Voce della Parrocchia n. 3/2014

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PUBBLICAZIONE PERIODICA DELLA PARROCCHIA
SANTA MARIA ASSUNTA MEZZOCORONA - Anno 52 - 2014
TERZA PAGINA
3 LA TUA LUCE, GESÙ, ILLUMINI I NOSTRI CUORI
CHIESA: POPOLO DELLA FEDE
UNA GRADITA SORPRESA: PAPA FRANCESCO RINGRAZIA
QUANDO ALLA SERA SPLENDE LA LUCE
ALLE FINESTRE DELLE NOSTRE CASE
7 PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO PER LA FAMIGLIA
8 STRADE NUOVE PER LA VITA PASTORALE DELLE PARROCCHIE TRENTINE
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PARROCCHIA: “CASA” FRA LE CASE
10 GRUPPO FAMIGLIE: UN’OPPORTUNITÀ PER VIVERE UN’ESPERIENZA DI FEDE
11 OCCORRE RIVIVIFICARE LA FEDE IN GESÙ
PER ESPRIMERE UN VOLTO MISSIONARIO
13 PER UN EFFICACE SERVIZIO DELL’ORGANO È NECESSARIO UN SUO RESTAURO
numero 3 - anno 52
Notiziario periodico
della Parrocchia
Santa Maria Assunta
di Mezzocorona
Piazza della Chiesa, 21
38016 Mezzocorona
Reg. Trib. TN n° 553 del 7/11/1987
Direttore resp. Ernesto Menghini
FRAMMENTI DI STORIA
14 ABBIAMO SPERIMENTATO UN TRATTO DI AFFETTUOSA “DOLCEZZA TEUTONICA”
16 SEDICI PELLEGIRNI DI MEZZOCORONA VENERANO L’URNA DI SAN GOTTARDO
22 UNA RELIQUIA DEL VESCOVO GOTTARDO
PER LA CHIESA CHE LO VENERA PATRONO
23 LA TESTIMONIANZA/1
24 FOTOCRONACA
26 LA TESTIMONIANZA/2
In copertina:
il Vescovo Norbert Trelle
ci consegna la reliquia
di san Gottardo
(foto di Peter Lange)
LABORATORIO DEI TALENTI
28 I GIOVANI SI METTONO IN GIOCO PER ANIMARE L’ORATORIO
LE OPERE E I GIORNI
INSOLITO ACCOMPAGNAMENTO ALLA MESSA
SCOUT: UN NUOVO ANNO RICCO DI ATTIVITÀ
INIZIATE LE ATTIVITÀ ALL’ORATORIO CON LA “FESTA DELLA COMUNITÀ”
COMMEMORAZIONE DEI CADUTI
BENEDETTI I FRUTTI DELLA TERRA
LA “LANTERNATA” DI SAN MARTINO
NUOVI LAVORI ALLA SCUOLA MATERNA
L’ AZIONE CATTOLICA RINNOVA L’IMPEGNO DI FORMAZIONE
“MEZZOCORONA DA FIABA” NEI RACCONTI PER BAMBINI
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ALLE PERIFERIE DEL MONDO
45 AIUTIAMO SUOR AUGUSTA WEBER
A SOCCORRERE BAMBINI POVERI
46 VI RINGRAZIO PER IL PREZIOSO AIUTO
ANAGRAFE PARROCCHIALE
47 NATI ALLA VITA DI DIO
ACCOMPAGNATI ALLA CASA DEL PADRE
IL BOLLETTINO PARROCCHIALE NELLE CASE
48 BUON NATALE
Per comunicare
con la redazione di
Voce della Parrocchia,
per inviare suggerimenti,
consigli, foto o articoli
da pubblicare sui prossimi numeri
redazione.mzc@gmail.com
mezzocorona@parrocchietn.it
IMPAGINAZIONE
Vita Trentina Editrice sc
Via S. G.Bosco 5 - Trento
STAMPA
Rotaltype - Mezzocorona
Finito di stampare
nel mese di dicembre 2014
La tua luce, Gesù,
illumini i nostri cuori
O Gesù,
ti sei fatto Bambino
per venire a cercare
e chiamare per nome
ciascuno di noi.
Tu vieni a noi
ogni giorno
e anche in questo
Natale:
donaci di aprirti
il nostro cuore.
Noi vogliamo consegnarti la nostra vita,
il racconto della nostra storia personale,
perché tu lo illumini,
perché tu ci scopra
il senso ultimo di ogni sofferenza,
dolore, pianto, oscurità.
Fa’ che la luce della tua notte
illumini e riscaldi i nostri cuori.
Donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe.
Dona pace alle nostre case,
alle nostre famiglie,
alla nostra società!
Fa’ che essa ti accolga
e gioisca di te e del tuo amore.
CARDINALE
CARLO MARIA MARTINI
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Una gradita sorpresa:
papa Francesco ringrazia
ei giorni 3-5 novembre scorsi un folto
gruppo di fedeli di Mezzocorona e dintorni
[ritratti nella foto davanti all’Altare della Patria]
sono stati a Roma ed hanno partecipato all’udienza del Papa del mercoledì. Giorgio Concli è
riuscito a far consegnare a papa Francesco una fotografia della nostra Grotta di Lourdes con una dedica del parroco e la promessa di pregare per lui.
Dopo pochi giorni è stata recapitata per posta al
parroco una lettera della Segreteria di Stato - Affari generali, con queste parole, che trascriviamo:
Reverendo Signore, in occasione dell’Udienza generale del 5 novembre
corrente, Ella, anche a nome di codesta Comunità parrocchiale [la dedica
era su carta intestata della nostra parrocchia!] ha fatto pervenire al Santo
Padre Francesco, quale segno di ossequio e devozione, un cortese dono.
Il Sommo Pontefice, riconoscente per il significativo pensiero e per i sentimenti che lo hanno suggerito, esorta a perseverare nell’amore del Signore e, mentre chiede di pregare per la Sua persona, e il Suo ministero
universale, invoca sulla Comunità la materna protezione della Vergine
Maria e di cuore imparte a Lei e a quanti sono affidati alla sue cure pastorali
la Benedizione Apostolica, pegno di ogni desiderato bene.Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima
dev.mo nel Signore Mons. Peter B.Wells – Assessore
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Pellegrini
a Roma
dal 3 al 5
novembre
Quando alla sera splende la luce
alle finestre delle nostre case
arlando di recente ai partecipanti ad un convegno sulla famiglia papa
Francesco ha affermato, con tono piuttosto preoccupato: «Nel nostro
tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi. Viviamo in una cultura del
provvisorio in cui delle persone rinunciano al matrimonio come impegno
pubblico. E la crisi della famiglia ha dato origine a una crisi di “ecologia
umana”». Tuttavia, ha proseguito, «la famiglia rimane al fondamento della
convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare
un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva».
È stata proprio questa preoccupazione pastorale e sociale insieme a indurre papa Francesco a volere un Sinodo sulla famiglia,
consultando preventivamente il popolo cristiano,
che vive “sulla propria pelle”
le grandi sfide che la famiglia si trova oggi ad affrontare».
Nel Messaggio finale del
Sinodo straordinario i vescovi scrivono che si rendono ben conto che «nelle
case si sperimentano luci e
ombre, sfide esaltanti, ma talora anche prove drammatiche». Le conosciamo
tutti queste sfide, perché non sono estranee neppure alle nostre famiglie.
Eccone alcune: la grande sfida della fedeltà all’amore coniugale, conseguenza
dell’indebolimento della fede e dei valori; la fatica dell’esistenza, che si presenta con prove non facili da superare, tra cui le difficoltà economiche che
mettono a repentaglio la serenità di molte famiglie; le sfide drammatiche
che devono affrontare le famiglie in fuga da situazioni politiche e civili che
le spingono a correre l’avventura del mare per cercare una nuova esistenza;
la sfida che riguarda molte donne che devono resistere a violenze e abusi fra
le stesse mura domestiche.
P
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Il Papa
durante
il Sinodo
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Ma «c’è anche la luce che a sera splende dietro le finestre nelle case delle
città, nelle modeste residenze di periferia o nei villaggi e persino nelle capanne: essa brilla e riscalda corpi e anime. Questa luce nella vicenda nuziale
dei coniugi si accende con l’incontro: è un dono, una grazia che si esprime
quando i due volti sono uno “di fronte” all’altro, in un aiuto corrispondente,
cioè pari e reciproco».
La Chiesa, che è madre amorosa e trepida, non indulge al pessimismo,
però mette in guardia contro le derive ideologiche che minano la famiglia.
Invece di condannare essa stimola ad apprezzare l’amore coniugale, unico e
indissolubile, che «persiste nonostante le tante difficoltà del limite umano;
e questo è uno dei miracoli più belli, benché sia anche il più comune».
Nello scorso mese di ottobre da parte di tutti gli organi di informazione
sono stati accesi i riflettori sui vescovi e i laici “uditori” raccolti nell’aula del
Sinodo. Si è tornati al solito gioco che spinge alla ricerca di notizie appetibili
“per fare titolo” piuttosto che cercare faticosamente di approfondire e chiarire i termini delle questioni dibattute.
Ritorniamo allora alle parole di papa Francesco al convegno citato all’inizio. Si sa come il suo pensiero sia costantemente rivolto ai giovani, per cui
sottolinea «i benefici che il matrimonio può portare ai figli, ai coniugi stessi
e alla società». Pensando ai giovani egli diceva: «È importante che essi non
si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo e di andare
controcorrente».
Anche nella nostra borgata ci sono famiglie in sofferenza per incomprensioni e incapacità di trovare un dialogo sereno e costruttivo. Anche nelle
nostre famiglie non si respira sempre un aria adatta ad una formazione integrale della persona fin dai primi anni di esistenza dei bambini.
Anche nelle nostre case i valori umani e cristiani che fondano la solidità
di una famiglia fondata sul matrimonio non sono sempre ben accolti e seguiti. Il Sinodo sulla famiglia che papa Francesco ha fortemente voluto, e che
continua per i mesi a venire per concludersi nell’autunno 2015, diventa occasione propizia per ridare slancio alle nostre famiglie, convinti che l’amore
«è capacità di offrire la vita, affetto, valori, un’esperienza possibile anche a
chi non ha potuto generare, perché le famiglie che vivono questa avventura
luminosa diventano una testimonianza per tutti, in particolare per i giovani».
don Agostino
PREGHIERA
DI PAPA FRANCESCO
PER LA FAMIGLIA
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ADRE,
DONA A TUTTE LE FAMIGLIE
LA PRESENZA DI SPOSI FORTI E SAGGI,
CHE SIANO SORGENTE
DI UNA FAMIGLIA LIBERA E UNITA.
PADRE,
DONA AI GENITORI DI AVERE UNA CASA
DOVE VIVERE IN PACE CON LA LORO FAMIGLIA.
PADRE,
DONA AI FIGLI
DI ESSERE SEGNO DI FIDUCIA E DI SPERANZA
E AI GIOVANI
IL CORAGGIO DELL’IMPEGNO STABILE E FEDELE.
PADRE,
DONA A TUTTI DI POTER GUADAGNARE
IL PANE CON LE LORO MANI,
DI GUSTARE LA SERENITÀ DELLO SPIRITO
E DI TENER VIVA LA FIACCOLA DELLA FEDE
NEL TEMPO DELL’OSCURITÀ.
PADRE,
DONA A NOI TUTTI
DI VEDER FIORIRE UNA
CHIESA
SEMPRE PIÙ FEDELE E CREDIBILE,
UNA CITTÀ GIUSTA E UMANA,
UN MONDO CHE AMI LA VERITÀ,
LA GIUSTIZIA
E LA MISERICORDIA.
AMEN.
