Anno III - Numero 151 - Sabato 28 giugno 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Roma Cronaca Perfino i ragazzini ora lasciano l'Italia Donna scomparsa il mistero si fa fitto Yara, altri indizi a carico di Bossetti a pag. 3 Sarra a pag. 6 Capasso a pag. 8 MERKEL DISPONE, RENZI OBBEDISCE. GLI ITALIANI PAGANO RIFLESSIONI SULLA CRISI DEI PARTITI DELLA COALIZIONE SE IL CENTRODESTRA È ALLO SBANDO Sovranità, fisco, immigrazione, lotta al relativismo possono rappresentare il collante programmatico di una nuova battaglia politica di Francesco Storace È un centrodestra allo sbando quello che ci fa assistere ad uno spettacolo penoso. Ognuno dei cosiddetti leaders parla per se’ e pare non capirci più nulla di quello che bisognerebbe fare. Provo a ricapitolare le forze in campo e poi i contenuti che mi piacerebbe ritrovare nell’azione politica di una coalizione che possa tornare ad essere spendibile per non ridurre il confronto a soli due compari, Renzi e Grillo. 1) Forza Italia sembra ormai divisa tra tante correnti, ognuna delle quali dice di essere fedele a Berlusconi, che però ormai pensa ad altro. Devono addirittura riunire i gruppi parlamentari la prossima settimana perché sulle riforme si registra una babele insopportabile. Ma ci vuole tanto a dire che i senatori vanno eletti e che l’immunità non ha alcun consenso sociale? 2) La Lega sta per fare i conti con l’ala nordista che, superate le elezioni europee, dovrà rinchiudersi a guscio a tutela di Salvini. All’orizzonte c’è infatti una contesa interna con Flavio Tosi per le eventuali primarie del centrodestra e il sindaco di Verona intende giocarsi la carta “nazionale” e non più secessionista con maggiore credibilità (sul tema) del pur bravo leader leghista. E comunque col 6 per cento non si dettano condizioni al resto del mondo. 3) Il Nuovo centrodestra di Alfano e troppi altri galli nel pollaio è al bivio: tentare la ricomposizione col centrodestra ovvero proseguire la marcia verso Renzi. La disputa rischia di diventare fratricida. 4) Fratelli d’Italia sembra aver perso l’entusiasmo iniziale dopo aver mancato - per egoismo verso La Destra - l’obiettivo del quorum europeo. Ora le voci di sottofondo raccontano di liti interne sulla “deriva missina” imputata a Giorgia Meloni. Decidano che fare: la destra non si ricostruisce da soli. Noi siamo sempre al tema proposto il 9 novembre scorso al Parco dei Principi. Se non si vuole fare la destra, resta solo il centrodestra: Forza Italia. E non è il sogno della vita. Ma più che altro ci vogliono i contenuti. E mai come ora, a partire dalle riforme, c’è un gran bisogno di idee forti, che rappresentino la cifra della nostra coerenza. Sovranità nazionale al primo posto: politica, economica, monetaria. Contrastare le politiche di governo sull’immigrazione con una proposta di investimenti europei nelle terre di origine, favorire gli italiani nell’accesso alle prestazioni sociali, rispedire a casa loro i detenuti stranieri ospiti delle carceri del Belpaese. Lanciare politiche di equità fiscale e di liberazione dai troppi apparati che appesantiscono la macchina pubblica. Stroncare il disegno relativista che inquina la nostra tradizione culturale: la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna torni ad essere un pilastro da cui non retrocedere. Se è possibile costruire una piattaforma che sia consequenziale a questi principi, si ritrova un cammino comune. Se prevale il fai da te, ci teniamo Matteo Renzi per vent’anni. E SE LA RIDONO PURE Il premier-segretario Pd tende l’ennesima trappola a Letta E la presidenza della Commissione Ue va al burocrate Juncker di Igor Traboni iù che un faccia a faccia, quello di ieri tra Angela Merkel e Matteo Renzi è stato un incontro alla ‘volemose bene’, con la cancelliera tedesca che anche dall’attuale premier – come già in precedenza da Monti e Letta – continua ad incassare tutta una serie di sussiegosi ‘signorsì’. Per Renzi, invece, la solita passerella con risvolti interni e soprattutto partitici (il presidente del Consiglio non smette mai la divisa da segretario del Pd), questa volta con l’ennesima frecciatina nei confronti del predecessore Enrico Letta, definitivamente bruciato sull’altare di eventuali incarichi europei. A proposito: la presidenza della Commissione Ue – questo l’accordo raggiunto ieri a maggioranza ma senza l’adesione inglese – andrà al lussemburghese Jean- P ANNULLATA UN'ALTRA VISITA Claude Juncker. Al posto di Barroso andrà dunque non proprio un novellino, ma uno dei più grandi burocratici europei, inviso a gran parte dei leader del Ppe, che alla fine però si sono decisi a sostenerlo, più che altro per fare un favore alla solita signora Merkel. Un ‘sì’ che in tal senso è arrivato anche dall’Italia: ora Matteo Renzi farà il giro delle sette trasmissioni tv e di altrettanti giornali amici per dire che si tratta di ‘una conquista’, che alla fine la Germania si è detta disposta ad allentare il famoso patto di stabilità, e cose del genere. Intanto la realtà corrisponde per l’appunto alla sola nomina di Juncker, da ottobre in sella alla Commissione. Una decisione che al premier inglese David Cameron non è piaciuta per niente, tanto da arrivare a twittare – in maniera abbastanza clamorosa e rivolto agli alleati – che questa scelta “potrebbero rimpian- gerla per tutta la vita”, mentre la stampa d’oltre Manica continua ad attaccare Juncker definendolo “l’uomo più pericoloso d’Europa” e ricordando anche i suoi ‘legami’ assai particolari con l’alcool. L’orizzonte di Matteo Renzi, invece, come detto, resta parecchio ristretto alle cose italiane e a quelle del Pd: il segretario si è tolto l’ultimo ‘macigno’ dalle scarpe nei confronti di Enrico Letta, fino a ieri candidato italiano alla stessa presidenza della Commissione Ue: “Questa ipotesi di Letta – si è affrettato a dire il premier – l’ho vista solo sui giornali italiani e avanzata da politici italiani, fonti qualificate – ha aggiunto con ironia e saccenza Renzi – ma non dalle cancellerie europee. E se ci sono tre presidenze (il Consiglio e la Bce, oltre alla Commissione, ndr) è difficile pensare che due spettino all’Italia”. Soprattutto se l’altro nome è quello di Enrico Letta. I FUNERALI DEL TIFOSO UCCISO IL PM PENTITO ‘Con Tortora ho sbagliato’ rent’anni dopo Diego Marmo, allora pm nel caso Enzo Tortora, chiede scusa alla famiglia del presentatore tv, a sui tempo accusato di essere un camorrista: "Ho richiesto la condanna di un uomo dichiarato innocente con sentenza passata in giudicato. E adesso, dopo trent'anni, è arrivato il momento. Mi sono portato dietro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia di Enzo Tortora per quello che ho fatto. Agii in perfetta buona fede" Marmo è tornato all'attenzione delle cronache la scorsa settimana, quando – ormai in pensione - è stato nominato assessore alla legalità nel comune campano di Pompei. Molti commentatori lo hanno criticato per non avere mai pronunciato parole di scuse per l'arringa con la quale voleva inchiodare Tortora a reati mai commessi. E adesso, dopo tutto questo tempo, Marmo ricostruisce la vicenda dal suo punto di vista. E chiede scusa. Ceccarelli a pag. 9 T IL PAPA STA MALE ‘MAI VIOLENZE NEL NOME DI CIRO’ A pag. 2 A pag 10 2 Sabato 28 giugno 2014 Attualità BERGOGLIO SI È SENTITO POCO BENE APPENA PRIMA DI SALIRE IN AUTO PER ANDARE AL GEMELLI Malore del Papa, annullata un’altra visita Il Vaticano: ‘E’ stanco’ – Ma è giallo attorno a problemi respiratori e cardiaci sempre più seri di Igor Traboni ra tutto pronto: Papa Bergoglio ieri pomeriggio era atteso al Policlinico Gemelli, l’ospedale romano “dei papi”, per una visita pastorale. Ma all’ultimo momento la visita è stata annullata “per un’improvvisa indisposizione”, come reso noto dalla sala stampa vaticana. Pochi minuti prima della visita, quando già centinaia di persone si erano assiepate nel piazzale del Gemelli e all’interno dell’ospedale era già pronta la delegazione ufficiale incaricata dell’accoglienza, dal Vaticano è arrivato il dietro front. Improvviso, repentino. Anzi, a quanto risulta al Giornale d’Italia, Bergoglio era già pronto a salire a bordo di una jeep di colore bianco, ma pochi istanti prima il pontefice avrebbe causato un malore, un improvviso mancamento; da qui, consultato subito un medico dello staff sanitario che con discrezione ma con sempre maggiore apprensione segue il pontefice, la decisione di non farlo spostare dal Vaticano. Decisione rispetto alla quale Bergoglio avrebbe protestato, intenzionato com’era ad andare comunque in visita al Gemelli, per poi arrendersi ai consigli dei medici. “Il Papa è molto stanco”, hanno poi riferito le fonti ufficiali vaticane “ha bisogno di riposo”. Ma E qui la vicenda assume tutti i connotati del giallo: se si è trattato solo di stanchezza, perché comunque il Papa sarebbe stato messo in condizioni di ‘uscire di casa’ e avvicinarsi all’auto già pronta, seppur per il breve tragitto fino al Gemelli? E se invece, come appare possibile, si è trattato di un malore più intenso, perché il Pontefice non è stato comunque portato al Gemelli e ricoverato? In quest’ultimo caso, si sarebbe tratto di una questione di ‘opportunità’, per non spaventare oltre i fedeli già pronti ad accoglierlo ma non certo da ‘malato’. E comunque, la decisione di non farlo ricoverare sarebbe stata presa dallo stesso staff medico interno al Vaticano, che ben conosce la situazione di Bergoglio e quindi ha valutato e deciso per un rientro in Casa Santa Marta e una razione di riposo suppletiva. E qui torniamo alle condizioni di salute non eccelse di Papa Francesco. Il Pontefice ha notori problemi respiratori, legati ad un’operazione subìta in gioventù nella sua Argentina. Ma da ultimo, come da noi scritto il 20 giugno scorso, si sarebbero aggiunti problemi cardiaci di una discreta importanza, tanto che il pontefice – che peraltro non si risparmia mai soprattutto nelle occasioni pubbliche – verrebbe costantemente e sempre più attentamente monitorato. L’episodio di ieri del Gemelli è comunque il più serio degli ultimi tempi, anche se il Papa è stato più volte costretto a rinunciare ad impegni pastorali già presi e comunicati in via ufficiale. L’ultima, il 19 giugno, per la tradizionale processione del Corpus Domini, che invece il Papa ha poi seguito in auto, da Santa Maria Maggiore a San Giovanni. Una settimana prima, tutto era pronto per ricevere una delegazione del Csm in Vaticano, ma anche in quell’occasione “una leggera febbre” aveva portato il Papa a disertare l’incontro. E prima ancora: un incontro con i seminaristi romani (altri appuntamento cui il Papa teneva moltissimo) e addirittura l’incontro con i cardinali Scola e Ravasi, al termine di una ‘normale’ udienza del mercoledì. ACCUSATO DI ABUSI SU MINORI Ex nunzio ridotto allo