N.3 • ottobre 2014 Notiziario d’informazione religiosa. Registrato al n.466 presso il Tribunale di Milano 1 Vit a di comunit à LAICO PRENDI IL TUO POSTO! rali, nel mondo del lavoro, sulle questioni di etica. Il laico ha un ruolo grande nella Chiesa, bisogna riscoprirlo e viverlo! SUORE S.MARIA DI LORETO L’impegno dei laici nella vita della chiesa I temi del ruolo e dell’identità del laico saranno sviluppati nei prossimi “i venerdì di avvento”. Il vescovo emerito di Novara, mons. Renato Corti, e alcuni laici ci aiuteranno a comprenderli e ad approfondirli come meritano. Don Roberto Il chicco che muore porta molto frutto In questi anni il tema più dibattuto all’interno della Chiesa riguarda il ruolo che in essa hanno i fedeli laici. Alcuni teologi, ricordando i cinquant’ anni del Concilio Vaticano II°, lo hanno definito il “Concilio dei laici”, proprio a motivo dei pronunciamenti espressi in merito alla loro identità e al loro ruolo, pronunciamenti ritenuti innovatori rispetto all’ecclesiologia del tempo. Il fedele laico battezzato è pari in dignità al sacerdote e al religioso ed è insostituibile alla missione della Chiesa di annunciare il Regno. Su questa realtà e con la sua franchezza ha parlato Papa Francesco: “Il clericalismo è uno dei mali della Chiesa. Ma è un male ‘complice’, perché ai preti piace la tentazione di clericalizzare i laici ma tanti laici chiedono di essere clericalizzati, perché è più comodo! … Per me, il clericalismo impedisce la crescita del laico. Ma tenete presente quello che ho detto: è una tentazione complice fra i due. Perché non ci sarebbe il clericalismo se non ci fossero laici che vogliono essere clericalizzati. E’ chiaro, questo?” Anche nella mia esperienza sacerdotale spesso ho trovato laici che fanno fatica ad assumere la propria responsabilità vocazionale e quest’atteggiamento impoverisce l’annuncio del Regno e la Chiesa stessa. Un grande esempio viene dalla chiesa coreana. In Corea, infatti, il Vangelo non è stato portato da un missionario, ma da alcune persone che, leggendolo e ascoltandolo, lo hanno diffuso nel loro paese e, per il Vangelo hanno saputo sacrificare la propria vita. Papa Francesco, nel suo viaggio in Corea, ha proclamato beati non i preti ma i laici morti per il Regno di Dio. Possiamo dire: Laico, prendi il tuo posto all’interno della Chiesa, aiuta le famiglie in difficoltà, trasmetti con l’esempio la fede in Cristo, anima la liturgia domenicale, dai voce alla chiesa nelle sue scelte pasto- I venerdì di Avvento 2014 Vai anche tu nella vigna del Signore Responsabilità laicale nella chiesa e nel mondo a partire dal Battesimo 21 novembre: mons. Renato Corti (vescovo emerito di Novara) 28 novembre: mons. Renato Corti (vescovo emerito di Novara) 5 dicembre: risonanza 12 dicembre: Coniugi Monica e Luciano Femminis “una famiglia aperta al mondo” 19 dicembre: Gianbattista Armelloni (testimonianza nel mondo del lavoro e del sociale) Ore 21.00 presso il salone polifunzionale oratorio - Senago Sabato 1 Novembre Padre Bruno Ciceri, missionario scalabriniano, ricorda il suo 30° anniversario di ordinazione sacerdotale. Messa solenna ore 11.00 a Senago All’inizio dell’estate la nostra comunità ha ricevuto la notizia dell’imminente ritiro delle suore dalla Parrocchia di Castelletto e dalla direzione della Scuola S. Maria di Loreto. Esse, infatti, concluderanno la loro presenza a Senago nel mese di dicembre. Pur con molto rammarico comprendiamo le ragioni di questa scelta che sono ben descritte nella lettera inviata dalla Superiora Generale pubblicata di seguito. Vercelli, 10 Agosto AI carissimi fedeli della Comunità Pastorale san Paolo apostolo e in particolare alla parrocchia di Castelletto, eccomi a voi con questa lettera che, purtroppo, vi trova già con gli animi in subbuglio e, forse, increduli per quanto il parroco, don Roberto, vi ha già preannunciato qualche domenica fa. Avrei voluto che la comunicazione di una scelta così difficile per tutti avvenisse in modo più sereno e con una previa preparazione degli animi, ma si è creata una concomitanza di circostanze che non hanno permesso di essere sufficientemente preparati a rendere meno scioccante la comunicazione. Sono certa però che la vostra fede e il vostro amore per la chiesa saprà comprendere anche la fragilità umana e qualche involontaria superficialità con la quale è stata affrontata questa situazione. Tutti vi starete chiedendo per quali motivi le suore di Loreto devono terminare così tempestivamente la loro presenza nella comunità pastorale a Castelletto, soprattutto venendo meno alla direzione della scuola S.Maria di Loreto. Penso che tutti portavate nel cuore la paura che da un momento all’altro sarebbe arrivata la notizia della chiusura della comunità delle suore, soprattutto da quando suor Silvana Stoppa è ritornata alla Casa del Padre. Ho ben presente come don Roberto e altre persone subito mi hanno chiesto che ne sarebbe stato ora delle suore. Tutti infatti comprendevate che la nostra realtà congregazionale ormai stava conoscendo il tempo dell’autunno, stagione dei frutti maturi e buoni ma anche del riposo del terreno per una stagione nuova che per ora, come congregazione, non ci è dato conoscere. Per tante Congregazioni Religiose, come la nostra, siamo – ripeto - ormai entrate nella stagione autunnale, mentre il tempo della primavera, pur certi del suo arrivo, rimane per il momento impegno di preghiera e di ricerca. L’oggi nel quale ci troviamo chiede con insistenza e urgenza di dialogare con un cambiamento dei tempi e con un nuovo corso della storia che sta disorientando tutti e che richiede la pazienza dell’agricoltore e la fede di Abramo. Ci è chiesto il “ Sì” obbediente alla volontà di Dio; volontà che – ripeto – cerchiamo di cogliere nei segni che il nostro tempo, con le sue bellezze e le sue grandi contraddizioni e povertà, ci rimanda. Con il mio Consiglio, a partire anche dalle indicazioni che ci ha dato il Capitolo Generale celebrato lo scorso anno 2013, stiamo rivedendo la nostra situazione congregazionale e in particolare ci stiamo interrogando quali strade lo Spirito vuole farci percorrere perché la nostra vita di consacrate risponda alle vere esigenze del mondo di oggi, soprattutto ai bisogni della gente del nostro tempo. Senza paura dobbiamo quindi avere il coraggio di fare delle scelte anche sofferte ma che aprano al futuro di Dio. La nostra presenza a Castelletto proseguiva da alcuni anni con un po’ di sacrificio. Vit a di comunit à Come congregazione che ha un carisma educativo era nostro desiderio dare continuità a una delle poche scuole dove era rimasta la nostra presenza. Il tempo però non si ferma, gli anni delle sorelle si aggiungono uno dopo l’altro, e anche le esigenze della scuola si fanno sempre più impegnative e professionali, diventa quindi difficile per noi assicurare presenze con nuove energie e rinnovata competenza. Nella pastorale parrocchiale già avevamo ridotto la nostra attività proprio per l’esigua presenza delle suore nella comunità. Da due anni stavo chiedendo ai Presidenti della Scuola dell’Infanzia Paritaria Parificata Argenti e della Scuola Primaria Paritaria Parificata S. Maria di Loreto di iniziare a cercare una nuova figura di Direttrice che potesse sostituire suor Carla Maria. Con il mio Consiglio avevamo già deciso che avremmo dato ancora un anno per cercare la nuova Direttrice. All’inizio dell’estate, con grande sorpresa di tutti, compresi i Presidenti, ecco affacciarsi la possibilità di una Direttrice disponibile a prendere la Direzione della Scuola “S.Maria di Loreto”. Questa è stata la notizia che ha poi accelerato i tempi della scelta di chiudere, da parte nostra, la comunità religiosa di Castelletto. Mi dispiace che una notizia come questa, dopo tanti anni di presenza a Castelletto e soprattutto ben conoscendo che cosa hanno significato le suore per tanti di voi, sia arrivata come un “fulmine a ciel sereno” e comprendo come ora i vostri animi possano essere un po’ turbati, dispiaciuti, amareggiati. Con questa mia lettera vorrei invitarvi prima