MARTEDÌ 4 NOVEMBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 6882811 FONDATO NEL 1876 www.menghishoes.com Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it La crisi di Milan e Inter Specializzazioni Gli ostacoli (e i segreti) di Inzaghi e Mazzarri Trovata la soluzione per non far ripetere i test sbagliati a Medicina Bocci, M. Colombo, Fiocchini, Ravelli nello Sport alle pagine 50 e 51 di Claudia Voltattorni a pagina 23 IL FILO SOTTILE DELLA MEMORIA Tfr in busta, i dubbi di Bankitalia di Aldo Cazzullo Sulle previsioni Ue l’ombra della frenata tedesca. L’Italia 2015: crescita ridotta allo 0,5% Contro l’Isis La guerrigliera che ferma i terroristi La legge di Stabilità viene promossa da Bankitalia. Salvo su un punto. Non da poco. La misura che su base volontaria rende disponibile il Tfr in busta paga presenta dei rischi, secondo la Banca centrale. Rischia cioè di compromettere i trattamenti previdenziali, specialmente le pensioni più basse e la previdenza integrativa, se da temporanea dovesse diventare definitiva. Anche l’Istat ha delle riserve: giudica quasi nullo l’impatto della manovra sulla crescita dell’economia. LA RIPRESA CHE FORSE VERRÀ Chi ha ragione Padoan o l’Istat? di Danilo Taino C alle pagine 2 e 3 on la sola macroeconomia difficilmente ce la caveremo. Lo strano dibattito che si è aperto ieri dopo che l’Istat ha annunciato le sue previsioni sull’andamento dell’economia italiana lo racconta bene. Offeddu, Sensini continua a pagina 3 ● GIANNELLI La leggenda di Rehana, l’angelo di Kobane Polizia, nuove regole «Evitare il contatto con i manifestanti» di Guido Olimpio di Fiorenza Sarzanini P S er i terroristi del Califfato è un incubo. Per i combattenti curdi è Rehana, «l’angelo di Kobane» (foto da Twitter): una combattente che ha ucciso «un centinaio di nemici» nella città siriana assediata dall’Isis. «Gli estremisti hanno ucciso mio padre e io mi sono unita alla guerriglia», ha detto. Gli islamisti hanno annunciato di averla decapitata, ma lei è riapparsa più viva che mai: e la fama della sua icona — vera o finta che sia — continua a crescere. a pagina 11 i riaccende la polemica per quanto accaduto la scorsa settimana durante la protesta degli operai della ThyssenKrupp a Roma e i vertici della polizia varano il nuovo regolamento: il contatto fisico con i manifestanti «deve essere l’extrema ratio». Viene infatti ribadita e dettagliata la necessità, già evidenziata dopo il G8 di Genova, di lasciare ai manifestanti la cosiddetta «area di rispetto» e cioè una distanza congrua dai reparti schierati per evitare contatti. a pagina 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA Siamo più pessimisti, ci mancano i sogni L’Italia in fondo alla classifica di 142 Paesi. Spagnoli e francesi temono meno il futuro di Beppe Severgnini E 9 771120 498008 Loreto (AN) Conti pubblici e governo Allarme per le pensioni più basse e per il futuro della previdenza integrativa O 41 1 0 4> ANNO 139 - N. 261 Significato di una ricorrenza ggi il presidente Napolitano consegnerà la medaglia d’oro al valor militare ad Andrea Adorno, alpino di Catania, ferito in combattimento sulle montagne dell’Afghanistan. Una cerimonia che in altre democrazie sarebbe routine; ma non in Italia. È la prima volta che si tiene al Vittoriano. È la prima volta che il soldato insignito non è un ufficiale, ed è vivo. In altri tempi, l’alpino siciliano sarebbe parso un ossimoro. Oggi l’esercito ha riconquistato prestigio, grazie ai militari in missione di pace nei territori più difficili del pianeta. E grazie anche al nostro legame con la storia e l’identità italiana, che si sta rivelando più forte di quanto pensassimo. Quest’anno l’Europa ha celebrato i cent’anni della Grande guerra. Il 4 novembre, anniversario della vittoria, chiama in causa l’Italia, che il prossimo 24 maggio ricorderà l’ingresso nel conflitto. Fu l’inizio di un calvario, dagli assalti sconsiderati alle decimazioni, che costò sofferenze terribili. Davanti ai centomila morti di Redipuglia, papa Francesco ha già avuto parole di condanna per tutte le guerre; e sarebbe giusto che lo Stato italiano, unico a non aver riabilitato i fanti fucilati per volontà di una casta militare sprezzante delle vite umane, trovasse parole di pietà per tutte le vittime. Nello stesso tempo, non è inutile ricordare che quella guerra l’Italia la vinse. Poteva essere spazzata via; invece superò la prima prova della sua storia unitaria. E dimostrò di non essere più un nome geografico, come la volevano gli austriaci, ma una nazione. Ogni paragone con il passato è fuorviante: il Paese che oggi si allarma per Ebola non è lo stesso che seppellì 350 mila morti di febbre spagnola in un mese. Ma ogni generazione ha la sua guerra da combattere. Quella contro la crisi è lontana dall’essere vinta. Siccome la capacità di resistenza e la forza morale che i nostri antenati dimostrarono cent’anni fa non possono essere andate disperse nel tempo, sta a noi ritrovarle dentro noi stessi e riaccenderle dentro i nostri figli. Questo vale per gli uomini e a maggior ragione per le donne, che un secolo fa dimostrarono di saper prendere il posto dei mariti, nelle campagne, nelle fabbriche, nelle università. Oggi i fanti non ci sono più. La memoria è un dovere nei confronti dei nostri padri, e ancor più nei confronti dei 650 mila ragazzi che padri non sono diventati. La riscoperta dei simboli dell’unità può essere retorica, quindi inutile, e consolatoria, quindi controproducente. Ma si rivela utilissima, quando sentiamo che la vicenda nazionale incrocia quella delle nostre famiglie. È di noi, come sempre, che parla la storia. Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano In Italia (con “Living”) EURO 1,40 ra l’ultima certezza: nonostante tutto siamo un popolo resiliente e tenace, capace di reagire alle difficoltà! Il timore è che non sia più così. Forse stiamo perdendo anche l’ottimismo. Il rapporto Prosperity Index 2014, appena pubblicato dal Legatum Institute, ogni anno mette a confronto 142 Paesi. Nell’indice di prosperità siamo scesi al 37° posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2013. continua a pagina 27 con un articolo di Berberi ● LE STORIE IL CORPO RECUPERATO OFFRE SANITÀ E ISTRUZIONE L’ULTIMA CROCE SULLA CONCORDIA C’È UN ALTRO STATO SI CHIAMA FACEBOOK di Marco Imarisio di Marta Serafini F I ino a ieri la cabina sul ponte 8 della Concordia, schiacciato dal naufragio, era inaccessibile. Alle 12 è stata aperta e il corpo di Russel Rebello, cameriere indiano, era lì. a pagina 21 struzione e sanità. Sono questi i nuovi servizi di uno «Stato» con 1,3 miliardi di abitanti e un Pil da 280 miliardi di dollari: Facebook. a pagina 25 con il commento di Daniele Manca Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 2 Primo Piano La legge di Stabilità Bankitalia: bene la manovra, evitata spirale recessiva. La liquidazione in busta paga sia temporanea. L’Istat avverte: crescita ferma allo 0,5% «Tfr anticipato, rischio pensioni» ROMA La Banca d’Italia promuo- Secondo Banca d’Italia la legge di Stabilità realizza «una significativa riduzione» del cuneo fiscale sul lavoro e finanzia «riforme potenzialmente importanti» nel campo dell’istruzione e del mercato del lavoro. Non mancano alcune perplessità: il Tfr in busta paga ad esempio «inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico pubblico. Anche l’aumento di Iva e accise a garanzia degli obiettivi di bilancio alimenta dubbi Corriere.it Sul canale Economia del sito del Corriere della Sera analisi, spunti e retroscena di finanza e risparmio ve la manovra di bilancio del 2015, ma avverte che lo spostamento del Tfr in busta paga dovrà restare una misura temporanea per non compromettere i trattamenti previdenziali. E sottolinea che l’impatto della manovra sulla crescita dell’economia, che l’Istat giudica quasi nullo, e sul quale lo stesso governo è molto prudente, dipenderà dalle «modalità con cui verranno effettuati i tagli di spesa». Bisognerebbe evitare di colpire gli investimenti anche degli enti locali, benché ci sia il rischio di un aumento delle tasse regionali sottolineato ieri anche dalla Corte dei Conti, tagliare gli sprechi e ridurre i regimi agevolati. La stessa ricetta che, secondo Bankitalia, dovrà essere usata per scongiurare gli aumenti dell’Iva, sostenuta anche dal presidente della Bce, Mario Draghi, in risposta alle interrogazioni degli europarlamentari: «Tagliare la spesa improduttiva può creare margini di bilancio per ridurre il carico fiscale e aumentare gli La liquidazione di Mario Sensini ROMA Sporchi, maledetti e subito. Con la crisi dell’economia che non molla, e i redditi congelati ormai da anni, la prospettiva del trattamento di fine rapporto in busta paga a partire da marzo fa gola a molti lavoratori dipendenti, ma sarà una scelta da ponderare bene, perché una volta fatta non si potrà tornare indietro per tre anni. E, come ha segnato anche ieri la Banca d’Italia, avrà conseguenze sulla pensione integrativa, che potrebbero essere anche pesanti per i redditi più bassi. Il testo della legge di Stabilità presentato dal governo al Parlamento offre a tutti i lavoratori dipendenti la possibilità investimenti pubblici». Secondo la Banca d’Italia «data l’eccezionale profondità e durata della recessione, il rallentamento del processo di aggiustamento dei conti pubblici può contribuire a evitare il rischio di una spirale recessiva». Secondo il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ascoltato ieri dal Parlamento, il quadro delineato dal governo «è nel complesso condivisibile», anche se «soggetto a rischi». Bankitalia apprezza la blinda- tura del bilancio con le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento automatico dell’Iva, «che rafforza la credibilità dell’impegno italiano nel risanamento», ma quell’aumento porterebbe l’Iva a livelli «molto elevati». Per evitarlo, «è oppor- Eurogruppo Addio Troika, piano per Atene Giovedì i ministri dell’Eurogruppo, sostiene il Financial Times, dovrebbero discutere un piano per far uscire la Grecia del programma di salvataggio entro fine anno, convertendo quasi 11 miliardi di fondi non ancora utilizzati in un meccanismo di protezione per quando Atene tornerà sul mercato da sola. Nella foto una saracinesca chiusa di un negozio della capitale greca. © RIPRODUZIONE RISERVATA tuno definire quanto prima provvedimenti riguardanti la razionalizzazione della spesa e dei regimi agevolativi». La manovra opera «una significativa riduzione» del cuneo fiscale e finanzia riforme, come quella del lavoro, «potenzialmente importanti» dice la Banca centrale, senza nascondere alcune perplessità. Lo smobilizzo del Tfr in busta paga «inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico pubblico». Ed è «cruciale» che la misura resti solo temporanea, dice Bankitalia, che come l’Istat, ritiene che la crescita beneficerebbe tutto sommato in «modo marginale» della politica espansiva. L’Istat ieri ha aggiornato le previsioni: la crescita del Pil nel 2015 sarà dello 0,5%, contro lo 0,6% stimato dal governo. I conti pubblici, intanto, si mantengono in linea: nei primi 10 mesi il fabbisogno è stato di 77 miliardi, 11 in meno rispetto all’anno scorso. M. Sen. © RIPRODUZIONE RISERVATA Una scelta volontaria e soltanto per tre anni Ma le tasse pesano di più (e la rendita di meno) di avere in busta paga, mese per mese, la quota del trattamento di fine rapporto che viene maturata, e che oggi o resta in azienda, e si rivaluta fino al momento dell’uscita, quando viene corrisposta in un’unica soluzione, oppure alimenta i fondi pensione complementari. L’opzione si potrà esercitare da marzo del 2015 al giugno del La legge Con la legge di Stabilità i lavoratori dipendenti potranno avere il Tfr in busta paga 2018, ma una volta fatta, la scelta non sarà revocabile. È un provvedimento temporaneo, voluto dal governo come ulteriore sostegno alla ripresa dei consumi, e dell’attività economica. E secondo Bankitalia dovrà restare temporaneo, perché i tre anni, o quel che saranno, di mancata contribuzione al fondo pensione, o di mancata capitalizzazione in azienda, rischiano di pesare parecchio al momento di lasciare il lavoro. Questo soprattutto per i lavoratori dipendenti che hanno i redditi più bassi, per i quali il «tasso di sostituzione», cioè più o meno la differenza di reddito tra l’ultimo stipendio e la prima pensione, che oggi è poco sopra il 70% ma che nel giro di un ventennio scenderà in media a circa il 60%, è particolarmente penalizzante. Senza contare il «costo» in termini di pensione integrativa, o di liquidazione più bassa, nella scelta va considerato anche l’onere fiscale, che se si sceglie per la monetizzazione è sensibilmente superiore. Il trattamento di fine rapporto oggi è infatti soggetto a una tassazione separata, che è di solito inferiore a quella dei redditi Irpef (di fatto è l’aliquota media effettiva dei cinque anni precedenti). Una volta entrato in busta paga, invece, il gruzzo- Bankitalia Luigi Federico Signorini, 59 anni, vicedirettore generale della Banca d’Italia e membro del direttorio di via Nazionale letto verrebbe tassato ad aliquota marginale, che in funzione del reddito dichiarato può arrivare anche al 43%. Il Tfr in busta paga, dunque, non è penalizzato dal punto di vista fiscale solo per i lavoratori dipendenti che dichiarano meno di 15 mila euro lordi annui. Per loro, tutto il Tfr maturando in busta paga vale 66 euro netti al mese. Per chi ne dichiara 25 mila l’anno, il Tfr vale 109 euro, ma costerebbe 50 euro di tasse l’anno in più. Che salirebbero a quasi 600 l’anno per chi ha i redditi più alti. E, comunque, un disperato bisogno di soldi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 PRIMO PIANO ● Il commento Le stime GLI EFFETTI DELLA MANOVRA SUL BILANCIO Dati in miliardi di euro e in termini di indebitamento netto 2015 2016 2017 25,7 Risorse PRODOTTO INTERNO LORDO 2010-2013 E PREVISIONI 2014-2016 Confronto tra i dati diffusi a maggio e novembre 2014 Variazioni percentuali sull’anno precedente Pil maggio 2014 Pil novembre 2014 Chi ha ragione tra Padoan e Istat? 45,2 2 9,6 Maggiori entrate 1,5 1 0,5 Impieghi -0,5 14,7 Maggiori entrate -1 Minori spese -1,5 Effetti su saldi -2 -10,4 0,2 -3 2010 2011 2012 2013 2014 2015 SEGUE DALLA PRIMA 36,2 S 45 45,6 19,9 19,9 21,5 25,1 25,7 6,9 11,2 12,7 12,5 Gli interventi sul costo del lavoro (oneri per lo Stato) -2,5 *Le discrepanze sono dovute agli arrotondamenti 2016 Corriere della Sera Fonte: Istat; Audizione preliminare all’esame dei documenti di bilancio per il triennio 2015-2017 di Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia «Ripresa con tagli, patti da rispettare» E Bruxelles svela la sorpresa Germania Il richiamo di Draghi alla vigilia delle Previsioni d’autunno della Commissione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Tagliare la spesa improduttiva può creare margini di bilancio per ridurre il carico fiscale e aumentare gli investimenti pubblici». Meno sprechi, meno tasse, più crescita: la ricetta di Mario Draghi risponde a un’interpellanza di alcuni eurodeputati, ed è rivolta a tutti i governi. Giunge alla vigilia di un giorno particolare: oggi la Commissione europea diffonde le previsioni economiche d’autunno, «fotografa» l’ospedale Ue. Francia e Italia, prima di tutto, ancora ricoverate nella corsia dei malati lungodegenti. Ma sotto esame c’è anche la forte Germania, che di colpo sembra insidiata da un virus nuovo e la cui crescita secondo molte previsioni rischia una nuova forte frenata; e ancora una volta la Grecia, che vuole uscire dal reparto rianimazione (leggi: i piani di salvataggio Ue-BceFmi) ma i cui titoli di Stato tornano a offrire interessi oltre il 7%, un segnale pericoloso di debolezza. La Commissione in carica presieduta da Jean-Claude Juncker dirà quali sono le medicine da prendere, le probabili BRUXELLES Francoforte Mario Draghi, 67 anni, presidente della Banca centrale europea «misure aggiuntive». E ciò accade anche in tempi normali. Ma la nuova recessione - doppia o tripla nell’arco di 7 anni, a seconda dei punti di vista - disegna una cartella clinica collettiva senza precedenti. Chi spera in qualche «libera uscita» sui bilanci, può ricredersi. Almeno così lascia capire Draghi: «Le politiche di bilancio dei Paesi dell’eurozona devono rispettare il patto di Stabilità europeo, e possono comunque fornire ulteriore sostegno alla crescita». Vi sono Paesi come la Francia o l’Irlanda, che si trovano da 5 anni, dal 2009, sotto procedura di infrazione per deficit eccessivo. Ve ne sono altri, come la Finlandia un tempo sana e produttiva, la patria degli ultimi due commissari economici Olli Rehn e Jyrki Katainen, che annuncia una crescita negativa per il 2015. Altri ancora, come l’Italia, si vedono consegnare dal proprio Istituto di statistica una prognosi sconsolante: l’attuale manovra finanziaria darà un sollievo nel 2014, ma risultati pressoché nulli nel 2015. La crisi non lascia spiragli di New York E il petrolio crolla sotto i 79 dollari al barile Il mercato scommette ancora su un futuro calo delle quotazioni del greggio. Un futuro sempre più prossimo, come dimostra la chiusura di ieri del petrolio, sceso a New York sotto i 79 dollari, ai minimi da due anni. Per la precisione il petrolio in chiusura è stato scambiato a 78,53 dollari (-2,50%), lontano dalla soglia psicologica dei 90 dollari. Tra i motivi della frenata, la debolezza dell’economia globale anche se l’Opec, l’Organizzazione dei Paesi esportatori, non sembrerebbe intenzionata a ridurre l’offerta per frenare il calo dei prezzi. Ad ottobre l’Organizzazione, che è responsabile del 40% della produzione mondiale di greggio, ha estratto 30,974 milioni di barili al giorno, in rialzo dai 30,66 milioni di settembre, ai massimi dal mese di agosto del 2013. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Danilo Taino 32,7 Minori spese 0 52,5 26 16,1 19,2 19,8 tempo. Dopo il giorno delle previsioni economiche, dopodomani seguirà quello dell’Eurogruppo, il vertice dei ministri delle Finanze dell’eurozona. La riunione dovrà naturalmente occuparsi delle stesse previsioni economiche, anche se forse al di fuori dell’ordine del giorno ufficiale. E così, inevitabilmente, sfiorerà il tema dei piani di stabilità nazionali, tuttora sottoposti al giudizio della Commissione. Previsioni e vertici, tuttavia, non sembrano più tener il passo con la realtà economica del continente: dal «no» francese alle regole sul deficit, al rinvio italiano del pareggio di bilancio, alla stessa frenata a sorpresa della Germania, l’Unione è come una scacchiera su cui sia passata una folata di vento. Solo sei mesi fa, a fine aprile, le previsioni economiche di primavera assicuravano che «le prospettive economiche dell’Ue si rafforzano. Mentre gli indicatori principali puntano a un’accelerazione della crescita in tempi brevi, migliorano anche le condizioni per una ripresa sostenuta….». Luigi Offeddu «Wsj» ● «L’Italia tossica è il test cruciale del Qe», dopo i risultati degli stress test che hanno penalizzato le banche italiane, scrive il «Wall Street Journal» in una lunga analisi dedicata alla terza economia dell’eurozona. E sottolinea che «se il programma di Qe non riuscirà a salvare l’Italia, non potrà salvare l’eurozona». ostanzialmente, l’Istituto di statistica vede, per il triennio 20142016, la crescita in linea con le ipotesi fatte dal governo nella legge di Stabilità: solo con una differenza in peggio dello 0,1% nel 2015. In effetti, qualsiasi analisi si prenda, nazionale o internazionale, mai ci si discosta da una crescita di mezzo punto percentuale l’anno prossimo e di uno quello dopo. Lo stesso vale per la disoccupazione, prevista dall’Istat ancora sopra al 12% nel 2016. Ciò nonostante, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sostenuto che la legge di Stabilità è «espansiva»; l’Istat lo nega. La cosa strana è che se si prendono le proposte di politica di bilancio dei partiti (lo fece il Corriere al tempo delle ultime elezioni) si nota che - per quanto si cerchi di risparmiare, tagliare le tasse, fare investimenti l’esito finale non è mai gran cosa: la crescita rimane bassa e la disoccupazione alta. Questo per dire che l’idea di rispondere alla grave crisi a cui l’Italia è di fronte soprattutto agendo sul bilancio dello Stato entrate e spese - è zoppicante: in quella cornice, gli spazi di manovra sono minimi, la spesa va avanti autonomamente e le tasse si adeguano. I vincoli europei anche nella loro versione «flessibile» più recente non aumentano di molto quegli spazi. Un Paese che dagli anni Ottanta del secolo scorso è in perdita di velocità economica e di competitività ha bisogno di un cambiamento che vada più a fondo nei nodi produttivi del Paese, qualcosa di «micro» che penetri, riformi e renda efficiente ciò - molto - che non lo è più. Il dibattito tutto chiuso nel circolo entrate/uscite è ormai vizioso. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA TISSOT T-TOUCH EXPERT SOLAR. IL PRIMO OROLOGIO TATTILE ALIMENTATO CON ENERGIA SOLARE. IL PIÙ COMPLETO ED EVOLUTO DELLA COLLEZIONE TATTILE MAI CREATO DA TISSOT. INNOVATORS BY TRADITION. T- T O U C H . C O M NELLE MIGLIORI OROLOGERIE E GIOIELLERIE BOUTIQUE TISSOT PIAZZA DUOMO, 31 (C.SO VITTORIO EMANUELE, 1) MILANO +39 342 5702963 3 POWERED BY SOLAR ENERGY Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 4 Primo piano Il governo Renzi: c’è un disegno per spaccare il Paese L’accusa dalle fabbriche bresciane. Il premier: ci chiamavano ragazzini, ora dicono che siamo poteri forti La Cgil: evoca complotti ma non dice come rilanciare l’Italia. Fiom in piazza, tensioni tra centri sociali e polizia In fabbrica ● L’8 maggio il premier è a Genova, all’Ansaldo energia, per la firma di un accordo con Shanghai Electric ● Renzi visita, il 16 maggio, la Scavolini di Pesaro; il giorno dopo a Cesena, la Technogym, dove si concede un po’ di palestra, e gli stabilimenti Orogel e Amadori ● Il 20 maggio il premier alla Blackshape di Monopoli sale su un aereo, prodotto lì. Poi a Bari un incontro alla farmaceutica Merck Serono ● A giugno, in missione in Vietnam, visita gli stabilimenti Piaggio e Ariston ● A Ponticelli, nel Napoletano, il premier ad agosto sale sugli elicotteri della K4A ● Il premier va all’apertura, il 6 settembre, del nuovo stabilimento di Rubinetterie bresciane, a Gussago, del gruppo Bonomi ● Il 17 settembre è nella fabbrica L’Oréal di Settimo Torinese ● A Detroit, il 26, visita lo stabilimento Fiat-Chrysler e incontra Marchionne ● Il 10 ottobre è a Zola Predosa (Bologna) per la posa della prima pietra del nuovo stabilimento Philip Morris. Poi da Yoox REZZATO (BRESCIA) L’ultima istantanea di Matteo Renzi in terra bresciana è la sintesi del messaggio che il premier lancia dal cuore produttivo della Lombardia. La scena si svolge nel capannone della Omr, l’azienda del presidente dell’Associazione industriali bresciani Marco Bonometti, che sforna componenti per la Ferrari e per tante case automobilistiche tedesche. È il momento della foto di gruppo: da una parte i titolari in grisaglia, dall’altra gli operai in tuta blu. Il premier sorridente si mette fra i due gruppi a fare da cerniera. È la rappresentazione plastica di quello che aveva detto poco prima, davanti all’assemblea dell’Associazione industriali bresciani: «Dobbiamo evitare un rischio pazzesco: c’è un disegno che vuole dividere il mondo del lavoro. C’è l’idea di fare del lavoro il luogo dello scontro, di mettere gli uni contro gli altri gli operatori del mondo del lavoro. Abbiamo perso vent’anni perché si è pensato che attraverso manifestazioni e proteste si potesse dividere in due il lavoro, dividendo l’Italia dei lavoratori e l’Italia dei padroni. Si attacchi il governo, ma senza sfruttare il dolore dei disoccupati». Parole che non sono piaciute alla Cgil, che ha replicato: «C’è molto nervosismo nelle parole del presidente del Consiglio che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, ma evita di dire come si crea lavoro e come si rilancia il Paese». La Fiom bresciana ha manifestato ieri davanti alla Palazzoli, l’azienda in cui si è svolta l’assemblea dell’Aib, e ha giudicato «una vergogna» il fatto che una propria delegazione non sia stata ricevuta dal premier. I centri sociali hanno dato vita invece a un corteo sfociato in alcuni tafferugli (due i L’analisi di Dario Di Vico M atteo Renzi si trova di fronte a un rebus di politica industriale. Mentre cerca con qualche fatica di riavviare il processo di privatizzazione degli asset pubblici deve o no passare alla storia come il premier che ha dato semaforo verde alla ristatalizzazione della siderurgia? È evidente come in questa fase della crisi industriale le attenzioni siano tutte concentrate sulle situazioni a rischio di Terni (Thyssen), Taranto (Ilva) e Piombino (Lucchini), tre casi di aziende importantissime per i relativi territori e che se dovessero chiudere o sfoltire drasticamente gli organici creerebbero un «effetto ruggine». Si presterebbero a scrivere un racconto di deindustrializzazione che complicherebbe i piani del premier in quest’autunno complicato. Per quanto riguarda Terni la richiesta di un intervento della Cassa depositi e prestiti (Cdp) è venuta nei giorni scorsi da una deputata di Scelta civica, Confindustria Giorgio Squinzi: «Sono contento — ha detto — per l’attenzione che il premier ha dato alle imprese». Gli ha fatto eco Giampiero Pesenti, presidente di Italcementi: «Renzi è un uomo intelligente. Se riesce a fare le riforme, è un bene per tutti noi». Pesenti ha incontrato Renzi nello stabilimento di Rezzato-Mazzano dove Italcementi ha investito 150 milioni e il premier ha inaugurato un nuovo forno. Dal palco bresciano Renzi aveva toccato altri temi «caldi». La crisi siderurgica, ad esempio: «Dalla Lombardia a Taranto, o il sistema Paese avanza una proposta nuova o non ci sarà modo di garantire un futuro alla siderurgia italiana». Oppure Expo: «Sono grato a Raffaele Cantone e a tutta la strut- Il lavoro e lo scontro Il capo del governo: si vuole il lavoro luogo di scontro, non sfruttare il dolore dei disoccupati La visita Matteo Renzi all’Italcementi di Rezzato con Giampiero (alla sua destra) e Carlo Pesenti e con Giorgio Squinzi (Imagoeconomica) Il finanziere di Algebris E Serra a Londra chiede l’iscrizione al circolo dem È andato in sezione, al circolo Pd di Londra, e ha chiesto la tessera, come annunciato, Davide Serra. Che a Petrolio (Rai1) ha detto anche di aver avuto rassicurazioni sulla sua accettazione. Il finanziere, fondatore di Algebris, che vive a Londra da anni, dopo le sue frasi sullo sciopero è tornato sulla polemica: «Il diritto di sciopero è sacrosanto se c’è un abuso, ma non mi sembra che in Italia le aziende abusino dei dipendenti». feriti fra le forze dell’ordine). Renzi tornava per la quarta volta in meno di due mesi nella Lombardia orientale che per vent’anni è stata cassaforte elettorale del centrodestra, ma dove i ceti produttivi stanno conoscendo una rapida conversione renziana. Il feeling fra il premier e gli imprenditori è stato confermato ieri: prima dagli applausi della platea, poi dal presidente nazionale di tura — ha detto il premier — per aver rimesso in moto un treno che sembrava deragliato». O ancora la questione dell’Imu sugli impianti produttivi, che sarà risolta con l’istituzione «di un’unica tassa locale, affidata al sindaco senza che lo Stato ci metta bocca». Infine l’affondo: «Il clima è cambiato: tre mesi fa eravamo una banda di ragazzini, ora che stiamo facendo le riforme siamo diventati la quintessenza dei poteri forti, gli uomini soli al comando. Ma non c’è un uomo solo al comando, c’è un popolo che chiede di cambiare». Parole accolte dagli imprenditori con calorosi applausi. Massimo Tedeschi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rebus del ritorno all’acciaio di Stato con l’aiuto a termine per Ilva e Piombino Adriana Galgano, che ha parlato anche della creazione di una public company. Non è però questa la soluzione prioritaria sul tavolo di Renzi che confida nelle novità che potrebbero venire da Bruxelles, se la Ue riprendesse in considerazione il verdetto dell’Antitrust che aveva bocciato la precedente vendita da Thyssen ai finlandesi di Outukumpu. La decisione chiave riguarda dunque Taranto. Per entrare nel capitale dell’Ilva sono in campo, almeno informalmente, due ipotesi: la prima fa capo al colosso indiano ArcelorMittal e la seconda al gruppo italiano Arvedi in alleanza con i brasiliani di Csn. La siderurgia europea è affetta in questo momento da sovracapacità produttiva e tutte le mosse dei grandi player vanno lette (anche) in quest’ottica. Mittal potrebbe in linea teorica insediarsi a Taranto per evitare che vada in mano ai concorrenti ma di pari passo potrebbe anche agire cinicamente e ridimensionarlo. Il gruppo del re- sto possiede altri due impianti analoghi in Europa, in Francia e in Romania, anche se entrambi non si fanno preferire a Taranto quanto ad efficienza e tecnologia. Accanto a Mittal dovrebbe sbarcare in Puglia come alleato anche il gruppo Marcegaglia ma il suo impegno quantitativo non è considerato sufficiente per presidiare gli interessi nazionali. Da qui l’idea che la Cdp possa prendere una quota azionaria a termine per garantire il sistema Italia ovvero che Mittal non ridimensioni Taranto e completi il risanamento ambientale. L’ipotesi di un intervento della Cassa in teoria vale anche per l’ipotesi Arvedi ma questa seconda cordata nell’entourage di Renzi si Il meccanismo L’idea di un intervento della Cassa depositi e prestiti per vigilare sui compratori esteri presta a un maggiore scetticismo vuoi per l’indebitamento del gruppo Arvedi vuoi per il profilo dei brasiliani che non sembrano essere un soggetto dalle spalle così forti quanto Mittal. È chiaro che così configurato l’intervento dello Stato in Ilva assomiglierebbe a una sorta di golden share ma segnerebbe anche un secco ritorno al passato. Non va dimenticato poi che lo statuto della Cdp le vieta (opportunamente) di prendere quote azionarie in società che siano in perdita. E lo stesso vale per il Fondo strategico italiano. L’altro dossier siderurgico caldo è quello che riguarda la ex Lucchini di Piombino. Esiste una candidatura anche in questa caso indiana da parte del gruppo Jindal, un player considerato più che affidabile, molto vicino alla nuova guida politica di New Delhi. Jindal avrebbe intenzione di entrare a Piombino da solo senza bisogna di aggregare una cordata ma il piano industriale pre- 36 mila i lavoratori nella siderurgia primaria (produzione): 28 mila sono operai (dati Federacciai) 10 la percentuale del calo di fatturato del settore nel 2013 rispetto al 2012: -30% riferito ai livelli pre crisi vederebbe comunque un downsizing dello stabilimento che rinuncerebbe all’altoforno e opterebbe sui forni elettrici con forti riflessi negativi sull’occupazione. Che fare allora? Anche in questo caso nelle valutazioni del governo c’è la possibilità di un intervento della Cdp per un periodo limitato (forse due anni) per garantirsi che Jindal faccia davvero gli investimenti necessari. Saremmo di fronte per la seconda volta a un’operazione stile golden share non finalizzata a condizionare la governance societaria ma solo a vigilare sull’esecuzione degli impegni presi dai compratori. Il rebus, quindi, si presenta per Renzi tutt’altro facile da risolvere e i prossimi giorni saranno spesi in consultazioni e approfondimenti tecnici. I sindacati apprezzerebbero sicuramente la svolta ma tante volte in passato operazioni di intervento statale che si presumevano a termine alla fine si sono rivelate strutturali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 5 # Primo piano Il governo A Brescia Un gruppo di manifestanti, circa un centinaio, che voleva protestare contro il premier ieri in visita a Brescia è stato respinto dalle forze dell’ordine: due gli agenti contusi (Liverani) Cortei, nuove regole di ingaggio agli agenti Un’«area di rispetto» per evitare scontri Domani il voto sulla mozione di sfiducia ad Alfano: un video riapre il caso e il Pd attacca il prefetto di Roma Il contatto fisico con i manifestanti «deve essere l’extrema ratio». Mentre si riaccende la polemica per quanto accaduto la scorsa settimana durante la protesta degli operai della TyssenKrupp in piazza Indipendenza a Roma, i vertici della polizia varano nuove «regole d’ingaggio». Il clima è ormai incandescente, il prefetto Alessandro Pansa sa che il crescente disagio sociale e le possibili «infiltrazioni» dei violenti tra i lavoratori rischiano di provocare gravi conseguenze. E decide di accelerare l’entrata in vigore di quel regolamento per correggere le attuali storture, frenando gli eccessi di chi va in servizio di ordine pubblico, in modo da tutelare «l’incolumità dei cittadini, ma anche degli agenti chiamati a garantire la sicurezza». ROMA La vicenda ● Il 29 ottobre i lavoratori della Ast di Terni insieme ai sindacati hanno manifestato di fronte all’ambasciata tedesca a Roma per contestare i tagli ● Durante la manifestazione ci sono stati scontri con la polizia. Alfano in Aula: «Nessuno vuole manganellare gli operai» La distanza ● In un video diffuso dal programma Gazebo si vede un funzionario ordinare: «Caricate» Il provvedimento riguarda tutte le attività della polizia, però l’attenzione è ora puntata sul capitolo dedicato ai cortei. Viene infatti ribadita e dettagliata la necessità — già evidenziata dopo il G8 di Genova — di lasciare ai manifestanti la cosid- detta «area di rispetto» e cioè una distanza congrua dai reparti in assetto antisommossa proprio per evitare che si entri facilmente in contatto. Non a caso si ritiene indispensabile che ai lati di chi sfila non vengano schierati agenti in divisa. Questo naturalmente presuppone che si segua il percorso autotizzato, dunque agenti e mezzi a protezione delle istituzioni o delle zone vietate devono essere sistemati lontano dal corteo. Il regolamento raccomanda l’utilizzo dei dispositivi e degli equipaggiamenti che possano scoraggiare gli attacchi dei manifestanti e quindi le successive «cariche». Proprio come accaduto a Napoli il mese scorso, quando l’assalto al palazzo del vertice della Banca centrale europea fu fermato con l’uso degli idranti e questo fu sufficiente per disperdere i Orfini «Il prefetto potrebbe trovare un minuto per spiegare le nuove immagini sugli scontri» poi dovranno presentare le proprie valutazioni. Le posizioni — come si è visto anche in questi giorni — sono molto distanti con Cgil, Siulp e Associazione funzionari che invitano contestatori più facinorosi. Il fine è evidente: evitare il contatto diretto con i manifestanti e così limitare al massimo l’uso della forza. Manganelli e manette Il lavoro più approfondito svolto in questi mesi ha riguardato tutti gli strumenti in dotazione agli agenti che — in casi di estrema concitazione oppure di scontro — possono diventare mezzo di offesa come i manganelli, gli sfollagente, le manette. Ma pure quelli utili a ricostruire quanto accaduto durante eventuali incidenti, come le telecamere montate sulla divisa che i poliziotti hanno chiesto e ottenuto proprio per poter documentare gli scontri. Grande rilevanza deve essere attribuita all’analisi preventiva, con la valutazione sulle componenti che scendono in piazza proprio per poter modulare al meglio il dispositivo di sicurezza. E così distinguere le frange estreme da chi invece cerca soltanto di far valere i propri diritti. Su tutto questo ci si confronterà con i sindacati, già convocati per giovedì al Viminale. Riceveranno il testo e ● Il caso Letta cita «Zac»: l’efficienza non tolga democrazia di Francesco Alberti L’ ex premier Enrico Letta, per una delle sue rare uscite dopo lo sfratto da Palazzo Chigi otto mesi fa sotto la spinta dell’avanzante renzismo, ha scelto Ravenna e la figura dell’ex leader dc, Benigno Zaccagnini, scomparso 25 anni fa. Defilato in questi mesi, Letta ha soppesato ogni virgola per evitare interpretazioni al cianuro nei confronti di Renzi, mai citato. Gli è bastato partire dal pensiero di «Zac» per marcare la sua distanza dal premier: «L’efficienza non vada a discapito della democrazia: la disintermediazione non riduca la partecipazione». E un cenno, neanche questo casuale, al «senso del limite e del dubbio» di gente come Andreatta. alla pacatezza i propri colleghi, mentre Sap, Coisp e altre sigle minori continuano a fomentare la «base». Il passaggio alla Camera Una divisione riproposta in maniera eclatante in queste ore, alla vigilia del voto sulla mozione di sfiducia presentata da Sel, Movimento 5 Stelle e Lega contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano che sarà discussa domani alla Camera. A riaccendere la polemica è un video, trasmesso domenica sera da «Gazebo» su Raitre che mostra un funzionario della polizia mentre incita gli agenti a «caricare» i lavoratori della TyssenKrupp. Duro è l’attacco del presidente del Pd Matteo Orfini, condiviso da Sel: «Capisco che è impegnato ad annullare matrimoni, ma il prefetto di Roma potrebbe trovare un minuto per spiegare queste nuove immagini sulla carica». E tanto basta per comprendere come la vicenda sia tutt’altro che chiusa. Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA D’Attorre: chi sbaglia è Matteo, noi così votiamo no L’esponente della minoranza pd: impensabile una delega in bianco con una fiducia blindata ROMA «Chi sbaglia è Renzi». Chi è Alfredo D’Attorre, 41 anni, deputato, fa parte della minoranza pd Non è vero che la Cgil ha un disegno per spaccare il Paese, onorevole Alfredo D’Attorre? «Sono stupito. La caratteristica più felice di Renzi era la capacità di cogliere gli umori del Paese, invece la Cgil si è fatta veicolo di una protesta sociale molto più ampia e lui non lo sta capendo. La linea della spallata per mettere fuori gioco i corpi intermedi è fallita». Non è la minoranza che tenta la spallata al governo? «No. Io vorrei che tornasse alle ragioni per cui è nato. L’avvio, con gli 80 euro e la tassazione delle rendite, era stato positivo. Ma dopo le Europee ha imboccato la via sbagliata». È arrabbiato perché Renzi blinda il Jobs act? «Sbaglia a non fidarsi di noi, che ci siamo esposti all’accusa di un eccesso di lealismo nei confronti del governo. È impensabile che la delega possa essere approvata alla Camera in una versione fotocopia del Senato, sarebbe insostenibile dal punto di vista costituzionale. Non si può espropriare il Parlamento facendogli votare per due volte, con una fiducia blindata, una delega in bianco». Darete battaglia? «Ripresenteremo gli emendamenti, ci sono correzioni che vanno assolutamente introdotte. Ma è paradossale che si chieda disciplina rispetto a una decisione della direzione del Pd che non viene attuata da chi l’ha proposta». Voterà la fiducia? «Lavoreremo fino all’ultimo per un’intesa, le condizioni ci sono. Se così non fosse è evidente che ognuno sarà coerente e si assumerà fino in fondo le proprie responsabilità». Lei contesta una «disciplina da soviet» e Guerini le ricorda com’era con Bersani. «Con Bersani il Pd ha visto l’impallinamento di Marini e Prodi, Guerini si riferiva a questo? E non è rispettoso accusarci di difendere una posizione La scissione «Talvolta Renzi sembra più preoccupato del fatto che noi rimaniamo» solo per finire sui giornali, forse Guerini è condizionato dal modus operandi di Renzi». Bersani sosterrà la battaglia per l’articolo 18? «L’ex segretario si preoccupa dell’unità del Pd molto più di quanto non faccia il segretario in carica. Un paradosso». Pensa che Renzi voglia spingervi verso la scissione? «Talvolta sembra più preoccupato del fatto che noi rimaniamo. Il mondo del lavoro però non ci chiede di chiuderci in una nicchia, ma di rimanere protagonisti del confronto politico, dentro il Pd». E la manovra, la vota? «Non ci sono risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali e il Jobs act si riduce all’abolizione dell’art. 18 più una montagna di chiacchiere». Volete riprendervi il Pd? «Adesso vogliamo correggere una politica economica sbagliata che non ha ottenuto nulla di sostanziale in Europa e che rischia l’anno prossimo di aggravare recessione e disoccupazione». Landini leader di una sinistra del 10 per cento? «Landini ha ragione, sindacato e politica devono mantenere ruoli distinti. E concordo sulla necessità di lavorare a un patto dei produttori tra imprese e lavoratori. È uno dei grandi errori di Renzi, che delegittima il mondo del lavoro ed è totalmente sbilanciato sulle ragioni dei grandi imprenditori». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Il premier è totalmente sbilanciato sulle ragioni delle grandi imprese Non vogliamo riprenderci il Pd ma correggere una politica sbagliata Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 6 Primo piano Il governo ● La Nota di Massimo Franco LE PRESSIONI PER PIEGARE FI ALLA RIFORMA DEL PREMIER I l nervosismo di Forza Italia sulla legge elettorale comincia ad essere vistoso. Il richiamo continuo agli accordi presi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi lascia capire che quelle intese si stanno modificando; e a tutto favore del presidente del Consiglio. I rapporti tra Pd e centrodestra sembrano plasmati dalla volontà di Palazzo Chigi di arrivare ad una riforma che dia un premio alla lista vincente: e dunque al partito maggiore. Significa assegnare un vantaggio oggettivo al premier, che si troverebbe nella condizione di proporre all’elettorato un referendum tra il suo Pd e il Movimento 5 Stelle, con FI probabile terza. I seguaci di FI non avrebbero grande scelta: dovrebbero optare tra Renzi e Beppe Grillo. E con un Berlusconi che non smette di dichiarare la sua ammirazione per «la fortuna e il coraggio» del capo del governo, l’ipotesi di uno sfondamento del maggior partito della sinistra sul fronte moderato diventa assai meno inverosimile di un anno fa. D’altronde, le elezioni europee del 25 maggio scorso sono state una prima avvisaglia di quello che può succedere. Giovanni Toti, consigliere-principe berlusconiano, avverte che qualunque modifica all’Italicum, la bozza di sistema elettorale emersa nel famoso accordo di via del Nazareno, va «condivisa». Traduzione: o Renzi la concorda con l’ex premier, o non se ne fa nulla. È possibile, ma il Pd sembra deciso ad approvare la legge con o senza il placet di FI. Meglio: è convinto di poter piegare il centrodestra ad un «sì», facendo balenare in alternativa un accordo con l’odiato Movimento di Grillo. Gli inviti un po’ ruvidi che arrivano dal vicesegretario Lorenzo Guerini confermano la volontà di arrivare ad un risultato in tempi rapidi. «La legge elettorale è pronta per essere votata in Il calendario Entro un paio di giorni Renzi vuole sbloccare la discussione sulla legge elettorale. Ma sullo sfondo rimane la crisi economica Senato», assicura Renzi. E l’impressione è che entro un paio di giorni ci saranno novità. Il premier è convinto di avere ancora dalla sua un consenso più o meno intatto. E constata con soddisfazione: «Ieri dicevano che eravamo ragazzini. Oggi che siamo poteri forti facciamo paura». Rimane da capire a chi e per quali motivi. Di certo, la minoranza del Pd e FI sembrano temere il voto anticipato. Soprattutto, lo considerano probabile se sarà approvata la riforma elettorale. In realtà, è una prospettiva che il vertice del Pd continua a smentire, additando il 2018 come traguardo. La diffidenza degli avversari, però, resta. Lo stillicidio dei dati dell’Istat, l’Istituto di Statistica, non dà grandi speranze di ripresa dell’economia nel 2015. E Bankitalia allunga l’ombra di nuove tasse delle Regioni come conseguenza dei tagli. La stagnazione e l’incertezza internazionale fanno pensare che la legge di Stabilità avrà effetti limitati. E oggi arriveranno le prime stime sui Paesi della Ue da parte della nuova Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker. © RIPRODUZIONE RISERVATA I mediatori e il testo (fantasma) sui licenziamenti disciplinari ● Il caso Quell’emendamento sui giudici alla «pubblica gogna» di Giovanni Bianconi ROMA È una vicenda paradossa- le questa del braccio di ferro tra il premier, Matteo Renzi, e la sinistra pd sul Jobs act, il disegno di legge delega sul lavoro. Che, oltretutto, si è già vista quando il provvedimento è passato all’esame del Senato. Ora, appunto, si ripropone, più o meno negli stessi termini, alla Camera. Tutto ruota intorno al diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare senza giusta causa. Una fattispecie molto importante, certamente più numerosa di quella dei licenziamenti per motivi economici (anche perché qui le aziende possono ricorrere ai licenziamenti collettivi), anche se i numeri non si conoscono perché non c’è un codice che identifichi le diverse cause di licenziamento, e che spesso si risolve con il giudice che dà ragione al lavoratore, disponendo il reintegro. L’apertura Il Jobs act prevede, secondo il testo approvato in Consiglio dei ministri, solo l’introduzione, per le nuove assunzioni, del «contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti». Nulla si dice sulla disciplina dei licenziamenti. Ma poiché Renzi aveva annunciato che con i decreti attuativi della delega il di- Oggi la fiducia Giustizia, si discute nell’Aula vuota Semivuota: così appariva ieri la Camera durante l’esame del decreto legge sul processo civile. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha comunicato in Aula che il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul ddl di conversione del decreto legge del 12 settembre 2014, quello appunto che prevede «misure urgenti» per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile, già approvato dal Senato. La conferenza dei capigruppo ha stabilito che la prima chiama per la fiducia sarà oggi alle 16.10. Il voto finale sul testo arriverà domattina a partire dalle 12.30. (Ansa) 165 i sì alla fiducia posta dal governo sul Jobs act; 111 i no, 2 astenuti 6,5 milioni I lavoratori coperti dall’articolo 18 su 22 milioni ritto al reintegro sarebbe rimasto solo sui licenziamenti discriminatori mentre su tutti gli altri ci sarebbe stato un indennizzo economico crescente con l’anzianità di servizio, si scatenò una bagarre nel partito e con la Cgil finché, nella direzione del Pd del 29 settembre, Renzi fece approvare a larghissima maggioranza un ordine del giorno col quale riuscì a spaccare la sinistra facendo qualche concessione alle loro richieste. In particolare, sui licenziamenti il testo afferma: «Il diritto al reintegro viene mantenuto per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare, previa qualificazione specifica della fattispecie». Minoranza divisa In pratica, rispetto a quanto già previsto dalla riforma Fornero di due anni fa, che già assegna al giudice il potere di valutare se al lavoratore spetti il reintegro o l’indennizzo, si prevede una puntualizzazione dei casi in modo da limitare la discrezionalità e in definitiva i casi di reintegro. Su questa proposta la sinistra si spaccò, appunto. Alcuni, come Roberto Speranza e Guglielmo Epifani, si astennero. Matteo Orfini si schierò addirittura a favore. Dopo il 29 settembre tutti si aspettavano che il dispositivo approvato fosse tradotto in un emendamento alla delega. Ma non fu così. L’opposizione del presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), e la volontà di Renzi di chiudere subito la discussione portarono a un’approvazione del testo senza modifiche, col voto di fiducia. Il nodo alla Camera Adesso alla Camera si ricomincia. E la vicenda è appunto paradossale sia che la si guardi dalla prospettiva della sinistra interna sia che la si osservi da Palazzo Chigi. La sinistra, infatti, reclama oggi l’inserimento nel testo del dispositivo approvato il 29 settembre e che allora giudicava assolutamente insufficiente. Renzi, d’altra parte, continua a non volerlo fare, nonostante sia stato lui a proporre allora, attraverso il responsabile economico del partito, Filippo Taddei, il compromesso sui licenziamenti disciplinari. L’impressione è che il pre- Al Senato La linea uscita dalla direzione pd non è mai diventata emendamento mier abbia ottenuto il successo di spaccare la sinistra pd, ma che poi i contenuti dell’ordine del giorno siano diventati per lui ingombranti, nella misura in cui potrebbero autorizzare, soprattutto da parte dei mercati e delle istituzioni internazionali, la lettura di un cedimento rispetto all’obiettivo iniziale della riforma di semplificare i licenziamenti. Gli opposti paradossi Non che Renzi non sia convinto che mantenere il diritto al reintegro sui licenziamenti disciplinari palesemente ingiusti non sia doveroso, ma non è assolutamente disposto a far sì che questo appaia un cedimento alle richieste della sinistra e della Fiom. Insomma: una cosa che ha proposto lui non può diventare il cavallo di battaglia dei suoi oppositori. I mediatori si stanno dando da fare. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, esponente della sinistra pd, dice che il recepimento del «compromesso votato dalla direzione potrebbe diventare un punto di unificazione». Ma Renzi, piuttosto che dar corso agli opposti paradossi, è tentato di chiudere la partita anche alla Camera col voto di fiducia. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda ● Lo scorso 29 settembre la direzione pd approva con l’80% la linea di Renzi sul Jobs act, con l’abolizione dell’articolo 18 ● Il premier apre alla possibilità che la tutela del reintegro resti per i licenziamenti disciplinari. La minoranza pd, contraria all’abolizione dell’articolo 18, si divide ● Il testo approvato dal Senato l’8 ottobre non contiene però questa modifica S e non è una gogna pubblica, poco ci manca. Collegata alla vecchia idea delle toghe mentalmente un po’ instabili, se non proprio disturbate. Tra gli emendamenti al ddl sulla responsabilità civile dei giudici in discussione al Senato, ne spunta uno che suona così: se a un magistrato viene addebitata la «colpa grave» di manifesta violazione di una norma, o di aver travisato fatti o prove, «dovrà essere sottoposto a visita psicoattitudinale da parte di un collegio medico composto da professori ordinari di psichiatria, neurologia e medicina interna che ne valuti l’idoneità ad esercitare la soluzione». Non solo. «In caso di esito positivo della visita, entro 30 giorni, il magistrato è tenuto a chiedere pubbliche scuse al danneggiato nella piazza principale della città ove ha sede il tribunale di appartenenza». Firmatari della proposta, secondo i resoconti del Parlamento, quattro senatori di Forza Italia capeggiati da Giacomo Caliendo, ex magistrato ed ex sottosegretario alla Giustizia. Ma si tratterebbe di un errore, e la paternità dell’emendamento sarebbe di Lucio Barani, professione medico, appartenente al gruppo di centrodestra Gal, vicino a Forza Italia. Evidentemente nella testa del promotore ha fatto breccia l’antica immagine berlusconiana dei giudici affetti «da turbe psichiche, antropologicamente diversi dal resto della razza umana». E per rimediare ai loro errori s’immagina una sorta di contrappasso: se la vittima ha subito la gogna dell’ingiusto processo, magari anche «mediatica», al responsabile tocca quella sulla pubblica piazza. Resta un dubbio: in una grande città con tante piazze importanti, chi sceglierà la «principale» dove celebrare il rito riparatorio? © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 7 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 8 Primo piano I partiti «Temerario e fortunato» Berlusconi loda il premier L’affondo sulla Severino Il sindaco di Napoli al Consiglio metropolitano «Legge sacrilega». E Tesauro: intervenga il Parlamento La vicenda ● La legge Severino, varata dal governo Monti nel 2012 è un provvedimento contro la corruzione ● Il governo vuole ora modificare la parte della legge che riguarda gli amministratori locali, eliminando la sospensione dall’incarico per alcuni reati (come l’abuso d’ufficio del caso de Magistris) ROMA A sentirlo quando parla con Bruno Vespa, non si possono nutrire dubbi su quello che pensa Silvio Berlusconi del «rivale», e sulla necessità di mantenere i patti siglati con lui: «Matteo è un eccezionale comunicatore e un grande lavoratore. È molto coraggioso. E ha altre due doti che io non ho mai avuto: la fortuna e la temerarietà. Come vanno le cose sul patto del Nazareno? Nella vita ho imparato a comprendere e a perdonare l’impulsività dei giovani...». Insomma, dipendesse solo da lui, «Matteo» potrebbe ottenere tutto o quasi dal dialogo a due. Compreso quel premio alla lista caro al premier, che in prima lettura nell’Italicum non era previsto e che comunque non sarebbe materia di scambio per avere voce in capitolo nella scelta del prossimo capo dello Stato: «Sarebbe un patto superfluo: i voti di FI saranno comunque necessari per eleggere il prossimo presidente». Se però le cose andassero così lisce, non avrebbe avuto bisogno il braccio destro di Ren- zi, Lorenzo Guerini, di avvertire FI sul Corriere che «o si decidono sull’Italicum, o trattiamo con altri». Un aut aut dovuto all’aria che si respira in un partito che, al di là delle assicurazioni di Berlusconi, sta soffrendo moltissimo il patto del Nazareno e tutto quello che comporta. Con la sola consolazione di un discorso che si riapre, invece, sulla legge Severino definita dal Cavaliere «sacrilega»: ieri il presidente della Consulta, Giuseppe Tesauro, ha detto che «se il Parlamento volesse intervenire sarebbe più sano». Ieri a replicare a Guerini sono stati in tanti, da Toti («Non facciano i furbetti del quartierino, noi non ci siamo mai sottratti al dialogo, sono altri che tutte le volte rimettono tutto in discussione») a Brunetta: «Se Sintonia «Matteo è un grande lavoratore. E io so perdonare l’impulsività dei giovani...» si modifica il patto, allora si ripensa tutto: soglie, composizione delle Camere, garanzie, pesi e contrappesi... E si passa al presidenzialismo». Insomma, la strada per le riforme non sembra esattamente in discesa. A complicare le cose ci sono le voci che vorrebbero Denis Verdini — appena rinviato a giudizio nell’inchiesta sulla P3 — in difficoltà presso Renzi proprio per una sua sorta di «impresentabilità», con Berlusconi e lo stesso partito in fredda con lui. Ieri in realtà c’è stato un diluvio di dichiarazioni di solidarietà all’ex coordinatore (dai capigruppo a ex ministri come Gasparri, Gelmini fino a Fitto), e dal partito assicurano che «non è cambiato nulla», la trattativa con Renzi va avanti. E però, al momento, l’incontro tra il Cavaliere e il premier — che dovrebbe tenersi questa settimana — non è stato ancora fissato. D’altronde Berlusconi per tenere coeso il partito deve anche pensare a galvanizzarlo. Lo farà già giovedì quando è annunciato un incontro con i gruppi per «Giornata storica» per de Magistris «È una giornata storica perché si incide sul futuro della comunità». Così ieri il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (foto Ansa) ha aperto la prima seduta del Consiglio metropolitano. Intanto la prefettura sta valutando se ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar che giovedì ha revocato la sospensione dell’ex pm da sindaco dare la linea sia sull’opposizione a Renzi (manifestazioni a tappeto contro le tasse sulla casa, una nazionale anche con lui presente a fine novembre a Milano), sia sul modo di mandare avanti il partito con il tesseramento. Da capire come si muoverà l’area di Fitto: sarà il primo incontro tra l’ex governatore e il Cavaliere dopo il clamoroso scontro nell’ufficio di presidenza. Ma Berlusconi si mostra sicuro: «Non si illuda nessuno, Forza Italia continuerò a guidarla io. Non mollo». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 9 Primo piano Il Parlamento Consulta, rinuncia anche Sandulli E si complica il dialogo con l’M5S Dietro le quinte Cena da 1.000 euro Sugli inviti la gara tra dem L’appuntamento è per il 7 novembre nei 2.000 metri quadri del Salone delle Fontane, all’Eur. Per la cena pd di autofinanziamento a Roma, si è scelta una location elegante. Nel 2013, Gianni Alemanno lanciò qui la sua ricandidatura a sindaco, presente Silvio Berlusconi: 100 tavoli da 10, 1.000 euro a persona. La stessa cifra che sarà pagata dagli imprenditori dem. Ogni parlamentare deve trovarne cinque, secondo gli ordini di scuderia. Michele Anzaldi è pronto: «Ne ho già dieci». Ernesto Carbone, fedelissimo del premier, va oltre: «Ne ho 15, tra Roma e Milano». Davide Zoggia, bersaniano, è meno solerte: «In questo periodo ho altro da fare». (Alessandro Trocino) © RIPRODUZIONE RISERVATA E Sel conquista un posto in Vigilanza Nicola Fratoianni (foto), numero due di Sel, entra in Vigilanza Rai. Il deputato prende il posto di Gennaro Migliore, passato in area Pd (e subentrato a Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente). Un cambio importante per il partito di Nichi Vendola. Perché proprio sull’informazione tv vuole incentrare le prossime battaglie, oltre a quelle sul lavoro. A cominciare, spiega Fratoianni, dai «dati incredibili che segnalano la strabordante presenza di Renzi e del Pd sugli schermi dei telegiornali». (Al. T.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Mineo, un giorno di straordinario antirenzismo L’antirenzismo di Mineo, il senatore «gufo», è a corrente alternata. C’è il giorno della pax apparente e quello della guerra dichiarata. Come ieri, ore 10, via Twitter: «Mi chiedo se Renzi non debba scusarsi con operai e Parlamento». Ore 11: «A Brescia #Renzi ha lodato gli imprenditori (tutti) e accusato Landini di “dividere il lavoro e l’Italia”. Non vi sembra troppo?». Passa qualche minuto e... «Renzi ha deciso a freddo l’attacco su art. 18 per dividere Cgil e Pd. Ora fa la vittima e accusa gli altri di dividere il Paese». E ancora: «Ragazzini che corteggiano “poteri forti”. Per favore, “cambia verso” prima che sia troppo tardi». (Monica Guerzoni) © RIPRODUZIONE RISERVATA Sfuma il ticket rosa. La candidata attaccata da FI: non ci sono le condizioni Nulla da fare. Quando il ticket rosa sembrava potere aver ragione di un Parlamento paralizzato e incapace di scegliere i due giudici della Corte costituzionale, è saltato tutto. Nella tarda mattinata, la professoressa Maria Alessandra Sandulli dirama una nota nella quale spiega di considerare un «onore» la candidatura, ma rinuncia: «Non ci sono le condizioni per confermare la mia disponibilità». E così salta il gioco a incastro dal quale dovevano finalmente uscire i due nuovi giudici. La prossima votazione dovrebbe tenersi giovedì alle 13 e prima bisognerà trovare un nuovo nome. Sfuma così anche la possibilità, almeno per ora, che della delicata partita della Consulta facciano parte anche i 5 Stelle. ROMA La vicenda ● Le votazioni del Parlamento in seduta congiunta per eleggere i due giudici della Consulta sono state finora venti. Il quorum dei 3/5 dell’Assemblea, 570 voti, non è mai stato raggiunto ● Dopo l’ultima fumata nera, il 16 ottobre, la presidente della Camera Laura Boldrini, d’accordo con i capigruppo, ha deciso per una pausa di riflessione, sospendendo gli scrutini ravvicinati per favorire un’intesa tra i partiti ● La situazione sembrava essersi sbloccata con la proposta, avanzata dal Pd, della coppia Silvana Sciarra e Maria Alessandra Sandulli, su cui sembrava potesse esserci anche la convergenza del M5S. Poi il nuovo stop ● Finora le ripetute votazioni a vuoto hanno causato il ritiro di tre candidati indicati dal centrodestra e di uno proposto dal Pd. Forza Italia ha prima lanciato, dividendosi al suo interno, l’ex garante per la concorrenza Antonio Catricalà, poi il parlamentare forzista Donato Bruno, infine il giurista Ignazio Caramazza. Il Pd ha candidato l’ex presidente della Camera Luciano Violante to che non può avere per la Corte i voti di chi aveva in disprezzo. Archiviata!». E ora? Spiega il ministro Maria Elena Boschi: «Mi pare che sia una vicenda interna a Forza Italia. Noi abbiamo dato disponibilità a tutti. Compresi i 5 Stelle». Tra i nomi che circolano ci sono Lorenza Violini, Antonella Ma- randola, Carla Pasini, Ginevra Cerrina Ferroni. Oggi si tiene un’assemblea congiunta dei gruppi M5S per sondare la disponibilità nei confronti dei nomi che emergeranno. Poi la palla passerà alla Rete, che dovrà vidimare l’opinione dei parlamentari. In realtà, spiega Danilo Toni- 6 novembre Il giorno in cui è stata fissata la votazione per i giudici della Consulta Il sondaggio su premier e presidente nelli, «i nostri nomi sono sempre lì: persone con requisiti a posto che nessuno ha mai contestato». Vero, ma i 5 Stelle sono pronti ad abbandonarli, se Pd e Forza Italia proponessero «nomi di garanzia», come spiega il capogruppo Andrea Cecconi. Così com’è vero che i 5 Stelle potrebbero essere il «secondo forno» da usare per la legge elettorale se Forza Italia non accettasse il premio di maggioranza alla lista richiesto da Renzi. Ma il Movimento di Grillo deve anche risolvere i suoi problemi interni, come dimostra l’ennesimo affondo del sindaco di Parma Federico Pizzarotti: «Non serve l’uomo solo al comando. In tv non ci deve andare da solo Luigi Di Maio, ma un team. Io dico la mia opinione, anche se si percepisce la Aperture I parlamentari del Movimento parevano pronti a votare i due nomi scelti da Pd e FI Pizzarotti e Grillo Sul fronte interno Pizzarotti attacca di nuovo Grillo: condanna a infantilismo politico Dopo aver nicchiato, considerando le candidature della Sandulli e di Silvana Sciarra, chiedendo che venissero ufficializzate, sembravano aver sciolto le riserve. Anche perché, in cambio, al Movimento di Beppe Grillo sarebbe toccato un uomo nel Csm, Alessio Zaccaria. Ma la Sandulli è stata impallinata da molti esponenti del centrodestra, compresa Forza Italia. Proprio il partito che, in teoria, avrebbe fornito il suo nome. Tra le colpe della Sandulli, una firma nel 2005 contro la riforma costituzionale presentata da Silvio Berlusconi. La Sandulli ha visto l’aria che tirava e si è chiamata fuori. Con il plauso di Maurizio Gasparri: «Bene che Sandulli — candidata da chi? — prenda at- mia mancanza di feeling con Beppe Grillo». Quanto alle strategie politiche, il sindaco ha qualcosa da dire anche su questo: «Era meglio andare a vedere, invece di sbattere la porta in faccia a Bersani, e condannare M5S a una sorta di infantilismo politico». Comunque sia, resta da risolvere il problema della Consulta, prima di passare alla legge elettorale. La presidente della Camera Laura Boldrini spiega che «io e il presidente Grasso stiamo cercando di fare pressione sui gruppi perché trovino un accordo, ma non sarebbe lungimirante convocare a oltranza il Parlamento e bloccarne le attività». Alessandro Trocino Nove francesi su 10: Valls al posto di Hollande Il primo ministro «spodesta» il presidente. Almeno secondo un sondaggio. In Francia quasi 9 francesi su 10, l’87% degli intervistati, preferiscono per l’Eliseo il primo ministro Manuel Valls (nella foto Reuters mentre visita il centro ricerche de L'Oréal con il presidente del gruppo Jean-Paul Agon) al presidente François Hollande. È il risultato di una rilevazione Odoxa per la radio Rtl. Hollande è giunto a metà del suo mandato (è in carica dal maggio 2012): secondo la rilevazione è netto il giudizio negativo sulla sua strategia economica. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «Sono un tecnico, non rispondo a un partito» Lo sfogo della professoressa: rivoterei la petizione contro la riforma del Cavaliere Università Roma Tre, al primo piano si svolge il convegno su «La riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche nel ddl 1577/14 per un dialogo tra giuristi e politici sul processo di riforma». La professoressa Maria Alessandra Sandulli, amministrativista di rango, è la padrona di casa: è attorniata dai suoi studenti, dai colleghi. Al tavolo degli oratori si fanno vedere la senatrice Doris Lo Moro e il senatore Giorgio Pagliari del Pd mentre Francesco Paolo Sisto di Forza Italia è stato trattenuto da altri impegni. Il tema è la Pubblica amministrazione ma tutti rivolgono lo sguardo verso la professoressa perché non succede tutti i giorni che un candidato alla Consulta dica: «No, grazie. Ritengo un onore essere stata indicata per il prestigioso incarico di giudice della Corte nel solco dell’eredità di mio padre e della mia famiglia. Tuttavia, nel contesto che si è venuto ROMA a creare, con l’animo sereno dello studioso che ha sempre manifestato le proprie opinioni in piena indipendenza, ritengo opportuno non confermare la mia disponibilità ad accettare la candidatura propostami». Ecco, la professoressa Sandulli avrebbe voluto chiudere qui, con queste secche righe dettate alle agenzie, una parentesi aperta il 21 ottobre con la telefonata di un importante esponente di Forza Italia e conclusasi con il fuoco amico partito dalla stessa FI. È stato ripescato un episodio di 9 anni fa quando la Sandulli, con altri 180 docenti, firmò la petizione «Salviamo la Costituzione» ai Telefonate «Quando ho pensato di ritirarmi ho fatto alcune telefonate e nessuno mi ha detto “ripensaci”» tempi della riforma Berlusconi. «Vede — spiega con pacatezza la professoressa — mi hanno chiamato come tecnico ma quando ho capito che, per motivi interni a FI, mi accusavano di non aver aiutato il partito di Berlusconi ho capito che dovevo ritirarmi. Quindi ho fatto alcune telefonate, e non chiedetemi a chi... E devo dire che davanti alla mia decisione nessuno mi ha detto “rifletti”, “ripensaci”...». In piedi, davanti all’aula del convegno, la professoressa Sandulli prosegue con calma il suo ragionamento che non ha nulla di polemico. Semmai nasconde una vena di stupore: «Io, per rimanere accanto ai miei studenti, avevo già detto no all’Autorità dei trasporti e alla presidenza della Rete ferroviaria. Stavolta, però, la Corte la consideravo un vero onore. Ma quando hanno tentato di incastrami nel meccanismo della fedeltà a un partito ho ca- Chi è ● Maria Alessandra Sandulli (nella foto), 58 anni, figlia del professore Aldo Sandulli, napoletana, è ordinaria di Diritto processuale amministrativo all’Università di Roma Tre ● Presiede l’Associazione dei professori di Diritto amministrativo pito che il profilo tecnico che cercavano non era la cosa più importante». «Io — insiste — non ho aiutato FI e neanche altri partiti. Alla Corte avrei svolto con serenità l’incarico di giudice costituzionale. Avevo capito che il Pd mi appoggiava ma poi in Forza Italia hanno dimostrato che non c’era accordo sul mio nome. Lo ripeto: ho rinunciato perché il mio profilo è quello di un tecnico indipendente. D’altronde, mio padre (Aldo Sandulli, presidente della Consulta tra il ‘68 e il ‘69, ndr) fu eletto senatore per la Dc come indipendente. E io non potevo rompere questa tradizione». Ultima domanda: firmerebbe ancora la petizione contro la riforma di Berlusconi? «Sì, lo rifarei. Il mio faro è la legge. Ora faccio molti auguri al Paese e al Parlamento. Perché sappia trovare la soluzione giusta». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 10 Esteri Diplomazie di Massimo Gaggi Finanza e Internet I democratici perdono amici La sfida per il Senato Oggi gli americani sono chiamati a scegliere tutti i 435 deputati della Camera e un terzo dei membri del Senato (più tre posti da senatori rimasti vacanti). La vittoria repubblicana (prevista alla Camera) è probabile anche al Senato. Ecco le previsioni DEMOCRATICI seggi attuali 21 53 36 SEGGI DA RINNOVARE Michigan Wyoming South Dakota probabile Nebraska C In bilico New Jersey Delaware Illinois Colorado sicuro Rhode Island Iowa REPUBBLICANI probabile Massachusetts West Virginia Idaho sicuro © RIPRODUZIONE RISERVATA New Hampshire Maine Oregon DEMOCRATICI he i miliardari americani siano schierati in maggioranza coi repubblicani non è una novità. La novità è, semmai, quella delle SuperPAC — organizzazioni politiche che dovrebbero fare campagne ideali, non campagne elettorali — finanziate da ricchi attivisti autorizzati a celare per un po’ la loro identità, che sono spuntate come funghi nelle ultime settimane in molti collegi elettorali nei quali si vota: entità che di fatto partecipano attivamente alla campagna per il voto di Midterm, in genere attaccando pesantemente il candidato locale del partito democratico. «Spot» pesantissimi pagati da chi? Gli elettori lo sapranno solo dopo aver votato. I democratici hanno buoni motivi per lamentarsi di queste anomalie nell’uso dei fondi elettorali, ma il problema per loro rimane quello di un sistema economico che, nonostante la ripresa americana, è apertamente ostile a un presidente che, bene o male, ha traghettato il Paese fuori dalla Grande Recessione, la peggiore crisi economica degli ultimi 80 anni. Wall Street ce l’ha con Obama anche se con lui al governo gli indici di Borsa hanno battuto tutti i record. E le industrie? Ce l’hanno anche loro coi democratici nonostante che i grandi gruppi americani siano tornati a dominare il «ranking» mondiale e che l’anno scorso le imprese non finanziarie abbiano realizzato ben 900 miliardi di dollari di profitti. Perfino la Silicon Valley, il più potente dei motori elettorali di Obama nel 2008, sta voltando le spalle ai democratici. Il presidente ha ancora una certa popolarità personale tra i geni della tecnologia, ma molti ceo gli hanno voltato le spalle. I conservatori possono contare su molti aiuti anche da Zuckerberg di Facebook e hanno trovato un fan in Sean Parker. Tanti i motivi: la tassazione delle imprese al 35%, che un tempo era tra le più basse, con la globalizzazione è diventata una delle più alte. Obama ha aiutato la finanza, ma ha imposto più controllo. E i giganti di Internet sono anche libertari e allergici al prelievo fiscale. 