download giornale - Diocesi di Lucera

ANNO VI
NUMERO 58
LUCERA
APRILE
2014
La voce
del PASTORE
NON sI bussa,
sI eNTra
✠ Domenico corNaccHia
T empo fa, Papa Francesco ha esortato noi tutti, a riprendere confidenza con
tre parole, ormai in disuso, partendo
proprio dalla famiglia: permesso, scusa,
grazie! Recentemente, invece, in una
delle ultime tappe della Visita Pastorale,
il componente di un gruppo ecclesiale,
in pubblico ha detto: da noi, non si bussa, si entra! Davvero bello! Non si chiede permesso se ci si sente di casa! A
pensarci bene, salvando la buona educazione, come, dove e quando si può,
anzi si deve, osare fino a tanto, da entrare e basta? Certo: a casa nostra, dove
sono le radici dei nostri affetti e delle
persone più care; dove più che dire
mio, si dice nostro! Oh, proviamo, nella
Chiesa, nell’Oratorio e, in sacrestia, a
prendere posto, liberamente, con gioia
e semplicità, senza il timore di essere
giudicati, di sentirci intrusi o in più!
Ciò richiede però, retta intenzione,
apertura mentale e, un amore senza
pregiudizi. Ricordate la scritta: vietato
agli estranei o, a i non soci!? Più che un
invito, era un ordine che si trovava non
solo all’ingresso dei cantieri, ma addirittura alla porta dei nostri Oratori e delle
nostre Associazioni! Se, per fortuna, certi biglietti da visita non sono più esposti
in pubblico, forse sono nascosti ed
incollati, a caratteri cubitali, nella nostra
mente e nei nostri cuori! Papa Bergoglio, in mille modi, ci sta incoraggiando
ad uscire verso le periferie umane, proponendoci una Chiesa che si orienti verso le novità e le diversità etniche, culturali e, persino morali! Siamo chiamati a
bonificare il mondo, partendo però dal
nostro intimo, dal nostro cuore, dalle
nostre abitudini!
Questo passaggio dev’essere preludio
della grande Pasqua di Gesù! Nostro
Signore è venuto per noi, per associarci
alla vera Pasqua, che ci tiri fuori dalle
nostre auree nicchie, che sono vere e
proprie tombe! Non siamo più titubanti,
incerti o perplessi! Un vibrante invito a
voi cari giovani, che vi preparate a vivere la Giornata della Gioventù, in Diocesi, nelle vostre comunità e gruppi:
lasciatevi attirare da Cristo; abbiate il
coraggio di essere felici! La felicità non
è solo solletico dei sensi, bensì uno stato di vita serena, contagiosa che rispecchi la pulizia e la trasparenza interiore!
Anche a voi auguro che possiate subito
scrivere all’ingresso del vostro cuore:
non si bussa, si entra!
Auguri di Santa Pasqua!
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Trasmettere
la fede
ai figli
la bellezza
DI seguIre gesù
Cristiani là dove
si è chiamati
“L’ Agenzia Fides pubblica l’elenco
degli operatori pastorali che hanno
perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Dalle informazioni raccolte, nell’anno 2012 sono
stati uccisi 12 operatori pastorali, quasi tutti sacerdoti, si tratta infatti di 10
sacerdoti, 1 religiosa, 1 laica.
Per il quarto anno consecutivo, con il
numero più elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l’America, bagnata dal sangue di 6 sacerdoti. Segue l’Africa, dove sono stati uccisi 3 sacerdoti e una religiosa. Quindi
l’Asia, dove hanno trovato la morte un
sacerdote ed una laica.
Come avviene ormai da tempo, il
computo di Fides non riguarda solo i
missionari “ad gentes” in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Non viene usato
di proposito il termine “martiri”, se
non nel suo significato etimologico di
“testimoni”, per non entrare in merito
al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e
anche per la scarsità di notizie che si
riescono a raccogliere sulla loro vita e
sulle circostanze della morte.
La maggior parte degli operatori
pastorali uccisi nel 2012 ha trovato la
morte in seguito a tentativi di rapina:
alcuni hanno scoperto i ladri nella propria abitazione ed i loro corpi sono
stati ritrovati anche con segni di ferocia e di tortura. Altri sono stati aggrediti in strada e derubati di quanto por-
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San Francesco
vive
tra noi
tavano con sé o della loro automobile.
Suor Liliane Mapalayi, è stata pugnalata a morte mentre era al suo posto
di lavoro, in un liceo gestito dalla sua
Congregazione, dove si occupava della cassa. Don David Donis Barrera è
stato aggredito e accoltellato, dopo
un lieve incidente stradale, in seguito
ad un diverbio con gli occupanti dell’altra automobile. Don Anastasius
Nsherenguzi invece è stato ucciso da
alcuni giovani che stava cercando di
dividere durante una lite. La laica Conchita Francisco è stata uccisa a colpi di
arma da fuoco davanti alla cattedrale
di Bongao, nella zona meridionale
delle Filippine, dove è alta la tensione
per la presenza di ribelli musulmani,
pirati, terroristi e criminali. Come scrive il santo padre Benedetto XVI nel
Motu Proprio “Porta fidei” con cui ha
indetto l’Anno della fede che la Chiesa sta celebrando, “Per fede uomini e
donne hanno consacrato la loro vita a
Cristo, lasciando ogni cosa per vivere
in semplicità evangelica l’obbedienza,
la povertà e la castità, segni concreti
dell’attesa del Signore che non tarda a
venire. Per fede tanti cristiani hanno
promosso un’azione a favore della
giustizia per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare
la liberazione dall’oppressione e un
anno di grazia per tutti. Per fede, nel
corso dei secoli, uomini e donne di
tutte le età, il cui nome è scritto nel
Libro della vita, hanno confessato la
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la Pasqua
su una porticina
di tabernacolo
bellezza di seguire il Signore Gesù là
dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita
pubblica, nell’esercizio dei carismi e
ministeri ai quali furono chiamati.” (PF,
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Gli operatori pastorali uccisi in questo
anno 2014 non hanno compiuto gesti
eclatanti, non si sono proposti all’attenzione dei mass media per iniziative
o prese di posizione spettacolari, ma
semplicemente “hanno confessato la
bellezza di seguire il Signore Gesù là
dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani”.
Hanno vissuto la loro fede nell’umiltà
della vita quotidiana, in contesti di
particolare povertà umana e spirituale,
di degrado, di violenza, dove il rispetto della vita e la dignità della persona
sono valori che non contano, cercando di portare in questi ambienti la loro
testimonianza di amore, di quell’amore del Padre che Gesù Cristo è venuto
a mostrare. Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall’Agenzia Fides,
deve sempre essere aggiunta la lunga
lista dei tanti di cui forse non si avrà
mai notizia, o addirittura di cui non si
conoscerà il nome, che in ogni angolo
del pianeta soffrono e pagano con la
vita la loro fede in Cristo, la “nube dei
militi ignoti della grande causa di Dio”
secondo l’espressione del beato papa
Giovanni Paolo II.
Franco Terlimbacco
Convegno Diocesano
Vocazionale 2014
TITOLO: Apriti alla verità, porterai la vita
DATA: 8 e 9 maggio
ORARIO: dalle 16:00 alle 18:00
LUOGO: Seminario vescovile
RELATORI:
• 8 maggio: p. Ermes Ronchi O.S.M.
• 9 maggio: Gianna Emanuela
Molla, figlia di santa Gianna Beretta Molla
Iniziative estate
Comunità Vocazionale
• CAMPOVOC RAGAZZI
(IV elementare - II media) 30 giugno - 6 luglio.
Iscrizioni entro il 30 aprile;
• CAMPOVOC GIOVANISSIMI
(III media - IV superiore) - 25-31
luglio. Iscrizioni entro il 30 aprile;
• CAMPOMISSIONE IN ALBANIA
(dal V superiore) - 2-11 agosto.
Iscrizioni entro il 31 maggio;
• ESERCIZI SPIRITUALI
(per gli adulti) - 8 - 12 luglio presso il Cenacolo Santa Chiara in San
Giovanni Rotondo.
Iscrizioni entro il 31 maggio.
INSERTO
speciale
Visita pastorale
orsara di Puglia
Pastorale giovanile
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aprile 2014 anno VI n. 58
FORMAZIONEeCulTura
COme TrasmeTTere la feDe aI NOsTrI fIglI?
realizzare la vocazione di genitori nella trasmissione della fede
N on perdo occasione per preoccuparmi quotidianamente, per il mio
figlioletto di un anno, per tutti i possibili pericoli, veri o immaginari, ai quali è
naturalmente esposto. Sono passato
dalle insidie che si nascondevano in un
rigurgito latteo, alle prime cadute nel
muovere i suoi primi passi alla scoperta
del mondo.
Oggi però ho un nuovo e più ricco
materiale ad alimentare le mie ansie,
regole ed eccezioni, coccole e stimoli a
migliorarsi. Sto sbagliando moltissimo
o solo molto?
C’è però una cosa di cui forse alcuni di
noi dovrebbero preoccuparsi molto di
più.
