RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 18 marzo 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 76e 1,20 in abbinata obbligatoria con Milano Finanza Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Parla l’avvocato dell’infermiera sotto inchiesta, Veronica Vasapollo Vento del Sud: l’inchiesta a lieto fine Il colonnello e la diva si riappacificano Il colonnello Zarrillo AMATO a pagina 11 Da un gruppo di cittadini e da alcuni militanti M5S parte la contestazione appena il sindaco saluta. E a Gheller: «Vai via, sei indagato» Petrolio Eni, bagarre a Marsico Pittella non riesce a parlare Veronica Vasapollo LA POLITICA LUCANA CONGRESSO PD Caos prolungato si va allo scontro tra Luongo e Braia. Incognita renziana IL PRESIDENZIALISMO PRETERINTENZIONALE DI PITTELLA di LUCIA SERINO Le contestazioni nella sala del liceo che ha ospitato l’incontro sul pozzo Pergola1 Il presidente su facebook: «Sul pozzo Pergola1 volevo ascoltare le opinioni di tutti, come sempre, ma mi è stato impedito. Sono dispiaciuto» “Quinta colonna”: chi sono i contestatori di Gallicchio contro Total Il Tar boccia Fenice sul rilascio dell’Aia: «Ma la Regione decida per il 14» PEPE, LABANCA, PANETTIERI alle pagine 8, 9 e 10 POTENZA Fiumara Tiera, inquinamento crescente a pagina 21 MONTALBANO Vandali tra le mura: distrutte due statue SCANZANO a pagina 31 Ruba gasolio: rumeno pestato a sangue a pagina 31 VI SEGNALIAMO: Demografia Basilicata a rischio spopolamento Nel 2030 mancheranno 51 mila abitanti a pagina 17 Viabilità Sp 3: tre milioni per la messa in sicurezza L’arteria del Lagonegrese sarà ammodernata a pagina 24 Dissesto idrogeologico Possibili frane a Fosso San Pietro C’è l’ok al progetto preliminare 40318 9 771128 022090 a pagina 29 SIAMO alla vigilia di un passaggio critico nel rapporto sulla governabilità della Basilicata tra il maggior partito, il Pd, e il presidente scelto attraverso primarie e poi eletto attraverso il voto, Marcello Pittella. La criticità consiste, a mio avviso, nella verifica di un assunto ritenuto indispensabile da parte di alcuni democratici, quelli di formazione comunista, per intenderci. Il presidente, sostengono, non avendo un adeguato supporto continua a pagina 6 SANTORO, RUSSOMANNO a pagina 6 e 7 POTENZA LA CITTÀ SPECCHIO CHE NON VUOL ESSERE FINESTRA di SERGIO RAGONE HAI presente quella curva? Esattamente, proprio quella che, quando la fai, ti fa sentire a casa. Ecco, quella non è solo una curva della Basentana, ma è una curva delle emozioni e della memoria. Emozioni e memoria, ma che bella combinazione per qualsiasi continua a pagina 18 RASSEGNASTAMPA TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Martedì 18 marzo 2014 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 76 LA SOCIETÀ DI TITO CHIEDE GLI ARRETRATI E SOSPENDE L’ACCETTAZIONE Potenza, il Comune non paga e i rifiuti si accumulano UNIVERSITÀ SONO 48MILA GLI STUDENTI UNIVERSITARI FUORI REGIONE Emigranti per la laurea il 36% va via dalla Puglia In ottomila preferiscono l’ateneo di Chieti e Pescara. «Gettonate» Bologna, Milano e Torino LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA V >> POTENZA Due passi con monnezza [foto Tony Vece] BARILE A PAGINA 9 >> GOVERNO A BERLINO ILLUSTRATE LE «RIFORME AMBIZIOSE» PER RISVEGLIARE IL PAESE: «MA NON SFOREREMO I PARAMETRI EUROPEI» IL CASO E IN PASSATO SCOMPARVERO «20» DE NITTIS A BARLETTA Renzi seduce la Cancelliera Bari, il mistero fitto dei quadri spariti La Merkel: «Ok al suo piano. Io colpita da lui, l’Italia sta cambiando» Il premier contraccambia: sul lavoro vedo bene il modello tedesco Caccia alla denuncia ELEZIONI PER STRASBURGO IL TRIANGOLO DI MATTEO FRA ANGELA E SUSANNA Berlusconi in lista? Stop dall’Europa Forza Italia: ma il Cav ha ragione di MICHELE COZZI C erto, non è scoppiato un feeling tra Matteo e Angela. Ma la «tedescona», con cautela teutonica, non nasconde che il «giovane principe» del Belpaese dispone di carisma e charme. Così per il premier, se il successo parigino era scontato, per colleganza politica nel Partito socialista, nonché per la comune esigenza di un’Europa più propensa alla crescita che alla marmorea logica del rigore, quello ottenuto nella missione con la Cancelliera tedesca rappresenta indubbiamente una chance. Che forse, senza farsi eccessive illusioni, pone le basi per un nuovo tipo di rapporto in Europa e nelle relazioni bilaterali tra Roma e Berlino. Angela Merkel è «molto colpita» dal «cambiamento strutturale» del Matteo-style e loda il premier italiano. Si dirà: «Le solite parole di rito». SEGUE A PAGINA 2 >> MA CHE FINE HA FATTO L’ORGOGLIO DI QUESTA BARI? l La possibilità che Berlusconi possa essere candidato alle europee è sempre più complicata. A gelare le aspettative del Cavaliere è stata ieri a Bruxelles Vivienne Reding, commissaria per la Giustizia: «Non entro in questioni nazionali, ma la normativa europea è molto chiara», ha detto. Affermazione che Forza Italia non accoglie bene e alla quale replica con durezza nel sottolineare le ragioni dell’ex premier. SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >> SERVIZIO A PAGINA 6 >> PIANO DA 41 MILIONI, SVOLTA PER L’AEROPORTO DI GROTTAGLIE Taranto scalo merci per tutta l’area I fondi ci sono MARTELLOTTA A PAGINA 8 >> A GROTTAGLIE SI VOLA Un piano milionario per lo scalo tarantino PROCESSO A TRANI Sorbitolo killer prime due condanne NORSCIA A PAGINA 12 >> MATERA Lite per la precedenza morto l’automobilista MASTRANGELO A PAGINA 9 >> di ONOFRIO PAGONE C’ l «Vedrete, non finisce qui». Così il padre di Flavia Pennetta dopo la vittoria sul cemento Usa a Indian Wells. La tennista brindisina è ora numero 12 del ranking mondiale: l’obiettivo è la «top ten». è aria di dismissione in questa Bari. C’è un’atmosfera ovattata di rassegnazione al peggio, di fuga strozzata, di crisi irreversibile. Alla vigilia di una campagna elettorale che si annuncia velenosa quanto sterile, fa tristezza vedere comparire i comitati elettorali al posto dei negozi che furono. Chiudono le aziende e come «temporary store» compaiono le sedi volanti dei candidati: tre mesi di affitto e poi si vede. Fa un po’ tristezza questa città che assiste intontita al proprio degrado. Un degrado che è ambientale, sociale, culturale, politico, economico. Sopravvivono poche vetrine del lusso e si moltiplicano i negozi di cineserie repellenti, vendute a basso costo in locali attrezzati alla meno peggio. SERVIZI A PAGINA 25 >> SEGUE A PAGINA 17 >> SPARITO «Fiori» di Vincenzo Ciardo CRISTALLO, MARINO E SIMONETTI ALLE PAGINE 18 E 19 >> TENNIS TRIONFO A INDIAN WELLS Flavia Pennetta racchetta mondiale orgoglio di Puglia RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Martedì 18 marzo 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: redazione.potenza@gazzettamezzogiorno.it Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: redazione.matera@gazzettamezzogiorno.it Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Siamo presenti a: Anzi, Brienza, Calvello, Corleto Perticara, Francavilla in Sinni Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail commerciale@gazzettamezzogiorno.it. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri IL CASO L’ULTIMO CASO DI UN BISARCHISTA CALABRESE, PIZZICATO A PORTARSI VIA COMPONENTISTICA, HA RIACCESO I RIFLETTORI SU UNA STORICA PIAGA «Predatori» dei pezzi di ricambio all’assalto della Fiat di Melfi POTENZA In dieci anni i furti hanno danneggiato l’azienda per oltre 7 milioni di euro Nel 2006 furono arrestate nove persone con 37 indagati. L’«assalto» è a ciclo continuo SCANZANO JONICO: ESCAVATORE IN FIAMME Torna l’ombra del racket sugli appalti nel Metapontino l L'ennesimo bisarchista beccato a portarsi via pezzi di ricambio dalla Fiat-Sata di Melfi ha riacceso i riflettori sul fenomeno. L'azienda teme per la sicurezza delle sue nuove auto che saranno prodotte qui. Saranno intensificati i controlli per fronteggiare i «predatori» della componentistica. RUSSO A PAGINA IV >> MICRO IMPRESE PER I CREDITI LUNGHE ATTESE MA IL FISCO PREME Un boato nella notte e la cabina di un escavatore, a circa 500 metri dal Municipio, sulla strada provinciale 95 per Montalbano Jonico, ha preso fuoco. La «scena» che si è presentata ai Vigili del fuoco ed agli agenti della Polizia di Stato accorsi sul luogo del «delitto» appena recepito l’allarme era simile a quella classica degli attacchi di racket: l’abitacolo del potente mezzo edile interamente avvolto dalle fiamme. Nessuno nei pressi del rogo. l Ancora uno stop alla raccolta di rifiuti a Potenza. L’ennesimo. La B&B Eco di Tito Scalo, azienda proprietaria della stazione di trasferenza dove vengono portati i rifiuti del capoluogo e di molti comuni del bacino centro prima di essere avviati alla destinazione finale (discarica o inceneritore), ha inviato una nota all’Acta con la quale ha interrotto l’accettazione dei carichi di spazzatura rivendicando il pagamento del servizio. MELE A PAGINA XI >> LAGUARDIA A PAGINA V >> di MASSIMO BRANCATI S ono oltre mille le piccole aziende lucane che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione, Regione su tutti. La media degli arretrati dei pagamenti è tra i 150 e i 200mila euro, quantum che, venendo meno, ha un impatto devastante sulla tenuta dell’impresa creditrice. Di qui l’appello lanciato da Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio e Confesercenti (associazioni riunite in Rete Imprese Italia) di sganciare l’attività delle micro aziende dal condizionamento soffocante della burocrazia e dei suoi enormi oneri. In attesa che il patto di stabilità, come promesso da Renzi, allenti la sua morsa, liberando così risorse destinate ai fornitori delle pubbliche amministrazioni, non resta che accontentarsi di un primo risultato: il decreto sui debiti della Pa è diventato pienamente operativo. Le imprese potranno effettuare la compensazione tra le somme loro dovute dalle amministrazioni pubbliche ed eventuali debiti derivanti da accertamento tributario. Intendiamoci, è un alito di vento nella tempesta ma è almeno un segnale tangibile che va nella direzione auspicata dagli imprenditori. Occorre fare molto di più, sapendo di trovarci in un contesto in cui molte piccole imprese stanno boccheggiando. Il danno non è più neanche la chiusura definitiva delle aziende, ma la loro condizione di indebitamento difficilmente risanabile. Chiudere una ditta oggi è diventato addirittura più difficile che aprirla. E per far fronte al pagamento dei debiti aziendali si rischia di cadere nella trappola dell’usura. POLITICA PARTITI IN FERMENTO E SEMPRE PIÙ FRAMMENTATI. PRIMARIE DEM FISSATE PER IL 13 APRILE Pd in cerca del segretario regionale Cuperliani su Luongo. Renziani divisi Assemblea di Forza Italia a Potenza con Raffaele Fitto l È ancora muro contro muro dentro il Partito democratico dove le due componenti, quella dei cuperliani e quella dei renziani sono ancora allo scontro, con nuove divisioni che si rincorrono e si allargano. C’è aria di primarie anche per la scelta del segretario regionale. Oggi è il termine ultimo per la presentazione delle candidature. Si andrà alla conta. Ma se l’ala cuperliana in Basilicata è riuscita a fare sintesi intorno al nome di Antonio Luongo, non altrettanto è MATERA Muore in ospedale dopo l’aggressione per una precedenza riuscita sinora a fare la componente «renziana» che vede in campo almeno tre propri esponeti: Luca Braia, Salvatore Margiotta e Francesco Mitidieri. Forza Italia ieri ha avviato le prove di ripartenza. Prima assemblea regionale a Potenza con la presenza di Raffele Fitto, per una sorta di asse apulo-lucano mirante a scardinare il centrosinistra. Con il petrolio fra i temi più caldi. INCISO E BOCCIA A PAGINA II >> GLAUCOMA LA RISPOSTA DEL SERVIZIO PUBBLICO LUCANO Scandalo farmaci: garantite le cure ai malati in Basilicata SERVIZIO A PAGINA X >> POTENZA Orologiaio potentino riporta in vita la copia del «Royal Paris» SERVIZIO A PAGINA VI >> DIRIGENTE Domenico Lacerenza l Glaucoma, in Basilicata nessuna cura sospesa per effetto dello scandalo nazionale sull’utilizzo di farmaci più costosi. Il dirigente del dipartimento interanziendale di Oculistica in Basilicata, dottor Domenico Lacerenza, assicura: «Anche se con costi gravosi, la Regione Basilicata non ha mai smesso, nel suo servizio pubblico, di garantire le cure per gli ammalati». SAMMARTINO A PAGINA III >> Il Comune non paga E i rifiuti si ammassano ESAMI DI STATO DOPO IL TAR E AMMISSIONE È GIUNTA L’ORA ALLE UNIVERSITÀ DI FARE CHIAREZZA TEST DA SPOSTARE SU FENICE di LICEALI DELLA V «A»* C on i test di ammissione a numerose facoltà universitarie, aventi luogo tra la seconda metà di marzo e l’inizio di aprile, uno studente diplomando rischia di dover tralasciare lo studio delle discipline del quinto anno. È impossibile sviluppare appieno entrambi questi percorsi e così spesso si finisce per abbandonare uno di questi per concentrarsi pienamente sull’altro. Chi cerca di barcamenarsi tra entrambe le situazioni finisce con il fallire completamente, naufragando rovinosamente nel mare dell’inconcludenza, dell’insicurezza, dell’insoddisfazione. Suggeriamo che tali test di ammissione debbano tenersi nel mese di settembre e comunque in data successiva all’esame di Stato, tappa conclusiva di un processo formativo che lo studente aveva intrapreso entusiasticamente cinque anni addietro. Tale soluzione permetterebbe il sereno svolgimento della maturità e la preparazione ottimale per affrontare i test di ammissione. [* liceo Galilei di Potenza] di PIO ABIUSI * F enice stanca di attendere e dopo aver presentato richiesta di Via-Aia alla Regione il 31 marzo 2006 e non vedendo concluso il procedimento ha inteso ricorrere al Tar di Basilicata lo scorso gennaio. Tutti i termini per l'oppugnabilità risultavano essere scaduti. Il Tar ha inteso, invece, utile la diffida presentata da Fenice alla Regione il 14 novembre dello scorso anno ai fini della conclusione del procedimento ed ha ritenuto che i 150 gg. previsti per il riconoscimento dell' Aia dovessero decorrere da quella data ed allora entro il 14 aprile sapremo la verità. Finalmente vi sarà un punto fermo e cioè la Regione concederà l'Aia a Fenice con eventuali prescrizioni e Fenice potrà accettarla o inoltrare ennesimo ricorso al Tar oppure, ancora, la Giunta si opporrà alla concessione della Via-Aia e ritorniamo al giorno (14 ottobre 2011) in cui la Provincia di Potenza con atto di diffida ordinò la sospensione dell'autorizzazione all'esercizio dell'impianto. I giochi sono aperti e non c'è più scappatoia per nessuno. È giunto il momento in cui si potrà fare chiarezza su tutta la vicenda. [* associazione Ambiente e Legalità] RASSEGNASTAMPA La Camorra è oggi una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana Don Peppe Diana ucciso a Casal di Principe il 19 marzo 1994 1,30 Anno 91 n. 75 Martedì 18 Marzo 2014 U: Merkel-Renzi, via libera Le quattro amiche al bar di Ballestra Valerio pag. 17 ● ● Ilaria e Miran eroi senza verità Degli Innocenti De Sanctis Scardova pag. 18-19 Suicida L’Wren la compagna di Mick Jagger Amenta pag. 20 A Berlino il presidente del Consiglio convince la cancelliera sulle sue riforme: «Sono molto colpita» Nessuno sforamento dei vincoli, «ma occorre aiutare la crescita» ● Intesa sui dossier economici «L’Italia non chiede di sforare le regole, ma dentro il pacchetto occorre recuperare la domanda interna». Matteo Renzi rilancia a Berlino il piano di riforme del governo, ottenendo il sostanziale via libera di Angela Merkel, che si dice «molto colpita» dal premier. FRANCHI ZEGARELLI A PAG. 2-3 C’era una volta il vincolo esterno LA SCOPERTA L’urlo del Big Bang: così nacque l’universo RONNY MAZZOCCHI ● IL TOUR EUROPEO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIOITALIANO ERAPROGRAMMATO DA TEMPO, MA LA SUCCESSIONE DEGLI APPUNTAMENTI (sabato François Hollande, ieri Angela Merkel) sembra mostrare che a Palazzo Chigi è stato colto un elemento importantissimo del 2014. Complice la scadenza elettorale di maggio, questo anno rischia infatti di diventare cruciale non soltanto per l’euro, ma per il futuro dell’intera Unione europea. Il telescopio della base Scott-Amundsen al Polo Sud che ha rilevato le onde gravitazionali del Big Bang FOTO REUTERS Einstein aveva ragione PIETRO GRECO «Abbiamo rilevato le onde gravitazionali prodotte dall’universo bambino durante l’inflazione cosmica». Quella che John M. Kovac, scienziato in forze allo Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha annunciato ieri a mezzogiorno, è una notizia scientifica davvero importante. Di quelle, per intenderci, che capitano una volta ogni dieci anni. E per ben due motivi, abbastanza indipendenti tra loro. Una riguarda la fisica delle alte energie. L’altra riguarda la cosmologia. SEGUE A PAG. 9 SEGUE A PAG. 3 LE INTERVISTE Fitoussi: premier coraggioso nella battaglia contro l’austerità DE GIOVANNANGELI A PAG. 3 Baretta: prossima mossa, superare il patto interno di stabilità MATTEUCCI A PAG. 5 L’Europa avverte: Berlusconi ineleggibile ● La commissaria Ue alla giustizia Reding: norme europee sono chiare ● E oggi la Cassazione fissa l’interdizione dai pubblici uffici Staino Don Diana una fiction con 20 anni di ritardo «Il diritto Ue è molto chiaro», fa sapere la commissaria alla Giustizia Viviane Reding. «E anche le norme italiane», chiosa vicepresidente del Csm Michele Vietti. Insomma: Berlusconi è incandidabile. E se qualcuno nutrisse dubbi non si sa su cosa fondati - oggi arriverà l’ultimo atto della Cassazione sul calcolo definitivo dell’interdizione. ● In tv il film sul delitto di mafia. Cantone: troppi silenzi LOMBARDO A PAG. 12 FANTOZZI A PAG. 4 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLLA OPPO Grazie a Pier Luigi Bersani re. Maria Latella ha intervistato la mini● (auguri al nostro stra «degli eserciti» Pinotti, che ha anex direttore!) dice che la politica è stata nunciato risparmi sugli odiati F35. EMANUELE MACALUSO, CHE COMPIE NOVANT’ANNI sostituita dalla comunicazione e ha ragione da vendere. La domenica, per esempio, in tv prevalgono gli incontri direttie ogni personalitàintervistata si prepara una risposta tale da far notizia sui giornali del lunedì. Così, Lucia Annunziata l’altro ieri ha scelto di far parlare il presidente della Cassa depositi e prestiti, Bassanini, il quale ha assicurato che il piano Renzi ha le gambe per cammina- InfineFabio Fazio ha intervistatoBersani,che è stato accoltocon grande affetto dal pubblico e ne è rimasto visibilmente commosso. Ma ha subito reagito con orgoglio, sottolineando la centralità attuale del Pd, come risultato di una campagna elettorale non vinta, ma, alla fine, neppure persa. Già, forse dovremmo ricordarci più spesso che è anche per questo che Renzi governa. IL CASO CRIMEA «L’Onu ci riconosca». Sanzioni-soft ● Dopo l’indipendenza, adottati rublo e orario russo ● Usa e Ue, prime misure Mentre il Parlamento della Crimea formalizza l’indipendenza votata dal referendum, Usa e Ue adottano le prime sanzioni anti-russe: blocco dei visti e congelamento per personalità politiche e militari. Tutto sommato una risposta prudente: il dialogo non è chiuso. ARDUINI MONGIELLO A PAG. 10-11 Due impotenze contrapposte PAOLO SOLDINI La reazione dell’Occidente è penosa, ma la Russia di Putin ha poco da cantare vittoria. A PAG. 11 RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Martedì 18 marzo 2014 LA MISSIONE IL VERTICE ITALO-TEDESCO Sul lavoro il premier elogia il modello: «Troviamo un punto di riferimento: lo dico dopo aver visto risultati» CHE CLIMA Angela Merkel e Matteo Renzi. Il premier le regala la maglia del fiorentino Gomez La Merkel loda Renzi La Cancelliera: «Molto colpita, è un cambiamento strutturale» Il premier: riforme ambiziose, non sforeremo il parametro del 3% IL RETROSCENISTA di MICHELE COZZI Il triangolo di Matteo fra Angela la tedesca e Susanna la «rossa» >> CONTINUA DALLA PRIMA M a non è proprio così se si pensa al recente passato. Dai terribili risolini con cui, in coppia con Sarkozy, seppellì le promesse di Berlusconi, decretando, con quell’atto, il momento più basso del Cavaliere al governo; all’ossequiosa reverenza, senza però alcun cedimento sui contenuti, con cui dialogò con il prof Monti, fino all’attesa, andata delusa, di maggiore decisionismo da parte di Enrico Letta che pure, in politica estera, ha dato il meglio di sè. «Sua Eminenza» tedesca mostra un’apertura di credito verso il nuovo corso, confidando che «l’Italia rispetterà il patto di stabilità e di crescita». Ma non poteva fare e concedere di più. Consapevole del mix di interesse e diffidenza con cui la stampa del suo Paese ha accolto il premier italiano, presentato come una sorta di «cavallo di troia» venuto a Berlino per minare l’ortodossia del rigore di bilancio. E non a caso il superministro tedesco all’Economia riconferma che i paramenti europei non sono in discussione. Chi si aspettava che sul 3% la Merkel potesse fare concessioni clamorose, si era fortemente illuso. Ma forse, un piccolo spiraglio si è aperto. E di rimando il premier, che si era fatto precedere dalla dichiarazione che l’Italia non andava a Berlino né per prendere lezioni né per essere messa dietro la lavagna, conferma che il Belpaese rispetterà i vincoli, ma che l’obiettivo per un nuovo «rinascimento» europeo, è porre la priorità della crescita e dell’occupazione. Nei fatti, Angela e Matteo sono rimasti sulle rispettive posizioni. Certo, la Cancelliera prende atto, forse con sorpresa, di ritrovarsi dinanzi un politico italiano di tipo nuovo. Meno compassato, ma più esplosivo. Meno attento ai formalismi e alle logiche di veto che hanno ingessato il Paese negli ultimi decenni, ma con l’ambizione (tutta da dimostrare con i fatti) di rivoltare il Paese come un calzino. Su queste basi, Matteo non poteva che suscitare interesse nella «prima donna» d’Europa. Ora il premier è chiamato a gestire nella politica interna il doppio successo della missione a Parigi e a Berlino. Spingendo su due linee fondamentali: l’accelezione del processo di riforme e le misure economiche. Sul primo punto, dopo il sì della Camera alla legge elettorale, la riforma si avvia alle «forche caudine» del Senato. E lì rischia di essere tutta un’altra musica. I tasselli delle riforme si completano con la «fine» del Senato elettivo (e sarà un Vietnam parlamentare) e con la modifica del Titolo Quinto (sui rapporti Stato-Regioni) della Costituzione, fonte di lunghi conflitti di competenza. Poi, il lato delle riforme economiche. A partire dalla revisione della spesa. Delrio, il sottosegretario alla presidenza, insiste e auspica che dal taglio degli sprechi possa emergere risorse sufficienti per alimentare la crescita del lavoro. Poi, il jobs act con misure sull’occupazione giovanile che vanno oltre lo status delle regole vigenti. Aprendo il rischio, dice la Cgil e la sinistra Pd, di una precarizzazione strutturale. Su questo fronte, il premier, senza timore, afferma di parlare ai giovani e non ai sindacati. Una mezza dichiarazione di guerra verso poteri fortemente strutturati. Non a caso, nella Cgil esplode il fronte della polemica tra la Camusso - che chiude nettamente a Renzi . e Landini, il leader della Fiom, che invece vuole andare a vedere le carte. Una partita nella partita. In cui rischiano Renzi e la Camusso. Ma soprattutto rischia il Paese. l BERLINO. «Sono rimasta veramente impressionata, si tratta di un cambiamento strutturale». La cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha detto subito, a inizio conferenza stampa, mettendo ancora una volta in chiaro che l'Italia ha rimandato per troppo tempo le riforme strutturali e che quelle che Renzi ha portato con sè a Berlino, in particolar modo il Jobs Act, «vanno nella direzione giusta». Ma è tornata anche a ribadire che sulle regole non si transige. E del resto, ha aggiunto, «se l’Italia ha detto che rispetterà il patto di stabilità non vedo perchè dovrei dubitarne». Nella sua prima visita da premier nella cancelleria più importante d’Europa, Renzi incassa dunque l’appoggio sul suo pacchetto di riforme, non solo dalla Merkel ma anche dal «falco» Wolfang Schaeuble. Lui, il premier, visibilmente soddisfatto, preme come sua consuetudine sull'acceleratore e assicura che l’incontro con la cancelliera («che in questi anni è stata descritta male, ma non è un nemico», dirà in serata) è stato un’occasione per presentare riforme «ambiziose e coraggiose». Che l’Italia intende mettere in campo «misure irreversibili di cambiamento», e sul lavoro anche sul modello tedesco («troviamo un punto di riferimento: lo dico dopo aver visto risultati e lo dico pensando che noi abbiamo deciso subito un primo passo con un dl e un ddl»), non interventi «una tantum» ma riforme strutturali che «puntano in alto» e sono necessarie «subito», anche se l’orizzonte è il 2018. E poi torna a ripetere, come ha fatto nell’ultima settimana quasi ogni giorno, che Roma rispetterà tutti gli impegni e non intende sforare i parametri Ue, ma non perchè lo chiede l’Europa: «L'Italia deve smettere di pensare che le riforme vanno fatte perchè ce lo chiede Bruxelles o Berlino o altre capitali. Le facciamo perchè sono giuste per noi». E le facciamo «subito». E ancora: "L'Ue non è la causa ma la soluzione dei problemi. Quei partiti che lo dicono sbagliano». Musica per le orecchie di Angela Merkel alla vigilia di elezioni europee nelle quali rischiano di trionfare i partiti populisti. E per questo il premier aggiunge anche che sul lavoro le regole rigide hanno fallito. Ed è arrivato il momento di «cambiare le regole del gioco, come una squadra che perde per cinque anni tutte le partite: è chiaro che deve cambiare qualcosa». E ancora: «Le regole ce le siamo date insieme e sono importanti, ma occorre avere la forza di investire sul grande problema dell’Italia: con le misure di questi anni il rapporto debito/pil è cresciuto al 132% perchè, nonostante l'avanzo primario, il nostro problema è la mancata crescita". Insomma l’Italia rispetterà le regole, ma questo non significa che ciò che non ha funzionato non si possa cambiare. Chi ha partecipato agli incontri parla di un’atmosfera «eccellente», subito alleggerita dal regalo di Renzi, che si è presentato con la maglietta del centravanti della Fiorentina, il tedesco Gomez, per la tifosissima cancelliera. E di «grande interesse» per le riforme italiane durante un vertice che ha visto confrontarsi anche sei ministri dei due governi sui diversi dossier e si è chiuso con una cena alla quale hanno partecipato anche i vertici di Confindustria, Enel e Generali. Perchè Italia e Germania, come ha detto Renzi a fine giornata, puntano a realizzare un «nuovo rinascimento industriale europeo». In serata parla in tv: «Rischio moltissimo, ma se ci riesco riesce l’Italia». IL CASO AL DI LÀ DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI, TRA I DUE È QUASI SCOPPIATO UN FEELING Angela fa da guida a Matteo lui le regala la maglia di Gomez CERIMONIALE La Merkel indica come evitare errori l BERLINO. L'unica cosa a «tradire» Matteo Renzi a Berlino è stato il bottone del cappotto fuori posto. Per il resto il premier ha affrontato «la prova della Merkel» esibendo un sorriso smagliante che ha contribuito ad alimentare il clima di intesa con «Angela». Nel ricevere il saluto militare, la cancelliera di ferro, al suo terzo esecutivo, ha indirizzato i passi del giovane neopremier, evitando qualche errore. Nulla di veramente inedito: lo ha fatto in passato con Francois Hollande e con altri primi ministri alla prova della bilaterale. Indicandogli il percorso con la mano, la cancelliera ha evitato con cura, un paio di volta, che Renzi le tagliasse la strada. La cifra di questa visita di insediamento berlinese è stata subito chiara quando, passato in rassegna il picchetto, di fronte ai flash dei fotografi, Renzi ha risposto ad alta voce ai reporter italiani che lo incitavano a girarsi per essere immortalato con la cancelliera: «Chi siete? Italiani...?", ha scherzato, sottolineando il primo momento di distensione previsto dal protocollo degli onori militari. Alla fine, tutti presi dai conti dell’Italia, dal deficit, dal mercato del lavoro, dalla fatica delle riforme, si stava per tralasciare uno dei jolly su cui contava il neopremier, che si è presentato a Berlino con una maglia firmata dall’attaccante tedesco della Fiorentina Mario Gomez come regalo per la tifosissima cancelliera. Ma pare che in effetti la trovata le sia piaciuta: «Un’idea molto bella», è stato il commento trapelato dall’entourage di «Angela». IL CONFRONTO L’INCONTRO TRA SCHAEUBLE E PADOAN CHE HA PRESENTATO I SUOI PROGETTI PER IL LAVORO E LA LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE «Più rigore». «Sì, con il lavoro» Botta e risposta nel vertice tra i due supertecnici all’Economia dei due Paesi GOVERNO Il ministro Padoan con Renzi e la Merkel l BERLINO. Niente rinvii sul rigore. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, a colloquio con l’omologo italiano Pier Carlo Padoan, ha apprezzato lo slancio del governo italiano sulle riforme «per rilanciare la crescita e creare posti di lavoro». Un primo incontro nel quale l’Itali ha illustrato la propria strategia, senza dover dare conto di coperture. Il ministero delle Finanze tedesco ha fatto riferimento alla richiesta che non vi siano rinvii sul fronte del consolidamento dei conti, attraverso le riforme strutturali. Ma su questo rassicurazioni sono giunte anche dal premier Renzi durante la conferenza stampa. «Non era un esame», hanno poi ribadito fonti italiane, raccontando di come il severo ministro di Angela Merkel abbia mostrato interesse per le riforme che spingeranno la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Stando alle stesse fonti, Schaeuble avrebbe mostrato interesse per il taglio del cuneo fiscale e la revisione della spesa, mentre non si sarebbe affatto parlato di coperture. «Il colloquio tra i due ministri delle Finanze si è svolto in un’atmosfera costruttiva", hanno confermato dal ministero tedesco subito dopo la bilaterale. Il ministro tedesco ha salutato favorevolmente l’obiettivo del governo italiano di accelerare il tempo delle riforme per aumentare produttività e crescita e ridurre l’altra disoccupazione giovanile. È però anche giusto - ha chiarito il ministero prendendo posizione sull’incontro – che il consolidamento delle Finanze statali attraverso le riforme strutturali non sia rinviato». Il faccia a faccia fra i due ministri è durato un’ora circa. È servito a illustrare il cambio di passo del governo italiano, e a Berlino -; come ha sostenuto Angela Merkel in conferenza stampa - sono rimasti effettivamente colpiti dall’energia propositiva del nuovo governo. È stata delineata la strategia e confermato il rispetto del vincolo del deficit entro il 3%, ma non si sarebbe entrati nel dettaglio delle coperture. Del resto -secondo quanto riportano fonti italiane – si trattava di un incontro bilaterale, un confronto tra pari. Padoan ha inoltre spiegato di essere consapevole che per la realizzazione delle riforme non serviranno solo le norme ma un forte impegno alla loro implementazione. Una parte dell’incontro è stata dedicata al prossimo impegno italiano di guida del semestre Ue. Su un binario parallelo ha proceduto il vertice fra i due leader dell’industria, il presidente della Confindustria italiana Giorgio Squinzi e dell’omologo della Bdi tedesca Ulrich Grillo, che chiedono all’unisono un’ambiziosa e coerente strategia di politica industriale, di «porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto energia e clima 2030», e di «sostenere un’importante agenda di liberalizzazione commerciale». Rosanna Pugliese RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Martedì 18 marzo 2014 Il premier spiega alla Cancelliera che una politica di sola austerità non basta LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 17 Matteo va all’incasso «Colta la nostra svolta» «La Germania apprezza i cambiamenti intrapresi» IL CASO BRUXELLES ATTENDE DI CONOSCERE NEI DETTAGLI LE PROPOSTE DEL GOVERNO La linea dell’Unione per ora non cambia l BRUXELLES. Un mese o poco più per mettere a punto le coperture del taglio delle tasse e presentare alla Commissione europea il piano delle riforme e il programma di stabilità, con il bilancio aggiornato: è a quella scadenza che guarda Bruxelles, che sarà chiamata a dare il via libera oppure l'altolà al piano di Renzi, non appena vedrà nero su bianco il dettaglio dei costi delle misure con cui il premier intende dare l'annunciato «choc» all’economia. La Commissione non ha chiusure di principio ai piani «rivoluzionari» dell’Italia, ma allo stesso tempo sa che ogni rivoluzione rimette in discussione le regole del sistema, e non è disposta ad accettarlo. Le regole europee di bilancio, l'attenzione al contenimento di deficit e debito, il monitoraggio stretto e le sanzioni per chi sfora i vincoli, sono stati lo strumento che l’Europa ha usato per uscire dalla crisi, convincendo i mercati che disciplina è sinonimo di affidabilità. E dopo tanti sforzi per rispettare la disciplina ferrea, costati molto in termini sociali, la Commissione non vuole rimettere a rischio il sistema. Anche perchè i Paesi «falchi» non glielo permetterebbero, hanno tollerato solo l’eccezione della Francia (a cui è stato dato più tempo per tagliare il deficit) ma solo per il legame speciale che la lega a Berlino, e della Spagna per dimostrare solidarietà al Paese che si era piegato all’onta della troika in casa. La Commissione quindi si appresta a valutare tutti gli elementi delle riforme italiane tra metà e fine aprile: i primi di maggio pubblicherà le nuove stime economiche che terranno conto dell’impatto delle misure su pil e deficit. Se l’Italia volesse alzare il disavanzo portandolo dal 2,6 al 2,8 per non incorrere in una bocciatura Ue dovrebbe allo stesso tempo ampliare i risparmi della spending. l ROMA. Matteo Renzi ha, per sua stessa ammissione, una «ambizione smisurata». Ma, nonostante la sua forte determinazione, l’obiettivo del premier alla sua «prima» con la cancelliera Angela Merkel non era chiedere un allentamento dei vincoli europei. Bensì convincerla della svolta del suo governo grazie a «riforme irreversibili di cambiamento». E la soddisfazione, alla fine del bilaterale, è grande: «La Germania ha capito la nostra direzione riformatrice e ha molto apprezzato il coraggio e il senso positivo dei cambiamenti intrapresi», confida ai suoi il presidente del consiglio. Renzi era consapevole che non era facile superare l’esame tedesco. È vero che «frau Merkel» era da tempo incuriosita dal leader Pd al punto da riceverlo quando era ancora sindaco e a Palazzo Chigi sedeva ancora Enrico Letta. Ma altro discorso era convincere i tedeschi che il suo obiettivo sono, in tempi brevi, riforme strutturali in tutti i campi, da quelle istituzionali al lavoro fino alla burocrazia. «Non siamo figli di un Dio minore, siamo un grande Paese che vuole da solo fare le riforme», è la convinzione con cui il premier si è presentato all’incontro nello studio della Cancelliera. Dopo il fischio di inizio, con la consegna della maglia di Mario Gomez, Renzi ha illustrato, senza slide, come ha ironizzato nella conferenza stampa finale, il suo pacchetto di riforme, suscitando, spiegano fonti di governo, grande attenzione come già sabato scorso, a Parigi, da parte del presidente Francois Hollande. Ma è sulla necessità della crescita come antidoto anche per ridurre il rapporto deficit/pil ed erodere la mole del debito pubblico che il premier ha insistito. Senza toccare il tetto del 3 per cento, Renzi ha spiegato alla Merkel che una politica di sola austerità non basta, come dimostra il fatto che, nonostante l'avanzo primario, il debito italiano è cresciuto. E una nuova Europa deve essere per il premier una battaglia comune di tutti gli europeisti, Germania inclusa, alla vigilia di elezioni europee dove i partiti euroscettici si annunciano molto aggressivi. Ma da Berlino Renzi ha mandato un messaggio molto chiaro anche all’Italia: il decreto sul lavoro non finirà sotto i colpi dei veti incrociati in un nulla di fatto. Prendendo a modello le politiche tedesche sul lavoro, il premier avvisa i sindacati in primis che si va avanti su modelli di maggiore flessibilità visto che le politiche dei governi precedenti e regole troppo rigide hanno portato la disoccupazione al 40%. D’altra parte, spiega Renzi ai suoi, noi per primi ci siamo messi in gioco assumendoci rischi molto forti. E i membri stessi del governo saranno valutati, come chiarisce oggi il sottosegretario Graziano Delrio: «I ministri e gli alti dirigenti dei ministeri saranno giudicati in base alle loro “perfor mance”. Chi a fine anno non avrà portato a casa il risultato, dovrà andarsene». Cristina Ferrulli I COMMENTI LE OPPOSIZIONI NON APPREZZANO I RISULTATI DELLA MISSIONE. SALVINI (LEGA): A BERLINO LO SHOW DI UN EURO-PIRLA IL FILM DELLA GIORNATA PARATA Il «saluto» dei due premier al picchetto COSÌ VICINI Renzi e Merkel A PRANZO Matteo e Angela, gomito a gomito Forza Italia delusa dal vertice «Renzi non ha cavato un ragno dal buco». Grillo: impara ad abbottonare il cappotto FORZA ITALIA Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta l ROMA. Una clessidra sulla scrivania per dare e darsi «il senso dell’urgenza». Matteo Renzi, intervistato da «Quinta Colonna», indica sulla sua scrivania l'oggetto-simbolo della sua fretta di riformare l’Italia. Consapevole di «rischiare moltissimo» ma impegnato a dare per primo l’esempio perchè tutti devono mettersi in gioco. E non si sente solo: "Intorno a me – racconta – c'è tanta gente che dice: va tutto bene, magari mi stai antipatico ma se ci riesci riesce l'Italia". A poche ore dal bilaterale con la cancelliera Angela Merkel, il premier non sembra spaventato dall’esame: «Se l’Italia fa bene il suo mestiere è un bene non solo per l’Italia. Non c'è una concessione che dobbiamo chiedere, a me interessa avere un rapporto alla pari", chiarisce aggiungendo che però in questi anni la cancelliera tedesca è stata descritta male «ma non è nemico». Alla Merkel il premier descriverà le sue riforme, dalle riforme istituzionali alle prime misure fiscali. Renzi sa che mettere 80 euro in tasca a chi guadagna 1500 euro "non risolve la crisi" ma è un messaggio di fiducia e speranza. "C'è un valore economico – spiega – nel far ripartire il mercato interno, cerchi di uscire dalla recessione di questo periodo, dai un messaggio di giustizia sociale. È un messaggio che l'Italia può respirare, dai un messaggio di serenità all’intera economia». Sull’incontro di Berlino giudizi negativi da parte dell’opposizione. Renato Brunetta (Forza Italia) dice che «dal combinato disposto delle dichiarazioni del cancelliere tedesco, Angela Merkel, e del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble, a Berlino il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, non ha cavato un ragno dal buco. Altro che riduzione della pressione fiscale in deficit, altro che coperture creative. Schauble e Merkel hanno riportato Renzi con i piedi per terra». «D’altronde -spiega- non poteva che andare così. I numeri e le misure che il premier ha presentato non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Prima o poi dovrà farsene una ragione». Per la Lega, il segretario Salvini dice che «a Berlino abbiamo assistito allo show di un euro-pirla. Renzi, amico della Germania e nemico dell’Italia. Solo un cretino può pensare che possiamo essere alleati. Se Merkel è contenta e gli fa gli auguri, allora ha capito che continua a guadagnarci. Basti pensare che da quando siamo entrati nell’euro la Germania è cresciuta del 30% mentre l'Italia è calata invece del 20%». Beppe Grillo condivide su facebook un’immagine di Matteo Renzi con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. Ma il leader del M5S si sofferma su un particolare: il premier ha abbottonato male il suo cappotto. Renzi indossa un soprabito grigio, dove bottoni ed asole sono accoppiati male. L’errore, nell’immagine, viene cerchiato di rosso ed una didascalia «prende in giro" il premier. LA SQUADRA I premier con i propri ministri TUTTI INSIEME La foto di rito con le due delegazioni RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Martedì 18 marzo 2014 POLITICA E ECONOMIA COME FAR QUADRARE I CONTI Dei 34 miliardi di obiettivo al 2016, 13.7 sono già stati destinati. Altri ancora sono impegnati per il 2017 e il 2018 Per il taglio dell’Irpef mancano quattro miliardi È già stata impegnata una parte dei fondi del «piano Cottarelli» l ROMA. Le risorse devono ancora tutte arrivare, ma la spending review a cui il governo ha affidato le coperture del taglio del cuneo fiscale, è un bacino a cui si è già attinto e all’appello al momento mancherebbero più di quattro miliardi. L’esecutivo di Matteo Renzi non è il primo infatti ad affidarsi alle risorse derivanti dai tagli della spesa a cui sta lavorando da mesi il supercommissario, Carlo Cottarelli. Così, dei circa 34 miliardi a cui si tende come obiettivo al 2016, 13,7 miliardi sono in realtà già stati destinati. Altri ancora sono stati impegnati anche per il 2017 e il 2018, sempre che nuovi provvedimenti legislativi non intervengano a rimodulare i saldi. La spending è infatti stata utilizzata in parte dalla legge di stabilità, come esemplifica un rapporto del servizio del bilancio del Senato. Il comma 427 dell’articolo 1 della legge, poi modificato negli importi dall’articolo 2 del decreto legge sul rientro dei capitali di gennaio scorso, prevede l’adozione, sulla base dell’attività e delle proposte del Commissario straordinario, di misure di razionalizzazione e di revisione della spesa «tali da assicurare una riduzione della spesa delle amministrazioni pubbliche non inferiore a 0,49 miliardi di euro nel 2014, 1,37 miliardi nel 2015, 1,87 miliardi in ciascuno degli anni 2016 e 2017, e 1,19 miliardi a decorrere dal 2018». Il comma 430 della stessa legge di stabilità dispone anche però che entro il 15 gennaio 2015 vengano disposte variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3 miliardi di euro per il 2015, 7 miliardi per il 2016 e 10 miliardi per il 2017, «qualora entro il primo gennaio 2015 non siano approvati provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate ovvero di minori spese median- SPENDING REWIEV Il commissario Carlo Cottarelli te misure di razionalizzazione e revisione della spesa». In pratica, quando il governo Letta ha deciso di evitare l'aumento delle detrazioni fiscali previsto dalla manovra 2014, ha anche deciso di trovarne copertura nella spending review, con la clausola che se i tagli non saranno sufficienti sarà necessario sopperire con un aumento delle aliquote e delle accise o con una, a quel punto inevitabile, stretta sulle detrazioni (quindi con un aumento delle tasse). In totale dunque le risorse già impegnate ammontano a 490 milioni per il 2014 (sui 7 miliardi totali previsti), 4,37 miliardi per il 2015 (sui 18 delle slide di Cottarelli), 8,87 per il 2016 (sui 34 cumulativi strutturali), 11,87 per il 2017, 1,19 per il 2018. Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla delega fiscale, che prevede una riorganizzazione complessiva di agevolazioni e detrazioni, ma si tratta in ogni caso di una bella gatta da pelare, considerando che il governo dovrà anche compensare i contributi dalle pensioni previsti da l ROMA. Tagli alle forze dell’ordine, ai costi della politica, alle auto blu, agli incentivi alle imprese, alle partecipate, alla difesa, alle prefetture, alle capitanerie di porto, alle consulenze, all’illuminazione pubblica, agli immobili, alle pensioni di guerra e di reversibilità. È un elenco lunghissimo, di 33 voci, quello con cui il commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, si è presentato venerdì scorso a Palazzo Chigi per sottoporre al governo il suo piano. Il dossier di Cottarelli si muove su 5 capitoli di spesa, analizzati punto per punto. In molti casi il commissario è ripartito dal lavoro già intrapreso dai suoi predecessori, Pietro Giarda e Enrico Bondi. Per esempio nella voce che riguarda i consumi energetici e l'illuminazione delle aree pubbliche, con l’operazione che Bondi aveva so- Il vicepresidente commissione Ue Debiti pubblica amministrazione Tajani: «Folle attendere ancora» Pagare i debiti della pubblica amministrazione al più presto possibile o diverse imprese saranno a rischio chiusura. È l'allarme che lancia il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, spiegando che è positiva «la decisione del Governo di pagare i debiti ma era meglio un decreto legge perchè significa pagare in tempi più rapidi, settembre è aspettare troppi mesi e le imprese rischiano di fallire con la perdita di ulteriori posti di lavoro». Tajani sottolinea che «siamo i peggiori pagatori della Ue. È una vergogna» e aggiunge: «La Spagna, ad esempio, ha accentrato i debiti e ha pagato quasi tutto». Secondo il vicepresidente della Commissione Ue, «pagare i debiti della Pubblica amministrazione permetterebbe la copertura dell’intera manovra annunciata dal presidente del Consiglio, infatti pagando circa 40 miliardi rientrerebbero circa 17-18-19 miliardi come tasse» e «sarebbe la copertura perfetta». Cottarelli ed esclusi categoricamente da Renzi. Il commissario aveva stimato per quest’anno un possibile apporto temporaneo di 1,4 miliardi. Risorse che ora l’esecutivo dovrà reperire altrove. Con una lettera alla Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, Maurizio Gasparri ha chiesto inoltre che il ministro dell’Interno riferisca sui tagli alla sicurezza e alle forze dell’ordine previsti nel piano. «La situazione delle forze dell’ordine è sempre più preoccupante. Il blocco contrattuale, quello del turn-over (che solo grazie a iniziative parlamentari è stato in parte allentato), l’annuncio di chiusure di uffici danno l’impressione dell’impoverimento del presidio territoriale a tutela dei cittadini – scrive Gasparri -. Ritengo che in primo luogo ci si debba occupare del problema degli organici e della minacciata chiusura di commissariati, di uffici delle varie specialità della Polizia di Stato e anche di presidi territoriali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza». BERLINO Il ministro della difesa, Roberta Pinotti (seconda da sinistra) al vertice Italia-Germania IL BARESE SOTTOSEGRETARIO AL LAVORO «Meno paletti e meno alibi per le aziende che assumono» Cassano: i sindacati stanno bene, i giovani no l BARI. «Il principio su cui si basa il piano del lavoro del governo Renzi è tanto semplice quanto efficace: meglio un nuovo occupato a tempo determinato che un disoccupato in più. L'obiettivo al momento è di smuovere un mercato rimasto fermo per troppo anni e che ha prodotto milioni di senza lavoro, colpendo indistintamente i nostri giovani e gli “inoccupati di ritorno” e creando, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia nuove aree di estremo disagio sociale. Noi abbiamo il compito di togliere alle aziende ogni alibi e spingerle ad investire nelle assunzioni per rimettere in moto la macchina dell'economia e restituire dignità e speranza agli italiani». Lo ha detto il senatore barese, Massimo Cassano (Ncd), sottosegretario al lavoro. «L'unica strada è quella della semplificazione di regole che invece negli anni scorsi sembrano essere state costruite ad arte per creare danni. Le proroghe previste per i contratti a termine, che aumenteranno da una a 8 volte nei 36 mesi, permetteranno una maggiore contrattualizzazione dei dipendenti, oltre ad un'emersione, soprattutto al Sud, del lavoro in nero. E impediranno alle aziende di ricorrere all'escamotage, al momento molto diffuso, di mandare a casa i ragazzi, Anche meno lampadine nel dossier del commissario prannominato «Cieli bui» e da cui nel 2012 si puntavano a recuperare 500 milioni di euro a regime. Il primo capitolo dell’ex capo degli Affari fiscali del Fmi riguarda l’efficientamento diretto della pubblica amministrazione, da cui ottenere, anche grazie al lavoro della Consip, 2,2 miliardi quest’anno (dei 7 teorici complessivi nei 12 mesi), 5,2 miliardi nel 2015, fino ai 12,1 del 2016. Per il 2014, sono previsti 800 milioni da beni e servizi, 200 milioni dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 milioni dalla riduzione delle consulenze e delle auto blu, 500 milioni dal taglio dei dirigenti della pubblica amministrazione, 100 milioni dai corsi di formazione, 100 appunto dall’illuminazione pubblica, 400 da altre proposte da gruppi ministeriali. Il secondo capitolo riguarda invece le «riorganizzazioni»: delle province (100 milioni quest’anno) e delle spese degli enti pubblici (altri 100 milioni). Dello stesso ramo fanno parte anche le sinergie tra i corpi di polizia, la digitalizzazione, le prefetture, i vigili del fuoco, le comunità montane, che però cominceranno a dare i loro frutti nel 2015. Dal ridimensionamento dei costi del- la politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti, oltre a organi costituzionali), Cottarelli punta ad ottenere 400 milioni quest’anno. Dalla riduzione dei trasferimenti inefficienti, quarto capitolo, potrebbero invece arrivare 2 miliardi (1,4 miliardi dalla riorganizzazione dei trasferimenti statali e regionali alle imprese, 300 milioni dai trasferimenti alle ferrovie, 100 dalle partecipate locali del trasporto pubblico, 200 dai microstanziamenti vari). Ci sono infine 2,2 miliardi di spese settoriali, quelle in cui il commissario ha inserito anche le pensioni, oggetto di tensione con Renzi. Nelle slide di Cottarelli il contributo temporaneo dagli assegni pensionistici vale 1,4 miliardi quest’anno, 1 miliardo nel 2015 e 500 milioni nel 2016. Soldi da cui il governo non intende però fare uso. LO STUDIO ROMANI, TORINESI, MILANESI, PADOVANI E FIORENTINI SARANNO TRA I PIÙ TARTASSATI Tasi, salasso per 5 milioni di famiglie Federconsumatori: «Tutto dipende dai Comuni». Batosta seconde case l ROMA. Sono oltre cinque milioni le famiglie che rischiano di rimpiangere l’Imu sulla prima casa, secondo Federconsumatori. La nuova Tasi, infatti, potrebbe colpire anche quel 25% delle abitazioni principali che nel 2012 risultavano esenti dall’Imu, grazie alle detrazioni. Inoltre se i Comuni decideranno di spalmare anche solo parte dell’aumento delle aliquote dello 0,8 per mille sulle prime case, il conto sarà più salato pure per la famiglia media, e non solo per le fasce più popolari. Infatti, ci sarà un risparmio rispetto all’Imu solo se il Comune manterrà l’aliquota base del 2,5 per mille. In questo caso, la nuova Tasi peserà per 231,71 euro su una famiglia tipo di tre persone che vive in un’abitazione A2 di 100 metri quadri, 50 euro in meno rispetto all’imposta di due anni fa e il totale della pressione sulla prima casa passerà dai 530 euro del 2012 (Imu più Tarsu/Tia) ai 502 euro del 2014 (Tasi più Tari), mentre nel 2013 era di 337 euro (mini Imu, Tares e addizionale Tares). Ma se l’amministrazione usufruirà, in tutto o in parte, della possibilità di alzare le aliquote, la Tasi salirà a 284,78 euro (con un aumento dello 0,04 mille) o addirittura fino a 337,85 euro (con l’aumento massimo dello 0,08 per mille), ben oltre imposta del 2012. Il bilancio è amaro anche per le seconde case, che nelle 10 città più care pagheranno oltre 2 mila euro di Tasi, con una punta di 4.005 Per Daniele Capezzone (Fi), presidente della commissione Finanze della Camera. «Tutte le stime indicano che la Tasi sarà un salasso. Per non parlare delle seconde case, sulle quali in ben 10 città si arriverà a pagare oltre i 2 mila euro, con punte di 4 mila a Roma e 3 mila a Torino». Sopra quota 2 mila euro (per una casa A2 di 100 mq) finiranno anche Milano, Padova, Firenze, Venezia, Massa Carrara, La Spezia e Siena. PROVINCIA DI BARI AVVISO Si rende noto che sono in pubblicazione sul sito istituzionale dell’Ente nell’Albo Pretorio on line, sezione Bandi, atti e avvisi diversi, a cura del Servizio Appalti, Provveditorato, Patrimonio e Locazioni passive gli avvisi relativi a: 1) Indagine pubblica conoscitiva finalizzata alla raccolta di eventuali manifestazioni di interesse all’utilizzo, in regime di locazione, dell’immobile sito in Bari, denominato “Villa Roth” per finalità di rilevanza sociale coerenti con gli scopi e compiti della Provincia di Bari; 2) Indagine pubblica conoscitiva finalizzata alla raccolta di eventuali manifestazioni di interesse all’utilizzo, in regime di locazione, dell’immobile sito in Bari, denominato “Villa Capriati” per finalità di rilevanza sociale coerenti con gli scopi e compiti della Provincia di Bari; Termine ultimo per la presentazione delle istanze di partecipazione è il giorno 15.04.2014, ore 12.00. IL DIRIGENTE Ing. Vincenzo Lomurno Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Martedì 18 marzo 2014 Oggi si riunisce il consiglio supremo L’Italia al momento dovrebbe acquistare di Difesa, convocato da Napolitano. A 90 esemplari del cacciabombardiere di rischio due miliardi di dollari già spesi quinta generazione, rispetto ai 131 previsti Ipotesi riduzione F35 no di militari e industria Politica divisa. I grillini accusano: «Il ministro Pinotti sta bluffando» BARESE Il senatore del Nuovo centrodestra Massimo Cassano è uno dei sottosegretari al lavoro del governo Renzi per assumerne poi altri e evitare così le vertenze». Cassano ha ribadito la necessità di «spostare l’attenzione sui giovani piuttosto che sui sindacati che stanno bene, hanno uno stipendio e una struttura che consente loro di vivere bene. Questa riforma è importante - ha rilevato – perchè dà più opportunità ai giovani rispetto al passato, dà anche la possibilità a chi lavora di avere un importo importante in busta paga, e nel prossimo futuro offrirà possibilità di trovare un lavoro a chi è disoccupato». Dal senatore del Nuovo centrodestra stoccata a Berlusconi: «Mentre l’Italia falliva, Berlusconi e Forza Italia si occupavano di giustizia. Credo che oggi sia più importante il bene del Paese rispetto ai problemi della giustizia di Berlusconi». l ROMA. L'ipotesi di una sforbiciata al programma F35 agita il mondo dell’industria della Difesa e quello militare che temono, ognuno per la propria parte, pesanti ricadute negative: in termini economici e di operatività dello strumento aereo. Tutto questo alla vigilia di un delicato Consiglio Supremo di Difesa, che il presidente Napolitano ha convocato anche per esaminare «le criticità relative all’attuazione della Legge 244 di riforma» delle Forze armate e l' «impatto sulla Difesa del processo di revisione della spesa pubblica in corso». Un approfondito studio del Cesi, il centro studi internazionali, analizza lo stato attuale del programma, che vede l’Italia impegnata ad acquisire 90 esemplari del nuovo cacciabombardiere di quinta generazione, rispetto ai 131 inizialmente previsti: un taglio di 41 esemplari deciso durante il governo Monti. Gli esperti ribadiscono come l’F35 sia un aeroplano versatile, multiruolo, «invisibile» ai radar. Rinunciare al programma, viene sottolineato, provocherebbe un considerevole gap dal punto di vista operativo, mentre sotto il profilo finanziario, indu- quando l'Italia ha annunciato che avrebbe acquistato non più 131 caccia ma 90, il colosso industriale Usa ha subito tagliato da 1.215 ad 835 i (costosi) cassoni alari commissionati ad Alenia Aermacchi. Sul fronte politico, intanto, la revisione in termini riduttivi del programma, ipotizzata ieri dal premier Renzi e dal ministro Pinotti, continua a far discutere. Secondo Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, «l'annuncio del Ministro della Difesa di riduzione degli F35 va accolto positivamente in attesa degli atti consequenziali», ed anche l'Idv – che chiede la revoca dell’intero ordine – auspica che l'annuncio «non sia solo uno spot». Chi parla senza mezzi termini di «propaganda, utile per farsi belli in vista delle Europee», è il Movimento 5 stelle, mentre cautela viene espressa dal centrodestra. Cicchitto, del Nuovo centrodestra, invita a collocare la decisione sugli F35 – che possono essere «ridimensionati, ma non eliminati» – all’interno di una strategia complessiva, mentre l’ex sottosegretario alla Difesa Crosetto (FdI) chiede che venga adottata una decisione «seria e non ideologica». AEREI E POLEMICHE Un F35 in fase di decollo striale e politico – sebbene non vi siano penali vere e proprie in caso di rinuncia all’acquisto – andrebbero immediatamente in fumo i due miliardi di dollari già spesi dall’Italia per la partecipazione allo sviluppo del velivolo e per la costruzione della «Faco» di Cameri (Novara), cioè la linea di assemblaggio finale degli aerei italiani e, al momento, anche olandesi. Ma pure un’eventuale riduzione dell’ordine, secondo gli analisti, produrrebbe un vulnus importante delle capacità operative, con il rischio di non essere più all’altezza dei principali partner occidentali, e «rappresenterebbe un notevole spreco di risorse economiche – scrive il Cesi – considerato che la linea di montaggio di Cameri opererebbe su regimi produttivi assolutamente fuori scala rispetto a quanto progettato inizialmente». Non solo. In questo caso, infatti, «sarebbe tagliato proporzionalmente da Lockheed Martin anche il ritorno industriale previsto per il nostro Paese con un ulteriore considerevole danno economico». Basti pensare che SOLO IN GLIA A PU PER L SILICATA NALI A B EGIO A EL TIVI R INCEN BOLLO LI ECO CON G ON PAGHI IL NI. N AN PER 5 Fiat, Alfa Romeo e Lancia con GLI INCENTIVI STATALI TARDANO AD ARRIVARE? CON LA NOSTRA GAMMA GPL E METANO PARTI SUBITO E TI CONVIENE 3 VOLTE. 