vai alla newsletter

Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
14 – 21 marzo 2014
A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2
Congiuntura:
edilizia legno:
Federlegno:
legislazione:
reti d’impresa:
legno arredo:
distretto porfido:
legno arredo:
Europa:
135 milioni al Sud (Adnkronos, 14.03.14)
alla conquista di Nigeria e Ghana (Il Giornale, 14.03.14)
specialistiche, la norma-tampone nel decreto Casa (sito internet casa e clima, 14.03.14)
fanno bene, ma in pochi se ne sono accorti (Corriere Economia, 17.03.14)
un patto a sostegno del design (Il Sole 24 Ore, 19.03.14)
lavoro dimezzato in venti anni (L’Adige, 21.03.14)
salta l’estensione del bonus mobili (Il Sole 24 Ore, 21.03.14)
l’industria torna in Europa (Il Sole 24 Ore, 21.03.14)
Grandi imprese delle costruzioni:
Poltrona Frau:
Iter:
Rizzani de Eccher:
Salini Impregilo:
Salini Impregilo:
ricavi 2013 a +10,5% (Il Sole 24 Ore, 14.03.14)
Verlicchi incontra Cgil e Rsu (Il Resto del Carlino, 20.03.14)
maxi appalto in Algeria (Il Sole 24 Ore, 20.03.14)
cede Fisia a Nippon Steel (Il Sole 24 Ore, 20.03.14)
corre verso l’aumento (Milano Finanza, 21.03.14)
Rapporti e studi:
Istat:
produzione nelle costruzioni gennaio 2014 (Comunicato Istat, 18.03.14)
Eventi:
Congiuntura
edilizia legno (14.03.14): L'edilizia sostenibile come il motore trainante del rilancio del settore, che ha
già dato i
primi timidi segnali e che diventerà più solido entro il 2015, ma secondo una nuova configurazione del mercato.Il
21esimo rapporto Cresme sulle costruzioni conferma l'andamento in positivo del comparto green italiano, che
comprende una nicchia del legno in continua crescita, come attestato dalla seconda indagine Oise (Osservatorio
Innovazione e Sostenibilità del settore edilizio) di Fillea Cgil e Legambiente. Tra il 2006 e il 2010 il numero delle
abitazioni costruite in legno è quintuplicato e per il 2015 le previsioni stimano una crescita del 50%, fino a sfiorare le
8mila unità, al netto delle costruzioni post terremoto in Abruzzo. Comfort e benessere abitativo, sostenibilità ed
efficienza energetica, per un risparmio fino al 70 80%, ma anche costi inferiori, rapidità di costruzione, durabilità,
resistenza ai sismi e al fuoco sono le caratteristiche che rendono sempre più richiesti anche in Italia gli edifici in legno.
Merito anche del materiale naturale e rinnovabile proveniente da foreste a coltivazione sostenibile, che grazie alla sua
versatilità permette una varietà costruttiva praticamente illimitata e che sta interessando sempre più anche il contesto
urbano. Se ne parlerà in occasione del convegno ''Costruire in legno'', promosso dall'azienda Ewe Wood in
collaborazione con Arca e patrocinato dalla Città di Fara in Sabina, il 3 aprile nell'Abbazia di Farfa. Il convegno sarà un
momento di approfondimento tecnico aperto a tutti, imprenditori, privati, tecnici, e che garantirà ai professionisti dai 3
ai 4 crediti formativi, grazie alla richiesta in fase di autorizzazione da parte del Consiglio Nazionale degli Ordini degli
Architetti e dei Geometri. L'ingresso è libero, con l'obbligo di pre iscrizione a questo indirizzo
https://sites.google.com/site/costruireinlegno030414/, dove è inoltre possibile consultare e scaricare il programma.
Tra gli argomenti trattati anche il falso mito del rischio derivante dal fuoco: è stato ormai appurato come la struttura in
legno sia in realtà la meno pericolosa in caso di incendio, grazie al processo di carbonizzazione che protegge come uno
scudo la parte più interna.
legislazione (14.03.14): Recuperata la soluzione-ponte del Salva Roma Bis decaduto. La categoria OS32
riconosciuta come super-specialistica. Torna l'obbligo di subappalto delle opere specialistiche. Con il decreto-legge sul
Piano Casa approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è stata recuperata la norma-tampone decaduta con la mancata
conversione in legge del decreto Salva Roma Bis (decreto legge n. 151/2013), e non riproposta nel Salva Roma Ter.
