Anno IV n° 20 Maggio 2014 una nuova ottica sul mondo Giornale mensile d' informazione a carattere economico, culturale, giuridico, d'attualita' e di costume Alti e bassi nelle statistiche di produzione? Che cosa si può fare a riguardo? Questa volta ho il piacere di condividere dall'Hubbard College, un'università americana specifica per chi vuole fare carriera come manager. Il soggetto, come già visto nel titolo, sono le statistiche aziendali. Prima di entrare nel merito ci tengo a specificare che le statistiche possono e dovrebbero essere fatte in ogni area, dalla vera e propria produzione (che sia finestre, scarpe o libri) alla vendita, all'amministrazione, alla segreteria, ecc. Sul come farle e cosa andare a misurare potremmo scrivere molto, e non voglio dilungarmi in merito, ma sappiate che nei prossimi paragrafi ci riferiamo a qualunque statistica, che sia delle vendite o dell'amministrazione. La maggior parte delle statistiche aziendali, infatti, non vanno semplicemente su, ma fanno su e giù, su e giù, tipo montagne russe. Non è insolito avere delle flessioni, anzi, sono praticamente "attese" e previste. Dopo tutto, crescendo, si conquista una fetta maggiore di mercato, si assume nuovo personale e, a volte, si inseriscono nuovi prodotti o servizi. Assieme alla crescita c'è anche una sorta di curva di apprendimento e nontutto, nel business o nella vita, può essere sotto controllo al 100%. Gli studenti per i Diritti Umani stata una reazione a catena ed è stata avviata da loro: dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Gallicano nel Lazio, in provincia di Roma, e dai loro insegnanti. Il 21 marzo, che è la giornata internazionale contro il razzismo, hanno voluto organizzare una marcia per le vie del paese per i diritti fondamentali di ogni uomo e donna e contro ogni forma di razzismo. A questa marcia hanno partecipato tutti gli studenti, a cui si sono aggiunti poi gli alunni della scuole del paese, i piccoli dell’asilo e perfino quelli del nido. E’ stata proprio la partecipazione di tutte le scuole a distinguere questa iniziativa da iniziative del genere, come ricorda anche l’Assessore alla Cultura, Fabiola Salvati. “Il mio amico parla strano. Per il mio amico parlo strano io, però giochiamo insieme e ci capiamo”: questa era una delle frasi scritte sugli striscioni dei ragazzi. Su un altro: ”Libera il tuo cuore dalle catene del razzismo” Dicevamo che è stata una reazione a catena. Gli studenti , infatti, chiedono anche ... ’ segue a pag.2 segue a pag. 5 L’ evoluzione culturale e l’Azerbaijan Un cane nella II^ guerra Mondiale Nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1943 gli alleati, appena sbarcati in Sicilia, si inoltravano a gruppi verso l’interno. C’era anche un cane con uno di loro. Quegli uomini erano stanchi, avanzavano ormai da alcune ore in una terra sconosciuta ed ostile quando, all’improvviso, si sono trovati sotto il tiro spietato di mitragliatrici che provenivano da una casamatta, ben nascosta nella vegetazione. I proiettili hanno colpito un soldato che è caduto a terra con un grido di dolore.Tutto questo, però, al cane non è proprio piaciuto e, così, si è scaraventato verso la postazione da cui sono partiti i colpi e si è infilato nella casamatta. Deve essere successo il finimondo là dentro perché la mitragliatrice ha smesso di sparare, i soldati si sono precipitati... segue a pagina 5 Ho voltato le spalle al Papa. Dedicato a Giovanni Paolo II Quanti, di noi poliziotti, sono stati coinvolti, almeno una volta in quella colossale macchina che si muove prima, durante e dopo i viaggi del Papa? Molti, credo. Moltissimi dato che sono state 144 le Sue uscite in Italia. Per quanti giorni abbiamo raggiunto città lontane già affollatissime, dove i posti per dormire o mangiare distavano ore di pullman, dove i servizi del giorno dopo li conoscevamo a notte fonda, dove la fine del servizio sfumava in una eterea ipotesi di un possibile rientro ? Quanto tempo siamo stati su incroci, strade, transenne, tetti, automobili, e quanti di noi hanno svolto tutto il servizio senza nemmeno vederlo da lontano ? Da sempre il Capitolino Flash è interessato a qualsiasi inclinazione ed iniziative a carattere umanitario e di evoluzione culturale che possano dare un contributo per un mondo migliore e per una civiltà che si eleva ad un piano più gratificante per tutti. L’interesse è ora sull’Azerbaijan grazie ad studente azero presso la Rome University of Fine Arts (Rufa), Hasan Isgandonavic, laureando in scultura. Ci ha parlato di questo ammirevole progetto del governo del suo paese di dare la possibilità alle nuove generazioni di specializzarsi nelle varie discipline del vivere sociale presso le università e accademie di tutto il mondo che godono della loro stima. Facendo una piccola ricerca ho trovato una frase pronunciata da Mrs Mehriban Aliyeva, First Lady della ...... articolo a pag. 7 * Viale Parioli n.73 Via Leopardi n.10 Tel 06.80660055 **Tel/Fax 02.468998* * Fax 06.8086030 * segue a pag. 4 studiococcanari@gmail.com e Tributario 2 Capitolino Flash Maggio 2014 Attualità segue dalla prima pagina Gli studenti per i Diritti Umani ...all’amministrazione comunale di scendere in piazza e quelli non se lo fanno ripetere due volte. Non importa di quale partito siano, ma sono tutti d’accordo come poche volte succede nella vita politica di un paese. Ed eccoli allora sfilare per le vie del paese ed unirsi ai ragazzi ed ai bambini per dire con fermezza ”no al razzismo” Non solo ma è il Comune stesso a chiedere, poi, a tutti i cittadini di ”vestire di arancione”. Ed ecco che le persone si affacciano alle finestre, escono sui balconi, creano loro stessi degli striscioni . In questo modo il paese per un giorno intero è diventato arancione, il colore che a livello internazionale è il colore contro il razzismo, come chiara indicazione che tutti sono contro ogni forma di discriminazione razziale. Se ne parlerà per giorni e giorni e per il paese verranno