cannaRigata Sauer 202 Classic in .270 Win. La parte sinistra del castello presenta una spianatura fra anello e ponte dove sono riportati in grossi caratteri marchio, nome della Casa e modello dell’arma; in evidenza una delle barrette laterali contro cui insistono le due parti della calciatura. Tutte le scritte mostrano una grafia e caratteri ineccepibili: qui sotto osserviamo la designazione del calibro camerato e il Made in Germany. La sfida delle carabine a prezzi più commerciali è una giusta opportunità che i fabbricanti non mancano di cogliere tuttavia i nomi di maggior prestigio, come la Sauer & Sohn, continuano meritoriamente a giocare anche la carta del massimo livello dove le raffinatezze tecniche si estrinsecano al meglio: la Mod. 202 ne è un chiaro esempio. U n pregresso storico come fabbricante di armi complete datato 1751, produzione di ampio respiro con alto livello tecnico e qualitativo, diversi avvenimenti e situazioni relative al periodo bellico a cui non si riesce a dare una motivazione compiuta fanno della Sauer & Sohn una Casa da osservare con attenzione. I suoi fucili misti, di cui ora purtroppo è cessata la produzione, ma tutto l’arco delle armi rigate, lisce, anche ottime pistole, hanno percorso il mondo e continuano a lasciare una traccia di alto livello. Il trasferimento fortunoso dalla storica sede di Suhl, stranamente mai bombardata nel corso della guerra, non già a Ulm insieme agli altri fabbricanti in fuga dall’invasione sovietica, ma ben più lontano a Eckernförde nello Jutland, è pervaso ancora da un’ammaliante aura di incertezza. Oggi gli accorpamenti aziendali vedono concentrarsi più marchi sotto una stessa egida finanziaria e il recente trasferimento a Isny ne è la conseguenza: saggio e rivolto al contenimento dei costi unificare alcune lavorazioni, così come è strategico pensare al mercato mantenendo differenze sostanziali di prodotto. Un salto indietro di una quarantina d’anni mostra la Sauer alle prese con un fucile rigato, primo dopo la batosta bellica: la Modello 80 sarà la risposta alla Modello 66 di Mauser e chi le ha conosciute sa Testo e foto di Emanuele Tabasso Sauer 202 Classic in .270 Win. 70 Weidmannsheil aprile 2014 aprile 2014 benissimo di che caratura fossero entrambe e come sia lungimirante metterne qualcuna in rastrelliera continuando a usarle. Superfluo riconsiderare come l’evoluzione dei costi in generale e della mano d’opera ad alta specializzazione in particolare abbia sveltito la messa in opera dell’elettronica abbinata a macchine utensili straordinarie: di qui la svolta verso prodotti di ben diversa impostazione che, guarda caso, si sono rivelati di resa eccellente. Non sempre quel che viene dopo è progresso, ma la Sauer 202 si è incaricata di affermare che questa volta lo è. I Signori Berti della Bignami ed Ennio Mattarelli, piattellista d’oro olimpionico e sagace uomo d’affari, conoscono bene questo progetto: non amano mettersi in mostra e quindi non diciamo altro ponendoci all’esame del fucile con l’attenzione che merita. una nuova impostazione La struttura dell’azione di un movimento girevole scorrevole è ben nota, così come è chiaro il sistema di unione Il gruppo ponticello, guardia, grilletto comprende nel suo insieme anche il tasto a lamina per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa e il bottone per il disinserimento della sicura. Weidmannsheil 71 Sauer 202 Classic in .270 Win. CANNA RIGATA La suola del caricatore è in polimero nero su cui campeggia il nome dell’azienda: nell’incavo anteriore sporge, defilato agli urti, il pulsante di svincolo che consente la naturale caduta del pacchetto direttamente nella mano. Nella coccia ricavata da un pregevole blocchetto di palissandro viene incassato