NYAMILIMA Missioni Caraccioline Periodico quadrimestrale di informazione religiosa missionaria dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori ANNO XXV - N. 2 - DICEMBRE 2014 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 - DCB Roma. S. FRANCESCO CARACCIOLO MISSIONE E FAMIGLIA Il 19 Ottobre abbiamo celebrato la giornata missionaria mondiale. Ci è stata offerta l’occasione per prendere di nuovo coscienza del nostro essere missionari e per esprimere solidarietà con chi lavora per la diffusione del regno di Dio. Nello stesso periodo i Vescovi provenienti da ogni continente hanno posto al centro della loro riflessione “la famiglia” che sta vivendo una profonda crisi. I Padri Sinodali hanno constatato che dovunque nel mondo la famiglia è riconosciuta e voluta come una bellezza indispensabile per la società, ma che in giro per il mondo le ferite sono ampie e diffuse. Tale realtà manifesta l’urgenza di annunciare di nuovo il Vangelo nelle nostre famiglie “cristiane”, perché recuperino quella fede necessaria per essere di nuovo fermento nella società attuale. Ripartire dalla famiglia Dal messaggio dei Vescovi al termine del Sinodo sulla famiglia NOI PADRI SINODALI RIUNITI A ROMA INTORNO A PAPA Francesco nell’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, ci rivolgiamo a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo Via, Verità e Vita. Anche noi, pastori della Chiesa, siamo nati e cresciuti in una famiglia con le più diverse storie e vicende. Da sacerdoti e vescovi abbiamo incontrato e siamo vissuti accanto a famiglie che ci hanno narrato a parole e ci hanno mostrato in atti una lunga serie di splendori ma anche di fatiche. C’è, innanzitutto, la grande sfida della fedeltà nell’amore coniugale. Indebolimento della fede e dei valori, individualismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia che ignora la riflessione segnano anche la vita familiare. SEGUE A PAGINA 2 Buon Natale e felice Anno Nuovo Il cuore di tutti diventi culla in cui Maria possa deporre il suo Figlio Gesù per essere adorato e contemplato (San Giovanni Paolo II) Dio ama chi dona con gioia Dal messaggio del Santo Padre Francesco per la 88a Giornata Missionaria Mondiale CARI FRATELLI E SORELLE, oggi c’è ancora moltissima gente che non conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di grande urgenza la missione ad gentes, a cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata “in uscita”. La Giornata missionaria mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. L’evangelista Luca racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indimenticabile esperienza missionaria. Il Maestro divino disse loro: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre”. (...) E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”» (Lc 10,20-21.23). I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto, quanto per l’amore ricevuto: «perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). A loro è stata donata l’esperienza dell’amore di Dio, e anche la possibilità di condividerlo. E questa esperienza dei discepoli è gioiosa gratitudine per il cuore di Gesù. SEGUE A PAGINA 2 Testimonianze in memoria di P. Tommaso “Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24) 26 febbraio 1984, ore 7,30. Sul fiume Nguenda, P. Tommaso Barbona e P. Paolo Di Nardo mettono piede nella loro terra di missione: inginocchiatisi, baciano la terra e ringraziano Dio per il dono ricevuto. DA PAGINA 3 A PAGINA 9 NYAMILIMA pag. 2 N. 2 - Dicembre 2014 segue dalla prima pagina / Dio ama chi dona con gioia Il Padre è la fonte della gioia. Il Figlio ne è la manifestazione; e lo Spirito Santo l’animatore. Subito dopo aver lodato il Padre, come dice l’evangelista Matteo, Gesù ci invita: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30). «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Evangelii Gaudium, 1). Di tale incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza tutta singolare ed è diventata motivo della nostra gioia. I discepoli, invece, hanno ricevuto la chiamata a stare con Gesù e ad essere inviati da Lui ad evangelizzare (cfr Mc 3,14), e così sono ricolmati di gioia. Perché non entriamo anche noi in questo fiume di gioia? In molte regioni scarseggiano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Spesso questo è dovuto all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui esse sono povere di entusiasmo e non suscitano attrattiva. La gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri. Incoraggio, pertanto le comunità parrocchiali, le associa- zioni e i gruppi a vivere un’intensa vita fraterna, fondata sull’amore a Gesù e attenta ai bisogni dei più disagiati. Dove c’è gioia, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni genuine. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione. Ormai è cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici nella Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante nella diffusione del Vangelo. «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). La Giornata missionaria mondiale è anche un momento per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione gioiosa alla missione ad gentes. Il perso- nale contributo economico è il segno di un’oblazione di sé stessi, prima al Signore e poi ai fratelli, perché la propria offerta materiale diventi strumento di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce sull’amore. Il discepolo del Signore persevera nella gioia quando sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la speranza e la carità evangelica. A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo. Dal messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2014 segue dalla prima pagina / Ripartire dalla famiglia Si assiste, così, a non poche crisi matrimoniali, affrontate spesso in modo sbrigativo e senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, della riconciliazione e anche del sacrificio. I fallimenti danno, così, origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni famigliari complesse e problematiche per la scelta cristiana. Tra queste sfide vogliamo evocare anche la fatica della stessa esistenza. Pensiamo alla sofferenza che può apparire in un figlio diversamente abile, in una malattia grave, nel degrado neurologico della vecchiaia, nella morte di una persona cara. È ammirevole la fedeltà generosa di molte famiglie che vivono queste prove con coraggio, fede e amore, considerandole non come qualcosa che viene strappato o inflitto, ma come qualcosa che è a loro donato e che esse donano, vedendo Cristo sofferente in quelle carni malate. Pensiamo alle difficoltà economiche causate da sistemi perversi, dal «feticismo del denaro e dalla dittatura di un’economia senza volto e senza scopo veramente umano» (Evangelii gaudium, 55), che umilia la dignità delle persone. Pensiamo, pure, alla folla delle famiglie povere, a quelle che s’aggrappano a una barca per raggiungere una meta di sopravvivenza, alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle perseguitate semplicemente per la loro fede e per i loro valori spirituali e umani, a quelle colpite dalla bruta- lità delle guerre e delle oppressioni. Pensiamo anche alle donne che subiscono violenza e vengono sottoposte allo sfruttamento, alla tratta delle persone, ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia e ai membri di tante famiglie umiliate e in difficoltà. «La cultura del benessere ci anestetizza e […] tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci sembrano un mero spettacolo che non ci turba in alcun modo» (Evangelii gaudium , 54). Facciamo appello ai governi e alle organizzazioni internazionali di promuovere i diritti della famiglia per il bene comune. Anche noi, unendoci alla Famiglia di Nazaret, eleviamo al Padre di tutti la nostra invocazione per le famiglie della terra: Padre, dona a tutte le famiglie la presenza di sposi forti e saggi, che siano sorgente di una famiglia libera e unita. Padre, dona ai genitori di avere una casa dove vivere in pace con la loro famiglia. Padre, dona ai figli di essere segno di fiducia e di speranza e ai giovani il coraggio dell’impegno stabile e fedele. Padre, dona a tutti di poter guadagnare il pane con le loro mani, di gustare la serenità dello spirito e di tener viva la fiaccola della fede anche nel tempo dell’oscurità. Padre, dona a noi tutti di veder fiorire una Chiesa sempre più fedele e credibile, una città giusta e umana, un mondo che ami la verità, la giustizia e la misericordia. Dal messaggio dei Vescovi al termine del Sinodo sulla famiglia UN GESTO DI GRANDE SOLIDARIETA’ CHE NON COSTA NULLA Nella dichiarazione dei redditi (modello CUD 730 e Unico) si può destinare il 5x1.000 a: Opera Missionaria Caracciolini Onlus - codice fiscale 97490090582 Per informazioni scrivere a: Opera Missionaria Caracciolina - Via Alpi Apuane, 1 - 00141 Roma oppure: Tel. 06/86899480 (preferibilmente ore 17,00-19,00) / 06/86899373 ( h. 9.30-11) • Fax: 06/86899437 E-mail: ordine@operamissionariacaracciolina.it - Web: http://www.padricaracciolini.org PER INVIARE OFFERTE CON POSSIBILITÀ DI DEDUCIBILITÀ FISCALE SERVIRSI DEL: Conto corrente postale n.89060404 intestato a: Opera Missionaria Caracciolini Onlus - Via Alpi Apuane 1, 00141 Roma; oppure tramite bonifico bancario sui conti intestati a: Opera Missionaria Caracciolini Onlus - Via Alpi Apuane 1, 00141 Roma: a) Poste Italiane - Ag. N. 87 - 00141 Roma - Piazza Sempione, 87 - IBAN: IT 28 C 07601 03200 000089060404; b) UNICREDIT Banca di Roma - Ag. N. 215 - 00141 Roma - Via Gargano, 19 - IBAN: IT 63 O 02008 05028 000400995353; c) UGF Banca - Filiale 87 - 0041 Roma - Via Nomentana Nuova, 71 - IBAN: IT 90 Z 03127 03241 000000051665. Nella causale del versamento specificare: elargizione per: Adozione a distanza, oppure per opere socio-sanitarie. Conservare la ricevuta dell’avvenuto versamento per 5 anni. Le elargizioni per l’adozione a distanza e per le attività socio-sanitarie nei Paesi in via di sviluppo (PVS) entro determinati limiti, sono detraibili dall’imposta da pagare (IRPEF) per le persone fisiche ed è un onere deducibile dal reddito per le imprese nella dichiarazione dei redditi dell’anno seguente all’elargizione. La ricevuta deve essere conservata per 5 anni. Nei versamenti, oltre alla causale, scrivere chiaramente il cognome (se sposata, scrivere cognome da nubile e da sposata), nome e indirizzo completo. Per scrivere ai propri adottati indirizzare a: Nyamilima Parish - P.O. Box 35752 - Kampala - Uganda, non dimenticando di mettere nelle lettere il numero e il nome del proprio adottato e di scrivere il proprio indirizzo. NYAMILIMA N. 2 - Dicembre 2014 pag. 3 In ricordo di P. Tommaso Barbona, missionario caracciolino “Chi vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Matteo 16,25) P. TOMMASO BARBONA NASCE A Trevi nel Lazio da Natale e Celeste Caranzetti, il 9 Gennaio 1941. Muove i primi passi nel cammino vocazionale nell’anno 1952 ed emette la professione solenne nell’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini) il 17 Gennaio 1963; è ordinato sacerdote il 26 Settembre 1964. Dal 1964 al 1967 svolge il servizio di vice Parroco, Professore e Rettore dei ragazzi nella nostra Parrocchia e seminario di Anagni . Dal 1967 al 1969 lavora come vice-parroco nella nostra Parrocchia dei SS. Angeli Custodi in Roma. Il 23 Aprile 1969 viene inviato dai Superiori in America affidandogli il servizio di animatore vocazionale e responsabile dei Seminaristi nel nostro seminario di Ramsey (New Jersey-USA); allo stesso tempo esercita il ministero sacerdotale in varie parrocchie viciniori. Nel 1979 viene eletto Superiore della Casa di Ramsey e durante il suo mandato viene costruito il Centro “Adorno”. Il giorno dell’inaugurazione del Centro (3 Marzo 1980) ebbe a dire: “Questo Centro sarà punto di partenza per tanti giovani che saranno qui preparati per andare nel mondo a predicare il Vangelo”. Queste parole furono una specie di profezia perché qualche anno dopo l’Ordine si aprì alle Missioni ‘Ad gentes’ e uno dei primi due missionari fu proprio P. Tommaso. P. Tommaso lasciò Ramsey per l’Africa nel Gennaio 1984. In una lettera al P. Generale, Luigi Affoni e alla Consulta Generale che gli chiedevano la sua disponibilità per lo Zaire (R.D.C.), Padre Tommaso cosi scriveva il 24/9/1983: “Per diversi anni ho avuto la gioia di servire il Signore e l’Ordine nella Casa Religiosa di Ramsey e negli ultimi quattro anche come Superiore. Ci sono stati tempi buoni e cattivi, difficoltà e soddisfazioni, particolarmente quella di vedere finalmente due Professi di nazionalità Americana. L’affetto che mi lega a questa comunità e a tutte le attività che svolgiamo è grande e difficile è il solo pensare di doverla lasciare; ma con l’apertura della nostra missione in Zaire, sento che il Signore vuole una testimonianza maggiore del nostro amore verso Lui e la Chiesa. Con gioia accetto di recarmi nello Zaire Gennaio 1988: P. Tommaso si trasferisce a Goma, capoluogo del Nord-Kivu, per iniziare la costruzione del nostro seminario. “Tutto fu affrontato con entusiasmo e i tempi della realizzazione furono più brevi del previsto”, dirà P. Tommaso. P. Tommaso celebra sotto un telo per una comunità che ancora non ha una chiesa. P. Tommaso circondato dai nostri seminaristi di Mallikassery (India). ed essere povero per i poveri; per essere libero di servire il Signore e i fratelli, rimetto quindi nelle vostre mani la mia carica di Superiore della Casa Religiosa di Ramsey, augurandomi che il Signore voglia riempire la stessa e l’Ordine di numerose be- nedizioni e vocazioni. Che la nostra Madre Celeste, i Santi Protettori e i Santi Fondatori ci proteggano e ci guidino. Devotissimo in Cristo, P. Tommaso Barbona”. In attesa della partenza per l’Africa dà anima e corpo per coinvolgere tan- ti amici americani per l’unico progetto di evangelizzazione e promozione umana; i metodi di coinvolgimento sono svariati e tipici della sua personalità (dallo sport al canto, dall’amicizia fraterna alla comunione di fede); Tommaso in America e Paolo in Italia lavorano per preparare l’avvio dell’esperienza missionaria “Ad gentes” dei Padri Caracciolini sostenuti da una folla di amici e volontari. L’entusiasmo dei due primi missionari (Tommaso e Paolo) contagia una schiera di uomini e donne che accompagneranno negli anni la nostra (perché il sottoscritto li raggiunse dopo due anni) azione missionaria. P. Tommaso: il formatore, l’apostolo dei giovani e dei bambini, il costruttore, il movimento perpetuo, arricchito di un’inventiva straordinaria, con un caratterino piccante … Ma il tutto sostenuto da una fede profonda, da una devozione mariana eccezionale, da un senso profondo di appartenenza alla famiglia religiosa e da un’austerità di vita capace di affrontare con determinazione difficoltà e privazioni di ogni genere; e con il desiderio di trasmettere il tutto alle giovani generazioni; venticinque anni di intensa attività missionaria in Africa. Disponibilità totale a servire l’Ordine là dove c’era bisogno: e lo faceva, anche se gli costava sofferenza. Lascia l’Africa con sua grande sofferenza perché i Superiori lo destinano in India come formatore; dall’Occidente all’Oriente: nuova cultura, nuova lingua e, nonostante l’età, si ambienta e si innamora. Incominciano alcuni problemi di salute, rientra in Italia dopo tre anni. Ancora una volta i Superiori si aggrappano alla sua disponibilità; nuovissimo campo di lavoro in Italia: viene nominato Parroco nella nuova Parrocchia di San Marco Evangelista in Osimo che l’arcivescovo di Ancona Mons. Edoardo Menichelli ha voluto affidare alla cura dei Padri Caracciolini. Insieme al confratello congolese P. Cleophas si getta nella nuova avventura, anche se con un certo timore, in quanto il nuovo servizio affidatogli lo preoccupa fortemente in quanto riconosce che non ha grande esperienza nella guida di una comunità parrocchiale in Italia. In occasione del suo ingresso ufficiale in Parrocchia il 29 dicembre 2012, al termine della celebrazione ebbe a dire: “Quando Mons. Peccetti (Vicario Generale della Diocesi di Ancona, ndr) mi ha fatto ripetere le promesse, quelle non erano solo parole, ho sentito tutto dentro al mio cuore, ho provato una grande emozione. Io che sono stato in Africa e non ho avuto paura delle lance, delle frecce, dei kalashnikov, stavolta devo dire che ho un po’ di paura, ma svanirà. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, c’è un passo che mi ha colpito particolarmente, quando si dice che S. Giuseppe dopo aver ascoltato l’angelo, senza dire nulla, prese Maria e il bambino e si diresse con loro verso l’Egitto, ecco io vorrei essere come San Giuseppe che nulla chiede, ma ascolta la volontà di Dio”. P. RAFFAELE MANDOLESI segue a pagina 4 NYAMILIMA N. 2 - Dicembre 2014 pag. 4 Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona Omelia di S. E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo, durante la celebrazione esequiale svoltasi nella chiesa di San Marco Evangelista Osimo, 12 agosto 2014. Provo, carissimo Padre Raffaele, con dolore, ma anche con la consolazione della fede, ad offrire a voi tutti, in particolare alla famiglia religiosa dei Caracciolini (figli di s. Francesco Caracciolo), una riflessione che ci aiuti a dare spirituale senso alla preghiera esequiale con la quale presentiamo a Dio Padre Misericordioso il nostro caro Padre Tommaso. Ho detto con dolore: anche se ci inginocchiamo davanti alla misteriosa volontà divina, tuttavia con Marta addolorata sorella di Lazzaro, dico al Signore: “Se Tu fossi stato qui”! Forse abbiamo avvertito quella che molti oggi chiamano, con facilità, la lontananza di Dio. Appena ho appreso la notizia della morte di Padre Tommaso ho detto al Signore: perché ci privi di un fratello e di un collaboratore valido e generoso? E ho pregato! Tu sai, o Signore, che noi contiamo sempre più velocemente la nostra età e la nostra stanchezza: ti chiediamo di guardarci con paziente amore. Sappiamo, o Signore, e fortemente lo crediamo che la morte non ha potere sulla vita. Sappiamo e crediamo che la risurrezione di Cristo, Signore ci rassicura in questo e dà luce ai nostri giorni umani. Tuttavia, o Signore, permetti di accogliere il nostro lamento e i nostri dolori per questa Tua volontà che oggi qui si fa inspiegabile anche se accettata. Noi sappiamo carissimi che la Pasqua orienta la nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al desiderio immortale. Paolo VI, in uno dei suoi memorabili discorsi diceva: “Anche il nostro corpo è chiamato alla gloria. Un destino incomparabile ci attende se avremo fatto onore alla nostra vocazione cristiana: se saremo vissuti nel- Un momento della celebrazione funebre presieduta dall’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli (foto “Cronache Anconetane”). la logica consequenzialità di parole e di comportamento che gli impegni del nostro battesimo ci impongono”. Se le applichiamo al caro Padre Tommaso, pur balbettando, le parole di Paolo VI ci aiutano a tratteggiare la sua fisionomia umana, cristiana e spirituale. Abbiamo ascoltato la vita religiosa, quella obbedienziale e quella pastorale di Padre Tommaso nelle parole di Padre Raffaele. L’ultimo abbraccio ce lo siamo dati poco più di un mese fa al suo ritorno dall’Africa con tono gioioso, ligio, ubbidiente. Come ho potuto conoscere Padre Tommaso e non voglio fare elogi, che non si fanno, però la verità bisogna dirla: un religioso credente e lieto; portava nella sua vita la misura alta di Cristo Signore con due singolari testimonianze. La prima testimonianza che io ho potuto cogliere in lui anche venendo qui in Parrocchia era l’amore per l’Eucaristia e la cura della liturgia, il canto; del resto la formazione ricevuta dalla sua famiglia religiosa non poteva che averlo radicato in questo. S. Francesco Caracciolo aveva fatto dell’Eucaristia il centro della sua vita, aveva voluto per i suoi seguaci che l’Eucaristia nutrisse e regolasse la loro vita. Insomma ho potuto vedere in Padre Tommaso che l’Eucarestia era lo splendore della sua vita e dall’ Eucaristia la missione, fare in modo, come dice l’Apostolo Paolo a Timoteo, che tutti “raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù”. Anche io un giorno gli ho domandato: “ma perché vuoi partire per l’Africa”? La risposta era sempre quella. C’era la risposta umana: “mi piace” e c’era la risposta spirituale: “perché lì c’è più bisogno di qui”. Avete capito cara comunità: lì c’è più bisogno di qui. La missione era il suo stile; la missione era la sua vocazione,la sua ansia e la sua addolorata preoccupazione. Missionario sempre e ovunque; missionario in Africa fino a qualche settimana fa; missionario appassionato. E’ questo lo stile di servizio che aveva iniziato in questa Parrocchia, e quanto ci mancherà, e con quanta generosità viveva tutto questo! Se posso fare una prefazione alla sua vita: ho sempre immaginato negli incontri con Padre Tommaso una pagina del Vangelo, quella raccontata dall’Evangelista Giovanni quando si presentano agli Apostoli dei greci e dicono: “Vogliamo vedere Gesù”. Ecco, io credo che in Padre Tommaso era forte questo richiamo dell’umanità tutta: “Vogliamo vedere Gesù”. La mia riflessione termina qui, ma insieme lo affidiamo alla Misericordia di Dio, certi che ascolterà la consolante parola del Maestro: vieni benedetto dal Padre mio tu, servo buono e fedele; sono certo perché anche questa è un’altra caratteristica della sua vita, sono certo che anche la Madre, Maria Madre della Missione, intercederà presso suo Figlio perché, se pur qualche piccola macchia nella sua vita ci fosse stata sicuramente l’amore di Dio tutto compenserà. Allora, Padre Raffaele, la mia preghiera è di ringraziamento per averlo avuto, di suffragio con cui lo presentiamo al Signore; una mia preghiera è anche perché la vostra comunità possa crescere. E nella mia partecipazione desidero che anche i suoi famigliari avvertano la presenza di tutta la Chiesa diocesana e di questa comunità in questa circostanza. segue da pagina 3 / In ricordo di P. Tommaso Barbona, missionario caracciolino / P. Raffaele Mandolesi P. Tommaso infatti aveva raccolto e fatto suo l’invito di Papa Francesco a fare della propria vita una missione, privilegiando gli umili, i malati, i bambini, le persone che soffrono fame e ingiustizie e dimenticando le futili gioie terrene legate a soldi e successo. Era appena rientrato dal suo ultimo viaggio in Africa nella sua Osimo, immergendosi di nuovo nella guida della sua comunità parrocchiale, quando un infarto fulminante stronca la sua forte fibra l’11 agosto 2014. L’arcivescovo di Ancona Mons. Menichelli, che ha presieduto la messa funebre attorniato da una trentina di sacerdoti, nell’omelia tra l’altro ha detto: “P. Tommaso era un religioso molto credente e lieto; la missione era la sua vocazione; l’avevo abbracciato l’ultima volta poco più di un mese fa al suo ritorno dall’Africa, suo ultimo viaggio; era a dir poco gioioso; la missione era felicità per lui, ma anche addolorata preoccupazione; la sua morte è un grande dolore per tutti noi”. Gli amici di San Marco in Osimo al termine della celebrazione hanno detto: “Una vita la tua interamente dedicata ai poveri e alla parrocchia, con una generosità e altruismo unici e un senso di amicizia e collaborazione che ti hanno visto partecipare sempre a tantissime iniziative. Ci sentiamo testimoni di far vivere ancora questi valori”. Commovente la letterina scritta da una piccola chierichetta: “…Devo confessarti che il primo giorno che sei venuto a San Marco mi sei piaciuto subito e avevo capito che eri una persona speciale mandata dal Signore. A san Marco sono venuti molti preti e ho fatto amicizia con loro, ma per te è rimasta una macchia colorata di mille colori nel mio cuore. Ho pregato sempre per te, per P. Cleophas e P.0 Jean Claude…”. 00Il Signore lo ha chiamato a cantare in eterno il suo amore con tutti gli Angeli e i Santi. Si è ricongiunto nella visione beatifica del volto del Padre all’altro missionario P. Paolo, suo compagno d’avventura per venticinque anni in Africa, ai suoi genitori, al suo caro fratello sacerdote P. Mario (Missionario dei Padri de La Salette), agli altri fratelli Giorgio e Romano e a tutti gli altri familiari e amici che lo avevano preceduto nella vita senza fine. La notizia della sua morte, come un fulmine a ciel sereno, ha raggiunto tutti noi lasciando un vuoto incolmabile; tante manifestazioni di dolore e tristezza ovunque egli è vissuto (Italia, America, Congo, Rwanda, India…) e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, tanti messaggi di conforto e solidarietà con tutti noi Padri Caracciolini, ma lui “era pronto per tornare nella casa del Padre e ci è tornato con un volo libero, immediato, magari inaspettato; lui aveva la lanterna accesa…che ha diretto i suoi passi verso la Luce”. NYAMILIMA pag. 5 N. 2 - Dicembre 2014 Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona Il ricordo dell’opera svolta in Africa nelle parole di Mons. Thèophile Kaboy, Vescovo di Goma, in occasione della celebrazione del trigesimo della sua morte Mi è stato chiesto di dare una testimonianza sul defunto Padre Tommaso Barbona, missionario caracciolino, conosciuto da tanti di voi. Su di lui, l’immagine che mi è venuta spontaneamente in mente è quella di un vaso pieno. Padre Barbona era molto attivo, lo si vedeva impegnato in tante attività diverse dal mattino alla sera, ma prima di tutto, amava l’Africa, amava Goma, amava quel pezzo di terra che si chiama Nyamilima ove ha passato una buona parte della sua vita. Padre Barbona vedeva in ogni volto l’immagine di Dio per cui, in quella Nyamilima che ha trovato povera, egli si è impegnato a scoprire i diversi appuntamenti di Dio tramite la popolazione di quella zona. Si è messo a studiare la lingua Swahili che parlava correttamente. Con la lingua egli si mise a penetrare gli usi e costumi della gente. Essendo europeo, bianco… non dava quella impressione di superiorità, quell’aria arrogante e orgogliosa che portava a considerare i neri come primitivi, selvaggi e barbari che occorreva far entrare nella civiltà europea. Invece vedeva in loro, prima di tutto, creature di Dio, con le quali era chiamato a condividere il destino su questa terra africana degli uomini. Il suo cammino sulla terra africana fu sicuramente per lui bello ed esaltante… Ogni volta che ci incontravamo dopo un lungo tempo, ci salutavamo calorosamente con un pezzo di canto