Aprile edizione completa - Centro Documentazione beni Culturali

DATA NEWS
NOTIZIARIO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI
CENTRO DOCUMENTAZIONE BENI CULTURALI -
on line
Organo di informazioni culturali del
Sezione Archivistica Luigi Ceci
Centro Studi Cistercensi - Centro Documentazione Fortificazioni
News...dal MiBACT
ARCHIVIO DI STATO DI
MANTOVA
Demolito dal proprietario lo storico
Palazzo Montagna a Porto Empedocle
Anno XXIII - Nuova serie
4
sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 Roma - Tel/fax 06 5084493
centrodocbenicultura@tiscali.it - archivicdbc@libero.it
castellicdbc@libero.it - ceci.mauro@tiscali.it
2014
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001
APRILE
www.centrodocumentazionebeniculturali.it
/centro documentazione beni culturali
News...dal MiBACT
Il MiB A CT e l ’ U . I . C . i n s i e m e p e r
g arant ire l’a c c e s s o a l l a c u l t u r a
ai c iec hi e a g l i i p o v e d e n t i .
Il Di ret t or e gener ale p e r l a v a l o ri z z a z i o n e d e l patri mo ni o c ult ur ale del M i B AC T, A n n a Ma r ia B u z z i, e i l
Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli
Ipovedenti ONLUS, Mario Barbuto, hanno sottoscritto in data odierna un Protocollo d’Intesa finalizza to a pr om uov er e e mo n i to ra re a tti v i tà d i s tu di o e
ricerca, nonché interventi tangibili nel settore dell’educazione al patrimonio culturale, della pedagogia del patrimonio, della didattica speciale e
del l ’ a c c es s ibilit à. C i a s c u n a d e l l e P a rti m e tte rà a di sposizione il proprio bagaglio di competenza ed
esperienza nel settore. La Direzione Generale, attra ve rs o il Cent r o p e r i s e rv i z i e d u c a ti v i d e l m useo
e d el t er r it or io s ar à i n p ri m a l i n e a i n q u e s ta i mportante oper az ione c u l tu ra l e , s o c i a l e e d i c i v i l tà .
“Il Protocollo – ha detto Anna Maria Buzzi – è una
nuova importante assunzione di responsabilità in un
settore che da anni ci vede impegnati come Ministero. Ad esso seguirà una serie di iniziative concrete che, grazie al documento che oggi abbiamo
so ttosc r it t o, s ar anno me s s e a s i s te m a p e r u n a maggiore efficacia e incisività nel favorire l’accessibilità
dei l u oghi della c ult u ra s u s c a l a l o c a l e e n a z i o nal e”
gl i al tri paesi . D obbi amo val ori zzare i l nostro pat r imonio culturale – ha concluso Franceschini – attivando tutta quella rete di competenze e quei
meccanismi di marketing che già usiamo per promuovere l e mostre. Val ori zzare un museo o un sit o
archeologico vuol dire valorizzare per sempre un intero terri tori o”.
R oma, 15 apri l e 2014
* * *
M IN ICIFR E DELLA CU LTU RA
2013
R o ma , 9 a p ri l e 2014
* * *
Frances ch in i: C u lt u ra e
t ur i s mo cen t ra li p e r c re s c i ta
ec o n o m ic a
Servo n o i nte rve n t i f is c a li pe r favor ire i nve s ti m e n t i e at t i di libe ra lità
Un ve r o e pr opr io bi g ta l k d e l l a c u l tu ra q u e l l o che si
è svolto questa mattina al Collegio Romano. Convoca ti dal m inis t r o F r a n c e s c h i n i , o l tre c e n to c i n q u anta
so vri n t endent i, dir etto ri d i p o l i mu s e a l i , a rc h i vi e bi bl i otec he del M ibact s i s o n o c o n fro n ta ti s u l l e i mmi nenti scelte che il governo intende mettere in campo
in ambito culturale e turistico. Quattro ore di discussi one, una c inquant i n a d i i n te rv e n ti c h e s i s o n o focalizzati sulla necessità di introdurre sistemi di
agevo laz ione e v anta g g i o fi s c a l e p e r c h i i n v e ste i n
arte, su come incentivare gli atti di liberalità e la
partecipazione dei privati nella valorizzazione del
patri m onio c ult ur ale , s u l l e i m m i n e n ti s c e l te o rgani zzative della struttura ministeriale ai sensi della
s p e n d i n g r e v i e w, s u l l e a p e r t u r e s t r a o r d i n a r i e d e i
musei. Più volte applaudito l’intervento di Franceschi n i c he ha s ot t ol i n e a to c o me “l ’ a rte e d i l tu ri smo
siano le peculiarità italiane e che, per questo, le
grandi scelte economiche devono guardare con attenzi one a ques t i du e s e tto ri ”.
“Vo i si et e la m ia s qu a d ra – h a d e tto F ra n c e s c h i ni –
ed insieme dobbiamo far comprendere che questo
ministero non è un ostacolo allo sviluppo, come
qualcuno pensa, ma una immensa opportunità di
cresci ta. E ’ gius t o d i fe n d e re i l s i s te m a d e l l e s ovri ntendenze ma dobbiamo al tempo stesso accettare la
sfi da d i una s ua m o d e rn i z z a z i o n e p e r m i g l i o rarne e
ra zi onaliz z ar ne l’or g a n i z z a z i o n e e l e mo d a l i tà deci si onal i , r iduc endo g l i a mb i ti d i d i s c re z i o n a l i tà e aumentando il confronto ed il coordinamento nei
giudizi, e ponendo maggiore attenzione alle esigenze dei territori e dell’integrazione turistica”.
Franceschini ha infine spronato i dirigenti del Mibact
ad essere protagonisti nella sfida della digitalizzazi one ‘ s ia per la c ul tu ra c h e p e r i l tu ri s mo è l ì che
si registrano ancora tanti ritardi sebbene sia proprio
quello il terreno su cui ci giochiamo la partita con
Gi unta al qui nto anno di edi zi one, l a pubbl i cazione
M i n i c i f r e d e l l a c u l t u r a , c u r a t a d a l l ’ U ff i c i o S t u d i d e l
Segretariato generale, si conferma come uno strumento uti l e per acqui si re i nformazi oni e ci fre sint etiche - qui riferite all’anno 2012 - su molteplici
aspetti della cultura, dalla tutela e valorizzazione
del patrimonio culturale al turismo, alle attività creative e alle imprese culturali (teatro, cinema e altri
medi a, edi tori a, ri produzi one musi cal e, moda , enogastronomi a). Le i nformazi oni proposte non s i lim itano al raggi o d’ azi one tradi zi onal e del Mi B A CT m a
si allargano, per quanto possibile, al contesto general e e a tutti i soggetti coi nvol ti : enti terri tori a li, im prenditori, fruitori. Da una lettura puntuale o
trasversale - che potrà essere eventualmente approfondi ta, consul tando di rettamente l e fonti uti lizzat e
- si possono trarre molte considerazioni, talvolta positive, talvolta amare, sulla situazione nel nostro
P a e s e , s u l l a e ff e t t i v a p a r t e c i p a z i o n e d e i c i t t a d i n i
a l l a c u l t u r a , s u l l a v i t a l i t à e d e ff i c a c i a d e l l a p r o d u zione artistica e culturale, sulle risorse pubbliche
desti nate al settore e sul concorso dei pri vati.
R oma, 10 A pri l e 2014
Fonte dati : w w w.uffi ci ostudi .beni cul tu r ali. it
s e g u e a pa g. 3 4 .
S o m m a r i o
Hanno collaborato a questo numero:
N° 4 - aprile 2014
Centro Documentazione Fortificazioni
News dal MiBACT
- Addio allo storico francese Jacques Le Goff
21
- Rocca di Pietracassia, si chiudono i lavori di restauro:
salva una importante fortificazione medievale
21
- ENNA: Quei lavori fatti male!
21
- Il MiBACT e l’U.I.C. insieme per garantire l’accesso
alla cultura ai ciechi e agli ipovedenti.
2
- Franceschini: Cultura e turismo centrali per crescita
economica
2
- MINICIFRE DELLA CULTURA 2013
2
- CONSIGLIO SUPERIORE DEI BENI CULTURALI,
OGGI PRIMA RIUNIONE
34
Notizie dalla Sezione Archivistica “Luigi Ceci”
- La cultura come risorsa e Agenda Europea 2014-2020:
quali opportunità per archivi e biblioteche?
4
- IV Giornata Nazionale degli Archivi di Architettura.
17-18 maggio 2014
5
- ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
- Barbara Gonzaga. Le lettere (1455-1508)
di Daniela Ferrari
5
- Lezioni di tecnologia archivistica
7
- ARCHIVIO DI STATO DI PAVIA
7
- ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO
8
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER
L’EMILIA ROMAGNA
8
- ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA
10
- ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
10
- ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA
11
- ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
11
- ARCHIVIO DI STATO DI LUCCA
12
- ARCHIVIO DI STATO DI PRATO
12
- ARCHIVIO DI STATO DI SIENA
12
- ARCHIVIO CIVICO DI MARSCIANO (PG) 13
- FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TERNI
13
- ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
13
- ARCHIVIO DI STATO DI RIETI
14
- ARCHIVIO DI STATO DI PESCARA
15
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA
CAMPANIA
15
- ARCHIVIO DI STATO DI AVELLINO
15
- ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO
16
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER LA PUGLIA
16
- ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI
17
- ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA
17
- ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA
17
- ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO CALABRIA
18
- BIBLIOTECA PROVINCIALE DI REGGIO
CALABRIA
18
- ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA
18
- ARCHIVIO DI STATO DI RAGUSA
Sezione di MODICA
19
- MUSEO DEL COSTUME - SCICLI
19
- ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI
19
- ARCHIVIO DI STATO DI ORISTANO
20
Normative tecnico - professionali & interventi pubblici
a cura di Mauro Ceci
Centro Studi Cistercensi
- I MISTERI DELL’ABBAZIA. Le verità sul tesoro di
Montecassino
22
- GRAGNANO. A rischio gli affreschi dell’antica Cappella
di Dario Sautto
23
- Gioiosa Marea, la chiesa dimenticata. L'appello di
Padre Danzì
23
- Egitto: ex generale chiede demolizione monastero
S.Caterina
23
* CECI Arch.
Mauro, Direttore
Centro
Documentazione Beni
Culturali - Roma
23
Restauri
- Ritrovata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale di Torino, dopo ottant’anni dalla sua scomparsa
del Cap. Guido Barbieri
24
- CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS STORIA,
DIAGNOSTICA E CONSERVAZIONE
24
* CHIUMENTI
- Presentazione del restauro svolto in attività didattica alArch. Luisa,
giornalista pubblicil’Oratorio del Caravita
25
sta e scrittrice, Roma
- Il destino inaccettabile di Fabrizio Barbieri
25
- Montecassino “Com’era e dov’era”
26
- Avvio dei lavori di consolidamento e restauro del Santuario di S. Maria della Croce - Roio, L'Aquila 26
- Riepilogo dei crolli e dei furti a Pompei a marzo26
- AREA ARCHEOLOGICA DI POMPEI. Aperte tre
Domus
27
- Ristrutturazione del Convento in piazza Matteo Luciani: murate le antiche arcate del loggiato
28
- Demolito dal proprietario lo storico Palazzo Montagna
a Porto Empedocle.
28
* FERRARI Dr.ssa
- DEMOLIZIONI CON CONSENSO, DEMOLIZIONI
Daniela,
SENZA SENSO
29
Direttore Archivio di
Stato, Mantova
Mostre, Convegni & Musei
- Venezia: Festival Felicien David, da Parigi al Cairo
30
- LA NUOVA SEZIONE DI PRE-PROTOSTORIA
DEL MUSEO DELLA REGINA
31
- LUGO AI TEMPI DEL COLERA
31
- Ricerche archeologiche in un insediamento medievale
del territorio di Sant'Agata Bolognese
32
- San Tolomeo e San Romano, due tavole del
* SERANGELI
Pastura nel Duomo di Nepi
33
Roberto,
- ROSA RAME. Salvator Rosa incisore nelle collezioni
Webmaster del CDBC,
dell'Istituto nazionale per la Grafica
33
Ministero per i Beni
- LA FUSIONE DI UN’OPERA SCULTOREA IN
Culturali, Roma
BRONZO
34
Una firma per la cultura
Con il tuo 5x1000 proteggi il
passato, arricchisci il futuro 35
con CONTRIBUTI
di:
- di Dario Sautto
- Cap. Guido Barbieri
* * *
20
D A T A N E W S - Notiziario per i Beni Culturali e Ambientali
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
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00128 Roma - Via Ettore Arena, 19 - Tel/fax 06 5084493
Il Notiziario è consultabile gratuitamente sul sito: www.centrodocumentazionebeniculturali.it
Notizie dal.......
4
DATA NEWS
on line
- Aprile 2014
Sezione Archivistica
Luigi Ceci
Dich iarazione di “N otevole Interesse Storico” del 25 febbraio 1995
D ire ttore : M auro C E C I
C ura tore : B r uno FOR A ST I E R I
Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA
www.archivicdbc@libero.it
tel / fax 06 5084493 - e-mail:
La cultura come risorsa e Agenda
Europea 2014-2020: quali opportunità
per archivi e biblioteche?
Lunedì 7 aprile alle ore 16.00, si terrà presso la Società Napoletana di
Storia Patria la giornata di studio La cultura come risorsa e Agenda
Europea 2014-2020: quali opportunità per archivi e biblioteche?
A seguire la lettera aperta alle istituzioni
Al Ministro del MiBACT, Dario Franceschini
al Presidente della Giunta Regionale, Stefano Caldoro,
all’Assessore all’Istruzione, Musei e Biblioteche C. Miraglia,
al Vice-Presidente della Giunta regionale, G. Trombetti,
all’Assessore al Bilancio della Giunta regionale, G. Giancane,
all’Assessore ai Beni culturali, P. Sommese
alla Presidente della Commissione Consiliare VII A. Ruggiero
Ai Signori Consiglieri regionali della Campania
Agli onorevoli Deputati e Senatori eletti nei Collegi della Campania
Al Direttore Regionale del MiBACT, G. Angelini
La Cultura come risorsa e Agenda Europa 2014-2020: quali opportunità per Archivi e Biblioteche?
Gli operatori della cultura, i docenti, i professionisti archivisti e bibliotecari campani sottopongono alle SS.VV. una pressante richiesta affinché gli Archivi e le Biblioteche ubicati sul territorio regionale siano
espressamente tra i soggetti beneficiari degli interventi da effettuarsi
nella ormai prossima programmazione dell'Agenda Europa 2014-2020.
Non si può tacere che nelle precedenti programmazioni dei Fondi UE
si sia fatto molto poco o pochissimo per la tutela della straordinaria ricchezza del patrimonio archivistico e bibliotecario della Campania.
P.O. PESR 2007-2013, POIN E PAC (III): UN'OPPORTUNITA' PERSA
Notiamo con dispiacere che tra le azioni previste per il Programma Operativo Interregionale delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (POIN),
significativamente dedicato agli Attrattori culturali, naturali e turismo,
la stampa ad oggi non ha fornito notizie di finanziamenti rilevanti per
progettualità specifiche per la tutela, valorizzazione e promozione di
Archivi e Biblioteche, così come non sono stati previsti interventi in tal
senso nel Piano di Azione e Coesione (PAC III) predisposto dalla Regione. Nulla per settori che vantano, tra l’altro, ritardi storici e situazioni
di incuria eccezionale non meno rilevanti di altre - e più note - emergenze nazionali.
Il perdurante stato di incuria o di risorse miserrime rispetto alle necessità espone biblioteche ed archivi prestigiosi, di cui è ricchissima la nostra regione, alla chiusura o a gestioni del tutto insufficienti che
sembrano fatte apposta per legittimare dispersioni di beni e facili trafugamenti, come ha dimostrato la vicenda vergognosa dell’importantissima e preziosa Biblioteca dei Girolamini di Napoli. La non fruizione
pubblica di questi beni è sicura concausa del mercato illegale di beni
patrimoniali di rilevante pregio storico-culturale. È molto più facile trafugare pezzi di valore in strutture chiuse al pubblico che in quelle
aperte, per il semplice fatto che, oltre alla tutela di prassi, non esiste neppure quella forma di controllo indiretto esercitato dalla fruizione pubblica di libri o pezzi archivistici che consente di segnalare dispersioni o
vuoti ed evidenziare trafugamenti. Ancora più grave è il fatto che in
molti Comuni ed altri enti pubblici campani gli Archivi – storici e correnti – versino spesso in condizioni di assoluto degrado e senza personale, strutturato o a contratto, che si occupi della sorte di documenti di
interesse pubblico e di interesse storico-patrimoniale. Tale condizione
interessa anche antiche e prestigiose istituzioni culturali presenti sul territorio che, causa l’assenza di una politica culturale nazionale e regionale, sono costrette a chiudere o, se sopravvivono, non possono
esprimere una vera attività culturale, scientifica, formativa e didattica.
Constatiamo che le istituzioni pubbliche nazionali perseverano nel sottovalutare quello che è sicuramente il più ricco, in termini quantitativi,
patrimonio culturale del paese così come le istituzioni locali sottovalutano la ricchezza del patrimonio culturale della regione che, per grandi
numeri, è necessario indicare alle SS.LL.:
- 1192 biblioteche pubbliche (statali, provinciali, comunali, religiose, poli
universitari, enti di alta cultura, biblioteche private di notevole interesse
storico) secondo la rilevazione, ancora in corso, effettuata dall’Istituto
Centrale per il Catalogo Unico;
- ben 5 Archivi di Stato, tra cui quello di Napoli che per quantità, qualità
e antichità di materiale custodito è tra i primi 10 più importanti d’Europa;
- circa 10.000 (diecimila) archivi di enti pubblici locali e archivi privati
di notevole interesse storico vigilati e sorvegliati dalla Soprintendenza
Archivistica della Campania;
- gli archivi storici di ben 25 Diocesi ecclesiastiche;
- gli archivi storici delle badie millenarie della SS. Trinità di Cava de’
Tirreni e di Montevergine;
- un numero ancora imprecisato di Archivi di enti statali periferici sorvegliati dai 5 Archivi di Stato territorialmente competenti (ad es. Tribunali, archivi notarili, ecc.).
La Cultura è una risorsa, recita un adagio molto ricorrente nella pubblicistica di questi ultimi tempi ed al centro dell’interesse di molti politici ed amministratori. Ma è lecito domandarsi risorsa per chi? Se si
guarda alla programmazione 2007-2013 non può non essere segnalata
la scelta assolutamente non condivisibile compiuta dall’amministrazione regionale che, con la DGRC 415 del 7 marzo 2008 (BURC n. 18 del
5.5.2008), aveva approvato il documento di intenti per l’attuazione del
PO FESR 2007-2013, Obiettivo operativo 1.10, programmando per l’Attività C (“sviluppo di tecnologie per la digitalizzazione e messa in rete
di archivi e biblioteche”) cui erano destinati ben € 20 milioni sui 110 milioni complessivi. Quei € 20 milioni, somma già abbastanza esigua rispetto alle necessità, venne drasticamente ridotta nel 2009 a circa € 7,5
milioni, mentre la maggior parte delle risorse sono state destinate a festival e ad attività di spettacolo che hanno l’unico difetto di non "infrastrutturare" servizi e che non possono essere considerati gli unici assi
portanti dell'attrattività turistica del territorio. Ciò ha condannato all’incuria Archivi e Biblioteche già sottoposti allo strangolamento economico
progressivo per i tagli delle risorse pubbliche.
RISORSE EUROPEE E OFFERTA DI SERVIZI DI QUALITA'
I fondi europei, in questo desolante panorama di tagli, potrebbero:
a) colmare significativi gap strutturali in termini di lavori specialistici
(schedature SBN, catalogazioni, ordinamenti e inventari di migliaia di
archivi, altri strumenti di corredo, incremento delle attività di digitalizzazione e pubblicazioni scientifiche);
b) consentire di svolgere attività di promozione e valorizzazione, attività
didattiche, mostre bibliografiche e documentarie, ecc.;
c) implementare le banche dati disponibili sui siti internet degli istituti;
d) incrementare potentemente la dotazione strumentale ordinaria degli
istituti culturali (attrezzature informatiche e strumenti per la digitalizzazione, acquisto di software dedicati già tarati su standard descrittivi
internazionali);
e) ampliare il numero dei collegamenti di biblioteche all'ICCU ed alla
rete SBN nonché il numero di accessi degli archivi campani al Sistema
Archivistico Nazionale;
f) ammodernare impianti, sale di consultazione e depositi di conservazione, nonché attivare coperture wireless, acquistare beni e servizi di
ogni tipo;
g) restaurare e/o consolidare sedi storiche dei detti istituti di conservazione, ecc.;
h) avviare all’occupazione qualificata preziose risorse umane.
È anche il caso di ricordare che infrastrutturare servizi in questi settori
significa attivare, in modo permanente, servizi veri per la collettività e
- forse la politica non lo sa - anche per il turismo culturale:
storici e ricercatori, di area sia umanistica sia scientifica, amatori, curiosi,
eruditi, cultori di storia locale, genealogisti, emigrati alla ricerca delle
proprie radici, studenti, ecc. trovano in questo settore motivi di interesse
e di grande attrattività. L’incremento di servizi in questo campo potrebbe implementare significativi flussi di visitatori nella nostra regione.
La frequentazione di Archivi e Biblioteche, dovrebbe essere noto, richiede presenza di lungo periodo, non occasionale e sporadica come
per altre attività. Quindi sicuro concorso all’attrattività di risorse per la
nostra regione.
DATA NEWS
on line
5
- Aprile 2014
FONDI UE: LINFA VITALE PER L'OCCUPAZIONE QUALIFICATA
Una politica pubblica assente in questi settori ha impedito investimenti
con i Fondi UE che avrebbero consentito la possibilità di accrescere l’occupazione specializzata e qualificata di mediolungo periodo per tanti
archivisti e bibliotecari che non hanno avuto la possibilità di accedere
al mondo del lavoro con i regolari concorsi nella P.A., né hanno avuto
la possibilità di altra occupazione con forme di lavoro parasubordinato
per la carenza di finanziamenti rivolti all’occupazione nel settore, presso
enti diversi dalla pubblica amministrazione.
Ci corre l’obbligo di ricordare alle forze politiche che in Campania operano ben 7 istituzioni universitarie di cui cinque ogni anno laureano
centinaia di dottori in Beni culturali oppure in Lettere (titolo equipollente) che, con opportuni master specialistici, affinano ulteriormente le
competenze acquisite durante il percorso di studi. Ugualmente l'Archivio di Stato di Napoli ogni due anni rilascia 50 diplomi di Archivistica,
Paleografia e Diplomatica. Lo sbocco occupazionale per questi giovani
professionisti qual è?
Questo argomento può essere materia di discussione politica? E la politica nazionale e regionale quali strategie ha predisposto per i giovani
specializzati in Archivistica, Paleografia e Diplomatica ed in Bibliografia
e Biblioteconomia?
Se è giusto investire su festival ed eventi musicali che, potendo contare
su un accesso facilitato ai mezzi d’informazione, ricevono la maggior
parte delle risorse pubbliche, non si deve però farlo a scapito di tutte le
altre professionalità del mondo dei beni e delle attività culturali che, invece, da decenni sono destinatarie di risorse miserrime rispetto al fabbisogno. Nonostante ciò, recriminare sul passato serve a poco; occorre
invece attivare un circuito virtuoso in cui anche archivi e biblioteche
siano assolutamente presenti con pari dignità di attenzione e di interventi.
Bisogna, dunque, invertire la tendenza a favorire solo le forme della
spettacolarizzazione degli eventi! Per questo motivo, per la prossima
programmazione 2014-2020, chiediamo di programmare non meno di
50 milioni di euro da destinarsi al rilancio dell’offerta culturale di archivi
e biblioteche, al potenziamento dei relativi servizi e alla creazione di significative opportunità di occupazione di alta professionalità in questi
settori che versano in uno stato di preoccupante necessità di interventi
qualificati.
Alla Direzione regionale del MiBACT chiediamo uguale attenzione per
archivi e biblioteche statali con l’attivazione dei conseguenti interventi
necessari per la loro salvaguardia e valorizzazione.
Alla Giunta regionale ricordiamo che presso i suoi uffici è incardinata
anche la Soprintendenza regionale alle Biblioteche che, per legge, è chiamata svolgere funzioni di tutela e di valorizzazione delle biblioteche di
interesse locale e, infine, che non abbiamo una legge regionale per gli
archivi.
Una classe politica saggia che voglia valorizzare le proprie risorse culturali e far cessare la fuga di preziose risorse professionali all’estero o
in altre regioni, con questa prossima programmazione di Fondi UE ha
l’opportunità di agire in modo concreto, utilizzando fino all’ultimo centesimo le risorse previste.
Restiamo in attesa di Vostre positive risposte e vi invitiamo alla giornata
di studio su questo tema organizzato presso la Società Napoletana di
Storia Patria il giorno 7 aprile 2014 alle ore 16,00 al fine di poter individuare percorsi condivisi ed aprire un nuovo ed interessante capitolo sul
tema dei beni e delle attività culturali in Campania.
Venezia in occasione della 14. Mostra internazionale di Architettura alla
Biennale, che quest’anno si presenta particolarmente favorevole per la
proposta del curatore Rem Koolhas di una lettura storica del rapporto
tra modernità e identità nazionale nell’ultimo secolo (Absorbing Modernity 1914-2014). Tale iniziativa sarà condotta in collaborazione con la
Direzione generale per gli Archivi e la PaBaac.