Strade nuove per le vita pastorale
delle parrocchie trentine
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Al Centro
Mariapoli
di Cadine
l’Assemblea
sinodale
sulle Unità
pastorali
foto
Gianni Zotta
enza tanto clamore mediatico, ma in un clima di riflessione pensosa, si è tenuta alla Mariapoli di Cadine la prima sessione dell’Assemblea sinodale diocesana; la seconda avrà luogo nel prossimo mese di febbraio. Il tema, valutato nei
mesi scorsi anche da molti Consigli pastorali parrocchiali, oltre che dal Consiglio
presbiterale e da quello pastorale diocesani, metteva a fuoco un’esperienza non
più episodica quale quella delle Unità pastorali (UP). A parlarne, nella intensa “due
giorni”,sono convenuti 83 membri sinodali,preti,religiosi e laici (tra questi 15 donne),
che hanno avuto in mano alcune riflessioni con precisi interrogativi predisposti da
un apposito comitato. Tranne i fedeli delle parrocchie ormai coinvolte in questa
nuova modalità di presenza pastorale, non sono molti a percepirne il dinamismo
che si è innescato in modo inarrestabile, non fosse altro che per la necessità di pensare a soluzioni rese drammaticamente urgenti dal drastico calo di sacerdoti di
“cura d’anime”,come si diceva un tempo.Forse nella nostra parrocchia, anche chi di
UP ha sentito parlare, bene o male, ritiene che sia una faccenda che non lo riguarda.
Ma questa è cieca illusione: quando tra dieci anni i sacerdoti “validi” per età è salute saranno in Trentino forse un centinaio, anche la Piana rotaliana, con le sue sette
parrocchie e i suoi diciottomila o ventimila abitanti,dovrà fare i conti con la presenza
di uno o due sacerdoti, che non saranno in grado di assicurare i servizi pastorali sacerdotali a cui le nostre parrocchie sono ancora abituate.
Prendere coscienza di qualche cosa di radicalmente nuovo è urgente e necessario da parte di tutte le persone sinceramente preoccupate per il futuro religioso
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dei nostri paesi, abituati ad avere un parroco per campanile e, fino a non molti anni
fa, anche uno o più “cappellani”. Al di là, e prima di ogni strategia pastorale, quello
che conta è maturare alcune convinzioni basilari che sole potranno ridare slancio
e nuove energie alle parrocchie trentine, compresa la nostra. Il principio fondante
di una rinnovata vita pastorale per le tante piccole comunità cristiane di cui si compone il nostro Trentino, rappresentato da un grande numero di centri abitati con
qualche centinaio, e anche meno, di abitanti, non è però un fatto organizzativo, ma
di fede. «Uno degli aspetti problematici della pastorale del nostro tempo è l’avere
comunità che faticano a generare alla fede» si legge nello strumento di lavoro preparatorio. E questo avviene in un contesto socio-culturale in forte cambiamento,che
non consente più di arroccarsi su modalità pastorali che potevano essere valide ed
efficaci in altri tempi.
«Se inizialmente la costituzione di UP è stata motivata dal problema impellente del calo di parroci disponibili, si è poi cercato di correggere tale inizio coinvolgendo laici e clero nella promozione di strutture ecclesiali effettivamente
comunionali».Nei tanti interventi che si sono succeduti si aveva chiaro il sentore che
le prospettive oggi sono meno cariche di preoccupazione di quanto non lo fossero
pochi anni fa. Le testimonianze venute dalle esperienze già in atto sono state più
propositive che allarmate, anche se non si è mancato di sottolineare difficoltà e
problemi.Proprio sull’esperienza ormai maturata in questi ultimi anni è stato posto
l’interrogativo se questa formula sia in prospettiva efficace anche in futuro o sia
solo un momento di passaggio verso una nuova organizzazione pastorale territoriale. Ma se alla base di tutto ci sta un problema di fede,si sono chiesti in molti,quale
cambiamento in meglio potranno portare nuove strutture, ritenute più efficaci?
Che ne pensate voi, fedeli dell’antica pieve di Mezzocorona, che conta più di un
migliaio d’anni di vita, del futuro religioso della nostra gente? Non si può aspettare
fatalisticamente che le cose si aggiustino da sole.Due rimedi sembrano comunque
necessari, e anche a possibili: un maggiore coinvolgimento dei laici nella vita pastorale e l’incremento di vocazioni sacerdotali fra i nostri ragazzi e giovani.Il Vescovo,
rimasto ad ascoltare per tutto il tempo, prendendo la parola alla conclusione della
“due giorni”ha detto una parola che diventa un invito a continuare a riflettere e ad
operare, ma senza chiudersi in opzioni standardizzate.«Non sappiamo oggi in quale
direzione potranno evolvere le UP e la presenza di cristiani sul territorio trentino, ma
abbiamo grande fiducia: è il Signore Gesù che ci chiama ad annunciare il Vangelo
con spirito missionario». Chiama tutti i discepoli di Gesù, evidentemente, ma non
garantisce le risposte: queste possono venire solo da noi!
don Agostino
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Gruppo famiglie: un’opportunità
per vivere un’esperienza di fede
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on sono molte le famiglie che sono a conoscenza di un’importante presenza nella
nostra parrocchia: un gruppo di famiglie che si incontrano mensilmente per confrontarsi sulla loro esperienza di vita,fatta di gioie e difficoltà vissute alla luce del Vangelo.
Per questo pongono al centro dei loro incontri la Sacra Scrittura,i documenti della Chiesa
e le tematiche sulla famiglia che la Chiesa si trova ad affrontare.
È importante “sentirsi” gruppo e per questo gli incontri iniziano sempre con la condivisione della cena, a cui segue la discussione in gruppo. Non è un incontro fra amiconi
che stanno bene insieme,ma una ricerca per vivere bene la propria vocazione di famiglia
dentro il progetto di Dio.Questa è una modalità che permette di fare un cammino di formazione permanente,di essere esempio di comunità di fede,in particolare verso i figli che
comprendono come la catechesi riguarda l’intero cammino della vita, non solo la fascia
di età che li riguarda.I figli delle coppie che partecipano agli incontri hanno l’opportunità
di incontrarsi e di giocare fra di loro. Il Gruppo famiglie è chiamato a testimoniare la carità innanzitutto dentro le proprie famiglie; infatti, la vita frenetica del nostro tempo, ci
porta a dedicare sempre meno spazio a quelle che sono le necessità dei figli o del coniuge
e alla crescita spirituale.Non manca la collaborazione ai bisogni della comunità, anche se
ciò si manifesta in modi diversi e personali,a seconda dei carismi di ogni membro nel contesto della vita pastorale della parrocchia: c’è chi preferisce dedicarsi all’annuncio, chi all’animazione liturgica, chi ai servizi di carità.Per partecipare al Gruppo famiglie non sono
richieste conoscenze particolari: è sufficiente la voglia di confrontarsi e la disponibilità ad
accettare altre idee.Attualmente, nella nostra parrocchia è presente soltanto gruppo, ma
sarebbe bello che si moltiplicassero,fissando modalità diverse di incontro,che rispondano
ad esigenze diverse.Se ci sono coppie che si sentono di condurre un gruppo, hanno solo
da mettersi in gioco; anche questo rientra nei compiti del Gruppo famiglie: rendersi “piloti” di altri gruppi che desiderano vivere una simile esperienza.I prossimi incontri previsti del Gruppo famiglie in questo anno pastorale sono fissati per i giorni: sabato 20
dicembre alle 20.30, mentre nei sabati 18 gennaio, 15 febbraio, 15 marzo l’incontro è
previsto alle 19.00. Nel mese di aprile prepareremo ed animeremo un’ora di adorazione
durante le“Quarantore”della Settimana Santa. Il 31 maggio, a chiusura dell’anno pastorale, si prevede una grigliata.
Le coppie che desiderano partecipare o abbiano anche solo il desiderio di provare a
vivere questa esperienza,ma desiderino altri chiarimenti possono rivolgersi al sottoscritto:
si cercherà di venire incontro alle diverse esigenze.
diacono Enzo Veronesi
Occorre rivivificare la fede in Gesù
per esprimere un volto missionario
ono state le indicazioni diocesane, promesse come frutto dell’Assemblea
diocesana del mese di settembre, a guidare la riflessione e a stimolare iniziative pratiche nell’incontro del Consiglio pastorale parrocchiale (CPP) di novembre. Già il tema - Rivivificare la nostra fede in Gesù Cristo per la missione conteneva spunti per pensare e una chiara proposta per agire. Quello che si lamenta spesso negli incontri parrocchiali è un eccesso di riflessione teorica a
scapito di un’azione pratica. Eppure senza idee non si va avanti. Come diceva con
espressione pregnante il pensatore francese Paul Ricoeur, bisogna sempre «pensare efficacemente e agire pensosamente».
Gesù, ci ricorda l’evangelista Marco, che farà da guida ai testi biblici delle domeniche di questo nuovo anno liturgico, ha cominciato a formare i suoi apostoli prima di inviarli in missione. Ha posto loro la domanda cruciale, da cui
dipende il credere e l’operare: «Voi chi dite che io sia?». E Pietro risponde per
tutti: «Tu sei il Cristo». Se un cristiano, se una comunità cristiana non partano
da questa profonda convinzione non ci può essere autentica evangelizzazione.
Lo diceva anche papa Francesco, incontrando lo scorso anno catechisti e
catechiste: «Se nel nostro cuore non c’è il calore di Dio, del suo amore, della sua
tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori, riscaldare il cuore degli altri?».
Ed offriva anche la ricetta per giungere a tanto: «Lasciatevi guardare Dal Signore… L’importante è trovare il modo adatto per stare con il Signore; e questo è possibile in ogni stato di vita».
Condividendo i loro pensieri i presenti hanno fatto emergere una serie di
riflessioni che possono fare da fondamento ad ogni autentico agire cristiano: la
scelta è prima di tutto personale; la “convivialità delle differenze” – per dirla
con il vescovo Tonino Bello – è una ricchezza, una vera opportunità più che un
ostacolo; non mancano le proposte di evangelizzazione, anche nella nostra comunità, ma latitano le persone che decidono di avvalersene; nel convulso ritmo
delle giornate anche chi è ben intenzionato fa fatica a trovare tempi di formazione e di preghiera; obiettivo primo di ogni sforzo per vivere una vita cristiana
autentica deve essere quello di conoscere e amare Gesù per farlo conoscere e
amare.
I suggerimenti pratici che derivano da queste convinzioni non sono strabilianti: basterebbe cominciare col non dare per scontato che la fede sta in piedi
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da sola, come qualcosa di scontato. La vita cristiana si sostanzia di Parola e Sacramenti: mancando queste due fonti di alimentazione è impensabile trovare
comunità vive, missionarie con il loro stesso comportamento che precede le
stesse parole, pur necessarie. Ma come si può fare breccia nel cuore dei ragazzi
che dopo gli anni di catechesi abbandonano la pratica cristiana? Come si può
riuscire convincenti con i genitori che non accompagnano con simpatia lo sforzo
della parrocchia di offrire una formazione cristiana con la catechesi di bambini
e ragazzi? Come si diventa “Chiesa in uscita” – per usare un’espressione cara a
papa Francesco – senza la spinta di un dinamismo interiore che si nutre all’incontro con Gesù?
Le proposte pratiche, che tutti possono seguire, dai bambini agli anziani,
non mancano. Anzitutto l’anno liturgico, con i suoi ritmi che ci portano dall’avvento al Natale, dal Natale, attraverso il periodo quaresimale, alla Pasqua e
poi lungo il corso delle domeniche ordinarie a contemplare i misteri del Signore e la vita dei santi, diventa una scuola continua di vita cristiana e presenta stimoli forti all’azione pratica. Per chi volesse trovare un “tempo forte” di
spiritualità sarebbe utile ricorrere ad un’antica ricetta di comprovata efficacia:
i ritiri e gli esercizi spirituali per giovani, per adulti, per sposi, per anziani, per ogni
condizione e stato di vita, che è possibile praticare anche in parrocchia.
Sono emerse due proposte praticabili fin da subito: recuperare un gruppo
di giovani affinché siano animatori entusiasti dell’oratorio e prevedere dei rinnovati campeggi estivi parrocchiali e forme nuove di animazione estiva dell’oratorio. Che non si sia trattato solo di buoni propositi destinati a restare senza
seguito lo dimostrano alcune iniziative che stanno già nascendo e sviluppandosi. La buona riuscita dipenderà dalla volontà di tanti che, spinti dal desiderio di mettere in gioco la propria fede vissuta e pensata, sapranno operare “cose
grandi” con l’aiuto del Signore.
