Relazione semestrale al 30 giugno 2014 dei Fondi Comuni di Investimento Mobiliare Aperti Armonizzati istituiti e promossi da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestiti da Pioneer Investment Management SGRpA BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine BancoPosta Mix 1 BancoPosta Mix 2 BancoPosta Azionario Euro BancoPosta Azionario Internazionale BancoPosta Investimento Protetto 90 BancoPosta Extra INDICE Relazione semestrale al 30 giugno 2014 dei Fondi Comuni di Investimento Mobiliare Aperti Armonizzati istituiti e promossi da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestiti da Pioneer Investment Management SGRpA BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine BancoPosta Mix 1 BancoPosta Mix 2 BancoPosta Azionario Euro BancoPosta Azionario Internazionale BancoPosta Investimento Protetto 90 BancoPosta Extra Nota Illustrativa Premessa Considerazioni generali Mercati Prospettive Regime di tassazione Eventi successivi Fondi BancoPosta Situazione Patrimoniale dei Fondi Altre informazioni 1 Premessa La Relazione Semestrale dei fondi al 30 giugno 2014 (ultimo giorno di borsa italiana aperta del I semestre 2014) istituiti e promossi da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR (Società Promotrice) e gestiti da Pioneer Investment Management SGRpA (Società Gestore), è stata redatta dalla Società Gestore in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con Regolamento dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. La Società Gestore assume piena responsabilità sulla completezza e sulla veridicità dei dati e delle informazioni contenute nel presente documento. La Relazione Semestrale si compone di una Situazione Patrimoniale accompagnata da una Nota Illustrativa che fornisce, tra l’altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio dei fondi nel corso del semestre, sia sulle prospettive di investimento. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico – Patrimonio BancoPosta, società controllante di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore delle quote del fondo comune di investimento illustrato nella presente Relazione Semestrale. Considerazioni generali Nel corso del primo semestre del 2014 sono progressivamente migliorate le aspettative sul ciclo economico globale. Secondo gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la crescita mondiale dovrebbe essere pari al 3,6% su base annua nel 2014 (3% il dato del 2013); i Paesi Sviluppati dovrebbero registrare una crescita del 2,2% (1,3% dato del 2013) a fronte di una crescita del 4,9% dei Paesi Emergenti e in via di sviluppo (4,7% dato del 2013). I dati riportati confermano pertanto il processo di convergenza dei tassi di crescita delle economie sviluppate e delle economie emergenti. In Area Euro, il PIL aggregato del primo trimestre, ultimo dato disponibile, ha proseguito la dinamica positiva avviata dal secondo trimestre del 2013 e ha evidenziato una crescita dello 0,2% trimestre su trimestre (da 0,3% del quarto trimestre 2013). L’evoluzione su base annua, positiva per il secondo trimestre consecutivo, conferma la tendenza al miglioramento (0,9% anno su anno nel primo trimestre, da +0,5% del quarto trimestre 2013). Dall’analisi delle singole componenti emerge la debolezza dei consumi delle famiglie (0,1% trimestre su trimestre da 0% del trimestre precedente); il miglioramento della spesa pubblica (0,3% trimestre su trimestre da -0,4% precedente); la decelerazione degli investimenti fissi (0,3% trimestre su trimestre da 0,9% precedente) e dell’export (0,3% trimestre su trimestre da 1,4% precedente); la stabilizzazione della dinamica delle importazioni ( 0,8% trimestre su trimestre da 0,7% precedente). A livello di singolo paese, la Germania ha evidenziato una accelerazione nel primo trimestre (crescita pari a +0,8% trimestre su trimestre da 0,4% precedente). Anche in Spagna l’economia ha evidenziato un miglioramento, con il PIL in crescita dello 0,4% trimestre su trimestre da 0,2% di fine 2013. Più debole è risultato invece l’andamento del PIL francese, invariato nel primo trimestre (da 0,2% precedente). Tale debolezza trova conferma anche nei dati economici francesi a più alta frequenza, sia qualitativi che quantitativi. In calo su base congiunturale è risultato il PIL del Portogallo (-0,6% trimestre su trimestre da 0,5% precedente), effetto soprattutto del calo delle esportazioni (-1,9% trimestre su trimestre da 0,7% precedente). Deludente anche il report di contabilità nazionale italiano: dopo il ritorno su un sentiero di crescita, seppur contenuta, nell’ultima parte del 2013 (0,1% trimestre su trimestre nel quarto trimestre 2013), il PIL è sceso dello 0,1% trimestre su trimestre nei primi tre mesi del 2014. I consumi delle famiglie hanno evidenziato una sostanziale stagnazione (0,1% trimestre su trimestre da 0% precedente). Con riferimento alle altre componenti della domanda emergono il miglioramento degli investimenti in attrezzature e macchinari (0,5% trimestre su trimestre da -0,7% precedente), il peggioramento dell’attività nel settore costruzioni (-0,9% trimestre su trimestre da -0,5% precedente) e del dato relativo ai mezzi di trasporto (-7,7% trimestre su trimestre da 14,1% precedente). Il contributo alla crescita della domanda estera è risultato invece positivo e pari allo 0,2%, sintesi dell’incremento dell’export dello 0,8% trimestre su trimestre (da 1,2% precedente) e dell’import dello 0,3% trimestre su trimestre (da 0,2% precedente). Negativo, in ultimo, il contributo alla crescita delle scorte (-0,2%): ciò costituisce tuttavia un fattore positivo per la crescita futura dell’economia del paese. A livello di politica fiscale, ad aprile il Governo italiano ha presentato il Documento di 2 Economia e Finanza 2014 (DEF). Il documento evidenzia una revisione al ribasso della previsione di crescita del paese per l’anno in corso (previsione attuale 0,8%) e un rinvio al 2016 del pareggio di bilancio strutturale. Quest’ultima circostanza, collegata ad “eventi eccezionali” contemplati nella normativa nazionale, è stata approvata con voto a maggioranza assoluta da parte del Parlamento e comunicata alla Commissione Europea per il necessario passaggio comunitario. Nel documento finale di formalizzazione delle raccomandazioni all’Italia sul programma nazionale di riforma e sul programma di stabilità 2014, la Commissione non ha formulato una puntuale richiesta di manovra aggiuntiva per il 2014; ha invece evidenziato che appaiono “necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformità ai requisiti del patto di stabilità e crescita”. L’istituzione comunitaria ha nuovamente posto l’accento sulle riforme, ribadendo la necessità di alleggerire la pressione fiscale sui fattori produttivi, spostandola verso i consumi, i beni immobili e l’ambiente; di portare avanti il piano di privatizzazioni; di migliorare il mercato del lavoro, il sistema burocratico e il sistema scolastico; di rafforzare la resilienza del settore bancario. L’analisi della Commissione, conclusasi positivamente, ha assunto un particolare rilievo tenuto conto che l’istituzione, a conclusione della valutazione sugli squilibri macroeconomici dei paesi europei realizzata lo scorso mese di marzo, aveva già inserito l’Italia tra i paesi con squilibri macroeconomici eccessivi, focalizzandosi sull’elevato peso del debito pubblico e sulla debole competitività esterna, entrambi identificati come conseguenza della bassa crescita della produttività. In chiave prospettica, i dati a maggiore frequenza e soprattutto gli indici di fiducia degli attori economici dell’Area Euro segnalano un probabile miglioramento della congiuntura nei prossimi trimestri. Nello specifico, a giugno l’indice di fiducia del settore manifatturiero, al livello di 51,8, e l’indice di fiducia del settore servizi, al livello di 52,8, restano al di sopra del livello neutro di 50. Tale tendenza è comune anche agli indicatori di fiducia dei singoli principali paesi dell’Area Euro, in particolare a quelli dei paesi periferici. Eccezione importante la Francia: quest’ultimo paese ha registrato livelli degli indicatori citati inferiori al livello di 50 da maggio, con tendenza al peggioramento, anticipando pertanto un ulteriore indebolimento della congiuntura nell’immediato futuro. Nel corso del semestre è proseguito il ridimensionamento dell’inflazione, passata dallo 0,8% di fine 2013 allo 0,5% di giugno 2014. Ciò ha indotto la Banca Centrale Europea (BCE) ad adottare un ampio pacchetto di misure di politica monetaria espansiva lo scorso 5 giugno. Sul fronte dei tassi di politica monetaria, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato ridotto dallo 0,25% allo 0,15%; quello sui depositi presso l’Istituto Centrale è stato ridotto da 0% a -0,1%; quello sui rifinanziamenti marginali dallo 0,75% allo 0,4%. E’ stato inoltre deciso che le aste di rifinanziamento a due settimane e a tre mesi verranno realizzate con il meccanismo del tasso fisso e del pieno accoglimento della domanda fino a dicembre 2016. L’elemento più nuovo del pacchetto è senz’altro quello relativo alle nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine denominate Targeted Longer Term Refinancing Operations (TLTRO). Esse sono finalizzate a fornire supporto al credito al sistema produttivo, evitando di creare situazioni di bolla sul mercato immobiliare. A tal fine si sono esclusi i mutui ipotecari alle famiglie dai prestiti presi in considerazione per valutare l’impegno degli istituti bancari a migliorare il credito alle imprese e quindi l’eleggibilità a godere in maniera continuativa delle condizioni agevolate di accesso al credito presso la BCE. Il tasso applicato sulle operazioni sarà fisso e pari al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale in essere all’accensione del prestito medesimo più uno spread fisso di 10 punti base. Tali operazioni di rifinanziamento, che potrebbero immettere nel sistema circa 1 trilione di Euro secondo quanto indicato dal Presidente Draghi nell’ultima riunione di politica monetaria, unitamente agli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare i bilanci e ridurre la leva finanziaria, potrebbero favorire il recupero del normale funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria e incrementare il credito al sistema produttivo. Ciò dovrebbe tradursi in una accelerazione del moltiplicatore della politica monetaria, con effetti positivi sul tasso di crescita dell’Area Euro e sul mercato del lavoro, zavorrato da un tasso di disoccupazione al livello dell’11,6% a maggio. A livello di supervisione del sistema bancario europeo, nel semestre è stato raggiunto un accordo sul Meccanismo Unico di Risoluzione Bancaria (Single Resolution Mechanism). Esso dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2015; il capitale a disposizione degli interventi dovrebbe risultare pari a 55 mld che saranno versati nell’arco di otto anni (il 70% della somma 3 indicata dovrebbe essere versata nei primi tre anni). Si tratta di un ulteriore tassello nel processo di formazione dell’Unione Bancaria. Con riferimento al processo di valutazione degli attivi bancari avviato a fine 2013, ad aprile la BCE e la European Banking Authority (EBA) hanno inoltre diffuso le linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Lo scenario avverso, che contempla una pluralità di fattori di rischio (situazione di stress nel settore immobiliare commerciale; crisi valutaria nell’Europa dell’Est e nell’Europa Centrale; shock su titoli del debito sovrano che incide sui bilanci bancari sia in termini di valore degli attivi che in termini di costo del finanziamento) si traduce in un impatto negativo sul PIL delle principali economie del 5% - 6% cumulato su un orizzonte di tre anni. Nello scenario base le banche dovranno avere un rapporto capitale/attivi pesati per il rischio dell’8% che scende al 5,5% nell’ipotesi di scenario avverso. La BCE ha specificato che eventuali carenze di capitale emerse dal generale processo di valutazione degli attivi dovranno essere coperte entro 6-9 mesi dalla pubblicazione dei risultati prevista per ottobre 2014. Nel Regno Unito, la posizione della Banca Centrale inglese (BoE) si pone su linee molto diverse da quelle della BCE. Il Governatore Carney, in un discorso tenuto lo scorso 12 giugno, ha infatti sottolineato che un eventuale incremento del tasso di politica monetaria possa essere deciso prima di quanto atteso dal mercato, quindi verosimilmente prima della fine dell’anno. Tale apparente modifica di approccio di politica monetaria ha seguito di pochi mesi la revisione della cosiddetta forward guidance da parte dell’istituto centrale. A febbraio infatti, a fronte del miglioramento del mercato del lavoro ad una velocità superiore alle previsioni, la BoE ha annunciato l’avvio della seconda fase della forward guidance, abbandonando il riferimento univoco al tasso di disoccupazione (target 7%) ed enfatizzando il riferimento al più ampio concetto di output gap, ovvero la distanza tra il PIL potenziale e il PIL effettivo. L’obiettivo dichiarato dalla BoE a febbraio, non rivisto successivamente, è la riduzione dell’output gap dall’1-1,5% stimato a livelli prossimi allo 0% su un orizzonte temporale di 2-3 anni, mantenendo il tasso di inflazione in linea con il target del 2% e salvaguardando la stabilità finanziaria. La difficoltà di stimare l’eccesso di capacità produttiva (ovvero la differenza tra PIL potenziale e PIL effettivo) presente nel sistema potrebbe determinare un’ampia dispersione nelle stime della variabile tra i membri del Monetary Policy Committee (MPC), come peraltro già emerso anche dalle minute dell’ultima riunione del Comitato dello scorso 4-5 giugno. Una eventuale revisione al ribasso della stima dell’output gap da parte di alcuni membri del MPC renderebbe per costoro opportuni immediati interventi al rialzo del tasso ufficiale al fine di evitare l’emergere di pressioni inflattive. Ciò appare peraltro coerente con la recente pubblicazione di dati economici forti. Il PIL del primo trimestre è infatti cresciuto dello 0,8% trimestre su trimestre e del 3,1% a/a (da, rispettivamente, 0,7% trimestre su trimestre e 2,7% anno su anno del quarto trimestre). Gli indici di fiducia delle imprese e dei consumatori continuano a segnalare un ulteriore miglioramento della congiuntura nei prossimi mesi (PMI manifatturiero di giugno a 57,5; PMI servizi di giugno a 57,7; fiducia dei consumatori non più su livelli negativi da maggio, per la prima volta dal 2005). Il tasso di disoccupazione, al livello del 6,6% nella rilevazione dell’ILO di aprile, evidenzia inoltre la prosecuzione del miglioramento avviato a luglio 2013. I prezzi delle case sono saliti ancora dell’11,8% a maggio (Indice Nationwide): ciò rende comprensibile l’affermazione del Governatore Carney secondo cui movimenti ampi negli indicatori del mercato immobiliare costituiscono la principale fonte di rischio per la domanda domestica. Al fine di limitare i rischi di accumulo di squilibri eccessivi sul mercato immobiliare, il Financial Policy Committee della BoE ha posto delle limitazioni all’erogazione di mutui immobiliari. E’ stato pertanto introdotto il limite di non più del 15% del totale prestiti alla quota di mutui elevati rispetto al reddito (più di 4,5 volte il reddito del mutuatario). E’ stato inoltre disposto che i nuovi mutuatari siano in grado di fronteggiare un incremento di 3 punti percentuali dei tassi di interesse. A livello di Unione Europea, l’esito delle elezioni parlamentari di maggio ha evidenziato un buon risultato per i partititi euroscettici, con l’apprezzabile eccezione dell’Italia dove gli elettori hanno espresso un voto favorevole al governo in carica. Alla luce dei risultati elettorali e delle potenziali coalizioni realizzabili, nel Consiglio Europeo di fine giugno è stato raggiunto l’accordo preliminare sul Presidente della Commissione Europea nella persona di Jean-Claude Juncker. A luglio è previsto il necessario passaggio parlamentare per procedere alla nomina. Nel documento conclusivo del Consiglio Europeo è stata inoltre enfatizzata la necessità 4 di utilizzare gli spazi di flessibilità previsti dalle regole esistenti in materia di controllo dei bilanci pubblici; la focalizzazione sulle riforme strutturali che rilancino la crescita e migliorino la sostenibilità dei conti pubblici; l’opportunità di procedere ad una valutazione più integrata degli interventi fiscali richiesti e delle riforme strutturali annunciate. Al fine di rilanciare la crescita, il documento richiama inoltre l’importanza di utilizzare pienamente i fondi strutturali europei e di facilitare gli investimenti di lungo periodo, sviluppando a tal fine anche gli strumenti finanziari, tra cui quelli della Banca Europea degli Investimenti, e stabilendo il giusto quadro regolamentare di riferimento. In virtù di tale maggiore flessibilità nell’applicazione delle regole, l’Italia potrebbe avvantaggiarsi di un percorso di rientro dal debito pubblico meno stringente e di modalità di contabilizzazione degli investimenti pubblici nel deficit pubblico meno penalizzanti; ciò appare tuttavia subordinato all’impegno a portare avanti un credibile piano di riforme. Negli Stati Uniti, la debolezza della crescita del PIL nel primo trimestre (-2,9% trimestre su trimestre, il peggior risultato degli ultimi 5 anni), imputabile anche alle cattive condizioni metereologiche, è stata seguita da una accelerazione sia delle vendite al dettaglio che della produzione industriale. Nel settore immobiliare le vendite di case esistenti, in calo nei primi tre mesi dell’anno su base mensile (-2% mese su mese in media), hanno registrato una tendenza al rialzo nei mesi di aprile e maggio (+3,2% mese su mese in media). Una dinamica simile è stata registrata dalle vendite di case nuove, più strettamente legate all’andamento del PIL perché con impatto diretto sulle spese per costruzione (-2,4% su base mensile il dato medio del primo trimestre, +11% il dato medio di aprile-maggio). Particolarmente interessante è l’andamento del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è passato dal livello del 6,7% di dicembre 2013 al livello del 6,1% di giugno; il numero di nuovi posti di lavoro creati è passato dalle 84 mila unità di dicembre 2013 alle 288 mila unità di giugno. Anche gli indicatori qualitativi sono migliorati: l’ISM del settore manifatturiero è passato da 52,7 medio del primo trimestre a 55,2 medio del secondo trimestre; l’ISM del settore non manifatturiero è passato da 52,8 medio del primo trimestre a 55,8 medio del secondo trimestre. La fiducia dei consumatori è migliorata dal livello di 80,52 valore medio nel primo trimestre al livello di 83 medio del secondo trimestre. L’avvicinamento del tasso di disoccupazione al livello del 6,5% indicato nei Comunicati di politica monetaria come riferimento per pianificare eventuali interventi sul tasso ufficiale ha indotto il Federal Open Market Committee (FOMC), braccio operativo della Federal Reserve (FED) ad escludere il riferimento diretto a tale variabile nel Comunicato di marzo 2014. La FED ha successivamente ribadito che il tasso di politica monetaria dovrebbe rimanere sui livelli attuali per un considerevole periodo di tempo, soprattutto se il tasso di inflazione rimarrà su livelli inferiori all’obiettivo (target: variazione annuale del deflatore dei consumi 2% a/a; 1,8% la rilevazione di maggio 2014). Nel Comunicato di politica monetaria del 17-18 giugno è stato altresì ribadito che, anche quando l’economia si sarà riportata su livelli di crescita e inflazione in linea con gli obiettivi dell’istituto, il tasso ufficiale potrebbe rimanere su un livello basso rispetto a quello identificato come equilibrio di lungo termine. Ciò appare in linea con le dichiarazioni del Presidente Yellen sulla persistenza di effetti negativi della Grande Recessione sull’economia per un lungo periodo di tempo. La FED ha tuttavia avviato un, seppur graduale, processo di normalizzazione della politica monetaria con la riduzione degli acquisti di attività finanziarie sul mercato dal livello di $ 85 miliardi di dicembre 2013 al livello di $ 35 miliardi di giugno. In Giappone, il PIL del primo trimestre è cresciuto dell'1,6% su base trimestrale e del 3% su base annua (da, rispettivamente, 0,1% trimestre su trimestre e 2,5% anno su anno). Il tasso di inflazione è passato dall'1,6% di dicembre 2013 al 3,7% di maggio 2014. Il recupero dei prezzi al consumo è una diretta manifestazione dell'efficacia della politica reflattiva del Governo Abe e ha contribuito a ridimensionare le aspettative sull’adozione di nuove misure di allentamento quantitativo da parte della Bank of Japan (BoJ). Lo scorso 24 giugno l’esecutivo ha inoltre approvato un pacchetto di riforme strutturali. Tra le misure si pone in evidenza la riduzione della tassazione sulle imprese a partire dal 2015 (dall’attuale 35% a livelli inferiori al 30%). Nel pacchetto si fa inoltre riferimento all’introduzione di una maggiore liberalizzazione nei settori più regolamentati: agricoltura, servizi medici, mercato dell’energia. Con riferimento al mercato del lavoro, si prevede di favorire l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati; per i meno qualificati è previsto un percorso limitato per fronteggiare le carenze di manodopera in alcuni settori, come quello delle costruzioni. Con riferimento al 5 secondo incremento dell’IVA nell’ottobre 2015, Abe ha dichiarato che il Governo adotterà la decisione entro fine anno, dopo aver valutato l’andamento dell’economia nel terzo trimestre. In Cina, il PIL del primo trimestre 2014 ha evidenziato una crescita del 7,4% anno su anno, in calo dal 7,7% di fine 2013. Il rallentamento è stato determinato soprattutto dalla debolezza degli investimenti fissi, a sua volta legata alla debolezza degli investimenti residenziali. Al fine di ridurre i rischi di un marcato ridimensionamento della crescita, la People’s Bank of China (PBoC) ha guidato verso il basso il valore dello yuan introducendo una più ampia banda di oscillazione giornaliera della valuta. Apprezzabile è il costante impegno delle autorità cinesi ad evitare un rallentamento eccessivo dell’economia, senza deviare troppo dall’obiettivo di sviluppo più sostenibile nel lungo termine. A giugno sono stati pertanto