affisse locandine fatte dagli studenti che ringraziano l’amministrazione comunale per la partecipazione. Viene il dubbio che Gallicano abbia avuto dei problemi di razzismo. “Non c’è stato nessun problema” dice l’Assessore alla Cultura ”solo sporadici episodi di schiamazzi di ubriachi. C’è una forte presenza di rumeni in paese e ci sono all’incirca 4 bambini rumeni in ogni classe, ma non ci sono problemi di emarginazione. La comunità rumena ha originato manifestazioni in passato ma c’è stata scarsa disponibilità. Gli scambi di cultura sono difficili. Siamo un piccolo centro alle porte di Roma. La maggior parte delle persone lascia il paese la mattina e torna la sera perché lavora a Roma e così anche tra di noi l’ integrazione è difficile”. In questo contesto la giornata del 21 marzo assume un significato ancora più importante. L’ONU ha indicato il 21 marzo come Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale nel 1966, dopo che 6 anni prima in Sudafrica 66 dimostranti neri furono uccisi da poliziotti bianchi. Tra di loro c’erano 8 donne e 10 bambini. Avevano sparato nel mucchio ferendo inoltre 180 dimostranti. Molti di loro vennero colpiti alla schiena perché avevano tentato di fuggire.I dimostranti stavano protestando contro un provvedimento che pretendeva che avessero un permesso da mostrare se si trovavano nelle zone riservate ai bianchi. Tutto questo è successo anni dopo che la dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU è stata promulgata. Questa all’Articolo 2 proclama: “Ad ogni individuo spettano tutti i Capitolino Flash Iscrizione al Tribunale di Roma n° 246/2011 del 26.7.011 www.capitolinoflash.it info@capitolinoflash.it: diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità”. Questo nel lontano 1948 e oggi siamo ancora lontani dalla sua attuazione, ma a Gallicano non è finito tutto quel giorno di marzo. La cittadina è gemellata con Freigericht in Germania e con S. Quentin Fallavier in Francia. E’ lo stesso sindaco della cittadina, Marcello Accordino, ad assicurare che questa iniziativa verrà proposta in questi due comuni . La reazione a catena innescata dal paese sta continuando a creare effetti e sta oltrepassando i confini. Il sindaco, Marcello Accordino, tra l’altro, che ringrazia tutte le associazioni di volontariato che hanno contribuito a questa fantastica giornata, si definisce come: “ Sono il sindaco di tutti. Non sono un elemento partitico e perciò lontano dalla cittadinanza, estraneo alla società”. E ben lo ha dimostrato il 21 di marzo. A quella manifestazione hanno partecipato anche i volontari di Gioventù per i diritti umani che hanno messo a disposizione opuscoli che illustrano i trenta diritti umani della Dichiarazione Universale dell’ONU. Gli opuscoli sono stati distribuiti dai ragazzi stessi e questi stessi ragazzi hanno partecipato alle lezioni sui diritti tenuti nella scuola dai volontari. I ragazzi, comunque, hanno scritto una pagina di grande storia. La loro consapevolezza è cambiata, ora sanno che l’integrazione è necessaria e può diventare realtà ma non bisogna mai abbassare la guardia. E’ per questo motivo che gli studenti dell’Istituto Comprensivo, l’istituto da cui tutto è partito, hanno sollecitato il Comune a mettere all’ordine del giorno del Consiglio comunale il fatto di dichiarare Gallicano nel Lazio “città antirazzista”. Per il sindaco non ci sono problemi: sarà fatto! Non si riesce proprio a fermarla questa reazione a catena. Maria Luisa Dezi Direttore Responsabile Dott. Michele Luigi Nardecchia EDITORE Ass. Culturale “Arte & Vita” Via Cairoli - Latina Presidente Avv. Goffredo Nardecchia segretario Claudio D’Andrea Capo redattore Giornalisti - collaboratori Claudio D’Andrea cell.330.860389 sito internet: www.claudiodandrea.it claudan33@hotmail.com Fabrizio D’Agostino - Bernardo Dezi Stefano Bonici - Emilia KwasnickaManuela Baccari - Pina Orsini - Maria Luisa Dezi - Fernanda Arrigo - Ugo Meucci - Goffredo Nardecchia -Luca Bertucci - Consuelo - Elia Scaldaferri Luciano Pecchi - Edoardo Elisei Federico Rocca - Giancarlo Coco Fondato da Paolo Onorati, con il contributo di Riccardo Rosso, M.L.Dezi Membro Onorario Stampa avv. Marcella Coccanari Tipografia Della Vecchia Via Maira Latina 3 Capitolino Flash Attualità Fischi e fiaschi Ho sempre creduto che, ad ogni latitudine, l'inno nazionale dovesse essere cantato e non preso fischi, ma, nonostante le mie molte primavere, evidentemente ho ancora da imparare. Lo scorso 3 maggio, in occasione della finale di Coppa Italia da disputare a Roma tra la Fiorentina e in Napoli, lo stadio Olimpico è stato teatro di un susseguirsi di episodi spiacevoli, tra i quali un corposo e irrefrenabile coro di fischi nei confronti dell'incolpevole "Fratelli d'Italia". A dirla tutta, quella che è stata definita a ragion veduta una "serata terribile", era già iniziata male, al di fuori dello stadio, con una rissa tra tifosi, culminata nel ferimento di un giovane napoletano, che tuttora versa in gravi condizioni. Più tardi, all'interno di quello che dovrebbe essere un tempio dello sport più amato nel mondo, fino ad un certo momento di tutto si faceva, tranne giocare. Benché siano degni di attenzione e riflessione, non vogliono indugiare su tanti dettagli, ma soltanto esprimere il mio sconcerto per quell'assalto ingiustificabile al nostro inno. Quella sera, davanti alla tv, ho avuto la sensazione che noi non siamo oppressi solo da una persistente crisi economica, ma anche qualcos'altro, forse ancora più grave. Non sono in sintonia con chi urla che la Repubblica è morta, ma non posso ignorare che ogni nuovo giorno ci elargisce ulteriori prove del suo pessimo stato di salute. Pertanto non mi sorprende che il profondo malcontento che già tempo fa serpeggiava tra la popolazione, ma che ora si evidenzia in maniera eclatante, possa dare luogo ad eventi incresciosi, dunque, ma in particolare negli stadi. Purtroppo essi sono infatti dei luoghi dove individui, che si professano