Guido Fedrizzi
Per un efficace servizio dell’organo
è necessario un suo restauro
ome ogni organismo, anche uno strumento complesso come l’organo invecchia e con l’età che avanza va incontro a malanni più o meno gravi. L’ultimo intervento consistente di manutenzione generale risale all’anno 2002. Negli
anni a seguire più volte sono stati chiamati degli organari per rimediare a qualche problema particolare. La scorsa primavera si è reso urgente un primo intervento di “tamponatura” per risolvere alcuni problemi piuttosto seri. Da una ditta
di organari trentini è stato fatto un accurato esame dell’organo. Ne è risultata una
diagnosi piuttosto preoccupante. Un primo intervento ha reso ancora utilizzabile
il nostro organo in attesa di una generale revisione che (Iva compresa) prevede
un costo che si aggira sui 14.000,00 euro.
L’appello per coprire la spesa è rivolto a tutte le persone, ma anche ad enti della
borgata che, singolarmente o in unione con altre realtà, si dichiarino disponibili a
sostenere la spesa complessiva. A memoria storica il primo organo suonò a Mezzocorona il giorno dell’Assunta dell’anno 1656. L’8 settembre 1872 la nuova chiesa
fu dotata di un nuovo organo che probabilmente durò fino alla sostituzione con
l’attuale, avvenuta dopo il restauro e l’adattamento della
chiesa alle norme liturgiche del
Concilio Vaticano II, completato
nel 1967, centenario della sua
consacrazione.
Vogliamo lasciare senza accompagnamento il canto durante le nostre sacre liturgie o
saremo capaci di ridare piena efficienza all’organo, provvedendo
al suo radicale restauro in vista
del 150° compleanno della nostra chiesa pievana? Come parroco confido nella comprensione
e generosità della gente e degli
enti economici di Mezzocorona.
don Agostino
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Un’immagine
del nostro
organo
Abbiamo sperimentato un tratto
di affettuosa “dolcezza teutonica”
uando “piccolo” parroco mi sono trovato di fronte ad un “grande” vescovo, che mi guardava con affettuosa benevolenza dall’alto dei suoi
quasi due metri di altezza, ho sperimentato di persona un tratto di “dolcezza
teutonica”. La stessa percezione abbiamo avuto anche tutti insieme nelle attenzioni che ci sono state riservate da molte persone della diocesi di Hildesheim, nella partecipazione alla “perfetta” e devota celebrazione in Duomo e
nel caloroso ricevimento che il vescovo Norbert ci ha offerto presso il seminario diocesano. Si capiva da tante piccole gentilezze che in quei tre giorni
passati a Hildesheim eravamo noi al centro delle cure del vescovo e dei suoi
collaboratori, in particolare del suo segretario don Roland.
Abbiamo avuto la fortuna di entrare nel Duomo appena riaperto al culto
il giorno dell’Assunta (che ne è la patrona, come lo è della nostra chiesa parrocchiale) dopo cinque lunghi anni di accurato restauro. Il maestoso tempio
con u suoi preziosi antichi arredi, edificato attorno all’anno mille, risorto dalle
macerie dei micidiali bombardamenti dell’ultima guerra e accuratamente riportato alle forme originali romaniche, ci ha accolti come amici venuti a riscoprire le radici del culto del santo
patrono Gottardo. Nella cripta, infatti, si
trova la preziosa urna (nella foto accanto)
che ne conserva le reliquie ancora molto
venerate.
Il “roseto millenario” che abbraccia all’esterno l’abside del Duomo, rispuntato
“miracolosamente” dalle ceneri dei bombardamenti, mi ha fatto pensare al roseto
che da centinaio d’anni adorna la Grotta
della Madonna di Lourdes, che domina dall’alto la borgata, vegliando sui suoi
figli. Dai dati della storia la nostra parrocchia e la diocesi di Hildeshiem dovrebbero avere approssimativamente la stessa età: nel 2015 la diocesi tedesca
celebra il giubileo dei 1200 anni dalla sua costituzione ad opera dell’imperatore Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno. Noi non conosciamo una data certa,
ma probabilmente ancora un secolo prima, al tempo dei Longobardi, dovrebbe
risalire anche la primitiva comunità cristiana del territorio rotaliano.
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Particolare
dell’urna
di San Gottardo
La presenza dell’arcivescovo Luigi, che ha dovuto affrontare un impegno
notevole per poter essere presente alla consegna della reliquia di san Gottardo, ha consentito di realizzare un “gemellaggio informale” tra la diocesi di
Trento e quella di Hildesheim. Dobbiamo essergli molto riconoscenti per questa ulteriore manifestazione di affetto verso la nostra parrocchia.
Al momento dello scambio dei doni al termine del ricevimento abbiamo
capito tutti che la cordiale accoglienza non era per nulla “formale”,ma sincera
e autentica: lo si leggeva nei nostri come nei loro occhi. Ci siamo sentiti davvero amici vincolati da un legame sacro: la memoria del vescovo san Gottardo. La bella statua lignea di san Vigilio che il nostro Arcivescovo ha donato
al suo confratello, d’ora in avanti farà bella mostra nella residenza del vescovo
di Hildesheim, così come i quattro preziosi volumi che illustrano il Duomo di
Trento, dono della parrocchia, troveranno posto adeguato nella biblioteca vescovile. Nella nostra chiesa parrocchiale resterà sempre esposta la reliquia
del santo Patrono a ricordo di una “spedizione religiosa” che ha intrapreso il
lungo viaggio verso Hildesheim per recuperare alla devozione del nostro popolo la memoria di san Gottardo. L’edicola, che d’ora in poi custodirà il reliquiario del santo Patrono, è opera di Sandro Tomasi, che ha voluto donarla alla
parrocchia con gesto di grande generosità di cui gli siamo riconoscenti.
Ciò che resta nel cuore di tutti i partecipanti allo storico pellegrinaggio è
un’esperienza religiosa significativa: essi la vogliono tramandare alle future
generazioni anche nelle righe di queste pagine del Bollettino parrocchiale.
don Agostino
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Il gruppo
di pellegrini
nella Basilica
di San Gottardo
Sedici pellegrini di Mezzocorona
venerano l’urna di san Gottardo
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UNA PICCOLA MA SIGNIFICATIVA DELEGAZIONE
A Natale 2013 don Agostino aveva annunciato alla comunità parrocchiale che
l’attuale vescovo della diocesi di Hildesheim, monsignor Norbert Trelle,
avrebbe donato alla nostra parrocchia una reliquia di san Gottardo. Lanciata
l’idea di un pellegrinaggio parrocchiale alla città tedesca – come ricorderanno
i lettori del nostro Bollettino parrocchiale, si è provveduto ad organizzarlo,
sperando nella partecipazione di molte persone. Alla fine però solo sedici
pellegrini guidati dal parroco il giorno 7 ottobre sono partiti al mattino in
treno da Mezzocorona per arrivare in serata nella città della Bassa Sassonia
dove san Gottardo fu zelante vescovo e dove, a distanza di quasi mille anni, in
una magnifica urna sono ancora conservate le sue reliquie nella cripta del
Duomo a cui lui pure pose mano. La ricognizione dei suoi santi resti, avvenuta
la scorsa primavera, ha così reso possibile riservarci come reliquia una piccola
parte ossea del nostro santo Patrono. A Mezzocorona il suo nome è venerato
fin dal Medioevo; il diroccato castello, dove esisteva una cappella a lui
dedicata, porta ancora il suo nome.
La sparuto gruppo di pellegrini alla stazione di Trento, sale sul comodo
convoglio delle ferrovie austriache con i nostri posti prenotati, che ci porta fino
a Monaco di Baviera, dove avviene il cambio per Göttingen, e da qui, dopo un
nuovo cambio, alla nostra meta: Hildesheim, dove troviamo a riceverci il
segretario del Vescovo don Roland. Tutto il viaggio è stato organizzato con
“tedesca” puntualità da Donatella dell’agenzia “Sole Neve” di Mezzolombardo,
che ci accompagna e, all’occorrenza, fa anche da solerte interprete. Arriviamo
puntuali a Hildesheim quando è ormai sera: la città ci accoglie con un cielo
plumbeo, che non promette niente di buono per il giorno seguente. Sorpresa:
ad attenderci troviamo il segretario del vescovo che ci fa portare a destinazione
da due comodi taxi. Nel breve tragitto abbiamo così l’occasione di renderci
conto degli imponenti lavori di ristrutturazione della città che si prepara a
celebrare l’anno giubilare, nel 2015, per i 1200 anni dall’istituzione della diocesi.
LA VISITA DEL DUOMO APPENA RINNOVATO
Al mattino seguente una buona colazione alla tedesca ci mette in corpo
l’energia necessaria per la programmata visita alla città, cominciando dal
Duomo. Mattinieri, don Agostino con i coniugi Elda e Cornelio erano già andati
in avanscoperta, cercando nella curia diocesana una certa Martina con
parentele addirittura a Mezzocorona: ma era troppo presto anche per i
tedeschi! La ritroveranno più tardi nel suo ufficio, sorpresa e stupita per la
visita del tutto inaspettata! Ma perché cercare questa donna? I coniugi Paoli
avevano l’incarico di portare a Martina Hebig [sul sito della diocesi porta
proprio il nome in italiano!] i saluti dei cugini di Mezzocorona Ugo e Enrico
Carli. La parentela nacque così: Danilo, padre di Ugo e di Enrico, nel 1935 si recò
proprio ad Hildesheim in cerca di lavoro e lì conobbe e sposò Hebig Elli, sorella
del padre di Martina. Nel 1939 nasce Hugo, ma nello stesso anno Danilo con
Elli rientrano il Italia dove, nel 1943, nasce Enrico. Una quindicina di anni fa i
cugini tedeschi, venuti in Italia per visitare Roma, al ritorno si fermano a
Mezzocorona, cercando di ritrovare i cugini italiani. Svolto il nostro compito di
amicizia, lasciamo Martina, che ritorna nel suo ufficio, non senza la promessa
di ritrovarci tra non troppo tempo a Mezzocorona.
Per raccontarci la storia della
Cattedrale, illustrando i suoi tesori
artistici, ci attende nella grande
piazza che la circonda, sistemata a
nuovo da pochi mesi, il vescovo
ausiliare emerito Hans-Georg Koitz,
decano del Capitolo: sarà lui a farci da
guida nella visita, con l’aiuto della
nostra interprete Donatella. Il nostro
“cicerone” vescovo, davanti alla
grande statua bronzea del vescovo
Bernward (993-1022), costruttore del Duomo e predecessore di san Gottardo,
ci fa notare che il lavori per lastricare la piazza sono stati eseguiti da
maestranze italiane. La Cattedrale è circondata dagli edifici della Curia
diocesana, della residenza vescovile e di una sontuosa residenza civile; sul lato
sinistro è abbracciata dall’edificio del “Ginnasio vescovile”, la prima scuola
cattolica della Germania, ci tiene a dire la nostra guida, che ci guarda con
compiaciuto affetto. Insieme a noi c’è anche il nostro arcivescovo Luigi
Bressan, giunto direttamente da Roma, dove aveva partecipato ad un incontro
della Caritas italiana, ospitato nell’episcopio dal vescovo Trelle.
Il 22 marzo 1945 l’aviazione inglese distrusse quasi tutta la città. Anche il
Duomo fu colpito e praticamente raso al suolo. Lo sforzo di ricostruzione
17
Scorcio
del Duomo
di Hildesheim
postbellico vide rinascere in fretta la città e anche la Cattedrale fu ricostruita
in economia e con materiali poveri e riconsacrata nel 1960. Le altre due grandi
chiese della città, Sant’Andrea e San Michele, appartengono alla chiesa
riformata.
18
Interno
del Duomo
I CAPOLAVORI RECUPERATI NEL DUOMO RESTAURATO
Per la sua antichità e bellezza architettonica e per i tesori artistici che
contiene la Cattedrale fu inserita dall’UNESCO nel 1985 nell’elenco dei
patrimoni dell’umanità, insieme a quella di San Michele, chiesa episcopale
luterana. La ricostruzione rispettò lo stile romanico delle origini, risalenti agli
inizi del secondo millennio, liberandola dalle molte superfettazioni e aggiunte
avvenute negli ampliamenti e rifacimenti dei secoli successivi.
