sardegna sulle quali intendiamo sviluppare un confronto serrato sia con
la Commissione che con il Consiglio regionale, sia con tutti i portatori di interesse, ai vari livelli».
L’assessore Erriu ha ricordato
la recente delibera della Giunta che
ha annullato il provvedimento di
adozione definitiva del Ppr emanato nella precedente legislatura,
mentre restano in vigore sia il repertorio dei beni paesaggistici e
culturali che le norme di salvaguardia.
«Sul piano operativo - ha rimarcato Erriu - è stato avviato un tavolo di lavoro con il ministero per
la copianificazione di circa 130 nuovi beni, di concerto con l’assessorato dell’Ambiente per il necessario
coordinamento normativo. Contiamo di concludere in tempi brevi anche questo lavoro, con una nuova
adozione del Piano da parte della
Giunta e la pubblicazione sul Buras. Cio consentirà, fra l’altro, anche di sbloccare la situazione di 30
Piani urbanistici in altrettanti comuni del territorio regionale, nonostante alcune criticità nei centri
L’assessore Cristiano Erriu.
costieri».
L’assessore dell’Urbanistica ha
quindi sintetizzato i contenuti della nuova legge urbanistica: armonizzazione delle diverse norme
settoriali, regole chiare e semplici,
equilibrio fra i valori del paesaggio
e della proprietà, coordinamento
fra la pianificazione strategica
della Regione e quelle delle autonomie locali (dove occorrerà tener
conto della scomparsa delle Province e, in prospettiva, della nuova
Area metropolitana di Cagliari e
delle politiche di Area vasta che
interesseranno altre zone dell’Isola come il Sassarese e la Gallura)
nell’ambito di una visione comune
e condivisa ispirata allo sviluppo
sostenibile.
Nel dettaglio, Cristiano Erriu
ha spiegato i criteri ispiratori e le
finalità della nuova legislazione:
risparmio del suolo, nuove politiche abitative per la fasce meno abbienti della società, adeguamento
dei servizi e revisione del criterio
“numerico” degli standard, tutela
degli insediamenti agricoli, sostegno
per chi decide di vivere in campagna presidiando il territorio, ricucitura fra zone costiere ed aree interne, risparmio ed efficienza energetica.
L’assessore, infine, ha assicurato che rispetto a questi problemi
«non c’è un approccio ideologico
ma la precisa volontà di definire
regole, strumenti e procedure che
possano garantire alla Sardegna
di oggi e di domani non solo un migliore governo del territorio ma una
migliore qualità dell’ambiente e delle sue trasformazioni. Terremo conto
di esperienze significative e buone
pratiche di altre Regioni, ma puntiamo ad una buona legge fatta su
misura per la Sardegna con le sue
tante specificità, che potrà generare
valore».
Il sindaco di Carbonia ha rilevato il testimone da Gianfranco Ganau
L’incontro con la delegazione dell’Abkhcazia nella sala consiliare di Sant’Antioco.
- aveva detto tra l’altro Cristiano Erriu
nel corso del suo intervento -, è che
all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad
ascoltare, tempo da dedicare per af-
di hanno provocato una nuova presa
di posizione di Graziano Bullegas,
presidente di Italia Nostra Sardegna,
contrario alla realizzazione del progetto nel sito di Coquaddus, che ha scritto
Il convegno per la presentazione del Centro termale svoltosi a Carbonia.
frontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere
date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre
autorità, quelle ambientali in primo
una lettera aperta all’assessore regionale dell’Urbanistica.
Graziano Bullegas nella sua lettera ribadisce le motivazioni della contrarietà al progetto e chiede un incontro
all’assessore Erriu.
Giuseppe Casti è il nuovo presidente del Cal
G
iuseppe Casti è il nuovo
presidente del Cal, il
Consiglio delle autonomie locali della Sardegna. Subentra a Gianfranco Ganau,
eletto quand’era sindaco di Sassari e
dimessosi dopo la sua elezione alla
presidenza del Consiglio regionale.
Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia dal 15 maggio 2011, quando è
stato eletto con 12.020 voti (62,36%),
raggiunge il prestigioso incarico, al
quale è stato eletto il 15 maggio all’unanimità dall’assemblea riunita
a Cagliari, all’età di 49 anni (è nato
a Carbonia il 18 luglio 1964). Come Gianfranco Ganau è un esponente di spicco del Partito Democratico
ed all’attuale presidente del Consiglio regionale è legato anche dall’appartenenza alla stessa area politica all’interno del partito, quella di
formazione socialista che ha come
leader Antonello Cabras, attuale presidente della Fondazione del Banco
di Sardegna.
Il Consiglio delle autonomie locali è organo di partecipazione degli Enti locali ai procedimenti legislativi ed amministrativi di loro interesse.
«Ringrazio tutti i consiglieri per
la votazione all’unanimità - ha detto il neo presidente - è per me un
onore rappresentare il Consiglio delle autonomie locali. Dopo l’esperienza di quasi tre anni come consigliere delle autonomie locali e sindaco della città di Carbonia, da pre-
Giuseppe Casti.
sidente porterò avanti, con maggior forza, le battaglie che ho condotto sin dall’inizio del mio mandato di sindaco: aumento del Fondo
Unico per i comuni, riforma degli enti locali ed alleggerimento del patto
di stabilità. Senza questi interventi
prioritari, come ripeto da tempo alla Regione, i nostri comuni e le nostre province dal prossimo mese si
troveranno ad avere un blocco nell’attività amministrativa - ha aggiunto Giuseppe Casti -. Ringrazio
Carbonia, la mia città, e tutti i miei
concittadini, perché è grazie alla loro fiducia che, come sindaco, ho potuto far parte del Consiglio delle autonomie locali, arricchendo le mie
conoscenze amministrative attraverso il confronto e lo scambio di
informazioni con i colleghi. Il nuovo incarico avrà un effetto positivo
sul mio impegno come sindaco, poiché le stesse lotte, condotte come
Amministratore di Carbonia, saranno rafforzate e promosse nell’interesse di tutti i comuni sardi. Da oggi - ha concluso il sindaco di Carbonia - continuerò a presentare le
stesse richieste, ma con maggior
forza perché lo farò a nome di tutte
le autonomie locali della Sardegna,
nella consapevolezza che queste nostre rivendicazioni rappresentino
l’unico strumento possibile per ridare la giusta dignità amministrativa
e la necessaria forza di intervento
sociale alle amministrazioni locali
dell’Isola.»
L’ANAP Sardegna, associazione dei pensionati di Confartigianato Sardegna, ricorda un’importante scadenza ormai prossima
Il calcolo della pensione è sbagliato? Per correggere gli errori c’è tempo fino al 6 luglio
I
l calcolo della pensione è sbagliato? Per correggere gli errori
c’è tempo solo fino al 6 luglio.
Chi non ricorre entro quella data, infatti, rischia di non vedersi riconosciuta l’esatta somma. Gli ex lavoratori più a rischio sono quelli con
periodi di mobilità negli ultimi anni:
in Sardegna se ne contano a migliaia
e oltre 4 milioni in tutta Italia.
«Ci sono tempi stretti per avviare
azioni giudiziarie e intervenire sulle
prestazioni previdenziali liquidate
parzialmente o in modo erroneo -
afferma l’ANAP Sardegna, l’associazione dei pensionati di Confartigianato Sardegna - quindi se il pensionato ritiene errato il calcolo, ma
fa richiesta di rettifica all’Inps dopo
3 anni dalla prima liquidazione, non
ha più diritto ai soldi.»
Lo ha stabilito il legislatore che è
intervenuto in maniera “pesante” sul
regime della decadenza in materia di
prestazioni previdenziali liquidate
parzialmente, fissando in soli 3 anni
il termine entro il quale è possibile
attivare il sistema giudiziario, con
evidenti ricadute negative sul diritto
di una pensione esatta.
L’allarme è scattato pochi giorni
fa in tutta Italia, e al centro del problema c’è il ricalcolo delle pensioni
aggiornato alle stime Istat, che spesso viene effettuato in modo errato o
non effettuato affatto. Con la conseguenza che l’assegno risulta più
basso (o più alto) di quanto dovrebbe. Il limite massimo per la contestazione di ciò che si riceve è luglio
2014, ma in pochi sanno cosa devono fare.
Per pensione definitiva, si intende
proprio l’importo, calcolato dall’Inps,
dell’assegno aggiornato secondo le
più recenti stime Istat (su inflazione
e costo della vita, ad esempio). Quella
che il neo pensionato percepisce nei
primi mesi di addio al lavoro, infatti, è una pensione temporanea, il cui
valore viene calcolato secondo una
stima di massima effettuata dall’Istituto. Essendo temporanea, questa pensione dovrebbe poi essere ricalcolata
ed adeguata a quella che è la realtà
del momento, stabilendo l’importo
che, per legge, spetta al pensionato.
Anche questa fase non è esente da errori, così molti si ritrovano in accredito una cifra diversa da quella che
dovrebbero percepire. In negativo ma
anche in positivo.
Il fatto è che davvero pochi sono
in grado di capire se c’è stato un errore, o perché non conoscono le regole che guidano il calcolo della pensione o perché non hanno il tempo (o
la voglia) di ricostruire tutta la propria “carriera” previdenziale per
scoprire se e dove si trova l’inghippo.
La legge italiana prevede che i
controlli previdenziali vengano effettuati solo su esplicita richiesta del
pensionato interessato, il che significa
che se non è lui ad accorgersi del problema nessuno lo farà mai al suo posto.
Quali sono gli elementi che possono portare a un errore nel calcolo?
Ad essere a rischio sono soprattutto
coloro che, nel corso della loro vita
professionale, hanno avuto a che fare con periodi anomali. Il che può
significare congedo parentale ma anche periodi di mobilità.
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Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Si è svolta a Cagliari una nuova conferenza di servizi sull’allarme ambientale determinato dall’eccessiva presenza di piombo e diossine
Portoscuso, l’emergenza non è ancora rientrata
Le ordinanze che impongono agli allevatori il divieto di commercializzare il latte e le carni ovine, caprine e bovine, sono ancora in vigore.
N
onostante un leggero miglioramento della situazione che ha consentito a due
delle dieci aziende interessate di riprendere la produzione e la
commercializzazione dei suoi prodotti, restano in vigore per le altre otto
aziende, a Portoscuso, le ordinanze del
sindaco, Giorgio Alimonda, che impongono il divieto di commercializzazione del latte caprino e delle carni
ovine, caprine e bovine, per l’eccessiva presenza di piombo e diossine.
Le ultime novità sono emerse il
29 maggio a Cagliari, nel corso della
conferenza di servizi convocata dal
sindaco di Portoscuso, con tutti gli
assessorati (era assente il solo assessorato della Agricoltura), la Asl e l’Arpas, per l’esame dei provvedimenti da
adottare sia nel breve e medio termine, sia nel lungo periodo.
«Per quel che riguarda la diossina, due allevamenti su dieci sono stati
già liberati dai vincoli - spiega Giorgio Alimonda - mentre per altri quattro le ultime analisi hanno accertato
casi al limite. Abbiamo chiesto alla
Regione di starci vicino in questa fase
tanto difficile, anche dal punto di vista
economico, perché ad oggi il nostro
Comune continua a farsi carico anche
dei costi derivanti dagli interventi necessari ad affrontare l’emergenza.
Proseguono le analisi anche per quel
che riguarda l’eccessiva presenza di
piombo.»
L’emergenza, come si ricorderà, è
scattata oltre un mese fa, con la scoperta della presenza di un’eccessiva
quantità di diossine nel latte caprino.
Il sindaco Giorgio Alimonda, dopo aver ricevuto la nota del Dipartimento di Prevenzione della Asl 7 di
Carbonia, con la quale si comunicava
che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale aveva trasmesso il rapporto
di prova che evidenziava superamenti
dei limiti delle norme di legge per
quanto riguarda la presenza di diossine, furani e PCB e diossina-simile
nel latte prodotto nell’allevamento caprino di un’azienda sita nelle campagne di Portoscuso, in località Terra Noa,
ha imposto con apposita ordinanza alla stessa, la distruzione e lo smaltimento del latte prodotto.
La situazione è apparsa subito
estremamente delicata, anche perché l’ordinanza del sindaco di Portoscuso si è aggiunta alle precedenti
emesse recentemente per disporre
la distruzione e lo smaltimento del
Dipartimento di prevenzione della
Asl 7, sulla base delle risultanze preliminari delle indagini in corso comprendenti il rilievo di superamenti dei
limiti di contaminazione per metalli
pesanti nel latte ovicaprino e di superamenti dei valori di attenzione
e/o dei valori limite per diossine e
PCB diossinosimili nel latte ovicaprino, il 7 maggio ha portato il sindaco a firmare una nuova ordinanza
contingibile ed urgente in materia
sanitaria, con la quale, a titolo precauzionale, «vieta, sino al comple-
La presenza della diossina ha messo in ginocchio le aziende di Portoscuso.
latte ovino in cui è stata accertata la
presenza di una quantità di piombo
superiore ai limiti delle norme di
legge. L’Amministrazione comunale si è mossa tempestivamente, concordando una strategia con la Coldiretti, con la quale ha chiesto alla Regione un intervento a sostegno delle
aziende coinvolte che rischiano ancora una volta, come già accaduto in
passato, un autentico tracollo, con
conseguenze disastrose anche sui livelli occupativi.
Ma la situazione si è aggravata una
decina di giorni più tardi, quando il
tamento delle indagini in corso per
ricerca di diossine e PCB diossinosimili, la movimentazione per vita,
commercializzazione, macellazione
o distribuzione a qualunque titolo
dei capi ovinocaprini e bovini e dei
relativi prodotti zootecnici» di 12
allevamenti operanti nel territorio del
comune di Portoscuso.
Per il lungo periodo, Portoscuso
rivendica l’assegnazione dei fondi
previsti per le aree SIN (Siti Bonifica
di Interesse Nazionale), che finora in
Sardegna sono stati riconosciuti solo
all’area di Porto Torres.
Un’interessante segnalazione da esperti di tutto il mondo
Camminare nel verde contribuisce
a rinforzare il sistema immunitario
I
benefici derivanti dal trascorrere del tempo all’aria
aperta, sono da sempre sostenuti da studiosi di tutto il
mondo. Una bella passeggiata in
un parco o nel bosco, fa sì che il
sistema immunitario vinca contro
virus e batteri. Quel che si guadagna è sicuramente tanto, sia per
il corpo sia per la mente.
Secondo i ricercatori statunitensi dell’University of Illinois,
frequentare ambienti naturali migliora le funzioni cognitive,
combatte l’ansia ed aiuta a controllare gli impulsi; al contrario,
non frequentare ambienti ricchi
di alberi e piante, porta a più alti
tassi di depressione ed ansia, ma
anche a deficit di attenzione ed
iperattività.
Anche ricercatori dell’ateneo
di Rochester negli Stati Uniti, hanno
dimostrato, con i loro studi, che la
natura è un vero e proprio antidoto alla depressione in favore
di buonumore e vitalità. Per cambiare il corso di una brutta giornata e guadagnare un po’ di energia positiva, basterebbe passeg-
giare 20 minuti in mezzo al verde.
Per la mente quindi camminare
immersi nella natura compie dei
veri e propri miracoli.
Alcuni ricercatori dell’università del Michigan hanno voluto
testare l’azione che il paesaggio
ha sulla funzione cognitiva. I partecipanti al test, dovevano svolgere un compito mentalmente impegnativo, seguito da una passeggiata: un gruppo presso un arboreto e l’altro nelle vicinanze di
una strada trafficata della città.
Al loro rientro, entrambi i gruppi
hanno ripetuto il test di memoria
ed i risultati hanno mostrato che
le prestazioni di chi aveva passeggiato nel verde erano migliorate
del 20% rispetto a chi aveva passeggiato in città. In un secondo
test, i partecipanti, sempre divisi
in due gruppi venivano invitati,
uno a guardare scenari naturali,
l’altro ad osservare ambienti di
città. Ancora una volta, miglioravano le prestazioni di memoria
da parte degli osservatori di campi e piante, piuttosto che di case
e strade.
Secondo gli studiosi giapponesi della Nippol Medical School
di Tokyo, ciò che rende benefiche le passeggiate sono i fitoncidi, sostanze che le piante producono sotto forma di olii, per difendersi da funghi e batteri e che
si diffondono nell’aria dei boschi
e dei parchi.
Quando queste sostanze vengono respirate, esercitano sull’uomo un’azione benefica.
Secondo gli scienziati dell’università di Passo Fundo, in Brasile, le donne prima e dopo la menopausa, per star bene in salute
dovrebbero fare ogni giorno almeno seimila passi.
Conferme di esperti da più parti
del mondo, riguardo l’importanza delle passeggiate immersi nel
verde, non possono che convincerci del tutto a proposito dell’azione benefica che si può trarre
dal camminare all’aria aperta.
Ben venga quindi la bella stagione che stimolerà ancor più la voglia di natura.
Nadia Pische
nadiapische@tiscali.it
La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086
Caev, Coldiretti
sollecita la RAS
«N
onostante lo
scorso 26 settembre 2013, la
Giunta regionale abbia deliberato interventi a
favore delle aziende colpite dalla Caev (l’artrite encefalite virale
delle capre), prevedendo un piano di risanamento e misure a sostegno degli allevamenti caprini
e nonostante siano state trasferite le risorse all’Argea Sardegna,
ancora ad oggi non è stato adottato alcun provvedimento concreto per arginare il virus della Caev,
la malattia che sta mettendo a
serio rischio il patrimonio caprino isolano.»
Lo denuncia Efisio Perra,
presidente di Coldiretti Cagliari.
Se n’è discusso lunedì 19 maggio
ad Iglesias, nel corso di un incontro di formazione di dirigenti territoriali dell’organizzazione Coldiretti del Sulcis Iglesiente che
denunciano la mancata attuazione di un serio piano d’interventi.
«Chiediamo - sostengono il
presidente Efisio Perra e il direttore Vito Tizzano - l’immediata
pubblicazione del bando in modo da garantire il ristoro alle aziende colpite del virus. La Caev non
costituisce un pericolo per l’uomo,
infatti, la principale via di trasmissione della malattia consiste
nel contagio dei capretti neonati
tramite il colostro o il latte contenente l’agente patogeno, tuttavia
senza un piano di interventi sono a
rischio gli allevamenti caprini.»
Nuovo CAP
a Cortoghiana
e Bacu Abis
è
cambiato il Codice di
Avviamento Postale di
Bacu Abis e Cortoghiana. Il nuovo codice
è 09013 che sostituisce lo 09010.
Ne dà comunicazione la Direzione di Poste Italiane. Per consentire ai cittadini di apportare le
conseguenti variazioni, il CAP
oggi in uso resterà comunque in
vigore per i prossimi sei mesi.
I cambiamenti dei CAP sono finalizzati al miglioramento
del trattamento automatico della corrispondenza nella fase di
smistamento e di recapito.
Arriva anche negli uffici postali del Sulcis Iglesiente, inoltre, il “semaforo dinamico”,
strumento informativo dove sono riportate per ogni ufficio le
previsioni dei flussi mensili di
clientela sia per singolo giorno
sia nelle diverse fasce orarie.
Il semaforo dinamico è stato
introdotto negli uffici postali di
Carbonia, piazza Rinascita e via
Dalmazia, Iglesias, in corso Colombo e vico Mercato Vecchio,
Domusnovas, Gonnesa, Portoscuso e Sant’Antioco.
Il verde indica giorni e fasce
orarie con pochi clienti e con attesa minima; il giallo specifica un
numero di clienti ed un’attesa appena superiori alla media; il rosso, infine, prevede picchi di affluenza di un certo rilievo e relativi tempi di attesa prolungati.
Vincenzo Panio
lascia l’UDC
A
Carbonia il consigliere
comunale Vincenzo
Panio ha lasciato il
gruppo UDC e si è iscritto al gruppo Misto. La decisione
è maturata nei giorni scorsi ed è
stata ufficializzata all'inizio della
seduta del Consiglio comunale
svoltasi mercoledì 30 aprile.
«Nei giorni scorsi - ha detto
Vincenzo Panio - ho comunicato
al capogruppo Antonello Mereu il
mio intendimento di distaccarmi
dal gruppo dell’UDC e di chiede-
Vincenzo Panio.
re l’iscrizione al gruppo Misto,
al quale intendo aderire seduta
stante.»
«Questa decisione - ha aggiunto Panio - scaturisce da motivi profondi che mi hanno indotto a superare i precedenti vincoli
di appartenenza per mettermi ancora di più a disposizione della
comunità in piena libertà ma nel
rispetto e nell’esercizio pieno della funzione di consigliere.»
Cantina Santadi
Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012
LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
La festa si è rinnovata nella prima settimana di maggio, con la pubblicazione degli Annali di storia ed archeologia
Sant’Antioco, una devozione lunga 655 anni
I resti del corpo mortale di Antioco, martire sulcitano, vennero trovati, all’interno di un sarcofago/altare, il 18 marzo del 1615.
N
ei primi giorni di maggio
di quest’anno, il quattordicesimo del terzo millennio, due settimane dopo la
Pasqua di Resurrezione, si è tenuta,
nell’isola omonima, la festa di Sant’Antioco, festa che ormai si ripete,
sempre alla stessa data, da oltre seicento anni, a ricordare Antioco, il martire sulcitano che qui, in una grotta
divenuta tomba, secondo la tradizione cristiana trovò la morte, poco prima che i soldati romani lo arrestassero per martirizzarlo. La data della
festa, riportata sui manifesti che la
pubblicizzavano, risale fino al 1360,
ed è la più antica menzione certa che,
al momento si ha della sagra. Il documento che la riporta è stato pubblicato, a cura di Marco Massa, nel volume: “S. Antioco - da primo evangelizzatore di Sulci a protomartire
- Patrono della Sardegna”, edito nel
2012 a cura di Roberto Lai e Marco
Massa.