stato laicale ozef Wesolowski, già nunzio nella Repubblica Dominicana e accusato di abusi sessuali su minori, è stato condannato alla dimissione dallo stato clericale da parte dell’ex Sant’Uffizio, al termine del processo in primo grado. Ora l'arcivescovo ha due mesi per proporre appello. L’ex nunzio sarà anche sottoposto a limitazioni della libertà personale, perché non si sottragga agli ulteriori processi penali, a cominciare da quello del Tribunale Vaticano, come ha precisato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Per l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, insomma, non è da escludere neppure il clamoroso arresto, dopo il processo di secondo grado sempre in Vaticano, di cui Wesolowski è cittadino. Finora Wiesolowski, come ha aggiunto padre Lombardi "ha usufruito di una relativa libertà di movimento in attesa che la Congregazione per la dottrina della fede procedesse a verificare il fondamento delle accuse mosse a suo carico". Polacco, 66 anni, Wesolowski era nunzio nel Paese centroamericano dal 2008. Papa Francesco lo ha richiamato a Roma nell’agosto 2013, in seguito a pesanti accuse di abusi su minori. J A 34 ANNI DAL DISASTRO, FONTI GOVERNATIVE OLTRALPE SI OFFRONO DI RIAPRIRE GLI ARCHIVI DELLA DIFESA Strage di Ustica, la Francia collabora di Giorgio Musumeci ono trascorsi 34 anni da quando le televisioni trasmisero le terribili immagini di quel che restava dell’aereo Itavia Dc9, precipitato a largo dell’isola di Ustica la sera del 27 giugno 1980, causando la morte di tutti gli 81 passeggeri. Dalla sera della tragedia, la strada verso la verità, è stata contaminata da false testimonianze, omissioni e silenzi che hanno impedito di dare una risposta definitiva a quello che rimane uno dei più grandi misteri sulla storia del nostro Paese. Oggi, un spiraglio viene aperto dalla Francia, decisa a collaborare all’inchiesta sulla strage. Secondo quanto trapelato, le prime ammissioni fatte da alcuni militari dell’Armeé de l’air ai pubblici ministeri contraddirebbero la versione ufficiale dei fatti. Le informazioni raccolte dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Erminio Amelio dimostrerebbero che i famosi caccia francesi della base di Solenzara, in Corsica, non tornarono a terra S intorno alle 17, cioè quattro ore prima dell’esplosione del Dc9 Itavia, ma bensì volarono fino a tarda sera. Una notizia di enorme rilevanza, se si pensa che tra le ipotesi più accreditate per spiegare la tragedia, c’è proprio quella che ad aver causato il tutto possa essere stato un missile sparato da un caccia francese. Pur non trapelando alcuna informazione sull’attività investigativa in corso, da oltralpe fanno sapere di essere disposti anche a riaprire gli archivi della Difesa per ricostruire i movimenti di cacciabombardieri e unità navali nel mar Tirreno, la notte dell’incidente. Un clamoroso cambio di rotta, se si pensa che le fonti governative francesi avevano sempre ritenuto di non poter ritracciare con precisione chi, la notte dell’accaduto, era in servizio nella base militare di Solenzara. Già nel 2011 l’Eliseo aveva mostrato collaborazione ammettendo che le due portaerei Foch e Clemenceau, si incrociavano nel Mediterraneo nel periodo della strage, sia pur in giorni diversi dal 27 giugno. Interesse dei magistrati romani è soprattutto quello di ricostruire il traffico aereo di quel giorno, capire se c’era un’esercitazione in corso e se vi erano navi nell’area di mare in cui è precipitato il DC9. Ad alimentare questo filone dell’inchiesta, fu la testimonianza resa un anno fa da un pilota dell’Ati che riferì di aver notato, sorvolando l’isola la sera prima del disastro, alcune navi, tra cui proprio una portaerei. Intanto, ieri, in occasione dell’anniversario dell’accaduto, nel messaggio inviato al presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica Daria Bonfietti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invita le istituzioni “a compiere ogni ulteriore sforzo possibile, anche sul piano internazionale, per giungere ad una esaustiva ricostruzione di quello che avvenne nei cieli di Ustica”. Nettamente contrario all’ipotesi che ad abbattere il DC9 sia potuto esser stato un missile francese, è il senatore di Nuovo Centrodestra Carlo Giovanardi, convinto invece che ad aver provocato il disastro è stata l’esplosione di una bomba nella toilette di bordo. “È singolare –ha affermato Giovanardi- che la magistratura italiana non pretenda risposte da parte della Nuova Libia, essendo noto che la Libia di Gheddafi fu costretta ad ammettere la responsabilità dell’esplosione in volo di aerei americani e francesi tramite bombe collocate da suoi agenti a bordo degli stessi”. CONTESTATO IL PREMIO AL GIORNALISTA ANTONIO MANZI La “vendetta” di Esposito dopo l’intervista su Mediaset on trova pace, il giudice Antonio Esposito. Ancora contrariato per l’ormai nota intervista rilasciata al giornalista Antonio Manzo sulla sentenza di condanna in via definitiva a Silvio Berlusconi per frode fiscale, il magistrato ha preso carta e penna per manifestare la propria contrarierà sull’assegnazione del premio Ischia proprio al cronista del Mattino. Nel rivelare l’episodio, il Fatto Quotidiano racconta che Esposito, attraverso il suo legale, ha rivolto la missiva al presidente della giuria del premio di giornalismo Giulio Anselmi, già direttore di Espresso, Stampa, Ansa, oltre che ad altri giurati (tra i nomi che compongono la giuria ci sono i direttori del Mattino, Alessandro Barbano, N dell’Ansa Luigi Contu, del Messaggero Virman Cusenza, e di SkyTg24 Sarah Varetto). Oggetto della lettera, la richiesta di sospensione o revoca del riconoscimento “a fronte di un’azione risarcitoria” avanzata dal giudice di Cassazione contro Manzo, il direttore de Il Mattino e l’editore Caltagirone che ammonterebbe alla bellezza di 2 milioni di euro per un’intervista –ha spiegato il legale“così gravemente manipolata”. E se da Ischia fanno sapere che il premio per Manzo è dovuto alle meritevoli interviste fatte nel 2014, l’avvocato di Esposito fa sapere, invece, che non è esclusa un’azione contro la Fondazione Valentino (organizzatrice del riconoscimento). G.G. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: daniele.belli@hotmail.it -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 28 giugno 2014 Attualità SEMPRE PIÙ NUMEROSI GLI ADOLESCENTI CHE LASCIANO L’ITALIA DOPO LA LICENZA MEDIA Incredibile: adesso anche i ragazzini vanno via! Emigrano in Germania e in Svizzera, soprattutto dal Meridione, in cerca di fortuna icercatori e laureati non sono gli unici che lasciano l'Italia per lavorare. Accanto a loro ci sono sempre più diplomati e, soprattutto, i loro ''fratelli minori''. Ovvero, ragazzini che dopo la licenza media lasciano il Paese per andare all''estero, chi seguendo la famiglia e chi per cercare lavoro. Un tuffo nel passato, in quella stagione che vedeva gli italiani emigrare in massa per cercare fortuna all'estero. E per la Fondazione Migrantes, questo nuovo aumento di minorenni che lasciano l'Italia è “un campanello d'allarme", un fenomeno recente che deve essere studiato. A dirlo è Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, ieri a Bologna per il convegno sulla nuova emigrazione italiana organizzato dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. In un due anni, dal 2010 al 2011, i minorenni con licenza media che hanno lasciato l''Italia "sono passati dallo 0,3% al 24%) sottolinea Licata- è un dato che va scientificamente accertato e analizzato nelle sue caratteristiche, se sono minorenni accompagnati dalle famiglie o se sono ragazzi con licenza media che si spostano, in prevalenza dalle regioni del sud Italia verso la Svizzera e la Germania alla ricerca di posti di lavoro, così come avveniva diversi anni fa, in un momento in cui l'Europa ha difficoltà di inserimento lavorativo". Quindi occorre "verificare che tipo di spostamenti sono". In parallelo aumentano anche i diplomati, che rappresentano il 27% dei giovani che espatriano. "Ma fra loro- segnala Licatal''83% ha provato a frequentare l'Universita', LAVORO GARANTITO PER 1650 PERSONE R Accordo alla Fiat di Melfi ma la solita Fiom non firma P ma poi ha abbandonato gli studi per andare a lavorare all''estero. E questo è grave". Secondo gli ultimi dati disponibili dell''Istat, il fenomeno dell'emigrazione italiana si conferma in netta crescita. "Le iscrizioni alle anagrafe, di persone rientrate, sono scese dalle 31.000 nel 2012 alle 28.000 del 2013- spiega Licatamentre le cancellazioni sono passate dalle 68.000 del 2012 alle 82.000 del 2013". Nell''ultimo biennio, la maggior parte delle partenze si è registrato da Lombardia e Veneto (segue la Sicilia), "ma è probabile che si tratti di persone che vanno all''estero dopo un percorso migratorio interno, dal sud al nord Italia". Tra il 2012 e il 2013, inoltre, "sono in parte cambiate le rotte degli italiani che vanno all''esterospiega ancora Licata- c''e'' un aumento dell''8,6% di emigrati verso l''Asia, tra cui mille persone hanno preso residenza in Cina". Sempre alta resta comunque l''emigrazione verso l''America (+4%). "Dobbiamo pero' sfatare un mito- avverte Licata- i dati sugli italiani nel mondo sono incompleti". Gli iscritti all''Aire (l''Anagrafe degli italiani residenti all''estero) sono oltre 4,3 milioni, ma i ricercatori che si occupano di studiare il fenomeno stimano che siano almeno il doppio, perché l''Aire non riesce a intercettare soprattutto i giovani che spesso si spostano da un Paese all''altro, per motivi di studio o lavoro, e non si iscrivono all''anagrafe. Secondo l''Aire, nel 2012 gli emiliano-romagnoli nel mondo erano circa 150.000, con 7-8.000 nuove iscrizioni in media ogni anno. (dire). CON L’INIZIO DELLE FESTIVITÀ ARRIVANO I SOLITI AUMENTI DI BENZINA E DIESEL Sotto l’ombrellone nuovi rincari del carburante di Giorgio Musumeci ncora una volta, per gli italiani sarà un’estate caldissima. Puntuali, infatti, arrivano i rincari del carburante. Se da una parte le compagnie scaricano la colpa sull’aumento dei prezzi internazionali del petrolio, dall’altra le associazioni dei consumatori evidenziano la perpetuata sincronia tra festività e rincari. In sostanza, ogni qual volta più persone si mettono al volante, aumentano i prezzi. Durissimo il commento del presidente del Codacons, Carlo Rienzi: “Si prepara la solita estate di fuoco per gli automo- A resso la sede della Confindustria Basilicata è stata firmata l'ipotesi di accordo per i 1650 lavoratori delle 12 aziende dell'indotto della Fiat di Melfi che producono la componentistica per la realizzazione delle autovetture. Sull'intesa e' positivo il giudizio della Uilm perché vengono garantiti i livelli occupazionali esistenti "attraverso una nuova organizzazione del lavoro che contribuirà