Relazione Semestrale al 30.06.2014

Relazione semestrale al 30 giugno 2014
dei Fondi Comuni di Investimento Mobiliare
Aperti Armonizzati istituiti e promossi da
BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestiti da
Pioneer Investment Management SGRpA
BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine
BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine
BancoPosta Mix 1
BancoPosta Mix 2
BancoPosta Azionario Euro
BancoPosta Azionario Internazionale
BancoPosta Investimento Protetto 90
BancoPosta Extra
INDICE
Relazione semestrale al 30 giugno 2014 dei Fondi Comuni di Investimento
Mobiliare Aperti Armonizzati
istituiti e promossi da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR e gestiti
da Pioneer Investment Management SGRpA
BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine
BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine
BancoPosta Mix 1
BancoPosta Mix 2
BancoPosta Azionario Euro
BancoPosta Azionario Internazionale
BancoPosta Investimento Protetto 90
BancoPosta Extra
Nota Illustrativa
Premessa
Considerazioni generali
Mercati
Prospettive
Regime di tassazione
Eventi successivi
Fondi BancoPosta
Situazione Patrimoniale dei Fondi
Altre informazioni
1
Premessa
La Relazione Semestrale dei fondi al 30 giugno 2014 (ultimo giorno di borsa italiana aperta del I semestre 2014) istituiti e
promossi da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR (Società Promotrice) e gestiti da Pioneer Investment Management SGRpA (Società
Gestore), è stata redatta dalla Società Gestore in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con Regolamento
dell’8 maggio 2012 e successive modifiche. La Società Gestore assume piena responsabilità sulla completezza e sulla veridicità
dei dati e delle informazioni contenute nel presente documento. La Relazione Semestrale si compone di una Situazione
Patrimoniale accompagnata da una Nota Illustrativa che fornisce, tra l’altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita
nella gestione del patrimonio dei fondi nel corso del semestre, sia sulle prospettive di investimento. Poste Italiane S.p.A. Società
con socio unico – Patrimonio BancoPosta, società controllante di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore delle
quote del fondo comune di investimento illustrato nella presente Relazione Semestrale.
Considerazioni generali
Nel corso del primo semestre del 2014 sono progressivamente migliorate le aspettative sul ciclo economico globale. Secondo gli
ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la crescita mondiale dovrebbe essere pari al 3,6% su base annua nel 2014
(3% il dato del 2013); i Paesi Sviluppati dovrebbero registrare una crescita del 2,2% (1,3% dato del 2013) a fronte di una crescita
del 4,9% dei Paesi Emergenti e in via di sviluppo (4,7% dato del 2013). I dati riportati confermano pertanto il processo di
convergenza dei tassi di crescita delle economie sviluppate e delle economie emergenti. In Area Euro, il PIL aggregato del primo
trimestre, ultimo dato disponibile, ha proseguito la dinamica positiva avviata dal secondo trimestre del 2013 e ha evidenziato una
crescita dello 0,2% trimestre su trimestre (da 0,3% del quarto trimestre 2013). L’evoluzione su base annua, positiva per il
secondo trimestre consecutivo, conferma la tendenza al miglioramento (0,9% anno su anno nel primo trimestre, da +0,5% del
quarto trimestre 2013). Dall’analisi delle singole componenti emerge la debolezza dei consumi delle famiglie (0,1% trimestre su
trimestre da 0% del trimestre precedente); il miglioramento della spesa pubblica (0,3% trimestre su trimestre da -0,4%
precedente); la decelerazione degli investimenti fissi (0,3% trimestre su trimestre da 0,9% precedente) e dell’export (0,3%
trimestre su trimestre da 1,4% precedente); la stabilizzazione della dinamica delle importazioni ( 0,8% trimestre su trimestre da
0,7% precedente). A livello di singolo paese, la Germania ha evidenziato una accelerazione nel primo trimestre (crescita pari a
+0,8% trimestre su trimestre da 0,4% precedente). Anche in Spagna l’economia ha evidenziato un miglioramento, con il PIL in
crescita dello 0,4% trimestre su trimestre da 0,2% di fine 2013. Più debole è risultato invece l’andamento del PIL francese,
invariato nel primo trimestre (da 0,2% precedente). Tale debolezza trova conferma anche nei dati economici francesi a più alta
frequenza, sia qualitativi che quantitativi. In calo su base congiunturale è risultato il PIL del Portogallo (-0,6% trimestre su
trimestre da 0,5% precedente), effetto soprattutto del calo delle esportazioni (-1,9% trimestre su trimestre da 0,7% precedente).
Deludente anche il report di contabilità nazionale italiano: dopo il ritorno su un sentiero di crescita, seppur contenuta, nell’ultima
parte del 2013 (0,1% trimestre su trimestre nel quarto trimestre 2013), il PIL è sceso dello 0,1% trimestre su trimestre nei primi
tre mesi del 2014. I consumi delle famiglie hanno evidenziato una sostanziale stagnazione (0,1% trimestre su trimestre da 0%
precedente). Con riferimento alle altre componenti della domanda emergono il miglioramento degli investimenti in attrezzature e
macchinari (0,5% trimestre su trimestre da -0,7% precedente), il peggioramento dell’attività nel settore costruzioni (-0,9%
trimestre su trimestre da -0,5% precedente) e del dato relativo ai mezzi di trasporto (-7,7% trimestre su trimestre da 14,1%
precedente). Il contributo alla crescita della domanda estera è risultato invece positivo e pari allo 0,2%, sintesi dell’incremento
dell’export dello 0,8% trimestre su trimestre (da 1,2% precedente) e dell’import dello 0,3% trimestre su trimestre (da 0,2%
precedente). Negativo, in ultimo, il contributo alla crescita delle scorte (-0,2%): ciò costituisce tuttavia un fattore positivo per la
crescita futura dell’economia del paese. A livello di politica fiscale, ad aprile il Governo italiano ha presentato il Documento di
2
Economia e Finanza 2014 (DEF). Il documento evidenzia una revisione al ribasso della previsione di crescita del paese per
l’anno in corso (previsione attuale 0,8%) e un rinvio al 2016 del pareggio di bilancio strutturale. Quest’ultima circostanza,
collegata ad “eventi eccezionali” contemplati nella normativa nazionale, è stata approvata con voto a maggioranza assoluta da
parte del Parlamento e comunicata alla Commissione Europea per il necessario passaggio comunitario. Nel documento finale di
formalizzazione delle raccomandazioni all’Italia sul programma nazionale di riforma e sul programma di stabilità 2014, la
Commissione non ha formulato una puntuale richiesta di manovra aggiuntiva per il 2014; ha invece evidenziato che appaiono
“necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformità ai requisiti del patto di stabilità e crescita”.
L’istituzione comunitaria ha nuovamente posto l’accento sulle riforme, ribadendo la necessità di alleggerire la pressione fiscale
sui fattori produttivi, spostandola verso i consumi, i beni immobili e l’ambiente; di portare avanti il piano di privatizzazioni; di
migliorare il mercato del lavoro, il sistema burocratico e il sistema scolastico; di rafforzare la resilienza del settore bancario.
L’analisi della Commissione, conclusasi positivamente, ha assunto un particolare rilievo tenuto conto che l’istituzione, a
conclusione della valutazione sugli squilibri macroeconomici dei paesi europei realizzata lo scorso mese di marzo, aveva già
inserito l’Italia tra i paesi con squilibri macroeconomici eccessivi, focalizzandosi sull’elevato peso del debito pubblico e sulla
debole competitività esterna, entrambi identificati come conseguenza della bassa crescita della produttività. In chiave
prospettica, i dati a maggiore frequenza e soprattutto gli indici di fiducia degli attori economici dell’Area Euro segnalano un
probabile miglioramento della congiuntura nei prossimi trimestri. Nello specifico, a giugno l’indice di fiducia del settore
manifatturiero, al livello di 51,8, e l’indice di fiducia del settore servizi, al livello di 52,8, restano al di sopra del livello neutro di
50. Tale tendenza è comune anche agli indicatori di fiducia dei singoli principali paesi dell’Area Euro, in particolare a quelli dei
paesi periferici. Eccezione importante la Francia: quest’ultimo paese ha registrato livelli degli indicatori citati inferiori al livello
di 50 da maggio, con tendenza al peggioramento, anticipando pertanto un ulteriore indebolimento della congiuntura
nell’immediato futuro. Nel corso del semestre è proseguito il ridimensionamento dell’inflazione, passata dallo 0,8% di fine 2013
allo 0,5% di giugno 2014. Ciò ha indotto la Banca Centrale Europea (BCE) ad adottare un ampio pacchetto di misure di politica
monetaria espansiva lo scorso 5 giugno. Sul fronte dei tassi di politica monetaria, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento
principale è stato ridotto dallo 0,25% allo 0,15%; quello sui depositi presso l’Istituto Centrale è stato ridotto da 0% a -0,1%;
quello sui rifinanziamenti marginali dallo 0,75% allo 0,4%. E’ stato inoltre deciso che le aste di rifinanziamento a due settimane
e a tre mesi verranno realizzate con il meccanismo del tasso fisso e del pieno accoglimento della domanda fino a dicembre 2016.
L’elemento più nuovo del pacchetto è senz’altro quello relativo alle nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine
denominate Targeted Longer Term Refinancing Operations (TLTRO). Esse sono finalizzate a fornire supporto al credito al
sistema produttivo, evitando di creare situazioni di bolla sul mercato immobiliare. A tal fine si sono esclusi i mutui ipotecari alle
famiglie dai prestiti presi in considerazione per valutare l’impegno degli istituti bancari a migliorare il credito alle imprese e
quindi l’eleggibilità a godere in maniera continuativa delle condizioni agevolate di accesso al credito presso la BCE. Il tasso
applicato sulle operazioni sarà fisso e pari al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale in essere all’accensione del
prestito medesimo più uno spread fisso di 10 punti base. Tali operazioni di rifinanziamento, che potrebbero immettere nel
sistema circa 1 trilione di Euro secondo quanto indicato dal Presidente Draghi nell’ultima riunione di politica monetaria,
unitamente agli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare i bilanci e ridurre la leva finanziaria, potrebbero
favorire il recupero del normale funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria e incrementare il credito
al sistema produttivo. Ciò dovrebbe tradursi in una accelerazione del moltiplicatore della politica monetaria, con effetti positivi
sul tasso di crescita dell’Area Euro e sul mercato del lavoro, zavorrato da un tasso di disoccupazione al livello dell’11,6% a
maggio. A livello di supervisione del sistema bancario europeo, nel semestre è stato raggiunto un accordo sul Meccanismo
Unico di Risoluzione Bancaria (Single Resolution Mechanism). Esso dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2015; il capitale a
disposizione degli interventi dovrebbe risultare pari a 55 mld che saranno versati nell’arco di otto anni (il 70% della somma
3
indicata dovrebbe essere versata nei primi tre anni). Si tratta di un ulteriore tassello nel processo di formazione dell’Unione
Bancaria. Con riferimento al processo di valutazione degli attivi bancari avviato a fine 2013, ad aprile la BCE e la European
Banking Authority (EBA) hanno inoltre diffuso le linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Lo scenario avverso,
che contempla una pluralità di fattori di rischio (situazione di stress nel settore immobiliare commerciale; crisi valutaria
nell’Europa dell’Est e nell’Europa Centrale; shock su titoli del debito sovrano che incide sui bilanci bancari sia in termini di
valore degli attivi che in termini di costo del finanziamento) si traduce in un impatto negativo sul PIL delle principali economie
del 5% - 6% cumulato su un orizzonte di tre anni. Nello scenario base le banche dovranno avere un rapporto capitale/attivi pesati
per il rischio dell’8% che scende al 5,5% nell’ipotesi di scenario avverso. La BCE ha specificato che eventuali carenze di
capitale emerse dal generale processo di valutazione degli attivi dovranno essere coperte entro 6-9 mesi dalla pubblicazione dei
risultati prevista per ottobre 2014. Nel Regno Unito, la posizione della Banca Centrale inglese (BoE) si pone su linee molto
diverse da quelle della BCE. Il Governatore Carney, in un discorso tenuto lo scorso 12 giugno, ha infatti sottolineato che un
eventuale incremento del tasso di politica monetaria possa essere deciso prima di quanto atteso dal mercato, quindi
verosimilmente prima della fine dell’anno. Tale apparente modifica di approccio di politica monetaria ha seguito di pochi mesi la
revisione della cosiddetta forward guidance da parte dell’istituto centrale. A febbraio infatti, a fronte del miglioramento del
mercato del lavoro ad una velocità superiore alle previsioni, la BoE ha annunciato l’avvio della seconda fase della forward
guidance, abbandonando il riferimento univoco al tasso di disoccupazione (target 7%) ed enfatizzando il riferimento al più
ampio concetto di output gap, ovvero la distanza tra il PIL potenziale e il PIL effettivo. L’obiettivo dichiarato dalla BoE a
febbraio, non rivisto successivamente, è la riduzione dell’output gap dall’1-1,5% stimato a livelli prossimi allo 0% su un
orizzonte temporale di 2-3 anni, mantenendo il tasso di inflazione in linea con il target del 2% e salvaguardando la stabilità
finanziaria. La difficoltà di stimare l’eccesso di capacità produttiva (ovvero la differenza tra PIL potenziale e PIL effettivo)
presente nel sistema potrebbe determinare un’ampia dispersione nelle stime della variabile tra i membri del Monetary Policy
Committee (MPC), come peraltro già emerso anche dalle minute dell’ultima riunione del Comitato dello scorso 4-5 giugno. Una
eventuale revisione al ribasso della stima dell’output gap da parte di alcuni membri del MPC renderebbe per costoro opportuni
immediati interventi al rialzo del tasso ufficiale al fine di evitare l’emergere di pressioni inflattive. Ciò appare peraltro coerente
con la recente pubblicazione di dati economici forti. Il PIL del primo trimestre è infatti cresciuto dello 0,8% trimestre su
trimestre e del 3,1% a/a (da, rispettivamente, 0,7% trimestre su trimestre e 2,7% anno su anno del quarto trimestre). Gli indici di
fiducia delle imprese e dei consumatori continuano a segnalare un ulteriore miglioramento della congiuntura nei prossimi mesi
(PMI manifatturiero di giugno a 57,5; PMI servizi di giugno a 57,7; fiducia dei consumatori non più su livelli negativi da
maggio, per la prima volta dal 2005). Il tasso di disoccupazione, al livello del 6,6% nella rilevazione dell’ILO di aprile,
evidenzia inoltre la prosecuzione del miglioramento avviato a luglio 2013. I prezzi delle case sono saliti ancora dell’11,8% a
maggio (Indice Nationwide): ciò rende comprensibile l’affermazione del Governatore Carney secondo cui movimenti ampi negli
indicatori del mercato immobiliare costituiscono la principale fonte di rischio per la domanda domestica. Al fine di limitare i
rischi di accumulo di squilibri eccessivi sul mercato immobiliare, il Financial Policy Committee della BoE ha posto delle
limitazioni all’erogazione di mutui immobiliari. E’ stato pertanto introdotto il limite di non più del 15% del totale prestiti alla
quota di mutui elevati rispetto al reddito (più di 4,5 volte il reddito del mutuatario). E’ stato inoltre disposto che i nuovi
mutuatari siano in grado di fronteggiare un incremento di 3 punti percentuali dei tassi di interesse. A livello di Unione Europea,
l’esito delle elezioni parlamentari di maggio ha evidenziato un buon risultato per i partititi euroscettici, con l’apprezzabile
eccezione dell’Italia dove gli elettori hanno espresso un voto favorevole al governo in carica. Alla luce dei risultati elettorali e
delle potenziali coalizioni realizzabili, nel Consiglio Europeo di fine giugno è stato raggiunto l’accordo preliminare sul
Presidente della Commissione Europea nella persona di Jean-Claude Juncker. A luglio è previsto il necessario passaggio
parlamentare per procedere alla nomina. Nel documento conclusivo del Consiglio Europeo è stata inoltre enfatizzata la necessità
4
di utilizzare gli spazi di flessibilità previsti dalle regole esistenti in materia di controllo dei bilanci pubblici; la focalizzazione
sulle riforme strutturali che rilancino la crescita e migliorino la sostenibilità dei conti pubblici; l’opportunità di procedere ad una
valutazione più integrata degli interventi fiscali richiesti e delle riforme strutturali annunciate. Al fine di rilanciare la crescita, il
documento richiama inoltre l’importanza di utilizzare pienamente i fondi strutturali europei e di facilitare gli investimenti di
lungo periodo, sviluppando a tal fine anche gli strumenti finanziari, tra cui quelli della Banca Europea degli Investimenti, e
stabilendo il giusto quadro regolamentare di riferimento. In virtù di tale maggiore flessibilità nell’applicazione delle regole,
l’Italia potrebbe avvantaggiarsi di un percorso di rientro dal debito pubblico meno stringente e di modalità di contabilizzazione
degli investimenti pubblici nel deficit pubblico meno penalizzanti; ciò appare tuttavia subordinato all’impegno a portare avanti
un credibile piano di riforme. Negli Stati Uniti, la debolezza della crescita del PIL nel primo trimestre (-2,9% trimestre su
trimestre, il peggior risultato degli ultimi 5 anni), imputabile anche alle cattive condizioni metereologiche, è stata seguita da una
accelerazione sia delle vendite al dettaglio che della produzione industriale. Nel settore immobiliare le vendite di case esistenti,
in calo nei primi tre mesi dell’anno su base mensile (-2% mese su mese in media), hanno registrato una tendenza al rialzo nei
mesi di aprile e maggio (+3,2% mese su mese in media). Una dinamica simile è stata registrata dalle vendite di case nuove, più
strettamente legate all’andamento del PIL perché con impatto diretto sulle spese per costruzione (-2,4% su base mensile il dato
medio del primo trimestre, +11% il dato medio di aprile-maggio). Particolarmente interessante è l’andamento del mercato del
lavoro: il tasso di disoccupazione è passato dal livello del 6,7% di dicembre 2013 al livello del 6,1% di giugno; il numero di
nuovi posti di lavoro creati è passato dalle 84 mila unità di dicembre 2013 alle 288 mila unità di giugno. Anche gli indicatori
qualitativi sono migliorati: l’ISM del settore manifatturiero è passato da 52,7 medio del primo trimestre a 55,2 medio del
secondo trimestre; l’ISM del settore non manifatturiero è passato da 52,8 medio del primo trimestre a 55,8 medio del secondo
trimestre. La fiducia dei consumatori è migliorata dal livello di 80,52 valore medio nel primo trimestre al livello di 83 medio del
secondo trimestre. L’avvicinamento del tasso di disoccupazione al livello del 6,5% indicato nei Comunicati di politica monetaria
come riferimento per pianificare eventuali interventi sul tasso ufficiale ha indotto il Federal Open Market Committee (FOMC),
braccio operativo della Federal Reserve (FED) ad escludere il riferimento diretto a tale variabile nel Comunicato di marzo 2014.
La FED ha successivamente ribadito che il tasso di politica monetaria dovrebbe rimanere sui livelli attuali per un considerevole
periodo di tempo, soprattutto se il tasso di inflazione rimarrà su livelli inferiori all’obiettivo (target: variazione annuale del
deflatore dei consumi 2% a/a; 1,8% la rilevazione di maggio 2014). Nel Comunicato di politica monetaria del 17-18 giugno è
stato altresì ribadito che, anche quando l’economia si sarà riportata su livelli di crescita e inflazione in linea con gli obiettivi
dell’istituto, il tasso ufficiale potrebbe rimanere su un livello basso rispetto a quello identificato come equilibrio di lungo
termine. Ciò appare in linea con le dichiarazioni del Presidente Yellen sulla persistenza di effetti negativi della Grande
Recessione sull’economia per un lungo periodo di tempo. La FED ha tuttavia avviato un, seppur graduale, processo di
normalizzazione della politica monetaria con la riduzione degli acquisti di attività finanziarie sul mercato dal livello di $ 85
miliardi di dicembre 2013 al livello di $ 35 miliardi di giugno. In Giappone, il PIL del primo trimestre è cresciuto dell'1,6% su
base trimestrale e del 3% su base annua (da, rispettivamente, 0,1% trimestre su trimestre e 2,5% anno su anno). Il tasso di
inflazione è passato dall'1,6% di dicembre 2013 al 3,7% di maggio 2014. Il recupero dei prezzi al consumo è una diretta
manifestazione dell'efficacia della politica reflattiva del Governo Abe e ha contribuito a ridimensionare le aspettative
sull’adozione di nuove misure di allentamento quantitativo da parte della Bank of Japan (BoJ). Lo scorso 24 giugno l’esecutivo
ha inoltre approvato un pacchetto di riforme strutturali. Tra le misure si pone in evidenza la riduzione della tassazione sulle
imprese a partire dal 2015 (dall’attuale 35% a livelli inferiori al 30%). Nel pacchetto si fa inoltre riferimento all’introduzione di
una maggiore liberalizzazione nei settori più regolamentati: agricoltura, servizi medici, mercato dell’energia. Con riferimento al
mercato del lavoro, si prevede di favorire l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati; per i meno qualificati è previsto un
percorso limitato per fronteggiare le carenze di manodopera in alcuni settori, come quello delle costruzioni. Con riferimento al
5
secondo incremento dell’IVA nell’ottobre 2015, Abe ha dichiarato che il Governo adotterà la decisione entro fine anno, dopo
aver valutato l’andamento dell’economia nel terzo trimestre. In Cina, il PIL del primo trimestre 2014 ha evidenziato una crescita
del 7,4% anno su anno, in calo dal 7,7% di fine 2013. Il rallentamento è stato determinato soprattutto dalla debolezza degli
investimenti fissi, a sua volta legata alla debolezza degli investimenti residenziali. Al fine di ridurre i rischi di un marcato
ridimensionamento della crescita, la People’s Bank of China (PBoC) ha guidato verso il basso il valore dello yuan introducendo
una più ampia banda di oscillazione giornaliera della valuta. Apprezzabile è il costante impegno delle autorità cinesi ad evitare
un rallentamento eccessivo dell’economia, senza deviare troppo dall’obiettivo di sviluppo più sostenibile nel lungo termine. A
giugno sono stati pertanto allentati i vincoli all’erogazione del credito, con focalizzazione a favore dei prestiti alle piccole e
medie imprese e al settore rurale. E’ stato altresì adottato un mini pacchetto di stimolo fiscale che mira ad accelerare le spese in
infrastrutture. In India, la Banca Centrale ha adottato misure per limitare il deflusso di capitali e l'eccessivo deprezzamento della
valuta con l'aumento del tasso di riferimento di 25 punti base a inizio semestre (dal 7,75% all'8%). Nei mesi successivi
l’attenzione degli operatori internazionali si è focalizzata sulle elezioni per il rinnovo del Parlamento. La consultazione elettorale
si è conclusa con il successo del Partito nazionalista di Narendra Modi (BJP), percepito come più incline all'adozione di
importanti riforme economiche ed istituzionali. E' stato sconfitto, invece, il partito della famiglia Gandhi (Congress), penalizzato
dal contesto di bassa crescita (Pil del primo trimestre 4,6% su base annua, stesso dato di fine 2013), alta inflazione (8,28% a
maggio da 9,87% di dicembre 2013), debole leadership, diffusa corruzione. Il partito BJP, che ha ottenuto il 31% dei voti
nazionali e il 52% dei posti in Parlamento, nell’azione di governo dovrà focalizzarsi su una pluralità di questioni. Le principali
sono la stabilizzazione di una economia fragile; il miglioramento del bilancio pubblico, con implicazioni in termini di riduzione
dei sussidi e ampliamento della base impositiva; l’incremento della trasparenza dei bilanci bancari, appesantiti da elevati prestiti
problematici; il miglioramento del mercato del lavoro; lo sviluppo di un mercato unico; la focalizzazione della banca centrale
sulla lotta all’inflazione; il ridimensionamento dello squilibrio di partite correnti con l’estero.