tifosi, trovano l'habitat ideale per comportarsi da facinorosi e teppisti ma, benché l'Olimpico non fosse nuovo ad atmosfere arroventate, quella sera la tensione era davvero palpabile. Ciò nonostante, io personalmente mai avrei potuto immaginare che all'inno di Mameli fosse tributata un'accoglienza del genere. Non era qualche fischio isolato, presto sopraffatto dal clamore, ma qualcosa che ad ogni istante andava crescendo di intensità, proprio come una valanga, che più va avanti, più si ingrossa. I protagonisti dell'inedita "performance", confusi tra la folla, erano protetti dall'anonimato che dava loro baldanza: avevamo avuto già al Parlamento i "franchi tiratori", ora abbiamo anche i "franchi fischiatori". Ammiro la giovane cantante che è riuscita a portare a termine la sua interpretazione in quel girone infernale, essendosi resa conto che né la sua persona né le sue indiscutibili doti canore erano il bersaglio, ma credo che tutti noi, leggendo tra le righe, abbiamo avuto sentore che l'inno nazionale fosse solo un pretesto. Ovviamente un pretesto per contestare il nostro farraginoso mondo politico, non da ieri reo dei tanti "fiaschi" che gli hanno alienato la fiducia dei cittadini. A mio avviso, però, nulla può far apparire meno deplorevole l'aver fatto dell'inno nazionale il capro espiatorio degli odierni mali d'Italia. Dal punto di vista strettamente artistico, "Fratelli d'Italia" è solo un orecchiabile marchetta co delle parole infiammate che risentono dell'enfasi patriottica dei tempi in cui fu composto, ma esso è innanzitutto un simbolo e, come tale, travalica ogni valutazione estetica e diventa sublime. Mancargli di rispetto è inoltre un atto di autolesionismo perché esso non rappresenta solo l'unità nazionale, ma anche ciascuno di noi. Consuelo Marzo 2014 Maggio 2014 Capitolino Flash 4 Società e Cultura Emma Reale: la figlia del capitano E’ stato bello incontrare Emma Reale, la bimba che ha interpretato Martina, la figlia del capitano Tommasi in Don Matteo 9. Mi correggo. Incontrare Emma insieme alla sua mamma ed al suo fratellino di due anni è stato bello. Sì, perché c’erano anche loro presenti: la mamma con la sua dolcezza ed il fratellino piccolo che voleva assolutamente uscire per vedere le macchine della polizia. Lei, Emma, è carina, solare, lunghi capelli biondi, simpatici atteggiamenti da piccola diva ma anche l’allegra vivacità della sua età. Ribadisce subito che lei vuole fare la modella e l’indossatrice, ma non da grande, bensì subito, perché le piacciono tantissimo i vestiti lunghi e le gonne. Anche fare l’attrice, però, non è male, anzi è veramente divertente. Sul set di Don Matteo 9 si è trovata benissimo. Ha instaurato poi un buon rapporto con gli attori protagonisti, soprattutto con Nino Frassica e Simone Montedoro. Dopo le riprese, è rimasta in contatto con nonno Nino e papà Simone, come lei li chiama con affetto. Ogni tanto, infatti, si sentono per telefono e questo va bene, ma, e qui si rabbuia stizzita, sia nonno Nino che papà Simone si sono dimenticati di farle gli auguri per il compleanno , non solo, ma cosa ancora più grave, non le hanno neanche fatto il regalo! Nonno Nino e papà Simone, guardate che siete ancora in tempo! Il suo compleanno è stato il 4 di aprile. Emma va all’asilo: “Mi piace andare all’asilo perché mi piace disegnare e giocare. Violetta è uno dei suoi miti. “ All’asilo giochiamo sempre a Violetta. Facciamo i personaggi.” Nel pomeriggio, invece, aiuta la mamma con il fratellino e poi, con lei ed il fratellino, giocano con le costruzioni che sono tra i suoi giochi preferiti. Chi pensava che fosse stato un genitore a volere che partecipasse alla fiction di Don Matteo 9 si sbaglia di grosso. E’ stata lei e solo lei ad insistere affinché la madre le facesse fare l’attrice. Emma ha conosciuto il mondo delle fiction con la serie di “Squadra Antimafia” dove la madre, Pia Provenzano, faceva delle comparse. Le piaceva tutta quella roba lì, il set, quello che facevano gli attori ed ha cominciato ad insistere affinché la madre lo facesse fare anche a lei. La madre, all’inizio, non voleva, ma Emma ha insistito talmente tanto che ha ceduto. L’ha portata, poi, ai provini di Don Matteo ed è stato un successo. Anche la mamma di Emma vuole fare l’attrice e la modella per la pubblicità. Ora farà un book per potere coronare il suo sogno, ma su un punto è categorica: niente foto di nudi, neanche in bikini, solo foto con i vestiti. Grazie Pia per il tuo alto livello etico! Fino ad ora ha recitato in teatro, quello di Tor Sapienza, a Roma, e, mentre era sul set di Don Matteo, per seguire la figlia, ha fatto anche un paio di comparse in quella fiction. La mamma di Emma si definisce sordomuta, eppure parla articolando bene le parole e, con l’ausilio di un apparecchio acustico, riesce a sentire bene. Emma sa di essere stata brava sul set di Don Matteo. E’ stata brava a ripetere tutto quello che le dicevano di dire e ci ricorda quando le hanno fatto dire: “Minchia papà, minchia tanto tanto!” Lei poi lo ha detto con quel pizzico di ironia che ha reso la scena ancora più simpatica. Sul set, poi, c’era quel signore, quello che fa Don Matteo, che é molto bello perché ha gli occhi azzurri ed i capelli gialli. Quando terminiamo l’intervista, ci tiene a dire grazie alla mamma per averle permesso questa bella esperienza. Nonno Nino e papà Simone non dimenticatevi il regalo! Maria Luisa Dezi Emma Reale è stata intervistata nella trasmissione: Paddy Jones alla ricerca dell’artista (talento) sconosciuto di Paola Galligani Questa trasmissione va in onda sy www.deliradio.it tutti i martedi dalle 21 alle 22. Si può ascoltare dal computer o dallo smartphone o tablet in diretta con l'app Tunein o in differita in mix cloud. Durante la trasmissione Paola intervista artisti talentuosi di ogni genere ed età. Lancia le canzoni di nuovi cantautori, mette musica di ogni genere o a tema. Fa le imitazioni di personaggi famosi che a sorpresa dialogano con i