La vera domanda è: come trasmettere
la fede ai nostri figli? Perché prima
ancora della ricerca della formula dell’educazione perfetta, che non ha un
decalogo precostituito, i genitori devono chiedersi: che tipo di padre e madre
vogliamo essere? Cosa desideriamo,
anzi, come dice la formula battesimale,
“cosa chiediamo a Dio per i nostri
figli?” Che siano belli, ricchi, di successo, colti e intelligenti?
Noi per i nostri figli chiediamo la vita
eterna, e quindi che conoscano e amino Dio. Stabilito che la priorità è trasmettere la fede in Dio, ci si può cominciare a chiedere come fare.
La coppia è il primo e il più importante
dono di Dio all’umanità per arrivare a
Lui e conoscerlo. Ogni coppia di sposi
può fermarsi a gustare, dentro la propria relazione d’amore, il loro partecipare alla vita e all’amore di Dio.
Il quotidiano porta a volte a dare tutto
per scontato, la coppia fatica a tenere
vivo lo stupore per la sovrabbondanza
d’amore che ogni giorno potrebbe
godere grazie alla presenza di Dio che
è con noi e abita il nostro presente.
L’amore sponsale porta a condividere alla pari la vita dell’altro, mettendosi accanto.
La vita interiore ha bisogno di tempi,
e non può svilupparsi in una griglia di
impegni frenetici, e questo comporta
spesso uno sforzo organizzativo minimale rispetto al piacere di stare insieme, e stare con i propri figli. Una volta procurati spazi e tempi, si può
entrare nel cuore del problema:
come parlare di Dio ai bambini.
L’essere radicati in un buon tessuto
parrocchiale, in una comunità di credenti, laici e sacerdoti, che pratichino
e valorizzino il messaggio cristiano è
sicuramente l’ideale, anche se l’invito
alla sintonia di papa Francesco, in
alcuni frangenti, non viene realizzato
pienamente. Ma questo non può
ostacolare la volontà a sviluppare un
maggior impegno a contribuire alla
giusta concordia nella comunità parrocchiale.
I santi del mese
a cura di Donato coPPolella
saNT’aNselmO Vescovo e
dottore della Chiesa 21 aprile
Nacque nel 1033 ad Aosta da genitori nobili e ricchi. Entrato nell’ordine di San Benedetto nel monastero Le Bec in
Francia insegnò teologia ai confratelli, mentre avanzava
rapidamente nella via della perfezione. Passato in Inghilterra ed eletto vescovo di Canterbury, gli fu inflitto due volte
l’esilio. Lasciò molti scritti di grande valore teologico e
mistico. Anselmo fu dichiarato dottore della Chiesa da
papa Clemente XI nel 1720. Morì il 21 aprile 1109 e venne
sepolto nella cattedrale di Canterbury.
Come credenti siamo chiamati ad un
lavoro di crescita comune nella veste
genitoriale; nella nostra casa prima di
tutto, che possiamo senz’altro definire
il primo vero “semi-nario”, dove il
seme della Parola di Dio viene sparso
nel fertilissimo terreno dei propri
figlioli.
Il catechismo è un supporto ideale
all’impegno costante in famiglia, che
deve svolgersi quotidianamente nell’armonia e nella pace delle mura di
casa e nel contesto di relazionalità. I
gesti, gli esempi, i comportamenti, le
parole, specialmente quelli dei genitori, rappresentano per i figli “i primari Comandamenti di vita familiare”, di
rispetto per l’altro e per il prossimo.
Radicare in Cristo la nostra fede, e rafforzarla ci aiuta in questo arduo e delicato compito. Essere persone coerenti per essere credibili e poter trasmettere il messaggio evangelico.
L’esempio praticato come genitori nel
rapporto con Dio è il primo valido
insegnamento. È fondamentale parlare ai bambini di Dio con dolcezza. La
storia della Salvezza è una storia concreta, di un Padre tenerissimo, che ha
sacrificato se stesso nel figlio suo
Gesù Cristo, per tutti noi. I bambini,
crescono velocemente, bombardati
da mille messaggi, sarà basilare che
abbiano delle certezze e radici cristiane ben solide. Fondamentale è il dare
risposte certe alle loro domande.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica è
il nostro punto di riferimento come ha
raccomandato il Papa, e l’ausilio di
tanti bravi sacerdoti può contribuire
ad un cammino comune di crescita e
porre basi solide di fiducia e amore.
Come coppia ci siamo interrogati e
incontrati su riflessioni condivise, da
adulti credenti verso un cammino
comunitario di altruismo educativo. La
modalità con cui lo interpretiamo,
giorno dopo giorno, si svolge in un clima di ascolto e di attenzione reciproca con la testimonianza della Parola di
Dio. Ci siamo fatti guide gli uni degli
altri nell’aiuto vicendevole per capire
quello che sta succedendo, in un
atteggiamento di dialogo, di rispetto
reciproco, di confronto e di ascolto
delle esperienze di ciascuno.
La ricchezza più grande è stata proprio
l’aver percepito concretamente che
essere Chiesa è il vivere nella reciprocità, è lasciar salire gli altri sul nostro
carro e disporci a salire su quello dei
nostri fratelli e sorelle, ognuno spinto
dallo stesso Spirito.
Su questa affermazione siamo consapevoli che essere veri e profondi credenti significa ricordare sempre che il
vero Padre e la vera Madre dei nostri
figli non siamo noi.
luigi SammarTiNo
saN PIO V Papa 30 aprile
Nacque a Borgo Marengo nei pressi di
Alessandria, il 17 gennaio 1504. Giovanissimo entrò fra i Frati Predicatori, insegnò
teologia. Divenuto Vescovo e cardinale,
salì sulla cattedra di Pietro nel 1506.
Proseguì alacremente la riforma della
chiesa iniziata dal Concilio di Trento, promosse la propaganda della fede e riformò
il culto divino.
Egli curò la pubblicazione del catechismo
romano, del breviario romano e del messale romano.Morì il 1° maggio 1572.
Venne canonizzato da Clemente XI il 22
maggio 1712.
anno VI n. 58 aprile 2014
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CRONACHEedesPerIeNze
Il PaPa aI gIOVaNI
la giornata diocesana della gioventù
C ari giovani,
la prossima tappa del pellegrinaggio
intercontinentale dei giovani sarà a
Cracovia, nel 2016. Per scandire il
nostro cammino, nei prossimi tre anni
vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel
Vangelo di san Matteo (5,1-12). Quest’anno inizieremo meditando sulla prima: «Beati i poveri in spirito, perché di
essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3); per il
2015 propongo «Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio» (Mt 5,8); e infi-
sé a scapito degli altri.
2. Il coraggio della felicità
Aspirate a cose grandi! Allargate i
vostri cuori! Come diceva il beato
Piergiorgio Frassati, «vivere senza
una fede, senza un patrimonio da
difendere, senza sostenere in una
lotta continua la verità, non è vivere
ma vivacchiare. Noi non dobbiamo
mai vivacchiare, ma vivere».
Dite no alla cultura del provvisorio,
della superficialità e dello scarto, che
non vi ritiene in grado di assumere
poveri sono per noi un’occasione
concreta di incontrare Cristo stesso,
di toccare la sua carne sofferente.
Ma i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa.
Anche loro hanno tanto da offrirci, da
insegnarci. Abbiamo tanto da imparare dalla saggezza dei poveri! Pensate che un santo del secolo XVIII,
Benedetto Giuseppe Labre, il quale
dormiva per strada a Roma e viveva
delle offerte della gente, era diventato consigliere spirituale di tante per-
DIO sulle Tue
VIe… NON farTI
asPeTTare!
animazioni vocazionali
a biccari e Celenza
L’ entusiasmo e la gioia delle comunità
parrocchiali di Biccari e Celenza, a cui è
stato proposto una settimana vocazionale (rispettivamente dal 23 febbraio al
2 marzo e dal 23 al 30 marzo 2014),
sono rimasti profondamente nel cuore:
portare il Vangelo della vocazione ai piccoli e ai grandi, a chi svolge un ministe-
ro in parrocchia e a chi non può uscire di
casa ha corroborato nell’intimo la certezza di un Dio che non si dimentica del
suo popolo ma che riversa, senza sosta,
benefici imperscrutabili ad un occhio
senza fede! Molte le iniziative, tanti i volti, profonde le condivisioni di storia e di
vita: e di tutto ciò, rimangono nel cuore
specialmente i centri d’ascolto vissuti
nelle case della comunità di Biccari, gli
incontri con i tantissimi giovanissimi e
giovani di Celenza, le ore di religione
vissute come laboratorio vocazionale, i
momenti di preghiera come le quarantore vocazionali, la penitenziale e la via
crucis vissute nella Parrocchia Santa
Croce come richiesta profonda e non
bypassabile di fedeltà alla vocazione
abbracciata e di nuove vocazioni.
ne, nel 2016, il tema sarà «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7).
1. La forza rivoluzionaria delle Beatitudini
Non è una strada facile, ma il Signore ci
assicura la sua grazia e non ci lascia mai
soli. Povertà, afflizioni, umiliazioni, lotta
per la giustizia, fatiche della conversione quotidiana, combattimenti per vivere la chiamata alla santità, persecuzioni
e tante altre sfide sono presenti nella
nostra vita. Ma se lasciamo che Gesù
sia dentro la nostra storia, se condividiamo con Lui le gioie e i dolori, sperimenteremo una pace e una gioia che
solo Dio, amore infinito, può dare.
