NYAMILIMA_2_2014 xp copia - Chierici Regolari Minori

NYAMILIMA
Missioni Caraccioline
Periodico quadrimestrale di informazione religiosa missionaria dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori
ANNO XXV - N. 2 - DICEMBRE 2014
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 - DCB Roma.
S. FRANCESCO CARACCIOLO
MISSIONE E FAMIGLIA
Il 19 Ottobre abbiamo celebrato la giornata missionaria mondiale. Ci è stata offerta l’occasione per prendere di nuovo
coscienza del nostro essere missionari e per esprimere solidarietà con chi lavora per la diffusione del regno di Dio.
Nello stesso periodo i Vescovi provenienti da ogni continente hanno posto al centro della loro riflessione “la
famiglia” che sta vivendo una profonda crisi. I Padri Sinodali hanno constatato che dovunque nel mondo la
famiglia è riconosciuta e voluta come una bellezza indispensabile per la società, ma che in giro per il mondo le
ferite sono ampie e diffuse. Tale realtà manifesta l’urgenza di annunciare di nuovo il Vangelo nelle nostre
famiglie “cristiane”, perché recuperino quella fede necessaria per essere di nuovo fermento nella società attuale.
Ripartire dalla famiglia
Dal messaggio dei Vescovi al termine
del Sinodo sulla famiglia
NOI PADRI SINODALI RIUNITI A ROMA INTORNO A PAPA
Francesco nell’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, ci rivolgiamo a tutte le famiglie dei diversi
continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo Via,
Verità e Vita.
Anche noi, pastori della Chiesa, siamo nati e cresciuti in
una famiglia con le più diverse storie e vicende. Da sacerdoti e vescovi abbiamo incontrato e siamo vissuti accanto a
famiglie che ci hanno narrato a parole e ci hanno mostrato
in atti una lunga serie di splendori ma anche di fatiche.
C’è, innanzitutto, la grande sfida della fedeltà nell’amore
coniugale. Indebolimento della fede e dei valori, individualismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia
che ignora la riflessione segnano anche la vita familiare.
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Buon Natale e
felice Anno Nuovo
Il cuore di tutti diventi culla in cui
Maria possa deporre il suo Figlio Gesù
per essere adorato e contemplato
(San Giovanni Paolo II)
Dio ama chi dona con gioia
Dal messaggio del Santo Padre Francesco
per la 88a Giornata Missionaria Mondiale
CARI FRATELLI E SORELLE,
oggi c’è ancora moltissima gente che non
conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di
grande urgenza la missione ad gentes, a
cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è
per sua natura missionaria: la Chiesa è
nata “in uscita”. La Giornata missionaria
mondiale è un momento privilegiato in
cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese
nei territori di missione.
L’evangelista Luca racconta che il
Signore inviò i settantadue discepoli, a due
a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino
e preparando la gente all’incontro con
Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni
di gioia: la gioia è un tema dominante di
questa prima e indimenticabile esperienza
missionaria. Il Maestro divino disse loro:
«Non rallegratevi però perché i demoni si
sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto
perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia
nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode,
o Padre”. (...) E, rivolto ai discepoli, in
disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono
ciò che voi vedete”» (Lc 10,20-21.23).
I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente dai
demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non
rallegrarsi tanto per il potere ricevuto,
quanto per l’amore ricevuto: «perché i
vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc
10,20). A loro è stata donata l’esperienza
dell’amore di Dio, e anche la possibilità
di condividerlo. E questa esperienza dei
discepoli è gioiosa gratitudine per il cuore
di Gesù.
SEGUE A PAGINA 2
Testimonianze in memoria di P. Tommaso
“Se il chicco di grano, caduto
in terra non muore, rimane
solo; se invece muore, produce
molto frutto” (Gv 12,24)
26 febbraio 1984, ore 7,30. Sul fiume Nguenda, P. Tommaso Barbona
e P. Paolo Di Nardo mettono piede
nella loro terra di missione: inginocchiatisi, baciano la terra e ringraziano Dio per il dono ricevuto.
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NYAMILIMA
pag. 2
N. 2 - Dicembre 2014
segue dalla prima pagina / Dio ama chi dona con gioia
Il Padre è la fonte della gioia. Il
Figlio ne è la manifestazione; e lo
Spirito Santo l’animatore. Subito
dopo aver lodato il Padre, come dice
l’evangelista Matteo, Gesù ci invita:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi
e imparate da me, che sono mite e
umile di cuore, e troverete ristoro
per la vostra vita. Il mio giogo
infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30). «La gioia del
Vangelo riempie il cuore e la vita
intera di coloro che si incontrano
con Gesù. Coloro che si lasciano
salvare da Lui sono liberati dal
peccato, dalla tristezza, dal vuoto
interiore, dall’isolamento. Con
Gesù Cristo sempre nasce e rinasce
la gioia» (Evangelii Gaudium, 1).
Di tale incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza
tutta singolare ed è diventata motivo
della nostra gioia. I discepoli, invece, hanno ricevuto la chiamata a stare con Gesù e ad essere inviati da
Lui ad evangelizzare (cfr Mc 3,14),
e così sono ricolmati di gioia. Perché non entriamo anche noi in questo fiume di gioia?
In molte regioni scarseggiano le
vocazioni al sacerdozio e alla vita
consacrata. Spesso questo è dovuto
all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui
esse sono povere di entusiasmo e
non suscitano attrattiva. La gioia del
Vangelo scaturisce dall’incontro
con Cristo e dalla condivisione con i
poveri. Incoraggio, pertanto le
comunità parrocchiali, le associa-
zioni e i gruppi a vivere un’intensa
vita fraterna, fondata sull’amore a
Gesù e attenta ai bisogni dei più
disagiati. Dove c’è gioia, fervore,
voglia di portare Cristo agli altri,
sorgono vocazioni genuine. Tra
queste non vanno dimenticate le
vocazioni laicali alla missione.
Ormai è cresciuta la coscienza
dell’identità e della missione dei
fedeli laici nella Chiesa, come pure
la consapevolezza che essi sono
chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante nella diffusione del
Vangelo.
«Dio ama chi dona con gioia» (2
Cor 9,7). La Giornata missionaria
mondiale è anche un momento per
ravvivare il desiderio e il dovere
morale della partecipazione gioiosa alla missione ad gentes. Il perso-
nale contributo economico è il
segno di un’oblazione di sé stessi,
prima al Signore e poi ai fratelli,
perché la propria offerta materiale
diventi strumento di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce
sull’amore.
Il discepolo del Signore persevera
nella gioia quando sta con Lui,
quando fa la sua volontà, quando
condivide la fede, la speranza e la
carità evangelica. A Maria, modello
di evangelizzazione umile e gioiosa,
rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per
molti, una madre per tutti i popoli e
renda possibile la nascita di un nuovo mondo.
Dal messaggio del Santo Padre
Francesco per la Giornata
Missionaria Mondiale 2014
segue dalla prima pagina / Ripartire dalla famiglia
Si assiste, così, a non poche crisi
matrimoniali, affrontate spesso in
modo sbrigativo e senza il coraggio
della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, della riconciliazione
e anche del sacrificio. I fallimenti
danno, così, origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e
nuovi matrimoni, creando situazioni
famigliari complesse e problematiche per la scelta cristiana.
Tra queste sfide vogliamo evocare
anche la fatica della stessa esistenza.
Pensiamo alla sofferenza che può
apparire in un figlio diversamente
abile, in una malattia grave, nel
degrado neurologico della vecchiaia,
nella morte di una persona cara. È
ammirevole la fedeltà generosa di
molte famiglie che vivono queste
prove con coraggio, fede e amore,
considerandole non come qualcosa
che viene strappato o inflitto, ma
come qualcosa che è a loro donato e
che esse donano, vedendo Cristo sofferente in quelle carni malate. Pensiamo alle difficoltà economiche
causate da sistemi perversi, dal «feticismo del denaro e dalla dittatura di
un’economia senza volto e senza
scopo veramente umano» (Evangelii
gaudium, 55), che umilia la dignità
delle persone.
Pensiamo, pure, alla folla delle
famiglie povere, a quelle che
s’aggrappano a una barca per raggiungere una meta di sopravvivenza,
alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle
perseguitate semplicemente per la
loro fede e per i loro valori spirituali
e umani, a quelle colpite dalla bruta-
lità delle guerre e delle oppressioni.
Pensiamo anche alle donne che subiscono violenza e vengono sottoposte
allo sfruttamento, alla tratta delle persone, ai bambini e ragazzi vittime di
abusi persino da parte di coloro che
dovevano custodirli e farli crescere
nella fiducia e ai membri di tante
famiglie umiliate e in difficoltà. «La
cultura del benessere ci anestetizza e
[…] tutte queste vite stroncate per
mancanza di possibilità ci sembrano
un mero spettacolo che non ci turba
in alcun modo» (Evangelii gaudium ,
54). Facciamo appello ai governi e
alle organizzazioni internazionali di
promuovere i diritti della famiglia
per il bene comune.
Anche noi, unendoci alla Famiglia
di Nazaret, eleviamo al Padre di tutti
la nostra invocazione per le famiglie
della terra: Padre, dona a tutte le
famiglie la presenza di sposi forti e
saggi, che siano sorgente di una
famiglia libera e unita. Padre, dona ai
genitori di avere una casa dove vivere in pace con la loro famiglia. Padre,
dona ai figli di essere segno di fiducia e di speranza e ai giovani il
coraggio dell’impegno stabile e fedele. Padre, dona a tutti di poter guadagnare il pane con le loro mani, di
gustare la serenità dello spirito e di
tener viva la fiaccola della fede
anche nel tempo dell’oscurità.
Padre, dona a noi tutti di veder fiorire una Chiesa sempre più fedele e
credibile, una città giusta e umana,
un mondo che ami la verità, la giustizia e la misericordia.