Nonostante i tempi molto stretti, siamo fiduciosi che vogliate aderire
al nostro invito comunicandoci date e contenuto dei vostri eventi: la data
proposta può interpretarsi con elasticità e dunque gli eventi potranno
distribuirsi nella settimana precedente e successiva al 18 maggio. Nello
spirito della giornata è anche l’apertura al pubblico delle nostre collezioni
che si può considerare un evento parallelo.
Nel calendario ufficiale della Giornata saranno inclusi due appuntamenti nazionali:
- il 16 maggio al Museo di Castelvecchio a Verona si terrà la presentazione del Bollettino AAA/Italia n. 12 del 2013 sul tema degli allestimenti
museali;
- il 21 maggio a Dalmine, presso la sede dell’omonima fondazione, è
prevista una giornata di studi sul tema “Committenza industriale e architettura. Archivi per una storia delle company town”.
I programmi dettagliati saranno comunicati e pubblicati sul sito entro
pochi giorni.
Ricordiamo l’appuntamento con l’Assemblea annuale dei soci che
sarà ospitata dalMART di Rovereto il 10-11 ottobre. Un appuntamento
importante perché prevede il rinnovo del Comitato Tecnico Scientifico e
Organizzativo dell’associazione per il triennio 2015-2017.
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI
MANTOVA
Barbara Gonzaga. Le lettere
(1455-1508)
di Daniela Ferrari
Arch.i.m., Archivisti in movimento e Società Napoletana di Storia Patria
* * *
IV Giornata Nazionale degli
Archivi di Architettura.
17-18 maggio 2014
Come annunciato al Forum di Roma, la Giornata nazionale degli archivi di architetturapromossa da AAA/Italia si terrà il 17-18 maggio per
aderire, come di consueto, all’International Museum Day ICOM. Il tema
scelto da ICOM per il 2014 - ‘Museums collections make
connections/Creare connessioni con le collezioni’ - è contemplato nella
missione stessa della nostra associazione e conferma l’orientamento
verso una più ampia sinergia tra le componenti istituzionali e disciplinari
della nostra rete discussa nei più recenti incontri.
Nell’assemblea dei soci di Bologna è emersa con chiarezza l’esigenza
di un più costante impegno nella educazione all’architettura per favorire
l’avvicinamento dei cittadini al linguaggio complesso della città e dell’architettura moderna e contemporanea. In tale ottica proponiamo che sia
affrontato il tema della giornata nazionale: la progettazione e costruzione dello spazio pubblico nella città del Novecento, da declinare preferibilmente in ambito regionale, affiancando il confronto scientifico alle
proposte educative e divulgative.
Appare evidente che tale impegno potrà costituire un valido aggiornamento degli itinerari del progetto di ‘Viaggio nell’Italia del secondo
Novecento: dagli archivi all’architettura’ che è ora inserito nel Protocollo
di intesa siglato con le direzioni generali degli Archivi e dell’Architettura
contemporanea.
L’auspicio di poter avviare la collaborazione con molte Soprintendenze Archivistiche in territori finora per noi inesplorati lascia prefigurare
interessanti sviluppi, che vorremmo discutere in una tappa speciale a
Presentazione
Barbara Gonzaga (1455 –1503), figlia del marchese Ludovico Gonzaga
e di Barbara Hohenzollern di Brandeburgo, è la fanciulla immortalata
da Andrea Mantegna nella Camera degli sposi, insieme ai genitori e alla
“familia”, e nel 1474 sposa Eberhard il Barbuto, diventando prima duchessa del Württemberg.
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Alla figura di Barbara Gonzaga, e alla Corte del Wüttemberg, è stato
dedicato un importante progetto, ideato dal Landesarchiv Baden-Württemberg, di Stoccarda, iniziato qualche anno fa: nel 2009 un convegno
di studi e di approfondimento ha preceduto e preparato l’organizzazione
della mostra itinerante “Da Mantova al Württemberg. Barbara Gonzaga
e la sua Corte”, inaugurata a Stoccarda nel marzo 2011, che ha toccato
inoltre le principali residenze della corte württemberghese (Kirckheim,
Böblingen e Urach) per approdare, infine, nel Palazzo Ducale di Mantova nel settembre 2012, riportando così Barbara Gonzaga “a casa propria” dopo cinque secoli di assenza.
Parallelamente è stata predisposta l’edizione della corrispondenza, conservata prevalentemente nell’archivio mantovano, ma anche negli istituti
archivistici di Stoccarda e Innsbruck. Il libro, che ora vede la luce e viene
presentato nella Sacrestia della SS.Trinità giovedì 17 aprile 2014, alle
o re 17.30, è prodotto da un pool di studiosi e conferma come la cooperazione internazionale sia presupposto necessario per dar vita a progetti
di ampio respiro, in grado di ricomporre quella fitta rete di relazioni che
gli antichi stati instauravano tra loro con l’intento di raggiungere strategici equilibri politici.
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sanna – afflitta dalla tara della gibbosità portata in famiglia probabilmente da Paola Malatesta -, e successivamente con Dorotea, si dimostrano risentiti e il progetto verrà definitivamente accantonato.
Indipendentemente dalle motivazioni politiche, la fama della malformazione fisica che opprime la famiglia Gonzaga, continua a rappresentare
un ostacolo da superare per intraprendere qualsiasi trattativa matrimoniale, ma nel caso di Barbara occorre sgombrare il campo da ogni dubbio: di lei tredicenne si loda la bellezza, si dice che “Barbara è della
persona sanissima e bella comme un fiore”.
Le trattative matrimoniali con Eberhard del Württemberg procedono grazie anche alle intermediazioni di Margherita di Wittelsbach, moglie del
primogenito Federico Gonzaga e cognata di Barbara. L’unione è gradita
ai signori di Mantova, dato che corrisponde alle aspirazioni di consolidare le loro posizioni mediante stretti rapporti con il vertice dell’Impero
e legami di parentela con potenti casate principesche. La sposa inizia il
suo lungo viaggio il 10 giugno 1474, accompagnata dal fratello Rodolfo.
A ogni sosta scrive alla madre, cui è legata da uno stretto e tenero rapporto: fa tappa a Rovereto, Trento, Bolzano, Innsbruck ed è accolta dallo
sposo al castello di Kempten (Campidonia) il 28 giugno. Da lì il viaggio
Barbara Gonzaga scrive alla madre Barbara del suo viaggio da sposa
1474 giugno 15, Trento lettera su carta, 15,0 x 21,0 cm, ASMn AG, b. 2102, cc. 86-87.
Si tratta di oltre 320 lettere, scambiate tra la corte gonzaghesca e quella
württemberghese, che rappresentano una fonte di straordinario interesse non solo per ricostruire la vita delle corti rinascimentali, ma anche
per ripercorrere l’abile politica di alleanze matrimoniali con cui i Gonzaga
hanno mirato a rafforzare il loro potere, imparentandosi con prestigiosi
casati italiani e stranieri. Il caso di Barbara è infatti emblematico della
strategia messa in atto dai signori di Mantova per intessere una vasta
trama di rapporti con i principali stati dell’epoca.
Il marchese Ludovico Gonzaga e la moglie Barbara Hohenzollern di
Brandeburgo rappresentano una coppia ideale nel panorama delle corti
europee del tempo, considerata dalla storiografia un esempio di integrazione eccezionale, per il fecondo, duraturo e solidale rapporto che
si instaura fra i due.
Le loro nozze sono allietate dall’arrivo di ben undici figli e straordinaria
è la capacità dei genitori nel seguire i figli sin dalla più tenera età e di
farli crescere in un clima di solidarietà e di affetto reciproco. La marchesa Barbara è una madre forte, sempre attenta, premurosa, presente,
che informa costantemente il marito dello stato di salute dei figli, dei loro
progressi, dei comportamenti scolastici.
La grafia incerta dei primi scritti puerili di Barbara ne testimonia il progredire degli studi; la bambina è orgogliosa di comunicare alla madre i
costanti miglioramenti compiuti nell’apprendimento.
Di un progetto matrimoniale per Barbara si parla quando lei è appena
dodicenne; i Gonzaga vorrebbero certamente garantirsi buoni rapporti
innanzitutto con i loro più potenti vicini, come gli Sforza di Milano, ma
dopo aver fallito il tentativo di unire le due casate con la primogenita Su-
prosegue per Memmingen fino a Urach; nell’ultimo tratto lo sposo si unisce al corteo, aumentandone così considerevolmente le dimensioni.
Splendidi festeggiamenti hanno luogo dal 4 al 7 luglio 1474, a Urach,
dove il castello era stato ristrutturato e ampliato per l’occasione. E da
qui in avanti Barbara inizia la sua nuova vita.
La corrispondenza privata che Barbara scambia con i familiari mette in
luce sentimenti e rapporti con i genitori e con i fratelli, con i quali ama
intrattenersi e scherzare. I familiari vorrebbero rivederla e la sollecitano
ripetutamente a organizzare un viaggio, ma ogni tentativo è ostacolato
dal marito di Barbara, che non le consentirà mai di fare ritorno a Mantova, anzi tende ad allontanare dalla propria Corte, o a rimandare a
casa, molti italiani giunti al seguito della moglie. In particolare è la madre
Barbara di Brandeburgo che sa essere vicina alla figlia: nei momenti più
dolorosi, la consola per morte della figlioletta, le invia tessuti preziosi
per abiti e arredi, suppellettili, libri, cibi freschi e conservati. Barbara,
che rimarrà sempre profondamente legata alla madre in un rapporto
tutto al femminile, ricambia inviando a Mantova guanti, oggetti lavorati
d’argento, cavalli. Degusta sempre gelosamente le leccornie che la
madre le invia e che le consentono di riassaporare l’aria di casa; probabilmente da qui trae origine la sua passione per la natura, cui alludono
i cestini ricolmi di fiori che adornano il suo ritratto nelle vetrate colorate
dell’abside della cattedrale di Tubinga; in età più matura si occupa infatti
in prima persona delle coltivazioni nei giardini e negli orti delle sue proprietà di campagna. Donna intelligente e dotata di senso politico, Barbara ha influenza anche sul governo del marito. Dalla loro unione nasce
una sola figlia, che tuttavia muore ancora infante. Rimasta vedova, Bar-
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bara si spegne nel maggio 1503 con un cruccio: non essere mai riuscita
a tornare a Mantova, per rivedere l’amata madre e i fratelli; in una delle
sue ultime lettere scrive con profonda nostalgia: “desidero ancora io repatriare, vivere e morire quel puoco che ce resta cum el sangue mio et
fra li mei”. Ma il suo desiderio è destinato a rimanere inesaudito.
Si tratta di un matrimonio dinastico, dunque, imposto da ragioni politiche,
subìto più che voluto, nei quale si incontrano, e si scontrano, culture diverse tra la fine del Medio Evo e le soglie dell’Età Moderna, mondi all’interno dei quali la condizione femminile presenta aspre disparità e la
considerazione di cui godono le donne nelle Corti italiane non è paragonabile a quella delle donne che vivevano nelle Corti a nord delle Alpi.
Si può pertanto comprendere come Barbara, consapevole del proprio
rango e della propria cultura, rimangano profondamente legata alla famiglia di origine, portandone i costumi e curandone anche gli interessi
politici nella nuova patria; e si può comprendere come talvolta possa
sentirsi quasi prigioniera in un paese straniero, costretta a vivere sotto
l’egida di un marito severo che ne limita fortemente le libertà personali.
Il suo matrimonio, tuttavia, contribuisce a orientare e a rinsaldare ulteriormente la politica gonzaghesca filoimperiale, favorendo l’ascesa dei
signori di Mantova al rango di principi imperiali, consolidando e allargando così il potere e il prestigio della signoria.
Volumi come questo mirano a far emergere, attraverso attività di censimento e pubblicazione di fonti, una documentazione ancora in larga
parte sommersa e a lungo emarginata, in quanto proveniente prevalentemente da soggetti femminili. Le lettere di Barbara Gonzaga, rimaste
impigliate nella rete della “grande storia”, stanno a dimostrare come alcune donne siano riuscite, nonostante tutto, a far pervenire la loro voce
fino a noi e a restituirci una dimensione privata e personale, fatta di vita
e affetti quotidiani, che emerge con immediata freschezza della sua corrispondenza.
Daniela Ferrari
Dopo le mostre dedicate a Barbara Gonzaga duchessa del Württemberg
e alla sua Corte, organizzate a Stoccarda e in altre città della Germania
nel 2011, e a Mantova nel 2012, viene ora presentata l’edizione della
corrispondenza di Barbara, realizzata dal Landesarchiv Baden-Württemberg con la partecipazione dell’Archivio di Stato e di un pool di studiosi: oltre trecento lettere, conservate prevalentemente nell’archivio
Gonzaga, offrono un quadro straordinario della vita di corte, degli
scambi e delle relazioni intercorse tra le signorie tedesche e italiane
dell’epoca.
Intervengono
Cesare Ghilardelli, Istituto Italiano di Cultura, Stoccarda
Peter Rückert, Hauptstaatsarchiv, Stoccarda
Christina Antenhofer, Università di Innsbruck
Axel Behne, Archivio Landkreis Cuxhaven, Otterndorf
Jürgen Herold, Accademia delle Scienze, Göttingen
Daniela Ferrari, Direttrice dell’Archivio di Stato
Per l’occasione sarà allestita una mostra con lettere autografe di Barbara Gonzaga
Sarà inoltre possibile acquistare il volume a prezzo scontato
Sacrestia della SS. Trinità, via Dottrina Cristiana, 4
Giovedì 17 aprile 2014, ore 17.30
(Info: as-mn@beniculturali.it; tel. 0376 324441)
*
L'ingresso è, come sempre, libero e gratuito ma chi volesse prenotare
può farlo rispondendo a questa mail, oppure dal sito o nella pagina FB
dell'Archivio.
Laura Mascia
Referente Comunicazione e Servizi Educativi
Archivio di Stato, Via Cardano, 45 - 27100 Pavia - tel. 0382 539078
marialaura.mascia@beniculturali.it
http://www.archiviodistatopavia.beniculturali.it
*
Lezioni di tecnologia archivistica
La Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato
di Mantova propone per il biennio 2013-2015 un ciclo di lezioni di Tecnologia archivistica. Principi generali di conoscenza e gestione materiale degli archivi, a cura di Luciano Sassi, restauratore e
conservatore.
Durante il primo corso l'attenzione sarà rivolta ai materiali; in particolare:
storia dei supporti scrittori (pergamena e carta); i registri e la loro confezione; sfragistica.
Nel secondo corso verranno trattati temi legati alla corretta gestione
dell’archivio dal punto di vista tecnologico (corretta gestione dei depositi
archivistici e delle sale di consultazione) e alla gestione delle emergenze
fra piccoli e grandi eventi.
Le lezioni per il 2013-2014 saranno tenute il 16 e il 22 aprile 2014, dalle
ore 14.30 alle ore 17.00. L'incontro è aperto a coloro che si occupano
di archivi e a tutti gli interessati.
Per meglio coordinare l'iniziativa è richiesto di dare comunicazione della
propria presenza alla Segreteria dell'Archivio di Stato: e-mail asmn@beniculturali.it, tel. 0376 324441.
L’attestato sarà rilasciato a chi frequenterà entrambe le lezioni
Archivio di Stato di Mantova
tel. 0376 324441
as-mn@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI PAVIA
Sabato 5 aprile, alle17.30, nella sala di Studio dell'Istituto
Laura Clerici presenta il suo romanzo ACQUE torbidi segreti.
Relatore Andrea Borghi, giornalista
Sabato 3 maggio 2014, alle 16.00, nella Sala di Studio
dell'Archivio di Stato verrà presentato il III volume
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della collana Puesj Paves RUSA PAVIA di Giorgio Brusaioli.
Laura Mascia
Referente Comunicazione e Servizi Educativi
Archivio di Stato, Via Cardano, 45 - 27100 Pavia - tel. 0382 539078
marialaura.mascia@beniculturali.it
http://www.archiviodistatopavia.beniculturali.it
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rodigino, che saranno disponibili nella mattinata dell'1 maggio a visite
guidate.
Sarà così possibile rivedere ancora una volta, dopo il successo riscosso
nel periodo di apertura della mostra nella prima decade di aprile, questa
straordinaria e suggestiva esposizione di fumetti, disegni, schizzi, tempere e pastelli realizzati con grande fantasia e libertà creativa dall'autore
su supporti svariatissimi del quotidiano, da fogli di cartoncino e carta, a
sacchetti per il pane, scatole di dentifrici, formaggini, pasta, medicinali
etc., in cui ogni spazio utilizzabile viene sfruttato dal segno visionario e
immaginifico dello Stevanin.
Lo spostamento ed il riordino del fondo Stevanin presso l’Archivio di
Stato sono stati coordinati dall’associazione CineGap, di cui Stevanin
fu socio fondatore nel 2011. La successiva catalogazione del 60% del
materiale, avvenuta negli scorsi 12 mesi, porta ora alla strutturazione
di un’esposizione di disegni basata sul rapporto tra cinema ed illustrazione, senza dubbio l’interesse più evidente e persistente nell’arco della
produzione dell’autore. Infatti la torrenzialità grafica, l’affastellamento di
suggestioni ed una fruizione cinematografica avvicinabile alla bulimìa
cinefila da parte dell'autore sono alla base dell’organizzazione espositiva, rendendo impossibile un tragitto ordinato in periodi, stili e formati.
Ad orientare lo spettatore, in un percorso che restituisce fedelmente le
suggestioni stevaniniane, vi sono tuttavia riproduzioni ingrandite a colori
delle notevoli micro-illustrazioni per etichette vhs, dedicate da “Rixte” a
film videoregistrati, oltre ai brevi contributi scritti per l’occasione da amici,
colleghi e conoscenti di Riccardo Stevanin. Spicca fra gli altri una coppia
di pannelli dedicati ad uno dei miti teatrali di Riccardo: Toni Servillo.
Durante tutto l'orario di apertura della Mostra sarà possibile visitare le
sale storiche dell'Archivio, tra cui l'antico Teatro e l'antica Biblioteca,
nonché le raccolte pittoriche dell'Istituto e in particolare lo splendido ciclo
dedicato alla rivoluzione del 1848-49 a Venezia dal pittore e patriota veneto Vincenzo Giacomelli, che sarà illustrato dal Direttore Luigi Contegiacomo alle ore 16.00 e alle ore 17.00.
Giovedì 1° maggio alle 11.00, nel chiostro dell'Archivio di Stato di Pavia,
si inaugura la mostra documentaria Primo Maggio festa dei lavoratori... ma è sempre stata una festa? a cura di Paola Pisano e Gina
Pisano.
La mostra, che vedrà esposti documenti conservati nei fondi archivistici
del nostro Istituto e in quelli della Prefettura di Pavia e sarà corredata
da quotidiani locali e nazionali conservati presso la Biblioteca Universitaria di Pavia, abbraccia un arco di tempo che va dal 1890 al 1958.
La mostra proseguirà fino a domenica 18 maggio con i seguenti orari:
giovedì 1° maggio11.00 - 13.00 / 16.00 - 20.00; lunedì / venerdì
16.30 - 19.30; sabato e domenica 7.00 - 20.00.
L'ingresso è libero, la prenotazione è obbligatoria solo per scolaresche
e gruppi numerosi.
Alla mostra sarà dedicato un numero della collana Finestre sulla Storia, edito da Delta3 Edizioni, diretta da Carmine Ziccardi.
Si ringrazia il signor Patrizio Cornelio per la preziosa collaborazione durante la progettazione e l’allestimento.
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ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO
Apertura straordinaria Primo Maggio
Riapre per il 1° Maggio in via eccezionale presso la Sala Sichirollo dell'Archivio di Stato la straordinaria Mostra postuma delle opere di Riccardo Stevanin intitolata “Riccardo Stevanin, tra cinema e fumetto”,
prima personale di Riccardo Stevanin (alias Rixte) organizzata da alcuni
amici e curata con amore e passione in particolare da due di loro, Laura
Ferracioli, creativa e grafica rodigina con alle spalle una grande esperienza maturata in Spagna per oltre un decennio nell'illustrazione di edizioni per l'infanzia, e da Alberto Gambato, giovane ma ben noto regista
“Riccardo Stevanin, tra cinema e fumetto”
1 maggio 2014
c/o sala “Sichirollo”, Archivio di Stato, Via G. Sichirollo n.° 9/11 - Rovigo
Ingresso gratuito - Orari: 9.00/18.00.
Info: 042524051
Redattore: RENZA VALLESE
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SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER L’EMILIA ROMAGNA
La costruzione della memoria della
Grande guerra
Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna IBC-Soprintendenza
per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna
ANAI Sezione Emilia-Romagna
in collaborazione con Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale
Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale
Via Mentana 2 – Bologna
8 maggio 2014, ore 14,30-18,00
L'incontro affronta il tema della memoria della prima guerra mondiale
portando all’attenzione del pubblico fonti archivistiche, ricerche ed esperienze didattiche che possono offrire spunti per ulteriori attività; prosegue, in questo modo, la riflessione avviata lo scorso anno con il
seminario Echi di guerre a scuola (Bologna, 9 maggio 2013). Il seminario è rivolto prioritariamente ad archivisti e insegnanti.
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degli stabilimenti industriali delle Reggiane, è stata la dettagliata ricognizione effettuata nell'estate del 2009 da parte della Soprintendenza
per i beni librari e documentari dell’Istituto per i beni artistici culturali e
naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC). Essa ha reso possibile la
successiva emanazione nell'aprile del 2010 della dichiarazione di notevole interesse storico dell'archivio.
Interverranno
S. Alongi, Gli archivi dell’Associazione nazionale combattenti e reduci
in Emilia-Romagna. Prime riflessioni sulla base di un recente censimento
M. M. Plazzi, La memoria cercata. Percorsi nel sistema informativo regionale IBC Archivi
G. Bellosi, Verificato per censura. Scritture popolari romagnole nella
Grande guerra
C. Bombardieri, Folli o simulatori? documenti dall’archivio dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia
M. Carrattieri, L’assistenza civile: archivi reggiani
P. Mita, Memorie ritrovate: dalle carte al monumento immateriale ai caduti imolesi
A. Riva con gli studenti del Liceo Gioia di Piacenza (E. Maiello, F. Burzoni, D. Reggi, G. Panciroli),La guerra di pietra: dai banchi alle trincee
F. Baldelli, Prima guerra mondiale. Il Tempio monumento di Modena ai
suoi caduti
M. G. Bertani, M. Gavelli, E. Vecchietti, Legami di carta. Soldati in trincea, alunne tra i banchi: intersezioni tra archivi della Grande guerra
Coordina l’incontro:
A. Varni (Presidente Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna)
L’iniziativa si svolge nell’ambito di “Quante storie nella storia”- XIII settimana della didattica in archivio.
*
Recupero, riordinamento e inventariazione
dell'archivio delle "Officine Reggiane" di
Reggio Emilia
Fondata nel 1904 a Reggio Emilia con la denominazione di Officine
Meccaniche Reggiane, poi Reggiane Officine Meccaniche Italiane (Reggiane OMI), si è caratterizzata per vocazioni produttive sempre più diversificate. Fin dalle origini la produzione si è indirizzata al settore
meccanico: dapprima con la costruzione di carri per il trasporto ferroviario di merci, poi con la produzione di vagoni ferroviari e locomotive.
Dopo la costituzione nel 1933 dell’IRI, le Reggiane iniziarono a gravitare
nell’orbita del controllo azionario pubblico. Sul finire degli anni Trenta e
durante la seconda Guerra Mondiale l’azienda si distinse per la produzione bellica in generale, e aeronautica in particolare, con la progettazione e realizzazione di una serie di velivoli destinati all’aeronautica
militare italiana e poi all’aeronautica civile. Passato il periodo bellico,
segnato dalla distruzione di parte degli stabilimenti, la produzione riprese con nuovi orientamenti (zuccherifici, impianti minerari, dissalatori,
macchine per movimento terra) anche sui mercati internazionali. Alla
fine degli anni Sessanta entrò a far parte dell’EFIM (Ente Partecipazioni
e Finanziamento Industrie Manifatturiere) e da allora le Reggiane sono
sempre state controllate da questa holding di proprietà dello Stato italiano, fino alla liquidazione coatta amministrativa dell’Ente iniziata nel
1992. Nel 1994 le attività produttive furono cedute alla Società Officine
Meccaniche Fantuzzi s.p.a., mentre per l’involucro societario proseguiva
la procedura di liquidazione, gestita dalla società Ligestra s.r.l.
Dagli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta la produzione si è specializzata nel settore dei grandi impianti portuali e anche dopo la cessione dell’azienda a OMF Fantuzzi s.p.a., dando origine nel 1997 a
Fantuzzi Reggiane s.p.a., si è confermata come una delle maggiori entità a livello internazionale nella produzione di gru di grandi dimensioni
per container.
A seguito di difficoltà finanziarie del gruppo Fantuzzi, l'azienda è stata
ceduta nel 2009 all'americana Terex Corporation e in particolare alla
sua branca Terex Cranes.
L’archivio, di vaste dimensioni (oltre 2.000 mt. lin. di documentazione)
documenta tutte le attività di questo gruppo industriale dal 1904 fino al
2009. Tra le serie documentarie, di particolare pregio per vastità, qualità
e completezza è la raccolta dei progetti tecnici costituita da disegni, lucidi, lastre fotografiche e zincotipie, che comprendono tutta la vastissima
gamma dei prodotti a partire dagli anni Trenta fino agli inizi degli anni
2000.