Nella logica di questo mondo, coloro
che Gesù proclama beati sono considerati “perdenti”. Sono esaltati il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di
responsabilità e affrontare le grandi
sfide della vita!
3. Beati i poveri in spirito…
Cercate di essere liberi nei confronti
delle cose. Il Signore ci chiama a uno
stile di vita evangelico segnato dalla
sobrietà, a non cedere alla cultura
del consumo. Si tratta di cercare l’essenzialità, di imparare a spogliarci di
tante cose superflue e inutili che ci
soffocano. Distacchiamoci dalla brama di avere, dal denaro idolatrato e
poi sprecato. Mettiamo Gesù al primo posto.
In secondo luogo, abbiamo tutti
bisogno di conversione per quanto
riguarda i poveri. Dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle
loro necessità spirituali e materiali. A
voi giovani affido in modo particolare il compito di rimettere al centro
della cultura umana la solidarietà. I
La Voce del DIRETTORE
C osì il poeta americano Robert
Frost si esprimeva in una poesia,
che insiste sul valore delle scelte
difficili: “Due strade divergevano
nel bosco, ho preso quella meno
frequentata e sono cambiato”. Scegliere è il verbo della vita. Non si
può non crescere. O si cresce in
bene e quindi si matura e si producono frutti buoni, o non si cresce e
si regredisce in un male, che diventa incorreggibile come la corruzione. Scegliere è sempre difficile, ma
sono le difficoltà a rendere unica e
preziosa la vita, qualsiasi vita. Di
cosa ci stiamo preoccupando davvero come persone, come credenti,
sone, tra cui anche nobili e prelati. I
poveri ci insegnano che una persona
non vale per quanto ha sul conto in
banca. Un povero conserva sempre la
sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la
fiducia in Dio.
4. … perché di essi è il Regno dei
cieli
Le gioie più belle e spontanee che ho
visto nel corso della mia vita sono
quelle di persone povere che hanno
poco a cui aggrapparsi.
Davanti all’esempio e alle parole di
Gesù, avvertiamo quanto abbiamo
bisogno di conversione, di far sì che
sulla logica dell’avere di più prevalga
quella dell’essere di più!
I santi sono coloro che più ci possono
aiutare a capire il significato profondo
delle Beatitudini.
Due strade nel bosco
come istituzioni religiose e civili? “A
volte mi domando chi sono quelli
che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi, che costruiscano un popolo,
più che ottenere i risultati immediati, che producono una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma
che non costruiscono la pienezza
umana”.
Così papa Francesco scrive nell'Evangelii gaudium, 224. È l'ansia
spesso da far da padrona nella
nostra vita, più che l'attenzione a
innescare processi di miglioramento della pienezza umana. Siamo di
fronte alla conversione, che pur nella sua drammaticità e plasticità ha
sempre la forma del mistero
pasquale.
La conversione ci fa intraprendere
sempre e solo la strada più difficile.
Ecco la resurrezione. Avere questo
coraggio pratico e giornaliero.
leonardo caTalaNo
michele Di Gioia
uN NuOVO
CeNTrO DI
sPIrITualITà
san francesco d’assisi
vive in mezzo a noi
L a Provincia di Puglia dei Santi Nicola
e Angelo dei Frati Minori Conventuali
con il segretario fr. Massimo Ruggiero
sta attivando in questi mesi un nuovo
centro di spiritualità a Bari, annesso alla
Curia provinciale, intitolato al fondatore,
san Francesco d'Assisi. Segnalano una
serie di corsi di esercizi spirituali proposti presso la struttura. Il programma
elaborato è articolato come segue:
«Inseriti nel mistero pasquale di Cristo»,
con don Ildebrando Scicolone, OSB, dal
22 al 26 aprile 2014; «La vita fraterna in
comunità», con fra Luigi Borriello, OCD,
dal 9 al 13 giugno 2014; «Dove cercare
Dio», con padre Fabio Ciardi, OMI, dal
7 al 12 luglio; «Creati per la vita, redenti nella gioia», con padre Felice Scalia,
SJ, dal 10 al 15 novembre. Si terranno
tutti presso il Centro di spiritualità e
socialità «San Francesco» dei Frati Minori Conventuali, in via Giovanni Gentile,
92 - 70126 BARI; tel. e fax: 0805491272;
cell.: 3341020667.
Il Centro è un'opera dei Frati Minori
Conventuali di Puglia destinata a offrire
a singoli e gruppi la possibilità di esperienze di formazione cristiana, spiritualità, ritiri, convegni, corsi, incontri in uno
stile di accoglienza semplice e familiare.
Intende inoltre proporre, appunto,
anche corsi di esercizi spirituali come
quelli già programmati per quest'anno.
la redazione
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aprile 2014 anno VI n. 58
QUARTAPagINa
la Pasqua su una “porticina l’Amore
per la
di tabernacolo”.
nato - è incorniciato da una
bellissima raggiera; il risorto
con la destra sostiene la croce e i suoi piedi poggiano sul
globo terraqueo; dal costato
aperto, santuario dell’Amore
che non tiene nulla per sé, ma
tutto offre - squarciato dal soldato che era stato inviato per
accertarne la morte, “uno dei soldati
gli colpì il fianco con la lancia e subito
ne uscì sangue e acqua” (Gv 19,34) continua a fluire abbondante il sangue
prezioso.
Tra le nuvole si scorgono puttini che,
estasiati, contemplano il Cristo. Essi
partecipano in maniera diversa a questa manifestazione della gloria del
Risorto: chi adora, chi prega, chi parla
nell’orecchio dell’altro, forse a sussurrare la gioia dell’annuncio pasquale,
chi bacia i segni gloriosi della passione
di Cristo, chi sorregge, adorante, il
calice che accoglie il prezioso riscatto
del nostro peccato, chi volge lo sguardo verso un uccello che vola verso l’alto (l’uccello è la fenice che per i cristiani divenne simbolo della resurrezione
di Cristo), infine un piccolo tocco
“civettuolo”, un puttino è impegnato
a sostenere il ricco cartiglio in cui è realizzata la toppa per la chiave d’argento
(bella e preziosa nelle sue forme) che
aprirà il vero scrigno, dove è presente
Colui che, Risorto, è rimasto in mezzo a
noi e che l’immagine esterna della porticina, nella sua bellezza, diventa
segno e annuncio della Sua certa presenza.
Bellezza
luigi TommaSoNe
Prega con
il sentimento
Parrocchia di san Giacomo Magg. Ap. – Lucera
P er questo mese, e in occasione della
Pasqua, presento questo manufatto
custodito nella Parrocchia di San Giacomo in Lucera. E’ una porticina di tabernacolo, di cui non si sa la vera provenienza, che è uno degli oggetti preziosi della parrocchia. E’ un piccolo esempio della fantasia e della maestria degli
artisti del secolo XVIII. Esso è realizzato
con vari materiali preziosi. Sono presenti, incastonati e lavorati, argento
dorato e inciso, madreperla incisa,
ottone dorato, tutto sorretto da una
“lamina” di tartaruga. Al centro si
mostra il Cristo risorto avvolto da un
manto che nel suo svolazzare mostra il
suo corpo glorioso, perfetto e armonico; il volto del Cristo - ieratico e illumi-
P rega in primo luogo di essere liberato dalle passioni; quindi di essere
liberato dall’ignoranza e dalla dimenticanza, infine di essere liberato da ogni
tentazione ed abbandono. Cerca nella
preghiera sola la verità ed il Regno,
cioè le virtù e la conoscenza: il resto ti
sarà concesso in aggiunta. È giusto
pregare non solo per la propria purificazione, ma anche per quella di ogni
uomo, ad imitazione delle schiere
angeliche. Considera se davvero tu
stai davanti a Dio nella tua preghiera o
sei dominato dal desiderio della lode
umana e cerchi di raggiungerla,
nascondendo questa tendenza con il
prolungamento della preghiera. Sia
che tu preghi con i tuoi fratelli che da
solo, cerca di non soddisfare un’abitudine, ma prega con il sentimento. È
proprio della preghiera fatta con il sentimento, approfondirsi in essa con
devozione, umiltà e dolore dell’anima,
confessando con silenziosi sospiri le
nostre cadute. Quando preghi, con
tutte le forze guardati dai ricordi, affinché non ti presentino qualcosa di proprio, ma con tutte le forze pensa chi e
per qual fine preghi. Infatti durante la
preghiera la mente è molto distratta
dai ricordi che le presentano pensieri,
persone, avvenimenti, ed in tal modo
distraggono l’attenzione della mente.
Il ricordo si presenta alla mente durante la preghiera o l’immagine di azioni
passate, o nuove preoccupazioni, o
una persona che ti ha offeso. Il demonio invidia grandemente l’uomo che
prega ed impiega ogni genere d’astuzia per distruggere l’intenzione di pregare. Perciò non cessa di risvegliare
per mezzo dei ricordi pensieri vani e,
grazie alla carne, mette in moto tutte
le passioni pur di ostacolare in qualsiasi modo il suo corso, cioè lo sforzo della preghiera e l’ascesa a Dio grazie
all’attenzione. San Nilo Sinaita (sec. IV – V)
Via Crucis insieme
al vescovo
Via Crucis cittadina promossa dall'Azione Cattolica il 14 aprile dalle
ore 20,00 in Cattedrale.