di tutto a comprendere nella fede e a leggere con sapienza evangelica il momento storico che stiamo attraversando. Sempre alla luce della fede cerchiamo di credere che questo è un tempo di grazia perché, nel chicco che accetta di morire, è presente una fecondità che solo il Signore conosce. Le suore dovranno venire via da Castelletto ma sono certa che rimarrà il bene che hanno fatto; per tanti di voi rimarranno le lezioni di vita che avete ricevuto dallo loro azione educativa ma soprattutto rimarrà la testimonianza di una vita spesa per il Signore del cui Amore si sono alimentate per poi donarlo a ciascuno con tutto se stesse. Il buon seme che le suore 4 hanno cercato di seminare saprà inoltre dare i suoi buoni frutti anche attraverso la vostra opera che continuerà quella delle suore. Se farete questo allora, pur dispiaciuti perché non vedrete più le suore passare tra le strade del vostro paese o operare nella scuola dei vostri bambini, potrete dire che le suore hanno lavorato bene perché hanno lasciato delle orme sulle quali continuare a camminare e costruire. Non siate dunque arrabbiati, anzi aiutateci a vivere questo momento in solidarietà con noi: chiudere una casa non è facile, perché entrambe le realtà coinvolte si impoveriscono di un dono che lo Spirito Santo ha suscitato per l’edificazione comune. Chiedo al Signore che aiuti ciascuno di voi ad accogliere questo scritto con il cuore buono e con sentimenti di pace e serenità, pur comprendendo la sofferenza e il dispiacere che ognuno può provare. A tutti voi va la vicinanza e il sostegno nella preghiera di ogni suora di Loreto. La Vergine di Loreto interceda presso suo Figlio ogni dono di bene per ciascuno di voi, per le vostre famiglie e per la comunità intera. Nel Signore a tutti voi il mio fraterno e spirituale abbraccio Superiora Generale - Suor Giovanna Sartori E’ con profonda gratitudine per tutto il lavoro prezioso svolto dalle suore in questi lunghi anni sia nella pastorale che nell’educazione che saluteremo e ringrazieremo la comunità delle Suore di S. Maria di Loreto domenica 14 Dicembre durante una messa alle ore 10,30 a Castelletto. IN ASCOLTO DELLA PAROLA RUSSIA L’ANELLO D’ORO L’esercizio della lectio divina Pellegrinaggio parrocchiale A partire dallo scorso mese di ottobre, ogni lunedì alle ore 15.00 in S. Bernardo e alle ore 21.00 in Castelletto un gruppo di persone (15-20), si ritrovano a leggere e meditare il testo evangelico da proclamarsi nella Eucaristia domenicale. “ Ne di venere ne ’di marte ne’ si sposa ne’ si parte… “ , così recita un vecchio proverbio, che sembra proprio aver avuto ragione: martedì 19 agosto, quando il gruppo parrocchiale di Senago è partito per il viaggio in Russia. Non ci sarebbe potuto essere, infatti, un peggiore inizio di giornata. Alla ore sette imperversava un temporale così violento che nessuno dei partecipanti è riuscito a salire sul pullman senza bagnarsi. Per fortuna, poi, il tempo è migliorato e durante la settimana ci sono state anche delle bellissime giornate di sole, che ci hanno permesso di compiere un viaggio sereno. Russia l’Anello d’oro, così è denominato l’itinerario che abbiamo compiuto e di oro ne abbiamo visto veramente tanto in questo percorso circolare, che va da Mosca verso nord-est per più di duecento chilometri. Nelle varie Cattedrali e nei numerosi complessi monastici della capitale, di Sergiev Posad, Sudzal e Vladimir abbiamo contemplato cupole dorate o azzurre ma cosparse di stelle d’oro, porte ricoperte di motivi dorati, singole icone e grandiose iconostasi completamente decorate in oro. Il nome Anello d’oro è dovuto, credo, anche alla presenza di tanti altri edifici che, pur non essendo ricoperti d’oro, rappresentano, però, dei piccoli gioielli dell’architettura russa antica. In un bel Museo all’aperto, infatti, abbiamo potuto ammirare le grandi chiese di legno costruite ad incastro senza l’uso di chiodi o le “isbe” di legno intagliato, tipiche delle zone rurali. Infine Anello d’oro sta a indicare anche la grande importanza storica, culturale, artistica e religiosa che ha avuto in passato questa regione e che ora si sta cercando di recuperare e valorizzare con grandi opere di restauro o ricostruzione. All’interno del Cremlino di Mosca, per esempio, negli anni Trenta sono stati distrutti alcuni antichi monasteri che lì sorgevano, per lasciare posto ad un nuovo Palazzo del Governo. Ora si sta demolendo questo Palazzo per riedificare sul loro luogo originale i monasteri La preghiera allo Spirito apre l’incontro della lettura perché è lo Spirito che rende viva la Parola di Dio e rende gli ascoltatori docili ad accogliere il messaggio di Amore che Dio dona loro. Segue la lettura attenta del testo analizzando i soggetti, le azioni, le parole, le modalità espressive per capire il messaggio d’Amore che il Signore desidera comunicare, per far sentire gli ascoltatori amati da Lui e interpellati ad amarlo. Lo stupore nel constatare l’immenso Amore di Dio che ogni testo comunica, riempie di gioia i cuori dei frequentatori della Parola. Con S. Gerolamo certamente ogni partecipante potrebbe dire: “Nella lettura tendo le vele allo Spirito Santo!” per approdare al cuore di Dio, porto sicuro, dove il proprio cuore irrequieto trova la pace come ha sperimentato S. Agostino! Questo primo anno si è saliti sul primo gradino della scala della lectio divina: il gradino della lettura. La scala, dotata di altri gradini, invita a salire sul gradino della meditazione, su quello della preghiera, indi sul gradino della contemplazione, della condivisione, dell’azione. Coloro che hanno iniziato a salire, pur tentati di scendere a terra, avvertono di essere sospinti verso il cielo dallo Spirito che abita in loro. “Non ci ardeva il cuore nel petto mentre ci parlava e ci spiegava le Scritture?” (Lc 24, 32) Don Vincenzo 5 Vit a di comunit à già abbattuti. Sempre nella Piazza Rossa l’opera di restauro risalta nelle cupole della chiesa di San Basilio: ho notato una molteplicità di colori brillanti e una fantasia di gioco e intreccio di linee, che non ricordo di aver rilevato una dozzina di anni fa, quando venni a Mosca per la prima volta. L’aspetto che più mi ha colpito, però, è stato la disponibilità gratuita, la gentilezza e l’attenzione dei moscoviti verso i turisti. Una sera, in un ristretto gruppo di persone ci siamo avventurati in metropolitana verso il centro e soprattutto verso la parte più moderna della città. Cartina alla mano, pensavamo di non avere alcuna difficoltà ad orientarci nelle 13 e più linee della metropolitana situata a più di 60 metri sottoterra, ma non è stato così! Quando, però, ci mettevamo ad osservare attentamente la piantina, subito qualcuno si avvicinava e ci offriva spontaneamente il suo aiuto. Chi, solo per il piacere di esserci utile, ci ha indicato e poi comprato i biglietti necessari, senza accettare i soldi che già avevamo pronti. Chi, senza paura di perdere tempo, ci ha accompagnato attraverso le varie intersezioni e stazioni per portarci direttamente alla fermata esatta. Chi, non sapendo dove fosse il luogo da noi richiesto, non se n’è andato via, ma con un sorriso e una esclamazione ” Google Maps! ” ha cercato la meta sul 6 cellulare e prontamente ci ha mostrato il percorso. Quella serata bellissima mi ha lasciato entusiasta, ma nello stesso tempo perplessa perché non so se io avrei saputo fare altrettanto o mi sarei soltanto limitata a dire di non avere tempo, di non sapere… Il nostro viaggio è proseguito poi in treno verso San Pietroburgo. Durante il tragitto abbiamo osservato i boschi di betulle e abeti con i villaggi di dacie, le case in legno per il week-end dei cittadini, che vengono qui per coltivare le verdure nei piccoli orti. Arrivati nella città che Pietro il Grande volle come nuova capitale, abbiamo navigato sulla Neva e su qualcuno dei 65 canali che attraversano le 42 isole su cui sorge San Pietroburgo. Abbiamo ammirato anche qui lo splendore di edifici grandiosi, come il Palazzo d’Inverno con il preziosissimo Museo dell’Ermitage o le Cattedrali di S.Isacco