suoi ospiti. Ci sono curiosità e la rubrica sociale dedicata ai Diritti Umani ed alle informazioni corrette sulle droghe e sui loro effetti nocivi. Da non molto ci sono anche annunci dell’ENPA (ente protezione animali )per le adozioni dei cani abbandonati. Il motto della trasmissione è: “ Paddy Jones: l'arte di ascoltare”. Questo è il link dove si può trovare l'intervista ad Emma Reale la bimba e ad altri artisti: http://www.mixcloud.com/paolagalligani5 segue dalla prima pagina Ho voltato le spalle al Papa. Dedicato a Giovanni Paolo II Alla fine, a strade svuotate e telecamere spente, col cappello un po’ all’indietro e la cravatta allentata, eravamo consci di aver partecipato a qualche cosa di speciale e dimenticavamo stanchezza e tutto il resto. Ricordo Milano, nel 1983. Io, poliziotto magro e impacciato al primo servizio di Ordine Pubblico. Era forse la prima uscita ufficiale del Pontefice dopo l’attentato, e ricordo il nervosismo e anche un po’ la paura di molti di noi, anche più anziani ed esperti, mentre guardavamo le migliaia di persone che si stringevano per assistere al passaggio del Santo Padre. Perché noi, che facciamo questo lavoro, quando il momento arriva siamo girati di spalle, rivolti verso la gente, attenti a possibili minacce e così, della gente, quasi indelicatamente assimiliamo gli sguardi, le espressioni, le voci, perfino gli odori.Accade per ogni evento, vuoi una manifestazione, una partita o un concerto, e sebbene spesso le persone siano in fondo le stesse, quanto sono uniche le espressioni che cogliamo in occasione del passaggio del Papa. Come paragonare le rivelazioni di speranza, di gioia, di fede, le lacrime vere e spontanee dei fedeli, le canzoni, le preghiere, di quando passava Giovanni Paolo II ? Come è potente e mansueta la immane forza sprigionata da migliaia di persone assiepate dietro un transenna metallica, con l’unico scopo di vedere, farsi vedere, magari toccare o solo esserci. Questi sono i ricordi di un Poliziotto, modesto omaggio per un uomo grande. Lo devo ringraziare per avermi permesso di vedere da un posto privilegiato il volto vero della fede, e chissà, forse mi perdonerà per le volte che Gli ho girato le spalle. Arrivederci, Padre. E Grazie. Ci mancherai. Sergio Paoli. Poliziotto Poliziotti.it Maggio 2014 Capitolino Flash 5 Società e Cultura segue dalla prima pagina Un cane nella II^ guerra Mondiale fuori e si sono arresi. Erano in quattro ed anche il cane ne è uscito malconcio: un colpo di striscio alla testa e varie bruciature sul corpo. Quei soldati devono avere pensato che il diavolo in persona si era all’improvviso materializzato sotto forma di un essere nero e peloso. Quel giorno Chips, questo il suo nome, verrà curato e bendato ma, nonostante le ferite, contribuirà alla cattura di altri dieci soldati italiani e,se per quei soldati la guerra era finita, per Chips, invece, era ben lungi dall’esserlo. Con il suo istruttore, infatti, risalirà l’Italia, durante una delle campagne della seconda guerra mondiale più dure per gli alleati, e poi la Francia, per arrivare infine nella Germania distrutta dai bombardamenti. Era stato proprio il suo forte senso di protezione, unito ad una vivacità fuori dal comune, a farlo finire sotto le armi. Chips apparteneva ad una famiglia di Pleasantville , nel New Jersey. Era benvoluto, coccolato, ma un giorno per proteggere una delle due figlie aveva azzannato l’uomo dell’immondizia così, quando il governo stava cercando cani da addestrare per la guerra, il signor Edward Wren, il suo proprietario, spinto da forte senso del dovere e sincero amor di patria, si è sacrificato e si è presentato con Chips. Questa è la versione ufficiale. In verità, invece, quel padre di famiglia statunitense era ben contento di risolvere un problema in maniera così onorevole. Per Chips subito dopo è iniziato l’addestramento in un campo della Virginia assieme al suo istruttore, il soldato che accompagnerà per tutta la durata della seconda guerra mondiale. Quello stesso, per proteggere il quale, sfiderà le mitragliatrici in Sicilia. Veramente il compito di Chips doveva limitarsi a fare la guardia insieme ai soldati, poiché spesso questi, soprattutto di notte, venivano sorpresi ed uccisi dai nemici, che, favoriti dall’oscurità, riuscivano ad avvicinarsi senza essere percepiti. I cani avevano assolto bene a questo compito, tant’è che nessun soldato di guardia era più stato ucciso. Chips, invece, aveva interpretato in modo molto più esteso il suo ruolo, come abbiamo già visto, e per fortuna, visto che, facendo tacere le mitragliatrici, aveva salvato la vita ai soldati di quel gruppo in Sicilia.Già al suo battesimo del fuoco aveva dimostrato una personalità fuori del comune. Erano appena sbarcati sulle spiagge del Nord Africa, lui e Rowell, il suo istruttore, quando si erano trovati sotto il fitto fuoco del nemico. Rowell aveva subito iniziato a scavare una buca nella sabbia per proteggere se stesso ed il suo cane. Fin qui nulla di strano se non per il fatto che Chips, vedendo il suo istruttore spostare tutta quella sabbia in un certo modo, lo aveva imitato con le zampe fino ad ottenere una buca profonda e sicura per se stesso! Lo sbigottimento di Rowell è durato solo un attimo, poi tutti e due si sono appiattiti ben bene ed avevano aspettato che quella grandine di proiettili cessasse. Immaginiamo che non ci sia stato bisogno di dire al cane come fare per ripararsi visto che la sua voglia di collaborare era talmente grande che riusciva ad agire all’unisono con il suo istruttore. Dopo la battaglia di Salerno, a cui Rowell e Chips presero parte, il Generale Dwight D.Eisenhower in persona volle complimentarsi con i soldati per il valore dimostrato. Tra di loro c’era naturalmente anche Chips. Vedendolo ed avendo saputo di che cosa era stato capace, il generale si era chinato, con un gesto del tutto naturale e spontaneo, per accarezzare il cane e questo lo ha morso perché, come militare non conosciuto, si