Dal messaggio dei Vescovi al termine del Sinodo sulla famiglia
UN GESTO DI GRANDE SOLIDARIETA’ CHE NON COSTA NULLA
Nella dichiarazione dei redditi (modello CUD 730 e Unico) si può destinare il 5x1.000 a:
Opera Missionaria Caracciolini Onlus - codice fiscale 97490090582
Per informazioni scrivere a: Opera Missionaria Caracciolina - Via Alpi Apuane, 1 - 00141 Roma
oppure: Tel. 06/86899480 (preferibilmente ore 17,00-19,00) / 06/86899373 ( h. 9.30-11) • Fax: 06/86899437
E-mail: ordine@operamissionariacaracciolina.it - Web: http://www.padricaracciolini.org
PER INVIARE OFFERTE CON POSSIBILITÀ DI DEDUCIBILITÀ FISCALE SERVIRSI DEL:
Conto corrente postale n.89060404 intestato a: Opera Missionaria Caracciolini Onlus - Via Alpi Apuane 1, 00141 Roma;
oppure tramite bonifico bancario sui conti intestati a: Opera Missionaria Caracciolini Onlus - Via Alpi Apuane 1, 00141 Roma:
a) Poste Italiane - Ag. N. 87 - 00141 Roma - Piazza Sempione, 87 - IBAN: IT 28 C 07601 03200 000089060404;
b) UNICREDIT Banca di Roma - Ag. N. 215 - 00141 Roma - Via Gargano, 19 - IBAN: IT 63 O 02008 05028 000400995353;
c) UGF Banca - Filiale 87 - 0041 Roma - Via Nomentana Nuova, 71 - IBAN: IT 90 Z 03127 03241 000000051665.
Nella causale del versamento specificare: elargizione per: Adozione a distanza, oppure per opere socio-sanitarie. Conservare la ricevuta dell’avvenuto versamento
per 5 anni. Le elargizioni per l’adozione a distanza e per le attività socio-sanitarie nei Paesi in via di sviluppo (PVS) entro determinati limiti, sono detraibili dall’imposta da pagare (IRPEF) per le persone fisiche ed è un onere deducibile dal reddito per le imprese nella dichiarazione dei redditi dell’anno seguente all’elargizione.
La ricevuta deve essere conservata per 5 anni. Nei versamenti, oltre alla causale, scrivere chiaramente il cognome (se sposata, scrivere cognome da nubile e da
sposata), nome e indirizzo completo. Per scrivere ai propri adottati indirizzare a: Nyamilima Parish - P.O. Box 35752 - Kampala - Uganda, non dimenticando di mettere nelle lettere il numero e il nome del proprio adottato e di scrivere il proprio indirizzo.
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N. 2 - Dicembre 2014
pag. 3
In ricordo di P. Tommaso Barbona, missionario caracciolino
“Chi vuol salvare la propria
vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita
per causa mia, la troverà”
(Matteo 16,25)
P. TOMMASO BARBONA NASCE A
Trevi nel Lazio da Natale e Celeste
Caranzetti, il 9 Gennaio 1941. Muove
i primi passi nel cammino vocazionale nell’anno 1952 ed emette la professione solenne nell’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini) il 17 Gennaio 1963; è ordinato
sacerdote il 26 Settembre 1964.
Dal 1964 al 1967 svolge il servizio
di vice Parroco, Professore e Rettore
dei ragazzi nella nostra Parrocchia e
seminario di Anagni .
Dal 1967 al 1969 lavora come
vice-parroco nella nostra Parrocchia
dei SS. Angeli Custodi in Roma.
Il 23 Aprile 1969 viene inviato dai
Superiori in America affidandogli il
servizio di animatore vocazionale e
responsabile dei Seminaristi nel
nostro seminario di Ramsey (New
Jersey-USA); allo stesso tempo esercita il ministero sacerdotale in varie
parrocchie viciniori.
Nel 1979 viene eletto Superiore
della Casa di Ramsey e durante il suo
mandato viene costruito il Centro “Adorno”. Il giorno dell’inaugurazione
del Centro (3 Marzo 1980) ebbe a
dire: “Questo Centro sarà punto di
partenza per tanti giovani che saranno
qui preparati per andare nel mondo a
predicare il Vangelo”. Queste parole
furono una specie di profezia perché
qualche anno dopo l’Ordine si aprì
alle Missioni ‘Ad gentes’ e uno dei
primi due missionari fu proprio P.
Tommaso.
P. Tommaso lasciò Ramsey per
l’Africa nel Gennaio 1984. In una lettera al P. Generale, Luigi Affoni e
alla Consulta Generale che gli chiedevano la sua disponibilità per lo Zaire (R.D.C.), Padre Tommaso cosi
scriveva il 24/9/1983:
“Per diversi anni ho avuto la gioia
di servire il Signore e l’Ordine nella
Casa Religiosa di Ramsey e negli
ultimi quattro anche come Superiore.
Ci sono stati tempi buoni e cattivi,
difficoltà e soddisfazioni, particolarmente quella di vedere finalmente
due Professi di nazionalità Americana. L’affetto che mi lega a questa
comunità e a tutte le attività che svolgiamo è grande e difficile è il solo
pensare di doverla lasciare; ma con
l’apertura della nostra missione in
Zaire, sento che il Signore vuole una
testimonianza maggiore del nostro
amore verso Lui e la Chiesa. Con
gioia accetto di recarmi nello Zaire
Gennaio 1988: P. Tommaso si trasferisce a Goma, capoluogo del
Nord-Kivu, per iniziare la costruzione del nostro seminario. “Tutto fu
affrontato con entusiasmo e i tempi della realizzazione furono più
brevi del previsto”, dirà P. Tommaso.
P. Tommaso celebra sotto un telo per una comunità
che ancora non ha una chiesa.
P. Tommaso circondato dai nostri seminaristi di Mallikassery (India).
ed essere povero per i poveri; per
essere libero di servire il Signore e i
fratelli, rimetto quindi nelle vostre
mani la mia carica di Superiore della
Casa Religiosa di Ramsey, augurandomi che il Signore voglia riempire
la stessa e l’Ordine di numerose be-
nedizioni e vocazioni. Che la nostra
Madre Celeste, i Santi Protettori e i
Santi Fondatori ci proteggano e ci
guidino. Devotissimo in Cristo, P.
Tommaso Barbona”.
In attesa della partenza per l’Africa
dà anima e corpo per coinvolgere tan-
ti amici americani per l’unico progetto di evangelizzazione e promozione
umana; i metodi di coinvolgimento
sono svariati e tipici della sua personalità (dallo sport al canto, dall’amicizia fraterna alla comunione di fede);
Tommaso in America e Paolo in Italia lavorano per preparare l’avvio
dell’esperienza missionaria “Ad gentes” dei Padri Caracciolini sostenuti
da una folla di amici e volontari.
L’entusiasmo dei due primi missionari (Tommaso e Paolo) contagia una
schiera di uomini e donne che accompagneranno negli anni la nostra (perché il sottoscritto li raggiunse dopo
due anni) azione missionaria.
P. Tommaso: il formatore, l’apostolo dei giovani e dei bambini, il costruttore, il movimento perpetuo,
arricchito di un’inventiva straordinaria, con un caratterino piccante … Ma
il tutto sostenuto da una fede profonda, da una devozione mariana eccezionale, da un senso profondo di
appartenenza alla famiglia religiosa e
da un’austerità di vita capace di affrontare con determinazione difficoltà
e privazioni di ogni genere; e con il
desiderio di trasmettere il tutto alle
giovani generazioni; venticinque anni
di intensa attività missionaria in Africa.
Disponibilità totale a servire
l’Ordine là dove c’era bisogno: e lo
faceva, anche se gli costava sofferenza. Lascia l’Africa con sua grande
sofferenza perché i Superiori lo destinano in India come formatore; dall’Occidente all’Oriente: nuova cultura, nuova lingua e, nonostante l’età, si
ambienta e si innamora. Incominciano alcuni problemi di salute, rientra
in Italia dopo tre anni. Ancora una
volta i Superiori si aggrappano alla
sua disponibilità; nuovissimo campo
di lavoro in Italia: viene nominato
Parroco nella nuova Parrocchia di
San Marco Evangelista in Osimo che
l’arcivescovo di Ancona Mons.
Edoardo Menichelli ha voluto affidare alla cura dei Padri Caracciolini.
Insieme al confratello congolese P.
Cleophas si getta nella nuova avventura, anche se con un certo timore, in
quanto il nuovo servizio affidatogli lo
preoccupa fortemente in quanto riconosce che non ha grande esperienza
nella guida di una comunità parrocchiale in Italia.
In occasione del suo ingresso ufficiale in Parrocchia il 29 dicembre
2012, al termine della celebrazione
ebbe a dire: “Quando Mons. Peccetti
(Vicario Generale della Diocesi di
Ancona, ndr) mi ha fatto ripetere le
promesse, quelle non erano solo
parole, ho sentito tutto dentro al mio
cuore, ho provato una grande emozione. Io che sono stato in Africa e
non ho avuto paura delle lance, delle
frecce, dei kalashnikov, stavolta devo
dire che ho un po’ di paura, ma svanirà. Nel Vangelo che abbiamo
ascoltato oggi, c’è un passo che mi
ha colpito particolarmente, quando si
dice che S. Giuseppe dopo aver ascoltato l’angelo, senza dire nulla,
prese Maria e il bambino e si diresse
con loro verso l’Egitto, ecco io vorrei
essere come San Giuseppe che nulla
chiede, ma ascolta la volontà di Dio”.
P. RAFFAELE MANDOLESI
segue a pagina 4
NYAMILIMA
N. 2 - Dicembre 2014
pag. 4
Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona
Omelia di S. E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo,
durante la celebrazione esequiale svoltasi nella chiesa di San Marco Evangelista
Osimo, 12 agosto 2014.
Provo, carissimo Padre Raffaele,
con dolore, ma anche con la consolazione della fede, ad offrire a voi tutti,
in particolare alla famiglia religiosa
dei Caracciolini (figli di s. Francesco
Caracciolo), una riflessione che ci
aiuti a dare spirituale senso alla preghiera esequiale con la quale presentiamo a Dio Padre Misericordioso il
nostro caro Padre Tommaso.
Ho detto con dolore: anche se ci
inginocchiamo davanti alla misteriosa volontà divina, tuttavia con Marta
addolorata sorella di Lazzaro, dico al
Signore: “Se Tu fossi stato qui”!