Mercati
La dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale
e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla
pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività
finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero
di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità
indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle
valute emergenti. Tra i mercati azionari le prese di profitto sono state maggiori sugli indici azionari giapponesi; la conversione in
Euro è risultata tuttavia premiante, tenuto conto dell’apprezzamento dello yen che ha beneficiato del ruolo di valuta rifugio in un
contesto di maggiori tensioni. Gli indici azionari dei paesi emergenti hanno invece evidenziato dinamiche negative sia in valuta
locale che in Euro. A fine gennaio, l’indice MSCI World in Euro ha pertanto registrato un calo dell’1% circa (-3,42% in dollari
Usa). Sui mercati obbligazionari si è registrato un generalizzato calo dei tassi di rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”,
percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata governance europea e
risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali, ha continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con
un calo dei tassi di rendimento più marcato sulla parte a medio-lungo termine. Il differenziale rispetto ai titoli tedeschi, sulla
scadenza a dieci anni, è pertanto passato da 216 punti base per l’Italia e 221 punti base per la Spagna di fine dicembre a,
rispettivamente, 210 punti base e 198 punti base di fine gennaio. I rendimenti sui titoli obbligazionari societari europei, in
particolare quelli a più alto merito di credito che seguono maggiormente l’andamento dei titoli di Stato dei paesi “core”, hanno
registrato un calo più contenuto rispetto agli omologhi governativi, determinando un allargamento dei rispettivi spread. Nel mese
6
di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma dell’orientamento estremamente accomodante
delle principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la propria avversione al rischio, premiando le
attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario e i titoli obbligazionari a spread. Nello specifico, i
mercati azionari USA hanno trovato supporto nelle accomodanti prese di posizione della FED. L’istituto centrale, pur
affermando la prosecuzione della riduzione degli acquisti di attività finanziarie nei mesi successivi, ha infatti enfatizzato la
necessità di monitorare i dati economici per adeguare in modo opportuno il processo di normalizzazione della politica monetaria,
ridimensionando le preoccupazioni per variazioni repentine dell’orientamento di politica monetaria. In Area Euro si è distinto
positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo esecutivo Renzi
insediatosi il 22 febbraio. Il recupero degli indici azionari dei paesi emergenti è stato invece contenuto, tenuto conto del
permanere di preoccupazioni sull’evoluzione della crescita economica della Cina. Le incertezze sulla capacità del Giappone di
mantenere un ritmo di crescita soddisfacente, alimentate dall’aumento dell’Iva entrato in vigore ad aprile, hanno continuato ad
indebolire gli indici azionari del paese. Gli andamenti descritti si sono tradotti in un rialzo mensile dell’indice MSCI World in
Euro del 2,53% ( 5,01% in dollari USA). Sui mercati obbligazionari, la ricerca di rendimento ha continuato a premiare i titoli
obbligazionari governativi dei paesi periferici europei. Le agenzie di rating hanno tradotto i passi avanti compiuti da questi
ultimi in materia di politica fiscale e politica di sviluppo in miglioramenti dell’Outlook (sull’Italia da parte di Moody’s, da
Negativo a Stabile, lo scorso 14 febbraio) o del rating (sulla Spagna da parte di Moody’s, da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo,
lo scorso 21 febbraio). Il differenziale rispetto ai titoli tedeschi, sulla scadenza a dieci anni, è pertanto sceso a 186 punti base per
l’Italia e a 188 punti base per la Spagna. I rendimenti sui titoli obbligazionari societari europei, in particolare quelli a più basso
merito di credito, hanno dal canto loro registrato un calo più marcato rispetto ai rendimenti sui governativi “core”, beneficiando
del miglioramento del sentiment degli operatori sulla crescita che fornisce supporto ai fondamentali delle società; ciò ha
determinato un restringimento dei rispettivi spread.
A marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali.
Nel corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del
Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento
quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla
riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore
sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato
di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente
previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente
accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un
successivo ridimensionamento dei rendimenti che ha più che compensato i precedenti aumenti accumulati nel corso del mese
solo sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della BCE a favore di nuove misure di politica monetaria
accomodante hanno determinato uno spostamento verso il basso della curva dei rendimenti europea. L’importanza di ulteriori
misure di politica monetaria espansiva per evitare il manifestarsi di una spirale deflattiva pericolosa ha reso particolarmente
apprezzabili le aperture del Presidente della Banca Centrale tedesca e del Presidente della Banca Centrale finlandese a forme di
allentamento quantitativo, tenuto conto delle posizioni molto critiche precedentemente manifestate dai due membri del Comitato
di politica monetaria. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato ad evidenziare le migliori performance. Positivo in
termini di auspicabile interruzione del circolo vizioso tra crisi del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato
l’accordo raggiunto nel mese a livello comunitario sul Meccanismo Unico di Risoluzione Bancaria (Single Resolution
Mechanism). Nel mese i rendimenti del BTP si sono portati sui livelli del 2005. Lo spread rispetto al Bund è sceso al livello di
173 punti base. L’indicatore relativo ai titoli governativi spagnoli è passato al livello di 166 punti base. Positivo anche
7
l’andamento del credito europeo che ha evidenziato un calo dei rendimenti soprattutto per effetto della contrazione degli spread
su tutte le classi di rating. Particolarmente positivo il settore finanziario, che ha goduto di un ridimensionamento del premio al
rischio richiesto dagli investitori a seguito del processo di rafforzamento degli indicatori patrimoniali del settore. Con riferimento
ai mercati azionari, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi commerciali e sull’export e i
dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa, o più esposte in termini di
export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei, ancora sostenuti dall’interesse
degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Sui mercati azionari USA le tensioni geopolitiche e l’incertezza
sull’evoluzione della politica monetaria sono state compensate dalla pubblicazione di dati economici confortanti. Il nervosismo
degli investitori ha portato tuttavia a premiare i settori più difensivi. Ancora in calo l’indice giapponese, ancora penalizzato dalle
preoccupazioni sull’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi personali e quindi sulla crescita. Tra gli emergenti, va segnalato il
calo dell’indice azionario cinese, tenuto conto delle preoccupazioni sulla dinamica della crescita e sulla stabilità finanziaria del
paese. La sintesi degli andamenti descritti è stato un rialzo del MSCI World in Euro dello 0,36% in Euro, pari allo 0,14% in
dollari Usa. Ad aprile, l’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a
sostenere i mercati obbligazionari, soprattutto quelli dei paesi periferici europei. I titoli di Stato tedeschi, dal canto loro, hanno
registrato rendimenti in calo soprattutto sulla parte a lungo termine della curva, tenuto conto della bassa inflazione e della debole
crescita. Nello stesso mese l’agenzia di rating Fitch ha alzato il rating sulla Spagna da BBB a BBB+ con Outlook Stabile.
L’effetto degli andamenti descritti è stato il calo dello spread sulla scadenza decennale tra titoli di Stato italiani e i titoli di Stato
tedeschi dal livello di 173 punti base di fine marzo al livello di 160 punti base di fine aprile; l’equivalente spagnolo è passato dal
livello di 166 punti base al livello di 155 punti base. Con riferimento ai mercati azionari, tra i paesi sviluppati si si sono messi in
evidenza gli indici europei rispetto a quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente interessanti, a
fronte del calo dell’indice giapponese e della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie positive. In
sintesi, l’indice MSCI World in Euro ha evidenziato solo un limitato rialzo (0,42%), pari all’1,02% in dollari Usa. A maggio, le
attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non convenzionale, da parte della
BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno favorito ulteriori cali dei tassi di interesse dei paesi
europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici sono stati sostenuti ancora dal generale posizionamento di sottopeso sull’asset
class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi più acute della crisi del debito sovrano che ha richiesto un
successivo incremento delle posizioni in un contesto di prosecuzione del rialzo delle quotazioni. Nello stesso mese l’agenzia di
rating Standard & Poor’s ha alzato il rating sulla Spagna da BBB- a BBB con Outlook Stabile. Con specifico riferimento
all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a causa delle incertezze sull’esito delle elezioni
europee del 25 maggio; lo spread sulla scadenza decennale rispetto al Bund si è pertanto portato verso il livello di circa 190 punti
base. L’esito delle elezioni, favorevole al Governo in carica, ha determinato un successivo ridimensionamento dell’indicatore,
tornato sul livello di circa 160 punti base. L’equivalente spagnolo, dopo aver raggiunto il livello di 174 punti base a ridosso della
scadenza elettorale, è sceso verso il livello di 150 punti base. Positivo l’andamento anche dei mercati azionari, sia dei paesi
sviluppati che dei paesi emergenti, con l’esclusione di situazioni specifiche caratterizzate da singole criticità. Il mercato
azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee, senza poi recuperare
interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. L’andamento mensile dell’indice MSCI World in
Euro si è tradotto in un incremento del 3,61% in Euro e dell’1,97% in dollari USA. A giugno, l’adozione di importanti misure di
politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del
tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha spinto verso il basso i tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario
governativo europei. Lo spread sul decennale italiano rispetto al Bund, dopo essersi portato al livello di 140 punti base nel corso
del mese, ha chiuso il semestre a 160 punti base, evidenziando una sostanziale stabilità rispetto al livello del mese precedente.
8
L’indicatore relativo al mercato spagnolo, dopo esser sceso al livello di 120 punti base è risalito al livello di 142 punti base di
fine giugno, comunque in calo rispetto al mese precedente. In USA, i tassi governativi a breve termine sono rimasti
sostanzialmente stabili mentre i tassi a lungo termine hanno registrato una marginale tendenza al rialzo, a fronte di dati
economici forti bilanciati però da un atteggiamento estremamente cauto della FED. Con riferimento al mercato obbligazionario
societario europeo, si è registrato un miglior andamento dei segmenti con più alto merito di credito, che hanno beneficiato sia del
calo dei tassi “core” che dell’ulteriore ridimensionamento del rischio specifico a fronte dell’impegno della BCE a favorire il
flusso di credito al settore privato. Sui mercati azionari, positivo è stato l’andamento del mercato azionario statunitense che ha
trovato supporto nei buoni dati di crescita e nelle rassicurazioni della FED, ponendo in secondo ordine le preoccupazioni per
l’emergere di rischi geo-politici in Iraq e per il conseguente incremento del prezzo del petrolio. Gli indici USA si sono pertanto
portati su livelli storicamente alti. Meno brillanti invece i mercati azionari europei. Alla base di tale andamento la pubblicazione
di dati economici inferiori alle attese che ha più che compensato l’effetto delle decisioni di politica monetaria espansiva da parte
della BCE e ha indotto a prese di profitto soprattutto sui mercati che avevano accumulato dinamiche più positive. Il mercato
giapponese ha proseguito l’andamento positivo avviato nel mese di maggio, pur non riuscendo a recuperare le perdite
accumulate da inizio anno. L’annuncio del pacchetto di riforme strutturali da parte del Governo Abe, seppur ancora da definire
nei dettagli, e i dati economici in miglioramento hanno infatti favorito il recupero dei corsi azionari del paese. Positivo anche
l’andamento dei mercati emergenti, in particolare il mercato indiano, sostenuto dall’esito delle elezioni parlamentari a favore di
un governo riformista, e il mercato cinese, sospinto da dati positivi e dall’adozione di misure di politica economica espansiva. La
combinazione degli andamenti descritti è stato un rialzo mensile dell’indice MSCI in Euro pari all’1,45% (1,79% in dollari
USA). Sull’intero semestre, il MSCI World in Euro ha registrato un incremento del 7,45% ( 6,50% in dollari Usa). Il livello
assoluto dei rendimenti sui titoli di Stato italiani ha riflesso la dinamica descritta. Il rendimento a dieci anni si è portato dal
livello del 4,1% di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno
successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% per poi chiudere il semestre al livello del 2,8%. L’equivalente
rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà
maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,65%. La dinamica del tasso a dieci
anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 all’1,25% di fine giugno, riflettendo il
basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria
per un esteso periodo di tempo. Passando alla parte a breve delle diverse strutture a termine, il rendimento sul titolo di Stato
italiano a due anni si è portato dal livello dell’1,13% di fine 2013 al livello dello 0,74% di metà maggio per poi portarsi all’1%
circa in concomitanza con le elezioni europee e poi scendere verso lo 0,58% a fine giugno. L’equivalente rendimento spagnolo è
sceso dall’1,5% di fine 2013 al livello dello 0,46% di fine giugno, con una temporanea risalita verso 0,86% a metà maggio. La
dinamica del tasso a due anni tedesco ha risentito molto delle modifiche della propensione al rischio degli investitori e delle
azioni della BCE: il rendimento si è portato dal livello dello 0,24% di fine 2013 a livelli prossimi allo 0% di fine gennaio per poi
risalire verso 0,21% nella parte centrale del semestre e chiudere a giugno al livello prossimo allo 0% a fronte di un orientamento
estremamente accomodante della BCE. Passando ai mercati obbligazionari statunitensi, il rendimento sul titolo di Stato a dieci
anni si è portato dal livello del 3% di fine 2013 al livello del 2,6% di fine gennaio per poi risalire verso il livello del 2,8% ad
aprile, a fronte di dati economici confortanti. Alla luce della conferma dell’orientamento estremamente accomodante della FED,
l’indicatore ha raggiunto il livello del 2,4% a fine maggio per riportarsi verso il 2,5% a fine giugno. Sul mercato obbligazionario
societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le
categorie a più basso merito di credito (categoria Investment Grade: rendimento in calo di 55 punti base; differenziale di
interesse in calo di 14 punti base; categoria High Yield: rendimento in calo di 67 punti base; differenziale di interesse in calo di
30 punti base). Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno
9
della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per
migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli
obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento
con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui
parametri da utilizzare negli stress test. Il calo del rendimento per il settore finanziario è stato pari a 55 punti base; il calo del
differenziale di interesse è stato pari a 18 punti base; il segmento relativo ai subordinati ha evidenziato un calo del rendimento di
31 punti base e un calo del differenziale di interesse di 32 punti base. Con riferimento al mercato obbligazionario statunitense, il
calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più
avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese.
(categoria Investment Grade: rendimento in calo di 34 punti base; differenziale di interesse in calo di 19 punti base; categoria
High Yield: rendimento in calo di 55 punti base; differenziale di interesse in calo di 44 punti base). Sul mercato obbligazionario
emergente, sostenuto dall’interesse degli investitori internazionali in virtù dei buoni fondamentali e dei rendimenti interessanti,
le emissioni governative in valuta forte hanno registrato un calo del rendimento di 75 punti base e un calo del differenziale di
interesse rispetto ai titoli di Stato Usa di 42 punti base. Gli stessi indicatori per le emissioni societarie in valuta forte sono pari,
rispettivamente, a 60 e 30 punti base.
PRINCIPALI INDICI DI MERCATO
Azionario
Variazioni*
USA
S&P 500 Index (Dollaro USA)
Dow Jones (Dollaro USA)
Nasdaq (Dollaro USA)
6,47%
1,95%
6,11 %
Europa
Eurostoxx 50 Index (Euro)
DAX Index (Euro)
CAC 40 Index (Euro)
FTSE 100 (Sterlina)
4,11%
2,94%
3,44%
0,19%
Pacifico
Nikkei (Yen)
Hang Seng Index (Dollaro HKD)
-6,93%
-0,23%
Italia
FTSE Mib (Euro)
12,21%
Obbligazionario
Variazioni**
Europa
Germania 1-3 anni (Euro)
Germania 3-5 anni (Euro)
Germania 7-10 anni (Euro)
0,43%
2,30%
6,99%
Italia
Italia 1-3 anni (Euro)
Italia 3-5 anni (Euro)
Italia 7-10 anni (Euro)
2,08%
5,85%
11,23%
Corporate Europa
1,27%
Citigroup Eurobig 1-3
3,45%
Citigroup Eurobig 3-5
8,47%
Citigroup Eurobig 7-10
* Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 giugno 2014 (fonte Bloomberg).
**Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi
dell’andamento dei titoli con scadenza all’interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 7-10 anni)
Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale
andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di
attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei
hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica
10
monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED,
hanno fornito supporto al Dollaro USA.
PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO
Variazioni*
Dollaro USA/Euro
Yen/Euro
Sterlina/Euro
0,81%
4,58%
4,41%
*Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 giugno 2014, (fonte Bloomberg).
Prospettive
Nei prossimi mesi, il quadro macroeconomico sarà caratterizzato dalla convergenza dei tassi di crescita delle Economie
Sviluppate verso quelli delle Economie Emergenti. Nello specifico, si prevede la prosecuzione del miglioramento congiunturale
in Area Euro, soprattutto nei paesi periferici. La diversa fase del ciclo economico USA, più avanzato rispetto a quello dell’Area
Euro, determinerà il perdurare del disallineamento nella politica monetaria. A fronte dell’avvio del processo di normalizzazione
della politica monetaria in USA, sebbene a ritmo graduale e senza interventi a breve sul tasso ufficiale, si enfatizza l’apertura
della BCE a favore di nuove misure di politica monetaria espansiva, se necessario. Nell’Area Emergente, si manifesta la fiducia
nella volontà delle autorità politiche cinesi di portare avanti le riforme strutturali necessarie per favorire l’evoluzione verso un
modello di crescita più equilibrato. Alla luce di tale scenario relativamente favorevole alle attività finanziarie più rischiose, con
preferenza per gli investimenti azionari rispetto a quelli obbligazionari, si enfatizza la necessità di una oculata gestione del
rischio e del timing delle scelte di investimento.
Regime di tassazione
Dal 1° luglio 2014, il D.L. n. 66/2014 ha elevato al 26% l’aliquota di tassazione delle rendite finanziarie e, quindi, anche dei
proventi derivanti dalla partecipazione ai fondi comuni di investimento. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito alla
sezione: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml.
Eventi che hanno interessato i fondi
Si segnala che i Consigli di Amministrazione di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR ("Società Promotrice") e di Pioneer Investment
Management SGRpA ("Società Gestore"), rispettivamente, in data 16 dicembre 2013 e 19 dicembre 2013, hanno deliberato le
operazioni di fusione per incorporazione tra Fondi, di seguito indicate, e talune modifiche al Regolamento Unico di Gestione. Le
predette operazioni di fusione e le modifiche regolamentari sono state autorizzate dalla Banca d'Italia, rispettivamente, in data 22
gennaio 2014 e 20 febbraio 2014. Le operazioni di fusione hanno acquisito efficacia il 4 luglio 2014 attraverso la conversione
delle quote dei Fondi oggetto di fusione nelle quote dei Fondi riceventi sulla base del rapporto di concambio tra i valori quota dei
fondi al 3 luglio 2014 secondo lo schema di seguito riportato.
Fondo oggetto di
fusione
Valore
Fondo ricevente
Valore
Coefficiente di
concambio
BancoPosta
Investimento Protetto
90
5,805
BancoPosta
Obbligazionario Euro
Breve Termine
6,672
0,870053956
BancoPosta Extra
5,751
BancoPosta Mix 1
7,030
0,818065433
11
Si segnala inoltre come in data 4 luglio 2014, abbiano acquisito efficacia le modifiche regolamentari di seguito rappresentate:
integrazione delle informazioni già previste nello "Scopo" nel paragrafo relativo alla "Politica di investimento"; riformulazione
dell'oggetto dell'investimento dei Fondi, al fine di indicare con maggior grado di dettaglio i beni in cui può essere investito il
patrimonio di ciascun Fondo; riformulazione della politica di investimento di ciascun Fondo al fine di specificare l'intenzione
del gestore di utilizzare strumenti finanziari derivati per assumere posizioni corte nette; l'esposizione complessiva in strumenti
finanziari derivati non potrà eccedere il 100% del valore complessivo netto del Fondo; per i Fondi BancoPosta Obbligazionario
Euro Breve Termine, BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine, BancoPosta Mix 1 e BancoPosta Mix 2,
introduzione di apposita previsione volta a recepire le indicazioni degli organi di vigilanza in merito all'utilizzo dei giudizi
delle società di rating ed eliminazione della definizione di titoli "investment grade". A tal fine la Società Gestore ha adottato,
dal 1 luglio 2014, sistemi interni di classificazione e monitoraggio nel continuo del merito di credito che tengano conto, in via
non esclusiva, anche dei giudizi espressi dalle principali agenzie di rating (Moody’s, S&P, Fitch). Inoltre, per i Fondi
BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine e BancoPosta Obbligazionario Euro Medio-Lungo Termine è prevista la
possibilità di investire fino al 30% del totale attivo in emissioni con maggiore rischio di credito; introduzione della possibilità
di investire in parti di altri OICR istituiti o gestiti dalla Società Promotrice o da altre società alla stessa legate tramite controllo
comune o con una considerevole partecipazione diretta o indiretta; eliminazione del diritto fisso (€ 2) applicabile ai rimborsi
programmati per importo fisso e introduzione della previsione secondo la quale vengono prelevate dall'importo di pertinenza
del sottoscrittore le imposte e le tasse dovute, secondo la normativa vigente; introduzione della previsione secondo la quale, in
caso di investimento in OICR "collegati", sul Fondo acquirente non vengono fatte gravare spese e diritti di qualsiasi natura
relativi alla sottoscrizione e al rimborso delle parti degli OICR "collegati" acquisiti e, dal compenso riconosciuto alla Società
Promotrice, è dedotta la remunerazione complessiva che il gestore degli OICR "collegati" percepisce secondo quanto previsto
dalle disposizioni normative tempo per tempo vigenti; introduzione del nuovo Servizio "Investi e Consolida"; introduzione sia
della precisazione che l'autorizzazione permanente di addebito può riguardare, oltre al conto corrente postale, il libretto postale
nominativo sia della possibilità di sottoscrivere con importo derivante dal rimborso di altri fondi della Società Promotrice;
anticipazione dell'orario (dalle 15:00 alle 13:00) entro il quale si considerano ricevute in giornata le richieste di sottoscrizione,
rimborso e operazioni di passaggio tra Fondi; riduzione del versamento iniziale nell'ambito dei PAC (da € 500 a € 50). Inoltre,
l'efficacia di ogni modifica che preveda la sostituzione delle SGR ovvero che riguardi le caratteristiche del Fondo o incida
negativamente sui diritti patrimoniali dei partecipanti sarà sospesa per un termine di 40 giorni successivi alla pubblicazione
della modifica stessa, e non più per un termine di 90 giorni. In aggiunta a quanto precede, il Regolamento Unico di Gestione
verrà modificato, con effetto dal 1° gennaio 2015, per recepire altresì l'eliminazione di tutti i riferimenti alla distinzione tra
Società Promotrice e Società Gestore. Dalla medesima data la Società di Gestione del Risparmio di tutti i Fondi disciplinati dal
Regolamento Unico di Gestione sarà BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, ferma restando la facoltà della SGR di conferire deleghe
d'investimento ai sensi dell'art. 33 del D. Lgs. 58/98.
12
FONDI BANCOPOSTA
OBBLIGAZIONARIO EURO BREVE TERMINE
Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva dello 0,48% rispetto ad una variazione dello 0,85% del
benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. In avvio di semestre sono emerse tensioni sui
mercati finanziari, a fronte della pubblicazione di dati economici statunitensi deboli e delle preoccupazioni sulla capacità dei
paesi emergenti di garantire un livello di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di
investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Tale contesto ha determinato un generalizzato calo dei tassi di
rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”, percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un
contesto di migliorata governance europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha
continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con un calo generalizzato dei tassi di rendimento. La tendenza
al generalizzato calo dei rendimenti, più apprezzabile sui titoli di Stato dei paesi periferici, è proseguita nel mese di febbraio. A
marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali. Nel
corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del
Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento
quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla
riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore
sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato
di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente
previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente
accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un
successivo ridimensionamento dei rendimenti soprattutto sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della BCE a
favore di nuove misure di politica monetaria accomodante hanno determinato uno spostamento verso il basso della curva dei
rendimenti europea. L’importanza di ulteriori misure di politica monetaria espansiva per evitare il manifestarsi di una spirale
deflattiva pericolosa ha reso particolarmente apprezzabili le aperture del Presidente della Banca Centrale tedesca e del Presidente
della Banca Centrale finlandese a forme di allentamento quantitativo, tenuto conto delle posizioni molto critiche
precedentemente manifestate dai due membri del Comitato di politica monetaria. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno
continuato ad evidenziare le migliori performance. Di supporto in termini di auspicabile interruzione del circolo vizioso tra crisi
del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato anche l’accordo raggiunto nel mese a livello comunitario sul
Meccanismo di Risoluzione delle Crisi Bancarie (Single Resolution Mechanism). Ad aprile, l’orientamento estremamente
accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a sostenere i mercati obbligazionari, soprattutto quelli
dei paesi periferici europei. A maggio, le attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia
convenzionale che non convenzionale, da parte della BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno
favorito ulteriori cali dei tassi di interesse dei paesi europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato a trovare
sostegno anche nel generale posizionamento di sottopeso sull’asset class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi
più acute della crisi del debito sovrano; esso ha reso opportuno un incremento delle posizioni, in un contesto di prosecuzione del
rialzo delle quotazioni. Con specifico riferimento all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a
causa delle incertezze sull’esito delle elezioni europee del 25 maggio. Il risultato elettorale, favorevole al Governo in carica, ha
determinato un successivo ridimensionamento dei tassi di rendimento sui titoli di Stato domestici.