è, dunque, da tempi immemorabili che è vivo il culto per il Santo,
che fu riconosciuto da tutte le genti
di Sardegna che accorrevano numerose nella Sua isola in occasione della festa, quale patrono della Sardegna,
molto tempo prima che si diffondesse la devozione per un altro grande
Santo sardo, Sant’Efisio.
La ricerca della Sua sepoltura ebbe inizio quando, probabilmente a seguito della controversia tra le diocesi di Sassari e di Cagliari, il cui arcivescovo già da tempo si fregiava del titolo di Primate di Sardegna e Corsica,
si scatenò la ricerca ai Corpi Santi,
nella convinzione che la presenza delle sepolture dei primi martiri cristiani fosse indispensabile per fornire il
crisma di santità e venerabilità, tale da
comprovare ed accrescere l’importanza di questa o quella comunità cristiana, così da giustificare una sorta
di primato sulle altre diocesi, per la
maggiore antichità e per il superiore
numero di martiri presente nel territorio della diocesi.
Fu così che l’arcivescovo di Sassari, Gavino Manca Cedrelles, diede il
via ad una ricerca, coordinata da lui
stesso, che portò alla scoperta, nella
basilica dedicata a San Gavino ai piedi dell’altar maggiore, dei resti di tre
corpi, subito attribuiti ai martiri turritani. Alla notizia che in quel di Porto Torres erano stati ritrovati i resti, a
lungo cercati, dei martiri Gavino, Proto e Jaunuario, il presule di Cagliari,
Francesco Desquivel, diede inizio ad
una campagna di scavi, condotta soprattutto presso l’antica basilica di san
Saturnino, fuori le mura di Cagliari.
Un primo ritrovamento fu quasi
immediato: le ossa ritrovate, da cui
esalava un profumo più di cielo che
di terra, furono subito attribuite, dai
fedeli presenti che supplirono con la
fede alla mancanza di prove scientifiche, ad una presunta Santa Olimpia,
Vergine e Martire. Alla Santa, fino ad
allora affatto sconosciuta, venne anche attribuito un miracolo e questo
bastò a sollecitare la fantasia dei fedeli che avvertirono un segno inequivocabile del cielo.
Non ci voleva altro per dare impulso agli scavi che misero alla luce
i resti di centinaia di persone insieme
ad un frammento marmoreo che portava scritto: S. Innu, interpretato subito e con certezza come: Santi innumerabiles. Fu tale l’entusiasmo per i ritrovamenti che venivano fatti che, l’arcivescovo Desquivel estese le ricerche a diverse chiese e cripte della zona e anche all’isola di Sant’Antioco.
Tralasciamo ora di raccontare il
resoconto dello scavo, diciamo solo
che il giorno 18 marzo del 1615 vennero trovati, all’interno di un sarcofago/altare, sul quale era appoggiata
la celebre pietra con l’epigrafe “Aula Micat”, i resti del corpo mortale
di Antioco, Martire Sulcitano.
Le ossa con il cranio del Santo
furono trasportate subito ad Iglesias,
per metterle al riparo da incursioni
dei pirati musulmani, con l’impegno
«che se un giorno l’isola si fosse ripopolata, le reliquie dovevano essere restituite, perché quello era il loro
luogo antico».
Le ossa con il cranio furono, da allora, custodite nella cattedrale di Santa Chiara ad Iglesias, nella cappella
della sacrestia poi, a partire dal 1656,
nel nuovo, sontuoso altare barocco,
dedicato al Santo, tutto scolpito in legno di ginepro dorato.
A partire dall’anno del ritrovamento, in occasione della festa post pasquale, le reliquie, con il cranio racchiuso in un prezioso reliquiario di
argento, venivano riportate, proces-
lamento dell’isola che cento anni dopo contava circa 500 residenti più o
meno stabili e un cappellano, nominato dal capitolo che offriva l’assistenza religiosa e iniziò a consolidarsi
l’idea che i resti mortali di Sant’Antioco dovessero tornare nella tomba
originaria nella quale avevano riposato
per 1.500 anni.
Nell’Ottocento questa esigenza divenne sempre più sentita e cominciò
a serpeggiare nella popolazione an-
Vita, martirio e miracoli di Sant’Antioco Martire Sulcitano.
sionalmente, nella chiesa martyrium
in cui erano state rivenute, insieme
alla statua del Santo, rivestita di abiti
sfarzosi, secondo l’uso spagnolesco
del tempo e ornata di ricchi gioielli.
Tra ali di popolo festante, il corteo usciva dalla città di Iglesias dalla
porta di San Sebastiano, la pisana
porta Maestra, per imboccare la via
delle reliquie, l’attuale via Crocifisso.
Partiva il giovedì, accompagnata da
un canonico, delegato dal Capitolo e
a piedi, passando accanto a Santa Barbara di Genneluas e Santa Maria di
Barega, giungeva a Barbusi, dove
sostava per la notte: I fedeli, numerosissimi, si spargevano per la contrada, adattandosi a dormire, alla luce
delle stelle o in stalle e fienili dei furriadroxius della zona. Ma, la maggior
parte di essi trascorreva la notte in
balli e canti intorno ai fuochi dei bivacchi mentre, per i più pii, la notte
passava in meditazione e preghiera.
La mattina del venerdì, la processione riprendeva il percorso verso la
chiesa del Santo; percorreva la strada dell’istmo, oltrepassando i tre
ponti, che a quel tempo superavano
i canali che univano i due golfi, dove
veniva accolta dalla moltitudine di
pellegrini colà giunti da ogni parte
della Sardegna.
Dalle antiche cronache sappiamo
che spesso presiedeva la ricorrenza
l’arcivescovo, talvolta accompagnato dal Viceré con, al seguito, nobili e
dignitari, e la scorta di archibugieri e
miliziani armati, poiché era sempre
alto il pericolo di improvvise incursioni di pirati tunisini o algerini, attirati dal possibile, ricco bottino. Numerosissimi erano anche i sacerdoti
destinati all’assistenza spirituale dei
fedeli.
Le giornate trascorrevano tra funzioni religiose, che ininterrottamente
venivano celebrate nella chiesa e omeriche abbuffate tra le innumerevoli
bancarelle, e tettoie improvvisate che
esponevano ogni sorta di prodotti alimentari e di uso comune.
Il lunedì successivo arrivava il Capitolo Iglesiente, guidato dall’Arciprete e Vicario Capitolare che, in assenza del vescovo, amministrava la
diocesi, e si dava inizio alle celebrazioni religiose più solenni che culminavano il martedì pomeriggio con
la grande processione. Subito dopo
cominciava il grande rientro. Parte dei
pellegrini, presumibilmente quelli
delle ville più vicine, rientravano alle loro abitazioni; la gran parte però
partiva per il viaggio, più o meno lungo che fosse, alle prime luci dell’alba
del dì successivo, insieme o subito dopo che i canonici del capitolo lasciassero l’isola portando seco le reliquie,
la statua e i gioielli del Santo. Nel giro di pochi giorni la solitudine e il silenzio tornavano su quelle terre.
Nei decenni successivi, però, cominciò un lento ma continuo ripopo-
tiochense il sospetto che i canonici
iglesienti avessero un interesse personale agli oboli che venivano raccolti durante le feste e che il tesoro
del Santo, costituito dai preziosi, donati come ex voto, non dovesse essere affidato al Capitolo, ma dovesse
essere custodito nella chiesa stessa del
Santo. E come spesso accade quando si mischia il sacro al profano, gli
interessi con la religione e la fede,
tutto sfociò in un gran pasticcio.
Nell’anno 1851, la Pasqua cadeva, proprio come nel presente anno,
il 20 di aprile, e di conseguenza, le
festività del Santo, nel 1851 e nel 2014,
nei giorni di venerdì 2, sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 maggio. Si è, insomma, verificata dopo 399 anni dall’invenzione delle reliquie, una coincidenza di date.
Poco meno di due mesi prima avevo trovato, tra i fascicoli delle cause
criminali, parte del fondo della Reale Udienza, una cartelletta che aveva
per titolo: sommossa a Sant’Antioco,
Maggio 1851-1855 - imputati: ignoti.
Il fascicoletto che vi era contenuto
era costituito dai rapporti di polizia
e successive testimonianze relative
al tumulto popolare che si era verificato a Sant’Antioco in concomitanza della festa del Patrono, per la pretesa che gli abitanti del borgo, da
qualche tempo avanzavano, rivendicando la custodia delle reliquie del
Santo. Era una documentazione rimasta sconosciuta fino ad oggi, in
quanto nessuno avrebbe mai pensato
che potesse annidarsi tra carte di processi e sentenze di crimini.
La maggior parte degli appartenenti alle nuove generazioni, ignora
che proprio da ben 161 anni, gli iglesienti e gli antiochensi si scambiano,
vicendevolmente l’epiteto di fura Santus, e, quandanche lo si sappia, nessuno sa bene come siano andate esattamente le cose in quel lontano 1851.
Nella trentina di paginette del fascicolo era racchiusa la verità ufficiale dei fatti.
A quel tempo il paese di Sant’Antioco era comune capoluogo di mandamento, parte della provincia di
Iglesias, e aveva l’onere e il privilegio
di mantenere due compagnie della
Guardia Nazionale, con capitano, sergenti e tamburino. Ad Iglesias, capoluogo di provincia, aveva sede l’intendente di polizia, il questore diremmo oggi, ed un reparto di cavalleggeri di Sardegna, i precursori degli
attuali carabinieri.
Fu l’intendente Murgia che, ricevuto il dispaccio dal sindaco Campus,
che lo informava dei tumulti che si
verificavano nel paese durante lo svolgimento della festa, partì alla volta
dell’isola scortato da un reparto di cavalleggeri guidato dal luogotenente
comandante.
Arrivato a Sant’Antioco trovò il
popolo tutto, in fermento con le don-
ne, più esagitate degli uomini che strillavano come ossesse, chiedendo a
gran voce che le reliquie, il simulacro e i gioielli restassero nel paese e,
per dimostrare che si faceva sul serio, i militi della guardia nazionale,
tutti antiochensi, montavano la guardia al reliquiario ed alla statua in
chiesa, affinché i canonici non azzardassero ad avvicinarsi per riportare, statua, argenti e reliquie, ad Iglesias.
Si era verificata una vera e propria ribellione che l’intendente tentò
invano di sedare pacificamene, dato
che non aveva le risorse militari che
potessero sedarla con la forza.
In conclusione, intendente, canonici del Capitolo e cavalleggeri, crediamo, fecero mestamente ritorno da
dove erano venuti, mentre reliquie e
statua rimasero a Sant’Antioco.
Ci volle l’intervento successivo di
alcuni consistenti reparti di soldati
armati per ristabilire la legalità e far
sì che il maltolto venisse restituito a
chi legittimamente lo custodiva, ovvero alla cattedrale di Iglesias e al suo
Capitolo.
Iniziò a questo punto una lunga
vertenza tra la comunità antiochense, che rivendicava la custodia delle
reliquie e i canonici del Capitolo, sostenuto dal consiglio e dai giurati della
città di Iglesias che ritenevano di poter vantare dei diritti, in quanto avevano speso una notevole quantità di
danaro pubblico per costruire il reliquiario d’argento che conteneva il cranio del Martire.
La vicenda ebbe allora una certa
risonanza, tanto che lo stesso generale Alberto della Marmora ne scrive nel suo celebre libro “Itinerario
dell’Isola di Sardegna” e il canonico
Spano che ne curò l’edizione italiana,
scisse in nota: «è curioso che queste
reliquie principiarono con una lite e
con una lite terminarono, perché…
l’arcivescovo di Sassari promosse una
lite che durò molti anni…»
Negli anni compresi tra il 1851 e
il 1853, a quei tempi, parrebbe, che
il corso della giustizia fosse più celere, ci furono vari gradi di giudizio, fino a che una sentenza definitiva, emessa da un tribunale civile, riconobbe
le buone ragioni degli Antiocheni e
assegnò alla comunità di Sant’Antioco la custodia delle reliquie.
Per non subire questa umiliazione, il vescovo lasciò la sua sede e si
ritirò in meditazione in un convento a
Cagliari, lasciando l’incombenza della restituzione forzosa al suo Vicario
Generale.
Fu in quegli anni che nacque l’attributo di ladri di Santi che fu scambiato con velenosa acredine tra gli abitanti delle due città.
Il resoconto completo di questi fatti
è stato pubblicato nell’ultimo volume
Le reliquie di Sant’Antioco Martire in processione.
A questo punto, il vescovo della
diocesi, monsignor Montixi che, fino
ad allora aveva creduto opportuno non
intervenire con un procedimento giudiziario in corso, fortemente contrariato che un tribunale laico mettesse
becco su questioni ritenute di esclusivo ambito religioso, tentò una mediazione tra le due comunità e propose una divisione equa delle reliquie:
il cranio ad Iglesias e tibie o scapole
a Sant’Antioco. La proposta fu rifiutata e fu gioco forza che, con la festa
del 1853, le ossa del Santo restassero
a Sant’Antioco.
degli Annali, con la descrizione puntuale di fatti e circostanze che, tutti ci
auguriamo ponga fine definitivamente ad ogni sorta di antagonismo
campanilistico che nel XXI secolo
non ha alcuna ragione, razionale, di
esistere.
Il prossimo anno, il 2015, sarà il
quattrocentesimo anniversario della
invenzione delle reliquie e l’occasione irrinunciabile per una commemorazione comune delle due comunità,
da sempre unite da comuni radici storiche e culturali.
Giuseppe Mura
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Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
è stato inaugurato il 16 maggio a Iglesias il Master promosso dal Consorzio AUSI e sponsorizzato da Sardegna Ricerche
22 esperti in bioediliza ed efficienza energetica
Il progetto si propone di formare progettisti in grado di rispondere alle direttive e agli obiettivi comunitari in campo energetico.
è
stato inaugurato il 16 maggio, nell’Aula Magna della
Sede Universitaria del Consorzio di Promozione delle
Attività Universitarie del Sulcis Iglesiente (AUSI), nei locali del Palazzo
Bellavista, a Monteponi, il Master in
bioedilizia ed efficienza energetica,
coordinato sotto il profilo didattico e
scientifico dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari,
e che vede come copromotori e sponsor il Consorzio AUSI e Sardegna
Ricerche, l’ente pubblico per la promozione dello sviluppo regionale della Sardegna.
Hanno partecipato alla cerimonia
d’inaugurazione il presidente del
Consorzio AUSI, Emilio Gariazzo,
il presidente di Sardegna Ricerche,
Ketty Corona ed il direttore scientifico del Master, Antonello Sanna.
Il sindaco, Emilio Gariazzo, ha
espresso la soddisfazione dell’Amministrazione comunale per la realizzazione a Iglesias di un progetto di così
alta valenza scientifica. Particolarmente
significativa ed apprezzata la partnership con l’Agenzia Casaclima di Bolzano e con l’Istituto nazionale di bioarchitettura, che cureranno due importanti sezioni del Master.
Il Master - come ha sottolineato
nel suo intervento il direttore scientifico, Antonello Sanna - ha suscitato
un diffuso e straordinario interesse,
con oltre 120 domande di partecipa-
zione ed una platea di iscritti che ha
dovuto selezionare 22 partecipanti tra
più di 90 ingegneri ed architetti che
hanno preso parte alle selezioni.
L’attivazione di un Master in bioedilizia ed efficienza energetica deriva dalla necessità di formare progettisti altamente qualificati, in gra-
pea sul rendimento energetico in edilizia, le costruzioni realizzate dopo il
31/12/2018 dovranno coprire autonomamente (con uso di fonti rinnovabili) il proprio fabbisogno energetico.
Il Master ha come obiettivo la qualificazione professionale di progetti-
Da sinistra Antonello Sanna, Ketty Corona ed Emilio Gariazzo.
do di rispondere efficacemente alle
direttive ed agli obiettivi comunitari
in campo energetico.
Il nostro Paese, in particolare, si
dovrà immediatamente attrezzare per
affrontare la riqualificazione energetica del suo immenso patrimonio di
edilizia recente. Inoltre, in base alle
ultime modifiche alla direttiva euro-
sti e tecnici dell’edilizia per affrontare, con competenza specialistica, i
temi della pianificazione e della progettazione sostenibile, dalla scala più
generale dell’inserimento ambientale e territoriale a quella del dettaglio
esecutivo, capaci di ideare e coordinare i vari aspetti della progettazione
a basso consumo energetico, sia a scala
Il sindaco di Carbonia rivendica i risultati della sua Giunta
Casti: «Il nostro bilancio è sano»
«I
l comune di Carbonia
ha un bilancio sano, non
ha problemi di cassa ma
paga pesantemente i vincoli imposti dal patto di stabilità
che gli impediscono di poter spendere le risorse a sua disposizione e di
realizzare i progetti programmati
per dare risposte ai suoi cittadini.»
Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia da tre anni, ha presentato così
il conto consuntivo del bilancio 2013.
Nel 2013 il comune di Carbonia
ha incassato 39 milioni e mezzo di
euro, tra trasferimenti nazionali, regionali, del Fondo unico ed imposte
pagate dai cittadini, ed ha speso circa
37 milioni di euro. L’avanzo di amministrazione è così cresciuto da 5
a 7,5 milioni di euro.
Giuseppe Casti ha spiegato che
i vincoli del patto di stabilità, fino a
ieri pagati solo dai comuni più grandi, ora vengono denunciati da tutti gli
enti locali.
«Ho spiegato più volte in tutte le
sedi, regionali e nazionali - ha sottolineato Casti - che gli enti locali
non possono continuare ad essere
schiacciati dal patto di stabilità. Il
comune di Carbonia ha risorse per
oltre 45 milioni di euro (cifra che a
breve dovrebbe raggiungere i 55
milioni di euro) che non può spendere, almeno per la metà per i vincoli del Patto. Si parla tanto di Piano
Sulcis e delle somme messe a dispo-
Giuseppe Casti.
sizione - la cui disponibilità alla
spesa, peraltro, rischia di essere seriamente condizionata dallo stesso
patto di stabilità - ma non si tiene
nella giusta considerazione il fatto
che tra le risorse bloccate nei soli
comuni di Carbonia e Iglesias e nel-
la provincia di Carbonia Iglesias,
si arriva a circa la metà di quanto
previsto nel Piano Sulcis. Se i vincoli del patto venissero allentati, il
comune di Carbonia potrebbe sbloccare e portare a termine tanti appalti, dando così risposte sia in termini di occupazione sia di servizi
alla città.»
Giuseppe Casti ha spiegato inoltre che il comune di Carbonia è uno
dei pochissimi comuni sardi che vantano crediti nei confronti di Abbanoa, per circa due milioni e mezzo
di euro, derivanti dai lavori realizzati e pagati con fondi del proprio
bilancio per il completamento della
rete idrica che, sulla base di un preciso accordo raggiunto con la Regione e la stessa Abbanoa, devono
essere pagati da quest’ultima.
Alla conferenza stampa ha partecipato l’assessore ai servizi sociali e vicesindaco Maria Marongiu,
che ha spiegato come anche nel suo
settore i vincoli condizionano gli
interventi e costringono il comune
di Carbonia ad anticipare le risorse
per assicurare la continuità dei servizi con altri fondi del bilancio.
Il comune di Sant’Antioco cerca soggetti interessati alla gestione
Cercasi gestore per l’ostello della gioventù
I
l comune di Sant’Antioco ha
pubblico l’avviso pubblico per
l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la concessione della gestione dell’ostello
della gioventù. L’immobile, ubicato nel Lungomare Caduti di Nassirya, di proprietà comunale, sorge in
posizione di massimo pregio, prospiciente la laguna di Sant’Antioco ed il porticciolo turistico. Si trova sulla via naturale di percorrenza verso Calasetta.
La struttura è stata oggetto negli
ultimi anni di significativi interventi
di recupero e ristrutturazione. Attualmente risultano interamente
ristrutturati il piano terra, primo e
secondo dell’edificio. Il primi due
piani dell’edificio necessitano di
alcuni marginali interventi di completamento. L’immobile è parzialmente arredato, con mobili nuovi.
Non è stato oggetto di interventi di
ristrutturazione e recupero l’ultimo
piano dell’edificio che rappresenta, probabilmente, la parte di maggior pregio dello stabile e che è,
comunque, oggetto della concessione nello stato in cui si trova.
L’Amministrazione comunale
guidata da Mario Corongiu, intenderebbe utilizzare tale struttura come ostello della gioventù, tuttavia
la precedente gara per l’affidamento
in concessione è andata deserta. I
problemi principali pare risiedano
nella durata della concessione e
nella destinazione d’uso prospettata dall’Amministrazione.
L’Amministrazione comunale
invita gli operatori economici interessati all’affidamento della concessione della struttura a manifestare il proprio interesse mediante
la presentazione di un’idea progettuale nella quale dovranno essere
indicati i seguenti elementi:
1) obiettivi del progetto e destinazione d’uso dell’immobile;
2) natura e quantificazione degli investimenti eventualmente effettuati dal proponente;
3) ricaduta occupazionale dell’investimento e dell’attività proposta;
4) durata della concessione quantificata in rapporto alla natura dell’attività proposta e degli investimenti realizzati;
5) canone annuale di concessione offerto dal proponente;
6) altra eventuale utilità assicurata all’amministrazione dall’affidamento della concessione;
7) eventuale proposta di acquisizione in proprietà dell’immobile
e corrispettivo offerto.
Per partecipare validamente alla manifestazione d’interesse, i proponenti devono far pervenire le loro offerte al comune di Sant’Antioco entro il termine perentorio
delle ore 12,00 del prossimo 16
giugno.
urbana che a scala edilizia, con particolare attenzione al contenimento dei
consumi di edifici nuovi o esistenti.