e quella del Salvatore sul Sangue versato. Nei dintorni, a Puskin ci ha colpito la residenza estiva di Caterina per le sue imponenti dimensioni e la magnificenza delle sue sale. A Peterhof, sede della residenza estiva di Pietro il Grande, abbiamo ammirato, invece, il parco con innumerevoli fontane e giochi d’acqua e la Grande cascata che, con i suoi zampilli e statue dorate, attraverso un canale artificiale, arriva fino al Golfo di Finlandia. Quanti altri luoghi, oltre a quelli citati, meriterebbero di essere nominati: gli estesi parchi cittadini, ben curati e puliti, le grandi strade, impensabili nelle nostre città, o i mercatini modesti con piccole bancarelle di prodotti che arrivano direttamente dall’orto. Tutto quello, cioè, che ciascuno di noi ha colto in modo differente dagli altri, ma che ha contribuito a farci conoscere un po’ meglio una terra che, forse non è più così lontana. Agnese G. 7 Co mun ità ec cle siale Nota Pastorale per l’anno 2014-2015 MONTINI ARCIVESCOVO DI MILANO BEATIFICAZIONE DI PAOLO VI La comunità educante Un legame profondo che si rinnova Il suo amore per la Chiesa e per l’uomo Continuerò ad amarvi come figli, direi primogeniti...» queste parole con le quale Papa Montini ha salutato i pellegrini milanesi giunti a Roma dopo la sua elezione a Papa nel 1963, sintetizzano bene il rapporto di Montini con la diocesi ambrosiana sin da quel 6 gennaio 1955 quando fece il suo ingresso ufficiale in città già consapevole dell’impegno del suo compito di pastore: «So i tempi difficili e critici; so i bisogni molteplici e immensi; so l’atteggiamento della vita ecclesiastica, così decisivo per il nome cristiano nel momento presente; so le ansie del mondo del lavoro, agitato da inquietudini spirituali ancor più che da quelle stesse economiche; ma so altresì che la parola di Dio è sempre viva e potente». Mise in atto una totale dedizione per conoscere la sua diocesi vasta sia per territorio che la molteplicità di bisogni spirituali. Uno degli atti fondamentali del suo episcopato furono le missioni del Novembre 1957. Missione profetica e coraggiosa ma, come egli stesso affermò: «non impossibile» egli aveva intuito che «agli ambrosiani non occorresse insegnare a fare i soldi, ma a pregare bene…. Perché se il mondo «sembra ogni giorno meno sensibile al religioso, esistono anche non pochi lontani, pensosi e solleciti». Instancabile fu la sua attività pastorale nelle scuole, tra gli ammalati, nei luoghi di lavoro, infatti avvertì subito la straordinaria portata dell’evangelizzazione nei luoghi della produzione, nelle fabbriche, nelle aziende «Abbiate piena fiducia nella Chiesa. Il lavoro non è profano, è, a suo modo, una preghiera e una collaborazione all’azione di Dio. Il lavoro umano è sacro». Infine non possiamo non ricordare la sua attenzione perché tutti avessero una chiesa, in un’epoca di boom economico e di espansione del territorio il cosiddetto ‘piano Montini’ portò all’edificazione di nuove chiese in tante zone della città allora periferiche. Domenica 19 ottobre è stato proclamato beato papa Paolo VI, per la Chiesa ambrosiana è un ulteriore motivo di gioia poiché Montini è stato Arcivescovo di Milano dal 1955 al 1963 quando lascio la nostra diocesi per salire al soglio pontificio raccogliendo l’eredita di Giovanni XXII che aveva da poco aperto il Concilio Vaticano II. Il suo pontificato fu difficile e sofferto a causa del periodo di contestazione che pervase la nostra società e che ha avuto risonanze anche nella chiesa. Vi erano coloro che premevano per un’accelerazione nel processo di rinnovamento e altri invece che premevano sul freno accusando la Chiesa di tradire il deposito della fede, insomma, troppo progressista per i conservatori e troppo conservatore per i progressisti. In realtà Paolo VI ha accettato le incomprensioni mettendosi con mitezza e serenità dentro la bufera rivelando una spiccate doti di mediazione, prudenza e tenacia allo stesso tempo, tenendo fisso lo sguardo su Gesù dal quale traeva la sua forza e il suo sostegno. Le dimensione fondamentale della sua vita e del suo Magistero sono stati l’amore a Cristo, alla sua Chiesa e una profondo amore per l’umanità compresa e amata nelle sua grandezze e nelle sue fragilità. Questo desiderio di servire la Chiesa lo troviamo da lui stesso descritto nel “Pensiero alla morte” : «per essa, non per altro, mi pare d’aver vissuto», confessa Paolo VI. L’amore per la Chiesa è stata infatti la ragione della sua scelta di vita: «fu il suo amore che mi trasse fuori dal mio gretto e selvatico egoismo e mi avviò al suo servizio»….Vorrei che la Chiesa lo sapesse; e che io avessi la forza di dirglielo, come una confidenza del cuore, che solo all’estremo momento della vita si ha il coraggio di fare. Vorrei finalmente comprenderla tutta nella sua storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale, nella sua complessa, totale e unitaria composizione, Realizzare nella diocesi di Milano «comunità educanti» in grado di accompagnare, attraverso un messaggio unitario, in particolare i ragazzi più piccoli, durante i primi anni della formazione cristiana, quelli scanditi da sacramenti della Riconciliazione, Prima Comunione e Cresima l card. Scola parte dalla constatazione che le «oggettive difficoltà» che incontra la Chiesa nel suo compito di evangelizzazione dipendono dal «contesto di frammentazione in cui viviamo». Pensando in particolare ai più piccoli impegnati nel percorso di iniziazione cristiana, egli osserva che «i nostri ragazzi passano ogni giorno dalla famiglia alla scuola, allo sport, alla musica, all’oratorio, al catechismo, attraversano comparti stagni senza potersi ancorare ad un filo rosso che unifichi la loro giornata. E’ proprio questa sfida che la Chiesa deve raccogliere nel prendersi cura dell’iniziazione cristiana e nel tenere viva la partecipazione eucaristica attraverso la cura della liturgia domenicale. L’arcivescovo spiega che «la proposta educativa consiste dunque nell’offrire un incontro effettivo con Gesù, per imparare a seguirlo. Nel mondo odierno, in cui la società non offre un orizzonte unitario, è la Chiesa stessa che si deve far carico di proporre questo vitale principio sintetico». Il cardinale invita gli adulti delle comunità a non farsi prendere dallo scoraggiamento al contrario suggerisce un fondamento per la propria azione educativa «la comunità sarà davvero “educante” se per primi coloro che la compongono vivono, come sono capaci, la sequela a cristo come il fattore di conversione permanente nella loro vita, così che l’unità del loro io,necessaria per educare, si faccia sempre più potente.». 8 nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle sue sciagure e nelle sue sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno simpatici, e nel suo sforzo perenne di fedeltà, di amore, di perfezione e di carità». Un altro tema a lui caro è stato l’amore per l’umanità in tutte le sue dimensioni : l’intelligenza, la cultura, l’arte, il lavoro, l’impegno politico cioè tutte quelle espressioni in cui l’uomo rivela sé stesso e che possono essere illuminate dal Vangelo. Anche su questo punto nel suo “Pensiero alla morte” descrive lo sguardo sull’uomo e sul mondo: «questa vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d’essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell’uomo! Né meno degno d’esaltazione e di felice stupore è il quadro che circonda la vita dell’uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità». La grandezza e il valore della sua personalità umana e spirituale oltre che nel suo impegno alla guida della Chiesa sono rivelati anche nei suoi scritti che costituiscono un vero patrimonio di spiritualità sempre attuale al quale attingere per sostenere una fede autentica fondata sulla centralità di Cristo, e sull’amore per l’uomo. 9 Pa stor ale gio vanile UN CAMPEGGIO NEL BLU DIPINTO DI BLU Ceresole Reale, 1° e 2° media 12 giorni,288 ore, 17 280 minuti, 1 036 800 secondi… 1 sola emozione. Crediamo che solo le parole non riusciranno ad esprimere a pieno l’esperienza da