A giugno, l’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso
ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha continuato a spingere verso il basso i
13
tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario governativo europei. Il contesto economico e finanziario positivo ha
sostenuto tutte le categorie di titoli obbligazionari societari europei. I fattori strutturali restano a supporto di questo segmento di
mercato. I tassi di insolvenza sono bassi e non dovrebbero manifestare repentini movimenti al rialzo. Le oculate politiche di
gestione delle società non finanziarie nel recente passato ne hanno migliorato i bilanci e la disponibilità di cassa. La scarsa
propensione a porre in essere progetti di investimento o acquisizioni ne limita inoltre le esigenze di finanziamento in situazioni
di mercato meno favorevoli: ciò riduce i rischi di peggioramento dei rapporti domanda/offerta soprattutto nelle fasi di tensione.
A livello di classi di rating, il calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto agli omologhi governativi sono stati più
marcati per le categorie a più basso merito di credito; l’apprezzabile ridimensionamento del rischio specifico riflette il
miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello
settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno
determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e
alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari
da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Nel contesto descritto l’agenzia
di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da
Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e
ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul
paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla Spagna di Fitch (da
BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23
maggio). Nel semestre, il portafoglio del fondo è stato investito principalmente in titoli governativi di paesi dell’Area Euro
(significativa l’esposizione verso i governativi italiani, contenuta l’esposizione verso i governativi tedeschi e francesi, residuale
l’esposizione verso i governativi spagnoli, olandesi, belgi, austriaci e finlandesi) ed in via contenuta in obbligazioni societarie.
La parte residuale del portafoglio è stata investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale). Sono state inoltre effettuate
operazioni in derivati. Durante il semestre, il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa il 79,9% in titoli
governativi ed assimilati e pari a circa il 13,1% in obbligazioni societarie, con un incremento dal livello di circa il 12,3% di fine
2013 al livello di circa il 13,6% di fine giugno. La posizione lunga sui finanziari, in particolare subordinati, già presente a fine
2013, è stata mantenuta fino alla fine di giugno. L’operatività del fondo si è concentrata sia sulla gestione attiva dell’esposizione
al rischio paese all’interno della componente governativa che sulla gestione della duration di portafoglio. Va tuttavia
riconosciuto che l’orientamento estremamente accomodante della BCE, comprimendo verso livelli prossimi alla zero le
aspettative sul tasso di politica monetaria su un periodo di tempo prolungato, rende più complesso in questo particolare momento
di mercato, le opportunità di gestione, anche tattica, della duration. Con riferimento alla gestione del rischio paese, l’esposizione
all’Italia è rimasta neutrale su tutto il periodo di riferimento. Tale scelta è da ricondurre al riconoscimento che i rendimenti sui
titoli governativi italiani hanno raggiunto livelli storicamente bassi, effetto anche del maggior interesse verso il paese da parte
degli investitori internazionali. Ciò ha portato ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di
Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto livello del tasso di disoccupazione, l’alto livello di
debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito costituiscono fattori di rischio per il paese. L’esito delle
elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un elemento positivo per la spinta riformista
dell’esecutivo, fornendo ulteriore supporto alla view positiva di lungo termine sul paese. L’importanza delle riforme strutturali è
enfatizzata anche dagli organismi internazionali. L’FMI, nel documento di sintesi dell’analisi annuale realizzata nell’ambito
dell’Article IV pubblicato lo scorso 17 giugno, ha nuovamente posto l’accento sulle riforme necessarie per sostenere la crescita e
l’occupazione. Sulla stessa lunghezza d’onda la Commissione Europea che, a maggio, ha formalizzato le raccomandazioni
all’Italia sul programma nazionale di riforma e sul programma di stabilità 2014 presentati dal paese nel mese di aprile. Sul fronte
14
delle riforme, l’istituzione comunitaria ha
ribadito la necessità di alleggerire la pressione fiscale sui fattori produttivi,
spostandola verso i consumi, i beni immobili e l’ambiente; di portare avanti il piano di privatizzazioni; di migliorare il mercato
del lavoro, il sistema burocratico e il sistema scolastico; di rafforzare la resilienza del settore bancario. Sul fronte dei conti
pubblici, la Commissione non ha formulato una puntuale richiesta di manovra aggiuntiva per il 2014; ha tuttavia evidenziato che
appaiono “necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformità ai requisiti del patto di stabilità e
crescita”. Con riferimento alla Germania, l’esposizione in termini di duration è stata portata da un livello prossimo a quello del
benchmark a un sottopeso di circa 3 mesi a gennaio attraverso una posizione corta sul futures sul titolo a 5 anni tedesco. Alla
base di tale scelta va ricondotto il riconoscimento che l’eventuale pubblicazione di dati economici statunitensi forti avrebbe
potuto determinare un incremento del premio al rischio richiesto dagli investitori, con una reazione maggiore della parte media
della curva dei rendimenti statunitensi.
Nonostante la diversa fase della congiuntura e un orientamento estremamente
accomodante della BCE, i rendimenti dei titoli governativi tedeschi avrebbero potuto seguire l’andamento degli equivalenti
statunitensi. L’esposizione al paese è stata successivamente riportata alla neutralità a partire da febbraio, attribuendo massimo
valore all’impegno dichiarato dalla BCE a mantenere bassi i tassi di politica monetaria e ad adottare nuove misure di
allentamento, se necessario. La posizione di neutralità è stata confermata fino alla fine di giugno. Su tutto il semestre,
l’esposizione in termini di duration alla Spagna è stata mantenuta su livelli prossimi a quelli del benchmark. Sono state
mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia, Irlanda e Portogallo. Con riferimento alla duration complessiva di
portafoglio la duration media del portafoglio sul semestre è stata pari a circa 13 mesi, valore in linea con il benchmark. La
duration del portafoglio – comprensiva dei derivati - al 30 giugno 2014 risultava pari ad 1 anno e 1 mese, pari ad 1 anno e 2 mesi
la duration del benchmark (50% MTS BOT, 50% Citigroup Euro Big 1-3). Nel semestre, il fondo ha registrato una performance
positiva in termini assoluti ma inferiore rispetto al benchmark . Nel corso del semestre, il rendimento assoluto del fondo ha
beneficiato del generalizzato calo dei tassi di rendimento; la performance relativa è stata tuttavia indebolita dalla
sottoesposizione in termini di duration di inizio semestre. Il contributo dell’allocazione al credito di impresa è stato
sostanzialmente in linea con il benchmark sul semestre. Al 30 giugno il 79,6% circa del fondo (valori comprensivi del rateo e
percentuali calcolate sul patrimonio netto) risulta investito in titoli governativi ed assimilabili (di cui il 48,6% circa in titoli di
Stato italiani), il 13,6% circa in obbligazioni societarie, mentre la parte residuale è investita in obbligazioni speciali (con attività
a collaterale) e liquidità. Alla data sono inoltre presenti esposizioni in derivati (futures su Schatz e BTP). Il rating medio
ponderato del portafoglio a fine semestre è pari ad A-; pari ad A- il rating medio ponderato del benchmark. Nel corso del
semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati, prevalentemente con finalità di copertura, in particolare
in futures sul titolo tedesco a 5 anni (Bobl), sullo Schatz e sul titolo italiano a 3 anni; la leva è stata non superiore a 1,3. Il
tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto
a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite dell’1%.
Linee strategiche
La politica monetaria della FED sarà condizionata dall’evoluzione del quadro economico, come ribadito ulteriormente dal
Presidente della FED Yellen nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione di politica monetaria del 17-18 giugno.
Ciò potrebbe determinare continui aggiornamenti delle aspettative degli operatori di mercato e un generalizzato incremento della
volatilità e del premio al rischio richiesto dagli operatori di mercato. L’orientamento estremamente accomodante della BCE
dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve
termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e
indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che
periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP
15
10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Ciò giustifica il mantenimento di una posizione in
termini di duration prossima al benchmark. Sull’Italia si mantiene una posizione di neutralità. Tale scelta è da ricondurre al
riconoscimento che i rendimenti sui titoli governativi italiani sono storicamente bassi; ciò porta ad identificare una componente
di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto
livello del tasso di disoccupazione, l’alto livello di debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito
costituiscono fattori di rischio per il paese. L’esito delle elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un
elemento positivo per la spinta riformista dell’esecutivo, fornendo supporto alla view positiva di lungo termine sul paese.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
CTZ 30/09/2014
BOT 31/07/2014
CTZ 31/12/2014
BOT 12/09/2014
BUNDESOBL 2,75% 08/04/2016
BOT 31/10/2014
BTP 2,5% 01/03/2015
FRENCH BTAN 2% 12/07/2015
BUNDESSCHATZANW 12/12/2014
BTP 2,75% 01/12/2015
SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016
FRENCH BTAN 5Y 2,5% 15/01/2015
BTP 3,75% 15/04/2016
FRANCE O.A.T. 3,75% 25/04/2017
BUNDESOBL 0,5% 07/04/2017
NETHERLANDS GOVT 15/04/2016
SPANISH GOVT 3% 30/04/2015
BELGIAN 2,75% 28/03/2016
CTZ 30/06/2015
RENTENBANK 0,625% 05/09/2016
KFW 0,5% 25/07/2016
INSTITO CREDITO OFFICIAL 2,375% 31/10/2015
SANTANDER CONSUMER FIN 3,875% 23/03/2016
LA CAIXA 3,5% 31/03/2016
BANK NEDERLANDSE GEMEENTEN 2,25% 24/08/2016
CAISSE AMORT DET 3% 25/02/2016
SPANISH GOVT 3,8% 31/01/2017
FRANCE O.A.T. 5% 25/10/2016
REP OF AUSTRIA 4% 15/09/2016
BANCO BILBAO VIZCAYA 4,25% 18/01/2017
INTESA SANPAOLO 4,375% 16/08/2016
SNAM 4,375% 11/07/2016
UBI BANCA 04/12/2014
CM-CIC COVERED 3,375% 18/07/2016
BPCE SFH 3,625% 12/05/2016
SOCIETE GENERALE 3,25% 06/06/2016
TELEFONICA 4,375% 02/02/2016
ING 2,75% 29/06/2016
FRENCH BTAN 2,5% 25/07/2016
GAS NATURAL CAP 3,375% 27/01/2015
CITIGROUP 31/05/2017
EUROPEAN UNION 2,75% 03/06/2016
BNP PARIBAS 5,431% 07/09/2017
TERNA 4,125% 17/02/2017
ATLANTIA 3,375% 18/09/2017
SKANDINAVISKA ENSKILDA 4% 12/09/2022
INTESA SANPAOLO 4,125% 19/09/2016
UBI BANCA 4,5% 22/02/2016
LUXOTTICA 4% 10/11/2015
DEUTSCHE BANK 20/09/2016
Codice ISIN
IT0004853807
IT0004986433
IT0004890890
IT0004958168
DE0001141604
IT0005012429
IT0004805070
FR0118462128
DE0001137404
IT0004880990
ES00000122X5
FR0117836652
IT0004712748
FR0010415331
DE0001141638
NL0010364139
ES00000122F2
BE0000319286
IT0004938186
XS0968431949
DE000A1MBCB3
XS0968922764
ES0413495005
ES0414970535
XS0667463995
FR0011008366
ES00000120J8
FR0000187361
AT0000A011T9
ES0413211170
IT0004690126
XS0803479442
XS0471304849
FR0011077023
FR0011044874
FR0011056126
XS0241946630
DE000A1KRJA0
FR0119580050
XS0479542150
XS0303074883
EU000A1GRYT1
XS0320303943
XS0747771128
XS0542522692
XS0828014133
XS0829329506
IT0004692346
XS0557635777
DE0003933685
16
Controvalore in
Euro
% incidenza su
attività del Fondo
82.363.557
47.901.699
46.396.831
39.947.882
34.063.250
29.966.635
29.408.030
26.518.700
22.505.286
17.535.330
16.073.415
14.428.680
11.096.400
11.004.000
10.479.824
10.286.610
9.098.915
8.578.020
7.912.854
7.684.284
7.359.495
7.166.880
6.322.200
6.290.760
6.258.120
5.862.920
5.540.656
5.376.514
4.669.800
3.809.400
3.233.130
3.214.470
3.203.808
3.188.220
3.183.570
3.172.290
3.170.010
3.153.300
3.147.900
3.047.430
2.954.880
2.942.268
2.822.250
2.712.725
2.690.550
2.678.925
2.666.750
2.656.675
2.614.900
2.495.200
12,623
7,341
7,111
6,122
5,220
4,593
4,507
4,064
3,449
2,687
2,463
2,211
1,701
1,686
1,606
1,576
1,394
1,315
1,213
1,178
1,128
1,098
0,969
0,964
0,959
0,899
0,849
0,824
0,716
0,584
0,495
0,493
0,491
0,489
0,488
0,486
0,486
0,483
0,482
0,467
0,453
0,451
0,433
0,416
0,412
0,411
0,409
0,407
0,401
0,382
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del
primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
59.415.315
7.276.250
4.543.634
b) rimborsi:
- riscatti
- piani di rimborso
- switch in uscita
-166.909.689
-157.937
-15.241.420
Raccolta netta del periodo
-111.073.847
17
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
%
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
%
tot. attività
638.241.133
97,815
741.015.697
97,558
638.241.133
97,815
741.015.697
97,558
A1.1 Titoli di Stato
496.361.290
76,071
588.161.178
77,434
A1.2 Altri
141.879.843
21,744
152.854.519
20,124
595.350
0,091
158.340
0,021
595.350
0,091
158.340
0,021
595.350
0,091
158.340
0,021
7.350.473
1,126
6.192.923
0,815
F1. Liquidità disponibile
7.354.323
1,127
6.217.283
0,818
F 1.1 di cui in Euro
F 1.2 di cui in valuta
7.275.257
79.066
1,115
0,012
6.138.934
78.349
0,808
0,010
2.800
0,00
2.800
0,00
-6.650
-0,001
-24.360
-6.650
-0,001
-24.360
-0,003
-0,003
G. ALTRE ATTIVITA’
6.318.449
0,968
12.197.554
1,606
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
6.318.449
0,968
12.197.554
1,606
652.505.405
100,000
759.564.514
100,000
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C 1.1 di cui in Euro
C 1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F 2.1 di cui in Euro
F 2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F 3.1 di cui in Euro
F 3.2 di cui in valuta
TOTALE ATTIVITA’
18
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
3.032.707
2.338.350
3.032.707
2.338.350
428.013
501.481
428.013
501.481
3.460.720
2.839.831
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
649.044.685
756.724.683
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
97.288.853,776
113.973.535,080
6,671
6,639
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
10.702.900,406
Quote rimborsate
27.387.581,710
19
OBBLIGAZIONARIO EURO MEDIO LUNGO TERMINE
Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva del 3,68% rispetto ad una variazione del 4,64% del
benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. In avvio di semestre sono emerse tensioni sui
mercati finanziari, a fronte della pubblicazione di dati economici statunitensi deboli e delle preoccupazioni sulla capacità dei
paesi emergenti di garantire un livello di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di
investimento a fronte del calo della liquidità indotto dalla FED. Tale contesto ha determinato un generalizzato calo dei tassi di
rendimento sui titoli di Stato dei paesi “core”, percepiti come attività con livello di rischio basso. La ricerca di rendimento, in un
contesto di migliorata governance europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha
continuato a favorire i titoli di Stato dei paesi periferici europei, con un calo generalizzato dei tassi di rendimento. La tendenza al
generalizzato calo dei rendimenti, più apprezzabile sui titoli di Stato dei paesi periferici, è proseguita nel mese di febbraio.
A marzo, i mercati obbligazionari internazionali sono stati particolarmente influenzati dalle dichiarazioni delle banche centrali.
Nel corso del mese, la curva dei rendimenti USA ha evidenziato movimenti al rialzo su tutte le scadenze. Il riferimento del
Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento
quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla
riunione di politica monetaria del 18-19 marzo, ha infatti spostato verso l’alto la curva dei rendimenti, con intensità maggiore
sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tale reazione, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato
di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente
previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente
accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un
successivo ridimensionamento dei rendimenti soprattutto sulle scadenze a breve termine. Per contro, le dichiarazioni della Banca
Centrale Europea (BCE) a favore di nuove misure di politica monetaria accomodante hanno determinato uno spostamento verso
il basso della curva dei rendimenti europea. L’importanza di ulteriori misure di politica monetaria espansiva per evitare il
manifestarsi di una spirale deflattiva pericolosa ha reso particolarmente apprezzabili le aperture del Presidente della Banca
Centrale tedesca e del Presidente della Banca Centrale finlandese a forme di allentamento quantitativo, tenuto conto delle
posizioni molto critiche precedentemente manifestate dai due membri del Comitato di politica monetaria. I titoli di Stato dei
paesi periferici hanno continuato ad evidenziato le migliori performance. Di supporto in termini di auspicabile interruzione del
circolo vizioso tra crisi del settore bancario e solvibilità degli Stati sovrani è risultato anche l’accordo raggiunto nel mese a
livello comunitario sul Meccanismo di Risoluzione delle Crisi Bancarie (Single Resolution Mechanism).
Ad aprile, l’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali internazionali ha continuato a sostenere i
mercati obbligazionari. L’effetto degli andamenti descritti è stato l’ulteriore calo dello spread sulla scadenza decennale tra titoli
di Stato italiani e i titoli di Stato tedeschi al livello di 160 punti base circa; l’equivalente spagnolo è sceso al livello di 155 punti
base circa. A maggio, le attese per l’adozione di nuove misure di politica monetaria espansiva, sia convenzionale che non
convenzionale, da parte della BCE, da un lato, e dati di crescita e inflazione deludenti, dall’altro, hanno favorito ulteriori cali dei
tassi di interesse dei paesi europei “core”. I titoli di Stato dei paesi periferici hanno continuato a trovare sostegno anche nel
generale posizionamento di sottopeso sull’asset class da parte degli investitori istituzionali, retaggio delle fasi più acute della
crisi del debito sovrano; esso ha reso opportuno un incremento delle posizioni, in un contesto di prosecuzione del rialzo delle
quotazioni. Con specifico riferimento all’Italia, il mercato dei titoli di Stato ha sofferto nella prima parte del mese a causa delle
incertezze sull’esito delle elezioni europee del 25 maggio. L’esito delle elezioni, favorevole al Governo in carica, ha determinato
un successivo ridimensionamento dell’indicatore, tornato a circa 160 punti base a fine mese. L’equivalente spagnolo, dopo aver
raggiunto il livello di 174 punti base a ridosso della scadenza elettorale, è sceso verso il livello di 150 punti base.
20
A giugno, l’adozione di importanti misure di politica monetaria espansiva da parte della BCE, in particolare il taglio del tasso
ufficiale dallo 0,25% allo 0,15% e il taglio del tasso sui depositi dallo 0% al -0,1%, ha continuato a spingere verso il basso i
tassi sul mercato monetario e sul mercato obbligazionario governativo europei. Lo spread sul decennale italiano rispetto al
decennale tedesco, dopo essersi portato al livello di 140 punti base nel corso del mese, ha chiuso il semestre a 160 punti base,
evidenziando una sostanziale stabilità rispetto al livello del mese precedente. L’indicatore relativo al mercato spagnolo, dopo
esser sceso al livello di 120 punti base è risalito al livello di 142 punti base di fine giugno, comunque in calo rispetto al mese
precedente. In USA, i tassi governativi a breve termine sono rimasti sostanzialmente stabili mentre i tassi a lungo termine hanno
registrato una marginale tendenza al rialzo, a fronte di dati economici forti ma di un atteggiamento estremamente cauto della
FED. Il contesto economico e finanziario positivo ha sostenuto tutte le categorie di titoli obbligazionari societari europei. I fattori
strutturali restano a supporto di questo segmento di mercato. I tassi di insolvenza sono bassi e non dovrebbero manifestare
repentini movimenti al rialzo. Le oculate politiche di gestione delle società non finanziarie nel recente passato ne hanno
migliorato i bilanci e la disponibilità di cassa. La scarsa propensione a porre in essere progetti di investimento o acquisizioni ne
limita inoltre le esigenze di finanziamento in situazioni di mercato meno favorevoli: ciò riduce i rischi di peggioramento dei
rapporti domanda/offerta soprattutto nelle fasi di tensione. A livello di classi di rating, il calo dei rendimenti e del differenziale di
interesse rispetto agli omologhi governativi sono stati più marcati per le categorie a più basso merito di credito; l’apprezzabile
ridimensionamento del rischio specifico riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire
il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per migliorare e
rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari
del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la
prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri
da utilizzare negli stress test. Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a
Stabile lo scorso 14 febbraio e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna,
gli avanzamenti in termini di riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto
l’agenzia di rating Moody’s ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato
al rialzo anche il rating sulla Spagna da parte di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard &
Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook Stabile lo scorso 23 maggio). Nel semestre, il portafoglio del fondo è stato investito
principalmente in titoli governativi di Paesi dell’Area Euro (principalmente italiani, tedeschi, francesi e spagnoli) ed in
obbligazioni societarie. La parte residuale del portafoglio è stata investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale).
Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati. Durante il semestre, il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa
l’81,4% in titoli governativi ed assimilati. Il fondo ha mantenuto un investimento medio pari a circa il 12,3% in obbligazioni
societarie, con un calo dal livello del 12,7% di fine 2013 al livello di 11,8% di fine giugno. La posizione lunga sui finanziari, in
particolare subordinati, già presente a fine 2013, è stata mantenuta fino alla fine del semestre. L’operatività del fondo si è
concentrata soprattutto sulla gestione attiva dell’esposizione al rischio paese all’interno della componente governativa e sulla
gestione della duration di portafoglio. Con riferimento alla gestione del rischio paese, a gennaio è stata implementata una
posizione corta sul futures sul titolo di Stato italiano a dieci anni. Tale scelta è stata ricondotta al riconoscimento di un elemento
di rischio specifico sul paese, tenuto conto del basso livello di crescita, dell’alto livello del tasso di disoccupazione, dell’alto
livello di debito pubblico, delle restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito e dei ritardi nella implementazione delle
riforme strutturali. A ciò si aggiungeva la valutazione del livello storicamente basso dei rendimenti sui titoli governativi italiani
che portava ad identificare una componente di rischio direzionale nell’investimento in titoli di Stato domestici, giustificando la
posizione corta. Nel corso del mese è stata inoltre aperta una posizione corta sul futures sul titolo di Stato statunitense a 5 anni
statunitense. Tale scelta operativa da mettere in relazione con la valutazione che l’eventuale pubblicazione di dati economici
21
USA forti avrebbe potuto determinare un incremento del premio al rischio richiesto dagli investitori, con una reazione maggiore
della parte media della curva dei rendimenti. Nel mese di febbraio è stata chiusa la posizione corta sul futures sul titolo di Stato
italiano a dieci anni, portando alla neutralità l’esposizione al paese in termini di duration. Tale posizione è stata mantenuta fino
alla fine del semestre. La decisione è stata supportata dal riconoscimento dell’interesse da parte degli investitori internazionali a
favore degli investimenti sul mercato domestico, pur confermando i rischi specifici e il rischio direzionale precedentemente
citati. Nel mese di marzo è stata incrementata la posizione corta sul futures sul titolo di Stato statunitense a 5 anni. Si riteneva
infatti maggiore il rischio di un incremento del premio al rischio richiesto dalle investitori alla luce delle proiezioni sul tasso
ufficiale formulate dai membri del FOMC in occasione della riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. La maggioranza dei
banchieri centrali indicava infatti il livello del tasso ufficiale all’1% a fine 2015 e al 2,25% a fine 2016, in aumento rispetto alle
proiezioni di dicembre 2013 ( rispettivamente ai livelli di 0,75% e 1,75%). La scelta tattica di incremento del corto sul titolo di
Stato statunitense a 10 anni è stata rafforzata nel mese di aprile, ritendendo probabili incrementi di volatilità in vista della
riunione della FED del 30 aprile e della pubblicazione del report sul mercato del lavoro nella prima settimana di maggio. Tale
scelta è stata ridimensionata nel mese di maggio, con un contestuale calo della sottoesposizione agli Stati Uniti in termini di
duration. Il posizionamento sugli Stati Uniti è stato confermato fino alla fine del semestre. Su tutto il semestre, sono state
mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Portogallo ed è stata mantenuta una posizione di neutralità
rispetto al benchmark sulla Spagna. Per quanto riguarda la gestione della duration di portafoglio, nel mese di gennaio la duration
del fondo, al livello di 3,76, è stata incrementata rispetto alla fine del 2013, con un calo del corto rispetto al benchmark da circa
10 mesi a circa 6 mesi imputabile alla scadenza delle opzioni put su titoli di Stato statunitensi e tedeschi presenti in portafoglio.