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Gli indici del Vecchio Continente hanno messo da parte le preoccupazioni per la delicata situazione in Ucraina, mentre hanno concentrato l’attenzione Oltreoceano e hanno festeggiato la notizia che la produzione industriale americana ha battuto le attese più ottimistiche, migliorando a febbraio dello 0,6%. In aggiunta sale l’attesa per le mosse che mercoledì annuncerà la Federal Reserve, al termine della riunione del Fomc, la prima presieduta da Janet Yellen. Sul finale il Ftse Mib ha registrato un rialzo del 2,5%, vantando la performance migliore d’Europa. A Milano sono rimbalzate le azioni delle banche e in particolare sono state gettonate quelle di Unicredit (+5,5%), spinte dall’ipotesi che l’istituto abbia allo studio la quotazione di Pioneer. Sono inoltre andate bene le società legate all’energia, come Enel (+3,7%) e A2a (+7%), entrambe premiate per i conti 2013 pubblicati la scorsa settimana. Finmeccanica è volata del 6% nell’attesa dei conti in calendario mercoledì. Pirelli, per contro, ha perso il 2% nel giorno dell’annuncio dell’accordo del riassetto dell’azionariato della holding a monte, Camfin: dalla rosa dei soci uscirà il fondo Clessidra, mentre entreranno i russi di Rosneft. Sul fronte dei cambi, l’euro si conferma al di sopra della soglia di 1,39 dollari: vale 1,3926 dollari (1,3924 venerdì). La divisa si attesta inoltre a 141,53 yen (101,41), mentre il dollaro-yen è pari a 101,6 (101,55). Il petrolio perde oltre l’1% attestandosi a 97,64 dollari al barile. Le Borse europee hanno avviato le contrattazioni in rialzo, nonostante le tensioni create dal referendum per l’annessione della Crimea alla Russia. Referendum definito illegale tanto dagli Stati Uniti, quanto dall’Unione europea. Gli investitori mettono ad ogni modo in conto che sia presto raggiunta una soluzione diplomatica tra Russia e Ucraina. Complice l'interesse dei russi, che temono una stretta finanziaria causata da una fuga dei capitali , visto che, come hanno sottolineato gli economisti di Intesa Sanpaolo, solamente a marzo le riserve valutarie sono diminuite del 7%. Intanto sui mercati sale l’attesa per il verdetto del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve che si riunirà oggi, per chiudersi domani. Gli analisti scommettono che la numero uno, Janet Yellen, pur portando avanti il taglio alle misure di sostegno all’economia, continuerà a sostenere la congiuntura Usa e a non provocare violenti scossoni dei mercati. Milano ha registrato la performance migliore d’Europa, seguita da Madrid (+1,6%). Parigi è salita dell’1,3%, Londra dello 0,62% e Francoforte dell’1,37%. Gli investitori ritengono che le azioni delle Borse periferiche vantino quotazioni a sconto rispetto a quelle degli altri mercati. A Milano hanno rialzato la testa le banche, dopo la debolezza delle ultime sedute. In particolare sono andate bene le Unicredit (+5,5%), nel giorno in cui il Financial Times ha indicato che è allo studio la quotazione della controllata Pioneer, società del risparmio gestito valutata tra i 2 e i 3 miliardi di euro. L’operazione, per altro, si inserirebbe in un piano di dismissioni in parte annunciato, che prevede anche la quotazione di Fineco e la cessione di Unicredit Management Bank, l’istituto che gestisce i crediti non performing. MILANO IL GIORNALISTA SCEGLIE IL PRIMITIVO. LA MOGLIE DELL’EX PREMIER: PRODOTTO SENZA SOLFITI Vino, Vespa investe in Puglia D’Alema produce in Umbria MICHELE PIZZILLO l MILANO. Bruno Vespa investe in Puglia. Massimo D’Alema preferisce l’Umbria. Entrambi, però, accomunati da un unico progetto, produrre vino senza solfiti. Un progetto presentato a Milano ieri sera ad un banco di degustazione organizzato dall’Associazione sommelier, con Vespa che ha proposto lo spumante Velluto Expo ottenuto da uve negramaro provenienti da una vigna di San Cesario di Lecce vinificate in purezza e D’Alema con Sfide, un Umbria rosso igt ottenuto da Cabernet franc. Se entrambi sono appassionati di vino, differenti le motivazioni che hanno portato l’abruzzese Vespa a scegliere la Puglia e il «pugliese» D’Alema l’Umbria. «Io sono innamorato della Puglia: una terra meravigliosa che ho conosciuto proprio attraverso i suoi vini – dice il giornalista -. Appena ho avuto l’opportunità, sono entrato in società in un’antica masseria di Manduria perché ritengo il primitivo un vino serio, impegnativo, inconfondibile ma bevibile; poi sono riuscito a creare un’azienda mia, Futura 14, per L’OSCAR DELLA QUALITÀ 2014 VISSANI TESTIMONIAL REGIONALE DELL’AGROALIMENTARE. IL CONSUMATORE NEL RUOLO DI SENTINELLA DEL GUSTO La Puglia della «microcoltura» in vetrina a S. Giovanni Rotondo VITO PRIGIGALLO l SAN GIOVANNI ROTONDO. C’è un’Italia che non s’è fermata. Una piccola Italia che non si è ripiegata su se stessa, che non s’è pianta addosso. È l’Italia dei territori. Celebrata nella «Puglia delle Puglie» con l’Oscar della qualità. Manifestazione che, organizzata dall’Accademia del gusto in collaborazione con l’Accademia della gstronomia storica (rappresentate da Massimo Pitti e Sandro Romano), ha avuto come testimonial Gianfranco Vissani. La star dei fornelli, ha calamitato l’attenzione delle decine di aziende presenti un uno dei settanta alberghi di San Giovanni Rotondo. La vis polemica del cuoco toscano ha subito prevalso: «Voi siete piccoli, cosa potete fare in questo Paese allo sbando dove trionfano le importazioni di farine modificate, dove vengono truccate le etichette e i consumatori non sanno più cosa comprare?». Proprio sulla «ignoranza» di chi va a fare la spesa o si reca in un ristorante o in un albergo puntano produttori privi di scrupolo. Trasformarsi in «sentinelle» del gusto è fondamentale nella cruenta battaglia contro crisi e grande industria. Non solo per i consumatori, ma anche – e forse soprattutto – per gli operatori del settore. «La nostra terra è fonte di ricchezza – ha detto Vissani - mio padre ci è morto continuando a lavorarla. Ecco perché bisogna insistere nel fare rete, nel mettersi insieme, nel fare economia». I «microcultori», come li ha definiti il 63enne chef di Civitella del Lago, sono il futuro. Tanto meglio se sono giovani. Come Francesca Faccilongo, 28 anni, laurea in Scienze gastronomiche che, insieme al fratello Antonio, sta trasformando la terra di Capitanata ereditata dai nonni e sta piazzando in Cina e a Singapore «u prunill», un pomodoro frutto dell’aridocultura. O come Giuseppe Santoro, di Cisternino, il cui capocollo di Martina Franca, fa da qualche mese bella mostra di sé in uno scaffale dei magazzini Harrods, tempio planetario dello shopping londinese. O, ancora, come Michele Cugnetti, biologo che, dopo aver dovuto lasciare il Cnr, produce «birra consapevole», frutto di attenta ricerca scientifica. Ovvero ancora la 27enne veterinaria Alessandra Germano, master in Marketing agroalimentare che, dopo una ricerca di mercato, ha deciso di produrre uova. Microstorie di successi che, premiati con l’oscar della qualità, hanno raccontato la fatica delle start-up, degli ostacoli che a volte la burocrazie pone, del difficile rapporto con le banche. Costanzo Dragano, albergatore sangiovannese, ci crede: «Siamo rimasti in settanta, la bolla seguita al Giubileo è scoppiata, ma quelli in attività ci sforziamo di lavorare al meglio delle possibilità». Vissani dal canto suo ha illustrato le sperimentazioni per produrre grano a Bergamo, Piacenza, Brescia: indispensabile, per avere una best-practice, insistere sul ritornello del «mettersi insieme è meglio». E che l’Italia non può essere solo rappresentata dai «supermercati del lusso alimentare» (ogni riferimento al farinettiano progetto «Eataly» è puramente voluta), troppo cari per diffondere davvero la qualità, il sapere, il gusto, l’eccellenza. Di qualità ha parlato anche Elena Gentile. «Dobbiamo riconquistare grandi e antiche tradizioni e proporle in chiave contemporanea», ha detto l’assessore regionale. produrre anche il primitivo Velluto nero che sarà in commercio a novembre. Il prossimo passo sarà un rosato da uve primitivo». E lei, da foggiana, come mai ha preferito l’Umbria per la vita da viticultrice?, chiediamo a Linda Giuva. «E’ solo una scelta logistica – risponde la signora D’Alema, mentre il marito è impegnato a spiegare la filosofia dell’azienda La Madeleine e a versare vino ai sommelier -. L’Umbria è più vicina a Roma e quando abbiamo deciso di spostarci in campagna, la scelta è caduta su un casale di Narni, con 16 ettari di terreno, di cui la metà vitati. Poi l’idea di produrre vino e di accettare la sfida, da qui anche il nome, di quello senza solfiti». Un progetto studiato dall’enologo Riccardo Cotarella che ha messo insieme una rete di aziende agricole che copre tutto il territorio nazionale. In Puglia, oltre a Vespa c’è la storica Leone de Castris sia con lo spumante che con un Salice Salentino rosso, entrambi ottenuti da uve negroamaro. Il vitigno di cui anche D’Alema ne è tesse gli elogi anche per averne seguito il grande salto qualitativo di questi ultimi anni. E la star dei fornelli annuncia: a Bari aprirò un ristorante l SAN GIOVANNI ROTONDO. Ormai pare molto più di un progetto. Gianfranco Vissani potrebbe tornare a Bari da protagonista. L’apertura all’interno dell’ex albergo delle Nazioni, sul Lungomare, di un ristorante sembra prossima. Si tratterebbe di un locale che trasformerà completamente il piano terra e forse anche il primo piano dell’hotel da poco riaperto. «L’idea è di restare aperti dalle sette del mattino alle due di notte – spiega alla Gazzetta lo chef -. Un posto dove si possa fare colazione, si possa gustare un brunch, si possa fare l’afterhour e infine cenare». Il progetto potrebbe radicalmente trasformare i locali. E, secondo voci che Vissani non conferma, potrebbe anche coinvolgere la balconata con vista sul mare. Sarebbe un ritorno in Puglia per il cuoco toscano, due stelle Michelin, primo ristoratore per il Gambero rosso, testimonial all’Oscar della qualità di San Giovanni Rotondo, dopo l’esperienza a Gravina con l’Antica Masseria dell’Alta Murgia. Un’esperienza conclusasi bruscamente: «Funzionava benissimo, anche in termini di occupazione. Poi qualcuno ha voluto staccare la spina». Vissani interrompe la chiacchierata e augura a tutti la buona notte. [v.p.] LO SBARCO Vissani annuncia che a Bari aprirà un ristorante . RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 17 Martedì 18 marzo 2014 PAGONE CHE AMBIENTE FA Bari, che fine ha fatto l’orgoglio? Zucchero, un utilizzo di GIORGIO NEBBIA >> CONTINUA DALLA PRIMA I l commercio di tradizione barese si va estinguendo, il piccolo dettaglio (anche quello alimentare) arranca e chiudono persino i luoghi di aggregazione andati per la maggiore negli ultimi anni. Per strada, la sera, dopo la chiusura dei negozi, si respira aria da coprifuoco: pochissimo movimento in settimana, qualcosa in più il venerdì e il sabato. È l’ effetto della crisi, si racconta. I ripetuti tagli al benessere e, insieme, l’ aumento progressivo della pressione fiscale hanno impoverito ogni ceto sociale. Solo la criminalità non conosce crisi ma anzi in questo periodo, a giudicare dalla cronaca quotidiana, è l’unica azienda in crescita e capace di arruolare nuovo personale. Non è più piacevole vivere in questa città. Anche passeggiare sotto il primo sole di primavera non produce la soddisfazione degli incontri: facce tristi, relazioni sfilacciate, perbenismo decadente. In una città degli affari, fare meno affari incide nel tessuto sociale. La crisi economica segna i rapporti interpersonali, incide nella voglia di fare e toglie il fiato alla voglia d’impresa. È irriconoscibile Bari in questa fase. Che fine ha fatto l’orgoglio barese? Dove è finita la baresità intesa come intraprendenza, guizzo culturale, apertura della mente e delle braccia a chi è straniero in una città che sa accogliere? Questa città assomiglia sempre più a uno stagno improduttivo, capace di far proliferare solo zanzare e topi, come avviene lungo il lungomare infestato da alghe putrefatte e dagli scarichi della fogna a ridosso della spiaggia comunale. Questa città invecchia perché vive di ricordi e non di memoria. Bari concepisce ormai come mausoleo della propria grandezza possibile i simboli dei fasti di una volta: la Fiera del Levante è un recinto vuoto, lo stadio mondiale è una cattedrale inutile e senza fedeli, perché Bari ha visto fallire la propria squadra di calcio senza battere ciglio, anzi - per quanto paradossale - plaudendo al fallimento. Il teatro Petruzzelli, pur rinato, vive di rendita e produce debiti più che spettacoli, assediato com’è da troppi interessi politici e troppo pochi margini artistici. Persino il simbolo della città, il santo patrono, è stato usato come effigie di marketing e di promozione territoriale sulle magliette dei calciatori e non più come spunto identitario di una intera città. Quasi un affronto alla storia e alla fatica di quei sessantadue marinai che nel 1087 andarono in Turchia e si resero protagonisti del sacro furto delle ossa di San Nicola pur di rivendicare in Adriatico una identità autorevole e universalmente riconosciuta. A dispetto dei santi, questa città è sempre più brutta perché è sempre più povera. Ma povera non tanto nelle tasche quanto nel proprio patrimonio di valori e di cultura. È una città nella quale da anni non viene più allestita una grande mostra d’arte capace di calamitare l’attenzione di turisti e di studiosi; una città che si prende gioco dei croceristi in transito, portandoli in giro nel traffico sui bus decappottati per mostrare quattro lampioni e musei chiusi; una città incartata in una lotta infruttuosa all’aggressione criminale, perché la sicurezza percepita rimane sempre dieci spanne al di sotto di quella dichiarata e faticosamente garantita dalle istituzioni preposte. Questa è una città ferma, perché gli sgambetti reciproci impediscono a chicchessia quel colpo d’ala che potrebbe produrre effetti. Da queste parti perciò si ragiona in termini di «cordata»: o si procede intruppati o nessuno procede e può procedere, perché finisce male comunque. Questa Bari è sede di una delle università più grandi e storiche d’Italia, ma con minore incidenza sul territorio appena fuori le sue mura. Persino gli studenti, che sono migliaia, sono invisibili in questa che potrebbe essere una città universitaria e pure ha fatto di tutto per costruire una cittadella universitaria policentrica: l’ateneo in centro, il politecnico da un’altra parte, la biblioteca nazionale e l’archivio di Stato da un’altra parte ancora. La crisi è culturale, in questo capoluogo di regione, la stessa Regione che ha fatto della cultura uno dei suoi punti di forza. È una crisi cui la politica non sa rispondere e infatti non risponde: le prime mosse della campagna elettorale non lasciano spazio a illusioni. La politica parla d’altro, si interessa d’altro, litiga su altro. I comitati elettorali non servono a coinvolgere ma a elargire, a cominciare dalla elargizione di promesse. Tanto, poi si vede. Onofrio Pagone GENNARO PICINNI Europa, secoli di battute I biografi narrano che Charlie Chaplin nella realtà fuori dal «set» fosse piuttosto «attaccato al denaro» (non per nulla si immortalò ne «La febbre dell’oro» - 1925) e citavano un suo cinico aforisma: - «Nella vita non ci sono soltanto i soldi… ci sono anche gli chèques». Personalmente non sono mai stato particolarmente attaccato al denaro quanto invece al «baratto». Negli anni del «boom economico», al di fuori del rapporto con le gallerie d’arte, non ho fatto altro che «barattare» i miei dipinti con i più impensabili generi di consumo, inducendo nello stesso tempo al collezionismo le più svariate categorie di fornitori che forse mai «ci avrebbero fatto un pensiero». Dall’arredamento all’elettronica, all’abbigliamento (per 30 anni mi sono completamente vestito e accessoriato presso un negoziante convertito al «cambio quadri»). Anche la macchina da «modernariato» tuttora in uso è frutto di un «cambio» con una maxi tela per una sala di rappresentanza di una concessionaria di automobili. Ma già dalla metà degli anni 2000 in poi il piacere del «baratto» subì una penalizzazione progressiva perché tutti noi ci accorgemmo di essere sempre più a corto di soldi, come quando «Adamo ed Eva si accorsero di essere ignudi». E ci potete mettere una mano sul fuoco (pardon sulla Bibbia) che la responsabilità (eufemismo) fu dello «Stato bu- UN EURO «Croce» limico & sprecone» (e per esso della pletora di «politicanti») uno Stato reo del «Peccato Originale» e che non ci pensava nemmeno per sogno a usare «la foglia di fico» per «coprire le vergogne» della «Spesa Pubblica», fidando che alla bisogna bastassero le spesse mura degli esecrandi «Palazzi del Potere». E voilà gli «italiani, brava gente» ridotti all’infimo «stato di crisi» con un primato europeo di «supertassati». Ai fini dell’«Economia reale» se il 2012 fu l’«anno azteco», il 2013 è stato già archiviato ed etichettato come «annus horribilis». Meglio non pensare all’aggettivo cui dovremo ricorrere per il 2014. Ma, a pensarci bene, quella che stiamo vivendo è una strana crisi da «Paese di Cuccagna». Se gli iper e supermercati rigurgitano di cibi al punto che le mortadelle «te le tirano appresso» come dicono a Roma, tutte le altre categorie di consumi non sono da meno, al punto che sono state inventate le automobili «a Km 0» stipate a decine nelle concessionarie, mentre negli anni ’60 si dovevano aspettare 6 mesi per ottenere una «600» (un 666 affatto satanico). Ma l’arcano è facilmente svelabile. Tenuto presente «in primis» il carico fiscale (vero e proprio bancomat «ad libitum») e poi i mutui, i canoni d’affitto, le rate e le varie utenze, ormai soltanto la metà degli italiani può dedicare sì e no un risicato 20% del proprio reddito ai beni di consumo meno impellenti, mentre l’altra metà non ce la fa ad arrivare a fine mese. E «in breve», tenuto altresì presente che di questo «sfacelo italico» responsabile all’origine ci sta la ben piantata e «dogmatica Europa», ancor più rabbia fanno certe TV (e non vi dico i «politicanti») che si infervorano sin d’ora a strombazzare le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Nel quale circa 1000 «eccellenti burocrati» andranno ad insediarsi per scaldare gli scranni (tra «Bruxelles e Strasbourg» e tra «agi e lussi», evviva gli sprechi!) con il meritorio compito di continuare a rendere penosa se non tragica la vita dei popoli d’Europa (italiani in testa con la ben nota «crescita 0»). Ovviamente senza la minima intenzione di ammettere che tutto il «sistema» è da riformare radicalmente, compresi loro stessi che con disinvoltura hanno fatto coniare il leonardesco «uomo vitruviano» in «croce» di quella dannosa monetina con la scritta 1 Euro in «testa». E, a proposito di Europa, mi ritorna in mente quell’aforisma (tra l’«Absurde» ed il «Non-sens») di Charles de Secondat baron de Brède et de Montesquieu (1689-1755), ineguagliabile «Maître à penser»: - «I popoli d’Europa, avendo sterminato i popoli d’America, hanno dovuto mettere in schiavitù quelli d’Africa per dissodare quelle terre». Aforisma che, a fronte di «Storia recente», potrebbe essere perifrasato in: - «I popoli d’Europa, dopo essersi sterminati tra di loro, hanno dovuto mettersi in schiavitù dell’Euro per affossare le loro terre». Fermi restando l’«Absurde» ed il «Non-sens» di una situazione giunta ormai al «punto di non ritor no». da materia prima... M i ricordo. Passando vicino Foggia, d’estate, si sentiva l’acre odore, o profumo, dello zuccherificio, un odore che “sapeva” di barbabietola e di melasso, di polpe e di lavoro umano nell’estate rovente, nei campi, nelle fabbriche. Tanti anni fa molti studenti universitari o insegnanti in vacanza, nei quaranta giorni della “campagna saccarifera”, trovavano un piccolo guadagno nei laboratori degli zuccherifici, addetti all’analisi, un carro dopo l’altro, del contenuto zuccherino di ciascuna delle partite di barbabietole che entravano nella fabbrica. In quelle poche settimane estive, senza respiro e interruzione, le barbabietole mature sono raccolte e portate, in lunghe code di camion, negli zuccherifici. L’estrazione dello zucchero consiste in un lungo e delicato processo; le barbabietole ancora sporche di terreno vengono lavate e qui si ha un problema ambientale di smaltimento di acque inquinate; le barbabietole vengono poi tagliate in piccoli pezzi, “fettucce”, e inviate in adatti reattori dove l’acqua calda fa uscire lo zucchero dalle cellule delle radici; si ottiene una soluzione contenente dal 10 al 15 % di zucchero e una massa di residui cellulosici privi di zucchero, le “polpe”, adatti all’alimentazione del bestiame; circa 8 chili di polpe secche per ogni 100 chili di barbabietole lavorate. La soluzione di zucchero ancora impuro viene sottoposta ad un trattamento di purificazione con calce: si forma un fango insolubile e si ottiene una soluzione di zucchero quasi puro che viene concentrata in adatti distillatori. Il fango, detto “di defecazione”, è soggetto a putrefazione e fonte di inquinamento, anche se in parte viene utilizzato come concime nei campi. In seguito all’evaporazione dell’acqua nei distillatori, si ottiene una soluzione contenente circa il 60 % di zucchero che cristallizza in seguito al raffreddamento della soluzione. Qui interviene una vera e propria arte; operai specializzati riescono a far formare cristalli di zucchero tutti uguali, come vogliono i consumatori; agli inizi del Novecento gli operai specializzati in questa arte della cristallizzazione venivano fatti venire in Italia dalla Boemia, dove esisteva una lunga tradizione dell’industria saccarifera. La massa viscosa contenente i cristalli viene sottoposta a centrifugazione; dalla massa di colore bruno si separano i cristalli di zucchero che vengono sottoposti a successivi lavaggi e centrifugazioni, fino ad ottenere quei bellissimi cristalli bianchi, tutti uguali, che troviamo nelle scatole di zucchero comprate nel negozio. Una operazione che destava l’ammirazione degli studenti universitari che portavamo in visita negli zuccherifici pugliesi. SOTTOPRODOTTI -Nei due secoli della sua vita, l’industria dello zucchero di barbabietola ha imparato a utilizzare e riciclare (quasi) tutti i sottoprodotti; tutti i liquidi di lavaggio sono addizionati alle soluzioni di zucchero greggio per recuperare lo zucchero che ancora contengono; alla fine si ottiene un liquido viscoso e di colore bruno, il “melasso”, che contiene ancora il 60 percento di zucchero, circa un settimo dello zucchero iniziale, insieme a varie sostanze azotate. Il melasso è usato sia per l’alimentazione del bestiame, sia come materia prima per l’industria delle fermentazioni; se viene addizionato con lieviti lo zucchero del melasso si trasforma in alcol etilico e anidride carbonica. Con altri microrganismi dallo zucchero del melasso si possono ottenere molte altre sostanze di importanza commerciale come antibiotici e amminoacidi. Proprio per la vicinanza agli zuccherifici del foggiano, fu installata a Manfredonia una fabbrica di uno di questi, l’acido glutammico, sfortunatamente chiusa dopo pochi anni. Così come sono stati chiusi, uno dopo l’altro, i quattro zuccherifici pugliesi e della Basilicata: quello di Policoro nel 1990, quello di Rignano, nel Foggiano, nel 1992, quello di Melfi nel 1994, quello di Incoronata, vicino Foggia, nel 2005. Nel 1985 in Italia funzionavano una quarantina di zuccherifici, con una produzione di circa un milione e mezzo di tonnellate all’anno; il loro numero era ridotto a 17 nel 2000; ora viene prodotto zucchero da barbabietole, circa 400.000 tonnellate all’anno, soltanto in quattro zuccherifici, a Minerbio e a San Quirico di Parma in Emilia, a Montagnana nel Veneto e a Termoli nel Molise. La produzione nazionale è appena un quarto del fabbisogno interno, la differenza, circa 1,2 milioni di tonnellate all’anno, viene importata. Nel mondo, ogni anno, si producono 65 milioni di tonnellate di zucchero dalle barbabietole e 130 milioni di tonnellate dalla canna. Sarà l’economia, sarà la globalizzazione, saranno gli accordi europei e mondiali, ma si stringe al cuore a pensare al lavoro perduto, in Italia, nei campi e nelle fabbriche, alle competenze perdute in una attività che era riuscita a perfezionare i suoi cicli produttivi con basso impatto ambientale negativo. Eppure, pur davanti a consumi mondiali di zucchero abbastanza costanti, ci sarebbero prospettive per l’utilizzazione dello zucchero anche come materia prima per sintesi chimiche, tanto che si parla ormai di una “saccarochimica” del futuro. RASSEGNASTAMPA 2 martedì 18 marzo 2014 MISSIONE A BERLINO Renzi convince Merkel «Colpita dalle sue riforme» ● Il presidente del Consiglio presenta a Berlino il suo piano di riforme e dice: «Non sforeremo il 3 per cento, ma serve la crescita» ● La cancelliera: «Coraggioso ed efficace» MARIA ZEGARELLI ROMA E il giovane premier italiano, Matteo Renzi, conquista la cancelliera di ferro Angela Merkel che raramente si era vista così sorridente e rilassata dopo un vertice con i presidenti del Consiglio italiani. «Angela» lo promuove a pieni voti, convinta da quel programma di riforme strutturali e istituzionali che Renzi le illustra durante il loro faccia a faccia. «Molto colpita», così si definisce durante la conferenza stampa congiunta e augura «molta fortuna e molto coraggio» all’Italia. «C’è cambiamento strutturale in Italia e poi ci sono tutti i vari aspetti della riforma che abbiamo esaminato», spiega dopo aver espresso personalmente a Renzi il proprio apprezzamento per il coraggio e la direzione riformatrice intrapresa dall’Italia. «Per me è chiaro dice ai giornalisti- che l’Italia tiene conto della stabilità ma anche delle due componenti crescita e occupazione». Augura «molto successo» al piano che definisce «ambizioso», accolto qui «in modo molto positivo», ma nessun accenno a quello spostamento di zero virgola dal 2.6% verso il tetto del 3% tra debito e Pil. La cancelliera si rallegra di «questo slancio» che il premier e i suoi ministri hanno mostrato di avere, usa la parola «felice» parlando dell’incontro e assicura il sostegno tedesco alla presidenza ita- .. . Il capo del governo: «Dobbiamo fare le riforme perché lo chiedono i nostri figli» .. . «Italia e Germania hanno avviato un percorso verso un nuovo Rinascimento comune europeo» liana Ue. E le piace l’ottimismo del giovane premier, «il bicchiere è mezzo pieno e il governo italiano si preoccupa di riempire questo bicchiere», ma adesso bisognerà aspettare i risultati. GLI IMPEGNI DELL’ITALIA Renzi, così come aveva chiamato per nome il presidente francese Hollande, chiama per nome il primo ministro tedesco, «Angela», alla quale poco prima regala la maglia di Super Mario Gomez (e che il portavoce Steffen Seibert rilancia subito via twitter), e ribadisce ad uso e consumo della stampa tedesca che ieri mattina lo ha definito l’anti-rigore, che l’Italia rispetterà tutti gli impegni presi, «le regole ce le siamo dati noi, insieme, e sono importanti», quindi i patti saranno onorati. Non per Bruxelles o per Berlino, ma per «i nostri figli». Il vero problema dell’Italia, spiega, è «che abbiamo smesso di crescere» e quindi neanche l’avanzo primario fa sentire i suoi effetti. Per questo occorre un processo di revisione della spesa corrente, «un processo irreversibile», un rilancio dell’occupazione, «i dati sono inaccettabili», anche attraverso le misure del Jobs Act, perché «la pretesa di creare posti di lavoro con una legislazione molto rigida, dura, strutturata è fallita. Dobbiamo cambiare le regole del gioco, in questo senso abbiamo nella Germania il nostro punto di riferimento». I sindacati protestano? «Non so perché si pensi che in Italia ci sia dissenso. Forse questo dissenso c'è da qualche parte del sindacato, ma il vero dissenso è che la disoccupazione giovanile da noi abbia superato il 40% e che la disoccupazione sia raddoppiata negli ultimi 6 anni». E Merkel rafforza: i risultati arriveranno fra qualche anno, come è accaduto in Germania dove la maggiore flessibità ha creato nuovi posti di lavoro soprattutto tra i giovani. A un giornalista che gli chiede se durante il vertice ha illustrato anche da dove arrivano le coperture per tutte le misure annunciate, Renzi risponde che Merkel «non ha bisogno di conoscerle perché le conoscono tutti gli italiani. Le abbiamo illustrate nella conferenza stampa di qualche giorno fa. Scherzando la cancelliera mi ha detto “qui non ci sono slide”, evidentemente l’eco è arrivata fino a Berlino». Poco dopo è il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Schaeuble, parlando con il suo collega italiano Pier Carlo Padoan, però, a mettere in guardia sui rinvii sul consolidamento delle finanze statali. Sintonia sulla politica estera e la durissima crisi dell’Ucraina. «A Merkel dico grazie per la collaborazione che abbiamo avuto in questo momento sul piano delle relazioni europee e internazionali, il lavoro che abbiamo svolto insieme è molto importante per la delicata vicenda dell’Ucraina», dice il premier italiano. Ogni decisione verrà assunta dalla Ue, ribadisce la cancelliera tedesca. MICHELANGELO E IL DAVID Renzi non conosce il gioco in rimessa, solo l’attacco. Che piaccia o no questo è il suo stile, nessuna incertezza, al contrario rivendica l’orgoglio del suo Paese e la sua determinazione a cambiarlo. Parla di un governo con un programma «ambizioso», il cui orizzonte è fissato al 2018, ma le riforme, insiste, vanno fatte subito. «Il percorso che ci attende cambierà il livello istituzionale in Italia, ci vorranno anni, ma ogni giorno sarà fondamentale», ribadisce. Sceglie le parole e le dosa con cura e quando parla dei rapporti bilaterali commerciali, soprattutto riferendosi alle «grandi economie manifatturiere», pesca nel tempo, arriva al Rinascimento, quello che i due Paesi intendono rilanciare proprio in questo settore, anche se il rinascimento in- .. . La cancelliera tedesca augura al nostro Paese «molta fortuna e molto coraggio» .. . «Per me è chiaro che l’Italia tiene conto della stabilità ma anche di crescita e occupazione» dustriale tedesco è partito da un po’. «Noi vogliamo essere economie competitive, non vogliamo essere un'economia che perde un'occasione con la storia», dice Renzi. Più tardi durante il brindisi della cena (pomodorini e mozzarella) punta in alto: «Stiamo provando a fare una pacifica rivoluzione. Nei prossimi mesi la politica italiana cambierà volto». Poi ancora un salto nell’arte, stavolta Michelangelo e il David per spiegare la spending review, «bisogna togliere ciò che c’è in eccesso». Elogia gli imprenditori italiani, quelli che hanno lavorato sodo, molto spesso lasciati soli dalla politica. Merkel sorride, chissà se pensa ai vertici da brivido con Silvio Berlusconi, alle foto con le corna, alle frasi insultanti. Renzi alla fine è soddisfatto dell’esito del vertice, «perfetto» dal suo punto di vista. A parte quel bottone del cappotto allacciato male appena sceso dall’auto blu, subito immortalato dai flash e rimbalzato su tutti i siti web. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi accolto con gli onori militari dalla cancelliera Angela Merkel FOTO INFOPHOTO ... «Dai... almeno è giovane e sveglio!» ... BEPPE GRILLO #Grillo che sfotte #Renzi perché non sa abbottonarsi il cappotto è la sintesi perfetta dell’attuale periodo politico italiano ... @FRANALTOMARE Nessun uomo è un’asola @LAGELONI ... Lezione 1: fingere di non saper abbottonare il cappotto, suscitando istinti materni nelle signore agee @NUNZIAPENELOPE ... La rete ironizza sul cappotto mal abbottonato #cambiaverso ai bottoni @ILFABRI L’appello Confindustria-Bdi: «Più impresa nella Ue» L e prime due economie manifatturiere del continente chiedono di rilanciare l’industria in Europa. Parallelamente al vertice Merkel-Renzi, una piccola ma assai rappresentativa delegazione di imprenditori italiani ha incontrato i cugini d’oltre Brennero. Confindustria e Bdi, l’omologa tedesca, ogni anno a ottobre a Bolzano tengono il Business forum italo-tedesco. Un appuntamento ormai consolidato - va avanti dal 2010 - per conoscere e confrontarsi. Il vertice di ieri era invece assai informale. A partire dalla formazione delle delegazioni. Quella italiana era guidata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi - che quindi per la prima volta incontrava quasi ufficialmente Matteo Renzi - e composta da Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel e vicepresidente di Confindustria, Lucia Aleotti, presidente del gruppo Menarini e Mario Greco, amministratore delegato di Generali. Quella tedesca era guidata dall’omologo tedesco di Squinzi, quel Ulrich Grillo la cui famiglia ha origini in Valtellina - da cui scappa per le repressioni anti-protestanti a metà ‘600 e che ha dato vita all’attuale gruppo Grillo-Werke Ag, con vari stabilimen- IL CASO MASSIMO FRANCHI mfranchi@unita.it Documento comune consegnato ai governi italiano e tedesco. Tra i punti: competitività fabbisogno energetico e commercio estero ti nella Ruhr nell’industria chimica e metallurgici. Grillo è a capo di Bdi dal 1 gennaio 2013 e passa per essere un ultra liberista. Con Squinzi ha incontrato i ministri dell’industria - l’ex presidente dei Giovani industriali Federica Guidi e l’ex presidente dell’Spd Sigmar Gabriel - a cui hanno consegnato un appello in vista del Consiglio europeo del prossimo 20 e 21 marzo. Nell'appello Confindustria e Bdi esortano i governi italiano e tedesco a sollecitare tre obiettivi. Il primo - come detto riguarda il rilancio del settore industriale, fondamentale per entrambe le economie. Squinzi e Grillo chiedono ai propri governi di «sostenere l’obiettivo di incrementare il contributo dell’industria al 20% del Pil dell’Unione europea entro il 2020, attraverso la definizione di un’ambiziosa e coerente strategia di politica industriale che includa una nuova governance industriale europea capace di dare una chiara priorità alla competitività e di porla al centro di tutte le politiche dell’Unione europea». Il secondo punto riguarda il problema del fabbisogno energetico e chiede di «porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto energia e clima 2030, adottando un approccio integrato che prenda in considerazione i tre pilastri della politica energetica: sostenibilità, competitività e sicurezza delle forniture». Il terzo e ultimo riguarda il commercio estero: «sostenere un’importante agenda di liberalizzazione commerciale, per prima cosa intensificando gli sforzi per raggiungere un ambizioso accordo commerciale con gli Stati Uniti». PRIMO INCONTRO SQUINZI-RENZI Squinzi poi in serata ha preso parte alla cena offerta dal governo tedesco. Ed ha quindi potuto per la prima volta incontrare il neo presidente del Consiglio. Rottamata la concertazione, Renzi assieme ai sindacati non ha mancato di punzecchiare anche Confindustria («Cosa hanno fatto in questi 20 anni?»). Per tutta risposta Squinzi non aveva ancora dato un giudizio preciso sulle misure economiche prese dal governo mercoledì scorso. Venerdì si era limitato a commentare: «Per adesso abbiamo visto un’elencazione di intenzioni che sembrano andare nella direzione giusta», definendo però Renzi «un motore di Formula uno». Ieri sera avrà cambiato idea? RASSEGNASTAMPA 3 martedì 18 marzo 2014 Il rovesciamento del «vincolo esterno» IL COMMENTO RONNY MAZZOCCHI SEGUE DALLA PRIMA «Il premier ha avuto il coraggio di dire che è l’austerità a uccidere la crescita» UMBERTO DE GIOVANNANGELI udegiovannangeli@unita.it «Va dato atto al giovane primo ministro italiano di aver avuto il coraggio di esplicitare, anche in importanti vertici europei, una verità che si è fatta strada in questi anni di crisi, tra macerie sociali e crescenti diseguaglianze: l’Europa che intende davvero puntare in alto e uscire dalla recessione deve farla finita con le politiche di austerità». A sostenerlo è Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire français des conjonctures economiques, istituto di ricerca economica e previsione, autore di numerosi saggi, l’ultimo dei quali è «Il teorema del lampione. O come mettere fine alla sofferenza sociale» (Einaudi, 2013). Guardando al vertice all’Eliseo fra Matteo Renzi e il presidente francese, François Hollande, Fitoussi rimarca: «Molto del futuro dell’Europa dipende da una intesa forte fra l’Italia e la Francia». ProfessorFitoussi,nelpresentare ilverticediBerlinofrailpremieritalianoMatteo RenzielacancellieratedescaAngelaMerkel, il quotidiano tedesco Die Welt, ha scritto che «Renzi provoca Merkel con l’anti-rigore». «Se di provocazione si tratta, dico: ben venga. Perché solo con simili “provocazioni” è possibile mettere fine alla sciagurata politica iper-rigorista che ha inferto un colpo mortale alla crescita, impoverendo, fino quasi ad annientarlo, il ceto medio e indebolendo ulteriormente le fasce meno protette. Renzi si è posto l’obiettivo di attaccare due problemi che sono alla base di una politica di crescita; le diseguaglianze, cercando di ridurle anche agendo con la leva fiscale, meno invasiva verso le fasce meno abbienti, e soprattutto aumentando i redditi delle fasce più deboli. E nell’agire in questa direzione Renzi non è mosso solo da un principio di giustizia sociale, che per gli esegeti del mercato potrebbe dire poco o niente, ma agendo sugli investimenti, anche pubblici, Renzi ha compreso che questo è l’unico modo per rimettere in moto i consumi, inesistenti se non s’interviene sui redditi. Per questo, ritengo che un lungimirante “anti rigorismo” è l’unica via per agire sulla domanda, oggi bloccata, e per rilanciare una politica di investimenti pubblici nei settori stra- L’INTERVISTA Jean Paul Fitoussi «Un lungimirante “anti-rigorismo” è l’unica via per agire sulla domanda e per rilanciare una politica di investimenti pubblici strategici» tegici, quelli portatori di futuro. Di questo, peraltro, si è discusso recentemente a Bruxelles, in un meeting di Progressive Economy, il movimento di cui sono copresidente assieme a Joseph Stiglitz. Il problema, non solo per Renzi, è quello di dare contenuto a un orizzonte di sviluppo. Ma non c’è dubbio che quella indicata sia la strada giusta». RIMBORSI AI PARTITI Il premier: «Deluso da Grillo, umanamente e politicamente» Matteo Renzi si dice «deluso, umanamente e politicamente», da Beppe Grillo. Perché - spiega il presidente del Consiglio in un’intervista a «Quinta colonna» andata in onda ieri sera su Rete4 - il leader del Movimento 5 Stelle «ha scelto di mantenere più voti e di non contribuire a cambiare il Paese». Al contrario, rivendica il premier nell’intervista televisiva, il governo sta provando a cambiare su molti temi sollevati più riprese proprio dal Movimento 5 Stelle, a cominciare dai costi della politica. Facendo riferimento in particolare alle spese sostenute dalle Regioni, un tasto su cui insistono costantemente i parlamentari Cinquestelle e l’ex comico genovese, Renzi annuncia durante l’intervista televisiva che a breve ci saranno importanti cambiamenti: «Basta spese pazze, elimineremo i rimborsi ai partiti dei consigli regionali». Cosadeveessercialcentrodiquestastrada? «Oggi in Europa abbiamo un bisogno vitale di politiche di sostegno al reddito e ai salari. Una volta per tutte va infranto un tabù..» Quale, professor Fitoussi? «Ridurre i salari non vuol dire essere più competitivi. Semmai, è vero il contrario. Bisogna smetterla con l’Europa dei sacrifici. Io credo fondamentalmente che la causa di questa crisi sia stata la crescita della disuguaglianza nell’ultimo quarto di secolo. È successo che i mercati finanziari sono cresciuti enormemente e quando la bolla è esplosa si è visto che non c’era abbastanza reddito per far funzionare l’economia. Troppa gente è diventata povera e il solo modo che ha avuto di mantenere il suo tenore di vita è stato quello di indebitarsi. Non sono favorevole alle posizioni di rendita, ma i fattori determinanti per la qualità di vita di un popolo sono sicurezza economica e un’occupazione decente, non l’insicurezza economica dovuta al taglio del benessere da parte dello Stato. E qui ritorna il discorso sugli investimenti...». Tema su cui Renzi insiste molto. «Senza un piano di investimenti massiccio non si risolverà la situazione europea, né per quanto riguarda la crescita né sul versante della disoccupazione giovanile, che è un problema terribile per i Paesi che invecchiano. Come mai nei Paesi che diventano più vecchi, i giovani, che sono la risorsa che diventa più rara, rimangono disoccupati? C’è un problema di atteggiamento strutturale, anche per quanto riguarda le politiche giovanili. Spendere di più in scuola e università non è il miglior investimento per il futuro? Ho letto che Renzi insiste molto sulla centralità dell’istruzione. Fa bene a farlo». Sullanecessitàdiandareoltrel’orizzonte dell’austeritàsiè registratauna significativaassonanzatraRenzieHollandenelrecente vertice all’Eliseo. «Molto spesso in passato si è detto e scritto di un asse tra “cugini”. Salvo poi veder infrangere questo “asse” quando si trattava di intervenire sulle regole dei mercati, soprattutto quelli finanziari, e sul come recuperare la domanda interna. Spero che il “patto” Hollande-Renzi rappresenti davvero una svolta, perché il futuro dell’Europa dipende molto da una intesa forte fra l’Italia e la Francia». .. . Economista, professore emerito all’Institut d’Etudes politiques di Parisi e alla Luiss di Roma Basta dare un’occhiata alle previsioni dei vari istituti demoscopici per scoprire come il malcontento delle popolazioni europee abbia colpito tutti i Paesi, sia quelli in difficoltà, sia quelli che in questi anni sono riusciti a dettare l’agenda della gestione della crisi. La capacità di contenimento politico delle spinte anti-europee da parte delle forze democratiche sembra ormai quasi esaurita. Il rischio che l’Europa venga investita da una incontrollata ondata populista e nazionalista è fortissimo. Lo scenario strategico che però si presenta da qui a maggio è assai più complesso della semplice contrapposizione fra forze europeiste e anti-europeiste. La vera battaglia si combatterà dentro il campo delle forze pro-euro, fra i fautori delle riforme delle istituzioni comunitarie e i conservatori dello status-quo. Sarà una battaglia di natura essenzialmente politica e per questo conteranno moltissimo i rapporti di forza, gli interessi in campo e le alleanze che si andranno a realizzare. Senza dubbio i conservatori partono avvantaggiati, sia dalla loro apparente solidità economico-politica, sia perché di carte da giocare ne hanno almeno due. Da un lato, realizzare direttamente il mai del tutto accantonato progetto di «Kerneuropa», la moneta unica dei più forti. Dall’altro, mantenere lo status quo nella consapevolezza che i Paesi delle periferie europee, trovando sempre più difficile farsi carico dei costi sociali imposti dal sistema attualmente vigente, saranno presto o tardi costretti a uscire, aprendo la strada alla costruzione dell’euro del Nord. I riformatori hanno dalla loro soltanto il vastissimo malcontento popolare e la minaccia di una crisi di rigetto per un’Europa senza riforme, stavolta senza possibilità di appello. Renzi sembra averlo capito e pare intenzionato ad assumere la leadership del fronte riformatore, visto che Hollande - che qualche mese fa sembrava dover ricoprire questo ruolo - è progressivamente scomparso dai radar della politica europea. Nel farlo il capo del governo italiano ha compreso che per convincere tutti gli altri partner europei deve prima di tutto convincere il proprio Paese che la riforma dell’Unione monetaria non è una scappatoia dalle proprie responsabilità politiche, fiscali ed economiche, ma una necessità per permettere a tutta l’Europa di avere un futuro e di prosperare in un mondo globalizzato. Detto in altri termini, si tratta di guarire le nazioni più forti del continente dalla malattia del «vincolo esterno», e di farlo a partire dal Paese in cui esso è stato elevato a dogma indiscutibile da parte della stragrande maggioranza delle classi dirigenti dell’ultimo ventennio. Dal Trattato di Maastricht fino al Fiscal Compact, ogni nuovo accordo europeo è stato considerato come lo scudo dietro cui tutti i governi italiani si sono sentiti legittimati e protetti nel somministrare politiche economiche che altrimenti non sarebbero mai stati in grado di portare avanti. Questa sorta di “riformismo di contrabbando” sarà stata pure una astuzia dell’intelligenza umana alle prese con una società sempre più difficile da rappresentare e governare, ma alla lunga ha mostrato tutti i suoi limiti e ormai il sistema democratico non sembra più in grado di tollerarla. La retorica del “vincolo interno” che Renzi ha messo in campo è un tentativo di abbandonare la vecchia litania dei compiti a casa che è stata non solo il macigno più grosso posto sulla strada del rilancio europeo, ma anche un modo per deresponsabilizzare la Germania. La goffa convinzione che fosse possibile ottenere maggiori margini di manovra a livello comunitario introducendo sempre più vincoli a livello nazionale si è scontrata con la politica dei due tempi abilmente messa in piedi dalla cancelliera Merkel: prima i vincoli, poi le riforme. Con il risultato che abbiamo modificato con straordinaria rapidità la nostra Costituzione per costringerci al pareggio di bilancio e mostrarci bravi scolaretti davanti alla maestra, ma i tanto auspicati avanzamenti nella definizione di strumenti per correggere gli squilibri interni all’area euro e rilanciare crescita e occupazione non sono mai arrivati. E il motivo addotto era sempre che i vincoli introdotti non erano ancora sufficienti. Non sappiamo se il tentativo di Renzi avrà successo. Al termine della conferenza stampa di ieri Angela Merkel ha speso per lui parole di stima e fiducia per la verità non molto diverse da quelle che aveva espresso in passato nei confronti di Monti e di Letta. Saranno le scelte politiche delle prossime settimane a dirci se, anche nel campo europeo, si è davvero cambiato verso. RASSEGNASTAMPA 4 martedì 18 marzo 2014 LA MANOVRA Imprese, così la rendita finanzierà il taglio Irap Sale al 26% l’aliquota sui ricavi da azioni, obbligazioni, conti correnti e depositi ● Salvi Bot e buoni postali ● Servono 2,4 miliardi per permettere la sforbiciata alle tasse delle aziende ● ANDREA BONZI @andreabonzi74 Non solo Irpef. Tra le misure illustrate dal premier Matteo Renzi alla cancelliera tedesca Angela Merkel nel summit a Berlino ci sarà stata sicuramente anche il taglio dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) del 10%. Una boccata d’ossigeno per le imprese che, secondo quanto illustrato dallo stesso presidente del Consiglio, vale 2 miliardi e 400 milioni di euro e dovrebbe essere operativa già a maggio. OGGI IL PRELIEVO È DEL 20% La strada per trovare le risorse è già stata tracciata: sarà aumentata l’aliquota delle rendite finanziarie dal 20% al 26%, allineandosi così alla media europea del prelievo in materia. Il provvedimento è abbozzato, e dunque potrebbe subire dei cambiamenti, ma l’idea - fanno sapere fonti vicine al ministero dell’Economia e delle finanze - riguarda tutti i prodotti i cui guadagni sono attualmente tassati al 20%: azioni e obbligazioni societarie, fondi comuni di investimento, oltre a capital gain (ovvero la differenza, se positiva, sulla cessione dei titoli), libretti di risparmio, conti correnti e depositi. Nel caso l’obiettivo del prelievo di 2,4 miliardi fosse centrato in anticipo, queste ultime tre tipologie potrebbero essere “risparmiate” dall’aumento: il ministro dell’Economia, Pier Paolo Padoan, alcuni giorni fa .. . 10% è la riduzione dell’Irap. Il taglio è extra rispetto al cuneo fiscale aveva in effetti fatto intendere fosse così. C’è però da considerare che, sebbene siano gli strumenti più diffusi, conti correnti e conti deposito hanno ormai una rendita ridotta ai minimi termini. Resterà invariato invece il prelievo sui rendimenti di titoli di Stato, italiani ed esteri, e dei buoni fruttiferi postali, fermo al 12,5%. Non è certa la data in cui scatterà l’aumento, forse già a maggio, altrimenti all’inizio di luglio. Lo strumento utilizzato sarà quello del decreto. A questi aumenti, chi è abituato a investire in Borsa, dovrà aggiungere le misure prese dal precedente esecutivo, ovvero l’incremento della Tobin tax dal 1° gennaio di quest’anno (0,2% ridotta a 0,1% per gli scambi in mercati regolamentati) e l’imposta di bollo allo 0,2%, che però ha cancellato il minimo di 34,20 euro. Un esempio concreto è apparso su CONFCOMMERCIO «Ripristinare le norme che puniscono gli affitti in nero» Ripristinare la possibilità degli inquilini di denunciare il proprietario che affitta immobili in nero. È quanto chiede Valerio Angeletti, presidente della Federazione dei mediatori affiliata a Confcommercio, dopo che la Consulta ha cancellato «per eccesso di delega» il meccanismo punitivo contenuto nel decreto legislativo 23/2011, fatto per contrastare la piaga degli affitti in nero. «Se le norme non verranno ripristinate - insiste Angeletti - gli inquilini non potranno più chiedere la riduzione del canone per gli alloggi con contratto non registrato, causando un enorme danno alla lotta contro l'evasione». Il Sole 24 Ore di ieri: investitore che ha in portafoglio 50mila euro in azioni che danno un dividendo di 1.500 euro dovrà lasciare allo Stato 390 euro invece che 300. Aggiungendo poi bollo e Tobin tax, il prelievo arriva a 540 euro, oltre un terzo della cedola appena staccata. Il tema resta comunque delicato, tanto che su queste ipotesi di misure gli osservatori si sono divisi. Il provvedimento è generalmente ben visto dal mondo di centrosinistra. La leader della Cgil, Susanna Camusso, pochi giorni fa l’aveva definita una mossa «molto progressista», aggiungendo però che «non basta» per connotare come «di sinistra» un’intera manovra. LA MANCATA PROGRESSIVITÀ Non mancano però anche le critiche. La prima riguarda la mancata progressività, nel senso che un esperto giocatore di Borsa che possiede grandi quantità di prodotti finanziari continua a essere tassato con la stessa percentuale di un piccolo risparmiatore, che magari ha poche migliaia di euro sui principali listini. In questo senso, resta importante il blocco della tassazione dei Bot al 12,5%. La seconda, sottolineata da ItaliaOggi, è il «paradosso» di finanziare il taglio delle tasse per le imprese con misure che andranno comunque a toccare le aziende quotate, in quanto «si preferisce colpire gli investimenti più rischiosi, legati all’economia reale», rendendo invece più convenienti «i “porti” sicuri come i titoli di Stato». Da qui il ragionamento: «Le aziende sarebbero costrette ad offrire tassi di interesse molto alti, e c’è da chiedersi - conclude la testata economica - se una parte dell’Irap risparmiata non possa essere bruciata dai maggiori oneri finanziari». .. . 26% la nuova aliquota sulle rendite finanziarie. Vale 2,4 miliardi OCSE L’Italia riprende a crescere, ma è ultima nel G20 Dopo nove mesi di cali congiunturali il Pil dell’Italia riprende a crescere nel quarto trimestre del 2013, registrando un +0,1% congiunturale dell’economia e una flessione dello 0,9% rispetto al quarto trimestre del 2012, il peggior dato tra i Paesi del G20, sebbene in miglioramento rispetto al terzo trimestre. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Ocse, che per l’area del G20 registra nel quarto trimestre un aumento tendenziale del 3,3% e un incremento congiunturale dello 0,8%, contro rispettivamente un +2,9% e un +0,9% nei precedenti tre mesi. Per l’Italia l’Ocse segnala una crescita dello 0,1% congiunturale contro il -0,1% del terzo trimestre del 2013 e un -0,9% tendenziale contro il -1,9% di tre mesi prima. In generale, sottolinea l’Ocse, la crescita del Pil è piuttosto diversificata tra le maggiori economie. Il paese che cresce di più a livello tendenziale è la Cina, il cui Pil avanza del 7,7% in frenata rispetto a un precedente +7,8%, mentre a livello congiunturale rallenta dell'1,8% contro il precedente +2,2%. Migliora l’andamento economico dell’area Euro, il cui Pil avanza dello 0,3% congiunturale, contro il +0,1% del terzo trimestre, mentre quello dell’Unione a 27 sale dello 0,4% contro il precedente +0,3%. In Gran Bretagna e negli Usa la crescita è rispettivamente dello 0,7% e dello 0,6%, contro rispettivamente il +0,8% e il +1% di tre mesi prima. La Germania avanza a +0,4%, a fronte del +0,3% dei primi tre mesi, mentre la Francia registra un -0,3%, contro il precedente livello piatto. Tagli alla sicurezza, la parola d’ordine è coordinamento P er creare un vero risparmio, utile alle casse ma non dannoso per i cittadini, nel comparto sicurezza c’è una sola strada: evitare duplicazioni di servizi anche a livello territoriale e puntare sulle centrali operative uniche, come del resto ci chiede l’Europa da anni». La fonte del governo non è autorizzata a rivelare i dettagli del dossier di Carlo Cottarelli sulla revisione della spesa pubblica nello specifico del comparto sicurezza. Si parla di 800 milioni nel 2015 e di ulteriori un miliardo e 700 milioni di risparmi nel 2015. Circola un dossier di sintesi, una quarantina di pagine che è stato consegnato ai membri del governo venerdì pomeriggio. Ma è il dettaglio che conta. Le parole d’ordine sono due: «Sinergie e coordinamento». Tutti i ministeri sono stati convocati dal sottosegretario Graziano Delrio. Ad ognuno è stato assegnato un compito a casa, «un obiettivo di taglio». Chi fallisce va a casa. Dei 32 miliardi di tagli in tre anni, una fetta importante è assorbita dal comparto Difesa e da quello Sicurezza. Sul primo ha parlato nei giorni scorsi il ministro Roberta Pinotti che da sotto- IL DOSSIER CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Il sottosegretario Delrio: «A casa i ministri che non tagliano». Il governo punta su «centrali operative uniche, sinergie e stop alle duplicazioni» segretario aveva già fatto un ottimo lavoro di revisione dei costi: 385 caserme e presidi militari dismessi; 40 mila militari in meno (da 190 a 150 mila tra Esercito, Marina e Aeronautica) entro il 2024; diecimila in meno (da 30 a 20 mila) le unità del personale civile. Una bella sforbiciata al conto dei caccia F35. Un po’ meno preciso, per ora, il ministro dell’Interno Angelino Alfano che incontrerà i sindacati delle polizie il 25 marzo. Sul tavolo del Dipartimento della Pubblica sicurezza ci sono tagli nel biennio 2014-2015 per un miliardo e 300 mila euro. Come già anticipato da L’Unità due settimane fa, è previsto un taglio di 263 presidi di polizia tra cui undici commissariati e molte cosiddette «specialità», Polfer, Postale, polizia a cavallo. Al netto del fatto che il personale sarà riconvertito in altri uffici e servizi, si dovrebbe arrivare ad un risparmio di circa 600 milioni in base a risparmi per gli affitti e la logistica. L’Arma dei carabinieri, che in quanto forza armata può attingere a due capitoli di spesa (Pubblica sicurezza e Difesa) mette sul tavolo il taglio di 7 compagnie integrato dal de- classamento di altri uffici in tenenza e dall’accorpamento di altri presidi in compagnie. Manca ancora una bella fetta di tagli. Per questo biennio e per il 2016. I sindacati di polizia e i Cocer dei carabinieri sono preoccupati. Per ora almeno non sono stati invitati al tavolo della spending review. «Tre settimane fa il capo della polizia Alessandro Pansa ci ha convocato annunciando che nel 2014 sarà avviato un piano di razionalizzazione dei presidi» spiega Daniele Tissone, segretario della Silp-Cgil. Quel giorno fu mostrato l’elenco dei tagli dei presidi della polizia di stato. Una sorta di prendere o lasciare. Per Tissone il taglio vero, e quindi il risparmio, riguarda il personale: «570 milioni sono risparmiati grazie al blocco del turn over e al fatto che oggi in polizia ci sono 95 mila unità nei ruoli ordinari più 8 mila nei ruoli tecnici. A questi si aggiungono 50 milioni di risparmi alle voce logistica e quattro milioni per il taglio delle specialità». Di questo passo, nel 2016 in polizia ci saranno 87 mila unità (contro 110 mila) e nell’Arma 95 mila (contro 118 mila previsti). Ma la spending review della sicurezza non può essere solo tagli di personale già in corso da anni e che invece dovrà per forza di cose essere rimpolpato e svecchiato (l’età media oggi è 42-45 anni). Resta solo la strada di un maggiore coordinamento visto che sette forze di polizia (polizia, carabinieri, finanza, forestale, penitenziaria e, a livello locale, vigili urbani e polizia provinciale)sono un lusso, che spesso si traduce in disservizio, che nessuna democrazia occidentale si può permettere. E qui arriviamo al cuore segreto della relazione Cottarelli conservata in cassaforte a palazzo Chigi dal guardiano Delrio. I sindacati di polizia hanno individuato ricette diverse. Per Tonelli, presidente del Sap, la strada «può essere solo quella della riduzione dei vari corpi riducendo specialità e doppioni». Il Silp indica chiaramente la strada «dell’unificazione tra polizia e carabineri». La fonte del governo si accontenta di «diverse competenze territoriali». Come in Francia. La polizia nei centri urbani, i carabinieri nelle periferie e nel territorio coordinate da una centrale unica operativa. RASSEGNASTAMPA 5 martedì 18 marzo 2014 «Prossimo obiettivo, superare il Patto di stabilità interno» LAURA MATTEUCCI MILANO «Il prossimo obiettivo che dobbiamo avere è quello di allentare o mettere del tutto in discussione il Patto di stabilità interno. Obiettivo del resto coerente con le proposte messe in campo. Penso agli investimenti degli Enti locali, al piano casa, agli interventi per il dissesto idrogeologico. È una morsa di cui dobbiamo assolutamente liberarci». Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, riconfermato nello stesso ruolo che aveva con Letta, fa il punto sulle prime mosse del governo Renzi: dal decreto lavoro che, da ex sindacalista della Cisl, analizza nel merito e promuove, pur dichiarandosi aperto al confronto, e considera il primo tassello di una serie di interventi su diritti e occupazione («l’obiettivo sono i diritti universali»), dal ruolo da giocare in Europa, cui «dobbiamo chiedere un cambio di marcia», fino alle coperture finanziarie, che «ci sono per tutti i provvedimenti di cui s’è parlato finora». L’INTERVISTA Pier Paolo Baretta Decreto lavoro: «Troppi otto rinnovi? Parliamone dice il sottosegretario all’Economia - Ma adesso le aziende non hanno più alibi» CONCESSIONI Spiagge, l’Ue: «Nuova Bolkestein più flessibile» Il commissario Ue agli Affari marittimi, Maria Damanaki, ammette che la direttiva Bolkestein applicata alle concessioni balneari pone vincoli troppo stringenti. Posto che ogni Paese ha coste diverse rispetto agli altri, Demanaki ha annunciato che la nuova direttiva darà più flessibilità ai singoli Stati per poter tener conto di queste differenze. Potrebbe così cambiare l’annosa vicenda delle concessioni demaniali: nell’ambito della liberalizzazione dei beni e servizi all’interno dell’Unione, la direttiva Bolkestein prevedeva la messa all’asta delle concessioni demaniali. Un’eventualità contro la quale si oppongono da tempo i titolari degli stabilimenti balneari, lamentando che tale normativa favorisce le concentrazioni a vantaggio di grandi gruppi e scapito degli operatori tradizionali, con migliaia di posti di lavoro a rischio. Sul tema il passaggio più recente c’è stato a Roma 5 giorni fa: le delegazioni del Pd ed Ncd hanno incontrato gli imprenditori del settore per fare il punto. Ieri, i cori di approvazione dell’uscita di Damanaki sono stati bipartisan. «Per l'Italia e la Romagna significa la possibilità di trovare una soluzione positiva per migliaia di imprese balneari», ha applaudito il deputato del Pd, Marco Di Maio. «Ora anche l'Ue si rende conto che ci sono peculiarità che vanno rispettate ed esigenze specifiche degli operatori del settore da tutelare», insiste Maurizio Gasparri (Fi). «Anche per questo è utile preliminarmente la definizione dei pacchetti di riforme da mettere in moto. Un esempio riguarda la vecchia questione degli investimenti, che devono rimanere fuori dal Patto di stabilità. Poi, se il Pil tornasse a crescere, il peso sul Fiscal compact, che prevede manovre tarate su 20 anni, si ridurrebbe: un punto di Pil, ricordiamolo, vale 16 miliardi. Ma, ripeto, è un discorso generale, che vale per tutti i Paesi europei». Ma il patto fiscale va cambiato? «Evitiamo un equivoco: il nostro debito non dipende dal Fiscal compact, il nostro 130% è troppo in assoluto. Abbiamo una palla al piede che vale 30mila euro per ogni italiano: quello che dobbiamo avere è una convinta strategia di rientro dal debito. Di tutto il resto - percentuali, tempi, modi - si può discutere». I tagli alla Difesa la convincono? «L’apertura sugli F35 si inserisce in un percorso già presente nella discussione politica, da affrontare con gradualità». Partiamo da qui, dalle risorse: com’è che ilgovernoprecedentefacevafaticaatrovare1 miliardo e adesso sene trovano facilmente 10 solo per la riduzione del cuneo fiscale? «Perché la situazione economica è cambiata. Vado per punti: un anno fa, e anche meno, lo spread era a 250 punti, adesso viaggia sui 190 e abbiamo riscontri di una tenuta: questo comporta una riduzione di interessi sul debito di circa 2,5 miliardi solo nel 2014. Altro punto: abbiamo avviato i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione con 47 miliardi, 22 dei quali già erogati, e qualche giorno fa Renzi ha alzato l’obiettivo a 68. Non è solo una boccata d’ossigeno per le imprese, ma comporta anche un ritorno per lo Stato, attraverso il pagamento dell’Iva: il rientro per i primi 22 miliardi è stimato in 1,5 miliardi. Il piatto forte, poi, è la revisione della spesa, con l’obiettivo di risparmiare 32 miliardi al 2016, di cui 7 già quest’anno, anche se Cottarelli (il commissario alla spending review, ndr) prudentemente ha parlato di 3. Qui la vera svolta è che non saranno tagli lineari, ma mirati, ed evitando istruzione e cultura, con il coinvolgimento esplicito di Palazzo Chigi. C’è poi un ultimo punto da considerare, il fatto che per quest’anno ci siamo dati come obiettivo del rapporto deficit/Pil il 2,6% invece del 3%, che è il tetto massimo: e poiché ogni 0,1% vale 1,6 miliardi, esiste un margine di spesa su cui poter contare. Quest’ultimo è un L’anno prossimo entra in vigore il Fiscal compact, per noi significa trovare 50 miliardi l’anno. E il decreto lavoro? punto delicato, in realtà, perché più restiamo distanti dal 3% più siamo autorevoli in Europa nel chiedere un cambio delle politiche economico-fiscali. Ma già le altre voci sono sufficienti per poter parlare realisticamente sia dell’intervento sul cuneo sia di altri. Tra l’altro, il pagamento dei debiti alla Pa è una richiesta europea, quindi si suppone che Bruxelles acconsentirà ad una parziale flessibilità per poter erogare il dovuto. Inoltre, la manovra che restituirà 80 euro in busta paga partirà a maggio, il che significa che i miliardi necessari in realtà sono meno di 7». Renzi ha visto prima Hollande, poi Merkel:qual èla lineada seguireperchiedere meno austerità? «Questi sono anche incontri preparatori al semestre italiano. Il punto non è chiedere per l’Italia soltanto, ma per l’Europa nel suo complesso: oggi sviluppo e crescita sono condizioni necessarie, una maggiore flessibilità non può che favorire investimenti ed occupazione. Importante, comunque, aver dichiarato che stiamo nei vincoli». «Molti hanno detto che la legge Fornero conteneva rigidità in entrata che non favorivano l’occupazione, e che questo decreto cerca di ridurre. La possibilità di rinnovare i contratti a termine fino a 8 volte in tre anni è eccessiva? D’accordo, discutiamone. Ma l’impianto nel suo complesso io lo approvo. Anche perché le imprese, dopo tutte le operazioni messe in campo, compresa questa sulla flessibilità, non avranno più alibi per non assumere. L’occupazione cresce perché l’economia migliora, non certo perché si cambiano le regole; però se queste sono incentivanti, sicuramente aiutano. Piuttosto, penso che si debbano affiancare a questa flessibilità in entrata norme sui diritti universali, a partire da maternità, riposo e malattia. È questo il terreno su cui si combatte la precarietà». Il contratto unico che fine ha fatto? «Credo, ma è una mia opinione, che quanto è stato fatto finora sia un modo per introdurlo. Il contratto unico dovrebbe completare il percorso iniziato: per come se n’è parlato, è in sostanza un allungamento del periodo di prova, che è anche la novità relativa ad apprendistato e contratti a termine. Direi, quindi, che col decreto lavoro il tema è stato posto, cercando di vederlo dal lato dell’entrata, e non dell’uscita, dei licenziamenti». Tasi, salasso in arrivo per seconde case e inquilini ● Incerto il regime delle detrazioni, deciso dai Comuni ● Federconsumatori: «Sulla prima casa 232 euro in media, 1.425 sulla seconda» ● «Tassa simil-Imu, ma pagheranno anche gli affittuari» LUIGINA VENTURELLI MILANO Cambiano i nomi e cambiano i governi, ma le polemiche suscitate dalle tasse sulla casa, prima o seconda che sia, sono un punto fermo della politica nazionale. Così come una certezza sono i salassi che invariabilmente procurano alle tasche degli italiani. Dopo un’estate in balia delle infinite versioni dell’Imu, adesso tocca alla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che ne prenderà il posto nell’anno in corso. Secondo alcuni (Daniele Capezzone) vanificherà lo sforzo compiuto dal governo con il taglio dell’Irpef, secondo altri (Corrado Passera) rappresenta per le famiglie un prelievo certo a fronte delle tante misure dal ritorno incerto o comunque non immediato varate dall’esecutivo in funzione anticrisi. E se non manca chi la considera la positiva conclusione del lungo negoziato tra Stato ed enti sulla finanza locale (Piero Fassino), tutti i sindacati e le associazioni dei consumatori concordano su un fatto: molti rischieranno di pagare di più rispetto a prima. TRE SCENARI Da ultimo, lo dimostra la ricerca effettuata dalla Federconsumatori nelle 105 città capoluogo d’Italia, secondo cui dall’Imu alla Tasi si passerà dalla padella alla brace. L’importo, infatti, si prospetta «molto simile». Ma, mentre per l’Imu erano previste delle detrazioni sulla prima casa pari a 200 euro, più altri 50 euro per ogni figlio a carico, per la Tasi spetterà ai Comuni decidere aliquote e detrazioni. Il che lascerà i cittadini in balia della buona volontà o della stretta necessità finanziaria del comune di residenza. E non a caso le organizzazioni sindacali su tutto il territorio nazionale stanno chiedendo di aprire un confronto con le amministrazioni per scongiurare possibili aumenti delle aliquote. In proposito, l’associazione dei consumatori ha prospettato tre scenari alternativi, a seconda che i comuni decidano di scaricare il peso dell’aumento dello 0,8 per mille dell’aliquota necessario a finanziare le detrazioni sulle prime case (portando il prelievo fino al 3,3 per mille), sulle seconde case (innalzando il tetto massimo all’11,4 per mille, comprensa l’Imu), o su entrambe in misura variabile. «Ci auguriamo che la prima ipotesi sia scartata, o quantomeno circoscritta agli immobili con rendite catastali elevate» sottolinea Federconsumatori, augurandosi che nella definizione delle detrazioni o esenzioni che spetterà ai comuni, la priorità sia data ai soggetti svantaggiati e meno abbienti. In questo caso, ipotizzando l’applicazione dell’aliquota media nazionale del 2,5 per mille, l’importo della Tasi sulla prima casa si attesterà a 231,71 euro (comprensivi di un’ipotetica detrazione di 100 euro per un appartamento di 100 metri quadri e un nucleo familiare di 3 persone) con un risparmio di 50 euro sull’Imu 2012. Se invece il costo delle detrazioni verrà spalmato per metà anche sulle prime case, con l’aliquota del 2,9 per mille, l’impatto della Tasi sarà di 284,78 euro, a fronte dei 281 euro pagati per l’Imu 2012. Per quanto riguarda le seconde case, considerando che «con molta probabilità le amministrazioni comunali finanzieranno le detrazioni aumentandone le aliquote», la tassazione massima potrà arrivare nella metà circa dei capoluoghi italiani all’11,4 per mille tra Imu e Tasi (i comuni sono liberi di stabilire un mix tra questi due tributi, fermo .. . Chi sta in affitto dovrà sborsare una quota tra il 10% e il 30% della nuova imposta restando che la Tasi non può essere superiore al 3,3 per mille). Così si avrà un aumento medio nazionale di 106,15 euro rispetto a quanto pagato per l’Imu 2013 e di 125 euro rispetto all’Imu 2012, con un importo medio di 1425,13 euro (sempre per un appartamento di 100 metri quadri e un nucleo familiare di 3 persone), che sale però a 2mila euro nelle dieci città più care del Paese. Le amministrazioni comunali dovranno stabilire, inoltre, nel caso in cui l’immobile sia affittato, la quota della Tasi che dovranno pagare gli inquilini con una percentuale compresa tra il 10% e il 30%. Ed anche in questo margine di discrezionalità si annidano possibili rincari per gli affittuari (che prima non pagavano l’Imu), tanto che Federconsumatori chiede che «i comuni tengano conto dell’equità e dell’alto valore della morosità» in modo da applicare un’aliquota del 10% se non l’esenzione laddove la rendita media è bassa. «Dietro all’introduzione della nuova imposta, che si prospetta come una vera e propria simil Imu» conclude l’associazione, «si nascondono non poche beffe per i cittadini». RASSEGNASTAMPA 6 martedì 18 marzo 2014 POLITICA Stop Ue a Berlusconi: le regole sono chiare La commissaria alla Giustizia Reding chiude all’ipotesi che si candidi alle elezioni europee ● Oggi la Cassazione si pronuncerà sui due anni di interdizione ● L’ex premier: «Bene Renzi ma preoccupano i tagli alla sicurezza» ● FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan Oggi la Corte di Cassazione dirà l’ultima parola sull’interdizione dai pubblici uffici comminata a Silvio Berlusconi - 5 anni, ricalcolati in 2 dalla Corte d’Appello come pena accessoria alla sentenza Mediaset per frode fiscale. Il verdetto è atteso probabilmente entro stasera. E dunque da oggi, salvo colpi di scena, il Cavaliere sarà ufficialmente incandidabile. Nonostante il gran battage, a suon di dichiarazioni, raccolte firme e appelli alla disobbedienza civile sul «Giornale», con cui Forza Italia sta tenendo in pista la «candidatura di disturbo» del leader capolista ovunque in assenza di progetti alternativi. Del resto, ieri è arrivato anche lo stop della Commissione Europea: «Il diritto Ue è molto chiaro» ha detto la commissaria alla Giustizia Viviane Reding, pur aggiungendo diplomaticamente di lasciare la questione alle scelte dei partiti e al dibattito nazionale. L’incandidabilità italiana ex lege Severino si estende anche alla competizione europea. Anche «le norme nazionali sono molto chiare» ha chiosato il vicepresidente del Csm Michele Vietti. Anche se «per completezza bisogna aspettare la Cassazione». Intanto, il Cavaliere ha commentato con una nota i provvedimenti economici di Renzi: «Guardiamo con attenzione al pacchetto di misure messe in campo dal governo e vigileremo perché si trasformino in concreti provvedimenti, a partire dal pagamento dei debiti della P.A. alle imprese. Ben venga anche la razionalizzazione della spesa pubblica, ma siamo preoccupati per i tagli annunciati alla sicurezza». ALTO MARE Forza Italia sulla strategia per le Europee è in alto mare. Entro fine settimana vorrebbe chiudere i nodi più scomodi delle liste per Strasburgo, capilista e criteri per le candidature. Ma da Berlusconi non è ancora arrivata una parola chiara. I due big in lizza, Raffaele Fitto e Gianfranco Micciché, rischierebbero di oscurare l’esordio del consigliere politico Giovanni Toti ma anche di dare la stu- ra alle aspettative di altri parlamentari. Anche il ritorno di Claudio Scajola, a cui l’ex premier vorrebbe offrire un risarcimento politico, non entusiasma tutti. È solo il sintomo più evidente di un malessere diffuso. In attesa del 10 aprile - data in cui i magistrati di sorveglianza decideranno della sua sorte tra servizi sociali e arresti domiciliari - il Cavaliere è inabissato. Assente e silente, salvo sporadiche telefonate ai club sparsi per la penisola. Ecco perché l’irritazione per la campagna per la grazia, lanciata da Daniela Santanchè, è reale: non solo e non tanto perché la Pitonessa non si muove con dietro il partito ed è stata la più acerrima accusatrice di Napolitano. Ma perché ai suoi il leader predica da mesi la massima cautela: «Non dobbiamo dare ai giudici nessun pretesto». In Forza Italia, però, la perplessità cresce e si fa timore del futuro. «Quando Alfano dice che non siamo né carne né pesce non ha tutti i torti - ragiona un deputato - Va bene collaborare sulle riforme, ma sull’economia economici dobbiamo picchiare duro. Altrimenti perché votarci?». Anche se non è facile: «Per ora l’unica sponda che Renzi ci offre è l’incognita sulle coperture». E dato che nemmeno di una campagna aggressiva anti-euro e anti-Merkel si vede traccia, l’assenza totale di linea sta facendo scattare l’allarme rosso. Così, i segnali al leader distratto si moltiplicano. Il governo ombra di Ganfranco Rotondi, che con Berlusconi ha un’amicizia duratura e schietta. Il silenzio ombroso di Fitto che ha rifiutato contentini. Il protagonismo IL CASO Tweet choc di Corsaro (Fdi) sulle baby squillo Massimo Corsaro, ex Pdl ora finito in Fratelli d’Italia con La Russa e Giorgia Meloni, non è nuovo alle provocazioni. Stavolta non sono piaciuti i racconti fatti dalle baby squillo dei Parioli (14 e 15 anni) durante l'incidente probatorio, e diffusi dai giornali in questi giorni. E così sul sul suo profilo twitter ha cinguettato: «Adesso però risparmiateci i racconti "sofferti" delle baby-squillo. Mignotte consapevoli e spontanee; giovanissime, ma sempre mignotte». Molti followers non sono d’accordo, e Corsaro ribatte: «Premesso che in nessun caso la mia considerazione sminuisce la gravità del comportamento di chi frequenta baby-squillo né la necessità di perseguirli, mi preme stigmatizzare l’omologazione relativista che non ci fa cogliere la china distruttiva della nostra società». di Brunetta, che sulla «Stampa» ha evocato la fine della doppia maggioranza tra riforme e provvedimenti economici contro l’austerity. Tesi che ha fatto sussultare più di un compagno di banco: «Farsi chiudere la porta in faccia da Renzi dopo essere usciti dalla coalzione di Letta? Alla vigilia delle Europee sarebbe un suicidio...». E il battibecco tra il ministro Lorenzin - «Il voto a Fi è inutile» - e la Biancofiore - «Ingrata. Ncd è un partito di prostituti morali». Al di là della mobilitazione tra club Forza Silvio e coordinatori sul territorio, l’ipotesi di ricevere la grazia dal Quirinale è una chimera. E in ogni caso non riguarderebbe le pene accessorie. Impossibile, poi, un responso in tempo utile dalla Corte Europea dei diritti umani. Dunque, la scelta è tra restare in panchina accettando «il vulnus alla democrazia» o sfidare le istitituzioni con la guerra dei ricorsi nelle corti d’Appello. La partita intanto è al Senato. Dove, oltre all’Italicum, sono in discussione le modifiche alla legge elettorale per le Europee, la 18 del ‘69. Comincia oggi la discussione generale, in aula, dopo che la commissione Affari Costituzionali ha parzialmente inserito la parità di genere: il 50% di donne in lista è forse tardivo (si stanno già raccogliendo le firme) ma una preferenza di genere su tre potrebbe passare. La lega, però, ha agganciato la richiesta di abbassare dal 4% al 3% la soglia minima di accesso, sperando di portarsi dietro i partitini. E Forza Italia è già in trincea: «Se passa questo strappo salta il patto sulle riforme con il Pd». Riforme, restano due settimane per eliminare le Province ● Passeggiata mattutina del presidente Grasso con Renzi: «Prima la riforma del Senato» ● Il disegno di legge Delrio fermo in commissione CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Se le passeggiate mattutine sono le più generose di idee e programmi, si può dire che il capitolo riforme ieri ha fatto un bel passo avanti. Almeno per uscire dallo stallo «prima la legge elettorale o prima il Senato?». Il presidente del Senato Piero Grasso ha indicato la sua road map: «L'abolizione del bicameralismo perfetto è un punto su cui siamo tutti d'accordo. Ora stiamo studiando le proposte e le bozze di lavoro e pensiamo di potere dare un contributo per trovare una formula gradita ai senatori e quindi andare avanti. L’ideale sarebbe procedere prima sul Senato e riforma del Titolo V e poi sulla legge elettorale». Il punto è che queste parole il presidente Grasso le ha pronunciate ieri mattina ai microfoni di Rainews 24 davanti a palazzo Chigi dove era appena giunto, a piedi, reduce da una gradevole passeggiata con il premier Renzi. Venti minuti uno accanto all’altro, seguiti dalle scorte (anche loro a piedi), nel tratto tra l’Altare della Patria - dove si è celebrato, con il presidente Napolitano, l’anniversario dell’Unità nazionale - e palazzo Chigi lungo il Corso che ancora stava aprendo i primi negozi. Top secret la chiacchierata tra il premier e la seconda carica dello Stato. Ma si può dedurre che abbiano parlato a lungo del capitolo riforme che deve decidere, proprio al Senato, il suo destino. Il presidente Grasso si è impegnato a far lavorare i partiti per completare la bozza di riforma del Senato e del Titolo V che il premier ha messo all’attenzione dei partiti giovedì della scorsa settimana. E di farlo nei tempi previsti da Renzi, due settimane. L’obiettivo del premier, più volte dichiarato, è di «avere entro il 25 maggio la legge elettorale e l’ok in prima lettura della riforma del Senato e del Titolo V». In termini di consenso, sarebbe una bella rincorsa per le Europee. Un’apertura di credito pazzesca in previsione del semestre e della richiesta di una maggiore flessibilità da parte di Bruxelles sui nostri conti pubblici. In base all’avanzamento dei lavori, non c’è dubbio che la legge elettorale sia molto più avanti (dopo l’ok della Camera serviranno altre due letture) mentre per la riforma del Senato, che modifica la Costituzione, serviranno quattro letture e molto più tempo. Logico quindi mandare avanti questa riforma come auspicano una bella fetta di Pd, la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro in testa, e Nuovo centro destra. Berlusconi, si sa, vorrebbe invece avere subito la legge elettorale per avere le mani libere a primavera prossima. Ma l’emergenza ora si chiama disegno di legge Delrio per l’abolizione delle province. E anche di questo non è .. . Fi e Ncd bloccano il testo perché hanno 48 presidenti in carica Rischio voto il 25 maggio escluso abbiano discusso Grasso e Renzi nella loro passeggiata. Si tratta del disegno di legge già approvato dalla Camera, e che attende ora il via libera definitivo del Senato, che abolisce le Province nel senso che riassegna le funzioni a comuni e città metropolitane e nei fatti svuota la ragion d’essere delle 108 province italiane (per l’abolizione definitiva, poi, bisognerà aspettare la modifica della Costituzione contenuta nel Titolo V della carta). Per Renzi e Delrio questo disegno di legge è una bandiera irrinunciabile. La prova che tagliare si può, alla voce costi della politica. Semplificare anche. Il primo passo di una lunga marcia. Il punto è che il testo va approvato entro due, massimo tre settimane. Che altrimenti il 25 maggio oltre alle Europee e ai Comuni e qualche regione, si votano pari pari anche le Province. Come se nulla fosse cambiato. Uno stop che il Movimento Cinque stelle attende a gloria. Ma il testo è ancora bloccato in Commissione Affari costituzionali al Senato. E non fa mezzo passo avanti. Forza Italia non lo vuole proprio. Ncd pone un sacco di questioni. La verità è che Fi e Ncd detengono la bellezza di 48 presidenti di Provincia (43 Fi e 5 Ncd) e risulta veramente difficile per i due partiti annunciare ai loro principali rappresentanti a livello locale che devono morire proprio mentre si va a votare per le Europee. Vorrebbe dire perdere larghe fette di consenso. E di potere locale. Inimmaginabile per due partiti che invece affrontano il test delle Europee per capire come stanno. E dove possono andare. Soprattutto il partito di Alfano e Quagliariello che lotta per raggiungere il 4 per cento. Oggi intanto l’aula del Senato dovrebbe votare la parità di genere nelle liste per le Europee. Un altro test utile per capire come sta la maggioranza di Renzi. RASSEGNASTAMPA 7 martedì 18 marzo 2014 Il Pd lavora alle liste europee Sassoli e De Castro capolista ● L’attuale capogruppo a Strasburgo corre nel Centro, l’ex ministro nel Nordest. Tra le new entry Kyenge, Emiliano, Bettini, Zanonato. Il no di Rossi ANDREA CARUGATI ROMA L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi FOTO LAPRESSE C’è poca aria di rottamazione nella squadra che il Pd di Matteo Renzi si prepara a mettere in campo per le europee. Anzi, dai primi nomi che trapelano in attesa dell’ufficialità (la direzione per dare il via alle candidature è prevista per il 31 marzo) emerge una certa continuità con la pattuglia uscente, figlia di un giudizio positivo sulla squadra del quinquennio 2009-2014. Il primo a essere riconfermato è il capogruppo uscente DavidSassoli, che dovrebbe essere capolista nella circoscrizione Centro. Nuovo mandato anche per Paolo De Castro, che con tutta probabilità guiderà il Pd nel Nord-est, e che in questi anni ha avuto un forte peso nelle politiche agricole europee. Al Sud il primo posto in lista sembra prenotato dal sindaco uscente di Bari MicheleEmiliano, ma ci potrebbe essere un derby con Gianni Pittella, che punta ad avere una deroga alla ricandidatura (nonostante i tre mandati alle spalle) anche grazie al suo ruolo di vicepresidente dell’Europarlamento. Più incertezza invece sui capilista di Nord-Ovest e Isole. A Nord-Ovest quasi certe le ricandidature Sergio Cofferati e Antonio Panzeri, prababile anche il ritorno di Patrizia Toia così come l’arrivo di Mercedes Bresso e Alessia Mosca. Circola anche il nome di Stefano Boeri, architetto mi- lanese, già assessore nella giunta Pisapia. A Nord Est, torna Salvatore Caronna e dovrebbero entrare gli ex ministri Flavio Zanonato e Cécile Kyenge, mentre l’uscente Vittorio Prodi ha fatto sapere di volersi fermare. New entry la giovane deputata vicentina Alessandra Moretti, già portavoce di Bersani, che potrebbe lasciare Montecitorio per Strasburgo. Al Centro, quasi certe le riconferme di Roberto Gualtieri e dell’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Molto quotato anche il nome di GoffredoBettini, braccio destro di Veltroni ai tempi della segreteria Pd. Sfumata invece l’ipotesi di candidatura del governatore toscano Enrico Rossi, a cui pure era arrivata una proposta dal partito. Lui però ieri si è chiamato fuori «per portare a termine il lavoro che ho intrapreso in Toscana». La proposta era arrivata dal segretario regionale Dario Parrini, d’accordo con Renzi «per dare più peso alla Toscana nelle liste». Ma alla fine Rossi ha deciso di anteporre gli «interessi della Regione». Stesso ragionamento per Vasco Errani, che ha chiuso in modo ancora più netto: «Non discuto di cose che non esistono». Al Sud, oltre a Emiliano e Pittella, circolano i nomi di Pina Picierno, responsabile Sud e Legalità della segreteria Renzi e del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Nelle Isole la situazione è meno definita. Per la Sardegna circola con il nome del patron di Tiscali ed ex governatore Renato Soru. Dalla Sicilia, invece, sarà certamente in lista il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, renziano. Pronto a candidarsi anche l’ex capogruppo all’Ars Antonello Cracolici. Circolano anche i nomi della sindaca di Lampedura Giusi Nicolini, del senatore Giuseppe Lumia (eletto a palazzo Madama con la lista Megafono di Crocetta), e dell’ex segretario regionale Pd Salvatore Lupo. Possibile anche la riconferma di GiovanniBarbagallo, appena subentrato in Europa a Francesca Barracciu approdata al governo come sottosegretario. Questa è una prima griglia di nomi. Dei 21 eletti nel 2009, 9 sarebbero le riconferme. Entro il 25 marzo le direzioni regionali dovranno ufficializzare le loro proposte, per poi arrivare alla direzione nazionale del 31. Probabile che, prima delle liste finali, il segretario premier possa introdurre dei nomi di sua fiducia, presi dalla società civile: nomi provenienti dal mondo del sociale e del volontariato, meno probabile che si tratti di professionisti come Oscar Farinetti e Alessandro Baricco. «Non ci saranno molti nomi di star nelle liste, perché abbiamo bisogno di persone che vadano in Europa e ci restino 5 anni a lavorare», spiegano fonti della segreteria Pd. E tuttavia la sfida europea per Renzi sarà cruciale, anche come legittimazione popolare dopo il suo approdo a palazzo Chigi. Per questo dal Nazareno non si escludono fuochi d’artificio a sorpresa, estratti dal coniglio di Renzi all’ultimo minuto. «Sono in corso dei contatti con alcune personalità», spiegano, «ma ancora non ci sono conferme». «Le diversità sono una ricchezza ma l’Arci deve evitare fratture» GIGI MARCUCCI BOLOGNA «I due candidati riscuotono la fiducia di sensibilità diverse dentro l’Arci ma possono e devono trovare un accordo unitario. Non si può rischiare di spaccare un’associazione come la nostra. Detto questo, penso che quello di Bologna sia stato un bel congresso dal punto di vista della partecipazione dei delegati, del percorso con cui l’abbiamo preparato e dei contenuti in discussione». Paolo Beni, presidente uscente dell’Arci, successore di Tom Benetollo, cerca di ricucire le lacerazioni prodotte da quattro giorni di discussione. Quello che verrà convocato tra due o tre mesi - «forse meno», auspica Beni - sarà la continuazione di quello interrottosi due giorni fa, tra fischi e contestazioni, non un nuovo congresso. Circa seicento delegati non sono riusciti a trovare un punto d’accordo sui criteri di composizione del Consiglio nazionale dell’Associazione nata nel ‘57 per occuparsi di cultura e attività ricreative. Ora sarà un comitato di reggenza composto dallo stesso Beni e dai presidenti di 17 comitati regionali a cercare di favorire un’intesa da sottoporre entro giugno all’assemblea. Certo la partecipazione è stata intensa, ma alla fine non c’è stata la conclusione, cioè la scelta tra due candidati. Unità d’Italia, Napolitano e Renzi all’Altare della Patria Giorgio Napolitano, per le celebrazioni dell’anniversario dell’Unità d’Italia, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria. Con lui il presidente del Senato Pietro Grasso, la vicepresidente della Camera Marina Sereni e il premier Matteo Renzi. «Non sto cercando di sfuggire alla questione, ma devo dire che il dibattito ha fatto emergere un profilo alto dell’Arci e una convergenza totale sui documenti politici. Certo non c’è stata una conclusione sui criteri di selezione dei gruppi dirigenti. Non sto sottovalutando la cosa. Se c’è unità di intenti dal punto di vista politico culturale ma non ci si mette d’accordo sulla composizione del consiglio nazionale, vuol dire che esiste un problema attinente al L’INTERVISTA Paolo Beni Il presidente uscente parla dopo il congresso chiuso senza la scelta di un suo successore: «Esiste un problema nel gruppo dirigente» circoli e soci in alcune regioni del Centro-Nord, al Sud, l’Arci non ha la tradizionale forza dell’insediamento storico, ma ci sono gruppi di giovani che stanno facendo un lavoro egregio nel territorio» Sembra che tra questi due pezzi dell’Arci ci sia scarsa comunicazione. «Che ci siano diversità all’interno di valori condivisi è, a mio parere, la ricchezza dell’Arci. Il punto è che questo contenitore unitario bisogna farlo funzionare, quindi deve avere strumenti di coordinamento. È un tema affrontato anche negli anni precedenti» Questa volta è esploso «Alla fine del congresso ha prevalso il buon senso e anziché andare a una votazione che avrebbe creato una frattura ingiustificata rispetto alla discussione fatta, si è deciso di sospendere il congresso, non di farne uno nuovo». «C’è un principio a cui non vogliamo rinunciare, è quello della proporzionalità della rappresentanza. Selezionare i gruppi dirigenti in base al numero di iscritti e con lo squilibrio forte tra territori diversi finirebbe però per penalizzare le realtà numericamente meno consistenti che è bene stiano nella rappresentanza nazionale. Questo principio va quindi corretto. L’abbiamo sempre fatto, riservando una parte del consiglio nazionale a quei territori. Questa volta si voleva codificare questa situazione ma non si è trovato un punto di equilibrio. A mio parere perché si è confusa la discussione sulle regole con quella sui candidati alla presidenza» «È qualcosa che sta a metà strada tra gli aspetti organizzativi e quelli politici. L’Arci è una grande associazione ed è contenitore di esperienze diverse che condividono valori comuni. Ma sono anche esperienze associative diverse. Il nostro Paese va dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Si tratta di territori con dinamiche sociali profondamente diverse. Abbiamo una concentrazione altissima di «No, questo è sbagliato. L’Associazione si sente parte della Sinistra ma è assolutamente autonoma dai partiti. Naturalmente le posizioni personali dei soci contemplano tutte le posizioni della sinistra ma in maniera che non si può far corrispondere né ai territori né ai candidati stessi, due persone che sulla posizione politica dell’Arci non hanno espresso differenze sostanziali». gruppo dirigente dell’Associazione». Che problema è? Ma la scelta dei criteri di selezione del gruppodirigenteèunproblemapolitico non organizzativo. Concorda su questo? Èpossibilechecisiaunoscontrotral’Arci di Emilia-Romagna e Toscana molto legate al Pd, e l’Arci del Sud, meno legata al partito. RASSEGNASTAMPA 15 martedì 18 marzo 2014 COMUNITÀ Il commento L’analisi Altro che quote rosa, è democrazia paritaria Le critiche reazionarie a Papa Francesco Francesca Izzo ● ÈACCADUTOCONLAPAROLA«FEMMINICIDIO»: AL PRINCIPIO C’ERA UNA RESISTENZAFORTISSIMAADUSARLA perché brutta e ur- ticante, ma poi l’ha spuntata perché è l’unico termine appropriato per denotare l’uccisione di una donna solo perché è donna. Quando con una grande campagna di informazione si è chiarito che mariti, fidanzati, conoscenti le uccidono perché, aspettandosi acquiescenza e subordinazione, non riescono invece a tollerare la loro libertà e il loro rifiuto, allora il termine è diventato di uso corrente. Ecco ora siamo alle prese con un’analoga situazione, forse ancora più difficile. L’espressione che deve entrare nell’uso comune è «democrazia paritaria» ma deve combattere per affermarsi contro quella semplice e diffusa di «quote rosa». In questi giorni di quote rose se ne è scritto e detto a destra e manca per raccontare dell’iniziativa di un consistente numero di deputate di inserire nella nuova legge elettorale il principio della parità. Chi si è dichiarato a favore chi contro, ma tranne pochissime eccezioni, tutti a parlare di quote rosa. Appena qualche giorno fa, ad esempio, Gian Antonio Stella ne ha sostenuto la necessaria e temporanea introduzione per vincere uno storico gap. Invece una platea vasta, arringata a sorpresa ieri sera a Che tempochefa da una Luciana Littizzetto antiquote, è duramente contraria perché respinge le tutele, vuole il merito e non i recinti protetti. Soprattutto le giovani donne si mostrano ostili: hanno misurato a scuola, negli studi, nei concorsi il loro valore e sanno di poter competere alla pari con i loro coetanei e quindi non vogliono essere ricacciate nel ghetto degli svantaggiati, di quote infatti si parla per chi ha degli handicap, per le minoranze … Hanno pienamente ragione: le donne non sono una minoranza e per giunta oggi le giovani donne sono forti, preparate e competitive, altro che svantaggiate. E allora? Il fatto è che le parole sono le cose e usare la parola quota per indicare qualco- L’intervento Il disarmo nucleare in Europa e in Italia Francesco Lenci Consiglio scientifico Unione scienziati per il disarmo ● ALLETANTEQUESTIONIPRESEINCONSIDERAZIONE NELLE ANALISI DELLA SITUAZIONE CHE SI È CREATA IN UCRAINA e dei conse- guenti pericoli per la sicurezza internazionale bisogna aggiungerne una, non sempre presente, ma fondamentale: quali sarebbero oggi i termini del problema se sul territorio dell'Ucraina fossero ancora installate le circa 2000 testate nucleari strategiche che furono invece rimosse dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Riflettere su questo argomento è importante non per elucubrare su ipotetici apocalittici scenari ormai non più attuali, ma per capire cosa si può e si deve fare oggi, anche a fronte di preoccupanti dichiarazioni auspicanti un ritorno da parte dell’Ucraina al possesso dei armi nucleari. Il Consiglio scientifico dell'Uspid Onlus (www.uspid.org) ha appena inviato una lettera al presidente del Consiglio ed alle ministre degli Esteri e della Difesa nella quale si fa presente che, secondo il rapporto della Nuclear Threat Initiative, l'Italia ha preso l'impegno di disfarsi di tutto il materiale fissile da armi nu- sa di diverso produce terribili fraintendimenti. Democrazia paritaria è l’espressione adeguata. Adeguata ad indicare che la rappresentanza del popolo (quella che con il voto eleggiamo in Parlamento), per essere democratica e non «oligarchica», deve dare «rappresentazione» del dato basilare che il popolo è fatto per metà da uomini e per metà da donne e che quindi la composizione parlamentare deve essere paritaria. I criteri con i quali vengono scelti i rappresentanti, cioè i famosi merito, qualità e competenza dei candidati riguardano in egual misura sia gli uomini che le donne e prescindono dalla regola paritaria, a meno che non si pensi che merito, qualità e competenza abbondino tra gli uomini e scarseggino tanto drammaticamente tra le donne da dover ricorrere a sciocche incompetenti per rispettarla. La democrazia paritaria non configura alcuna concessione, alcun regalo o tutela, è la semplice presa d’atto (frutto però di un’epocale rivoluzione culturale e politica) che il popolo sovrano è fatto di uomini e donne e non è una nozione neutra, indistinta. È stata quella nozione neutra a consentire, anche nella storia repubblicana, di considerare «normale» che la rappre- sentanza fosse monopolizzata dagli uomini e che la presenza delle donne fosse un’anomalia, un’eccezione da giustificare con meriti altrettanto eccezionali. Questa visione, diffusa ancora oggi, è l’eredità di un lungo passato che non vuole passare, nel quale la politica era per definizione cosa esclusivamente di uomini e alle donne era vietato, proibito di occuparsene e qualcuna, per sfidare il divieto, ci ha rimesso pure la testa. La democrazia paritaria è il compimento della democrazia, perché porta a compimento l’inclusione delle donne nella polis. E fa anche un’altra cosa non meno rilevante: sottrae all’arbitrio o alla «generosità» degli uomini che ne detengono le chiavi una parte del potere di decidere, rendendo più libere le donne. Non si chiedono meriti o medaglie speciali alle donne per entrare nella cittadella della rappresentanza, né ci aspettiamo azioni miracolistiche dalla loro presenza. Ma credo sia chiaro a tutti che una rappresentanza popolare composta per metà da donne, cambiamenti nella concezione e nella concreta azione politica li produce e sicuramente in meglio, vista la crisi drammatica di credibilità e di fiducia delle istituzioni rappresentative. Maramotti cleari presente sul suo territorio entro la data del prossimo summit mondiale sulla sicurezza nucleare, che si terrà a L'Aia il 25 marzo 2014. Secondo lo stesso rapporto dell'Nti, al primo novembre 2013, tale impegno non era ancora stato onorato. Il Consiglio scientifico dell' Uspid conclude il suo documento auspicando che il governo liberi al più presto il territorio nazionale da questo materiale, allo stesso tempo letale e inutile, e che diffonda la più ampia e rigorosa informazione all'opinione pubblica su tale rimozione. Già nel 2008 il Comitato scientifico dell'Uspid aveva reso pubblico un documento nel quale si dimostrava quanto fosse inutile e fonte di instabilità il mantenere sul territorio italiano le armi nucleari tattiche. Di fatto assolutamente inutili dal punto di vista militare, le armi nucleari, sia strategiche che tattiche, non possono far altro che rendere sempre più difficili gli sforzi della non proliferazione, giacché altri attori – statuali e non statuali – troverebbero in esse i medesimi «valori» (deterrenza, equalizzazione della potenza militare) vantate nei decenni precedenti dagli Stati nucleari riconosciuti. In particolare, non si vede alcun ruolo per le armi nucleari tattiche. L'idea che minacciare una escalation verso la catastrofe nucleare potesse rendere la Nato più sicura nei confronti del Patto di Varsavia è stata sempre tanto incerta quanto pericolosa. Ora che la Nato si è allargata includendo la maggior parte dei precedenti avversari e allo stato attuale non ha più avversari, non esiste alcuna ragione per mantenere armi nucleari in Europa. In Europa sono presenti numerose armi nucleari: sia quelle possedute da Gran Bretagna e Francia, sia quelle americane ospitate sul territorio di alcuni Paesi europei (Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia). L’Italia inoltre sta acquisendo aerei F-35 che saranno probabilmente gli unici aerei nuclear certified a disposizione dei Paesi non nucleari della Nato. È opinione largamente condivisa da studiosi di problemi del disarmo ed esponenti politici europei e statunitensi che le armi nucleari americane installate in Europa siano irrilevanti dal punto di vista strategico e costituiscono un peso dal punto di vista organizzativo e finanziario. Tra le tante questioni che verranno discusse a L’Aia in occasione del Nuclear Security Summit c’è anche quella dell' ammodernamento delle circa 200 bombe B61 già installate in Europa, Italia compresa. L’installazione di queste nuove armi (B61-12), di potenza variabile da 0.3 a 50 migliaia di tonnellate di tritolo (kiloton) (la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di circa 13-15 kiloton), secondo autorevoli esperti, costituirebbe anche una smentita di quanto garantito da Obama nella NuclearPostureReview dell’aprile 2010 di «non predisporre nuove capacità militari». Da diverso tempo numerosi parlamentari europei sono attivamente impegnati a promuovere tutte le possibili iniziative a favore della non-proliferazione e del disarmo nucleare, compresa la costituzione di «zone libere da armi di distruzione di massa» (http://www.pnnd.org/). Il nuovo governo del nostro Paese non dovrebbe perdere le prossime imminenti occasioni per adottare una ferma politica di «svalutazione» del ruolo militare e politico di tutte le armi nucleari, in primis quelle tattiche installate sul nostro territorio. Claudio Sardo ● TANTOÈSTATOSCRITTOSULPRIMOANNODIPONTIFICATODIFRANCESCO.ENONCERTOPERCHÉLACHIESA,ASSEDIATA DAL MONDO SECOLARIZZATO, ABBIA RIMONTATO UNSOLO CENTIMETRODEL TEMPORALISMO PERDUTO. Al con- trario la percezione diffusa, tra i cattolici e non, è che la rivoluzione del Papa argentino muova da una ricerca di autenticità evangelica e parli alla crisi del nostro tempo con una profondità e un’intensità che sono oggi irraggiungibili dal «potere». Piuttosto hanno a che fare con il «contropotere», con un possibile riscatto dell’uomo dall’«economia che uccide» (espressione dell’Evangelii gaudium) o dall’egoismo che riduce la persona ad individuo. Non tutti i commenti, però, sono stati positivi. Critiche si sono levate anche dall’interno della Chiesa. Ma la stessa manifestazione, così precoce e agguerrita, di un’opposizione tradizionalista rafforza l’idea che ci troviamo in un tornante storico. La contestazione reazionaria di matrice cattolica ha preso di mira in particolare l’impianto del Sinodo sulla famiglia. L’apertura, pur condizionata, del cardinale Kasper alla riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti della penitenza e della comunione ha scatenato la più feroce ed emblematica delle polemiche. La purezza della dottrina è stata contrapposta all’impurità del perdono e della misericordia. La fede è stata separata dalla carità. La missione della Chiesa è stata recintata nella legge canonica e nella teologia, come se ad esse competesse il giudizio ultimo, il principio di verità. Il Sinodo sulla famiglia sarà un passaggio importante nel rapporto tra Chiesa e mondo. Non è un Concilio, non c’è un dogma in discussione. Ma per i tradizionalisti includere il vangelo della famiglia in un cammino di conversione che attraversa il nostro tempo e le sofferenze concrete delle persone è un rischio insopportabile. Vedono comunque il dogma incrinato. Non hanno fiducia nella presenza di Dio nella storia. E senza dogma non riconoscono la verità. Non sono a confronto soltanto due idee di Chiesa. Dentro questa disputa ci sono diverse idee dell’uomo e della sua vocazione. «La dottrina è soggetta anche a uno sviluppo», ha detto Kasper suscitando scandalo. Prima del Vaticano II i divorziati erano scomunicati. Ora sono ammessi alla comunione spirituale. E una maggiore accoglienza domani potrebbe riavvicinare alla Chiesa tanti giovani, figli di coppie che si sono ricostruiti una famiglia, dopo il dolore e a volte senza colpa. Cosa fa muovere la dottrina? Non la resa allo spirito del tempo, che per i tradizionalisti è propaggine del demonio. L’epistola di Giacomo dice del demonio che anche lui crede e teme Dio, ma la differenza è che non sa amare. Il comandamento evangelico dell’amore, quello che riassume l’intera legge giudaica, può far muovere la dottrina. È concepibile una comunità senza perdono, un’amicizia senza gratuità, una fede senza carità? Il dialogo con il mondo contemporaneo,così problematico perla Chiesa inOccidente, passa da qui. Se c’è una rivoluzione di Papa Francesco, questa consiste anzitutto in una lettura del vangelo senza mediazioni (senza glosse, come invocava il santo di Assisi). La storicità di questo papato sta nel richiamare i cristiani divenuti ormai minoranza - alla loro vera origine. Essere sale e lievito. Non giudice al posto di Dio. L’accusa di relativismoo di modernismo, rivolta alPapa, si ammantadi austerità ma è particolarmente banale. Semmai c’è un relativismo cristiano con cui fare i conti. Un relativismo che ammette il limite umano. Non c’è legge che possa comprimere la libertà e la misericordia di Dio. La Chiesa e il Papa, per chi crede, sono posseduti dalla verità, ma non la possiedono per intero. La conoscenza della verità cresce nella relazione. Sono le sofferenze delle donne e degli uomini, le loro speranze, le loro cadute, il loro desiderio di giustizia a consentire ai credenti di progredire. In questo senso, è vero che l’azione pastorale di Francesco, alla fine, toccherà la teologia e la dottrina. Ma la conversione - compresa la riforma della Chiesa - sarà valida se coinvolgerà il popolo, se non riguarderà solo i chierici, se sarà capace di portare l’annuncio al mondo. Il kerygma cristiano (la notizia della Resurrezione) viene prima della morale cristiana. E di ogni clericalismo. La teologia del popolo di Bergoglio non è una teologia politica. Una teologia politica, o forse solo un’ideologia, è quella dei conservatori che cercano nella dottrina cristiana un collanteper la società capitalistica incrisi o una giustificazione estrema per il liberismo che ha aperto la strada al dominio del denaro. Ma tutto ciò sfugge definitivamente con Papa Francesco, che chiede ai cristiani di condividere le povertà. Certe critiche reazionarie al documento Kasper hanno più a che fare con la disperazione dei teocon che con la teologiamorale. I tradizionalistiprovano a contrapporre Ratzinger a Bergoglio. Ma non sanno spiegare le dimissioni di Benedetto XVI e la sua fiducia nella Chiesa. Tutto ciò non lascia indifferente neppure il discorso laico, civile. Un cristianesimo che rivitalizza la radice evangelica è una risorsa di liberazione in questa società sempre più omologata. Non la sola risorsa. Ma una risorsa tanto più importante se affidata, nell’azione pubblica, alla piena responsabilità dei laici cristiani. Un’altra novità di Papa Francesco staproprio nella rottura dimolte mediazionidel passato. Nessuno può pretendere di parlare a nome della fede: chi vuole la può servire. RASSEGNASTAMPA 16 martedì 18 marzo 2014 COMUNITÀ Dialoghi Il referendum e la democrazia Prima virtù della pace è il diritto. Prima virtù del diritto è la reciprocità nella relazione e nella comunicazione. Culla di queste virtù civili è il realismo. Come attestano affluenza e risultato nel referendum la popolazione della Crimea è per tre quarti russa e filorussa. MATTEO MARIA MARTINOLI Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta La disgregazione dell’Urss è avvenuta in modo violento e disordinato. Decisi a staccarsi dalla Russia sono stati, soprattutto, gli Stati che non avevano mai accettato quel dominio e che rapidamente sono rientrati, ad Ovest, nel contesto europeo da cui provengono. Per tradizione e per cultura. In cui un referendum come quello che si è svolto domenica in Crimea darebbe un risultato schiacciante a favore dell’autonomia. In un modo molto diverso sono andate le cose però in altri Paesi, come l’Ucraina, in cui la libertà politica ed CaraUnità l’Unità, i ricordi e l’edicola Nella bella intervista a Ivano Fossati, pubblicata domenica sul nostro giornale, il cantautore e scrittore genovese, rispondendo a una domanda di Stefania Scateni, dichiara: «...Anch'io provengo da una famiglia di operai. Mio nonno leggeva l'Unità». La cosa non può che farmi piacere, perché è un'altra testimonianza del credito e del radicamento profondo di questo giornale e della sua storia. La soddisfazione, però, è accompagnata da una considerazione un po' sconsolata (che non riguarda, ovviamente, Ivano Fossati). Nella mia lunga vita di redattore di questo giornale (e ora di collaboratore) mi è capitato d'incontrare decine e decine di persone comuni e di celebrità che, quando mi presentavo come giornalista de l'Unità, puntualmente mi dichiaravano con L’intervento Per fare un partito forte bisogna investirci Stefano Sedazzari ● COSA È UN MODERNO PARTITO POLITICO QUANDOGOVERNA?HOLETTOL'ARTICOLODI ROSCANISUQUESTE PAGINE. Su questo, a sinistra, non abbiamo mai discusso abbastanza. Troppo particolari le esperienze precedenti per potere essere codificate come esempio o come standardizzazione di un rapporto governo-partito. Mi verrebbe da aggiungere che anche a destra la riflessione, negli ultimi venti anni, è stata relativamente scarsa, vista l'identificazione politica in Silvio Berlusconi. Ma veniamo a noi. Al netto della diversità dei sistemi politici, in altri paesi europei l'identificazione tra premier e leader di partito è abbastanza naturale. E io penso che anche in Italia, e anche nel nostro campo, possa essere legittima questa identificazione. Non entro sulla questione della particolarità di questo governo di 'medie' intese. Vorrei spostare l'attenzione sull'elemento partito. La leadership di Renzi è forte. Fortissima. Come ha scritto Ilvo Diamanti, Renzi non ha alle sue spalle un partito personale, ma ha, in qualche modo personalizzato, un partito. Gli ha fornito la propria immagine. Cercando di trasformare la sfiducia nella politica in fiducia Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 economica dalla Russia è stata salutata con entusiasmo ed in cui, tuttavia, quote più o meno importanti di cittadini hanno sostenuto (e votato) una politica attenta a non schiacciarsi sulle posizioni dei Paesi che hanno aderito alla Nato e all’Europa. È in questo contesto più generale che andrebbero considerate la destituzione di Ianukovich e la presenza di ministri neonazisti nel nuovo governo di Kiev: come un segnale estremamente forte di intolleranza che una piazza di Kiev ha inviato a chi, nel Paese, aveva vinto le ultime elezioni. Che in Crimea ed in altre regioni in cui i russi e i filorussi sono più fortemente rappresentati a questo tipo di segnale si rispondesse con forza era più che prevedibile. Che la scelta della parte con cui schierarsi, l’Europa