Linguistica antropologica cod. 13151- a.a. 2014/2015 Ada Valentini Mat. 3 La fonologia A. Fonologia segmentale (1) Fonologia: si occupa dei suoni usati sistematicamente nelle l. naturali, ne studia l’organizzazione e il funzionamento. Le sue unità di analisi sono i fonemi (livello di sistema). (2) Fonetica vs fonologia: fonetica: studia le caratteristiche fisiche dei suoni usati nelle l. naturali; fonologia (o fonematica): si occupa dei suoni che vengono usati sistematicamente nelle l. naturali e che oppongono un significante a un altro (una parola a un’altra); La fonetica si occupa di suoni da un punto di vista concreto (unità di analisi sono i foni), la fonologia da un punto di vista astratto. (3) Fonemi: unità minime di seconda articolazione del sistema linguistico; il fonema è una classe astratta di foni dotati, in una determinata lingua, di valore distintivo (i fonemi distinguono i significanti): solo con i fonemi, non con gli allofoni, si hanno coppie minime. (4) Coppia minima: coppia di parole con cambiamento di un solo fono collocato nella stessa posizione, tale che appunto distingue le due parole e quindi ha statuto di fonema. (5) esempi di due fonemi dell’italiano individuati tramite una coppia minima italiano [t] [d] /t/ /d/ tare [ ta re] / tare/ dare [ da re] / dare/ Confronta anche la realizzazione sonora delle coppie cane vs. pane; vero vs. velo; palo vs. pelo; pala vs. pila Asse paradigmatico (6) Altre coppie minime per le serie delle occlusive bilabiali, velari e dentali sorde e sonore dell’italiano: / p b k a r e/ t d forma dell’indic. pres del verbo parere, 3. sg ‘feretri’ forma femm. pl. dell’agget. caro ‘sfide agonistiche’ ‘malattie ereditarie’ ‘passare ad altri qualcosa’ (7) Foni e allofoni fono: realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio allofono (anche: variante): realizzazione foneticamente diversa di uno stesso fonema, ma priva di valore distintivo. Le varianti possono essere libere o condizionate (8) esempi di allofonia (o variazione) libera Linguistica antropologica Mat. 3 Ada Valentini un fonema: tre allofoni (o varianti del fonema) negli stessi contesti allofoni vibrante alveolare monovibrante alveolare vibrante uvulare [r] [] [ ] fonema dell’italiano: /r/ [ ka ra] [ ka a] cara [ ka a] / kara/ (9) esempi di allofonia condizionata a. un fonema: due allofoni in distribuzione complementare allofoni laterale alveolare [l] fonema dell’inglese /l/ [s lt, meil] [leg, fla ] ‘gamba’ ‘volare’ leg, fly inglese /l/ i. ii. laterale alveolare velarizzata [l] /leg, fla , s lt, meil / salt, mail ‘sale’, ‘posta’ [l] all’inizio (o in attacco) di sillaba, immediatamente prima della vocale; [l] alla fine (o in coda) di sillaba, prima di consonante o in fine di parola. b. un fonema: tre allofoni in distribuzione complementare allofoni: nasale velare [ ] fonema nasale alveolare [n] nasale labiodentale [ ] /n/ [ a ke, fa o] [ na ve] [i vi to, i fe de le] / anke, fan o, nave, in vito, infe dele/ anche, fango italiano/n/ i. nave invito, infedele [ ] davanti a consonante velare [k, g]; 2 Linguistica antropologica Mat. 3 Ada Valentini ii. [ ] davanti a consonante labiodentale [f, v]; iii. [n] altrove. c. un fonema: tre allofoni in distribuzione complementare allofoni: occl. alveol. sorda aspirata [t ] occl. alveol. sorda [t] fonema monovibrante alveol. sonora [] /t/ [ t en] [ st k] [s ] / ten, st k, s t / ‘ dieci’ ten Inglese americano /t/ i. ii. iii. ‘bastone’ stick city ‘città’ posizione iniziale di sillaba tonica posizione non iniziale di sillaba posizione intervocalica preceduta da vocale tonica (10) inventari fonematici a confronto a. italiano (30 fonemi; 28–45) L LD D/A P occl. pb td affr. ts dz t d fric. f v s z nas. m n " later. l # vibr. r