A febbraio, la chiusura della posizione corta sul futures sul titolo di Stato italiano a dieci anni ha determinato un ulteriore
aumento della duration a 3,97, con contestuale ridimensionamento del corto rispetto al benchmark a circa 4 mesi. Nei mesi di
marzo e aprile l’incremento della posizione corta sul titolo di Stato USA a cinque anni ha determinato un progressivo calo della
duration complessivamente considerata (a 3,80 con un incremento del corto rispetto al benchmark a circa 7 mesi a marzo; a 3,50,
con un incremento del corto rispetto al benchmark a 11 mesi ad aprile). A maggio la decisione di ridurre la posizione corta sul
futures sul titolo a dieci anni statunitense ha portato la duration complessiva del fondo al livello di 3,95, con conseguente calo
del corto di duration al livello di circa 7 mesi. Nel semestre, il fondo ha registrato una performance positiva in termini assoluti
ma inferiore al benchmark. Nel corso del semestre, la performance assoluta positiva è stata sostenuta dal generalizzato calo dei
tassi di rendimento. La performance relativa è stata invece indebolita principalmente dalla la posizione di corto di duration ed in
particolare dalle opzioni put su titoli di Stato statunitensi e tedeschi Out of the Money e dalla posizione corta sul futures a
cinque anni statunitense. La duration del portafoglio – comprensiva dell’impatto dei derivati - al 30 giugno 2014 risultava parti a
3 anni e 10 mesi, pari a 4 anni e 7 mesi la duration del benchmark (25% MTS BOT, 75% Citigroup Euro Big). Al 30 giugno,
l’81,6% (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio) circa del fondo risulta investito in titoli governativi
ed assimilabili (il 30% circa in titoli di Stato italiani), l’11,8% circa in obbligazioni societarie, mentre la parte residuale è
investita in obbligazioni speciali (con attività a collaterale) e in liquidità. Alla data sono inoltre presenti esposizioni in derivati
(futures). Il rating medio ponderato del portafoglio a fine semestre è pari ad A; pari ad A quello del Benchmark. Nel corso del
semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati, prevalentemente con finalità di copertura, in particolare
in futures sul titolo italiano a 10 anni, sul titolo USA a 5 anni, sulla curva tedesca, inglese e francese, e in opzioni sui titoli
tedeschi e USA a dieci anni; la leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la
deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite del 2%.
22
Linee strategiche
La politica monetaria della FED sarà condizionata dall’evoluzione del quadro economico, come ribadito ulteriormente dal
Presidente della FED Yellen nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione di politica monetaria del 17-18 giugno.
Ciò potrebbe determinare continui aggiornamenti delle aspettative degli operatori di mercato e un generalizzato incremento della
volatilità e del premio al rischio richiesto dagli operatori di mercato, giustificando una posizione di sottopeso in termini di
duration inferiore al benchmark sugli USA. L’orientamento estremamente accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo
limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i
livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di misure espansive dirette e indirette attuato dalla
BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti governativi sia core che periferici, con il Bund
10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi
storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Ciò giustifica il mantenimento di una posizione in termini di duration prossima
al benchmark. Sull’Italia si mantiene una posizione di neutralità. Tale scelta è da ricondurre al riconoscimento che i rendimenti
sui titoli governativi italiani sono storicamente bassi; ciò porta ad identificare una componente di rischio direzionale
nell’investimento in titoli di Stato domestici. Va inoltre aggiunto che il basso livello di crescita, l’alto livello del tasso di
disoccupazione, l’alto livello di debito pubblico e le restrizioni nelle condizioni di erogazione del credito costituiscono fattori di
rischio per il paese. L’esito delle elezioni europee, favorevole al Governo in carica, costituisce tuttavia un elemento positivo per
la spinta riformista dell’esecutivo, fornendo supporto alla view positiva di lungo termine sul paese.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
BOT 14/05/2015
CTZ 31/12/2014
BTP 4% 01/02/2017
DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021
BUNDESOBL 1,25% 14/10/2016
NETHERLANDS GOVT 15/04/2016
BTP 4,25% 01/07/2014
BOT 31/07/2014
FRANCE OAT 4% 25/04/2018
BTP 4,5% 01/03/2026
FRENCH BTAN 2,25% 25/02/2016
DEUTSCHLAND I/L 1,75% 15/04/2020
BTP 4,75% 01/09/2021
BTP 5% 01/09/2040
SPANISH GOVT 5,5% 30/04/2021
SPANISH GOVT 3,75% 31/10/2018
DEUTSCHLAND REP 1,75% 15/02/2024
FRANCE OAT 3,5% 25/04/2026
BUNDESSCHATZANW 0,25% 10/06/2016
FRANCE OAT 1% 25/11/2018
IRISH GOVT 5% 18/10/2020
DEUTSCHLAND REP 4,75% 04/07/2028
BELGIAN 4,25% 28/09/2022
FRANCE OAT 4,5% 25/04/2041
SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016
REP OF AUSTRIA 3,4% 22/11/2022
UK TREASURY I/L GILT 0,125% 22/11/2019
CAISSE AMORT DET 2,375% 25/01/2024
KFW 2,125% 15/08/2023
FRANCE OAT 4% 25/04/2055
RENTENBANK 1,875% 11/05/2020
IRISH GOVT 5,9% 18/10/2019
IRISH GOVT 3,9% 20/03/2023
IRISH GOVT 3,4% 18/03/2024
REP OF AUSTRIA 3,2% 20/02/2017
BTP 2,5% 01/05/2019
Codice ISIN
IT0005022204
IT0004890890
IT0004164775
DE0001135424
DE0001141612
NL0010364139
IT0004750409
IT0004986433
FR0010604983
IT0004644735
FR0119105809
DE0001030526
IT0004695075
IT0004532559
ES00000123B9
ES00000124B7
DE0001102333
FR0010916924
DE0001137461
FR0011523257
IE00B60Z6194
DE0001135085
BE0000325341
FR0010773192
ES00000122X5
AT0000A0U3T4
GB00BBDR7T29
FR0011521319
DE000A1R07S9
FR0010171975
XS0780331004
IE00B6089D15
IE00B4S3JD47
IE00B6X95T99
AT0000A0GLY4
IT0004992308
23
Controvalore in
Euro
% incidenza su
attività del
Fondo
33.860.432
32.877.060
26.254.910
25.215.750
24.673.200
23.769.060
20.000.000
17.459.342
16.307.720
14.553.589
14.505.400
13.981.590
12.885.132
11.856.666
11.271.427
9.874.953
8.997.214
8.409.424
7.532.250
7.279.275
7.078.030
7.065.292
6.641.190
6.577.977
6.261.278
6.222.995
6.049.359
5.803.812
5.781.024
5.676.848
5.540.860
5.528.376
5.489.760
5.448.250
5.402.750
5.268.500
5,365
5,209
4,160
3,995
3,909
3,766
3,169
2,766
2,584
2,306
2,298
2,215
2,041
1,879
1,786
1,565
1,425
1,332
1,193
1,153
1,121
1,119
1,052
1,042
0,992
0,986
0,958
0,920
0,916
0,899
0,878
0,876
0,870
0,863
0,856
0,835
BUNDESOBL 1% 22/02/2019
LA CAIXA 3,875% 17/02/2025
ESM 1,25% 15/10/2018
BTP 3,5% 01/06/2018
NETHERLANDS GOVT 2,25% 15/07/2022
BELGIAN 1,25% 22/06/2018
NETHERLANDS GOVT 1,25% 15/01/2018
BTP 4,75% 01/09/2044
DEUTSCHLAND REP 3,5% 04/07/2019
SPANISH GOVT 4,7% 30/07/2041
SPANISH GOVT 5,9% 30/07/2026
BELGIAN 3,5% 28/06/2017
CM - CIC 2,5% 11/09/2023
HSBC SFH 2% 16/10/2023
DE0001141687
ES0414970204
EU000A1U98Z1
IT0004907843
NL0010060257
BE0000329384
NL0010200606
IT0004923998
DE0001135382
ES00000121S7
ES00000123C7
BE0000323320
FR0011564962
FR0011470764
5.159.500
4.824.330
4.655.970
4.576.740
4.235.985
4.138.600
4.038.645
4.031.613
3.832.649
3.773.069
3.751.032
3.511.200
3.355.657
3.339.360
0,817
0,764
0,738
0,725
0,671
0,656
0,640
0,639
0,607
0,598
0,594
0,556
0,532
0,529
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del
primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
107.339.077
6.842.650
10.079.496
b) rimborsi:
- riscatti
- piani di rimborso
- switch in uscita
-80.803.999
-126.385
-6.395.188
Raccolta netta del periodo
36.935.651
24
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
%
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
%
tot. attività
611.987.416
96,960
553.298.938
96,765
611.987.416
96,960
553.298.938
96,765
A1.1 Titoli di Stato
479.644.424
75,992
439.869.950
76,928
A1.2 Altri
132.342.992
20,968
113.428.988
19,837
2.582.267
0,409
1.354.867
0,237
2.582.267
0,409
1.088.529
0,190
1.491.100
1.091.167
0,236
0,173
597.352
491.177
0,104
0,086
266.338
0,047
266.338
0,047
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C 1.1 di cui in Euro
C 1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C 2.1 di cui in Euro
C 2.2 di cui in valuta
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
F 1.1 di cui in Euro
F 1.2 di cui in valuta
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F 2.1 di cui in Euro
F 2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F 3.1 di cui in Euro
F 3.2 di cui in valuta
G. ALTRE ATTIVITA’
G1. Ratei attivi
9.872.657
1,564
8.585.192
1,502
10.100.227
1,600
8.664.499
1,515
9.334.214
766.013
1,479
0,121
6.868.374
1.796.125
1,201
0,314
5.493.182
0,870
22.720.418
3,974
5.447.908
45.274
0,863
0,007
22.719.665
753
-0,906
3,973
0,001
-0,030
-0,876
-22.799.725
-76.290
-22.723.435
-3,987
-188.119
-5.532.633
6.733.333
1,067
8.554.184
1,496
6.733.333
1,067
8.361.728
1,462
192.456
0,034
571.793.181
100,000
-5.720.752
-0,013
-3,974
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
TOTALE ATTIVITA’
631.175.673
25
100,000
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
1.818.657
1.007.448
1.818.657
1.007.448
616.441
496.237
536.197
496.199
80.244
38
2.435.098
1.503.685
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
628.740.575
570.289.496
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
76.599.327,495
72.033.873,809
8,208
7,917
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
15.384.788,030
Quote rimborsate
10.819.334,344
26
MIX 1
Nel primo semestre, il fondo ha evidenziato una variazione positiva pari al 4,12% rispetto ad una variazione del 4,71% del
benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. Nel corso del semestre, la dinamica dei mercati
finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della
politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento
accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione
bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il
rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno.
Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente
della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo,
verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di
politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo,
con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il
Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a
quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con
l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria statunitense, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse
inutilizzate nell’economia, favorendo così un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, l’acuirsi della crisi
ucraina, prima, e le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di
rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un
progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimo all’1,25% di fine giugno, riflettendo il basso livello
del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso
periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul
fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il
rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio.
Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% a ridosso
dell’appuntamento elettorale per poi scendere al livello del 2,8% circa a fine semestre. L’equivalente rendimento spagnolo ha
seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al
3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il
calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso
merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno
della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per
migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli
obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento
con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui
parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti
è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo
economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati
azionari non hanno risentito del manifestarsi di rischi geo-politici a livello globale e hanno continuato a beneficiare
dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative
sulla congiuntura economica. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica
monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree
27
geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di investimento da parte degli operatori finanziari internazionali verso l’area.
Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale
andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di
attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei
hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica
monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED,
hanno invece fornito supporto al Dollaro USA. Con riferimento alle materie prime, nel semestre sono state realizzate
performance positive dalle materie prime agricole, effetto dell’acuirsi della crisi ucraina, e dall’oro, che nelle situazioni di
incremento delle tensioni sui mercati finanziari ha beneficiato del ruolo di attività finanziaria con un più basso livello di rischio.
Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’ outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio
e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di
riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s
ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla
Spagna di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook
Stabile lo scorso 23 maggio). L’Outlook del Portogallo è stato rivisto da Stabile a Positivo da parte di Fitch lo scorso 4 aprile
(rating confermato a BB +) e da Negativo a Stabile da parte di Standard & Poor’s lo scorso 9 maggio (rating confermato a BB).
Nel corso del semestre, il fondo è stato investito prevalentemente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili di paesi
dell’Area Euro (in particolare italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, portoghesi e olandesi) per un peso medio pari a circa il
67,4%; in emissioni obbligazionarie societarie con un peso medio del 17,7% circa e in misura residuale in titoli obbligazionari
speciali con attività a collaterale (in media 0,7% circa). Il portafoglio è stato investito in strumenti finanziari di natura azionaria
per un peso medio pari a circa il 12,1%, leggermente in sovrappeso rispetto al benchmark (10% la componente azionaria nel
benchmark rappresentata dal MSCI Europe). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati sia con riferimento alla
componente azionaria, sia con riferimento alla componente obbligazionaria. Con riferimento alla componente obbligazionaria, il
fondo ha iniziato il semestre con un posizionamento di duration inferiore rispetto al benchmark di circa 2 mesi. Questo è il
risultato, tra l’altro, di una esposizione all’Italia positiva per circa 2 mesi, di una esposizione alla Spagna di sottopeso per circa 2
mesi, di una esposizione alla Francia di sottopeso di circa 1,5 mesi e di una posizione alla Germania di sovrappeso di circa 5
mesi. La crescita economica dell’Area Euro debole, pur se in miglioramento, e con modeste pressioni inflazionistiche risultava
coerente con le aperture della BCE verso ulteriori interventi di politica monetaria espansiva, attraverso l’utilizzo di strumenti sia
convenzionali che non convenzionali: il quadro descritto forniva supporto al sovrappeso di duration sulla Germania. La
posizione in termini di duration è stata ridotta nel mese di febbraio a fronte dell’apertura di una posizione di sottopeso sui titoli
di Stato statunitense a 5 anni (sottopeso in termini di duration pari a 5 mesi). Confermate le altre esposizioni descritte in
precedenza. In particolare, il sottopeso di duration sulla Spagna è da ricondurre alla considerazione che il mercato
obbligazionario governativo spagnolo risulta meno attraente in termini relativi e con un livello di liquidità di mercato inferiore
rispetto all’Italia. A partire da febbraio e fino a maggio è stata incrementata la posizione sul Portogallo, con una esposizione in
termini di duration comunque neutrale rispetto al benchmark. Tale scelta è da ricondurre agli avanzamenti fatti dal paese in
materia di miglioramento dei conti pubblici e di crescita economica. Le altre esposizioni a livello di paese, precedentemente
descritte, sono state confermate fino alla fine di giugno. In chiusura di semestre, il fondo presentava pertanto una
sottoesposizione in termini di duration di circa 8 mesi (livello di duration al 30 giugno pari a 3 anni e 9 mesi). In sovrappeso di
circa 3 mesi l’esposizione all’Italia, in sottopeso di circa 2 mesi la posizione sulla Spagna, in sottopeso di circa 2 mesi
l’esposizione alla Francia, in sovrappeso di circa 2 mesi l’esposizione alla Germani e in sottopeso di circa di 1 mese
l’esposizione sugli Stati Uniti. La conferma del sottopeso sulla Francia è da ricondurre alla debolezza economica del paese e al
28
lento miglioramento dei dati di bilancio pubblico. La posizione di sovrappeso sulla Germania e di sottopeso sugli Stati Uniti è
invece da ricondurre al diverso orientamento di politica monetaria della FED e della BCE. L’atteso recupero dell’inflazione
europea, a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione
dell’Euro e più in generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari
governativi legati all’inflazione di Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche negli Stati
Uniti giustifica l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. A livello geografico, il portafoglio obbligazionario
ha evidenziato nell’anno una preferenza per il debito governativo italiano (in media la posizione sui titoli di Stato italiani è stata
pari a circa il 33,8%); significative le quote investite in titoli di Stato di altri paesi quali ad esempio Germania (in media circa
10,1%), Francia (il 9,1% circa), Spagna (6,5% circa), Belgio (6% circa), Portogallo (1% circa) e Olanda (1% circa). Su tutto il
semestre, sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Irlanda. Sul segmento delle obbligazioni
societarie è stato mantenuto un investimento medio di circa il 17,7%, in aumento dal livello del 15,9% circa di fine 2013 al
livello del 18,9% circa di fine giugno, livello superiore al benchmark. La componente societaria è stata investita principalmente
nel settore finanziario (in media circa l’8,5%), nel settore dei beni di consumo durevoli (circa il 2,2%)
e nel settore
telecomunicazioni (in media circa il 1,8%). All’interno della componente obbligazionaria societaria, nel corso del semestre è
stata mantenuta la preferenza per le emissioni Investment Grade europee verso quelle statunitensi, nello specifico la preferenza
per subordinati finanziari che offrono rendimenti attraenti. Le emissioni societarie europee infatti godono di un vantaggioso
rapporto domanda/offerta; negli Stati Uniti inoltre l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con
implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Con riferimento alla componente
azionaria, a gennaio l’allocazione effettiva è risultata pari a circa il 13%, valore superiore al benchmark. A inizio mese, va
segnalata l’apertura di posizioni in opzioni put sull’Euro Stoxx 50, anticipando eventuali correzioni di mercato. A febbraio le
posizioni in opzioni put sono state chiuse, con l’allocazione all’azionario pari a circa il 13%. Tale livello è stato confermato
anche nel mese di marzo. Ad aprile, a fronte di una esposizione effettiva di circa il 13,4%, si segnala l’apertura di una posizione
in futures sull’indice tedesco Dax che ha sostituito quello sull’indice FTSE Mib. Il sovrappeso sull’Italia è stato pertanto
realizzato attraverso lo stock picking. Il livello di esposizione effettiva pari a circa il 13% è stato confermato anche nei mesi di
maggio e giugno. A livello settoriale, in apertura di semestre è stato incrementato il sottopeso sul settore finanziario, non
escludendo tuttavia successivi posizionamenti a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico italiani,
ritenendo che le valutazioni sarebbero risultate più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine 2013. E’ stato
inoltre incrementato il sottopeso sul settore industriale, ritendendo le valutazioni poco attraenti, e incrementato il sovrappeso sul
settore energetico, ritenendo che avrebbe beneficiato del miglioramento del ciclo economico. Infine, è stato confermato il
sottopeso sul farmaceutico. A febbraio è stato deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul settore finanziario, scelta da
ricondurre alla view positiva sull’evoluzione della crescita economica europea. E’ stato altresì confermato il sottopeso sul settore
industriale, caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposizione all’area emergente. E’ stato inoltre incrementato il
sovrappeso sul settore delle materie prime. Nel mese di marzo è stato deciso il passaggio da una posizione di sottopeso a una
posizione di neutralità sul settore industriale. Ad aprile è stato deciso il passaggio in sottopeso sul settore finanziario, con prese
di profitto sulle banche più esposte all’Area Euro, che avevano evidenziato dinamiche più positive, e parziale sostituzione con
banche più diversificate. Tali decisioni sono da ricondurre alla volontà di ridurre l’esposizione al tema della domanda interna
europea a favore del miglioramento del ciclo economico globale. L’allocazione settoriale è stata confermata nel mese di maggio.
A giugno, l’ipotesi di incremento dell’inflazione sia negli Stati Uniti che in Area Euro, effetto delle politiche monetarie
reflattive, ha fornito ulteriore supporto alla decisione di sovrappesare il segmento delle materie prime e degli energetici. Il settore
delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta
dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e
29
livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. La
performance positiva del fondo è stata positiva e principalmente attribuibile al rendimento della componente obbligazionaria; è
stata inoltre determinata, ma in misura contenuta dato il peso nel portafoglio, anche dal rendimento della componente azionaria.
A determinare la differenza negativa di performance del fondo rispetto al benchmark sul semestre è stata sia la componente
obbligazionaria sia la componente azionaria. In particolare sulla componente obbligazionaria, il confronto con il benchmark è
stato indebolito dalla posizione corta di duration. Con riferimento alla componente azionaria, nel confronto con il benchmark è
risultato penalizzante il processo di selezione titoli. Nel corso del semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti
finanziari derivati sia per finalità di investimento che di gestione del rischio, in particolare in futures e opzioni sull’indice
azionario Euro Stoxx 50, sul FTSE Mib, sul Nikkei 225, sul DAX, sul FTSE 100 e sull’IBEX 35 e in futures sul titolo
governativo decennale tedesco e statunitense. La leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo
(definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel
limite del 3%. Al 30 giugno 2014 (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio titoli
risulta investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso pari a circa l’85,6%. In particolare, il 66,1% circa
del fondo è rappresentato da titoli governativi ed assimilabili, il 19,5% circa da obbligazioni societarie e marginalmente da titoli
obbligazionari speciali con attività a collaterale. La duration del portafoglio titoli al 30 giugno è pari a 3 anni e 9 mesi circa.
L’11,8% circa del fondo risulta investito in strumenti di natura azionaria, posizione superiore al benchmark; esistono posizioni
aperte in derivati alla data in esame che determinano una esposizione effettiva al mercato azionario pari all’11,9% circa. A fine
giugno il rating medio complessivo del portafoglio obbligazionario è pari ad A-; pari ad A il rating medio ponderato del
benchmark.
Linee strategiche
In Area Euro, i dati pubblicati, pur se inferiori alle attese, continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico,
soprattutto nei paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma
particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di
politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In
prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento
dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario.