Swahili: Shukuruni mungu mwenyezi kwani ndiye nwema… ossia: Rendete grazie a Dio perché è buono. Nonostante i problemi di Goma, Nyamilima, attacchi delle milizie, scontri tra gruppi armati, le diverse e frequenti tensioni… tutte queste difficoltà non hanno mai spento in lui la gioia di vivere nell’entusiasmo per l’Africa. Padre Barbona ha sempre saputo assaggiare la bontà di Dio anche nei momenti scuri e duri. Le diverse e numerosissime attività realizzate a Nyamilima, soprattutto insieme ai suoi due confratelli: Padre Raffaele qui presente e il defunto Padre Paolo Di Nardo, hanno dato a quel villaggio un volto da paradiso. I Padri Caracciolini, grazie ai vostri diversi aiuti, hanno realizzato un’opera meravigliosa cacciando via, date le continue situazioni di guerra, l’dea di una maledizione su quella zona di Nyamilima. Padre Barbona non fu solo un amico dello sviluppo materiale, ma egli fu un grande missionario. Figlio di San Francesco Caracciolo, ha sempre cercato di portare Cristo ai villaggi più lontani. L’amore per i poveri, per i deboli e gli scarti della società lo spingeva a farsi uno di loro. L’impegno di migliorare le condizioni di vita di quelli che si sogliono chiamare oggi “i vulnerabi- li”, era spinto in lui da quel sentimento di compassione che è una delle grandi caratteristiche dell’azione di Gesù. Padre Barbona era completamente convinto che solo l’insegnamento e la vita di Gesù erano la chiave per risolvere i problemi di vita tramite i messaggeri della Buona Novella. Padre Tommaso Barbona Missionario di Gesù: l’abbiamo visto in Africa (Goma), in Asia, in Europa e di nuovo in Africa… Questo mi ha fatto pensare all’ultimo ordine di Gesù ai suoi apostoli: “Andate, predicate, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…”. Questo fu il grande motore che fece circolare i piedi di Padre Barbona nei continenti. Per concludere questa mia testimonianza, nel nome della mia diocesi di Goma, rivolgo i miei ringraziamenti più sinceri alla Congregazione dei Padri Caracciolini per tutta l’opera missionaria e di sviluppo svolta da tanti anni in quel pezzo di terra africana: Nyamilima e Goma. Padre Tommaso Barbona ne fu tra i tre grandi pionieri e promotori. Possa tutto il bene che vi ha seminato continuare a dare abbondanti frutti. A Goma, di Padre Tommaso Barbona manteniamo il ricordo di un uomo grande, un sacerdote tutto dedicato a Cristo ed alla Chiesa e di un missionario carismatico. Addio, carissimo Padre Tommaso Barbona e tanti e cari saluti a Padre Paolo di Nardo. Amen. Foto in alto: un’immagine recente di P. Tommaso in contemplazione davanti alla statua lignea di San Francesco Caracciolo situata nella cappella del palazzo Caracciolo a Villa S. Maria (Chieti). Foto al centro: 24 febbraio 1989, P. Tommaso Barbona (a destra nella foto) con P. Luigi Affoni, P. Mario Salon, allora Padre Generale, e P. Paolo Di Nardo, partecipa alla posa della prima pietra della chiesa di Nyamilima. Foto sotto: istantanea scattata durante la sua missione in terra africana. NYAMILIMA - MISSIONI CARACCIOLINE Periodico quadrimestrale di informazione religiosa missionaria dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Opera Missionaria Caracciolini ONLUS) Aut. Tribunale di Roma n.221 del 23/03/90 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 - DCB Roma. Fondato da P. Luigi Affoni Direttore: P. Raffaele Mandolesi Direttore Responsabile: Roberto Bellini Direzione Redazionale e Amministrazione: Via Alpi Apuane, 1 - 00141 Roma Tel. (06) 86899480 Per donazioni: ccp 89060404 intestato a Opera Missionaria Caracciolini onlus Web: http://www.padricaracciolini.org E-mail: ordine@operamissionariacaracciolina.it Progetto Grafico: ro.bellini@tiscali.it Stampa: Miligraf - Dicembre 2014 NYAMILIMA N. 2 - Dicembre 2014 pag. 6 Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona Il miracolo e la speranza di un missionario ALLE SOGLIE DELL’ALBA, IL GIORNO, stillante di pioggia e bianco di nebbia, rimanda dalla spiaggia del lago Kivu faticati richiami, striduli come punture all’udito, di pescatori, intenti sulle strette canoe, a tirare le reti di una pesca, chissà se generosa. Accanto alla mia camera del Centro di accoglienza del nuovo Seminario Saint Joseph, rumori di risveglio sono più affrettati del consueto: padre Tommaso prepara la sua giornata, attesa come un miracolo. La costruzione del Seminario dell’Ordine sulle rive del mare lacustre è terminata da qualche settimana: tutte le difficoltà e gli inconvenienti dell’ opera, eretta con fatica e folle coraggio sulla lava ferrosa, più dura della roccia, nello sguardo ridente di padre Tommaso sembrano già un piacevole ricordo di fatica e di disperante ostinazione. La sua palese soddisfazione si rispecchia nella lussureggiante vegetazione, fatta di piantagioni di banani, di piante di avocato, persino di qualche filare di vitigno, già pronto ai grappoli di uva vermiglia, di solchi di piantina di fagioli e di viticci, che reggono piante punteggiate di rosso vermiglio, inframmezzati nei fazzoletti di orto di sabbia scura, creati e curati dalla mano contadina, appassionata ed esperta, di padre Tommaso. Egli soleva ripetere – soprattutto a se stesso –, con un contentezza generosa: “l’orto è la mia preghiera quotidiana; così do una mano al Signore”. Il riferimento al miracolo, inteso nel suo senso vero di partecipazione alla creazione, si realizzava con una disarmante semplicità e umiltà nella soluzione quotidiana di piccoli o di grandi problemi; così attivo da trovare sempre il tempo al servizio dei più piccoli, il cui sorriso, cantato con un “padiri!padiri!”, accompagna, l’auto guidata da padre Tommaso, scossa come scialuppa nel mare tempestoso dagli avvallamenti e dalle gobbe delle strade di Goma. Egli aveva pregato tanto per questo giorno di festa, quando il Vescovo e il Padre generale con tutti i “padiri” e con i seminaristi, alla presenza della comunità di fedeli, avrebbero consacrato la nuova chiesa dedicata a Maria. Saranno presenti al festeggiamento una sorprendente varietà di popolo, non solo le numerose famiglie di fedeli, con i fanciulli e le fanciulle di tutte le età, sorridenti e vocianti, vestiti con abiti variopinti, fin dal primo mattino raccolti sul sagrato della chiesa per fare da corteo con danze e canti ai celebranti. Il giorno prima padre Tommaso aveva completato l’opera, facendo collocare sulla guglia della nuova chiesa la grande croce di ferro lavorato, unico testimone superstite, 1 2 3 19 luglio 2007: la data era attesa ed è stata significativa la realizzazione di un sogno nell’anno Giubilare Caracciolino. Dopo cinque anni dallo sconforto e dallo smarrimento per la perdita improvvisa del seminario e della chiesa sepolti da una distruttiva eruzione vulcanica, la tenacia dei confratelli, soprattutto di P.Tommaso, l’aiuto di amici, in particolare della famiglia Diurni di Anagni che ancora una volta ha voluto esprimerci affetto, stima e solidarietà, un bel seminario e un’ampia chiesa sono all’ammirazione della città di Goma. Nelle foto: 1) l’avv. Giovanni Diurni si congratula per la realizzazione dell’opera ed esprime l’auspicio che da essa riprenda fruttuosamente la formazione dei futuri presbiteri per rispondere alle attese e alla speranza di tanta gente che il vulcano ha privato anche della loro abitazione. 2) Padre Tommaso ringrazia quanti hanno permesso la realizzazione di un sogno. 3) P. Tommaso, attorniato dai bambini della scuola, con a fianco l’avv. Giovanni Diurni e P. Jean Baptiste, in Africa in occasione del 4° centenario della morte di S. Francesco Caracciolo. rimasto integro e non ingoiato dal mare di lava alto più di sei metri, che aveva sommerso l’intero Seminario e la chiesa, al centro di Goma. Quale neofita delle missioni e testimone oculare da tre lustri dell’attività missionaria, potrei raccontare tanti altri avvenimenti ed episodi dell’opera instancabile dei Caracciolini in terra d’Africa, voluta e patrocinata da padre Luigi Affoni nei primi anni 80 del ‘900 e realizzata da padre Tommaso insieme al confratello padre Paolo Di Nardo, deceduto anch’egli non più di un anno fa, nell’agosto 2013. Si farebbe però torto a costoro, tanto lontani sono stati e sono dalla autocelebrazione e quanto sia stata e sia opportunamente nascosta la loro testimonianza di vita missionaria, francescanamente umile e povera e votata alla missione. Un breve appunto manoscritto mi è stato consegnato proprio da padre Tommaso qualche settimana prima della morte, in occasione di un incontro, presente anche padre Raffaele, presso la casa caracciolina di Monte Sacro, a Roma. Lo scritto testimonia nella semplicità della narrazione il significato vero di una vita vissuta con e per il prossimo. Durante quest’incontro notai sul tavolo un manifesto – forse bozza tipografica – di celebrazione del suo cinquantesimo