Forse abbiamo avvertito quella
che molti oggi chiamano, con facilità, la lontananza di Dio.
Appena ho appreso la notizia della
morte di Padre Tommaso ho detto al
Signore: perché ci privi di un fratello
e di un collaboratore valido e generoso? E ho pregato!
Tu sai, o Signore, che noi contiamo sempre più velocemente la nostra
età e la nostra stanchezza: ti chiediamo di guardarci con paziente amore.
Sappiamo, o Signore, e fortemente
lo crediamo che la morte non ha
potere sulla vita. Sappiamo e crediamo che la risurrezione di Cristo,
Signore ci rassicura in questo e dà
luce ai nostri giorni umani.
Tuttavia, o Signore, permetti di
accogliere il nostro lamento e i nostri
dolori per questa Tua volontà che
oggi qui si fa inspiegabile anche se
accettata.
Noi sappiamo carissimi che la
Pasqua orienta la nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al
desiderio immortale.
Paolo VI, in uno dei suoi memorabili discorsi diceva: “Anche il nostro
corpo è chiamato alla gloria. Un
destino incomparabile ci attende se
avremo fatto onore alla nostra vocazione cristiana: se saremo vissuti nel-
Un momento della celebrazione funebre presieduta dall’Arcivescovo di
Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli (foto “Cronache Anconetane”).
la logica consequenzialità di parole e
di comportamento che gli impegni
del nostro battesimo ci impongono”.
Se le applichiamo al caro Padre
Tommaso, pur balbettando, le parole
di Paolo VI ci aiutano a tratteggiare
la sua fisionomia umana, cristiana e
spirituale.
Abbiamo ascoltato la vita religiosa, quella obbedienziale e quella
pastorale di Padre Tommaso nelle
parole di Padre Raffaele.
L’ultimo abbraccio ce lo siamo
dati poco più di un mese fa al suo
ritorno dall’Africa con tono gioioso,
ligio, ubbidiente.
Come ho potuto conoscere Padre
Tommaso e non voglio fare elogi,
che non si fanno, però la verità bisogna dirla: un religioso credente e lieto; portava nella sua vita la misura
alta di Cristo Signore con due singolari testimonianze.
La prima testimonianza che io ho
potuto cogliere in lui anche venendo
qui in Parrocchia era l’amore per
l’Eucaristia e la cura della liturgia, il
canto; del resto la formazione ricevuta dalla sua famiglia religiosa non
poteva che averlo radicato in questo.
S. Francesco Caracciolo aveva
fatto dell’Eucaristia il centro della
sua vita, aveva voluto per i suoi
seguaci che l’Eucaristia nutrisse e
regolasse la loro vita. Insomma ho
potuto vedere in Padre Tommaso
che l’Eucarestia era lo splendore della sua vita e dall’ Eucaristia la missione, fare in modo, come dice
l’Apostolo Paolo a Timoteo, che tutti
“raggiungano la salvezza che è in
Cristo Gesù”.
Anche io un giorno gli ho domandato: “ma perché vuoi partire per
l’Africa”? La risposta era sempre
quella. C’era la risposta umana: “mi
piace” e c’era la risposta spirituale:
“perché lì c’è più bisogno di qui”.
Avete capito cara comunità: lì c’è
più bisogno di qui.
La missione era il suo stile; la
missione era la sua vocazione,la sua
ansia e la sua addolorata preoccupazione.
Missionario sempre e ovunque;
missionario in Africa fino a qualche
settimana fa; missionario appassionato.
E’ questo lo stile di servizio che
aveva iniziato in questa Parrocchia, e
quanto ci mancherà, e con quanta
generosità viveva tutto questo! Se
posso fare una prefazione alla sua
vita: ho sempre immaginato negli
incontri con Padre Tommaso una
pagina del Vangelo, quella raccontata dall’Evangelista Giovanni quando
si presentano agli Apostoli dei greci
e dicono: “Vogliamo vedere Gesù”.
Ecco, io credo che in Padre Tommaso era forte questo richiamo dell’umanità tutta: “Vogliamo vedere
Gesù”.
La mia riflessione termina qui, ma
insieme lo affidiamo alla Misericordia di Dio, certi che ascolterà la consolante parola del Maestro: vieni
benedetto dal Padre mio tu, servo
buono e fedele; sono certo perché
anche questa è un’altra caratteristica
della sua vita, sono certo che anche
la Madre, Maria Madre della Missione, intercederà presso suo Figlio perché, se pur qualche piccola macchia
nella sua vita ci fosse stata sicuramente l’amore di Dio tutto compenserà.
Allora, Padre Raffaele, la mia preghiera è di ringraziamento per averlo
avuto, di suffragio con cui lo presentiamo al Signore; una mia preghiera
è anche perché la vostra comunità
possa crescere.
E nella mia partecipazione desidero che anche i suoi famigliari avvertano la presenza di tutta la Chiesa
diocesana e di questa comunità in
questa circostanza.
segue da pagina 3 / In ricordo di P. Tommaso Barbona, missionario caracciolino / P. Raffaele Mandolesi
P. Tommaso infatti aveva raccolto
e fatto suo l’invito di Papa Francesco a fare della propria vita una missione, privilegiando gli umili, i
malati, i bambini, le persone che soffrono fame e ingiustizie e dimenticando le futili gioie terrene legate a
soldi e successo.
Era appena rientrato dal suo ultimo viaggio in Africa nella sua Osimo, immergendosi di nuovo nella
guida della sua comunità parrocchiale, quando un infarto fulminante
stronca la sua forte fibra l’11 agosto
2014.
L’arcivescovo di Ancona Mons.
Menichelli, che ha presieduto la
messa funebre attorniato da una
trentina di sacerdoti, nell’omelia tra
l’altro ha detto: “P. Tommaso era un
religioso molto credente e lieto; la
missione era la sua vocazione;
l’avevo abbracciato l’ultima volta
poco più di un mese fa al suo ritorno
dall’Africa, suo ultimo viaggio; era
a dir poco gioioso; la missione era
felicità per lui, ma anche addolorata
preoccupazione; la sua morte è un
grande dolore per tutti noi”.
Gli amici di San Marco in Osimo
al termine della celebrazione hanno
detto: “Una vita la tua interamente
dedicata ai poveri e alla parrocchia,
con una generosità e altruismo unici
e un senso di amicizia e collaborazione che ti hanno visto partecipare
sempre a tantissime iniziative. Ci
sentiamo testimoni di far vivere
ancora questi valori”.
Commovente la letterina scritta da
una piccola chierichetta: “…Devo
confessarti che il primo giorno che
sei venuto a San Marco mi sei piaciuto subito e avevo capito che eri
una persona speciale mandata dal
Signore. A san Marco sono venuti
molti preti e ho fatto amicizia con
loro, ma per te è rimasta una macchia colorata di mille colori nel mio
cuore. Ho pregato sempre per te,
per P. Cleophas e P.0 Jean Claude…”.
00Il Signore lo ha chiamato a cantare in eterno il suo amore con tutti
gli Angeli e i Santi. Si è ricongiunto
nella visione beatifica del volto del
Padre all’altro missionario P. Paolo,
suo compagno d’avventura per venticinque anni in Africa, ai suoi genitori, al suo caro fratello sacerdote P.
Mario (Missionario dei Padri de La
Salette), agli altri fratelli Giorgio e
Romano e a tutti gli altri familiari e
amici che lo avevano preceduto nella vita senza fine.
La notizia della sua morte, come
un fulmine a ciel sereno, ha raggiunto tutti noi lasciando un vuoto incolmabile; tante manifestazioni di dolore e tristezza ovunque egli è vissuto
(Italia, America, Congo, Rwanda,
India…) e in tutti coloro che hanno
avuto la fortuna di conoscerlo, tanti
messaggi di conforto e solidarietà
con tutti noi Padri Caracciolini, ma
lui “era pronto per tornare nella casa
del Padre e ci è tornato con un volo
libero, immediato, magari inaspettato; lui aveva la lanterna accesa…che
ha diretto i suoi passi verso la Luce”.
NYAMILIMA
pag. 5
N. 2 - Dicembre 2014
Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona
Il ricordo dell’opera svolta in Africa nelle parole di Mons. Thèophile Kaboy,
Vescovo di Goma, in occasione della celebrazione del trigesimo della sua morte
Mi è stato chiesto di dare una testimonianza sul defunto Padre Tommaso Barbona, missionario caracciolino, conosciuto da tanti di voi.
Su di lui, l’immagine che mi è
venuta spontaneamente in mente è
quella di un vaso pieno. Padre Barbona era molto attivo, lo si vedeva
impegnato in tante attività diverse
dal mattino alla sera, ma prima di tutto, amava l’Africa, amava Goma,
amava quel pezzo di terra che si
chiama Nyamilima ove ha passato
una buona parte della sua vita.
Padre Barbona vedeva in ogni volto l’immagine di Dio per cui, in quella Nyamilima che ha trovato povera,
egli si è impegnato a scoprire i diversi appuntamenti di Dio tramite la
popolazione di quella zona.
Si è messo a studiare la lingua
Swahili che parlava correttamente.
Con la lingua egli si mise a penetrare
gli usi e costumi della gente.
Essendo europeo, bianco… non
dava quella impressione di superiorità, quell’aria arrogante e orgogliosa
che portava a considerare i neri come
primitivi, selvaggi e barbari che occorreva far entrare nella civiltà
europea. Invece vedeva in loro, prima di tutto, creature di Dio, con le
quali era chiamato a condividere il
destino su questa terra africana degli
uomini.
Il suo cammino sulla terra africana
fu sicuramente per lui bello ed esaltante… Ogni volta che ci incontravamo dopo un lungo tempo, ci salutavamo calorosamente con un pezzo di
canto Swahili: Shukuruni mungu
mwenyezi kwani ndiye nwema…
ossia: Rendete grazie a Dio perché è
buono.
Nonostante i problemi di Goma,
Nyamilima, attacchi delle milizie,
scontri tra gruppi armati, le diverse e
frequenti tensioni… tutte queste difficoltà non hanno mai spento in lui la
gioia di vivere nell’entusiasmo per
l’Africa.