a favorire il lancio produttivo della nuova Jeep Renegade e della 500X assicurando i livelli produttivi richiesti dal mercato". La Fiom Cgil., invece, non ha firmato e il sindacato rosso per eccellenza, nonostante una trattativa durata circa tre mesi, ha già detto di voler rivedere l’accordo. "Un primo grande obiettivo raggiunto con l'accordo – ha invece detto Marco Lomio, segretario della Uilm Basilicata - è sicuramente rappresentato dalla salvaguardia dei livelli occupazionali". Inoltre si procede "nella direzione di una giusta ed improcrastinabile armonizzazione salariale tra con i colleghi della Fiat Chrysler, resa possibile anche e soprattutto attraverso il riconoscimento dell'accresciuta professionalità che si determinerà in seguito all'applicazione, anche nelle aziende dell'indotto, delle nuove metodologie di lavoro legate all'applicazione del Wcm (World Class Manufacturing)". Ig.Tr. bilisti italiani, abituati oramai a subire rincari dei listini in occasione delle partenze per le vacanze. Aumenti dei carburanti che avranno ripercussioni negative su tutta l’economia –prosegue Rienzi-, determinando rincari generalizzati dei prezzi al dettaglio e spinte al rialzo dell’inflazione.” Analogo il pensiero di Adusbef e Federconsumatori, secondo cui gli aumenti del carburante sono “del tutto immotivati”, indice di un “andamento intollerabile, a cui il Governo deve porre immediatamente un freno. Di questo passo a fine agosto saremo ben oltre i 2 euro al litro”. Secondo le due associazioni, gli automobilisti “continuano a pagare oltre 6 centesimi di troppo sul prezzo dei carburanti”, ma gli aumenti pesano “su tutti i cittadini, dal momento che l’86% dei beni in Italia è trasportato su gomma”. Tra l’altro, aggiungono, “l’incremento ingiustificato dei costi dei carburanti inciderà in maniera pesante sull’andamento della domanda turistica, facendo ridurre ulteriormente il budget del già esiguo numero di famiglie che si apprestano a partire per le vacanze estive”. A fronte di questa situazione, i consumatori ribadiscono dunque la necessità di procedere a una razionalizzazione della rete di distribuzione, a un incremento dell’efficienza dell’intero settore, a un serio piano di abbattimento delle tasse sui carburanti, anche attraverso l’introduzione dell’accisa mobile, annunciata anni fa e mai introdotta. “È ora che il Governo la smetta di fare cassa con il continuo incremento delle accise sui carburanti”, concludono i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Analizzando nel particolare gli aumenti,a dare il via è stata l’Eni, seguita da Tamoil e Shell con 1 centesimo in più sulla benzina e sul diesel, e da Esso con +0,5 centesimi su entrambi i prodotti. Le medie nazionali del prezzo “servito” della benzina e del diesel sono adesso a 1,853 e 1,749 euro al litro (Gpl a 0,755). Le punte in alcune zone sono per la verde fino a 1,910 euro, per il diesel a 1,798 e per il Gpl a 0,767. RILEVAZIONI DELL’ISTAT Crolla l’occupazione e aumenta la povertà rrivano ancora dati negativi dall’Istat, che nell’ultima analisi su occupazione e retribuzione nelle grandi imprese, disegna l’ennesimo quadro drammatico nel quale si trova il nostro Paese. Riguardo l’occupazione nelle grandi imprese, l’Istituto di statistica evidenzia come, al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni, questa ad aprile segna in termini destagionalizzati una flessione dello 0,1% rispetto a marzo e dell’1,0% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Al netto dei dipendenti in Cig si registra una variazione nulla rispetto a marzo 2014 e dello 0,6% su aprile 2013. Al netto degli effetti di calendario, diminuisce anche il numero di ore lavorate per dipendente, che rispetto ad aprile 2013 segna una flessione dell’1,8%. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 29,2 ore ogni mille ore lavorate, in diminuzione di 4,8 ore ogni mille rispetto ad aprile 2013. Sul fronte retribuzioni, invece, il dato lordo per ora lavorata segna una diminuzione di un punto percentuale rispetto a marzo, A mentre in termini tendenziali l’indice grezzo perde lo 0,6 per cento. Rispetto ad aprile 2013, conclude l’Istituto di statistica, la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente flettono di 1,6 punti percentuali. Numeri drammatici arrivano anche dal Rapporto 2014 sul Benessere equo e sostenibile (Bes) presentato da Istat e Cnel. Secondo gli analisti, infatti, nel 2012 la percentuale di persone che vive in famiglie assolutamente povere passa dal 5,7 per cento all’8 per cento, facendo aumentare di due milioni e 400mila le persone in questa condizione rispetto al 2007. A fare le spese della crisi, spiega ancora l’Istat, sono in particolare i minori e i giovani, che sono di fatto i nuovi poveri. Se fino a qualche tempo fa ci si preoccupava, infatti, della situazione critica degli anziani, ora sono i nipoti a subire gli effetti peggiori della recessione. Emblematico, in tal senso, il livello di soddisfazione per la qualità della vita, che tra i giovani ha subito una flessione di 4,5 punti percentuali. G.M. 4 Sabato 28 giugno 2014 Storia IL RACCONTO DIRETTO DELL’ESPERIENZA FASCISTA E REPUBBLICANA VISSUTE DA UNA DONNA CHE AMAVA LA PATRIA Zelmira, giovinezza in camicia nera/3 “Dovunque si andasse, si respirava un’atmosfera ch’era piena di lui. Il fascismo ci riempiva la vita” di Emma Moriconi a vita di Zelmira Marazio si sviluppa lungo il periodo del Ventennio e, poi, della Rsi: la donna vive tutte le fasi di questo periodo storico e ne racconta, nel suo volume “Il mio Fascismo”, ogni sfumatura. Il passaggio da “piccola italiana” a “giovane italiana”, le colonie marine e montane che frequenta tra gli 8 a i 12 anni: “era un periodo felice per il nostro paese – scrive – c’era tranquillità e sicurezza all’interno, prestigio crescente all’estero”. Ricorda anche i commenti della madre, del tipo: “Se ci fosse stato Mussolini quando mi licenziarono dal municipio, con la scusa che, dovendo allattare te, non potevo fare il lavoro straordinario, non mi avrebbero sbattuta in mezzo alla strada. Oggi si difendono le madri. È proprio un brav’uomo, il Duce”. Zelmira ricorda i viaggi in treno lungo le paludi pontine bonificate, “fino a ieri regno della miseria e della malaria”. E scrive ancora: “Dovunque si andasse, si respirava un’atmosfera ch’era piena di lui [… ] il fascismo ci riempiva la vita, tutto ciò che potevamo desiderare e anche di più […] Eravamo appagati e sereni. Oggi si può pensare che soffrissimo per la mancanza di libertà. Ma la nostra libertà era quella di crescere fisicamente e spiritual- L mente, di prepararci ad un avvenire luminoso., di credere ed obbedire per far la patria più grande. Il nostro era il migliore dei mondi possibile. […] Secoli di sofferenze, di umiliazioni, di lotte erano sfociati nella luminosa primavera del Risorgimento e poi, dopo la meschina parentesi dell’Italietta umbertina, nell’ancor più splendida primavera fascista”. E poi la battaglia del grano, le operazioni militari in Etiopia, la dichiarazione di guerra, l’atmosfera, vissuta in prima persona, di quell’Italia degli anni Venti, Trenta e poi Quaranta. Il diploma di maestra elementare, e poi il GUF, il Gruppo Universitario Fascista. E poi Salò. La Federazione del Fascio Repubblicano, le canzoni, la nascita del fascismo repubblicano in cui “si erano ritrovati insieme i fascisti della vecchia guardia, che erano stati arrestati durante il periodo badogliano e i giovani che non volevano condividere il disonorevole armistizio”. Gran parte dei ricordi di Zelmira sono concentrati nel periodo della Repubblica sociale, della quale rievoca il pathos ma anche i fatti, come la legge sulla socializzazione delle imprese, e ancora il dolore nell’accogliere a Casa Littoria i cadaveri dei Caduti, “morti in combattimento durante i rastrellamenti nelle valli della provincia o trucidati in agguati. […] In quelle casse di legno – ricorda Zelmira tanto tempo dopo quei fatti – coperte dal tricolore stavano persone con cui avevamo trascorso giornate di lavoro, condiviso propositi, speranze, elaborato progetti per il futuro. Per loro non c’era più futuro; toccava a noi tradurre in atto ciò che essi avrebbero voluto fare; per questo erano ancora presenti in mezzo a noi”. Zelmira, che tutti chiamano confidenzialmente Mirella, vorrebbe arruolarsi, compila la domanda ed attende il grande giorno. Non sta nella pelle in attesa di iniziare il primo corso. Non si arruolerà mai, per non spezzare il cuore a sua madre, che vive solo per lei. Così continua a servire la Patria occupandosi del giornale e lavorando per la ricostruzione. La rinuncia al Servizio Ausiliario Femminile le costa molto, ma sa che restando al suo posto a Casa Littoria può contribuire lo stesso a risollevare le sorti della Nazione. “Giuro di servire e difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, fino al sacrificio supremo. Lo giuro dinanzi a Dio e ai Caduti per l’unità, l’indipendenza e l’avvenire della Patria”, scandisce il comandante. “Giuro” gridano i soldati. “Un brivido di commozione mi scosse; lacrime mi solcavano il volto mentre pronunciavo anch’io con gli altri la sacra parola che mi legava irrevocabilmente alla nostra Repubblica”. (…continua…) emoriconi@ilgiornaleditalia.org FLAVIA ENTERTAINMENT PRESENTA un film di emma moriconi film ammesso a UN FILM PER LA PACE A FILM FOR PEACE festival 2014 Film di interesse culturale patrocinato da con il patrocinio gratuito della al cinema dal 12 giugno 5 Sabato 28 giugno 2014 Esteri I 4 ERANO STATI PRESI UN MESE FA, MA CE NE SONO ALTRI IN MANO AI FILO RUSSI Liberi gli osservatori Ocse rapiti in Ucraina SVOLTA NELLE INDAGINI SULL’AGGUATO DI MONACO di Cristina Di Giorgi li osservatori dell’Osce, sequestrati in Ucraina il 26 maggio scorso dai ribelli filo russi, sono stati liberati e attualmente si trovano in un albergo a Donetsk, dove sono giunti in nottata. Secondo alcuni testimoni, i quattro (un cittadino danese, un turco, uno svizzero ed un estone), seppure in condizioni relativamente buone, sono apparsi stanchi e tesi e hanno rifiutato contatti con la stampa. A dare la notizia, in un comunicato diffuso in queste ore, è Alexander Borodai, premier dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, piazzaforte dei filo-russi nell’est dell’Ucraina. Il quale, oltre ad aver precisato che il rilascio degli ostaggi è avvenuto senza condizioni - “Non ci attendiamo nulla in cambio, speriamo che la Comunità internazionale lo capisca” - ha anche aggiunto che il responsabile del sequestro è un capo ribelle della vicina regione di Lugansk. Nell’area, come hanno più volte dichiarato i dirigenti separatisti locali, operano infatti diversi gruppi paramilitari, su alcuni dei quali le forze “istituzionali” non hanno alcun controllo. Borodai