anno di ordinazione sacerdotale prevista a Trevi nel Lazio il successivo 23 agosto (vedi foto pagina a fianco). Notando il mio interesse, sorridendo mi disse: “Sono arrivato al capolinea anch’io. Spero che tu ci sia; io non lo so…se farò in tempo!” So bene che il suo atteggiamento faceva parte della sua indole, per la quale per consapevole scelta il richiamo alla provvidenza e alla necessità di vivere l’attimo presente realizzavano concretamente la sua fede: non sono vuote e retoriche parole, anzi esprimono un atteggiamento confidente sul ritorno alla casa del Padre, dove la morte non è conclusione, ma la porta d’ingresso della realizzata speranza finalmente raggiunta. «Tommaso: nacqui in un paese di montagna della Ciociaria, Trevi nel Lazio, posto sulla cima di un monte al centro di un anfiteatro dei più alti monti i Simbruini. I miei genitori, profondamente cristiani, mi hanno dato ed insegnato l’amore alla religiosità ed alla Chiesa. Papà, benché oste ma anche scrivano per gli illetterati, mi accompagnava in chiesa e mi si poneva sulle ginocchia per insegnarmi le preghiere. Nella sua osteria, anche nell’eccitazione delle partite a carte, non era permesso bestemmiare. Prestissimo divenni chierichetto e aspirante nell’azione cattolica…. e nel voler divenire sacerdote. GIANNI DIURNI segue a pagina 7 NYAMILIMA pag. 7 N. 2 - Dicembre 2014 Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona segue dalla pagina a fianco / Il miracolo e la speranza di un missionario / Gianni Diurni In 5 a elementare ci fece visita in classe un comboniano, missionario d’Africa: ci entusiasmò tutti ed io volevo partire con lui per andare a convertire i “negretti”. Il Signore guidò la mia strada, facendomi entrare nel 1951 in seminario ad Anagni, dai Padri Caracciolini: strada buona per il sacerdozio, ma non per il sogno dell’Africa, perché i Padri non avevano Missioni. La mia strada si incontrò con il “piccolo” Paolo Di Nardo solo alle soglie del mio sacerdozio, quando durante le vacanze lavorative estive in Roccamontepiano mi trovai a dover accogliere, in assenza dei Padri, il piccolo Paolo accompagnato dalla sorella suora (Suor Dina?) mostrandogli come era bello il Convento e gioiosa la vita religiosa. Le nostre vite si rincontrarono in Anagni, dove come sacerdote novello ero stato assegnato per assistere i giovanissimi aspiranti, con la funzione di prefetto e professore di varie materie. La materia più anelata dai ragazzi era certamente lo sport nel campetto dell’orto “sotto bagno”. Sembrava veramente che dovessi mantenere nel cassetto il mio sogno di bambino, che voleva partire per l’Africa, i Caracciolini erano pochi e non avevano Missioni, tuttavia fui inviato negli USA dove i C.R.M. avevano una casa e dove mi adattai molto bene. Il sogno era svanito? Era solo assopito e si risvegliò nel 1982, quando nel Capitolo Generale, presente anche P. Paolo di Nardo, su richiesta di papa Giovanni Paolo II, l’Ordine decise di aprirsi alla Missione ad Gentes e trovò in me e P. Paolo i primi volontari desiderosi di andare. Fu allora che le nostre vite e destini si unirono. P. Paolo su invito e guida di un Missionario Padre Bianco (P. Fausto Guazzati) andò in avanscoperta nello Zaire, per scoprire se fosse là che il Signore guidava il nostro Ordine. L’esperienza che visse dovette 50 ° DI SACERDOZIO P. Tommaso Barbona 23 AGOSTO 2014 - S. MESSA Trevi Kisharu per ORE 18 (R.D.Congo) Aiutiamo i nostri “compaesani” per la chiesa e il dispensario “S. Pietro Eremita” essere fantastica, perché di ritorno riuscì a convincere i Superiori che era lì che il Signore ci chiamava ed iniziarono i contatti ed impegni con il Vescovo di Goma, Mons. Ngabu. Io seguivo tutto con ansia ed aspettative negli USA e dopo vari mesi di sospirata speranza giunse la notizia: tutto era pronto, a febbraio del 1984 si parte. Non fu facile lasciare amici, confratelli, abitudini, comunità, ma tutti erano entusiasti della novità, della generosità e con il loro supporto, apprezzamento e manifestazioni pubbliche e private di affetto ed incoraggiamento resero più facile dire “arrivederci” nelle diverse cerimonie di commiato. A Roma la Chiesa dei SS. Angeli Custodi in Montesacro era stracolma di fedeli quando il 18 febbraio 1984 S.E. R.ma Cardinal Lourdosamy diede a me e Paolo il Crocifisso del Missionario (vedi foto in alto). Noi due, era come se volassimo, non avevamo più i piedi per terra. Abbracci, auguri, preghiere da parte di molti, anche se sconosciuti; ci toccò molto il saluto ed augurio di un nostro confratello coadiutore dal suo letto, dove era gravemente malato. Nell’abbracciarci ci disse con un fil di voce: “offro la mia vita per la buona riuscita della Missione” (Fra Felice di Vallepietra). Accompagnati dai tanti confratelli ed amici, da tutto il neonato gruppo AVAZ (Ass. Volontari Amici dello Zaire), opera di P. Luigi Affoni e di P. Paolo, pieni di emozione prendemmo l’aereo che ci avrebbe condotto in Africa, ma non in Zaire bensì a Kigali nel Rwanda. Ad attenderci c’erano: il Vicario Generale di Goma, che si prese cura dei nostri bagagli, P. Fausto Guazzati e Sr. Annie con la jeep dell’Ospedale di Jomba, incaricati di scortarci in Zaire (ora R.D. Congo). Il viaggio fu per noi un’avventura: tutto sembrava irreale. Passai la mia prima notte in Africa a Rulindo presso i Padri Bianchi condividendo con P. Paolo una stanza: per la prima volta la visione di insetti vari non mi spaventò, Paolo era già esperto e mi rassicurava. Ci vollero tutte le capacità diplomatiche e di guida di P. Fausto per farci giungere alla nostra 1° destinazione: Rutshuru. Il giorno della nostra installazione e presentazione ai fedeli era arrivato. Era come un’attesa per una manifestazione divina. Il 26 febbraio presto con la jeep di P. Henry ci avviammo verso la nostra terra: la nostra attesa ed emozione copriva ogni altro sentimento e quando attraversammo il ponte sul fiume Ngwenda ci fu rivelato che là iniziava il territorio della nostra Missione; la nostra anima esultò di gioia e di fede spontanea: saltammo fuori dalla jeep ed insieme ci inginocchiammo e baciammo la terra pregando e ringraziando Dio per averci dato la “terra promessa”». OFFERTA LIBERA PER INTENZIONI DI SANTE MESSE Far celebrare una S. Messa ai Missionari è un atto di sincera carità per loro, per i cari defunti che si vogliono ricordare e un mezzo per implorare dal Signore grazie particolari. Attualmente parecchi nostri Missionari e i sacerdoti novelli non hanno intenzioni di Sante Messe. Iscrizione di vivi o defunti alla Messa Perpetua Quotidiana celebrata dai Missionari: 55 e. Messa Gregoriana (30 SS. Messe consecutive): 350 e. NYAMILIMA pag. 8 N. 2 - Dicembre 2014 Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona Un incontro che mi ha cambiato TI SCRIVO PER DARTI IL MIO ricordo del carissimo P. Tommaso che è stato per me un maestro e mi ha insegnato a pregare. Non posso non ricordarlo insieme al caro P. Paolo, infatti l’ho conosciuto proprio per la partenza dei missionari a febbraio 1984, anzi mi ricordo che P. Paolo me lo ha fatto conoscere nella cucina di Montesacro; insieme a noi c’era pure zio Giovanni. La presenza nella mia vita di P. Tommaso è stata particolarmente intensa in quanto non l’ho conosciuto da piccola e ho avuto pochissime occasioni per stare con lui, ma ogni volta che l’ho incontrato, anche se per poco tempo, ho ricevuto molto. Nel 2001 dopo la morte di zio Giovanni, mi confidò che sarebbe venuto durante l’estate per qualche tempo e mi fece pregare per questo. Così a giugno 2001 una sera, durante la messa del Corpus Domini, precisamente durante la consacrazione, entrarono nella chiesa di San Rocco P. Tommaso con 5 ragazzi indiani tutti vestiti di bianco. Al solo vederli mi sono commossa al punto che ricorderò per tutta la vita il giorno e l’ora. Da quel giorno è iniziata l’avventura. P. Tommaso mi ha chiamato a stare con lui e con i 5 ragazzi indiani appena arrivati in Italia, i primi: P. Jaison, P. Boban, P. Shino, P. Robin e P. Benny. Ogni domenica alle 7.30 andavo al convento e dopo la messa, celebrata a volte in inglese e a volte in italiano, rimanevo per tutta la mattina a fare l’adorazione eucaristica con loro. P. Tommaso così mi diceva: “tu rimani fissa e noi facciamo l’adorazione circolare a turno” così per tutta l’estate, per tutte le domeniche, ho imparato a pregare seguendo l’esempio di San Francesco in quanto quando p. Tommaso spiegava qualcosa ai ragazzi, a volte mi faceva ascoltare e così questa esperienza mi ha veramente cambiato la vita. Era un sacerdote sempre sorridente con gli occhi belli di chi ha Gesù nel cuore e quelle mattine al convento, vedendo anche i ragazzi indiani sempre sorridenti, a pregare con gioia e a volte anche a piedi nudi, il mio cuore era pieno di gioia e ho pensato che il paradiso era lì. Una