SABATO 31 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 128 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Scenari La felicità e la fatica Dura vita di campagna Tempi liberi di Alessandro Cannavò a pagina 23 di Michele Salvati nel supplemento www.abb.it La relazione del Governatore. Le stime dell’Istat: economia in lieve miglioramento CHI NON INVESTE E CHI NON SENTE Fisco e casa, rebus sulla Tasi di FERRUCCIO DE BORTOLI Bankitalia: rischio di aumenti. Delrio: meno del 2012 economia non è una scienza esatta, forse sarà triste, di certo si nutre di paradossi. Carli e Ciampi mai avrebbero pensato che un giorno un loro successore alla guida della Banca d’Italia avrebbe temuto l’eccessiva discesa dei prezzi e la rivalutazione della moneta. Nel secolo scorso l’incubo quotidiano era l’inflazione che distruggeva risparmi e potere d’acquisto. Oggi il suo opposto, un fenomeno persino peggiore, sintomo di sfiducia. Non si consuma, non si investe. L’occupazione crolla. Dalla febbre all’ipotermia. La lira si deprezzava di continuo, impoverendoci. L’euro è troppo forte e danneggia le esportazioni. Visco è un Governatore preparato e schivo. Non tende a sovrapporsi ad altri ruoli, non vuole esercitare alcuna supplenza. È conscio del cambiamento avvenuto con il trasferimento di alcuni poteri — fra un po’ anche parte della vigilanza bancaria — a Francoforte, ma rivendica con orgoglio la centralità e il prestigio della propria istituzione. Sbagliato pensare, come si faceva un tempo, che in Via Nazionale risieda un oracolo, dispensatore di moniti e richiami, per alcuni persino infallibile; giusto ritenere che vi sia ancora un centro d’eccellenza, la miglior fucina di una classe dirigente seria e preparata, assai apprezzata all’estero. Un’istituzione di garanzia e di indipendenza. Visco parlava ieri alla solita platea di persone che lo applaudono più per ritualità che per convinzione. Inutile però negare che l’attenzione di tutti sia rivolta alle decisioni che prenderà, fra qualche giorno, a Francoforte, il suo predecessore. Che cosa farà Draghi? Ri- durrà ancora i tassi, ormai al lumicino? O varerà anche un programma ambizioso di acquisti di titoli pubblici e privati a sostegno della ripresa che stenta in Europa e ancora di più in Italia? La relazione di Visco è stata asciutta e onesta, d’impronta sociale, solidaristica, diremmo keynesiana, più attenta al sostegno di redditi, consumi, investimenti e occupazione che al rigore dei conti e al pareggio di bilancio. Come se il Governatore volesse dire a tutti, e in particolare alle classi dirigenti europee, guardiamo più le facce angosciate dei cittadini, non la fredda verità dei numeri. Ascoltiamo le ragioni e valutiamo i sentimenti di famiglie e imprese e stacchiamo gli occhi, almeno per un attimo, dalle logiche aride dei grafici. Non è una svolta da poco, soprattutto per un banchiere centrale: dovrebbe indurre molti (anche noi per essere sinceri) a riflettere sui troppi conformismi di un’analisi economica e politica che coltiva inossidabili filoni di pensiero salvo poi cambiare bruscamente rotta, incerta tra rigore e crescita, fra mercato e Stato. La ripresa, dopo sette anni di crisi che hanno ridotto di un decimo i redditi delle famiglie e di un quarto l’attività industriale, c’è. Ma è fragilissima. Le esportazioni sono tornate ai livelli del 2007; gli investimenti, tuttavia, sono crollati del 26 per cento e, in rapporto al Pil, sono al livello più basso del dopoguerra. I guadagni di produttività sono essenziali ma serviranno a poco se non si tradurranno in un aumento della domanda e soprattutto in un recupero dell’occupazione. Tra il 2007 e oggi si è perduto un milione di posti di lavoro. Allarme (poi ridimensionato) sulla Tasi. Nella relazione generale all’assemblea di Bankitalia, si legge che con l’aliquota massima il prelievo potrebbe aumentare di oltre il 60%. «Si pagherà meno rispetto al 2012», replica il sottosegretario Delrio. Segue nota della stessa Banca d’Italia: ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12% rimanendo ben al di sotto del livello registrato nel 2012. Giannelli Le carte segrete ORA LA CINA ATTACCA I CRISTIANI (PER PAURA) di GUIDO SANTEVECCHI In primo piano a Cina ora teme i Il New York La scelta del Senato: LTimescristiani. rivela che in un interno del raddoppia il costo documento partito comunista dello Zhejiang viene stabilito un del passaporto piano contro «i siti di ALLE PAGINE 2 E 3 Massaro, Pagliuca, Tamburello di ANDREA DUCCI IL FILO DA RIANNODARE TRA IMPRESE E BANCHE A PAGINA 5 Sotto i 20 mila euro: i miniredditi di bar e gioiellerie di ENRICO MARRO P iù investimenti per crescere. Che fare? La Bce dovrebbe condizionare gli interventi a sostegno delle banche all’erogazione del credito alle imprese e le banche dovrebbero fare la loro parte. Ma anche gli imprenditori dovrebbero spostare capitali dai patrimoni familiari agli investimenti in azienda. di ANTONELLA BACCARO A PAGINA 5 culto eccessivi» e le attività religiose «troppo popolari». L’unica fede citata è quella cristiana: «La priorità è rimuovere le croci che si vedono da autostrade e superstrade». AsiaNews, agenzia del Pontificio istituto cattolico per le missioni, ha raccolto le foto di 64 chiese cristiane demolite nei primi cinque mesi di quest’anno. Motivo: regole urbanistiche violate. A PAGINA 3 A PAGINA 15 Grillo L’11 giugno protesta senza precedenti Una corona di spine E dà la linea agli eletti La Rai contro Renzi: sciopero e corteo per fermare i tagli di MARCO IMARISIO di GIOVANNA CAVALLI e PAOLO CONTI L’ ennesima provocazione di Grillo, dopo l’incontro con l’euroscettico britannico Farage, è una (finta) corona di spine esibita sulla spiaggia di Marina di Bibbona (Livorno). Poi, via Skype, Grillo detta la linea ai suoi riuniti nella sede della Casaleggio associati, a Milano: i nuovi volti del Movimento, i sedici parlamentari neoeletti a Strasburgo (il diciassettesimo, Marco Affronte, è assente per una polmonite). T ANSA / RICCARDO DALLE LUCHE Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Dibattito delle idee Il rischio di sprecare la lezione della crisi Domani CRESCITA FRAGILE, LA SVOLTA DI VISCO L’ 40 5 3 1> Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 Oggi www.abb.it In Italia (con “IO Donna”) EURO 1,90 www.corriere.it italia: 51575551575557 A PAGINA 44 - ALLE PAGINE 6 E 7 Benedetto, Buzzi CONTINUA A PAGINA 44 Diritto all’oblio Google apre agli utenti europei: «Esamineremo ogni richiesta» utti i dipendenti della Rai in sciopero, compresi i giornalisti, per la prima volta. È a suo modo storica l’agitazione — con tanto di corteo — annunciata per l’11 giugno contro i tagli per 150 milioni imposti alla tv di Stato dal decreto Irpef. Una protesta che diventa anche il primo attacco sindacale al governo Renzi, accusato di colpire «non gli sprechi ma i posti di lavoro». Oltre ai telegiornali in forma di semplice notiziario, a rischio trasmissioni come «Unomattina» e «Porta a porta». ALLE PAGINE 11 E 44 Settegiorni di Francesco Verderami Gli ostacoli tra Lega e Forza Italia I l centrodestra è un fortino in macerie e senza più difesa, che solo un nuovo esercito e una rinnovata alleanza potrà salvare dal rischio delle invasioni, delle annessioni, dell’irrilevanza e dell’oblio, che sono cose ben peggiori della fine. CONTINUA ALLE PAGINE 8 E 9 feltrinellieditore.it Un modulo per scomparire dal Web di SERENA DANNA D opo la sentenza della Corte di Giustizia Ue che riconosce il diritto all’oblio dei cittadini, arriva l’apertura di Google. Il colosso di Mountain View mette a disposizione degli utenti europei un modulo da compilare online con il quale chiedere la cancellazione dei risultati di una ricerca, non più «adeguati» o «rilevanti». «Esamineremo ogni richiesta cercando di bilanciare il diritto alla privacy con quello all’informazione», assicura «Big G». A PAGINA 19 Arundhati Roy L’appello «Le ragazzine stuprate e uccise Io accuso l’India feudale» Gli intellettuali: «Il raduno scout a San Rossore rovina la natura» di ALESSANDRA MUGLIA di MARCO GASPERETTI A PAGINA 14 Zecchinelli A PAGINA 20 UNA STORIA INCREDIBILE MA VERA. L’ANGELO INVISIBILE SI RACCONTA. 2 Primo Piano Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Bankitalia L’assemblea La spinta di Visco: «L’Italia torni a investire» Il Governatore: attuare le riforme e sostenere consumi e redditi delle famiglie «Sulla Tasi aumenti fino al 60%». Ma Delrio: «Pagheremo meno rispetto al 2012» Via Nazionale Il richiamo: basta «mala gestio» Le banche-socie scendano al 3% Non bastava la vicenda del Monte dei Paschi che proprio in questi giorni ha terminato la sua rincorsa per riportare in linea il capitale. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parla all’assemblea annuale dell’Istituto all’indomani dell’arresto dell’ex patron della Carige. Fatti «inaccettabili», dice additando i fenomeni di mala gestio spesso favoriti «dalle debolezze del governo societario». Gli scandali pesano e Visco mette in evidenza il rafforzamento dell’attività della vigilanza dalle cui ispezioni — ben 340 negli ultimi due anni — sono emerse le segnalazioni all’autorità giudiziaria e quindi anche le inchieste più clamorose come quella sulla Carige. Ma non basta, Visco torna a chiedere al governo e al Parlamento la legge per dare a Banca d’Italia il potere di rimuovere, quando necessario, gli amministratori delle banche così come propone una direttiva europea, mette in guardia le banche sul conflitto di interesse nella concessione di fidi e finanziamenti e chiede — e la richiesta è indirizzata soprattutto alle Popolari — l’osservanza alle nuove regole sulla governance. È ancora alle banche cooperative, di minore dimensione, che il governatore si rivolge nel sollecitare la riduzione, così come stanno facendo le maggiori, della consistenza dei crediti deteriorati, cioè quelli che difficilmente saranno rimborsati, attuando un aumento degli accantonamenti. È invece a tutte le banche partecipanti al capitale della stessa Banca d’Italia che Visco raccomanda di «provvedere in tempi rapidi a eliminare le eccedenze delle loro quote». Il governatore si riferisce alla norma del provvedimento sul riassetto proprietario dell’Istituto di via Nazionale che pone il tetto del 3% alle partecipazioni e che chiama in causa soprattutto i principali azionisti, Banca Intesa Sanpaolo e Unicredit. Visco si sofferma all’inizio delle Considerazioni finali sulla riforma del capitale rivalutato dai simbolici 156 mila euro a 7,5 miliardi per chiarire significato e motivazioni dell’operazione che è stata attaccata da più parti nel corso dell’iter parlamentare. E dedica anche un intero capitolo della sua relazione — appositamente ampliata quest’anno — per rendere conto dell’attività della Banca sia come componente dell’eurosistema, presso la Bce, sia, appunto, come supervisore del sistema del credito. Un compito, questo, che non verrà meno con l’avvio della Vigilanza unica e dell’Unione bancaria. S.Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — La recessione è finita, ma ha lasciato un’eredità «pesante». L’uscita dalla crisi «è travagliata, la ripresa fragile e incerta» perché il suo cammino «non sarà né breve, né facile». E c’è un’inflazione troppo bassa che arreca stagnazione. È uno scenario economico ancora pieno di rischi quello che Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha disegnato nelle sue Considerazioni finali, all’annuale assemblea dell’Istituto. Servono riforme e soprattutto investimenti pubblici e privati, nazionali ed europei, ha continuato Visco spiegando che «alla crescita della produttività, troppo a lungo stagnante, deve accompagnarsi quella della domanda, quindi dei redditi delle famiglie, da sostenere con nuove opportunità di lavoro». Il richiamo allora è alle imprese e alle forze politiche sociali e di governo perché attuino «politiche di ampio respiro, inserite in un quadro chiaro e organico di interventi». In altre parole, «anche se le singole misure potranno essere attuate in tempi diversi, non solo per i vincoli di bilancio, la visibilità di un disegno coerente rassicurerà i cittadini, rafforzerà quella fiducia nel futuro senza di cui ogni progresso è impossibile». I dati di partenza dell’analisi di Visco, il quale ha rilevato ancora una volta come «corruzione, criminalità ed evasione fiscale» compromettano e frenino lo sviluppo, sono severi. La caduta dell’attività rivolta all’interno «è stata drammatica»: la produzione si è contratta di un quarto nell’ultimo trimestre del 2013 mentre le esportazioni erano quasi tornate ai livelli di fine 2007, i consumi delle famiglie erano ancora inferiori di circa l’8% e gli investimenti del 26%. E poi il rapporto tra investimenti e Pil (Prodotto interno lordo) è sceso di 4 punti percentuali dal 2007 portandosi nel 2013 al 17%, il minimo dal dopoguerra. Aumenti di produttività e crescita dell’occupazione che tarda a risalire «sono conciliabili solo se si riprende la domanda interna. Ecco ❜❜ Il richiamo Le imprese sono sotto capitalizzate qui dunque la necessità di rilanciare gli investimenti, che chiama in campo le aziende, anche quelle di minore dimensione, che hanno accusato pesantemente la crisi. Devono diversificare le fonti di finanziamento, ha ripetuto il governatore, che accusa il complesso delle aziende italiane di essere sottocapitalizzato per circa 200 miliardi rispetto alla media europea. Aumentare il patrimonio riducendo di pari misura il debito «è un obiettivo ambizioso ma alla portata delle nostre imprese in un orizzonte di medio termine». Sulla politica di bilancio Visco I soci di Banca d’Italia Intesa Sanpaolo Unicredit Generali 22,11 6,33 42,51 Inps 5,00 Mps 4,60 CCarige i 4,03 Altri azionisti Altre Casse di Risparmio 11,68 3,74 Fonte: Banca d’Italia D’ARCO si limita a 3 precise indicazioni: «La riduzione del rapporto tra debito e prodotto resta la sfida ineludibile»; «crescita economica ed equilibrio del bilancio pubblico non possono che essere perseguiti congiuntamente»; il taglio del cuneo fiscale, il bonus di 80 euro, sarà in grado di influire positivamente sull’occupazione ma solo se sarà reso permanente. Sulla Tasi vale un discorso a parte, perché ad affrontare le problematiche della nuova imposta sulla casa non è stato Visco nelle sue Considerazioni finali ma la relazione generale presentata in assemblea. L’Imu soppressa per le abitazioni non di lusso «è stata di fatto reintrodotta nel 2014 con la Tasi», si legge nel volume in cui si rileva anche che, applicando l’aliquota massima, il prelievo potrebbe aumentare nel 2014 rispetto al 2013 di oltre il 60%. «Gli italiani possono stare sereni, per la Tasi pagheranno meno rispetto all’anno di riferimento 2012», ha subito affermato per sventare ogni allarme il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, seguito a ruota da una nota della stessa Banca d’Italia. Data la sostanziale cancellazione dell’Imu nel 2013, la differenza — precisano da Palazzo Koch — va ridimensionata e in ogni caso, nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 % rimanendo ben al di sotto del livello registrato nel 2012. Nel caso dell’aliquota massima, invece, il prelievo — ma la Banca d’Italia non l’ha calcolato — potrebbe arrivare allo stesso livello del 2012. Stefania Tamburello Considerazioni Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco © RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Nel 2012 si è pagata l’imposta piena, lo scorso anno un controvalore ridotto Casa e tasse, ecco il conto di tre anni Chi ha vinto e chi ha perso con il Fisco È partita l’ennesima polemica sulla tassazione della casa. A innescarla la relazione di Bankitalia che ha segnalato che la Tasi sull’abitazione principale rischia di comportare un aumento dei costi fino al 60% rispetto all’Imu 2013. La percentuale riportata, sicuramente attendibile se si confronta l’introito complessivo della Tasi con quello dell’Imu sull’abitazione principale applicata lo scorso anno, va letta però tenendo conto del fatto che, nel 2013, sull’abitazione principale è stata pagata solo la cosiddetta mini Imu, un’imposta ridotta da versare solo nei Comuni che avevano deciso un’aliquota superiore allo 0,4%. Il pagamento a tariffa piena, e per tutti i contribuenti da cui era dovuta, è avvenuto nel 2012. Si può quindi sostenere che il confronto andrebbe fatto con il 2012 e non con il 2013, ma a questo punto si potrebbe obiettare che la riduzione dell’Imu 2013 è stata finanziata con altri inasprimenti fiscali. Per fare un esempio: l’abrogazione dell’Imu ha di fatto impedito di trovare risorse per evitare l’aumento di un punto dell’Iva. Ora con la Tasi si è reintrodotto un tributo (di fatto anche se non formalmente) patrimoniale sulla prima casa, ma di tornare all’Iva al 21% non si parla. Lasciando da parte la polemica vediamo qualche esempio di come si è evoluta la tassazione sulla prima casa in tre città in cui è possibile fare con precisione i calcoli Tasi. A Torino un’abitazione di 70 metri quadrati in classe A/3 ha pagato nel 2012 un’Imu di 338 euro, nel 2013 ha versato una mini Imu di 66 euro e pagherà que- Prelievo locale sulle abitazioni principali (importi in euro) 700 700 600 600 Tasi al 2,5 per mille 500 Imu 400 300 Imu Tasi all'1 per mille Tares Tari 200 100 0 500 400 300 200 Tarsu/Tia 2012 100 2013 2014 0 Fonte: elaborazioni su dati Agenzia delle Entrate (Statistiche catastali 2012 catasto edilizio urbano) e sulle delibere degli enti. (1) L’analisi si riferisce alle imposte pagate da un nucleo familiare di 3 persone (di cui un figlio convivente con meno di 26 anni), che risiede in un immobile di proprietà con rendita e superficie pari alla media dei valori stimati per i capoluoghi regionali; la rendita e la superficie media in ogni capoluogo sono ricostruite aggregando le statistiche catastali relative alle categorie da A2 ad A7. Per il calcolo delle imposte, si è tenuto conto delle delibere adottate dagli enti. D’ARCO Immobili Una guida del «CorrierEconomia» per pagare l’imposta sugli appartamenti Una guida alla Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), all’Imu (Imposta municipale unica) e alla Tari (Tassa rifiuti), per districarsi tra scadenze, conteggi e rischi di errori sarà pubblicata sul «CorrierEconomia» in edicola lunedì con il «Corriere della Sera». Dai calcoli dell’aliquota, fino al 3,3 per mille, ai confronti città per città, alla guida per la compilazione dei moduli. Cosa fare in vista della scadenza del 16 giugno. st’anno, tra l’acconto da versare il 16 giugno e il saldo del 16 dicembre, 199 euro per la Tasi. Rispetto al 2012 c’è una riduzione di 139 euro e rispetto al 2013 un aggravio di 133. Se nella stessa città consideriamo un’abitazione da 110 metri quadrati in A/2, il conto 2012 è stato di 951 euro, quello 2013 di 140 euro, la Tasi 2014 costerà in tutto 661 euro: c’è quindi un risparmio di 290 euro rispetto al 2012 e un maggiore esborso di ben 521 euro rispetto alla mini Imu. A Napoli , la casa da 70 metri quadrati in categoria A/3 quest’anno pagherà, di Tasi, 96 euro, contro i 97 pagati nel 2012 e i 24 pagati a titolo di mini Imu: c’è quindi uno sconto di 1 euro rispetto a due anni fa e un aggravio di 73 rispetto al 2013; per la casa da 110 metri quadrati, nel 2012 si sono pagati 489 euro, nel 2013 se ne sono versati 55 e nel 2014 se ne pagheranno 355, quindi con una spesa maggiore di 300 euro rispetto al 2013 ma un risparmio di 134 su due anni fa. Infine a Novara, nel 2012, per una casa da 70 metri in classe A/3, si sono spesi in media 58 euro, nel 2013 la mini Imu non era dovuta (sarebbe stata di 3 euro e quindi non andava pagata perché inferiore al minimo di 12 euro) e nel 2014 si pagheranno 129 euro, con un aggravio netto di 71 euro rispetto al 2012 e di 129 rispetto al 2013. Per la casa da 110 metri nel 2012 si sono pagati 283 euro, nel 2013 39 euro e quest’anno invece l’esborso sarà di 243 euro, 40 in meno del 2012 ma 204 in più del 2013. Gino Pagliuca © RIPRODUZIONE RISERVATA I punti Triplicate le multe 24 milioni di sanzioni in dodici mesi La Banca d’Italia ha triplicato le sanzioni comminate lo scorso anno a banche e intermediari finanziari vigilati. Dagli oltre 8 milioni del 2012 si è passati a 24,3 milioni di sanzioni inflitti a 857 persone fisiche secondo quanto riporta la Relazione annuale di Via Nazionale. La tendenza non sembra ridursi in questo primo scorcio di 2014 «con 15 provvedimenti sanzionatori a 138 soggetti e sanzioni pecuniarie per circa 4,5 milioni». Le carenze negli assetti organizzativi e di controllo sono la principale causa delle multe. In crescita del 440% 380 milioni di cedole L’euro sopravvalutato Nel 2013 la Banca d’Italia ha registrato un utile netto di 3 miliardi e 35 milioni, in crescita del 21,3% rispetto al risultato del 2012 (2,5 miliardi). Il dividendo ai soci tra cui le grandi banche — deliberato ieri — vale 380 milioni, oltre il 440% in più dei 70,02 milioni assegnati lo scorso anno. Allo Stato, come anticipato da Visco nelle Considerazioni finali, va un residuo di utile di 1,89 miliardi. Quanto alla moneta unica, Visco ha sottolineato che l’euro forte ha aiutato a spingere l’inflazione troppo in basso. Lo Stato Debiti verso le imprese in calo a 75 miliardi I debiti che le pubbliche amministrazioni hanno contratto con le imprese, nel 2013, sono scesi da 90 miliardi di euro a poco più di 75 miliardi. Lo ha rilevato Bankitalia, sulla base delle indagini campionarie e delle segnalazioni di vigilanza. La stima, si spiega, è ottenuta come «somma tra i debiti commerciali rilevanti nei bilanci delle imprese e quelli ceduti con clausola pro soluto (questi ultimi, inclusi nel debito pubblico, sono scesi da 10,8 miliardi nel dicembre 2012 a 8,4 miliardi nel dicembre 2013). La vigilanza Governance, 63 casi di carenze gravi Nell’ultimo biennio sono state condotte da Bankitalia 340 verifiche ispettive su banche a cui fa capo l’80% del totale dei fondi intermediati. In 63 casi Via Nazionale ha rilevato gravi carenze nei profili di governance. In 45 di questi sono emerse irregolarità di possibile rilievo penale. Alla fine del 2013, accanto a 5 gruppi bancari grandi, lavoravano in Italia altri 597 gruppi e intermediari. Tra questi ultimi ci sono 375 banche di credito cooperativo, 19 banche popolari e 80 filiali di banche estere. Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # I numeri SPESA DELLE FAMIGLIE ITALIANE TASSO DI CAMBIO EURO DOLLARO dollaro/euro INVESTIMENTI FISSI IN ITALIA (dati dal 2010 al 2013) Totale spesa interna effettivo nominale (scala di destra) 1,40 1,5 106 1,5 1,0 1,5 0,5 1,35 Totale spesa nazionale 104 2011 2012 2013 Costruzioni -3,7 -6,1 -6,7 Macchine e attrezzature -0,5 -10,5 -6,3 Mezzi di trasporto -1,5 -12,7 12,9 0,7 -2,7 -1,4 Beni materiali -0,1 0 0 -0,5 TOTALE -0,4 -0,3 1,30 102 -3 -1,5 -2,5 100 -3,0 -3,8 -2,5 -5 -2,6 -6 -8 -4,0 98 1,15 96 1,10 94 2012 2014 2013 -4,7 -7 -3,5 1,20 -2,2 -4 -2,0 1,25 -1 -2 -1,0 2010 2011 2012 160 punti 7.000 600 Dipendenti della Banca d’Italia Le banche sotto la vigilanza dell’Authority -8,0 2013 Spread Btp/Bund 69 -30% -30.000 mila Le leggi di riforma approvate tra il 2011 e il 2013 Spesa per investimenti pubblici dal 2009 Gli addetti nel comparto bancario dal 2007 Fonte: BCE. CORRIERE DELLA SERA Banche e aziende Mancano 200 miliardi di capitalizzazione. Gli interventi della Guidi Banche centrali Premi a chi innova e nuove garanzie Il piano per le piccole e medie imprese Bankitalia: un sistema più flessibile di garanzie per le banche ROMA — Ogni anno le assemblee della Confindustria e della Banca d’Italia si svolgono a pochi giorni di distanza e spesso le analisi del presidente dell’associazione imprenditoriale e del governatore della banca centrale convergono. In passato c’è stato perfino un economista, Guido Carli, che è stato prima al vertice di Bankitalia, dal 1960 al 1975 e poi della Confindustria, dal ‘76 al 1980. A fine maggio insomma l’establishment economico-finanziario fa la diagnosi della situazione del Paese e detta la direzione di marcia. È interessante notare come quest’anno — senza alcuna autocritica rispetto al passato — l’accento sia posto sugli investimenti, pubblici e privati, mentre siano finite in secondo piano le parole d’ordine che hanno accompagnato a lungo la politica del rigore e dell’austerità. La crescita, su questo concordano Confindustria, Banca d’Italia e, come vedremo, anche il governo si fa sopratutto con gli investimenti. E la priorità per le imprese italiane diventa recuperare quel gap di capitalizzazione pari a ben 200 miliardi di euro denunciato ieri dal governatore Ignazio Visco. Che ha annunciato misure per agevolare il fi- nanziamento delle banche presso l’Eurosistema, ampliando la gamma dei collaterali da portare in garanzia, e il varo di nuovi contratti di prestito a favore delle piccole aziende. Invece, sarà forse un caso, ma né nella relazione di Giorgio Squinzi giovedì né nelle Considerazioni di Visco si trovano le parole «privatizzazioni» e «dismissioni». Lo stesso debito pubblico, che pure viaggia verso il 135% del prodotto interno lordo, va aggredito, si dice ora, principalmente attraverso la crescita. «Noi imprenditori — ha detto Squinzi rivolto alla platea imprenditoriale — abbiamo un compito preciso, dobbiamo spingere le nostre aziende a crescere, patrimonializzarsi per avere mezzi da investire nella ricerca, innovare in prodotti e processi, fare formazione a tutti i livelli, anche a noi stessi». E subito dopo, il ministro dello Svilup- po, Federica Guidi, imprenditrice a sua volta, è stata netta: «Non ho mai conosciuto imprese sane che assumano perché viene dato loro un incentivo». La verità, ha aggiunto, è che «solo un imprenditore che fa profitti può investire, crescere e dare occupazione». Ma sulla propensione dei nostri imprenditori ad investire Visco è stato impietoso. Dal 2007 al 2013 gli investimenti sono crollati del 26%. Latita anche lo Stato: negli Il regime di vantaggio sugli utili investiti Un piano speciale per la competitività Le novità I mutui alle famiglie collaterali per la Bce Nelle prossime settimane la Banca d’Italia varerà misure per migliorare la situazione di liquidità delle banche. Sarà ampliata la gamma dei prestiti utilizzabili a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema. Sarà permesso includere i mutui ipotecari concessi alle famiglie Il governo, ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, concederà una «significativa agevolazione fiscale sugli investimenti aggiuntivi». E un potenziamento dell’Ace, il regime di vantaggio sugli utili reinvestiti dagli imprenditori nelle aziende Nella relazione del governatore Visco la necessità di un piano per la competitività: «Servono investimenti, privati e pubblici, nazionali ed europei. La ripresa dell’economia, il rilancio dell’occupazione dipendono dalla capacità di finanziare i progetti» ultimi 4 anni «la spesa per investimenti pubblici è diminuita di quasi il 30%» mentre gli investitori esteri sono scoraggiati dalla «lunghezza e incertezza dei tempi e complessità delle procedure». Concludendo la sua analisi Visco ha così sintetizzato la nuova ricetta: «Servono investimenti, privati e pubblici, nazionali ed europei (...). La ripresa dell’economia, il rilancio dell’occupazione dipendono dalla capacità di finanziare investimenti e progetti». Ed eccolo il punto: gli investimenti non basta volerli, bisogna avere la «capacità» di farli. Ma le nostre imprese sono drammaticamente sottocapitalizzate. Visco lo ha appunto detto con un dato: «Una leva finanziaria in linea con la media europea richiederebbe un aumento del patrimonio di circa 200 miliardi e una pari riduzione dei debiti» che le aziende italiane hanno verso le banche, oggi pari a 1.300 miliardi su un patrimonio di complessivi 1.600. Che fare? la Banca centrale europea dovrebbe condizionare gli interventi a sostengo delle banche all’erogazione del credito alle imprese e le banche dovrebbero comportarsi di conseguenza. Ma anche gli imprenditori dovrebbero fare la loro parte, spostando capitali dai patrimoni familiari agli investimenti in azienda. Il governo, ha annunciato Guidi, concederà una «significativa agevolazione fiscale sugli investimenti aggiuntivi» e un potenziamento dell’Ace, il regime di vantaggio sugli utili reinvestiti. Ma a questo punto l’establishment se lo è detto da solo: per rilanciare la crescita deve anche mettere mano al suo portafoglio. Cartolarizzazioni, Francoforte e Londra uniscono le forze La Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra rilanciano sulle cartolarizzazioni, con un documento che chiama le istituzioni europee e globali a fissare «principi di alto livello» in grado di restituire agli “Abs” europei, titoli che impacchettano prestiti a imprese e famiglie, la reputazione «macchiata» dalla crisi finanziaria negli Francoforte Mario Draghi Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Barbuto, nuovo responsabile dell’organizzazione giudiziaria «La corruzione? Processi più veloci aiuteranno» MILANO — Se la macchina della giustizia fosse un’azienda, da ieri il giudice Mario Barbuto ne sarebbe l’amministratore delegato. Ma la giustizia — intesa come uffici, macchinari, pianta organica, personale — non funziona come un’azienda. Proprio per questo la scelta del ministro Andrea Orlando è caduta sull’attuale presidente della Corte d’appello di Torino come nuovo capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria (Dog), che è lo snodo fondamentale della macchina ministeriale. Se il Csm è l’organo di autogoverno dei magistrati, tutto il resto è di competenza del Dog. Barbuto, 72 anni a settembre, è il magistrato-manager che prima da presidente del Tribunale, dal 2001 al 2009, e poi da numero uno della Corte d’Appello di Torino ha trasformato un ingorgato Palazzo di giustizia in una macchina più leggera ed efficiente, riuscendo ad eliminare l’arretrato (anche di 40 anni) del 26% aggredendo prima le cause più vecchie, e a velocizzare i tempi delle sentenze civili e penali attraverso la mappatura delle pendenze, la trasparenza nei tempi di decisione dei singoli magistrati e la predisposizione di iter standardizzati in alcuni punti delicati del procedimento come i tempi delle perizie o la stesura delle sentenze, da scrivere in maniera più agile e con meno latinorum. Ora il governo Renzi vuole estendere quella fortunata esperienza negli altri tribunali d’Italia. Una riforma della giustizia a costo zero, introducendo principi di managerialità nei tribunali. L’esperimento di Barbuto è non a caso uno degli esempi virtuosi di «meritocrazia» più volte citati da Roger Abravanel, director emeritus di McKinsey: «Ottenuto semplicemente grazie a misure manageriali, dimostra che basta la buona leadership per ottenere risultati anche se non si modificano leggi», ha scritto di recente a proposito di Barbuto. Spiega l’alto magistrato: «L’obiettivo è ottenere la migliore efficienza possibile della giustizia utilizzando le risorse, anche tecnologiche, e il personale umano a disposizione. L’obiettivo è un processo rapido, perché una giustizia ritardata è una giustizia negata. Il tempo per una sentenza non è un fattore irrilevante. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha detto che un processo non deve superare i tre anni in primo grado. E non su- Mario Barbuto, presidente della Corte di Appello di Torino e nuovo capo dell’organizzazione giudiziaria perare non significa che deve durare tre anni. Questo era l’obiettivo di limite invalicabile che mi ero dato da presidente del Tribunale. Ma l’utopia, che poi tale non è, è ridurre quel limite molto al di sotto, a non più di un anno, un anno e mezzo, sia i processi civili sia quelli penali, in primo grado». Massimo 18 mesi L’obiettivo è quello di far durare un procedimento di primo grado al massimo un anno e mezzo Ma servirà la celerità dei processi da deterrente anche contro la corruzione che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, indicano come uno dei freni all’economia? «È una grave emergenza», riconosce Barbuto. «La celerità dei processi serve anche a contrastare quei fenomeni. Ma questi sono temi specifici, riguardano procure e capi degli uffici. Il ministero è interessato a fornire le strutture giuste, gli investimenti necessari». Nonostante la competenza, l’incarico — ricevuto ufficialmente giovedì sera alle 20 — l’ha colto di sorpresa. «Quando dal governo mi hanno chiamato ho detto: “Ma vi rendete conto che ho quasi 72 anni?”. Mi hanno risposto che l’età era assolutamente irrilevante. Io avevo qualche riserva, temevo che mi sarebbe mancato l’entusiasmo giovanile che Renzi richiede a tutti i collaboratori. Ma credo che sia una bella sfida, anche perché sono alla fine della mia carriera. Ai 75 anni manca poco, ma si possono fare tante cose in tre anni e mezzo». Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Londra Mark Carney Usa. È una mossa tesa a semplificare e ad allentare i vincoli normativi sugli “Abs” di alta qualità, con bassa probabilità di default, per liberare capitale di rischio per le banche e quindi riattivare il credito, specie alle piccole e medie imprese. L’obiettivo della Banca centrale europea guidata da Mario Draghi e della Banca d’Inghilterra di Mark Carney è permettere agli investitori una valutazione consapevole con maggiore trasparenza e standardizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Fisco Il governo Raddoppiano le tasse sui passaporti Sul bonus alle famiglie lo stop del Tesoro Vertice Renzi-Padoan. L’Istat prevede il ritorno alla crescita per il secondo trimestre Assicurazioni Rc Auto plurimandato Via libera dell’Antitrust Niente più ostacoli al plurimandato assicurativo, con effetti positivi sulla concorrenza nei mercati delle assicurazioni danni, a partire dal settore Rc Auto. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella riunione del 20 maggio 2014, ha infatti deciso di accettare, rendendoli vincolanti, gli impegni presentati dalle principali compagnie assicurative, finalizzati proprio a rimuovere le clausole contrattuali che rendevano difficile per gli agenti la gestione di più mandati. Si chiude così, senza accertamento dell’infrazione, l’istruttoria ROMA — Un altro balzello nel decreto Irpef. Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento che prevede l’aumento del costo per il rilascio del passaporto da 40 a 73,50 euro. In pratica, il contributo amministrativo, a cui va aggiunto il costo del libretto cartaceo con i dati biometrici, è destinato a raddoppiare non appena il decreto entrerà in vigore. La proposta, firmata da Giorgio Tonini (Pd), elimina inoltre la norma che consente di pagare la tassa annuale sulla concessione governativa di 40,29 euro solo in caso di viaggio in Paesi fuori dalla Ue. L’emendamento fissa a quota 300 euro i diritti consolari da versare per il riconoscimento della cittadinanza italiana. In tema di modifiche al decreto, che prevede il bonus da 80 euro, ieri ha pesato il niet del viceministro all’Economia, Enrico Morando, che ha gelato le aspettative degli esponenti di Ncd in merito all’estensione del bonus anche alle famiglie mono reddito con almeno tre figli. «Per noi il testo deve rimanere così come è», ha specificato Morando. Eventuali ulteriori riduzioni fiscali, per esempio a favore degli incapienti, saranno inserite nella legge di Stabilità. Un apparente schiaffo alle richieste del partito di Angelino Alfano. Tanto che il braccio di ferro tra Pd e Ncd sembra faticare a uscire dall’impasse che due giorni fa ha costretto le commissioni Bilancio e Finanze del Senato a rinviare a martedì l’approvazione del decreto. Intanto ieri mattina, in assenza del consueto appuntamento del consiglio dei Ministri, il premier Matteo Renzi ha incontrato alcuni componenti del governo per affinare e dettagliare i temi dell’agenda politica delle prossime settimane. Uno degli obiettivi del L’inflazione Nuova frenata dell’inflazione, a maggio si ferma allo 0,5% presidente, all’indomani delle elezioni del 25 maggio, è fissare la lista delle priorità e delle proposte da adottare in vista del semestre di presidenza italiana della Ue. Motivo per cui con ciascuno dei ministri, oltre al classico giro d’orizzonte, sono state approfondite le questioni più calde. Con il titolare dei Trasporti, Maurizio Lupi, il colloquio a Palazzo Chigi ha toccato alcuni temi come la riforma dei porti, l’accorpamento tra Aci e Motorizzazione Civile e il dossier Alitalia. Ad ampio spettro anche la discussione tra Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Una delle scadenze più ravvicinate è fissata per lunedì, quando la Commissione europea renderà note le raccomandazioni e il parere sul rinvio del pareggio di bilancio annunciato dall’Italia. Un altro appuntamento, più a medio termine, è la predisposizione della legge di Stabilità, un provvedimento che il governo vorrebbe anticipare evitando slittamenti al tardo autunno. In materia di fisco Renzi e Padoan sono alle prese con I punti La stangata sul rilascio del passaporto Il contributo passa da 40 a 73,50 euro 1 L’emendamento approvato nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato alza il costo per il rilascio del passaporto da 40 a 73,50 euro. Sparisce la possibilità di pagare la concessione di 40,29 euro solo in caso di viaggi extra-Ue 2 La prima rata della Tasi nei comuni che non hanno deliberato l’aliquota entro il 23 maggio è stato fatto slittare alla data del 16 ottobre. Il termine resta fissato al 16 giugno per il versamento della rata Imu 3 Il bonus di 80 euro, che finora vale per la platea dei contribuenti fino a 24 mila euro dovrebbe rimanere così fino alla legge di Stabilità. Il governo ha infatti chiarito che non ci saranno interventi per decreto Lo slittamento della rata della Tasi al 16 ottobre Il bonus di 80 euro agli incapienti sarà previsto nella legge di Stabilità il percorso dei decreti attuativi, attesi per la seconda settimana di giugno, della delega fiscale su progetti come, per esempio, il 730 precompilato e la riforma del catasto. Oltre a Lupi e Padoan, Renzi ha incontrato anche i ministri Marianna Madia (Pubblica Amministrazione), Andrea Orlando (Giustizia), Dario Franceschini (Cultura). Il tema caldo analizzato dal premier con Madia è la riforma della pubblica amministrazione, ormai a buon punto. In particolare, a Palazzo Chigi si intende stabilire rapidamente come utilizzare e sfruttare al meglio le 36 mila email contenenti le proposte e i suggerimenti inviati dai cittadini nelle settimane scorse. L’obiettivo è presentarle e tradurle in un documento organico da recepire in fase di stesura finale della riforma che dovrebbe essere approvata in Consiglio dei ministri il 13 giugno. In attesa delle mosse dell’esecutivo ieri sera il bollettino mensile dell’Istat ha indicato i dati sulla crescita attesa del Pil (Prodotto interno lordo) nel secondo trimestre: l’aumento congiunturale è stimato tra lo 0,1 e lo 0,4%. Nel primo trimestre di quest’anno il Pil ha registrato una flessione dello 0,1%. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli studi di settore per cento la quota di mercato delle otto compagnie su cui l’Antitrust aveva aperto l’indagine avviata a giugno dello scorso anno per verificare eventuali comportamenti anticoncorrenziali. Secondo l’Antitrust, gli impegni singolarmente presentati dalle compagnie UnipolSai Assicurazioni, assicurazioni Generali, Allianz, Reale Mutua, Società Cattolica di assicurazione, Axa assicurazioni e Groupama assicurazioni, risolvono i problemi anticoncorrenziali contestati in sede di avvio dell’istruttoria: le misure consentono infatti di superare le restrizioni verticali in grado di ostacolare la diffusione di reti di agenzie in plurimandato e possono favorire un effettivo confronto competitivo tra le compagnie assicurative nei mercati assicurativi danni, tra i quali in particolare il mercato Rc Auto. La rimozione delle disposizioni suscettibili di vincolare gli agenti a un’unica compagnia assicurativa fa venire meno gli ostacoli di natura operativa all’assunzione di mandati da più compagnie assicurative, garantendo il superamento dei disincentivi dovuti ai vincoli prima esistenti in capo all’agente per l’uso delle diverse strutture necessarie alla propria attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le società Notai e altri ricchi Sarti e altri poveri Dipendenti Reddito in calo del 6,4% Oltre i 50 mila euro l’anno In perdita i centri benessere I datori guadagnano il triplo Il reddito medio dichiarato dalle società di persone soggette agli studi di settore nel 2012 è risultato pari a 35.900 euro. Il 6,4% in meno rispetto all’anno precedente Il reddito medio annuo più elevato appartiene a studi notarili (233.300 euro), farmacie (90.200), studi medici (64.900), commercialisti (58.500), studi legali (49.600). Sotto i 10 mila euro medi l’anno sarti, calzolai e lavanderie. Risultano in perdita per 4.700 euro centri benessere e terme, commercianti di imbarcazioni (-3.000 euro) e moto (-1.200) Il reddito medio dei datori di lavoro-persone fisiche è di 31.303 euro, pari a circa il triplo del reddito medio dei propri dipendenti. Il divario sale a cinque volte negli ambiti professionali ILLUSTRAZIONI DI FABIO SIRONI 80 Più autonomi e partite Iva, ma dichiarano meno Il reddito degli avvocati sotto 50 mila euro. In coda alla classifica i concessionari di moto ROMA — Ammonta a 100 miliardi nel 2012 il reddito totale dichiarato dai titolari di attività d’impresa o di lavoro autonomo soggetti agli «studi di settore». Si tratta di circa 3,7 milioni di contribuenti (il 65% persone fisiche), in aumento rispetto all’anno precedente del 6,3%, che però hanno dichiarato un reddito complessivo in diminuzione del 5,8% in confronto al 2011. Secondo il ministero dell’Economia, che ieri ha diffuso i dati, il calo è «ascrivibile alla forte contrazione dell’economia» registrata nell’anno considerato (Pil -2,4%). Intanto emerge che la minisanatoria delle cartelle esattoriali, cioè la possibilità di pagare in un’unica soluzione, senza interessi, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia, ha fruttato finora un incasso di 600 milioni. Ma c’è tempo fino al 3 giugno per aderire. Il reddito medio dichiarato dai contribuenti soggetti agli «studi di settore» nel 2012 è risultato pari a 25.700 euro per le persone fisiche (-8,1% rispetto al 2011), 35.900 euro per le società di persone (-6,4%) e 23.600 euro per le società di capitali ed enti, che registrano un notevole calo rispetto all’anno precedente (-26,3%). Con riguardo all’attività esercitata, il reddito medio più elevato, analogamente allo scorso anno, si è registrato nel settore delle attività professionali (43.400 euro) seguito da quello della manifattura (27.200 euro) e dai servizi (24.100 euro), mentre il reddito medio più basso si è rilevato nel commercio (17.200 euro). Il reddito medio dei soggetti che sono risultati «congrui» rispetto agli «studi di settore» è stato pari a 40.700 euro, quello dei «non congrui», escludendo i soggetti di minori dimensioni, è equivalso a una perdita media di 10.700 euro. Scendendo nel merito delle categorie, il reddito medio annuo più elevato, tra quelli dichiarati, appartiene agli studi notarili (233.300 euro), seguiti da farmacie (90.200), studi medici (64.900), commercialisti (58.500), pompe funebri (55.500) e studi legali (49.600). Tra i 30 mila e i 20 mila euro si collocano sondaggisti, panettieri, meccanici, pubblicitari. Stanno tra i 20 mila euro e i 10 mila euro pasticceri, stabilimenti balneari, bar e gelaterie, ditte di costruzioni, tassisti, negozi alimentari e di abbigliamento e anche gioiellieri (16.100). Sotto i 10 mila ritroviamo sarti, calzolai e lavanderie. Dichiarano in media 100 euro di reddito le discoteche. Risultano in perdita per 4.700 euro centri benessere e stabilimenti termali, come commercianti di imbarcazioni (-3 mila) e di moto (-1.200). Il Mef ha anche arricchito i dati statistici delle dichiarazioni Irpef delle persone fisiche, pubblicati a 26 marzo, con la classificazione dei contribuenti in base al reddito prevalente, mettendo inoltre a confronto le dichiarazioni fiscali dei dipendenti con quelle dei propri datori di lavoro. Risultato: l’82,7% dei 41,4 milioni di contribuenti detiene prevalentemente un reddito da lavoro dipendente o da pensione (93 mila sull’anno precedente) e solo il 6,1% ha un reddito derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo (+140 mila), un andamento in linea con l’anno precedente. Il 78% dei dipendenti ha prestato lavoro presso lo stesso datore di lavoro 5,8 La riduzione del reddito subita, in percentuale, dai titolari d’impresa o di lavoro autonomo soggetti a studio di settore. Si tratta di circa 3,7 milioni di contribuenti, di cui il 65% persone fisiche. Il dato è relativo al 2012 rispetto al 2011. nell’arco dell’anno, mentre il restante 22% ne ha avuti due o più. Il reddito medio più elevato si registra per gli occupati nell’industria (25.066 euro), i più bassi nelle costruzioni (17.966 euro) e nell’agricoltura (8.389). Il confronto tra il reddito dichiarato dai lavoratori dipendenti e quello dei corrispondenti datori di lavoro fa registrare per i datori di lavoro-persone fisiche un reddito medio pari a 31.303 euro, pari a circa il triplo del reddito medio dei propri dipendenti. Nel dettaglio, i datori di lavoro persone fisiche di industria, costruzioni e commercio dichiarano circa il doppio dei propri dipendenti, mentre quelli che operano nelle attività professionali dichiarano quasi cinque volte il reddito dei propri addetti. Infine le dichiarazioni Iva: i contribuenti che l’hanno presentata sull’anno 2012 sono stati circa 5,4 milioni (+6,1%). Il volume d’affari complessivo dichiarato (pari a 3.157 miliardi di euro) è sceso del 2,6% per la fase economica negativa. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Dopo il voto I 5 Stelle Grillo difende Farage: non è razzista I neoeletti a lezione dai leader Vertice di quattro ore da Casaleggio. E Beppe si collega via Skype MILANO — «Eurodeputata?» «No, no, vado alla Camera della moda». C’è chi sfugge anche così alle telecamere dei cronisti che li attendono sotto il portone della Casaleggio associati, nel cuore di Milano: i nuovi volti del Movimento, i sedici parlamentari neoeletti a Strasburgo (il diciassettesimo, Marco Affronte, è assente per una polmonite) arrivano alla spicciolata all’ora di pranzo. Tutti, o quasi, tirano dritto, neanche una parola con la stampa. Il suggerimento è il silenzio. Poi, quattro ore abbondanti di vertice a cui prendono parte Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo (via Skype) e Claudio Messora. Un incontro per prendere contatto, conoscersi, chiarire alcuni aspetti burocratici e legati alla tempistica — gli eurodeputati si apprestano ad arrivare a Bruxelles entro una decina di giorni —, scegliere e organizzare le commissioni. Un summit tattico, insomma. Ed è lo stesso Grillo a chiarirlo. Nel suo discorso, spiega il suo approccio con Nigel Farage. Racconta che è «una persona schietta, diretta, un imprenditore», mette in chiaro da subito che i Cinque Stelle puntano a fare «tanti referendum popolari». È la svolta Marina di Bibbona Beppe Grillo con una corona di alghe (Ansa) politica che il popolo pentastellato chiama. Dare la parola ai cittadini e stringere alleanze per contare, a prescindere dagli interlocutori. «Un gruppo tecnico» è la filosofia interna al Mo- I referendum Nel discorso ai debuttanti a Strasburgo, Grillo annuncia campagne per i referendum popolari vimento. La nuova fase dopo le Europee prende corpo durante il summit. Casaleggio ricorda che i prossimi anni saranno fondamentali perché le politiche economiche saranno decise sempre più a Strasburgo. Messora lo chiarisce all’uscita: «L’obiettivo è quello di fare in Europa un vero gruppo che conti e che cambi le regole». I parlamentari escono sempre a gruppetti. «Non abbiamo parlato di nessun documento interno della comuni- cazione», assicura Ignazio Corrao. La sua storia è particolare: da «ripescato» alle nuove Parlamentarie a pentastellato recordman di preferenze (oltre 71 mila). «Grillo ci ha incoraggiato», racconta. Lui, ex assistente all’Assemblea regionale siciliana, è il più loquace insieme a Fabio Massimo Castaldo, ex collaboratore di Paola Taverna. «La prima cosa da fare per cementare il gruppo è la collaborazione e la fiducia reciproca e noi su questo stiamo investendo», spiega l’eurodeputato. «Cosa pensiamo dell’alleanza? Ve lo diremo a tempo debito», commenta Castaldo. E poi precisa: «Dobbiamo fare delle valutazioni anche in funzione delle linee che stanno cambiando. Lo avete visto anche voi: i Verdi un giorno dicono una cosa,il giorno dopo ne dicono un’altra. Dobbiamo prenderne atto». In realtà con il gruppo dei verdi sono in atto contatti sottotraccia. Intanto Grillo — che si presenta in spiaggia a Marina di Bibbona in versione «passione», con una corona di spine (alghe) in testa — difende le sue scelte e usa il blog come uno scudo. Posta un comunicato dell’ufficio stampa di Nigel Farage per spiegare le sue posizio- Con il figlio Il «guru» dei Cinque Stelle Gianroberto Casaleggio arriva all’incontro con i parlamentari europei del Movimento appena eletti che si è tenuto ieri negli studi milanesi della Casaleggio & Associati. Al volante dell’auto suo figlio Davide (Fotogramma) ni e in una intervista al quotidiano britannico Telegraph spiega che il leader inglese «ha senso dello humor e dell’ironia». «Non è come viene descritto, così come io non sono il fascista e il nazista descritto dai giornali italiani», afferma il capo politico del Movimento. «Vuole controllare i flussi migratori in Europa così come lo vogliamo noi», spiega. E assicura: «Non è vero che è un razzista», ricordando che Farage ha scelto di non stringere alleanze con la Lega Nord. Si avvicina l’incontro con i parlamentari: ancora incerta la data. A Roma però si registrano ancora malumori per le discussioni interne e disappunto per la diffusione del Il no alla Lega Il fondatore: l’Ukip, come noi, vuole controllare i flussi migratori. E non si è alleato con la Lega documento riservato ai deputati. «Tutti parlano del fatto che dobbiamo fare autocritica. Perfetto — chiosa Luigi Di Maio —. Prima di tutto “autocritica” per me significa che non dobbiamo parlare al nostro interno, ma parlare al nostro esterno (ovvero in strada, chiedere ai cittadini cosa si aspettano di diverso da noi). Ma soprattutto non dobbiamo parlare troppo...dobbiamo principalmente fare». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Sel Dibattito acceso in direzione sui rapporti con l’esecutivo Vendola, segnale al premier: pronti a votare il decreto Irpef ROMA — Per spiegare il momento di Sel basta forse un passaggio dell’intervento di Ileana Piazzoni (parlamentare, secondo molti sul punto di trasferirsi nel Pd): «Ricevo continui insulti e messaggi minatori da un membro della segreteria provinciale di Roma, è ora di finirla, basta!». Mica facile: le voci si sono rincorse per giorni, «c’è una manciata di parlamentari pronta a passare col Pd», e soprattutto c’è Gennaro Migliore che punta a «un soggetto unico di sinistra» e la maggioranza interna che guarda a Renzi e al governo con spontanea diffidenza. «È folle anche solo parlare di scissione dopo il voto — tuona il vicepresidente del Lazio, Massimiliano Smeriglio — il risultato è che abbiamo anche impedito ai compagni di festeggiare». Infatti non c’è scissione, non ora, non qui: se ne riparlerà all’assemblea di metà giugno, forse, ma per il momento viene approvata solamente la relazione di Nichi Vendola, e in sintesi è ormai ufficiale che non ci sarà la costituente della sinistra, che con la lista Tsipras ci sarà una collaborazione leale ma ognun per sé, e che Sel, adesso, rimane all’opposizione. Che il discorso sul futuro sia solamente rimandato è abbastanza chiaro. Ciò che faranno i singoli — sembra che almeno due siano sul punto di scegliere il Pd — è tutto da vedere: «Il mio problema è come, adesso — spiega Ileana Piazzoni — il gruppo dirigente legge la realtà italiana, quasi a non cogliere il messaggio che viene dato ai cittadini, di voler cambiare il Paese. Io vorrei invertire la rotta e rimarrò finché non sarò certa che la prospettiva di Sel è quella di chiudersi in un angolo. La mia sensazione è che adesso, dopo il voto, tutto si sia rimesso in moto, anche il Parlamento. Ma non vorrei che l’atteggiamento di altri sia quello di mettere assieme tutto quello che non va di Renzi, come se gli augurassero il fallimento...». In verità qualche parziale apertura parrebbe arrivare anche dai vertici del partito: «Dobbiamo prima leggere il decreto Irpef — sorride Nichi Vendola — io penso che sia sempre positivo dare dei soldi ai lavoratori. Nell’ultimo trentennio la ricchezza è stata trasportata dal lavoro alla rendita. Se ci sono misure che capovolgono questa prospettiva, per noi va bene». Voterete sì? «Bisogna vedere com’è il decreto: si possono scrivere tante cose, buone o meno. Vedremo le coperture, dove il governo ha intenzione di andare a prendere i soldi». Di certo «noi non abbiamo detto che gli 80 euro sono una mancia per il voto di scambio. Non abbiamo fatto questa polemica». Si vedrà, dunque: Vendola si augura che «la leadership del M5S venga rimossa» e tende la mano «a chi, nel Pd, vuole costruire la sini- Gli scenari Nel partito prevalgono i no alla maggioranza All’assemblea del 14 il compito di fare chiarezza A Roma Il leader di Sel Nichi Vendola, 55 anni, ieri alla direzione del partito (Granati). Il gruppo parlamentare conta 37 deputati e 7senatori (nel Misto). Alle Europee Sel ha sostenuto la lista L’Altra Europa con Tsipras, che ha ottenuto il 4% e 3 seggi a Strasburgo stra, come Civati». Ma di certo le voci contrarie a un avvicinamento al governo sono la stragrande maggioranza. Fabio Mussi aspira una boccata dal sigaro e ragiona: «Il Paese si muove con sveltezza, non è detto che questo sia trionfalismo sia duraturo, gli assetti cambiano, c’è la crisi, ci sono le politiche di austerity dell’Europa, potrebbero arrivare guai...». Nicola Fratoianni: «Entrare in questo governo è una prospettiva insensata». E poi c’è Gennaro Migliore, che nell’intervento ricorda «gli insulti ricevuti sui social network» e poi, mentre Vendola parla, se ne sta seduto sul fondo della sala, non alza mai la testa. Alessandro Capponi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 La Rete In tanti con il fondatore: matrimonio di convenienza Sul web base divisa Ma al «ballottaggio» vince il sì agli inglesi I dubbi tra gli attivisti e i parlamentari 21,1 La percentuale ottenuta dai 5 Stelle alle Europee di domenica scorsa. Un risultato assai al di sotto delle aspettative, non solo perché inferiore a quello delle Politiche 2013 (25,5%) ma anche per la vistosa differenza di voti con il Pd che alle Europee ha preso il 40,8% MILANO — Ancora una volta sarà la Rete a sciogliere i nodi del Movimento. Al voto degli attivisti toccherà l’ultima parola sulle alleanze dei Cinque Stelle al Parlamento Ue e sull’opportunità di sedere insieme all’Ukip di Nigel Farage. Come sempre quando polemiche e divisioni attraversano i pentastellati. Soltanto due volte il voto online ha sconfessato la linea dei leader, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Quando, a gennaio, i «cittadini» su Internet hanno appoggiato i «cittadini» in Parlamento che avevano proposto l’abolizione del reato di clandestinità. Erano stati duramente criticati dai fondatori: ma le consultazioni web, con il 63% (15.839 voti), hanno deciso che quel reato andava cancellato. Un mese dopo Grillo andava a incontrare Renzi per le consultazioni: non voleva farlo, ma ce l’ha spedito il voto online (un soffio: 20.843 a favore, 20.397 contro). Sulle espulsioni invece il web è sempre stato d’accordo con i vertici: pollice verso. E ora, come deciderà la Rete? Sul tema dell’alleanza con Farage, gli attivisti si mostrano divisi. Perché se, soprattutto sul blog, che è lo spazio degli iscritti, si mostrano aperture di credito al leader dell’Ukip, non mancano, sui social network, le critiche. Grillo attacca la stampa, colpevole di mentire sul leader dello United Kingdom Independence Party, e sul blog pubblica un post intitolato «la verità»: riprende una nota dell’ufficio stampa di Farage dove si assicura che l’Ukip «rifiuta la xenofobia, l’antisemitismo e qualsiasi forma di discriminazione». Spiega che il gruppo, l’Efd, assicura libertà di voto e che si tratta di «un matrimonio di convenienza». E la maggioranza dei commenti sposa la linea: difende Farage, critica una stampa ostile, sottolinea l’opportunità di essere più forti sui temi comuni e liberi nel voto sul resto. «Il signor Farage è persona di spessore», si legge. A favore dell’alleanza so- no soprattutto gli oppositori della moneta unica e chi chiede più sovranità nazionale: «È l’unica soluzione per uscire dall’Europa e dall’euro». La logica prevalente è quella di essere comunque all’opposizione: «Alleanza con l’Ukip per dar fastidio il più possibile ai gruppi Ppe e Pse.». C’è chi cita addirittura la Resistenza: «Il Cln era formato da partiti che si detestavano, ma si coordinarono nella lotta» L’ispirazione Sul blog la nota dell’Ukip: con noi libertà di voto. Le frasi riprese in molti interventi L’influenza Un deputato spiega: il blog influenza, se descrive Farage come salvezza, è difficile una bocciatura Il caso C’è poi l’altro fronte. Chi sottolinea come gli «alfieri dello streaming operino nel chiuso di una stanza». Chi cita le dichiarazioni di Farage su donne, omosessuali e immigrati. Chi ricorda che del gruppo facevano parte condannati «per incitamento all’odio razzista»: «La regola degli incensurati non vale in Europa?». Altri mettono sul piatto i punti di divergenza, a cominciare dall’ambiente: il sì al nucleare e l’opposizione alle rinnovabili dei britannici. In mezzo, una sfida a colpi di: «Informati!». «È un uomo della City», «No, si oppone alla finanza». E qualcuno, confuso, invoca fonti autorevoli. Sui social network va in scena anche il botta e risposta tra i parlamentari (e intanto, c’è chi torna a sperare che l’apertura dei Verdi faccia saltare l’alleanza con Farage). Ai deputati che hanno criticato la scelta, come Ares Prodani (su Twitter: «Alleanza con Farage #dabrivido») ed Eleonora Bechis (considera Farage un «misogino, omofobo e xenofobo» e ha sintetizzato con gli hashtag: «#ukip antitesi #m5s #megliosoli»), ieri hanno risposto i fedelissimi. Come Alessandro Di Battista, che si chiede: «Stiamo scherzando? L’incontro Grillo-Farage per i media è più grave del patto del Nazareno Berlusconi-Renzi?». Risponderà la Rete. «Anche se il blog — spiega un deputato — influenza profondamente il voto. Se l’Efd verrà dipinta come la salvezza, l’unica via per cambiare le cose, difficile che gli attivisti votino contro». Renato Benedetto © RIPRODUZIONE RISERVATA I volti nuovi Marco Valli, 28 anni, Giulia Gibertoni, 39 anni, consulente milanese, arrivato modenese, ricercatrice, secondo nel Nordovest eletta nel Nordest Fabio Massimo Castaldo, 28 Rosa D’Amato, 45 anni, anni, romano, collaboratore insegnante di Educazione parlamentare. Eletto al Centro fisica, eletta al Sud Eleonora Evi, 29 anni, designer, eletta nella circoscrizione Nordovest Ignazio Corrao, 28 anni, di Palermo, impiegato, eletto nella circoscrizione Isole Il personaggio L’ex consulente del gruppo bancario Ubs: vaglieremo anche altre proposte, c’è ancora un po’ di tempo per scegliere «Le critiche? Bisogna stare in un gruppo che conta» Il deputato Ue Valli: soltanto così possiamo portare a casa risultati MILANO — Arriva in camicia e cravatta, l’unico tra gli europarlamentari pentastellati, passo spedito e casco in mano. La riunione alla Casaleggio associati è il primo atto della sua nuova avventura europea. Marco Valli, 28 anni, ex collaboratore dei deputati Cinque Stelle, vanta un passato come componente jr. del team advisory presso Ubs Italia. Secondo nella circoscrizione Nordovest con 21.772 preferenze, Valli è uno dei pochi esperti di finanza del Movimento, ma lui mette le mani avanti: «Il mio curriculum non importa. C’è un problema ora con la finanza, bisogna regolamentarla. Ed è un bene che ci sia una forza con le Chi è A Strasburgo Marco Valli, 28 anni, laurea in Economia aziendale, ex collaboratore dei deputati 5 Stelle della commissione Finanze, alle Europee di domenica ha ottenuto 21.772 preferenze risultando il secondo eletto del Movimento nel Nordovest mani libere disposta a farlo». Ma le sue competenze, il suo passato come viene vissuto dai suoi colleghi? «Non c’è nessun pregiudizio interno, più competenze ci sono tra di noi meglio è. È un arricchimento. Non ho mai avuto problemi con nessuno». Come è andato il vertice di oggi? «Fondamentalmente questo è stato un meeting per conoscerci, ci eravamo visti solo una volta prima ed eravamo in 73». E? «Ci siamo presentati un po’, abbiamo parlato e ci sono confrontati sui nostri punti di vista». Avete discusso di alleanze, dell’eventuale asse con l’Ukip? «Abbiamo fatto un punto sugli scenari. Ci sono delle proposte, ne vaglieremo delle altre. C’è ancora un po’ di tempo per scegliere. Non mol- to, ma c’è. In ogni caso sarà una decisione condivisa dalla base, sarà votata dalla Rete». E le critiche? Non c’è il pericolo di rimanere isolati? «Siamo tutti convinti che vorremmo avere un gruppo che conta in Europa per portare a casa dei risultati per il bene dell’Italia». E voi? Avete discusso di organizzarvi nelle diverse commissioni? Lei ❜❜ Lo studio Con i colleghi ci siamo conosciuti. Ora dobbiamo studiare per capire come funziona l’Europa 7 di cosa si occuperà? «Vedremo. Dobbiamo studiare i meccanismi, le regole che ci sono in Europa e capire come funzionano. Poi cercheremo di organizzare al meglio le nostre differenti competenze. Ci sono vari temi che mi interessano: l’economia, l’agricoltura, l’ambiente». Come ha sentito i due leader? «Sereni, grintosi, fiduciosi». Nonostante il risultato elettorale? «Il risultato può sembrare deludente, ma noi comunque siamo la seconda forza politica del Paese, abbiamo ottenuto 17 deputati da zero alla nostra prima elezione: Casaleggio e Grillo hanno insistito su questo aspetto. Poi ognuno è libero di leggere le cose come vuole». E.Bu. © RIPRODUZIONE RISERVATA In Francia un libro accusa la «democrazia basata sul clic» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Non ha vinto le Europee, ma il Movimento Cinque Stelle interessa comunque e da tempo gli osservatori francesi, che spesso giudicano l’Italia il laboratorio politico europeo, il Paese dove si possono scrutare tendenze destinate a ripetersi altrove. A Beppe Grillo è dedicata gran parte di «Les Antipolitiques», saggio in uscita in questi giorni da Grasset, scritto dallo storico del diritto e delle idee politiche Jacques de SaintVictor. Dopo le opere (edite anche in Italia) su mafie e piccola borghesia, Saint-Victor si avvicina stavolta a Grillo e Casaleggio e soprattutto alla loro utopia web, l’idea di una nuova democrazia diretta efficace e trasparente grazie alla Rete. L’autore non è ottimista. Anzi. «Lo storico del diritto Jacques Ellul ci ha insegnato che le tecniche non sono neutre, come si dice troppo spesso, pretendendo che le macchine sono solo ciò che noi ne facciamo», scrive Saint-Victor. Le nuove tecnologie non sono né buone né cattive in sé, ma hanno il potere di trasformare i nostri comportamenti. L’esempio è l’invenzione della stampa, che nel Cinquecento ha permesso indirettamente la rivoluzione protestante facilitando la circolazione della Bibbia in centinaia di migliaia di esemplari, e la sua libera interpretazione. Così oggi Internet consente ad alcuni di sognare un nuovo mondo, nel quale i partiti politici e gli altri intermediari nati a partire del 700 e dell’800 scompariranno. Se il filosofo Michel Serres vede addirittura i germi di una nuova «primavera occidentale» nel «voto generalizzato per una democrazia generalizzata», Saint-Victor giudica con severità il populismo italiano, «il caso più avanzato di cui disponiamo in questo campo». Cita «Siamo in guerra», il libro di Grillo e Casaleggio, nel quale si propone di risolvere alcuni dibattiti complessi in modo semplicemente democratico: volete trasporti pubblici moderni o la guerra ai Talebani? «Questa democrazia del clic sarebbe la peggiore versione della democrazia degli umori. Come ricordava Kelsen, la libertà, in quanto idea fondamentale della democrazia, non giace nel dominio della maggioranza ma nella discussione che porta alla formazione di una maggioranza». La democrazia diretta online è il contrario stesso di una democrazia matura, dice Saint-Victor: consacrerebbe la tirannia della maggioranza evocata e condannata da Tocqueville. Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Dopo il voto Il centrodestra Berlusconi «operativo» ai servizi sociali: da ieri assiste i malati L’idea di Verdini per i conti di FI: 50 euro per iscritto CESANO BOSCONE (Milano) — Per tre volte aveva osservato quest’operazione delicata, lunga, che necessita di metodo e pazienza. Fino a ieri, quarta giornata ai servizi sociali in Sacra Famiglia, le sue erano state mattinate di ascolto, da spettatore: soltanto un giro nella palazzina di due piani. A mezzogiorno, fisicamente, Silvio Berlusconi ha iniziato l’attività nel reparto San Pietro, che ospita ottantenni per lo più colpiti dall’Alzheimer: l’ex premier ha imboccato i malati. Per il resto dicono abbia mantenuto lo stesso atteggiamento (cordiale, ben disposto, attento) seppure con minor naturalezza. Di nuovo Berlusconi s’è intrattenuto a colloquio con Giuliana Mura, che dirige il reparto; di nuovo ha percorso i corridoi, è entrato nelle stanze, s’è affacciato nella sala della riabilitazione. A sentire la direzione della Sacra Famiglia, l’operatività di Berlusconi dovrebbe ulteriormente crescere nelle prossime visite. Già la scorsa settimana era uscito all’esterno, camminando per gli ampi spazi della struttura, e aveva raggiunto, sempre accompagnato dal personale, il campo da calcio. C’era una partita di pallone di altri ospiti, lui aveva chiesto di poter assistere e aveva anche dispensato consigli tecnici. Puntuale nell’arrivo e preciso nel non soffermarsi oltre le canoniche quattro ore che gli spettano, Berlusconi non ha voluto parlare, spiegando dal finestrino: «Non posso». Il passaggio in Sacra Famiglia, a Cesano Boscone, hinterland di Milano, quaranta chilometri di distanza da Arcore, era la prima grande uscita pubblica dopo le elezioni. Dopo il risultato non convincente. E dopo l’apertura dello stato di crisi, soprattutto economica, causa mancanza in Forza Italia di denaro. Una situazione però arginabi- Il saluto Berlusconi lascia la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone dopo la mattinata di ieri passata ai servizi sociali (Ansa) le, almeno secondo Denis Verdini, ex coordinatore del Pdl, il quale ha auspicato quella che molti già han ribattezzato «cura Verdini». Ovvero, come riporta l’Adnkronos, l’avviamento della fase congressuale della rinata Forza Italia, con la promozione di «assise comunali e provinciali per nominare i rispettivi coordinatori». Conseguenze della duplice azione sarebbero una mag- «Nel prossimo futuro sarò più presente nel dibattito politico». In modo da dare vita «a una destra molto diversa da quella che attualmente c’è. Perché io ho una concezione di una politica di destra che non è rappresentata in questo momento nel panorama politico». Così Gianfranco Fini, che ha partecipato ieri a un dibattito sulle figure di Domenico Mennitti e Giuseppe Tatarella. L’ex presidente della Camera non ha aggiunto altro: «Mi sembra che più chiaro di così, non si può». L’ex vice premier non ha voluto nemmeno rispondere alla domanda su che cosa serva a questa nuova destra: «Prima ci devo pensare io. Al di là delle battute , vi sembra mai possibile che si possa dire a nome di Fratelli d’Italia, “usciamo dall’euro”, e che lo dicano uomini e donne che erano ministri e che andavano alle riunioni del Consiglio dei ministri a nome del governo italiano?». gior presenza sul territorio e, grazie al vecchio classico tesseramento («Quota annuale di 50 euro», con l’obiettivo di 600 mila iscritti), un miglioramento delle casse del partito. D’accordo con Verdini è Daniela Santanchè, convinta che «la strada dei congressi è l’unica garanzia di un percorso democratico». Verdini e Santanchè: la parte di mezzo, del dialogo, per ricomporre la squadra, che pare invece assai frammentata. La distanza tra l’asse intorno a Giovanni Toti e quello che fa perno su Raffaele Fitto, al quinto giorno post-voto pare irrecuperabile, ma naturalmente bisognerà vedere le mosse del Cavaliere. Su Twitter, il consigliere politico di Forza Italia Toti ha invitato tutti quanti, e uno in particolare, lo stesso Fitto, domenica il più votato del partito, a smetterla una buona volta di parlare di «primarie e di poltrone». Piuttosto «parliamo di contenuti». Dalla Sacra Famiglia fanno sapere che Berlusconi non si sarebbe minimamente soffermato sulle beghe politiche, nelle brevi pause del servizio a colloquio con medici e infermieri. Circostanze durante le quali gli sono stati spiegati gli esercizi della riabilitazione, le tecniche per intrattenere gli ospiti (una canzone anziché una passeggiata) e le modalità d’azione per aiutare gli anziani a mangiare: a seconda del tipo di malato, va utilizzato un cucchiaio normale oppure un altro più piccolo, così come una cannuccia invece di un bicchiere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Galli Il progetto Fini rivela: torno in politica © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena Le scelte Forza Italia e i rischi dell’asse con la Lega Il piano di Alfano per tornare uniti con una coalizione Lupi e il cantiere Lupi resta ancora nell’esecutivo Ma spiega che oggi l’impegno dell’Ncd è la ricostruzione del centrodestra SEGUE DALLA PRIMA Alle viste c’è l’armata di Renzi, che ha già varcato la frontiera e mira a insediarsi definitivamente su un territorio mai conquistato dal Pd. Il «partito della nazione» non è uno slogan rubato al centrodestra, è l’annuncio di un’invasione del centrodestra che il premier prepara in vista delle prossime elezioni, dove si presenterà con «volti nuovi e di provenienza moderata», quegli stessi volti che Berlusconi non è Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 L’intervista 9 Il più votato di Forza Italia alle Europee: Toti? Non faccio polemiche. Berlusconi guidi il cambiamento L’appello di Fitto: Silvio ci stupisca Ora le primarie, basta con i pettegoli «Non servono le scelte imposte dall’alto, ma la legittimazione popolare» Il confronto tra gli azzurri La rinascita di Forza Italia e l’uscita dalla maggioranza 1 Il 25 ottobre l’ufficio di presidenza del Pdl su input di Silvio Berlusconi delibera «la sospensione delle attività» per dare vita a Forza Italia. Il passo viene confermato il 16 novembre dal consiglio nazionale. Il partito abbandona la maggioranza che sostiene il governo Letta. Il passaggio dal Pdl a FI è sostenuto dalla cosiddetta ala «lealista». Contraria l’area che fa riferimento ad Alfano e ai ministri che decide di rimanere nella maggioranza e dare vita al Nuovo centrodestra Lo scontro tra le diverse anime e la sfida per le preferenze 2 I primi mesi della nuova Forza Italia sono piuttosto travagliati. All’interno del partito si scontrano due anime: quella dei politici di lungo corso, guidata da Raffaele Fitto, e quella dei volti nuovi promossi dall’entourage di Berlusconi. Polemiche accompagnano la nomina del giornalista Mediaset Giovanni Toti a consigliere politico del leader; alcune figure storiche del partito, da Bonaiuti a Bondi, si fanno da parte. Infine la prova elettorale delle Europee, dove Fitto batte Toti nella sfida sulle preferenze riuscito ad avere tra le sue file, e che invece stanno riservatamente accettando l’offerta del leader democratico. Potrà quindi bastare al Cavaliere offrirsi al dialogo con Salvini, pur di salvare il suo castello? Anche perché il Carroccio vuole il suo castello: «Puntiamo a egemonizzare il centrodestra», spiegava il giorno dopo le Europee il leghista Fedriga. L’intesa con Berlusconi serve per far calare il ponte levatoio di Forza Italia e occuparne poi la piazza d’armi. D’altronde, cosa pensi Salvini dell’ex premier è presto detto: «È un bollito», commentò dopo averlo incontrato ad Arcore un paio di mesi fa, senza esser mai riuscito a parlargli in privato. E quando il Cavaliere intuì lo stato d’animo dell’ospite, a disagio per l’incombente presenza della senatrice Rossi, gli disse: «Lo so, è peggio di Rosi Mauro», famosa per esser stata la «badante» di Bossi e l’artefice di un altro cerchio magico. Altri tempi, altra storia, altri giudizi sul «vecchio Umberto», a cui pure Berlusconi diede talvolta del «mascalzone», ma non con il tono sprezzante usato l’altro giorno per Salvini: «Non fatemi parlare di lui. Si è permesso di ROMA — Basta con «le scelte imposte dall’alto», con i casting per selezionare la classe dirigente, con riti «ormai superati» come quelli dei congressi. E basta con «il gioco perverso dei pettegoli che alimentano divisioni, che spargono veleno su di me e altri colleghi» raccontando di «presunti sfoghi del presidente poi regolarmente smentiti con secche note». È ora che Silvio Berlusconi «la cui leadership non è in discussione, ci stupisca. Perché lui deve essere il motore del cambiamento del nostro partito, quello che salvaguardando il passato ci traghetta verso il futuro». Raffaele Fitto, forte del suo consenso elettorale da più votato fra gli azzurri, torna a chiedere con forza «le primarie a tutti i livelli» per dare una scossa al partito. Prima che sia troppo tardi. E sempre «con assoluta lealtà, quella di chi non se ne è andato, non se ne va e non se ne andrà» e di chi parla «sempre in onda, non fuorionda...». Ce l’ha per caso con Giovanni Toti, considerato il suo avversario nel partito? «Io non faccio polemiche con nessuno. Ma dico che siamo a un crocevia decisivo per il partito, e chiedo a Berlusconi di guidare lui, con la sua leadership, questa delicatissima fase». Cosa è successo alle Europee che sta provocando il terremoto in FI? «C’è un confronto vero e reale, che è sempre positivo. Non ci sono né congiure né complotti. C’è necessità di guardare negli occhi la realtà senza sottovalutare l’accaduto». Perché avete perso le elezioni? «Usciamo da anni di guerra a Berlusconi, che ha impedito di avere un centrodestra autonomo e compatto. È inaccettabile il tentativo di liquidare la nostra esperienza politica, o di dare una lettura ingiusta e falsata della nostra storia». La «guerra» va avanti da anni, lei dice, ma la sconfitta pesante è arrivata solo adesso... «E adesso è il momento di reagire. Partendo dalla consapevolezza che Berlusconi ha fatto una campagna elettorale generosa, coraggiosa, tra mille difficoltà, e che il nostro elettorato non si è spostato altrove, ma si è rifugiato nell’astensionismo mandandoci un messaggio chiaro: vi svegliate o la prossima volta dobbiamo votare per altri?». darmi dell’ottantenne e di dire che vorrebbe rottamarmi». E allora, è questo il prezzo da pagare per non mostrarsi solo e finire isolato? Oltre le differenze (sostanziali) tra una forza che milita nel popolarismo europeo e un’altra che ora è alleata con il Fronte lepenista, è possibile che il leader storico del centrodestra stia consegnando il segno del primato a chi finora ha capitanato l’in- Settegiorni tendenza? «È una follia», sostiene Fitto insieme a molti dirigenti azzurri. «È una follia», sostiene Alfano insieme a tutto Ncd. E c’è un motivo se pezzi importanti di ciò che è stato il Pdl si esprimono allo stesso modo, pur restando ognuno nel proprio accampamento. Non è un caso se pensano e propongono a Berlusconi l’idea di un nuovo esercito e di una rinnovata alleanza di centrodestra. Ma è bastata l’idea delle primarie per far scattare in Forza Italia l’accusa di «lesa maestà», di «tradimento», epiteti accompagnati il giorno dopo dalla solita smentita. «È un me- Come si risponde a questo grido? «In due modi. Primo, rielaborando i nostri progetti e programmi, facendo tornare centrali nel Paese temi come la riduzione delle tasse, il lavoro, la sburocratizzazione, sfidando Renzi sul terreno dell’innovazione». Secondo? «Riorganizzando il partito. Ferma restando la leadership di Berlusconi, dobbiamo avere la capacità — e lui per primo — di innovare, invertendo un meccanismo che non può più proseguire. Basta Chi è La carriera Pugliese, 44 anni, governatore della sua Regione dal 2000 al 2005, ministro per gli Affari regionali nell’ultimo governo Berlusconi, dal 2008 al 2011 Le preferenze È stato il secondo più votato alle Europee di domenica: capolista per Forza Italia al Sud, ha preso 284.544 voti (Giovanni Toti, nel Nord Ovest, si è fermato a 148.725) con le nomine dall’alto a tutti i livelli, sì alle scelte sulla base della legittimazione popolare. Servono le primarie per dare l’idea chiara che non stiamo operando solo manutenzione dell’esistente, ma la ricostruzione del centrodestra». Berlusconi, che lei chiama a guidare questo processo, non pare esattamente entusiasta delle primarie... «Berlusconi può e deve entrare nella storia non come i suoi nemici vorrebbero ci entrasse, ma come il fondatore di un centrodestra che abbia prospettiva e futuro». Lei sa che c’è chi teme, nel suo partito, che dietro la bandiera delle primarie ci sia il tentativo di scalare FI, «tradendo» Berlusconi. «So che sono stufo di questo gioco perverso del raccontare ai giornalisti frasi attribuite al presidente e poi smentite. Ai giochetti dei pettegoli, lo ripeto, non ci sto. L’altra sera, dopo l’ufficio di Presidenza, qualcuno metteva in giro che ero a cena con todo che ha già danneggiato la nostra comunità politica e umana», commenta la Carfagna, che così dicendo tocca le proprie ferite e ricorda le ferite di chi ha scelto un’altra strada. Eppure proprio quei segni della divisione diventano ora i segni di una vecchia appartenenza. Ecco perché Lupi si offre al dialogo: «Quando decidemmo di restare al governo, lo facemmo per senso di responsabilità per la ricostruzione del Paese. Ma il nostro impegno politico è per la ricostruzione del centrodestra». Non chiede abiure il ministro, e certo non è pronto a farne: «Resto nell’esecutivo», dice. E il caso del rimpasto è chiuso. Almeno per ora il premier non potrà procedere all’ingresso del capogruppo democratico Speranza nel suo gabinetto. Si apre invece un’altra fase nei rapporti tra Pd e Ncd, che vorrà caratterizzare la sua presenza a palazzo Chigi, lasciando aperto qualsiasi scenario futuro. Nel frattempo propone a Forza Italia la nascita di quel cantiere necessario a riedificare i contrafforti del fortino diroccato e minacciato dal «partito della nazione», e che non può essere lasciato in dote al Carroccio. Per riuscire nell’intento «bisognerà che tutti si rimettano in gioco», ha detto Alfa- un gruppo di “congiurati” per organizzare chissà quale rivolta. Beh, ho telefonato a Berlusconi e gli ho passato due dei miei commensali: i miei bambini che gli parlavano di calcio...». Chi sono questi «pettegoli», chi sono i suoi nemici? «Non lo so, ma è doloroso sentire da mesi che si sparge veleno su di me e altri colleghi. Però non si illudano: io qui resto e resterò. Se si deve porgere l’altra guancia, io non ne ho due, ne ho cento...». Lei ha contestato la scelta di Berlusconi di nominare Toti e Cattaneo «capi scouting» di «mille azzurri», da selezionare in estate. Perché? «Perché le selezioni dall’alto non hanno più senso». Non è che il suo timore è che si rafforzi il «cerchio magico», quello che vi terrebbe lontani dal vero potere? «Io non penso che esistano cerchi o cerchietti, ❜❜ Il partito da riorganizzare Il partito va riorganizzato ma no allo scouting. E i congressi sono meccanismi lenti e superati Andiamo oltre i nostri dirigenti ma persone che, continuando con i pettegolezzi,invece fanno del male al partito, quando dovremmo parlare di programmi, idee, su questo contrapporci». Ma se Berlusconi chiede di andare a cercare sul territorio volti e facce nuove, che male c’è? «Io non credo sia più il tempo delle selezioni. Sono gli elettori che devono scegliere ed essere coinvolti, dal più piccolo comune a livello nazionale». Come immagina le primarie? «Per tutti gli organismi di partito e successivamente di coalizione, sapendo bene che il leader è e resta Berlusconi. Non dobbiamo aver paura di guardare negli occhi la nostra gente, di tornare tra di loro per convincerli: una classe dirigente, in un momento come questo, deve essere legittimata dal consenso popolare». Perché i congressi non andrebbero bene? «Temo siano meccanismi lenti e superati. È necessario allargare la partecipazione dei cittadini fuori dalla cerchia dei nostri dirigenti. Non abbiamo tempo da perdere, servono meccanismi forti, servono nuovi protagonismi. Berlusconi può guidarci e stupirci. Lo faccia». Bilanci in rosso Carroccio verso il congresso Lega a congresso. Il segretario Matteo Salvini lo vorrebbe prima dell’estate. Ma, con ogni probabilità, sarà in settembre. Se ne è discusso ieri al consiglio federale padano che, a dispetto del buon risultato elettorale, ha dovuto prendere atto che le casse del partito sono vuote. Senza interventi, la cosa è destinata a peggiorare: con il 2017 il rubinetto pubblico sarà chiuso per sempre. Urgono modifiche allo Statuto, e Salvini vuole cogliere l’occasione per mettere di fronte ai militanti le tante sfide che li attendono. «Non per una riconferma del mandato — spiega un collaboratore — ma per parlare delle cose da fare». Rinviata, invece, la decisione sul collegio per il quale opterà Salvini: ancora non si sa se a sedere a Bruxelles sarà Mario Borghezio, Angelo Ciocca © RIPRODUZIONE RISERVATA o Lorenzo Fontana. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA no riunendo l’altro giorno i gruppi parlamentari del suo partito. E se la Lega lo immaginava già pronto a intrupparsi con Renzi, il ministro dell’Interno ha inteso smentirlo: «Il centrodestra è nel nostro dna, è nel nostro nome. È la nostra missione, il nostro orizzonte, la nostra prospettiva». Ognuno con le proprie insegne, però, «perché il progetto di Ncd va avanti. Occorreranno battaglie forti e visibili, al governo e nel Paese. Non sarà un compito facile nè breve. Chi ha paura lo dica. Ma non si crea un partito in pochi mesi». Né si ricrea una coalizione in poche settimane. I modelli da cui trarre spunto sono tanti. Ncd ipotizza quello della Coalicion popular, che in Spagna avrebbe nel tempo dato vita al partito popolare. Dentro Forza Italia si pensa all’Ump francese, che garantì al gollismo di sopravvivere a De Gaulle. In un caso come nell’altro, è chiaro il messaggio rivolto a Berlusconi. Perché tutti sono pronti a competere, senza sconfessare il proprio ceppo d’origine. Ma nessuno vuole rassegnarsi alle invasioni, all’irrilevanza, all’oblio. Cose ben peggiori della fine. Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA Borletti Buitoni «Sc zimbello e Monti ci ha messo in difficoltà» ROMA — «Leggo di fusioni e di alleanze che Scelta civica dovrebbe fare. Stiamo diventando lo zimbello della politica. Deve essere chiaro che chi parla lo fa a titolo personale, i vertici del partito al momento sono azzerati». Ilaria Borletti Buitoni dopo una vita da imprenditrice, da volontaria in Africa e da curatrice dell’ambiente italiano, si candidò con Scelta civica, il partito di Mario Monti, alle elezioni 2013. È stata sottosegretario ai Beni culturali con Enrico Letta, ora ha lo stesso incarico con Renzi. Si definisce «montiana smarrita», dice di non capire il suo ex leader: «Ha deciso nell’ottobre scorso di lasciare il partito al suo destino, ma perché tutte quelle dichiarazioni punitive nei nostri confronti, come “non so cosa voterò”, “non sono più parte di Scelta civica”? Ci ha messo in difficoltà». È a causa di Monti che il partito è finito sotto l’uno per cento? «È una delle ragioni. La sua storia è la dimostrazione che la politica non si improvvisa. Monti è una persona di valore, ma non è un politico, non ha saputo gestire un partito complesso, litigioso, con anime diverse. Ha lasciato tutto per non appannare il suo profilo istituzionale ma, per noi montiani della prima ora, è difficile convivere con questa sua decisione». C’è anche lo scioglimento del partito fra le opzioni? «No, per ora sul tavolo c’è la nomina dei nuovi vertici». Si dovrà cercare un segretario più «mediatico» del ministro Giannini? «C’è bisogno di un segretario che si occupi a tempo pieno del partito. E oggi è importante anche la “mediaticità”...». Ilaria Borletti Buitoni è contraria a fusioni in altri partiti: «Un’alleanza, invece, l’abbiamo già: dobbiamo partecipare alla rivoluzione di Renzi, che con coraggio sta cambiando il Paese e dobbiamo farlo salvando la nostra identità civica, riformista». È pentita di aver dato 710 mila euro per la campagna elettorale 2013? «No, furono utili a ottenere a Milano, dove ci misuravamo con Lupi e Bersani, il miglior risultato d’Italia, 15 per cento». A. Gar. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 # Viale Mazzini Il caso Rai in sciopero contro i tagli del governo L’11 giugno la prima protesta unitaria dei dipendenti: a rischio molti programmi ROMA — Niente più del taglio secco di 150 milioni poteva riuscire a ricompattare la truppa spesso divisa dei dipendenti della Rai. Pronti ad un inconsueto sciopero collettivo davvero a reti unificate — impiegati più giornalisti ed è la prima volta — indetto per l’11 giugno contro l’articolo 21 del decreto legge 66 e le misure «drastiche e incostituzionali» decise dal governo Renzi in nome della spending review, per finanziare gli 80 euro di riduzione dell’Irpef. Una politica di sacrificio che i sindacati (nel florilegio di sigle compaiono Sic Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai) respingono nella forma e nella sostanza: «Non si colpiscono gli sprechi ma i posti di lavoro». Non era mai successo, nella pur turbolenta storia di viale Mazzini, che la tv pubblica scendesse in piazza contro il governo. La protesta, accompagnata da un corteo nelle vie della Capitale, è il primo atto ostile verso il premier trionfatore delle Europee. Al momento non pare che il viceministro dell’Economia Enrico Morando si sia lasciato impressionare dalla mobilitazione, visto che si è affrettato a ribadire che il taglio dei 150 milioni «non si tocca». Smentendo le voci di un possibile ammorbidimento della misura. L’unica concessione è una possibile esclusione della Rai dall’articolo 20 del decreto sui risparmi delle partecipate che costringerebbe l’azienda a privarsi di altri 70 milioni. A preoccupare i sindacati non è solo quanto si vuole tagliare, ma il come. Con «lo smantellamento delle sedi regionali e ancora peggio con la svendita di Raiway alla vigilia del rinnovo del contratto di servizio pubblico del 2016, si lasciano intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti». L’ultimo sciopero generale di viale Mazzini risale al 2011, ma mensionare il personale». No comment del presidente Anna Maria Tarantola, che resta in silenzio «per cortesia istituzionale» visto che il 4 giugno sarà ascoltata in commissione di Vigilanza. Secondo l’onorevole Michele Anzaldi e il senatore Andrea Marcucci del Pd invece «appare milioni incomprensibile I tagli alla Rai la scelta di scioannunciati perare perché le dal governo torri di Raiway restano salve e allora i giornalisti non erano l’azienda metterà sul mercato coinvolti. Stavolta invece è una soltanto una quota minoritabattaglia di tutti. «Se Renzi ria». vuole combattere gli sprechi, Non è ancora chiaro quale noi ci stiamo», spiega Vittorio sarà l’effetto della giornata di Di Trapani, segretario del sin- agitazione sul palinsesto di dacato Usigrai. «Ma non è così viale Mazzini. I telegiornali che andava fatto. Il decreto è probabilmente saranno traun’aggressione ai lavoratori, un smessi nella classica versione lasciapassare al direttore gene- ridotta. Ma considerato che gli rale Gubitosi per poter ridi- operatori di ripresa e i tecnici di 150 regia sono tutti interni, alcuni programmi potrebbero non poter andare in onda. Lo sciopero cade di mercoledì, che non è una giornata di punta, tuttavia sono a rischio trasmissioni come Uno Mattina, Chi l’ha visto e Porta a Porta. La data dell’11 poi non è stata scelta a caso, era l’ultima utile per non compromettere i Mondiali di calcio che cominciano appunto il 12 giugno. A Raisport l’atmosfera è particolarmente calda. Oltre alle rimostranze di cui sopra, la testata sportiva lamenta la mancanza di indicazioni precise e di organizzazione in un momento cruciale: «Tra balletti di conduttori, inviati, dirigenti e collaboratori, nessuno ha ancora mai parlato del prodotto» denuncia il comitato di redazione. Giovanna Cavalli © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Lo scontro a «Ballarò» sulla spending review Il comunicato dei sindacati 1 3 Lo scorso 13 maggio, ospite della trasmissione di Rai3 «Ballarò», Matteo Renzi parla dei tagli alla tv di Stato: «Anche la Rai partecipi ai sacrifici, può vendere Raiway ed eliminare enormi sprechi nelle 20 sedi regionali». In onda c’è uno scontro (foto Eidon) con il conduttore Giovanni Floris, che difende l’azienda e parla di un suo possibile indebolimento dopo i 150 milioni chiesti dalla spending review del governo. Il giorno dopo il premier torna sull’argomento e assicura su Twitter: «Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti» I tentativi di stop in Senato 2 I sindacati della tv pubblica protestano immediatamente contro le parole del premier e annunciano mobilitazioni: «La Rai non è del governo che decide cosa vendere o chiudere». In Senato, intanto, vengono presentati emendamenti trasversali al decreto Irpef per chiedere una revisione dei tagli all’azienda L’agitazione dei dipendenti Rai è stata indetta l’11 giugno, l’ultimo giorno utile prima dell’inizio, il 12, dei Mondiali di calcio. Tutte le sigle sindacali della tv di Stato hanno stilato un documento: il taglio dei fondi — si legge nella presa di posizione dei sindacati — «previsto dal Dl. 66/2014, mostra evidenti profili di incostituzionalità e non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro». Nella giornata di mobilitazione è prevista una manifestazione dei dipendenti della Rai, i telegiornali andranno in onda in forma ridotta, alcuni programmi potrebbero non essere trasmessi La cerimonia Tornano le Frecce Tricolori. L’esordio del premier ai Fori Imperiali accanto al capo dello Stato La parata (sobria) del 2 giugno e l’omaggio alla Grande Guerra ROMA — Senza sfoggio di mezzi e con 3.584 partecipanti (quasi la metà rispetto al passato), la sfilata del 2 Giugno si terrà normalmente ai Fori Imperiali. Dal Quirinale è partito il messaggio che l’avvento della Repubblica 68 anni fa merita di essere celebrato anche in tempo di crisi e la data deve rimanere una festa per tutti gli italiani. Quest’anno poi c’è una duplice ragione legata alla cerimonia: con la rassegna militare hanno inizio le commemorazioni del primo centenario della Grande Guerra, ed è un’occasione per sottolineare che il 1° luglio l’Italia assumerà la presidenza dell’Unione Europea. Sarà anche l’esordio di Matteo Renzi ai Fori Imperiali accanto al capo dello Stato Napolitano, il quale si fermerà prima a rendere omaggio all’Altare della Patria, scortato dai corazzieri, un corpo militare fondato nel 1557, come guardia del corpo del duca Emanuele Filiberto di Savoia. La sfilata, con inizio alle 10, darà grande risalto alle 16 missioni che l’Italia svolge attualmente sotto l’egida dell’Unione Europea, operazioni che dovrebbero favorire nel tempo la creazione di una Difesa comune europea. La rievocazione del primo conflitto mondiale è affidata a uniformi e mezzi d’epoca, ma anche musica, come le note struggenti del 4 maggio e L’inno del Piave fatte risuonare dalla banda dell’Esercito. Mentre la banda dei Carabinieri eseguirà la sua marcia d’ordinanza La fedelissima, composta dall’allievo di Mascagni, Luigi Cirenei. La cerimonia è divisa in 7 settori. Nel primo si vedranno avanzare i soldati della Sassari con le divise che portavano quelli che nel 1915 fondarono la brigata, uomini così ardi- Al Vittoriano Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ieri alla mostra «La Prima guerra mondiale» (aperta da oggi al 30 luglio) accompagnato da Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Franco Marini, presidente del Comitato per gli anniversari di interesse nazionale (Omniroma) mentosi che gli austroungarici li definirono «diavoli», termine gradito dai militari sardi che da allora si chiamano «dimonios». La Marina farà rivivere la storica impresa di Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo che il 10 giugno 1918 penetrarono con i mitici Mas nel canale d’Otranto e affondarono la corazzata nemica Santo Stefano. Hanno motivo di celebrare anche i Carabinieri, visto che sono passati esattamente 200 anni dalla formazione del primo nucleo dell’Arma. Un reparto si presenterà con le storiche divise di due secoli ad- dietro. Il ricordo di un importante episodio della Grande Guerra è affidato alla Guardia di finanza. Furono due finanzieri di sentinella sul ponte di Brazzano, la notte del 23 maggio 1915, a sparare i primi colpi del conflitto. Lungo un chilometro, dal Colosseo a piazza Venezia, si rivedranno mezzi storici come una trattrice Fiat 20b, con al traino uno dei cannoni usati sull’Isonzo e sul Piave. Poi una torpedine semovente Rossetti, meglio nota come Mignatta. E un velivolo SVA, della Ansaldo, uno dei biplani che il 9 agosto 1918 compirono il beffardo volo su Vienna, impresa alla quale prese parte Gabriele d’Annunzio. Momenti della nostra storia. Anche dolorosi, come ci ricorda il passaggio delle infermiere. Le loro vecchie colleghe furono attive durante la Grande Guerra in 204 ospedali da camp o , d ove ve n n e r o c u r a t i 696.993 militari feriti. Un’ora di rassegna conclusa dal lungo tricolore steso in cielo dalle Frecce della pattuglia acrobatica, che tornano dopo l’assenza degli ultimi due anni. Marco Nese © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista L’ex big di Raitre Balassone avverte: «Grosso errore, Renzi ha ragione» ROMA — Stefano Balassone, ex consigliere di amministrazione Rai, ex vice di Angelo Guglielmi a Rai3, esponente riconosciuto della storica «sinistra televisiva», docente universitario. Cosa pensa dello sciopero Rai? «Penso sia un grosso errore anche sul piano semplicemente tecnico. Nel senso che i famosi 150 milioni di euro richiesti dal governo alla Rai non sono un taglio lineare. Non incidono sulle risorse con cui si finanziano il cinema, la fiction, l’informazione. Mi sembra che le indicazioni di Renzi e del governo siano chiare. Si parla della privatizzazione, per di più parziale, di un asset dell’azienda...». Parliamo di Raiway, ovvero delle torri di trasmissione... «Raiway è un unicum nel panorama mondiale, come proprietà esclusiva del network. Direi che è anzi una distorsione grave da correggere. Uno dei tanti frutti del duopolio che prevedeva il controllo a due delle reti, degli impianti di trasmissione, delle frequenze, tutto per dividere naturalmente in due la torta della pubblicità». Ma ha ancora senso parlare di duopolio, in un’era in cui le piattaforme della comunicazione si moltiplicano ogni giorno? «Il duopolio non mi pare più un mostro ma una balena spiaggiata. Dalle parti di Mediaset faranno di tutto per tenerlo in vita, magari anche impagliato, per spremere fino all’ultimo minuto possibile ogni goccia di pubblicità. Però questo duopolio spiaggiato si è accorto che qualcosa lo sta disturbando molto: la pay tv, La tv di Stato le nuove piattaforme, il digitale, la progressiva emarginazione delle vecchie tv». Tornando allo sciopero, I motivi lei dice che è un errore. Ma Penso che la vera non teme, così come i sinmotivazione alla dacati e lo stesso direttore generale Luigi Gubitosi, base dello sciopero riguardi un ridimensionamento della Rai? la pancia della Rai «Assolutamente no. Insie cioè il destino sto: non sono tagli ma è la delle sedi regionali vendita di un asset. Un cambiamento nella proprietà di una società che comunque resterà, nella sua maggioranza, nelle mani della Rai». Quindi, a suo avviso, il governo ha ragione? «Io penso che la richiesta sia ineccepibile e incontrovertibile. Piuttosto credo ci sia, alla base dello sciopero, una vera motivazione che riguarda la pancia della Rai. Il governo ha abolito l’obbligo, per la Rai, di mantenere in vita tutte le sedi regionali. Siamo di fronte a un caso unico: un governo che toglie un obbligo a un’azienda e l’azienda che reagisce sostenendo che vuole quell’obbligo». Ma la fine delle sedi Rai non potrebbe significare anche il tramonto di un servizio pubblico come lo intendiamo? «Penso veramente che le sedi siano un luogo di esistenze umane, perché c’è molta ottima gente che ci lavora, ma anche di resistenze politico-notabilari. Insomma, non capisco questo sciopero. E non capisco perché la Rai, che ora appare così compatta, non abbia, invece di scioperare, deciso di esigere, direi davvero a buon diritto, una risposta chiara all’unica vera domanda da rivolgere a Renzi». E quale sarebbe, questa domanda? «Semplice. Qual è il futuro della Rai nel contesto del cambiamento che sta investendo l’Italia? Che disegno ha in mente il governo? Cosa si vuole da Viale Mazzini? Questo è il solo quesito vero e possibile. Il resto, è un mero processo alle intenzioni. A mio avviso ha sbagliato anche Giovanni Floris durante il Ballarò in cui ha ospitato Renzi. Invece di polemizzare sulla Rai, avrebbe dovuto porgli solo e soltanto questa domanda: cosa ha in testa per il futuro della Rai? Floris ha perso una bellissima occasione». ❜❜ Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 L’Europa Le nomine Merkel rilancia la corsa di Juncker «La Commissione deve andare a lui» Habermas: democrazia colpita al cuore se non si rispetta la scelta degli elettori DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Il sì tanto sofferto è arrivato ieri, dopo qualche esitazione che aveva agitato il mondo politico, e non solo politico, tedesco. Angela Merkel si è schierata con più chiarezza di quanto era accaduto nel dopo-voto dalla parte del candidato del Ppe, ritenuto da alcuni primi ministri, come il britannico David Cameron, il prodotto di un’Europa del passato. «Sto conducendo tutte le discussioni nello spirito che JeanClaude Juncker debba diventare il presidente della Commissione», ha detto la donna più potente del mondo intervenendo alla giornata dei cattolici a Regensburg. Immediata la reazione positiva dei socialdemocratici, che hanno sempre interpretato la sfida tra l’ex premier lussemburghese e il loro capolista, Martin Schulz, come un modo per avvicinare gli elettori alle istituzioni di Bruxelles. «Molto bene che la pressione pubblica abbia costretto la cancelliera a correggere il tiro», sono state le parole della segretaria generale della Spd, Yasmin Fahimi. Solo nei prossimi giorni si potrà verificare se Angela Merkel sia disposta a fare una vera battaglia per insediare Juncker al posto di José Manuel Barroso. Un appuntamento importante sarà il verti- Insieme Angela Merkel con JeanClaude Juncker La sfida per il dopo Barroso Il duello tra Ppe e Pse prima del voto del 25 La corsa al dopo Barroso vede in pole position tra i candidati prima del voto del 25 maggio il popolare Juncker e il socialista Schulz 1 Il veto di Cameron sul lussemburghese Il risultato non esaltante dei popolari fa scendere le quotazioni di Juncker. Il primo ministro britannico Cameron pone il veto sul suo nome 2 L’intervista Lo scozzese Sir Graham Watson (liberale) «Jean-Claude? Più probabile che finisca a capo del Consiglio Su Lagarde veto di Hollande» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — «Juncker? Bravo, e molto esperto. Ma io ho la sensazione che alla fine non sarà presidente della Commissione, bensì del Consiglio dei governi Ue». Sir Graham Watson, britannico, scozzese, presidente dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa (Alde), partecipa alle trattative fra i leader per scegliere chi guiderà il nuovo esecutivo europeo. Sa molto, ovviamente, di quel che accade. Si parla spesso di Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, come candidata «outsider» al vertice della Commissione: è vero? «No. Su di lei c’è un veto». Posto da chi? «È un veto posto a Parigi». La cancelliera tedesca Angela Merkel ha appena ri-espresso il suo sostegno a JeanClaude Juncker. Juncker è del Partito popolare europeo, la Merkel pure: è la volta buona per l’accordo? «Non lo so. So però che la cancelliera Merkel aveva già detto “Juncker è il mio candidato”, e dopo ha detto ancora sì, ma per altri. Ripeto: forse Juncker sarà scelto alla fine per guidare il Consiglio». Per via della ribellione di chi invoca facce nuove? «Io personalmente non avrei nulla in contrario a Juncker. Ma in generale, è vero che in Europa, fra ministri e leader, ci sono uomini che hanno operato benissimo: ma nel passato. Ieri, e non oggi. Questo può spiegare certe tensioni. Ma il vero punto è un altro». Chi è Liberale Il britannico Sir Graham Watson, 58 anni, dal 2011 è il presidente dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa («Alde», candidato alla guida della Commissione: Guy Verhofstadt) I negoziati Watson sta partecipando alle trattative fra i leader per scegliere chi guiderà il nuovo esecutivo europeo Quale? «È in atto un contrasto fra Europarlamento e Consiglio. Il primo cerca candidati abbastanza forti, che non possano essere dominati facilmente dai governi riuniti nel Consiglio. E perciò ha un pregiudizio contro candidati che provengano da un piccolo Paese, e che siano stati al governo per poco. Avvenne con Barroso, premier del Portogallo, scelto alla fine perché bravo: però forse Merkel e altri pensavano di poter prevalere su di lui». È lo stesso timore che vi fa esitare davanti a certi altri nomi di «outsider»? E a proposito, quali sono? «L’ex premier lettone Valdis Dombrovskis, il primo ministro irlandese Enda Kenny, il finlandese Jyrki Katainen: sono tutti bravi, ma non siamo convinti che possano prevalere sulle grandi potenze, su Berlino o Parigi. Mentre l’Europarlamento vuole qualcuno capace di prevalere, di fare davvero una nuova Europa». Come per esempio? «Come Pascal Lamy, già capogabinetto di Jacques Delors, e per 5 anni direttore del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. O come il nostro Guy Verhofstadt, capogruppo Alde, per 9 anni premier del Belgio che guidò nell’Eurozona. Chiunque venga scelto, però, c’è una grande speranza che tutti dovremmo condividere». Quale? «Spero che vi sia la saggezza, da parte dell’Europarlamento come del Consiglio, per riconoscere che la Ue non può essere bloccata da una crisi politica proprio in questo momento. Abbiamo davanti sfide tanto grandi che bisogna decidere, tanto prima tanto meglio». Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel toto candidati la presidente del Fmi Spuntano nuovi candidati: Christine Lagarde, presidente Fmi, il premier polacco Donald Tusk e la collega danese Helle Thorning-Schmidt 3 ce del 9 giugno a Stoccolma, in cui la cancelliera potrebbe tentare di convincere, se lo vorrà, tre premier molto riluttanti come lo stesso Cameron, lo svedese Fredrik Reinfeldt e l’olandese Mark Rutte. La posizione presa ieri, comunque, risente certamente del clima che si era creato in Germania. «Juncker deve diventare presidente della Commissione europea», ha tuonato il quotidiano popolare Bild, pubblicando un articolo di Mathias Döpfner, il potente numero uno del colosso editoriale che lo pubblica, la Axel Springer. Per i socialdemocratici, alleati nel governo di grande coalizione, la questione riguarda, soprattutto, la necessità di non tradire la volontà degli elettori, che per la prima volta si sono potuti esprimere sul futuro presidente dell’esecutivo di Bruxelles. Juncker è arrivato primo, perché il Ppe ha ottenuto 213 seggi su 751, ma è chiaro che è in gioco anche il futuro di Schulz, per il quale la Spd pensa ad un ruolo chiave nella futura commissione. Di fare un processo alle intenzioni della cancelliera si è incaricato uno dei più autorevoli intellettuali tedeschi, il filosofo Jürgen Habermas, secondo il quale Angela Merkel si è opposta per mesi alla proposta di uno Spitzenkandidat perché temeva la spinta alla Sulla «Faz» L’intellettuale In un’intervista al quotidiano «Frankfurter Allgemeine Zeitung» (foto e frase sotto) il filosofo e sociologo tedesco Jürgen Habermas, 84 anni, ha richiamato la Ue alla necessità di rispettare il mandato degli elettori ❜❜ Habermas Se i negoziati proporranno davvero un presidente diverso dai due candidati principali, sarà un colpo al cuore del progetto Ue democratizzazione prodotta da questa scelta. L’autore di Storia e critica dell’opinione pubblica ritiene che se dai «giochi di potere» dei governi emergerà un nome esterno si tratterà di «un colpo al cuore del progetto europeo e un attacco alla democrazia». Le obiezioni a Juncker sono utilizzate da altri primi ministri, ha aggiunto, come «un conveniente pretesto». Habermas non è tenero, comunque, nei confronti dei Popolari nel loro complesso, perché tollerano al loro interno dei «nemici dell’Europa» come i parlamentari dei partiti dell’ungherese Viktor Orbán o di Silvio Berlusconi. Il discorso della cancelliera a Regensburg è stato dedicato più in generale ai grandi temi dell’Europa, con un attenzione particolare a quello delle migrazioni. Angela Merkel ha rivendicato la solidarietà dimostrata in questi anni. «Vediamo tutti i giorni — ha detto — queste immagini tragiche da Lampedusa, da Gibilterra. Ma se osserviamo quanti migranti per abitante arrivano nei Paesi europei, la Svezia è il primo Paese, anche se non si vedono mai immagini. E la Germania è sempre tra i primi in classifica. Noi abbiamo accolto, per abitante, più rifugiati che non l’Italia, per esempio». Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Il caso Il Paese accusa le forze dell’ordine e le autorità mentre il premier Modi promette giustizia e tre uomini sono arrestati L’India sotto choc per lo stupro-omicidio Cresce la rabbia dopo la violenza alle due ragazzine. Coinvolti anche poliziotti La vicenda Uttar Pradesh Cugine stuprate e impiccate Stuprate e impiccate a un albero. L’ultimo episodio di violenza ha visto come vittime due cugine indiane dalit, cioè senza casta o intoccabili, di 14 e 15 anni. I responsabili: un branco di assassini in un villaggio dell’Uttar Pradesh, nell’India nordorientale. Sette persone, fra cui due agenti, sono state arrestate. Le giovani erano scomparse dai campi dove erano andate perché nella loro abitazione non ci sono i servizi igienici. Subito dopo la scoperta dei cadaveri è divampata la rabbia della popolazione che ha accusato le autorità locali di inerzia. La notizia delle due cugine adolescenti stuprate e impiccate a un albero nel Nord dell’India ieri era in primo piano sui media del subcontinente, precedendo perfino il rallentamento più ampio del previsto dell’economia. Il video dell’intero villaggio accucciato in silenzio ai piedi del mango, nella macabra veglia dei due corpi pendenti dai rami e nel rifiuto alla polizia di rimuoverli, è stato trasmesso dalle tv e dai siti, visto da milioni di persone. Immagini che perfino in India, dove le cifre ufficiali parlano di 25 mila stupri ogni anno (ben di più per gli attivisti), hanno riacceso la rabbia contro le forze dell’ordine e le autorità. Ancora ieri cameramen e fotografi accorsi in massa sul posto mostravano al Paese quell’albero, libero ormai dalle povere vittime, diventato un simbolo. In parziale risposta, due poliziotti sono stati licenziati e accusati di complicità: martedì si erano rifiutati di indagare sulla scomparsa delle ragazzine, 14 e 15 anni, mentre la gente le aveva cercate tutta la notte ritrovandole morte mercoledì. Un altro poliziotto è stato arrestato con l’ac- cusa di essere membro del branco autore dello stupro-omicidio. In cella con lui due fratelli, mentre quattro uomini, tra i quali un altro poliziotto, sono ricercati. Ma la collera del villaggio e di molti indiani, se non ancora di tutti, è diretta anche all’impunità delle caste più alte per i delitti contro quelle inferiori. Le due ragazzine erano «dalit», o come si diceva una volta «intoccabili». Il branco era formato da «yavad», casta di pastori diventati in tempi recenti soldati e poliziotti. Se la discriminazione in base alla casta è proibita dal 1950 nella Costituzione, se molte leggi hanno cercato di mettere fine al sistema sociale millenario dell’India, questo però resta forte e spesso indiscusso. Il padre di una delle cugine ieri ha accusato apertamente gli yavad, dominanti nello Stato dell’Uttar Pradesh dove è avvenuto il delitto: è stato un loro complotto per rapire e violentare le due ragazzine. I due poliziotti licenziati, ha detto l’uomo, si erano rifiutati di cercarle dopo aver saputo che erano dalit. Le autorità cercano di arginare la nuova ondata di sdegno. Il governo del neo-premier nazionalista induista Narendra Modi ha promesso giustizia, ammesso la responsabilità della polizia e annunciato la creazione di una «commissione contro la crisi degli stupri». Si è impegnato a garantire un processo rapido e giusto. Ma dalle autorità sono anche arrivate dichiarazioni che lasciano almeno perplessi. Il primo ministro dell’Uttar Pradesh, il socialista Akhilesh Yavad, ha avuto parole di scherno per i giornalisti che gli chiedevano dell’attacco, mentre arrivava notizia di altri stupri recenti rima- Denuncia C’è una violenza ogni 22 minuti Un’escalation impressionante quella della violenza contro le donne in India. E che ha visto coinvolte come vittime anche turiste straniere e giornalisti. Secondo gli ultimi dati nel Paese avviene uno stupro ogni 22 minuti. Una cifra che, però, secondo alcune associazioni umanitarie, sarebbe addirittura inferiore alla realtà. Acuita dalla scarsa sensibilità dimostrata da alcuni uomini politici. Soltanto il mese scorso, durante la campagna elettorale, il partito alla guida dello Stato dell’Uttar Pradesh si è detto contrario alla pena di morte per gli stupratori Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista L’autrice del «Dio delle piccole cose» punta il dito contro l’architrave della struttura sociale indiana L’orrore La polizia presidia l’area dove sono stati ritrovati i corpi delle due cugine, di 14 e 15 anni, stuprate e poi impiccate ad un albero di mango. Una violenza che ha scatenato la rabbia degli abitanti del villaggio nello Stato dell’Utter Pradesh. Esasperati perché tra i componenti del branco c’erano anche due poliziotti. Il governo del neopremier nazionalista induista Narendra Modi ha annunciato la creazione di una «commissione contro la crisi degli stupri» New Delhi Seviziata sul bus davanti al fidanzato Stava tornando a casa sul bus insieme al fidanzato. Venne aggredita, picchiata e violentata. Un incubo durato quaranta minuti. Poi gettata fuori dal veicolo. Era il 16 dicembre 2012. Morì dopo poco tempo. Il caso della studentessa di 23 anni di New Delhi scosse il mondo e accese i riflettori su una realtà scomoda per l’India. Sono nel 2012 si erano registrati 582 casi di violenza contro le donne. Dei sei colpevoli quattro sono stati condannati a morte, uno si è ucciso in carcere, un altro, minorenne, ha avuto la pena di tre anni di carcere sti fino a ieri ignoti per la paura delle vittime e delle loro famiglie e per il lassismo e la complicità della polizia. «Ma voi non siete al sicuro? Di che vi preoccupate allora?», ha risposto Yavad. Non ha sorpreso più di tanto, per altro. Il mese scorso suo padre, in passato anche lui premier dello Stato più popoloso dell’India, si era opposto a una legge che prevedesse la pena di morte per gli autori di stupri. «I ragazzi sono ragazzi — aveva detto —, a volte fanno degli errori». «Io accuso il sistema delle caste Viviamo in un passato feudale» Scrittrice Arundhati Roy: donne vittime di una doppia oppressione «Mi ha colpito che la maggior parte dei grandi media indiani ha evitato di dire che le due ragazze erano dalit. C’è della politica in questo: la volontà di non mettere in questione il sistema delle caste e presentare il fatto come un mero atto criminale. Ma quando lo stupro è usato come mezzo di oppressione di una casta sull’altra diventa uno strumento politico» dice Arundhati Roy. La scrittrice indiana aveva già descritto quasi vent’anni fa nel suo primo e unico romanzo, il bestseller internazionale e Booker Prize Il dio delle piccole cose, come il sistema delle caste, negato dalla legge e consuetudine nella realtà, condizionasse perfino uno stato come il Kerala «comunista», con la sua tradizione egualitaria. «Le caste sono come l’apartheid, ma nessuno in India, dai progressisti all’estrema destra, lo riconosce — accusa dalla sua casa a New Delhi —. Significherebbe criticare l’architrave della nostra società e nessuno è interessato a farlo». Lo aveva fatto quasi 80 anni fa Ambedkar, il padre della Costituzione indiana. Il suo «Annihilation of Caste», audace denuncia contro l’induismo e il sistema delle caste, è stato recentemente ripubblicato con un saggioprefazione della Roy, dal titolo The doctor and the saint, giocato sull’opposizione tra lo statista (elogiato) e Gandhi (criticato per il ruolo avuto nella difesa delle caste). «Oggi si fa un gran parlare di violenze sessuali in India, ma in termini generici, e questa isteria mediatica crea una psicosi tra la gente senza arrivare a inquadrare il problema». Ma le dalit non sono le uniche vittime di stupri. La studentessa violentata su un autobus a Delhi nel 2012, per dire, non era una dalit. E anche le turiste straniere sono a rischio. «Nell’anno in cui il mondo inorridiva per la brutale aggressione a quella ragazza, 1.500 donne dalit venivano stuprate. E questa è la cifra ufficiale, che si stima corrisponda al 10% dei casi. Ma la maggior parte delle violenze continua a non essere riportata per la vergogna sociale». Le caste in India esistono da secoli, ma sembra che ultimamente la situazione per Sudan Meriam e Maya in cella Meriam Ibrahim, 27 anni, con la figlia neonata Maya, in cella a Ondurman (Sudan). La donna, cristiana, è stata condannata a morte per apostasia. Al suo fianco il figlio di 20 mesi Martin le donne sia peggiorata. «Da noi la maggioranza della popolazione vive in un passato feudale e patriarcale in cui le donne dalit da sempre sono violentate da uomini delle caste superiori che considerano lo stupro un proprio diritto. Le donne degli intoccabili sono da sempre molto toccabili. Ora stiamo assistendo a due fenomeni nuovi. Da un lato le donne, soprattutto le giovani che vivono in città, stanno cambiando molto più velocemente degli uomini: studiano, entrano numerose nei luoghi di lavoro, si emancipano, sono più libere, cambiano il loro modo di vestirsi, i loro so- Libri e impegno Suzanna Arundhati Roy, 52 anni, è una scrittrice e attivista indiana. Nel 2014, la rivista «Time» l’ha nominata tra le 100 persone più influenti del mondo Bestseller Con il romanzo d’esordio «Il Dio delle piccole cose» (Guanda) nel 1997 vinse il Man Brooker Prize, il più importante premio letterario inglese (motivazione: «Il libro non tradisce nessuna delle sue promesse»). Il libro diventò un bestseller internazionale ed è rimasto l’unico romanzo che Roy ha pubblicato Saggi Tra gli altri libri usciti in Italia, «La fine delle illusioni» (1999) e «Quando arrivano le cavallette» (2009) gni, le loro aspettative. Questo sta creando un nuovo tipo di violenza, di punizione. Dall’altro lato, un fenomeno opposto, ma che dà lo stesso risultato: nei villaggi e nelle aree rurali molte donne stanno diventando ancora più povere e indifese». Lei definisce lo stupro come punizione. In che senso? «Le donne emancipate sono punite perché sono fuori controllo, le più povere perché non hanno protezione. Poi c’è la violenza contro le donne in aree militarizzate come il Kashmir, Manipur