La presidente di Sardegna Ricerche, Ketty Corona, ha sottolineato il
ruolo di Sardegna Ricerche quale «…
trait d’union tra il mondo accademico e il sistema imprenditoriale della
mercato della bioedilizia e dell’efficienza energetica, è condizione indispensabile soprattutto in un territorio come quello del Sulcis Iglesiente che necessita di una importante riconversione del proprio sistema economico. Per questo abbiamo ritenuto
doveroso investire sulla formazione
Oltre 90 tra ingegneri ed architetti hanno partecipato alle selezioni.
Sardegna».
«Le nostre imprese - ha sottolineato la presidente Corona - non possono sostenere la competitività del mercato globale senza operare significativi investimenti in innovazione. In
questo contesto un capitale umano
altamente preparato per affrontare
le nuove sfide e le nuove frontiere sul
di eccellenza che sia l’Università di
Cagliari che l’Agenzia CasaClima e
l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura
possono garantire all’intero percorso didattico del Master che formerà
progettisti in grado di rispondere efficacemente agli obiettivi strategici,
posti sia a livello europeo che regionale, per la riqualificazione energe-
tica del patrimonio edilizio.»
«Il sostegno che Sardegna Ricerche garantisce a questo Master - ha
proseguito Ketty Corona - rientra in
un nostro progetto più ampio denominato “Cluster Materiali” che comprende una serie di iniziative rivolte
proprio alla promozione della ricerca e dell’innovazione nel campo dei
materiali tradizionali ed innovativi,
della bioedilizia e dell’edilizia sostenibile. Questo progetto ha consentito al momento di finanziare tre progetti, sviluppati in collaborazione tra
organismi di ricerca e cluster di imprese regionali, come quello di progettazione e realizzazione di murature in laterizio (cotto e crudo) - Capofila: Università di Cagliari; quello
sull’utilizzo sostenibile del patrimonio forestale sardo - Capofila: Università di Cagliari e Sassari, ed il recupero e conservazione di materiali,
tecnologie e valori architettonici - Capofila: Università di Cagliari.»
«Ulteriori progetti e iniziative sono in cantiere - ha concluso Ketty
Corona - in coerenza con i contenuti
e le linee di indirizzo del Piano d’Azione dell’Efficienza energetica regionale (il cosiddetto PAEER), approvato a ottobre 2013 dalla Giunta
ed elaborato con il contributo della
Piattaforma Energie rinnovabili di
Sardegna Ricerche.»
Giampaolo Cirronis
www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com
giampaolo.cirronis@gmail.com
Il 9 maggio si è tenuto il primo corso BLS-D al “Baudi di Vesme”
“La mia scuola è cardioprotetta”
“L
a mia scuola è cardioprotetta” è il
titolo del progetto
portato avanti dall’associazione “I Colori del Cuore
Onlus” in collaborazione con gli
istituti scolastici cittadini. L’associazione si è fatta promotrice di una
campagna volta all’acquisto e alla
messa in uso di due defibrillatori semi-automatici (DAE) sul territorio.
Valore aggiunto dell’iniziativa è stata
la possibilità data a studenti e ai docenti di seguire i corsi per essere abilitati all’utilizzo dello strumento.
In questi due anni di attività, la
associazione “I Colori del Cuore
Onlus” si è impegnata con propri interventi economici a sostenere le famiglie disagiate con bambini cardiopatici e ad acquistare beni strumentali per il reparto di Cardiologia Pediatrica del Brotzu, apportando un
significativo miglioramento in termini di qualità della vita delle persone.
Il progetto “La mia scuola è
cardioprotetta” prevede la collocazione di un primo defibrillatore semi-automatico presso l’Istituto Magistrale “Baudi di Vesme” e il se-
condo defibrillatore ad uso adultopediatrico presso l’Istituto Comprensivo “Costantino Nivola”, che
raggruppa più di 740 alunni.
Venerdi 9 maggio si è tenuto,
presso la Palestra dell’Istituto Magistrale “Baudi di Vesme”, il primo
Emilio Gariazzo.
corso BLS-D destinato agli studenti maggiorenni dell’Istituto Baudi
Di Vesme, la 4 AES, e ai docenti
dell’Istituto Comprensivo “Costantino Nivola” (Infanzia, Elementari,
Medie).
La consegna dei due defibrilla-
tori si è svolta sabato 17 maggio,
presso la Sala Lepori, in presenza
dei dirigenti scolastici e dell’Amministrazione comunale.
«L’associazione “I Colori del
Cuore Onlus” - commenta la presidente Lydie Martine Licheri - intende condividere con i cittadini l’impegno per costruire un’identità su
valori e comportamenti improntati
alla responsabilità sociale. I fondi
raccolti con la vendita del libro “I
Colori del Cuore - Storie d'’amore
per la vita” a cura di Sabrina Montis e Roberto Tumbarello, Aipsa Edizioni, ci hanno consentito l’avvio del
progetto “La mia scuola è cardioprotetta”, con l’acquisto di ciò che
consideriamo un investimento sociale: due defibrillatori semi-automatici.»
«Esprimo massimo apprezzamento - commenta il sindaco, Emilio
Gariazzo - nei confronti dell’associazione “I Colori del Cuore Onlus”, per aver raggiunto l’obiettivo
dell’acquisto dei defibrillatori ma
soprattutto per aver formato una rete di persone in grado di saperli
utilizzare.»
Dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte ritorna
il Girotonno - Uomini, storie e sapori sulla rotta del tonno
dalla prima pagina
collaborazione con l’agenzia di
comunicazione Feedback di Palermo, e con il patrocinio di Sardegna Turismo, della Regione
Sardegna, della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias e del Consorzio turistico del comune di Carloforte, si rinnova l’antico rito della pesca del
Tonno rosso - bluefin (Thonnus
Thynnus).
La manifestazione è incentrata
su una gara gastronomica internazionale, la “Tuna Competition” alla quale partecipano chef provenienti da 6 paesi che preparano specialità a base di tonno cotto e crudo.
A confrontarsi a Carloforte ci saranno: Brasile (Mauricio Zillo e
Nicola Pepe Christian), Italia (Roberto Serra e Clelia Bandini), Francia
(Sylvain Sendra e Anne Legrand)
Giappone (Haruo Ichikawa e Lorenzo Lavezzari) Spagna (Alba Ruiz
e Maria Giulia Magario), Usa
(Timothy Magee e Nicola Fabrizio).
A giudicare i piatti ci saranno
due giurie, una tecnica e una popolare. La giuria tecnica, presieduta da
Paolo Marchi, ideatore di Identità
golose, il primo congresso italiano
di cucina d’autore, è composta da
giornalisti di settore. Con Paolo
Marchi nel panel tecnico ci sono
Giorgia Cannarella di finedinin
glovers.com, Lorenza Fumelli di
Agrodolce.it, Tom Kington corrispondente in Italia per il Los Angeles Times, Chiara Maci, food blogger volto del programma “Cuochi
e Fiamme” su La7d e “The chef”
su La5, Pietro Pio Pitzalis di repor
tergourmet.com, Fernanda Roggero de Il Sole 24ore, Roberta Schira,
scrittrice e gourmet e Masakatsu
Ikeda di saporitaweb.com e Federico De Cesare Viola di Repubblica.
La giuria popolare sarà composta dai visitatori della manifestazio-
ne che potranno assaggiare i piatti
e poi votarli utilizzando palette numerate.
A condurre la gara e gli appuntamenti della rassegna Novella Calligaris, giornalista ed ex campionessa di nuoto ed il presentatore
televisivo Massimo Giletti.
I Talk tuna saranno invece il
palcoscenico per i migliori chef sardi, Luigi Pomata, Roberto Petza,
Achille Pinna e Stefano Deidda
(domenica 1 giugno in “8 mani
per un palco”), durante il quale si
presenterà l’Associazione “Cuochi per l’Isola”: Fabrizio Barontini, Max Masuelli e Antonio Corrado, chef dell’Uir, Unione Italiana Ristoratori (lunedì 2 giugno
alle 17.00 in “Navigando con il
tonno”, incontro ispirato al loro
arrivo sull’isola in barca a vela)
con Roberto Serra e Luca Puddu
(lunedì 2 giugno alle ore 18.30 in
“Da Palma a Parigi passando per
la Sardegna”).
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Il 21 maggio si è svolta a Nebida la cerimonia di commemorazione del 108esimo anniversario dell’eccidio verificatosi nel 1906
I moti di protesta del 1906 nella Sardegna mineraria
Il 20 maggio dello stesso anno era stato Gonnesa il centro del malessere, con incendi e distruzione nell’ufficio del Dazio e in alcuni negozi.
di Salvatorico Serra
Salvatorico Serra.
A distanza di 108 anni dai fatti del
maggio del 1906, per commemorare
un tragico evento nel quale persero la
vita due minatori, uccisi durante un
conflitto a fuoco con le forze dell’ordine del tempo.
I fatti sono noti. Da una situazione
d’insopportabile miseria, resa ancor
più drammatica dall’aumento dei beni di consumo e dai dazi capestro,
insorsero, anche in questa zona sudoccidentale dell’isola di Sardegna,
i lavoratori e le popolazioni minerarie, stanche dei lunghi soprusi e sopraffazioni.
A Gonnesa, Monte Onixeddu, Seddas Is Moddizzis, Montescorra e Nebida, gli abitanti, con in testa i minatori e le loro famiglie, andarono
incontro alla morte in uno scontro
con le forze dell’ordine.
Siamo a distanza di due anni dai
tragici fatti di Buggerru del settembre
del 1904, un paese che assieme a Fluminimaggiore contava oltre 8.000 abitanti e ben 3.307 operai, nel quale persero la vita, in analoghe circostanze,
tre minatori.
Le manifestazioni di solidarietà
con i lavoratori di Cagliari furono sostanziate da piattaforme rivendicative
dettate dal malessere che serpeggiava già da diverso tempo tra le maestranze ed i cittadini delle zone minerarie. Il giorno 15 di maggio, giorno successivo ai disordini di Cagliari,
si precipitò a Nebida il segretario
della Lega dei minatori di Iglesias,
Augusto Dragoni ed assieme al segretario della lega di Nebida, Gino
Luigi Galliadi (Galeadi, scriverà Corsi), riuscirono ad introdursi nei cantieri minerari della Società che gestiva quella miniera, informando i lavoratori dei fatti di Cagliari i quali,
in segno di solidarietà e di protesta,
abbandonarono immediatamente il
lavoro. La sera, intorno alle 18.00, alla
testa di una folla di circa 500 minatori, con molte delle loro donne e
cittadini di quella frazione, Dragoni
e Galliadi decidono di recarsi ad Iglesias, dove arriveranno alle 20,30. è
una notte piovosa. Un cordone di carabinieri, attirata dal crepitio di mortaretti fatti scoppiare dai minatori all’ingresso della città, sbarra loro la
strada vietandone l’ingresso. Muove loro incontro Alcibiade Battelli,
segretario della cooperativa di consumo di Buggerru, il quale invita alla calma i nebidini. Solamente dopo
una snervante trattativa, i dimostranti
sono lasciati entrare in città. Le 20
donne che accompagnavano i loro
mariti nella manifestazione di protesta saranno alloggiate in un albergo mentre gli uomini saranno ricoverati in una chiesa. La mattina del
16, i dimostranti presentarono al sindaco della città un memoriale “rivendicativo”, al fine di ottenere alcuni
miglioramenti per i cittadini di quella
frazione, tra cui:
1) una scuola elementare (in quanto inesistente);
2) l’illuminazione pubblica;
3) una levatrice;
4) la manutenzione delle strade
del paese, ottenendo ampie promesse su parte delle rivendicazioni presentate.
Questo bastò per placare gli animi
e far rientro a Nebida. Quel centro
minerario era sprovvisto delle misure
più elementari d’igiene. Scriveva sempre Cabrini nell’articolo citato che:
«A Nebida poche sono le costruzioni
decenti. Tutto il resto è formato da
luride catapecchie; alcune delle quali inferiori ai tukul abissini. Tutto
appartiene alla società che sfrutta
la miniera, una società belga [...]».
Il giorno 20 del mese di maggio,
festivo in quell’anno, è Gonnesa l’epicentro del malessere. Su questo paese
convogliarono i minatori della zona.
Il malcontento era generale. Improvvisamente, intorno alle 14,30, quei lavoratori e cittadini, in numero di circa
600, si recano nella casa del sindaco
del tempo, Luigi Toro, chiedendo:
1) l’abolizione del dazio;
2) l’abolizione delle tasse comunali;
3) la diminuzione dei prezzi dei
viveri;
4) l’aumento dei salari.
Quest’ultima rivendicazione era
presentata al sindaco, giacché rappresentante delle Istituzioni e come
tale accreditato ancor più presso le
aziende minerarie della zona per le
implicanze d’ordine sociale che si sarebbero potute verificare.
Anche a Gonnesa spettacoli tristi,
scrive ancora A. Cabrini.
Attorno alle poche case dei ricchi, sorgono gli abituri dei minatori,
simili a stalle. Mancano le strade,
l’acqua, le fognature e le latrine. Le
scuole non vanno oltre la terza elementare. I minatori, di qui (circa
2.000), vanno a lavorare nelle vicine
miniere di Bacu Abis, Terras Collu,
San Govanni, Montescorra e Monte
Onixeddu.
del sottotenente Antonio Bitti) che
intimarono ai dimostranti di sciogliere la manifestazione. Al lancio,
presunto, di alcuni sassi, e temendo
per la propria incolumità, il sottotenente dei carabinieri, il brigadiere
Adolfo Lasiolo ed i carabinieri Antonio D’Aureli e Giuseppe Giovannini, aprirono il fuoco contro quella
folla inerme, uccidendo tre persone
e ferendone 17. Morirono così Angelo Puddu, Giovanni Pili e Federica Pilloni.
La parte dei minatori che si era
diretta verso Nebida raggiunse quella
località intorno alle sei del pomeriggio e s’incontrò con i minatori di
quella zona, capeggiati dal segretario della lega Galliadi. Si ebbero degli scambi di informazioni ed improvvisamente quella folla di lavoratori,
che aveva raggiunto il numero di circa un migliaio, si impadronì di mazze di ginepro dette volgarmente guarniture, che si trovavano in un magazzino ed atterrarono la porta del
casotto del Dazio (chiusa per consiglio dei RR. - CC) e misero a soqquadro quanto si trovava all’interno: carte, mobili, oggetti d’uso delle
guardie. Il tutto fu portato all’ester-
La deposizione di una corona d’alloro sulla lapide che ricorda le vittime.
Il Sindaco promise che si sarebbe adoperato in loro favore ma i lavoratori, invece che sciogliere la manifestazione si recarono nell’ufficio
del Dazio. Atterrarono la porta d’ingresso; buttarono a terra l’insegna
sovrastante; entrarono nei locali,
presero tutto quanto trovarono all’interno; lo portarono fuori e diedero fuoco a moduli ed oggetti del daziario Francesco Saiu, poi si recarono nel vicino negozio di Bernardo
Crotta e dopo aver ridotto a pezzi il
“peso bilico” ed altri oggetti si apprestarono a bruciare tutto quanto si
trovava all’interno, quando il titolare
del negozio, con molto pragmatismo
ed opportunismo, si dichiarò assolutamente d’accordo con le proteste
e si associò a quei minatori, scongiurando in questo modo la distruzione
totale del negozio. Non eguale fortuna ebbe il negozio di Giovanni Muscas che, preso d’assalto dalla folla
inferocita con lancio di sassi alla porta d’ingresso, si scontrò col proprietario che li accolse con dei colpi di
rivoltella rifugiandosi, con la propria
moglie ed un figlioletto di un anno,
in una casa vicina prima che un’ondata incontrollabile travolgesse e devastasse tutto ciò trovò sul proprio
cammino, bruciando e distruggendo
ogni cosa.
Il giorno successivo (21 maggio)
una folla di circa 400 persone si recò nelle miniere di Monte Onixeddu, San Giovanni e Seddas Moddizzis ed entrò nelle cantine aziendali
asportando quanto a loro necessario
(pane in particolare).
Il pomeriggio dello stesso giorno i dimostranti, dopo essere rientrati a Gonnesa, si divisero in due
tronconi. Uno, con a capo lo studente
iglesiente Antonio Sanna, si diresse
a Nebida, mentre la parte restante si
recò verso bottega di Antonio Spanu
in Gonnesa, con lo stesso intento della mattinata ma trovarono la strada
sbarrata da ingenti forze di carabinieri e soldati che avevano cinto di
assedio il paese: un’intera Compagnia di soldati (il 17° Fanteria) ed un
plotone di 20 carabinieri al comando
no e fu bruciato. Subito dopo i dimostranti si rivolsero verso la cantina della Ditta Lotti & Magrini, posta dirimpetto all’ufficio daziario,
abbatterono le porte e s’introdussero all’interno mettendo tutto a soqquadro.
Nella relazione alla Sentenza del
Tribunale penale di Cagliari (p. 7)
su fatti di Nebida del 1906, si legge
che i dimostranti
[...], rovesciarono dagli scaffali
merci, spargendo sul tavolato anche
il petrolio ed i fiammiferi, con evidente intenzione, come dice il perito (al foglio 52: documenti) di incendiare il fabbricato (!). Ciò sarebbe avvenuto se non fossero accorsi i
carabinieri che si trovavano nella
palazzina della Direzione della miniera alla distanza di 200 metri, che
videro il pericolo, conoscendo che i
pavimenti del caseggiato erano formati di tavolato, ed intesero le voci
di soccorso dei commessi di negozio,
che si trovavano bloccati al piano
superiore. Alcuni di loro erano riusciti
a fuggire per i tetti, scavalcando le
finestre; ma una povera donna, certa
Guidi Ersilia, era svenuta, ed il figlio
Ciaci Benedetto, d’anni 14, era andato ad avvertirli del pericolo dicendo: «Salvatemi mia madre».
I carabinieri nell’esiguo numero
di sette, col brigadiere S. Savino e
vice-brigadiere, P. Salvatore, dovettero far fronte a quella turba di malfattori dei quali oltre duecento, armati delle grosse guarniture, tentarono circondarli e disarmarli, colpendoli con le medesime; ma i colpi,
diretti alla testa, venivano in parte
schivati col moschetto da quei valorosi. Se non ché, essendo caduto per
terra il detto brigadiere S. Saverio
ed il vice brigadiere P. Salvatore per
effetto dei colpi, costui cogli altri militi, dovette far fuoco contro gli assalitori, uccidendo […] certo Ariu
Efisio e ferendo gravemente certo Lecca Carlo, che morì nella notte. Rimasero feriti altri sei rivoltosi, come
pure riportarono delle lesioni cinque
carabinieri: lesioni queste che guarirono al decimo giorno.
Nessuno prestò aiuto ai feriti. Lo
testimonia la relazione del Tribunale
Penale di Cagliari quando rileva che il
brigadiere S. proibì l’avvicinamento
ai feriti, nonostante le sollecitazioni
del segretario della Lega dei minatori di Nebida, Galliadi, che l’apostrofò con l’epiteto di “vigliacco”.
I danni furono ingenti. L’amministrazione del dazio subì un danno
di 780 lire del tempo mentre quello
della cantina della ditta Lotti & Magrini, fu di 4.425 lire. Furono abbattuti diversi pali telegrafici così come
il filo telefonico della Società Mineraria Vieille Montagne (Direttore:
Alfonso Verzèe)
Ai tumulti seguirono le rappresaglie delle direzioni minerarie. Tra
il 30 maggio ed il 7 luglio di quell’anno, furono licenziati 158 operai
dalle miniere di Nebida. Gli arrestati, rinviati a giudizio con ordinanza
del 18 settembre 1906, furono in totale 164 (103: 94 uomini e 9 donne,
per i fatti di Gonnesa e 61: - tutti
maschi - per i fatti di Nebida).
Gli arrestati, accusati di danneggiamento continuato e pregiudizio
di persone, tentato furto qualificato
e residenza e lesioni alla forza pubblica, furono tradotti in catene, ed a
piedi, da Gonnesa e Nebida fino ad
Iglesias (11-14 chilometri) tra lo scherno di alcuni gruppi di bottegai e proprietari terrieri della città.
Le pene variarono da uno a sette
mesi di reclusione più una multa variabile da 170 a 400 lire. 41 persone
furono assolte dai soli reati di danneggiamento; cinque vennero assolti
dal reato di furto e due, di non luogo
a procedere, per distruzione di documenti; sei, di non luogo a procedere per sequestro di persona e due
per il reato di estorsione (tutti per i
fatti di Gonnesa).
Il 29 maggio 1907, la Corte d’Appello di Cagliari condonò ai condannati la pena afflittiva non eccedente i sei mesi e riduzione di un terzo quelle superiori ai sei mesi, per
tutti i condannati, tranne per coloro
i quali fossero stati condannati nei
cinque anni precedenti di delitti d’azione pubblica.
Per i fatti di Nebida, 24 minatori vennero condannati a mesi 7 di
reclusione e ad una multa di 350 lire
più un’ammenda di 30 lire per danneggiamenti continuati; uno a mesi
5 per danneggiamento non continuato; il segretario della lega dei minatori di Nebida, Galliadi (Gino Luigi), accusato di correità nei danneggiamenti e di oltraggio, venne condannato a sette mesi e 5 giorni di reclusione, più un multa di 350 lire
mente venne assolto dal reato di istigazione a delinquere; il segretario
della Lega di Iglesias, Augusto Dragoni, venne condannato a 6 mesi di
reclusione per danneggiamento; 27
furono assolti per insufficienza di
prove.