Ricordiamo che l’obbligo per l’impresa generale di subappaltare i lavori a imprese specialistiche o di raggrupparsi con
esse in Associazioni temporanee di imprese, è stato abrogato dal Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato
dalle grandi imprese. 12 mesi di tempo per la soluzione definitiva La soluzione ponte prevista nel decreto Casa fa salvi
i bandi emanati per l’affidamento di appalti specialistici, ristabilendo l'obbligo di subappalto dei lavori specialistici in
attesa del riordino normativo. Entro 12 mesi il Governo dovrà individuare una soluzione definitiva al vuoto normativo
venutosi a creare in seguito al parere del Consiglio di Stato. Vengono inoltre ridotti da subito gli elenchi delle categorie
1
2
politiche abitative@filleacgil.it
abitaresostenibile@filleacgil.it
di lavori specialistici a qualificazione obbligatoria e delle opere superspecialistiche. Il legno inserito tra le categorie
superspecialistiche In seguito a un confronto tra FederlegnoArredo, ministero delle Infrastrutture e Trasporti e
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta di inserire tra le opere
specialistiche la categoria OS32, che entra di diritto all’interno dell’art. 107 del Decreto 207/10 (che regolamenta le
caratteristiche dei bandi di gara pubblici). Al termine dell'iter legislativo, l’affidatario dei lavori in possesso della
qualificazione nella categoria di opere generali non potrà più eseguire direttamente le opere in legno, ma dovrà
avvalersi di imprese aventi la qualificazione OS32 richiesta in base all’importo della gara. «Con l’emendamento
approvato oggi dal Consiglio dei Ministri – spiega Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo – le imprese del
comparto legno strutturale avranno a disposizione uno strumento importantissimo di crescita che rappresenterà un
ulteriore stimolo a un settore che negli ultimi anni ha saputo raggiungere quote significative nel mercato edile,
arrivando a toccare il 17% del costruito in Italia». Soddisfatto anche Emanuele Orsini, presidente Assolegno (unica
associazione nazionale dell’industria del legno strutturale): «Sono anni che ci battiamo per il riconoscimento dell’OS32
quale categoria super-specialistica e oggi, grazie al grande lavoro di FederlegnoArredo, possiamo dire che è stato
raggiunto un traguardo di portata storica. Attraverso questo emendamento, infatti, si tutelano le imprese che hanno
creduto alla specializzazione e alla qualificazione delle maestranze».
FederlegnoArredo (14.03.14): Dal 7 al 14 maggio 2014 FederlegnoArredo organizza una missione in Nigeria e
Ghana con incontri B2B a Lagos e Accra. L'iniziativa, che prevede anche la visita alla fiera “Guide” di Lagos, ha lo
scopo di fare incontrare il meglio della produzione italiana di pannelli a base legno, semilavorati, arredo casa e
contract. Sotto il profilo economico, il Ghana è considerato dagli osservatori internazionali un Paese virtuoso. Dal 1992,
infatti, è in atto uno sviluppo promettente, scandito da una crescita costante attestatasi attorno all'8% annuo negli
ultimi dieci anni. La Nigeria, invece, è il principale partner commerciale dell'Italia nell'Africa sub-sahariana dopo il Sud
Africa. A settembre 20l2 le importazioni complessive italiane erano pari a 1,4 miliardi di euro, e le esportazioni a 638
milioni. (Antonio Risolo)
reti d’impresa (17.03.14):
Nel 2011 erano considerate l'unica vera novità tra le soluzioni possibili a una crisi
pesante e inaspettatamente lunga. A distanza di tre anni le reti d'impresa restano uno strumento valido ma ancora
poco diffuso e di non semplice applicazione. Una fotografia dettagliata del fenomeno è stata realizzata dall'Osservatorio
reti d'impresa realizzato dall'Ufficio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. I numeri dicono che nel secondo semestre del
2013 sono stati stipulati 389 nuovi contratti di rete che hanno visto coinvolte 1.555 imprese. Malgrado questa
accelerazione (costante negli ultimi due anni), il fenomeno reti d'impresa risulta essere ancora poco diffuso,
soprattutto perché sconta ancora la sua giovane vita e la scarsa attitudine culturale al network da parte delle nostre
aziende. Non a caso a fine dicembre 2013 solo lo 0,15% delle imprese italiane era coinvolto in contratti di rete. La
classifica regionale continua a essere guidata dalla Lombardia con 1.564 imprese in rete, mentre consolida la sua
seconda posizione l'Emilia Romagna con 907 aziende. In terza posizione la Toscana con 689 soggetti coinvolti. Circa il
50% delle imprese italiane in rete si trovano in queste tre regioni. Se invece dobbiamo contare la densità delle reti
rispetto al numero delle attività, l'Abruzzo è di gran lunga in testa, con lo 0,52% delle imprese in rete. Anche in questo