noi vissuta, ma cercheremo comunque di adempiere al nostro compito. Tutto iniziò quella mattina del 13 Giugno 2014, erano circa le 7 del mattino, per noi animatori era buffo vedere come i “nostri” futuri bambini cercavano di trascinare quelle mastodontiche valigie e la scena che si presentava davanti ai nostri occhi ci riportava alla memoria ricordi di campeggi passati. L’adrenalina era la massimo (vi è sempre un po’ di timore nel lasciare i genitori), ma l’idea di non vederli per 12 giorni rallegrava le menti di tutti; dopo l’appello e la sistemazione dei bagagli ecco la partenza, in due ore raggiungemmo la nostra destinazione: Ceresole Reale. Una volta arrivati nel luogo che sarebbe diventato la nostra casa per le successive settimane, l’ emozione era palese e l’argomento che teneva banco era la sistemazione delle tende; bastarono poche ore per rompere il ghiaccio, le nuove squadre e le attività proposte aiutarono anche i più timidi. I giorni sono passati tra competitivi giochi al campo 10 e gite sudate e talvolta odiate, dove però la vista, una volta raggiunta la cima, ripagava ogni sforzo. Come abbiamo già accennato le nostre giornate erano improntate sul tema della “Generazione Rap”: con “musica altra a colazione”, per citare un celebre rapper, iniziavano le mattinate; di li seguivano le varie attività programmate fino al momento di riflessione: ogni giorno ascoltavamo una canzone rap differente e da questa partiva una riflessione, a squadre, introdotta e guidata dal don Leo e dal Simone, il nostro nuovo seminarista. Dobbiamo ammettere di essere rimasti sorpresi poiché, nonostante la giovane età, sono emerse delle risposte ragionate e profonde, inoltre abbiamo apprezzato la loro propensione all’ascolto e sebbene fossimo noi a dover “educare” i bambini spesso abbiamo imparato qualcosa noi da loro. Gite, giochi e riflessioni consumavano molte energia ma questo non ci toglieva carica, passavamo le serate tra bosco e pagoda, la quale si trasformava ogni volta in una nuova ambientazione; passava da sala cinematografica a scena del delitto, da giro dell’oca a casinò per poi diventare una discoteca per la serata conclusiva. Il 27 Giugno arrivò in fretta e con lui anche la tanto agognata partenza; quella mattina vi era uno strano silenzio che nessuno sapeva spiegare, mancava la solita elettricità nell’aria. Dopo la sistemazione delle tende, certificata dal severissimo giudice don Leo, un ultimo copioso pasto dei cuochi e lo show di Diego nella rituale assegnazione dei toti era giunto il momento di partire; in pullman ci scambiano sempre numeri di telefono e promesse di rimanere in contatto sapendo che tutti ricorderanno sempre quel luogo che ci ha donato momenti di fatica e di sudore, ma soprattutto meravigliosi ricordi tra risa, scherzi e abbracci. Traendo conclusioni da questa esperienza noi animatori possiamo solo dire grazie a tutti coloro che hanno preparato e allestito la “nostra casa”, grazie ai cuochi che ci hanno viziato e sfamato e grazie al Don Leo e al seminarista che ci hanno guidato sia tra i monti che alla ricerca di una spiritualità interiore. Infine un grazie a tutti i bambini che ci hanno fatto trascorrere magnifici momenti, imparando e insegnandoci ogni giorno qualcosa di nuovo. GRAZIE, Gli animatori TANTI GIOCHI ...SOTTO LA PIOGGIA! PASSEGGIATE E NUOVE AMICIZIE Ceresole Reale, 3°,4°,5° el. Ceresole Reale, 3° media e Ado Come tutti gli anni i bambini di 3^, 4^ e di 5^ elementare hanno trascorso una vacanza insieme come conclusione del loro anno oratoriano. Solitamente la meta prescelta è il mare, ma quest’anno si è deciso di far provare ai ragazzi un’esperienza diversa: il campeggio di Ceresole Reale. Grazie alle abilità ludiche di Luisella, all’esperienza montanara (così per dire) degli animatori, all’oculata supervisione di don Roberto e Gigi Favaro e alla perizia culinaria dei cuochi, il periodo trascorso insieme è stato allo stesso tempo divertente ed educativo. I bambini si sono adattati subito alla vita comunitaria, imparando il rispetto per la natura e per gli amici, anche attraverso i turni di servizio. Anche se il tempo non ci ha favorito, abbiamo comunque avuto la possibilità di divertirci al campo grazie ai numerosi giochi organizzati, sebbene nella maggior parte dei casi ci siamo dovuti limitare ai giochi in pagoda. Non sono mancate neppure le gite, che seppur faticose, sono risultate appaganti e piacevoli. Una delle esperienze più significative della vacanza è stata la giornata scout, durante la quale sono venuti in visita tre Capi del gruppo di Senago. L’incontro tra i due stili diversi di educazione tipici degli scout e dell’oratorio è stato molto divertente per i ragazzi e proficuo per gli animatori. Nella serata conclusiva, come da tradizione, ogni squadra si è esibita nella rappresentazione comica di una fiaba, nella quale sono stati inseriti personaggi e oggetti tratti da altre storie. Nel complesso la nuova esperienza è stata un successo che speriamo di poter ripetere anche il prossimo anno. Gli animatori 24 Luglio 2014: la partenza credo fosse attesa con impazienza da tutti, e con tutti intendo proprio tutti: per la prima volta il terzo gruppo comprendeva sia gli adolescenti che i ragazzi di terza media. L’obbiettivo principale era quello di fare gruppo, il secondo sterminarci. Ebbene sì: abbiamo affrontato la morte camminando per più di quattro ore in salita per sentieri ripidi e stretti. Credo che la parte migliore della vacanza sia stata proprio il ritorno di quella gita: per risparmiare una mezzoretta, con i nostri k-way sotto il sedere, siamo scesi attraverso la neve, è stato fantastico! Anche il primo obbiettivo è stato raggiunto, sono nate sicuramente nuove amicizie; ogni giorno dopo la preghiera c’erano i momenti di discussione su vari argomenti che ci hanno fatto riflettere: merito anche degli animatori sempre presenti che aprivano le discussioni e coinvolgevano tutti. Insieme ci siamo divertiti davvero tanto. Penso che l’esperienza del campeggio sia stata il primo passo del nostro cammino. Altre opportunità per fare gruppo saranno la gita in Val di Mello a fine ottobre e il viaggio a Trieste. É stata un’esperienza incredibile che consiglio vivamente a tutti i ragazzi. Alessandra Cassini 11 Pa stor ale gio vanile UN PERCORSO DI LEGALITA’ Nasce il centro socio-educativo “L’Albero del Sorriso” Venerdì 12 settembre è stato inaugurato a Senago “l’ALbero del Sorriso” un centro socio-educativo realizzato all’interno di un immobile sequestrato alla mafia del 2009. In questa occasione Mattia Maiocchi ha ricordato l’esperienza, fatta nel 2012, dagli adolescenti dell’oratorio di Senago proprio sul tema della legalità. Tra il 2011 e il 2012 il tema centrale su cui si è basato il percorso di catechesi del gruppo adolescenti è stato quello del valore della legalità. Nel corso di quell’anno oratoriano, abbiamo avuto modo di trattare molto sull’argomento, attraverso dibattiti, visioni di filmati e testimonianze molto interessanti, come quella di un magistrato della Corte d’Appello di Milano. In particolare i nostri educatori hanno organizzato le serate parlando di ciò che minaccia la legalità ossia le Mafie e la criminalità organizzata. Questi incontri ci hanno permesso di riflettere profondamente su queste problematiche, che spesso ci paiono lontane, mentre in realtà (stasera possiamo vederlo tutti con i nostri occhi) sono fin troppo vicine. Il cammino si è concluso con un’esperienza del tutto originale: tra fine luglio e inizio agosto 2012 noi del gruppo ado siamo andati in Sicilia per partecipare ad un’attività organizzata dall’associazione Libera che, come è noto, si occupa di lavorare e restituire alla collettività i terreni sequestrati alla Mafia. La fatica e il sacrificio di alzarci ogni mattina tra le 4 e le 5 per andare a lavorare nei campi gestiti da Libera nelle zone di Palermo e di Corleone, per togliere le pietre e prepararli così per la coltivazione sono stati ampiamente ripagati: era bello pensare che quei terreni, fino a pochi anni fa proprietà di