il medaglione con il famoso marchio dalle tre S intrecciate fra loro. La fattura delle magliette porta cinghia è di alto livello con un sistema di tenuta a sferette radiali: notare la perfezione anche dello zigrino periferico e il pulsante centrale di svincolo fra la meccanica, canna inclusa, e la calciatura in pezzo unico: un particolare da osservare è il punto dove va a finire la forza generata dallo sparo, quello che tecnicamente è chiamato il prisma di scarico. Solitamente è uno zoccolo ricavato dall’anello del castello o da una lamina stretta fra culatta della canna e ancora l’anello che si incunea in una tasca ricavata all’interno del fusto. La stabilità reciproca degli elementi è una delle basi importanti per la precisione e la costanza nel tiro; il bedding con il suo riporto in resina epossidica o in lega di alluminio crea appunto un letto alla meccanica entro la calciatu- ra annullando i giochi fra le parti. Alla fine degli Anni Sessanta l’austriaca Steyr aveva già sperimentato una diversa soluzione per la sua nuova Steyr Mannlicher SL dove il blocco posteriore del castello era calato nella calciatura con una incassatura di precisione. Si aumentava così di molto la superficie in gioco tra i due elementi e la soluzione si rivelava assai valida ai fini della precisione, anche con calibri come il .375 H.& H. Mag. Sauer cambia ancora sistema: il castello passa innanzitutto da cilindrico, con i ritocchi personali di ogni fabbricante come il fondo rotondo o piat- La fattura del calcio si presenta funzionale ed elaborata con impugnatura a pistola molto allungata e con ingrossamento per calzare bene nel palmo della mano; l’appoggia guancia porta l’occhio a giusto livello dell’ottica e la linea complessiva scarica in asse il rinculo con minima elevazione della volata. 72 Weidmannsheil to, a prismatico: ci si trova con un parallelogramma in verticale, quindi stretto, allungato e discretamente alto. Sconvolgente per alcuni, ma le novità proseguono con la canna inserita nel proprio foro ricavato dalla parte che funge da anello, ma è un anello interrotto in basso dove le due parti si prolungano in una doppia flangia attraversata da tre brugole che serrano la culatta determinando esattamente lo spazio di testa, consentendo parimenti di variare canna e quindi calibro. L’otturatore cilindrico poi presenta una cospicua sezione di ben 20 mm, ottimo contrasto alle vibroflessioni, anch’esso in similitudine con il progetto austriaco sopra citato, con due serie di tre alette in testa lavorate a ribasso, viva i minori costi, che chiudono direttamente nelle mortise ricavate all’interno della culatta della canna. Le forze dove vanno? Da qualche parte, certo con un altro stravolgimento: calciatura in due pezzi separati e incassatura ricavata con alta precisione aprile 2014 all’interno della testa, sopra all’impugnatura, e nell’apice posteriore dell’asta. Il contrasto primario avviene con due barre inclinate, ricavate di fresa dai fianchi del castello, togliendo metallo tutt’attorno. Poi è vero c’è la parte più interna sotto alla codetta di culatta e quel che circonda il pacchetto di scatto con quella vicinanza ideale nei confronti della Steyr, ma la sostanza è assai diversa. La connessione meccanica calcio e castello è demandata a un tubetto con sede filettata posto sotto alla codetta, entro a cui si avvita il tirante che attraversa il legno, comodamente raggiungibile da una lunga brugola fornita con l’arma: in un momento si smonta il tutto, si stiva nello zaino iniziando la salita per rimontare il complesso senza aver modificato minimamente le reazioni allo sparo. L’asta sta su grazie all’aggancio a un dente ancora ricavato dal castello, quindi la canna è flottante nella