caso, però, si tratta di percentuali basse. Agroalimentare e industria in senso stretto sono i settori in cui il fenomeno è
più diffuso. Le costruzioni e l'immobiliare invece sono i comparti che utilizzano di meno lo strumento. II paradosso è
che il contratto di rete appare poco utilizzato soprattutto dalle aziende meno attrezzate da un punto di vista strategico,
che sono poi quelle che più di tutte avrebbero bisogno di un salto dimensionale per rafforzare la propria competitività
sui mercati. «La rete sintomo di dinamismo - spiega Gregorio De Felice responsabile del Servizio studi di Intesa
Sanpaolo - e quindi viene utilizzata dalle aziende più dinamiche. Tuttavia, nel 2013 sono emersi primi segnali di
inversione di tendenza: sta, infatti, crescendo il numero di soggetti che entra in rete senza precedenti esperienze di
aggregazione o senza attività di export o partecipate estere». Esistono due indicatori che segnalano l'incisività dei
network: le imprese coinvolte in rete in termini di Ebitda hanno perso in media «solo» 2 decimi di punto percentuale
rispetto ai 6 decimi dalle altre aziende. In termini di redditività i riscontri dalla rete sono ancora migliori soprattutto nei
casi in cui le imprese si fossero messe in rete per migliorare la loro efficienza produttiva, con immediate riduzioni dei
costi. «La scarsa diffusione è per lo più imputabile a una cultura d'impresa ancora molto individualista – continua De
Felice-. La flessibilità e il potenziale dello strumento, sembra funzionare soprattutto quando le imprese sono fra loro
eterogenee e complementari e si focalizzano su obiettivi mirati sul fronte dell'innovazione del marchio comune e
dell'internazionalizzazione. È evidente che la presenza in Italia di un ambiente normativo e istituzionale sempre più
favorevole allo sviluppo dei contratti di rete ha già spinto abbastanza questo strumento cosi come lo stesso interesse
del mondo bancario. Ma sono convinto che ci sarà un ulteriore salto di qualità a cominciare da quest'anno sopratutto
perché le molte piccole e piccolissime imprese italiane da sole faticano ad adottare con successo strategie di
innovazione e internazionalizzazione e, quindi, a sfruttare al meglio le opportunità di crescita presenti sui mercati
internazionali». I distretti che si evolvono in reti, potrebbe essere questo il percorso per la ripresa che non può
dipendere soltanto dalla misure statali. (Isidoro Trovato)
legno arredo (19.03.14):
A poche settimane dall'apertura del Salone del Mobile (dall'8 al 13 aprile), Milano
presenta il suo piano per fare del design uno strumento di attrattività e competitività della città e del territorio
lombardo, storicamente sede di produzione e innovazione del comparto. Si chiama «Design è» ed un programma
integrato di iniziative che vedono collaborare Regione Lombardia, Comune di Milano, Adi (Associazione per il disegno
industriale) e FederlegnoArredo. Dalle istituzioni, per il biennio 2014-2015, arriveranno risorse per un milione di euro,
provenienti dal protocollo siglato lo scorso dicembre tra i due soggetti pubblici per la promozione turistica e
commerciale della città in vista di Expo 2015. Ma se l'Esposizione universale sarà soprattutto una sorta di grimaldello
da sfruttare per aumentare l'impegno nella valorizzazione del settore, la vera sfida, ha ricordato il sindaco della città
Giuliano Pisapia «sarà il dopo Expo. Dobbiamo fare di Milano la capitale non solo del design, ma anche del gusto e
della creatività, mettendo insieme l'impegno di soggetti pubblici e privati, come in questa occasione». Le imprese della
filiera legno arredo (circa70mila in Italia, che generano un fatturato di 28 miliardi per 370mila posti di lavoro) sono
infatti centrali nello sviluppo del programma. Come nel caso del progetto Design Competition, promosso dalla Regione,
destinato a 40 creativi under 35, che dovranno lavorare sul tema del cibo e della tavola, in linea con Expo. Altrettante
aziende affiancheranno i giovani nella realizzazione dei prototipi che saranno esposti al Salone del Mobile 2015 e
all'interno di altre iniziative durante il semestre di Expo. «il tema della formazione - ha commentato il presidente di
FederlegnoArredo Roberto Snaidero - per noi è cruciale. Mi piacerebbe se il prossimo anno i risultati di questo progetto
trovassero spazio nel Salone Satellite, quello dei giovani». Rientra nel programma «Design è» anche la mostra del
XXIII Compasso d'Oro organizzato dall'Adi alle Officine Ansaldo dal 2 aprile prossimo, con gli oltre 400 oggetti
candidati al premio, che si terrà a inizio maggio a Milano: un importante "ritorno", dopo le edizioni di Torino e Roma.