Presiede S.E. Mons. Domenico Cornacchia.
VEGLIA PASQUALE nelle CHIESE della DIOCESI - Orario
luCera
Cattedrale “S. M. Assunta”
Cristo Re
San Giovanni Battista
San Giacomo M. A.
Santa Maria della Spiga
Santa Maria delle Grazie
San Pio X
San Matteo al Carmine
S. Francesco Antonio Fasani
Santuario S. F. A. Fasani
21.30
22.30
22.30
22.30
22.30
22.45
22.00
22.30
23.00
22.30
TrOIa
Cattedrale “B.M.V. Assunta”
Maria SS. Mediatrice
Comunità di San Francesco
San Secondino Vescovo
San Vincenzo Martire
22.30
20.00
21.30
23.00
23.30
alberONa
Natività di Maria Vergine
bICCarI
Maria Santissima Assunta
22.30
23.00
CarlaNTINO
San Donato V. M.
22.30
gIarDINeTTO
Beata Vergine del Carmine
22.00
CasalNuOVO mONTerOTarO
Santi Pietro e Nicolò
22.00
mOTTa mONTe COrVINO
San Giovanni Battista
22.30
CasalVeCCHIO DI PuglIa
Santi Pietro e Paolo Apostoli 23.00
Orsara DI PuglIa
San Nicola di Bari
22.30
CasTelluCCIO ValmaggIOre
San Giovanni Battista
22.30
PIeTramONTeCOrVINO
Santa Maria Assunta
22.00
CasTelNuOVO Della DauNIa
Santa Maria della Murgia
22.30
rOseTO ValfOrTOre
Santa Maria Assunta
22.30
CeleNza ValfOrTOre
Santa Croce
22.30
saN marCO la CaTOla
San Nicola di Mira
22.30
Celle DI saN VITO
Santa Caterina V. M.
22.00
faeTO
S. S. Salvatore
22.30
saNTa CeCIlIa
22.30
Mensile di informazione
della diocesi di Lucera-Troia
Editore
Diocesi di Lucera-Troia
Direttore responsabile
Matteo Francavilla
Direttore editoriale
Leonardo Catalano
Redazione
Donato Coppolella
Rocco Coppolella
Michele Di Gioia
Enza Gagliardi
Riccardo Zingaro
Sede
piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia
Tel/Fax 0881 520882
e-mail: redazioneilsentiero@gmail.com
Stampa
Ennio Cappetta & C. srl - Foggia
VOlTurara aPPula
Santa Maria Assunta
23.00
VOlTurINO
Santa Maria Assunta
22.00
Anno VI, numero 58, aprile 2014
Autorizzazione del Tribunale di Lucera
n. 139 del 27 gennaio 2009.
SPECIALE n.
22
Visita Pastorale
Orsara di Puglia
ANNO VI
NUMERO 58
LUCERA
APRILE
2014
Ingresso del Vescovo nella chiesa parrocchiale S. Nicola di Bari di Orsara
Ada PRISCO
L a parrocchia S. Nicola di Bari di
Orsara di Puglia ha vissuto intensamente la Visita fin dalla sua apertura solenne
nella zona pastorale, alla Concattedrale
di Troia, l’otto gennaio 2014. Il foglio
mensile di evangelizzazione, Lettera
agli Orsaresi – IN COMUNIONE, che da
anni arriva in tutte le famiglie grazie alla
preziosa rete dei messaggeri, ha convocato il popolo all’incontro con mons.
Domenico Cornacchia. Nel gruppo di
coordinamento zonale più volte riunitosi a Troia in vista dell’evento si era stilato il calendario di appuntamenti pregnanti ai quali convocare tutta la zona.
Precisi criteri pastorali ci hanno portati a
concentrare a Orsara questi importanti
incontri zonali: 1. la celebrazione ecumenica della Parola nell’ambito della
S. Messa chiusura Visita zona pastorale Troia – parrocchia Orsara
ANDIAMOGLI INCONTRO:
RAVVIVA LA SPERANZA
Le tre caratteristiche della
Visita Pastorale a Orsara
zato è rappresentato dalle Comunità
Ecclesiali di Base (CEB), e, di conseguenza, a loro conviene dedicare un
approfondimento. Non si tratta di gruppi d’élite né tantomeno di isole separate dalla comunità. La loro gestazione è
verso la Lettera agli Orsaresi, dotata di
una sua struttura, che, nel corso del
tempo, è andata modificandosi, a eccezione della prima pagina, sempre contraddistinta da un’immagine, da uno
slogan, da un versetto biblico, dall’indicazione della ricorrenza da celebrare, in
sintonia con il valore mensile. L’itinerario
ricalca idealmente le tre tappe dell’iniziazione cristiana: il termine di ognuna è
stato segnato da una grande celebrazione di popolo convocata da una Lettera
del Vescovo: la Missione di Fraternità
tutti gli abitanti di Orsara la proposta a
confluire in un piccolo gruppo di famiglie, che si sarebbe riunito, con l’aiuto di
un animatore, un coordinatore e un
segretario, tutti i giorni durante la settimana della Missione e poi una volta al
mese. Sorsero allora 29 piccoli gruppi di
famiglie che con il tempo si sono ridimensionati e ridotti a 16, ma che comprendono sempre tutto il territorio parrocchiale. Da allora ogni mese i gruppi
ricevono una scheda intonata al valore
mensile celebrato a tutti i livelli, a partire
Il commuovente momento dell’accoglienza dei catecumeni alla porta della chiesa
Settimana di Preghiera per l’Unità dei
Cristiani data la storica presenza della
Chiesa Valdese, 2. la conclusione ufficiale della Visita con la celebrazione dei
sacramenti dell’Iniziazione Cristiana di
due catecumeni adulti, con la Cresima
di alcuni adulti e con l’ammissione nella
Chiesa Cattolica di una cittadina rosetana di origine anglicana, 3. l’incontro e la
Celebrazione Eucaristica con il mondo
della ristorazione. Durante i giorni feriali
della Visita, dal 19 al 22 febbraio, il programma è stato a grandi linee simile a
quello delle altre parrocchie. Probabilmente il punto che più lo ha caratteriz-
stata lunga e accurata, molto preparata
all’interno di un itinerario di popolo che
la parrocchia di Orsara attua dal 1991. I
primi anni del progetto parrocchiale,
che ne è alla base e che s’ispira all’ecclesiologia di comunione del Concilio
Ecumenico Vaticano II, il primo annuncio cristiano, il kerigma, è stato protagonista assoluto. Partendo da esperienze di fraternità ogni anno la gente si è
sensibilizzata a un valore sminuzzato in
circa dieci sfumature, a cadenza mensile. Un gesto e uno slogan ne hanno
favorito l’esperienza, a cui tutte le famiglie sono state da allora invitate attra-
Incontro del Vescovo con la Comunità Ecclesiale di Base Sant’Antonio
(19-26 maggio 1996), il Sinodo Parrocchiale (16-23 marzo 2003), la Grande
Festa dell’Eucaristia (15-29 aprile 2012).
In ognuna di queste occasioni gioiose
ogni famiglia è stata raggiunta per due
volte da opportuni “visitatori”, è stata
informata e ha manifestato se intendesse o meno aderire al programma. In particolare per la Missione di Fraternità è
stata formulata per la prima volta e a
da quello della moltitudine. Analogamente alla Lettera agli Orsaresi anche la
scheda è un semplice foglio articolato in
4 parti: un fatto della realtà che aiuta a
confrontarsi sul tema, scambiando semplicemente idee e esperienze, l’ascolto
di un brano biblico e la preghiera, il confronto fra esperienza tratta dalla realtà e
Parola di Dio, e l’impegno. A conclusione della terza tappa, sotto la guida del
pagina
2
aprile 2014 anno VI n. 58 Inserto speciale
parroco, don Salvatore Ceglia, i piccoli
gruppi hanno sperimentato una fase di
discernimento e a tutti i partecipanti è
stato chiesto di scegliere se intendessero impegnarsi stabilmente, costituendosi in Ceb. In tutti i 16 piccoli gruppi da
un minimo di due a un massimo di tutti
i membri hanno optato per il sì. Durante
“l’incontro di discernimento” si è anche
chiarito il senso e la storia nella vita della
Chiesa delle Ceb, particolarmente vivaci
in America Latina, e si è ricordato quanto scrisse a tal proposito il papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris
Missio (n. 51): “Un fenomeno in rapida
crescita nelle giovani chiese, promosso
dai vescovi e dalle loro Conferenze a
volte come scelta prioritaria della pastorale, sono le comunità ecclesiali di base
(conosciute anche con altri nomi), le
quali stanno dando buona prova come
centri di formazione cristiana e di irradiazione missionaria. Si tratta di gruppi
di cristiani a livello familiare o di ambiente ristretto, i quali s'incontrano per la
preghiera, la lettura della Scrittura, la
catechesi, per la condivisione dei problemi umani ed ecclesiali in vista di un
impegno comune. Esse sono un segno
di vitalità della chiesa, strumento di for-
Il Vescovo si fa... bersagliere con i bersaglieri
mazione e di evangelizzazione, valido
punto di partenza per una nuova società
fondata sulla «civiltà dell'amore»”.