criminali, ora venivano utilizzati in modo onesto, a beneficio dello Stato e di tutti e che, con il nostro piccolo contributo, stavamo aiutando un’associazione che ha fatto della lotta alla Mafia il proprio fine. Durante i dieci giorni trascorsi in Sicilia abbiamo 12 anche avuto modo di continuare il nostro percorso sul tema della legalità, attraverso i racconti delle vite di uomini che sono vissuti e sono morti lottando contro Cosa Nostra, come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Peppino Impastato. I momenti più importanti e, spesso, più toccanti della nostra esperienza sono stati gli incontri con persone che hanno subito personalmente le violenze della criminalità: abbiamo avuto modo di conoscere infatti il nipote di Placido Rizzotto, sindacalista ucciso da Cosa Nostra per aver difeso i diritti dei contadini siciliani, e tre sopravvissuti alla strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1 maggio 1947 ad opera del bandito Salvatore Giuliano. Tornando poi a casa, certamente stanchi, ma contenti e arricchiti, abbiamo avuto la sorpresa di incontrare in aeroporto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, al quale abbiamo parlato brevemente della nostra esperienza. Non possiamo dimenticare il nostro stupore quando, già due anni fa, abbiamo visitato questo immobile che testimoniava la presenza della Mafia an- che qui al nord, in Lombardia, addirittura nel nostro stesso paese! Ricordiamo però quello che ci è stato detto dal magistrato di Milano durante l’incontro in Oratorio: se pensiamo che non ci sia la Mafia al nord solo perché non vediamo in giro gente con la coppola e la lupara abbiamo perso in partenza. Tutti coloro che abbiamo incontrato durante le testimonianze hanno detto la stessa cosa: la Mafia non è un problema solo del Sud, ma di tutta Italia, e potrà essere sconfitta solo grazie all’impegno di tutti. Mattia Maiocchi UN ANNO TRA NOI Il seminarista Simone si racconta Dallo scorso giugno, fino al prossimo mese di maggio sarà presente nella nostra comunità pastorale Simone Maggioni, un seminarista che risiederà stabilmente presso l’oratorio di Castelletto e collaborerà alle attività della comunità in particolare con i ragazzi e i giovani dei due oratori. A lui rivolgiamo un caloroso benvenuto e un grazie per tutto ciò che la sua presenza saprà donarci. Mi sembra opportuno cominciare con un saluto a tutti i lettori, i miei genitori mi hanno insegnato che il saluto è l’inizio di buon dialogo e questo articolo vorrei che fosse questo: l’inizio di un dialogo con tutti voi che fate parte di questa comunità pastorale. Mi presento. Mi chiamo Simone Maggioni e vengo da Arese. Ho 31 anni, molti dei quali passati a scuola e pensare che alle superiori ho studiato da geometra, perché volevo un indirizzo che mi permettesse di andare a lavorare dopo il diploma, ma evidentemente le cose sono andate un po’ diversamente. Ho sempre, o quasi, frequentato l’oratorio di casa con i miei amici e come continuano a fare per fortuna tanti ragazzi, almeno in questa comunità: catechismo, squadra di calcio, animatore, educatore; insomma direi che sono uno come tanti. Di anno in anno in me si sono fatte spazio delle domande e una crescente curiosità: mi interrogavo su cosa volessi fare da grande, cosa avrebbe dato senso alla mia vita, in che modo avrei potuto vivere una vita buona, di cui essere contento. Insieme a queste domande è cresciuta una simpatia per il Signore, perché Lui certe risposte le sa e le dà. All’inizio non mi sembrava che avessero a che fare con me, perché non è facile amare il prossimo, amare gli altri come Lui ci ha amato. Ma a poco a poco, con un po’ di fatica, spronato dall’esempio dei miei genitori e di amici più grandi, ho visto come può essere fonte di gioia e di senso il vivere donando. In fondo credo che sia questo il cammino di maturazione umana, imparare a donare con gioia, e questo l’ho visto in alcune persone più grandi che mi sono state di esempio. È così che durante gli ultimi anni di università mi chiedevo in quale modo avrei potuto donare tutta la mia vita con gioia. Di fronte a me avevo le esperienze di alcuni adulti, padri e madri di famiglia, e di alcuni amici che stavano pensando a sposarsi; ma anche di alcuni sacerdoti. Vocazioni diverse, ognuna unica e originale, con fatiche differenti, ma vissute con una gioia simile. E quando dico gioia, non intendo un sentimento superficiale di felicità, ma l’impegno paziente, fiducioso e appassionato di chi vuole fare della propria vita qualcosa di bello e buono, per sé e per gli altri; per il prossimo appunto. Ho cominciato una serie di incontri con un giovane sacerdote che mi ha ascoltato, consigliato e aiutato a capire quale fosse la mia vocazione, cioè il modo con cui far fruttare il dono della vita che il Signore mi ha regalato. C’è un versetto della seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi che al capitolo 9 dice così: “Dio ama chi dona con gioia” (v.7) ma l’apostolo dice che va fatto con gioia, vorrei che questo diventasse il mio stile, perché credo che potrebbe essere lo stile di ogni cristiano. Voglio aggiungere un Grazie a tutta la comunità e in particolare ai sacerdoti e ai cooperatori pastorali con i quali abbiamo già avuto modo di condividere diverse esperienze. Sono contento di poter dare una mano a livello di comunità pastorale e in particolare di pastorale giovanile, perche sono certo che sarà un’esperienza formativa e di confronto che servirà al mio cammino. Oltre agli impegni legati alla vita pastorale della nostra comunità, svolgerò l’insegnamento della religione cattolica all’Istituto Russell di Garbagnate. Prendo spunto dal motto di questo anno pastorale e rivolgo a noi un augurio e invito reciproco:buon anno… Solo insieme. Simone 13 Pa stor ale gio vanile GRUPPO GIOVANI STASERADATE Tra convivialità e riflessione per raccontare la fede Dai, da te non siamo ancora venuti... e magari potresti anche invitare qualche tuo amico o amica...” ... “ok dai don ci sto!”... Queste o altre simili parole suggellano la “chiusura di contratto” tra il don e chi ospiterà a casa propria una delle serate del gruppo giovani a cui si è voluto dare il nome di Staseradate, un’iniziativa nata ormai quattro anni fa come “continuazione” della catechesi per i giovani. Consiste nel trovarsi una domenica ogni tre settimane presso una casa messa a disposizione a turno dai giovani che vi partecipano. Dopo aver individuato un tema annuale, che quest’anno avrà come sfondo la figura di Charles de Foucauld e che affronterà diverse questioni che la sua testimonianza di vita pone ad un giovane che vuole vivere oggi la sua fede, a fine ottobre si comincia. Il carattere “volutamente informale” dell’incontro comporta che ognuno venga invitato a contribuire portando qualcosa anzitutto per condividere la cena. Prima o dopo cena si discute, dopo aver letto o visionato il materiale a disposizione, riguardo l’argomento scelto per la serata. Staseradate è stata da subito un’iniziativa vincente, poiché unisce il momento della convivialità alla riflessione, oltre al fatto che è un modo per incontrarsi e costruire nuove amicizie, le quali possono essere approfondite poi in occasioni come la giornata mondiale della gioventù di Madrid o il cammino di Santiago. In modo particolare pensiamo che chiedere ai giovani di mettere a disposizione la loro casa sia stata l’intuizione che ha permesso di trasmettere l’idea che sia possibile parlare del cristianesimo nella più normale e domestica quotidianità. Per quest’anno abbiamo introdotto nell’itinerario di Staseradate alcune importanti novità. Ci siamo dati l’impegno di partecipare all’adorazione eucaristica 14 Sp comunitaria del primo mercoledì del mese, dandoci appuntamento al mercoledì sera negli orari già programmati dalla Comunità Pastorale. Abbiamo poi messo in calendario per il tempo dopo Pasqua una “processione” in chiave giovanile: marceremo per le strade della nostra città facendo sosta nelle chiese di Traversagna, Senaghino, Senago, San Bernardo e Castelletto leggendo