Entrando nel Duomo il nostro “vescovo cicerone” ci illustra le sue
recuperate caratteristiche architettoniche, impreziosite dai numerosi
capolavori che custodisce. Nel vestibolo si possono ammirare le grandiose
porte bronzee di Bernward, datate 1015, corredate da bassorilievi che
raffigurano scene bibliche del vecchio e del nuovo Testamento. Al centro della
navata pende il grande candelabro-lampadario che rappresenta la celeste
Gerusalemme con le dodici porte, che erano intercalate dalle figure dei dodici
apostoli purtroppo perdute. Sempre al centro della navata principale si
incontra il fonte battesimale bronzeo, risalente al secolo tredicesimo, pure
decorato da bassorilievi dove sono raffigurati personaggi e scene bibliche del
vecchio e nuovo Testamento.
Notevole pezzo, e sempre in
bronzo, è anche la colonna di Cristo
alta cinque metri: è un’imitazione
in miniatura della famosa Colonna
Traiana di Roma, che esalta le
imprese dell’imperatore, mentre
questa, pure voluta dal vescovo
Bernward nel 1020, intende far
risaltare l’opera della salvezza
operata da Cristo.
Due stupende urne medioevali
contengono le reliquie di due santi cari alla pietà popolare. Quello più
importante e venerato contiene i resti mortali di san Gottardo ed è posto al
centro della cripta, che rimanda alle prime costruzioni di chiese episcopali
precedenti all’anno mille. L’altro, posto sotto un’arcata all’altezza del
presbiterio (elevato di ben undici scalini rispetto alla navata) contiene le
reliquie di sant’Epifanio, vescovo di Pavia, prelevate nella città lombarda per
portarle a Hildesheim prima dell’anno mille.
Particolare curioso: attraverso il finestrone centrale dell’abside, si
intravvede un ramo verde che si agita col vento: è un rametto del famoso
roseto millenario, diventato l’emblema della città. Contro il finestrone spicca
una colonna con una croce di cristallo, come pure in quello della cripta davanti
al quale, in un pilastrino sormontato da una statua della Vergine Maria, si trova
il famoso reliquiario che appare anche in mano a raffigurazioni dei vescovi di
Hildesheim, tra cui san Gottardo: si dice contenga un lembo di vestito della
Madonna.
LA BASILICA DI SAN GOTTARDO
A farci da guida nel pomeriggio alla basilica del santo
Partono è venuto un giovane sacerdote con una buona
conoscenza della lingua italiana appresa negli anni di studio a
Roma. Situata nel rione della città risparmiato dai bombardamenti
la grandiosa basilica di San Gottardo è annoverata tra le costruzioni
romaniche più imponenti della Germania del nord. Faceva parte di un
grandioso monastero benedettino: i monaci qui cantarono per quasi
700 anni le lodi a Dio coniugando nella giornata preghiera e lavoro nel
ricordo del santo vescovo Godehard (Gottardo) dopo la sua
canonizzazione, perorata dal vescovo Bernhard, che al suo ritorno
dalla Francia in città nel 1133 mise mano alla costruzione della
Basilica in suo onore e in essa fu sepolto.
Nel transetto nord l’attenzione è attirata da una grande statua di
san Godehard del 1450, che tiene in mano il reliquario della Madonna, che fa
parte del tesoro del duomo.
UNO SGUARDO STUPITO ALLA CITTÀ
Hildesheim oggi è una città di poco più di centomila abitanti e può
fregiarsi del titolo di “Grande città indipendente”. Situata a una trentina di
chilometri a sud-est di Hannover, sorge sulle rive del fiume Innerste. Divenne
sede vescovile nell’anno 815 e già nell’872 ebbe la prima chiesa Cattedrale.
Prima dell’ultima guerra Hildesheim possedeva uno dei centri storici più
intatti e meglio conservati della Germania, tanto da valerle l’appellativo di
19
La statua
di San Gottardo
nell’omonima
Basilica
20
In Piazza
del Mercato
sulla sinistra
si nota
il simbolo
della città, la
Knochenhaueramtshaus
(casa
della Gilda
dei Macellai)
“Norimberga del Nord”.La città antica era caratterizzata dalla presenza di circa
1500 case a graticcio, le più importanti e caratteristiche delle quali (circa 700)
risalivano ai secoli XVI-XVIII ed erano magnificamente decorate con rilievi
dipinti in policromia. Questo grande tesoro architettonico venne cancellato
quasi totalmente con i bombardamenti della città nel febbraio e marzo 1945,
che distrussero il cento storico. Fu così che andò perduta la maggior parte
delle case borghesi e patrizie che davano a Hildesheim un’impronta quasi
unica.
La ricostruzione degli anni
cinquanta, frettolosa e incurante di
quello che la città era stata per secoli,
fece amaramente rimpiangere la
bellezza perduta. Fu così che si decise
di ripristinare almeno in parte il suo
volto originale, mentre venivano
riparate e riaperte anche le grandi
chiese distrutte. Simbolo della città
era la Knochenhaueramtshaus (casa
della Gilda dei Macellai) risalente
all’anno 1529 svettante e colorata fino a 26 metri di altezza in Piazza del
Mercato, celebrata coma la “casa a graticcio più bella del mondo”. La
scommessa fu vinta e prima del 1990 gran parte degli edifici storici tornarono
allo splendore originale.
Di rimpetto alla grande casa della Gilda dei macellai si ammira l’edificio
gotico del Rathaus (municipio) dove, alla moda tedesca, da un finestrella in
alto allo scoccare di ogni ora appare l’araldo che suona la tromba. Non c’è
stato tempo per visitare la chiesa di San Michele per cui abbiamo ripiegato
sulla visita all’interessante Museo egizio, poco discosto dal Duomo, dove ci
attendeva il momento culminante del nostro pellegrinaggio.
LA CONSEGNA DELLA RELIQUIA IN CATTEDRALE
La celebrazione è iniziata nella cripta, dove su un tavolo di fronte allo
scrigno con le reliquie di san Gottardo era già posto il reliquiario che ci
sarebbe stato donato durante la messa. La piccola processione di fedeli
trentini, insieme ad alcuni fedeli tedeschi presenti in Duomo, con i celebranti
(insieme al vescovo Trelle l’arcivescovo Bressan, don Agostino, un diacono del
Duomo di Hildesheim e il nostro diacono Enzo) dalla cripta si è recata all’altare
salendo l’ampia scalinata del presbiterio, ornata con i frutti della terra della
festa del ringraziamento di alcuni giorni prima.
La cortese ospitalità dei tedeschi nei nostri confronti si è manifestata
anche nella celebrazione: al nostro vescovo e al parroco è stato dato un posto
d’onore e anche una lettura e dei canti erano stati predisposti in lingua
italiana, così come alcune intenzioni della preghiera dei fedeli. Alla bella
omelia del vescovo Trelle sono seguite anche le parole del nostro arcivescovo
Bressan.
LO SCAMBIO DEI DONI IN SEMINARIO
L’intensa giornata passata a Hildesheim si è conclusa con la cena offerta
dal vescovo Norbert in seminario ai pellegrini trentini. È stato il momento dei
saluti e dei ringraziamenti, con lo scambio di doni. L’arcivescovo Luigi ha
regalato al suo collega una statua di san Vigilio, racchiusa in uno splendido
bauletto in legno opera di Manuel Paolini e corredata da una biografia del
santo Patrono della Chiesa tridentina. La parrocchia da parte sua ha voluto
fare omaggio al vescovo Norbert di quattro volumi illustrati sul Duomo di
Trento. Il Comune si è reso presente con il dono di libri sulla borgata di
Mezzocorona e il gagliardetto civico. Graziano Bacca ha portato ai nostri ospiti
un “segno enologico” emblematico del nostro territorio, molto apprezzato.
Da parte sua il vescovo Trelle ha offerto all’arcivescovo
Bressan due volumi sul Duomo di Hildesheim, diverse
icone della Madonna e alcuni volumi sul Duomo,
mentre alla parrocchia ha fatto dono di un braciere di
bronzo per l’incenso. Inutile dire che, prima di lasciarci,
ci siamo dati appuntamento a Mezzocorona.
All’indomani un’ultima delicata cortesia: don
Roland ci ha procurato i taxi e ha voluto accompagnarci
fino alla stazione dei treni.
La nostra breve incursione in Germania finiva con
un giorno di viaggio sui comodi treni tedeschi,
passando per Francoforte e Stoccarda prima di
cambiare a Monaco per arrivare a Trento dove ci
aspettava la nostra brava “vacca nonesa” per
riportarci a casa, tutti felicemente appagati per
la bella esperienza umana e cristiana.
René Drigo
21
La statua
di san Vigilio
recata in dono
al vescovo
Norbert
dal nostro
arcivescovo
Luigi
Una reliquia del vescovo Gottardo
per la chiesa che lo venera patrono
22
l settimanale diocesano - Hildesheimer Zeitung (corrispondente alla nostra
Vita Trentina) - ha offerto ai fedeli dell’antica diocesi della Germania, che celebra il giubileo dei 1200 anni dalla sua costituzione, un lungo articolo con foto
per informarli della nostra visita e del dono della reliquia del santo Patrono. La
traduzione del testo è dei ragazzi Manuel e Valentina Giovannini, che ringraziamo
di cuore, scusandoci con loro per aver apportato qualche aggiustamento al fine
di rendere il pezzo più scorrevole.
La maggior parte delle persone dovrebbe conoscere la località di Mezzocorona
per le etichette delle bottiglie di vino [che in verità portano il nome Mezzacorona!], perché la cittadina (che conta più di cinquemila abitanti) si trova lungo
l’autostrada del Brennero ed è rinomata per la produzione del vino.
Quasi incombente si erge a ridosso della pittoresca cittadina una ripida montagna con le rovine di un castello, che sta a metà altezza: porta il nome di Castello
di San Gottardo ed è proprio questo fatto che ha stabilito un collegamento con
la città di Hildesheim, che dista ben novecento chilometri. Per questo motivo il
borgo è rinomato per san Gottardo, che è il patrono della città e della diocesi di
Hildesheim.
Il vescovo Norbert Trelle ha accolto nel Duomo di Hildesheim una delegazione
di sedici pellegrini che venivano appositamente da Mezzocorona per ricevere una
reliquia di san Gottardo. Si è verificato un evento inusuale dal momento che, per
secoli, la via delle reliquie ha sempre seguito il percorso inverso: per secoli si asportavano dall’Italia alla Germania le reliquie dei santi che si trovavano in ogni chiesa
così che, almeno nei tempi passati, ne accrescevano il valore agli occhi dei fedeli.
Hildesheim, per esempio, si era procurata dalla città gemellata di Pavia le ossa
del santo vescovo Epifanio; pure la prima patrona del Duomo, santa Cecilia, è rappresentata da una reliquia proveniente da Roma. Nel nostro caso invece, si tratta
del patrono della borgata di Mezzocorona cosicché è molto popolare in tutta la
regione.In Svizzera il rinomato passo, come pure il recente tunnel che lo attraversa,
è a lui dedicato. Da oltre un anno il parroco di Mezzocorona, don Agostino Valentini, aveva chiesto al vescovo di Hildesheim, Norbert Trelle, di poter avere una reliquia di san Gottardo. Così è giunto l’invito dal vescovo dell’antica diocesi tedesca
al parroco e all’arcivescovo di Trento Luigi Bressan per realizzare questo desiderio.