Il primo intervento a tutela di questo ingente patrimonio, conservato fino
al 2011 negli scantinati della cosiddetta “palazzina direzionale” nell’area
Il recupero dell'archivio: interventi programmati e realizzati (2011-2014)
Allorché il 31 dicembre 2010 l’ultimo possessore, Terex Corporation, lasciò l’area delle Reggiane, trasferendo uffici e attività in provincia, l’archivio, fino allora ben custodito, si venne a trovare improvvisamente in
un ambiente abbandonato e soggetto a rapido degrado a causa dell’umidità.
La maggiore difficoltà da affrontare era l’individuazione di nuovi spazi
idonei ad accogliere una quantità ingente di documentazione che prima
Luciano Fantuzzi, poi anche la Società Ligestra dichiararono di voler
donare al Comune di Reggio Emilia, per le rispettive parti di cui erano
titolari, donazioni che sono state poi perfezionate fra tra il 2011 e il 2012.
Al fine di provvedere al recupero e alla salvaguardia dell’archivio, la Soprintendenza archivistica per l’Emilia-Romagna, il Comune di Reggio
Emilia e l’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia (Istoreco) stipularono nel 2011
una convenzione per la salvaguardia, il riordino e l’inventariazione dell’archivio storico delle Reggiane.
In base a tale accordo iniziavano nell’estate del 2011, e con il contributo
finanziario della Soprintendenza archivistica, le difficili operazioni di recupero della parte dell’archivio più antica e al tempo stesso più compromessa dall’umidità. Questa documentazione veniva trasferita presso
il Polo archivistico reggiano in via Dante Alighieri 11, gestito da Istoreco.
In seguito, sono stati individuati altri spazi dove collocare il resto della
documentazione: un magazzino di proprietà dello stesso Comune e il
Polo archivistico di Morimondo (MI) gestito dall’Archivio di Stato di Milano. Tra novembre e dicembre 2012 sono stati quindi completati anche
questi trasferimenti.
Nel mese di aprile 2012, grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Soprintendenza archivistica sui fondi dell’otto per mille dell’IRPEF a diretta
gestione statale relativi al 2010, è stato avviato, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archivistica, il riordinamento e l’inventariazione della documentazione custodita presso il Polo archivistico
reggiano. Il lavoro svolto da tre archivisti della Coop Le pagine di Ferrara
è proseguito per tutto il 2013, e contemporaneamente sono stati affrontati, sempre a cura della Soprintendenza, i primi interventi di carattere
conservativo (pulizia generale dai residui di muffe) e i primi restauri per
il materiale più danneggiato.
Il lavoro di inventariazione analitica per unità archivistica (complessivamente 3355 unità archivistiche) è terminato alla fine del 2013 e l’esito è
un inventario, definito parziale in quanto riguarda – come si è detto –
solo una parte dell’intero archivio, che è stato presentato in conferenza
stampa a Reggio Emilia il18 marzo 2014. In tale occasione è stata annunciata dal Comune di Reggio anche l’accessibilità dell’archivio da
parte del pubblico per la sua consultazione presso la sala di studio del
Polo archivistico di Reggio Emilia Questo risultato, per quanto importante, non esaurisce i progetti sull’archivio delle Reggiane, in quanto
tutti i soggetti finora coinvolti hanno affermato il proprio impegno a
creare le condizioni per la riunificazione dell’intero archivio (circa 2000
metri lineari di documentazione) in un unico luogo di conservazione,
dove possa essere riordinato, inventariato e quindi valorizzato nella sua
interezza.
Risultati conseguiti
Reggiane OMI. Presidenza, Segreteria e Amministrazione (1904-1994).
Inventario parziale (file PDF - 1,4 MB) a cura di Anna Casotto, Davide
Chieregatti, Valentina Andreotti, 2013
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ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA
Il Castello di Porta Galliera
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- Aprile 2014
di Gian Luca D'Errico e dei suoi allievi Michele Armellini, Luca Al Sabbagh, Samuele Reggiani, presso la sede dell'Accademia Nazionale di
Scienze, lettere e Arti di Modena, corso Vittorio Emanuele II, 59. La conferenza avrà come oggetto l'analisi di tre sedi inquisitoriali diverse, in
contesti culturali e cronologici differenziati: i rapporti fra inquisizione ed
episcopato sul controllo del ghetto ebraico di Cento nel XIX secolo (Michele Armellini); l'analisi dei reati di fede perseguiti dal tribunale di Reggio Emilia nel XVIII secolo, in particolare i crimini degli ecclesiastici
durante la confessione sacramentale (Luca Al Sabbagh); le pratiche magiche e i libri proibiti a Cavezzo nel Seicento perseguiti dall'Inquisizione
di Modena (Samuele Reggiani).
In programma giovedì 10 aprile alle ore 15,30 presso la sede dell'Archivio di Stato di Modena in corso Cavour 21 l'inaugurazione della mostra
“Eresie e magie tra Modena e Bologna. Il tribunale dell'Inquisizione
di Modena ed il controllo della fede sul territorio dopo la Controriforma”. La mostra è un ampliamento dell'esposizione realizzata a San
Giovanni in Persiceto ed è a cura di Matteo Al Kalak, Laura Bandini,
Grazia Biondi, Aurelia Casagrande, Patrizia Cremonini, Gian Luca
D’Errico, Rosa Lupoli, Carla Righi, Alberto Tampellini. Il percorso
espositivo intende analizzare il fenomeno inquisitoriale nel territorio modenese, ripercorrendo alcune tappe fondamentali della storia e delle
funzioni dei Tribunali dell'Inquisizione e proponendo un'analisi di alcuni
dei casi più interessanti affrontati a Modena.
La mostra sarà aperta fino al 20 settembre, visitabile il martedì dalle
15.30 alle17.30; il mercoledì dalle 10 alle 12.30; il sabato dalle 10 alle
12.30. Su prenotazione (te. 059230549) sarà possibile effettuare anche
visite guidate.
Redattore: MARIA CARFI'
Informazioni Evento:
Dal 09 aprile 2014 al10 aprile 2014
Modena, Archivio di Stato, corso Cavour, 21
Orario: lunedì e venerdì 9,00- 13,45 martedì e giovedì 9,00- 17,45 mercoledì 9,00- 16,45 sabato 9,00- 13,30
Telefono: 059230549
E-mail: as-mo@beniculturali.it
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Venerdì 11 aprile 2014, alle ore 17, presso l'aula didattica dell'Archivio
di Stato di Bologna (vicolo Spirito Santo, 2), si tiene la conferenza di
Giancarlo Benevolo (Musei Civici d’Arte Antica di Bologna) Il Castello
di Porta Galliera e il governo dei legati papali a Bologna (secc. XIVXV).
Giancarlo Benevolo ricostruisce la storia del castello di Porta Galliera a
Bologna, la fortezza urbana che le autorità ecclesiastiche innalzarono
per ben cinque volte allo scopo di consolidare l’appartenenza della città
allo stato pontificio e che i bolognesi distrussero per altrettante volte allo
scopo di riaffermare la propria autonomia.
Ingresso gratuito.
Archivio di Stato di Bolognatel. 051 223891; 051 239590as-bo@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
"Eresie e magie tra Modena e Bologna": inaugurazione della
mostra e conferenza su "Cento, Reggio Emilia e Modena,
storie di Inquisizioni e di identità collettive"
In programma due nuovi eventi nell'ambito del progetto a cura di Patrizia Cremonini "Il confine che non c'è. Bolognesi - Modenesi uniti
nella terra di mezzo" realizzato dall'Archivio di Stato di Modena in collaborazione con il Comune di San Giovanni in Persiceto ed il Consorzio
dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto.
Demoni, scongiuri e segullot
Mercoledì 16 aprile 2014, alle ore 16, presso l'Accademia Nazionale di
Scienze, Lettere e Arti di Modena (corso Vittorio Emanuele II, 59) l'ultimo
appuntamento del ciclo Il confine che non c'è. Bolognesi- Modenesi
uniti nella terra di mezzo, promosso dall'Archivio di Stato di Modena
in collaborazione con il Comune di San Giovanni in Persiceto e il Consorzio dei Partecipanti di San Giovanni in Persiceto.
La conferenza è a cura di Emma Abate, dottore di ricerca in ebraico e
filologia semitica (“La Sapienza” Università di Roma, 2006) e in Langues, Littrératures et civilisation Juives (EPHE, Parigi, 2010).
La letteratura magica attraversa le epoche storiche e infrange le frontiere, “il confine che non c’è”, presentando forme di trasversalità ed influenze reciproche tra mondo cristiano ed ebraico. È in questo quadro
che i manoscritti del fondo dell’Inquisizione dell’ASMO che contengono
incantesimi e ricette segrete saranno confrontati con alcuni manoscritti
ebraici medievali e moderni che sono stati ritrovati alla Genizah del
Cairo.
Attraverso l’analisi della struttura delle formule, saranno mostrate le caratteristiche dei testi magici e di pratiche e tecniche performative con
diverse finalità e scopi rituali. Una particolare attenzione sarà dedicata,
da un lato, al repertorio religioso presente nei testi magici (nomi santi,
angelici e divini, formule riprese dalla liturgia e dalla preghiera ecc.),
dall’altro, agli elementi che più si avvicinano all’universo e registro del
quotidiano (incantesimi d’amore, formule per la ricerca di tesori nascosti
o per ottenere la guarigione di malati ecc.).
Alcune testimonianze provengono da specifiche tradizioni popolari o
sono collegate ad esperienze mistiche. Con l’intenzione di delineare alcuni tratti salienti delle due tradizioni magiche cristiana ed ebraica, saranno messi in luce elementi di continuità ed aspetti peculiari a ciascuna
cultura, e il differente approccio delle istituzioni religiose ebraica e cristiana rispetto all’uso delle arti occulte: tolleranza o condanna?
Archivio di Stato di Modena
tel. 059 230549
as-mo@beniculturali.it
*
1° Maggio in archivio: apertura
straordinaria e visite guidate alla mostra
"Eresie e magie tra Modena e Bologna"
Si svolgerà mercoledì 9 aprile alle ore 16 la conferenza "Cento, Reggio
Emilia e Modena, storie di Inquisizioni e di identità collettive" a cura
In occasione del 1° maggio l'Archivio di Stato di Modena effettuerà
un'apertura straordinaria dalle ore 9,30 alle ore 18,30. Sono previste visite guidate alla mostra "Eresie e magie tra Modena e Bologna. Il tribunale dell'Inquisizione di Modena e il controllo della fede sul territorio
dopo la Controriforma". Le visite, per cui non è necessaria la prenotazione, si svolgono alle ore 10- 12- 15- 17, a cura di Rosa Lupoli e Patrizia Cremonini, curatrici della mostra.
DATA NEWS
on line
11
- Aprile 2014
ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA e LICEO MELCHIORRE GIOIA DI
PIACENZA
7 maggio, ore 17,00–18,30 Scalone e loggiato del Palazzo Farnese,
Piazza Cittadella 29 - Piacenza
Maledetta questa guerra, sono delle rovina
famiglie / Musica in trincea
La mostra è un ampliamento dell'esposizione realizzata a San Giovanni
in Persiceto ed è a cura di Matteo Al Kalak, Laura Bandini, Grazia
Biondi, Aurelia Casagrande, Patrizia Cremonini, Gian Luca D’Errico, Rosa Lupoli, Carla Righi, Alberto Tampellini. Il percorso espositivo intende analizzare il fenomeno inquisitoriale nel territorio
modenese, ripercorrendo alcune tappe fondamentali della storia e delle
funzioni dei Tribunali dell'Inquisizione e proponendo un'analisi di alcuni
dei casi più interessanti affrontati a Modena.
Redattore: MARIA CARFI'
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Modena, Archivio di Stato,corso Cavour, 21
Orario: 9,30- 18,30 - Telefono: 059230549
E-mail: as-mo@beniculturali.it
Sito web: http://www.asmo.beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA
Quante storie nella storia. XIII
Settimana della didattica in archivio
(5-11 maggio 2014)
Promossa da: Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna, IBC Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari della Regione EmiliaRomagna, ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Archivi di Stato , Province e Comuni
dell’Emilia-Romagna
Gli studenti della classe I scientifico A del Liceo Melchiorre Gioia leggono le lettere prodotte nel laboratorio di scrittura creativa Maledetta
questa guerra, sono delle rovina famiglie svolto nell’anno scolastico
2013-2014, coordinato dall’insegnante Manuela Veneziani e dall’archivista Anna Riva.
Partendo da lettere originali di soldati piacentini alla Grande Guerra di
diversa estrazione sociale e culturale, depositate in Archivio di Stato o
presso i discendenti dei militari, gli studenti hanno lavorato sia sui contenuti sia sul registro linguistico arrivando a immedesimarsi in uno studente interventista al fronte, in un contadino in trincea o nei famigliari
rimasti a casa. La classe ha prodotto anche un video che partecipa al
progetto – concorso Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per
valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni
dalla Prima guerra mondiale promosso da MiBACT, MIUR, Fondazione
Benetton, Rai Educational (http://www.articolo9dellacostituzione.it/).
Il video è stato realizzato con la collaborazione del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza e dell’Associazione Nazionale Invalidi e Mutilati di
guerra - Sezione di Piacenza.
A seguire Musica in trincea, concerto dell’orchestra del Liceo Gioia,
diretta dal professor Franco Marzaroli, che esegue musiche inerenti
alla Grande Guerra. La manifestazione ha il patrocinio del Comune di
Piacenza.
Informazioni: tel. 0523 338521 - e-mail: as-pc.salastudio@beniculturali.it
- www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it -www.piacenzaprimogenita150..it/
Si segnala anche:
Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna, Ibc-Soprintendenza
per i Beni Librari e Documentari della Regione Emilia-Romagna, AnaiSezione Emilia-Romagna in collaborazione con Centro Italiano di Documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale
8 maggio, ore 14,30-18,00 – Centro italiano di documentazione sulla
cooperazione e l’economia sociale, Via Mentana 2 - Bologna
La costruzione della memoria della Grande guerra
Seminario. Coordina l’incontro Angelo Varni (Presidente Istituto Beni
Culturali della Regione Emilia-Romagna)
Fra i relatori: Anna Riva (AS Piacenza) ad illustrare il tirocinio svolto
con quattro studenti del Liceo Gioia di Piacenza, La guerra di pietra: dai
banchi alle trincee.
Info e prenotazioni: tel. 051-225748 (SAER) / 051-5276637 (IBC) - email:
mauro.maggiorani@beniculturali.it
(SAER)
/
mcristoni@regione.emilia-romagna.it (IBC) - www.sa-ero.archivi.beniculturali.it / www.ibc.regione.emilia-romagna.it
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ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
Carte a rischio.
Sulle tracce di una memoria sommersa
Lunedì 5 maggio 2014 alle ore 10, presso l'Archivio di Stato di Firenze,
si terrà il convegno "Carte a rischio. Sulle tracce di una memoria
sommersa".
Organizzato dalla Direzione Generale per gli Archivi e dal Centro di documentazione Archivio Flamigni, in collaborazione con l'Archivio di Stato
di Firenze, la Soprintendenza Archivistica per la Toscana e la Rete degli
Archivi per non dimenticare, il convegno si propone di dare rilievo alle
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DATA NEWS
fonti documentarie toscane sul terrorismo e la criminalità organizzata e
di far emergere le questioni da affrontare nel loro trattamento e nella
loro gestione.
Il convegno, che ha avuto il patrocinio della Camera dei Deputati, sarà
l'occasione per presentare il software, realizzato da Hyperborea, per la
pubblicazione online delladocumentazione prodotta dalla Commissione
parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2. Il software, basato
sul web semantico e sulle ultime innovazioni di questa tecnologia, rappresenta una nuova modalità per la gestione e la ricerca di informazioni
sui contenuti.
Programma
ore 10 | indirizzi di saluto
Rossana Rummo, Direttore generale per gli archivi
Manlio Milani, Presidente Casa della memoria di Brescia
interverranno nel corso della giornata
Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana
ore 10.30 | le fonti documentarie negli archivi di Stato toscani
Carla Zarrilli, Le fonti per il terrorismo e la criminalità organizzata: una
panoramica negli Archivi di Stato della Toscana
Paola Benigni, "L'Archivio e collezione Licio Gelli" donati all'Archivio di
Stato di Pistoia
Salvatore Favuzza e Simone Sartini, Per la salvaguardia della memoria contemporanea: il recupero delle carte dell'Archivio di Gabinetto della
Questura di Firenze
coordina: Mauro Tosti Croce
ore 11.30 | archivi privati, istituzionali e centri di documentazione toscani
Emilio Capannelli, Uno sguardo d'insieme sullo stato delle fonti private
in Toscana
Monica Valentini, Le carte della Commissione speciale d'indagine sull'eversione nell'Archivio del Consiglio Regionale della Toscana
Andrea Biondi, Le carte conservate presso il Centro della cultura della
legalità della Regione Toscana
Monica Galfrè, La ricerca e le fonti archivistiche: problemi e risorse
coordina: Diana Toccafondi
ore 15 | presentazione della pubblicazione online degli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2
intervengono Benedetta Tobagi, Francesco Maria Biscione,Giuliano
Turone
ore 16 | tavola rotonda - le fonti sul terrorismo e la criminalità organizzata: problemi aperti
intervengono Giulia Barrera, Paola Carucci, Nicola Labanca, Ilaria
Moroni, Micaela Procaccia, Elio Varriale
coordina: Silvia Della Monica
Info:
Lunedì 5 maggio 2014, ore 10
Archivio di Stato di Firenze, viale della Giovine Italia 6
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ARCHIVIO DI STATO DI LUCCA
Tenersi al vecchio più che si possa
La mostra Tenersi al vecchio più che si possa, organizzata per le celebrazioni del V centenario delle Mura di Lucca, si inaugura giovedì 24
aprile presso l'Archivio di Stato di Lucca (piazza Guidiccioni, 8) e sarà
visitabile fino al 28 giugno 2014.
Sono esposti alcuni progetti, disegni e documenti, molti dei quali inediti,
sui lavori di fortificazione della città, protrattisi per più di un secolo e sull'attività di governo dell’antico Stato cittadino e sul suo territorio, così
come modelli antichi di bocche da fuoco, pannelli lignei del sec. XVII
che illustrano i vari sistemi di fortificazione, ed alcuni quadri in relazione
alle porte cittadine. Sono presenti anche abiti ed oggetti legati all’antico
Governo aristocratico. Viene presentata altresì la grandissima mappa
del territorio lucchese, risalente al 1744, mai più esposta al pubblico
dalla caduta della Repubblica di Lucca.
on line
- Aprile 2014
orario: dal martedì al venerdì: 10-12; sabato, domenica e lunedì: 10-18
aperture straordinarie: 25 aprile e 1° maggio
ingresso libero
Archivio di Stato di Lucca
tel. 0583 491465
as-lu@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI PRATO
Documenti del Sacco di Prato e la sua
divulgazione letteraria e cinematografica
Un incontro con la Direttrice dell'Archivio Maria Raffaella de Gramatica
e il regista Mirco Rocchi per scoprire come i documenti originali dell'epoca e le interpretazioni letterarie successive hanno nel tempo contribuito a raccontare, reinventare e interpretare l'evento storico che
segnò la storia della città. A seguire la proiezione del film 'La Ballata
del Sacco di Prato. A. D. 1512' di Mirco Rocchi, una docu-fiction prodotta dall'Associazione culturale Alifer con la collaborazione del Teatro
Metastasio
Stabile della Toscana, con il concorso dterminante del Corso di laurea
in Pro.Ge.A.S. dell'Università degli Studi di Firenze e con il sostegno di
Comune di Vaiano, Rotary Club e Rotary Club Filippo Lippi Prato, Fondazione Cariprato - Banca Popolare di Vicenza.
Informazioni Evento:
12 aprile 2014
Prato, Archivio di Stato, Via Ser Lapo Mazzei, 41
Orario: 10.00 - Telefono: 0574 26064
E-mail: as-po.salastudio@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI SIENA
Storia del 113° Reggimento di Fanteria di
Linea francese
DATA NEWS
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- Aprile 2014
Mercoledì 16 aprile 2014, alle ore 17.15, presso l'Archivio di Stato di
Siena (via Banchi di Sotto 52), si tiene la presentazione del volume di
Antonio Sanò , Storia del 113° Reggimento di Fanteria di Linea francese (1808-1814).
L'iniziativa è organizzata dall'Archivio di Stato di Siena e dal Club Unesco di Siena.
Intervengono: Raffaele Ascheri, saggista di Storia contemporanea;
Massimo Borgogni, Università degli studi di Siena; Paolo Coturri, Società italiana di Storia militare. Sarà presente l’autore.
Per informazioni
tel. 0758741152
museo@comune.marsciano.pg.it
Archivio di Stato di Siena
tel. 0577 247145
as-si@beniculturali.it
L'archivio di Margherita Incisa di Camerana e di
Elia Rossi Passavanti e carte aggregate.
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FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
DI TERNI
Inventari a cura di A. Liberati e R. Clerici, coordinamento scientifico di
S. Laudenzi e E. David
MUSEO DELLE BICCHERNE E
MOSTRA DOCUMENTARIA
giovedì 1° Maggio 2014
Apertura straordinaria
Museo delle Tavolette di Biccherna, dei Codici Miniati e
mostra documentaria.
Esposizione sul soprano marietta piccolomini (sec. Xix)
Orario di apertura: dalle 8,30 alle 19,00
- ultimo accesso ore 18,30 Ingresso Gratuito
Redattore: LORELLA VALENTI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Siena, Museo delle Biccherne - Archivio di Stato, Banchi di Sotto, 52
Orario: 8.30 - 19.00
Telefono: 0577/247145 - Fax: 0577/44675
E-mail: as-si@beniculturali.it
Sito web: http://archiviostato.si.it/assi/
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Nel corso dell'incontro, che si terrà alle ore 16.30, verrà presentato il
volume che raccoglie gli inventari di due importanti archivi privati: quello
della marchesa Margherita Incisa di Camerana -volontaria della Croce
Rossa durante le due guerre mondiali e unica donna a fare parte della
Federazione Nazionale Arditi d'Italia - e quello del marito il conte Elia
Rossi Passavanti , valoroso combattente insignito di due medaglie d'argento, una medaglia d'oro e una croce al valor militare.
ARCHIVIO CIVICO DI MARSCIANO
(PG)
Del diletto e l’istruzione
Redattore: FABRIZIA TREVISAN
Informazioni Evento:
04 aprile 2014
Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni - Corso Tacito 49
Orario: 9-12 - Telefono: 0744421330 - Fax: 0744421349
E-mail: segreteria@fondazionecarit.it
Venerdì 11 aprile, alle ore 17, a Marsciano (PG), presso il Palazzo Pietromarchi - Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte, si inaugura
la mostra Del diletto e l’istruzione.
La mostra ripercorre, attraverso documenti, foto e disegni, le vicende e
l’attività del Teatro della Concordia, costruito su progetto di Nazareno
Biscarini dal 1875 al 1897. Il teatro fu luogo non solo di rappresentazioni
teatrali, ma anche serate di beneficienza, serate danzanti, festeggiamenti per militari reduci, conferenze.
La documentazione esposta proviene dall’Archivio storico comunale di
Marsciano e da archivi privati.
La mostra rimarrà aperta dall’11 aprile al 26 maggio 2014.
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ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
1° maggio 2014
L’Archivio Centrale dello Stato aderisce all’iniziativa promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che prevede l’apertura straordinaria di molti istituti culturali e luoghi d’arte statali nella
giornata del 1° maggio, al fine di promuovere e incentivare la conoscenza del patrimonio culturale nazionale.
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DATA NEWS
Il programma prevede l’apertura dalle 9 alle
20:
h. 9,30 - 10,30 - 12,30 e 15,00 - 16,00 - 1700
Visite guidate alla sala di studio, alla biblioteca
e ai depositi dell’Archivio e illustrazione del patrimonio documentario conservato.
Al termine delle visite sarà possibile consultare
le postazioni informatiche presso la Sala di studio.
(gruppi di 15 persone, si consiglia la prenotazione)
Dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 sarà
aperta al pubblico anche la nuova sala Mario
Serio, dedicata alla conservazione e consultazione degli archivi di architettura; nella sala
sono conservati disegni e modelli riferibili ai più
eminenti architetti che hanno operato nella
città di Roma.
Attraverso immagini e documenti, saranno illustrati alcuni tra i più significativi progetti delle
collezioni.
(gruppi di 15 persone, si consiglia la prenotazione).
h.11 Sala Convegni
Proiezione di un filmato sul 1° maggio a cura
di RAI Storia (durata 1 h) e di filmati tratti dal
fondo archivistico United Information Services
(USIS) (durata 30’)
h. 17,00 Sala Convegni
Proiezione del film Mussolini. Il cadavere vivente, realizzato da Rai Educational/Rai Storia
in collaborazione con 'La Grande Storia' di Rai
3 e con l'Archivio Centrale dello Stato, vincitore
dell'Eutelsat Tv Award 2013 (durata del film 2
h)
Info e prenotazioni: 06/54548538 o
acs.urp@beniculturali.it
Archivio Centrale dello Stato – Piazzale degli
Archivi 27 – 00144 Roma
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ARCHIVIO DI STATO DI
RIETI
Venerdì 11 aprile 2014 - ore 17.30
Istituto per la Storia dell’Umbria
Contemporanea
Slow Food condotta di Orvieto
Presentazione del volume
“Strampelli. la rivoluzione
del verde”
ISUC/presidente ISUC
Carla Lodi Slow Food condotta di Orvieto
Presentano il volume
Manuel Vaquero Pineiro Università di Perugia
Norberto Pogna Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali
Coordina
Renato Covino vicepresidente ISUC
Interviene
Az. Agricola janas
Sarà presente l’Autore
Segue degustazione prodotti dell’Orvietano a
cura della condotta Slow Food
*
CE3REALIA - CORPO FORESTALE DELLO STATO ISPETTORATO GENERALE
Presentazione del libro
“Strampelli.La rivoluzione verde”
di Roberto Lorenzetti – Archivio di Stato di
Rieti
15 aprile 2014 – ore 17.30
Roma, 15 aprile 2014. Si terrà, a partire dalle
ore 17.30, presso l’Ufficio relazioni con il pubblico del Corpo Forestale dello Stato (via Antonio Salandra, 44), la presentazione del libro
“La rivoluzione verde” curato da Roberto Lorenzetti, Direttore dell’Archivio di Stato di Rieti,
dedicato alla figura di Nazareno Strampelli.