era avvicinato troppo a Rowell. Caro Generale è più facilfacile tenere in riga le truppe che non un cane come Chips quando vuole proteggere i suoi compagni! C’è una foto che ritrae Eisenhower in mezzo al gruppo di soldati. Lui guarda Chips e Chips guarda lui, ma il generale si tiene a debita distanza. Non sappiamo se la foto sia stata scattata prima o dopo il morso e se il generale per dovuto rispetto se ne tenga a distanza. Nel 1945 Chips è ritornato nella sua famiglia di origine facendo il viaggio in treno accompagnato da una schiera di fotografi e reporter. Era diventato, infatti, una leggenda negli Stati Uniti, già dai tempi dell’episodio in Sicilia.La Disney ha girato un film su di lui: “Chips, il cane della guerra”. Nel film il protagonista è un bellissimo pastore tedesco, ma il vero Chips era un miscuglio di collie, husky e pastore tedesco, con orecchie sproporzionatamente grandi rispetto alla testa. Aveva ricevuto anche un’onorificenza per il suo eroismo in guerra. Purtroppo gli è stata ritirata perché qualcuno si era offeso nel vedere un cane equiparato ad un soldato. Possiamo, però, affermare con assoluta certezza che a Chips non gliene è importato proprio niente. Lui, con intraprendenza, aveva assolto al suo dovere e poi ci hanno pensato i suoi commilitoni a creare ed a dargli in via ufficiosa 9 medaglie: una per ognuna delle azioni a cui aveva partecipato. Le stesse che anche la sua unità aveva ricevuto. Quegli uomini, infatti, con cui aveva condiviso stenti, caldo, freddo, pericoli e le varie crudeltà che solo una guerra riesce a dare, non si sono sentiti sminuiti dal fatto di dimostrare affetto e riconoscenza ad un cane. Chissà, ma questo lo lascio decidere a chi ha fatto questa esperienza, che vorremmo che nessuno facesse mai, forse anche la guerra può essere un po’ meno dura con un fedele amico a quattro zampe accanto. Maria Luisa Dezi segue dalla prima pagina Alti e bassi nelle statistiche di produzione? Che cosa si può fare a riguardo? Ma si possono controllare le cose sufficientemente bene così che, quando si sperimenta un basso, si possa recuperare velocemente senza perdere terreno. Quindi, ecco alcuni trucchetti su come farlo! Come prima cosa vediamo i motivi che possono essere dietro alle statistiche che fanno alti e bassi: 1. La persona incaricata della produzione di quella particolare area che stiamo misurando, o il cui lavoro ne è parte fondamentale, è distratta per motivi aziendali o anche personali. In altre parole la sua attenzione è altrove e la produzione di cui sarebbe responsabile o non avviene del tutto o non è della quantità o qualità corretta. 2. La persona responsabile o, di nuovo, una persona la cui produzione contribuisce in maniera rilevante a quella statistica, è sovraccarica. Quando non c'è tempo a sufficienza per far sì che tutto venga fatto, si rischia che azioni vitali vengano trascurate e la conseguenza è un calo statistico. 3. Il lavoro è assegnato ad una persona per un impiego part-time ma, effettivamente, sarebbe richiesto un full-time. 4. Il marketing o la promozione sono sporadici. Ad esempio: in una settimana vengono chiusi tre nuovi clienti, quella successiva nessuno, poi ancora altri sette e di nuovo, nella settimana ancora successiva, nessuno. Questo accade perchè non si è fatto un lavoro di marketing e promozione costante. 5. Le persone incaricate della consegna sono anche incaricate del procacciamento di nuovi clienti. Di solito questa non è una buona idea. Quando un cliente acquisito ha bisogno di attenzione, non viene poi fatto il lavoro sui clienti nuovi o potenziali clienti. Ovviamente, se oggi non c'è scelta, ci sono modi giusti e sbagliati per affrontare questo punto! 6. Non si stanno tenendo le statistiche corrette. Le statistiche dei prodotti che concorrono alla produzione finale (chiamiamoli "sotto prodotti") permettono di predire cosa accadrà nelle statistiche principali. Se non si è in grado di vedere cosa si sta costruendo con le varie azioni che si portano avanti, poi si rischia ri rimanere sorpresi da cali inaspettati. Questo rischia di essere anche un punto piuttosto lungo da correggere perchè si deve andare ad analizzare tutto il ciclo produttivo, ma va sistemato per avere la corretta stima della situazione. Cosa si può fare quindi per prevenire gli alti e bassi delle statistiche? I suddetti punti non trattano tutto quanto può accadere, ma sono molto comuni. Riuscendo ad eliminarli si otterrà decisamente maggior stabilità. Quindi andate a cercare le sei situazioni qui suggerite, trovatele, non sono nascoste ne misteriose, scovatele ed elaborate quanto necessario per porre rimedio! Buona fortuna! Manuela Baccari 6 Capitolino Flash Maggio 2014 Diritti Umani Il volto sconosciuto della psichiatria Quello che segue è tratto dal video-documentario “ Psichiatria un’industria di morte”, che viene mostrato durante la mostra itinerante “Il volto sconosciuto della psichiatria” organizzata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Attraverso rari spezzoni, filmati, interviste storiche e contemporanee a più di 160 medici, avvocati, educatori, sopravvissuti ed esperti dell’industria della salute mentale e dei suoi abusi, questo avvincente documentario fa ardere la brillante luce della verità sulla brutale pseudoscienza e sulla multimiliardaria frode che è la psichiatria. Ne riportiamo qui alcuni spezzoni. I BAMBINI NEL MIRINO DELLA PSICHIATRIA Ha detto lo psichiatra G.Brock Chisholm co-fondatore della World Federation of Mental Health: “Abbiamo mandato giù ogni tipo di velenosa certezza fornita dai nostri genitori ed insegnanti. Se la razza umana deve essere liberata dal peso del bene e del male, è compito degli psichiatri assumersene la responsabilità primaria”. La dichiarazione di Chisholm ben rappresenta il violento attacco psichiatrico diretto contro il nostro sistema scolastico. Dice Beverly Eakman, Direttore Esecutivo del National Education Consortium: “In effetti, hanno detto che