ha poi aggiunto che i combattenti prorussi, dopo alcune ore di scontro armato, si erano asserragliati in una base militare ucraina di Donetsk. “Ci felicitiamo del ritorno dei quattro membri della missione dopo trentuno giorni di assenza” ha dichiarato Mark Etherington, numero due dell’Ocse in Caso Pastor: il futuro genero ammette di essere il mandante G e indagini sull’omicidio di Hèlène Pastor, la ricca ereditiera monegasca morta in seguito alle lesioni riportate nell’attentato del 6 maggio scorso a Nizza, sono ad una svolta: Wocjieck Janowski, futuro genero della donna, ha infatti in queste ore ammesso il suo coinvolgimento nel crimine in questione. Dopo che la figlia della vittima – la cinquantatreenne Sylvia era stata completamente scagionata dall’accusa di essere tra i mandanti del delitto, i sospetti si sono subito spostati sul futuro genero della Pastor. Secondo Brice Robin, il procuratore di Marsiglia che conduce l’inchiesta, l’indagine si è concentrata sull’uomo in seguito sia a “flussi finanziari sospetti” riscontrati esaminando i suoi conti bancari, sia ai suoi “possibili collegamenti con due individui qualificabili come intermediari”. Stando a quanto riportato dalla stampa francese, a detta degli inquirenti il console di Polonia a Monaco ed ex direttore di L Ucraina. Anche Didier Burkhalter, presidente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha pronunciato parole di soddisfazione per l’avvenuta liberazione e ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere tale risultato. Che, a quanto si apprende, è stato ottenuto dopo che i filo russi hanno deciso di partecipare a ulteriori colloqui di pace con le autorità di Kiev. Gioia quindi. Ma anche, ancora, grande timore per le sorti di un altro gruppo di collaboratori dell’Osce, rapiti il 29 maggio, che sono ancora nelle mani dei ribelli. “Siamo molto preoccupati per i nostri colleghi” ha detto Etherigton. Gli fanno eco le parole del presidente Burkhalter, che ha lanciato un appello per la loro liberazione. hotel esclusivi, sospettato di essere il mandante dell’omicidio della Pastor e del suo autista tutto fare Mohamed Darwich, ha confermato la sua partecipazione al delitto. Che, secondo alcune voci ancora non confermate, avrebbe dovuto avere come obiettivo la malcapitata Sylvia, spesso al fianco della madre in occasione delle sue visite a Nizza, teatro dell’agguato. Per ora si sa che a commettere materialmente l’omicidio sono stati due sicari originari delle Comore (incastrati da una serie di prove, tra cui il ritrovamento, nel corso di una perquisizione, di una parte dei soldi che avrebbero ricevuto come compenso per l’omicidio), già identificati e arrestati insieme ad altre persone che sarebbero a vario titolo coinvolte nel disegno criminoso. Sul cui movente non è ancora stata fatta piena luce, anche se l’ipotesi più probabile a riguardo è data dal ricchissimo patrimonio familiare dei Pastor, stimato intorno ai 19 miliardi di euro. CdG LA CRISI TRA MOSCA E KIEV SI RIPERCUOTE ANCHE SUI VICINI, DALLA GEORGIA ALLA MOLDOVA, FINO ALLA BIELORUSSIA L’area ex Urss è in continua ebollizione di Giuliano Castellino ome prevedibile e come programmato a tavolino dagli occidentali lo scontro ucraino-russo sta portando destabilizzazione in tutta l'area ex Urss. La Russia è pronta a consultazioni con l'Ucraina, ma anche con Georgia e Moldova, sull’imminente associazione all'Ue dei tre vicini, ma ha ribadito e specificato che in caso questa abbia "effetti negativi" sull'economia russa, Mosca non esiterà ad adottare "misure di salvaguardia" in conformità con le norme del Wto. Il monito è arrivato dal mi- C nistro degli Esteri russo, Serghei Lavrov: "Siamo pronti a consultazioni di ogni tipo, ma non appena gli accordi entreranno in vigore e i nostri partner della Cis firmeranno con l'Ue, se ci rendiamo conto che questo avrà un effetto negativo sul funzionamento della nostra zona di libero scambio, un effetto negativo in base alle condizioni per le quali abbiamo aderito al Wto, sarà necessario, ovviamente, adottare misure di salvaguardia in piena conformità con le norme del Wto". Della Cis (Comunità stati indipendenti) fanno parte non solo Russia, Moldova e Ucrai- na, ma anche Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Uzbekistan e Kirghizistan. La Georgia, pur non essendo membro della Cis, ha in essere diversi accordi commerciali ed economici con i paesi della comunità. Sulla crisi nell'Ucraina orientale, si è registrato anche ieri un fitto intreccio di contatti e scambi diplomatici durante il "cessate il fuoco", alquanto traballante, proclamato una settimana fa dal presidente ucraino Petro Poroshenko. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto un nuovo colloquio telefonico in cui, riferisce il Cremlino, hanno discusso della possibilità di un monitoraggio della tregua, dell'avvio di un gruppo di contatto regolare e del rilascio degli ostaggi. Il capo del Cremlino ha ribadito che il cessate il fuoco dovrebbe essere prolungato. Kiev intanto ha ribadito le accuse: è Mosca a finanziare, sostenere e armare i separatisti dell'Ucraina sud-orientale. "Sono armi russe - ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Ievghen Perebiinis - quelle che i 'terroristi' stanno usando per uccidere i soldati ucraini e i cittadini pacifici. E sono portate in Ucraina orientale ininterrottamente e con l'aiuto delle autorità russe". Intanto, in attesa di firmare l'accordo di associazione ucraina alla Ue, il presidente Poroshenko ha deplorato l'insufficiente sostegno della Russia al piano di pace: "Potrà funzionare solo se la Russia fa la sua parte. Sino ad ora, purtroppo, il sostegno di Mosca non è sufficiente", ha affermato intervenendo a Strasburgo davanti all'assemblea parlamentare del Consiglio d'europa. "La guerra non dichiarata - ha aggiunto - continua a infuriare in questo momento. Si tratta di richiamare i mercenari che attraversano la frontiera russa". Quanto alla possibilità di prolungare il cessate il fuoco, Poroshenko ha detto che il suo obiettivo è "una tregua duratura", ma che "al momento" non è in grado "di dire quale decisione sarà presa in questi giorni". Più cauta Berlino, divenuta più equilibrata nell'ultimo periodo, anche se meno pompiere degli ultimi giorni: "Il presidente Poroshenko ci riferirà della situazione in Ucraina e poi dovremo decidere come procedere", ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel a margine del summit dei leader Ppe a Courtrai. I progressi "al momento non sono così chiari come avrei auspicato, di fronte a quasi sette giorni di tregua. Discuteremo se proseguire con le sanzioni o altrimenti quali saranno i prossimi passi se ci sono progressi. Lo possiamo decidere solo dopo aver ascoltato il presidente Poroshenko". Le nuove sanzioni dovrebbero colpire Mosca nei settori bancario e tecnologico. Più diretto il segretario di Stato americano John Kerry, che ha lanciato un nuovo ultimatum alla Russia: o nelle prossime ore Mosca farà pressioni sui separatisti ucraini affinché depongano le armi oppure arriveranno nuove sanzioni. Kerry ha parlato da Parigi, dove ha incontrato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. "Putin deve agire per incoraggiare i separatisti a disarmarsi. E diventare parte di un processo politico legittimo". Da Mosca ha risposto la vice direttrice del dipartimento informativo del ministero degli Esteri, Maria Zakharova: "La Nato ignora gli sforzi del governo russo per mettere fine al conflitto nell'Ucraina dell'est ed è ancora prigioniera di stereotipi da guerra fredda". 6 Sabato 28 giugno 2014 Da Roma e dal Lazio OGGI IL CORTEO ANTAGONISTA NELLA CAPITALE DELL’IMPRENDITRICE E TITOLARE DEI CENTRI DIAGNOSTICI ARTEMISIA-LAB NON SI HANNO PIÙ NOTIZIE DA MERCOLEDÌ SERA “Controsemestre popolare”, la sinistra torna in piazza Caso Giorlandino, al vaglio tutte le piste L’obiettivo dei manifestanti è arrivare sotto la sede romana dell’Ue Controsemetre popolare”. Con questo slogan l’Unione sindacale di base, assieme al movimento No Tav, il forum dei movimenti per l’acqua pubblica, Rete No War, Ross@, lavoratori, disoccupati, pensionati, precari, migranti e studenti, torna in piazza. Il corteo partirà alle 14 da piazza della Repubblica e attraverserà via Amendola, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, raggiungendo piazza Santi Apostoli. Gli organizzatori, inoltre, hanno fatto sapere che arriverà anche un pullman da Bruxelles, con a bordo la delegazione italiana della Carovana Migranti e Rifugiati, che si unirà al corteo dopo aver manifestato sotto il Consiglio Europeo per il diritto di asilo e la liberà di circolazione per le persone. Ma la possibilità che gli antagonisti vogliano arrivare sotto la sede romana dell’Unione europea è reale. Non solo: il rischio che nella capitale arrivino pure le solite realtà dei centri sociali provenienti da Torino, Milano, Venezia, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Livorno, “ Massa Carrara, Napoli, Cosenza e molte altre città è ancora più alto. Nel mirino dei manifestanti, però, solo il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi: “Il distruttore dei servizi pubblici, è l’artefice delle leggi sulla casa che negano perfino i diritti civili a chi lotta per avere un’abitazione, è il decisionista che vuole l’Expo e le grandi opere come il Mose e la Tav che sono solo speculazione e corruzione”. “Il rottamatore – scrivono ancora gli antagonisti sul web - è in continuità con i corrotti che hanno inquinato la vita pubblica italiana. Matteo Renzi continua le loro opere che vanno invece subito fermate”. Massima attenzione, quindi, da parte delle forze dell’ordine ai palazzi del governo e agli obiettivi ritenuti sensibili. Ieri, intanto, i collettivi e comitati studenteschi, oltre ad una piccola rappresentanza dei movimenti per il diritto all’abitare, composta per lo più da immigrati, hanno sfilato per le strade del quartiere romano di San Lorenzo. G.S. La Procura di Roma aveva già aperto un fascicolo per una denuncia, presentata dalla donna, per stalking roseguono senza nel corso degli ultimi mesi si sosta le ricerche di sono perpetrati contro di lei Mariastella Giorale purtroppo anche contro di dino da parte degli me”. Sull’attività di indagine investigatori. L’importata avanti dai carabinieri, prenditrice, madre di un figlio invece, ha detto: “Mi auguro di 12 anni, architetto, appasche il lavoro delle forze delsionata di pittura e titolare dei l’ordine possa darci presto centri diagnostici Artemisiabuone notizie”. Lab, è scomparsa mercoledì L’uomo, inoltre, ha rivolto ansera. La donna era fortemente che un appello: “Chiedo a stressata ormai da alcuni anni chiunque possa averla vista e si sentiva perseguitata. in queste ore di darne pronta La Procura ha aperto così un