«La venerazione dei santi – disse il vescovo Norbert durante la messa con la con-
I
segna della reliquia – è importante anche ai nostri giorni. Essi ci aiutano a trovare
la strada sugli alti monti e a superare le avversità della vita», ricordando come
l’ospizio San Gottardo in passato è stato rilevante per la sopravvivenza dei viaggiatori. L’arcivescovo Bressan, dal canto suo, ha sottolineato come il dono della reliquia diventi un segno dell’amicizia tra Hildesheim e Trento, dove un tempo si
parlava anche tedesco, mentre la città era un importante centro, consentendo
molti legami tra l’Italia e la Germania. Su indicazione della diocesi ogni anno arrivano al Duomo di Hildesheim molte richieste dall’estero per ottenere una reliquia di san Gottardo. Finora ben dieci parrocchie hanno ottenuto delle reliquie,
nove delle quali del nord dell’Italia.
la testimonianza/1
Abbiamo vissuto
un’esperienza indimenticabile
ome succede per qualche
esperienza dalla quale maC
gari non ti aspetti molto, o che incontra tante difficoltà nella sua
attuazione, il pellegrinaggio a Hildesheim, anche se ridotto a soli tre
giorni, è risultato per me una delle
“cose” più importanti che la vita
mi ha riservato. L’aver potuto partecipare a questa iniziativa promossa dalla nostra parrocchia ha
fatto sì che anche il mio nome
venga annoverato nella “piccola
storia” della nostra comunità di
Mezzocorona. L’aver avuto in
dono dalla diocesi tedesca la reliquia di san Gottardo, dà concretezza alla presenza non solo
simbolica, ma tangibile, del nostro
santo patrono nella nostra borgata.
Il fatto che fossimo solo sedici
persone non ci ha deluso, ma ha
fatto subito nascere in tutti noi la
consapevolezza di rappresentare
l’intera comunità ecclesiale e ci-
vile. Molto importante per me è
stata l’accoglienza che ci è stata riservata, curata “alla tedesca” nei
minimi particolari, accompagnandoci nella visita della città e riservandoci un’accoglienza da amici.
La presenza del nostro Vescovo
Bressan ha avvalorato un quasi
“gemellaggio” tra le due diocesi e
ci ha consentito di cogliere in pienezza il significato spirituale e
umano della nostra trasferta. La
gioia percepibile nel cuore di tutti
ha trovato il suo culmine nella
cena che è stata offerta in nostro
onore.
La serata è stata un crescendo
di emozioni e di gesti di vera e sincera amicizia che ci hanno fatto
sentire una grande “famiglia”, riunita per una ricorrenza importante, che coinvolgeva non solo la
nostra parrocchia, ma l’intera diocesi di Trento, rappresentata dal
nostro Arcivescovo.
Gemma Giovannini
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24
25
la testimonianza/2
Una serata indimenticabile
davvero del tutto speciale
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a cerimonia di consegna
della reliquie è appena
L
terminata. Ancora un paio di foto
di rito e usciamo dal Duomo,
mentre moltissime persone stanno
invece arrivando per assistere ad
un concerto.
Noi stasera abbiamo l’onore
di essere tutti invitati a cena da
Monsignor Trelle nel seminario.
Sono contenta di andarci a piedi.
Pioviggina leggermente ma la serata è piacevole ed è bello passeggiare per Hildesheim. La cittadina
è talmente tranquilla che le nostre
voci allegre risuonano nel silenzio.
Il parroco giustamente ci riprende: “ possibile che dobbiamo
sempre fare la figura dei soliti italiani caciaroni!”.
Don Roland, il segretario personale del Vescovo, ci accompagna spingendo la sua bicicletta. La
userà per ritornare in Curia una
volta terminata la cena e solo dopo
averci personalmente ac-
compagnato fino all’albergo. Ci
racconta che ha una vera passione
per la bicicletta e che l’estate
scorsa in compagnia di un amico
ha percorso in bici i quasi 1000
km che separano Hildesheim dal
Lago di Garda.
Il seminario dista solo una decina di minuti dal Duomo e
quando arriviamo tutto è pronto
in perfetto stile tedesco.
La sala adibita a refettorio è
semplice e lineare e il Vescovo ha
fatto preparare una lunga tavolata
vicino ad un’ampia vetrata che nel
buio lascia intravedere il giardino,
mentre in una saletta attigua è sistemato un buffet. Mi servo, mi
siedo a tavola e finalmente mi
guardo intorno. Sono sorpresa e
onorata di questa bella accoglienza: la tavola apparecchiata a
festa, i toni caldi delle candele accese, il brindisi di benvenuto, la
varietà delle pietanze al buffet,
tutto squisitamente piacevole e
preparato con cura. L’atmosfera
è allegra, la conversazione vivace.
Don Agostino, Monsignor
Bressan e Monsignor Trelle si
intrattengono amichevolmente
tra loro. E’ interessante ascoltare i loro discorsi: don Agostino si infervora come un
ragazzino ed è sorprendente
la passione che traspare dalla
sue parole e dai suoi gesti
mentre descrive la sua
amata parrocchia; Monsignor Bressan si esprime in
un tedesco ottimo e Monsignor
Trelle, che con tutto il rispetto per
la carica ecclesiastica che ricopre
è un omone altissimo, è decisamente commosso dalla caparbietà
con cui il nostro parrocco ha
messo in atto questo progetto.
Arriva il momento dello
scambio dei doni. Don Agostino
e Monsignor Bressan hanno portato una magnifica statua lignea di San Vigilio fatta da un
artigiano della Val Gardena e la
porgono a Monsignor Trelle. “Il
mio cuore”, dirà il Vescovo osservando la statua e rivolgendosi
a noi, “è colmo di una gioia e di
uno stupore difficili da descrivere. Non mi aspettavo tanta generosità”. Poi, rivolgendosi a tutti
noi: “Questi momenti sono quelli
che ci fanno sentire davvero
Chiesa, parte di una comunità
universale e fraterna, che abbatte
confini geografici e linguistici e
sono maggiormente importanti
oggi, in un mondo sconvolto da
lotte fratricide, malattie, povertà
e violenza”.
Quanta verità in poche parole. Ammetto che in questo momento mi sento una privilegiata,
mi sento parte di qualcosa di speciale, di unico e di irripetibile che
sta accadendo proprio qui, in
questo preciso momento della
storia, per nostro tramite, ma
anche e soprattutto per merito di
un uomo molto ostinato e molto
sensibile. Osservo i visi dei miei
compagni di viaggio e leggo nei
loro occhi e nei loro sguardi la
stessa mia emozione, lo stesso
mio compiacimento nell’essere
seduti qui tutti insieme, alla stessa
tavola, elettrizzati da questa atmosfera mistica e raccolta.
Ma le sorprese sembrano non
finire. Monsignor Trelle ci confessa
di amare molto i canti di montagna
e ci prega, se la sappiamo, di intonare per lui “La Montanara”. Sembrava non aspettassimo altro. E’
bastato un “la” di don Agostino e
subito gli “improvvisati cantori” di
Mezzocorona hanno fatto tremare
le vetrate del refettorio con grande
soddisfazione del Vescovo Trelle e
di Monsignor Bressan.
Rientrati in albergo nonostante la stanchezza faccio fatica a
prendere sonno. E’ stata una giornata incredibile: la città, il Duomo,
le visite, il pranzo con Monsignor
Bressan, la Messa con la consegna
della reliquia, la cena con Monsignor Trelle. I pensieri si rincorrono, si attorcigliano, si inseguono
e si accavallano per poi tornare al
punto di partenza: cos’è successo
oggi? Come saremo domani?
Come ci sentiremo quando saremo
di nuovo a casa? Cosa proveremo
ogni volta che in chiesa a Mezzocorona volgeremo lo sguardo a
quella che ormai sento la nostra reliquia e con il pensiero ritorneremo
a Hildesheim?
Donatella Drigo
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I giovani si mettono in gioco
per animare l’Oratorio
28
APERTA UNA “SALA STUDIO” PER I GIOVANI
È ripreso l’anno pastorale dopo l’estate, il Settembre Rotaliano e la Festa
della Comunità sono state un po’ l’occasione per guardare avanti e fare anche il
punto della situazione sulla partecipazione dei giovani alla vita parrocchiale e
specialmente a quella dell’Oratorio. È in un’ottica di rilancio che don Agostino ha
voluto incontrare noi giovani per ascoltare e assieme capire cosa si potesse fare
per contenere l’allontanamento dei ragazzi dall’Oratorio e assieme trovare
soluzioni e proposte per invertire questa tendenza. Incontrandoci ci ha esposto
le sue perplessità, ma anche ha riposto in noi giovani una grande fiducia.
Compatibilmente con gli impegni di ognuno di noi, quindi, sono partite le prime
proposte e le prime idee. L’aspetto che è stato sottolineato è la necessità di
animatori giovani che si assumano il compito di vivacizzare e organizzare attività
che, per un effetto a catena, possano trainare e attirare altri ragazzi. Don
Agostino ci ha fatto capire che questo è di vitale importanza affinché
l’associazione possa progredire e auto rigenerarsi, attirare nuove generazioni e
pian piano renderle partecipi, attive e consapevoli. L’aspetto dell’animazione
però non è di certo banale o da improvvisare, ha bisogno di progetti ben studiati
affinché siano chiari e delineati gli obiettivi e il fine che si vuole raggiungere,
specialmente all’interno di una realtà parrocchiale quale è appunto l’Oratorio.
Infatti gli obiettivi e gli scopi educativi devono essere alla base del pensare
dell’agire di chi opera in Oratorio per saperli trasmettere. Per capire quali sono e
come fare Don Agostino si è reso disponibile a intraprendere con noi un
cammino di “formazione e azione” per poter crescere assieme.
Nel frattempo, come prima attività, è stata aperta da poco una “sala studio”
presso l’Oratorio. Confrontandoci è emersa la necessità, da parte di alcuni
studenti, di un locale tranquillo che permetta di studiare anche dopo cena. Si è
quindi provveduto a trovare lo spazio e le risorse per attivare questa opportunità.
Dal 24 novembre è possibile quindi studiare all’Oratorio il lunedì e il mercoledì
dalle 20.00 alle 23.00, il sabato dalle 14.00 alle 19.00. La nostra speranza è che
quest’attività possa essere d’aiuto reciproco e di scambio fra studenti, oltre che
divenire occasione di incontro. Siamo ben contenti inoltre se aumenta il numero
di giovani presenti all’Oratorio e che si rendono disponibili anche come
animatori, per dare una mano, aiutando a tenerlo aperto e funzionante. Per il
futuro sono in programma anche altre iniziative a lungo e breve termine. Noi che
abbiamo per primi aderito al pressante invito di don Agostino abbiamo provato
a lanciare il sasso; ora cerchiamo di raccogliere questa “sfida”, confidando nella
presenza di altri giovani disponibili: le porte sono aperte!
iI Gruppo Giovani
ACCOMUNATI DALLA PASSIONE PER IL TEATRO
Dopo il grande successo degli anni passati, la compagnia teatrale Pentafarmaco ha deciso di rimettersi in gioco per creare uno spettacolo tutto nuovo. Ma
facciamo un passo indietro. Chi fa parte di questa compagnia? Siamo un gruppo
di ragazzi di Mezzocorona di età compresa tra i 14 e i 22 anni, accomunati dalla
passione per il teatro e da una forte amicizia. Il nome Pentafarmaco è stato ricavato da un medicinale speciale che è stato utilizzato nello spettacolo dell’anno
scorso, come rimedio ai litigi tra i protagonisti. Esso è composto da 5 elementi
che riassumono tutte le caratteristiche del nostro gruppo e cioè AMORE per il teatro, ATTENZIONE a ciò che facciamo, ASCOLTO delle idee e opinioni di tutti, AFFETTO tra i vari componenti della compagnia e soprattutto ALLEGRIA, che si respira
nell’aria fin dal primo giorno di prove.Da circa tre anni ci riuniamo per attuare questo progetto, che consiste sostanzialmente nella creazione di uno spettacolo a
tutti gli effetti. Partendo da un’idea ci impegniamo nella stesura di un copione e
andiamo poi a mettere in scena il nostro elaborato sul palco provando e riprovando
fino allo sfinimento. L’obiettivo principale del nostro lavoro è quello di trasmettere
un messaggio attraverso una commedia divertente, ma che allo stesso tempo
faccia riflettere. Nell’edizione 2013 il tema scelto era quello della famiglia; in particolare abbiamo cercato di sottolineare l’importanza dei valori e delle tradizioni
all’interno di essa. Fortunatamente durante la creazione del nostro lavoro abbiamo avuto delle persone disponibili a darci una mano sia con la recitazione che
con gli aspetti più tecnici dell’audio e delle luci. Colgo quindi l’occasione per ringraziare Franco Kerschbaumer e Andrea Giovannini per tutto quello che hanno
fatto per noi durante questi anni. Un grazie di cuore va ovviamente anche all’associazione Oratorio di Mezzocorona che ci ha sempre sostenuti e invogliati a proseguire con il nostro progetto e ci ha messo a disposizione gli spazi necessari alla
realizzazione dello spettacolo. Che altro dire? La compagnia Pentafarmaco vi invita a teatro i giorni 13 e 14 dicembre per assistere allo spettacolo interamente
ideato e creato da noi “Ciapa su che nen a Corfù!”Vi aspettiamo numerosi al teatro San Gottardo di Mezzocorona alle ore 20.30!