Le cause, ammetterà il Tribunale di Cagliari, confermano quelle denunciate dai lavoratori: abusi da parte delle Amministrazioni comunali;
prezzi elevati dei generi di prima necessità e nei negozi del Comune e
nelle cantine; bassi salari giornalieri non adeguati ai lavori faticosi per
la maggior parte dei minatori; angherie da parte dei sorveglianti [di miniera] e poca cura delle lamentele, oltre
tutti gli altri disagi.
“Fu una sommossa determinata
dal bisogno”, scriverà Angelo Corsi, leader del Riformismo sardo e sindaco d’Iglesias nel suo libro:
L’azione socialista tra i minatori
della Sardegna 1898-1922 (Edizioni di Comunità, p. 146. Milano) e riprendendo una frase di Victor Hugo
aggiunse:
L’insurrezione confina con la mente, la sommossa con lo stomaco.
La Sardegna è percorsa da un sussulto di protesta. A Bonorva e Villasalto, scoppiano gravissimi tumulti
popolari. A Bonorva, durante una dimostrazione popolare che culminò
con l’assalto di un caseificio, due soldati spararono sulla folla uccidendo
un dimostrante mentre a Villasalto,
zona mineraria del Sarrabus-Gerrei,
nella zona sud-orientale dell’isola, i
carabinieri spararono uccidendo un
dimostrante e ferendone altri due. I
gravissimi fatti di sangue ed il malessere profondo che ha caratterizzato i tumulti nelle zone minerarie
provocò una forte eco a livello nazionale tanto da suscitare nella Camera
dei Deputati un acceso dibattito che
culminò con la nomina di una “Commissione Parlamentare di Inchiesta
per lo studio della condizione degli
operai nelle miniere sarde”. Istituita
con legge 19 luglio 1906 arrivò in
Sardegna solamente nel maggio del
1908 e presentò la sua relazione nel
1911.
Poesia di un vecchio minatore
sardo, da me ritrovata e della quale ho
curato la traduzione in italiano, che
nel ricordo dei sacrifici e delle lotte
affrontate dai minatori sardi all’inizio
del ‘900 scriveva la sua:
Storia di socialisti
Ita si estis connottu sa vida de is
anzianus, / traballendi annus e annus in galleria dex’oras,/ e is chi traballanta in foras / traballanti de solli
in solli, / mancai senza de bolli / pagastus su camberoni, / luxi, linna e
cando come in uso agli animali/in
baracche di legna;/ per letto una fascina/ fatta di foglie di frasche;/festa solo per Pasqua/con altre tre all’anno;/poi, tutti [come fossimo stati] in un arèngo /dovevamo lavorare
anche la Domenica/ senza alcun
compenso;/nessun diritto per l’infortunio,/ e men che meno altri diritti;/ la gente che aveva bisogno/
era il mille per mille/ e senza mai
una lira in tasca./ Molti non lo crederanno!./ Si camminava sempre a
piedi/ con la bisaccia di sacco/ [con]
il parapioggia a tracolla,/ e le scarpe
a spalla./ Solamente col tempo,/ a
San Giovanni ed a Monteponi/ [a]
Masua ed Acquaresi,/ nel millenovecento e sei/ abbiamo iniziato la lotta/ per farci aumentare il salario/ ed
avere un trattamento migliore,/fino
ad ottenere/il riposo domenicale/il
riconoscimento dell’infortunio e
dell’ospedale/ ed otto ore di lavoro/sia all’interno che all’esterno;/e se
siamo potuti andare in pensione,/anche se malconci,/ a chi lo dobbiamo?/ Non a santi né a Dio / ma al Partito Socialista,/mettendo per primo
in lista/ Giuseppe Cavallera./Sia nelle campagne che nella miniera,/contri-
La breve cerimonia di commemorazione.
candella, / arraza de vida bella / paghendi su spirali,/ corchendi a usu
de animali / in barraccas de linna, /
po lettu una fascina / fatta de folla de
frasca, / festa solu po Pasca / cun altras tres ass’annu / poi, tottu a unu
arringu / traballastus su Domingu /
senza compensu alcunu, / non ci
fiara infortunu, / e prus pagu altera
cosa, / sa genti abbisongiosa / fiera
su milla po milla / e in bucciacca
mai pilla. / Medas non d’anti a crei
/ camminai sempri a pei/ cun sa bertulleda de saccu / a tracolla su peraccu / e is crapittas a coddu, / solu
che in poni in poni / Santu Juanni a
Monteponi / Masua e Acquaresi / in
su noixentus e sesi / cummenzau
eus sa lotta / po aumentai sa paniotta/ e migliori trattamentu / finzas a
essi ottentu / sa festa domenicali /
s’infortuniu e su spirali / ott’oras de
traballu/ in s’internu e in s’esternu,
/ et si seusu penzionaus / mancai mali stappaus / a chini du deppeus?/
Non est a Santus e non est a Deus /
est a su Partidu Socialista / ponendi
in prima lista / a Giuseppi Cavallera
/ in su campu e in sa miniera / donendi umanu sviluppu / predichendi
in cussu cursu / ci fiat Nazari e Siottu
/ votendi commenti votu / non eis a
votai mali / ca su Partidu Sociali /
non fai mali a nisciunu / innoi e in
dogna cumunu / est necessariu a du
votai. /
W il P.S.I.
Giuseppe Chia
(Domusnovas 1889-1961)
Storia di Socialisti
“Il lavoro dei minatori nelle miniere sarde tra la fine dell’800 ed i
primi del ‘900”
(traduzione in italiano di Salvatorico Serra)
Eh, se aveste conosciuto la vita
degli anziani!/lavorando anni ed anni [per] dieci ore [al giorno] in galleria!/ E chi lavorava all’esterno,/
lavorava dall’alba al tramonto;/ contro
la nostra volontà /pagavamo il posto per dormire;/ luce, legna e illuminazione./ Bel modo di vivere!/pagando il ricovero in ospedale,/cori-
buendo all’umano sviluppo/e predicando su quel solco,/ vi era Nazzari e
Siotto./ Votando come voto/non voterete mai male/ perché il Partito sociale/ non fa del male a nessuno;/sia
qui che in ogni comune/ e necessario votarlo.
W il P.S.I.
Giuseppe Chia
(Domusnovas 1889-1961)
Angelo Corsi: L’Azione Socialista tra i minatori della Sardegna.
1898-1922,. Edizioni di Comunità,
Milano, 1959, p. 91
(30-40, secondo Cabrini, giornalista e propagandista socialista di quegli anni, nelle corrispondenze apparse sull’Avanti raccolte in seguito in
un opuscolo intitolato “Sardegna”)
Angiolo Cabrini, nel suo articolo per l’Avanti sostiene che il memoriale fu presentato al Sottoprefetto mentre nella Relazione del
Tribunale è scritto che tali richieste
furono presentate al Sindaco della
città.
Guarniture: mazze di ginepro
destinate ai lavori di imboscamento
(rivestimento delle volte) delle gallerie della miniera.
è la prima volta che vengono
rivelati i nomi dei due morti di Nebida. Li ha portati alla luce l’autore
di questo lavoro dopo un paziente lavoro di ricerca sia negli archivi del
comune di Iglesias che in quelli del
Tribunale Penale di Cagliari.
Ariu Efisio di Bernardino e di
Meloni Maria Giuseppa, di anni trentasette, era nato a San Gavino Monreale - CA - ed era residente in Nebida. Coniugato con Murru Eugenia
era padre di 6 figli. Fu seppellito alle
ore 4.00 del pomeriggio del giorno
24 maggio 1906, nel cimitero di Iglesias, fila 11, cippo n° 10.
Lecca Carlo fu Adamo e di fu
Cappai Luigia, di anni trentacinque,
era nato a Nuraminis - CA - ed era
residente a San Giovanni Miniera.
Era coniugato con Casula Giovanna.
Fu seppellito alle ore 3.00 del pomeriggio del giorno 24 maggio 1906;
fila 11, cippo n° 9.
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Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Dopo Fluminimaggiore (3 e 4 maggio) e Carbonia (17 e 18 maggio), altri 4 comuni del Sulcis Iglesiente hanno aperto i loro monumenti
Monumenti aperti, una formula che funziona
Il 24 e 25 maggio sono stati migliaia i visitatori che hanno affollato i siti di Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco e Teulada.
A
nche quest’anno la manifestazione Monumenti Aperti,
organizzata dai comuni in
collaborazione con il coordinamento regionale affidato all’associazione culturale Imago Mundi,
giunta alla sua diciottesima edizione,
sta riscuotendo grande successo, a conferma della validità della formula.
Il 3 e 4 maggio Fluminimaggiore
ha aperto ai visitatori il Tempio di Antas ed il Museo Etnografico Antico
mulino ad acqua Licheri.
A Carbonia, il 17 e 18 maggio, nonostante le condizioni climatiche avverse, in particolar modo la domenica
pomeriggio, il numero dei visitatori è
stato molto elevato (11.030), molti dei
quali hanno sfidato anche la pioggia,
è rimasto sui livelli dello scorso anno,
quando il clima è stato sicuramente
più favorevole.
I siti che hanno registrato una maggiore affluenza di pubblico sono stati
la Grande Miniera di Serbariu e il
CICC, il Museo paleontologico E.
Martel e la scuola media S. Satta.
Grande apprezzamento hanno ottenuto gli eventi collaterali, tra questi il
trenino che ha consentito il giro turistico della città.
Sabato 24 e domenica 25 maggio
sono stati quattro i comuni del Sulcis
Iglesiente che hano aperto i loro siti
ai visitatori: Gonnesa, San Giovanni
Suergiu, Sant’Antioco e Teulada.
A Gonnesa hanno destato grande
partecipazione, tra gli altri, il Complesso nuragico di Seruci ed il Museo etnografico di Nuraxi Figus; a
San Giovanni Suergiu e Palmas Vecchio; a Sant’Antioco il Museo archeologico Barreca, il Museo del Bisso, la
Necropoli punica di Sulky e il Tofet;
a Teulada, la Torre e la Chiesa di San-
t’Isidoro, la Casa baronale, le Chiese
della Vergine del Carmine e di San
Francesco.
Il 31 maggio e 1 giugno, ultimo
la Chiesa della Purissima, il Museo
dell’Arte mineraria, l’ex Mattatoio, il
Museo della Memoria e il museo dell’arte mineraria; Portoscuso la Ton-
A Carbonia il trenino ha trasportato centinaia di visitatori nei siti.
Il nuraghe Seruci è stato uno dei siti più frequentati ed apprezzati dai visitatori.
tappa stagionale, tra i comuni protagonisti ci saranno Iglesias, Portoscuso
e Buggerru. Iglesias proporrà, tra gli
altri siti, gli itinerari minerari di Nebida, la Cattedrale di Santa Chiara e
nara Su Pranu, la Torre, Su Marchesu, la Chiesa Vergine d’Itria e Boi
Cerbus; Buggerru, infine, la Galleria
Henry, l’ex Bà, il Centro direzionale
minerario ed il Museo del Minatore.
La Giunta Pigliaru sia “amica” dei sardi
I
“Vagli a spiegare che è Primavera”
Q
I Riformatori sardi proseguono la battaglia sulle accise
Riformatori sardi presenteranno
alla Corte Costituzionale l’opposizione al ricorso del Governo contro la Finanziaria regionale in materia di accise e taglio del
costo della benzina. Il termine per
presentare opposizione scade martedì 3 giugno. Venerdì 30 maggio alle 10.00, nella sala delle conferenza
stampa di Montecitorio, a Roma, si
terrà la conferenza stampa durante
la quale i Riformatori illustreranno
l’atto di opposizione. Parteciperanno diversi costituzionalisti, il coordinatore regionale dei Riformatori
sardi, Michele Cossa, il deputato dei
Riformatori sardi e presidente della
commissione Affari sociali della
Camera, Pierpaolo Vargiu, il presidente dei consiglieri regionali dei
Riformatori, Attilio Dedoni, il consigliere regionale Luigi Crisponi, il
presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, e
Tutto esaurito al teatro Electra per la tappa del Festival
numerosi dirigenti del partito.
«Il Governo - spiegano i Riformatori sardi - ha deciso di ricorrere contro una legge che venne ap-
Il coordinatore Michele Cossa.
provata all’unanimità dal Consiglio, che non risarcisce certo i sardi
dei danni ambientali e alla salute
umana derivanti dall’inquinamen-
to della lavorazione dei prodotti del
petrolio, ma almeno ribadisce il sacrosanto principio che chiunque
inquina la Sardegna, quanto meno
debba pagare le tasse in Sardegna.»
Dal 14 maggio, dicono ancora i
Riformatori, «la Giunta regionale
sarda aveva venti giorni di tempo
per costituirsi davanti alla Corte
Costituzionale, per combattere e
vincere la battaglia giuridica in difesa dei diritti dei sardi. L’accordo
Prodi-Soru del 2007 ha caricato
sul bilancio della Sardegna il costo
della sanità e della continuità territoriale: non è tollerabile la beffa che
ci vengano negate le risorse. Sui
soldi che ci spettano si vada alla
guerra sino in fondo: non ci sono
“governi amici” - concludono i Rifomatori sardi - la Giunta deve essere “amica” soltanto dei sardi e dei
loro legittimi interessi».
uando il Teatro Stabile della Sardegna ha incaricato
Cinzia Crobu (giornalista,
critico teatrale presso la
Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico di Roma ed
antropologa) e Monica Porcedda (attrice, regista, nonché presidente de La
Cernita Teatro) di programmare una
tappa itinerante del Festival di Filosofia nel Sulcis Iglesiente, le due
giovani professioniste sulcitane ne
hanno assunto la direzione artistica,
ideando una manifestazione unica nel
suo genere. Un appuntamento, quello del 1° maggio al Teatro Electra
di Iglesias, che ha riscosso grandissimo successo: il teatro gremito, dalle
16.00 alle 23.00, ha visto alternarsi
sul palcoscenico teatro, musica e riflessione. In apertura l’intenso monologo teatrale “Oliena 1946-Cortoghiana 1952” (di Monica Porcedda, con Monica Porcedda, Mariella
Mannai, Luciano Sulas, Lucia Longu e Rosanna Sulas - regia Gloria
Uccheddu) a dar voce alla tragica
vicenda che nel 1952 vide perire in
galleria il minatore Giuseppe Sechi
e altri due colleghi. A seguire lezione
concerto condotta da Cinzia Crobu
ed il docente Roberto Serra, i quali
hanno commentato una scaletta di
15 brani, a partire da De Andrè per
giungere a Guccini, Bertoli, Jannacci, De Gregori, Silvestri e molti
altri: fil rouge, il tema del lavoro nel
cantautorato italiano. I brani sono
stati eseguiti, con vera bravura, dal
gruppo rock Jokers (Francesco Atzori, Giorgio Pinna, Fabio Murtas,
Francesco Ledda) riuscendo a coinvolgere l’intero teatro. Infine, è stato dedicato ampio spazio, trattenendosi a teatro molto più di quanto si
fosse preventivato in cartellone, all’incontro tra Gherardo Colombo, ex
pubblico ministero, il docente e filosofo Remo Bodei e la docente e filosofa Roberta De Monticelli (ideatrice con Pierluigi Lecis del Festival
di Filosofia cagliaritano giunto alla
IV edizione al Teatro Massimo) cui si
è aggiunto l’on. Francesco Sanna, a
sorpresa sul palco. Un dibattito di
vero spessore che ha toccato i temi
del lavoro, della giustizia, dell’etica
rapendo l’intero Auditorium.
Promotori dell’iniziativa il comune di Iglesias (il sindaco Emilio
Gariazzo, soddisfattissimo in prima
fila), gli sponsor privati “Alice surgelati”, l’Hotel Ristorante “Corte
Rubia” Iglesias e la Società operaia di
Mutuo soccorso di Iglesias. Partner
il Teatro Stabile della Sardegna e
l’Università degli Studi di Cagliari.
Una serata unica nel panorama sulcitano, quella proposta dalle due or-
ganizzatrici in collaborazione con
l’intera compagnia de “La Cernita
Teatro” compagnia di teatro sociale,
che ha riscosso vero interesse e grande adesione da parte del pubblico.
La Cernita, è possibile conoscere meglio questa compagnia?
«La Cernita Teatro nasce a Carbonia nel 2004 per favorire la diffusione del Teatro come strumento
di inclusione sociale, recupero della memoria e riflessione sul presente attraverso la realizzazione di attività, culturali ed educative plurime
(laboratori di formazione teatrale,
produzioni, rassegne, seminari formativi e informativi). A tal fine, in
linea con gli orientamenti del Teatro Sociale e di Comunità, lavora per
costituire una rete di relazioni fra le
diverse professionalità dell’ambito
formativo, socio-assistenziale e
in ambito teatrale ed organizzativo,
ci hanno coinvolti nell’allestimento
di questa tappa itinerante del Festival di Filosofia e ne sono orgogliosa;
creare cultura dal basso, nel Sulcis
Iglesiente, non è un’impresa facile e
siamo stati coraggiosi, ancora una
volta. L’Amministrazione comunale
di Iglesias, nelle persona della prof.ssa
Pierina Chessa e dell’assessore Simone Franceschi, ha accolto con
gioia tale proposta e, nonostante la
difficoltà derivata da capitoli di bilancio fortemente limitanti, ci ha accompagnati in questa importante
impresa che si concluderà l’11 ottobre - dopo un percorso che coinvolgerà le scuole di Iglesias, e sfocerà nella rappresentazione de “Il
lavoro mobilita” a cura de La Cernita Teatro. Di fondamentale importanza è stato anche il contributo de-
L’intervento di saluto del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo.
culturale (artisti, intellettuali, insegnanti, psicologi, pedagogisti e
operatori socio-sanitari).»
«In quest’ottica, qualche anno fa
- ha dichiarato Monica Porcedda - è
nata la collaborazione con la dott.ssa
Cinzia Crobu, con la quale ho condiviso la direzione artistica di questa manifestazione. La Cernita Teatro, il cui nome nasce in memoria delle donne operaie e dei bambini che
hanno lavorato in terribili condizioni
nei piazzali delle miniere, a ridosso
della laverie, separando a mano i
minerali dai materiali di scarto, ha
la sede artistica presso il Nuovo Cine Teatro di Bacu Abis.»
Come si è giunti all’organizzazione di questa manifestazione?
«Continua la mia collaborazione con La Cernita Teatro e, insieme
ad essi, quella con gli organizzatori del Teatro Stabile della Sardegna
- ha dichiarato Cinzia Crobu -; questi ultimi, premiandoci per la professionalità dimostrata fino ad oggi
gli sponsor Alice Surgelati e Corte
Rubia, a dimostrare l’attenzione e
la sensibilità dei privati verso manifestazioni di tale natura.»
Perché una tappa nel Sulcis?
«La situazione socio economica
del territorio del Sulcis Iglesiente, è
giunta ad un punto di crisi di gravità estrema. Oltre 30.000 disoccupati, diverse migliaia di lavoratori
CIG e/o collocati nelle liste di mobilità, aziende chiuse e altre che annunciano drammatici ridimensionamenti produttivi e occupazionali.
Grande è l’impegno che stiamo investendo nella produzione e diffusione della cultura (Festival Teatro
per la città di Carbonia, Teatro Sociale per Sant’Anna Arresi, Spazi di
frontiera nel Sulcis, Giornata del risparmio energetico a Fluminimaggiore, oltre a laboratori, seminari…)
nella quale riponiamo illimitata fiducia. Tale impegno tende, inoltre,
a promuovere il territorio e la sua
memoria storica.»
Sta riscuotendo un grande successo la rassegna d’arte “12x12” organizzata nella saletta del Portico di Piazza Roma, a Carbonia
“The Magic of Color” di Stefano Masili e la “Personale” di Alfredo Mussetti
P
roseguono le personali degli
artisti inseriti nella rassegna
d’arte 12x12, organizzata dall’assessorato alla Cultura del
comune di Carbonia, in collaborazione con gli artisti, presso la saletta
del Portico, in piazza Roma, a Carbonia.
L’evento nasce come manifestazione artistica, ma la speranza è che
la saletta possa diventare un vero e
proprio luogo d’incontro per artisti.
Dal 12 al 18 aprile è stata la volta
di Stefano Masili, con la sua esposizione “The Magic of Color” e dal 10 al
18 maggio di Alfredo Mussetti, in arte De Musset, con la sua “Personale”.
Il pittore Stefano Masili ha allestito in passato diverse personali, ha
partecipato a mostre e concorsi d’arte sul territorio nazionale ed internazionale, ottenendo ottimi riconoscimenti dal pubblico e dalla critica. Il
suo è un percorso artistico molto ricco,
maturato attraverso numerosi incon-
tri-confronti che lo stesso pittore ama
fare con altri artisti dell’isola e non
solo, creando in questo modo conti-
sociazione degli Artisti in Sardegna
“Arte in città” di Cagliari. Tra le opere di Stefano Masili spiccano per fa-
Un’opera di Stefano Masili.
nui scambi culturali ed artistici. Promotore e fondatore di vari gruppi artistici, attualmente fa parte dell’As-
colori intrecciati nei toni più vari, per
quella morbidezza e consistenza allo stesso tempo, che le rende tali da
Nel mese di maggio, dopo tanti
anni, ha riproposto una sua personale
il pittore Alfredo Mussetti, in arte De
Un’opera di De Musset (Alfredo Mussetti).
scino “Le agavi”, sorprendenti per
la ricchezza di particolari della linea
che le modella, per l’espressività dei
catturare l’attenzione, senza che mai
l’occhio si stanchi di ammirarle alla
ricerca di sempre nuove sfumature.