comunicazione alle istituzioni altro fascicolo affidato al pubdeputate”. Mariastella Giorlandino insieme al marito Carlo De Martino blico ministero Mario Dovinola, Solidarietà anche dai dipenche già da qualche tempo denti degli otto centri clinici aveva avviato un’indagine dopo una debianca e grigia, a lavoro e in mattinata e diagnostici del territorio romano e gli nuncia per stalking che era stata fatta aveva anche partecipato a una riunione. oltre duecento professionisti medici che dalla stessa imprenditrice. La sera, però, non è rientrata a casa, collaborano presso il Gruppo ArtemiI militari stanno indagando a tutto campo una villa sull’Appia Antica. Quindi la sia-Lab, i quali si augurano che “possa per ricostruire le ultime ore prima della denuncia del marito, Carlo De Martino, tornare subito a riabbracciare tutti i suoi scomparsa della donna. Dai familiari che si è detto “molto preoccupato poiché cari”. agli amici, passando per i collaboratori questa assenza fa seguito alle continue Un esempio – hanno ricordato – di imdi lavoro. Ancora molte le persone da denunce sporte da mia moglie nei conprenditrice infaticabile, dalle eccezionali sentire. fronti di ignoti, per gli innumerevoli epidoti carismatiche e dalle innegabili comMercoledì, comunque, la Giorladino era sodi di stalking fisico, psicologico, mepetenze manageriali. andata regolarmente, con la sua Smart diatico e amministrativo/burocratico che Giuseppe Sarra P OPERAZIONE “ARCO”, SOSTANZE STUPEFACENTI DALLA SARDEGNA ALL’AGRO PONTINO: 24 ARRESTATI, 66 INVECE GLI INDAGATI Latina, duro colpo al traffico della droga L’inchiesta è partita dal duplice omicidio del 29 ottobre 2012, quando vennero uccisi Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne entiquattro persone arrestate, quattro delle quali irreperibili. Sessantasei complessivamente, invece, gli indagati. Questo il bilancio dell’operazione denominata “Arco” condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Latina. Un blitz, scattato alle prime ore della mattinata di ieri, che ha visto impiegati oltre 150 militari, supportati da unità cinofile antidroga e per la ricerca di armi, nonché da un velivolo del nucleo elicotteri di Pratica di Mare. Gli uomini del colonnello Giovanni De Chiari, inoltre, hanno scoperto che la droga arrivava direttamente dalla Sardegna e veniva smerciata tra Latina, Sezze, Priverno e Pontinia. Un’indagine particolarmente complessa, fatta di intercettazioni ambientali e telefoniche, in quanto gli indagati si incontravano spesso in luoghi isolati, in piena campagna, nel tentativo di non essere intercettati. L’attività investigativa è stata avviata in seguito al duplice omicidio e al tentato V omicidio avvenuti la sera del 29 ottobre 2012 a Sezze, presso una stazione di servizio, quando vennero uccisi Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne. All’epoca finirono in manette Enrico, Maurizio e Stefano Botticelli, per i quali è tutt’ora in corso il processo. Allora si parlò di una resa dei conti tra bande rivali di spacciatori, invece, l’attività di indagine ha visto emergere elementi tali da far ipotizzare che il grave fatto di sangue potesse essere maturato in un contesto criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta in sostanza di soggetti che svolgevano l’attività di spaccio in maniera professionale, traendo dai proventi dei reati la principale fonte di sostentamento, e adottando tutte le cautele possibili al fine di evitare le investigazioni. Nonostante l’accortezza degli indagati, i militari, nel corso dell’operazione, avevano già tratto in arresto in flagranza di reato 17 persone, e ne avevano segnalate 11 per uso personale. “Molti di questi sono personaggi dal notevole spessore criminale – hanno spiegato i militari – e hanno adottato misure volte a sviare gli accertamenti, si aspettavano comunque che succedesse qualcosa dopo il delitto”. Ai 24 arrestati, comunque, non viene contestata l’associazione per delinquere ma lo spaccio di stupefacenti, senza riferimento a un gruppo organizzato. Marco Compagnoni TASSAZIONE Strisce blu, ancora polemiche su Marino Nei giorni scorsi la commissione Bilancio ha dato il via libera definitivo all’aumento della sosta oraria, e non solo ltre polemiche sui rincari stabiliti dall’amministrazione capitolina. In molti, infatti, non hanno digerito l’aumento del 50% del ticket delle strisce blu. Ma anche la soppressione delle tariffe agevolate, la sosta oraria giornaliera di 4 euro per 8 ore, oltre all’abbonamento mensile di 70 euro. Si paga e basta, senza se e senza ma: 1,50 euro l’ora. Questo è quanto ha stabilito la giunta di Ignazio Marino. Un provvedimento che, nei giorni scorsi, ha ottenuto il via libera della commissione Bilancio presieduta dal consigliere del Partito democratico Alfredo Ferrari. A tornare sulla vicenda l’Associazione difesa orientamento consumatori (Adoc) che ha calcolato un danno mensile di 194 euro per i lavoratori costretti ad utilizzare l’automobile. “Siamo assolutamente contrari a qualsiasi aumento a 1,50 euro l’ora delle tariffe di parcheggio all'interno delle strisce blu”, denuncia A l’associazione dei consumatori che poi ha ricordato che “non è accettabile, neanche a livello ipotetico, un aumento delle tariffe né qualsiasi taglio delle agevolazioni attualmente presenti. Soprattutto nelle condizioni – ha sottolineato Adoc - in cui attualmente versa il trasporto pubblico romano, con il 75% dei cittadini “costretto” a raggiungere il posto di lavoro utilizzando il proprio mezzo”. E ancora. “E’ evidente – ha aggiunto l’associazione – che si andrebbe a penalizzare una larga fetta della popolazione, tagliando di fatto le entrate del bonus 80 euro emanato dal Governo. Una situazione inaccettabile e insostenibile”. La solita sinistra: con una mano dà, con l’altra toglie. Antonio Testa 7 Sabato 28 giugno 2014 Dall’Italia NELLO SCONTRO A FUOCO È RIMASTA FERITA ANCHE LA MOGLIE Agguato a Paternò, ucciso ex detenuto di Francesca Ceccarelli n agguato nel Catanese, poco dopo le 7 del mattino, che ha messo fine alla vita di un ex ergastolano, il 55enne Salvatore Leanza, ucciso in un attentato di mafia avvenuto a Paternò. Secondo la ricostruzione l'uomo era a bordo della propria auto guidata dalla moglie, Barbara Bonanno (58 anni) quando alcuni sicari col volto travisato hanno sparato numerosi colpi di pistola in direzione della vettura. La donna è rimasta ferita, ma non in maniera grave. Sull'episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Paternò e del Reparto operativo del Comando provinciale di Catania. Salvatore Leanza era stato condannato all'ergastolo per omicidio ed era ritenuto un elemento del clan Alleruzzo-Assinnato ed era stato scarcerato nel marzo del 2013. Da quella data era sottoposto all'obbligo della libertà vigilata. Stando alle parole della moglie rilasciate prima di essere ricoverata in ospedale, l’uomo era a bordo dell'auto di famiglia guidata dalla donna in viale dei Platani a Paternò. La coppia stava per rientrare a casa quando la loro vettura è stata affiancata e superata da un'automobile dalla quale poi sono scesi più sicari U dal volto coperto che hanno esploso numerosi colpi di pistola contro suo marito. La donna è stata ferita ma non in maniera grave ed è adesso ricoverata nell'ospedale Santissimo Salvatore di Paternò. I militari dell'Arma che indagano ritengono che l'agguato sia di chiaro stampo mafioso, anche per le modalità con cui è stato attuato, e ritengono che sia maturato in ambienti della criminalità organizzata. Sul- l'episodio ha aperto un'inchiesta la Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania. Leanza era stato condannato per l'omicidio di Alfio Avellino morto nel '79. Ad uccidere l'uomo che gestiva una radio privata ad Adrano (Ct), secondo il pentito Giuseppe Pellegriti, che si era autoaccusato e poi ritrattò, furono anche Salvatore Leanza, Salvatore Santangelo, Nicolò Lo Cicero e Placido D'Oca. Pellegriti dichiarò durante il processo di essersi inventato tutto e di aver accusato Leanza, Santangelo, Lo Cicero e D'Oca perché gli inquirenti lo avevano indotto a fare i loro nomi. Leanza ricevette un altro ordine di custodia in carcere per un'operazione antimafia nel '94, ordine poi annullato dal gip. Salvatore è fratello di Antonino Leanza, che venne arrestato per mafia e traffico di droga, nel '98. MAXISEQUESTRO A GIOIA TAURO Cocaina tra le banane n sequestro record quello effettuato ieri al porto di Gioia Tauro. Circa 100 chili di droga è stata trovata nascosta all’interno di un container che trasportava banane proveniente dall’Equador. La guardia di finanza di Reggio Calabria e i funzionari dell’Agenzia delle dogane di Gioia Tauro hanno individuato e sequestrato l’ ingente carico di cocaina rivelatasi purissima. U L’operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, è stata eseguita attraverso una serie di incroci documentali e controlli di container sospetti, anche con scanner. La cocaina sequestrata avrebbe fruttato con la vendita al dettaglio circa 21 milioni di euro. Grazie alle attività di controllo dall’inizio dell’anno nel porto di Gioia Tauro sono stati sequestrati circa 900 chili di cocaina. IN TEMPI DI RISTRETTEZZE ECONOMICHE UN’AZIENDA CHE CERCA DI ANDARE INCONTRO AL CONSUMATORE Pastificio Cerlacchia: “Con noi il kit anti-crisi” Un’iniziativa di solidarietà per dare sostegno alle famiglie in difficoltà i necessità virtù: cntro la crisi c’è chi cerca di dare soluzioni alternative: così ha fatto il pastificio Cerlacchi di Budrio, in provincia di Bologna. Il pastificio, dal 2013 in esercizio provvisorio, rilancia un Pastakit: "un'iniziativa di solidarietà per aiutare tante persone in difficoltà, tutelando al contempo un pezzo di patrimonio industriale e parecchi posti di lavoro". Tortellini, tortelloni e ravioli: questo il contenuto speciale kit per superare il periodo di difficoltà in cui versa l’azienda nel segno della solidarietà sociale. Il kit (64 confezioni di pasta da 250 gr per 33 euro) - scrive Cerlacchia in una nota - "è una risposta che coniuga etica, solidarietà, economicità, sostenibilità e tipicità del prodotto. Un uovo di colombo che permette a un'azienda in fallimento, finché esiste, non solo di sperare in un finale diverso della propria storia, ma anche di essere utile alla propria comunità. Attraverso un'azione benefica potrà trovare la forza per rilanciarsi e diventare appetibile per D nuovi investitori in vista della prossima asta di venerdì 27 giugno 2014". L’iniziativa è stata pensata dal Curatore del fallimento di Cerlacchia Srl Giacomo Barbieri, dopo aver preso contatto con il presidente di Last Minute Market Andrea Segré per avviare una collaborazione rapidissima con lo spin off dell’Università di Bologna e con Caab Centro Agroalimentare Bologna, e concretizzare