L’orientamento estremamente
accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi
tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di
misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti
governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il
livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Gli indici azionari europei
potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree
geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti,
contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale
e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustificano tuttavia la scelta di
privilegiare settori più esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione sia in Area Euro che in USA, dovrebbe
inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare petroliferi e materie prime. La politica monetaria accomodante,
il miglioramento della crescita e i passi avanti compiuti in materia di conti pubblici e assetto istituzionale europeo dovrebbero
inoltre continuare a sostenere i titoli governativi dei paesi periferici europei. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte
di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in
30
generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari legati all’inflazione di
Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche in USA giustifica l’esposizione anche ai titoli
legati all’inflazione statunitensi.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
BTP 4,75% 15/09/2016
BTP 4% 01/02/2017
BTP 4,5% 01/03/2019
BELGIAN 3,5% 28/03/2015
CCT 01/11/2018
BTP I/L 2,1% 15/09/2017
FRANCE OAT 3,75% 25/04/2021
BTP I/L 2,55%22/10/2016
DEUTSCHLAND REP 3,5% 04/07/2019
SPANISH GOVT 3% 30/04/2015
DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021
DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037
BTP 4,5% 01/08/2018
BTP 3,75% 01/08/2021
PORTUGUESE OTS 5,65% 15/02/2024
SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016
FRANCE OAT 5% 25/10/2016
BTP 3% 15/04/2015
FRANCE , 3,25% 25/04/2016
SPANISH GOVT 4,6% 30/07/2019
FRANCE OAT 5,75% 25/10/2032
FRANCE OAT 4% 25/10/2038
NETHERLANDS GOVT 5,5% 15/01/2028
BTP 4% 01/02/2037
BELGIAN 4% 28/03/2019
SILVER WHEATON
MOSAIC
BANK OF AMERICA 2,375% 19/06/2024
AGNICO EAGLE MINES
EUROHYPO 3,75% 25/05/2016
NOVARTIS
BANCO ESPIRITO 2,625% 08/05/2017
ROYAL DUTCH SHELL
HSBC HOLDINGS
ING BANK 21/11/2023
GOLDCORP
ANADARKO PETROLEUM
FREEPORT-MCMORAN COPPER
BANCO COM PORTUG 3,375% 27/02/2017
IMPERIAL TOBACCO GROUP
BANQ FED CRD MUT 2,625% 18/03/2024
RIO TINTO
SANTANDER INTL 4,625% 21/03/2016
TULLOW OIL
MUENCHENER RUECKVER
FRANCE OAT 3,5% 25/04/2015
EDP FINANCE 2,625% 15/04/2019
AMORIM ENERGIA B 3,375% 03/06/2018
ABN AMRO BANK 06/03/2019
BANK OF IRELAND 3,25% 15/01/2019
Codice ISIN
IT0004761950
IT0004164775
IT0004423957
BE0000316258
IT0004922909
IT0004085210
FR0010192997
IT0004863608
DE0001135382
ES00000122F2
DE0001135424
DE0001135275
IT0004361041
IT0004009673
PTOTEQOE0015
ES00000122X5
FR0000187361
IT0004568272
FR0010288357
ES00000121L2
FR0000187635
FR0010371401
NL0000102317
IT0003934657
BE0000315243
CA8283361076
US61945C1036
XS1079726334
CA0084741085
DE000EH1A3M9
CH0012005267
PTBEQKOM0019
GB00B03MLX29
GB0005405286
XS0995102695
CA3809564097
US0325111070
US35671D8570
PTBITIOM0057
GB0004544929
XS1045553812
GB0007188757
XS0828735893
GB0001500809
DE0008430026
FR0010163543
XS1057345651
XS0937410214
XS1040422526
XS1014670233
Controvalore in
Euro
% incidenza su attività
del Fondo
24.173.580
23.823.800
20.622.600
20.508.000
19.809.400
17.836.911
17.784.750
15.119.128
14.473.750
14.312.900
13.448.400
12.402.480
9.059.200
8.879.128
6.959.400
6.303.300
6.177.982
6.121.800
5.869.125
5.798.500
4.718.175
4.398.800
3.016.955
2.326.355
2.324.800
1.989.715
1.718.223
1.628.330
1.610.462
1.598.025
1.522.899
1.515.232
1.503.744
1.473.159
1.457.918
1.452.370
1.327.378
1.270.819
1.231.380
1.227.224
1.135.728
1.072.248
1.064.500
1.043.070
1.037.293
1.028.000
1.010.430
1.009.629
1.008.860
1.008.208
5,452
5,373
4,651
4,625
4,468
4,023
4,011
3,410
3,264
3,228
3,033
2,797
2,043
2,003
1,570
1,422
1,393
1,381
1,324
1,308
1,064
0,992
0,680
0,525
0,524
0,449
0,388
0,367
0,363
0,360
0,343
0,342
0,339
0,332
0,329
0,328
0,299
0,287
0,278
0,277
0,256
0,242
0,240
0,235
0,234
0,232
0,228
0,228
0,228
0,227
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del
primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
117.893.366
6.967.150
4.200.365
b) rimborsi:
- riscatti
- piani di rimborso
- switch in uscita
-48.990.330
-80.367
-1.521.221
Raccolta netta del periodo
78.468.963
31
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
%
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
%
tot. attività
425.917.855
96,058
335.100.664
96,044
373.916.845
84,330
292.971.543
83,969
288.078.691
64,971
236.346.341
67,740
85.838.154
19,359
56.625.202
16,229
52.001.010
11,728
42.129.121
12,075
1.012.356
0,229
259.589
0,074
681.858
0,154
259.589
0,074
437.590
244.268
0,099
0,055
78.000
181.589
0,022
0,052
330.498
0,075
330.498
0,075
11.828.253
2,667
6.737.743
1,930
12.588.986
2,839
6.497.685
1,862
10.324.812
2.264.174
2,329
0,510
5.160.860
1.336.825
1,479
0,383
15.479.447
3,491
13.172.451
3,775
15.479.447
3,491
11.285.969
1.886.482
3,234
0,541
-16.240.180
-3,663
-12.932.393
-3,707
-589.355
-15.650.825
-0,133
-3,530
-1.796.339
-11.136.054
-0,515
-3,192
G. ALTRE ATTIVITA’
4.635.603
1,046
6.810.765
1,952
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
4.544.579
1,025
6.607.741
1,894
91.024
0,021
203.024
0,058
443.394.067
100,000
348.908.761
100,000
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C 1.1 di cui in Euro
C 1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C 2.1 di cui in Euro
C 2.2 di cui in valuta
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
F 1.1 di cui in Euro
F 1.2 di cui in valuta
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F 2.1 di cui in Euro
F 2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F 3.1 di cui in Euro
F 3.2 di cui in valuta
TOTALE ATTIVITA’
32
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
933.739
611.941
933.739
611.941
513.623
365.097
444.784
361.211
68.839
3.886
1.447.362
977.038
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
441.946.705
347.931.723
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
62.961.961,244
51.610.515,203
7,019
6,741
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
18.681.275,576
7.329.829,535
33
MIX 2
Nel primo semestre del 2014, il fondo ha evidenziato una variazione positiva pari a 4,23% rispetto ad una variazione del 5,11%
del benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. Nel corso del semestre, la dinamica dei
mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione
della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento
accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione
bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine della curva statunitense. Il
rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno.
Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente
della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo,
verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di
politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo,
con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il
Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a
quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità di proseguire con
l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria statunitense, tenuto conto dell’ampio bacino di risorse
inutilizzate nell’economia, favorendo così un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, l’acuirsi della crisi
ucraina, prima, e le nuove misure di politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di
rendimento governativi dei paesi percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un
progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimo all’1,25% di fine giugno, riflettendo il basso livello
del tasso di crescita e del tasso di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso
periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul
fronte dei conti pubblici nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il
rendimento del titolo a dieci anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio.
Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello di circa il 3,3% a ridosso
dell’appuntamento elettorale per poi scendere al livello del 2,8% circa a fine semestre. L’equivalente rendimento spagnolo ha
seguito un andamento simile, portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al
3,1% a ridosso delle elezioni europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il
calo dei rendimenti e del differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso
merito di credito. Il ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno
della BCE a favorire il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per
migliorare e rafforzare i bilanci e ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli
obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento
con la prosecuzione del processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui
parametri da utilizzare negli stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti
è stato più contenuto, riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo
economico, con implicazioni anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati
azionari non hanno risentito del manifestarsi di rischi geo-politici a livello globale e hanno continuato a beneficiare
dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative
sulla congiuntura economica. Gli indici europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica
monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree
34
geografiche. Tali fattori hanno alimentano i flussi di investimento da parte degli operatori finanziari internazionali verso l’area.
Per quanto riguarda le valute, la Moneta Unica si è portata dal livello di 1,38 di fine 2013 al livello di 1,37 fine giugno. Tale
andamento è il risultato di forze contrastanti che hanno impedito movimenti marcati del rapporto di cambio. La posizione di
attivo di parte corrente dell’Area Euro e i flussi di investimenti di operatori finanziari internazionali verso i mercati europei
hanno fornito supporto all’Euro. Il differenziale di crescita a favore degli Stati Uniti e il diverso orientamento di politica
monetaria delle due banche centrali, con l’avvio del processo di normalizzazione delle condizioni monetarie da parte della FED,
hanno invece fornito supporto al Dollaro USA. Con riferimento alle materie prime, nel semestre sono state realizzate
performance positive dalle materie prime agricole, effetto dell’acuirsi della crisi ucraina, e dall’oro, che nelle situazioni di
incremento delle tensioni sui mercati finanziari ha beneficiato del ruolo di attività finanziaria con un più basso livello di rischio.
Nel contesto descritto l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook sull’Italia da Negativo a Stabile lo scorso 14 febbraio
e l’agenzia di rating Fitch da Negativo a Stabile lo scorso 25 aprile. Con riferimento alla Spagna, gli avanzamenti in termini di
riforme strutturali e ridimensionamento degli squilibri strutturali realizzati dal paese hanno indotto l’agenzia di rating Moody’s
ad alzare il rating sul paese da Baa3 a Baa2 con Outlook Positivo lo scorso 21 febbraio. Modificato al rialzo anche il rating sulla
Spagna di Fitch (da BBB a BBB+ con Outlook Stabile lo scorso 25 aprile) e di Standard & Poor’s (da BBB- a BBB con Outlook
Stabile lo scorso 23 maggio). L’Outlook del Portogallo è stato rivisto da Stabile a Positivo da parte di Fitch lo scorso 4 aprile
(rating confermato a BB +) e da Negativo a Stabile da parte di Standard & Poor’s lo scorso 9 maggio (rating confermato a BB).
Nel corso del semestre il fondo è stato investito prevalentemente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili di paesi
dell’Area Euro (in particolare italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, austriaci, portoghesi e olandesi) per un peso medio pari
a circa il 52,7%; in emissioni obbligazionarie societarie con un peso medio del 13,8% circa e in misura residuale in titoli
obbligazionari speciali con attività a collaterale (in media 0,5% circa). Il portafoglio è stato investito in strumenti finanziari di
natura azionaria per un peso medio pari a circa il 29,2% (valore solo marginalmente inferiore al benchmark con componente
azionaria pari al 30% rappresentata dal MSCI Europe). Sono state inoltre effettuate operazioni in derivati sia azionari che
obbligazionari. Con riferimento alla componente obbligazionaria, il fondo ha iniziato il semestre con un posizionamento di
duration prossimo a quello del benchmark. Esso risultava la sintesi, tra l’altro, di una esposizione all’Italia positiva per circa 4
mesi, di una esposizione alla Spagna di sottopeso per circa 1 mese, di una esposizione alla Francia di sottopeso di circa 1 mese e
di una esposizione alla Germania di sovrappeso di circa 4 mesi. La crescita economica dell’Area Euro debole, pur se in
miglioramento, e con modeste pressioni inflazionistiche risultava coerente con le aperture della BCE verso ulteriori interventi di
politica monetaria espansiva, attraverso l’utilizzo di strumenti sia convenzionali che non convenzionali: il quadro descritto
forniva supporto al sovrappeso di duration sulla Germania. La posizione in termini di duration è stata ridotta nel mese di febbraio
a fronte dell’apertura di una posizione di sottopeso sul titolo di Stato statunitense a 5 anni e del passaggio alla neutralità sulla
Germania (sottopeso del fondo in termini di duration pari a 4 mesi). Confermate le altre esposizioni descritte in precedenza. In
particolare, il sottopeso di duration sulla Spagna è da ricondurre alla considerazione che il mercato obbligazionario governativo
spagnolo risulta meno attraente in termini relativi e con un livello di liquidità di mercato inferiore rispetto all’Italia. A partire da
febbraio e fino a maggio è stata incrementata la posizione sul Portogallo, con una esposizione in termini di duration comunque
neutrale rispetto al benchmark. Tale scelta è da ricondurre agli avanzamenti fatti dal paese in materia di miglioramento dei conti
pubblici e di crescita economica. Le altre scelte a livello di esposizione per paese sono state confermate fino alla fine di giugno.
In chiusura di semestre, il fondo presentava pertanto una sottoesposizione in termini di duration di circa 7 mesi (livello di
duration al 30 giugno pari a 3 anni e 9 mesi). In sovrappeso di circa 3 mesi l’esposizione all’Italia, in sottopeso di circa 1 mese la
posizione sulla Spagna, in sottopeso di circa 2 mesi l’esposizione alla Francia, neutrale l’esposizione alla Germania e in
sottopeso di circa di 1 mese l’esposizione agli Stati Uniti. La conferma del sottopeso sulla Francia è da ricondurre alla debolezza
economica del paese e al lento miglioramento dei dati di bilancio pubblico. La posizione di sottopeso sugli Stati Uniti è legato al
35
processo di normalizzazione, seppur graduale, delle condizioni di politica monetaria. L’atteso recupero dell’inflazione europea,
a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più
in generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari governativi legati
all’inflazione di Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche negli Stati Uniti giustifica
l’esposizione anche ai titoli legati all’inflazione statunitensi. A livello geografico, il portafoglio obbligazionario ha evidenziato
nel semestre una preferenza per il debito governativo italiano (in media la posizione sui titoli di Stato italiani è stata pari a circa
il 25,7%); rilevanti anche le quote investite in titoli di Stato di altri paesi quali ad esempio Germania (in media circa l’8,5%),
Francia (il 7,9% circa), Spagna (5,1% circa), Belgio (3% circa), Austria (1,6% circa), Portogallo (0,8% circa) e Olanda (0,1%
circa ). Su tutto il trimestre, sono state mantenute a zero le esposizioni ai titoli governativi di Grecia e Irlanda. Sul segmento
delle obbligazioni societarie è stato mantenuto un investimento medio di circa il 13,8%, in aumento dal livello del 13,3% circa
di fine 2013 al livello del 14,5% circa di fine giugno, livello superiore al benchmark. La componente societaria è stata investita
principalmente nel settore finanziario (in media circa il 6,9%), nel settore telecomunicazioni (in media circa l’1,6%) e nel settore
dei beni di consumo durevoli (1,5%). All’interno della componente obbligazionaria societaria, nel corso del semestre è stata
mantenuta la preferenza per le emissioni Investment Grade europee verso quelle statunitensi, nello specifico la preferenza per
subordinati finanziari che offrono rendimenti attraenti. Le emissioni societarie europee infatti godono di un vantaggioso rapporto
domanda/offerta; negli Stati Uniti inoltre l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni
anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Con riferimento alla componente azionaria, a gennaio
l’allocazione effettiva è risultata pari a circa il 31%, in sovrappeso rispetto al benchmark. A inizio mese è stata aperta una
posizione in opzioni put sull’Euro Stoxx 50, anticipando eventuali correzioni di mercato. A febbraio la posizione in opzioni put è
stata chiusa ed è stata aperta una posizione in futures sull’indice FTSEMib con l’allocazione all’azionario portata a circa il 32%.
Tale livello è stato confermato anche nel mese di marzo. Ad aprile, a fronte di una esposizione effettiva di circa il 32%, si
segnala l’apertura di una posizione in futures sull’indice tedesco Dax che ha sostituito quello sull’indice FTSEMib. Il sovrappeso
sull’Italia è stato pertanto realizzato attraverso lo stock picking. Il livello di esposizione effettiva pari a circa il 32% è stato
confermato anche nei mesi di maggio e giugno. A livello settoriale, in apertura di semestre è stato incrementato il sottopeso sul
settore finanziario, non escludendo tuttavia successivi posizionamenti a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello
specifico italiani, ritenendo che le valutazioni sarebbero risultate più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di
fine 2013. E’ stato inoltre incrementato il sottopeso sul settore industriale, ritendendo le valutazioni poco attraenti, e
incrementato il sovrappeso sul settore energetico, ritenendo che avrebbe beneficiato del miglioramento del ciclo economico.
Infine, è stato confermato il sottopeso sul farmaceutico. A febbraio è stato deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul
settore finanziario, scelta da ricondurre alla view positiva sull’evoluzione della crescita economica europea. E’ stato altresì
confermato il sottopeso sul settore industriale, caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposizione all’area emergente. E’
stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore delle materie prime. Nel mese di marzo è stato deciso il passaggio da una
posizione di sottopeso a una posizione di neutralità sul settore industriale. Ad aprile è stato deciso il passaggio in sottopeso sul
settore finanziario, con prese di profitto sulle banche più esposte all’Area Euro, che avevano evidenziato dinamiche più positive,
e parziale sostituzione con banche più diversificate. Tali decisioni sono da ricondurre alla volontà di ridurre l’esposizione al tema
della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo economico globale. L’allocazione settoriale è stata
confermata nel mese di maggio. A giugno, l’ipotesi di incremento dell’inflazione sia negli Stati Uniti che in Area Euro, effetto
delle politiche monetarie reflattive, ha fornito ulteriore supporto alla decisione di sovrappesare il segmento delle materie prime e
degli energetici. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina,
e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto
suo valutazioni e livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di
36
free cash flow. La performance positiva del fondo è stata positiva e prevalentemente attribuibile al rendimento della componente
obbligazionaria; è stata inoltre determinata, ma in misura contenuta dato il peso nel portafoglio, anche dal rendimento della
componente azionaria. A determinare la differenza negativa di performance del fondo rispetto al benchmark sul semestre è stata
sia la componente obbligazionaria sia la componente azionaria. In particolare sulla componente obbligazionaria, il confronto con
il benchmark è stato indebolito dalla posizione corta di duration. Con riferimento alla componente azionaria, nel confronto con
il benchmark è risultato penalizzante il processo di selezione titoli. Nel corso del semestre sono state poste in essere operazioni
in strumenti finanziari derivati sia per finalità di investimento che di gestione del rischio, in particolare in futures e opzioni
sull’indice azionario Euro Stoxx 50, sul FTSE Mib, sul Nikkei 225, sul DAX, sul FTSE 100 e sull’IBEX 35 e in futures sul titolo
governativo decennale tedesco e statunitense. La leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo
(definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel
limite del 4,5%. Al 30 giugno 2014 (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio titoli
risulta investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso pari a circa il 70%. In particolare, il 55% circa del
fondo è rappresentato da titoli governativi ed assimilabili, il 15% circa da obbligazioni societarie e marginalmente da titoli
obbligazionari speciali con attività a collaterale. La duration del portafoglio titoli al 30 giugno è pari a 3 anni e 9 mesi circa. Il
28,2% circa del fondo risulta investito in strumenti di natura azionaria, posizione inferiore al benchmark; esistono posizione
aperte in derivati alla data in esame che determinano una esposizione effettiva al mercato azionario pari al 31,6% circa. A fine
anno il rating medio complessivo del portafoglio obbligazionario è pari ad A-, pari ad A il rating medio complessivo del
benchmark.