Il 22 aprile 2012, durante la Grande
Festa dell’Eucaristia, i piccoli gruppi
hanno ottenuto la conferma del Vescovo
nella persona del Vicario generale,
mons. Ciro Fanelli. A memoria di questa
tappa, nell’ambito della Visita Pastorale,
i membri delle Ceb sono stati invitati a
partecipare alla S. Messa di giovedì 20
febbraio e a rivolgere un particolare ringraziamento al Vescovo, che, per il suo
ministero, le aveva confermate; in una
Messa infrasettimanale, in giorno lavorativo, erano presenti circa una cinquantina. Inoltre, la Ceb Sant’Antonio, il cui
territorio comprende le contrade rurali
di Ischia, Cervellino e Torre, si è riunita
una seconda volta nel mese di febbraio
Il Vescovo in visita alla Chiesa valdese
per accogliere il Vescovo e consentire
così un suo incontro diretto con le Ceb.
Siamo grati al Signore per tutti i germogli di speranza che ha affidato alle
nostre cure e che, nei giorni della Visita,
abbiamo ammirato particolarmente
nell’incontro ecumenico con i valdesi e
con gli ortodossi, nella scelta di fede dei
due catecumeni, Dario e Massimo Fragassi, nella partecipazione attiva e concorde dei ristoratori.
Le tre peculiarità hanno mostrato come
nell’estrema periferia, in un centro piccolo come Orsara, il microcosmo riflette
realtà centrali nella vita del mondo di
oggi, l’esperienza di fede in un contesto
pluralistico, la fede non semplicemente
come eredità ricevuta e da trasmettere
ma come scelta, fede e mondo del lavoro. Della prima di queste tre articolazioni abbiamo parlato abbastanza diffusamente nell’inserto speciale del “Il Sentiero” del gennaio scorso, almeno in
riferimento alla storia di Orsara. Sulla
fede come scelta riflettiamo spesso nei
nostri convegni pastorali e catechistici,
quando constatiamo come i modelli di
trasmissione della fede di qualche
decennio fa non funzionino più, in ragione di un contesto culturale profondamente modificato, in cui la catena generazionale, prima naturalmente funzionante, appare spesso interrotta, e l’ambiente, un tempo concordemente cristiano, si mostra sempre più complesso,
attratto dalla spiritualità, ma sotto forme
cangianti, mutate rispetto al passato
anche recente.
Oggi o si è cristiani per scelta o non lo si
è. E fra le tante problematiche relative a
tale nodo critico, si può considerare sotto una nuova luce la possibilità del battesimo da adulti e il significato che assume. Laddove pure sia celebrato da bambini, nel contesto attuale, il battesimo
necessita di una graduale presa di
coscienza. La fede come scelta è diventata segno anche nella richiesta di essere ammessa nella chiesa cattolica da
parte di una cristiana di tradizione anglicana, Margaret Langley (vd. testimonianza nel servizio). Indirettamente queste esperienze richiamano tutti noi a
esaminare quanto matura sia la nostra
fede, quanto eventualmente la subiamo
e come, al contrario, dimostriamo con i
fatti di averne assunto l’onere fino a
“gloriarci di manifestarla”, come acclamiamo dopo la professione solenne di
fede.
E chiediamoci pure “dove” la manifestiamo, se il nostro culto risulti separato
dalla vita o si coniughi con i suoi diversi
ambiti. L’attenzione al territorio e a tutto
ciò che lo riguardo, dall’economia alle
risorse e alla salvaguardia dell’ambiente,
al lavoro e alla necessità di mettersi in
rete, si collegano elegantemente allo
stimolo proveniente dalla dottrina sociale della chiesa e al monito a trasferire
nella vita quotidiana e nelle sue occupa-
Convegno sulla ristorazione a Villa Jamele - Foto: Pietrantonio Fatibene
Intervista a Peppe Zullo
Il 24 febbraio i ristoratori sono stati
con te protagonisti del convegno e
della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nel tuo locale.
Qual è la tua impressione all’indomani della Visita Pastorale?
Mi è piaciuta la singolare iniziativa: è
stato un modo nuovo di guardare alla
realtà e ci è pervenuto un invito a collaborare.
Che tipo di impatto ha prodotto
l’evento?
E’ stato un segno tangibile, un segnale concreto. La presenza fisica del
Vescovo, del Parroco, della comunità
parrocchiale in quel contesto un tempo sarebbe stata impensabile, tutti lo
hanno apprezzato, ho avuto riscontri
positivi da tutte le parti, anche dall’estero. Penso che avvicini di più la
gente alla Chiesa l’uscire fuori dal
tempio.
Qual è il messaggio più urgente e
attuale scaturito dalla serata?
E’ stato importante concentrarsi su
temi di economia sociale, su modalità
che valorizzino il territorio e le sue
risorse.
Cosa resta e cosa si può auspicare?
Ripartiamo con stimoli nuovi, lavoriamo per raccogliere frutti in un clima
di fratellanza. Mi auguro che iniziative
del genere, capaci di unire le forze,
continuino in futuro.
Quali stimoli hai ricevuto per la tua
fede?
Questa circostanza ha comunicato
speranza alla mia fede per un mondo
con equilibri migliori, specie nel settore lavorativo.
Il Vescovo incontra i nubendi con Anna e Santino
Giuntoli
zioni lo spirito missionario proprio di
ogni cristiano adulto e di offrire gioie e
dolori, angosce e speranze nelle tante
espressioni del nostro credo, dalla preghiera alla celebrazione eucaristica, alla
contemplazione sapienziale.
Il convegno svoltosi presso “Villa Jamele” di Peppe Zullo, che ha dato voce a
tre sindaci orsaresi che si sono succeduti, Pietrantonio Fatibene, Mario Simonelli, e l’attuale sindaco Tommaso Lecce, e che ha convogliato sui temi suddetti l’attenzione generale, ha rappresentato un’espressione considerevole di
una necessità urgente, ripensare le risorse per creare un’economia più intelligente ed efficiente.
L’occasione della Visita pastorale ha permesso di sottolineare il valore della fede
relativamente al lavoro e ha messo in
atto il proposito, più volte caldeggiato
da ogni parte, di uscire fuori dal Tempio
per andare incontro al mondo di oggi,
leggendo la volontà di Dio, che si manifesta nelle nuove tendenze e nelle nuove povertà e che aspetta di essere riconosciuta.
il Vescovo benedice anche la cucina di Peppe Zullo (Villa Jamele)
Testimonianza di Margaret Langley
H o sempre avuto fede, perché di
famiglia anglicana. Non so quando
sia nato il desiderio di essere cattolica. Da piccola facevo il segno della
croce e mia madre mi rimproverava
perché gli anglicani non lo fanno.
Avrei voluto decidermi prima. Conosciuto Antonio, cattolico e rosetano,
cui era devota anche mia madre, di
Gesù e di Maria, che io credo mi
abbia guarita. Perciò promisi di imparare la recita del rosario, e, per quanto non sia stato facile, adesso lo so
dire.
Il 23 febbraio a Orsara sono stata
ammessa nella chiesa cattolica, ho
Margaret Langley (ultima a ds) con il parroco e i familiari
Il Vescovo incontra la comunità presso la sala “S.
Francesco”
ho iniziato a andare in chiesa cattolica
in una Notte di Natale e si è risvegliato in me l’antico desiderio: lui crede
in ciò in cui credo anch’io.
In un periodo difficile per la mia salute ho fatto dei sogni, che interpreto
come aiuto da parte di padre Pio, di
ricevuto con emozione, in un clima
familiare i sacramenti che volevo da
sempre. Da allora conosco una nuova
serenità, sono in pace con me stessa.
Sono contenta di potermi sposare
con Antonio per fondare su Cristo la
nostra famiglia.
SPECIALE n.
Pastorale
giovanile
22
ANNO VI
NUMERO 58
LUCERA
APRILE
2014
IL SERVIZIO DI PASTORALE
GIOVANILE
“EDUCARE I
GIOVANI
ALLA FEDE”
Conferenza Episcopale Italiana
1. - Camminare con i giovani
L’ efficacia dell’approccio pastorale richiede
ascolto e accoglienza, con la stessa disponibilità con cui il Signore si fece compagno di
viaggio dei due discepoli sulla strada da
Gerusalemme ad Emmaus, prestando attenzione ai loro interrogativi e interpretando le
attese: «Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro» (Lc 24,15).
In particolare occorre assumere appropriate
categorie interpretative, che aiutino a conoscere e a comprendere le loro domande di
sempre dei giovani, ma anche le loro nuove
culture, i linguaggi sempre più variegati e gli
strumenti con cui si esprimono, con forme e
modalità spesso di non facile interpretazione
per il mondo degli adulti. Evitando atteggiamenti di rifiuto, dobbiamo giungere a discernere il “vero” che queste culture presentano
sotto le vesti del “nuovo”.