L’evento è promosso dagli organizzatori del festival Cerealia in collaborazione con il CFS.
La figura di Strampelli, forse un po’ troppo rapidamente dimenticata, verrà tratteggiata dall’autore, con i contributi di Marina Carcea,
C.R.A. (Centro di ricerca per gli alimenti e la
nutrizione), Carlo Hausmann, Direttore generale ARM (Azienda Romana Mercati), Paola
Sarcina, Direttore artistico Festival Cerealia e
Edoardo Isnenghi, Slow Food Rieti. Introduce
V.Q.A.f. Nicolò Giordano - Corpo forestale
dello Stato
Interventi del pubblico
A seguire Aperitivo “Strampelli” con prodotti
biologici e grani antichi
*
Rieti 1944. Guerra,
resistenza, liberazione
Sorbini/Mario
Tosti
direttore
- Aprile 2014
tri, Leonessa insieme ad altri centri della Valnerina.
Nella mostra saranno esposti i documenti originali dei rapporti di polizia, le relazioni della
questura, le carte della brigata partigiana
“Gramsci” insieme alle foto dei bombardamenti
della città, dei partigiani in montagna fino a
quelle della liberazione di Rieti.
Alcuni pannelli riguarderanno la figura di Cleonice Tomassetti di Caprodosso, tra i più noti
personaggi femminili della resistenza italiana,
fucilata insieme ad altri 42 partigiani a Verbania.
La prima bacheca della mostra conterrà le
carte riguardanti il processo a Herbert Kappler,
recentemente acquisite dall’Archivio di Stato.
Saranno presenti anche gli appunti del presidente del tribunale che condannò all’ergastolo
Kappler, i disegni delle fosse ardeatine e una
relazione eccezionale acquisita agli atti.
Si tratta di manoscritto autografo del colonnello
Massimo Adolfo Vitale, il primo a porsi il problema di cosa fosse accaduto agli ebrei partiti
verso ignota destinazione. Egli creò un ufficio
di ricerca delle persone e, quando realizzò che
quelle persone non sarebbero mai tornate, iniziò a raccogliere documenti e a fare ricerche.
Di fatto, Vitale fu l’autore della prima lista di deportati dall’Italia. Nel 1947 accompagnò due
sopravvissuti in Polonia a testimoniare nel processo contro il direttore del campo di Auschwitz, Rudolf Hoss. Quando nulla si sapeva
su Auschwitz, Vitale fu il primo in Italia a visitare quel campo di concentramento e a darne
poi testimonianza scritta, probabilmente proprio con questo scritto nel quale si descrive il
funzionamento dei campi di sterminio.
Un’altra parte della mostra sarà allestita presso
il rifugio antiaereo sottostante la caserma Verdirosi e sarà visitabile solo su prenotazione dal
prossimo 16 maggio in base a un programma
che si potrà seguire sul sito dell’Archivio di
Stato di Rieti.
Dopo l’inaugurazione della mostra, Renato Covino (Università di Perugia - ISUC) presenta il
libro di Nicola Ravaioli Viaggio nel fascismo
reatino. Si dà così avvio a una serie di presentazioni di libri sul tema del fascismo e della resistenza, che culmineranno con un convegno
sullo stesso argomento il 12 giugno 2014.
Archivio di Stato di Rieti
tel.0746 204297
as-ri@beniculturali.it
*
Presentazione del libro di Antonio Cipolloni
Wheat science: the green revolution of Nazareno Strampelli
MIBAC - Archivio di Stato di Rieti, 2012
di Roberto Lorenzetti
Palazzo del Gusto via Ripa Serancia, 1Orvieto
Saluti
Alberto
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“ECCIDIO SUL TANCIA. MONTE
SAN GIOVANNI IN SABINA. 7
APRILE 1944”,
edito dal Comune di Monte San Giovanni.
Giovedì 24 aprile, alle ore 16.30, presso l’Archivio di Stato di Rieti, si inaugura la mostra
storico-documentaria Rieti 1944. Guerra, resistenza, liberazione.
Il 1944 fu l'anno del bombardamento del
Borgo, dei tragici eccidi nazifascisti del Tancia,
di Leonessa, delle Fosse Reatine e di Poggio
Bustone, ma anche quello della liberazione di
Rieti e della istituzione della prima zona libera
d’Italia che includeva Poggio Bustone, Rivodu-
Parteciperanno il sindaco di Monte San Giovanni Renato Avicenna
e il generale Enzo Climinti. Sarà presente
l’autore.
16 maggio ore 16,30
Sala convegni dell'Archivio di Stato di Rieti
*
Presentazione del libro di Tommaso Rossi
“TRACCE DI MEMORIA. GUIDA AI
LUOGHI DELLA RESISTENZA E
DEGLI ECCIDI NAZIFASCISTI IN
UMBRIA” (e parte del reatino).
DATA NEWS
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- Aprile 2014
Partecipano Mario Tosti e Angelo Bitti.
Sarà presente l’autore.
*
30 maggio ore 16,30
Sala convegni dell'Archivio di Stato di Rieti
Presentazione del libro di Nino Chiovini
“CLASSE III^ B. CLEONICE
TOMASSETTI.
VITA E MORTE”.
Parteciperà la professoressa Maria Silvia Caffari
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ARCHIVIO DI STATO DI
PESCARA
Da Castellamare a Pescara.
Percorsi cromatici dalla
ricerca d'archivio alla
pittura.
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA
CAMPANIA
P a la z z o Marigliano: vis ita
d ell 'appartame nto
a l piano nobile
La Soprintendenza Archivistica per la Campania aprirà la sua prestigiosa sede di Palazzo
Marigliano al pubblico giovedì 1° maggio 2014
dalle ore 8.00 alle 14.00. Saranno effettuate
proiezioni multimediali volte ad illustrare i compiti e le attività della Soprintendenza Archivistica e a diffondere la conoscenza del
patrimonio archivistico vigilato. Sarà inoltre
possibile visitare la monumentale sede dell’Istituto: l’appartamento al piano nobile di Palazzo
Marigliano.
Redattore: ANGELA SPINELLI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Napoli, Soprintendenza Archivistica per la
Campania
Via San Biagio dei Librai, 39
Orario: 8.00 -14.00
Telefono: 0814935501 - Fax: 0815517115
E-mail: sa-cam@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI
AVELLINO
Cultura della non
violenza
specchio non riflette, edito dalla casa editrice
Centro Culturale Studi Storici “ Il Saggio”.
L’ autrice. Maria Ronca è poetessa e scrittrice.
E’ impegnata in attività formative e di progettazione a favore di soggetti svantaggiati. Aderisce
al
Comitato
ARI
(+Azioni+Relazioni+Iniziative) per costruire un
centro antiviolenza ad Avellino.
L’opera. E’ una raccolta di 12 storie di donne,
vittime di violenza. Storie vere raccontate dalle
stesse protagoniste all’autrice. Donne rinate a
vita nuova, pronte a riscrivere la propria vita e
a dare un senso al dolore.
Solo conoscendo il vissuto delle donne si può
avere lo slancio per continuare a costruire una
società più giusta per tutti.
Alle 16.30 il saluto del direttore Carlo Guardascione, cui farà seguito l'intervento dell’assessore alle pari opportunità, Marianna
Domenica Lomazzo.
Subito dopo ci saranno gli interventi di Paolo
Saggese, critico letterario, di Giuseppe Barra,
presidente del Centro Culturale Studi Storici " Il Saggio", di Amalia Benevento, professoressa dell'Istituto Publio Virgilio Marone, di Ornella Petillo, presidente Associazione Più Ari
e di Maria Ronca, autrice del libro.
A seguire la proiezione del cortometraggio
“Dentro la Notizia” realizzato dall’autrice, con
l’ obiettivo di diffondere la cultura della non violenza.
La documentazione archivistica e libraria,
com’è consuetudine dell’Istituto, sarà presente
in mostra con una sezione dedicata alla violenza sulla donna. Sono documenti tratti dal
fondo Regia Udienza di Montefusco, dai protocolli notarili e dalla Corte d' Assise di Avellino,
con le dirette testimonianze delle protagoniste.
Redattore: AMALIA DELLA SALA
Informazioni Evento:
11 aprile 2014
Avellino, Archivio di Stato, via Verdi, 15-17
Orario: lunedì - venerdì 7.45 - 19.15 ; sabato
7.45 - 14.00
Telefono: 0825779111 - Fax: 0825779516
E-mail: as-av@beniculturali.it
Sito web: http://www.asavellino.beniculturali.it
*
“1° maggio in Archivio”
“Cultura della non violenza”. Questo è il tema
dell’incontro-dibattito in calendario venerdì 11
aprile 2014, presso la sede dell’Archivio di
Stato di Avellino in via Verdi, n. 17 - dell'ex carcere Borbonico.
L'Archivio di Stato di Pescara aderisce all'apertura straordinaria del 1° maggio con la mostra
personale della pittrice Marialuisa Torlontano.
Giovedì 1° maggio dalle 07.40 alle 13.40
presso AURUM la fabbrica delle idee. Ingresso
mostra anche da via F. Palizzi
Redattore: ANGELA MARIA APPIGNANI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Pescara, Archivio di Stato
Orario: 07.40 - 13.40
Telefono: 0854549724 - Fax: 0854549724
E-mail: angelamaria.appignani@beniculturali.it
http://www.archiviodistatopescara.beniculturali.it
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Durante la manifestazione ci sarà la presentazione del libro di Maria Ronca, Quello che lo
L’Archivio di Stato di Avellino aderisce all’apertura straordinaria del primo maggio di musei,
siti monumentali e aree archeologiche, di archivie biblioteche ubicati in sedi monumentali,
programmata, in tutta Italia, dal Ministero dei
beni e delle attività culturali e del turismo al fine
di far conoscere e riscoprire il prezioso patri-
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DATA NEWS
monio culturale e artistico.
L’Istituto, quindi, in coerenza con il comune impegno di rilancio dell’offerta culturale e al fine di incrementare la conoscenza da parte di tutto
il pubblico dei valori che il patrimonio archivistico è in grado di esprimere, dedica la festa dei lavoratori ad una visita culturale all’archivio.
E’sede dell’Istituto il complesso monumentale dell’ex “ Carcere Borbonico” costruito nei primi decenni dell’Ottocento nell’ambito delle nuove
idee sull’edilizia penitenziaria. L’archivio occupa uno dei bracci dell’edificio, quello destinato alla sezione femminile ed è stato interessato da
laboriosi e complessi interventi di restauro e recupero ultimati nel 2007.
I visitatori, attraverso visite guidate alla struttura, la lettura di documenti
esposti sul lavoro delle donne, avranno modo di acquisire dati e aspetti
di uno degli edifici maggiormente caratterizzanti la storia della città di
Avellino.
Il percorso di visita continuerà al primo e secondo piano e si concluderà
con l’accesso ai depositi dove sono conservati circa 11 Km. di documentazione.
Redattore: AMALIA DELLA SALA
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- Aprile 2014
ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI
APERTURA STRAORDINARIA
1 MAGGIO 2014
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Avellino, Archivio di Stato, Via Verdi, 15/17
Orario: 8,00-20,00
Telefono: 0825779111 - Fax: 0825779516
E-mail: as-av@beniculturali.it
Sito web: http://www.asavellino.beniculturali.it
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO
1° maggio in Archivio
L'Archivio di Stato di Napoli aderisce all'apertura straordinaria del 1
maggio 2014. In tale occasione sarà possibile visitare gli spazi monumentali collocati al primo, terzo e quarto piano dell'ex monastero dei
SS. Severino e Sossio, sede dell'Archivio, e le mostre Napoli capitale
europea, Mostra del Patrimonio Culturale Storico-Artistico delle Scuole
e Le scuole napoletane all'Esposizione di Parigi 1900.
L'apertura al pubblico, con ingresso gratuito, è dalle ore 9 alle ore 14.
Visite guidate alle ore 10, 11 e 12.
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Napoli, Archivio di Stato, piazzetta del Grande Archivio
Orario: dalle ore 9 alle ore 14. Visite guidate alle ore 10, 11 e 12.
Telefono: 0815638111
E-mail: as-na@beniculturali.it
* * *
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER LA PUGLIA
Apertura straordinaria - 1° maggio 2014
L’Archivio di Stato di Benevento partecipa al progetto di apertura straordinaria del 1° maggio di musei, siti monumentali e aree archeologiche,
Archivi e Biblioteche promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo per l’anno 2014.
Al fine di incrementare la fruizione del patrimonio conservato, per far
conoscere la sede dell’Istituto e le attività da esso promosse, l’Archivio
di Stato sarà aperto al pubblico per l’intera giornata dalle ore 9 alle 21
consentendo la visita alle mostre allestite.
Redattore: LUISA GRIMALDI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Archivio di Stato di Benevento
Orario: ore 9 - 20,30
Telefono: 082425414 - Fax: 082424655
E-mail: as-bn@beniculturali.it
* * *
Apertura al pubblico di Palazzo Sagges, sede della Soprintendenza Archivistica della Puglia in Bari (città vecchia),dalle ore 8.45 alle ore 19.45,
con il seguente programma:
-visite guidate al palazzo, in Stada Sagges 3, Bari (città vecchia) alle
ore 9.30, 11.30, 16.30, 18.30;
-visite guidate alla mostra documentaria "Donne in trincea"allestita al
piano terra dell'Istituto;
- presentazione, nella sala conferenze della sede, del sito web e delle
attività istituzionali nel settore degli archivi non statali pugliesi;
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- Aprile 2014
- proiezioni di immagini /slide su archivi delle bande musicali, scolastici
e teatrali.
Redattore: ANGELA MUSCEDRA
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Bari, Palazzo Sagges, sede della Soprintendenza Archivistica per la Puglia
Orario: ore 8.45 - 19.45
Telefono: 080.5789411 - Fax: 080.5789462
E-mail: sa-pug@beniculturali.it
ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA
Mostre documentarie "Palazzo Dogana" e “Il Regno
di Napoli nella cartografia di G. A. Rizzi Zannoni”
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ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI
GIOVEDI’ 1° MAGGIO 2014
APERTURA STRAORDINARIA dalle 9,00 alle 20,00
Ingresso libero e gratuito - ultimo ingresso alle ore 19,30
VISITE GUIDATE per gruppi : mattina - alle 10,00 e alle 12,00
pomeriggio - alle 16,30 e alle 18,30
In occasione dell'apertura straordinaria del 1° Maggio l'Archivio di Stato
di Foggia effettua a Palazzo Dogana il riallestimento della mostra documentaria “Palazzo Dogana” realizzata in occasione del conferimento
all’antico edificio da parte dell’UNESCO del riconoscimento di “Monumento testimone di una cultura di pace” mentre a Palazzo Filiasi presenta la mostra documenta “Il Regno di Napoli nella cartografia di G. A.
Rizzi Zannoni”. Le due esposizioni sono visitabili dalle ore 8.30 alle ore
19.30.
Redattore: VIVIANO IAZZETTI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Foggia, Archivio di Stato di Foggia, sedi di Palazzo Dogana e Palazzo
Filiasi
Orario: 8.30 - 19.30
Telefono: 0881.721696 - Fax: 0881.777879
E-mail: as-fg@beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA
In occasione del 1° maggio il Ministero dei beni e delle attività culturali
e del turismo offre la possibilità a tutti gli italiani e ai turisti stranieri di
conoscere e riscoprire il grande patrimonio culturale e artistico italiano
aprendo i musei, i siti monumentali, le aree archeologiche più rilevanti
e anche gli archivi e le biblioteche ubicati in sedi monumentali.
Nell’ambito di questo progetto di rilancio dell’offerta culturale, l’Archivio
di Stato di Brindisi effettuerà l’apertura straordinaria al pubblico per l’intera giornata di giovedì 1° maggio dalle ore 9,00 alle 20,00.
Accompagnati dai funzionari dell’Istituto, sarà possibile visitare la sede
monumentale dell’Archivio e conoscere la sua storia dalla fondazione
del convento di S. Teresa, avvenuta alla fine del XVII secolo grazie alla
donazione fatta ai carmelitani scalzi dal sacerdote brindisino Francesco
Monetta, alla presenza dei padri carmelitani fino all’Unità d’Italia, poi
l’utilizzo come caserma con la denominazione “Gabriele Manthonè” e il
passaggio al demanio e la destinazione a sede dell’Archivio di Stato.
Nel corso delle visite guidate sarà presentato il cospicuo patrimonio documentario conservato, relativo alla storia della città e dei comuni della
provincia nell’arco cronologico che va dalla fine del 1500 agli anni cinquanta del Novecento. Saranno mostrati alcuni dei documenti più significativi quali i catasti antichi e onciari, le platee, i volumi notarili, le
pergamene, i registri dello Stato civile e ancora piante, disegni e planimetrie. Inoltre saranno illustrati i compiti dell’Istituto e i servizi offerti al
pubblico.
Archivio di Stato di Brindisi, piazza S. Teresa, 4 - 72100 Brindisi
info 0831/523412
e-mail as-br@beniculturali.it
sito web: www.asbrindisi.beniculturali.it
facebook: www.facebook.com/pages/Archivio-di-Stato-di-Brindisi
Comunicato stampa a cura dell’Archivio di Stato di Brindisi
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Apertura straordinaria 1 maggio 2014
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DATA NEWS
Al fine di promuovere e incentivare la conoscenza del Patrimonio culturale, l’Archivio di Stato di Cosenza aderisce all’apertura straordinaria
prevista dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per
il 1° maggio 2014. Dalle ore 8.00 alle ore 20.00 è possibile visitare il cinquecentesco Complesso Monumentale di San Francesco di Paola, sede
dell'Istituto, e conoscere le possibilità di studio e di ricerca offerte del
patrimonio documentario in esso conservato.
Redattore: PAOLO SICILIANI
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Cosenza, Archivio di Stato, Via Gian Vincenzo Gravina, 12
Orario: 08:00-20:00
Telefono: 0984791790 -Fax: 0984793120
E-mail: as-cs@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatocosenza.beniculturali.it
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ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO CALABRIA
La memoria delle idee. Storie, volti
e figure della società melitese
tra '800 e '900.
Mostra documentario-fotografica.
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- Aprile 2014
constatò la necessità di un Servizio Idrografico nazionale che provvedesse al rilevamento delle caratteristiche dei corsi d'acqua. In particolare, nella provincia di Reggio Calabria, negli ultimi trent'anni ha avuto
un incremento la produzione di studi sull'ambiente in generale e sul dissesto idrogeologico, che sono anch'essi fonti documentarie (scritte, iconografiche, multimediali, sonore, visive), conservate nelle decine di
archivi pubblici presenti sul territorio e oggetto di studio e consultazione.
Le ricerche d'archivio che coprono intervalli di tempo significativi, permettono la "lettura" del territorio e di ricavare informazioni sui fenomeni
idrologici e geomorfologici anche di un recente passato, di cui allo stato
attuale non rimane traccia visibile. Non solo, anche di approfondire la
conoscenza di innesco, i principali fattori scatenanti (naturali ed artificiali), tempi e modalità dei fenomeni e infine di acquisire informazioni,
spesso dettagliate, sugli effetti sul territorio.
Durante l'incontro, organizzato dal Centro internazionale scrittori della
Calabria e dall'Assessorato alla cultura e alla legalità dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, sono previsti i saluti del dott.
Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla cultura e alla legalità
dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, del Prof. Alberto
De Capua, Prorettore del Dipartimento d’arte dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria e gli interventi della dott.ssa Francesca Tripodi,
Soprintendente Archivistico per la Calabria e del Prof. Ottavio Amaro,
Docente di Composizione architettonica del Dipartimento d’arte dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Redattore: ANGELINA DE SALVO
Informazioni Evento:
1 aprile 2014
Reggio di Calabria, Palazzo della Provincia, Sala Biblioteca
Orario: Ore 16.30
Telefono: 096529910 - Fax: 0965-812441
E-mail: sa-cal@beniculturali.it
Sito web: http://www.sa-cal.archivi.beniculturali.it/
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ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA
1943 Dopo il dramma, il ritorno della
democrazia
Apertura straordinaria Archivio di Stato di Catania
1° maggio 2014.
La mostra raccoglie e propone iconografie e documenti peculiari e stimolanti che consentono di ripercorrere la storia sociale di Melito tra 800
e 900 attraverso la microstoria dei melitesi illustri.
Uomini, quindi, che si sono preoccupati di rappresentare concretamente
i valori civili e morali, incidendo con la loro azione al progresso sociale
ed intellettuale della propria Terra e dell’Italia intera.
La mostra sarà inaugurata in occasione del convegno
…Ma la nostra, è tutta un’altra Storia… promosso dalla Fidapa
- Sezione di Melito Porto Salvo,
che si terrà sabato 3 maggio alle ore 17,30 presso la sala convegni del
Vecchio Mercato Coperto di Melito Porto Salvo.
Redattore: ANNA LAURENDI
Informazioni Evento:
3 maggio 2014
Melito di Porto Salvo, Archivio di Stato di Reggio Calabria
Orario: 9,00-13,00
Telefono: 09656532218
E-mail: as-rc@beniculturali.it
Sito web: http://archiviodistatoreggiocalabria.beniculturali.it
* * *
BIBLIOTECA PROVINCIALE DI
REGGIO CALABRIA
Fonti d'archivio. La cura del territorio nella
provincia di Reggio Calabria:
dissesto idrogeologico
Il convegno avrà come tema centrale l'analisi della cura del territorio
nella provincia di Reggio Calabria, attraverso la ricerca e lo studio delle
fonti degli archivi pubblici, con particolare riferimento al dissesto idrogeologico. I processi che modificano il territorio, con effetti spesso distruttivi e devastanti sull'ambiente e sulle opere, sulle attività e sulla
stessa vita dell’uomo, non si svolgono sempre in tempi relativamente
rapidi, per cui sono necessari anche dati e informazioni del passato per
una consapevole conoscenza della comprensione dei fenomeni che regolano una tale evoluzione dei fenomeni. Abusivismo edilizio, cementificazione selvaggia, abbandono delle aree montane, agricoltura
intensiva: sono anche questi fattori che hanno contribuito in maniera
determinante a sconvolgere l’equilibrio idrogeologico. Già nel 1800 si
La mostra 1943. Dopo il dramma, il ritorno della democrazia focalizza l’attenzione sull’«emergenza» venutasi a creare a Catania e nella
Provincia etnea con lo sbarco delle Forze alleate in Sicilia il 10 luglio
1943.
Da un lato vengono proposti alcuni aspetti che precedettero lo sbarco
quali le misure di prevenzione adottate per la salvaguardia delle persone
e del patrimonio culturale ed artistico, i continui bombardamenti aerei e
navali (Catania fu, dopo Napoli, la città italiana più bombardata) che
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- Aprile 2014
provocarono migliaia di morti tra l’inerme popolazione civile, e la propaganda alleata; dall’altro vengono evidenziati alcuni momenti di vita quotidiana che si intrecciano con le disposizioni emanate dall’A.M.G.O.T
(Allied Military Governement of Occupied Territory); momenti caratterizzati dalla lotta per la sopravvivenza, dalle aspettative e dalla ripresa
delle Istituzioni democratiche.
documentarie, letture di brani tratti da corrispondenze, diari (Ottorino
Moncada), opere letterarie di autori conterranei (Terra Matta di Vincenzo
Rabito, Poesie di Guglielmo Occhipinti); intermezzo musicale tratto da
brani composti durante la prima guerra mondiale dal Maestro Federico
Borrometi.
Il percorso espositivo si articola nelle seguenti sezioni:
1) I rifugi antiaerei a Catania e nella Provincia etnea
2) I bombardamenti
3) La propaganda anglo - americana
4) Un’alleanza “minata”
5) Dall’A.M.G.O.T. (Allied Military Governement of Occupied Territory)
all’ A.C.C. (Allied Control Commission)
6) Momenti di vita quotidiana tra sopravvivenza e aspettative con due
sottosezioni dedicate a “L’occupazione” e “ Il problema dei problemi: il
pane”
7) Le Reliquie e il tesoro di Sant’ Agata negli eventi bellici del 1943
8) Il fronte interno della guerra
9) Dall’ amministrazione militare alla ricostruzione democratica
10) Sezione fotografica
11) Sezione bibliografica
12) Sezione Video
Redattore: GIUSEPPE DI FILIPPO
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Catania, Archivio di Stato
Orario: 08.30 - 19.00
Telefono: 0957159860 - Fax: 0957150465
E-mail: as-ct@beniculturali.it
Sito web: http://www.ascatania.beniculturali.it/
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI RAGUSA
Sezione di MODICA
Collaboreranno all’evento: Archivio di Stato di Ragusa; Biblioteca Comunale di Scicli; I.I.S. “G. Galilei”- Campailla” di Modica; I.I.S. “Q. Cataudella” di Scicli
Redattore: MARIA ANNA ROMANO
Informazioni Evento:
3 maggio 2014
Scicli, Palazzo Busacca, via Nazionale, 43
Orario: dalle ore 9,00 alle 13,00
Telefono: 334 3658158
E-mail: info@associazioneisola.it
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI
1°maggio 2014 - Apertura straordinaria
dell'Archivio di Stato di Cagliari
* * *
MUSEO DEL COSTUME - SCICLI
Lontano dal fronte (la grande guerra
raccontata attraverso le storie delle
donne, i feriti, i reduci
Il Museo del Costume presenta la vita sociale e materiale nei luoghi lontani dal fronte nel periodo dal 1915 al 1918, con proiezione di immagini
Giovedì 1° maggio 2014 l’Archivio di Stato di Cagliari sarà aperto al pubblico dalle ore 8,30 alle ore 19,30. Durante tale orario si potrà accedere
alla sala di studio per la consultazione dei documenti; saranno proiettati,
nella Sala Conferenze dello stesso Istituto, alcuni filmati di interesse storico- archivistico e si potrà visitare la mostra documentaria “ Evoluzione
di una tragedia. Dagli anni Trenta del Novecento al dopoguerra”, allestita
nella Sala Mostre in occasione del 70° anniversario dei bombardamenti
su Cagliari. A tale proposito verranno effettuate delle visite guidate con
la seguente scaletta: ore 11,00; 16,30;18,00.