Carolina Pancher
29
Insolito accompagnamento alla Messa
omenica 5 ottobre le vie di Mezzocorona verso le 9 del mattino sono state svegliate dal suono delle bande in marcia verso piazza della Cooperazione. I corpi
musicali della Comunità di Valle Rotaliana-Königsberg si sono infatti dati appuntamento nell’anfiteatro della Cassa Rurale di Mezzocorona per una giornata all’insegna
della musica. Duecentocinquanta bandisti hanno preso posto nella Piazza della Cooperazione nella mattinata di domenica per una prova d’assieme dopodiché ogni
banda ha percorso in marcia alcune vie di Mezzocorona per rendere partecipe tutta
la borgata della giornata di festa.La santa Messa del mattino - accompagnata nei vari
momenti liturgici dalla Banda Musicale di Mezzocorona - ha avuto come luogo insolito della celebrazione la Piazza della Cooperazione. La bella giornata di sole ha consentito la partecipazione di molti fedeli,che hanno potuto così seguire la celebrazione
dalla gradinata erbosa della piazza della Cassa Rurale.
Terminata la santa Messa i festeggiamenti sono continuati con ogni banda che
ha eseguito alcuni brani del proprio repertorio,spaziando nei generi proposti per dare
un assaggio di tutto ciò che una banda può suonare:marce,musiche classiche,jazz,fino
alle musiche tratte da film famosi.
Il finale della mattinata ha regalato a tutti i presenti un’esibizione di tutte le bande
riunite che hanno proposto tre brani, l’Inno alla Gioia, l’Inno della Federazione delle
bande trentine e un brano appositamente scritto per l’occasione dal maestro della Banda di
Mezzocorona Giuliano Moser:
Armonia Rotaliana. Alla fine dei
brani suonati insieme i bandisti si
sono spostati nella corte di Palazzo Martini dove hanno gustato un buon pranzo preparato
dall’associazione Basilisco Volley,
mentre il pomeriggio è stato ancora allietato da un concerto di
alcune delle bande partecipanti
al raduno. Durante i saluti di rito da parte delle autorità è stato auspicato che questa
bella manifestazione sia ripetuta annualmente nei vari paesi della Comunità Rotaliana,
auspicando che ogni anno venga presentato un brano inedito da suonare all’unisono.
Sandra Torresani
D
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Scout: un nuovo anno ricco di attività
omenica 19 ottobre il Gruppo Scout Agesci Mezzocorona1 si è riunito per
festeggiare, insieme a tutti i ragazzi e genitori, l’inizio del nuovo anno di attività. La giornata è iniziata di buon mattino con la prima Messa domenicale.Dopo
la benedizione di don Agostino abbiamo lasciato la borgata per salire a piedi fino
ai Piani di Mezzolombardo. Due sono stati i momenti più significativi: i “Passaggi”
e “l’accoglienza dei nuovi cuccioli in Branco”.Appena arrivati, tutto il Gruppo si è
preparato per la cerimonia dei“Passaggi, dove i“vecchi lupi” hanno salutato i loro
amici e compagni del Branco e con un passaggio, non solo simbolico, hanno dato
inizio alla loro nuova avventura in Reparto.
Terminato il pasto, nutrito da un’abbondante piatto di pasta, c’è stato appena
il tempo per un po’ di svago quando sono arrivati tutti i genitori dei tredici nuovi
bambini/e “accolti nel Branco”.Visibilmente emozionati hanno ascoltato per la
prima volta il racconto del libro della giungla che li accompagnerà in tutte le attività dell’anno. Il
Grande Gioco e la
merenda hanno
chiuso una splendida giornata
ricca di emozioni,
allegria e , carburanti indispensabili per un nuovo
anno ricco di attività.
In totale il
Gruppo Scout
Agesci di Mezzocorona conta ora 63 ragazze/i iscritti, suddivisi nei vari gruppi per
età: 34 ragazze/i in Branco (8–12 anni), 20 ragazze/i in Reparto (12–16 anni) e 9
ragazze/i in Noviziato (17 anni).
La Comunità Capi, cioè il gruppo di adulti che segue le attività dei ragazzi, è
composta da 13 elementi: Lorella e Roberto i Capi Gruppo; Massimo, Roberta,
Maddalena, Anna e Sebastiano sono i capi che seguono le attività del Branco;
Mauro, Elena, Annalisa e Stefano seguono il Reparto; infine Monika e Giada sono
le nostre Capo Noviziato/Clan.
Roberto Scalvi
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Iniziate le attività all’oratorio
con la “Festa della comunità”
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IL MANDATO PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI RAGAZZI
omenica 26 ottobre, durante la Santa Messa solenne in occasione delle Festa
della comunità,noi catechiste,catechisti e capi scout abbiamo ricevuto dal parroco il Mandato per annunciare la parola di Dio ai nostri ragazzi.
Il profeta Isaia ci dice:“Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà
a me senza effetto,senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per
cui l’ho mandata”.
Questa è la forza del messaggio di Gesù che noi dobbiamo annunciare.Noi catechisti mettiamo nelle mani di Dio il nostro impegno, la nostra disponibilità, la nostra
pochezza, nella certezza che è Lui che opera e che fa germogliare il seme del suo annuncio. Abbiamo pregato assieme alla comunità, affinché lo Spirito Santo ci aiuti ad
essere vicini ad ogni ragazzo, accompagnandolo e coinvolgendolo sia nei momenti di riflessione e preghiera che di
festa.Chiediamo la preghiera di tutti perché non venga mai meno l’entusiasmo
davanti alle difficoltà, ai rifiuti, alla stanchezza e alle delusioni e sia sempre viva
nel cuore la gioia dell’annuncio,consapevoli che il seme della Parola ha una potenza che noi non possiamo prevedere.
Siamo certi che il Signore metterà sulle
nostre labbra le parole giuste per coinvolgere i ragazzi, toccare il loro cuore con il suo
messaggio ed educarli alla vita buona del Vangelo.Ringraziamo il Signore.Alla fine della
Messa,in un (raro) mattino di sole,abbiamo accompagnato in processione nostra Signora del Rosario.Infatti ottobre è il mese dedicato alla devozione mariana per antonomasia. Schützen, vigili del fuoco, fanti ed alpini hanno scortato la bella statua della
Madonna lungo il percorso con rientro in chiesa per il bacio della reliquia.
E’ seguito l’aperitivo sul piazzale dell’Oratorio e il pranzo nella sala don Valentino.
La sala era affollata di avventori il cui sano appetito ha fatto onore ai piatti del generoso menù. Nel pomeriggio i giochi per grandi e piccini in cortile si sono protratti fino
alla merenda.Vi è stato anche il sorteggio di tre buoni spesa tra coloro che avevano
rinnovato la tessera dell’Oratorio.
D
TANTI GIOCHI NELL’ALVEARE DELL’ORATORIO!
Anche quest’anno la Festa della Comunità è stata occasione di incontro e di
divertimento. Il pomeriggio è infatti trascorso all’insegna dei giochi e dell’allegria. Il
tema che ci ha ispirati è quello dell’alveare.Quattro sciami di coloratissime api si sono
sfidati per più di due ore. I giochi hanno riguardato molti aspetti della vita delle api:
la raccolta del polline, il suo immagazzinamento, la preparazione del miele, e infine
la costruzione di un alveare che potesse ospitare tutto lo sciame. Erano più di 80 le
api che si sono cimentate in tutte le sfide, producendo quel l’allegra confusione che
fa dell’oratorio un luogo vivo nel divertimento, nella convivialità, nella collaborazione.
Per le api-senior, che già hanno lavorato abbastanza nell’alveare, è stato
organizzato un torneo di carte. Anche se il gioco si svolge da seduti non è detto che
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non sia accompagnato da spirito di competizione e voglia di vincere!
Come ogni anno il tempo a disposizione per l’organizzazione non è stato
molto, ma si sa che i risultati migliori si ottengono con la collaborazione tra
gruppi; dobbiamo quindi ringraziare “le api-catechiste” che con grande
entusiasmo hanno guidato le squadre. Non si possono dimenticare le giovani
“api-animatrici”, ragazze e ragazzi che con entusiasmo hanno controllato lo
svolgimento delle prove, come arbitri imparziali e attenti. Quindi grazie a tutte le
persone che hanno collaborato! Ci vediamo alla prossima festa! Bzzzz
Un’ ”ape operaia” dell’oratorio
UNA GIORNATA CHE HA SODDISFATTO LO SPIRITO E LA CONVIVIALITÀ
La Festa della comunità si è conclusa giovedì 30 ottobre: alle 18.30 in Sala
don Valentino c’era un gran vociare di bambini e ragazzi radunati per il “pizza
party”. Per i più piccoli una novità, per gli altri un appuntamento atteso e un
momento per stare serenamente
insieme. Dopo aver fatto il bis, e
qualcuno anche il tris di pizza,
abbiamo atteso giocando il
momento di recarci in Chiesa per
recitare il Santo Rosario preparato
con cura dalle catechiste ed animato
dal Coro don Valentino. “Il Rosario
colorato”: questo è il titolo scelto
quest’anno per la celebrazione. Questa corona è formata da cinque decine di
colore diverso. Ciascun colore rappresenta un continente e i popoli che ci vivono.
Ad ogni invocazione i bambini uscivano dal banco con in mano un fiore di carta
colorato, realizzato dai ragazzi della prima media. Seguivano le riflessioni lette da
un genitore, un catechista ed un ragazzo. Al centro della Chiesa era posto un
mappamondo illuminato e ad ogni mistero veniva portato un segno collegato
al continente: per l’America, la Bibbia ed il fiore colore rosso, per l’Europa dei fogli
colorati ed il colore bianco, per l’Africa un piatto vuoto ed il colore verde, per
l’Oceania un mattone ed il colore azzurro infine per l’Asia un ramo d’ulivo ed il
colore giallo. Durante il rosario si è come circumnavigato il globo abbracciando
idealmente tutti i continenti. E’ stato un richiamo immediato all’universalità della
preghiera cristiana.
Per i bambini un modo speciale di essere
vicini ai missionari e a Maria portando
Gesù sulle strade del mondo. E come
ha ricordato don Agostino la
preghiera dovrebbe essere sempre
universale poiché nessuno può
vivere solamente per sé stesso.
Ogni decina, di colore diverso,
rappresentava un continente con i
popoli che là vivono. È stato un
“Rosario missionario”, perché la
preghiera del cristiano dovrebbe essere
sempre universale, come sottolineato dal
mappamondo illuminato, posto al
centro della Chiesa.
Le catechiste
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COMMEMORAZIONE DEI CADUTI
Domenica 2 novembre 2014, alla presenza della delegazione dell’Amministrazione comunale, dei rappresentanti delle associazioni Alpini, Fanti, Reduci, della Compagnia Schützen e di molti cittadini, si è svolta la
commemorazione dei Caduti di tutte le guerre. Dopo la benedizione della
corona presso il Monumento ai Caduti, il parroco ha recitato la “Preghiera per
la pace” che esalta l’universalità e la fratellanza fra i popoli. L’assessore Ezio Permer ha ringraziato le Associazioni Combattentistiche e d’Arma che puntualmente si assumono l’impegno di organizzare questa ricorrenza, ricordando
che: ”Questa commemorazione non deve essere solamente un esercizio di
memoria e di custodia della storia passata, ma deve rappresentare un continuo e costante monito che ci faccia capire ed apprezzare quanto è importante la pace”. Ha inoltre rammentato come, purtroppo, ancora sulla Terra sia
in pericolo la pace in seguito alle disuguaglianze economiche, sociali e culturali. L’auspicio è che i governi del mondo si adoperino per ridurre queste disparità fra i popoli: solo così si riuscirebbe a onorare nel modo giusto il
sacrificio dei nostri soldati che hanno combattuto per la libertà e la democrazia.