(Giovanna Mancini)
distretto porfido (21.03.14): Il settore del porfido è stato duramente colpito dalla crisi e il futuro lascia pochi
spiragli di uscita dal tunnel. I numeri parlano da soli: in vent'anni gli addetti sono dimezzati, la produzione è calata di
un terzo, decine di aziende hanno chiuso. A preoccupare maggiormente, però, è la qualità del lavoro e il trattamento
dei lavoratori: salari erogati in ritardo per poter pagare le concessioni delle cave e un ritorno al cottimo puro, con tutto
ciò che consegue in sicurezza e dignità professionale. Questa situazione rischia di far scoppiare un segmento
economico importante per il Pil Trentino. E l'allarme arriva dal «Comitato Dignità» che lancia un appello a rivedere le
regole del gioco, legando per esempio la rateizzazione della concessione al pagamento in toto di operai e contributi
previdenziali. Firmatari sono occupati italiani e stranieri del porfido, ex amministratori ma pure artigiani e imprenditori,
fino ad ora una ventina di persone. Che richiamano le richieste passate delle Asuc affinché l'attività estrattiva non
continuasse a essere la rapina di una risorsa, tra l'altro non più rinnovabile, da considerare bene collettivo delle
comunità locali. «Purtroppo da qualche anno assistiamo impotenti al degenerare della situazione: - scrivono, fra gli
altri, Walter Ferrari e Kamber MazIlami – aziende che chiudono o sospendono l'attività, licenziamenti; cassa
integrazione, operai che percepiscono la paga con un ritardo anche di 6-8 mesi, compressione salariale, soppressione
dei diritti e ritorno del cottimo puro in molte aziende artigiane. Consci di questa grave situazione rivolgiamo alle
persone di buona volontà questo appello affinché, con intelligenza e umanità, contribuiscano con il loro impegno a
individuare strade percorribili per affrontare questi problemi. Proponiamo la costituzione di un coordinamento "Lavoro
zona del porfido", aperto a singole persone, gruppi o associazioni che si impegnino a cooperare e ad aprire un
confronto serio sulla crisi che ha investito il porfido al fine di avanzare proposte volte a salvaguardare i posti di lavoro
nel pieno rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori, senza distinzione di nazionalità o credo religioso; tutelare la
risorsa porfido come bene collettivo appartenente alle comunità locali; far sì che il suo sfruttamento avvenga
rispettando le esigenze di vivibilità dei paesi e con maggior rispetto per l'ambiente». Sulla stessa linea è Maurizio
Zabbeni, segretario della Fillea Cgil. «Sottoscrivo appieno l'appello in relazione al conflitto d'interessi ed alla gestione
del tutto privatistica rispetto alla risorsa porfido. Sul cottimo sono il primo a ritenerlo squallido, chiedendo che sia tolto
dal contratto provinciale. Ed è uno degli obiettivi primari per il futuro, assieme alla formazione. E comunque evidente
che o si cambia qualità di prodotto e di processo produttivo oppure si chiuderà. In assenza di una svolta, poi, deve
esserci la decisione di commissariare i Comuni prevedendo la gestione a livelli superiori». (NICOLA GUARNIERI)
legno arredo (21.03.14):
Dietrofront sul bonus mobili: torna il tetto alla spesa,che non dovrà dunque superare
quella peri lavori di ristrutturazione edilizia effettuati nell'alloggio a cui i mobili ed elettrodomestici acquistati sono
destinati. La norma che eliminava questo tetto era contenuta nel decreto legge sull'emergenza casa approvato dal
Consiglio dei ministri il 12 marzo scorso (su proposta del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi), ma prima della
pubblicazione in Gazzetta del decreto questa norma è stata impallinata da un doppio fuoco proveniente dalla