lo scopo era il controllo sociale. Per quanto riguarda i bambini non lo scopo non è tramettere loro la conoscenza, non dare loro qualcosa che li preparasse al mondo del lavoro”. E’ il 1950 quando psichiatri e psicologi di tutto il mondo si riunirono alla Casa Bianca per proporre un totale cambio di direzione nella scuola pubblica. Eakman:” La conferenza della Casa Bianca negli anni 50 fu una pietra miliare che servì a sostenere l’idea che le scuole sarebbero state di maggiore utilità alla comunità come cliniche di salute mentale che come centri di apprendimento”.Dice il dr. Jim Nichols di Voice of Freedom: “Nei primi anni 60, la psichiatria cominciò a farsi strada nel paese. Poco a poco entrò nelle nostre scuole, nel nostro sistema educativo”. Dal 1965, con L’Atto sull’istruzione elementare, per legge agli psichiatri è stata data via libera per etichettare e drogare jn massa i giovani in età scolare. Ancora Eakman :” Un bambino può essere diagnosticato con ADD o ADHD non appena non riesce a stare fermo per 10-15 minuti, o quando parla in continuazione o quando ignora l’insegnante. Questo gli procura, gli fa guadagnare una diagnosi di ADD o ADHD.” Il sistema di etichettare qualcuno affetto da ADHD entrò in pieno regime nel 1987. In un anno 500.000 bambini americani ne vennero diagnosticati affetti. Nel 1994 la cifra era salita a 4.400.000. Come risposta ad un diffuso allarme tra la gente per questa apparente epidemia di malattie mentali, l’Istituto Nazionale di Salute, finanziato dal governo degli Stati Uniti, formò un comitato di eminenti medici e psichiatri per spiegare a genitori ed educatori ( Conferenza per il consenso all’ ADD/ADHD) cosa fosse esattamente l’ADHD. Ecco cosa è successo durante quella conferenza quando il Dr. David Xupfer, rivolto alla platea, chiede a qualcuno di spiegare esattamente che cosa sia l’ADHD: “ Vorrei che uno dei presenti descrivesse un caso di ADHD in termini di sintomi. Mark non ti dispiacerebbe? Visto che ti occupi di questo”. Dr. Mark Vonnegut : “ Ci sono…ehm…cioè …penso che il comitato sia stato chiaro . Sapete ci sono difficoltà immense qui in termini di …ehm…di…uhm….Questi…voglio dire… .hmmm…. Ahaa! E’ difficile, è veramente difficile rispondere a questa domanda. Loro sono…uh, non possono sapete, anche quando, hmmm….Uh…come se ci fosse un motivo. C’è qualche buona descrizione clinica! Hmm….e penso, sapete, che….Uh, io penso…Parte del problema è che la professione continua a cambiare la diagnosi…”. David Xupfer:” Al momento non abbiamo un test diagnostico per l’ADHD. Perciò la sua validità continua ad essere un problema”. Ma quell’ammissione scioccante non fermò gli psichiatri della scuola. 2 anni più tardi il numero di studenti americani diagnosticati affetti da ADHD balzò a 6 milioni. Oggi 20 milioni di bambini nel mondo sono etichettati con qualche disturbo dell’ apprendimento con una diagnosi fatta spesso in pochi minuti. Rose Richelle della Public School System Special Education: “Sedevamo con I genitori dietro un falso specchio ed osservavamo il bambino. Gli facevamo fare attività manuali per vedere con loro quale deficit avesse. Ciò che facevamo era sbagliato. Guardavamo per cinque minuti il bambino e dicevamo va bene. Ecco qui una pillola. Prendila, starai meglio. ”Queste pillole tipo il RITALIN sono classificate dalla FDA ( Food and Drug Administration ) americana come sostanze con un alto grado di assuefazione assieme alla cocaina, eroina ed amfetamina. Quelle che seguono sono testimonianze di bambini che hanno preso queste droghe legali. James: “Quando prendevo il RITALIN, mi sentivo completamente un’altra persona, come se non fossi io”. Michael: “Andavo fuori di testa, sai com’è. Avevo scatti, impazzivo”. Jessica:” Mi sentivo fuori dall’inizio alla fine, come se non fossi qui, non ero più umana”. Sebastian: “Sei proprio uno zombie, in qualche misura. Sai, fai quello che puoi solo per tirare avanti , niente di più”. Justin: “Mia madre non mi infastidiva, credeva avessi l’ADHD e non fossi a posto, che qualcosa non andasse in me. Pensavo che sarebbe stata male se fossi morto, poi pensavo che le sarei mancato tantissimo e che amavo di più lei che il desiderio di suicidarmi. Ho smesso quando l’ho capito. ”L’abbondanza di farmaci da prescrizione ha creato una nuova fonte di entrata per i bambini: la vendita delle proprie medicine ai compagni di scuola. Dr. Sonya Muhammed del Marriage & Family Counselor: “E’ chiamata “cocaina dei bambini”. Prendono il RITALIN. Lo riconfezionano e lo vendono a scuola. E’ come l’amfetamina”. Derek: “Pensavo di diventare un drogato. Ci potevo guadagnare anche qualcosa. Sono arrivato poi alle droghe da strada e sono diventato un drogato”. Dr. Sonya Muhammed: “Si pensa a cose come la marijuana come punto d’entra alla droga, mentre in realtà i cosiddetti farmaci sono molto peggiori”. Beverly Eakman: “Il RITALIN è molto controproducente, perché se il bambino è già agitato e prende cocaina, diventerà molto più agitato dopo averlo preso. Non si calma”. Padre di un bambino costretto a prendere droghe psichiatriche: “Iniziò a prendere farmaci e cambiò personalità, il comportamento divenne strano, cupo e violento ed…era veramente un incubo”. Madre di un bambino costretto a prendere droghe psichiatriche: “Continuava ad avere reazioni negative, arrabbiandosi tantissimo. Non controllava il suo comportamento. Non ci riusciva”.Madre adottiva di un bambino costretto a prendere droghe psichiatriche: “Prendeva 5 farmaci, tra cui il PROZAC ed il LITIO. Aveva 7 anni ed era incapace di agire. Aveva scatti d’ira, poi piangeva ed aveva attacchi di rabbia….di ogni tipo, afferrava coltelli e cose del genere”. QUESTI FARMACI SONO PERICOLOSI ? Aveva 15 anni il quindicenne Kip Kinkel, quando in astinenza da PROZAC sparò a 22 compagni, uccidendone 2, dopo avere ucciso la madre ed il patrigno in casa, a Springfield, Oregon. Il diciottenne Jason Hoffman, che assumeva EFFEXOR e CELEXA, sparò nella sua scuola