GIOVEDÌ 31 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 180 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 + Oltre le previsioni L’America a sorpresa cresce del 4 per cento Alitalia-Etihad Oggi scade l’ultimatum Più soldi dai soci Su Sette Da Madia a Muti storie di vacanze di Massimo Gaggi a pagina 15 di Andrea Ducci a pagina 11 Domani il magazine con il Corriere L’ipotesi dell’addio a ottobre. Ma il Tesoro: divergenze con il Parlamento, non con il governo IL GAMBERO DELLE PENSIONI Cottarelli pronto a lasciare di MAURIZIO FERRERA Il commissario per i tagli e quei dossier rimasti nei cassetti ministero dell’Economia. Altre norme del decreto riguardano i dipendenti pubblici. Le varie amministrazioni potranno mettere a riposo «d’ufficio» i propri funzionari a partire da 62 anni (con deroghe per professori, medici, magistrati), senza penalizzazioni. L’obiettivo è la cosiddetta staffetta fra generazioni: un funzionario anziano (presumibilmente inefficiente) esce e fa posto a un giovane. Qui siamo lontani mille miglia dalla logica delle salvaguardie. Come tante volte in passato, si stravolgono le regole previdenziali per raggiungere finalità di altra natura, in questo caso il ricambio del personale. Siamo sicuri che valga la pena imboccare di nuovo la via dei prepensionamenti? L’operazione non è a costo zero: si risparmia lo stipendio del dipendente anziano, ma si deve pagare subito la sua pensione. Anche i guadagni di efficienza sono tutti da dimostrare. Il collocamento a riposo discrezionale rischia di diventare merce di scambio fra amministrazioni e dipendenti, in barba a genuine logiche organizzative e meritocratiche. La staffetta generazionale è già stata sperimentata in altri Paesi europei e persino in Italia, nel settore privato, con risultati deludenti. Ciò suggerirebbe prudenza, nonché una riflessione dettagliata su costi e benefici. A leggere la documentazione sui siti di governo e Parlamento, si rimane colpiti dall’assenza di una qualsiasi base tecnica che giustifichi il provvedimento. Attenzione: per rincorrere un obiettivo incerto e forse illusorio, rischiamo di minare nel profondo l’architettura della riforma Fornero, compromettendone efficacia finanziaria ed equità distributiva. Meglio pensarci bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA di SERGIO RIZZO C arlo Cottarelli è pronto a lasciare l’incarico di commissario alla spending review a ottobre: lo avrebbe già comunicato a Matteo Renzi. Alla base della decisione, la mancanza di una sintonia di fondo con il premier. Dopo l’editoriale in cui Francesco Giavazzi gli chiedeva sul Corriere di rendere noto dove a suo giudizio si dovrebbe tagliare, ieri Cottarelli ha rotto il silenzio sul suo blog: «Se si utilizzano i risparmi sulla spesa per aumentarla, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre le tasse sul lavoro». Il presidente della Commissione Bilancio della Camera Boccia lo ha invitato a rivolgersi al governo. Ma secondo fonti del Tesoro, le parole di Cottarelli sono riferite a «prassi parlamentari» e non all’esecutivo. Giannelli Il giglio magico LA CARICA DEI TOSCANI ALLA CORTE DEL PRINCIPE di GIAN ANTONIO STELLA Il premier fiducioso ito, ttu t‘hai Senato, passi avanti «T ritinto il tetto, ma tu ‘un te n’intendi Renzi apre sull’Italicum tanto di tetti ritinti». Ad ascoltare Rossella di MARIA TERESA MELI D opo la trattativa fallita, ancora liti sul «canguro» (la cancellazione automatica di emendamenti simili a quelli già votati). Ma al Senato la riforma costituzionale va avanti e dopo giorni di stallo si corre. Ieri pomeriggio sono stati «smaltiti» quasi 400 emendamenti, con votazioni a tamburo battente. Matteo Renzi, intanto, apre sull’Italicum: «Sarà modificato al Senato e diventerà legge. Modello dei sindaci: un vincitore, eventualmente con ballottaggio, che ha i numeri per governare» dice il premier. ALLE PAGINE 2 E 3 Baccaro, De Rosa Orlandi nel suo esordio da direttore dell’Agenzia delle Entrate, in certi momenti, pareva di risentire un celebre sketch di Raimondo Vianello. E via via che infilava «hassistihe» e «homplessità» perfino i distratti se ne sono infine accorti: «Ma sono tutti toscani!». CONTINUA A PAGINA 9 con una vignetta di Emilio Giannelli ALLE PAGINE 4 E 5 M. Franco, Menicucci, Trocino Bocciatura di Standard & Poor’s, niente intesa con i fondi Usa Gaza Israele: costretti a proseguire Strage alla scuola Onu L’ira di Ban Ki-moon «Atto ingiustificabile» GUIDO PIOTRKOWSKI/GETTY IMAGES a riforma pensionistica Fornero ha avuto due grandi meriti: il contenimento della spesa e l’introduzione di nuove regole uguali per tutti. Il sacrificio chiesto agli italiani è stato elevato. Ma eravamo davvero in una situazione di emergenza finanziaria, peraltro non ancora interamente superata. La riforma ha subito nel tempo vari aggiustamenti, soprattutto per risolvere il problema degli esodati. A causa di una sottovalutazione delle loro conseguenze, i nuovi criteri rischiavano di lasciare alcune categorie «senza stipendio e senza pensione». La stragrande maggioranza di questi lavoratori ha dovuto così essere «salvaguardata» con deroghe ad hoc. In un Paese imbevuto di cultura corporativa, la strada delle deroghe è però sempre pericolosa: si sa quando inizia ma non quando finisce. Il decreto 90 sulla pubblica amministrazione, attualmente in fase di conversione in Parlamento, offre un esempio emblematico di questa sindrome: il testo contiene alcune misure che causeranno ulteriori smottamenti della riforma. Vi è innanzitutto la settima deroga «esodati», che consentirà a 4 mila insegnanti di andare in pensione con le regole pre Fornero, avendo maturato i requisiti previsti («quota 96» sommando età e anzianità contributiva) entro il 2012. Si tratta, si badi bene, di persone che negli ultimi due anni hanno continuato a lavorare con regolare stipendio e che con gli esodati non c’entrano nulla. Tuttavia il loro caso è stato fatto rientrare, per il rotto della cuffia, nella logica delle «salvaguardie». Nell’insieme, i costi delle deroghe sinora approvate lieviteranno a più di 11 miliardi di euro, con comprensibili preoccupazioni da parte del Argentina a un passo dal fallimento. Ieri il ministro «Debiti non pagati dell’Economia di Buenos Aires, Axel Kicillof, si è recato a L’ New York per la trattativa finale con gli hedge fund Usa che il pagamento totale e immediato del debito. L’Argentina di Kirchner richiedono L’accordo è bloccato da una disputa legale che ha visto i fondi su posizioni rigide. Standard & Poor’s parla di «default di nuovo al fallimento» Usa selettivo». Il governo della presidente Kirchner (foto) accusa: «I fondi si sono comportati da avvoltoi». di GIULIANA FERRAINO A PAGINA 15 Ancora stragi a Gaza. L’artiglieria israeliana ha centrato una scuola dell’agenzia Onu per i rifugiati a Jabaliya, facendo almeno 16 morti, compresi donne e bambini, e decine di feriti. Durissima la reazione del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: «È ingiustificabile, nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono: si trovino i responsabili e si faccia giustizia». Altri 17 morti e 160 feriti nel mercato di Shayiya. Dopo 23 giorni, le vittime palestinesi sono oltre 1.330, i feriti 7.200. I soldati israeliani uccisi sono saliti a 56. Il governo Netanyahu conferma che andrà avanti fino alla distruzione dei tunnel. La diplomazia annaspa. A PAGINA 13 Frattini con un articolo di Don Futterman L’Europa assente LO SGUARDO MALATO D’IPOCRISIA di PIERLUIGI BATTISTA L’ Europa politica non è capace di dire una parola sensata sulla tragedia di Gaza. Ma il vuoto viene riempito dalle star del cinema, Pedro Almodóvar in testa, che spacciano via Twitter proclami manichei e dipingono Israele come un covo di assassini efferati dediti a un’insensata strage di bambini. CONTINUA A PAGINA 37 Il presentatore e i 20 milioni pagati alle Entrate: il tapiro? Non lo prenderei Greggio: ho dato una mano al Fisco di MARIA VOLPE il Fisco con la gentilezza e il «Q uando tatto che li contraddistingue ti chiede un favore… come fai a negarglielo?». Ezio Greggio rievoca con una battuta, in un’intervista al Corriere, la sua vicenda con l’Agenzia delle Entrate per quell’assegno di 20 milioni di euro staccato per «evitare una disputa con il Fisco», secondo quanto precisato dal suo avvocato Giulia Bongiorno. Il comico che conduce da anni Striscia la notizia su Canale 5 spiega che Antonio Ricci ha sperato fino all’ultimo nel suo arresto: «Voleva rinnovare il cast di Striscia». A PAGINA 21 Campagna dopo il «divieto» del vicepremier «Le donne non ridano» E in Turchia è rivolta web TWITTER Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 4% Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 LA CONTRORIFORMA DELLE DEROGHE L 40 7 3 1> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 di CECILIA ZECCHINELLI A PAGINA 14 + CUSCINO GONFIABILE Con Quattroruote di Agosto scopri il cuscino ispirato agli Airbump, le innovative protezioni di Citroën C4 Cactus A SOLO € 1,00 IN PIÙ In collaborazione con 2 Primo Piano Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # I conti Il governo La previdenza DISTRIBUZIONE DI PENSIONI E PENSIONATI, SPESA COMPLESSIVA, IMPORTI MEDI E PRINCIPALI INDICATORI PER SESSO (anno 2012) Il cantiere senza fine delle pensioni La controriforma della legge Fornero Maschi Femmine 56,3 52,9 56 47,1 19.395 44 43,7 14.728 13.569 Dagli esodati agli insegnanti già sette modifiche alle norme del 2011 Il rapporto L’allarme della Svimez «A Sud deserto industriale» ROMA — Italia ancora più spaccata in due: se al Nord ci sono timidi segnali di ripresa, nel Sud dal 2008 al 2013 sono crollati i consumi (-13%), più del doppio rispetto al resto del Paese (-5,7%). Cattive notizie per il Mezzogiorno pure dagli investimenti nell’industria, diminuiti del 53% (nel Centro-Nord il calo è del 24,6%). E per la prima volta dal 1977 al Sud il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia dei 6 milioni. La drammatica fotografia l’ha scattata l’associazione Svimez nel «Rapporto 2014», presentato ieri alla Camera dei deputati, che denuncia al Sud il rischio di «una desertificazione industriale e umana». Secondo l’indagine, oltre 2 milioni di famiglie (equamente divise tra Nord e Sud) si trovavano nel 2013 al di sotto della soglia di povertà assoluta (che al Sud è aumentata del 2,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord). Lo scorso anno la Regione 6 milioni la quota di occupati al Sud sotto la quale non si era mai andati dal 1977 Soglia ora superata più ricca è la Valle d’Aosta con un Pil pro capite di 34.442 euro, mentre la più povera è la Calabria (15.989 euro). Calano anche le nascite: nel 2013 al Sud se ne sono registrate solo 180 mila, un livello che ci riporta al minimo storico del Risorgimento. Il direttore della Svimez, Riccardo Padovani, punta il dito contro le politiche economiche «che pesano di più al Sud», ed esprime forti dubbi anche sulla reale capacità di utilizzo dei fondi Ue per rilanciare l’economia nel Sud. Replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio: «Quei fondi sono la nostra ultima occasione e non possiamo permetterci di perderla. Il pieno utilizzo delle risorse per il Sud ci aiuterà a cambiare le previsioni degli economisti sul Pil, ma ci sono problemi di qualità della progettazione e della spesa: su questo non farò sconti a nessuno». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Tre anni di vita e sette deroghe. Che ne è stato della riforma Fornero delle pensioni varata nel 2011 per mettere in equilibrio il sistema, risparmiando 20 miliardi all’anno e introducendo maggiore equità tra le generazioni? Il governo Monti, appena insediato, la varò imponendo il sistema contributivo a tutti dal 2012, abolì di fatto le pensioni di anzianità, introducendo disincentivi per chi lasciava il lavoro prima dei limiti anagrafici previsti per la vecchiaia, a loro volta innalzati. All’epoca si decise che a «salvarsi» dalle nuove regole dovessero essere in 50 mila: chi aveva maturato i vecchi requisiti entro il 31 dicembre 2011, i lavoratori in mobilità al 31 ottobre 2011 e L’ultimo ritocco La recente norma sposta il termine per maturare la decorrenza della pensione al 6 gennaio ‘16 quelli coinvolti in piani di esubero, anche se avessero raggiunto i requisiti dopo la fine del 2011. Infine gli ex lavoratori autorizzati ai versamenti volontari entro il 31 ottobre 2011. Emerse subito però il caso dei lavoratori che, avendo lasciato il lavoro dietro incentivo, in seguito all’innalzamento dell’età pensionabile, si trovavano senza lavoro e senza requisiti per l’assegno. Per loro fu coniato il termine «esodati» e l’Inps si incaricò di censirli e valutarne l’effetto sui conti pubblici. È iniziato così il picconamento della riforma Fornero che ha subito nel tempo una serie di deroghe, dettate dalla necessità di dare alle categorie interessate un approdo economico, per un totale di 170.230 unità. Tutto questo ha già un costo elevato: 11 miliardi e 600 milioni. La prima deroga scatta nel giugno del 2012 e riporta a prima della Fornero i lavoratori in mobilità ordinaria, in deroga o lunga la cui attività fosse cessata al 4 dicembre 2011; quelli risultanti a carico dei fondi di solidarietà e i dipendenti statali in esonero alla stessa data; gli autorizzati al versamento volontario dei contributi previdenziali con decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2014 che non avessero lavorato dopo essere stati autorizzati alla contribuzione volontaria; i lavoratori in congedo per assistere figli disabili; i sottoscrittori di un accordo individuale o collettivo cessato entro il 31 dicembre 2011 senza aver trovato nuova occupazione e aventi diritto a pensione entro il 6 gennaio 2014. Quest’ultimo termine è stato poi spostato avanti di un anno con il decreto sulla spending review del dicembre 2012, un aggiustamento di tiro che coinvolse 55 mila «salvaguardati». Tra questi, i lavoratori in esubero i cui accordi fossero stati stipulati entro il dicembre 2011 e coloro che avessero maturato il diritto di prestazioni a carico di fondi di solidarietà entro il 4 dicembre 2011. Infine anche i contributori volontari con decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2015 che nel frattempo non avessero però lavorato. Si arriva così alla legge di Stabilità 2013 con una deroga per altri 10.130 lavoratori: di nuovo quelli collocati in mobilità ordinaria o in deroga, ma questa volta oltre l’entrata in vigore della Fornero, cioè entro il 30 settembre 2012, purché aventi diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2014. Poi i cessati entro il 30 giugno 2012, anche se nel frattempo hanno lavorato, 8.965 Le regole e le deroghe 1 2 3 4 5 6 7 Dal gennaio 2012 è entrata in vigore la riforma Fornero, varata con il decreto salva Italia: scompare la pensione di anzianità, si estende il metodo contributivo nel calcolo dell’assegno e viene programmata l’equiparazione accelerata nei tempi di ritiro per uomini e donne Con la riforma, aumenta il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Dal 2013 è scattato un meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alle speranze di vita e in alcuni casi il requisito anagrafico è aumentato di 18 mesi. Aumenterà di ulteriori 19 mesi nel 2016 In alcuni casi sono previste delle deroghe. La vecchia «quota 96», somma di età anagrafica e contributiva, è stata reintrodotta dal dl sulla Pubblica amministrazione e consentirà a 4 mila docenti bloccati dalla legge Fornero di poter andare in pensione con i vecchi requisiti La deroga per gli insegnanti, che costerebbe 400 milioni di euro da qui al 2018, non è l’unica: tra gli emendamenti previdenziali c’è anche la possibilità del pensionamento d’ufficio per i dirigenti pubblici con i contributi pieni. Anche per agevolare il ricambio generazionale La Pubblica amministrazione potrà mandare a riposo i suoi dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l’anzianità massima. Anzianità contributiva e non più effettiva. Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite standard di 66 anni Nella riforma della Pubblica amministrazione è previsto anche che dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare al lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici. Finora potevano restare ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati ma dal 2016, per garantire la funzionalità degli uffici giudiziari In tema di ricambio generazionale le amministrazioni potranno procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per le uscite del 2014. Soglia che si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Sono previste delle eccezioni per gli enti territoriali che si mostrano «virtuosi» Pensioni Pensionati Spesa complessiva Fonte: Istat purché a tempo e con un reddito massimo di 7.500 euro. Per la prima volta i contributori volontari in mobilità ordinaria, purché tali entro il 4 dicembre 2011 e con requisiti per pensionarsi entro il 6 gennaio 2015. Il cambio di passo si ha con il quarto intervento, quello del governo Letta, che nell’agosto scorso riporta allo schema pre Fornero 6.500 persone, per la prima volta facendovi rientrare i licenziati nel 2009-2011 anche nel caso nel frattempo avessero lavorato, purché a tempo e con un reddito annuo lordo massimo di 7.500 euro, e decorrenza della pensione dal gennaio 2015. La norma viene inoltre estesa per la prima volta ai dipendenti di Regioni, Asl e enti strumentali esonerati che avessero presentato domanda entro il 4 dicembre 2011. Si arriva così all’ultima legge di Stabilità con un intervento che tocca 23 mila pensionandi: in questo caso i cessati in base a accordo entro il 31 dicembre 2012 e i licenziati nel periodo 2007-2011 vengono tutelati anche se, lavorando a tempo, hanno guadagnato più di 7.500 euro, mentre i contributori volontari, anche in mobilità ordinaria, possono avere lavorato tra il 2007 e il 2013. L’ultimo ritocco alla Fornero è stato approvato solo dalla Camera, lo scorso mese, e tocca 32 mila lavoratori. La norma sposta il termine utile per maturare la decorrenza della pensione al 6 gennaio 2016 per contributori Importo medio Importo medio reddito delle pensioni pensionistico volontari, lavoratori in congedo parentale, cessati a seguito di accordo e licenziati. Per la prima volta vi rientrano i lavoratori a tempo determinato, cessati nel 2007-2011 e non rioccupati stabilmente, purché maturino la pensione nel 2016. Finora la riforma Fornero ha dovuto fare i conti con l’impatto della crisi: i «salvaguardati» sono individui senza lavoro oppure precari che vengono espulsi dal ciclo lavorativo definitivamente. Diverso è l’impatto della settima deroga, quella che sta realizzando il governo Renzi in queste ore. Sia nel caso della cancellazione dei disincentivi della Fornero al pensionamento anticipato, sia nel caso degli insegnanti «quota 96» cui il decreto P.a. concede contrariamente al parere del ministero dell’Economia, di andare in pensione con i requisiti pre Fornero, l’obiettivo è incentivare il ricambio generazionale nella P.a, come ha spiegato il ministro Marianna Madia. Per questo si pensionano per la prima volta lavoratori che sono in servizio e un reddito ce l’hanno. Sui costi dell’operazione pesano i rilievi della Ragioneria e ora quelli del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Il timore più generale in via XX Settembre è che si crei un pericoloso precedente: un primo importante varco al ridimensionamento della «Fornero», chiave di volta finora della sicurezza dei conti pubblici. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Consiglio dei ministri Il governo interviene sul decreto Competitività passato al Senato. In bilico anche la doppia soglia per l’Opa Manager pubblici, nessuna deroga al tetto di 240 mila euro Lo «sblocca Italia» pronto per fine agosto, arrivano 4-500 milioni per la cassa in deroga ROMA — Salta la norma che metteva nelle mani del governo la scelta dei manager pubblici che devono restare sotto il nuovo limite dei 240 mila euro lordi l’anno di stipendio. Mentre resta in bilico la doppia soglia, 30% e 25%, per l’Opa, cioé l’obbligo di lanciare l’offerta pubblica di acquisto quando si diventa azionisti di maggioranza di una società. Dopo un lungo braccio di ferro, e con una scelta senza precedenti, il governo decide di eliminare alcune modifiche appena introdotte dal Senato al decreto legge sulla Competitività, che ha appena iniziato il suo cammino alla Camera. «L’obiettivo del governo è asciugare un provvedimento che con le modifiche apportate dal Senato era divenuto troppo eterogeneo e distante da quanto varato dal Consiglio dei ministri», dice Ivan Scalfarotto, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. In tutto sono una ventina le norme che il governo intende cancellare con una serie di emendamenti presentati nel corso della notte alla Camera. Ma non c’è soltanto la preoccupazione di non portare avanti il solito prov- vedimento-omnibus, che il capo dello Stato non firmerebbe di buon grado. Dietro questa scelta ci sono anche questioni di merito. Sarà cancellata, ad esempio, la norma per il pagamento alle Poste di crediti per 535 milioni di euro. Sugli stipendi dei manager pubblici, si torna alla regola appena introdotta con il tetto di 240 mila euro che pure si presta ad interpretazioni varie in fase applicativa. Il Senato aveva affidato al governo il compito di stilare una lista precisa sia delle aziende incluse che di quelle escluse. Ma ha prevalso il timore che l’operazione potesse trasformarsi in una marcia indietro, o anche solo apparire come tale. Nel Consiglio dei ministri di oggi ci si limiterà ad una discussione L’ingorgo fiscale Il modello 770 per le imprese va al 19 settembre Fisco La direttrice dell’Agenzia delle Entrare Rossella Orlandi È ufficiale: il termine per l’invio all’Agenzia delle Entrate del modello 770 è stato prorogato al 19 settembre. La scadenza era in calendario per la giornata di oggi. La proroga è prevista in un Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), proposto dal ministro Pier Carlo Padoan al premier Matteo Renzi e tiene conto, è scritto in una nota del Tesoro «delle generali esigenze manifestate dalle aziende e dai professionisti». Nelle ultime settimane erano stati commercialisti e tributaristi, e i relativi ordini, oltre ai consulenti del lavoro, a chiedere più tempo per i sostituti d’imposta. L’ultimo appello in ordine di tempo è stato quello di Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili, che ha scritto alla neo direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, lamentando tra le altre cose la tardiva disponibilità delle delibere Imu e Tasi e l’ingorgo di scadenze fiscali che rende ingestibili i termini ravvicinati. Da qui l’apertura del governo e la decisione di accordare la proroga annunciata ieri con un comunicato ufficiale e seguita, nei prossimi giorni, dal decreto del presidente del Consiglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA generale sull’operazione «sblocca Italia», che dovrebbe far ripartire i cantieri dando una spinta all’economia. «Mi dispiace — dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi — consulteremo i cittadini per il solo mese di agosto: ma le buone idee non vanno in ferie». I principi generali sono quelli anticipati in questi giorni con lo sblocco di 3,7 miliardi di euro per un pacchetto di grandi opere, la regola dello 0,3% del Prodotto interno lordo da destinare ogni anno alle infrastrutture e anche l’ipotesi di incentivi fiscali per le case di nuova costruzione invendute e poi date in affitto. Si discuterà anche della cassa integrazione in deroga, con l’aggiunta di 4-500 milioni di euro ai fondi per il 2014, in modo da portare a 1,6 miliardi il totale delle somme stanziate finora. Nel corso della notte la Camera è stata impegnata nel voto di fiducia sul decreto legge per la Pubblica amministrazione. Salvo sorprese, oggi il voto finale, per poi tornare al Senato. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # PENSIONATI, IMPORTO COMPLESSIVO E IMPORTO MEDIO DEL REDDITO PENSIONISTICO PER CLASSE DI IMPORTO MENSILE E SESSO (anno 2012) 90,2 Classe di importo mensile del reddito Numero pensionati MASCHI Importo Importo medio complessivo reddito (milioni pensionistico di euro) (euro) Numero pensionati INCIDENZA DELLA SPESA PENSIONISTICA SUL PIL PER SESSO (Anni 2002-2012, valori percentuali) FEMMINE Importo Importo medio complessivo reddito (milioni pensionistico di euro) (euro) Maschi Femmine 9,60 9,33 8,06 8,60 8,39 8,31 7,32 56,5 43,1 35,6 Fino a 499,99 913.456 2.885 3.158,19 1.291.691 4.673 500 - 999,99 1.603.160 14.518 9.055,95 3.266.971 27.375 8.379,45 1.000,00 - 1.499,99 1.664.035 25.098 15.082,88 2.080.987 30.823 14.811,74 1.500,00 - 1.999,99 1.553.262 32.085 20.656,51 1.118.166 23.015 20.582,85 2.000,00 - 2.999,99 1.400.162 40.337 28.808,66 797.813 22.579 28.301,45 3.000,00 - 4999,99 507.942 22.332 43.965,02 185.333 8.064 43.512,25 5.000,00 - 9.999,99 167.259 12.774 76.371,36 31.972 2.355 73.645,47 10.517 1.636 155.566,35 1.166 171 146.238,19 7.819.793 151.665 19.394,98 8.774.099 119.055 13.568,92 10.000,00 e più Tasso pensionamento Rapporto di dipendenza TOTALE 7,54 6,71 6,59 6,57 6,48 3.617,69 2002 2004 2006 2008 2010 2012 CORRIERE DELLA SERA L’ex manager del Fondo monetario Gli ostacoli agli interventi di riequilibrio dei conti pubblici e i dossier intoccabili: previdenza e sanità I tagli alla spesa nel cassetto, Cottarelli in uscita Niente di personale: almeno di questo siamo certi, nel caso in cui Carlo Cottarelli non dovesse fare marcia indietro rinunciando al proposito maturato negli ultimi tempi. E che avrebbe già anticipato al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ovvero, quello di lasciare l’incarico dopo l’estate. Ottobre, è la data prevista. Che Renzi non avesse con il commissario alla spending review la medesima sintonia di Enrico Letta, il quale lo aveva nominato, non era affatto un mistero. Del resto, a dispetto delle voci circolate contestualmente all’arrivo dell’ex sindaco di Firenze a Palazzo Chigi, che indicavano Cottarelli come candidato a prendere le redini del Dipartimento economico della presidenza del Consiglio, per lui i mesi trascorsi dall’insediamento del nuovo governo indiscutibilmente non sono stati i più facili. E certo non per la responsabilità del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, con il quale il commissario ha condiviso una lunga militanza negli organismi internazionali, a rappresentare il nostro Paese. Gli ostacoli che ha dovuto affrontare sono stati fino in fondo politici. Probabilmente non del tutto imprevisti. Ma non nelle proporzioni e nelle forme che aspettava di trovarsi davanti quando è rientrato da Washington, dopo 25 anni passati al Fondo monetario internazionale, per occuparsi delle rogne italiane. Intanto un approccio tutto diverso da parte di Renzi rispetto a Letta, nei confronti del capitolo «tagli alla spesa pubblica» e dei compiti di Cottarelli. Un approccio che ha avuto l’effetto di ridimensionare oggettivamente il ruolo del commissario: declassato da una specie di autorità indipendente incaricata di individuare non soltanto gli sprechi e le diseconomie interne alla Pubblica amministrazione ma di proporre anche i tagli alle voci di spesa più ingombranti, a un semplice consulente esterno. Per quanto, ovviamente, Il commissario straordinario per la spending review e le dimissioni dall’incarico previste per ottobre Revisione della spesa Le nuove stime Tabella Cottarelli su 2014 2,2 EFFICIENTAMENTO DIRETTO Acquisti e appalti onine* 0,8 0,5 RIORGANIZZAZIONI 0,3 0,2 0,1 Spese enti pubblici* 0,3 0,2 0,4 COSTI POLITICA 0,4 2,0 RIDUZIONE TRASFERIMENTI 0,1 Difesa* Totale «Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione sul lavoro». E «il totale delle risorse» già spese «prima di essere state risparmiate ammonta ora 1,6 miliardi per il 2015». Carlo Cottarelli affida al suo blog il malcontento per i continui ostacoli che sta incontrando la spending review. Il commissario cita la legge di Stabilità, il decreto sulla P.a. per finanziare il pensionamento dei funzionari anziani e adesso l’introduzione della «quota 96» che consente di evitare dei simil-esodati nella scuola, innescando la polemica. A cui ha risposto a stretto giro Francesco Boccia: «Se il commissario Cottarelli è in vena di dare consigli sull’utilizzo dei risparmi di spesa sulle pensioni — ha detto il presidente della commissione Bilancio della Camera —, gli consiglio vivamente di rivolgersi prima al governo e solo successivamente al Parlamento». Ovviamente si è fatta sentire anche l’opposizione che per bocca del presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha avvertito come «con la denuncia del commissario alla spending review saltano tutti i conti del governo Renzi». A tarda sera, a spegnere il fuoco ci prova una fonte del ministero del Tesoro. «I tentativi di fare apparire le parole di Cottarelli come una polemica nei confronti del governo anziché nei confronti di alcune prassi parlamentari sono strumentali» dice. Ma l’incendio non è spento. F. D. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA Totale 7,0 Tabella Cottarelli su 2015 Tabella Cottarelli su 2016 12,1 2,5 Acquisti e appalti online* Stipendi dirigenti* 7,4 0,5 0,5 2,8 RIORGANIZZAZIONI 5,9 0,2 0,3 0,7 0,9 4,4 RIDUZIONE TRASFERIMENTI 7,1 5,0 SPESE PER SETTORI 7,9 1,8 Difesa* Sanità* Pensioni * 4,5 Le 25 proposte Pronti 25 dossier di tagli alla spesa pubblica preparati da un team di esperti ma ancora non resi noti dal governo 5,2 EFFICIENTAMENTO DIRETTO COSTI POLITICA L’ultimo sfogo sul blog Il Tesoro: le resistenze? Vengono dal Parlamento 0,5 1,8 Pensioni * Spese enti pubblici* La polemica 1,0 0,5 0,3 Sanità* autorevole: ma comunque un corpo estraneo alla stanza dei bottoni. Condizione diventata sempre più palpabile man mano che il tempo passava. Ed evidentemente sempre meno sopportabile. Poi alcuni fatti che parlano da soli. Ieri su questo giornale Francesco Giavazzi si è opportunamente chiesto dove sia finito il lavoro di Cottarelli. Aggiungendo che il commissario alla spending review dovrebbe rendere coraggiosamente noto dove, come e quanto si dovrebbe tagliare, mettendo il governo di fronte alla responsabilità di non farlo. Sappiamo, perché l’ha scritto prima ancora sul «Corriere» Riccardo Puglisi, uno dei partecipanti 1,0 2,0 SPESE PER SETTORI Carlo Cottarelli, 60 anni, è il commissario straordinario alla revisione della spesa pubblica su nomina dell’ex premier Enrico Letta. Economista, un passato nel servizio studi della Banca d’Italia e in Eni, nel 1988 approda al Fondo monetario internazionale di cui dal 2008 ha ricoperto l’incarico di direttore del dipartimento degli Affari fiscali 1,8 1,0 Stipendi dirigenti* Il commissario Nuova versione su 2014 al gruppo di lavoro coordinato da Massimo Bordignon a cui Cottarelli aveva chiesto un rapporto sui costi della politica, che da marzo sono pronte 25 relazioni su altrettanti segmenti della spesa pubblica preparate da team di esperti. Tutti dossier, immaginiamo ustionanti, che il commissario avrebbe già voluto pubblicare ma che invece restano nei cassetti. E la ragione è semplice: Cottarelli non ha ancora avuto il permesso del governo per renderli noti. Perché dopo tanti mesi non sia arrivato il via libera di Palazzo Chigi si può soltanto ipotizzare. Forse le conclusioni contenute in quei rapporti non sono del tutto condivise? Forse. Il che ci starebbe pure, ma è improbabile che il commissario, e lo stesso governo, non l’avessero calcolato. Di sicuro la mancata pubblicazione dei 25 dossier ha reso ancora più evidenti, se ce ne fosse stato il bisogno, le difficoltà con cui Cottarelli si deve confrontare. A cominciare con quella forse più importante. Va benissimo intervenire sulle ottomila aziende pubbliche: è un buco nero gigantesco come dimostra l’esistenza di 2.761 società con più amministratori che dipendenti. Ma come si fa a individuare tagli per 17 miliardi di euro, almeno di tanto la spesa pubblica do- 2,5 0,8 2,0 Totale Totale 2,4 3,4 18,1 33,9 *Le voci in chiaro per ciascun comparto sono quelle che hanno subito una variazione D’ARCO vrebbe essere ridotta nel 2015, se non si possono nemmeno sfiorare i due capitoli più grossi? La sanità è uscita di fatto dalla spending review con il patto della Salute: un accordo fra il governo e le Regioni. Mentre le pensioni, per esplicita volontà dell’esecutivo, non ci sono mai entrate. L’agenzia «Adn Kronos» ieri ha fatto sapere che Cottarelli «continua a lavorare, come sempre, a stretto contatto con i suoi interlocutori naturali». E che «potrebbe presto affidare al suo blog, fermo all’ultimo intervento del 7 luglio, un post per tornare a evidenziare la necessità di tagli selettivi e non lineari, con riferimento anche al caso del pensionamento dei quota 96, appena affrontato nel decreto P.a.». Proprio le pensioni, guarda un po’... Poche ore dopo, sul blog c’era l’intervento annunciato dall’agenzia di stampa che ha subito suscitato reazioni politiche. Forse la sua ultima testimonianza (nemmeno questa autorizzata?) da commissario, magari prima dell’annuncio ufficiale del divorzio. Con il risultato che il prossimo taglio alla spesa pubblica frutto del lavoro di Cottarelli sarà il suo stipendio. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Riforme Il nuovo Senato La Nota di Massimo Franco Economia e riforme cominciano a seguire percorsi divaricati Tensione Piero Grasso contestato da Loredana De Petris (Inside). A fianco, il canguro di pezza comparso sui banchi M5S (Liverani) M atteo Renzi incoraggia la sua coalizione, non risparmiando battute sferzanti alle opposizioni. In un Senato sfibrato dallo scontro di martedì, la maggioranza sta tenendo e sventa i tentativi di fare approvare emendamenti antigovernativi. Il fronte sul quale palazzo Chigi rischia di ritrovarsi spiazzato, però, è un altro: l’economia. Il percorso delle riforme e quello della spesa pubblica sembrano divaricarsi in modo preoccupante. Le prime dovrebbero servire come biglietto da visita per rassicurare l’Europa sulla serietà dell’impegno italiano. Proprio ieri, Renzi ha rivendicato di avere «ridotto le tasse per il ceto medio e le imprese. Anziché fare le manovre per chiedere soldi, si fanno per dare soldi». Ma a contraddire questa narrativa ottimistica, quasi in contemporanea sono arrivate poche righe devastanti, stilate dal commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. «Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione sul lavoro». Per essere più chiaro, Cottarelli ha avvertito che «il totale delle risorse» già promesse «ammonta ora a 1,6 miliardi di euro per il 2015». Se le parole hanno un senso, significa che il governo sta promettendo misure che Il governo supera mancano di copertura finanziaria; e che potrebbero risulaltre votazioni tare un ulteriore aggravio. L’incognita La tendenza del ministero dell’Economia è a minimizzadel confronto re, a negare qualunque critica con l’Europa a Renzi. Cottarelli si limiterebbe a lanciare un avvertimento alla politica spendacciona, come fa più sottovoce da tempo Pier Carlo Padoan. Eppure, quella del commissario finisce per essere percepita come una contro-verità rispetto all’impostazione della politica economica renziana; e a offrire un’immagine controversa del governo, nel momento in cui bussa alle porte dell’Ue chiedendole di offrirgli maggiori margini di manovra. Proprio ieri, il premier si è rallegrato perché il neopresidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker ha parlato di nuovi investimenti per 300 miliardi di euro. «Sono ottimi passi e un’innegabile vittoria delle proposte italiane. Vigileremo perché dalle parole si passi ai fatti», ha commentato Renzi. Ma per paradosso, Cottarelli finisce per rimettere sotto osservazione l’Italia. Non si deve sottovalutare un dettaglio: i rapporti tra presidente del Consiglio e commissario alla revisione della spesa non sono idilliaci da tempo, perché le esigenze della politica faticano a combaciare con quelle di un tecnico dei «tagli». La precisazione di Cottarelli, però, promette di alimentare le polemiche contro un Renzi invitato dagli avversari «a dire la verità sui conti». È un argomento sul quale martella quasi quotidianamente Forza Italia, alleata sulle riforme istituzionali ma nemica sulle scelte economiche. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha subito chiosato: «Cottarelli svela l’imbroglio delle coperture di Renzi», evocando una specie di strappo con il premier. È possibile che si tratti davvero solo di un grande malinteso. In questo caso, però, sarebbe bene chiarirlo quanto prima per evitare ricadute, anche internazionali, pesanti; e per non vanificare gli sforzi che il governo fa per accreditare le sue riforme. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Liti sul canguro ma il Senato va Renzi: poi cambiamo l’Italicum Tagliola confermata. Dissidenti battuti sul bicameralismo perfetto ROMA — La trattativa fallita, la bagarre d’aula, la lite sul «canguro». Ma, in un modo o nell’altro, ora il Senato va: sulle riforme, dopo giorni di «stallo», si corre. Ieri, dalle tre del pomeriggio alla pausa delle otto (deputati e senatori erano alla messa per cristiani in Iraq) vengono «superati» quasi 400 emendamenti, con votazioni a tamburo battente, diversi «salti», dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti «burla» che ribattezzavano la Camera come Gilda, Duma, Ecclesia. Matteo Renzi, al mattino, apre sull’Italicum: «Sarà modificato al Senato e diventerà legge. Modello dei sindaci: un vincitore, eventualmente con ballottaggio, che ha i numeri per governare. Se non lo fa è colpa sua, non ha alibi». Un messaggio anche per Forza Italia perché tocca il Patto del Nazareno. In serata, poi, il premier «vede» il traguardo della riforma costituzionale: «Loro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza». Loro, naturalmente, sono gli oppositori. Che, nei primi giorni di aula, si sono «giocati» quasi tutto il bonus di ore per la discussione. Finite quelle, si va avanti solo con le votazioni. E, coi ritmi di ieri, chiudere entro l’8 agosto diventa un’impresa possibile. Tanto che, da ieri sera, tra i commessi di palazzo Madama, circola un’indiscrezione: che il Senato non debba più restare aperto sabato e domenica ad oltranza. Si vedrà da qui a 48 ore. Maggioranza, governo e presidente Grasso, per ora, segnano un punto. Il «canguro», il sistema che permette di bypassare emendamenti uguali (o molto simili) dopo che ne è stato bocciato uno, è ammesso. I dubbi li aveva sollevati Felice Casson, obiettando che «il regolamento della Camera, che lo prevede esplicitamente, dice che non si può usare in riforme costituzionali». Si riunisce la giunta per il regolamento che, a maggioranza (10 a 4), dà ragione a Grasso: «C’è una prassi consolidata — spiega il presidente — inaugurata da Mancino nel ‘96. Poi è stato usato nel 2002 e nel 2004 e quindi il riferimento al regolamento della Camera non ha più consistenza». Un po’ complicato — e le opposizioni protestano, parlando di «forzatura» — ma conta la sostanza: il 40% degli emendamenti, di fatto, salta. Da 7.850 si scende a 4.700. L’effetto si vede dopo, nella batteria di votazioni: ogni emendamento bocciato se ne tira dietro almeno due o tre, uguali o molto simili. È quello che Grasso definisce, scherzando, «un cangurino, lo applicheremo con buon senso». In aula, dopo la bagarre, il clima sembra più calmo. Tanto che Grasso, sospendendo i lavori, si concede una battuta: «Riposatevi, oggi facciamo pausa più lunga I 5 Stelle e i pianisti Il Movimento protesta per due tessere bloccate con palline di carta Interviene la presidenza (martedì era stata di mezz’ora, ndr) perché abbiamo lavorato...». Tra i tanti emendamenti bocciati, due sono significativi. Quello di Augusto Minzolini (Fi) su «bicameralismo perfetto e Senato elettivo» ottiene 117 sì, 8 astenuti e 171 no. I sì sono la forza numerica di oppositori e «dissidenti» vari. Tradotto, su un futuro voto segreto, perché il governo vada sotto, servono una sessantina di «franchi tiratori». Minzolini, comunque, è soddisfatto: «Il governo non ha i due terzi dell’aula. Bisognerà andare al referendum». Il secondo è quello con cui tutti, anche il Pd, bocciano «l’eliminazione del Senato». «È la riprova del dazio che paga Renzi alle lobby dell’Anci, delle Regioni e dei Comuni, che l’hanno portato alla guida del Pd» chiosa Mario Mauro(Pi). Renzi guarda avanti: «Non molliamo di un centimetro. Ci vorranno nottate in Senato, po- meriggi alla Camera, weekend a Palazzo Chigi non importa». In Aula, in serata, intervengono anche Mario Monti e Giulio Tremonti. E i Cinque Stelle? Alla «riapertura» della seduta, dopo la pausa, denunciano la presenza di «pianisti». Due tessere per votare, infatti, erano bloccate da palli- 38 Gli emendamenti cangurati ieri in Senato In totale sono 1.438 ne di carta. Grasso le fa rimuovere. Mentre Grillo, sull’Aventino dei senatori, fa retromarcia: «I nostri parlamentari non si dimettono. Quando riterranno necessaria la loro presenza entreranno in aula». La protesta si sposterà in piazza. Prima riproducendo un vero e proprio emiciclo. Poi con una grande manifestazione a settembre. Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 # Dietro le quinte Due le strade possibili. Il leader pd pensa a poche modifiche L’equilibrio su ritocchi e preferenze La soglia per il ballottaggio salirà L’idea di andare oltre il 37%. E c’è l’ipotesi «Toscanellum» La parola Il senatore democratico Il canguro Il premier ringrazia Zavoli Lui: resto per indignarmi ‘‘ Nata per Montecitorio, cresciuta a Palazzo Madama, dove ha finito per avere ambiti di applicazione più ampi della versione prevista per la Camera. La tecnica anti ostruzionismo del «canguro», sotto i riflettori dopo che nel giro di due giorni ha fatto decadere 1.438 emendamenti al disegno di legge costituzionale Boschi, è la prassi che consente di votare le proposte di modifica a un provvedimento in discussione raggruppando quelle analoghe: approvato o bocciato il primo emendamento, gli altri decadono in blocco. Il suo nome è frutto del gergo parlamentare, che prevede innumerevoli declinazioni, da «cangurato» a «incangurabile». E a Palazzo Madama il suo utilizzo è frutto di un «prestito» dal regolamento della Camera. Accadde nel 1996, quando a usare il canguro fu l’allora presidente Nicola Mancino. Successe di nuovo nel 2002 e nel 2004 — e sono i precedenti più rilevanti — con le riforme costituzionali del centrodestra: allora il presidente era Marcello Pera. Ieri, infine la giunta del Senato ne ha confermato la legittimità di applicazione alle leggi costituzionali, facendo rientrare la tecnica contro il filibustering tra i poteri del presidente: in base all’articolo 102 comma 4 del regolamento, la seconda carica dello Stato «ha facoltà di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse». Dal 1997, però, le norme che regolano l’uso del canguro alla Camera ne hanno escluso l’applicabilità ai ddl costituzionali. Quindi, quando la legge Boschi sarà a Montecitorio, non potrà essere utilizzato. © RIPRODUZIONE RISERVATA In Aula Sergio Zavoli, 90 anni, ieri a Palazzo Madama Matteo Renzi ha chiamato il senatore del Pd Sergio Zavoli per ringraziarlo del lavoro che sta facendo con la sua presenza quotidiana nell’Aula del Senato. Secca la risposta di Zavoli: resto a votare perché ogni tanto ho bisogno di indignarmi. ROMA — A sera Matteo Renzi appare di ottimo umore: «Vinciamo alla grande». Il riferimento, ovviamente, è alla battaglia del Senato. Che, a meno di strani incidenti, dovrebbe concludersi positivamente per il governo. «Stiamo sconfiggendo i rosiconi», sorride il presidente del Consiglio. Che ora si appresta a giocare un’altra partita, quella dell’Italicum. Sarà per settembre, ma in realtà ci si sta lavorando sopra proprio in questi giorni. La legge elettorale, così come è stata licenziata dalla Camera, verrà modificata. Ma non più di tanto. «L’accordo con Berlusconi finora ha retto e credo continuerà a reggere, perciò non si faranno cambiamenti che non siano condivisi anche da Forza Italia», ha spiegato il premier ai fedelissimi. E a tutti i suoi interlocutori Renzi sta ribadendo lo stesso concetto: «Siamo disponibili a cambiare se c’è l’accordo di tutti, compreso Berlusconi». Ma, dopo quello che è successo con Sel al Senato, è difficile che il presidente del Consiglio largheggi nelle modifiche richieste dal movimento di Nichi Vendola. «Devono ritirare gli emendamenti e chiederci apertamente i cambiamenti che vogliono. E se invece romperò con Sel me ne farò una ragione», confida Renzi a un gruppetto di parlamentari. Che poi i «cambiamenti» si ridurrebbero a uno solo. Quello che interessa veramente a Sel: la soglia di sbarramento per chi non si coalizza. Attualmente è invalicabile per un partito come Sinistra ecologia e libertà. E tale potrebbe rimanere. L’idea, infatti, è quella di modificare Contatti Maria Elena Boschi (Blow up) il meno possibile. Giusto i punti che Giorgio Napolitano ha a cuore. Perciò si innalzerà la soglia del 37 per cento per accedere o no al secondo turno. Quanto al resto, bisognerà vedere. Al momento ci sono due ipotesi sul tappeto. Ne hanno parlato Renzi e Verdini e l’altro ieri l’ambasciatore di Silvio Berlusconi ne ha discusso a quattr’occhi anche con il sottosegretario Luca Lotti. La prima è quella di lasciare l’impianto dell’Italicum e fare solo qualche piccolo aggiustamento per evitare di rimettere in discussione il patto del Nazareno. La seconda invece è quella di trarre ispirazione dal modello della legge elettorale che hanno appena sfornato in Toscana e che, non a caso, è stata disegnata proprio dai forzisti e dagli esponenti del Pd locale. Secondo questo sistema, le soglie di sbarramento si abbasserebbero: il 3 per cento per chi si coalizza e il 5 per chi invece ha deciso di andare da solo senza allearsi con altri partiti. Questo schema lascerebbe intravedere a Sel la possibilità di tornare in Parlamento, senza dover entrare in una coalizione di cui ovviamente il Partito democratico sarebbe il «dominus». Ma il modello elettorale in salsa toscana prevede anche un’altra novità, che potrebbe accontentare sia chi vuole le preferenze (e nel Pd sono in molti, tutti i bersaniani, per esempio) sia chi invece, come Silvio Berlusconi, non le vuole. Si tratta di una norma secondo la quale ogni partito può decidere se andare al voto con una mini-lista bloccata, oppure con una lista aperta,optan- do per le preferenze. Se il sistema «made in Tuscany» dovesse incontrare delle resistenze, allora si tornerebbe a prendere come testo base quello dell’Italicum, procedendo con qualche modifica. «Dobbiamo fare presto e bene», è l’invito del presidente del Consiglio ai suoi parlamentari. Sul «presto» è già stato accontentato. Ieri infatti Anna Finocchiaro ha annunciato che proporrà all’ufficio di presidenza della «sua» commissione, quella degli Affari costituzionali del Senato, di «calendarizzare immediatamente alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, il ddl di riforma elettorale». Ieri, comunque, Verdini, è andato ad Arcore per far esaminare a Berlu- Il nodo Sel Gli attriti con Sel non favoriscono le intese. Ma il sistema regionale non penalizzerebbe i piccoli partiti sconi le ipotesi di modifica sul tappeto. E la prossima settimana il leader di Forza Italia e il presidente del Consiglio potrebbero rimettere in agenda quell’incontro che era saltato, ufficialmente per una indisposizione dell’ex Cavaliere. Insomma, Renzi punta a ricucire i fili della riforma prima della pausa estiva, incontrando tutti i leader politici che finora si sono impegnati nella trattativa dell’Italicum. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il confronto Polemiche sulle regole da applicare. In campo anche il forzista Nitto Palma e la pd Doris Lo Moro Volano codicilli. In Aula è sfida tra magistrati Casson: c’è incertezza del diritto. Grasso scherza: giudici in conflitto, figuriamoci gli ex ROMA — A un certo punto il presidente del Senato Pietro Grasso ironizza, rispondendo ad Alessandra Bencini (5 Stelle) che si richiamava alle parole di Francesco Nitto Palma: «Senatrice, non ci metta in conflitto: già i magistrati lo sono, figuriamoci gli ex magistrati». In effetti da due giorni si combatte in punta di diritto, compulsando furiosamente i regolamenti del Senato, scagliandosi contro commi e codicilli. E ieri, sull’ormai mitico «canguro», ma anche sulla votazione per parti separate, si è consumata una spaccatura che ha visto fronteggiarsi magistrati prestati alla politica. Da una parte il presidente Grasso, forte del suo ruolo istituzionale, oltre che di anni di tribunale (spalleggiato dalla ex magistrata calabrese Doris Lo Moro), dall’altra Felice Casson (Pd) e Nitto Palma (FI). Sul «canguro», ecco Casson: «Martedì il Presidente ha citato norme sbagliate. Ieri ne ha citate altre, che non c’entrano nulla». Riassumendo, il magistrato veneziano riferisce che «l’articolo 85 citato da Grasso, è stato superato dall’85 bis, introdotto nel 1997, che impedisce l’uso del canguro per il Senato». Non solo: «Alla giunta per il regolamento sono stati menzionati l’articolo 100 comma 8 e il 102 comma 4. Che però, con il canguro, non hanno nulla a che fare». Risultato: «C’è un’assoluta incertezza del diritto parlamentare. Un giorno vale un precedente, il giorno dopo no. E va bene che il diritto è una sovrastruttura, ma certi principi vanno tutelati. E dal Presidente mi aspetto che sia il garante delle regole». Nitto Palma, a confermare l’incertez- za del diritto, dà torto a Casson sul «canguro» ma dà torto a Grasso sul voto per parti separate: «Avrebbe dovuto decidere lui e non affidarsi all’Aula». Però non si scompone: «Non prendiamoci in giro. Quando per la decadenza di Berlusconi si votò per voto palese non ci fu un’interpretazione politica delle norme? Quelli che si scandalizzano ora, non si scandalizzarono allora». Con buona pace di Hans Kelsen e della sua dottrina pura del diritto: «Il diritto può essere anche puro, ma chi lo appli- Sputi e spintoni Ieri seduta più tranquilla. Martedì notte tensioni tra i 5 Stelle e i democratici, con sputi e spintoni. La dem Ghedini denuncia: mi hanno inseguito dicendomi “maledetti, la maledizione ricadrà sui vostri figli” ca è impuro». Il Presidente Grasso, naturalmente, non si sente affatto impuro e in Aula ha ribadito più volte la correttezza delle sue decisioni. Il riferimento alla prassi, ai due precedenti: nel 2002, per la modifica dell’articolo 117 della Costituzione; e nel 2004, per la modifica del Titolo V. Non solo: dagli uffici si fa notare che la contestazione del canguro è avvenuta quando era già stato applicato ben due volte nella stessa giornata. Certo, nel caso in specie sono caduti ben 1400 Tecnico Il senatore del Pd ed ex magistrato Felice Casson ieri nell’Aula di Palazzo Madama con la pila dei testi presentati per cambiare la legge Boschi (Ansa) emendamenti in un soffio, ma in punta di diritto il fatto (o misfatto, a seconda della punta) era già compiuto. A proposito di misfatti, nella notte di martedì si è passati dallo scontro verbale alla colluttazione fisica. Finita la seduta, si sono fronteggiati a sputi e spintoni alcuni parlamentari a 5 Stelle (tra i quali Vilma Moronese) e pd. Nel mirino Luciano Pizzetti, difeso energicamente da Federico Fornaro. La pd Rita Ghedini denuncia: «Alcuni senatori a 5 Stelle mi hanno inseguito urlandomi “maledetti voi, la maledizione ricadrà sui vostri figli”». Meno teso il clima in Aula ieri. A tratti persino soporifero, con qualche rigurgito di rabbia e sprazzi di ironia. Grasso spiega che userà il «cangurino». Maurizio Buccarella si gingilla con un peluche marsupiato e il Presidente lo rimprovera dolcemente: «Lo metta via, non vorrei che diventasse senatore». In buvette spunta l’ex ministro ed ex senatore leghista Roberto Castelli: «A tornare qui sembrano tutti marziani. Perché non ci fanno una casa per anziani a Palazzo Madama? Ora mi occupo di cose serie: farò diventare Macugnaga come Zermatt». In Aula, intanto, si spacchettano emendamenti, si bocciano e si ricomincia da capo. L’inesauribile Vincenzo D’Anna (Gal) riassume la giornata, citando le fatiche inutili del Sisifo di Camus, condannato dagli dei a far rotolare senza posa un macigno sino alla cima di una montagna e ricominciare ogni volta: «Bisogna immaginarlo con il cuore felice, Sisifo». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme I partiti Berlusconi, summit con i fedelissimi Un piano per rientrare in maggioranza Vertice con Renzi in agenda martedì: mi fido, ma non regge solo con Alfano ROMA — «Abbiamo la garanzia di Renzi che la legge elettorale verrà modificata solo se siamo d’accordo anche noi. Ma il problema è un altro. Al Senato la situazione è fuori controllo. E non solo al Senato...». Ad Arcore, ieri mattina, la relazione introduttiva dell’«unità di crisi del berlusconismo» viene affidata a Denis Verdini. Perché non sembra affatto una normale riunione di Forza Italia, quella che va in scena a villa San Martino alla presenza di un Silvio Berlusconi che — almeno ufficialmente — dovrebbe essere malato, vittima di un’influenza intestinale e con trentotto di febbre. No. Basta guardare la lista dei presenti che sono seduti attorno al tavolo. Ci sono infatti Gianni Letta, l’eminenza grigia dell’ultimo ventennio di berlusconismo, e Su «Sette» Fedele Confalonieri, il capoazienda più fidato. Oltre all’ex premier padrone di casa, ovviamente. Sul tavolo della riunione ci sono la legge elettorale, ovviamente. E quindi anche i postumi della lettera di Renzi ai parlamentari della maggioranza — con lo stesso concetto ribadito ieri dal premier sulle «modifiche che saranno apportate al Senato» — che aveva trasmesso tensione a tutta Forza Italia. Ma è soprattutto «la tenuta del governo Renzi» il tema a cui l’ex premier e la sua cerchia ristrettissima dedicano più tempo. Sono quasi due settimane, per la precisione dalle ore successive alla sentenza di assoluzione del processo Ruby, che Berlusconi formula e riformula un pensiero più volte ribadito nelle sue conversazioni riservate. «Io mi fido di Renzi e sono sicuro che il patto che abbiamo sottoscritto con lui non verrà modificato senza il nostro assenso. Ma siamo certi che, in questo momento, per noi non sia meglio sperare nelle elezioni anticipate e correre col proporzionale uscito dalla Consulta?». Questa riflessione, che sarebbe stata ribadita anche ieri, sarebbe stata riformulata disegnando uno sbocco diverso. Uno sbocco al limite della fantapolitica. Perché nel variopinto bouquet di «soluzioni» che Forza Italia potrebbe proporre al Pd durante il prossimo vertice con Renzi — che, colpi di scena a parte, dovrebbe tenersi a Roma martedì prossimo — c’è anche quella di «un riavvicinamento alla maggioranza di governo». Un modo, insomma, per iniziare a percorrere la strada inversa rispetto a quando, nell’autunno scorso, Berlusconi tolse il sostegno al governo di Enrico Letta. Sarebbe questa, in fondo, l’idea suggerita da Verdini. E sarebbe sempre questo il retropensiero dell’ex Cavaliere che ripete, come ha fatto l’altro giorno durante un pranzo, che «con la sola alleanza col partitino di Alfano, Renzi non ce la farà mai a reggere a lungo». Possibile che dietro questi pensieri del gotha berlusconiano ci sia in realtà la paura che Renzi, per compattare la sua attuale maggioranza, finisca per accontentare Ncd sull’Italicum, magari a discapito di Forza Italia? Possibile, anche se apparentemente Berlusconi ripete che «di Matteo io L’incontro al compleanno della figlia Barbara Veronica a Silvio: «Ma ti risposi?» E lui: «Sono ancora scottato» ROMA — Non si vedevano da chissà quanto tempo. Fino a ieri l’altro. Quando, al compleanno della loro primogenita Barbara, Silvio Berlusconi e Veronica Lario si sono rincontrati. Nella villa di Macherio, tra il chiasso divertito dei nipotini che giocavano e le trenta candeline soffiate dalla loro figlia, i due si sarebbero scambiati giusto poche battute. Silenzio totale, pare, sull’assoluzione dell’ex Cavaliere al processo Ruby. Diverso il discorso su quello che riguarda l’attuale condizione di Berlusconi. Secondo alcune ricostruzioni, che partirebbero dalle testimonianze di alcuni presenti alla festa, la signora Lario avrebbe chiesto all’ex marito: «Allora, è vero che ti risposi?». Domanda ovviamente riferita a Francesca Pascale. «Bah», sarebbe stata la risposta dell’ex premier all’ex moglie. «Dopo l’ultimo matrimonio sono ancora scottato». Poi è arrivata l’ora della torta. T. Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA continuo a fidarmi». Ma che sull’asse ArcoreRoma sia successo qualcosa che potrebbe cambiare la posizione di Forza Italia sull’attuale scacchiere politico lo dimostrano i tasselli di un puzzle che i parlamentari azzurri, e della Camera e del Senato, hanno cominciato a comporre. Prima e dopo l’assoluzione dell’ex Cavaliere ci sono stati, in ordine sparso: l’endorsement di Piersilvio Berlusconi al governo di Renzi, le parole del capo dello Stato alla cerimonia del Ventaglio sull’ex premier e la riforma della giustizia e — soprattutto — il fatto che il «patto del Nazareno» sottoscritto da Renzi e Berlusconi abbia resistito, per giunta in un’aula del Senato infiammata, anche alla prima tornata di voti segreti. «Teniamoci pronti per qualsiasi evenienza», ha scandito Berlusconi al termine del summit di ieri mattina ad Arcore. Il conto alla rovescia in vista di martedì, quando — a meno di colpi di scena — l’ex premier dovrebbe vedere Renzi, è appena cominciato. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Ieri il comitato di redazione ha incontrato Orfini, Guerini e il tesoriere dei democratici Bonifazi. Spiragli per un futuro rilancio Da D’Alema a Veltroni, le firme dell’ultima «Unità» Oggi in edicola il numero d’addio del quotidiano. L’ex leader pd: ora siamo tutti più poveri La Madia: Medjugorje, la vacanza della vita La vacanza della vita? Per Marianna Madia, 33 anni, ministro per la Pubblica amministrazione, risale al 2000, l’anno del Giubileo. La meta? Medjugorje. È la stessa Madia a raccontarlo — in un testo raccolto da Vittorio Zincone — nel numero in edicola domani di «Sette». «Quando sei lì, in realtà non ti interessa capire se è vero o no quel che si racconta — sostiene il ministro —. Non ti poni il problema di quanto siano credibili le apparizioni e non cerchi l’esperienza sensazionale. Entri in una dimensione di fede più forte, di consapevolezza profonda». Insieme a Madia, raccontano le loro esperienze anche — tra gli altri — Gianni Cuperlo (che punta sulla Nord Corea), Giorgio Albertazzi, Valeria Parrella, Riccardo Muti, Carolina Crescentini, Andrea De Carlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Oggi l’Unità sarà in edicola per l’ultima volta. Almeno per adesso. Martedì la redazione avrebbe voluto interrompere le pubblicazioni già dal 30 luglio, non appena saputo dai liquidatori del giornale che dall’assemblea dei soci non era venuta fuori alcuna soluzione per il salvataggio. Ma poi si è deciso di andare avanti fino al termine fissato dai liquidatori (il 1° agosto appunto) così da poter mandare in edicola un giornale con interventi autorevoli di molti ex direttori. Tra questi quelli di Massimo D’Alema e di Walter Veltroni. Che scrive: «Come sarà l’Unità? Non cosa è stata e cosa è. Credo che l’ambizione che oggi deve muovere la redazione e tutti quelli che hanno a cuore il destino del giornale, a cominciare dal Pd, sia quello di guardare al futuro e non alla sopravvivenza. senza l’Unità siamo tutti più poveri». E ieri pomeriggio il comitato di redazione de l’Unità ha incontrato i vertici del Pd. Il presidente Matteo Orfini, il vicesegretario Lorenzo Guerini e il tesoriere Francesco Bonifazi hanno visto le rappresentanze sindacali dei giornalisti, gettando uno spiraglio di fiducia per il futuro. Con la chiusura de l’Unità sono un’ottantina i giornalisti che rimangono senza lavoro, oltre a tutti i poligrafici e gli amministrativi. Ma dal Pd avrebbero garantito che si sta lavorando affinché l’Unità non chiuda e che in proposito avrebbero già avuto manifestazioni di interesse. Infatti Guerini, Orfini e Bonifazi hanno spiegato al comitato di redazione che stanno valutando progetti che prevedano il rilancio del progetto editoriale complessivo nonché la tutela del copro redazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex direttore Caldarola: già nell’89 volevamo cambiare nome «Serve una testata nuova Senza cedere alla retorica» ROMA — Peppino Caldarola lei è stato direttore de l’Unità... «Si, per due volte. La prima volta, dopo Veltroni. Poi sono stato direttore dal 1998 fino alla sua chiusura. La chiusura della prima Unità». Prima Unità? Che vuole dire? «Che nel 2000 l’Unità è stata chiusa. E dopo quella data nasce un giornale con tutta un’altra storia. La prima Unità era dentro la storia della sinistra italiana. La seconda invece è radical-liberale e non a caso il primo direttore alla riapertura del giornale è stato Furio Colombo che con la storia della sinistra nulla ha a che vedere». E adesso? L’Unità chiude per la seconda volta. Cosa pensa? «Beh proprio per quello che ho detto mi sembra una chiusura molto meno drammatica. Ben inteso: non mi riferisco agli ottanta colleghi che rimangono senza lavoro e ai quali esprimo tutta la mia solidarietà. Ma non per la storia del giornale. Sto sentendo troppa retorica in queste ore: il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Ma cosa c’entra Gram- Commiato La prima pagina de l’Unità di oggi, l’ultima che sarà in edicola prima dello stop annunciato martedì Il giornale conterrà, tra gli altri, interventi di D’Alema e Veltroni Il giornale La redazione de l’Unità in via Ostiense a Roma, l’ultimo giorno di pubblicazione (Rino Bianchi) sci con l’Unità che usciva in edicola? La testata ha decisamente concluso la sua storia. È morta». E dunque? «Bisogna pensare un altro giornale, con un altro nome. Noi ci pensammo già nell’89, dopo la svolta della Bolognina. Il Partito comunista aveva cambiato nome. E noi volevamo cambiare nome a l’Unità». Noi chi? «Renzo Foa, che all’epoca era il direttore, Piero Sansonetti, io a Amato Mattia, l’editore. Chiamammo Piergiorgio Maoloni, un genio della grafica e gli chiedemmo di realizzare un progetto grafico per un nuovo giornale. Fece un progetto fantastico. Avevamo anche un titolo: “Novità”, così che le ultime due lettere del nome nuovo fossero uguali al nome precedente». Ma poi? Che successe? «Ad Occhetto non piacque e non se ne fece niente. Del resto noi avevamo agito di testa nostra senza avvisare il partito. Peccato. L’avevamo vista lunga». E adesso? «Adesso sarebbe davvero il caso di pensare un nuovo giornale che si porti dietro i lettori che aderiscono ad una sinistra riformista. Non c’è, pensiamoci bene. C’è il dominio della monarchia di Repubblica, ma è un altra cosa. Poi c’è il Fatto Quotidiano che non si può certo dire che sia di sinistra, basterebbe soltanto guardare il vicedirettore Marco Travaglio che di sinistra non è mai stato. Ma adesso che l’Unità chiude cosa succede secondo lei? «Se l’Unità muore davvero rimane un vuoto che può essere colmato. Che deve essere colmato. E non soltanto per quei 25 mila lettori che ancora sono rimasti attaccati al giornale. No ce ne sono tanti altri potenziali. Lo spazio è davvero tanto». Come si potrebbe riempire questo vuoto? «Ci vuole molta fantasia. Molta abilità a coniugare il giornale di car- ta con le nuove tecnologie. Ma soprattutto è importante cosa non ci vuole». Cosa non ci vuole? «Non ci vuole l’imprenditore amico di Renzi. Ci vuole un imprenditore che abbia voglia di fare l’imprenditore dell’informazione, intenGiuseppe Caldarola, 68 anni, è stato due volte direttore de l’Unità, l’ultima fino al 2000, e deputato dal 2001 al 2008 (con i Ds e con il Pd) dendo per informazione quella fatta di pensieri lunghi. Temo che il nostro presidente del Consiglio oggi sia molto più interessato ai tweet che non alla carta stampata. E non è il solo. Mi sembra che tutto il gruppo dirigente del Pd non sia interessato all’informazione di carta. E io sono molto preoccupato dai pensieri brevi. Una classe dirigente che vuole durare deve avere pensieri lunghi». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 L’Europa Le strategie Ue, governo avanti con il «piano A»: non ci sono alternative alla Mogherini Il premier punta ancora alla poltrona di Mrs Pesc. E pensa a un minirimpasto La vicenda Dopo il voto di maggio verso le larghe intese Il Parlamento uscito dalle Europee di maggio ha come prima forza i popolari del Ppe (221 seggi su 751), che non hanno la maggioranza. Si profila subito la grande coalizione con il Pse, secondo a quota 191. Nel gruppo socialista, la delegazione del Pd è la più numerosa (31). Le formazioni hanno, per la prima volta, indicato un candidato alla presidenza della Commissione Ue: per i popolari è Jean-Claude Juncker Prima le divisioni poi il sì a Juncker ROMA — Matteo Renzi continua a non scoprire pubblicamente le sue carte europee. Vuole prima avere da Juncker la garanzia che il posto di Mr (sebbene in questo caso sia una Mrs) Pesc sia dato ai socialisti e, più precisamente, all’Italia. Vuole giocarsi la partita senza fare passi falsi o mosse avventate. Anche perché già a luglio, quando la Germania sembrava aver dato il suo assenso alla candidata italiana, il premier aveva poi visto scombinare tutti i suoi piani proprio dai Paesi che sono nell’area di influenza tedesca. Ma la verità è che, nonostante in molti diano in calo la candidatura di Federica Mogherini e alcuni la diano proprio per tramontata, il presi- dente del Consiglio ha ancora in testa il suo nome per il posto di Alto Rappresentante della politica estera della Ue. Con i collaboratori e con alcuni esponenti politici il premier è stato chiaro: «Vedrete che Federica andrà lì e chi adesso dice che io ho sbagliato linea, che così non otterrò più niente, dovrà chiedermi scusa». Anche se in modo molto riservato, lontano dai riflettori e dai cronisti, Renzi sta lavorando pure in questi giorni per raggiungere il suo obiettivo. Tant’è vero che quando Massimo D’Alema è andato a trovarlo a Palazzo Chigi si è sparsa la voce che l’ex presidente del Consiglio non fosse lì per perorare la propria causa. Non sarebbe stata l’aspirazione a sedere sulla poltrona di Mr Pesc a spingerlo, ma colloqui avuti in Europa per sondare il terreno sulla candidatura della ministra degli Esteri italiana. Su Mogherini, com’è noto, pesava l’accusa da parte di un gruppo di ex Paesi dell’Est di essere troppo filo-russa. Accusa che Renzi ha sempre rispedito al mittente. Non a caso, dopo che l’altro ieri sono state comminate le sanzioni della Ue, il presidente del Con- siglio ha osservato: «Le decisioni prese a Bruxelles evidenziano come l’Italia sia assolutamente allineata con gli altri Paesi del G7 nella valutazione della crisi ucraina e delle responsabilità di quanto sta avvenendo lì. Quelli che ci hanno descritto per comodità e interesse come i più recalcitranti su questo tema sono stati sbugiardati». Dunque, il premier non ha rinunciato al suo piano origi- A Palazzo Chigi D’Alema avrebbe riferito di colloqui avuti in Europa per sondare il terreno della candidatura italiana L’obiettivo Renzi pensa a un ritorno di immagine per l’Italia e alla vicepresidenza della Commissione nario: «La politica estera dell’Europa è molto importante e bisogna muoversi con prudenza». Quel ruolo, se usato in un certo modo, potrebbe dare un ritorno di immagine all’Italia. Non solo. L’Alto Rappresentante partecipa al Consiglio europeo e diventa automaticamente uno dei vice del presidente della Commissione Juncker. Ciò significa che in questo modo il governo avrà accesso a tutti i dossier più importanti. Insomma, per Renzi rappresenterebbe un bel colpo. Sempre che ce la faccia a portare a casa questo risultato. Le resistenze degli ex Paesi dell’Est potrebbero essere vinte se si affidasse a uno di loro la presidenza del Consiglio europeo. Certo, è una partita difficile, questa. Senz’altro più complicata di quella che il premier sta giocando proprio in questi giorni con Sel al Senato e che, praticamente, ha già quasi vinto. Però Renzi non dispera. E se ha un «piano B», come gli è stato suggerito da più parti, lo tiene ancora segreto per evitare che fallisca il «piano A», l’operazione a cui tiene di più: «Mi piacerebbe ringiovanire anche l’Europa». Su un punto, però, chi lo conosce bene è pronto a scommettere: se l’Italia, alla fine, otterrà veramente il posto di Alto Rappresentante — benché siano in tanti, al momento, a ritenere che quel posto non è più nelle nostre disponibilità — non vi saranno altri nomi possibili oltre a quello di Federica Mogherini. Non c’è Massimo D’Alema all’orizzonte, per intendersi. E questo sembra averlo capito bene lo stesso ex presidente del Consiglio. Né lui, né nessun altro, stando a quanto dicono i renziani. Quella poltrona, nella mente del premier, è adatta alla titolare della Farnesina. Anche perché, sostengono le malelingue di Montecitorio, questo gli consentirebbe di procedere a un minirimpasto di governo. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli scenari Il presidente Juncker dovrà sciogliere il rompicapo dell’assegnazione dei portafogli entro fine agosto Il nome di Juncker crea tensioni, non piace in particolare al premier britannico Cameron. E deve avere il placet dei socialisti, in maggioranza con il Ppe. Il 27 giugno il Consiglio indica Juncker per la Commissione: i leader dei 28, tranne Regno Unito e Ungheria, votano per lui. Renzi dà il suo via libera, ma a condizione che si punti di più sulla crescita. Schulz il 1° luglio è eletto (409 sì su 732) alla presidenza del Parlamento Ue La proposta dell’Italia Tocca al presidente scegliere, in accordo con i leader del Consiglio, i membri della Commissione, in base alle proposte di ciascuno Stato (sono uno per Paese). La squadra dovrà poi essere approvata dal Parlamento Ue. L’Italia punta sul ministro degli Esteri Federica Mogherini per il ruolo di Alto commissario per la politica estera dell’Ue (Pesc), che è anche vicepresidente della Commissione Günther Oettinger 60 anni, tedesco, esponente della Cdu e del Ppe è l’attuale commissario per l’Energia: è possibile una riconferma Pierre Moscovici 56 anni, membro del Pse, ex ministro dell’Economia e delle Finanze nei governi Ayrault, punta agli Affari economici o alla Concorrenza o all’Industria Alla candidatura di Mogherini a capo della diplomazia dei 28, c’è l’opposizione di alcuni Paesi dell’Est che la ritengono troppo filoRussa, mentre altri la accusano di inesperienza. Al vertice del 16 luglio la decisione su quel ruolo è rinviata: il nuovo summit dei capi di governo dei 28 si terrà il 30 agosto a Bruxelles. Ma Renzi insiste: all’Italia l’Alto rappresentante; e il nome è quello di Mogherini Miguel Arias Cañete 64 anni, esponente del Ppe, ex ministro dell’Agricoltura del governo Rajoy, punta in Europa a guidare il portafogli Agricoltura Jyrki Katainen 42 anni, del Ppe, ex primo ministro finlandese e attuale commissario agli Affari economici: per lui è possibile un altro ruolo Cecilia Malmström 46 anni, esponente del Partito popolare liberale svedese e dell’Alde è commissario agli Affari interni: potrebbe essere riconfermata Ma rischiano di restare solo «posti in piedi» I principali Paesi hanno già indicato le loro scelte per i ruoli più «pesanti» DALLA NOSTRA INVIATA L’alt sul ministro Decisione rinviata Jeroen Dijsselbloem 48 anni, iscritto al Pse, è in corsa per la presidenza dell’Eurogruppo: per la Commissione non c’è ancora un candidato ufficiale BRUXELLES — Quattro settimane per formare la nuova squadra, comincia il lungo agosto di Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione dovrà assegnare i portafogli entro fine mese tenendo conto di più criteri: equilibrio tra gruppi politici, parità di genere, peso specifico dei singoli Paesi, rivendicazioni delle capitali entrate nell’ultimo decennio e alleanze geostrategiche tra i blocchi Est-Ovest e Nord-Sud. Oltre a crisi e dinamiche di potere nazionali. Un rompicapo per 28 commissari, uno per Stato. Troppi, lo stesso Juncker auspica una futura riorganizzazione della macchina collegiale in 5 grandi poli di competenza. Per ora la priorità è comporre il puzzle con le tessere messe sul tavolo dai governi, chiamati a presentare entro oggi le loro candidature. Tra ipotesi e nomi di bandiera, fino a ieri mancavano le proposte ufficiali di Italia, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo, Bulgaria, Slovenia, Cipro, Svezia, Ungheria. Per alcuni un ritardo tattico: l’Italia vuole Federica Mogherini, la Danimarca conserva l’asso Helle Thorning-Schmidt per la presidenza del Consiglio, candidatura mai formalizzata ma molto appoggiata per uno dei top jobs legati al pacchetto portafogli in seguito alla mancata intesa tra i leader nell’ultimo summit. Dopo il via libera del vertice del 30 agosto partiranno le audizioni all’Europarlamento. Il 31 ottobre scade il mandato della Commissione uscente, il nuovo esecutivo sarà pronto? Il governo francese ha appena ufficializzato la candidatura dell’ex ministro delle Finanze Pierre Moscovici, socialista. Parigi non fa mistero di puntare agli Affari economici e monetari, stuzzicando gli eterni rivali tedeschi che non approvano certe défaillances sui conti. Secondo Le Monde non è da escludere la Concorrenza, in un’intervista Moscovici non si sbilancia ma invoca «una politica industriale Ungheria Orban evoca uno «Stato illiberale» L’opposizione si appella a Strasburgo Il gruppo di opposizione ungherese E14-PM ha scritto all’Unione europea invitandola a incrementare la propria vigilanza sulla democrazia nel Paese, dopo che il premier Viktor Orban ha dichiarato sabato la propria intenzione di trasformarlo in uno «Stato illiberale». Il copresidente dell’alleanza centrista, Viktor Szigetvari, ha dichiarato che il gruppo vuole attirare l’attenzione della prossima Commissione europea verso «il deterioramento della democrazia in Ungheria», soprattutto nel campo della libertà di stampa e della tutela del lavoro delle ong. Sabato Orban aveva dichiarato che la crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato che le democrazie liberali non sono più competitive e che i modelli di © RIPRODUZIONE RISERVATA successo a cui puntare sono Singapore, Cina e Russia. europea dinamica e aggressiva»: mire sull’Industria? Il portafoglio ora è affidato all’italiano Ferdinando Nelli Feroci, subentrato al vicepresidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. Un socialista francese all’Economia esclude un socialista olandese alla guida dell’Eurogruppo, dove i Paesi Bassi vorrebbero confermare il ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem (Pse temperato da nordico rigore). L’Olanda può contare anche sul responsabile degli Esteri Frans Timmermans che, rimasto ai margini della corsa per la carica di Mr Pesc, si aggiunge ai rivali di Federica Mogherini: l’estone Andrus Ansip, il polacco Radek Sikorski e la bulgara Kristalina Georgieva. La Polonia pretenderà molto, anche in economia. La Germania non ha mai lasciato dubbi sul rinnovo dell’attuale responsabile dell’Energia Günther Oettinger, confermato come l’austriaco Johannes Hahn (Politiche regionali), lo slovacco Maros Sefcovic (Affari istituzionali) e il croato Neven Mimica (Protezione dei consumatori). Commissari pronti a cambiare poltrona, come il finlandese del Ppe Jyrki Katainen, successore del dimissionario Olli Rehn all’Economia. Londra schiera il conservatore Lord Hill, preferito all’euroscettico Andrew Lansley: dopo il (vano) no del premier David Cameron a Juncker, un gesto di- stensivo in cambio del Commercio. Non è detto che basti. Juncker voleva il 40% di donne, ad oggi l’unica commissaria designata è la ceca Vera Jourova, mentre la Svezia non ha ancora confermato Cecilia Malmström, commissario agli Affari interni. Una donna potrebbe venire dal Belgio, dove il rebus sulla formazione del governo ha lasciato in sospeso la scelta tra l’eurodeputata Marianne Thyssen, il ministro degli Esteri Didier Reynders e Karel De Gucht, commissario che si è ritagliato un ruolo importante nelle La mossa di Parigi La Francia ha ufficializzato la candidatura di Moscovici agli Affari economici (ma non sono da escludere Concorrenza e Industria) trattative commerciali con gli Usa. La Spagna presenta il ministro dell’Agricoltura Miguel Arias Cañete (Ppe) ma dietro le quinte spinge Luis de Guindos (ancora Ppe) per l’Eurogruppo, in competizione con i Paesi Bassi. Dagli imperi ai Mondiali, è ancora SpagnaOlanda. Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 # Il premier Le scelte Giannelli special edition Personaggi Le personalità toscane illustrate da Emilio Giannelli, senese. Da sinistra, Gino Bartali, da Ponte a Ema, nel Fiorentino; Giorgio La Pira, che fu sindaco di Firenze; e dal capoluogo toscano veniva anche il repubblicano Giovanni Spadolini, che è stato presidente del Consiglio come Amintore Fanfani, aretino di Pieve Santo Stefano; Dante Alighieri; Indro Montanelli, nato a Fucecchio, nel Fiorentino, che ai toscani riservò parole pungenti. E ancora Leonardo da Vinci (provincia di Firenze); Niccolò Machiavelli, fiorentino; Michelangelo Buonarroti, da Caprese, provincia di Arezzo SEGUE DALLA PRIMA Che Matteo Renzi si sia giorno dopo giorno circondato di collaboratori corregionali e in particolare fiorentini, a dispetto della diffidenza di un fiorentino come Dante Alighieri che bollò i concittadini come «quello ingrato popolo maligno», era chiaro da tempo. Ma la nomina della Orlandi, empolese di nascita e fiorentina di adozione, ha messo il sigillo. Dopo il «Clan degli avellinesi» («Gli irpini rappresentano il 70 per cento dell’intelligenza politica nazionale», ammiccava Ciriaco De Mita), dopo la «Corte Arcoriana» berlusconiana, dopo la «Brigata Sassari» cossighiana e dopo il «Cerchio Magico» leghista con baricentro varesotto, è il momento del «Giglio Magico» renziano. Certo, essendo lui di Rignano sull’Arno e dunque del contado esente da una certa «puzzetta sotto il naso» (tesi non nostra ma dei toscani nemici della capitale) dei fiorentini doc, il giovane premier va oltre la ristretta cerchia dei concittadini. E se Enrico Mattei assunse nella Società Nazionale Metanodotti tanti compaesani che Snam arrivò a significare «Siamo Nati A Matelica», va riconosciuto che il segretario democratico pare avere al contrario rottamato una serie di rivalità che da tempo immemorabile dividono i toscani. Oggi, di queste rivalità, restano solo certi titoli irridenti del Vernacoliere di Livorno come quello a ridosso della tragedia di Chernobyl: «Nuvola atomi’a. Primi spaventosi effetti delle radiazioni. È nato un pisano furbo! Stupore nel mondo, sgomento ‘n Toscana». O gli annunci di Tele Toscana Nord, che «per farla finita con le ipocrisie», si è spinta a mandare in onda le previsioni del tempo nei due dialetti separati di Massa e di Carrara. O gli scambi di contumelie tra i tifosi, pochi anni fa, dopo la decisione del governo di salvare la Fiorentina, evitandole per «la storia calcistica e il bacino dei tifosi» l’umiliazione di ricominciare dall’ultima delle serie inferiori, a scapito del Pisa. Perfino i livornesi, allora, fecero provvisoriamente pace coi pisani contro i fiorentini «mangiafagioli, leccapiatti e ramaioli». E sui siti web si lessero cose come queste: «Siete il vomito del vomito, peggio dei gobbi!!!! Pisa vi gotta sur groppone». «Ah ah ah… Le zecchette del contado ragliano. Muti, inferiori: passa Firenze! Noi siamo i vostri padroni, voi solo umili servetti». Dietro queste scaramucce, c’erano le scie di una storia tragica. Di guerre fratricide. Basti ricordare la battaglia di Campaldino che vide il massacro degli aretini col risultato che a Firenze, ricorda la Nuova Cronica del Villani «si fece grande festa e allegrezza». O ancora la battaglia di Montaperti ricordata nella Divina Commedia («lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso») e passata alla storia per la sanguinosissima sconfitta dei fiorentini contro i senesi. L’IMPORTANZA DI ESSERE TOSCANI IL GRANDUCATO RIVIVE A ROMA «Invano invocavano essi san Zanobi in loro aiuto», lasciò scritto un anonimo cronachista di Siena, ferocemente fiero della strage di fiorentini, «noi li macellammo come un beccaio macella le bestie nel venerdì Santo». Spiegò un giorno il pratese Curzio Malaparte (autore del libro Maledetti toscani) a Enzo Biagi: «Se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l’esser toscano». Soprattutto nei rapporti storici di amicizia o di odio dei vicini di casa: «Quando son nemici lo sono per l’eternità». Tanto che a Siena, nei derby calcistici, campeggiava uno striscione: «A Montaperti c’eravamo anche noi». Il Rottamatore, dicono gli amici, è andato oltre. Ed ecco che come spalla sul tema che più gli preme, le riforme, ha scelto l’aretina di Montevarchi (fiorentinizzata) Maria Elena Boschi. E in Europa, al posto del forzista Antonio Tajani, ha nominato il pisano Ferdinando Nelli Feroci. E nel cda di Enel ha messo l’avvocato pistoiese Alberto Bianchi, già presidente di Firenze Fiera dal 2002 al 2006 e uomo di fiducia della «cassaforte» renziana per la raccolta di fondi e l’organizzazione di eventi. E a Finmeccanica ha piazzato il senese Fabrizio Landi. E via così. Per non dire della scelta come capo dell’ufficio legislativo a Palazzo Chigi di Antonella Manzione (un’avellinese che «ha lavato i panni in Arno» comandando i vigili urbani nell’era renziana) e come sottosegretario all’Interno di suo L’ora del «giglio magico» dopo il clan degli avellinesi di De Mita la Brigata Sassari di Cossiga fino al cerchio magico di Bossi ❜❜ La carica dei corregionali alla corte del premier Fiorentini, pisani, aretini: tutti oltre le storiche rivalità Prato Dalla regione Pistoia Vannino Chiti senatore, ex ministro ed ex governatore della d Toscana fratello, Domenico Manzione, per anni sostituto procuratore a Lucca. Fatto sta, dicono i nemici di Matteo Renzi, che se anche allarga il campo visivo, «lo sguardo gli cade comunque quasi sempre su un toscano. Ferma restando la “prima scelta” per i fiorentini». Quelli che all’ombra di Palazzo Vecchio sono nati o sono cresciuti o almeno si sono affermati. Ed effettivamente è una lista che, compilata un mesetto Alberto Bianchi vive a lavora a Firenze, nel cda di Enel, è stato presidente della fondazione Big Bang Federico Lovadina nato a Pistoia, lavora a Firenze, ora nel cda di Ferrovie Antonello Giacomelli sottosegretario dello Sviluppo Economico Firenze Massa e Carrara TTiberio Barchielli ddi Rignano sull'Arno, fotografo a Palazzo Chigi Cosimo Ferri di Pontremoli, sottosegretario alla a Giustizia Pisa Simona Bonafè nata a Varese, per dieci anni assessore a Scandicci, ora europarlamentare pd Antonella Manzione irpina di nascita, ex capo dei vigili a Firenze, ora guida gli Affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi Enrico Letta deputato pd, ex presidente del Consiglio Ferdinando Nelli Feroci nominato commissario n Ue U al posto di Tajani Roberto Nencini di Barberino del Mugello, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Fabrizio Pagani F nel Consiglio di amministrazione di Eni Empoli Gabriele Toccafondi sottosegretario all’Istruzione Luca Lotti sottosegretario alla presidenza del Consiglio Rossella Orlandi gguida l’Agenzia ddelle entrate Siena Francesco Bonifazi tesoriere del Pd Elisabetta Fabri ad e presidente di Starhotels, ora nel cda di Poste italiane Arezzo Fabrizio Landi nel cda di Finmeccanica, ex e ad di Esaote Lapo Pistelli viceministro degli Esteri, sconfitto nel 2009 da Renzi alle primarie fiorentine Maria Elena Boschi di Montevarchi, ministro delle Riforme de Diva Moriani nel cda di Eni, già vicepresidente del gruppo Kme Marco Seracini nel collegio sindacale di Eni, tra i fondatori dell’associazione NoiLink (vicina a Renzi) CORRIERE DELLA SERA fa da Marco Palombi e Carlo Tecce sull’ostile Fatto quotidiano sotto il titolo «Granducato renziano», si allunga ogni giorno di più. E c’è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, da Montelupo Fiorentino, empolese all’anagrafe, che giorno dopo giorno pare lanciato come uno dei più stretti collaboratori del premier. E c’è Francesco Bonifazi, il tesoriere del Pd. E c’è Simona Bonafè, varesina di nascita ma ormai fiorentina dopo aver fatto anche l’assessore a Scandicci, scelta come una delle cinque capolista alle Europee. E c’è Lapo Pistelli che dopo essere stato spintonato via da Renzi quand’era il candidato a sindaco di Firenze è stato risarcito con la nomina a viceministro agli Esteri in attesa, chissà, se Federica Mogherini dovesse entrare nella Commissione Ue, di salire di un altro gradino. E c’è, appunto, la nuova direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi di cui già abbiamo detto. Ed è in arrivo Giuliano da Empoli, che porta la sua toscanità come una stimmate anche nel cognome. E tanti e tanti altri ancora… Val la pena di ricordarli? Basti dire che perfino il nuovo fotografo personale del premier, Tiberio Barchielli, fino a ieri direttore di un sito internet dal titolo, come scrive Filippo Ceccarelli, «non troppo rassicurante» («Gossip blitz») viene da Rignano sull’Arno. Dove Renzi è nato e cresciuto. Come mai? Forse perché, come spiegò il poeta Mario Luzi a Enzo Biagi, «i toscani sono quelli che presumono di avere il quadro del presente senza ombre, senza illusioni»? C’è solo da sperare che avesse torto un altro toscano, Indro Montanelli, feroce con i suoi compaesani come solo un compaesano poteva essere: «Quando fanno un piano astratto i toscani sembrano dei demoni, ma nella realtà perdono, come dei poveretti. Scrivono Il Principe per vincere un concorso da segretario comunale e sono bocciati». Tocchiamo ferro. Se avesse ragione lui, saremmo nei guai davvero… Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Corte costituzionale L’elezione Consulta, Tesauro presidente Sarà in carica una sola udienza Toghe divise, determinante il voto del candidato a se stesso La composizione della Corte costituzionalee Corte di cassazione Il nuovo presidente Tesauro PRESID ENT ED ELL AR EP eletto con 7 voti a 6 Consiglio di Stato MAGISTRATURA Corte dei conti ICA BL UB le stesse condizioni di Tesauro, Sabino Cassese, a ritirarsi ufficialmente dalla corsa. Lui invece no. E subito dopo l’elezione spiega di non provare alcun imbarazzo: «Rispetto al problema della durata la mia posizione è neutra, e non mi sento un presidente dimezzato. Del resto la mia concezione di questa funzione è quella di mero coordinatore, un primus inter pares, e ci sono stati presidenti anche per periodi più brevi di quello che tocca a me. La metà è rimasta in 3 O ENT AM RL PA ROMA — Il professor Giuseppe Tesauro — napoletano di quasi 72 anni, esperto di diritto internazionale e comunitario, giudice costituzionale dal novembre 2005 — si è eletto ieri presidente della Consulta. Lo scrutinio fra i tredici giudici in carica (ne mancano due perché dalla fine di giugno il Parlamento in seduta comune non ha ancora scelto i due nomi che gli spetta indicare) è finito sette a sei, e dunque il suo voto è risultato determinante. Così come determinante è stato, secondo le indiscrezioni di «radio Consulta», il non voto a proprio favore dell’altro concorrente Alessandro Criscuolo, che s’è fermato a sei preferenze. Sono stati dunque i due candidati in lizza a sancire l’esito della votazione e determinare l‘opzione finale per una guida di breve durata (appena tre mesi) rispetto a quella «lunga» di tre anni. Il neopresidente rimarrà in carica fino all’inizio di novembre, quando scadrà il suo mandato alla Consulta; e fino ad allora avrà il tempo di presiedere una sola udienza, poiché per la trattazione delle cause bisogna garantire almeno due mesi di attività. Una situazione molto particolare, che aveva spinto un altro giudice costituzionale nel- 1 1 3 5 Ecco da chi vengono nominati i componenti della Consulta 2 posti vacanti carica meno di un anno, e si tratta di nomi importantissimi. Sono in ottima compagnia». È stata proprio questa pratica di nominare il più anziano ad essere ripetutamente criticata; perciò quasi la metà dei giudici attualmente in carica, sei contro sette, ha votato per Criscuolo che garantiva una conduzione di tre anni. Replica Tesauro: «Io ho grande riguardo per le scelte La nomina Il neoeletto è passato per un solo sì sul rivale Criscuolo e rimarrà in carica fino a novembre La reazione «La mia pensione non costerà allo Stato una lira in più. Le cinque auto blu? Fantasie» D’ARCO Giurista Giuseppe Tesauro è nato a Napoli 71 anni fa. Ha guidato l’Antitrust dal 1998 al 2005 e ieri è stato eletto presidente della Corte costituzionale con 7 voti su 13 dei miei colleghi, sia quelli che mi hanno votato che quelli che non l’hanno fatto. Prima di avanzare la mia candidatura ho fatto il giro delle loro opinioni, e quando ho visto che c’erano consensi sul mio nome ho deciso di propormi; se altri hanno svolto considerazioni di altro genere e agito diversamente li rispetto, ma non mi scandalizzo per la situazione che si è creata. Tutto il resto è fantasia, lasciamola esercitare a chi ne ha voglia, anche all’interno della co- munità costituzionale». Per il neopresidente che si definisce «operaio del diritto», non c’è nulla di male o di strano che la quarta carica dello Stato appena nominata resti al suo posto per tre mesi comprese le ferie estive. Anche perché, sostiene con verve partenopea, non accumula privilegi: «Per la mia pensione lo Stato non verserà una lira in più, io sono anziano e mi esprimo ancora con la vecchia moneta; quanto alle quattro segretarie e cinque au- tomobili, sono solo invenzioni, più che smentirle non posso fare. Gli ex presidenti non hanno nemmeno una stanza a disposizione, perché in questo palazzo la funzionalità è sconosciuta». Al di là delle coloriture, la questione posta dai sei giudici che hanno spaccato la Corte (e probabilmente anche da Criscuolo, che però deve aver ritenuto che fosse più elegante non votare per sé) riguardava l’immagine di una Consulta con una guida salda e duratura, anche come risposta a una politica che a parole si mostra sensibile alle denunce anticasta ma nei fatti non è stata in grado in quasi due mesi di eleggere due giudici costituzionali. È andata diversamente ed è prevalsa l’idea che a novembre, quando oltre ai due giudici di estrazione parlamentare ce ne saranno altri due nuovi di nomina presidenziale, si potrà procedere alla scelta di un presidente di lunga durata da parte di un organismo con l’organico al completo. Nel frattempo tocca a Tesauro, che sulle riforme costituzionali in discussione si esprime così: «La nostra Carta è bellissima, ma di immodificabile c’è poco. Avrei qualche esitazione a toccare la prima parte, ma la seconda si può perfezionare. Andare veloci per alcune cose va benissimo, mentre per altre è meglio riservarsi una riflessione maggiore, a patto che non ci siano ragioni strumentali. L’importante è chiudere questa fase di revisione con un risultato che vada bene alla maggior parte della nostra comunità sociale». Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 L’alleanza La trattativa Salvataggio Alitalia con Etihad Arrivano più soldi dai soci ETIHAD L’offerta La compagnia degli Emirati scopre le carte Il 25 giugno si concretizza l’offerta di Etihad pronta a investire 560 milioni per il 49% di una newco in cui scorporare le attività di volo, lasciando alla vecchia Alitalia l’eredità del passato. Ma James Hogan mette due paletti: ci sono 2.200 dipendenti di troppo e le banche Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio devono tagliare drasticamente i crediti convertendone i due terzi in capitale e cancellando il resto. Il 13 luglio arriva l’accordo sindacale, senza la Cgil, per la gestione degli esuberi ROMA — Fare presto. E dare nuovo «ossigeno» a Alitalia. Le ragioni che spingono gli azionisti della compagnia a non perdere neanche un minuto sono principalmente due. Strettamente correlate tra loro. Oggi scadono i termini per l’accordo con Etihad. James Hogan, amministratore delegato della compagnia emiratina, due giorni fa ha tracciato in una lettera l’elenco delle questioni a cui urge dare soluzione immediata. Il punto principale è spietato nella sua semplicità. Hogan teme che Alitalia non abbia sufficiente liquidità per arrivare al closing con Etihad, previsto in autunno (sono necessari alcuni adempimenti, tra cui il via libera dell’Antitrust). Non a caso, i soci di Cai, la holding chiamata a ricapitalizzare Alitalia, ieri hanno accettato di rimettere mano al portafogli e predisporre un ulteriore aumento di capitale da 50 milioni di euro. Com’è noto l’assemblea del 25 luglio ha approvato un aumento da 250 milioni. La voragine nei conti del vettore richiede ulteriori risorse che Etihad, pronta a investire 560 milioni di euro sull’attività futura, non ha alcuna intenzione di sborsare. Il timore dei soci, in assenza dell’accordo nelle prossime ore, è di vedersi costretti a iniettare di Il timore dei soci Continuare a iniettare capitale nella compagnia in assenza di un accordo continuo capitale dentro la compagnia. Ecco perché già oggi verrà convocato a stretto giro (entro il fine settimana)il consiglio di amministrazione a cui seguirà una nuova assemblea. L’obiettivo è deliberare l’ulteriore ricapitalizzazione entro il 5 agosto e chiudere con Hogan, scongiurando altre richieste di denaro. I prossimi giorni saranno necessari a reperire i soldi che mancano all’appello. Ieri al vertice a Palazzo Chigi tra i vari attori della partita si è tenuta una prima conta. Durante l’incontro, a cui hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, per Alitalia l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio, l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, il di- Poste Alitalia-Cai MID-CO 49% 51% Dopo l’incontro a palazzo Chigi. Scade l’ultimatum degli arabi La vicenda D’ARCO L’alleanza NEW-CO NEW W-CO I numeri I numeri Fatturato (primi 9 mesi 2013) Fatturato (primi 3 mesi 2014) Passeggeri (2013) 2,7 mld Flotta 24 mln 134 Dipendenti 12.800 Passeggeri (2013) Flotta Dipendenti 1,4 mld$ (+27%) 3,2 mln (+14%) 89 17.000 rettore finanziario di Atlantia, Giancarlo Guenzi, in collegamento telefonico il numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni, e il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, il conteggio delle risorse disponibili sarebbe arrivato a quota 294 milioni di euro. Nel dettaglio, Unicredit metterà 57 milioni, Intesa farà la sua parte con 85 milioni, a cui vanno aggiunti i 57 milioni di Atlantia e i 25 milioni di Roberto Colaninno e altri soci. Totale 224 milioni a cui vanno aggiunti i soldi che dovrà versare Poste Italiane. Caio, dopo l’ennesimo sfibrante negoziato, ha aumentato l’importo dagli iniziali 40 a 70 milioni di euro (5 milioni in più rispetto a due giorni fa). Su una questione però è irremovibile: quei soldi non intende investirli nella vecchia Alitalia, garantendo debiti e contenziosi pregressi. Le argomentazioni di Caio poggiano su basi chiare. Il rischio che l’investimento si configuri come aiuto di Stato e la necessità di sottoscrivere un’operazione credibile in vista della quotazione in borsa di Poste. Argomenti che, tuttavia, non hanno finora superato l’ostacolo degli altri soci, a cui non va l’idea di un trattamento di favore per il gruppo postale. E’ questo, del resto, un aspetto cruciale su cui chiede chiarezza lo stesso Hogan. Intorno alla midcompany, società cuscinetto tra la vecchia e la nuova Alitalia, dove Caio intende versare i soldi, gravano ancora alcune problematiche tecniche e fiscali irrisolte. Ieri durante il vertice è stato ribadito da parte degli azionisti di Cai che, se per ragioni «indipen- Vecchi capitoli L’impegno di Poste per l’aumento La lente della Ue Rimane il rischio che l’investimento di Poste si configuri come «aiuto di Stato» Le banche trovano un accordo per ripartirsi i sacrifici, con la mediazione di Palazzo Chigi. Ma occorre coprire anche il rischio di oneri fiscali e contenziosi pregressi e la cassa che Alitalia brucerà nel 2014. Il 25 luglio l’assemblea dei soci presieduta da Roberto Colaninno approva il bilancio con un rosso di 596 milioni e un aumento di capitale di 250 milioni soto forma di equity committment. Ma scoppia la questione delle Poste, cioè la quota pubblica del 20%, che in Alitalia hanno già bruciato 75 milioni denti e non ascrivibili ai soci» la soluzione della midcompany non fosse praticabile, a Poste non resterebbe che impegnare i soldi nella cosidetta oldcompany, la vecchia Alitalia. Un’eventualità che Caio ha già escluso, sebbene risolutiva poiché individuerebbe immediatamente le risorse per portare l’aumento di capitale complessivo a quota 300 milioni. In caso contrario ai 224 milioni già sul piatto andranno aggiunti altri 76 milioni, a meno che Etihad non consideri l’esborso fatto in questo modo, comunque soddisfacente. Non so quanti risparmi porterà il ddl delega di riforma della P.a. e sono contenta di non saperlo. Le prossime ore sono, insomma, cruciali per capire se uno sforzo ulteriore dei soci e un prestito ponte di alcune decine di milioni di euro potranno traghettare Alitalia nella braccia di Etihad. Oggi Del Torchio risponderà alla lettera di Hogan formulando indicazioni il più possibile esaustive su temi come liquidità necessaria al closing, pace sociale con i sindacati, ruolo della midcompany, contenziosi con Carlo Toto e eventuali reclami contro aiuti di Stato. Il governo da parte sua prova a presidiare una partita oltre i supplementari. La nota di Palazzo Chigi ieri suonava un po’ di circostanza: «Si è trattato di un incontro proficuo, che consentirà in brevissimo tempo alla compagnia italiana di formulare una risposta all’ultima lettera di Etihad, in modo da giungere al più presto ad un esito positivo». Il negoziato Spunta la «midco» per far restare Caio in partita Francesco Caio, a capo delle Poste che devono prepararsi per la Borsa, non vuole mettere altri soldi nella CaiAlitalia. E’ pronto a investire 65 milioni ma solo in una midco intermedia. In pratica aprirà il portafogli solo alle stesse condizioni a cui entra Etihad in una compagnia ripulita di debiti e pendenze. Il fronte con gli altri soci rischia ogni giorno spaccature, fino a delineare un compromesso. Da Abu Dhabi arriva una lettera: resta poco tempo per risolvere i nodi aperti Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 13 italia: 51575551575557 Esteri ❜❜ Le critiche israeliane al segretario di Stato americano sono ingiuriose e assurde Marie Harf, portavoce del dipartimento di Stato Il conflitto Ancora stragi di civili palestinesi. Sono 200 mila gli sfollati dai quartieri dove infuria la guerra Gaza, bombe su scuola e mercato L’Onu: «Un atto vergognoso». Dura condanna anche dall’America 240 mila i palestinesi costretti ad abbandonare le loro case e che hanno trovato ospitalità presso le 82 strutture dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati 4 mila le abitazioni palestinesi distrutte o gravemente danneggiate dai raid aerei e dagli attacchi dell’artiglieria israeliana nelle tre settimane dall’inizio del conflitto DAL NOSTRO INVIATO SHAJIYA — Le case dei vicini sono state demolite dai bombardamenti, quella della famiglia Al Ghoula dalle candele. Da quaranta giorni, da prima della guerra, il quartiere di Shajiya è senza l’elettricità, i tre figli studiavano al buio, aiutati dalla poca luce dei ceri made in China, costano mezzo shekel l’uno, 10 centesimi di euro, questo può permettersi Ibrahim, il padre. Adesso stanno tutti ammassati nella stessa classe frequentata dai ragazzi in una delle scuole dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, trasformate in riparo per gli oltre 200 mila sfollati dai quartieri e dai villaggi dove gli attacchi e i combattimenti sono più intensi. «Nella casa erano rimasti solo lo zio e la zia — spiega Ibrahim — non volevano spostarsi un’altra volta, erano venuti da noi dopo essere scappati da Beit Hanoun, a nord». I loro corpi sono stati ritrovati carbonizzati, quando Ibrahim e il fratello sono tornati a verificare le condizioni dell’edificio, nelle poche ore di tregua umanitaria sabato scorso: le candele rimaste accese la sera hanno infiammato le tende, le bombole a gas sono esplose. I ventitré giorni di conflitto hanno ristretto ancora di più quel corridoio di sabbia tra Israele, l’Egitto e il mare che è Gaza. Il 44 per cento della Striscia — calcolano le Nazioni Unite — è diventato zona di guerra o dichiarato inaccessibile dall’esercito. Il resto (una fascia che va da est verso ovest, dal centro della città di Gaza verso il Mediterraneo) può trasformarsi in prima linea da un’ora all’altra. All’alba di ieri due proiettili di mortaio sono piombati in uno degli istituti Onu diventati accampamenti. I colpi sono caduti all’esterno del muro perimetrale e dentro al cortile. Fuori i muli che hanno trainato qui a Jabaliya i carretti delle famiglie in fuga giacciono distesi sul fianco, uccisi dalle schegge delle bombe. Dentro i bambini La storia Neonata uccisa dal blackout GAZA — La madre, Shaima, una giovane palestinese di 23 anni, era morta sotto le bombe. Ma lei, protetta dal suo grembo, ce l’aveva fatta: i medici, pur in condizioni difficili, erano riusciti a portarla alla luce e a salvarla. In mezzo a tanta disperazione, la sua nascita era apparsa come un invito alla speranza. Invece, non c’è spazio per la speranza a Gaza. La piccola,messa subito in incubatrice, è morta ieri a seguito di una interruzione dell’erogazione della corrente che ha causato lo spegnimento dell’apparecchiatura. sono stati massacrati mentre dormivano vicino ai genitori sul pavimento di una classe: i morti sono almeno sedici. I portavoce dell’esercito israeliano dicono solo che i soldati hanno risposto al fuoco dei miliziani nascosti in quell’area. Giovedì scorso un’altra scuola era stata colpita dai mortai, 15 persone ammazzate. Tsahal aveva ammesso di aver sparato verso il centro Onu e sostenuto che il cortile fosse vuoto in quel momento. L’attacco di ieri è stato condannato dalla Casa Bianca, senza menzionare Israele. Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, considera «vergognoso uccidere dei bambini nel sonno» e aggiunge che le prime informazioni raccolte indicano che i colpi sarebbero stati sparati dagli israeliani. Al tramonto anche il mercato di Shijaiya è stato risucchiato dentro la guerra. I palestinesi stavano approfittando di una tregua umanitaria — quattro ore, dalle 15 alle 19 locali — an- nunciata dall’esercito e respinta da Hamas, che ha continuato a tirare razzi verso le città dall’altra parte. Poco prima che la calma apparente finisse, i proiettili (ancora di mortaio sembrerebbe) sono piovuti tra la gente uscita a far la spesa: i banchi del mercato vengono usati come barelle per trasportare i feriti, i morti sono 17, tra loro un giornalista palestinese. Ieri le vittime a Gaza sono state più di 100, oltre 1.330 dall’inizio del conflitto, per la maggior parte civili. Tre soldati israeliani sono rimasti uccisi durante i combattimenti nella zona di Khan Yunis. L’edificio dove sono entrati per cercare una delle gallerie scavate dai miliziani era stata preparata come una trappola esplosiva. L’esercito dice che si trattava di un ambulatorio dell’Unrwa. I caduti dell’offensiva sono 56. Il consiglio di sicurezza del governo di Benjamin Netanyahu ha deciso di continuare l’operazione fino a quando gli obiettivi (per ora quello dichiarato è distruggere i tunnel) non saranno raggiunti. I consiglieri del premier sono arrivati al Cairo per discutere con i negoziatori egiziani di un possibile cessate il fuoco. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA 1,7 milioni gli abitanti di Gaza privati di corrente elettrica dopo il bombardamento dell’unica centrale elettrica della Striscia. La riparazione richiederà mesi 194 mila i minori che hanno assistito alla morte, al ferimento o allo sfollamento di familiari e che ora hanno bisogno di supporto psicologico specialistico 130 scuole sono andate distrutte o sono state danneggiate durante i 23 giorni dell’offensiva israeliana. Hanno subito seri danni anche 22 strutture sanitarie 100 mila i minori sfollati dall’inizio di «Protective Edge». I bambini stanno pagando un prezzo altissimo al conflitto: ogni ora ne muore uno, secondo la denuncia di Save the Children Smarrito Un bambino fra le macerie della scuola di Jabaliya L’opinionista QUELL’ALIBI DEL MIO PAESE CHE SPARA SENZA PIANGERE di DON FUTTERMAN H o assistito ai primi diciotto giorni di questa guerra sanguinosa dagli antipodi, in Australia. Dall’altro emisfero. Lontani dai pregiudizi dell’opinione pubblica mondiale e liberi dai vincoli di dover dimostrare a tutti i costi la loro superiorità morale, gli australiani hanno reagito come persone normali, dotate come ognuno di noi di raziocinio e sentimenti: nessuno deve vivere nel terrore di vedersi rapire e uccidere i propri figli; nessun civile deve sopportare ogni giorno una pioggia di razzi; nessun governo può tollerare un simile stato di cose senza reagire; e ancora, nessun esercito ha il diritto di massacrare intere famiglie e centinaia di civili nel tentativo di eliminare i militanti nemici. La tv australiana ha piazzato i suoi cronisti sia a Gaza che a Gerusalemme, e con il susseguirsi incessante di immagini di bambini morti e dilaniati dalle bombe con le loro famiglie decimate, il sentimento popolare ha preso un’altra piega. Il pendolo è passato dal deciso appoggio a Israele al disgusto davanti alla carneficina di Gaza. Proprio mentre il numero delle vittime a Gaza toccava le trecento unità, un aereo della Malaysia Airlines, diretto in Australia, è stato abbattuto da un missile in Ucraina. Per un attimo, tra irrealtà e sconcerto, le due notizie si sono accavallate, ciascuna con il suo carico di trecento morti. Mentre gli australiani reagivano con rabbia e sgomento davanti alla morte assurda dei loro concittadini, Gaza è finita in seconda fila, lontana dalle prime pagine, diventando una semplice notizia di transizione. Nel frattempo, a Gaza, il numero 300 si perdeva ormai nella lontananza. Tornato a casa, sono ripiombato in quella strana combinazione di ansia e calma, tristezza e smarrimento, sirene e funerali. Una volta, si sparava piangendo, cantava Si Heyman. Oggi uccidiamo e ci giustifichiamo. Ne abbiamo tutti i diritti. Hamas governa Gaza ma dirotta massicci finanziamenti nella costruzione di tunnel e nell’acquisto di razzi per cercare di colpire gli israeliani. Israele, di conseguenza, non ha altra scelta che tentare il tutto e per tutto per annientare i militanti di Hamas: continuano ad attaccarci, ma Israele si rifiuta di lasciarsi terrorizzare e visto che si tratta di una guerra a tutto campo, e non di una partita di calcio, a noi non interessano scontri equi né reazioni misurate. Eppure, non ci vuole certo un esperto militare per sapere che non stiamo facendo tutto quello che potremmo fare per evitare la strage dei civili a Gaza. In questo frangente, Israele opera in virtù di un nuova strategia morale, che ci assicura carta bianca anche in caso di «danni collaterali», consentendoci di sterminare tutti i palestinesi che vengono a trovarsi sulla linea di fuoco tra noi e i militanti di Hamas. Abbiamo deciso di infliggere morte e distruzione alla popolazione di Gaza e di addossare la colpa al nemico per la nostra brutalità. E siccome un’elevata percentuale della popolazione di Gaza è composta da minori, questo significa che lo stato ebraico sta massacrando un gran numero di bambini. È un calcolo tremendo, un calcolo scandaloso e mortale, e noi non usciremo da questa guerra con la coscienza pulita. Per molti israeliani, le cataste di morti palestinesi non presentano alcun problema, oltre a una gestione di immagine: Hamas ci costringe a massacrare i civili, compresi i bambini, perché se ne serve come scudi umani, alzando di volta in volta la posta per attentare alla reputazione di Israele, sfidandoci a colpire i loro arsenali militari, interrati sotto scuole e ospedali. Per quanto preferirebbero evitare l’ucci- Il Foglio Veglia per Israele Una veglia per Israele e i cristiani perseguitati nel mondo. Ieri sera davanti alla redazione del «Foglio» a Roma, con l’ambasciatore di Israele Gideon, il ministro Lupi, il presidente della comunità ebraica di Roma Pacifici e il rabbino Di Segni. sione dei civili, i nostri soldati siamo noi — i nostri parenti e i nostri amici — e pertanto il primo dovere dell’esercito israeliano è quello di fare tutto il possibile per minimizzare le nostre perdite. Eppure, la maggior parte degli ebrei israeliani che io conosco trova molto difficile accettare questa realtà, e sporadicamente si riaccendono i sentimenti di empatia per i morti senza volto e senza nome dal lato nemico, anche se non abbastanza da reclamare la fine delle ostilità per motivi puramente morali. Il fatto è che non sappiamo se esiste un altro modo per proseguire la lotta contro Hamas, pur ammettendo l’atrocità di queste morti. Non penso che saremo mai in grado di confessare il nostro vero calcolo morale. Certo non lo faremo adesso, mentre corriamo nei rifugi per scampare ai razzi, mentre contiamo i nostri caduti, mentre chiunque si azzardi a esprimere sostegno ai palestinesi viene aggredito dai politici e dai social media. In guerra, il nazionalismo detta legge. Ma quando sarà tutto finito, ricorderemo l’attimo prima della conflagrazione: l’impotenza del presidente palestinese Abu Mazen; la strumentalizzazione da parte del governo israeliano del rapimento e uccisione dei tre ragazzi ebrei come pretesto per attaccare Hamas in Cisgiordania; l’impassibilità del nostro premier mentre gli ebrei davano la caccia agli arabi a Gerusalemme, che protestavano per la vendetta compiuta ai danni di un ragazzo palestinese innocente, rapito e trucidato anche lui. Hamas non ha nulla da offrire al popolo palestinese, tranne la sua strategia fallimentare di resistenza violenta. L’orgoglio di cui si fregia nella sfida lanciata a Israele è la gloria dei perdenti, tesa solo a edificare il mito disperato di una lotta a oltranza. Se i palestinesi vorranno restituire a Gaza un barlume di speranza, dovranno deporre Hamas. Ma se noi pretendiamo qualcosa di meglio della situazione di stallo prolungato anteriore al conflitto, anche noi avremo bisogno di leader capaci di una visione diversa. *Opinionista e direttore del Moriah Fund, fondazione per la democrazia e la società civile. (Traduzione di Rita Baldassarre) © Haaretz 14 Esteri Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Battuta infelice Il vice primo ministro di Ankara invita le connazionali a non ridere in pubblico per «non perdere la dignità» Risate Alcune immagini tratte dai social network turchi con la campagna contro la frase del vicepremier Bülent Arinç. «Una donna non ride in pubblico», aveva detto lunedì il politico dell’Akp, il partito islamico al potere da oltre un decennio. Anche se l’Islam non vieta il ridere e l’umorismo, in vista delle presidenziali l’Akp ha promesso di lottare contro il «degrado morale» del Paese nel rispetto della tradizione. Centinaia di migliaia di donne si sono ribellate fotografandosi con grandi sorrisi «Vietato ridere» La gaffe turca indigna le donne Campagna web «Un risata vi seppellirà», dicevano gli anarchici nel ‘800 e poi nel maggio francese. E ora, decenni dopo in Turchia, sono centinaia di migliaia le risate che vorrebbero seppellire il vicepremier Bülent Arinç, autore di un’apparente gaffe che in realtà tale non è. «Per non essere peccaminosa una donna deve proteggere la sua castità: quando la guardiamo abbasserà gli occhi arrossendo timidamente e non sarà seducente, e non riderà in pubblico», aveva detto lunedì in un comizio il braccio destro del premier Recep Tayyip Erdogan, come lui del partito islamico Akp. Nell’imminenza delle presidenziali del 10 agosto, che Erdogan si prepara a vincere così come aveva vinto le amministrative in marzo, l’affermazione di Arinç era ovviamente diretta al suo elettorato, contrario come lui al «collasso morale» del Paese e soddisfatto dai successi economici dell’ultimo decennio con l’Akp al potere . Ma altret- tanto ovviamente non è stata gradita dalla Turchia laica e femminista, non maggioranza ma importante. E agguerrita. Centinaia di migliaia di donne si sono così fotografate con enormi sorrisi. Da sole, in coppia o in gruppo, più di 300 mila — e il numero continua a crescere — hanno postato le immagini su Twitter con hashtag contenti la parola kahkaha, che in turco vuol dire risata. Lo stesso sui vari social network, mentre altre hanno diffuso i loro video ridenti, con la sfida aggiuntiva del sonoro, su YouTube. «Sono libera e decido io se ridere o no», ha scritto su Instagram la 23enne Hazal Naz Beselyici, con foto a 32 denti. «Il mio corpo, la mia decisione» (versione turca dello storico slogan femminista italiano «il corpo è mio e lo gestisco io») ha accompagnato altre immagini. La stessa frase era stata usata contro Erdogan due anni fa, quando il premier aveva definito l’aborto un «omicidio». E in altre occasioni in cui il premier non aveva certo nascosto la sua visione sulla donna in Turchia. Nel 2010, ad esempio, dichiarò che «donna e uomo non sono uguali e i loro ruoli sono complementari». Accanto all’ondata di donne sorridenti, ridenti, perfino sghignazzanti, nelle ultime ore pure alcuni uomini sono scesi in campo. «Oh Dio, spero sia uno scherzo — ha scritto su Twitter un famoso presentatore televisivo, Fatih Portakal —. Se le donne non possono ridere in pubblico, allora a noi uomini è proibito piangere». Parole non scelte a caso: proprio il vicepremier Bülent Arinç è noto per versare lacrime di commozione durante i discorsi del suo capo Erdogan. Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Gli estremisti islamici le considerano «spendibili» Nigeria, anche le kamikaze per le stragi di Boko Haram HUMANITAS UNIVERSITY. IL TUO FUTURO IN MEDICINA. Diventa medico e infermiere in un ambiente internazionale, all’interno di uno degli ospedali più avanzati d’Europa per assistenza clinica, tecnologia e ricerca. ISCRIVITI AI TEST Infermieristica - 15 SETTEMBRE Medicina - 16 SETTEMBRE IN LINGUA INGLESE Scopri di più su www.hunimed.eu Your future in medicine MILANO Le ritengono «esseri inferiori», ma non hanno problemi ha legar loro delle cinture esplosive in vita e a usarle come kamikaze. I miliziani del gruppo radicale islamista Boko Haram, nell’ultima settimana, hanno mandato al martirio quattro donne, l’ultima, ieri, nella città di Kano, la più grande del nord del Paese. Entrata all’interno del campus universitario di questa città oramai da anni nel mirino dei terroristi islamici, la ragazza si è fatta esplodere in mezzo agli studenti che controllavano la lista degli ammessi alla facoltà e che, proprio ieri, avevano ripreso i corsi dopo la pausa per la festività del Ramadan. Secondo le autorità nigeriane le vittime sarebbero almeno 6. Nei giorni scorsi un’altra donna si era fatta esplodere vicino a un distributore di benzina, uccidendo 3 persone, e un’altra ancora lo ha fatto in un supermercato, non riuscendo però a fare vittime. Donne kamikaze, ma non solo. L’altro ieri (ma la notizia è stata diffusa solamente ieri) le forze dell’ordine nigeriane hanno arrestato una bambina di dieci anni nello Stato di Katsina: sotto il vestito nascondeva una cintura imbottita di esplosivo. Con lei sono stati arres ta t i a n c h e u n u o m o e un’altra ragazza di 18 anni. In seguito a questo arresto il quotidiano locale Punch ha lanciato l’allarme sulla possibile sorte toccata alle oltre 200 ragazze rapite il 14 aprile scorso da Boko Haram. Nonostante la campagna mediatica internazionale per il loro rilascio e gli sfor- Somalia Rifiuta il velo Uccisa dagli Shabab MOGADISCIO — Uccisa perché non portava il velo. Vittima una giovane donna. Assassinata da integralisti islamici in un villaggio della Somalia meridionale, Hosingow. La donna era una nomade e viveva in una tenda. Alcuni miliziani Shebaab le avevano intimato di coprirsi il capo. Quando sono tornati e l’hanno trovata ancora senza velo le hanno sparato due volte, uccidendola. A denunciare il brutale assassinio, sono stati i parenti della vittima. In seguito un portavoce degli Shabab ha negato ogni responsabilità, sostenendo che la zona non è sotto il controllo delle milizie islamiche. Secondo un analista citato dalla Bbc potrebbe essersi trattato di «elementi isolati». zi profusi, a detta del governo di Abuja, nelle ricerche, le notizie scarseggiano, alimentando i sospetti sul possibile utilizzo delle giovani in attacchi terroristici. «Sembra che alcune donne rapite anni fa, e sottoposte a indottrinamento e a un vero e proprio lavaggio del cervello, siano ora usate dai terroristi come kamikaze. Cento giorni o poco più (il tempo passato dal rapimento delle giovani di Chibok) sono un tempo sufficiente per indottrinare delle r a g a z z e » h a a f fe r m a to Le studentesse C’è il timore che anche le studentesse rapite possano essere utilizzate a questo scopo Bukky Shonibare, uno degli organizzatori della campagna #BringBackOurGirls, al quotidiano Punch. Dall’inizio dell’anno sono più di 2000 le vittime civili uccise in Nigeria, un numero che rende il primo semestre del 2014 uno dei periodi più sanguinosi dall’inizio dell’attività terroristica di Boko Haram. Gli attacchi si sono concentrati nel nordest del Paese, roccaforte del gruppo islamista, ma ondate di violenza sono giunte, a partire da aprile, fino alla capitale Abuja. Tomaso Clavarino Baklavarhino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 # La crisi La guerra con i «fondi avvoltoi» può impedire al Paese di pagare gli interessi in scadenza L’Argentina a un passo dal default La bocciatura di Standard&Poor’s Nessuna intesa con gli hedge fund americani, corsa contro il tempo Presidenta Cristina Kirchner, 61 anni, è presidente dell’Argentina dal dicembre del 2007, quando ha preso il posto del marito Nestor Kirchner. E’ stata rieletta per un secondo mandato nel 2011 DALLA NOSTRA INVIATA Il caso Default, quando uno Stato collassa Il termine default descrive l’incapacità tecnica di un soggetto (un’azienda o uno Stato) di onorare le clausole contrattuali del suo finanziamento, cioè l’impossibilità di rimborsare chi ha sottoscritto obbligazioni. In altre parole, il fallimento. Il Paese coinvolto in un default sovrano esce dal mercato dei titoli di Stato. E si aprono procedure sottoposte al controllo del Fondo monetario mondiale 2001: l’Argentina va in fallimento 2001, l’anno della gravissima crisi economica argentina. Lo Stato dichiarò il default. La gente cominciò a ritirare grosse somme di denaro dai propri conti correnti bancari, convertendo pesos in dollari e trasferendoli all’estero. Il governo congelò tutti i conti bancari per dodici mesi, permettendo solo prelievi per piccole cifre. Grandi proteste e manifestazioni di piazza NEW YORK — Le speranze suscitate ieri mattina dall’arrivo a New York del ministro delle Finanze argentine, Axel Kicillof, per incontrare per la prima volta gli hedge fund ribelli, con le ore si sono via via affievolite. L’accordo per trovare un accordo in extremis per evitare il secondo default argentino in quasi 13 anni, ha dichiarato poi Kicillof in una conferenza stampa dopo la mezzanotte italiana, «non può essere firmato, perché sotto estorsione». «Abbiamo offerto loro gli stessi termini del precedente concambio sul debito ma non hanno accettato, vogliono di più e vogliono ora», ha aggiunto il ministro che oggi tornerà a Buenos Aires. «Questo però non è un default perché default è non pagare», ha detto Axel Kicillof, riferendosi ai fondi già depositati presso le banche, ma bloccati, per onorare il pagamento degli interessi per 539 milioni di dollari ai titolari di bond che hanno accettato il concambio, in scadenza alle nostre 6 di stamane. Anticipando il fallimento delle trattative, durate 12 ore nell’ufficio di Daniel Pollack, il mediatore nominato dalla corte distrettuale di Manhattan, poco prima l’agenzia Standard&Poor’s aveva abbassato il rating argentino per «default selettivo», vista l’impossibilità appunto di pagare quei 539 milioni di dollari. Un brutto segnale, dopo che la giornata sui mercati era stata invece positiva, in attesa di un accordo. I titoli di Stato argentini con scadenza 2033 erano saliti al massimo degli ultimi 3 anni e mez- zo, mentre il rendimento era sceso all’8,86%, minimo dal novembre 2010. Anche il costo del Cds a 5 anni, un’assicurazione contro il rischio default, era calato di quasi 400 punti base dalla chiusura di martedì (1.505 punti), secondo Markit. La partita giocata sul filo del rasoio — e che vede la sconfitta di Buenos Aires anche se Kicillof ha dichiarato di essere ancora «pronto a dialogare» — ha visto la seconda economia sudamericana opposta a un gruppo di hedge fund guidati da Nml Capital, controllata di Elliott Management di Paul Singer. Negli anni passati questi hedge fund hanno comprato per pochi soldi i bond di quanti, circa il 7% dei detentori, non hanno aderito alla ristrutturazione dopo il default da 100 miliardi nel 2001, e sono restati perciò fuori dallo scambio con nuovi titoli scontati nel 2005 e nel 2010. Da qui l’appellativo di «fondi avvoltoi». Nml e gli altri fondi hanno poi fatto causa all’Argentina per ottenere il rimborso integrale del valore facciale di quei bond, circa 1,33 miliardi di dollari, che sale a 1,5 miliardi con gli interessi. Il giudice Thomas Griesa della Corte distrettuale di Manhattan ha dato ragione agli hedge fund, e vietato a Buenos Aires di pagare gli interessi dovuti il 30 giugno sui bond ristrutturati, se non avesse contemporaneamente rimborsato integralmente i fondi avvoltoi. E così scattato il «periodo di grazia» di 30 giorni, entro cui pagare le cedole prima del default ufficiale. Contro le pretese dei fondi il governo argentino si è battuto Il Paese Pil (miliardi dollari Usa) 500 494 Consumi privati (variazione in %) 4,0 491,1 488,5 481,3 488 482 50 3,6 45,1 3,5 2,8 3,0 476 40,5 2,7 2012 2013 2014 Disoccupazione (in %) 7,2 7,3 7,3 2012 2013 40 30 25 2012 35,5 La moneta argentina Pesos per $ Pesos per $ al mercato nero (non ufficiale) 0 2012 539 2013 2014 2014 4 25,1 6 22,9 22 10 5 2013 8 20 6 43,2 2014 Inflazione (in %) Ufficiale Non ufficiale 7 42,6 40 2,5 470 8 Debito pubblico (% Pil) 12 10,8 2012 10 14 2013 2014 milioni di dollari di interessi da pagare ai detentori di circa 13 miliardi di bond in scadenza al 2033 2013 2014 602 strenuamente: prima ha respinto la sentenza, confermata però anche dalla Corte Suprema Usa, poi ha chiesto tempo supplementare (negato) per trovare un accordo. Buenos Aires ha già depositato presso la Bank of New York Mellon i 539 milioni di dollari di interessi in scadenza, nella speranza di un’intesa in extremis. La soluzione a cui i legali delle parti hanno lavorato freneticamente nelle ultime ore prevedeva l’intervento di un consorzio di banche argentine, pronte a comprare l’intera quota dei bond in mano agli hedge fund ribelli, ai quali verrebbe però chiesto uno sconto. In cambio all’Argentina sarebbe stato garantito dalla Corte il via libera al pagamento delle cedole. Ma quali sarebbero le conseguenze di un default? Gli hedge fund resterebbero a mani vuote, ma più serie sarebbero le conseguenze per l’Argentina. Rispetto al 2001, il Paese guidato da Cristina Kirchner è in una situazione meno drammatica, ma il nuovo default aggraverebbe la recessione in corso, farebbe salire ulteriormente l’inflazione, oggi intorno al 22%, e metterebbe sotto pressione le riserve in valuta estera, già molto basse, indebolendo il peso argentino. Un nuovo default, inoltre, allontanerebbe ancora di più un possibile ritorno sul mercato del governo di Buenos Aires, che dal 2001 non riesce a collocare bond a investitori stranieri, mentre per le società e le istituzioni argentine il costo per finanziarsi penalizzerebbe i progetti di investimento e crescita. E’ invece meno chiaro che cosa accadrebbe ai risparmiatori reduci dal default del 2001 che oggi hanno in mano i bond ristrutturati, per un controvalore di circa 30 miliardi. Secondo gli analisti, però, è difficile che la maggioranza dei detentori chieda un’accelerazione delle scadenze e un rimborso anticipato. Giuliana Ferraino @16febbraio Spread CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA I giudici statunitensi contro Buenos Aires Un gruppo di hedge fund, che aveva rilevato per pochi soldi i bond di chi non aveva aderito alla ristrutturazione dopo il default del 2001 (circa il 7% del totale), ha fatto causa all’Argentina per ottenerne il rimborso integrale del valore facciale. Buenos Aires ha respinto la richiesta ma i giudici Usa hanno dato ragione ai fondi e fissato alle 6 di stamane il termine entro cui trovare un accordo Un debito stimato in 29 miliardi di dollari I rischi di un fallimento dell’Argentina potrebbe dare vita a un assalto da parte dei creditori dello Stato sudamericano. Il dazio da pagare per Buenos Aires è stimato in 29 miliardi di dollari, pari al totale delle obbligazioni che ha emesso in valuta internazionale e in grado di svuotare le casse del Paese. Più avanti c’è lo spettro di una riedizione della grave crisi economica che investì il Paese 13 anni fa Ripresa Traino dei consumi interni e delle esportazioni. Ricostituzione delle scorte di magazzino. La Fed: costo del denaro stabile Il balzo avanti (a sorpresa) della crescita Usa Scatto del Pil del 4 per cento, oltre le previsioni L’occupazione è in aumento: più 200 mila posti DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Economia Usa in netta ripresa: non solo l’occupazione ha ripreso a crescere in misura consistente da diverso tempo (cinque mesi consecutivi con più di 200 mila nuovi posti di lavoro creati e luglio che probabilmente confermerà il trend coi dati che verranno resi noti domani), ma adesso arrivano buone notizie anche dal Pil. Dopo l’improvvisa flessione del periodo gennaio-marzo, nel secondo trimestre il reddito nazionale è tornato a crescere in misura consistente: 4 per cento, assai più del 3 previsto dagli economisti. I dati diffusi ieri dal governo hanno fugato i timori di chi temeva che quel calo non fosse solo figlio delle 16 nevicate che hanno flagellato l’East Coast bloccando a lungo aeroporti e costruzioni. I pessimisti pesavano che dietro potesse esserci anche qualcosa di più profondo, visto che stava calando anche l’export. I numeri di ieri fugano gran parte delle nubi. Segnalano una forte ripresa dei consumi interni e anche delle esportazioni. C’è, poi, un forte contributo dato dalla ricostituzione delle scorte di magazzino alla crescita del reddito nazionale. Un certo impatto espansivo lo ha avuto anche la spesa pubblica che ha dato un peso superiore a quello dei trimestri precedenti. Ma qui, comunque, non si è andati oltre l’1,7 per cento. Un quadro positivo, ma che, come spesso accade quando migliora il quadro produttivo, ha finito per preoccupare i mercati finanziari: Wall Street teme che la normalizzazione dell’ economia possa spingere le autorità monetarie Usa a dichiarare conclusa la fase di emergenza che dura dall’autunno del 2008 e ad aumentare prima del previsto il costo del denaro, praticamente ridotto a zero da ormai quasi sei anni. Ma i timori espressi da alcuni analisti per una ripresa dei tassi d’interesse che potrebbe manifestarsi già dalla fine del 2014, anziché a metà del 2015 come più volte indicato dalla stessa Banca centrale americana, si sono diradati ieri sera dopo che il «direttorio» della Federal Reserve ha fissato i suoi interventi estivi: l’acquisto mensile di titoli sul mercato è stato ulteriormente ridotto di 10 miliardi di dollari (ora ne restano 25, rispetto agli 85 originali) e questa forma di sostegno alla liquidità verrà azzerata entro ottobre. Ma la Fed ha poi confermato che sull’aumento del costo del denaro si muoverà coi piedi di piombo, nonostante il miglioramento della congiuntura: certo la disoccupa- zione è calata, scendendo fino al 6,1 per cento, l’1,4 per cento in meno rispetto a un anno fa. Ma, nonostante un progresso così significativo, che nessun altro Paese occidentale può vantare, la Fed ha sentenziato che non è tempo di facili ottimismi e ha usato per la prima volta un linguaggio alquanto enfatico per denunciare che il sistema economico americano rimane caratterizzato da «una significativa sottoutilizzazione delle risorse lavorative». Segno evidente che, al momento, i governatori della Banca centrale non hanno intenzione di anticipare la normalizzazione dei tassi (con l’unica eccezione del presidente della Federal Reserve di Philadelphia, Charles Plosser, che, infatti, ha votato contro la scelta fatta dai suoi colleghi in materia di costo Crescita Cina Gli indici 2014 +4% 4,00 Prodotto interno lordo Stati Uniti RICHIESTE DI MUTUI 3,25 2,50 +2,5% meno 2,2% +2,6% +2,1% 1,75 Pil al mese di giugno +7,5% Produzione industriale (giugno) +9,2% Inflazione 2,24% 1,00 Giugno Dicembre 2013 Marzo Giugno 2014 del denaro). Plosser teme una ripresa delle tensioni inflazionistiche, ma il presidente della Fed, Janet Yellen, è molto più sensibile alle sofferenze dell’economia reale e ai problemi di tenuta del tessuto sociale. L’economista succeduta nel gennaio scorso a Ben Bernanke tiene, ovviamente, conto anche della dinamica dei prezzi, ma per adesso non si sono registrate tensioni su questo fronte. Anzi, fino a un mese fa prevalevano i timori di deflazione. D’ora in poi, comunque, la questione del costo del denaro sarà permanentemente sotto i riflettori: con la stabilizzazione dell’economia e il consolidamento della ripresa, diventerà sempre più difficile giustificare il mantenimento di un quadro emergenziale, almeno in materia di costo del denaro. La spiegazione vera è che, col Congresso paralizzato dai contrasti tra repubblicani e democratici e Obama con le mani legate, la politica monetaria rimane l’unica leva economica significativa che può essere usata a Washington. Il presidente continua a essere incalzato dai repubblicani e se le voci di un tentativo di impeachment sulle politiche per l’immigrazione si riveleranno probabilmente infondate, la destra ha cercato di mettere ieri sera in votazione un atto che accusa Obama di aver abusato dei suoi poteri nell’attuazione della riforma sanitaria. Massimo Gaggi D’ARCO © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 # Cronache Microfoni Alma Shalabayeva in conferenza stampa accanto alla figlia Madina La sentenza Il ministero: siamo stati noi a revocare il decreto Rischio estradizione «Shalabayeva espulsa con un atto illegittimo Il Viminale risarcisca» L’anti Putin arrestato a Venezia La Cassazione: ci fu una fretta anomala ROMA — L’espulsione di Alma Shalabayeva è stata determinata da una catena di errori e violazioni che la rendono illegittima. Per questo la donna rimpatriata in Kazakistan insieme alla figlia Alua di 6 anni negandole la possibilità di richiedere asilo, ha diritto ad essere risarcita dal ministero dell’Interno. Un anno dopo la vicenda che espose l’Italia ai riflettori internazionali costringendo il titolare del Viminale Angelino Alfano e l’intero governo a fare marcia indietro, la Corte di cassazione accoglie il ricorso della donna contro il provvedimento convalidato il 31 maggio 2013 dal giudice di pace di Roma. E sottolinea le «anomalie» compiute sin dal momento dell’irruzione nella villetta di Casalpalocco avvenuta il 28 maggio per arrestare il marito Mukhtar Ablyazov, dissidente kazako poi finito in carcere in La vicenda L’azione Il 28-29 maggio 2013 la Squadra mobile di Roma preleva Alma Shalabayeva e la figlia Alua, 6 (insieme nella foto sotto con il marito e padre Mukhtar Ablyazov). Il 31 maggio saranno espulse perché Alma avrebbe avuto un passaporto falso La revoca Il 12 luglio l’espulsione viene revocata. Il 27 dicembre Alma e la figlia tornano a Roma Francia e tuttora detenuto. Scrivono i supremi giudici: «La contrazione dei tempi del rimpatrio e lo stato di detenzione e sostanziale isolamento della ricorrente, dall’irruzione alla partenza, hanno determinato nella specie un irreparabile vulnus al diritto di richiedere asilo e di esercitare adeguatamente il diritto di difesa». E questo nonostante «controllo della sussistenza di due titoli validi di soggiorno intestati ad Alma Shalabayeva sarebbe stata operazione non disagevole, attesa la conoscenza preventiva dell’identità della ricorrente che ha costituito una delle ragioni determinanti il sospetto (rivelatosi errato) dell’alterazione del passaporto diplomatico in quanto intestato ad Alma Shalabayeva ma ad Alma Ayan». La sentenza condanna il Viminale a pagare 5.200 euro di spese e apre la strada a un contenzioso economico ben più pesante perché evidenzia come «il trattenimento illegittimo determina il diritto al risarci- mento del danno per la materiale privazione della libertà personale, non giustificata dalla sussistenza delle condizioni di legge». Non a caso la difesa del Viminale punta sul fatto che, una settimana dopo il rimpatrio «fu proprio il governo su sollecitazione di Alfano ad annullare l’espulsione». I giudici della Cassazione non prendono in esame quanto accadde al Viminale nel corso degli incontri tra le autorità italiane e i diplomatici kazaki che sollecitavano la cattura di Ablyazov. Ma stigmatizzano quanto accadde dopo quelle trattative. E infatti scrivono: «Le modalità fattuali (l’irruzione notturna), la conoscenza dell’effettiva identità della ricorrente, la validità ed efficacia anche del passaporto diplomatico centroafricano oltre al possesso di ben due titoli di soggiorno in corso di validità, uniti all’oggettiva mancanza delle condizioni temporali e linguistiche per poter chiarire in modo inequivoco l’effettiva condizione di soggiorno in Italia da parte della ricorrente, inducono a ritenere del tutto privo delle condizioni di legittimità il titolo espulsivo ab origine e, conseguentemente il successivo ordine di accompagnamento coatti- Le critiche I giudici hanno criticato l’intera operazione, dall’arresto ai controlli vo e trattenimento presso il Cie, ancorché di molto breve durata. Peraltro non può non rilevarsi l’anomalia e la contraddittorietà tra le indicate ragioni dell’accompagnamento coattivo (ritenute ostative all’alternativa modalità della partenza volontaria) unite alla necessità del trattenimento e il successivo quasi immediato reperimento del vettore aereo». Quanto basta perché il Movimento 5 Stelle e Sel tornino a sollecitare le dimissioni di Alfano, aprendo di nuovo la polemica politica che aveva segnato la scorsa estate e costretto lo stesso ministro a difendersi in Parlamento. Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA È finito in manette a Venezia. Oleg Vorotnikov, leader del movimento artistico di strada «Voina», noto per le sue posizioni anti Putin, era sulla lista dei ricercati dell’Interpol dal 2011. La notizia dell’arresto è stata diffusa da fonti russe aggiungendo che una decisione sulla sua estradizione in quel Paese è imminente. In Russia Vorotnikov è accusato di vandalismo, oltraggio all’autorità e di aver aggredito un agente. La polizia di Venezia ha confermato il suo fermo. Da una costola di «Voina», formato da oltre 60 «artisti», nacquero nel 2011, le Pussy Riot. Non è comunque la prima volta che Oleg Vorotnikov finisce nei guai. Intanto i «Voina» hanno lanciato su Change.org una petizione per la sua liberazione: secondo i sostenitori di tale iniziativa Oleg non affronterà nessun «giusto processo» se verrà rimpatriato in Russia. © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 # L’epidemia Medici senza frontiere: diffusione fuori controllo e gli Stati Uniti alzano il livello di allerta Il virus La scoperta Il virus Ebola prende il nome dalla valle nella Repubblica Democratica del Congo, dove nel 1976 scoppiò la prima epidemia in un ospedale missionario Vittima Uomini della task force sanitaria in Liberia portano via il corpo di una donna morta di Ebola per bruciarlo (Ahmed Jallanzo/Ansa) Ebola spaventa Europa e Usa Londra: è una minaccia L’Istituto superiore di sanità rassicura: nessun rischio L’Europa rassicura e stanzia fondi. L’Istituto superiore di Sanità esclude gli scenari più gravi. Ma Obama si dice preoccupato. Gli Usa alzano il livello d’allerta. E Londra lancia l’allarme. In tutto questo l’epidemia in Africa occidentale si aggrava e rischia di estendersi ad altri Paesi. Liberia e Sierra Leone chiudono uffici, scuole e luoghi di aggregazione. Ebola ora fa paura anche lontano dai focolai. «Il virus è una minaccia per il Regno Unito», ha detto alla Bbc il ministro britan- nico degli Esteri Philip Hammond, annunciando che presto l’esecutivo di David Cameron terrà un «Cobra meeting», una di quelle riunioni convocate per questioni urgenti, proprio sulla questione. La Commissione europea stanzia altri due milioni di euro (portando i fondi a 3,9 milioni) per combattere la malattia in Africa, ma spiega anche che sono «bassissimi» i rischi che l’epidemia arrivi nel Vecchio Continente. E se anche dovesse succedere, Bruxelles fa sapere che l’«Ue è attrezzata per ri- spondere all’eventualità che il contagio si estenda». «Non c’è nessun rischio che qualche persona che abbia contratto il virus Ebola in Africa arrivi nel nostro Paese e faccia innescare un focolaio epidemico», ragiona Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma, certo, «l’epidemia in corso è comunque senza precedenti — spiega l’esperto all’Agi — sia per numero di persone colpite che per estensione, per cui è auspicabile un rapido intervento in- ternazionale da parte degli operatori per contenere quanto più possibile la diffusione del virus». Quanto sta succedendo in Africa però preoccupa gli Stati Uniti: il Center for diseases control (Cdc) di Atlanta ha deciso di alzare la sorveglianza e si prepara a un eventuale arrivo del virus. «La probabilità che la malattia si propaghi al di fuori dell’Africa occidentale è molto bassa — sostiene Stephan Monroe, responsabile del Cdc —, ma comunque dobbiamo essere pre- I precedenti I più gravi sono stati nel 2000 in Uganda (425 contagi e 224 morti) e nel 2007, in Congo e Uganda (413 contagi e 224 morti). Nel 2014, i contagi sono già 1.201 Il contagio Avviene principalmente tramite il contatto diretto con sangue infetto, feci e sudore o rapporti sessuali con persone infette. Non esiste cura o vaccino Pavia parati anche a questa possibilità». L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto la creazione di una task force di oltre duecento specialisti (medici, virologi, clinici, rianimatori) per supportare le attività di sanità pubblica nelle zone interessate. «Si tratta di un fenomeno senza precedenti e assolutamente fuori controllo, la situazione non fa che peggiorare, per cui si sta nuovamente estendendo, soprattutto in Liberia e Sierra Leone», ha denunciato il direttore delle operazioni di «Medici senza frontiere», Bart Janssens, in un’intervista al quotidiano La Libre Belgique. Il bilancio globale — da marzo — è di almeno 1.201 casi accertati e 672 decessi da quando, all’inizio dell’anno, l’epidemia è scoppiata prima in Guinea, per estendersi poi in Liberia e Sierra Leone. Tra le vittime c’è anche Sheik Umar Khan, 39 anni, il medio-eroe che combatteva contro Ebola. Il virus martedì scorso è stato segnalato anche in Nigeria dove si è registrato il primo caso mortale. Il governo della Sierra Leone ha chiuso teatri, cinema, bar. In Liberia i vertici del Paese hanno disposto la chiusura di tutte le scuole e — con l’aiuto dell’esercito — la messa in quarantena di diverse comunità per cercare di contenere il più possibile l’epidemia. La federazione calcistica ha sospeso ogni gara. Non solo. Il governo ha deciso di dare una licenza di 30 giorni a tutto il personale «non essenziale» dell’amministrazione. Mentre la compagnia aerea africana Asky ha sospeso i voli da e per Monrovia e Freetown, capitali di Liberia e Sierra Leone, «a causa della crescente preoccupazione per il diffondersi del virus». Leonard Berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA Ciclisti amatori si dopano: in due anni boom del 20% Non avevano nemmeno bisogno dei soliti medici compiacenti. Facevano tutto da soli i 15 ciclisti amatoriali che ieri, tra Pavia e Cremona, sono stati indagati (un arresto) durante un’operazione di contrasto al doping scattata grazie a un ciclista-carabiniere. Gli uomini dei Nas (coordinati dai pm Gustavo Cioppa e Valentina Grosso) hanno sequestrato steroidi anabolizzanti (nandrolone, testosterone), anfetamine, anoressizzanti e perfino farmaci antitumorali. I medicinali arrivavano dalla Romania ma la presenza di ricette mediche fa pensare anche ad approvvigionamenti in loco. Tra il 2013 e la prima metà del 2014 la Procura antidoping del Coni ha indagato e sanzionato una sessantina di ciclisti dai 35 ai 70 anni. Un record: il 20% in più del biennio precedente, metà positivi a un controllo, metà squalificati a seguito di indagini penali. Il doping nel ciclismo amatoriale registra record (di vergogna) mai raggiunti dai professionisti. Primati anagrafici: positivi alla micidiale Epo due ultrasessantenni in Emilia e Lombardia. Di quantità: nelle urine di un solo atleta è stata trovata tutta la farmacopea dopante conosciuta: ormoni, stimolanti, diuretici e steroidi. Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 L’intervista Cronache 21 italia: 51575551575557 Il presentatore tv si è accordato con l’Agenzia delle Entrate che gli contestava la residenza a Montecarlo. «Ricci? Sperava che mi arrestassero» «Il Fisco mi ha chiesto un favore, come avrei potuto negarglielo?» Greggio e i 20 milioni pagati: un tapiro a me? Non lo farei entrare Piccolo schermo La carriera tv L’avventura televisiva di Ezio Greggio inizia sulle reti Rai per continuare su quelle Mediaset. Nel 1978 prende parte a La sberla su Raiuno. Poi nel 1981 è tra i protagonisti di Tutto compreso su Raidue. Ma il vero debutto è del 1983 con la prima edizione del Drive in su Canale5. Il 7 novembre 1988 conduce con Gianfranco D’Angelo (con lui nella foto) la prima puntata della prima edizione di Striscia la Notizia. L’accertamento Greggio aveva subìto l’avvio di un accertamento fiscale circa un anno fa, quando nel mirino del «Guardi ai miei figli c’è poco da dire. Da bambini hanno fatto tutte le scuole a Monaco. Ora sono cresciuti: uno studia in una delle più prestigiose Università di Londra e l’altro ha un’azienda a Monaco che si occupa di risparmio energetico». Cosa le ha insegnato tutta questa vicenda? «Che non bisogna mai perdere la pazienza e la speranza». Lei che è un comico provi a trovare l’aspetto umoristico della storia. «C’è sicuramente. Quando lo trovo glielo farò sapere». A settembre tornerà a Striscia? «All’inizio dell’autunno sarò occupato su un progetto americano, molto ambizioso. Appena mi sarà possibile, come ho fatto negli anni scorsi, tornerò dietro al bancone». Il festival che lei organizza a Montecarlo va sempre a gonfie vele? «L’ultima edizione di quest’anno è stata forse la più bella e la più seguita. Tapiro Ezio Greggio, secondo da sinistra in azzurro, con Maddalena Corvaglia, il Gabibbo, un maxi Tapiro, Enzo Iacchetti ed Elisabetta Canalis Giuri di essere sincero: se domani bussasse alla sua porta Valerio Staffelli con un tapiro d’oro, gli aprirebbe? «Certo che aprirei. Farei entrare Staffelli, ma il tapiro resterebbe fuori». Si pensava che Ezio Greggio fosse attapirato. Una settimana fa, era stato reso noto che il conduttore più amato di Striscia la notizia avrebbe pagato all’Agenzia delle Entrate 20 milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco. Il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno, aveva però spiegato in una nota scritta che «L’accordo sottoscritto da Ezio Greggio con l’Agenzia delle Entrate riguarda una Società terza con sede all’estero» e dunque sarà questa società irlandese — che gestisce i diritti di immagine di Greggio — a versare «gli importi concordati, anche se non dovuti, al solo fine di evitare una annosa disputa». Greggio cos’è successo? «Come ha scritto proprio il Corriere io non devo pagare quella cifra né tantomeno devo mettermi in regola col Fisco: lo sono sempre stato. Lo ha anche detto recentemente una sentenza a mio favore». Il Fisco ha ipotizzato scorrettezze nei rapporti con la società irlandese, la «Wolf Pictures Ltd». «È la società che utilizza i miei dirit- ti, e che da oltre vent’anni produce e distribuisce film all’estero. Il problema è nato sull’interpretazione di norme sulle ritenute che non dovrebbero essere applicate in Italia». Il popolo del web è molto duro: qualcuno non avrà mancato di dirle «proprio tu Ezio che in 25 anni di Striscia hai smascherato truffe e inganni, sei finito nei guai». Cosa ha provato? E cosa ha risposto, o cosa risponderebbe? «A dire il vero sono molto di più i messaggi di solidarietà che ho ricevuto. Ho la coscienza a posto». Ne ha parlato certamente con Antonio Ricci, suo grande amico e compagno di avventure televisive. «Ne abbiamo parlato quando mesi fa aveva letto la notizia su un giornale. L’ho tranquillizzato dicendogli che la mia residenza a Montecarlo era reale. E lui: “Peccato, speravo nell’arresto così potevo rinnovare il cast di Striscia”». E il signor Enzino? «So che ha fatto una serie di anatemi malefici con una sua amica fattucchiera su alcuni nomi di brave persone che ho conosciuto. Di solito funziona». Ma come ha vissuto tutta questa storia: con paura, imbarazzo, angoscia, rabbia, noncuranza? «Purtroppo questi sentimenti e ❜❜ Dolori Paura e rabbia? Li ho provati per altro. In poco più di un mese ho perso mia madre, mio cognato e due carissimi amici ❜❜ Bebé Le incubatrici donate dalla mia Associazione che aiuta i nati prematuri hanno salvato la vita a 11 mila bambini queste sensazioni li ho provati per altro. In poco più di un mese ho perso mia madre, mio cognato e due carissimi amici». Ha mai avuto paura di perdere la sua immagine di persona perbene e di dover rinunciare alla conduzione di Striscia? «No anche perché sono certo di essere ricordato per le cose buone che ho fatto sia in tv che al cinema (tra l’altro i tre film con Mel Brooks). Quasi giornalmente ricevo messaggi di famiglie italiane che leggendo il mio nome sulle incubatrici che ho donato a circa 70 reparti di ospedali pediatrici italiani, mi manifestano la loro gratitudine ed il loro affetto. Le apparecchiature che la mia Associazione — che aiuta i bimbi nati prematuri — ha donato in vent’anni hanno salvato 11 mila bambini. Mi hanno telefonato tanti medici, infermieri, famiglie che ho aiutato contribuendo a salvare i loro figli e mi hanno detto “Lei è una persona per bene. Grazie per quello che fa”». Ora c’è ancora qualche pendenza da risolvere in mano alla sua legale, l’avvocato Giulia Bongiorno? «Io non ho pendenze, come diceva un pisano in piedi guardando la torre». Ai suoi figli cosa ha detto? Fisco, che già in passato si era interessato alle modalità di incasso dei suoi compensi negli anni dal 2001 al 2009, erano finiti i 23 milioni di euro con i quali Mediaset tra il 2009 e il 2013 aveva remunerato il conduttore, personaggio tv di tante trasmissioni del Biscione. La transazione Venti milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco. Con un accordo record si chiude il contenzioso del conduttore. E’ una delle transazioni più alte mai pagate da un singolo contribuente quella che Greggio ha scelto di sottoscrivere con l’Agenzia delle Entrate per sanare un contenzioso incentrato nelle Procure di Milano e di Monza sulla realtà o strumentalità, a fini di indebito risparmio fiscale, della sua residenza ufficiale a Montecarlo. Abbiamo messo in gara tra loro le commedie che hanno avuto il maggior successo nei loro Paesi. Un Galà finale all’Auditorium col tutto esaurito che ha visto tra gli italiani presenti fra l’altro Checco Zalone e Siani». Altri progetti artistici? «Torno a far l’attore l’anno prossimo in un film drammatico che gireremo con ogni probabilità tra Slovenia ed Albania. Una storia che mi ha affascinato, mi vedrà tra i coproduttori con due società straniere». Senta il Fisco vuole anche vederci chiaro sulla sua residenza a Monaco che le ha permesso di vedere tassati i suoi redditi in misura molto minore che in Italia. «Intanto io ho sempre pagato tutte le imposte fino all’ultimo centesimo in Italia, lo dice anche la sentenza. Poi, Fisco e Tribunali hanno stabilito che ero regolarmente residente all’estero. In Italia al massimo lavoro 4 mesi l’anno. Non era una residenza fittizia: lì avevo casa, famiglia, interessi economici. A un certo punto mi hanno chiesto di pagare come se fossi residente in Italia e quando il Fisco con la gentilezza e il tatto che li contraddistingue ti chiede un favore…come fai a negarglielo?» Maria Volpe © RIPRODUZIONE RISERVATA La disputa Archiviato il reato di «atti persecutori» per il patron di Esselunga. Incriminato il primogenito Giuseppe per «diffamazione a mezzo stampa» «Né stalking né molestie», Caprotti vince un nuovo round contro i figli MILANO — Nove persone interrogate, tabulati telefonici a tappeto, pure una perizia sulla mascella di un animale spedita per posta, perfino un mese di intercettazioni telefoniche: non si è risparmiata la Procura di Milano per sbrogliare l’intreccio di denunce e controdenunce in casa Esselunga, tra i Caprotti figli (Giuseppe e Violetta) e il fondatore padre (Bernardo). Un dispiego di mezzi che ora sfocia nell’archiviazione del reato di «atti persecutori» che i figli sostenevano di subire dal padre, e nell’incriminazione del figlio per diffamazione a mezzo stampa del padre su due circostanze. Il contesto è la guerra di carte bollate sul controllo di Esselunga, conclusasi un mese fa in Appello con la conferma del lodo arbitrale del luglio 2012 che ha riconosciuto al capostipite, e non ai figli Giuseppe e Violetta, l’esclusiva titolarità delle azioni. In questa cornice, da fine 2012 Giuseppe Caprotti (con l’avvocato Claudia Shammah) denuncia una persecuzione, a suo avviso riconducibile alla cerchia del padre, fatta di violazioni di domicilio, molestie telefoniche, pedinamenti, furti e danneggiamenti. Nel 2013 anche la sorella Violetta palesa paura per la propria incolumità, specie per molestie telefoniche e misteriosi eventi come una intrusione in casa in Costa Azzurra, nella quale «riconobbi i metodi tipici del capo della sicurezza di Esselunga, Cutillo». Costui quattro mesi fa finisce indagato insieme a Bernardo Caprotti, per le ipotesi di reato di stalking e molestie, dopo che l’8 ottobre 2013 il figlio Giuseppe aveva denunciato anche un pedinamento sull’autostrada MilanoGenova: l’indagine del pm Luca Gaglio, infatti, riesce a identificare il conducente della vettura inseguitrice in un soggetto (Salvatore Paternostro) che ha un possibile legame con Sudamerica Il congresso dei clown in Guatemala Uriel Cifuentes, vestito come Charlie Chaplin, ha preso parte alla parata dei clown, durante la sesta edizione del Latin American Clown Congress a Città del Guatemala. Nella capitale si sono dati appuntamento clown provenienti da tutto il Centro e Nord America (Ap/Moises Castillo) un investigatore privato, Federico Borio, che a sua volta per motivi di lavoro ha contatti anche con il capo della sicurezza di Esselunga. Ma se il pedinamento è provato, la Procura archivia Cutillo e Bernardo Caprotti perché rileva che non esistono elementi per sostenere che a idearlo siano stati loro. Al pm sembra peraltro un’iniziativa dell’investigatore privato Borio, il cui interrogatorio si è concluso bruscamente, segno di un possibile problema di false dichiarazioni al pm: ma comunque per legge non avrebbe rilevanza penale un singolo pedinamento che si fosse svolto con manovre non pericolose o non molestatrici. E il resto delle denunce dei figli? Al vaglio del pm, le telefonate che allarmano Violetta si rivelano chiamate automatiche di call center di prodotti disparati, i prospettati spionaggi illeciti rientrano in legittime attività di monitoraggio informatico dei dipen- denti, e a Bernardo nulla riconduce la mascella di animale spedita a Giuseppe o l’incendio di gelsi pregiati. Il padre, anzi, controdenunciando Giuseppe con l’avvocato Ermenegildo Costabile, ora ottiene che il figlio sia destinatario di una conclusione d’indagine per averlo diffamato a mezzo stampa attribuendogli la cacciata da casa della madre e l’input di perizie psichiatriche in azienda. Del resto è stata guerra anche sui media, come lo stesso Giuseppe spiega al pm il 5 giugno: «I miei collaboratori negoziavano con i giornalisti l’uscita di articoli sulla vicenda dei contrasti legali, fornendo materiale e gestendo il testo finale degli articoli (...). E quando ci sarà la decisione finale, certo riprenderò i contatti con la stampa per veicolare i messaggi giusti e tutelarmi». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 # Agrigento All’oasi delle «Pergole» divieti e sbarramenti vengono regolarmente violati I dati del ministero In spiaggia Decine di automobili parcheggiate, in modo selvaggio, a pochi centimetri dal mare, sulla spiaggia siciliana delle Pergole a Realmonte, in provincia di Agrigento. L’immagine risale a domenica scorsa e a quanto pare è un’abitudine diffusa da anni. «Anche quest’anno prospera indisturbato il posteggio selvaggio presso la splendida spiaggia realmontina», hanno denunciato gli ambientalisti tra cui l’associazione Mareamico di Agrigento Con la macchina fino al mare La spiaggia diventa parcheggio Gli ambientalisti: «I vigili hanno paura di intervenire» REALMONTE (Agrigento) — La consuetudine appare più che rozza, ma le ruote debbono sfiorare il bagnasciuga per potere scendere dalla macchina e tuffarsi nel mare di Realmonte senza nemmeno fare un metro. Senza nemmeno lo spazio per piantare un ombrellone. Mangiando poi i panini in auto, come fosse una cabina privata su un mare privatissimo. Facendo a gara a chi parcheggia più vicino, sulla sabbia, ignorando qualsiasi rischio. C’è voluto il drone di una associazione ambientalista di Agrigento, MareAmico, per documentare la follia consumata sull’oasi delle «Pergole» da una comunità senza regole, da un Comune che non manda vigili urbani, da una Sovrintendenza cieca, da un assessorato regionale al Territorio che si occupa d’altro, da una Capitaneria di porto lontana mille miglia nonostante la sede di Porto Empedocle sia a dieci minuti di motovedetta. La somma della maleducazione e delle omissioni delle autorità preposte diventa così una miscela esplosiva per avvelenare le vacanze in Sicilia e sfregiare gli angoli più belli di un’isola poco amata da chi vi abita, lasciata spesso in balia del parcheggiatore abusivo pronto ad allineare utilitarie a riva, come fossero barche. Anche qui, a due passi dalla famosa «Scala dei Turchi» dove si consuma un’altra clamorosa rovina perché l’unica strada di accesso alla attigua spiaggia di Punta Grande, anziché essere sbarrata al traffico, è diventata il corridoio d’accesso a un parcheggio a pagamento a ridosso dell’arenile, stavolta autorizzato dallo stesso Comune di Realmonte. Adesso che sui siti impazza il video di quel drone invadente sulle «Pergole» tutti corrono al riparo giurando inchieste e accertamenti. A cominciare dall’assessore al Territorio Maria Rita Sgarlata ieri sera al telefono con il sindaco Pietro Puccio che balbettava di avere solo due vigili urbani, che le transenne messe di traverso sulla strada d’accesso gliele spostano i bagnanti e così via, senza però spiegare l’autorizzazione dell’altro parcheggio a pagamento, a due passi dalla «Scala» immortalata in tanti film da Giuseppe Tornatore e altri registi. E dire che lo stesso sindaco una medaglia dagli ambientalisti se la vide aggiudicare l’anno scorso quando, dopo dieci anni di tira e molla, diede il via alla demolizione del- ✒ Se il vescovo chiude la Curia per due multe di MARIO GAROFALO I L’avviso Il vescovo Cipollone l vescovo Emidio Cipollone ha messo un foglio sul portone della Curia di Ortona per annunciare ai fedeli che non riceverà più nessuno «a causa delle multe». Se lo vogliono incontrare, spiega, che vadano a Lanciano, che è l’altra metà della diocesi. Ora, d’accordo che sua eccellenza ha pagato la contravvenzione, d’accordo che è la seconda in due anni, d’accordo che aveva chiesto il permesso di sosta nel centro storico e non gli era stato accordato, d’accordo che il sindaco gli aveva però assicurato che non c’erano problemi, ma nella Chiesa di Papa Francesco che pranza alla mensa degli operai, c’era bisogno di chiudere la Curia per non fare qualche metro a piedi? garofalo_ma © RIPRODUZIONE RISERVATA l’ecomostro piantato davanti a quel gioiello del turismo siciliano. Non solo, ma bloccò anche la costruzione di 25 ville esclusive sulla cima della collina e per questo gli è appena arrivato un plico di carte bollate a firma Gaetano Caristia che, per l’impresa costruttrice, la Comaer Immobiliare di Siracusa, chiede un risarcimento di 10 milioni di euro: «Ci avevano dato tutte le autorizzazioni...». Dovrà scegliersi un avvocato nella lotta contro gli appaltatori, ma il sindaco sembra arrendersi davanti al malcostume di tanti bagnanti e soprattutto davanti all’arroganza di parcheggiatori più o meno abusivi. Come deve aver capito la sovrintendente di Agrigento Caterina Greco che ha promesso di fare presto un sopralluogo alla «Scala dei Turchi» dove è perfino comparsa una insegna stradale per segnalare, senza vergogna, il «parcheggio sulla spiaggia». Una notizia appresa «con indignazione», spiega la sovrintendente insediatasi da pochi mesi in un ufficio dove bisognerà scuotere qualche funzionario. «La verità è che tutti hanno paura di tutti e i vigili si rifiutano di fare controlli in spiaggia», denuncia Claudio Lombardo, il leader di MareAmico. In sintonia con il direttore del Distretto turistico Gaetano Pendolino che rilancia l’allarme sulla cattiva immagine: «Dovremmo chiedere i danni a chi omette di intervenire». Stranieri e città d’arte tengono a galla il turismo italiano Record di americani Gli italiani tornano (lentamente) a viaggiare: almeno in Italia, dove nei primi sei mesi del 2014 il flusso dei vacanzieri connazionali è cresciuto dell’1,8%. Numeri che lasciano ben sperare, quelli forniti dall’Osservatorio nazionale del turismo (dati Bankitalia-Istat, rielaborati da Ciset) e presentati ieri al ministero dei Beni culturali. Ma ancora poco competitivi con il turismo straniero che, per lo stesso periodo e con un aumento del 2,3%, si conferma traino del settore. Per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, però, non basta. «Dobbiamo moltiplicare l’offerta turistica, lavorare sulla digitalizzazione e sulla qualità dell’ospitalità — ha detto — e promuovere il Paese in modo compatto, superando la concorrenza tra regioni». Se «investire nel turismo è una delle condizioni fondamentali per far crescere l’economia», il piano di azione del ministero punta tutto sul Mezzogiorno: «Al Sud si trovano dei tesori unici come Pompei, i Sassi di Matera, i Bronzi di Riace e i turisti scelgono sempre le grandi città d’arte. Bisogna lavorare per renderlo più attrattivo». È anche dai dati che emerge come gli stranieri in vacanza in Italia preferiscano la componente culturale: quasi la metà dei pernottamenti estivi e ben il 58% della spesa Franceschini turistica. Ma con una scelta «Ora indispensabile mirata su Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana (in aumentare l’offerta particolare Roma, Milano, e la qualità della Venezia e Firenze) che nostra ospitalità» accolgono da sole il 60% della spesa estera. Gli introiti del Mezzogiorno restano, invece, fermi al 13%. A spendere di più i turisti provenienti dalla Germania (5 miliardi di euro), Stati Uniti (4 miliardi), Francia (3 miliardi). Seguiti da Regno Unito, Svizzera, Austria, Spagna, Russia (in crescita dal 2012 con un +11,5%), Olanda e Australia. Nel complesso, sono però gli italiani (il 51% del totale) a contribuire maggiormente all’economia nazionale: 63 miliardi di euro di consumi nel 2013. Che sommati ai 33 prodotti dagli stranieri, fanno un totale di 96 miliardi (pari al 10% dei consumi finali interni). In sostanza, considerando che mille euro di consumo turistico generano 727 euro di ricchezza, altri 70 miliardi di ricchezza prodotta l’anno. Ma nel secondo trimestre 2014 è anche l’occupazione nelle imprese alberghiere, di ristorazione e servizi turistici ad evidenziare un saldo positivo (con previsioni per il prossimo quinquennio di performance migliori di altri settori dei servizi e dell’industria). In sostanza l’andamento del turismo internazionale mostra segni di ripresa, con un saldo dell’Italia sempre positivo (il 2013 si è chiuso a +10,4%). E anche in termini di arrivi e di entrate l’Italia può vantare davanti il segno più: quinta al mondo per arrivi (+2,9%) e sesta per entrate da turismo internazionale (+3,1). I flussi dall’estero vedono in testa la Germania, secondi gli Usa a +11% e terza la Francia a +4,5%. Ma oltre alle misure già messe in campo nei primi cinque mesi di governo — agevolazioni fiscali per il settore contenute nella legge Cultura e turismo — allo studio del ministero dei Beni culturali c’è di più: ad esempio una «tassa di soggiorno più equa». «Serve una ridefinizione nazionale di cosa è questa tassa — ha spiegato Franceschini — di come si può estendere la platea di chi la paga e distinguere in base al luogo visitato. In Parlamento ci sono già diverse proposte». «Nel lavoro che stiamo portando avanti per la nuova Enit poniamo grande attenzione alla digitalizzazione del settore turistico e delle attività promocommerciali — ha aggiunto il commissario straordinario dell’Agenzia italiana per il turismo - Enit, Cristiano Radaelli — ma anche alla riorganizzazione degli uffici all’estero». Flavia Scicchitano Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Maltempo Temporali sulle vacanze. Un ferito ad Ancona. Oggi scatta un nuovo allarme meteorologico su tutte le regioni del Centro Nord Nubifragi in Toscana, evacuati due campeggi Ombrelli ancora a portata di mano in questo strano luglio per via delle bombe d’acqua che continuano a imperversare, a macchia di leopardo, lungo parte della Penisola. Ieri nel Novarese, ripetute trombe d’aria hanno provocato danni ad aziende agricole, mentre la pioggia, a più riprese, ha allagato stalle e capannoni. In Lombardia, nel Varesotto, la situazione sta tornando alla normalità. Pochi gli interventi dei vigili del fuoco per sgomberare cantine allagate mentre si è lavorato sodo per rimuovere acqua e fango da alcune strade flagellate dalle forti piogge di martedì. Il danno più vistoso si è avuto a Cremeno, nel Lecchese, dove si è aperta una voragine su una provinciale. A Milano la procura ha aperto un’inchiesta, ipotizzando il reato di crollo colposo, per il buco di 12 metri apertosi sabato scorso in centro. In Emilia Romagna sono caduti 90 milioni di metri cubi d’acqua in poche ore specialmente nella zona di Carpi e di Reggio Emilia; a Modena è esondato il canale di Cavo Cerca ma non ci sono stati danni alle abitazioni. Invece a Rimini un nubifragio si è abbattuto in città creando problemi al traffico perché sono stati chiusi diversi sottopassi. In Toscana si sono registrati allagamenti nel Livornese dove due campeggi sono stati evacuati a Marina di Bibbona. I 100 turisti sono stati alloggiati in alcune strutture comunali. A Rosignano Marittimo è esondato un torrente e due persone sono state alloggiate in un hotel. Problemi minori si sono avuti anche nelle province di Lucca, Pistoia e Prato. Nelle Marche, nell’entroterra di Fano, una forte perturbazio- ne ha fatto straripare in più punti il torrente Arzilla. A Senigallia, nell’Anconetano, è scattato l’allarme per il livello del fiume Misa e per alcune ore la Protezione civile ha disposto, a scopo precauzionale, l’evacua- Nel Lecchese La voragine che si è aperta sulla provinciale 64 a Cremeno zione delle abitazioni situate ai piani terra. Un automobilista è rimasto ferito a Monte San Vito perché è caduto in una voragine di tre metri apertasi sulla strada. A Roma, ci sono stati alcuni interventi per allagamenti ed è stato interdetto l’uso delle banchine del Tevere, nel tratto urbano, per prevenire eventuali pericoli nelle zone che spesso ospitano manifestazioni estive. Intanto iniziano le prime stime sui danni provocati dal mal- A mollo Pedoni sorpresi dal nubifragio a Bologna (foto Benvenuti/Ansa) tempo. La Camera di Commercio di Milano ipotizza che le mancate prenotazioni e gli sfumati week end sono «costati» all’Italia 750 milioni di euro. La Coldiretti, invece, ipotizza danni per un miliardo di euro. Una somma che tiene conto sia dei danni diretti subiti dai comparti agricoli e turistici sia di quelli indiretti per il calo dei consumi di prodotti stagionali. Il bel tempo, però, tarderà ad arrivare anche oggi. La Protezione civile prevede temporali su tutto il Centro Nord Italia. Perturbazioni che si sposteranno anche in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria tirrenica centro-settentrionale. Al Centro Sud inoltre caleranno le temperature sensibilmente e i venti agiteranno i canali di Sardegna e lo Stretto di Messina. Alessio Ribaudo AlessioRib © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Sussidiario di LUCA MASTRANTONIO Ma il milanese è davvero così imbruttito? L’ aggettivo «imbruttito» mescola il giudizio estetico della parola con cui condivide la derivazione da «brutto», cioè «abbruttito», e il giudizio morale del termine mutuato da «bruto», ovvero «abbrutito», ridotto in stato di miseria materiale e morale, che si comporta in modo irrazionale, incivile, cinico. Infatti: se è vero che si può essere — o illudersi d’essere — belli dentro benché brutti fuori, quando ci si imbruttisce, ci si imbruttisce dentro e fuori. L’imbruttimento nella versione meneghina del «Milanese Imbruttito» è un tormentone di successo sul web (foto da Instragram), dove tra blog e Facebook (300mila «mi piace») un gruppo di ragazzi sta mettendo a nudo, commercializzando il brand con magliette e gadget, il logorio psico-linguistico del milanese postmoderno: un tipo ultra-performante, sinceramente mitomane, ansiogeno da competizione, autogeno nell’autostima, socievole a parole, insofferente, curioso con distacco, cinico compiaciuto, multi- Il mio eroe segreto come pare dal latino «ex abrupto») ma può anche «fare brutto», dove imbruttirsi è un arrivare minaccioso, come di chi può sfigurare qualcuno. Farlo, appunto, brutto. Notare: spesso alcuni milanesi dicono che il Milanese Imbruttito racconta dei cliché falsi. Può essere, ma alla fine reagiscono male e si «imbruttiscono» anche loro. «Ma chi, io… così? Oh, tusseifuori!». lmastrantonio@rcs.it criticalmastra.corriere.it tasking al limite della dissociazione mentale, auto-ironico a sua insaputa. Cioè: «Il Milanese Imbruttito è dentro ognuno di noi — è la battuta numero uno del sito — Non è né in orario, né in anticipo, né in ritardo: È già lì». Oppure. «In vacanza? No, il Milanese Imbruttito stacca» (la spina, l’assegno, gli altri). Tra l’altro: l’aggettivo «brutto» spesso mescola stupore e tremore, esclamazione e terrore, a seconda delle frasi. Una persona può piacere «di brutto», cioè tanto (o da subito, se deriva © RIPRODUZIONE RISERVATA Viktor Ullmann Viktor Ullmann, compositore ebreo, nacque il primo gennaio 1898 in una città dell’Impero austro-ungarico che allora si chiamava T šín (in ceco) o Teschen (in tedesco) ed è attualmente divisa in due parti: Cieszyn (Polonia) e eský T šín (Repubblica Ceca). C’è tutta la storia del Secolo Breve, in questi nomi diversi per la stessa città. Molte cose si potrebbero raccontare, della vita di Viktor Ullmann. Ma come per i santi del Martirologio quella che va tenuta a mente, quella che conta, è la sua morte. Quando penso a Viktor lo immagino quindi alla fine dei suoi giorni, già sul treno per Auschwitz. Tendo un filo grigio tra il giorno del suo arrivo al campo, il 18 ottobre, quando verrà inghiottito e cancellato in poche ore dal processo industriale di sterminio, e il 16 ottobre in cui è partito da Theresienstadt. A metà di quel filo grigio come fumo, grigio come cenere, come l’urlo straziante di un treno, è il giorno di cui non so nulla in cui Viktor pensò sicuramente ai suoi giorni passati, all’opera compiuta. Il ghetto di Theresienstadt (in tedesco) o Terezín (in ceco) è il campo di concentramento a 65 km da Praga in cui Ullmann visse, o sopravvisse, dall’8 settembre 1942 al 16 ottobre 1944. 769 giorni. Ogni alba preziosa e unica come un diamante cucito nel cappotto. Chi è Tullio Avoledo è uno scrittore nato nel 1957 a Valvasone, in Friuli. Il suo primo romanzo è stato pubblicato nel 2003 La distanza tra Theresienstadt e Auschwitz è di 600 km: esattamente la distanza media che le SS usavano per calcolare il costo del biglietto di terza classe che rimborsavano alle Deutsche Reichsbahn, le ferrovie tedesche, per ogni ebreo portato al mattatoio. 0,5 pfennig al chilometro, 240 milioni di marchi in totale, per portare alla morte 8 milioni di persone. In ogni carro bestiame venivano stipate 150 persone, invece delle 50 indicate dalle SS come carico standard. Il trasporto del 16 ottobre da Theresienstadt contava 1.500 «passeggeri», fra cui Ullmann. Immagino quindi 10 carri trainati da una locomotiva a vapore DRB 52, il cui fischio da uccello notturno si può sentire nella composizione del 1988 Different Trains di Steve Reich. A Ullmann sarebbe piaciuta Different Trains, quella musica dal futuro, da un mondo su cui la croce uncinata non sventola più. Durante i 769 giorni a Theresienstadt compose 24 lavori, 21 dei quali sono giunti fino a noi, a costo di rischi enormi per chi li trascriveva e li nascondeva. C’erano pochi, pochissimi strumenti nel campo (alcuni decisamente non canonici, come una fisarmonica o dei pettini), ma una grande abbondanza di direttori d’orchestra e musicisti, e cantanti. C’erano anche tanti bambini, e proprio per loro furono composte le musiche più belle, come l’opera Brundibár di Hans Krása, un altro musicista destinato a diventare cenere ad Auschwitz come i bambini che avevano recitato e cantato in quell’opera. Il malvagio Brundibár, come l’imperatore Overall del capolavoro di Ullmann Der Kaiser von Atlantis, sono riconoscibilissime parodie di Hitler. Mettere alla berlina davanti alle SS del campo il loro Führer significava davvero porre la musica al di sopra di ogni cosa, anche della vita: era un atto di estremo coraggio, in quelle tenebre. Nel 2005, per commemorare il 60° anni- LA MUSICA SCONFISSE IL RE DI ATLANTIDE ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI di TULLIO AVOLEDO un’estate italiana Il compositore ebreo passò 769 giorni in un Campo prima di morire ad Auschwitz Tra le sue opere una parodia su un tiranno ispirata a Hitler, censurata dai nazisti versario della liberazione del campo, la Bbc portò ad Auschwitz alcuni grandi musicisti per riconsacrare quei luoghi orrendi alla musica, che i nazisti avevano usato in modo abietto, accompagnando con motivetti allegri la marcia dei prigionieri verso la morte, o usandola per coprire i lamenti e i suoni delle stragi. Tra i momenti più alti di quella commemorazione ricordo il suono degli shofar, i corni rituali ebraici, che nel brano Tekyah del compositore ebreo argentino Osvaldo Golijov intonano assieme a un clarinetto klezmer il loro lamento nel bosco di betulle in cui le vittime inermi attendevano il loro turno per entrare nelle camere a gas. L’imperatore di Atlantide è un’opera sulla Morte, e su come neppure Hitler potrà sottrarvisi. Viene ancora rappresentata, come Brundibár. Bambini di oggi cantano le stesse parole dei loro coetanei ridotti in cenere. Quella musica ci fa ancora ridere e piangere, ci commuove: spezza la rigida gabbia dei numeri, dei chilometri, degli anni e degli pfennig e ci fa volare in alto, dove il fumo diventa azzurro e luce. La cucina dei romanzi Ispirato ❜❜ La prigionia è servita a stimolare e non a impedire le mie attività Viktor Ullmann sarebbe il mio eroe anche se avesse scritto solo queste parole: «Devo sottolineare che Theresienstadt è servita a stimolare, non ad impedire, le mie attività musicali; che in nessun modo ci siamo seduti sulle sponde dei fiumi di Babilonia a piangere; che il nostro rispetto per l’Arte era commisurato alla nostra voglia di vivere. Ed io sono convinto che tutti coloro, nella vita come nell’arte, che lottano per imporre un ordine al Caos, saranno d’accordo con me». A passo leggero © RIPRODUZIONE RISERVATA di CRISTINA GABETTI di PAOLO DI STEFANO La dieta al pesce d’uovo del pittore di Pontormo S apete che cosa mangiava il grande pittore manierista Jacopo da Pontormo? Nel suo diario ci ha lasciato elenchi piuttosto dettagliati dei suoi miseri pasti. «Martedì sera mangiai una insalata di lattuga e uno pesce d’uovo. Mercoledì sancto sera 2 quatrini di mandorle e uno pesce d’uovo e noce». Giovedì sera ancora lattuga con un uovo e un po’ di caviale (non le pregiate uova di storione attuali). Venerdì ancora uova, fave, caviale e 4 quattrini di pane. Il «pesce d’uovo» era la frittata alla moda fiorentina, cioè arrotolata in modo da sembrare un pesce. Pare che il salutismo dell’artista fosse favorito dalla povertà e dalla tirchieria: un giorno fece una passeggiata fuoriporta con il suo giovane assistente Battista: «nell’occasione portai con me quanto era rimasto del castrone e cenammo insieme». In realtà si trattava solo di ossa spolpate e di cartilagine, come sospetta Nigro nel suo saggio-racconto. Salvatore S. Nigro, L’orologio di Pontormo, Bompiani © RIPRODUZIONE RISERVATA Educare alla differenziata (e compattare tutto assieme) M entre la poltiglia velenosa di spazzatura indifferenziata naviga dalle Eolie verso la terraferma a spese della Regione Sicilia, i bambini della scuola elementare, che con la maestra hanno imparato a separare vetro, plastica, lattine, carta e avanzi di cibo, si chiedono perché viene poi raccolto e pigiato tutto insieme. Spiegare loro che i «responsabili» non riescono ad organizzarsi equivale a dire che non hanno a cuore il loro futuro. Che schiaffo. Ho trovato online uno studio finanziato dalla comunità europea e realizzato dalla scuola Vaccarini di Catania che fotografa la gestione dei rifiuti nelle Isole minori e propone soluzioni sostenibili. Gli studenti hanno trascorso 3 settimane alle Eolie «un laboratorio perfetto», scrivono, per progettare un sistema chiuso: 4 comuni gestiscono 7 isole; se si creasse un piano integrato, una rete, potrebbero riconquistare l’autonomia di una volta, con l’aggiunta dei benefici che le tecnologie di oggi possono offrire. Primo ostacolo, osservano i ragazzi, è che si ragiona per settori: rifiuti, acqua, agricoltura, energia, quando ogni attività è collegata. Ad esempio, un impianto di compostaggio in loco dimezzerebbe la spazzatura, quindi l’energia per spostarla, e sarebbe utile negli orti. Semplice, eppure... © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 # Fumetto di GIULIO GIORELLO Stone-Satanik il fascino di trasgredire «L a notte non è tenera», recitava il titolo del n. 199 (6 settembre 1972) di Satanik. L’affascinante e diabolica strega viene creata nel 1964 da Max Bunker (Luciano Secchi, testi) e Magnus (Roberto Raviola, disegni), quando la contestazione del Sessantotto era ancora da venire, e così il femminismo radicale e persino il neonichilismo (ma vedi «Il valore di niente», n. 64, 21 giugno 1967). Trasgressiva per il piacere di esserlo, trova forse il suo doppio in alcune figure cui ha dato vita sullo schermo, come la Affascinanti La diabolica strega che campeggiava sulla copertina di Satanik e Sharon Stone grande Sharon Stone, sempre Pronta a morire (1995) e insieme Diabolique (1996). Il carattere di un personaggio della finzione è solitamente diverso da quello di chi lo impersona, con una bravura tale che lo spettatore crede che quella sia davvero la realtà! Lo potremmo chiamare, prendendo spunto da Diderot e guardando a Sharon, il «paradosso dell’attrice». È al film Basic Instinct (1992, regia di Paul Verhoeven) che lei deve l’esplosione della sua popolarità: chi dimentica la scena dell’interrogatorio in cui l’enigmatica Stone accavalla le gambe non avendo nulla sotto la gonna? Di un esibizionismo così irriverente Satanik era stata antesignana. Per di più, come la «Rossa» di Bunker e Magnus si era trasformata dalla brutta Marny Bannister nella Bellissima che uccide per insofferenza delle convenzioni, la bionda Stone ha riconosciuto che a mutarla da normale attrice Usa a star mondiale è stato proprio quel film che l’inflessibile Morando Morandini ha definito «di imbecillità sconcertante». © RIPRODUZIONE RISERVATA La realtà romanzesca Preferirei di no di MARIA LAURA RODOTÀ Liti in famiglia sulle case E non abbiamo neanche Zillow ELABORAZIONE FOTOGRAFICA CORRIERE DELLA SERA Un omicidio senza movente che doveva sembrare un suicidio di CARLO VULPIO «C i vediamo oggi pomeriggio a casa mia», disse Anna Maria Botticelli alle sue compagne di classe Nadia Roccia e Mariena Sica quando le porte dell’autobus si aprirono e gli studenti scesero a Castelluccio dei Sauri, duemila abitanti a mezz’ora di strada da Foggia. Era il 14 marzo 1998. Una giornata come le altre, solo un po’ più fredda. Le tre ragazze studiavano all’istituto magistrale «Poerio», si conoscevano fin da bambine ed erano così unite tra loro da formare un trio compatto, a scuola e fuori. Quel giorno, dovevano vedersi nel garage della casa di Anna Maria per lavorare a una tesina per gli esami di maturità. Nadia non sospettava che invece proprio per quel giorno le sue due amiche del cuore avevano preparato il suo omicidio in ogni particolare, compresa la messinscena che lo avrebbe fatto apparire un suicidio. Nadia arriva a casa di Anna Maria con i libri sotto il braccio, si siede e comincia a leggere ad alta voce. È un attimo. Mariena, come un’ombra, si porta alle spalle di Nadia e stringe la sua sciarpa intorno alla gola dell’amica. Il cappio è perfetto, Mariena ci mette tutta la forza, ma non ce la fa a strangolare Nadia da sola. Per ucciderla, deve intervenire anche Anna Maria, la leader del gruppo, la più bella, lunghi capelli biondi e occhi azzurri che hanno annientato le difese di tanti coetanei. Quando stringe le mani al collo di Nadia, Anna Maria, l’angelo, si trasforma in demone e per Nadia non c’è pietà. Le due assassine adesso passano a inscenare il suicidio. Una corda, per far credere che Nadia si sia impiccata, e una lettera d’addio dattiloscritta ta — con la firma autentica di Nadia, che le due amiche le avevano fatto mettere come per gioco su un foglio bianco —, in cui Nadia confessa di essersi tolta la vita perché innamorata di Anna Maria e incapace di sopportare la vergogna della propria omosessualità. Poi, l’allarme: ci siamo assentate per qualche minuto, siamo andate a comprare delle patatine, ma quando siamo tornate Nadia non ci ha risposto, di sicuro si sarà sentita male, presto venite, bisogna aprire il garage. Accorrono tutti, familiari e vicini, forzano la saracinesca del garage e trovano Nadia a terra, senza vita. Accanto a lei, la corda. Sul tavolino, tra i libri, la lettera d’addio. All’improvviso, Castelluccio dei Sauri, il cui unico diversivo alla noia — come suggerisce il nome del paese — sono le corse dei cavalli all’ippo- A scuola L’aula dove Nadia (in alto) studiava con Mariena Sica (a sinistra) e Anna Maria Botticelli Nadia uccisa dalle compagne dopo un ordine arrivato in sogno La vicenda La messinscena e i depistaggi Il 14 marzo 1998 Nadia Roccia viene uccisa da due sue compagne di classe. Le due fanno trovare vicino al corpo una corda e una lettera d’addio per depistare le indagini Le fantasie delle assassine Manca il movente di tanta violenza. Le amiche parlano di una presunta omosessualità di Nadia, poi di satanismo e addirittura di un’ordine arrivato in sogno Le condanne Anna Maria Botticelli e Mariena Sica vengono condannate all’ergastolo in primo grado. La pena si riduce 25 anni in appello e poi, nel 2003, a 21 anni dromo, più o meno truccate da imbroglioni foggiani e napoletani, si riscopre più torbida di Twin Peaks, la apparentemente tranquilla cittadina immaginaria degli Stati Uniti in cui è ambientata la serie tv di David Lynch, fra thriller e soprannaturale, che in quegli anni riscuote un grandissimo successo. Come a Twin Peaks, anche a Castelluccio dei Sauri tutto — vere o false storie di sesso, di droga, di satanismo balordo, di invidie e piccoli ricatti — si svolge ed è avvolto in un clima di pesante mistero. Ma il mistero dell’assassinio di Nadia è ancora più oscuro e indecifrabile di quelli di Twin Peaks, perché non verrà mai risolto, nemmeno dopo la confessione delle due amiche. La bionda e la bruna, come vennero soprannominate Anna Maria e Mariena quando per loro i criminologi ipotizzarono un caso di «follia a due» — la schizofrenica Anna Maria che plagia la depressa Mariena —, confessano l’omicidio, è vero, ma non le ragioni per cui lo hanno commesso. Prima esaltano la bellezza di Lucifero e il loro legame «forever», come scrivevano nei bigliettini che si scambiavano, e tutti pensano a giochi e riti satanici, anche perché in una intercettazione si lasciano sfuggire che al delitto hanno partecipato cinque persone. Poi raccontano di una presunta e ingombrante omosessualità di Nadia. Poi ancora di una promessa non mantenuta da parte di Nadia, che doveva aiutarle a fare un viaggio in America perché lì aveva uno zio che le avrebbe ospitate. Infine dicono di essersi decise a uccidere Nadia per esaudire il desiderio del papà defunto di Mariena, che compariva spesso in sogno ad Anna Maria e le chiedeva, quasi le ordinava, di uccidere Nadia. Troppi moventi, e tutti deboli. Ma poiché la sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo in primo grado — poi ridotta a 25 anni e, infine, nel 2003, a ventuno anni — non poteva essere priva di un movente, i giudici hanno accolto la tesi del «movente onirico». Cioè proprio il meno credibile, che non svela il segreto di questo delitto e fa di questa storia uno di quei rari casi della letteratura criminale classificati come «delitto senza movente». Nel 2019, a fine pena, Mariena Sica sarà una donna di 37 anni e tornerà libera. Anna Maria Botticelli invece non è più in carcere da tempo, si è ammalata di sclerosi multipla e sopravvive su una sedia a rotelle in un paese del Nord Italia. Nadia Roccia, lo diceva anche nelle discussioni a scuola, era contraria alla pena di morte, che invece i suoi familiari e quasi tutto il paese invocavano durante il processo. Ora però sarebbe giusto che qualcuno sveli il vero segreto della sua morte. © RIPRODUZIONE RISERVATA Diario dalle vacanze «SIAMO SALITI IN ASCENSORE, GIÀ AL 1° PIANO LA STAVO BACIANDO» di GIORGIO MONTEFOSCHI C aro Lucio, mai avrei creduto di godermela tanto, Roma, d’estate, soprattutto in questi giorni di moderato caldo. Certo, lavoro, e lavoro pure parecchio. E bene. E a una cert’ora, crollasse il mondo, esco dall’ufficio. La mia Pina mi guarda severa: «Ingegnere doveva dettarmi quella lettera...». Le rispondo: «Senta Pina, lei mi conosce da molti anni e sa come sono fatto. Però se pensa che sono diventato un robot, si sbaglia». E, infischiandomene del suo disappunto, saluto baracca e burattini. Sotto l’ufficio, mi aspetta puntuale Paola. Io mi tolgo la cravatta e la giacca, mi rimbocco le maniche e salgo sulla sua macchina. Non sai che meraviglie mi fa vedere, profittando del fatto che il traffico è ormai praticamente inesistente e si può parcheggiare ovunque, anche fuori delle strisce blu che comunque sono sempre libere e con un euro ti togli la paura. Visitiamo chiese bellissime di cui neppure conoscevo l’esistenza (per esempio, una in Trastevere, della quale mi sono scordato il nome, con gli affreschi di un certo Cavallini; la chie- sa dei Quattro Santi Coronati; la Basilica di Santa Sabina all’Aventino); ci fermiamo di fronte alle facciate dei palazzi rinascimentali e lei mi illustra; naturalmente, nelle chiese, passiamo molto tempo (tanto che spesso devo rimettere la monetina nella cassetta della illuminazione) a contemplare quadri di pittori famosi (come, per esempio,il Caravaggio). No, è proprio bello e interessante. Oltretutto, le chiese sono ancora più fresche che fuori e, quasi tutte, consentono poi di fare due passi lì vicino, perché c’è il giardino di una villa (come al Celio), oppure una grande terrazza (come il Giardino degli Aranci all’Aventino). Quello è il momento migliore: il sole volge al tramonto, facciamo due passi. E Paola è così quieta, rassicurante... Ma insomma, Lucio, è inutile che traccheggio. L’altro pomeriggio avevamo stabilito di fare un tour archeologico dalle Terme di Caracalla all’Appia Antica. Tu non puoi sapere cos’è di meraviglioso l’Appia Antica nel pieno della canicola, con quelle rovine che ti ricordano un passato sepolto nei secoli, i cipressi, i pini, ❜❜ Come ieri Gliel’ho detto a Paola, mentre eravamo sul muretto... qui sembra che il tempo si sia fermato il suono assordante delle cicale e, lontano, le sagome brune degli acquedotti romani. Gliel’ho detto a Paola, mentre eravamo seduti su un muretto:«Qui sembra che il tempo si sia fermato». Ha annuito. Erano quasi le otto. Passando in macchina, avevamo visto una trattoria semplice che si chiama «Qua nun se more mai». Divertente. Ci siamo andati e abbiamo fatto la nostra cenetta(leggera: prosciutto e melone, filetto, insalata), innaffiata da una buona bottiglia di bianco e conclusa con una sambuca. Alle dieci e mezza, eravamo alle Terme di Caracalla (non ci crederai, ma quando siamo passati, dalla cavea dell’opera s’è alzata la voce del tenore che cantava: oh dolci baci, languide carezze...). Alle undici, eravamo sotto casa sua a Viale Liegi (e devo dirti che ho apprezzato non poco la sua accortezza nell’aver scelto casa sua e non la mia, per gli ovvi risvolti sgradevoli, se non pericolosi, con gli eventuali testimoni, essendo lei single, io sposato). Dopodichè siamo scesi dalla macchina e siamo saliti in ascensore, perché sta al terzo piano. Ma io, già al primo piano la stavo baciando. Gran notte, caro Lucio. Gran notte. E sappi che il tuo amico ha fatto il dovere suo. Se non di più. Ciao. Mario (10 — continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA I l 67 per cento delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà. Il 77 per cento delle discussioni nelle famiglie italiane avviene sulla proprietà delle case. La percentuale di italiani che discute nonstop di case da vendere e comprare è scesa — a sentirli — al 27 per cento dal 57 dei tempi in cui si poteva ottenere un mutuo. È la crisi. Che genera un supplemento di crisi nelle relazioni sociali. Amici e conoscenti con ossessioni immobiliari non comprano. Soprattutto, quest’estate, non hanno voglia di parlare delle seconde case che non riescono a vendere. Si vedono meno. Si chiudono in se stessi, passano serate calde sul loro divano studiando tristemente villini a schiera invenduti su siti web che aggregano gli annunci, tipo Casa.it o Immobiliare.it. Succede un po’ come con i social network che cannibalizzano la vita sociale. In America, e si preferirebbe di no per i nostri amici di lì che sono maniacali, e si preferirebbe che non succedesse qui — ma è più difficile — è anche nata la Facebook delle case. È il risultato dell’acquisizione di Trulia, il secondo sito di annunci, da parte di Zillow, il sito numero uno. Insieme, attraggono il 71 per cento dei guardoni immobiliari. In più, Zillow dà la possibilità di mettere online la propria casa, farla stimare, vedere se arrivano offerte. Arrivano, di sicuro, i ficcanaso. «Oramai la gente non cerca notizie su potenziali partner, capi, ex coniugi solo su Google e su Facebook», ha detto il boss di Zillow, Spencer Rascoff. «Se sanno dove vivono, li “zillowano” e calcolano quanto vale casa loro». E insomma è un po’ un Facebook, un po’ una Wikipedia, un po’ una trovata che si spera non arrivi da noi perché il calo dei valori e il crollo delle transazioni possono far perdere sex appeal, anche al mare dove il mercato è fermo (si sa). © RIPRODUZIONE RISERVATA L’axforisma di J-Ax C’è quella vecchia canzone di Raf che si chiedeva «cosa resterà di questi anni 80?» E basta guardare la Tv, la politica, la musica, il cinema e la moda per rispondere «tutto» 26 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per l’Abruzzo AVVISO APPALTO AGGIUDICATO (artt. 122 del D.Lgs. 163/2006 e smi) L’ANAS SPA - Compartimento della Viabilità per l’Abruzzo Via dei Piccolomini, 5 L’AQUILA, rende noto che con disposizione Prot. CAQ-0012081-I del 29/04/2014 (divenuta efficace con Prot. CAQ-00020745-I del 16/07/2014) è stata aggiudicata la Procedura Aperta Gara d’Appalto AQLAV002-14 CIG [5609472AB9] - CUP F41B96000000001 inerente i lavori di ripristino dell’efficienza funzionale degli impianti tecnologici delle gallerie San Silvestro, Le Piane ed I Pianacci lungo la Strada Statale n. 714 “Tangenziale di Pescara”. Importo a base d’appalto € 826.609,21 di cui € 35.000,00 per oneri della sicurezza. Categoria prevalente: OG 10 Classifica III. Offerte ricevute: n. 177. Offerta più alta -20.9% Offerta più bassa -35.557%. Aggiudicatario: AMBITER S.R.L. con sede in EBOLI (SA) - Loc. Isca Rotonda snc - C.F. /P.I. 03567100650 con il ribasso offerto del 32.699% e quindi con l’importo netto di € 567.760,91 di cui € 532.760,91 per lavori ed € 35.000,00 per oneri della sicurezza. Estremi di pubblicazione dell’esito di gara: GURI parte V n° 86 del 30/07/2014, siti internet: www.stradeanas.it, www.serviziocontrattipubblici.it e www.regione.abruzzo.it/osservatorioAppalti. Il Dirigente Area Amministrativa Dott. Alessandro Tana VIA DEI PICCOLOMINI, 5 - 67100 L’AQUILA Tel. 0862-305001 - Fax 0862-305260 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Sardegna AVVISO DI GARA CON PROCEDURA PER PUBBLICO INCANTO Gara: CALAV084-14-22S2014 CIG 5827978795 - CPV 71520000-9 CUP: F51B10000900001. Servizio di coordinamento alla sicurezza in fase di esecuzione relativo ai lavori di adeguamento al tipo B4 corsie dell’itinerario Sassari Olbia Lotto 5. Categoria prevalente: Categoria servizio: 12 All II A tabella A dei servizi. Importo complessivo Euro 300.846,16 IVA esclusa. Termine per la presentazione delle offerte di partecipazione: ore 12,00 del giorno 23/09/2014, all’indirizzo ANAS Spa . Via Biasi, 27 - 09131 Cagliari apertura offerte: 24/09/2014. Bando inviato alla G.U.C.E. il 25/07/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Sanluri, Iglesias, Olbia e Tortoli’, sito internet www.stradeanas.it , sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (www.serviziocontrattipubblici.it). Per richiesta bando, norme di gara e documenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) - sede compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare e Contratti, Via Biasi 27 - 09131 Cagliari - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIONE DEL GENIO MILITARE PER LA MARINA AUGUSTA ESTRATTO BANDO DI GARA A PROCEDURA APERTA CODICE ESIGENZA: 193812 - 129414 - 129514 - C.I.G.: 5862504358 - CUP: D53G14000220001. ENTE APPALTANTE : Ministero Difesa - Direzione del Genio Militare per la Marina Augusta - Via Caracciolo, 3 96011 Augusta (SR) - Tel. 0931/424859. LUOGO DI ESECUZIONE DELLE OPERE: Augusta. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’OPERA: Lavori di completamento della palazzina alloggi ASC con adeguamento alle normative vigenti relative al rendimento energetico in edilizia. IMPORTO BASE DI GARA: 2.101.432,68 + I.V.A. al 10% di cui: Oneri per l’attuazione piano di sicurezza (non soggetti a ribasso): €. 102.505,74; CATEGORIE DI CUI SI COMPONE L’APPALTO: OG1 €. 1.156.812,63 Categoria III^ Prevalente - OG11 €. 944.620,05 Categoria III^ scorporabile. TIPO DI GARA: Procedura aperta. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’articolo 83, comma 1 del D.lgs. 163/ 2006 e successive modifiche e integrazioni. TERMINE DI RICEZIONE DEL PLICO E INDIRIZZO A CUI QUESTO DEVE ESSERE TRASMESSO: le offerte dovranno pervenire tramite posta, a mezzo raccomandata o a mezzo servizio di agenzia autorizzata entro le ore 12,00 del giorno antecedente quello previsto per la gara ed essere indirizzate alla DIREZIONE DEL GENIO MILITARE PER LA MARINA - VIA CARACCIOLO, 3 - 96011 AUGUSTA (SR). DATA E ORA ESPLETAMENTO DELLA PROCEDURA APERTA: • il giorno 19/09/2014 alle ore 10,00 (prima seduta); • il giorno 29/09/2014 alle ore 10,00 (seconda seduta); • data terza seduta comunicata con le modalità indicate nel disciplinare di gara; • qualora ricorrono i termini di cui all’art. 86 co. 2 la data della quarta seduta sarà comunicata con le modalità indicate nel disciplinare di gara. VISIONE DOCUMENTAZIONE TECNICO-AMMINISTRATIVA: Le imprese interessate potranno consultare gli atti di gara presso questa Direzione tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 12.30 escluso il sabato e i festivi. Il bando e il disciplinare di gara sono disponibili sul sito internet: www.serviziocontrattipubblici.it - www.marina.difesa.it. REQUISITI RICHIESTI: quelli di cui agli artt. 38 e 40 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i.. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PER LA FASE DI AFFIDAMENTO: Dr. Antonino CIPRIANO. Augusta lì 24/07/2014 IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PER LA FASE DI AFFIDAMENTO Dr. Antonino CIPRIANO Milano, 23/07/2014 AVVISO PUBBLICO Avviso pubblico volto alla selezione di un soggetto concessionario del servizio di gestione di un’area dedicata alla corretta alimentazione dei ragazzi detta “Spazio Scuole/Bimbi” - Laboratorio Vivaio Italia” - sita nel corner sud ovest di Padiglione Italia. Le condizioni per la partecipazione sono indicate nell’avviso pubblico in forma integrale pubblicatoù sul sito http://www.padiglioneitaliaexpo2015.com/it/gare_appalti http://www.rfp.expo2015.org Termine ricezione offerte: ore 12:00 del 17/09/2014. L’Avviso è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 23/07/2014. Il Direttore Generale del Padiglione Italia Ing. Cesare Vaciago AVVISO AI CONTRAENTI Fusione per incorporazione delle gestioni separate Euro Forte, Nuova Moneta Forte, INA Duemila, Euroforte Mercati nella gestione separata Gesav Si informa la clientela che Generali Italia, nell’intento di fornire opportunità e servizi sempre più completi ed efficienti, ha avviato il percorso di unificazione di alcune gestioni separate della Compagnia, di seguito specificate, a cui sono collegate le prestazioni assicurate dei contratti vita. Negli ultimi anni infatti, per effetto dello scenario macroeconomico, le politiche di investimento delle gestioni separate Gesav, Euro Forte, Nuova Moneta Forte, INA Duemila, Euroforte Mercati si sono via via allineate portando ad una composizione degli investimenti molto simile tra loro, come di seguito evidenziato. Con l’approvazione dell’IVASS, l’Organo di vigilanza del settore assicurativo, è stato pertanto intrapreso un processo di fusione che vedrà confluire in Gesav, la più grande gestione della Compagnia, gli investimenti presenti nelle altre gestioni separate citate raggiungendo un patrimonio complessivo di oltre 34 miliardi di euro. La maggiore consistenza patrimoniale aumenterà le possibilità di diversificazione degli investimenti, sempre in un’ottica prudenziale, migliorerà l’efficienza gestionale e incrementerà la stabilità dei rendimenti della gestione separata nel corso del tempo, con evidente beneficio per i Clienti interessati dall’operazione pari ad oltre un milione. L’operazione di fusione, che avrà effetto dal prossimo 1° novembre 2014, sarà realizzata senza alcun aggravio di oneri o spese a carico dei Contraenti e comporterà il vantaggio di ridurre alcune componenti di costo fisso che saranno distribuite su un patrimonio maggiore, in quanto non saranno modificate le caratteristiche e le politiche di investimento applicate ai contratti in essere collegati alle predette gestioni separate. Per i contratti vita e di capitalizzazione sottoscritti entro il 2011 e per le Forme Individuali di Previdenza (FIP) collegate alle gestioni oggetto di fusione, come previsto dalla normativa IVASS, qualora i contraenti non volessero cogliere le opportunità offerte dalla unione delle suddette gestioni separate, potranno rispettivamente avvalersi della facoltà di riscattare i primi o di trasferire i FIP presso altra forma di previdenza complementare adeguata al d.lgs 252/05, presentando la relativa richiesta entro trenta giorni senza l’addebito di alcun onere. Su richiesta, Generali Italia si impegna a comunicare il valore di riscatto o di trasferimento senza alcun costo aggiuntivo. Per i contratti sottoscritti dal 1° gennaio 2012, come previsto dalle condizioni contrattuali, la fusione avverrà automaticamente senza che sia richiesta alcuna attività a carico del Contraente. Il regolamento della gestione Gesav può essere consultato ed acquisito sul sito della Compagnia ed è disponibile presso le Agenzie di Generali Italia. Attraverso questa importante operazione desideriamo condividere con i nostri Clienti i risultati di una Gesav ancora più forte, al fine di continuare a premiare la fiducia accordata al Gruppo Generali. COMPOSIZIONE SINTETICA DELLE GESTIONI SEPARATE INTERESSATE DALLA FUSIONE valori in euro al 30 aprile 2014 GESTIONE SEPARATA CATEGORIA GESAV Obbligazioni Azioni Fondi Comuni Altri investimenti Liquidità Totale EURO FORTE 100% 7.024.635.619 757.874.902 766.648.490 76.781.073 5.016.765 8.630.956.850 81,4% 8,8% 8,9% 0,9% 0,1% 100% Obbligazioni Azioni Fondi Comuni Altri investimenti Liquidità 1.679.950.772 400.946.702 39.568.407 19.035.452 19.340.602 2.158.841.935 77,8% 18,6% 1,8% 0,9% 0,9% 100% Obbligazioni Azioni Fondi Comuni Altri investimenti Liquidità 755.803.272 14.815.136 137.088.081 82.681 205.250.650 1.113.039.818 67,9% 1,3% 12,3% 0,0% 18,4% 100% Obbligazioni Azioni Fondi Comuni Altri investimenti Liquidità 142.594.220 16.285.312 5.557.716 1.778.940 35.565.467 201.781.654 70,7% 8,1% 2,8% 0,9% 17,6% 100% Totale INA DUEMILA 79,6% 7,7% 12,0% 0,4% 0,2% 22.209.206.733 Totale EUROFORTE MERCATI COMPOSIZIONE % 17.684.928.008 1.705.776.130 2.673.844.214 98.531.044 46.127.337 Obbligazioni Azioni Fondi Comuni Altri investimenti Liquidità Totale NUOVA MONETA FORTE IMPORTO Totale Per qualsiasi informazione o approfondimento invitiamo la clientela a rivolgersi alla propria Agenzia. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. 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Questo perché l’eventuale sanzione «avrebbe conseguenze gravi e senza precedenti» nel mondo finanziario con la sospensione — di fatto una decapitazione — dei vertici bancari. Perciò Banca Profilo e la controllante Arepo BP (fondo Sator), patrocinate da Natalino Irti e Giuseppe Cannizzaro, hanno depositato un’istanza di annullamento del procedimento. La vicenda trae origine da un’ispezione Consob durata 17 giorni tra maggio e giugno 2013 sugli acquisti di titoli Banca Profilo effettuati in Borsa da Arepo che nel corso di due anni incrementò la quota del 9% portandola al 63%. Secondo la commissione presieduta da Giuseppe Vegas (nella foto) si trattò di «una manipolazione del mercato idonea a sostenere artificialmente il prezzo». Non solo. Nell’ultima relazione annuale dell’Authority di Borsa — con l’anonimato dovuto — si dichiara di aver già «accertato gli illeciti amministrativi» a procedimento in corso. Resta aperta qualche curiosità. L’intenzione di Arepo (fondo Sator) di accrescere la sua quota era stata dichiarata prima al mercato. Gli acquisti si sono protratti per due anni, tutti i giorni, per importi di poche migliaia di euro, coprendo un quarto dei volumi trattati. Questo con tre autorizzazioni Bankitalia intervenute nel tempo e comunicando mensilmente gli acquisiti a Consob e Borsa spa. Nel periodo incriminato il titolo è sceso da 0,4 a 0,25 euro, più del mercato, e ha preso a salire dopo. Una manipolazione alla luce del sole? Carlo Turchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA {°Î£Ó]Îä £]ÓÓ¯ Ó{°ÇÎÓ]Ó£ ä]Îǯ e / i® £x°È{È]ÓÎ ä]£n¯ e >`À` £ä°ÎÇ]{ä ä]Îί e £]Î{ä£ `>À ä]Óä¯ Û° r £ iÕÀ ä]Ç£Ç ÃÌiÀi ä]än¯ £ iÕÀ £]Ó£Èx vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ ]ÓÓÇÓ VÀ°ÃÛi° ä]x£¯ e £ iÕÀ £]{xÇÓ `°V>° ä]Ó¯ e ä]£ä¯ e i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÎääÇ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÎääÇ iÌÌ ¯ Il semestre Utile a 197 milioni. Europa in pareggio, il successo di Maserati. Marchionne: obiettivi 2014 confermati Frenano i conti Fiat Chrysler, ma va il lusso Pesano la guerra dei prezzi negli Usa, il Brasile e la crisi argentina ✒ I conti del gruppo MILANO — Macina sempre maggiori utili il lusso, continua ad aumentarli anche l’Asia, ritorna a un sostanziale pareggio la vecchia Europa. Ma crolla l’America Latina, tra crisi brasiliana e rischio default argentino, e pure gli Stati Uniti si rivelano via via più «faticosi»: vendite record un mese dietro l’altro, sì, però in un mercato iper-competitivo che le rende più costose e, alla fine ne lima i margini. Quel che i numeri crudi del secondo trimestre — ricavi su del 5% a 23,3 miliardi di euro, risultato operativo in calo da 1,073 miliardi a 961 milioni, utile netto più che dimezzato dai 435 milioni di un anno fa ai 197 attuali — raccontano della strategia di riposizionamento geografico, produttivo e commerciale di Fiat Chrysler in questa sorta di fase di mezzo sta in fondo tutto qui. Una fotografia a parti invertite: si indebolisce (relativamente) la redditività del «lato forte», la sponda atlantica; si rafforzano i contributi dei «lati deboli». Non a sufficienza, tuttavia, da compensare o almeno riportare in pareggio la bilancia. Lo stesso Sergio Marchionne, in conference call con gli analisti dopo il consiglio per la trimestrale e alla vigilia della storica assemblea per la fusione, non può dirsi del tutto soddisfatto. Certo, il board presieduto da John Elkann conferma comunque gli obiettivi già annunciati per il 2014: ricavi dai 93 miliardi in su (con ritocco al rialzo delle stime di consegna, da 4,5-4,6 a 4,7 milioni di auto), risultato operativo (o Ebit) tra 3,6 e 4 miliardi, utile netto tra 600 e 800 milioni, indebitamento netto industriale tra 9,8 e 10,3 miliardi (al 30 giugno era a quota 9,7, a fronte di una liquidità disponibile salita a 21,8 miliardi dai 20,8 di marzo). È la scomposizione dei dati trimestrali, però, che prende di sorpresa gli analisti e porta il titolo giù del 2,1%. Si sapeva, che l’aggressiva competizione sul mercato nor- 1° SEM. 2014 Consegne totali (n/000) Dati in milioni di veicoli 2.294 Dati in milioni di euro 1° SEM. 2013 45.453 41.988 Ricavi Netti 1.231 1.680 3.590 3.906 EBIT EBITDA (1) 2.179 Utile prima delle imposte 232 720 Utile netto 24 466 Indebitamento netto industriale di RAFFAELLA POLATO L’ 9.704 7.014 (2) 21.771 22.745 (2) Liquidità disponibile complessiva 0 10.000 20.000 30.000 (1) EBIT più ammortamenti. (2) Al 31 dicembre 2013, rideterminati per effetto dell’applicazione retroattiva dell’IFRS 11: Indebitamento netto industriale + 365 milioni di euro, Liquidità disponibile +16 milioni di euro. damericano avrebbe avuto dei costi. Quel che gli operatori non si aspettavano era l’entità, con l’Ebit ridotto da 733 a 598 milioni nonostante ricavi in crescita del 7% (a 12,2 miliardi, più della metà dell’intero fatturato di gruppo). È poi vero che un risultato operativo di 600 milioni, che ha oltretutto pagato un conto di 30 milioni all’euro forte, supera in ogni caso la somma dei risultati di America Latina (62 milioni dai 220 di un anno fa, ma qui il calo era atteso), Asia-Pacifico (aumento da 88 a 106 milioni), e infine Europa (perdita ridotta da 69 a 6 milioni, pareggio sostanziale). È vero anche, però, che lo stesso Marchionne definisce«deludente» la performance dell’area Nafta: «Vogliamo rimediare», ovviamente, e se già «luglio è incoraggiante, dobbiamo essere più disciplinati a livello di prezzi». Prezzi che non sono evidentemente un problema per le auto di lusso. Dato di fatto scontato per Ferrari, il cui risultato operativo sale da 96 a 105 milioni, ma in attesa di ulteriori conferme per Maserati. Sono arrivate, vanno oltre le aspettative La sfida premium e l’Asia Ipotesi Cassino per Alfa Il manager italo-canadese Sergio Marchionne, 62 anni, amministratore delegato di FiatChrysler. Cavaliere del lavoro (su nomina del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) è alla guida del Lingotto da oltre dieci anni 40.000 D’ARCO e, con ricavi passati da 282 a 729 milioni e un Ebit esploso da 9 a 61, dimostrano che la «strada premium» su cui ora Marchionne deve portare l’Alfa è, davvero, l’unica che potrà fare la differenza promessa per l’intera Fiat Chrysler. Più delle ipotetiche alleanze con fusione. Psa? Volkswagen? «Abbiamo smentito. Siamo aperti a discussioni con tutti, ma specifiche e se questo può migliorare la struttura dei costi e il posizionamento dei nostri marchi». Resta il debito, tra i nodi da sciogliere. Domani, all’ultima assemblea torinese prima del trasferimento ad Amsterdam e della quotazione a Wall Street («Entro ottobre»), l’amministratore delegato non potrà parlare del merger da cui nascerà Fca senza toccare questo tasto. Come ha anticipato, del resto, ieri. Sì, ha ammesso di nuovo, «il livello del debito non è normale», ed è chiaro che « stiamo lavorando per ridurlo». Ma «la questione della struttura del capitale sarà affrontata a fine anno». Dopo lo sbarco a New York. esame vero è sempre lo stesso. Quello che ancora deve arrivare e di cui solo Sergio Marchionne conosce il calendario. Quando partirà il rilancio Alfa? E il primo modello: la ristrutturazione scattata a Cassino significa che è lì, che verrà prodotto (impensabile saturare la fabbrica soltanto con la Giulietta)? Le risposte seguiranno i tempi strategici di Marchionne. Il quale spera di avere «poi», per l’Alfa, l’identico problema che ha ora con Maserati: da zero modelli a modelli in qualche modo da contingentare. Il Suv, per dire, sarebbe quasi pronto per Mirafiori. Sta in lista d’attesa (anche) per non cannibalizzare Quattroporte e Ghibli. Certo, sarà infinitamente più difficile replicare la rinascita Maserati su «scala Alfa». E però. Pure il Tridente era un test. Il primo, decisivo per capire se la «rivoluzione premium» in Fiat Chrysler fosse fattibile. Lo è. Dopodiché: il successo di oggi non è in sé una garanzia per domani. Però forse non scherza e basta, Marchionne, quando si lascia scappare che alla fine il ritorno del Biscione al boom è questione più di immagine (comunque sostanza) che di «vita o morte» per i bilanci del gruppo. Perché, sulla strada degli alti margini premium, Fiat Chrysler ha già piazzato tre presidi (oltre all’«altro pianeta» Ferrari). Era un test anche la 500: è diventata un’intera famiglia, un marchio nel marchio che se la cava in America e, nella crisi europea, ha continuato a vendere, guadagnare, confermarsi best in class. Era un test, appunto, Maserati. Pre-cura vendeva poche migliaia di auto l’anno: nei primi sei mesi 2014 è a a 18 mila, ha gli Usa come primo mercato e la Cina come secondo. Non è mai stata un test, invece, Jeep. Ma in Europa praticamente non c’era: perciò viaggia a ritmi del +50%. In Asia, idem: e ora la costruiranno direttamente in Cina. Gli spazi, là, ci sono. Le carte( tutte e tre: 500, Maserati, Jeep, puntando poi al poker con Alfa) dovrà giocarsele Marchionne. R. Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Salvataggio Sì delle banche al rifinanziamento del gruppo alberghiero. Priorità alla cessione di sette hotel per 270 milioni Boscolo pronta a ripartire, ma prima deve vendere Tutto bene quello che finisce bene. L’accordo per evitare la crisi definitiva del gruppo Boscolo ha ottenuto via libera dalle banche creditrici. L’impegno chiesto alla famiglia è vendere alberghi per 270 milioni nei prossimi quattro anni, riportando così sotto controllo l’indebitamento. Il sacrificio, in particolare, riguarda sette hotel, tra cui ne spiccano due, entrambi a Roma, in via Veneto e dintorni: il Palace e l’Aleph. Il ridimensionamento del gruppo è risultato indispensabile perché i debiti era- no diventati insostenibili: circa 440 milioni, contro una marginalità operativa che l’anno scorso è stata inferiore a 14 milioni. La banca più esposta è il Monte dei Paschi di Siena, seguito da Unicredit e Bnl Bnp Paribas. Significativi anche i crediti del Banco Popolare e di Veneto Banca. Il gruppo fa capo a una holding, il Boscolo group, che, a sua volta, è controllato dalla famiglia tramite una accomandita. Per questo l’intesa con le banche è stata sottoscritta da tutti e quattro i fratelli. Angelo è, da sempre, il vero punto di riferimento, insieme a Giorgio, Romano, Rossanno. La scommessa dei Boscolo, una famiglia veneta partita da un piccolo albergo, è nata negli anni Ottanta sotto la stella di due banchieri: Silvano Pon- Ristrutturazione La prima ristrutturazione imposta dalle banche nel 2010 era fallita tello, che all’epoca era il padre padrone dell’Antonveneta di Padova, e successivamente Gianpiero Fiorani, il funambolico amministratore delegato della Popolare di Lodi, finito nei guai proprio con la scalata alla Antonveneta. Il gruppo Boscolo, che attualmente conta 13 hotel, è cresciuto grazie a una leva finanziaria spinta. Poi la grande crisi non ha permesso di fronteggiare gli impegni presi puntando sulla crescita. La prima ristrutturazione del gruppo è stata imposta dalle banche nel 2010, ma la cura non è riuscita. Così, sempre gli istituti di credito, hanno voluto la nomina nel 2013 di un nuovo amministratore delegato, Luciano Fausti, arrivato da Mediobanca, dove ha lavorato 25 anni (è figlio dell’ex presidente della Comit, Luigi Fausti). Il mandato a Luciano Fausti è stato di rimettere ordine nel gruppo e preparare il piano di risanamento finanziario, firmato nella tarda serata di mercoledì scorso. Il piano di rimborso dei debiti approvato è ventennale e non prevede il rifinanziamento del debito. I punti chiave, oltre alla vendita dei sette alberghi, sono il rilancio delle attività operative, regole di governance puntuali, verifiche periodiche sulla tenuta e sullo stato di esecuzione del piano (che non erano state previste nel 2010). Alla famiglia restano hotel prestigiosi a cinque stelle come Exedra di Roma, il Boscolo di Budapest e quello di Praga. Altri alberghi in vendita sono a Venezia, Firenze, Nizza. I prezzi di vendita del Palace di Roma e dell’Aleph risultano rispettivamente intorno a 65 milioni e 40 milioni. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 RENDICONTO DI TECLA FONDO UFFICI AL 30 GIUGNO 2014 FACCIAMO CRESCERE I TUOI RISPARMI ANCHE IN CONDIZIONI DIFFICILI Il Consiglio di Amministrazione di Prelios SGR, riunitosi il 30 luglio u.s., ha approvato il rendiconto di gestione al 30 giugno 2014 del fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso quotato Tecla Fondo Uffici. Il NAV (Net Asset Value) al 30 giugno 2014 è pari a 286,84 euro pro quota (NAV totale pari a 185,5 milioni di euro), rispetto ad un valore di 317,9 euro al 31 dicembre 2013 (NAV totale pari a 205,5 milioni di euro). Il rendimento medio annuo teorico dal collocamento fino al 30 giugno 2014 è pertanto pari a 9,85%. Per il Fondo il risultato distribuibile della gestione del primo semestre 2014, al netto delle plus/minusvalenze non realizzate, risulta essere negativo e pari a circa 13,6 milioni di euro. Non si registrano, pertanto, proventi distribuibili. *** Si rende inoltre noto che è stata messa a disposizione del pubblico presso la sede di Prelios Società di Gestione del Risparmio S.p.A., di Borsa Italiana S.p.A., della Banca Depositaria (State Street Bank S.p.A), nonché mediante pubblicazione sul sito internet di Tecla Fondo Uffici (www.fondotecla.com), la seguente documentazione: - rendiconto di gestione del Fondo Tecla al 30 giugno 2014; - relazione di stima dei beni del Fondo Tecla al 30 giugno 2014 redatta dell'Esperto Indipendente CBRE Valuation S.p.A.; EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. - SEDE LEGALE E DIREZIONE GENERALE: Via dei Maroniti, 12 00187 Roma - CAPITALE SOCIALE € 113.720.835,14 i.v. - Iscritta al n. 1.00099 Albo Imprese Assicurazione - Sez. 1 - Iscr. Trib. Roma n° 1211/90 - C.C.I.A.A. Roma, Cod. Fisc. e P.I. 03769211008 - Autorizzato con D.M. del 28/08/91 (G.U. del 02/09/91 n° 205) PROSPETTO SEMESTRALE DELLE COMPOSIZIONI DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO Semestre di riferimento: dal 01/01/2014 al 30/06/2014 ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti Milano, 31 luglio 2014. “PRIMARIV” Le quote (simbolo QFTEC.MI) sono negoziate sul mercato MIV (“Mercato Telematico degli Investment Vehicles”) gestito da Borsa Italiana. Per ulteriori informazioni: Prelios SGR - Tel. +39 02.6281.1 Tecla è un fondo gestito da: CODICE IMPRESA: 365 CODICE GESTIONE: 00007 Categoria di attività (valori in euro) 100 200 300 400 1000 Alla chiusura del semestre di riferimento (30/06/2014) Importi da libro mastro1 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso Titoli di capitale Altre attività patrimoniali Passività patrimoniali Saldo attività della gestione separata 1.536.737.418 72.882.915 242.947.201 1.852.567.534 Alla chiusura del periodo di riferimento prec. (31/12/2013) Importi da libro mastro1 1.448.773.401 77.448.866 259.002.294 1.785.224.561 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento IVASS n.38/2011, nell'apposita sezione del libro mastro. Redatto il 28/07/2014 fondotecla.com “EURORIV” RENDICONTO DI OLINDA FONDO SHOPS AL 30 GIUGNO 2014 Il Consiglio di Amministrazione di Prelios SGR, riunitosi il 30 luglio u.s., ha approvato il rendiconto di gestione al 30 giugno 2014 del fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso quotato Olinda - Fondo Shops. Il NAV (Net Asset Value) al 30 giugno 2014 è pari a 130,30 euro pro quota (NAV totale pari a 68 milioni di euro), rispetto ad un valore di 374,06 euro al 31 dicembre 2013 (NAV totale pari a 195,3 milioni di euro). Il rendimento medio annuo teorico dal collocamento fino al 30 giugno 2014 è pertanto pari a -2,8%. Per il Fondo il risultato distribuibile della gestione del primo semestre 2014, al netto delle minusvalenze non realizzate, è stato pari a -129,3 milioni di euro. Non si registrano, pertanto, proventi distribuibili. *** Si rende inoltre noto che è stata messa a disposizione del pubblico presso la sede di Prelios Società di Gestione del Risparmio S.p.A., di Borsa Italiana S.p.A., della Banca Depositaria (State Street Bank S.p.A.), nonché mediante pubblicazione sul sito internet di Olinda – Fondo Shops (www.fondo-olinda.com), la seguente documentazione: - rendiconto di gestione del Fondo Olinda al 30 giugno 2014; - relazione di stima dei beni del Fondo Olinda al 30 giugno 2014 redatta dell'Esperto Indipendente Scenari Immobiliari S.r.l.. Milano, 31 luglio 2014. CODICE IMPRESA: 365 CODICE GESTIONE: 00008 Categoria di attività (valori in euro) 100 200 300 400 1000 Alla chiusura del semestre di riferimento (30/06/2014) Importi da libro mastro1 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso Titoli di capitale Altre attività patrimoniali Passività patrimoniali Saldo attività della gestione separata 1.124.322.214 41.798.865 142.252.584 1.308.373.663 Olinda è un fondo gestito da: Importi da libro mastro1 1.068.628.207 41.798.936 182.667.713 1.293.094.856 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento IVASS n.38/2011, nell'apposita sezione del libro mastro. Redatto il 28/07/2014 “FUTURIV” CODICE IMPRESA: 365 Le quote (simbolo QFOLI.MI) sono negoziate sul mercato MIV (“Mercato Telematico degli Investment Vehicles”) gestito da Borsa Italiana. Per ulteriori informazioni: Prelios SGR - Tel. +39 02.6281.1 Alla chiusura del periodo di riferimento prec. (31/12/2013) CODICE GESTIONE: 00010 Categoria di attività (valori in euro) 100 200 300 400 1000 Alla chiusura del semestre di riferimento (30/06/2014) Importi da libro mastro1 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso Titoli di capitale Altre attività patrimoniali Passività patrimoniali Saldo attività della gestione separata 2.521.860 865.473 3.387.333 Alla chiusura del periodo di riferimento prec. (31/12/2013) Importi da libro mastro1 1.773.311 1.139.096 2.912.407 I rendimenti delle nostre gestioni separate anche sul tuo smartphone 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento IVASS n.38/2011, nell'apposita sezione del libro mastro. Redatto il 28/07/2014 fondo-olinda.com www.eurovita.it COMUNE DI BARI Ripartizione Stazione Unica Appaltante, Contratti e Gestione Lavori Pubblici Polizze Vita Gestione separata "SPRINT" AVVISO DI GARA S14015 CIG 5835101DA9 Comune di Bari – Ripartizione Stazione Unica Appaltante, Contratti e Gestione Lavori Pubblici – Via Garruba, 51 – 70122 Bari (Italia) tel. 080/5775062/09 Fax 080/5775050 Oggetto: Istituzione e gestione del servizio “Pronto intervento sociale”. Importo a base d’asta:€ 239.616,00,oltre Iva. Durata: un anno. Finanziamento: fondi del Civico Bilancio. Requisiti di partecipazione: vedi bando integrale. Procedura ristretta. Aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, giusta art. 83 del D.Lgs. 163/2006. Termine di ricezione delle offerte: ore 12.00 del 11.09.2014. Per ulteriori informazioni si rinvia al bando integrale e documentazione di gara allegata, reperibile su www.comune.bari.it e www.appaltitalia.com. Prospetto semestrale della composizione Semestre di riferimento: dal 01/01/2014 al 30/06/2014 CODICE IMPRESA: 317 CODICE GESTIONE: 001 Alla chiusura del semestre di riferimento (30/06/2014) Categoria di attività Alla chiusura del periodo di riferimento prec. (31/12/2013) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1 100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 116.447.031 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali - 15.725.158 703.349 400 Passività patrimoniali IL DIRIGENTE Avv. Marisa Lupelli 1000 Saldo attività della gestione separata 132.381.891 - - - 132.172.189 133.085.240 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento IVASS La Società per Azioni Esercizi Aeroportuali S.E.A. indice una gara, mediante procedura aperta ex artt. 3 c. 37 e 220 del D.Lgs 163/06, interamente gestita con sistemi telematici ex art. 85, c. 13 del D.Lgs.163/06, per la per la fornitura di kit di sollevamento aeromobili incidentati presso gli Aeroporti di Milano Linate e Malpensa (C.I.G. n. 5856330C63). L’importo a base d’asta è pari a Euro 1.500.000,00 (IVA esclusa), di cui Euro 0,00 per costi della sicurezza dovuti a interferenze. Durata dell’appalto: la fornitura dovrà essere completata entro 280 giorni dalla stipula del contratto. L’aggiudicazione verrà effettuata con il criterio dell’Offerta prezzo più basso. I concorrenti dovranno far pervenire, a pena di esclusione, la propria offerta entro le ore 10.00 del giorno 15/09/2014, esclusivamente in via telematica, previa registrazione sul sito: https://portalefornitorisea.seamilano.eu/irj/portal. Il bando di gara è stato inviato alla G.U.U.E. il 22/07/2014 ed è in pubblicazione sulla GURI. Il testo integrale è disponibile sul sito Internet dell’Ente Aggiudicatore all’indirizzo. http://www.seamilano.eu/it/avvisi-corso. Il Responsabile del procedimento per la fase di affidamento Ing. Carlo Murelli n.38/2011, nell'apposita sezione del libro mastro Assicurare il futuro è la nostra passione Nationale Suisse Vita S.p.A. - Sede Legale e Direzione Generale in Italia Via XXV Aprile, 2 - 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. 02 51 60 31 - Fax 02 51 46 34 - info@nationalesuisse.it - www.nationalesuisse.it - società soggetta all’attività di direzione e coordinamento da parte di Nationale Suisse S.p.A. - Capitale sociale 11.000.000 euro i.v. - R.E.A. di Milano n°1242210 - Albo Imprese n° 1.00071 - Albo Gruppi Assicurativi n° 013 - Partita IVA e Codice Fiscale n° 08710960157 - Imp. aut. all'esercizio assic. con D.M. 16-05-88 (G.U. 22-06-88 n° 145) - Compagnia con sistema di management certificato Via Cesare Cantù 1, 20123 Milano Tel: 02 89096595 - Fax: 02 89093704 AEDES BPM REAL ESTATE SGR SPA Bastioni di Porta Nuova n. 21, 20121 - Milano Iscritta al n. 94 dell’Albo delle SGR - Cap. Soc. Euro 5.500.000,00 i.v. Registro Imprese di Milano n. 239479/1999 Cod. fisc. e part. IVA 12926160156 Società soggetta alla attività di direzione e coordinamento di Aedes S.p.A. COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO ESITO DI GARA - CIG 5428966C75 Si avvisa che in data 25/07/14 è stato inviato alla GUUE l’esito della gara “Servizio di attività gestione della Centrale Operativa Sociale” (COS) per 30 settimane. Determina di aggiudicazione n. 18 del 12/05/14. Valore inizialmente stimato: € 261.320,40 oltre IVA al 4% - Valore finale: € 269.452,35 IVA inlcusa al 4%. - Testo integrale è reperibile sul sito www.comune.napoli.it. Il Dirigente del SACUAG - Area Gare Forniture e Servizi avv. Rossana Lizzi COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO ESITO DI GARA Si avvisa che in data 25/07/14 è stato inviato alla GUUE l’esito della gara: “Agenzia Cittadina per la promozione del Terzo Settore” - due lotti. Determina di aggiudicazione n. 19 del 16/05/14. Aggiudicatari Lotto 1: ATI Studio Erresse soc. coop. (mandataria)/Consul Service soc. coop. - L’APE (mandanti), Lotto 2: ATI Gesco Consorzio di Cooperative Sociali (mandataria)/Redattore Sociale srl (mandante). Testo integrale reperibile sul sito www.comune.napoli.it/bandi. Il Dirigente del SACUAG - Area Gare Forniture e Servizi avv. Rossana Lizzi Redatto il 24/07/2014 Pubblicato in conformità alle circolari IVASS - Importi in unità di euro AVVISO AI PARTECIPANTI AL FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO IMMOBILIARE DI TIPO CHIUSO "INVESTIETICO" Il Consiglio di Amministrazione di AEDES BPM Real Estate SGR S.p.A., riunitosi in data 30 luglio 2014, ha approvato la Relazione Semestrale al 30 giugno 2014 del fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso INVESTIETICO. Il valore complessivo netto del fondo ammonta a € 152.269.854 ed il valore della quota, al netto del provento di Euro 135 distribuito ai sottoscrittori il 27 marzo 2014, è pari a € 2.475,772 (€ 2.608,701 al 31 dicembre 2013). La Relazione Semestrale del fondo INVESTIETICO sarà messa a disposizione del pubblico a partire dalla data odierna presso la sede di AEDES BPM Real Estate SGR, della Borsa Italiana, della Banca Depositaria e sul sito www.aedesbpmresgr.com Milano, 31 luglio 2014 AEDES BPM Real Estate SGR S.p.A. www.aedesbpmresgr.com Avviso ai partecipanti al Fondo Comune di Investimento Mobiliare di Tipo Chiuso “DIMENSIONE IMPRESA”e valore della quota del fondo Il Consiglio di Amministrazione di Assietta Private Equity SGR SPA ha deliberato in data 24 luglio 2014 di effettuare, ai sensi dell’art.5 comma 12 del Regolamento del Fondo mobiliare chiuso DIMENSIONE IMPRESA, un rimborso parziale pro-quota del fondo, distribuendo i proventi della liquidazione della partecipata Emozione Spa (Millefiori Srl). PARTECIPAZIONE CEDUTA: Emozione SPA (Millefiori Srl) MOTIVO DEL RIMBORSO: Consentire ai Partecipanti al Fondo di monetizzare il capitale e le plusvalenze derivanti dalla cessione dell’investimento di cui sopra. IMPORTO COMPLESSIVO RIMBORSATO: 25.050.000,00 (venticinquemilionicinquantamila/00euro) PERCENTUALE DEL RICAVATO DELLA LIQUIDAZIONE: 80% IMPORTO RIMBORSATO PRO-QUOTA: 25.000,00 (venticinquemila/00euro) PROCEDURE PER OTTENERE IL RIMBORSO: Il rimborso dell’importo di competenza sarà effettuato per il tramite della Banca Depositaria mediante bonifico bancario sul conto corrente comunicato alla SGR dai Partecipanti al Fondo. Il Consiglio di Amministrazione di APE SGR SPA in data 24-07-2014, ha approvato la relazione semestrale al 30-06-2014 del Fondo comune di investimento mobiliare chiuso “Dimensione Impresa”. Il valore complessivo netto del Fondo Dimensione Impresa al 30-06-2014 è pari a euro 46.598.197,00, il valore unitario delle quote emesse è di euro 46.505,187. Assietta Private Equity sgr spa www.apesgr.it Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 Il sindaco di Siena I conti Valentini chiama Padoan: Fondazione Mps scelga subito il presidente Cdp, utile a 1,2 miliardi Oggi firma il socio cinese Il sindaco di Siena Bruno Valentini (nella foto) non ci sta: «Chiedo che la Deputazione generale si riunisca la prossima settimana, anche se i consiglieri sono in ferie ovunque nel mondo, per dare un presidente e una Deputazione amministratrice alla Fondazione, perché questo è il loro dovere». E’ dura la presa di posizione del primo cittadino di Siena (foto) all’indomani della riunione della Deputazione generale conclusasi con un nulla di fatto e le dimissioni irrevocabili della presidente di Palazzo Sansedoni, Antonella Mansi, che oggi lascerà l’incarico. Quello che lo preoccupa — sostiene Valentini — è soprattutto il rinvio della scelta al 22 agosto, che in pratica lascia la Fondazione Mps, azionista con il 2,5% di Banca Monte Paschi, senza il vertice per un mese. Così ha deciso di rivolgersi a Pier Carlo Padoan, a capo del ministero dell’Economia, l’autorità di vigilanza sulle Fondazioni. Il ministro — ha riferito il sindaco di Siena — avrebbe convenuto sulla necessità di una riunione anticipata per la nomina. Valentini si è rivolto poi all’organo di indirizzo dell’ente dichiarando che «è inaccettabile che la Deputazione generale si consumi all’interno di scontri, veti e voti contrapposti che bruciano nominativi di altissimo livello». Il riferimento è ai nomi che sarebbero indicati dal Comune di Siena, l’economista Bettina Campedelli e Marcello Clarich, docente Luiss. D. Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’operazione La controllante di Mediaset e Milan compra da Silvio Berlusconi la partecipazione diretta del 2% L’ex Cavaliere fa cassa con la Fininvest Cedute alla holding azioni per 83 milioni MILANO — «Si segnala infine che Fininvest ha acquistato nel mese di luglio 2013 n.4.294.342 azioni proprie pari al 2,065% del capitale per un importo di 82,6 milioni». Così si legge sul bilancio 2013 della Fininvest appena depositato. Non c’è scritto chi ha venduto le azioni. Ma incrociando numeri e percentuali non si scappa: è stato Silvio Berlusconi a vendere a Fininvest quel pacchetto di azioni incassando quasi 83 milioni. Lo ha fatto pochi giorni prima che la Cassazione gli confermasse la condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo sui diritti tv di Mediaset. E’ vero che l’ex premier ha sempre saldamente il controllo (61% circa) della holding al vertice del gruppo (Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Milan). Ed è altrettanto vero che questo controllo viene esercitato da decenni tramite alcune finanziarie (Holding Prima, Seconda, ecc.). Ma da sempre Berlusconi aveva mantenuto una piccola, quasi simbolica, partecipazione diretta dentro Fininvest, senza mai conferirla in alcuna finanziaria, come per mantenere un accesso diretto e non mediato alla cassaforte del suo impero. Le azioni che Fininvest si è ricomprata dall’ex cavaliere sono state valutate 23,28 eu- Maxi riserva Gli utili Fininvest non distribuiti negli anni passati ammontano oggi a 1,6 miliardi D’ARCO La Galassia Silvio Berlusconi Holding Italia 1 Holding Italia 2 Holding Italia 4 7,65% Marina Berlusconi 7,65% Azioni proprie Pier Silvio Berlusconi Holding Italia 5 ro ciascuna per un valore complessivo attribuito alla holding pari a 4,8 miliardi. Di fatto, dunque, l’assegno da 83 milioni liquidato a Berlusconi per il 2,06% è pari alla corrispondente quota di patrimonio netto consolidato di Fininvest. Forse il leader di Forza Italia aveva bisogno di fare cassa, in assenza di dividendi. Gtech, dalle banche 10 miliardi per la maxi acquisizione Usa gruppo con un drappello di banche tra cui Wells Fargo, Citibank e Bnp Paribas che garantirebbero linee fino a circa 10 miliardi di dollari. Un impegno ponte che coprirà i fabbisogni sia di Gtech sia della Igt quotata al Nyse, pari a circa 2,9 miliardi tra bond e finanziamenti in scadenza nel 2016. Il gruppo allestirà infatti un programma Emtn (Euro medium term note) per le emissioni obbligazionarie che permetteranno alla nuova Gtech-Igt di dipendere meno dalle banche. Poi scatterà la fusione 6 miliardi di dollari il fatturato della società che nascerà dalla fusione tra Gtech e Igt tra le società con scambio e acquisto di azioni da parte dei soci Gtech. Pronta è la catena societaria che ha come punto di partenza Londra: Saint Andrews street, a pochi passi dalla sede di Goldman Sachs, è l’indirizzo scelto da Sala per la neo costituita Georgia Worldwide ltd. In pratica, la futura capofila della catena che vedrà De Agostini con il 47% più i soci Usa della Igt che non eserciteranno il recesso. La società sbarcherà a Wall Street e controllerà Gtech e Igt che lasceranno i rispettivi listini. La ex Lottomatica non sarà più la stessa. Sarà meno dipendente dai contratti di fornitura soggetti a gare e sarà il primo produttore mondiale di slot machine. Con l’obiettivo di assicurarsi le nuove mecche del gioco di Hong Kong e Macao. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Semestrali Giù i costi per Italcementi e Indesit Risultato operativo in crescita del 27% a 99,8 milioni e debiti netti in diminuzione a 1.852 milioni dai 1.934 di fine 2013 per il gruppo Italcementi. Il rapporto tra mol e fatturato è salito al 14,8% dal 13,6% di un anno fa grazie ai piani di efficienza. I 2.048 milioni di ricavi (-5%) risentono ancora della stagnazione nel settore costruzioni. Recupero del margine operativo per Indesit company che ha chiuso i primi sei mesi con 33,5 milioni contro i 14,7 di un anno fa. Più vicino al pareggio è poi il risultato netto (0,9 milioni) e si raffronta con la perdita di 17,2 milioni del primo semestre 2013. I Fininvest 2,3% Giochi Georgia Worldwide è la nuova capogruppo a Londra Manovre in pieno svolgimento in casa De Agostini per traghettare la International Game Technology di Las Vegas sotto le insegne di Gtech. L’operazione, annunciata a metà luglio dalla società dei giochi quotata a Piazza Affari e controllata con il 59,5% dalle famiglie Boroli e Drago, sarà approfondita dal ceo Marco Sala nell’incontro con gli analisti previsto oggi, dopo la presentazione dei conti semestrali. Il gruppo di Novara e le banche più vicine, secondo le prime informazioni, stanno gettando le basi dell’operazione, di sicuro la più grande oggi in corso tra Italia e Usa dopo la fusione di Fiat e Chrysler. Porterà alla nascita di un colosso del gioco con oltre 6 miliardi di dollari di ricavi e 2 di margine operativo. Prima mossa, la firma della lettera d’impegno con Credit Suisse e Barclays che ridisegneranno le finanze del nuovo Holding Italia 3 Holding Italia 8 61% ricavi scendono del 9% a 1.184,2 milioni. Snam archivia i conti con un utile netto di 561 milioni in crescita del 21,4% e ricavi di 1.782 milioni (+0,4%). Scende del 5% a 32,8 miliardi di metri cubi il gas immesso nella rete di trasporto mentre resta stabile a 11,4 miliardi la capacità di stoccaggio. Prelios riduce a 37,6 milioni le perdite. Ricavi stabili a 35,2 milioni. L’ebit rimane negativo a -5,6 milioni (erano -7,9 milioni). Il cda di Ntv ha approvato il bilancio 2013 con ricavi raddoppiati a 239 milioni e avviato la ristrutturazione dei 666 milioni di debiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Erano anni che non si registravano movimenti nel capitale della capogruppo, da quando nel riassetto delle finanziarie di famiglia fecero il loro ingresso i tre figli più giovani (Barbara, Eleonora e Luigi) cui fa capo, attraverso la Holding 14, il 21,4% di Fininvest. Il bilancio 2013, per il resto, ha registrato, come è già 21,4% Holding Italia 14 Barbara Berlusconi Eleonora Berlusconi Luigi Berlusconi noto, 4,7 miliardi di ricavi consolidati e una perdita di 428 milioni, effetto della sentenza per il «Lodo Mondadori» e anche di svalutazioni di partecipazioni. Nella spa la perdita è stata di 382 milioni. La copertura integrale delle perdite è stata agevolata dall’enorme riserva che Fininvest ha creato con gli utili non distribuiti negli anni passati. Oggi ammonta a 1,6 miliardi considerando già «spesato» il rosso 2013. Una piccola rivalutazione ha riguardato Mediobanca, ora in carico a 183 milioni (178 l’anno scorso) definita «investimento strategico». Nota dolente invece per Villa Gernetto, il grande complesso immobiliare di Lesmo (Monza) con 40 ettari di parco. Era stata «concepita – si legge nel consuntivo - per ospitare eventi e attività didattiche di alto profilo» ma «permangono difficoltà di messa a reddito legate all’andamento economico». Costata oltre 70 milioni tra acquisto e ristrutturazione, quella che doveva essere la sede dell’Università del pensiero liberale è ora in bilancio a 50 milioni. E non produce reddito sufficiente a coprire i costi. Qualcuno dice che se non decolla diventerà la residenza di Silvio Berlusconi quando andrà in pensione. Se andrà in pensione. Mario Gerevini mgerevini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA La Cina entra nelle grandi reti italiane dell’energia con il passaggio del 35% di Cdp Reti a State Grid of China per 1,2 miliardi. La firma dell’operazione messa a punto la scorsa settimana a Pechino dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e prevista oggi a Palazzo Chigi. In Cdp Reti oggi c’è solo il 30% di Snam, ma prima del closing sarà conferito anche il 29,8% di Terna. Il consiglio della capogruppo Cdp ha approvato ieri i conti del semestre chiuso con un utile di 1,2 miliardi. Un risultato in linea con lo stesso periodo dello scorso anno, al netto dei cosiddetti fattori non ricorrenti. Il margine d’interesse pari a 714 milioni è in calo del 53% circa rispetto al 2013. Il calo, si legge in una nota, è effetto «di una significativa riduzione dei tassi d’interesse e dell’applicazione del nuovo meccanismo di remunerazione della liquidità presso il Mef, previsto dalla Spending review». Il consiglio della Cassa, infine, ha i nominato e Andrea Novelli direttore generale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 26,509 7,121 6,928 7,002 6,805 12,901 11,233 11,251 12,283 12,295 11,164 12,020 12,031 10,352 10,352 17,631 6,136 8,907 9,026 6,447 13,184 13,513 18,090 7,324 10,247 29,458 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 AZ F. Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,348 5,347 5,066 5,496 5,072 3,810 3,349 4,987 5,604 5,503 5,035 5,399 26,519 7,113 6,929 7,003 6,806 12,899 11,222 11,238 12,262 12,273 11,085 12,002 12,012 10,316 10,316 17,614 6,138 8,899 9,014 6,445 13,189 13,542 18,256 7,312 10,236 29,440 5,364 5,364 5,062 5,497 5,085 3,810 3,351 4,987 5,606 5,509 5,035 5,399 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 30/06 30/06 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 30/06 30/06 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR DIRIGENTE scolastico pensionato settembre 2012 esperienza quarantennale esaminerebbe offerte lavoro coordinatore istituti paritari disposto viaggiare. 340.57.62.532 ATTICO nuovo Archimede/Fiamma. 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East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Quota/od. Quota/pre. Nome 1341,291 1241,511 1199,294 118,615 118,300 77,773 80,947 104,588 1086,214 1176,617 1034,431 1341,924 1241,549 1199,365 118,589 118,271 77,579 80,735 104,537 1085,460 1176,230 1034,243 28/07 EUR 29/07 EUR 29/07 EUR 59,100 107,800 936,880 58,810 108,680 937,270 121,060 8882,880 172,260 101,480 6035,850 107,220 10549,910 120,510 8836,610 173,060 101,480 6017,830 107,220 10475,660 Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 29/07 29/07 29/07 25/07 23/07 29/07 23/07 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 25/07 30/06 30/06 30/06 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 10,960 5,698 5,311 6,565 7,205 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 29/07 EUR Dividendo Arancio 29/07 EUR Convertibile Arancio 29/07 EUR Cedola Arancio 23/07 EUR Borsa Protetta Agosto 23/07 EUR Borsa Protetta Febbraio 23/07 EUR Borsa Protetta Maggio 23/07 EUR Borsa Protetta Novembre 29/07 EUR Inflazione Più Arancio 29/07 EUR Mattone Arancio 29/07 EUR Profilo Dinamico Arancio 29/07 EUR Profilo Equilibrato Arancio 29/07 EUR Profilo Moderato Arancio 29/07 EUR Top Italia Arancio 51,150 61,990 59,120 62,260 61,210 63,520 61,360 57,680 46,240 66,540 64,010 59,700 49,620 51,120 61,810 59,060 62,220 61,190 63,490 61,470 57,620 45,700 66,570 63,990 59,650 49,270 EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 16,919 12,815 11,009 5,795 5,807 61,680 15,530 11,564 42,770 10,560 13,104 11,933 49,160 32,860 3189,000 17,800 16,070 11,960 19,030 13,750 14,660 13,940 10,776 9,756 14,240 11,885 10,686 32,850 31,400 16,908 12,807 11,009 5,790 5,808 61,870 15,580 11,563 42,930 10,564 13,096 11,926 48,940 32,540 3177,000 17,850 16,110 12,030 19,040 13,760 14,670 13,950 10,758 9,714 14,260 11,906 10,704 33,040 31,580 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/05 EUR 875792,556 867085,663 31/05 EUR 572375,300 566930,929 31/05 EUR 590472,785 584407,453 31/05 EUR 537936,773 532831,715 29/07 EUR 6,818 6,818 29/07 EUR 10,364 10,387 KAIROS INTERNATIONAL SICAV EUR 16714,943 16535,470 4959,673 4958,674 EUR EUR 771435,023 762273,652 EUR 771435,023 762273,652 EUR 621201,142 622586,663 EUR 60323,743 61951,842 KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 28/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 28/07 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 282,010 198,340 199,720 173,340 123,880 128,200 126,950 131,910 134,120 175,630 122,280 124,610 131,910 130,060 122,840 125,190 125,850 104,210 103,910 107,480 133,740 132,850 139,380 142,330 154,250 113,300 116,240 117,170 123,710 125,840 125,620 99,600 104,510 100,310 282,660 198,800 200,180 173,310 123,870 128,170 126,890 131,860 134,060 175,530 122,220 124,550 132,080 130,240 123,330 125,690 126,340 104,250 103,890 107,470 134,600 133,520 139,930 142,890 154,460 113,450 116,390 117,300 123,970 126,110 125,830 99,790 104,700 100,290 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 28/07 USD 1527,827 1530,447 Active Dollar Bond A 28/07 EUR 1666,039 1670,229 Active Emerging Credit A 28/07 EUR 1602,404 1606,486 Active Emerging Credit B 28/07 EUR 1459,561 1460,103 Active European Credit A 28/07 EUR 1396,775 1397,345 Active European Credit B 28/07 EUR 1418,246 1418,853 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD 25,870 16,870 15,020 14,640 14,780 10,438 15,440 15,336 9,692 12,692 25,870 16,870 14,960 14,590 14,780 10,437 15,450 15,391 9,727 12,691 OFFERTISSIMA last minute dal 10/08 pensione completa euro 49,50 spiaggia bevande incluse. Rimini Hotel Tamanco tre stelle. Tel. 0541.37.33.63. 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Int. A 25/07 EUR 105,790 105,590 NM Q7 Globalflex A 25/07 EUR 121,880 121,820 NM Total Return Flexible A 29/07 EUR 101,630 101,610 NM VolActive A 29/07 EUR 102,230 102,220 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 29/07 EUR 29/07 EUR 29/07 EUR 109,650 115,680 153,920 109,360 115,870 154,180 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 29/07 EUR 7,087 Nextam Bilanciato 29/07 EUR 7,596 Nextam Obblig. Misto 29/07 EUR 6,394 BInver International A 29/07 EUR 5,656 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 29/07 EUR 5,671 CITIC Securities China Fd A 29/07 EUR 5,432 Fidela A 29/07 EUR 5,788 Income A 29/07 EUR 7,357 International Equity A 29/07 EUR 6,743 Italian Selection A 29/07 EUR 5,342 Liquidity A 29/07 EUR 5,011 Multimanager American Eq.A 29/07 EUR 4,803 Multimanager Asia Pacific Eq.A 29/07 EUR 4,563 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 29/07 EUR 4,577 Multimanager European Eq.A 29/07 EUR 5,350 Strategic A 29/07 EUR 6,147 Usa Value Fund A 29/07 EUR 5,598 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 29/07 EUR 114,440 PS - Absolute Return A 29/07 EUR 120,790 PS - Absolute Return B 29/07 EUR 110,930 PS - Algo Flex A 29/07 EUR 106,030 PS - Algo Flex B 29/07 EUR 86,800 PS - BeFlexible A 29/07 USD 85,410 PS - BeFlexible C 29/07 EUR 102,800 PS - Best Global Managers A 29/07 EUR 106,780 PS - Best Global Managers B 29/07 EUR 111,340 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 29/07 EUR 164,170 PS - Bond Opportunities A 29/07 EUR 122,500 PS - Bond Opportunities B 29/07 USD 102,380 PS - Bond Opportunities C 29/07 EUR 125,550 PS - EOS A 7,082 7,591 6,363 5,644 5,703 5,437 5,786 7,351 6,733 5,341 5,016 4,789 4,551 4,586 5,348 6,148 5,598 114,580 120,940 111,110 106,200 86,820 85,440 102,660 106,610 111,480 164,290 122,590 102,460 125,570 Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. Nome Data Valuta PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 03/06 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 99,390 99,800 100,610 101,060 114,260 116,730 125,040 100,390 98,490 104,140 98,560 104,580 107,170 108,970 109,070 105,130 108,250 103,060 96,810 111,820 105,430 107,720 103,200 99,550 99,830 100,720 101,180 114,410 116,880 125,060 100,410 98,620 104,270 96,640 104,430 106,870 108,820 108,910 104,970 107,320 103,130 96,890 111,940 104,950 107,230 102,710 www.pegasocapitalsicav.com 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 29/07 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,120 107,280 105,630 105,750 102,950 100,720 107,220 107,390 105,720 105,850 103,010 100,790 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 29/07 EUR Asian Equity B 29/07 USD Asian Equity B 29/07 USD Emerg Mkts Equity 29/07 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 29/07 EUR European Equity 29/07 USD European Equity B 29/07 EUR Greater China Equity B 29/07 USD Greater China Equity B 29/07 USD Growth Opportunities 29/07 EUR Growth Opportunities Hdg 29/07 JPY Japanese Equity 29/07 USD Japanese Equity B 29/07 EUR Japanese Equity Hdg 29/07 CHF Swiss Equity 29/07 EUR Swiss Equity Hdg 29/07 USD US Equity 29/07 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 100,660 141,270 465,650 455,020 281,060 347,140 115,340 164,160 76,470 83,770 136,470 135,400 177,490 133,810 101,650 175,090 192,850 100,290 140,760 465,430 454,800 281,070 347,160 115,360 164,190 76,850 84,190 135,980 134,930 176,850 133,350 101,300 176,740 194,680 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 29/07 EUR 6,137 6,109 29/07 EUR 5,211 5,229 29/07 EUR 5,898 5,895 18/07 EUR 816790,368 814615,543 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13352BAB Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari BALZO DI BANCA PROFILO MEDIASET IN FRENATA Seat Pg passa ai creditori, pronto il via libera al concordato di GIACOMO FERRARI Chiusura in rosso per le Borse europee, al termine di una seduta quasi piatta. A favorire le vendite sono state da un lato le nuove sanzioni economiche alla Russia decise da Usa e Ue; dall’altro il miglioramento del Pil americano che potrebbe indurre la Fed ad anticipare il rialzo dei tassi. Il calo degli indici in Europa è stato mediamente intorno al punto percentuale. Il FtseMib di Piazza Affari ha ceduto lo 0,94%, vanificando così il leggero progresso della vigilia. In ordine sparso il comparto bancario, nonostante il successo dell’asta dei Btp e lo spread fermo a 151 punti base. La Popolare Milano (+1,49%) svetta fra le blue chips, mentre nel resto del listino spiccano Banca Finnat (+5%) e Banca Profilo (+8,76%). Bene anche StMicroelectronics (+1,35%), Finmeccanica (+0,87%), Autogrill (+0,69%) e Saipem (+0,67%). Fra i titoli minori Gabetti ha guadagnato il 3,44% dopo i conti e la nomina del nuovo amministratore delegato. Per il secondo giorno consecutivo Yoox (-2,51%) guida invece la lista dei ribassi, seguita da Eni (2,12%), Fiat (-2,10%) e Mediaset (-2,10%) colpita dai tagli al target price dopo il consuntivo del semestre. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Economia/Mercati Finanziari 31 italia: 51575551575557 (m. ger.) E’ attesa a breve, forse già oggi, la «sentenza» definitiva sul futuro di Seat Pagine Gialle ma è ormai quasi certo che i creditori daranno il via libera al concordato. Tutti i singoli voti sono stati raccolti nelle ultime ore dal Tribunale fallimentare di Torino. Ma i soggetti che hanno lo stock di debito più consistente si sono già espressi favorevolmente. Dunque è ormai a un passo il via libera definitivo al quadro di interventi che consentiranno al gruppo di ripartire scrollandosi di dosso 1,5 miliardi di debiti a fronte, comunque, del notevole sacrificio di gran parte dei creditori che rivedranno poco meno del 20% dei loro soldi. Però d’altra parte era più che concreto il rischio di una liquidazione. E anche l’offerta in corsa di Antonio Percassi e Vittorio Farina (allettante nella parte cash, un po’ meno nelle modalità di fusione con Dmail) è stata respinta. Dunque Seat con l’ok dei creditori potrà disfarsi del fardello creato undici anni fa con l’operazione di leverage, ora sotto la lente della Procura di Torino, ad opera di un gruppo di fondi di private equity. Gli amministratori espressi negli anni (fino al 2012) da quei fondi sono ora «inseguiti» da un’azione di responsabilità votata dai soci Seat. Le attese sono per un’adesione massiccia dei creditori al piano concordatario varato dalle assemblee di marzo su proposta del consiglio di amministrazione. La proclamazione del voto prima della pausa feriale permetterà al Tribunale di mettere in calendario l’omologa del concordato entro settembre. Dopodiché la società partirà con le operazioni finanziarie tra cui la maxi emissione di azioni per far entrare nel capitale i creditori. Gli attuali azionisti si diluiranno allo 0,25% (il che rende incomprensibili le quotazioni del titolo tali da esprimere oggi una capitalizzazione vicina ai 30 milioni). A fine anno Seat sarà una public company senza debito con un azionariato totalmente nuovo, composto da ex creditori che presumibilmente vorranno monetizzare. E a quel punto, forse, qualche gruppo industriale potrebbe farsi avanti. seconda Repubblica: l’amministratore delegato, Mauro Masi (ex dg Rai), e il presidente, Andrea Monorchio,(ex Ragioniere generale dello Stato). Oltre a quelli dell’Istituto Poligrafico e di Consap vanno rinnovati i consigli di amministrazione di Istituto Luce, Italia Lavoro, Rete Autostrade Mediteranee ed Enav. Per quest’ultima la conferma o meno di Massimo Garbini, attualmente amministratore unico, servirà a stabilire chi dovrà accompagnare la società specializzata in servizi di controllo del traffico aereo in Borsa. Dopo le agili rottamazioni nelle grandi società pubbliche come Enel, Eni, Poste e Finmeccanica. Lo spoils system renziano ha cambiato passo. Un temporeggiare già visto in occasione delle nomine in Terna e Ferrovie. Per i piccoli, insomma, serve più riflessione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Poligrafico e Consap, stallo sul ricambio dei manager (an. duc.) Dipende tutto da cosa deciderà il premier Matteo Renzi. Malgrado siano partecipate al 100% dal ministero dell’Economia, quindi sotto la giurisdizione di Pier Carlo Padoan, le società pubbliche minori di via XX Settembre e il destino dei loro vertici verrà stabilito a Palazzo Chigi. Il punto è che il dossier nomine è ormai fermo da settimane senza che si intraveda uno sbocco. Tanto per capire, tre giorni fa l’assemblea dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è andata per l’ennesima volta deserta. Tutto rinviato al 5 agosto. In attesa di novità, al vertice resta Maurizio Prato, inossidabile manager di scuola Iri, transitato per Alitalia e poi in Fintecna. Situazione analoga capita dalle parti di Consap. La società concessionaria di servizi assicurativi pubblici, dove, in assenza di nomine, restano in sella due navigate conoscenze della prima e © RIPRODUZIONE RISERVATA Suez e i piani sull’acqua italiana (s. agn.) Se c’erano dubbi ora sono spariti: Suez Environnement, il gruppo francese specializzato nella gestione di acqua e rifiuti, punta a diventare un player di primo piano in Italia sulla scia del consolidamento che ci sarà nei prossimi anni. A confermarlo è stato l’amministratore delegato Jean-Luis Chaussade nel corso della presentazione dei risultati del primo semestre. Secondo il manager transalpino, gli oltre 100 Ato (Ambiti territoriali ottimali) delle società che distribuiscono l’acqua in Italia si ridurranno in tre o quattro gruppi principali. © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]ÈäÈ £]£{ £ä] ä]{È ä]Ç{x n{] `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® È]ÈÈä ä]Ç £n]Èn ä]ÈxÎ ³ä]În ³Ç£]xn ä]Înä ä]nÈä Ó]{ *>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® Ó]ÓÎä Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÇÈ ä]££ ³{]Çn ä]Çnä £]äÓ ÓÇ{]£ LÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £]{nÓ ä]Ódz£ÈÎ]ää ä]xÈä £]{nÇ £{Î] 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L’autore del bestseller Le particelle elementari (Bompiani) sarà il protagonista unico del dramma psicologico Near Death Experience di Benoît Delépine e Gustave Kervern: Houellebecq veste i panni di un impiegato depresso che, ascoltata una notizia al telegiornale, si lancia in una folle avventura al limite. Incursioni Viaggio televisivo tra la finale Argentina-Germania e un documentario su Venezia: navi che si inchinano e narratrici americane di successo Bestselleriste chic e scrittori veri Tutti destinati comunque all’oblio «Meglio non lasciare tracce che fare gli intellettuali come Donna Leon» U no scrittore non ha bisogno di guardare una finale di Coppa del mondo... vista in diretta da un miliardo e ottocento milioni di umani e almeno dal quintuplo di altri animali quali mosche, zanzare, scarafaggi, cani, gatti, pappagalli, topi, peluche però in perfetta salute mentale... per sentirsi un moscerino azzoppato i cui voli possono tutt’al più destare l’interesse di un ragno in attesa di omologarlo nella comune ragnatela: basta esca una mattina a fare la spesa per sentire sé e la propria opera letteraria meno importanti di un vigile in divisa, e neppure tutto, basta il suo taccuino delle multe in mano. Tuttavia, prima di guardare io stesso la partita tra Argentina e Germania per rendermi conto almeno approssimativamente del fascino plagiario che ha un simile evento su un quarto della popolazione mondiale e della mia ridicola insignificanza di scrittore, di cittadino, di uomo e di vecchio senza uno straccio di pensione malgrado i milioni pagati in non so più che balzelli, contributi, acronimi e pizzi di Stato vari, ho notato che i primi libri più venduti in Italia sono quattro polizieschi con cadavere e poi, su un canale satellitare straniero, ho visto un servizio su Venezia che, mi sono ricordato, avevo già visto un anno prima. Dopo la parte sott’acqua sulla manutenzione degli argini che, secoli di palafitte a bagnomaria a parte, si sbriciolano per i moti ondosi di traghetti che non filano dritto e navi inchinantisi al dio Mammona del Mordi&Fuggi, interessantissima, avviene un incontro con quella tale Donna Leon, di origine statunitense, che sforza e sforna gialli in continuazione ambientati tra le calli e i callosi luoghi comuni da cartolina con gondola sempre in onda; il caso vuole che proprio un paio di mesi fa, in una ridente cittadina francese dove c’è un museo molto famoso, il Beaubourg o forse il Louvre, con libreria annessa, ne abbia preso in mano uno, Brunetti et le mauvais augure, ne abbia letto l’aletta e le prime dieci pagine a scrocco… Estate canicolare, una vecchia raggirata da un veggente, e si specifica «falso», un cancelliere ammazzato, trafic d’influence, che può significare tante cose, abuso d’ufficio, millantato credito, concorso esterno (?) in associazione mafiosa eccetera… E l’abbia rimesso giù con religioso rispetto verso i grafici della copertina e l’ometto del muletto che nel magazzino ne sposta e rimpingua la palette; tale Donna non vuole che le sue leonine opere vengano tradotte in italiano perché a Venezia, quindi in una specie di Italia sotto vuoto spinto, lei ci vive e pensa che la sua vita ALDO BUSI SEDUTO LUNGO LA RAMBLA DOVE HA AMBIENTATO «EL ESPECIALISTA DE BARCELONA» (FOTO ALAN LACUIN, 2014) di ALDO BUSI deve documentare per andare avanti nella pagina (sempre dubbi su cosa mangerebbe il suo commissario veneziano Brunetti quel tale giorno in quel dato caso di assassinio) prende su il telefono e chiama la presente amica cuoca sopraffina, la quale le suggerisce, mettiamo, «Sarde in saor» o, si fa per dire, «Bigoli alla moda del Doge», moda, mona, una cosa così, ed ecco così rimosso il blocco in blocco e avanti di getto fino alla risoluzione e relativa digestione dell’omicidio lagunare nel menù del giorno. Bestseller italiani e no, Donna americana che scrive a Venezia e finale di partita di campionato mondiale con i suoi multicolorati insetti eretti che sugli spalti esultano o piangono per una palla che entra o no in una specie di rettangolare retino per megacalabroni fissato al terreno e chiamano l’avvenimento «goal», cioè conseguimento di un obiettivo, un bersaglio centrato, un progresso dell’uno a danno dell’altro e quindi più che mai dell’umana specie tutta: sono rimasto così annichilito dalla mancanza di stupore e invidia di fronte alla consapevolezza di questa sacra e apocalittica ed effimera trinità che domina e sempre dominerà il mondo che mi sono addormentato come un angioletto più tranquillizzato del solito. Donna Leon (1942) è una scrittrice statunitense di successo. Si è trasferita a Venezia nel 1981. È autrice di bestseller ambientati nella città lagunare, ma preferisce non tradurre i suoi libri in italiano ne verrebbe sconvolta, niente di meno, perché chissà quali terribili segreti pubblici e privati rivela di Venezia, delle tenebre sul Mose e i suoi salmastri e, se ricchi, ricchissimi abitanti, scocciatissimi a causa di venti milioni di turisti l’anno che certo qualche voglia di sangue la tirano fuori anche alla più morigerata e linfatica beghina, che poi è anche più facile da pedinare e in più al contempo descrivi cinque chiese, tre edicole, un camposanto e qualche sparsa cappella, non saprò mai se di quelle che intendo io o che, e anche stavolta sei a posto con la foliazione di base. Nel filmato si vede la giallista di fama interplanetaria, Italia esclusa, riverita e osannata da lettrici straniere di passaggio e in giro tra le bancarelle di un mercato con un’amica indigena che poi vedremo cucinare con una sapienza che farebbe trama e ordito di per sé anche nel sottoscala della Sellerio editore mentre uno spremitore di tasti mette tutto il piccante possibile nero su bianco e conia pure il titolo che ac- L’intervento La letteratura è fuori commercio Il 19 luglio, Aldo Busi è intervenuto sul «Corriere della Sera» (Lo scrittore non è mai un autore), indagando i rapporti tra intrattenimento e letteratura Busi (Montichiari 1948) ha esordito con il libro Seminario sulla gioventù (1984). I suoi ultimi libri sono E baci (2013) e Sentire le donne (2014) per l’Editoriale il Fatto chiappa, Giallo zafferano, mettiamo, copyright permettendo; questa settantenne Donna arcimilionaria in royalties come credo nemmeno Simenon e Liala, di una fissità espressiva ineguagliabile, secca, rugosa, terrea, coperta da abiti scientemente modesti da «intellettuale pensosa come te la immagini», ha, per l’appunto, un successo strepitoso in qualsiasi lingua in cui è tradotta compresa, esistesse, quella salmistrata e pertanto viene poi anche servita a tavola dalla sua amica indigena cuoca sopraffina e non parla mai, a parte rivelare, muovendo labbra inesistenti con la tagliente meccanicità di un’iguana, un tormento ricorrente: il blocco della scrittrice statunitense anche più patentata di stanza a Venezia — o, mettiamo, a Capri, a Positano, a Ravello, a Taormina, nei luoghi peninsulari più deputati alla scrittura fina, a Busto Arsizio o a Casal di Principe mai. Confessa, ella, forse sorridendo ma non si capisce bene cosa intendessero i muscoli buccali, che quando ha un dubbio filologico e quindi si Sarò pure un moscerino azzoppato e insignificante e la mia storia, la mia opera, la mia lotta indefessa per non cadere in quella ragnatela non lasceranno traccia, ma neanche loro, però! Determinano ciò che più conta, l’attimo industriale presente, ma che vita di cellulosa gonfiata a fronte di tanto trionfo per niente e sul niente e sfruttando il niente! Insetto grosso mangia insetto piccolo, si sa e sta bene a tutti da che mondo è mondo, è la cosiddetta natura delle cose e di queste cose fatte di carne istintuale e niente più dette esseri umani e quindi non lettori nati. Il problema è che non stava e non sta e non starà mai bene a me, per questo ho scritto come ho scritto e vivo come vivo e, altro che cruccio, non lasciare alcuna traccia di niente in questo niente è pur sempre una consolazione. Come vorrei ora poter esprimere un unico desiderio recitando la semplice formula, «Scusate, è stato