A conclusione della cerimonia il Capogruppo degli Alpini Stefano Luchin
ha preso la parola per leggere la preghiera dei Combattenti e Reduci e quindi
ha invitato tutti i numerosi presenti all’apertura della mostra sulla Prima
Guerra Mondiale allestita presso il Centro di Documentazione Storica. La mostra intitolata “Gli oggetti raccontano” è stata curata da Roberto Tessadri, Epifanio Delmaschio e Francesca Rigotti in collaborazione con la Biblioteca
comunale. A conclusione, presso la sede della Compagnia Schützen in Piazza
della Chiesa è stato offerto un rinfresco.
Stefano Luchin - Capogruppo degli Alpini
Benedetti i frutti della terra
omenica 9 novembre abbiamo celebrato l’annuale giornata del ringraziamento, importante ricorrenza per elevare il nostro grazie al Signore, non
solo per l’annata agraria appena conclusa, ma anche per il cibo che abbiamo tutti
i giorni.
Il tema della giornata era infatti“Benedire i frutti della terra e nutrire il pianeta”:
è ormai doveroso concepire l’agricoltura come spazio in cui la giusta remunerazione del lavoro si intrecci con l’attenzione ai più poveri, la lotta contro lo spreco,
il rispetto per l’ambiente. La terra va custodita come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per tutti e come tale da salvaguardare. La custodia della terra per nutrire il pianeta è impresa che richiama anche la
responsabilità delle singole
persone e delle famiglie:
siamo consumatori, ma anche
cittadini attivi e responsabili.
Educarci alla custodia della
terra significa adottare comportamenti e stili di vita in cui
l’uso del cibo sia più attento e
lungimirante. (Dal messaggio
dei vescovi italiani per la giornata del ringraziamento
2014)
Anche se a volte siamo assaliti dallo sconforto per ciò che il maltempo può causare alle nostre coltivazioni, è tuttavia importante e doveroso ringraziare per tutto
ciò che comunque abbiamo: don Ruggero Zucal ci ricorda infatti che, allargando
appena i nostri orizzonti, ci rendiamo conto che una stagione non particolarmente
felice per l’agricoltura trentina, è poca cosa di fronte ai tanti drammi che il mondo
sta vivendo.Dopo la celebrazione, bagnati dalla pioggia, si è tenuta la consueta benedizione dei mezzi agricoli e dei presenti da parte del nostro parroco don Agostino, seguita dall’esibizione musicale del gruppo bandistico della borgata e dallo
sparo a salve della compagnia Schützen; il tutto accompagnato da un rinfresco
conviviale offerto dal Club 3P. Un grazie speciale a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita di questo momento celebrativo.
Per il Club 3P
Roberto Pellegrini
D
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La “lanternata” di San Martino
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ercoledì 19 novembre, in ritardo rispetto alla data canonica a causa del
maltempo, si è svolta la tradizionale ed ormai anche per noi consueta“lanternada de san Martìn”. I bambini delle terze classi elementari si sono dati appuntamento nel cortile delle scuole alle 17,15.Accompagnati dai rispettivi genitori
e dalle insegnanti di tedesco e religione hanno sfilato per le vie del paese con le
lanterne, costruite precedentemente in classe. Partendo dalla scuola hanno percorso la“Breccia”,piazza della Chiesa, via Cavalleggeri, via san Giovanni Bosco e via
Manzoni. L’ultima tappa è stata la chiesa. Don Agostino ha accolto i bambini davanti all’altare, e mentre le luci colorate delle lanterne formavano suggestivi giochi di colore nella chiesa quasi buia, ha pregato su di loro dicendo:
“O glorioso San Martino, che hai ottenuto con le tue preghiere e la tua fede
dei miracoli straordinari e, ricco di Spirito di Dio, ti muovevi facilmente alla compassione e all’aiuto di chi si rivolgeva a te, guarda ora dal cielo a questi bambini
e ragazzi, alle loro famiglie, ai loro insegnanti. Soccorri e consola la nostra comunità parrocchiale e concedi a tutti i benefici che umilmente ti domandiamo”.
Abbiamo poi ricevuto la benedizione finale. Durante la lanternata (che vuol
ricordare la fiaccolata in barca che nel 397 accompagnò il corpo di San Martino a
Tours, in Francia) i bambini ci hanno accompagnato cantando in tedesco le canzoncine imparate a scuola.Questa di San Martino è una festa magica e ricca di sensazioni, che unisce grandi e piccini: per questo è sempre suggestivo vedere
l’emozione dei bambini mentre partecipano entusiasti al corteo punteggiato dalle
lucine delle lanterne!
Alessia Zanotelli per le classi terze
M
Nuovi lavori alla Scuola Materna
anno scolastico appena iniziato sarà ricco di novità per i bambini che
frequentano la nostra Scuola Materna e per il personale che ci lavora.
Dopo alcune sistemazioni e manutenzioni eseguite sia all’interno che all’esterno dell’edificio , è arrivato il momento di mettere mano ad alcune problematiche relative al piano interrato, dove sono presenti le sale del refettorio,
la cucina ed altri locali di servizio. Gli interventi su cui si è posta l’attenzione
riguardano la sicurezza dei bambini e del personale che utilizzano i locali oltre
all’adeguamento previsto dalla normativa. Il progetto è stato redatto dall’architetto Adriano Menapace e concordato con il responsabile della sicurezza
della Federazione delle scuole materne e con il referente provinciale del Servizio Istruzione.
A tale scopo già dall’estate 2013 abbiamo valutato gli interventi da eseguire con i relativi costi per procedere alla richiesta di contributo al Servizio
Istruzione della Provincia. La stessa ha ritenuto meritevole di attenzione il progetto presentato ed a maggio di quest’anno ha stilato la graduatoria degli
interventi ammessi a contributo in cui rientra anche la Scuola Materna di
Mezzocorona.
Nel corso dell’estate è stato redatto il progetto esecutivo, approvato dalla
parrocchia e dall’ente gestore e presentato in Provincia, che prevede i seguenti lavori:
L’
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realizzazione su tutto il piano interrato, di un solaio areato con una nuova
isolazione termica e la posa della nuova pavimentazione che presenta caratteristiche di sicurezza, di facile pulizia e migliori l’aspetto degli ambienti;
l rifacimento del blocco dei bagni del piano, prevedendo due servizi igienici
per i bambini e uno per il personale completamente sbarrierati;
l ammodernamento e rifacimento dell’impianto di riscaldamento e degli
impianti idrici e di scarico della cucina;
l riorganizzazione di alcuni spazi interni con la creazione di un nuovo bagno
per il cuoco come previsto dalla normativa, la creazione di un nuovo spogliatoio per il personale e un locale di servizio.
Complessivamente la spesa prevista ammonta a circa 300.000 euro comprendendo i lavori, gli oneri per la sicurezza, l’iva e le spese tecniche. Vista la
complessità dell’intervento e la necessità di continuare l’attività scolastica,
abbiamo programmato l’inizio dei lavori al rientro delle festività pasquali per
completarli entro il mese di agosto, così da avere la scuola rinnovata per l’inizio dell’anno scolastico 2015-16 .Nel periodo da aprile fino a giugno 2015 saranno utilizzate la cucina dell’oratorio per preparare i pasti e come refettorio
per i bambini la sala don Valentino accessibile direttamente dal giardino della
scuola materna, messi gentilmente a disposizione dalla Parrocchia.
Allo scopo di contenere alcuni costi a nostro carico, chiederemo la collaborazione dei genitori dei bambini, dei soci, e di quanti si sentano vicini alla
scuola materna per alcuni lavori preparatori quali i traslochi e lo spostamento
delle attrezzature per l’allestimento del cantiere. Vi terremo aggiornati.
Alessandra per l’Ente gestore
l
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L’Azione Cattolica rinnova
l’impegno di formazione
nche quest’anno si è giunti all’appuntamento che vede tutti gli aderenti all’Azione Cattolica rinnovare il proprio “sì” all’impegno di corresponsabili, da
laici, nella Chiesa.“Coraggio sono io, non abbiate paura” è il testo che l’associazione , a livello nazionale, ha scelto per il proprio cammino formativo, ed è l’accorata esortazione di Gesù agli apostoli affaticati dal remare e
spaventati in quella notte di mare ondoso. Viviamo tempi
di difficile passaggio: pensiamo all’immigrazione che
sta cambiando la faccia dell’Europa, la scristianizzazione del vecchio continente, la minaccia dell’integralismo islamico, ecc. Servono mentalità libere e
aperte alla Verità per ridare vitalità al mondo cattolico e alla Chiesa, non servono intellettualismi
ma onestà intellettuale e di cuore e lucido realismo. Credo che Oriana Fallaci, da atea cristiana come
lei si definiva, scrivendo cose bellissime sul cristianesimo e su Papa Benedetto XVI, abbia risvegliato più coscienze (compresa la mia) di molti convegni intellettualoidi dove
spesso si parla di tutto fuorché della Verità. Per fortuna nostra a Roma, in Vaticano
c’è un uomo vestito di bianco che ha capito e sta interpretando bene questi tempi.
In quanto allo specifico ruolo dell’Azione Cattolica vale sempre il principio per cui
essa sopravvivrà se a Dio serve per i Suoi piani, altrimenti tramonterà, come tutte
le umane cose. Lo scollamento tra fede e vita attualmente in atto nella società si
riflette inevitabilmente anche sull’AC che propone un impegno forte e responsabile, in contrasto con l’individualismo e l’incapacità di fare scelte nette a favore della
Verità, anche a rischio di rimetterci qualcosa di personale (le persecuzioni verso i
cristiani non avvengono solo in Cina).
Un’AC più efficace ha bisogno di laici maturi nella fede, autentici testimoni
nella vita di tutti i giorni, sostenuti da guide autorevoli e sante, ovvero da preti fedeli al Vangelo e al Magistero della Chiesa. Ecco dunque l’augurio che come ogni
anno rinnovo: che ci siano nuove adesioni a questa associazione che tanto ha
fatto e continua a fare, per la parrocchia, per la comunità e per la Chiesa e che il
cammino di AC sia sempre a servizio della riscoperta della bellezza della famiglia
René Drigo
A
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“Mezzocorona da fiaba”
nei racconti per bambini
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l primo maggio è stato presentato in biblioteca con notevole successo il
libro “Mezzocorona da fiaba: storia, arte e natura della Borgata Rotaliana
in 10 racconti per bambini” che raccoglie 5 fiabe della sottoscritta e 5 di
Giuliana Toninato, una fantasiosa nonna veneziana che da poco si è trasferita a Mezzocorona, per avvicinarsi ai nipotini Elettra ed Ernesto.
Per la sottoscritta è stata una doppia emozione arrivare a presentare questo libro: quella di una mamma e zia che dedica il libro alle due bimbe che
primariamente quelle fiabe hanno ispirato ossia Angelica e Benedetta e
quella di una bibliotecaria che vede coronato il sogno di stampare un libro
con fiabe su Mezzocorona, iniziativa del tutto nuova e originale per una biblioteca a livello trentino ma non solo.
Per quanto riguarda il primo aspetto le persone che sono nonni o genitori credo saranno consapevoli della botta di vita che dà un bambino in
una famiglia, e molti di loro sapranno anche per esperienza diretta che questo evento familiare implica un’esplosione spontanea di fantasia.
Così è stato nel mio caso per le fiabe che qui si presentano e in generale per la mia attività professionale, avendo io l’opportunità di lavorare
anche con i bambini per le varie iniziative proposte dalla biblioteca. Un’altra fortuna è aver condiviso l’esperienza personale e l’esperienza professionale in particolare con la dott.ssa Maria Lena Barbacovi: di questa
creatività e fantasia hanno beneficiato i nostri giovani utenti, che possiamo
dirlo abbiamo visto crescere fra i libri in questi 12 anni di collaborazione e
che, dobbiamo ammetterlo, hanno accolto sempre con entusiasmo le iniziative della nostra biblioteca.