insieme, dall’inizio alla fine, il Vangelo secondo Marco, lasciando spazio alla riflessione e alla preghiera personale. Coinvolgeremo in questo anche il gruppo dei 18enni e tutti coloro che vorranno unirsi a noi. Abbiamo già fissato la data per la notte e il mattino presto del 10 Aprile. I ragazzi di Staseradate si mantengono in contatto e si trasmettono informazioni tramite un gruppo su facebook chiamato appunto “staseradate” e uno su whatsapp. Inoltre, per chi fosse interessato a questa iniziativa può contattare don Leo su donleoporro@gmail.com o chiamarlo al numero 339.1116029. Ci auguriamo che molti giovani possano raccogliere il nostro invito! Emma Rognoni TEMA DELL’ANNO ORATORIANO 2014-2015 Si è cristiani «solo insieme»! Nessuno diventa cristiano da solo e nessuno può continuare a essere cristiano se non condivide la sua fede e la sua vita insieme ad altri che, come lui, sono discepoli del Signore. «Solo insieme» è dunque una condizione indispensabile per stare con il Signore, per comunicare il Vangelo e per «scacciare» ogni forma di egoismo e divisione. «Insieme» si può davvero trovare la forza di lottare contro il male, di trovare quel coraggio che da soli perderemmo. Un «insieme» che ha dentro tutta la variegata e «colorata» capacità dello Spirito di rinnovare il cuore di ciascuno per il bene di tutti. ort 70 ANNI DEL CSI Per combinare insieme Vangelo e Sport Sabato 7 giugno 2014, circa ottantamila giovani atleti insieme ad allenatori, dirigenti, arbitri e famiglie, grandi campioni di alcune discipline sportive, hanno festeggiato con il Papa a Roma i settant’anni di vita del C.S.I., ente nato dall’Azione Cattolica per combinare insieme Vangelo e Sport. Via della Conciliazione si è trasformata in un grande villaggio dello sport, davanti alla casa del Papa: calcio, pallavolo, basket, pista di atletica, ma anche arti marziali, ping-pong e calcio balilla. Il nostro gruppo sportivo è da sempre affiliato al C.S.I.: alcuni di noi hanno seguito in TV la telecronaca dell’evento e vorremmo esporre alcuni punti del discorso di Papa Francesco che ci hanno particolarmente colpito. “Da capitano”, ha detto il Papa, “vi sprono di non accontentarvi di un mediocre pareggio, ma venire in attacco, a giocare insieme la partita che è quella del Vangelo”. Lo sport deve essere gioco, la voglia di vincere non si allea con l’imbroglio e la sopraffazione di chi è meno abile. Rifiutatevi di ingrossare la fila di coloro che stanno dalla parte dei presunti vincitori. È meglio che facciate parte degli scarti delle riserve. Si è rivolto ai politici mettendo in evidenza le tre strade a disposizione dei giovani: educazione, sport, lavoro. “I posti di lavoro devono esserci all’inizio della vita dei giovani”, messaggio per evitare la disperazione sociale e aprire ad un futuro di speranza per ogni giovane. Ha spronato a portare lo sport nelle periferie delle grandi città, dove il disagio giovanile è più evidente. Un suggerimento alle comunità cristiane e ai gruppi sportivi : in ogni parrocchia deve esistere un gruppo sportivo che deve agire in piena sintonia con la comunità, altrimenti non avrebbe ragione di esistere. Rivolgendosi agli allenatori e ai dirigenti e sottolineando la loro funzione educativa:”Accogliete i meno fortunati e date a loro un’opportunità di esprimersi”. Agli atleti: ”Non siate egoisti”, portando l’esempio del calciatore che a tutti i costi ignora il compagno e non passa la palla per arrivare da solo al gol. Ripensando allo sport del rugby ha detto: “Correte tutti insieme, non da soli verso la meta e quando l’avrete raggiunta, esultate di gioia e siate felici con i compagni di squadra!”. Cosa possiamo dire noi del gruppo sportivo O.D.B. Castelletto di fronte a queste riflessioni? Semplicemente: grazie Papa Francesco! Il direttivo del gruppo sportivo O.D.B. Castelletto SENAGO VOLLEY Si riprende con entusiasmo Eccoci qui, dopo la pausa vacanze, ad iniziare una nuova stagione sportiva, carichi di quell’entusiasmo che solo le nostre atlete/atleti sanno trasmetterci. Parecchi di loro hanno iniziato la preparazione partecipando al camp estivo di Cesenatico, un momento di preparazione e aggregazione che dà inizio al nuovo anno. E’ inoltre con molto piacere che accogliamo nel nostro settore tante piccole nuove atlete del mini e alcuni nuovi giovani che vanno ad incrementare la Libera maschile, che nello scorso anno ci ha regalato ottimi risultati. Tutte le nostre squadre in questi anni sono cresciute, non solo numericamente, ma anche sportivamente, regalandoci grandi soddisfazioni. Ora, reduci dai successi e dalle emozioni vissute in questi ultimi giorni, guardando le nostre super atlete nazionali che hanno combattuto fino alla fine per raggiungere un posto sul podio, auguriamo a tutte le nostre ragazze/ragazzi di avere la stessa grinta e tenacia, perché ci hanno dimostrato come sia possibile fare squadra, senza protagonismi né eccessi. Lo sport, non è solo un semplice passatempo, un’attività ristoratrice, ma anche un mezzo di crescita e di sviluppo delle proprie capacità. Buon lavoro a tutti i ragazzi, ma non dimentichiamoci anche degli allenatori e dei dirigenti che sono al tempo stesso educatori. Vi aspettiamo numerosi a fare il tifo per noi ASD Polis Senago - Settore Volley 15 Sp ort senago basket Nuove sfide e tante novità Grande partecipazione di tutte le squadre all’evento di apertura della stagione sportiva 2014/2015 del Settore Basket, che si è tenuto Venerdì 10 Ottobre nel salone polivalente dell’oratorio San Luigi Santa intervento di saluto e ringraziamento rivolto ad atleti, famiglie, allenatori e dirigenti, una crescita di tali proporzioni non avviene per caso. La nostra si è costruita nel tempo, soprattutto grazie all’opera determinante di Stefano Brenna e Claudia Viale, da sempre figure di riferimento per il settore, e si consolida oggi grazie alla passione, dedizione e competenza di tutti coloro che, a vario titolo, vi stanno contribuendo. Passione, dedizione e competenza sono proprio i valori che prima di tutto con il nostro esempio vogliamo trasmettere agli atleti. Partendo dai miniatleti, vogliamo ricordare che nel Minibasket ci sono i campionati, ma non c’è classifica: l’obbiettivo tra i 5 e i 11 anni non deve essere il risultato o la tecnica, ma il “GIOCO”, per far crescere la passione per questo sport straordinario che li porterà, di lì in avanti, a guardare in alto!!! Caterina di via Repubblica, 7 a Senago. Trecentotrentatre pizze servite in meno di un ora e mezza, circa quattrocentocinquanta biglietti della lotteria staccati, oltre trenta torte vendute, 11 nuovi soci sostenitori acquisiti dalla polisportiva, ma soprattutto, centotrentacinque atleti (su circa centottanta iscritti), dai quattro anni in su, presenti sul palco nel momento più atteso della serata, la sfilata delle squadre. Questa è solo una piccola sintesi in numeri del coinvolgente evento!!! E’ tuttavia difficile descrivere con i numeri il clima di grande partecipazione e condivisione che ha caratterizzato la serata, e che ci ha consentito di gestire alla grande anche i momenti più difficili sul piano organizzativo. Quando a servire ai tavoli, accanto ai veterani, ci sono genitori dei nuovi iscritti, o quando vedi entrare in sala una torta di compleanno, perché un’atleta ha deciso di festeggiarlo con i suoi compagni di squadra, capisci che il settore, con il traino del Minibasket, sta camminando sulla strada giusta. Come ha sottolineato Marco Quistini, neo Presidente della ASD POLIS SENAGO, nel suo apprezzato 16 ”Il basket è l’unico sport che tende al cielo. Per questo è una rivoluzione per chi è abituato a guardare a terra.” Bill Russel Solo con questo bagaglio di passione, che deve essere protetto e stimolato, crescendo potranno mettere in gioco tutta la dedizione necessaria per migliorare le proprie competenze tecniche e diventare da grandi dei buoni giocatori di basket o magari, e ne saremmo tutti orgogliosi, dei campioni made in Senago!!! Massiccia e convinta è stata anche la risposta delle squadre maggiori, dagli Under 14 