maniera più classica possibile. Cercando ancora i particolari osserveremo come il materiale da cui è ricavato il castello abbia potuto passare, grazie alla particolare struttura, dall’acciaio all’ergal con intuibili benefici per la leggerezza, un po’ meno gradevole per gli esteti del suono. La finestra laterale di espulsione è di misura contenuta lasciando più materiale alla calotta, il tappo di coda dell’otturatore viene modellato in maniera da dissimularsi nella parete di fondo del castello e il manubrio presenta proporzioni contenute, braccetto saldato alla base cilindrica calettata La funzionalità del nuovo sistema non prescinde, anzi avvalora anche l’estetica come si apprezza dalla porzione anteriore della calciatura comprensiva di fusto e asta sotto canna. Sotto, lo Zeiss Duralyt 3-12x50 illuminabile è davvero un prodotto su cui soffermarsi: la somma di funzionalità date dai valori di ingrandimento, dalla luminosità garantita dall’ampiezza dell’obiettivo, la bontà delle lenti e della meccanica formano un insieme interessante per quotazione e rendimento. sul corpo otturatore e nocca di forma particolare, tondeggiante e con una cuspide anteriore, dal comodo azionamento grazie anche al ridotto angolo necessario alla manovra. canna, caricatore e scatto Spiegata la funzione della canna quanto a chiusura e tenuta vediamola nella sua entità: ricavata da una barra Meccanica armata, apice rosso del codolo del percussore in vista insieme all’anello della sicura dello stesso colore: se c’è una cartuccia in camera il fucile è pronto al fuoco. Nella foto cerchiata, si è spinto in basso il pulsante superiore della sicura e ne sporge la parte inferiore nella guardia, proprio davanti al grilletto in modo che il dito percepisca la situazione di arma non pronta allo sparo. aprile 2014 Weidmannsheil 73 Sauer 202 Classic in .270 Win. SCHEDA TECNICA canna rigata Costruttore: J.P. Sauer & Sohn GmbH – Ziegelstadel 1, 88316 Isny im Allgau - Germania Importatore (Sauer & Sohn e Zeiss): Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) - tel. 0471/803000 - fax. 0471/810899 - www.bignami.it - email@bignami.it Modello: 202 Classic Tipo: carabina da caccia e tiro a canna rigata Funzionamento: otturatore girevole scorrevole con ripetizione ordinaria Chiusura: sei alette anteriori su due ranghi da tre con profilo a ribasso e mortise nella culatta della canna Percussione: percussore con molla coassiale interno all’otturatore Estrattore: a unghia con movimento pivotante e molla di registro elicoidale Espulsore: bottone a molla in testa all’otturatore Canna: in acciaio con 6 rigature destrorse ottenute per martellatura lunghezza 610 mm e diametro volata 16 mm – sostituibile Scatto: regolabile con grilletto unico e stecher alla francese Sicura: a pulsante nel codolo del castello con due posizioni: di acciaio al carbonio viene forata e poi martellata a freddo su spina negativa per ricavare la camera e la rigatura. Il procedimento garantisce durata e precisione disponendo opportunamente la struttura molecolare del metallo: l’effetto visivo mostra superfici piane lappate e angoli netti, senza incertezze. Il vivo di volata con l’usuale angolazione del cono pari a circa 11° denota una finitura estremamente accurata in questo piccolo, ma determinante particolare del fucile. La sezione di 16 mm e la lunghezza di 61 cm sono un oculato compromesso fra peso, maneggevolezza e sfruttamento della carica. Il caricatore a pacchetto monofilare, quindi piuttosto stretto, sporge appena dalla propria sede ricavata dal fondo del fuoco o blocco dello scatto, del percussore e dell’otturatore Caricatore: a pacchetto estraibile monofilare da 3 cartucce calibri standard - 2 calibri magnum (opzionali da 5 e 4) - lamiera