Musset. L’artista, bergamasco di nascita ma sardo di adozione, ha studiato presso la scuola d’arte “Acca-
demia Carrara di Bergamo”, dove
ha affinato le sue doti innate per il
disegno e la pittura. Le sue opere,
olii ed acquarelli, si presentano
spontanee e naturali nella linea e nel
colore, lasciando trasparire una leggerezza ed una delicatezza dove tutto diventa anima, libertà, movimento, immagine, interiorità, felicità e
amore per la vita. All’interno della
personale, presso la saletta del Portico, sono stati esposti, oltre ad un autoritratto dell’artista, alcuni ritratti di
familiari e di Papi che hanno fatto la
nostra recente storia religiosa. Particolare la rappresentazione di un pianoforte che, in armonia con dei violini, si apre quasi a liberare magicamente delle note, colonna sonora
della sensibilità di un artista che lascia al visitatore il piacere di cogliere
l’essenza dell’arte vista come espressione d’amore, propria di ognuno di
noi.
Nadia Pische
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Quando nacque la città, il Sulcis non era “una landa completamente deserta”, come disse Benito Mussolini dalla Torre Littoria
Breve viaggio alle radici della città di Carbonia
Perché Carbonia non crea un centro studi per riscoprire e mettere a nudo le sue radici, già proposto da Pietro Cocco nel 1980?
S
ono cittadino di Carbonia da
quasi sessant’anni e provengo
dal Sulcis (Basso Sulcis): mi
sono spostato nel capoluogo.
Negli anni mi sono reso conto che questa città, rispetto alla storia, è chiusa
dentro mura culturali invalicabili. Al
massimo dà uno sguardo al prenuragico o nuragico ma giusto perché gli
archeologi hanno evidenziato nel suo
territorio siti importanti di quei periodi. Emblematico il primo pannello del percorso del Museo della Grande Miniera di Serbariu.
«Dov’è oggi Carbonia, nel 1936 si
estendeva la macchia brulla e quasi
deserta del Sulcis. Il paesaggio della
regione era immutato da secoli. La
popolazione, poco più di tremila abitanti, viveva dispersa in modesti agglomerati.»
Sembra ovvio che qui si intende
quella parte del Sulcis che in passato
è stata disabitata (non dico spopolata) per circa tre secoli, cioè il Basso
Sulcis. Immaginiamo il turista, lo studioso sardo, continentale o straniero
che sia, cosa deve pensare leggendo
una simile frase. Penserà che nel 1936
si dà inizio alla costruzione di una città
in un territorio chiamato Sulcis che era
una: «Landa quasi completamente deserta: non un uomo, non una casa, non
un sentiero, non una goccia d’acqua:
solitudine e malaria», come disse Mussolini dalla Torre Littoria nel discorso di inaugurazione della città preparatogli dal Partito Nazionale Fascista
(sembra che la Storia non sia mai passata da queste parti!).
Se però qualche pignolo, così per
curiosità, va a sfogliare un libro di statistica e scopre che il 62,33% della
popolazione di tutto il Sulcis risiedeva proprio nel Basso Sulcis (tot. abitanti del Sulcis 78.744; tot. abitanti
del Basso Sulcis 49.086; abitanti di
Iglesias 20.685 allora in piena attività mineraria), potrà pensare che ignoriamo la nostra storia o che ce ne vergogniamo.
Perché Carbonia non crea un centro studi per riscoprire e «mettere a
nudo radici ben più profonde e ricche
di cultura e tradizioni che non quelle degli ultimi quarant’anni di storia
“mineraria” della città fondata sul
carbone»? Si allargherebbe l’orizzonte di questa città; la nostra storia non
comincia con noi! E non parlo della
storia più remota qual è quella prenuragica, nuragica, periodo feniciopunico, romano o giudicale, scarsi di
documentazione scritta; ma a partire
dal XIII secolo quando il Sulcis nella
sua unicità costituiva la terza parte
del Giudicato di Cagliari; da quando
cioè i documenti evidenziano il Sulcis come una regione particolare per
la sua doppia cultura agraria e mineraria. Potremmo scoprire quello che
scoprì l’Infante Alfonso che il 18 giugno del 1323, sbarcato nel golfo di Palmas, scrive al padre, Giacomo II d’Aragona: «Gens autem nostra incedit
gaudens et sana, nec judicio illorum
qui nobiscum sunt invenimus talem
ayerem, qualem praenuntiaverat fama; majusque etiam bonum nobis inde prenuntiant de partibus Villae Ecclesiae, tam in puritate aeris, quam in
loci amoenitate, et acquarum copia, et
virtualium abundantia in excessu».
Come si può vedere la fama del
Sulcis quale “landa deserta” non l’ha
inventata il Partito Nazionale Fascista.
L’Infante Alfonso però, contrariamente alla brutta fama, ha la sensazione
di essere sbarcato in un paradiso terrestre. Non è certo un abbaglio.
Era successo che Pisa, dopo le lotte armate con Genova e i Giudici per
la conquista del predominio in Sardegna, a metà del 1200, aveva fondato
nel Sulcis una città a bocca di miniera
per supportare l’attività mineraria a
carattere industriale. La città divenne
popolosa e ricca con benefici riflessi
su tutto il territorio. I paesi esistenti nel
Sulcis rifiorirono. Solo una minima
parte di Sulcitani si inurbarono (in Villa di Chiesa vi era una strada chiamata
Ruga de Sardis), gli altri rimasero nei
loro paesi a coltivare i campi e ad allevare bestiame per rifornire la città. La
coltivazione della terra, delle saline,
l’attività pastorale, di pesca, artigianale, forestale e tutte le attività conseguenti, avevano creato “amoenitate” e
“victualium abundantia”. Le due attività, mineraria ed agraria, operanti
insieme avevano creato benessere pur
considerando che la maggior parte della ricchezza proveniente dalle miniere andava in mano a Pisa. Il sistema
merciare solo ad Iglesias; tutti quelli
che erano fuggiti dalla città per la
guerra devono rientrare “cum uxoribus, familiis atque rebus” amici o
nemici che fossero dei Catalani, pena l’esproprio “ipso facto”. Agli amici si concedono aiuti per la riparazione degli edifici danneggiati, ai nemici si concede il perdono perché “non
semper gladio, set virtute ac venia,
vincitur inimicus”. Queste ed altre
disposizioni rendono invivibili i paesi del Sulcis i cui abitanti sono di fatto costretti a trasferirsi ad Iglesias per
lavorare nelle miniere. La vera causa
dello spopolamento del Sulcis, iniziato nella seconda parte del 1300, è
dovuta proprio a questi provvedimenti amministrativi. Le altre cause,
malaria, pirati, pestilenze, sono delle
concause.
L’attività minerari viene gestita
male e ben presto non è più in grado
di sostenere l’economia della città e
del territorio. Dai pochi documenti
che conosco, si può desumere che gli
abitanti di Iglesias riprendono a coltivare la terra. Mentre John Day ci
elenca 28 centri del Sulcis abbando-
Una scritta risalente al 1655.
gestionale basato sull’iniziativa privata, aveva dato modo agli abitanti del
territorio di inserirsi nel ciclo economico positivo.
Il Rinascimento si era affacciato
in Sardegna. Ben presto però, come
vedremo, venne sopraffatto dal feudalesimo che nelle altre parti aveva terminato il suo ciclo. La Sardegna fu divisa in una miriade di piccoli regni dati in mano a dei piccoli re (conti, marchesi, duchi e nobilume vario) che anziché amministrarla, con la loro ingordigia, la ridussero (tutta la Sardegna)
a “landa deserta”.
Come detto, l’esercito catalanoaragonese sbarca nel porto di Palmas
e cinge d’assedio la città di Iglesias
che dopo sette mesi, non ricevendo
aiuto da Pisa, è costretta ad arrendersi.
Questo è il primo atto di una guerra
di conquista che durerà più di cento
anni. Mentre si cerca di rimettere in
sesto la città per renderla produttiva
come prima, viene assalita e conquistata da Mariano IV Giudice d’Arborea ribellatosi al re invasore. Quando Pietro IV re d’Aragona riconquista
Iglesias emana una serie di disposizioni che, come scrive Baudi di Vesme, «se ad essa in quei principii poteva riuscire di qualche utilità, era la
rovina totale di tutto il paese circostante, con grave danno poscia della
popolazione medesima a favore della quale era stato concesso». Si proibisce qualsiasi attività commerciale
in tutto il territorio. è consentito com-
nati o disabitati nel Quattrocento, infatti, in un rapporto cinquecentesco di
Marco Antonio Camos, capitano di
Villa di Chiesa, sulla difesa costiera
della Sardegna, si ha la conferma di
centri spopolati ma: «… en caso de
soccorro podran acudir los labradores y pastores de lo lugares despoblados circunvezinos como son Santadi, Pixinas, Villaperuxo y otros que
estan a diez quinze y 20 millas y suelen de ordinario ser frequentados de
gente, por ser muchos y muy buenos
los territorios assi para sembrar como tambien para sustentar qualquier
genero de ganaro».
I labradores non sono stanziali ma
devono avere un punto d’appoggio
nei campi dove si recano a lavorare
“en tiempo de sementera y mieses”.
Hanno sa domu in città, dove rientrano a fine settimana e alla fine del
ciclo di semina o raccolto, e su logu
abundi furriai dopu su traballu, su
furriadroxiu, in su sartu. Una struttura coperta dove poter mangiare e
dormire la notte, con affiancato qualche loggiato per custodire gli attrezzi e gli animali da lavoro: buoi, cavalli, asini e muli.
I pastores non sono stanziali neppure loro, provengono dal centro Sardegna. Nella frequentazione dei luoghi di transumanza hanno acquisito
nei secoli familiarità col Sulcis Fonnesi e Desulesi, specie questi ultimi;
frequentazione che poi darà luogo alla sedentarizzazione. Questi transuma-
no le loro greggi nel Sulcis nei sei
mesi invernali ed anche essi si creano un punto d’appoggio a volte singolo, altre volte in gruppo: la pinnetta con il recito circolare in pietra o
con le frasche per riunire il gregge.
Complesso chiamato medau, termine
derivato dal latino metatus, riscontrato
nei condaghi con il significato di recinto per animali.
Queste due strutture, il medau e il
furriadroxiu, avanti nel tempo, acquistano consistenza in quanto sia il
contadino che il pastore, adattandoli,
vi trasferiscono le rispettive famiglie
e familiari. Ancora oggi il paesaggio
del Sulcis è costellato da innumerevoli medaus e furriadroxius (noti con
un antroponimo): strutture abitative,
aziende agrarie per lo più a carattere
familiare, che hanno caratterizzato il
ripopolamento ad habitat sparso del
Seicento, Settecento, Ottocento, Novecento fino alla prima guerra mondiale che ha bruscamente interrotto il
trend positivo.
In un documento del 1611 questo
complesso viene definito Mas = masseria; un atto del 1641 tratta la vendita
di un “Furreadorgiu que se compone de tierras cultas y encultas” con
oliveto, casa, cortile ecc. .
Riassumo la situazione di questo
periodo con le parole di Giuseppe Todde, sardo di Villacidro, economista
docente nell’Università di Cagliari che
scrive nella seconda metta dell’Ottocento:
«… i Furriadorgius, od Oideus od
Oddeus del Sulcis, regione vasta ed
ubertosissima della provincia di Cagliari, ridonarono bel bello a quel
territorio, spopolato, un po’ del vigore dei tempi punici, e costituirono
gli attuali comuni, ultimi dei quali gli
eretti colla legge 11 luglio 1853.
Chiedere un po’ ivi all’attuale possidente, quale sia il titolo originario
delle vaste proprietà da lui possedute;
se i suoi antenati, quali provengono
talora da diverse parti dell’Isola, da
due secoli prima d’ora avessero l’jus
domini, ovvero l’uso soltanto di quei
terreni? La maggior parte può legittimamente rispondervi che lo ignora;
ivi la popolazione attuale è meno densa che altrove, anzi vi è sparsa; ma
così ha occupato, coltivato e mantenuto una vita agiata più che altrove, ove
si è soverchiamente urbanata...»
Per rispondere all’interrogativo dell’economista circa il titolo di possesso delle terre, come le abbiano avute i
loro antenati, molti non lo sanno neanche oggi; questo perché una grossa
parte furono acquisite con un contratto
chiamato “Contratto di livello”.
Contratto bilaterale che prevedeva
l’uso ventennale rinnovabile con corresponsione di un canone annuale (a
s’arrigota) che consisteva in una percentuale del raccolto di grano e orzo
poi monetizzata. Andò in disuso sin
dal 1853 e i così detti “Livellari” divennero di fatto proprietari, dimenticando le generazioni successive, il
contratto. Quelli però che il contratto
l’avevano stipulato con il comune di
Iglesias (e non con privati o ecclesiastici), per terreni avuti a sua volta in
concessione dal Re per suam et abitatorum utilitate, si ritrovano in Catasto la dicitura, dopo il loro nome,
“livellaro al comune di Iglesias”,
fatta inserire dal Comune nel 1919.
Ovviamente ciò costituisce un vincolo
(le banche non concedono crediti) e
dà luogo a contenziosi.
La prima delle infinite cause dei
livellari contro il comune di Iglesias
risale al 1857; una class-action di 96
livellari, che si risolse nel 1877 a loro sfavore. I livellari generalmente
vincono nel primo processo e perdono nel processo d’appello, così da
160 anni. Forse dovrebbe intervenire
la politica, anziché delegare la magistratura, così come ha fatto lo Stato
per i contratti di livello di pertinenza
sua: aboliti nel 1974 per antieconomicità. Nel Sulcis questo vincolo coinvolge nove comuni: Carbonia, Giba,
Iglesias, Masainas, Piscinas, Santadi,
Sant’Anna Arresi, Teulada, Tratalias.
L’acquisizione delle terre oltre che
col contratto su detto, avvenne anche
col contratto di enfiteusi. Abbiamo un
esempio a Sirri: il sig. Nicolas Balisai prende in enfiteusi il podere di Sirri
dal marchese di Palmas pagando due
aratri di grano e di orzo all’anno (circa una tonnellata e mezzo) “labre ò
nò en dichas tierras”; questa è la differenza col contratto di livello. Con
l’abolizione dei Feudi, nel 1838, i
Giuseppe Todde fa riferimento ai
Comuni istituiti nel 1853. Abbiamo
un documento cartografico del 1794
che ci dà un Sulcis costellato di medaus e furriadroxius, ma vi si vedono
anche gli antichi paesi che ricominciano a rivitalizzarsi. In essi vi erano
le vecchie chiese che ristrutturate fungevano da centro di aggregazione. Si
cominciò a costruire intorno alla
piazza e fu questo primo nucleo di
paese che prese il nome boddeu, oddeu forse perché proprio la piazza
fungeva da agorà. In essa, infatti, si
svolgevano le fiere, il mercato e le
feste che costituivano momenti significativi per la socializzazione. A
questo nucleo centrale si aggiunsero
poi i vari vicinati fino a farli diventate abitati di una certa consistenza.
Sette di questi nel 1853 furono eretti
a comune.
Quando nasce Carbonia, il territorio stava cercando di riprendersi
dalla grave crisi in cui l’aveva spinto
la Prima Guerra Mondiale, portandogli via tutti gli uomini. E ci sarebbe riuscito. La sua gente ha dimostrato una volontà indomita quando
La targa presente sulla casa Pileddu.
Balisai continuano per dieci anni a
pagare il fitto a titolo di riscatto al
Comune, cui furono ceduti perché li
distribuisse.
Altra forma di acquisizione fu
l’acquisto. Ne abbiamo un esempio
a San Giovanni Suergiu. Due soci di
Iglesias nel 1803 acquistano da privati il tenimento di Suergiu. In questo
podere vi era compresa la chiesa del
Duecento di San Giovanni Battista
(ancora esistente) con a fianco casupole non idonee ad ospitare le famiglie dei due soci perché, oltre tutto,
la zona era impaludata. Così costruirono un Furreadorgiu nella collinetta
dove oggi sorge la nuova chiesa del
paese, primo nucleo del futuro paese.
Un’altra delle tante forme di acquisizione fu l’appropriazione tout court.
La guerra di conquista catalana e l’abbandono, avevano parecchio scombussolato il territorio. Un grande numero di proprietà erano state dimenticate o non avevano più un padrone.
Molti coltivavano o pascolavano
dei terreni, disponibili a firmare un
contratto eventualmente qualcuno si
presentasse a pretenderne la proprietà. Questo tipo di acquisizione fu favorita dall’istituzione del Catasto
(1806-1850): per i funzionari catastali
bastava il “triennale coltivo” per attribuire la proprietà. Nelle mie ricerche sul Sulcis, non mi è mai capitato
di riscontrare casi di uso comunitario
delle terre, quello per cui fu emanato
“l’Editto delle Chiudende”.
non ha fatto morire Iglesias al tempo
del fallimento delle miniere spagnole e, con le sue lotte, non ha fatto morire Carbonia quando sembrava destinata alla rottamazione perché non
più utile alla Nazione. Il novanta per
cento degli abitanti di Carbonia mineraria erano sardi; l’ottanta per cento
di questi erano sulcitani.
«Nel momento in cui il disgregamento delle miniere non ha frantumato questa società molto particolare che, al contrario, è riuscita a trovare coesione per combattere, resistere e impedire che assieme alle miniere si disgregasse anche la città.»
Sono parole di Pietro Cocco che
nel 1980 aveva intuito che non dovevamo delegare ad altri il nostro destino e per questo aveva indetto il primo
“Convegno Nazionale Sulcis” per “riscoprire radici ben più profonde e
ricche di cultura e tradizioni”. «Dobbiamo dare ai giovani un nuovo alimento culturale cercandolo nel passato non delle miniere ma del Sulcis,
ristabilendo la continuità fra la vecchia civiltà contadina di Serbariu,
ceppo originale di Carbonia, e la nostra cultura».
Perché non riprendiamo in mano
il progetto di Pietro Cocco? Ci stiamo
di nuovo chiudendo dentro le mura:
anziché città del carbone ora siamo
città di servizi! E il turismo che ben
si sposerebbe con l’attività agraria, con
i medaus e furriadroxius?
Pietro Sanna
Si è svolta il 24 aprile la cerimonia di giuramento alla caserma Trieste
Il decreto IMU prevede un articolo a favore delle imprese
S
L
Hanno giurato i carabinieri del 131°
i è svolta il 24 aprile, nella
Caserma Trieste di Iglesias,
la cerimonia di giuramento
di fedeltà alla Repubblica di
204 allievi carabinieri del 131° corso intitolato alla memoria di Raffaele Porrani, medaglia d’oro al Valore
militare.
Hanno presenziato alla cerimonia il comandante della Legione
carabinieri Sardegna, gen. Antonio
Bacile, autorità militari, politiche e
religiose e la Banda della Brigata
Sassari.
La fotografia è di Sebastiano
Soggiu.
La cerimonia di giuramento degli allievi carabinieri del 131° corso.
Niente IMU per gli immobili invenduti
e imprese di costruzione
che hanno immobili invenduti possono non pagare
l’IMU ma solo se lo richiedono entro il prossimo 30 giugno.
Lo ricorda Confartigianato Imprese Sardegna alle imprese edili
che non sono ancora riuscite a piazzare edifici nuovi o acquistati per
poi essere ristrutturati.
«Non è una novità - precisa
l’associazione artigiana - ma è bene ricordarlo a tutti i costruttori
che si trovano, in questo periodo
particolare, con fabbricati, case o
immobili strumentali, che non trovano acquirenti.»
Cagliari.
Tale possibilità è prevista dall’articolo 2 del decreto legge n.
102/2013 (cosiddetto decreto IMU);
per attivare la procedura d’esenzione, occorre necessariamente
presentare una dichiarazione entro
il 30 di giugno, facendosi assistere
dai propri consulenti. Non facendolo entro il termine stabilito, il diritto all’esenzione decade.
«è una misura per cui abbiamo
battagliato lo scorso anno - conclude Confartigianato Imprese Sardegna - e quest’anno ci aspettiamo
ulteriori forti segnali che rilancino
l’edilizia quale strumento necessario per la ripresa economica.»
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Il Consorzio Fieristico Sulcitano propone anche quest’anno a Carbonia la rassegna fieristica, con una partecipazione record
230 espositori per “Sulcis Iglesiente Espone”
Il programma prevede la partecipazione straordinaria del musicista Tullio De Piscopo, del gruppo Istentales e di Benito Urgu.
I
l centro di Carbonia domenica 8
giugno ospiterà l’ottava edizione
della rassegna “Il Sulcis Iglesiente Espone” - Fiera dell’agroalimentare, dell’artigianato e del
turismo, organizzata dal Consorzio
Fieristico Sulcitano, con il patrocinio
della Regione Sardegna, della gestione commissariale dell’ex provincia
di Carbonia Iglesias, del comune di
Carbonia, del 1° Reggimento Corazzato di Teulada e della Camera di
Commercio di Cagliari. La formula
ormai consolidata vede la rassegna
crescere anno dopo anno, sia come
numero di espositori presenti sia come numero di visitatori.
Per l’edizione di quest’anno è annunciata la presenza di ben 230 espositori, il numero massimo consentito
dagli spazi del centro cittadino. I gazebo e le varie esposizioni verranno
allestiti in Piazza Roma, Via Manno,
Piazza Marmilla, Via Fosse Ardeatine, Piazza Matteotti, Via San Ponziano e Via Gramsci.
Il fulcro della rassegna, ovviamente, saranno le esposizioni di prodotti
agroalimentari ed artigianali e le proposte del settore turistico, ma questo
anno ancora più di quanto già fatto
nelle passate edizioni, per catturare
l’interesse dei visitatori ed allietare
la partecipazione nel corso di tutta la
giornata, gli organizzatori hanno allestito un programma ricco di iniziative ed eventi.
Piazza Roma, a partire dalle
9.00, ospiterà il 12° raduno regionale del “Lambretta Club Sardegna”,
con oltre 100 esemplari che hanno
segnato un’epoca motoristica sia a livello nazionale sia regionale.