o la Russia, sia tornata al popolo sovrano dovrebbe essere positivo soprattutto per chi, da noi, crede prima di tutto nella democrazia. Via Ostiense,131/L 00154 Roma lettere@unita.it grande entusiasmo: «Ah! l'Unità!!! Ricordo che, quando ero bambino, mio nonno la portava sempre in casa»; oppure: «Mio padre la diffondeva ogni domenica e qualche volta mi portava anche con sé». E allora mi sorge spontanea la domanda: ma ci sarà, tra i tanti, qualcuno che non si limita a ricordare con nostalgia i bei tempi andati e, oggi, va in edicola a comprarla l'Unità? Renato Pallavicini I debiti della pubblica amministrazione Come dichiarato dallo stesso capo del governo, fra i provvedimenti di «terapia shock» da adottare con la massima urgenza v’è il rimborso «totale» dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese, che paradossalmente rischiano la «morte per crediti». Detto questo, non nella sua persona. Forse tutto ciò, oggi, aiuta il Pd. Un Pd la cui cultura politica, dalla sua nascita, è stata debole, incerta, più frutto di compromessi che di nuova sintesi. Ora il titolo del Pd è “cambiamento”. Bene così. Questo serve al Paese. E le scelte annunciate da Renzi premier indicano una direzione giusta. Una strada di sinistra, che in molti nel Pd, avevano indicato e proposto. Mi auguro che sulla spinta di queste scelte quando torneremo a votare, Renzi possa vincere le elezioni e guidare un “nostro” governo. Perché questo avvenga, Roscani lo sostiene nel suo articolo, servirà un Pd più forte: più forte sarà il partito più forte sarà l'azione dell'esecutivo. Ma allora sul partito bisogna investire. E sapere che partiti forti servono sia quando si governa che quando si sta all'opposizione. Questo avviene negli altri paesi europei dove continua a vivere la forza e il radicamento dei partiti (a destra come a sinistra) anche oltre il susseguirsi delle leadership. Anzi la vita e l'articolazione dei partiti sono la garanzia di future nuove leadership. Nessuno mette in discussione la legittimità della leadarship di Matteo Renzi, come premier e come segretario del Pd. E nessuno chiede un altro segretario. Ma forse serve uno sforzo per ridare forza ad un partito che non si esaurisca nelle sue leadership: a Roma, a Firenze e sul territorio. Il tema è l'investimento che dobbiamo e vogliamo fare sul Pd. Un partito oggi, deve essere uno strumento aperto e democratico per la costruzione del consenso e per l'elaborazione delle idee, capace di cogliere i sentimenti e i bisogni che si esprimono e di organizzare le risposte. E tutto questo, osserva Roscani, richiede forme organizzative nuove. Giustissimo. Oggi il Pd è, certo anche per responsabilità delle capisco perché mercoledì scorso il Consiglio dei ministri non ha fatto un decreto legge ma si è limitato ad approvare un semplice disegno di legge. Che per la relativa approvazione si richiedono tempo lunghi. È sconcertante. Peraltro già i governi precedenti hanno varato provvedimenti con l’obiettivo di ridurre il forte arretrato nei pagamenti a favore di aziende che hanno fornito beni o servizi alle Pubbliche amministrazioni. Ora si rende necessario intervenire anche sui procedimenti burocratici che spesso ritardano i dovuti pagamenti. Intanto la percentuale di attuazione delle riforme varate dagli ultimi due governi è al 40 per cento. E spesso, per la loro concreta applicazione, devono ancora essere emanati i decreti attuativi. Ogni commento appare superfluo. Angelo Ciarlo precedenti leadership, in mezzo al guado: le vecchie forme non reggono più, certo, ma mi sembra che le nuove si siano isterilite nel sostegno ad un capo (vale a Roma come sul territorio) e spesso in primarie che sanno più di conta interna che di partecipazione, quasi sempre ormai praticate con logiche da vecchia politica. Con scarsità di risorse (continuo a pensare che la cancellazione del finanziamento pubblico, che certo andava riformato ma che esiste in tutti paesi, sia solo un regalo all'antipolitica) e queste logiche il partito si impoverisce e non diventa più forte, anzi. Vorrei discutere se il Pd si esaurisce nella funzione e nell'azione di governo e nell'identificazione con un premier o un capo o è anche altro? È uno spazio in cui si elabora una cultura politica collettiva che esprime leadership più o meno forti o, di volta in volta, vive dell'espressione di una leadership forte che, in quanto tale, diventa cultura politica? L'uno e l'altro? Un partito serve anche quando si sta all'opposizione o tutto va resettato in funzione del governo? Non vorrei che la funzione del governo surrogasse l'elaborazione di una identità politica del Pd. Il Pd oggi è Renzi? Per molti è sufficiente e forse giusto. Ma io vorrei che il Pd ci fosse anche dopo Renzi (che mi auguro governi a lungo e cambi il Paese da cima a fondo). Ci interroghiamo da tempo su cosa succederà a destra dopo Berlusconi. E in molti concordano nel dire che probabilmente ci sarà una implosione vista la natura di quel campo. Ecco, io vorrei, che tra 30 anni, quando Renzi non sarà più premier e capo del Pd, non ci si debba interrogare su cosa succederà nel centrosinistra perché tutti saremo consapevoli che esiste il Pd con la sua forza e la sua cultura politica. La tiratura del 17 marzo 2014 è stata di 64.589 copie L’analisi Una spending review anche per Camera e Senato Marina Sereni Vice presidente Camera e presidente Comitato affari del personale ● SE, COME SEMBRA E COME SPERO, QUESTA DIVENTERÀ LA LEGISLATURA DELLE RIFORME, QUELLA ATTRAVERSOCUIDAREALNOSTROPAESE un sistema politico e istitu- zionale più efficiente, più vicino ai cittadini, meno burocratico e meno costoso, allora è indispensabile che anche le «macchine» di Camera e Senato siano chiamate a contribuire sensibilmente. I presidenti Boldrini e Grasso hanno, sin dall'avvio del loro mandato, messo a fuoco questo obiettivo, e i rispettivi Uffici di presidenza hanno fin qui delineato un percorso di contenimento dei costi che tocca dai trattamenti di deputati e senatori agli affitti e alle gare d'appalto, dall’organizzazione dei lavori e delle sedi, al personale. Di questo ultimo aspetto, insieme alla vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, mi devo occupare personalmente. Le decisioni già assunte - l’approvazione delle curve stipendiali per i nuovi assunti, mediamente il 20% più basse di quelle precedenti, il taglio alle indennità di funzione, la sospensione dell’adeguamento automatico degli stipendi fino al 2015 - non hanno trovato il consenso dei sindacati. Vorrei sgombrare il campo da ogni fraintendimento: non c’è nessuna volontà punitiva nei confronti dei dipendenti delle nostre Amministrazioni. Sappiamo che nel Parlamento lavorano professionalità ottime, preparate, motivate, leali. Ciò che ci spinge a mettere in discussione alcuni istituti giuridici ed economici del personale della Camera (e del Senato) è la consapevolezza di dover in ogni ambito della spesa pubblica produrre una rivoluzione: spendere meno, lavorare meglio, eliminare privilegi diffusi, premiare semmai le qualità individuali. Il tempo è ora, non si può più rinviare. La crisi economica e sociale ha allargato la forbice delle diseguaglianze anche nel sistema pubblico. Proprio chi vuole difendere l’autonomia normativa e organizzativa degli organi costituzionali dovrebbe vedere l’urgenza di scelte coraggiose per ridurre i costi delle nostre strutture e riorganizzare il lavoro guardando alle nuove sfide (più trasparenza, più decisione, più partecipazione, più globalizzazione, solo per rimanere agli slogan) che le istituzioni democratiche debbono affrontare. Camera e Senato hanno deciso così di procedere insieme, attivando da domani un confronto comune con le organizzazioni sindacali che dovrà portare ad una forte armonizzazione delle politiche del personale fino ad ipotizzare un «ruolo unico del Parlamento». Cosa c'è di straordinario in questo? Niente e molto, direi. Niente, perché in un momento in cui si sta discutendo finalmente di superare il bicameralismo perfetto eliminare duplicazioni anche sul piano degli uffici è un’operazione di buon senso. Molto, perché nel passato più o meno recente non è stato affatto frequente che i due rami del Parlamento collaborassero sul piano organizzativo e delle riforme interne. Partiamo da una fotografia dell’esistente che mostra - sia sul piano degli istituti giuridici che su quello dei trattamenti economici dei dipendenti - punti in comune e differenze. Dobbiamo porci un duplice obiettivo: da un lato, armonizzare, integrare; dall’altro, riformare, risparmiare. Indubbiamente alcuni punti per noi sono prioritari, per le ripercussioni che hanno sui bilanci e per il significato politico che rivestono. Tra questi la necessità di «raffreddare» le retribuzioni nella parte finale della carriera. Nel momento in cui il Governo - e il commissario Cottarelli - pone il tema di ridefinire i compensi massimi dei manager pubblici non vedo come si possa rinunciare a mettere in atto una misura che ottenga anche per il Parlamento un risultato analogo. Al tempo stesso aprire questo confronto più ampio significa offrire alle stesse organizzazioni sindacali la possibilità di contribuire a ridisegnare il ruolo e le modalità organizzative del lavoro del Parlamento nel pieno di una stagione di riforme costituzionali e istituzionali molto profonda. Qualche giorno fa, parlando di questo processo che intendiamo avviare, un sindacalista mi ha posto la seguente domanda: «Ma avete già deciso tutto?» «No - ho risposto - Ma sia chiaro che vogliamo decidere. Non da soli, possibilmente. Ma non vogliamo perderci in un porto delle nebbie inconcludente e confuso». Apriamo dunque questo confronto ma con l’obiettivo di giungere in tempi ragionevoli a decisioni concrete, che dimostrino la volontà di Camera e Senato di contribuire alla più vasta operazione di «spending review» di cui il nostro Paese ha bisogno per ripartire. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it L’INCONTRO Il premier lancia anche un messaggio all’Italia il job act non sarà affossato dai veti incrociati Renzi “seduce” anche la Merkel La cancelliera tedesca si dice colpita dal piano di riforme del premier: «è un cambiamento strutturale» dell’inviata PAOLA TAMBORLINI BERLINO - «Sono rimasta veramente impressionata, si tratta di un cambiamento strutturale». La cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha detto subito, a inizio conferenza stampa, mettendo ancora una volta in chiaro che l’Italia ha rimandato per troppo tempo le riforme strutturali e che quelle che Renzi ha portato con sé a Berlino, in particolar modo il Jobs Act, «vanno nella direzione giusta». Ma è tornata anche a ribadire che sulle regole non si transige. E del resto, ha aggiunto, «se l’Italia ha detto che rispetterà il patto di stabilità non vedo perché dovrei dubitarne». Nella sua prima visita da premier nella cancelleria più importante d’Europa, Renzi incassa dunque l’appoggio sul suo pacchetto di riforme, non solo dalla Merkel ma anche dal “falco” Wolfang Schaeuble. Il ministro delle Finanze tedesco vede positivamente il salto in avanti dell’ex sindaco di Firenze ma, ancora una volta, mette in guardia da rinvii sul consolidamento delle finanze statali (leggi box in basso). Lui, il premier, visibilmente soddisfatto, preme come sua consuetudine sull’acceleratore e assicura che l’incontro con la cancelliera («che in questi anni è stata descritta male, ma non è un nemico», dirà in serata) è stato un’occasione per presentare riforme «ambiziose e coraggiose». Che l’Italia intende mettere in campo «misure irreversibili di cambiamento», anche sul modello tedesco, non interventi «una tantum» ma riforme strutturali che «puntano in alto» e sono necessarie “subito», anche se l’orizzonte è il 2018. E poi torna a ripetere, come ha fatto nell’ultima settimana quasi ogni giorno, che Roma rispetterà tutti gli impegni e non intende sforare i parametri Ue, ma non perché lo chiede l’Europa: «L’Italia deve smettere di pensare che le riforme vanno fatte perché ce lo chiede Bruxelles o Berlino o altre capitali. Le facciamo perché sono giuste per noi». E le facciamo «subito». E ancora: «L’Ue non è la causa ma la soluzione dei problemi. Quei partiti che lo dicono sbagliano». Musica per le orecchie di Angela Merkel alla vigilia di elezioni europee nelle quali rischiano di trionfare i partiti populisti. E per questo il premier aggiunge anche che sul lavoro le regole rigide hanno fallito. Ed è arrivato il momento di “cambiare le regole del gioco, come una squadra che perde per cinque anni tutte le partite: è chiaro che deve cambiare qualcosa». E ancora: «Le regole ce le siamo date insieme e sono importanti, ma occorre avere la forza di investire sul grande problema dell’Italia: con le misure di questi anni il rapporto debito/pil è cresciuto al 132% perché, nonostante l’avanzo primario, il nostro problema è la mancata crescita». Insomma l’Italia rispetterà le regole, ma questo non significa che ciò che non ha funzionato non si possa cambiare. Chi ha partecipato agli incontri parla di un’atmosfera “eccellente», subito alleggerita dal regalo di Renzi, che si è presentato con la maglietta del centravanti della Fiorentina, il tedesco Gomez, per la tifosissima cancelliera. E di «grande interesse» per le riforme italiane durante un vertice che ha visto confrontarsi anche sei ministri dei due governi sui diversi dossier e si è chiuso con una cena alla quale hanno partecipato anche i vertici di Confindustria, Enel e Generali. Perché Italia e Germania, come ha detto Renzi a fine giornata, puntano a realizzare un «nuovo rinascimento industriale europeo». «Non siamo figli di un Dio minore,siamo un grande Paese che vuole da solo fare le riforme», è la convinzione con cui il premier si è presen- tato all’incontro nello studio della Cancelliera. Dopo il fischio di inizio, con la consegna della maglia di Mario Gomez, Renzi ha illustrato, senza slide, come ha ironizzato nella conferenza stampa finale, il suo pacchetto di riforme, suscitando, spiegano fonti di governo, grande attenzione come già sabato scorso, a Parigi, da parte del presidente Francois Hollande. Renzi ha spiegato alla Merkel che una politica di sola austerità non basta, come dimostra il fatto che, nonostante l'avanzo primario, il debito italiano è cresciuto. Ma da Berlino Renzi ha mandato un messaggio molto chiaro anche all’Italia: il decreto sul lavoro non finirà sotto i colpi dei veti incrociati in un nulla di fatto. Prendendo a modello le politiche tedesche sul lavoro, il premier avvisa i sindacati in primis che si va avanti su modelli di maggiore flessibilità visto che le politiche dei governi precedenti e regole troppo rigide hanno portato la disoccupazione al 40%. | LE REAZIONI | «Pericoloso sfiorare il rapporto del 3%» In Germania molti bocciano la linea italiana sostenendo che l’aumento del debito è rischioso in questo momento di MATTEO ALVITI BERLINO - Se la cancelliera Angela Merkel non dice no a eventuali aumenti di spesa che non rompano il patto di stabilità europeo, e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble promuove l’accelerazione sulle riforme del premier Matteo Renzi, ma «senza rallentare sugli obiettivi di consolidamento», è il giovane deputato Cdu Marian Wendt a spiegare, senza le morbidezze delle dichiarazioni ufficiali, cosa pensi Berlino del piano del nuovo premier. «Sono molto preoccupato dagli annunci su un aumento del livello del deficit sul pil, anche a nome delle giovani generazioni europee. E la stessa posizione ha il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble», ha dichiarato Wendt in un’intervista all’ANSA. Per il deputato 28enne, incaricato dal partito cristianodemocratico di seguire le relazioni con l’Italia dal gruppo parlamentare italo-tedesco del Bundestag, «anche impegnare la differenza tra il deficit previsto e il tetto del 3% rispetto al pil è problematico, perché compromette la possibilità di utilizzare un cuscinetto per affrontare aumenti di spesa imprevisti». Per Wendt se Renzi «si toglie questa possibilità potrebbe trovarsi costretto a superare i limiti previsti dai trattati. L’anno scorso in Germania c’è stata un’inondazione e il governo è dovuto intervenire con fondi straordinari per 8 miliardi di euro. Ma non è solo questo: ci può essere un rallentamento improvviso dell’economia. Nessuno sa cosa succederà ora con la Russia. Un bilancio solido si basa anche sul fatto che si possano affrontare spese impreviste. Questo è il pericolo che vedo» per il futuro dei progetti del premier Renzi. Ma non è solo una questione di limiti prescritti dai trattati: «Dal punto di vista delle nuove generazioni non è comprensibile che si facciano nuovi debiti, in Italia, in Germania, in Francia o altrove in Europa», rincara la dose Wendt. «Non voglio insegnare nulla agli italiani - del resto la Germania, come l’Italia, ha un debito troppo alto -, ma solo così possiamo dare ai giovani un solido futuro europeo», ha chiosato. «Fare nuovi debiti per spingere i consumi invece di mettere in campo il rinnovo delle infrastrutture e progetti sostenibili è discutibile». IL CONFRONTO Schaeuble insiste, rigore. Padoan,crescita e lavoro BERLINO - Niente rinvii sul rigore. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, ieri a colloquio con l’omologo italiano Pier Carlo Padoan, ha apprezzato lo slancio del governo italiano sulle riforme «per rilanciare la crescita e creare posti di lavoro». Un primo incontro nel quale l’Italia ha illustrato la propria strategia, senza dover dare conto di coperture. Il ministero delle Finanze tedesco ha fatto riferimento alla richiesta che non vi siano rinvii sul fronte del consolidamento dei conti, attraverso le riforme strutturali. Ma su questo rassicurazioni sono giunte anche dal premier Renzi durante la conferenza stampa. ‘’Non era un esame’’, hanno poi ribadito fonti italiane, raccontando di come il severo ministro di Angela Merkel abbia mostrato interesse per le riforme che spingeranno la crescita La Merkel e Renzi con i ministri Lupi e Padoan RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 BRUXELLES Il commissario Reding: «La normativa è chiara» L’Ue stoppa il Cavaliere Su una sua possibile candidatura alle europee di YASMIN INANGIRAY ROMA - La possibilità che Silvio Berlusconi possa essere candidato alle elezioni europee come capolista nelle cinque circoscrizioni italiane è sempre più complicata. A gelare oggi le aspettative del Cavaliere ci pensa Bruxelles. E’ il commissario per la Giustizia Vivienne Reding a stoppare i piani dell’ex premier: «Non entro in questioni nazionali, ma la normativa europea è molto chiara». Affermazione che Forza Italia non accoglie bene e alla quale replica con durezza sia nel sottolineare le ragioni dell’ex premier sia, con Maurizio Gasparri che spiega: «Non esiste un centrodestra senza Berlusconi»., La presa di posizione della Commissione Ue comunque non coglie di sorpresa Berlusconi,pronto ad alzare ancora il tiro: proseguo con la mia battaglia - ha ribadito oggi ai suoi uomini dovrà essere evidente il disegno politico per farmi fuori dai giochi. Nessuna marcia indietro, anzi l’input inviato da Arcore (Berlusconi resterà a Milano anche domani, è atteso nella capitale mercoledì in tarda mattinata) è quello di insistere nel portare avanti la sua candidatura. Una strategia mediatica molto chiara volta, da parte dell’ex capo del governo in primis, a non spegnere i riflettori in vista del 10 aprile, giorno in cui il tribunale di Milano deciderà se affidarlo ai servizi sociali, mandarlo ai domiciliari oppure in carcere. Per domani è atteso il pronunciamento della Cassazione a cui spetterà di confermare o meno i due anni di interdizione dai pubblici uffici come previsto dalla sentenza Domani la Cassazione si pronuncerà sull’interdizione dai pubblici uffici L’arrivo di Renzi a Berlino con il famoso cappotto abbottonato male ma la Merkel non se ne cura | SENATO SIlvio Berlusconi con la Merkel quando era premier del Governo Mediaset. Una decisione che l’ex premier attenderà dunque ad Arcore dove oggi è stato impegnato per tutto il giorno in una serie di riunioni con i suoi legali mentre questa sera ha in programma una riunione con alcuni fedelissimi tra cui il consigliere Giovanni Toti. Al rientro nella Capitale l’ex capo del governo ha già convocato il vertice del partito proprio per riprendere in mano il dossier europee. L’idea lanciata da Daniela Santanchè di una raccolta delle firme per chiedere la grazia sarebbe stata accolta senza nessuna enfasi da parte dell’ex capo del governo. Si tratta di un’iniziativa autonoma spiega uno dei fedelissimi di Berlusconi - nè il partito né tantomeno i circoli sono stati mobilitati. In realtà, raccontano, l’idea di una mobilitazione in vista del 10 aprile resta tutt’ora in campo ed il Cavaliere aveva intenzione di mobilitare tramite i circoli i militanti | | azzurri: Si deve fare qualcosa, aveva detto la scorsa settimana in una riunione. Ma certo i tempi non era quelli pensati dalla Santanchè. Insomma il pensiero corre ovviamente ai suoi processi, ma questo non impedisce all’ex capo del governo di «dire la sua“ anche su Matteo Renzi. Mentre il premier è a Berlino per un incontro con il Cancelliere Angela Merkel, il Cavaliere al termine di un incontro con il presidente del Comitato Economico e Sociale dell’Unione Europea, Henry Malosse dirama una lunga nota in cui ribadisce «l’attenzione» di Forza Italia «al pacchetto di misure messe in campo dal governo ma avverte: “vigileremo perchè si trasformino in concreti provvedimenti». Un plauso particolare va poi all’annuncio di ” una razionalizzazione della spesa pubblica». Nota dolente invece sono i tagli alla sicurezza su cui l’ex premier esprime “preoccupazione». CAMERA | L’Italicum arriva all’esame Salva-Roma, via all’iter Ma la priorità resta quella del nuovo bicameralismo Task force del Pd per il piano di salvataggio del Comune di GIOVANNI INNAMORATI ROMA, - L’Italicum arriva ufficialmente in Senato, mentre il sottosegretario Graziano Delrio, detta un nuovo timing per l’approvazione della riforma: il braccio destro del premier Renzi ha infatti accolto la richiesta di Ncd e minoranza Pd di affrontare prima la riforma costituzionale del Senato e dopo quella elettorale, Questa affermazione ha suscitato sospetti in Forza Italia che reclama un passaggio rapido dell’Italicum a Palazzo Madama. La prova generale ci sarà oggi in aula quando si voterà sull’introduzione della doppia preferenza alle elezioni europee. Ieri Delrio ha dichiarato che «la riforma del Senato ora è la priorità» che richiede una «accelerazione» che renda possibile la sua approvazione a Palazzo Madama prima del semestre europeo, che comincia il primo luglio. Quello che chiedevano le minoranze del Pd e Ncd, mentre Renzi voleva dar spazio prima all’Italicum in modo da approvarlo entro le elezioni europee del 25 maggio. Certo, Delrio insiste sul fatto che comunque sulla riforma elettorale non si tiri il can per l’aia, dato che «c’è la ferma determinazione a raggiungere il risultato“; comunque il cambio di timing è evidente. La scelta, maturata nelle ultime ore, dipende dal fatto che la riforma costituzionale che supera il bicameralismo perfetto è considerata dai partner europei tra le riforme strutturali necessarie all’Italia per ripartire. Non a caso il premier, al termine dell’incontro con la Cancelliera Angela Merkel ha citato le riforme istituzionali tra quelle da realizzare «subito» anche se «il nostro orizzonte è il 2018», data che rassicura sia i partner europei che le riforme si faranno, sia la minoranza del Pd e gli alleati di governo. L’inversione dell’ordine del giorno era stata sollecitata anche da Renzo Schifa- FI in allerta riforme fuori dagli accordi ni (“impossibile riscrivere le regole elettorali prima di sapere quale sarà il futuro di palazzo Madama”). Ma a scalpitare è ora una sospettosa Forza Italia, anche perché sui contenuti della riforma del Senato, il patto Renzi-Berlusconi non era entrato nei dettagli. di MONICA SAVATTERI ROMA - Torna in Parlamento il dl Enti locali che contiene le norme per mettere al sicuro le finanze di Roma capitale. Il Salva Roma ter, così come è stato soprannominato il dl, arriverà in concomitanza nelle commissioni congiunte Bilancio e Finanze e in aula alla Camera per il voto delle pregiudiziali presentate, tra gli altri, dalla Lega e da Forza Italia. Dall’altra parte, però, il Pd capitolino e non, serra le fila per combattere contro «un accanimento verso Roma», ha detto il deputato Umberto Marroni e per assicurare un’approvazione che per il deputato Marco Causi «non è scontata». E non solo. Ieri sera, in seno una riunione del partito, si è insediata una task force «che entro 10 giorni possa fare una proposta di piano di rientro da portare alla cabina di regia», ha sottolineato il capogruppo capitolino Francesco D’Ausilio. La lotta alla salvezza contabile della Capitale, dunque, viaggia su due binari paralleli e legati tra loro: da una parte c’è la corsa alla conversione del dl in legge, minata dal fatto che «il problema non è più la Lega contro Roma ma è l’Italia che non si fida», ha spiegato Causi, già assessore capitolino al Bilancio nelle giunte Veltroni, e dall’altra la necessità di varare un piano di rientro in 78 giorni, condizione necessaria così come imposta dal Governo all’interno del dl stesso. A livello parlamentare, il sottosegretario Giovanni Legnini auspica «un iter più sereno» ma, avverte, «non serve un discorso solo ragionieristico perché non bisogna dimenticare che il Governo già aiuta Roma con la gestione commissariale del debito e se si fa un buon lavoro Roma potrebbe essere un esempio nazionale di Spending Review». Fabio Melilli, relatore in commissione Bilancio, mette in guardia da «una battaglia molto dura che ci sarà in aula perché la Lega è già partita». Un percorso in salita, dunque. Sul fronte capitolino, invece, la vera gatta da pelare è la stesura di un piano di rientro che riequilibri, anche per il futuro, entrate e uscite delle casse capitoline. La discussione non appare così scontata RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO Oggi si chiudono i termini per le candidature alla segreteria regionale democratica di SALVATORE SANTORO POTENZA - L’ennesino tentativo di fare sintesi andato a vuoto. L’ennesima riunione dove la confusione regna sovrana. Il Pd di Basilicata si avvia al congresso regionale in maniera scomposta e divisa. Non poteva essere diversamente. La sensazione è che le parti non abbiamo mai avuto seriamente voglia di trovarsi. E sarà una sfida (manca solo l’ufficialità) tra Antonio Luongo (sostenuto da tutta l’area Cuperlo Bersani) e Luca Braia che rappresenta una parte dell’area Renzi. C’è ancora l’incognita Salvatore Margiotta (anche lui candidato in quota renziana) che ufficialmente è sempre candidato alla segreteria. Ieri in Direzione per lui c’era Arduino Lospinoso che si è espresso a favore dell’ennesima richiesta di rinvio del congresso regionale. E ancora potrebbe esserci la candidatura di un altro candidato dell’area Renzi e cioè di quelli “della prima ora”. Di certo è candidato anche Dino Paradiso per la corrente che fa capo a Civati. Ad ogni modo le candidature per la segreteria regionale si chiudono stasera. E ieri sera si è svolta l’ultima Direzione regionale del Partito democratico di Basilicata prima della scadenza dei termini. Una riunione ancora più “disordinata” delle ultime. Già dall’inizio dei lavori: oltre due ore di ritardo con nessuna spiegazione sul perchè. Poi si è appreso che c’era una riunione in simultanea della Commissione garanzia per il congresso. Si stava decidendo sulla data delle Primarie e su una modifica del regolamento per consentire a ciascun candidato segretario di presentare più liste collegate e non una sola. Ma intanto i big presenti (non c’era nessuno dei parlamentari, non c’era Vito De Si è discusso dell’ennesimo tentativo di rinvio congressuale ma da Roma chiedevano unità Per quanto riguarda le date, le primarie per la scelta del nuovo segretario saranno svolte il 7 o 13 aprile Un momento della Direzione regionale del Pd lucano che si è svolta ieri sera al Principe di Piemonte di Potenza Il Pd e la sindrome del rinvio “negato” Altra Direzione regionale senza risultato unitario: si va allo scontro tra Luongo e Braia con Margiotta incerto Filippo e nemmeno Marcella Pittella) iniziavano a spazientirsi. Poi i lavori sono cominciati. Con Piero Lacorazza che ha chiesto di conoscere i contenuti dell’ultimo vertice avvenuto a Roma tra i leader nazionali e quelli lucani. Attimi di confusione: nessuno sapeva e nessuno c’era stato. Per uscire dall’imbarazzo, Pasquina Bona (presidente regionale del Pd lucano) ha chiamato al cellulare di De Filippo. Problemi di rete e altri minuti di confusione. Alla fine Bona parla con De Filippo e comunica: «Mi ha detto il segretario che non è stato accordato nessun rinvio perchè non c’èra l’unitarietà sullo stesso rinvio da parte dei lucani». E subito parte il dibattito con tutti che all’improvviso mostrano di sapere quello che era accaduto a Roma. In sintesi ieri comunque si sono contrapposte due posizioni in maniera netta. Lacorazza poi sostenuto da Antonello Molinari e Vito Santarsiero che chiedavano il rinvio a dopo le europee e le amministrative per evitare ulteriori scontri e Vito Giuzio (area Antezza - Braia) che si è detto contro un ennesi- mo rinvio: «Sono tre mesi che rinviamo e non si è fatto nulla per unire. Ora sarebbe solo strumentale un altro rinvio». E così si va a congresso subito. Le Primarie si svolgeranno il 7 o 13 aprile. E tutto fa immaginare che sarà una sfida senza esclusioni di colpi tra i cuperliani che hanno trovato la sintesi su Luongo e i renziani (probabilmente su due o tre fronti) con Braia in testa che conta sul sostegno dei Pittella. s.santoro@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA L’EDITORIALE IL PRESIDENZIALISMO PRETERINTENZIONALE DI PITTELLA segue dalla prima di LUCIA SERINO politico, agendo in buona sostanza sul modello di un “presidenzialismo preterintenzionale” per usare un'efficace sintesi spesso usata da Ilvo Diamanti, corre il rischio di trovarsi prima o poi davanti al muro dell'isolamento consiliare. Al nuovo segretario regionale dovrebbe essere affidato il compito di provare la tecnica dei vasi comunicanti: il partito dovrebbe essere chiamato a sostenere le scelte del presidente, il presidente dovrebbe “cedere” una parte del suo leaderismo (anche i quattro assessori esterni ne sono un'espressione) per arrivare a un equilibrio come mediazione necessaria per raggiungere gli obiettivi di governo. E' verosimile che questo possa accadere? Ma, soprattutto, è necessario? Ed è immaginabile vista la ra- dicalità di cambiamento comportamentale che ha introdotto Pittella? Il centrosinistra che ha radice nei partiti di massa è, per sua natura, refrattario al personalismo. Per stare alla Basilicata Pittella ripete spesso di non essere un monarca ma di cercare condivisione. Nei fatti, con la doppia legittimazione popolare accumulata, agisce da solo, facendone una risorsa politica. Esattamente come Renzi. Buona parte del partito non gli perdona la scelta degli assessori esterni, ancora attende le motivazioni della scelta, parte dal principio della corresponsabilità intesa a mio avviso in maniera troppo utilitaristica: e cioè la responsabilità per investitura. In pratica: io, presidente, ti attribuisco una funzione e tu, in quanto investito da questa funzione, sei perciò stesso responsabile e, dunque, mi supporti. Questo schema di rapporto tra par- tito e governo ha un limite: non tiene conto della “democrazia del pubblico” che sta soppiantando la forma classica della democrazia rappresentativa. Pittella, saltando la mediazione di tutti (media, partito), ha disintermediato il rapporto con i cittadini, sfruttado la sfiducia di questi verso la politica, per superare le trappole del suo stesso partito. Non so in quale misura in maniera strategica, nei fatti, osservandolo, agisce così, secondo una contemporaneità comunicativa dalla quale, credo, non prescinderà più per tutta la durata del suo mandato. Il Pd aspetta che faccia errori (anzi già gli contesta numerosi errori, tutti riconducibili alla mancanza di corresponsabilità), lui teme di farne. In realtà quell'equilibrio compensativo tra le varie anime del Pd al quale eravamo stati abituati nei due mandati di De Filippo troppo spesso si erano rivelati inabilitanti rispetto alla velocità di una decisione. Sin dall'inizio del suo mandato è stato chiaro che Pittella (sfruttando il dato che la Rete è accessibile e sempre più frequentata) ha tentato di sovvertire la sfiducia nei partiti trasformandola in fiducia personale. Le resistenze sul suo cammino sono moltissime. La vera debolezza della sua azione, più nella mancata corresponsabilità, è – al contrario – proprio nell'incertezza di un leaderismo compiuto rispetto ad alcune scelte che sembrano evidentemente dettate da un'impronta personalistica che è sinonimo di compensazione elettoralistica (vedi le nomine, il sostegno a Braia sulla segreteria regionale). Bisognerà vedere se arriverà al fatale compromesso, come ha fatto Renzi sulle nomine dei sottosegretari, ad esempio. Una cosa, però il Pd e il futuro segretario devono imparare ad accettare: la responsabilità sulle emergenze eccezionali e strutturali passa sicuramente attraverso il coinvolgimento di tutte le forze politiche, ma non ba- sta più. C'è un contesto allargato di verifica del consenso che è praticamente quotidiano, che passa attraverso il rapporto diretto che il governatore ha con i cittadini. E' una piazza permanente. A volte gli va bene, altre volte no, come è successo ieri pomeriggio. Ma se una decisione politica non può essere condizionata dal thread che apre una discussione digitale o da una contestazione di piazza, è altresì vero che qui Pittella radica la sua maggioranza occulta. Alla quale presenterà il conto di un eventuale ostruzionismo: io ho cercato di fare, dirà, sono loro che me l'hanno impedito. Il nuovo segretario regionale del Pd è chiamato a un compito arduo per la Basilicata: uscire dal dissenso sottinteso. Partecipando né per induzione né per investitura, ma per proposizione attiva ed autoprodotta. L’unico modo per capovolgere il metodo Pittella dicendogli: noi pensiamo di fare così, è tu? RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 Assemblea regionale di Forza Italia 2.0 con Fitto e Latronico FI si ripresenta a Potenza L’obiettivo è sempre lo stesso: riuscire a battere il centrosinistra di MICHELE RUSSOMANNO I lavori della riunione forzista (Foto Mattiacci) | LA RISPOSTA | A Restaino quel che è di Restaino A me quel che è mio A ciascuno il suo Nel mestiere del giornalismo non si smette mai d'imparare. Figurarsi in quello di direttore di testata che decide la linea dei suoi giornalisti condividendola (per come l'ho intesa sempre io) con la sua comunità' di lettori. Ho letto e apprezzato lo stile con cui Erminio Restaino ha commentato il suo recente proscioglimento da ogni ipotesi di reato per i gravi fatti che riguardano la vicenda dell'inceneritore Fenice di Melfi. Nel corso di questi anni, spesso abbiamo incrociato le lame della polemica con Restaino, adoperando lessico pungente, per difendere posizioni antagoniste dal punto di vista politico, manifestando sempre però reciproco rispetto personale. Del senno del poi sono lastricate le strade del mondo, ma è giusto e utile (al mestiere del giornalismo e alla mia coscienza) analizzare alcune questioni, visto che mi chiama in causa.Condussi, è vero, una campagna di stampa sulle dimissioni dell'assessore regionale all'Ambiente. Ne ho anche rivendicato spesso il risultato. Ma non ho mai espresso posizioni giustiziali- di NINO D’AGOSTINO POTENZA - La impostazione della organizzazione del personale era certamente uno degli atti più significativi, su cui valutare la voglia di cambiamento del presidente della giunta regionale, Marcello Pittella. È di tutta evidenza che c’è un profondo malessere organizzativo alla Regione Basilicata, lo denuncia periodicamente la stessa dirigenza, lo dimostrano tutti gli indicatori economici e sociali, lo stesso metodo operativo, basato sui compartimenti - stagno, sulla distribuzione a pioggia degli interventi. La politica e la burocrazia hanno da sempre finalizzato la spesa pubblica a garantire la loro sopravvivenza, l’interesse generale viene considerato un optional. Il governatore si è limitato a rassicurare l’apparato, provando a responsabilizzarlo, dicendo nell’incontro avuto che “ la nuova regione dipende da voi”, una espressione demagogica che non va al nocciolo del problema. Ho l’impressione che avremo qualche spostamento dei funzionari da una stanza all’altro o da un fabbricato all’altro. La (ri)or- ste. Ho sempre rappresentato un punto di vista squisitamente politico dal punto di vista delle responsabilità' che in quel momento emergevano sulla vicenda che al netto dei verdetti, resta una macchia nera per l'ambiente violentato, per l'inganno pubblico e per il clientelismo spinto. Era, e forse è ancora, il punto di vista di molti lucani. Non posso però trascurare il dato che Erminio Restaino e' stato prosciolto "per non aver commesso il fatto". Me ne compiaccio per la sua persona e per il suo ruolo politico. Sono sempre stato ai fatti mettendoli in fila per come atti e dialettica in atto senza subire alcun condizionamento esterno di nessun tipo. Un giornale innanzitutto racconta fatti che non inventa. Nelle analisi tiene in campo le opportunità del momento. A Restaino posso dire mi spiace per quello che ha patito.Oggi quelle vicende non mi sembrano consumate e provocano ancora sussulti. Il giornalismo onesto medita sempre sul suo comportamento. Spero vivamente che la buona politica faccia altrettanto. PARIDEO tive e creare finalmente infrastrutture». «Dall’ultima volta in cui venni in BasiliPOTENZA - Dopo il rinvio dello scorso 6 cata – ha detto dal canto suo Raffaele Fitto – marzo si è tenuta ieri pomeriggio, a Poten- nulla è cambiato. Le forze politiche susseza, l’attesa assemblea regionale di Forza guitesi al governo in Italia non hanno mai Italia, con grande afpiù parlato di Sud»; e fluenza d’iscritti, simancora, riferendosi al patizzanti e curiosi, nuovo presidente del accorsi al Park Hotel Consiglio Matteo Renper ascoltare, tra gli zi: «L’unica reale azioaltri, i big Cosimo Lane messa in campo fitronico, Raffaele Fitnora è stata l’aumento to e Nicola Pagliuca. della tassa sulla prima Un summit per concasa». tarsi anche, per capi«Quello che ci riserre, a ridosso delle imva il futuro - ha conminenti consultaziocluso l’ex ministro mini amministrative nel nistro per gli Affari capoluogo di regione, Regionali del Gover«se un’alternativa al no Berlusconi - non centrosinistra è davpossiamo saperlo ma è vero possibile anche bene ricordare che olin Basilicata». tre un milione di itaPerchè Potenza, è liani crede ancora in emerso, «rappresenBerlusconi e a queste terà un banco di prova persone dobbiamo daimportante, una bat- Sopra Cosimo Latronico in primo piano davanti re delle risposte». taglia da vincere; un a Raffaele Fitto. Sotto la platea al Park Hotel «Il progetto di dar momento fondamenvita al polo dei modetale nella storia di rati e dei liberali nel Forza Italia in Basilisolco della tradizione cata». del popolarismo euro«L’assemblea odierpeo alternativo alla sina - ha detto il coordinistra, è la cifra che ci natore regionale del contraddistingue e ci partito e deputato Corende attrattivi pressimo Latronico - rapso larga parte d’elettopresenta un momenrato», ha detto ancora to di ripartenza per la Latronico, «la nostra ricostruzione di Forposizione - ha poi za Italia in Basilicata. concluso - è quella di Il nostro obiettivo è una forza d’opposiquello di realizzare zione responsabile una presenza in tutti i nel Paese e in Basili131 comuni della recata; in grado di metgione per offrire uno tere al centro della spazio di partecipasua iniziativa politizione politica che ca l’interesse suprepunti a costruire mo della nazione e un’alternativa al sidella regione. In Itastema di potere che da lia contribuendo a troppo tempo, e con rirealizzare un disesultati poco lusingno di riforma istitughieri, governa la nozionale per uno Stato stra regione». più snello e amico dei «La rinnovata policittadini, in Basilicatica di Forza Italia per ta stimolando le forla Basilicata - ha aggiunto Latronico - sarà ze di governo a passare da una politica didi servizio alla comunità attraverso una ri- stributiva ed assistenziale ad una prodefinizione dell’utilizzo delle varie risorse, grammazione che stimoli le risorse creatibonus carburante e royalties del petrolio in- ve di cui la regione dispone». © RIPRODUZIONE RISERVATA nanzitutto, per rilanciare le attività produt- Latronico: «In Basilicata dobbiamo ridefinire l’utilizzo del bonus benzina e delle royalties del petrolio L’INTERVENTO E resta il malessere organizzativo ganizzazione richiede ben altro: non può non fare i conti con la complessità organizzativa, per dirla con Morin, che è fatta di molteplicità separate, di connessioni e di antagonismi negli assetti funzionali da conciliare. Prima di chiamare a responsabilità i funzionari, il governatore avrebbe dovuto parlare del malessere organizzativo che attiene soprattutto alla potere dominante. Avrebbe, per esemplificare, dovuto impegnarsi a nome della stessa Giunta a non interferire sulla nomina dei vari dirigenti degli uffici, lasciando liberi i direttori generali di scegliersi i collaboratori, perseguendo su questa strada finalmente la divisione dei compiti tra funzione politica e funzione amministrativa. Avrebbe dovuto invitare tutti a superare il famigerato metodo accennato in precedenza. Avrebbe dovuto manifestare l’intenzione di avvalersi di un nucleo di valutazione del personale esterno all’Ente re- gione di caratura internazionale, al cui giudizio vincolare parte della retribuzione e la riconferma negli incarichi. Avrebbe dovuto annunciare il proposito di utilizzare il suddetto nucleo per individuare gli obiettivi anche quantitativi da assegnare al personale, chiarendo una volta per tutte di avere l’intenzione di acquisire consenso, non sulla base di una organizzazione clientelare, ma attraverso risultati tangibili di sviluppo socio-economico. Ma avrebbe dovuto prioritariamente chiamare una agenzia di grande professionalità per fare un check up della macchina organizzativa, logorata e demotivata da decenni di disconoscimento dei meriti e delle professionalità che pure ci sono all’interno della regione, ma che per affermarsi debbono mettere “il ciuccio dove vuole il padrone” e quindi rinunciare alle proprie prerogative di intelligenza e di servizio per il bene collet- tivo. La valutazione della organizzazione è talmente strategica che non può essere affidata a qualche consulente improvvisato. D’altro canto, non mi risulta che il personale nell’incontro avuto col presidente abbia posto il tema della propria autonomia funzionale, per usare un eufemismo. Da entrambi i fronti, non c’è stato alcun tentativo di dare un nuovo senso alla organizzazione regionale. Si è in sostanza sprecata un’altra occasione per riformare la regione, nonostante ce ne fossero le premesse: la annunciata riduzione del 20% della dirigenza e del 10% del personale operativo, la riduzione degli assessorati, la necessità del riordino degli enti strumentali, la previsione dell’abolizione delle province. I dg come numero sono rimasti 7, per i primi incarichi di riorganizzazione degli enti strumentali sono state individuate figure esterne, delegittimando anche l’apparato amministrativo e non soltanto il ceto politico regionale, con la scelta in Giunta di tecnici esterni alla regione, in controtendenza, peraltro, con i criteri messi in campo da Matteo Renzi. Non c’è stato dunque alcuno shock organizzativo. Ai vertici regionali sono stati insediate in prevalenza persone di seconda fila, con requisiti talvolta improbabili nel merito e nella forma. Circolano i soliti nomi delle famiglie che risalgono alla corte colombiana: si tratta di predestinati che si sapeva fin dalla loro nascita che sarebbero diventati dirigenti, passando da un ente all’altro. A cui si sono aggiunti altri come conseguenza di sostegni avuti nelle primarie del Pd e nelle elezioni regionali. Non c’è stato bisogno di ricorrere nemmeno ad alcun disegno gattopardesco. Il presidente Pittella ha garantito sostanzialmente la continuità col passato nel metodo, nei programmi e nelle persone selezionate. Se ci si pensa bene, non poteva fare altro, data la sua caratura politica, il tipo di consenso avuto, l’esperienza, di cui avvalersi, offerta storicamente dal ceto politico per conservarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it AMBIENTE Petrolio: contestazioni e insulti contro governatore, sindaco e il dirigente Eni, Ruggero Gheller Bagarre a Marsico Pittella costretto ad andare via Il presidente su facebook: «Avrei ascoltato tutti Sono veramente dispiaciuto per quanto accaduto» di ANGELA PEPE la. Come in un ring di periferia. Tra i più bersagliati il sindaco Vita, il responsabile MARSICO NUOVO – Tra fischi e insulti. del distretto Meridionale Eni di ViggiaPer qualcuno, anche maleducazione. no, Ruggero Gheller e il presidente PittelQuesto è stato l’esito del breve incontro la. che si è svolto ieri pomerigQualcuno dalla platea ha gio, presso il liceo Scientifi- CENTRO OLI iniziato a inveire per non co di Marsico Nuovo. Conteaver invitato, a quanto dire stazioni così fragorose che dagli stessi attivisti “gli hanno spinto il presidente scienziati” (riferimento Pittella, e i due assessori chiaro al non convocazione Berlinguer e Liberali ad abdella professoressa Albina bandonare il tavolo dei relaColella e del geologo Ortolatori. ni). Una gazzarra che non ha Il governatore ha tentato risparmiato nessuno. Il tutpiù volte di prendere la pato si è svolto nel giro di dieci rola, ma dalla sala subito pochi minuti. Neanche il un’altra voce si è alzata per tempo di far prender il micontestarlo e insultarlo. I ficrofono ai relatori, che suschi e le contestazioni sono bito sono partiti gli insulti, diventate man mano più le offese verbali da parte del pressanti, tanto da far deciresponsabile del Comitato dere al presidente di abban“No al pozzo Pergola 1”, Madonare l’incontro e all’amrio Colella incitato da alcuministrazione di sospendeni esponenti dei penta stelre il convegno. Un rammalati di Potenza e della zona, e rico da parte di chi voleva del movimento No Triv Valascoltare e non ha potuto. lo di Diano. In sala era preQualche ora dopo, il presente anche il candidato sidente Pittella, così compresidente alle scorse rementava sui social netgionali del candidato presiwork: «Mi dispiace per codente, Nicola Pedicini. me sia andato a finire l'inUna contestazione evicontro con la cittadinanza. dentemente preparata per Sul tema delle estrazioni pel’occasione, con volantini e POTENZA - Un «adegua- trolifere e del Pozzo Pergola manifesti a seguito, inne- to» sistema di allarme per 1, avrei ascoltato le opinioni scata già nel pomeriggio su avvertire, in caso di peri- di tutti e mi sarei aperto al Facebook, con un messag- colo, gli abitanti nell’area confronto, come sempre. gio preciso che circolava da del centro Olio di Viggiano Ma tutto ciò mi è stato impeparte della professoressa (Potenza), e attività di for- dito ed è stato impedito a Albina Colella (non presen- mazione e informazione tutti i relatori presenti. Sote): «Attenzione lucani – re- sui dati ambientali, sui li- no davvero molto dispiaciucitava il suo post - all'incon- vello di inquinamento e to». tro di Marsico Nuovo del 17 sulle “misure di autoproteMentre alcuni presenti, Marzo 2014 sul pozzo pe- zione e sulle norme com- che avrebbero voluto lo trolifero Pergola 1 organiz- portamentali da assumere svolgimento dei lavori, zato senza contradditorio! in caso di emergenza”. hanno commentato: «QueSono alcuni dei punti del sta non è democrazia. TraPotrebbe essere funzionale all'obiettivo, e cioè risultare Piano di emergenza ester- sformare un incontro in come pubblica audizione no dello stabilimento indu- una rissa, impedire a qual(ma di cittadini disinforma- striale del Centro Olio, ag- cuno di parlare non è demoti), così come prevista dal- giornato dopo un’attività di crazia». l'art 14 della legge 47/98 informazione e consultaParole di amarezza anche che regolamenta la VIA zione per i residenti nella da parte del vice sindaco di (Valutazione di Impatto zona, e approvato dal Pre- Marsico Nuovo, Mina SasAmbientale). Così come è fetto di Potenza. Il conte- sano, che ha spiegato: già accaduto al pozzo Alli 2. nuto del nuovo Piano sarà «L’incontro era stato orgapoi presentato nel corso di nizzato per affrontare e diCi siamo intesi?». Insomma una vera esor- una serie di incontri a Vig- scutere delle tematiche amtazione ad affilare le armi, giano e a Grumento Nova bientali e salutari della noper far ostruzionismo a tut- (Potenza) nelle prossime stra zona. ti i costi. Così è stato. Dopo settimane. L’amministrazione non è un minuto dall’intervento la contro parte, anche perdel primo cittadino, Domenico Vita, il via ché io sono e vivo a Marsico Nuovo da oltre alle “ingiurie” e agli slogan alternati che 40 anni con i miei figli. Il tutto –ha concluhanno coperto le parole del sindaco. so - è stato strumentalizzato da poche per«Andate via», «Venduti», «Il pozzo Per- sone e per alcuni non sono neanche di gola 1 non si farà mai». Offese verbali pro- Marsico Nuovo». © RIPRODUZIONE RISERVATA venienti da alcune persone presenti in sa- Il prefetto approva il piano d’emergenza esterno In alto il tavolo dei relatori prima della sospensione dei lavori e in basso le constestazioni nella sala del Liceo di Marsico che ospitava l’incontro sul pozzo “Pergola 1” | VAL D’AGRI | I consorziati dell’ente di bonifica chiedono chiarimenti «Metà diga per le attività estrattive Chi controlla e paga l’acqua?» NON ci sono solo gli agricoltori della zona a prelevare l’acqua dalle vasche del Consorzio di bonifica della Val d’Agri. Da anni le autobotti delle società del petrolio se ne riforniscono per le attività estrattive. Ma ora i consorziati e gli utenti dell’ente di bonifica chiedono chiarimenti. Innanzitutto vorrebbero conoscere la deliberazione del Consiglio di amministrazione o altro documento ufficiale con cui si sono state autorizzate le diverse ditte che prelevano acqua dalle vasche consortili ai fini delle estrazioni petrolifere, ad effettuare il prelievo; di quali ditte si tratti e copia copia del contratto stipulato con esse. Inoltre, si chiedono chiarimenti sui quantitativi giornalieri autorizzati ed in quali vasche sia stato autorizzato il prelievo. E su chi controlli, e con quali strumenti, il quantitativo giornaliero prelevato ed in che modo. Infine, quanto costi alle ditte suddette il prelievo dell’acqua (euro/m3 prelevato). «La richiesta- si legge nella nota invia- ta alla stampa - viene fatta in considerazione dell’importanza vitale della risorsa acqua nel consumo umano e nelle attività agricole, del costo notevole che i consorziati devono sostenere per il consumo dell’acqua. E considerato che, facendo i dovuti calcoli, ci sarebbe un consumo di 42 milioni di metri cubi di acqua pulita, il totale sarebbe pari circa la metà del contenuto della diga del Pertusillo nelle condizioni medie di riempimento». In più - sottilineano in consorziati - bisogna tener conto delle trattative per l’aumento delle estrazioni in Val d’Agri, prima a 129.000 barili/giorno e poi probabilmente a 180.000 barili al giorno, con un raddoppio dei barili prodotti e lavorati e quindi delle quantità di acqua necessarie e con la consegna ai petrolieri ogni anno di un quantitativo di acqua pulita pari all’intero invaso del Pertusillo, Infine chiedono di conoscere quale piano sia stato effettuato per la fornitura in futuro , ed a quale costo, di tutta questa preziosa risorsa-bene comune dell’intera valle. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 Sul rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale Il Tar boccia Fenice «Ma la Regione decida per il 14» di MARIATERESA LABANCA SONO due le novità importanti che ha stabilito il Tar di Basilicata in merito al ricorso presentato da Fenice Ambiente srl contro la Regione, sui ritardi relativi al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. Innanzitutto, secondo i giudici amministrativi, il ricorso della società che gestisce il termodistruttore di Melfi contro la nota con cui gli uffici di viale Verrastro, in risposta alle sollecitazioni e alla successiva di Fenice, prendevano ulteriore tempo per la valutazione dell’istanza, è inammissibile in quanto il documento del Dipartimento ha “esclusiva valenza informativa” e “priva di ogni rilevanza ai fini dell’obbligo di concludere il procedimento”. Quindi non ha effetti lesivi. Ma soprattutto il Tar fissa un termine ultimo entro cui la Regione dovrà “chiudere la pratica”. Al massimo entro il 14 aprile la Giunta dovrà decidere se rilasciare o meno l’Autorizzazione. Questa la scadenza ultima per esprimersi su una richiesta datata al lontano 2006. Un tempo eccessivamente e ingiustificatamente lungo, aveva sottolineato la società nel suo ricorso, ribadendo il grado di collaborazione «sempre garantito alle istituzioni locali». Ma seppure siano già passati otto anni, le motivazioni di Fenice, secondo il Tar sono inammissibili. Perché se è vero che dal 2006 il periodo massimo di 150 giorni (prorogabile a 180) stabilito dalla normativa entro cui l’Ente avrebbe dovuto esprimersi, è scaduto già da un bel pò, è decorso anche il termine fissato al massimo in un anno riconosciuto all’azienda per impugnare il silenzio. Ma il Tar fa anche un passaggio aggiuntivo. Stabilendo sostanzialmente la correttezza dell’orientamento della Regione che ha preso ulteriore tempo con un supplemento di istruttoria, sulla base delle ulteriori prescrizioni indicate dal Consiglio regionale. Che in pratica ha chiesto alla Giunta che nell’Aia siano pure previste “la sua decadenza al verificarsi di Il Comitato di Lavello chiede che venga respinta Il termodistruttore di Melfi circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente”, e “un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare e le modalità ottimali di informazione alla popolazione”. E siccome - ribadisce il Tar - le autorizzazioni ambientali coinvolge rilevanti interessi pubblici e non attengono alla mera gestione amministrativa, tenuto conto delle novità importanti menzionate dagli uffici regionali nella nota impugnata da Fenice, il termine riparte dalla data della diffida di Fenice, ovvero 14 novembre del 2013. Per cui, tenuto conto del periodo di 150 giorni, la Regione dovrà esprimersi entro il 14 aprile prossimo. Una sentenza accolta positivamente dal Comitato per il diritto alla salute di Lavello, che più volte aveva sollecitato la Regione a pronunciarsi sulla richiesta di Fenice. Che per il Comitato non puù che essere una bocciatura. «Visto che - spiega il presidente del Comitato, Nicola Abbiuso - Fenice continua a inquinare. Non ci sono quindi le condizioni per il rilascio dell’Aia. E ora a questo si aggiungono le testimonianze dei lavoratori sugli standard di sicurezza con cui si lavora all’interno dell’inceneritore». Regolamento urbanistico, il Tar contro l’amministrazione di Avigliano Mini eolico: «I comuni devono attendersi ai limiti nazionali» AVIGLIANO - Dal Tar di Basilicata arriva una sentenza molto importante in fatto di mini eolico. I comuni non possono porre limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio o pianificatorio per l’installazione di impianti più restrittivi di quelli previsti dalle norme nazionali e comunitarie: è questo il principio di base fissato dalle linee guida del decreto ministeriale del 2010, sulla base del quale il Tar ha accolto il ricorso della società Ingegneria Nuove Energie srl contro il Comune di Avigliano. Una sentenza che in pratica annulla l’integrazione al regolamento urbanistico cittadino con la quale l’amministrazione aveva inserito una serie di prescrizioni aggiuntive rispetto alle previsioni delle normative nazionali, e recepite dalla Regione con il Piano energetico regionale per gli impianti di potenza compresa tra i 20 e i 200 chilowatt e quelli fino a 20 Kw. Articoli approvati con delibera dello scorso giugno, sulla base dei quali il Comune aveva rigettato l’istanza presentata dalla società di Marsico Nuovo per la realizzazione di quattro aerogeneratori con potenza di 60 Kw, in quanto - sostengono gli uffici comunali - “non compatibile con le previsioni del regolamenti urbanistico”. Uno strumento integrativo con cui, nel- le intenzioni del Comune, si è cercato di “difendere il territorio dal numero crescente di istanze relative all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti eoliche”. Ma il giudice amministrativo ha accolto tutti rilievi mossi nel ricorso della società curato dagli avvocati difensori della Igegneria Nuove energie, Carmine Bencivenga e Vittorio Micocci. Che in pratica hanno contestato che non fosse di competenza del Comune stabilire limiti di distanza superiori a quelli previsti dalle linee guida generali nazionali. E che in generale ci fosse un eccesso di potere da parte dell’amministrazione comunale, in quanto le previsioni del Regolamento urbanistico contrastano con quanto stabilito dal normative nazionali e comunitarie. A nulla sono valse le ragioni del Comune, che ha cercato di sostenere l’infondatezza del ricorso. «Risulterebbe assolutamente irrazionale - si legge nella sentenza del giudice amministrativo - un ordinamento giuridico che consentisse ai Comuni, come accaduto nella specie, di prevedere condizioni più rigorose per gli impianti con potenza nominale fino ad 1 MW di quelle stabilite dalla normativa comunitaria, statale e regionale per gli impianti di potenza superiore ovvero che autorizzasse i Co- Un impianto di mini eolico muni, che al pari di altri enti partecipano alla Conferenza di servizi propedeutica al rilascio dell’autorizzazione unica ex art. 12 D.Lg.vo n. 387/2003, a formulare in via unilaterale una disciplina peggiorativa rispetto a quella di rango legislativo e/o regolamentare di livello nazionale, che gli altri Enti devono forzosamente accettare senza avere la possibilità di esprimere il proprio parere». Di fatto, quindi, il Tar, oltre ad accogliere il ricorso della società in questione, le cui istanze, quindi verranno valutate in base a quanto previsto dalle linee guida nazionali, annulla gli articoli 154 bis e 172 integrativi del regolamento organi- stico e i provvedimenti collegati. Una sentenza che non riguarda solo il caso specifico del ricorso della Ingegneria Nuove Energie, visto che l’amministrazione comunale non potrà più bocciare le istanze sulla base di quelle previsioni del regolamento urbanistico, tra l’altro approvate senza il coinvolgimento dei cittadini e degli altri enti a cui è affidata la competenza della pianificazione. E che potrà costituire una base di orientamento anche per iniziative analoghe da parte di altri comuni in materia di mini eolico. marlab m.labanca@luedi.it RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano AMBIENTE Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Ieri l’ennesima protesta del gruppo di disoccupati di Gallicchio Chiedono l’assunzione nelle aziende attualmente su Tempa Rossa Chi c’è dietro la Quinta Colonna Tramite la mediazione del sindaco hanno ottenuto la promessa di un tavolo alla Regione di VALERIO PANETTIERI POTENZA – In copertina della loro pagina facebook spicca l’immagine di un romanzo, “Quinta Colonna” di Graham Greene. Racconta la storia di un uomo finito nelle spire dello spionaggio nazista nella Londra del 1942. Ma di connessioni “politiche” o fantapolitiche (visto il tono del romanzo) con il gruppo Quinta Colonna Lucana di Gallicchio non ce ne sono. Certo potrebbe venire in mente la “Quinta Columna” dei franchisti sostenuti dal fascismo in Spagna, o il termine generale di “gruppo militare” nato per favorire il nemico. Eppure non c’è nulla di tutto questo, perché dietro questo movimento si celano i disoccupati di quell’area, gli stessi che da mesi, più precisamente da dicembre mese della formazione del movimento, si riversano spesso per strada con un chiaro obiettivo: convincere la Total e le aziende che operano sulla concessione di Tempa Rossa per la costruzione del centro oli ad assumere i disoccupati di Gallicchio, attualmente esclusi dall’accordo ministeriale sulla concessione, che prevede assunzioni lucane su tutti i livelli. E sono loro che per una settimana hanno messo in pratica cortei e proteste, incassando anche l’appoggio del sindaco di Gallicchio, Pasquale Sinisgalli, che per ora è riuscito a strapopare soltanto la promessa di un tavolo in regione che possa rivedere quantomeno gli accordi presi con le altre aziende. Ma di queste 50 persone, alcune con precedenti anche utili alla questione, due di loro per esempio hanno lavorato per compagnie petrolifere in Basilicata, sono quella parte di regione che cammina a fatica e deve affrontare il dramma della disoccupazione nella propria terra. Ieri mattina dieci di loro si sono trovati sulla strada provinciale 103, nel comune di Corleto Perticara, posizionati all’incrocio che porta a Guardia Perticara. L’ennesima protesta che suona soprattutto come una richiesta: lavoro, assunzioni, garanzie per il futuro. Ma diciamo che la concertazione con le aziende private che lavorano all'interno del cantiere di Tema Rossa è piuttosto difficile, perché a loro in questo momento spetta, eventualmente, lavorare su qualche assunzione. Con la Total si potrà ragionare dopo, a lavori consegnati. Ma per capire anche la ragione di questo movimento bisogna tenere in considerazione il fatto che si definiscono un gruppo «apolitico» che, di fatto, cerca di tenersi Alcune foto delle proteste del movimento “Quinta Colonna” svolte in questi ultimi mesi nell’area di Corleto alla larga da eventuali “protettori”. E non si tratta neanche di un gruppo con marcate caratteristiche ambientaliste o anti-petrolio. Qua si parla di necessità primarie: lavoro e basta, garanzie per il futuro. Ieri sera il gruppo si è anche riunito per fare il punto della situazione, ma c’è da tenere presente che almeno ora si attende la possibilità quantomeno di poter incontrare qualcuno in regione ed esprimere le perplessità sulla questione assunzione, riservata esclusivamente a quei comuni che si trovano effettivamente nella concessione Tempa Rossa. Gallicchio è uno di quei comuni esclusi, ed è proprio questo il problema principale. Dopo la 5 giorni di proteste di febbraio comunque il movimento cerca di tenere insieme le varie anime che lo compongono. Il problema principale sta in un altro fatto: Total aveva pensato di utilizzare i lavoratori di Gallicchio in un’altra concessione, “Grotta Salice”, ma non fece i conti su una possibile, così come è stato, mancata autorizzazione. Il problema adesso è quasi tutto nelle mani del sindaco che effettivamente è l’uomo deputato a “contrattare” con le grandi multinazionali petrolifere e la Regione stessa. Le richieste restano tutte indirizzate alle assunzioni e, nel caso specifico di Total, aggiungono una componente in più, la necessità di formare questi disoccupati. Un’impresa complicata, senza un sostegno. v.panettieri@luedi.it Alcuni di loro sono già specializzati © RIPRODUZIONE RISERVATA | LA DICHIARAZIONE | Eni: «Nel 2013 spesi 90 milioni in formazione» POTENZA - Eni ha investito nel 2013 più di 90 milioni di euro in master e corsi di alto livello. E’ quanto si legge in una nota di Eni. La società, si legge nella nota «ha investito complessivamente in formazione nel 2013, sia per i propri dipendenti che per la progettazione ed erogazione di master e corsi di alta formazione in partnership con le Università, più di 90 milioni di euro, con un aumento degli investimenti superiore al 25% negli ultimi 2 anni (dato ancor più apprezzabile in un contesto economico generale molto difficile)». «Sono più di 4 milioni le ore di formazione erogate nel 2013 - prosegue il comunicato l’investimento in formazione medio per dipendente nel 2013 si è attestato su un valore superiore a 1.000 euro pro-capite, dato superiore alla media di settore». «In Eni - continua il comunicato - la formazione sostiene lo sviluppo del business e della persona a livello globale, anche in aree di frontiera, quali l’Iraq o il Mozambico. I contenuti spaziano a 360 gradi da aspetti tecnici relativi alla perforazione e al project management o all’ingegneria dei giacimenti, fino alla negoziazione internazionale, alla leadership, a temi di etica e compliance e di sicurezza operativa, estremamente importanti per la complessità dei nostri siti produttivi. Sono circa 180 le borse di studio L’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni assegnate mediamente da eni ogni anno a studenti italiani e stranieri. Si tratta di un impegno rilevante che traduce in pratica il valore che Eni annette al merito». «E' un impegno - prosegue la nota di Eni - che trova origine storica nella volontà di Mattei, che già nei primi anni di vita di Eni investì in maniera significativa sulla formazione e sul merito con una serie di iniziative che negli ultimi anni sono state rinnovate e ulteriormente potenziate. Mediamente circa 50 di queste borse di studio sono assegnate per la partecipazione al Master Medea della Scuola Mattei. La Scuola Enrico Mattei rappresenta un’esperienza unica in Italia e rara nel mondo. Fondata nel 1957 per volere di quel grande capitano d’industria - usiamo volutamente l’espressione d’altri tempi - che fu Enrico Mattei, la Scuola propone un Ma- ster in Management ed Economia dell’Energia e dell’Ambiente (Medea) oggi approdato alla sua cinquantasettesima edizione. Mattei era un uomo con una visione e un’idea precisa di sviluppo industriale, per la sua azienda e per il suo paese. Egli seppe da subito valorizzare la formazione intuendo le potenzialità di una Scuola di formazione post-universitaria, la prima in Italia, che selezionasse i migliori ingegneri e tecnici per un settore in espansione come quello degli idrocarburi e dell’energia. Lo spirito di quegli anni pioneristici - conclude la nota - è ben sintetizzato da una frase di Clemente Giusto, allievo del primo anno accademico e in seguito amministratore delegato di una delle società dell’Eni: "Allora tutti avevamo l'impressione che si stesse costruendo per fare l’Italia migliore di quella di prima». «Accumulate più di 4 milioni di ore di lezione» RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it VENTO DEL SUD 11 Parla il legale dell’Oss coinvolta nell’inchiesta «Si erano lasciati quando lei è stata interrogata» Dopo le accuse è tornata la pace L’avvocato Robilotta: «Nessun tradimento. Quelle dichiarazioni vanno contestualizzate» di LEO AMATO POTENZA - «La loro è una relazione seria. Per questo certe dichiarazioni nei confronti del colonnello vanno contestualizzate. A me non risulta che ci sia stato nessun tradimento, per quanto la questione non rivesta alcun interesse professionale trattandosi di vicende private. Nè può dirsi altrettanto in senso figurato, solo per il fatto che lei si è seduta davanti agli investigatori». E’ quello che sostiene il legale di Veronica Vasapollo, l’operatrice socio sanitaria indagata nell’ultimo filone “scoperto” dell’inchiesta Vento del Sud, assieme all’ex capo di stato maggiore della Finanza Mario Zarrillo e all’imprenditore potentino Leonardo Mecca. A novembre l’avvocato Gianfranco Robilotta ha accompagnato l'infermiera dal pm Francesco Basentini, che sta coordinando le indagini degli agenti della mobile di Potenza, e nei prossimi giorni sarà di nuovo al suo fianco per l'interrogatorio di garanzia col gip Rosa Larocca. «Cercheremo di chiarire come stanno davvero le cose». Spiega l’avvocato che annuncia l’intenzione della sua assistita di rispondere alle domande dei magistrati. «L’immagine che ne sta venendo fuori è del tutto sbagliata». Insiste l’avvocato. «Veronica Vasapollo non è un’approfittatrice. Come donna ha trovato un punto di riferimento importante per la sua vita nel colonnello Zarrillo. L’episodio del presunto “rivale” (Zarrillo è accusato di aver bucato le gomme della Mercedes di un collega della donna parcheggiata di notte sotto casa di lei, ndr) risale a un momento in cui si erano separati, come pure l’interrogatorio in cui lei ne ha fatto menzione agli investigatori». Insomma lei cerca di liberarsi di lui, che non si rassegna. Questo è quello che sarebbe successo, come accade a tante coppie e ad ogni latitudine. Poi però l’infermiera e il colonnello sarebbero tornati assieme, almeno fino a venerdì scorso quando quelle dichiarazioni le sono state ritorte contro: per lui sono scattati gli arresti domiciliari, e a lei è stata notificato l’obbligo di presentarsi in caserma una volta al giorno. «Era una possibilità di cui era consapevole, dal momento che l’accusa di millantato credito è tra le più infide da cui doversi difendere». Conclude l’avvocato. «Ma in questi termini è chiaro che si tratta di una misura eccessiva e speriamo che all’esito dell’interrogatorio possa essere rivalutata dal giudice». Il Tribunale di Potenza, a sinistra in alto Mario Zarrillo, sotto Veronica Vasapollo Il San Carlo sul trasferimento dall’ Asp: «Rispettate le norme e la prassi aziendale» «Nessun rapporto con società di lavoro private» IL Vostro quotidiano in questi giorni ha dato ampiamente risalto a un fatto di cronaca giudiziaria riferito a un filone dell’inchiesta denominata “Vento del Sud” che vede coinvolto – tra gli altri – un alto ufficiale della Guardia di Finanza. In tale contesto vi siete soffermati su un episodio legato alla normale operatività del San Carlo, riguardante il trasferimento “per compensazione” di due dipendenti tra Asp e San Carlo, una delle quali poi coinvolta nella medesima inchiesta. L’evidenza sproporzionata da Voi dedicata a questo singolo episodio, con affermazioni imprecise e in un caso false (come preciseremo in seguito) e ancor più con titoli cubitali, ben due locandine in soli tre giorni, l’uso suggestivo di due foto riprese dal sito aziendale senza citare la fonte e il contesto, è atta a ingenerare nel pubblico una distorta rappresentazione della realtà a tutto danno dell’Azienda e dei suoi esponenti. Si realizza così un grave e ingiustificato nocumento a carico della stessa Azienda e di chi vi opera a fronte di un’operatività del tutto regolare. Il San Carlo non ricorre (come falsamente affermato nell’articolo di Valerio Panettieri dal titolo “Ecco la prova del trasferimento” pubblicato sul Quotidiano di Basilicata del 17 marzo 2013, a pagina 5) a società private per le assunzioni di dipendenti a tempo determinato ma, essendo un’azienda pubblica, applica la procedura dell’avviso pubblico. Nelle more dell’autorizzazione regionale per la copertura dei posti previsti nel piano assunzioni 2007, il 23 aprile 2008 era deliberato un avviso pubblico per assumere 20 Oss a tempo determinato. Il 15 luglio successivo si procedeva all’ammissione di 423 candidati aventi i requisiti previsti, tra cui la persona coinvolta nella vicenda giudiziaria e si pubblicava, sulla base dei titoli prodotti, la graduatoria che vedeva la suddetta collocarsi al 226esimo posto utile. Nel corso degli anni questa graduatoria è stata utilizzata secondo due distinte modalità: 1. per conferire incarichi a tempo determinato nelle more della copertura di posti a tempo indeterminato; 2. per sostituire dipendenti a tempo indeterminato assenti dal servizio a vario titolo (maternità, aspettativa non retribuita, ecc.) con diritto alla conservazione del posto. Così, nel maggio 2012, l’Azienda decise di chiamare in servizio, nell’attesa di perfezionare altrettante assunzioni a tempo indeterminato, 19 Oss a tempo determinato. Essendo stati già utilizzati i primi 174 classificati, si procedette a scorrere la graduatoria, a partire dal candidato successivo. A seguito di numerose rinunce, il 26 luglio 2012 fu convocata l’interessata che stipulò un contratto a decorrere dall’1 agosto e con scadenza fissata al completamento della procedura di mobilità per la copertura definitiva dei 19 posti. Per il prolungarsi di questa procedura il contratto dei 19 assunti a tempo determinato fu prorogato due volte, il 4 dicembre 2012 e il 24 aprile 2013, con scadenza finale 31 agosto 2013. L’interessata ha sottoscritto le accettazioni delle proroghe in data 10 dicembre 2012 e 29 aprile 2013 ma il successivo 9 maggio presentò lettera volontaria di dimissioni per assumere servizio all’Asp di Potenza come vincitrice di concorso. L’amministrazione ospedaliera, peraltro, nel prendere atto delle dimissioni, provvide a trattenere dall’ultimo stipendio tre giorni di retribuzione per mancato rispetto dei termini di preavviso. Il 12 settembre 2013 la persona in questione presentò un’istanza congiunta con una dipendente di pari grado del San Carlo per effettuare una mobilità di compensazione (ciascun dipendente prende il posto dell’altro). L’istanza, inizialmente denegata perché la dipendente Asp non aveva terminato il periodo di prova presso la sua Azienda, dopo l’attestazione da parte dell’Asp del superamento del suddetto periodo, fu doverosamente riconsiderata, seguendo il suo normale iter. La procedura, che prevede un colloquio in cui l’Azienda vaglia l’idoneità del candidato, è stata perfezionata solo nelle ultime settimane. E’ di tutta evidenza, quindi, che la suddetta non ha goduto di alcun favoritismo, ma la sua posizione è stata gestita in rigoroso rispetto delle norme e delle prassi aziendali. Quanto alla foto pubblicata nei giorni scorsi in cui il direttore generale del San Carlo è ritratto al fianco dell’alto ufficiale della Finanza sottoposto a misura cautelare nella stessa inchiesta, corre l’obbligo di segnalare che la foto riguarda una cerimonia pubblica, tra le tantissime che quotidianamente vedono impegnati gli esponenti aziendali. In occasione della Pasqua 2013 un’associazione di volontariato composta da finanzieri motociclisti, insieme a un’associazione impegnata nella ricerca sulle malattie genetiche in area pediatrica, si recò nella pediatria del San Carlo per consegnare uova di Pasqua e doni ai bambini ricoverati. Questo è il link alla foto originale: http://www.ospedalesancarlo.it/media/fotogallery/i_doni_delle_fiamme_gialle_yellow_fire_e_dellassociazione_g_lupo_ai_bambini_ricove?immagine=4 dalla quale si evince la natura pubblica e istituzionale dell’incontro. Da quanto sin qui narrato discende che l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, a mezzo del suo legale rappresentante, si riserva di tutelare in tutte le sedi competenti le ragioni proprie e di figure aziendali, così ingiustificatamente esposte. Ugo Maria Tassinari capo ufficio stampa Aor San Carlo Potenza «La giovane donna intratteneva con Zarrillo un rapporto di tipo sentimentale e di recente aveva superato un concorso presso l’Asp di Lagonegro dopo aver svolto il lavoro di Oss presso l’ospedale San Carlo di Potenza per il tramite di una società convenzionata». Questo è quanto scrive il gip Rosa Larocca nell’ordinanza eseguita venerdì scorso a pagina 18. Rispetto alle immagini, scaricabili dal portale del San Carlo senza evidenti limitazioni di copyright, va da sé che nessun disonore può derivare dall’essersi fatti ritrarre con un colonnello della Guardia di finanza. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it OMICIDIO GIANFREDI Venerdì il riesame sul delitto di via Livorno La difesa di Riviezzi torna sui possibili mandanti «Uccisa perché sapeva dell’usura» Cataldo: «Da cercare nella buona società potentina. La morte della moglie non è stato un errore» POTENZA - Patrizia Santarsiero non è stata uccisa per errore ma perché «consapevole dell’attività usuraria» del marito Pinuccio Gianfredi, dato che era lei a «conservare in casa i denari oggetto dell’attività illecita». E’ contenuta in una breve nota che è stata appena depositata a Salerno la tesi della difesa di Saverio Riviezzi, l’ex pugile pignolese accusato del duplice omicidio di Parco Aurora assieme ai vertici dei vecchi basilischi. Venerdì l’avvocato di Riviezzi, Nicola Cataldo, sarà in aula davanti ai giudici del Riesame assieme alle difese di Gino Cosentino e Carmine Campanella: il fondatore della “quinta mafia” e l’ex braccio destro di Antonio Cossidente, il boss pentito della calciopoli rossoblù e dei rapporti con la politica e i palazzi del potere. Per Cataldo il mandante dell’agguato di via Livorno del 29 aprile del 1997 potrebbe essere «da ricercare in quegli ambienti della buona società potentina in cui il Gianfredi è stato certamente introdotto dalla moglie». Molto più che nelle dinamiche della mala locale, in cui un gruppo di emergenti, i “basilischi”, cercava di affermarsi sullo storico clan egemone degli affari criminali nel capoluogo e dintorni. Rispetto all’attendibilità di Alessandro D’Amato e Antonio Cossidente, i due collaboratori di giustizia che hanno confessato di essere stati esecutore e mandante dell’agguato, Cataldo ha depositato tra i documenti a disposizione del riesame anche una lettera a firma del secondo di dicembre del 2010 da cui si rileverebbe che è venuto a conoscenza della collaborazione del primo dall’avvocato che per un certo Saverio Riviezzi, a destra le accuse del suo avvocato ai pentiti che si sono accusati del duplice omicidio periodo aveva assistito entrambi. un primo momento fosse stata marito del magistrato che all’inizio Mentre in seguito avrebbe afferma- esclusa la partecipazione di Riviez- si è occupato del caso). Per Maria to di aver appreso la notizia nel cor- zi all’organizzazione dell’agguato, Zambrano sarebbe credibile che so della sua collaborazione. salvo rettificare in un secondo mo- l’agguato sia stato di un gesto di sfi«Tanto dimostra - per Cataldo - mento con «nuovii interrogatori, da lanciato dai nascenti basilischi che le collaborazioni del Cossidente dopo precisazioni e contestazioni, e ai rivali dello storico clan operante e del D’amato non sono state per nette prese di posizione da parte del nel capoluogo. Come pure il mesniente spontanee, soprattutto se si Cossidente, condotti in contempo- saggio mandato in maniera pretiene presente quanto già assunto ranea da due pm dell’antimafia e da ventiva, in carcere, al boss Renato dal D’amato in ordine al fatto che un vicequestore non facenti parte Martorano chiedendo se gli «inteunitamente al Cossidente sono ri- dell’ufficio del Tribunale di Salerno ressava» la vittima, per «palesare» masti insieme nella stessa cella al ». Abbastanza per «ritenere che si la responsabilità per quanto stava carcere di Bellizzi Irpino, ed hanno voleva raggiungere un certo risul- per accadere. «Si sarebbe trattato di parlato dell’omicidio Gianfredi. Se tato». Da parte dell’accusa. una generica intimidazione prepoi si aggiunge che il Cossidente Anche sul movente Cataldo si era ventiva ». ancora nel 2011 dichiarava di non soffermato a lungo in quanto il gip Per Cataldo invece «tanto è solo aver avuto colloqui investigativi, vi del Tribunale di Salerno ha accolto ridicolo perché nei gruppi malaviè la dimostrazione chiara che le la spiegazione del Cossidente per tosi mafiosi vige soprattutto l’onorme di legge sui collaboratori di superare i contrasti rilevati dal gip mertà, e poi non si da alcun preavvigiustizia, al fine di assicurare la ge- Romaniello, che per questo 4 anni so agli avversari che altrimenti non nuinità delle dichiarazioni collabo- fa aveva respinto la richiesta di ar- solo preparano la difesa, ma anche rative, sono state ampiamente vio- resti per Riviezzi e Campanella le contromosse per colpire per prilate». avanzata dai pm di Potenza, prima mi. Nel caso poi si sarebbe addiritSulle contraddizioni nelle dichia- di inviare le carte per competenza tura avuto l’assenso del gruppo rirazioni di Cossidente agli investi- speciale ai giudici campani (nel vale, il che vuol dire solo che il Giangatori l’avvocato aveva già evicen- corso delle indagini sul duplice fredi non faceva parte di alcun ziato nel ricorso al riesame come in omicidio è stato coinvolto anche il gruppo, che era solo un usuraio al | MALAGIUSTIZIA quale quindi si voleva dare una lezione per ben altri motivi». Il fascicolo sul duplice omicidio di Parco Aurora con le confessioni di D’Amato e Cossidente era arrivato a Salerno agli inizi del 2011 ma sono occorsi 3 anni prima che arrivasse la svolta tanto attesa. In precedenza, per l’esattezza nel 2004, erano già finiti in carcere Antonio Cossidente e Claudio Lisanti, che oggi non può difendersi perché è morto a gennaio dell’anno scorso, ma è indicato come il secondo sicario del “gruppo di fuoco” entrato in azione. Con Cossidente ha raccontato di aver preso parte all’agguato il melfitano Alessandro D’Amato, di professione camionista ma di fatto braccio armato del clan Cassotta. Per D’Amato, stando a quello che lui stesso ha dichiarato, quella di Parco Aurora sarebbe stata la prova del fuoco, mentre sei mesi prima Claudio Lisanti aveva già compiuto un altro agguato assieme a Carmine Campanella. Secondo i pm di Salerno a distanza di meno di un anno Campanella si sarebbe limitato a effettuare dei sopralluoghi, come ammesso anche da Antonio Cossidente, che ha confessato di aver organizzato il tutto perché si era deciso di «mandare un segnale» al clan egemone nel capoluogo. Dato che i loro esponenti principali all’epoca si trovavano in carcere la scelta del bersaglio sarebbe ricaduta su Gianfredi considerato l’«eminenza grigia» del gruppo, mentre la morte della moglie Patrizia Santarsiere sarebbe stata soltanto un errore, dovuto alla mira di Lisanti col fucile a canne mozze utilizzato per l’occasione. l.amato@luedi.it | Carceri italiane «inumane», e il professore torna libero Gli inglesi negano l’estradizione a Rancadore, arrestato ad agosto dopo una soffiata alla polizia di Potenza di ALESSANDRO CARLINI LONDRA - “Il professore” vince una battaglia legale con la giustizia italiana. La Westminster Magistrates’Court di Londra ha deciso oggi di non procedere all’estradizione in Italia di Domenico Rancadore, accusato di mafia e arrestato lo scorso agosto nella capitale britannica dalla polizia inglese dopo la soffiata di un informatore della Questura di Potenza. Si è arrivati alla sentenza dopo che il giudice ha ribaltato la sua posizione e ammesso che il sistema carcerario in Italia non offre le adeguate garanzie per il trattamento dei detenuti. Eppure il magistrato, Howard Riddle, aveva già fatto una bozza di sentenza che andava in senso opposto e avviava il latitante Rancadore verso il ritorno in Italia. Ma ha poi cambiato idea, basandosi su un caso precedente che ri- Deve scontare 7 anni di reclusione Domenico Rancadore, a destra la notizia del suo arresto guarda il tribunale di Firenze e Hayle Abdi Badre, un cittadino somalo a cui non è stata concessa l’estradizione in Italia per il rischio di subire trattamenti inumani e degradanti nel sistema carcerario nazionale. Come con Badre, quindi, è stato invocato dalla corte inglese l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, uno dei più usati nelle cause di estradizione. Nella sentenza di ieri hanno giocato un ruolo cruciale le precarie condizioni di salute del 65enne Rancadore, affetto da angina, e di recente ricoverato in ospedale. E di sicuro ha influito la testimonianza, durante le udienze, dell’esperto Patrizio Gonnella, che ha ricordato come le carceri italiane siano le più sovrappopolate d’Europa. Il latitante è stato rilasciato dietro cauzione (20 mila sterline) in attesa che venga predisposto un appello. Dovrà vivere nella sua casa londinese di Uxbridge, comunicare con la vicina stazione di polizia ogni giorno e indossare il braccialetto elettronico. Oggi Rancadore è uscito dalla Westminster Magistrates’ Court con la moglie, entrambi coprendosi il volto per sfuggire ai fotografi. La sua legale, Ka- ren Todner, ha dichiarato che l’immagine del suo assistito è stata “distorta” dai media. «Rancadore ha preso liberamente una decisione, 20 anni fa, di lasciare la mafia e tutto quanto è ad essa collegato», ha aggiunto l’avvocato. Molto diversa la sua descrizione che emerge dalla giustizia italiana. Esponente di spicco di “Cosa nostra”, soprannominato “il professore”, è un pluripregiudicato palermitano, destinatario di un ordine di carcerazione dovendo scontare 7 anni di reclusione per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione ed altri gravi delitti. Era ricercato dal 1994 e per la sua caratura criminale era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno. Intanto lui si era rifatto una vita a Londra, diventata la sua città, e che forse lo resterà ancora a lungo. E’ stato rilasciato su cauzione RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 13 VERSO IL 2019 In attesa della riunione del Cda della European Film Academy Nelle immagini Il direttore della Lucana film commission Paride Leporace e il presidente della Camera di commercio Angelo Tortorelli accolgono le scuole al cinema Comunale, e i ragazzi durante la proiezione (f. Martemucci) di ANTONELLA CIERVO MATERA - Francois Truffaut spiegato ai ragazzi. Può sembrare un’utopia, invece Camera di Commercio, Cesp e Lucana Film commission, impegnate insieme a molti altri partner istituzionali, l’hanno resa realtà. Ieri mattina, riuniti al cinema comunale, gli studenti del liceo classico, scientifico, artistico e agrario, insieme ad altri istituti di alcuni comuni della provincia, hanno assistito alla proiezione di “400 colpi”, primo lungometraggio di Francois Truffaut. Prima della proiezione il direttore della Lucana Film commission, Paride Leporace, il presidente della Camera di Commercio, Angelo Tortorelli e Vito Signati, direttore dell’azienda speciale Cesp, hanno illustrato lo spirito delle iniziative che da ieri e per i prossimi giorni caratterizzeranno la vita della città e descritto il lavoro del celebre regista francese che di lì a poco sarebbe stato proiettato. Spiega Paride Leporace: «Abbiamo deciso di dedicare un tempo minore all’introduzione per dar modo a tutti i ragazzi, anche quelli che provenivano dalla provincia di Matera, di assistere al film. Le esigenze di questi ultimi, infatti, li avrebbero costretti in caso contrario a non seguire tutta la proiezione. L’iniziativa - prosegue Leporace - si ripeterà oggi, sempre al cinema comunale alle 10,30 con il film “Il ragazzo dai capelli verdi”di Joseph Losey». Per il presidente della Camera di commercio, Angelo Tortorelli: Matera, Truffaut spiegato ai ragazzi Ieri al Comunale la prima delle due proiezioni riservate agli studenti delle scuole superiori «E’ l’ennesima iniziativa sul progetto alternanza scuola-lavoro che portiamo avanti con la Camera di commercio. Riteniamo si tratti di una grossa opportunità per favorire l’estro che nel nostro territorio c’è e si muove proprio nelle scuole. Adriana Chiesa Di Palma, distributore e produttore , che con noi è quella che ha organizzato l’evento, ha voluto che questo evento si concentrasse prevalentemente su due aspetti: il contatto diretto con le scuole e quello con gli imprenditori che terremo proprio sabato mattina alla Casa cava». a.ciervo@luedi.it ALLA CASA CAVA A tu per tu con ... Grima e Verri IL direttore artistico di Matera 2019 Joseph Grima, insieme a Paolo Verri e al Comitato Matera 2019, come già annunciato la scorsa settimana durante la colazione con la stampa, domani pomeriggio, alle ore 18.30, nella Casa Cava, terrà un incontro pubblico con tutta la comunità materana e lucana. In particolare, il direttore artistico, Joseph Grima, e il direttore generale di Matera 2019, Paolo Verri, daranno il via alla seconda e ultima fase del percorso di candidatura di Matera a Capitale europea della cultura per il 2019 che vedrà un ampio coinvolgimento della città e di tutta la Basilicata. Tutti sono invitati a partecipare e a seguire l'incontro su twitter #portoMateranel2019. Con questa iniziativa si entra nella fase decisiva della corsa verso il 2019, in cui la partecipazione dei cittadini diventa l’elemento fondamentale per concludere il percorso con successo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla Ccia la mostra dedicata al film che rivelò i Sassi al mondo Il vangelo di Pasolini in 30 scatti MEZZO secolo dopo il set di Pier Paolo Pasolini torna a vivere nella mostra tematica “Omaggio a Pier Paolo Pasolini- Il Vangelo Secondo Matteo’’ che, allestita nella sala convegni della Camera di commercio, potrà essere ammirata per tutta la settimana fino al 22 marzo. L’evento rientra nel programma “Matera Basilicata Cantiere Cinema’’, che affianca i lavori del consiglio di amministrazione dell’ European Film Academy (Efa), che si terrà nella Città dei Sassi dal 20 al 23 marzo. Si tratta di 30 scatti realizzati per gran parte dallo scrittore e giornalista Domenico Notarangelo che fu anche attore nel film e consulente del regista friulano, e da altri eseguiti del fotografo di scena Angelo Dovi. La mostra, curata dall’Associazione culturale materana Pier Paolo Pasolini, può essere visitata gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17. Per l’occasione sono stati collocati, davanti all’ingresso della Camera di commercio, alcuni totem esplicativi sulla esperienza di Basilicata terra di cinema. Dopo la vetrina materana le foto della mostra verranno esposte a San Pietroburgo, in Russia. «La mostra -ha detto il presidente della Camera di commercio, Angelo Tortorelli- rappresenta uno dei momenti di maggiore interesse di una settimana intensa sul mondo del cinema e lo conferma la presenza per la prima volta in Basilicata dell’European Film Academy,che raggruppa oltre 3000 tra registi, produt- tori, attori. Per Matera per la nostra regione è una grande opportunità di promozione e di crescita di un settore che vanta professionalità e set naturali, in grado di portare valore aggiunto all’economia locale. L’omaggio al film Il Vangelo Secondo Matteo, girato a Matera 50 anni fa, apre una ulteriore finestra sulle grandi produzioni in grado di far conoscere e cogliere gli aspetti culturali e ambientali di una terra antica’». E con la mostra sul “Vangelo Secondo Matteo’’ appassionati, cittadini e turisti potranno ammirare fino al 22 marzo foto, attrezzature e altri simboli del mondo del cinema nelle vetrine del Centro allestite con l’apporto di Confcommercio e Confesercenti. Al Vicolo Cieco di via Fiorentini, nel Sasso Ba- Il totem della mostra alla Camera di Commercio risano, si può assistere con inizio alle 21 alla la rassegna ‘’Proiezioni e interazione’’, l’incontro con i filmaker locali promosso da Rete Cinema Basilicata. re.ma RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Economia Italia / Mondo Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it FINANZA Tronchetti Provera resta fino al 2019. Clessidra esce con una plusvalenza Pirelli, arrivano i russi di Rosneft Investimento di 500 milioni di euro per il 13% del gruppo di pneumatici di SARA BONIFAZIO MILANO - Marco Tronchetti Provera non farà il passo indietro che tutti si aspettavano nel 2017 ma resterà alla guida di Pirelli almeno fino al 2019 e accanto a lui avrà non più un socio finanziario ma un partner industriale. A meno di un anno dal riassetto azionario di Camfin, Clessidra esce con una ricca plusvalenza, due volte l’investimento iniziale (che era stato di 150 milioni di euro) e al suo posto entrano i russi di Rosneft che con un investimento di circa 500 milioni di euro (12 euro per azione) ottengono, indirettamente, il 13% del gruppo di pneumatici. Unicredit, Intesa Sanpaolo e il fondo di Claudio Sposito sciolgono a sorpresa la partnership in Lauro61/Camfin con cui controllavano il 26% circa di Pirelli e le banche reinvestono parzialmente in un nuovo veicolo di cui Rosneft avrà il 50% e il restante 50% sarà detenuto da una newco composta da Nuove Partecipazioni (80%) e le banche. Con l’uscita di scena di Clessidra decade, insieme ai vecchi patti, l’obbligo di valorizzazione delle quote dopo 4 anni, la preannunciata “exit” da Pirelli nel 2017. Anzi i russi, già dal 2012 partner commerciali della Bicocca, puntano sul presidente Marco Tronchetti Provera e inseriscono una “put” negli accordi sulla governance della partnership che dovrebbe durare 5 anni (con un lockup sulle quote per 4 anni), rinnovabili a scadenza per altri tre. Secondo quanto si apprende nel caso Tronchetti lasciasse l’incarico per sua scelta, cioè prima dei 5 anni previsti, Rosneft avrà il diritto di vendere le azioni Pirelli indirettamente detenute proprio a Mtp Spa e a un prezzo che le garantisca un rendimento sull’investimento effettuato pari al 10%. Un’arma quindi per incentivare Tronchetti a rimanere presidente. In base agli accordi è previsto che la governance di Pirelli rimanga «invariata e incentrata sul ruolo fondamentale di guida del board, in linea con le best practice internazionali». Il Presidente e Ceo, indicato da Nuove Partecipazioni, avrà pieni poteri relativamente alla gestione ordinaria della società. «Tutte le materie strategiche - anticipa una nota mentre le tecnicalità dell’accordo devono ancora essere approvate - la definizione del business plan e il budget di Pirelli siano sottoposte al board dal Presidente e Ceo e siano approvate a maggioranza, come avviene già oggi». Le decisioni su operazioni straordinarie di Pirelli (aumenti di capitale, fusioni e/o scissioni) saranno invece oggetto di consultazione tra i soci della nuova partnership e dovranno essere approvati da questi ultimi. In Borsa l’annuncio dell’ingresso di Rosneft ha fatto perdere appeal al titolo che ha lasciato sul terreno il 2,24% a 11,77 euro. CONFINDUSTRIA Gay è il nuovo presidente dei giovani Torinese, succede al fiorentino Morelli Candidatura unica. Il manager, fondatore di Web working sarà nominato ufficialmente il 4 aprile prossimo di PAOLO RUBINO ROMA - «Oggi sono uno startupper». Si presenta così Marco Gay, torinese, classe 1976: cresciuto nell’azienda metalmeccanica di famiglia fino a quando è stata ceduta ad una multinazionale, poi nuove avventure imprenditoriali come fondatore di start up, sarà da maggio il nuovo presidente dei giovani imprenditori di Confindustria. Chiuse le candidature gli under 40 di via dell’Astronomia La Borsa non gradisce Titolo giù hanno dato un segnale di compattezza convergendo su un solo nome, quello dell’attuale presidente dei giovani del Piemonte: l’elezione del prossimo 6 maggio non riserverà quindi sorprese. Marco Gay si avvia così a subentrare a Jacopo Morelli, arrivato alla scadenza naturale di un mandato triennale non rinnovabile. «Il segnale che vogliamo lanciare è: pensiamo al fare», dice l’imprenditore torinese che sottolinea «il grande onore» ma anche «la grande responsabilità» di cui è stato investito dai colleghi giovani industriali che evitando uno scontro tra più candidati hanno voluto dare «una grande prova di compattezza e unità: il segnale della grande responsabilità con cui vogliamo agire per il sistema di Confindustria e per il Paese». Il nuovo leader dei giovani industriali presenterà squadra e programma al Consiglio Centrale dei giovani imprenditori il prossimo 4 aprile. E’ già delineata una squadra di quattro vicepresi- denti: in continuità con la presidenza Morelli entrerà il marchigiano Simone Mariani, che è già vicepresidente nella squadra uscente, ed era stato uno dei nomi in lizza per la nuova presidenza; poi il toscano Giangiacomo Gellini, il lombardo Francesco Ferri, ed il campano Vincenzo Caputo. Il fiorentino Jacopo Morelli lascia dopo anni difficili sul fronte della crisi, «una presidenza di guerra» sottolinea, ed al prossimo presidente ricorda «i valori da portare avanti», le cinque parole chiave con cui nel 2011 la sua squadra aveva inizia il mandato: «Giovani, imprenditorialità, merito, leadership, futuro». E aggiunge: «Quando c’è impresa non è solo nell’interesse dell’imprenditore, deve essere sempre anche nell’interesse del Paese: questo non dobbiamo dimenticarlo mai». Sposato, con tre figli («La famiglia per me rappresenta uno dei valori essenziali della vita e trovo in essa larga parte delle mie motivazioni», scrive presentandosi in un curriculum), Marco Gay coniuga l’esperienza vissuta con l’impresa di famiglia (Proma, diventata oggi Saint-Gobain Abrasivi) con un successivo percorso di creazione e sviluppo di nuove iniziative, esplorando nuovi terreni: comunicazione e multimedia (a.d. e socio fondatore di WebWorking), pubblicità e progetti digitali (con Ottovolante srl, rivolta al settore farmaceutico; Ancora nella pubblicità è stato ceo di Gsw WorldWide Italy). La pagina web con il profilo di Marco Gay LE GUERRA DELLE TELECOMUNICAZIONI LaBorsa Titolo Ultimo Prezzo Variazione Max Min A2a Ansaldo Sts Atlantia Autogrill Spa Azimut Banco Popolare Bca Mps Bca Pop Emil Romagna Bca Pop Milano Buzzi Unicem Campari Cnh Industrial Enel Enel Green Power Eni Exor Fiat Finmeccanica Generali Ass Gtech Intesa Sanpaolo Luxottica Group Mediaset S.p.a Mediobanca Mediolanum Pirelli E C Prysmian Saipem Salvatore Ferragamo Snam Stmicroelectronics Telecom Italia Tenaris Terna Tod's Ubi Banca Unicredit Unipolsai World Duty Free Yoox 1,0290 8,1200 18,3000 7,5000 24,3400 17,5900 0,2395 8,3800 0,6900 0,0000 5,7950 8,0100 4,0380 2,0240 17,3600 30,7100 8,0400 6,9600 0,0000 22,6900 2,1700 38,8700 4,1400 7,6700 6,3100 11,7700 18,1800 17,1800 21,0100 4,1520 6,7050 0,8230 15,2200 3,8500 93,0500 6,5050 6,5000 2,5180 10,1200 29,1000 7,08% 3,24% 2,18% 1,83% 2,48% 1,74% 3,41% 3,33% 2,75% 3,09% 0,61% 3,89% 3,70% 2,38% 1,34% 1,35% 3,21% 6,26% 1,38% 1,52% 0,84% 1,59% 4,39% 1,59% 0,80% -2,24% 3,00% 1,24% -0,14% 1,91% 2,44% 3,91% 1,94% 2,94% 2,14% 2,04% 5,52% 2,78% 2,12% 3,05% 1,032 8,12 18,3 7,54 24,42 17,59 0,2395 8,38 0,704 13,69 5,8 8,01 4,048 2,024 17,4 30,75 8,05 6,975 16,16 22,88 2,172 38,88 4,146 7,695 6,35 12,04 18,18 17,27 21,13 4,152 6,71 0,823 15,22 3,85 93,3 6,505 6,5 2,53 10,25 29,18 0,965 7,87 17,92 7,37 23,71 17,01 0,2316 8,085 0,671 13,33 5,7 7,71 3,93 1,977 17,09 30,27 7,795 6,56 15,97 22,38 2,134 37,95 3,952 7,485 6,25 11,56 17,69 16,8 20,54 4,076 6,555 0,791 14,92 3,746 90,65 6,35 6,2 2,49 9,875 28,25 Indici FTSE/Nome MIB All-Share Mid Cap Small Cap Micro Cap Italia STAR Valore 20.858,84 22.229,60 29.310,96 20.391,11 24.757,94 19.413,48 Var % +2,52 +2,37 +1,34 +2,07 -0,26 +2,28 MaggioriRialzi Nome A2a Finmeccanica Unicredit Mediaset Telecom Italia Valore 1,029 6,96 6,50 4,14 0,823 Var % +7,08 +6,26 +5,52 +4,39 +3,91 MaggioriRibassi Nome Valore Pirelli & C 11,77 Salvatore Ferragamo 21,01 ---------------------------------------------------------- MercatiEsteri Var % -2,24 -0,14 ------------------* ore 21 Indice NASDAQ 100 Dow Jones FTSE 100 DAX 30 CAC 40 Valore 3.669,375 16.237,01 6.568,35 9.180,89 4.271,96 Cambi aggiornato ore 21 Nome Acquisto Euro/Dollaro 1,3921 Euro/Sterlina 0,83688 Euro/Franco Svizzero 1,2156 Euro/Yen 141,54 Var. % +1,14 +1,07 +0,62 +1,37 +1,32 Vendita 1,3925 0,83703 1,2157 141,61 MateriePrime Nome Petrolio Oro Argento Valore $ 98.03 $ 1372.9 $ 21.19 Unità di misura Barile (158,987 Litri) 100 Troy Oz. (3,110 Kg) 5000 Oz. (155,517 Kg) Vodafone compra Ono e diventa leader in Spagna di SABINA ROSSET MILANO - Vodafone compra per 7,2 miliardi di euro l’operatore via cavo spagnolo Ono. La mossa porterà in dote al colosso delle tlc guidato da Roberto Colao 1,9 milioni di clienti in Spagna e promette un aumento dei ricavi per 1 miliardo e sinergie per 2. Il gruppo della telefonia mobile amplia così l’espansione nei servizi integrati Internet e tivù in Europa dopo aver comprato lo scorso anno la tedesca Kabel Deutschland mettendo sul piatto oltre 10 miliardi di dollari. L’annuncio innesca poi sul mercato l’attesa di una nuova ondata di operazioni straordinarie, anche per fronteggiare la potenza di fuoco di Vodafone. «La combinazione di Vodafone e Ono crea un leader delle comunicazioni integrate in Spagna e rappresenta un’opportunità attraente di creazione di valore per Vodafone ha sottolineato Colao -. La domanda di comunicazioni unificate fisso-mobile è cresciuta significativamente in Spagna negli ultimi anni e questa transazione, assieme al nostro piano di sviluppo di fibra ottica, accelererà la nostra capacità di offrire proposte di qualità sul mercato spagnolo». Il prezzo dell’acquisizione, finanziata da Vodafone con azioni e debito bancario, sarà al netto della cassa e di un indebitamento per 3,3 miliardi di Ono. Il gruppo britannico prevede dall’acquisizione sinergie di costo per 240 milioni di euro l’anno nei prossimi 4 anni, pari appunto a 2 miliardi complessivi. Ono raggiunge con la propria rete di prossima generazione 7,2 milioni di utenti, grazie ai quali Vodafone può competere con l’offerta nella fibra ottica di Telefonica. L’operatore via cavo faceva capo per il 54,4 per cento a quattro fondi: Providence Equity Partners, Ccmp Capital Advisors, Qadrangle Capitale Partners e Thomas H. Lee Partners. Si tratterà ora di vedere come reagiranno i concorrenti, a partire dal tycoon Usa John Malone di Liberty Global, dato a sua volta nelle scorse settimane per interessato ad Ono e già “sconfitto”da Vodafone nella corsa per Kabel Deutschland. Per non parlare di At&T, data sempre per interessata a Vodafone, nonostante che a gennaio abbia escluso per sei mesi un’offerta sulla società. Mentre non è escluso che muova ancora lo stesso Colao, forte dell’accordo con Verizon per 130 miliardi di dollari concluso a settembre, anche se una buona fetta è stata distribuita ai soci. Comunque in Spagna sembrano più probabili nuove operazioni a breve, con la francese Orange data in manovra, mentre i target più probabili sembrano Jazztel e Yoigo (TeliaSonera). RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 17 Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it DEMOGRAFIA Nel 2030 la popolazione calerà di 51mila unità Spopolamento in salsa lucana Gli attuali abitanti del Sud Italia, 60 anni dopo, emigreranno al Nord NEL 2030 LA POPOLAZIONE prevista in Basilicata sarà inferiore a quella censita nel 2011 di 51.430 unità: in provincia di Potenza vi saranno 341.476 persone (36.459 meno di quelle attuali), in provincia di Matera 185.130 (14.971 meno di quelle attuali). La previsione è contenuta nel Rapporto competitività delle aree urbane italiane, promosso da un gruppo di fondazioni bancarie e dalla Banca europea investimenti e realizzato da Sinloc, in collaborazione con Istituto Tagliacarne, Istituto superiore sui sistemi territoriali per l’innovazione e Fondazione Ismu. In un articolo di «Mezzogiorno Economia», Michelangelo Borrillo ha evidenziato che Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia «vedranno fuggire circa 650 mila abitanti, pari alla popolazione di Palermo», in gran parte destinati al Nord («La nuova emigrazione sessant’anni dopo», è scritto infatti in testa alla due pagine di speciale). Borrillo ha ricordato, inoltre, che la Svi- Per la Sinloc in provincia di Potenza 36.459 meno di quelle attuali nel Materano 14.971 persone in meno censite VIGGIANO Sequestrata area adibita a deposito Foto storica di emigrazione mez ha previsto che nei prossimi 50 anni «il Mezzogiorno perderà 4,2 milioni di abitanti contro l’aumento di 4,5 milioni al Nord’’. Secondo i dati emersi dalla ricerca, negli ultimi tre anni la popolazione è aumentata solo in nove capoluoghi meridionali, fra i quali Matera. I dati demografici attuali - esposti in una tabella a corredo degli articoli pubblicati da Mezzogiorno Economia - dicono che in Basilicata la popolazione, a settembre 2013, era di 574.661 unità (era a quota 597.768 nel 2001 e a 578.036 nel 2011). Potenza ha una popolazione di 66.072 unità (erano 69.060 nel 2001); Matera ha una popolazione di 59.998 persone, in aumento rispetto alle 57.785 del 2001. Era il 18 marzo 1947 Eipli, 77 anni di gestione dell’acqua SENISE- L’Ente per lo sviluppo della irrigazione in Puglia, Lucania ed Irpinia (Eipli) compie 77 anni. Era infatti il 18 marzo del 1947 allorquando, con decreto ministeriale, vennero nominati i primi amministratori: Carlo Celentani Ungaro e Aurelio Carrante. Si scriveva la prima pagina di un libro ancora aperto e tutto da completare; con protagoniste le popolazioni ed i territori in primis di Puglia e Basilicata ma anche dell’Irpinia e dell’alto Jonio calabrese. Con i primi studi di settore, i primi corsi di formazione del personale e le prime ipotesi di accumulo di acqua e dei primi rudimentali schemi idrici, poi diventati rete interregionale, si dava il via ad una nuova concezione dell’utilizzo dell’acqua. Prima di tutto per soddisfare la sete delle popolazioni di Puglia e metapontino, oltre cinque milioni di utenti e Il capogabinetto dell’Eipli Di Noia, il commissario Riccardi ed il direttore Alessi poi per dissetare i campi degli stessi territori,oltre tre milioni to), con la realizzazione in terri- come ente da sopprimere, ha ridi ettari. Terreni che prima era- torio lucano, di otto dighe (Mon- cevuto la proroga con legge di no poco meno di deserti, un poco te Cotugno, Pertusillo, Cama- stabilità 2013, ai sensi dell’art.1 alla volta, venivano trasformati stra, Acerenza, Genzano, Basen- comma 72. Grazie anche e soin miniere di oro verde, attraver- tello, Conza e Saetta) ed un ad- prattutto all’opera dell’attuale so canali di irrigazione inizial- duttore principale di 190 chilo- commissario straordinario Samente in superficie che prende- metri. L’Ente, che per la sua na- verio Riccardi,il quale non solo vano l’acqua direttamente dai tura non può essere parcellizza- ha ripagato i debiti, ma addiritfiumi e dai torrenti. Successiva- ta e regionalizzata, in quanto tura ha chiuso un bilancio ed anmente, si diede il via a tre schemi presiede al governo ed alla ge- che con saldo positivo (cosa che idrici interconnessi, ancora in stione degli schemi idrici inter- non accadeva da oltre trentanfase di completamento (Jonio- regionali ad uso plurimo, dopo ni). Gianni Costantino Sinni;Basento Bradano;Ofan- essere stato più volte segnalato LAVORO, GIORDANO (UGL) PROGETTO FAR&NETWOK «Sostegno alle Pmi» Contro le discriminazioni «BASILICATA protagonista di sviluppo conditio alla tenuta economica e sociale delle nostre innumerevoli aziende, definendo pochi ma qualificanti punti d'intesa che alleggeriscano le tensioni sociali». E’ quanto sostiene il segretario regionale dell’Uglm Basilicata, Giuseppe Giordano che, di fronte a numeri preoccupanti (chiuse 54 imprese nel 2013, 273 dal 2009), auspica per le aziende lucane la possibilità di “credere che una seria concertazione su un nuovo Piano per il Lavoro e su una Legge quadro sugli incentivi e interventi di riordino alle Pmi possa servire a determinare un percorso di Patto per l’occupazione, unico rimedio che se condiviso può generare fiducia e ottimismo». LA REGIONE parteciperà alla Settimana d’azione contro il razzismo. Il progetto è Far&Network contro le discriminazioni, che dedicherà tre appuntamenti dal titolo significativo “Tutti diversi, tutti uguali. Il valore e la convivialità delle differenze”. Il primo è oggi con una giornata formativa/informativa e conterrà anche la proiezione della sitcom Vicini dell’Unar, una rassegna di cortometraggi sulla diversità. Programma che continuerà anche domani nell’Istituto Morra a Matera e nell’Istituto Nitti a Potenza. Giovedì alle 10,30, nella sala riunioni del Dipartimento Politiche della Persona, si terrà un incontro per costituire il Comitato Immigrati. La zona sequestrata VIGGIANO - E’un sequestro da guiness quello operato dai finanzieri nei giorni scorsi. Nel corso di un controllo nella zona industriale di Viggiano, hanno apposto i sigilli a un’area di circa 20.000 metri quadrati di proprietà di un signore originario di un paese della Val D’Agri. All’interno dell’area i militari hanno trovato diverso materiale ferroso incustodito, catalogati comerifiuti speciali conservati senza le dovute accortezze. L’area era una sorta di cimitero di auto usate - se ne contano circa una sessantita di autovetture - tenute nell’area senza le dovute autorizzazioni. Oltre alle carcasse delle autovetture sono stati ritrovati anche numerosi pezzi tra motori, cerchi e mezzi meccanici. Chiaramente oltre alla mancanza delle dovute autorizzazioni, l’area è risultata essere un pericolo per l’ambiente circostante. Da quanto si è potuto apprendere il proprietario è stato denunciato e l’area sottoposta a sequestro. In casi come questo toccherà allo stesso proprietario, entro un determinato periodo, provvedere alla bonifica della zona. AZIENDA OSPEDALIERA REGIONALE “SAN CARLO” DI POTENZA AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”, via Potito Petrone, Dott.ssa Patrizia Vinci, 85100 Potenza. Tel 0971613367/Fax 0971612551, e-mail: provveditore@pec.ospedalesancarlo.it, sito: www.ospedalesancarlo.it; Procedura aperta ex art. 3, co. 37, e art. 55 del D. Lgs. 163/2006 ss.mm.ii., per l’’affidamento, per tre anni, della fornitura di materiale monouso occorrente all’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”; Nomenclatura: 33772000; Data aggiudicazione: 27/12/2013; Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, ex art 82 D.Lgs. 163/06 ss.mm.ii.; Offerte pervenute: n. 14; Aggiudicatari: Lotto 1: Clevex S.r.l. – Lotto 2: Sanigen S.p.A. – Lotto 3: 3 MC S.p.A. – Lotto 4: 3MC S.p.A. – Lotto 5: Ditta Robertazzi Paolo – Lotto 6: CM Packaging S.r.l. – Lotto 7: CM Packaging S.r.l. – Lotto 8: Polipuglia S.r.l. – Lotto 9: CM Packaging S.r.l. – Lotto 10: Polipuglia S.r.l. – Lotto 11: Ditta Robertazzi Paolo – Lotto 12: SMP di Sfrecola &C. S.a.S. – Lotto 13: deserto – Lotto 14: non aggiudicato. Valore finale appalto: € 884.686,90 (per 3 anni); Subappalto: secondo le modalità previste dalle disposizioni legislative vigenti; Bando di gara: G.U.C.E. 2013/162-282322 del 22/08/2013 G.U.R.I. n° 103 del 02/09/2013; Data di presentazione dell’avviso alla G.U.C.E.: 29/01/2014 Ricorso: T.A.R. per la Basilicata, Sede/Sezione di Potenza IL DIRETTORE GENERALE Avv. Giampiero MARUGGI RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 18 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA ilquotidiano.pz@finedit.com Valluzzi sul futuro della Provincia. Presto il commissario che gestirà lo stretto e necessario «Avremmo contribuito alla ripresa» Da 15 mesi cantieri fermi con lavori per 158,5 milioni di euro. Cosa accadrà ora? ABBIAMO scelto la strada “dell’aboliamo e poi si vede”, senza renderci conto «che quando si fa una riforma si deve poi anche essere in grado di prevedere un preciso percorso. E, invece, per le Province attualmente non c’è alcuna prospettiva definitiva». E’ un anno che le Province “urlano”, conferma l’assessore alla Viabilità, Nicola Valluzzi. Da quando è stato deciso che questo era l’Ente che doveva essere abolito per ridurre la spesa pubblica del Paese. «Ma siccome sembrava che il grande male dell’Italia fossero le Province, ogni nostro allarme è caduto nel vuoto. Ora non dico che questo Ente non poteva essere riformato, assolutamente. Solo che non si può dire “aboliamo e poi ci pensiamo”. Perchè ora stanno accadendo delle cose davvero imbarazzanti, con il disegno di legge Delrio ancora impantanato. E nessuna prospettiva sul futuro». Dopo il consiglio provinciale straordinario, convocato proprio per discutere su questa situazione, tutte le incertezze sul futuro restano lì. E questo fa crescere anche l’amarezza di chi sente di essere stato null’altro che un capro espiatorio: perchè le Province - a conti fatti - rappresentano appena l’1,27% della spesa pubblica, i Comuni l’8% mentre le Regioni, compresa la spesa per la sanità, sono il 20%. Gli enti locali e le Regioni insieme sono in tutto il 30% della spesa pubblica. Il 60% della spesa pubblica è nelle amministrazioni centrali, compresi i costi per le prestazioni sociali. Quindi si è tagliato il ramo meno pesante, tanto per accontentare un’opinione pubblica sempre più esasperata, senza rendersi conto che il vuoto lasciato dalle Province doveva poi essere riempito da un «ente di secondo livello». Chi (e soprattutto con quali ri- segue dalla prima di SERGIO RAGONE La Provincia di Potenza sorse) gestirà ora la viabilità? Chi le scuole? Arriverà anche qui - come già accaduto in altre Province - un commissario che, ovviamente si limiterà a gestire l’esistente. «Senza l’assunzione di alcun rischio: sarà forse meglio per i cittadini? Io ne dubito». «Pensi - dice Valluzzi - si parla di caricare i costi delle scuole sui Comuni. Che forse solo ora co- LA PROPOSTA DI RENZI E la Caserma sarà venduta? Nel Piano del premier Renzi ci sono troppe caserme in Italia: 450 ma ne basterebbero 15. E i costi di gestione sono troppo alti: chiudiamo e vendiamo gli immobili inutilizzati. Che fine farà allora la nostra Caserma Lucania? Le ultime notizie la davano assegnata ai carabinieri. Ma Renzi non rovinerà i loro piani? minciano a rendersi conto davvero del rischio che corrono. Un Comune come quello di Potenza, già con tutte le difficoltà che ha, può mai accollarsi anche questo costo? Io non credo». La verità è che forse ciò che faceva questo Ente non era completamente inutile, tanto che è necessario istituire settori di Regioni e di Città metropolitane che facciano le stesse cose che prima facevano le Province, conservando lo stesso numero di dipendenti e di strutture: allora che senso ha abolirle? Quello che si risparmia è qualche presidente e consigliere provinciale in meno. Ma tutti i disagi che si arrecheranno ai cittadini d’ora in poi giustificano questo contentino sul piano economico? «Dal 2010 al 2013 - ha spiegato Valluzzi - sono venuti meno oltre 61 milioni di euro alla sola Provincia di Potenza. Nonostante questo negli ultimi cinque anni abbiamo appaltato lavori per 137 milioni di euro affidati per l’86,3% a imprese lucane». E per Valluzzi questo è un paradosso ancora maggiore: «Noi abbiamo fatto diversi investimenti ma i cantieri sono fermi. Sono in corso di esecuzione lavori per 158,5 milioni di euro, i cui cantieri sono oramai fermi da 15 mesi per l’impossibilità di garantire la regolarità dei pagamenti alle imprese e sono, infine, finanziate e dovranno essere appaltate nuove opere per ulteriori 73 milioni di euro. Insomma, avremmo potuto piuttosto concretamente contribuire alla ripresa e, invece, navighiamo a vista. Abbiamo speso tante energie per fronteggiare quotidianamente l’enormità dei tagli. E ora constatiamo con amarezza che nessuno sa che cosa succederà dopo il 1 aprile». Antonella Giacummo IL DISEGNO DI LEGGE DELRIO Il DDL, in sostanza, regola tre aspetti pratici dell’abolizione delle province. Il primo: stabilisce che i consigli e le giunte provinciali saranno abolite e sostituite da assemblee di sindaci del territorio della vecchia provincia. Non ci saranno più elezioni. L’assemblea dei sindaci sarà costituita da tutti i sindaci dei comuni con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle unioni di comuni con più di 10 mila abitanti. L’assemblea eleggerà un presidente con un sistema di voto ponderato (ogni sindaco conterà in proporzione al numero di abitanti del suo comune). Le funzioni di questa nuova assemblea saranno essenzialmente di pianificazione in aree per cui in precedenza erano competenti le province, come l’edilizia scolastica e le strade. Gli incarichi nell’assemblea provinciale non saranno remunerati. Gli altri due aspetti regolati dalla legge sono l’istituzione delle città metropolitane e nuove regole per la fusione dei comuni. Le città metropolitane si sostituiranno alle province. Non ci sarà un’assemblea provinciale formata dai sindaci e nemmeno la vecchia provincia. Il sindaco della città metropolitana sarà automaticamente il sindaco della vecchia città capoluogo di provincia. Il sindaco metropolitano sarà affiancato da un consiglio metropolitano – formato da sindaci del territorio eletti dagli altri sindaci – e da una conferenza metropolitana – formata nello stesso modo dell’assemblea provinciale. Attualmente ci sono 20 province italiane commissariate perché gli organi elettivi sono arrivati a scadenza e la legge ha bloccato l’indizione di nuove elezioni. Il commissariamento è stato prolungato fino al 31 dicembre. Dal prossimo 1 aprile seguirà la strada del commissariamento anche la Provincia di Potenza. Città specchio che non vuol essere finestra animo umano! Anche i meno poetici ne sono avezzi, anche i più cupi e i più cinici non possono fare a meno di confrontarsi, in diversa misura, con questi due sentimenti. Quella curva, una volta affrontata, porta all’uscita dall’Autostrada e verso casa. L’ingresso in città, però, è proprio la negazione più feroce del mix sentimental-melodico che l’animo di ogni potentino, di nascita o di adozione, proprio non merita. C’è forse sintesi migliore per voler provare a descrivere cosa voglia dire essere potentini? Sì, c’è e l’intenzione di questo intervento è proprio quello di ricercare, assieme, metafore e metriche di descrizione di un così forte contrasto. Soluzioni? Magari, ma non sono così ambizioso. Qualche anno fa (sic!), un caro amico giornalista del Riformista, oggi colonna del Fatto Quotidiano, in trasferta a Potenza per motivi di lavoro, a cena mi chiese: “Sergioli’ ma questa città, com’è secondo te?”