L’ascolto e la compagnia impegnano in una
duplice direzione: da una parte chiedono di
superare i confini abituali dell’azione pastorale, per esplorare i luoghi, anche i più
impensati, dove i giovani vivono, si ritrovano,
danno espressione alla propria originalità,
dicono le loro attese e formulano i loro
sogni; dall’altra esigono uno sforzo di personalizzazione, che faccia uscire ogni giovane
dall’anonimato delle masse e lo faccia sentire persona ascoltata e accolta per se stessa,
come un valore irripetibile.
Da questa particolare attenzione, scaturiscono alcune esigenze pastorali, che così riassumiamo:
• Tutta la comunità cristiana è invitata ad un
cammino di conversione, a una sempre più
coerente testimonianza evangelica, che la
renda “casa accogliente” - come si è auspicato a Palermo - per i giovani, e non deluda
la loro sete di autenticità.
• Il rinnovarsi dei luoghi, dei linguaggi, dei
continua a pag. 4
L a Pastorale giovanile è un “gruppo
di persone che hanno passione per la
vita e per i giovani!”; si, la PG, anche
se si presenta come un servizio diocesano, in realtà, è un insieme di volti, di
storie, di giovani, laici, sacerdoti e religiosi/religiose che hanno nel cuore la
passione per il Vangelo della vita e del
suo annuncio a tutti i giovani.
San Giovanni Bosco diceva: “Basta
che siate giovani perché io vi ami!”;
questo sé e sarà lo stile della Pastorale
Giovanile è aiutare i giovani a incontrarsi con Cristo, a viverne la sua compagnia in una comunità di credenti, ad
essere attenti alle proposte che lo Spirito diffonde nelle pieghe del nostro
tempo, è offrire a tutti la gioia del
vivere..."affinché tutti abbiano la vita e
l’abbiano in abbondanza".
Per descrivere cos'è la Pastorale giovanile mi vengono in mente alcune
parole del cardinale Stanislaw Rilko,
Presidente Pontificio Consiglio per i
Laici al convegno di Salsomaggiore
Terme, che l'ha descritta con queste
parole: “La pastorale delle nuove
generazioni, costituisce il cuore stesso
della missione evangelizzatrice della
Chiesa… i giovani, in essa, non sono
soggetti passivi ma vi prendono parte
da veri protagonisti.
La Chiesa italiana ha fatto della pastorale giovanile una opzione primaria
del suo apostolato… li vuole incontrare questi giovani “fino agli estremi
confini”.
“La Pastorale Giovanile permette ai
giovani di sentirsi responsabili e corresponsabili dei giovani della diocesi”
ha più volte ripetuto Mons. Domenico
Sigalini vescovo di Palestrina. La
Pastorale Giovanile inoltre, attiva la
necessità di percorsi di formazione e
collaborazione, e permette a tantissimi giovani di esprimere i doni incredibili che Dio ha posto nelle loro mani. Il
Servizio di pastorale Giovanile è presente nella nostra Diocesi di Lucera –
Troia, elaborando, promuovendo e
coordinando le attività per i giovani.
Il lavoro di chi opera nella Pastorale
Giovanile è quindi paziente e delicato,
come quello del Seminatore. Attraverso incontri, proposte e uscite, gli animatori cercano di gettare un Seme nel
cuore dei giovani. Un germoglio che
poi il Seminatore farà crescere, mentre
i ragazzi vengono accompagnati con
amore. «Vogliamo far nostro, con fiducia e con coraggio – esortavano i
vescovi italiani a conclusione della loro
XLV assemblea generale –, lo stesso
atteggiamento di Gesù di fronte a chi
gli pose l’interrogativo vero della vita,
della propria vita, piena di bene, ma
Per l’anno Pastorale 2013/14
abbiamo pensato di offrire ai
giovani della nostra Diocesi:
• “UNA LUCE NELLA NOTTE”: OGNI DOMENICA DI
DICEMBRE dalle 20.00 alle 23.00 un momento di preghiera
dinanzi a Gesù Sacramentato, esposto nella nostra Cattedrale
in Lucera, per dare ai passanti in piazza Duomo la possibilità
potersi fermare anche solo per un attimo e trovare un punto
di riferimento in Gesù. Saranno a disposizione anche alcuni
sacerdoti per il Sacramento della Riconciliazione.
• “SUI PASSI DEI TESTIMONI”: Pellegrinaggio dei giovani
presso il Santuario di SAN GERARDO MAIELLA, Materdomini
(Av) 15 dicembre 2013.
• “NOVENA DI NATALE” aperta ai giovani di tutta la città di
Lucera dal 16 al 23 dicembre.
• 11 APRILE 2014: Giornata Diocesana dei Giovani, il
VESCOVO incontra i giovani della Diocesi c/o l’ auditorium
della Parrocchia San Pio X in Lucera, con la partecipazione di
FABIO SALVATORE attore, scrittore e regista che lascerà la
sua Testimonianza di fede.
• MAGGIO 2014: Pellegrinaggio Mariano coi giovani presso
un SANTUARIO MARIANO.
anche di ambiguità: ‘Gesù fissò lo
sguardo su di lui, lo amò’ (Mc 10,21).
Questo sguardo d’amore, lo stesso
sguardo con cui il Padre circonda ogni
uomo e donna, frutto della sua creazione, è ciò che rende credibile l’invito
che Gesù, attraverso la Chiesa, continua a rivolgere a ciascun giovane:
‘Vieni! Seguimi!’ (Mt 19,21)».
Questo cerca di fare la Pastorale Giovanile.
Stefano M. TROnCO
pagina
4
aprile 2014 anno VI n. 58 Inserto speciale
segue da pag. 3
modelli di vita dei giovani chiede che la
comunità ecclesiale faccia una lettura
puntuale e appassionata del mondo giovanile, a partire dal loro orizzonte culturale, da adeguare poi alle diverse situazioni locali e da rinnovare periodicamente con opportune verifiche. Strumento
di tale lettura può essere una buona
Consulta della pastorale giovanile, dove
i giovani e le loro aggregazioni fanno
sentire la loro voce e si aprono al confronto reciproco e con tutta la comunità.
• Gli educatori dei giovani devono
saper comporre armonicamente proposta d'incontro e attenzione educativa,
iniziative di animazione e percorsi personalizzati. In particolare occorre che in
ogni luogo di vita dei giovani vengano
individuate o riscoperte credibili figure
educative: in famiglia, nella scuola, nei
vari luoghi del tempo libero e dello
sport, nella strada. A tutti questi educatori è chiesto di lavorare “in rete”, valorizzando la ricchezza che viene da una
pluralità di approcci educativi coordinati.
• Appare in ogni caso decisiva la figura
dei presbiteri, insostituibili compagni di
viaggio dei giovani. A loro è chiesto di
rifuggire da ogni giovanilismo: stare con
i giovani non è questione di età e tanto
meno di atteggiamenti compiacenti! Si
aprano invece ad una vera paternità spirituale, nutrita da un cuore al tempo
stesso “giovane” e “maturo”, attento,
capace di relazionalità, premuroso,
rispettoso della gradualità, ma anche
esigente, che non fa sconti sulla verità. Il
tempo del seminario è insostituibile nel
far crescere queste doti umane e spirituali, che poi dovranno trovare espressione in parrocchia, negli oratori, nelle
varie aggregazioni ecclesiali, nell’insegnamento della religione nella scuola. A
tutti i sacerdoti chiediamo grande disponibilità nell’accompagnamento dei giovani mediante la direzione spirituale. Lo
stesso è richiesto a religiosi e religiose,
presenza preziosa non solo per il servizio
che fanno, ma soprattutto per il dono di
vita cristiana che sono.
2. - Al centro la persona di Cristo, vivo
nella sua Chiesa
Affermare che Gesù Cristo è il centro e il
cuore di ogni cammino di fede, è riportare ogni attenzione educativa della
comunità cristiana al suo nucleo fondamentale. Questo appare oggi quanto
mai urgente, mentre si diffonde una religiosità senza nome e dai mille volti, che
attrae proprio per la sua indeterminatezza e adattabilità, come una risposta facile e poco compromettente alla inestinguibile sete di significato e di trascendenza che ogni vita, per certi aspetti
soprattutto quella del giovane, porta
con sé. In tutti i giovani occorre far crescere quella sete di conoscenza e di
comunione con il Signore che i primi
discepoli riassumevano in un semplice
interrogativo:«Rabbì (che significa maestro), dove dimori?» (Gv 1,38).
L'incontro vitale con la persona di Gesù
Cristo permette di superare il duplice
pericolo di una riduzione puramente
emotiva della fede e quello di una sua
trasformazione in aride formule dottrinali e in una fredda precettistica. Il rinnovamento dell’evangelizzazione e della
catechesi conduce a riconquistare, nell'unità dell'approccio personale, le
ragioni forti della fede e la sua dimensione globale in rapporto alla vita, evitando
di separare e di contrapporre ragione e
cuore, valorizzando anche dimensioni
oggi assai vicine alla sensibilità dei giovani, come la ricerca e ridefinizione del
senso, la via di un sentimento che esprime la pienezza del cuore che ama, la
categoria della bellezza, l’emozione artistica che sa veicolare la testimonianza
della tradizione.