Linee Strategiche
In Area Euro, i dati pubblicati, pur se inferiori alle attese, continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico,
soprattutto nei paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma
particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di
politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In
prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento
dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. L’orientamento estremamente
accomodante della BCE dovrebbe dal canto suo limitare i movimenti al rialzo dei tassi di rendimento dei titoli governativi
tedeschi, soprattutto a breve termine, nonostante i livelli molto compressi raggiunti attualmente su tutta la curva. Il pacchetto di
misure espansive dirette e indirette attuato dalla BCE a giugno ha determinato una ulteriore fase di diminuzione dei rendimenti
governativi sia core che periferici, con il Bund 10y arrivato a 1,24%, prossimo ai minimi del 2012 quando aveva raggiunto il
livello di 1,20%, ed il BTP 10y a 2,85%, ai minimi storici assoluti dalla nascita della moneta unica. Gli indici azionari europei
potrebbero pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree
geografiche. Le valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti,
contribuendo ad alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale
e il livello raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustificano tuttavia la scelta di
privilegiare settori più esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione sia in Area Euro che in USA, dovrebbe
inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare energetici e materie prime. La politica monetaria accomodante,
il miglioramento della crescita e i passi avanti compiuti in materia di conti pubblici e assetto istituzionale europeo dovrebbero
inoltre continuare a sostenere i titoli governativi dei paesi periferici europei. L’atteso recupero dell’inflazione europea, a fronte
di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante, funzionale anche alla svalutazione dell’Euro e più in
generale di supporto alla crescita, è alla base della scelta di avere una esposizione ai titoli obbligazionari legati all’inflazione di
37
Germania, Francia, e Italia. Il ridimensionamento del rischio di disinflazione anche in USA giustifica l’esposizione anche ai titoli
legati all’inflazione statunitensi.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
CCT 01/11/2018
BTP 4.5% 01/03/2019
FRANCE OAT 3.75% 25/04/2021
BTP 4% 01/02/2017
DEUTSCHLAND REP 3.5% 04/07/2019
BTP I/L 2.55% 22/10/2016
SPANISH GOVT 4.6% 30/07/2019
BTP 4.5% 01/08/2018
BTP I/L 2.1% 15/09/2017
FRANCE OAT 4% 25/10/2014
BELGIAN 3.5% 28/03/2015
SPANISH GOVT 3% 30/04/2015
DEUTSCHLAND REP 3.75% 04/01/2017
DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037
PORTUGUESE OTS 5.65% 15/02/2024
DEUTSCHLAND REP 2.5% 04/01/2021
SPANISH GOVT 3.25% 30/04/2016
REP OF AUSTRIA 4.65% 15/01/2018
BTP 3.75% 01/08/2021
BTP 4.75% 15/09/2016
BELGIAN 4% 28/03/2019
BTP 4% 01/02/2037
FRANCE OAT 4% 25/10/2038
BTP 3% 15/04/2015
NOVARTIS
ROYAL DUTCH SHELL
HSBC HOLDINGS
IMPERIAL TOBACCO GROUP
RIO TINTO
TULLOW OIL
MUENCHENER RUECKVER
SABMILLER
PERNOD-RICARD
FRANCE OAT 3.25% 25/04/2016
ADIDAS
SILVER WHEATON
FRANCE OAT 5.75% 25/10/2032
MOSAIC CO
LOREAL
DANONE
BHP BILLITON
ZURICH INSURANCE GROUP
SYNGENTA
VOLKSWAGEN
GOLDCORP
AGNICO EAGLE MINES
BG GROUP
TATE & LYLE
STANDARD CHARTERED
CIE FINANCIERE RICHEMONT
Codice ISIN
Controvalore in Euro
% incidenza su
attività del Fondo
14.596.400
12.029.850
10.670.850
8.663.200
8.452.670
8.341.588
6.958.200
6.794.400
6.458.192
6.175.640
4.614.300
4.600.575
4.154.540
4.134.160
4.059.650
3.922.450
3.676.925
3.465.150
3.329.673
3.266.700
3.138.480
2.643.585
2.639.280
2.550.750
2.429.808
2.395.704
2.350.480
1.836.734
1.709.539
1.657.749
1.653.808
1.598.553
1.597.368
1.586.250
1.527.111
1.491.012
1.450.820
1.421.190
1.408.639
1.365.438
1.348.016
1.334.301
1.314.298
1.307.884
1.306.016
1.286.491
1.276.218
1.259.207
1.252.277
1.212.727
5,488
4,523
4,012
3,257
3,178
3,137
2,616
2,555
2,428
2,322
1,735
1,730
1,562
1,554
1,526
1,475
1,383
1,303
1,252
1,228
1,180
0,994
0,992
0,959
0,914
0,901
0,884
0,691
0,643
0,623
0,622
0,601
0,601
0,596
0,574
0,561
0,546
0,534
0,530
0,513
0,507
0,502
0,494
0,492
0,491
0,484
0,480
0,473
0,471
0,456
IT0004922909
IT0004423957
FR0010192997
IT0004164775
DE0001135382
IT0004863608
ES00000121L2
IT0004361041
IT0004085210
FR0010112052
BE0000316258
ES00000122F2
DE0001135317
DE0001135275
PTOTEQOE0015
DE0001135424
ES00000122X5
AT0000385745
IT0004009673
IT0004761950
BE0000315243
IT0003934657
FR0010371401
IT0004568272
CH0012005267
GB00B03MLX29
GB0005405286
GB0004544929
GB0007188757
GB0001500809
DE0008430026
GB0004835483
FR0000120693
FR0010288357
DE000A1EWWW0
CA8283361076
FR0000187635
US61945C1036
FR0000120321
FR0000120644
GB0000566504
CH0011075394
CH0011037469
DE0007664039
CA3809564097
CA0084741085
GB0008762899
GB0008754136
GB0004082847
CH0210483332
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso
del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
96.614.158
4.539.900
3.480.906
b) rimborsi:
- riscatti
- switch in uscita
-34.512.102
-1.160.906
Raccolta netta del periodo
68.961.956
38
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
%
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
%
tot. attività
257.302.518
96,748
179.576.778
95,988
182.869.653
68,761
120.897.761
64,623
143.377.730
53,912
95.632.050
51,118
39.491.923
14,849
25.265.711
13,505
74.432.865
27,987
58.679.017
31,365
1.059.008
0,398
183.118
0,098
861.734
0,324
183.118
0,098
730.247
131.487
0,275
0,049
39.000
144.118
0,021
0,077
197.274
0,074
197.274
0,074
5.083.067
1,911
4.846.078
2,590
5.883.038
2,212
4.770.336
2,550
4.791.491
1.091.547
1,802
0,410
3.729.244
1.041.092
1,994
0,556
8.933.481
3,359
8.628.576
4,612
8.933.481
3,359
8.557.034
71.542
4,574
0,038
-9.733.452
-3,660
-8.552.834
-4,572
-560.106
-9.173.346
-0,211
-3,449
-8.552.834
-4,572
G. ALTRE ATTIVITA’
2.506.490
0,943
2.476.261
1,324
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
2.386.986
0,898
2.302.457
1,231
119.504
0,045
173.804
0,093
265.951.083
100,000
187.082.235
100,000
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C 1.1 di cui in Euro
C 1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C 2.1 di cui in Euro
C 2.2 di cui in valuta
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
F 1.1 di cui in Euro
F 1.2 di cui in valuta
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F 2.1 di cui in Euro
F 2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F 3.1 di cui in Euro
F 3.2 di cui in valuta
TOTALE ATTIVITA’
39
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
882.297
377.008
882.297
377.008
324.325
224.447
311.042
224.250
13.283
197
1.206.622
601.455
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
264.744.461
186.480.780
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
35.262.813,671
25.889.764,702
7,508
7,203
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
14.203.654,327
4.830.605,358
40
AZIONARIO EURO
Il fondo ha evidenziato nel primo semestre del 2014 una variazione positiva del 5,13% rispetto ad una variazione del 5,84% del
benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla
pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività
finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero
di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità
indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle
valute emergenti. I mercati azionari europei hanno pertanto evidenziato una debolezza generalizzata seppur con un
differenziazione per paese. Nel mese di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma
dell’orientamento estremamente accomodante della principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la
propria avversione al rischio, premiando le attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario. In Area
Euro si è distinto positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto anche dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo
esecutivo Renzi insediatosi il 22 febbraio. A marzo, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi
commerciali e sull’export e i dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa,
o più esposte in termini di export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei,
ancora sostenuti dall’interesse degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Ad aprile, tra i paesi sviluppati si si
sono messi in evidenza gli indici europei rispetto a quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente
interessanti, a fronte del calo dell’indice giapponese e della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie
positive. Nel mese di maggio si sono ulteriormente rafforzate le aspettative per importanti misure di politica monetaria espansiva
da parte della BCE. L’atteso ulteriore allentamento delle condizioni monetarie e finanziarie ha fornito supporto agli indici
azionari europei. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee,
senza poi recuperare interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. A giugno, la pubblicazione di
dati economici inferiori alle attese ha più che compensato l’effetto positivo dell’adozione di importanti misure di politica
monetaria espansiva da parte della BCE, soprattutto nella parte focalizzata sul recupero del credito alle imprese, ha indotto a
prese di profitto soprattutto sui mercati che avevano accumulato dinamiche più positive. Il fondo è stato investito principalmente
in titoli azionari appartenenti ai mercati dell’Area Euro. A livello geografico, il portafoglio è stato investito principalmente in
titoli azionari di Francia (mediamente il 37,3%), Germania (mediamente il 24,5%), Italia (mediamente il 10,9%), Spagna
(mediamente circa il 9,5%), Olanda (mediamente il 3,6%), Lussemburgo (mediamente il 2,8%), Belgio (mediamente il 2,6%) e
Irlanda (mediamente lo 0,4%). A livello settoriale, nel corso del semestre il fondo è stato esposto ai settori finanziario
(mediamente circa il 19,6%), industria di base (mediamente circa il 18,8%), consumi discrezionali (mediamente circa il 12,7%),
farmaceutico (mediamente circa l’8,3% circa), energetico (mediamente circa l’8%), servizi (mediamente circa il 7,9% circa),
telecomunicazioni (mediamente circa il 5,9% circa), servizi di pubblica utilità (mediamente circa il 5,5% circa), consumi
durevoli (mediamente circa il 3,3%) e tecnologico (mediamente circa il 2,7%). L’esposizione ai settori è variata tatticamente nel
corso dell’anno. A gennaio è stato implementato un posizionamento tattico più cauto. Si è deciso pertanto di ridurre
l’esposizione al settore finanziario, passando da un livello prossimo a quello del benchmark ad una posizione di sottopeso, non
escludendo tuttavia posizionamenti successivi a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico quelli italiani le
cui valutazioni si prevedevano più interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine anno. E’ stato inoltre
incrementato il sottopeso sui settori industria di base e tecnologico, tenuto conto delle valutazioni poco attraenti. Con riferimento
ai difensivi, nel mese è stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore telecomunicazioni, ritenendo il livello raggiunto dalle
valutazioni interessante. Nel mese di febbraio, riconoscendo il persistere di fattori di incertezza legati soprattutto all’evoluzione
del ciclo mondiale, sono state adottate scelte di allocazione settoriale che hanno privilegiato titoli esposti alla ripresa della
41
domanda interna europea. Si è pertanto deciso il passaggio ad una posizione di sovrappeso sul settore finanziario ed è stato
confermato il sovrappeso sul settore telecomunicazioni. E’ stato inoltre confermato il sottopeso sul settore industriale,
caratterizzato da valutazioni poco attraenti ed esposto alla crescita dei paesi emergenti, e sul settore tecnologico. Tali scelte di
allocazione settoriale sono state confermate fino al mese di aprile. A partire da maggio è stata ridotta l’esposizione al settore
finanziario con prese di profitto sulle banche esposte all’Area Euro a favore di banche più diversificate a livello globale. E’ stato
inoltre confermato il sottopeso sui titoli tecnologici. A giugno è proseguito il ridimensionamento dell’esposizione al settore
finanziario con prese di profitto sulle banche esposte all’Area Euro a favore di banche più diversificate. E’ stato inoltre
confermato il sottopeso sui titoli del settore tecnologico. Tali scelte sono coerenti con la decisione di ridurre ulteriormente
l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo globale, in particolare dell’area
emergente. L’atteso recupero dell’inflazione a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente accomodante ha
supportato ulteriormente il sovrappeso su materie prime e energetici mantenuto per tutto il semestre. Il settore delle materie
prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli
investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e livelli di
dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. In ultimo, si
riporta l’esposizione ai titoli del segmento dei metalli preziosi (oro, legato al tema di incremento dell’inflazione; argento,
utilizzato anche nel settore industriale). Al 30 giugno, la percentuale investita in titoli del settore industria di base risulta pari a
circa il 20,4%, 19,7% circa nel settore consumi discrezionali, 18% circa nel settore finanziario, 8,6% nel settore energetico, 7,9%
circa nel settore servizi, 7,4% circa nel farmaceutico, 6,7% nel settore telecomunicazioni, 5,1% nei servizi di pubblica utilità,
4,2% nei consumi durevoli e 2% nel settore tecnologico. Al 30 giugno 2014 la percentuale investita in titoli azionari della
Francia risulta pari a circa il 34,3%, della Germania è pari a circa il 31,1%, della Spagna è pari a circa il 12,3%, dell’Italia è pari
a circa l’11,2%, dei Paesi Bassi è pari a circa il 4,5%, del Lussemburgo è pari a circa il 3,1%, il Belgio è pari a circa il 2,4%. La
performance assoluta del fondo è stata positiva sul semestre. Positivo il contributo di tutti i settori con l’esclusione del
finanziario e del tecnologico. Particolarmente positivo il contributo del settore dei servizi di pubblica utilità, del settore
energetico e del settore servizi. Positivo anche il contributo derivante dalle posizioni assunte in derivati. Rispetto al benchmark,
una quota importante della performance negativa è da imputare al processo di selezione, soprattutto nel settore finanziario. Con
riferimento alle scelte geografiche, penalizzante è risultato il sovrappeso sul Lussemburgo e la selezione dei titoli su Germania,
Paesi Bassi, Francia. L’apporto positivo della selezione dei titoli è venuto in particolare da Total, Eni e Galp Energia
(energetico); Red Eletrica e Enel (servizi di pubblica utilità); UCB (farmaceutico), Daimler (consumi durevoli); Telefonica
(telecomunicazioni); Vicat (industria di base), Unilever (consumi discrezionali). Negativo, invece, il contributo derivante dalla
selezione titoli per Deutsche Bank e Axa (finanziario), Royal Philips e ArcelorMittal (industria di base) e Sap (tecnologico). Al
30 giugno 2014 (percentuali calcolate sul patrimonio netto) il fondo risulta investito in titoli di capitale e in liquidità. E’ presente
una posizione in derivati (futures e opzioni) sull’Euro Stoxx 50, sul Dax e sul Ftse Mib. Nel corso del semestre sono state poste
in essere operazioni in strumenti derivati, in particolare tramite futures e opzioni sull’indice azionario Euro Stoxx 50, Ftse Mib,
Dax e Ibex 35, sia con finalità di investimento sia con finalità di copertura; la leva è stata non superiore a 1,4. Il tracking error
ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del portafoglio rispetto a quello del
benchmark) si è mantenuto nel limite dell’8%.
Linee strategiche
In Area Euro, i dati pubblicati continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico sia a livello aggregato che,
soprattutto, a livello di paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma
particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di
42
politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In
prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento
dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. Gli indici azionari europei potrebbero
pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le
valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad
alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello
raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustifica tuttavia la scelta di privilegiare settori
esposti alla domanda globale. L’atteso recupero dell’inflazione a fronte di un orientamento di politica monetaria estremamente
accomodante, di supporto alla crescita, dovrebbe inoltre favorire i settori più sensibili a tale evento, in particolare petroliferi e
materie prime.
Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
ENI
TELEFONICA
INTESA SANPAOLO RSP
SIEMENS
LOREAL
DANONE
LVMH
PERNOD-RICARD
MUENCHENER RUECKVER
SCHNEIDER ELECTRIC
RED ELECTRICA
UCB
ADIDAS
UNILEVER
TECHNIP
BNP PARIBAS
DEUTSCHE BANK
AIR LIQUIDE
BAYER
KONINKLIJKE PHILIPS
DAIMLER
BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTA
VOLKSWAGEN
ARCELORMITTAL
SAP
LINDE
AXA
TELECOM ITALIA
TOTAL
REPSOL
METRO
ACCOR
SANOFI
EUTELSAT COMMUNICATIONS
SA DES CIMENTS VICAT
IBERDROLA
DEUTSCHE WOHNEN
HEIDELBERGCEMENT
DEUTSCHE TELEKOM
CONTINENTAL
COMPAGNIE DE SAINT-GOBAIN
SALVATORE FERRAGAMO
TENARIS
GALP ENERGIA SGPS
FRESENIUS MEDICAL CARE
ALLIANZ
GAS NATURAL SDG
SOCIETE GENERALE
ASTALDI
Codice ISIN
IT0003132476
ES0178430E18
IT0000072626
DE0007236101
FR0000120321
FR0000120644
FR0000121014
FR0000120693
DE0008430026
FR0000121972
ES0173093115
BE0003739530
DE000A1EWWW0
NL0000009355
FR0000131708
FR0000131104
DE0005140008
FR0000120073
DE000BAY0017
NL0000009538
DE0007100000
ES0113211835
DE0007664039
LU0323134006
DE0007164600
DE0006483001
FR0000120628
IT0003497168
FR0000120271
ES0173516115
DE0007257503
FR0000120404
FR0000120578
FR0010221234
FR0000031775
ES0144580Y14
DE000A0HN5C6
DE0006047004
DE0005557508
DE0005439004
FR0000125007
IT0004712375
LU0156801721
PTGAL0AM0009
DE0005785802
DE0008404005
ES0116870314
FR0000130809
IT0003261069
43
Controvalore in
Euro
% incidenza su attività
del Fondo
2.673.605
2.280.518
2.279.374
2.277.088
2.175.946
2.125.611
2.058.918
1.971.496
1.827.365
1.778.837
1.713.487
1.689.567
1.681.560
1.675.560
1.668.503
1.648.808
1.616.704
1.590.714
1.584.900
1.518.194
1.503.158
1.496.301
1.473.983
1.449.206
1.414.907
1.414.472
1.368.175
1.351.196
1.344.148
1.337.203
1.321.104
1.318.101
1.247.409
1.225.359
1.204.480
1.201.194
1.179.880
1.164.698
1.130.483
1.116.897
1.035.894
1.023.181
791.836
787.252
727.023
723.750
713.723
710.281
633.199
3,507
2,991
2,989
2,986
2,854
2,788
2,700
2,586
2,397
2,333
2,247
2,216
2,205
2,197
2,188
2,162
2,120
2,086
2,079
1,991
1,971
1,962
1,933
1,901
1,856
1,855
1,794
1,772
1,763
1,754
1,733
1,729
1,636
1,607
1,580
1,575
1,547
1,527
1,483
1,465
1,359
1,342
1,038
1,032
0,953
0,949
0,936
0,932
0,830
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del
primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
39.932.993
1.903.950
4.929.428
b) rimborsi:
- riscatti
- switch in uscita
-25.375.194
-3.646.275
Raccolta netta del periodo
17.744.902
44
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
%
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
%
tot. Attività
71.245.248
93,436
50.419.545
91,422
71.245.248
93,436
50.419.545
91,422
447.769
0,588
202.797
0,368
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
301.735
0,396
202.797
0,368
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
146.034
0,192
4.494.263
5,894
4.477.698
8,119
4.965.428
6,512
4.476.828
8,117
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
18.285
0,024
870
0,002
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
-489.450
-0.642
62.924
0,082
50.347
0,091
797
0,001
5
0,000
62.127
0,081
50.342
0,091
76.250.204
100,000
55.150.387
100,000
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
G. ALTRE ATTIVITA’
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
TOTALE ATTIVITA’
45
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
449.138
538.587
449.138
538.587
109.811
79.173
109.811
79.173
558.949
617.760
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
75.691.255
54.532.627
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
11.986.122,225
9.077.883,379
6,315
6,007
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
7.593.294,520
Quote rimborsate
4.685.055,674
46
AZIONARIO INTERNAZIONALE
Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva del 4,68% rispetto ad una variazione del 7,47% del
benchmark. Entrambe le performance sono espresse al lordo dell’effetto fiscale. L’inizio del semestre è stato caratterizzato dalla
pubblicazione di deludenti dati economici statunitensi, dall’avvio del processo di ridimensionamento degli acquisti di attività
finanziarie sul mercato da parte della FED e dalle preoccupazioni sulla capacità dell’area emergente di proseguire su un sentiero
di crescita apprezzabile e di non subire un eccessivo ridimensionamento dei flussi di investimento a fronte del calo della liquidità
indotto dalla FED. Ciò ha determinato prese di profitto sulle attività finanziarie percepite come più rischiose e tensioni sulle
valute emergenti. Tra i mercati azionari le prese di profitto sono state maggiori sugli indici azionari giapponesi; la conversione in
Euro è risultata tuttavia premiante, tenuto conto dell’apprezzamento dello yen che ha beneficiato del ruolo di valuta rifugio in un
contesto di maggiori tensioni. Gli indici azionari dei paesi emergenti hanno invece evidenziato dinamiche negative sia in valuta
locale che in Euro. A fine gennaio, l’indice MSCI World in Euro ha pertanto registrato un calo dell’1% circa (-3,42% in dollari
Usa). Nel mese di febbraio, i segnali positivi per la dinamica della crescita globale e la conferma dell’orientamento
estremamente accomodante delle principali banche centrali hanno indotto gli investitori a ridimensionare la propria avversione al
rischio, premiando le attività finanziarie più esposte al ciclo, in particolare il mercato azionario. Nello specifico, i mercati
azionari USA hanno trovato supporto nelle accomodanti prese di posizione della FED. L’istituto centrale, pur affermando la
prosecuzione della riduzione degli acquisti di attività finanziarie nei mesi successivi, ha infatti enfatizzato la necessità di
monitorare i dati economici per adeguare in modo opportuno il processo di normalizzazione della politica monetaria,
ridimensionando le preoccupazioni per variazioni repentine dell’orientamento di politica monetaria. In Area Euro si è distinto
positivamente il mercato azionario italiano, sostenuto dalle aspettative sulla forza riformatrice del nuovo esecutivo Renzi
insediatosi il 22 febbraio. Il recupero degli indici azionari dei paesi emergenti è stato invece contenuto, tenuto conto del
permanere di preoccupazioni sull’evoluzione della crescita economica della Cina. Le incertezze sulla capacità del Giappone di
mantenere un ritmo di crescita soddisfacente, alimentate dall’aumento dell’Iva entrato in vigore ad aprile, hanno continuato ad
indebolire gli indici azionari del paese. Gli andamenti descritti si sono tradotti in un rialzo mensile dell’indice MSCI World in
Euro del 2,53% ( 5,01% in dollari USA). A marzo, l’evoluzione della crisi ucraina, con potenziali impatti negativi sugli scambi
commerciali e sull’export e i dati cinesi deludenti hanno penalizzato le piazze europee direttamente coinvolte, come quella russa,
o più esposte in termini di export, come quella tedesca. Diverso l’andamento dei mercati azionari dei paesi periferici europei,
ancora sostenuti dall’interesse degli investitori internazionali per le valutazioni attraenti. Sui mercati azionari USA le tensioni
geopolitiche e l’incertezza sull’evoluzione della politica monetaria sono state compensate dalla pubblicazione di dati economici
confortanti. Il nervosismo degli investitori ha portato tuttavia a premiare i settori più difensivi. Ancora in calo l’indice
giapponese, penalizzato dalle preoccupazioni sull’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi personali e quindi sulla crescita. Tra
gli emergenti, va segnalato il calo dell’indice azionario cinese, tenuto conto delle preoccupazioni sulla dinamica della crescita e
sulla stabilità finanziaria del paese. La sintesi degli andamenti descritti è stato un rialzo del MSCI World in Euro dello 0,36% in
Euro, pari allo 0,14% in dollari Usa. Ad aprile, tra i paesi sviluppati si si sono messi in evidenza gli indici europei rispetto a
quelli USA, continuando a beneficiare delle valutazioni particolarmente interessanti, a fronte del calo dell’indice giapponese e
della generale debolezza dei paesi emergenti, pur se con singole storie positive. In sintesi, l’indice MSCI World in Euro ha
evidenziato solo un limitato rialzo (0,42%), pari all’1,02% in dollari Usa. A maggio l’andamento dei mercati azionari è stato
positivo, sia per i paesi sviluppati che per i paesi emergenti, con l’esclusione di situazioni specifiche caratterizzate da singole
criticità. Il mercato azionario italiano, dal canto suo, ha risentito delle preoccupazioni sull’esito delle elezioni europee, senza poi
recuperare interamente dopo la diffusione dei risultati positivi per il governo in carica. L’andamento mensile dell’indice MSCI
World in Euro si è tradotto in un incremento del 3,61% in Euro e dell’1,97% in dollari USA. A giugno, positivo è stato
l’andamento del mercato azionario statunitense che ha trovato supporto nei buoni dati di crescita e nelle rassicurazioni della
47
FED, ponendo in secondo ordine le preoccupazioni per l’emergere di rischi geo-politici in Iraq e per il conseguente incremento
del prezzo del petrolio. Gli indici USA si sono pertanto portati su livelli storicamente alti. Meno brillanti invece i mercati
azionari europei. Alla base di tale andamento la pubblicazione di dati economici inferiori alle attese che ha più che compensato
l’effetto delle decisioni di politica monetaria espansiva da parte della BCE e ha indotto a prese di profitto soprattutto sui mercati
che avevano accumulato dinamiche più positive. Il mercato giapponese ha proseguito l’andamento positivo avviato nel mese di
maggio, pur non riuscendo a recuperare le perdite accumulate da inizio anno. L’annuncio del pacchetto di riforme strutturali da
parte del Governo Abe, seppur ancora da definire nei dettagli, e i dati economici in miglioramento hanno infatti favorito il
recupero dei corsi azionari del paese. Positivo anche l’andamento dei mercati emergenti, in particolare il mercato indiano,
sostenuto dall’esito delle elezioni parlamentari a favore di un governo riformista, e il mercato cinese, sospinto da dati positivi e
dall’adozione di misure di politica economica espansiva. La combinazione degli andamenti descritti è stato un rialzo mensile
dell’indice MSCI in Euro pari all’1,45% (1,79% in dollari USA). Sull’intero semestre, il MSCI World in Euro ha registrato un
incremento del 7,47% ( 6,50% in dollari Usa). Il fondo è stato investito principalmente in titoli azionari quotati nei mercati
internazionali. A livello geografico, il portafoglio è stato investito principalmente in titoli azionari di Stati Uniti (mediamente il
51,8%), Regno Unito (mediamente il 9,4%), Giappone (mediamente il 9,1%), Francia (mediamente il 6,4%) Svizzera
(mediamente il 4,6%), Germania (mediamente il 3,7%), Cina (mediamente il 3%), Italia (mediamente il 2,2%), Canada
(mediamente l’1,9%), Paesi Bassi (mediamente l’1,6%) e Spagna (mediamente l’1,5%). Il posizionamento di portafoglio rispetto
al benchmark è andato mediamente a favore dell’Area Euro, ritenendo i mercati azionari europei caratterizzati da valutazioni
interessanti in ottica strategica; in sottopeso sugli USA, tenuto conto delle valutazioni poco attraenti; marginalmente in
sovrappeso sul Giappone, ritenendo efficace la politica reflattiva di Abe. Sono state inoltre confermate posizioni fuori
benchmark in titoli dei paesi emergenti, nello specifico Cina (mediamente il 3%) e India (mediamente lo 0,4%), inserite per
beneficiare del potenziale di crescita di queste aree. Il posizionamento geografico descritto è stato confermato in chiusura di
semestre. Al 30 giugno 2014, il fondo risulta investito per circa il 51,9% in titoli azionari degli Stati Uniti, l’11,2% in titoli
azionari del Regno Unito, il 9,3% in titoli azionari del Giappone, il 4,8% in titoli azionari della Germania, il 4,2% in titoli
azionari della Svizzera, il 4% in titoli azionari della Francia; il 3,4% in titoli azionari del Canada. Si segnala pertanto la
posizione di sovrappeso sull’Area Euro (pari a circa il 4%), di marginale sovrappeso sul Giappone (pari a circa lo 0,9%), di
sottopeso sugli USA (pari a circa il 2,7%) e si conferma il mantenimento di una esposizione contenuta agli emergenti attraverso
la Cina (circa il 3%) e l’India (circa lo 0,4%). A livello settoriale, nel corso dell’anno il fondo è stato esposto ai settori
finanziario (mediamente circa il 19,5%), industria di base (17,4%), consumi discrezionali (13% circa), tecnologico (12,9%
circa), farmaceutico (10,1% circa), energetico (9,9% circa), servizi (7,7% circa), consumi durevoli (3% circa), telecomunicazioni
(2,8% circa) e servizi di pubblica utilità (1,5% circa). L’esposizione ai settori è variata tatticamente nel corso dell’anno. A
gennaio è stato implementato un posizionamento tattico più cauto. Si è deciso pertanto di ridurre l’esposizione al settore
finanziario, passando da un livello di sovrappeso ad una posizione di sottopeso, non escludendo tuttavia posizionamenti
successivi a favore dei finanziari dei paesi periferici europei, nello specifico quelli italiani le cui valutazioni si prevedevano più
interessanti dopo la pubblicazione dei risultati societari di fine anno. E’ stato inoltre incrementato il sovrappeso sul settore delle
materie prime in virtù dell’acquisto di società aurifere. Nel mese di febbraio, riconoscendo il persistere di fattori di incertezza
legati soprattutto all’evoluzione del ciclo mondiale, sono state adottate scelte di allocazione settoriale che hanno privilegiato
titoli esposti alla ripresa della domanda interna europea. Si è pertanto deciso di ridurre il sottopeso sul settore finanziario
attraverso investimenti a favore del settore finanziario europeo. Tali scelte di allocazione settoriale sono state confermate nel
mese di marzo. A partire da aprile è stato incrementato il sottopeso sul settore finanziario con prese di profitto sulle banche
esposte all’Area Euro che hanno evidenziato dinamiche più positive e parziale sostituzione con banche più diversificate. Nel
mese è stato inoltre deciso il passaggio da sottopeso a sovrappeso sul settore delle telecomunicazioni a fronte di posizioni
48
acquisite nell’Area Europea. A giugno è stato confermato il sottopeso sul settore finanziario, con minore esposizione alle banche
più esposte all’Area Euro e parziale sostituzione con banche più diversificate. Tale scelta risultava coerente con la decisione di
ridurre l’esposizione al tema della domanda interna europea a favore del miglioramento del ciclo globale, in particolare dell’area
emergente. La considerazione appena esposta è anche alla base della conferma del sovrappeso sul settore industriale, più legato
all’andamento dei mercati emergenti. L’ipotesi di incremento dell’inflazione in USA e Area Euro ha supportato ulteriormente il
sovrappeso su materie prime e energetici. Il settore delle materie prime è sostenuto anche da dati di crescita globale in
miglioramento, soprattutto in Cina, e dalla contenuta dinamica degli investimenti che si traduce in disponibilità di liquidità. Il
settore energetico presenta dal canto suo valutazioni e livelli di dividend yield interessanti; il ridimensionamento degli
investimenti si traduce inoltre in livelli alti di free cash flow. In ultimo si riporta l’esposizione ai titoli del segmento dei metalli
preziosi (oro, legato al tema di incremento dell’inflazione; argento, utilizzato anche nel settore industriale). Al 30 giugno 2014,
la percentuale investita in emissioni del settore industria di base è pari al 20,8% circa, 18,2% circa nel settore finanziario, 15,9%
circa nel settore consumi discrezionali, 11,7% circa nel settore tecnologico, 9,7% circa nel settore energetico, 9,4% circa nel
settore farmaceutico, 8,3% circa nel settore servizi, 3,5% circa nel settore consumi durevoli, 1,9% circa nel settore
telecomunicazioni, 0,6% circa nel settore servizi di pubblica utilità. La performance assoluta del fondo è stata positiva durante il
semestre; su tale performance ha avuto anche un impatto positivo il deprezzamento dell’Euro nei confronti delle principali valute
(tra cui principalmente il Dollaro) con un impatto pari a circa l’1,5% positivo sulla performance assoluta del fondo. Il contributo
positivo più rilevante è derivato dai settori energetico, tecnologico e farmaceutico; unici contributi negativi quello del settore
finanziario e del settore telecomunicazioni. Positivo anche il contributo derivante dalle posizioni assunte in derivati. Rispetto al
benchmark il fondo ha accumulato una sottoperformance legata soprattutto al processo di selezione titoli, soprattutto sul
mercato statunitense. A livello settoriale, negativo il contributo di selezione nei settori finanziario, servizi di pubblica utilità
(assenza di esposizione al settore statunitense che ha evidenziato un buon andamento), farmaceutico (soprattutto il segmento
statunitense) e tecnologico. A livello geografico, è risultato penalizzante il marginale sovrappeso sul Giappone e l’esposizione
alla Cina. Con riferimento alla selezione dei titoli, è stato particolarmente premiante l’investimento in Anadarko Petroleum
Corporation (energetico), Agnico, (industria di base); PNC Financial Services Group (finanziario); Apple e Applied Materials
(tecnologico); Agnico Eagle Mines (industria di base); Actavis (farmaceutico); Halliburton (servizi), Activision Blizzard
(consumi durevoli). Negativo il contributo derivante da Vodafone (telecomunicazioni), KBR (servizi), Yahoo (tecnologico);
Altria e Amazon (consumi discrezionali), Mitsubishi Estate e China Overseas Land & Investment (finanziario). Al 30 giugno
2014 (percentuali calcolate sul patrimonio netto) il portafoglio è investito in titoli di capitale e in liquidità. Sono inoltre presenti
posizioni in derivati (opzioni e futures) con finalità di investimento e copertura sugli indici S&P 500, Nasdaq, Euro Stoxx 50,
Dax, FTSEMIB e CNX Nifty. Nel corso semestre sono state poste in essere operazioni in strumenti derivati principalmente con
l’implementazione di strategie operative in futures e opzioni sull’indice azionario S&P 500, Nasdaq, Euro Stoxx 50, FTSEMIB,
Dax, IBEX 35, Nikkei 225 e CNX Nifty, sia con finalità di investimento sia con finalità di copertura; la leva è stata non
superiore a 1,4. Il tracking error ex ante annualizzato del fondo (definito come la deviazione standard attesa del rendimento del
portafoglio rispetto a quello del benchmark) si è mantenuto nel limite dell’8%.