agli Allievi, per passare alla Amatori fino alla applauditissima Prima Divisione, la cui presenza, per ovvi motivi legati all’età, era meno scontata e proprio per questo da apprezzare e valorizzare con ancora maggiore enfasi. Il basket è sport di squadra e dunque porta con se l’idea di aggregazione e condivisione. In questa prospettiva la partecipazione alla serata deve rappresentare per tutti, istruttori, allenatori e dirigenti, la miglior carica ed iniezione di fiducia per affrontare la nuova stagione sportiva. Nel corso di questa stagione, tra l’altro, riusciremo a coronare il sogno di far risorgere a Senago una squadra femminile di basket. Le GAZZELLE (20042005-2006) esordiranno infatti in un campionato di minibasket a loro riservato … Forza “ragazze”!!! … e speriamo di raggiungere presto un altro traguardo importante, il superamento di quota 200 nel numero di tesserati. dunque da subito mettere in campo ogni sforzo per trovare nuove soluzioni che consentano alla ASD POLIS Senago di essere pronta, al via della stagione 2015/2016, a sostenere una realtà che ha voglia di continuare a crescere e che non può prescindere dalla disponibilità di spazi adeguati. Altri importanti progetti sono in fase di definizione e speriamo con questi di portare al settore, e quindi a tutta la polisportiva, un’ulteriore spinta di crescita. Forza Polis! Un movimento in crescita caratterizzato dal contributo assolutamente volontario di tutti coloro che vi operano, ben consapevole che “crescere e diventare grandi”, porta con se soddisfazioni, ma anche responsabilità e nuove sfide. Su queste Claudia Viale, responsabile del settore Basket, ha già iniziato a lavorare con determinazione insieme allo staff tecnico e dirigenziale: • è al via il percorso formativo per quattro nuovi istruttori FIP di minibasket. Uno sforzo importante, necessario per continuare a fornire agli Atleti che vengono da noi, una risposta di qualità. Soprattutto nel minibasket abbiamo la responsabilità di coinvolgere bambini e bambine con proposte adeguate e specifiche per fascia di età, affinché possano appassionarsi allo sport prima ancora che al basket. • Sono in corso reclutamento e formazione di nuovi cronometristi, refertisti e segnapunti, che possano al più presto sedere al tavolo di gara nelle partite casalinghe delle nostre squadre, nel sempre caldissimo “PALA-POLIS”. • Si sta lavorando sul fronte arbitraggi che, con l’aumento delle partite da coprire, richiede nuovi attori in un ruolo non sempre facile da gestire. • E’ in via di strutturazione un “comitato” di settore per una più capillare raccolta delle informazioni, una maggior condivisione delle decisioni e una adeguata crescita delle capacità organizzative. • Altra sfida decisiva, peraltro già pienamente raccolta dal Presidente Marco Quistini, è quella relativa al crescente fabbisogno di spazi di allenamento per la polisportiva. Il basket è limitato dal fatto che sul territorio comunale non ci sono altri campi omologati ad eccezione del “Pala-Polis”. Occorrerà Dopo avervi fatto partecipare idealmente alla nostra festa, spiegato in breve chi siamo e condiviso attraverso questo articolo una parte del nostro lavoro e dei nostri progetti, vi aspettiamo nella nostra seconda casa, il “Pala Polis”! Per allenarvi con noi, per far avvicinare i vostri figli al basket, per seguire le nostre squadre, per sostenere il basket e la Polis o per semplice curiosità, veniteci a trovare!!!! Fabio Brambilla CONTATTI: polis.settorebasket@gmail.com Claudia Viale 3474225432 Stefano Brenna 3391455929 Presenza in palestra c/o oratorio San Luigi di via Repubblica, 7 – Senago Lunedì, Mercoledì, Venerdì dalle 17:00 17 As socia zioni coro parrocchiale santa rita Energia e ritmo animano la liturgia Il gruppo corale Santa Rita (Castelletto), nel suo solito stile con batteria, basso e chitarre, ha cominciato la sua strada negli anni nei quali era presente a Castelletto Don Franco Manzi, che ha prestato servizio a Castelletto dal gennaio 1997 a giugno 2000 (per saperne di più si veda il sito della comunità http:// www.comunitaspaolo.it/le-parrocchie/castelletto ). Scrive Marco, il nostro direttore attuale: “Nel 1998 io facevo il catechista e don Franco mi ha proposto la creazione di un gruppo che animasse regolarmente la Messa. E’ stata sua l’idea dell’utilizzo della batteria mentre già suonavamo solo con le chitarre e la tastiera! Il gruppo ha sempre voluto svolgere regolarmente le prove: prima in oratorio maschile, nel locale adiacente al salone-cinema; poi dietro la chiesa in via Volta, nel salone al primo piano; successivamente nella cantina che abbiamo personalmente svuotato ed insonorizzato. Nel frattempo il gruppo cresceva, con qualche cantore in più, con la tastiera e qualche tempo dopo con il basso elettrico. La formazione attuale è nata fra l’autunno e l’inverno del 2002. Il coro ha animato, in tutti questi anni, tutti i momenti più importanti della storia della parrocchia (domeniche, celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana , ingresso nella nuova chiesa, consacrazione della nuova chiesa ecc.)”. A volte ci sentiamo un coro fuori dalle righe: per la presenza di strumenti non tradizionali, certi arrangiamenti sembrano un po’ lontani dalle esecuzioni originali, però il ritmo di questi strumenti dona energia ai cantori e all’assemblea, ed avvicina i canti tradizionali alla musica moderna, attirando i giovani alla messa e di conseguenza al coro. 18 Il nostro gruppo è composto da persone che provano gioia nel cantare e sono accomunate dallo spirito del servizio. Non siamo in molti e per le vicende della vita, ancora più in questo periodo di crisi, ognuno dona il tempo che può; a volte qualcuno non può più partecipare, a volte arrivano persone nuove. Le adesioni sono sempre aperte! Ogni nuovo componente oltre a cantare, trova un suo compito particolare all’interno del gruppo: animato dallo spirito del servizio, scoprendo qualcosa che potrebbe essere migliorato, lo fa divenire un suo obiettivo. In questo modo il coro si rinnova a tutto campo. Quando gli è possibile Don Vincenzo partecipa alle prove, propone canti nuovi, ci sprona, ed ogni tanto a qualche proposta ... dice anche “no”, come è giusto che sia. Da settembre a giugno ci troviamo ogni giovedì sera per provare i canti. Mentre proviamo per le messe di ogni settimana, in settembre già partiamo a valutare nuovi canti ed a provare quelli per il Natale. Eh sì! Il Natale e poi la Pasqua hanno bisogno di numerose prove per riuscire bene. Le trasferte! Già da alcuni anni nel mese di maggio, dedicato alla Madonna, si va ad animare due messe presso la Parrocchia ‘S. Guglielmo’ in Castellazzo di Bollate, una in chiesa ed una nel piccolo Santuario dedicato alla Madonna venerata col titolo di ‘Madonna della Fametta’. luigi mantica un anno dopo In ricordo di un vero “amico di Senago” E’ passato un anno da quando Luigi Mantica ci ha lasciati ma il suo ricordo è vivo in chi, come il sottoscritto, ha avuto il piacere di frequentarlo, specie negli ultimi anni, e di apprezzarne la grande umanità. Una delle sue caratteristiche più salienti era la saggezza, che traspariva nei giudizi e nei consigli dispensati a chi, a vario titolo, gli si rivolgeva con fiducia, sicuro di non essere deluso. La sobrietà ne ha poi contraddistinto i comportamenti nella maniera più naturale. Schivo degli onori e dei riconoscimenti ufficiali non ha mai ostentato quella superiorità che gli poteva derivare dal grado di istruzione (laurea in veterinaria quando a Senago i laureati si potevano contare sulle dita di una mano) e dall’appartenenza ad una delle famiglie più in vista del paese. Credo che si possa e si debba ricordarlo come un vero “amico di Senago” e della sua comunità. A questo proposito è giusto elencare i vari contributi da lui offerti per la crescita di quest’ultima. E’ stato Consigliere comunale per la DC, Presidente per tanti anni del Patronato Scolastico, fondatore della locale sezione dell’AVIS con don Valentino Rigamonti, animatore e responsabile del Comitato per il