Redattore: CARLA MARONGIU
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- Aprile 2014
Informazioni Evento:
1 maggio 2014
Cagliari, Archivio di Stato
Orario: 8,30- 19,30
Telefono: 070669450 - Fax: 070653401
E-mail: as-ca@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviostatocagliari.it
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI ORISTANO
Mostra Documentaria Le Scuole Elementari
di Sedilo: 60 anni di storia (1883 - 1943).
La mostra, realizzata in collaborazione con gli alunni delle classi 2° A e
2° C del Liceo Classico “S. A. De Castro” di Oristano, delle Scuole Elementari di Sedilo e del Comune di Sedilo, ripercorre sessant’anni di storia della Scuola, attraverso i documenti più rappresentativi che l’Archivio
di Stato custodisce.
Gli alunni del Liceo Classico effettueranno la visita guidata alla Mostra,
sabato 3 maggio dalle nove alle tredici.
Sarà possibile visitare la Mostra per tutto il mese di maggio presso l’Archivio di Stato di Oristano, durante gli orari di apertura della Sala di Studio.
Sempre sabato 3 maggio, alle ore 10.30, nella Sala Conferenze dell’Archivio di Stato, alla presenza del Sindaco di Oristano e della Dirigente
del Liceo “S. A De Castro”, avrà luogo una cerimonia di consegna dell’Inventario delle Scuole Elementari di Sedilo al Dirigente dell’istituto
Comprensivo di Ghilarza, a cui fanno capo attualmente le Scuole Elementari di Sedilo.
L’inventario è stato elaborato dalle classi 2° A e 2° C Liceo Classico “S.
A. De Castro” di Oristano nell’ambito di un progetto di alternanza
Scuola/Lavoro tenutosi in Archivio di Stato nei mesi di febbraio/marzo
2014 ed è consultabile online sul sito dell’Archivio di Stato alla voce Patrimonio.
Redattore: SILVIA PADERI
Informazioni Evento:
3 maggio 2014
Oristano, Archivio di Stato, Piazza Ungheria, 9
Orario: 9.00-13.00
Telefono: 0783310530 - Fax: 0783310530
E-mail: as-or@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatooristano.beniculturali.it/
* * *
N O R M AT I V E T E C N I C O - P RO F E S S I O NA L I
& I N T E RV E N T I P U B B L I C I
a cura di Mauro Ceci - RSPP
Quali sono i documenti che
l'impresa è tenuta a
consegnare al committente?
Il 27 marzo 2014 la Commissione per gli Interpelli del Ministero del Lavoro ha dato risposta
a tecnici, imprese e datori di lavoro in materia
di salute e sicurezza sul lavoro (vedi art. Sicurezza sui luoghi di lavoro e testo unico sulla sicurezza, ecco i chiarimenti del Ministero ai
nuovi Interpelli).
In particolare, l'Interpello n. 3, posto dal Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e
degli esperti contabili (CNDCEC), si sofferma
sul tema della valutazione dell'idoneità tecnico
professionale, circa la documentazione che il
committente può richiedere all'impresa appaltatrice.
Con riferimento all'art. 26 del D.Lgs. 81/2008
(Testo Unico sulla Sicurezza), viene chiesto
quali dei seguenti documenti l' impresa appaltatrice è obbligata a fornire al committente:
• copia del modello LAV
• consenso all'utilizzo dei dati sottoscritto da
ogni lavoratore
• copia del DUVRI della ditta appaltatrice
• dichiarazione che i dipendenti dell'impresa
sono in possesso del certificato di idoneità
• autocertificazione di idoneità tecnico professionale
La Commissione (Interpello n. 3/2014) ha chiarito che l'acquisizione del certificato di iscrizione alla CCIA e l'autocertificazione dei
requisiti di idoneità tecnico professionale sono
documenti sufficienti a comprovare l'idoneità
dell'impresa appaltatrice, in base all'art. 26 del
D.Lgs. 81/2008.
Inoltre, viene precisato che il committente non
può richiedere copia del DUVRI alla ditta appaltatrice , in quanto la redazione del documento, laddove previsto, è un obbligo del
committente che può richiedere documenti e
informazioni finalizzate all'elaborazione del
DUVRI.
* * *
Sciolti i dubbi sulle responsabilità
dell'impresa che subappalta i lavori.
Semplificazioni per il DURC
Il Ministero del Lavoro ha fornito un importante
chiarimento sulla responsabilità dell'impresa
che subappalta i lavori.
L'articolo 29 del D.Lgs. 276/2003, prevede che
il committente è obbligato in solido con l'appaltatore e con gli eventuali subappaltatori, entro
il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti
retributivi, le quote di trattamento di fine rapporto, i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di
esecuzione del contratto di appalto.
Il dubbio interpretativo è relativo al termine da
cui decorrono i due anni, ossia l'ultimazione
dell'intera opera o l'ultimazione delle sole lavorazioni svolte dalla singola impresa subappaltatrice.
Nel primo caso l'impresa principale resterebbe
legata all'impresa subappaltatrice per tutta la
durata del cantiere, quindi per un tempo indefinito: ciò comporterebbe rischi imprevedibili.
Il Ministero del Lavoro ha chiarito che l'impresa
appaltatrice risponde solo delle eventuali irregolarità contributive dell'impresa subappaltatrice per due anni dalla fine dei lavori svolti in
subappalto; se il cantiere continua oltre questo
termine, quindi, per la verifica della regolarità
contributiva dell'impresa principale non deve
essere preso in considerazione il comportamento della società che ha effettuato i lavori in
subappalto.
* * *
Costo del personale non soggetto a ribasso negli appalti pubblici. Ecco cosa ne pensa l'AVCP
L'AVCP, con segnalazione del 19 marzo 2014,
n. 2, interviene in merito a quanto disposto dall'art. 82, comma 3-bis del Codice Appalti (introdotto dalla Legge del Fare) relativamente al
costo del personale negli appalti pubblici.
In base a tale articolo, il costo del personale
non può essere soggetto a ribasso, ossia il
prezzo più basso deve essere determinato al
netto delle spese relative al costo del personale (da valutare sulla base dei minimi salariali
definiti dalla contrattazione collettiva nazionale
di settore) e delle misure di sicurezza.
L'AVCP fa presente che la norma non è applicabile in quanto il costo complessivo del personale è fortemente influenzato da fattori quali:
•
il tempo di impiego del lavoratore
• la natura della prestazione
• la reale capacità organizzativa d'impresa, che
è funzione della libera iniziativa economica ed
imprenditoriale (art. 41 Costituzione)
Il costo complessivo del personale, infatti, per
ciascun concorrente va determinato in base
alla reale capacità organizzativa d'impresa e
come tale non può essere in alcun modo predeterminato ex ante dalla stazione appaltante.
* * *
Avvalimento nei contratti pubblici, le
nuove indicazioni dell'AVCP Dall'AVCP
(Autorità per la Vigilanza sui Contratti
Pubblici) arrivano nuove indicazioni per
le stazioni appaltanti in merito all'avvalimento, in recepimento della Direttiva
2004/18/CE.
Il Comunicato del 20 marzo 2014 precisa che
è ammessa, in sede di gara, la possibilità che
il concorrente, mediante avvalimento, utilizzi
cumulativamente più attestati di qualificazione
per ciascuna categoria, per il raggiungimento
della classifica richiesta dal bando gara.
In pratica, è possibile avvalersi per la stessa
categoria di qualificazione delle capacità di più
imprese.
Questa segnalazione arriva in seguito alla
Sentenza della Corte di Giustizia europea del
10 ottobre 2013, con la quale viene rilevata l'incompatibilità con la Direttiva 2004/18/CE dell'articolo 49, comma 6, del Codice dei Contratti
(D.Lgs. 163/2006) che vieta in via generale agli
operatori economici partecipanti a una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico
di lavori di avvalersi per la stessa categoria di
qualificazione delle capacità di più imprese.
* * *
Poteri sanzionatori dell'Autorità sugli appalti, le nuove
direttive nel Regolamento
Al fine di adottare un unico quadro di riferimento in materia di esercizio del potere sanzionatorio da parte dell'AVCP (Autorità per la
Vigilanza sui Contratti Pubblici), è stato pubblicato sul sito internet il relativo Regolamento
unico, ai sensi del Decreto Legislativo
163/2006.
Il Regolamento delinea il procedimento per
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- Aprile 2014
l'esercizio dei poteri dell'Autorità circa sanzioni amministrative, pecuniarie e sospensive.
Nello specifico, il documento, composto da 49 articoli, è così strutturato:
•
Principi e disposizioni comuni
•
Procedimenti sanzionatori per omesse o false comunicazioni
all'Autorità
•
Procedimenti sanzionatori in materia di comprova dei requisiti
di qualificazione e nei confronti delle SOA
•
Indicazioni in merito al Casellario
•
Disposizioni finali (moduli di segnalazione, entrata in vigore
e abrogazioni)
È presente, inoltre, l'Allegato 1 che contiene il metodo di calcolo per
l'applicazione delle sanzioni pecuniarie e sospensive, in base all'ex art.
73 del D.P.R. 207/2010.
* * *
Notizie dal...
Centro Documentazione
Fortificazioni
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Direttore: Arch. Mauro Ceci
Sede sociale: Castello Teofilatto - 03010 TORRE CAJETANI (FR)
Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA
e-mail castellicdbc@libero.it
Addio allo storico francese
Jacques Le Goff
Parigi - È stato uno dei maggiori esperti di storia medievale. Lo storico
francese Jacques Le Goff (nato a Tolone, il 1/o gennaio 1924), è morto
oggi a Parigi a 90 anni. La notizia è stata resa nota dalla famiglia e pubblicata dal sito online di Le Monde.
Professore alla facoltà di lettere dell’università di Lille (1954-58), nel
nord della Francia, poi direttore di ricerche all’Ècole pratique des Hautes
Etudes, dal 1962, dieci anni dopo, nel 1972, Jacques Le Goff fu eletto
alla direzione della sesta sezione di quello stesso istituto prestigioso, a
Parigi, diventato nel 1975 l’Ècole des hautes ètudes en sciences sociales.
Dalla fine degli anni Sessanta è stato anche condirettore della rivista
«Annales». Nel 2000 ha ricevuto la laurea honoris causa in Filosofia
dall’Università di Pavia. Fu uno dei padri della «Nouvelle Histoire». Ha
pubblicato moltissimi saggi. Tra questi, «Gli intellettuali del Medioevo»
(1957), «Il basso medioevo» (1967), «La civiltà dell’Occidente medioevale» (1964), «Mercanti e banchieri del Medioevo» (1976), «Il meraviglioso e il quotidiano nell’Occidente medievale» (1983).
* * *
Rocca di Pietracassia, si chiudono i
lavori di restauro: salva una importante
fortificazione medievale
La Rocca Pietracassia a Lajatico Sono recentemente terminati i lavori
di restauro della Rocca di Pietracassia, antico castello situato nel Comune di Lajatico, sorto a confine tra le comunità medievali di Pisa e Volterra.
Il Castello è ricordato per la prima volta nelle fonti scritte a partire dal
1028. I lavori di recupero e conservazione, avviati nel 2010, hanno permesso il salvataggio di una tra le più importanti fortificazioni medievali
pisane, ormai giunto, per incuria e abbandono, al disfacimento architettonico e strutturale. Il secolare abbandono aveva infatti provocato il
crollo di gran parte delle strutture murarie e minacciava la stabilità di
cospicue porzioni di muratura e soprattutto della pregevole torre ettagonale, raro esempio di torre iperpoligonale risalente al secolo XIII.
Scavi archeologici, diretti dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana, sono stati associati ai lavori di restauro, consentendo l’acquisizione di essenziali informazioni storiche, archeologiche ed
architettoniche, mentre i lavori di restauro sono stati eseguiti sotto la supervisione esperta dei funzionari della Soprintendenza per i beni Architettonici di Pisa e Livorno.
L’investimento complessivo ammonta ad euro 653.450,00 ed è stato
possibile grazie ad un accordo sottoscritto tra la proprietà privata ed il
Comune di Lajatico che ne ha ricevuto il diritto d’uso per quarant’anni.
Al finanziamento hanno partecipato la Regione Toscana, il Comune di
Lajatico e Banca Popolare di Lajatico. Questo primo lotto di lavori ha
permesso il recupero della parte più alta del castello che sarà aperto al
pubblico a partire dal mese di aprile. Con i reperti provenienti dagli scavi
sarà eseguito un piccolo allestimento espositivo che racconterà, per
sommi capi, la storia più antica e più recente della importante fortificazione pisana.
La storia della Rocca di Pietracassia incrocia la storia di Rocca Sillane
e della Verruca che dall’anno 1300 assunsero una funzione militare e
comunicativa, visto le loro postazioni strategiche di osservazione, la
Rocca di Pietracassia nasce però ancor prima e può esser considerata
la più antica.
Il 17 Maggio 2014 alle 11, presso il Teatro Comunale di Lajatico, alla
presenza del Sindaco Fabio Tedesche, dell’Assessore Regionale Nocerini, della Sovraintendenza arch. Lorenzi e Ciampoltrini, ci sarà una
conferenza stampa che spiegherà dettagliatamente l’importanza degli
interventi e dei recuperi fatti nel sito della Rocca di Pietracassia. A seguire visita alla Rocca con tutte le autorità presenti. Un importante recupero storico e culturale di inestimabile valore anche per La collettività
di Lajatico che così potrà vantare in modo “sicuro” e visitabile un’altra
Eccellenza nel territorio che attragga escursionisti e turisti.
Fonte: Comune di Lajatico.
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“P o s t a t i ” s u . . .
facebook
ENNA: Quei lavori fatti male!
Grazie alla segnalazione di un cittadino su un social network abbiamo
appreso con grande stupore e indignazione di lavori eseguiti sulla parte
bassa della cinta muraria di nord-ovest del Castello di Lombardia nel
tratto che va dal piazzale Euno all’angolo della scalinata dell’accesso
secondario nord, dove per una lunghezza di circa una trentina metri è
stata scavata da un mezzo meccanico la base rocciosa sulla quale
sorge il Castello.
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Accorsi sul luogo del “delitto” si cerca di capire l'entità dei lavori, la ditta,
il committente, ma non c'è traccia del cartello di cantiere. Strana questa
aggressione al monumento simbolo della città di Enna, specie in un
luogo sottoposto a rigoroso vincolo archeologico e monumentale.
Mesi addietro, la caduta di alcune pietre, rotolate dalla parte medio-alta
del costone roccioso, dovuta in parte all’azione delle radici della vegetazione (in alcuni punti veri e propri alberi), comportò la chiusura parziale
del tratto di strada in questione, l'impianto di questo cantiere ci ha fatto
quindi pensare all'avvio di lavori di consolidamento preannunciati di recente dall'amministrazione comunale.
Lunedì mattina segnaliamo l’accaduto alla Soprintendenza di Enna, la
quale organizza tempestivamente un sopralluogo per verificare lo stato
dei luoghi, sono presenti, per la Soprintendenza la dott.ssa Pinella Marchese, responsabile del servizio Beni Archeologici e l'arch. Antonio Mameli, responsabile del servizio Beni Architettonici, per il Genio Civile il
geom. Gaetano Di Maria e per SiciliAntica il dott. Gaetano Marchiafava.
In quella sede si apprende che oltre al muro di contenimento in cemento
armato che affiancherà la strada è stata prevista anche la chiodatura
con la posa in opera di reti metalliche su tutta la parte sottostante la
torre Pisana.
SiciliAntica da tempo sostiene che nelle aree archeologiche e monumentali bisogna intervenire con estremo rispetto e professionalità, utilizzando materiali idonei.
Enna (cemento armato, reti e chiodi!!) è inopportuna (impatto visivo del
cemento e delle reti), dannosa (la chiodatura crea ulteriori spaccature
nella roccia e a distanza di tempo richiede la sostituzione a causa del
deterioramento) e non risolutiva (le rocce continuano il loro dissesto).
Esistono altri tipi di intervento di risanamento molto meno invasivi e con
un impatto visivo accettabile. Basti pensare ai lavori di consolidamento
e restauro eseguiti nel sito rupestre del villaggio bizantino di Canalotto,
nei pressi di Calascibetta, dove una situazione molto più complicata di
quella ennese è stata perfettamente affrontata e risolta senza l'uso di
reti e chiodature visibili.
Non vogliamo più assistere inermi ad interventi assurdi tipo quelli eseguiti nelle grotte preistoriche di via Pergusa, nelle necropoli di villa Farina e del Pisciotto, alla Rocca di Cerere e alla grotta della Spezieria (e
adesso anche al castello di Lombardia..), il nostro patrimonio archeologico è irrimediabilmente compromesso da fitte imbrigliature di acciaio.
La Soprintendenza di Enna, che intanto ha provveduto al blocco dei lavori, a giorni acquisirà tutti i carteggi relativi a questi interventi valutando
eventuali irregolarità procedurali e riservandosi anche di effettuare modifiche sostanziali al progetto.
La sede di Enna di SiciliAntica seguirà scrupolosamente l’evolversi della
faccenda dichiarando fin da adesso la costituzione di Parte Civile nel
caso in cui saranno riscontrati gli estremi per un'azione giuridica nei confronti dei trasgressori.
Fonte: Associazione Culturale Dedalo - Via Piemonte, 68 - Enna
La tipologia dell’intervento messo in atto dai tecnici del Genio Civile di
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Notizie dal...
Centro Studi Cistercensi
Istituito il 12 luglio 1994
Presidente: Dom Federico Farina
Direttore: Arch. Mauro Ceci
se d e: Abbazi a d i Ca s a ma ri (F R) - Tel / fax 0 7 7 5 - 2 8 3 4 3 0
em a i l : cen t ro s t u d i ci s t ercen s i @ g ma i l . co m
I MISTERI DELL’ABBAZIA
Le verità sul tesoro di
Montecassino
di
Benedetta Gentile e Francesco Bianchini
presentazione del libro
martedì 6 maggio 2014
ore 17,00
Palazzo Poli, Sala Dante
Roma, via Poli 54 (Fontana di Trevi)
Martedì 6 maggio 2014, alle ore 17,00, nella
Sala Dante di Palazzo Poli, si svolgerà la presentazione del libro I Misteri dell’Abbazia. Le
verità sul tesoro di Montecassino, di Benedetta Gentile e Francesco Bianchini, per la
Casa Editrice Le Lettere di Firenze.
Apriranno l’incontro Maria Antonella Fusco,
Dirigente dell’Istituto nazionale per la Grafica
con Bernardino Osio, Presidente degli Amici
dell’Istituto nazionale per la Grafica
Interverranno Marco Carminati, storico dell’Arte e giornalista de “Il Sole 24 Ore” e Giovanni Maria Vian, Direttore dell’“Osservatore
Romano”, con la partecipazione del giornalista
e scrittore Giovanni Russo. Saranno presenti
gli Autori.
Filmati storici e foto d’epoca illustreranno la
presentazione.
La battaglia tra tedeschi e alleati lungo la linea
Gustav che di lì a poco avrebbe portato alla distruzione della celebre Abbazia di Montecassino era stata preceduta da un’altra battaglia,
quella combattuta affinché gli inestimabili tesori
custoditi nella badia benedettina rimanessero
patrimonio dell’umanità. È questo episodio che
si vuole riproporre in questo libro, alla luce di
documenti e testimonianze che sollevano più
di un interrogativo sulla “versione” ormai consacrata da decenni del salvataggio delle opere
d’arte.
Dopo essere venuti per caso fortuito a conoscenza di questi documenti, ora all’Imperial
War Museum di Londra, gli autori hanno deciso
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di vederci più chiaro e da lì è cominciata la loro ricerca. Da giornalisti,
quali sono, e non da storici come non ci si può improvvisare. Nel tentativo di capire meglio quei fogli, i silenzi, le interpretazioni, sono entrati
in una realtà che a settant’anni di distanza ancora cerca una sua definizione e che ancora vive di emozioni, di ricordi mai sopiti. È stato così
che, immergendosi nelle infinite sfaccettature di questa “battaglia”, altre
storie sono emerse, storie di persone, di scelte difficili e coraggiose, che
ricordano uno dei periodi più terribili dell’Italia in guerra, fatto di ingordigie e di interessi.
ha deciso di inviare una richiesta immediata di intervento al ministro dei
Beni Culturali Dario Franceschini, all’Enel e alla Curia di Sorrento-Castellammare “affinché intervengano al più presto per tutelare un bene
inestimabile e di grande bellezza”. L’appello è stato sottoscritto anche
da numerose associazioni gragnanesi, sensibili alla salvaguardia del
patrimonio artistico locale. “In particolare, il più antico stemma cittadino
presente a Gragnano – conclude Di Massa – andrebbe salvaguardato,
restaurato e valorizzato, poiché quel pugno che stringe un ciuffo di
grano racchiude l’essenza di quella che è stata storicamente ed è tuttora
la città della pasta”.
per info: Ufficio Stampa Istituto nazionale per la Grafica Ufficio Stampa
Casa Editrice Le Lettere, Responsabile: Angelina Travaglini Angela Melgrati: angela.melgrati@libro.it
con la collaborazione di Roberta Ricci
cell. 334.6842173
angelina.travaglini@beniculturali.i t - in-g.ufficiostampa@beniculturali.it
12 aprile 2014 - Dario Sautto
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GRAGNANO
A rischio gli affreschi dell’antica
Cappella
Gioiosa Marea, la chiesa dimenticata
L'appello di Padre Danzì
di Dario Sautto
Una minuscola cappella dedicata alla Madonna delle Grazie – situata
in via Vecchia San Leone, alle porte della Valle dei Mulini – racchiude
tesori inestimabili destinati a scomparire per sempre per colpa dell’umidità. Siamo a Gragnano, sulla sponda destra del ruscello Vernotico,
quello che per secoli ha alimentato i mulini che macinavano il grano che,
col tempo, si è trasformato in ricchezza per la comunità grazie alla produzione della pasta. “E proprio il grano, stretto in un pugno, compare
anche nel più antico stemma cittadino presente sul territorio – racconta
lo storico gragnanese Giuseppe Di Massa – ma quella immagine ormai
è sbiadita e rischia di dissolversi completamente”.
Di proprietà della Curia, la cappella è datata molto approssimativamente
al 1500, ma uno degli affreschi presenti al suo interno spinge indietro di
almeno 400 anni la sua datazione.
“La Madonna su trono che tiene in braccio il Bambino e gli protegge il
tallone – spiega Di Massa – è chiaramente Benedettina, quindi del 1100
circa”. La particolare posizione in cui si trova, poi, spinge lo storico gragnanese ad ipotizzare che la vera cappella non fosse quella e che ciò
che rimane è solo l’ingresso di una struttura più grande. Inoltre, la consuetudine Benedettina era quella di costruire cappelle e chiese su vecchi insediamenti pagani, il che “ci induce a credere che sotto la cappella
della Madonna delle Grazie ci siano reperti di epoca romana”.
Se in questo caso siamo nel campo delle ipotesi – molto vicine alla realtà – il vero problema resta un altro. Un piccolo stabile attiguo alla cappella, di proprietà dell’Enel, sta danneggiando il monumento storico di
Gragnano, facendo sgretolare irreparabilmente gli affreschi custoditi al
suo interno. “Completamente scoperchiato ed esposto alle intemperie
– aggiunge Di Massa – con le piogge si carica d’acqua e trasferisce
l’umidità nella cappella, cancellando quegli affreschi che, con i loro simboli, ci ricordano come lì in passato venissero seppelliti i morti per la
peste. San Sebastiano e San Rocco (santi protettori della peste),
infatti, compaiono nel dipinto centrale, ai due lati della Madonna, e a sovrastarli ci sono una singolare raffigurazione di Dio e l’Annunciazione.
Sono ormai scomparsi, poi, tre dei quattro evangelisti raffigurati nella
volta, ma ciò che ci preoccupa di più sono lo stemma cinquecentesco
di Gragnano e l’altro affresco del 1100 che poggia proprio sulla parete
attigua all’edificio abbandonato”.