Linee strategiche
In Area Euro, i dati pubblicati continuano ad evidenziare un miglioramento del quadro economico sia a livello aggregato che,
soprattutto, a livello di paesi periferici. La crescita resta tuttavia su livelli contenuti e la dinamica dell’inflazione si conferma
particolarmente debole. Ciò è alla base delle decisioni della BCE che, nella riunione di giugno, ha adottato nuove misure di
politica monetaria espansiva, confermando l’apertura a interventi più rilevanti, di quantitative easing, se necessario. In
prospettiva, la crescita europea dovrebbe essere sostenuta anche dal buon andamento del ciclo mondiale e dal ridimensionamento
49
dell’austerità fiscale con maggiore focalizzazione sulla crescita a livello comunitario. Gli indici azionari europei potrebbero
pertanto beneficiare degli ampi spazi di miglioramento della dinamica dell’economia rispetto ad altre aree geografiche. Le
valutazioni degli indici azionari europei, in particolare quelli dei paesi periferici, restano inoltre attraenti, contribuendo ad
alimentare il flusso di investimenti dall’estero. Il miglioramento delle prospettive del ciclo economico mondiale e il livello
raggiunto dalle valutazioni dei settori più legati alla domanda interna europea giustifica tuttavia la scelta di privilegiare settori
esposti alla domanda globale. In USA, i dati economici recentemente pubblicati confermano la dinamica di crescita che non
dovrebbe essere inficiata dal graduale processo di normalizzazione della politica monetaria. Le valutazioni degli indici azionari
statunitensi sono, tuttavia, relativamente meno attraenti. L’incertezza sull’implementazione delle riforme strutturali annunciate
dal governo giustificano la conferma di una marginale sovraesposizione sul Giappone. Passando alla Cina, è apprezzabile il
costante impegno dell’autorità cinesi ad evitare un rallentamento eccessivo dell’economia, senza deviare troppo dall’obiettivo di
sviluppo più sostenibile nel lungo termine. Sono stati pertanto allentati i vincoli all’erogazione del credito, con focalizzazione sui
prestiti alle piccole e medie imprese e al settore rurale. E’ stato altresì adottato un mini pacchetto di stimolo fiscale, con
focalizzazione sulle infrastrutture. Ciò sostiene la preferenza verso il paese nelle scelte di investimento. In India l’esito delle
elezioni parlamentari a favore del partito riformista di Narendra Modi (BJP) dovrebbe inoltre fornire un contributo allo sviluppo
economico e dei mercati domestici.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
APPLE
MICROSOFT
MOSAIC CO
ANADARKO PETROLEUM
PEPSICO
MEAD JOHNSON NUTRITION
AGNICO-EAGLE MINES
PIONEER NATURAL RESOURCES
WELLS FARGO
KINDER MORGAN
JOHNSON & JOHNSON
KEYCORP
CVS CAREMARK
BARRICK GOLD
PNC FINANCIAL SERVICES GROUP
NOVARTIS
LORILLARD
ROYAL DUTCH SHELL
VERIZON COMMUNICATIONS
HSBC HOLDINGS
ACTAVIS
CITIGROUP
SILVER WHEATON
MYLAN
DISCOVER FINANCIAL SERVICES
MACYS
FREEPORT-MCMORAN COPPER
HONEYWELL INTERNATIONAL
EXXON MOBIL
EMC CORP/MASS
FEDEX
HUTCHISON WHAMPOA
IMPERIAL TOBACCO GROUP
JOY GLOBAL
HALLIBURTON
UNUM GROUP
Codice ISIN
US0378331005
US5949181045
US61945C1036
US0325111070
US7134481081
US5828391061
CA0084741085
US7237871071
US9497461015
US49456B1017
US4781601046
US4932671088
US1266501006
CA0679011084
US6934751057
CH0012005267
US5441471019
GB00B03MLX29
US92343V1044
GB0005405286
IE00BD1NQJ95
US1729674242
CA8283361076
US6285301072
US2547091080
US55616P1049
US35671D8570
US4385161066
US30231G1022
US2686481027
US31428X1063
HK0013000119
GB0004544929
US4811651086
US4062161017
US91529Y1064
50
Controvalore in
Euro
% incidenza su
attività del
Fondo
5.210.557
2.997.558
2.937.890
2.877.174
2.872.119
2.867.068
2.481.087
2.379.033
2.352.270
2.314.369
2.249.583
2.230.960
2.229.756
2.227.380
2.212.949
2.210.562
2.199.304
2.182.118
2.176.342
2.138.390
2.104.914
2.102.119
2.058.689
2.055.567
1.985.829
1.981.380
1.968.670
1.949.446
1.938.484
1.932.706
1.883.217
1.882.522
1.876.078
1.837.165
1.807.901
1.778.975
2,581
1,485
1,455
1,425
1,423
1,420
1,229
1,178
1,165
1,146
1,114
1,105
1,104
1,103
1,096
1,095
1,089
1,081
1,078
1,059
1,043
1,041
1,020
1,018
0,984
0,981
0,975
0,966
0,960
0,957
0,933
0,932
0,929
0,910
0,895
0,881
OCCIDENTAL PETROLEUM
CHINA OVERSEAS LAND & INVEST
ENSCO CL A
MONSANTO
EATON CORP
WALT DISNEY
MARATHON OIL
QUALCOMM
GILEAD SCIENCES
GENERAL ELECTRIC
NCR CORPORATION
EMERSON ELECTRIC
DEERE
RIO TINTO
ESTEE LAUDER COMPANIES CL A
TULLOW OIL
MUENCHENER RUECKVER
UNITED TECHNOLOGIES
HENDERSON LAND DEVELOPMENT
SABMILLER
PERNOD-RICARD
BANK OF AMERICA
ADIDAS
PRADA
LOREAL
GOOGLE CL C
DANONE
BHP BILLITON
ZURICH INSURANCE GROUP
TIFFANY
SYNGENTA
VOLKSWAGEN
ACTIVISION BLIZZARD
BG GROUP
TATE & LYLE
TIME WARNER
STANDARD CHARTERED
EXPRESS SCRIPTS
JPMORGAN CHASE
CIE FINANCIERE RICHEMONT
ANALOG DEVICES
ALLERGAN
REGIONS FINANCIAL
F5 NETWORKS
ARCELORMITTAL
SMITHS GROUP
MONDELEZ INTERNATIONAL
FRESENIUS MEDICAL CARE
TOKYO ELECTRON
SIEMENS
US6745991058
HK0688002218
GB00B4VLR192
US61166W1018
IE00B8KQN827
US2546871060
US5658491064
US7475251036
US3755581036
US3696041033
US62886E1082
US2910111044
US2441991054
GB0007188757
US5184391044
GB0001500809
DE0008430026
US9130171096
HK0012000102
GB0004835483
FR0000120693
US0605051046
DE000A1EWWW0
IT0003874101
FR0000120321
US38259P7069
FR0000120644
GB0000566504
CH0011075394
US8865471085
CH0011037469
DE0007664039
US00507V1098
GB0008762899
GB0008754136
US8873173038
GB0004082847
US30219G1085
US46625H1005
CH0210483332
US0326541051
US0184901025
US7591EP1005
US3156161024
LU0323134006
GB00B1WY2338
US6092071058
DE0005785802
JP3571400005
DE0007236101
1.740.231
1.704.925
1.678.940
1.672.729
1.668.202
1.665.709
1.663.762
1.649.121
1.639.017
1.639.008
1.633.183
1.614.009
1.568.945
1.555.607
1.553.436
1.509.273
1.505.022
1.493.039
1.461.800
1.455.635
1.453.189
1.442.628
1.389.452
1.330.197
1.281.908
1.264.875
1.243.777
1.227.244
1.215.340
1.208.167
1.196.645
1.190.119
1.179.836
1.161.501
1.145.809
1.142.784
1.140.236
1.125.889
1.115.275
1.103.725
1.103.411
1.075.311
1.073.912
1.071.808
1.063.809
1.059.656
1.049.820
1.037.370
1.028.882
1.026.614
0,862
0,844
0,832
0,828
0,826
0,825
0,824
0,817
0,812
0,812
0,809
0,799
0,777
0,770
0,769
0,748
0,745
0,739
0,724
0,721
0,720
0,715
0,688
0,659
0,635
0,626
0,616
0,608
0,602
0,598
0,593
0,589
0,584
0,575
0,567
0,566
0,565
0,558
0,552
0,547
0,546
0,533
0,532
0,531
0,527
0,525
0,520
0,514
0,510
0,508
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del
primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
32.558.198
6.148.200
4.440.722
b) rimborsi:
- riscatti
- switch in uscita
-42.093.711
-6.156.619
Raccolta netta del periodo
-5.103.210
51
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
Valore
complessivo
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
tot. Attività
196.702.744
97,423
189.436.000
96,659
196.702.744
97,423
189.436.000
96,659
1.066.605
0,528
332.743
0,170
666.933
0,330
332.743
0,170
305.698
361.235
0,151
0,179
332.743
0,170
399.672
0,198
399.672
0,198
3.630.500
1,798
4.845.378
2,472
1.191.837
0,590
4.749.589
2,423
1.191.837
0,590
2.504.972
2.244.617
1,278
1,145
37.979.660
18,811
53.190.663
27,140
15.604.404
22.375.256
7,729
11,082
28.411.650
24.779.013
14,497
12,643
-35.540.997
-17,603
-53.094.874
-27,091
-19.193.417
-16.347.580
-9,506
-8,097
-24.680.285
-28.414.589
-12,593
-14,498
505.917
0,251
1.370.537
0,699
1.470
0,001
2.043
0,001
504.447
0,250
1.368.494
0,698
201.905.766
100,000
195.984.658
100,000
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C 1.1 di cui in Euro
C 1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C 2.1 di cui in Euro
C 2.2 di cui in valuta
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F1. Liquidità disponibile
F1.1 di cui in Euro
F1.2 di cui in valuta
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F2.1 di cui in Euro
F2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F3.1 di cui in Euro
F3.2 di cui in valuta
G. ALTRE ATTIVITA’
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
TOTALE ATTIVITA’
52
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
581.041
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
1.877.251
299.193
1.877.251
299.193
444.861
855.276
309.729
298.039
135.132
557.237
2.903.153
1.154.469
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
199.002.613
194.830.189
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
38.003.952,622
38.953.805,564
5,236
5,002
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
8.613.106,604
Quote rimborsate
9.562.959,546
53
INVESTIMENTO PROTETTO 90
Il fondo ha evidenziato nel primo trimestre una variazione positiva pari al 2,54%. La performance è espressa al lordo dell’effetto
fiscale. Data la natura flessibile del fondo, non è indicato un benchmark rappresentativo della politica di investimento. Nel
semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla crescita dell’economia
mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai mercati obbligazionari, la
conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale per un periodo
considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a breve e a lungo termine
della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa di fine 2013 al livello
del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono manifestate tensioni a seguito
del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo circa 6 mesi dall’esaurimento
dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della conferenza stampa che ha
fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato verso l’alto la curva dei
rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce di tali reazioni, in un
intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al rialzo sul tasso
ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto enfatizzato la necessità
di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto dell’ampio bacino di
risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area Euro, le incertezze
sull’evoluzione della crescita nei paesi emergenti e l’acuirsi della crisi ucraina, prima, le nuove misure di politica monetaria
espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi percepiti come più
stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi all’1,96% a fine 2013 a
livelli prossimi all’1,25% di fine giugno, riflettendo anche il basso livello del tasso di crescita e del tasso di inflazione e
l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di rendimento, in
un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici nazionali e delle
riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci anni italiano si è
portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito delle elezioni
europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello del 3,3% circa a ridosso dell’appuntamento elettorale per poi
chiudere il semestre al livello del 2,8% circa. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile, portandosi dal
livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni europee e
chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del differenziale di
interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il ridimensionamento
del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire il recupero del
credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per rafforzare i bilanci e ridurre la leva
finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore. L’attenzione alla qualità
dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del processo di valutazione
degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli stress test. Con
riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto, riflesso anche del fatto
che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni anche in termini di
incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari hanno continuato a beneficiare
dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle aspettative
sulla congiuntura economica, portandosi su livelli storicamente alti o vicini a precedenti massimi nonostante il manifestarsi di
rischi geo-politici. Gli indici azionari USA sono stati supportati da dati economici in miglioramento, dopo il debole primo
54
trimestre, e dall’approccio cauto della FED, che continua a garantire condizioni monetarie accomodanti. Gli indici europei hanno
beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie prospettive di
miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di investimento degli
operatori finanziari internazionali verso l’area. In Giappone, alla fase di debolezza dei primi mesi dell’anno è seguita una fase di
recupero dei corsi azionari in virtù di dati di crescita e di inflazione in miglioramento e dell’annuncio di un piano di riforme
fiscali da parte del governo Abe. L’area Emergente, caratterizzata da una generalizzata decelerazione della crescita, è stata
interessata da eventi politici e squilibri economico-finanziari specifici che hanno ampliato la dispersione nell'andamento dei
mercati azionari locali. Nel corso del semestre, ed in particolare nella parte finale, la strategia di investimento è stata
caratterizzata anche da scelte tali da determinare la convergenza del fondo verso l’allocazione coerente con il processo di
fusione. Nel semestre, il fondo è stato investito principalmente in titoli/OICR obbligazionari (in media circa l’83,2%).
L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati obbligazionari è stata mediamente più bassa in conseguenza di posizioni su
futures e opzioni sulle curve degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia e Italia che sono state poste in essere
nel corso del semestre. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei
movimenti direzionali dei diversi mercati e di opportunità derivanti da differenziali di rendimento tra i titoli sulle diverse
scadenze. L’investimento lordo in titoli/OICR azionari è stato in media pari a circa il 6,3%, con una allocazione iniziale pari al
18,1% circa e finale pari al 0%. L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati azionari è risultata in media marginalmente
ridotta per effetto di posizioni corte su opzioni e futures sui principali indici azionari, pur rimanendo positiva. A partire dal mese
di maggio la componete azionaria è stata azzerata a favore della componente obbligazionaria coerentemente con il processo di
fusione del fondo. Sulla componente obbligazionaria, la duration è stata gradualmente ridotta nel corso del semestre dal livello di
2 anni e 9 mesi di fine 2013 al livello di 6 mesi di fine giugno. Per quanto riguarda l’allocazione per tipologia di emittente
obbligazionario, nell’anno il fondo è stato in media investito principalmente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili
(circa il 67,4% del fondo), obbligazioni societarie (in media circa il 14,1% del fondo) e per la rimanente marginale allocazione
(in media circa lo 0,5% del fondo) in titoli obbligazionari speciali (con attività a collaterale). Sul fronte dei titoli governativi, nel
corso dell’anno la preferenza è stata per i titoli italiani (in media circa il 44,8%) in particolare sul segmento a breve/medio
termine; l’esposizione è stata contenuta verso i titoli tedeschi (6,5%), sloveni (circa il 3,9%), francesi (circa il 3,4%), inglesi
(1,9%), neo-zelandesi (circa l’1,5%). Tra gli altri paesi periferici europei, sono state mantenute posizioni residuali in titoli
obbligazionari spagnoli (in media circa lo 0,6%), portoghesi (circa lo 0,4%), irlandesi (in media circa lo 0,1%), Posizioni
residuali sono state mantenute anche sui titoli governativi giapponesi (circa lo 0,7%), russi (circa lo 0,2%), ungheresi (circa lo
0,2%) e brasiliani (circa lo 0,1%). Nullo l’investimento in emissioni greche. In avvio di semestre, l’esposizione del portafoglio al
segmento corporate, soprattutto finanziario a breve scadenza, si collocava al livello del 23,4%. Essa è stata via via ridotta al
livello del 3,9% circa di fine giugno, con investimenti nel settore finanziario (2,8% circa) e nel settore dei consumi durevoli
(1,2% circa). Quanto alla componente azionaria e al relativo posizionamento geografico, da gennaio ad aprile si evidenziava la
preferenza per Europa e Giappone verso Stati Uniti. A livello settoriale, si manifestava preferenza per i settori finanziario,
industria di base e tecnologico, ovvero settori che avrebbero dovuto beneficiare del miglioramento del ciclo mondiale. A partire
da maggio, la componente azionaria è stata progressivamente azzerata, anche in vista dell’imminente processo di fusione con
progressiva riduzione della duration della componente obbligazionaria e azzeramento della componente azionaria. Nel corso del
semestre sono state effettuate operazioni in strumenti finanziari derivati sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario.
Sul mercato obbligazionario sono stati utilizzati principalmente futures e opzioni sui titoli di Stato statunitensi, inglesi, tedeschi,
australiani, francesi e italiani su diverse scadenze. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in
chiave tattica dei movimenti direzionali del mercato e di opportunità derivanti dai movimenti dei differenziali di rendimento tra i
diversi mercati e tra le diverse scadenze dei titoli governativi. Per il mercato azionario sono stati utilizzati principalmente futures
55
e opzioni su indici statunitensi, dell’Europa, del Regno Unito e del Giappone. La leva complessiva è stata non superiore a 1,4.
Alla performance positiva del semestre hanno contribuito sia la componente obbligazionaria che quella azionaria. La
componente governativa ha beneficiato del generalizzato calo dei tassi di rendimento, soprattutto sui titoli di Stato italiani. Il
contributo della componente obbligazionaria corporate sul semestre è stato positivo ed ha beneficiato in particolare del
contributo del settore finanziario. Il posizionamento all’asset class azionaria ha fornito un contributo positivo alla performance,
sostenuto soprattutto dalla dinamica dei settori industria di base, servizi e finanziario. Al 30 giugno 2014 il portafoglio risulta
investito principalmente in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per un peso (valori comprensivi del rateo e percentuali
calcolate sul patrimonio netto) pari a circa l’82%; in particolare il 78,1% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi e
assimilabili e il 3,9% da obbligazioni societarie e titoli obbligazionari con attività a collaterale. Il 18% risulta investito in
liquidità. Il rating medio ponderato del portafoglio obbligazionario al 30 giugno è pari ad BBB. Al 30 giugno 2014, il valore
massimo raggiunto dalla quota dall’inizio dell’attività del fondo è stato di €5,808 raggiunto il 13 giugno 2014. A fine giugno il
valore della quota del fondo è di €5,804. Il valore protetto della quota del fondo è di €5,227 (pari al 90% di €5,808) ed il budget
di rischio (differenza tra valore corrente di portafoglio e valore protetto, in rapporto al valore corrente) è pari al 9,94%.
Linee strategiche
Nel corso del semestre, la politica di investimento è stata orientata alla costruzioni di una composizione coerente con il processo
di fusione. E’ stata pertanto gradualmente incrementata la componente obbligazionaria e ridotta la componente azionaria. La
componente azionaria è stata azzerata a maggio.
Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
BOT 14/01/2015
BOT 14/05/2015
BOT 13/03/2015
BOT 14/04/2015
CTZ 31/12/2014
CTZ 30/09/2014
BOT 14/11/2014
BOT 12/12/2014
BOT 13/02/2015
CTZ 31/12/2015
CTZ 30/06/2015
BOT 14/07/2014
CAISSE AMORT DET 4% 25/10/2014
FGA CAP IRE 04/12/2014
INSTIT CRDT OFCL 2,375% 31/10/2015
RABOBANK 20/03/2019
BEI 09/01/2015
ANHEUSER-BUSCH 29/03/2018
BNP PARIBAS 03/12/2014
MORGAN STANLEY 16/01/2017
AUTOROUTES PARIS 18/01/2016
AUTOROUTES PARIS 31/03/2019
INTESA SANPAOLO 17/04/2019
Codice ISIN
Controvalore in
Euro
incidenza su attività del
Fondo
6.972.490
4.980.813
3.989.111
3.986.842
3.977.742
3.963.986
3.491.166
2.996.974
2.990.320
2.968.475
2.967.506
1.493.545
1.113.365
500.930
409.536
400.908
400.520
301.011
300.294
299.184
201.714
200.594
161.787
11,538
8,243
6,602
6,598
6,583
6,560
5,778
4,960
4,949
4,913
4,911
2,472
1,843
0,829
0,678
0,663
0,663
0,498
0,497
0,495
0,334
0,332
0,268
IT0004986391
IT0005022204
IT0005002990
IT0005012411
IT0004890890
IT0004853807
IT0004969462
IT0004981251
IT0004997638
IT0004978208
IT0004938186
IT0004940091
FR0010120410
XS0937998440
XS0968922764
XS1046796253
XS0439139998
BE6265140077
XS0859873050
XS0282583722
FR0011485275
FR0011884899
XS1057822766
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso
del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
56
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
400.248
150.450
1.473
b) rimborsi:
- riscatti
- piani di rimborso
- switch in uscita
-13.923.039
-14.964
-582.239
Raccolta netta del periodo
-13.968.071
57
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
tot. attività
49.068.813
81,207
69.063.485
94,979
49.068.813
81,207
55.102.384
75,779
44.778.970
74,108
33.207.302
45,668
4.289.843
7,099
21.895.082
30,111
A2. Titoli di capitale
9.479.965
13,037
A3. Parti di O.I.C.R.
4.481.136
6,163
902.392
1,241
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C1.1 di cui in Euro
C1.2 di cui in valuta
723.915
0,996
567.521
156.394
0,781
0,215
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C2.1 di cui in Euro
C2.2 di cui in valuta
178.477
0,245
178.477
0,245
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A1.1 Titoli di Stato
A1.2 Altri
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
C3.1 di cui in Euro
C3.2 di cui in valuta
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
11.168.471
18,483
1.485.080
2,043
F1. Liquidità disponibile
F1.1 di cui in Euro
F1.2 di cui in valuta
11.165.827
18,479
1.486.019
2,044
10.674.455
491.372
17,666
0,813
479.533
1.006.486
0,660
1,384
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F2.1 di cui in Euro
F2.2 di cui in valuta
12.262.071
20,293
6.050.063
6.212.008
10,013
10,280
20.898.420
28,741
15.318.824
5.579.596
21,068
7,673
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F3.1 di cui in Euro
F3.2 di cui in valuta
-12.259.427
-20,289
-6.209.298
-6.050.129
-10,276
-10,013
-20.899.359
-28,742
-5.540.361
-15.358.998
-7,619
-21,123
187.707
0,310
1.263.177
1,737
156.028
0,258
856.871
1,178
31.679
0,052
406.306
0,559
60.424.991
100,000
72.714.134
100,000
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
G. ALTRE ATTIVITA’
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
TOTALE ATTIVITA’
58
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
56.303
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
56.303
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
225.399
188.307
225.399
188.307
145.186
182.569
54.790
70.302
90.396
112.267
370.585
427.179
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
60.054.406
72.286.955
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
10.347.103,831
12.771.150,102
5,804
5,660
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
95.982,332
2.520.028,603
59
EXTRA
Il fondo ha evidenziato nel primo semestre 2014 una variazione positiva pari al 3,12%. La performance è espressa al lordo
dell’effetto fiscale. Data la natura flessibile del fondo, non è indicato un benchmark rappresentativo della politica di
investimento. Nel semestre, la dinamica dei mercati finanziari è stata influenzata in misura rilevante dalle aspettative sulla
crescita dell’economia mondiale e sull’evoluzione della politica monetaria delle principali banche centrali. Con riferimento ai
mercati obbligazionari, la conferma dell'orientamento accomodante della FED, che dovrebbe mantenere invariato il tasso
ufficiale per un periodo considerevole, e dati di inflazione bassi hanno determinato un calo dei tassi di rendimento sulla parte a
breve e a lungo termine della curva statunitense. Il rendimento sul titolo di Stato a dieci anni si è portato dal livello del 3% circa
di fine 2013 al livello del 2,5% circa di fine giugno. Va tuttavia segnalato che nella parte centrale del semestre si sono
manifestate tensioni a seguito del riferimento del Presidente della FED, Yellen, a un eventuale rialzo del tasso ufficiale dopo
circa 6 mesi dall’esaurimento dell’allentamento quantitativo, verosimilmente nella prima metà del 2015, espresso nel corso della
conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione di politica monetaria del 18-19 marzo. Tali affermazioni hanno spostato
verso l’alto la curva dei rendimenti nel mese di marzo, con intensità maggiore sulle scadenze a breve e medio termine. Alla luce
di tali reazioni, in un intervento del 31 marzo il Presidente Yellen ha cercato di ridimensionare le preoccupazioni per interventi al
rialzo sul tasso ufficiale anticipati rispetto a quanto precedentemente previsto dagli operatori finanziari. Ella ha pertanto
enfatizzato la necessità di proseguire con l’orientamento estremamente accomodante della politica monetaria USA, tenuto conto
dell’ampio bacino di risorse inutilizzate nell’economia, favorendo un successivo ridimensionamento dei rendimenti. In Area
Euro, le incertezze sull’evoluzione della crescita nei paesi emergenti e l’acuirsi della crisi ucraina, prima, le nuove misure di
politica monetaria espansiva adottate dalla BCE, poi, hanno determinato un calo dei tassi di rendimento governativi dei paesi
percepiti come più stabili. La dinamica del tasso a dieci anni tedesco ha evidenziato un progressivo calo dai valori prossimi
all’1,96% a fine 2013 a livelli prossimi all’1,25% di fine giugno, riflettendo anche il basso livello del tasso di crescita e del tasso
di inflazione e l’impegno della BCE a lasciare invariati i tassi di politica monetaria per un esteso periodo di tempo. La ricerca di
rendimento, in un contesto di migliorata struttura istituzionale europea e risultati importanti sul fronte dei conti pubblici
nazionali e delle riforme, ha continuato a sostenere i titoli di Stato dei paesi periferici europei. Il rendimento del titolo a dieci
anni italiano si è portato dal livello del 4,1% circa di fine 2013 al livello del 2,9% di metà maggio. Le preoccupazioni sull’esito
delle elezioni europee hanno successivamente spinto l’indicatore al livello del 3,3% circa a ridosso dell’appuntamento elettorale
per poi chiudere il semestre al livello del 2,8% circa. L’equivalente rendimento spagnolo ha seguito un andamento simile,
portandosi dal livello del 4,14% di fine 2013 al livello del 2,87% di metà maggio per poi risalire al 3,1% a ridosso delle elezioni
europee e chiudere il semestre al 2,7% circa. Sul mercato obbligazionario societario europeo, il calo dei rendimenti e del
differenziale di interesse rispetto ai governativi “core” è stato più marcato per le categorie a più basso merito di credito. Il
ridimensionamento del rischio di credito riflette il miglioramento della congiuntura economica e l’impegno della BCE a favorire
il recupero del credito alle imprese. A livello settoriale, gli sforzi profusi dai principali istituti di credito per rafforzare i bilanci e
ridurre la leva finanziaria hanno determinato un apprezzabile calo dei rendimenti sui titoli obbligazionari del settore.
L’attenzione alla qualità dei propri attivi e alla propria solidità patrimoniale va messa in collegamento con la prosecuzione del
processo di valutazione degli attivi bancari da parte della BCE con la diffusione delle linee guida sui parametri da utilizzare negli
stress test. Con riferimento al mercato obbligazionario societario statunitense, il calo dei rendimenti è stato più contenuto,
riflesso anche del fatto che negli Stati Uniti l’economia si trova in una fase più avanzata del ciclo economico, con implicazioni
anche in termini di incremento del livello di leva finanziaria delle imprese. Sul semestre, i mercati azionari hanno continuato a
beneficiare dell’orientamento estremamente accomodante delle principali banche centrali e del graduale miglioramento delle
aspettative sulla congiuntura economica, portandosi su livelli storicamente alti o vicini a precedenti massimi nonostante il
manifestarsi di rischi geo-politici. Gli indici azionari USA sono stati supportati da dati economici in miglioramento, dopo il
60
debole primo trimestre, e dall’approccio cauto della FED, che continua a garantire condizioni monetarie accomodanti. Gli indici
europei hanno beneficiato delle valutazioni interessanti, degli interventi di politica monetaria espansiva della BCE e delle ampie
prospettive di miglioramento del ciclo economico rispetto ad altre aree geografiche. Tali fattori hanno alimentato i flussi di
investimento degli operatori finanziari internazionali verso l’area. In Giappone, alla fase di debolezza dei primi mesi dell’anno è
seguita una fase di recupero dei corsi azionari in virtù di dati di crescita e di inflazione in miglioramento e dell’annuncio di un
piano di riforme fiscali da parte del governo Abe. L’area Emergente, caratterizzata da una generalizzata decelerazione della
crescita, è stata interessata da eventi politici e squilibri economico-finanziari specifici che hanno ampliato la dispersione
nell'andamento dei mercati azionari locali. Nel corso del semestre, ed in particolare nell’ultima parte, la strategia di investimento
è stata caratterizzata anche da scelte tali da determinare la convergenza del fondo verso la composizione coerente con il processo
di fusione. Nel corso del semestre, il fondo è stato investito principalmente in titoli/OICR obbligazionari (in media circa il
77,8%). L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati obbligazionari è stata mediamente più bassa in conseguenza di
posizioni su futures e opzioni sulle curve degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia e Italia che sono state
poste in essere nel corso del semestre. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave
tattica dei movimenti direzionali dei diversi mercati e di opportunità derivanti da differenziali di rendimento tra i titoli sulle
diverse scadenze. L’investimento, al lordo dei derivati, in titoli/OICR azionari è stato in media pari a circa il 10,2%, con una
allocazione iniziale pari al 19,9% circa e finale pari a circa 9,6%. L’esposizione effettiva ai movimenti dei mercati azionari è
risultata minore per effetto di posizioni su opzioni e futures sui principali indici azionari. Sulla componente obbligazionaria, la
duration è stata gestita tatticamente nel corso del semestre per beneficiare dei movimenti direzionali dei vari mercati. Essa
risultava pari a 3 anni e 4 mesi a fine giugno. Per quanto riguarda l’allocazione per tipologia di emittente obbligazionario, nel
semestre il fondo è stato in media investito principalmente in titoli obbligazionari governativi ed assimilabili (circa il 57,6% del
fondo), obbligazioni societarie (in media circa il 16,2% del fondo) e per la rimanente marginale allocazione (in media circa il
2,4% del fondo) in titoli obbligazionari speciali (con attività a collaterale). Sul fronte dei titoli governativi, nel corso dell’anno la
preferenza è stata per i titoli italiani (in media circa il 30,2%) in particolare sul segmento a breve/medio termine e, sebbene in
percentuali minori, per emissioni governative di altri paesi quali ad esempio Germania (circa il 4,8%), Regno Unito (circa il
4,6%), Francia (circa il 3,8%), Slovenia (circa il 3,4%), Finlandia (circa il 2,8%), Nuova Zelanda (circa l’1,4%) e Giappone
(0,8%). Tra gli altri paesi periferici europei, sono state assunte posizioni residuali in titoli obbligazionari spagnoli (con un peso
medio di circa lo 0,8%), Portoghesi (circa lo 0,4%) e irlandesi (con un peso medio di circa lo 0,1%). Nullo l’investimento in
emissioni greche. In avvio di semestre, l’esposizione del portafoglio al segmento corporate, soprattutto finanziario senior a breve
scadenza, si collocava al livello del 23,1% circa. Essa è stata via via ridotta al livello del 10,4% circa di fine giugno, con
investimenti nel settore finanziario (5,8% circa), consumi durevoli (1,6% circa), servizi di pubblica utilità (1,4% circa),
telecomunicazioni (1,3% circa) e consumi discrezionali (0,3% circa). Quanto alla componente azionaria e al relativo
posizionamento geografico, nel corso del semestre si è evidenziata la preferenza per Europa e Giappone verso Stati Uniti. A
livello settoriale, si è mantenuta per una preferenza per i settori finanziario, industria di base e materie prime, ovvero settori che
avrebbero dovuto beneficiare del miglioramento del ciclo mondiale. Nel corso del semestre, sono state effettuate operazioni in
strumenti finanziari derivati sia sul mercato azionario sia su quello obbligazionario. Sul mercato obbligazionario sono stati
utilizzati principalmente futures e opzioni sui titoli di Stato statunitensi, inglesi, tedeschi, australiani, francesi e italiani su diverse
scadenze. L’utilizzo di contratti derivati è stato principalmente orientato a beneficiare in chiave tattica dei movimenti direzionali
del mercato e di opportunità derivanti dai movimenti dei differenziali di rendimento tra i diversi mercati e tra le diverse scadenze
dei titoli governativi. Per il mercato azionario sono stati utilizzati principalmente futures e opzioni su indici statunitensi, europei,
del Regno Unito e del Giappone. La leva complessiva è stata non superiore a 2. Alla performance positiva del semestre hanno
contribuito sia la componente obbligazionaria che quella azionaria. La componente governativa ha beneficiato del generalizzato
61
calo dei tassi di rendimento, soprattutto sui titoli di Stato italiani. Il contributo della componente obbligazionaria corporate sul
semestre è stato positivo ed ha beneficiato in particolare del contributo del settore finanziario. Il posizionamento all’asset class
azionaria ha fornito un contributo positivo alla performance, sostenuto soprattutto dalla dinamica dei settori industria di base,
servizi e farmaceutico. Al 30 giugno 2014 il portafoglio risulta investito principalmente in strumenti finanziari di natura
obbligazionaria per un peso (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto) pari all’83%; in
particolare il 70,6% circa del fondo è rappresentato da titoli governativi e assimilabili, il 12,4% da obbligazioni societarie e con
attività a collaterale. Il peso della quota investita in strumenti finanziari di natura azionaria alla fine del semestre è pari a circa il
9,6%.
Il rating medio ponderato del portafoglio obbligazionario al 30 giugno è pari ad A-.
Linee strategiche
Nel corso del semestre, la politica di investimento è stata orientata alla costruzioni di una composizione coerente con il processo
di fusione. E’ stata pertanto gradualmente incrementata la componente obbligazionaria e ridotta la componente azionaria.
Elenco dei principali strumenti finanziari in portafoglio alla data della Semestrale in ordine decrescente di controvalore
STRUMENTI FINANZIARI
BOT 14/05/2015
BTP 4,5% 01/03/2019
BOT 13/03/2015
BOT 13/02/2015
CTZ 30/06/2015
UK TREASURY 1,75% 07/09/2022
SPANISH GOVT 3,25% 30/04/2016
CCT 01/11/2018
FRANCE OAT 3,75% 25/04/2021
BTP 4,5% 01/08/2018
DEUTSCHLAND REP 2,5% 04/01/2021
FINNISH GOVT 3,5% 15/04/2021
BTP 3,75% 01/08/2021
DEUTSCHLAND I/L 1,75% 15/04/2020
BTP 4% 01/02/2037
DEUTSCHLAND REP 4% 04/01/2037
DEUTSCHLAND I/L 1,5% 15/04/2016
PORTUGUESE OTS 5,65% 15/02/2024
SPANISH GOVT 4,6% 30/07/2019
DEUTSCHLAND REP 1,75% 04/07/2022
LANSFORSAKRINGAR 2,875% 23/03/2015
FRANCE OAT 4% 25/10/2038
ING BANK 3% 30/09/2014
INSTIT CRDT OFCL 2,375% 31/10/2015
INTESA SANP IRL 30/03/2015
ROYAL BK CAN TO 27/03/2019
RABOBANK 20/03/2019
FGA CAPITAL IRE 4,375% 18/09/2014
TELEFONICA EUROP 31/03/2049
CAISSE AMORT DET 4% 25/10/2014
ANHEUSER-BUSCH 29/03/2018
MORGAN STANLEY 16/01/2017
VEOLIA ENVRNMT 29/01/2049
SILVER WHEATON
JPMORGAN CHASE 03/05/2016
TELEFONICA EUROP 31/03/2049
MOSAIC
ABN AMRO BANK 06/03/2019
BEI 09/01/2015
BNP PARIBAS 03/12/2014
PROPERTIZE BV 10/03/2017
Codice ISIN
IT0005022204
IT0004423957
IT0005002990
IT0004997638
IT0004938186
GB00B7L9SL19
ES00000122X5
IT0004922909
FR0010192997
IT0004361041
DE0001135424
FI4000020961
IT0004009673
DE0001030526
IT0003934657
DE0001135275
DE0001030500
PTOTEQOE0015
ES00000121L2
DE0001135473
XS0496605295
FR0010371401
XS0455122076
XS0968922764
XS0974639725
XS1049207993
XS1046796253
XS0830346374
XS1050461034
FR0010120410
BE6265140077
XS0282583722
FR0011391838
CA8283361076
XS0926823070
XS1050461034
US61945C1036
XS1040422526
XS0439139998
XS0859873050
XS1043499786
62
Controvalore in
Euro
incidenza su
attività del
Fondo
4.980.813
4.009.950
3.989.111
3.987.094
3.956.675
3.929.471
3.151.650
3.127.800
2.964.125
2.831.000
2.353.470
2.291.553
1.664.836
1.622.863
1.586.151
1.333.600
1.319.188
1.275.890
1.159.700
905.845
865.869
754.080
604.026
511.920
503.140
501.370
501.135
433.737
427.240
404.860
401.348
398.912
375.885
356.505
350.413
312.231
310.574
302.658
300.390
300.294
300.135
6,340
5,104
5,078
5,075
5,037
5,002
4,012
3,982
3,773
3,604
2,996
2,917
2,119
2,066
2,019
1,698
1,679
1,624
1,476
1,153
1,102
0,960
0,769
0,652
0,640
0,638
0,638
0,552
0,544
0,515
0,511
0,508
0,478
0,454
0,446
0,397
0,395
0,385
0,382
0,382
0,382
BAYER NORDIC 28/03/2017
AGNICO EAGLE MINES
GOLDCORP
DONG A/S 08/07/3013
INTESA SANPAOLO 17/04/2019
ANADARKO PETROLEUM
VOLVO 16/05/2016
AMERICA MOVIL 06/09/2073
FREEPORT-MCMORAN COPPER
XS1051000781
CA0084741085
CA3809564097
XS0943371194
XS1057822766
US0325111070
XS0931455777
XS0969341147
US35671D8570
299.886
290.377
257.705
253.452
243.183
237.807
236.770
231.296
231.005
0,382
0,370
0,328
0,323
0,310
0,303
0,301
0,294
0,294
Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso
del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi).
Incrementi:
Decrementi:
a) sottoscrizioni:
- sottoscrizioni singole
- piani di accumulo
- switch in entrata
1.275.389
407.600
49.344
b) rimborsi:
- riscatti
- piani di rimborso
- switch in uscita
-11.929.364
-18.495
-408.449
Raccolta netta del periodo
-10.623.975
63
Situazione Patrimoniale al 30/06/2014
SITUAZIONE AL 30/06/2014
ATTIVITA’
Valore
complessivo
tot. attività
SITUAZIONE A FINE
ESERCIZIO PRECEDENTE
Valore
complessivo
tot. attività
71.395.410
90,882
80.211.044
92,864
63.931.216
81,381
61.658.988
71,386
A1.1 Titoli di Stato
53.194.866
67,714
33.634.986
38,941
A1.2 Altri
10.736.350
13,667
28.024.002
32,445
7.464.194
9,501
12.318.983
14,262
6.233.073
7,216
1.496.159
1,732
1.220.518
1,413
937.926
282.592
1,086
0,327
275.641
0,319
275.641
0,319
A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI
A1. Titoli di debito
A2. Titoli di capitale
A3. Parti di O.I.C.R.
B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI
B1. Titoli di debito
B2. Titoli di capitale
B3. Parti di O.I.C.R.
C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia
C1.1 di cui in Euro
C1.2 di cui in valuta
C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
C2.1 di cui in Euro
C2.2 di cui in valuta
C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
D. DEPOSITI BANCARI
D1. A vista
D2. Altri
E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
6.585.019
8,383
3.066.134
3,551
F1. Liquidità disponibile
6.611.689
8,417
2.985.705
3,457
F1.1 di cui in euro
F1.2 di cui in valuta
2.137.174
4.474.515
2,721
5,696
1.498.476
1.487.229
1,735
1,722
18.355.056
23,365
31.397.661
36,351
12.474.872
5.880.184
15,880
7,485
22.442.830
8.954.831
25,983
10,367
-18.381.726
-23,399
-31.317.232
-36,257
-5.906.749
-12.474.977
-7,519
-15,880
-8.816.176
-22.501.056
-10,207
-26,051
G. ALTRE ATTIVITA’
577.670
0,735
1.601.242
1,853
G1. Ratei attivi
G2. Risparmio d’imposta
G3. Altre
518.082
0,659
1.089.610
1,261
59.588
0,076
511.632
0,592
78.558.099
100,000
86.374.579
100,000
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA’
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F2.1 di cui in euro
F2.2 di cui in valuta
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
F3.1 di cui in euro
F3.2 di cui in valuta
TOTALE ATTIVITA’
64
PASSIVITA’ E NETTO
SITUAZIONE AL 30/06/2014
SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO
PRECEDENTE
Valore complessivo
Valore complessivo
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E
OPERAZIONI ASSIMILATE
92.678
L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
92.678
L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
518.682
192.553
518.682
192.553
263.318
270.054
73.979
85.989
189.339
184.065
782.000
555.285
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
77.776.099
85.819.294
NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE
13.535.372,871
15.400.976,828
5,746
5,572
M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
M1. Rimborsi richiesti e non regolati
M2. Proventi da distribuire
M3. Altri
N. ALTRE PASSIVITA’
N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
N2. Debiti d’imposta
N3. Altre
TOTALE PASSIVITA’
VALORE UNITARIO DELLE QUOTE
MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE
Quote emesse
Quote rimborsate
305.512,583
2.171.116,540
65
Altre informazioni
Parametri di Riferimento (c.d. Benchmark) con performance annua
L’investimento in un fondo può essere valutato attraverso il confronto con il benchmark, ossia un parametro di riferimento
elaborato da terzi e di comune utilizzo, che individua il profilo di rischio dell’investimento e le opportunità del mercato in cui
tipicamente il fondo investe. Per quanto concerne i benchmark composti da due o più indici, l’andamento degli stessi benchmark
deve essere calcolato sommando i rendimenti delle singole componenti moltiplicati per i rispettivi pesi percentuali.
Performance Primo
Semestre 2014

BancoPosta Obbligazionario Euro Breve Termine
50% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT
50% Citigroup Eurobig 1-3 anni Index
0,85%
BancoPosta Obbligazionario Euro Medio Lungo Termine
75% Citigroup Eurobig All Index
25% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT
4,64%
BancoPosta Azionario Internazionale
MSCI World Total Return net dividend
7,47%
BancoPosta Azionario Euro
MSCI EMU Total Return net dividend
5,84%
BancoPosta Mix 1
65% Citigroup Eurobig All Index
25% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT
10% MSCI Europe Total Return net dividend
4,71%
BancoPosta Mix 2
50% Citigroup Eurobig All Index
20% Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT
30% MSCI Europe Total Return net dividend
5,11%
Per i benchmark composti da più indici, i pesi di ciascun indice sono mantenuti costanti tramite ribilanciamento su base
mensile.

Indice di capitalizzazione lordo MTS – ex Banca d’Italia – BOT: è un indice rappresentativo delle emissioni di Buoni
Ordinari del Tesoro italiani;

Citigroup Eurobig 1-3 anni Index: è l’indice che misura l’andamento di un paniere che comprende titoli di Stato dell’Area
Euro a cedola fissa, emissioni di aziende e titoli emessi a fronte di garanzie reali, denominati in euro e con vita residua
compresa tra uno e tre anni;

Citigroup Eurobig All Index (già “Salomon Smith Barney EURO BIG”): è l’indice che misura l’andamento di un paniere
che comprende titoli di Stato dell’Area Euro a cedola fissa, emissioni di aziende e titoli emessi a fronte di garanzie reali,
denominati in euro e con vita residua superiore ad un anno;

MSCI World Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari mondiali.

MSCI Europe Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari dei paesi
europei sviluppati.

MSCI EMU Total Return net dividend: è un indice rappresentativo dei titoli dei principali mercati azionari dei paesi
dell’Area Euro.
66
BancoPosta Fondi S.p.A. SGR con Socio Unico
Pioneer Investment Management SGR SpA