Padre Barbona ha sempre saputo
assaggiare la bontà di Dio anche nei
momenti scuri e duri.
Le diverse e numerosissime attività realizzate a Nyamilima, soprattutto insieme ai suoi due confratelli:
Padre Raffaele qui presente e il
defunto Padre Paolo Di Nardo, hanno dato a quel villaggio un volto da
paradiso. I Padri Caracciolini, grazie
ai vostri diversi aiuti, hanno realizzato un’opera meravigliosa cacciando
via, date le continue situazioni di
guerra, l’dea di una maledizione su
quella zona di Nyamilima.
Padre Barbona non fu solo un amico dello sviluppo materiale, ma egli
fu un grande missionario. Figlio di
San Francesco Caracciolo, ha sempre cercato di portare Cristo ai villaggi più lontani. L’amore per i
poveri, per i deboli e gli scarti della
società lo spingeva a farsi uno di
loro. L’impegno di migliorare le
condizioni di vita di quelli che si
sogliono chiamare oggi “i vulnerabi-
li”, era spinto in lui da quel sentimento di compassione che è una delle grandi caratteristiche dell’azione
di Gesù. Padre Barbona era completamente convinto che solo l’insegnamento e la vita di Gesù erano la chiave per risolvere i problemi di vita tramite i messaggeri della Buona
Novella.
Padre Tommaso Barbona Missionario di Gesù: l’abbiamo visto in
Africa (Goma), in Asia, in Europa e
di nuovo in Africa… Questo mi ha
fatto pensare all’ultimo ordine di
Gesù ai suoi apostoli: “Andate, predicate, battezzate nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…”. Questo fu il grande motore
che fece circolare i piedi di Padre
Barbona nei continenti.
Per concludere questa mia testimonianza, nel nome della mia diocesi di Goma, rivolgo i miei ringraziamenti più sinceri alla Congregazione
dei Padri Caracciolini per tutta l’opera missionaria e di sviluppo svolta da
tanti anni in quel pezzo di terra africana: Nyamilima e Goma.
Padre Tommaso Barbona ne fu tra
i tre grandi pionieri e promotori.
Possa tutto il bene che vi ha seminato continuare a dare abbondanti
frutti.
A Goma, di Padre Tommaso Barbona manteniamo il ricordo di un
uomo grande, un sacerdote tutto
dedicato a Cristo ed alla Chiesa e di
un missionario carismatico.
Addio, carissimo Padre Tommaso
Barbona e tanti e cari saluti a Padre
Paolo di Nardo. Amen.
Foto in alto: un’immagine recente
di P. Tommaso in contemplazione
davanti alla statua lignea di San
Francesco Caracciolo situata nella
cappella del palazzo Caracciolo a
Villa S. Maria (Chieti).
Foto al centro: 24 febbraio 1989, P.
Tommaso Barbona (a destra nella
foto) con P. Luigi Affoni, P. Mario
Salon, allora Padre Generale, e P.
Paolo Di Nardo, partecipa alla posa
della prima pietra della chiesa di
Nyamilima.
Foto sotto: istantanea scattata
durante la sua missione in terra
africana.
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Stampa: Miligraf - Dicembre 2014
NYAMILIMA
N. 2 - Dicembre 2014
pag. 6
Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona
Il miracolo e la speranza di un missionario
ALLE SOGLIE DELL’ALBA, IL GIORNO,
stillante di pioggia e bianco di nebbia, rimanda dalla spiaggia del lago
Kivu faticati richiami, striduli come
punture all’udito, di pescatori, intenti
sulle strette canoe, a tirare le reti di
una pesca, chissà se generosa.
Accanto alla mia camera del
Centro di accoglienza del nuovo
Seminario Saint Joseph, rumori di
risveglio sono più affrettati del
consueto: padre Tommaso prepara
la sua giornata, attesa come un
miracolo.
La costruzione del Seminario
dell’Ordine sulle rive del mare
lacustre è terminata da qualche settimana: tutte le difficoltà e gli
inconvenienti dell’ opera, eretta
con fatica e folle coraggio sulla
lava ferrosa, più dura della roccia,
nello sguardo ridente di padre
Tommaso sembrano già un piacevole ricordo di fatica e di disperante ostinazione. La sua palese soddisfazione si rispecchia nella lussureggiante vegetazione, fatta di
piantagioni di banani, di piante di
avocato, persino di qualche filare
di vitigno, già pronto ai grappoli di
uva vermiglia, di solchi di piantina
di fagioli e di viticci, che reggono
piante punteggiate di rosso vermiglio, inframmezzati nei fazzoletti
di orto di sabbia scura, creati e
curati dalla mano contadina, appassionata ed esperta, di padre Tommaso.
Egli soleva ripetere – soprattutto
a se stesso –, con un contentezza
generosa: “l’orto è la mia preghiera quotidiana; così do una mano al
Signore”. Il riferimento al miracolo, inteso nel suo senso vero di partecipazione alla creazione, si realizzava con una disarmante semplicità e umiltà nella soluzione quotidiana di piccoli o di grandi problemi; così attivo da trovare sempre il
tempo al servizio dei più piccoli, il
cui sorriso, cantato con un “padiri!padiri!”, accompagna, l’auto
guidata da padre Tommaso, scossa
come scialuppa nel mare tempestoso dagli avvallamenti e dalle gobbe
delle strade di Goma.
Egli aveva pregato tanto per questo giorno di festa, quando il
Vescovo e il Padre generale con
tutti i “padiri” e con i seminaristi,
alla presenza della comunità di
fedeli, avrebbero consacrato la
nuova chiesa dedicata a Maria.
Saranno presenti al festeggiamento
una sorprendente varietà di popolo,
non solo le numerose famiglie di
fedeli, con i fanciulli e le fanciulle
di tutte le età, sorridenti e vocianti,
vestiti con abiti variopinti, fin dal
primo mattino raccolti sul sagrato
della chiesa per fare da corteo con
danze e canti ai celebranti.
Il giorno prima padre Tommaso
aveva completato l’opera, facendo
collocare sulla guglia della nuova
chiesa la grande croce di ferro lavorato, unico testimone superstite,
1
2
3
19 luglio 2007: la data era attesa ed è stata significativa la realizzazione di un sogno nell’anno Giubilare Caracciolino. Dopo cinque anni
dallo sconforto e dallo smarrimento per la perdita improvvisa del
seminario e della chiesa sepolti da una distruttiva eruzione vulcanica,
la tenacia dei confratelli, soprattutto di P.Tommaso, l’aiuto di amici,
in particolare della famiglia Diurni di Anagni che ancora una volta ha
voluto esprimerci affetto, stima e solidarietà, un bel seminario e
un’ampia chiesa sono all’ammirazione della città di Goma.
Nelle foto: 1) l’avv. Giovanni Diurni si congratula per la realizzazione
dell’opera ed esprime l’auspicio che da essa riprenda fruttuosamente
la formazione dei futuri presbiteri per rispondere alle attese e alla
speranza di tanta gente che il vulcano ha privato anche della loro abitazione. 2) Padre Tommaso ringrazia quanti hanno permesso la realizzazione di un sogno. 3) P. Tommaso, attorniato dai bambini della
scuola, con a fianco l’avv. Giovanni Diurni e P. Jean Baptiste, in Africa in occasione del 4° centenario della morte di S. Francesco Caracciolo.
rimasto integro e non ingoiato dal
mare di lava alto più di sei metri,
che aveva sommerso l’intero Seminario e la chiesa, al centro di Goma.
Quale neofita delle missioni e
testimone oculare da tre lustri
dell’attività missionaria, potrei raccontare tanti altri avvenimenti ed
episodi dell’opera instancabile dei
Caracciolini in terra d’Africa, voluta e patrocinata da padre Luigi
Affoni nei primi anni 80 del ‘900 e
realizzata da padre Tommaso insieme al confratello padre Paolo Di
Nardo, deceduto anch’egli non più
di un anno fa, nell’agosto 2013. Si
farebbe però torto a costoro, tanto
lontani sono stati e sono dalla autocelebrazione e quanto sia stata e sia
opportunamente nascosta la loro
testimonianza di vita missionaria,
francescanamente umile e povera e
votata alla missione.
Un breve appunto manoscritto mi
è stato consegnato proprio da padre
Tommaso qualche settimana prima
della morte, in occasione di un
incontro, presente anche padre Raffaele, presso la casa caracciolina di
Monte Sacro, a Roma. Lo scritto
testimonia nella semplicità della
narrazione il significato vero di una
vita vissuta con e per il prossimo.
Durante quest’incontro notai sul
tavolo un manifesto – forse bozza
tipografica – di celebrazione del suo
cinquantesimo anno di ordinazione
sacerdotale prevista a Trevi nel
Lazio il successivo 23 agosto (vedi
foto pagina a fianco). Notando il
mio interesse, sorridendo mi disse:
“Sono arrivato al capolinea anch’io. Spero che tu ci sia; io non lo
so…se farò in tempo!” So bene che
il suo atteggiamento faceva parte
della sua indole, per la quale per
consapevole scelta il richiamo alla
provvidenza e alla necessità di vivere l’attimo presente realizzavano
concretamente la sua fede: non sono
vuote e retoriche parole, anzi esprimono un atteggiamento confidente
sul ritorno alla casa del Padre, dove
la morte non è conclusione, ma la
porta d’ingresso della realizzata
speranza finalmente raggiunta.
«Tommaso: nacqui in un paese
di montagna della Ciociaria, Trevi
nel Lazio, posto sulla cima di un
monte al centro di un anfiteatro dei
più alti monti i Simbruini.
I miei genitori, profondamente
cristiani, mi hanno dato ed insegnato l’amore alla religiosità ed
alla Chiesa. Papà, benché oste ma
anche scrivano per gli illetterati,
mi accompagnava in chiesa e mi si
poneva sulle ginocchia per insegnarmi le preghiere. Nella sua
osteria, anche nell’eccitazione delle partite a carte, non era permesso
bestemmiare. Prestissimo divenni
chierichetto e aspirante nell’azione
cattolica…. e nel voler divenire
sacerdote.