in California ferendo 5 persone…A15 anni Shawn pren deva antidepressivi quando sparò agli studenti in una scuola dell’Idaho.A 17 anni, Eric Harris prendeva LUVOX, quando lui e Dylan Klebold uccisero 12 alunni e un insegnante nel più grande massacro mai avvenuto in una scuola: Columbine. E tutto ciò offusca la vera ragione per cui un bambino va a scuola: avere un’istruzione. Dal 1970 ad oggi gli Stati Uniti sono piombati dal 9 al 28 posto nella classifica mondiale del livello accademico, mentre durante lo stesso periodo il numero di scolari americani etichettati come affetti da disturbi dell’apprendimento è schizzato alle stelle: 20 milioni! E la vendita di farmaci per l’ADHD si è moltiplicato per 32x. Il Dr. Thomas Szasz, autore di “ Il mito della malattia mentale” dice: “ I bambini non richiedono psicofarmaci. I bambini non richiedono le diagnosi. Non vogliono essere considerati pazzi. Ci si deve porre la domanda, come nell’antica Roma. Qui bono? Chi ne beneficia? Le persone che quelle diagnosi le fanno”. CCDU Integratori alimentari prodotti naturali Tel. 0331964868 Maggio 2014 Capitolino Flash 7 Attualità e Cultura L’ evoluzione culturale e l’Azerbaijan Repubblica dell’Azerbaijan, a cui ritengo debba esser data luce e debba esser sostenuta: “ il Golden Heart ( Cuore d’ Oro, riconoscimento che viene conferito per attività umanitarie) unisce varie persone di differenti paesi , professioni e tradizioni, attorno l’eterna ed universale idea – l’idea di fare buone azioni …” ( Fonte www.portal.unesco.org ) Con piacere abbiamo accolto di fare una chiaccherata con Hasan e con il Fondatore della Rufa , il Maestro Alfio Mongelli , scultore italiano di livello internazionale, a cui l’allievo è profondamente legato: D: Ciao Hasan, da quanto tempo sei a Roma ? R: Sono arrivato a Roma nel 2009 D: Cosa ti ha portato in Italia ? R: Il Presidente del mio paese, l’Arzebaijan, il Sig. Aliyev, ha promulgato una legge in cui tutti gli studenti azeri potessero andare a studiare all’estero nelle università più prestigiose del mondo, con la sponsorizzazione della Fondazione Petrolifera della Repubblica dell’Azerbaijan. Per chi avesse avuto interesse per l’arte la città prescelta era Roma, come simbolo di Arte e Cultura nel mondo. Per questo motivo sono in Italia. D: Parlaci dei tuoi desideri R: La mia passione principale è per la Scultura ma nel profondo di me quello a cui aspiro è riuscire a creare un ponte che leghi l’Italia, che amo profondamente al mio paese, l’Azerbaijan. Un ponte di scambio culturale e di vero dialogo che possa creare bellezza e grande benessere. D: Come ti trovi alla Rufa ? R: Alla Rufa mi sono sentito da subito come in una grande famiglia, tutti mi hanno accolto con un affetto autentico. Alcuni professori mi hanno insegnato ad essere un po’ più coraggioso nelle mie scelte artistiche e quindi di vita. Qui ho capito meglio chi sono, la scultura e il disegno hanno questo merito. Ho un legame molto forte che và oltre la scuola col mio Maestro, Davide Dormino, che ringrazierò sempre per il suo sincero sostegno non senza litigi. D: Quanti studenti azeri che tu sappia stanno attualmente studiando a Roma o in altre città in Italia in base a questa legge promulgata dal Presidente R: Al momento in Italia ci sono 150 studenti azeri, dei quali 15/20 seguono questo programma statale. Questo programma è stato divulgato dall'ambasciatore della Repubblica dell' Azerbaijian, il Sig. Vaqif Sadiqov, in molte università italiane, i cui direttori hanno accolto con grande interesse l'iniziativa. Tra i due paesi sono stati presi accordi al fine di creare nuove collaborazioni, che prevedono per il prossimo anno l'incremento di più di 60 studenti azeri in Italia. D: Quando dici che ti piacerebbe creare un ponte di scambio culturale fra l’Italia ed il tuo paese, quali potrebbero essere alcuni esempi di questa cosa R: L'Italia e l'Azerbaijan sono due paesi ricchi di cultura storica ed artistica. Tutti sanno che in Italia l'arte gioca un ruolo fondamentale nella cultura. L'arte italiana con le sue mani e menti eccelse ha arricchito tutto il mondo. Quello che mi piacerebbe è che si creasse uno scambio che arricchisse entrambi, basato sulle esigenze reali delle due nazioni. Il saper fare italiano unito alle competenze e la ricchezza dell'Azerbaijan. Il vero ponte che collega le due sponde è sicuramente la cultura, l'Italia ha un’esperienza straordinaria in questo senso e noi abbiamo tanto da offrire. L'Azerbaijan è un paese in grande sviluppo e i 6 anni che ho passato qui mi hanno fatto conoscere meglio l'Italia e il loro popolo. Mi piace pensare che tanti giovani azeri potrebbero avere le mie stesse opportunità di crescita. Allo stesso modo vorrei che giovani creativi italiani venissero invitati in Azerbaijan per conoscere le tradizioni e le capacità del mio popolo. D: Sappiamo che la First Lady del tuo paese è attiva in favore dell’arte e della cultura, puoi dirci se ci sono alcuni progetti che ha portato avanti nel vostro paese e in Italia R: la First Lady della Repubblica dell'Azerbaijan, la Sig.ra Mehriban Aliyeva , è una persona molto attiva nei confronti dell'arte e della cultura, sia a livello nazionale che internazionale. . Il suo ruolo oggi sulla scena mondiale è meraviglioso , grazie al lavoro attraverso il quale ha fatto conoscere la ricchezza della cultura dell’ Azerbaijan in tutto il mondo . Uno dei principali obiettivi della signora Mehriban Aliyeva dall’inizio del suo lavoro è stato quello di fare il massimo per non far sparire gli aspetti culturali e tradizionali del suo paese nel resto del mondo. .Per esempio in Azerbaijan esiste un tipo di musica tradizionale che si chiama MUGAM, che deriva da antiche generazioni. Quando in età moderna c’è stato il rischio che questa musica potesse scomparire. La signora Mehriban è riuscita a far costruire a Baku un grande centro di musica Mugam e sotto la sua dire zione è riuscita a far conoscere e mantenere questo tipo di