tutto un malinteso», e far sparire subito ogni traccia dei miei scritti dagli scaffali, dalle librerie, dalle cantine, dalle biblioteche, dai computer, dai depositi pronti al macero! E lo so che una simile considerazione aumenta la forza contrattuale di ogni Prima Donna anche maschile del cartaceo letterario e che diminuisce ulteriormente la mia di involontario principe della Letteratura senza agente e senza mercato, lo so bene, ma che scelta avevo, visto che comunque chi tace acconsente e almeno io no? Ah sì, e poi a volte come vorrei che qualcuno mi baciasse per trasformarmi in un rospo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Istituzioni Con un budget di 50 milioni di euro, il museo di Torino passerà dai 4.500 metri quadrati di spazi espositivi odierni ai 9 mila del 2015 Nuove «Connessioni». Così l’Egizio postmoderno raddoppia di STEFANO BUCCI Il cantiere del Nuovo Egizio di Torino: il Museo, secondo al mondo solo a quello del Cairo per numero di reperti, verrà aperto al pubblico il 1° aprile 2015 (foto Pino dell’Aquila) U n anno dopo l’inaugurazione del Piano Ipogeo con un allestimento (Immortali. L’arte e i saperi degli antichi Egizi) che ha portato, nonostante i lavori in corso, i visitatori da 25.948 a 36.134 (+ 39,3%). E sette mesi prima della grande festa in programma per l’apertura ufficiale del 1° aprile 2015 (full immersion con ingresso libero per torinesi e no). Duecentoquarantacinque giorni all’alba, dunque: ieri è stato tempo di bilancio per il Nuovo Museo Egizio di Torino e per il cantiere che ha finora già realizzato gli spazi sotterranei, la ristrutturazione della manica «Schiaparelli», l’acquisizione delle aree della ex Galleria Sabauda, la riqualificazione dello statuario. «Abbiamo rispettato i tempi e i costi — ha detto la presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie Evelina Christillin — anche se durante questi primi lavori di consolidamento strutturale abbiamo dovuto affrontare non pochi problemi, come le infiltrazioni impreviste nella ex Sabauda o il fatto che si trattasse di un cantiere proprio nel centro della città». Tutto risolto, comunque: «Anche grazie al bellissimo rapporto che abbiamo instaurato con la Soprintendenza». Cinquanta milioni di euro il budget complessivo a disposizione per i lavori finanziati da Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, con 4 giovani archeologi italiani neoassunti: l’Egizio passerà dai 4.500 metri quadrati di spazi espositivi odierni ai 9 mila del 2015, un vero e proprio raddoppio indissolubilmente collegato con il progetto scientifico del giovane direttore del Museo Christian Greco (in carica dal febbraio scorso). Un progetto riassunto in una parola: Connessioni. «Non sarà più un museo romantico — chiarisce Greco — ma postmoderno. Conterà il patrimonio dei reperti e altrettanto fondamentali saranno le relazioni tra reperti, luoghi e contesti che sapremo far comprendere al visitatore». Per questo grande importanza avranno le nuove tecnologie: «Saremo un vero e proprio museo 2.0, con i tablet e tavoli multimediali che ricomporranno tutti i frammenti dispersi tra collezioni nazionali e internazionali». Ma, aggiunge ancora Greco, «non avremo paura di approfondire e non cercheremo la spettacolarizzazione a tutti i costi». Anche per questo tra le altre basi portanti del Nuovo Egizio c’è una fitta rete di collaborazioni eccellenti, a cominciare da quella con i Vaticani per il restauro dei sarcofagi o con una serie di grandi musei (Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Leiden, New York, Chicago, Boston) dove dall’autunno verrà proiettato un film dedicato al nuovo Egizio di Torino. Ancora collaborazioni (Azerbaigian, Corea del Sud, Usa) per le prossime mostre: tra quelle possibili, una anche su Gabriele d’Annunzio e l’Egitto. Nel progetto generale (firmato dallo Studio Isolarchitetti mentre la comunicazione ambientale e il design sono di Migliore + Servetto Architects) l’ampio spazio contiguo alle scale mobili verrà affidato a Dante Ferretti: trentadue metri di pareti dove lo scenografo premio Oscar ricostruirà l’intero corso del Nilo dalla sorgente al delta. Saranno, tra l’altro, proprio quelle scale mobili che dall’Ipogeo guideranno i visitatori attraverso il nuovo percorso: prima al secondo piano (al terzo ci sarà invece lo spazio per le mostre temporanee) poi al primo e infine alla Galleria dei Re, a suo tempo riallestita (con grande effetto) sempre da Ferretti. Quell’allestimento che a un certo punto era apparso assai in bilico, dunque, resterà: «È piaciuto tantissimo al pubblico, per questo abbiamo deciso di conservarlo» ha dichiarato Greco. Cercando però di trovare nuove Connessioni: nel segno di Champollion, il grande decifratore di geroglifici che lavorò a Torino nella prima metà dell’Ottocento, si potranno così leggere le epigrafi sulle statue di faraoni e affini. Questa volta grazie a tablet, iPad e multimedia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Cultura 33 italia: 51575551575557 Beni culturali Oggi giornata chiave Collezionisti estremi Carl Hoffman indaga sull’erede che nel 1961 cercava pezzi d’arte in Nuova Guinea La riforma Franceschini in Consiglio dei ministri Appello a Napolitano: no Svanì nella terra dei cannibali Asmat: resiste il mistero di Michael Il cuore di tenebra dei Rockefeller di PAOLO CONTI di LIVIA MANERA A O ggi approda in Consiglio dei ministri la discussa riforma del ministero dei Beni culturali voluta dal ministro Dario Franceschini. Si è parlato di contrasti tra il ministro e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, soprattutto sulle prerogative delle soprintendenze ai Beni architettonici che il premier definì, da sindaco di Firenze, «un potere monocratico che non risponde a nessuno e passa sopra a chi è eletto dai cittadini». E che il testo Franceschini non modifica strutturalmente. Infatti settimana scorsa non era arrivato in Consiglio dei ministri ed era stato di fatto congelato. I collaboratori di Franceschini smentiscono qualsiasi contrasto con Palazzo Chigi (com’era già accaduto venerdì 25). Soprattutto, il ministro sottolinea di «non avere alcuna intenzione di smantellare, come qualcuno dice, il sistema delle soprintendenze né tantomeno di abbassare la guardia sulla tutela del paesaggio e del territorio». Comunque sia, oggi sapremo se la riforma Franceschini manterrà le sue caratteristiche: venti musei nazionali resi più autonomi con la nomina di direttori «interni o esterni all’amministrazione» (qualche esempio: Colosseo, Pompei, Uffizi, Brera, Reggia di Caserta, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Galleria Borghese e così via), scelta che di fatto modifica l’assetto di molti Poli museali (Firenze, per esempio, o Venezia). Altro passaggio importante è la nascita di una commissione interna che potrà riesaminare i vincoli, in particolare quelli paesaggistici e architettonici, posti da un soprintendente e impugnati, mettiamo, da un Comune (o da un privato) intenzionati a edificare. La preoccupazione sul pacchetto Franceschini è alta, tra gli addetti ai lavori. Lo dimostra l’appello indirizzato a Giorgio Napolitano Il ministro Dario «quale massimo tutore dell’articolo Franceschini, 55 anni, esponente del 9 della Costituzione» che impegna la Pd (Lapresse). In al- Repubblica alla tutela del patrimonio artistico e paesaggistico del nostro to: i depositi degli Paese. I firmatari temono che venga Uffizi (Sestini) smantellato e stravolto l’assetto della tutela «a colpi di decreti». La polemica è soprattutto verso il premier Matteo Renzi e per la sua insofferenza per il sistema delle soprintendenze. E così nel documento ci si rivolge a chi «spregiativamente liquida come “ottocentesco” un assetto fondato su criteri storico-scientifici del più alto livello e che hanno fatto onore alla cultura italiana della tutela, venendo apprezzati e imitati nel mondo». In particolare si sottolinea il timore che con «un imminente decreto sblocca-licenze edilizie che dà spazio all’autocertificazione riducendo i controlli» possa proseguire «un consumo sempre più folle di suolo e di paesaggio». Segue un elenco di importanti sedi prive di titolari: dalla direzione generale del ministero per paesaggio-belle arti-architettura-arte contemporanea a quella degli archivi e all’altra dell’antichità per approdare alla Reggia di Caserta. Numerose le firme: gli urbanisti Vezio de Lucia, Pier Luigi Cervellati, Paolo Berdini, la fondatrice di «Italia Nostra» Desideria Pasolini dall’Onda, gli scrittori e giornalisti Alberto Asor Rosa, Vittorio Emiliani, Corrado Stajano, Gad Lerner, Jacqueline Risset, gli storici dell’arte Cesare de Seta, Bruno Toscano, Andrea Emiliani, Marisa Dalai, il direttore della Galleria Borghese, Anna Coliva, gli archeologi Licia Vlad Borrelli e Carlo Pavolini. Solo oggi si capirà se, e come, nascerà la riforma Renzi-Franceschini. E con quali caratteristiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rcs e Quibee «Corriere», «Gazzetta» ed ebook gratis in spiaggia. Con un’App «In questa spiaggia leggi gratis». L’annuncio apparirà da domani alla fine di settembre in dieci stabilimenti balneari di Emilia-Romagna, Liguria, Puglia e Sardegna. Località-pilota dove i clienti, scaricando un’app chiamata «Quibee», potranno sfogliare su iPhone, iPad, smartphone e tablet con sistema operativo Android, il «Corriere della Sera», «La Gazzetta dello Sport», i periodici del Gruppo Rcs e una vasta selezione di ebook di Rcs Libri, comprese cinquanta anteprime dei bestseller dell’estate. L’iniziativa viene lanciata da Rcs, in collaborazione con la startup torinese Quibee. l piano terra del Metropolitan Museum di New York, nell’ala sud chiamata Michael C. Rockefeller Wing, c’è una collezione di arte primitiva capace di rapire il cuore al più insensibile dei visitatori. Maschere d’oro delle tribù precolombiane della Colombia e del Perù; raffinatissime statue antropomorfe dei Dogon d’Africa che ispirarono Picasso; sculture di ceramica e giada dell’area di Veracruz in Messico; e, tra tanti altri oggetti di rara qualità, gli straordinari pali bisj della Nuova Guinea: nove imponenti totem di legno alti quasi sei metri che rappresentano diversi uomini l’uno sulle spalle dell’altro, sormontati da immensi falli triangolari intagliati con la grazia di rosoni gotici. Tutte opere che fanno della «Michael C. Rockefeller Collection» una collezione unica al mondo. Segnata da una sola ingombrante assenza: quella della persona di cui porta il nome. Pochi misteri si sono dimostrati più duraturi alla prova del tempo di quello della morte di Michael Rockefeller, il figlio del governatore Nelson ed erede di una delle famiglie più ricche e potenti del mondo, che nel marzo del 1961, poco dopo essersi laureato ad Harvard, ha intrapreso un viaggio suicida nella Guinea Olandese (oggi la parte più orientale dell’Indonesia) per girare un documentario sulle tribù Dani della valle del Baliem. Da lì ha proseguito inoltrandosi nel territorio degli Asmat, comprando oggetti per la collezione di arte primitiva di suo padre — tra cui i magnifici bisj esposti al Metropolitan — e scattando fotografie. Poi, una mattina di novembre, il catamarano su cui navigava (due canoe unite da due assi di legno) si è ribaltato nel mare degli Arafura. A bordo erano in quattro: due ragazzi locali, Rockefeller e un antropologo olandese di nome Rene Wassing. Dopo essere andati alla deriva per un giorno intero, Michael si offrì di nuotare a riva con due taniche vuote legate intorno alla vita. «Credo di potercela fare», disse a Wassing. E non fu mai più rivisto (Wassing fu salvato il giorno dopo). Da allora esistono due interpretazioni sulla morte di quel ragazzo di ventitré anni. Quella della famiglia, che ha sempre sostenuto la tesi dell’annegamento. E una più truce: secondo cui Michael Rockefeller sarebbe stato ucciso e mangiato dagli Asmat, una tribù cannibale che ancora conserverebbe il suo teschio e altri resti. In alto, Michael Rockefeller poco prima di morire, nel ‘61 (Ap); sotto, un pezzo della collezione di famiglia e a destra il padre, Nelson Rockefeller nel 1939 Dopo tante inchieste giornalistiche e televisive rimaste in superficie, è uscito ora negli Stati Uniti un libro che scava più a fondo nel mistero e riapre il caso: Savage Harvest del giornalista Carl Hoffman (William Morrow editore, pp. 336, $ 16,23). Hoffman ha imparato la lingua degli Asmat e si è recato in quella regione di mangrovie, fango e villaggi su palafitte, per scoprire la verità. Ha fatto ricerche negli archivi olandesi e passato al setaccio le lettere dei Le ricerche L’autore del nuovo libro suggerisce l’ipotesi di un insabbiamento da parte delle autorità coloniali olandesi missionari. Il risultato è un libro che porta forti indizi alla tesi che Michael Rockefeller sia arrivato quasi a riva dopo avere nuotato per dodici miglia, e sia stato scambiato per un coccodrillo da un gruppo di Asmat in canoa. Una volta resisi conto che si trattava di un uomo, gli Asmat lo avrebbero arpionato e «con un colpo d’ascia sul collo» lo avrebbero ucciso. Poi lo avrebbero smembrato, arrostito sul fuoco, mangiato, e ne avrebbero conservato il teschio per i propri riti. Ma quali prove è capace di portare Savage Harvest alla sua tesi? Hoffman non ha ritrovato né il teschio né gli occhiali di Rockefeller né gli indumenti che indossava, menzionati da diverse delle sue fonti. Ma è certamente riuscito a mettere insieme una quantità di indizi impressionante, basati soprattutto sulle testimonianze dei missio- nari olandesi che riportarono il fatto in varie lettere alle autorità. «Due preti in particolare hanno mandato alle autorità ecclesiastiche e al governo olandese dei resoconti molto dettagliati, in cui facevano i nomi di chi aveva la testa di Michael, chi altre parti del suo scheletro. Chiedevano istruzioni, e allo stesso tempo sembravano suggerire che era meglio non dire niente ai Rockefeller…». Nella ricostruzione di Hoffman, Michael Rockefeller sarebbe arrivato in terra Asmat in un’epoca in cui «il cannibalismo era ancora largamente praticato. Ogni loro oggetto votivo affondava le radici nel sangue e ogni Asmat che ha incontrato aveva mangiato carne umana». Ma dal libro emerge anche che quel ragazzo ingenuo che nel suo diario scriveva che «la sola differenza tra noi e Tom Sawyer è che lui usava dei pali per navigare e noi usiamo un motore fuoribordo», si comportò come un collezionista avido e un viaggiatore scarso di sensibilità. Due errori colossali. Non solo non si rese conto che le sue transazioni commerciali destabilizzavano l’economia locale ma «non capì che comprando bisj comprava anime di uomini, anime che potevano farti ammalare, o che potevano ucciderti», scrive Hoffman. Ma la vera scoperta di Savage Harvest è la corrispondenza di un missionario olandese che si era guadagnato la fiducia degli Asmat. Cornelius van Kessel scrisse alla Chiesa olandese che alcuni guerrieri di un villaggio chiamato Otsjanep uccisero e divorarono Rockefeller per vendicarsi di una missione di alcuni anni prima, quando un ufficiale olandese fucilò alcuni capi dei villaggi Asmat. I superiori di van Kessel negarono ogni fondamento al suo racconto e lo richiamarono in patria. Ma allo stesso tempo, pare che un ufficiale coloniale sia riuscito a ritrovare il teschio di Rockefeller e altri suoi resti, e che poi li abbia fatti sparire. La rivelazione finale di questa triste e truce storia è dunque quella di un insabbiamento da parte delle autorità olandesi. Che, da un lato, stavano per lasciare la Nuova Guinea e avevano interesse a dimostrare di averla resa più civile, debellando il cannibalismo; e che, da un altro, si preoccuparono di non aggiungere ulteriori pene alla famiglia dei Rockefeller, la quale oggi espone al Metropolitan i suoi bisj. Capolavori, senza dubbio: ma ottenuti al prezzo più alto che un collezionista possa mai pagare. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1921-2014 Era nato a Torino. Rilanciò i marchi Electa e Skira Novecento Una raccolta dei «Quaderni» ormai introvabili Addio a Emilio Vitta Zelman partigiano ed editore d’arte Quando il Partito d’Azione mise in scacco Casa Savoia di PIERLUIGI PANZA di ANTONIO CARIOTI E milio Vitta Zelman, scomparso ieri a Milano, è stato uno dei padri nobili dell’editoria d’arte italiana. Era nato a Torino il 17 maggio 1921. Dopo il ’43 divenne partigiano e finita la Seconda guerra mondiale si laureò rapidamente in legge. Ma non volle fare l’avvocato: venne a Milano e con un amico incominciò a girare in Inghilterra e in Olanda per scoprire le novità in campo industriale. Divenne così rappresentante in Italia di varie ditte europee, specialmente inglesi, che producevano nuovi materiali. Fu un successo, ma sullo sfondo restava in lui il culto per la lettura e la volontà di fondare una casa editrice. Un culto, quello per la lettura, che divenne, tra gli amici, leggendario: lo si vedeva sempre con un libro in tasca e pare che leggesse sfruttando anche il tempo in ascensore. Nel 1964 entrò al fianco di Giorgio Fantoni nel capitale della casa editrice Electa, diventandone presidente. La casa editrice era stata ceduta da Giovanni Gualtiero Gorling, un editore italosvizzero. Stabilimenti in Veneto, testa a Milano. Fu una continua crescita. Libri d’arte, ma anche edizioni di pregio, co- me un Orlando Furioso una cui copia venne regalata al presidente della Repubblica. Lo si ricorda democratico in ditta e un aneddoto racconta che pagasse il conto del dottore dei dipendenti che gli chiedevano aiuto. Nel ’71 lasciò la presidenza della casa editrice Electa, nella quale entrò il figlio Massimo, e continuò nell’attività di rappresentanza. Intanto disegnava e scriveva. Una sua passione erano i Tuareg, e nel 1987 pubblicò su di loro il libro Le croci dei Tuareg. Ne scrisse un altro sull’Abbazia di San Fruttuoso e un terzo, di disegni, intitolato Ricordi di squola scritto con la q (nel 2005). Quando il figlio Massimo, con Giorgio Fantoni, lasciò l’Electa e acquistò nell’autunno del 1995 il leggendario marchio Skira, Emilio Vitta Zelman divenne vicepresidente. Gli Zelman rilanciarono il marchio per il quale avevano lavorato Picasso e Matisse fino a farlo diventare leader nell’editoria d’arte. Emilio Vitta Zelman era ricoverato per un male incurabile. Lo piangono storiche figure dell’editoria milanese e gli amici di sempre come Rosellina Archinto, Vittorio Gregotti e Andrée Ruth Shammah. © RIPRODUZIONE RISERVATA M ario Pannunzio, futuro direttore del «Mondo», aveva visto giusto con un certo anticipo sui tempi, quando osservava, nel settembre 1944, che molto di quello che aveva «dato risonanza» al Partito d’Azione si poteva considerare «già perduto», aggiungendo però che non sarebbero andati dispersi «i benefici che il movimento fin dal suo nascere» aveva «recato alla democrazia». In realtà gli azionisti avrebbero dato ancora parecchio all’Italia, soprattutto in termini di sangue versato nella lotta partigiana, ma sul piano politico le loro divisioni interne, già emerse al Congresso di Cosenza dell’agosto 1944, si sarebbero man mano accentuate, fino alla scissione del febbraio 1946, con l’ala socialista di Emilio Lussu e Riccardo Lombardi da una parte, quella liberaldemocratica di Ugo La Malfa (nella foto) e Ferruccio Parri dall’altra. Per capire meglio l’esperienza storica del Pd’A (spesso trascurata a vantaggio delle polemiche attualizzanti su un «azionismo» quasi elevato a categoria dello spirito) risulta di grande utilità la lettura dei Quaderni prodotti da quel partito nella sua breve parabola (si sciolse nel 1947), testi ormai introvabili e adesso ripubblicati in due volumi dall’editore Il Settimo Libro con il titolo un po’ bizzarro Tra eresia e santità (pp. 550, € 36). Dagli scritti inclusi nella raccolta emerge con chiarezza la varietà delle posizioni espresse dai dirigenti azionisti, uniti soprattutto dall’intransigenza verso fascismo e monarchia: come ricorda nella prefazione Adolfo Battaglia, «non c’era tra loro quel tanto di affinità politica che potesse far marciare un ordinato partito». E tuttavia il Pd’A colse due «successi storici»: limitò la preponderanza dei comunisti nella Resistenza e fu decisivo, nel giugno 1944, per far uscire di scena Badoglio, mettere in scacco i Savoia e aprire la strada alla Repubblica. L’opera per cui gli rendeva merito anche una voce critica come Pannunzio. @A_Carioti © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Eventi La montagna S degli italiani Altruismo e impegno ambientale. Cucchi: «Ho accettato la sfida per condividerla con gli amici pachistani» La ri-conquista del K2 Sessant’anni dopo, i nostri alpinisti ancora in vetta. La spedizione pachistana è stata supportata dall’Italia, come allora sostenuta da Moncler ono le 16 e 54 di sabato 26 luglio quando dalla radio esplode un grido tirato con quel poco che è rimasto nei polmoni. È un po’ come sbarcare sulla Luna. O toccare il cielo con un dito. Solo che prima bisogna arrivare lassù, dove l’asticella dice 8.611 metri, ogni passo è una riga di storia, la faccia una maschera di freddo e l’ossigeno manca come l’acqua in un deserto. Michele Cucchi, 44 anni da Abbiategrasso, scioglie nell’abbraccio a Hassan Jan tutta la fatica. Senza mai ricorrere all’ossigeno delle bombole, a 60 anni di distanza dalla prima grande impresa, Italia e Pakistan arrivano di nuovo insieme in cima al K2. Solo che, questa volta, l’Italia ha voluto rendere la gloria della loro montagna al gruppo di pachistani. In cima, oltre a Cucchi, ci sono sei ragazzi pachistani con facce da uomini. Provengono da Hushey, porta principale d’ingresso al K2. Cresciuti guardando sempre più in alto, con la speranza di arrivare dove 60 anni avevano osato Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. In vetta anche altri due italiani, Tamara Lunger e Klaus Gruber, che A 8611 m Da sinistra, Michele Cucchi e il pachistano Hassan Jan si abbracciano in vetta il 26 luglio scorso (foto Klaus Gruber). Nella foto grande, Simone Origone, l’altro alpinista italiano, durante la spedizione (foto Matteo Zenga) L’allievo e il maestro Ali Durani è il primo ad arrivare: ha 24 anni, è cresciuto grazie alle lezioni di Cucchi. Lui, da guida, ha voluto salire per ultimo Il soccorso Simone Origone, a quota 8.100, ha rinunciato alla vetta per soccorrere Muhammad Hassan, colpito da edema polmonare non fanno parte della spedizione. Ali Durani, il primo quest’anno ad arrivare in cima, senza chiedere nessuna dose di ossigeno oltre a quella maturata nei suoi polmoni, ha 24 anni: la stessa età che allora aveva Walter Bonatti. Durani ha iniziato quasi per caso a fare alpinismo due anni fa ed è cresciuto grazie alle lezioni di Cucchi, che per non tradire l’indole da guida alpina ha voluto arrivare in cima per ultimo tra i compagni di spedizione e scendere per ultimo come il ruolo gli imponeva. «Non volevo nessuno dietro di me — racconta —. Ho accettato la sfida per condividerla con gli amici pachistani» dice lui che in questi anni ha formato il gruppo con lezioni di tecnica alpinistica. Il resto sono storie di ordinaria fratellanza. Come quella dell’italiano Simone Origone, che raggiunta quota 8.100 metri ha rinunciato alla vetta per soccorrere al «campo 4» Muhammad Hassan, fermato da un principio di edema polmonare. Con loro anche Daniele Nardi, l’uomo che ha documentato la spedizione, scattando immagini da fantascienza tra i ghiacci, in notti in cui con i lumini delle torce sembrava di accarezzar le stelle. Al campo base, a pianificare ogni passo della scalata, c’era Agostino Da Polenza, presidente di EvK2CNR, che da anni cura una continua ricerca, cullando un sogno che fonde scienza e alpinismo. Così, seguendo quella che era la grande ambizione di Ardito Desio, il parco del Karakorum è diventato un laboratorio a cielo aperto. Da tenere prima di tutto pulito, rimuovendo i rifiuti accumulati negli anni con Il Parco L’area protetta più alta Con una altezza media di 5.200 m il Central Karakorum National Park è il più alto del mondo e il K2 è il suo simbolo. Dal 1993 è la più vasta area protetta del Pakistan: «lab» scientifico e sociale, paradiso della biodiversità, è rifugio per animali protetti come il leopardo delle nevi. Ma il CKNP non aveva un piano di gestione. Fino a quando gli italiani di EvK2CNR hanno contribuito a scrivere le regole e i confini scientifici del parco, condividendo il lavoro con le istituzioni e le popolazioni locali. Un grande contributo logistico e tecnico «L’impresa serva per promuovere il territorio e gli uomini che lo abitano» le spedizioni: bombole, plastiche, residui di corde, tende abbandonate e mangiate solo in parte dal tempo. Dal 2005 sono state raccolte 40 tonnellate di rifiuti. Un lavoro completato con l’installazione di una stazione meteo climatica al campo base e un sistema di misurazione gps del profilo altimetrico dello sperone Abruzzi e della vetta. Un’impresa nata a tavolino, quando il gruppo dei pachistani chiede a Da Polenza come si conquista una montagna del genere. «Abbiamo imparato che ci sono molti modi importanti per essere protagonisti in questa terra con le sue montagne che non smettono di attrarre noi italiani: vincere una sfida estrema come questa spero aiuterà a promuovere questo territorio e gli alpinisti che lo abitano» racconta Da Tre «missioni» Pulizia Pacchi di rifiuti raccolti da portare a valle: «Keep K2 Clean 2014», supportata da Moncler, ripulirà la montagna da 8 tonnellate di materiale Misurazioni Con un Gps d’altissima precisione sono stati raccolti nuovi dati e misurazioni sul K2. Missione scientifica coordinata da EvK2CNR Stazione meteo Installata dai ricercatori EvK2CNR al Campo Base K2 la stazione meteorologica della rete Share, la più alta del Karakorum Polenza, l’unico uomo in grado di costruirsi un letto in vetta al K2. Quando nel 1983 salì dal versante cinese e, non avendo alternative, si sdraiò intorno a un sasso che emanava quel minimo di calore pregando di passare la notte, ha fatto in modo che la «montagna degli italiani» tornasse a essere un po’ anche quella dei pachistani, e non solo per motivi geografici. L’Italia questa volta ha voluto dare l’altra mano per arrivare in vetta. Quella dose essenziale di supporto, economico, logistico ma anche tecnico. Un esempio? Per una spedizione del genere servono quasi tre chilometri di corda, per andare in sicurezza dal campo base (a 5.100 metri) fino agli 8.611 finali. Italiano anche il cuore dell’equipaggiamento. Come già accaduto 60 anni fa, Moncler ha deciso di vestire gli scalatori nella loro sfida più dura. Piumini, salopettes, gilet, tute realizzate con materiali apposta per sfidare il K2. «Mi piace pensare che non esistano altezze impossibili da raggiungere quando si lavora con passione: difficile spiegare l’orgoglio di tornare a 60 anni esatti sulla vetta del mondo» spiega Remo Ruffini, presidente di Moncler. Tornare in cima era forse l’unico modo per celebrare l’anniversario. Almeno l’unico che uno scalatore conosca. Nella beata solitudine della natura più profonda, c’è un gruppo di uomini pachistani, che in un inglese mangiato dalla fatica, non smette di ringraziare chi gli ha dato una mano a sfidare la loro montagna di casa. Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Eventi 35 italia: 51575551575557 2014 Il 26 luglio, a 60 anni dalla conquista «italiana» del K2, una spedizione ufficiale pachistana raggiunge la vetta. In cima arrivano in 7: Hassan Jan, Muhammad Sadig, Ghulam Mehdi, Ali Durani, Ali Rehmat, Ullah Baig con l’italiano Michele Cucchi. È l’Italia, grazie agli sforzi logistici e organizzativi di EvK2CNR e al sostegno di Moncler, a coordinare la missione con, al campo base, Agostino Da Polenza a supportare Muhammad Taqi. 1954 Il 31 luglio 1954, Lino Lacedelli e Achille Compagnoni conquistano, per la prima volta nella storia, la cima del K2, con i suoi 8.611 metri la seconda vetta più alta al mondo. Il team era guidato da Ardito Desio, a capo di 30 uomini tra alpinisti e ricercatori. Decisivo l’apporto di Walter Bonatti e di Amir Mahdi, che trasportarono le pesanti bombole d’ossigeno dal campo VII fino al IX, percorrendo in un giorno oltre 700 metri di dislivello. Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Un anno d’oro Il ruolo non solo sportivo della spedizione del 1954 Con la cima più difficile scoprimmo la voglia di costruire un Paese nuovo Ma l’«autolesionismo» spuntò nelle polemiche di FRANCO BREVINI I l 31 luglio 1954 il K2 divenne «la montagna degli italiani». In quella fatidica giornata Lino Lacedelli e Achille Compagnoni raggiunsero per primi la vetta del Karakorum, ormai da alcuni anni stretta d’assedio dalle più forti spedizioni alpinistiche internazionali. Gli italiani scrissero allora una delle pagine più fulgide nella storia della conquista delle montagne. Era caduto il più ambito degli ottomila, la seconda vetta del pianeta quanto all’altezza, ma la Dopoguerra e rinascita Coppi e Bartali in bici, Zeno Colò sugli sci, il cinema di De Sica. Per il K2 la gente scese in piazza, le campane suonarono prima quanto alle difficoltà. Fissato da un’indimenticabile tavola apparsa sulla copertina della Domenica del Corriere, il tricolore che sventolava sul temibile gigante pachistano sanciva una volta per tutte il rapporto privilegiato degli italiani con il K2. Con la spedizione guidata da Ardito Desio, che introduceva il nostro paese nella modernissima corsa agli ottomila, avevamo ottenuto il più brillante dei risultati immaginabili. Negli anni Cinquanta, quando venne conquistata la maggior parte degli Ottomila, le spedizioni che trionfavano sulle cime più alte della terra erano l’emblema di una nuova età di ottimismo seguita alla catastrofe bellica. Non è un caso che il «Times» desse la notizia della vittoria degli inglesi sull’Everest il mattino del 2 giugno 1953, lo stesso giorno dell’incoronazione della regina Elisabetta. Alla nazione reduce dall’austerity del Dopoguerra i due eventi sembrarono inaugurare un’epoca più serena e positiva. L’Italia usciva sconfitta e umiliata dalla guerra. Era un Paese di povertà e di emigrazione, di cui il cinema e la letteratura neorealista offrivano uno spaccato fedelissimo. Il 1954, l’anno del K2, fu anche l’anno dell’Oro di Napoli di Vittorio De Sica, che segnerà il successo internazionale di Sofia Loren Coppi e Bartali in bicicletta, Zeno Colò sugli sci, Lacedelli e Compagnoni sul K2 erano gli emblemi di una voglia di voltare pagina. Dino Buzzati sul Corriere della sera commentò l’annuncio della vittoria osservando che «da parecchi anni gli italiani non avevano avuto una notizia così bella». Quando si seppe della conquista, le campane di tutte le chiese presero a suonare a stormo e le piazze si riempirono di gente festante. La squadra di Desio portava a termine un cammino iniziato mezzo secolo prima. Le esplorazioni di Lerco nel 1890, poi del duca degli Abruzzi nel 1909, infine di Ardito Desio con Aimone di Savoia, duca di Spoleto, nel 1929 avevano inconfondibilmente fatto del gigante del Baltoro la «montagna degli italiani». Il duca degli Abruzzi era accompagnato dal fotografo Vittorio Sella, che, grazie alla sua ingombrante attrezzatura, consegnò ai contemporanei alcune folgoranti lastre di quelle favolose montagne, in cui tutti i parametri alpini saltavano. Le difficoltà con cui l’intrepido duca non tardò a misurarsi valsero a scoraggiare ogni velleità alpinistica. Ma la spedizione tornò in patria indicando un possibile itinerario di salita, che, in onore del coraggioso Savoia, venne battezzato «Sperone duca degli Abruzzi» e che sarebbe stato seguito dai primi salitori del 1954. Purtroppo l’epiteto di «montagna degli italiani» vale anche in un diverso, più scoraggiante senso. La luminosa conquista del 1954 sarebbe stata offuscata da un’interminabile sequela di feroci polemiche, che, con le dovute differenze, sembrano replicare quelle seguite al disastro del dirigibile Italia e della Tenda rossa di Umberto Nobile. Ci vorranno mezzo secolo e l’autorevole presa di posizione ufficiale del Club Alpino Italiano per placarle. Vennero allora riconosciuti i meriti di Walter Bonatti, che aveva fornito un decisivo contributo al successo della spedizione, e si dovette Insieme Un’immagine della spedizione 2014. Gli alpinisti sono giunti in vetta senza bombole d’ossigeno (foto M. Zenga) ammettere che la relazione ufficiale della spedizione era stata tendenziosamente elusiva e lacunosa. Insomma avevamo vinto il più impegnativo fra i giganti della terra, dimostrando di cosa eravamo capaci. Ma non avevamo rinunciato ad apporre quel penoso suggello così italiano, una denominazione di origine che sembrava sancire una volta di più l’impossibilità di un’italica epopea, non meno che il nostro scarso patriottismo e la nostra vocazione autolesionista e distruttiva. Per fortuna da allora molta acqua è scorsa sotto i ponti dell’italianità del K2. Nel 2004 a farsi promotrice della spedizione K2 1954-2004. Il successo italiano continua è stata la stessa organizzazione Ev-K2-Cnr che, fondata dallo stesso Desio insieme all’alpinista bergamasco Agostino da Polenza, ha promosso la costruzione della Piramide dell’Everest e che da anni la gestisce. Ma Ev-K2-Cnr, che ha riportato sessant’anni dopo italiani e pachistani sulla vetta del K2, si presenta con un alto profilo scientifico, all’origine di progetti di cooperazione tutti italiani: la stazione meteo-climatica, che nell’ambito del progetto Share, sta già fornendo informazioni in continuo dal campo base del K2; il profilo altimetrico digitalizzato dello Sperone degli Abruzzi con la collaborazione dell’Università di Trieste; l’aggiornamento della misurazione dell’altezza della vetta del K2 mediante un Gps Leica di ultimissima generazione. Sul piano ambientale gli italiani hanno promosso il Central Karakorum National Park, la più vasta riserva naturale del Pakistan: 10 mila chilometri quadrati tra i 2500 e gli 8000 metri di quota. Contestualmente è prevista la pulizia dei campi alti del K2 nell’ambito della campagna Keep Karakorum Clean. Basti dire che negli ultimi sette anni nei campi alti delle montagne del Baltoro sono stati raccolte e smaltite più di 30 tonnellate di rifiuti. Insomma, sessant’anni dopo, sul K2 c’è un’Italia che funziona e le polemiche del passato sono diventate ormai storia. Primi La spedizione italiana del 1954 con Ardito Desio (al centro) Lacedelli, Compagnoni, Bonatti. E La Domenica del Corriere © RIPRODUZIONE RISERVATA Ecologia in quota Il presidente di Mountain Wilderness Italia spiega le iniziative dell’associazione internazionale contro il degrado delle montagne «L’obiettivo più urgente? L’alpinismo sostenibile» «In Europa troppa folla e commercio In Asia incoraggiamo il lavoro “etico”» I n principio, fu il Ghiacciaio del Gigante all’alba del 16 agosto 1988 a far parlare di loro. E Reinhold Messner, l’alpinista più famoso del mondo. L’ombra sul cavo che regge il pilone sospeso della telecabina che collega la Punta Helbronner con l’Aiguille du Midi è la sua. Lo scalatore cala una corda in direzione del Monte Bianco. Salgono Alessandro Gogna e Roland Losso. Una volta in alto, i tre issano un grande striscione con la scritta «Non à la télécabine. Mountain Wilderness». L’immagine fa il giro del mondo. Mountain Wilderness è nata appena pochi mesi prima, la battaglia per liberare il massiccio da quell’impianto deturpante inizia ufficialmente quel giorno. Due anni dopo, ecco i rifiuti: 2 tonnellate e mezzo di indistruttibili scatolette di latta, ma anche plastica, carta, resti di tenda e persino un cada- vere lungo la spedizione «FreeK2», nata per ripulire la montagna himalaiana. Sono tante le azioni portate avanti da Mountain Wilderness, piccola associazione internazionale attiva contro il degrado delle montagne, promotrice di un alpinismo ecocompatibile. «Siamo stati tra i primi — spiega Carlo Alberto Pinelli, presidente di Mountain Wilderness Italia e tra i fondatori dell’associazione — ad aver istituito alcune aree protette, come il Parco Nazionale Gran Sasso-Laga. Abbiamo ottenuto l’abbattimento del ripetitore sull’Aiguille de Trelatete in Valle d’Aosta, la chiusura al traffi- co di alcune valli e il divieto di praticare l’eliski sulla Marmolada, un modo elitario di frequentare la montagna a discapito di chi, invece, ama percorrerla in silenzio, con le pelli di foca. La nostra è un’associazione etica ed ambientalista insieme. Non siamo spazzini d’alta quota ma promuoviamo iniziative esemplari per sensibilizzare gli alpinisti a darsi da fare attivamente. In che modo? Mettendo in primo piano non tanto la tecnica, ma il rapporto con l’autenticità della montagna. Va da sé che le salite in montagna si devono fare senza lasciare traccia del proprio passaggio e che utilizzare, ad esempio, le corde fisse significa produrre un tipo di inquinamento etico perché, con queste, si altera la natura dell’alpinismo, che è quello di aprirsi da solo la propria strada verso la vetta. Mountain Wilderness si occupa anche di Environment Friendly Mountaineering, corsi di alpinismo ecocompatibile dedicati ai montanari delle zone asiatiche poco frequentate. Sono corsi che permettono ai ragazzi di acquisire competenze tecniche, ecologiche ed etiche con le quali poi si possono proporre come guide di trekking, di alpinismo o portatori di alta quota specializzati, promuovendo il turismo di montagna in zone molto povere. Ogni vetta, ogni zona ha caratteristiche e criticità proprie. Il problema delle Alpi, ad esempio, è quello dell’iperfrequentazione e della commercializzazione degli spazi di montagna attraverso l’eliski. Il Pakistan è 2,5 300 11 tonnellate: i rifiuti raccolti nella spedizione Free K2 organizzata da Mountain Wilderness, nel 1990, oltre a 10 km di corde fisse migliaia di passi : il percorso di una staffetta a piedi, da Torino al Monte Bianco, organizzata nel 1999 per chiedere la protezione della vetta d’Europa rappresentanze di Mountain Wilderness nel mondo: Italia, Spagna, Catalogna, Olanda, Belgio, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Slovenia e Pakistan invece legato alla paura dei talebani e del terrorismo integralista. Stiamo cercando, a livello internazionale, di spingere il turismo alpinistico nell’alta valle di Hunza, abitata da popolazioni di religione ismaelita, quindi tranquille e pacifiche. Nelle Ande ci muoviamo invece con iniziative di carattere umanitario. Lì la miseria è intollerabile e il bisogno di far guadagnare qualche soldo attraverso il turismo di montagna, prioritario. Aiutiamo quindi il locale a costruire dei posti tappa all’interno dei villaggi per accogliere i turisti, e mettiamo dei segnavia di legno per indicare i percorsi trekking. Certo, sono segni di antropizzazione della montagna ma sono discreti e a fin di bene. Impianti obsoleti, sia funiviari che bellici, deturpano invece il versante francese delle Alpi Marittime mentre il problema del K2, inutile dirlo, è il sovraffollamento e le spedizioni commerciali. Il modo migliore per festeggiare i 60 anni dalla sua conquista sarebbe stato quello di lasciarlo libero per un anno, lasciando a casa tutti gli alpinisti avidi di conquista». Carlotta Lombardo © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 37 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile L’EUROPA ASSENTE ✒ Era l’occasione per dare un segnale di cambiamento autentico, al di là di slogan e promesse che troppo spesso si rivelano ingannevoli. La politica poteva finalmente sottrarsi alle vecchie logiche di baratti e spartizioni, procedendo in tempi rapidi alle nomine che le spettano, scegliendo sulla base di meriti e competenze; l’alta burocrazia dei giudici costituzionali poteva spezzare la consolidata quanto poco gloriosa tradizione di eleggere alla presidenza il più anziano del gruppo, che così prima o dopo (salvo sfortunate eccezioni) tocca a tutti, fosse anche per poche settimane. Invece no, né gli uni né gli altri hanno colto l’opportunità. Il Parlamento in seduta comune è rimasto paralizzato dall’assenza di nomi che mettessero d’accordo maggioranza e opposizione (a parte il Movimento 5 stelle, che ha subito indicato e votato il proprio candidato in tutti gli scrutini andati a vuoto), e ha lasciato il palazzo della Consulta orfano di due componenti; offrendo in questo modo l’alibi ai tredici giudici restanti — o meglio, alla maggioranza di essi — di optare per la soluzione di una guida-ponte, in attesa che venga completato l’organico. Così ieri è stato eletto presidente Giuseppe Tesauro, che scadrà dall’incarico il prossimo 8 novembre. Perpetuando una pratica non certo edificante, che se pure non costerà allo Stato un euro in più per la sua pensione ormai prossima — come ha tenuto a precisare il neo-nominato, peraltro grazie al proprio voto decisivo —, gli garantisce uno stipendio un po’ più alto anche se per soli tre mesi. E lo insignisce di un titolo (presidente ora, presidente emerito in futuro) che potrà sfoggiare per sempre. Come se la carica di più alto rappresentante della Consulta fosse una medaglia, anziché un delicato ruolo istituzionale. Ma la storia dei due componenti in meno è, per l’appunto, soltanto un alibi, come dimostrano i sei voti contrari all’elezione di Tesauro. Segno tangibile che dentro la Corte c’è chi avrebbe voluto quel segnale di discontinuità e cambiamento, però ha perso. Nessuna preclusione sulla personalità del neo-presidente, che ha tutte le qualità per ricoprire quella carica, ma il segnale di discontinuità non c’è stato. Doppia occasione mancata, dunque: per il Parlamento e per la Consulta. In sintesi, per le istituzioni. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA SUI CONTI SI GIOCA LA CREDIBILITÀ DELL’ITALIA PERICOLOSE LE TENTAZIONI SULL’ARTICOLO 81 ✒ È noto che gli oppositori delle riforme istituzionali, versione Renzi, vorrebbero che la Costituzione restasse così com’è. Ma fanno un’eccezione: per l’articolo 81, modificato nel 2011 perché prescrivesse l’«equilibrio» fra uscite e entrate dello Stato. Nei giorni scorsi ne hanno parlato, in due interviste, sia Nichi Vendola sia Massimo Mucchetti (Corriere, rispettivamente il 29 e il 28 luglio). È una battaglia tutta simbolica: la sinistra ci legge una sorta di rifiuto costituzionale del keynesismo. Per la verità, la stessa cosa si poteva dire dell’art. 81 originario, che obbligava a indicare i mezzi per far fronte alle nuove spese. Sappiamo come andò a finire: sul punto, la Costituzione più bella del mondo rimase lettera morta. Il nuovo art. 81 esige l’«equilibrio» di bilancio, ma aggiustato al ciclo economico, da quest’anno. Subito le Camere hanno votato per consentire al governo di disattenderlo. Si può considerare eccessivamente inflessibile una norma che si lascia forzare già al momento del debutto? Gioverebbe forse ricordare perché, nel 2011, ci si affrettò a riscrivere l’art. 81. La marcia apparentemente inarrestabile dello spread imponeva di dare un segnale circa la serietà delle nostre intenzioni, quanto a riordino della finanza pubblica (seguendo l’esempio dei tedeschi, che per primi hanno costituzionalizzato il pareggio). Il percorso di revisione costituzionale ebbe inizio sotto il governo Berlusconi e si concluse con il governo Monti ed è in coerenza con il trattato detto Fiscal compact. Che il legislatore abbia voluto tenersi le mani libere, si capisce dal fatto che si parla di «equilibrio» di bilancio, più rassicurante del «pareggio». Le norme costituzionali sono materia plastica nelle mani del ceto politico: la «sterilizzazione» dell’art.81, quest’anno, lo conferma. Cosa pensare, però, di una classe politica così ansiosa di divellere un argine, sia pure tanto debole, alla propria voracità? Che ne direbbero investitori e partner europei? Chi vuole riscrivere l’art. 81 intende affermare il principio della più ampia discrezionalità nella spesa pubblica. Principio che in Italia ha un’antica tradizione e solide realizzazioni: a cominciare dai nostri 2.200 miliardi di debito. Alberto Mingardi Direttore Istituto Bruno Leoni © RIPRODUZIONE RISERVATA I CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ IN KOSOVO UN RAPPORTO RIAPRE LO STRAZIO DEI BALCANI ✒ Crimini contro l’umanità commessi dall’Esercito di liberazione del Kosovo durante e dopo la guerra contro i serbi. Omicidi, sequestri, stupri, «limitato» traffico di organi: il rapporto pubblicato dalla task force investigativa dell’Unione europea sulle violenze dell’Uck alla fine degli Anni ‘90 denuncia i vertici dell’organizzazione paramilitare albanese attiva tra Kosovo e Serbia meridionale e riporta l’attenzione sul cono d’ombra dei Balcani, quel capitolo mai chiuso della storia europea che vede bene e male uniti in un abbraccio inestricabile. È l’indagine più completa condotta fino ad oggi sulle responsabilità dei combattenti kosovari. Un tentativo di accertare fatti rimasti sotto silenzio malgrado le testimonianze e la richiesta di giustizia delle vittime. Non si tratta di un’operazione di revisionismo storico, è costretto a precisare il procuratore americano che ha guidato l’inchiesta, Clint Williamson: la popolazione albanese del Kosovo fu vittima nel conflitto, ricostruire crimini commessi da miliziani che pure combattevano per l’indipendenza di una terra martoriata non può essere considerato un attentato alla causa kosovara. L’indagine ha toccato anche il delicato dossier della tratta degli organi affrontato dal precedente Rapporto Marty: le conclusioni delle due inchieste sono «coerenti», la squadra di Williamson per ora parla di «pratica su scala molto limitata». Il territorio a maggioranza albanese che per i serbi è luogo simbolico di un’epopea nazionale consacrata nella battaglia della Piana dei merli del 1389 ha proclamato unilateralmente la propria indipendenza nel 2008. Un processo appoggiato da gran parte della comunità internazionale e solo di recente sfociato in un faticoso dialogo con Belgrado a mediazione Ue. Il pericolo che l’indagine mini un equilibrio ancora precario esiste. Pur affermando che «crimini commessi da individui devono ricevere un trattamento legale appropriato», il vice ministro degli Esteri kosovaro Petrit Selimi ha dichiarato: «Casi isolati non devono infangare la giusta lotta del Kosovo contro il regime di Slobodan Milosevic». Cortocircuiti del dolore. Un’inchiesta imparziale è un atto di giustizia per tutte le vittime. Maria Serena Natale © RIPRODUZIONE RISERVATA Gaza e le persecuzioni dei cristiani Uno sguardo malato di ipocrisia di PIERLUIGI BATTISTA SEGUE DALLA PRIMA L’Europa non esporta più valori, scelte, strategie, modelli, bandiere. In compenso, in questi ultimi giorni, fabbrica a getto continuo quelle che Rosellina Balbi chiamava «parole malate»e spurga i miasmi di un nuovo antisemitismo aggressivo sebbene ammantato di un finto umanitarismo. L’Europa vive anni di pace interna come mai nella storia. Ma in Germania hanno attaccato una sinagoga a colpi di bottiglie molotov e in Francia ne hanno assaltata una al grido di «Mort aux juifs». L’Europa non sa dire una parola ai conflitti che insanguinano il mondo, a un passo da casa. Non si sa cosa pensi di tutte le tragedie che costellano l’agenda internazionale. Le immagini della morte a Gaza lasciano senza fiato, ci schiacciano, sono intollerabili, ogni bambino ucciso ci travolge, e ci fa tremare quando papa Francesco grida «basta, fermatevi». Il suono delle sirene di Israele che chiamano le famiglie nei rifugi dove ripararsi dai razzi di Hamas ci fa disperare: quando finirà tutto questo, se mai finirà. Ma l’Europa avrebbe il dovere di dire una parola, di cercare soluzioni, di costruirsi un profilo di interlocutore autorevole. E invece dove sta l’Europa? Se ne sta inerte, muta, impotente, marginale, irrilevante. Scrutiamo le mosse dell’America di Obama, ci domandiamo quale forza dissuasiva possa avere l’Egitto che dà il suo patrocinio a tregue regolarmente violate. E la Turchia di Erdogan, che sta con i terroristi e paragona oscenamente Israele a Hitler (e che ne è del Kurdistan turco, con i suoi oltre 30 mila morti ammazzati?). E il Qatar. E l’Iran. E il ribollire del mondo islamico, dilaniato dalla guerra tra sunniti e sciiti. Ma l’Europa, mai. Mai che ci si chieda quale compito possa svolgere l’Europa. I suoi vertici sono come noi: spettatori annichiliti di uno spettacolo atroce senza nessuna influenza sui fatti, solo qualche dichiarazione verbosa, l’annuncio di qualche inutile summit. L’Europa è muta perché sono anni che non si pensa più come protagonista. Non è solo la sua debolezza politica, o la fragilità delle sue istituzioni, o la riduzione della sua identità alla moneta unica ed all’elemento economico-finanziario. È una marginalizzazione culturale, un deficit di pensiero sul mondo. Con l’esplosione delle primavere arabe avrebbe potuto far da sponda democratica, esserci, favorire le forze laiche, battersi per evitare la deriva BEPPE GIACOBBE IL VOTO ZOPPO DELLA CORTE COSTITUZIONALE UNA DOPPIA OCCASIONE MANCATA fondamentalista e fanatica, ma non ha detto niente e nessuno, al Cairo come a Tunisi, ha guardato all’Europa come a un faro e un alleato. Quando è intervenuta, ha combinato un pasticcio, come in Libia, disarticolandosi e dividendosi. Ora la Libia è di nuovo nel baratro della guerra tra clan e tribù e l’Europa si ritrae silenziosa e imbarazzata dalla scena: che altro potrebbe dire, e a chi? Un’Europa fiera di sé, dotata di un pensiero, di una strategia, di un’idea del mondo potrebbe pur dire qualcosa ai governi di Israele, sostenerli contro chi vuole annientare lo Stato degli ebrei, ma anche pronunciarsi sulla sventurata strategia dei nuovi insediamenti, costringerli al dialogo con Abu Mazen e con i palestinesi che oggi non seguono la deriva terrorista e criminale di Hamas. Ma chi lo può dire, in Europa? Che credibilità può avere l’Europa se nega a Israele il diritto di difendersi e se si mostra ❜❜ L’Ue tace perché non si pensa come protagonista: è una marginalizzazione culturale, un deficit di pensiero sul mondo ambigua con Hamas? L’Europa sembra vivere fuori dal mondo. In Siria è in atto da anni un massacro di dimensioni apocalittiche (almeno 160 mila i morti: civili, bambini, innocenti). Qualcuno ha notizia di quale sia la posizione europea, che non siano i soliti balbettii e le indignazioni a comando? E nel Califfato in cui i cristiani sono braccati e perseguitati, si bruciano le chiese, a Mosul, in Iraq, in cui o le case dei cristiani sono marchiate d’infamia con la N di «Nasara» (cristiano) per indicarli alle milizie jihadiste che vogliono fare sterminio degli infedeli, in quelle terre sfortunate si sente forse l’eco di una voce europea? Il nulla. Il nulla persino nel cuore dell’Europa, in Ucraina, dove un aereo di civili è stato abbattuto e secondo l’ultimo report delle Nazioni unite, lo riferisce Paola Peduzzi su Il Foglio, da aprile a oggi nel silenzio e senza le immagini raccapriccianti che ci vengono da Gaza, si contano 1.130 morti (di cui moltissimi civili), 3.500 feriti, 800 «desaparecidos», oltre 100 mila sfollati. Un disastro a pochi chilometri dalle grandi metropoli europee: specchio dell’impotenza e dell’incapacità di agire. Anche questo contribuisce a rompere l’argine e a far tracimare nuove barbarie, intolleranza, odio per gli ebrei, indicati come i responsabili di ogni male, bersagli facili da minacciare. Un silenzio impotente che rischiamo di pagare molto caro. © RIPRODUZIONE RISERVATA INVESTIMENTI A MEDIO E LUNGO TERMINE Industria, l’illusione di