così la produzione e distribuzione del kit anticrisi, disponibile da qualche giorno in via sperimentale per i dipendenti delle aziende associate ad Unindustria Bologna, e adesso anche per l’acquisto diretto presso lo stabilimento di Azienda Cerlacchia. Grazie alla collaborazione di Last Minute Market si consentirà ad aziende e privati cittadini di acquistare kit anticrisi da donare a persone bisognose. «Abbiamo deciso immediatamente di sostenere questa iniziativa che sposa perfettamente la filosofia ‘win win’ di Last Minute Market – spiega il presidente Andrea Segrè – In questo progetto, infatti, ci auguriamo possano vincere tutti: l’azienda Cerlacchia innanzitutto, e i suoi dipendenti, così come le persone, le realtà e le comunità con ridotta possibilità di acquisto che risulteranno beneficiarie dei Kit. La crisi colpisce tutti, ma il dono intelligente, come in questo caso, è un motore potente per riparare i fallimenti dell’economia e stimolare la ripresa. Al tempo stesso, il rilancio di un’azienda che opera nella tipicità del food nell’Area Me- tropolitana di Bologna segnerà un punto a vantaggio della valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale e favorirà la rigenerazione di piccoli ma preziosi anticorpi del comparto industriale e commerciale bolognese. Se necessario, Caab darà un supporto logistico per stoccare temporaneamente i kit – dichiara il presidente Andrea Segrè – ma la cosa davvero rilevante è che l’iniziativa nasca dal curatore fallimentare del Pastificio sotto l’egida, per così dire, della sezione fallimentare del Tribunale: Bologna, città del cibo, è anche questo». Gli ordini, i pagamenti e la fatturazione saranno gestiti direttamente dal Pastificio Azienda Cerlacchia sotto il controllo del Curatore e del Tribunale di Bologna, in modo da garantire la massima trasparenza di tutte le operazioni. In base a quanto dichiarato al momento dell’ordine, nella fattura saranno distinti gli acquisti destinati al consumo privato, alle mense aziendali, ai propri dipendenti ed alla beneficenza, in modo da facilitare il corretto trattamento a fini fiscali. 8 Sabato 28 giugno 2014 Dall’Italia DURANTE L’INCONTRO CON IL MARITO IN CARCERE HANNO PARLATO SOLO DEI TRE FIGLI, NESSUN SEGNO DI CEDIMENTO O CONTRADDIZIONE La moglie di Bossetti:“Mi portò sul campo di Yara” A breve le analisi dei Ris di Parma sull’auto e sul furgone dell’indagato, per la procura probabile il giudizio immediato di Chantal Capasso RICORDATO ANCHE ALMIRANTE e prime domande che Bossetti ha rivolto alla moglie sono state sui loro figli. Il presunto assassino, dopo dieci giorni di reclusione in isolamento, ha potuto incontrare la coniuge nel colloquio autorizzato dal autorizzato dal pubblico ministero. Durante l’incontro, che è durato circa due ore, sembra che Bossetti non abbia mostrato nessun segnale di cedimento o contraddizione, la discussione verteva soprattutto sui tre figli. Nella caserma di Ponte San Pietro la donna è stata interrogata dagli inquirenti, che ha ribadito più volte: "Gli credo, mio marito non è un assassino. Non è un pedofilo". Ma alla domanda su dove si trovasse il marito la sera del 26 novembre 2010, ha risposto “non ricordo”, e “può essere”, avvalendosi della facoltà di non rispondere e sottolineando anche che il non ricordare “non significa niente”, considerando normale la sua amnesia dopo quasi quattro anni passati da quel giorno. Ma dopo qualche ricordo è affiorato, l’orario della cena: "Quella sera cenai con mio marito alle nove di sera", ha dichiarato la donna. Un elemento nuovo, importante per gli inquirenti per la ricostruzione dei fatti. Altro particolare interessante emerso nel verbale dell’interrogatorio della donna. I due coniugi si recarono sul luogo dove era stato trovato il corpo senza vita della ragazza. Lo racconta agli inquirenti la moglie di Bossetti, rispondendo alla domanda : "Si è mai recata sul luogo del rinvenimento del cadavere di Yara a Chignolo d'Isola?". La Comi ha risposto che : "E' capitato in una circostanza, molto tempo dopo il ritrovamento di Yara, che transitando per L Fronte della gioventù, ricordi e passione Presentato ieri a Perugia il volume di Alessandro Amorese dedicato al movimento giovanile del Msi n saggio per raccontare la destra giovanile negli anni Ottanta e Novanta: “Fronte della gioventù – La storia mai raccontata” di Alessandro Amorese è il volume che è stato presentato ieri sera a Perugia. Ad organizzare l’evento, Fratelli d’Italia e Gioventù nazionale Perugia (quest’ultima alla sua prima uscita pubblica) con Riccardo Merolla (FdI) che ha parlato di “un periodo di ricostituzione, rilancio e ricostruzione di un tessuto politico raccontato senza dietrologie da un giovane autore”. Il coordinatore di Gn Enea Paladino ha detto: “La destra degli Anni Ottanta propose temi e spunti di riflessione importanti che permisero di superare lo stallo, il declino e il sentimento di antipolitica provocati dal terrorismo. E oggi, in un mondo preda di sfiducia nei confronti delle istituzioni, l’esperienza del Fdg può esser modello di rinascita di una politica più semplice, più vicina alle esigenze delle persone, più nazionale e più popolare, con i giovani ancora una volta viatico di entusiasmo e passione”. L’appuntamento di ieri a Perugia, al quale ha partecipato anche l’autore del volume Alessandro Amorese e alcuni ragazzi del Fronte Umbro che hanno portato la propria testimonianza, ha costituito anche un momento di ricordo della figura di Giorgio Almirante nel centenario dalla nascita dello storico segretario del Msi. Gn Umbria ha posto l’accento sulle tematiche della disoccupazione giovanile, dramma legato alla crisi della grande industria locale, in particolare relativamente alla Perugina e alle acciaierie di Terni, oltre che facendo un focus sul dramma della droga. “Ora che l’attenzione è tutta rivolta al Brasile, poi – ha detto il coordinatore regionale di Gn Enea Paladino – chiediamo al governo di ricordarsi di Cesare em Battisti e di chiederne l’estradizione”. U andare a Capriate San Gervasio, volevamo andare a vedere il luogo. Inizialmente non trovammo la strada, ma alla fine ci siamo arrivati. Che io sappia mio marito non c'era mai andato". Sempre nel verbale si legge: "È a conoscenza - domandano gli inquirenti alla Comi - di una chiamata di Bossetti Massimo a sua madre avvenuta proprio nel contesto del rinvenimento del cadavere di Yara Gambirasio e mentre si trovava a transitare in Chignolo d’Isola, con la quale informava la donna di ciò che stava accadendo, chiedendole anche se volesse raggiungerlo?". La donna ha risposto di non sapere nulla a riguardo. Altro dettaglio interessante emerso nelle dichiarazioni rese dalla donna: il muratore di Mapello si sarebbe trovato a Chignolo d'Isola quando fu scoperto il corpo e informò la madre. Nel frattempo le attività investigative stanno analizzando le celle telefoniche agganciate da Yara Gambirasio con quelle di Massimo Giuseppe Bossetti e poter quindi stabilire il numero di contatti "'virtuali" tra la vittima e il presunto assassino della tredicenne. Le analisi tecniche si concentrano su un periodo di tempo molto ampio, almeno da qualche mese prima della scomparsa della giovane di Bremabate, affinchè si possa stabilire con assoluta certezza quante volte i cellulari abbiano agganciato la stessa cella per capire quando e se la vittima ed il suo carnefice fossero presenti contemporaneamente nello stesso luogo. Mentre i militari del Ris di Parma cominceranno le analisi dai veicoli di Massimo Giuseppe Bossetti (un furgone e un'automobile) i rilievi dei militari del Ris di Parma. Le operazioni previste per la prossima settimana implicano che sia avvisato il difensore di Bossetti affinché possa nominare propri consulenti di parte. Mentre sul profilo processuale, Francesco Dettori, il procuratore di Bergamo, si legge in una nota, ha dichiarato: "Credo che si possa tranquillamente andare a giudizio immediato". Ed ha precisato: "La decisione di richiederlo spetta al pm Ruggeri, ma ritengo di sì, che si possa fare il giudizio immediato. Dopo tanti anni, se si riesce ad arrivare a un giudizio dibattimentale il più rapido possibile significa anche dare un giusto conto del funzionamento della macchina della giustizia". UNDICI INDAGATI. AVVISO DI GARANZIA ANCHE PER IL SINDACO DI CARMIANO Salento: la mani della Sacra Corona Unita sulla banca Infiltrazioni mafiose nella gestione dell’istituto di credito cooperativo Terra d’Otranto embra ci sia lo zampino della Sacra Corona Unita nella gestione della Banca di credito cooperativo Terra d'Otranto. Coinvolti nello scandalo anche Giancarlo Mazzotta, sindaco di Carmiano (Lecce) e il presidente della Banca tra gli 11 indagati per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Fra gli undici avvisi di garanzia ci sono anche quelli notificati ai Dino Mazzotta (fratello del sindaco) nell'ambito dell'indagine sulle presunte irregolarità commesse negli ultimi anni dai vertici dell'istituto bancario salentino. Gli 11 provvedimenti restrittivi sono scattati in seguito al mandato di perquisizione disposto dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero ed eseguito dai carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi, coordinati dal colonnello Paolo Vincenzoni e dal mag- S giore Nicola Fasciano, nelle sedi della Bcc a per scovare i documenti che consentissero di fare luce su presunti illeciti denunciati da alcuni soci dell’istituto di credito. Sotto la lente degli inquirenti le presunte irregolarità nell’ultimo rinnovo del consiglio di amministrazione dove veniva confermata la presidenza di Dino Mazzotta. Determinanti gli accertamenti documentali e informatici che hanno portato alla luce degli investigatori delle procedure poco trasparenti. Sono stati sentiti dai Carabinieri otto persone, soci dell’istituto, individuate come parti offese che secondo le ipotesi dell’accusa, durante le fasi per il rinnovo delle cariche sociali, avrebbero subito pressioni da parte di esponenti di un gruppo della Sacra Corona Unita. Il prossimo 2 luglio il pm che coordina l’inchiesta, Carmen Ruggiero, della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, affiderà l’incarico a un consulente per un accertamento tecnico irripetibile sui computer sequestrati. Coinvolto nella vicenda anche Gianni Mazzotta, imprenditore del settore alimentare ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Tornese di Monteroni. L’uomo negli anni scorsi fu destinatario di provvedimenti di sequestro di diversi supermercati, in quanto la Procura di Lecce ritenne quei beni acquisiti in maniera illecita. La presenza dei Tornese o persone a loro collegate, del resto, ruota da diverso tempo, intorno alle attività della Terra d'Otranto. A corroborare l’infiltrazione mafiosa è la