mattina Robin è venuto a chiamarmi mentre stavo davanti al SS.mo sacramento e mi ha detto “il padre ti vuole”. Sono uscita e p. Tommaso mi ha detto “Buongiorno!!” e poi fraternamente mi ha detto che dovevo fare la verifica vocazionale perché secondo Poesie in ricordo A PADRE TOMMASO Ti rivedo qui tra noi Dove affranti sono i tuoi Mostri a tutti il tuo sorriso Mentre godi in Paradiso… E’ volata la tua festa Ma la fede ci ridesta: Qui siam tutti pellegrini Sia gli adulti che i bambini. A San Pietro Protettore Una prece fai di cuore; Benedici i tuoi Trebani Sia i malati sia i sani. Dei tuoi cari la tristezza Segno è di tenerezza. Sono certi:all’Aldilà Grande festa un dì sarà. Manda altre vocazioni Per seguire le tue missioni Ed i tuoi beneficiati Siano apostoli impegnati. Un bel “Grazie “ al ciel leviamo E il Signore ringraziamo Per il dono di tua vita Che siam certi: è infinita Questo vivere quaggiù E’ un assaggio di lassù; Sol se ci sapremo amare Ci potremo un dì salvare (Suor Olga da Trevi nel Lazio) Sopra: i Padri formatori di Mallikassery; da sinistra: P. Binil, P. Tommaso, P. Subin, il P. Generale, P. Robin e P. Benny. Sotto: P.Tommaso segue con interesse ed entusiasmo i lavori per la costruzione del Noviziato a Kunnoth (Nord Kerala-India). lui dovevo andare in clausura, mi ha detto infatti “ma non ti stanchi a stare tutto quel tempo davanti al SS.mo sacramento?” Un’altra frase che ricorderò per tutta la vita che mi ha detto: “tu hai il dono della meraviglia”. Una cosa così bella nessuno mai me l’ha detta! In quella estate siamo andati insieme in vari posti, a Villa S. Maria e con noi c’era P. Guido e sono stata accolta da lui come una di famiglia. Certamente abbiamo anche scherzato e fatte delle serate a casa mia o al convento durante la festa missionaria. Mi chiedeva di pregare in continuazione per i 5 ragazzi chiedendo al Signore che almeno uno sarebbe diventato sacerdote. Invece il Signore buono e grande nell’amore ha esaudito tutte le mie preghiere infatti sono tutti sacerdoti! Io poi ho commentato questo fatto con P. Tommaso e gli ho detto che continuavo a pregare perché volevo ricordarmi uno di loro a fare il parroco qui a Rocca. Lui mi diceva che per questo dovevo pregare moltissimo e alla fine dopo 11 anni sono stata esaudita per la seconda volta visto che oggi P. Boban e P. Shino si trovano a Rocca. A volte p. Tommaso mi ha fatto anche tante confidenze ma più di ogni altro sacerdote mi ha dato delle intenzioni di preghiera. Per questo lo ricorderò per sempre come un maestro di preghiera. Dopo il suo rientro dall’Africa mi ha detto un giorno che sarebbe andato ad aprire la casa nella diocesi di Ancona; anche per questo mi ha chiesto di pregare molto. P. Tommaso è stato un sacerdote umile, gioioso, cordiale, santo. Un bel carattere, quando doveva rimproverare o correggere non faceva sconti. Quando veniva alla festa di San Rocco ci facevamo tante cantate insieme. Ora in Paradiso si sarà certamente incontrato con i suoi confratelli amati e dal cielo continuerà a seguire e a pregare per tutti noi. A me mancherà moltissimo il suo sorriso e la sua umiltà ma resteranno fissi nel mio cuore gli insegnamenti che con tanto affetto e gioia mi ha dato. ANNALIA SPADACCINI AURORA DEL DI’ DI FESTA a P. Tommaso per i 50 anni di Missione Cuori nuovi, fragranze antiche risvegliamo il cielo mattutino. Una attesa leggera di gioia festosa trascorre per il cielo sereno Risuona improvvisa una campana, un’altra, un’altra ancora cresce e si spande per l’antico borgo un tripudio di campane Di lontano dall’Africa, dal Congo, da Kisharu chiama e risponde una povera piccola campana che porta il nome di Trevi e di San Pietro. Dopo cinquanta anni di Missione nei vari continenti torna fra noi lo spirito di Pietro col volto missionario di Tommaso: padre, fratello, amico, apostolo di povertà e carità angelo del coraggio e della speranza. Lunga vita e una pioggia di grazie e di benedizioni sopra di Te, caro P. Tommaso; sui nostri monti, le nostre case i nostri cuori (Antonio Petrivelli) NYAMILIMA N. 2 - Dicembre 2014 pag. 9 Messaggi e ricordi di P. Tommaso da parte di parenti e amici In tanti, appena appresa la triste notizia della sua scomparsa, ci hanno scritto per testimoniare il loro cordoglio. In questa pagina, per motivi di spazio, ne rappresentiamo solo alcuni, certi della comprensione di tutti gli altri Dal cugino di P. Tommaso, Avv. Antonio Petrivelli Caro P. Raffaele, avevo promesso a P. Tommaso per i suoi 50 anni di Missione una poesia. Dopo la Sua improvvisa scomparsa, può sembrare assurdo e fuori luogo parlare di festa e di poesia; ma ritengo giusto inviarla a Lei, come confratello e capo dell’Ordine Missionario, alla sorella, parenti ed amici della Misericordia di Trevi. Perché per i credenti il giorno della morte è il “dies natalis”, il giorno della nascita al cielo; e perché P. Tommaso era una delle persone che io sentivo più vicine – anche vivendo lontani – per i comuni ideali e comuni valori di vita. Per questo più acuto è il rimpianto di non aver vissuto con Lui un più lungo tratto di vita. Quante volte gli ho ripetuto la mia ammirazione e una santa “invidia” per la Sua vita, così intensa, origi- DA ALCUNI AMICI DELLE MISSIONI “Non siate tristi per P. Tommaso, lui non vi vorrebbe così! Chi più di lui troverà Dio, Padre buono ad accoglierlo a braccia aperte? Chi più di lui si può dire operaio instancabile nella vigna del Signore? Era pronto per tornare nella casa del Padre e ci è tornato con un volo libero, immediato, magari inaspettato; lui aveva la lanterna accesa… che ha diretto i suoi passi verso la Luce: Non piangete! Risorgerà, noi manteniamo la sua memoria e lo renderemo immortale anche sulla terra”. (Cristina) “Il ricordo di P. Paolo insieme al recente dolore per la scomparsa di P. Tommaso sono prove terribili che sconvolgono e rendono ancora più buia la notte dell’anima e pieno di ostacoli e di incertezze il cammino; consola solo la loro fede nel Cristo risorgente”. (Gianni Diurni) C’est avec une grande émotion que nous venons d’apprendre la mort inopinée de notre cher Père Thomas. Vraiment les voies de Seigneur sont imprévisibles. Comment nos deux pionniers de Nyamilima se suivent? Nos deux chers pionniers de Caracciolini dans notre Pays et spécialement dans notre diocèse, où ils ont vraiment étaient très proche des gens pour le pire et pour un temps favorable. Les gens les ont estimés et aimés nale, di universale carità e profonda spiritualità! Una volta l’ho fatto sorridere, definendolo un moderno “Ulisse cristiano”. L’ultima volta l’ho incontrato presso la fonte cara ai nostri concittadini di Trevi. Nel più assoluto silenzio mi è apparso quasi improvvisamente, mentre recitavo il “Veni Creator”. Sono tentato di parlare di Lui come apostolo di umanità, povertà e carità; angelo dal sorriso operoso e instancabile, di coraggio e speranza oltre l’impossibile, anche nelle situazioni più disperate in tutti i luoghi del mondo. Come vorremmo continuare il nostro dialogo con Lui, lungo i verdi e luminosi itinerari del Cielo, nell’infinito dell’Amore di Dio. Rinnovo a Lei e a tutto l’Ordine Missionario la mia più viva e commossa partecipazione al comune dolore, nella comune speranza cristiana. beaucoup pour leur proximité, leur dévouement de conduire en vérité vers le Christ Jésus. Ils ont su faire et travailler avec tous, ceux que les autres n’osaient pas eux ils se risquaient chez les bons et les moins bons aux yeux des hommes. Ils trouvaient qu’ils étaient aussi enfants de Dieu. C’est bon ! Cette bonté de Dieu qui accompagnait votre évangélisation auprès de tous nos frères et sæurs sans distinction, j’espère que nos jeunes Prêtres et Frères Caracciolini vont bien hériter cela et faire davantage. Sæurs Lena, Anny, Françoise, Francisca (qui est ici pour le moment), Nicole et moi vous présentons nos sincères et profondes condoléances, ainsi qu’à toute votre Congrégation des Caracciolini. Père Joseph Pac vous témoigne aussi sa sympathie. Que le Seigneur l’accueille près de Lui et le récompense au centuple pour tout ce qu’il a été pour Lui dans l’Eglise universelle et dans l’Eglise locale de Goma. Que le Seigneur le couvre du manteau de sa Miséricorde et lui accorde la paix éternelle. Courage et cordiales salutations à tous vos confrères. Unie à vous (sæur Joséphine da Bruxelles) Caro P. Tommaso, ora che sei lassù vorrei ricordarti tutte le volte che ci vedevamo ci abbracciavamo forte forte e dicevi ai miei genitori che mi volevi porta- re ovunque tu andavi. Devo confessarti che il primo giorno che sei venuto a San Marco mi sei piaciuto subito e avevo capito che eri una persona speciale mandata dal Signore. A San Marco sono venuti molti preti e ho fatto amicizia con loro, ma per te è rimasta una macchia colorata di mille colori nel mio cuore. Ho pregato