Ragioneria dello Stato, da una parte, e dal Quirinale dall'altra. Nel primo caso sono stati rilevati problemi di copertura,
che invece la relazione tecnica al decreto dava come inesistenti: secondo la Ragioneria, dunque, eliminare il tetto
avrebbe comportato una maggiore spesa per le detrazioni fiscali del 50% (in dieci anni). Ma a quanto si apprende la
motivazione decisiva sarebbe stata quella della Presidenza della Repubblica, il fatto cioè che si trattasse di una norma
identica a quella già contenuta nel decreto legge Salva Roma-bis, decaduto. E come noto la reiterazione delle norme
dei decreti legge è da molti anni vietata dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale (la n. 360 del 1996 la prima
sentenza della Consulta). Torna dunque l'incertezza sullo sconto del bonus mobili, già denunciata da FederlegnoArredo dopo la decadenza del Salva-Roma bis, il 28 febbraio scorso. (…) (Alessandro Arona)
Europa (21.03.14): Le imprese europee fanno marcia indietro sull'off shoring: sempre più aziende che negli ultimi
anni avevano delocalizzato ora scelgono di rimpatriare, spinte dall'aumento dei costi del lavoro in Asia e dalla ripresa
economica nella Ue, ma soprattutto dalla ricerca della qualità. La tendenzaal reshoring emerge da un sondaggio tra i
dirigenti di alcune delle maggiori imprese di Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia e Olanda, condotto nella prima
metà di marzo per conto della Cbi, la Confindustria inglese, dalla società specializzata Millward Brown. Un terzo delle
aziende interpellate, che insieme danno lavoro a 1,28 milioni di persone e hanno un fatturato complessivo di 938
milioni di sterline, ha già riportato in patria almeno parte delle attività produttive negli ultimi tre anni. II 73% di quelli
che hanno già imboccato questa strada come fattore principale la migliore qualità della produzione in patria, mentre il
54% ritiene importante essere più vicini a mercati e clienti. Le imprese tedesche sono le più interessate al reshoring: il
50% delle interpellate ha già riportato produzione e posti di lavoro in patria mentre l'altro 50% conta di farlo nei
prossimi tre anni. La percentuale di imprese italiane è del 29%, mentre il 57% si dichiara non disposto o non pronto a
fare reshoring. A livello europeo il 40% delle imprese è favorevole al reshoring in principio e il 6% contrario. Se la
tendenza al reshoring continua potrebbe creare tra i 100mila e i 200mila posti di lavoro in Gran Bretagna nel settore
manufatturiero nel prossimo decennio, secondo un recente studio di Phcewaterhouse Coopers, portando a un aumento
del PiI tra i 6 e i 12 miliardi di sterline. II premier britannico David Cameron ha appena creato un nuovo ente
governativo per sostenere il reshoring, che ha definito «un'ottima opportunità per far tornare posti di lavoro e
promuovere la crescita».L'esempio da seguire è quello degli Usa, che hanno rimpatriato 80milaposti di lavoro negli
ultimi tre anni grazie soprattutto ai costi bassi dell'energia. Il sondaggio della Cbi - il primo a livello europeo - dimostra
che la tendenza al reshoring potrebbe essere notevolmente accelerata se la Ue attuasse alcune riforme per essere più
competitiva. Il 60% dei dirigenti d'azienda interpellati ha dichiarato che il fattore chiave che li farebbe optare per il
reshoring sarebbe un alleggerimento della burocrazia e delle regole di Bruxelles, soprattutto nel campo dei servizi
finanziari e dell'energia, e una maggiore flessibilità del mercato del lavoro. «In tutto il Continente c'è un forte desiderio