musica affinchè non sparisse. Per la promozione di questa cultura musicale, la signora Mehriban ha fatto realizzare bellissimi libri corredati da cd tradotti in tutte le lingue del mondo. Lo stesso tipo di interesse e attenzione è stato da lei rivolto alla tradizione artigianale dei tappeti. Ogni regione conserva una propria tradizione di tappezzeria riconoscibile dai disegni e dai colori e per poter continuare a mantenere questo tipo di tradizione, la signora Mehriban, ha fatto costruire un centro artigianale di tappeti in cui ha riunito gli artigiani più abili di tutta l’ Azerbaijan. Sempre a Baku è’ riuscita a far costruire un’importante galleria d’arte contemporanea in cui ha riunito tutti i più eminenti artisti dell’ Azerbaijan. Nel 2013 la sua Fondazione Heydar Aliyev si è impegnata per il restauro della Sala dei Filosofi del Museo Capitolino di Roma e per quello delle catacombe dei SS. Marcellino e Pietro. Queste ultime si trovano sulla via Casilina a Roma, presso una zona chiamata "ad duas lauros" e prima del restauro hanno vissuto solo brevi momenti di aperture straordinarie. Per l’occasione la First Lady Mehriban Aliyeva ha firmato un Protocollo assieme al cardinale Gianfranco Ravasi, nella sua veste di presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Nel luogo dove si trovano le catacombe, l'imperatore Costantino fece tra l'altro erigere il Mausoleo dedicato a sua madre, Sant’Elena. In quell’occasione, la First Lady, Mehriban Aliyeva, è stata ricevuta presso la Santa Sede, dal Segretario di Stato di Sua Santità, il cardinale Tarcisio Bertone, che ha sottolineato i rapporti di amicizia e cooperazione tra i due paesi. Il ruolo dell'Azerbaijan nel dialogo religioso-interculturale è ogni giorno crescente anche grazie al contributo del Forum Azerbaijan Umanitario Internazionale. Il cardinale Bertone ha espresso soddisfazione per le condizioni stabilite in Azerbaijan alla comunità cattolica, sottolineando l' importanza dei progetti umanitari sostenuti dalla Santa Sede e promossi dalla First Lady, la quale ha trasmesso i saluti del Papa al XVI° presidente dell'Azerbaijan, il Sig. Ilham Aliyev, che a sua volta ha invitato il Pontefice a visitare il nostro paese. La First Lady ha incontrato, inoltre, il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso, il cardinale, Jean-Louis Tauran. Durante l'incontro, il cardinale Tauran ha sottolineato che l'Azerbaijan sta svolgendo un ruolo di ponte tra Oriente e Occidente ed è conosciuto nel mondo come un paese tollerante, dove i rappresentanti di tutte le religioni vivono in amicizia e fratellanza, oltre ogni credo e razza. D: stai facendo scultura, ci sono anche delle opere finite ? R: Durante questi anni alla Rufa ho sperimentato molto nel campo della scultura, posso dire di essere pronto! Sto pensando ad una mia mostra personale che mi auguro di riuscire ad inaugurare a ottobre 2014 D: Maestro Mongelli, che cos’è la Rufa ? R: : E' un ' Accademia di Belle Arti, con sede a Roma, che ho personalmente creato dal nulla negli anni 90, ma che ormai da molti anni è ufficialmente riconosciuta dal Governo Italiano come Università autorizzata a conferire titoli di studio "statali". Oggi conta circa 600 allievi iscritti, allievi che provengono da varie parti d'Italia o del mondo come il nostro Hasan, e che ha potuto godere della fiducia di persone note nel mondo dell' arte e della cultura come il figlio del famoso architetto americano Mayer o la figlia del grande regista Sergio Leone, i quali entrambi sono stati nostri allievi. Recentemente abbiamo siglato un' intesa con il governo cinese per accogliere i loro cittadini nella nostra scuola, intesa che prevede anche l'apertura di un nostro distaccamento a Pechino all'interno del museo di design. D: Lei ha il merito di aver fondato, molti anni fa, dal nulla, questa Accademia di Belle Arti, quali sarebbero ora i suoi desideri per questa attività ? R: negli ultimi anni ho concepito l'idea di espandere l'attività. l'esempio della Cina citato nella precedente domanda ne è un accenno. Il mio vero sogno è in realtà la creazione qui a Roma, la capitale del mondo per l'arte, di una struttura che avesse gigantesche dimensioni come i campus americani in modo da poter accogliere adeguatamente gli allievi amanti dell'arte e della cultura che potrebbero provenire da qualsiasi angolo del mondo. La città eterna, essere così il centro internazionale di belle arti per il nostro mondo. Si potrebbero realizzare dei protocolli d'intesa con i vari stati del nostro pianeta ed invitare di routine i Grandi dell'arte di ogni dove per raccontare le loro esperienze personali e per farli insegnare in dei Master creati per l'occasione. L'idea sarebbe anche quella di dare dei premi e riconoscimenti ufficiali a persone che hanno meritato in vari modi per il loro contributo all'arte e all'elevazione culturale nel loro proprio paese o in altri paesi. D: Come artista che messaggio le piacerebbe dare al mondo R: messaggi universali, sull'importanza della natura per l'uomo e messaggi che possano favorire, sostenere e mettere in risalto la dignità che innata in ogni essere umano. D: Ci può parlare di qualche suo progetto o progetti per il futuro ? R: Mi piacerebbe continuare a partecipare a concorsi internazionali come quando vinsi quello indetto dal governo cinese per le passate olimpiadi di Pechino, dove esposi la mia scultura sul valore dell'acqua realizzata per 20 metri di larghezza. Attualmente ci sono sei mie sculture permanenti sul territorio cinese. Grazie mille al Maestro e ad Hasan e i nostri auguri ad entrambi. Paolo Onorati 8 Capitolino Flash Maggio 2014 Vetrina commerciale www.tecnovabuild.it Prossima apertura - Deposito Lazio in Giuliano di Roma (FR) Località Val Vazzata - Presso Agorè Resine by Level Srl Concessionaria per il Lazio - S. Pirisi Srl Via E. Cecchi, 53 - 00137 Roma Tel. 337 804868 Email: pirisi.stefano@tiscali.it
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