monovibr. semiv. j alta i M-A e M-B ' B V k w u o a b. spagnolo (26 fonemi) L LD ID D/A P pb td t f s m n " l # r V k x j i e ' u o a (11) Consistenza di inventari fonematici (ricorda l’arbitrarietà radicale a livello del significante; vd. Mat. 1, punto (12d)): a. rotokas, lingua INDO-PACIFICA, parlata in Papua Nuova Guinea: 11 fonemi (5 vocali) b. !xóõ, lingua KHOISAN, parlata in Botswana: 141 fonemi (31 vocali) (12) Rendimento funzionale: numero di coppie minime che due fonemi partecipano a formare Italiano basso rendimento funzionale di /s/ vs /z/: / kj'se/ chiese ‘domandò’ vs. / kj'ze/ chiese ‘edifici di culto’; / fuzo/ ‘strumento per la filatura’ vs. / fuso/ participio passato di fondere. alto rendimento funzionale di /t/ vs. /d/: ti vs. di, tea vs. dea, tori vs. dori, tare 3 Linguistica antropologica Mat. 3 Ada Valentini vs. dare, tino vs. dino, dito vs. tito, rata vs. rada, moto vs. modo, ceto vs. cedo, fito(prefissoide, come in fitocosmesi) vs. fido, vento vs. vendo, monto vs. mondo, accendo vs. accento, quanto vs. quando ecc. (13) I tratti distintivi: i fonemi sono ulteriormente analizzabili in tratti, ossia entità più piccole distintive ma non lineari. (NB: fonemi = minime unità lineari). Si consideri la coppia minima cara - gara: /k/ occlusiva, velare sorda; / / occlusiva velare sonora. I fonemi /k/ e / / sono descritti in fonetica articolatoria in termini di proprietà fisiche che essi hanno; tali proprietà sono interpretabili in fonologia in termini di tratti. I tratti sono importanti dal punto di vista classificatorio e composizionale. Funzione composizionale dei tratti: specificano le caratteristiche che simultaneamente formano un singolo evento articolatorio. Funzione classificatoria dei tratti: permettono di definire classi naturali di fonemi (Es: la nasale velare si trova davanti a velari /k, / dell'italiano, che sono le uniche consonanti velari dell'italiano. Anziché specificare che /n/ diventa velare davanti a /k/ e / /, possiamo dire che /n/ → / / davanti a consonanti velari o meglio, secondo lo schema per cui A diventa B quando è seguita da C (oppure quando è preceduta da C, cioè /C__) A→ B/__C [+nasale] [-arretrato] → [+arretrato]/ __ [- sillabico] [+arretrato] In sintesi, i tratti: *non sono lineari* e *non sono unità autonome* (NB: il fonema è la più piccola unità lineare di seconda articolazione, non dotata di significato ma distintiva; non è l'unità più piccola in assoluto essendo a sua volta scomponibile in tratti; ma i tratti non sono lineari); hanno funzione classificatoria e composizionale. (14) Ess. di tratti [±sillabico]: tratto che distingue i fonemi che possono costituire il nucleo di una sillaba da quelli che non possono costituirlo. In italiano i fonemi [+sillabico] sono le vocali. [±sonoro]: vibrazione della glottide. In italiano distingue le consonanti sorde da quelle sonore [±continuo] distingue i fonemi prodotti con [-continuo] o senza [+continuo] blocco al flusso d'aria nella cavità orale. In italiano distingue le occlusive e le affricate [-continuo] dalle fricative [+continuo]. [±arretrato]: tratto che distingue i fonemi prodotti con il corpo della lingua ritratto rispetto alla posizione neutra. In italiano distingue le consonanti velari [k, g], la semivocale posteriore [w] e le vocali [u, , o] [+arretrato] dal resto [-arretrato]. (15) Tratto pertinente rispetto a due o più fonemi: tratto necessario e sufficiente a distinguere i fonemi l'uno dall'altro. I tratti individuati sopra non sono sempre pertinenti: lo sono solo nelle specifiche opposizioni dove quel certo tratto distingue un fonema dall'altro. Es.: /b/ e / / = entrambe c. occlusive (→ tr. continuo: non pertinente) e sonore (→ tr sonoro: di nuovo non pertinente); una c. però è