sempre per te, per P. Cleophas e per P. Jean Claude. Durante la tua assenza in Parrocchia, perché avevano di nuovo bisogno di te in Africa, P. Jean Claude mi aveva insegnato qualche parola in Swahili; mentre tu, agli inizi, avevi insegnato a noi chierichetti una frase segreta: “Sia lodato Gesù Cristo” e noi dovevamo risponde-re: “Sempre!” Ti porterò sempre nel mio cuore insieme agli abbracci calorosi che mi davi. Però ora ti dico “ciao”! O come si dice in Swahili: “KWA Heri”! ( Letterina di Maria, chierichetta in Parrocchia) 10 agosto. San Lorenzo. La notte delle stelle cadenti. Una stella all’improvviso conclude la sua corsa. L’attesa, la scia luminosa, già non c’è più. Padre Tommaso già non c’è più. Un amico che ci è stato caro per quasi 50 anni, già non c’è più; sembra scomparso come una stella cadente, improvvisa e silenziosa. Giovedì 8 agosto 2014 alcune coincidenze (ora sappiamo provvidenziali) ci hanno portato ad Osimo alla tavola di padre Tommaso: abbiamo mangiato con lui, siamo stati un attimo nel suo abbraccio, ci siamo stretti in sacrestia per una foto tutti insieme per ricordare un incontro che non doveva essere l’ultimo. Un ricordo per lui che amava le foto da riguardare, per lui che quel giorno, lieto della nostra visita, sorrideva sereno. Lui così vicino e così lontano, così irrequieto e così stabile, così sportivo e così buongustaio, così generoso e così esigente. A noi è sembrato che la parrocchia gli stesse stretta: lui pescatore di uomini in mari di altri colori: America, Africa, India. Un missionario di razza, o di razze? Sapeva parlare le lingue della gente, quella gente in mezzo alla quale amava stare. In mezzo ai bambini, ai giovani, ai poveri. Mai fermo. Quanti ragazzi ha fatto giocare a calcio, giocando con loro! Quante persone ha fatto pregare, pregando con loro. Anche noi siamo della partita! Mai fermo, neppure malato. Mai fermo, a noi sembrava sempre in partenza. E ci invitava sempre ad andare a trovarlo. Chi l’ha conosciuto sa che è così. Anche noi l’abbiamo conosciuto e abbiamo il cuore pieno di ricordi emozionanti a cominciare dalla nostra giovinezza che padre Tommaso ha segnato in maniera indelebile. Gli anni sono volati via veloci ed ogni incontro si concludeva con la promessa di rivederci ancora, la prossima volta. La prossima volta che ci rivedremo, se il Signore vorrà, sarà per sempre. (Renata) NYAMILIMA N. 2 - Dicembre 2014 pag. 10 ULTIME NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ OSIMO. Cambio nella nostra Parrocchia San Marco Evangelista Il saluto a P. Jean Claude Dal Consiglio Pastorale: “Il Consiglio Pastorale, nella certezza di interpretare i sentimenti di tutta la comunità di San Marco, rivolge un pensiero di profonda gratitudine e affetto a Padre Jean Claude nel momento in cui conclude il suo ministero tra noi. Un anno può essere considerato un periodo molto breve, ma di sicuro questo anno con te, caro padre Jean Claude, è stato veramente intenso. Tutti noi abbiamo trovato nel tuo grande entusiasmo l’incoraggiamento per continuare a svolgere le varie attività che la parrocchia richiede. Ti ringraziamo per aver vissuto con noi una quotidianità fatta di dialogo, di rispetto, di ascolto, di accoglienza, in cui ti sei speso come uomo di Dio tra noi. Qualunque separazione è dolorosa, ma la preghiera reciproca, che di sicuro non mancherà, ci aiuterà a sentirci vicini. E’ stato bello averti come sacerdote ed amico, insieme con Padre Cleophas e il carissimo Padre Tommaso; di questo ringraziamo il Signore. Ti facciamo gli auguri più cari per il tuo nuovo incarico come responsabile del Seminario di Goma, incarico al quale, siamo certi, dedicherai tutte le tue energie. Grazie Padre Jean Claude, non ti diciamo addio ma arrivederci, magari veniamo a trovarti in Congo!” Dall’Associazione “Amici di San Marco”: “Sei arrivato nella nostra comunità in punta di piedi, soffrivi tanto il freddo e noi per riscaldarti ti abbiamo fatto lavorare alla Sagra, pian piano abbiamo iniziato a conoscerti e volerti bene, fino a sentirti un nostro amico, oggi soffriamo tanto per la tua partenza. Ci hai fatto capire ancora una volta che un amico può arrivare da qualsiasi parte del mondo, perchè conta quello che abbiamo nel cuore e tu per noi, oltre ad essere un bravo Parroco, sei un carissimo amico, che ci rimarrai per sempre dentro. Quando l’aereo partirà da Roma con te voleranno anche i nostri cuori, ed è per questo che ti chiediamo una promessa: quando ti sarà possibile tornaci a trovare, saremo sempre felici di riabbracciarti. Se in questi mesi passati nella nostra Comunità di San Marco non ti avessimo dato abbastanza affetto scusaci, e ora con tutto il cuore tutti insieme ti gridia- mo: Jean Claude ti vogliamo bene”. Saluto di accoglienza a P. Jacques “Sono onorato di poter esprimere, a nome del Consiglio Pastorale e di tutta la Comunità di San Marco, la gioia per questo momento così importante per la nostra parrocchia. Un saluto particolare al nostro Vicario, Don Roberto Pecetti, al Generale dell’ordine dei Caracciolini, Padre Raffaele Mandolesi, all’amministrazione comunale di Osimo rappresentata dal Vice-sindaco e a tutti i presenti, parrocchiani e non. Esattamente una settimana fa eravamo riuniti per salutare, commossi, Padre Jean Claude in partenza per il Congo; oggi siamo di nuovo insieme per dare il benvenuto al nostro nuovo parroco, Padre Jacques (a destra nella foto). Per la nostra comunità parrocchiale si apre un nuovo capitolo, spe- ANAGNI. La Parrocchia di San Giovanni accoglie con entusiasmo il nuovo Parroco: P. Gilbert Gato Caro Padre Gilbert, con te ringraziamo e lodiamo il Signore per il dono di questo giorno. Caro Padre, da oggi questa è la tua casa e noi la tua famiglia. Una famiglia che già da ora ti vuole tanto bene e per questo motivo vogliamo starti vicino e vogliamo aiutarti a seminare. Gesù nella Parabola del Seminatore ci fa notare infatti che la cosa più importante è che il Seminatore non si stanchi mai di seminare. È per questo, caro Padre Gilbert, che abbiamo bisogno del tuo aiuto, della tua guida e della tua preghiera. Ti chiediamo di prenderci amorevolmente per mano e di indirizzare il nostro cammino, in particolare quello di noi giovani. Ti chiediamo di aiutarci a farci capire cosa sono la Pazienza, la Costanza e l’Amore che, anche di fronte allo scoraggiamento, ci aiutano a non farci arrendere e ci fanno continuare a seminare con Fiducia e Fede. Caro Padre Gilbert, la Parroc- chia di San Giovanni ed in particolar modo tutti noi ragazzi del Catechismo, ti auguriamo ogni bene per il tuo nuovo Servizio Sacerdotale in mezzo a noi e ti affi- diamo all’intercessione della Beata Vergine Maria, affinché accompagni il tuo cammino che è anche il nostro cammino. Auguri!!! riamo questa volta che duri un po’ più a lungo ! ! ! Siamo riconoscenti a Dio che ha illuminato il Padre Generale e il nostro Arcivescovo, che in tempi brevi, in sostituzione di P. Tommaso venuto a mancare improvvisamente, hanno scelto per noi un nuovo pastore, che con Padre Cleophas svolgerà il suo ministero nella nostra Parrocchia. Padre Cleophas ormai possiamo considerarlo un veterano per San Marco, è qui con noi da oltre due anni! Desideriamo porgere un caloroso benvenuto a Padre Jacques assicurando la nostra disponibilità e collaborazione. Siamo certi che insieme sapremo affrontare e superare le varie problematiche, anche quelle più gravi, che l’attuale crisi ci sta prospettando. La nostra comunità, come l’umanità intera, ha bisogno di una passione che apra le porte all’incontro con Cristo. Con l’aiuto di voi sacerdoti , ci auguriamo di vivere ancora di più la gioia di sentirci comunità cristiana, e ci auguriamo di riuscire a testimoniare questa gioia con la nostra vita. Salutiamo con simpatia gli ormai ex parrocchiani di Padre Jacques, che l’hanno accompagnato con i costumi tipici medievali di Anagni. Con la loro presenza così numerosa dimostrano quanto sia forte l’amicizia che li lega a lui. State tranquilli che ve lo tratteremo bene. Rinnoviamo il nostro sincero benvenuto a Padre Jacques con tanta gioia e con un caloroso applauso. Fra Alberto Carlo Basciani verso la vita eterna Ancora una volta il Signore ha visitato la nostra famiglia religiosa: con grande tristezza nel cuore vi comunichiamo che il nostro confratello Fra Alberto Carlo Basciani, di anni 88, ha chiuso gli occhi a questa vita terrena per riaprirli alla vita senza fine. Abbiamo perso un “Mosè” che, con le braccia levate al cielo, giorno e notte pregava per noi, ma siamo convintissimi che abbiamo guadagnato un potente intercessore presso Dio. Lo affidiamo alle vostre preghiere. NYAMILIMA pag. 11 N. 2 - Dicembre 2014 ULTIME NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ DALLE FILIPPINE. Un’estate di gioie, turbata da un evento “catastrofico” Il mese di Luglio ha riservato gioia immensa alla comunità caracciolina nelle Filippine per eventi di famiglia. 