di acciaio - soletta e suola elevatrice in polimero Mire: tacca a U regolabile in scostamento e mirino a prisma regolabile in elevazione predisposizione per attacco dell’ottica con 4 fori filettati sul castello Calciatura: in due pezzi - legno di noce con verniciatura a olio - calciolo in gomma nera Calibro: 270 Win. (in alternativa: .243 Win. - 6,5x55 - 6,5x57 - .25-06 Rem. - 7x64 - .30-06 Sprg. - .308 Win. - 9,3x62 - Magnum: 6,5x68 Schuler - 8x68S Schuler - 7 Rem. Mag. .300 Win. Mag. - .300 Weat. Mag. - .375 H.H. Mag.) Materiali: ergal fresato per castello, acciaio trattato per otturatore - sicura e tasto caricatore microfusi - canna in acciaio al carbonio Lunghezza: 1120 mm con canna da 610 mm Peso: g 3100 circa senza attacchi e ottica (calibri standard) Finiture: corpo centrale otturatore lucidato e brunitura delle parti restanti castello: un pulsante a molla posto anteriormente ne assicura lo sgancio. Subito dietro al caricatore è inserito il gruppo di scatto comprensivo di ponticello e guardia dove sporge il grilletto cromato di forma pochissimo arcuata. La sicura è posizionata in maniera inusuale: un bottone è inserito nella codetta superiore e la sua bordatura rossa denuncia la posizione di fuoco, in abbinamento con il codolo del percussore, con lo stesso riferimento cromatico, sporgente sotto all’otturatore; premendo in basso il pulsante si inserisce la sicura e un bottone analogo fuoriesce nella guardia, davanti al grilletto. Si percepisce al tatto la situazione e si disinserisce la sicura spingendo in alto il pulsante: francamente è una soluzione che ci lascia un poco perplessi perché ci si ritrova con il dito davanti al grilletto appena tolta la sicura. Questo apparato, che ha dalla sua anche Il vivo di volata arrotondato protegge l’egresso delle righe; si nota poco sopra la sede a incastro del mirino. Il mirino a prisma svetta sullo zoccolo di supporto: la visuale è riportata in ottone per migliorarne la visibilità mentre la regolazione in altezza si avvale della vite posteriore. Sopra a sinistra, la tacca di mira montata su zoccolo, inclinata e con visuale a U limita i riflessi e consente la regolazione in brandeggio grazie alla sede a coda di rondine. A destra, un accenno di schnabel è d’obbligo su un vessillo dell’industria armiera tedesca e quello in opera è riportato in legno pregiato; all’apice viene montata la maglietta porta cinghia sempre del particolare tipo a sgancio rapido. Sotto, fianco destro del castello con la finestra di espulsione e i due fori per lo sfiato dei gas sfuggiti a un bossolo: oltre al nitore delle lavorazioni è apprezzabile la ricerca di linee e piani che si fondono armoniosamente per un insieme generale di gusto elevato. Oltre alla linea peculiare del manubrio c’è da osservare l’incassatura con legno a crescere delle due parti della calciatura, qui in giunzione con la barretta di destra del castello. Con l’otturatore parzialmente retratto si possono osservare anche i punti nascosti del castello dove l’esecuzione delle macchine operatrici non lascia adito a dubbi sulla bontà delle lavorazioni. L’otturatore presenta un corpo centrale di ampia sezione, sono 20 mm, da cui vengono ricavate a diminuzione le sei alette di chiusura. Il manubrio è saldato alla propria base ad anello calettata sul cilindro. La testa dell’otturatore con le sei alette, tre su due ranghi a spessore differenziato, mostra un marcato incavo a supporto del fondello, il foro del percussore, il nottolino di espulsione e l’unghia pivotante dell’estrattore. 