GIANNI DIURNI
segue a pagina 7
NYAMILIMA
pag. 7
N. 2 - Dicembre 2014
Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona
segue dalla pagina a fianco / Il miracolo e la speranza di un missionario / Gianni Diurni
In 5 a elementare ci fece visita in
classe un comboniano, missionario
d’Africa: ci entusiasmò tutti ed io
volevo partire con lui per andare a
convertire i “negretti”.
Il Signore guidò la mia strada,
facendomi entrare nel 1951 in seminario ad Anagni, dai Padri Caracciolini: strada buona per il sacerdozio, ma non per il sogno dell’Africa,
perché i Padri non avevano Missioni.
La mia strada si incontrò con il
“piccolo” Paolo Di Nardo solo alle
soglie del mio sacerdozio, quando
durante le vacanze lavorative estive
in Roccamontepiano mi trovai a
dover accogliere, in assenza dei
Padri, il piccolo Paolo accompagnato dalla sorella suora (Suor Dina?)
mostrandogli come era bello il Convento e gioiosa la vita religiosa.
Le nostre vite si rincontrarono in
Anagni, dove come sacerdote novello
ero stato assegnato per assistere i
giovanissimi aspiranti, con la funzione di prefetto e professore di varie
materie. La materia più anelata dai
ragazzi era certamente lo sport nel
campetto dell’orto “sotto bagno”.
Sembrava veramente che dovessi
mantenere nel cassetto il mio sogno
di bambino, che voleva partire per
l’Africa, i Caracciolini erano pochi e
non avevano Missioni, tuttavia fui
inviato negli USA dove i C.R.M. avevano una casa e dove mi adattai molto bene.
Il sogno era svanito? Era solo
assopito e si risvegliò nel 1982,
quando nel Capitolo Generale, presente anche P. Paolo di Nardo, su
richiesta di papa Giovanni Paolo II,
l’Ordine decise di aprirsi alla Missione ad Gentes e trovò in me e P.
Paolo i primi volontari desiderosi di
andare.
Fu allora che le nostre vite e destini si unirono. P. Paolo su invito e
guida di un Missionario Padre Bianco (P. Fausto Guazzati) andò in
avanscoperta nello Zaire, per scoprire se fosse là che il Signore guidava
il nostro Ordine.
L’esperienza che visse dovette
50
°
DI
SACERDOZIO
P. Tommaso Barbona
23
AGOSTO
2014 - S. MESSA
Trevi Kisharu
per
ORE
18
(R.D.Congo)
Aiutiamo i nostri “compaesani”
per la chiesa e il dispensario “S. Pietro Eremita”
essere fantastica, perché di ritorno
riuscì a convincere i Superiori che
era lì che il Signore ci chiamava
ed iniziarono i contatti ed impegni
con il Vescovo di Goma, Mons.
Ngabu.
Io seguivo tutto con ansia ed
aspettative negli USA e dopo vari
mesi di sospirata speranza giunse la
notizia: tutto era pronto, a febbraio
del 1984 si parte.
Non fu facile lasciare amici, confratelli, abitudini, comunità, ma tutti
erano entusiasti della novità, della
generosità e con il loro supporto,
apprezzamento e manifestazioni
pubbliche e private di affetto ed incoraggiamento resero più facile dire
“arrivederci” nelle diverse cerimonie di commiato.
A Roma la Chiesa dei SS. Angeli
Custodi in Montesacro era stracolma di fedeli quando il 18 febbraio
1984 S.E. R.ma Cardinal Lourdosamy diede a me e Paolo il Crocifisso del Missionario (vedi foto in alto).
Noi due, era come se volassimo, non
avevamo più i piedi per terra.
Abbracci, auguri, preghiere da
parte di molti, anche se sconosciuti;
ci toccò molto il saluto ed augurio di
un nostro confratello coadiutore dal
suo letto, dove era gravemente malato. Nell’abbracciarci ci disse con un
fil di voce: “offro la mia vita per la
buona riuscita della Missione” (Fra
Felice di Vallepietra).
Accompagnati dai tanti confratelli ed amici, da tutto il neonato
gruppo AVAZ (Ass. Volontari Amici dello Zaire), opera di P. Luigi
Affoni e di P. Paolo, pieni di emozione prendemmo l’aereo che ci
avrebbe condotto in Africa, ma
non in Zaire bensì a Kigali nel
Rwanda.
Ad attenderci c’erano: il Vicario
Generale di Goma, che si prese
cura dei nostri bagagli, P. Fausto
Guazzati e Sr. Annie con la jeep
dell’Ospedale di Jomba, incaricati
di scortarci in Zaire (ora R.D.
Congo).
Il viaggio fu per noi un’avventura:
tutto sembrava irreale. Passai la mia
prima notte in Africa a Rulindo presso i Padri Bianchi condividendo con
P. Paolo una stanza: per la prima
volta la visione di insetti vari non mi
spaventò, Paolo era già esperto e mi
rassicurava. Ci vollero tutte le capacità diplomatiche e di guida di P.
Fausto per farci giungere alla nostra
1° destinazione: Rutshuru.
Il giorno della nostra installazione
e presentazione ai fedeli era arrivato. Era come un’attesa per una manifestazione divina.
Il 26 febbraio presto con la jeep di
P. Henry ci avviammo verso la
nostra terra: la nostra attesa ed emozione copriva ogni altro sentimento e
quando attraversammo il ponte sul
fiume Ngwenda ci fu rivelato che là
iniziava il territorio della nostra
Missione; la nostra anima esultò di
gioia e di fede spontanea: saltammo
fuori dalla jeep ed insieme ci inginocchiammo e baciammo la terra
pregando e ringraziando Dio per
averci dato la “terra promessa”».
OFFERTA LIBERA PER INTENZIONI DI SANTE MESSE
Far celebrare una S. Messa ai Missionari è un atto di sincera carità per loro, per i cari defunti
che si vogliono ricordare e un mezzo per implorare dal Signore grazie particolari. Attualmente
parecchi nostri Missionari e i sacerdoti novelli non hanno intenzioni di Sante Messe.
Iscrizione di vivi o defunti alla Messa Perpetua Quotidiana celebrata
dai Missionari: 55 e.
Messa Gregoriana (30 SS. Messe consecutive): 350 e.
NYAMILIMA
pag. 8
N. 2 - Dicembre 2014
Testimonianze in memoria di P. Tommaso Barbona
Un incontro che mi ha cambiato
TI SCRIVO PER DARTI IL MIO
ricordo del carissimo P. Tommaso che è stato per me un maestro e mi ha insegnato a pregare.
Non posso non ricordarlo
insieme al caro P. Paolo, infatti
l’ho conosciuto proprio per la
partenza dei missionari a febbraio 1984, anzi mi ricordo che
P. Paolo me lo ha fatto conoscere nella cucina di Montesacro;
insieme a noi c’era pure zio Giovanni.
La presenza nella mia vita di
P. Tommaso è stata particolarmente intensa in quanto non l’ho
conosciuto da piccola e ho avuto
pochissime occasioni per stare
con lui, ma ogni volta che l’ho
incontrato, anche se per poco
tempo, ho ricevuto molto.
Nel 2001 dopo la morte di zio
Giovanni, mi confidò che sarebbe venuto durante l’estate per
qualche tempo e mi fece pregare
per questo.
Così a giugno 2001 una sera,
durante la messa del Corpus
Domini, precisamente durante la
consacrazione, entrarono nella
chiesa di San Rocco P. Tommaso con 5 ragazzi indiani tutti
vestiti di bianco. Al solo vederli
mi sono commossa al punto che
ricorderò per tutta la vita il giorno e l’ora.
Da quel giorno è iniziata
l’avventura. P. Tommaso mi ha
chiamato a stare con lui e con i 5
ragazzi indiani appena arrivati in
Italia, i primi: P. Jaison, P.
Boban, P. Shino, P. Robin e P.
Benny.
Ogni domenica alle 7.30
andavo al convento e dopo la
messa, celebrata a volte in inglese e a volte in italiano, rimanevo
per tutta la mattina a fare l’adorazione eucaristica con loro. P.
Tommaso così mi diceva: “tu
rimani fissa e noi facciamo
l’adorazione circolare a turno”
così per tutta l’estate, per tutte le
domeniche, ho imparato a pregare seguendo l’esempio di San
Francesco in quanto quando p.
Tommaso spiegava qualcosa ai
ragazzi, a volte mi faceva ascoltare e così questa esperienza mi
ha veramente cambiato la vita.
Era un sacerdote sempre sorridente con gli occhi belli di chi ha
Gesù nel cuore e quelle mattine
al convento, vedendo anche i
ragazzi indiani sempre sorridenti, a pregare con gioia e a volte
anche a piedi nudi, il mio cuore
era pieno di gioia e ho pensato
che il paradiso era lì. Una mattina Robin è venuto a chiamarmi
mentre stavo davanti al SS.mo
sacramento e mi ha detto “il
padre ti vuole”. Sono uscita e p.
Tommaso mi ha detto “Buongiorno!!” e poi fraternamente mi
ha detto che dovevo fare la verifica vocazionale perché secondo
Poesie in ricordo
A PADRE TOMMASO
Ti rivedo qui tra noi
Dove affranti sono i tuoi
Mostri a tutti il tuo sorriso
Mentre godi in Paradiso…
E’ volata la tua festa
Ma la fede ci ridesta:
Qui siam tutti pellegrini
Sia gli adulti che i bambini.
A San Pietro Protettore
Una prece fai di cuore;
Benedici i tuoi Trebani
Sia i malati sia i sani.
Dei tuoi cari la tristezza
Segno è di tenerezza.
Sono certi:all’Aldilà
Grande festa un dì sarà.
Manda altre vocazioni
Per seguire le tue missioni
Ed i tuoi beneficiati
Siano apostoli impegnati.
Un bel “Grazie “ al ciel leviamo
E il Signore ringraziamo
Per il dono di tua vita
Che siam certi: è infinita
Questo vivere quaggiù
E’ un assaggio di lassù;
Sol se ci sapremo amare
Ci potremo un dì salvare
(Suor Olga da Trevi nel Lazio)
Sopra: i Padri formatori di Mallikassery; da sinistra: P. Binil,
P. Tommaso, P. Subin, il P. Generale, P. Robin e P. Benny.
Sotto: P.Tommaso segue con interesse ed entusiasmo i lavori
per la costruzione del Noviziato a Kunnoth (Nord Kerala-India).
lui dovevo andare in clausura,
mi ha detto infatti “ma non ti
stanchi a stare tutto quel tempo
davanti al SS.mo sacramento?”