presenza tra gli indagati dei nomi di Saulle Politi e Alessandro Caracciolo, ritenuti anche loro associati al clan e già condannati. C.C. 9 Sabato 28 giugno 2014 Dall’Italia DURANTE UNA VACANZA LAVORO A DISTANZA DI 30 ANNI SI TORNA A PARLARE DELL’ERRORE GIUDIZIARIO Incidente in Australia: muoiono due italiane Caso Tortora, il pm si scusa concerto per la morte in Australia, insieme ad una sua amica di Salerno, di Martina Pettinelli 20enne senigalliese che si trovava lì per un periodo di vacanze lavoro. Martina e la sua amica Clementina Gagliardi, campana di 25 anni sono morte dopo che l’auto sulla quale viaggiavano – secondo una prima ricostruzione – avrebbe tentato di sorpassare un camion sulla strada principale di Augusta, a circa 30 chilometri a sud di Port Augusta. La macchina è andata a finire sulla fiancata di un camion cisterna. Per Martina Pettinelli e per la sua amica non c’è stato niente da fare. Clementina Gagliardi è rimasta incastrata nell’abitacolo dell’auto ridotta ad un ammasso di lamiere, mentre Martina Pettinelli a causa dell’impatto violentissimo contro l’autocisterna è stata sbalzata fuori volando sull’asfalto. I genitori chiusi nel dolore nella loro casa nella frazione di Cannella, la stessa dove aveva vissuto Martina fino a qualche mese fa e dove sarebbe dovuta tornare a breve, per trascorrere le vacanze con le sue amiche di sempre. “L'aspettavamo - spiega un'amica - Quando ho letto della notizia non volevo cre- S derci, speravo avessero sbagliato, invece, me lo ha confermato anche il fratello. Purtroppo Martina non c'è più». I genitori non sono ancora partiti per l'Australia, restano in attesa. Chi li ha visti, descrive due persone distrutte: «Un dolore immenso - spiega una vicina di casa - , per tutti quelli che come noi l'hanno vista crescere. Una ragazza piena di vita, piena di sogni, non può finire tutto così”. A comunicare la notizia in città, anche alcuni giovani senigalliesi che come Martina si trovano in Australia: “Siamo qui a lavorare - spiega Luca Santarelli - Non la conoscevo, ma alcuni miei amici che sono qui con me in Australia mi hanno informato dell'accaduto, così sono andato a vedere i giornali locali. Mi dispiace molto”.“Martina era una sognatrice, i sogni l'avevano spinta lontano – dicono gli amici Molte volte abbiamo discusso perché lei aveva una visione diversa dalla mia, io sono più realista. Lei ci credeva, credeva che in Australia avrebbe trovato quello che qui non c'era. E così è stato. Era felice di questa esperienza, ma stava per tornare. Non vedevo l'ora di riabbracciarla e mi sembra impossibile pensare che non poF.Ce. trò farlo più”. o richiesto la condanna di un uomo dichiarato innocente con sentenza passata in giudicato. E adesso, dopo trent'anni, è arrivato il momento. Mi sono portato dietro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia di Enzo Tortora per quello che ho fatto. Agii in perfetta buona fede": queste le parole del pm Diego Marmo, che accusò il presentatore di 'Portobellò di essere un camorrista, rivolgendosi al giornalista de “Il Garantista”. Marmo è tornato all'attenzione della cronaca la scorsa settimana, quando è stato nominato assessore alla legalità a Pompei. Molti commentatori lo hanno criticato per non avere mai pronunciato parole di scuse per l'arringa con la quale voleva inchiodare Tortora a reati mai commessi. "In trent'anni non ho mai pensato o detto: chissenefrega del caso Tortora. Immaginavo - spiega il pm - che potessero sorgere polemiche sulla mia nomina. Ma alla fine ho deciso di accettare perché la situazione degli scavi di Pompei mi sta particolarmente a cuore". Marmo racconta che "il rammarico" per l'errore fatto "c'è da tempo" anche se "l'unica difesa che avevo era il silenzio". Il pm ha spiegato : "Il mio lavoro si svolse sulla base dell'istruttoria fatta da Di Pietro e Di Persia. Tortora fu rinviato a giudizio da Fontana. io feci il pubblico ministero al processo. E sulla base degli elementi raccolti, mi convinsi in perfetta buona fede della sua colpevolezza. La richiesta venne accolta dal tribunale". Quindi per il pm furono in "molti, in giro, i Diego Marmo. Ma sul banco degli imputati sono rimasto solo io". A contribuire “H alla gogna nei suoi confronti fu la dura requisitoria durante la quale definì Tortora "un cinico mercante di morte", un "uomo della notte". "Certamente - spiega ancora Marmo - mi lasciai prendere dal temperamento. Ero in buona fede. Ma questo non vuol dire che usai sempre termini appropriati, e che non sia disposto ad ammetterlo. Mi feci prendere dalla foga". Al termine dell'intervista, arrivano le scuse di Marmo. "Non ho mai pensato di raccontare il mio stato d'animo sino ad ora. Ho creduto che ogni mia parola non sarebbe servita a niente. Che tutto mi si sarebbe ritorto contro. Ho preferito mantenere il silenzio". Ma "ho richiesto la condanna di un innocente. Porto il peso di quello sbaglio nella mia coscienza. Chiedo scusa alla famiglia di Enzo Tortora per quello che ho fatto. Posso solo dire che l'ho fatto in buona fede". Francesca Ceccarelli 10 Sabato 28 giugno 2014 Dall’Italia COMMOZIONE E COMPOSTEZZA AI FUNERALI DEL GIOVANE TIFOSO MORTO DOPO 50 GIORNI DI AGONIA In migliaia a Scampia per l’ultimo saluto a Ciro La fidanzata: “Niente vendette, basta con la violenza, non uccidetelo un’altra volta” di Chantal Capasso antissima gente ha reso omaggio ieri pomeriggio a Scampia alla salma di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano colpito da un proiettile prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina all'Olimpico di Roma, nel maggio scorso, e morto dopo 50 giorni di agonia, al Policlinico Gemelli. Il rito è stato officiato dal pastore evangelico Alfredo Ciabatti. A Napoli ieri è stato proclamato il lutto cittadino. Molti i cuscini e le corone di fiori, tra cui quelli inviati da altre tifoserie di tutta Italia e perfino dall’estero. Delegazioni di ultras erano presenti anche ieri, sia al funerale che prima nell’omaggio alla camera ardente, ma tutto si è svolto nel massimo della compostezza. La bara di Ciro è arrivata in piazza (i funerali sono stati celebrati all’aperto) ricoperta da sciarpe del Napoli Calcio e ai piedi del feretro sono stati sistemati i fiori portati dalla gente in visita alla camera ardente. La camera ardente, allestita all'Auditorium di Scampia è rimasta aperta tutta la notte. A vegliare il feretro, gli affetti più prossimi del povero ragazzo, il padre Giuseppe, la madre Antonella e la fidanzata Simona. "Ciro può continuare a vivere solo T aiutandoci a rendere forte, autentico e senza appello il ripudio di ciò che lo ha condotto alla morte: la violenza". Queste le parole del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe a poche ore dalle esequie del giovane tifoso del Napoli. "Quando muore un giovane di 30 anni - ha continuato il cardinale muore sempre una parte della città, perché viene a mancare un tratto della sua giovinezza". Una folla composta, come detto, ha seguito il rito funebre: tutti uniti nel dolore e nell’estremo saluto ad una giovane vita spazzata via. Antonella Leardi, la mamma di Ciro, ha ricordato come «Abbiamo tanto pregato, io e mio figlio, e dopo la preghiera, su di noi è scesa la pace». La donna, con voce rotta dall'emozione, ha raccontato dinanzi a migliaia di persone quei drammatici momenti. Tra le corone di fiori, anche quella del Club Napoli Milano Partenopea, il gruppo di tifosi preso di mira, secondo la ricostruzione degli investigatori, ta Tor di Quinto prima della finale di Coppa Italia e che Ciro avrebbe cercato di difendere. All’estremo saluto era presente anche Genny De Tommaso, noto come "Genny 'a carogna" che la sera della finale di Coppa Italia era a capo della Curva all'Olimpico. Un lungo corteo ha poi seguito il feretro di Ciro Esposito che ha lasciato la camera ardente allestita all'Auditorium di Scampia portato in spalla dai tifosi del Napoli. Gli applausi della folla hanno accompagnato la bara attraverso le strade del quartiere napoletano per raggiungere piazza Grande Eventi, luogo delle esequie con rito evangelico, e che alcuni ragazzi hanno subito denominato, con un nuovo cartello, ‘piazza Ciro Esposito’. Toccanti le parole della fidanzata di Ciro, che ha invitato a mettere da parte qualsiasi rancore e forma di violenza “altrimenti uccidete Ciro un’altra volta” Presente il giocatore del Napoli Lorenzo Insigne, di ritorno dai Mondiali in Brasile, giunto anche lui a Scampia per partecipare ai funerali di Ciro Esposito. Il calciatore azzurro era con la moglie Genny, accompagnati dal coordinatore delle giovanili del Napoli, Gianluca Grava. Durante la cerimonia il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha commentato: «Quella sera del 3 maggio Ciro era già morto, perchè era morto il calcio e lui lo rappresentava venendo a Roma, difendendo un pullman pieno di bambini e di famiglie». CHIELLINI PERDONA, LA FIFA NO Sanzione eccessiva per quel morso opo la bufera arriva il “perdono” di Giorgio Chiellini, definendo “eccessiva” la sanzione applicata dalla Fifa, di 9 giornate e 4 mesi di squalifica nei confronti di Luiz Suarez per il morso dato all’attaccante azzurro durante la partita contro l’Uruguay. Un pensiero quindi per il collega “e la sua famiglia perché si troveranno ad affrontare un periodo molto difficile. «Dentro di me ora non ci sono sentimenti di gioia, di vendetta o di rabbia contro Suarez per un incidente che è accaduto in campo ed è finito lì. Rimangono solo la rabbia e delusione per la partita persa» Così scrive il difensore sul suo blog e nel giudicare la sanzione a Suarez ha ribadito «Ho sempre considerato inequivocabili gli interventi disciplinari da parte degli organi competenti, ma allo stesso tempo credo che la formula proposta sia eccessiva. Spero sinceramente che gli sarà consentito, almeno, di stare vicino ai suoi compagni di squadra durante le partite perché tale divieto è davvero alienante per un giocatore». C.C. D 11 Sabato 28 giugno 2014 Cultura NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ, LA STORICA STRUTTURA ROMANA PRESENTA UN CARTELLONE APPASSIONANTE E COINVOLGENTE La Sala Umberto riapre il sipario: da settembre la nuova stagione Tante serate sul palcoscenico per sorridere ma anche per riflettere, a cavallo tra il 2014 e il 2015 di Emma Moriconi resentata la stagione teatrale della Sala Umberto di Roma. Nonostante le difficoltà, denunciate nel comunicato stampa relativo all’evento e derivate da mancate sponsorizzazioni di enti pubblici e privati, lo storico teatro romano torna ad alzare il sipario su una nuova, avvincente stagione. Prima di presentare gli eventi in programma a partire dall’autunno 2014, il Teatro vuole sciorinare un po’ di numeri relativi alla stagione appena conclusa: 490 posti in sala, 36 spettacoli