allentati i vincoli all’erogazione del credito, con focalizzazione a favore dei prestiti alle piccole e medie imprese e al settore rurale. E’ stato altresì adottato un mini pacchetto di stimolo fiscale che mira ad accelerare le spese in infrastrutture. In India, la Banca Centrale ha adottato misure per limitare il deflusso di capitali e l'eccessivo deprezzamento della valuta con l'aumento del tasso di riferimento di 25 punti base a inizio semestre (dal 7,75% all'8%). Nei mesi successivi l’attenzione degli operatori internazionali si è focalizzata sulle elezioni per il rinnovo del Parlamento. La consultazione elettorale si è conclusa con il successo del Partito nazionalista di Narendra Modi (BJP), percepito come più incline all'adozione di importanti riforme economiche ed istituzionali. E' stato sconfitto, invece, il partito della famiglia Gandhi (Congress), penalizzato dal contesto di bassa crescita (Pil del primo trimestre 4,6% su base annua, stesso dato di fine 2013), alta inflazione (8,28% a maggio da 9,87% di dicembre 2013), debole leadership, diffusa corruzione. Il partito BJP, che ha ottenuto il 31% dei voti nazionali e il 52% dei posti in Parlamento, nell’azione di governo dovrà focalizzarsi su una pluralità di questioni. Le principali sono la stabilizzazione di una economia fragile; il miglioramento del bilancio pubblico, con implicazioni in termini di riduzione dei sussidi e ampliamento della base impositiva; l’incremento della trasparenza dei bilanci bancari, appesantiti da elevati prestiti problematici; il miglioramento del mercato del lavoro; lo sviluppo di un mercato unico; la focalizzazione della banca centrale sulla lotta all’inflazione; il ridimensionamento dello squilibrio di partite correnti con l’estero. Mercati La dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle valute emergenti. Tra i mercati azionari le prese di profitto sono state maggiori sugli indici azionari giapponesi; la conversione in Euro è risultata tuttavia premiante, tenuto conto dell’apprezzamento dello yen che ha beneficiato del ruolo di valuta rifugio in un contesto di maggiori tensioni. Gli indici azionari dei paesi emergenti hanno invece evidenziato dinamiche negative sia in valuta locale che in Euro. A fine gennaio, l’indice MSCI World in Euro ha pertanto registrato un calo dell’1% circa (-3,42% in dollari Usa). Sui mercati obbligazionari si è registrato un generalizzato calo dei tassi di rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”, percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata governance europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali, ha continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con un calo dei tassi di rendimento più marcato sulla parte a medio-lungo termine. Il differenziale rispetto ai titoli tedeschi, sulla scadenza a dieci anni, è pertanto passato da 216 punti base per l’Italia e 221 punti base per la Spagna di fine dicembre a, rispettivamente, 210 punti base e 198 punti base di fine gennaio. I rendimenti sui titoli obbligazionari societari europei, in particolare quelli a più alto merito di credito che seguono maggiormente l’andamento dei titoli di Stato dei paesi “core”, hanno registrato un calo più contenuto rispetto agli omologhi governativi, determinando un allargamento dei rispettivi spread. Nel mese 6 di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la propria avversione al rischio, premiando le attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario e i titoli obbligazionari a spread. Nello specifico, i mercati azionari USA hanno trovato supporto nelle accomodanti prese di posizione della FED. L’istituto centrale, pur affermando la prosecuzione della riduzione degli acquisti di attività finanziarie nei mesi successivi, ha infatti enfatizzato la necessità di monitorare i dati economici per adeguare in modo opportuno il processo di normalizzazione della politica monetaria, ridimensionando le preoccupazioni per variazioni repentine dell’orientamento di politica monetaria. In Area Euro si è distinto positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo esecutivo Renzi insediatosi il 22 febbraio. Il recupero degli indici azionari dei paesi emergenti è stato invece contenuto, tenuto conto del permanere di preoccupazioni sull’evoluzione della crescita economica della Cina. Le incertezze sulla capacità del Giappone di mantenere un ritmo di crescita soddisfacente, alimentate dall’aumento dell’Iva entrato in vigore ad aprile, hanno continuato ad indebolire gli indici azionari del paese. Gli andamenti descritti si sono tradotti in un rialzo mensile dell’indice MSCI World in Euro del 2,53% ( 5,01% in dollari USA). Sui mercati obbligazionari, la ricerca di rendimento ha continuato a premiare i titoli obbligazionari governativi dei paesi periferici europei. Le agenzie di rating hanno tradotto i passi avanti compiuti da questi ultimi in materia di politica fiscale e politica di sviluppo in miglioramenti dell’Outlook (sull’Italia da parte di Moody’s, da Negativo a Stabile, lo scorso 14 febbraio) o del rating (sulla Spagna da parte di Moody’s, da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo, lo scorso 21 febbraio). Il differenziale rispetto ai titoli tedeschi, sulla scadenza a dieci anni, è pertanto sceso a 186 punti base per l’Italia e a 188 punti base per la Spagna. I rendimenti sui titoli obbligazionari societari europei, in particolare quelli a più basso merito di credito, hanno dal canto loro registrato un calo più marcato rispetto ai rendimenti sui governativi “core”, beneficiando del miglioramento del sentiment degli operatori sulla crescita che fornisce supporto ai fondamentali delle società; ciò ha determinato un restringimento dei rispettivi spread. A marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali. Nel corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti che ha più che compensato i precedenti aumenti accumulati nel corso del mese solo sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della BCE a favore di nuove misure di politica monetaria accomodante hanno determinato uno spostamento verso il basso della curva dei rendimenti europea. L’importanza di ulteriori misure di politica monetaria espansiva per evitare il manifestarsi di una spirale deflattiva pericolosa ha reso particolarmente apprezzabili le aperture del Presidente della Banca Centrale tedesca e del Presidente della Banca Centrale finlandese a forme di allentamento quantitativo, tenuto conto delle posizioni molto critiche precedentemente manifestate dai due membri del Comitato di politica monetaria. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato ad evidenziare le migliori performance. Positivo in termini di auspicabile interruzione del circolo vizioso tra crisi del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato l’accordo raggiunto nel mese a livello comunitario sul Meccanismo Unico di Risoluzione Bancaria (Single Resolution Mechanism). Nel mese i rendimenti del BTP si sono portati sui livelli del 2005. Lo spread rispetto al Bund è sceso al livello di 173 punti base. L’indicatore relativo ai titoli governativi spagnoli è passato al livello di 166 punti base. Positivo anche 7 l’andamento del credito europeo che ha evidenziato un calo dei rendimenti soprattutto per effetto della contrazione degli spread su tutte le classi di rating. Particolarmente positivo il settore finanziario, che ha goduto di un ridimensionamento del premio al rischio richiesto dagli investitori a seguito del processo di rafforzamento degli indicatori patrimoniali del settore. Con riferimento ai mercati azionari, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi commerciali e sull’export e i dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa, o più esposte in termini di export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei, ancora sostenuti dall’interesse degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Sui mercati azionari USA le tensioni geopolitiche e l’incertezza sull’evoluzione della politica monetaria sono state compensate dalla pubblicazione di dati economici confortanti. Il nervosismo degli investitori ha portato tuttavia a premiare i settori più difensivi. Ancora in calo l’indice giapponese, ancora penalizzato dalle preoccupazioni sull’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi personali e quindi sulla crescita. Tra gli emergenti, va segnalato il calo dell’indice azionario cinese, tenuto conto delle preoccupazioni sulla dinamica della crescita e sulla stabilità finanziaria del paese. La sintesi degli andamenti descritti è stato un rialzo del MSCI World in Euro dello 0,36% in Euro, pari allo 0,14% in dollari Usa. Ad aprile, l’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a sostenere i mercati obbligazionari, soprattutto quelli dei paesi periferici europei. I titoli di Stato tedeschi, dal canto loro, hanno registrato rendimenti in calo soprattutto sulla parte a lungo termine della curva, tenuto conto della bassa inflazione e della debole crescita. Nello stesso mese l’agenzia di rating Fitch ha alzato il rating sulla Spagna da BBB a BBB+ con Outlook Stabile. L’effetto degli andamenti descritti è stato il calo dello spread sulla scadenza decennale tra titoli di Stato italiani e i titoli di Stato tedeschi dal livello di 173 punti base di fine marzo al livello di 160 punti base di fine aprile; l’equivalente spagnolo è passato dal livello di 166 punti base al livello di 155 punti base. Con riferimento ai mercati azionari, tra i paesi sviluppati si si sono messi in evidenza gli indici europei rispetto a quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente interessanti, a fronte del calo dell’indice giapponese e della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie positive. In sintesi, l’indice MSCI World in Euro ha evidenziato solo un limitato rialzo (0,42%), pari all’1,02% in dollari Usa. A maggio, le attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non convenzionale, da parte della BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno favorito ulteriori cali dei tassi di interesse dei paesi europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici sono stati sostenuti ancora dal generale posizionamento di sottopeso sull’asset class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi più acute della crisi del debito sovrano che ha richiesto un successivo incremento delle posizioni in un contesto di prosecuzione del rialzo delle quotazioni. Nello stesso mese l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha alzato il rating sulla Spagna da BBB- a BBB con Outlook Stabile. Con specifico riferimento all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a causa delle incertezze sull’esito delle elezioni europee del 25 maggio; lo spread sulla scadenza decennale rispetto al Bund si è pertanto portato verso il livello di circa 190 punti base. L’esito delle elezioni, favorevole al Governo in carica, ha determinato un successivo ridimensionamento dell’indicatore, tornato sul livello di circa 160 punti base. L’equivalente spagnolo, dopo aver raggiunto il livello di 174 punti base a ridosso della scadenza elettorale, è sceso verso il livello di 150 punti base. Positivo l’andamento anche dei mercati azionari, sia dei paesi sviluppati che dei paesi emergenti, con l’esclusione di situazioni specifiche caratterizzate da singole criticità. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee, senza poi recuperare interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. L’andamento mensile dell’indice MSCI World in Euro si è tradotto in un incremento del 3,61% in Euro e dell’1,97% in dollari USA. A giugno, l’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha spinto verso il basso i tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario governativo europei. Lo spread sul decennale italiano rispetto al Bund, dopo essersi portato al livello di 140 punti base nel corso del mese, ha chiuso il semestre a 160 punti base, evidenziando una sostanziale stabilità rispetto al livello del mese precedente. 8 L’indicatore relativo al mercato spagnolo, dopo esser sceso al livello di 120 punti base è risalito al livello di 142 punti base di fine giugno, comunque in calo rispetto al mese precedente. In USA, i tassi governativi a breve termine sono rimasti sostanzialmente stabili mentre i tassi a lungo termine hanno registrato una marginale tendenza al rialzo, a fronte di dati economici forti bilanciati però da un atteggiamento estremamente cauto della FED. Con riferimento al mercato obbligazionario societario europeo, si è registrato un miglior andamento dei segmenti con più alto merito di credito, che hanno beneficiato sia del calo dei tassi “core” che dell’ulteriore ridimensionamento del rischio specifico a fronte dell’impegno della BCE a favorire il flusso di credito al settore privato. Sui mercati azionari, positivo è stato l’andamento del mercato azionario statunitense che ha trovato supporto nei buoni dati di crescita e nelle rassicurazioni della FED, ponendo in secondo ordine le preoccupazioni per l’emergere di rischi geo-politici in Iraq e per il conseguente incremento del prezzo del petrolio. Gli indici USA si sono pertanto portati su livelli storicamente alti. Meno brillanti invece i mercati azionari europei. Alla base di tale andamento la pubblicazione di dati economici inferiori alle attese che ha più che compensato l’effetto delle decisioni di politica monetaria espansiva da parte della BCE e ha indotto a prese di profitto soprattutto sui mercati che avevano accumulato dinamiche più positive. Il mercato giapponese ha proseguito l’andamento positivo avviato nel mese di maggio, pur non riuscendo a recuperare le perdite accumulate da inizio anno. L’annuncio del pacchetto di riforme strutturali da parte del Governo Abe, seppur ancora da definire nei dettagli, e i dati economici in miglioramento hanno infatti favorito il recupero dei corsi azionari del paese. Positivo anche l’andamento dei mercati emergenti, in particolare il mercato indiano, sostenuto dall’esito delle elezioni parlamentari a favore di un governo riformista, e il mercato cinese, sospinto da dati positivi e dall’adozione di misure di politica economica espansiva. La combinazione degli andamenti descritti è stato un rialzo mensile dell’indice MSCI in Euro pari all’1,45% (1,79% in dollari USA). Sull’intero semestre, il MSCI World in Euro ha registrato un incremento del 7,45% ( 6,50% in dollari Usa). Il livello assoluto dei rendimenti sui titoli di Stato italiani ha riflesso la dinamica descritta. Il rendimento a dieci anni si è portato dal livello del 4,1% di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% per poi chiudere il semestre al livello del 2,8%. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,65%. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 all’1,25% di fine giugno, riflettendo il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. Passando alla parte a breve delle diverse strutture a termine, il rendimento sul titolo di Stato italiano a due anni si è portato dal livello dell’1,13% di fine 2013 al livello dello 0,74% di metà maggio per poi portarsi all’1% circa in concomitanza con le elezioni europee e poi scendere verso lo 0,58% a fine giugno. L’equivalente rendimento spagnolo è sceso dall’1,5% di fine 2013 al livello dello 0,46% di fine giugno, con una temporanea risalita verso 0,86% a metà maggio. La dinamica del tasso a due anni tedesco ha risentito molto delle modifiche della propensione al rischio degli investitori e delle azioni della BCE: il rendimento si è portato dal livello dello 0,24% di fine 2013 a livelli prossimi allo 0% di fine gennaio per poi risalire verso 0,21% nella parte centrale del semestre e chiudere a giugno al livello prossimo allo 0% a fronte di un orientamento estremamente accomodante della BCE. Passando ai mercati obbligazionari statunitensi, il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% di fine 2013 al livello del 2,6% di fine gennaio per poi risalire verso il livello del 2,8% ad aprile, a fronte di dati economici confortanti. Alla luce della conferma dell’orientamento estremamente accomodante della FED, l’indicatore ha raggiunto il livello del 2,4% a fine maggio per riportarsi verso il 2,5% a fine giugno. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito (categoria Investment Grade: rendimento in calo di 55 punti base; differenziale di interesse in calo di 14 punti base; categoria High Yield: rendimento in calo di 67 punti base; differenziale di interesse in calo di 30 punti base). Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno 9 della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Il calo del rendimento per il settore finanziario è stato pari a 55 punti base; il calo del differenziale di interesse è stato pari a 18 punti base; il segmento relativo ai subordinati ha evidenziato un calo del rendimento di 31 punti base e un calo del differenziale di interesse di 32 punti base. Con riferimento al mercato obbligazionario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. (categoria Investment Grade: rendimento in calo di 34 punti base; differenziale di interesse in calo di 19 punti base; categoria High Yield: rendimento in calo di 55 punti base; differenziale di interesse in calo di 44 punti base). Sul mercato obbligazionario emergente, sostenuto dall’interesse degli investitori internazionali in virtù dei buoni fondamentali e dei rendimenti interessanti, le emissioni governative in valuta forte hanno registrato un calo del rendimento di 75 punti base e un calo del differenziale di interesse rispetto ai titoli di Stato Usa di 42 punti base. Gli stessi indicatori per le emissioni societarie in valuta forte sono pari, rispettivamente, a 60 e 30 punti base. PRINCIPALI INDICI DI MERCATO Azionario Variazioni* USA S&P 500 Index (Dollaro USA) Dow Jones (Dollaro USA) Nasdaq (Dollaro USA) 6,47% 1,95% 6,11 % Europa Eurostoxx 50 Index (Euro) DAX Index (Euro) CAC 40 Index (Euro) FTSE 100 (Sterlina) 4,11% 2,94% 3,44% 0,19% Pacifico Nikkei (Yen) Hang Seng Index (Dollaro HKD) -6,93% -0,23% Italia FTSE Mib (Euro) 12,21% Obbligazionario Variazioni** Europa Germania 1-3 anni (Euro) Germania 3-5 anni (Euro) Germania 7-10 anni (Euro) 0,43% 2,30% 6,99% Italia Italia 1-3 anni (Euro) Italia 3-5 anni (Euro) Italia 7-10 anni (Euro) 2,08% 5,85% 11,23% Corporate Europa 1,27% Citigroup Eurobig 1-3 3,45% Citigroup Eurobig 3-5 8,47% Citigroup Eurobig 7-10 * Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 giugno 2014 (fonte Bloomberg). **Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell’andamento dei titoli con scadenza all’interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 7-10 anni) Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica 10 monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED, hanno fornito supporto al Dollaro USA. PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Variazioni* Dollaro USA/Euro Yen/Euro Sterlina/Euro 0,81% 4,58% 4,41% *Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 giugno 2014, (fonte Bloomberg). Prospettive Nei prossimi mesi, il quadro macroeconomico sarà caratterizzato dalla convergenza dei tassi di crescita delle Economie Sviluppate verso quelli delle Economie Emergenti. Nello specifico, si prevede la prosecuzione del miglioramento congiunturale in Area Euro, soprattutto nei paesi periferici. La diversa fase del ciclo economico USA, più avanzato rispetto a quello dell’Area Euro, determinerà il perdurare del disallineamento nella politica monetaria. A fronte dell’avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria in USA, sebbene a ritmo graduale e senza interventi a breve sul tasso ufficiale, si enfatizza l’apertura della BCE a favore di nuove misure di politica monetaria espansiva, se necessario. Nell’Area Emergente, si manifesta la fiducia nella volontà delle autorità politiche cinesi di portare avanti le riforme strutturali necessarie per favorire l’evoluzione verso un modello di crescita più equilibrato. Alla luce di tale scenario relativamente favorevole alle attività finanziarie più rischiose, con preferenza per gli investimenti azionari rispetto a quelli obbligazionari, si enfatizza la necessità di una oculata gestione del rischio e del timing delle scelte di investimento. Regime di tassazione Dal 1° luglio 2014, il D.L. n. 66/2014 ha elevato al 26% l’aliquota di tassazione delle rendite finanziarie e, quindi, anche dei proventi derivanti dalla partecipazione ai fondi comuni di investimento. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito alla sezione: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml. Eventi che hanno interessato i fondi Si segnala che i Consigli di Amministrazione di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR ("Società Promotrice") e di Pioneer Investment Management SGRpA ("Società Gestore"), rispettivamente, in data 16 dicembre 2013 e 19 dicembre 2013, hanno deliberato le operazioni di fusione per incorporazione tra Fondi, di seguito indicate, e talune modifiche al Regolamento Unico di Gestione. Le predette operazioni di fusione e le modifiche regolamentari sono state autorizzate dalla Banca d'Italia, rispettivamente, in data 22 gennaio 2014 e 20 febbraio 2014. Le operazioni di fusione hanno acquisito efficacia il 4 luglio 2014 attraverso la conversione delle quote dei Fondi oggetto di fusione nelle quote dei Fondi riceventi sulla base del rapporto di concambio tra i valori quota dei fondi al 3 luglio 2014 secondo lo schema di seguito riportato. Fondo oggetto di fusione Valore Fondo ricevente Valore Coefficiente di concambio BancoPosta Investimento Protetto 90 5,805 BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine 6,672 0,870053956 BancoPosta Extra 5,751 BancoPosta Mix 1 7,030 0,818065433 11 Si segnala inoltre come in data 4 luglio 2014, abbiano acquisito efficacia le modifiche regolamentari di seguito rappresentate: integrazione delle informazioni già previste nello "Scopo" nel paragrafo relativo alla "Politica di investimento"; riformulazione dell'oggetto dell'investimento dei Fondi, al fine di indicare con maggior grado di dettaglio i beni in cui può essere investito il patrimonio di ciascun Fondo; riformulazione della politica di investimento di ciascun Fondo al fine di specificare l'intenzione del gestore di utilizzare strumenti finanziari derivati per assumere posizioni corte nette; l'esposizione complessiva in strumenti finanziari derivati non potrà eccedere il 100% del valore complessivo netto del Fondo; per i Fondi BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine, BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine, BancoPosta Mix 1 e BancoPosta Mix 2, introduzione di apposita previsione volta a recepire le indicazioni degli organi di vigilanza in merito all'utilizzo dei giudizi delle società di rating ed eliminazione della definizione di titoli "investment grade". A tal fine la Società Gestore ha adottato, dal 1 luglio 2014, sistemi interni di classificazione e monitoraggio nel continuo del merito di credito che tengano conto, in via non esclusiva, anche dei giudizi espressi dalle principali agenzie di rating (Moody’s, S&P, Fitch). Inoltre, per i Fondi BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine e BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine è prevista la possibilità di investire fino al 30% del totale attivo in emissioni con maggiore rischio di credito; introduzione della possibilità di investire in parti di altri OICR istituiti o gestiti dalla Società Promotrice o da altre società alla stessa legate tramite controllo comune o con una considerevole partecipazione diretta o indiretta; eliminazione del diritto fisso (€ 2) applicabile ai rimborsi programmati per importo fisso e introduzione della previsione secondo la quale vengono prelevate dall'importo di pertinenza del sottoscrittore le imposte e le tasse dovute, secondo la normativa vigente; introduzione della previsione secondo la quale, in caso di investimento in OICR "collegati", sul Fondo acquirente non vengono fatte gravare spese e diritti di qualsiasi natura relativi alla sottoscrizione e al rimborso delle parti degli OICR "collegati" acquisiti e, dal compenso riconosciuto alla Società Promotrice, è dedotta la remunerazione complessiva che il gestore degli OICR "collegati" percepisce secondo quanto previsto dalle disposizioni normative tempo per tempo vigenti; introduzione del nuovo Servizio "Investi e Consolida"; introduzione sia della precisazione che l'autorizzazione permanente di addebito può riguardare, oltre al conto corrente postale, il libretto postale nominativo sia della possibilità di sottoscrivere con importo derivante dal rimborso di altri fondi della Società Promotrice; anticipazione dell'orario (dalle 15:00 alle 13:00) entro il quale si considerano ricevute in giornata le richieste di sottoscrizione, rimborso e operazioni di passaggio tra Fondi; riduzione del versamento iniziale nell'ambito dei PAC (da € 500 a € 50). Inoltre, l'efficacia di ogni modifica che preveda la sostituzione delle SGR ovvero che riguardi le caratteristiche del Fondo o incida negativamente sui diritti patrimoniali dei partecipanti sarà sospesa per un termine di 40 giorni successivi alla pubblicazione della modifica stessa, e non più per un termine di 90 giorni. In aggiunta a quanto precede, il Regolamento Unico di Gestione verrà modificato, con effetto dal 1° gennaio 2015, per recepire altresì l'eliminazione di tutti i riferimenti alla distinzione tra Società Promotrice e Società Gestore. Dalla medesima data la Società di Gestione del Risparmio di tutti i Fondi disciplinati dal Regolamento Unico di Gestione sarà BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, ferma restando la facoltà della SGR di conferire deleghe d'investimento ai sensi dell'art. 33 del D. Lgs. 58/98. 12 FONDI BANCOPOSTA OBBLIGAZIONARIO EURO BREVE TERMINE Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva dello 0,48% rispetto ad una variazione dello 0,85% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. In avvio di semestre sono emerse tensioni sui mercati finanziari, a fronte della pubblicazione di dati economici statunitensi deboli e delle preoccupazioni sulla capacità dei paesi emergenti di garantire un livello di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Tale contesto ha determinato un generalizzato calo dei tassi di rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”, percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata governance europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con un calo generalizzato dei tassi di rendimento. La tendenza al generalizzato calo dei rendimenti, più apprezzabile sui titoli di Stato dei paesi periferici, è proseguita nel mese di febbraio. A marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali. Nel corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti soprattutto sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della BCE a favore di nuove misure di politica monetaria accomodante hanno determinato uno spostamento verso il basso della curva dei rendimenti europea. L’importanza di ulteriori misure di politica monetaria espansiva per evitare il manifestarsi di una spirale deflattiva pericolosa ha reso particolarmente apprezzabili le aperture del Presidente della Banca Centrale tedesca e del Presidente della Banca Centrale finlandese a forme di allentamento quantitativo, tenuto conto delle posizioni molto critiche precedentemente manifestate dai due membri del Comitato di politica monetaria. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato ad evidenziare le migliori performance. Di supporto in termini di auspicabile interruzione del circolo vizioso tra crisi del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato anche l’accordo raggiunto nel mese a livello comunitario sul Meccanismo di Risoluzione delle Crisi Bancarie (Single Resolution Mechanism). Ad aprile, l’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a sostenere i mercati obbligazionari, soprattutto quelli dei paesi periferici europei. A maggio, le attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non convenzionale, da parte della BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno favorito ulteriori cali dei tassi di interesse dei paesi europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato a trovare sostegno anche nel generale posizionamento di sottopeso sull’asset class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi più acute della crisi del debito sovrano; esso ha reso opportuno un incremento delle posizioni, in un contesto di prosecuzione del rialzo delle quotazioni. Con specifico riferimento all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a causa delle incertezze sull’esito delle elezioni europee del 25 maggio. Il risultato elettorale, favorevole al Governo in carica, ha determinato un successivo ridimensionamento dei tassi di rendimento sui titoli di Stato domestici. A giugno, l’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha continuato a spingere verso il basso i 13 tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario governativo europei. Il contesto economico e finanziario positivo ha sostenuto tutte le categorie di titoli obbligazionari societari europei. I fattori strutturali restano a supporto di questo segmento di mercato. I tassi di insolvenza sono bassi e non dovrebbero manifestare repentini movimenti al rialzo. Le oculate politiche di gestione delle società non finanziarie nel recente passato ne hanno migliorato i bilanci e la disponibilità di cassa. La scarsa propensione a porre in essere progetti di investimento o acquisizioni ne limita inoltre le esigenze di finanziamento in situazioni di mercato meno favorevoli: ciò riduce i rischi di peggioramento dei rapporti domanda/offerta soprattutto nelle fasi di tensione. A livello di classi di rating, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto agli omologhi governativi sono stati più marcati per le categorie a più basso merito di credito; l’apprezzabile ridimensionamento del rischio specifico riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla Spagna di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23 maggio). Nel semestre, il portafoglio del fondo è stato investito principalmente in titoli governativi di paesi dell’Area Euro (significativa l’esposizione verso i governativi italiani, contenuta l’esposizione verso i governativi tedeschi e francesi, residuale l’esposizione verso i governativi spagnoli, olandesi, belgi, austriaci e finlandesi) ed in via contenuta in obbligazioni societarie. La parte residuale del portafoglio è stata investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati. Durante il semestre, il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa il 79,9% in titoli governativi ed assimilati e pari a circa il 13,1% in obbligazioni societarie, con un incremento dal livello di circa il 12,3% di fine 2013 al livello di circa il 13,6% di fine giugno. La posizione lunga sui finanziari, in particolare subordinati, già presente a fine 2013, è stata mantenuta fino alla fine di giugno. L’operatività del fondo si è concentrata sia sulla gestione attiva dell’esposizione al rischio paese all’interno della componente governativa che sulla gestione della duration di portafoglio. Va tuttavia riconosciuto che l’orientamento estremamente accomodante della BCE, comprimendo verso livelli prossimi alla zero le aspettative sul tasso di politica monetaria su un periodo di tempo prolungato, rende più complesso in questo particolare momento di mercato, le opportunità di gestione, anche tattica, della duration. Con riferimento alla gestione del rischio paese, l’esposizione all’Italia è rimasta neutrale su tutto il periodo di riferimento. Tale scelta è da ricondurre al riconoscimento che i rendimenti sui titoli governativi italiani hanno raggiunto livelli storicamente bassi, effetto anche del maggior interesse verso il paese da parte degli investitori internazionali. Ciò ha portato ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto livello del tasso di disoccupazione, l’alto livello di debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito costituiscono fattori di rischio per il paese. L’esito delle elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un elemento positivo per la spinta riformista dell’esecutivo, fornendo ulteriore supporto alla view positiva di lungo termine sul paese. L’importanza delle riforme strutturali è enfatizzata anche dagli organismi internazionali. L’FMI, nel documento di sintesi dell’analisi annuale realizzata nell’ambito dell’Article IV pubblicato lo scorso 17 giugno, ha nuovamente posto l’accento sulle riforme necessarie per sostenere la crescita e l’occupazione. Sulla stessa lunghezza d’onda la Commissione Europea che, a maggio, ha formalizzato le raccomandazioni all’Italia sul programma nazionale di riforma e sul programma di stabilità 2014 presentati dal paese nel mese di aprile. Sul fronte 14 delle riforme, l’istituzione comunitaria ha ribadito la necessità di alleggerire la pressione fiscale sui fattori produttivi, spostandola verso i consumi, i beni immobili e l’ambiente; di portare avanti il piano di privatizzazioni; di migliorare il mercato del lavoro, il sistema burocratico e il sistema scolastico; di rafforzare la resilienza del settore bancario. Sul fronte dei conti pubblici, la Commissione non ha formulato una puntuale richiesta di manovra aggiuntiva per il 2014; ha tuttavia evidenziato che appaiono “necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformità ai requisiti del patto di stabilità e crescita”. Con riferimento alla Germania, l’esposizione in termini di duration è stata portata da un livello prossimo a quello del benchmark a un sottopeso di circa 3 mesi a gennaio attraverso una posizione corta sul futures sul titolo a 5 anni tedesco. Alla base di tale scelta va ricondotto il riconoscimento che l’eventuale pubblicazione di dati economici statunitensi forti avrebbe potuto determinare un incremento del premio al rischio richiesto dagli investitori, con una reazione maggiore della parte media della curva dei rendimenti statunitensi. Nonostante la diversa fase della congiuntura e un orientamento estremamente accomodante della BCE, i rendimenti dei titoli governativi tedeschi avrebbero potuto seguire l’andamento degli equivalenti statunitensi. L’esposizione al paese è stata successivamente riportata alla neutralità a partire da febbraio, attribuendo massimo valore all’impegno dichiarato dalla BCE a mantenere bassi i tassi di politica monetaria e ad adottare nuove misure di allentamento, se necessario. La posizione di neutralità è stata confermata fino alla fine di giugno. Su tutto il semestre, l’esposizione in termini di duration alla Spagna è stata mantenuta su livelli prossimi a quelli del benchmark. Sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia, Irlanda e Portogallo. Con riferimento alla duration complessiva di portafoglio la duration media del portafoglio sul semestre è stata pari a circa 13 mesi, valore in linea con il benchmark. La duration del portafoglio – comprensiva dei derivati - al 30 giugno 2014 risultava pari ad 1 anno e 1 mese, pari ad 1 anno e 2 mesi la duration del benchmark (50% MTS BOT, 50% Citigroup Euro Big 1-3). Nel semestre, il fondo ha registrato una performance positiva in termini assoluti ma inferiore rispetto al benchmark . Nel corso del semestre, il rendimento assoluto del fondo ha beneficiato del generalizzato calo dei tassi di rendimento; la performance relativa è stata tuttavia indebolita dalla sottoesposizione in termini di duration di inizio semestre. Il contributo dell’allocazione al credito di impresa è stato sostanzialmente in linea con il benchmark sul semestre. Al 30 giugno il 79,6% circa del fondo (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) risulta investito in titoli governativi ed assimilabili (di cui il 48,6% circa in titoli di Stato italiani), il 13,6% circa in obbligazioni societarie, mentre la parte residuale è investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale) e liquidità. Alla data sono inoltre presenti esposizioni in derivati (futures su Schatz e BTP). Il rating medio ponderato del portafoglio a fine semestre è pari ad A-; pari ad A- il rating medio ponderato del benchmark. Nel corso del semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati, prevalentemente con finalità di copertura, in particolare in futures sul titolo tedesco a 5 anni (Bobl), sullo Schatz e sul titolo italiano a 3 anni; la leva è stata non superiore a 1,3. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite dell’1%. Linee strategiche La politica monetaria della FED sarà condizionata dall’evoluzione del quadro economico, come ribadito ulteriormente dal Presidente della FED Yellen nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione di politica monetaria del 17-18 giugno. Ciò potrebbe determinare continui aggiornamenti delle aspettative degli operatori di mercato e un generalizzato incremento della volatilità e del premio al rischio richiesto dagli operatori di mercato. L’orientamento estremamente accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP 15 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Ciò giustifica il mantenimento di una posizione in termini di duration prossima al benchmark. Sull’Italia si mantiene una posizione di neutralità. Tale scelta è da ricondurre al riconoscimento che i rendimenti sui titoli governativi italiani sono storicamente bassi; ciò porta ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto livello del tasso di disoccupazione, l’alto livello di debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito costituiscono fattori di rischio per il paese. L’esito delle elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un elemento positivo per la spinta riformista dell’esecutivo, fornendo supporto alla view positiva di lungo termine sul paese. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI CTZ 30/09/2014 BOT 31/07/2014 CTZ 31/12/2014 BOT 12/09/2014 BUNDESOBL 2,75% 08/04/2016 BOT 31/10/2014 BTP 2,5% 01/03/2015 FRENCH BTAN 2% 12/07/2015 BUNDESSCHATZANW 12/12/2014 BTP 2,75% 01/12/2015 SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016 FRENCH BTAN 5Y 2,5% 15/01/2015 BTP 3,75% 15/04/2016 FRANCE O.A.T. 3,75% 25/04/2017 BUNDESOBL 0,5% 07/04/2017 NETHERLANDS GOVT 15/04/2016 SPANISH GOVT 3% 30/04/2015 BELGIAN 2,75% 28/03/2016 CTZ 30/06/2015 RENTENBANK 0,625% 05/09/2016 KFW 0,5% 25/07/2016 INSTITO CREDITO OFFICIAL 2,375% 31/10/2015 SANTANDER CONSUMER FIN 3,875% 23/03/2016 LA CAIXA 3,5% 31/03/2016 BANK NEDERLANDSE GEMEENTEN 2,25% 24/08/2016 CAISSE AMORT DET 3% 25/02/2016 SPANISH GOVT 3,8% 31/01/2017 FRANCE O.A.T. 5% 25/10/2016 REP OF AUSTRIA 4% 15/09/2016 BANCO BILBAO VIZCAYA 4,25% 18/01/2017 INTESA SANPAOLO 4,375% 16/08/2016 SNAM 4,375% 11/07/2016 UBI BANCA 04/12/2014 CM-CIC COVERED 3,375% 18/07/2016 BPCE SFH 3,625% 12/05/2016 SOCIETE GENERALE 3,25% 06/06/2016 TELEFONICA 4,375% 02/02/2016 ING 2,75% 29/06/2016 FRENCH BTAN 2,5% 25/07/2016 GAS NATURAL CAP 3,375% 27/01/2015 CITIGROUP 31/05/2017 EUROPEAN UNION 2,75% 03/06/2016 BNP PARIBAS 5,431% 07/09/2017 TERNA 4,125% 17/02/2017 ATLANTIA 3,375% 18/09/2017 SKANDINAVISKA ENSKILDA 4% 12/09/2022 INTESA SANPAOLO 4,125% 19/09/2016 UBI BANCA 4,5% 22/02/2016 LUXOTTICA 4% 10/11/2015 DEUTSCHE BANK 20/09/2016 Codice ISIN IT0004853807 IT0004986433 IT0004890890 IT0004958168 DE0001141604 IT0005012429 IT0004805070 FR0118462128 DE0001137404 IT0004880990 ES00000122X5 FR0117836652 IT0004712748 FR0010415331 DE0001141638 NL0010364139 ES00000122F2 BE0000319286 IT0004938186 XS0968431949 DE000A1MBCB3 XS0968922764 ES0413495005 ES0414970535 XS0667463995 FR0011008366 ES00000120J8 FR0000187361 AT0000A011T9 ES0413211170 IT0004690126 XS0803479442 XS0471304849 FR0011077023 FR0011044874 FR0011056126 XS0241946630 DE000A1KRJA0 FR0119580050 XS0479542150 XS0303074883 EU000A1GRYT1 XS0320303943 XS0747771128 XS0542522692 XS0828014133 XS0829329506 IT0004692346 XS0557635777 DE0003933685 16 Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 82.363.557 47.901.699 46.396.831 39.947.882 34.063.250 29.966.635 29.408.030 26.518.700 22.505.286 17.535.330 16.073.415 14.428.680 11.096.400 11.004.000 10.479.824 10.286.610 9.098.915 8.578.020 7.912.854 7.684.284 7.359.495 7.166.880 6.322.200 6.290.760 6.258.120 5.862.920 5.540.656 5.376.514 4.669.800 3.809.400 3.233.130 3.214.470 3.203.808 3.188.220 3.183.570 3.172.290 3.170.010 3.153.300 3.147.900 3.047.430 2.954.880 2.942.268 2.822.250 2.712.725 2.690.550 2.678.925 2.666.750 2.656.675 2.614.900 2.495.200 12,623 7,341 7,111 6,122 5,220 4,593 4,507 4,064 3,449 2,687 2,463 2,211 1,701 1,686 1,606 1,576 1,394 1,315 1,213 1,178 1,128 1,098 0,969 0,964 0,959 0,899 0,849 0,824 0,716 0,584 0,495 0,493 0,491 0,489 0,488 0,486 0,486 0,483 0,482 0,467 0,453 0,451 0,433 0,416 0,412 0,411 0,409 0,407 0,401 0,382 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 59.415.315 7.276.250 4.543.634 b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita -166.909.689 -157.937 -15.241.420 Raccolta netta del periodo -111.073.847 17 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. attività 638.241.133 97,815 741.015.697 97,558 638.241.133 97,815 741.015.697 97,558 A1.1 Titoli di Stato 496.361.290 76,071 588.161.178 77,434 A1.2 Altri 141.879.843 21,744 152.854.519 20,124 595.350 0,091 158.340 0,021 595.350 0,091 158.340 0,021 595.350 0,091 158.340 0,021 7.350.473 1,126 6.192.923 0,815 F1. Liquidità disponibile 7.354.323 1,127 6.217.283 0,818 F 1.1 di cui in Euro F 1.2 di cui in valuta 7.275.257 79.066 1,115 0,012 6.138.934 78.349 0,808 0,010 2.800 0,00 2.800 0,00 -6.650 -0,001 -24.360 -6.650 -0,001 -24.360 -0,003 -0,003 G. ALTRE ATTIVITA’ 6.318.449 0,968 12.197.554 1,606 G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre 6.318.449 0,968 12.197.554 1,606 652.505.405 100,000 759.564.514 100,000 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C 1.1 di cui in Euro C 1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F 2.1 di cui in Euro F 2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F 3.1 di cui in Euro F 3.2 di cui in valuta TOTALE ATTIVITA’ 18 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 3.032.707 2.338.350 3.032.707 2.338.350 428.013 501.481 428.013 501.481 3.460.720 2.839.831 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 649.044.685 756.724.683 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 97.288.853,776 113.973.535,080 6,671 6,639 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse 10.702.900,406 Quote rimborsate 27.387.581,710 19 OBBLIGAZIONARIO EURO MEDIO LUNGO TERMINE Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva del 3,68% rispetto ad una variazione del 4,64% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. In avvio di semestre sono emerse tensioni sui mercati finanziari, a fronte della pubblicazione di dati economici statunitensi deboli e delle preoccupazioni sulla capacità dei paesi emergenti di garantire un livello di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Tale contesto ha determinato un generalizzato calo dei tassi di rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”, percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata governance europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con un calo generalizzato dei tassi di rendimento. La tendenza al generalizzato calo dei rendimenti, più apprezzabile sui titoli di Stato dei paesi periferici, è proseguita nel mese di febbraio. A marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali. Nel corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti soprattutto sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della Banca Centrale Europea (BCE) a favore di nuove misure di politica monetaria accomodante hanno determinato uno spostamento verso il basso della curva dei rendimenti europea. L’importanza di ulteriori misure di politica monetaria espansiva per evitare il manifestarsi di una spirale deflattiva pericolosa ha reso particolarmente apprezzabili le aperture del Presidente della Banca Centrale tedesca e del Presidente della Banca Centrale finlandese a forme di allentamento quantitativo, tenuto conto delle posizioni molto critiche precedentemente manifestate dai due membri del Comitato di politica monetaria. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato ad evidenziato le migliori performance. Di supporto in termini di auspicabile interruzione del circolo vizioso tra crisi del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato anche l’accordo raggiunto nel mese a livello comunitario sul Meccanismo di Risoluzione delle Crisi Bancarie (Single Resolution Mechanism). Ad aprile, l’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a sostenere i mercati obbligazionari. L’effetto degli andamenti descritti è stato l’ulteriore calo dello spread sulla scadenza decennale tra titoli di Stato italiani e i titoli di Stato tedeschi al livello di 160 punti base circa; l’equivalente spagnolo è sceso al livello di 155 punti base circa. A maggio, le attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non convenzionale, da parte della BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno favorito ulteriori cali dei tassi di interesse dei paesi europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato a trovare sostegno anche nel generale posizionamento di sottopeso sull’asset class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi più acute della crisi del debito sovrano; esso ha reso opportuno un incremento delle posizioni, in un contesto di prosecuzione del rialzo delle quotazioni. Con specifico riferimento all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a causa delle incertezze sull’esito delle elezioni europee del 25 maggio. L’esito delle elezioni, favorevole al Governo in carica, ha determinato un successivo ridimensionamento dell’indicatore, tornato a circa 160 punti base a fine mese. L’equivalente spagnolo, dopo aver raggiunto il livello di 174 punti base a ridosso della scadenza elettorale, è sceso verso il livello di 150 punti base. 20 A giugno, l’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha continuato a spingere verso il basso i tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario governativo europei. Lo spread sul decennale italiano rispetto al decennale tedesco, dopo essersi portato al livello di 140 punti base nel corso del mese, ha chiuso il semestre a 160 punti base, evidenziando una sostanziale stabilità rispetto al livello del mese precedente. L’indicatore relativo al mercato spagnolo, dopo esser sceso al livello di 120 punti base è risalito al livello di 142 punti base di fine giugno, comunque in calo rispetto al mese precedente. In USA, i tassi governativi a breve termine sono rimasti sostanzialmente stabili mentre i tassi a lungo termine hanno registrato una marginale tendenza al rialzo, a fronte di dati economici forti ma di un atteggiamento estremamente cauto della FED. Il contesto economico e finanziario positivo ha sostenuto tutte le categorie di titoli obbligazionari societari europei. I fattori strutturali restano a supporto di questo segmento di mercato. I tassi di insolvenza sono bassi e non dovrebbero manifestare repentini movimenti al rialzo. Le oculate politiche di gestione delle società non finanziarie nel recente passato ne hanno migliorato i bilanci e la disponibilità di cassa. La scarsa propensione a porre in essere progetti di investimento o acquisizioni ne limita inoltre le esigenze di finanziamento in situazioni di mercato meno favorevoli: ciò riduce i rischi di peggioramento dei rapporti domanda/offerta soprattutto nelle fasi di tensione. A livello di classi di rating, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto agli omologhi governativi sono stati più marcati per le categorie a più basso merito di credito; l’apprezzabile ridimensionamento del rischio specifico riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla Spagna da parte di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23 maggio). Nel semestre, il portafoglio del fondo è stato investito principalmente in titoli governativi di Paesi dell’Area Euro (principalmente italiani, tedeschi, francesi e spagnoli) ed in obbligazioni societarie. La parte residuale del portafoglio è stata investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati. Durante il semestre, il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa l’81,4% in titoli governativi ed assimilati. Il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa il 12,3% in obbligazioni societarie, con un calo dal livello del 12,7% di fine 2013 al livello di 11,8% di fine giugno. La posizione lunga sui finanziari, in particolare subordinati, già presente a fine 2013, è stata mantenuta fino alla fine del semestre. L’operatività del fondo si è concentrata soprattutto sulla gestione attiva dell’esposizione al rischio paese all’interno della componente governativa e sulla gestione della duration di portafoglio. Con riferimento alla gestione del rischio paese, a gennaio è stata implementata una posizione corta sul futures sul titolo di Stato italiano a dieci anni. Tale scelta è stata ricondotta al riconoscimento di un elemento di rischio specifico sul paese, tenuto conto del basso livello di crescita, dell’alto livello del tasso di disoccupazione, dell’alto livello di debito pubblico, delle restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito e dei ritardi nella implementazione delle riforme strutturali. A ciò si aggiungeva la valutazione del livello storicamente basso dei rendimenti sui titoli governativi italiani che portava ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici, giustificando la posizione corta. Nel corso del mese è stata inoltre aperta una posizione corta sul futures sul titolo di Stato statunitense a 5 anni statunitense. Tale scelta operativa da mettere in relazione con la valutazione che l’eventuale pubblicazione di dati economici 21 USA forti avrebbe potuto determinare un incremento del premio al rischio richiesto dagli investitori, con una reazione maggiore della parte media della curva dei rendimenti. Nel mese di febbraio è stata chiusa la posizione corta sul futures sul titolo di Stato italiano a dieci anni, portando alla neutralità l’esposizione al paese in termini di duration. Tale posizione è stata mantenuta fino alla fine del semestre. La decisione è stata supportata dal riconoscimento dell’interesse da parte degli investitori internazionali a favore degli investimenti sul mercato domestico, pur confermando i rischi specifici e il rischio direzionale precedentemente citati. Nel mese di marzo è stata incrementata la posizione corta sul futures sul titolo di Stato statunitense a 5 anni. Si riteneva infatti maggiore il rischio di un incremento del premio al rischio richiesto dalle investitori alla luce delle proiezioni sul tasso ufficiale formulate dai membri del FOMC in occasione della riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. La maggioranza dei banchieri centrali indicava infatti il livello del tasso ufficiale all’1% a fine 2015 e al 2,25% a fine 2016, in aumento rispetto alle proiezioni di dicembre 2013 ( rispettivamente ai livelli di 0,75% e 1,75%). La scelta tattica di incremento del corto sul titolo di Stato statunitense a 10 anni è stata rafforzata nel mese di aprile, ritendendo probabili incrementi di volatilità in vista della riunione della FED del 30 aprile e della pubblicazione del report sul mercato del lavoro nella prima settimana di maggio. Tale scelta è stata ridimensionata nel mese di maggio, con un contestuale calo della sottoesposizione agli Stati Uniti in termini di duration. Il posizionamento sugli Stati Uniti è stato confermato fino alla fine del semestre. Su tutto il semestre, sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Portogallo ed è stata mantenuta una posizione di neutralità rispetto al benchmark sulla Spagna. Per quanto riguarda la gestione della duration di portafoglio, nel mese di gennaio la duration del fondo, al livello di 3,76, è stata incrementata rispetto alla fine del 2013, con un calo del corto rispetto al benchmark da circa 10 mesi a circa 6 mesi imputabile alla scadenza delle opzioni put su titoli di Stato statunitensi e tedeschi presenti in portafoglio. A febbraio, la chiusura della posizione corta sul futures sul titolo di Stato italiano a dieci anni ha determinato un ulteriore aumento della duration a 3,97, con contestuale ridimensionamento del corto rispetto al benchmark a circa 4 mesi. Nei mesi di marzo e aprile l’incremento della posizione corta sul titolo di Stato USA a cinque anni ha determinato un progressivo calo della duration complessivamente considerata (a 3,80 con un incremento del corto rispetto al benchmark a circa 7 mesi a marzo; a 3,50, con un incremento del corto rispetto al benchmark a 11 mesi ad aprile). A maggio la decisione di ridurre la posizione corta sul futures sul titolo a dieci anni statunitense ha portato la duration complessiva del fondo al livello di 3,95, con conseguente calo del corto di duration al livello di circa 7 mesi. Nel semestre, il fondo ha registrato una performance positiva in termini assoluti ma inferiore al benchmark. Nel corso del semestre, la performance assoluta positiva è stata sostenuta dal generalizzato calo dei tassi di rendimento. La performance relativa è stata invece indebolita principalmente dalla la posizione di corto di duration ed in particolare dalle opzioni put su titoli di Stato statunitensi e tedeschi Out of the Money e dalla posizione corta sul futures a cinque anni statunitense. La duration del portafoglio – comprensiva dell’impatto dei derivati - al 30 giugno 2014 risultava parti a 3 anni e 10 mesi, pari a 4 anni e 7 mesi la duration del benchmark (25% MTS BOT, 75% Citigroup Euro Big). Al 30 giugno, l’81,6% (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio) circa del fondo risulta investito in titoli governativi ed assimilabili (il 30% circa in titoli di Stato italiani), l’11,8% circa in obbligazioni societarie, mentre la parte residuale è investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale) e in liquidità. Alla data sono inoltre presenti esposizioni in derivati (futures). Il rating medio ponderato del portafoglio a fine semestre è pari ad A; pari ad A quello del Benchmark. Nel corso del semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati, prevalentemente con finalità di copertura, in particolare in futures sul titolo italiano a 10 anni, sul titolo USA a 5 anni, sulla curva tedesca, inglese e francese, e in opzioni sui titoli tedeschi e USA a dieci anni; la leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite del 2%. 22 Linee strategiche La politica monetaria della FED sarà condizionata dall’evoluzione del quadro economico, come ribadito ulteriormente dal Presidente della FED Yellen nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione di politica monetaria del 17-18 giugno. Ciò potrebbe determinare continui aggiornamenti delle aspettative degli operatori di mercato e un generalizzato incremento della volatilità e del premio al rischio richiesto dagli operatori di mercato, giustificando una posizione di sottopeso in termini di duration inferiore al benchmark sugli USA. L’orientamento estremamente accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Ciò giustifica il mantenimento di una posizione in termini di duration prossima al benchmark. Sull’Italia si mantiene una posizione di neutralità. Tale scelta è da ricondurre al riconoscimento che i rendimenti sui titoli governativi italiani sono storicamente bassi; ciò porta ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto livello del tasso di disoccupazione, l’alto livello di debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito costituiscono fattori di rischio per il paese. L’esito delle elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un elemento positivo per la spinta riformista dell’esecutivo, fornendo supporto alla view positiva di lungo termine sul paese. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI BOT 14/05/2015 CTZ 31/12/2014 BTP 4% 01/02/2017 DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021 BUNDESOBL 1,25% 14/10/2016 NETHERLANDS GOVT 15/04/2016 BTP 4,25% 01/07/2014 BOT 31/07/2014 FRANCE OAT 4% 25/04/2018 BTP 4,5% 01/03/2026 FRENCH BTAN 2,25% 25/02/2016 DEUTSCHLAND I/L 1,75% 15/04/2020 BTP 4,75% 01/09/2021 BTP 5% 01/09/2040 SPANISH GOVT 5,5% 30/04/2021 SPANISH GOVT 3,75% 31/10/2018 DEUTSCHLAND REP 1,75% 15/02/2024 FRANCE OAT 3,5% 25/04/2026 BUNDESSCHATZANW 0,25% 10/06/2016 FRANCE OAT 1% 25/11/2018 IRISH GOVT 5% 18/10/2020 DEUTSCHLAND REP 4,75% 04/07/2028 BELGIAN 4,25% 28/09/2022 FRANCE OAT 4,5% 25/04/2041 SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016 REP OF AUSTRIA 3,4% 22/11/2022 UK TREASURY I/L GILT 0,125% 22/11/2019 CAISSE AMORT DET 2,375% 25/01/2024 KFW 2,125% 15/08/2023 FRANCE OAT 4% 25/04/2055 RENTENBANK 1,875% 11/05/2020 IRISH GOVT 5,9% 18/10/2019 IRISH GOVT 3,9% 20/03/2023 IRISH GOVT 3,4% 18/03/2024 REP OF AUSTRIA 3,2% 20/02/2017 BTP 2,5% 01/05/2019 Codice ISIN IT0005022204 IT0004890890 IT0004164775 DE0001135424 DE0001141612 NL0010364139 IT0004750409 IT0004986433 FR0010604983 IT0004644735 FR0119105809 DE0001030526 IT0004695075 IT0004532559 ES00000123B9 ES00000124B7 DE0001102333 FR0010916924 DE0001137461 FR0011523257 IE00B60Z6194 DE0001135085 BE0000325341 FR0010773192 ES00000122X5 AT0000A0U3T4 GB00BBDR7T29 FR0011521319 DE000A1R07S9 FR0010171975 XS0780331004 IE00B6089D15 IE00B4S3JD47 IE00B6X95T99 AT0000A0GLY4 IT0004992308 23 Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 33.860.432 32.877.060 26.254.910 25.215.750 24.673.200 23.769.060 20.000.000 17.459.342 16.307.720 14.553.589 14.505.400 13.981.590 12.885.132 11.856.666 11.271.427 9.874.953 8.997.214 8.409.424 7.532.250 7.279.275 7.078.030 7.065.292 6.641.190 6.577.977 6.261.278 6.222.995 6.049.359 5.803.812 5.781.024 5.676.848 5.540.860 5.528.376 5.489.760 5.448.250 5.402.750 5.268.500 5,365 5,209 4,160 3,995 3,909 3,766 3,169 2,766 2,584 2,306 2,298 2,215 2,041 1,879 1,786 1,565 1,425 1,332 1,193 1,153 1,121 1,119 1,052 1,042 0,992 0,986 0,958 0,920 0,916 0,899 0,878 0,876 0,870 0,863 0,856 0,835 BUNDESOBL 1% 22/02/2019 LA CAIXA 3,875% 17/02/2025 ESM 1,25% 15/10/2018 BTP 3,5% 01/06/2018 NETHERLANDS GOVT 2,25% 15/07/2022 BELGIAN 1,25% 22/06/2018 NETHERLANDS GOVT 1,25% 15/01/2018 BTP 4,75% 01/09/2044 DEUTSCHLAND REP 3,5% 04/07/2019 SPANISH GOVT 4,7% 30/07/2041 SPANISH GOVT 5,9% 30/07/2026 BELGIAN 3,5% 28/06/2017 CM - CIC 2,5% 11/09/2023 HSBC SFH 2% 16/10/2023 DE0001141687 ES0414970204 EU000A1U98Z1 IT0004907843 NL0010060257 BE0000329384 NL0010200606 IT0004923998 DE0001135382 ES00000121S7 ES00000123C7 BE0000323320 FR0011564962 FR0011470764 5.159.500 4.824.330 4.655.970 4.576.740 4.235.985 4.138.600 4.038.645 4.031.613 3.832.649 3.773.069 3.751.032 3.511.200 3.355.657 3.339.360 0,817 0,764 0,738 0,725 0,671 0,656 0,640 0,639 0,607 0,598 0,594 0,556 0,532 0,529 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 107.339.077 6.842.650 10.079.496 b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita -80.803.999 -126.385 -6.395.188 Raccolta netta del periodo 36.935.651 24 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. attività 611.987.416 96,960 553.298.938 96,765 611.987.416 96,960 553.298.938 96,765 A1.1 Titoli di Stato 479.644.424 75,992 439.869.950 76,928 A1.2 Altri 132.342.992 20,968 113.428.988 19,837 2.582.267 0,409 1.354.867 0,237 2.582.267 0,409 1.088.529 0,190 1.491.100 1.091.167 0,236 0,173 597.352 491.177 0,104 0,086 266.338 0,047 266.338 0,047 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C 1.1 di cui in Euro C 1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C 2.1 di cui in Euro C 2.2 di cui in valuta C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile F 1.1 di cui in Euro F 1.2 di cui in valuta F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F 2.1 di cui in Euro F 2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F 3.1 di cui in Euro F 3.2 di cui in valuta G. ALTRE ATTIVITA’ G1. Ratei attivi 9.872.657 1,564 8.585.192 1,502 10.100.227 1,600 8.664.499 1,515 9.334.214 766.013 1,479 0,121 6.868.374 1.796.125 1,201 0,314 5.493.182 0,870 22.720.418 3,974 5.447.908 45.274 0,863 0,007 22.719.665 753 -0,906 3,973 0,001 -0,030 -0,876 -22.799.725 -76.290 -22.723.435 -3,987 -188.119 -5.532.633 6.733.333 1,067 8.554.184 1,496 6.733.333 1,067 8.361.728 1,462 192.456 0,034 571.793.181 100,000 -5.720.752 -0,013 -3,974 G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA’ 631.175.673 25 100,000 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 1.818.657 1.007.448 1.818.657 1.007.448 616.441 496.237 536.197 496.199 80.244 38 2.435.098 1.503.685 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 628.740.575 570.289.496 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 76.599.327,495 72.033.873,809 8,208 7,917 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse 15.384.788,030 Quote rimborsate 10.819.334,344 26 MIX 1 Nel primo semestre, il fondo ha evidenziato una variazione positiva pari al 4,12% rispetto ad una variazione del 4,71% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. Nel corso del semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria statunitense, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo così un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, l’acuirsi della crisi ucraina, prima, e le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimo all’1,25% di fine giugno, riflettendo il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% a ridosso dell’appuntamento elettorale per poi scendere al livello del 2,8% circa a fine semestre. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari non hanno risentito del manifestarsi di rischi geo-politici a livello globale e hanno continuato a beneficiare dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative sulla congiuntura economica. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree 27 geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di investimento da parte degli operatori finanziari internazionali verso l’area. Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED, hanno invece fornito supporto al Dollaro USA. Con riferimento alle materie prime, nel semestre sono state realizzate performance positive dalle materie prime agricole, effetto dell’acuirsi della crisi ucraina, e dall’oro, che nelle situazioni di incremento delle tensioni sui mercati finanziari ha beneficiato del ruolo di attività finanziaria con un più basso livello di rischio. Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’ outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla Spagna di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23 maggio). L’Outlook del Portogallo è stato rivisto da Stabile a Positivo da parte di Fitch lo scorso 4 aprile (rating confermato a BB +) e da Negativo a Stabile da parte di Standard & Poor’s lo scorso 9 maggio (rating confermato a BB). Nel corso del semestre, il fondo è stato investito prevalentemente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili di paesi dell’Area Euro (in particolare italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, portoghesi e olandesi) per un peso medio pari a circa il 67,4%; in emissioni obbligazionarie societarie con un peso medio del 17,7% circa e in misura residuale in titoli obbligazionari speciali con attività a collaterale (in media 0,7% circa). Il portafoglio è stato investito in strumenti finanziari di natura azionaria per un peso medio pari a circa il 12,1%, leggermente in sovrappeso rispetto al benchmark (10% la componente azionaria nel benchmark rappresentata dal MSCI Europe). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati sia con riferimento alla componente azionaria, sia con riferimento alla componente obbligazionaria. Con riferimento alla componente obbligazionaria, il fondo ha iniziato il semestre con un posizionamento di duration inferiore rispetto al benchmark di circa 2 mesi. Questo è il risultato, tra l’altro, di una esposizione all’Italia positiva per circa 2 mesi, di una esposizione alla Spagna di sottopeso per circa 2 mesi, di una esposizione alla Francia di sottopeso di circa 1,5 mesi e di una posizione alla Germania di sovrappeso di circa 5 mesi. La crescita economica dell’Area Euro debole, pur se in miglioramento, e con modeste pressioni inflazionistiche risultava coerente con le aperture della BCE verso ulteriori interventi di politica monetaria espansiva, attraverso l’utilizzo di strumenti sia convenzionali che non convenzionali: il quadro descritto forniva supporto al sovrappeso di duration sulla Germania. La posizione in termini di duration è stata ridotta nel mese di febbraio a fronte dell’apertura di una posizione di sottopeso sui titoli di Stato statunitense a 5 anni (sottopeso in termini di duration pari a 5 mesi). Confermate le altre esposizioni descritte in precedenza. In particolare, il sottopeso di duration sulla Spagna è da ricondurre alla considerazione che il mercato obbligazionario governativo spagnolo risulta meno attraente in termini relativi e con un livello di liquidità di mercato inferiore rispetto all’Italia. A partire da febbraio e fino a maggio è stata incrementata la posizione sul Portogallo, con una esposizione in termini di duration comunque neutrale rispetto al benchmark. Tale scelta è da ricondurre agli avanzamenti fatti dal paese in materia di miglioramento dei conti pubblici e di crescita economica. Le altre esposizioni a livello di paese, precedentemente descritte, sono state confermate fino alla fine di giugno. In chiusura di semestre, il fondo presentava pertanto una sottoesposizione in termini di duration di circa 8 mesi (livello di duration al 30 giugno pari a 3 anni e 9 mesi). In sovrappeso di circa 3 mesi l’esposizione all’Italia, in sottopeso di circa 2 mesi la posizione sulla Spagna, in sottopeso di circa 2 mesi l’esposizione alla Francia, in sovrappeso di circa 2 mesi l’esposizione alla Germani e in sottopeso di circa di 1 mese l’esposizione sugli Stati Uniti. La conferma del sottopeso sulla Francia è da ricondurre alla debolezza economica del paese e al 28 lento miglioramento dei dati di bilancio pubblico. La posizione di sovrappeso sulla Germania e di sottopeso sugli Stati Uniti è invece da ricondurre al diverso orientamento di politica monetaria della FED e della BCE. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari governativi legati all’inflazione di Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche negli Stati Uniti giustifica l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. A livello geografico, il portafoglio obbligazionario ha evidenziato nell’anno una preferenza per il debito governativo italiano (in media la posizione sui titoli di Stato italiani è stata pari a circa il 33,8%); significative le quote investite in titoli di Stato di altri paesi quali ad esempio Germania (in media circa 10,1%), Francia (il 9,1% circa), Spagna (6,5% circa), Belgio (6% circa), Portogallo (1% circa) e Olanda (1% circa). Su tutto il semestre, sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Irlanda. Sul segmento delle obbligazioni societarie è stato mantenuto un investimento medio di circa il 17,7%, in aumento dal livello del 15,9% circa di fine 2013 al livello del 18,9% circa di fine giugno, livello superiore al benchmark. La componente societaria è stata investita principalmente nel settore finanziario (in media circa l’8,5%), nel settore dei beni di consumo durevoli (circa il 2,2%) e nel settore telecomunicazioni (in media circa il 1,8%). All’interno della componente obbligazionaria societaria, nel corso del semestre è stata mantenuta la preferenza per le emissioni Investment Grade europee verso quelle statunitensi, nello specifico la preferenza per subordinati finanziari che offrono rendimenti attraenti. Le emissioni societarie europee infatti godono di un vantaggioso rapporto domanda/offerta; negli Stati Uniti inoltre l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Con riferimento alla componente azionaria, a gennaio l’allocazione effettiva è risultata pari a circa il 13%, valore superiore al benchmark. A inizio mese, va segnalata l’apertura di posizioni in opzioni put sull’Euro Stoxx 50, anticipando eventuali correzioni di mercato. A febbraio le posizioni in opzioni put sono state chiuse, con l’allocazione all’azionario pari a circa il 13%. Tale livello è stato confermato anche nel mese di marzo. Ad aprile, a fronte di una esposizione effettiva di circa il 13,4%, si segnala l’apertura di una posizione in futures sull’indice tedesco Dax che ha sostituito quello sull’indice FTSE Mib. Il sovrappeso sull’Italia è stato pertanto realizzato attraverso lo stock picking. Il livello di esposizione effettiva pari a circa il 13% è stato confermato anche nei mesi di maggio e giugno. A livello settoriale, in apertura di semestre è stato incrementato il sottopeso sul settore finanziario, non escludendo tuttavia successivi posizionamenti a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico italiani, ritenendo che le valutazioni sarebbero risultate più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine 2013. E’ stato inoltre incrementato il sottopeso sul settore industriale, ritendendo le valutazioni poco attraenti, e incrementato il sovrappeso sul settore energetico, ritenendo che avrebbe beneficiato del miglioramento del ciclo economico. Infine, è stato confermato il sottopeso sul farmaceutico. A febbraio è stato deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul settore finanziario, scelta da ricondurre alla view positiva sull’evoluzione della crescita economica europea. E’ stato altresì confermato il sottopeso sul settore industriale, caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposizione all’area emergente. E’ stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore delle materie prime. Nel mese di marzo è stato deciso il passaggio da una posizione di sottopeso a una posizione di neutralità sul settore industriale. Ad aprile è stato deciso il passaggio in sottopeso sul settore finanziario, con prese di profitto sulle banche più esposte all’Area Euro, che avevano evidenziato dinamiche più positive, e parziale sostituzione con banche più diversificate. Tali decisioni sono da ricondurre alla volontà di ridurre l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo economico globale. L’allocazione settoriale è stata confermata nel mese di maggio. A giugno, l’ipotesi di incremento dell’inflazione sia negli Stati Uniti che in Area Euro, effetto delle politiche monetarie reflattive, ha fornito ulteriore supporto alla decisione di sovrappesare il segmento delle materie prime e degli energetici. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e 29 livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. La performance positiva del fondo è stata positiva e principalmente attribuibile al rendimento della componente obbligazionaria; è stata inoltre determinata, ma in misura contenuta dato il peso nel portafoglio, anche dal rendimento della componente azionaria. A determinare la differenza negativa di performance del fondo rispetto al benchmark sul semestre è stata sia la componente obbligazionaria sia la componente azionaria. In particolare sulla componente obbligazionaria, il confronto con il benchmark è stato indebolito dalla posizione corta di duration. Con riferimento alla componente azionaria, nel confronto con il benchmark è risultato penalizzante il processo di selezione titoli. Nel corso del semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari derivati sia per finalità di investimento che di gestione del rischio, in particolare in futures e opzioni sull’indice azionario Euro Stoxx 50, sul FTSE Mib, sul Nikkei 225, sul DAX, sul FTSE 100 e sull’IBEX 35 e in futures sul titolo governativo decennale tedesco e statunitense. La leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite del 3%. Al 30 giugno 2014 (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio titoli risulta investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso pari a circa l’85,6%. In particolare, il 66,1% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi ed assimilabili, il 19,5% circa da obbligazioni societarie e marginalmente da titoli obbligazionari speciali con attività a collaterale. La duration del portafoglio titoli al 30 giugno è pari a 3 anni e 9 mesi circa. L’11,8% circa del fondo risulta investito in strumenti di natura azionaria, posizione superiore al benchmark; esistono posizioni aperte in derivati alla data in esame che determinano una esposizione effettiva al mercato azionario pari all’11,9% circa. A fine giugno il rating medio complessivo del portafoglio obbligazionario è pari ad A-; pari ad A il rating medio ponderato del benchmark. Linee strategiche In Area Euro, i dati pubblicati, pur se inferiori alle attese, continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico, soprattutto nei paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. L’orientamento estremamente accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Gli indici azionari europei potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustificano tuttavia la scelta di privilegiare settori più esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione sia in Area Euro che in USA, dovrebbe inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare petroliferi e materie prime. La politica monetaria accomodante, il miglioramento della crescita e i passi avanti compiuti in materia di conti pubblici e assetto istituzionale europeo dovrebbero inoltre continuare a sostenere i titoli governativi dei paesi periferici europei. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in 30 generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari legati all’inflazione di Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche in USA giustifica l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI BTP 4,75% 15/09/2016 BTP 4% 01/02/2017 BTP 4,5% 01/03/2019 BELGIAN 3,5% 28/03/2015 CCT 01/11/2018 BTP I/L 2,1% 15/09/2017 FRANCE OAT 3,75% 25/04/2021 BTP I/L 2,55%22/10/2016 DEUTSCHLAND REP 3,5% 04/07/2019 SPANISH GOVT 3% 30/04/2015 DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021 DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037 BTP 4,5% 01/08/2018 BTP 3,75% 01/08/2021 PORTUGUESE OTS 5,65% 15/02/2024 SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016 FRANCE OAT 5% 25/10/2016 BTP 3% 15/04/2015 FRANCE , 3,25% 25/04/2016 SPANISH GOVT 4,6% 30/07/2019 FRANCE OAT 5,75% 25/10/2032 FRANCE OAT 4% 25/10/2038 NETHERLANDS GOVT 5,5% 15/01/2028 BTP 4% 01/02/2037 BELGIAN 4% 28/03/2019 SILVER WHEATON MOSAIC BANK OF AMERICA 2,375% 19/06/2024 AGNICO EAGLE MINES EUROHYPO 3,75% 25/05/2016 NOVARTIS BANCO ESPIRITO 2,625% 08/05/2017 ROYAL DUTCH SHELL HSBC HOLDINGS ING BANK 21/11/2023 GOLDCORP ANADARKO PETROLEUM FREEPORT-MCMORAN COPPER BANCO COM PORTUG 3,375% 27/02/2017 IMPERIAL TOBACCO GROUP BANQ FED CRD MUT 2,625% 18/03/2024 RIO TINTO SANTANDER INTL 4,625% 21/03/2016 TULLOW OIL MUENCHENER RUECKVER FRANCE OAT 3,5% 25/04/2015 EDP FINANCE 2,625% 15/04/2019 AMORIM ENERGIA B 3,375% 03/06/2018 ABN AMRO BANK 06/03/2019 BANK OF IRELAND 3,25% 15/01/2019 Codice ISIN IT0004761950 IT0004164775 IT0004423957 BE0000316258 IT0004922909 IT0004085210 FR0010192997 IT0004863608 DE0001135382 ES00000122F2 DE0001135424 DE0001135275 IT0004361041 IT0004009673 PTOTEQOE0015 ES00000122X5 FR0000187361 IT0004568272 FR0010288357 ES00000121L2 FR0000187635 FR0010371401 NL0000102317 IT0003934657 BE0000315243 CA8283361076 US61945C1036 XS1079726334 CA0084741085 DE000EH1A3M9 CH0012005267 PTBEQKOM0019 GB00B03MLX29 GB0005405286 XS0995102695 CA3809564097 US0325111070 US35671D8570 PTBITIOM0057 GB0004544929 XS1045553812 GB0007188757 XS0828735893 GB0001500809 DE0008430026 FR0010163543 XS1057345651 XS0937410214 XS1040422526 XS1014670233 Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 24.173.580 23.823.800 20.622.600 20.508.000 19.809.400 17.836.911 17.784.750 15.119.128 14.473.750 14.312.900 13.448.400 12.402.480 9.059.200 8.879.128 6.959.400 6.303.300 6.177.982 6.121.800 5.869.125 5.798.500 4.718.175 4.398.800 3.016.955 2.326.355 2.324.800 1.989.715 1.718.223 1.628.330 1.610.462 1.598.025 1.522.899 1.515.232 1.503.744 1.473.159 1.457.918 1.452.370 1.327.378 1.270.819 1.231.380 1.227.224 1.135.728 1.072.248 1.064.500 1.043.070 1.037.293 1.028.000 1.010.430 1.009.629 1.008.860 1.008.208 5,452 5,373 4,651 4,625 4,468 4,023 4,011 3,410 3,264 3,228 3,033 2,797 2,043 2,003 1,570 1,422 1,393 1,381 1,324 1,308 1,064 0,992 0,680 0,525 0,524 0,449 0,388 0,367 0,363 0,360 0,343 0,342 0,339 0,332 0,329 0,328 0,299 0,287 0,278 0,277 0,256 0,242 0,240 0,235 0,234 0,232 0,228 0,228 0,228 0,227 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 117.893.366 6.967.150 4.200.365 b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita -48.990.330 -80.367 -1.521.221 Raccolta netta del periodo 78.468.963 31 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. attività 425.917.855 96,058 335.100.664 96,044 373.916.845 84,330 292.971.543 83,969 288.078.691 64,971 236.346.341 67,740 85.838.154 19,359 56.625.202 16,229 52.001.010 11,728 42.129.121 12,075 1.012.356 0,229 259.589 0,074 681.858 0,154 259.589 0,074 437.590 244.268 0,099 0,055 78.000 181.589 0,022 0,052 330.498 0,075 330.498 0,075 11.828.253 2,667 6.737.743 1,930 12.588.986 2,839 6.497.685 1,862 10.324.812 2.264.174 2,329 0,510 5.160.860 1.336.825 1,479 0,383 15.479.447 3,491 13.172.451 3,775 15.479.447 3,491 11.285.969 1.886.482 3,234 0,541 -16.240.180 -3,663 -12.932.393 -3,707 -589.355 -15.650.825 -0,133 -3,530 -1.796.339 -11.136.054 -0,515 -3,192 G. ALTRE ATTIVITA’ 4.635.603 1,046 6.810.765 1,952 G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre 4.544.579 1,025 6.607.741 1,894 91.024 0,021 203.024 0,058 443.394.067 100,000 348.908.761 100,000 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C 1.1 di cui in Euro C 1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C 2.1 di cui in Euro C 2.2 di cui in valuta C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile F 1.1 di cui in Euro F 1.2 di cui in valuta F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F 2.1 di cui in Euro F 2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F 3.1 di cui in Euro F 3.2 di cui in valuta TOTALE ATTIVITA’ 32 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 933.739 611.941 933.739 611.941 513.623 365.097 444.784 361.211 68.839 3.886 1.447.362 977.038 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 441.946.705 347.931.723 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 62.961.961,244 51.610.515,203 7,019 6,741 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate 18.681.275,576 7.329.829,535 33 MIX 2 Nel primo semestre del 2014, il fondo ha evidenziato una variazione positiva pari a 4,23% rispetto ad una variazione del 5,11% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. Nel corso del semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria statunitense, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo così un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, l’acuirsi della crisi ucraina, prima, e le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimo all’1,25% di fine giugno, riflettendo il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% a ridosso dell’appuntamento elettorale per poi scendere al livello del 2,8% circa a fine semestre. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari non hanno risentito del manifestarsi di rischi geo-politici a livello globale e hanno continuato a beneficiare dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative sulla congiuntura economica. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree 34 geografiche. Tali fattori hanno alimentano i flussi di investimento da parte degli operatori finanziari internazionali verso l’area. Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED, hanno invece fornito supporto al Dollaro USA. Con riferimento alle materie prime, nel semestre sono state realizzate performance positive dalle materie prime agricole, effetto dell’acuirsi della crisi ucraina, e dall’oro, che nelle situazioni di incremento delle tensioni sui mercati finanziari ha beneficiato del ruolo di attività finanziaria con un più basso livello di rischio. Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla Spagna di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23 maggio). L’Outlook del Portogallo è stato rivisto da Stabile a Positivo da parte di Fitch lo scorso 4 aprile (rating confermato a BB +) e da Negativo a Stabile da parte di Standard & Poor’s lo scorso 9 maggio (rating confermato a BB). Nel corso del semestre il fondo è stato investito prevalentemente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili di paesi dell’Area Euro (in particolare italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, austriaci, portoghesi e olandesi) per un peso medio pari a circa il 52,7%; in emissioni obbligazionarie societarie con un peso medio del 13,8% circa e in misura residuale in titoli obbligazionari speciali con attività a collaterale (in media 0,5% circa). Il portafoglio è stato investito in strumenti finanziari di natura azionaria per un peso medio pari a circa il 29,2% (valore solo marginalmente inferiore al benchmark con componente azionaria pari al 30% rappresentata dal MSCI Europe). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati sia azionari che obbligazionari. Con riferimento alla componente obbligazionaria, il fondo ha iniziato il semestre con un posizionamento di duration prossimo a quello del benchmark. Esso risultava la sintesi, tra l’altro, di una esposizione all’Italia positiva per circa 4 mesi, di una esposizione alla Spagna di sottopeso per circa 1 mese, di una esposizione alla Francia di sottopeso di circa 1 mese e di una esposizione alla Germania di sovrappeso di circa 4 mesi. La crescita economica dell’Area Euro debole, pur se in miglioramento, e con modeste pressioni inflazionistiche risultava coerente con le aperture della BCE verso ulteriori interventi di politica monetaria espansiva, attraverso l’utilizzo di strumenti sia convenzionali che non convenzionali: il quadro descritto forniva supporto al sovrappeso di duration sulla Germania. La posizione in termini di duration è stata ridotta nel mese di febbraio a fronte dell’apertura di una posizione di sottopeso sul titolo di Stato statunitense a 5 anni e del passaggio alla neutralità sulla Germania (sottopeso del fondo in termini di duration pari a 4 mesi). Confermate le altre esposizioni descritte in precedenza. In particolare, il sottopeso di duration sulla Spagna è da ricondurre alla considerazione che il mercato obbligazionario governativo spagnolo risulta meno attraente in termini relativi e con un livello di liquidità di mercato inferiore rispetto all’Italia. A partire da febbraio e fino a maggio è stata incrementata la posizione sul Portogallo, con una esposizione in termini di duration comunque neutrale rispetto al benchmark. Tale scelta è da ricondurre agli avanzamenti fatti dal paese in materia di miglioramento dei conti pubblici e di crescita economica. Le altre scelte a livello di esposizione per paese sono state confermate fino alla fine di giugno. In chiusura di semestre, il fondo presentava pertanto una sottoesposizione in termini di duration di circa 7 mesi (livello di duration al 30 giugno pari a 3 anni e 9 mesi). In sovrappeso di circa 3 mesi l’esposizione all’Italia, in sottopeso di circa 1 mese la posizione sulla Spagna, in sottopeso di circa 2 mesi l’esposizione alla Francia, neutrale l’esposizione alla Germania e in sottopeso di circa di 1 mese l’esposizione agli Stati Uniti. La conferma del sottopeso sulla Francia è da ricondurre alla debolezza economica del paese e al lento miglioramento dei dati di bilancio pubblico. La posizione di sottopeso sugli Stati Uniti è legato al 35 processo di normalizzazione, seppur graduale, delle condizioni di politica monetaria. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari governativi legati all’inflazione di Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche negli Stati Uniti giustifica l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. A livello geografico, il portafoglio obbligazionario ha evidenziato nel semestre una preferenza per il debito governativo italiano (in media la posizione sui titoli di Stato italiani è stata pari a circa il 25,7%); rilevanti anche le quote investite in titoli di Stato di altri paesi quali ad esempio Germania (in media circa l’8,5%), Francia (il 7,9% circa), Spagna (5,1% circa), Belgio (3% circa), Austria (1,6% circa), Portogallo (0,8% circa) e Olanda (0,1% circa ). Su tutto il trimestre, sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Irlanda. Sul segmento delle obbligazioni societarie è stato mantenuto un investimento medio di circa il 13,8%, in aumento dal livello del 13,3% circa di fine 2013 al livello del 14,5% circa di fine giugno, livello superiore al benchmark. La componente societaria è stata investita principalmente nel settore finanziario (in media circa il 6,9%), nel settore telecomunicazioni (in media circa l’1,6%) e nel settore dei beni di consumo durevoli (1,5%). All’interno della componente obbligazionaria societaria, nel corso del semestre è stata mantenuta la preferenza per le emissioni Investment Grade europee verso quelle statunitensi, nello specifico la preferenza per subordinati finanziari che offrono rendimenti attraenti. Le emissioni societarie europee infatti godono di un vantaggioso rapporto domanda/offerta; negli Stati Uniti inoltre l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Con riferimento alla componente azionaria, a gennaio l’allocazione effettiva è risultata pari a circa il 31%, in sovrappeso rispetto al benchmark. A inizio mese è stata aperta una posizione in opzioni put sull’Euro Stoxx 50, anticipando eventuali correzioni di mercato. A febbraio la posizione in opzioni put è stata chiusa ed è stata aperta una posizione in futures sull’indice FTSEMib con l’allocazione all’azionario portata a circa il 32%. Tale livello è stato confermato anche nel mese di marzo. Ad aprile, a fronte di una esposizione effettiva di circa il 32%, si segnala l’apertura di una posizione in futures sull’indice tedesco Dax che ha sostituito quello sull’indice FTSEMib. Il sovrappeso sull’Italia è stato pertanto realizzato attraverso lo stock picking. Il livello di esposizione effettiva pari a circa il 32% è stato confermato anche nei mesi di maggio e giugno. A livello settoriale, in apertura di semestre è stato incrementato il sottopeso sul settore finanziario, non escludendo tuttavia successivi posizionamenti a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico italiani, ritenendo che le valutazioni sarebbero risultate più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine 2013. E’ stato inoltre incrementato il sottopeso sul settore industriale, ritendendo le valutazioni poco attraenti, e incrementato il sovrappeso sul settore energetico, ritenendo che avrebbe beneficiato del miglioramento del ciclo economico. Infine, è stato confermato il sottopeso sul farmaceutico. A febbraio è stato deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul settore finanziario, scelta da ricondurre alla view positiva sull’evoluzione della crescita economica europea. E’ stato altresì confermato il sottopeso sul settore industriale, caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposizione all’area emergente. E’ stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore delle materie prime. Nel mese di marzo è stato deciso il passaggio da una posizione di sottopeso a una posizione di neutralità sul settore industriale. Ad aprile è stato deciso il passaggio in sottopeso sul settore finanziario, con prese di profitto sulle banche più esposte all’Area Euro, che avevano evidenziato dinamiche più positive, e parziale sostituzione con banche più diversificate. Tali decisioni sono da ricondurre alla volontà di ridurre l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo economico globale. L’allocazione settoriale è stata confermata nel mese di maggio. A giugno, l’ipotesi di incremento dell’inflazione sia negli Stati Uniti che in Area Euro, effetto delle politiche monetarie reflattive, ha fornito ulteriore supporto alla decisione di sovrappesare il segmento delle materie prime e degli energetici. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di 36 free cash flow. La performance positiva del fondo è stata positiva e prevalentemente attribuibile al rendimento della componente obbligazionaria; è stata inoltre determinata, ma in misura contenuta dato il peso nel portafoglio, anche dal rendimento della componente azionaria. A determinare la differenza negativa di performance del fondo rispetto al benchmark sul semestre è stata sia la componente obbligazionaria sia la componente azionaria. In particolare sulla componente obbligazionaria, il confronto con il benchmark è stato indebolito dalla posizione corta di duration. Con riferimento alla componente azionaria, nel confronto con il benchmark è risultato penalizzante il processo di selezione titoli. Nel corso del semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti finanziari derivati sia per finalità di investimento che di gestione del rischio, in particolare in futures e opzioni sull’indice azionario Euro Stoxx 50, sul FTSE Mib, sul Nikkei 225, sul DAX, sul FTSE 100 e sull’IBEX 35 e in futures sul titolo governativo decennale tedesco e statunitense. La leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite del 4,5%. Al 30 giugno 2014 (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio titoli risulta investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso pari a circa il 70%. In particolare, il 55% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi ed assimilabili, il 15% circa da obbligazioni societarie e marginalmente da titoli obbligazionari speciali con attività a collaterale. La duration del portafoglio titoli al 30 giugno è pari a 3 anni e 9 mesi circa. Il 28,2% circa del fondo risulta investito in strumenti di natura azionaria, posizione inferiore al benchmark; esistono posizione aperte in derivati alla data in esame che determinano una esposizione effettiva al mercato azionario pari al 31,6% circa. A fine anno il rating medio complessivo del portafoglio obbligazionario è pari ad A-, pari ad A il rating medio complessivo del benchmark. Linee Strategiche In Area Euro, i dati pubblicati, pur se inferiori alle attese, continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico, soprattutto nei paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. L’orientamento estremamente accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Gli indici azionari europei potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustificano tuttavia la scelta di privilegiare settori più esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione sia in Area Euro che in USA, dovrebbe inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare energetici e materie prime. La politica monetaria accomodante, il miglioramento della crescita e i passi avanti compiuti in materia di conti pubblici e assetto istituzionale europeo dovrebbero inoltre continuare a sostenere i titoli governativi dei paesi periferici europei. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari legati all’inflazione di 37 Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche in USA giustifica l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI CCT 01/11/2018 BTP 4.5% 01/03/2019 FRANCE OAT 3.75% 25/04/2021 BTP 4% 01/02/2017 DEUTSCHLAND REP 3.5% 04/07/2019 BTP I/L 2.55% 22/10/2016 SPANISH GOVT 4.6% 30/07/2019 BTP 4.5% 01/08/2018 BTP I/L 2.1% 15/09/2017 FRANCE OAT 4% 25/10/2014 BELGIAN 3.5% 28/03/2015 SPANISH GOVT 3% 30/04/2015 DEUTSCHLAND REP 3.75% 04/01/2017 DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037 PORTUGUESE OTS 5.65% 15/02/2024 DEUTSCHLAND REP 2.5% 04/01/2021 SPANISH GOVT 3.25% 30/04/2016 REP OF AUSTRIA 4.65% 15/01/2018 BTP 3.75% 01/08/2021 BTP 4.75% 15/09/2016 BELGIAN 4% 28/03/2019 BTP 4% 01/02/2037 FRANCE OAT 4% 25/10/2038 BTP 3% 15/04/2015 NOVARTIS ROYAL DUTCH SHELL HSBC HOLDINGS IMPERIAL TOBACCO GROUP RIO TINTO TULLOW OIL MUENCHENER RUECKVER SABMILLER PERNOD-RICARD FRANCE OAT 3.25% 25/04/2016 ADIDAS SILVER WHEATON FRANCE OAT 5.75% 25/10/2032 MOSAIC CO LOREAL DANONE BHP BILLITON ZURICH INSURANCE GROUP SYNGENTA VOLKSWAGEN GOLDCORP AGNICO EAGLE MINES BG GROUP TATE & LYLE STANDARD CHARTERED CIE FINANCIERE RICHEMONT Codice ISIN Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 14.596.400 12.029.850 10.670.850 8.663.200 8.452.670 8.341.588 6.958.200 6.794.400 6.458.192 6.175.640 4.614.300 4.600.575 4.154.540 4.134.160 4.059.650 3.922.450 3.676.925 3.465.150 3.329.673 3.266.700 3.138.480 2.643.585 2.639.280 2.550.750 2.429.808 2.395.704 2.350.480 1.836.734 1.709.539 1.657.749 1.653.808 1.598.553 1.597.368 1.586.250 1.527.111 1.491.012 1.450.820 1.421.190 1.408.639 1.365.438 1.348.016 1.334.301 1.314.298 1.307.884 1.306.016 1.286.491 1.276.218 1.259.207 1.252.277 1.212.727 5,488 4,523 4,012 3,257 3,178 3,137 2,616 2,555 2,428 2,322 1,735 1,730 1,562 1,554 1,526 1,475 1,383 1,303 1,252 1,228 1,180 0,994 0,992 0,959 0,914 0,901 0,884 0,691 0,643 0,623 0,622 0,601 0,601 0,596 0,574 0,561 0,546 0,534 0,530 0,513 0,507 0,502 0,494 0,492 0,491 0,484 0,480 0,473 0,471 0,456 IT0004922909 IT0004423957 FR0010192997 IT0004164775 DE0001135382 IT0004863608 ES00000121L2 IT0004361041 IT0004085210 FR0010112052 BE0000316258 ES00000122F2 DE0001135317 DE0001135275 PTOTEQOE0015 DE0001135424 ES00000122X5 AT0000385745 IT0004009673 IT0004761950 BE0000315243 IT0003934657 FR0010371401 IT0004568272 CH0012005267 GB00B03MLX29 GB0005405286 GB0004544929 GB0007188757 GB0001500809 DE0008430026 GB0004835483 FR0000120693 FR0010288357 DE000A1EWWW0 CA8283361076 FR0000187635 US61945C1036 FR0000120321 FR0000120644 GB0000566504 CH0011075394 CH0011037469 DE0007664039 CA3809564097 CA0084741085 GB0008762899 GB0008754136 GB0004082847 CH0210483332 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 96.614.158 4.539.900 3.480.906 b) rimborsi: - riscatti - switch in uscita -34.512.102 -1.160.906 Raccolta netta del periodo 68.961.956 38 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. attività 257.302.518 96,748 179.576.778 95,988 182.869.653 68,761 120.897.761 64,623 143.377.730 53,912 95.632.050 51,118 39.491.923 14,849 25.265.711 13,505 74.432.865 27,987 58.679.017 31,365 1.059.008 0,398 183.118 0,098 861.734 0,324 183.118 0,098 730.247 131.487 0,275 0,049 39.000 144.118 0,021 0,077 197.274 0,074 197.274 0,074 5.083.067 1,911 4.846.078 2,590 5.883.038 2,212 4.770.336 2,550 4.791.491 1.091.547 1,802 0,410 3.729.244 1.041.092 1,994 0,556 8.933.481 3,359 8.628.576 4,612 8.933.481 3,359 8.557.034 71.542 4,574 0,038 -9.733.452 -3,660 -8.552.834 -4,572 -560.106 -9.173.346 -0,211 -3,449 -8.552.834 -4,572 G. ALTRE ATTIVITA’ 2.506.490 0,943 2.476.261 1,324 G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre 2.386.986 0,898 2.302.457 1,231 119.504 0,045 173.804 0,093 265.951.083 100,000 187.082.235 100,000 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C 1.1 di cui in Euro C 1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C 2.1 di cui in Euro C 2.2 di cui in valuta C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile F 1.1 di cui in Euro F 1.2 di cui in valuta F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F 2.1 di cui in Euro F 2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F 3.1 di cui in Euro F 3.2 di cui in valuta TOTALE ATTIVITA’ 39 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 882.297 377.008 882.297 377.008 324.325 224.447 311.042 224.250 13.283 197 1.206.622 601.455 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 264.744.461 186.480.780 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 35.262.813,671 25.889.764,702 7,508 7,203 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate 14.203.654,327 4.830.605,358 40 AZIONARIO EURO Il fondo ha evidenziato nel primo semestre del 2014 una variazione positiva del 5,13% rispetto ad una variazione del 5,84% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle valute emergenti. I mercati azionari europei hanno pertanto evidenziato una debolezza generalizzata seppur con un differenziazione per paese. Nel mese di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma dell’orientamento estremamente accomodante della principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la propria avversione al rischio, premiando le attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario. In Area Euro si è distinto positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto anche dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo esecutivo Renzi insediatosi il 22 febbraio. A marzo, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi commerciali e sull’export e i dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa, o più esposte in termini di export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei, ancora sostenuti dall’interesse degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Ad aprile, tra i paesi sviluppati si si sono messi in evidenza gli indici europei rispetto a quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente interessanti, a fronte del calo dell’indice giapponese e della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie positive. Nel mese di maggio si sono ulteriormente rafforzate le aspettative per importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE. L’atteso ulteriore allentamento delle condizioni monetarie e finanziarie ha fornito supporto agli indici azionari europei. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee, senza poi recuperare interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. A giugno, la pubblicazione di dati economici inferiori alle attese ha più che compensato l’effetto positivo dell’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, soprattutto nella parte focalizzata sul recupero del credito alle imprese, ha indotto a prese di profitto soprattutto sui mercati che avevano accumulato dinamiche più positive. Il fondo è stato investito principalmente in titoli azionari appartenenti ai mercati dell’Area Euro. A livello geografico, il portafoglio è stato investito principalmente in titoli azionari di Francia (mediamente il 37,3%), Germania (mediamente il 24,5%), Italia (mediamente il 10,9%), Spagna (mediamente circa il 9,5%), Olanda (mediamente il 3,6%), Lussemburgo (mediamente il 2,8%), Belgio (mediamente il 2,6%) e Irlanda (mediamente lo 0,4%). A livello settoriale, nel corso del semestre il fondo è stato esposto ai settori finanziario (mediamente circa il 19,6%), industria di base (mediamente circa il 18,8%), consumi discrezionali (mediamente circa il 12,7%), farmaceutico (mediamente circa l’8,3% circa), energetico (mediamente circa l’8%), servizi (mediamente circa il 7,9% circa), telecomunicazioni (mediamente circa il 5,9% circa), servizi di pubblica utilità (mediamente circa il 5,5% circa), consumi durevoli (mediamente circa il 3,3%) e tecnologico (mediamente circa il 2,7%). L’esposizione ai settori è variata tatticamente nel corso dell’anno. A gennaio è stato implementato un posizionamento tattico più cauto. Si è deciso pertanto di ridurre l’esposizione al settore finanziario, passando da un livello prossimo a quello del benchmark ad una posizione di sottopeso, non escludendo tuttavia posizionamenti successivi a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico quelli italiani le cui valutazioni si prevedevano più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine anno. E’ stato inoltre incrementato il sottopeso sui settori industria di base e tecnologico, tenuto conto delle valutazioni poco attraenti. Con riferimento ai difensivi, nel mese è stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore telecomunicazioni, ritenendo il livello raggiunto dalle valutazioni interessante. Nel mese di febbraio, riconoscendo il persistere di fattori di incertezza legati soprattutto all’evoluzione del ciclo mondiale, sono state adottate scelte di allocazione settoriale che hanno privilegiato titoli esposti alla ripresa della 41 domanda interna europea. Si è pertanto deciso il passaggio ad una posizione di sovrappeso sul settore finanziario ed è stato confermato il sovrappeso sul settore telecomunicazioni. E’ stato inoltre confermato il sottopeso sul settore industriale, caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposto alla crescita dei paesi emergenti, e sul settore tecnologico. Tali scelte di allocazione settoriale sono state confermate fino al mese di aprile. A partire da maggio è stata ridotta l’esposizione al settore finanziario con prese di profitto sulle banche esposte all’Area Euro a favore di banche più diversificate a livello globale. E’ stato inoltre confermato il sottopeso sui titoli tecnologici. A giugno è proseguito il ridimensionamento dell’esposizione al settore finanziario con prese di profitto sulle banche esposte all’Area Euro a favore di banche più diversificate. E’ stato inoltre confermato il sottopeso sui titoli del settore tecnologico. Tali scelte sono coerenti con la decisione di ridurre ulteriormente l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo globale, in particolare dell’area emergente. L’atteso recupero dell’inflazione a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante ha supportato ulteriormente il sovrappeso su materie prime e energetici mantenuto per tutto il semestre. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. In ultimo, si riporta l’esposizione ai titoli del segmento dei metalli preziosi (oro, legato al tema di incremento dell’inflazione; argento, utilizzato anche nel settore industriale). Al 30 giugno, la percentuale investita in titoli del settore industria di base risulta pari a circa il 20,4%, 19,7% circa nel settore consumi discrezionali, 18% circa nel settore finanziario, 8,6% nel settore energetico, 7,9% circa nel settore servizi, 7,4% circa nel farmaceutico, 6,7% nel settore telecomunicazioni, 5,1% nei servizi di pubblica utilità, 4,2% nei consumi durevoli e 2% nel settore tecnologico. Al 30 giugno 2014 la percentuale investita in titoli azionari della Francia risulta pari a circa il 34,3%, della Germania è pari a circa il 31,1%, della Spagna è pari a circa il 12,3%, dell’Italia è pari a circa l’11,2%, dei Paesi Bassi è pari a circa il 4,5%, del Lussemburgo è pari a circa il 3,1%, il Belgio è pari a circa il 2,4%. La performance assoluta del fondo è stata positiva sul semestre. Positivo il contributo di tutti i settori con l’esclusione del finanziario e del tecnologico. Particolarmente positivo il contributo del settore dei servizi di pubblica utilità, del settore energetico e del settore servizi. Positivo anche il contributo derivante dalle posizioni assunte in derivati. Rispetto al benchmark, una quota importante della performance negativa è da imputare al processo di selezione, soprattutto nel settore finanziario. Con riferimento alle scelte geografiche, penalizzante è risultato il sovrappeso sul Lussemburgo e la selezione dei titoli su Germania, Paesi Bassi, Francia. L’apporto positivo della selezione dei titoli è venuto in particolare da Total, Eni e Galp Energia (energetico); Red Eletrica e Enel (servizi di pubblica utilità); UCB (farmaceutico), Daimler (consumi durevoli); Telefonica (telecomunicazioni); Vicat (industria di base), Unilever (consumi discrezionali). Negativo, invece, il contributo derivante dalla selezione titoli per Deutsche Bank e Axa (finanziario), Royal Philips e ArcelorMittal (industria di base) e Sap (tecnologico). Al 30 giugno 2014 (percentuali calcolate sul patrimonio netto) il fondo risulta investito in titoli di capitale e in liquidità. E’ presente una posizione in derivati (futures e opzioni) sull’Euro Stoxx 50, sul Dax e sul Ftse Mib. Nel corso del semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti derivati, in particolare tramite futures e opzioni sull’indice azionario Euro Stoxx 50, Ftse Mib, Dax e Ibex 35, sia con finalità di investimento sia con finalità di copertura; la leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite dell’8%. Linee strategiche In Area Euro, i dati pubblicati continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico sia a livello aggregato che, soprattutto, a livello di paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di 42 politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. Gli indici azionari europei potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustifica tuttavia la scelta di privilegiare settori esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, di supporto alla crescita, dovrebbe inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare petroliferi e materie prime. Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI ENI TELEFONICA INTESA SANPAOLO RSP SIEMENS LOREAL DANONE LVMH PERNOD-RICARD MUENCHENER RUECKVER SCHNEIDER ELECTRIC RED ELECTRICA UCB ADIDAS UNILEVER TECHNIP BNP PARIBAS DEUTSCHE BANK AIR LIQUIDE BAYER KONINKLIJKE PHILIPS DAIMLER BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA VOLKSWAGEN ARCELORMITTAL SAP LINDE AXA TELECOM ITALIA TOTAL REPSOL METRO ACCOR SANOFI EUTELSAT COMMUNICATIONS SA DES CIMENTS VICAT IBERDROLA DEUTSCHE WOHNEN HEIDELBERGCEMENT DEUTSCHE TELEKOM CONTINENTAL COMPAGNIE DE SAINT-GOBAIN SALVATORE FERRAGAMO TENARIS GALP ENERGIA SGPS FRESENIUS MEDICAL CARE ALLIANZ GAS NATURAL SDG SOCIETE GENERALE ASTALDI Codice ISIN IT0003132476 ES0178430E18 IT0000072626 DE0007236101 FR0000120321 FR0000120644 FR0000121014 FR0000120693 DE0008430026 FR0000121972 ES0173093115 BE0003739530 DE000A1EWWW0 NL0000009355 FR0000131708 FR0000131104 DE0005140008 FR0000120073 DE000BAY0017 NL0000009538 DE0007100000 ES0113211835 DE0007664039 LU0323134006 DE0007164600 DE0006483001 FR0000120628 IT0003497168 FR0000120271 ES0173516115 DE0007257503 FR0000120404 FR0000120578 FR0010221234 FR0000031775 ES0144580Y14 DE000A0HN5C6 DE0006047004 DE0005557508 DE0005439004 FR0000125007 IT0004712375 LU0156801721 PTGAL0AM0009 DE0005785802 DE0008404005 ES0116870314 FR0000130809 IT0003261069 43 Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 2.673.605 2.280.518 2.279.374 2.277.088 2.175.946 2.125.611 2.058.918 1.971.496 1.827.365 1.778.837 1.713.487 1.689.567 1.681.560 1.675.560 1.668.503 1.648.808 1.616.704 1.590.714 1.584.900 1.518.194 1.503.158 1.496.301 1.473.983 1.449.206 1.414.907 1.414.472 1.368.175 1.351.196 1.344.148 1.337.203 1.321.104 1.318.101 1.247.409 1.225.359 1.204.480 1.201.194 1.179.880 1.164.698 1.130.483 1.116.897 1.035.894 1.023.181 791.836 787.252 727.023 723.750 713.723 710.281 633.199 3,507 2,991 2,989 2,986 2,854 2,788 2,700 2,586 2,397 2,333 2,247 2,216 2,205 2,197 2,188 2,162 2,120 2,086 2,079 1,991 1,971 1,962 1,933 1,901 1,856 1,855 1,794 1,772 1,763 1,754 1,733 1,729 1,636 1,607 1,580 1,575 1,547 1,527 1,483 1,465 1,359 1,342 1,038 1,032 0,953 0,949 0,936 0,932 0,830 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 39.932.993 1.903.950 4.929.428 b) rimborsi: - riscatti - switch in uscita -25.375.194 -3.646.275 Raccolta netta del periodo 17.744.902 44 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo % tot. Attività 71.245.248 93,436 50.419.545 91,422 71.245.248 93,436 50.419.545 91,422 447.769 0,588 202.797 0,368 C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia 301.735 0,396 202.797 0,368 C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati 146.034 0,192 4.494.263 5,894 4.477.698 8,119 4.965.428 6,512 4.476.828 8,117 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 18.285 0,024 870 0,002 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -489.450 -0.642 62.924 0,082 50.347 0,091 797 0,001 5 0,000 62.127 0,081 50.342 0,091 76.250.204 100,000 55.150.387 100,000 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile G. ALTRE ATTIVITA’ G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA’ 45 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 449.138 538.587 449.138 538.587 109.811 79.173 109.811 79.173 558.949 617.760 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 75.691.255 54.532.627 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 11.986.122,225 9.077.883,379 6,315 6,007 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse 7.593.294,520 Quote rimborsate 4.685.055,674 46 AZIONARIO INTERNAZIONALE Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva del 4,68% rispetto ad una variazione del 7,47% del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle valute emergenti. Tra i mercati azionari le prese di profitto sono state maggiori sugli indici azionari giapponesi; la conversione in Euro è risultata tuttavia premiante, tenuto conto dell’apprezzamento dello yen che ha beneficiato del ruolo di valuta rifugio in un contesto di maggiori tensioni. Gli indici azionari dei paesi emergenti hanno invece evidenziato dinamiche negative sia in valuta locale che in Euro. A fine gennaio, l’indice MSCI World in Euro ha pertanto registrato un calo dell’1% circa (-3,42% in dollari Usa). Nel mese di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la propria avversione al rischio, premiando le attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario. Nello specifico, i mercati azionari USA hanno trovato supporto nelle accomodanti prese di posizione della FED. L’istituto centrale, pur affermando la prosecuzione della riduzione degli acquisti di attività finanziarie nei mesi successivi, ha infatti enfatizzato la necessità di monitorare i dati economici per adeguare in modo opportuno il processo di normalizzazione della politica monetaria, ridimensionando le preoccupazioni per variazioni repentine dell’orientamento di politica monetaria. In Area Euro si è distinto positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo esecutivo Renzi insediatosi il 22 febbraio. Il recupero degli indici azionari dei paesi emergenti è stato invece contenuto, tenuto conto del permanere di preoccupazioni sull’evoluzione della crescita economica della Cina. Le incertezze sulla capacità del Giappone di mantenere un ritmo di crescita soddisfacente, alimentate dall’aumento dell’Iva entrato in vigore ad aprile, hanno continuato ad indebolire gli indici azionari del paese. Gli andamenti descritti si sono tradotti in un rialzo mensile dell’indice MSCI World in Euro del 2,53% ( 5,01% in dollari USA). A marzo, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi commerciali e sull’export e i dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa, o più esposte in termini di export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei, ancora sostenuti dall’interesse degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Sui mercati azionari USA le tensioni geopolitiche e l’incertezza sull’evoluzione della politica monetaria sono state compensate dalla pubblicazione di dati economici confortanti. Il nervosismo degli investitori ha portato tuttavia a premiare i settori più difensivi. Ancora in calo l’indice giapponese, penalizzato dalle preoccupazioni sull’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi personali e quindi sulla crescita. Tra gli emergenti, va segnalato il calo dell’indice azionario cinese, tenuto conto delle preoccupazioni sulla dinamica della crescita e sulla stabilità finanziaria del paese. La sintesi degli andamenti descritti è stato un rialzo del MSCI World in Euro dello 0,36% in Euro, pari allo 0,14% in dollari Usa. Ad aprile, tra i paesi sviluppati si si sono messi in evidenza gli indici europei rispetto a quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente interessanti, a fronte del calo dell’indice giapponese e della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie positive. In sintesi, l’indice MSCI World in Euro ha evidenziato solo un limitato rialzo (0,42%), pari all’1,02% in dollari Usa. A maggio l’andamento dei mercati azionari è stato positivo, sia per i paesi sviluppati che per i paesi emergenti, con l’esclusione di situazioni specifiche caratterizzate da singole criticità. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee, senza poi recuperare interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. L’andamento mensile dell’indice MSCI World in Euro si è tradotto in un incremento del 3,61% in Euro e dell’1,97% in dollari USA. A giugno, positivo è stato l’andamento del mercato azionario statunitense che ha trovato supporto nei buoni dati di crescita e nelle rassicurazioni della 47 FED, ponendo in secondo ordine le preoccupazioni per l’emergere di rischi geo-politici in Iraq e per il conseguente incremento del prezzo del petrolio. Gli indici USA si sono pertanto portati su livelli storicamente alti. Meno brillanti invece i mercati azionari europei. Alla base di tale andamento la pubblicazione di dati economici inferiori alle attese che ha più che compensato l’effetto delle decisioni di politica monetaria espansiva da parte della BCE e ha indotto a prese di profitto soprattutto sui mercati che avevano accumulato dinamiche più positive. Il mercato giapponese ha proseguito l’andamento positivo avviato nel mese di maggio, pur non riuscendo a recuperare le perdite accumulate da inizio anno. L’annuncio del pacchetto di riforme strutturali da parte del Governo Abe, seppur ancora da definire nei dettagli, e i dati economici in miglioramento hanno infatti favorito il recupero dei corsi azionari del paese. Positivo anche l’andamento dei mercati emergenti, in particolare il mercato indiano, sostenuto dall’esito delle elezioni parlamentari a favore di un governo riformista, e il mercato cinese, sospinto da dati positivi e dall’adozione di misure di politica economica espansiva. La combinazione degli andamenti descritti è stato un rialzo mensile dell’indice MSCI in Euro pari all’1,45% (1,79% in dollari USA). Sull’intero semestre, il MSCI World in Euro ha registrato un incremento del 7,47% ( 6,50% in dollari Usa). Il fondo è stato investito principalmente in titoli azionari quotati nei mercati internazionali. A livello geografico, il portafoglio è stato investito principalmente in titoli azionari di Stati Uniti (mediamente il 51,8%), Regno Unito (mediamente il 9,4%), Giappone (mediamente il 9,1%), Francia (mediamente il 6,4%) Svizzera (mediamente il 4,6%), Germania (mediamente il 3,7%), Cina (mediamente il 3%), Italia (mediamente il 2,2%), Canada (mediamente l’1,9%), Paesi Bassi (mediamente l’1,6%) e Spagna (mediamente l’1,5%). Il posizionamento di portafoglio rispetto al benchmark è andato mediamente a favore dell’Area Euro, ritenendo i mercati azionari europei caratterizzati da valutazioni interessanti in ottica strategica; in sottopeso sugli USA, tenuto conto delle valutazioni poco attraenti; marginalmente in sovrappeso sul Giappone, ritenendo efficace la politica reflattiva di Abe. Sono state inoltre confermate posizioni fuori benchmark in titoli dei paesi emergenti, nello specifico Cina (mediamente il 3%) e India (mediamente lo 0,4%), inserite per beneficiare del potenziale di crescita di queste aree. Il posizionamento geografico descritto è stato confermato in chiusura di semestre. Al 30 giugno 2014, il fondo risulta investito per circa il 51,9% in titoli azionari degli Stati Uniti, l’11,2% in titoli azionari del Regno Unito, il 9,3% in titoli azionari del Giappone, il 4,8% in titoli azionari della Germania, il 4,2% in titoli azionari della Svizzera, il 4% in titoli azionari della Francia; il 3,4% in titoli azionari del Canada. Si segnala pertanto la posizione di sovrappeso sull’Area Euro (pari a circa il 4%), di marginale sovrappeso sul Giappone (pari a circa lo 0,9%), di sottopeso sugli USA (pari a circa il 2,7%) e si conferma il mantenimento di una esposizione contenuta agli emergenti attraverso la Cina (circa il 3%) e l’India (circa lo 0,4%). A livello settoriale, nel corso dell’anno il fondo è stato esposto ai settori finanziario (mediamente circa il 19,5%), industria di base (17,4%), consumi discrezionali (13% circa), tecnologico (12,9% circa), farmaceutico (10,1% circa), energetico (9,9% circa), servizi (7,7% circa), consumi durevoli (3% circa), telecomunicazioni (2,8% circa) e servizi di pubblica utilità (1,5% circa). L’esposizione ai settori è variata tatticamente nel corso dell’anno. A gennaio è stato implementato un posizionamento tattico più cauto. Si è deciso pertanto di ridurre l’esposizione al settore finanziario, passando da un livello di sovrappeso ad una posizione di sottopeso, non escludendo tuttavia posizionamenti successivi a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico quelli italiani le cui valutazioni si prevedevano più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine anno. E’ stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore delle materie prime in virtù dell’acquisto di società aurifere. Nel mese di febbraio, riconoscendo il persistere di fattori di incertezza legati soprattutto all’evoluzione del ciclo mondiale, sono state adottate scelte di allocazione settoriale che hanno privilegiato titoli esposti alla ripresa della domanda interna europea. Si è pertanto deciso di ridurre il sottopeso sul settore finanziario attraverso investimenti a favore del settore finanziario europeo. Tali scelte di allocazione settoriale sono state confermate nel mese di marzo. A partire da aprile è stato incrementato il sottopeso sul settore finanziario con prese di profitto sulle banche esposte all’Area Euro che hanno evidenziato dinamiche più positive e parziale sostituzione con banche più diversificate. Nel mese è stato inoltre deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul settore delle telecomunicazioni a fronte di posizioni 48 acquisite nell’Area Europea. A giugno è stato confermato il sottopeso sul settore finanziario, con minore esposizione alle banche più esposte all’Area Euro e parziale sostituzione con banche più diversificate. Tale scelta risultava coerente con la decisione di ridurre l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo globale, in particolare dell’area emergente. La considerazione appena esposta è anche alla base della conferma del sovrappeso sul settore industriale, più legato all’andamento dei mercati emergenti. L’ipotesi di incremento dell’inflazione in USA e Area Euro ha supportato ulteriormente il sovrappeso su materie prime e energetici. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. In ultimo si riporta l’esposizione ai titoli del segmento dei metalli preziosi (oro, legato al tema di incremento dell’inflazione; argento, utilizzato anche nel settore industriale). Al 30 giugno 2014, la percentuale investita in emissioni del settore industria di base è pari al 20,8% circa, 18,2% circa nel settore finanziario, 15,9% circa nel settore consumi discrezionali, 11,7% circa nel settore tecnologico, 9,7% circa nel settore energetico, 9,4% circa nel settore farmaceutico, 8,3% circa nel settore servizi, 3,5% circa nel settore consumi durevoli, 1,9% circa nel settore telecomunicazioni, 0,6% circa nel settore servizi di pubblica utilità. La performance assoluta del fondo è stata positiva durante il semestre; su tale performance ha avuto anche un impatto positivo il deprezzamento dell’Euro nei confronti delle principali valute (tra cui principalmente il Dollaro) con un impatto pari a circa l’1,5% positivo sulla performance assoluta del fondo. Il contributo positivo più rilevante è derivato dai settori energetico, tecnologico e farmaceutico; unici contributi negativi quello del settore finanziario e del settore telecomunicazioni. Positivo anche il contributo derivante dalle posizioni assunte in derivati. Rispetto al benchmark il fondo ha accumulato una sottoperformance legata soprattutto al processo di selezione titoli, soprattutto sul mercato statunitense. A livello settoriale, negativo il contributo di selezione nei settori finanziario, servizi di pubblica utilità (assenza di esposizione al settore statunitense che ha evidenziato un buon andamento), farmaceutico (soprattutto il segmento statunitense) e tecnologico. A livello geografico, è risultato penalizzante il marginale sovrappeso sul Giappone e l’esposizione alla Cina. Con riferimento alla selezione dei titoli, è stato particolarmente premiante l’investimento in Anadarko Petroleum Corporation (energetico), Agnico, (industria di base); PNC Financial Services Group (finanziario); Apple e Applied Materials (tecnologico); Agnico Eagle Mines (industria di base); Actavis (farmaceutico); Halliburton (servizi), Activision Blizzard (consumi durevoli). Negativo il contributo derivante da Vodafone (telecomunicazioni), KBR (servizi), Yahoo (tecnologico); Altria e Amazon (consumi discrezionali), Mitsubishi Estate e China Overseas Land & Investment (finanziario). Al 30 giugno 2014 (percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio è investito in titoli di capitale e in liquidità. Sono inoltre presenti posizioni in derivati (opzioni e futures) con finalità di investimento e copertura sugli indici S&P 500, Nasdaq, Euro Stoxx 50, Dax, FTSEMIB e CNX Nifty. Nel corso semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti derivati principalmente con l’implementazione di strategie operative in futures e opzioni sull’indice azionario S&P 500, Nasdaq, Euro Stoxx 50, FTSEMIB, Dax, IBEX 35, Nikkei 225 e CNX Nifty, sia con finalità di investimento sia con finalità di copertura; la leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite dell’8%. Linee strategiche In Area Euro, i dati pubblicati continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico sia a livello aggregato che, soprattutto, a livello di paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento 49 dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. Gli indici azionari europei potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustifica tuttavia la scelta di privilegiare settori esposti alla domanda globale. In USA, i dati economici recentemente pubblicati confermano la dinamica di crescita che non dovrebbe essere inficiata dal graduale processo di normalizzazione della politica monetaria. Le valutazioni degli indici azionari statunitensi sono, tuttavia, relativamente meno attraenti. L’incertezza sull’implementazione delle riforme strutturali annunciate dal governo giustificano la conferma di una marginale sovraesposizione sul Giappone. Passando alla Cina, è apprezzabile il costante impegno dell’autorità cinesi ad evitare un rallentamento eccessivo dell’economia, senza deviare troppo dall’obiettivo di sviluppo più sostenibile nel lungo termine. Sono stati pertanto allentati i vincoli all’erogazione del credito, con focalizzazione sui prestiti alle piccole e medie imprese e al settore rurale. E’ stato altresì adottato un mini pacchetto di stimolo fiscale, con focalizzazione sulle infrastrutture. Ciò sostiene la preferenza verso il paese nelle scelte di investimento. In India l’esito delle elezioni parlamentari a favore del partito riformista di Narendra Modi (BJP) dovrebbe inoltre fornire un contributo allo sviluppo economico e dei mercati domestici. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI APPLE MICROSOFT MOSAIC CO ANADARKO PETROLEUM PEPSICO MEAD JOHNSON NUTRITION AGNICO-EAGLE MINES PIONEER NATURAL RESOURCES WELLS FARGO KINDER MORGAN JOHNSON & JOHNSON KEYCORP CVS CAREMARK BARRICK GOLD PNC FINANCIAL SERVICES GROUP NOVARTIS LORILLARD ROYAL DUTCH SHELL VERIZON COMMUNICATIONS HSBC HOLDINGS ACTAVIS CITIGROUP SILVER WHEATON MYLAN DISCOVER FINANCIAL SERVICES MACYS FREEPORT-MCMORAN COPPER HONEYWELL INTERNATIONAL EXXON MOBIL EMC CORP/MASS FEDEX HUTCHISON WHAMPOA IMPERIAL TOBACCO GROUP JOY GLOBAL HALLIBURTON UNUM GROUP Codice ISIN US0378331005 US5949181045 US61945C1036 US0325111070 US7134481081 US5828391061 CA0084741085 US7237871071 US9497461015 US49456B1017 US4781601046 US4932671088 US1266501006 CA0679011084 US6934751057 CH0012005267 US5441471019 GB00B03MLX29 US92343V1044 GB0005405286 IE00BD1NQJ95 US1729674242 CA8283361076 US6285301072 US2547091080 US55616P1049 US35671D8570 US4385161066 US30231G1022 US2686481027 US31428X1063 HK0013000119 GB0004544929 US4811651086 US4062161017 US91529Y1064 50 Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo 5.210.557 2.997.558 2.937.890 2.877.174 2.872.119 2.867.068 2.481.087 2.379.033 2.352.270 2.314.369 2.249.583 2.230.960 2.229.756 2.227.380 2.212.949 2.210.562 2.199.304 2.182.118 2.176.342 2.138.390 2.104.914 2.102.119 2.058.689 2.055.567 1.985.829 1.981.380 1.968.670 1.949.446 1.938.484 1.932.706 1.883.217 1.882.522 1.876.078 1.837.165 1.807.901 1.778.975 2,581 1,485 1,455 1,425 1,423 1,420 1,229 1,178 1,165 1,146 1,114 1,105 1,104 1,103 1,096 1,095 1,089 1,081 1,078 1,059 1,043 1,041 1,020 1,018 0,984 0,981 0,975 0,966 0,960 0,957 0,933 0,932 0,929 0,910 0,895 0,881 OCCIDENTAL PETROLEUM CHINA OVERSEAS LAND & INVEST ENSCO CL A MONSANTO EATON CORP WALT DISNEY MARATHON OIL QUALCOMM GILEAD SCIENCES GENERAL ELECTRIC NCR CORPORATION EMERSON ELECTRIC DEERE RIO TINTO ESTEE LAUDER COMPANIES CL A TULLOW OIL MUENCHENER RUECKVER UNITED TECHNOLOGIES HENDERSON LAND DEVELOPMENT SABMILLER PERNOD-RICARD BANK OF AMERICA ADIDAS PRADA LOREAL GOOGLE CL C DANONE BHP BILLITON ZURICH INSURANCE GROUP TIFFANY SYNGENTA VOLKSWAGEN ACTIVISION BLIZZARD BG GROUP TATE & LYLE TIME WARNER STANDARD CHARTERED EXPRESS SCRIPTS JPMORGAN CHASE CIE FINANCIERE RICHEMONT ANALOG DEVICES ALLERGAN REGIONS FINANCIAL F5 NETWORKS ARCELORMITTAL SMITHS GROUP MONDELEZ INTERNATIONAL FRESENIUS MEDICAL CARE TOKYO ELECTRON SIEMENS US6745991058 HK0688002218 GB00B4VLR192 US61166W1018 IE00B8KQN827 US2546871060 US5658491064 US7475251036 US3755581036 US3696041033 US62886E1082 US2910111044 US2441991054 GB0007188757 US5184391044 GB0001500809 DE0008430026 US9130171096 HK0012000102 GB0004835483 FR0000120693 US0605051046 DE000A1EWWW0 IT0003874101 FR0000120321 US38259P7069 FR0000120644 GB0000566504 CH0011075394 US8865471085 CH0011037469 DE0007664039 US00507V1098 GB0008762899 GB0008754136 US8873173038 GB0004082847 US30219G1085 US46625H1005 CH0210483332 US0326541051 US0184901025 US7591EP1005 US3156161024 LU0323134006 GB00B1WY2338 US6092071058 DE0005785802 JP3571400005 DE0007236101 1.740.231 1.704.925 1.678.940 1.672.729 1.668.202 1.665.709 1.663.762 1.649.121 1.639.017 1.639.008 1.633.183 1.614.009 1.568.945 1.555.607 1.553.436 1.509.273 1.505.022 1.493.039 1.461.800 1.455.635 1.453.189 1.442.628 1.389.452 1.330.197 1.281.908 1.264.875 1.243.777 1.227.244 1.215.340 1.208.167 1.196.645 1.190.119 1.179.836 1.161.501 1.145.809 1.142.784 1.140.236 1.125.889 1.115.275 1.103.725 1.103.411 1.075.311 1.073.912 1.071.808 1.063.809 1.059.656 1.049.820 1.037.370 1.028.882 1.026.614 0,862 0,844 0,832 0,828 0,826 0,825 0,824 0,817 0,812 0,812 0,809 0,799 0,777 0,770 0,769 0,748 0,745 0,739 0,724 0,721 0,720 0,715 0,688 0,659 0,635 0,626 0,616 0,608 0,602 0,598 0,593 0,589 0,584 0,575 0,567 0,566 0,565 0,558 0,552 0,547 0,546 0,533 0,532 0,531 0,527 0,525 0,520 0,514 0,510 0,508 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 32.558.198 6.148.200 4.440.722 b) rimborsi: - riscatti - switch in uscita -42.093.711 -6.156.619 Raccolta netta del periodo -5.103.210 51 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Valore complessivo tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo tot. Attività 196.702.744 97,423 189.436.000 96,659 196.702.744 97,423 189.436.000 96,659 1.066.605 0,528 332.743 0,170 666.933 0,330 332.743 0,170 305.698 361.235 0,151 0,179 332.743 0,170 399.672 0,198 399.672 0,198 3.630.500 1,798 4.845.378 2,472 1.191.837 0,590 4.749.589 2,423 1.191.837 0,590 2.504.972 2.244.617 1,278 1,145 37.979.660 18,811 53.190.663 27,140 15.604.404 22.375.256 7,729 11,082 28.411.650 24.779.013 14,497 12,643 -35.540.997 -17,603 -53.094.874 -27,091 -19.193.417 -16.347.580 -9,506 -8,097 -24.680.285 -28.414.589 -12,593 -14,498 505.917 0,251 1.370.537 0,699 1.470 0,001 2.043 0,001 504.447 0,250 1.368.494 0,698 201.905.766 100,000 195.984.658 100,000 A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C 1.1 di cui in Euro C 1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C 2.1 di cui in Euro C 2.2 di cui in valuta C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F1. Liquidità disponibile F1.1 di cui in Euro F1.2 di cui in valuta F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F2.1 di cui in Euro F2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F3.1 di cui in Euro F3.2 di cui in valuta G. ALTRE ATTIVITA’ G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA’ 52 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI 581.041 I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 1.877.251 299.193 1.877.251 299.193 444.861 855.276 309.729 298.039 135.132 557.237 2.903.153 1.154.469 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 199.002.613 194.830.189 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 38.003.952,622 38.953.805,564 5,236 5,002 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse 8.613.106,604 Quote rimborsate 9.562.959,546 53 INVESTIMENTO PROTETTO 90 Il fondo ha evidenziato nel primo trimestre una variazione positiva pari al 2,54%. La performance è espressa al lordo dell’effetto fiscale. Data la natura flessibile del fondo, non è indicato un benchmark rappresentativo della politica di investimento. Nel semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, le incertezze sull’evoluzione della crescita nei paesi emergenti e l’acuirsi della crisi ucraina, prima, le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimi all’1,25% di fine giugno, riflettendo anche il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello del 3,3% circa a ridosso dell’appuntamento elettorale per poi chiudere il semestre al livello del 2,8% circa. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari hanno continuato a beneficiare dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative sulla congiuntura economica, portandosi su livelli storicamente alti o vicini a precedenti massimi nonostante il manifestarsi di rischi geo-politici. Gli indici azionari USA sono stati supportati da dati economici in miglioramento, dopo il debole primo 54 trimestre, e dall’approccio cauto della FED, che continua a garantire condizioni monetarie accomodanti. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di investimento degli operatori finanziari internazionali verso l’area. In Giappone, alla fase di debolezza dei primi mesi dell’anno è seguita una fase di recupero dei corsi azionari in virtù di dati di crescita e di inflazione in miglioramento e dell’annuncio di un piano di riforme fiscali da parte del governo Abe. L’area Emergente, caratterizzata da una generalizzata decelerazione della crescita, è stata interessata da eventi politici e squilibri economico-finanziari specifici che hanno ampliato la dispersione nell'andamento dei mercati azionari locali. Nel corso del semestre, ed in particolare nella parte finale, la strategia di investimento è stata caratterizzata anche da scelte tali da determinare la convergenza del fondo verso l’allocazione coerente con il processo di fusione. Nel semestre, il fondo è stato investito principalmente in titoli/OICR obbligazionari (in media circa l’83,2%). L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati obbligazionari è stata mediamente più bassa in conseguenza di posizioni su futures e opzioni sulle curve degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia e Italia che sono state poste in essere nel corso del semestre. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei movimenti direzionali dei diversi mercati e di opportunità derivanti da differenziali di rendimento tra i titoli sulle diverse scadenze. L’investimento lordo in titoli/OICR azionari è stato in media pari a circa il 6,3%, con una allocazione iniziale pari al 18,1% circa e finale pari al 0%. L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati azionari è risultata in media marginalmente ridotta per effetto di posizioni corte su opzioni e futures sui principali indici azionari, pur rimanendo positiva. A partire dal mese di maggio la componete azionaria è stata azzerata a favore della componente obbligazionaria coerentemente con il processo di fusione del fondo. Sulla componente obbligazionaria, la duration è stata gradualmente ridotta nel corso del semestre dal livello di 2 anni e 9 mesi di fine 2013 al livello di 6 mesi di fine giugno. Per quanto riguarda l’allocazione per tipologia di emittente obbligazionario, nell’anno il fondo è stato in media investito principalmente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili (circa il 67,4% del fondo), obbligazioni societarie (in media circa il 14,1% del fondo) e per la rimanente marginale allocazione (in media circa lo 0,5% del fondo) in titoli obbligazionari speciali (con attività a collaterale). Sul fronte dei titoli governativi, nel corso dell’anno la preferenza è stata per i titoli italiani (in media circa il 44,8%) in particolare sul segmento a breve/medio termine; l’esposizione è stata contenuta verso i titoli tedeschi (6,5%), sloveni (circa il 3,9%), francesi (circa il 3,4%), inglesi (1,9%), neo-zelandesi (circa l’1,5%). Tra gli altri paesi periferici europei, sono state mantenute posizioni residuali in titoli obbligazionari spagnoli (in media circa lo 0,6%), portoghesi (circa lo 0,4%), irlandesi (in media circa lo 0,1%), Posizioni residuali sono state mantenute anche sui titoli governativi giapponesi (circa lo 0,7%), russi (circa lo 0,2%), ungheresi (circa lo 0,2%) e brasiliani (circa lo 0,1%). Nullo l’investimento in emissioni greche. In avvio di semestre, l’esposizione del portafoglio al segmento corporate, soprattutto finanziario a breve scadenza, si collocava al livello del 23,4%. Essa è stata via via ridotta al livello del 3,9% circa di fine giugno, con investimenti nel settore finanziario (2,8% circa) e nel settore dei consumi durevoli (1,2% circa). Quanto alla componente azionaria e al relativo posizionamento geografico, da gennaio ad aprile si evidenziava la preferenza per Europa e Giappone verso Stati Uniti. A livello settoriale, si manifestava preferenza per i settori finanziario, industria di base e tecnologico, ovvero settori che avrebbero dovuto beneficiare del miglioramento del ciclo mondiale. A partire da maggio, la componente azionaria è stata progressivamente azzerata, anche in vista dell’imminente processo di fusione con progressiva riduzione della duration della componente obbligazionaria e azzeramento della componente azionaria. Nel corso del semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario. Sul mercato obbligazionario sono stati utilizzati principalmente futures e opzioni sui titoli di Stato statunitensi, inglesi, tedeschi, australiani, francesi e italiani su diverse scadenze. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei movimenti direzionali del mercato e di opportunità derivanti dai movimenti dei differenziali di rendimento tra i diversi mercati e tra le diverse scadenze dei titoli governativi. Per il mercato azionario sono stati utilizzati principalmente futures 55 e opzioni su indici statunitensi, dell’Europa, del Regno Unito e del Giappone. La leva complessiva è stata non superiore a 1,4. Alla performance positiva del semestre hanno contribuito sia la componente obbligazionaria che quella azionaria. La componente governativa ha beneficiato del generalizzato calo dei tassi di rendimento, soprattutto sui titoli di Stato italiani. Il contributo della componente obbligazionaria corporate sul semestre è stato positivo ed ha beneficiato in particolare del contributo del settore finanziario. Il posizionamento all’asset class azionaria ha fornito un contributo positivo alla performance, sostenuto soprattutto dalla dinamica dei settori industria di base, servizi e finanziario. Al 30 giugno 2014 il portafoglio risulta investito principalmente in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) pari a circa l’82%; in particolare il 78,1% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi e assimilabili e il 3,9% da obbligazioni societarie e titoli obbligazionari con attività a collaterale. Il 18% risulta investito in liquidità. Il rating medio ponderato del portafoglio obbligazionario al 30 giugno è pari ad BBB. Al 30 giugno 2014, il valore massimo raggiunto dalla quota dall’inizio dell’attività del fondo è stato di €5,808 raggiunto il 13 giugno 2014. A fine giugno il valore della quota del fondo è di €5,804. Il valore protetto della quota del fondo è di €5,227 (pari al 90% di €5,808) ed il budget di rischio (differenza tra valore corrente di portafoglio e valore protetto, in rapporto al valore corrente) è pari al 9,94%. Linee strategiche Nel corso del semestre, la politica di investimento è stata orientata alla costruzioni di una composizione coerente con il processo di fusione. E’ stata pertanto gradualmente incrementata la componente obbligazionaria e ridotta la componente azionaria. La componente azionaria è stata azzerata a maggio. Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI BOT 14/01/2015 BOT 14/05/2015 BOT 13/03/2015 BOT 14/04/2015 CTZ 31/12/2014 CTZ 30/09/2014 BOT 14/11/2014 BOT 12/12/2014 BOT 13/02/2015 CTZ 31/12/2015 CTZ 30/06/2015 BOT 14/07/2014 CAISSE AMORT DET 4% 25/10/2014 FGA CAP IRE 04/12/2014 INSTIT CRDT OFCL 2,375% 31/10/2015 RABOBANK 20/03/2019 BEI 09/01/2015 ANHEUSER-BUSCH 29/03/2018 BNP PARIBAS 03/12/2014 MORGAN STANLEY 16/01/2017 AUTOROUTES PARIS 18/01/2016 AUTOROUTES PARIS 31/03/2019 INTESA SANPAOLO 17/04/2019 Codice ISIN Controvalore in Euro incidenza su attività del Fondo 6.972.490 4.980.813 3.989.111 3.986.842 3.977.742 3.963.986 3.491.166 2.996.974 2.990.320 2.968.475 2.967.506 1.493.545 1.113.365 500.930 409.536 400.908 400.520 301.011 300.294 299.184 201.714 200.594 161.787 11,538 8,243 6,602 6,598 6,583 6,560 5,778 4,960 4,949 4,913 4,911 2,472 1,843 0,829 0,678 0,663 0,663 0,498 0,497 0,495 0,334 0,332 0,268 IT0004986391 IT0005022204 IT0005002990 IT0005012411 IT0004890890 IT0004853807 IT0004969462 IT0004981251 IT0004997638 IT0004978208 IT0004938186 IT0004940091 FR0010120410 XS0937998440 XS0968922764 XS1046796253 XS0439139998 BE6265140077 XS0859873050 XS0282583722 FR0011485275 FR0011884899 XS1057822766 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). 56 Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 400.248 150.450 1.473 b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita -13.923.039 -14.964 -582.239 Raccolta netta del periodo -13.968.071 57 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo tot. attività 49.068.813 81,207 69.063.485 94,979 49.068.813 81,207 55.102.384 75,779 44.778.970 74,108 33.207.302 45,668 4.289.843 7,099 21.895.082 30,111 A2. Titoli di capitale 9.479.965 13,037 A3. Parti di O.I.C.R. 4.481.136 6,163 902.392 1,241 C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C1.1 di cui in Euro C1.2 di cui in valuta 723.915 0,996 567.521 156.394 0,781 0,215 C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C2.1 di cui in Euro C2.2 di cui in valuta 178.477 0,245 178.477 0,245 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A1.1 Titoli di Stato A1.2 Altri B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati C3.1 di cui in Euro C3.2 di cui in valuta D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE 11.168.471 18,483 1.485.080 2,043 F1. Liquidità disponibile F1.1 di cui in Euro F1.2 di cui in valuta 11.165.827 18,479 1.486.019 2,044 10.674.455 491.372 17,666 0,813 479.533 1.006.486 0,660 1,384 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F2.1 di cui in Euro F2.2 di cui in valuta 12.262.071 20,293 6.050.063 6.212.008 10,013 10,280 20.898.420 28,741 15.318.824 5.579.596 21,068 7,673 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F3.1 di cui in Euro F3.2 di cui in valuta -12.259.427 -20,289 -6.209.298 -6.050.129 -10,276 -10,013 -20.899.359 -28,742 -5.540.361 -15.358.998 -7,619 -21,123 187.707 0,310 1.263.177 1,737 156.028 0,258 856.871 1,178 31.679 0,052 406.306 0,559 60.424.991 100,000 72.714.134 100,000 F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ G. ALTRE ATTIVITA’ G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA’ 58 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE 56.303 L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 56.303 L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 225.399 188.307 225.399 188.307 145.186 182.569 54.790 70.302 90.396 112.267 370.585 427.179 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 60.054.406 72.286.955 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 10.347.103,831 12.771.150,102 5,804 5,660 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate 95.982,332 2.520.028,603 59 EXTRA Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva pari al 3,12%. La performance è espressa al lordo dell’effetto fiscale. Data la natura flessibile del fondo, non è indicato un benchmark rappresentativo della politica di investimento. Nel semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, le incertezze sull’evoluzione della crescita nei paesi emergenti e l’acuirsi della crisi ucraina, prima, le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimi all’1,25% di fine giugno, riflettendo anche il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello del 3,3% circa a ridosso dell’appuntamento elettorale per poi chiudere il semestre al livello del 2,8% circa. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari hanno continuato a beneficiare dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative sulla congiuntura economica, portandosi su livelli storicamente alti o vicini a precedenti massimi nonostante il manifestarsi di rischi geo-politici. Gli indici azionari USA sono stati supportati da dati economici in miglioramento, dopo il 60 debole primo trimestre, e dall’approccio cauto della FED, che continua a garantire condizioni monetarie accomodanti. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di investimento degli operatori finanziari internazionali verso l’area. In Giappone, alla fase di debolezza dei primi mesi dell’anno è seguita una fase di recupero dei corsi azionari in virtù di dati di crescita e di inflazione in miglioramento e dell’annuncio di un piano di riforme fiscali da parte del governo Abe. L’area Emergente, caratterizzata da una generalizzata decelerazione della crescita, è stata interessata da eventi politici e squilibri economico-finanziari specifici che hanno ampliato la dispersione nell'andamento dei mercati azionari locali. Nel corso del semestre, ed in particolare nell’ultima parte, la strategia di investimento è stata caratterizzata anche da scelte tali da determinare la convergenza del fondo verso la composizione coerente con il processo di fusione. Nel corso del semestre, il fondo è stato investito principalmente in titoli/OICR obbligazionari (in media circa il 77,8%). L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati obbligazionari è stata mediamente più bassa in conseguenza di posizioni su futures e opzioni sulle curve degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia e Italia che sono state poste in essere nel corso del semestre. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei movimenti direzionali dei diversi mercati e di opportunità derivanti da differenziali di rendimento tra i titoli sulle diverse scadenze. L’investimento, al lordo dei derivati, in titoli/OICR azionari è stato in media pari a circa il 10,2%, con una allocazione iniziale pari al 19,9% circa e finale pari a circa 9,6%. L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati azionari è risultata minore per effetto di posizioni su opzioni e futures sui principali indici azionari. Sulla componente obbligazionaria, la duration è stata gestita tatticamente nel corso del semestre per beneficiare dei movimenti direzionali dei vari mercati. Essa risultava pari a 3 anni e 4 mesi a fine giugno. Per quanto riguarda l’allocazione per tipologia di emittente obbligazionario, nel semestre il fondo è stato in media investito principalmente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili (circa il 57,6% del fondo), obbligazioni societarie (in media circa il 16,2% del fondo) e per la rimanente marginale allocazione (in media circa il 2,4% del fondo) in titoli obbligazionari speciali (con attività a collaterale). Sul fronte dei titoli governativi, nel corso dell’anno la preferenza è stata per i titoli italiani (in media circa il 30,2%) in particolare sul segmento a breve/medio termine e, sebbene in percentuali minori, per emissioni governative di altri paesi quali ad esempio Germania (circa il 4,8%), Regno Unito (circa il 4,6%), Francia (circa il 3,8%), Slovenia (circa il 3,4%), Finlandia (circa il 2,8%), Nuova Zelanda (circa l’1,4%) e Giappone (0,8%). Tra gli altri paesi periferici europei, sono state assunte posizioni residuali in titoli obbligazionari spagnoli (con un peso medio di circa lo 0,8%), Portoghesi (circa lo 0,4%) e irlandesi (con un peso medio di circa lo 0,1%). Nullo l’investimento in emissioni greche. In avvio di semestre, l’esposizione del portafoglio al segmento corporate, soprattutto finanziario senior a breve scadenza, si collocava al livello del 23,1% circa. Essa è stata via via ridotta al livello del 10,4% circa di fine giugno, con investimenti nel settore finanziario (5,8% circa), consumi durevoli (1,6% circa), servizi di pubblica utilità (1,4% circa), telecomunicazioni (1,3% circa) e consumi discrezionali (0,3% circa). Quanto alla componente azionaria e al relativo posizionamento geografico, nel corso del semestre si è evidenziata la preferenza per Europa e Giappone verso Stati Uniti. A livello settoriale, si è mantenuta per una preferenza per i settori finanziario, industria di base e materie prime, ovvero settori che avrebbero dovuto beneficiare del miglioramento del ciclo mondiale. Nel corso del semestre, sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario. Sul mercato obbligazionario sono stati utilizzati principalmente futures e opzioni sui titoli di Stato statunitensi, inglesi, tedeschi, australiani, francesi e italiani su diverse scadenze. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei movimenti direzionali del mercato e di opportunità derivanti dai movimenti dei differenziali di rendimento tra i diversi mercati e tra le diverse scadenze dei titoli governativi. Per il mercato azionario sono stati utilizzati principalmente futures e opzioni su indici statunitensi, europei, del Regno Unito e del Giappone. La leva complessiva è stata non superiore a 2. Alla performance positiva del semestre hanno contribuito sia la componente obbligazionaria che quella azionaria. La componente governativa ha beneficiato del generalizzato 61 calo dei tassi di rendimento, soprattutto sui titoli di Stato italiani. Il contributo della componente obbligazionaria corporate sul semestre è stato positivo ed ha beneficiato in particolare del contributo del settore finanziario. Il posizionamento all’asset class azionaria ha fornito un contributo positivo alla performance, sostenuto soprattutto dalla dinamica dei settori industria di base, servizi e farmaceutico. Al 30 giugno 2014 il portafoglio risulta investito principalmente in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) pari all’83%; in particolare il 70,6% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi e assimilabili, il 12,4% da obbligazioni societarie e con attività a collaterale. Il peso della quota investita in strumenti finanziari di natura azionaria alla fine del semestre è pari a circa il 9,6%. Il rating medio ponderato del portafoglio obbligazionario al 30 giugno è pari ad A-. Linee strategiche Nel corso del semestre, la politica di investimento è stata orientata alla costruzioni di una composizione coerente con il processo di fusione. E’ stata pertanto gradualmente incrementata la componente obbligazionaria e ridotta la componente azionaria. Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI BOT 14/05/2015 BTP 4,5% 01/03/2019 BOT 13/03/2015 BOT 13/02/2015 CTZ 30/06/2015 UK TREASURY 1,75% 07/09/2022 SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016 CCT 01/11/2018 FRANCE OAT 3,75% 25/04/2021 BTP 4,5% 01/08/2018 DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021 FINNISH GOVT 3,5% 15/04/2021 BTP 3,75% 01/08/2021 DEUTSCHLAND I/L 1,75% 15/04/2020 BTP 4% 01/02/2037 DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037 DEUTSCHLAND I/L 1,5% 15/04/2016 PORTUGUESE OTS 5,65% 15/02/2024 SPANISH GOVT 4,6% 30/07/2019 DEUTSCHLAND REP 1,75% 04/07/2022 LANSFORSAKRINGAR 2,875% 23/03/2015 FRANCE OAT 4% 25/10/2038 ING BANK 3% 30/09/2014 INSTIT CRDT OFCL 2,375% 31/10/2015 INTESA SANP IRL 30/03/2015 ROYAL BK CAN TO 27/03/2019 RABOBANK 20/03/2019 FGA CAPITAL IRE 4,375% 18/09/2014 TELEFONICA EUROP 31/03/2049 CAISSE AMORT DET 4% 25/10/2014 ANHEUSER-BUSCH 29/03/2018 MORGAN STANLEY 16/01/2017 VEOLIA ENVRNMT 29/01/2049 SILVER WHEATON JPMORGAN CHASE 03/05/2016 TELEFONICA EUROP 31/03/2049 MOSAIC ABN AMRO BANK 06/03/2019 BEI 09/01/2015 BNP PARIBAS 03/12/2014 PROPERTIZE BV 10/03/2017 Codice ISIN IT0005022204 IT0004423957 IT0005002990 IT0004997638 IT0004938186 GB00B7L9SL19 ES00000122X5 IT0004922909 FR0010192997 IT0004361041 DE0001135424 FI4000020961 IT0004009673 DE0001030526 IT0003934657 DE0001135275 DE0001030500 PTOTEQOE0015 ES00000121L2 DE0001135473 XS0496605295 FR0010371401 XS0455122076 XS0968922764 XS0974639725 XS1049207993 XS1046796253 XS0830346374 XS1050461034 FR0010120410 BE6265140077 XS0282583722 FR0011391838 CA8283361076 XS0926823070 XS1050461034 US61945C1036 XS1040422526 XS0439139998 XS0859873050 XS1043499786 62 Controvalore in Euro incidenza su attività del Fondo 4.980.813 4.009.950 3.989.111 3.987.094 3.956.675 3.929.471 3.151.650 3.127.800 2.964.125 2.831.000 2.353.470 2.291.553 1.664.836 1.622.863 1.586.151 1.333.600 1.319.188 1.275.890 1.159.700 905.845 865.869 754.080 604.026 511.920 503.140 501.370 501.135 433.737 427.240 404.860 401.348 398.912 375.885 356.505 350.413 312.231 310.574 302.658 300.390 300.294 300.135 6,340 5,104 5,078 5,075 5,037 5,002 4,012 3,982 3,773 3,604 2,996 2,917 2,119 2,066 2,019 1,698 1,679 1,624 1,476 1,153 1,102 0,960 0,769 0,652 0,640 0,638 0,638 0,552 0,544 0,515 0,511 0,508 0,478 0,454 0,446 0,397 0,395 0,385 0,382 0,382 0,382 BAYER NORDIC 28/03/2017 AGNICO EAGLE MINES GOLDCORP DONG A/S 08/07/3013 INTESA SANPAOLO 17/04/2019 ANADARKO PETROLEUM VOLVO 16/05/2016 AMERICA MOVIL 06/09/2073 FREEPORT-MCMORAN COPPER XS1051000781 CA0084741085 CA3809564097 XS0943371194 XS1057822766 US0325111070 XS0931455777 XS0969341147 US35671D8570 299.886 290.377 257.705 253.452 243.183 237.807 236.770 231.296 231.005 0,382 0,370 0,328 0,323 0,310 0,303 0,301 0,294 0,294 Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: Decrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole - piani di accumulo - switch in entrata 1.275.389 407.600 49.344 b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita -11.929.364 -18.495 -408.449 Raccolta netta del periodo -10.623.975 63 Situazione Patrimoniale al 30/06/2014 SITUAZIONE AL 30/06/2014 ATTIVITA’ Valore complessivo tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo tot. attività 71.395.410 90,882 80.211.044 92,864 63.931.216 81,381 61.658.988 71,386 A1.1 Titoli di Stato 53.194.866 67,714 33.634.986 38,941 A1.2 Altri 10.736.350 13,667 28.024.002 32,445 7.464.194 9,501 12.318.983 14,262 6.233.073 7,216 1.496.159 1,732 1.220.518 1,413 937.926 282.592 1,086 0,327 275.641 0,319 275.641 0,319 A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. Titoli di debito A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C1.1 di cui in Euro C1.2 di cui in valuta C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C2.1 di cui in Euro C2.2 di cui in valuta C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE 6.585.019 8,383 3.066.134 3,551 F1. Liquidità disponibile 6.611.689 8,417 2.985.705 3,457 F1.1 di cui in euro F1.2 di cui in valuta 2.137.174 4.474.515 2,721 5,696 1.498.476 1.487.229 1,735 1,722 18.355.056 23,365 31.397.661 36,351 12.474.872 5.880.184 15,880 7,485 22.442.830 8.954.831 25,983 10,367 -18.381.726 -23,399 -31.317.232 -36,257 -5.906.749 -12.474.977 -7,519 -15,880 -8.816.176 -22.501.056 -10,207 -26,051 G. ALTRE ATTIVITA’ 577.670 0,735 1.601.242 1,853 G1. Ratei attivi G2. Risparmio d’imposta G3. Altre 518.082 0,659 1.089.610 1,261 59.588 0,076 511.632 0,592 78.558.099 100,000 86.374.579 100,000 F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’ F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare F2.1 di cui in euro F2.2 di cui in valuta F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare F3.1 di cui in euro F3.2 di cui in valuta TOTALE ATTIVITA’ 64 PASSIVITA’ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2014 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE 92.678 L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 92.678 L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 518.682 192.553 518.682 192.553 263.318 270.054 73.979 85.989 189.339 184.065 782.000 555.285 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 77.776.099 85.819.294 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 13.535.372,871 15.400.976,828 5,746 5,572 M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA’ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d’imposta N3. Altre TOTALE PASSIVITA’ VALORE UNITARIO DELLE QUOTE MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse Quote rimborsate 305.512,583 2.171.116,540 65 Altre informazioni Parametri di Riferimento (c.d. Benchmark) con performance annua L’investimento in un fondo può essere valutato attraverso il confronto con il benchmark, ossia un parametro di riferimento elaborato da terzi e di comune utilizzo, che individua il profilo di rischio dell’investimento e le opportunità del mercato in cui tipicamente il fondo investe. Per quanto concerne i benchmark composti da due o più indici, l’andamento degli stessi benchmark deve essere calcolato sommando i rendimenti delle singole componenti moltiplicati per i rispettivi pesi percentuali. Performance Primo Semestre 2014 BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine 50% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT 50% Citigroup Eurobig 1-3 anni Index 0,85% BancoPosta Obbligazionario Euro Medio Lungo Termine 75% Citigroup Eurobig All Index 25% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT 4,64% BancoPosta Azionario Internazionale MSCI World Total Return net dividend 7,47% BancoPosta Azionario Euro MSCI EMU Total Return net dividend 5,84% BancoPosta Mix 1 65% Citigroup Eurobig All Index 25% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT 10% MSCI Europe Total Return net dividend 4,71% BancoPosta Mix 2 50% Citigroup Eurobig All Index 20% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT 30% MSCI Europe Total Return net dividend 5,11% Per i benchmark composti da più indici, i pesi di ciascun indice sono mantenuti costanti tramite ribilanciamento su base mensile. Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT: è un indice rappresentativo delle emissioni di Buoni Ordinari del Tesoro italiani; Citigroup Eurobig 1-3 anni Index: è l’indice che misura l’andamento di un paniere che comprende titoli di Stato dell’Area Euro a cedola fissa, emissioni di aziende e titoli emessi a fronte di garanzie reali, denominati in euro e con vita residua compresa tra uno e tre anni; Citigroup Eurobig All Index (già “Salomon Smith Barney EURO BIG”): è l’indice che misura l’andamento di un paniere che comprende titoli di Stato dell’Area Euro a cedola fissa, emissioni di aziende e titoli emessi a fronte di garanzie reali, denominati in euro e con vita residua superiore ad un anno; MSCI World Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari mondiali. MSCI Europe Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari dei paesi europei sviluppati. MSCI EMU Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari dei paesi dell’Area Euro. 66 BancoPosta Fondi S.p.A. SGR con Socio Unico Pioneer Investment Management SGR SpA
© Copyright 2024 Paperzz