Un’altra frase che ricorderò
per tutta la vita che mi ha detto:
“tu hai il dono della meraviglia”.
Una cosa così bella nessuno mai
me l’ha detta!
In quella estate siamo andati
insieme in vari posti, a Villa S.
Maria e con noi c’era P. Guido e
sono stata accolta da lui come
una di famiglia. Certamente
abbiamo anche scherzato e fatte
delle serate a casa mia o al convento durante la festa missionaria. Mi chiedeva di pregare in
continuazione per i 5 ragazzi
chiedendo al Signore che almeno uno sarebbe diventato sacerdote. Invece il Signore buono e
grande nell’amore ha esaudito
tutte le mie preghiere infatti
sono tutti sacerdoti! Io poi ho
commentato questo fatto con P.
Tommaso e gli ho detto che continuavo a pregare perché volevo
ricordarmi uno di loro a fare il
parroco qui a Rocca. Lui mi
diceva che per questo dovevo
pregare moltissimo e alla fine
dopo 11 anni sono stata esaudita
per la seconda volta visto che
oggi P. Boban e P. Shino si trovano a Rocca.
A volte p. Tommaso mi ha
fatto anche tante confidenze ma
più di ogni altro sacerdote mi ha
dato delle intenzioni di preghiera. Per questo lo ricorderò per
sempre come un maestro di preghiera. Dopo il suo rientro dall’Africa mi ha detto un giorno
che sarebbe andato ad aprire la
casa nella diocesi di Ancona;
anche per questo mi ha chiesto
di pregare molto.
P. Tommaso è stato un sacerdote umile, gioioso, cordiale,
santo. Un bel carattere, quando
doveva rimproverare o correggere non faceva sconti.
Quando veniva alla festa di
San Rocco ci facevamo tante
cantate insieme. Ora in Paradiso
si sarà certamente incontrato con
i suoi confratelli amati e dal cielo continuerà a seguire e a pregare per tutti noi.
A me mancherà moltissimo il
suo sorriso e la sua umiltà ma
resteranno fissi nel mio cuore gli
insegnamenti che con tanto
affetto e gioia mi ha dato.
ANNALIA SPADACCINI
AURORA DEL DI’ DI FESTA
a P. Tommaso per i 50 anni di Missione
Cuori nuovi, fragranze antiche
risvegliamo il cielo mattutino.
Una attesa leggera di gioia festosa
trascorre per il cielo sereno
Risuona improvvisa una campana,
un’altra, un’altra ancora
cresce e si spande per l’antico borgo
un tripudio di campane
Di lontano
dall’Africa, dal Congo, da Kisharu
chiama e risponde una povera piccola
campana
che porta il nome di Trevi e di San
Pietro.
Dopo cinquanta anni di Missione nei
vari continenti
torna fra noi lo spirito di Pietro
col volto missionario di Tommaso:
padre, fratello, amico,
apostolo di povertà e carità
angelo del coraggio e della speranza.
Lunga vita e una pioggia di grazie e di
benedizioni
sopra di Te, caro P. Tommaso;
sui nostri monti, le nostre case i
nostri cuori
(Antonio Petrivelli)
NYAMILIMA
N. 2 - Dicembre 2014
pag. 9
Messaggi e ricordi di P. Tommaso da parte di parenti e amici
In tanti, appena appresa la triste notizia della
sua scomparsa, ci hanno scritto per testimoniare
il loro cordoglio. In questa pagina, per motivi
di spazio, ne rappresentiamo solo alcuni,
certi della comprensione di tutti gli altri
Dal cugino di P. Tommaso,
Avv. Antonio Petrivelli
Caro P. Raffaele, avevo promesso
a P. Tommaso per i suoi 50 anni di
Missione una poesia. Dopo la Sua
improvvisa scomparsa, può sembrare assurdo e fuori luogo parlare di
festa e di poesia; ma ritengo giusto
inviarla a Lei, come confratello e
capo dell’Ordine Missionario, alla
sorella, parenti ed amici della Misericordia di Trevi. Perché per i credenti il giorno della morte è il “dies
natalis”, il giorno della nascita al
cielo; e perché P. Tommaso era una
delle persone che io sentivo più vicine – anche vivendo lontani – per i
comuni ideali e comuni valori di
vita. Per questo più acuto è il rimpianto di non aver vissuto con Lui
un più lungo tratto di vita.
Quante volte gli ho ripetuto la mia
ammirazione e una santa “invidia”
per la Sua vita, così intensa, origi-
DA ALCUNI AMICI
DELLE MISSIONI
“Non siate tristi per P. Tommaso, lui non vi vorrebbe così! Chi
più di lui troverà Dio, Padre buono
ad accoglierlo a braccia aperte?
Chi più di lui si può dire operaio
instancabile nella vigna del Signore? Era pronto per tornare nella
casa del Padre e ci è tornato con
un volo libero, immediato, magari
inaspettato; lui aveva la lanterna
accesa… che ha diretto i suoi passi
verso la Luce: Non piangete! Risorgerà, noi manteniamo la sua
memoria e lo renderemo immortale
anche sulla terra”.
(Cristina)
“Il ricordo di P. Paolo insieme
al recente dolore per la scomparsa di P. Tommaso sono prove terribili che sconvolgono e rendono
ancora più buia la notte dell’anima e pieno di ostacoli e di incertezze il cammino; consola solo la
loro fede nel Cristo risorgente”.
(Gianni Diurni)
C’est avec une grande émotion
que nous venons d’apprendre la
mort inopinée de notre cher Père
Thomas. Vraiment les voies de
Seigneur sont imprévisibles. Comment nos deux pionniers de Nyamilima se suivent? Nos deux chers
pionniers de Caracciolini dans
notre Pays et spécialement dans
notre diocèse, où ils ont vraiment
étaient très proche des gens pour
le pire et pour un temps favorable.
Les gens les ont estimés et aimés
nale, di universale carità e profonda
spiritualità! Una volta l’ho fatto sorridere, definendolo un moderno
“Ulisse cristiano”.
L’ultima volta l’ho incontrato
presso la fonte cara ai nostri concittadini di Trevi. Nel più assoluto
silenzio mi è apparso quasi improvvisamente, mentre recitavo il “Veni
Creator”. Sono tentato di parlare di
Lui come apostolo di umanità,
povertà e carità; angelo dal sorriso
operoso e instancabile, di coraggio
e speranza oltre l’impossibile, anche
nelle situazioni più disperate in tutti
i luoghi del mondo.
Come vorremmo continuare il
nostro dialogo con Lui, lungo i verdi
e luminosi itinerari del Cielo, nell’infinito dell’Amore di Dio.
Rinnovo a Lei e a tutto l’Ordine
Missionario la mia più viva e commossa partecipazione al comune
dolore, nella comune speranza cristiana.
beaucoup pour leur proximité,
leur dévouement de conduire en
vérité vers le Christ Jésus.
Ils ont su faire et travailler
avec tous, ceux que les autres
n’osaient pas eux ils se risquaient
chez les bons et les moins bons
aux yeux des hommes. Ils trouvaient qu’ils étaient aussi enfants
de Dieu. C’est bon !
Cette bonté de Dieu qui accompagnait votre évangélisation auprès de tous nos frères et sæurs
sans distinction, j’espère que nos
jeunes Prêtres et Frères Caracciolini vont bien hériter cela et
faire davantage.
Sæurs Lena, Anny, Françoise,
Francisca (qui est ici pour le
moment), Nicole et moi vous présentons nos sincères et profondes
condoléances, ainsi qu’à toute
votre Congrégation des Caracciolini. Père Joseph Pac vous témoigne aussi sa sympathie.
Que le Seigneur l’accueille près
de Lui et le récompense au centuple pour tout ce qu’il a été pour
Lui dans l’Eglise universelle et
dans l’Eglise locale de Goma.
Que le Seigneur le couvre du
manteau de sa Miséricorde et lui
accorde la paix éternelle.
Courage et cordiales salutations à tous vos confrères.
Unie à vous
(sæur Joséphine da Bruxelles)
Caro P. Tommaso,
ora che sei lassù vorrei ricordarti
tutte le volte che ci vedevamo ci
abbracciavamo forte forte e dicevi
ai miei genitori che mi volevi porta-
re ovunque tu andavi.
Devo confessarti che il primo
giorno che sei venuto a San Marco
mi sei piaciuto subito e avevo capito
che eri una persona speciale mandata dal Signore.
A San Marco sono venuti molti
preti e ho fatto amicizia con loro, ma
per te è rimasta una macchia colorata di mille colori nel mio cuore.
Ho pregato sempre per te, per P.
Cleophas e per P. Jean Claude.
Durante la tua assenza in Parrocchia, perché avevano di nuovo bisogno di te in Africa, P. Jean Claude
mi aveva insegnato qualche parola
in Swahili; mentre tu, agli inizi, avevi insegnato a noi chierichetti una
frase segreta: “Sia lodato Gesù Cristo” e noi dovevamo risponde-re:
“Sempre!”
Ti porterò sempre nel mio cuore
insieme agli abbracci calorosi che
mi davi. Però ora ti dico “ciao”!
O come si dice in Swahili: “KWA
Heri”!
( Letterina di Maria,
chierichetta in Parrocchia)
10 agosto. San Lorenzo. La notte delle stelle cadenti. Una stella
all’improvviso conclude la sua
corsa. L’attesa, la scia luminosa,
già non c’è più. Padre Tommaso
già non c’è più. Un amico che ci è
stato caro per quasi 50 anni, già
non c’è più; sembra scomparso
come una stella cadente, improvvisa e silenziosa.
Giovedì 8 agosto 2014 alcune
coincidenze (ora sappiamo provvidenziali) ci hanno portato ad
Osimo alla tavola di padre Tommaso: abbiamo mangiato con lui,
siamo stati un attimo nel suo
abbraccio, ci siamo stretti in
sacrestia per una foto tutti insieme
per ricordare un incontro che non
doveva essere l’ultimo. Un ricordo per lui che amava le foto da
riguardare, per lui che quel
giorno, lieto della nostra visita,
sorrideva sereno.