19 Luglio. In mattinata inaugurazione e benedizione del Seminario teologico a Lipa (a un’ora di macchina da Manila) per mano del Card. Rosales Gaudenzio, Arcivescovo emerito di Manila (foto 2). Nel pomeriggio sei nostri teologi emettono la Professione semplice (foto 1 da sinistra: Erick, Emiliano, Arjay, Rafael, Michael, Ronnie). 20 Luglio. I nostri fratelli Arman e Arnel Hagos emettono la Professione solenne (foto 4); gli stessi sono stati ordinati Diaconi il 5 Settembre. Ma oltre a gioire i nostri confratelli di Lipa hanno anche pianto: il 18 Luglio il tifone “Glenda” ha provocato danni per 100.000 $ al nostro bellissimo teologato inaugurato un mese prima (foto 3 e 5) e danni minori alla nostra casa di Noviziato in Vinzons. Un uragano potente e improvviso, insolito per la zona colpita; ci sono stati danni alla struttura, ma per fortuna nessun problema per i nostri seminaristi rifugiatisi al secondo piano. Ma la paura è stata tanta!!! Grazie alla generosita’ delle nostre comunità parrocchiali in America e a tanti amici (cito il Vescovo di Brooklin e quello di Charleston), tutto è stato riportato all’antico splendore! 4 2 1 5 3 Italia, India, Africa, America: auguri vivissimi uniti alla preghiera A Francesco Iannamico che il 21 giugno in Roccamontepiano ha emesso la professione semplice (foto1); a Bibin Joy e Leo Sebastian (foto 2) che il 15 Luglio a Mallikassery hanno emesso la loro professione semplice; a Bro. Mathew e Bro. Jojo che il 14 luglio sempre a Mallikassery hanno emesso la professione solenne (foto 3) e il 15 Settembre sono stati ordinati diaconi; a Fratel Jean Bosco Ndyanabo che il 10 Luglio a Nyamilima ha emesso la professione solenne (foto 4); agli undici novizi che a Goma il 1° Luglio hanno emesso la loro professione semplice (foto 5); a Goose Creeck (USA) i nostri confratelli Caracciolini (Adorno Fathers) hanno celebrato “le nozze d’argento” con la comunità Parrocchiale dell’Immacolta Concezione (foto 6). 1 2 3 4 5 6 NYAMILIMA pag. 12 N. 2 - Dicembre 2014 SOLIDARIETÀ • AMICIZIA • COOPERAZIONE S. MESSE PERPETUE (da Giugno a Dicembre 2014) De Martino Romana in suffragio di Appolinare, Enrico e famiglia De Angelis; Salvatrice in suffragio di Sumai Giancarlo; Fusco Maria in suffragio di Mimma Gesù Moro; Giordi Anna in suffragio di Verderi Paola; Dell’Aquila Gaetana in suffragio di Maria e Raffaele, Franco, Liana, Luigi, Maddalena e Armando, Salvatore, Tonino e Raffaele; Famiglia Quattrini, Di Pietro, Di Sepio e Santi in suffragio di Alda Scriccia; Cupini Serenella in suffragio di Marzia Banchelli; Parisi Maurizio in suffragio di Tardiola Rosa; Scatena Adelia secondo le sue intenzioni; Famiglia Montevecchi in suffragio di Vittorio; Malagoli Enrica in suffragio di Mirella Sorbara; Piccioni Viola Alba in suffragio di Assunta Libianchi; Famiglia Cricchi in suffragio di Tenerini Anna Maria e Aquilio Ermete; Aquilio Irene in suffragio di Giovanna Moscato; Mazzocca M. Vittoria in suffragio delle anime del Purgatorio; Di Berardino Stefania secondo le sue intenzioni; Bartoli Maria Luisa in suffragio di Filippo Bartoli e Ceci Emma; Famiglia Martino in suffragio di Rosario, Padre Virgilio, Fra Giovanni, Padre Luigi; Fulvia in suffragio di Mario Petrucci; Famiglia Marchetti in suffragio di Elena e Domenico; Macrini Rosanna in suffragio di Vincenzo Macrini; Pendibene Raffaele in suffragio dell’avv. Fabrizio Simoncini; Biagini M. Luisa in suffragio di Federico e Alessandro Romani, Marcellina Cornoldi, Ugo Biagini, Marcella e Alberto Romani, Teresa Baldan, Maria Letizia Amoroso, Rosy Profera; Zagaroli Antonio in suffragio di Zagaroli Tommaso, Gallinelli Marietta. S. MESSE GREGORIANE De Tomas Luigia in suffragio di De Tomas Maria; Di Maso Giuseppe per Lucia; Campo Grazia Maria in suffragio di Pasqua Di Re; Vacchieri Paolo per nipote; De Gennaro in suffragio di De Gennaro Domenico; Famiglia Palandri-Teanini in suffragio di Rosanna Teanini; Affede Irene in suffragio di Antonio Di Paola; Nasto Silvia in suffragio di Claudio Nasto; Vacchieri Paolo in suffragio di Guglielmo Feron; Vacchieri Paolo e colleghi in onore della Beata Vergine Maria; Stanislao in suffragio di Helena. INTENZIONI LIBERE DI CELEBRAZIONI DI S. MESSE Diversi benefattori hanno fatto pervenire offerte per celebrare delle Sante Messe di suffragio e secondo le loro intenzioni ai Padri Missionari. Grazie a quanti ci sostengono. Il primo blocco del Centro Sanitario di Kaseghe vicino all’inaugurazione GIORNATE MISSIONARIE Parrocchia San Gioacchino ed Anna (Lavinio Scalo); Parrocchia San Giuseppe (Santa Marinella); Parrocchia di Sarnano; Parrocchia di San Michele in Passo Sant’Angelo. OFFERTE VARIE Elena Spadari; Gulmanelli; Limongelli; Servili-Mandic; Guida; Pietrarioia; Vicari; Cantagallo; Malagoli; Bartoli; Guido; Bertolami; Fiorini; Acito (Serramonacesca); Iannamico; Campo Giovanni Battista; Fondazione “borse di Studio”: Alba Viola e Muzzi Eleonora. In occasione del 50° anniversario di matrimonio di Graziani Rodolfo e Angelica Calzona sono pervenute offerte da Antinucci MichelinaD’Eletto Orazio; Famiglia Chiaves Fredy e Maria Pia; Famiglia Sottile-Usai; i Padri Missionari ringraziano e augurano ai coniugi Rodolfo e Angelica e ai loro figli e nipoti felicitazioni e preghiere. PROGETTO EMA Diurni Avv. Giovanni; Gianni e Marilena Sposito; Claudio Marini; Famiglia Rosati; Famiglia Piombo; Sig.ra Nicolay Giovanna; Famiglia Coluzzi; Famiglia Lauriola; Tului Maria Teresa e Corbellini Romano; Famiglia De Andreis; Flavio Magrelli e amici. SOSTEGNO SPECIALE PER I GIOVANI ADOTTATI I padri della missione di Nyamilima esprimono vivissimi ringraziamenti a tutte le famiglie che hanno potuto continuare a sostenere il loro giovani adottati, che hanno terminato la scuola secondaria con diploma, e hanno chiesto di poter accedere anche alla formazione universitaria. Ci auguriamo che i sacrifici che le famiglie affrontano, anche per questo scopo, possano essere ricompensati dalla gioia di aver sostenuto la formazione universitaria preparando i giovani per un futuro migliore. IN MEMORIA DI PADRE TOMMASO BARBONA Parrocchia San Marco Evangelista Osimo; Parrocchia di Trevi nel Lazio; Familiari di Padre Tommaso in occasione del suo 50° anniversario di Sacerdozio; De Nardis Tina; Masci Elio e Antonella; Eda; Teresa Biagioli; Brué dott. Sauro; Sorelle Scagnetti; Baralli Anna Maria; Famiglia avv. Petrivelli; Clara De Franceschi (Trevi); Don Luigi; Confraternita della Misericordia di Trevi di Lazio (Fr), Parrocchia Santi Angeli Custodi e benefattori in Roma in occasione della Santa Messa del trigesimo in suffragio di P. Tommaso e della morte di Fra Alberto Carlo Basciani. PER SCRIVERE AI MISSIONARI: IN AFRICA 1. SEMINARIO S.GIUSEPPE - B.P. 50 Goma - R.D. CONGO - (indirizzo: B.P. 12 Gisenyi - RWANDA) - Tel. 00243853196125; e-mail: musululonga@yahoo.ca 2. PARROCCHIA S.FRANCESCO CARACCIOLO - Binja-Nyamilima - B.P. 50 Goma - R.D. CONGO (indirizzo: B.P.12 Gisenyi - RWANDA), oppure: Nyamilima Parish. P. O. Box 3572 - Kampala - UGANDA Tel. 00243-816003392; E-mail: birikira@gmail.com 3. PERES CARACCIOLINI - PAROISSE DI KAMOLE - IDJWI - R.D. CONGO (Indirizzo: B.P. 2 Cyangugu - RWANDA); tel.00243- 998757137; e.mail: j.mastaki@yahoo.com 4. PÉRES CARACCIOLINI, PAROISSE KASEGHE, Diocèse de Butembo-Beni - R.D. CONGO - (Indirizzo: B. P. 251 Kasese - UGANDA) Tel.00243/992974758, 00243/859111037 (P. Donatus); 00243/992977452, 00243/810438573 (P. Jonas); e-mail: kkanduki@yahoo.fr 5. CLERICS REGULAR MINOR - St Francis Caracciolo Formation House, Langata - Nairobi - P.O.Box 228-00502, Karen - Nairobi (KENYA) IN INDIA ADOZIONE COMPLETA DI UN BAMBINO 21 e mensili (Si può offrire a un bambino quanto è necessario per la sua crescita. I missionari inviano ogni anno una fotografia con notizie del bambino). ADOZIONE SCOLASTICA DI UN BAMBINO 72 e annuali (Con questa quota si dà la possibilità a un bambino di andare a scuola e di avere materiale scolastico). 1. SEMINARIO ADORNO FATHERS - MALLIKASSERY P.O. Via Poovarany Kottayam DT. 686577 - KERALA - INDIA Tel. 0091/482/2226038 Fax: 0091/482/2225312 - E-mail: crm_mallikassery@sancharnet.in 2. ADORNO BHAVAN - Sacred Heart Road T.C. Palaya P.O. - K.R. Puram, Bengaluru 36 - KARNATAKA - INDIA - Tel. 0091/80/28474063 3. A D O R N O F A T H E R S -CRM, "Villa Santa Maria" - Kiliyanthara P.O.Kunnoth, Iritty, Kannur - 670706, KERALA - INDIA; Tel.00914902421005; e-mail: ikanjirappallil@yahoo.co.in NELLE FILIPPINE 1. A D O R N O F A T H E R S - Barangay Santo Domingo - Vinzons Camarines Norte 4603 - PHILIPPINES - Tel. 0063/9209457480 www.adornofathers.org 2. ADORNO FATHERS SEMINARY, Tierra Maria Estates - Brgy. Anilao Lipa City - Batangas 4217 (Philippines)
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