bilabiale e l'altra è velare: [±arretrato] /b/ - / / + 4 Linguistica antropologica Mat. 3 Ada Valentini Es. /k/ /t/ /v/: i tratti pertinenti sono due e sono [±sonoro] e [±arretrato] o, in alternativa, [±continuo] e [±arretrato] [±sonoro] [±arretrato] /k/ + /t/ - /v/ + - [±continuo] [±arretrato] /k/ + /t/ - /v/ + - B. Fenomeni sovrasegmentali (16) Accento: è una caratteristica soprasegmentale che consiste in una maggior forza articolatoria che interessa una sillaba. La sillaba accentata ha più caratteristiche diverse per quanto riguarda intensità (volume), lunghezza (durata) e altezza tonale (data dalla frequenza delle onde sonore) Può avere funzione distintiva, come in italiano: cfr. ancora / ankora/ /an kora/, subito / subito/ /su bito/ funzione demarcativa, come in francese o in persiano, dove l’accento cade sull’ultima sillaba di gruppi di parole, in ceco dove l’accento cade sulla prima sillaba di parola o in polacco dove l’accento cade sulla penultima sillaba. francese: une belle amie [ymb'la mi]; polacco: pilot [ pilɔt] ‘pilota[M.NOMINATIVO]’ vs. pilotem [pi lɔtɛm] ‘pilota[M.]STRUMENTALE’ (17) Sillaba: raggruppamento di fonemi attorno ad un centro di intensità sonora detto 'elemento sillabico' o 'nucleo', che è l'unico elemento strettamente obbligatorio. sillaba rima incipit C nucleo V parola divisione in sillabe struttura di sillaba tipo di sillaba coda C con con c o n C V C incipit nucleo coda sillaba chiusa o implicata mano ma.no m a. n o C V + C V incipit nucleo incipit nucleo sillaba aperta o libera 5 Linguistica antropologica Mat. 3 Ada Valentini (18) restrizioni riguardo ai tipi e numero di elementi possibili in ognuna delle componenti della sillaba italiano: a.pe V.CV; al.to VC.CV; ri.na.to CV.CV.CV; can.to CVC.CV; sti.le CCV.CV; stra.no CCCV.CV; inglese: bu.tton / b*.tn/ CV.CC; land /lænd/ CVCC; strength /str' / CCCVCC; strange /stre nd / CCCVCC cinese mandarino: /j/ C /n/ /w/ / / V /w/ a. è b. tā c. guó d. niăo e. niàn f. zhōng /j/ V CV CWV CJVW CJVn CV ‘oca’ ‘lei/lui’ ‘paese’ ‘uccello’ ‘leggere’ ‘centro’ (19) Lunghezza (durata, quantità): estensione temporale relativa con cui foni e sillabe sono prodotti (20) lunghezza vocalica italiano: non distintiva; le vocali lunghe sono allofoni condizionati dal contesto: in sillaba tonica e aperta vocali lunghe, altrimenti brevi. Ess. fare [ fa re] e come [ ko me] con vocale lunga, ma nonno [ non o] e casta [ kasta] con vocale breve). tedesco: lunghezza distintiva. Ess. Hütte ‘capanna’ / hyt0/ vs. Hüte ‘cappelli’ / hy t0/ Stätte ‘luogo’ / t't0/ vs. Städte ‘città (pl)’ / t' t0/ (21) lunghezza consonantica italiano: distintiva in posizione intervocalica per 15 consonanti; ess. / k lo/ ~ / k llo/ colo, collo [ k lo], [ k l o] / lata/ ~ / latta/ lata, latta [ la ta], [ lat a] / kat o/ ~ / katt o/ cacio, caccio [ ka t o], [ kat o] non distintiva in posizione intervocalica per /ts/, /dz/, /"/, / /, /#/, sempre lunghe, e per /z/, sempre breve; ess. / li a/ liscia [ li a] / ba"o/ bagno [ ba" o] (22) Intonazione: l’andamento melodico con cui è pronunciata una frase o gruppo tonale (cioè la parte di una sequenza di foni pronunciata con una sola emissione di voci). In molte lingue, tra cui l’italiano, è funzionale alla trasmissione del valore pragmatico dell’enunciato: ess. ha segnato vs ha segnato?. Ha segnato ha un’intonazione discendente, cioè termina con un tono più basso rispetto a quello con cui l’enunciato è iniziato, mentre ha segnato? ha un’intonazione ascendente, cioè termina con un tono più alto rispetto a quello con cui l’enunciato è iniziato. Nei due esempi l’intonazione discendente e quella ascendente distinguono l’enunciato assertivo da quello interrogativo. 6
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