. Posai il cucchiaio, con il quale stavo stra, per timore di guardare altrove, vive e respira nelle repliche continue di ogni forma di proposta per generare virtuosamente collettività. Da quella culturale, al divertimento e fino alle offerte commerciali, non siamo in grado di proporre altro che copie di noi stessi e dei nostri mille riassunti. E l’Innovazione, continuiamo a predicarla e a chiederla agli altri. Obviously. Italo Calvino sosteneva che “ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone”. Qual è il nostro? Contro quale deserto vogliamo opporci? E come vogliamo farlo? Senza buttarla in politica da social media, populista e nemmeno popolare, pensiamo prima di tutto a quale piccolo deserto abbiamo più vicino a noi e preoccupiamoci concretamente di come trasformarlo in oasi. Ognuno come può, ognuno se può, ma con entusiasmo e senza paura di scoprirci diversi, e forse, migliori dell’immagine che abbiamo dipinto e raccontato di noi stessi e della nostra città. (tratto da Basilicatapost.it) Timidi, riservati e timorosi del nuovo. Questi i nostri tratti distintivi mangiando una ottima zuppa di legumi di Trivigno, feci un sorso di vino, Aglianico obviously, diedi un respiro non lungo e risposi così: “Fabri’, Potenza è timida e riservata, come una qualsiasi signora della borghesia di provincia a cui il passare del tempo ha tolto la gioventù ma non il titolo. E’una città che, a dispetto della credenza popolare, non ama apparire, anzi». Fossimo stati più ambiziosi, più vanitosi, e quindi più appariscenti, probabilmente oggi la nostra intera comunità si gioverebbe di una maggiore considerazione, non solo mediatica, in ambito nazionale e internazionale. Ed invece no, abbiamo deciso che ci bastava quello che eravamo e che ci basta quello che siamo. Popolo mite, timido, riservato, timoroso del diverso e del nuovo. Siamo così, imho. Ed è proprio questo quello che più mi fa pensare, con non poca preoccupazione, a quale sia oggi il tratto identitario più forte della nostra comunità. Perchè la città più grande della Basilicata si è chiusa in sé e non si è contaminata, completamente, con l’altro da sé. Chiusa nelle sue porte, con questa sua dimensione tutta in salita (metafora straordinaria del senso di appartenenza a questa comunità), Potenza ha sempre saputo tenersi ben distante dal “nuovo”, preferendo sempre quello che certa opinione pubblica chiama il “rinnovamento nella continuità”. Che è un po’ come quel “ghiaccio bollente” di Tony Dallara, che generava confusione e smarrimento. Un ossimoro che, in quanto tale, non ha senso eppure esiste. E allora, perchè nell’era della modernità accessibile soffriamo ancora svantaggi competitivi? Non si dica che è tutta colpa della politica, vi prego basta con questo populismo, perchè pare proprio che non sia solo la politica, di questi tempi così debole e così fragile, a determinare le fasi della vita democratica e dello sviluppo di una città. Nella città delle tante associazioni, con un protagonismo spinto di una cerchia di attivisti più o meno noti, in cui l’impegno civile gronda da ogni suo quartiere e profilo social, qual è il vero punto di debolezza che non permette di, mi si perdoni lo slogan, cambiare verso? A saperlo sarebbe tutto più semplice, scoprirlo è invece quello che più servirebbe per capire come siamo arrivati ad essere così. Tante piccole realtà, spesso autoreferenziali, popolano le città. Potenza non ne è esente, anzi la città specchio che non vuol essere fine- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 19 Potenza Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Il prossimo 2 aprile prevista l’inaugurazione al San Carlo nei locali del Codice rosa Una stanza dedicata a Elisa Claps I fondi raccolti dalla vendita del libro di Basentini e Coviello devoluti per queste attività SARANNO destinati a finanziare le attività del Codice rosa i soldi raccolti con la vendita del libro “Elisa tra cielo e terra - il romanzo di una storia vera”, scritto da Assunta Basentini e Cristiana Coviello. Le due autrici, in occasione dell’anniversario del ritrovamento ufficiale, il 17 marzo del 2010, dei resti di Elisa Claps nel sottotetto della chiesa dellaTrinità, hanno così voluto onorare l’impegno preso in occasione della pubblicazione del volume nell’autunno del 2012. Il direttore generale Giampiero Maruggi ha concordato con le due autrici che «alla voce e al sorriso di Elisa, nel segno della ricerca continua della verità, della testimonianza, del coraggio di non aver paura, sarà dedicata una delle stanze del “codice rosa”, attrezzate all’interno del Pronto Soccorso del San Carlo per l’ascolto protetto dei bambini e delle donne vittime di ogni forma di violenza, una decisione fortemente condivisa dalla famiglia Claps. E’ motivo di grande orgoglio per noi che la scelta di Cristiana Coviello e di Assunta Basentini, due protagoniste dell’impegno concreto al fianco delle donne e dei bambini vittime di violenza sia caduta proprio sulla rete di solidarietà che stiamo costruendo insieme alle istituzioni e a decine di strutture e di soggetti del mondo del volontariato. Un gesto che rafforza la chiamata all’impegno concreto e all’operatività». IlCodice Rosaidentifica unpercorso di accesso al pronto soccorsoriservato a tutte levittime di violenze. Il codice è assegnato insieme al codice di gravità, da personale addestrato a riconoscere segnali non sempre evidenti o dichiarati di una violenza subita. Il 2 aprile prossimo alle ore 11 si terrà la cerimonia di inaugurazione della “stanza di Elisa”. | AMMINISTRATIVE | Fierro invita a parlare di programmi Da sinistra Assunta Basentini e Cristiana Coviello I CALCIATORI CONTRO L’OMOFOBIA Domenica scorsa i calciatori della società Rossoblu Potenza hanno indossato i lacci arcobaleno per l’iniziativa #Allacciamoli: “Diamo un calcio all’omofobia”. L’Arcigay Basilicata “Marco Bisceglia” ringrazia i calciatori e tutta la società calcistica Rossoblu Potenza per aver aderito all’iniziativa e solidarizzato nel testimoniare che un mondo con più diritti è un mondo più giusto per tutti. GAETANO Fierro non si è mai davvero defilato dalla vita politica regionale e potentina in particolare. Così anche un suo “innocuo” invito - oggi alle 17 presso l’hotel Vittoria - ti lascia sempre il dubbio che sotto la cenere covi una sua candidatura. Al momento lui non conferma nè smentisce, quindi nessuna certezza, anche se colpisce che a firmare la nota, insieme a Gaetano Fierro, ci sia il suo vecchio assessore al Bilancio, Rocco Lepore. Nessuna certezza quindi. Però all’incontro di oggi - questo è sicuro - si parlerà di programmi elettorali. In vista delle prossime comunali? Questo è chiaro. Nel frattempo all’incontro di oggi è prevista la presenza dell’europarlamentare Marcello Vernola, commissario regionale Scelta Civica. E proprio Scelta civica ha annunciato il suo nuovo segretario cittadino. Si tratta di Innocenzo D’Alessandro, 39 anni, sposato e padre di due figli. Dopo aver elaborato la sua tesi sperimentale presso il politecnico di Valencia, si è laureato, con lode, in Ingegneria civile indirizzo Idraulica all’Università degli Studi di Basilicata. Alla laurea è seguita una breve collaborazioni in un progetto interregionale tra le università di Basilicata e Calabria. Oggi in GDA Spa ricopre il nuovo ruolo di responsabile sviluppo e strategie logistiche oltre che green belt in progetti Six Sigma. Premiazione al Comprensivo “Giacomo Leopardi” Il sindaco Caputo ha assegnato le deleghe agli assessori Una scuola che parla di pace Un consiglio al femminile? con contenuti concreti Tra i ragazzi è già una realtà L’ISTITUTO Comprensivo Giacomo Leopardi di Potenza è stato teatro di un importante cerimonia di premiazione che ha decretato i vincitori del concorso scolastico internazionale promosso dal Lions club e intitolato “Un poster per la pace: il nostro mondo, il nostro futuro”. Gli elaborati sono stati giudicati da una commissione presieduta da Alba Fanelli Calvello, rappresentante Lions club Potenza. Tra i disegni sono risultati di maggiore impatto quelli di: Desiree Ferraro, Giuseppe Agatiello, Roberta Pinto, Alessia Uva e Mattia Tolla al quale è stato assegnato il primo premio per essere stato in grado di rappresentare un ideale ponte di collegamento tra “città oscura” e “città colorata” attraverso la creazione di un sole con i colori della pace. Ma che cos’è questa pace tanto decantata ma spesso male interpretata? «La pace è una dimensione esistenziale afferma Alba Fanelli Calvello - dobbiamo prima di ogni cosa cercare la pace dentro noi stessi e poi possiamo adoperarci per trovare le soluzioni più adeguate affinché tutti abbiano le stesse opportunità». Nel corso della serata sono stati anche presentati due loghi di grande valore: uno identificativo della scuola potentina, l’altro motivo di enorme vanto poiché assegnato direttamente dall’Unesco. L'Istituto Giacomo Leopardi, infatti, è l’unico in Basilicata ad aver ottenuto il riconoscimento Unesco attribuito alle scuole che, attraverso svariate iniziative, riescono a integrare a pieno la propria attività curriculare con i principi fondamentali della pace, declinata a più livelli, e della sicurezza e collaborazione tra Nazioni. «È un momento importante per la scuola dice Annamaria Basso, dirigente dell’Istituto - perché il logo che abbiamo creato è un simbolo che dimostra la carta d’identità e i valori di una determinata organizzazione». Anna Maria Basso durante la serata (Mattiacci) «Ciascuna materia ha focalizzato il proprio interesse sul tema della cittadinanza sottolinea Antonella Tatulli docente della scuola -l’Unesco ci richiede specifiche competenze sociali e civiche che si possono raggiungere attraverso la creazione e promozione di un modello scolastico di tipo laboratoriale e progettuale». Al logo Unesco si affianca il logo dell'istituto caratterizzato da un preciso rimando al territorio locale; la scuola, infatti, dopo molti anni è riuscita a dotarsi di un'immagine identificativa che emerge da una linea continua che prima disegna il ponte Musumeci, grande incompiuta, poi tratteggia una chiave di violino, emblema dell'indirizzo musicale dell'Istituto. Lungo la chiave di violino tre figure con i colori della bandiera italiana sembrano ondeggiare sulle note musicali con leggiadria , e lungo una linea che si dipana in una soluzione di continuità, danno vita a una fiamma al cui interno riecheggia l'eco della saggezza del mondo classico e della genialità di Seneca: Non impariamo per la scuola ma per la vita. E con una frase così esaustiva non poteva che completarsi il logo dell'Istituto Giacomo Leopardi, simbolo di grande coerenza stilistica e di pensiero. Angela Salvatore La giunta comunale formata dai ragazzi IN futuro non ci sarà da preoccuparsi: per le nuove generazioni la parità di genere in politica è già una realtà e lo dimostra proprio la prevalenza femminile nel consiglio comunale dei ragazzi. E qui anche il sindaco - che ieri ha assegnato le deleghe - è una ragazza, così come il presidente del consiglio. Insomma, abbiamo speranza. Come per i Consigli comunali, presente il personale del Comune, oltre al vicesegretario comunale Antonietta Fabrizio e all’assessore all’Istruzione Giuseppe Messina, tra i principali sostenitori dell’iniziativa, anche e soprattutto nella sua qualità di presidente della “Città educante”. «La Consulta cittadina sulla scuola –ricorda Messina –progetta e coordina, attraverso i suoi organi di governo, interventi educativi e formativi capaci di promuovere la formazione della persona». Poi il presidente Noemi Lopardo ha introdotto e condotto i lavori sottolineando «l’importanza del tempo, in ogni ambito e, quindi anche in questo, dove ci è richiesto di proporre progetti semplici e veloci». Il sindaco Anna Caputo ha assegnato le deleghe agli assessori: Alessia Dapoto alla Comunicazione, Carmine Ferri alla Pubblica istruzione, Gaia Franco alla Cultura, Aldo La Regina allo Sport e alle Politiche giovanili, Alice Lomio ai Trasporti, Gaetano Montagna alle Finanze, Federica Pia Summa all’Ambiente. Sempre Caputo, che ha avocato a sé la delega alle Pari opportunità, suggerendo di prevedere in città “dei parcheggi ‘rosa’, delle aree di sosta gratuita, fruibili dalle donne in attesa”. L’assessore alle Finanze Montagna ha indicato la possibilità di chiedere sponsorizzazioni per reperire le piccole risorse necessarie per attuare i diversi provvedimenti. Quella ai Trasporti Lomio ha immaginato una green card con la quale premiare gli studenti che dimostrino di aver utilizzato il trasporto pubblico. Tre proposte anche dall’assessore alla Comunizione Dapoto: «Vorrei realizzare i progetti ‘Ciao in tutte le lingue del mondo’, ‘Una lettera in giro per il mondo’ e ‘Mille e un segreto sui social network’, i primi due per favorire l’integrazione con i ragazzi di altre nazionalità e l’ultimo per un utilizzo più consapevole di internet». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 POTENZA La denuncia: la rete fognaria di 15 contrade è stata progettata male Fiumara Tiera invasa da liquami Gli abitanti della zona sono preoccupati per le condizioni igienico-sanitarie POTENZA - Nelle contrade rurali di Potenza è facile imbattersi persino in un “fiume di fogna”. Proprio così: è una tratta fognaria che raccoglie le fogne di diverse, (almeno 15) realtà rurali compresa Giuliano, centinaia di metri cubi che a un certo punto della Statale 58 per cause dovute ad errori di realizzazione dell’intera rete fognaria, si riversa nella fiumara Tiera. A segnalare il “fiume di fogna” è “Vivi la campagna”, giovane associazione nata circa un anno fa dall’idea di alcuni residenti di contrada Barrata a Potenza e presieduta da Vito D’Andrea. I componenti dell’associazione, raccogliendo la sollecitazione di Rocco Bochicchio, profondo conoscitore dei territori rurali del capoluogo, hanno effettuato un sopralluogo. «La situazione è di autentico disastro ambientale – racconta Vito D’Andrea - il “fiume di fogna” per circa 4 chilometri a valle sfocia nel fiume Basento, a un chilometro di distanza risiedono le circa 50 famiglie di via Dei due Boschi, e ancora a meno vi è un distributore di benzina». Gli abitanti della contrada sono allarmati: «visto la persistenza del problema da circa 3 anni - ha aggiunto il presidente dell’associazione “Vivi la campagna” - probabilmente anche quest’estate toccherà loro di sopportare l'odore persistente e sgradevole per non parlare di tutto ciò che regna in quel liquame putrido (persino topi giganti e batteri di ogni genere)». Il persistere del problema è «dunque la conferma» di quello che “Vivi la campagna” sostiene da tempo, ovvero gli abitanti delle contrade rurali sono cittadini di serie B abbandonati a se stessi persino per affrontare i più elementari problemi igienico-sanitari. Ma i componenti dell’associazione non hanno intenzione di demordere e continuiamo ad insistere «sul protagonismo dei cittadini POTENZA Ruba rame Arrestato La fiumara Tiera dove confluiscono le acque della rete fognaria (al centro il tubo di scolo) delle 15 contrade. Nell’ultima immagine le acque di scolo che vivono la campagna ogni giorno, e non solo». L’associazione si propone di combattere innanzitutto la chiusura e l’individualità, invogliando alla partecipazione e all’aggregazione di chi, pur vivendo in campagna, preso dalla routine quotidiana, spesso dimenti- ca di soffermarsi a pensare al valore dell’ambiente che lo circonda. Insomma «non ci stancheremo di “pressare” gli amministratori co- munali che solo in queste settimane, a pochi mesi dal rinnovo del Consiglio comunale, si rivedono in giro per le aree rurali». È ACCUSATO di furto aggravato il quarantaduenne G.T. - arrestato dagli agenti, della Squadra volanti, coordinati dal Commissario capo Aldo Mannarelli. L’uomo, già noto alle forze dell’ ordine, si aggirava con fare sospetto nei pressi di Largo Duomo. Gli agenti hanno deciso di fermarlo mentre tentava di allontanarsi a bordo di un’autovettura dove hanno trovato, nascosto nel bagagliaio, del rame (grondaie) pezzi di grondaie asportato dall’edificio della Cattedrale. AVIGLIANO La nomina durante l’ultimo congresso cittadino Psi, Carriero nuovo segretario Il partito si prepara già in vista delle prossime comunali AVIGLIANO - “Aperto a un nuovo socialismo”. È lo slogan scelto, dalla sezione “Sandro Pertini”, per il congresso cittadino del Psi, tenutosi ad Avigliano. In una sala consiliare gremita di gente - come non se ne vedeva da tanto nei congressi dei partiti politici - hanno preso inizio i lavori congressuali, sulle note di canti appartenenti alla tradizione socialista, intervallati da frammenti di celebri discorsi dei principali uomini e donne del socialismo italiano. L’introduzione è stata affidata a Mariangela Romaniello, che ha richiamato «il significato dello slogan e dell’immagine del manifesto, che annunciava questo evento: un lucchetto aperto a simboleggiare un nuovo socialismo che si dischiude alla società e alle sue sfide, pronto a ricoprire un ruolo da protagonista nella costruzione di una sinistra riformista e di governo». Successivamente ha preso la parola il vicesindaco, Antonio Bochicchio, che ha rimarcato che «a fronte di una crisi economica senza precedenti occorre una politica che, oltre ad andare incontro a quei segmenti della popolazione in forte difficoltà, deve saper delineare una via di uscita, di sviluppo e progresso». Sono seguiti molti interventi, considerazioni e spunti di discussione, da parte di esponenti politici, sindacali e, in particolare, da semplici iscritti. Molti giovani, mossi da un sincero idealismo, come Stefano Iannielli, che ha posto l’accento sul socialismo, definendolo «l’unico antidoto alle tecnocrazie e alle lobbies economiche, ispiratrici delle politiche di austerità e tagli indiscriminati, che hanno gravato sui ceti popolari e medi, vittime della crisi e non responsabili». Oppure Luciano Guappone, noto in città per le sue battaglie civili contro il degrado, che ha spiegato la scelta di adesione al Psi «perché, nel programma del partito, la difesa dell’ambiente e la salvaguardia del territorio hanno un ruolo importante, e rappresentano uno strumento prezioso e fondamentale per il corretto equilibrio della nostra città». Un’analisi politica più articolata ed esaustiva è giunta da Vincenzo Genovese, già segretario cittadino, che ha sottolineato «la necessità di aprire al più presto un confronto programmatico con le forze politiche, che costituiscono la maggioranza di centro-sinistra, in prospettiva delle elezioni comunali del 2015». L’assise si è conclusa con l’elezione del nuovo segretario cittadino e del direttivo. La scelta è caduta, per acclamazione, su Leonardo Carriero che, nel suo intervento, ha sottolineato il valore e la funzione che un partito e, in particolare, le sezioni locali devono ricoprire. «Un luogo fisico - ha spiegato Carriero dove la buona politica e la comunità siano in grado di incontrarsi. Ed è Leonardo Carriero, segretario Psi di Avigliano questo il ruolo che una sezione deve rivestire. Qui, si avvertono, per pri- dizioni, la parità di genere. Un Psi ma, i cambiamenti della società che che ha preferito puntare, per far cosono in atto. Qui si percepiscono i noscere le sue posizioni politiche, sentimenti che pervadono e attra- su una campagna innovativa ma versano la collettività. Ma proprio fondata sulle persone, sulle loro requi, si intravedono le possibili solu- lazioni, sulla costruzione di reti, zioni». Per il Psi, ad Avigliano, in sulla capacità di offrire risposte, prospettiva delle elezioni comunali bandendo il mercato di “politiche”, che si terranno l’anno prossimo, il ma guardando ad una nuova visio2014 sarà un vero e proprio spar- ne politica. E per costruire questa tiacque. Durante il congresso, con visione è necessario che non si tiri le parole e i volti dei partecipanti, si è indietro, ma, al contrario, si orgadelineato un nuovo protagonismo nizzi - e presto - un luogo di confronsocialista: aperto alla società, inclu- to con tutti i soggetti della comunisivo, capace di confrontarsi con le tà, dai cattolici ai laici, che hanno altre culture politiche. Un partito colto l’importanza della sfida di una socialista che pone al centro del di- nuova proposta di comunità. Enzo Claps battito, senza ipocrisie, il tema del © RIPRODUZIONE RISERVATA lavoro e della qualità delle sue con- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE ilquotidiano.pz@finedit.com E’ l’unico partito a essere sceso in campo. Latitanti le altre realtà politiche «A Venosa miseria e disperazione» Il Movimento 5 Stelle alza il tiro in vista delle elezioni comunali VENOSA - Mentre centrosinistra e centrodestra sono ancora impegnati a definire le modalità per individuare il candidato sindaco, il Movimento Cinque Stelle da tempo è sceso in campo e da fine gennaio e in splendida solitudine sta conducendo un serrata campagna elettorale per conquistare Palazzo Calvini. Ogni sabato e domenica incontra i cittadini per informarli, sensibilizzarli e coinvolgerli anche nlla fse di predisposizione del programma elettorale. L’obiettivo è indubbiamente quello di intercettare il disagio diffuso ella comunità locale e raccogliere la domanda di rinnovamento che viene da tutte le parti. L’ultima iniziativa dei pentastellati una lettera aperta ai cittadini, co la quale, all’insegna delle parole d’ordine di “onesta e trasparenza” invita gli elettori a fornire il prorio contributo per operare il rinnovamento. «Fra pochi mesi la nostra comunità sarà chiamata ad eleggere il nuovo sindaco ed il Consiglio comunale che amministrerà questo Comune per i prossimi 5 anni - scrivono i “Grillini” venosini - Si tratta di un appuntamento importante, un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Purtroppo la politica degli ultimi 20 anni ha costretto questo paese in uno stato di degrado economico, culturale, sociale e politico. Venti anni di cattiva amministrazione della cosa pubblica hanno creato solo miseria e disperazione tra le tante famiglie venosine». A sostegno di tale diagnosi i pentastellati evidenziano che è in aumento il flusso di giovani venosini che emigrano in cerca di fortuna; l’aumento del numero di famiglie che progettano viaggi della speranza in America, Australia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera. «E’ una situazione inaccettabile - denunciano i pentastellati -. Pochi fortunati hanno goduto dei “piaceri” e dei “favori” di una politica clientelare. La maggior parte dei cittadini venosini, sono stati costretti ad arrangiarsi dimenticati da tutti. Mentre la politica veniva piegata agli interessi Gli attivisti grillini durante un sit-in a Venosa di pochi, di gruppi di potere. Se tutto questo non vi risulta, se quello che noi del Movimento 5 Stelle denunciamo da mesi credete che non sia vero, beh … allora, avete tutto il diritto di ignorarci e di continuare a far finta di niente.Se invece vedete quello che ve diamo noi, se come noi siete annichiliti dalle nefandezze della mala politica di questi anni, non potete tirarvi indietro. Avete tutti il dovere di reagire. Abbiamo tutti il dovere di ribellarci, di chiedere e pretendere un futuro diverso». Alla base della denuncia, la consapevolezza che tale situazione “disperata”non può essere affron- RIONERO Coinvolto anche un tir. Ferite lievi per i due conducenti Un uomo guida senza patente e provoca un incidente sulla Ss 658 RIONERO - Incidente per fortuna senza gravi conseguenze per le persone, quello avvenuto ieri sulla pericolosa SS 658 PotenzaMelfi, in prossimità dell’uscita di Rionero e che ha visto protagonisti una Fiat Panda e un Tir. Secondo le prime indiscrezioni, erano da poco passate le 12.30 quando un 50enne di Rionero a bordo della sua Fiat Panda stava per immettersi sulla SS 658 in direzione Melfi. Appena superato lo svincolo, l’uomo avrebbe cercato di rientrare nella città fortunatiana compiendo una pericolosa inversione ad “U” sulla strada a scorrimento veloce. Durante la spericolata manovra della Fiat Panda è sopraggiunto il Tir guidato da un 50enne e diretto a San Nicola di Melfi che nulla ha potuto per evitare il forte impatto. Sul posto sono subito accorsi i Vigili del Fuoco e i sanitari del 118 che hanno prestato i primi soccorsi al guidatore della Fiat Panda. L’uomo se l’è cavata solo con qualche piccola escoriazione ed un grande spavento. Sul luogo dell’incidente sono giunti an- che i Carabinieri della Compagnia di Melfi per accertare le responsabilità del sinistro e l’Anas per regolamentare il traffico. Da un primo controllo effettuato dalle forze dell’ordine, l’uomo a bordo della Fiat Panda sarebbe risultato sprovvisto di patente di guida e della polizza di assicurazione. L’arteria è stata chiusa per oltre due ore per consentire lo spostamento dei mezzi incidentati e la pulizia del manto stradale. Andrea Gerardi Alcune immagini dell’incidente GENZANO Il Psi guarda al futuro del paese Quagliara eletto segretario per acclamazione GENZANO DI LUCANIA – Sabato scorso, nella sala della Biblioteca Comunale, si è tenuto il Terzo Congresso Cittadino del Partito Socialista, nel corso del quale sono intervenuti i segretari-PSI regionale e provinciale (rispettivamente, Livio Valvano e Franco Simone), il vice-segretario provinciale Nicola Giansanti e il consigliere regionale Francesco Pietrantuono. Erano presenti il Sindaco Rocco Cancellara, nonché rappresentanti dell’amministrazione e di tutte le forze politiche attive in paese. Il senso del titolo che si è scelto di dare all’incontro, ovvero “Il futuro si prepara, non si aspetta”, è stato reso chiaro dal neo-segretario di sezione Vito Quagliara, succeduto ad Alessandro Ciola (quest’ultimo elogiato per il suo ottimo lavoro) proprio sabato sera, tata e risolta da chi ha creato le condizioni del disastro. Che fare, quindi? «Occorre mettere in campo forze nuove, giovani, attive. Gente desiderosa di un cambiamento reale. Persone libere - sostiene il Movimento 5 Stelle per fare breccia tra gli elettori e motivarli al cambiamento - Onestà e Trasparenza sono le nostre parole d’ordine. Nessuna promessa in cambio di voti. Solo azioni politiche volte a garantire il benessere della comunità venosina». Principi posti alla base del programma politico-amministrativo in vista delle prossime elezioni. Giuseppe Orlando addirittura per ‘acclamazione’: cose che accadono soltanto quando la passione diviene talmente densa e palpabile da indurre le masse a farsi mente unica finalizzata al perseguimento di un unico pensiero. «È il momento in cui bisogna tirare le somme dell’attività politica svolta – ha precisato Quagliara – per poter tracciare il cammino di quella futura, imparando dagli errori commessi e facendo tesoro delle cose buone realizzate». E questo significa, appunto, ‘costruire il futuro’, in un frangente in cui disperazione e abbandono sembrano riuscire a lasciare sul fondo ogni possibile speranza, e il termine ‘politica’viene percepito perlopiù in senso dispregiativo. E difatti Quagliara ammette di essersi chiesto se questo fosse ancora un tempo possibile per la politica. Ed ecco la risposta: «Io sento, noi tutti sentiamo, di dover continuare per passione: quella forza immensa che lega alle idee; alle persone che sono da considerarsi amici, ancor prima che compagni; alla cultura del socialismo riformista italia- Il neosegretario Quagliara no». Le battaglie difficili, in fon- pero dell’Ici sugli immobili do, sono sempre le più interes- commerciali (quindi non di santi e potenzialmente foriere mero ‘culto’) della Chiesa e di novità rivoluzionarie. Così, tant’altro ancora. «Un impeQuagliara e gli altri interve- gno capillare che ha condotto nuti si sono concentrati perlo- il Psi a porsi quale seconda più sugli aspetti positivi del forza politica di sinistra in Baproprio operare politico, fa- silicata, con una squadra di cendo menzione delle ultime candidati totalmente rinnobattaglie portate avanti con vata e capace di interpretare ostinata convinzione: la sepa- tout court il desiderio di rinrazione delle cariche in sede di novamento del popolo lucaconsiglio regionale, l’aboli- no». zione degli Enti inutili, il recuGianrocco Guerriero BREVI VENOSA Quel mondo visto dal sellino di una bici VENOSA - Le associazioni venosine A.S.D. Team zHeroEmissioni e Associazione Culturale Accademia dei Rinascenti organizzano il convegno "Il mondo visto dal sellino". L'incontro si terrà venerdì 28 marzo 2014 alle ore 18.30, nell'Auditorium Chiesa di San Domenico a Venosa. L'obiettivo è di dare un contributo sul tema della bicicletta, attraverso gli interventi di alcuni professionisti del settore come ciclisti, ma anche appassionati della bicicletta per parlare dei benefici legati all'uso del mezzo. MELFI Conferenza stampa per il Mediashow MELFI - L’Istituto superiore “Federico II” di Melfi ha organizzato per giovedì 20 marzo, alle ore 11.00 presso i locali dell’Istituto una conferenza stampa durante la quale verranno presentati: i dati sui partecipanti, il corso di aggiornamento per i docenti, la manifestazioni collaterali del Mediashow in programma per la fine di marzo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE ilquotidiano.pz@finedit.com VAL D’AGRI A Spinoso partito diviso tra Pasquale De Luise e Mario Solimando Comunali, Pd alla ricerca dell’unità A Viggiano si fa strada la candidatura del pittelliano Domenico Bonaduce VAL D’AGRI - Le elezioni di fine maggio si avvicinano e la fibrillazione per i toto candidati a sindaco sono palpabili in alcuni paesi del comprensorio dell’alta Val d’Agri. A Spinoso, il centro sinistra sembra diviso su due fronti: da una parte il sindaco uscente, il renziano per eccellenza, Pasquale De Luise, con una lista civica e dall’altra parte la compagine del Partito Democratico ufficiale e il suo segretario, nonché l’ex sindaco di precedenti legislature (dieci anni), il lacorazziano Mario Solimando. Raggiunto al telefono, De Luise «non smentisce ma neanche ufficializza la notizia» e aggiunge «visto le molteplici attività e iniziative che abbiamo realizzato e tutt’ora in fase di realizzazione, ci stiamo ragionando». E tutto lascia intendere, anche il mantenimento pressoché immutata di gran parte della restante compagine amministrati- Un seggio elettorale va. Ma non solo, voci di corridoio fanno trapelare che nel piccolo comune spinosese, si parla insistentemente anche di una probabile terza lista guidata dal consigliere di minoranza Aldo Lista (Centro Democratico). Più “buia” nel paese che ha dato i natali all’ingegnere poeta, Leonardo Sinisgalli, dove la situazione è meno fluida con silenzi e depistaggi per non bruciare il “cavallo giusto”nel calderone. Di sicuro Mario Di Sanzo, l’uomo che da dieci anni siede sulla poltrona da sindaco del comune montemurrese, zio dell’attuale consigliere regionale nonché presidente della Provincia, Piero Lacorazza, per obbligo di legge, deve deporre “le armi”, ma non senza lasciare un testimone della sua continuità e si rumoreggia il nome dell’assessore uscente, nonché segretario della sezione locale del Pd, Senatro Di Leo. Intanto, dall’altra parte è in via di costituzione un neo movimento civico fondato dall’attuale consigliere di minoranza, Antonio Santomartino. Movimento orientato all’adesione di tutti i cittadini che manifestano interesse ed attraverso le primarie vogliono far parte di una lista civica che possa rappresentare un polo alternativo in vista delle elezioni comunali di maggio. In evoluzione, invece, la situazione nel comune viggianese. Di fatto secondo alcuni rumors e indiscrezioni di palazzo sarebbero in arrivo nuove ed eclatanti rivoluzione in casa Pd, sezione locale di Viggiano. Dopo l’abbandono dell’assessore alle attività produttive, Domenico Fortunato come possibile outsider per una lista (causa dissapori interni allo stesso partito) fa il suo ingresso come papabile, la figura di Domenico Bonaduce, libero professionista, ex assessore ai Lavori Pubblici della prima legislatura del- la giunta Alberti. Un fedelissimo del governatore regionale, Marcello Pittella. Benvoluto dalle correnti renziane che in questo momento agitano la dialettica interna al partito. Per ora sono solo voci, ma che continuano a circolare con insistenza nell’ambiente politico e tra le vie cittadine. Anche se in paese si rumoreggia per altri nomi come l’attuale assessore alla cultura, Luca Caiazza. Voci che poi decadono nel giro di pochi giorni. Mentre tra i candidati alla ricerca della carica di primo cittadino non fa mistero la lista capeggiata dall’uscente consigliere di minoranza del “Cambiamento”, Amedeo Cicala. Questa volta però, la lista non è di centro destra, ma a quanto dichiarato è una “coalizione” con tutte le forze del territorio, anzi dichiara, ci sono “più elementi di centro sinistra” con l’ingresso dell’attuale vice sindaco, Rocco Antonio Mon- tone. Nodo da sciogliere per l’ex Sindaco, nonché attuale consigliere provinciale, Vittorio Prinzi. E’ probabile, invece, che una lista di Grillo si possa presentare alla tornata amministrativa e nel caso, il più papabile dei candidati a sindaco sarebbe il referente di zona, l’imprenditore dell’Azimut, l’ingegnere Alberti. Mentre è già al lavoro nel comune di Marsicovetere, il sindaco uscente Claudio Cantiani (Pd) che ha ufficializzato la sua ricandidatura, naturalmente, con squadra uscente a seguito (Giovanni Vita, Michele Milano, Marco Zipparri, Monica Gregoriano e Giannangelo Briglia). Di certo, la coalizione sarebbe di centro sinistra. L’altra grande e inaspettata novità del panorama politico di Marsicovetere, sembrerebbe essere – sempre secondo i rumors – il ritorno dell’ex sindaco della cittadina, Michele Mazza, con una lista di sinistra. Angela Pepe RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE ilquotidiano.pz@finedit.com LAGONEGRESE Recuperati oltre 3 milioni. Soddisfatto Valluzzi LAURIA Si ribalta auto Ferita una donna L’importante arteria verrà ammodernata e messa in sicurezza di Latronico In arrivo fondi per la Sp 3 LAGONEGRESE - Buona notizia sul fronte viabilità. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’esito di una rigorosa istruttoria, ha autorizzato il recupero di 3.098.741 euro per la realizzazione degli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza del percorso stradale esistente tra la SS 585, Trecchina e Maratea. A comunicarlo è Nicola Valluzzi, assessore alla Viabilità e ai Trasporti della Provincia di Potenza, a conclusione dell’incontro tenutosi ieri mattina a Roma presso il Ministero. «Le risorse finanziarie assegnate con la Legge 388/2000 (Legge finanziaria 2001) – prosegue l’assessore – erano state dichiarate perente e l’intervento definanziato con Legge 244/2007 (Legge finanziaria 2008), a causa dei ritardi accumulati nella definizione del procedimento amministrativo propedeutico all’appalto dei lavori e per l’esigua copertura economica assicurata dal finanziamento assegnato, a FRANCAVILLA TRECCHINA Riaperta la Ss 585 TRECCHINA - Riaperta al traffico, con istituzione di un senso unico alternato,la Ss 585 "Fondo Valle del Noce" tra il km 5,700 e il km 5,770, nel Comune di Trecchina. La chiusura si era resa necessaria per consentire interventi urgenti di disgaggio dei massi pericolanti ed i lavori di messa in sicurezza del costone. Il transito veicolare viene regolato da un impianto semaforico. Un tratto della sp 3 (da google maps) fronte della soluzione proget- da una situazione di diffuso tuale individuata che richiede- dissesto idrogeologico, carenva una spesa complessiva di ol- za di sistemi di protezione e amtre 40 milioni di euro». maloramento del fondo stradaLa nuova proposta proget- le. I lavori dovranno essere aptuale formulata dalla Provincia paltati, ultimati e collaudati endi Potenza, condivisa e sostenu- tro 24 mesi secondo un preciso ta dalla Regione Basilicata e ac- ed inderogabile cronoprocolta dal Ministero, - spiega gramma, definito secondo le l’assessore - prevede un inter- previsioni del decreto del Minivento di ammodernamento e stero dell’Economia delmessa in sicurezza della Sp 3 l’1/08/2013 in materia di proceTirrena, attualmente segnata dure di monitoraggio della spe- sa». «Fino all’ultimo istante della consiliatura – conclude Valluzzi – lavoreremo senza sosta per portare a conclusione il maggior numero di iniziative avviate, per non lasciare nulla di intentato e affermare con questo agire l’importanza e la dignità della funzione pubblica svolta, qualunque possa essere l’immediato destino assegnato alla singola istituzione». LAURIA – E’ stata ricoverata per precauzione presso il reparto di ortopedia dell’Ospedale di Lagonegro una donna di Latronico che nella giornata di ieri, intorno alle ore 10.50, è rimasta ferita in un incidente avvenuto lungo la strada provinciale in località Fontana dei Contadini che collega località Pecorone al centro di Lauria. L’automobile condotta dalla donna, per cause che sono ancora al vaglio dei carabinieri, si è ribaltata nella curva adiacente il piazzale di Fontana dei Contadini e durante il sinistro è andata parzialmente distrutta. Non si conoscono le cause che hanno provocato l’incidente, molto probabilmente i freni non hanno funzionato bene. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 di Lagonegro e i carabinieri di Lauria. Da quanto si è appreso le condizioni della donna che viaggiava da sola , non sono gravi. Emilia Manco L’incidente è avvenuto in località Pecorone MARATEA Entra nel vivo la campagna elettorale in vista delle amministrative Cupparo punta al restyling Il grillino Accardi scende in campo FRANCAVILLA - Prosegue a pieno regime l’attività di restyling promossa dall’amministrazione comunale di Francavilla in Sinni capitanata da Francesco Cupparo. Un programma articolato che ha come obiettivo quello di rendere fruibile il paese. In questo periodo sono in fase di realizzazione, l’asilo nido in Via Matteo Cosentino, attiguo al complesso “Dattoli”, lo svincolo sulla statale “Sinnica” in prossimità dell’area artigianale in contrada “Le Ischie”, le fontane in Piazza Amendola e Magistrati Mainieri, i bagni pubblici e 125 loculi cimiteriali. Alla fine del mese inoltre, riprenderanno anche i lavori che prevedono la costruzione dei parcheggi in Via Emanuele Granturco. Due invece, le opere già portate a termine riguardanti la manutenzione delle strade rurali nelle località Bruscata, Cerro Grosso e Sant’Angelo e l’impianto di pubblica illuminazione a led nel centro storico e in alcune strade adiacenti. Per quanto concerne infine, i lavori in fase di progettazione avanzata per finanziamenti già ottenuti, ci sono il lista la sistemazione delle scuola elementare e media e poi del Bosco Avena. MARATEA - Gabriele Accardi, consulente del lavoro di Maratea, iscritto all’albo provinciale dell’ordine di Potenza è il candidato a sindaco per il Movimento 5 Stelle nella perla del Tirreno. Il primo atto della sua discesa in campo è la richiesta di certificazione della lista “Movimento 5 Stelle Maratea”, sul blog di Beppe Grillo. «I pentastellati marateoti - spiega in una nota il candidato a sindaco - vogliono, coinvolgendo il maggior numero di cittadini, intraprendere un percorso che serva a ridare alla ridente cittadina lucana il lustro che merita. Per questo moti- L’obiettivo dei pentastellati: «Ridare alla Perla del Tirreno il lustro che merita» Sopra una foto di Maratea, a lato Gabriele Accardi vo nasce il “Movimento 5 Stelle Maratea”, che è associazione libera da ogni ideologia, sia di sinistra che di destra e, proprio per questo, slegata da logiche di partito di qualsiasi ispirazione. Vuole seguire in tutto e per tutto l’idea portata avanti dal movimento nazionale e cioè: “a casa i vecchi politici”». L’identikit dei candidati è spiegato nel comunicato: «saranno - scrive Accardi persone nuove che non han- LAURIA L’iniziativa di alcuni cittadini nel giorno dell’anniversario dell’Unità Ripulita da volontari l’area adiacente la villa LAURIA - Nel giorno del 153esimo anniversario dell’Unità d’Italia 11 uomini, tra pensionati e liberi professionisti, hanno deciso di dedicare del loro prezioso tempo a titolo gratuito alla comunità lauriota. Hanno pulito una vasta area adiacente la villa comunale del rione superiore di Lauria. La decisione era stata presa qualche sera fa davanti ad un bar, tra una chiacchiera e un aperitivo, discutendo di decoro urbano hanno pensato di dover dare un contributo alla cittadina. Servono anche di questi segnali per recuperare quel senso di civismo che oggi potrebbe aiutare in un momento di crisi, d’altra parte hanno messo in evidenza un modo nuovo nell’affrontare le problematiche quotidiane di cui l’amministrazione dovrebbe farsi carico. «Che non si valuti come un segnale di protesta, – ci dice Vincenzo Carlomagno uno degli ideatori – perché avendo del tempo giornaliero a disposizione abbiamo deciso di investirlo in questo modo, invece di far altro». C’è da evidenziare che l’azione è stata ben apprezzata dai cittadini che hanno potuto verificare di persona il lavoro eseguito, anche dal punto di vista professionale per la maniera in cui è stato autogestito. Mimino Ricciardi Foto di gruppo dei volontari no collusione con l'antica concezione di fare politica, perché si è stanchi di affidare nelle mani del politico di mestiere la gestione della cosa pubblica e si lavorerà affinché venga sovvertita quella tendenza che vuole “l’uomo politico” come unico e supremo controllore della vita economicosociale di tutti». «Interpretando, quindi, il malcontento popolare, si è giunti alla conclusione che bisogna agire e riflettere su un punto di principio fondamentale: “le culture istituzionali hanno fatto di tutto per inculcare nella testa dei cittadini che il politico non può essere un cittadino qualunque, né può rispondere agli interessi del popolo o essere soggetto alla volontà e all’influenza del popolo. È ora che cambi questa logica, che vede il “politico” non più essere il rappresentante dei cittadini e dire alle nuove generazioni, che si può cambiare, ridando un’immagine diversa dell'”uomo politico”». «Un uomo politico che stia tra la gente, - conclude il comunicato stampa - che si faccia carico delle esigenze, delle necessità dei cittadini e cerchi di migliorarne le condizioni socioeconomiche». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA matera@luedi.it Il Pd per ora sta a guardare tra Adduce, Santochirico e Braia e con il 2019 sullo sfondo Comunali 2015, Stella apre la corsa Con “Noi siamo l’Italia” riproposto quel messaggio civico di successo nel 2007 e 2010 E’ STATO Franco Stella ad aprire le danze di una lunga corsa di avvicinamento alle Comunali 2015 per la città di Matera. Ed il messaggio proposto a gran voce, sulla scia che ha dato risultati con Acito (e poi Buccico) nel 2007 e Tosto nel 2010 è quello del civismo, cioè di quella parte di società civile che fa una scelta diversa. L’attuale presidente della Provincia di Matera non si è sbilanciato di certo ma non ha negato assolutamente l’ipotesi di una sua candidatura diretta. Di certo con alcuni consiglieri comunali di opposizione nelle sue fila, un gruppo che stando alle voci dei bene informati potrebbe rafforzarsi nei prossimi giorni, si propone con una volontà di avanguardia a livello comunale. Ed anche la scelta di Matera per un movimento nazionale o che nasce come tale è sintomatica di quelli che sarà il futuro e le relative scelte. Insomma la corsa e i posizionamenti sono iniziati a circa un anno di distanza. Molto potrà cambiare ma come si fa per i programmi ambiziosi ed a lunga scadenza si inizia da subito a Franco Stella pensarci. Di certo Stella si muove per primo perchè in altri contesti si è ancora molto lontani. Nel Partito Democratico c’è, ad esempio la necessità di dare un messaggio chiaro in questo momento sulla compattezza di un partito diviso anche sulle regole del gioco per l’elezione del suo segretario cittadino. Tre almeno i fronti aperti così come è venuto fuori dal congresso con un’area di maggioranza che fa rife- Salvatore Adduce rimento al sindaco e che può pensare probabilmente ad un Adduce bis. In questo senso una grande scommessa resta l’esito della candidatura a capitale della cultura. Potrebbe essere, è la speranza almeno di chi sta giocandosi come Adduce questa carta, un’opportunità importante anche per arrivare ad un bis ed una seconda legislatura. In quest’ottica anche l’idea di un rimpasto in giunta in extremis dovrebbe Vincenzo Santochirico Luca Braia servire proprio per lancia- di terze opzioni, è la scelta della cultura. re la volata verso il 2015. del centrodestra divisa in Una spilla da tenere al Un’idea chiara anche se mille rivoli tra Forza Italia, petto e da far valere inevitanon facile da realizzare. Nuovo Centrodestra e Fra- bilmente anche in prospetLe alternative nel Pd da telli d’Italia mentre da te- tiva futura. Cotugno a Santochirico, a nere d’occhio a Matera citMatera comincia a penBraia nel Partito Democra- tà sarà invece l’opzione sare al proprio futuro, le tico non mancano e lascia- grillina visto che la città Comunali nelle ultime ocno pensare che si dovrà ne- dei Sassi rimane la rocca- casioni non sono mai state cessariamente arrivare ad forte per eccellenza del Mo- nè facili e nè scontate per una scrematura iniziale, vimento cinque stelle luca- nessuno. Stella ha aperto le magari attraverso le pri- no. danze con la sua convenmarie che sono ormai struUn quadro inevitabil- tion. La corsa è iniziata e le mento consueto all’interno mente ancora in movimen- mosse future saranno tutdel Partito Democratico. to ma su cui si inizia a lavo- te in quest’ottica. Piero Quarto Ancora più caotica, an- rare puntando sul civismo © RIPRODUZIONE RISERVATA che in questo caso a favore come Stella o sulla capitale RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 28 Matera Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Botta e risposta Paterino-Adduce sulle risorse alla Cassa depositi e Prestiti «Quattro milioni di giacenze inutilizzate?» «Tre quattro milioni rimangono in giacenza ed inutilizzati presso la cassa deppositi e prestiti». «Assolutamente no, il fatto che non sono stati erogati è solo perchè i lavori per cui è stato richiesto il mutuo non sono ancora terminati». E’ un botta e risposta fermo quello che il consigliere comunale Michele Paterino e il sindaco Adduce instaurano circa l’utilizzo oculato dei fondi derivanti dalla Cassa depositi e prestiti e che attraverso alcune giacenze resterebbero inutilizzati. Un’opinione controversa da cui nasce il botta e risposta. «E’ necessario innanzitutto – spiega il consigliere comunale Michele Paterino - attivare una puntuale ricognizione su una serie di parametri, in quanto non tutti i residui dei mutui sono utilizzabili. Nello specifico si tratta diverificare, per ciascun mutuo , l’importo concesso, quello erogato e quello non ancora erogato oltre ad acquisire da parte degli uffici tecnici comunali una attestazione che le opere di cui al finanziamento concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti sono state regolarmente ultimate e che non è necessario utilizzare ulteriormente la somma residua». Paterino ribadisce la necessità che l’Amministrazione proceda ad una gestione oculata ed efficiente an- che delle risorse derivanti dai prestiti già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ottimizzare l’impiego dei fondi residui non utilizzati. Il consigliere chiede una ricognizione delle somme giacenti. La risposta di Adduce è di segno opposto: «I quattro milioni di euro a cui fa riferimento il Consigliere comunale Michele Paterino non giacciono inutilizzati alla Cassa Depositi e prestiti. Sarebbe stato sufficiente rivolgersi agli uffici per avere in pochi secondi la stampa della situazione degli ultimi 50 anni per sapere che dal 1960 al 2012 il Comune di Matera ha contratto mutui per 58.690.000 di euro. A fronte di questi importi che coprono circa mezzo secolo di appalti, sono stati erogati 54 milioni e 100 mila euro. Restano circa 4 milioni di euro per opere tutt’ora in corso di realizzazione. Quanto al monitoraggio e alla gestione finanziaria il consigliere Paterino può dormire sonni tranquilli. Perché con l’accesso diretto alla banca dati della Cassa è possibile sapere appalto per appalto quanto è stato erogato. Ciò significa che teniamo sotto controllo opera per opera prevedendo la destinazione di eventuali economie verso un diverso utilizzo. Paterino dovrebbe sapere che questa amministrazio- Michele Paterino in Consiglio comunale ne comunale nel 2013 ha ne rimane aperta e con opifatto una ricognizione di nioni diverse anche se Adtutte le somme non utilizza- duce pare chiuderla dicente nel corso di alcuni decen- do: «Da un consigliere di ni e che ammontano a oltre 4 lunghissimo corso ed espermeuro, cifra che abbiamo ri- tissimo di pubblica amminiprogrammato inserendola strazione come Paterino mi nel piano annuale e trienna- aspetto i complimenti e le le delle opere pubbliche». congratulazioni per il lavoLa querelle sulla questio- ro che stiamo svolgendo». Viene finanziata la creazione di altre imprese o l’ampliamento di quelle precedenti Al via un bando da 21 milioni La Regione favorisce la riqualificazione della filiera del mobile e nuovi investimenti UN bando da 21 milioni di euro per il territorio murgiano e la filiera del mobile imbottito. E’ quanto mette a disposizione la Regione Basilicata, a sostegno della diversificazione produttiva e della riqualificazione della filiera del mobile imbottito, ha messo a bando 21 milioni di euro per i comuni del territorio murgiano (Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci). Il bando gestito da Invitalia si chiuderà il prossimo 4 aprile e finanzia programmi di investimento nei settori manifatturiero, della produzione di energia elettrica e specifiche attività del settore dei servizi. In particolare il bando finanzia: la creazione di nuove imprese o l’ampliamento di quelle esistenti, in settori alternativi alla filiera del mobile imbottito, che prevedano l’adozione di soluzioni tecniche, organizzative e produttive innovative; la riqualificazione delle unità produttive di imprese operanti nella filiera del mobile imbottito che soddisfino specifiche condizioni in tema di innovazione e ricerca e sviluppo; la realizzazione di nuove unità produttive o l’ampliamento di quelle esistenti, che eroghino servizi specialistici volti a favorire la competitività delle imprese del Distretto stesso. Gli investimenti devono essere compresi tra 1,5 e 5 milioni di euro, con un limite minimo di 800.000 euro per le imprese nel settore dei servizi. Gli incentivi consistono in un contributo a fondo perduto fino ad un massimo del 50% dell’investimento ammissibile, oppure in un mix di contributo a fondo perduto e mutuo Il bando che è gestito da Invitalia chiude il 4 aprile L’investimento dovrà essere tra 1,5 milioni e 5 milioni Occasione di riqualificazione per la filiera del mobile imbottito agevolato, fino a copertura complessiva massima del 75% della spesa ammissibile. I soggetti beneficiari dovranno impegnarsi, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di nuovi addetti, a procedere prioritariamente all’assunzione del personale espulso dalla filiera produttiva del mobile imbottito del Distretto. I progetti saranno selezionati sulla base di un procedimento valutativo a graduatoria. L’iniziativa si inquadra nell’ambito delle azioni previste dell’Accordo di Programma sottoscritto dalle Regioni Puglia e Basilicata con il Ministero dello Sviluppo Economico ed Invitalia per fronteggiare e superare la crisi industriale ed occupazionale che ha colpito il Distretto del Mobile Imbottito. Inoltre, nei territori lucano e pugliese del Distretto, è ope- rativo fino al 5 maggio, il bando del Ministero dello Sviluppo Economico per gli incentivi a favore di programmi di sviluppo sperimentale e non preponderante ricerca industriale. L’avviso, con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro, prevede l’erogazione di incentivi a favore delle imprese per programmi di Ricerca e Sviluppo con costi ammissibili compresi tra 600.000 euro e 5 milioni di euro. Gli incentivi prevedono un contributo alla spesa variabile dal 20 al 40% dei costi ammissibili, in base alla dimensione d’impresa ed un mutuo agevolato fino ad un massimo del 50% dei costi ammissibili. Il 100% dei costi dovrà essere sostenuto in unità produttive ubicate nei territori dei Comuni del Distretto del mobile imbottito. Esclusivamente per gliorganismi di ricerca, le spese potranno essere sostenute in territori diversi da quelli dei Comuni del Distretto del mobile imbottito, nei limiti del 30% del valore complessivo del progetto presentato. L’avviso ed i format possono essere consultati sui siti internet del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia. «Non ci sono fibre di amianto nei rifiuti rinvenuti alla Valdadige» Il Comando di Matera del Corpo forestale dello Stato ha inviato al sindaco della città, Salvatore Adduce, una nota con la quale si comunica che “dalle analisi dei rifiuti di presunta origine pericolosa (lastre di eternit) rinvenuti all’interno della Valdadige Ila Laterizi eseguite dal centro amianto dell’Arpab di Potenza è stato accertato che non contengono fibre di amianto nocive alla salute umane”. Il sindaco ringrazia il Corpo Forestale dello Stato e l’Arpab per la celerità con cui hanno effettuato l’analisi dando così massima rassicurazione ai cittadini interessati. Nei giorni scorsi il Corpo Forestale dello Stato aveva informato di aver sequestrato un’area di 4000 metri e deferito tre persone all’autorità giudiziaria par- lando di un’azienda dedita alla produzione di travetti in cemento e mattoni laterizi. «Nel corso degli accertamenti», si leggeva nella nota, «è emerso mediante il tombamento di rifiuti provenienti dall’attività di produzione». Si parlava in quel caso chiaramente di un Aia e dell’intervento dell’Arpab per le analisi di rito e il sequestro dell’area in cui erano rinvenuti i depositi di rifiuti speciali. Oggi, come viene confermato dalla nota dell’Amministrazione comunale un ulteriore passo in avanti chiarificatore nella vicenda non solo relativamente all’aziendain questione ma anche all’esito dei controlli che sono stati portati avanti da Arpab e Corpo Forestale. CRONACA Muore dopo la lite in via del Toro l’uomo di 56 anni I Carabinieri hanno ricostruito il tragico episodio in via del Toro Il gip presso il Tribunale di Matera, Angela Rosa Nittis, ha confermato gli arresti domiciliari per Giuseppe Sarra, di 68 anni, accusato dell’omicidio preteritenzionale di Enrico Dandini, aggredito durante una lite per questioni di precedenza venerdì scorso e morto la notte scorsa nell’ospedale San Carlo di Potenza. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Sarra, che è un operaio ed era ai domiciliari fin dalla giornata di venerdì, dopo essere stato identificato e rintracciato dai Carabinieri. Sarra e Dandini, alla guida delle loro auto, hanno litigato per questioni di precedenza, in una strada di Matera, via del Toro: dalle parole sono passati ai fatti e, durante il litigio, Dandini è caduto, riportando lesioni gravissime. Sarra, che dopo il litigio era andato via senza prestare soccorso a Dandini, ha fornito al gip la sua versione dei fatti e delle circostanze che hanno portato al ferimento di Dandini. Durante l’udienza, il pubblico ministero, Annunziata Cazzetta, ha chiesto la modifica del capo di imputazione in omicidio preterintenzionale, rispetto a quello iniziale di lesioni aggravate. Dopo il litigio e la caduta, Dandini era stato soccorso e trasportato all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, ma la gravità delle sue condizioni apparse subito disperate - aveva determinato il trasferimento in elicottero a Potenza, dove la notte scorsa è morto. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI matera@luedi.it POMARICO Lavori in una delle zone più a rischio. Casolaro: «La Provincia ci ascolti» Fosso S. Pietro, sì al progetto preliminare POMARICO - Fosso San Pietro è un altro dei guai di Pomarico. Fra i vari progetti presentati dal Comune, a favore del consolidamento e sistemazione idrogeologica dell'abitato e delle campagne, ricordati nuovamente tra l'altro durante la riunione del consiglio comunale ultima e dedicata del 27 febbraio scorso, spicca un intervento per uno dei sei fossi che circondano il territorio comunale: Fosso San Pietro. Perché gli eventi alluvionali, si legge, tra l’ al- tro: «Hanno provocato estesi movimenti franosi, crolli di scarpate e smottamenti a valle di via Papa Giovanni e viale Kennedy, zone in cui il limite di frana è arrivato ormai a poca distanza dalle ultime case e mincacciandole da vicino». Tanto che la delibera di giunta del 29 gennaio 2014, ancora, parla di «Fe- nomeni in continua e costante evoluzione, rappresentanti un evidente pericolo per la pubblica e privata incolumità». Quindi l'amministrazione comunale ha approvato il progetto preliminare, firmato dall'arch. Pignatelli, per un importo complessivo di 900 mila euro. Nella zona, fra le altre cose, si trova uno dei depu- ratori cittadini. Gli uffici comunali, inoltre, hanno avvertito e chiesto sostegno alla Provincia di Matera, perché via Ridola ha pure sue competenze per l'area interessata. Ma proprio nello svolgimento della massima assise cittadina citata, lo stesso primo cittadino Casolaro si lamentava del fatto che la Provincia non avesse ancora risposto alle sollecitazioni di corso Garibaldi. Lo stato di Fosso San Pietro rientra di buon diritto nei quai pomarica- Il centro di Pomarico e nel box il sindaco Casolaro ni derivanti dal dissesto idrogeologico. Principale minaccia per Pomarico. E nonostante i tanti soldi spesi negli anni dal Comune, il quadro complessivo è chiaramente preoccu- pante tanto da costringere almeno parte della cittadinanza a stare sempre sulle spine. Al di là degli allarmismi come delle rassicurazioni. n.f. Coinvolte cittadine come Ferrandina, Pomarico, Montescaglioso, Irsina e Miglionico Nasce il consorzio delle pro loco Esperimento riuscito per alcuni comuni di Medio Basento e Bradano L’ANGOLOdelloSPORT PASSI avanti verso il Consorzio della Pro Loco del Medio Basento e Bradano. Contro il campanilsmo. «Il campanile va bene, ma da che mondo è mondo si sa anche che l’unione fa la forza - si legge sullo spazio fb della Pro Loco "E. Mattei" di Pomarico. Niente di più vero, specie se si tratta d'un principio rivendicato per sostanziare un'azione pratica; mentre si rilancia, tra l'altro, un impegno da sostenere. Le Pro loco di Pomarico, Miglionico, Montescaglioso, Ferrandina e Irsina, dopo un primo incontro di qualche mese fa nel Palazzo Marchesale pomaricano (appuntamento per il quale fu tra l'altro sottolineata l'importanza su queste stesse colonne, ndr), si sono nuovamente riunite, recentemente, nella sala giunta del Comune di Montescaglioso. In questa ultima Ferrandina e Montescaglioso, due dei comuni del Consorzio Pro loco occasione è stato continuato il di- lizzato. Perché mettersi insieme? luppo del territorio. Più in generascorso che guarda alla sinergia Ecco la risposta, intanto sempre le, lo scopo primario dichiarato reale delle diverse attività sociali. da fb: «Scopo è imparare, conosce- dal Consorzio è quello di potenziaEd «E’ stato ufficialmente presen- re e prendere diretto contatto con re l’accoglienza turistica, attività tato il primo nucleo del Consorzio quelle che sono le risorse econo- che riveste un interesse primadelle Proloco del Medio Basento miche, imprenditoriali e organiz- rio». Il soggetto in costruzione saBradano, iniziativa unica in Basi- zative da tutelare e valorizzare, in rà presentato nel dettaglio nei licata - s'apprende sempre dal so- nome del bene comune che si in- prossimi giorni. Ma già sappiamo cial network attualmente più uti- tende perseguire, ovvero lo svi- che per le Pro loco «La costituzio- Scopo primario dichiarato dai partecipanti è quello di potenziare l’accoglienza turistica, ovvero l’attività che riveste un interesse particolare ne di una figura univoca che convogli in sé i vari attori interessati mira a facilitare i rapporti tra le Pro loco stesse e le istituzioni e autorità che operano nel settore del turismo, nonché serve a sostenere una maggiore flessibilità nelle interazioni tra le stesse Pro loco e i soggetti, anche privati, che possa- no desiderare di agire nell’interesse del territorio». Tra i punti di riferimento importanti, la Casa della Cultura che ha sede a Pomarico, finanziata, però, dal Gal Bradanica e gestita dalla Pro loco "Mattei". Nunzio Festa provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA TERZA CATEGORIA Il capitano dell’Atletico Marconia: «Abbiamo mostrato carattere» Cazzato: «La concorrenza ci stimola» MARCONIA – Trasferta a Calvello e Serrapotamo in casa: vincere contro queste formazioni significherebbe per l’Atletico ragguagliare altri due bottini pieni stagionali e continuare la rincorsa al primo posto, distante solo due lunghezze. «Innanzitutto significherebbe accrescere il morale – esordisce il capitano dei rossoblu Lino Cazzato e poter giocare più liberi di testa e convinti. Stiamo meglio, ci alleniamo con più intensità, la concorrenza fa bene e stimola. Come sto io? Sto ritrovando serenità». Il difensore rossoblu, dopo un inizio di campionato da leader, sta faticando però a ritrovare ritmi e sicurezze perdute a causa degli allenamenti saltati causa lavoro: «Più che l’infortunio sono stati altri problemi a rallentarmi - ha continuato Cazzato - ma ora tutto sta tornando alla normalità. La mancanza del posto fisso aiuta a dare di più, oltretutto si avvicina la Coppa è importantissimo fare bene. Il ct D’Alessandro mi conosce bene, devo solo giocare al massimo, nel calcio non ti regala niente nessuno». Domenica prossima, match probante contro il Calvello: «Uno stimolo in più per continuare a fare punti dopo i successi importantissimi con Maratea e Latronico». Obiettivi finali? « Il traguardo è lontano soli 2 punti, viviamo partita dopo partita. Contro i calvellesi non sarà tanto importante il giocar bene, quanto il fare necessariamente tre punti. Non dovessimo farcela, sicuramente abbandoneremmo la corsa, ripiegando così esclusivamente sulla Coppa». Prendendo in considerazione il cammino impostato finora, c’è da rimproverarsi qualcosa? «Non credo ci siano dubbi su quale sia la squadra che gioca meglio a calcio nel nostro girone. Per una serie di motivazioni purtroppo non siamo i primi della classe e potremmo non esserlo mai. Abbiamo pareggiato molte partite e potremmo pagare un prezzo molto alto per questo. Ma siamo fiduciosi: abbiamo dimostrato a noi stessi prima e alle squadre del nostro campionato quella che è la nostra identità, il nostro carattere, il nostro temperamento e la nostra capacità di adattamento a tutte le situazioni. Non dovessimo farcela a Lino Cazzato, capitano dei rossoblu e difensore della squadra scavalcare il Maratea capo- ci così la promozione. E poi, lista, dovremmo comun- punteremo forte sulla copque giungere secondi: par- pa: quello è un obiettivo che teciperemo così al qua- desidereremmo centrare». drangolare delle prime Cristian Camardo quattro classificate, cerprovinciamt@luedi.it cando di vincerlo e meritar© RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO matera@luedi.it «Si segua l’esempio del sindaco pugliese di Modugno che ha sospeso l’insediamento di industrie» Basento, l’inquinamento può ampliarsi Allarme di No scorie che chiede anche al commissario di Bernalda di attivarsi PISTICCI - «Il fiume scorre e l’inquinamento pure, gli idrocarburi ritrovati nel Basento all’altezza del ponte della ss106 confermano le ns preoccupazioni su un inquinamento diffuso che potrebbe trasformarsi in un disastro ambientale». Lo scrive No scorie che torna sull’inquinamento in val Basento e aggiunge: «Mentre il sindaco di Pisticci si limita a scambiarsi epistole con il presidente della regione Pittella (senza che i due mettano in campo azioni significative) ,l’inquinamento avanza e interessa anche il comune di Bernalda, ma potrebbe interessare anche la costa jonica e i comuni di Ginosa e Scanzano. Chiediamo pertanto (se non lo ha già fatto) al Commissario straordinario Rosalia Ermelinda Camerini di Bernalda di attivarsi immediatamente per mettere in campo tutte quelle misure di tutela e salvaguardia della salute pubblica e delle economie locali, e, di garantire alla comunità di Bernalda una tutela da eventuali danni che la comunità e il tessuto economico della cittadina potrebbe ave- La Valbasento e accanto un dimostrante di No scorie re. Intere economie agricole e turistiche potrebbero essere messe in serio pericolo dagli errori perpetrati in val Basento. Le amministrazioni comunali della val Basento - si legge ancora - seguano l’esempio del sindaco di Modugno (Ba), Nicola Magrone che dice stop a nuovi impianti industriali che possano provocare maggior inquinamento . Per questo, ha disposto, con propria ordinanza, la PISTICCI Riconoscimenti per il coraggio e l’impegno nella vita sospensione dell’insediamento di tutti i nuovi impianti industriali e produttivi che possano essere causa di maggior inquinamento nell’area industriale del suo comune. Il provvedimento, spiega l’Am- ministrazione, è frutto di preoccupazione e precauzione rispetto a potenziali minacce per la salute dei cittadini e deriva dall’assenza di dati certi sulla qualità dell’aria nonostante i controlli previsti anche dalle prescrizioni ministeriali di Autorizzazione integrata ambientale emanate qualche anno fa. L’ordinanza del sindaco, si spiega, deriva dall’aver accertato che risultano carenti i controlli della qualità dell’aria che invece, secondo prescrizioni ministeriali, dovrebbero prevedere il monitoraggio in continuo soprattutto per Pm10 e Pm2.5. In val Basento siamo in un’area Sin da bonificare - conxlude nella sua nota No scorie - con un pesante inquinamento delle falde acquifere e del fiume Basento, cosa dobbiamo aspettare oltre affinchè le istituzioni agiscano come prevede la legge(non rinnovando ulteriori autorizzazioni per gli impianti a rischio inquinamento) per tutelare la salute dei cittadini e le vere economie del territorio?». provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA GRASSANO Il Comune pensa già alla prossima edizione E’ questione di donne Giovani artigiani crescono Al Centro Tilt, premi a creatività e comunicazione Cittadini e studenti vincitori del concorso di presepi PISTICCI - Dopo i quattro premi assegnati nella giornata inaugurale di Woman in Question 2014, al centro Tilt di Marconia, ad altrettante donne che si sono distinte nel mondo del giornalismo e della tutela del territorio, sabato scorso è toccato a quattro personalità al femminile operano nel mondo della creatività e della comunicazione. La serata conclusiva di “Donna in Questione”, evento organizzato dal centro Tilt ed altre associazioni assieme al comune di Pisticci, ha riconosciuto l’impegno di Maria Teresa Cascino, Fausta Losquadro e Giuliana De Donno. La cerimonia si è tenuta in Casa Elizia, nel rione Dirupo del centro storico. Mariateresa Cascino è direttore generale e cofondatrice del Women’s Fiction Festival, appuntamento internazionale che pone al centro delle sue attenzioni la narrativa femminile. E’ responsabile per l'organizzazione, la comunicazione e le relazione esterne, si occupa di comunicazione istituzionale e di progetti editoriali per il settore del cineturismo e del turismo culturale. Il Women’s Fiction Festival si tiene a Matera e nel prossimo settembre inaugurerà la sua undicesima edizione. Donna in Questione ha voluto premiare l’idea e l’impegno di una donna che ha creduto in questo evento sin dai suoi albori riuscendo nel tempo a regalargli la fama che merita. Fausta Losquadro, invece, è una scrittrice, Le premiate. Da sin: Maria Teresa Cascino, Fausta Losquadro e Giuliana De Donno insegnante, mamma e moglie pisticcese che ha avuto il coraggio di raccontare l’esperienza più difficile della sua vita, la prematura perdita di un figlio. Ha scritto anche di solidarietà e volontariato. Ha diviso la sua vita tra l’essere donna di famiglia e lavoratrice. Giuliana De Donno è, invece, una musicista. Materana diplomata in arpa classica, nel 2008 ha fondato e avviato la prima scuola in Italia di arpa popolare, con sede a Viggiano. La De Donno è una delle poche persone al mondo a possedere e suonare un’arpa originale viggianese. Non ha potuto ritirare il premio, invece, Giusi Cavallo, giornalista che dal 2011 dirige coraggiosamente la testata online locale di inchiesta, basilicata24, diventata un punto di riferimento per l'approfondimento giornalistico dedicato principalmente a tematiche ambientali e politiche. La serata di premiazione è stata condotta dalla giornalista Marika Iannuzziello. I premi sono stati consegnati da Rocco Calandriello e Massimiliano Selvaggi del centro Tilt, dall’assessore alla cultura del comune di Pisticci, Francesco D’Onofrio, che ha tenuto a ribadire quanto l’amministrazione creda nel primato dell’immateriale rispetto alla fredda logica dell’economia, e da Nunzia Armento, commissaria regionale per le Pari opportunità che, a proposito di integrazione, ha portato l’esempio virtuoso che dette origine alla Magna Grecia, con i greci del Peloponneso che seppero interagire con le comunità locali del tempo. Roberto D’Alessandro provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli alunni premiati dall’assessore Maria Porsia per i presepi realizzati GRASSANO - Una cerimonia semplice, ma opere. Come giunta dunque abbiamo deciallo stesso tempo ufficiale nella stanza del so di trasformare quella delibera del consindaco per premiare i cittadini e gli alunni corso, e conseguentemente quei pochi soldella scuola primaria di primo grado A. Il- di come premio per la partecipazione, in vento che hanno realizzato i presepi che so- materiale scolastico e piccoli premi. Alle no stati esposti nel periodo natalizio a pa- classi della scuola media, che hanno realizlazzo Materi. Ad organizzare l’incontro zato bellissimi presepi di pasta oltre ad un l’assessore alla cultura del comune di attestato di partecipazione abbiamo dunGrassano Maria Porsia che ha così spiega- que stabilito dei buoni per l’acquisto di mato: «Il ritardo nel premiare gli artisti, è do- teriale didattico , mentre ai cinque cittadivuto all’applicazione in termini di legge ni un piccolo cesto con prodotti tipici grasdella burocrazia per la destinazione di fon- sanesi. Il nostro auspicio - ha concluso l’asdi dedicati a iniziative specifiche. Avevamo sessore - è quello che per l’anno prossimo ci indetto un bando di concorso per la realiz- sia più partecipazione e che si possa realizzazione di presepi mettendo anche una pic- zare un percorso di presepi in paese. E pencola somma in denaro per i primi tre clas- sando già all’edizione presepe 2014 stiamo sificati. A quel bando non partecipò nessu- incrociando le dita affinchè il nostro conno, e a data scaduta alcuni cittadini Salva- cittadino, il maestro Franco Artese possa tore Digirolamo, Anna Maria Fedele, Ma- realizzare quest’anno il suo presepe a New rio Soranno, Vito Decuzzi, Valentino Ruz- York, notizia che sta aspettando l’intera zi e gli alunni della scuola media abbelliro- comunità con grande attesa ed emozione». no le stanze del piano terra di Palazzo MaGiovanni Spadafino teri, dove è alloggiato il presepe monumenprovinciamt@luedi.it tale del maestro Franco Artese, con le loro © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 18 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO matera@luedi.it MONTALBANO Danneggiata l’opera delle Mura rinascimentali Decapitata la statua della Pietà MONTALBANO - Gravi atti vandalici, sabato notte, alle mura Rinascimentali di Montalbano Jonico, da poco interessate da restauro e recupero nonché arredate con statue, generosamente donate alla città dall’artista Giuseppe Martignetti, docente di arte, per anni, nella città jonica. Divelta la testa di una delle Pietà del monumento per le vittime sul lavoro; solo due domeniche fa, era stata danneggiata un'altra Pietà, già oggetto di restauro, come pure la statua di Piazza Vittoria danneggiata qualche tempo prima. La cosa più grave questa volta che aggiunge la beffa al danno, è che non si può procede- re al restauro della statua manomessa alcune notti fa , in quanto il corpo della testa non è stato ritrovato. Rammaricato, il Sindaco Devincenzis ha sottolineato quanto già reiteratamente sostenuto sui social network: «Si fa appello alla cittadinanza di collaborare per il ritrovamento di questa parte del manufatto. Quanto accaduto è un fatto di estrema gravità, cosi come lo sono gli atti vandalici compiuti nelle ville comunali, nella fattoria Magno Greca, nel Vaccariccio, nelle scuole, sull’ arredo urbano e per i sacchetti di immondizia che ancora oggi vengono smaltiti per le strade, per le campagne e nei ca- lanchi. Così come gli scarti di muratura che vengono lasciati nei punti più disparati. E questo nonostante ci sia la raccolta differenziata e l'isola per lo smaltimento degli inerti. Questo certifica che nella nostra comunità- aggiunge vi sono ancora sacche di inciviltà. Si chiede la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini per sconfiggere queste atti di vandalismo, Montalbano non merita tutto ciò. Dell'incidente - ha concluso Devincenzis- sono stati informati i Carabinieri e i Vigili Urbani. Certamente non possiamo mettere telecamere in ogni angolo del paese, poiché gli atti vandalici sono diffu- La statua della Pietà rimasta senza testa e un’immagine delle Mura rinascimentali si su tutto il territorio. Ribadisco l'appello per il ritrovamento del corpo della testa della statua affinché venga restaurato». Stigmatizzato come grave segno di inciviltà, l’accaduto da tutta la cittadinanza. Anna Carone provinciamt@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA L’operaio, che lavorava nell’azienda di famiglia, fu picchiato con bastoni e forcone Massacrarono un rumeno, in manette I carabinieri hanno arrestato due fratelli di Scanzano, autori di un pestaggio a novembre SCANZANO - Il 30 novembre dello scorso anno, credevano che quel rumeno, che lavorava come operaio nell’azienda agricola del padre, stesse rubando benzina da un barile dello stabilimento. L’uomo, invece,spesso veniva pagato così e quel giorno era stato chiamato a casa dalla moglie incinta che aveva avuto un malore. Per raggiungere la moglie si stava rifornendo (essendo già abituato ad essere pagato, a volte con litri di carburante) dopo aver tentato, invano, di rintracciare il suo datore di lavoro. I due fratelli, A.C, 26 anni G.C. 24 anni non avevano sentito ragioni e avevano infierito sull’uomo in modo brutale colpendolo più volte con un bastone e un forcone fratturandogli il naso, l’ulna, quattro costole e spaccandogli un dente. Nonostante l’uomo tendesse a difendersi, i due hanno continuato a picchiarlo fino a fargli perdere conoscenza. Al termine del pestaggio e quando la vittima si è ripresa, Il centro abitato di Scanzano. La cittadina è stata teatro nel novembre scorso di una feroce aggressione A causa delle percosse, svenne due volte Per lui 40 giorni di prognosi e fratture al naso, alle costole e all’ulna lo hanno sollevato da terra, preso per un braccio e scaraventato nella sua auto, inti- mandogli di andare via. Finalmente l’operaio rumeno è riuscito a raggiungere la mo- glie ma non appena è entrato in casa ha perso di nuovo i sensi a causa delle ferite dovute all’aggressione. Nel pomeriggio dello stesso giorno, anche il padre dei due, datore di lavoro dell’operaio, aveva raggiunto la casa e dopo aver minacciato di morte la moglie dell’uomo, aveva lanciato una pietra contro il parabrezza dell’auto, spaccandolo. I carabinieri di Policoro, ricostruendo l’intera vicenda pur con difficoltà a causa del timore di ritorsioni da parte della vittima, con testimonianze, sopralluoghi e rilievi fotografici, sono risaliti all’identità dei due fratelli. Le prove raccolte e sottoposte ad Alessandra Susca della Procura di Matera sono state sufficienti a farla procedere con la richiesta di misura cautelare. Il Gip Angela Rosa Nettis ha emesso il provvedimento l’11 marzo scorso per i due, arrestati e sottoposti ai domiciliari per lsioni personali gravi in concorso. a.ciervo@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Operazione della Guardia di Finanza sulla 106 Jonica SCANZANO Sequestrati 54 chili di novellame Escavatore incendiato I Baschi Verdi della Compagnia Guardia di Finanza di Matera, lo scorso week-end, nel corso di controlli della fascia costiera jonico-metapontina, hanno intercettato un uomo che, a bordo di un furgoncino isotermico, percorreva la SS 106 “jonica” in direzione Reggio Calabria con un pregiatissimo carico a bordo. L’ispezione del veicolo ha consentito di scoprire e sottoporre a sequestro 54 chili di novellame fresco di sarda, che sul mercato al dettaglio avrebbe consentito un guadagno di circa 1.500 euro. L’uomo, originario di Corigliano Calabro, è stato denun- ziato alla competente Autorità Giudiziaria per “detenzione di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima in violazione della normativa in vigore”, contravvenzione per la quale la legge prevede la pena dell’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da 2.000 a 12 mila euro. Dopo l’intervento del veterinario, il prodotto ittico sequestrato è stato distrutto mediante affondamento in mare, in quanto privo della documentazione che consente di tracciare la provenienza e di conseguenza la genuinità del prodotto. Infatti, senza l’atte- stazione di alibilità da parte del veterinario il novellame, se consumato, è considerato un prodotto alimentare a rischio per la salute umana. La pesca senza controllo, in particolar modo di novellame, crea danni irreparabili non solo alla sopravvivenza delle specie ittiche interessate, ma anche al mantenimento dell’equilibrio dell’intero ecosistema marino. Basti pensare che una cassetta di novellame di sarda del peso di 6 chilogrammi riesce a raggiungere, se pescato in età adulta, il peso di 6/7 quintali di pesce. provinciamt@luedi.it UN incendio, di probabile natura dolosa, ha distrutto la notte scorsa a Scanzano Jonico un escavatore di un’impresa di Policoro che sta realizzando i lavori di adeguamento della strada che collega l’abitato a Montalbano Jonico (Matera). Sul posto sono intervenuti, intorno alle 4 del mattino, i Vigili del Fuoco e la Polizia, che sta indagando sulla vicenda. Gli incendi nell’area del Metapontino, sono un fenomeno in costante monitoraggio da parte delle forze dell’ordine dopo la recrudescenza dei mesi scorsi che aveva colpito alcune aziende. POST ALLUVIONE Unicredit annuncia La sospensione delle rate dei mutui «A seguito delle avversità atmosferiche che hanno colpito i Comuni di Bernalda, Montescaglioso, Pisticci e Scanzano Jonico, in provincia di Matera, nei giorni 7 e 8 Ottobre 2013, e in attuazione della Delibera del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio 2014 che ha dichiarato lo stato di emergenza per i Comuni della provincia di Matera, UniCredit ha previsto la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui ipotecari in favore dei propri clienti (aziende e privati) residenti nei territori coinvolti». Il provvedimento è stato comunicato da una nota dell’istituto che aggiunge: «La sospensione, che potrà esser richiesta a partire da oggi e fino al 30 aprile 2014 con una semplice autodichiarazione dei danni subiti, avrà una durata massima di 6 mesi e potrà riguardare l'intero importo Serramarina allagata dopo delle rate o la sola l’alluvione quota capitale. Il cliente potrà comunque decidere di riprendere i pagamenti in qualsiasi momento. Tutte le agenzie UniCredit presenti nei Comuni interessati sono operative per dare le informazioni sulle procedure necessarie per l’ottenimento della sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui. «Questa iniziativa – ha dichiarato Felice Delle Femine, Regional Manager per il Sud Italia di UniCredit – è il modo migliore che abbiamo per offrire un supporto immediato e concreto alle famiglie e alle imprese dei Comuni della provincia di Matera colpiti dalle avversità atmosferiche. Desideriamo dare il nostro sostegno a coloro che hanno subìto danni dalle avversità atmosferiche e ci auguriamo che il nostro contributo possa aiutarli a tornare alla normalità». RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO I «PREDATORI» Martedì 18 marzo 2014 CONTROMISURE A MELFI Si punta a rafforzare i sistemi di sicurezza in vista della produzione delle due nuove autovetture nello stabilimento IL MERCATO DEL RICAMBIO AUTOTRASPORTATORI L’ultimo tentativo di furto ha riacceso i riflettori sulla debolezza del sistema di controllo della merce in uscita dalla fabbrica Il fenomeno Furti a ripetizione problema «endemico» le altre notizie La questione dei furti di componentistica alla Fiat di Melfi è quasi un problema «endemico» e le numerose operazioni messe a segno dai carabinieri, evidentemente, non sono state sufficienti a debellare il fenomeno. L’operazione più importante si è verificata a metà novembre del 2006 e portò a nove arresti e all’iscrizione nel registro degli indagati di 37 persone. Già in quel periodo ogni mese dalla Fiat Sata di Melfi spariva un milione di euro in componenti di auto. L’inchiesta portò alla scoperta di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla frode contro l’industria nazionale nata proprio per la ricettazione di componentistica di auto e composta da commercianti, grossisti e «dipendenti infedeli» della «Tnt-Arvil», l’azienda contoterzista che gestiva la logistica nello stabilimento lucano della Fiat. A volte i Tir che entravano, venivano registrati, ma uscivano ancora carichi. In altri casi i pezzi sparivano dopo essere già stati immagazzinati o erano stati già sottratti dai container consegnati in azienda. Oggi al mercato tra bontà e solidarietà POTENZA CAMPAGNA AMICA n Oggi, in occasione del mercato settimanale di Campagna Amica al Parco Baden Powell a Potenza, i consumatori, oltre a poter acquistare prodotti genuini, potranno sostenere la lotta al cancro donando 10 euro alla Lilt in cambio di 0,50 ml di olio extravergine. TITO SINDACATO SAPPE Incontro sulle carceri sovraffollate FABBRICA Il piazzale della Fiat-Sata di Melfi [foto Tony Vece] Ladri di pezzi di automobili 7 milioni di danni in dieci anni L’azienda impegnata ad arginare i continui tentativi di furto della componentistica FRANCESCO RUSSO l Pochi giorni fa, l’ennesimo tentativo di furto di componenti per auto prodotte nello stabilimento Sata di San Nicola di Melfi. Un trentaquattrenne di origini calabresi, autista di una bisarca in uscita dallo stabilimento, è stato colto sul fatto dai carabinieri, che insospettiti dal suo comportamento lo hanno fermato per effettuare un approfondito controllo. Nella cabina di guida della bisarca, utilizzata per il trasporto delle vetture prodotte nella Sata, i militari hanno trovato pneumatici e pezzi di carrozzeria prelevati nella fabbrica ed hanno denunciato l’uomo alla magistratura. Il valore dei pezzi trafugati, era di qualche centinaio di euro. Ma in altre occasioni la refurtiva recuperata in seguito a controlli delle forze dell’ordine è stata di molto maggiore, anche centinaia di migliaia di euro. Il fenomeno dei furti di componenti alla Fiat RECUPERO Molti ricambi trafugati sono stati recuperati, ma il mercato illegale è sempre più florido di Melfi è iniziato ad emergere a metà dello scorso decennio. Finora, ricambi e pezzi di componentistica del valore di milioni di euro sono stati trafugati, ma altrettanti ne sono stati recuperati attraverso il controllo e le indagini delle forze dell’ordine. Di episodi avvenuti negli anni ce ne sono diversi. Risalendo a ritroso nel tempo, arriviamo all’aprile del 2005: circa tre milioni di euro di materiale sequestrato dai carabinieri di Foggia, in collaborazione con i militari di Potenza, all’interno di un’azienda del foggiano: all’interno di un capannone erano stati rinvenuti batterie per auto, centraline elettriche, ammortizzatori, radiatori, alternatori, compressori e altro materiale per auto, provenienti proprio dalla Fiat di Melfi. Da alcuni mesi i militari erano sulle tracce dei ladri e dei ricettatori all’interno della fabbrica lucana. Le indagini continuarono, e con la conclusione dell’operazione «Fiat Lux» nel 2007, si arrivò allo smantellamento di una vera e propria organizzazione a delinquere dedita al furto di pezzi di ricambio. Dopo un paio d’anni di tregua, i ladri hanno ricominciato a colpire, fin quando nel maggio del 2009 un autotrasportatore del foggiano e due dipendenti della Ceva Logistic addetti al carico e allo scarico di merci vennero arrestati in flagranza di reato dai carabinieri di Melfi, mentre caricavano su un camion ben 32 motori Fiat 1,3 Multijet, 40 motorini di avviamento, 50 alternatori, 100 semialberi, 400 dischi freno e altri pezzi per la Fiat Grande Punto e per un valore totale di 350 mila euro. Nell’ottobre dell’anno successivo i carabinieri di Melfi hanno arrestato un carrellista e un camionista, che di comune accordo avevano dapprima caricato su un autotreno un contenitore di materiali di ricambio del valore di 100.000 euro evitando successivamente i controlli all’uscita grazie alla complicità di un vigliante. SEMPRE PIÙ STRETTA L’«ALLEANZA» TRA LA FIAT E LE FORZE DELL’ORDINE PER FRONTEGGIARE I FURTI l Il problema c'è. E non è da poco. Migliaia di pezzi di componentistica realizzati alla Fiat di Melfi per un valore complessivamente di qualche milione di euro, spesso vengono trafugati dallo stesso stabilimento per finire sul mercato parallelo ed illegale ed essere rivenduti da ricettatori a prezzi molto più bassi, a volte anche della metà o di un terzo del valore commerciale. Ma il lavoro della polizia e dei carabinieri dell’area Nord lucana, del potentino ed anche della vicina Puglia, sempre più spesso riesce a spezzare questa catena di affari illeciti ai danni dell’azienda produttrice. In più occasioni, negli ultimi anni, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire a furti per milioni di euro, e a una rete di vendita che interessava diverse regioni italiane, fra cui la Puglia, ma anche il Centro e il Nord italiano. Il fenomeno è in leggera diminuzione, ma non è ancora scongiurato. «La stretta e proficua collaborazione con le forze dell’ordine presenti sul territorio ci ha consentito nel passato di affrontare e risolvere efficacemente alcuni problemi che hanno interessato lo stabilimento di Melfi», ci spiega un portavoce del gruppo Fiat-Chrysler. «Consideriamo importante aggiungono dall’azienda - il contributo fornito a livello locale per il suc- POTENZA POLIZIA Ruba grondaie di rame della cattedrale n Un uomo di 42 anni è stato arrestato dalla Polizia a Potenza con l’accusa di furto aggravato di alcune grondaie della Cattedrale. L'uomo è stato notato dagli agenti nei dintorni del tempio: nella sua auto la Polizia ha trovato le grondaie di rame. Il magistrato ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagato. POTENZA COMUNE Proposta di legge contro il gioco d’azzardo n Sarà presentata oggi, alle 11, nella sala dell’Arco del Comune di Potenza la bozza di proposta di legge per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico, presentata dall'amministrazione comunale al Consiglio regionale. Interverranno il sindaco Santarsiero e l’assessore Pace. MINI SUV La Renegade sarà prodotta a Melfi a partire da luglio. Si teme un attacco dei predatori dei pezzi di ricambio Intensificata la vigilanza nello stabilimento L’azienda si dice soddisfatta della collaborazione con polizia e carabinieri n Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il più rappresentativo della categoria, ha organizzato oggi un convegno sul sovraffollamento delle carceri. L’appuntamento è alle 9.30 nel Cecilia centro per la creatività, in contrada Santa Venere, a Tito. cesso del lavoro svolto in comune e ci dichiariamo molto soddisfatti. La collaborazione dice ancora il portavoce della Fiat - peraltro non si è mai interrotta e sta continuando nell’attività di controllo e prevenzione al fine di evitare il ripetersi di nuove criticità. L’azienda, insomma, è soddisfatta del lavoro di prevenzione nei confronti di un fenomeno che se non arginato provocherebbe ingenti danni economici. I controlli sugli automezzi ma anche sulle semplici vetture che transitano nell’area industriale di San Nicola di Melfi sono sempre più accurati e capillari. Ma non manca, purtroppo, chi tenta comunque di farla franca e di superare l’ostacolo costituito dalle forze dell’ordine. Come l’'autotrasportatore calabrese de[f. nunciato pochi giorni fa. rus.] RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Martedì 18 marzo 2014 Un fiume di fogna bagna le contrade GUASTO I cittadini segnalano errori nella realizzazione dell’intera rete fognaria Emergenza sottovalutata. Appello per la fiumara Tiera l Domenica scorsa abbiamo sintetizzato quelle che sono le emergenze e i disservizi segnalati dalle contrade di Potenza. Un microcosmo che cozza contro abbandono, incuria e marginalizzazione. Non è solo una questione di mancanza o carenza di servizi o di strade rotte, ma spesso si deve fare i conti con aspetti di natura igienico-sanitaria. Nelle contrade rurali di Potenza è facile imbattersi per- IGIENE Il corso d’acqua che «proviene» dalle fogne sino in un «fiume di fogna». Ce lo segnala l’associazione «Vivi la campagna», nata circa un anno fa dall’idea di alcuni residenti di contrada Barrata, presieduta da Vito D’Andrea. Nelle foto che pubblichiamo si vede quello che è giusto denunciare come un attentato alla salute: una tratta fognaria che raccoglie le fogne di diverse (almeno 15) realtà rurali, compreso Giuliano, centinaia di metri cubi che all’altezza del km 4,800 della SS 58, per cause dovute ad errori di realizzazione dell’intera rete fognaria, si riversa nella fiumara Tiera. I componenti dell’associazione, raccogliendo la sollecitazione di Rocco Bochicchio, profondo conoscitore dei territori rurali del capoluogo, hanno fatto un sopralluogo. «La situazione è di autentico disastro ambientale – riferisce D’Andrea -. Il «fiume di fogna» per circa 4 km a Valle sfocia nel fiume Basento, ad 1 km di distanza risiedono le circa 50 famiglie di via dei due boschi, e ancora a meno vi è un distributore di benzina. Gli abitanti della contrada – aggiunge D’Andrea – sono allarmati: visto la persistenza del problema da circa 3 anni probabilmente anche quest'estate toccherà loro di sopportare l'odore persistente e sgradevole per non parlare di tutto ciò che regna in quel liquame putrido (persino topi giganti, batteri)». È, dunque, la conferma di quello che «Vivi la campagna» sostiene da tempo: gli abitanti delle contrade rurali sono cittadini di serie B abbandonati a se stessi persino per affrontare i più elementari problemi igienico-sanitari. «Ma noi - tuona D’Andrea non demordiamo e continuiamo ad insistere sul protagonismo dei cittadini che vivono la campagna ogni giorno, e non solo; l’associazione si propone di combattere innanzitutto la chiusura e l’individualità, invogliando alla partecipazione e all’aggregazione di chi, pur vivendo in campagna, preso dalla routine quotidiana, spesso dimentica di soffermarsi a pensare al valore dell’ambiente che lo circonda. E, infine, non ci stancheremo di «pressare» gli amministratori comunali che conclude D’Andrea - solo in queste settimane, a pochi mesi dal rinnovo del consiglio comunale, si rivedono in giro per le aree rurali». POTENZA CASSONETTI COLMI: LA B&B ECO DI TITO SCALO «BATTE CASSA» CON IL COMUNE Sos rifiuti: porte chiuse alla stazione di trasferenza GIOVANNA LAGUARDIA l Sos rifiuti solidi urbani: cassonetti stracolmi in molte zone della città. Da venerdì scorso la raccolta ha subito uno stop forzato. La B&B Eco di Tito Scalo, azienda proprietaria della stazione di trasferenza dove vengono portati i rifiuti di Potenza e di molti comuni del bacino centro prima di essere avviati alla destinazione finale (discarica o inceneritore), ha inviato una nota all’Acta con la quale ha interrotto l’accettazione dei carichi di spazzatura provenienti da Potenza. La motivazione, come ha confermato l’assessore comunale all’ambiente Nicola Lovallo, è un contenzioso di carattere economico fra la ditta e il Comune di Potenza. In pratica, l’azienda «batte cassa» e chiude le porte ai rifiuti della città. L’Acta si è trovata, così, nella impossibilità di conferire i sacchetti di immondizia, che, intanto, si stanno accumulando nei cassonetti, come molti cittadini stanno segnalando nelle ultime ore alla nostra redazione. Prosegue, invece, senza particolari problemi, la raccolta dei sacchetti dai cassonetti azzurri della differenziata: questi rifiuti, infatti, non vengono portati alla stazione di trasferenza di Tito ma proseguono regolarmente il loro percorso che li porta ad essere riciclati e a diventare materie seconde. Cresce, intanto, la preoccupazione tra i cittadini, anche in considerazione del fatto che le temperature primaverili di questi giorni potrebbero contribuire ad acuire i problemi di carattere igienico sanitario se la RIFIUTI Cassonetti colmi [foto Tony Vece] raccolta non dovesse riprendere al più presto. In proposito la Gazzetta ha interpellato l’assessore Lovallo, che ha assicurato che i dirigenti comunali dei settori interessati, Ambiente Finanze, sono già al lavoro per trovare una soluzione che consenta di riprendere il più celermente possibile le operazioni di raccolta e conferimento. POTENZA DIRIGENTE SINDACALE MESSO SOTTO INCHIESTA TELEVISIONE FABIO AMENDOLARA E GILDO CLAPS DA MAGALLI Interviene il segretario Uil, Vaccaro A «I fatti vostri» incroci fra storie di dolore L’allarme della Cia: i prezzi in picchiata Libertà sindacale Le Fal «sotto accusa» l Acque agitate tra i lavoratori Fal della Basilicata: interviene il sindacato. «In questi giorni - scrive il segretario generale regionale della Uil, Carmine Vaccaro nelle Ferrovie Appulo Lucane si sono verificati alcuni episodi che attengono la liberà sindacale e i diritti di libera espressione e di informazione. Stando a quanto riportato dagli organi di stampa un lavoratore delle FAL, nonché dirigente di un sindacato autonomo, sarebbe stato messo sotto inchiesta perché in possesso di un comunicato sindacale che dissentiva rispetto ad alcune questioni che attengono il Presidente del C.d.A./Direttore Generale delle FAL dott. Matteo Colamussi». La Uil, insomma, lancia l’allarme, soprattutto per le future relazioni sindacali all’interno dell’azienda ferroviaria. «Alla scrivente organizzazione sindacale confederale - dice ancora Vaccaro - non interessa il merito della questione ma l’atteggiamento inquisitorio e persecutorio da parte della Società verso di chi dissente. Riteniamo questo comportamento lesivo della dignità del sindacato e dei lavoratori. Riteniamo questo comportamento pericoloso per i risvolti che potrebbe avere in futuro. Infatti non è da escludere che, una volta entrato nell’uso, possa diventare questo lo strumento ordinario che il Presidente delle FAL nonché Direttore Generale vuole adottare nelle relazioni industriali. Invitiamo pertanto le FAL a rientrare nei ranghi rispettando le prerogative sindacali e il diritto a dissentire». AGRICOLTURA IN BASILICATA ALLEVATI OLTRE 100MILA CAPI Da Anna a Elisa, in tivù Qualità lucana in pericolo due misteri lucani anche nel settore dei suini STUDIO Un momento della trasmissione di ieri mattina l Il caso di Anna Esposito, il commissario di polizia trovato morto in caserma, a Potenza, nel 2001, ieri mattina a «I fatti vostri», il programma di Raidue condotto da Giancarlo Magalli. Le indagini sulla vicenda (archiviate in un primo momento come suicidio) sono ripartite sulla scia di articoli del- la Gazzetta, ripresi da testate giornalistiche nazionali. Intervistati da Magalli il collega Fabio Amendolara, autore del libro-inchiesta «Il segreto di Anna», la cugina della poliziotta, Roberta Di Gaetano, e Gildo Claps, fratello di Elisa, sulla cui tragica fine potrebbe esserci un incrocio con la storia di Anna. l Costi alle stelle, ricavi in picchiata. E prodotti stranieri a basso costo che mettono «sotto assedio» la qualità lucana. Questo il grido d’allarme della Cia per il settore della suinicoltura, dove «solo nel febbraio scorso i prezzi dei suini da macello pesanti hanno registrato, rispetto al mese precedente, un calo del 7,2 per cento (1,40 euro/Kg)». Per la suinicoltura lucana oltre 100 mila capi allevati in 3500-4000 aziende, per i tre/quarti a conduzione familiare e con una trentina di aziende-allevamenti organizzatiattraverso la “filiera”, una “nicchia” di razze autoctone tra cui il suino nero che comunque non superano il migliaio di capi - è sempre più emergenza. E’ arrivato, quindi, -afferma la Cia- il momento di rispondere in modo efficace ai gravi problemi come: calo dei prezzi, elevati costi produttivi, burocratici e contributivi, credito con il contagocce, agguerrita e sleale concorrenza estera. L’Italia importa oltre il 40 per cento del proprio fabbisogno di carne suina anche perché manca qualsiasi sistema obbligatorio di indicazione della provenienza. Per mettere un freno a tutto ciò la Cia chiede al più presto l’etichettatura d’origine, il Comitato di prodotto, interventi in ordine all’art. 62 del decreto liberalizzazioni che, in concreto, in Basilicata blocca 50 mila capi suini destinati all’ingrasso, la semplificazione di adempimenti onerosi ed eccessivamente burocratici, la creazione di un Fondo auto per l’adeguamento delle strutture di allevamento e per l’acquisto del mangime, oltre ad un Piano suinicolo regionale all’inter no della nuova Pac 2014-2020. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Martedì 18 marzo 2014 POTENZA DEI RAGAZZI CONSIGLIO COMUNALE EMANUELA FERRARA l Un consiglio comunale a tutti gli effetti quello che si è svolto nel pomeriggio di ieri nel modernissimo Mobility Center di via Nazario Sauro. Presidente del consiglio, sindaco ed assessori riuniti per discutere di vari, ma soprattutto interessanti, punti all’ordine del giorno. La «straordinarietà» dell’assemblea risiede tutta nell’età media dei partecipanti. Non il consiglio classico, ma qeullo baby, presieduto da una giovanissima Noemi Lopardo ed il cui sindaco è un’altrettanto giovane Anna Caputo. Strano a dirsi, o forse nemmeno poi così tanto strano, ciò di cui si è discusso aveva dell’interessante. Chiacchiere proficue quelle con i vari assessori tra cui prevale la presenza femminile, altro che quote rosa. Segno questo, probabilmente, come ci hanno tenuto a precisare le stesse, che l’interesse per il bene comune, nonostante non debba avere sesso, è maggiormente sentito dalle adolescenti. I maschietti, ha detto una di loro di cui non daremo le generalità per volere della stessa, non sono abbastanza maturi per occuparsi seriamente di politica nella fase adolescenziale. Eppure, l’unico «maschietto» ascoltato, Gaetano Montagna, assessore alle finanze, di cose intelligenti ne ha dette più di qualcuna. Niente voli pindarici da parte sua, niente pro- IL PROGRAMMA Il sindaco Anna Caputo e i suoi assessori mettono a punto un programma fatto di progetti fattibili da «girare» ai colleghi più grandi PIÙ ASCOLTO Dai parcheggi rosa alla green card per i trasporti. Le proposte dei ragazzi che lamentano scarsa sensibilità nei loro confronti Ecco la nuova città secondo il governo baby Parlano gli assessori junior. Idee sul futuro del capoluogo getti irrealizzabili. Una sola richiesta: prendere visione del bilancio comunale per capire realmente in quali acque naviga la nostra città e redigere una lista di interventi prioritari. Un documento simile potrebbe essere utile non solo per il consiglio baby, ma per l’intera collettività. «Avere coscienza di quanto accade nelle “sa- le del potere” – ha dichiarato il baby assessore – è utile a tutti. I progetti dei miei colleghi sono tutti importanti, bisogna capirne la fattibilità. Ciò che non potrà essere finanziato con fondi pubblici, potrà essere supportato da interventi privati». Una vera e propria sponsorizzazione per rendere fattive tutte le idee proposte insom- QUOTE ROSA BUON VIVERE Giunta al femminile. «Noi ragazze siamo più interessate» Il mea culpa: «Serve più rispetto della cosa pubblica» PROGRAMMI La seduta del consiglio comunale baby a Potenza [foto Tony Vece] STUDENTI I ragazzi che fanno parte della giunta comunale junior [foto Tony Vece] TALENTI LUCANI UNA RIPRODUZIONE DEL ROYAL PARIS ESPOSTO AL MUSEO DEL LOUVRE Un orologiaio potentino rianima l’antica pendola L’«impresa» è riuscita ad Alfonso Petrone ENZO SUMMA l Tremila chilometri, tra andata e ritorno, per far ripartire una pendola da tavolo stile '800. Ma questa storia rivela una sorta di emigrazione al contrario, cioé che il viaggio é stato fatto per raggiungere la Basilicata, provenienza Svizzera, per mettere nelle mani sapienti di un orologiaio potentino una perfetta riproduzione del Royal Paris la cui copia originale si trova esposta nel Museo del Louvre di Parigi. Alfonso Petrone, maestro orologiaio di Potenza, é riuscito nell'impresa che in tanti avevano rifiutato di intrapredere: far ripartire l'orologio e il suo carillon. Petrone, che col fratello Marcello gestisce nella centrale via Pretoria di Potenza una gioielleria con annesso laboratorio orologiaio ed orafo, non nasconde la propria soddisfazione quando ripensa allo stupore del cliente che ormai, dopo aver girovagato tra la Sviz- zera e il Nord Italia, aveva perso le speranze di vedere la propria pendola scoccare il tempo che passa. Ma poi, com'é arrivato fino a Potenza questo orologio? «Il cliente, ci spiega Petrone, é un lucano emigrato in Svizzera ed é stato uno dei nipoti, che ancora vive in cittá, a propormi di provare laddove molti avevavo fallito. Non é stato facile, lo ammetto, ma dopo trenta giorni di lavoro ed aver ricostruito, in pratica, il meccanismo dell'orologio ed il suono, tutto é tornato come prima». Un lavoro, questo, che al di là del compenso economico arricchisce di professionalitá e soddifsazione. Certo Alfonso, che di anni ora ne ha 40, ha investito la propria vita ad apprendere la professione di maestro orologiaio. Una sorta di tradizione tramandatagli dal padre Saverio e, ancor prima a quest'ultimo, dai nonni e da una generazione di artigiani del meccanismo segna tempo. Insomma, la Basilicata é anche que- ma. C'è spazio davvero per ogni tematica. Dalle pari opportunità alla comunicazione, dai trasporti all’ambiente. Il sindaco propone «parcheggi rosa» nei punti nevralgici della città; Alessia Dapoto, assessore alle comunicazioni, parla di didattica specifica per l’insegnamento delle lingue nelle scuole di ogni genere e grado; Alice Lomio, assessore ai trasporti, propone la Green Card per invogliare i giovani all’utilizzo dei mezzi di trasporto (una raccolta punti); infine Federica Summa, assessore all’ambiente, parla di parco giochi ecosostenibili. Belle parole e bei progetti. A volte basterebbe ascoltare quelli che a più riprese vengono definiti il nostro futuro per migliorare, anche di poco, l’aspetto organizzativo e sociale del capoluogo. Solitamente si incolpano gli adulti di scarsa sensibilità. «Nessuno ci ascolta», queste le parole spesso pronunciate dai più giovani ma un utilissimo mea culpa arriva proprio da uno di questi giovani. Il presidente del consiglio, Noemi Lopardo, apre gli occhi ai suoi coetani. «Abbiamo tutti gli strumenti per farci sentire ma, soprattutto, abbiamo tutti gli strumenti per fare piccoli e grandi gesti completi. Partiamo dalle piccole cose per migliorare le grandi. Il rispetto per la cosa pubblica è l’Abc per un buon vivere. Forse in questo noi giovani dovremmo migliorare». sto, una sorta di contenitore di professionalitá che a volte si ricercano oltre confine e non ci si accorge di avere a portata di mano. Valorizzare gli antichi mestieri, le antiche tradizioni é sempre stato uno slogan del Governo regionale, ma ad ora é rimasto tale. Magari questa storia potrá convincere che dagli annunci bisogna passare ai fatti e, perché no, puntare proprio sui centri storici dei nostri comuni, partendo dai due capoluoghi, per implementare le botteghe artigiane. Se sono arrivati dalla Svizzera qualche motivo dovrá pur esserci. GIOIELLO La riproduzione del Royal Paris la cui copia originale è esposta a Parigi. A destra Alfonso Petrone RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I VII Martedì 18 marzo 2014 MARSICO NUOVO PROTESTA UN GRUPPO DI AMBIENTALISTI: «AVETE SVENDUTO IL TERRITORIO» Petrolio, pozzo Pergola 1 il confronto non può iniziare Pittella (Regione), Gheller (Eni) & C., contestati, se ne vanno PROTESTA La contestazione durante l’incontro di ieri . PINO PERCIANTE l MARSICONUOVO. La protesta di un gruppetto di ambientalisti blocca il vertice sul pozzo prova Pergola 1 che era in programma ieri sera nell'aula magna del liceo scientifico di Marsico Nuovo. Dopo il sindaco di Marsico, Domenico Vita, dovevano parlare il presidente della Giunta regionale della Basilicata, Marcello Pittella, l'assessore regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, il direttore del Cnr, Enzo Lapenna, l'ingegnere Ruggero Gheller, responsabile del distretto meridionale di Eni e Raffaele Vita, direttore dell'Agenzia regionale di protezione per l'ambiente (che prima del vertice nell'aula magna del liceo avevano avuto un incontro in Comune). Ma di fronte alla contestazione hanno abbandonato la sala e la riunione non si è tenuta. I contestatori, però, non hanno avuto la solidarietà dei presenti. La sala è piena ma non tutti, tra comitati e cittadini, solidarizzano con i contestatori. «Un'occasione persa per discutere - dicono coloro che non sono d'accordo con chi contesta -. Potevano fare domande dal momento che al Fra i partecipanti le perplessità Il governatore lucano su Al Centro Oli sulla contestazione: Facebook esprime il proprio Un adeguato «Abbiamo perso un’occasione rammarico per non aver potuto sistema di allarme per avere qualche risposta» interloquire con i cittadini in caso di pericolo tavolo c'era anche l'ingegnere Gheller». I contestatori,dal canto loro, lamentano la mancanza di contraddittorio, espongono dei cartelli e gridano «Andate via da Marsico, avete svenduto il territorio». Lo gridano a Pittella e agli altri relatori che a quel punto si alzano e abbandonano la sala. I protagonista della protesta sono in rappresentanza dei vari comitati che si sono formati contro il pozzo Pergola 1 che dovrebbe sorgere al confine tra Basilicata e Campania (nel pubblico ci sono anche comitati campani ) e i due fiumi Sele e Agri e una rappresentanza del comitato di Palazzo contro il tecno-solare. I comitati temono l'inquinamento delle falde acquifere. Al momento è stato rilasciato solo il permesso per il pozzo prova. Il presidente della giunta regionale della Basilicata, Marcello Pittella, sul suo profilo Facebook parla della vicenda: «Mi dispiace per come è andato a finire l'incontro con la cittadinanza sul tema delle estrazioni petrolifere e sul pozzo Pergola 1, avrei ascoltato le opinioni di tutti e mi sarei aperto al confronto come sempre. Ma tutto ciò mi è stato impedito ed è stato impedito a tutti i relatori presenti». POTENZA VALLUZZI: RECUPERATE RISORSE PER TRE MILIONI DI EURO MELFI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE. ORA SI ESPRIMA LA REGIONE Sarà messa in sicurezza Il Tar rigetta il ricorso la «Fondovalle del Noce» presentato da «Fenice» tra Trecchina e Maratea sulla richiesta dell’Aia l Sarà messa in sicurezza la ss «585», Trecchina-Maratea. L’annuncio è dell’assesso alla viabilità della Provincia, Nicola Valluzzi al termine di un incontro che si è tenuto ieri a Roma presso il Ministero. Difatti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’esito di una rigorosa istruttoria, ha autorizzato il recupero di oltre tre milioni di euro euro per la realizzazione degli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza dell’arteria. «Le risorse finanziarie assegnate con la Legge 388/2000 – ha detto Valluzzi – erano state dichiarate perente e l’intervento definanziato con Legge 244/2007 a causa dei ritardi accumulati nella definizione del procedimento amministrativo propedeutico all’appalto dei lavori e per l’esigua copertura economica assicurata dal finanziamento assegnato, a fronte della soluzione progettuale individuata che richiedeva una spesa complessiva di oltre 40 milioni di euro. La nuova proposta progettuale formulata dalla Provincia di Potenza, condivisa e sostenuta dalla Regione Basilicata e accolta dal Ministero, prevede un intervento di ammodernamento e messa in sicurezza della Sp 3 Tirrena, attualmente segnata da una situazione di diffuso dissesto idrogeologico, carenza di sistemi di protezione e ammaloramento del fondo stradale. I lavori dovranno essere appaltati, ultimati e collaudati entro 24 mesi secondo un preciso ed inderogabile cronoprogramma, definito secondo le previsioni del decreto del Ministero dell’Economia dell’1/08/2013 in materia di procedure di monitoraggio della spesa». «Fino all’ultimo istante della consiliatura – ha concluso Valluzzi – lavoreremo senza sosta per portare a conclusione il maggior numero di iniziative avviate, per non lasciare nulla di intentato e affermare con questo agire l’importanza e la dignità della funzione pubblica svolta, qualunque possa essere l’immediato destino assegnato alla singola istituzione». l MELFI. Fenice Ambiente srl ha fatto ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata) in quanto chiede il rilascio da parte della Regione Basilicata dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, finalizzata anche allo smaltimento di ulteriori tipologie di rifiuti. Ma il ricorso è stato rigettato. Il Tar, infatti, si è così espresso: «il ricorso risulta inammissibile». Adesso la palla ripassa alla giunta regionale che dovrà concludere il procedimento entro il 14 aprile 2014. Tra l’altro nella sentenza si legge che Fenice Ambiente S.r.l. (subentrata nel 2011 a Fenice Qualità per l’Ambiente Spa gestisce nell’area industriale del Comune di Melfi di un impianto di termodistruzione di rifiuti con recupero energetico, dotato di una linea, denominata forno a griglia, per lo smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilabili agli urbani, e di un’altra linea, denominata forno rotante, per lo smaltimento dei rifiuti speciali e dei rifiuti industriali, alle quali sono connesse due caldaie, la cui energia termica viene trasformata in energia elettrica ed immessa in rete. La Fenice Ambiente srl che attualmente gestisce l’ impianto in virtù delle autorizzazioni regionali rilasciate negli anni 2000, 2005 e 2010, con istanza del 31.3.2006 ha chiesto alla Regione l’Aia. «Nella specie, non ricorrono i presupposti per la conversione, attesocchè, essendo scaduto da oltre 6 anni il termine procedimentale di 150 giorni, risulta decorso anche il termine decadenziale di impugnazione del silenzio, stabilito in “non oltre un anno dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento”». Va rilevato che, poiché l’Aia contiene e/o assume il valore di ogni altra autorizzazione in materia ambientale, deve ritenersi che la competenza della Giunta Regionale, prevista per il rilascio della Via, si estende anche all’Aia, per cui non può ritenersi che la competenza, attribuita alla Giunta Regionale, violi il fondamentale principio della separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, non potendo le decisioni in materia di Via e/o di Aia essere qualificate come mera gestione amministrativa» Un «adeguato» sistema di allarme per avvertire, in caso di pericolo, gli abitanti ed i soccorritori nell’area del centro Olio di Viggiano , e attività di formazione e informazione sui dati ambientali, sui livello di inquinamento e sulle «misure di autoprotezione e sulle norme comportamentali da assumere in caso di emergenza». Sono alcuni dei punti del Piano di emergenza esterno dello stabilimento industriale del Centro Olio, aggiornato dopo un’attività di informazione e consultazione per i residenti nella zona, e approvato dal Prefetto di Potenza. Il contenuto del nuovo Piano sarà poi presentato nel corso di una serie di incontri a Viggiano e a Grumento Nova nelle prossime settimane e suiccessivamente ci saranno specifici momenti formativi rivolti ai responsabili dei servizi di prevenzione delle ditte che operano nell’area industriale, agli operatori delle associazioni di volontariato, di protezione civile ed alla popolazione scolastica. Dalla Prefettura, inoltre, hanno fatto sapere che l’attività formativa sarà testata e verificata con apposite esercitazioni di protezione civile. Va detto ancora che saranno promosse attività di informazione alla popolazione per rendere noti i dati relativi alle sostanze pericolose, agli incidenti rilevanti eagli effetti nocivi sulla salute, nonchè alle misure di autoprotezione e a lle norme comportamentali da assumere in caso di emergenza. MARATEA ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI MAGGIO Il «M5S» ha scelto il candidato sindaco è Gabriele Accardi LAURENZANA PER GIUSEPPE TRIVIGNO (IDV): BALUARDO CONTRO L’ILLEGALITÀ «No alla soppressione dell’ufficio del giudice di pace» l Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Maratea decidono di metterci la faccia. Lo fanno presentando la richiesta di certificazione della lista «Movimento 5 Stelle Maratea», sul blog di Beppe Grillo. Candidato sindaco per le elezioni amministrative del maggio prossimo è Gabriele Accardi, Consulente del lavoro a Maratea. I pentastellati marateoti vogliono intraprendere un percorso che serva a ridare alla cittadina lucana il lustro che merita. Per questo motivo nasce il «Movimento 5 Stelle Maratea», che è associazione libera da ogni ideologia, sia di sinistra che di destra e, proprio per questo, slegata da logiche di partito di qualsiasi ispirazione. Vuole seguire in tutto e per tutto l’idea portata avanti dal movimento nazionale: «a casa i vecchi politici». «Per questa ragione i candidati alle amministrative saranno persone nuove che non hanno collusione con l'antica concezione di l «Stanno depredando la nostra regione, le nostre piccole comunità. Con il decreto legislativo n. 48 il governo ha provveduto a riformare la struttura degli uffici di giudice di pace, chiudendoli in molti comuni. In Basilicata, si è fatto il possibile per il salvataggio di questi uffici: 19 sono salvi. Tuttavia, registriamo la chiusura dell'ufficio di Laurenzana, essenziale sia dal punto di vista dei diritti dei cittadini alla giustizia che per l’economia locale, ma soprattutto sociale e logistico». Così Giuseppe Trivigno, Giovani IdV Basilicata. «Questo istituto - prosegue - per Laurenzana rappresenta vera linfa vitale, e simbolo arginante la illegalità. Una eventuale e probabile soppressione definitiva rappresenterebbe un colpo distruttivo alla comunità ma anche a tutta la Val Camastra. Noi dell’ IdV, e come cittadini ci stiamo mobilitando per scongiurare tale ipotesi, che sa- M5S Candidato sindaco Gabriele Accardi fare politica, perché si è stanchi di affidare nelle mani del politico di mestiere la gestione della cosa pubblica e si lavorerà affinché venga sovvertita quella tendenza che vuole “l’uomo politico” come unico e supremo controllore della vita economico-sociale di tutti.Ciinque i punti da cui ripartire: trasporti, turismo-economia, connettività, ambiente e sociale». LEGALITÀ Laurenzama si batte per l’ufficio rebbe deleteria e siamo disponibili a qualsiasi tipo di confronto o iniziativa. Il territorio è nostro e va difeso cercando di incentivare sempre più l’ istituzione di uffici pubblici ed erogatori di servizi, perché la legalità non dovrebbe essere oggetto di tagli o profonda disattenzione da parte della classe dirigenziale altrimenti si vanno a spalancare le porte al regresso». RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA Martedì 18 marzo 2014 «Il rilancio turistico della zona vanificato dalla presenza di cumuli di rifiuti di ogni genere» l RIONERO IN VULTURE. Nel Vulture, paesaggio stupendo dell’area nord lucana si parla tanto di rilancio del turismo per dare una sana boccata d’ossigeno all’ economia che langue. Ma tutto questo è in netto contrasto con lo scempio che si consuma sul territorio, vista la presenza di autentiche discariche a cielo aperto che deturpano una natura unica nel suo genere. È in sintesi quanto ci ha raccontato un cittadino della zona certamente scontento del mancato rispetto dell’ «oasi» del sito rupestre del Vulture. Davide Mecca ci ha scritto denunciando la presenza di immondizia e cumuli di rifiuti (come dimostrano le foto». Eppure di motivi per attrarre turisti ce ne sono a iosa, da «Tuppo dei Sassi», allo storico laghetto del «Principe» alla riserva naturale «Spacciaboschi». Ma la presenza di questi «tesori» è vana se in contrapposizione «fioriscono» le discariche. Nella sua lettera Mecca sottolinea «lo scempio che da diversi anni si protrae lungo la strada provinciale 87 Piano del conte-Rionero in Vulture. Si parla tanto di rilancio turistico della zona - dice - con il sito rupestre Tuppo SCEMPIO E DEGRADO NEL VULTURE Una natura offesa dalla presenza di discariche a cielo aperto . RIONERO IN VULTURE LA DENUNCIA DI UN CITTADINO SULLO SCEMPIO CHE SI PROTRAE DA ANNI LUNGO LA STRADA PROVINCIALE «87» PIANO DEL CONTE Discariche abusive nel Vulture-Melfese «E i Comuni stanno solo a guardare» dei sass e tutto il resto, ma poi troviamo discariche che deturpano il paesaggio ambientale circostante, come anche l’amianto, senza che nessuno se ne curi. In tutto questo è da apprezzare la volontà dei cittadini volontari, nel pulire l’area alla meno peggio per ridare dignità a tutto il contesto, ma queste azioni ora non bastano più. In zona sono ancora presenti numerosi rifiuti speciali (Elettrodomestici, pneumatici, calcinacci, bidoni, eternit, ecc.)». «Chi deve preoccuparsi di tutto ciò?», si chiede Mecca. E ancora: «Come mai un’ amministrazione pubblica tanto attenta alla comunicazione non si cura di denunciare e far emergere i reati e gli atteggiamenti che feriscono così visibilmente il nostro territorio? Dove sono le ordi- nanze sindacali che impongono la rimozione di questi ammassi di rifiuti? Cosa pensa la maggioranza del principio di legalità e della sua applicazione in tema di rifiuti? L’ amministrazione ha stilato una mappatura dei territorio oggetto di discariche abusive? Quali sono i provvedimenti che si intende adottare per la bonifica e riqualificazione di tali siti?». «Ci auguriamo che i nostri sforzi non restino effimeri, la mera pulizia fine a se stessa lascia il tempo che trova. Se non c'è continuità (e la continuità non può/deve essere garantita dalla cittadinanza e dai volontari, ma da chi di dovere) non ci saranno mai soluzioni, solo tamponi momentanei. Ognuno di noi difenda ciò che la natura con molta generosità ci ha donato». ATELLA PER LA PRIMA VOLTA IN BASILICATA UN RADUNO DEI CANDIDATI STALLONI DEL CAVALLO DI RAZZA HAFLINGER MELFI LICEALI Belli, biondi e... a 4 zampe in passerella a Sant’Andrea GIOVANNA LAGUARDIA l SANT’ANDREA DI ATELLA. Belli, biondi ed atletici: in passerella o impegnati a dimostrare la propria versatilità come cavalli da sella, gli haflinger in mostra a Sant’Andrea di Atella lo scorso fine settimana hanno conquistato il pubblico. Il 15 e 16 marzo, nelle splendide strutture del centro di selezione equina «Monticchio» del Corpo Forestale dello Stato, si è tenuto un raduno supplementare per i candidati stalloni della generazione del 2011. È la prima volta che l’associazione nazionale di razza sbarca in Basilicata per tenere una rassegna così importante, quella dei futuri papà di questa razza italiana di cavalli, originari del Trentino Alto Adige ma molto diffusi anche in Basilicata. All’appuntamento si sono presentati in sei, ma soltanto uno è entrato nell’olimpo degli stalloni: Nadir R. di Armena, allevato dal Corpo Forestale dello Stato nel centro di selezione equina di Pieve Santo Stefano. Ma l’occasione è stata ghiotta anche per mostrare al grande pubblico molti dei qualitativi stalloni che operano nelle stazioni di monda pubbliche e private, come il «veterano» Nobelmann, di proprietà della Regione Basilicata, vent’anni e la grinta di un puledro, o l’ipercrinito Liz Nouvelle, della scuderia 3H di Avigliano. Grande spettacolo, poi, hanno offerto la domenica mattina, i biondi cavalli del Nord, con performance di addestramento in libertà, monta inglese, monta western, salto in libertà. Importanti i numeri della manifestazione magistralmente organizzata dall’Associazione regionale allevatori di Basilicata, soprattutto considerando i tempi di crisi: trentotto soggetti in mostra, tra stalloni, fattrici e puledre, per ventidue allevatori presneti: oltre ai lucani, due dalla provincia di Bari uno da Taranto, uno da Napoli e uno da Arezzo. Dal 28 al 30 marzo va in scena il Mediashow ATELLA Alcuni momenti della manifestazione nazionale che si è tenuta al centro di selezione equina Monticchio del Cfs . LAVELLO IL COMMISSARIO UNICO DEGLI ENTI DI BONIFICA, GIUSEPPE MUSACCHIO, HA INCONTRATO IL SINDACO «Affronterò subito tutte le questioni dei consorzi lucani» Per Altobello è necessario l’avvio delle opere per sbloccare lavori per diversi milioni di euro INCONTRO Musacchio con Altobello l LAVELLO. «Affronterò con tempestività tutte le questioni che interessano i consorzi della nostra regione e lo farò in un quadro di leale collaborazione con le istituzioni democratiche locali». Lo ha detto ieri mattina, il commissario unico dei consorzi di bonifica lucani, Giuseppe Musacchio, che ha incontrato a Lavello il sindaco Sabino Altobello ed alcuni componenti della giunta comunale, prima di andare a far visita ai dipendenti dell’ente consortile del Vulture Alto Bradano, con sede a Gaudiano di Lavello. «Abbiamo ribadito - commenta i primo cittadino Altobello - la necessità di affrontare con urgenza le questioni che affliggono il consorzio, tra cui la programmazione della stagione irrigua, ormai imminente, e l’avvio di importanti opere infrastrutturali cantierabili, che potrebbero sbloccare lavori per milioni di euro. Tutto questo - aggiunge il sindaco di Lavello - garantirebbe importanti ricadute in termini economici ed occupazionali su tutto il territorio ed effetti positivi sulla allarmante situazione di disoccupazione del comparto delle costruzioni.». Nel faccia a faccia con il commissario straordinario unico dei consorzi, il sindaco Sabino Altobello ha assicurato «la totale e leale collaborazione del Comune di Lavello per affrontare le problematiche delle imprese agricole locali, costrette a fare i conti con una programmazione incerta della imminente campagna ir[f.rus.] rigua». l Dal 28 al 30 marzo 2014 l’Istituto Superiore «Federico II di Svevia» di Melfi in collaborazione con il Miur, la Regione Basilicata, l’Università di Basilicata, la Provincia di Potenza, e i comuni di Melfi e Lavello, organizza la XVI edizione del «Mediashow», manifestazione nel corso della quale 150 studenti delle scuole superiori di tutta Italia, della Cina e dei Paesi Europei, ospiti del Liceo con i loro accompagnatori, si confronteranno in una olimpiade sulla multimedialità, offrendo la possibilità di verificare lo sviluppo dell’uso delle tecniche multimediali nelle scuola e valorizzare le potenzialità degli studenti. Gli studenti sono invitati a realizzare un prodotto con carattere di short pubblicitario, fatto su supporto audiovisivo ed interoperabile tra diversi sistemi multimediali, della durata di circa 3 minuti. Il Comitato scientifico, presieduto dal prof. Nicola Cavallo dell’Università di Basilicata, si avvale della partecipazione del Ministero della Pubblica Istruzione. La competizione tra studenti non è l’unico aspetto dell’iniziativa che punta anche a far conoscere le risorse produttive, ambientali e artistiche della Basilicata. I partecipanti saranno guidati lungo vari percorsi che li porteranno a scoprire gli itinerari storici Melfitani e i tesori del Vulture. Le delegazioni saranno ospitate a Melfi dal 27 al 30 marzo: durante questi giorni, oltre alla gara in sé, saranno proposti dibattiti, corsi di aggiornamento, laboratori, workshop e stand espositivi. Ai docenti accompagnatori sarà, offerta l’opportunità di seguire un corso di aggiornamento sul tema: «Dall’Aula al Cloud passando per la mente: quali ambienti per i nuovi apprendimenti». RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I IX Martedì 18 marzo 2014 TRAGICO DIVERBIO ERA IN COMA A POTENZA CAMBIA IL CAPO D’ACCUSA Resta ai domiciliari Giuseppe Sarra, l’operaio di 68 anni coinvolto nel litigio. Adesso dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale È morto l’uomo aggredito per la lite sulla precedenza Enrico Dandini, 56 anni, è deceduto per le gravi lesioni riportate UN TRISTE EPILOGO Via del Toro, la strada del rione Agna Le Piane nella zona alla periferia sud della città dove si è consumata venerdì scorso la tragedia scaturita dal banale litigio per una mancata precedenza stradale [foto Genovese] DONATO MASTRANGELO l Sgomento e incredulità per l’epilogo di una banale discussione scaturita per una mancata precedenza stradale finita in tragedia. Enrico Dandini, uno dei due automobilisti coinvolti nel litigio e che lottava tra la vita e la morte non ce l’ha fatta. L’uomo di 56 anni, originario di Roma, ma residente a Matera, era finito in coma dopo a lite avvenuta nella mattinata di venerdì scorso in via del Toro, nel rione di Agna Le Piane, all’estrema periferia sud della città. È deceduto ieri all’ospedale “San Carlo” di Potenza, dove era stato eli-trasportato dal nosocomio materano “Madonna delle Grazie” per le gravi ferite riscontrategli dai sanitari e ricoverato nel reparto di Rianimazione. Sono risultati vani i tentativi dei medici di strapparlo alla morte. Le sue condizioni di salute erano apparse subito critiche. Per lui si sono rivelate fatali le gravissime lesioni cerebrali riportate dopo aver battuto violentemente il capo e la nuca sull’asfalto. Una caduta, secondo una prima ricostruzione delle indagini sull’episodio effettuate dai carabinieri, che sarebbe stata determinata dall’aggressione ricevuta dall’altro automobilista, Giuseppe Sarra, 68 anni, con il quale Dandini aveva avuto una accesa discussione. L’automobilista di origini laziali era diretto verso il centro cittadino e a bordo del proprio autoveicolo viaggiava assieme a due donne. Intanto il giudice per le indagini preliminari Angela Rosa Nettis ha confermato gli arresti domiciliari per Sarra, accusato di omicidio preterintenzionale. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’operaio che dopo il litigio era andato via senza prestare soccorso a Dandini. Il pubblico ministero Annun- ziata Cazzetta, durante l’udienza, ha chiesto la modifica del capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale rispetto a quello di lesioni aggravate L’INCHIESTA Domani nel capoluogo lucano è previsto l’esame autoptico sul corpo dell’uomo originario di Roma formulato inizialmente. L’autopsia su Enrico Dandini verrà eseguita domani a Potenza. Sarra, attraverso il suo legale l’avv. Annamaria Buccico, ha nominato come consulente di parte il prof. Alessandro Dell’Erba, mentre oggi dovrebbe giurare anche il perito nominato dal Tribunale. I militari del Comando Compagnia coadiuvati dal ten. Giuseppe Abrescia, dopo la segnalazione ricevuta dalla centrale operativa erano giunti sul luogo dell’accaduto. I carabinieri constatato il precedente intervento dei sanitari del 118 e, in assenza di elementi utili a risalire alla dinamica dei fatti, avevano quindi concentrato l’attività di indagine al Pronto Soccorso dell’ospedale materano, raccogliendo testimonianze preziose e risalendo così alla identificazione dell’uomo coinvolto nel litigio per il quale erano immediatamente scattati gli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Resta lo sconcerto nella comunità per il grave episodio originato da questioni futili e sfociato in dramma che ha innescato commenti e riflessioni anche sui social network. LA DIFESA SARRA HA FORNITO LA VERSIONE AL GIP «Scontro fisico? Solo un diverbio» l «Non c’é stata nessuna aggressione né scontro fisico ma soltanto un diverbio tra i due automobilisti dall’interno delle rispettive automobili». È quanto avrebbe riferito ieri Giuseppe Sarra, l’uomo che si trova agli arresti domiciliari, al giudice per le indagini preliminari Angela Rosa Nettis nell’interrogatorio di garanzia. Nel fornire al gip la sua versione dei fatti susseguenti all’alterco, l’operaio di 68 anni, che deve rispondere ora dell’accusa di omicidio preterintenzionale, ha dunque escluso che vi sia stata una colluttazione con Enrico Dandini, il quale sarebbe stramazzato al suolo senza aver ricevuto alcun colpo battendo poi la testa sull’asfalto e perdendo i sensi. Sarra, difeso dall’avv. Annamaria Buccico, è sottoposto al regime dei domiciliari da venerdì scorso, il giorno in cui si è verificato il drammatico episodio. Uno dei punti a suo sfavore potrebbe essere la mancata omissione di soccorso nei confronti dell’uomo poi deceduto al San Carlo di Potenza dopo essere andato in coma. Solo dopo le indagini avviate dai carabinieri, infatti, è stato possibile identificare l’operaio per il quale, inizialmente, era stato formulato il capo d’accusa di lesioni gravissime. Una svolta per fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto ad Agna Le Piane, oltre alle testimonianze di quanti hanno assistito al litigio, potrebbe emergere dai risultati dell’autopsia. Intatnto Sarra attraverso i suoli legali ha nominato come consulente di parte il prof. Alessandro Dell’Erba, professore ordinario di Medicina Legale nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Bari. Il perito nominato dal Tribunale di Matera dovrebbe essere [d.mas.] il prof. Antonio De Donno. CERIMONIE LA SCULTURA È STATA INAUGURATA IERI MATTINA NELLA GIORNATA DELL’UNITÀ D’ITALIA CAMPAGNE VENERDÌ IN CITTÀ L’eroe garibaldino ricordato con un busto all’Istituto industriale La Polizia informa sui rischi di internet Adduce: «Sull’esempio di Pentasuglia impegnamoci a cambiare il destino» l Sarà collocata all’ingresso dell’Istituto tecnico Industriale il busto di Giambattista Pentasuglia donato dall’Amministrazione comunale. La cerimonia di inaugurazione si è svolta ieri mattina, nell’aula magna della scuola intitolata al garibaldino materano. Dopo l’intervento del dirigente scolastico, Antonio Epifania, che si è soffermato sull’obiettivo principale del suo istituto, quello di formare cittadini attivi, e dopo i saluti della ex preside, Teresa Vigorito, che nei mesi scorsi aveva sollecitato il Comune a organizzare questa iniziativa, il giornalista Pasquale Doria ha illustrato la figura di Pentasuglia facendo riferimento a un suo studio su documenti inediti e mettendo a fuoco anche alcuni originali aneddoti come l’amicizia con Giuseppe Garibaldi. Sulla figura storica di Pentasuglia si è soffermata la Vigorito. «Giovanni Battista Pentasuglia – ha detto l'ex preside dell'Industriale –, nato a Matera nel 1821, dottore in Fisica ed esperto telegrafista, da giovane entusiasta delle idee libertarie ed autonomiste, combattè su tutti i fronti che il nostro Risorgimento offrì, sia nell’esercito regolare che in quello volontario garibaldino. Durante la spedizione dei Mille, la sua competenza nel campo delle telecomunicazioni lo vide promotore dell’occupazione dell’ufficio telegrafico di Marsala che stava trasmettendo a Palermo l’allarme di avvistamento dei piroscafi garibaldini. Egli, invece, trasmise la falsa notizia che si trattava di imbarcazioni mercantili e che tutto era nella normalità, consentendo di cogliere di sorpresa l’esercito borbonico. A seguito dell'Unità d'Italia, fu nominato ispettore generale ai telegrafi, e ideò e pose in opera il cavo telegrafico sottomarino tra Sicilia e Sardegna e sullo stretto di Messina. Nel 1861 fu eletto deputato.La città di Matera, ove si spense nel 1880, lo premiò – ha concluso Vigorito – con una medaglia d'oro per le sue gesta patriottiche». Il presidente della Provincia, Franco Stella, ha sottolineato l’importanza di una IL SINDACO «Disdicevole non poter garantire scuole sicure per il patto di stabilità» CERIMONIA ALL’ITIS La scopertura del busto [foto Genovese] iniziativa che serve a rinvigorire la memoria dell’Unità d’Italia così come è stato fatto tre anni fa nella villa Comunale dove, in occasione del 150.mo anniversario, venne installato un altro busto di Pentasuglia. Subito dopo è intervenuto il sindaco, Salvatore Adduce. «Abbiamo deciso di inaugurare questo busto – ha detto – perché il 17 marzo coincide con la Giornata dell’Unità d’Italia. Pentasuglia rappresenta per noi una sorta di riscatto da una condizione difficile in cui si trovava in quegli anni la città di Matera rispetto ai moti rivoluzionari, rispetto a quello che stava accadendo nel Paese. Per noi vale la frase di Albert Camus: siate realisti, chiedete l’impossibile. Ecco l’insegnamento principale di Pentasuglia: tocca a ciascuno di noi impegnarsi per cambiare il destino. Non possiamo aspettare che tocchi ad altri. In quegli anni non era neanche minimamente immaginabile che un cittadino materano, in quella particolare situazione, potesse partecipare al processo unitario. Eppure è accaduto». Il sindaco si è poi soffermato sulla situazione delle strutture scolastiche. «È disdicevole che le amministrazioni pubbliche – ha aggiunto Adduce – non possano effettuare investimenti per assicurare la sicurezza delle strutture scolastiche a causa dei limiti del patto di stabilità. Lo abbiamo rilevato molti mesi fa e molto probabilmente qualcosa l’abbiamo raggiunto. Abbiamo investito due milioni di euro per risistemare le scuole materane, abbiamo trovato le risorse per ricostruire la scuola di via Bramante e ora si avvia a soluzione il problema riguardante la Torraca. Con l’auspicio che il presidente del Consiglio mantenga l’impegno assunto con tutti gli 8 mila comuni italiani». Prima di scoprire il busto sono intervenuti anche il vice prefetto Alberico Gentile e il delegato dell’arcivescovo don Davide Mannarella. La cerimonia è stata allietata dall’orchestra dell’istituto. l Farà tappa a Matera venerdì l’automezzo attrezzato della Polizia Postale che sta girando l’Italia per spiegare le insidie della rete internet e fornire consigli per una navigazione sicura. L’iniziativa, a cui la Polizia di Stato annette grande importanza, è il frutto di un progetto realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed alcune importanti società che operano nel campo della comunicazione: una campagna itinerante di educazione alla legalità su Internet denominata “Una vita da social”, rivolta agli utilizzatori dei social network ed in particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai loro insegnanti e ai loro familiari. L’automezzo della Polizia, un truck lungo 18 metri con aula didattica multimediale, stazionerà venerdì dalle 9 in piazza Vittorio Veneto. Saranno presenti i giocatori della squadra di basket Bawer Olimpia, testimonial dell’iniziativa. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Martedì 18 marzo 2014 IL CASO VALDADIGE Nuova tappa della vicenda Ila Laterizi (ex Valdadige) che segue alla diffida, LE VERIFICHE DI ARPAB E FORESTALE del 10 marzo scorso, della Regione L’opificio non può utilizzare il pet-coke come nel suo impianto perché deve chiarire alcuni aspetti alla Regione Tra i rifiuti rinvenuti non c’è l’amianto Dopo il sequestro di tre aree nello stabilimento EMILIO SALIERNO l I rifiuti rinvenuti nello stabilimento Ila Laterizi non contengono fibre di amianto nocive alla salute. Il Corpo Forestale dello Stato lo ha fatto sapere al Comune, dopo le analisi effettuate dall’Arpab. Resta, tuttavia, lo smaltimento illecito di rifiuti. A febbraio scorso fu proprio la Forestale ad accertare uno smaltimento illecito di rifiuti speciali nell’azienda ubicata a Venusio. Gli accertamenti hanno fatto emergere che lo smaltimento illecito avveniva mediante il «tombamento» di rifiuti provenienti dall’attività di produzione aziendale, nonché attraverso numerosi depositi incontrollati di rifiuti sul suolo. Si è poi proceduto al sequestro di tre distinte aree, per una superficie complessiva di circa 4000 metri quadrati, con il deferimento di tre persone all’autorità giudiziaria. Questo nuovo passaggio della vicenda Ila Laterizi (ex Valdadige) segue alla diffida, del 10 marzo scorso, della Regione all’azienda rispetto all’attivazione dell’utilizzo del combustibile pet-coke per alimentare il forno di cottura dell’impianto (emissione siglata E2). Con il provvedimento di diffida dell’Ufficio compatibilità ambientale, si chiedono chiarimenti in merito alla tipologia del combustibile utilizzato nella fase di riavvio dello stabilimento, sulla mancata attivazione del punto di emissione E1 (forno di cottura) e dei punti di emissione E8 ed E9, a cui corrispondono le unità operative di essiccazione del combustibile solido e stoccaggio, nei depositi metallici esterni, dello stesso combustibile. La ditta, il 17 febbraio scorso, non fornì alcuna informazione sulla tipologia del combustibile utilizzato nella fase di riavvio (come richiesto dalla Regione) e per quanto riguarda le informazioni sui punti di emissione E8 ed E9, dichiarò che il primo «non risulta avviato in quanto non viene effettuata la fase di essiccazione del combustibile solido, mentre il se- condo non è operativo perchè i silos metallici, ai quali tale emissione risulta asservita, attualmente sono fuori servizio». La mancanza di queste fasi operative rispetto al processo produttivo autorizzato con il provvedimento Aia, è dovuto, secondo l’azienda, ad una lavorazione «in diretta con la sola scorta della tramoggia di scarico», in palese inottemperanza, scrive però la Regione nella diffida, della prescrizione contenuta nel decreto di giunta regionale del 2010 (Aia). L’Ufficio compatibilità ambientale, inoltre, si sofferma sulle modalità di stoccaggio «sia dei rifiuti prodotti dall’impianto che di quelli utilizzati come attività di recupero». Considerato che l’impianto - si rileva nella comunicazione della Regione alla ditta (10 marzo) e agli enti locali - «viene attualmente esercitato in difformità da quanto previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), «si diffida formalmente l’azienda dal perpetrare irregolarità, provvedendo immediatamente ad effettuare i necessari interventi al fine di garantire l’ottemperanza a quanto disposto nel provvedimento autorizzatorio in merito alla gestione e e utilizzo del combustibile solido ed allo stoccaggio dei rifiuti ed a trasmettere, entro quindici giorni, una relazione tecnica contenente gli interventi effettuati per gestire l’utilizzo del pet-coke secondo il progetto autorizzato e la descrizione delle modalità di stoccaggio e manipolazione sia dei rifiuti prodotti che di quelli avviati al recupero secondo le prescrizioni previste dall’Aia». La Regione diffida la ditta a proseguire nell’eventuale uso del pet-coke, in quanto subordinato alla realizzazione del progetto di modifica dell’impianto, così come autorizzato nel 2010. Legambiente, con Pio Acito, commenta l’ultima tappa della vicenda Ila Laterizi, in questi termini: ««Siamo relativamente tranquilli sul fatto che non sia stato trovato amianto nelle aree sottoposte a sequestro nei giorni scorsi, ma resta aperto il problema, e la massima attenzione, sul possibile utilizzo del pet-coke». L’INTERVENTO A febbraio scorso fu registrato uno smaltimento illecito di rifiuti speciali OPIFICIO La fabbrica Ila Laterizi (ex Valdadige [foto Genovese ] AMBIENTE UNA DISCARICA ABUSIVA POSTA SOTTO SEQUESTRO DOPO LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE Sacchi di veleni chimici in contrada «Pantano» INQUINAMENTO I sacchi abbandonati l Inquinatori all’opera. Ancora una volta. La denuncia è di Legambiente, che ieri ha allertato il Corpo Forestale di Matera per una discarica abusiva in contrada Pantano, messa poi sotto sequestro. «Nei pressi di un canale della Gravina di Matera - dice Pio Acito - sono stati lasciati sacchi grandi e piccoli contenenti sostanze chimiche. In particolare, si tratta di una varietà di sale che viene utilizzata per i bovini, prodotto che, di per se, già produce danni alle mucche. Insomma, in quella zona del territorio cittadino (come si vede nella foto scattata da Acito, n.d.r.), i soliti criminali hanno commesso l’ennesima atrocità contro l’ambiente». INDUSTRIA INIZIATIVA PER L’ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONI PUGLIA E BASILICATA, MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E INVITALIA PESCA DI FRODO OPERAZIONE SULLA STATALE JONICA Ventuno milioni per programmi di investimento nell’area murgiana dalla Guardia di finanza carico di novellame Bando sul mobile imbottito Unsequestrato l Stanziamento per i programmi di investimento da realizzare nei comuni murgiani del Distretto del mobile imbottito. Le domande possono essere presentate a Invitalia fino al 4 aprile. La Regione Basilicata, a sostegno della diversificazione produttiva e della riqualificazione della filiera del mobile imbottito, ha messo a bando 21 milioni di euro per i comuni del territorio murgiano (Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci). Invitalia è il soggetto gestore del bando, che si chiuderà il 4 aprile e che finanzia programmi di investimento nei settori manifatturiero, della produzione di energia elettrica e specifiche attività del settore dei servizi. In particolare, il bando finanzia: la creazione di nuove imprese o l’ampliamento di quelle esistenti, in settori alternativi alla filiera del mobile imbottito, che prevedano l’adozione di soluzioni tecniche, organizzative e/o produt- tive innovative; la riqualificazione delle unità produttive di imprese operanti nella filiera del mobile imbottito che soddisfino specifiche condizioni in tema di innovazione e ricerca e sviluppo; la realizzazione di nuove unità produttive o l’ampliamento di quelle esistenti, che eroghino servizi specialistici volti a favorire la competitività delle imprese del Distretto stesso. Gli investimenti devono essere compresi tra 1,5 e 5 milioni di euro, con un limite minimo di 800.000 euro per le imprese nel settore dei servizi. Gli incentivi consistono in un contributo a fondo perduto fino ad un massimo del 50 per cento dell’investimento ammissibile, oppure in un mix di contributo a fondo perduto e mutuo agevolato, fino a copertura complessiva massima del 75 per cento della spesa ammissibile. I soggetti beneficiari dovranno impegnarsi, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di nuo- ENTRO IL 4 APRILE Un bando di 21 milioni per Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci. Invitalia è il soggetto gestore vi addetti, a procedere prioritariamente all’assunzione del personale espulso dalla filiera produttiva del mobile imbottito del Distretto. I progetti saranno selezionati sulla base di un procedimento valutativo a graduatoria. L’iniziativa si inquadra nell’ambito delle azioni previste dell’Accordo di Programma sottoscritto dalle Regioni Puglia e Basilicata con il Ministero dello Sviluppo Economico ed Invitalia per fronteggiare e superare la crisi industriale ed occupazionale che ha colpito il Distretto del Mobile Imbottito. L’avviso ed i format possono essere consultati sui siti internet del Ministero dello Sviluppo Economico (www.mise.gov.it) e di Invitalia (www.invitalia.it). Info: adpmurgia@invitalia.it l POLICORO. Un pescatore di frodo di novellame, originario di Corigliano Calabro, è finito nella “rete” tesa dalla Guardia di finanza di Matera lungo la statale 106 Jonica. I baschi verdi in servizio di pattugliamento nel Metapontino nello scorso fine settimana hanno intercettato il soggetto calabrese che a bordo di un furgoncino isotermico percorreva l’arteria in direzione Reggio Calabria con un pregiatissimo carico a bordo. L’ispezione del veicolo, infatti, ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro 54 chilogrammi di novellame fresco di sarda, che sul mercato al dettaglio avrebbe consentito un guadagno di circa 1.500 euro. Il pescatore è stato denunziato all’autorità giudiziaria per detenzione di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima in violazione della normativa in vigore, contravvenzione per la quale la legge prevede la pena dell’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da 2.000 a 12.000 euro. Intanto, dopo l’intervento del veterinario della Asm, il prodotto ittico sequestrato è stato distrutto mediante affondamento in mare poiché privo della documentazione che consente di tracciare la provenienza e di conseguenza la genuinità del prodotto. Ricordiamo che la pesca senza controllo, in particolar modo di novellame, crea danni irreparabili non solo alla sopravvivenza delle specie ittiche interessate, ma anche al mantenimento dell’equilibrio dell’intero ecosistema marino. Basti pensare che una cassetta di novellame di sarda del peso di 6 chilogrammi riesce a raggiungere, se pescato in età adulta, il peso di 6-7 quintali [fi.me.] di pesce. RASSEGNASTAMPA MATERA PROVINCIA I XI Martedì 18 marzo 2014 SCANZANO JONICO L’IMPRESA D’AMATO GIUSEPPE DI POLICORO È IMPEGNATA IN UN LAVORO APPALTATO DALLA PROVINCIA Un boato e l’escavatore va a fuoco Il titolare: nessuna estorsione Una scena simile a quelle del racket. Danni per 50mila euro FILIPPO MELE l SCANZANO JONICO. Un boato nella notte, attorno alle 3 di ieri, e la cabina di un escavatore, a circa 500 metri dal Municipio, sulla strada provinciale 95 per Montalbano Jonico, ha preso fuoco. La “scena” che si è presentata ai Vigili del fuoco ed agli agenti della Polizia di Stato accorsi sul luogo del “delitto” appena recepito l’allar me era simile a quella classica degli attacchi di racket: l’abitacolo del potente mezzo edile interamente avvolto dalle fiamme. Nessuno nei pressi del rogo. I pompieri hanno dovuto lavorare per limitare i danni, ma la cabina, ridotta ad una carcassa di lamiere annerite, è stata interamente distrutta dall’incendio sviluppatosi dopo il “botto”. Con essa sono andati distrutti tutti gli impianti e tutte le centraline di comando. Circa 50 mila euro i danni riportati dall’Hitachi 240 dell’impresa D’Amato Giuseppe di Policoro impegnata in un lavoro appaltato dalla Provincia di Matera per circa 200mila euro. “Stiamo allargando il primo tratto della “provinciale” che collega Scanzano Jonico a Montalbano Jonico», ci ha detto il titolare incontrato attorno alle ore 10 di ieri sul luogo dell’attentato insieme al figlio, anche lui impegnato nell’azienda di famiglia. «Abbiamo già realizzato un tratto di rete fognaria ed ora stiamo approntando la nuova carreggiata, il marciapiede, alcune aiuole. Io sono stato avvertito dalla Polizia di Stato alle 3.15. Nonostante tutto, non ci fermiamo. Stiamo continuando a lavorare anche oggi. Se abbiamo avuto richieste estorsive? Non ne abbiamo avute. Forse si tratta di qualcuno della concorrenza». Ipotesi di “lavoro” non esclusa dalla Polizia di Stato, Commissariato di Policoro, che sta conducendo le indagini indirizzate, come suol dirsi, a 360 gradi. Nessuna pista è stata esclusa. Sulle origini dolose dell’incendio che ha danneggiato così gravemente l’escavatore, però, non paiono esserci dubbi, pur se si è in attesa della relazione dei Vigili del fuoco. Sembra esclusa, a proposito, l’ipotesi della bomba sia pure rudimentale. Il “boato”, nel caso, potrebbe essere stato determinato dalla cabina data alle fiamme andata in frantumi. In sede locale, dopo la serie di attentati incendiari che hanno attaccato quasi tutte le aziende della commercializzazione e lavorazione del settore ortofrutticolo, adesso si teme che nel “mirino” della delinquenza, organizzata o meno, siano entrate le imprese edili. Il sindaco Salvatore Iacobellis «Spero che non ci siano altri anni incendiari» SCANZANO JONICO. «Speriamo non sia l’inizio di un altro biennio di attacchi incendiari notturni. Nel 2011 i malavitosi hanno colpito le imprese ortofrutticole, ora si dedicano a quelle edili». Lo ha detto il sindaco Salvatore Iacobellis (Pd) dopo l’incendio che ha distrutto completamente la cabina di un potente escavatore dell’impresa D’Amato Giuseppe di Policoro, una di quelle più longeve dell’area jonica, appaltatrice di un lavoro della Provincia. Ovviamente, il primo cittadino non ha potuto esprimersi sulle motivazioni che possono essere alla base dell’attacco che, tuttavia, ha una matrice sicuramente dolosa. L’opinione pubblica si augura che le forze dell’ordine siano in grado di poter individuare al più presto gli autori dell’attentato incendiario. [fi.me.] SIAMO ALLE SOLITE Sulle origini dolose dell’incendio che ha danneggiato gravemente un escavatore di una ditta jonica non paiono esserci dubbi [foto Mele] SCANZANO JONICO UN UOMO COLPITO RIPETUTAMENTE RIPORTA LA FRATTURA DEL NASO, DI UN’ULNA, DI COSTOLE E LESIONI AD UN DENTE Due fratelli aggrediscono un rumeno Arresti domiciliari per aver preso a botte un lavoratore dipendente dell’azienda del loro padre l SCANZANO JONICO. Agli arresti domiciliari due fratelli, entrambi imprenditori del posto, incensurati, per una feroce aggressione ad un lavoratore rumeno, colpito con un bastone ed un forcone tanto da riportare lesioni gravi guaribili in oltre 40 giorni. Sono stati i carabinieri a dare esecuzione ad una ordinanza del Tribunale di Matera nei confronti di A.C., 26 anni, e di G.C., 24, accusati di lesioni personali gravi in concorso. I fatti sono avvenuti il 30 novembre scorso ai danni di un lavoratore agricolo rumeno, residente in Scanzano, e del suo nucleo familiare. L’aggressione dopo che i due fratelli hanno notato il dipendente dell’azienda agricola del padre, A.C., 55 anni, rifornirsi di gasolio da un bidone, senza preventivo avviso. L’uomo sarebbe rimasto senza carburante per la propria automobile ed avendo la necessità INDAGINI CONCLUSE Una pattuglia di Carabinieri davanti alla caserma della Compagnia di Policoro. Venerdì i militari hanno arrestato due fratelli di raggiungere la compagna in stato di gravidanza che lamentava telefonicamente problemi, si stava rifornendo autonomamente. La vittima, secondo la ricostruzione degli investigatori, è stata colpita ripetutamente e violentemente riportando frattura delle ossa del naso, di un’ulna e di quattro coste e lesioni ad un dente. Oltre all’aggravante dei futili motivi, è stata riconosciuta anche quella di sevizie e crudeltà sulla persona offesa, avendo infierito in due, con un bastone ed un forcone, nonostante l’aggredito avesse tenuto un contegno di sola difesa ed avendolo colpito fino a fargli perdere cono- PISTICCI IDROCARBURI NEL FIUME, GLI INTERROGATIVI DI «NO SCORIE TRISAIA» METAPONTINO DOPO LE ALLUVIONI Alluvione, UniCredit «Perché la Provincia tace sospende le rate dei mutui ipotecari sul Basento inquinato?» l PISTICCI. «Perché sull’inquinamento da atmosferiche, organizzazione dello smaltimenidrocarburi del Basento la Provincia è silente? to dei rifiuti e tutela delle risorse idriche e, Eppure il problema potrebbe configurare un quindi, anche delle autorizzazioni concesse disastro ambientale». A denunciarlo è Felice agli esercenti di impianti/industrie o di tutela Santarcangelo, di “No Scorie Trisaia” che in della flora e della fauna. Non dimentichiamo una nota ricorda: «Dopo Comune di Pisticci, che il Basento inquinato da idrocarburi scorre Regione e sindaci della valle, nel quadro delle fino all’area Sin e nel mar Jonio. Alla foce del responsabilità amministrative e giuridiche di Basento, a poche miglia dalla costa si trovano le carattere ambientale c’è aree dove numerose specie la Provincia alla quale, in marine, compresi i cetabase alla legge, spettano le cei, si nutrono, vivono e si funzioni amministrative riproducono. Chiediamo, nei settori difesa del suoin base al principio di prelo, tutela e valorizzazione cauzione, al presidente dell’ambiente e prevendella Provincia di mettere zione delle calamità; tutein atto tutte le misure di la e valorizzazione delle legge previste per tutelare risorse idriche; proteziola salute delle persone e le ne di flora e fauna; parchi attività agricole-turistie riserve naturali; caccia e che, nonché di opporsi al pesca nelle acque interne; rilascio e/o rinnovo di organizzazione dello PROVINCIA Ente chiamato in causa qualsiasi autorizzazione smaltimento rifiuti a livelVia o Aia per attività inlo provinciale, rilevamento, disciplina e con- quinanti presenti in Valbasento, di opporsi alla trollo degli scarichi di acque ed emissioni at- depurazione dei rifiuti petroliferi a Tecnoparmosferiche e sonore; servizi sanitari, di igiene co e dei rifiuti provenienti da fuori regione, di e profilassi pubblica». attivarsi per chiedere immediatamente una riSi tratta, ricorda l’esponente di No Scorie, «di duzione graduale delle quantità di rifiuti tratcontrollo degli scarichi delle acque, emissioni tati negli impianti della Val Basento». [p.miol.] l A seguito delle avversità atmosferiche che hanno colpito i Comuni di Bernalda, Montescaglioso, Pisticci e Scanzano Jonico, nei giorni 7 e 8 ottobre 2013, e in attuazione della delibera del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio che ha dichiarato lo stato di emergenza per i comuni della provincia di Matera, UniCredit ha previsto la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui ipotecari in favore dei propri clienti (aziende e privati) residenti nei territori coinvolti. La sospensione, che potrà esser richiesta a partire da oggi e fino al 30 aprile con una semplice autodichiarazione dei danni subiti, avrà una durata massima di 6 mesi e potrà riguardare l'intero importo delle rate o la sola quota capitale. Il Cliente potrà comunque decidere di riprendere i pagamenti in qualsiasi momento. Tutte le Agenzie UniCredit presenti nei comuni interessati sono operative per dare le informazioni sulle procedure necessarie per l’ottenimento della sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui. «Questa iniziativa – ha dichiarato Felice Delle Femine, Regional Manager per il Sud Italia di UniCredit – è il modo migliore che abbiamo per offrire un supporto immediato e concreto alle famiglie e alle imprese dei comuni colpiti dalle avversità atmosferiche. In quanto banca del territorio desideriamo dare il nostro sostegno a coloro che hanno subito danni dalle avversità atmosferiche e ci auguriamo che il nostro contributo possa aiutarli a tornare quanto prima alla normalità». scenza. Una volta ripresosi l’uomo è stato fatto salire a bordo della sua auto con l’intimazione ad andare via cosa che è riuscito a fare raggiungendo la sua abitazione dove ha perso nuovamente conoscenza. Lo stesso 30 novembre, il padre degli arrestati, secondo i carabinieri, ha raggiunto l’abitazione dell’uomo e, dopo aver minacciato di morte la compagna, ha lanciato un sasso contro il parabrezza dell’auto del rumeno infrangendolo. Gli uomini dell’Arma, dopo aver ricostruito i fatti, hanno relazionato alla Procura di Matera che, con il pubblico ministero Alessandra Susca, ha avanzato richiesta di misura cautelare al giudice per le indagini preliminari Angela Rosa Nettis che l’ha emessa l’11 marzo scorso mandando ai domiciliari i due indagati. Ordinanza eseguita [fi.me.] venerdì scorso. le altre notizie BERNALDA BANDO DEL COMUNE Stilato l’elenco degli avvocati consultabile on-line e in bacheca n Il Comune di Bernalda ha redatto un elenco degli avvocati da cui attingere in caso di bisogno e secondo determinate caratteristiche e modalità di compenso. Un apposito bando per la sua composizione è stato emanato dagli uffici competenti del Municipio. È possibile consultarlo, oltre che nella bacheca dell’ente locale, anche on line al link “atti in pubblicazione” o “archivio atti”, da dove è pos[an.mor.] sibile leggere e visionare la delibera. POLICORO CLOWNTERAPIA E MUSICOTERAPIA I volontari dell’Oasi del Sorriso tra i ricoverati dell’ospedale n Tanti clown dell’associazione materana Oasi del sorriso saranno oggi a Policoro, nell’ospedale Giovanni Paolo II dalle 10, provenienti da Matera, Pisticci e dalla stessa Policoro, per prendersi cura dei ricoverati nei reparti di Pediatria, Neonatologia, Medicina, Rianimazione e Utic. E trapelano le soddisfazioni dei volontari che fanno clownterapia e musicoterapia come il risveglio in una casa di riposo per anziani di un paziente lungodegente in coma da quattro anni e mezzo. Risveglio avvenuto mentre i clown erano al suo ca[fi.me.] pezzale. RASSEGNASTAMPA Repubblica.it Ecco il piano Cottarelli. Tagli a politica, difesa e trasporti. Stretta su statali e forze dell’ordine Le anticipazioni sulle “tabelle” di risparmi per 7 miliardi consegnate a Renzi. Interventi sui costi di Comuni, Regioni e organismi costituzionali. Aperta la questione delle pensioni, della reversibilità e della invalidità di ROBERTO PETRINI Proposte per una revisione della spesa pubblica TAG spending review, conti pubblici, Carlo Cottarelli ROMA - Tagli alla difesa, assegni di accompagnamento per gli invalidi, prefetture, vigili del fuoco e capitanerie di porto, tagli ai trasporti, dai Tir a bus e ferrovie. Nel mirino pensioni di guerra e reversibilità. E poi costi della politica: dai Comuni alle Regioni agli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Tagli ai costi per la riscossione fiscale, tagli alle partecipate locali e ai trasporti pubblici. Ed altro ancora. Ecco le tabelle Il piano Cottarelli, il successore di Mr. Forbici Enrico Bondi a capo della spending review, prima di cedere totalmente la titolarità della revisione della spesa a Palazzo Chigi, dove la regia sarà di Renzi e Delrio, consegna al governo le sue proposte che valgono solo per quest’anno 7 miliardi. Settanta slide che ieri sono filtrate dalle maglie strette del governo e oggi vengono pubblicate dal “Tempo” di Roma. La tabella, se confermata, non lascerebbe dubbi. La cura sarà dolorosa. Anche se alcune delle proposte di Cottarelli sono già state cancellate da Renzi stesso intervenendo l’altra sera a Porta a Porta: ad esempio il miliardo e 400 milioni dal contributo speciale sulle pensioni non ci sarà. Il premier lo ha già escluso. Restano comunque sul capitolo pensioni alcuni interventi piuttosto sensibili: come le pensioni di reversibilità (previsti 100 milioni dal 2016), oppure l’intervento sugli assegni di accompagnamento per gli invalidi totali (100 milioni dal 2015), la revisione delle pensioni di guerra (200 milioni già da quest’anno) oppure l’innalzamento dell’età contributiva delle donne per la pensione di anzianità da 41 a 42 anni (come gli uomini). Il commissario straordinario: “Nel 2014 3 miliardi di risparmi” Nel mirino anche la difesa (circa 100 milioni fin da quest’anno) e la sanità (circa 300 milioni dall’introduzione dei costi standard). Recupeate anche idee di Bondi: come l’operazione “cieli stellati” da 100 milioni per combattere l’inquinamento luminoso. Circa 100 milioni dalle auto blu, 500 dai dirigenti dello Stato, 1,4 miliardi dai trasferimenti alle imprese e blocco dei fondi che vanno regolarmente all’autotrasporto. (17 marzo 2014) RASSEGNASTAMPA
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