crescere senza credito di ALESSANDRO PANSA I l Paese non cresce, l’economia non aggancia la ripresa. Gli 80 euro, una tantum o stabili, servono o no? Anche in economia, come in politica, sarebbe bene che venisse detta la verità. E le verità più importanti, qui, sono due. La prima è che l’Italia sta diventando un Paese inadeguato sul piano strutturale, quanto a patrimonio tecnologico, infrastrutture, sistema dei prodotti, dimensione e composizione azionaria delle imprese. La seconda è che una crescita duratura, capace di incidere sulla struttura del Paese, delle imprese e del lavoro non dipende dai consumi, specie in un’economia che importa la maggior parte dei beni di valore unitario elevato: sistemi di comunicazione, elettronica, elettrodomestici, orologi, eccetera. Lo sviluppo può essere guidato solamente dagli investimenti. Gli investimenti delle imprese. Ora, per investire di più le imprese dovrebbero disporre di più capitale ed è noto — lo ha più volte ricordato il Governatore della Banca d’Italia — che i nostri imprenditori non possono o non intendono impegnare oltre un certo limite le proprie ricchezze private. Ma dovrebbero anche godere di credito —non di più credito, ma di credito migliore e soprattutto diverso. Le aziende italiane hanno bisogno di credito industriale, cioè di prestiti concessi per sviluppare tecnologie, innovare prodotti, processi, impianti e macchinari; quindi con tassi d’interesse, scadenze, condizioni di rimborso e garanzie ri- tagliati sui piani di investimento dei debitori. Ma questo credito, per le aziende, non c’è. Una volta ci pensavano gli istituti di credito speciale — ricordate l’Imi, il Mediocredito centrale, la Mediobanca sino agli Anni 80 e tanti altri ancora? — dove team di ingegneri esaminavano piani, valutavano opportunità e finanziavano, appunto, l’industria. Si raccoglieva risparm i o a m e d i o te r m i n e s u l m e rca to , s i emettevano le obbligazioni «indirette» — qualcuno rammenterà le Medio-Pirelli o le Imi-Fiat — con le quali le banche «prestavano» alle aziende il loro merito di credito (oggi lo chiameremmo rating) e queste, con la garanzia dei loro creditori, costruivano strutture industriali in grado di sostenere il mercato e confrontarsi con i concorrenti. Questo mestiere le banche italiane, per quanto ci tentino, oggi lo fanno poco o nulla. Più che non volere non possono. Hanno trascurato le competenze necessarie per «radiografare» un’azienda ed è comunque più redditizio ed eccitante finanziare un leveraged buyout (l’acquisizione di una società finanziata in gran parte ricorrendo a un debito) che lo sviluppo di una nuova macchina utensile o di una linea di montaggio. Ma non è tutta colpa loro: le regole di gestione del patrimonio di vigilanza spingono le banche a investire in attività liquide trattate sui mercati, i derivati ad esempio, non a immobilizzare risorse a favore di aziende di medie dimen- sioni non quotate e senza rating. Si vuole fare davvero politica industriale in Italia? Allora si crei una banca di credito a medio-lungo termine. Non è molto difficile: all’inizio bastano pochi miliardi di patrimonio (3 o 4) sottoscritti, ad esempio, da un grande istituto di credito (che potrebbe così gestire meglio una parte dei suoi crediti «difficili») da una compagnia di assicurazione (che vedrebbe migliorare il profilo di rischio dei propri assicurati) e da una o più casse di previdenza private che soddisferebbero in modo professionale la continua richiesta che viene fatta loro di intervenire a sostegno dell’economia italiana. La quotazione in Borsa con un aumento di capitale e l’emissione di passività finanziarie a lunga scadenza completerebbero l’opera. Non è difficile prevedere che nel giro di relativamente poco tempo il sistema delle imprese si troverebbe ad avere a disposizione oltre 100 miliardi di euro per sostenere progetti industriali di lungo termine. Ma non è tutto. Verrebbe sfruttata la grande opportunità offerta dalla Banca centrale europea per acquistare titoli di aziende industriali; si potrebbe finanziare la tecnologia con disponibilità maggiori, fondi privati e modalità lungimiranti. E la politica industriale diventerebbe qualcosa di più dell’argomento di tanti brillanti convegni nei quale discutere di come chiudere la stalla dopo la fuga dei buoi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 39 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere RIVOLUZIONE E MOTI DI STUDENTI SUI DUE LATI DELL’ATLANTICO Risponde Sergio Romano Secondo lei il ‘68 degli Stati Uniti, nato come movimento pacifista contro la guerra in Vietnam e rivendicante uno stile di vita libero da conformismi, stereotipi e perbenismo, e che avevano caratterizzato quella società negli anni 50 e 60, può avere influenzato se non originato la nascita del ‘68 italiano? Inoltre ritiene che nel nostro Paese — in assenza di rivendicazioni e manifestazioni studentesche — si sarebbero affermati comunque il femminismo, l’alto tasso di delinquenza comune e organizzata e, soprattutto, la corrente delle Br, fenomeni che hanno interessato l’Italia per i successivi 15 anni? Renato Ferrario renato.fer.23@gmail.com CACCIA Uso dei «richiami vivi» Caro Romano, i media hanno dato poca risonanza alla notizia che le Commissioni ambiente e industria di Palazzo Madama hanno votato per il mantenimento della cattura e l’utilizzo di «richiami vivi». È importantissimo il cambio di posizione del governo, che cedendo alle pressioni dei senatori filovenatori, ha in extremis modificato il testo originale del decreto 91 che prevedeva il divieto di cattura e la limitazione della detenzione dei richiami vivi, una delle pratiche più violente e subdole ai danni degli uccelli selvatici. Centinaia di uccelli migratori sono catturati in modo barbaro (con le reti, che causano la morte di molti di essi) e stipati in una gabbietta grande quanto loro per tutta la loro esistenza. Credo che siamo rimasti l’unico Paese europeo a consentire una pratica così crudele. Oltretutto arriveranno le sanzioni europee che noi tutti pagheremo, nonostante più dell’80 per cento dei cittadini sia contrario alla caccia. Giovanni Tironi Arese (Mi) Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Ferrario, ra i moti studenteschi americani degli anni Sessanta, culminati nel sanguinoso intervento della Guardia nazionale nel campus di una università dell’Ohio (4 maggio 1970), e i moti europei della fine del decennio, esiste una fondamentale differenza, ma anche qualche importante analogia. Gli studenti manifestarono contro la guerra del Vietnam su entrambe le sponde dell’Atlantico, ma i ragazzi americani scendevano in piazza contro la leva obbligatoria. La guerra, per loro, non era un concetto astratto; era quella che avrebbero fatto di lì a qualche mese se il governo degli Stati Uniti non avesse chiuso un conflitto che stava diventando sempre più im- F Segnalo la sua notizia a una scrittrice, Margherita d’Amico, che ha pubblicato presso Bompiani un bel libro intitolato La pelle dell’orso. Dalla parte degli animali. PAESE IN DIFFICOLTÀ Dubbi sulla ripresa Le previsioni di crescita del Pil si stanno azzerando. È ormai dal 2008 che tutte le previsioni degli esperti sono smentite dai fatti. L’ultimo colpevole della mancata crescita è stato individuato dai politici nel sistema bicamerale perfetto... Ho vissuto il miracolo economico italiano, eppure avevamo il bicameralismo perfetto, votavamo con il sistema proporzionale e le coalizioni facevano cadere in media un governo all’anno. Conclusione: la crescita non La tua opinione su sonar.corriere.it Il governo studia nuovi incentivi per l’acquisto di auto: è una mossa corretta per il rilancio dei consumi? popolare. In Europa, invece, il Vietnam divenne occasione e pretesto per una campagna ideologica contro l’America, la Nato, l’imperialismo, il capitalismo e altri nemici di una nuova sinistra rivoluzionaria, influenzata dalla Cina di Mao e dall’utopia guevarista molto più di quanto non fosse teleguidata dall’Unione Sovietica. Anche negli Stati Uniti la componente ideologica e rivoluzionaria divenne col tempo più importante e in molte città universitarie nacquero le «Revolution books bookstores», librerie che offrivano una larghissima scel- c’è perché non ci sono più le condizioni che l’hanno generata. E temo, purtroppo, che chi dovrebbe capirlo non lo capirà mai. Ma anch’io qualcosa non ho capito: lo fanno volontariamente o involontariamente? Adelchi Benetti adelchi.b@alice.it RIFORME Discussioni infinite Una maggioranza di governo dovrebbe poter legiferare su qualunque argomento senza necessariamente lasciarsi condizionare dai pareri dell’opposizione. Invece tutti abbiamo sotto gli occhi come ta di testi rivoluzionari e periodici militanti. Il movimento durò sino agli anni Settanta, ma i bollori rivoluzionari furono generazionali e divennero col passare del tempo sempre più tiepidi. Negli Stati Uniti la vittoria di Reagan segnò l’inizio di una nuova fase storica. In Europa la Francia tornò all’ordine rapidamente, grazie alla travolgente vittoria gollista nelle elezioni del giugno 1968, ma in Italia e in Germania la febbre del ’68 si cronicizzò e produsse gruppi armati che rappresentarono per qualche tempo una minaccia alle istituzioni democratiche dei due Paesi. In questi moti studenteschi vi fu, negli Stati Uniti come in Europa, un’altra componente rivoluzionaria: la rivolta contro i padri, vale a di- re contro valori, criteri e istituzioni tradizionali. Questa seconda rivoluzione ha avuto maggiore fortuna della prima e ha effettivamente esercitato una decisiva influenza sul concetto di matrimonio, sulle unioni famigliari, sui rapporti sessuali, sulla promozione della donna nella società e sulla nascita di nuovi diritti umani. Non mi sembra invece, caro Ferrario, che alle proteste studentesche possa essere addebitato l’aumento dl delinquenza comune e organizzata. Le cause sono diverse e dipendono in ultima analisi dallo stato dell’economia, dal buon funzionamento dell’apparato statale, dalla rapidità dei servizi di sicurezza e del sistema giudiziario. sta andando avanti la discussione sulle riforme. Quando mai si riuscirà a far funzionare con speditezza la macchina decisionale di un governo in Italia? FIAMMIFERI E SIGARETTE Mauro Zonta mauro.zonta@hotmail.com PRESSIONE FISCALE Record non invidiabile Con il 53,2 % possiamo fregiarci della pressione fiscale più alta del mondo, un record per nulla invidiabile. In simili occasioni (che purtroppo si ripetono spesso), ci si affanna a ripetere che il peso fiscale è insostenibile e che bisogna a ogni costo abbatterlo. Sono parole al vento unicamente di facciata, visto che non c’è una chiara volontà politica per modificare il trend. Graziano Nadali Tolmezzo (Ud) SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Dopo aver pagato al Fisco una sanatoria da 20 milioni, Ezio Greggio ci scherza su. È opportuno che torni a «Striscia»? 46 No 54 © RIPRODUZIONE RISERVATA Conteggi da rifare? Il governo eliminerà le accise sui fiammiferi, ma aumenterà per l’ennesima volta le imposte sulle sigarette. Con i fiammiferi l’Erario incassa 2,5 milioni l’anno, mentre — per il crollo delle vendite dei tabacchi — nel solo 2013 ha perso 750 milioni. Il governo farebbe bene a rivedere i dati relativi ai «guadagni» prima di fare ulteriori aumenti sui tabacchi. Giovanni Papandrea giovannipapandrea@iol.it CONDIZIONI DEL TEMPO Meteorologi e turisti Dai tecnici che dovevano prevedere un terremoto siamo passati a una causa legale contro i meteorologi perché non prevedono esattamente il tempo. Per gli italiani l’importante è dare la colpa a qualcuno, invece di cercare di capire come mai il Paese (con il maggiore patrimonio artistico, storico ed enogastronomico del mondo!) si debba preoccupare di un’estate con un po’ di pioggia per attirare i turisti! Gianluigi Melesi gmelesi@hotmail.it Interventi & Repliche La Rai e il sindacato Vorrei fornire alcuni spunti in riferimento all’articolo pubblicato a firma di Sergio Rizzo sul Corriere del 17 luglio. Grazie a un accordo sindacale voluto dall’Usigrai, il mandato dei direttori è triennale (eventualmente rinnovabile): al termine, oltre alla funzione, perdono l’indennità (quindi i soldi) a essa collegata. Questo meccanismo è in vigore da anni anche per vicedirettori e capiredattori centrali. La cosiddetta «piramide rovesciata» è ascrivibile ai costi della politica. Cambiare le fonti di nomina dei vertici, vuol dire non solo rottamare partiti e governi dal controllo della Rai, ma anche abbattere sprechi e inefficienze. In nome della trasparenza e della meritocrazia, su richiesta del sindacato, i direttori sono obbligati a rendere noto al Comitato di redazione nomi e criteri di eventuali aumenti di stipendio, gratifiche, eccetera. Pochi giorni fa, l’Usigrai ha chiesto alla Rai l’introduzione della responsabilità civile dei dirigenti: i costi derivanti da vertenze giudiziarie per demansionamenti e sottoutilizzazioni non devono ricadere sul bilancio aziendale (e quindi sulle tasche dei lavoratori e dei cittadini), ma su chi ha determinato quella causa. Insomma, importanti cambiamenti ottenuti dal sindacato per rendere la Rai una casa di vetro. Ancora tanto lavoro c’è da fare. Ma far conoscere i passi in avanti compiuti restituisce ai cittadini una immagine più realistica della Rai. E anche del sindacato, troppe volte strumentalmente etichettato come conservatore. Quando, invece, è troppo spesso l’unica forza realmente riformatrice, e con coraggio, all’interno della Rai Servizio pubblico. Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai Processi: la presenza degli avvocati Leggo l’intervento di un avvocato secondo il quale la difesa senza avvocato è improponibile (Corriere di © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Italians di Beppe Severgnini La magia (silenziosa) dei viaggi con i figli A bbiamo parlato, nelle scorse settimane, di viaggi dei ragazzi e di viaggi coi ragazzi. Ma erano i ragazzi degli altri. Quando sono i nostri, è diverso. I viaggi con i figli sono complicati e letterari; e sono letterari perché sono complicati. Gli scrittori americani hanno una certa tradizione, in materia. Robert M. Pirsig si porta Chris, undici anni, sul sellino posteriore (Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta); il protagonista di La strada di Cormac McCarthy trascina il pargolo dentro un’America apocalittica; John Steinbeck, in mancanza di prole disponibile, carica sulla roulotte il cagnolino (Viaggio con Charley). Quasi sempre ai figli tocca la parte del pubblico: papà medita, discute e decide; la famiglia ascolta ed esegue. I figli, anche fuori dai libri, rischiano d’essere il nostro pubblico ambulante. E l’estate è il tempo della rappresentazione. Vi siete mai chiesti perché la mia generazione, durante l’infanzia negli Anni 60, giocasse con le targhe e i colori delle auto? E perché i ragazzini, oggi, s’immergano in tablet e videogiochi? Il motivo è lo stesso. Evitare di ascoltare i genitori in vacanza, dopo averlo fatto tutto l’anno. La prima regola con Antonio, quando viaggiamo insieme, è perciò questa: poche chiacchiere. Star zitti, tra persone che si conoscono bene, può essere un sintomo di disagio; o la prova che ci si capisce anche senza aprir bocca. Non ho dubbi. Quando viaggiamo lui ed io — con l’autorizzazione entusiastica di mamma, che in questi periodi si sente libera e tranquilla — parliamo poco perché non c’è bisoA volte ricordiamo gno di parlare tanto. Lui sa, io so, sappiamo. Sappiamo che io talcome eravamo alla noi volta ascolto, ma non sento; mentre lui non ascolta ma, non so come, loro età. Adesso sente sempre tutto. Sappiamo che tocca a loro, ai entrambi esageriamo con l’iPhone, per motivi diversi: io lavoro, lui gionostri ragazzi ca. Al che Antonio ribatte: il tuo lavoro ti diverte, quindi è come se giocassi, quindi non protestare. Oggi Antonio ha 21 anni. Abbiamo seguito le coste la Sardegna con due moto (2008) e attraversato l’America (2013) con ogni mezzo possibile: quindici Stati, sette grandi città, 8.230 chilometri, di cui 4.094 in treno, 894 in bus, 3.122 in auto, 110 in barca e 10 sopra un Segway, che lui ha imparato a condurre con sicurezza in cinque minuti, mentre a me c’erano volute, ai tempi, cinque ore. Ma non contano solo i grandi viaggi. Contano anche le giornate di maestrale in Gallura, in attesa dell’estate che non arriva: la mattina sulla battigia tra bandiere rosse e meduse spiaggiate, la sera davanti al televisore per la replica di una partita. Uno guarda fuori, ammira i lecci e i ginepri che sfottono il vento, e pensa: ricordo quando alla sua età ero qui, e tutto sembrava nuovo e lucido, e le moto erano parcheggiate qui davanti come cavalli fuori dal saloon, e mangiavano molto e male negli orari sbagliati, e le ragazze del Lussemburgo erano contente comunque. Adesso tocca a loro, ai nostri ragazzi, e ogni tanto ci permettono di guardarli mentre prendono il largo, barche nuove che escono dal porto. Non dobbiamo far niente. Solo salutare con la mano, attenti a non farci vedere. @beppesevergnini ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Vauro FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 15,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. Fr. 3,00 (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50);Cipro € 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Francia € 2,00; Germania € 2,00; Grecia € 2,50; Irlanda € 2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; Spagna/Isole € 2,50; ieri). L’art. 24 della Costituzione recita: Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Secondo me «tutti» significa «tutti» e non solo coloro che hanno l’avvocato. Paolo Federici federicipaolo@hotmail.com La crisi de «l’Unità» Sul Corriere di ieri nella foto pubblicata a pagina 4 a corredo dell’articolo su l’Unità, nella didascalia viene indicato Franco Tatò. La persona con Berlinguer e Natta è Antonio Tatò, capo ufficio stampa del Pci. Ci scusiamo. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 40 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 41 italia: 51575551575557 Spettacoli Rissa sfiorata a Ibiza Orlando Bloom tenta di colpire con un pugno Justin Bieber Rissa sfiorata tra Orlando Bloom e Justin Bieber. L’altra sera erano a cena allo stesso ristorante di Ibiza e l’attore ha tentato di colpire il cantante con un pugno. Secondo alcune voci, Bieber si sarebbe avvicinato troppo all’ormai ex moglie di Bloom, Miranda Kerr, quando erano sposati. Dopo la lite, il cantante ha postato su Instagram una foto della modella, rimossa poco dopo. Verso il Festival Sei volte candidato all’Oscar, è il primo compositore chiamato a decretare il vincitore di un Festival: amo i film italiani. Quali? Fellini, Sorrentino e Garrone Profilo Il compositore Alexandre Desplat è nato a Parigi il 23 agosto del 1961 Desplat, un musicista a Venezia «Coraggioso affidarmi la giuria» Le sue colonne sonore Da Malick a Harry Potter, ora il Lido: che fascino il Leone d’oro M onsieur le president, l’uomo che alla prossima Mostra di Venezia terrà in pugno per 11 giorni la giuria e le sorti del cinema internazionale, stasera suonerà il flauto al Festival di Ravello. Impegnato con i cameristi del Trafic Quintet e il pianista Alain Planès in Quai de scenes, spettacolo di suoni e immagini, suggestiva rivisitazione di celebri colonne sonore. Tutte firmate da lui, Alexandre Desplat, nato a Parigi nel ’61, tratti bruni e fascino ironico ereditati da madre greca e padre francese, studi classici (oltre al flauto suona il piano e la tromba), compositore per il grande schermo di fama internazionale, sei volte candidato all’Oscar, l’ultima per Philomena. Un pedigree di tutto rispetto, eppure è la prima volta che un musicista viene chiamato a guidare la giuria di un grande festival. «Il direttore Barbera è stato molto audace. Quando me l’ha proposto il primo a restare sorpreso sono stato io. A Cannes, quattro anni fa, avevo fatto par- te della squadra di Tim Burton. Stavolta però l’onore di reggere il timone è tutto mio. Ne sono molto fiero». È la consacrazione del ruolo del compositore nel cinema «A tutti gli effetti il terzo autore, dopo il regista e lo sceneggiatore, è proprio lui. Ogni grande film è inscindibile dalla sua colonna sonora. Quando l’incontro funziona, immagini e musica diventano una sola cosa. Come accade per certe accoppiate leggendarie: Fellini e Nino Rota, Leone e Morricone, Blake Edwards e Henry Mancini, David Lean e Maurice Jarre, Greenaway e Nyman». E nel suo caso? Con quale regista ha stabilito una maggior sintonia? «Con Jacques Audiard. Ho scritto le musiche per tutti i suoi film, compreso il premiatissimo Il profeta. E dopo The Queen ho legami saldi con Frears, men- Il copione «Via col vento», all’asta un nuovo finale Non più: «Domani è un altro giorno». Il prossimo mese sarà messo all’asta uno scritto con un finale alternativo di Via col vento. Lo riporta il Daily Mirror. Nel documento la mitica frase di Rossella O’Hara (Vivien Leigh, foto con Clark Gable) «domani è un altro giorno» è sostituita da «Rhett, Rhett... tornerai. Tornerai, so che lo farai!». Il prezzo del pezzo unico, che si ritiene fosse di un membro della produzione, partirà da 5 mila sterline. tre Venere in pelliccia ha segnato la mia terza volta con Polanski. Clooney mi ha chiesto le colonne sonore di Idi di marzo e Monuments Men, Malick una musica capace di scorrere come l’acqua per The tree of life». Lei è amato dal cinema autoriale e da Hollywood. Sue le musiche di «Harry Potter», «Twilight», «Godzilla»... «Ho avuto la fortuna di cominciare la mia carriera negli Usa tenendo un piede ben saldo in Europa. Inoltre i registi americani con cui ho lavorato sono cresciuti nel culto del cinema europeo... Intenderci è stato facile. Anche se Hollywood resta un altro mondo». In che senso? «Per due ragioni: il regista non ha quasi mai il “final cut”, ci sono altri sguardi che hanno diritto d’intervenire. E poi ci sono mezzi a disposizione impensabili in Europa. La colonna sonora è una voce importante del budget mentre in Europa è spesso considerata un optional. Così per Harry Potter ho potuto scrivere una vera partitura sinfoni- The tree of life Brad Pitt nel film di Malick, vincitore a Cannes nel 2011 Harry Potter e i doni della morte La saga chiude sulle note di Desplat Philomena Judi Dench e Steve Coogan nel film del 2013 di Frears ca, eseguita da un’orchestra di oltre cento elementi... Per un compositore sono tentazioni irresistibili. Ma non abbastanza da convincermi a traslocare negli Stati Uniti. Le mie radici culturali sono qui». Quando ha capito che la musica per film sarebbe stata la sua strada? «Molto presto. Ero un adolescente cinefilo e ogni film per me era anche una narrazione sonora. A casa poi riascoltavo in disco quelle musiche trovandole bellissime di per sé. Una dualità affascinante. Comporre per delle immagini mi dà emozioni incredibili. Perché si può far apparire l’invisibile». Come Edith Piaf, anche lei ha due amori: la musica e il cinema «Passioni inscindibili. E poi, mentre registravo la mia prima colonna sonora, è arrivata Dominique. E l’amour è diventato a tre». Dominique Lemmonier, violinista di talento, interprete privilegiata delle sue composizioni «La mia compagna. Lei ha dato vita al Trafic Quintet, ensemble di archi nato per un film di Audiard e poi diventato interprete di trascrizioni cameristiche di colonne sonore. Musica cinefila: Trafic è il titolo di un film di Tati». I film della sua vita? «Prima di tutti quelli italiani. Tra gli anni ’60 e ’70 il vostro cinema era il più bello del mondo. Non solo per registi come Fellini, Visconti, Scola, ma anche per a t to r i : G a s s m a n , M a stroianni, Tognazzi, Manfredi. Negli anni 80 sono arrivati i film impegnati dei Taviani e di Moretti e ora ci sono quelli innovativi di Sorrentino e Garrone. Per quest’ultimo ho scritto le musiche di Reality». E sul versante musicale, quali i suoi compositori di riferimento? «Sono cresciuto con la classica ma poi ho spalancato le orecchie a ogni genere di suoni. Mi nutro di musica al plurale, senza confini di sorta. Adoro Debussy ma anche certe melodie asiatiche o africane. Mi piacciono contemporanei come Boulez, Dusapin, Rihm ma anche Mozart e Bernard Hermann, il compositore di Hitchcock». Tra neanche un mese sarà alla Mostra. Cosa si attende da questa esperienza di presidente di giuria? «Tanti film inattesi e ispirati. Tanti incontri stimolanti. Tante emozioni. Venezia è un festival specialissimo, sia per l’incanto della città sia perché la Biennale ha il potere di stringere legami tra arti diverse. Ogni volta che prendo il battello per il Lido, sono felice». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Spettacoli 43 italia: 51575551575557 Nuova stagione Viale Mazzini e il piano fiction: racconteremo la realtà italiana Brevi ROMA Teatro Valle occupato scade l’«ultimatum» L a prima novità di Rai Fiction (una macchina annua da 200 milioni di euro, 400 ore di storie tv e 100 di cartoni animati) non si vedrà sui teleschermi. Riguarda l’operazione trasparenza che sta investendo viale Mazzini, fortemente voluta dal direttore generale Luigi Gubitosi. Da domani, 1 agosto, apparirà online sul sito www.rai.it uno schema per le proposte che i produttori vorranno inoltrare alla direzione di Rai Fiction, diretta da Eleonora «Tinni» Andreatta. Quattro pagine per presentare il progetto, l’impegno di avere la piena titolarità di tutti i diritti d’autore, spiegare le finalità editoriale dell’idea editoriale. La Rai si impegna, entro 90 giorni, a rispondere con un no o con un rinvio a un successivo approfondimento. Per Tinni Andreatta questa novità «metterà nelle condizioni tutti i produttori, anche piccoli e indipendenti, di avanzare idee. Naturalmente resta importante la storia editoriale delle società produttrici, la loro garanzia di solidità. Ma sia chiaro che vinceranno sempre la qualità, la novità, l’originalità, ovvero la creatività Rai Fiction», il «raccontificio» di viale Mazzini che assicura film tv, piccole e grandi serie alle tre reti generaliste e ora guarda sempre di più al web e alle nuove piattaforme per attirare i giovani lontani dalla tv generalista, si rinnova nei temi e nelle abitudini amministrative. Nel settembre 2013 la Vigilanza Rai, in particolare il presidente della commissio- Palinsesto A destra, Vanessa Incontrada in «Un’altra vita»; sopra, una scena di «La freccia del Sud» su Mennea e, a sinistra, «La narcotici - Sfida al cielo». Sotto, Tinni Andreatta, direttrice di Rai Fiction «I sogni delle ragazze italiane diventeranno serie tv in Rai» Tinni Andreatta: variamo l’operazione trasparenza ne parlamentare Roberto Fico, Movimento 5 Stelle, avevano aperto un dossier sulle «Cinque sorelle», i produttori sempre presenti nei palinsesti Rai. Anche di qui un’operazione che assicura trasparenza e mette tutti insieme allo stesso nastro di partenza. Con uno slogan: «Nessuno escluso». Ancora Andreatta: «Tra settembre 2013 e maggio 2014 abbiamo abbassato l’età media del pubblico di quattro anni, attirando per esempio con Braccialetti rossi la fascia tra gli 8 e i 14 anni, ma senza escludere adulti e anziani». ❜❜ Da domani Sito aperto alle idee dei produttori, risponderemo a tutti I temi sono legati da un filo rosso: comunque, la realtà. Ovvero il racconto del Paese anche attraverso i suoi eroi civili (Qualunque cosa succeda, la biografia di Giorgio Ambrosoli in autunno di Rai1 con Pierfrancesco Favino), i valori civili, i modelli credibili, in generale la contemporaneità e un rapporto con la storia che Tinni Andreatta definisce «non polveroso ma con un riverbero sull’oggi». Di qui nascerà Un mondo nuovo, la biografia del grande europeista Altiero Spinelli, film di un’ora (Palomar-Rai) che sarà pronto per novembre, dunque per il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. E dalle stesse radici nasce Il confine, progetto sulla Prima guerra mondiale firmato da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori, scelto tra 32 proposte sul centenario presentate dall’Anica e dall’Associazione produttori tv. Partirà presto l’inedita operazione Io credo che lassù, un racconto delle ragazze della provincia italiana tra i 14 e i 17 anni. Nascerà prima una piattaforma online in cui le «vere» ragazze italiane potranno raccontarsi liberamente (la persona più importante, ricordi belli e dolo- rosi, le abitudini, i sogni). Poi saranno gli sceneggiatori a lavorare sul materiale che verrà poi riproposto sulla Rete e finalmente diventerà una serie tv. In quanto alle tante storie, si parte dalla seconda serie di Braccialetti rossi e si passa per la biografia di Pietro Mennea (La freccia del Sud) e per Baciato dal sole (Rai-Pepito Produzioni) la prima fiction con Guglielmo Scilla, ovvero la star del web Willwoosh, racconto del sogno-incubo di un successo televisivo. Confermato il terzo capitolo di Fuoriclasse, storia scolastica con Luciana Littizzetto, il ritorno di Gigi Proietti al tv movie con Una pallottola nel cuore per la regia di Luca Manfredi, La narcotici-Sfida al cielo (Rai-Gootime) per la regia di Michele Soavi. Niente biografie di santi, unica eccezione l’annunciata terza rilettura di Francesco di Assisi che verrà firmata da Liliana Cavani. Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA «Condivido le decisioni del Comune sull’affidare il Valle in gestione al Teatro di Roma e chiedere che il teatro venga liberato entro domani (oggi per chi legge, ndr)». È la presa di posizione del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini sulla questione del teatro romano. Per oggi, giorno della possibile «consegna delle chiavi», gli occupanti stanno pensando a uno spettacolo non stop. Chiedono anche garanzie sul loro coinvolgimento: «Stiamo lavorando per cercare di rientrare nel dettaglio di quello che è il progetto di teatro partecipato». PAUSA AD AGOSTO Il tour di Ligabue ripartirà a settembre Riprenderà a settembre la terza parte della tournée negli stadi di Ligabue. Il suo Mondovisione tour-Stadi 2014 farà pausa ad agosto. Con già 10 concerti tra giugno e luglio, il rocker si prende un mese di stacco e si prepara ora a toccare gli stadi di altre 4 città: il 6 settembre sarà a Trieste (Nereo Rocco), il 9 a Torino (Olimpico), il 13 a Bologna (Dall’Ara), il 20 a Bari (Arena della Vittoria). In tutte le tappe del Mondovisione tour l’inizio del concerto è previsto alle 21.30, per permettere di vivere uno show «al buio». 44 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Hackett: oggi l’istanza di riesame F1: rinviata la riunione tra team La Commissione giudicante della Federbasket si pronuncerà oggi sull’istanza di riesame presentata dall’avvocato Cassì, legale dell’Olimpia Milano, sui 6 mesi di squalifica a Daniel Hackett. Il presidente federale Petrucci si schiera con la nazionale: «Qui si tratta di far rispettare le regole: gli altri azzurri hanno fatto un comunicato chiaro, che io condivido in pieno». Su decisione di Bernie Ecclestone è stata rinviata, a data da destinarsi, la prima riunione della commissione formata da Christian Horner (Red Bull), Toto Wolff (Mercedes), Marco Mattiacci (Ferrari) e Vijay Mallya (Force India). A questa commissione si sarebbero aggiunti Flavio Briatore e Charlie Whiting e si sarebbe discusso su cosa fare per migliorare lo spettacolo della F1. Corsa alla Figc Il numero 1 dei Dilettanti continua a perdere consensi: ieri si è sfilato il Torino. Il rivale: «Lo appoggiano senza conoscere il programma» Il giorno del giudizio La rinuncia Sacchi lascia le giovanili: troppo stress ROMA — Frattura da stress. Arrigo Sacchi (foto) lascia il ruolo di coordinatore delle nazionali giovanili ricoperto negli ultimi 4 anni. Dopo Abete e Prandelli anche Sacchi saluta l’azzurro, e ciononostante il pressing della Federcalcio per il rinnovo di un contratto che scade proprio oggi. E il motivo è semplice ed è noto alla Figc da almeno un anno. È lo stesso filo rosso che lega molte tappe nella carriera del tecnico che cambiò il calcio mondiale. «Con dispiacere lascio un incarico cui tengo molto — ha detto ieri Sacchi —, ma ho un avversario terribile che sono riuscito a governare per 22-23 anni e che alla fine sta vincendo: lo stress». Il Milanbis, l’Atletico Madrid, la parentesi di Parma nel 2000, il sofferto addio alla nazionale e le quasi 400 partite visionate in 4 anni da coordinatore delle giovanili azzurre: per tutte queste esperienze lo stress è stato decisivo. Ma forse sull’ultima pesano anche altri motivi, problemi che hanno di fatto strozzato la rivoluzione culturale tentata da Sacchi. Per questo nell’addio c’è anche un po’ di veleno: «Il nostro calcio non punta sui giovani per due motivi: il primo sono i bilanci in rosso che non consentono investimenti a lungo termine; il secondo è che il nostro calcio è difensivo e punta su giocatori esperti». Scarsa lungimiranza, ecco perché è arrivato il secondo flop mondiale di fila: «Era frutto dell’amore pensare che l’Italia potesse vincere, sarebbe stato un miracolo. Sono stati commessi errori e qualcosa in più si poteva fare. Qualche anno fa sono stato in Costa Rica a tenere un seminario, ora dovremmo chiamare loro a tenere lezioni da noi. Abbiamo dirigenti che pensano più al loro potere che al bene del sistema. Dimentichiamo furbizia, affarismo, scorciatoie e compromessi, altrimenti siamo out». Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA È il giorno del giudizio. In tutti i sensi. Oggi il presidente del Coni, Giovanni Malagò, riceve a Palazzo H i due candidati alla presidenza della Federcalcio (elezioni l’11 agosto): Demetrio Albertini al mattino; Carlo Tavecchio nel (tardo) pomeriggio (e forse accompagnato da Lotito). Sebbene il Coni non abbia potere di veto su una candidatura e non possa operare invasioni di campo (la vigilanza è prevista per altri casi); sebbene Malagò non intenda vestire i panni dell’inquisitore, è oggi che si capirà se Tavecchio, dopo la bufera per la frase sugli extracomunitari e le banane pronunciata venerdì scorso davanti al gotha del pallone, è nella condizione per andare avanti. Nonostante tutto quanto è accaduto negli ultimi sei giorni. Perché la Malagò incontra Albertini e Tavecchio Vuole capire i progetti dei due candidati Allenatori contro Ulivieri: «Tavecchio è inadeguato, certe frasi ne rispecchiano il suo modo d’essere, basti pensare al titolo del progetto che ci aveva presentato sul calcio femminile: “Spogliati e gioca”....» questione è semplice: Malagò vuole capire bene quali sono i progetti dei due candidati; se hanno una squadra con la quale lavorare dopo essere stati eletti nell’assemblea dell’11 agosto; come intendono procedere alla ristrutturazione della Figc. Tavecchio, che continua a godere del sostegno di uno zoccolo duro che lo ha spinto a candidarsi, non pensa al passo indietro, sempreché non sia costretto a farlo dagli eventi (e dal Coni, dopo l’investitura di Renzi) ha incassato ieri altri voti di sfidu- cia, mentre persiste il silenzio assoluto dell’Inter, che, unica fra le grandi, niente ha detto sulla questione, fra lo sconcerto di molti tifosi (anche il Torino con Cairo si è chiamato fuori). Ha cominciato il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri: «Tavecchio ha dimostrato di essere inadeguato e con un occhio solo, quello dell’imprenditore. Il suo programma porterà la Figc nel baratro. Certe frasi ne rispecchiano il modo di essere. Basti pensare al titolo del progetto che ci aveva presentato sul cal- cio femminile: “Spogliati e gioca”... Ma ancora peggio sono i suoi sostenitori a partire da Lotito, sostenitore di una politica ottusa e miope: vede la Federazione come un palazzo con una porta sola e le chiavi che spettano a lui, ha l’ossessione di voler governare muro contro muro e Tavecchio porta con sé questa visione che a noi non piace e non accettiamo. Albertini ha una visione più ampia, nel suo programma ha chiarito che è realizzabile solo con il contributo di tutti: dal mondo professioni- stico a quello dilettantistico, da chi va in campo a giocatori e arbitri. Pensarla in modo diverso credo sia un errore madornale». Hanno espresso il loro dissenso anche alcune società toscane della Lega Dilettanti, che chiedono al presidente del Comitato regionale di «rivedere» l’appoggio annunciato nell’assemblea dei delegati del 12 luglio. Richiesta respinta dal presidente Bresci. E questo è un segnale non determinante, ma significativo. Si sono espressi con toni molto critici anche l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e la Coalizione internazionale sans-papiers e migranti (Cispm). Nel frattempo Albertini è andato all’attacco via Twitter, dialogando con gli internauti: «Qualcuno vota Tavecchio per Mediazione A destra i due candidati per la presidenza della Figc Carlo Tavecchio, 71 anni, e Demetrio Albertini, 42 anni. In alto Giovanni Malagò, 55 anni, numero uno del Coni (Canoniero, Ipp) Dietro le quinte Nuova mozione pro Tavecchio da parte di quattro componenti Le Leghe impaurite giocano d’anticipo «Il commissario in Figc? Non esiste» MILANO — Il calcio ha paura del commissario, che sarebbe nominato dal Coni per statuto. E gioca in difesa, a scopo preventivo. È questo il senso del sorprendente comunicato sottoscritto dalle Leghe (serie A, B, Lega Pro e Dilettanti): «Rimaniamo stupiti di fronte all’ipotesi di un commissariamento. Richiamiamo gli articoli del nostro statuto, dei regolamenti e le norme che parlano chiaro. Non esiste alcun presupposto per commissariare, né di carattere formale, né di carattere sostanziale. La Federazione ha il diritto e il dovere di determinare in modo autono- mo, trasparente e democratico i suoi organismi dirigenti nel pieno rispetto del regolamento in vigore». Letto così, il comunicato sembra un segnale di forte compattezza fra le Leghe, ma forse a tenerle unite è il rischio che la rifondazione prescinda da loro. Il commissariamento potrebbe scattare soltanto nel caso in cui l’assemblea dell’11 agosto non riuscisse a eleggere un nuovo Serie A Maurizio Beretta (Ansa) Serie B Andrea Abodi (LaPresse) presidente (serve il 50% più uno dei voti, alla terza votazione, anche se il candidato fosse uno solo) e la federazione si ritrovasse senza governo. In attesa dell’ultimo Consiglio della presidenza Abete (domani), oggi Tavecchio riunirà il Direttivo dei Dilettanti, prima di incontrare Malagò; invece del passo indietro, potrebbe proporre un patto di legislatura fuori tempo massimo per arrivare alla scadenza del 2016: lui presidente, Albertini vice con alcune deleghe importanti. Se l’idea è questa, sarà respinta al mittente, anche perché Lo Statuto Coni In base all’art. 7, comma 5, lettera f dello Statuto del Coni, «la Giunta propone al Consiglio Nazionale il commissariamento delle federazioni 1. in caso di accertate gravi irregolarità nella gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi direttivi; 2. in caso di constatata impossibilità di funzionamento dei medesimi 3. nel caso in cui non siano stati adottati gli adempimenti regolamentari o il commissariamento ad acta per garantire il regolare avvio o svolgimento delle competizioni». Il caso del calcio sarebbe il punto 2 l’Aic dovrebbe cambiare uno dei quattro consiglieri designati (Tommasi, Perrotta, De Sanctis e Calcagno). Albertini ha già fatto il vice per otto anni; è stato accusato di immobilismo e non vuole ripetere l’errore. Diverso sarebbe se l’accordo prevedesse Albertini presidente e un vice espresso dalle Leghe. Un’ipotesi irrealizzabile. Chi potrebbe essere nominato presidente? Una risposta l’ha data Petrucci, già presidente del Coni dal 1999 al 2013 (e commissario Figc nel 2000-2001) e ora alla guida della Federbasket: «La Figc ha il diritto e il dovere di eleggere il proprio presidente, Albertini e Tavecchio devono andare avanti. In questo momento, il Coni non ha alcun potere; la Figc deve essere autonoma e non c’è alcuna ipotesi di commissariamento. Se, e solo se, non riuscisse a Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Acerbi sconfigge il tumore: ora può tornare a giocare la persona, qualcuno per la carica. Mi sembra che lo appoggiassero senza neanche sapere il programma». A chi gli ha chiesto perché non si è mosso con maggiore convinzione quando era vicepresidente con Abete, ha risposto: «I cambiamenti e le riforme passano dal Consiglio Federale; per questo bisogna cambiare governance. Mettiamoci nelle condizioni di fare. Io punto a essere il regista di una squadra: ho imparato tanto in otto anni e costruito rapporti internazionali. Dobbiamo ringiovanire il campionato inserendo almeno 10 giocatori dai vivai italiani; siamo il secondo campionato con l’età media più alta d’Europa». Sulla questione razzismo ha parlato di quanto accaduto nella Nba, con l’ex proprietario dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling, radiato e costretto a vendere il club: «La tolleranza zero che è regola nella Nba è stata applicata. Se vogliamo chiedere ai nostri tifosi, dobbiamo anche dare l’esempio». Oggi lo dirà anche a Malagò. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Sport 45 italia: 51575551575557 «Non mi sentivo così da anni». Francesco Acerbi può finalmente sorridere. Il difensore del Sassuolo, 26 anni, è riuscito a sconfiggere per due volte in un anno il tumore e ora è di nuovo lì, sul campo, ad allenarsi. «La malattia mi ha riabituato a pensare in grande, a inseguire certi obiettivi — racconta —. Sono felice di essere tornato a disposizione, di poter nuovamente lottare ad alto livello sul campo». Il calvario è stato lungo: il primo dicembre scorso al poi annullata. «Ma ora sono qui a parlare e a lottare insieme ai miei compagni. La nazionale rimane un sogno, e si può realizzarlo solo attraverso determinati step. Ma io spero di farli presto». giocatore venne trovato un valore anomalo di gonadotropina corionica. Era il segnale del ripresentarsi della malattia, che inizialmente venne scambiato per possibile doping e portò a una sospensione dall’attività sportiva, © RIPRODUZIONE RISERVATA Debutto Il Cesena blocca i campioni sullo 0-0. Poco spettacolo, bianconeri schierati col 3-5-2 contiano L’azzurro Andrea Pirlo, 35 anni, alla sua prima partita estiva con la Juve. Contro il Cesena il centrocampista ha ritrovato Massimiliano Allegri, che aveva già avuto al Milan prima di trasferirsi a Torino (LaPresse) DAL NOSTRO INVIATO CESENA — Un coro quasi carbonaro: «Noi Allegri non lo vogliamo». Qualche timido fischio all’annuncio dello speaker. E poi via: a due settimane dall’insediamento, il governo Allegri muove i primi passi tra il popolo (17.626 paganti), prima di partire (domenica) per la tournée tra Asia e Australia dove prenderà forma la nuova Juve. I cori ad alta voce sono invece quelli contro Napoli e i napoletani, segno che sarà un’altra stagione intensa dal punto di vista della discriminazione territoriale. Per il debutto ufficiale della sua avventura in bianconero dopo la sconfitta (3-2) nella sgambata coi dilettanti del Lucento, Allegri non tocca l’impianto contiano del 3-5-2, senza Tevez rimasto a Vinovo dopo il rapimento lampo del padre adottivo, Vidal, Buffon, Barzagli e Isla. Il Memorial Lugaresi, contro un Cesena che esibisce la maglia rosa in onore di Marco Pantani, si gioca in una serata fresca, che aiuta le due squadre, ma nessuno ha voglia di strafare e la sfida finisce senza gol. Con i reduci dal Mondiale rientrati alla base da tre giorni e impiegati solo per un tempo la scelta conservatrice per la Juve è l’unica possibile. Bonucci e Pirlo hanno un discreto impatto e si confermano le due fonti principali del gioco bianconero. Chiellini invece è spesso in difficoltà, sia negli spazi lunghi che in quelli stretti. Lichtsteiner è già pronto per il campionato, almeno a giudicare dalla frequenza delle sue proteste. L’unico tra i nuovi acquisti subito in campo è Roberto Pereyra: l’argentino che arriva dall’Udinese gioca nel territorio che solitamente è di competenza di Marchisio e lascia intravvedere qualità, come il cambio di pas- La Juve è un cantiere La prima di Allegri finisce senza gol Si rivede Pirlo, si fa notare Pereyra Europa League, debutto granata Il Torino vola in Svezia senza Cerci e Quagliarella STOCCOLMA — Oggi in Svezia il Torino affronterà il Brommapojkarna (ore 19) nell’andata del terzo turno preliminare di Europa League. «I miei ragazzi si sono meritati il salto dalla serie B all’Europa League», ha detto Giampiero Ventura. Raggiante Urbano Cairo: «Non potevo mancare a questo appuntamento. Speriamo sia soltanto l’inizio». Darmian e Cerci non sono partiti per Stoccolma: entrambi sono rimasti ad allenarsi a Torino con Quagliarella e Avramov. © RIPRODUZIONE RISERVATA so e la capacità di attaccare la profondità, che torneranno utili ad Allegri anche per effettuare le prime varianti tattiche. Un avversario come il Cesena di Bisoli, neopromosso in A (avversario a Torino alla quarta giornata), si rivela un promemoria utile: cinque difensori e un mediano mazzolatore davanti alla difesa come Cascione che prende di mira Giovinco, servono a ricordare che tipo di partite attenderanno la Juve per gran parte del campionato. Anche per questo — ed era anche l’intenzione di Antonio Conte — la Juve troppo prevedibile in attacco dovrà cambiare pelle. La duttilità di Cesena Juventus 0 0 CESENA (3-5-2): Leali (Agliardi 20’ s.t.); Volta (Krajnc 16’ s.t.), Lucchini, Capelli (Mordini 42’ s.t.); Perico (Nica 22’ s.t.), De Feudis (Valzania 22’ s.t.), Cascione (Yabré 39’ s.t.), Zé Eduardo (Tabanelli 1’ s.t.), Renzetti (Magnusson 16’ s.t.); Djuric (Rodriguez 16’ s.t.), Defrel (Garritano 1’, Moncini 35’ s.t.). All.: Bisoli JUVENTUS (3-5-2): Storari, Sorensen (Caceres 1’ s.t.), Bonucci (Marrone 1’ s.t.), Chiellini (Ogbonna 1’ s.t.); Lichtsteiner (Asamoah 1’ s.t.), Padoin (Pepe 1’ s.t.), Pirlo (Marchisio 1’ s.t.), Pereyra (Spinazzola 22’ s.t.), Motta (Vitale 39’ s.t.); Giovinco (Coman 22’ s.t.), Llorente (Buenacasa 39’ s.t.). All.: Allegri Arbitro: Mariani Ammonito: Volta Recuperi: 0’ più 4’ Romulo, dello stesso Pereyra, di un esterno come Evra e anche di una punta come Morata che rientrerà dall’infortunio a settembre, serviranno a questo, in attesa che il mercato faccia per intero il suo corso: che poi i nuovi arrivati possano dare qualcosa in più in Champions, è tutto da dimostrare. Dopo 5 minuti, Pirlo con un tiro da venti metri testa le capacità di Leali, portiere che debutterà in A coi romagnoli ma che è già nell’orbita juventina. La manovra bianconera ha una discreta fluidità fino al limite dell’area, da dove ci riprova lo stesso Pirlo. Anche il Cesena ha un’occasione importante, sempre con un tiro da fuori: Defrel (26’ p.t.) infila Chiellini e Sorensen e costringe Storari a una deviazione spettacolare. Nella ripresa Allegri cambia subito sei giocatori, facendo riassaggiare il campo dopo tre giorni anche a Marchisio (regista al posto di Pirlo), e Caceres. La Juve di riserva però non tira mai in porta. Il Cesena nemmeno. Farsi del male adesso, nella fase delicata della costruzione, non sia mai. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Negli Usa Mazzarri: «Spiace perdere così, ma la preparazione va avanti». Il giallorosso: «La Roma è stata costruita per vincere» eleggere nessuno, allora si interverrebbe con il commissariamento. E siccome è la federazione più importante, l’incarico potrebbe andare solo al presidente del Coni, Malagò». Discorso ineccepibile, sul piano regolamentare: nel 1986, dopo l’eliminazione al Mondiale in Messico, era stato l’allora presidente del Coni, Franco Carraro a gestire la transizione della Figc, fino alle elezioni del 1° novembre 1987 (Matarrese). A fare il commissario, potrebbe essere anche il segretario del Coni (Roberto Fabbricini), così come nel 1996 era avvenuto con Pagnozzi (agosto-dicembre, quattro mesi di gran lavoro e ottimi risultati) oppure un’altra figura di alto profilo istituzionale. f. mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Inter k.o. ai rigori con lo United. Totti doma il Real Questa volta i calci di rigore sono stati fatali all’Inter, che a Washington ha perso 5-3 (0-0 al 90’) contro il Manchester United nella seconda giornata della Guinness Cup. A differenza di quanto era successo con il Real Madrid, Carrizo non ha ripetuto i miracoli (ne aveva parati 2, a Izco e Illarramendi) e Andreolli ha centrato la traversa permettendo alla squadra di Louis Van Gaal di vincere il match dopo il 3-2 rifilato alla Roma al debutto nella tournée statunitense. Erick Thohir è rimasto comunque soddisfatto: «Abbiamo confermato di avere carattere». Così Walter Mazzarri: «A noi mancavano diversi giocatori chiave, a loro solo Van Persie. Mi spiace aver perso ai rigori, ma la preparazione prosegue nel mi- Protagonisti A sinistra il miracolo di Handanovic sulla ribattuta di Evans. A destra l’esultanza di Totti (Epa, Ansa) gliore dei modi». Ancora in evidenza Vidic (accolto benissimo dai suoi ex tifosi) e Dodò. Al 10’ del primo tempo è servito un doppio miracolo di Handanovic su colpo di testa ravvicinato di Jones e tentativo di ribattuta di Evans, ma per il resto la retroguardia nerazzurra ha retto l’onda d’urto dello United. A Dallas, qualche ora più tardi, la Roma ha sconfitto 1-0 il Real Madrid. Il gol vittoria è stato firmato da Francesco Totti, che agli spagnoli aveva già fatto male il 30 ottobre 2002, anche se in uno stadio più prestigioso (il Santiago Bernabeu) e in un contesto più suggestivo, la Champions League. Nel primo tempo ha giocato meglio il Real, ma al 58’ il capitano giallorosso ha deciso la partita con un destro al volo su assist di Florenzi. «La Roma è stata costruita per vincere», il pensiero di Totti. Prima dell’inizio Keita si è rifiutato di stringere la mano a Pepe, che ha reagito cercando lo scontro fisico. Da parte sua, il giallorosso gli ha tirato una bottiglietta d’acqua senza colpirlo. Una vecchia ruggine che risale al Clasico di Supercoppa del 2011: in quell’occasione il portoghese si era rivolto a Keita chiamandolo «scimmia». Qualche ora dopo, il maliano si è scusato su Twitter: «Mi ha sputato dopo che gli ho lanciato la bottiglia. Mi scuso per il mio comportamento». Salvatore Riggio © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 Sport 47 italia: 51575551575557 Mercato Guidava la Federcalcio argentina L’Inter a un passo da Osvaldo, Rabiot si allontana dal Milan Addio a Grondona, «nemico» di Maradona MILANO — È in arrivo il regalo per Walter Mazzarri. L’italo argentino Osvaldo, 28 anni è a un passo dai nerazzurri. L’Inter e il Southampton stanno formalizzando lo scambio di prestiti con Taider. Il riscatto della punta (che si abbassa l’ingaggio da 3,5 a 2 milioni) è fissato a 7 milioni. Per il passaggio di Taider al Southampton manca ancora l’intesa sullo stipendio. È vicina alla conclusione la trattativa per Medel: si discute solo sui bonus. Premesso che la cifra fissa per il trasferimento del centrocampista del Cardiff è di 7 milioni, non c’è intesa sugli obiettivi legati ai 2 milioni di parte variabile. Poi, se verrà ceduto Guarin, potrà partire la caccia a un nuovo attaccante (Jovetic, Lamela, Bacca o Hernandez i nomi caldi). In uscita anche Campagnaro verso il Genoa. Il Milan ha provato a inserirsi nella corsa a Rabiot, il gioiellino del Psg, legato ai francesi da un altro anno di contratto. Problema: i parigini non intendono separarsi dal centrocampista che per il prossimo anno si è già promesso alla Juve. I rossoneri sognano Cerci (su di lui anche Atletico Madrid e Monaco), mentre Campbell è l’alternativa. Ma Robinho è sempre in Chi sale e chi scende In arrivo Osvaldo, 28 anni, più vicino all’Inter Il caso Sabato aveva vinto il lungo ai campionati tedeschi Rehm, niente Europei «Un vantaggio saltare con la protesi» Lontano Adrien Rabiot, 19 anni, piace al Milan attesa dell’offerta dai paesi del Golfo. Oggi la Juve dovrebbe chiudere con il Verona l’affare Romulo: prestito (1 milione) con riscatto fissato a 7 (Marotta ha annunciato che partirà per la tournée). Per la difesa si segue uno fra Zapata e Savic mentre per l’attacco, anche se la trattativa sarà complessa, Jovetic, ora che è sfumato Lukaku. Il Napoli tratta Fellaini del Man Utd (per 19 milioni): chissà che dopo la cessione del centrocampista i red devils non presentino l’offerta per Vidal. La Roma è scatenata: imminente l’arrivo di Ferreira Carrasco dal Monaco, corteggia Darmian del Torino. Monica Colombo BUENOS AIRES — Julio Grondona, presidente della Federcalcio argentina e vicepresidente Fifa, è morto ieri a Buenos Aires per un aneurisma all’aorta. Grondona, 82 anni, era al vertice dell’Afa dal 1979 ed era diventato il grande nemico di Diego Maradona, prima scelto come c.t. e poi esonerato dopo Sudafrica 2010. In 35 anni Grondona ha vinto il Mondiale ’86, sfiorando il bis a Italia 90 e in Brasile. Sepp Blatter, numero uno della Fifa, via Twitter: «Molto triste per la perdita di un grande amico». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Presidente Julio Grondona, morto a 82 anni (Reuters) 8,24 la misura con cui Markus Rehm si è aggiudicato il titolo tedesco nel salto in lungo sabato scorso a Ulm La federazione esclude l’atleta disabile DAL NOSTRO INVIATO BERLINO — Il campione tedesco di salto in lungo non potrà partecipare agli Europei di atletica leggera, a metà agosto a Zurigo. La decisione arriva dalla stessa Germania, dalla federazione nazionale dell’atletica. Il Un vincitore Reif, il battuto: «Vantaggio o non vantaggio è un vincitore: ha mostrato a tutti di cosa è capace» motivo? Markus Rehm, 25 anni, diventato numero uno nazionale solo sabato scorso, ha una protesi in fibra di carbonio sotto il ginocchio destro, dopo un incidente in cui ha perso stinco e piede oltre dieci anni fa. E la protesi — così ha detto la federazione — dà a Rehm un vantaggio ingiusto verso gli altri atleti. «È un peccato, una delusione», ha commentato Rehm. Davanti al campione tedesco ci sono ora tre strade: accettare la cosa, fare appello davanti alla commissione arbitrale della federazione, oppure rivolgersi direttamente a un tribunale. La terza strada è quella già seguita da Pistorius, l’atleta sudafricano dalla doppia protesi, ora a processo nel noto caso di cronaca nera. L’Associazione internazionale delle federazioni di atletica aveva vietato a Pistorius di correre — anche qui per le protesi —, ma un tribunale aveva poi dato ragione al corridore, aprendogli le porte delle gare, Le caratteristiche Le protesi da gara Vengono usate solo in pista. È difficile camminarci e ancor di più stare fermi dai campionati mondiali fino all’Olimpiade. In Germania, il presidente della federazione Clemens Prokop ha così spiegato il cartellino rosso a Rehm: «Esiste un dubbio significativo — ha detto — sul fatto che i salti con una protesi e con un’articolazione naturale siano paragonabili». Prokop ha poi aggiunto che le misurazioni biometriche, effettuate durante i campionati nazionali di sabato scorso, hanno indicato un possibile «effetto catapulta» della protesi, per saltare più lontano; e un’andatura più veloce al momento del «de- collo». Tanto che, secondo alcuni commentatori, sarebbe in bilico anche il titolo di numero uno tedesco appena conquistato. Ma, oltre allo stesso atleta, anche una serie di esperti ha avanzato dei dubbi sui metodi Assente Il tedesco Markus Rehm, 25 anni, non potrà partecipare agli Europei di atletica leggera, che si disputeranno a metà agosto a Zurigo, in Svizzera (Afp) di misurazione. Critica è stata la federazione tedesca dei disabili nello sport, che ha parlato di «passo indietro» nella strada verso la parità. Ma più di tutte forse colpiscono le parole di chi, sabato scorso, è arrivato secondo, con Atletica Materiale Sono realizzate in carbonio. La parte inferiore è dotata di chiodi, simili a quelli usati dagli sprinter Squalificato Emelyanov: Schwazer oro europeo dopo 4 anni Le squalifiche per doping creano spesso situazioni paradossali. A quattro anni di distanza, per Alex Schwazer (squalificato per l’epo pre Londra 2012) è infatti in arrivo la medaglia d’oro della 20 km di marcia degli Europei di Barcellona. Il 27 luglio 2010 l’atleta altoatesino, sulle strade della Catalogna, era arrivato secondo conquistando l’argento, alle spalle dell’allora 19enne Stanislav Emelyanov (1.20’10”). Anche il russo è stato squalificato per doping: il suo passaporto biologico ha presentato variazioni anomale ed Emelyanov sta scontando una Come funzionano Forma e materiale permettono di trasformare in spinta elastica ogni appoggio dell’atleta Costo Dagli 11.000 ai 13.000 euro l’una D’ARCO squalifica di 2 anni (terminerà il 14 dicembre). Però, i suoi risultati sono cancellati a partire dal 26 luglio 2010, dal giorno prima della gara continentale. Non c’è ancora l’ufficialità, ma quella classifica sarà riscritta al più presto: con Schwazer al primo posto (1.20’38”), l’argento andrà al portoghese Joao Vieira (1.20’49”) e il bronzo all’irlandese Robert Heffernan (1.21’00”), con Giorgio Rubino (1.22’12”) a scalare dal 5° al 4° posto. Schwazer è sospeso dal 30 luglio 2012 e non potrà tornare alle gare prima del gennaio 2016. © RIPRODUZIONE RISERVATA due gambe in carne e ossa, dietro agli 8 metri e 24 centimetri di Rehm. Christian Reif, medaglia d’argento, ha detto che «vantaggio o non vantaggio, Markus è un vincitore perché ha mostrato a tutti di che cosa sono capaci gli atleti con disabilità». E, ora, come si muoverà il mondo dello sport? Per il presidente del comitato olimpico tedesco, Alfons Hoermann, la decisione di ieri è solo l’inizio di una discussione generale sulla possibilità degli atleti disabili di partecipare alle classiche e tradizionali competizioni. E Prokop ha parlato della necessità di «regole mondiali» a riguardo, annunciando che chiederà all’associazione internazionale di studiare la questione. Così Rehm, a meno di colpi di scena, non gareggerà agli Europei, ma avrà portato la sua storia, e quella di tanti altri, sul tavolo dei vertici dello sport internazionale. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Giulia Maugeri con i suoi genitori piange limprovvisa scomparsa dello zio Aldo e stringe affettuosamente zia Marina, Valeria, Andrea e Luca. - Pavia, 30 luglio 2014. Guido e Cristiana Elefante, con Giovanna e Laura, partecipano al dolore di Marina e figli per limprovvisa scomparsa dell Avv. Aldo Maugeri nel ricordo della sua grande professionalità e umanità. - Milano, 30 luglio 2014. Claudio Garbelli si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa del Presidente Avv. Aldo Maugeri Il Presidente, il Direttore e la Giunta di Confindustria Pavia partecipano al cordoglio della famiglia per la scomparsa dell Avv. Aldo Maugeri - Pavia, 31 luglio 2014. Il Rettore e la comunità educante tutta dellIstituto Zaccaria - Milano, esprimono la propria vicinanza alla famiglia, colpita dal grave lutto per limprovvisa scomparsa dell Avv. Aldo Maugeri Aldo il coraggio la tenacia e lumanità che hai dimostrato in questi anni alla guida della Fondazione Maugeri mancheranno profondamente, ma non saranno dimenticati.- Silvia Priori. - Milano, 30 luglio 2014. Giorgio e Stefania Corno ricordano Aldo Maugeri avvocato e uomo di sostanza e di valori e sono vicini a Marina in questo momento difficile. - Lissone, 30 luglio 2014. Con grande tristezza Attilio Guarneri è vicino ai familiari di Aldo amico caro fin dai tempi degli studi universitari a Pavia e lo ricorda con affetto. - Cremona, 30 luglio 2014. Massimo, Alessandra, Francesco e Giorgia Gentili, addolorati ed increduli per limprovvisa scomparsa di Aldo avv. Aldo Maugeri amico e collega, dal quale ha avuto per lunghi anni il grande privilegio di ricevere importanti insegnamenti umani e professionali. - Milano, 31 luglio 2014. Giuseppe Lombardi, commosso, partecipa al lutto dei famigliari per limmatura scomparsa del caro amico Avv. Aldo Maugeri - Milano, 31 luglio 2014. Avv. Aldo Maugeri Presidente della Fondazione Salvatore Maugeri. - Telese Terme, 30 luglio 2014. Il Rettore Alberto Coen Porisini e la comunità accademica dellUniversità degli Studi dellInsubria partecipano al lutto della famiglia per limprovvisa scomparsa del Prof. Avv. Aldo Maugeri - Varese, 30 luglio 2014. Il Direttore Professor Leonardo Fabbri e il personale della Clinica di Malattie Respiratorie dellUniversità di Modena porgono le condoglianze ai congiunti ed ai colleghi della Fondazione Salvatore Maugeri per la scomparsa del Presidente Aldo Maugeri - Modena, 30 luglio 2014. Ernesto, Angela e Gaudenzio Roveda, con i collaboratori dello Studio Roveda, partecipano al profondo dolore per la perdita del prof. avv. Aldo Maugeri e sono vicini ai familiari nel suo caro ricordo. - Milano, 30 luglio 2014. Aldo Maugeri Partecipano al lutto: Mario e Simona Pisani. Giuseppe ed Elena Ramella. Pilar Crespi Robert e Stephen Robert abbracciano affettuosamente Gigi ed Arienne per la triste scomparsa di Maria Domenica Vittadini - Siena, 30 luglio 2014. Nel ricordo di Mecca Margot abbraccia con tanto affetto Gigi e Adrienne, Angelo e Carla e tutta la famiglia Vittadini. - Milano, 30 luglio 2014. compagno di viaggi e amico sincero per quasi quarantanni. - Milano, 30 luglio 2014. Tito e Paola con Ginevra e Erica soffrono e piangono con Gigi e Adrienne, Angelo e Carla e con tutti i fraterni amici Vittadini nel ricordo della loro adorata Giorgio Alpeggiani partecipa al dolore della famiglia per la morte di - Carloforte, 30 luglio 2014. Aldo Mecca Aldo Maugeri Mariuccia Baldini - Milano, 30 luglio 2014. Virginia Boroli si stringe con grande affetto alla cara amica Valeria in questo momento di grande dolore per la perdita delladorato papà Avv. Aldo Maugeri - Novara, 30 luglio 2014. Gianni e Lorenza Iudica sono affettuosamente vicini a Marina e ai familiari per limprovvisa scomparsa del caro amico Avv. Aldo Maugeri - Rougemont, 30 luglio 2014. Lorita e Rosario addolorati e attoniti si stringono a Marina Valeria Andrea e Luca e piangono la perdita dellamico I nipoti Patrizia, Antonella, Carlo e Marcella con tutti i pronipoti e il cognato Mariuccio Silvani, profondamente addolorati annunciano la scomparsa di Maru.- La sua tempra e il suo carattere resteranno sempre nei nostri cuori.- Un sincero ringraziamento a Lyudmyla per le affettuose cure prestate. - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Angela. Alba. Anna. Teresa. Serenella. Ala. Giovanni e Paola Terruzzi ricordano con nostalgia ed affetto il Maestro avv. Aldo Maugeri ricordandone le doti umane e professionali. - Milano, 30 luglio 2014. Paolo e Fernanda, con Valentina, Mario e Alessandro, increduli, abbracciano forte Marina, Valeria, Andrea e Luca nel ricordo di Giorgio Gaslini che ha onorato con la sua passione la cultura e la musica del nostro Paese. - Milano, 29 luglio 2014. Ciao Maestro Aldo Giorgio Gaslini professionista esemplare e, soprattutto, amico di una vita. - Milano, 30 luglio 2014. I bambini di Under 13 Orchestra e tutti gli allievi e insegnanti delle scuole Ricordi Music School. - Milano, 30 luglio 2014. Increduli e addolorati Dario, Piera e figli piangono È mancato, serenamente, il Aldo dott. Giulio Cesare Emaldi caro amico di sempre e abbracciano forte Marina, Valeria, Andrea, Luca. - Crans-Montana, 30 luglio 2014. Lo annunciano con dolore la moglie Carla, i figli Luca con Susanne, Paola con Antonio, Claudia con Gabriele, i nipoti tutti e la sorella Francesca. - Lodi, 30 luglio 2014. Studio Associato Arosio Elefante Rotti partecipa commosso al dolore della famiglia per la perdita del caro Prof. Aldo Maugeri ricordandone con rimpianto le doti umane e professionali. - Milano, 29 luglio 2014. Alberto Montanari e Paola Fanucchi partecipano commossi al lutto per la prematura scomparsa dellamico Aldo Maugeri squisito collega e gran galantuomo. - Milano, 30 luglio 2014. Lorenzo e Alba, veramente tristi, condividono il dolore di Marina, Valeria, Andrea e Luca, ricordando con molto affetto il grande amico Aldo Maugeri Ciao Cesare ti abbiamo voluto tanto bene, ci stringiamo a Carla e ai tuoi figli.- Un bacio Mariarosa e Luciano. - Milano, 30 luglio 2014. Enrico Maffioli, Ettore Bergese, Stefania Madama e tutta D.I.D. S.p.A. si stringono con profondo affetto alla famiglia Triva, a Stefania Triva e a Copan tutta per limmatura scomparsa di Daniele Triva Ingegnere geniale, innovatore instancabile, imprenditore illuminato e trascinatore di uomini del quale ricordiamo la tenacia, lentusiasmo, il sorriso. - Milano, 30 luglio 2014. Avv. Aldo Maugeri le più sentite condoglianze. - Vigevano, 30 luglio 2014. Antonio e Maria Grazia Trotta con profondo rammarico ricordano l Commendatore Giovanni DAttoma Ne danno il triste annuncio i parenti tutti.- I funerali avranno luogo il 31 luglio alle ore 9 nella parrocchia S.S. Pietro e Paolo, Eur. - Roma, 31 luglio 2014. Maria Luisa Compostella ved. Bertoncello Diana Bracco ricordando la simpatia e la generosità dellAvvocato il fratello Franco con Patrizia, le cognate Rosetta, Aagot e nipoti tutti. - Milano - Roma, 30 luglio 2014. Il Presidente, i Vice Presidenti, lAmministratore Delegato, il Direttore Scientifico, unitamente a tutti gli altri Direttori, ai membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e ai collaboratori tutti dellIstituto Europeo di Oncologia partecipano con profonda commozione e tristezza al grave lutto della famiglia per la scomparsa dell Avv. Aldo Maugeri consigliere di amministrazione dellistituto. - Milano, 30 luglio 2014. Andrea Alessandri, Luca Lavazza e i colleghi di PwC partecipano al dolore della famiglia e al lutto dei consiglieri della Fondazione Salvatore Maugeri per la perdita dell Avv. Aldo Maugeri - Milano, 30 luglio 2014. Silvio e Giuliano Necchi, con i soci e collaboratori dello studio Necchi, Sorci & Associati partecipano al grave lutto della famiglia Maugeri per la perdita dell Avv. Aldo Maugeri I membri del Comitato Scientifico della rivista D.P.C.E., il Direttore Giuseppe Ferrari e i membri dellAssociazione si stringono affettuosamente attorno alla famiglia del Prof. Pasquale Ciriello insigne studioso e caro amico. - Milano, 30 luglio 2014. I fratelli Alberto con Nicoletta e Luca, e Gabriella con Riccardo e Pietro, annunciano con immenso dolore che la loro adorata sorellina Francesca Dessy non cè più. - Arenzano, 30 luglio 2014. I condomini e lamministratore del condominio via Teulié n. 16, Milano, partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del sig. Giovanni Illeni - Milano, 30 luglio 2014. I condomini delledificio di via De Castillia 7 Vimercate partecipano alla scomparsa del Prof. Claudio Garavaglia - Vimercate, 30 luglio 2014. Remax Progetti partecipa al dolore dellarchitetto Marco Mosca per la perdita del padre Carlo Mosca ricordandone le grandi doti umane e professionali. - Milano, 31 luglio 2014. - Milano, 30 luglio 2014. LOrdine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell Selene e Massimo annunciano che il loro adorato Avv. Aldo Maugeri Partigiano, ha concluso serenamente la sua lunga vita.- Un ringraziamento agli amici della Fondazione Floriani per la preziosa assistenza.- I funerali avranno luogo oggi, alle ore 11, presso la chiesa di San Vincenzo De Paoli, in via Pisacane 32. - Milano, 31 luglio 2014. - Milano, 30 luglio 2014. Paolo Benazzo e Fabio Mascherpa, con gli avvocati e i professionisti di Studio Benazzo Mascherpa, partecipano al grande dolore di Marina e dei figli per limprovvisa perdita di Aldo Maugeri - Pavia, 30 luglio 2014. Giorgio lo ricorda come compagno di vita e di lavoro di cui Massimo è lerede.- Selene sei stata per lui una compagna straordinaria. - Grecia, 31 luglio 2014. I dirigenti, i collaboratori, gli amici della casa editrice Skira sono vicini con immenso affetto a Massimo Vitta Zelman e alla sua famiglia nel dolore per la scomparsa dellamato padre Emilio Vitta Zelman Mimmo Vitta Zelman Partecipano al lutto: Marci Martinez con Giorgio Rossari e Carolina. Clelia Ginetti. Caro Max, se nè andato un grande papà.Alessandro, Cochi e Ludovica ti abbracciano forte per la scomparsa del caro Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro amico Mimmo Nico e Gisella. - Milano, 30 luglio 2014. Nani e Grazia Prina partecipano al dolore di Selene e Massimo per la scomparsa di Mimmo Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Vittorio e Marina Gregotti partecipano con affettuosa amicizia al dolore di Massimo per la scomparsa del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Simone Todorow, Tomaso Radaelli e i colleghi di MondoMostre si stringono con affetto a Massimo per la scomparsa del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 31 luglio 2014. - Milano, 30 luglio 2014. I figli Elisabetta, Nicoletta, Francesco, Alberto e Teresa annunciano che il giorno 30 luglio 2014 si è spento serenamente, circondato dallaffetto dei suoi cari Stefano e Roberta Piantini sono affettuosamente vicini a Massimo, Annalisa, Filippo e Selene per la scomparsa di Emilio Vitta Zelman Ci guarda e sorride dal suo paradiso, una biblioteca infinita. - Milano, 31 luglio 2014. Laura e Dadaia ricordano con infinita tenerezza e nostalgia lo zio Mimmo e sono vicine con affetto a Selene e Massimo. - Milano, 31 luglio 2014. Il Presidente Paolo Mieli, lAmministratore Delegato Laura Donnini e il Direttore Generale Libri Trade Massimo Turchetta con tutta RCS Libri partecipano al dolore di Massimo Vitta Zelman per la perdita del padre Emilio Vitta Zelman Goffredo Grassani Secondo i suoi desideri le esequie verranno celebrate venerdì 1 agosto nella chiesa parrocchiale dellImmacolata Concezione di Colle Isarco (Bz) alle ore 14,30.- In data 1 settembre nella parrocchia di S. Bartolomeo, in via Moscova a Milano, verrà celebrata una Messa commemorativa.- Eventuali offerte in memoria potranno essere devolute allassociazione I Missionari del Cuore Immacolato di Maria - Opera Fratel Ettore di Seveso. - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Giuseppe Bernoni. Studio Botticelli Sandro. Bettina e Antonio con Michelangelo e Francesco piangono la scomparsa terrena dellamato zio Avv. Goffredo Grassani uomo di fede e di ragione. - Vipiteno, 30 luglio 2014. Nevina e Sergio con Chiara e Massimo e figlie profondamente commossi ricordano con tanto affetto e rimpianto il carissimo Goffredo partecipando al grandissimo dolore di Nicoletta e Umberto, dei nipoti e dei famigliari tutti. - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Yvonnette e Adolfo Zavelani Rossi e figlie. - Milano, 30 luglio 2014. Ferruccio ed Elisabetta de Bortoli sono vicini a Massimo e partecipano al grande dolore, suo e dei suoi familiari, per la perdita del padre Mimmo Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Piergaetano e Ada Marchetti abbracciano con grande affetto Massimo e tutti i suoi nel ricordo della personalità e dellintelligenza del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Alessandro Bompieri è vicino a Massimo Vitta Zelman e alla famiglia per la scomparsa del padre Emilio - Milano, 30 luglio 2014. Claudio Calabi partecipa con affetto e amicizia al profondo dolore di Massimo per la scomparsa del suo caro papà Dottor Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Rodolfo e Emmanuelle si stringono con amore allamico fraterno Massimo, a Annalisa e a Filippo, per la perdita dellamato padre e nonno Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Neige, Alix e Mita abbracciano con tanto affetto Max, luomo dei libri e zio del cuore, Annalisa e Filippo per la scomparsa del padre e nonno Emilio - Milano, 30 luglio 2014. Pierluigi e Donatella Cerri abbracciano con grande amicizia Massimo per la perdita dellindimenticabile padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Paolo e Simonetta, con Sebastiano Nicola e Federico, si stringono affettuosamente a Massimo per la scomparsa del caro papà Emilio - Milano, 30 luglio 2014. Roberto Calasso e Fleur Jaeggy sono vicini a Massimo Vitta Zelman nel suo dolore per la scomparsa del padre Emilio Vitta Zelman Emilio Vitta Zelman - Milano, 31 luglio 2014. Toia, Federico e Giuliana con Marco ricordano con grande rimpianto il carissimo amico Mimmo - Brunello, 30 luglio 2014. Rosellina abbraccia forte Selene e Massimo in ricordo del caro amico Mimmo - Carloforte, 29 luglio 2014. Ruggero e Olivia con Giuliano, Giorgio e Giulia abbracciano i cari amici Massimo, Annalisa e Filippo nel doloroso momento della perdita del Dott. Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Piero e Marina abbracciano forte Massimo con Annalisa e Filippo nel ricordo di Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. La Fondazione Piero Portaluppi partecipa al dolore di Massimo Vitta Zelman per la perdita del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Gianfranco Negri-Clementi è profondamente vicino allamico Massimo per la perdita del carissimo Mimmo Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Andrée Shammah si stringe allamico del cuore Massimo per la scomparsa del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Teatro Franco Parenti. Fondazione Pier Lombardo. Annalisa, Orso e Sandro Parenzo si stringono a Massimo con affetto fraterno per la perdita del padre Emilio Vitta Zelman - Milano, 30 luglio 2014. Gianmaria con Giacomo, Maria e Tobia e Roberto con Kicca abbracciano Serena e Massimo ricordando il grande amico Mimmo - Milano, 31 luglio 2014. Antonio Maggioni partecipa cordialmente al lutto della famiglia per la scomparsa dell Avv. Goffredo Grassani caro amico e Maestro. - Milano, 30 luglio 2014. Gianfranco Negri-Clementi partecipa profondamente addolorato al lutto per la morte dellamico Avv. Goffredo Grassani - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Stefano Piantini. Carlo Mion. Giancarlo Menescardi. Antonella Alì. Anna Pisoni. Marcello Francone. Marco Vianello. Alessandro Degnoni. Francesco Baragiola. Laura Bassi. Fabio Abate. Nina Oberdorfer. Patrizia Tesei. Nicolò Sponzilli. Eileen Romano. Valerio Terraroli. Clelia Ginetti. Lucia Crespi. Luca Molinari. - Milano, 30 luglio 2014. Con grande affetto partecipano al dolore delle nipoti per la perdita dellamata mamma Partecipano al lutto: Franco Malesci. Giorgio Vittadini. Mimmo Vitta Zelman Carlo e Silvia De Benedetti sono affettuosamente vicini a Massimo e a tutta la famiglia nel dolore per la scomparsa del padre avv. Aldo Maugeri partecipa al lutto della moglie e della famiglia. - Milano, 29 luglio 2014. Giorgio e Lella Fantoni partecipano addolorati alla dipartita di Il giorno 29 luglio 2014 è mancato allaffetto dei suoi cari il di cui hanno apprezzato, sin dai tempi delluniversità, le profonde qualità umane e professionali. - Pavia, 30 luglio 2014. Aldo Maugeri Mimmo Vitta Zelman Partecipa al lutto: Gaia Maffioli. - Olbia, 30 luglio 2014. Luisa e Achille Costamagna porgono alla famiglia dell Mimmo Vitta Zelman - Milano, 31 luglio 2014. Il professor Franco Rengo e il personale dellIstituto Scientifico di Telese Terme si uniscono con profondo affetto alla famiglia per la scomparsa dell - Milano, 31 luglio 2014. Michele e Buci Norsa sono affettuosamente vicini a Marina e ai ragazzi in questo doloroso momento nel ricordo di Massimo con Annalisa e Filippo, saluta il suo indimenticabile papà Filippo non scorderà mai il suo straordinario nonno si stringono affettuosamente a Marina, Valeria, Andrea e Luca. - Milano, 30 luglio 2014. Roberto Invernizzi, costernato per limprovvisa scomparsa, piange l Mimmo - Milano, 30 luglio 2014. - Milano, 29 luglio 2014. Caro Addio grazie per la nostra bellissima vita.- Selene. - Milano, 31 luglio 2014. Nel ricordo di un Maestro speciale, lavvocato Paola Todisco si unisce al dolore dei famigliari per la perdita del caro Avv. Goffredo Grassani - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Giulietta Caputo. Monica Bennati. Patrizia Adami. Luca Manoforte. Massimo Bianca ricorda addolorato il nobile e fraterno amico Avv. Goffredo Grassani - Roma, 30 luglio 2014. Bruno e Nora Finzi con i figli Paolo e Aldo partecipano commossi al dolore dei familiari per la scomparsa del caro Avv. Goffredo Grassani - Milano, 30 luglio 2014. Michele Saponara partecipa al lutto della famiglia per la scomparsa dell Avv. Goffredo Grassani cui era legato da grande stima e lunga amicizia. - Milano, 30 luglio 2014. Avv. Goffredo Grassani Francesco e Madel Grubas e Roberto Pratesi ricorderanno sempre il loro caro amico Goffredo, maestro di vita cristiana.- Sentite condoglianze a tutta la famiglia. - Milano, 30 luglio 2014. Il Consiglio di Amministrazione ed i collaboratori della Fondazione Matarelli sono affettuosamente vicini alla famiglia per la scomparsa del vicepresidente Avv. Goffredo Grassani personalità illustre del foro di Milano.- Illuminato dalla fede cattolica, tenace sostenitore della ricerca scientifica e biomedica particolarmente attenta ai valori etici e strumento culturale al servizio del malato, della persona e della famiglia.Il suo insegnamento e soprattutto limpegno che negli ultimi mesi della sua vita ha dedicato al rinnovamento della Fondazione Matarelli verranno sempre ricordati. - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Elio Polli. Giorgio Lambertenghi Deliliers. Maurizio Trombetta. Alberto Vaccari. Alberto Zappa. Paola Todisco. Luigi De Carli. Damiana Baccalaro. Nadia Quirici. Il Rettore Franco Anelli e lintera comunità dellUniversità Cattolica del Sacro Cuore partecipano al dolore e si uniscono alle preghiere per la scomparsa terrena dell Avv. Goffredo Grassani ricordando con affetto e stima il suo generoso ed esemplare impegno al servizio della cultura e dei più elevati valori morali e spirituali. - Milano, 30 luglio 2014. Il Presidente dellIstituto Auxologico Italiano Professor Sergio Zaninelli, il Direttore Generale Dottor Mario Colombo, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori e il Direttore Scientifico Professor Alberto Zanchetti partecipano al dolore dei famigliari ed esprimono profondo cordoglio per la scomparsa dell Avv. Goffredo Grassani Presidente del Comitato Etico e già Consigliere di Amministrazione dellistituto. - Milano, 30 luglio 2014. Il Presidente Giancarlo Cesana, il Consiglio di Amministrazione, le Direzioni Strategica e Scientifica della Fondazione Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico sono profondamente addolorati per la scomparsa dellillustre avvocato Goffredo Grassani già presidente dellospedale dal 1978 al 1983.Figura emblematica, che non ha mai smesso limpegno per lo sviluppo dellospedale, della sua cultura e della sua capacità di insegnare, di ricercare e assistere. - Milano, 30 luglio 2014. Lo Studio Falaguerra partecipa commosso al dolore della famiglia per la scomparsa dell Avv. Goffredo Grassani - Milano, 30 luglio 2014. LAssociazione Mirasole - Istituto di Antropologia per la Cultura della Famiglia e della Persona, unitamente ai membri del Consiglio Direttivo, del Comitato Scientifico e del Collegio Sindacale, partecipano al dolore dei famigliari per la scomparsa del Presidente prof. avv. Goffredo ricordandone la professionalità e limpegno sociale e civile. - Venezia, 31 luglio 2014. LINO SERRANO A quattro anni dalla scomparsa del caro Lino, la moglie Nadia e il fratello Renato lo ricordano con nostalgia e profondo rammarico. Milano, 31 luglio 2014 La famiglia Presezzi, commossa, sentitamente ringrazia quanti hanno partecipato al dolore per la scomparsa della cara BIANCA PIROLA PRESEZZI Burago Molgora, 31 luglio 2014 Avv. Goffredo Grassani RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano - Milano, 30 luglio 2014. Partecipano al lutto: Roberto Albonetti. Ferruccio Bonino. Giovanni Bottari. Giuseppe Di Benedetto. Erminio Longhini. Antonio Maggioni. Pier Mannuccio Mannucci. Franco Nava. Lorenzo Ornaghi. Maurizio Trombetta. Carlo Vannini. Francesca Eulisse. Paola Tettamanzi. Paola Todisco. I condomini e lamministratore del condominio Moscova - Cà Brutta Milano sono vicini alla famiglia nel ricordo del signor Avv. Goffredo Grassani - Milano, 30 luglio 2014. 31 luglio 2007 - 31 luglio 2014 Rossana, Alessandra ed Emanuele, Mario e Monica, Stefania e Marco ricordano con infinito amore Aldo Sacchi SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: - Castiglioncello, 31 luglio 2014. A MODULO: 31 luglio 2007 - 31 luglio 2014 Viola, Gaia, Enrico, Edoardo ed Umberto hanno sempre nel cuore il loro amatissimo nonno Aldo - Castiglioncello, 31 luglio 2014. 31 luglio 2009 - 31 luglio 2014 Roberto Moretti Ogni giorno, ogni istante della nostra vita sarai sempre con noi.- Con amore, le tue Giovina, Monica, Laura. - Milano, 31 luglio 2014. Tutti i dipendenti Gio Moretti a cinque anni dalla scomparsa ricordano con indelebile stima e affetto Roberto Moretti - Milano, 31 luglio 2014. 31 luglio 2005 - 31 luglio 2014 A nove anni dalla scomparsa la moglie Luisa, i figli Giuseppe e Giulio, le nuore, il nipote Aleksandr, ricordano con immutato affetto Francesco Caloia - Castano Primo, 31 luglio 2014. Il rettore dellateneo Iuav, Amerigo Restucci, è particolarmente vicino alla famiglia Grassani per la scomparsa del 31 luglio 2010 - 31 luglio 2014 31 luglio 1984 - 31 luglio 2014 Piero Caldirola sei sempre nel nostro cuore.- Emilia, Nicoletta, Donata e tutti i familiari. - Milano, 31 luglio 2014. Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 - mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). 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Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 49 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 2 6;;( 2;1 6;*2 2*6 6;1 1 6;*( 2;6 6;6( 2; 6;6 2;( 6;; 5 6;5( ( 6;; 2;6 6;5( -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" +/00#)' #'#:# /7%&'4 7&'4/ 07%% ')04/ '#0)% & #% 4&+) )'4#'7 /#&'/ &)/4&'4 #'04#% % )/ )9 # 0/'') ')/ )0#)'# +/ /)90# 4&+)/%# 0+# 9'/$ 04) )&'#, )+) %# 7%4#&# '0&'4# 07%% )04 /#4#" 07 %7' :)' % 7 07 -704# 044)/# #% 4&+) &# %#)// #0&'4 +/4#/ 9'/$ )' +/9%': # 0)% 7' %#& +#8 %) #/#447/ 4)//#) % 7, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )04 )/#') ')9 )%) ' )& &+)00) , %/# 4'# #%') /'4) ':# /#04 #/': /7 # ')' .-7#% +)%# /# )4': 4' $-%( %/&) % "/) %#/# 7/ # %# )% 79)%) )+/4) #) # )90# &+)/%# 9 )/4) )/4 )%4) )/4 %&) %8 ')' )04 /# )%) ' )%:') /0# %#/# )/ ) 43 )/ 4; )/ 4; 4 40 34 4) 4 44 4/ /') #) # %8 )/ 4) 43 )3 )0 4; )' 4) 3) 34 40 4) 4 4' 79)%)0) .-7#% 00#' #%') +)%# %# %/&) &+)/% %"& %8 )0 44 43 )0 44 ) 4 )/ 3) 3) 43 40 40 4 )+/4) /& /7 # 0/ #0 )4': , %/# #&#'# 9 %"& %8 )/ )/ )' )/ ) 43 ) 4) ) 4 4) 44 34 4 )90# )& )/#') /'4) /#04 #' ':# /)' %"& %8 )0 ) )' )' )' )' ) 4) 4/ 4 43 44 44 44 9 8 4 2 4 3 5 Puzzles by Pappocom 4 1 7 3 7 1 4 3 5 2 9 1 5 8 Altri giochi su www.corriere.it 6 4 LA SOLUZIONE DI IERI 2 3 6 9 4 1 8 5 7 7 1 4 5 8 3 9 6 2 6 4 2 3 7 8 5 1 9 1 5 7 2 9 4 6 3 8 9 8 3 1 6 5 2 7 4 4 7 9 8 5 6 1 2 3 3 6 8 7 1 2 4 9 5 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 5 2 1 4 3 9 7 8 6 $!" !&!" a 3,99 euro più il prezzo del quotidiano &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% In edicola con il Corriere il secondo volume della collana «Diabolik, nero su nero» dedicata al popolare eroe dei fumetti. Disponibile: Donne spezzate. (#9( "-2 -. ((2 &#(# 5$ In edicola con il Corriere Le avventure di Diabolik Secondo volume Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 8 9 5 6 2 7 3 4 1 2(($% (*&!& 5$"&( !"&( # Sudoku Diabolico 7 $."&#" .$( "%5-( #44) %"& &+)00) 4'# /)4)' 7') #/': ')9 &+/# )00) %"& )% # ' '4/) +/00#)'/#) +)0#:#)'4) 07% &/ /#4#) )'#:#)' #% 4&+) 07# 044)/# '4/%# 7/)+# 07# %'#, % %700) +/47/4) 4%'4#) &'4#' #'9 #'04#%#4 #70 07% ') '#4) % '#'9# % :)' ')/)#'4%# % )'4#''4, 7% /04) % 4//#4)/#) +/9% )') )'#:#)'# +#8 04#%# /:# %% +/0': # 9/# / # %4 +/00#)', "( &"-( 5&(. "-. (. 5& "22 $ .."( "-(" "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Classifica I parchi più belli Trattativa Alitalia Sono dieci in lista per la medaglia d’oro: il voto in autunno. Foto Il giorno delle decisioni Video del maltempo fa 1 L’estate cambiare le previsioni Acquisti di case e auto, 2 il governo pensa a sgravi scatta il «canguro» 3 Senato, Renzi: «La riforma passerà» Ebola, morto il medico 4 eroe della Sierra Leone d’Italia 2015: tappa 5 Giro su una pista ciclabile Cavallo imbragato In Sicilia precipita in un burrone: cavallo salvato con l’elicottero. Guarda Washington Palazzo spostato Storico edificio sollevato e messo su ruote per far spazio a un cantiere. Foto Prima di firmare l’accordo la compagnia Etihad chiede ad Alitalia di fare chiarezza sui conti della società In Alitalia il contributo di Poste potrebbe salire a 70 milioni 50 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RICORDARE Intervista speciale La vita e la carriera a Richard Gere di Mario Bava Puntata speciale interamente dedicata alla 44esima edizione del Giffoni Film Festival, la rassegna cinematografica organizzata nell’omonimo comune campano — che si è svolta dal 18 al 27 luglio — dedicata alle pellicole per bambini e adolescenti provenienti da diverse parti del mondo e appartenenti a differenti fasce d’età. Nello speciale di stasera: interviste, tra gli altri, a Richard Gere ( foto), Luca Argentero, Ornella Muti, Claudia Gerini, Max Giusti oltre che molti backstage della kermesse. In occasione dei 100 anni dalla nascita (a Sanremo il 31 luglio 1914), il documentario ripercorre la carriera di Mario Bava (foto), grande regista pioniere del genere horror e degli effetti speciali. Nello speciale, lo stesso Bava svela agli spettatori i suoi segreti e si possono ascoltare i ricordi dei familiari e le testimonianze di autori che hanno amato e citato i suoi film (in primis Joe Dante, che nel documentario è una sorta di Virgilio alla scoperta del mondo di Bava, ma anche John Landis e Tarantino), dei suoi attori, registi, produttori e sceneggiatori (tra cui Dario Argento e Mario Monicelli). Speciale Supercinema Canale 5, ore 23.30 Mario Bava: operazione paura Sky Arte HD, ore 22.45 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä ,1 "° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä " //" x° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää *, Ó° /iiv £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£ä -// ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÀ> >ii] i`iÀV +Õ>À>Ì> £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° Óä°Îä / / / 66 /° 6`ivÀ>iÌ -, Ó£°Óä -1*,+1,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *iÀ }i>° Óΰ{ä "6, £x 1,,, /,, "// 1 / ° VÕiÌ>À ä°Îx / £ "//° Ç°Îx ,/ ° /iiv n°Óä -", "° /iiv °{x *-" *,"° /iiv £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°xx / Ó <,° ÌÌ° ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä ,9 76-° /iiv £Ç°ää 1, "-/,° /iiv £Ç°äx / Ó - °°-° /" Ó° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° n°ää ", -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä *" /, ¼ÈÓ° VÕiÌ £ä°Óä /, / *"/ ° ££°£ä / Î 1/° ££°{x - //6 11 ½ VÕ° £Ó°ää / ΰ /" ΰ £Ó°£x - ", 7-/° /iiv £Î°ää /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x ," 1° VÕ° £{°ää / ," ° /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /,, "-/, Ó° /iiv £x°{x ",- "° £Ç°xä " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ," ° /"° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä / \ , , -"* *,,° À>>ÌV] 1Ã>] Óä£Î®° ,i}> ` V >i *>Õ° Õi iâ] Þ >iÞ] ivvÀiÞ ii° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx *, */" ° /iiv° ,>V >i i} ] iÞ ,Ü>] ÀV V À>V £°äx /*" ° £°£ä -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD £°{ä /-/" /*"° ÌÌÕ>ÌD Ó°£ä /,,<<° À>] £nä® ÓÓ°xä 1/9 / -/° /iiv Óΰ{ä / Ó° Óΰxä ,<< 1 < ° ÌÌÕ>ÌD ä°{x "° ÌÌÕ>ÌD ,>x >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì / { / 7-° <",,"° /iiv 6 ° /iiv -/,//" *"<° /iiv , // ½/ ° ÌÌ° /*, / {° / {° i «À}À>>\ iÌi°Ì , ° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /iiv +1 "- - "//° / {° i «À}À>>\ iÌi°Ì , " /6 ° 6>ÀiÌD /*-/ ½",° ->« "«iÀ> -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° °ää 6/1-° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >ÀL>À> *>Li £Î°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°{x 1" " *"° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°£ä ,"-1 * , 1", 6 /"° £n°Îä 1", ,° /iiÛi> £°£ä -,/"° /iiÛi>° i «À}À>>\ /} x ÌV«>âi Óä°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì È°Îä , -° -iÀi È°xä , 1-° /iiv Ç°Îä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óä /° /iiv °Óä 66 *, , ""° VÕiÌ>À £ä°Îx / ÎÈä ,° VÕiÌ>À ££°£ä /", "9° VÕiÌ>À £Ó°Óx -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 1/1,° >ÀÌ £x°ää *,//9 // ,-° /iiv £È°{ä "° ° /iiv £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä °-° - , ° /iiv° 7> °*iÌiÀÃ] >À} i}iLiÀ}iÀ È°ää / Ç È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` £ä°Óx / -* -1 /"-° /iiv° i>i À>Þ ££°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää ,"-/° /iiv° >Û` >à £È°£ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £n°£ä "--," ",,° /iiv Óä°ää / Ç° Ó£°£x "6 -*"- ° i`>] iÀ>>ÉÌ>>] Óää®° ,i}> ` iii i>> 6>À° >v] ÀÃÌ> 1i] > />`iÀ Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä "6 -"** ° i`>] 1Ã>] Óää®° ,i}> ` *°° }>° Ã> à iÀ] Õ} >VÞ] ÀÞÃÌi ,ÌÌiÀ Ó£°£ä /, -*",/,\ / -,-° /iiv° Àà 6>Vi Óΰ£x /,1 1-/ ,<" 6" /° âi] 1Ã>] Óä£Ó®° ,i}> ` i 7>Ý>° -ÌiÛi -i>}>] <> ->Ì>} Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` ÓÓ°Îä //" 1 /° À>>ÌV] L] Óää®° ,i}> ` / «iÀ° V >i - ii ÓÓ°{x / ," ° ÓÓ°xä / Î "// -//° ÓΰÓx " /° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎä ½-//° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎx " "] " "] *,<<"" " "° ÓΰÎä -* -1*, -/6 " ° 6>ÀiÌD Ó{°ää / x "// £°äx - -- 9° ,i>ÌÞ £°xx -*",/ -/° Ó°Óä -/1" *,/" ", /° Ó°xä 6 ° 6>ÀiÌD ä°£x / Ç° ä°Îä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ä°{ä /,/ /° -iÀi ΰÎä ½/, / , ° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i È°ää È°xä Ç°Óä n°£x £ä°{x ££°Óx ££°Îä £Ó°ää £{°ää £x°Îä £È°Îx £n°xx £°Îx £°xx Óä°Îä ÌÛ°Ì £x°£ä /-\ - //½ -iÀi £È°ää £È /° 6>ÀiÌD £È°xä / "° 6>ÀiÌD £Ç°xä / ,-° 6>ÀiÌD £n°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°xä £È /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,/ *, *° i`>] 1Ã>] Óääή° ,i}> ` LLÞ >ÀÀiÞ] *iÌiÀ >ÀÀiÞ° >ÌÌ >° Óΰ£ä /-/" ° -iÀi ä°£ä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä 6 -- Ó° -iÀi Óä°ää / "7° ÕÃV>i Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää <," "1,° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Denzel Washington Aereo in volo aiuta la detective Jolie tra gag surreali ,>{ Paralizzato dopo un incidente, l'agente della scientifica Rhyme (Denzel Washington) guida una poliziotta (Angelina Jolie, foto con Washington) alla ricerca di un serial killer. Il collezionista di ossa Iris, ore 21.01 Traumatizzato dalla guerra in Vietnam, un giovane pilota (Robert Hays) sale su un aereo sul quale vola la fidanzata hostess (Julie Hagerty, foto). Ne capitano di tutti i colori. L’aereo più pazzo del mondo Rai Movie, ore 21.20 Lo spettacolo di danza Con Angela in Alaska di Virgilio Sieni terra degli orsi grizzly Va in onda un progetto di danza del coreografo Virgilio Sieni, uno spettacolo realizzato per la tv con la regia di Felice Cappa, che si compone di tre momenti distinti. La danza di Virgilio Sieni Rai5, ore 21.20 Alaska: è questa la destinazione della quinta puntata del programma di Piero Angela. Ed è lì dove, grazie a una politica di protezione, si trova la maggior concentrazione di grizzly. SuperQuark Rai1, ore 21.20 À>°Ì À>°Ì n°Îx 7,"1- £Î° -iÀi °Óä 6 ° -iÀi £ä°äx ,1-° -iÀi £ä°xx -*" /° -iÀi ££°{ä -/,° -iÀi £Î°äx 6 ° -iÀi £Î°xx -/,/ / /-° /iiv £{°{ä " /", 7"° -iÀi £x°Îä " /, ° -iÀi £È°£ä -/,° -iÀi £È°xx -/,° -iÀi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x 7,"1- £Î° -iÀi £n°Îx / "-/ 7",° -iÀi £°Óx " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä , 1° -iÀi ÓÓ°ää , 1° -iÀi ÓÓ°xä 8/,° -iÀi Óΰxä , "° âi®° ,i}> ` `Õ>À` ,`À}Õiâ° £°£x **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £n°{ä *1 ° ÕÃV> £°Îä " ,/" , " /" *1 ° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x */,1- *,- /° VÕ° Ó£°Óä < 6," - ° >â> ÓΰÓä 6 //, -"7° /> Ã Ü £°Îx -/,", , -/", ½ /° V° Óä°Óx ", " -/",° VÕiÌ Óä°{x /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îä ° °° ° VÕiÌ ÓÓ°Óx ° °° ° "6"\"**1 ,*1 /° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä /"*<"° /iiÛi> £°£x ,//" -° -iÀi Óä°£x "--," ,° -iÀi Ó£°£ä /,, ,° ÃiÀi Óΰää ",/° ÌÌÕ>ÌD Óΰxx -/" //° ÃiÀi À>°Ì £x°{ä £Ç°£x £Ç°Óä £°Óä À>°Ì ,/ "° , 7- ", "° ½, /° 1 1"" " /° Ó£°Óä ½," *5 *<<" " "° Óΰää / "- 1,° ä°xx , 7- "//° À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x * / *, --° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx "1- " 1-° /iiv Ó£°£x 1 1 * ° >ÀÌ ÓÓ°äx 7 8 1° >ÀÌ £Ç°Óx /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD £n°Óx "/" ° ÌÌ° £°Óä ,9 "--\ -"19° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä * / " / ,"° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°äx -"- " "6,° ÌÌÕ>ÌD £{°ää -/,//" *"<° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Îä -," ° -iÀi £n°{ä 7 E ",,° -iÀi Óä°{ä -/,//" *"< {° -iÀi ÓÓ°Îä 7E",,° /iiv £n°Îx , 6° VÕiÌ>À £°Îä , //"t V° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä , /1// "-/° VÕ° ÓÓ°ää -/", 7, ° VÕ° ÓÓ°xä , +1//," ,1"/° ÌÌÕ>ÌD £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " /" -*"-° ,i>ÌÞ Óΰxx / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°ää ""*""° >ÀÌ £n°Îä **° >ÀÌ £n°Îx 1"6 66 /1, **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° >ÀÌ £°Îä - /"*" "° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £Ç°ÓÇ -/", ½", " ,*° £°£{ 1 *°° /iiv Óä°äÇ <<,° /iiv Ó£°ä£ "<" -/ "--° ÓΰÓx / " 6 ° ViÌÛ°Ì £°äx , 1" /8-° VÕiÌ>À Óä°£ä , "1- ° VÕiÌ>À Ó£°ää / ," , //,-/ 1"° ÓÓ°xx ",- ° Ó{°ää / /° £°Îx -, 7° i`>ÃiÌ°Ì £n°Îä /-° /iiv £°Óx "--* ,° /iiv Óä°£x ,"9 * -° /iiv Ó£°£ä / - ,/ , ° /iiv ÓÓ°ää / - ,/ , ° /iiv ÓÓ°xx 1" " *"° /> Ã Ü ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä / /° Ó£°äx , /,- *5 *"6, *"6,° VÕiÌ>À ÓÓ°Óx *," " /" " "° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Giovedì 31 Luglio 2014 51 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Accusato di omicidio Ford riesce a evadere Ingiustamente accusato dell’omicidio della ricca moglie, un chirurgo (Harrison Ford, foto) viene arrestato. Nel trasferimento al carcere riesce a evadere per cercare il colpevole. Il fuggitivo Sky Cinema 1, ore 21.10 Valentina Lodovini tra due uomini -Þ i> -«ÀÌ £{°ää -"-*//" « Õ `ÛÀâ `vvVi] ÕV>à > Õ> ÕÛ> V«>}> i Õ ÕÛ >ÛÀ] i ÃÌ> ÀiVÕ«iÀ>` À>««ÀÌ V v} >`iÃViÌi° -Þ i> ÕÌ £x°Óä -" " ½, £Çä° « Õ ÌiÀÀLi V`iÌi Õ VÃVi ½>vv>ÃV>Ìi *> V µÕ>i `iV`i ` ÀÌÀ>ÃviÀÀà vÀV>° -Þ i> *>Ãà £È°{x - "/ Õi >}iÌ ÃÌÌ V«iÀÌÕÀ> v} ` iÃÃiÀi ë>VV>ÌÀ ½Õ >½Ã>«ÕÌ> `i½>ÌÀ° iââ] V½m > V>ÌÌÕÀ> ` Õ LÃà iÃÃV>° -Þ i> £ £Ç°ää >`i 7° -«iî] «iÀ iÌD Û>«À] `iÛi ÃV iÀ>Àà V Õ Ìi> ` «ÌiÌ Û>«À «iÀ ÃVv}}iÀi Õ ÕÛ Ì« ` ÃÕ«iÀ Û>«À° -Þ i> >Ý £n°£ä */, * >à Ã>>Và ÌiÀ«ÀiÌ> `«« ÀÕ ` À° >À} i >«Ì> 1V i> «iV> `i Óääΰ i`à £°ää / ,9 "ÌÌÜ>Þ m ÌÀ> «V ëÀ>ÛÛÃÃÕÌ > Õ `Ã>ÃÌÀ >iÀi >Ã>° ÛÀD ÌÌ>Ài VÌÀ V> i Õ« v>iV° -Þ i> >Ý Ó£°ää ½1/" *,/", Ûi "ÃV>À «iÀ v `ÀiÌÌ `> ° iÀÌÕVV ViÌÀ>Ì ÃÕ> ÛÌ> ` *Õ9] ½ÕÌ «iÀ>ÌÀi `i> >° -Þ i> >ÃÃVà *,/ ,LLi] «>`Ài Ûi̵Õ>ÌÌÀii] i> ÛÃÌ> >` Õ> `ÃÌiÀ> ` Ü ÃÞ ÌÀÛ> ½`i> «iÀ Õ> ÕÛ> V>ÀÀiÀ> Ì> `> VÀi°°° -Þ i> ÕÌ 6/ *, *iÀ ÀÕÀi > v>}>] L ÕÀ ,° 7>î >vvÌÌ> Õ V>«iÀ° Àiâi À>`° -Þ i> >Þ /, /", Î , > ÛiÌ`Õi > i ÛÛi V}Ì° > -ÞiÌ Û> `iÌÀ i Ìi« /8] Õ> >VV > iÌ>i] «iÀ ÕVV`iÀ° ° -V Ü>Àâii}}iÀ° -Þ i> >Ý " " * , > LiÃÌÃiiÀ `i½À>`iÃi Þi] > ÃÌÀ> ` Õ½>Vâ> «ÃÃLi ÌÀ> Õ L>L iLÀi i v} ` Õ }iÀ>ÀV>° *iV> `i Óään° -Þ i> *>Ãà ӣ°äx iÀ>} Ó£°£ä 1/6" /° ii iÃ] ÛVÌÀi `i½"ÃV>À Vi >ÌÌÀi «ÀÌ>}ÃÌ>] m ÃÕi ÌÀ>VVi ` ° À`] vÕ}> `> Õ> V`>> ` V`° -Þ i> £ 6 1/" "," Ã>Li }iÃÌÃVi i ÀÃÀÃi Õ>i ` Õ> >Ûi `> VÀViÀ> > µÕ>` Ûii Viâ>Ì> `> iÀi] V VÕ >ÛiÛ> Õ> Ài>âi] à Ûi`V>°°° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä 1*- "7 `> i` `i ÛÛ `Õi ` «>À>i i «Ãà ÌiÀ>}Ài ÌÀ> À° ½>Ài «iÀ¢ ÃÕ«iÀ> } i}}i] Õ>> i ° -Þ i> *>Ãà ÓÓ°{x / ," 9 ",,", * /1, -"7 1> V««> -° ->À>` i ° ÃÌÜV® LÕÃÃ> >i «ÀÌi ` Õ V>ÃÌi\ ½>ÌÌi`i Õ> ÌÌi ` ÌÀ>Ã}ÀiÃà V ÌÀ>ÃiÃÃÕ>i `ÌÌ° ÕÀÌiÀ /° ÕÀÀÞ®° -Þ i> ÕÌ ÓÓ°xx " " ,// ° i *>> Ài>ââ> Õ Ì ÀiÀ `Ûi] «À«À Vi Õ «Õââi ÛÃÛ] ÌÕÌÌ Ì>ÃÃi >> vi ÃÛi> ½>ÃÃ>Ãð ° >}i° -Þ i> >Ý ÓΰÓä /- "1- / / " / -/,/ >`Ài i v}> à ÌÀ>ÃviÀÃV V>«>}> i ÃV«À V i > V>Ã> >VV>Ì >> À m ÃÌ>Ì> ` ÀiViÌi Ìi>ÌÀ ` Õ `«« V`° -Þ i> £ Óΰ{ä 1 ",- * "" * "" ½«i}>Ì ÃÌiÀ>i Û> 6Û>` ° -À`® à ÌÀ>ÃvÀ> Õ ÛiÌ i ëiÌ>Ì >}Õââ° ,ÌÀ>ÌÌ `i½Ì>> > Çä° -Þ i> >ÃÃVà 䰣ä , -" " " >À>] >À>Ì> ` >Ã] ÛÛÀD Ãii > Õ Õ½>ÛÛiÌÕÀ> >> ÀViÀV> `i }iÌÀ L}V `i À>}>ââ° -Þ i> >Þ £{°ää "\ - 16 /1VÌÀ V iÛi -Þ -«ÀÌ £ £x°{x "\ 1 *,// >«>Ì ÕÀ«i 1£ ÕÀëÀÌ "\ , / " `> Óä£{ -Þ -«ÀÌ £ £È°ää "\ " " Óä£{ Îc *"-/" \ ,- " ,>-«ÀÌ £ £Ç°£x "\ 1 *,// >«>Ì ÕÀ«i 1£ ÕÀëÀÌ £n°{x "\ >«>Ì ÕÀ«i 1£° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £°£x "\ , , ," ÕiÃà >«Ã Õ« -Þ -«ÀÌ £ £°Îä "\ 7", " *" -*- À`}iÃÌi ÛÌ>Ì>° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°ää *6""\ - \ 7", 1 Óä£{ ,>-«ÀÌ £ Ó£°Îx 77 "//" Ó ÓÓ°Óx 77 /,1, Ó Óΰää "\ >«>Ì ÕÀ«i 1£ ÕÀëÀÌ Óΰxx "\ -/, /9 6,*"" ÕiÃà >«Ã Õ« -Þ -«ÀÌ £ ä°£x "\ " " Óä£{ Îc *"-/"\ ,- " ,>-«ÀÌ £ ä°Îä "//\ `i À>` *ÀÝ ÕÀëÀÌ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Î°äx 7 E ",, Ý Ài £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £x°ää / /",9 Ý £È°Îä 6/, Vi`i £Ç°ää ,9½- /"9 Ý vi £n°ää /- ÃiÞ >i £°£ä * / *, -- ,> Õ« Óä°äx / /",9 Ý -/ Ý vi Ó£°ää "1- " 1- ,> Õ« ÓÓ°ää /1//" ,/" ÃiÞ >i ÓÓ°Óä 1/ "* Ý ÓÓ°Îx "97"" ÃiÞ >i ,9 Vi`i ÓÓ°{x , - Ý Ài 1/ "* Ý ,"* 6 Ý vi ÓÓ°xä /- ÃiÞ >i £{°Óä "-- - -Þ 1 £x°ää *, */," ,> Õ« £È°ää -/, 1-/, -Þ 1 £Ç°£ä 6-/ -*"- " /," -1" , £n°{x ,/ , -Þ 1 £°{ä 1 " "<, " Ý vi Óä°Óx ½- / 1- -Þ 1 Ó£°ää ,<" *, ""- Ó£°£ä ½- / 1- -Þ 1 Ó£°xx ½- / 1- -Þ 1 ÓÓ°Óx /"1, ÃiÞ >i ÓÓ°{x , 1" -Þ 1 ÓΰÎä , 1" -Þ 1 Ó{°ää , 1" -Þ 1 ä°{x * / 1 * i`à £n°£x £°äx Óä°ää Óä°£ä £Î°Óä , ÃÌÀÞ >i £{°Óx - *"--\ ----** ÃVÛiÀÞ >i £x°£ä *,"6 ",/ >Ì> i}À>« V £È°äx £Ó 6 -1 --" ÃÌÀÞ >i £Ç°£ä ½ 6-" -+1 ÃVÛiÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £°äx -/ ½ "1 ÃVÛiÀÞ >i Óä°ää -/1* +1,/" >Ì> i}À>« V Ó£°ää -/ ½ "1 ÃVÛiÀÞ >i Ó£°xx - "*,- ÓÓ°ää /-", ÃÌÀÞ >i ÓÓ°äx " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ó°{ä *,,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Î°äÓ , *, ° /iiv 9 £Î°xÓ " /, ° /iiv 9 £{°Óä -/ < ,6 ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°{£ , *, ° /iiv 9 £x°ää {Ó 6, -/", 1 , ° *ÀiÕ i> £x°£ä ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Îä / 6*, ,-° /iiv 9 £x°x ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°äx "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> L’equilibrio tra due fratelli (Luca Argentero e Alessandro Gassman) si spezza quando il primo scopre che la nuova fidanzata (Valentina Lodovini, foto con Argentero e Gassman) dell’altro è una sua ex. La donna della mia vita Cinema Emotion, ore 21.15 Il figlio del nazista e il bambino ebreo La storia dell’amicizia tra un ragazzo (Asa Butterfield, foto), figlio di un ufficiale tedesco e un suo coetaneo rinchiuso invece nel lager diretto dal padre del primo. Il bambino con il pigiama a righe Sky Cinema Passion, ore 21 Una guerra crudele minaccia il mondo i`>ÃiÌ *ÀiÕ La Nazione del Fuoco inizia una guerra contro quelle di Aria, Acqua e Terra. Solo un coraggioso bambino dai poteri speciali (Noah Ringer) può batterla. L’ultimo dominatore dell’aria Sky Cinema Family, ore 21 ££°äÈ ,9 ° /iiv " ££°£x / /*° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ££°ÓÇ " /, ° /iiv 9 ££°xÎ ,9 ° /iiv " £Ó°ä£ <""° - Ü *ÀiÕ i> £Ó°ä *, " *,/ ° *ÀiÕ i> £Ó°£Î 1 *, ° /iiv 9 Óä°£x Óä°Óä Óä°Óx Óä°Îä Óä°{ä Óä°{x Ó£°ää Ó£°£ä Ó£°£x /" Ó 1 / /", Vi`i 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ "9 // - , i`à 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} /" i`à "9 // - , Ó 1 , * >ÀÌ iÌÜÀ /" i`à 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} /" i`à 1"6 66 /1, */, * i`à /" Ó ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £È°£Ç 1 *, ° /iiv 9 £È°Îx *"61/ "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°äÈ 1-/" ½",° 9 £Ç°ÓÎ 1 "// " ΰ *ÀiÕ i> £Ç°Îx / ° /iiv " £Ç°xn *,- , ,/" ° /iiv " A fil di rete di Aldo Grasso Tozzi è perfetto come «Fuori luogo» L a Rai caccia Licia Colò e si tiene l’irascibile Mario Tozzi! Misteri estivi. Misteri lessicali. La nuova trasmissione di Rai1 si chiama «Fuori luogo» ed è facile intuire chi sia l’unico fuori luogo (martedì, ore 23,15). Il viaggio inizia simbolicamente da Rieti, che è considerata il centro d’Italia, l’ombelicus Italiae, ma si poteva anche cominciare da Campobasso o da Como, che tanto era lo stesso. Anzi no, il viaggio prende le mosse da L’Aquila, dove, cinque anni dopo il terremoto del 6 aprile, la ricostruzione Vincitori e vinti stenta ancora a prendere forma. Ci sarebbe da chiarire il perché Erdogan di tanto ritardo, ma Tozzi vola Atalay alto, il suo scopo è quello di L’action «spiegare come i cambiamenti tedesca batte del pianeta hanno determinato il Sessantotto anche cambiamenti nel nostro di Placido. Rai2 sopra modo di vivere». Per volare alto Canale 5 in prime time: la Rai gli ha messo a disposizioin onda ci sono gli ne un drone. episodi di «Squadra Il programma funziona così: Speciale Cobra 11», per trovare una spiegazione con Erdogan Atalay, scientifica a quel tragico terreseguiti da 1.996.000 moto bisogna salire fino a Camspettatori, per una po Imperatore. Ma Campo Imshare dell’8,9% peratore è famoso perché nel 1943 fu scelto come luogo sicuMichele ro e inaccessibile per rinchiuPlacido dervi Benito Mussolini. ImmaIl gini di repertorio (viste e riviste) Sessantotto dell’operazione «Quercia»: il di Placido Duce, rinchiuso in un albero, superato dall’action viene liberato dai nazisti e portedesca. Canale 5 tato via su un fragile apparecbattuto da Rai2 in chio. Seguono spiegazioni sulla prime time: in onda c’è formazione degli Appennini e la pellicola «Il grande su come nascono i terremoti. sogno», di Michele Nulla su come nasce il fascismo. Placido, seguita da Altre considerazioni sui giu1.414.000 spettatori, dici che hanno condannato i 7% di share tecnici che non sono stati in grado di prevedere il terremoto (sei anni di reclusione per tutti gli imputati, scienziati di chiara fama, colpevoli di aver rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica!), sulle «catene malavitose» che operano nella ricostruzione, sul mondo intero. Il programma è firmato da Cristoforo Gorno, Giovanna Ciorciolini, Riccardo Mazzon e dallo stesso Tozzi che ama dilettarsi a ridisegnare il paesaggio su un quadro trasparente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv £n°Óx -,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Ç / 6*, ,-° /iiv 9 £°än " 9 - , - /° *ÀiÕ i> £°Î{ " /, ° /iiv 9 £°În ,9 ° /iiv " Óä°Ó{ " /, ° /iiv 9 Óä°ÓÈ ,9 ° /iiv " Óä°{ä "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x ,° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ,, ,-° /iiv 9 Ó£°£x "/,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°ä£ / ,, ,-° /iiv 9 ÓÓ°{ *½ /1 ° /iiv 9 ÓÓ°x ",* ° *ÀiÕ i> ÓΰÓä 1 6,- -",\ , ,/" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 52 italia: 51575551575557 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere della Sera
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