I percorsi di tale incontro devono fuggire dalla tentazione dei sentieri solitari,
per ritrovare la loro strada maestra nella
comunità ecclesiale: una comunità capace di offrire gli spazi del silenzio, l'essenzialità e la chiarezza anche intellettuale
dell'annuncio, lo splendore della preghiera liturgica, la passione per i poveri,
il segno vivo dell'amore nella comunione. Qui infatti - nella Parola, nell'Eucaristia, nell’amore reciproco, nell'armonia
dei servizi e delle vocazioni, nel servizio
dei fratelli - si fa concretamente presente e opera Gesù, il Signore crocifisso e
risorto.
Da questa impostazione discendono
alcune scelte qualificanti:
• Vogliamo proporre ai giovani una
visione integrale della persona di Gesù
Cristo, mediante un annuncio e una
catechesi che non abbiano timore di farsi anche cultura, facendo incontrare la
verità sulla storia del Figlio di Dio fatto
uomo con la realtà della vita dei giovani,
in particolare evidenziando:
- l’importanza decisiva della quotidianità, luogo del radicamento nella volontà del Padre, esemplificata in specie nella vita a Nazaret;
- la forza del perdono e del servizio, in
cui gli altri sono accolti e rigenerati dalla
comunione che viene donata, come
indica il gesto della lavanda dei piedi;
- la “cultura del dono”, che trova la
sua sintesi nella Croce, espressione di
una vita non frammentata ma interamente assorbita dalla vocazione all'amore;
- la verità della Risurrezione, che apre
alla speranza e riscatta ogni sconfitta e
debolezza.
In questo cammino di scoperta del volto
di Cristo - accanto all’accostamento
diretto ai Vangeli e a tutta la Bibbia e
come strumento di lettura di essa nella
fede - abbiamo oggi riferimenti importanti, che tutti debbono valorizzare: il
primo e il secondo volume del catechismo dei giovani, Io ho scelto voi e Venite e vedrete.
• Facciamo fiorire luoghi del silenzio,
luoghi fisici, come i monasteri, e luoghi
interiori, che aiutino a educare alla preghiera come linguaggio dell'amore, per
condurre all'incontro con il Padre e
all'amicizia con Gesù, mediante lo Spirito. Vanno riscoperte le forme tradizionali
di iniziazione alla preghiera: consegna e
spiegazione del Padre Nostro, “lectio
divina”, catechesi sull’incontro sacramentale con Cristo. Uno spazio favorevole per tale educazione sono gli esercizi spirituali.
• Occorre iniziare i giovani alla vita
come risposta ad una vocazione, aiutandoli a vedere che il loro cammino di
sequela di Cristo va realizzato concretamente in uno stato di vita, senza timore
di fare proposte esigenti e mostrando
che per tutti c’è una chiamata e un progetto di santità. È sempre la prospettiva
vocazionale che permette di ricomprendere e valorizzare l’esperienza del volontariato, scoprendone le radici nel mistero stesso dell’amore di Dio.
• Ponendo Cristo al centro della sua
persona, vivendo in continua relazione
con la comunità, assumendosi le piccole
e grandi responsabilità della storia, il
giovane matura una nuova figura di credente, caratterizzato da autentica spiritualità laicale, che vede nel compito di
umanizzazione del mondo e di creazione
di autentiche relazioni personali, un
modo concreto ed esigente di incarnare
l’unico precetto dell’amore e di preparare e prefigurare il regno di Dio.
Diventa allora capace di ricostruire luoghi umani e umanizzanti dovunque vive
la sua vita: nello studio, nel lavoro, nel
tempo libero, nei luoghi dello svago e
dell’amicizia; sa inventare modalità nuove di relazione vincendo la comoda fuga
nel virtuale; vince la prigionia del presente e ridefinisce la propria identità nel
ricupero della memoria; fa della sua vita
una storia e non un’accozzaglia di azioni
e avventure slegate; assume responsabilità personali e collettive; sa affrontare la
solitudine del credente formandosi una
coscienza forte nella verità.
• L’incontro con Gesù trova uno spazio
specifico di attuazione nell’impegno verso le situazioni di emarginazione e di
povertà, là dove appunto il Signore ci ha
assicurato una sua particolare presenza.
Una speciale attenzione dovrà pertanto
essere sviluppata nei riguardi delle
diverse povertà giovanili, facendosi carico di progetti concreti soprattutto nell’ambito della disoccupazione e della
marginalità.
SPECIALE n.
22
8x1000 alla
Chiesa Cattolica
ANNO VI
NUMERO 58
LUCERA
APRILE
2014
8xMILLE ALLA ChIESA CATTOLICA
LA TUA FIRMA CONTRO
L’INDIVIDUALISMO AL
SERVIZIO DELLA SOLIDARIETà
I n una campagna di comunicazione
fondata sulla trasparenza, come Chiediloaloro, è doveroso presentare storie vere. Le persone coinvolte sono
autentiche e hanno realmente trovato
risposte concrete ai propri bisogni
nelle strutture realizzate con i fondi
dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica.
Il volontario, il sacerdote o la religiosa
è ben consapevole che ogni atto di
solidarietà che offre, l’ascolto, un
pasto caldo, il sostegno spirituale,
non rappresenta solo un servizio
sociale, ma rende visibile l’amore di
Dio e la tenerezza della Chiesa verso
quel “prossimo” che bisogna amare
come se stessi. Coloro che testimoniano con i propri volti questo sostegno non sono, dunque, dei “personaggi pubblicitari” ma sono quel
“mio prossimo” al cui servizio la Chiesa deve potersi mettere con amore. E
quei visi ora possono esprimere serenità e gratitudine.
Le risorse che pro- vengono
dall’8xmille concorrono a raggiungere
questo obiettivo grazie ad un gesto
semplice ma importante. Tutto si gioca sulla motivazione.
L a Conferenza Episcopale Italiana è impegnata da anni in
un grande progetto di trasparenza: la mappa 8xmille attraverso la quale si possono localizzare e visionare le opere
sostenute da questi fondi nelle diocesi italiane.
Unica e innovativa, in continuo
Chi firma ogni anno in modo consapevole non fa l’elemosina, ma provvede
corresponsabilmente ad attuare una
so- lidarietà vera, permanente ed efficace. Destinare l’8xmille è un appuntamento con l’altruismo e contro l’individualismo.
Non deve essere mancato perché renderà più dignitosa la vita di tante persone.
Anche questo può essere un modo,
certo non l’unico, per “prenderci cura
dei più fragili della Terra” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n.209).
Mariagrazia BAMBINO
aggiornamento, essa permette di consultare migliaia d’interventi anche attraverso un’app gratuita su iPhone, iPad,
iPod Touch e su sistema Android e scoprire cosa è stato
realizzato lontano o proprio vicino a noi (www.8xmille.it).
NELLA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE TELEVISIVA 2014 CHIEDILOALORO SONO STATE
RACCONTATE ALCUNE DI QUESTE OPERE.
IN ITALIA
A Lamezia Terme don Giacomo
Panizza, uno dei 36 mila sacerdoti diocesani, da anni s’impegna in progetti
per l’integrazione di disabili, immigrati e donne in difficoltà utilizzando per
le sue attività beni confiscati alle
mafie.
A Trieste il centro La Madre della
Caritas diocesana prevede l’accoglienza di donne, gestanti, mamme e
bambini.
Qui hanno la possibilità di rimanere
fino ad un anno ritrovando le forze
necessarie per una nuova vita.
A Bari la Fondazione antiusura lotta
contro il gioco d’azzardo che, con la
crisi economica, coinvolge sempre più
persone.
Operatori e volontari sostengono non
solo finanziariamente ma soprattutto
psicologicamente “i giocatori” che
spesso, finendo nelle mani degli usurai, perdono tutto
Nel quartiere Archi, nella periferia di
Reggio Calabria, un gruppo di suore
cerca di riscattare i giovani attraverso
l’animazione di strada. Sport, giochi
e sostegno scolastico per educare e
dare nuove prospettive ai ragazzi.
A Matera La Tenda ospita il centro
ascolto della Caritas diocesana ed è
ALL’ESTERO
Nelle Filippine, a Roxas, nell’isola di
Panay colpita dal tifone Hayan, la Caritas italiana in collaborazione con la
Caritas locale, dopo aver distribuito
aiuti di prima e seconda necessità, è in
prima linea per la ricostruzione.
In Etiopia, ad Addis Abeba, le suore
della Consolata gestiscono una scuola
per bambini in un quartiere estremamente disagiato nella zona dei malati
di lebbra. Più di 200 fanciulli hanno
potuto seguire percorsi formativi gratuitamente.
una casa aperta per le famiglie in difficoltà, ex-detenuti con percorsi di integrazione, immigrati e senza fissa
dimora.
A Bologna l’Associazione L’Albero di
Cirene, di don Mario Zacchini, tra le
tante attività gestisce il progetto Non
sei sola. Operatori e volontari entrano,
attraverso l’unità di strada, in contatto
con donne vittime della tratta per liberarle dalla schiavitù.
Ad Alessandria la Caritas tiene aperta
tutti i giorni una mensa, distribuisce
vestiti e gestisce due dormitori. è punto di riferimento per i nuovi poveri.