Sempre in Piazza Roma, alle 10.00,
prenderà il via la sfilata cinofila amatoriale, curata dell’associazione Amici del canile di Carbonia, con la partecipazione di decine di esemplari.
Nel campo dello spettacolo, a
partire dalle 10.30 e per tutta la giornata, si esibiranno Benito Urgu ed il
teatrino dal Vivo in tour Sardegna.
Alle 11.00 è prevista l’inaugura-
bro “Su Fueddai nostu”, di Sandro
Manai, nello stand del Consorzio Fieristico; alle 19.00 sfilata dei mamuthones di Mamoiada, lungo tutto il
percorso fieristico; alle 22.00 gran
Quattordici anni fa si spegneva a Cagliari Padre Filippo Pili
Un insigne studioso e umile francescano
I
La Fiera attira ogni anno a Carbonia migliaia di visitatori da tutta la Sardegna.
Quest’anno gli espositori saranno 230.
zione della Fiera con il saluto delle
autorità e del 1° Reggimento Corazzato di Teulada.
Alle 18.00 verrà presentato il li-
finale con il concerto degli Istentales e la partecipazione di Tullio de
Piscopo, sul palco dell’Anfiteatro di
Piazza Marmilla.
“La casa della carne”
Macelleria da Raffaele
Carni, salumi e formaggi
ESCLUSIVAMENTE SARDI
l 19 maggio dell’anno duemila
moriva, in un letto della clinica
Villa Elena a Cagliari, Padre
Filippo Pili, già Superiore Provinciale dei Cappuccini sardi e professore emerito di Sacra Scrittura e
lingua ebraica nella Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, avendo impegnato gran parte della sua
vita nella formazione dei sacerdoti.
Profondo conoscitore dell’Aramaico, del Fenicio e Latino, pubblicò,
traduzioni ed interpretazioni di diverse epigrafi in queste lingue morte.
Divenuto Canonico del Capitolo Iglesiente, si dedicò alla ricerca
storica sulla diocesi sulcitana, ed in
particolare agli aspetti storici relativi
alla vita e al culto di Sant’Antioco,
Martire sulcitano, rintracciando e pubblicando documenti in catalano e castigliano, fino ad allora, sconosciuti.
Le sue conoscenze e competenze erano vastissime ed abbracciavano diverse discipline, da quelle teologiche, era infatti erudito esegeta biblico, a quelle storiche e linguistiche,
offrendo un fondamentale contributo
all’approfondimento delle conoscenze storiche riguardanti la diocesi Sulcitan/ecclesiente.
è giusto ricordare oggi questo insigne studioso e insieme umile francescano, proprio in questi giorni, nei
quali ricorre la festa di Sant’Antioco,
al cui culto e storia, padre Filippo si
dedicò, con grande passione e dedizione, negli ultimi anni della sua vita.
Per noi, che avemmo la fortuna di
conoscerlo e frequentarlo, fu un maestro prodigo di consigli e sempre
disponibile a renderci partecipi, con
grande generosità, delle sue conoscenze che erano profonde e multiformi.
Con il passare del tempo i nostri rapporti si trasformarono in sincera amicizia che, crediamo, reciproca ed affettuosa.
è giusto, dunque, ricordare i principali studi storici che pubblicò, relativi al nostro territorio, tralasciando le opere di carattere teologico e
di esegesi biblica, che pure furono
numerose e fondamentali.
I santi Jameus e Jacorius menzionati in una lapide della cattedrale di
Iglesias. Breve saggio, nel quale, padre Filippo smontava la tesi secondo
la quale i due personaggi citati, i cui
resti erano stati rinvenuti nell’antica
chiesa di San Salvatore ad Iglesias,
non erano dei Santi Martiri, ma dei
Padre Filippo Pili.
notabili cittadini pisani, dato che la
sigla B.M. era da interpretare non
come Beati Martyri, ma semplicemente come Bonae memoriae.
La chiesa di San Pietro di Serrchei.
Sant’ Antioco e il suo culto. Del
“Process de Miracles” del 1593
Le Meraviglie di Sant’ Antioco,
Sant’ Antioco Martire Sulcitano
La visita pastorale di Mons Falletti da un codice inedito del ‘700
Il santuario della Madonna delle
Grazie in Iglesias, scritto in collaborazione con p. Giovanni Zedda
Iscrizione neopunica e bollo punico
inediti, in Speleologia Sarda n° 75.
Fra Nicola da Gesturi, ultimo suo
lavoro pubblicato postumo da p.
Giovanni Zedda che fu, prima, un suo
affezionato allievo e confratello, poi.
Numerose traduzioni di epigrafi
in latino e fenicio, la più interessante
delle quali rimane la cosiddetta Epigrafe di Barega, scritta in caratteri
neopunici, che prende il nome dal
luogo del suo ritrovamento.
Risulta, inoltre, pressoché impossibile citare qui tutti i numerosi articoli e i brevi saggi, sempre a carattere storico, pubblicati in diversi giornali da padre Filippo, il cui valore venne riconosciuto anche da eminenti
studiosi di fama internazionale.
è con l’ultima immagine che ci
è rimasta che vogliamo ricordarlo.
Il giovedì 17 aprile andammo, io
e mia moglie, a trovarlo nella clinica in cui era degente, allo scopo di
vedere lo stato della sua salute, che
come sapevamo, da qualche mese
andava peggiorando rapidamente,
ed anche per metterlo al corrente e
ricever qualche indicazione, relativamente all’ultimo lavoro che lo aiutavamo a redigere e che, in quei giorni, era in fase di prima battitura.
Dopo aver a lungo parlato con lui
che mostrava, pur con gli evidenti
segni del dolore che lo affliggeva,
la consueta amabilità accompagnata sempre da una vena di arguzia, lo
salutammo e lui volle abbracciarci
stretti e noi conserviamo ancora negli occhi, il suo viso volto verso di noi,
quando già sull’uscio della camera,
nel volgerci indietro con parole di
arrivederci lo vedemmo che ci salutava con le due mani levate alte,
che si chiudevano e si aprivano nel
gesto affettuoso del “ciao” ed un
sorriso sereno sul pallido volto affilato.
G.M. e O.D.
Importante riconoscimento del ministero per i Beni culturali
“Santa Maria” bene di interesse culturale
I
l ministero per i Beni e le attività culturali ha dichiarato bene
di interesse culturale, storico e
artistico la “Chiesa campestre
di Santa Maria di Flumentepido”.
Attraverso questo provvedimento
l’opera sarà sottoposta alle dovute
azioni di tutela previste dal decreto
legislativo 42 del 22 gennaio 2004.
Edificata nell’XI secolo e proprietà dei monaci di Montecassino
dal 1066, la chiesa sorge su una piccola altura in prossimità della strada
che da Carbonia conduce a Portoscuso. Interessante esempio di edificio
La chiesetta di Santa Maria.
religioso, mostra un impianto molto
semplice, a navata unica senza abside, copertura lignea a capriate e con
una facciata con campanile a vela.
Nel XVII secolo la piccola chiesa fu arricchita con un portico che
ha conservato, fra le sue colonne,
ben quattro miliari romani relativi
all’antica Via Sulcitana, ossia l’asse
viario che collegava in età romana
le due città di Karales (Cagliari) e
Sulci (Sant’Antioco). Del complesso faceva parte anche un monastero
di cui si conservano soltanto alcune
piccole tracce ad est dell’edificio.
La Grande Miniera di Serbariu ha ospitato la 2ª edizione
Sapori autentici della nostra terra
sul lungomare di Carloforte n° 47.
siamo qui
Unitamente a gentilezza e cortesia si effettuano periodicamente
offerte vantaggiose e consegne a domicilio.
Aperto tutti i giorni, compresa la domenica mattina.
Per informazioni e prenotazioni, contattateci al n° 338 9222406.
Vi aspettiamo...
Il fascino delle auto da corsa d’epoca
S
i è svolta il 25 maggio presso La Grande Miniera di
Serbariu (Museo Del Carbone), a Carbonia, la seconda edizione dell’esposizione di Auto da Corsa ed Epoca Organizzata
dalla Sport Motori Carbonia del
presidente Carlo Sedda.
I partecipanti si sono ritrovati alle 9.30 sul viale che dall’ingresso
della Grande Miniera conduce ai
pozzi dove si sono radunate una
trentina di vetture tra auto storiche
e da competizione che hanno attirato la curiosità di tantissimi appassionati e turisti in visita al sito minerario che, per l’occasione, ha permesso ai presenti la visita della galleria con ingresso a prezzo ridotto.
Gli appassionati giunti in miniera hanno potuto ammirare alcune
delle vetture che durante le passate
stagioni (quest’anno, purtroppo,
causa problemi organizzativi, non è
stato possibile disputare alcune delle
principali gare a livello regionale
Un’auto da cosa d’epoca alla Miniera.
con grande amarezza dei piloti e
non solo) hanno disputato le principali gare automobilistiche in Sardegna, come la classica del territorio,
la cronoscalata Iglesias-Sant’Angelo e alcune bellissime auto d’epoca
lucidate per l’occasione.
La serata si è conclusa con una
piccola prova spettacolo con sullo
sfondo i bellissimi castelli dei pozzi.
Non nasconde la sua soddisfazione, per la riuscita della manifestazione, il presidente Carlo Sedda che
rimanda tutti gli appassionati alla
prossima edizione e alle nottate del
mercoledì a Carbonia, in occasione
della manifestazione “Nottinsieme”
quando verranno esposte le vetture
dei piloti sulcitani. E conclude ringraziando oltre Museo del Car-bone, il ristorante pizzeria La Grande
Miniera che ha offerto un menù a
costo competitivo per i partecipanti e,
infine, l’assessorato dello Sport del
comune di Carbonia e gli sponsor.
Fabio Murru - Fabiomurru.blogspot.it
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Dall’8 al 10 maggio Santadi, Teulada, Sant’Anna Arresi e Masainas hanno ospitato le iniziative organizzate dal Gal Sulcis
Tre giorni di confronto tra le identità rurali europee
Il Gal Sulcis metterà la Dieta Mediterranea, sulla quale nasceranno una fondazione e un centro studi, a disposizione di scuole e Asl.
P
er tre giorni, dall’8 al 10 maggio, il Sulcis è stato al centro
dell’attenzione del mondo rurale, con il “Simposio delle
identità rurali europee”, evento organizzato dal Gal Sulcis Iglesiente,
Capoterra e Campidano di Cagliari,
in collaborazione con il Gal Linas
Campidano, il Gal Marmilla e il Gal
Sarcidano Barbagia di Seulo, nonché
il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, e realizzato
nei comuni di Santadi, Teulada, Sant’Anna Arresi e Masainas, nell’ambito
dei progetti di cooperazione transnazionale “meDIETerranea”, “Giovani e Sviluppo Rurale” e “Agrisociale:
coltiviamo cittadinanza”, finanziati con
le risorse della Misura 421 del PSR
2007/2013 della Regione Autonoma
della Sardegna.
Filo conduttore della manifestazione è stata la cooperazione transnazionale, valorizzata da tre progetti molto
partecipati:
• Progetto “Giovani e sviluppo
rurale”, finalizzato a favorire un approccio positivo al territorio di appartenenza, rafforzando il legame fra i
giovani ed il loro territorio ed al superamento del luogo comune secondo il quale, vivere in aree rurali rappresenti una complicazione piuttosto
che un valore aggiunto. Il progetto ha
coinvolto quattro Gal della Sardegna,
un Gal finlandese ed un Gal francese ed ha consentito di presentare ai
giovani il mondo rurale e le sue tradizioni attraverso un approccio innovativo, con il cinema ed internet;
• Progetto “MeDIETerranea”, finalizzato alla valorizzazione ed alla
promozione delle abitudini alimentari dei popoli del Mediterraneo, stile
di vita e di alimentazione sano ed equilibrato. Ha coinvolto partner di tre
regioni italiane (Sardegna, Basilicata
e Veneto) e dell’Isola di Malta;
• Progetto “AgriSociale - coltiviamo cittadinanza”, con tema centrale
l’agricoltura sociale: una nuova pratica che incoraggia il reinserimento terapeutico, sociale e lavorativo di
soggetti svantaggiati grazie alla produzione di beni agricoli.
Nel corso del Simposio si è tenuto
il III Evento Internazionale del progetto “Giovani e sviluppo rurale”,
creative: l’orienteering e la visita al
Museo del carbone ed al Museo paleontologico di Carbonia.
Il Simposio ha ospitato inoltre l’evento inaugurale del progetto “meDIE-
Il convegno sulla Dieta Mediterranea svoltosi nella Casa baronale di Teulada.
durante il quale sono stati presentati
presso il cinema di Sant’Anna Arresi, i cortometraggi realizzati a seguito del concorso di idee: “La terra:
cultura ed identità rurali - Donatori
Terranea” volto a promuovere gli
aspetti legati all’alimentazione e ai
benefici rappresentati della sua dieta
che, attraverso il coinvolgimento attivo di chefs, operatori locali, artigia-
45 espositori hanno animato il Villaggio nella Piazza Marconi di Santadi.
di storie a km 0”, a cui hanno preso
parte ragazzi sardi, francesi e finlandesi. Momenti fondamentali per la scoperta del territorio alle delegazioni
ospitanti sono state le attività ludico
ni, esperti del gusto, verrà rappresentata in una nuova chiave di lettura inedita e moderna. Nella sala riunioni
della Casa baronale di Teulada, si sono svolti due convegni di carattere
divulgativo-scientifico, nel corso dei
quali tutti i presenti hanno potuto degustare il menù Euro-Mediterraneo ed
un menù di specialità della Sardegna,
dello chef sulcitano Achille Pinna.
Gli studenti sono stati i veri protagonisti. A loro è stato dedicato un
incontro specifico, durante il quale
sono stati presentati i principali risultati ottenuti attraverso l’azione 3 del
progetto di cooperazione meDIETerranea: un cartone animato, un libro
cartaceo ed ebook realizzati grazie ai
racconti delle scuole elementari dei
territori ricadenti all’interno delle aree
Gal partner del progetto. Nell’ambito
dell’incontro didattico-divulgativo, è
stato anche proposto un momento ricreativo, durante il quale è stata offerta ai bambini una colazione a km 0.
Nella piazza Marconi di Santadi,
il 9 e 10 maggio è stato allestito il
Villaggio delle identità rurali europee, una vetrina espositivo-informativa che ha ospitato 45 stand dei produttori locali, delle imprese del settore agricolo ed enogastronomico, delle istituzioni, delle scuole e dei soggetti che a vario titolo intervengono nella promozione dello sviluppo rurale.
A Santadi, presso il Museo del vino e presso Sa Domu Antiga, si sono alternati in una serie di show cooking quattro affermatissimi chef sardi (Achille Pinna, Roberto Petza, Luigi
Pomata e Stefano Deidda) ed i loro
colleghi chefs rappresentanti delle regioni partners del progetto MeDIETerranea. I Laboratori del gusto, tenuti da esperti del settore agricolo ed
enogastronomico sono stati invece
dedicati all’olio, al vino, al pane ed al
formaggio. è stato inoltre presentato
il progetto pilota relativo all’Agrinido all’interno del progetto di cooperazione transnazionale “Agrisociale,
coltiviamo cittadinanza”.
«Siamo soddisfatti per i risultati
raggiunti - spiega Luciano Cristoforo
Piras, presidente del Gal Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari - in particolare per la qualità dei
convegni e degli show cooking, molto
partecipati, e per il coinvolgimento
delle scuole del territorio. Il manuale dei prodotti tipici della Dieta Mediterranea per l’uso quotidiano è uno
strumento che il nostro Gal metterà
avremmo voluto. Circa il non elevato numero di presenze, ci tengo a
sottolineare che il nostro impegno è
stato incentrato più sulla qualità che
non sulla quantità dlele presenze. Se
Le scuole del Sulcis hanno partecipato con entusiasmo al Simposio.
a disposizione di scuole ed Asl. Costituisce motivo di orgoglio sapere che
per la valorizzazione della Dieta Mediterranea nasceranno una fondazione ed un centro studi.»
avessimo voluto fare numeri, avremmo organizzato un grande evento di
spettacolo, spendendo magari grandi risorse, ma abbiamo preferito far
diventare protagoniste le persone coin-
Achille Pinna, Stefano Deidda e Luigi Pomata, protagonisti con Roberto Petza degli show cooking.
Luciano Piras non nasconde che non
tutto sia andato per il verso giusto.
«Probabilmente abbiamo trascucrato qualcosa - ammette Piras - e nel
Villaggio non tutto è andato come
volte e in particolare i giovani. A questo riguardo mi fa piacere sottolineare la grande risposta ricevuta dagli
istituti scolastici del territorio.»
Giampaolo Cirronis
Dallo scorso 12 maggio i due siti sono aperti alle visite
L’associazione dei carabinieri ha dedicato la sezione locale
A
è
Iglesias apre le porte del Municipio
e dello splendido Castello Salvaterra
Iglesias da lunedì 12 maggio il Castello Salvaterra e il Palazzo Civico Comunale sono aperti ai visitatori con il seguente orario: Castello
Salvaterra: lunedì dalle 9.30 alle 12.30, martedì dalle 15.30 alle 19.30, mercoledì dalle 9.30 alle 12.30,
giovedì dalle 15.30 alle 19.30, venerdì e sabato dalle 9.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Palazzo Civico Comunale: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle
9.00 alle 13.00.
Per informazioni sugli orari di fruizione dei siti e
sugli eventi cittadini è possibile visitare il sito www.
sportelloiatiglesias.it. Nei siti opererà il personale acquisito dal comune di Iglesias tramite la Regione.
Il Municipio.
53 anni fa inaugurarono il Liceo Scientifico di Carbonia
Gli studenti della 1ª A dell’a.s. 1961/62
S
i sono ritrovati intorno ai
tavoli di un ristorante, il 24
maggio, al centro di Carbonia, 53 anni dopo. Sono gli
studenti della 1ª A che nell’anno
scolastico 1961/62 inaugurarono il
Liceo Scientifico di Carbonia. La
classe era formata da 19 allievi, tre
dei quali, purtroppo, non ci sono
più: Gianni Capiali, Angelo Ceccherini e Giancarlo Murtas. Questi
gli altri 16 componenti di quella
classe: Rita Obino, Franca Marcus,
Anna Bazzoni, Giacomo Guadagnini, Rudy Sostera, Gigi Masala,
Davide Usai, Giorgio Pani, Oriano
Pili, Mario Frau, Marisa Corona,
Ines Pinna, Luciana Cossu, Mario
Cossu, Bruno Vandelli e Carlo
Mammarella.
A Carbonia si sono ritrovati in
11, a ricordare momenti belli e meno belli della loro gioventù e della
carriera scolastica.
Gli studenti della 1ª A 1961/1962 si sono ritrovati a Carbonia, dopo 53 anni.
Sant’Antioco ricorda Marco Pittoni,
il giovane sottotenente di Villarios
stata la madre di Marco
Pittoni, il tenente dei carabinieri di Villarios medaglia d’oro alla memoria,
a tagliare il nastro inaugurale della
sede di Sant’Antioco dell’associazione nazionale dei carabinieri in
congedo dedicata a suo figlio. è stato l’epilogo, tra la commozione dei
presenti, della cerimonia organizzata dall’associazione cittadina dei
carabinieri in congedo e dal Comando provinciale dell’Arma, di dedicazione della sede di piazza Italia.
La manifestazione, alla presenza di amministratori comunali cittadini e dell’hinterland, autorità civili, militari e religiose, è iniziata alle
10,30 con la Santa Messa concelebrata dal vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, con i
tre sacerdoti delle parrocchie cittadine. Per l’occasione, nella chiesa di
Santa Maria Goretti è stato esposto
l’altorilievo, realizzato dallo scultore cittadino l’architetto Angelo Marongiu, che raffigura Marco Pittoni.
Dopo la messa, tra lo sventolare
di bandiere, insegne e labari si è snodato un corteo che ha raggiunto la
sala consiliare. Presente il comandante della Sardegna, generale Antonio Bacile, il comandante della
Compagnia di Carbonia capitano
Giuseppe Licari, il presidente dell’associazione sarda dei carabinieri
in congedo, colonnello Antonio Casu, comandanti di stazione del territorio, amici e commilitoni, è stata
commemorata la figura dell’ufficiale
dei carabinieri, medaglia d’oro al
valore militare, ucciso il 6 giugno
2008, all’età di 32 anni, nell’ufficio
postale di Pagani, nel corso di una
rapina.
Dalla sala consiliare, infine, ac-
compagnato dal suono della banda
musicale, il corteo ha raggiunto Piazza Italia, per la cerimonia di inaugurazione della sede e la benedizione della targa da parte del vescovo
di Iglesias.
dante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia.
«Una grande partecipazione di
cittadini che si sono voluti stringere intorno all’associazione dei carabinieri in congedo - ha sottolineato
Un momento della cerimonia officiata dal vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda.
La cerimonia svoltasi in sala conisiliare.
«Un momento di incontro bello
e importante - ha sottolineato Paolo
Locci, presidente dall’associazione
cittadina - che contribuisce a rinnovare l’impegno dell’associazione verso la città.»
Non meno soddisfatto il coman-
il capitano Giuseppe Licari - che ha
voluto intitolare la propria sezione,
impegnata in attività sociali e di volontariato, ad un ragazzo del territorio che ha dato la propria vita in
difesa dei cittadini.»
Tito Siddi
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Il 1° aprile il Club Alpino Italiano di Modena ha organizzato la presentazione del libro “Avvenimenti accaduti in tempi quasi lontani”
«Viaggio nella Modena che lasciai 40 anni fa»
La città è quasi uguale nel centro storico, ma assai differente nella periferia, molto cresciuta, con una popolazione multietnica.