Questo è stato il caso delle uscite denominate “La biblioteca fuori di sé”:
letture scoperte e creatività, organizzate in parte o in toto fuori dalle mura
della nostra biblioteca: l’idea è stata quella di creare una fiaba legata ad un
luogo significativo del nostro paese per farlo scoprire ai bambini.
Ma come è nata quest’idea e come si è sviluppata? Era marzo del 2010
quanto in biblioteca si presentava un sabato sera il bel libro di Marco Avanzini sulla scoperta delle orme dei dinosauri al castello di san Gottardo a
Mezzocorona. Il mio entusiasmo per quella pubblicazione si era evidentemente trasmesso anche a casa e le bimbe volevano andare a vedere le orme
I
al castello. Quel giorno si era in vena di fare scoperte ma la mia intenzione
non era assolutamente quella di percorrere l’impervio sentiero a rischio
geologico! Pertanto abbiamo esplorato un altro percorso, il cosiddetto “senter del Bepi” che parte appunto all’ingresso di castel Firmian, e sbuca proprio alla torretta dell’acquedotto.
Gli occhi delle bimbe in quel semplice manufatto di servizio, seminascosto dal bosco selvaggio, hanno visto un mondo fantastico.
Da quelle battute spontanee è nata la mia prima fiaba: raccontando poi
alle colleghe l’esperienza è nata l’idea dell’iniziativa “Alla scoperta della Torretta” svolta nell’aprile del 2010. Grazie alla sensibilità dell’amministrazione
comunale nell’agosto 2010 quel posto disboscato e sistemato è diventano
un anfiteatro per la lettura all’aperto in cui siamo ritornati più volte, facendo diverse scoperte con la guida di vari esperti: il bosco, l’acquedotto, le
erbe aromatiche, la biodiversità e quest’anno ci torneremo per scoprire la
natura con i 5 sensi e gli animali del bosco.
Dopo questa esperienza sono fiorite nuove idee, nuove fiabe e nuove iniziative.
Abbiamo scoperto dei luoghi suggestivi del nostro paese, o dei paesi
dove hanno sede i nostri punti di lettura: fra le location più suggestive cito
il vecchio mulino del Rio a Roverè della Luna, il maso delle fiabe ossia Maso
Damaggio a Nave san Rocco, Mulino Zadra a Rovere della Luna, e quindi a
Mezzocorona Palazzo Firmian, Palazzo Martini, il Monte, il laghetto, maso del
Galvano, i parchi del paese, maso Oliva…
Le iniziative svolte sono più numerose delle 21 fiabe scritte: Giuliana
Toninato ci ha dato una grossa mano in questo senso perché ne ha scritte
quasi la metà ma in 4 anni le iniziative fuori di sé sono state una sessantina!
In molti casi a Mezzocorona abbiamo beneficiato in modo del tutto gratuito della guida di un esperto: dai ricercatori della Fondazione E. Mach (Cagnacci, Ometto, Hauffe) , a Mario Viola, ad Attilio Endrizzi, a Michele
Schgraffer, a Lorenzo Bacca, a Paolo Dorigati, a Claudio Barbetti, a Bibiana
Lopez, a Aldo Giovannini solo per ricordarne alcuni.
Molte persone che mi hanno dato ispirazione volontariamente e non,
desidero ringraziarle citandone qui il nome: Debora, Giovanni, Marco, Remo,
Leone, Davide, Federica, Maria, Thomas, Matilde, Rita, Carla, Aurora, Pietro…
nelle singole fiabe della biblioteca, distribuite finora in forma di libretto fotocopiato, sono citate singolarmente nelle dediche.
In conclusione come biblioteca garantiamo che per l’estate 2014 ab-
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Una
delle belle
illustrazione
del volume
biamo grandi progetti: il nome dell’iniziativa ci sembra ora così inflazionato –qualcuno ce l’ha copiato- che abbiamo pensato di cambiarlo in “Are
ere ire: creare leggere scoprire”: questo motto contiene tutto quello che
vogliamo trasmettere: l’amore per la lettura, la curiosità della scoperta, l’importanza della creatività.
Un grazie personale
all’amministrazione comunale che fin dal 2000
ha dato grande fiducia
alle nostre idee consentendoci di realizzarle, a
nonna Giuliana che ha
messo volentieri a disposizione della nostra
biblioteca le fiabe
scritte per i suoi nipotini, allo staff della
biblioteca che con
passione condivide
e realizza questi
progetti, e ai piccoli
utenti per la soddisfazione costante
che ci regalano.
Speriamo di poter
continuare a soddisfarli anche noi! Una postilla infine speciale
per un ringraziamento particolarmente sentito a Thomas Belz che abbiamo
scoperto grande artista anche come illustratore di fiabe e come sensibile interprete della nostra fantasia.
Se il libro diventerà un libro del cuore per i bimbi di Mezzocorona, come
mi auguro, lo dobbiamo anche a lui,perché la reso veramente fantastico
con i suoi colori e le sue morbide forme.
Margherita Faes
Nota: il libro è disponibile gratuitamente in biblioteca per le famiglie residenti, ed eventualmente acquistabile al costo di 5,00 euro
Aiutiamo suor Augusta Weber
a soccorrere bambini poveri
l 26 novembre Cristina Weber ha mandato tramite posta elettronica questa lettera da Montevideo (Uruguay), raccontandoci la sua visita alla zia
suor Augusta e alla consorella suor Gemmalilia (le nostre due anziane, grandi
missionarie). Ne pubblichiamo uno stralcio per stimolare la generosità della
gente di Mezzocorona in occasione delle festività natalizie. Aprire il cuore alle
“periferie del mondo”, come ci esorta papa Francesco, fa bene prima di tutto
a noi!
Buon giorno don Agostino,
...La zia Augusta sta bene, sempre lavora tanto in cucina o con le sorelle
anziane in infermeria, come supporto psicologico e spirituale... Suor Gemmalilia ogni anno la trovo che “sta morendo”; ma poi, “l’aria del Trentino” la rinnova...
Nella casa le attività sono sempre varie, sia con le “sorelle” che con i bambini. C’è la scuola ancora attiva, che ospita circa 150 alunni/e dai 3 a 12 anni
al mattino e al pomeriggio dai 13 ai 15 anni.
Il sabato l’oratorio si attiva tutto il giorno con i bambini più piccoli al mattino e con gli adolescenti al pomeriggio, con giochi, balli, merenda ed altro ancora, organizzati da volontari che vivono nelle vicinanze. In questo mese di
novembre viene fatto un ritrovo fra i giovani volontari in una struttura in
mezzo alla natura (di solito dai Salesiani): si tratta di un “campamento” per
preparare momenti di incontri che verranno fatti poi in seguito con i bambini.
Si tiene anche un fine settimana con i bambini della scuola e dell’oratorio per
chiudere l’anno scolastico (vedi foto). Vorrei spiegare alla nostra gente di Mezzocorona il progetto della ristrutturazione della ”Casa Padre Luis”: è il nome
del fondatore delle Suore della Provvidenza...
...Come da noi si va a Rabbi, qui si va in vacanza alla “Casa Padre Luis” al
mare; però nessuno paga questa “vacanza”: il tutto è reso possibile dalle offerte e dai doni da parte della comunità e anche dalle nostre donazioni che
inviamo alle suore. Attualmente le bambine vengono sistemate nelle due
stanze grandi, con letti a castello, o dormono in terra per poterle ospitare tutte.
All’esterno sono stati fatti due bagni con doccia e c’è un bel prato dove possono giocare e stare insieme. Questa casa in periodo di vacanza viene utilizzata anche per i ritiri spirituali delle Suore, sia di Montevideo che di altre
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comunità dell’America Latina, come pure per giornate formative con i volontari per preparare gli incontri con i bambini.
Negli ultimi anni l’edificio si è andato deteriorando parecchio per cui si
sente la necessità di restaurarlo sia nelle strutture interne che negli ambienti
esterni in modo da poterla utilizzare ancora per ospitare le bambine, le famiglie che si prendono cura di loro, gli incontri spirituali di comunità.
So che ha già informato la comunità di Mezzocorona perché possa collaborare alla realizzazione di questa importante opera di ristrutturazione della
“Casa Padre Luis”. Il preventivo prevede una spesa di circa 30.000,00 (trentamila) euro.Tutto quello che la nostra comunità potrà fare in questa occasione
è tanto apprezzato e va sicuramente a beneficio di bambine povere e disagiate
e consentirà di proseguire nel suo prezioso servizio di formazione.
Vi ringrazio per il prezioso aiuto
Caro don Agostino, ti scrivo due righe ringraziare la
parrocchia di Mezzocorona per il prezioso aiuto che mi
avete inviato. Per me, per la gente, il vostro appoggio e
stato davvero utile. Sono sempre di più le persone che bussano alla porta e chiedono aiuto. Tante sono le cose da portare avanti: i ragazzi che studiano e imparano un lavoro e
che vivono con me; i ragazzi della cooperativa che lavorano già; gli assistenti, i professori, i maestri. Nell’oratorio
sono più di 700 i ragazzi che si trovano tutti i sabati e la domenica. Poi ci sono i poveri che mangiano tutti i giorni in
parrocchia, e molti che per l’età non possono più venire, ai
quali portiamo il cibo e li aiutiamo a casa. Il vostro aiuto è
quindi prezioso e mi aiuta a trasmettere qualcosa dell’amore di Dio.
Vi ricordiamo sempre e ricordiamo don Valentino. È
stato davvero bello e importante per me averlo conosciuto,
lo porto nel cuore anche a dieci anni della sua norte.
Un grazie di cuore. Che il Signore vi protegga e vi benedica con tanto bene.
Padre Alessandro
Nati alla vita di Dio
Armin Amir Viola di Maurizio e Mara;
Federico Degara di Nicola e Arianna;
Alena Degasperi di Roberto e Alessandra;
Valeria Menapace di Adriano e Alessandra;
Virginia Emilia Maria Giovannini di Raffaele e Maria;
Davide e Erika De Andrade di Adelino e Laura.
Accompagnati alla Casa del Padre
Agostino Cappello (78);
Giuseppe Cova (87);
Mario Schlagenauf (82);
Sabina Boz (87);
Iole Tamin ved. Permer (85);
Rita Dalla Maria (70).
Il Bollettino parrocchiale
in tutte le nostre famiglie
oce della parrocchia viene recapitato a tutti gli
indirizzi delle famiglie che l’Ufficio parrocchiale
è riuscito a raccogliere. Il Bollettino parrocchiale
viene portato nelle case (nella bussola delle lettere delle famiglie comprese nel nostro indirizzario) da persone che svolgono questo servizio in spirito di generoso
volontariato. Purtroppo la parrocchia non è in grado di avere un indirizzario sempre aggiornato se non con la collaborazione di tutte le
persone interessate. Chiediamo pertanto di segnalare all’Ufficio parrocchiale (anche per telefono nei giorni feriali dalle 9.00 alle 11.00:
0461/603781) sia i “nuovi arrivi” che eventuali “partenze” e i cambi
di indirizzo come pure i possibili errori sull’etichetta. Chi volesse contribuire alla spesa per il Bollettino, anche per chi non può o non intende farlo, sia ringraziato fin d’ora: la spesa complessiva annua per
la parrocchia è di circa € 4.500,00.
V
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\
l parroco don Agostino, a tutte le persone che a vario titolo
e con diversi impegni e mansioni collaborano generosamente
alla vita della parrocchia, a tutti i membri delle associazioni,
dei movimenti e dei gruppi parrocchiali, al sindaco
e a tutti gli amministratori e autorità della comunità civica
della borgata di Mezzocorona, a tutte le famiglie,
augura di tutto cuore
BUON NATALE
chiedendo a Gesù, Redentore del mondo,
di portare a tutti
serenità, gioia, amore, pace, bontà
con l’augurio che nel
NUOVO ANNO
Dio faccia risplendere su ciascuno
la luce del suo volto,
segno della sua benevolenza
e auspicio di ogni grazia.