di riformare la Ue e riportare posti di lavoro in Europa, - dice Katia Hail, chief policy director della Cbi. - Alcune
imprese hanno già imboccato questa strada». (Nicol Degli Innocenti)
Grandi imprese delle costruzioni
Poltrona Frau (14.03.14):
«ll 2013 ha superato le nostre aspettative, sia per fatturato sia per redditività sia per
crescita organica a tutte le divisioni e mercati. In fondo sappiamo che raccogliamo i frutti del lavoro fatto negli ultimi
anni, ma crescere, persino sul mercato italiano, in un anno ancora difficile per l'economia europea e mondiale è il
modo migliore per guardare al futuro con ottimismo». Dario Rinero, amministratore delegato del Gruppo Poltrona Frau
(che ha in portafoglio anche gli storici marchi Cassina e Cappellini), commenta così i risultati del 2013, che si è chiuso
con ricavi a 272,8 milioni (+10,5%), ebitda a 32 milioni (+23%) e un utile netto di 4,5 milioni, più che quadruplicato
rispetto a quello del 2012 (l,l milioni). ll 4 febbraio gli azionisti di maggioranza di Poltrona Frau Group; il fondo Charme
Investments – che fa capo alla famiglia Montezemolo- e Moschini srl, hanno ceduto il 58,6% del capitale agli americani
di Haworth, un'operazione che verrà perfezionata entro aprile, ma che non ha cambiato di una virgola l'operatività
dell’azienda. «L'accordo prevede espressamente la continuità gestionale – conferma Rinero -. Procediamo spediti verso
il Salone del mobile, che si terrà a Milano dall'8 al 13 aprile e che per un'azienda del nostro settore è l'appuntamento
più importante dell'anno, dove presenteremo le nuove collezioni e la speciale chaise-longue LC4 in edizione limitata,
un omaggio a Charlotte Perriand in occasione della collezione Icones 2014 di Louis Vuitton, un progetto che conferma
la partnership di Poltrona Frau con il mondo del lusso, testimoniato, nel 2013, dalla collaborazione con Karl Lagerfeld,
sempre per Cassina». Tornando ai dati, il residenziale, che assorbe il 55,2% del fatturato, è cresciuto del 5,2%,
mentre la divisione Luxury in motion, che vale il 25.5% dei ricavi, ha fatto un balzo del 31,3%. «Abbiamo accordi per
allestire gli interni di lusso del top di gamma dei gruppi Fiat-Chrysler, Jaguar- LandRover e Volkswagen - sottolinea
Rinero -: è di Poltrona Frau ad esempio la pelle della concept car Phaeton dell'azienda tedesca, lanciata in Cina nel
2013». Il mercato principale resta l'Italia (40,4%), cresciuta del 20,6%, mentre Asia e Oceania valgono ancora solo il
12,1% del fatturato (arrivato a 33,2 milioni, +12,1% sul 2012), con un potenziale di crescita enorme. Il titolo Poltrona
Frau ha chiuso invariato a 2,9 euro. (Giulia Crivelli)
Iter (20.03.14): PREOCCUPAZIONE ma anche determinazione circa il futuro della cooperativa di costruzioni Iter: il
candidato sindaco Per la Buona Politica, Silvano Verlicchi ha incontrato le rappresentanze sindacali di Fillea-Cgil e Rsu
della coop in crisi e chiede agli enti pubblici “un grande sforzo di solidarietà per assicurare un futuro ai lavoratori» e il
supporto solidaristico del mondo cooperativo. Verlicchi SI è detto disposto a incontrare i lavoratori. Il dirigente di
Fillea-Cgil Giovanni Mazzotti annuncia: “Il problema della Iter nasce da lontano e da più fattori: da una crisi finanziaria
ed economica, da una crisi di mercato, da una cattiva gestione. Crediamo che questo problema non possa passare
inosservato perché stiamo parlando di perdere un pezzo di storia della cooperazione e per quanto ci riguarda riteniamo
inaccettabile che questo possa accadere nel silenzio più assordante di tutti. Se costretti a lottare non avremo nessun
problema a scendere in piazza per rivendicare il diritto di lavorare».