di cui 20 per le scuole, 317 recite di cui 48 matinée in 220 giornate lavorative, 90.000 spettatori circa, 16.000 bambini/ragazzi dai 3 ai 18 anni. E vuole, con il cuore, ringraziare gli spettatori paganti, a cominciare dagli abbonati. Ma un passaggio del comunicato stampa pervenuto in redazione merita di essere citato testualmente: “Ci scusiamo – scrive ironicamente - con gli Uffici delle Imposte e gli Enti Previdenziali per aver versato nell’anno 2013 tra imposte, oneri, siae e tasse solo 191.000,00 euro, di aver subito una perdita di esercizio e di non poter contribuire ulteriormente con ulteriori imposte sul reddito. In sintesi – affonda - siamo un soggetto che sostiene la Cultura e lo Stato, anziché essere sostenuto dallo Stato per la Cultura. Un caso esemplare di valore civico”. In poche parole è racchiuso un dramma vero e grande che attanaglia il mondo della cultura italiana. Lo spirito improntato al voler essere P positivi a tutti costi da parte dello storico teatro della Capitale è certamente una nota di merito, ma il problema rimane. Comunque, la Sala Umberto torna a presentare la stagione 2014-2015, il sipario si alza lo stesso e la stagione si preannuncia appassionante e ricca di proposte diversificate. Si comincia il 9 settembre con Attilio Fontana & Emiliano Reggente in “Strimpelli e vinile” con Ilaria Porceddu, musiche di Attilio Fontana & Franco Ventura. Dal 23 settembre andrà in scena “Vanya e Sonia e Masha e Spike”, di Christopher Durang, con Chiara Noschese, Emanuela Grimalda, Patrick Rossi Gastaldi, adattamento e regia di Patrick Rossi Gastaldi. Dal 7 ottobre poi sul palco della Sala Umberto arriva il varietà di Roberto Ciufoli e Pino Insegno con “Ecco noi per esempio – Ti insegno un par de Ciufoli”, con Federico Perrotta, Vito Ubaldini, Veronica Pinelli e la Peresempio Band. A partire dal 21 ottobre, poi, su il sipario per Corrado Tedeschi ed Ettore Bassi in “Trappola Mortale” di Ira Levin, traduzione di Luigi Lunari, con Miriam Mesturino, regia di Ennio Coltorti. Dall’11 novembre si cambia genere ed è la volta di Teresa De Sio in “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello, regia di Enrico Maria Lamanna, mentre dal 2 dicembre è di scena “Il Prestito” di Jordi Galceran nella versione italiana di Pino Tierno, con Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti, regia di Giampiero Solari. “Gatta ci cova” di Antonino Russo Giusti per la regia di Antonello Capodici va invece in scena a partire dal 16 dicembre, mentre da 26 Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi presentano “I suoceri albanesi – due borghesi piccoli piccoli” di Gianni Clementi, regia di Claudio Boccaccini. Con il nuovo anno, a partire dal 20 gennaio, Dario Ballantini porta sul palco della Sala Umberto “Da Balla a Dalla – storia di un0imitazione vissuta”, progetto e regia di Massimo Licinio, scritto e cantato da Dario Ballantini, arrangiamenti e direzione musicale del Maestro Stefano Cenci. A partire dal 27 dello stesso mese, Roberto Ciufoli, Max Pisu, Michela Andreozzi e Barbara Terrinoni, con la partecipazione di Nini Salerno e Nino Formicola, portano in scena “Forbici&Follia” da Paul Portner, regia di Marco Rampoldi. Max Paiella va in scena invece dal 17 febbraio con “Il tonto di Monte Cristo (le tont du montcrist) con la band The Rabbits, regia di Francesco Brandi. Dal 3 marzo, poi, Paolo Caiazzo presenta “Benvenuti in casa Esposito” di Paolo Caiazzo, Pino Imperatore e Alessandro Siani, regia dello stesso Siani. Dal 17 marzo, ancora, Sergio Assisi e Bianca Guaccero saranno in scena con “Oggi sto da Dio” , di Assisi, Gioielli, Prato, Sabatucci, con Fabrizio Sabatucci e Giancarlo Ratti, regia di Mauro Mandolini. Ma la stagione riserva ancora belle sorprese: dal 7 aprile Emilio Solfrizzi presenta “Sarto per signora” di Georges Feydeau, regia di Valerio Binasco, mentre dal 28 aprile Marco Columbro e Gaia De Laurentis vanno in scena con “Alla stessa ora il prossimo anno” di Bernard Slade, traduzione ed adattamento di Nino Marino, regia di Giovanni De Feudis. Per finire, dal 12 maggio Nicola Pistoia e Paolo Triestino presentano “Scacco Pazzo”, scritto e diretto da Vittorio Franceschi, con Elisabetta de Vito. SPETTACOLI A INGRESSO LIBERO NELLA SPLENDIDA CORNICE STORICA DEL COMUNE LAZIALE Ammiraglia torna in scena a Fiano Romano Fino a domani, serate all’aperto nel Castello Ducale: è la settima edizione del “Festival del Teatro” l Festival del Teatro di Fiano Romano giunge alla sua settima edizione: organizzato dall’associazione culturale “Scintilla”, con la direzione artistica del regista ed attore Ercole Ammiraglia, porta in scena tre spettacoli ad ingresso libero. Splendida la cornice in cui si svolge l’evento, il consueto scorcio storico del Castello Ducale della cittadina in provincia di Roma. Al termine del Festival, quest’anno sarà premiato l’attore e regista Alberto Di Stasio. L’appuntamento è per le ore 21,30. Ieri sera è andato in scena lo spettacolo “E basta co’ ‘sto Shakespeare”, commedia scritta e diretta da Enzo I Masci, con la compagnia BracciSchneider, mentre questa sera il cartellone prevede “Le bugie con le gambe lunghe” di Eduardo De Filippo, la regia è di Angelo Grieco e la compagnia è “Insieme per caso”. L’appuntamento per domani sera invece è con la commedia “Rumors” di Neil Simon, adattata e diretta dallo stesso direttore Ercole Ammiraglia che porta in scena la Compagnia Teatrale intitolata al compianto Aldo Fabrizi, una realtà culturale del territorio che continua a ricevere consensi ed attenzione. Giunta al suo settimo anno, la rassegna è ormai un appuntamento fisso ed atteso, garanzia di buon teatro e di serate all’insegna della cultura e del talento. Il direttore Ammiraglia, raggiunto già nella scorsa edizione del Festival dal Giornale d’Italia, si era detto fiero del lavoro svolto, perché “le cose belle si possono fare anche fuori del Raccordo Anulare”. Rivalutazione dunque del territorio, alla base di questa scelta coraggiosa ed appassionata di restare vicini alle origini e alle bellezze delle realtà artistiche anche locali. Che spesso, come in questo caso, non hanno nulla da invidiare alle realtà culturali delle grandi città. em 12 Sabato 28 giugno 2014 Cultura L’AMORE, LA MATEMATICA, LE VITE DEGLI ALTRI: LE MILLE SORPRESE DEL NUOVO LIBRO DI CHIARA VALERIO Un almanacco contro la miseria narrativa di Igor Traboni e cercavate un bel libro da portare in spiaggia (sotto l’ombrellone però, perché poi la lettura vi prenderà così tanto da farvi dimenticare il solleone), fermate pure le ricerche: ecco “Almanacco del giorno prima” di Chiara Valerio (Einaudi, 20 euro). Se cercavate il miglior romanzo della stagione (non solo estiva, of course), il consiglio è sempre lo stesso, perché qui la Valerio ha moltiplicato le belle cose che già ci aveva regalato - a proposito di sole e mare - con “Spiaggia libera tutti”, uscito nel 2010 nella collana Contromano di Laterza. Altro e ultimo prologo: Chiara è persona adorabile, che conosciamo, eppure questo non ci fa velo, così come - di converso - il fatto che sia distante mille miglia dal nostro mondo (è redattore di Nuovi Argomenti e scrive sull’Unità). Questo “Almanacco” è un buon libro. Punto. E di questo vogliamo parlare. La storia dipanata dalla Valerio è quella di Alessio Medrano, cognome circense non a caso, che della vita sua fa una scommessa perenne, mentre della vita altrui ha deciso di farne un lavoro, il suo. Alessio è un broker di quelli un po’ strambi (posto che ne esistano di savi, ma questo è un altro discorso) che va in giro ad acquistare assicurazioni altrui, di quelle sulla vita. Che uno magari non può più permettersi di continuare a pagare il rateo, va alla riscossione e rischia di prendere pochino, ma poi spunta Alessio (o il suo formidabile amico Janak, altro ritratto di questo libro che da solo vale… un altro libro) e le compra, investendo S sull’ulteriore durata di vita di quel soggetto, per farne un fondo finanziario. “Io vendo Bond, Death Bond”, si presenta Medrano. Ma nessuno ride o sorride alla battuta, triste segno dei tempi. Attraverso le vite altrui, in alcuni casi appena abbozzate (come in effetti lo sono tante vite ) il protagonista prova a (ri)disegnare la sua di vita. E un po’ la nostra. La lente di ingrandimento di Medrano è la matematica: figlio di due matematici, Alessio gioca a nascondino con i numeri e proietta il lettore, che nulla sa di questo mondo, in un linguaggio nuovo, inedito, perché “la matematica è un linguaggio, non è scienza”, scrive Chiara-Alessio. E – a proposito di numeri – fa tombola, come dimostra la passione nel seguire certi ragionamenti e calcoli anche da parte del povero recensore, preclaro esempio di un 4 fisso (2 all’orale, altrettanto allo scritto) nella matematica scolastica. E ancora: “Le persone hanno paura della matematica perché hanno paura dei numeri, per- ché i numeri ordinano il possesso, che non è un atto, ma una conquista. Essere qualcosa, qualcuno. Avere qualcosa o qualcuno”. Dalla matematica all’economia il passo è breve. Nel libro se ne parla, senza discettarne inutilmente, perché “L’altrove, come ha scritto Gertrude Stein, non è un luogo. E io aggiungo È il mercato”, scrive ancora Chiara-Alessio in un fraseggiare che di continuo fa anche blocco alla punteggiatura, asserragliando per questo, una volta di più, il lettore dentro la scrittura e le pagine. Ma è anche un libro che, snocciolando le 24 ore del protagonista prima di presentare il suo fondo finanziario (ecco anche il senso del titolo) non può fare a meno dell’amore, reso presente da Elena, l’amata del protagonista: “Elena? Mondo. Non Elena? Sbiadito. Elena? Fiori. Non Elena? Appassiti”. L’amore che è un po’ un quiz in questo libro, come quello del conduttore del gioco a premi interiore che fa capolino tra le pagine e le esperienze di Alessio e che, al rullo dei tamburi, arriverà ad urlargli “E ora… da capo!, tanto non è mai la stessa cosa” A voler trovare il pelo nell’uovo, del romanzo della Valerio poco ci piace quel “dio” ripetuto più volte con la minuscola, quasi ostentato neanche Repubblica scrivesse del ‘papa’ se non c’è di mezzo Scalfari. Anche se poi una spiegazione Chiara la fornisce nelle “note” in fondo al libro, facendosi accompagnare da Giorgio Manganelli. E non vi diremo cos’è, per non svelare il piacere di queste due paginette (detto mica in senso spregiativo) che in effetti sono un compendio del libro, come un altro capitolo. Come quel “domani accadrà” che è l’ultimo capitolo effettivo del libro. Altre due dense paginette. E che non accada come pure capita ad Alessio: “La gente dimentica la storia e non legge abbastanza, e il risultato è un’immensa miseria narrativa”. L’esatto opposto di questo libro.
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