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2
aprile 2014 anno VI n. 58 Inserto speciale
COME DESTINARE L'8xMILLE: gUIDA ALLA FIRMA 2014
Sono già online i modelli CUD e 730 del
2014. Dal punto di vista tecnico non ci
sono cambiamenti rispetto al 2013: procedura e scadenze sono le stesse. Anche
quest’anno deve essere fatta particolare
attenzione al CUD: se il pensionato non
dovesse riuscire a reperire né il CUD né la
scheda ad esso allegata, può utilizzare la
scheda allegata al modello Unico (vedi
guida in basso).
Grande novità invece riguarda il numero
dei beneficiari dell’8xmille. Lo Stato Italiano ha concluso gli accordi con altre
due confessioni: l’Unione Buddhista Italiana e l’Unione Induista Italiana Samatana Dharma Samgha. In questo modo
l’8xmille si conferma ancor di più un meccanismo democratico che assicura la pluralità religiosa e permette ai fedeli di scegliere e sostenere la propria confessione.
SChEDA ALLEgATA AL MODELLO CUD
Chi può firmare?
Coloro che possiedono solo redditi di
pensione, di lavoro dipendente o assimilati, attestati dal modello CUD e
sono esonerati dalla presentazione
della dichiarazione dei redditi.
Come scegliere?
Utilizzare l’apposita scheda allegata al
CUD e:
1. nel riquadro relativo alla scelta per
l’8xmille, firmare nella casella “Chiesa
cattolica”, facendo attenzione a non
invadere le altre caselle per non annullare la scelta.
2. Firmare anche nello spazio "Firma"
posto in basso nella scheda.
Quando e dove consegnare?
1. Consegnare entro il 30 settembre
solo la scheda con la scelta, in una
busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura "SCELTA PER LA
DESTINAZIONE DELL’OTTO E DEL
CINQUE PER MILLE DELL'IRPEF” (*)
secondo una delle seguenti modalità:
- presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito;
- ad un intermediario fiscale abilitato
alla trasmissione telematica (commercialisti, CAF). Gli intermediari hanno
facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio.
2. Inoltre è possibile trasmettere la
scelta direttamente via internet entro
il 30 settembre.
Nel caso in cui, per qualsiasi ragione,
non si disponga della scheda allegata
al modello CUD, sarà possibile utilizzare per la scelta dell’8xmille l’apposita scheda allegata alle istruzioni per la
compilazione del Modello UNICO Persone Fisiche (fascicolo 1 - da scaricare
anche da questa pagina in allegato).
Le modalità per la scelta e l’invio non
cambiano; negli appositi spazi della
scheda dovranno essere indicati
anche il Codice Fiscale e le generalità
del contribuente.
La scheda è liberamente scaricabile
dal sito internet dell’Agenzia delle
Entrate (www.agenziaentrate.gov.it –
sezione: strumenti – modelli).
MODELLO 730
Chi può firmare?
I contribuenti che - oltre ai redditi di
pensione, di lavoro dipendente o assimilati - possiedono altri redditi da
dichiarare con questo modello e/o hanno oneri deducibili/detraibili, non hanno la partita IVA e si avvalgono dell’assistenza fiscale del proprio sostituto
d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) oppure di un CAF o di un
professionista abilitato.
Come scegliere?
Sul modello 730-1, nel riquadro relativo
alla scelta 8xmille, firmare nella casella
“Chiesa cattolica”, facendo attenzione a
non invadere le altre caselle per non
annullare la scelta.
Quando e dove consegnare?
Il modello 730 ed il modello 730-1 van-
no consegnati secondo una delle
seguenti modalità:
1. al proprio sostituto d’imposta (datore
di lavoro o ente pensionistico) entro il
30 aprile: chiudere il modello 730-1 nell’apposita busta predisposta dall’Agenzia delle Entrate oppure in una busta
che recherà cognome, nome, codice
fiscale del dichiarante e la dicitura
"SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO E DEL CINQUE PER MILLE dell'IRPEF"(*).
In caso di dichiarazione congiunta con il
coniuge, ambedue i modelli 730-1 vanno inseriti in un'unica busta sulla quale
vanno riportati i dati del dichiarante.
2. Ad un CAF o ad un professionista
abilitato entro il 31 maggio: consegnare
il modello 730-1 in busta chiusa.
MODELLO UNICO
Chi può firmare?
I contribuenti che non scelgono di utilizzare il modello 730 oppure i contribuenti che sono obbligati per legge a compilare il modello Unico.
Come scegliere?
Firmare nella casella “Chiesa cattolica”
facendo attenzione a non invadere le
altre caselle per non annullare la scelta,
nell’apposito riquadro denominato
"Scelta per la destinazione dell’Otto per
mille dell’Irpef “ posto nel modello Unico.
vio della dichiarazione entro il 30 settembre.
è importante comunque ricordare all’intermediario fiscale la propria scelta per
la destinazione dell’8xmille.
2. Chi invece predispone da solo il
modello, deve effettuare la consegna
via internet entro il 30 settembre oppure, se non è obbligato all'invio telematico, presso qualsiasi ufficio postale dal 2
maggio al 30 giugno.
Quando e dove consegnare?
1. Il modello può essere predisposto da
qualsiasi intermediario fiscale abilitato
alla trasmissione telematica (commercialisti, CAF), che provvederà anche all’in-
BASTA UNA FIRMA pER pOTERE DESTINARE L’OTTO pER MILLE ALLA ChIESA CATTOLICA
E’ un gESTO di ChIESA e di COERENZA con la propria FEDE che manifesta:
Comunione, Solidarietà, Trasparenza, perequazione
L a Chiesa Italiana, collocandosi nella
linea di una antichissima tradizione iniziata agli albori della Chiesa e registrata
nella Sacra Scrittura (Atti 2,45;4,32),
ogni anno nella prima domenica di maggio ricorda ai Cattolici di dare testimonianza dello Spirito Ecclesiale di Comunione, Solidarietà Trasparenza e Perequazione.
Questo “ricordo” si traduce in invito,
rivolto anche a tutti i cittadini italiani di
buona volontà, ad aiutarla e sostenerla
nelle sue varie attività caritative e pastorali, scegliendo e firmando per essa l’otto per mille. Cosa si può dire ancora sull’otto per mille che non sia stato già detto? Tutti coloro che negli anni passati
hanno scelto di destinare l’otto per mille del gettito complessivo IRPEF alla
Chiesa Cattolica sanno ormai che questa scelta NON COSTA nulla al contribuente. Firmare NON significa pagare
una tassa in più, piuttosto riguarda un
voto “referendario” che esprime una
volontà: far destinare a favore della
Chiesa Cattolica quella quota parte di
tutto il gettito IRPEF, messa a disposizione dallo Stato. Ogni anno milioni di
Cattolici hanno la possibilità di aiutare la
Chiesa ad annunciare il Vangelo con una
semplice firma: ma NON TUTTI lo fanno
e lo sanno. Negli anni passati il 45% dei
contribuenti NON si è avvalso di questo
diritto che:
• per tutti i cittadini italiani è un modo
di partecipare democraticamente sulla
destinazione di parte, sia pur minima,
del bilancio statale
• per i cattolici diventa anche un gesto
di comunione e di partecipazione, cioè
di coerenza con la propria fede.
E’ importante che la scelta di porre, nella prossima dichiarazione dei redditi sul
modulo fiscale, una firma (nella seconda
casella da sinistra, dov’è la scritta Chiesa Cattolica e un’altra in fondo al foglio)
sia dettata dalla consapevolezza che,
anche compilando un freddo modulo,
ogni battezzato può testimoniare la sua
appartenenza alla Chiesa. Tra i valori
ecclesiali che deve spingere un cattolico
a firmare per destinare l’otto per mille
alla propria Comunità Ecclesiale vi è
quello della comunione attiva della corresponsabilità missionaria della Chiesa,
della partecipazione concreta alle
necessità, della solidarietà e della perequazione. Basta vedere le finalità secondo cui viene ripartito l’otto per mille per
cogliere i suddetti valori:
• il culto, la costruzione di nuove chiese, la conservazione ed il restauro delle
Chiese antiche e in genere dei beni culturali ecclesiastici;
• l’evangelizzazione della comunità
nazionale e dei connazionali emigrati
all’estero che richiede la creazione di
strutture quali: oratori per i giovani, luoghi per la formazione ed educazione,
strutture per il tempo libero e di socializzazione ecc..
• la lotta contro le nuove povertà: comunità terapeutiche per tossicodipendenti,
case di riposo per anziani abbandonati,
case per disabili, immigrati, assistenza agli
infermi ecc..
• progetti per i paesi del terzo mondo,
particolarmente in favore dei paese più
poveri, dove la Chiesa svolge opera di
supplenza nella costruzione di ospedali,
lebbrosari, scuole ecc..
• Integrazione al fabbisogno per la
remunerazione dei circa 35.000 sacerdoti
e quindi al sostentamento delle loro attività.
Per testimoniare l’amore di Dio, che si fa
amore ai fratelli, per soddisfare questi
bisogni e affrontarli nel modo migliore, la
Chiesa si rivolge ai suoi figli, coerenti nella fede, e a tutti gli uomini di buona
volontà che credono nella sua azione
educativa e caritativa, e chiede aiuto …,
anche con una FIRMA
Gaetano SQUEO