La cappella è stata restaurata pochi anni fa, ma successivamente è
stata completamente abbandonata ed è praticamente sempre rimasta
chiusa al pubblico. Così, il Centro di Cultura e Storia di Gragnano e
Monti Lattari “Alfonso Maria di Nola”, presieduto da Giuseppe Di Massa,
Ennesimo, accorato appello di Padre Salvatore Danzì, parroco di Gioiosa Marea, per la Chiesa Madre. Da quattro anni ormai, era il 24 marzo
del 2010, la Chiesa dedicata al patrono San Nicola è inagibile a causa
del crollo del controsoffitto proprio sopra l’altare centrale. Tutto è rimasto
uguale come quel giorno, tranne la polvere che aumenta in continuazione. Durante l’ottava di Pasqua, giorno di festa grande per Gioiosa
Marea che ricorda l’esodo della comunità dall’antico sito di Gioiosa
Guardia alla zona marina, padre Danzì ha rivolto l’ennesimo accorato
appello alla Regione. “Per colpa dell’insipienza della politica regionale,
a causa delle istituzioni cosiddette competenti – ha affermato padre
Danzì – la Chiesa Madre rimane chiusa e umiliata, come la dignità
stessa di questa città e della sua gente”. “Per i responsabili evidentemente questa chiesa è poca cosa – ha proseguito il parroco – talmente
poca da poterla abbandonare all’incuria, allo sfacelo, alla distruzione.
Come se noi stessi cittadini di Gioiosa – ha affermato Padre Danzì citando il Vangelo – fossimo una burla”. Un protesta forte e civile, quella
del parroco, in un giorno simbolo per Gioiosa Marea, nella speranza di
arrivare a quei potenti che finora si sono presi gioco di un’intera comunità con promesse scritte sulla polvere. “Questa Chiesa è un bene di
tutti e non di qualcuno – ha detto il sacerdote – tutti i beni comuni appartengono a tutti, sono l’identità stessa di un popolo, di un comunità. E
dinanzi alle cose comuni non ci sono maggioranze nè minoranze amministrative, l’egoismo e la cecità degli uomini non è nè di destra nè di
sinistra. Le cose comuni non si possono demolire nè brevettare”.
2 MAGGIO 2014
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Egitto: ex generale chiede demolizione
monastero S.Caterina
E il più antico al mondo. Minaccia sicurezza nazionale, afferma.
(di Remigio Benni) (ANSAmed) - IL CAIRO, 18 APR - Demolire il più'
antico monastero del mondo, quello di Santa Caterina, costruito 15 secoli fa dall'imperatore Giustiniano nel cuore del Sinai meridionale, e dal
2000 patrimonio dell'Unesco. E' la richiesta, destinata a sollevare proteste e scalpore non solo tra i fedeli cristiani, fatta da un generale in
pensione dell'esercito egiziano, Ahmed Ragai Attiya, che denuncia la
minaccia alla sicurezza nazionale dell'Egitto causata dalla presenza nel
complesso di 25 ''stranieri'', ovvero i monaci greci ortodossi che lo gestiscono.
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DATA NEWS
L'ex militare ha accusato i religiosi davanti al tribunale amministrativo
di Ismailiya anche di aver rubato suoli circostanti, di nascondere che le
fondamenta del monastero sorgono sul 'pozzo di Mose' (la sorgente che
secondo la tradizione biblica disseto' gli ebrei in fuga dall'Egitto) e di
aver costruito abusivamente celle monacali ed altri edifici che non esi-
stevano nel complesso fatto edificare nel sesto secolo.
Per accertare l'effettivo valore storico del monastero e la veridicità' dell'accusa riguardante il ''pozzo di Mose'' (uno dei profeti venerati nell'Islam) il tribunale ha nominato un gruppo di esperti, sospendendo per
ora qualsiasi decisione sul ricorso.
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La storiografia cristiana fa risalire le prime tracce del monastero a ben
diciassette secoli fa, quando nel 328 circa, l'imperatrice Elena, madre
di Costantino, aveva fatto costruire li' una cappella votiva, vicino al Roveto Ardente, dove Mose' - secondo la tradizione - parlo' con Dio. Il sito
e' ai piedi del monte Horeb (Monte Sinai), sulla cima del quale il profeta
ricevette le tavole dei Dieci Comandamenti. Nel luogo della cappella
l'imperatore Giustiniano fece realizzare nel VI secolo il monastero, con
alte mura di cinta, che comprende anche una ricchissima biblioteca, custode di centinaia di manoscritti antichi. Questi testi, oggi in via di digitalizzazione, comprendono anche papiri di grande valore, inclusa una
copia della prima Bibbia, e rendono la biblioteca seconda per la cristianità' soltanto a quella vaticana.
Crogiuolo di differenti culture religiose, il complesso contiene anche una
moschea - mai aperta al culto perche' costruita con un orientamento
sbagliato, non in direzione della Mecca - a testimoniare la convivenza
pacifica di cristiani e musulmani, sancita in un manoscritto firmato dal
profeta Maometto, conservato nella biblioteca. Tra le accuse rivolte ai
monaci ortodossi - che nel 2000 ricevettero la visita di Giovanni Paolo
II - e' anche quella di aver innalzato in circostanze particolari la bandiera
greca.
Gia' in febbraio l'ex generale aveva fatto le stesse denunce a giornalisti
egiziani, al Cairo. In una contro-conferenza stampa il 30 marzo un monaco di Santa Caterina, un giurista ex parlamentare ed esponenti di alcune tribu' locali hanno respinto quelle accuse, sostenendo che Attiya
mirerebbe a sollecitare l'ostilità' delle popolazioni dell'area I pellegrinaggi
e le visite di comitive al monastero si sono ridotti da tempo, dopo aggressioni da parte di predoni che hanno rapinato e a volte sequestrato
turisti, rilasciandoli sempre dopo poche ore. Ora pero' le visite sono finite
in seguito ai continui scontri armati in corso da mesi tra polizia, esercito
e gruppi armati che il governo accusa di terrorismo.
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R E S T A U R I
Ritrovata dai Carabinieri del
Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale di Torino, dopo
ottant’anni dalla sua scomparsa
Ritrovata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, dopo ottant’anni
dalla sua scomparsa, un’opera di pittura (tempera e oro su tavola) risalente al XV secolo raffigurante “Crocifissione con Santi”, parte del
Polittico realizzato dal pittore Incisa di Scapaccino, conservato nella Chiesa “Beata Vergine
del Carmine” di Incisa Scapaccino (AT).
Autore: Maestro di Incisa Scapaccino – Crocifissione con Santi (1410 ca.)
Tecnica: Tempera e oro su tavole cm. 37,8 (altezza), cm. 30 (larghezza), cm. 3,5 (spessore)
Collocazione: già incisa Scapaccino (Asti), chiesa
di San Giovanni Battista
Si conclude con la restituzione alla Diocesi di
Acqui Terme, nelle mani del suo Vescovo
S.E.R. Mons. Pier Giorgio MICCHIARDI da
parte dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patri-
monio Culturale del Piemonte e Valle d’Aosta,
la lunga assenza “da casa” di una pregiata
opera d’arte ecclesiastica particolarmente significativa per la comunità religiosa della cittadina di Incisa Scapaccino. Si tratta di un dipinto
risalente al XV secolo, tempera e oro su tavola,
la cui realizzazione è attribuita al pittore conosciuto con il nome di “Maestro Incisa di Scapaccino”, costituente la cuspide di un polittico
che, sino al momento della sparizione avvenuta tra gli anni 1920 e il 1940, era esposta
nella Chiesa di San Giovanni Battista nel territorio del piccolo borgo astigiano. L’importante
ritrovamento, che va ad aggiungersi ai numerosi recuperi effettuati negli anni dai Carabinieri
dello specializzato Reparto dell’Arma istituito
nel 1969 per contrastare il fenomeno dei furti
di opere d’arte, conferma il principio secondo
il quale la ricerca di beni d’arte illecitamente
sottratti, nonostante il trascorrere del tempo,
per gli investigatori del Tutela Patrimonio Culturale non perde mai d’attualità e si può ritenere conclusa solo con l’individuazione, il
recupero e la restituzione del “maltolto” a chi
ne aveva subito la perdita, indipendentemente
che possa trattarsi di un’opera di natura pubblica o appartenente a privati. Il dipinto, le cui
misure corrispondono perfettamente a quelle
di catalogazione (cm. 38 altezza, cm. 30 larghezza e cm. 3 spessore), secondo gli esperti
della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte che ne
hanno curato lo studio, appartiene senza
ombra di dubbio al polittico smembrato e originariamente composto da 9 tavole, oggi conservate ed esposte presso la chiesa di Nostra
Signora del Carmine, la cui realizzazione è
stata indicata nel 1410 ca.. La cuspide lignea,
dopo la scomparsa, era stata sostituita così
come la tavola centrale ancora mancante raffigurante “Madonna con Bambino”, da una
copia fatta realizzare appositamente per
l’esposizione, in sostituzione dell’originale illecitamente sottratto. L’attività d’indagine che ha
portato i Carabinieri del Nucleo TPC torinese
sulle tracce ed al successivo recupero del pregiato manufatto ha avuto origine nel 2008,
quando il dipinto è ricomparso, dopo più di settant’anni, sul mercato antiquario e, tramite un
noto mercante d’arte di Torino che lo aveva acquistato nel corso di un’asta avvenuta a Milano
nel 2001, venduto ad un privato collezionista.
Gli accertamenti attraverso la “Banca Dati dei
Beni Illecitamente Sottratti”, congiunti agli ap-
profondimenti richiesti agli esperti funzionari
della Soprintendenza, hanno confermato l’illecita provenienza. Il positivo riscontro immediatamente comunicato all’Autorità Giudiziaria ha
portato al sequestro dell’opera, effettuato dai
Carabinieri presso l’abitazione del detentore il
quale, va sottolineato, l’aveva acquistata in
buonafede ignaro della vicenda.
Torino, 11 aprile 2014
Cap. Guido BARBIERI
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CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS
STORIA, DIAGNOSTICA E
CONSERVAZIONE
Il 28 e il 29 aprile 2014 presso l’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma si terrà il convegno
internazionale Codex Purpureus Rossanensis:
storia, diagnostica e conservazione promosso
dall’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma (ICRCPAL). Il convegno, che
prende le mosse dal recente intervento di conservazione diagnostica e di restauro dell’antico
e prezioso Codice Purpureo di Rossano, si avvale di un comitato scientifico presieduto da
Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente
della Repubblica Italiana, del quale fanno parte
autorevoli studiosi: Maria Andaloro, Maria Bernklau, Guglielmo Cavallo, Andrea Giardina,
Antonio Iacobini, Lamberto Maffei, Santo Marcianò, Antonio Paolucci, Cesare Pasini, Bruno
Racine, Gianfranco Ravasi, Antonia Pasqua
Recchia, Salvatore Settis. Le due giornate di
studi intendono offrire alla discussione pubblica i risultati delle ricerche condotte in seno
all’ICRCPAL sul Codice di Rossano, coinvolgendo esperti italiani e stranieri che hanno sviluppato ricerche analoghe su codici purpurei
coevi. Il convegno è così strutturato: dopo i saluti istituzionali, nella prima sessione saranno
affrontati da studiosi di area storico-critica e
specialisti nel settore della conservazione e del
restauro i temi generali relativi alla storia e alla
conservazione dell'importante Tetravangelo;
nella seduta pomeridiana sono chiamati i relatori rappresentativi delle aree professionali
strutturali dell'Istituto, in particolare dell’area
scientifica (biologi, chimici, fisici, diagnosti) e
tecnica (restauratori) che hanno provveduto a
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presentare approfondimenti mirati sulle indagini diagnostiche effettuate sul Codex Rossanensis. Un gruppo di comunicazioni affidate a
eminenti specialisti stranieri è stato concentrato nella seconda giornata del convegno per
mettere a confronto più ampie riflessioni e investigazioni sui codici purpurei. Riflessioni
sull’efficacia di un programma di manutenzione
a lungo termine e raccomandazioni per assicurare la migliore tutela di questo capolavoro
straordinario concluderanno i lavori. Accademia Nazionale dei Lincei - Palazzo Corsini, Via
della Lungara 10 Orario: lunedì 28 aprile dalle
ore 9.00; martedì 29 aprile dalle ore 9.30 Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
Informazioni Evento:
Dal 28 aprile 2014 al 29 aprile 2014
Roma, Accademia Nazionale dei Lincei
Orario: lunedì 28 aprile dalle ore 9.00; martedì
29 aprile dalle ore 9.30
Telefono: 39 06 3225380 -Fax: 39 06 3224014
E-mail: e.vismara@comunicareorganizzando.it
Programma
Saluti del Rettore della Chiesa di Sant’Ignazio
di Loyola in Campo Marzio, Padre FRANCESCO DE LUCCIA
Interventi introduttivi
• GISELLA CAPPONI, Direttore ISCR
• CINZIA AMMANNATO, storico dell’arte, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo
museale della città di Roma
• DAILA RADEGLIA, direttore dei lavori, ISCR
• MARISOL VALENZUELA, restauratrice coordinatrice del cantiere, ISCR
Relazioni scientifiche
• GIULIA GALOTTA E MARIA RITA GIULIANI, biologhe ISCR, Le indagini di caratterizzazione del legno e delle fibre tessili
• PAOLA BIOCCA, chimico, collaboratrice
ISCR e FABIO TALARICO, chimico ISCR, La
caratterizzazione chimica dei materiali costitutivi e d’intervento
Relazioni degli allievi della Scuola di Alta Formazione e di Studio SAF
• FRANCESCO LIA, Il trattamento antitarlo attraverso la realizzazione di “bolle” anossiche,
con atmosfera modificata e controllata in riferimento alla croce dorata
• VALENTINA RUGGIERO, Il restauro del Crocefisso
• MARTA SORRENTINO, Il restauro della Madonna
A chiusura concerto dell’ensemble Affetti Cantabili
Indirizzo: Oratorio di San Francesco Saverio al
Caravita, via del Caravita, 7 - 00186 Roma
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Il destino inaccettabile
mente).
Appare pertanto del tutto conseguenziale che
una tale discutibile gestione, attuata per circa
15 anni, in coincidenza con la trasformazione
(ahinoi!) dell'Opera Pia, amministrata in autonomia almeno giuridica rispetto all'Ordine scolopico, in Fondazione, la cui indipendenza dai
Capitoli generale e provinciale non è altrettanto
garantita, non poteva non portare all’affossamento e svilimento di una Istituzione di così
grande e secolare prestigio in Italia e in Europa.
Considerato purtroppo che le Autorità preposte
alla cura e mantenimento dei tesori culturali ed
etici del nostro Paese, come le Belle Arti, il Comune, il Ministero della P.I., di fronte alle ripetute grida d’allarme ad essi indirizzate, hanno
finora presentato la più totale indifferenza, è
probabile che venga dato al nostro aulico Collegio il colpo di grazia, con l’ultima su accennata iniziativa (l’Albergo).
Ed è inoltre presumibile, nelle pieghe di questa
“impresa”, la dispersione o la perdita di altri
beni preziosi presenti nel Collegio (la ricca Biblioteca, Museo mineralogico, quadri, collezioni d’arte…).
Ma la cosa che più sorprende e addolora è la
mancata visione degli attuali notabili Scolopi di
ciò che sta per andare in rovina, cioè la secolare missione morale, spirituale e culturale,
conferita 4 secoli fa da S.Giuseppe Calasanzio
al Collegio Nazareno.
Cari amici, non mi sembra giusto che oggi si
dica: “che si può fare allo stato attuale per
mandare avanti il Nazareno se non ci sono gli
alunni", liquidando sic et simpliciter anni di gravissimi errori, concedendo un bell’indulto ai responsabili e condannando solo l’incolpevole
faro di cultura alla definitiva chiusura.
Volendo risalire la corrente, ancora oggi si pos-
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Istituto Superiore per la
Conservazione ed il Restauro
Scuola di Alta Formazione e
Studio SAF
Presentazione del restauro svolto
in attività didattica all’Oratorio
del Caravita
Il restauro dell’edicola con il gruppo ligneo
raffigurante la Crocefissione
Oratorio di San Francesco Saverio al
Caravita
8 maggio 2014 ore 17:30
Cari amici Ex-alunni del Collegio Nazareno, qui
di seguito cercherò di sintetizzare le vicende
più significative, attraversate negli ultimi anni
dal Nazareno, che ne hanno determinato la situazione attuale, arrivata ad un punto davvero
critico e cioè :
· annunciata cessazione dell’attività didattica
a Giugno 2014;
· trasformazione strutturale dell’edificio
stesso, mantenendone una piccola porzione per ospitare la Curia Generalizia Italiana dei P.P.Scolopi e qualche aula per una
non ancora chiaramente definita Scuola
gratuita per giovani (forse extracomunitari)
da portare ad un livello di istruzione non
precisato;
· affitto di tutto il resto del Palazzo, incluse
Galleria e Aula Magna, per la creazione di
un albergo di lusso.
Lo “smontaggio” del Nazareno parte da lontano :
· anzitutto la chiusura progressiva di elementari, medie, biennio, che avrebbero dovuto costituire, secondo uno schema tradizionale, la
naturale alimentazione dei Licei;
· la triste ed oscura cessione in affitto ad un
partito politico di parti essenziali dello storico
Collegio, effettuata tra l’altro attraverso intermediari (procedura che non ha quindi assicurato neanche il dovuto elevato introito per la
cessione di beni tanto preziosi, acquisibile se
la “transazione” fosse stata espletata diretta-
sono trovare soluzioni per scongiurare una tale
iattura: ci vogliono però volontà, iniziativa e,
soprattutto persone, Istituzioni, Enti ben consapevoli della situazione e realmente intenzionati a contrastare la infausta linea seguita fino
ad oggi.
Ad esempio si potrebbero riaprire le elementari, dando convinta enfasi e visibilità all’iniziativa: giusto in questi giorni si legge di Licei
privati (il Santa Maria), che stanno riprendendo
il loro ruolo, in questi ultimi anni mortificato, seguendo proprio questa strada. Ed il Nazareno,
con la sua luminosa, secolare tradizione non
lo potrebbe fare?
Ecco, amici, ciò che si prefigge la nostra Associazione è mobilitare l’opinione pubblica e soprattutto sensibilizzare coloro che hanno a
cuore le sorti del Nazareno, affinché questo
deplorevole, e purtroppo possibile evento
venga scongiurato.
L’Associazione Ex-Alunni già da tempo ha promosso articoli sui giornali, istanze dirette agli
Enti formalmente preposti alla conservazione
delle ricchezze culturali e spirituali del ns.
Paese, ma non ci sono state risposte concrete,
bensì un atteggiamento di attesa degli eventi.
Cari amici, Ex-alunni del Collegio Nazareno di
tutte le età, che, anche per un breve periodo,
hanno avuto l’opportunità di frequentare le
classi del nostro amato Collegio, non demordiamo, teniamoci in contatto, perseguiamo
uniti un obiettivo giusto.
Fabrizio Barbieri, presidente Associazione
ex-alunni
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DATA NEWS
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- Aprile 2014
3 marzo - A venire giù questo giorno è un muro
di due metri in un’area non scavata di via Nola.
Si tratta del costone di una bottega chiusa al
pubblico nella regione V, insula 2, civico 19. Il
costone di terra aveva pressato l’area a causa
delle piogge provocando il cedimento.
Il rischio di crollo del muro di contenimento
della Bottega di Via Nocera era stato segnalato
dai custodi già da una settimana. «Stavamo
appunto provvedendo alla messa in sicurezza
di questa muratura, che è una muratura di restauro realizzata proprio per evitarne il crollo.
Ma non abbiamo fatto in tempo», spiega archeologa Grete Stefani, direttore degli Scavi,
che aggiunge: «La necessità di un progetto di
drenaggio si pone per le Regioni V, IX e III, che
pongono lo stesso problema. Ma mentre per la
IX e la III sarà più facile trovare una soluzione,
perché è possibile dirigere l’acqua nel canale
Conte di Sarno, per la Regione V non si può,
quindi bisognerà studiare più attentamente
come procedere».
* * *
Avvio dei lavori di consolidamento e restauro del
Santuario di Santa Maria
della Croce - Roio,
L'Aquila
Il Fatto Storico
Riepilogo dei crolli e dei furti
a Pompei a marzo
Marzo è stato un mese terribile per Pompei. Si
sono registrati diversi crolli e addirittura un
furto.
(Ansa)
intervengono
Fabrizio Magani
Direttore Regionale per i Beni culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo
Monsignor Giuseppe Petrocchi
Arcivescovo dell’Aquila
Monsignor Giovanni D’Ercole
Vescovo Ausiliario dell’Arcidiocesi dell’Aquila
Massimo Cialente
Sindaco dell’Aquila
Maurizio Galletti
Direttore Regionale per i Beni culturali e Paesaggistici della Liguria
1 marzo - Tra sabato e domenica si verificano
due crolli a causa del maltempo.
A cadere è il muretto della tomba di Lucius Publicius Syneros, nella necropoli di Porta Nocera, vicino l’antica strada. Il muretto, alto circa
1,70 metri e della lunghezza di circa 3,50 metri,
serviva da contenimento del terreno in cui
erano state poste le sepolture ed era pertanto
costruito contro-terra.
Sono poi cadute alcune pietre dalla spalletta
del quarto arcone sottostante il tempio di Venere. La muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata. L’area è
interdetta al pubblico.
(Ansa)
Informazioni Evento:
15 aprile 2014
L'Aquila, Santuario di Santa Maria di Roio
Orario: 15.00
Telefono: 0862/446147
* * *
(Ansa)
20 marzo - Una piccola parte di muro si è sfarinata in una domus che si trova nella Regio V
degli scavi archeologici. Ad ogni modo, in base
al primo sopralluogo effettuato stamane, disposto dal ministero di Beni culturali, il crollo riguarderebbe «un tratto di muro ‘in opera
incerta’ lungo e alto circa un metro, di un ambiente all’interno di un’area interdetta al pubblico, interessata da interventi di messa in
sicurezza nell’ambito del Grande progetto
Pompei che saranno realizzati entro il 2015».
Il soprintendente Massimo Osanna ha precisato: «Il crollo non è avvenuto questa notte, le
prime analisi archeologiche dimostrano che
non si tratta di un evento recente. Adesso saranno le autorità competenti e gli esperti a valutare il caso».
(Pressphoto)
A peggiorare la situazione, sono stati commessi due furti a Pompei, uno risolto l’altro no.
Il primo: un pezzo di pittura muraria (15 per 13
cm) che raffigura un festone vegetale di foglie
di edera su fondo giallo tolto dalla Casa dei Cubicoli floreali, meglio nota come Casa del Frutteto, che era in restauro. Il frammento è stato
restituito via spedizione da un ufficio della
posta di Firenze. Impossibile, anche al controllo delle telecamere, accertare chi abbia rispedito dalla Toscana l’oggetto.
Il secondo è un altro pezzo di pittura muraria
nella Casa di Nettuno. È stato scoperto dal custode mentre controllava la zona – isolata e
fino a pochi anni fa invasa dai rovi e coperta
dall’edera – dell’insula VI dove sorge, diroccata
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- Aprile 2014
ed esposta alle intemperie, la domus. Nella pittura, piuttosto illegibile
perché all’aperto, era stata tagliata con un cacciavite o un temperino la
figura della dea Artemide, la sola ancora chiara. Manca, dunque, un
quadratino in alto di venti centimetri. Di questa, al momento, nessuna
traccia.
Dopo i crolli di inizio mese, una riunione convocata al Mibact aveva deciso l’avvio di tutti gli interventi ”di somma urgenza” e in particolare
aveva destinato subito 2 milioni di euro alla Soprintendenza speciale di
Pompei, Ercolano e Stabia per la manutenzione ordinaria del sito.
In seguito al trafugamento di due frammenti di due affreschi, al Mibact
erano invece state prese le seguenti misure straordinarie:
•
rafforzamento degli standard di sicurezza del sito archeologico anche ricorrendo ad istituti di vigilanza specializzata;
•
sottoscrizione della convenzione con la società Ales per l’acquisizione di 30 nuove unità di personale per l’accoglienza e di supporto
alla vigilanza;
•
sollecito espletamento delle gare per la videosorveglianza all’interno dell’area archeologica e per la nuova recinzione e illuminazione;
•
consulenza specializzata sulle misure di protezione interna
da parte del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale
(CCTPC);
•
utilizzo delle competenze tecnico scientifiche dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) al fine di verificare
lo stato delle aree danneggiate dal furto.
È stata infine definita una convenzione tra Mibact e Finmeccanica per
fornire servizi e tecnologie sperimentali di rilevamento satellitare. Attraverso le società Selex ES e Telespazio, Finmeccanica offrirà gratuitamente la propria tecnologia seguendo tre priorità: rischi da dissesto
idrogeologico, gestione dell’operatività del sito, e diagnosi dei manufatti
e delle strutture. Fornirà inoltre smart app per coinvolgere i visitatori
nella tempestiva segnalazione di situazioni potenzialmente critiche all’interno dell’area archeologica.
Gli ultimi crolli a Pompei risalivano allo scorso dicembre 2013, quando
era stata registrata la caduta di uno stucco in una domus della Regio V,
Ins II, n° 14.
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di bronzo della vittima portò a ipotizzare che nel 79 d.C. la casa appartenesse a membri della illustre gens Fabia, cui spettava l’onore di far
parte dell’antico collegio sacerdotale dei Luperci (preposto alle celebrazioni delle origini di Roma durante la festa dei Lupercalia). I gradini marmorei dell’entrata ed il ritrovamento di oggetti finemente lavorati (tra cui
uno sgabello in bronzo, argenterie, una cassaforte posta presso l’ambiente (g) di cui resta la base in pietra lavica) sono solo un riflesso dell’alto tenore di vita di questa famiglia.
Il grande affresco in IV stile nel peristilio (p) rappresenta, sulla parete
ovest, statue di Ninfe acquatiche con cratere-fontana e pavone e, in origine, un satiro dormiente sul parapetto rosso. Un giardino esotico ricco
di animali (paràdeisos) si sviluppa sulla parete nord del portico (q’): un
elefante ed un bufalo; un serpente ed un grifone alato (in alto), un bovino, una gazzella, un asino, una volpe, un orso e quel che resta di tre
grandi felini. Nella parte centrale, perduta, si è ipotizzato trovasse posto
il mitico Orfeo nell’atto di incantare gli animali con il suono della sua lira.