74 Weidmannsheil aprile 2014 aprile 2014 la silenziosità, blocca scatto, percussore e apertura dell’otturatore: non si può quindi estrarre la cartuccia camerata con la sicura inserita. Lo scatto è dotato dello stecher alla francese con buone doti di leggerezza e percezione di sgancio: il grilletto pare proprio sfuggire al dito eliminando il collasso di retroscatto. Da ultimo notiamo come si possa sfilare l’otturatore dalla propria sede agendo sul tasto a lamina posto a sinistra della guardia. commenti finali Nella vasta gamma in cui viene proposto il modello sono presenti naturalmente anche le calciature in sintetico, foriere di una fenomenale resistenza all’uso più spericolato e di una pregevole insensibilità agli agenti esterni. Nelle versioni calciate in legno si ammira la qualità del noce Weidmannsheil 75 Sauer 202 Classic in .270 Win. CANNA RIGATA Le cartucce impiegate nelle prove: le Barnes Vor-Tx con palla monolitica in rame, TSX punta in polimero riportata BT, del peso classico per il calibro di 130 grs, poi le Norma con la particolare palla Hornady V-Max da 110 grs che risultano particolarmente gradite all’arma. Il robusto caricatore in lamiera imbutita presenta labbri di conveniente spessore, le feritoie per la conta delle cartucce e le piegature anti sbattimento. Lo zoccolo è in polimero. che si percepiscono alla vista e poi nell’uso: le lavorazioni condotte in maniera egregia lasciando le tolleranze minime non servono soltanto a realizzare i tre buchi insieme o a catturare il selvatico, servono anche a gratificare chi, spendendo una cifra cospicua, riceve dall’arma le sensazioni che migliorano la vita. A sinistra, rammentando che il lato del quadrato è pari a 1” (2,54 mm) verifichiamo la rosata di tre colpi a 100 m delle Barnes con due colpi appaiati e il terzo appena scostato, al di sotto del MOA. Sopra, i tre colpi, sempre a 100 m, con le Norma e palla V-Max da 110 grs non necessitano di commenti. IL NUOVO STANDARD TRA LE CARABINE STANDARD c Grazie! che veste anche le serie normali, quelle s’intende, senza incisioni o altri fregi di abbellimento: sempre comunque la scelta operata dalla Casa tiene in debito conto questa sostanziale componente che per molti cacciatori riveste tuttora un fascino da cui non si può prescindere. Le linee estetiche mantengono viva la tradizione tedesca pur se l’impostazione al tiro segue opportunamente l’impostazione statunitense, valida soprattutto nel tiro a terra, o comunque sdraiati con arma in appoggio, rendendo possibile l’osservazione nell’ottica dell’esito della fucilata, grazie al ridotto impennamento e a un peso dell’arma di giusta entità che aiuta, e parecchio, nel tiro meditato. Il montaggio di un’ottica Zeiss Duralyt 3-12x50 con reticolo illuminabile non grava il fucile di peso eccessivo né alleggerisce in maniera preoccupante il portafoglio: diremmo che questo modello della Casa di Wetzlar si è diffuso in maniera vistosa proprio per il suo costo decisamente favorevole in rapporto alle elevate prestazioni. Abbiamo sempre coltivato l’idea che l’ufficio costi abbia elencato gli addendi, ma che la somma sia stata opportunamente corretta dal settore commerciale a vantaggio della clientela. I responsi sul bersaglio sono determinanti, senza tuttavia sottovalutare altri fattori importanti 76 Weidmannsheil ››› RINGRAZIAMENTI L’autore ringrazia Remo Martinengo dell’omonima armeria di Cuneo per la concessione dell’arma e Carlo Dellavalle per la fattiva collaborazione. Ringrazia inoltre i Signori Giorgio Rosso e Mattia Abrate del poligono di Carrù (CN) per la disponibilità delle linee di tiro e la cortesia usate nel corso della prova. Sul pancone del poligono di Carrù (CN) ci si prepara a sondare le possibilità dell’insieme fucile, ottica e cartuccia. Bignami Spa - Via Lahn, 1 - 39040 Ora (BZ) tel: 0471 803000 - www.bignami.it aprile 2014 aprile 2014 Weidmannsheil 77
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