recupero della Chiesa di Senaghino, collaboratore di Franco Sioli nell’Associazione Combattenti e Reduci, di Elia Martin e poi del sottoscritto nel gruppo delle Brigate del Popolo. A proposito di quest’ultima Associazione mi piace ricordarlo come Partigiano, presente fino all’ultimo alle varie iniziative, dalla partecipazione alle manifestazioni per l’annuale ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione, alle visite periodiche ai cimiteri di Villasanta, Vimercate e Pagnano per ricordare don Giacomo Gervasoni di Garbagnate, monsignor Enrico Assi di Vimercate e don Giovanni Fumagalli di Senago, tre sacerdoti “Costruttori della Libertà” negli anni della Resistenza. Proprio a Pagnano amava citare l’integrità morale, scevra da compromessi, di don Giovanni che esortava i giovani come lui a resistere all’ingiustizia e a battersi, anche fisicamente, per il ritorno della libertà. E da ultimo ricordo nell’ottobre di due anni fa la sua partecipazione alla gita-pellegrinaggio a Marzabotto, organizzata in collaborazione tra le Brigate del Popolo e la sezione locale dei Combattenti e Reduci di cui pure faceva parte. Rivedo la sua commozione durante la visita al Sacrario che custodisce oltre settecento vittime della furia nazista, per la maggior parte vecchi, donne e bambini e la sua soddisfazione quando nell’aula del Consiglio Comunale di Marzabotto, accolti dal saluto della Vice Sindaco, abbiamo donato al Comune una targa con una famosa citazione di Piero Calamandrei. Grazie, caro Luigi, di essere stato tra noi; i Senaghesi non ti dimenticheranno perché anche per te vale la considerazione che “ una vita dura una generazione, il buon nome per sempre”. Lino Pogliani Federazione Italiana Volontari della Libertà 19 LettiVisti&Ascoltati per voi RUBRICA Dialoghi con Paolo VI di Jean Guitton, edizioni Mondadori Pubblicato per la prima volta nel 1967, il Card. Paul Paupard, in occasione della seconda edizione del 2001, traccia un ricordo della figura del pontefice. Dopo tanti anni riapro i Dialoghi con Paolo VI. Le pagine del libro sono ingiallite, nella mia biblioteca, ma il ritratto è vivo come quel primo giorno in cui Jean Guitton mi diceva: «Ho voluto metterci tutto Paolo VI, e anche tutto me stesso». “Fu mio privilegio – ricorda Paul Poupard –, allora giovane collaboratore di Papa Paolo VI, nella sezione francese della Segreteria di Stato, di beneficiare della sua magnanima fiducia come dell’amicizia generosa di Jean Guitton”. In questo genere letterario così delicato Jean Guitton ci presenta un tesoro di pensiero e d’amore che la parola raramente riesce a esprimere nella sua completezza. Se le affermazioni riportate non sono tutte storiche, esse sono tuttavia autentiche, vere, colgono il riflesso di uno spirito mistico, che è fiamma e luce. Questo bel libro si potrebbe intitolare: «Dialoghi con una coscienza». Fedele al programma della sua prima enciclica, Ecclesiam suam, Paolo VI sarà l’uomo aperto a ogni dialogo. Dopo Giovanni, l’apostolo dell’amore, Paolo fu l’apostolo missionario, dalla penna infaticabile, dalla parola ardente, dai viaggi intrepidi. Dal 22 giugno 1963 al 6 agosto 1978 si è realizzato il desiderio espresso nel primo messaggio al mondo: «Che sul mondo intero passi una grande fiamma di fede e di amore che avvampi tutti gli uomini di buona volontà». Il mondo intero: il successore di Pietro non si è più accontentato di accoglierlo a Roma, gli è andato incontro con ardore: da Gerusalemme a Bombay, da New York a Istanbul, da Fatima a Bogotà, da Ginevra a Kampala, da Manila a Hong Kong, alle porte dell’immensa Cina, con nel cuore il messaggio dell’amore evangelico. Paolo VI ha partecipato a tutto il lavoro dei Padri conciliari, e, nell’acuta coscienza della propria responsabilità, ha saputo condurre il Concilio Vaticano II in porto, ciò che non è stata un’impresa di scarso rilievo. Ha eroicamente sostenuto il magistero nell’ambito della morale coniugale, assicurando, in tal modo – lo comprendiamo meglio oggi – la salvaguardia profetica di una civiltà della vita e dell’amore. Ha resistito alle novità che minacciavano la fede e l’identità della Chiesa. Fu un grande riformatore, preoccupandosi costantemente della verità cattolica trasmessa nella tradizione vivente dalla Chiesa di Cristo che egli ha instancabilmente amato e servito. Pertanto, il centro dei Dialoghi con Paolo VI non è né il Papa, né l’autore, ma «Cristo, solo Cristo». Come dice Paolo VI con insistenza: «Il centro è Gesù e Gesù crocifisso». Prosegue Paul Poupard: «Jean Guitton aveva proprio ragione di dire all’ambasciata di Francia presso la Santa sede il 27 settembre 1967, per il 70° compleanno di Papa Paolo VI: “«Ho voluto scrivere un libro senza tempo, che sia ancora attuale e vero per altre generazioni.”». Ripubblicati grazie all’azione congiunta di monsignor Macchi, l’incomparabile segretario di Paolo VI, e di Bernard Billaud, il fedele discepolo di Jean Guitton, i Dialoghi con Paolo VI presentano il solco coraggioso tracciato da Paolo VI al tramonto del secolo, come un solco di speranza all’alba del terzo millennio. 20 21 An agra fe par rocchiale Li abbiamo accolti nella comunità con il Battesimo GIUGNO AGOSTO Lastaria Alex,•Gravina Elisa•Pedoto Samuel•Bornati Zanrei Alice Sofia•Montaldo Rebecca•Campanella Pietro•Aloi SETTEMBRE Viola•Zanon Elisabetta•Pettè Chiara•Penoni Greta Fusari Noemi•Fusari Roberto•Mozzi Matteo•Volpi Lisa•Costa Dante Valter•Grosso Mia•Bazzocchi Sofia Elia Virginio•Cucuzza Nicolas•Di Adamo Noemi Lippolis Gabriel•Abbaco Silvia•Amedeo Matteo•Iacobbe •Rosa Ludovica•Faini Eleonora•Longoni Camilla Andrea•Ardizzone Riccardo•Buggio Alessandro •Leardini Giulia•De Palo Beatrice•Ballabio Chloe •Marra Asia•Schiavone Iris•Schiavone Giada Denise•Maroni Mattia•Ramieri Gioele Vincenzo LUGLIO •Boldrin Diego•Bricchi Tommaso Castellini Asia•Grieco Mia Baires•Fracasso OTTOBRE Luca•Avolio Rebecca•Bedendi Emma•Giordano Carrara Ginevra•Correale Alessia•Giubileo Greta Sofia• Santiago Antonio Salas Sanchez•De Fazio •Latora Dominic•Maniero Sara Maria•Melis Sara Samuele• Tinnirello Lorenzo •Rinaldi Maya•Tolando Greta•Urzia Gaia Carmela Li abbiamo accolti nella casa del Signore GIUGNO Capuzzo Vanna Maria• Esposito Ernesto Disarò Fulvio• Polato Alfredo Giovanni•Rinaldi Antonio•Pelizzoni Giovanna• Piva Ines• Martelli Francesco•Vasti Severina•Andreasi Luciana Angela•Colombo Carla• Albanese Antonio •Canali Pietro • Fioretti Teresa• Begni Augusto •Macalli Giuliana•Stefanoni Rosa• Zanini Maria Giuseppe•Guarino Angelo•Mandelli Renato •Favaro Delfina •Beltramin Attilio SETTEMBRE LUGLIO Ciavola Giuseppe• Semirari Maria Teresa• Brocchieri Segatel Paola•Pranio Angelo•Marzullo Vincenza Triulzi Maria• Giugno Michele• Bove Antonia •Colombo Giuseppa•Barbierato Antonietta•Soresi Maria• Grassi Maria• Bianchi Carla• Confalonieri Maria Liliana• Mariani Rosa•Ba’ Tiberio•Pensabene Teresa• Del Giudice Giuseppe • Buoso Dante•Pelizzoni Maria•Padavitte Regina•Martini Regina•Nipitella Osvaldo• Sanginiti Antonio• Buffa Maria Virginia• Rosa•Carcano Bruno•Colombo Alessandro Gobbo Giannino• Formenton Edvige AGOSTO OTTOBRE Scarponi Giuseppa•Zandonà Renzo Ugolini Teresina, Romano Franceschina Abbiamo accolto il loro amore nel Signore 22 GIUGNO Farina Andrea con De Ponti Laura Brambilla Riccardo con Martello Monica Ferrabue Roberto con Rainoldi Federica Dall’Alba Giovanni con Bova Mara Benaglia Enrico con Lipari Francesca Bocchino Alberto con Ganzoli Elena Mastrototaro Manolo Danilo con Cerati Lorenza Quaroni Gianfranco con Rizzo Maria AGOSTO Sala Davide con Rizzi Chiara Zanrei Riccardo con Lombardi Sabrina LUGLIO Renzetti Paolo con Leotta Carmela Bellinato Camillo con Pelizzoni Silvia SETTEMBRE Gobbi Stefano con Simon Svetlana Savoldelli Alessandro con Contardi Elisa Re Massimiliano con Lavezzari Laura Ronchi Emanuele con Nava Elisa Perlino Domenico Mirko con Zagaria Rosa Marchese Danilo con Festa Eleonora “CASA FUNERARIA” ONORANZE FUNEBRI SANTA RITA di CATTANEO SENAGO Via Ugo Foscolo 27 Tel. 02 9988113 24
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