AREA ARCHEOLOGICA DI POMPEI
Aperte tre Domus
A Pasqua sarà possibile ammirare tre domus recentemente restaurate;
la splendida domus di Marco Lucrezio Frontone, le domus di Romolo e
Remo e di Trittolemo...
Domus di Romolo e Remo
La domus di Romolo e Remo nasce nel II secolo a.C., in un quartiere
prestigioso della città, nei pressi di una delle porte urbiche e vicino al
foro e ad importanti santuari. L’impianto è quello tipico delle case aristocratiche dell’epoca: dall’ingresso (a) al civico 10 di via Marina, superato un originale marciapiede con mosaico in ciottoli, si accede all’atrio
con impluvio (b) attorniato da ambienti di uso privato. I luoghi di ricevimento sono il tablino (k) e l’oecus (n) nonché il piccolo giardino (q) circondato da un portico con colonne scanalate bianche e rosse e con
pavimento in cocciopesto (p). L’ambiente (t), un’alcova, reca le tracce
della presenza di un letto.
Il nome della casa deriva da un affresco dell’ambiente (n) con la Lupa
che allatta Romolo e Remo, distrutto nel corso dei bombardamenti degli
Alleati del 1943.
L’abitazione scavata nel biennio 1871-72, restituì tra l’altro i corpi di 5
individui, uno dei quali stringeva nella mano destra un sacchetto con
numerose monete d’oro, argento e bronzo e portava nella sinistra un
anello d’oro e uno di bronzo. L’esistenza di un secondo affresco perduto
rappresentante ancora Romolo, nonché la sigla FA.H incisa sull’anello
Domus di Marco Lucrezio Frontone
Dietro una semplice facciata, lungo il vicolo perpendicolare a Via di Nola,
si apre una delle più raffinate case ad atrio di Pompei, il cui impianto
originario risale al II sec. a.C., ma che a partire dall’età augustea (fine I
sec. a.C. - inizi I sec. d.C.) fu abitata da una delle famiglie più importanti
della città. Le iscrizioni elettorali rinvenute sul prospetto durante gli scavi
suggeriscono il nome del proprietario: Marcus Lucretius Fronto che
aveva intrapreso una brillante carriera politica, candidandosi alle principali cariche pubbliche.
Sebbene di modeste dimensioni (circa 460 m²) la domus vanta un apparato decorativo di notevole qualità, attribuibile per la maggior parte al
III stile finale e ricco di rimandi intellettuali degni dello status sociale del
proprietario. Fulcro planimetrico e settore che meglio rappresenta la luxuria del proprietario è quello costituito dal tablino e dall’atrio con la
vasca in marmo dell’impluvio bordata da mosaico e pavimento in lavapesta con scaglie di marmi colorati.
Sul lato orientale è visibile il cartibulum marmoreo con zampe leonine
funzionale all’esposizione della suppellettile più pregiata. Nel vicino tablino spicca la severa decorazione ad affresco su fondo nero, nella cui
zona mediana quadretti con immaginarie ville marittime sostenuti da
candelabri affiancano i quadri principali raffiguranti il trionfo di Bacco e
Arianna (lato destro) e gli amori di Venere e Marte (lato sinistro) che ritraggono il dio mollemente chino su Venere mentre le accarezza un
seno al cospetto di Cupido.
A fianco del tablino si apre un piccolo cubicolo sulle cui pareti, di colore
giallo ocra intenso, amorini in volo fanno da contorno a due scene moraleggianti: da una parte Narciso colto nell’attimo in cui ammira la sua
immagine riflessa nell’acqua, dall’altra Perona che allatta in prigione il
vecchio padre Micone salvandolo dalla morte a cui era stato condannato.
L’esempio di amore filiale qui proposto è ulteriormente esaltato dai distici
elegiaci dipinti nell’angolo superiore sinistro della composizione che recitano: “triste pudore fuso con pietà”. Completa la decorazione una coppia di medaglioni con ritratti di fanciulli posti ai lati dell’ingresso che
suggerisce di identificare l’ambiente con la camera dei figli del proprietario a cui probabilmente erano rivolti i due esempi di insidia e virtù dell’età giovanile. Sul lato sud dell’atrio si apre un secondo cubicolo forse
di pertinenza della domina per l’atmosfera tipicamente femminile dei
soggetti rappresentati; sul quadro della parete destra Arianna porge a
Teseo il filo che gli consentirà di uscire dal labirinto visibile sullo sfondo,
mentre sul lato opposto è raffigurata una scena di toelette di Venere che
seduta seminuda davanti ad uno specchio si fa acconciare i capelli.
Nella sala triclinare, attualmente in restauro, si conserva il quadro con
l’episodio dell’uccisione di Neottolemo per mano di Oreste davanti al
tempio di Apollo a Delfi. La parte posteriore della casa è occupata a sinistra dalla cucina con latrina, dal viridario e da un portico con tre colonne su cui si affacciano diversi ambienti di soggiorno tra cui il triclinio
sulla cui parete sinistra si riconosce Dioniso appoggiato al Sileno con
la lira.
Dal vicino vano provengono gli scheletri di cinque adulti e tre bambini
schiacciati dal crollo del tetto durante l’eruzione che distrusse la città
nel 79 d.C. Sulle pareti del giardino è ancora visibile l’affresco con scena
di paradeisos in cui si articolano episodi di caccia tra belve (leoni, pantere e orsi) e animali domestici (tori, buoi, cavalli), oggi protetta da una
tettoia, ma originariamente scoperta. Sul lato sud del dipinto l’animale
contro cui si avventa il leone, forse un orso, è stato danneggiato dal foro
praticato dagli scavatori antichi detti cunicolari. Gli affreschi e i pavimenti
di questo settore della casa, di IV stile, sono probabilmente riconducibili
ai lavori di ristrutturazione eseguiti dopo il terremoto del 62 d.C. e in
parte ancora in corso al momento dell’eruzione, come dimostra il rinvenimento nella zona di servizio (20a) di un’anfora contenente della calce
e conservata in situ.
Domus di Trittolemo
La Domus di Trittolemo (VII 7, 5), situata di fronte alla Basilica e confinante col Santuario di Apollo, era già dal II secolo a.C. una sontuosa
casa a due atri e due peristili, composta da un settore di rappresentanza
e da uno privato.
Inserita in un isolato occupato fin dal III secolo a.C., si trasforma dopo
l’80 a.C. in un’unica proprietà, annettendo la vicina casa di Romolo e
Remo; le modifiche strutturali e il rinnovamento degli apparati decorativi
testimoniano ancora oggi la ricchezza e l’importanza del ruolo del suo
proprietario, forse uno dei notabili della colonia sillana.
Entrando dal vestibolo al civico 5 di via Marina si accede all’atrio tuscanico (b) pavimentato da un battuto di scaglie di marmo con al centro
l’impluvio; tramite due gradini si passa direttamente nel peristilio (l) con
dodici colonne rivestite di stucco rosso e bianco, originariamente collegate da paratie in legno e una vasca rettangolare nell’area centrale, destinata a giardino.
Sul portico del peristilio, pavimentato da un mosaico punteggiato in nero
su fondo bianco, si aprono gli ambienti di rappresentanza (m, n e u).
L’ampia sala (m) con affreschi di IV Stile presenta una serie di quadretti
con amorini intenti in varie occupazioni, posti al di sopra di uno zoccolo
a finto marmo. Fra questi si inserivano i quadri di Venere e Adone e di
Ermafrodito allo specchio, noti solo grazie a disegni di fine Ottocento.
Della decorazione del triclinio (n) faceva parte il celebre affresco di Trittolemo, che dà nome alla casa. L’eroe, prescelto da Demetra per trasmettere l’arte dell’agricoltura agli uomini, è qui raffigurato mentre riceve
un canestro di spighe da Persefone. Un secondo quadro celebrava l’arrivo di Venere dal mare sulle spire di un Tritone e il suo approdo presso
il colle dove avrebbe fondato Pompei, la città di Venere (Veneris sedes)
secondo il poeta Marziale (Martial. IV, 44).
Completamente aperta sul peristilio e in asse con l’ingresso, l’esedra
(u) si connota come l’ambiente più importante della casa. Vi si accede
da una soglia in blocchi di lava, seguita da un tappeto musivo policromo
con motivo delle mura urbiche; il centro della sala è impreziosito da un
grande riquadro a cubi prospettici formati da piastrelle di calcare colorato in tutto simile a quello presente nella cella dei vicini Templi di Apollo
e di Giove. La ripresa di questo motivo in ambito privato rappresenta
una rarità attraverso la quale il proprietario ha voluto accrescere l’importanza della casa. Dal peristilio della casa di Trittolemo si accede alla
casa adiacente, adibita a pars privata, dotata di un secondo peristilio
colonnato (x), di un altro atrio con impluvio (g) in tufo decentratob rispetto al vestibolo, su cui affacciano una serie di ambienti ampi e più
piccoli (cubicula), e con diversi vani di servizio.
Sul lato sud del peristilio si conserva un frammento di architrave con il
nome di M(arcus) Artorius M(arci) l(ibertus) Prim[us] architetto dell’età
augustea cui si deve il rinnovamento del Teatro Grande di Pompei (CIL
X, 807; 841). Il blocco apparteneva forse alla vicina Basilica.
Nel triclinio (n) sono esposti due grossi lacerti a mosaico recuperati nel
1959 durante lo scavo delle Terme Suburbane. Essi decoravano la volta
della piscina riscaldata con il sistema detto ‘a samovar’, unico esempio
finora noto a Pompei. Il raro mosaico, stilisticamente vicino alle pitture
di IV stile, è stato realizzato dopo il terremoto del 62 d.C. Nel primo frammento sotto un cerchio con motivo a conchiglia si dispongono una cornice a meandro, ghirlande e un quadro con paesaggio. Nell’altro
spiccano varie cornici dai colori vivaci; in una delle fasce si distinguono
conchiglie e pesci.
fonte dati: www.pompeiisites.org
DATA NEWS
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- Aprile 2014
Ristrutturazione del Convento in
piazza Matteo Luciani: murate le antiche arcate del loggiato
Massimo La Rocca chiede alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di intervenire presso i committenti della ristrutturazione, affinchè i setti murari in mattoni forati che hanno
chiuso le Arcate del Loggiato vengano demoliti
20 aprile 2014
"Riguardo alla ristrutturazione in corso del cinquecentesco Convento di San Francesco di Paola in Piazza Matteo Luciani nel
Centro Storico di Salerno, per adibirlo a Uffici della Questura e
della Procura, faccio notare che nei giorni scorsi hanno avuto il
coraggio di murare con mattoni forati le antiche arcate del loggiato all'ultimo piano della Facciata principale che prospetta proprio sulla Piazza". A scriverlo è il salernitano Massimo La Rocca
che chiede alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di intervenire presso i committenti della ristrutturazione, affinchè i setti murari in mattoni forati che hanno chiuso
le Arcate del Loggiato vengano demoliti e venga ripristinata la situazione antecedente alla ristrutturazione, quando tali Arcate
erano chiuse esclusivamente con Vetrate: una situazione di compromesso ideale, considerando che in origine, quando il Loggiato
fu realizzato, nel '500 o nel '700, le Arcate erano completamente
aperte.
* * *
Demolito dal proprietario lo storico
Palazzo Montagna a Porto Empedocle.
Compariva in alcuni romanzi di Camilleri
14 aprile 2014
E’ una storia paradossale, eppure non sorprendente in questa Italia che
sta facendo macello dei propri Beni Culturali. E’ accaduta a Porto Empedocle (Agrigento), la Vigàta dei romanzi di Andrea Camilleri, ma poteva succedere ovunque si fosse prospettata una situazione analoga. Il
proprietario dello storico Palazzo Montagna, pezzo di memoria della
nota cittadina siciliana, si è visto bocciare dalla Soprintendenza il progetto di recupero proposto e d’impulso, infischiandosene delle conseguenze legali del suo gesto, ha deciso tre giorni fa di far demolire il
palazzo nel corso della notte.
PORTO EMPEDOCLE - Palazzo Montagna prima
della demolizione
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La circostanza-tipo espressa da un caso del genere è quella di un proprietario privato che possiede un immobile sotto vincolo della Soprintendenza per i Beni Culturali e che si trova nella situazione o di non
avere il denaro necessario per un recupero (ma al tempo stesso di avere
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- Aprile 2014
l’obbligo di garantirne la sicurezza) o che, pur avendo i mezzi economici
per un restauro, non riesce a trovare un accordo con l’ente publico competente su come attuarlo. L’ente pubblico dal canto suo, se da un lato
non può intervenire con fondi pubblici su un bene privato (sebbene vincolato), d’altro canto spesso e volentieri non ricorre al mezzo dell’esproprio che gli consentirebbe almeno di acquisire il bene al patrimonio
pubblico e di gestire quindi direttamente l’immobile. Si creano così
quelle situazioni stagnanti che lasciano poi spazio a conseguenze disastrose come quella capitata in Sicilia o come quella successa a Bari
poche settimane fa dove la chiesa altomedievale di S. Giorgio Martire,
nell’attesa di una soluzione, è stata incendiata da balordi.
Tornando al caso siciliano, l’iniziativa avventata del proprietario ha comportato la perdita di un palazzo ricco di storia, legato a famiglie ed attività
economiche del territorio, elementi che senza dubbio potevano renderlo
un significativo polo di attrazione culturale. Conosciuto dagli empedoclini
come “u casamentu”, il Palazzo Montagna è stato location anche di alcune scene dei racconti di Andrea Camilleri (soprattutto in “Un filo di
fumo”), scrittore che a Porto Empedocle è nato 89 anni fa. Il Palazzo fu
costruito nel 1856 ed oltre ad essere utilizzato come residenza privata
fu anche sede della filiale di una società americana, per cui era conosciuto anche come Stabilimento Goldheart, dal nome della società
stessa che realizzò una raffineria nella zone dell’antico Molo.
Il proprietario – l’architetto Salvatore Burgio, ex assessore ai Lavori pubblici di Porto Empedocle – è ora stato denunciato alla Procura dalla Soprintendenza di Agrigento. L’uomo, che aveva acquistato il palazzo nel
2003 dagli eredi della famiglia Montagna, avrebbe compiuto l’assurdo
gesto di distruggere un bene soggetto a vincolo, accettando le conseguenze derivanti, piuttosto che rischiare una denuncia nel caso che un
eventuale crollo avesse prodotto danni a persone o cose. Il progetto di
Burgio bocciato dalla Soprintendenza era quello di trasformare il palazzo
in “un centro per l’accoglienza turistica collegata ai futuri flussi crocieristici del Porto”.
*
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proprietà fa pensare a due possibili casi. Il primo è che il proprietario –
come da suo diritto – abbia chiesto motivatamente l’apposizione del vincolo magari per chiedere contributi per i restauri. Il secondo caso è che
la collettività – in qualche modo – abbia ritenuto l’edificio in pericolo e
l’abbia segnalato per l’apposizione del vincolo.
Di certo quando il proprietario acquista è perfettamente al corrente dello
stato di conservazione del Palazzo, delle difficoltà ad intervenire in centro storico anche se in assenza di un vincolo diretto, ma anche della
precarietà e del conseguente pericolo del bene che richiedono un intervento di messa in sicurezza preventivo al progetto. E’ sicuramente a conoscenza del fatto che il primo ingrediente che non potrà mancare nella
sua relazione con l’edificio sarà la virtù della pazienza.
Di certo lo sa perché il protagonista, oltre ad essere un architetto, è stato
anche assessore ai lavori pubblici nello stesso comune di Porto Empedocle: in ogni caso un ex assessore che ora non osserva i principi della
legalità.
Passano nove anni ed il comune forse sta a guardare o forse sollecita
il proprietario ad intervenire, ma nulla o quasi si muove. Non interviene,
non espropria al fine di eseguire anche solo le opere di messa in sicurezza per l’incolumità pubblica per poi riaddebitarle al proprietario in
cambio della restituzione dell’edificio. Forse qualche piccola opera viene
fatta ma insufficiente per la conservazione del bene.
Il proprietario presenta il progetto di riuso alla Soprintendenza la quale
ritiene di doverlo bocciare, a torto o ragione non si sa. Certo è che qualunque cittadino dotato di senso civico – oltreché nel caso (sembra) di
una laurea in Architettura – difende le proprie ragioni con buon senso.
Si possono fare tante azioni: cercare un dialogo con l’ente, discutere,
fare protesta o anche arrabbiarsi ed incatenarsi ad una palizzata per i
caratteri più passionali. Magari estendere la recinzione fino ad includere
la piazza per evidenziare il rischio di crollo, ammesso che davvero sia
questo il problema.
ISOGNIDEGLIARCHITETTI
Palazzo Montagna, oggi!
Non rimandare ad oggi ciò che puoi fare domani
(Romeo docet)
DEMOLIZIONI CON CONSENSO,
DEMOLIZIONI SENZA SENSO
Pochi giorni fa un palazzo eclettico della bellissima Sicilia è stato pressoché raso al suolo nella notte. Si tratta di Palazzo Montagna, un pregevole edificio ottocentesco, sito nel centro di Porto Empedocle, che
venne progettato da Salvatore Gravanti, autore anche del Municipio e
della Camera di Commercio di Agrigento. La storia ha elementi surreali
nei protagonisti, nello svolgersi, nel taglio degli articoli scritti o nel silenzio nonché soprattutto sul tipo di consenso che si è generato. Di come
si sono svolti i fatti sappiamo molto poco.
Ma andiamo con ordine.
A Porto Empedocle c’è(ra) appunto un palazzo dal nome Palazzo Montagna, toponimo preso dai proprietari storici. Non è antichissimo, la sua
costruzione risale al 1856, ma nelle sue forme eclettiche narra del periodo di probabile floridezza economica del luogo. Forse del periodo di
speranza e fiducia nel progresso. Il secondo nome – forse il primo in ordine cronologico – era Stabilimento Goldheart, dal nome di una società
americana che vi prese sede. Nel cuore e negli occhi dei cittadini era
invece conosciuto come “u casamentu”.
Palazzo Montagna prima del disuso – Agrigentosette.it; gruppo Facebook “Agrigento in bianco e nero”
Anni di abbandono ed indifferenza lo avevano portato da forme definite
in ogni dettaglio ad un edificio aggrappato anche con i denti alla propria
struttura. Aveva certo acquisito un’impattante patina romantica ma era
in stato di degrado molto avanzato e il pericolo si sporgeva – dicono –
all’esterno del suo sedime. Gli esperti del settore sanno tuttavia che
quando i segni della storia sono ancora evidenti il recupero è assolutamente fattibile. Del resto nel nuovo millennio salviamo vite sull’orlo del
baratro ed un team di tecnici preparati è certamente in grado di risollevare il destino di edifici estremamente danneggiati e senza necessità di
ricreare falsi storici. Bisogna però esserne capaci: la professionalità non
si acquista ma si acquisisce.
Ciò che sappiamo è che il Palazzo viene acquistato nel 2003 da tal Salvatore Burgio. Due anni dopo scatta il vincolo sotto il nome di “ex Stabilimento Goldheart, oggi Palazzo Montagna” con D.D.G. 6690 del
27.05.2005 secondo gli elenchi della locale Soprintendenza.
Il fatto che l’edificio venga vincolato a così breve distanza dal cambio di
Questo bandito decide invece di abbattere l’edificio. Nella notte arrivano
benna e pinza demolitrice che riescono a scomporre in macerie una
buona parte del pregevole Palazzo senza che nessuno intervenga. Una
pinza demolitrice non è un’esplosione: serve il suo tempo. Eppure quel
tempo c’è: nonostante la luce in notturna e il rumore infernale si riesce
a portare a termine l’operazione.
La conclusione è che la Soprintendenza di Agrigento ha denunciato alla
Procura il proprietario per distruzione di beni architettonici e che i casermoni insulsi ed inopportuni alle spalle del Palazzo ora vedono meglio
la piazza.
Sarebbe già abbastanza triste tutto ciò senza passare dai commenti dei
social network ma in questo caso non è possibile. I commenti si sono
divisi – non equamente – tra pochi che hanno difeso il principio di legalità e tanti che senza nemmeno conoscere le procedure si sono scagliati
contro burocrazia e soprintendenze. E’ una moda e l’imperativo è protestare.
Ancora più gravi gli articoli giornalistici che lasciano in qualche modo
intendere che l’azione demolitrice abbia avuto tra gli intenti la salvaguardia dell’incolumità pubblica. Alcuni si spingono a scrivere che il ‘sentimentale’ proprietario lo avrebbe demolito pur di non vederlo andare
completamente in rovina. A tutto c’è un limite! Non riesco proprio ad immaginarmi l’architetto in lacrime sul set della scena della demolizione
del suo mancato hotel turistico. Se un tale atteggiamento è malsopportabile su un social network, figuriamoci se lo è per un organo di stampa
che mai dovrebbe supportare l’illegalità. Pochissimi i pareri discordanti
che difendono la cultura.
Pochissimi si sono chiesti se il progetto di recupero valeva un assenso
da parte dei custodi dei beni culturali, pochi si sono chiesti se c’erano
alternative.
L’alternativa all’illegalità c’è sempre: è la legalità.
E specialmente oggi che le notizie girano ed il consenso sulle cose giuste si crea con rapidità per velocizzare l’ottenimento degli assensi bastava attirare un po’ di attenzione.
A patto di avere ragione, si intende. A patto di avere elaborato un bel
progetto di conservazione, si intende.
E se il progetto ci fosse stato perfetto, completo, non speculativo ma
conservativo? Non possiamo escludere che sia così. Quali ragioni
avrebbe avuto in questo caso il proprietario per demolire?
Comunque nessuna: in questo paese farsi giustizia da soli è reato.
Per fortuna.
ICo
NB: Ed è grazie a questi personaggi e a chi li sostiene nonché al qualunquismo dilagante che è purtroppo una fortuna che le zone a ‘burocrazia zero’ non siano ancora realtà.
* * *
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DATA NEWS
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- Aprile 2014
M O S T R E M U S E I & CON V EGN I
Trascrizione per viola di Henri Vieuxtemps, di un’aria di Félicien David contenuta ne Le Désert, La
Nuit dimostra il fascino che la voce umana ha esercitato sui musicisti di strumento ad arco nel XIX
secolo. Far «cantare» la viola. Trasmettere, senza l’appoggio delle parole, tutta l’espressione contenuta in questa dolce melodia. Ecco la sfida accolta dal virtuoso belga. Quest’opera scandirà un concerto costituito dal Trio n. 1 (1857) di Félicien David e dal Quartetto di Théodore Dubois (1907).
Questo quartetto, che conobbe un sincero successo, permise a Dubois di esprimere uno smisurato lirismo, temperato da affabile umorismo e da una mirabile leggerezza.
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Intervengono:
Piero Cecchini, Sindaco di Cattolica
Anna Sanchi, Assessore alla Cultura del Comune di Cattolica
Fiamma Lenzi, Istituto per i Beni Artistici Culturali Naturali Regione Emilia Romagna
Monica Miari, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Direttore degli
scavi nell'area VGS
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LA NUOVA SEZIONE DI
PRE-PROTOSTORIA
DEL MUSEO DELLA
REGINA
Il villaggio del Bronzo Antico e Medio di
Cattolica. Archeologia di un sito
Cattolica (RN), Museo della Regina, via
Pascoli 23
domenica 13 aprile 2014, ore 17
ingresso libero
Nel settembre del 2007 la Soprintendenza per
i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, in collaborazione con il Comune di Cattolica, ha avviato nell'ampia area destinata alla
realizzazione del complesso noto come VGS
un lungo e importante scavo archeologico conclusosi nel febbraio 2009. Lo scavo, condotto
dalla Società Tecne di Riccione, ha identificato
alcune strutture relative a un villaggio dell'età
del Bronzo Antico/Medio (1800-1500 a.C.
circa).
Le ricerche, abbinate a indagini paleoambientali e paleozoologiche, stanno consentendo
un'interessante e innovativa ricostruzione degli
aspetti climatici, ambientali e paesaggistici, antropologici e insediativi dell'area indagata.
Lo studio dei materiali, della fauna e dei pollini,
degli scarti di lavorazione della pietra e degli
utensili in litica, degli oggetti in ceramica e in
metallo e delle sei macine con relativi macinelli
ha fornito molte risposte in questi anni ma i
tanti interrogativi sollevati da questa scoperta
non si sono ancora esauriti.
Lo stato delle ricerche ha comunque già raggiunto alcuni traguardi fondamentali ed è con
questi dati e su queste informazioni che si è
potuta realizzare la nuova sezione di pre-protostoria del Museo di Cattolica che sarà inaugurata il 13 aprile 2014.
Il lavoro si inserisce a pieno titolo nelle attività
del Museo che sin dalla sua nascita, grazie a
un costante controllo sul territorio e a pronti interventi di carattere archeologico, ha permesso
di aggiungere nuovi e inediti tasselli alla storia
di Cattolica, consentendo una lettura più allungata e allargata sia sul piano diacronico e cronologico, sia dal punto di vista areale.
Lo studio e la ricerca messi in campo hanno
percorso una strada lunga e articolata per
tappe, avviate già all'indomani della conclusione dello scavo. Una di queste, nel 2012, è
stata l'attivazione di una Scuola per il Restauro
delle Ceramiche frutto dell'intervento diretto
dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione
Emilia Romagna; la scuola è stata condotta
dalla Società In Opera in collaborazione con
Florence Caillaud e guidata dai restauratori
della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell'Emilia-Romagna.