Lui così vicino e così lontano,
così irrequieto e così stabile, così
sportivo e così buongustaio, così
generoso e così esigente.
A noi è sembrato che la parrocchia gli stesse stretta: lui pescatore di uomini in mari di altri colori: America, Africa, India. Un missionario di razza, o di razze?
Sapeva parlare le lingue della
gente, quella gente in mezzo alla
quale amava stare. In mezzo ai
bambini, ai giovani, ai poveri.
Mai fermo.
Quanti ragazzi ha fatto giocare
a calcio, giocando con loro!
Quante persone ha fatto pregare,
pregando con loro. Anche noi siamo della partita!
Mai fermo, neppure malato.
Mai fermo, a noi sembrava sempre in partenza. E ci invitava
sempre ad andare a trovarlo. Chi
l’ha conosciuto sa che è così.
Anche noi l’abbiamo conosciuto
e abbiamo il cuore pieno di ricordi emozionanti a cominciare dalla
nostra giovinezza che padre Tommaso ha segnato in maniera indelebile. Gli anni sono volati via
veloci ed ogni incontro si concludeva con la promessa di rivederci
ancora, la prossima volta.
La prossima volta che ci rivedremo, se il Signore vorrà, sarà
per sempre.
(Renata)
NYAMILIMA
N. 2 - Dicembre 2014
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ULTIME NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ
OSIMO. Cambio nella nostra Parrocchia San Marco Evangelista
Il saluto a P. Jean Claude
Dal Consiglio Pastorale:
“Il Consiglio Pastorale, nella
certezza di interpretare i sentimenti
di tutta la comunità di San Marco,
rivolge un pensiero di profonda
gratitudine e affetto a Padre Jean
Claude nel momento in cui conclude il suo ministero tra noi.
Un anno può essere considerato
un periodo molto breve, ma di sicuro questo anno con te, caro padre
Jean Claude, è stato veramente
intenso.
Tutti noi abbiamo trovato nel tuo
grande entusiasmo l’incoraggiamento per continuare a svolgere le
varie attività che la parrocchia
richiede.
Ti ringraziamo per aver vissuto
con noi una quotidianità fatta di
dialogo, di rispetto, di ascolto, di
accoglienza, in cui ti sei speso come
uomo di Dio tra noi.
Qualunque separazione è dolorosa, ma la preghiera reciproca, che
di sicuro non mancherà, ci aiuterà a
sentirci vicini.
E’ stato bello averti come sacerdote ed amico, insieme con Padre
Cleophas e il carissimo Padre Tommaso; di questo ringraziamo il Signore.
Ti facciamo gli auguri più cari
per il tuo nuovo incarico come responsabile del Seminario di Goma,
incarico al quale, siamo certi, dedicherai tutte le tue energie.
Grazie Padre Jean Claude, non
ti diciamo addio ma arrivederci,
magari veniamo a trovarti in Congo!”
Dall’Associazione “Amici di San
Marco”:
“Sei arrivato nella nostra comunità in punta di piedi, soffrivi tanto il
freddo e noi per riscaldarti ti abbiamo fatto lavorare alla Sagra, pian
piano abbiamo iniziato a conoscerti e
volerti bene, fino a sentirti un nostro
amico, oggi soffriamo tanto per la
tua partenza.
Ci hai fatto capire ancora una volta che un amico può arrivare da
qualsiasi parte del mondo, perchè
conta quello che abbiamo nel cuore e
tu per noi, oltre ad essere un bravo
Parroco, sei un carissimo amico, che
ci rimarrai per sempre dentro.
Quando l’aereo partirà da Roma
con te voleranno anche i nostri cuori,
ed è per questo che ti chiediamo una
promessa: quando ti sarà possibile
tornaci a trovare, saremo sempre
felici di riabbracciarti. Se in questi
mesi passati nella nostra Comunità di
San Marco non ti avessimo dato
abbastanza affetto scusaci, e ora con
tutto il cuore tutti insieme ti gridia-
mo: Jean Claude ti vogliamo bene”.
Saluto di accoglienza
a P. Jacques
“Sono onorato di poter esprimere,
a nome del Consiglio Pastorale e di
tutta la Comunità di San Marco, la
gioia per questo momento così
importante per la nostra parrocchia.
Un saluto particolare al nostro
Vicario, Don Roberto Pecetti, al
Generale dell’ordine dei Caracciolini, Padre Raffaele Mandolesi, all’amministrazione comunale di Osimo rappresentata dal Vice-sindaco e
a tutti i presenti, parrocchiani e non.
Esattamente una settimana fa eravamo riuniti per salutare, commossi,
Padre Jean Claude in partenza per il
Congo; oggi siamo di nuovo insieme
per dare il benvenuto al nostro nuovo
parroco, Padre Jacques (a destra
nella foto).
Per la nostra comunità parrocchiale si apre un nuovo capitolo, spe-
ANAGNI. La Parrocchia di San Giovanni accoglie
con entusiasmo il nuovo Parroco: P. Gilbert Gato
Caro Padre Gilbert, con te ringraziamo e lodiamo il Signore
per il dono di questo giorno.
Caro Padre, da oggi questa è
la tua casa e noi la tua famiglia.
Una famiglia che già da ora ti
vuole tanto bene e per questo motivo vogliamo starti vicino e
vogliamo aiutarti a seminare.
Gesù nella Parabola del Seminatore ci fa notare infatti che la
cosa più importante è che il
Seminatore non si stanchi mai di
seminare. È per questo, caro
Padre Gilbert, che abbiamo bisogno del tuo aiuto, della tua guida
e della tua preghiera.
Ti chiediamo di prenderci amorevolmente per mano e di indirizzare il nostro cammino, in particolare quello di noi giovani. Ti
chiediamo di aiutarci a farci capire
cosa sono la Pazienza, la Costanza
e l’Amore che, anche di fronte allo
scoraggiamento, ci aiutano a non
farci arrendere e ci fanno continuare a seminare con Fiducia e Fede.
Caro Padre Gilbert, la Parroc-
chia di San Giovanni ed in particolar modo tutti noi ragazzi del
Catechismo, ti auguriamo ogni
bene per il tuo nuovo Servizio Sacerdotale in mezzo a noi e ti affi-
diamo all’intercessione della Beata Vergine Maria, affinché accompagni il tuo cammino che è
anche il nostro cammino.
Auguri!!!
riamo questa volta che duri un po’
più a lungo ! ! !
Siamo riconoscenti a Dio che ha
illuminato il Padre Generale e il
nostro Arcivescovo, che in tempi brevi, in sostituzione di P. Tommaso
venuto a mancare improvvisamente,
hanno scelto per noi un nuovo pastore, che con Padre Cleophas svolgerà
il suo ministero nella nostra Parrocchia.
Padre Cleophas ormai possiamo
considerarlo un veterano per San
Marco, è qui con noi da oltre due
anni!
Desideriamo porgere un caloroso
benvenuto a Padre Jacques assicurando la nostra disponibilità e collaborazione. Siamo certi che insieme
sapremo affrontare e superare le
varie problematiche, anche quelle
più gravi, che l’attuale crisi ci sta
prospettando.
La nostra comunità, come l’umanità intera, ha bisogno di una passione che apra le porte all’incontro con
Cristo.
Con l’aiuto di voi sacerdoti , ci
auguriamo di vivere ancora di più la
gioia di sentirci comunità cristiana, e
ci auguriamo di riuscire a testimoniare questa gioia con la nostra vita.
Salutiamo con simpatia gli ormai
ex parrocchiani di Padre Jacques,
che l’hanno accompagnato con i
costumi tipici medievali di Anagni.
Con la loro presenza così numerosa
dimostrano quanto sia forte l’amicizia che li lega a lui. State tranquilli
che ve lo tratteremo bene.
Rinnoviamo il nostro sincero benvenuto a Padre Jacques con tanta
gioia e con un caloroso applauso.
Fra Alberto Carlo Basciani
verso la vita eterna
Ancora una volta il Signore ha
visitato la nostra famiglia religiosa: con grande tristezza nel cuore
vi comunichiamo che il nostro
confratello Fra Alberto Carlo
Basciani, di anni 88, ha chiuso
gli occhi a questa vita terrena per
riaprirli alla vita senza fine. Abbiamo perso un “Mosè” che, con
le braccia levate al cielo, giorno e
notte pregava per noi, ma siamo
convintissimi che abbiamo guadagnato un potente intercessore
presso Dio. Lo affidiamo alle
vostre preghiere.
NYAMILIMA
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N. 2 - Dicembre 2014
ULTIME NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ
DALLE FILIPPINE. Un’estate di gioie, turbata da un evento “catastrofico”
Il mese di Luglio ha riservato gioia immensa alla comunità caracciolina nelle Filippine per
eventi di famiglia.
19 Luglio. In mattinata inaugurazione e benedizione del Seminario teologico a Lipa (a
un’ora di macchina da Manila) per mano del Card. Rosales Gaudenzio, Arcivescovo emerito
di Manila (foto 2). Nel pomeriggio sei nostri teologi emettono la Professione semplice (foto 1
da sinistra: Erick, Emiliano, Arjay, Rafael, Michael, Ronnie).
20 Luglio. I nostri fratelli Arman e Arnel Hagos emettono la Professione solenne (foto 4);
gli stessi sono stati ordinati Diaconi il 5 Settembre.
Ma oltre a gioire i nostri confratelli di Lipa hanno anche pianto: il 18 Luglio il tifone “Glenda” ha provocato danni per 100.000 $ al nostro bellissimo teologato inaugurato un mese prima
(foto 3 e 5) e danni minori alla nostra casa di Noviziato in Vinzons. Un uragano potente e
improvviso, insolito per la zona colpita; ci sono stati danni alla struttura, ma per fortuna nessun problema per i nostri seminaristi rifugiatisi al secondo piano. Ma la paura è stata tanta!!!
Grazie alla generosita’ delle nostre comunità parrocchiali in America e a tanti amici (cito il
Vescovo di Brooklin e quello di Charleston), tutto è stato riportato all’antico splendore!