e Chhattisgarh. In questi casi lo stupro diventa un’arma, uno strumento politico». Il sistema delle caste non si sta indebolendo? «Assolutamente no, si sta solo modernizzando ma continua a dar forma alla società e alla politica». L’India sta facendo qualcosa per uscire da questo Medioevo? «Altro che uscire, ci stiamo entrando fino in fondo. Temo che nei prossimi mesi assisteremo a un aumento delle violenze. Le politiche perseguite dai Gandhi basate su privatizzazioni, confisca di terre, costruzioni di imponenti dighe temo saranno esasperate da Modi. Con che risultati? Un esercito di nuovi poveri per gli spostamenti forzati di intere comunità». In un saggio del libro «Quando arrivano le cavallette», getta ombra sulla democrazia come formula ideale per uscire da crisi e barbarie. «Abbiamo bisogno di un progetto a lungo termine. Possono i governi democratici, la cui sopravvivenza dipende da risultati immediati, offrire questo progetto?» Sta pensando a un’alternativa? «Sono combattuta tra la speranza e la ragione: mi suggeriscono cose diverse». Alessandra Muglia @amuglia © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 Il fenomeno La comunità è in grande crescita, la leadership ha paura per la «stabilità» del sistema politico L’assassinio Le sessanta chiese demolite La Cina ora teme i cristiani Giornalista libica sgozzata In un documento del partito il piano per «contenerli» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Il cartello «Demolizione» è comparso sulla chiesa di Sanjiang, sobborgo di Wenzhou nella provincia orientale dello Zhejiang, il 25 marzo. L’edificio era appena stato completato dopo anni di lavori finanziati dai fedeli. Il progetto per 1.880 metri quadrati era stato approvato, ma all’improvviso le autorità locali si sono accorte che era stato violato il piano regolatore: la croce sulla cupola era troppo alta e visibile in tutta la città. Per salvarla dall’abbattimento, un migliaio di fedeli ha creato una catena umana, il caso è stato raccontato dalla stampa. Ma la difesa è stata inutile: le ruspe sono entrate in azione senza pietà a fine aprile. Della grande chiesa cristiana protestante è rimasto un cumulo di macerie. Quello di Wenzhou non è un caso isolato: AsiaNews, agenzia del Pontificio istituto cattolico per le missioni, ha raccolto le foto di 64 chiese cristiane demolite nei primi cinque mesi di quest’anno. La motivazione (la scusa) è sempre la stessa: regole urbanistiche violate. Wenzhou, nota come la «Gerusalemme della Cina» per le cupole che punteggiano il suo skyline, conta circa un 15 per cento di cristiani (protestanti e cattolici) su nove milioni di abitanti. I rapporti con il partito comunista sembravano distesi. Poi qualcosa è accaduto. I fedeli dicono che tutto è cominciato quando in città è venuto in visi- Il caso In preghiera Il momento della Comunione durante la messa in una chiesa cattolica di Pechino (Afp) ta il segretario provinciale del partito, Xia Baolong, uomo molto vicino al presidente Xi Jinping: quella croce si vede troppo, avrebbe detto. E i sottoposti avrebbero subito «scoperto» la violazione del piano regolatore. In realtà, troppo visibile si sarebbe fatta la presenza della fede: il partito ha paura che la crisi ideologica della gente, dopo l’ultimo orrore della Rivoluzione Culturale, la morte di Mao e poi l’apertura sfrenata all’economia di mercato, apra le porte a Dio. Ora il New York Times rivela un documento interno del partito comunista dello Zhejiang: in nove pagine viene stabilito un piano contro «i siti di culto eccessivi» e le attività religiose «troppo popolari». L’unica fede citata nel testo è quella cristiana: «La priorità è rimuovere le croci che si vedono dalle autostrade e dalle superstrade». Si sono levate anche voci ufficiali contrarie alla campagna: «Che cosa può ferire la gente più del- la distruzione della loro chiesa?», ha ammonito Chen Yilu, capo dell’Unione teologica di Nanchino (sostenuta dal governo). L’esperto conclude che «la questione è stata affrontata in modo troppo aggressivo». Dietro la distruzione delle chiese c’è anche la rivalità con le altre religioni dell’Oriente. A Wenzhou c’era stata la petizione di un gruppo secondo il quale la chiesa aveva disturbato il «feng shui», il principio di armonia taoista delle forze natu- Cattolici a Pechino Le due Chiese Sono due le Chiese cattoliche in Cina. Una riconosciuta dal governo, l’altra clandestina. La prima, l’Associazione patriottica cattolica cinese, non riconosce l’autorità del Papa e nomina vescovi senza avere l’imprimatur della Santa Sede. È’ formata da circa quattro milioni di fedeli. La seconda, che per Pechino non esiste, opera in clandestinità perché considerata fuorilegge. Secondo la Costituzione cinese, infatti, «le associazioni religiose non possono essere soggette ad alcun controllo esterno»: in questo caso dal Vaticano. Secondo alcune associazioni umanitarie i fedeli della Chiesa sotterranea sarebbero più di sedici milioni. La diplomazia Le chiese cattoliche nel Paese sono 4.600 gestite dai patriottici. La Santa Sede è uno dei 25 Paesi che non riconosce la Repubblica popolare di Pechino come legittima e ha relazioni diplomatiche solo con Taiwan. Ma negli ultimi anni si sono registrate aperture e tentativi di dialogo tra il Vaticano e il governo comunista di Pechino. rali. In più, le religioni tradizionali della Cina, negli ultimi tempi hanno ricevuto importanti dichiarazioni di comprensione da parte del partito. A marzo, il presidente Xi ha elogiato il buddismo, ha visitato la città natale di Confucio e ha proclamato che i suoi libri vanno letti. Il cristianesimo però è visto come un pericolo, perché si fonda su valori universali che spaventano la leadership cinese che adora la «stabilità». Recentemente, un sondaggio ha rivelato che su Weibo (il Twitter cinese) è più facile parlare di Gesù che di Xi Jinping. La Bibbia umilia il Libretto Rosso di Mao per numeri di citazioni e ricer- Violazioni edilizie La motivazione è sempre la stessa: i «luoghi di culto» avrebbero violato le norme edilizie che: 17 milioni a 60 mila. Gli analisti della rete segnalano che si tratta anche di una sconfitta auto inflitta: il regime usa un esercito di censori (100 mila almeno) per cancellare dal web le parole e i discorsi «politicamente sensibili»: così è meglio non far citare proprio Xi Jinping piuttosto che esporlo al rischio della critica. Il risultato è che sui giornali di carta ogni giorno Xi e il partito hanno titoli su titoli e le religioni niente. Su Internet succede quasi il contrario. Sembra quasi che Pechino tema la previsione fatta da alcuni studiosi secondo i quali entro il 2025 la Cina sarà il Paese con più cristiani al mondo, con circa 165 milioni di fedeli, ha scritto il direttore di AsiaNews Bernardo Cervellera. G. Sant. guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Tredici nomi nell’elenco degli scomparsi, ma si sospettano 800 casi, in maggioranza giapponesi. Si apre la trattativa con Tokyo Gli stranieri rapiti che la Nord Corea vuole restituire Sequestrati e usati per addestrare le spie. Ci sarebbero anche «tre italiane» PECHINO/WASHINGTON — Corea del Nord e Giappone hanno trovato un’intesa sulla questione dei civili nipponici rapiti dai servizi segreti del regime stalinista durante la guerra fredda. Pyongyang promette di riaprire l’inchiesta. Tokyo risponde che «è un primo passo» e annuncia la sospensione delle sanzioni bilaterali che vietano i trasferimenti bancari di denaro tra i due Paesi e l’accesso ai suoi porti per le navi mercantili nordiste. Die- I misteri sterioso del mondo? Non nel caso di Megumi Yokota, una tredicenne fatta sparire nel 1977, mentre tornava a casa dopo aver giocato a tennis. I nordcoreani l’hanno inclusa nell’elenco dei morti: si sarebbe suicidata nel 1994 per depressione. Ma quando le ceneri sono state restituite, nel 2004, i genitori le hanno sottoposte al test del Dna ed è risultato che non erano della loro bambina. Megumi aveva sposato al Nord un compagno di sventura, un giovane sudcoreano, dal quale aveva avuto una figlia. E i Senza tracce nonni l’hanno poDi Doina Bumbea, rotuta vedere una volmena, che viveva in ta in Mongolia, queItalia, non si hanno st’anno a marzo. più tracce dal 1978. Ora la Corea del Rumiko Masumoto Nord promette di aveva 24 anni, quanguardare meglio nei do sparì 36 anni fa suoi archivi segreti e la speranza in tro il linguaggio della diplomazia c’è il Giappone si riaccende. Ma non sono solo dolore di chi si è visto portar via figli o so- le famiglie di Tokyo e Seul che aspettano relle. notizie. Nell’elenco degli scomparsi oltre Nel 2002 i nordcoreani ammisero di il muro nordcoreano ci sono ragazze maaver sequestrato 13 giapponesi tra gli an- lesi, thailandesi, libanesi, francesi, olanni 70 e 80: cinque ostaggi e i loro figli nati desi e almeno «tre italiane». La loro prein prigionia poterono tornare a Tokyo. senza è stata svelata dal disertore ameriMa le autorità giapponesi sostengono che cano Robert Jenkins, scappato a Pyongi rapiti sono almeno 17. Civili usati dai yang nel 1962. E’ sempre lui a fornire servizi segreti di Pyongyang per insegna- dettagli su una storia che coinvolge il nore lingua, usi e costumi giapponesi a loro stro Paese, quella di Doina Bumbea. agenti da inviare all’estero. E molte altre Romena, donna affascinante con la famiglie di gente scomparsa in Giappone passione per l’arte e la pittura, si trasfericredono che i loro cari siano stati cattura- sce prima a Bologna e poi a Roma. Doina ti dalle spie del Nord. Ci sono sospetti su non passa inosservata, frequenta locali più di 800 casi. notturni alla moda, intreccia diverse relaIl regime nordcoreano, sempre nel zioni sentimentali, non sempre tranquil2002, assicurò che otto degli ostaggi era- le. Un esperto d’arte, un altro che sa tutto no morti di malattia o per incidenti. Si di quadri, uno strano dj americano noto può credere alla parola del Paese più mi- come Robert, infine un mercante di anti- Ricomparsa Megumi Yokota, al centro nella foto con i genitori e i fratelli, era scomparsa nel 1977, rapita mentre tornava a casa dal tennis. I nordcoreani avevano divulgato la notizia della sua morte. Ma nel marzo scorso ha potuto incontrare i nonni L’hanno trovata con la gola tagliata. Il corpo abbandonato in un vicolo. Uccisa. La vittima una giovane giornalista libica. Si chiamava Nassiba Karnaf e lavorava per la tv Al Wataniya. A dare la notizia il sindacato generale dei giornalisti libici, che ha accusato non meglio identificati «gruppi terroristici» dell’assassinio e ha «esortato il Congresso nazionale e il governo ad interim ad adottare le misure necessarie per la protezione dei giornalisti». La donna era stata rapita giovedì scorso a Sabha, una città 640 chilometri a sud di Tripoli, poco dopo essere uscita dalla redazione. Il corpo è stato ritrovato la notte scorsa. Negli ultimi tempi si sono moltiplicati i casi di violenza ai danni della popolazione civile. Solo pochi giorni fa, il 26 maggio, Meftah Bouzid, giornalista che più volte aveva criticato le milizie islamiche attive in Libia, era stato assassinato a Bengasi. Bouzid, che quariato. Passaggi spesso confusi sui quali il Corriere ha indagato nel 2007 in parallelo all’Asashi Tv nipponica. Verso la fine del 1978 Doina lascia Roma diretta a Hong Kong, sembra che un misterioso amico — il mercante? — l’abbia invitata a compiere il viaggio in Oriente in occasione di una mostra. Da quel momento scompare. Solo segnalazioni labili e il convincimento che la sua visita a Hong Kong sia stata una trappola dei servizi nordcoreani per poterla rapire. Il lungo silenzio dura fino al 2006 quando un altro disertore statunitense, Joseph Dresnok, afferma alla Bbc di aver avuto una moglie dell’Est a Pyongyang. Un matrimonio dal quale nascono diversi figli. Uno, Gabriel, somiglia come una goccia d’acqua a Doina. Purtroppo lei non c’è più. Sarebbe deceduta a causa di una grave malattia quando aveva solo 47 anni. Un’altra versione racconta che è rimasta decapitata in un incidente stradale a Hong Kong. Nessuno ha la prova certa di quello che è avvenuto. Doina è diventata invisibile come lo studente americano David Sneddon. Di lui si sono perse le tracce nell’agosto del 2004 mentre era impegnato in un viaggio in un’area montuosa della Cina. Il padre è convinto che sia stato rapito dai nordcoreani ed ha condotto un’inchiesta personale scontrandosi con depistaggi cinesi e indifferenza. Vicende dolorose diventate pedine di una partita politica spietata. E paradossale. Pyongyang spera di lucrare aiuti «umanitari» e un alleggerimento delle sanzioni da parte di Tokyo «giocando» con le vite degli altri. Guido Olimpio Guido Santevecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Reporter Nassiba Karnaf lavorava come caporedattore al quotidiano Burniq, era stato assassinato proprio nel centro della città. Durante la Rivoluzione del 2011 Bouzid aveva ospitato in casa un quartier generale degli insorti. In passato aveva già ricevuto minacce di morte, ma non aveva mai cessato di attaccare pubblicamente, anche in tv, gli islamisti. A metà maggio si era schierato con l’azione del generale Khalifa Haftar di contrasto alle milizie islamiste. I giornalisti denunciano il clima che si è creato nel Paese a causa della persistente instabilità politica e dello strapotere delle milizie locali. E sempre a Bengasi, nel quartiere periferico di Bouhadima, ieri si sono registrati nuovi conflitti a fuoco. Il bilancio è di un uomo morto e altre due persone sono rimaste ferite. Gli scontri sono iniziati dopo che un gruppo di giovani del sobborgo di Bengasi ha attaccato un posto di blocco della milizia islamica Ansar al Sharia e un gruppo di giovani. Poco fuori Bengasi, alcuni caccia pilotati da uomini fedeli al generale Khalifa Haftar hanno bombardato una base di Ansar al Sharia nella zona di Al Hawari. 16 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache A Genova L’ex presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi lascia casa sua per andare in carcere L’inchiesta Tra i clienti «speciali» i possibili titolari dei 100 conti segreti che della mancanza di collegamenti tra l’ufficio antiriciclaggio e l’unità rapporti con l’autorità giudiziaria, nonché con la fiduciaria e la filiale di Nizza, dove esistono rapporti di molti clienti italiani aventi pure conti domestici presso banche o la fiduciaria del gruppo». Il Centro fiduciario, quindi, e la filiale di Nizza — che il nuovo board di Banca Carige ha deciso di chiudere — sono le due unità cui più spesso fa riferimento Bankitalia per sottolineare falle nelle procedure di controllo e di trasparenza. Per quanto riguarda il Centro fiduciario il report indica alcune precise «operazioni di grande importo con profili di anomalia», quelle riferibili alla Carige, affari e pallone I nomi di Palacio e Preziosi nel dossier antiriciclaggio Bankitalia segnala 38 operazioni sospette GENOVA — Paternalistica, è questo l’aggettivo che Bankitalia usa nel suo report dell’estate scorsa per descrivere la gestione di Giovanni Berneschi della Banca Carige. Un giudizio condiviso in città: che Berneschi ostentasse i modi del padre-padrone della banca e dei dipendenti, dirigenti compresi, era sotto gli occhi di tutti. Ma era forse meno evidente quello che accadeva al di là della patina ruvida ma apparentemente integerrima del dominus di Banca Carige. La Procura di Genova ha aperto il vaso di Pandora con l’arresto di Berneschi, dell’ex capo delle Assicurazioni Ferdinando Menconi e di altre cinque persone, ma a sollevare per prima il coperchio è stata Bankitalia. I «misteri» di Banca Carige cominciano ad affiorare dalle pagine di quei due report e ancora prima, già nel 2009, a partire dall’attività del Centro Fiduciario, la società destinata a movimentare denaro di clienti «fiduciariamente» che troppo spesso — secondo gli ispettori di via Nazionale e ora della Procura di Genova — ha si- I volti Aldo Spinelli Bankitalia segnala una «ingiustificata e consistente movimentazione del signor Spinelli, presidente del Livorno Calcio» Rodrigo Palacio Gli ispettori di Bankitalia segnalano 38 operazioni sospette e tra i nomi fanno anche quello di Palacio, ora calciatore dell’Inter, ex del Genoa Enrico Preziosi Al patron del Genoa sarebbero stati concessi prestiti, ma sarebbero state anche effettuate operazioni presso il Centro Fiduciario di proprietà di Preziosi gnificato opacamente. Già nel 2009 attraverso passaggi di denaro fra la Società Gestione Risparmio (da poco venduta a Arca) e il Centro fiduciario la Banca Carige avrebbe «schermato» l’attività e la titolarità di cento conti. Un’ attività che nei report va sotto i titoli di «trasparenza» e «antiriciclaggio». In buona parte quello che uno degli arrestati, il commercialista Andrea Vallebuona, definisce in un’intercettazione «l’avanti e indietro dei sacchi pieni di prosciutti», i soldi dalla Svizzera o da e per paradisi fiscali. Una lista con 100 nomi delle posizioni schermate è stata consegnata nel 2009 in Procura. Non è azzardato collegare quelle prime risultanze ai movimenti «sospetti» segnalati poi da Bankitalia. Trattamenti di favore per clienti particolari. È il mondo del calcio quello che salta agli occhi: le concessioni di prestiti ma anche le operazioni presso il Centro Fiduciario del patron del Genoa Enrico Preziosi (cui la Guardia di Finanza ha sequestrato 4 milioni La filiale di Nizza I sospetti sulla poca trasparenza di Centro fiduciario e filiale di Nizza Il centro di Anemone «Comprato con gare pilotate» Sequestrato il Salaria Village La Guardia di finanza di Roma ha sequestrato il «Salaria Sport Village» dell’imprenditore Diego Anemone e le 9 società che gestiscono le attività del centro. Nell’inchiesta denominata «Grandi Eventi» sulla cosiddetta «cricca» degli appalti pubblici la procura di Roma ha accertato che il circolo è stato acquisito e ristrutturato con 30 milioni di euro ottenuti pilotando le gare. Il «Salaria» è grande 75 mila metri quadrati e secondo le stime vale circa 200 milioni. La struttura continuerà però a funzionare, assicura l’amministratore unico Stefano Morandi. © RIPRODUZIONE RISERVATA di euro proprio dal conto fiduciario per un contenzioso sull’Iva), o, scrive Bankitalia «l’ingiustificata e consistente movimentazione del signor Aldo Spinelli, presidente del Livorno Calcio». Vengono trattati come clienti «particolari» anche gli esponenti della famiglia Orsero, grandi terminalisti della frutta e pattisti della banca, e l’altro pattista Gavio. Nel loro esame gli ispettori hanno segnalato 38 operazioni sospette «talora riguardanti soggetti legati al gruppo in varia forma». In questo elenco figurano ancora Spinelli «e alcuni calciatori del Genoa, Palacio ecc.» (Palacio è oggi dell’Inter ndr). «La relativa istruttoria — dice il report sulle operazioni — risentiva an- moglie e alla nuora di Berneschi (per il rientro di 13 milioni di euro scudati), del costruttore poi condannato per bancarotta Pietro Pesce e di Fulvio Gismondi già esponente di Confcommercio. Ma questi sono solo alcuni esempi fra i 38 casi segnalati. Cosa riserverà ancora l’inchiesta della Procura su Banca Carige? Tornerà a galla il mitico Filadelfo Arcidiacono, l’intestatario inesistente di un conto su cui sono transitati decine di milioni di euro? A suo tempo Berneschi sostenne che si trattava di un «artificio contabile» del tutto regolare. Ma allora la città era ancora pronta a credere nella sua buona fede. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano Dopo l’istanza dell’imputato: «Poca serenità in Procura» Il processo a Podestà sospeso per lo scontro tra Bruti e Robledo MILANO — Quand’erano in calendario requisitoria, arringhe e sentenza dopo 800 testimoni ascoltati, ieri la giudice Monica Amicone ha dovuto dichiarare la sospensione del processo in cui il presidente (ex Pdl, ora Ncd) della Provincia di Milano, Guido Podestà, è imputato per le firme false che nel 2010 consentirono la presentazione della lista Formigoni alle elezioni regionali: stop imposto dalla legge in attesa che la Cassazione decida sull’istanza di rimessione, cioè di trasferimento da Milano a Brescia, formulata lunedì da Podestà che asserisce l’«impossibilità nella sede giudiziaria milanese» di trovare un giudice che possa «decidere in maniera serena una assoluzione o una condanna senza che la decisione possa apparire all’esterno come una sorta di sconfessione dell’operato del procuratore Bruti Liberati o del procuratore aggiunto Robledo». E questo perché, a detta dei legali Gaetano Pecorella e Paolo Veneziani, «l’imperversare delle tensioni interne alla magistratura milanese» farebbe sì che qualunque verdetto su Podestà «rischierebbe concretamente di essere utilizzato, a seconda dell’esito e delle motivazioni, come uno strumento per sostenere le ragioni degli opposti “schieramenti”» Bruti-Robledo al Csm. È una storia che parte quando l’1 marzo 2010 la lista Pannella, con il radicale Lorenzo Lipparini, denuncia sia alla Procura sia in sede elettorale le falsità nelle firme a sostegno delle liste Formigoni, che quel pomeriggio vengono escluse dalla commissione di Corte d’Appello. Il 4 marzo Formigoni taccia i Radicali di aver loro manipolato le firme per Presidente Guido Podestà poterlo attaccare (e per questo sarà poi condannato per diffamazione in primo grado). Dopo 24 ore Bruti Liberati chiede l’archiviazione dell’esposto dei Radicali senza entrare nel merito della falsità o meno delle firme, ma per il motivo assorbente che le firme, mancando di autentica, di fatto è come se non esistessero. Il giorno dopo, però, il Tar riammette le liste Formigoni, che stravincerà le elezioni contro il pd Penati. I Radicali, opponendosi alla richiesta di archiviazio- Le accuse L’aggiunto rimprovera al Procuratore: «Volevi frenare per paura di creare problemi al Pdl» La replica Il capo dei pubblici ministeri al Csm spiega: volevo solo essere informato sui casi delicati ne fatta da Bruti e poi accolta dal gip, depositano una perizia calligrafica che evidenzia come centinaia di firme siano false: è la «notizia criminis» di un nuovo fascicolo, che Bruti affida a Robledo. Il quale fa ascoltare tutti i 700 apparenti firmatari che disconoscono la propria firma, e il 28 novembre 2011 indaga Podestà per falso dopo aver il 24 raccolto le accuse mossegli dalla funzionaria pdl Clotilde Strada. Ora al Csm Robledo sostiene che Bruti cercò di frenare l’iscrizione, preoccupandosi che «questo creasse un problema nel Pdl» e suggerendo che «in una situazione delicata fosse prima necessario fare ulteriori indagini». Robledo in una lettera rimprovera a Bruti: «Infine mi hai testualmente detto che l’iscrizione avrei dovuto farla “solo quando te lo dico io”. Ti ho risposto che in più di 30 anni di magistratura le iscrizioni le avevo fatte esclusivamente in adempimento all’obbligo di legge. Ho aggiunto che il lunedì successivo, 28 novembre, avrei comunque proceduto all’iscrizione». E in dicembre, in corridoio, «mi hai chiesto: “Quell’iscrizione non l’hai poi fatta, vero?”. Ti ho risposto che l’avevo fatta e mi hai detto: “Allora non ci siamo capiti”». Bruti, invece, al Csm spiega di aver solo preteso, come capo, di essere informato su processi delicati e contesta a Robledo: «Ho appreso dell’avvenuta iscrizione di Podestà (...). Hai proceduto a stretto giro, senza preavvisarmi e adottare la cautela dell’iscrizione con nome di fantasia, che ti avevo indicato a tutela della segretezza». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 Gli interrogatori Gli appunti Il foglio con l’intestazione della Camera dei deputati con i suggerimenti per Matacena su come ottenere l’asilo politico dal Libano. Scajola nega di averlo scritto di suo pugno Ecco il papello di Scajola «I miei consigli a Matacena per avere l’asilo dal Libano» REGGIO CALABRIA — A sentire la sua fedele segretaria, indagata per gli stessi reati del capo e finita agli arresti domiciliari, l’ex ministro Claudio Scajola aveva problemi di soldi. Al punto che «tempo fa mi ha fatto fare il conteggio delle spese mensili, visto che aveva bisogno di sapere quale fosse il suo bilancio familiare». Con le banche pare avesse qualche problema. «Lo Scajola ha tre conti bancari: il primo presso il Banco di Napoli di Montecitorio, il secondo presso la Bnl del Viminale e il terzo presso la Banca Carige di Imperia. Sono a conoscenza che nell’ultimo periodo avesse difficoltà economiche, tanto da aver sforato i fidi concessi dalle banche», rivela Chiara Scacco, quarantatreenne che ha lavorato a lungo al fianco dell’ex responsabile dell’Interno e dello Sviluppo economico, nell’interrogatorio sostenuto mercoledì scorso davanti ai pubblici ministeri di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e della Procura nazionale antimafia Francesco Curcio. In quell’incontro la donna ha consegnato anche un memoriale in cui precisa altri aspetti dei suoi rapporti con Scajola. Per gli inquirenti la situazione finanziaria di Scajola (rinchiuso dall’8 maggio nel carcere romano di Regina Coeli) è un elemento importante. Il loro sospetto è che l’ex ministro abbia allacciato rapporti di tipo non solo personale, ma anche economico-imprenditoriale, prima con l’ex deputato condannato per complicità con la ‘ndrangheta Amedeo Matacena, e poi con sua moglie Chiara Rizzo. Arrivando ad adoperarsi per favorire la latitanza di Matacena, oggi riparato a Dubai ma che l’ex ministro della Repubblica italiana intendeva aiutare a trasferirsi in Libano. Dai pm La vedova Biagi: «Non fu protetto» Marco Biagi si sentiva in pericolo, ma non fu protetto dalle istituzioni. A dirlo ai pm di Bologna è stata Marina Orlandi, la vedova del giuslavorista ucciso nel 2002 dalle Br. Orlandi, sentita nel massimo riservo nell’ambito della nuova inchiesta sulla mancata scorta al professore, avrebbe detto ai magistrati che il marito sapeva di essere in pericolo, che era stato minacciato, che aveva chiesto la scorta, ma che, da chi doveva proteggerlo, arrivò solo silenzio. © RIPRODUZIONE RISERVATA I contatti con Gemayel Nell’ufficio di Scajola, subito dopo l’arresto, gli investigatori della Dia hanno trovato una lettera in francese a lui indirizzata, probabilmente dell’ex presidente libanese Gemayel. È uno scritto in parte già noto, in cui si può leggere la promessa di «un documento con dati anagrafici affinché egli (Matacena, ndr) possa rimanere nel nostro Paese e condurre una vita normale, naturalmente sotto la nostra responsabilità». Ai pm Scajola ha riferito, nelle poche righe di verbale messe a disposizione delle parti, che ad attribuire la lettera a Gemayel fu Vincenzo Speziali: personaggio centrale dell’indagine, marito di una libanese, intercettato più volte con l’ex ministro e con la moglie di Matacena, rimasto a piede libero. «Ricevuta questa missiva ho poi predisposto un appunto in cui indicavo i punti che Speziali mi aveva detto di portare all’attenzione degli avvocati di Matacena per la procedura di asilo», ha detto Scajola nel suo interrogatorio. Negando che il manoscritto su carta intestata della Camera dei deputati — in cui si afferma che l’ex onorevole condannato è vittima di una «persecuzione di carattere giudiziario per finalità politiche» ed ha problemi di salute — sia di suo pugno. riferissero al Matacena quando ho letto il fax di cui sopra, anche se lo Scajola a me non lo ha mai detto chiaramente». Anche la segretaria Roberta Sacco si sofferma su Speziali: «Ricordo di averne sentito parlare quando lo Scajola era ancora ministro, non ricordo in che epoca ciò è avvenuto»; almeno quattro anni fa, visto che le ultime dimissioni di Scajola dal governo risalgono al 2010. Dopo quella data, invece, la stessa Sacco vide Matacena nell’ufficio dell’ex ministro a Imperia. Di Speziali dice: «Non lo conosco personalmente, né conosco l’origine della conoscenza tra lui e Scajola». Però lo sentiva al telefono, quando chiamava lui o quando il capo lo faceva chiamare: «Mi aveva fatto annotare i suoi numeri. Qualche mese fa Scajola era a Roma e mi aveva chiesto di fermarmi in ufficio perché Speziali doveva inviare un fax importante e dovevo comunicarglielo». Era la lettera di Gemayel. «Ho dedotto che le operazioni gestite da Scajola, dalla Rizzo e dallo Speziali si L’amicizia «Chiese alla collaboratrice romana di seguirla e verificare se incontrava Bellavista Caltagirone» «Fiori sulla nave, pranzi, pedinamenti» L’ossessione per lady Matacena La segretaria dell’ex ministro ai pm: ero in imbarazzo con la moglie ROMA — Fiori spediti sulle navi dove trascorreva le vacanze, segretarie e poliziotti della scorta sempre pronti a soddisfare esigenze e richieste, controlli e pedinamenti quando aveva la sensazione «che ci fosse qualcuno che si prendeva un po’ cura di lei, come faceva lui». Era una vera e propria ossessione quella che Claudio Scajola aveva per Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. Le attenzioni quasi maniacali e la gelosia a tratti morbosa, già svelate dai colloqui intercettati, vengono adesso confermate dalla segreteria dell’ex ministro, Roberta Sacco, anche lei arrestata con l’accusa di aver fatto parte della «rete» che favoriva la latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia — fuggito a Dubai dopo la condanna definitiva a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa — e scarcerata per un errore di procedura. È il verbale di interrogatorio, ma soprattutto il memoriale consegnato dalla donna ai pubblici ministeri di Reggio Calabria, a rivelare come Scajola si fosse messo totalmente a disposizione della signora Rizzo tanto che la sua collaboratrice confessa che l’ex ministro «mi ha sempre chiesto riservatezza circa i loro incontri o contatti, in particolare nei confronti della sua famiglia» e di avergli «fatto presente che gli incontri con la Rizzo di cui ero a conoscenza e complice mi creavano disagio verso sua moglie che conosco da anni, ma la mia esternazione non ha prodotto alcun esito». La crociera e i pranzi Sacco racconta che negli ultimi due anni «i contatti tra Scajola e la Rizzo erano periodici, a volte lei veniva in ufficio per pranzare con lui. Le disposizioni impartite da Scajola consistevano nell’allestire il pranzo dopodiché potevo lasciare l’ufficio e tornavo a riordinare all’orario concordato con l’onorevole La vicenda Il provvedimento L’arresto dell’ex ministro dell’Interno La mattina dell’8 maggio scorso l’ex ministro dell’Interno e dello Sviluppo economico Claudio Scajola viene arrestato, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Calabria. Il politico è accusato di essersi prodigato in favore di Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia, condannato a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente a Dubai L’estradizione La custodia cautelare per Chiara Rizzo La custodia cautelare in carcere viene disposta pure per Amedeo Matacena (latitante), sua moglie Chiara Rizzo (estradata dalla Francia) e per Martino Politi, collaboratore della famiglia Matacena. Agli arresti domiciliari finiscono la madre di Matacena, Raffaella De Carolis, la segretaria Maria Grazia Fiordalisi, la segretaria di Scajola Roberta Sacco e Antonio Chillemi, anche lui collaboratore dei Matacena In Italia Chiara Rizzo, moglie dell’armatore ed ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, il 20 maggio scorso dopo l’atterraggio a Roma in seguito all’estradizione dalla Francia. Rizzo è accusata di aver favorito la latitanza del marito insieme all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. Ai dirigenti della Direzione investigativa antimafia ha precisato però che è «in via di separazione» da Matacena (Fotogramma) Le indagini L’accusa di associazione a delinquere oppure lui mi telefonava per dirmi che potevo rientrare in ufficio». Ma «dalla fine della scorsa estate» il rapporto sembra allentarsi. Scrive la segretaria: «In corrispondenza di una crociera che la signora Riz- zo ha effettuato con amici e di cui sono al corrente perché Scajola mi aveva chiesto di trovare un modo per far avere dei fiori sia in nave sia in un hotel dove faceva scalo, Scajola ha iniziato a parlarmi delle sue preoccupazioni circa l’ami- ❜❜ Soli in ufficio ❜❜ I biglietti per il Festival Se lei veniva a pranzare in ufficio, lui mi chiamava per dirmi quando potevo rientrare a riordinare Lui mi chiese di portarle due biglietti per Sanremo: era il regalo per il suo compleanno cizia con la signora Rizzo, in pratica pensava che potesse esserci qualcuno che si prendeva un po’ cura di lei come faceva lui. Questo è associato al fatto che dopo la vacanza la signora “sfuggiva” e non riuscivano più a vedersi e a concordare gli incontri come facevano prima. Lui era dispiaciuto per questa situazione e tendeva a voler sapere ogni spostamento di lei per poterne verificare la sincerità». Pedinamenti e controlli È in questo momento che la gelosia sembra avere il sopravvento. Racconta Sacco: «Ho appreso che in un’occasione Scajola chiese alla sua segretaria romana, Vincenza Maccarone, di pedinare la Secondo l’accusa, gli indagati «prendono parte a una associazione per delinquere segreta collegata alla ‘ndrangheta da rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio mafioso in campo nazionale e internazionale». Nello specifico, poi, gli indagati avrebbero fatto in modo di interferire sulle funzioni sovrane di altri Stati per proteggere la latitanza dell’ex parlamentare Matacena La riservatezza dell’ex ministro Nella sua deposizione Roberta Sacco indica i nomi di altri collaboratori dell’ex ministro e di persone cche si occupavano di conti correnti e ««incombenze bancarie». E spiega: «I m miei rapporti con Scajola sono semp pre stati lavorativi, mai confidenziali. Non ho mai frequentato fuori del lavoro né lui né la sua famiglia... Sono una persona semplice e sportiva, e ho sempre patito l’importanza della forma che si respira in questi ambienti. La fiducia che Scajola ha nei miei confronti si basa sul mio senso del dovere e sulla mia a volte esagerata disponibilità». Sulle comunicazioni del capo, la segretaria rivela che «recentemente ha chiesto di aver installato Skype tanto sullo smartphone che sul suo computer portatile che utilizzava in ufficio». Quanto al proprio ruolo, Roberta Sacco assicura: «Non ho mai preso parte ad appuntamenti o incontri con le altre persone interessate all’inchiesta e preciso che in ufficio, da sempre, quando Scajola ha appuntamenti o telefonate, la sua stanza è chiusa. È sempre stato molto esigente sulla riservatezza, anche tra gli ospiti». Giovanni Bianconi Carlo Macrì © RIPRODUZIONE RISERVATA Rizzo per verificare se la stessa avesse un appuntamento con Francesco Bellavista Caltagirone. Ciò è avvenuto dopo la crociera della Rizzo nel mese di agosto 2013». Non è l’unica volta: la stessa Sacco viene coinvolta in questi controlli, come lei stessa racconta ai magistrati. Il 12 febbraio scorso gli investigatori della Dia pedinano la Rizzo per scoprire chi sia «l’Orco» di cui Scajola parla in alcune intercettazioni. E la sorprendono all’aeroporto di Fiumicino in compagnia dell’ingegner Bellavista Caltagirone. Il giorno prima la Rizzo era scesa dall’aereo privato che doveva portarla a Roma inventando una scusa con Scajola e l’ex ministro aveva il sospetto che dovesse incontrare un altro uomo. Per questo decise di attivare il suo «servizio segreto» fatto di poliziotti come Michele Quero e segretarie. Sacco lo dice senza esitazioni: «Confermo che Scajola mi incaricava di verificare gli spostamenti della Rizzo. In un’occasione attraverso Quero: ricordo mi disse di verificare se a bordo dell’aereo vi fosse Bellavista Caltagirone che sospettava intrattenesse una relazione con la Rizzo. Per questo motivo mi disse di verificare, tramite altro personale di scorta, la targa della Porsche Cayenne della Rizzo». La consegna del regalo Viaggi da Imperia a Montecarlo oppure a Ventimiglia andata e ritorno, piccole commissioni relative alle auto da riparare, ricerca di operai per i lavori di ristrutturazione da effettuare nell’appartamento monegasco: ogni esigenza della Rizzo veniva soddisfatta da Scajola incaricando la fidata segretaria di provvedere. Anche quando si trattava di acquistare i regali. Ricorda Sacco: «Nel mese di febbraio Scajola mi ha chiesto di raggiungere la signora Rizzo a Sanremo, presso un centro medico dove aveva appuntamento con il figlio, per consegnarle un sacchetto contenente due biglietti per il Festival di Sanremo che era in corso quella stessa settimana. Era un presente di Scajola per il suo compleanno». Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Cronache Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il caso L’attesa per il via libera definitivo sulla scelta della città ligure Equitalia Il relitto della Concordia verso il porto di Genova E la Toscana insorge «Maradona, niente azioni sui crediti» Costa e lo smaltimento da 100 milioni di euro FIRENZE — Che il porto di Genova avesse vinto la concorrenza (di Piombino soprattutto) per accogliere e demolire il relitto della Concordia era nell’aria già da qualche giorno. Adesso, anche se l’ufficialità arriverà tra il 12 e il 16 giugno, sembra che le decisioni siano state prese e il 20 luglio, salvo situazioni meteo avverse, i rimorchiatori trascineranno quel che resta della nave da crociera verso il grande porto ligure. «La soluzione migliore perché Genova ha know how, fondali adeguati, competenze delle maestranze» ha spiegato ieri il presidente del porto Luigi Merlo. Il piano di demolizione, un business da poco meno di cento milioni di euro, è già pronto da LIGURIA Genova EMILIA Bologna ROMAGNA Firenze Livorno TOSCANA Piombino Isola d’Elba CORSICA Grosseto Isola del Giglio CORRIERE DELLA SERA tempo e sarà discusso tra il 5 e il 9 giugno in conferenza di servizio alla presenza del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. «Tutto sarà fatto garantendo il massimo della sicurezza e non ci sarà inquinamento», assicurano i tecnici di Titan Micoperi, già protagonisti del raddrizzamento dello scafo. Sembra dunque definitivamente tramontata l’ipotesi Vanguard, la nave titanica che avrebbe dovuto caricare il pesantissimo relitto e trasportarlo. Costa, legali e assicuratori stanno lavorando all’ultimo tassello del progetto, ossia la sottoscrizione del contratto— che comunque secondo indiscrezioni non dovrebbe presentare problemi insormontabili — che affiderà ai gruppi San Giorgio, Mariotti e Saipem, in collaborazione con l’Autorità portuale di Genova, il processo di smantellamento del relitto. Ma se Genova sorride, la Toscana s’arrabbia. Tre giorni fa Piombino, che è lo scalo marittimo più vicino al Giglio, aveva annunciato d’essere pronta ad accogliere la nave a settembre. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ieri ha manifestato il suo disappunto: «Non modifichiamo di una virgola la nostra posizione: Piombino resta l’ipotesi più razionale e ragionevole per smaltire il relitto. Attenzione a portare in giro per 4 o 5 giorni questa nave che qualche problema di impatto ambientale lo avrà». Al Giglio La Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio, nel mare della Toscana (Ap) Marco Gasperetti Maradona torna a dribblare segnando uno dei suoi gol ma questa volta non su un campo di calcio ma nella sua partita contro il fisco italiano. Equitalia, ieri, ha reso noto la sospensione dei pignoramenti contro terzi delle somme di cui il pibe de oro risulta creditore dando esecuzione a un provvedimento della commissione tributaria provinciale di Napoli. Il contenzioso tra Maradona e il fisco si trascina da 20 anni e la commissione ha deciso di approfondire le nuove motivazioni addotte poco tempo fa dal campione argentino in attesa di un definitivo giudizio di merito sul maxidebito da 39 milioni di euro di cui 25 milioni dovuti per interessi di mora. Cifra che lievita di 3mila euro al giorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia «Mi serve solo un prestito» Il rapinatore di banca che restituisce a rate il bottino di 6.500 euro MILANO — C’è un criminale che gira per la città. Non pare pazzo, non dovrebbe esser pericoloso, magari non possiede armi; è un po’ confuso ma, a modo suo, è anche uno di parola. Per la verità, a suo dire, non sarebbe nemmeno un criminale. Un signore italiano di mezza età ha assaltato una banca con la sola imposizione verbale. Nella tasca dei pantaloni c’era la sagoma d’una pistola, forse semplicemente formata dall’apertura di due dita: pollice e indice. Comunque, ha urlato ai presenti di dargli il denaro. L’impiegato ha eseguito. Il malvivente ha preso i soldi in cassa. Seimila e cinquecento euro. Con la promessa che, siccome non era una rapina ma, testuale, era «un prestito senza interessi», avrebbe restituito la somma. Giusto il tempo di rimettersi un attimo in sesto. Chissà. Avrà perso il lavoro. Avrà avuto una disgrazia in famiglia. Gli sarà andato male un carico di droga. Ha un debito con gli strozzini. «Giuro, ve li restituirò». Le promesse dei banditi son peggio di quelle dei marinai. Non gli hanno creduto. Tempo una settimana ed è arrivata una busta, via posta. C’erano cinquecento euro in banconote e un foglietto con due righe. «Questa è la prima tranche». Il direttore dell’istituto di credito sorride, sbuffa e supplica, in preciso ordine cronologico: «Non dica chi siamo... La banca intendo... Mi lasci in pace... Senta i carabinieri, o i poliziotti, insomma chi indaga». Il colpo e la restituzione parziale del bottino risalgono a qualche mese fa. C’è un fascicolo aperto in Procura. Ci sta sopra la Questura. C’è una certa suspense, in quartiere. Per esempio bisogna vedere quanto dell’intera somma tornerà indietro; se in altre rate; e se saranno rate mensili oppure annuali. A Milano i banditi impuniti sono razza in estinzione. Tra capacità investigative e supporto tecnologico, proprio non c’è partita. Dunque prenderanno anche questo. E riceverà la sua bella condanna. Ma la caccia potrebbe essere lunga. Il ricercato è un incensurato e di lui non c’è traccia nel database delle forze dell’ordine. Il bandito era parzialmente travisato, raccontano i dipendenti di un ufficio vicino i quali, naturalmente, dicono che, a pensarci, un tipo sospetto che perlustrava la zona, i giorni prima, c’era. Come no: il quartiere è uno dei più trafficati di Milano. Forse il bandito indossava un berretto, il bavero alzato. Aveva una sciarpa al collo fin sulla bocca. Ci sono telecamere sia all’interno sia all’esterno dell’istituto di credito, posizionato in una zona non centrale, in prossimità di un semaforo che immette su un lungo viale. Il rapinatore non era in macchina, anche se c’è un largo spiazzo con le automobili addossate ai platani, La sorpresa Al direttore è arrivata una busta con alcune banconote e un biglietto: «È la prima tranche» le cortecce graffiate dai paraurti. Avrà usato uno scooter, con la via di fuga individuata sui marciapiedi. Il marciapiede della banca è pieno di crepe e ci sono archetti contro la sosta alle cui basi hanno dovuto spalmare del cemento per evitare la caduta. Del malvivente, a impiegati e direttore, sono rimasti impressi il timbro di voce, il tono perentorio, la rapidità delle frasi, come se si fosse preparato la parte, avesse imparato a memoria cosa dire, come se volesse chiudere la storia in fretta. Ma quando ha avuto in mano i soldi ha cambiato i modi e pure la filosofia di vita. Ha rallentato, ha attaccato ad articolar discorsi, con sconfinamenti nella logorrea. Ci teneva a ribadire il concetto: non sono tipo che deruba la gente, non l’ho mai fatto. Quasi quasi, dall’altra parte, gli stavano per rispondere male: d’accordo, abbiamo capito, ma adesso basta, per piacere vattene a casa. Andrea Galli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 # Tecnologie La decisione del motore di ricerca dopo la sentenza europea Google crea il pulsante dell’oblio Ma come cancellerà i dati? — ha detto — e il più difficile da stabilire è quello relativo alla rilevanza dei contenuti visto che dipende molto dal contesto». Floridi fa l’esempio di una persona ritratta in giovane età durante una manifestazione politica di estremisti: «Se quell’individuo è diventato un politico, è chiaro che l’informazione continua a essere importante. Se, al contrario, è un architetto, il dato non ha nessun valore». Il filosofo si dice molto critico nei confronti della decisione della Corte di Giustizia europea: «Abbiamo scaricato la responsabilità di decisioni politiche sulle spalle di aziende private commerciali. In Europa è esplosa una contraddizione tra le richieste di una società liberale che vuole vedersi tutelati i diritti umani e la delega nordamericana alla loro gestione: fornire a Google il potere di decidere quali link possono essere rimossi è un grave errore». Per Floridi, la rivoluzione tecnologica ha reso evidente quanto sia difficile conciliare diritti così diversi — privacy, conoscenza, Giallo sui criteri che stabiliranno cosa è privacy e cosa no D La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito il 13 maggio che «il gestore di un motore di ricerca in Rete è responsabile del trattamento effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi». La causa era stata intentata nel 2010 da uno spagnolo contro il quotidiano La Vanguardia, Google Spain e Google Inc per rivendicare il suo «diritto all’oblio» nei confronti della rintracciabilità di notizie sulla propria persona I due diritti: informazione e riservatezza La sentenza si inserisce nel dibattito su cosa possa essere considerato di interesse pubblico e quindi non vada rimosso e che cosa invece sia da cancellare per tutelare il diritto alla riservatezza delle persone citate. Ma se ora Google, che gestisce oltre il 90% delle ricerche in Rete in Europa, non dovesse dare seguito a una domanda legittima di rimozione del link, i cittadini europei potranno rivolgersi sempre alle autorità per ottenere la soppressione del «risultato sgradito» di una ricerca Il modulo in Rete di Mountain View Google ha deciso di pubblicare un modulo sul web (nella foto in alto) tramite il quale gli utenti europei potranno chiedere la rimozione dei risultati. Chi è interessato deve identificarsi con le copie digitali di un documento (la carta d’identità o la patente), indicare il link «incriminato» e il motivo, e siglare la richiesta con la firma elettronica. I moduli saranno analizzati uno a uno da Google (non da un software). I tempi di risposta non sono ancora stati resi noti a ieri i cittadini europei possono chiedere a Google di rimuovere il link a un contenuto non gradito che li riguarda. Basta compilare un semplice modulo online — fornire le proprie generalità, l’indirizzo della pagina web che si intende rimuovere dal motore di ricerca, la motivazione e la fotocopia del documento d’identità — per esercitare il proprio diritto all’oblio, o almeno per provarci. La decisione di Google arriva a distanza di due settimane dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Ue che ha stabilito il diritto degli utenti di chiedere ai motori di ricerca la rimozione di risultati qualora siano considerati «inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati». Una decisione accolta con facile entusiasmo dagli osservatori europei e con grande scetticismo da Google, che si è sempre definita non responsabile dei contenuti che ospita poiché vengono prodotti da altre testate. Eppure, proprio l’attribuzione di responsabilità sancita dalla Corte europea ha permesso al colosso di Mountain View di trovare la sua personale soluzione al problema, annunciata con grande enfasi dall’amministratore delegato Larry Page, che — in un’intervista al Financial Times — ha affermato di aver sbagliato a sottovalutare il dibattito sulla privacy in Europa: «Impareremo a essere più europei», ha dichiarato. L’azienda valuterà dunque se i link rimandano a informazioni obsolete o irrilevanti, o se invece riguardano dati di interesse pubblico come «frodi finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o problemi legati alla condotta pubblica di funzionari statali». Chi giudicherà le domande di rimozione e attraverso quali criteri e parametri resta un mistero: al momento l’unica cosa certa è che in un solo giorno al quartier generale di Google sono arrivate più di 14 mila richieste provenienti da tutta Europa. È importante sottolineare che, nel caso in cui la richiesta venisse accolta, solo il link sparirà dal motore di ricerca, non l’articolo, che invece continuerà ad essere ospitato dal sito di riferimento. Mountain View ha annunciato la nomina di una commissione di esperti — composta, tra gli altri, dal co-fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, da Peggy Valcke, docente di legge all’Università di Leuven, e da Luciano Floridi, professore di filosofia e etica dell’informazione all’Università di Oxford — con l’obiettivo di stabilire nuove linee guida per tutelare contemporaneamente la privacy dei cittadini e la libertà di informazione. Raggiunto al telefono dal Corriere della Sera, Floridi ha confermato che il comitato non si occuperà di stabilire i criteri di rimozione: «I parametri sono opachi ❜❜ Grave errore È sbagliato che a scegliere sia un’azienda Luciano Floridi, filosofo Il premio «Penna d’Oro» a Paolo Mieli Va a Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri, il premio «Penna d’Oro», riconoscimento alla cultura della presidenza del Consiglio. L’ha deciso la giuria presieduta da Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sottolineando l’attività di Mieli non solo da giornalista e direttore di Stampa e Corriere della Sera, ma come autore di saggi storici. © RIPRODUZIONE RISERVATA ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA di SERENA DANNA Le tappe oblio, informazione. In un mondo analogico la difficile convivenza non emergeva, adesso bisogna individuare soluzioni: «Non si può pensare — continua — di risolvere nuovi problemi con leggi e strumenti che appartengono a un’altra epoca: occorre ripensare il quadro di riferimento teorico e normativo». Ed è qui che il docente intravede un aspetto positivo dell’operazione Google: «Mettendo insieme personalità e professionalità competenti a ragionare su questi temi è possibile che si cominci a tracciare una nuova strada». Nel frattempo, continueremo ad affidare alla discrezionalità ambigua delle aziende la tutela della nostra privacy. @serena_danna © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso In un primo momento si pensò che la farmacista fosse morta per una tragedia. Poi è stato arrestato un suo amico albergatore L’uomo accusato dalle parole che cercava su Internet Poco prima del finto incidente digitava sul computer: «Sovradosaggio Valium» e «infortunio conducente» C’è un uomo davanti a un computer che cerca informazioni su Google. Le sue mani digitano «sovradosaggio valium». Sono le 15.32 del 3 febbraio 2013, domenica. Quelle stesse dita nei giorni precedenti avevano chiesto al motore di ricerca informazioni tipo «quanti sono gli incidenti stradali in Italia», oppure «infortunio conducente», o anche «quanto impiegano le assicurazioni a liquidare un decesso da infortunio». Quell’uomo si chiama Ivan Zucchelli, ha 48 anni, è un albergatore e oggi è in carcere. È accusato di aver ucciso, colpendola alla testa con un oggetto mai trovato, la sua amica farmacista Daniela Sabotig, trovata morta in fondo a una scarpata in Val di Ledro (Trento) la notte fra il 4 e il 5 febbraio dell’anno scorso, due giorni dopo le ricerche di lui sul Valium. Particolare non secondario: Daniela, che aveva 54 anni, considerava Ivan ben più di un amico e gli aveva in pratica affidato la gestione del suo patrimonio. Lui aveva una procura per vendere gli immobili di lei, era il beneficiario della sua polizza vita, conosceva account e password dei suoi conti in banca e per anni Daniela — uscita da un matrimonio La vicenda Il ritrovamento Una farmacista, Daniela Sabotig, 54 anni (in alto), è stata trovata morta in fondo a una scarpata in Val di Ledro (Trento) la notte fra il 4 e il 5 febbraio 2013 L’arresto Ivan Zucchelli, albergatore di 48 anni, è stato arrestato ieri con l’accusa di omicidio burrascoso e malata di sclerosi multipla — l’ha considerato l’uomo sul quale avrebbe potuto contare per sempre. E invece, dice adesso l’inchiesta della procura di Rovereto, lui puntava soltanto ai soldi e alle case della farmacista. Questo hanno svelato i tanti passaggi-chiave delle indagini e questo conferma adesso la perizia sul computer di Zucchelli che l’ingegnere informatico Paolo Reale ha consegnato la settimana scorsa all’avvocato della famiglia Sabotig, Paolo Dal Zilio. Si scopre che pochi giorni prima dell’omicidio l’albergatore non soltanto cercava di documentarsi sui tempi per «liquidare un decesso da infortunio» ma anche sugli effetti del sovradosaggio di Valium, farmaco che Daniela prendeva (assieme ad altri) per via della sua malattia. Perché quella ricerca? Stordire la vittima per renderla meno reattiva faceva parte del piano? Le risposte che arrivano dall’esame tossicologico spiegano che la sera prima di morire Daniela aveva «assunto una dose terapeutica di Diazepam», il principio attivo del valium (Bdz). E dice inoltre il consulente del pubblico ministero: «Si può ragionevolmente ritenere che l’urto subito in fronte, unitamente all’effetto farmacologico determinato dall’assunzione di Bdz possa avere prodotto una perdita di coscienza». Quanto esattamente ne abbia preso e se in modo consapevole non si saprà mai. Si conosce invece, a distanza di oltre un anno, la disperazione di Ivan Zucchelli per la sua situazione finanziaria che prometteva un futuro pieno di guai. Nella sua casella di posta elettronica, l’ingegner Paolo Reale ha scovato il testo di una email che lui ha scritto a sua madre il 14 novembre 2012. Agli occhi del pubblico ministero Fabrizio De Angelis, quella email è il movente. È lui che annaspa per rimanere a galla nel suo mondo fatto di polizze, compravendite, investimenti in borsa, carte di credito... È proprio per una difficoltà finanziaria che supplica sua madre: «Ti scrivo perché desidero che tu capisca appieno la ragione dell’insistenza con la quale chiedo da otto mesi a papà e a te di provvedere alla cancellazione Nel burrone La scarpata della Val di Ledro (Trento) dove fu ritrovata la Renault Kangoo con a bordo il cadavere di Daniela Sabotig della fidejussione bancaria accesa sul conto corrente al Credito Cooperativo Alto Garda di Torbole (...) perciò ti chiedo di insistere con papà affinché si rivolga a... o ad altri entro il prossimo mese poiché oltre non posso aspettare...». La consulenza informatica, dopo aver elencato le credenziali di accesso dell’indagato sui conti della vittima, si spinge fino all’ipotesi di una «concreta possibilità che dal computer di Zucchelli possano essere state inviate comunicazioni utilizzando l’identità digitale di Daniela Sabotig, presente e memorizzata sul sistema anche in assenza della stessa». Tutto questo mentre lei confidava nella vicinanza e nell’aiuto di quell’uomo che umanamente la ignorava al punto da non dirle nemmeno di essersi sposato. «Questa morte ha risolto molti problemi» è stato uno dei suoi primi commenti dopo l’auto nella scarpata. Quella notte ha raccontato di essersi salvato per caso e che lei è morta dopo aver battuto la testa durante lo schianto. Le indagini dicono che il colpo alla fronte che l’ha uccisa non è compatibile con la dinamica dell’incidente. Chissà se una ricerca su Google riuscirebbe a dimostrare il contrario... Giusi Fasano @GiusiFasano © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il caso Dal 6 all’11 agosto trentamila ragazzi parteciperanno alla «Route nazionale». Tra gli invitati c’è Renzi Il saluto con tre dita Scout dell’Agesci e del Masci (gruppi cattolici) a un raduno I denari prodotti restituiti ai musei Premi ai grandi? di STEFANO BUCCI «M Gli intellettuali contro il raduno scout «Rovineranno il parco a San Rossore» Appello di Settis e Prosperi. La replica: noi curiamo l’ambiente 30.000 Amare la natura La regola Ragazzi Sono gli scout tra i 17 e i 21 anni previsti a San Rossore ‘‘ 10.000 ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO MONTEVERDI L’hanno già ribattezza l’assurda guerra di San Rossore. E un po’ strampalata è davvero questa contesa che da un mese vede come avversari da una parte intellettuali e ambientalisti e dall’altra gli scout dell’Agesci, trentamila esploratori cattolici dai 16 ai 21 anni che tra il 6 e l’11 agosto si ritroveranno per il grande raduno della Route nazionale 2014 (il terzo in quarant’anni), un evento educativo di altissimo livello al quale sono stati invitati anche il Papa e il premier Matteo Renzi, pure lui un passato da scout. Professori ed ecologisti non li vogliono nel parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, un polmone verde di 27 mila ettari che si estende da Pisa sino alla Versilia e al lago dove Puccini compose i suoi capolavori. Sostengono, intellettuali ed ecologisti, che quei ragazzi inquineranno e deturperanno l’ambiente e hanno preparato una petizione, firmata tra gli altri dall’ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Salvatore Settis, dal presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi, e dallo storico Adriano Prosperi, professore emerito della Normale. «Si insedieranno nel parco con 10 mila tende — scrivono — un presidio sanitario, due palchi, un magazzino per i generi alimentari, una segreteria, 1.400 servizi igienici di tipo chimico (220 divisi in sei zone), 80 dei quali nell’area centrale, da vuotare due volte al giorno tramite autobotti, 750 docce e 750 lavabi con rete di distribuzione idrica fornita dall’acquedotto comunale (405 mila litri d’acqua ogni ora, in agosto!), con scarichi nel bosco, spazi espositivi coperti per mostre, biblioteca, cinema, stampa». Sono così arrabbiati, i «blocca-scout», che dopo la petizione hanno inviato un appello all’Unesco per fermare l’invasione. Non solo. «Adesso stiamo preparando una denuncia da inviare all’Ue perché la zona interessata all’evento è compresa in un sito di interesse comunitario», spiegano i promotori dell’iniziativa. E il professor Prosperi