Da domenica 13 aprile viene esposta al pubblico una parte consistente dei materiali rinvenuti, prevalentemente ceramiche restaurate e
consolidate, parte della litica e alcune conchiglie. Il prosieguo degli studi consentirà di arricchire ulteriormente l'esposizione, in primis con
le ossa di animali e la tomba di caprino che si
vorrebbe rimontare in Museo.
Lo scavo è stato diretto da Monica Miari (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna) affiancata dall'archeologa Erika
Valli, della Società Tecne s.r.l., che ha alternato
sullo scavo alcuni dei più valenti collaboratori.
La successiva attività di indagine e restauro ha
visto ricomporsi la fruttuosa collaborazione già
sperimentata per la mostra Vetus Litus tra Soprintendenza per i Beni Archeologici, Istituto
per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e Comune di Cattolica,
i cui sforzi scientifici, professionali ed economici hanno consentito ancora una volta, nell'arco di pochi anni, di presentare al pubblico i
risultati di una così importante scoperta.
Per informazioni:
Museo della Regina
Via Pascoli, 23
47841 CATTOLICA
Tel. 0541 966577;E-mail: museo@cattolica.net
Orario estivo
lunedì – chiuso; martedì: 9,30-12,30
mercoledì-domenica: 16,00-19,00; 20,0023,00 - ingresso libero
Carla Conti (OdG 83183)
Rapporti con i Media della Soprintendenza per
i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Via Belle Arti n. 52 - 40126 Bologna (Italy)
tel. (+39) 051.223773 - 051.220675 051.224402 (interno 123) - fax (+39)
051.227170
www.archeobologna.beniculturali.it/
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LUGO AI TEMPI DEL COLERA
Testimonianze archeologiche e fonti
documentarie sull'epidemia del 1855
La mostra ricostruisce le vicende umane e
giudiziarie di alcuni detenuti del XIX secolo
incrociando i dati d’archivio con i graffiti incisi
sulle brocche e sui catini usati in cella
Manica Lunga dell'ex Convento del Carmine
Piazza Trisi n. 4
LUGO (RA)
dal 12 aprile 2014 al 22 gennaio 2015
Inaugurazione sabato 12 aprile 2014, ore 11
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 12
Ingresso gratuito
info URP 054538488 - Ufficio musei
054538561
http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/lugo_colera_2014.htm
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Un nome, una data, a volte solo un’iniziale, il segno che si è esistiti e,
quel che è peggio, passati da lì. Figli di un reato minore, certo, sennò finivano nel carcere di Ferrara, ma comunque galeotti, tradotti in cella
per furto, ricettazione, simpatie rivoluzionarie o patriottiche.
Ci sono casi in cui, se piove, diluvia: alcuni di loro hanno dovuto patire
due volte, la gattabuia e il vibrione. Che c’è di meglio di una stanza
umida, malsana, sovraffollata e promiscua per soccombere al contagio?
Eppure, ironia della sorte, proprio il colera li ha sottratti all’oblio.
Gli scavi archeologici effettuati nella Rocca di Lugo hanno portato in
luce il condotto usato come immondezzaio delle prigioni pontificie ubicate nel torrione detto “Mastio di Uguccione”. Da questo scarico provengono i reperti protagonisti, con documenti e lettere d’archivio,
della mostra “Lugo ai tempi del colera”, allestita nella Manica Lunga
dell'ex Convento del Carmine, in Piazza Trisi 4 a Lugo, fino al 22 gennaio 2015.
Promossa dal Comune di Lugo e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Comitato per lo
studio e la tutela dei beni storici di Lugo, l'esposizione propone circa
150 oggetti usati dai detenuti e buttati in occasione dell’epidemia di colera del 1855. Si tratta per lo più di brocche, catini, ciotole, piatti in ceramica ingobbiata e invetriata, fiasche, pitali, pentole e pedine da gioco,
manufatti quasi tutti ottocenteschi, salvo un’esigua selezione di materiali
dei secoli precedenti (XVII-XVIII) tra cui pentole da fuoco in ceramica
invetriata e piatti in smaltata bianca o azzurra, tipo “Senigallia”.
L’interesse di questo materiale sta nei graffiti incisi dai carcerati, talora
il nome, la provenienza, segni devozionali come piccole croci, a volte
solo una tacca o il lento scorrere degli anni di detenzione, 1835, 1836,
1837 ... con il 1854 terminus post quem.
Ricerche d’archivio su queste incisioni hanno permesso di ricostruire le
vicende personali e giudiziarie di alcuni detenuti, fornendo al tempo
stesso uno spaccato di vita lughese alla vigilia dell’annessione al Regno
di Sardegna.
I documenti raccontano molto di Stefano Ponzi, detto Massagnino, di
professione “fachino”: accusato di ricettazione e recluso per oltre un
anno, fu rilasciato nel 1855 nonostante la fama di sovversivo e di sicuro
non è morto in carcere. Di “Nicola Belletti di San Lorenzo”, detenuto
nel 1854, dicono solo che era nato il 26 giugno 1800 da tali Giuseppe e
Santa Selva ma né di lui, né di Domenico Fenati e Luigi Caravita, Gaetano, Sante, Marcozzi, E.G., G.S. e gli altri incisori di nomi, croci, lettere
e date sapremo forse mai le traversie umane e detentive.
In una mostra che parla di morti, galeotti e colera, va registrato il curioso
caso di Francesco Scardovi, uno dei due medici attivi nel lazzaretto di
Lugo dove, come recita la sua lapide nel cimitero monumentale, “con
eroico zelo, tutto si diede al sollievo dei malati mentre qui infieriva il
morbo”: il buon dottore non solo non è perito nel contagio ma è campato
fino alla veneranda età di quasi 103 anni.
La mostra, curata dalle archeologhe della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Chiara Guarnieri e Claudia Tempesta,
e da Antonio Curzi del Comune di Lugo, rientra nell'iniziativa "Quante
storie nella Storia" promossa dalla Soprintendenza Archivistica per
l'Emilia-Romagna dal 5 all'11 maggio 2014.
Comunicato a cura di Carla Conti (OdG 83183)
Rapporti con i Media della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
Via Belle Arti n. 52 - 40126 Bologna (Italy)
tel. (+39) 051.223773 - 051.220675 - 051.224402 (interno 123) - fax
(+39) 051.227170
website http://www.archeobologna.beniculturali.it/
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Presentazione del volume della collana
Quaderni di Archeologia
Un villaggio nella pianura
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- Aprile 2014
Ricerche archeologiche in un
insediamento medievale del territorio
di Sant'Agata Bolognese
a cura di Sauro Gelichi, Mauro Librenti, Marco Marchesini
Sala del Consiglio Comunale di Porta Otesia
Sant'Agata Bolognese (BO)
sono presenti
Daniela Occhiali, Sindaco di Sant'Agata Bolognese
Claudio Broglia, Senatore della Repubblica
Paola Marani, Consigliera regionale dell'Emilia-Romagna
Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna
Filippo Brandolini, Presidente Herambiente S.p.A.
Silvia Marvelli, Direttore del Museo Archeologico Ambientale
intervengono i curatori del volume
Sauro Gelichi, Università Ca' Foscari di Venezia
Mauro Librenti, Università Ca' Foscari di Venezia
Marco Marchesini, Soprintendenza per i beni archeologici dell'EmiliaRomagna
È il sito altomedievale più vasto e meglio indagato dell'Italia settentrionale, un unicum, per dirla con gli archeologi, tanto più eccezionale
quanto più completa e abbondante è la qualità, quantità e stato di conservazione dei materiali archeologici, archeobotanici e archeofaunistici
rinvenuti.
Scoperto nel 1994 nel territorio di Sant'Agata Bolognese e attentamente
studiato da un pool di esperti di varie discipline, svela oggi i suoi segreti
(a cominciare dal nome, indicato non senza suspance nelle ultime pagine) nel volume “Un villaggio nella pianura. Ricerche archeologiche in
un insediamento medievale del territorio di Sant'Agata Bolognese”, curato da Sauro Gelichi, Mauro Librenti e Marco Marchesini.
L’opera sarà presentata domenica 6 aprile (ore 16) nella Sala del Consiglio Comunale di Porta Otesia a Sant'Agata Bolognese alla presenza
dei curatori e di Daniela Occhiali, Sindaco di Sant'Agata Bolognese,
ClaudioBroglia, Senatore della Repubblica, Paola Marani, Consigliera
regionale dell'Emilia-Romagna, Marco Edoardo Minoja, Soprintendente
per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Brandolini, Presidente Herambiente S.p.A., e Silvia Marvelli, Direttore del Museo Archeologico Ambientale.
Il volume illustra il villaggio altomedievale scoperto nel 1994 a Sant’Agata Bolognese, a tutt'oggi uno dei più importanti siti del Nord Italia.
Delle campagne, dell'organizzazione del loro habitat, dello sfruttamento
delle loro risorse tra X e XI secolo sappiamo ancora poco, certo molto
meno di dire altre regioni d'Europa dove l'archeologia rurale ricopre da
anni ben altro ruolo.
Quello di Sant'Agata Bolognese è l'unico scavo che abbia indagato,
forse in modo non esaustivo ma certo esteso, un villaggio dei secoli centrali del Medioevo nella pianura padana.
Il volume tocca molti temi, dall'edilizia abitativa alla struttura dell'insediamento, dall'economia ai caratteri della vita quotidiana, e di fatto fornisce lo spaccato di una comunità e (indirettamente) dei suoi signori,
delle loro strategie e dei loro modi di rapportarsi con le risorse, in quei
secoli centrali del Medioevo (X-XI secolo) che furono davvero centrali
per le società dell'Occidente Europeo.
Le innovative metodologie di scavo applicate hanno permesso di capire
l’importanza e la complessità cronologica dell’insediamento, mettendo
in luce i suoi forti legami con il territorio circostante, come confermano
le fonti scritte in cui si evidenziano gli assetti insediativi, politici, patrimoniali e sociali dell’area dove il villaggio era ubicato.
Gli studi condotti sui materiali (ceramica, pietra ollare, oggetti in metallo,
macine, fusaiole, vetri, ecc.) hanno evidenziato un elevato tenore di vita
e una fitta rete commerciale sia a livello regionale che nazionale. Le
analisi ambientali hanno fornito la fotografia di un territorio fortemente
“vissuto”, con un’agricoltura sviluppata e abbondante utilizzo del legno
come materia prima indispensabile per la vita del villaggio.
L'opera si chiude con la risposta alla domanda che più di ogni altra ha
tormentato chi si è occupato di questo scavo: come si chiamava questo
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villaggio? Perché dargli un nome, cioè identificare un luogo tra le carte
d'archivio (sempre poche!) che ci sono rimaste, significa anche riuscire
in qualche modo a relazionarlo con qualcuno (da una parte) e in fondo
capire come fosse percepito dai contemporanei (abbiamo scavato un
villaggio, un castello, un porto? o meglio un sito che veniva qualificato
così?)
Questa pubblicazione è il coronamento del rilevante impegno di vari
enti, i Comuni di Sant’Agata Bolognese e San Giovanni in Persiceto, la
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e l’Università degli Studi di Pisa, che hanno effettuato gli scavi, studiato il sito, recuperato, classificato e musealizzato i reperti, e diffuse le conoscenze
acquisite con mostre, pubblicazioni e conferenze. Tra gli enti che hanno
contribuito alla scoperta dell’insediamento medievale e alla sua valorizzazione va ricordata la Nuova Geovis S.p.A., oggi controllata del Gruppo
Hera, proprietaria di alcuni impianti per il trattamento e lo smaltimento
dei rifiuti nel comune di Sant’Agata Bolognese: il sito è venuto in luce
proprio durante i lavori per l’ampliamento della discarica intercomunale
e la società ha messo a disposizione il terreno, finanziato gli scavi e posticipato la realizzazione della discarica.
Il volume è il numero 33 della collana Quaderni di Archeologia dell’Emilia-Romagna promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna.
www.archeobologna.beniculturali.it
Comunicato a cura di Carla Conti
Rapporti con i Media per la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Via Belle Arti n. 52, 40126 Bologna - tel. 051.223773 - 220675 – 224402
(interno 123) - fax 051.227170
sba-ero.stampa@beniculturali.it - www.archeobologna.beniculturali.it
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San Tolomeo e San Romano, due tavole del
Pastura nel Duomo di Nepi
PROFILO DEL RELATORE
Giorgio Felini, Docente di Storia dell’Arte e di Catalogazione dei Beni
Culturali nell’Istituto Statale d’Arte di Civita Castellana.
Ha partecipato, come Docente del settore dei Beni Culturali, a Corsi di
formazione per Insegnanti e conduce da anni seminari sulla fruizione
dei beni culturali.
Ha tenuto in diversi centri culturali, biblioteche, Università conferenze e
lezioni relative alla lettura dell'opera d'arte, a ricerche su singoli artisti e
all'uso didattico dei beni culturali. Ha organizzato e condotto conferenze
sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico,
naturalistico e demoantropologico, con particolare riferimento allo sviluppo turistico-culturale.
Ha redatto il progetto scientifico del Museo e Centro Culturale di Gallese
e collaborato alla proposta di allestimento del Museo di Vasanello.
Ha ricoperto l'incarico di Direttore del Museo “Marco Scacchi” di Gallese
e di Direttore Scientifico del Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni” di Civita Castellana.
Ha ideato e promosso il Progetto per la valorizzazione della Via Amerina, in corso di realizzazione. Ha redatto gli Itinerari tra storia e natura:
Comprensorio della Via Amerina e delle forre.
Corrispondente di quotidiani e riviste, pubblica testi e articoli di storia
dell'arte, riguardanti principalmente i beni storico-artistici della Diocesi
di Civita Castellana.
Ha ricoperto incarichi in varie Associazioni ed è Priore della Confraternita di S. Famiano (Gallese), della quale ha redatto la storia e lo statuto.
Informazioni Evento:
14 aprile 2014
Roma, Mibact, Sala della Crociera
Orario: 17.00
Telefono: 06 69674232
E-mail: sbsae-laz.ufficiostampa@beniculturali.it
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ROSA RAME
Salvator Rosa incisore nelle collezioni
dell'Istituto nazionale per la Grafica
Si inaugura mercoledì 9 Aprile presso l’Istituto nazionale per la Grafica,
per la prima volta, una mostra monografica dedicata all’opera grafica di
Salvator Rosa (Napoli, 21 luglio 1615 – Roma, 15 marzo 1673) esponendo il proprio patrimonio di matrici, stampe e disegni dell’artista napoletano.
Sulla base della documentazione rintracciata da Giorgio Felini le due
tavole di San Tolomeo e San Romano si sono potute attribuire al pittore
Antonio del Massaro detto il Pastura e saranno il riferimento certo per
dipanare i numerosi quesiti sulla produzione dell’artista. I dipinti, a fondo
oro, furono confezionati all’inizio del XVI secolo, il buono stato di conservazione facilita la lettura stilistica confermando una pittura semplice
ma efficace.
La conferenza, tenuta da Giorgio Felini e presentata da Laura Russo,
fa parte del ciclo di incontri Oltre Roma nel Lazio, progetto ideato da
Anna Imponente per riscoprire la regione con la promozione e la valorizzazione del territorio. Occasione di crescita culturale per il pubblico,
che segue da quattro anni e apprezza i capolavori svelati del Lazio, la
serie di conferenze approfondirà varie tematiche sottese al recupero dei
beni tutelati e proporrà i recenti restauri condotti dall’Istituto.
Sette i nuovi appuntamenti, il lunedì alle 17.00, nella prestigiosa Sala
della Crociera, in via del Collegio Romano 27, gentilmente concessa da
Maria Concetta Petrollo Pagliarani direttrice della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte.
97 acqueforti, 14 matrici, 3 disegni, vengono offerti all'attenzione del
pubblico e degli studiosi negli spazi espositivi del Museo dell'Istituto in
via della Stamperia. Accanto alle opere di Rosa, 5 volumi, 5 documenti,
3 lettere, 1 satira, tutti autografi, prestati dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dalla Biblioteca nazionale di Napoli, dalla Biblioteca dell'Accademia dei Lincei e Corsiniana, e dalla Biblioteca dell'Istituto di
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Archeologia e Storia dell'Arte, documentano momenti e temi biografici
dell'artista. Sono esposte anche incisioni di Jusepe de Ribera e Filippo
Napoletano.
Oltre ad alcuni fogli del Codice Rosa, di cui si ricostruisce la storia e si
avanzano nuove interpretazioni (taccuino o album) sono esposti il disegno preparatorio, la matrice e la stampa de La Caduta dei giganti, il
Genio di Salvator Rosa e Alessandro Magno nello studio di Apelle.
Esposte anche le 62 figurine e tutte le acqueforti di medio e grande formato. La mostra è a cura di Rita Bernini, responsabile del Servizio Educativo dell'Istituto nazionale per la Grafica, autrice della scoperta di un
documento autografo inedito ed esposto in mostra; La ricetta dell'Acquaforte di Salvator Rosa.
Il catalogo, in italiano e in inglese, è a cura di Maria Rosaria Nappi, storica dell'arte della Direzione Regionale della Campania, autrice dell'ampio saggio introduttivo. Contiene inoltre saggi critici sulla figura
dell'artista con collegamenti all'ambito culturale nel quale operava, e
pubblica documenti inediti sulla sua attività incisoria. Gli altri autori del
volume sono: Grazia Pezzini Bernini, già responsabile del Laboratorio
di Restauro della Carta dell'Istituto nazionale per la Grafica; Rita Bernini; Gian Giotto Borrelli, docente di Storia dell'Arte dell'Università
Suor Orsola Benincasa; Giuseppe Trassari Filippetto, responsabile
del Laboratorio Diagnostico per le Matrici dell'Istituto, insieme a Lucia
Ghedin e a Luigi Zuccarello.
"Una mostra articolata - dichiara Maria Antonella Fusco, dirigente dell'Istituto nazionale per la Grafica – che l'Istituto organizza in vista delle
celebrazioni per i 400 anni dalla nascita di Salvator Rosa".
“L'importanza della collaborazione tra Istituti del Ministero dei Beni e
delle attività culturali e del turismo si conferma ancora una volta nella
sua validità scientifica” dichiara Gregorio Angelini, Direttore Regionale
della Campania del MiBACT.
Alla mostra saranno collegate iniziative didattiche, incontri, eventi spettacolari, il cui calendario sarà pubblicato e aggiornato sul sito dell'Istituto:
www.grafica.beniculturali.it.
Redattore: ANGELINA TRAVAGLINI
Informazioni Evento:
Dal 9 aprile 2014 al 28 giugno 2014
Roma, Istituto nazionale per la Grafica, Via della Stamperia, 6
Orario: 10,00 / 19,00
Telefono: 3346842173 - Fax: 06.69921454
E-mail: in-g.ufficiostampa@beniculturali.it
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IL GIOVEDI DEI MUSEI
Conferenze scientifiche ai Musei Vaticani
LA FUSIONE DI UN’OPERA SCULTOREA IN BRONZO
dal progetto dell’artista all’esecuzione tecnica
attraverso le immagini
introduce
Flavia Callori di Vignale, Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche
dei Musei Vaticani
intervengono:
Gino Giannetti, scultore
Andrea Felici, formatore
Silvano Folla, Fonderia Fabris - Folla di Verona
10 aprile 2014 - ore 16,00
Sala Conferenze, Musei Vaticani
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continua da pag. 2
News...dal MiBACT
CONS I G L I O S UP E R IOR E D E I B E N I C U LT U RA LI,
O G G I P R IMA R IU N ION E
FRANCE S CHI NI: D A QU I VA L U TA Z ION I SU
P RO S S I M E S C ELT E ST R AT E GH IC H E
Il Minis tro d ei Be ni Cu lt ur ali e del Tur is m o, Dar io Fr a n c e schini, è in terven uto o ggi ai lav or i del Cons iglio Sup e r i o r e
per i beni culturali e paesaggistici, annunciando l’imminente ricostituzione dei comitati tecnico scientifici. Il Ministro ha inoltre espresso la volontà di avvalersi ad ampio
raggio del supporto del Consiglio Superiore, dal quale si
aspetta valutazioni anche sulle scelte strategiche dei prossimi mesi.
Il Consiglio Superiore, su proposta del Presidente Giuliano
Volpe, ha poi nominato Vice Presidente Francesca Cappelletti, professore associato di Storia dell’Arte Moderna
presso l’Università di Ferrara, e designato Gloria Pirzio,
Professore Emerito di Sociologia presso l’Università “La
S apienza” di Roma , q uale m em br o della c om m is s ion e p e r manente tecnico artistica presso il Ministero dell’Economia
e delle Fina nze.
Il Consiglio ha inoltre audito l’Assessore all’urbanistica,
pianif icazion e d el te rrit or io e paes aggio della Region e To scana, Anna Marson, che ha illustrato il lavoro compiuto in
collaborazion e con la Dir ez ione Regionale e le Sopr i n t e n -
denze locali del MiBACT per la realizzazione del piano
paesaggistico regionale. Il Consiglio ha espresso pieno
a p p r e z z a m e n t o e s o s t e g n o a l l a R e g i o n e To s c a n a p e r
l’opera fin qui intrapresa e ne ha auspicato a breve l’adoz i o n e d e f i n i t i v a i n g r a d o d i r e n d e r e o p e r a t i v i g l i s t r u m e n ti
per la tutela del territorio.
Il Consiglio ha anche espresso parere positivo sull’utilizzo
d e g l i 8 m i l i o n i d i e u r o s t a n z i a t i d a l l a l e g g e Va l o r e C u l tu r a
p e r g l i U ff i z i p r o p o s t o d a l l a S o p r i n t e n d e n t e A l e s s a n d r a
Marino, interventi che consentiranno di ampliare ulteriormente gli spazi espositivi del museo e migliorarne i servizi
di accoglienza al pubblico.
I l C o n s i g l i o h a p o i a p p r o v a t o l a p r o g r a m m a z i o n e de g l i i n terventi finanziari del MiBACT a favore dei proprietari,
possessori e detentori di beni culturali per circa 18 milioni
di euro.
Il Consiglio ha infine dato mandato al Direttore Generale
per le Antichità, Luigi Malnati, di avviare un tavolo con
l’Università degli Studi di Pavia, la Direzione Regionale
per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia e la locale Soprintendenza archeologica per la risoluzione delle
problematiche connesse alla realizzazione di una bibliot e c a n e g l i a m b i e n t i d e l l o s t o r i c o c o n v e n t o d i S a n To m maso.
Roma, 29 aprile 2014
Una firma per la cultura
Con il tuo 5x1000 proteggi il passato, arricchisci il futuro.
DIREZIONE GENERALE
PER LA VALORIZZAZIONE
DEL PATRIMONIO
CULTURALE
Dall’anno finanziario 2012, una disposizione normativa, consente ai contribuenti di destinare una
quota pari al 5 X 1000 dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, al finanziamento delle attività di
tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (art. 23, comma 46 del decreto
legge n. 98 del 06/07/2011, convertito con modificazioni, dalla legge n. 111 del 15/07/2011).
Il patrimonio culturale italiano rappresenta un capitale unico al mondo;
la sua valorizzazione e promozione possono costituire un volano strategico per la ripresa economica
del Paese e per creare nuove occasioni di sviluppo e lavoro.
Nel modulo per la dichiarazione dei redditi del 2013, relativo ai redditi 2012, è stato inserito un apposito riquadro che consente di destinare la quota del 5 X 1000 ai beni culturali, mediante una semplice
firma, senza la necessità di ulteriori specificazioni e senza nessun aggravio economico.
Aiuta l’arte, la cultura e il paesaggio, dona il 5 X 1000: proteggi il passato e arricchisci il futuro.
5 X 1000: ONLINE MODALITA’ PER ACCEDERE AL RIPARTO
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2012, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale n. 129 del 5 giugno 2012, sono stabilite le modalità di richiesta d’inserimento nelle liste (apposito elenco tenuto dal Ministero) dei soggetti ammessi al riparto della quota del 5 X 1000 dell’Irpef.
I soggetti abilitati a richiedere l’inserimento nell’elenco devono essere:
1. Enti senza scopo di lucro, legalmente riconosciuti;
2. che realizzino, conformemente alle proprie finalità principali definite per legge o per statuto, attività di tutela, di promozione o di valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici;
3. che dimostrino di operare in tale campo da almeno 5 anni e che abbiano realizzato, nel suddetto periodo, attività di tutela, di promozione e valorizzazione dei beni culturali o paesaggistici appartenenti
a soggetti pubblici, ovvero aperti alla pubblica fruizione, di valore complessivamente almeno pari a
150.000,00 euro.
Ai fini del riparto della quota del 5XMILLE, i programmi delle attività e degli interventi che si intendono
realizzare sono suddivisi in tre fasce, in base al relativo valore finanziario.
Ai programmi di valore da euro 30.000 fino a euro 100.000 è assegnato il 30% delle risorse disponibili; ai programmi di valore maggiore di euro 100.000 e fino a euro 300.000 è assegnato il 30% delle risorse disponibili; ai programmi di valore maggiore di euro 300.000 è assegnato il 40% delle risorse
disponibili.
Il riparto delle somme tra i soggetti ammessi avviene a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, con decreto del Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale,
entro il 15 aprile dell’anno finanziario successivo a quello cui si riferisce la procedura.
Le domande dovranno essere compilate ed inviate per via telematica entro il 31 maggio 2014, accedendo ai link:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/UfficioStampa/News/visualizza_asset.html_390094180.html
http://www.valorizzazione.beniculturali.it/index.php?option=com_content&view=article&id=545:5permille&catid=34:notizie&Itemid=53&lang=it