N
elle prime pagine del libro “Avvenimenti accaduti in tempi quasi lontani”, oltre alla mia fanciullezza, descrivo la passione per
la montagna. Il Club Alpino Italiano di Modena ha voluto onorarmi per i miei trascorsi d’alpinista su
ghiaccio e roccia ed ha ospitato la
presentazione. Nella seconda parte
dell’autobiografia vi è la descrizione dei miei trascorsi di impiantista
ceramico, del mio andare su e giù
per il mondo facendo il consulente
e lo stilista…, ma c’è pure cosa ho
fatto in Sardegna nel settore del turismo e dell’insegnamento dei tesori culturali sardi negli Istituti di
Stato ad Arbus, Settimo San Pietro,
Villamassargia e Pula (nei 58 corsi
professionali ho insegnato geografia
turistica a 658 allievi).
A Modena vi sono molte persone che amano la Sardegna quanto
me e la seconda parte della presentazione è stata dedicata all’isola.
Mentre descrivevo itinerari, apparivano le immagini scattate da Eugenio Carrano nel corso di un raid
in auto fuoristrada che ha iniziato
ad Olbia ed ha terminato nel Sud
Ovest sardo, dopo aver attraversato
il Nuorese e l’Oristanese. Le bellissime fotografie hanno fatto andare
in visibilio il pubblico presente, tra
i quali: cicloturisti, appassionati di
escursioni con mountain bike, alpi-
nisti, autofuoristradisti e capi area
vendita piastrelle in nazioni europee ed asiatiche che ogni anno fanno le loro vacanze in Sardegna.
La presentazione è avvenuta il
1° aprile e non è stata un pesce, uno
scherzo, anzi è stato qualcosa che
mi ha onorato ed appagato. Nei giorni successivi mi sono fatto accom-
estesa con bei rioni eleganti e pieni
di verde, intervallati da grandi parchi, ma con traffico automobilistico
caotico, nonostante l’infinità di rotonde. Ho osservato che i modenesi sono ridotti al 30% della popolazione, sopraffatti da un’enormità
di cinesi, africani ed iraniani ed ho
notato l’infinità di serrande chiuse
I Sassi di Rocca Malatina.
pagnare dagli amici in vari luoghi
dell’Appennino modenese, quindi nel
Mantovano, a Sabbioneta ed in Valmarecchia (Cesena - Rimini).
La “mia” Modena, lasciata quarant’anni fa, l’ho trovata quasi uguale nel centro storico, ma assai differente nella periferia: enormemente
nell’immediata periferia del centro
storico. Mi è balzata all’occhio la
nuova moda di molti bar che danno
possibilità ai clienti, oltre che dissetarsi, di mangiare a tutte le ore,
non solo paste e cornetti ma pure
pizze, piatti di pasta, insalate miste
e le classiche tipicità modenesi quali
Tutti a lezione di sicurezza e legalità
L
Le lezioni sono state condotte con
l’ausilio di filmati e di presentazio-
Il comandante Matteo Prantner.
ni multimediali per dare un messaggio facilmente comprensibile e duet-
to. Sono state molte le domande da
parte degli studenti denotando un
apprezzabile interesse dei giovani,
anche dei giovanissimi, all’ambiente
“mare” e alle innumerevoli tematiche che la Guardia Costiera svolge
quotidianamente.
Soccorsi a mare, sicurezza della
navigazione, rispetto dell’ambiente
e controllo della filiera ittica sono
solo alcuni dei temi trattati durante
le lezioni.
Grazie alla disponibilità dell’Associazione Marinai di Italia di Portoscuso e Iglesias, è stato inoltre possibile portare in aula anche le esperienze e le testimonianze di chi il
mare lo ha “vissuto” anche in passato, con la passione di chi ancora
oggi è fiero di sentirsi marinaio.
è stata inaugurata ed ha iniziato l’attività la struttura comunale
Nuovo alloggio per gli anziani di Teulada
è
stata inaugurata ed ha iniziato l’attività, a Teulada, la comunità alloggio
per anziani, situata nel centro del paese (foto di Enrico Cambedda).
La struttura è stata progettata come casa di riposo e costruita negli
anni ottanta. Chiusa per anni e oggetto di saccheggi vandalici, dopo
mille vicissitudini che ne hanno ritardato l’apertura è stata utilizzata negli ultimi anni dapprima come sede
di associazioni di primo soccorso
(118) in seguito come sede del centro
di aggregazione sociale per varie
categorie di cittadini, in particolar
modo per anziani. In essa si svolgevano attività ricreative solo diurne.
L’Amministrazione comunale
guidata dal sindaco, Daniele Serra,
che ha tagliato il nastro inaugurale
(alla cerimonia hanno partecipato, tra
gli altri, il parroco, don Nino Dore,
che ha benedetto la struttura, ed il
sindaco di Masainas, Ivo Melis), è
riuscita a porre in pratica gli adattamenti e le modifiche necessarie per
concludere l’iter autorizzativo che
da ora in poi consente l’apertura e
la messa in funzione della parte più
importante: il centro notturno.
Moderne camere da letto (sia
singole che doppie) dotate di tutti i
comfort sono in grado di ospitare al
momento fino a 16 utenti, ma si sta
già ragionando sul futuro prossimo
per la possibile predisposizione e
apertura anche di un’altra ala della
struttura che con altrettante camere
costituirebbe una “casa protetta”
in grado di ospitare anche anziani
non autosufficienti.
etc.) a cui parteciperanno anche anziani esterni alla comunità alloggio,
garantendo la massima integrazione e socializzazione e la migliore
condizione di qualità della vita.
La struttura è comunale ma la
gestione è stata affidata ad una coop
L’inaugurazione della comunità alloggio di Teulada.
A questo si aggiunge una cucina
attrezzata in grado di fornire pasti
caldi e spazi comuni arredati e gradevoli. All’esterno un giardino ben
curato e spazi per attività all’aperto.
Dal 5 maggio la struttura accoglierà gli ospiti 24h su 24h a cui
durante il giorno saranno affiancate
anche altre attività ricreative (corsi
di cucina, giochi di società, ricamo,
sui marciapiedi, abbiamo sorseggiato un caffè sotto la svettante e bellissima Ghirlandina (la torre pendente più bella che c’è), abbiamo
osservato le sculture di Wiligelmo,
maestro del romanico italiano (1100)
e siamo entrati nel Duomo, gremito di turisti. L’enorme costruzione,
capolavoro dell’architettura roma-
Modena - Il monumento ai Caduti della Grande Guerra.
400 studenti hanno seguito le lezioni tenute dalla Guardia Costiera
a prevenzione nasce anche da una cultura di sicurezza e legalità, messaggio
questo che ogni anno la
Guardia Costiera porta nelle scuole
di tutto il territorio nazionale. I militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Portoscuso, guidati dal Tenente di Vascello Matteo Prantner,
hanno aderito all’iniziativa svolgendo lezioni a circa 400 alunni di 5
istituti scolastici locali che gentilmente hanno sacrificato preziosi momenti
di formazione dedicandoli all’iniziativa (Scuola Media Angius Portoscuso, Istituto Minerario Asproni
Iglesias, Scuola Media Arborea Iglesias, Scuola Media Villamassargia,
Istituto Professionale Industria ed
Artigianato Ferraris Iglesias).
le crescentine (chiamate erroneamente tigelle) e gnocco fritto. Preciso che le tigelle erano le piastre di
sasso ove si cocevano nel camino le
crescentine: focaccine di pane che,
ancora calde, tagliate a metà, farcite con lardo, formaggio, coniglio
alla cacciatora, prosciutto, etc., costituivano il pane e companatico per
sociale, la “Coop. Sant’Anna”, che
impiega personale di Teulada.
L’importanza e la strategicità di
tale apertura è evidente, specie in
una comunità come quella di Teulada, in cui la popolazione anziana
rappresenta un’importante componente della popolazione totale e che
è geograficamente lontana da altri
centri urbani dotati di tali servizi.
molte famiglie dell’Appennino modenese.
Domenica 30 marzo, giorno di
arrivo all’aeroporto di Parma, mio figlio Roberto mi ha accompagnato nei
luoghi più frequentati di Modena.
Parcheggiato al di fuori del centro
(interdetto alle auto) e girovagato
nica in Emilia, fu progettata da Lanfranco che diresse i lavori, a partire
dal 1099. Mi sono preso la soddisfazione di spiegare a mio figlio l’arte eccelsa dei maestri campionesi,
particolarmente di Anselmo, principale artefice delle sculture che
ornano la balconata, poi ho fatto no-
tare le particolarità del presepio
marmoreo del Begarelli (1500).
Nella cripta ho visto mio figlio stupirsi al cospetto delle statue in terracotta a grandezza naturale di Guido Mazzoni, eccelso modellatore
di potente realismo espressivo.
Nell’attesa venisse l’ora del rendez vous con i tanti amici in una trattoria modenese, siamo andati a vedere la casa dove sono nato, oggi sede di una banca.
Il pomeriggio del lunedì, sono
stato accompagnato in un luogo paesaggistico che da ragazzo ho amato
moltissimo: i Sassi di Rocca Malatina, prospicienti la vallata del Fiume Panaro, in un’apoteosi di ciliegi in fiore. Il martedì (primo aprile)
c’è stata la presentazione per la quale
hanno organizzato tutto gli amici.
Il mercoledì ho visitato l’areale montano, con sentieri per escursionisti
in mountain bike, non trascurando la
visita alla chiesa romanica di Rocca Santa Maria. Il giovedì ho visitato la “Città Ideale”: la splendida
Sabbioneta ove Vespasiano Gonzaga profuse il suo ingegno cinquecentesco, non ho trascurato Mantova (Palazzo Ducale).
Venerdì ho vistitato San Leo in
Valmarecchia e la deliziosa Pennabilli (Città amica degli artisti di
strada).
Caterno Cesare Bettini
www.sardegnanimamia.it
Nuovo traguardo del Centro Italiano della Cultura del Carbone
La Grande Miniera tra i siti più visitati
I
l CICC - Centro Italiano della
Cultura del Carbone della città di Carbonia ha ottenuto un
altro importante risultato.
Il sito internet Sardegna Remix
ha pubblicato una classifica relativa
alle attrattive delle Sardegna dell’interno (escludendo quindi spiagge e luoghi di mare), basandosi sui
dati di preferenze e recensioni raccolte da Tripadvisor, uno dei principali portali che si occupano di viaggi e turismo. In questa classifica il
CICC si posiziona al quinto posto.
Il Centro Italiano della Cultura
del Carbone, nato nel 2006 come
associazione tra il comune di Carbonia ed il Parco Geominerario Storico e Ambientale, nel corso degli
anni si sta affermando sempre di
più come metà di attrazione turistica e culturale, spesso teatro di
Uno dei pozzi della Miniera.
mostre e diverse iniziative. Inserito
all’interno della Grande Miniera di
Serbariu, il CICC è dotato di un
Museo del Carbone e di una galleria sotterranea. Nello stesso spazio
della Grande Miniera di Serbariu al
CICC si affiancano: il Museo Paleoantologico E.A. Martel e la Sezione di Storia Locale.
Il Museo del Carbone ha ricevuto il Certificato di Eccellenza
2014 da parte di TripAdvisor®, il
portale web di viaggi che raccoglie le recensioni dai viaggiatori di
tutto il mondo. L’encomio è riconosciuto solo alle strutture che con
costanza ricevono recensioni eccellenti da parte dei viaggiatori di
TripAdvisor. Solo il 10% delle migliori strutture presenti su TripAdvisor ha l’onore di ricevere questo
prestigioso premio.
Si è concluso il ciclo di 7 lezioni tenuto da Roberto lezioni
Come cresce la passione per la viticoltura
S
i è concluso domenica 27
aprile con la prova pratica
di potatura verde, il ciclo
dei sette appuntamenti di
viticoltura dal titolo: “Tutela, recupero e salvaguardia dell’alberello latino a Piede Franco (carignano del Sulcis)”.
I corsi sono stati curati dal docente Roberto Matzeu (Next In Wine 2013), neopremiato dalla Scuola Italiana di Potatura come il miglior talento Vigna Italia 2013, alla serata Bibenda 2014.
Dopo la vittoria del titolo, Roberto Matzeu promise che avrebbe
utilizzato la fama e la notorietà che
il titolo gli avrebbe conferito per
permettere anche ad altri giovani di
apprendere l’arte “del saper fare
in vigna”, in modo tale che molti
giovani potessero avvicinarsi a
questo mestiere.
«Ancora una volta - ha commentato Roberto Matzeu - abbiamo sfidato la pioggia dimostrando che l’interesse per la vigna e il
Carignano sta ritrovando la giusta rilevanza.»
L’iniziativa è stata molto apprezzata ed ha avuto una grande
partecipazione. Appassionati e addetti ai lavori, giovani e meno giovani sono giunti anche dai comuni
vicini.
Roberto Matzeu si è detto molto
soddisfatto ed ha aggiunto che mai
avrebbe pensato che gli incontri
avrebbero ottenuto un così grande
successo.
«Sono stati numerosi gli apprezzamenti anche da professionisti e addetti al settore che -
feti” e grande sostegno è arrivato
anche dalle Cantine Sardus Pater
di Sant’Antioco (dove Roberto
Matzeu lavora) che sempre di più
crede nei giovani e nel futuro viticolo dell’ Isola.
Il corso si è concluso con il ri-
La lezione di fine corso di Roberto Matzeu.
spiega Roberto Matzeu - mi convincono ancora di più che la strada intrapresa sia quella giusta e
mi spingono a fare sempre meglio.»
L’evento è stato patrocinato dall’Amministrazione comunale di
Sant’Antioco che ha gentilmente
messo a disposizione l’aula “I Su-
lascio di ben 65 attestati di partecipazione gentilmente concessi
della stessa Sardus Pater, al fine
di ufficializzare l’iniziativa.
Roberto Matzeu ha altri progetti per il futuro, tra i quali la pubblicazione di un libro, nel quale
raccoglierà tutto il lavoro fin qui
svolto.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
Lunedì 9 giugno, alle 20.30, il concerto andrà in scena grazie al sostegno dei Rotary Club e dell’associazione Spina Bifida
Il Quartetto Accardo per beneficenza al Lirico
La serata è finalizzata a raccogliere fondi per sostenere la campagna regionale di prevenzione delle malformazioni congenite.
I
l prestigioso Quartetto
Accardo, formazione
creata da Salvatore Accardo nel
1992 e composta,
oltre che dal celebre violinista toCinzia Crobu.
rinese, anche da
Laura Gorna (violino), Francesco Fiore (viola), Cecilia Radic (violoncello),
il 9 giugno, alle 20.30, si esibirà in
uno straordinario concerto di beneficenza al Teatro Lirico di Cagliari. Il
programma musicale della serata prevede: Quartetto per archi in sol minore
op. 10 di Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye, 1862 - Parigi, 1918) e Primo Quartetto per archi in Re maggiore op. 11 di Petr Il’ic Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, governatorato di Vjatka,
1840 - San Pietroburgo, 1893). La serata, come anticipato nei titoli, è organizzata dal Rotary Club di Cagliari, al fine
di raccogliere fondi e consensi a favore
della campagna regionale di prevenzione delle malformazioni congenite, sostenuta dai Rotary Clubs della Sardegna,
insieme all’Associazione Spina Bifida.
“I suoi primi passi li fai tu” è il
titolo della campagna promossa per
combattere le malformazioni congenite. è necessario chiarire, fin da subito, che la salute del bambino nasce
nel ventre materno. Proprio alle madri viene chiesto di attenersi a stili di
vita sani, ad un’alimentazione corretta che prevenga l’obesità e, soprattutto, viene raccomandata loro l’assunzione di acido folico per concepire un
bimbo sano ed evitare il rischio della
spina bifida. Alla conferenza stampa
di presentazione del concerto è intervenuto, autorevolmente, il dott. Giuseppe Masnata responsabile della struttura di Urologia ed Urodinamica del
Brotzu, il quale ha curato la parte scientifica della campagna del Rotary, insieme all’Asbi Sardegna, Associazione Spina bifida e idrocefalo per la
Sardegna. è emerso dalle sue considerazioni che l’acido folico è «una
vera e propria vitamina della vita»: è
come se noi avessimo una porta molto
più stretta e dovessimo far entrare una
quantità maggiore di roba. Per forzarla bisogna caricarla a monte con una
sostanza che è una vitamina del gruppo B, l’acido folico.
«Ne basta una quantità irrisoria»,
ha dichiarato Masnata alla collega Francesca Cardia, dal cui lavoro riporto alcuni virgolettati tratti da www. sarde
gnamedicina.it/content/acido-folico
contro-la-spina-bifida.
«La base del difetto sta in un problema metabolico: si creano dei danni all’embrione per un non arrivo di
determinate sostanze. L’acido folico
non fa altro che forzare questo metabolismo che è congenitamente debole.»
Di cosa si tratta, tecnicamente e come si presenta la spina bifida?
«La spina bifida è una fuoriuscita
del midollo da una scatola che non è
altro che un tubo, il tubo neurale. Il tubo neurale nell’embrione si forma partendo dal piatto neurale che si piega
su se stesso, con le estremità che si
uniscono in una forma a tubo. Questa
scatola non è altro che la colonna vertebrale che si sta formando, con dentro la parte nobile che è la prosecuzione del sistema nervoso centrale, il midollo spinale. Se c’è una carenza di
acido folico, in soggetti geneticamente predisposti, fuoriesce il midollo come se fosse un’ernia, a seconda del
punto in cui rimane aperto si avrà un
danno. Nelle spine bifide chiuse non
fuoriesce all’esterno, ma c’è sempre un
danno midollare, per cui è un difetto
che può essere non riconosciuto alla
nascita. è pieno di bambini che all’età
di tre anni, alla sospensione del panno continuano a farsi addosso, ad essere incontinenti, e allora i genitori li
portano da noi. La spina bifida manifesta è una pseudo-urgenza neonatale, nel senso che il bambino dovrebbe
essere trattato e operato dal neurochirurgo entro le prime 48 ore di vita
per evitare il rischio di infezione. Il
canale da cui fuoriesce il liquor, il liquido celebrale, è aperto, ci sono questi due buchini, uno superiore e uno
inferiore, che rimangono aperti e c'è
molto forte il rischio meningite e infettandosi, tra l’altro l’intervento può
essere aggravato da complicanze.
Ma a parte questo aspetto, non ci
sono grossi problemi per il bambino
con spina bifida aperta. è quasi impossibile non riconoscere una spina
bifida aperta, il cosiddetto mielome-
ningocele, si rileva con l’ecografia,
poi ci sono il tritest, l’alfatest, se i valori sono alterati si vanno a cercare
altri segni.»
Prevenzione ed informazione, dunque, sono fondamentali ed a questo
proposito è importante accorrere numerosissimi al Lirico ed assistere al
concerto, contribuendo alla causa e
finanziando la ricerca.
«In Emilia Romagna da anni non
nasce più un bambino con spina bifida. Questo dato è rilevabile perché in
quella regione esiste il registro delle
malformazioni congenite. Noi sul territorio nazionale abbiamo un rilevamento dei dati a macchia di leopardo,
in Sardegna non esiste un registro delle malformazioni congenite. Noi seguiamo pazienti in tutta la Sardegna
e continuiamo a seguirli da adulti continua Masnata -. Non tutti hanno
una paralisi completa degli arti inferiori, a seconda del punto in cui c’è la
fuoriuscita di midollo le lesioni sono
differenti, alcuni portano dei tutori e
possono deambulare, altri sono completamente bloccati e costretti in carrozzina. Più è bassa la lesione, me-
scritto appositamente per lui alcune loro opere. Basta dare uno sguardo alla
biografia del Maestro per comprendere la straordinarietà del suo percorso professionale ed umano: come dicevamo, nato a Torino, da una famiglia originaria del napoletano, figlio
di un incisore appassionato di musica
classica, all’età di 3 anni ha imbracciato per la prima volta un violino.
Suonando ad orecchio la canzone
“Lili Marleen”, ha iniziato ad esercitarsi in casa per poi iniziare gli studi ad otto anni con il maestro napoletano Luigi D’Ambrosio - e sostenendo,
due anni dopo, l’esame di compimento inferiore presso il Conservatorio di
Majella. Nel 1954 il giovane Accardo
ha superato il compimento medio con
“dieci e lode” e pochi mesi dopo si è
esibito in pubblico eseguendo l’integrale dei Capricci di Niccolò Paganini, divenendo uno «dei pochi solisti
in grado di eseguirli tutti ventiquattro
in una sola serata». Siamo nel 1956
quando, appena quindicenne, consegue
il diploma in violino, per poi essere
iscritto ad honorem all’Accademia Chigiana di Siena, perfezionandosi sotto
Successo per il concerto di Primavera al Teatro Centrale
La banda Bellini non delude mai
L
a banda musicale Vincenzo
Bellini, dopo mesi di intense
prove si è cimentata in una
nuova esecuzione al Teatro
Centrale di Carbonia. Come da tradizione, il Concerto di Primavera è
stato strutturato in due tempi: il primo
ha visto l’esecuzione di brani classici (con uno sguardo alla modernità,
dal momento che si è partiti da stralci della Peer Gynt suite n°2 -Op. 55
di Grieg, proseguendo sempre nell’ottica della “musica descrittiva”,
con brani di Borodin e Ketelbey) ed
il secondo dedicato ai brani di musica
per banda. Alla guida dei circa trenta
musicisti la Maestra Caterina Casula
che ha, sapientemente diretto il gruppo, garantendo un’esibizione strutturata e curata, come è già avvenuto nelle ultime performance della banda Bellini, che hanno visto un grande afflusso di pubblico e ottime recensioni dagli addetti ai lavori. Insomma:
non solo marce, ma impegno e studio finalizzati a progredire sempre,
migliorando. La manifestazione è stata realizzata con il patrocinio del co-
mune di Carbonia (assessorato alla
Cultura) e con il patrocinio dell’assessorato regionale Sport, cultura e
spettacolo) l’11 maggio, al Teatro
Centrale. L’ingresso è stato libero e
Asia” - A. Borodin; “In the Mystic land
of Egypt” - Ketelbey. II parte: “Carthago” - A. Loretan; “Poseidon” - H.