Rizzani de Eccher (20.03.14): Il gruppo di costruzioni Rizzani De Eccher si occuperà dell'attività edilizia,
l'Ospedale San Raffaele delle attività medico-scientifiche e della formazione del personale. La joint venture tra le due
imprese italiane realizzerà il nuovo Policlinico di Algeri, la più importante struttura sanitaria dell'Algeria con 700 posti
letto. Il valore della commessa sarebbe superiore a l miliardo di euro. Nel dettaglio, la joint venture italiana si è
aggiudicata la più importante tra quattro commesse bandite dal ministero della Salute algerino per la costruzione e la
gestione di grandi policlinici universitari. Rizzani de Eccher, gruppo della famiglia De Eccher da 600 milioni di fatturato
e 3.800 dipendenti, incrementa così la sua presenza in Algeria, dove sta già lavorando a due importanti opere
infrastrutturali: il primo tronco della ferrovia Oued Tlelat-Tlemcen e la costruzione di una delle autostrade all'interno
del programma per agevolare la comunicazione tra la costa mediterranea e l'interno del Paese. L'aggiudicazione
dell'appalto del nuovo policlinico rappresenta un riconoscimento anche per il San Raffaele: la struttura acquistata due
anni fa da Velca, la holding della famiglia Rotelli, già proprietaria di 18 ospedali del gruppo San Donato, apporterà ad
Algeri le proprie competenze gestionali e l'attività di formazione del personale algerino. La commessa nel paese
nordafricano è strategica per l'ospedale nella prospettiva della prossima apertura delle frontiere sanitarie europee.
Salini Impregilo (20.03.14): Salini-Impregilo vende la divisione ambiente Fisia Babcock. Appena archiviata la
questione Panama, il braccio di ferro col governo per il raddoppio del canale, che ha tenuto banco per due mesi, il big
delle costruzioni di Pietro Salini torna a riconcentrarsi sul piano industriale: l'uscita dalle attività non ritenute core
business. Dopo la cessione, l'anno scorso, della brasiliana Ecorodovias, con un maxi-incasso che ha permesso di
pagare un dividendo jumbo, ecco la vendita del traballante settore ambientale che vari problemi aveva procurato alla
passata gestione di Impregilo. Nei piani di Salini la cessione era calendarizzata per la fine del 2013. Ma poi è scoppiata
l'improvvisa mina di Panama che ha fatto ritardare il tutto. L'annuncio è arrivato ieri: Impregilo International
Infrastructures, società olandese interamente controllata da Salini Impregilo, ha stipulato il contratto per la cessione
della partecipazione pari all'intero capitale sociale della tedesca Fisia Babcock Environment alla società giapponese
Nippon Steel & Surnikin Engineering. Fisia Babcock opera nel settore del trattamento dei fumi e del "waste to energy",
ossia generazione di elettricità dai rifiuti (le ormai note Eco-balle). II prezzo di vendita è pari a 139,3 milioni di euro. li
closing avverrà al rilascio delle relative autorizzazioni delle competenti autorità Antitrust tedesche. L'incasso,
contestualmente allo stesso closing, verrà parzialmente utilizzato per l'azzeramento del rapporto infragruppo debitocredito tra Impregilo e Fisia che oggi è pari a 74 milioni. II contratto di vendita prevede il rilascio di usuali garanzie
contrattuali dal venditore al compratore. Salini Impregilo garantisce le obbligazioni assunte da Impregilo International
Infrastructures nel contratto di vendita. 13 mesi di ritardo nella cessione hanno portato bene: l'incasso complessivo è
184 milioni, molti di più di quanto previsto (attorno ai 150) . Già alla fine dell'anno, infatti, Impregilo aveva venduto
un singolo impianto di Fisia, sempre a un gruppo cinese, con un incasso di 40 milioni. Visto che il beneficio principale
della cessione è in realtà l'azzeramento di partite infra-gruppo, l'impatto sul bilancio sarà minimo. Ma alto il valore
simbolico: la nuova gestione Salini fa pulizia in Impregilo.
Salini Impregilo (21.03.14): Salini Impregilo prepara un aumento di capitale per accrescere il flottante, oggi
inchiodato al 10% dell'azionariato. È questo il punto cruciale delle strategie industriali presentate ieri alla comunità
finanziaria dal colosso delle costruzioni nato dalla fusione di Salini e Impregilo. A questo proposito l'amministratore
delegato Pietro Salini, che è anche azionista di controllo del gruppo con quasi il 90% del capitale, ha annunciato di
voler rendere più appetibile il titolo in borsa. «Puntiamo a ripristinare un flottante che sia almeno il 25% del capitale»,
ha affermato l'ad a margine dell' incontro milanese con gli analisti. «Annunceremo un aumento di capitale intorno al
10% della capitalizzazione (agli attuali corsi del titolo equivarrebbe a 200 milioni, ndr» >., ha proseguito l'ad.