chiede «rispetto per un parco, non pubblico ma protetto, dove la natura non può essere consumata» e per evitare problemi all’ecosistema molto delicato raccomanda «di spostare l’iniziativa in zone non invasive ai limiti dell’oasi già indicata dai promotori dell’iniziativa». Il problema è che, secondo i tecnici del Parco e della Regione Toscana, gli scout non metteranno neppure un piede nell’area protetta, ma solo in una zona (circa 70 ettari) alla quale da sempre l’accesso è libero e ✒ Tende Saranno piantate in cinque sottocampi, ciascuno di seimila persone 1.400 Servizi igienici Sono di tipo chimico: verranno allestiti sulla tenuta, oltre a 750 docce e 750 lavabi 177.000 L’Agesci in Italia Sono 58.000 lupetti e coccinelle; 59.000 esploratori e guide; 28.000 rover e scolte; 32.000 capi dove nei giorni festivi arrivano migliaia di persone (auto comprese) a fare pic-nic. «L’impressione è che chi contesta il raduno non abbia letto con attenzione il piano — spiega il direttore del Parco, Andrea Gennai — . La zona dove sarà ospitata la Route si chiama Cotoni, si trova nella parte ovest della tenuta ed è da sempre aperta al pubblico. Le attività sono state concordate con regolamenti e divieti rigidissimi e dunque non ci sarà alcun attacco alla natura. Infine gli scout offrono garanzie di profondo rispetto dell’ambiente. Mi sarebbe piaciuto dagli intellettuali un altro tipo d’appello, contro le discariche e i campi rom abusivi che affliggono San Rossore e contro lo sbarco alle spiagge interdette dei natanti soprattutto a primavera e in estate». E gli scout che cosa dicono? Guardano con un certo sconcerto la disputa e continuano a pre- La Guida e lo Scout amano e rispettano la natura». Lo recita l’articolo numero 6 della legge scout, che ne comprende in tutto dieci, il primo dei quali dice di porre «il loro onore nel meritare fiducia»; seguono la lealtà, il rendersi utili, il senso di amicizia, la cortesia, l’obbedienza, il sorriso nelle difficoltà, la laboriosità e la purezza dei pensieri. Inoltre, il fondatore Robert BadenPowell, ha lasciato questo testamento: «Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato». Il suo monito è sempre stato interpretato come un invito a rendere migliore l’ambiente naturale parare il super campo, convintissimi nell’organizzazione di un’iniziativa che vuole avere valore pedagogico e insegnare ai ragazzi non solo ad amare e rispettare la natura ma anche, se possibile, a lasciarla più bella di come l’hanno trovata. «Non siamo turisti e lo scoutismo è un’educazione di vita — spiega Elena Bonetti, incaricata nazionale Branca Rover e Scolte dell’Agesci e nella vita docente universitaria alla facoltà d’Ingegne- Fideiussione Gli organizzatori: «Ci impegniamo con il nostro onore e con fideiussione firmata in caso di danni» ria di Pavia —. Noi ci prendiamo cura della natura, non la consumiamo ma la preserviamo e faremo così anche a San Rossore. Lasceremo il Parco intatto. Ci impegniamo con il nostro onore e con una fideiussione firmata in caso di danni assolutamente improbabili. La Route è un’esperienza straordinaria per tanti ragazzi. E così dev’essere». Marco Gasperetti mgasperetti@rcs.it © RIPRODUZIONE RISERVATA i pare un’ottima decisione»: questo il commento, uno dei primissimi, della soprintendente al Polo Museale fiorentino Cristina Acidini alla lettera che il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ha inviato ieri ai direttori di musei e siti archeologici statali. Una lettera con la quale annunciava che «le entrate di musei e siti archeologici saranno riassegnate integralmente alle strutture che le hanno prodotte» (dal 2014 era stato deciso che «tutti gli introiti generati derivati a qualsiasi titolo dalla gestione degli istituti di cultura statali» fossero appunto «riassegnati al bilancio del ministero»). Un primo passo, lo definisce Franceschini, (oltretutto previsto in tempi strettissimi) senza dubbio importante «per responsabilizzare i direttori e premiare le gestioni virtuose» . Che poi sono quelle dei grandi numeri di biglietti, delle mostre di successo, dei bookshop ricchi e ben forniti: i musei del Polo Fiorentino (Uffizi, Accademia, ecc) tanto per fare un esempio eccellente, nell’anno che si è chiuso hanno battuto tutti i record di ingressi, dal 2004 a oggi, raggiungendo quota 5.329.422 visitatori, con un aumento rispetto al 2012 di 276.705 visitatori, pari al 5.48%. Certo, dunque, questo riconoscimento premia «il buon governo dell’arte e della cultura, motivando direttori e funzionari». Ma dallo stesso commento della soprintendente al Polo Museale fiorentino nasce il possibile dubbio: che facendo ritornare i soldi da dove sono venuti in qualche modo non si sia dato spazio all’investimento in piccole strutture museali, magari decentrate, magari ancora da scoprire, magari nuovissime. Magari sarebbe bello pensare che, una parte di quegli stessi grandi introiti, possano essere ridistribuiti dallo stesso ministero (ma con l’assenso naturale dei grandi musei), anche a quelle piccole strutture virtuose. Un auspicio per tutti. Piccoli e grandi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Il progetto L’idea del direttore artistico Balich «L’albero della vita» accoglierà i turisti nel padiglione Italia qui, a 11 mesi dall’evento. E’ una corsa, ma sono confortato dal fatto che sui lavori, che sono la preoccupazione di tutti, abbiamo ritrovato la rotta». Dal primo maggio 2015 Expo approfondirà il tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» e nell’arco di sei mesi, all’«ombra» dell’albero, nel Padiglione Italia si svolgeranno 2.000 eventi. «Il Palazzo Italia avrà le caratteristiche di una foresta ramificata — ha spiegato Diana Bracco, commissario generale del Padiglione Italia oltre che presidente di Expo 2015 Spa — che si avvicina al nostro albero della vita e porta i segni dell’eccellenza italiana. Ma l’elemento cardine del padiglione sarà il Vivaio, un luogo dedicato al talento delle nuove generazioni. Vogliamo portare circa 2 milioni di ragazzi delle scuole». Le energie della squadra Expo si sono concentrate nell’ideazione di un padiglione capace di «veicolare messaggi semplici ed emozionanti». Il direttore artistico prescelto per raccontare l’identità dell’Italia è Marco Balich, che ha firmato anche le Olimpiadi di Torino. E’ stato lui, ieri, a illustrare il percorso che faranno i visitatori lungo il «Cardo», un viale pavimentato largo 35 metri e lungo 325 che ospiterà diverse attività che vo- Ferro, acciaio e giochi di luce alti 35 metri Simbolo L’Albero della vita, simbolo dell’identità italiana, è una delle opere più rappresentative di Expo 2015. È stato ideato da Marco Balich, direttore artistico del Padiglione Italia, che ha firmato anche la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Sochi Gioco di luci Attorno al laghetto e all’Albero della vita prenderanno forma diversi eventi. L’alberotorre si trasformerà con il passare delle ore: gli effetti saranno creati attraverso un gioco di luci architettonico MILANO — Al commissario unico di Expo Giuseppe Sala piacerebbe forse fare ricorso al milanesissimo ciumbia! di cui si è un po’ persa la memoria, come espressione di meraviglia; ed è questo che Expo 2015 Spa intende ottenere dal percorso espositivo del Padiglione Italia presentato ieri mattina alla Triennale, una serie di iniziative ispirate al tema «Vivaio Italia» che vuole far crescere i giovani attirandoli a Milano. L’evento di ieri è stata anche l’occasione per presentare l’icona scelta per l’Esposizione, che svetterà appena fuori dall’edificio espositivo: una struttura alta 35 metri in legno e acciaio che rappresenta l’Albero della vita progettato dal direttore artistico Marco Balich, un albero «che raccoglie i nostri semi migliori e li porta in alto, per offrirli al mondo. Da parte mia cerco di dare l’effetto meraviglia», è appunto il motto ribadito da Balich alla presidente Diana Bracco. Davanti al prefetto, agli ambasciatori e ai consoli, ai commissari degli altri Paesi, ai rappresentanti delle L’ideatore «È un simbolo del nostro paese che raccoglie i semi migliori , li porta in alto e li offre al mondo» I rami e la struttura L’Albero della vita progettato da Balich è una struttura interattiva alta 35 metri che sorgerà al centro del laghetto. I «rami» formeranno un ombrello del diametro di 45 metri. La parte interna sarà in acciao, quella esterna in legno lamellare ✒ Se le ragazzine fumano per restare magre di LUCA ANGELINI C’ erano una volta quelli che fumavano per sentirsi grandi. Adesso ci sono quelle che fumano per sentirsi magre. Il guaio è che «quelle» sono sempre di più e sempre più giovani. «Aumentano le ragazze attratte dall’effetto anoressizzante delle sigarette: fumano per ridurre l’appetito e non mangiare — spiega la dottoressa Maria Cristina De Leonardis, responsabile del centro Antifumo degli Spedali Civili di Brescia —. Io tengo anche lezioni in un liceo i cui studenti sono in gran parte femmine. Spiego loro tutti i danni, anche estetici, del fumo: i guasti alla pelle, l’ingiallimento di denti e dita, i danni alle mucose, per non dire dei problemi in vista di una gravidanza. Ma non c’è niente da fare, per molte adolescenti la linea è la cosa più importante. Forse bisognerebbe intervenire già nelle scuole elementari e medie». Forse sì, perché secondo l’indagine 2014 commissionata dall’Istituto Superiore di Sanità a Doxa e Istituto Mario Negri e resa nota alla vigilia della Giornata mondiale anti tabacco di oggi, il 13,2% dei fumatori ha iniziato prima dei 15 anni. E, alla faccia dei divieti, adolescenti e ragazzi «tirano» sempre di più: nella fascia 15-24 anni, quelli che si accendono meno di 15 sigarette al giorno sono scesi, nell’ultimo anno, dall’81 al 67,8 per cento. E spesso, per risparmiare, comprano, o si fanno comprare da un amico maggiorenne, cartine e tabacco (tra i consumatori di sigarette «fai da te», quelli tra i 15 e i 20 anni sono il 34,3%). Resta il fatto che sono soprattutto le donne a trascinare i consumi. Per la prima volta dopo cinque anni, dice l’indagine Doxa-Iss, nel 2014 la percentuale di fumatrici in Italia è tornata a salire, dal 15,3% del 2013 al 18,9% (gli uomini sono invece scesi dal 26,2 al 25,4%). Che le sigarette facciano dimagrire le donne è da dimostrare. Che le donne ingrassino i profitti di chi fa sigarette è una certezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA istituzioni (Comune, Regione, Camera di Commercio) e dei main partner (da Gewiss a Italcementi, da Lavazza, Martini, S.Pellegrino al Birrificio Angelo Poretti e a Peck), l’ad Gius e p p e S a l a h a a cca n to n a to l e citazioni colte scandite dai precedenti relatori per attingere al dialetto meneghino e sottolineare che «Milan dis, Milan fa». E Milano è pronta a realizzare il grande evento che sarà un volano economico per tutto il Paese e di cui il Padiglione Italia sarà uno dei punti di forza. L’obiettivo dichiarato, come si sa, è portare all’Expo 20 milioni di visitatori. «Dobbiamo avere sempre in testa questa straordinaria capacità di dire e saper fare — ha ricordato Sala —. Era il 26 ottobre 2006 quando il governo italiano ufficializzò la candidatura della città all’Expo 2015. Sono passati 8 anni e 5 governi, quindi anche 5 occasioni per dire “lasciamo perdere”, il rischio c’è anche stato. Invece eccoci qui con 147 Paesi che ci hanno dato fiducia. Avremmo potuto certamente fare meglio, ma siamo gliono rappresentare la varietà e la ricchezza dell’Italia e dove sarà possibile approfondire la relazione tra cibo, alimentazione, salute e benessere. I tre piani del palazzo offriranno invece un percorso emozionale a cui contribuirà anche la presenza di opere d’arte come la «Vucciria» di Renato Guttuso. Al primo piano sarà ospitata la mostra di manichini interattivi che racconteranno di uomini e donne distintisi nel rendere l’Italia ricca e produttiva. Il secondo piano sarà dedicato alla potenza della bellezza; si passerà da una stanza con rumori, fumo e altri elementi di stress (per simboleggiare che se il mercato cresce senza limiti porta a disastri) a un’altra dedicata alla bellezza dei paesaggi naturali moltiplicati da un sistema di specchi, agli edifici d’Italia. Al terzo piano si snoderà una mostra del design italiano per poi salire sulla terrazza ristorante. Appena fuori risplenderà il laghetto con l’Albero della vita, metafora delle radici solide della storia dell’Italia, ma anche dei giovani rami che crescono. Attorno ad esso prenderanno forma gli eventi, mentre l’albero si trasformerà con il passare delle ore, creando un suggestivo show interattivo di luci e di colori. Rossella Verga © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 23 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Moda Food Scatti on line Fonte: ZZub Un po' gioco un po' moda (per il 4 e 5% delle persone) il selfie nasce per essere condiviso. Dopo lo scatto uomini e donne postano i loro selfie una volta la settimana (29%) ma anche più volte (52%)... Ma perché ci si scatta un selfie? 52% 56% Uomini Donne Design 4% 4% 15% 11% Riguardarmi Vanità Tecnologia Ricordo Famiglia Scenari «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher ci ha riportati alla fatica della terra, che convive con la chiavetta Usb per collegarsi al Web di ALESSANDRO CANNAVO’ ILLUSTRAZIONE DI LORENZO PETRANTONI R oberta ha deciso: farà alleanza con due asine e una mula. Aveva messo una buona dose di ironia in un libro scritto qualche anno fa, «Vad o a v i ve re i n campagna» (Terre di mezzo), entusiasmi e (dis)avventure picaresche di una ragazza cittadina alle prese con un radicale cambio di vita. Ma stavolta dal suo casolare sperduto tra le colline dell’Alta Langa («Paroldo, 200 anime, è a due chilometri di distanza, di cui 1,8 di strada sterrata») Roberta Ferraris parla sul serio. «Nei piccoli campi collinari come il mio, il trattore dopo aver dissodato compatta troppo il terreno. Così ho pensato di tornare alla trazione animale, con l’ausilio di attrezzi prodotti in Francia e creati per le donne africane...». Esperimento da verificare. Ma dopo essere rimasta sola, Roberta non riusciva più a star dietro alle 30 capre con le quali produceva formaggio. Ora coltiva profumatissime pesche da vigna molto richieste dal mercato locale e si ingegna ad attivare nuove fonti di reddito. «Le asine e la mula mi aiuteranno anche quando faccio l’accompagnatrice naturalistica, altra mia attività, quella che mi permette di elevarmi dalla pura sopravvivenza. Percorsi someggiati fra le aziende agricole, loro porteranno gli zaini e le merende. Siamo tutte femmine, la gestione dell’animale maschio è più complicata...». Dimentichiamoci gli scenari patinati delle aziende vinicole amate dalla stampa internazionale, gli agriturismi con verde addomesticato da ammirare a bordo piscina. «Le meraviglie», il film di Alice Rohrwacher premiato a Cannes, ci riporta alla campagna vera, dura e senza sconti, con l’aia disordinata, gli animali scorrazzanti, i casolari dai muri scrostati e gli interni disadorni, gli agricoltori abbigliati alla bell’ e meglio: Alba Rohrwacher nelle afose giornate estive raccoglie i pomodori in reggiseno. La campagna dei nostri nonni e bisnonni, nell’Italia 2.0 resta fatica fisica e letame attaccato agli stivaloni. Ma convive con la chiavetta per collegarsi al web e studiare i business plan. Sfiniti e felici della loro scelta. Dopo 14 ore sotto il sole con il badile a girare tra gli argini delle risaie, per Alice Cerutti prendersi un aperitivo in compagnia di un barbagianni, godendosi un tramonto sui campi, è la migliore risposta agli amici urbanizzati degli happy hour, quelli del «ma-chi-te-l’ha-fatto-fare?». E dire che Alice viene da un’esperienza nel marketing, un anno passato a New York, tailleur gessato e riunioni in grattacieli di vetro. Ma una risaia di famiglia affidata a terzi situata a Crova, nel Vercellese, le ha provocato la giravolta esistenziale. «Con l’aiuto delle associazioni di categoria ho capito che qui c’erano opportunità di sviluppo: prima dei tramonti mi ha conquistata la concretezza della mia sfida. Anche se sono sempre in allerta per un mercato pieno di incertezze». Sveglia alle 5, colazione e subito sul trattore o sugli argini. «Vede, quello che conta è avere molta stima». Di se stessi? «Anche, ma prima di tutto stima dell’acqua. Deve coprire il terreno ma senza esagerare, solo così le piantine eradicano. E poi i canali irrigui: occorre mantenerli sempre pulitissimi...». Sola tutto il giorno («il mio compagno, chimico, si fa 120 km per andare a lavorare a Torino») ma con un forte senso di comunità. «Amiamo organizzare grigliate con chi vive nelle cascine circostanti. Tanti bambini, chiacchiere e musica. In queste strutture una volta abitavano fino a 500 persone...». «L’aspetto impagabile del lavoro in campagna è che non puoi accelerare piu di tanto: ti devi adeguare ai ritmi della natura», spiega Giorgio Camparada, 70 ettari di soia, mais, frumento, barbabietole nel Cremonese. E poi il meteo: «Siamo tutti collegati a 4-5 Il fenomeno Chi decide di lasciare la città «Una scelta dettata dalla crisi? Chi sceglie un’attività così pesante, lo fa in modo consapevole, con un’ottica imprenditoriale», spiega Roberto Henke, di Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria. Le iscrizioni alle facoltà di agraria in 5 anni sono cresciute del 45% e 68 mila under 30 tra il 2000 e il 2013 hanno sfruttato stanziamenti comunitari per politiche rurali. In campagna? La bella (dura) vita app ma resta che l’anno scorso ho seminato a giugno perché pioveva sempre e questo sballa tutto il ciclo rispetto alle esigenze del mercato». Camparada decise dopo l’università di recuperare una casa dei nonni, da tempo abbandonata. «Il benvenuto me lo diedero i topi, poi scoprii che nelle tecniche di coltivazione ad Agraria erano arretrati rispetto agli agricoltori. Mi hanno aiutato tutti e la gioia di un invito a pranzo dai pastori che hanno ucciso l’agnello è sincera. Ma se ho voglia di un teatro o di un concerto, prendo la macchina e vado a Milano». Resta nei nuovi contadini quell’etica italica che Virgilio espresse nelle Georgiche: il lavoro dell’uomo agricolo come palestra di virtù. Ne è convinto Stefano Zorzetti, 15 anni durissimi a Montebogo, nella selvaggia val L’alleanza di Roberta con due asine e una mula, le pecore e i lupi di Stefano Storie di «sfiniti e contenti» Single di Antonella Baccaro Il coraggio di lasciare La lezione della manager S e siete donne (single o meno) e nutrite sensi di colpa lancinanti perché il lavoro vi ha divorato la vita e fare un passo indietro ora, che siete in sella, sarebbe segno di 1) debolezza; 2) mancanza di strategia; 3) stupidità, leggetevi quello che Antonella Mansi, 40 anni, presidente della Fondazione Mps, ha detto al Corriere, intervistata da Fabrizio Massaro. Lasciando l’incarico dopo aver portato a termine un risanamento difficile, realizzato contro molti, Mansi, che oggi potrebbe aspirare a tutto, rivendica di voler tornare alla sua azienda e alla sua vita: «Anche la mente deve pensare, e non lavorare e basta». Chapeau. Il lavoro inteso come una corsa incontro al successo che non ammette pause e consente ogni genere di colpi bassi è un modello maschile cui le donne hanno Luretta del Piacentino, condivisi con suo fratello in una dimensione familiare: entrambi sposati, hanno tre figli ciascuno, dagli undici anni ai sei mesi. Centodieci ettari tra bosco e seminativo per i pascoli, mucche all’ingrasso e al macello, asini, pecore, cavalli, api per il miele, la gestione della didattica sul campo per alunni dei paesi circostanti e universitari, un agriturismo con 22 camere e un ristorante. Tutto da soli, ogni giorno che Dio manda in terra. Ma Stefano lo ritiene «un vero paradiso terrestre» e non si pente di aver dato ai figli questa vita. «Vedo che hanno una capacità di affrontare le difficoltà ben più sviluppata dei loro cuginetti cittadini. E il rapporto diretto con l’animale li pone in modo più sereno anche di fronte alla morte». Dopo tanti anni sono tornati anche i lupi. E dovuto adeguarsi, rinunciando comunque a qualcosa. Volevano la carriera? Allora la famiglia doveva passare in second’ordine. Preferivano la famiglia? Allora, addio sogni di gloria. Chi non si adegua a questo modello è uno strano, uno che «chissà cosa sta cercando nella vita». Mansi dà la sua risposta: nella vita si può cercare la vita. Che per una donna della sua età al momento non sposata e senza figli, può voler dire un lavoro a misura umana in cui si può considerare anche l’idea di avere una famiglia senza dover scegliere. È debolezza questa? Io la chiamerei ambizione. Perché se per un attimo mettiamo da parte il modello che ci hanno insegnato a considerare unico, in cui ciò che vale è il risultato, misurabile in denaro e potere, è possibile allora immaginare che il massimo pazienza se gli hanno sbranato alcune pecore. «È apparso persino il rarissimo avvoltoio capovaccaio che ha ripulito le carcasse!». Non ha dubbi: «Qui devi essere un imprenditore a 360 gradi. Con molta fantasia: mai la monocultura, puntare a prodotti di nicchia, vendere direttamente al consumatore». «Io scoraggio chi mi scrive esprimendo la voglia di andare a lavorare in campagna — riprende Ferraris —. Spesso è dettata dallo stress. E invece bisogna contare bene i soldi da investire, passare un periodo di prova in un’azienda per capire se stare tra gli animali pieni di mosche non sia solo sofferenza. E soprattutto avere un fisico bestiale... Ma io non tornerei indietro per nulla al mondo. Chiaro, no?». © RIPRODUZIONE RISERVATA della soddisfazione nella vita possa stare altrove. E qualsiasi donna forse potrebbe aggiungere che, senza nulla togliere al denaro e al potere, la massima aspirazione nella vita dovrebbe essere vivere. Dunque non mettere tutto il proprio tempo a disposizione della propria ambizione ma mettere tutta la propria ambizione a disposizione del proprio tempo. «Anche la mente deve pensare» dice Mansi richiamando una delle funzioni più squisitamente umane dell’essere. Se dunque, signore che vi state rigirando meditabonde su una poltrona di pelle desiderando di essere altrove, vi pungesse vaghezza di preferire la vita, seguite il vostro istinto, scappate prima che questo taccia per sempre. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Tempi liberi Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Moda I protagonisti Abiti & accessori Da Firenze a San Paolo San Paolo Gucci sbarca nel Paese portando i suoi pezzi più preziosi. La toccata e fuga di Pinault. L’ad Patrizio di Marco: «Meno logo, più artigianato, la strada è questa» Anni Settanta Anni Trenta Borsa Jackie in tessuto motivo delfini multicolore Valigia in pergamena bianca e pelle marrone Anni Cinquanta Mecenatismo Tutto Canova in un’unica galleria di Venezia Riportare allo splendore originario le sculture di Canova e riunirle in un’unica galleria. Affacciata su piazza San Marco. È il progetto «Sublime Canova», presentato l’altro giorno al Grand Hotel et de Milan di Milano, nato per recuperare, valorizzare e rilanciare la sezione dedicata ad Antonio Canova nel museo Correr di Venezia (nella foto sopra la «Venere Italica»). Montblanc — per celebrare la recente apertura della boutique di Venezia — ha deciso di sostenere la Venice International Foundation e il restauro e la revisione conservativa delle singole opere del Canova. Obiettivo finale: il riallestimento all’interno di quattro nuove sale dedicate e restaurate a loro volta. Il patrimonio del Canova verrà così esposto in modalità rinnovate, con opere, disegni, bozzetti e modelli riuniti secondo un ordinamento cronologico che illustrerà il processo creativo ed esecutivo. Nel Salone da Ballo verranno esposte le sculture più grandi (Apollo e Dafne, Perseo, Dedalo e Icaro) e le altre opere saranno suddivise tra la Galleria Napoleonica e altre due sale. Il riallestimento coinvolgerà anche il «mobile Canova», l’altare fatto realizzare dal mercante veneziano Domenico Zoppetti. «Sublime Canova» rappresenta la prima tappa del progetto «Grande Correr» che porterà alla ristrutturazione completa del museo sotto l’aspetto espositivo e architettonico. Montblanc supporta l’arte e la cultura da oltre un ventennio attraverso la Montblanc Cultural Foundation, nata nel 1992 con lo scopo di promuovere attività culturali sia a livello nazionale che internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Borsa in tessuto motivo Rinascimento multicolore S ono giovani e belle e avvenenti e curiose. Hanno stile e scelgono gli oggetti più pregiati. Insomma le clienti perfette. Perché non corteggiarle meglio, allora? Così ha fatto Gucci che è sbarcato in Brasile, alla grande, forte del ragionamento su di una fotografia sociale e un riscontro economico non da poco: una crescita del 50 per cento in Sud America e del doppio solo a San Paolo e dintorni negli ultimi cinque anni. «Certo un mercato piccolo, specie se paragonato ad altri, per esempio a quello americano. Ma è nostra politica non tralasciare nessuna potenzialità perché alla fine sommando tutte le realtà si fanno le grandi cifre», spiega Patrizio di Marco, l’amministratore delegato e presidente di Gucci, entusiasta della settimana brasilera: inaugurazione, festa, mostra, lezione agli studenti e attività benefica. Frida Giannini, la stilista, è ancora più meravigliata — se mai fosse possibile — delle persone incontrate in questi giorni fra San Paolo, appunto, e Rio de Janeiro. Racconta di aver sentito nell’aria la passione per tutto quello che ha una storia da raccontare: «Apprezzano e desiderano il pregio, esibiscono ma con stile. Detto questo non che non mi sia resa conto che dietro i grattacieli ci sono le favelas e che ogni giorno ci sono categorie che scendono in piazza per protestare. Per questo ho voluto esserci anche con le iniziative benefiche di Chime for Change. Il nostro mondo non è solo una borsa di coccodrillo e abbiamo una responsabilità sociale che non si può ignorare». Carlos Jereissati Filho, il partner locale con il quale Gucci è entrato direttamente sul mercato (cinque negozi in altrettanti mall), ha dato il benvenuto con un festa privata e selezionatissima in uno spazio di cristallo immerso nel verde di un giardino «amazzonico». Le donne di cui sopra (giovani e belle e «bioniche» perché qui regna sovrano il dio dell’estetica) in lungo e ingioiellate, con i mariti in smoking ad applaudire l’esibizione di Gal Costa, cantante fra le più amate, una Mina brasiliana, in grado di sciogliere cuore e bacino di tutti gli ospiti. Ha apprezzato anche mister Francois Henry Pinault (patron di Kering, gruppo proprietario del marchio) arrivato nel pomeriggio solo per la cena e ripartito subito dopo con aereo privato meta Firenze dove lo aspettava per festeggiare il suo compleanno la moglie Salma Hayek, in Italia per girare un film. Ma questa è un’altra storia. Piuttosto, la presenza del boss ha messo a tacere le voci di possibili cambi di guardia nella direzione artistica: «Non sarebbe certo venuto in 24 ore di qua e di là dell’Oceano per una cena — risponde rilassato di Marco —. Ma chiunque ha messo in giro certe voci e fatto certi nomi (l’ultimo quello di Riccardi Tisci ndr) non si è reso conto che per guidare una Abito da sera in georgette di seta bordeaux con cristalli rossi collezione Gucci Première, creato per Salma Hayek-Pinault e indossato al festival di Cannes del 2010 (Getty Images) James Franco Abito da sera in chiffon rosa pallido con paillettes argento collezione Gucci Première, creato per il suo red carpet a Cannes nel 2010 (Getty Images) Salma Hayek Naomi Watts Smoking da uomo collezione Made to Measure creato per la partecipazione dell’attore agli Academy Awards del 2011 (Getty/Gucci) Lusso verdeoro Made in Italy, test in Brasile Frida Giannini: «Mia figlia mi ha cambiata, sono meno rockettara» Frida Giannini, direttore creativo di Gucci, in abito argento, con Carlos Jereissati Filho, partner di Gucci nell’avventura brasiliana macchina da guerra come Gucci ci vogliono persone che conoscono ogni dettaglio del processo produttivo e nel popolo degli stilisti ce ne sono veramente poche: Frida è una di queste». Il giorno dopo tutti al JK Iguatemi Mall per l’inaugurazione del negozio Gucci: la sicurezza è una delle note stonate (con povertà, disoccupazione e istruzione) di questo paese e nessuno se la sente più di aprire boutique su strada. Lo shopping di lusso è solo nei centri commerciali. Per l’occasione la griffe ha portato «Forever Now», l’essenza del museo Gucci di Firenze, per la prima volta fuori dalla Fenomeni Magliette, orologi, accessori: dalla t-shirt venduta a 450 euro al braccialetto da 10 tutto per gli appassionati I gadget del Mondiale, l’estate ha due colori (anzi tre) di MATTEO PERSIVALE Gadget 1) La capsule di Happiness; 2) Bracciale in macramé di Cruciani; 3) Il Bulgari Octo Bi-Rétro Brazil; 4) La scarpa nei tre colori della bandiera italiana di Santoni; 5) Valigia verdeoro Samsonite Q uello di giallo e verde non è un abbinamento generalmente molto diffuso nel mondo della moda ma il mondiale di calcio (dal 12 giugno al 13 luglio) in Brasile sta per far emergere proprio l’estate del verdeoro. Uomo, donna, bambino: camicie, polo, magliette, gonne, accessori come i braccialetti. Le fasce di prezzo? Si va dal lusso come la tshirt dei mondiali creata da Donatella Versace — la Medusa, il pallone da calcio, i fiori tropicali, il verde e l’oro, l’ombra degli omini che calciano: «Versace Loves Brazil», 450 euro — fino alla moda pop del braccialetto Cruciani in pizzo macram verdeoro «Estrelas do Brasil» (10 euro). Tra questi due estremi una gamma varia (anche se non va- 3 1 5 4 2 riopinta: quasi sempre di giallo e verde si tratta) ci sono idee bizzarre come i Lederhosen tedeschi con i colori della nazionale brasiliana, e per l’occasione una capsule collection l’ha fatta pure la Pepsi. Che, oltre ai soft drink, ora fa giacche (in collaborazione con Original Penguin), berretti (con Gents) e scarpe (con Del Toro): in vendita in punti mirati come Bloomingdale’s negli Stati Uniti, Colette a Parigi e Liberty a Londra. Ma l’azienda di abbigliamento che guadagnerà di più grazie alla coppa del mondo di calcio? Difficile battere la Adidas. Il gigante tedesco dell’abbigliamento sportivo secondo le previsioni incasserà 2 miliardi di euro: è il «leading sponsor» della manifestazione, veste 9 squadre su 32, e firma il pallone ufficiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 25 italia: 51575551575557 Moda democratica Beraldo, amministratore di Ovs: sul podio, dietro H&M e Zara Un «chiodo» da 60 euro e il computer in camerino La terrazza con vista sui grattacieli di San Paolo in cui si è svolta la cena di gala per l’inaugurazione dei nuovi spazi brasiliani della griffe fiorentina (sopra). Frida Giannini al museo d’arte contemporanea Mar di Rio de Janeiro nell’incontro con gli studenti in cui ha annunciato tre nuovi progetti di Chime for Change a sostegno delle donne e del diritto allo studio (foto a sinistra) Immagini della mostra di pezzi iconici e abiti delle star allestita da Gucci in Brasile Jessica Alba Abito da sera in seta lilla pallido ricamato con cristalli collezione Gucci Première, creato per la partecipazione dell’attrice ai Golden Globes di Los Angeles del 2012 (Getty Images) olo San Pa sua sede «naturale». I pezzi iconici (la bamboo bag ma anche la Jackie O e la valigeria e la stampa Flora) riassunti in un percorso dalla nascita (1921) e sino alle collezioni di oggi. Oggetti e video installazioni e foto che hanno lasciato meravigliati i visitatori come le immagini delle mani che curvano i manici di bamboo! Un flash anche su «The Director» il film-documentario sul lavoro di Frida Giannini e che a settembre uscirà per Feltrinelli. «Rivedermi mi fa sempre un certo effetto — commenta la stilista — perché poi è legato a momenti particolari della mia vita, difficili o meravigliosi: dalla malattia alla nascita di mia figlia Greta (avuta dal compagno Patrizio di Marco ndr) che è stata una sorprendente iniezione di potenza ed energia». Percorsi che cambiano dentro e fuori, perché indubbiamente qualcosa è successo anche nella sua moda: «Sì, forse sono meno rockettara! Ho sentito l’esigenza, dopo dieci anni e forte di esperienza e sicurezza, di arrivare a una sinte- si e uno stile più essenziale, fondato sui credo di Gucci come la pelle o la bamboo bag». Meno logo e più artigianato: «È stato il nostro obiettivo in questi ultimi anni: riportare la percezione del marchio sul pregio che ora è l’80 per cento del business mentre sino a cinque anni fa quella percentuale era del prodotto logato. Nulla di male solo non raccontava la vera storia del marchio», spiega fiero di Marco. Perché non trasformare in itinerante «Forever Now» che ben racconta, per esempio, e documenta la tradizione, magari anche con tappa a Milano per l’Expo? «Perché no? Vediamo. Questo è un test», riflettono presidente e stilista. Tappa a Rio de Janeiro, infine, non senza commozione. La «conversazione» al museo dell’arte contemporanea Mar di Frida Giannini con gli studenti e l’annuncio dei tre progetti portati avanti da Chime for Change: l’aiuto a 130 donne delle favelas che hanno subito violenze domestiche; il sostegno all’università di Quebradas per sostenere settanta ragazze nello studio; l’impegno a supportare un lavoro di arte e cultura sul ruolo delle donne in Brasile. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA Dettagli curiosi Foto di gruppo dei super stilisti Jacobs e Simons indossano le stesse scarpe L Icona Qui sopra, la giuria LVMH (foto Stephane Feugere). A sinistra, le scarpe Adidas Stan Smith a foto di gruppo della giuria del primo premio LVMH per stilisti emergenti ( vinto da Thomas Tait, canadese, diploma alla Central Saint Martins) non è solo una rara occasione di vedere insieme (nella foto, in senso orario) Humberto Leon, Riccardo Tisci, Phoebe Philo, Karl Lagerfeld, Nicolas Ghesquière, Raf Simons e Marc Jacobs. È anche un bello spot per le Adidas Stan Smith, indossate da Jacobs e Simons. Una scarpa-feticcio per molti modaioli. Anche Philo, infatti, ritratta qui con delle più femminili scarpe col tacco, appare spesso ai saluti del dopo-sfilata indossando proprio le Stan Smith. (m.per.) O ra anche Milano ha la sua l i n ea d e d i ca ta d i fa s t fashion. Una giacca e un pantalone in tessuto jacquard bianco è il simbolo della nuova collezione Ovs via Dante venduta in esclusiva on line e nello store tra il Duomo e il Castello Sforzesco inaugurato giovedì sera. A interpretare l’etichetta milanese — dalle tshirt ai vestiti, intercambiabili come vuole la tendenza — è Caterina Salvador, toscana, milanese di adozione, esperienze in Giorgio Armani, Calvin Klein e Dolce & Gabbana, che Stefano Beraldo, l’amministratore delegato del gruppo Coin (oltre a Ovs, Upim, Excelsior e Iana) due anni fa ha voluto fortemente come responsabile dell’ufficio stile donna dell’azienda di Mestre. Ovviamente la signora ha dato la sua impronta anche al resto della moda democratica esposta (un chiodo costa circa 60 euro, un sandalo 20) con taglie che arrivano fino alla 50/52 e l’obiettivo di inserire anche una linea curvy, «perché la richiesta è esponenziale». «Quel che ha vissuto l’Italia dal 2008 è un terremoto, l’ultimo nel 2012 e 2013» dice Beraldo con la consueta franchezza veneta. «Oltre alla crisi ci siamo trovati a competere con i gruppi internazionali del fast fashion. Abbiamo sofferto, abbiamo cambiato Il nuovo store di Milano Caterina Salvador e Stefano Beraldo amministratore delegato del gruppo Coin strategia e ora possiamo dire di esserci guadagnati il podio, dietro a H&M e Zara». Le strategie? «Aumento della quota di mercato, riduzione dei costi, ritorno ai fornitori italiani per accrescere la qualità del prodotto e velocità nella produzione e nel rinnovo delle vetrine perché il mercato è rapidissimo, ulteriore investimento sul bambino e sull’uomo con l’arrivo del direttore del prodotto Marco Mazzoran». «L’azienda da 10 mesi ha un andamento positivo — prosegue Beraldo —, in particolare Ovs con i suoi 725 negozi nel mondo (953 milioni di euro il fatturato del 2013), a cui se ne ag- giungeranno altri 80 solo in Italia entro il 2014, sta registrando nei primi 4 mesi dell’anno incrementi intorno al 5 per cento». E proprio del brand della moda democratica l’amministratore delegato annuncia la quotazione in Borsa entro l’anno. «L’Italia torna ad attrarre gli investitori stranieri e il risultato delle elezioni è visto positivamente», dice l’amministratore delegato proiettato allo shopping del futuro. «E-commerce e boutique s’integrano inesorabilmente», spiega annunciando la partnership con Google Enterprise che ha portato alla creazione dello shopping virtuale nel nuovo store arredato nel segno della semplicità in legno e ferro dall’architetto De Cotiis «per lasciare il prodotto in primo piano». La digital experience comincia nel camerino: lo specchio è touch screen. Permette di scaricare la App, vedersi nella varie angolature e scattare il selfie. Una volta scelta, la foto arriva direttamente sullo Smartphone, pronta per essere condivisa sui social network. Dal camerino si può anche richiedere la taglia mancante alle commesse dotate di tablet. E se non fosse disponibile si potrà trovare il negozio più vicino. La moda oggi è anche questo. Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Tempi liberi italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Moda I protagonisti Rinascite di Flavia Fiorentino Un ponte trasparente La Fontana di Trevi non chiude per restauri F Nuove idee Lo «scudo» per bloccare le radiazioni del telefonino endi rilancia. E nel momento in cui annuncia l’apertura dei lavori per il restauro della Fontana di Trevi il prossimo 5 giugno (con un finanziamento di 2 milioni e 180 mila euro), assicura romani e turisti che non solo il capolavoro settecentesco di Nicola Salvi, grazie a «interventi scaglionati» e pannelli trasparenti si potrà continuare ad ammirare, ma addirittura che un ponte panoramico, allestito sopra la vasca, consentirà di vedere la Fontana della Dolce Vita con uno sguardo ravvicinato e da una prospettiva completamente nuova. Nessuna rinuncia, quindi, al lancio della monetina. «Roma e le sue fontane hanno dato molto a Fendi — ha spiegato Pietro Beccari, ad di Fendi — ed è per noi un onore riportare la fontana al suo splendore originale». Il «ponte» sarà accessibile dalla piazza mentre all’esterno del cantiere due schermi mostreranno l’avanzamento dei lavori e immagini storiche del monumento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Via ai lavori A sinistra il disegno della passerella trasparente, aperta al pubblico, che attraverserà la Fontana di Trevi durante il restauro. Sopra, Mastroianni con la Ekberg nel 1960, una stampa antica e lo stilista di Fendi Karl Lagerfeld davanti al progetto L’intervista Al timone della Jimmy Choo. «Presenteremo la collezione uomo a Londra, ma produciamo tutto in Italia» In macchina, in metrò, in treno, e persino in aereo. Passiamo ore al telefono, ormai indispensabile strumento di lavoro tanto quanto il computer. I nuovi smartphone sono infatti dei piccoli «uffici portatili» che permettono di essere sempre connessi , ovunque e a qualsiasi latitudine. Molto positivo professionalmente parlando, decisamente meno per quanto riguarda la salute. Le onde elettromagnetiche, emesse dai telefoni, sono infatti dannose per il nostro corpo. Tucano, azienda leader nel settore di accessori per computer e dispositivi digitali , in partnership con la società Dephasius, che si occupa di brevetti scientifici, ha messo a punto una nuova cover capace di ridurre sino al 99% le radiazioni prodotte dai nostri smartphone. Uno «scudo» che prende il nome da una leggenda antica: la cover si chiama infatti Ancilia, come i 12 scudi sacri simbolo di protezione dell’Antica Roma che la Ninfa Egeria aveva dichiarato emblemi di potenza; dopo millenni ora evoluti in barriera utile e necessaria per la tutela del nostro benessere. Leggera, design essenziale, è disponibile in due versioni: Stylish in tessuto effetto metal brush, e Premium, in pelle. Entrambe non interferiscono con la qualità di ricezione/emissione del segnale, hanno chiusura a scatto e, oltre a proteggere il corpo dalle onde elettromagnetiche, riparano dai graffi e dagli urti il telefono. Durante la chiamata , dopo aver risposto, bisogna chiudere la cover con il logo Ancilia rivolto verso l’orecchio, lo stesso con il telefono in tasca, così anche in modalità Stand By il calore sviluppato dal telefono non si propagherà nel corpo, Per ora Ancilia è disponibile solo per I phone 5 e 5s , ma entro l’anno si prevedono nuovi modelli per altri marchi. Sofia Catalano © RIPRODUZIONE RISERVATA Una décolleté Anni Cinquanta (però color limone) S e l’eleganza torna al centro, allora il massimo della moda è possedere un paio di décolleté come quelle delle dive Anni 50 ma in materiali e colori sorprendenti. «Il lime, per esempio, che amo molto». Sandra Choi, dall’anno scorso direttore creativo unico del marchio di calzature creato dalla zio Jimmy Choo, che lo ha ceduto nel 2001 (al fondo d’investimento Labelux) è arrivata a Milano per presentare il nuovo progetto «Made to order» (su misura). L’incontro è nel giardino di Palazzo Parigi all’ora del tè, che Sandra si preoccupa di servire a tutti. Nata nell’Isola di Wight, nel Regno Unito, Sandra è cresciuta per cinque anni a Hong Kong prima di tornare a Londra dove ha frequentato la prestigiosa St. Martin School per diplomarsi in Sandra Choi fashion design. «La mia mente è divisa a metà, tra Oriente e Occidente: il futuro è global», taglia corto. Qual è l’apporto che sente di aver dato al marchio inglese? «Jimmy Choo si è affermato per le scarpe stiletto, belle e di buona qualità, la mia sfida è trovare nuove soluzioni, aggiungere qualcosa di diverso, inaspettato». Se dovesse identificarsi con una scarpa, quale sarebbe? «Uno stivaletto con il tacco di 10 centimetri, non troppo a punta, molto pulito, in nappa morbidissima. Una scelta dettata non soltanto dal fatto che sono una persona molto attiva: è anche una questione di attitudine. Mi piace sentirmi agile, sportiva e un po’ più alta», sorride. Capelli corti, due figli di 4 anni e 11 mesi, Sandra Choi ha una sua idea sulla disparità di genere: «Noi siamo più brave a gestire casa e lavoro. Se dai da fare una cosa in più a un uomo brontola: una donna la fa». Tornando alla moda, la designer spiega che il sandalo dell’estate 2014 è quello che «lega» il piede: «Sandali con corde e gioco di nodi bassi oppure, se sono alti, allacciati alla caviglia con cinturino. Ma in questo momento la scarpa più fashion ha il tacco che si ferma a 5-6 centimetri». Quello da zia? «Sì proprio le scarpe da madame, perché dai tacchi si scende», afferma sicura, con testimonial autorevoli come Michelle Obama che nel tempo libero tacchi bassi del brand inglese, «comprati autonomamente» assicura Sandra. Per le comuni mortali apparire seducenti a terra è un po’ più complicato… «Dipende da come sono tagliate le scarpe e come le abbini. Con un abito magari fanno signora, ma se indossate in modo sportivo sono fashion». Il nuovo lusso è lo street style. Sandra Choi concorda con chi dice che i pezzi in assoluto più contemporanei sono quelli che lei stessa indossa: scarpe sportive con suola a cassetta nere e t-shirt stampata con jeans bianchi. La sneaker si può indossare anche la sera? «Sì, se è tutta nera. Le più nuove mescolano pelle e velluto, un lavoro di creatività, artigianalità, ingegneria, frutto del saper fare italiano», dice sottolineando la provenienza orgogliosamente ma- L’eleganza vista da Sandra Choi: la mia sfida è trovare soluzioni inaspettate, oggi la scarpa più fashion ha il tacco di 5 centimetri de in Veneto e in Toscana delle scarpe del gruppo inglese. La novità però è che Jimmy Choo a partire da giugno sposterà la presentazione della nuova collezione uomo da Milano a Londra. «La linea maschile è nata solo 3 anni fa e deve trovare un’identità forte, Londra è la cornice giusta per sottolineare l’English style», osserva. Intanto il marchio cavalca il fenomeno delle testimonial, oltre alla First Lady americana, Jennifer Lopez, Nicole Kidman, Emma Roberts, Bellamy Young, Charlize Theron, Angelina Jolie... «Le star sono molto importanti. Negli ultimi 10 anni sono diventate un riferimento di stile, conferiscono al brand sensualità e allure». Chi sceglie le scarpe alle dive? «Si lavora in tandem con le stylist». La modella Cara Grogan sfoggia pumps arancio come la borsa a tracolla. È tornato di moda abbinare gli accessori? «Meglio combinarle che farle coincidere», afferma mostrando la sua busta (portata a mano) in suede color cobalto. Mentre tutti parlano di life stile e tutti disegnano tutto, Sandra spiega di credere nell’expertise. «Non c’è nulla di male nell’ambizione, ma penso che sia importante saper gestire l’area di tua competenza e farlo bene». Si congeda scusandosi perché non parla l’italiano: «Dovrei conoscerlo: ormai sono 20 anni che frequento le vostre aziende, da quando sono entrata in Jimmy Choo. Ricordo la foga di farcela degli imprenditori, la stessa che oggi vedo nei Paesi emergenti. È su questo entusiasmo che dovrebbero puntare le nuove generazioni». Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA Testimonial Michelle Obama con un paio di Jimmy Choo. In alto, la décolleté a punta Allure tacco 5 color lime. Sotto, la décolleté Anouk, modello iconico di Jimmy Choo, nelle varianti proposte dal servizio «made to order» Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 27 italia: 51575551575557 Moda Cabina armadio Pronte per il caldo Una sottoveste, un cardigan e una borsa di paglia. Così il beachwear è tornato a crescere Vestite per la spiaggia Il prendisole è di lino bianco Aperture Alta orologeria, bis a Roma «Qui tutto è piu bello» L’eleganza, il cinema, la festa. «Ingredienti» insostituibili del marchio svizzero di haute orologèrie Jaeger-LeCoultre che «raddoppia» la sua presenza nella capitale con l’apertura di una seconda boutique in piazza di Spagna dopo lo storico negozio di via Veneto. «Un passo irrinunciabile — ha commentato Daniel Riedo, ceo della maison di Le Sentier — perché essere immersi nella “Grande bellezza” rende più belle le nostre creazioni». Mercoledì scorso, a fare gli onori di casa nel nuovo spazio sobrio e raffinato, con grandi lampadari che ricordano quadranti e lancette, l’attrice Cristiana Capotondi (nella foto), ambasciatrice italiana del marchio a fianco del direttore Italia Cludio Angè. Al taglio del nastro, anche Stefano Accorsi, Ennio Fantastichini, Stefania Rocca, Giuseppe Battiston, candidato ai David di Donatello e il regista Silvio Soldini. «Il binomio cinema- JaegerLeCoultre è indissolubile — ha spiegato Angè — due universi dove il movimento è arte, la storia ricchezza e il tempo energia: il cinema condivide con noi uno sguardo verso il futuro che affonda le proprie radici nella tradizione, nella magia, in meccanismi che, nonostante entrambi ne siano padroni, sono in perpetua evoluzione». Le boutique monomarca, (65 dopo le ultime inaugurazioni di Amsterdam e Zurigo) ospitano collezioni speciali o in edizione limitata come i modelli esposti durante i festeggiamenti in piazza di Spagna: dal Master Ultra Thin 1907 a Reverso Chocolat o Reverso 1948. È infatti dalla sapienza manifatturiera di artigiani, gioiellieri, designer e maestriorologiai che nasce questo laboratorio creativo, punto di riferimento per collezionisti e amanti dell’alta orologeria. Un’eccellenza che può vantare centinaia di invenzioni e oltre un migliaio di calibri, fra cui il più piccolo al mondo, l’orologio da polso con più complicazioni e un segnatempo con movimento quasi perpetuo. Flavia Fiorentino © RIPRODUZIONE RISERVATA D imenticatevi scene come quella in cui lei è sdraiata al sole, si alza d’impeto, acchiappa un mini pareo in tessuto non bene identificato e si trascina al bar ciabattando. L’era dei vitelloni in spiaggia è davvero finita. Gli stilisti dettano bon ton e divieti della spiaggia 2014, neanche fossero Monsignor Della Casa. E i risultati hanno già prodotto i loro effetti: «Dopo circa tre anni di crescita, questa estate il mercato del beachwear segna il sorpasso dei “capi fuor d’acqua” rispetto ai costumi da bagno», racconta Umberto Amato responsabile della fiera di settore di Firenze. Un ritorno dell’eleganza anche in spiaggia che riparte dal prendisole, parola quasi più vintage dei vestiti sbracciati che le ragazze sfoggiavano sotto il sole negli anni 60-70. «Nelle sfilate di costumi si inseriscono abiti, kaftani e sempre di più si usa andare in spiaggia vestiti. È una tendenza che ha portato Torna il piacere del copricostume Scervino: spirato da Grace Kelly un aumento nelle vendite del nostro beach wear del 40-50%», conferma Ermanno Scervino che accanto alla collezione di sfilata ha aggiunto una capsule di abbigliamento mare ispirata alle località estive più celebri, da Ibiza a Cannes a Porto Cervo. «Tutto quello che era considerato intimo, da camera, oggi viene esibito, a partire dalla sottoveste in seta come quella sfoggiata da Asia Argento su un red carpet. Ma è il lino bianco il tessuto d’elezione dell’estate 2014 da indossare al mare», conti- nua lo stilista habitué dei bagni Piero e Principe di Forte dei Marmi. «Rappresenta quello che erano Saint Tropez e Portofino negli anni 70-80, il lato borghese dei russi». E proprio le russe impongono l’eleganza con i loro camicioni scivolati indossati con i sandali argento. «Si rivestono anche per andare al bar», racconta il designer. A proposito di regole, per la valigia delle vacanze Scervino detta le sue: «Una sottoveste fluida «con un cardigan è elegantissima». «Banditi materiali stretch e aderenti; la borsa di paglia o rafia». In testa un piccolo cappello di paglia alla Audrey Hepburn e ai piedi ballerina o sandalo basso. Mai il tacco. Il vecchio Capri stile Jacqueline Kennedy resta immortale, ma anche i piedi nudi sono scicchissimi». «Le donne ora vogliono l’eleganza in ogni occasione. Un semplice pareo non è più sufficiente» interviene da Parigi Valerie Delafosse, direttore creativo di Erès che ha messo in collezione kaftani e tute in seta con stampe grafiche in toni brillanti da portare fluide». «Nascono dall’idea del corpo in libertà — nota —. I prendisole sono i capi più facili del guardaroba. Li ho disegnati pensato a pezzi con cui puoi passare dalla spiaggia al cocktail party». Sarà un’estate «a piedi nudi» anche per Cristina Tardito, in arte Kristina Ti, che ha lanciato la collezione resort: costumi da bagno e abbigliamento da spiaggia e barca. «Pezzi ispirati all’abbigliamento da camera. Sono tornata alle origini», dice la designer ricordando gli esordi nell’intimo. «In passato c’è stata troppo confusione: i bikini portati fuori dalla spiaggia avevano involgarito l’abbigliamento da mare e passeggiata». Il prendisole? «Per me è un pantalone pigiama in seta stampata lunghissimo sopra il costume, mai abbinati però. Anche il bikini lo preferisco spaiato. Sopra mi metto una canottiera magari rubata al mio compagno. In testa un cappello paglia bianco o color corda. Sulla spalla una sacca in canvas realizzato dalle ragazze del Made in carcere», spiega la designer che libera il suo animo hippie sul Long Beach di Porto Cervo. «Niente trucco, capelli effetto dopo festa». Stesso look anche per l’aperitivo, magari aggiungo una collanona... Colore d’elezione, l’azzurro Tiffany, elegante e raffinato». Appunto. Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA Stili a confronto I ricami del baule della nonna 1 Ermanno Scervino Sottovesti e camicioni in lino bianco come la biancheria da camera che esce dai vecchi bauli. «Una sottoveste sfoggiata con un cardigan è scicchissima» dice il designer che ha lanciato la linea Beachwear. In spiaggia mai con i tacchi, raccomanda Givenchy I sandali «francescani» di Riccardo Tisci. L’eleganza da spiaggia vuole tutte giù dai tacchi Charlotte Olympia Un grande classico: la borsa in paglia. La Sunnybasket ha il manico a forma di occhiali da sole La regola base: bikini spaiato Kristina T La collezione «resort» della stilista torinese segna il ritorno dell’intimo, cifra stilistica del marchio: i pezzi di beachwear sono ispirati all’abbigliamento da camera e anche il prendisole è un pantalone pigiama in seta stampata lunghissimo sopra il costume. Vietato abbinare, però: anche il bikini è da preferire spaiato 2 1956 Grace Kelly nel 1956, anno in cui gira «Alta Società», l’ultimo film dell’attrice americana prima di sposare Ranieri III di Monaco. La pellicola consacra la futura principessa come icona di stile grazie agli abiti creati da Helen Rose, che disegna per lei anche i raffinati costumi bianchi delle celebri scene a bordo piscina. La costumista della MGM, vincitrice di due Oscar, dopo il film sarà incaricata da Grace Kelly di disegnare tutto il suo futuro guardaroba principesco, abito nuziale compreso Stampe e geometrie per il cocktail party Eres Kaftani e tute da spiaggia in seta stampati a disegni geometrici nei toni che ricordano lidi lontani da sfoggiare sotto l’ombrellone a al cocktail party. Le donne non si accontentano più di un pareo, vogliono essere eleganti in ogni occasione dice la designer Valerie Delafosse 3 Ispirazione pigiama Marni Il pantalone in cotone a righe è ispirato a quello del pigiama. Un look dal sapore hippie. S’indossa sul costume da bagno mai abbinato, portato anche con una fascia o una canotta maschile e con i sandali bassi. La nuova regola è mixare, anche il due pezzi del bikini possono essere spaiati in libertà per creare nuovi look 4 28 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 29 italia: 51575551575557 Abitare Le idee Doppio uso Portacarte o scolapiatti: Inception di Seletti, design Luca Nichetto, in silicone, effetto New York Metamorfosi Dimensioni ridotte, connessioni, «accoglienza»: così il design rivisita un arredo ancora indispensabile Gli spazi duttili del lavoro a casa I nuovi scrittoi, piccoli e discreti Antiquamente (per mercatini) di Wladimir Calvisi Fiori, design e stile industriale tra i canali di Amsterdam Rembrandt li amava, come tutti gli olandesi. E la sua collezione di curiosità è ancora una delle cose sorprendenti che si possono ammirare nel museo che Amsterdam ha dedicato all’artista nella sua vecchia residenza. Ma la mania dei mercatini contagia tutta la città. Dai fiori ai prodotti tipici, da ogni genere di alimentari all’antiquariato. Vagare tra vicoli e canali alla ricerca di pezzi unici è un’esperienza molto piacevole e pronta a riservare grandi soddisfazioni, in quella che per tradizione storica (e visto il suo passato) era una sorta di magazzino di prodotti insoliti provenienti da tutto il mondo. Tappa obbligata è il mercatino di Waterlooplein, aperto tutti i giorni tranne la domenica: bisogna aguzzare la vista per trovare pezzi particolari, circondati da oggetti usati e chincaglieria varia. Da non perdere invece, l’appuntamento un po’ meno noto del lunedì mattina a Noordermarkt (quartiere Jordan): più piccolo ma ricco di vecchi articoli, un vero mercato delle pulci. In un angolo della piazza si trova poi il bellissimo negozio di «de Weldaad», una vera mecca per gli appassionati dei pezzi d’epoca. Nello stesso quartiere merita una visita anche «Ditjes en datjes brocante» (le Boomdwarsstraat 8), mix tra vecchi oggetti e stile industriale. Più classico, ma ancora al confine con l’antiquariato, il mercato coperto di De Looier, mentre per chi punta su un livello più alto e ricercato, pezzi da collezione ed è disposto a spendere di più, la zona da visitare è il Nieuwe Spiegelstraat, nota per i negozi di antiquariato, d’arte e design. In una città che punta molto su innovazione, creatività e modernariato non si può rinunciare poi a tre luoghi particolari: Droog, Moooi e Wonderwood. wcalvisi@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA C i eravamo ormai abituati. Quello che una volta si chiamava telelavoro, oggi, con tecnologie e connettività accessibili a tutti e (quasi) ovunque, si è trasformato in home working o smart working. Ovvero non più la necessità di una scrivania ma l’opzione di poter lavorare con un pc portatile, iPad o smartphone, praticamente ovunque. Che in casa significava mettersi in punti sempre diversi sulla scorta dell’umore e dei vari momenti della giornata — dal divano al letto, al bancone della cucina — senza bisogno di un arredo dedicato. Sarà l’essersi accorti che queste soluzioni alternative in fondo non sono così comode, oppure l’esigenza di concentrare stabilmente in un punto preciso tutto quello che serve al lavoro: si dà il caso che tra le novità presentate all’ultimo Salone del Mobile sono ricomparsi gli scrittoi. Piccole scrivanie attrezzate per le indispensabili connettività ma soprattutto pezzi (contenuti nelle dimensioni) che nascondono la loro funzione, con il vantaggio di essere poco invadenti. E non solo. «Il punto è la complessità degli ambienti contemporanei, la loro non comprensione immediata, ma anche la volontà di non fossilizzarsi in situazioni precostituite: basti pensare al living non circoscritto a un unico spazio o la cucina diventata luogo di relazione, idee a cui ormai ci siamo da tempo abituati», sintetizza Francesco Zurlo, docente di design al Politecnico di Milano. E quindi arredi a prima vista non ascrivibili alla tipologia scrittoio ma che invece lo sono a tutti gli effetti. Ci ha pensato la designer Sakura Adachi, autrice per Campeggi di Homework: a prima vista sembra una piccola credenza ma basta un gesto e la struttura a parallelepipedo si sdoppia in una poltroncina e una scrivania attrezzata con contenitori-madia. Trasformista, a tutti gli effetti. A volte per lavorare bene è necessario isolarsi ed ecco lo scrittoio diventare una sorta di monade, una bolla dove chiudersi temporaneamente: «Nel mondo accelerato I piani sono funzionali ma anche «mimetici» Versatile Segreto, di Ron Gilad per Molteni & C., in noce canaletto o eucalipto con interno laccato, dotato di presa Usb, vaschette portaoggetti e piano estraibile Trasparenze Scrittoio collezione Diapositive di Glas Italia, design Ronan ed Erwan Bouroulle, in cristallo stratificato, con piano e dettagli in frassino Nido Di Gamfratesi, scrittoio Rewrite per Ligne Roset: struttura in legno e divisorio rivestito in tessuto fonoassorbente, sotto il piano è previsto un contenitore in metallo per i cavi Scomponibile Home-Work di Campeggi, design Sakura Adachi, è in legno laminato, anche in versione grigio o bianco. La sedia si estrae e il contenitore si sdoppia. Quando si chiude torna ad essere una credenza da tecnologia e comunicazione c’è anche bisogno di ricavarsi spazi di concentrazione individuale. A casa come in ufficio», affermano Stine Gam ed Enrico Fratesi — alias Gamfratesi — che hanno progettato Rewrite (riproposto quest’anno al fuori Salone), tavolino racchiuso da uno schermo rivestito in tessuto fonoassorbente: «Una sfera intima e avvolgente, parzialmente chiusa alla luce e ai suoni, che separa ma senza escludere il contesto». Zurlo lo spiega con il richiamo sempre forte al concetto di nido: «Spazio ancestrale, rimando al grembo materno, all’uovo: una cupoletta protettiva in cui all’occorrenza rinchiudersi», commenta. Salvo poi riemergere quando della solitudine se ne ha abbastanza. Funzionalità precise o sottintese, utilizzi allargati a spazi altrimenti inutilizzati. Nasce dall’interpretazione (un po’ sognante) di questa idea Segreto, l’ultimo progetto di Ron Gilad, designer-artista, per Molteni & C.: un solido in legno che — spiega — è l’estensione tridimensionale di una mensola. E l’opportunità di sfruttare la zona sottostante con un vano-piano di appoggio: «Prima era uno spazio virtuale, negato, ora diventa contenitore per piccoli oggetti», dice l’autore. Aprendo il mobile si svelano una serie di ripiani, l’anta diventa invece un punto di appoggio per il pc portatile con tanto di connessioni. Scrittoi vedo-non vedo, che esistono ma spariscono allo sguardo. Sarà forse per questo che Diapositive di Ronan e Erwan Bouroullec per Glas Italia, un monolite perfetto anche da mettere a centro stanza, suggerisce questo concetto attraverso la trasparenza del vetro. Ma sottolineando il suo uso reale con un supporto in legno integrato sul piano che rievoca la funzione dei vecchi sottomano in pelle. Assieme al revival di un arredo dimenticato, ecco tornare anche i classici accessori da scrivania. Ma se la scultura in silicone effetto paesaggio newyorchese è, a tutti gli effetti, un porta-carte da tavolo, c’è anche la scelta di poterla usare come scolapiatti: «È il design delle opzioni, di cui fu maestro Munari. Un approccio che tutti dovremmo recuperare», sintetizza Zurlo. Come dire: poter avere noi la libertà di scegliere dove (e se) lavorare. Silvia Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scrittore Le parole capitano ovunque. Anche sopra le bollette di GIOVANNI MONTANARO C hi scrive non sempre ha bisogno di uno scrittoio. C’è chi preferisce la vasca da bagno, come Agatha Christie. Chi sta a letto; a pancia in giù, come James Joyce, o in su, come Italo Calvino. Chi sta, addirittura, in piedi, alla Vladimir Nabokov. Chi ama i sedili di una Ford è tipo Gertrude Stein. Chi sfrutta la scrivania in ufficio, invece, imita Thomas Stearns Eliot, funzionario alla Lloyd’s Bank. È un Ernest Hemingway chi apprezza i tavolini dei bar, e trova parole dove altri mangiano, litigano, si danno i baci. Ci sono tavolacci in mezzo al giardino, come quello di George Bernard Shaw, o tavoli dall’altra parte dell’oceano, come la scrivania di Goldeneye, la tenuta giamaicana dove Ian Fleming passava due mesi all’anno. Ci sono tavoli troppo piccoli, magari condivisi coi fratelli, come quello di Jane Austen, che se entrava qualcuno in stanza nascondeva tutto sotto le braccia. Chi è Giovanni Montanaro (Venezia 1983), scrittore e avvocato. Tra i suoi libri «Le conseguenze», «Tutti i colori del mondo», finalista al Campiello. Ad ottobre uscirà «Tommaso sa le stelle» per Feltrinelli. Tanti tavoli sono torturati, a dirla tutta; ma mai come quello di Friedrich Schiller, che chiudeva mele marce nei cassetti. La verità è che non stanno solo sui tavoli, le storie. Le storie sono dappertutto. Mica si possono fermare. Tolstoj riposava in divano, mentre vide un gomito bianco, nudo, elegante, e conobbe Anna Karenina. Marguerite Yourcenar aspettava da anni e anni che l’imperatore Adriano le raccon- tasse le sue memorie, ma tutto cominciò quando voleva lui, in un vagone letto tra New York e Chicago. È che scrivere è tecnica e metodo, disciplina e controllo, ma è soprattutto una febbre. Chiunque scriva conosce quella febbre, quel senso improvviso di dover andare a casa, di dover andare ad abitare nelle parole. Scrittoio o no. E non penso agli scrittori famosi, ma alle parole che appuntiamo, che ci bastaPensieri e cose La scrivania di Giovanni Montanaro fotografata da lui stesso. «Quando rientro a casa non so mai cosa posso trovarci. Può anche aspettarmi una ragazza con gli occhi verdi e oro, che ha un amore da rifare e io, solo io, posso raccontarla» no per ritrovarci anche dopo anni. Penso alle poesie che stracceremo e che nessuno sa che abbiamo dentro, alle e-mail che hanno un destinatario solo. Quante cose, si scrivono. Quante cose non ci stanno, nelle parole. E anche se si può scrivere ovunque, è bello, in casa, avere un oggetto su cui si appoggiano le parole, si sa che sono lì, che lì sono già accadute e che possono ricominciare. E non importa se è l’incipit di una storia che non finirà mai o la lista della spesa per una cena speciale, o solo il nome di una persona, che basta quello per dire tutto. Perché lì ci siamo noi. La nostra vita. Ed è per questo motivo che io ho il mio scrittoio. E quando rientro a casa non so mai cosa posso trovarci; più probabile ci sia una bolletta che ho dimenticato di pagare, sì, ma lì può aspettarmi anche una ragazza con gli occhi verdi e oro, che ha un viaggio da partire o un amore da rifare, e io, solo io, posso raccontarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Tempi liberi Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Abitare Città del design La testimonianza Il rappresentante di un’azienda italiana all’ICFF: americani «ingessati», noi qui abbiamo molte opportunità A NY ho capito il valore del Salone living.corriere.it Un doppio Nichetto per De La Espada Nell’ambito dell’ICFF Luca Nichetto ha presentato presso i Ludlow Studios la 50/50 Collection Episode II, due oggetti che vanno ad ampliare la sua collezione per il marchio portoghese De La Espada. Il primo pezzo è il divano Stanley, parente stretto della poltrona Elysia Lounge Chair, presentata alla Stockholm Design Week di febbraio. Il secondo è il tavolino Laurel (sopra), che gioca con l’intersezione tra un cono e un cilindro, creando due superfici d’appoggio. A ppena finito il Salone del Mobile, era già l’ora di partire per New York, la Milano d’America, a curiosare, fare confronti, scoprire le nuove realtà proposte dall’ICFF (International Contemporary Furniture Fair, 26° edizione), cioè il Salone del Mobile della Grande Mela, e dal Wanted Design (quarta edizione), l’equivalente del Fuori Salone. Spesso si parla di una sorta di passaggio del testimone fra le due manifestazioni, ma l’effetto continuità è del tutto teorico. Se a Milano il Salone domina incontrastato la scena, qui basta mettere piede fuori dall’aeroporto per capire che la fiera, quasi a dispetto della sua crescente importanza, non è vissuta come un evento, ma come qualcosa di circoscritto al Jacob K. Javits Convention Center. Non ci sono manifesti né pubblicità, e solo a Soho, in prossimità dei bellissimi show room, si intravvede un richiamo alla manifestazione. Invece l’uomo della strada, c’è da giurarci, ignora l’evento e perfino i tassisti, ovunque un termometro del what’s up in town, sembrano non saperne niente. La ragione sta forse nei numeri: al Jacob K. Javits Convention Center quest’anno c’è stato, è vero, un aumento di espositori (629, +18% rispetto al 2013) e di partecipanti (31.421, +6%). Ma sotto la Madonnina, poco meno di un mese fa, si sono ritrovati 1.269 espositori e 285.698 visitatori. Un altro pianeta, tanto che New York non pare scaldarsi troppo per quello che sembra ancora un evento di nicchia. Se poi a Milano tra Salone e Fuori salone Milano può insegnare alla Grande Mela come creare un evento di design c’è sinergia, qui sembra che le due realtà viaggino su binari paralleli destinati a non incontrarsi: l’ICFF è più «ingessata», classica, votata al business e gli oggetti di design vengono guardati quasi come reliquie, mentre «fuori», realtà come WantedDesign o SightUnseen Offsite richiamano un pubblico giovane, aperto, informale, anche se non quel concentrato di progettisti, produttori, distributori, artigiani, studenti, giornalisti e amanti del design tipico del Fuori salone milanese: e agli eventi, riservati ma non esclusivi, le persone sono quasi sempre le stesse. Ci sono invece tanti bambini che giocano con gli oggetti in espo- In crescita Due immagini del 26° International Contemporary Furniture Fair, dal 17 al 20 maggio scorso: 629 gli espositori (+ 18%), circa 31 mila i visitatori. Numeri in crescita ma diversi da quelli del Salone di Milano: 1.269 espositori, 285 mila visitatori Palazzi d’Italia sizione come fossero giocattoli, mentre a Milano quasi tutti lasciano a casa i figli. Posso comunque testimoniare (ero lì come ufficio stampa della new entry Gufram, negli Usa dal 1972 e i cui oggetti sono stati esposti al MoMa, al Metropolitan Art Museum e allo Smithsonian Cooper-Hewitt National Design Museum) che il design italiano continua a esercitare sugli americani fascino e attrazione: oltre a noi, erano presenti al Wanted Design brand italiani di fama mondiale come Cappellini, Moroso, Alessi, Seletti. E anche la recente acquisizione da parte della Haworth, azienda leader nella creazione di prodotti e sistemi per ufficio, di marchi storici come Poltrona Frau e Cassina, testimonia l’interesse che c’è da queste parti per il gusto del Vecchio Continente, e in particolare per quello italiano. E il fatto che gli americani sappiano apprezzare la nostra qualità, l’artigianalità e la cura dei dettagli, offre all’imprenditoria italiana del settore un vantaggio competitivo essenziale in questo momento di crisi ostinata in cui il mercato estero rimane l’unica salvezza per molte nostre aziende. Peccato solo che da noi i riflettori su arredo e design non si accendano per più di una settimana all’anno. Andrea Amato © RIPRODUZIONE RISERVATA di Chiara Vanzetto E il ragioniere volle il castello Che ora svetta tra i condomini A Milano Palazzo Gilberti, 1910: ieri in campagna, oggi nel traffico (foto Piaggesi) A Senzafine armadio. Ego cabina armadio design Giuseppe Bavuso. Ventura poltrona design Jean-Marie Massaud. Milano la «Ca’ di Sass» la conoscono tutti: è il palazzo ex Cariplo, ora Intesa Sanpaolo, in via Monte di Pietà. Un bell’esempio di stile rinascimentale fine ‘800, chiamato così per via del rivestimento a bugnato liscio, efficacemente tradotto dai meneghini in «sass». Pochi sanno invece che in città un altro edificio porta per tradizione di quartiere lo stesso nome: si trova in viale Monza al 46. Una costruzione che incuriosisce, nel panorama metropolitano, e un po’ anonimo, del grande viale che porta fino a Sesto San Giovanni e non lontano dalla multietnica via Padova. Il palazzo invece si fa notare: una sorta di castello medievale, rivestito di lastroni in granito grigio con effetto grezzo. Aspetto severo e monumentale, gusto neoromanico, ingentilito dalla torretta, da monofore e bifore a tutto sesto e da balconi asimmetrici con pannelli in marmo chiaro. «La prima pietra è stata posata nel 1902, l’edificio era finito nel 1910 — racconta una gentile e raffinata signora, informatissima, la cui famiglia abita qui fin da allora — Viale Monza era stato tracciato nel 1825, ma intorno era tutta campagna: c’era ancora l’ippovia, cioè il tram a cavalli». Il committente del palazzo si chiamava Primo Gilberti, nato intorno al 1880 e scomparso nel 1939: ragioniere, sindaco del borgo di Greco prima che venisse inglobato nella città, studioso di medicina e veterinaria, poliglotta, viaggiatore, appassionato di scultura antica, abbiente imprenditore. Un autentico personaggio. «Progettò lui stesso la casa ispirandosi ad un piccolo castello che aveva visto in Provenza. L’edificio fu costruito nella stessa area dove aveva la sua fabbrica, una corsetteria, che se ci fosse ancora si affaccerebbe sull’attuale via Termopili». Il ragionier Primo tenne per sé e per la sua famiglia il quinto piano con annessa torre, dove aveva collocato la biblioteca: il resto dello stabile fu da subito affittato ad inquilini. Varcando l’androne, difeso da due piccoli draghi in ferro, si accede al giardino che una volta, rammenta ancora la signora, era molto più grande: oltre al doppio filare di aceri e ai bellissimi platani storici, notificati al Comune, c’erano un orto e un frutteto. A fianco un garage, che in origine era la rimessa per le carrozze, decorato con mascheroni scolpiti del XVI secolo, pezzi residui del collezione di Gilberti come i due busti sotto il portico. «Una volta questa era una strada di qualità, con tanti bei negozi — sospira la signora — Però ho fiducia, sento che la situazione sta migliorando». Un segnale? Forse sono i giovani alberelli, appena piantati lungo lo spartitraffico. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 31 italia: 51575551575557 Abitare Questa è la mia casa Massimo Scolari La dimora veneziana dell’architetto, prima suddivisa e «deturpata», ha ritrovato l’anima originaria nel recupero Sorprese Il salone (7 metri per 20) con biblioteca, dipinti antichi, pezzi di design storico: «Mi sono commosso — ricorda Scolari — quando tolte le controsoffittature è apparso un soffitto alla sansovina, miracolosamente integro» Dietro il giardino di Carlo Contesso Dai Romani ai cuscini reali inglesi: la viola si fa leggere Che gioia recuperare il ‘600 di queste stanze Visto che sotto il fico il prato cresceva spelacchiato, mia madre prese dei semi di viola mammola (Viola odorata), li sparse là alla mezzombra, e l’unica cura che ne ebbe fu quella di non far più rasare il prato in quel punto. Mi pare fosse primavera, ma credo che avrebbe influito poco, vista la resistenza di queste piantine, e in breve un cuscino di viole ricoprì non solo quella zona, ma in pochi anni apparve sotto il melo ornamentale, la siepe, i cespugli... praticamente in ogni angolo protetto dal sole più caldo. Mi torna in mente ora perché estirpar violette conquistatrici, che tentano di spodestare più delicate anemoni di bosco o intrufolarsi tra i ciclamini sotto i cornioli, è ormai una costante quando riesco a fare giardinaggio, ma soprattutto per «Storie di viole», il nuovo libro di Chiara Saccavini, e penso a come un piccolo fiore può influenzare il mondo: leggetelo, e vi prometto che a inizio primavera non darete più solo un’occhiata distratta all’umile fioritura. Parla di botanica quel tanto che basta, ma soprattutto ci porta a fare una passeggiata tra costumi, leggende, arte, cucina e allegorie, passando per esoterismo, religione e letteratura, dagli egizi ai giorni nostri. Incredibile, o meglio impensato, un fiorellino così piccolo, ma tenace e profumato, che rivaleggia con la rosa nel suo cammino accanto a noi nella storia. Dai violarium degli antichi romani, all’insalata con le sue foglie, passando per pediluvi, amuleti indiani e cuscini dei reali inglesi, una lettura interessante e piacevole, che arricchirà non solo il vostro giardino. carlocontesso@yahoo.com © RIPRODUZIONE RISERVATA T ira scirocco nel sestiere di Castello. Un ponte e un rio, un sottoportego e una corte. La facciata di un palazzo secentesco, con ponte privato e un portale barocco che guarda verso l’Arsenale. Uno spettacolo di colori antichi, oro e terracotta, il cielo d’argento come in un quadro del Tiepolo. «Amo Venezia ma non il suo clima, prima o poi farò la fine del povero professor von Aschenbach (il protagonista del romanzo «La morte a Venezia» di Thomas Mann, stramazzato per la calura e sospetto colera sulla spiaggia del Lido, ndr)», sospira Massimo Scolari, professore di architettura a Venezia e a Yale (New Haven, Usa), scultore urbano, pittore e designer, inventore di riviste e di collane di libri, appena insignito, a New York, del prestigioso Arnold W. Brunner Memorial Prize in Architecture, il secondo Chi è architetto italiano premiato dall’American Academy of Arts and Letters dopo Renzo Piano. In verità, Scolari, che è milanese di nascita ma veneto d’adozione dal 1985, mai lascerebbe la sua casa veneziana, acquistata nel ‘96: 400 metri quadri al piano nobile di un palazzo storico, appartenuto a un aristocratico procuratore di San Marco. Trovata «in stato di incredibile disfacimento», i soffitti alti più di cinque metri brutalmente abbassati e chiusi in inguardabili soppalchi. Per sfruttare gli spazi, i vecchi inquilini avevano suddiviso la casa in quattro appartamenti. Tagliando alcune stanze a metà. «Dove oggi ho il computer c’era un bagno», spiega Scolari, indicando sul pavimento in marmi pregiati, seminato a mano come un mosaico, i segni della barbarie. «Decisi di acquistare e riportare tutto a com’era nel ‘600, dalle porte in legno intarsiato fino al terrazzo, che ho ricostruito con i suoi lacerti originali di pastellone». In casa sua, il professore è stato architetto, pittore e muratore. «Ricordo che i primi mesi aspettavo gli operai dormendo su una branda, alle 8 eravamo al lavoro. Non c’è pietra, chiodo o strato di vernice che non abbia avuto il mio placet». La più bella soddisfazione? «Quando, tolte le controsoffitta- dall’American Academy of Arts and Letters dopo Renzo Piano. Nelle foto: sopra, Scolari alla scrivania. In alto, il suo oggetto preferito, un modellino in legno dell’idrovolante Savoia Marchetti S.55 usato da Italo Balbo nella trasvolata del decennale della Fondazione dell’Arma aeronautica (1933), simbolo della sua passione per il volo. Fotoservizio Pattaro/Vision Tra Milano e Venezia Massimo Scolari, milanese di nascita, veneto di adozione. Docente di Architettura a Venezia e a Yale, pittore e designer, appena insignito del prestigioso A.W. Brunner Memorial Prize in Architecture a New York e secondo architetto italiano premiato ture del salone (sette metri per venti, ndr), abbiamo scoperto un meraviglioso soffitto alla sansovina, con travi a vista perfettamente distanziate, miracolosamente integro. Più sotto, come fosse una cornice, un fregio in marmorino scolpito a rilievo con putti, medaglioni e ghirlande, il capolavoro di un geniale “non si sa chi” del Seicento». Sono stati ripuliti gli stucchi, e così pure le «soase», una sorta di nicchie in polvere di marmo dorata che in origine incorniciavano dei grandi teleri, oggi spariti. Scolari li ha sostituiti con altri quadri: un ritratto di sua madre, piccole anamorfosi cinesi del Cinquecento, un cartiglio di Piranesi. In questa stanza immensa, adibita a studio-biblioteca, incanta il contrasto tra le altissime librerie in ciliegio, ricolme di tesori antiquari e il rigoroso design danese della scrivania fine anni ‘50 di Finn Iuhl, e delle lampade acquistate da Poulsen Lightime e Poul Henningsen. Il capriccio/bisticcio di stili, neoclassico, biedermeier e novecento, è il leit motiv di tutta la casa. Un divano d’epoca Consolato e un «Bastiano» in pelle e finiture in mogano di Tobia Scarpa, fine anni ‘60; tre Thonet in legno ricurvo e quattro poltroncine Frau in pelle. Per le sedie, Scolari ha un vero talento, «Olimpia», con la spalliera «alata», la disegnò per Giorgetti nel 1990. Nel salone, così grande che ogni cosa sembra piccina, la sedia in legno biondo è appoggiata alla parete di fronte al pianoforte. Il professore lo suonò per anni nella casa milanese di via Circo, poi lo portò ad Asolo, e infine a Venezia. Con lo Steinway arrivò in Laguna anche il tavolino da lavoro della villa fiesolana di Arnold Böcklin. «L’acquistai da un antiquario milanese negli anni ‘80. A un prezzo molto basso. Incredibile ma, allora, Böcklin lo conoscevano solo i suoi compatrioti svizzeri». Melisa Garzonio © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 33 italia: 51575551575557 Guida al benessere Prepararsi Gli integratori da prendere subito e i trattamenti molecolari rigenerativi. Come idratarsi in profondità Verso l’estate in cinque mosse Così la pelle resta giovane Curiosando Ombre e luci Il profumo che si ispira alla collezione Ombre e luci, si affida a queste sfumature «Ombre&lumière», l’ultima creazione olfattiva di Giorgio Armani Privé, linea creata nel 2004. Ancora una volta l’ispirazione arriva dalla passerella, dalla collezione primavera-estate. «Questa stagione — spiegano alla maison — gli abiti hanno infatti un gioco di ombra e luce che trasforma il volume con strati di tessuti e di piume che, muovendosi con il corpo, rivelano una silhouette estremamente femminile». Ad accompagnare questa donna la nuova fragranza che, come nella tradizione dei Privé, continua ad essere costruita sulle note preziose di iris. «Il mix di contrasti — spiega Fabrice Pellegrin, maestro profumiere — si ritrova anche nella costruzione olfattiva. Siamo partiti dall’iris. L’ombra è rappresentata da questo fiore unito all’ambrox. Sì, perché l’iris si estrae dalle radici. È una materia prima tra le più costose, ingrediente raro e naturale per eccellenza. Per questo profumo ho utilizzato la varietà pallida che cresce in Toscana. Mentre la luce è caratterizzata da gelsomino e paradisone. Ho scelto il gelsomino sambac, ha una nota floreale più moderna e conferisce fluidità e trasparenza. È il lato aereo del profumo, un po’ come la fluidità dei tessuti di Armani. E ho abbinato l’assoluta di questo fiore a una molecola di sintesi chiamata paradisone per dargli ancor più un effetto cristallino, luminoso. Insieme rappresentano il lato femminile». Per questa composizione lo stilista ha scelto una tonalità particolare. Infatti la fragranza, in tutto soltanto in mille pezzi numerati, è racchiusa in un flacone blu profondo, il tappo in resina realizzato artigianalmente per ricordare una scultura moderna. Tutto è avvolto in una morbida pochette di organza di seta stretta da tre lacci di pelle. Un tocco di tailor-made per una donna esigente. G. Gh. © RIPRODUZIONE RISERVATA P rotezione solare, in questo periodo dell’anno il messaggio arriva da più parti. Ma, questo gesto da solo, non basta. «La pelle — spiega Magda Belmontesi, dermatologa e docente al master di medicina estetica all’università di Pavia — va preparata ad affrontare la stagione estiva con grande attenzione, anche se si resta in città perché l’inquinamento aumenta gli effetti negativi dei raggi UV. Due sono i tipi di approccio alla prevenzione: per evitare scottature ed eritemi ma soprattutto per contrastare l’invecchiamento cutaneo». Imparare a prendere dimestichezza con i filtri solari, utilizzando quello più adatto in base al proprio fototipo senza dimenticare integratori, trattamenti mirati e dieta. «A tavola — dice Maria Gabriella Di Russo, idrologa e medico estetico a Milano e Formia, docente in medicina estetica al master università di Pavia — è importante scegliere alimenti ricchi di acqua, sali minerali e vitamine poiché aiutano a mantenere l’epidermide idratata. Preferire frutta fresca e verdura di stagione da consumare cruda o cotta al vapore a cui va aggiunto olio extravergine d’oliva, molto utile perché aumenta l’assorbimento di betacarotene, un antiossidante che La dieta «L’olio d’oliva è importante perché aumenta l’assorbimento del betacarotene, utile contro radicali liberi e invecchiamento» Zorzi (mariabrunabeauty.it)— la novità vitamin face & body firming, trattamento molecolare rigenerativo creato da un’azienda americana, paese dove c’è grande attenzione nei confronti della protezione solare, serve a tonificare e levigare le piccole imperfezioni di seno, ginocchia, spalle, nuca. Viene fatto su uno speciale lettino ad acqua che favorisce il relax ed è abbinato alla cromoterapia. Dura un’ora e mezza si lavora cuoio capelluto, viso e corpo con prodotti vegetali tra cui cardo mariano, utile per le proprietà anti-infiammatorie, passiflora, liquirizia e altri quaranta attivi che vanno a idratare in profondità la pelle. E si conclude con una maschera a base di glutatione, un antiossidante che fornisce elementi essenziali come acidi grassi, vitamina B che partecipano alla rigenerazione, preparano a difendersi dagli attacchi atmosferici e dagli UV». Dal medico estetico le soluzioni per idratare in profondità e rivitalizzare. «La pelle — aggiunge Di Russo — ha bisogno di essere ristrutturata. Si possono effettuare due-tre sedute, di cui una al mese di acido ialuronico con complesso dermo ristrutturante, composto da otto aminoacidi, tre antiossidanti due minerali e una vitamina. Gli aminoacidi stimolano la produzione delle fibre di collagene contribuendo al rimodellamento dei tessuti. Gli antiossidanti proteggono dai danni dei radicali liberi, zinco e A CASA Scrub al corpo, almeno un paio di volte la settimana, per eliminare le cellule morte insistendo su gomiti e ginocchia a cui far seguire una crema idratante DAL MEDICO ESTETICO INTEGRATORI Un mese prima e durante tutto il periodo di esposizione. Sono utili quelli a base di licopene, sostanza che si trova nei pomodori, vitamina C e beta-carotene, perché hanno una funzione protettiva e anti-infiammatoria Un mese prima dell’esposizione un paio di sedute a base di acido ialuronico per idratare in profondità DALL’ESTETISTA Pulizia del viso, aiuta ad eliminar le sostanze inquinanti, prepara la pelle ai trattamenti successivi molto importanti come le maschere nutirenti Attenzione al viso «La maschera al glutatione fornisce al viso elementi essenziali contro i raggi Uv come acidi grassi e vitamina B» A TAVOLA Preferire alimenti ricchi di vitamine e sali minerali e soprattutto frutta e verdura di stagione aiuta a ridurre l’azione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cutaneo». Vietato abbassare la guardia. «Proprio adesso — aggiunge Belmontesi — è utile affidarsi ad integratori specifici che favoriscono la protezione cellulare. Contengono, oltre a betacarotene, anche selenio, omega 6 vitamina E e C, luteina. Quest’ultima, estratta dal cavolfiore, svolge un’azione mirata sugli occhi, soprattutto in chi li ha chiari. Non si deve dimenticare che gli UV colpiscono la melanina degli occhi e possono dare irritazione e foto sensibilizzazione. Inoltre, gli integratori, oltre a fare da scudo al processo di foto invecchiamento, sono utili a chi soffre di herpes labiale perché i raggi solari abbassano le difese locali». In aiuto anche i trattamenti mirati. «Uno scrub o gommage — dice Belmontesi — serve per ridurre lo spessore dello strato corneo e stimolare il turnover epidermico». Dall’estetista si possono scegliere programmi per un’idratazione intensa. «Suggerisco — dice Mariabruna rame sono importanti per la creazione di nuove cellule, la vitamina B6 è essenziale per la produzione di energia necessaria al metabolismo del derma. Si ha complessivamente un miglioramento dell’idratazione, turgore, aumento della compattezza e dell’elasticità della pelle». E, come suggerisce Belmontesi, «non bisogna dimenticare che per gli infrarossi non c’è protezione solare specifica e sono i maggiori responsabili del foto invecchiamento. È consigliabile un siero antiossidante prima di una protezione solare anche in città, per prevenire e rallentare isono solo le rughe ma anche le macchie, le discromie, le lassità. Questo perché le protezione solari se sono associate a filtri chimici e schermi fisici possono bloccare fino al 96% delle radiazioni ultraviolette ma solo il 55 per cento dei radicali liberi prodotti dai raggi solari. Un pool anti ossidante può aumentare l’efficacia sino ad otto volte». Giancarla Ghisi © RIPRODUZIONE RISERVATA Trattamenti fai da te Massaggi, ogni zona ha la sua «testina» Uomini D Niccolò Agliardi: sapone, borotalco e mangio la metà edicato a chi va sempre di fretta. Wellbox il lipomassage brevettato LPG, adesso, si può fare a casa, da soli. «Questo strumento compatto — spiegano gli esperti LPG Systems — grande solo tre centimetri cubici, permette di effettuare un trattamento cento per cento naturale. È un dispositivo cosmetico per aiutare la stimolazione cellulare: unisce le azioni anticellulite e antiage, ma ha anche tante altre potenzialità. Infatti, basta cambiare la testina per modificare il proprio programma di bellezza. Il segreto è tutto qui: in questi rulli motorizzati di varie grandezza per permettere diversi tipi di massaggio. Bisogna però avere costanza: tre volte alla settimana, sei minuti per zona. I primi risultati sono visibili già dopo il primo mese». Anche la versione self-service si può utilizzare sia per i trattamenti al viso che al corpo (info: it.wellbox.com). «È un perfetto alleato — aggiungono — soprattutto per chi ha grasso localizzato, di solito resistente a dieta ed esercizio fisico. Basta scegliere su quale zona concentrare i propri sforzi e agire. Sulle gambe combatte la ritenzione idrica, tonifica le ginocchia, rassoda i glutei e le braccia. Utilizzato sul viso si ottiene un effetto lifting naturale. Con questo massaggio, complice le micropulsazioni delle alette delle testine, si aiuta a stimolare la naturale produzione di fibroblasti, le cellule che producono collagene ed elastina che rallentano il “ritmo di lavoro” dopo i 25 anni. Le linee d’espressione e le rughe si affinano e i contorni facciali si ridefiniscono». © RIPRODUZIONE RISERVATA di Maria Teresa Veneziani Niccolò Agliardi, milanese, 40 anni, 178 cm per 70 kg. Nuovo disco «Io non ho finito» con la band The Hills. Voto alla sua bellezza... «Ambisco all’8, ma ho ancora strada da fare». Che cosa fa per la forma? «A 35 anni non mi piacevo più. Avevo 7 chili più di ora. Ho smesso di bere latte e ho cominciato a dimezzare le porzioni». Alimentazione tipo? «Ho comprato il cuoci riso, lo mangio bianco, tipo Basmati, con carne e pesce. Poi verdure saltate o bollite: adoro i fagiolini. Ho bandito i superalcolici. A qualche bicchiere di vino non rinuncio». Va in palestra? «No, vado a correre tre volte la settimana, una sanissima terapia anti depressione e anti ansia» Che cosa mette sul viso? «Niente, mi lavo con il sapone. Uso creme protettive e idratante solo se vado al sole». Passiamo ai capelli... «A 28 anni, appena prima di perderli, ho fatto il taglio drastico. Oggi li rado ogni due giorni quando faccio la barba. Non ho complessi, ho un volto abbastanza aggraziato». Descriva il suo stile «Quando devo suonare indosso i jeans con una tshirt e la camicia lasciata fuori perché i ragazzi del gruppo sono 25enni e non vorrei apparire troppo âgé. Ma se portata sola la camicia va indossata dentro: dopo i 40 anni la forma diventa sostanza... Non mi piacciono i completi, preferisco lo smoking». Profumo? «No, uso solo un dopobarba che compro all’Esselunga che sa di Borotalco, poco erotizzante ma garbato». © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Tempi liberi 35 italia: 51575551575557 Controcopertina Famiglie Il questionario di Proust per bambini Nome Il tuo difetto Età Il difetto dei tuoi genitori Dove abiti Scaricare il questionario e la liberatoria (da far firmare ai genitori) dal blog 27esima Ora di Corriere.it Spedirli con una foto alla mail proustperbambini @corriere.it L’ultima volta che hai pianto Che cosa ti rende triste Gioco preferito Che cosa non ti piace fare I nomi che ti piacciono di più Che cosa ti fa paura Bevanda preferita Che cosa vorresti fare da grande Piatto preferito Libro o film preferito Il tuo eroe o eroina Che cosa ti piace della tua città Vacanze preferite E cosa non ti piace Colore preferito Il tuo migliore amico o amica Animale preferito Il peluche con cui dormi Dagli Usa La scrittrice Woolf: i media ossessionano le donne con l’immagine. La scelta di Nicole e quella di Monica D a una parte il volto splendido, ma ingessato e terreo di Nicole Kidman, 47 anni a giugno, quasi bloccata nella sua bravura da un eccesso di chirurgie preventive. Dall’altra, a contrasto, la faccia più segnata di alcune sue coetanee come lei star internazionali e come lei colte dall’obiettivo nella luce impietosa delle passerelle: Kate Blanchett, 45 anni, splendente nelle sue rughe guizzanti, Monica Bellucci, un volto che non nasconde i segni della vita e della sofferenza, e dichiara al Corriere: «Non voglio essere una donna di 30 o 20 anni, ho rispetto per me e per la femminilità. A settembre compirò 50 anni, sarà l’unico compleanno che celebrerò». Infine Juliette Binoche, che i 50 li ha appena celebrati, e che non solo esibisce qualche superba zampa di gallina, ma consegna, sempre al «Corriere» un piccolo manifesto sulle età della donna: «Ogni età ha i suoi doni. Bisogna accoglierli con curiosità. Più si invecchia, più bisogna osare». Pillole di saggezza impreviste (contro schiavitù altrettanto sorprendenti) che ci dicono come si stia facendo strada anche nel mondo dello star system l’idea che la questione della bellezza, del suo inseguimento e del suo mantenimento negli anni, è faccenda molto piuttosto complicata, e tutt’altro che fatua per la donna contemporanea. Appena si sono spente le luci sul red carpet di Cannes che ci hanno rimandato queste fotografie, Emma Woolf, giornalista e scrittrice, nonché pronipote della più celebre Virginia, sul Daily Beast ha chiamato in causa, in una specie di autocritica collettiva, il mondo dei media, con un articolo dal titolo «Le donne ci perdono sempre se noi le ossessioniamo con l’immagine delle star». Se cioè continuiamo a spiare in ogni momento sul loro volto una ruga in più, un cedimento precoce, e a fare spietati paragoni su come erano dieci anni fa. Perché il rischio è che l’effetto horror dal volto di Nicole Kidman si propaghi per malefiche onde concentriche a tutte le donne della terra, e che ognuna si metta in caccia di un artefatto ideale perduto di perfezione. Fatale che con tutte quelle sollecitazioni patinate a essere magri, levigati, senza rughe, ci si guardi allo specchio e ci si senta per sempre inadeguate. Il tema Gli interventi estetici ogni anno al mondo 17 L’autrice Emma Woolf (sotto) è columnist del Times, oltre che autrice di due libri «An Apple a Day» e «The Ministry of Thin», ex anoressica salvata, come racconta lei, da un figlio. Segue questi argomenti ed è appassionata delle tesi di Naomi Wolf sul mito della bellezza a ogni costo millioni 2.4 asile Br 0.89 India 90% +21% Il tema Partendo dalle immagini di Nicole Kidman al festival di Cannes, Emma Woolf analizza il fenomeno della chirurgia estetica, che continua ad avere presa tra le donne che hanno tagliato il traguardo dei 46 anni (come la Kidman), età in cui ,a detta di molte inglesi, ci si comincia a «sentire invisibili» degli operati è donna 0.8 3 Me ssic o La percentuale di interventi al seno sul totale delle operazioni 25% Top five interventi di chirurgia estetica in Gran Bretagna Donna Uomo 1. Ingrandimento seno 1. Rinoplastica (naso) 2. Blefaroplastica (occhi) 2. Blefaroplastica (occhi) La precentuale di crescita delleo perazioni sugli uomini dal 2009 E fragili. E insicure. In un prolungamento malsano dei turbamenti dell’adolescenza nell’età adulta. Intanto, nel tentativo di adeguarsi a un codice unico e astratto di bellezza artificialmente imposto, ogni anno nel mondo un esercito di umani si rivolgono agli stregoni moderni, i medici estetici. I quali volentieri li sottopongono a 17 milioni di operazioni di cosiddetto miglioramento, in cima alla lista ci sono gli Stati Uniti, poi vengono il Brasile e la Cina, il 90 per cento di questi interventi sono riservati alle donne (anche se quelli maschili sono in aumento). Insomma, siamo convinte di aver fatto tanti progressi sul fronte della parità di genere, «ma in realtà l’immagine della donna rimane ancor oggi il suo capitale più spendibile», avverte Emma Woolf considerandola una grande sconfitta del La 27Ora «Mesangeles»: (ri)scoprire il talento dei nostri ragazzi La «meglio gioventù» in una scuola di Mesagne. Diversa da quella dei reality Vivere con un’amica: vi spiego perché è bellissimo Gli amici sono la famiglia che scegliamo di avere e la condivisione è «femmina» Le sorelline indiane e la nostra indignazione Se la rabbia può diventare lo strumento per svegliare le istituzioni inesistenti di Gaia Piccardi di Rachele Grandinetti di Monica Ricci Sargentini © RIPRODUZIONE RISERVATA 3. Riduzione seno 3. Riduzione seno 4. Lifting viso collo 4. Otoplastica (orecchie) 5. Addominoplastica 5. Liposuzione femminismo: una tesi forte e provocatoria che val la pena considerare perché Emma ha sperimentato su di sé la schiavitù estetica, è stata anoressica dai 19 ai 30 anni, e solo da qualche tempo, dopo aver incontrato un fidanzato che vorrebbe un figlio da lei, ha cominciato ad avere un atteggiamento più rilassato verso il cibo e l’immagine. Vicende che ha raccontato sui giornali cui collabora (The Guardian, The Times) e in due libri, An Apple a Day e The Ministry of Thin. Si potrebbe obiettare: ma che male c’è, se così fan tutte? In fin dei conti le nostre sorelle sono sempre state ossessionate nei secoli dall’aspetto esteriore, e pronte a soffrire un po’ in suo nome, le signore vittoriane rinunciavano a una costola per entrare nei corpetti del tempo, supplizio che si sussurra abbia inflitto ancor oggi Nicole Kidman al suo costato per renderlo ancor più slan- ciato, sebbene fosse già etereo per Dna. Proviamo però a ribaltare la faccenda e a chiederci se non siamo tutti impazziti a farci tagliare ossa, scotennare il viso, iniettare veleno (botulino), e non per piacer nostro ma solo per apparire (forse) più presentabili e accontentare chi ci vuole così. Un conto è sbiancarsi il volto con la cipria o tingere il capello, un altro imbarcarsi verso strade perigliose e senza ritorno. L’ossessione della ricerca del codice perfetto ha ormai deragliato, è andata fuori controllo. Per allontanarla non ci resta che osare di essere come si vuole, per libera scelta e non per lavaggio – planetario - del cervello: in fin dei conti Monica, Cate, Juliette e le altre insegnano. maragnese © RIPRODUZIONE RISERVATA Tempiliberi ILLUSTRAZIONE DI PAOLA PARRA Quando hai strisciato il dito sullo smartphone non ci credevi quasi. L’uomo della tua vita, bello da togliere il fiato, eccolo lì. Gli occhi neri, profondi, di chi ha vissuto tanto. Il fisico robusto. Nella bio si definisce fedele e generoso. Praticamente un tipo d’altri tempi. Certo, è un po’ peloso, va spazzolato tutti i giorni. Perché lui si chiama Buck, ha nove anni, ed è un incrocio di cane da pastore. E’ BarkBuddy, l’app che funziona come Tinder per far innamorare potenziali amici per la vita di cani abbandonati dei rifugi più vicini, strappandoli a un destino di gabbie e solitudine. Ad inventarla, la newyorkese Bark & Co., startup di quattro animalisti che, piccandosi di pensare come un cane, sviluppa prodotti per Pluto, Pongo e Rin Tin Tin, e nel 2013 ha donato 150 mila dollari ai quattrozampe meno fortunati. BarkBuddy permette di visualizzare 300mila e più profili. E se c’è il colpo di fulmine clicchi il cuoricino, sennò vai alla foto successiva (a differenza delle app di dating, qui non c’è la X di rifiuto, perché un animale non si rifiuta mai). Perché ogni anno, di cani, negli States, ne vengono abbandonati più di quattro milioni, e solo la metà trova una casa. I dati di BarkBuddy, però, fanno sperare: 10 milioni di strisciate in 9 giorni, roba da far impallidire Tinder e compagni. Per ognuno, informazioni su età, sesso e grandezza, lo stato di salute e le necessità. Così, quando ci hai pensato bene, chiami il rifugio e fissi il primo appuntamento. Per vedere se l’amore scatta per davvero. Perché, a differenza di tanti fidanzati, un cane è per sempre. E guai a prenderne uno, magari salvato da un canile lager, per riportarlo indietro al primo bisognino sul parquet. Perché l’amore incondizionato esiste: ed è quello che leggiamo negli occhi di un animale. Bau. di MARIA LUISA AGNESE 2.1 9 Cin a di COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA Pparra Un viso più «vero» Le star contro il bisturi Una app «amorosa» per salvare i trovatelli 3.03 Usa Tendenze 36 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 37 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L *Ài E ° > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ó£°ÈÓ]Ç£ ä]xx¯ e `À> È°n{{]x£ ä]ί Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]{x ä]ä£ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £Î]nÇ Ó]xn /- Ì° - >Ài ÓÓ°x]Îä ä]xȯ e À>VvÀÌi °{Î]ÓÇ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]äÇ ä]ÓÓ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ó]{ä Ó]£Ó Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]x{ ä]Ó Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ç]Óx Î]ÓÎ *>À} >V{ä® £°äÇÈ]äÈ ä]Îx¯ e Ü ià £È°ÈÇn]ÓÈ ä]£Ó¯ } } >Ã`>µ {°ÓÎÓ]£È ä]Îǯ / i® £{°ÈÎÓ]În ä]Î{¯ -E* xää £°£n]n£ ä]äȯ >`À` £ä°Çn]Çä ALL’AGRICOLTURA 52 MILIARDI, PREMIO DEL 25% PER I GIOVANI N on più incentivi a campi da golf (vi sembrerà strano, ma finora i contributi comunitari sono andati anche ai terreni green), banche e intermediari finanziari (in qualità di proprietari di terreni) . Soldi solo a chi si occupa (davvero) di agricoltura, con una particolare attenzione a chi ha meno di 40 anni. Perché — paradosso — in Italia solo il 5% degli imprenditori agricoli sono “giovani” (ammettendo che gli under 40 lo siano ancora). Un numero troppo esiguo per le esigenze della nostra filiera agroalimentare (e per la tutela del territorio) anche in un’ottica di trasmissione delle competenze. Ieri la firma al ministero delle Politiche agricole su un testo condiviso con le Regioni (che hanno apportato alcune modifiche all’impianto originario) che disciplina la nuova politica agricola comune (Pac) da qui al 2020. Il dato da cui partire sono i 52 miliardi di euro nei prossimi sette anni destinati al nostro Paese. Di cui circa 27 miliardi di “aiuti diretti” completamente finanziati da Bruxelles. Altri 21 miliardi — cofinanziati pariteticamente da Ue e Italia — saranno destinati invece allo sviluppo rurale. Gli ultimi quattro sono i finanziamenti Ocm (organizzazione comune di mercato) che disciplinano la produzione e il commercio di gruppi di prodotti (ad esempio il settore vitivinicolo e l’olio di oliva). Il ministro Maurizio Martina (nella foto) esprime soddisfazione: «Abbiamo privilegiato il lavoro e i giovani». Per i quali è prevista la maggiorazione degli aiuti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività. Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA {°x£]xÇ ä]Ó{¯ /- Ì°-Ì>À La lente ä]ä{¯ e Óΰän£]Èx ä]Σ¯ e ä]Èä¯ e £ iÕÀ £]ÎÈäÇ `>À ä]äί £ iÕÀ £În]ÎÈää Þi ä]䣯 e i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° Îääx iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° Îääx iÌÌ ¯ £ iÕÀ ä]n£Î£ ÃÌiÀi ä]£Ç¯ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]ÓÇ ä]ÓÎ £ iÕÀ £]ÓÓä{ vÀ° ÃÛ° Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä{]ÈÇ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]xÇ ä]nn £]{Î Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä{]ÓÓ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££È]Î VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£Î Î]ÓÈ Î]{ä ä]{Î £ iÕÀ ]änÓÎ VÀ°ÃÛi° ä]ÈÓ¯ e £ iÕÀ £]{Ç{x `°V>° ä]£¯ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]x{ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ç]{£ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££Î]£n £]nÈ £]{ Ó]{Ó VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]äÓ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]nÇ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]{{ ä]ÈÎ ä]Çä £]£ä ä]ä{¯ L’operazione La quota di proprietà resta al 4,48% e Fsi può «richiamare» le azioni per le assemblee e i dividendi Generali, Cassa Depositi sotto il 2% dei voti Il Fondo Strategico Italiano va avanti con il piano di prestito titoli del Leone Il Fondo strategico italiano è sceso sotto il 2% in Generali. Lo ha comunicato ieri la Cassa depositi e prestiti, a cui fa capo il Fsi, precisando che «la facoltà di esercitare il diritto di voto» è ora ridotta «all’1,981% del capitale sociale» del Leone. Nella nota si sottolinea altresì che «restano invece immutati numero di azioni e quota di Generali di proprietà di Fsi, pari al 4,48%». Ciò perché si tratta di vendite a termine compiute da intermediari incaricati con contemporaneo prestito titoli da parte di Fsi. Ciò significa in sostanza che il Fondo ne perde il possesso, e quindi i diritti patrimoniali e di voto, ma non la proprietà. Inoltre, i contratti sono assistiti da clausole di richiamo: il Fondo strategico può cioè «richiamare» i titoli dati in prestito in particolari circostanze: così è accaduto in occasione dell’assemblea delle Generali che a fine aprile ha approvato il bilancio, e al momento di incassare il dividendo. I contratti di vendita sono numerosi (il pacchetto che il Così in Borsa ieri +0,36% a 16,61 € Mediobanca 13,4% Cassa Depositi e Prestiti (per il tramite del Fondo strategico italiano) 4,4% 16.683 16.6 Delfin S.AR.L 16.482 1 6.4 (Leonardo Del Vecchio) 16.280 16.2 Gruppo New B&D Holding 16.078 16.0 (famiglia De Agostini) 2% 2,4% 15.877 15.8 Gruppo Caltagirone 2% 15.675 15.6 30 6 apr. mag. 12 mag. 18 mag. 22 mag. 28 mag. Fonte: Consob e Borsa Italiana Manager Giovanni Gorno Tempini, alla guida della Cassa depositi e presidente del Fondo strategico italiano controllato dalla Cdp Mercato Effetti S.p.A. Gruppo Ubs 71,6% 2,1% 2,1% Fsi ha rilevato da Bankitalia è stato in pratica polverizzato) e presentano cadenze differenti, in linea di massima al momento distribuiti tra fine 2014 e primi mesi 2015. Il Fondo deve concludere la cessione entro la fine del prossimo anno e scaglionando nel tempo si protegge anche dall’eventuale rischio che, una volta scaduti i termini, la vendita non possa essere perfezionata perché non corrispondono i paramenti di prezzo fissati. Tecnicalità che rendono complessa l’operazione. Del re- D’ARCO sto nell’accordo relativo al passaggio del 4,48% di Generali da Banca d’Italia a Fsi, sottoscritto nel dicembre 2012, sono stati previsti diversi «paletti» a la stessa via Nazionale è diventata azionista del Fondo con il 20%, mentre il restante 80% è Scadenze I contratti di vendita a termine sottoscritti finora scadono tra fine 2014 e i primi mesi del 2015 rimasto in mano alla Cassa guidata da Giovanni Gorno Tempini (che è anche presidente di Fsi): il Leone è la più importante compagnia di assicurazioni italiana e Bankitalia è stata fino a quel momento il secondo azionista dopo Mediobanca. Si tratta perciò di un’operazione di «sistema» che non può generare contraccolpi sul mercato né verosimilmente precostituire la presenza di un nuovo socio dello stesso peso dell’autorità di vigilanza. Anche se, va detto, poiché Piazzetta Cuccia ha il 13% circa e ha già annunciato che scenderà nell’arco del piano industriale di tre punti, eventuali nuovi azionisti con quote non particolarmente rilevanti potranno rappresentare comunque novità non secondarie. Il Fsi si è dunque impegnato a vendere la quota a terzi «in modo ordinato e a condizioni di mercato» e a «esercitare i diritti di voto in assemblea» Generali «secondo i criteri seguiti dalla Banca d’Italia per le sue partecipazioni». In effetti il titolo del Leone sul mercato non sembra aver finora «sofferto» dell’esercizio dell’obbligo di vendita. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rapporto Aon Viene prima della preoccupazione di restare a corto di liquidità Nella top ten dei rischi d’impresa sale il timore di perdere i talenti MILANO — Certo, la crisi economica: un incubo, ancora oggi, la ripresa è troppo lenta perché manager e industriali di tutto il mondo non la indichino al primo posto nella top ten dei rischi d’impresa. Sì, l’incertezza politica: e i fatti d’Ucraina, o per altri aspetti la stessa ondata dell’estrema destra xenofoba in molti Paesi europei, sono solo una campana d’allarme a volume semplicemente più alto dei tanti campanelli che scuotono il pianeta. E non da ieri. Col risultato che il timore di guerre civili, conflitti sociali, instabilità diventa paura vera: non era mai stata segnalata nella classifica globale dei pericoli vissuti da chi possiede o gestisce aziende, ora esordisce al decimo posto. Peggio ancora, le previsioni la danno in scalata al sesto entro il 2016. E poi, però. Recessione. Guerre calde e fredde. Sommovimenti sociali. Governi ballerini. È un elenco classico, da Baedeker dell’economia, quando si parla dei fattori di rischio per le aziende. Imprenditori e manager non fanno che testimoniarlo forti dell’esperienza diretta. La novità oggi, 2014, anno sesto dall’inizio della Grande Crisi, è che quell’esperienza diretta ne scopre — e lo subisce — prepotentemente un altro. È sempre stato lì, in realtà: in definitiva resta l’elemento umano, a fare la differenza. Non c’è mai stato uomo d’azienda che non proclamasse regolarmente “i talenti”, manuali o intellettuali non impor- ta, punto-chiave del successo di qualsiasi impresa. Non ce ne sono mai stati però altrettanti che, nei fatti, i talenti “ordinari” — moltissimi, contro i rarissimi geni alla Steve Jobs — si preoccupassero di Piazza Affari Le navi di Fincantieri approdano in Borsa Fincantieri sbarcherà a Piazza Affari il 16 giugno. Tra venti giorni i vertici della società saranno a Milano per presentare la quotazione. Sul mercato dovrebbe arrivare il 49,9% del gruppo, per effetto di un aumento di capitale da 600 milioni, oltre alla vendita di azioni da parte di Fintecna (Cdp). coltivarli, attirarli, trattenerli. Bene. Sarà pure questo un effetto della lunga recessione, opposto e insieme speculare ai massicci tagli di personale. Ma, oggi, in tutto il mondo la paura di perdere o di non saper attrarre quei talenti — chiamarli “cervelli” sarebbe riduttivo: accanto al fisico nucleare può esserci un mago della meccanica di precisione, un grande ciabattino può valere quanto uno stregone del software — è più forte persino del timore di trovarsi a corto di capitali. A dirlo sono le stesse aziende. Aon, il colosso del brokeraggio assicurativo (11,5 miliardi di dollari di fatturato, una sede italiana che con Carlo Clavarino governa altri mercati europei e il Medio Oriente), per il suo ormai tradizionale Risk Management Survey ha “intervistato” finora 1.415 società in 70 Paesi. La fotografia che ne uscirà per il 2013 (il rapporto è biennale) racconta proprio questo. Ossia che, nell’universo-imprese, la lentezza della ripresa è sempre la preoccupazione numero uno. Ma la paura di perdere i talenti — la stessa Aon non ne è esente: in Italia la risposta è la “Talent Agenda”, 106 neolaureati convolti solo l’anno scorso, la metà di loro poi assunti — segue quasi a ruota: settimo posto nel 2011, quinto adesso. Appena nono il rischio di trovarsi a corto di liquidità. Che ci sia speranza, alla fine, per il merito? Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Il collocamento Impregilo, più flottante Sul mercato fino al 25% Salini Impregilo si prepara a ripristinare il flottante sulla Borsa di Milano, sceso al 10% in seguito all’Opa lanciata l’anno scorso. «Stiamo lavorando all’operazione di collocamento di azioni che sarà effettuato presso investitori istituzionali italiani ed internazionali» ha detto ieri l’amministratore delegato del gruppo di costruzioni, Pietro Salini. «L’operazione, che fa parte del già annunciato piano di ripristino del flottante sulla Borsa di Milano ad almeno il 25% — ha proseguito il manager — , sarà un’unica operazione di collocamento, in parte secondario, in parte primario attraverso aumento di capitale, denominata in gergo fully marketed transaction, dato che saranno contestuali». Dunque oltre a raccogliere mezzi freschi sul mercato, che copriranno fino al 10% del capitale, Salini cederà anche parte della azioni raccolte dalla Salini Costruttori con l’Opa lanciata l’anno scorso sul general contractor di cui Salini aveva assunto il controllo al termine di una dura contesa con il gruppo Gavio. L’operazione è allo studio e «qualora dovesse concretizzarsi» ha spiegato Salini-Impregilo in una nota, porterebbe a «un miglioramento della liquidità delle azioni della società». Nella stessa nota viene precisato «che in base all’attuale struttura dell’offerta in esame, Salini Costruttori, a seguito all’operazione, continuerebbe ad essere l’azionista di maggioranza di Salini Impregilo» di cui oggi ha circa l’89%. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Bipiemme Vita S.p.A. Sede sociale: Via del Lauro, 1 - 20121 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE I valori sotto riportati sono espressi in euro, salvo diversa indicazione SEMESTRE DI RIFERIMENTO: dal 01/11/2013 al 30/04/2014 BPM Gest Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano I nostri dati anche sul tuo smartphone BPM GEST ECU CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 006 Categoria di attività REGIONE PUGLIA AVVISO PUBBLICAZIONE ESITO DI GARA CUP: J55D12000040001 CIG: 5400736C53 Il Commissario Delegato avvisa che sul sito www.dissestopuglia.it nella sezione “AVVISI E BANDI” è pubblicato l’AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI inerente l’aggiudicazione della procedura aperta ai sensi del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. relativa alla progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori relativi all’intervento denominato FG021A/10 - Comune di Anzano di Puglia (FG) - “Lavori di sistemazione dissesto idrogeologico in località GESSARA nel Comune di Anzano di Puglia (FG)”. L’avviso per estratto sarà altresì pubblicato sulla G.U.R.I. Il Commissario Straordinario Delegato: Avv. Francesco Paolo Campo 31/10/2013 Categoria di attività 48.176.405 3.730.146 2.653.217 54.559.768 48.072.169 3.730.146 2.653.217 54.455.532 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata BPM GEST DEM Il Commissario Straordinario Delegato Per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia previsti nell’Accordo di Programma siglato il 25/11/10 CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 008 30/04/2014 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata REPUBBLICA ITALIANA VALORI IN EURO CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 007 31/10/2013 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata 77.905 77.905 76.954 76.954 CODICE IMPRESA: 402 CODICE GESTIONE: 003 31/10/2013 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 2.927.094.288 2.684.831.087 200 Titoli di capitale 66.510.999 62.776.174 300 Altre attività patrimoniali 118.832.921 19.232.921 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata 3.112.438.208 2.766.840.182 Categoria di attività 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata 30/04/2014 31/10/2013 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata 319.532 319.532 CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 010 Categoria di attività 319.515 319.515 VALORI IN EURO 30/04/2014 31/10/2013 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 306.777.136 200 Titoli di capitale 1.828.713 300 Altre attività patrimoniali 5.509.299 400 Passività patrimoniali -3.500 1000 Saldo attività della gestione separata 314.111.648 BPM Gestpiù CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 011 224.112 224.112 BPM Consolida VALORI IN EURO 30/04/2014 Categoria di attività 31/10/2013 valori in USD - cambio al 30/04/13: € 1 = USD 1,385 Categoria di attività BPM Sicurgest CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 009 203.950 203.950 BPM GEST USD VALORI IN EURO 30/04/2014 Categoria di attività VALORI IN EURO 30/04/2014 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 224.002.179 1.761.048 5.709.299 231.472.526 BPM Valore VALORI IN EURO CODICE IMPRESA: 402 - CODICE GESTIONE: 012 VALORI IN EURO 30/04/2014 31/10/2013 Categoria di attività 56.725.511 1.690.412 -3.500 58.412.423 65.357.536 1.692.174 67.049.710 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 222.535.529 200 Titoli di capitale 4.025.876 300 Altre attività patrimoniali 1.287.592 400 Passività patrimoniali 1000 Saldo attività della gestione separata 227.848.997 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 30/04/2014 * al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell'apposita sezione del libro mastro Ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti - Redatto il 24 maggio 2014 www.bipiemmevita.it 31/10/2013 Importi da libro mastro* Importi da libro mastro* 226.254.057 4.029.015 1.287.592 231.570.664 Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Economia 39 italia: 51575551575557 Il dibattito Delrio: nel Mezzogiorno la situazione peggiore Fiat Chrysler «Classi dirigenti da riformare? Quote rosa passo obbligato» Tarantola e Bongiorno: ma devono essere a tempo DALLA NOSTRA INVIATA TRENTO — Partiamo da un dato: l’Italia per distrazioni di fondi pubblici è al 98esimo posto su 143 Paesi. Un risultato che Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, ha illustrato all’apertura del Festival dell’Economia, la kermesse che porta a Trento economisti, sociologi, premi Nobel e politici per discutere di temi di attualità: quest’anno su «Classi dirigenti, crescita e bene comune». Il dato si commenta da solo. La qualità della classe di dirigente è il cardine attorno cui ruota lo sviluppo di un Paese. Come siamo arrivati a questo livello? Per De Felice le responsabilità vanno cercate nel modello di crescita economica degli anni 80 (quello dell’aumento della spesa pubblica) ma anche nella piaga italiana dell’abbandono universitario e nella corruzione, che sono tutti segnali di prevalenza dell’interesse personale su quello collettivo. «Esempio eclatante — ha sottolineato l’economista — l’evasione fiscale». Non è però solo un problema squisitamente italiano. L’editore Giuseppe Laterza ha osservato che «non c’è una classe dirigente europea, ma solo la sommatoria di classi dirigenti nazionali». Un’inversione di rotta, la promette da Trento il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che ha criticato «la miopia della leadership politica europea» e ha annunciato un cambio di paradig- ma per quella del nostro Paese: «Crediamo molto nell’introduzione nella politica italiana della fase valutativa — ha detto durante un incontro con l’ex consigliere economico di Obama, Alan Krueger —. Prevediamo nei prossimi tempi un dialogo difficile con la classe dirigente». Delrio ha citato come esempio il Sud e lo scar- L’incontro Bilderberg compie 60 anni Dalla crisi dell’Ucraina allo spionaggio. A Copenaghen tre giorni di appuntamenti per i potenti dell’Occidente sui temi transatlantici. La Conferenza del Bilderberg (nella foto l’albergo dove il club si riunì per la prima volta nel 1954), una sorta di Davos intima e segreta, quest’anno compie sessant’anni. La lista dei circa 150 convenuti è top secret. © RIPRODUZIONE RISERVATA Marchionne racconta i (primi) dieci anni tra Torino e Auburn Hills Francesca Basso BassoFbasso Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA Autorizzazioni Il gruppo Del Conca e l’investimento negli Usa Burocrazia troppo lenta, la fabbrica ora è in Tennessee Storie di straordinaria burocrazia. Sono quelle a cui non vuoi credere, quelle che pensi siano successe in qualche angolo remoto del mondo. E invece succede a San Clemente, un paese in provincia di Rimini dove ha sede la Del Conca, una delle principali realtà italiane del comparto ceramico che esporta all’estero circa il 75% della sua produzione. L’azienda riminese, grazie a brevetti e a una costante attività di ricerca e sviluppo, cresce da anni e chiede al suo comune di poter ampliare i suoi capannoni creando una linea produttiva che permetta l’esecuzione di tutte le nuove lavorazioni richieste dal mercato, consentendo così la diversificazione della produzione e il mantenimento della competitività dell’azienda. Per ottenere il via libera alla costruzione del nuovo impianto l’azienda riminese avrebbe avuto bisogno di una variante al piano regolatore. La variante è arrivata. Ma nel frattempo sono passati dieci anni: un infinito gioco dell’oca della burocrazia fatto di trappole, rinvii, perdite di tempo e richieste di documenti. In questo decennio però la Del Conca è andata avanti, ha registrato i suoi brevetti internazionali, ha sviluppato il prodotto e una tecnologia sempre più sofisticata. Al punto da mettere nel mirino gli Usa (primo mercato per l’export dell’azienda riminese) non per una delocalizzazione ma per internazionalizzare il business. Per farlo però serviva uno stabilimento produttivo. È così che Enzo Donald Fondi pubblici L’Italia è al 98esimo posto su 143 Paesi per distrazioni di fondi pubblici. Tra le cause l’aumento della spesa pubblica e l’abbandono universitario so uso dei fondi europei, ultima in ordine di tempo la tranche dal 2007 al 2013: «L’Italia deve chiedere scusa al Sud e le classi dirigenti meridionali scusa ai cittadini. Noi non daremo soldi a chi non dimostrerà di essere capaci di spenderli». La classe dirigente è anche fatta di donne, alle quali però è ancora impedito l’accesso alla stanza dei bottoni, come ha evidenziato il curatore scientifico del Festival, Tito Boeri. La legge sulle quote di genere nei board delle società appare al momento la strada principale per permettere alle donne di «Rompere il soffitto di vetro». Questa è la via secondo gli ospiti della tavola rotonda moderata dalla vicedirettrice del «Corriere» Barbara Stefanelli: la presidente della Rai Anna Maria Tarantola, l’avvocato Giulia Bongiorno, l’amministratore delegato di L’Oréal Cristina Scocchia, Daniela Del Boca, docente di Economia politica all’Università di Torino, l’assessore all’Università della Provincia autonoma di Trento Sara Ferrari e Massimo Fasanella D’Amore, ex ceo di PepsiCo Beverages Americas, hanno raccontato la loro esperienza. La provocazione arriva da Bongiorno: «Servono le quote non rosa ma fucsia. Donne sì ma di valore» e comunque «a tempo altrimenti si trasformano in privilegio», anche se «le donne hanno avuto secoli di discriminazione, dunque le quote ora sono il minimo». Mularoni, ceo di Del Conca, entra in contatto con Bill Haslam, Governatore del Tennessee, a cui espone il suo progetto di internazionalizzazione. «È stato il governatore in persona a chiamare per offrirmi una serie di servizi tra cui una persona per aiutare l’azienda nella pratiche burocratiche americane», ricorda Mularoni. Il numero chiave è sempre lo stesso: 10. Ma con qualche differenza. Ci sono voluti dieci anni per ottenere la variante del piano regolatore in Italia, servono dieci mesi in Tennessee per realizzare l’intero stabilimento: 110 mila metri Ferrovie dello Stato Privatizzazione, poteri a Messori Il nuovo cda di Ferrovie dello Stato ieri ha nominato all’unanimità ad Michele Mario Elia. Su invito dell’azionista Ferrovie ha quindi affidato al nuovo presidente Marcello Messori il coordinamento delle attività di controllo in raccordo con l’amministratore delegato della società, la definizione delle strategie. Al presidente è affidato il compito di dare impulso alle iniziative connesse alla privatizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA quadrati di terreno su cui sorge uno stabilimento di 30 mila metri quadrati e una palazzina uffici di mille dedicata allo showroom e all’amministrazione. «Il nuovo sito produttivo — precisa Mularoni — servirà anche per immagazzinare i prodotti fabbricati in Italia dando così alla ceramica Made in Italy lo stesso livello di servizio di quella Made in Usa. Questo investimento consentirà di accrescere le nostre quote di mercato in Nord America rendendo più forte il gruppo intero». Intanto all’inaugurazione grande festa in tutta la Contea di Loudon anche perché il gruppo Del Conca con questo polo produttivo ha portato lavoro ad oltre 100 famiglie con tanto di benefits (assicurazione medica, dentale e contributi pensionistici) ai massimi livelli rispetto agli standard americani. Qualcosa che, a occhio e croce, avrebbe fatto comodo anche in Italia. E adesso che è arrivata l’autorizzazione del comune di San Clemente? «Purtroppo da quando abbiamo chiesto l’ampliamento dello stabilimento ad oggi, sono passati molti cicli economici e il contesto del mercato italiano non è più lo stesso — ricorda il presidente di Del Conca —. Però, anche se arrivata troppo tardi, questa delibera ci metterà comunque in condizioni di sfruttare le opportunità del prossimo futuro e quindi pensiamo che lo sforzo fatto non sia stato fatto invano». Qualcosa di simile a meglio tardi che mai. Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Primo giugno 2004, primo giugno 2014. Dieci anni fa Sergio Marchionne entrava alla Fiat. Domani, dieci anni dopo, l’occasione per tracciare un bilancio di questo decennio in cui tanto è cambiato, dal Lingotto di Torino alla Chrysler di Auburn Hills. Marchionne presenterà al Festival dell’Economia di Trento il libro «Made in Torino? - Fiat Chrysler Automobiles e il futuro dell’Industria» (il Mulino), con gli autori Giorgio Barba Navaretti e Gianmarco Ottaviano e il direttore del «Sole 24 Ore» Roberto Napoletano, alle 12.30 davanti alla platea del Teatro Sociale. Quando nel 2004 Marchionne assume la carica di amministratore delegato, l’azienda perde più di un miliardo di euro l’anno e A Trento ne fattura 27. Oggi i ricavi si sono più che triplicati e con Chrysler è nato il settimo gruppo automobilistico mondiale. Ma i cambiamenti non si fermano ai numeri e alle tradizionali strategie. La trasformazione è più profonda e investe la struttura del gruppo, le relazioni sindacali, l’immagine, i rapporti con L’incontro Torino e con l’Italia, le sedi legale e fiscale della Domani il manager controllante Fiat Chrysler del Lingotto Automobiles Nv all’estero, il sarà al Festival prossimo sbarco a Wall Street. dell’Economia In questi dieci anni c’è stato lo spin off con la scissione dell’auto da una parte, i camion e i trattori dall’altra, il braccio di ferro con la Fiom e l’uscita da Confindustria, la chiusura di Termini Imerese, la conquista della Bertone e il piano Fabbrica Italia. E ancora: il tentativo non andato in porto di alleanza con Opel, fino alla conquista di Chrysler. In mezzo, poi, c’è la crisi internazionale. Che dai mutui subprime del 2007 investe anche l’industria e quindi l’auto. Fino ai timidi segnali di ripresa del mercato a quattro ruote negli ultimi mesi. E ora? «Resterò almeno fino alla fine del piano» (che vale 5 anni), ha assicurato Marchionne. © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Joli CESENATICO Hotel 0547.86.113 - www.hotel-joli.com climatizzato. 50 metri mare. Parcheggio. Mini piscina bambini. Specialità pesce. Pensione completa Euro 39,00/58,00. Sconto bambini. Da 40,00 con bevande/spiaggia. SHOW-ROOM IN AFFITTO Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Comm Harvest R3C E Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 27/05 26/05 26/05 21/05 21/05 21/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. Nome 1355,094 117,217 116,783 74,531 77,568 103,676 1352,017 117,045 116,616 74,698 77,724 103,902 Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 27/05 28/05 07/05 28/05 EUR EUR EUR EUR 64,840 112,150 74,930 932,950 65,880 112,510 74,490 934,080 28/05 28/05 28/05 28/05 21/05 28/05 21/05 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 122,950 8302,550 165,750 101,520 5989,360 107,490 10380,400 123,210 8294,390 165,710 101,520 6044,350 107,290 10371,970 21/05 21/05 21/05 21/05 21/05 30/04 23/05 30/04 30/04 30/04 31/12 10,989 5,434 5,205 6,394 6,985 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 16366,672 15709,208 5073,509 5031,075 EUR EUR 756069,144 721205,818 EUR 756069,144 721205,818 EUR 613699,760 608277,667 EUR 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 29/05 EUR Dividendo Arancio 29/05 EUR Convertibile Arancio 29/05 EUR Cedola Arancio 28/05 EUR Borsa Protetta Agosto 28/05 EUR Borsa Protetta Febbraio 28/05 EUR Borsa Protetta Maggio 28/05 EUR Borsa Protetta Novembre 29/05 EUR Inflazione Più Arancio 29/05 EUR Mattone Arancio 29/05 EUR Profilo Dinamico Arancio 29/05 EUR Profilo Equilibrato Arancio 29/05 EUR Profilo Moderato Arancio 29/05 EUR Top Italia Arancio 50,650 62,260 59,190 62,060 60,990 63,260 61,100 57,130 46,260 65,860 63,120 58,930 51,520 50,550 62,250 59,220 62,020 60,760 62,800 60,950 57,060 46,220 65,880 63,140 58,930 51,700 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 27/05 USD 1526,701 1525,033 Bluesky Global Strategy A 27/05 EUR 1241,115 1240,478 Bond Euro A 27/05 EUR 1199,626 1199,022 Bond Euro B 27/05 EUR 1446,063 1444,593 Bond Risk A 27/05 EUR 1384,921 1383,529 Bond Risk B 1657,870 1655,603 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 27/05 EUR 1595,652 1593,487 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 27/05 EUR 26/05 EUR 1076,309 1075,183 CompAM Fund - SB Bond B 26/05 EUR 1133,233 1132,678 CompAM Fund - SB Equity B 26/05 EUR 1021,640 1020,427 CompAM Fund - SB Flexible B 27/05 EUR 1431,563 1428,292 European Equity A Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR 24,850 16,340 14,070 13,720 14,030 10,269 15,110 15,190 9,685 12,373 16,717 12,713 24,850 16,340 14,070 13,720 14,030 10,269 15,110 15,190 9,685 12,373 16,717 12,713 Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 28/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 29/05 EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 10,954 5,674 5,795 62,150 15,650 11,481 41,460 10,434 12,987 11,866 45,370 31,000 2961,000 18,060 16,300 12,040 18,940 13,780 14,550 13,830 10,562 9,408 14,200 11,919 10,811 31,680 30,290 10,954 5,674 5,795 62,150 15,650 11,481 41,460 10,410 12,987 11,866 45,370 31,000 2961,000 18,060 16,300 12,040 18,940 13,780 14,550 13,830 10,562 9,408 14,200 11,919 10,811 31,680 30,290 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/03 EUR 873555,970 31/03 EUR 571470,686 31/03 EUR 588531,969 31/03 EUR 537043,435 29/05 EUR 6,805 29/05 EUR 10,482 873230,021 571552,756 588092,605 537063,412 6,804 10,484 KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X ASIAN OPP CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 27/05 27/05 27/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 27/05 27/05 28/05 28/05 28/05 27/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 27/05 27/05 27/05 27/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 275,720 193,890 195,100 172,120 123,140 127,310 126,180 131,260 133,310 175,150 121,990 124,270 125,790 124,170 128,140 130,390 130,960 103,160 104,050 107,600 134,640 133,460 137,120 139,910 152,700 112,240 115,060 115,900 124,360 126,360 125,830 102,740 107,640 100,250 11,953 111,653 92,376 121,671 25,710 906,600 273,040 192,000 193,190 171,900 123,000 127,160 125,980 131,040 133,090 174,860 121,790 124,060 126,230 124,610 127,970 130,210 130,780 103,170 104,070 107,620 133,770 132,760 137,570 140,360 151,840 111,610 114,410 115,250 124,320 126,310 125,790 102,410 107,290 100,250 11,839 111,366 92,198 120,622 25,659 906,357 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 28/05 EUR 101,660 101,530 28/05 EUR 103,270 103,210 28/05 EUR 143,790 144,690 28/05 EUR 1464,730 1473,910 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 28/05 EUR 191,300 191,260 NM Augustum Corp Bd A 28/05 EUR 146,490 146,450 NM Augustum High Qual Bd A 28/05 EUR 135,370 135,240 NM Balanced World Cons A 28/05 EUR 138,370 138,310 NM Euro Bonds Short Term A 28/05 EUR 48,790 48,720 NM Euro Equities A 28/05 EUR 72,100 72,190 NM Global Equities EUR hdg A 105,770 105,600 NM Inflation Linked Bond Europe A 28/05 EUR 28/05 EUR 112,710 112,610 NM Italian Diversified Bond A 28/05 EUR 115,150 115,050 NM Italian Diversified Bond I 28/05 EUR 136,010 135,890 NM Large Europe Corp A 28/05 EUR 106,560 106,420 NM Market Timing A 28/05 EUR 107,390 107,240 NM Market Timing I 28/05 EUR 62,100 62,150 NM Q7 Active Eq. Int. A 23/05 EUR 105,710 105,480 NM Q7 Globalflex A 23/05 EUR 121,910 121,800 NM Total Return Flexible A 28/05 EUR 100,470 100,430 NM VolActive A 28/05 EUR 100,920 100,870 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 28/05 EUR 28/05 EUR 28/05 EUR 111,340 114,380 152,040 111,190 114,300 151,930 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 29/05 EUR 6,997 Nextam Bilanciato 29/05 EUR 7,452 Nextam Obblig. Misto 27/05 EUR 6,498 BInver International A 27/05 EUR 5,636 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 27/05 EUR 5,134 CITIC Securities China Fd A 27/05 EUR 5,494 Fidela A 27/05 EUR 5,718 Income A 27/05 EUR 7,188 International Equity A 27/05 EUR 7,084 Italian Selection A 27/05 EUR 5,340 Liquidity A 27/05 EUR 4,839 Multimanager American Eq.A 27/05 EUR 4,557 Multimanager Asia Pacific Eq.A 27/05 EUR 4,333 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 27/05 EUR 4,642 Multimanager European Eq.A 27/05 EUR 5,270 Strategic A 27/05 EUR 6,024 Usa Value Fund A 27/05 EUR 5,575 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 28/05 EUR 69,670 PS - 3P Cosmic A 28/05 CHF 69,270 PS - 3P Cosmic C 28/05 EUR 113,580 PS - Absolute Return A 28/05 EUR 119,810 PS - Absolute Return B 28/05 EUR 110,580 PS - Algo Flex A 28/05 EUR 105,570 PS - Algo Flex B 28/05 EUR 86,270 PS - BeFlexible A 28/05 USD 85,000 PS - BeFlexible C 27/05 EUR 102,190 PS - Best Global Managers A 27/05 EUR 105,990 PS - Best Global Managers B 28/05 EUR 109,400 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 28/05 EUR 163,660 PS - Bond Opportunities A 28/05 EUR 122,050 PS - Bond Opportunities B 6,991 7,453 6,485 5,619 5,090 5,500 5,712 7,155 7,083 5,340 4,813 4,561 4,346 4,620 5,259 5,982 5,569 70,090 69,630 113,310 119,520 110,330 105,340 86,120 84,860 101,920 105,710 109,170 163,460 121,900 Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 Per i tuoi su Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Crescita Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C Azimut Prev. Com. Equilibrato Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C Azimut Prev. Com. Garantito Azimut Prev. Com. Protetto Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C Azimut Prev. Com. Obbli. Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend all'interno di uno dei centri più qualificati della moda, via Tortona 27 a Milano, disponiamo di un ampio e prestigioso spazio in ottime condizioni, ideale per il fashion. Mq 1024, aria condizionata autonoma. Area parcheggio con disponibilità di 4 posti auto. 051.26.55.66 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Nome Data Valuta PS - Dynamic Core Portfolio A PS - EOS A PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 26/05 27/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 28/05 28/05 28/05 27/05 27/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 96,670 131,610 101,020 99,470 100,760 101,040 112,030 114,360 124,840 96,930 102,300 98,140 103,810 106,870 107,710 107,740 104,620 102,270 95,810 111,390 103,590 105,800 98,790 130,240 100,930 99,410 100,750 101,030 111,520 113,830 124,780 96,880 102,240 96,790 103,060 106,180 107,480 107,510 103,610 102,140 95,690 111,230 102,910 105,100 www.pegasocapitalsicav.com 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,060 107,220 105,640 105,730 103,340 101,200 107,030 107,190 105,600 105,710 103,260 101,120 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 28/05 EUR Asian Equity B 28/05 USD Asian Equity B 28/05 USD Emerg Mkts Equity 28/05 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 28/05 EUR European Equity 28/05 USD European Equity B 28/05 EUR Greater China Equity B 28/05 USD Greater China Equity B 28/05 USD Growth Opportunities 28/05 EUR Growth Opportunities Hdg 28/05 JPY Japanese Equity 28/05 USD Japanese Equity B 28/05 EUR Japanese Equity Hdg 28/05 CHF Swiss Equity 28/05 EUR Swiss Equity Hdg 28/05 USD US Equity 28/05 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 96,360 135,270 454,630 444,160 286,350 353,830 107,680 153,230 71,930 78,800 127,800 126,800 166,250 135,700 103,050 170,830 188,190 95,510 134,080 453,100 442,660 285,620 352,930 107,160 152,500 72,100 78,970 127,220 126,210 165,480 135,560 102,940 171,080 188,460 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 29/05 EUR 6,349 6,343 29/05 EUR 5,242 5,251 29/05 EUR 6,012 6,011 23/05 EUR 828538,255 810257,239 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13351F2B Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari LA SPINTA DELLE BANCHE RIALZI DA MPS A BPM E UBI Banzai di Ainio pronta a diventare matricola di GIACOMO FERRARI (m.sid.) La febbre da Alibaba colpisce anche l’Italia. Banzai, la internet company fondata da Paolo Ainio, uno dei padri di Virgilio, sta studiando la quotazione a Piazza Affari sul segmento Mta. Per l’Ipo che dovrebbe avvenire con un aumento di capitale finalizzato alla crescita sarebbe già al lavoro Banca Profilo che «gioca» in casa: Ainio ha infatti come socio da circa un anno e mezzo Matteo Arpe, il proprietario della stessa Banca Profilo che dunque non avrà grossi problemi a fare la due diligence della società. La quotazione potrebbe arrivare entro la fine dell’anno. La tempistica non è certo un caso (come non lo è mai per le quotazioni): le internet company stanno vivendo un momento di grazia e sono tornate ad essere appetibile sui mercati. In particolare per il commercio elettronico, lo sbarco a Wall Street di Alibaba, il gigante cinese del vulcanico Jack Ma, sta galvanizzando le aziende che operano nel settore. In Italia, com’è ben noto, le quote di acquisti fatti sul web sono ancora ridotte ma le percentuali di crescita (partendo dal basso) sono discretamente alte. Con l’ingresso siglato nel gennaio 2013 di Sator Capital Limited, Arpe aveva acquisito, grazie a un aumento di capitale riservato, il controllo paritetico insieme ad Ainio e alla pletora dei suoi investitori che negli anni sono andati dalla famiglia Micheli con la Micheli Associati, a Principia, Renzo Pelliccioli, Andrea Santagata, Andrea Di Camillo, Roberto Drago fino a Gad Lerner. Arpe e Ainio si conoscono in realtà da anni come aveva ricostruito lo stesso banchiere nei giorni dell’operazione: «Edoardo Giorgetti (responsabile dell’e-commerce per Banzai, ndr) era il general Borse europee piatte anche nell’ultima seduta della settimana, mentre Piazza Affari ha fatto meglio di tutte (l’indice Ftse-Mib è cresciuto dello 0,55%) grazie al buon andamento dei titoli bancari. Gli operatori hanno riscoperto il comparto dopo che in mattinata il governatore di Bankitalia Visco aveva auspicato, nel corso dell’assemblea, una nuova stagione di integrazione fra le aziende di credito. La variazione più consistente è stata quella di Monte Paschi (+7,16%), che ha incassato tra l’altro l’aumento del target price deciso dagli analisti di Banca Imi. Bene anche il Banco Popolare (+3,89%) e la Popolare Milano (+3,08%) alla chiusura definitiva dell’aumento di capitale, sottoscritto interamente dopo l’asta dei diritti inoptati, senza quindi l’intervento del consorzio di garanzia. Mediobanca è cresciuta a sua volta del 2,44%, davanti a Ubi Banca (+2,43%). Fra gli industriali è proseguito inoltre il trend positivo di Autogrill (+2,11%). Pochi e di lieve entità, infine, i cali nel paniere delle bluechips, ad eccezione di Saipem che ha ceduto l’1,34%. Seguono Eni (-0,69%) e, con cali ancora inferiori, Cnh Industrial, Telecom Italia e Ferragamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° manager di Fineco quando io ero amministratore delegato di Capitalia e, comunque, conoscevo Ainio dai tempi di Mediobanca». La vera incognita rimane il “quanto”: sul valore la coppia ha sempre mantenuto il riserbo. Anche se il consensus del settore prima dell’ingresso di Arpe era che Banzai potesse essere valorizzata tra i 70 e gli 80 milioni. Ma mai dire Banzai. smarteconomy.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Superenalotto (Sisal) in Borsa entro giugno «Mi auguro entro la fine di giugno»: questo l’auspicio di Augusto Fantozzi per la quotazione di Sisal, il colosso dei giochi di cui è presidente. La quotazione del gruppo guidato da Emilio Petrone — creato nel 1946 da tre giornalisti sportivi e che ha dato vita a Totocalcio, Totip, Superenalotto, Win for Life e ora ai giochi online e alle scommesse virtuali — dovrebbe determinare un flottante del 35-40% tra aumento di capitale e vendita da parte dei fondi Apax e Permira (entrambi al 40%) e Clessidra (socio al 15%). I numeri in gioco sono enormi: il gruppo viene stimato a 1,5-1,7 miliardi di euro, compresi i 738 milioni circa di debiti. Di conseguenza al mercato dovrebbe essere chiesto un apporto di 230-290 milioni di euro. Nel 2006 Permira e Apax sborsarono 900 milioni per rilevare il gruppo, in tandem con Clessidra. Si tratta anche di un segno ulteriore di ripresa dell’appeal di Piazza Affari per le società, e di un bacino di nuovi ricavi per i consulenti coin- ³ÓÓ]{x Ó]Ç ä]n{{ ³ä]Ç{ ³x]£{ ä]Çn{ ³Ó]£È ³Óx]È Ç]x ä]Èä n]nÈ £Ç]Îää ³£x]{È ³Èä]äx ä]Ç{ ³ä]£È ³£È]În £]äxä {]£Ó ³ÎÎ]äÓ ]xx ³ä]{Ç ³Ç]Çx ä]äÎn Óä]ää {Ó]nÈ ä]ää£ ³£]ÓÎ ³{{]Óx ä]Çä£ p p p p ³È]££ Î]ÓÎ{ Î]£{ ³£n]Îx ä]{ä £]£n ³££]xx Î]È ³ä]x p Î]Çää ³ä]În ³£]{n Ç]x£ä p p p Î]x£ p ä]ääx ä]ä ³ÓÓ]äÇ £]Çn£ ³ä]xÇ ³Î]{È È]È£ä ³£]{{ ³ÓÎ]ÎÇ £È]Î£ä ³Ó]££ ³£{]Ç È]£Óä ³Ó]È{ ³£]Î £ä]Çää ³ä]ÈÎ ³£]ÎÎ £x]äää ³ä]nx ³{]xÎ £n]{nÓ ³£]äÈ ³£Ç]nÇ È]Îää ä]nÎ x]n Óä]äää p ³£Î]È{ ££]xÇä ³ä]Ó ³£]ÈÓ È]xää ³Ó]äÓ ³£x]n£ {]äÓn ³Î]n ³ÎÈ]x£ n]ÇÓ p p p ä]x£ ³ä]xÓ Ó]£Óä ä]ÓγӣÎ]{ ä]nÓÎ ä]£È ³x]n £ä]£ää ³ä]{£ Ó]ÓÇ ä]Îä ³Ç]Ón ³{Ó]nÈ £]äÎÇ £]Ç{ ³ÓÇ]Óx ä]룂 ä]ÇÈ ³]Çä Î]££Ó ä]È ³nÓ]{ ä]x£ä ³Î]än ³Èn]Ó£ ä]În{ p p p ³£]ÓÈ ³]Îä ä]£ ³ä]È{ ³{Î]£n Ó]£{ ä]Èä ³Îä]n£ Ó]äÎn ³ä]nÇ ³£È]x£ È]Ó{x ³ä]£ ³n]{£ ]xÎä ³£]Ó{³£äÓ]nÇ ä]Óx Ó]£n ³]Îx ä]{£x ä]È£ ³Îä]{È ä]{ä p ³{n]{Ó £]{n ³£]Óx³£Çä]Ç{ ä]ÓÓ{ ä]ÈÈ 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Manca solo un passaggio formale alla nomina di Luigi Magistro, 55 anni, napoletano, attuale vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane, responsabile dei Monopoli, alla presidenza di Equitalia, la società di riscossione pubblica. Mercoledì scorso Magistro è stato cooptato nel consiglio di amministrazione di Equitalia su indicazione del comitato di gestione dell’Agenzia delle Entrate, in sostituzione di Attilio Befera che, come è noto ha lasciato anche la guida della stessa agenzia per approdare al vertice dell’Organismo di vigilanza dell’Eni. A questo punto dovrà essere l’assemblea di Equitalia, in cui siedono i due soci Agenzia delle Entrate e Inps, a nominare Magistro presidente. È ancora attesa invece la nomina del successore di Befera alla guida delle Entrate. Magistro ha ricoperto diversi incarichi all’interno dell’Agenzia delle Entrate, come il ruolo di responsabile ufficio Soggetti grandi Dimensioni della Direzione Centrale Accertamento e quello di direttore della Direzione Centrale Audit e Sicurezza. Dal luglio al novembre del 2012 è stato direttore generale dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato e dal dicembre 2012, con l’accorpamento delle Dogane e dei Monopoli, ha preso l’incarico di vice direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA *iÀÀi £ÓÜ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7*,£Ó® p *v>À> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® Î]ä{ *µÕ>`À °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*+® Ó]£äÓ *Ài E ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* ® £Ó]ÎÇä *Ài E ° ÀV °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°* *® £ä]{Çä *}À° -°>ÕÃÌ I°°°°°°°°°°°°°°°°°*-® Ç]Ó£ä *}À>vV `ÌÀ>i°°°°°°°°°°°°°°°*"® ä]ÎnÓ *ÌÀ> À>Õ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® Ó]x{ *Àið°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,-® ä]ÈäÓ *ÀiÕ`> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® ä]Î{x *À> `ÕÃÌÀi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® £{]ÎÈä *ÀÞÃ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,9® £Ç]äÎä , ,° i i`V I °°°°°°°°°°°°°°°°°°,® ä]ÎäÓ ,>ÌÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,/® Ó]{ä{ , - i`>}ÀÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°, -® £]xÓä , - i`>ÀÕ« À °°°°°°°°°, -,® ä]n£x , - i`>}ÀÕ« Àë °°°°°°°°°°, -,® £]Ó{{ ,iVÀ`>Ì I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® £Ó]Îxä ,i«Þ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,9® È£]Çxä ,iÌiÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]È{Î ,Ã>>iÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® ä]£Î ,ÃÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°,"-® £]{äx - 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Mercoledì 4 giugno (ore 10.30, Aula Magna del Rettorato) la lectio magistralis (in lingua italiana) dal titolo Boccaccio in scena dedicata al suo nuovo lavoro teatrale I racconti della peste ispirato al Decameron Lontano Oriente Esce per la Utet Extra «Il cavo e il vuoto», una raccolta del V secolo a.C. Massime che mirano all’equilibrio degli opposti In principio fu il silenzio del mondo L’assoluto secondo la morale taoista Nelle meditazioni di Lieh-tzu un gioiello ancora ignoto all’Occidente di PIETRO CITATI L’opera T Il mistero sull’autore Si sa poco su Lieh-tzu, il maestro del Tao protagonista dell’opera tradizionalmente intitolata «Vero Libro della Sublime Virtù del Cavo e del Vuoto», ora proposto dalla Utet Extra nella collana a cura di Emanuele Trevi e Luna Orlando (pp. 81, 5) con il titolo «Il cavo e il vuoto». Visse probabilmente tra il V e il IV secolo avanti Cristo, ebbe molti allievi e una moglie HAIBO TAO, «PAESAGGIO MARINO ONDE» (FAMOUS ART ONLINE) ra i testi antichi della meditazione taoista, il Vero libro della Sublime Virtù del Cavo e del Vuoto, scritto tra il V e il IV secolo avanti Cristo, e attribuito a Lieh-tzu (ora pubblicato come Il cavo e il vuoto. 50 storie taoiste dalla Utet Extra, collana a cura di Emanuele Trevi e Luna Orlando), è il meno conosciuto in Occidente. Esso contiene alcune massime meravigliose, che si imprimono per sempre nella nostra mente, desiderosa d’assoluto. Nella cultura occidentale, di rado abbiamo conosciuto una simile tensione ed eleganza intellettuale: una mente pura conduce il pensiero all’estremo del suo rigore, al punto oltre il quale non può spingersi, dove avvertiamo il brivido dell’invalicabile. Proprio lì, Lieh-tzu deride il pensiero: allude, accenna, ironizza, comincia a giocare; e una grande dimostrazione filosofica diventa un apologo o un raccontino o una commediola, che potrebbe piacere a un bambino, o alla nostra mente di bambini. Qui il pensiero non ha più nulla di astratto: ci sorride amabilmente, incarnato in deliziose storie concrete. La superficie della storia è chiarissima: Lieh-tzu parla di cose elementari: ma se riflettiamo attorno a quello che dice, spesso ci sembra misterioso ed enigmatico. Lieh-tzu va dietro l’apparenza delle parole, oltrepassa il silenzio, intende ciò che sta oltre la parola e il silenzio; nomina le cose che non possono essere dette, e che tuttavia vengono mirabilmente dette attraverso l’arte finissima di rivelare e di nascondere. Lieh-tzu ama il viaggio: con gli occhi del viaggiatore guarda le cose che mutano, di minuto in minuto; le fattezze, l’aspetto, la sapienza, il comportamento, la pelle, la carne, le ciglia dell’uomo, i paesaggi e gli edifici del mondo. Subito dopo aver esaltato il flusso, Lieh-tzu celebra il suo opposto: l’immobilità assoluta del mondo, la quiete della natura e dell’uomo, e la fissità silenziosa dell’acqua, che non si cura di muovere le proprie onde. Ciò che sorprende è la conclusione a cui giunge Lieh-tzu: perché il movimento e la stasi si identificano, ciò che muove e ciò che non cambia mai diventano la stessa cosa, ciò che è e ciò che si trasforma si esprimono con lo stesso verbo; e la cascata e il lago senza onde conoscono lo stesso ritmo verbale. Quando viviamo nel Tao, avvertiamo la stessa voce nell’uno e nel mutevole, nel molteplice e nell’identico. Lieh-tzu e i grandi pensatori taoisti hanno un dono unico. Quando guardano le cose e le pensano, riescono ad attraversare miracolosamente le superfici, avvertendo dietro di esse la misteriosa presenza del Vuoto, che toglie ogni peso e rilievo alle cose, come se fossero spugne imbevute di una sostanza ultraterrena. Per cogliere il Vuoto, il saggio allontana da sé ogni rigidezza: «smussa ciò che è affilato». Diventa molle e cedevole come la medusa, morbido e flessibile come il giunco. Tra i quattro elementi, sceglie a modello l’acqua: l’acqua che, se incontra un ostacolo, si arresta; se l’ostacolo si rompe, corre via; che è rotonda e quadrata secondo il recipiente in cui viene messa, e per questa estrema facilità e pieghevolezza è il più forte tra tutti gli elementi. Come l’acqua, la natura del saggio non si può suddividere in parti: cede a tutte le cose e penetra in tutte le cose; è senza forma, neutra, insapore; si turba solo quando viene agitata e le sue agitazioni non durano a lungo, perché non nascono da lei ma dal vento. Quando ha raggiunto questa condizione, il saggio conosce la beatitudine del Vuoto — col quale il Tao coincide. Sebbene tutti esaltino la perfezione del pieno, egli sa che il segreto del mondo riposa sul vuoto; i raggi sono indispensabili per fare una ruota, ma la sua perfezione dipende dal mozzo vuoto; l’argilla è necessaria per modellare il vasellame, ma la bellezza di un vaso dipende dalla forma vuota che circoscrive; i mattoni sono indispensabili per costruire le porte e le finestre di una casa, ma ciò che importa è la forma vuota delle porte e delle finestre. Così egli fa il vuoto in se stesso, annullando il proprio io. Annulla i propri desideri, i propri impulsi, i propri amori, i propri odi: la tristezza e il piacere, la gioia e la collera. Cancella le proprie esperienze, rinchiudendosi nella propria natura innata. Non guarda, non ascolta, non sente, non conosce, non sa. Allora diventa quieto, come il Tao: tranquillo come la baia, silenzioso come il deserto, pacato come la melodia, esile come l’eco. Senza forma, senza resistenze, senza desideri, senza volontà, senza passioni, attraversa il mondo simile a una barca senza ormeggi che va alla deriva sull’acqua; e riflette nel proprio puro specchio intel- lettuale gli opposti dell’universo, tutte le creature che esistono, tutte le cose che accadono e appaiono. Non agisce. La passività è l’unica azione perfetta: l’azione che nasce dal cuore immobile della vita comunica il suo mite e ininterrotto movimento a tutte le forme. Questo Vuoto è sia trascendente sia immanente. «Ha in sé — dice Chuang-tzu, un altro pensatore taoista — la sua radice, ed è sempre esistito», molto prima della creazione del cielo e della terra, e addirittura prima della nascita dell’Uno: abita dove non c’è né altezza, né profondità, né durata. Dunque: il Tao è trascendente. Potremmo chiamarlo Dio, a patto di cancellare da questa parola tutte le connotazioni cristiane, in primo Il compito del saggio Egli fa il vuoto in se stesso, cancella il proprio io. Annulla desideri, impulsi, amori, odi, tristezza, gioia e collera luogo l’amore. Possiede la qualità fondamentale che il pensiero occidentale attribuisce all’Essere: ma è così vuoto, puro, infinito, privo di qualsiasi limitazione e determinazione, che potremmo anche chiamarlo Nulla. Eppure, subito dopo aver detto che il Tao è trascendente, il vero taoista conclude: egli è immanente. Se vogliamo vederlo, dobbiamo guardare con gli occhi interiori questa formica, questo filo d’erba, questa tegola, questo mucchio di letame: il Tao è qui, davanti a noi, ubiquo e onnipresente, silenziosa legge regolatrice di tutte le cose, fluido ritmo dell’universo. Nel nostro mondo non conosciamo che antitesi: antitesi che formano la sua sostanza — come lo yin e lo yang. Oppure le antitesi generate dalle idee umane. C’è chi si chiede: il mondo è stato creato da qualcosa o dal nulla? Il Tao esiste o non esiste? Quando viene posto davanti alle idee umane, il saggio taoista è assalito da un’ostilità profondissima. Egli detesta l’unilateralità, la rigidezza, la parzialità, la frammentarietà di tutte le costruzioni intellettuali, così care agli esseri umani, e rifiuta i due termini di ogni dilemma — non si può dire né che ci sia stato un creatore né che non ci sia stato, non si può dire né che il Tao esista né che non esista. Il compito del saggio non è di produrre quei pacchetti lucidi e maneggevoli che sono le idee. Sopra a ciascuno di esse, sopra ogni precetto, intenzione e morale, egli apre un punto di vista simile a quello di un romanziere, un punto di vista distante, assente e vuoto, unico e primordiale — il Tao che illumina tutte le contraddizioni del mondo. Gli uomini guardano: guardano senza fine, e commentano quello che vedono, con un chiacchiericcio insaziabile, che annoia moltissimo Lieh-tzu. Egli ribadisce che chi si conforma al Tao non si serve né di orecchie né di occhi, né di forma né di mente. È inappropriato volersi conformare al Tao e cercarlo per mezzo della vista, dell’udito, della forma e della sapienza. Il vero taoista possiede una vista superiore: osserva tutto ciò che è inosservabile, impercettibile, addirittura inesistente, e lo trascrive nella sua mente vuota. Quando deve rivelare ciò che ha visto e agire di conseguenza, obbedisce a un famoso aforisma: «il modo sommo di parlare è evitare di parlare, il modo sommo di agire è non agire». La lingua suprema è il silenzio. «Chi ha raggiunto la propria meta non parla, chi ha progredito nella sapienza non parla. Parlare con il silenzio è anch’esso parlare, conoscere con l’ignoranza è anch’esso conoscere». Molti filosofi razionalisti dell’epoca di Liehtzu e dei nostri tempi derisero questa mistica fondata sul silenzio, che permeò profondamente l’anima femminile della Cina. Ma i saggi taoisti osservarono che non vi è alcuna speranza di raggiungere, per mezzo dello sguardo e della parola, l’armonia con gli altri esseri umani e con le creature della natura. Solo la mente vuota permette le silenziose corrispondenze tra i cuori. «Colui che è nell’armonia vive in perfetta comunanza con le creature, e queste non sono in grado di nuocergli e di ostacolarlo. Egli può passare attraverso il metallo e la pietra e camminare nell’acqua e nel fuoco». © RIPRODUZIONE RISERVATA D A L 17 0 7 VALUTAZIONE E CONSEGNE PER LE NOSTRE ASTE INTERNAZIONALI Gioielli e Orologi: Roma 10 e 11 giugno – Milano 12 e 13 giugno Per appuntamenti contattare: Roma, Piazza SS. Apostoli, 66, tel. +39 06 699 23 671, roma@dorotheum.it Milano, Via Boito, 8, tel. +39 02 303 52 41, milano@dorotheum.it www.dorotheum.com Rolex Oyster Perpetual Submariner, prezzo raggiunto € 79.600 Pendente con diamante Fancy Deep Brownish Yellow, Natural Color, 16,79 ct, prezzo raggiunto € 219.900 Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Cultura 43 italia: 51575551575557 Memoria Aperta la mostra di Roma Anteprima A cinquant’anni dalla morte Firenze celebra l’artista alla Fondazione Longhi Grande guerra, il ’14 ci parla dal Vittoriano Voci, lettere e film Morandi : un fiore prima di tutto di PAOLO CONTI di SEBASTIANO GRASSO «BANDIERE ALL’ALTARE DELLA PATRIA» DI BALLA Paesaggi, nature morte ma soprattutto le amatissime rose L a Prima guerra mondiale torna simbolicamente nel cuore dell’Altare della Patria, quasi accanto alla tomba del Milite ignoto che morì, rimanendo senza nome, durante quel gigantesco conflitto. Apre oggi (dopo l’inaugurazione di ieri alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano) la mostra «La prima guerra mondiale 1914-1918, materiali e fonti» allestita nella Gipsoteca del complesso del Vittoriano, sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica. È una rassegna che parla il linguaggio della contemporaneità per consegnare la Memoria della Grande Guerra alle nuove generazioni del terzo millennio, che non potranno ascoltare il racconto di un testimone diretto. C’è, naturalmente, il vasto comparto dei documenti (molti originali, come la dichiarazione di guerra dell’Italia, il trattato della Triplice Alleanza). Ma a colpire è soprattutto la sezione audiovisiva, i materiali prodotti dalle tante Documenti troupe al fronte, le foto scattate con l’evidente coinvolgimento Il materiale è ampio, ma a colpire emotivo dell’autore. La sezione delle scritture di guerra, le è specialmente la trascrizioni delle lettere inviate dai sezione audiovisiva soldati alle famiglie (lette e anche interpretate da un gruppo di ragazzi dell’Istituto «Amaldi» di Tor Bella Monaca in una teca che li ripropone ai visitatori come fossero presenti). Il primo docufilm della storia del cinema italiano, «Eroi del mare nostro», con la famosa scena dell’affondamento della corazzata austriaca «Santo Stefano» da parte del Mas di Luigi Rizzo nelle acque di Premuda il 10 giugno 1918. Di forte impatto il comparto della propaganda, dalla censura sulle foto destinate alla stampa ai cartelloni che riempivano i muri delle città per sostenere l’Italia in guerra. Infine, una sezione dedicata all’arte (due folgoranti Balla provenienti da una collezione privata milanese) e le prime edizioni, ad esempio, de Il mio Carso di Scipio Slataper e Allegria di naufragi di Giuseppe Ungaretti. Attualissimi e moderni oggi, un secolo dopo. © RIPRODUZIONE RISERVATA «L a statura di Morandi potrà, dovrà crescere ancora, dopo che quest’ultimo cinquantenario sarà stato equamente ridimensionato ben pochi resteranno a contarsi, forse sulle dita di una sola mano; e Morandi non sarà secondo a nessuno». Così Roberto Longhi, nell’Approdo televisivo commemorava, nel giugno del 1964, Giorgio Morandi, appena scomparso. E aggiungeva: «Una nemesi capricciosa, ma non priva di significato» ha fatto sì che l’artista bolognese «uscisse di scena il giorno stesso in cui venivano esposti a Venezia i prodotti della Pop art». Cinquant’anni dopo la morte di Morandi (1890-1964), ecco una straordinaria mostra di paesaggi (con i fili della luce, 1940), nature morte (metafisica, 1919; con drappo giallo, 1924; di oggetti in viola, 1937) e fiori che il pittore aveva regalato a Longhi e a Anna Banti, moglie del critico, corredata da una serie di lettere inedite fra i due amici, che, nonostante un sodalizio durato decenni, si son dati sempre del «lei». Curata da Cristina Bandera, la rassegna si inaugura oggi, alla Fondazione Longhi di Firenze (Villa Il Tasso, sino al 22 giugno). C’è anche un magnifico Cortile di via Fondazza (1935), una volta appartenente al critico piemontese (esposto alla Quadriennale di Roma del 1939), da lui donato, nel ’64, al proprio medico di famiglia Giuseppe Noceri, e, adesso, nella collezione Merlini (di cui fanno parte anche due Nature morte: del 1948 e del 1957, prestate per l’occasione). Inoltre, tre incisioni — sempre donate da Morandi a Longhi — esposte per la prima volta. Ma in questa mostra, la parte del leone la fanno i Fiori. Del vaso di rose, del ’47, Cesare Brandi scriveva che «nessuno aveva mai disposto i fiori a quel modo — come un bouquet da sposa — se non forse il Beato Angelico nel Polittico di Perugia». Fiori — cui Mario Luzi, Giovanni Testori e Jean-Michel Folon hanno dedicato dei versi —, definiti da Vitale Bloch «poesie d’occasione». Storico dell’arte, di origine russa, Bloch, amico di Morandi, e — come ricorda Bandera in catalogo (Silvana) — fra i primi critici a presentare il pittore in Europa, è ricordato anche nella lettera inedita di Morandi a Longhi, datata 12 marzo 1954. Qui, egli chiede all’amico di prestargli due Fiori per la mostra al Gemeentemuseum dell’Aia (dove, appunto, Bloch firma il catalogo assie- Due maestri Giorgio Morandi (a sinistra) e Roberto Longhi alla Biennale di Venezia del 1948. A destra: Fiori (1948, olio su tela), in mostra alla Fondazione Longhi fino al 22 giugno La lettera inedita «Caro Maestro, qui all’Aia siamo in difficoltà Se non è troppo sacrificio, ci presta due quadri?» Bologna, 12 marzo 1954 Caro Longhi, mi scusi se ancora La disturbo. Mi trovo qui col prof. Bloch e con Arcangeli che si trovano in difficoltà per trovare quadri di fiori da esporre all’Aia. Le chiederei, se questo non costituisce un sacrificio troppo grande, di voler essere così gentile di concederne due dei Suoi per la mostra. I dipinti desiderati sarebbero: quello di rose senza vaso che dipinsi dopo la liberazione da S. Giovanni in Monte e l’altro col vaso bianco ed alcune rose “rosa” (per maggior chiarezza quello al quale fece la cornice il padre di Boschetto). Mi dica, caro Longhi, liberamente, se non Le è possibile di accontentarmi. Grazie in ogni modo. I più cordiali saluti a Lei ed alla gentile Signora. Il Suo affmo Morandi P.S. Ho letto in questo momento il Suo articolo che scrisse su di me sul «Mondo» del 21 aprile 1945. È incredibile; non lo avevo mai visto. La ringrazio, benché con tanto ritardo, infinitamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il premio Passano Mari, Corona, Fontana, la Garavini e Falco. Fuori Sgarbi senior. La Guerritore voleva «un’altra cordata» Campiello, la cinquina delude la presidente di MARISA FUMAGALLI PADOVA — Non s’era mai visto al Campiello un presidente di Giuria esprimere con tanta schiettezza la delusione per il risultato della Cinquina che «non è la mia». E neppure era mai accaduto che, nel corso della seduta pubblica per la selezione dei finalisti, lo stesso presidente leggesse nell’aula Magna del Bo un brano di un’opera in gara. Con dizione perfetta, certo. Ed anche con quella dose di teatralità che si addice a un attore. Anzi, a un’attrice. Parliamo di Monica Guerritore, presidente della 52° edizione del Premio fondato dagli industriali del Veneto, che occupa da tempo una solida posizione di prestigio nel panorama letterario italiano. «La nostra cordata non ce l’ha fatta», ha detto chiaro e tondo, la Guerritore, in chiusura di votazione, alludendo evidentemente ad alcuni colleghi della Giuria (composta da 10 membri lei compresa), allineati nelle valutazioni dei libri in concorso. Vero è che, rispetto all’anno passato, la gara per entrare nella rosa dei 5, in marcia verso la vittoria che sarà decisa dalla Giuria Popolare dei 300, è stata piuttosto movimentata. Sei giri di tavolo per trovare la quadra della Cinquina, così definita: Roderick Duddle di Michele Mari (Einaudi, 8 voti), La voce degli uomini freddi di Mauro Corona (Mondadori, 6), Morte di un uomo felice di Giorgio Fontana (Sellerio, 6), entrati nella rosa alla prima votazione. Le vite di monsù Desiderio di Fausta Garavini (Bompiani, 6), alla seconda; La ge- mella H di Giorgio Falco (Einaudi, 5), alla sesta. Quest’ultimo ha dovuto giocarsela fino all’ultimo con Giuseppe Sgarbi, ultranovantenne, «padre d’arte» di Vittorio ed Elisabetta. «Il riscatto di un uomo delicato, sensibile, elegante, nei confronti di due figli e una moglie ingombranti», chiosava con ironia il giurato Philippe Daverio. Ma Lungo l’argine del tempo (Skira) ha dovuto cedere il passo a La gemella H. Con i voti di Silvio Ramat, Luigi Matt, Nicoletta Maraschio, Paola Italia. Poi, si è aggiunto Riccardo Calimani. Mentre Ermanno Paccagnini, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Salvatore Silvano Nigro, agli ultimi giri, sono andati a zig zag. «La rosa ideale spes- so comprende più di 5 libri — osserva Paccagnini —. In dirittura d’arrivo si deve stringere, e qualche voto viene dato più per contrastare che per favorire». Michele Mari Nella cinquina caldeggiata dal presidente, infine, avrebbe figurato soltanto uno dei favoriti: Michele Mari. (E neppure al primo posto, al terzo). Ma quanto è oggettivo il valore di un libro? Ad ogni edizione del Campiello, assieme alle tendenze di stagione, ai filoni letterari, affiora nel dibattito anche La palude degli scrittori Su Corriere.it Il dibattito accende la Rete Gabriele Pedullà replica a Cordelli Nella polemica generata dall’articolo di Franco Cordelli «La palude degli scrittori» («la Lettura» #131 del 25 maggio) oggi, su Corriere.it è il turno del critico letterario e scrittore Gabriele Pedullà. Nei giorni scorsi, sono intervenuti Gilda Policastro e Paolo Sortino, i quali hanno contestato a Cordelli una certa «distanza» dal presente letterario; la scrittrice Raffaella Silvestri, che ha posto l’accento sull’assenza di un preciso sostegno alla cultura in Italia; ieri, infine, il critico Andrea Di Consoli, che ha invece difeso la scelta di Cordelli. me a Lamberto Vitali). Longhi accondiscende volentieri. Il dipinto del ’43, gli era stato regalato da Morandi perché grazie al suo intervento, il pittore — reo di frequentare il critico Carlo Ludovico Ragghianti, tra i fondatori del Partito d’azione e uno dei capi della resistenza armata in Toscana — era stato scarcerato dal San Giovanni al Monte di Bologna. Curioso, sempre in questa lettera del ‘54, il post scriptum: Morandi comunica a Longhi di avere letto solo in quel momento il suo articolo sulla propria mostra in una galleria di Firenze, uscito addirittura nove anni prima (Il mondo, 21 aprile 1945). Dulcis in fundo, la prosa — che apre il catalogo della mostra — di Mina Gregori sui suoi primi due incontri, casuali, con Morandi a Bologna, dove lei, studentessa cremonese, andava a seguire le lezioni di Longhi, al quale aveva chiesto un appuntamento per la tesi. «Nella lunga attesa, aspettava con me anche un anziano signore con il quale intrattenni una piacevole conversazione. La semplicità dei suoi modi e discorsi che si fecero non mi lasciarono capire che si trattava di Morandi». Lo seppe solo quando egli si alzò perché «non si sperava più nella venuta del maestro. Mi disse brevemente: “Saluti Longhi, gli dica che è venuto Morandi”». La Gregori rivede Morandi il giorno dopo mentre visita una mostra di dipinti antichi. L’artista le va incontro e conversa con lei come se la conoscesse da tempo: «Una testimonianza della sua umanità informale e della sua cavalleria all’antica». sgrasso@corriere.it il tema dei criteri di valutazione delle opere. Quest’anno, si segnala una polemica divampata fuori dal Premio ma che in qualche misura lo riguarda da vicino. Al centro c’è lo scrittore entrato in cinquina Giorgio Falco, indicato tra gli esempi di mediocrità narrativa da Franco Cordelli, in un articolo pubblicato la scorsa domenica su «la Lettura», supplemento culturale del «Corriere della Sera». Il critico stronca l’autore de La gemella H, per poi lanciare un attacco alla «palude» letteraria dove si annidano gruppi che perseguono «la sopravvivenza editoriale». E altro ancora. La riflessione di Cordelli non è passata inosservata. Consensi e dissensi si rincorrono sul web e sulle pagine culturali dei quotidiani. In attesa della sfida finale al Gran Teatro La Fenice di Venezia (13 settembre), il Premio di Confindustria Veneto ha già un vincitore. Si tratta del Campiello Opera Prima 2014, attribuito dalla Giuria a La fabbrica del panico di Stefano Valenti (Feltrinelli). «Racconta una storia familiare che diventa corale di fronte alla malattia e alla morte per amianto», si legge nella motivazione. A narrarla, muovendosi tra i ricordi, è il figlio quarantenne che sente la necessità e il dovere di stringere un rapporto più ravvicinato col padre, sceso a Milano dalla Valtellina per morire in fabbrica. «Per questo riconoscimento, il competitor di Valenti era Giuseppe Sgarbi», rivela Monica Guerritore. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile VERSO IL SEMESTRE ITALIANO ✒ L’illusione aritmetica della somma di sigle sta già svanendo. E Forza Italia, con Silvio Berlusconi che sembra rinchiudersi nel rifiuto di ogni cambiamento di leadership nel centrodestra, viene attratta da un nuovo asse d’acciaio con la Lega di Matteo Salvini. Non è perché il Carroccio ha ottenuto un punto e mezzo di più della lista di Alfano e Casini. E non è nemmeno per risentimento verso i «traditori». Berlusconi è stato capace in passato di ben altre pacificazioni con chi, come Bossi, gli dava del «mafioso» e del «Berluskaiser». Ma è una sintonia culturale profonda che riaffiora anche dopo le vicissitudini di questi ultimi anni. Ed è anche il sintomo di una scelta che inevitabilmente farà di Forza Italia il perno di una destra sempre meno competitiva sul piano del governo con un Renzi avversario supersonico, sempre più oltranzista, meno liberale, più estremista, capace di custodire l’identità forte del suo 30 per cento, ma sempre più lontana da una vocazione «maggioritaria» che è stata il contrassegno del berlusconismo in questi vent’anni, contro una sinistra frammentata e in affanno. Oggi, i ruoli si sono invertiti. La Lega di cui Berlusconi vuole diventare alleato privilegiato è la Lega che fa fronte co- mune in Europa con Marine Le Pen. Che si sta battendo addirittura per l’abbandono della moneta unica, bersagliando l’euro come l’origine di ogni nostro male. È una Lega che contesta a Grillo addirittura di essere troppo moderato nella sua eurofobia. È la Lega che fa la faccia feroce sull’immigrazione, in sintonia con le destre radicali d’Europa. È una Lega culturalmente più omogenea di Forza Italia che esita fatalmente tra i suoi ricordi di centrodestra di governo e il precipitare chiassoso nella destra di protesta, rancorosa, sempre più chiusa in un’identità di nicchia. Forza Italia è davanti a un bivio. Non ci sono elezioni in vista. Fino al 2018 può pensare di rinnovarsi radicalmente e di trovare una leadership convincente che sappia confrontarsi con la velocità di Renzi, oppure di lasciarsi risucchiare negli schemi più logori di una destra conservatrice e paurosa di ogni dimensione moderna. Un centrodestra credibile che abbia il futuro nel suo orizzonte politico, oppure una destra del rimpianto che fa del «piccolo» la sua bandiera. «Piccolo» anche in senso elettorale: condannata al minoritarismo. Pierluigi Battista © RIPRODUZIONE RISERVATA DUE CAPI SOLI AL COMANDO DEI 5 STELLE IL LORO DECLINO PUÒ RIVELARSI FATALE ✒ Beppe Grillo che gioca al Cristo in croce sulla spiaggia di Bibbona non fa ridere. E neppure piangere. Autorizza piuttosto pensieri commiserevoli, della serie «ce lo siamo giocato». Il problema è proprio questo. Il carisma del Capo è in netta fase calante presso i suoi stessi adepti, dopo una campagna elettorale passata a baloccarsi con Hitler e Auschwitz senza mai farsi venire il ragionevole dubbio di un possibile danno alla causa pentastellata. L’effetto collaterale del risultato numerico di queste elezioni è che il fondatore di M5S e lo stratega Gianroberto Casaleggio cominciano a essere percepiti come leader «fallati» e fallaci. Viviamo nell’epoca dei partiti personali, dove alla sigla corrisponde Il Volto. Il Movimento Cinque Stelle ha portato questa tendenza a nuovi estremi, circondando Grillo-Casaleggio di un’attesa e una fiducia messianica. L’adesione al culto della personalità è stata così totale da rendere accettabile e «normale» anche l’annullamento del pur timido dissenso, come stanno a dimostrare le numerose espulsioni digerite dal gruppo parlamentare e dalla base senza alcun ricorso al Maalox. Adesso il risultato delle Europee, frutto di strategie e scelte cocciutamente errate, mette M5S davanti a un paradosso inedito. È un movimento politico verticistico come pochi e al tempo stesso ha la prova del fatto che i suoi vertici hanno sbagliato, continuano a sbagliare, e soprattutto hanno perso la loro capacità di trascinamento. La percezione di Grillo è cambiata molto nel giro di poco tempo. La corona di finte spine verrà subito dimenticata, con un’alzata di spalle. Il significato implicito del documento sul voto scritto dall’ufficio comunicazione del movimento è quello di una dolorosa presa di coscienza: le scelte di Grillo e Casaleggio hanno causato danni a M5S. La consapevolezza che tra i due fondatori e la pancia della loro creatura non ci sia più sintonia, come dimostra l’accordo in fieri con Nigel Farage, si fa strada nei militanti. L’aura di infallibilità è svanita. In una organizzazione che ha il volto di due sole persone, questo è un problema strutturale, quasi definitivo. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA RAI IN SCIOPERO CONTRO IL GOVERNO TABÙ INFRANTO, UNA SCELTA DISCUTIBILE ✒ L’11 giugno la Rai si fermerà compatta, per la prima volta nella sua storia, contro un governo: sindacati unitari, l’Ugl, i giornalisti dell’Usigrai. La tv pubblica protesta contro i 150 milioni che il governo chiede in nome della spending review. Ma così rischia seriamente di apparire un corpo estraneo in un Paese che sta faticosamente metabolizzando, in mezzo a mille difficoltà e anche sofferenze sociali, i tagli e le revisioni di spesa. La nostra tv pubblica ha mille indiscutibili meriti. Quello storico di aver alfabetizzato e unificato linguisticamente nel dopoguerra un Paese ancora diviso e arretrato. Lungo gli anni, e fino a oggi, la Rai è rimasta la più grande industria culturale del Paese. Ha assicurato un’informazione continua, anche sul territorio. Ha proposto intrattenimento, fiction e film-tv che, con talune indiscutibili cadute di gusto e di contenuti, hanno però contribuito a costruire un immaginario collettivo nazionale. Ha archiviato ore e ore di Memoria della nostra nazione: la politica, il costume, il dibattito sociale e sindacale, gli anni di piombo, lo spettacolo, la cultura. Nonostante la partitocrazia e la lottizzazione, la Rai ha insomma sempre fatto parte integrante del Paese, del suo comune sentire, delle sue ambizioni e dei suoi momenti storici. La doppia opzione di Renzi in Europa per far ripartire lo sviluppo di RICARDO FRANCO LEVI S ulle ali del larghissimo successo elettorale del Partito democratico, il presidente del Consiglio Matteo Renzi può ora dialogare con gli altri leader europei contando su tre elementi di grande forza: insieme al cancelliere Angela Merkel egli è l’unico capo di governo ad essere uscito chiaramente vittorioso dalla prova delle elezioni europee; avendo impedito la temutissima affermazione delle forze anti-euro (dal Movimento 5 Stelle alla Lega) egli ha scongiurato il pericolo di un riesplodere di una crisi finanziaria che dall’Italia avrebbe potuto estendersi agli altri Paesi periferici dell’Unione; per quanto si sappia che questo sarà un semestre di transizione in attesa del rinnovo dei vertici delle istituzioni europee (Commissione, Consiglio e Parlamento), resta il fatto che, a partire dal prossimo 1° luglio e fino al 31 dicembre, sarà lui, il presidente del Consiglio italiano, il presidente di turno dell’Unione europea. Sulla base di questi tre elementi e avendo chiarissimo che il problema numero uno non solo dell’Italia ma dell’Europa si chiama crescita e lavoro, Matteo Renzi ha la libertà di scegliere tra due diverse linee di azione: può limitarsi a guardare alle cose di casa nostra e decidere di affrontare il cancelliere Merkel (perché tutti sanno che alla fine è lei che ha l’ultima parola) per strappare un più ampio margine di manovra nella gestione della finanza pubblica italiana; o può alzare lo sguardo all’Europa intera e cercare di individuare e proporre una strategia di sviluppo che sia insieme ambiziosa, cioè all’altezza degli acuti bisogni delle genti europee, e realistica, cioè tale da poter essere sostenuta da una vasto consenso tra i governi. L’ampiezza della vittoria appena conseguita fa sperare e rende fiduciosi che tra le due opzioni il presidente Renzi scelga la seconda. Ma in cosa può oggi consistere un’agenda di sviluppo per l’Europa ad un tempo ambiziosa e realistica? In disaccordo tra loro a partire dal giudizio sull’origine della crisi (con il «colpevole» variamente indicato nello squilibrio tra le economie europee, nella mancata vigilanza sui mercati finanziari, nella finanze fuori controllo dei Paesi indebitati, negli Stati Uniti colpevoli di avere diffuso per primi il contagio con la crisi dei subprime), incapaci sinora di reagire se non quando si sono trovati sull’orlo del precipizio e, in ogni caso, tenuti ad accendere un cero a San Mario Draghi per il salvataggio dell’euro, su cosa mai si può sperare che i leader europei possano essere spinti a concordare da un pur battagliero Matteo Renzi? Non una riforma dei trattati; non una riscrittura delle regole, da poco concordate, codificate e persino tradotte nelle legislazioni nazionali, sulla gestione dei bilanci; non un ricorso diretto ed esplicito DORIANO SOLINAS LE PERICOLOSE ALLEANZE DI FORZA ITALIA UNA DESTRA CHE NON COSTRUISCE IL FUTURO alla condivisione della responsabilità sui debiti nazionali attraverso l’emissione diretta di titoli da parte dell’Unione europea, i cosiddetti eurobond; non una generalizzata e massiccia politica di sostegno alla domanda. Nessuna di queste ricette, tutte utili e tutte certamente ambiziose, appare realisticamente in grado di essere approvata. Che fare, allora? Da dove partire? A quale chiodo agganciare la corda per iniziare la salita? Dagli investimenti. Non da un generico sostegno alla domanda che per molti europei, a partire dai tedeschi, assume il volto di consumi non necessari, ma dagli investimenti. Gli investimenti che servono nel breve periodo, per dare subito fiato alle economie, prime tra tutte quelle dei Paesi in maggiore sofferenza come la nostra Italia, la Spagna e anche la Francia, ma anche sui tempi lunghi, cari alla signora Merkel, perché sono la base della futura produzione. Investimenti, sì. Ma quali? La scelta ovvia e naturale è quella che privilegi le infrastrutture e, soprattutto, l’energia, con investimenti nelle interconnessioni e nei collegamenti tra le reti nazionali, nelle capacità di stoccaggio, nella sicurezza. La Polonia, il cui primo ministro Donald Tusk ha di recente proposto un’unione energetica tra i Paesi europei, può essere un potente alleato in questa direzione. E i finanziamenti? Dove si possono trovare? Nessuno accetterebbe un aumento del bilancio europeo e anche gli eurobond trovano insormontabili resistenze. Ma c’è la Banca europea degli investimenti, la Bei, che potrebbe reindirizzare (e usare molto meglio di oggi) i propri finanziamenti. E, poi, c’è l’Esm, il Meccanismo europeo di stabilità, lo strumento/istituzione per la soluzione delle crisi finanziarie dei Paesi membri dell’area euro. L’Esm può contare su un capitale interamente versato di 80 miliardi di euro (nessun’altra istituzione finanziaria al mondo ne ha uno più elevato), cui si aggiungono altri 622 miliardi impegnati dagli Stati, il che porta, secondo le prudenti stime di pochi giorni fa del direttore Klaus Regling, a una capacità di prestito di 500 miliardi, di cui 450 ancora disponibili. Nel solo mese di maggio ha versato al Portogallo gli ultimi 1,2 miliardi di euro dei complessivi 26 miliardi del programma di aiuti anti-crisi per il Paese lusitano, e ha emesso titoli a 5 e a 10 per anni per 10 miliardi di euro. Nessuno li chiama eurobond, ma sempre titoli europei sono. Conclusi i programmi di assistenza al Portogallo e, prima ancora, alla Spagna e con solo una coda forse ancora destinata alla Grecia, perché l’Esm, e con esso l’Europa, dovrebbe in un momento lasciare inutilizzata una simile, impareggiabile fonte di preziosissime risorse? Basterebbe qualche piccolo ritocco al suo statuto per estendere il raggio di azione dell’Esm al finanziamento di specifici investimenti di natura europea. La spinta che attraversa tutta l’Europa per dare una risposta al bisogno di crescita è racchiusa in una pentola a pressione. Serve una valvola di sfogo. Chi vuole evitare un ritorno agli sfondamenti sul fronte delle finanze pubbliche (su questo il ministro delle Finanze tedesco Schauble è stato di nuovo chiarissimo nei giorni scorsi) può trovare negli investimenti un’alternativa, come si è detto, tanto ambiziosa quanto realistica. Presidente Renzi, che ne pensa? © RIPRODUZIONE RISERVATA LA SVOLTA DI VISCO La scelta di questo sciopero appare una frattura. Perché è discutibile da non pochi punti di vista. Il primo è che la Rai ha nel ministero dell’Economia il suo azionista di riferimento. Di fatto è il vero e proprio governo a essere il padrone «tecnico» della tv pubblica, dopo la fine dell’Iri. E il fatto che una tv pubblica decida di scioperare compattamente contro un governo per una politica economica che coinvolge l’intero Paese, nessuna area esclusa, rischia di fare della Rai un’isola, un unicum nel contesto nazionale. Dovrebbe far anche riflettere la reazione dell’opinione pubblica ai tagli decisi dal governo: poca solidarietà, molti applausi, basta navigare in Rete. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi assicura: «Non vogliamo distruggere la Rai, vogliamo lanciare una scommessa culturale». Per non rischiare l’isolamento, la Rai dovrebbe piuttosto cercare un confronto anche serrato, esigere con chiarezza un progetto per il futuro, chiedere responsabilmente un disegno per quel vero patrimonio che è una tv pubblica per un Paese dell’Unione Europea. Ma uno sciopero all’antica, una protesta per la protesta, potrebbe regalare argomenti a chi, la Rai, vorrebbe distruggerla davvero. E sono in tanti. Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi non investe e chi non sente di FERRUCCIO DE BORTOLI SEGUE DALLA PRIMA La ripresa degli investimenti ha bisogno di un contesto di riforme credibili, non di promesse e annunci, di un generale clima di fiducia, rispetto delle regole e maggiore legalità. «Il credito complessivo all’economia italiana è in calo», ammette Visco, soprattutto per le piccole e medie imprese. Ma non aggiunge il Governatore che ciò non avviene in tutte le altre economie europee. Spagna compresa. Madrid, di fronte al disastro del proprio sistema bancario, chiese l’aiuto europeo e lo ottenne anche grazie ai nostri soldi. Oggi dà forte ossigeno alle proprie imprese, ci ha risorpassato nella riduzione degli spread (166 il nostro e 155 il loro) e la sua economia crescerà, a fine anno, a un ritmo triplo del nostro. Dovevamo fare anche noi la stessa cosa ai tempi del governo Monti? Forse sì. Le banche sono nuovamente strigliate. A ragione. Anche se quelle che non sono state gestite secondo criteri di altra natura (e la vigilanza non le ha fermate per tempo) hanno resistito alla crisi senza pesare sugli aiuti pubblici (nel caso del Monte Paschi lo Stato finirà per guadagnarci pure). Alla fine, però, ci hanno rimesso soprattutto le piccole e medie imprese, l’ossatura portante dell’economia italiana. Anche gli imprenditori, nell’analisi di Visco, non sono privi di responsabilità. Accanto a tanti esempi positivi, straordinari, è mancato «un profondo rinnovamento del modo di produrre di fronte alla rivoluzione digitale». Molti sono prigionieri di strutture familiari che impediscono la crescita dimensionale. Sono sottocapitalizzati e anche per questa ragione hanno poco credito. La Banca d’Italia calcola che ci vorrebbero 200 miliardi di mezzi propri e una pari riduzione dei debiti per raggiungere condizioni patrimoniali a livello europeo. Una condizione irrinunciabile per la ripresa degli investimenti, soprattutto dall’estero, riguarda la legalità e il rispetto delle regole. La corruzione, come la criminalità e l’evasione fiscale, dice il Governatore, uccide la crescita, mortifica i tanti operatori onesti distor- cendo le dinamiche di mercato, indebolisce e rende inefficiente la pubblica amministrazione. Anche per quest’ultima ragione alcune riforme rimangono tristemente lettera morta (metà di quelle varate tra il 2011 e oggi è ancora priva di decreti attuativi). Il deficit di etica pubblica e privata non compare in nessuna statistica ufficiale, purtroppo. In attesa di conoscere che cosa deciderà la Banca centrale europea, al cui sistema quella italiana partecipa svolgendo compiti assai delicati (l’area unica dei pagamenti Sepa, per esempio, è di competenza di Via Nazionale e della Bundesbank), coltiviamo per un attimo l’illusione che le parole di Visco non cadano come tradizione nel vuoto. E che non scivolino come pulviscolo sulle grisaglie del suo pubblico abituale di plaudenti, molti dei quali fermamente convinti che i destinatari dei suoi messaggi siano solo i vicini di sedia, dei quali peraltro si affrettano a professarsi pubblicamente in rapporti di stretta amicizia. Non si cresce anche per la troppa ipocrisia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 45 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere NAPOLEONE Il decreto di Mosca Caro Romano, in riferimento alla sua risposta «Il confronto impossibile fra Napoleone e Hitler», segnalo che l’Ordine della Legion d’Onore francese non fu creato da Bonaparte al Cremlino nel 1812 durante la campagna di Russia, ma il 19 maggio del 1802, quando era ancora Primo Console della Repubblica. Angelo Brega brega@ comelvigevano.it Ha ragione. Il decreto firmato da Napoleone al Cremlino nell’ottobre 1812 sarebbe quello per la creazione del Théatre Français, generalmente noto come Comédie Française. PREVISIONI ELETTORALI Ma che giustizia avete in Italia? È questo che non capisco. Me lo può spiegare lei? Giampaolo Caniato latemar33@hotmail.com Caro Caniato, lle sue domande e a quelle analoghe di molti lettori italiani cercherò di rispondere ricordando, con il maggiore distacco possibile, quello che è accaduto in Italia nell’ultimo ventennio. Quando gli scandali di Tangentopoli hanno travolto tutti i partiti da cui l’Italia era stata governata sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, i soli rimasti in scena, pronti a esercitare il potere, erano soprattutto i discendenti del Pci. Con la legge elettorale prevalentemente maggioritaria, approvata nel 1993, avrebbero probabilmente conquistato i tre quarti delle Camere. Berlu- A sconi è «sceso in campo», come amava dire, ha riempito un vuoto, ha dato un’alternativa al voto moderato. Una larga parte del Paese gliene è stata grata e ha persino creduto che le sue doti imprenditoriali avrebbero conferito più dinamismo all’economia nazionale. Ma quelle doti non erano tutte virtuose e lo avevano esposto a parecchie indagini giudiziarie che sono diventate, con il passare del tempo, sempre più numerose e insistenti. Siamo stati spettatori così di una situazione paradossale. Quanto più aumentavano le indagini, i processi, i ricorsi in Appello e in Cassazione, tanto più cresceva fra contraddetta dai fatti, come in questa occasione. Addirittura qualcuno aveva azzardato che il M5S avrebbe superato il Pd. PENSIONATI Consiglio per Grillo Coloro che per mestiere dovrebbero conoscere gli umori del Paese, sono stati i veri sconfitti di questa tornata elettorale. Nessuna previsione è stata talmente Il premier Matteo Renzi: la risposta che la Ue ha dato alla crisi non è sufficiente alle attese dei cittadini europei. Giusto? cattivi e ignoranti al punto di non comprendere il verbo grillino? Suvvia, Grillo, provi a fare qualcosa di certo e costruttivo! Giuliana Pons aeg_multiservice@libero.it Siamo un Paese di pensionati e quindi, dice Grillo, ecco spiegato il flop elettorale! A parte il fatto che anche Grillo si è ritirato dal lavoro e prende la pensione, mi è sembrato poco elegante il termine dispregiativo per tutti noi che ritiriamo l’assegno mensile frutto del nostro impegno negli anni. Possibile che siamo brutti, La tua opinione su sonar.corriere.it gli ammiratori di Berlusconi il sentimento che il fondatore di Forza Italia fosse vittima di un atteggiamento persecutorio. Non basta. Berlusconi non ha fatto la politica riformatrice che aveva promesso al Paese, ma questo non gli ha impedito di conservare e in qualche caso di accrescere il suo seguito nella società italiana. Tutti, anche i suoi avversari, sono stati costretti a constatare che il personale intervento di Berlusconi nelle campagne elettorali modificava notevolmente, a vantaggio del suo partito, gli equilibri politici. Mentre veniva processato e, più recentemente, condannato, i suoi avversari e le maggiori cariche dello Stato erano pur sempre costretti ad accettarlo come un interlocutore necessario nelle numerose circostanze in cui occorreva trovare intese comuni per uscire da una situazione im- brogliata o evitare la paralisi delle istituzioni. Suppongo che i criteri fissati dai giudizi di sorveglianza per i suoi «lavori sociali» abbiano tacitamente tenuto conto di questa realtà. Non mi sembra che Berlusconi sia stato particolarmente scrupoloso nell’osservanza di questi criteri e non escludo che in qualche circostanza i giudici avrebbero potuto richiamarlo all’ordine. Ma se lo avessero fatto nel corso di una campagna elettorale, qualcuno senza dubbio li avrebbe accusati di avere pregiudizi politici e d’interferire nelle elezioni. Suppongo che vi siano Paesi come il suo, caro Caniato, in cui questa combinazione di legalismo, pragmatismo, spregiudicatezza politica e sentimenti popolari, è pressoché incomprensibile. Ma è molto italiana, nel bene e nel male. comportamento: andrebbero quindi tenuti in carcere. rappresenta il nucleo fondamentale della società! © RIPRODUZIONE RISERVATA Carla Nipoti carlanipoti@libero.it Emma Menegon emmamenegon@hotmail.it Sondaggi sbagliati PICCOLI SPACCIATORI Presto in libertà Mi sorprende la decisione di scarcerare i piccoli spacciatori. Non esistono grandi o piccoli spacciatori, ma solo persone che si propongono di uccidere essere umani con il loro PERNO DELLA SOCIETÀ FESTA DEL 2 GIUGNO Famiglia Senza il tricolore La natalità nel nostro Paese è bassissima e addirittura si prevede (dati Istat) che tra tre decenni, per tre vecchi, ci sarà un solo giovane. Inutile approfondirne le cause come la crisi economica e la mancanza di una seria politica sulla famiglia. Tuttavia, appena sfornati questi dati, in Parlamento si approvava la normativa sul divorzio breve. Altro colpo durissimo inferto alla famiglia, l’istituzione che Da sempre, in occasione del 2 giugno, festa della Repubblica, espongo la bandiera. Quest’anno sul mio balcone non ci sarà il tricolore, perché penso che non ci sia nulla da festeggiare fino a quando i nostri due marò non saranno rientrati in Italia. SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea, Google lancia il link per essere cancellati. Siete d’accordo? 92 No Pasquale Mirante Sessa Aurunca(Ca) 8 Milena Canova, Milano TAGLI Spese della Rai La Rai non fa nulla per contrastare l’evasione del canone stimato in 400 milioni (fonte Corte dei conti), ma poi è pronta a contestare il piano del governo che prevede un taglio delle spese per 150 milioni, considerandolo «insostenibile»! Monica Cesarini mocesarini@gmail.com Interventi & Repliche Agenzia delle Entrate: controlli e rimborsi Con riferimento alla lettera «Rimborsi Irpef immediati. Fino a 4 mila euro» (Corriere di ieri), desideriamo precisare che il controllo preventivo, introdotto dalla legge al fine di evitare che vengano restituite somme non spettanti, riguarda solo i casi in cui siano presenti detrazioni per familiari a carico o eccedenze relative alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente e non tutti i rimborsi superiori a 4 mila euro. Inoltre, poiché la maggior parte dei controlli saranno effettuati in maniera automatica, e cioè attraverso il riscontro con i dati disponibili nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, i rimborsi saranno disposti non più tardi di ottobre, quindi prima del termine massimo di sei mesi previsto dalla norma. Approfittiamo dell’occasione per ricordare ai contribuenti che, per ottenere l’accredito direttamente sul conto corrente, in maniera più veloce e sicura, è possibile comunicare all’Agenzia il proprio codice Iban. sforzi. Fino a quando gli insegnanti riceveranno una paga così mortificante, l’apparato scolastico rimarrà la Cenerentola del servizio pubblico e il Sistema Italia, che vorrebbe riporre il suo futuro nei giovani, continuerà a segnare il passo. Ufficio Stampa Agenzia delle Entrate Alessandro Prandi alessandro.prandi51@gmail.com Una lettrice (Corriere di ieri) confessa di percepire uno stipendio di 1.488 euro netti quale docente di scuola media. Renzi ha messo la Scuola ai primi posti nel programma di governo, ma se per Scuola intende il recupero dell’edilizia scolastica e il comfort delle aule, senza avere riguardo alla dignità salariale dei docenti, vanifica i suoi CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli La città di Weimar in Germania Vorrei aggiungere una mia considerazione alla lettera su Weimar (Corriere, 22 maggio). Nel centro della cittadina si può ammirare un monumento dedicato a Goethe e Schiller, i più famosi autori della letteratura classica tedesca. Appena fuori città, vi è un luogo dal nome gentile, ma tristemente AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Partiti di governo e Stato totalitario I l combinato disposto fra un ambizioso ragazzotto fiorentino — che non riesce a nascondere d’essere tanto cinico quanto furbo (Matteo Renzi) e che, da capo del governo, «fa finta di aver fatto» — e un comico ligure, non meno cinico e furbo, (Beppe Grillo) — che «fa la fronda, ma non sa fare opposizione e vota Mussolini» — ha resuscitato il «partito di governo»; paradigma del totalitarismo, quali sono stati, dapprima violentemente, il fascismo; poi, nel secondo dopoguerra, sofficemente, la Democrazia cristiana, condannata a governare per l’impossibilità del Partito comunista a farlo. Paradigma totalitario, a proposito del quale, se non altro, bisogna riconoscere alla Dc il merito di non averci creduto essa stessa. Il «partito di governo» perpetua l’antropologica incapacità degli italiani a essere una vera comunità democratica. Caro Renzi, se io ce l’avessi con lei, come sostengono i suoi devoti paragonandomi, pour cause, a Grillo, farei il politico, non il giornalista. Ho rifiutato la candidatura elettorale che da più parti, compresa la sua, mi era stata offerta proprio perché — parafraso Machiavelli — «non sapendo occuparmi d’affari — né dei miei, come finanziere, né di quelli altrui, come politico — faccio la sola cosa che so fare, scrivo». Sarei felice se lei mostrasse di essere quel capo di governo che molti italiani vorrebbero fosse e, dopo il successo elettorale, sognano sia. Ma temo non ne abbia né la cultura, né la forza. Le do un consiglio. Se va ad un consesso europeo non dica più che ci va per mostrare che l’Italia è europeista e che, senza dire come, cambierà l’Europa. Qui, siamo ancora al milRenzi fa finta lantato credito e nessuno le crede. di aver fatto, Dica, piuttosto, che non le sta bene un’Unione Europea che — seGrillo fa la condo una divisione continentale fronda, non del lavoro analoga a quella di Stalin nell’Urss dei suoi tempi fra le quinl’opposizione dici repubbliche: io dò il mio acciaio a te, non a prezzi di mercato, e tu dai a me il tuo cotone, non a prezzi di mercato — costringe i produttori italiani a buttar via parte della propria produzione di latte e di zucchero per non superare le «quote» europee e l’Italia a comprare, poi, latte e zucchero dalla Germania e dalla Francia per coprire il fabbisogno nazionale. Se lo farà, mostrerà, da erede di Machiavelli, che la politica europea non la si fa con i pater noster, né «facendo finta di aver fatto, bensì misurando concretamente l’europeismo dell’Italia nei rapporti di forza con gli altri dentro all’Ue... Non sono la sua furbizia e il suo cinismo a scandalizzarmi. Mi scandalizza la pubblica enfasi che lei mette su certe (modeste) decisioni, come l’elargizione degli ottanta euro a un certo numero di italiani. Temo sia la prova che la sua vocazione e quella del suo partito non sono solidaristiche, ma totalitarie, cioè di trasformare almeno una parte degli italiani in «dipendenti dalla carità di Stato». Invece di propagandare un’Italia che non c’è e che ce la farebbe grazie a ciò che lei «finge di aver fatto», smantelli una parte della Pubblica amministrazione e il Paese ce la farà con le sole proprie forze, oggi soffocate dall’eccesso di burocrazia. Ce la farebbe persino senza di lei, caro Renzi... postellino@corriere.it ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA famoso: Buchenwald (Bosco dei faggi) dove venne eretto uno dei più feroci campi di concentramento nazisti. Così, a pochi chilometri di distanza, troviamo quanto di meglio e di peggio la cultura europea abbia saputo esprimere nel corso degli ultimi secoli. Auguriamoci che sia di monito alle generazioni attuali e future. Enrica Praticelli , Venezia Stipendi degli insegnanti © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Luciano Fontana E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Staino FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE @ COME SPIEGARE AGLI SVIZZERI Il dubbio I PARADOSSI DEL CASO BERLUSCONI di Piero Ostellino Risponde Sergio Romano Sono un cittadino svizzero residente in Svizzera e innamorato dell’Italia e vorrei da lei una spiegazione su una questione che non riesco proprio a capire. Mi spiego. Il primo agosto dell’anno scorso Silvio Berlusconi è stato definitivamente condannato, nella causa chiamata Mediaset, a quattro anni di reclusione (tre condonati per indulto ) e data la sua età non doveva entrare in galera ma doveva rimanere a quello che chiamate i domiciliari oppure ai servizi sociali. Bene. A distanza di ben nove mesi, questo signore è apparso in televisione facendo propaganda per le vostre elezioni europee, viene seguito da una numerosa scorta come quando era premier, non so quanti giorni passa ai servizi sociali, insomma mi pare che si muova come un qualsiasi cittadino non condannato. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 18,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Tra lo stupore del pubblico che non si aspettava un regalo del genere Bruce Springsteen ha cantato insieme a Mick Jagger «Tumbling Dice». Il concerto A Roma la prima tappa del tour negli stadi del cantautore emiliano. Sul megaschermo aforismi di Montanelli, Kissinger e Hendrix Scenografia Il mega palco allestito nello stadio Olimpico di Roma per il concerto di Ligabue, il primo del tour del rocker emiliano. Le altre tappe sono a Milano (6 e 7 giugno), Catania (11 e 12), Firenze (16), Torino (9 settembre) e Bari (20 settembre) In gessato Luciano Ligabue, 54 anni, è in tour per presentare le canzoni dell’ultimo album «Mondovisione» troduce «Siamo chi siamo» con domande esistenziali a cui dà risposte «ruspanti» e durante la canzone compaiono le scritte che imbrattano i muri delle città («Ho messo la testa a posto ma non mi ricordo dove», «C’è la luce alla fine del tunnel: è un treno»). E non manca un «amarcord Ligabue» con una fotogallery del rocker emiliano dagli anni 80 a oggi. Benvenuti nel mondo di Ligabue 2.0 (la definizione è sua) che ruota indissolubilmente intorno alle spire del rock’n’roll. Con suoni tirati, potenti e un po’ arrabbiati. Tra i suoi tour è quello che più di tutti vira sul sociale. Fin dalla prima canzone, «Il muro del suono», dove compare la scritta «Chi doveva pagare non ha mai pagato». Si replica più avanti, durante «Il sale della terra», con gli aforismi sul potere di Montanelli («L’amore del potere esclude tutti gli altri»), Hendrix, Kissinger («È l’afrodisiaco supremo»), Giraudoux, Burke o tratti dal Vangelo secondo Matteo. E durante la canzone compaiono anche le scritte sui costi della politica (23.2 miliardi), sugli italiani che vivono di politica (1.1 milioni), sui costi della giustizia nel 2013 (4 miliardi) e sul numero dei processi pendenti (9 milioni). «È un anno che pensiamo al tour — sottolinea Ligabue dopo lo show —, mi piace che la gente vada a casa riflettendo anche su questi numeri che rappresentano la difficoltà a far funzionare questo Paese. A me non sono piaciuti i toni di questa campagna elettorale, ma non siamo noi che possiamo risolvere i problemi. La nostra crisi è figlia di una crisi mondiale i cui responsabili non hanno mai subito conseguenze. Gli unici che hanno pagato sono quelli che non hanno commesso niente. Noi». Il tour si fermerà a Milano (6 e 7 giugno, sold out), toccherà anche Catania (11 e 12 giugno), Firenze (16 luglio), Torino (9 settembre) e si concluderà a Bari (20 settembre). Ligabue, una festa rock tra amarcord e politica: siamo il cuore che batte In 60 mila all’Olimpico per «Mondovisione» ROMA — Tre fiammiferi si accendono e si spengono sullo schermo. Lame di luce illuminano il palco. Ligabue è già lì, circondato dalla band. Il rock è in «Mondovisione», si può cominciare. Ieri all’Olimpico di Roma (si replica oggi), davanti a circa 60 mila persone, è partito il nuovo tour del Liga che ha anche aperto la stagione dei grandi concerti d’estate. Biglietti esauriti per entrambe le date. «Da qui si gode una bellissima vista», dice ammirando il prato e gli spalti pieni mentre la folla scandisce il suo nome. Per il suo ritorno negli stadi dopo quattro anni, segnato dall’uscita dell’album «Mondovisione», Ligabue per mostrare il suo volto più politico ha voluto un palco innovativo: su un cilindro che giganteggia alle spalle della band vengono proiettati video, immagini del concerto, fotografie in bianco e nero, film di musical americani anni 40 e 50. Un maxischermo delle meraviglie che racconta storie familiari, ma anche sprechi tutti italiani. E si spinge in un eccesso pulp quando sulle note di «Ciò che resta di noi» «spara» l’immagine di un cuore pulsante. «Siamo stati cresciuti nell’idea che il dolore sia necessario. Io, invece, penso sia inevitabile ma non necessario», spiega il Liga sul palco. Dietro le quinte aggiunge: «Mi piaceva far vedere come l’organo del nostro corpo che è più legato ai sentimenti continuasse a funzionare anche mentre soffre. Volevo che quest’immagine fosse un’esplicita rappresentazione del dolore, so che infastidisce… però ❜❜ Sistema Italia «Mostro anche i numeri dei costi della giustizia, mi piace che la gente rifletta su questi temi» è il nostro cuore, la realtà». Il palco è tagliato a metà da una passerella che si protende verso il pubblico. Alla fine, si trova un lampione costellato da luci. Lì sotto, quasi in mezzo al pubblico, si spinge Ligabue per dar vita ai momenti più intimi e acustici della serata. Ma sono parentesi brevissime nell’arco di un concerto che dura più di due ore e che prevede una scaletta con quasi trenta pezzi, con le canzoni di «Mondovisione» a farla da padrone e la folla adorante che canta e balla dall’inizio alla fine. C’è la poesia dei fiocchi bianchi che cadono sul palco («La neve se ne frega»), l’immagine di una giostra che gira con le sagome di persone in bianco e nero («Ho messo via»), il ricordo dei genitori con le foto di famiglia e di un Ligabue adolescente che sfoggia in spiaggia un fisico asciutto («Per sempre»), c’è il siparietto scaramantico con lo storico manager Claudio Maioli che questa volta gli porta un caffè e gli asciuga la fronte. C’è anche l’ironia, quando in- Sandra Cesarale © RIPRODUZIONE RISERVATA La novità Il 25 giugno esce il libro di Giulia Gubellini e parte la fiction con Gianmarco Tognazzi. Storia di un gioco a eliminazione per un gruppo di ragazzi ribelli Romanzo e serie web: il potere apocalittico di «Under» I n uno scenario postbellico, fra rovine senza tempo e paesaggi sinistri dove le città non hanno più neanche un nome, ma vengono identificate da cifre (06 Roma, 02 Milano…), una suprema autorità relega in un bunker chi si è macchiato di colpe che vanno dallo spirito sovversivo alla disobbedienza. Non è Hunger games, non è Divergent, ma un prodotto completamente italiano, Under, accattivante per i contenuti, e nuovo per la modalità d’uscita. «Under» è un libro di Giulia Gubellini che uscirà per Rizzoli il 25 giugno, ma anche una serie web di dieci puntate che lo stesso giorno farà la sua comparsa online (under.nanopress.it). Diretta da Ivan Silvestrini, è interpretata da Giorgio Colangeli con giovani come Chiara Iezzi, Valentina Bellè, Matteo Martari, capitanati da Gianmarco Tognazzi. «Quando ho letto il testo — ricorda Michele Rossi, responsabile editoriale narrativa italiana Incubi Gianmarco Tognazzi (46 anni) nella serie web di dieci puntate «Under». La fiction è tratta dall’omonimo libro di Giulia Gubellini che uscirà per Rizzoli il 25 giugno (sotto la copertina) Rizzoli — ho avuto un sussulto. Al confronto Twilight è roba vecchia! I coetanei di Giulia, bolognese di 23 anni, possiedono un immaginario già costruito per il web. Forzare la tiratura non avrebbe avuto senso, così abbiamo pensato a questo tipo di lancio, da editoria indipendente. Pochi soldi, infinita passione». Conferma Tognazzi, che non certo mirando al cachet si è buttato a capofitto nel ruolo di trait d’union fra l’autorità provvisoria e la sfida fra reietti, culminante nella pena capitale: «Ho accettato sull’onda dell’entusiasmo. Le serie web rappresentano un mercato alternativo con numeri superiori alla tv. Milioni di clic che a volte hanno il potere di fare da traino per il cinema, penso al blogger Frank Matano chiamato da Paolo Ruffini per il suo film. Forse sono io 2, con la mia partecipazione, è stata poi richiesta da Mtv. La Rete offre grande libertà. Sarebbe difficile per un prodotto come Under trovare subito un interlocutore in tv». Qui in più c’è quell’abbraccio bizzarro fra tecnologia, fantasy, editoria… «Se funzionerà, raccoglieremo i frutti. Io quando sento aria di novità mi butto a pesce». Sembra di rivedere il padre Ugo: «Vero. La donna scimmia e L’ape regina nacquero come scommesse». Ride: «Almeno stavolta il ruolo del cattivo me lo sono scelto da me! Non ci si aspetti di vedermi con un microchip nel cervello. L’ambientazione è sobria e essenziale. Non siamo nella fantascienza, ma in un futuro dove il progresso tecnologico consente un completo controllo della società». «Ciò che più fa presa sui teenager dell’urban fantasy — analizza il talentuoso Ivan Silvestri- Su Corriere.it Successo in Rete per gli «anni 90» E’ un successo sul sito del Corriere la web serie «I ragazzi degli anni 90». Migliaia di visualizzazioni e il titolo della serie ideata dallo scrittore Errico Buonanno al primo posto tra i trend topic di Twitter il giorno del lancio. Il format è di quindici episodi che raccontano l’ann0 della maturità di Buonanno e dei suoi compagni di liceo, nel 1997: a riprenderli lo stesso autore, allora adolescente, sperando che un giorno questa sua testimonianza potesse diventare il progetto che oggi è. ni, consacrato regista di culto dalla serie web Stuck — è il racconto epico del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ma non è solo un romanzo di formazione. Nel mio adattamento una controparte adulta mostra la possibile faccia dei totalitarismi del futuro, non altrove, ma qui in Italia. Il web è un Far West delle possibilità. La domanda è enorme. Va stimolata». Dietro l’operazione, la triplice alleanza fra la società Anele di Gloria Giorgianni, Rcs e Trilud. «Con un circuito virtuoso e innovativo diamo una mano ai giovani talenti», osserva la produttrice. Dal 25 giugno la prima delle dieci puntate con cadenza settimanale, e una pausa ad agosto. Già un gran seguito per il casting online. Laura Martellini © RIPRODUZIONE RISERVATA GUARDA il trailer della web serie «Under» su www.corriere.it Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Spettacoli 47 italia: 51575551575557 Il caso Da domani 40 mila spezzoni di programmi storici e di successo verranno trasferiti sul portale della tv pubblica Aveva 86 anni La Rai divorzia da YouTube per i video Viale Mazzini: via i nostri filmati, li gestiremo assieme alla pubblicità ROMA — YouTube addio. Non vedremo più, a partire da domani (anche se la cerimonia del distacco impiegherà alcune settimane) i circa 40.000 video storici (da Pippo Baudo a Raffaella Carrà passando anche per Beppe Grillo o per la vasta produzione di Piero Angela, ma l’elenco è sterminato) di proprietà della Rai. La tv pubblica ha deciso di lasciare il motore di ricerca più frequentato dagli amanti di materiale audiovisivo. Nessuno strascico polemico, nessuna causa. Un tranquillo accordo, di fatto, tra interlocutori della stessa galassia audiovisiva. La decisione è stata presa pochi giorni fa perché a viale Mazzini gli uffici tecnicoamministrativi hanno messo mano ai rendiconti e hanno scoperto una verità molto ovvia. Quei 40.000 video di proprietà Rai collocati su YouTube in base a un accordo siglato nel 2007 da Rai Net, non rendevano più di 700.000 euro l’anno. Poche briciole, pensando alle migliaia di contatti quotidiani. Perché era YouTube a vendere gli spazi pubblicitari e a riconoscere a viale Mazzini una percentuale ritenuta ora troppo bassa, se non irrisoria. Basterebbe pensare al clamoroso caso di suor Cristina che si è esibita nel talent canoro di Raidue, «The Voice», e ha totalizzato su 1 2 4 YouTube il record di venti milioni di contatti. Un «passaggio» molto ricco dal punto di vista pubblicitario e di cui la Rai ha beneficiato ben poco. Tutti i 40.000 mila video verranno progressivamente smantellati da YouTube e trasportati sulla piattaforma Rai.tv. E lo stesso accadrà anche per la grande quantità di materiale collocato su YouTube da singoli utenti che hanno ripreso, anche artigianalmente, intere trasmis- sioni o singole parti: video che comunque appartengono alla Rai. Il rapporto con YouTube si è chiuso, per volontà di entrambe le parti, senza incidenti. Ma da tempo la Rai appariva scontenta, e non L’accordo Il rapporto si è interrotto per volontà di entrambe le parti, senza denunce 3 solo per una questione meramente economica. La qualità stessa delle inserzioni pubblicitarie «appoggiate» ai video appariva sempre più scadente e lontana dalla media dei clienti pubblicitari Rai. Fatti due calcoli, e immaginando un uso sempre più frequente di questo mezzo da parte degli utenti, i vertici di viale Mazzini hanno in un primo momento tentato di rivedere il contratto. Ponendo tre condizioni a YouTube. Prima condizione: la Repertorio 1. Da sinistra, Corrado (1924 – 1999), Mike Bongiorno (1924 – 2009) e Pippo Baudo (77 anni) in «Teatro 10» 2. Suor Cristina Scuccia (25), a «The Voice» su Rai2 3. Walter Chiari (19241991) e Raffaella Carrà (70) a «Pronto Raffaella» 4. Piero Angela (85), storico conduttore di «SuperQuark» decisione sul materiale da caricare verrà presa solo da noi della Rai. Seconda: il logo Rai dovrà essere comunque e sempre ben visibile. Particolare non secondario: da tempo il simbolo della nostra tv pubblica appariva poco visibile o messo agli estremi margini. Terza condizione: decidiamo noi a viale Mazzini quale pubblicità accettare e a quale prezzo. YouTube ha declinato le condizioni e così l’accordo (che dal 2007 prevedeva l’immissione annua di una media di 6-7.000 video annui da parte della Rai) si è concluso. Nasce così su Rai.tv un «nuovo» YouTube, con tutti i video prodotti dalla Rai. Ma i vertici di viale Mazzini hanno lasciato l’opzione aperta a tutte le altre piattaforme, da Tiscali a Libero, solo per fare due esempi puramente teorici. Il materiale Rai è a disposizione, potrà tranquillamente essere inserito sulla piattaforma. Ma solo se verranno rispettate le tre condizioni poste dalla Rai a YouTube. In sostanza l’azienda guidata da Luigi Gubitosi sembra sempre più intenzionata a ritornare in possesso del materiale che le appartiene e riguarda la sua storia. Anche l’addio a YouTube fa parte di questa strategia. P. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Addio a Boehm lo sposo di Sissi Karlheinz Boehm, attore austriaco noto per il ruolo dell’imperatore Francesco d’Austria nella trilogia dei film dedicati a Sissi (Romy Schneider, con Boehm nella foto), è morto giovedì alla periferia della sua città, Salisburgo. Aveva 86 anni. Per il suo impegno umanitario, nel 2003 aveva ricevuto la cittadinanza onoraria dall’Etiopia. Lo scrive «Closer» Cardinale litiga con la hostess Claudia Cardinale (76 anni) avrebbe schiaffeggiato una hostess che le aveva chiesto di spegnere la sigaretta all’aeroporto parigino di Orly e sarebbe poi stata portata in commissariato. Lo scrive il settimanale Closer. L’episodio, secondo la rivista, sarebbe avvenuto lo scorso weekend: l’attrice non sarebbe stata fermata ma la denuncia nei suoi confronti sarebbe stata trasmessa alla Procura. 48 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Impresa Hanno entrambi 24 anni, nella cronoscalata la maglia rosa chiude le polemiche, il sardo continua a sognare Volley, schiacciato anche l’Iran Perrone e Zapelloni premiati Terza partita e terzo successo nella World League per la nazionale di Berruto. Dopo le due vittorie in Brasile, ieri gli azzurri hanno schiacciato 3-0 l’Iran a Trieste. Una partita controllata dall’inizio alla fine (25-19, 25-22, 25-23 i parziali) e chiusa senza sofferenza. Domani la nazionale torna in campo, a Verona, ancora contro l’Iran. km 10 22 80 104 111 127 656 - Prato Carnico 530 - Ovaro MONTE ZONCOLAN 1.730 m 1.811 - Sella Razzo 374 - Villa Santina 200 - Pinzano al Tagliamento 204 - Sequals MANIAGO 265 m 1.428 - Passo del Pura 984 - Lago della Maina Ventesima tappa Terza edizione del premio «Pietro Calabrese», oggi a Soriano nel Cimino la consegna a Ghirardi, Sabatini, Mihajlovic, Corioni, Seedorf, D’Amico, ai giornalisti Mauro Mazza di Raisport, Giovanni Bruno di Sky Sport, Giancarlo Mazzuca del Giorno, Massimo Gramellini de La Stampa, Umberto Zapelloni della Gazzetta dello Sport e Roberto Perrone del Corriere della Sera. Rivelazione Fabio Aru in azione nella cronoscalata; a destra Nairo Quintana in rosa (Afp, Ansa) 150 157 167 La salita sul podio Quintana super, Aru è secondo a 17’’ Alle spalle dei ragazzi del ’90 il vuoto DA UNO DEI NOSTRI INVIATI CIMA GRAPPA — «Piano! Piano! Fai con calmaaa!». C’è questo ragazzo con la birra in mano e la bandiera coi quattro mori appesa al collo. Nairo Quintana gli si ferma proprio davanti, per cambiare la bicicletta e il casco. L’ultrà sardo invita con ampi gesti il colombiano a prendersela comoda. I secondi passano, sono 17 e sembrano tanti. Ma la pianura è finita. E da lì inizia ufficialmente la favola rosa dello scalatore con la faccia di cuoio: Quintana vola nella crono in salita tra 200 mila altri ragazzi con la bottiglia in mano, perché verso la Cima si sentono tutti giovani, come Nairo e come Fabio Aru, classe di ferro 1990. Lo scalatore venuto a conquistare il continente è l’unico a giocarsi la vittoria con la maglia rosa fino all’ultimo metro, mangiando l’aria con la bocca spalancata, enorme e piena di denti. Aru, fasciato nel body bianco di miglior giovane, è più bello da vedere, agile ed efficace nella pedalata. Ma Quintana spinge il rapportone, tranne che nell’ultimo tratto, e arriva 17’’ prima dell’italiano, mettendo il fiocco rosa al suo Giro. Lo Stelvio con le sue ombre e le sue polemiche è ormai lontano. Lo Zoncolan incombe con le sue pendenze fuorilegge, che saranno un problema soprattutto per gli avversari. El Condor volteggia sulle ultime montagne con 3’07’’ di vantaggio su Uran e 3’48’’ su Aru. Ed è questo, tra il secondo e il terzo in classifica, il duello più bello da seguire. Il sardo non solo cementa il podio surclassando Rolland, che era terzo prima della cronoscalata e prende 1’40’’. Non solo riprende il polacco Majka (che era a pari tempo con lui in classifica) partito 3 minuti prima. Ma guadagna anche 1’09’’ sul colombiano con il codino, che pure al primo intertempo aveva 32’’ di vantaggio. «Questa è una salita storica — dice Aru, riferendosi alla Grande Guerra: a fine tappa la corona del Giro al sacrario l’ha portata lui — sono molto affezionato a queste strade e non mi aspettavo in tutto questo Giro di essere così vicino ai grandi. Sono contentissimo così, ma mancano ancora due tappe. E Uran non è così distante, anche se fare la differenza sulle pendenze dello Zoncolan è un’impresa». Per la maglia rosa, raggiun- La curiosità tattica Per vincere la tappa un perfetto pit stop da 15’’ CIMA GRAPPA — L’aerodinamica non è un’opinione. Nairo Quintana lo sa e per questo ieri si è fermato a sostituire la sua bicicletta dopo appena 10 minuti di gara, nel punto in cui la strada cominciava a impennarsi. Secondo Luca Guercilena, team manager di Trek e fisiologo dello sport, ad affrontare i primi 7 chilometri (un biliardo) in sella a una bici da crono piuttosto che a una da salita si guadagnavano 5’’ al chilometro. Sprecandone 15 nel cambio di bici, ai corridori restava un bonus di 20’’. Per un pit stop perfetto, ds e meccanici si erano allenati nel giorno di riposo. Nel punto concordato il meccanico è sceso dall’auto in corsa (2’’), ha scaricato la bici dal tetto (3’’) per porgerla al corridore (5’’) e spingerlo con l’aiuto del direttore sportivo: altri 5’’. Due secondi Quintana li ha persi in un cambio di casco, di cui si ricorda un solo precedente a cronometro: Indurain al Tour del 1993 con, anche allora, Eusebio Unzue come tecnico. In questo caso per il colombiano più ragioni termodinamiche (gli «bolliva la testa») che aerodinamiche. Dal pit stop Quintana ha divorato la salita al ritmo di 1.635 metri di dislivello l’ora, per quasi 60 minuti in verticale. Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA to dai genitori, dalla moglie e dalla figlia di quattro mesi, la salita più dura d’Europa è «abbastanza esigente, di quelle che piacciono a me». Anche il Passo del Pura e la Sella Razzo (con relative discese) non sono affatto da trascurare, soprattutto se pioverà. Ma Quintana ha già la consapevolezza dei grandi: «Non lo volevo dire prima, però la cronoscalata è la mia specialità e non potevo non vincere, soprattutto davanti alla mia famiglia. Credo di aver dato alla gente quello che voleva ed è stato una giornata spettacolare. Il cambio di bici? Ero molto tranquillo, il casco da crono l’ho tolto per traspirare di più. Il Tour dello scorso anno, con la maglia di miglior giovane e quella di miglior scalatore ha dimostrato al mondo chi era Nairo Quintana. Qui sono venuto a confermare che non sono un’incognita e che posso vincere. Anche Aru va fortissimo: noi ragazzi del ’90 siamo bravi ma possiamo ancora crescere. È bello farlo qui al Giro, perché c’è un pubblico fantastico e la durezza delle salite che più mi si addice. Anche se al Tour ci sono tutti i migliori e tornerò per vincere». In Francia la birra non manca. La bandiera coi quattro mori prima o poi spunterà. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA La grande prova Temuta, ammantata di leggenda: il Giro affronta la prova più dura in mezzo a una folla degna del Maracanà Zoncolan, la montagna dolente che incorona i grandi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MONTE ZONCOLAN — «La Porta dell’Inferno» è subito dopo la casa dell’Ustin. Un arco di compensato, il disegno di due spiriti stravolti che accolgono i ciclisti: Quintana il peccatore dello Stelvio e l’anima bella di Aru sono avvertiti, lo Zoncolan duro del ciclismo oggi non contempla purgatori. «Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate», hanno scritto in rosso su un cancello dell’inferno (tornante primo, km secondo). «Qui si va sulla salita dolente, qui si va nell’eterno dolore», avverte a pennarello un balcone (tornante secondo, km terzo). L’Ustin ci ride. Lui è il Caronte di queste malghe, c’è nato novant’anni fa: la prima strada l’ha vista spianare sotto Mussolini, quando Coppi vinceva già il suo primo Giro «e a lavorare ci venivano quelli che poi finivano a Buchenwald». E se la ricorda discesa da tre colonne di cosacchi, come finì la guerra, e vent’anni dopo risalita dal Munari che la preferiva per i rally. L’ha vista usare per la legna e per il fieno, asfaltare dal Genio militare, assaltare dagli sciatori dei primi skilift. E conquistare da Gibo Simoni, da Ivan Basso. Questa mattina l’Ustin, che si chiama Agostino Crosilla e fa lo scultore, dice che aprirà gli scuri per guardar passare i monumenti del ciclismo: «Ad aprile ho visto Quintana. L’unico che l’ha provata. Ha pedalato in su 5 chilometri. C’era la neve, è venuto giù. Aveva un sorriso che non capivi se di sicurezza o di paura. Ha detto solo: è durissima». Lo Zoncolan è piccolo e sofferto come un Golgota. Niente di maestoso, neanche milleotto. All’inizio ha una cappelletta e un crocifisso, poi Come allo stadio Gli ultimi strappi dello Zoncolan, una delle salite più dure del ciclismo: 10 km con pendenze del 22 per cento. Se oggi il tempo sarà buono, gli organizzatori si aspettano anche centomila persone: la strada si trasformerà in uno stadio per le battute decisive dell’edizione numero 97 del Giro d’Italia (Bettini) diventa un calvario che da Ovaro sale 1.200 metri in 10 km, pendenze al 22%, a ogni curva la stazione sacra con l’immaginetta di chi fece le vie crucis delle grandi scalate: Binda e Bobet, Bahamontes e Anquetil, Bugno e Indurain… Il Mostro o il Kaiser, come lo chiamano in valle, è irsuto sotto e calvo in cima, gli abeti tagliati di fresco per fare spazio alla stradina, sull’asfalto gli spray sbiaditi (W Polska, W Pantani, W le Miss…) d’una storia breve che l’ha modellato a incubo come il Galibier, il Ventoux, il Pordoi… A mezzogiorno, provano a salirlo comitive di cechi e d’austriaci che s’ubriacano di zigzag molto prima delle tre gallerie strette e dei faldoni di neve: «Se fa bello, ci aspettiamo anche centomila persone», dice l’uomo del monte, l’Enzo Cainero dalle mille glorie sportive (portiere al Varese, accompagnatore di Zico, mago del basket ai tempi di Larry Wright, inventore con Beppe Marotta del Venezia di Recoba… ), commercialista che veniva qui in vacanza, scoprì la salita Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Allarme Fifa «C’è il rischio di combine» Ordine d’arrivo 19ª tappa, Bassano del Grappa-Monte Grappa, cronoscalata di 26,8 km 1. Quintana (Col) in 1.05’37’’ (media 24,505 km/h) 2. Aru (Ita) a 17’’ 3. Uran (Col) a 1’26’’ 4. Rolland (Fra) a 1’57’’ 5. Pozzovivo (Ita) a 2’24’’ 6. Pellizotti (Ita) a 3’22’’ 7. Majka (Pol) a 3’28’’ 8. Henao (Col) a 3’48’’ 9. Wellens (Bel) a 4’00’’ 10. Cataldo (Ita) a 4’10’’ 11. Evans (Aus) a 4’26’’ 12. Pirazzi (Ita) a 4’34’’ 13. Zoidl (Aut) a 4’42’’ 14. Zardini (Ita) a 4’46’’ 15. Mourey (Fra) s.t. 17. Battaglin (Ita) a 5’11’’ 26. Hesjedal (Can) a 5’39’’ 36. Cunego (Ita) a 6’30’’ 45. Sanchez (Spa) a 7’05’’ 47. Basso (Ita) a 7’12’’ 156. Romero Corredor (Col) a 18’00’’ 11. Vuillermoz (Fra) 12. Geniez (Fra) 13. Basso (Ita) 14. Pellizotti (Ita) 15. Monfort (Bel) 16. Dupont (Fra) 17. Rabottini (Ita) 18. Cunego (Ita) 19. Cardoso (Por) 20. Rogers (Aus) 25. Sanchez (Spa) 156. Bol (Ola) Nemmeno il Mondiale di calcio è al sicuro dai taroccatori di partite. Alcuni arbitri e giocatori sono stati infatti contattati da persone interessate a manipolare i risultati del torneo che inizierà il prossimo 12 giugno. Lo ha dichiarato alla Bbc Ralf Mutschke, il capo della sicurezza della Fifa, la Federcalcio internazionale. «Non ci aspettiamo che queste persone viaggino in Brasile per bussare alla porta di giocatori o arbitri, ma sappiamo che alcuni di loro sono stati contattati». I consigli di Rizzoli agli azzurri Prima raccomandazione: non prendere ammonizioni inutili, quelle per proteste per esempio, perché il Mondiale dura poco e i cartellini non si annullano». Nicola Rizzoli e il presidente dell’Aia Marcello Nicchi hanno incontrato ieri gli azzurri a Coverciano e per il nostro arbitro «mondiale» è stata l’occasione di dare qualche consiglio. «La Fifa tiene molto all’immagine del calcio — ha spiegato —, quindi niente proteste, simulazioni o condotte violente». Amichevole A Londra contro l’Irlanda per eliminare gli ultimi dubbi, domani la lista dei 23 Le classifiche Classifica generale 1. Quintana (Col) 2. Uran (Col) 3. Aru (Ita) 4. Rolland (Fra) 5. Pozzovivo (Ita) 6. Majka (Pol) 7. Evans (Aus) 8. Kelderman (Ola) 9. Hesjedal (Can) 10. Kiserlovski (Cro) Sport 49 italia: 51575551575557 in 79.03’45’’ a 3’07’’ a 3’48’’ a 5’26’’ a 6’16’’ a 6’59’’ a 9’25’’ a 9’29’’ a 10’11’’ a 13’59’’ a 22’33’’ a 24’29’’ a 28’37’’ a 30’26’’ a 31’09’’ a 33’35’’ a 37’34’’ a 45’48’’ a 47’45’’ a 52’42’’ a 58’47’’ a 4.50’48’’ Così oggi 19ª tappa, Maniago-Monte Zoncolan, di 167 km Prandelli fa i test individuali e nasconde l’Italia mondiale Gli osservati speciali del c.t.: Verratti, Darmian e Rossi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI LONDRA — La prima Italia, quella che stasera a Craven Cottage si misurerà con la Repubblica d’Irlanda, niente avrà a che vedere con la squadra attesa dal debutto contro l’Inghilterra tra due settimane a Manaus. Prandelli non intende fornire indicazioni precise all’amico-rivale Roy Hodgson, una vecchia volpe della panchina. Il c.t. ha un doppio obiettivo: nascondere sia gli uomini sia il sistema di gioco che userà nella foresta amazzonica, soprattutto cancellare i dubbi che lo assillano in vista delle scelte definitive. Il momento è arrivato. Stasera l’esame, domani pomeriggio, dopo l’allenamento a Coverciano, le decisioni e i tagli: 23 voleranno in Brasile, 7 (più Mirante) torneranno a casa. «Devo pensarci bene perché non voglio sbagliare», confessa Prandelli dopo l’addestramento tattico. La partita contro l’Irlanda che è stata del Trap, risolverà gli ultimi enigmi. Il test londinese sarà determinante soprattutto per Giuseppe Rossi, ma nella squadra scelta per la prima uscita in chiave Mondiale altri due si giocheranno il Brasile: Darmian e Verratti. Il granata sarà impiegato come terzino destro, il suo ruolo naturale: «È arrivato in punta di piedi, ma ha scalato posizioni e oggi è diventato un dubbio vero». Anche il giovane talento del Psg, il cui La polemica Cesare chiude il dibattito sul suo ingaggio LONDRA — (a.b.) «Avevo un contratto importante con la Fiorentina e quando mi ha chiamato il presidente Abete per allenare la nazionale non ci ho pensato due volte e ho firmato in bianco». Cesare Prandelli il taglio di stipendio se lo è fatto e bello grosso 4 anni fa: da 2,5 milioni di euro, a 1,5. Ora, per il nuovo accordo sino al 2016, dovrebbe aver ricevuto un aumento pari al 10 per cento e in ogni caso fra i tecnici della grandi nazionali è quello che guadagna di meno (Capello, il più pagato, con la Russia arriva a 9). Certo, rispetto ai manager pubblici, Prandelli guadagna molto di più. Ma questa è la legge del calcio. «È nella facoltà della Federcalcio cambiare politica e allevare i tecnici in casa come faceva 30 anni fa. Guidare la nazionale è un onore e non ho pensato ai soldi. Le cifre che circolano non sono vere, ma non voglio parlare di sacrificio. Mi sembrerebbe di mancare di rispetto a chi li fa per davvero… ». © RIPRODUZIONE RISERVATA destino all’inizio del ritiro sembrava segnato, ha rimontato. «Ma deve dimostrarmi di saper giocare in altri ruoli e non solo nel suo». Trequartista, come stasera, o magari interno. Non regista, ruolo già appaltato a Pirlo e in seconda battuta a Thiago Motta. Rossi, come ha spiegato Prandelli, dovrà dimostrare di avere la tenuta per affrontare un mondiale infernale come quello brasiliano «e la forza psicologica per mettersi alle spalle gli infortuni. In lui c’è una serenità interiore e una voglia di superare le difficoltà che trovo meravigliose. Ma al mo- mento giusto dovrò mettere da parte i sentimenti e valutare il risultato del campo. Devo capire se è libero di testa per affrontare i contrasti». Ma il collaudo con l’Irlanda servirà a verificare la condizione di Paletta nel cuore della difesa (seconda apparizione) e la personalità di Immobile, il capocannoniere del campionato, appena ceduto al Borussia Dortmund per quasi 20 milioni. Ciro è alla prima da titolare dopo la mezz’ora scarsa contro la Spagna: lui in Brasile ci dovrebbe andare, ma si gioca una maglia da titolare contro l’Inghilterra. Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA Irlanda (4-2-3-1) 1 Elliot 2 Coleman 4 O’Shea 5 Delaney 3 Ward 6 Whelan 8 Wilson 7 McGeady 10 Hoolahan 11 McClean 9 Long Arbitro: Oliver (Inghilterra) Tv: ore 20.45 Raiuno Internet: www.corriere.it Tra 15 giorni sarà un’altra Italia: con Buffon in porta, Barzagli e Chiellini in difesa, Pirlo e De Rossi in mezzo al campo, Balotelli in attacco. E anche l’impianto di gioco cambierà. Stasera giocheremo con il rombo, così come avevamo sfidato l’Ing h i l te r r a a g l i E u ro p e i . A Manaus, invece, potremmo affrontare la partita cruciale del girone con una squadra piena di centrocampisti pronti a inserirsi. Vedremo. Intanto è il momento delle scelte. «Il più difficile per un allenatore. Non devo bluffare, ma essere sincero e dire la verità. Chi tornerà a casa non deve sentirsi bocciato». Abate ha superato Maggio, frenato dal pneumotorace e candidato a tornare a casa; Darmian spinge fuori Pasqual; Paletta ha praticamente vinto il ballottaggio con Ranocchia. In mezzo al campo Verratti ha il destino nelle proprie mani: a Coverciano ha scavalcato sia Parolo, ora candidato all’esclusione, che Aquilani. Il viola potrebbe tornare in gioco se Romulo, afflitto da qualche acciacco, non dovesse fornire le necessarie garanzie. E poi l’attacco. Cassano è dentro, come Balotelli, Cerci e lo stesso Immobile anche se il tecnico avverte: «Antonio sta bene ed è motivato, però i miei dubbi li conservo». Rossi, perso il primo ballottaggio, può superare allo sprint Destro e Insigne. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Inghilterra, squadra solida ma non di fenomeni DA UNO DEI NOSTRI INVIATI più dura d’Europa e in dodici anni ne ha fatto «il Maracanà del ciclismo»: per via di quegli spalti naturali all’arrivo, per il milione e mezzo di citazioni su Google, per una troupe di Hollywood che vuol girarci un documentario, per Guidolin che dopo una partita dell’Udinese disse «battere l’Inter o la Juve? Oggi, la cosa più complicata è stata scalare lo Zoncolan» … «Questo traguardo è il mio terzo figlio — Cainero s’emoziona più dell’Ustin —: era una mulattiera, è diventato l’orgoglio d’una valle… ». Senza posare piede, in paese l’hanno fatto fin su solo in tre: il farmacista, il tabaccaio e un consigliere comunale amico di Guidolin. «Meglio il Mortirolo una volta la settimana — narrano abbia bofonchiato un ciclista — che lo Zoncolan una volta l’anno». «Tu me li mandi a morire!», s’incazzò un direttore sportivo con Cainero. Buoni e abbuoni, all’inferno di questo Giro(ne) oggi vale solo una cantica: o la rosa o la resa. Marco Verratti, 21 anni, questa sera giocherà trequartista. A destra, Ciro Immobile, 24 anni, un attaccante dal quale Prandelli si aspetta molto (Reuters, Action Images) Italia (4-3-1-2) 31 Sirigu 24 Darmian 29 Paletta 19 Bonucci 4 De Sciglio 18 Montolivo 5 Thiago Motta 8 Marchisio 30 Verratti 17 Immobile 22 Rossi Interessati Hodgson ha le idee chiare e la squadra schierata per 65’ ieri sera è quella che dovrebbe affrontarci in Brasile I nostri rivali battono il Perù Se attaccati vanno in sofferenza Se hanno spazio mettono paura Così in tv ore 14.30: Eurosport ore 15: Raitre, RaiSport2 Sotto esame Londra, ore 20.45 LONDRA — L’Inghilterra parte stanotte per Miami, la città scelta come trampolino verso il Mondiale brasiliano e Roy Hodgson, che prima di imbarcarsi sarà a Craven Cottage per osservare l’Italia, si porta al seguito una larga vittoria sul Perù (3-0), la 15ª della sua gestione (26 partite). Il successo non Sono pericolosi La linea a tre formata da Lallana, Welbeck e Rooney, con alle spalle Sturridge, funziona a dovere avrà risolto tutti i problemi, ma servirà al morale per preparare in serenità l’esordio di Manaus contro gli azzurri (14 giugno). A sbloccare il risultato ha provveduto un’invenzione di Daniel Sturridge, 25 anni, la punta di riferimento del Liverpool e dell’Inghilterra, che ha rotto l’equilibrio dopo 32 minuti senza brillantezza, con il Perù (fuori dal Mondale e senza Claudio Pizarro), che non si è consegnato all’avversario, ma ha sempre cercato di ripartire in velocità. L’Inghilterra, che giocherà altre due volte contro Ecuador e Honduras, prima di affrontare l’Italia, non poteva essere pronta, reduce da una settimana di lavoro pesante in Algarve, però, anche se in una situazione di provvisorietà e a cantiere aperto, ha confermato pregi e difetti degli uomini che Hodgson ha schierato sul modello Liverpool (4-2-3-1). Se la squadra è attaccata, va in sofferenza e lascia spazi interessanti, come si è visto proprio in chiusura di primo tempo, quando Hart (ben più impegnato del previsto) è stato costretto a intervenire con il piede destro per salvare su Ramirez. In un’altra situazione precedente, Gerrard era stato costretto al fallo da ammonizione, con compagni messi male in campo e nella ripresa, Johnson ha sbandato in Altre amichevoli Le amichevoli premondiali in programma tra ieri e oggi Così ieri Inghilterra-Perù 3-0 Honduras-Turchia 2-0 Nuova Zelanda-Sudafrica 0-0 Iran-Angola 1-1 Qatar-Macedonia 0-0 Austria-Islanda 1-1 Svizzera-Giamaica 1-0 Così oggi ore 13: Finlanda-Estonia ore 16: Croazia-Mali ore 16: Norvegia-Russia (tv: diretta SkySport1) ore 18: Algeria-Armenia ore 19: Albania-Romania ore 19: Lettonia-Lituania ore 20.30: Olanda-Ghana ore 20.30: Portogallo-Grecia ore 21: Messico-Ecuador ore 23: Colombia-Senegal Duello Danny Welbeck, 23 anni, attaccante dello United, lotta per la palla con il peruviano Luis Advincula, 24, nell’amichevole di ieri (Reuters) maniera pericolosa. Se invece l’Inghilterra trova i tempi e gli spazi per attaccare può essere pericolosa, con la linea a tre formata da Lallana, Welbeck e Rooney, alle spalle di Sturridge. I quattro hanno idee e talento; di Rooney si sa tutto; degli altri tre colpisce la voglia di sorprendere gli avversari, anche con giocate di fantasia. Contro il Perù, la fase d’attacco è stata lenta e in alcuni momenti troppo elaborata (del resto tutta la squadra aveva gambe pesanti), però si è notato che c’è sostanza e c’è coraggio di iniziativa, anche se in Welbeck è pre- valsa l’idea di far tutto da solo. Di certo Hodgson sembra avere già idee chiare, e questo non è mai uno svantaggio. La scelta della squadra che ha giocato per 65 minuti senza cambi contro il Perù si avvicina molto a quella che il c.t. considera la formazione tipo: Hart in porta; difesa a quattro con Johnson e Baines esterni più Jagielka e Cahill centrali; in mezzo Henderson e Gerrard; avanti Lallana-Welbeck-Rooney alle spalle d Sturridge. Wembley esaurito (83.578 spettatori, in tribuna anche il principe William), entusiasta e trascinante, ha molto apprezzato lo spirito di gruppo, con Rooney che ha rincorso un avversario per 50 metri, mettendogli la palla in angolo, come un terzino vero. E ha apprezzato ancora di più il gol del raddoppio: colpo di testa di Cahill (20’ s.t.), replicato al 25’ dal tiro di Jagienka su pessimo intervento del portiere Fernandez. Per gli inglesi è diventato tutto troppo facile e Hodgson ha dato il via ai cambi. L’Inghilterra non è una squadra di fenomeni, ma non sarà facile da battere a Manaus, come non era stato facile metterla fuori da Euro 2012 nei quarti. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Sport Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mercato Inzaghi e Galliani stasera vertice da Berlusconi Tennis Juve, prova per Morata L’Inter prenota Simeone Garcia fa ricca la Roma Townsend, già finita l’avventura Il tecnico rinnova e il titolo sale del 22% MILANO — Il progetto della Roma resiste e continua. Dopo i prolungamenti di contratto di Pjanic e Castan, ieri ha allungato il matrimonio Rudi Garcia che resterà nella Capitale fino al 30 giugno del 2018. Fortemente sponsorizzato da James Pallotta, il tecnico giallorosso guadagnerà 2,5 milioni di euro. Non solo, l’allenatore francese potrà contare su un nuovo uomo di fiducia: si tratta di Paolo Rongoni, preparatore atletico già avuto ai tempi del Le Mans (e già al lavoro a Roma, nella Lazio di Petkovic). L’annuncio del rinnovo ha fatto volare a più 22% il titolo della Roma. Ora il problema principale è trattenere Benatia (per il quale il Manchester City ha offerto 22 milioni). Ieri il giocatore marocchino, a Trigoria per svolgere fisioterapia, ha incontrato Garcia: oggi sul futuro del difensore si esprimerà in una conferenza stampa Walter Sabatini. Per la panchina nerazzurra il sogno è Diego Simeone, vecchio idolo della curva Nord. Il Cholo è stato contattato qualche tempo fa dalla dirigenza interista: il tecnico finalista di Champions è lusingato dall’idea di tornare a Milano, ma Il borsino Garcia Rudi Garcia ha rinnovato con la Roma fino al 2018 (Ansa) Simeone Diego Simeone è il sogno Inter per il 2015 (Action Images) Stramaccioni L’Udinese valuta l’ingaggio di Stramaccioni (LaPresse) non ora. Se ne riparlerà tra un anno. Mazzarri intanto sogna rinforzi: un nome caldo sul taccuino di Ausilio è quello del Chicharito Hernandez, l’attaccante messicano del Manchester United. Il nome piace a Erick Thohir perché grazie al richiamo della Premier il nome avrebbe presa sul mercato asiatico. Restando in tema allenatori, l’Udinese, dopoché non ha trovato l’accordo con Delneri (sponsorizzato da Pozzo senior), vaglia due nomi: Stramaccioni e Maran. Simone Inzaghi e Pioli sono le alternative per il dopo-Reja. Mercoledì il presidente Lotito, attraverso il cellulare di Galliani, ha chiesto informazioni a Filippo sul fratello Simone. Sarà sfida in famiglia Inzaghi nel prossimo campionato? Allegri invece ha ricevuto un’offerta dal Cska. Per il trasferimento di Ciro Immobile al Borussia Dortmund manca solo la firma: contratto di cinque anni a 2 milioni più bonus a stagione. Le due torinesi si spartiranno i 19,5 milioni di euro dei tedeschi. Conte, che punta a rivoluzionare il reparto d’attacco (Quagliarella ha offerte dalla Premier, Lazio e Samp), corteggia Alvaro Mora- Obiettivo Alvaro Morata, 21 anni, attaccante del Real Madrid. Secondo Antonio Conte è l’uomo giusto per rinforzare il reparto offensivo della Juventus ( Epa) ta del Real Madrid. Gli spagnoli sono disposti a cederlo con la formula del prestito secco, volendo mantenere il diritto di riscatto. Se ne parlerà lunedì a Madrid in occasione dell’Unesco Cup: non è escluso che i merengues sondino il terreno al riguardo di Arturo Vidal. Stasera Galliani e Inzaghi saranno a cena a casa Berlusconi: Pippo sottoporrà al presidente Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile da 178 a 298 euro Energia inesauribile grazie alla carica luce le proprie idee sul Milan del futuro, si farà il punto su acquisti (settimana prossima Bronzetti incontrerà i dirigenti del Valencia per Rami) e soprattutto cessioni (Robinho al Botafogo?). Kaká interessa al San Paolo, Pazzini al Napoli. Ma il piatto forte è il futuro di Balotelli: si attendono sviluppi. € 298 Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA PARIGI — L’avventura dell’americana Taylor Townsend (foto), la tennista extralarge, è finita ieri contro la spagnola Suarez Navarro, che l’ha eliminata in fretta e senza complimenti (6-2, 6-2) buttandola fuori da un tabellone, quello del singolare femminile, che continua a registrare cadute di teste di serie. Dopo Li Na (n. 2) e Williams (n.1), ieri ha salutato i campi del Roland Garros la Radwanska, numero 3, battuta dalla croata Tomljanovic (6-4, 6-4). Resta in corsa Maria Sharapova, che non ha concesso nemmeno un game all’argentina Ormaechea, e si aprono percorsi interessanti per la nostra Sara Errani, che non dovrebbe soffrire troppo, oggi, per battere la 98 del mondo, l’israeliana Glushko. Altra storia nel tabellone maschile, dove i favoriti viaggiano spediti (Djokovic ha sistemato in 4 set il croato Cilic e Federer, sempre in 4 set, si è sbarazzato del russo Tursunov). Oggi in campo Seppi (contro Ferrer) e Fognini (contro Monfils). In palio, per tutti e due, un posto negli ottavi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 Sport 51 italia: 51575551575557 La protesta Fuori dall’Europa League a favore del Toro, il presidente del club emiliano si ribella Basket, Sassari sconfitto A canestro Alessandro Gentile, 21 anni, guardia della EA7 Milano (LaPresse) Milano, buona la prima Gentile stratosferico Vittoria inutile A destra, il gol dell’1-0 di Amauri al Livorno nell’ultima giornata. Una vittoria inutile; sopra, il presidente Tommaso Ghirardi (Ansa) Ghirardi tradito dal calcio «Vergogna, io me ne vado» Andrea Arzilli ma per andare a giocare in un’altra squadra. Noi abbiamo presentato tutta la documentazione e il termine ultimo era il 30 aprile». Lì iniziano i problemi. «Proprio quel giorno, a poche ore dalla scadenza dei termini, la Covisoc ci comunica l’assenza del saldo Irpef. Quel controllo però doveva essere fatto a novembre 2013 e la notifica dell’eventuale omissione tra il 20 e il 25 febbraio. In un mese avremmo sistemato tutto». A nulla, secondo Ghirardi, è servito seguire le direttive di Federcalcio e Lega per sanare la cosa: «Siamo stati bocciati in primo e secondo grado dalla Commissione licenze Figc. Ma noi facciamo la stessa procedura da sette anni e nessuno ci ha mai detto nulla. Stavolta hanno voluto punirci». Così arriva lo sfogo contro il sistema: «Questo non è il nostro mondo — tuona Ghirardi, imprenditore bresciano —, è quello degli urlatori, di chi tira le bombe carte, di chi spara, di chi fa confusione, di chi protesta. Noi siamo gente perbene e stiamo bene a casa nostra. Vergognatevi tutti». Nomi dei destinatari delle accuse Ghirardi non ne fa, per ora: «Ho le mie idee ma non ho prove. A mente fredda e con gli avvocati vedrò se ci sono responsabilità di altri soggetti». Quindi l’affondo: «L’Alta Corte dichiara nella sentenza che la sanzione inflitta non è equa, sproporzionata rispetto alla nostra mancanza, ma che non ha la possibilità di invertire il verdetto. E lo scrive un ex ministro (Franco Frattini, presidente dell’Alta Corte, ndr). È surreale, sono follie. Qualcuno gioirà perché hanno fatto di tutto per farmi andare via». Dalla sala applausi e l’invito a non mollare. Ma sembra davvero troppo tardi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Filippo Bonsignore «Hanno voluto colpire il Parma, non è più il mio mondo» «Con il calcio ho chiuso. Ho rassegnato le mie dimissioni da presidente». Tommaso Ghirardi sbatte la porta e se ne va. Per il numero uno del Parma la misura è colma dopo la sentenza dell’Alta Corte presso il Coni che ha negato al club emiliano la Licenza Uefa e quindi la possibilità di disputare la prossima Europa League conquistata sul campo. La colpa? 300 mila euro di Irpef pagati in ritardo. «Io con il calcio ho chiuso, con lo sport ho chiuso, me ne torno al mio paesello». Ghirardi parla per oltre venti minuti: a tratti la voce è rotta, l’emozione evidente. «Ho pregato Pietro Leonardi (il direttore generale, ndr) — afferma — di gestire la società e onorare gli impegni fino al 30 giugno. Poi, dal primo luglio, inizia un’altra storia. Perciò il pacchetto del 100% del Parma è ufficialmente in vendita, è sul mercato». Di una cosa il presidente — che sette anni e mezzo fa ha raccolto una società in fallimento, l’ha risanata e riportata nelle zone alte della serie A — è certo: «Me ne vado da vincitore, da colui che ha vinto sul campo l’accesso alla Coppa Uefa. Abbiamo fatto cose stupende, siamo partiti che non c’era nulla». Un centinaio di sostenitori lo accoglie al centro sportivo di Collecchio: applausi, pacche sulle spalle, inviti a non mollare. E uno striscione: «Nessuna coppa vale ciò che ci avete regalato. Grazie». Ghirardi parla «per fare chiarezza» su quella Irpef pagata in ritardo. Cioè dopo la fatidica, e inderogabile, data del 31 marzo stabilita dal manuale delle licenze Uefa. «Si tratta di 300 mila euro su 13 milioni di stipendi — spiega —, un errore dello 0,6% del totale dovuto. Una somma relativa a nove incentivi all’esodo, procedura per cui si può concordare con un calciatore una som- Forum a Torino Il made in Italy per il rilancio (f.bon.) Il made in Italy per il rilancio del calcio italiano. È la ricetta proposta da Football Avenue, il forum di marketing e logistica svoltosi ieri allo Juventus Stadium. Protagonisti oltre cento attori internazionali tra club di A, B e Lega Pro e aziende che si sono confrontate su vari temi: stadi, tecnologia, sponsorizzazioni, catering, preparazione atletica. © RIPRODUZIONE RISERVATA La riforma di Malagò Il Coni lancia una giustizia più veloce Frattini alla Cassazione dello sport ROMA — Velocità, efficacia e buon senso. Il 1° luglio entrerà in vigore la nuova giustizia sportiva che il Coni ha appena riformato: «È un momento epocale, era doveroso e auspicato, siamo andati con la logica del buon senso — la presentazione a colpi di slide del presidente Giovanni Malagò —. Oggi il Coni fa uno sforzo culturale significativo, spogliandosi di alcuni poteri nell’ultimo grado». Cioè il Tnas, terzo grado di giudizio che non sarà più di merito ma di legittimità, come la Cassazione. E si chiamerà Collegio di garanzia dello sport, potrà ammettere il contraddittorio tra le parti e sarà presieduto da Franco Frattini (oggi all’Alta Corte che scomparirà). Mentre il generale Enrico Cataldi sarà a capo della Superprocura con poteri di avocazione sulle indagini federali, organo per questo indigesto a calcio, nuoto e basket, le uniche tra 76 federazioni che votarono contro nel Consiglio di dicembre indicando una possibile anticostituzionalità (negata dal capo commissione Coni, Giulio Napolitano). Il tutto per avere processi (due gradi di giudizio: 90 giorni per il primo, 60 per il secondo) e istruttorie più veloci: Palazzi, procuratore Figc, avrà 40 giorni di tempo per arrivare a deferimento o archiviazione e potrà sfruttare due proroghe di indagine concesse, nel caso, dalla Superprocura. Il deferito potrà contare su un difensore d’ufficio e sulla possibilità di patteggiare in tutte le fasi presentenza. Il Coni adesso darà indicazioni alle Federazioni per un codice di giustizia sportiva (la Figc varerà il suo il 1° settembre), ma prima i contenuti della riforma dovranno essere approvati da Giunta e Consiglio nazionale l’11 giugno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie B Finito il campionato, ora playoff e playout per gli ultimi verdetti Un’autorete e Tavano, Pescara k.o. Dopo 6 anni l’Empoli torna in A La grande festa è a Empoli: la squadra di Maurizio Sarri (2-0 col Pescara) ha conquistato la promozione diretta in A, insieme al Palermo. La quinta per il club di Fabrizio Corsi, dopo quelle ottenute nel 1986, nel 1997, nel 2002 e nel 2005. L’Empoli si era forse illuso di riuscire a sbloccare in fretta il risultato contro un Pescara che non aveva più niente da chiedere al campionato e che invece ha creato più di un grattacapo alla difesa dei toscani. E così, col trascorrere dei minuti, è cresciuta la tensione in campo e sugli spalti, con i tifosi dell’Empoli concentrati pure sulle notizie in Felicità Mirko Eramo esulta, il suo Empoli è in serie A (Ipp) arrivo da Latina, dove la squadra di Breda ha affrontato lo Spezia. La grande tensione è svanita al minuto 25 del secondo tempo grazie a un maldestro autogol di Federico Di Francesco, figlio del tecnico del Sassuolo. Il gol della sicurezza l’ha regalato Tavano (22° centro in campionato) sotto gli occhi di Totò Di Natale, che con l’Empoli aveva debuttato nel 2002. Latina e Cesena sono ammesse direttamente alle semifinali dei playoff, mentre Crotone-Bari e Modena-Spezia si affronteranno nel turno preliminare in gara unica il 3 giugno. Le semifinali sono invece in programma l’8 e 11 Ultima giornata Bari-Novara Empoli-Pescara Juve Stabia-Carpi Latina-Spezia Modena-Cesena Padova-Avellino Palermo-Crotone Reggina-Ternana Trapani-Brescia Varese-Siena V. Lanciano-Cittadella Classifica Palermo Empoli Latina Cesena Modena Crotone Bari (-4) Spezia Siena (-8) V. Lanciano Avellino 86 72 68 66 64 63 63 62 61 60 59 4-1 2-0 0-2 0-0 0-0 2-1 0-0 1-2 0-1 2-0 0-0 Carpi 59 Brescia 59 Trapani 57 Pescara 52 Ternana 51 Cittadella 47 Varese 47 Novara 44 Padova 41 Reggina (-3) 28 Juve Stabia 19 giugno, le finali il 15 e 18 giugno. Il Cittadella, col punto conquistato a Lanciano, ha conquistato la sesta salvezza consecutiva in B, mentre il Varese affronterà il Novara nei playout in programma il 6 e 13 giugno. Chi perde retrocede in Lega Pro insieme a Padova, Reggina e Juve Stabia. Dopo 42 giornate è calato il sipario su uno dei campionati di B più incerti ed equilibrati di sempre. Erano ben 8, infatti, le partite, in testa e in coda, ancora decisive. Un torneo dove non c’è stato nulla di scontato, a parte la solitaria marcia trionfale del Palermo di Iachini, e dove non sono mancate le sorprese, compresa la risposta degli spettatori che sono tornati, in questo venerdì ad alta tensione emotiva, a riempire gli stadi: ben 47 mila tifosi a Bari. Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — La cresta del Gallo e il tifo di Galliani, con Danilo Gallinari e l’ad del Milan in tribuna, mentre il Forum è tutto rosso. Passione e vittoria (95-84) nella prima semifinale contro Sassari. L’onnipotenza di Alessandro Gentile (23 punti con 4/5 da 3), la potenza di Samuels (23 punti con 8 rimbalzi), verrebbe da dire che sono la «convergenza parallela», l’elemento strutturale di una gara in cui Milano ha avuto anche il corollario di Langford (20) e il collante tenace di Daniel Hackett (8 assist). Vittoria netta nella sera che inizia con la festa Playoff dei fuochi d’artificio e dei proiettili traccianti, com’era logico aspettarsi, quando sul Le semifinali campo ci sono Drake Diener Così ieri (13 punti nel primo tempo), EA7 Armani Milano 95 Keith Langford (11) e Caleb B. Sardegna Sassari 84 Green (11), nell’ordine i primi (1-0 nella serie) 3 cannonieri della stagione Prossime gare: 1, 3, 5, regolare. E punteggio da ev. 7, ev. 9, ev. 11/6 vertigine (50-51) nelle due piece del primo tempo, dalla Così oggi semplice trama: Milano sfida ore 20.30 Sassari sul suo terreno, con Montepaschi Siena 7/11 da 3 punti (frutto di bel Acea Roma costrutto) contro il 6/12 dei Tv: diretta RaiSport1 sardi. Il fuoco anima Milano Prossime gare: 2, 4, 6, che a cavallo tra l’8’ (15-24) e il ev. 8, ev. 10, ev. 12/6 12’ (28-24) piazza un parziale con sorpasso di 13-0. Però si scopre e permette a Drew Gordon-Pascià l’uso indisturbato del centro area. Milano regge il passo con Samuels e l’esuberante rientro di Gentile (50-51 al 20’). Ma è Samuels la variante strategica che, insieme a Gentile, lancia l’assalto definitivo (87-78 al 36’). Qui si replica domani, mentre stasera prima di semifinale Siena-Roma. Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA MotoGp al Mugello Ricordo Paolo Simoncelli: il figlio è nella Hall of fame della MotoGp (Ansa) Simoncelli ora è leggenda Rossi spera nella prima fila Un pomeriggio da buttare, una mattina da studiare: questo è stato il venerdì, molto interlocutorio, del Mugello. Al pomeriggio non pioveva abbastanza per le gomme «rain» ma non era abbastanza asciutto per le «slick». Sarebbero servite le intermedie, ma non ci sono. Le farà la Michelin — fornitore unico della MotoGp al posto di Bridgestone dal 2016 — ma per adesso è toccato stare fermi ai box sprecando una sessione. Sull’asciutto, invece, il segnale è stato subito chiaro: Marquez primo, davanti a Rossi, Iannone, Dovizioso e Lorenzo, con Pedrosa più indietro, 11°. Oggi qualifiche Così si tratta di capire: MM è già in fuga o c’è margine di manovra? Rossi è parso 1. Marquez (Spa) Honda ottimista: «Sono soddisfatto, il 1’48”’004 telaio nuovo funziona bene, il 2. Rossi (Ita) Yamaha distacco non è veritiero perché il 1’48’”386 giro migliore Marc lo ha fatto in 3. Iannone (Ita) Ducati scia di Iannone. Io oggi spero 1’48’”434 nella prima fila, poi si vedrà». La 4. Dovizioso (Ita) Ducati vera notizia è arrivata così fuori 1’48’”518 pista: Marco Simoncelli è entrato 5. Lorenzo (Spa) Yamaha nella Hall of fame del 1’48’”665 Motomondiale diventando una Qualifiche «MotoGp Legend», e il suo Ore 12.35 Moto3; ore 14 numero 58 è stato ritirato. «Un MotoGp; ore 15 Moto2 bel riconoscimento — ha detto il Tv: diretta SkyMotoGp, papà Paolo, commosso —. Penso SkySport1 che Marco sarebbe riuscito ad ottenerlo comunque». Una tesi condivisa da Rossi, la cui tuta sarà messa all’asta con il ricavato devoluto alla Fondazione Simoncelli. E nel nome del figlio, da Paolo è arrivato anche un annuncio: «Ho una squadra che corre in Pre Moto3 e in Moto3 nel campionato italiano: nel 2016 potrei portare i miei ragazzi nel Mondiale». Sarebbe il modo più bello per onorare la memoria del Sic. Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Guido con Ana Maria, Luciana con Antonello, Paola con Luca, Giovanna con Carlo, Renato con Maria Rosaria, Valerio con Anna, Augusto, Francesco, Gianluca con Olga, Stefano con Elisabetta e tutti i loro figli e nipoti annunciano con infinita tristezza la scomparsa della loro adorata mamma Paolo, Giulia, Sebastiano e Carlotta abbracciano fortemente Paola, Giovanna e tutta la loro famiglia per la perdita della loro cara mamma signora Massimo e Francesca si stringono con affetto a Stefano, Betta e tutta la famiglia nel ricordo della mamma Dopo una vita di umiltà e onestà ci ha lasciati Dante Oreste Orsenigo e ricorderanno sempre la sua grande dolcezza e generosità.- Il funerale sarà celebrato sabato 31 maggio alle ore 14.45 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. - Milano, 31 maggio 2014. Ariberto e Silvana, Ricky e Sandra sono vicini con affetto a Paola e Giovanna nel ricordo della cara mamma Giovanna, Carlo e Piero salutano commossi con un ultimo bacio la - Milano, 31 maggio 2014. - Milano, 31 maggio 2014. di 87 anni.- Ne danno lannuncio la moglie Gerarda, i figli Simone con Cristina e Arianna, Davide con Fabiana e la piccola Beatrice e tutti i familiari.- Il caro Dante Oreste è composto presso la propria abitazione di via Santa Maria delle Selve, 11 in Biassono.- I funerali si svolgeranno in Carate Brianza lunedì 2 giugno alle ore 15 nella chiesa prepositurale, preceduti dalla recita del Santo Rosario, proseguendo poi per il cimitero locale. - Biassono - Carate Brianza, 30 maggio 2014. - Milano, 30 maggio 2014. Rosina Majerna, Giorgio e Laura sono vicini ad Augusto e famiglia per la perdita della cara mamma Luigi Vita Samory, Giuliana e Paolo, Alberto e Cristina sono vicini con tanto affetto a Giovanna, Paola, Luciana e a tutta la famiglia per la scomparsa di Partecipano al lutto: Aldo e Carmela Tanzi. Claudio e Teresa Viotto. Partecipa al lutto: Studio Archemi S.r.l. - Milano, 30 maggio 2014. Anna Tettamanti Giacosa mamma Annie Rimarrai sempre nel nostro cuore mamma Valerio con Anna e Giovanni. - Milano, 31 maggio 2014. Anna Giacosa - Milano, 30 maggio 2014. Anna Giacosa Anna Giacosa Elisabetta, con Marina, è vicina con grande affetto a Renato, e ai suoi fratelli e familiari tutti, e ne condivide in profondità il dolore per la morte della mamma Annie Tettamanti Giacosa - Milano, 30 maggio 2014. Stefano con Elisabetta, Sofia e Matteo piange la perdita della cara mamma Annie Partecipa al lutto: Elisabetta Arrigoni. - Milano, 30 maggio 2014. Monica Zara con affetto è vicina a tutti i fratelli Giacosa per la perdita della mamma Partecipano al lutto: Luciano e Adriana Pastor. Anna Giacosa I colleghi e amici dello Studio Associato Lo Maglio Colnago Giacosa Magnoni si uniscono al dolore di Stefano e della sua famiglia per la scomparsa della cara mamma Anna Tettamanti - Milano, 30 maggio 2014. Renato con Maria Rosaria, Chiara con Alain e Martine, Margherita, Alessandro e Gabriele piangono addolorati la perdita della mamma e nonna Annie e avranno sempre nel cuore il ricordo della sua forza, della sua generosità e dei suoi consigli. - Milano, 31 maggio 2014. Annie Tettamanti Giacosa - Milano, 30 maggio 2014. Eric e Beatrice, abbracciano con tanto affetto Paola, Giovanna e Luciana, in questo triste momento, per la perdita dolorosa della cara mamma sig.ra Anna Giacosa - Milano, 31 maggio 2014. - Milano, 30 maggio 2014. Filippo e Maria Montesi Righetti sono vicini a Valerio e a tutti i suoi fratelli per la scomparsa della loro cara mamma Anna - Milano, 30 maggio 2014. - Milano, 30 maggio 2014. Partecipa al lutto: Susanna Jelinek. Claudia Fabrizio Laura Matteo e Cristiano abbracciano Stefano e la sua famiglia per la scomparsa della mamma Annie - Milano, 30 maggio 2014. Partecipa al lutto: Flora Fabbrini. Magda e Ignazio Colnaghi con la figlia Laura piangono addoloratissimi la scomparsa dellamata sorella e zia Anna Tettamanti - Milano, 31 maggio 2014. nonna Annie mancherai tantissimo... ma lasci in noi tanti ricordi bellissimi.- I tuoi nipoti. - Milano, 31 maggio 2014. Sentite condoglianze nonna Annie Tettamanti con affetto Susanna mamma di Alessandra ed Enrico Giacosa. - Milano, 30 maggio 2014. Anna Giacosa - Milano, 30 maggio 2014. Cara Annie grazie per questi lunghi anni di intensa amicizia.Ferdinando e Stephania Ferruta con figli. - Milano, 30 maggio 2014. Giorgio, Paolo e Marinella, Leopoldo e Irene, Marino e Lucia si stringono con affetto a Paola, Giovanna e ai loro fratelli per la scomparsa della cara mamma Anna Giacosa - Bogogno, 30 maggio 2014. Anna Giacosa Un pensiero pieno di affetto a Stefano e un abbraccio a tutti i fratelli e le sorelle.- Luca e Stefi, Memo. - Milano, 30 maggio 2014. Rosamaria è vicina a Luciana Antonio e a tutta la famiglia per la perdita della cara Annie ricordando la sua dolcezza. - Milano, 30 maggio 2014. Alessia e Stefano, Benedetta e Carloguido, Carola e Lorenzo, Eleni e Pietro, Francesca e Cino sono vicini con affetto a Stefano, Betta, Sofia e Matteo nel dolore per la morte di Francesco e Dominique sono vicini alla famiglia Giacosa nel dolore per la scomparsa della carissima mamma Anna Giacosa Anna - Milano, 30 maggio 2014. Aldo Piccarda Paolo Susi Corrado Francesca Giovanni Sandro Betti Stefano Annamaria Federico Betta Anna Cino Francesco Gilda Filippo Maria Geppe Francisca si stringono a Valerio e famiglia per la scomparsa della mamma - Milano, 30 maggio 2014. Con grande dolore Carlo Edoardo e Gabriella si stringono con affetto alla sorella Geri, ai nipoti Simone con Cristina ed Arianna e a Davide con Fabiana e alla piccola Beatrice per la perdita dellamato Oreste - Milano, 31 maggio 2014. che resterà per sempre vivo nei loro più cari ricordi per il suo prodigarsi con forza, generosità e dignità in ogni momento della sua vita. - Renate, 30 maggio 2014. Caro Valerio siamo vicini a te, ad Anna e a tutta la tua grande famiglia nel ricordo della mamma Raffaella con Carlo Enrico ed Emanuela con Massimo piangono per la perdita del carissimo Annie Giacosa zio Ore Annie Giacosa Tettamanti Il Notaio Massimo Tofoni, la sua famiglia e tutti i collaboratori si uniscono al dolore della famiglia Giacosa per la perdita della cara Anna Giacosa Tettamanti Luca con Paola, Francesca con Carlo Gregorio Clementina, e Lorenzo ricordano con tanto affetto e tanta tristezza la loro mamma e nonna Annie Giacosa - Milano, 30 maggio 2014. Marco e Ita, Piero e Lori, Maurizio e Graziella. - Milano, 30 maggio 2014. Annie Annie Anna Giacosa Renato e Giuliana, Carlo e Annaelisa, Carlo e Lucia abbracciano affettuosamente Valerio e i suoi famigliari nel triste momento della scomparsa della mamma Chiara, Piero, Andrea, Marco e Giulia con le loro famiglie sono vicini con tanto affetto a Luciana Paola Giovanna e Renato e a tutta la famiglia nel ricordo della loro cara mamma Augusto, con i figli Alessandra ed Enrico, piange la sua sempre cara mamma - Milano, 30 maggio 2014. Giampaolo e Giulia Ponzone, Marco e Cristina Stella, Massimo e Phinette Monti, stringono con tanto affetto gli amici Giacosa, per la perdita della loro cara mamma - Milano, 30 maggio 2014. Luciana con Antonello piange la perdita della mamma ricorderà sempre il suo infinito amore e la sua serenità. - Milano, 30 maggio 2014. Anna Tettamanti Giacosa Anna e sono vicini con tanto affetto alla loro zia Geri, a Simone con Cristina ed Arianna, a Davide con Fabiana e alla piccola Beatrice. - Renate, 30 maggio 2014. Partecipa al lutto: Edda Evangelisti. - Milano, 30 maggio 2014. Ciao Gianmario Alessandro con Simona, Gianluca con Beatrice, Lucrezia con Francesco, Nicolò ed Angelica ricorderanno sempre con affetto lo zio Ore indomito fratello.- Non ti vedrò più librarti lassù leggero e silenzioso ma sono sicura che volerai libero nellinfinito del cielo.- Rosella. - Missaglia, 30 maggio 2014. - Renate, 30 maggio 2014. Pierantonio e Laura, Franco e Jolanda, Silvano e Margherita sono vicini a Lucia in questo tristissimo momento per la perdita del carissimo Sergio e Giovanna Cazzaniga, Franco e Anna Riva sono vicini a Gerarda, Simone e Davide per la scomparsa del caro Gianmario - Milano, 31 maggio 2014. Giulio Elena Caimi ricordano Gianmario carissimo amico di gioventù e abbracciano con affetto Lucia, Cesare e Silvia. - Milano, 29 maggio 2014. Franco e gli amici tecnologi partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del loro compagno di studi Gianmario Beretta - Milano, 30 maggio 2014. The management of Tenax Corporation and all its employees wish to offer their most sincere and respectful condolences to Cesare Beretta and the entire Beretta family for Gianmario Beretta tragic loss.- His technical skill and business leadership will be remembered and preserved. - Baltimora, 30 maggio 2014. Partecipiamo al dolore di Cesare e dei suoi familiari per limprovvisa scomparsa di Gianmario Beretta le cui doti rimarranno di grande ispirazione.- Alberto Crippa e Jessica Colciago. - Baltimora, 30 maggio 2014. Il Presidente, i Professori componenti il Collegio Didattico ed i compagni di corso della Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche dellUniversità degli Studi di Milano, si stringono alla famiglia e partecipano al lutto per la scomparsa di Diego Brambilla - Milano, 30 maggio 2014. Vanni Carlo e Marco Cattaneo e tutti i colleghi della Eurovetrocap danno il triste annuncio della scomparsa dellamico e prezioso collaboratore Massimo Rancati con cui hanno condiviso un intenso cammino professionale e umano.- Grazie Massimo di averci insegnato a non mollare mai. - Pavia, 30 maggio 2014. Oreste - Cesano Maderno, 30 maggio 2014. Anna e Nicola Laudisio sono vicini con affetto a Gerarda e ai suoi figli per la scomparsa dellindimenticabile amico Onorevole Oreste Orsenigo - Monza, 30 maggio 2014. Caro Oreste con te se ne va un pezzo di storia della nostra Carate, resta il ricordo del bene che hai voluto al tuo paese e lattenzione dimostrata alle persone.- Franco Pizzagalli e Bianca Fumagalli. - Meda, 30 maggio 2014. Cara Geraldina, ti siamo vicini con immenso affetto per la scomparsa del caro Oreste Monica e Giancarlo. - Capiago, 30 maggio 2014. Ivan e Francesca Colciago partecipano commossi al dolore dei familiari per la tragica scomparsa dellamico Onorevole Dante Oreste Orsenigo - Como, 30 maggio 2014. Giulio e Mariangela Castoldi, profondamente addolorati, sono vicini a Gerarda, Simone e Davide per la perdita del caro Dante Oreste Orsenigo - Sovico, 30 maggio 2014. La Camera di commercio di Monza e Brianza partecipa commossa al dolore dei familiari per la scomparsa del caro onorevole Dante Oreste Orsenigo protagonista della Brianza, che con il suo impegno generoso e assiduo e la sua presenza nelle istituzioni ha favorito lo sviluppo economico e sociale del territorio. - Monza, 31 maggio 2014. Il Presidente Carlo Sangalli, il Segretario Generale Pier Andrea Chevallard, il Consiglio della Camera di Commercio di Milano profondamente commossi si uniscono al dolore della signora Gerarda, del Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza Carlo Valli e famiglia per la scomparsa dell Onorevole Dante Oreste Orsenigo per lunghi anni membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano. - Milano, 30 maggio 2014. Partecipa al lutto: Federica Villa. La Presidenza, i dipendenti e tutte le cooperative associate a Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza partecipano al lutto per la scomparsa di Dante Oreste Orsenigo per lunghi anni Presidente e guida dellassociazione e amico sapiente e instancabile dellautentico movimento cooperativo. - Milano, 30 maggio 2014. Con la scomparsa di Dante perdiamo un amico caro e un esempio straordinario di politica operosa e piena di umanità che, con lumiltà di fare un passo indietro, indietro non ha mai voluto lasciare nessuno.- Con dolore e con affetto ci stringiamo oggi a Gerardina e a tutta la sua famiglia, Rosanna e Carluccio Sangalli. - Milano, 30 maggio 2014. Il 29 maggio è mancato allaffetto dei suoi cari Carlo Calderai Lo annunciano con grande tristezza i figli Fausto, Lorenzo con i figli Emilio e Maria e Domitilla Caratti Di Lanzacco.- Le sorelle Anna Vannocci con le figlie Susanna e Claudia con le loro famiglie, Cora Pinucci con i figli Rita, Gianni e Neri con le loro famiglie.- I nipoti Alessandra e Francesco Tiberi Venturucci, Antonella e Pierluigi Giannelli ed Evelina Mazzei con le loro famiglie.- I cugini Balboni, Giannotti, Calderai e Ginanneschi.- Le signore Anita, Gabriella, Jole e il signor Nandi.Tutta la famiglia unita ringrazia con affetto Alberto Berzi per le cure attente ed amorevoli.- Dopo la cremazione le ceneri saranno tumulate nella Cappella Giannelli di Castel del Piano sul Monte Amiata. - Firenze, 31 maggio 2014. Alvar Gonzales Palacios ricorda lamico esemplare Carlo Calderai - Roma, 30 maggio 2014. Charlie Cator, Francis Russell e tutta Christies Italia sono vicini con tanto affetto a Fausto nel dolore per la perdita del padre Carlo Calderai - Milano, 30 maggio 2014. Mauro Crippa e Andrea Delogu si uniscono al lutto di Silvia per la perdita del papà Fausto Carrera - Milano, 30 maggio 2014. Rosa Anna Ragusa e Alessandro Banfi, con i giornalisti di News Mediaset e Tgcom24, sono vicini a Silvia per la prematura perdita del caro papà Fausto - Milano, 30 maggio 2014. Anna Broggiato e tutti i colleghi di Studio Aperto abbracciano lamica Silvia in questo momento di dolore per la scomparsa del caro papà Fausto - Milano, 30 maggio 2014. Ambra Redaelli è vicina a Gerarda e alla famiglia di Dante Oreste Orsenigo un grande brianzolo che ha saputo guidare, incoraggiare ed ispirare. - Albiate, 30 maggio 2014. Mario Giordano e tutti i colleghi del Tg4 partecipano con affetto al lutto dellamica Silvia per la perdita del papà Fausto - Milano, 30 maggio 2014. Paolo con Vita Davide e Carola, Alberto con Isabella Lidia e Sang annunciano la morte di Ugo Ardizzone papà, suocero, nonno affettuoso, che si è serenamente ricongiunto alla sua adorata Virginia.Il funerale avrà luogo oggi alle ore 11 nella parrocchia Santa Francesca Romana via Cadamosto. - Milano, 31 maggio 2014. Gianni, Cristina, Edoardo con Tilla abbracciano Rudi, Martino, Bambi, ricordando la loro cara mamma Liliana - Milano, 31 maggio 2014. Liliana Sani Bianchi Partecipano al lutto: Ida Pinuccio Luca Stefano e Luisa. Partecipano al lutto: Chicco e Gibi Bernasconi. Piero e Mariantonia Ingraffia coi figli, nuora e nipoti sono vicini alla famiglia Ardizzone abbracciando Paolo nel ricordo di I condomini di via Caradosso n. 10 - Milano, insieme allAmministratore prendono viva parte con sentito cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa del nonno Ugo - Milano, 30 maggio 2014. Franco e Carlo De Benedetti insieme ricordano, con affetto e riconoscenza, lIngegner Ugo Ardizzone Rag. Angelo Monti - Milano, 27 maggio 2014. In questa triste circostanza Sony ATV Music Publishing Italia si stringe alla famiglia Nannini per la perdita di mamma validissimo collaboratore diventato negli anni un amico della famiglia.- Sono vicini ai figli e alla famiglia tutta. - Milano, 30 maggio 2014. - Milano, 30 maggio 2014. Franco Girard, con Isabella, ricorda con profondo rimpianto lamico Vincenzo è vicino a Michela, Nicoletta e Giulia per la perdita del caro papà Ugo Ardizzone e partecipa affettuosamente al dolore dei figli. - Milano, 30 maggio 2014. La Direzione di Banca Intermobiliare si aggiunge al cordoglio dei famigliari per la scomparsa dell Ing. Ugo Ardizzone - Torino, 30 maggio 2014. Amministratori, Dirigenti e collaboratori tutti di Idrosapiens Srl, partecipano commossi al lutto di Alberto e Paolo per la scomparsa del padre Ing. Ugo Ardizzone già Amministratore della società. - Leinì, 30 maggio 2014. Il Gruppo Witzenmann partecipa al cordoglio per la scomparsa dell Ing. Ugo Ardizzone - Leinì, 30 maggio 2014. Franca Segre e il figlio Massimo, ricordando tanti anni di lavoro insieme, si stringono in un abbraccio alla famiglia nel commosso rimpianto dell Ing. Ugo Ardizzone - Torino, 30 maggio 2014. I condomini e lamministrazione di via Benedetto Marcello, 1 Milano partecipano al grave lutto della famiglia Ardizzone per la perdita del signor Ugo - Milano, 30 maggio 2014. I figli Chiara, Elena, Andrea, assieme ai propri cari e ai nipoti comunicano la scomparsa di Anna Nebbia Vitali Il funerale avrà luogo oggi 31 maggio alle ore 15 in Appiano Gentile nella chiesa del Lazzaretto. - Appiano Gentile, 31 maggio 2014. Roberto e Sergio abbracciano affettuosamente Chiara Elena e Andrea nel ricordo di Anna Nebbia Vitali - Milano, 30 maggio 2014. Annalisa Monfreda con tutta la redazione di Donna Moderna è vicina a Monica e alla sua famiglia per la perdita del caro papà Carlo Triglia - Segrate, 30 maggio 2014. Susanna Barbaglia con tutta la redazione di Confidenze è vicina a Monica e alla sua famiglia per la perdita del caro papà Carlo Triglia - Segrate, 30 maggio 2014. Alessandro Bottero, Andrea Peri, Antonio Schindler, Valeria De Cristofaro, Francesca Castiello, Paola Prendini, Patrizia Maruzzi, Letizia Scarponi sono vicini al Professor Giuseppe Cavallazzi per la perdita della moglie sig.ra Gisella Balzaretti - Milano, 30 maggio 2014. Giovanna Cellesi Nannini Bruno Civelli che ricordo con affetto figliale. - Trieste, 30 maggio 2014. 2004 - 2014 "Spesso sono le assenze a farci compagnia.- Non si possono toccare né sentire, ma le portiamo dentro". Renzo Manzoni La tua famiglia. - Cusano Milanino, 31 maggio 2014. 31 maggio 2011 - 31 maggio 2014 E se mi sognerai dal cielo cadrò...Nunzia Vittoria con il piccolo Pietro ricorderà il suo papà Avv. Natale (Lello) Radoia venerdì 6 giugno 2014 alle ore 18.30 presso la chiesa di Santa Maria al Paradiso, Milano. - Milano, 31 maggio 2014. 1983 - 2014 La moglie Lyuba ricorda con infinito amore il Cavaliere del Lavoro Andrea Rizzoli nellanniversario della sua scomparsa. - MonteCarlo, 31 maggio 2014. 1976 - 2014 Ileana e Giada ricordano Antonio Sutti amatissimo papà e nonno con struggente rimpianto di ogni giorno. - Milano, 31 maggio 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it Fax 02 25846003 Telefono: 02 50984519 Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 53 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 77 7<)2 7<77 7)<2 66 7<72 62 7<62 6 7)<6 6 7)<< 73 7<< 66 7<< 6 7< -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" $(/'5 $'05$% ,8%% ($/' 08% $&('5 %(%&'5 08%% $ 8/$ 08% &$(#00( $//'( 0(*/55855( 08 **''$'( '5/% (' /(:0$ 5&*(/%$ $80$+ 8%" /(:0$( '" % (/#05 : & %$( 08% /05( $ 055(/$+ / (&'$ /(:0$ 5&*(/%$ 08 %*$ /%*$ %(%&'5 08% '5/(#8 **''$'( 08$ /$%$:$ 0/$1 0(% %5/(:+ $'$;$( 055$&' *$9 '8$ %(%$ /(:0$ % (/ 08%%.05/&( 8 *$9 0(% %5/(:+ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" (05 (/$'( '(: (%( ' (& &*(00( + %/$ 5'$ $%'( /'5( ';$ /$05 $/'; /8 $ '(' -,8$% *(%$ /$ (5'; 5 $-%( %/&( % "/( %$/$ 8/ $ %$ (% 8:(%( (*/5( $( $ (:0$ &*(/%$ : %8 (/5( (/5 (%5( (/5 %&( '(' (05 /$ (%( ' (%;'( /0$ %$/$ ) )) ) ) ) )3 ) 4; 44 4 4) 4 4 4 /'( $( $ ' )4 )3 )4 )3 )/ ) )/ 43 4 44 4) 4) 4 8:(%(0( -,8$% 00$' $%'( *(%$ %$ %/&( &*(/% %"& %8 ); ) ) ) ) ) ) 4; 43 43 4 4 4 43 (*/5( /& /8 $ 0/ $0 (5'; + %/$ $&$'$ : %"& %8 ) )) )4 )4 ) )3 43 )' 4; )' )/ 4 4) (:0$ (& (/$'( /'5( /$05 $' ';$ /(' %"& %8 )4 ) ) )0 ) ) ) 4 4 4 43 4; 4) 44 4 2 Puzzles by Pappocom 2 5 7 1 2 5 6 8 5 1 6 2 5 Altri giochi su www.corriere.it 8 6 2 3 7 6 8 8 9 4 LA SOLUZIONE DI IERI 2 5 4 1 6 3 9 8 7 1 7 6 9 8 5 4 3 2 9 6 1 5 3 2 8 7 4 7 8 3 4 9 1 2 5 6 5 4 2 8 7 6 1 9 3 4 1 8 6 5 7 3 2 9 6 2 5 3 1 9 7 4 8 "6 -.6" - (&- "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 3 9 7 2 4 8 6 1 5 $!" !&!" a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano .$& &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# & -&".( (. &$. $ "-( "% In edicola con il Corriere della Sera il primo di sette romanzi di J. K. Rowling dedicati alle avventure di Harry Potter. Disponibile: Harry Potter e la pietra filosofale. (#9( "-2 -. ((2 &#(# 5$ In edicola con il Corriere «Harry Potter e la pietra filosofale» Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 8 3 9 7 2 4 5 6 1 -$"&( %.2-% 5$"&( !"&( $ Sudoku Diabolico 3 2(($% (*&!& $55( %8 &*(00( 5'$ /(5(' 8'( $/'; '(: &*/$ (00( %"& $."&#" .$( "%5-( %"& (% $ ' $/(%;$(' &(/5&'5 $'05$% $'5/00 %.05 8/(* */5 % $5//'( '5/% %% '$':$ (' /(:0$ 0*/0$ %(%$ 5&*(/%$ *$9 $'5'0$ 08%% / $('$ 055'5/$('%$ % / /( %(%&'5 08% $5//'( '5/%+ '$%5/;$('$ $ /$ /0 / $8' ('( '" */5 %% '$0(% /$ %.:05 %% /'$ (' ,8%" /(:0$( % 5&*( %5/(:+ "22 $ .."( "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Tecnologia / 1 Spesa con cellulare Amichevole a Londra Già attivo il sistema Vodafone per pagare anche con smartphone. Italia-Irlanda Tecnologia / 2 tra i Cinquestelle 1 Tensioni Caos per il dossier sul voto Google lancia il servizio 2 per essere cancellati trasporti 3 Sciopero pubblici, disagi ovunque Il cane che cambia vita 4 alla padroncina disabile in 20 anni 98 5 Berlusconi, milioni a Forza Italia Droni per tutti Da 50 a 30 mila euro: ecco la lista dei Droni per tutte le tasche. Foto. Mondiali Le frasi celebri Da Pelè a Pasolini, calciatori e poeti: chi ha reso grande il calcio. Azzurri sotto valutazione contro l’Irlanda e domenica sera Prandelli comunica la lista dei 23 che andranno in Brasile. Alle 20.45 il fischio d’inizio al Craven Cottage di Londra. 54 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER CANTARE Peppa Pig compie 10 anni Cucciari, concerto per la Sardegna La maialina preferita dai bambini di tutto il mondo, oggi compie 10 anni, da quando nel 2004 il suo primo episodio fu trasmesso in Inghilterra dove è nata. Peppa Pig (foto) è ormai un fenomeno di costume. «Il successo di Peppa Pig - ha dichiarato il Direttore di Rai Ragazzi Massimo Liofredi non nasce per caso, ma è frutto di un’attenta strategia di palinsesto di Rai Yoyo». Oggi dunque giornata dedicata a Peppa con 5 ore di programmazione a lei dedicata: 60 episodi delle diverse (6) serie, in inglese, in italiano e sottotitolati in italiano. In diretta da Cagliari un bel concerto. La serata è condotta da una sarda doc, Geppi Cucciari (foto), e parteciperanno tra gli altri Gianna Nannini, Francesco Renga, Ornella Vanoni, Amii Stewart, Mauro Pagani, Neri Marcoré, Eugenio Finardi, Paola Turci, Gianmaria Testa, Marco Carta, Samuele Bersani, Ron, Cristiano De André, Ascanio Celestini e altri artisti chiamati a raccolta dal jazzista Paolo Fresu. L’incasso della manifestazione servirà per il ripristino delle scuole sarde danneggiate dall’alluvione dello scorso novembre dal bilancio pesantissimo. I dieci anni di Peppa Pig Rai Yoyo, ore 9.15 Sardegna Chi-ama Rai3, ore 20 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì n°ää / £° n°Óä /£ ""° ÌÌÕ>ÌD n°Óx 1 "// ° 6>ÀiÌD °ää / £° °Îä / £ °°-° /*" ° £ä°Óä 6, ",<<" /° ÌÌÕ>ÌD ££°£x 1 "// -/", 6,° ÌÌÕ>ÌD ££°{x *,"6 1" "° 6>ÀiÌD° `ÕVi Ìi> iÀV £Î°Îä /", ° £{°ää -9 ,6,° ÌÌÕ>ÌD £{°Îä 1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä -/"° /> Ã Ü £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£x -1 ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x *--" ", "6-/° ÌÌÕ>ÌD -, £n°xä ½,/° +Õâ° `ÕVi >LÀâ Àââ Óä°ää /", ° Óä°Îä ,"-" ,"° VÕiÌ Óä°Îx , /° >V ÀiÌÌ>®\ /} £ Èä ÃiV` Ç°ää <",,"° /iiv Ç°{x --° /iiv n°xx -1 6 - "° ÌÌÕ>ÌD /" Ó° °{ä - / 7",° ÌÌÕ>ÌD £ä°Óä ," ° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä <<"", " ° 6>ÀiÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Óx , ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> £{°ää 6"9, /",9° ,>}>ââ £x°{ä - */,"° /v £Ç°£ä -, " 6,° ÌÌÕ>ÌD° /" Ó° £n°ää / Ó °°-° £n°äx 1 *, * /1//" " ΰ i`>] 1Ã>] Óään® £°Îx "--," ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° n°ää 1 "*" *-/"° °Îä ½-, -/"° ÌÌÕ>ÌD £ä°{ä /, /° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä /, *,""//" /° ÌÌÕ>ÌD ££°{ä ," ½/ Óä£{\ À >ÌÌ>° Và £Ó°ää / ΰ /" ΰ £Ó°Óx /, -// ° ,ÌV>V £Ó°xx /, / /° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ,° / , /"° £{°Óä / ΰ £{°{x / Î *8° ÌÌÕ>ÌD £{°xx /Î °°-° £x°ää ," ½/ Óä£{\ Óäc Ì>««>\ >>} Ìi <V>° Và ÀiÌÌ>® £Ç°xä /6 /° /> Ã Ü £°ää / ΰ £°Îä / ,° / , /"° Ó£°äx *9/° / ÀiÀ] 1Ã>] Óä£Ó®° ,i}> ` `ÀiÜ ° À° >À}ÕiÀÌi Ài>Õ] ,V >À` ,ÕVV] LLÞ À>i° ÓÓ°{ä 1/,° /iiv ÓΰÎä , *9,° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£ä 7-° âi] À>V>É>««i] Óä䣮° ,i}> ` jÀ>À` À>ÜVâÞ° i> ,i ÓΰÎx / Ó° Óΰxä /Ó "--,° / Ó -/",° , " / -// ° ÌÌ° ,>{ ,>x >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì / { / 7-° <",,"° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv 1 *,9- -/",9° VÕ,i>ÌÞ , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD / { /"°/ / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1"6 - 1 /," "° 6>ÀiÌD° , " /6 -* ° 6>ÀiÌD *","/\ ,/ /6"° >] L] Óääx®° / { /"°/ -,/"° /iiÛi> n°ää / x // ° °£ä /," +1 / /1//" +1" "6/ -*,° ÌÌÕ>ÌD °Óx -1*, ° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä 6,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä -° /iiv £{°{ä / "] / ""°°° / -*"-"° £È°Îä ,"-1 * , -"*, 16"° £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi iÀÀÞ -VÌÌ Óä°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV Ç°£ä " / ° -iÀi Ç°xx /,1 -" ] 6*° -iÀi n°xä ° /iiv £ä°{x -/,-/,1 "*/ 1 -/° ÕÃV>i] 1Ã>] Óä£ä® £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ £Î°ää -*",/ -/° £Î°{ä "° £x°{x " -/° £Ç°xä 1, 7° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°ää 6 -/,° 6>ÀiÌD° `ÕVi *> ,Õvv £°Óä * " *-/ /", , ° i`>] 1Ã>] ££®° ,i}> ` À> iÛ>Ì° Þ ,ÌÌiÀ] V >i "ÛiÀ È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD° i «À}À>>\ /} >Ç Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää { " 1 1 ,° /iiv £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä +1 /, " *, 91° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £xÇ® £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i >ÃiÞ] «Ã Óä°ää / Ç° £Ó°{ä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD £Î°Îä /-/" ° -iÀi £x°Îä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £È°Óä / " ΰ 6>ÀiÌD £n°£ä /-\ - //½ -iÀi £°£ä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD Óä°£ä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,/" ,9"\ ,/ *, -"° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää *1 ½° 6>ÀiÌD Óä°ää -, Ú° ViÀÌ° `ÕVi i«« ÕVV>À] iÀ >ÀVÀm Óΰ£x / ΰ ÓΰÎä / ," ° ÓΰÎx 1 ", " *,/1,° ÌÌÕ>ÌD° /" ΰ Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°Îä / /-/° /v Ó{°ää -/ / -/ /" *,",° À>>ÌV] 1Ã>] £®° ,i}> ` /ÕÀÌiÌ>ÕL° ÕL> `} À°] Ó£°£ä 1-/,° ÛÛiÌÕÀ>] ÕÃÌÀ>>É1Ã>] Óään®° ,i}> ` >â Õ À>° Õ} >V>] Vi `>] >Û` 7i >° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä -*9 - { /*" ," ° âi] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` ,LiÀÌ ,`À}Õiâ° iÃÃV> L>] iÀiÞ *Ûi] i V>i° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Óä°Îä "//" <<" -/"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä "--," ,/° /iiv° ÀÕ ÀiiÀ ä°xä / Ç -*",/° ä°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD ä°{ä / ΰ ä°xä /Î " "° £°äx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óx *, £nÓ -/ x° 6>ÀiÌD {°Óä -1** / 6 //° i`>] Ì>>] £Ç® ä°Óä -* /x° ÌÌ° £°Óä / x "//° £°xä ,-- -/*° /"°/ Ó°ää -/,- "/< 6" °°° ÓÓ°xx ,// -1*,,/° 6>À° ä°äx /," --" ""° âi® £°ää " " 1-° À>°] ÀÉÌÉ-«] £{®° ,i}> ` À>ViÃV> ÀV LÕ}° iLÀ> >«À} È°£ä Ç°Óä Ç°xx n°xx °xx £ä°{x ££°Îä £Ó°ää £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°£ä £È°{x £n°xx £°Îx ii>Þ /6 £x°Îä 9 / ,8° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää " 1*9 9 -/ "° ÕÃV>i £n°xx 9 /° £°ää ", *-1 -/ "° ÕÃV>i £°Îä ,"" -/ "° 6>ÀiÌD Óä°ää <," "1,° /iiv Ó£°ää ,6 *° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää " " "° V° 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Il ranch australiano di Nicole Kidman 1939: un’aristocratica inglese (Nicole Kidman, foto con Hugh Jackman) eredita un ranch in Australia. Per risollevare le sorti della proprietà, dovrà scortare 1.500 capi attraverso il Paese. Australia Canale 5, ore 21.10 L’agente Alba torna in servizio Una ex spia (Jessica Alba, foto), sposata e con figli, torna in servizio per fermare un nemico che minaccia l’intero pianeta. Ad aiutarla ci sono i suoi bambini... Spy Kids 4 - È tempo di eroi Italia 1, ore 21.10 Giorgio Albertazzi interpreta Calvino Annunziata parla di satira politica Le leggendarie «Lezioni americane» dello scrittore Italo Calvino interpretate da uno dei più grandi attori italiani, Giorgio Albertazzi. La regia è di Roberto Valdata. Lezioni americane Rai5, ore 21.15 Ospiti del programma saranno le giornaliste Lucia Annunziata e Giulia Innocenzi, l’attore Giorgio Montanini e il professore Giorgio Simonelli. Si parlerà di satira politica. Tv Talk Rai3, ore 17.50 È°Îä È°xä Ç°Îx n°Óä £ä°{ä £Ó°£x £{°£ä £{°Óä £È°ää £È°Óx £Ç°xx £n°ää £n°{x £°Îä £°{ä Ó£°£ä ÓÓ°{x ä°Îä ä°xx À>°Ì À>°Ì 1- ° ÌÌÕ>ÌD - /1,9° -iÀi - /1,9° -iÀi 9" ° -iÀi " /", 7"° -iÀi / ° , *9,° ÌÌÕ>ÌD -/,/ " / 11° 7" , ° ÌÌÕ>ÌD *- *"/° -iÀi , 7- ", "° 6 ° -iÀi -*" /° -iÀi , *9,° ÌÌÕ>ÌD 1° -iÀi "-/ 7-*,,° -iÀi / 7 1/,° ÀÀÀ®° ,i}> ` Õà iÀ`i° , " " ° ÌÌÕ>ÌD **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Óä , 7- ", "° £Ç°Óx *1,/ ° "«iÀ> Óä°Óx , *9,° ÌÌÕ>ÌD Óä°Îx 1+° VÕiÌ>À Ó£°£x <" , ° /i>ÌÀ ÓÓ°xä ,"° VÕiÌ>À ÓΰÓä 6 //, -"7° /> Ã Ü ,> -ÌÀ> £°ää ,7 ," ° VÕiÌ Óä°{x £Ó *, ,- /° VÕiÌ Ó£°£x -, //-/° VÕiÌ ÓÓ°£x -11+ -,] 6 ° VÕiÌ Óΰ£ä ,°°° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £°äx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £°£x - / ,,° Ó£°£x ,° ÃiÀi Óΰää *, ,/ "° ä°{ä , 7- "//° ä°{x /" < ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì À>°Ì £{°Óx ," ,° £È°ää / -",/1 ° £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x , *9,° ÌÌ° £Ç°xx - ° £°Îä - "/, <° Ó£°£x /, ° Óΰää / "1° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä -/,8 " /," -,° Óä°xx 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°£ä 1 1 * ° >ÀÌ Óΰää 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ Óä°Óä 8/, "6,\ " /" -1, ° ÌÌ° Ó£°£ä " ,"--" ,--" /," " *-9 1-° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx / /," -,,° ÌÌÕ>ÌD °{ä 7E",,° /iiv £Ó°Óä *,"/"° ÌÌÕ>ÌD £x°Îx , E ,6° ÌÌÕ>ÌD £È°Óx 6 ", 1* -«ÀÌ Óä°{x -/", , ° ÌÌÕ>ÌD Óΰää , E ,6° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx +1, ° V° £°Îä 1 / -1 /° ÌÌ° Óä°Óä , //"t V° Ó£°£ä ,6, " -/,*iÃV> ÓÓ°ää *, 1 *1 " , *iÃV> ÓÓ°xä /,, -,* / -" ° ÌÌÕ>ÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Óä " -1, / "° Óΰ£ä " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°Óä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä *,/ ½ -" " ½ ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ½","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä - ½",-"° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì £Î°ÓÓ / -/ ° £È°£Ç --" t ÌÌ° £È°{n , ° £n°{Ç -" " *<<" ,- " ° Ó£°äÎ "½ 1, ½66 /1,° ÓÓ°{n "--," " //"° £°£x "/ " - "° 6>ÀiÌD Óä°Îä , ° 6>ÀiÌD Ó£°ää /- /° À>°] -«>}>] ££® Óΰ£x 6"/ ½,"- *", " *,"° VÕiÌ>À i`>ÃiÌ°Ì £n°Óä " -] " 6/° ,i>ÌÞ £°äx "* -* ° -iÀi £°£ä 1 /"* " " //"° Ó£°£ä ,/° Óΰäx -" 9"1 / 9"1 ° ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä +1" 6-¶ Óΰäx //" "//° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎä 1", " ° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Sabato 31 Maggio 2014 55 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Daniel Day-Lewis è Lincoln per Spielberg Spielberg narra come il presidente americano Abraham Lincoln (Daniel Day-Lewis, foto) fece passare il 13° emendamento contro la schiavitù, inaugurando la nuova democrazia. Lincoln Sky Cinema Cult, ore 21 Addio al nubilato con Kirsten Dunst -Þ i> -«ÀÌ £°£ä ½"-*/ //-" 1 «ÀviÃÃÀi ÕÛiÀÃÌ>À ÃV«Ài V i ÃÕ >««>ÀÌ>iÌ m ÃÌ>Ì >vvÌÌ>Ì > Õ> V««> ` }À>Ì° /À> À â> Õ½>Vâ>° -Þ i> ÕÌ /1// - / ", ½>Ài ÌiiÀ] >ÌVvÀÃÌ>] ÃVÕÀ i ÌÀ>Û}iÌi ` Ì> i Õ` à VÀ> > «iÃiÀ] ÃÌ>Ì] ` >ÛiÀi Õ v}° -Þ i> *>Ãà £°£x --/, / Ó *5 -6// -iµÕi Ãi«Ài ÌiÀ«ÀiÌ>Ì `> 7° `LiÀ}° ÃÌ>Ìi > vÀ>}ÌD `i> ÌÀ>>] ½>ÌÌÀVi ÀiÃVi > `>Ài VÀi`LÌD >> «iV>° -Þ i> £ 1, iÃÃV> >ÀÌ ° >Ã}iÀ®] Ãi}>Ìi ` ÃViâi Õ Vi] Ûii À>«Ì>° /iÌ> ` Ã>Û>Àà À«>À>` Õ Ìiiv ÀÌÌ° -Þ i> >Ý £°Óä , v] >LiÌ>Ì i ` `i½>Ì> v>â>] À>VVÌ> i `À>>ÌV i Ó{ Ài V i «ÀiVi` > VÀà v>â>À> `i Óään° -Þ i> Ìà £°Óx ", , 1 °°°¶ Ài`> À>ÃiÀ m Ài `i> }Õ}> V i `> -> À>VÃV ÌÀ> vÀV> «iÀ `vi`iÀi ÃÕ >V >>° -Þ i> >Þ £°Îä -/,8 " /," -, ÛÛiÌÕÀ> > ,> `i} iÀ > VÀi>Ì `> ÃVÞ i 1`iÀâ° `½>>âi `i £nx° ,> Õ« £°Îx /" E ,,9 ½,," iÀ>} Ó£°ää /"/'] *** " / Õi «>âiÌ ` Õ >V «ÀÛ> > `ÃÌÀ>Ài > `ÀiÌÌÀi `i> ÃÌÀÕÌÌÕÀ> ` iÃÃiÀi «iÀviÌÌ>iÌi À>° -Þ i> >ÃÃVà " *Ài "ÃV>À «iÀ >i >ÞiÜà i «> `i *ÀiÃ`iÌi LÀ> > V >i «ÀiÃi V ½>Lâi `i> ÃV >ÛÌÙ° -Þ i> ÕÌ -1*, 1 " 6, -1*,," -Þ i> >Þ / 1> À>}>ââ> ° *>À>Õ`® V`>>Ì> >½iÀ}>ÃÌ m >ÃÃ`>Ì> `> ÃiÀÛâ Ãi}ÀiÌ vÀ>Vià Vi iÀ° À i` >âi Li ÀV iÃÌÀ>Ì `> ° iÃð -Þ i> >Ý , " m Õ Ã`>Ì V i] Viâ>] à >À>] ÀV>L>Ì] ` ->Û>> ° « ½££ ÃiÌÌiLÀi «iÀ¢] «>ÀÌi «iÀ i` "ÀiÌi° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä 7"6, ½",/ -Ì>V ` ÛÛiÀi] 7ÛiÀi à ÀÛ}i > Õ «Ài`ÌÀi V i `ÛÀiLLi LiÀ>À `> ` `i½ÀÌ>ÌD° iV ViÀV> ` >««ÀvÌÌ>Ài° -Þ i> £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £n°£ä 1-/ E 9 ÃiÞ >i £°äx "1- " 1- ,> Õ« Óä°äx *," Ý Ài "7 / 9"1, "/, Ý Óä°£x 7""" - 1 1*" ÃiÞ >i Óä°Îä / /",9 Ý Óä°{ä ° °/° , ÃiÞ >i Óä°{x /1 , Vi`i Ó£°ää - < /, Ý Ài / /",9 Ý "9 " *,"" Ý vi Ó£°äx 76,9 ÃiÞ >i Ó£°£ä /1 , Vi`i Ó£°Óx / /",9 Ý Ó£°Îä 76,9 ÃiÞ >i Óä°£ä 1 1" Ó Ý vi Óä°Îä , " - " i`à ӣ°ää 6-/ -*"- " /," -1" , Ó£°£ä 1 ", -/, -* -Þ 1 ÓÓ°ää " /" -*"-t Óΰ£x /"1, ÃiÞ >i -/ <" - " "- 1/ -Þ 1 ÓΰÓx /"1, ÃiÞ >i Óΰ{ä 1 1" Ó Ý vi Óΰ{x , /,"*"/ -/ <" - " "- 1/ -Þ 1 ä°£x ½- / / -Þ 1 ä°Îx *," / ,1 79 1- £Ó Ý vi £°£ä 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £°Óx 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ £°Îä ,9 Ó -*" " Vi`i £°{ä 7 8 1 i`à £°xä 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ £°xx "9 // - , Ó Óä°äx 7 8 1 i`à Óä°£x " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°Óä "9 // - , Ó " -/,- 6- Vi`i Óä°{ä / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £n°Óä /-", ÃÌÀÞ >i £°äx , " , \ ½-/ ", ÃVÛiÀÞ >i "- / " " 1,¶ >Ì> i}À>« V Óä°ää 1 -1,66 ÃVÛiÀÞ >i 1-/" 6" >Ì> i}À>« V Óä°äx , 1" /8- ÃÌÀÞ >i Óä°{ä 1"6/ " 1", >Ì> i}À>« V Ó£°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i 1 "// 1-" ÃÌÀÞ >i Ó£°£ä 8/, "- ÃVÛiÀÞ -ViVi £È°£Ç / 6*, ,-° /iiv 9 £È°Óx ---° /iiv " £È°xÓ 1 /," " "° *ÀiÕ i> £Ç°äx "--* ,° /iiv 9 £Ç°Óä ---° /iiv " £Ç°x{ "--* ,° /iiv 9 £Ç°xx " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°Óx 6 /" " ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Î *,//9 // ,-° /iiv 9 £n°xx ", ",/° *ÀiÕ i> £°ÎÎ *, /""° /iiv 9 £°Î{ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°ÓÓ / *,-° /iiv 9 Óä°ÓÎ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°Îä "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óä°{x / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x ½", ½*,"66-" ,,9 ,"7 ° *ÀiÕ i> Ó£°£x / *,-° /iiv 9 ÓÓ°Îä ÓÓ°Îx ÓÓ°xx Óΰää ½, 1 6"/ -- " ° >`iÀ>Ã] -° >Þi] ° i«« i 7° >vi Ûi} «>Ã>Ì `>i > `i Ài}ÃÌ> ,° ,`À}Õiâ i v `½>âi >LiÌ>Ì iÃÃV° -Þ i> Ìà / ,/ " / 1 ,i>i `i> Ã>}> À}>À> V ,° >VV ° -Ì>ÛÌ> m Õ À>}>ââ >iÀV> > ÌÀ>ÃviÀÀà > *iV ] VÌÀ>` LÕ ` ÌÕÀ° -Þ i> >Þ 6, 6 -"/, "ÃV>À >> }À vÌ}À>v> «iÀ > «iV> `ÀiÌÌ> `> ° -ÌiÛið 7iÃÌiÀ ÌÀ>ÌÌ `> Õ À>â ` >V -V >iviÀ° -Þ i> >ÃÃVà 1 ", , "6/" ivviÀà À`}iÃ] >ëÀ>Ìi À>âiÀi] ëÃ>Ì `> «V i «ÀÃà >> «>ÌiÀÌD V>«ÃVi ` iÃÃiÀi «ÀÌ >i ÀiëÃ>LÌD° -Þ i> *>Ãà , /" -> i ° ° 6> >i® m vÕ}}Ì ` }>iÀ> i À> à >ÃV`i i LÃV `i> >vÀ>° À}i ,° >À° -Þ i> Ìà \ /, /9 V>VV>ÌÀi ` Û>«À >`i 7° -«iî i ÃÕ iÌÀi 7 ÃÌiÀ `iÛ ÀÕÃVÀi > ÌÀÛ>Ài i viÀ>Ài ÌiLi Û>«À À>i° -Þ i> >Ý n°xx "/" -"\ * / ÌÎ *° LiÀi ΰ ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ °xä "/" -"\ * / Ì* *° LiÀi ΰ ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £ä°xä "/" -"\ * / ÌÓ *° LiÀi ΰ ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ ££°ää / -\ /,<" /1, " ,>` >ÀÀð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ó°Îä "/" -"\ * / ÌÎ +Õ>vV i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ 9 / E - 9>V Ì E -> £Î°Óx "/" -"\ * / Ì* *° LiÀi {° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £{°äx "/" -"\ * / Ì* +Õ>vV i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £{°Îä -"\ " " / <" " ° £ÈÇ Çc À `½Ì>>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°ää "/" -"\ * / ÌÓ +Õ>vV i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £x°xx "\ ",6 ,1-- VÌÀ V iÛi° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £Ç°Îä / -\ /,<" /1, " ,>` >ÀÀð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°xx ,19\ /"" -/,"9*+1 /« £{° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°Îä +1/<" \ " *" - /"1, vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Regan (Kirsten Dunst) e le sue due amiche (Isla Fisher e Lizzy Caplan, foto con Dunst) organizzano un addio al nubilato edonistico per la loro ex compagna di liceo. The Wedding Party Sky Cinema Comedy, ore 21 Hanks torna a scuola con la prof Roberts Licenziato dal supermercato in cui lavora, Larry Crowne (Tom Hanks) decide di iscriversi all’università dove conosce una bellissima professoressa (Julia Roberts, nella foto con Hanks). L’amore all’improvviso Premium Cinema, ore 21.15 Coldplay dal vivo con «Ghost Stories» i`>ÃiÌ *ÀiÕ In occasione del loro nuovo album «Ghost Stories», l’esclusivo live dei Coldplay a Los Angeles. In scaletta tutte le tracce del nuovo disco e alcune delle loro maggiori hit, da «Clocks» a «Viva la Vida!». Coldplay - Ghost Stories Sky Arte HD, ore 17.55 £{°£ä / -/ 7 /,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ÓÎ ½1/" -1,° *ÀiÕ i> £{°{ä / ", -° /iiv 9 £x°Ó / 6*, ,-° /iiv 9 £x°xx - "," ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°xn / ° /iiv " A fil di rete di Aldo Grasso Il volto meno noto di papa Francesco P oco dopo il recente viaggio apostolico di Papa Francesco in Terra Santa, «La Grande Storia» ha dedicato alla vita di Bergoglio una puntata curata da Maite Carpio (Rai3, giovedì, ore 21.05). La parte più interessante di «Papa Francesco - La storia di Jorge Bergoglio» è stata quella che ha raccontato le vicende che ancora sfuggono alla sovraesposizione mediatica di quest’ultimo periodo, cioè i suoi anni argentini, i passi mossi nella Compagnia di Gesù, le sue posizioni sulla «TeoVincitori e vinti logia della Liberazione», il periodo dell’«esilio» a Cordoba, Lino la sua pastorale sudamericana Banfi sempre al servizio dei più umiLa finale li. del Medico Le immagini d’archivio sosupera Aldo no state accompagnate da inGiovanni e Giacomo. terviste a studiosi e persone Puntata conclusiva della che hanno attraversato con lui nona stagione di «Un quel periodo. Da molte semedico in famiglia», la quenze, riprese durante le sue fiction di Rai1 con Lino omelie a Buenos Aires e CorBanfi: gli spettatori del doba, è emersa con grande eviprime time della prima denza tutta la capacità comurete sono 5.825.000, nicativa del Pontefice, la sua per una share del 21,8% abilità nel costruire, proprio grazie alla comunicazione, un Aldo Giovanni rapporto con i suoi fedeli basae Giacomo to sulla cifra della simpatia, inAldo Giovanni tesa in senso etimologico coe Giacomo me un «comune sentire». superati dalla Una delle grandi rivoluzioni finale del Medico. Canale inaugurate da Francesco è sta5 propone in prime time ta proprio la costruzione di un «Il meglio di Amutta legame di prossimità con i feMuddica», col trio comico deli, che Andrea Riccardi ha Aldo Giovanni e Giacomo: descritto così: «La sua alleanza gli spettatori per con il popolo è la sua forza». l’ammiraglia Mediaset Dalle immagini della sua vita sono 2.418.000, per una da sacerdote a quelle dei suoi share del 9,8% primi mesi da Pontefice, a Roma o durante il viaggio in Brasile, abbiamo capito che poco sembra essere cambiato nello stile espressivo di Bergoglio. Come ha spiegato nel documentario Padre Antonio Spadaro, il direttore di «Civiltà Cattolica», ricordando la notte della sua elezione al seggio di Pietro, Papa Francesco «crea eventi comunicativi»: trasforma cioè i suoi uditori da semplici ascoltatori a interlocutori attivi del messaggio che vuole trasmettere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x / /*° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx / 6*, ,-° /iiv 9 ÓÓ°{x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°x{ / ", -° /iiv 9 ÓÓ°xÇ +1 "° - Ü " Óΰää 1* /9° *ÀiÕ i> Óΰää " " - "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰäx 1," ",,° /iiv " Óΰxä *,//9 // ,-° /iiv 9 Óΰxx 1," ",,° /iiv " ä°{ä 1," ",,° /iiv " ä°{Î "--* ,° /iiv 9 ä°{x / " -/ / , , "-*,<" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°£ä /° *ÀiÕ i> 56 italia: 51575551575557 Sabato 31 Maggio 2014 Corriere della Sera
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