Richards; “Adventure!” - M. Gotz.
Sabato 17 maggio, presso la Gran-
L’esibizione della banda Bellini nella Grande Miniera per “La Notte dei Musei”.
gratuito. Riporto, come da locandina,
i brani eseguiti: I parte: “Solveig’s
song” - From Peer Gynt Suite n° 2 op. 55/ E. Grieg; “Arabian Dance”
- From Peer Gynt Suite - n° 2 - op. 55/
E.Grieg; “In the steppes of Central
de Miniera di Serbariu la banda si è
esibita in occasione de “La Notte
dei musei”, riscuotendo grande successo e ripetendo un’esperienza molto
positiva avvenuta in passato.
C.C.
Carbonia in festa per il 6° campionato di calcio a 5 Fisdir
Lo sport ha un grande valore sociale
Tre componenti del Quartetto Accardo.
glio è, ma questo non elimina mai il
problema fondamentale: l’incontinenza sfinterica. Avere la vescica malata
dalla nascita porta a reflussi e infezioni delle vie urinarie che rovinano i
reni. Chi ha dato la speranza di migliore vita sono quelli che hanno inventato il cateterismo intermittente. Tutti i
pazienti con spina bifida che hanno la
vescica neurogena devono introdurre
quotidianamente un catetere, almeno
cinque volte al giorno, per svuotare
la vescica e poi prendono dei farmaci, che normalmente sono degli anticolinergici, per controllare la vescica
ed evitare le infezioni con un danno
renale. Tutti i pazienti andavano a finire in dialisi, avevano un’insufficienza renale cronica con una speranza
di vita, soprattutto in altri tempi, ridotta. Dei nostri pazienti seguiti dalla
nascita, non ce n’è uno in insufficienza renale.»
Come sottolinea la Cardia nel dossier, Masnata segue circa cinquanta
pazienti con la spina bifida al Brotzu,
di tutte le età. Nonostante ciò, la giunta regionale non ha mai promulgato
una legge per riconoscere un centro
della spina bifida. Ufficialmente non
esiste. E Masnata segue quasi in modo “volontaristico” i pazienti con la
spina bifida insieme al carico di lavoro quotidiano del reparto.
«Attualmente per le uropatie malformative ne seguiamo duemila e arrivano da tutta la Sardegna, sono bambini che hanno necessità di assistenza, tanti sono a rischio di dialisi.»
Questa complessa malformazione
congenita è, inoltre, una delle più costose da trattare, per questo è bene ribadire che la mortalità e la disabilità
causata dalle malformazioni congenite possono ridursi dal 30 al 70% con
iniziative di prevenzione. Il Rotary
Club Cagliari sta portando avanti l’iniziativa insieme alle 600 farmacie
della Sardegna, ai medici, alle radio
ed ai media per prevenire le malformazioni congenite: sul sito http://www.
campagnarotary.it/ è disponibile il materiale informativo in corso di distribuzione in tutte le farmacie e da tutti
i medici di base dell’Isola.
Plauso al Teatro Lirico cagliaritano ed agli artisti che si presteranno a
dar lustro a questa iniziativa, tra tutti
il Maestro Accardo, che andiamo a
conoscere meglio.
Salvatore Accardo, classe 1941, è
considerato uno dei maggiori talenti
violinistici della scuola italiana del
Novecento. Il suo repertorio spazia
dalla musica barocca a quella contemporanea e compositori quali A. Piazzolla, W. Piston e I. Xenakis hanno
la guida di Yvonne Astruc (a sua volta allieva di George Enescu). Nell’ottobre 1958, a 17 anni, Accardo vince
a Genova il Premio Paganini, divenendo uno dei più giovani vincitori. Da
questo momento inizia la collaborazione con le più importanti orchestre
del mondo, sempre emergendo con
successo, ed esibendosi a volte come
direttore di formazioni cameristiche.
Ideatore, nel 1971, del Festival “Le
settimane Musicali Internazionali” di
Napoli, nel 1979 suona il concerto per
violino di Alban Bergnella al Conservatorio Verdi di Milano, per il Teatro
alla Scala; nel 1982 suona la Sinfonia
concertante per violino, viola e orchestra di Mozart, diretto da Claudio Abbado alla Scala. Ancora a Genova, nel
1982 - anno del bicentenario della nascita di Niccolò Paganini suona i 24
Capricci di Paganini sul Cannone, con
il Guarneri appartenuto al celebre virtuoso genovese. Lo stesso fece in molte altre città italiane ed europee: nel
1985 suona il Concerto per violino di
Berg nel Teatro alla Scala.
Sono sempre la passione per la musica da camera e l’interesse per i giovani a portare Accardo nel 1986 all’istituzione di rinomati corsi di perfezionamento per strumenti ad arco della
Fondazione W. Stauffer di Cremona e
nel 1992 alla creazione del Quartetto
Accardo, che vedremo esibirsi a Cagliari il 9 giugno. Innumerevoli i premi
ed i riconoscimenti, ottenuti durante
la carriera dal Maestro: nel ’65 è insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, nell’82 cavaliere di Gran Croce.
Nel 1996 il Conservatorio di Pechino lo ha nominato Most Honorable Professor e numerosi altri.
Inoltre, sempre nel 1996, Accardo
ha ridato vita all’Orchestra da Camera Italiana (O.C.I.), formata dai migliori allievi dei corsi di perfezionamento della Walter Stauffer Academy
di Cremona. Tra i suoi allievi più famosi citiamo: Francesca Dego, Franco Mezzena, Anna Tifu. Insomma una
occasione da non perdere, non manchiamo con il duplice scopo di dare il
nostro contributo alla ricerca e per assistere ad una serata unica.
La biglietteria, esclusivamente in
occasione della campagna abbonamenti per la Stagione lirica e di balletto 2014,
è aperta dal lunedì al sabato dalle 9.00
alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.
Per informazioni: biglietteria del
Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda,
09128 Cagliari, tel. +39 0704082230
- biglietteria@teatroliricodicagliari.it,
www.teatroliricodicagliari.it.
Cinzia Crobu
S
i è conclusa nella tarda
mattinata di domenica 25
maggio, al Palazzetto dello Sport di Via delle Cernitrici, a Carbonia, la fase finale
del campionato italiano di calcio a
cinque della Federazione Italiana
Sport Disabilità Intellettiva Relazionale (Fisdir). La manifestazione è stata organizzata dalla Polisportiva dilettantistica Girasole di
Carbonia, in collaborazione con la
Fisdir regionale ed il patrocinio del
comune di Carbonia. Hanno partecipato 12 squadre provenienti da
7 regioni italiane. Le categorie coinvolte sono state tre: promozionale,
agonistico ed élite.
Queste le classifiche finali.
Categoria Promozionale.
1ª Unione famiglie handicappati (Lazio); 2ª Parco de Riseis (Abruzzo); 3ª Centro Serapide (Campania); 4ª Briantea ’84 (Lombardia).
Categoria Agonistico.
Classifica Finale.
1ª Obiettivo Uomo (Campania); 2ª Quarto Tempo (Toscana); 3ª
Apd Vharese (Lombardia); 4ª Polisportiva Girasole (Sardegna); 5ª
Nuova Polisportiva de Rossi (Lazio).
Categoria Elite.
1ª Disabili Erei (Sicilia); 2ª Polisportiva Paolini (Sicilia); 3ª
Briantea ’84 (Lombardia).
Al termine dello spareggio tra
la Obiettivo Uomo (Campania) e
la Quarto Tempo (Toscana), vinto
dai campani ai rigori, sono state
effettuate le premiazioni, in un cli-
ma di festa, alla presenza del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti,
Al di là dell’aspetto sportivo, la
manifestazione, per quattro giorni,
La cerimonia inaugurale.
Il campionato ha mostrato un eccellente livello tecnico di diverse squadre.
e degli assessori allo Sport, Fabio
Desogus, e alle Attività produttive,
Giampaolo Puddu.
è stata anche una grande occasione di promozione del Sulcis a fini
turistici.
La nuova ordinanza della Guardia Costiera di Portoscuso
Norme per garantire la sicurezza in mare
L
’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera di
Portoscuso ha pubblicato
sul suo sito internet www.
guardiacostiera.it/portoscuso, l’ordinanza balneare 10/2014 valida nel
territorio tra Punta ‘e Trettu e Capo
Pecora.
L’ordinanza emanata abroga la
precedente 13/2011 e rappresenta un
necessario aggiornamento dovuto
ad una normativa di settore sempre
in evoluzione. La nuova ordinanza
balneare emanata non avrà oneri e
non rappresenterà una rivoluzione in
termini di prescrizioni e dotazioni
di salvamento, risultando così “indolore” per gli operatori del settore.
Le novità rappresentano la disci-
plina di attività prima non contemplate, tra le quali la disciplina della
Il comandante Matteo Prantner.
attività sportivo-nautica denominata
“Ray-Board”, “Snorkeling trainato”, “Seafly”, “Sub-wing” o “sunferboard” e locazione e noleggio
delle unità da diporto utilizzate anche in attività ricreative e turistiche
locali, con l’introduzione del previsto noleggio occasionale.
Per garantire la sicurezza della
navigazione ed un’estate piacevole
senza rischi, la Guardia Costiera invita a prendere visione dell’ordinanza, strumento normativo adesso al
passo con i tempi e con le nuove
esigenze del settore nautico e balneare. Unitamente ad altre forze di
polizia, la Guardia Costiera effettuerà controlli a mare e a terra per reprimere comportamenti pericolosi.
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Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
15
La Provincia del Sulcis Iglesiente
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La squadra rossoblù ha concluso in maniera trionfale il campionato, dominato con un girone di ritorno strepitoso (43 punti su 45)
La Monteponi raggiunge Carbonia e Narcao
Il Carbonia, dopo la positiva conclusione del campionato, potrebbe cambiare il suo assetto societario e puntare all’Eccellenza.
L
a Monteponi di Vittorio Corsini ha coronato il suo sogno
di tornare in Promozione dopo quattro anni, al termine
di una stagione trionfale, caratterizzata da un girone di ritorno da record,
con 14 vittorie ed un solo pareggio.
La Monteponi ha festeggiato la
promozione nel derby con il Carloforte di Massimo Comparetti, disputato allo stadio Comunale di Sant’Antioco davanti ad una grande ed
entusiasta cornice di pubblico e vinto meritatamente con due goal realizzati nella ripresa.
Al termine, grande festa in campo e sulla tribuna, per i giocatori, il
tecnico ed il presidente Sandro Foti,
con un auspicio, il ritorno al Monteponi, per disputare un campionato di
Promozione da protagonisti, insieme
al Carbonia ed all’Atletico Narcao.
La festa della Monteponi è proguita a suon di goal a Guspini, nel
confronto con la grande rivale di una
intera stagione che, forse anche perché scarica dopo aver perso ogni speranza di riaggancio, è stata travolta per
5 a 2 (la Monteponi aveva battuto
nettamente il Guspini anche nel girone d’andata, con identico margine:
3 a 0).
L’impresa della Monteponi assume un significato ancora più grande
se si tiene conto dell’handicap costi-
tuito dall’indisponibilità dello stadio
Monteponi e quindi dall’aver dovuto
giocare praticamente un intero campionato in trasferta. I numeri della
promozione sono impressionati: 79
punti (+7 sul Guspini), frutto di 25
vittorie, 4 pareggi ed una sola scon-
bonia, protagonista di un buon campionato dopo un avvio negativo.
Le prospettive del Carbonia per
la prossima stagione appaiono confortanti, anche se potrebbe esserci un
avvicendamento al vertice della società. La famiglia Giganti è da tempo
I giocatori della Monteponi festeggiano la promozione al Comunale di Sant’Antioco.
fitta, subita a Tratalias, 2 a 0, nel corso del girone d’andata (il 17 novembre 2013); 85 reti segnate e solo 15
subite.
La stagione si è conclusa positivamente anche per il Carbonia e l’Atletico Narcao, salvatesi con una relativa tranquillità, in particolare il Car-
tentata dall’idea di lasciare e tratta con
un gruppo di giovani professionisti ma
qualora le trattative in corso non dovessero concretizzarsi, sarebbero pronti ad andare avanti con un progetto
ambizioso: potenziare la rosa e puntare alla promozione in Eccellenza.
Giampaolo Cirronis
A Giba, Narcao e Carbonia la fase regionale della 51ª edizione
La Coppa Santa Barbara verso la finale
M
ineraria-Selargius e
Don Bosco-Oristanese
sono le due semifinali
della fase regionale della 51ª edizione della Coppa Santa
Barbara Trofeo Aldo Carboni, organizzata dalla delegazione provinciale FIGC di Carbonia Iglesias, con
il patrocinio della gestione commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e del comune di Carbonia. Le due partite verranno disputate allo stadio Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia, rispettivamente sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, alle 17.30.
Le partite dei quarti di finale, disputate a Giba, Narcao e Carbonia,
hanno fatto registrare i seguenti risultati:
Stadio comunale di Giba
Mineraria Carbonia - Teleco Cagliari 2 a 1 d.t.s.;
Stadio comunale di Narcao
Atletico Narcao - Selargius 1 a 5;
Stadio comunale di Giba
Marco Cullurgioni - Oristanese
1 a 2;
Stadio comunale di Carbonia
Carbonia - Don Bosco 1 a 2.
La sorpresa più grande è maturata nel derby di Carbonia che ha
visto la Don Bosco, formazione del
campionato locale rinforzata con tre
La finalissima è in programma
sabato 7 giugno, alle 17.30, allo
stadio “Carlo Zoboli” di Carbonia.
Anche quest’anno è previsto il
concorso “La squadra del cuore”,
La formazione del Carbonia che ha vinto la fase locale 2013/2014.
innesti, consentiti dal regolamento.
Il Carbonia ha interrotto così un’mbattibilità che durava da tre anni,
nel corso dei quali s’è aggiudicato
per tre volte la fase locale e per due
volte la fase regionale.
organizzato sul social network facebook. La squadra, tra le otto partecipanti, che avrà ottenuto il maggior numero di “mi piace” sulla pagina della Coppa, verrà premiata con
una targa.
Grande successo per l’inaugurazione svoltasi a Tratalias
Il Palasport di Carbonia ha ospitato il 12° campionato regionale
G
G
è nata la Lorenzo Motorbike Racing School
rande successo per la cerimonia di inaugurazione
della Lorenzo Motorbike
Racing School Sardegna,
svoltasi a Tratalias, alla presenza di
Chicho Lorenzo e di diversi esponenti del motociclismo nazionale e
internazionale. Tra i più noti, Pedro,
Nuria (sono fratelli Pedro ha 6 anni,
Nuria la sorella ha 12 anni) e sono
piloti della scuola Lorenzo Competicion Palma di Mallorca), Bruno
Ieraci (13 anni), pilota della scuola
Lorenzo Motorbike Racing School
Sardegna che corre nelle redbull roockies cup e nel campionato italiano
velocità; Miky (8 anni); Gioele (4
anni); Ivan (3 anni); Matteo (5 anni); Luca (12 anni), tutti piloti della
School vanta la creazione di 17 scuole in Spagna, Messico, Argentina e
USA, tutte partecipanti alle Liga Interscuela spagnola. L’idea dell’apertura della prima scuola in Italia nasce dall’incontro, avvenuto nel giugno 2012, tra Mario Cuccu e Chicho
Lorenzo.
L’intento è quello di creare anche
in Italia una rete di scuole di minimoto Lorenzo Motorbike Racing
School, che, inizialmente, parteciperebbero alla Liga Interscuela spagnola, per dare vita, una volta consolidato il sistema, ad una Lega Italiana indipendente, con l’obiettivo finale di giungere ad un campionato
europeo e mondiale di minimoto.
La filosofia della Lorenzo Mo-
sultati conseguiti in base agli obiettivi prefissati);
• utilizzo di moto di serie ed identiche per ogni pilota (non sono ammesse modifiche o preparazioni meccaniche che possano avvantaggiare
un pilota nella guida, in modo che
vengano premiati il vero talento e la
costanza nell’allenamento e non chi
investe di più sul mezzo meccanico).
• formazione specifica dei genitori per seguire i figli durante ogni
allenamento.
Questi ultimi due punti consentono un notevole abbattimento dei
costi per la pratica di questo sport,
dato che i costi di acquisto e gestione di una moto di serie (polini 4.2 e
6.2) sono molto bassi e l’affianca-
Gioiele (4 anni).
Miky (8 anni).
Bruno Ieraci, campione europeo.
scuola Lorenzo Motorbike Racing
School Sardegna.
La Lorenzo Motorbike Racing
School Sardegna è la prima scuola
di minimoto in Italia del circuito di
scuole spagnole fondate da Chicho
Lorenzo, padre del pluricampione
mondiale di Moto GP Jorge Lorenzo.
Chicho Lorenzo ha ideato un metodo di insegnamento innovativo per
l’apprendimento della guida delle
minimoto, sperimentandolo in prima
persona col figlio Jorge, per la sua
formazione di pilota, con i risultati
che tutti noi conosciamo, e da quest’anno riconosciuto ufficialmente
dalla Dorna.
La Lorenzo Motorbike Racing
torbike Racing School si basa sui
seguenti punti:
• formazione del pilota già in tenerissima età (a partire dai 2-3 anni);
• educazione al rispetto dell’avversario e del lavoro altrui;
• educazione al rispetto delle regole e disciplina;
• formazione specifica dei genitori per seguire i figli durante ogni
allenamento;
• formazione prioritaria al concetto di guida in totale sicurezza (non
si guida una moto se sprovvisti dell’attrezzatura necessaria quale casco, tuta, paraschiena, guanti, stivali);
• educazione al lavoro costante,
orientato al miglioramento continuo
(attraverso la registrazione dei ri-
mento del genitore al pilota durante l’allenamento riduce la necessità
di personale aggiuntivo.
La formazione dei piccoli piloti
non è orientata solo alla competizione, ma soprattutto alla creazione di
una cultura del corretto utilizzo di un
mezzo a motore, cosa fondamentale
per prevenire atteggiamenti rischiosi
in strada da adulti.
Inoltre, la scuola si prefigge l’obiettivo di portare avanti dei progetti di integrazione di ragazzi con
diagnosi di autismo, col supporto di
due psicologhe specializzate.
In ultimo, si prefigge l’obiettivo di
diventare il centro di addestramento dei responsabili di tutte le scuole
italiane che nasceranno a breve.
120 atleti sul tatami per ricordare Antonella
rande festa sul tatami del
Palazzetto dello sport di
Carbonia, con il 12° campionato regionale di ji jitsu, 1° memorial Antonella Piredda,
gli scorsi 10 e 11 maggio. Sport e
gioia, allegria e felicità, questo il mix
che ha caratterizzato la manifestazione organizzata dalla Asd Gong fu
tao school, che ha coinvolto più di
120 bambini e ragazzi.
Numerose le società sportive che
hanno risposto all’invito della Gong
fu tao school: Ronin ju jitsu Carbonia, Feed back Portoscuso, Yoshin
ryu Olbia, Budo ju jitsu Olbia, Asd
iu jitsu Ploaghe, Bushido Carbonia,
Asd Renshu Monserrat.
«Sono gli atleti - spiega il maestro Alessandro Santacroce - che si
sono sfidati a suon di ippon, mandando in visibilio il pubblico, accorso numerosissimo per incitarli.»
Dal punto di vista tecnico, i combattimenti hanno fornito degli spunti
notevoli sulla grande preparazione
maturata dai piccolissimi, in particolar modo nella classe degli esordienti.
La domenica è stata una vera e
propria festa sportiva, in memoria
di una splendida ragazza, Antonella
Piredda, scomparsa prematuramente alcuni mesi fa. I maestri insieme
I genitori di Antonella hanno
potuto rivedere nei filmati preparati da Consuelo e Wanda il percorso
sportivo della ragazza, che è stata
in passato una delle migliori atlete
I giovani atleti protagonisti del 12° campionato regionale di ju jitsu.
ai loro atleti, si sono esibiti dedicandole, insieme al maestro Alessandro Santacroce ed all’istruttore
Maurizio Santacroce, un grande
spettacolo sportivo.
allenate dal maestro Alessandro
Santacroce, protagonista di numerose gare a livello regionale, nelle
quali è riuscita ad ottenere ottimi
risultati.
Splendida cornice di pubblico per l’iniziativa dell’ASD Don Bosco
Il calcio giovanile ha ricordato Luigi Manca
U
na splendida cornice di
pubblico ha riempito il
campo Santa Barbara per
il Memorial Luigi Manca
di calcio, organizzato per ricordare
un appassionato di calcio e sostenitore della sport a livello cittadino, recentemente scomparso.
Il Memorial è stato organizzato
con la collaborazione e la partecipazione attiva di tutti i dirigenti dell’ASD Don Bosco, dei genitori dei
ragazzi partecipanti e con il patrocinio del comune di Carbonia e della
gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias.
Luigi Manca.
Davanti ad una cornice di pubblico da “grandi occasioni”, si sono affrontate la squadra allievi del
Don Bosco (allenata da Massimo
Medda e Paolo Contini), e del Cagliari (allenata dalle “vecchie glorie” rossoblù Vittorio Pusceddu e
Giorgio Melis).
Al termine l’ASD Don Bosco ha
voluto ringraziare l’Amministrazione comunale di Carbonia e tutti coloro che hanno partecipato, contribuendo a far apprezzare il 1° Memorial Luigi Manca.
Per il prossimo anno, è già in
cantiere la seconda edizione.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XIX • N° 270 • 30 Maggio 2014
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