«Ripristineremo parte del flottante e in seguito, con ogni probabilità, faremo un collocamento riservato agli investitori
istituzionali». I tempi pei la ricapitalizzazione sono quindi maturi: nelle previsioni l'operazione verrà chiusa entro il
2014. Ricapitalizzazione a parte, gli obiettivi del piano industriale 2014-2017 sono ambiziosi. Salini Impregilo punta a
7 milìardi di fatturato entro il 2017, a un ebitda di 800 milioni, un ebit a 500 milioni, un flusso medio annuo di nuovi
ordini superiore a 7 miliardi e a una posizione finanziaria netta positiva per circa 500 milioni. Già nel 2014 il gruppo
prevede per quest' ultima un saldo in pareggio, ricavi in crescita del 10%, un ebitda margin superiore al 10% e un ebit
margin sopra il 5%. Sul fronte commerciale la strategia alla base del nuovo piano è più conservativa rispetto a quella
del piano precedente, presentato lo scorso giugno, ma prevede comunque, come detto, una crescita progressiva dei
ricavi, sia grazie alle nuove acquisizioni sia grazie al portafoglio esistente. II punto di forza sarà certamente la capacità
integrata di acquisire ed eseguire progetti di grandi dimensioni. La strategia prevede inoltre il rafforzamento della
presenza geografica attraverso un' elevata percentuale di partecipazione alle gare in alcune aree considerate core quali
l'Europa, l'Africa e l'America Latina, e un' ulteriore diversificazione del portafoglio. Nell'incontro di ieri sono emerse
novità anche sul fronte delle cessioni. Dopo aver venduto la Fisia Babcock a Nippon Steel, il gruppo Salini lmpregilo si
appresta a cedere anche la controllata Fisia Italy Impianti. «Sono diversi i soggetti con cui stiamo dialogando e
speriamo di cederla al più presto », ha precisato l'ad. Un'altra società in fase di dismissione è la Todini Costruzioni la
cui vendita avverrà «entro fine anno». La Todini è infatti stata collocata fra le attività in via di dismissione da parte del
general contractor, presieduto da Claudio Costamagna. Il bilancio ha chiuso in perdita «non strutturale, (è legata a
eventi eccezionali ndr)>>, ha precisato Salini. Il colosso delle costruzioni ha infine confermato il dividendo. «Abbiamo
ipotizzato, a partire dall'esercizio 2014, un payout di almeno il 20%, con un rendimento del 2% ai prezzi correnti», ha
aggiunto ieri il cfo Massimo Ferrari nel corso della presentazione del piano triennale. Piazza Affari ha reagito bene alla
presentazione del piano. A fronte di queste novità il titolo ha chiuso la seduta guadagnando l'1,48% a un prezzo di
4,516, facendo quindi meglio del mercato che ha chiuso la giornata a +0,56%. (CLAUDIA CERVINI)
Rapporti e studi
Istat (18.03.14): Nel mese di gennaio 2014 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è
diminuito, rispetto a dicembre 2013, dell’1,4%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice ha registrato una
flessione del 4,4% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a gennaio 2014 è
diminuito in termini tendenziali del 7,9% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2013).
Istat (21.03.14): A gennaio 2014 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, aumenta dell’1,2% rispetto a
dicembre, registrando incrementi del 2,4% sul mercato estero e dello 0,7% su quello interno. Nella media degli ultimi
tre mesi, l’indice complessivo cresce dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti (+1,0% per il fatturato interno e +0,8
per quello estero). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2013), il
fatturato totale cresce in termini tendenziali del 3,0%, con aumenti del 6,7% sul mercato estero e dell’1,1% su quello
interno. Per gli ordinativi totali, a gennaio, si registra un aumento congiunturale del 4,8%, con incrementi del 6,4%
degli ordinativi esteri e del 3,8% di quelli interni. L’industria del legno, della carta e della stampa segna un +3,8% del
fatturato di gennaio 2014 su gennaio 2013 (e +1,5% gli ordinativi), la lavorazione dei minerali non metalliferi +4,6%
del fatturato.