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Italia, India, Africa, America: auguri vivissimi uniti alla preghiera
A Francesco Iannamico che il 21 giugno in Roccamontepiano ha emesso la professione semplice (foto1); a Bibin Joy e Leo
Sebastian (foto 2) che il 15 Luglio a Mallikassery hanno emesso la loro professione semplice; a Bro. Mathew e Bro. Jojo che
il 14 luglio sempre a Mallikassery hanno emesso la professione solenne (foto 3) e il 15 Settembre sono stati ordinati diaconi; a
Fratel Jean Bosco Ndyanabo che il 10 Luglio a Nyamilima ha emesso la professione solenne (foto 4); agli undici novizi che
a Goma il 1° Luglio hanno emesso la loro professione semplice (foto 5); a Goose Creeck (USA) i nostri confratelli Caracciolini
(Adorno Fathers) hanno celebrato “le nozze d’argento” con la comunità Parrocchiale dell’Immacolta Concezione (foto 6).
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NYAMILIMA
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N. 2 - Dicembre 2014
SOLIDARIETÀ • AMICIZIA • COOPERAZIONE
S. MESSE PERPETUE
(da Giugno a Dicembre 2014)
De Martino Romana in suffragio
di Appolinare, Enrico e famiglia
De Angelis; Salvatrice in suffragio
di Sumai Giancarlo; Fusco Maria
in suffragio di Mimma Gesù Moro;
Giordi Anna in suffragio di Verderi
Paola; Dell’Aquila Gaetana in suffragio di Maria e Raffaele, Franco,
Liana, Luigi, Maddalena e Armando, Salvatore, Tonino e Raffaele;
Famiglia Quattrini, Di Pietro, Di
Sepio e Santi in suffragio di Alda
Scriccia; Cupini Serenella in suffragio di Marzia Banchelli; Parisi
Maurizio in suffragio di Tardiola
Rosa; Scatena Adelia secondo le
sue intenzioni; Famiglia Montevecchi in suffragio di Vittorio; Malagoli Enrica in suffragio di Mirella
Sorbara; Piccioni Viola Alba in
suffragio di Assunta Libianchi;
Famiglia Cricchi in suffragio di
Tenerini Anna Maria e Aquilio
Ermete; Aquilio Irene in suffragio
di Giovanna Moscato; Mazzocca
M. Vittoria in suffragio delle anime
del Purgatorio; Di Berardino Stefania secondo le sue intenzioni; Bartoli Maria Luisa in suffragio di
Filippo Bartoli e Ceci Emma;
Famiglia Martino in suffragio di
Rosario, Padre Virgilio, Fra Giovanni, Padre Luigi; Fulvia in suffragio di Mario Petrucci; Famiglia
Marchetti in suffragio di Elena e
Domenico; Macrini Rosanna in
suffragio di Vincenzo Macrini;
Pendibene Raffaele in suffragio
dell’avv. Fabrizio Simoncini; Biagini M. Luisa in suffragio di Federico e Alessandro Romani, Marcellina Cornoldi, Ugo Biagini, Marcella e Alberto Romani, Teresa
Baldan, Maria Letizia Amoroso,
Rosy Profera; Zagaroli Antonio in
suffragio di Zagaroli Tommaso,
Gallinelli Marietta.
S. MESSE GREGORIANE
De Tomas Luigia in suffragio di
De Tomas Maria; Di Maso Giuseppe per Lucia; Campo Grazia Maria
in suffragio di Pasqua Di Re; Vacchieri Paolo per nipote; De Gennaro in suffragio di De Gennaro
Domenico; Famiglia Palandri-Teanini in suffragio di Rosanna Teanini; Affede Irene in suffragio di
Antonio Di Paola; Nasto Silvia in
suffragio di Claudio Nasto; Vacchieri Paolo in suffragio di Guglielmo Feron; Vacchieri Paolo e
colleghi in onore della Beata Vergine Maria; Stanislao in suffragio
di Helena.
INTENZIONI LIBERE DI
CELEBRAZIONI DI S. MESSE
Diversi benefattori hanno fatto
pervenire offerte per celebrare delle
Sante Messe di suffragio e secondo
le loro intenzioni ai Padri Missionari. Grazie a quanti ci sostengono.
Il primo blocco del Centro Sanitario
di Kaseghe vicino all’inaugurazione
GIORNATE MISSIONARIE
Parrocchia San Gioacchino ed
Anna (Lavinio Scalo); Parrocchia
San Giuseppe (Santa Marinella);
Parrocchia di Sarnano; Parrocchia di
San Michele in Passo Sant’Angelo.
OFFERTE VARIE
Elena Spadari; Gulmanelli;
Limongelli; Servili-Mandic; Guida;
Pietrarioia; Vicari; Cantagallo; Malagoli; Bartoli; Guido; Bertolami;
Fiorini; Acito (Serramonacesca);
Iannamico; Campo Giovanni Battista; Fondazione “borse di Studio”:
Alba Viola e Muzzi Eleonora.
In occasione del 50° anniversario
di matrimonio di Graziani Rodolfo
e Angelica Calzona sono pervenute
offerte da Antinucci MichelinaD’Eletto Orazio; Famiglia Chiaves
Fredy e Maria Pia; Famiglia Sottile-Usai; i Padri Missionari ringraziano e augurano ai coniugi Rodolfo e Angelica e ai loro figli e nipoti felicitazioni e preghiere.
PROGETTO EMA
Diurni Avv. Giovanni; Gianni e
Marilena Sposito; Claudio Marini;
Famiglia Rosati; Famiglia Piombo;
Sig.ra Nicolay Giovanna; Famiglia
Coluzzi; Famiglia Lauriola; Tului
Maria Teresa e Corbellini Romano;
Famiglia De Andreis; Flavio Magrelli e amici.
SOSTEGNO SPECIALE PER
I GIOVANI ADOTTATI
I padri della missione di Nyamilima esprimono vivissimi ringraziamenti a tutte le famiglie che
hanno potuto continuare a sostenere il loro giovani adottati, che hanno terminato la scuola secondaria
con diploma, e hanno chiesto di
poter accedere anche alla formazione universitaria. Ci auguriamo che
i sacrifici che le famiglie affrontano, anche per questo scopo, possano essere ricompensati dalla gioia
di aver sostenuto la formazione
universitaria preparando i giovani
per un futuro migliore.
IN MEMORIA DI PADRE
TOMMASO BARBONA
Parrocchia San Marco Evangelista Osimo; Parrocchia di Trevi nel
Lazio; Familiari di Padre Tommaso
in occasione del suo 50° anniversario di Sacerdozio; De Nardis Tina;
Masci Elio e Antonella; Eda; Teresa
Biagioli; Brué dott. Sauro; Sorelle
Scagnetti; Baralli Anna Maria;
Famiglia avv. Petrivelli; Clara De
Franceschi (Trevi); Don Luigi; Confraternita della Misericordia di Trevi di Lazio (Fr), Parrocchia Santi
Angeli Custodi e benefattori in Roma in occasione della Santa Messa
del trigesimo in suffragio di P.
Tommaso e della morte di Fra Alberto Carlo Basciani.
PER SCRIVERE AI MISSIONARI:
IN AFRICA
1. SEMINARIO S.GIUSEPPE - B.P. 50 Goma - R.D. CONGO - (indirizzo:
B.P. 12 Gisenyi - RWANDA) - Tel. 00243853196125; e-mail:
musululonga@yahoo.ca
2. PARROCCHIA S.FRANCESCO CARACCIOLO - Binja-Nyamilima - B.P. 50
Goma - R.D. CONGO (indirizzo: B.P.12 Gisenyi - RWANDA),
oppure: Nyamilima Parish. P. O. Box 3572 - Kampala - UGANDA Tel. 00243-816003392; E-mail: birikira@gmail.com
3. PERES CARACCIOLINI - PAROISSE DI KAMOLE - IDJWI - R.D. CONGO (Indirizzo: B.P. 2 Cyangugu - RWANDA); tel.00243- 998757137;
e.mail: j.mastaki@yahoo.com
4. PÉRES CARACCIOLINI, PAROISSE KASEGHE, Diocèse de Butembo-Beni
- R.D. CONGO - (Indirizzo: B. P. 251 Kasese - UGANDA)
Tel.00243/992974758, 00243/859111037 (P. Donatus);
00243/992977452, 00243/810438573 (P. Jonas); e-mail:
kkanduki@yahoo.fr
5. CLERICS REGULAR MINOR - St Francis Caracciolo Formation House,
Langata - Nairobi - P.O.Box 228-00502, Karen - Nairobi (KENYA)
IN INDIA
ADOZIONE COMPLETA DI UN BAMBINO
21 e mensili (Si può offrire a un bambino quanto
è necessario per la sua crescita. I missionari
inviano ogni anno una fotografia con notizie del
bambino).
ADOZIONE SCOLASTICA DI UN BAMBINO
72 e annuali (Con questa quota si dà la possibilità a un bambino di andare a scuola e di avere
materiale scolastico).
1. SEMINARIO ADORNO FATHERS - MALLIKASSERY P.O. Via Poovarany Kottayam DT. 686577 - KERALA - INDIA Tel. 0091/482/2226038 Fax: 0091/482/2225312 - E-mail: crm_mallikassery@sancharnet.in
2. ADORNO BHAVAN - Sacred Heart Road T.C. Palaya P.O. - K.R.
Puram, Bengaluru 36 - KARNATAKA - INDIA - Tel.
0091/80/28474063
3. A D O R N O F A T H E R S -CRM, "Villa Santa Maria" - Kiliyanthara
P.O.Kunnoth, Iritty, Kannur - 670706, KERALA - INDIA; Tel.00914902421005; e-mail: ikanjirappallil@yahoo.co.in
NELLE FILIPPINE
1. A D O R N O F A T H E R S - Barangay Santo Domingo - Vinzons
Camarines Norte 4603 - PHILIPPINES - Tel. 0063/9209457480 www.adornofathers.org
2. ADORNO FATHERS SEMINARY, Tierra Maria Estates - Brgy. Anilao Lipa City - Batangas 4217 (Philippines)