45 Minnesota Montana REPUBBLICANI seggi attuali 15 Kansas 2 New Mexico Indipendenti Oklahoma Kentucky Arkansas Tennessee South Carolina Texas Seggio democratico minacciato Virginia North Carolina Georgia Alaska Alabama Hawaii Louisiana Mississippi Fonte: Real Clear Politics Corriere della Sera Obama prepara già la controffensiva Oggi il voto di Midterm che potrebbe portare i repubblicani a controllare il Senato Ma il presidente è pronto a governare a colpi di decreti per il resto della legislatura Elezioni ● Oggi gli americani sono chiamati alle urne per le elezioni di Midterm. L’appuntamento si tiene ogni quattro anni a cavallo del voto per le Presidenziali ● In alcuni Stati si va alle urne per referendum su cannabis, salario minimo, aborto, controllo sulle pene e armi ● Altre consultazioni riguardano anche gli Ogm DAL NOSTRO INVIATO L’America oggi al voto di Midterm: repubblicani galvanizzati, convinti di conquistare anche il Senato, oltre a consolidare la loro maggioranza alla Camera. Democratici sulla difensiva anche se, con Barack Obama sotto attacco, è il suo vice Joe Biden a suonare la carica nelle ore della vigilia: «Sono convinto che non perderemo il controllo del Senato». Come finirà dovremmo saperlo entro poche ore, ma non è detto che le cose vadano in questo modo. Il controllo di quest’Aula (nella quale i repubblicani oggi hanno 47 senatori su 100) potrebbe giocarsi su un seggio o due. E in due casi — Louisiana e Georgia — è probabile che si vada al ballottaggio: le norme di questi due Stati prevedono, infatti, una nuova votazione (in un caso a dicembre, nell’altro addirittura a gennaio) se nessun candidato raggiunge il quorum del 50 per cento. In NEW YORK Kansas e South Dakota, poi, a spuntarla potrebbe essere un candidato indipendente che potrebbe anche non schierarsi con uno dei due partiti maggiori. Qualunque sia l’esito delle elezioni, comunque, difficilmente verrà superato il «muro contro muro» che negli ultimi anni ha pressoché paralizzato l’attività legislativa. Le analisi sono, quindi, già proiettate sulle prossime mosse di un presidente che certamente non vuole ritrovarsi con le mani legate negli ultimi due anni del suo mandato alla Casa Bianca. Le voci che vengono dal team di Obama parlano di un leader amareggiato, convinto di non aver potuto governare efficacemente per i gravi malfunzionamenti di un sistema istituzionale che lui non ha avuto la forza politica di riformare. Amare g g i a to m a , co m u n q u e , deciso, dopo il voto e un lungo viaggio in Asia e in Australia per una serie di vertici internazionali, a lanciare una controf- L’agenda ● Per gli ultimi due anni di mandato il presidente Obama ha in agenda una serie di riforme ● Interventi in tema di immigrazione, sanatorie per i clandestini, aiuti per gli asili nido per i figli di famiglie indigenti fensiva: il presidente intenderebbe utilizzare i suoi poteri esecutivi per varare una raffica di interventi in materia di immigrazione (una sorta di sanatoria per una parte, almeno, dei lavoratori clandestini), di investimenti in infrastrutture pubbliche e di asili-nido: una misura sociale, quest’ultima, a favore delle famiglie meno abbienti, a cominciare da quelle con donne lavoratrici, che non possono pagarsi il kindergarten privato. Non un’agenda particolarmente ambiziosa, come si vede, ma i repubblicani, che fin qui sono riusciti a bloccare qualunque mossa del presidente, già minacciano di trattarlo da golpista se proverà ad adottare misure di forte impatto senza passare dal Parlamento. Il team di Obama (un gruppo sempre più ristretto e compatto di assistenti e consiglieri, mentre continua l’emorragia dei collaboratori «storici» andati a fare altri mestieri o, come nel caso di John Podesta, in Il generale in quarantena per Ebola: «Stiamo tutti bene, grazie Veneto» Ufficiale ● Darrell Williams («U.S. Army Africa») ha guidato la missione anti Ebola in Liberia. Con 76 soldati è in isolamento alla base «Del Din» di Vicenza «La prima cosa quando esco? Taglio l’erba in giardino, una sgambata in bicicletta». Una visita a Luca Zaia? «Un giorno spero di incontrarlo. Siamo molto contenti della collaborazione con le autorità». Veramente il governatore ha fatto di tutto per cacciarvi dal Veneto... «Non ci lamentiamo. Stiamo bene. Ci proviamo la febbre due volte al giorno. Siamo felici di essere tornati a Vicenza dopo aver fatto il nostro lavoro contro Ebola». Il maggior generale Darryl Williams comanda le operazioni dell’esercito americano in Africa. Da una settimana è in quarantena in una struttura della base «Del Din» (la sede di «U.S. Army Africa», 4 mila militari): lui e 10 commilitoni, apripista della task force anti Ebola voluta dal presidente Obama, i primi a partire e a rientrare dopo un mese dalla Liberia. Con i gruppi giunti martedì e sabato: 77 soldati. Ogni contingente isolato dagli altri e dal resto della base, senza contatti esterni. Tempo libero: palestra, Internet, dvd. Notizie dall’Africa? «Al nostro posto sono partite le Aquile Urlanti della 101ma. Ho appena parlato con Monrovia: l’intervento della comunità inter- nazionale comincia a fare effetto. In questi giorni apre il primo centro di trattamento» allestito dai militari Usa, 25 posti per gli operatori sanitari infettati. «Entro fine dicembre ne apriremo altri 12 per i malati, uno a settimana. Stiamo formando 500 operatori ogni 7 giorni». Le ong avrebbero voluto infermieri e medici delle forze armate Usa direttamente impegnati nella cura... «Posso solo dire che il primo centro sarà gestito da noi. Per gli altri c’è un piano messo a punto da Usaid: tutti saranno gestiti da personale preparato». La cosa che l’ha colpita di più nella ❞ Zaia voleva cacciarci da Vicenza? Nessun problema, un giorno spero di incontrarlo procinto di passare alla squadra elettorale che verrà costituita da Hillary Clinton per le Presidenziali del 2016), è, però, convinto che la legge lasci al presidente ampi poteri d’intervento nei campi scelti per il «blitz autunnale». Molto dipenderà da come questi interventi verranno concepiti: se, ad esempio, la Casa Bianca varerà una vera sanatoria per i clandestini, anche se parziale, scatterà sicuramente l’accusa di abuso di potere. Una misura più limitata, come la rinuncia a deportare chi vive negli Usa da un certo numero di anni o ha studiato nel Paese, passerebbe per un altro pannicello caldo. L’altro vincolo di Obama è quello dei tempi: nella migliore delle ipotesi, il presidente avrà ancora margini di manovra politica per poco più di sei mesi, fino all’inizio dell’estate 2015. Da allora in poi sarà tutto concentrato sulla campagna per le Presidenziali 2016. M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA missione Ebola? «La resilienza della gente». Vede progressi? «Ci vorrà un po’ di tempo. Ma la strada è giusta». Come in Nigeria la guerra a Boko Haram? Perché le 200 studentesse rapite a Chibok sono ancora prigioniere? «Stiamo collaborando con le forze di sicurezza nigeriane. Ma non ho aggiornamenti sulle ragazze rapite». Che effetto fa lavorare con «avversari» come cubani e cinesi? Crede alla diplomazia di Ebola? «È un grande punto di forza. Da un decennio lavoriamo con altri Paesi». In Veneto meno cooperazione? «Non direi proprio. Giusto chiedere ogni precauzione. Sono fiducioso: nessuno di noi ha preso Ebola». Per il generale mancano 12 giorni all’alba (del tagliaerba). Michele Farina mikele_farina © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 ESTERI La leggenda dell’angelo di Kobane la guerrigliera curda terrore dell’Isis 11 Il video La giovane Rehana spopola su Twitter: avrebbe ucciso più di cento miliziani Amazzoni ● La primavera araba è stata testimone della presenza di amazzoni misteriose. Combattenti per la libertà o leggende alimentate ad arte? ● Nell’aprile 2011 quando la Tunisia scende in piazza contro Ben Alì i dimostranti vedono tra i cecchini anche una donna. Di lei non si conosce nemmeno il nome. La catturano e la buttano da un palazzo. Ma sopravvive e fa perdere le tracce ● Tra i volontari che vengono ad aiutare Gheddafi ci sono anche tiratrici colombiane, forse ex appartenenti delle Farc ● Un anno fa, durante la battaglia di Aleppo, in Siria, insieme ai ribelli dell’Esercito libero c’è anche un’ex insegnante palestinese. Che si fa chiamare Guevara WASHINGTON Kobane è la sottile linea curda. Un’enclave assediata da più di un mese dall’Isis. I guerriglieri hanno tenuto, grazie al sacrificio e ai raid alleati. Una battaglia che ha fatto scoprire a molti il movimento YPG e i fratelli del Pkk, curdi siriani e turchi insieme contro il Califfo. Realtà di resistenza dove hanno avuto un ruolo le donne, presenti in buon numero tra i difensori della cittadina. Partigiane spesso senza nome. A parte la comandante Nalin Nafrin e una combattente, Rehana, ribattezzata l’angelo di Kobane. Sempre che esista davvero e non sia la figlia della propaganda. La storia di questa ragazza — o meglio, del simbolo — inizia ad agosto, quando lo scontro nella cittadina curda al confine siriano deve ancora accendersi. Il giornalista svedese Carl Drott fotografa una militante dell’YPG che lo saluta con il segno di vittoria. La ragazza racconta: «Vengo da Aleppo, dove studia- Vittoria Rehana, ribattezzata l’«angelo di Kobane», in una foto che circola su Internet usarla. Sull’account di Twitter del saudita @alfaisal_ragad è postata una foto cruda: mostra un mujahed che tiene in mano la testa mozzata di una curda. Sostengono che sia proprio lei, la ragazza che ha incarnato la lotta. Ma è davvero così? Il 13 ottobre — come ha ricostruito la Bbc — «Rehana» ricompare. Anzi, sembrerebbe più viva che mai in prima linea ma sopratutto su Twitter. È il blogger indiano Pawan Durani a rilanciare la notizia in Rete. Un’infor- Negoziati al Cairo mazione che corre accompagnata da un dettaglio: l’angelo di Kobane ha ucciso «un centinaio di terroristi». L’immagine e la fama crescono insieme all’ammirazione per quello che stanno facendo i curdi. In inferiorità numerica, con poche armi, davanti ad un avversario dotato di cannoni e tank, non sono scappati. E lì c’è l’icona Rehana, vera o finta che sia, ma che rappresenta molte sue compagne. Un personaggio, quello dell’amazzone misteriosa, presente su altri fronti. Nell’aprile del 2011, quando la Tunisia scende in piazza contro il presidente Ben Alì, i dimostranti vedono cecchini del regime ovunque. E tra loro ci sarebbe anche una donna. Molto temuta. Riescono a catturarla, la buttano giù da un palazzo ma sopravvive. Dopo un ricovero in ospedale, scompare e con lei qualsiasi prova della sua esistenza. TURCHIA SIRIA Damasco Il mistero Su Twitter è stata diffusa una foto: un uomo tiene una testa mozzata di una curda. È lei? vo Legge, ma l’Isis ha ucciso mio padre e allora mi sono unita alla guerriglia». All’epoca però non è ancora Rehana. Sul taccuino del reporter svedese restano i dettagli ma non il nome. Che spunterà più tardi, sui media del Kurdistan. Quando i combattimenti diventano feroci e la situazione per i ribelli a Kobane appare disperata, i giornali di tutto il mondo indugiano sull’azione delle donne. E i simpatizzanti curdi forniscono via web materiale insistendo su un tasto: «I jihadisti temono molto le nostre ragazze». Quelli dell’Isis rispondono irritati o con sberleffi macabri quando ne eliminano qualcuna. Certamente gradiscono poco, anche perché la vittoria che sembrava vicina diventa complicata. Gli assediati sono tenaci. Non possono ritirarsi, alle spalle c’è la nemica Turchia, l’unica risorsa è stare nelle case diventate trincee. Allora ecco la parola chiave: «Rehana». Questa volta sono i pro Isis a TURCHIA Mursitpinar iriano Confine turco-s Zona controllata dai curdi SIRIA L’alleanza per un «esercito arabo» Egitto, Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi studiano la creazione di un’alleanza militare (anche in chiave anti iraniana) per combattere gli estremisti islamici non soltanto in Iraq e Siria (nella foto, un campo di profughi curdi oltre il confine turco). I colloqui in questa direzione vanno avanti (secondo le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Ap) al Cairo, dove si discute della possibilità di una vera e propria forza congiunta che possa entrare in azione in Medio Oriente. Libia e Yemen, in pieno caos, sono i Paesi dove questa alleanza panaraba sunnita potrebbe intervenire, con la regia dell’Egitto del generale-presidente Al Sisi (Behrakis/Reuters)___ Linea del fronte Kobane km 1 Gli insorti libici a Misurata, invece, denunciano la presenza di tiratrici colombiane, forse ex appartenenti alle Farc accorse in Libia per ricambiare l’appoggio dato a Gheddafi nel corso degli anni. Altra battaglia: Aleppo, gennaio 2013. Insieme ai ribelli dell’Esercito libero spunta una ex insegnante d’origine palestinese. Dice di chiamarsi Guevara in omaggio al Che. Imbraccia un fucile di precisione. La fotografano tra le rovine mentre aspetta il nemico, la descrivono in molti articoli. Il regime di Assad, con l’aiuto della tv russa, risponde mostrando le «Leonesse della Difesa Nazionale» schierate a pattugliare alcune strade di Homs. L’Isis si gioca la sua carta. Nel bastione di Raqqa ha un’unità femminile, la al Kansaa. Sono le poliziotte velate e, per forza, senza volto. Nessuna può raggiungere la leggenda «Rehana». Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 luglio 2014, il giorno in cui è iniziata la battaglia tra Isis e peshmerga per la conquista di Kobane, la città al confine siriano, chiamata anche la Stalingrado del Medio Oriente per l’intensità dei combattimenti 100 i miliziani dello Stato islamico uccisi negli ultimi giorni a Kobane durante i combattimenti contro i curdi, secondo i dati forniti dall’Osservatorio siriano. Nello stesso periodo si registrano altre 85 vittime dell’Isis in Iraq 150 il numero dei peshmerga che, negli ultimi giorni, sono entrati dalla Turchia a Kobane con camion, jeep e veicoli blindati per aiutare i combattenti curdi nella battaglia che li vede opposti ai jihadisti dello Stato islamico Le schiave yazide al mercato jihadista «Ha gli occhi blu? Allora costa cara» Discutono, negoziano e scherzano su come comprare o vendere schiave yazide perché «oggi c’è il mercato degli schiavi». È l’agghiacciante scena mostrata da un video diffuso dal canale panarabo Al Aan TV, che mostra un gruppo di terroristi dell’Isis mentre si mettono d’accordo per avere nuove «schiave sessuali» o liberarsi di quelle che non vogliono più. Ognuno di loro può comprarne una. I loro dialoghi sono sottotitolati in inglese. Se la schiava ha gli occhi azzurri o verdi, o è molto giovane il prezzo è più alto e se non ha i «denti buoni» o magari gliene «manca uno» allora può anche non valere la pena di acquistarla, perché è necessario comprarle una protesi. «Oggi è il giorno di distribuzione a Dio piacendo. Ognuno prende la sua parte», spiega quello che sembra il capo del gruppo, ripreso all’interno di una casa. «Spero di trovarne una», dice uno di loro e poi ridendo aggiunge, «dove è la mia ragazza yazida?». «Chi vuole vendere la sua?», chiede un altro. «Io, voglio vendere». «Te la pago tre banconote», «o una pistola». Intanto duecento membri della minoranza yazida, in maggioranza donne, rapiti nell’agosto scorso dall’Isis durante l’avanzata nel Nord dell’Iraq, sono stati liberati in cambio del pagamento di ingenti riscatti. Gli ostaggi rilasciati sono 130 donne e una settantina di bambini e anziani. Altre centinaia di donne e bambini rimangono prigionieri. 12 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera ESTERI I libri di scuola dati in appalto all’amico di Putin «Purga» in Russia contro i testi scolastici Vladimir Putin aveva pensato addirittura a un solo libro di testo per ogni materia. Questo per tutti i 14 milioni di studenti sparsi in 43 mila scuole russe. Alla fine però si è deciso «semplicemente» di ridurre il numero dei manuali e di accertarsi che tutti seguano le direttive dello Stato: un «singolo standard storico-culturale», basato sui «Fondamenti della politica culturale statale» elaborati dal ministero per la Cultura. Tanto per capirci, concetti che implicano il rifiuto dei punti di vista «liberali dell’Occidente» e che ribadiscono il principio che «la Russia non è Europa». Benvenuti nel nuovo sistema scolastico-educativo. La storia, soprattutto, va trattata con grande attenzione. Nei frenetici, caotici ma liberi anni Novanta si era proseguito con la demolizione della figura di Stalin che, in fin dei conti, aveva pur sempre edificato l’Unione Sovietica. E visto che il presidente russo ebbe a definire lo scioglimento dell’Urss «una delle più grandi catastrofi del Ventesimo secolo», non c’è da sorprendersi se del Piccolo Padre, dei suoi massacri e delle sue deportazioni si parla ora in maniera MOSCA L’oligarca ● Arkadij Rotenberg, 63 anni, oligarca vicino al presidente Putin, è nella blacklist della Ue in seguito alla crisi ucraina ● Sono stati congelati i suoi beni in Italia, tra i quali un hotel nel centro di Roma, ville in Sardegna e una villa a Tarquinia per un totale di circa trenta milioni di euro un po’ diversa. In un recente testo si afferma che il Grande Terrore degli anni Trenta (con milioni di persone deportate e trucidate) fu attuato perché Stalin «non sapeva chi avrebbe assestato il prossimo colpo, e per questa ragione attaccò ogni gruppo e ogni movimento». Il manuale include istruzioni per gli insegnanti: «È importante mostrare che Stalin agiva in una situazione storica concreta». In un’altra «Storia della Russia» scritta da due accademici, si afferma che quei milioni di cittadini colpiti «costituivano una potenziale quinta colonna che non era affatto immaginaria». In classe Vladimir Putin in un’immagine che lo mostra, qualche tempo fa, tra gli alunni di una scuola d’arte del villaggio di Golovchino, regione di Belgorod. Il presidente russo ha deciso di ridurre il numero dei manuali scolastici: tutti quelli autorizzati dovranno seguire le direttive dello Stato (Reuters) Tolto dal cortile dell’Università «Cook è gay»: rimosso a San Pietroburgo il monumento all’iPhone Il monumento per ricordare Steve Jobs sarà rimosso dal cortile dell’Università di San Pietroburgo. La decisione dopo il coming out dell’amministratore delegato di Apple, Tim Cook. Il monumento che riproduce un iPhone gigante alto due metri è stato definito un «simbolo di sodomia» da Maxim Dolgopolov, presidente di Zefs, la società russa che aveva sponsorizzato l’installazione del monumento al creatore di Apple, un anno e mezzo fa. «L’abbiamo smantellato in conformità alla legge federale che vieta ogni tipo di manifestazione in difesa dei diritti degli omosessuali». Ma l’Università smentisce questa versione e riferisce che, prima del coming out di Cook, la Zefs avvertiva che il monumento andava rimosso per riparazioni. Libri attentamente selezionati, dunque. Ma a chi affidare il compito? Come è spesso avvenuto in questi anni, nelle vicende più spinose sono sempre comparsi personaggi legatissimi al presidente russo. Nel caso specifico colui che sembra destinato a diventare il supercontrollore delle nuove generazioni è Arkadij Rotenberg, compagno di judo di Vladimir Vladimirovich dall’età di 14 anni, ricco costruttore, finito nella lista dei personaggi sottoposti a sanzioni in Usa ed Europa. In Italia gli sono state sequestrate due ville in Sardegna e un albergo a Roma. Rotenberg è riuscito a mettere le mani (per quattro soldi) su quella che era l’unica casa editrice sovietica, la Prosveshcheniye (istruzione), che oggi è il principale editore scolastico. I libri di tutti gli altri vengono bloccati con una scusa o con l’altra. E così rimangono solo i testi «giusti» della Prosveshcheniye. Ma non si epurano solo i manuali di storia. Via, ad esempio, un libro che illustrava problemi di matematica parlando di Biancaneve. E in letteratura il prossimo obiettivo potrebbe essere Aleksandr Solzhenitsyn che, secondo il direttore della famosa Literaturnaya Gazeta Yurij Polyakov, non andrebbe più studiato, visto che emigrò «volontariamente» in America. Il suo Arcipelago Gulag che descrive gli orrori dei lager, poi, «è ben lontano dai dati della scienza storica e del buon senso». Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 ESTERI L’Internazionale La storia I filosovietici d’Europa si ritrovano a Roma di Paolo Lepri DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Il gioco della politica sembra voler beffare le ragioni della Storia nella Germania che celebra questa settimana il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro. La Repubblica democratica tedesca, il regime che dominava ossessivamente le vite degli altri, è certamente ancora ben presente nell’immaginario collettivo. Sarebbe strano il contrario, in un Paese che ha vissuto ferite così recenti. Ma in questi giorni di cerimonie e ricordi, il suo fantasma recita un ruolo da protagonista, ben al di là della rievocazione della libertà riconquistata in quel novembre 1989 e in una prospettiva diversa rispetto al mercato ingenuo della nostalgia. Questo spettro che si aggira per la Germania ha un nome e cognome. Si chiama Bodo Ramelow, l’ex sindacalista che sta per diventare, salvo sorprese, il primo governatore di un Land appartenente alla Linke, il partito che ha parzialmente raccolto l’eredità dei comunisti dell’Est. Che tutto questo non sia un episodio marginale, legato alla dialettica futile della cronaca politica, lo ha dimostrato l’intervento del presidente Joachim Gauck. L’ex pastore evangelico e militante dei diritti umani ha detto chiaramente, come del resto è abituato, che le persone della sua età che hanno vissuto nella Ddr trovano molto difficile accettare quanto sta accadendo in Turingia. Si è chiesto se la Linke abbia realmente preso le distanze dalle idee in nome delle quali i suoi predecessori hanno oppresso la popolazione e si è domandato se sia possibile averne oggi fiducia. Ha dato un forte scossone un po’ a tutti, insomma, mentre a Berlino si preparano i palloncini luminosi che segneranno il percorso del Muro e verranno liberati in cielo nel giorno che ricorda la fine delle divisioni. Gli interrogativi provenienti dallo Schloss Bellevue, densi di passione e meno di diplomazia istituzionale, hanno provocato l’indignazione dei diretti interessati, il plauso dei conservatori, i rispettosi dissensi dei socialdemocratici. Fedele ad Angela Merkel nella grande coalizione, la Spd ha deciso infatti di entrare in un governo «rosso-rosso-verde» nel Land di Goethe e Schiller, scalzando dal potere i cristiano-democra- 13 Le statue e le bandiere I monumenti a Karl Marx (a sinistra) e Friedrich Engels a Berlino, durante i campionati europei di calcio del 2012 La Germania Est torna «rossa» E si riapre il dibattito sulla Ddr Gli eredi dei comunisti lanciati verso la guida del Land della Turingia La storia ● La Ddr (Deutsche Demokratische Republik, Repubblica democratica tedesca) è nata nel 1949 sui territori occupati dai sovietici ● Stabilita la capitale a Berlino Est, la Ddr non è sopravvissuta al crollo del Muro: nel 1990 cessa di esistere per unirsi alla Germania tici ed alleandosi con la Linke, arrivata seconda nelle elezioni con il 28 per cento dei voti. I risultati della consultazione con gli iscritti sono attesi per oggi. Va comunque detto che Ramelow, personalmente, non ha niente a che vedere con l’armamentario ideologico di una consistente ala del suo partito. Viene da Ovest e non ha radici nel mondo che altri suoi compagni, come Gregor Gysi o Sahra Wagenknecht, hanno attraversato ripensando poi parzialmente il valore di quell’esperienza. E’ un interprete di quella voglia di sicurezza socia- Con il Corriere Quegli eventi in un volume Dall’8 novembre sarà in edicola con il Corriere della Sera un volume dedicato alla caduta del Muro di Berlino. Le firme e i collaboratori del nostro quotidiano rievocano i fatti che hanno cambiato la Storia dell’Europa e non solo. Il prezzo del volume sarà di 7,90 euro più il costo del quotidiano mentre sarà disponibile anche la versione ebook a 4,99 euro. le che anima molti elettori dei nuovi Länder. Ma il problema del giudizio sulla Germania comunista e della affidabilità dei suoi eredi, veri o presunti, non è esploso improvvisamente con il successo della rivoluzione guidata da Ramelow. Già nelle settimane scorse, sempre partendo dalla Turingia, si era aperto un dibattito sulla definizione, respinta da Gysi, della Ddr come «stato ingiusto». Secondo il presidente della Linke, che ha però riconosciuto le «ingiustizie» del regime, se la Repubblica democratica tedesca viene descritta in questo modo «si sostiene anche che solo le potenze occidentali avevano il diritto di fondare la Repubblica federale, mentre l’Unione Sovietica non aveva lo stesso diritto». Molte le reazioni negative. Anche in questo caso è arrivata un netta presa di posizione del presidente Gauck, che ha parlato di «uno Stato totalitario senza un sistema giudiziario indipendente». L’ex pastore vuole sconfiggere i fantasmi. L’anniversario del 9 novembre servirà anche a questo. ❞ La Linke ha veramente preso le distanze dalle idee in nome delle quali il Partito comunista della Ddr opprimeva la sua stessa gente? Joachim Gauck, presidente tedesco C’è chi torna ai fondamentali, al nucleo teorico del socialismo come messaggio (in)attuale di trasformazione e armonia. «Viva la Rivoluzione sovietica» è l’inequivocabile titolo dell’evento organizzato dall’Iniziativa dei partiti comunisti e operai d’Europa sabato prossimo a Roma (Centro Congressi di Via dei Frentani 4, ore 14.30). In tempi di sinistre in cerca d’autore, terze vie sperimentate con vario successo dal Nord al Sud del Vecchio Continente, quello romano sarà «un appuntamento dal carattere celebrativo e politico», spiega il segretario del Partito comunista italiano Marco Rizzo. Spagnoli, russi, greci, francesi, una nuova Internazionale che guarda al 1917 nella convinzione che l’anima rivoluzionaria di quel progetto sia sopravvissuta alle tragedie del Novecento e possa essere oggi più che mai in intima sintonia con lo slancio ideale delle giovani generazioni. «Partiamo dall’assunto che non sia stato il socialismo a fallire, ma la sua revisione, il processo storico di demolizione dall’interno tentato da Krusciov e Gorbaciov dopo l’era di Lenin e Stalin — prosegue Rizzo —. Da quando esistono la spada e la ruota, la storia dell’umanità è una storia di classi sociali che cercano l’emancipazione. Un percorso che unisce Spartaco, Thomas Müntzer, il socialismo scientifico». Ma anche violenze e soprusi che hanno incatenato interi popoli... «Milioni di morti, gulag, carestie, tutto questo è innegabile. Dall’altra parte, però, cosa c’è stato? Le camere a gas di Hitler, le leggi razziali di Mussolini, le bombe atomiche degli Stati Uniti. Il punto ora non è rimettere indietro le lancette dell’orologio ma portare avanti una riflessione libera sul passato guardando al futuro. Abbiamo di fronte ventenni che cercano risposte e il capitalismo ha dimostrato di non averne, un sistema che viene dal mercantilismo e dalla rivoluzione industriale, con molti più secoli di storia alle spalle del socialismo. Ecco, questo è il messaggio che vogliamo lanciare, il socialismo come idea nuova, come rinnovamento possibile». Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. 14 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 15 Cronache Pignatone: fiducia nei pm. L’ira di Ilaria Cucchi Il procuratore: pronti a riesaminare gli atti. Milioni di clic sulla Rete per Stefano. Il sindacato di polizia querela la sorella Da un lato il riconoscimento dell’«egregio lavoro» fatto dai pm titolari dell’inchiesta. Dall’altro, la promessa di rileggerne personalmente, con «serenità e senza pregiudizio», tutti gli atti per verificare se c’è margine di approfondimento su persone finora estranee alle indagini. Non ufficializza la riapertura dell’inchiesta (né potrebbe farlo in questo momento), l’impegno preso dal procuratore Giuseppe Pignatone dopo un breve incontro con la famiglia di Stefano Cucchi. «Dopo cinque anni abbiamo almeno una speranza», commenta però all’uscita da piazzale Clodio il padre del 31enne morto nel 2009, Giovanni. «Se il procuratore difende i pm forse oggi abbiamo perso tutti del tempo», è invece l’amara osservazione della sorella Ilaria. Che però grida vittoria per il clamore suscitato sui social network dall’assoluzione di tutti gli imputati in Appello: «Noi abbiamo vinto, i pm hanno perso». Su twitter ha grande successo l’hashtag #sonoStatoio che raccoglie moltissime foto di persone con un cartello in mano che chiedono «verità e giustizia». E a sostegno della battaglia della famiglia romana sono arrivati, insieme a tanti altri, anche Adriano Celentano che sul suo blog ha scritto «dove sei ora c’è luce vera, non quella flebile e malata di quei ROMA Sul web ● È diventata virale su Twitter e Facebook la campagna #sonoStatoio in cui gli utenti postano la propria foto contro le assoluzioni del processo Cucchi ● Ha fatto tre milioni di visualizzazioni il post di Ilaria Cucchi (sopra) su Facebook in cui rivendica la vittoria morale sugli imputati: «Abbiamo vinto, Stefano» giudici ignavi» e Jovanotti che posta su Facebook: «Quando lo Stato prende in consegna un cittadino, quella persona deve potersi sentire totalmente al sicuro». I tempi per riesaminare gli atti saranno lunghi. Se il processo va avanti su una strada propria (dopo la sentenza di secondo grado, venerdì, spet- ● L’analisi La via stretta degli inquirenti per ricominciare le indagini di Giovanni Bianconi una strada stretta e in salita quella indicata dal procuratore Pignatone che potrebbe — forse, fra tre mesi se non più tardi — portare alla riapertura delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi. L’hanno capito gli stessi genitori della vittima e la sorella Ilaria, con i quali il magistrato è stato chiaro: non è il caso di alimentare aspettative che potrebbero andare deluse. I familiari di Stefano continuano a chiedere giustizia, ed è più che comprensibile; così come è comprensibile — oltre che giusto — che il primo rappresentante della pubblica accusa abbia aperto la porta del suo ufficio per ascoltarne le ragioni. Ora annuncia che farà il possibile, ma il possibile non potrà non tenere conto della sentenza d’appello, della precedente inchiesta e delle regole imposte dai codici. Dal momento della richiesta di rinvio a giudizio la famiglia Cucchi ha contestato i pubblici ministeri «colpevoli» di essersi legati a ipotesi di reato (lesioni per gli agenti di custodia e abbandono di persona incapace di provvedere a se stessa per medici e infermieri) che difficilmente avrebbero retto al vaglio del dibattimento. Così è stato, ma non c’è la controprova che una diversa impostazione dell’accusa È avrebbe portato a diversi risultati. Genitori e sorella di Stefano vorrebbero che alla«rilettura» degli atti fossero destinati altri pm. Per adesso se ne occuperà il procuratore, che comunque ha ribadito la propria fiducia verso i colleghi che hanno condotto un’inchiesta e un processo difficili su una morte inizialmente certificata come «naturale», ordinando l’autopsia prima ancora che i familiari denunciassero il caso in tv. In seguito ci potranno essere avvicendamenti o affiancamenti, ma la ricerca di responsabilità fra chi non è stato inquisito resta un’incognita. La Corte d’assise ipotizzò il pestaggio ad opera dei carabinieri che ebbero in custodia Stefano dopo l’arresto, senza però inviare gli atti in Procura perché si riprendesse a indagare; segno di una congettura avanzata più per sostenere che non c’era certezza delle botte nei sotterranei del tribunale che per indicare altri colpevoli. In teoria si potrebbe ripartire da lì, ma dopo cinque anni e le risultanze dei vecchi verbali, sarà tutt’altro che semplice arrivare a esiti più soddisfacenti. Ma se, come ha detto il procuratore, è «inaccettabile» la morte per cause non naturali di una persona custodita dallo Stato, la resa non è prevista. © RIPRODUZIONE RISERVATA terà alle parti civili e al pg della Corte d’Assise fare eventualmente ricorso in Cassazione), Pignatone vuole comunque aspettare le motivazioni della sentenza, che arriveranno fra tre mesi, per avere un quadro completo. Il ventaglio di persone mai finite sotto indagine è ampio. Per il pestaggio ipotizzato an- che dai giudici in primo grado si va dai carabinieri dell’Appio Claudio che arrestarono Cucchi a quelli della caserma di Tor Sapienza, dove il 31enne venne spostato per mancanza di posti letto. E per le possibili negligenze c’è anche la convalida del fermo e il passaggio a Regina Coeli, dove non vennero riscontrati traumi fisici, e quello I volti Un foglio con la scritta «Ad uccidere Stefano sono Stato io»: la solidarietà della Rete alla famiglia Cucchi all’ospedale Fatebenefratelli, dove Cucchi transitò prima di finire nella struttura protetta del Pertini. «Del pestaggio non mi disse nulla ma ad una mia collega Stefano disse “Mi hanno picchiato i carabinieri”», ha raccontato ieri Giuseppe Flauto, uno degli infermieri a processo. Va detto che sia i pm Maria Francesca Loy e Vincenzo Barba, sia il pg d’appello avevano chiesto la condanna di tutti gli imputati. Sempre assolti i tre infermieri e i tre agenti; condannati per omicidio colposo e poi assolti i sei medici (la famiglia chiedeva l’abbandono di incapace). Ilaria Cucchi e i genitori Giovanni e Rita Calore si sono presentati a piazzale Clodio con il corredo di gigantografie che raccontano le condizioni del 31enne già mostrare nell’ultima udienza dall’avvocato Fabio Anselmo (atteso in procura nei prossimi giorni): «Questa è l’insufficienza di prove, lo Stato non ha saputo garantire i diritti di mio fratello da vivo, e ora non è in grado di dire chi l’ha ridotto così», ha detto la sorella di Stefano, che è stata querelata dal sindacato Sappe per le accuse alla polizia penitenziaria. «Non getto io fango sulla categoria», ha replicato riferendosi anche al Sap, che aveva parlato di «morte per vita dissoluta». Fulvio Fiano © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 16 NON CI FERMIAMO MAI: IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO, NON LEGGERLO. Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen: avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali. Chi possiede un orologio Citizen lo sa. Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai. BETTER STARTS NOW € 428 RADIOCONTROLLATO • PRECISIONE ASSOLUTA L’orologio riceve, con trasmissione via onde radio, il segnale generato da un orologio atomico: la sua precisione ha una tolleranza di 1 sec. ogni 10 milioni di anni. SISTEMA ECO-DRIVE • ENERGIA INESAURIBILE Basta una minima esposizione alla luce naturale o artificiale per accumulare una grande quantità di energia e garantire il funzionamento dell’orologio, senza pila. VETRO ZAFFIRO • PREZIOSO E INSCALFIBILE Protegge l’orologio grazie alla particolare compattezza della sua composizione chimica e ne esalta l’estetica con una trasparenza assoluta. Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 CRONACHE «Corruzione sull’eolico» Verdini a processo nell’inchiesta della P3 La perquisizione allo studio Un foglio sulla porta a proteggere il server: «Ufficio di Tremonti» MILANO Dov’è ubicato l’«ufficio Rinvio a giudizio anche per Cosentino: diffamazione Accogliendo l’impostazione dei pm Rodolfo Sabelli e Giancarlo Capaldo, il gip Paola Della Monica ha rinviato a processo Denis Verdini (Fi) e il collega di partito Nicola Cosentino: il primo è accusato di corruzione, l’altro di diffamazione e violenza privata. Verdini e gli altri si sarebbero adoperati e avrebbero agito come una loggia segreta, la cosiddetta P3, per interferire nell’attività istituzionale, intercettandone le decisioni e orientandole a proprio beneficio alla maniera della più celebre P2 (1981). Il lungo elenco di episodi contestati è ricostruito nell’avviso di conclusione delle indagini, spedito ai difensori ormai un anno fa, a novembre 2013. Secondo i pm, Verdini, Carboni e Marcello Dell’Utri (la cui posizione sarà giudicata separatamente, per l’ex senatore in carcere a Parma si attende che le autorità libanesi si pronuncino sulla richiesta di estradizione suppletiva legata a questa vicenda) «si adoperavano per influenzare la decisione della Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità del Lodo Alfano (le riunioni fra Carboni, l’allora sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo e i giudici Arcibaldo Miller e Antonio Martone, ndr)». Non solo, gli imputati sarebbero intervenuti «sui magistrati di Cassazione per favorire una conclusione favorevole alla parte privata di cause ivi pendenti, sia di natura civile (giudizio tributario relativo alla società Mondadori) che penale (ricorso contro la misura cautelare disposta dalla magistratura napoletana nei confronti di Nicola Cosentino)». Il riferimento è alla richiesta di arresto per concorso esterno in associazione mafiosa della procura napoletana. E ancora, sempre secondo l’avviso di chiusura indagini, gli imputati «avvicinavano i magistrati delle procure di Napoli e Milano allo scopo di procurarsi informazioni circa lo stato dei procedimenti penali ivi pendenti». Dalle verifiche condotte all’epoca dai carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci, Verdini si sarebbe speso anche per il collega di partito Roberto ROMA La vicenda ● Denis Verdini e Nicola Cosentino (foto sotto) sono coinvolti in uno dei filoni dell’inchiesta sulla P3 che per le accuse sarebbe un’organizzazione sorta per condizionare gli organi dello Stato ● A Denis Verdini è contestato il reato di corruzione e a Cosentino quelli di diffamazione e violenza privata ● Il procedimento viaggerà parallelo a quello che vede imputate altre 17 persone tra cui l’uomo d’affari Flavio Carboni Il processo di Garlasco Il teste e le bici regalate a Stasi Di una non c’è più traccia Alla famiglia Stasi furono regalate due biciclette: una nera da donna nel 2004 (sequestrata pochi mesi fa) e l’altra nel 2005 (non si sa di quale colore). Due regali che la titolare di un’azienda fece avere al padre di Alberto Stasi, morto a dicembre del 2013. La donna, in aula come teste, ieri ha spiegato di quei due regali ai giudici del processo d’appello bis contro Alberto, imputato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, nel 2013. Testimonianza importante, dato che la bici del 2005 non si è mai saputo nulla in questi sette anni, né è fra quelle consegnate agli inquirenti dopo che una donna disse di aver notato «una bici nera da donna» davanti alla casa del delitto. È un dettaglio emerso solo ora anche quello dei «graffi freschi» su un avambraccio di Alberto il giorno dell’omicidio: ieri alcuni carabinieri hanno detto di averli notati ma nelle carte non ci sono né foto né verbali che ne parlino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Formigoni, favorendone il ricorso dopo l’esclusione dalle regionali della Lombardia (la vicenda delle firme false). Mentre, in Sardegna, avrebbe versato denaro a un funzionario pubblico, Pinello Cossu, per garantirsi informazioni sulla «gestione di aree destinate a ospitare impianti di energia eolica» e per «curare direttamente e per conto dell’organizzazione l’acquisto di terreni da opzionare». L’intreccio fra ragioni di militanza politica ed esigenze di profitto è ricostruito più avanti: Verdini e soci «sollecitavano e si procuravano finanziamenti, anche in cambio della concessione di cariche di partito in sede locale, coinvolgendo terzi imprenditori nell’attività dell’associazione». E inoltre interferivano sulla nomina di «rappresentanti e dirigenti di enti locali, in particolare della Regione Sardegna, per ottenere la nomina, in cariche ammini- L’ex parlamentare Stralciato Dell’Utri, si attende che il Libano decida sull’estradizione per questa vicenda I due filoni ● La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta nei confronti di Parlamentare A destra Denis Verdini, 63 anni, senatore dal 2013. Dal 2001, per tre legislature, è stato deputato. Ha avuto il ruolo di coordinatore di Forza Italia (Imagoeconomica) strative apicali, di persone gradite al sodalizio e così favorire il rilascio a imprese da loro gestite di concessioni nel settore della produzione delle energie rinnovabile (l’ eolico ndr)». Quanto a Cosentino si contestano diffamazione, pressioni e una sorta di intimidazione volta a «costringere Caldoro a rinunciare alla propria candidatura», sia pure «senza riuscire nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà». 17 Per Verdini c’è stato l’«appoggio incondizionato» di Paolo Romani, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato, e solidarietà dal partito. Tuona Maurizio Gasparri: «Aggressione intollerabile, agli atti ci sono intercettazioni comiche». Per Ncd parla Fabrizio Cicchitto: «Vale la presunzione di innocenza per tutti». Silenzio, da centrosinistra e Lega. Ilaria Sacchettoni RIPRODUZIONE RISERVATA Giulio Tremonti (foto) con l’ipotesi di corruzione sotto forma di una consulenza da 2,4 milioni pagata nel 2009 da Finmeccanica allo studio tributario dal quale l’ex ministro dell’Economia era uscito nel periodo in cui era al governo ● In un’altra inchiesta, due soci di studio di Tremonti, Dario Romagnoli e Enrico Vitali, sono indagati per l’ipotesi di riciclaggio dopo che due imprenditori napoletani hanno dichiarato di essersi visti offrire dall’ex consigliere di Tremonti, Marco Milanese, per ritrattare le accuse mosse allo stesso Milanese, una grossa somma di denaro custodita (a loro dire) nello studio RomagnoliVitali-Tremonti personale» del senatore Giulio Tremonti nello studio tributario milanese di cui l’ex ministro dell’Economia è fondatore e socio? In un locale che comunica con un bagnetto, in una stanzetta dove c’è la sala server che giovedì scorso era proprio tra i bersagli della perquisizione dei carabinieri. Possibile? Sì, almeno stando al foglio bianco formato A/4 appiccicato in fretta e furia con il nastro adesivo il giovedì mattina della perquisizione da un collaboratore dello studio, nel pasticciato tentativo di segnalare agli investigatori che da lì in poi rischiavano di inoltrarsi nel terreno inviolabile protetto dall’immunità parlamentare del senatore Tremonti. È il curioso retroscena della perquisizione ordinata dai pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi non nell’inchiesta sull’ipotizzata corruzione dell’allora ministro Tremonti sotto forma di una consulenza da 2,4 milioni pagata nel 2009 da Finmeccanica allo studio tributario dal quale Tremonti era uscito nel periodo in cui era al governo, giacché per questa indagine la Procura ha dovuto arrestarsi e trasmettere le carte al Tribunale dei Ministri. La perquisizione è stata invece disposta in un altro fascicolo, nel quale due soci di studio di Tremonti, Dario Romagnoli e Enrico Vitali, risultano indagati per l’ipotesi di riciclaggio dopo che due imprenditori L’inchiesta L’episodio davanti ai carabinieri che indagano sui soci dell’ex ministro napoletani hanno dichiarato di essersi visti offrire da Marco Milanese, per ritrattare le accuse mosse all’ex consigliere di Tremonti a Napoli, una grossa somma di denaro custodita (a loro dire) nello studio Romagnoli-Vitali-Tremonti. Quando i carabinieri del Nucleo Operativo milanese entrano nello studio di via Crocefisso, chiedono al personale che indichi loro uffici e dotazioni di pertinenza del senatore Tremonti, in modo da rispettarne le prerogative parlamentari. Accompagnati, fanno un primo giro e non vedono nulla di strano. Ne fanno un secondo, e scorgono una persona che appiccica un foglio a una porta. È l’informatico che si occupa dei computer dello studio, e sul foglio c’è scritto «ufficio personale del dottor professor Tremonti Giulio». Solo che, dietro la porta, di certo non c’è lo studio del senatore, ma solo il server che custodisce i dati dei computer dello studio, dietro il quale un’altra porta comunica con un bagno privato, che a sua volta comunica con l’ufficio del senatore. Resta da capire la ragione dell’estemporanea iniziativa del tecnico, che però si risolve presto: con parole chiave, che rispettano le prerogative del senatore, il server viene «perquisito», tutti i files sono trovati integri e senza manomissione, così come le email sequestrate. Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 CRONACHE Alfano e le case popolari occupate «Niente acqua e luce agli abusivi» Brindisi Il prete indagato per pedofilia: «Mi vogliono ammazzare» La denuncia dell’Unione inquilini: in Italia 40 mila alloggi pubblici sfitti Non ha usato mezze parole il ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Le occupazioni illegali delle case sono del tutto inaccettabili, siamo pronti a intervenire». Ieri Alfano ha risposto a una domanda durante un programma televisivo del mattino e sembrava con l’occasione che avesse voluto cogliere al balzo e rilanciare l’appello di un suo compagno di governo, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Anche Angelino Alfano, infatti, ha ribadito il concetto che Lupi aveva già espresso un paio di giorni fa: «Chiunque occupi abusivamente una casa non può chiedere la residenza e l’allacciamento delle utenze». Niente gas, niente luce quindi per chi occupa alloggi illegalmente: «Lo dice la legge» ha decretato il ministro dell’Interno, promettendo interventi immediati. È ritornata alla ribalta qualche giorno fa la questione delle case popolari occupate abusivamente. È tornata alla ribalta in seguito all’inchiesta condotta dal Corriere tra i quartieri alla periferia di Milano dove è successo anche che un anziano, rientrato a casa dall’ospedale, aveva trovato il suo alloggio occupato da una famiglia di rom. Il responsabile del Viminale non ci sta e vorrebbe mettere la parola fine a un fenomeno ROMA che si trascina da anni. Dice infatti: «Abbiamo approvato apposta un decreto legge dove all’articolo 5 si prevede esplicitamente la lotta alle occupazioni abusive di immobili». Poi, sempre alla trasmissione televisiva del mattino sulle reti Mediaset, chiarisce il suo pensiero, senza lasciare ombra di dubbi: «Chi ha diritto deve avere la casa, chi non ce l’ha non può averla e chiunque occupi irregolarmente non può avere la residenza. Non accetteremo che questa illegalità vada avanti». Il fenomeno delle case popolari occupate abusivamente è diffuso a macchia d’olio un po’ in tutto il Paese. Ma è a Milano che da qualche tempo si sono riaccesi i riflettori per illuminare un dramma che ha All’ospedale Pertini Embrioni scambiati: riapre il laboratorio Riapre all’ospedale Pertini di Roma — sei mesi dopo il caso dello scambio di embrioni — il Centro per la procreazione medicalmente assistita (sopra nella foto Imagoeconomica). La procedura utilizzata, spiegano i vertici della struttura, è «sicura al 100% e all’avanguardia in Europa». Ieri alla riapertura c’era anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 19 tutto il sapore di una «guerra tra poveri» come ha commentato ieri Massimo Pasquini, presidente dell’Unione inquilini proponendo una sua soluzione al caso. «Le ragioni di quello che sta accadendo vanno ricercate a monte» sostiene Pasquini. E spiega: «Quello che nessuno dice, parlando di Milano ad esempio, è che qui ci sono 23 mila famiglie in graduatoria per avere una casa popolare e, contestualmente, ci sono ottomila appartamenti popolari o di proprietà del Comune sfitti, in condizioni di degrado e non assegnati. In tutta Italia questo numero sale ad oltre 40 mila alloggi popolari sfitti». Secondo Pasquini sono questi i numeri che generano l’emergenza, la «guerra tra poveri». «Sono questi numeri che delineano la situazione drammatica che bisogna evidenziare. Sappiamo bene che il mercato delle case popolari è in mano alla criminalità organizzata per venderle a 30 o a 50 mila euro nel mercato nero. Per questo è opportuno provvedere all’assegnazione, e in fretta, delle case sfitte». E anche Mohamed Sameh, portavoce di un gruppo di inquilini di Milano aggiunge: «Non chiediamo lo stato di polizia ma il rispetto delle regole». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA BRINDISI Ha formalizzato denuncia per minacce contro persone non identificate padre Giampiero Peschiulli, il parroco 72enne di Brindisi indagato per abusi sessuali su minori e destinatario mercoledì scorso di un decreto di perquisizione e sequestro e contestuale informazione di garanzia. Il sacerdote, difeso all’avvocato Roberto Cavalera, sostiene di aver appreso da un collaboratore della parrocchia che due uomini a bordo di un’auto di grossa cilindrata si sono recati nella chiesa di Santa Lucia, dove fino al giorno delle proprie dimissioni dall’incarico, giovedì scorso, prestava la sua opera, chiedendo di lui e riferendo di volerlo «uccidere». Lo stesso giorno erano apparse sui muri, vicino alla chiesa, scritte offensive rivolte allo stesso sacerdote e alla Curia arcivescovile di Brindisi. A quanto si apprende, don Peschiulli ha manifestato l’intenzione di lasciare la città. La messa, domenica scorsa, è stata celebrata da un altro prete designato temporaneamente dall’arcivescovo Domenico Caliandro, in attesa di assumere decisioni. Gli inquirenti nel corso della perquisizione a casa del religioso avrebbero trovato materiale pornografico. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 La storia di Marco Imarisio CRONACHE Sul ponte 8 la tomba di Russel ultima vittima della Concordia I resti del cameriere indiano trovati in una cabina rimasta finora inaccessibile Aveva la divisa. Il fratello: «Ora lo dirò al figlio, lui pensa che stia navigando» DAL NOSTRO INVIATO Sulla Sopraelevata sventolano le bandierine bianco e azzurre di Costa Crociere. La strada più trafficata della città è vestita a festa per celebrare la nascita della nuova ammiraglia della compagnia armatrice. Voltare pagina, come è inevitabile che sia. L’altra nave era sparita dagli occhi di tutti lo scorso 27 luglio, quando aveva imboccato l’ingresso del porto di Pra Voltri, la sua ultima destinazione. Non più metafora di chissà cosa. In quel preciso istante aveva cominciato a diventare un semplice relitto, da pulire, smantellare e tagliare a pezzi, nella speranza che ognuna di queste operazioni generasse qualche centinaia di posti di lavoro. L’ultimo appiglio della Costa Concordia alla cronaca, al mondo reale, era dato da un’assenza. Quella di Russel Rebello, il cameriere indiano, la trentaduesima vittima del naufragio, che mancava da 1.025 giorni. Lo hanno cercato anche nelle acque del Giglio. Avevano studiato le correnti, ipotesi di ogni genere. Niente. Nel settembre 2013, quando lo scafo venne risollevato, ci provarono i sommozzatori. Ancora nulla. La nave arrivò a Genova e il nome di Russel diven- Il fatto GENOVA ● Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia naufraga a pochi metri dalle coste dell’Isola del Giglio. A bordo si trovano 4.229 persone (di cui 3.216 passeggeri) Il sorriso Russel Terence Rebello, il cameriere indiano morto a 32 anni nel naufragio della Costa Concordia (foto Marfisi) ne la premessa a ogni discorso, il freno imposto dal pudore a ogni celebrazione. Là dentro c’era ancora qualcuno. Si diedero quindici giorni di tempo per cercarlo nella nave ormai riemersa prima di cominciare la demolizione dello scafo, e quando trascorsero invano, la sparizione dell’ultima vittima assunse un’aura di mistero. Lo hanno trovato ieri a mezzogiorno. A bordo c’erano gli operai della ditta incaricata di liberare i locali della Costa Concordia da ogni ingombro, arredamento, rifiuti, tendaggi o tappezzerie. Era dentro una cabina passeggeri esterna del ponte 8, l’ultimo, il più basso. Sul lato destro, quello schiacciato dal resto dalla nave al momento del naufragio. Qualcuno ricorda la sagoma deformata e sporca della Costa Concordia quando venne risol- levata, quella specie di torsione a fisarmonica delle lamiere rimaste per quasi due anni contro uno scoglio, con addosso le centinaia di tonnellate dello scafo. Russel, che aveva 32 anni e un bambino che ancora lo stava aspettando in India, era chiuso lì dentro. Le ricerche erano ricominciate dieci giorni fa per un ultimo tentativo. Lo scafo era in pessime condizioni. Hanno ● A causa dell’incidente muoiono 32 persone. Francesco Schettino, comandante della nave, è ora accusato di omicidio colposo plurimo per non avere dato l’ordine di emergenza in tempo e avere abbandonato la nave prima che tutti i passeggeri fossero in salvo 21 cercato nelle cavità degli ascensori, nei teatri e nei negozi. Ieri mattina hanno aperto tutte le cabine ancora chiuse, sigillate dalle lamiere contorte. Il corpo era nascosto da un cumulo di mobili e detriti. Manca ancora il riconoscimento ufficiale, ma ci sono pochi dubbi. Aveva ancora indosso la divisa blu da cameriere di bordo. In una tasca della blusa c’era la targhetta con il suo nome e la foto. «Non c’è molto da dire. Lo riporterò a casa, dai nostri genitori. Sapevo che era lì dentro. Almeno abbiamo smesso di tormentarci. Ora dobbiamo trovare il modo per dirlo a Nic, suo figlio. Ha appena compiuto sette anni. Lui pensa che papà stia ancora navigando». Kevin aveva abbandonato il suo lavoro in una società di marketing milanese per seguire le ricerche da vicino. Pranzava e cenava con i sommozzatori che stavano cercando suo fratello, partecipava alle loro riunioni, dispensava consigli e incoraggiamenti. Era diventato parte integrante del paesaggio umano del Giglio, uno di casa. «In tutto questo tempo ho visto arrivare tanti familiari delle vittime, li ho conosciuti. So cosa mi aspetta, come ci si sente». Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ne aveva fatto una questione d’onore. Una volta partito dal Giglio al comando del relitto galleggiante, anche Nick Sloane aveva inviato un sms a Kevin. «Riporteremo tuo fratello a casa». C’era una promessa da mantenere, prima di consegnare la Concordia al suo destino di relitto, ai cattivi ricordi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 CRONACHE 23 Rimini Pantani, distrutti i reperti dell’autopsia Paolo Giovagnoli, procuratore capo di Rimini, ha scoperto che i campioni istologici di Marco Pantani sono stati distrutti sei mesi fa dall’ufficio corpi di reato del capoluogo romagnolo. Sono i reperti prelevati dal professor Giuseppe Fortuni nel corso dell’autopsia sul corpo dell’atleta, morto in una stanza del residence «Le Rose» di Rimini il 14 febbraio 2004: frammenti di cuore, fegato, reni, tessuti muscolari, midollo osseo e della mucosa gastrica e nasale che avevano permesso a Fortuni (e avrebbero potuto permettere al nuovo perito, il professor Tagliaro) di definire le cause della morte. Invece i «corpi di reato» rimasti sono finiti nell’inceneritore: sulla scena del crimine, infatti, non vennero rilevate impronte digitali né raccolti campioni di Dna. La Procura ha precisato che «la distruzione di reperti anatomici è cosa prevista da codice penale quando, come in questo caso, si è arrivati a una sentenza di Cassazione». La sentenza (l’assoluzione in terzo grado di giudizio di Fabio Carlino) risale al 9 novembre 2011: secondo la norma i reperti avrebbero potuto essere eliminati il giorno dopo. Lo sono stati a metà dello scorso mese di aprile, otto mesi dopo che la famiglia Pantani aveva chiesto alla Procura di Rimini gli atti del processo per inoltrare istanza di revisione. E tre mesi prima dell’esplosione mediatica del caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA I test di Medicina non vanno ripetuti Gli errori negli esami di specializzazione. Il ministro Giannini: trovata la soluzione, prove valide La vicenda ● Il 31 ottobre il ministero si accorge dello scambio tra le domande di due aree delle prove di accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina ● Il Miur decide di annullare le prove e farle ripetere il 7 novembre. Ieri il ripensamento ROMA Si torna al punto di partenza. Come se non fosse successo niente. «Le prove per l’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina del 29 e 31 ottobre non dovranno essere ripetute. Abbiamo trovato una soluzione che consente di salvare i test» dice la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini. Nessun annullamento, dunque. I quiz sono validi, tutti, inclusi quelli con le 30 domande invertite delle aree medica e servizi clinici che sabato avevano fatto scoppiare il caso con il rischio di annullamento delle prove e ripetizione del test. Lo ha stabilito ieri il ministero. Per tutta la giornata Giannini si è consultata con la Commissione nazionale che l’estate scorsa aveva dato l’ok alle domande per il primo concorsone nazionale di accesso alle scuole di specializzazione di medicina. Insieme hanno riguardato i quiz scambiati, e hanno stabilito che «sia per l’una che per l’altra area, 28 domande su 30 sono valide ai fini della selezione: i settori scientifico disciplinari di ciascuna area sono infatti in larga parte comuni». I 30 quiz erano generali, poi ognuno sceglieva un massimo di due aree di specializzazione con 10 domande ciascuna, e quelle non sono state invertite. Spiega perciò il ministero che dopo un confronto con l’Avvocatura dello Stato «si è ● Il caso Il suicidio assistito di Brittany e il dibattito sull’eutanasia negli Usa dal nostro inviato Massimo Gaggi Il viaggio Una gita al Gran Canyon con il marito Dan Diaz è stato l’ultimo desiderio di Brittany Maynard NEW YORK La statistica dice che Brittany Maynard è il malato terminale numero 1.174 che ha ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito in Oregon (dove questa pratica è legale da 17 anni) e il 753° a ingerire davvero le pillole killer. Ora che questa ragazza californiana di 29 anni ha posto fine alla sua vita, dopo un rinvio in extremis («non sono pronta, non sto ancora troppo male: voglio sorridere per qualche altro giorno») e un ulteriore, drammatico ripensamento, probabilmente per il timore di perdere conoscenza e, quindi, di non poter più decidere autonomamente del suo destino, il movimento per la vita spera che la gente dimentichi in fretta. Dopo aver accusato i «media» di essersi prestati a una campagna per l’eutanasia alimentata da «Compassion & Choices» (compassione e scelte, ndr), proprio sfruttando l’emozione sorta attorno al caso di questa bella ragazza stroncata nel fiore degli anni, adesso questo fronte conta sull’oblio della statistica. Chi sostiene, invece, il diritto dei malati terminali alla «morte con dignità» è convinto che il caso Brittany sarà uno spartiacque in America: ha già costretto un Paese da sempre recalcitrante su questi temi a guardare in faccia sofferenze e problemi dei malati terminali nella loro lunga agonia. Più consapevolezza ma, forse, anche conseguenze più concrete: si immagina la caduta di una barriera etica nell’elettorato sulla scia di quello che sta avvenendo negli Usa per matrimoni gay e marijuana. Fin qui il suicidio assistito è stato approvato solo in tre Stati, mentre in altri non è passato nei parlamenti o nei referendum, a volte per poco. Ma adesso altri Stati come il New Jersey e il Connecticut pensano di ripresentare questi disegni di legge, mentre i sondaggi indicano che il caso Brittany ha sensibilizzato alla questione del diritto a decidere della propria sorte anche chi ha meno di 35 anni: giovani che fin qui hanno ignorato il dramma dei malati terminali considerandolo un problema dei vecchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA deciso di procedere al ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande per area ritenute non pertinenti». Sembra concludersi così il caso con la ministra che sottolinea l’impegno «per tutelare gli sforzi personali ed economici dei candidati e delle famiglie a seguito del grave errore materiale commesso dal Cine- Tutelare i candidati La decisone per «tutelare gli sforzi personali ed economici dei candidati» ca». Errore che al consorzio che ha gestito il test è costato le dimissioni (annunciate) dei suoi vertici, e che ha scatenato la rivolta dei giovani medici con l’annuncio di ricorsi, cause collettive e proteste in piazza. Proprio ieri l’Associazione italiana giovani medici (Sigm) e il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi avevano lanciato (raccogliendo centinaia di adesioni) un sit-in di protesta davanti al Miur a Roma. Ma i candidati non sembrano granché soddisfatti della soluzione: «Ci tolgono due domande, chi aveva risposto giusto perde due punti, chi le aveva sbagliate ne guadagna 0,6», spiega uno di loro. Bocciano come «pessima 12 Mila I candidati che hanno svolto le prove la scorsa settimana 11 Mila Gli iscritti che avrebbero dovuto ripetere il test, ma ora non più la soluzione e la figuraccia della Giannini» e prevedono comunque ricorsi. Intanto scoppia una polemica con l’Ordine dei medici che, oltre a chiedere «rispetto per i nostri giovani, il loro impegno e le loro speranze», parla di «insopportabile nebbia che avvolge tutta la Formazione medica». E la ministra della Salute Beatrice Lorenzin auspica una soluzione al più presto aggiungendo che «dovremmo rendere normali i test di accesso a medicina evitando che ogni volta succedano cose straordinarie». Claudia Voltattorni cvoltattorni@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 CRONACHE In Rete istruzione e sanità per gli abitanti dello Stato di Facebook I numeri del social network ● Il commento Il grande errore che Zuckerberg non può fare di Daniele Manca M ark Zuckerberg sa che la misura del suo successo è effimera. Aver superato il miliardo e trecento milioni di utilizzatori della sua piattaforma significa poco se non riesce a tenera unita questa gran massa di persone. Per sua natura il fascino di Facebook è fondato sul fatto che ognuno può crearsi la sua comunità. Anzi, può partecipare a più di esse. Il legame fisico con il territorio, con un’università, con un luogo, è superato dalla possibilità di essere con persone con le quali si dividono affetti, passioni, lavori, studi. In cambio dobbiamo offrire la nostra storia sotto forma di likes, foto, post. Si discute molto dei rischi insiti in questo baratto in termini di privacy, di capacità di mantenere separati aspetti e ambiti della nostra vita. La pervasività dei social network viene individuata in questo continuamente tendere a riconnettere ogni nostra singola azione, disegnando un’identità che sembra voler arrivare a sovrascrivere quella reale. E questo per rendere il sistema economicamente stabile: per guadagnarci insomma. L’offerta di nuovi servizi per l’istruzione o la sanità è l’iniziativa (definitiva?) per tenerci all’interno della piattaforma. In realtà, al mondo di Facebook manca solo l’ultimo grande passo che è caratteristico degli Stati: garantire ai suoi cittadini la sicurezza. Fisica. @Daniele_Manca © RIPRODUZIONE RISERVATA Il futuro La vocazione social arretra: l’obiettivo è un’economia basata sulla connessione social, stando anche a quello che scrive in «The Facebook Effect» David Kirckpatrick, per il leader è superata. In un discorso pubblico due anni fa era menzionata 24 volte, ora in un intervento in Indonesia il vocabolo ha fatto la sua comparsa solo in due frasi. Per i sostenitori, quella di Mark è una missione civilizzatrice che comprende anche progetti benefici come Internet.org per portare la connessione nel cuore dell’Africa. Per altri è solo sete di potere e denaro. Secondo Kate Losse, ex dipendente di Facebook che ha stigmatizzato l’approccio maschilista del colosso in un libro dal titolo «The Boy Kings», Zuckie era solito ripetere ai dipendenti una frase dal sapore capitalista: «La cosa migliore che bisogna fare se si vuole cambiare il mondo è fondare un’impresa». Animato dalle migliori intenzioni o avido che sia, Mark, Nei campionati Giovanissimi in Puglia Secondo arbitro minorenne picchiato Il figlio dell’aggressore in lacrime si scusa Un arbitro di calcio di 17 anni aggredito dal papà di un giocatore che invade il campo e lo picchia, mandandolo all’ospedale. Il figlio dell’aggressore, in lacrime, che si scusa con tutti: a partire dall’arbitro. Succede in Puglia, durante una gara del torneo Giovanissimi fra Tricase e Sogliano Cavour, squadre di ragazzi di 15 e 14 anni. L’aggressore, un 50enne di Corigliano d’Otranto, è stato denunciato a piede libero in attesa che la famiglia dell’arbitro formalizzi la denuncia ai carabinieri. «Per due anni — dice Angelo Tundo, presidente di Sportinsieme Sogliano, la squadra del figlio dell’aggressore — abbiano vinto la coppa disciplina. Mi spiace per il nostro giocatore: non si dava pace per il gesto del padre». La notizia riportata dal Nuovo quotidiano di Puglia segue di una settimana un episodio simile avvenuto a Cavallino (sempre in Salento) con un’altra aggressione a un arbitro 17enne, Luigi Rosato, che ha scritto una lettera ai genitori: «Grazie papà, perché hai sopportato la rabbia per quello che è successo. Grazie mamma, perché nonostante lavavi con gli occhi lucidi la mia divisa sporca di sangue mi hai sempre sostenuto». © RIPRODUZIONE RISERVATA proprio come altri suoi colleghi del settore tech, ha in mano tutte le carte per cambiare il mondo. Nella Silicon Valley non è un mistero che a Facebook stiano pensando di creare comunità online di supporto con cui mettere in contatto gli utenti che soffrono della stessa malattia. In progetto ci sarebbe anche un’applicazione di prevenzione con consigli per migliorare lo stile di vita degli utenti, strategia consigliata dalla moglie Priscilla che già nel 2012 convinse Mark a introdurre la possibilità di indicare sulla propria pagina l’opzione «donatore di organi». Dal cuore si passa al portafogli. Grazie alle rivelazioni di Andrew Aude, studente e sviluppatore della Stanford University, Messenger — la chat da poco resa obbligatoria per chi vuole comunicare attraverso Facebook — potrà essere usata per transazioni economiche. Basterà connettersi al proprio profilo per pagare l’affitto o fare un bonifico. E non è finita. «Facebookland» ha anche potere in materia di educazione e sapere. Con Graph Search si sta infatti cercando di capire come trasformare il social network in un motore di ricerca, su cui tro- 152 milioni Canada e Stati Uniti 864 milioni 228 mln Asia Gli utenti attivi ogni giorno Il confronto 1,36 1,3 miliardi mld Le acquisizioni 21 minuti Il tempo di permanenza medio di ciascun utente Parakey 2007 FriendFeed 2009 Facebook Mobile 2011 Instagram 2012 StoryLane 2013 WhatsApp, Oculus 2014 1 ogni 12 persone I profili Facebook nel mondo 206 mln Europa di cui 703 milioni da dispositivi mobili E il «presidente»-fondatore risponderà al Question time Benvenuti nello Stato di Facebook. Definire il social network di Zuckerberg un Paese, molto presto, potrebbe non essere solo un’iperbole giornalistica. La tesi arriva dal Financial Times. Si parte dai numeri, sconvolgenti. Già, perché se Facebook fosse davvero uno Stato sarebbe il secondo più popoloso al mondo, forte del suo miliardo e trecento milioni di abitanti, secondo soltanto alla Cina. La capitale è Menlo Park, il Pil 280 miliardi di dollari, il presidente è Mark Zuckerberg che, giovedì, risponderà al «popolo» in un Question time pubblico. Al leader non mancano visione strategica e linea politica. Per Cory Ondrejka, vicepresidente del settore ingegneristico di Facebook, le fondamenta di tutto sono tre pilastri-obiettivo: connettere e capire il mondo, e costruire un’economia del sapere basata sui primi due precetti. La dimensione 25 30 Le sedi nel mondo Numero di abitanti (Paesi) o utenti mensili (social network) 1,25 mld 1200 900 600 milioni 600 507 mln 316 mln 300 300 mln 300 mln 284 mln 0 Cina Facebook India WhatsApp Ue Usa Google+ LinkedIn Twitter Il reddito da pubblicità stima in milioni di dollari 5,287 4,7 miliardi I post pubblicati ogni giorno 3,7 3,5 2 2004 05 06 0,1 0,3 07 08 09 10 280 miliardi di dollari Il Pil complessivo 11 12 2013 Fonte: Facebook, Eurostat, Banca mondiale, Dmr Fondatore Mark Zuckerberg, 30 anni 791 milioni di dollari Gli utili (ottobre 2014) 0,8 vare immagini, dichiarazioni, informazioni sfruttando la geolocalizzazione. E non importa se tutti questi pilastri hanno al loro interno una crepa chiamata privacy. Di recente, Zuckerberg ha dovuto fare una concessione al suo popolo. Ossia permettere di connettersi a Facebook con Tor, sistema di comunicazione crittografata per navigare senza es- Corriere della Sera sere identificabili, usato anche in quei Paesi, dalla Cina all’Iran, dove la Rete non è libera. Una mossa che è un cerotto sulla bocca di chi, come Snowden, ha sempre dipinto il suo regno come il male. E un gesto magnanimo, da perfetto monarca democratico. Marta Serafini @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda ● Facebook è un social network (una rete sociale su Internet) lanciato nel febbraio del 2004 ● È stato fondato all’Università di Harvard (Stati Uniti) da Mark Zuckerberg e dai compagni Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes ● Inizialmente era stato pensato come mezzo di comunicazione tra gli studenti dell’ateneo. Poi fu aperto anche ad altre scuole e infine a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni ● Nell’ottobre del 2012 ha raggiunto un miliardo di utenti ed è disponibile in 70 lingue 26 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 CRONACHE 27 L’intervista ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI De Masi: ci deprimono redditi bassi da decenni SEGUE DALLA PRIMA L’Italia registra i picchi negativi alle domande «L’economia andrà meglio?» e «È un buon momento per trovare lavoro?»: siamo 134° su 142 Paesi. Siamo più pessimisti di spagnoli (132°), francesi (120°) e ucraini (107°). Uscendo dall’Europa, più di peruviani (36°) e thailandesi (quarti!). Le grandi masse cinesi e indiane (rispettivamente 54° e 67°) sono più ottimiste di noi. Sorprendente? Non tanto. L’ottimismo delle nazioni non è legato ai numeri, ma alle prospettive. Non ai fatti, ma alle percezioni e alle aspettative. Gli umani sono esseri sognatori e misurano la felicità sul progresso. È un grande sabato del villaggio globale: e in Italia stiamo perdendo il gusto del dopo. Kazaki (30°) e uruguayani (43°) non stanno meglio di noi, oggettivamente; ma sono convinti che oggi sia meglio di ieri e domani sarà meglio di oggi. Queste cose contano, nella vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni. I più grandi masticatori di futuro vivono negli Usa. Non dipende solo dall’economia e dall’occupazione (248.000 nuovi posti di lavoro in settembre). Vecchi residenti o nuovi arrivati, gli americani sono convinti di poter condizionare il proprio futuro. Gli Stati Uniti sono una nazione fondata sul trasloco, nuove residenze e nuove conoscenze. Ogni presidenza è una catarsi; ogni elezione un inizio; ogni lavoro una sfida. Il fallimento, che in Italia è un marchio d’infamia, negli Usa vuol dire: almeno ci ho provato. Non possiamo, né dobbiamo, scimmiottare l’America. Ma dobbiamo ammettere che il nostro realismo è diventato cinismo, e il cinismo ci sta conducendo al pessimismo. I continui, pessimi esempi pubblici — 5,7 miliardi l’anno il costo della corruzione, stimano Guardia di Finanza e Corte dei Conti — contribuiscono a questo umore. Altrove non accade. I Paesi che hanno una libertà di informazione simile alla nostra non hanno la nostra corruzione; e i Paesi che hanno la nostra corruzione non hanno la nostra libertà di informazione. Una consapevolezza scoraggiante, quella italiana. Lo studio ● Il «Prosperity Index» del Legatum Institute è una classifica annuale (di 142 Paesi nel mondo) basata su 8 grandi voci: dall’economia alle opportunità imprenditoriali, dall’amministrazione pubblica all’educazione, dalla salute alla sicurezza, dalla libertà personale al capitale sociale Noi, i pessimisti L’Italia che non sogna più: al 134° posto su 142 Paesi Ci superano in ottimismo anche ucraini e thailandesi Il confronto La classifica dell’indice di prosperità 1° Norvegia 2° Svizzera 3° Nuova Zelanda 4° Danimarca 5° Canada 6° Svezia 7° Australia 8° Finlandia 9° Olanda 10° Stati Uniti 37° ITALIA L’evoluzione dell’Italia nella graduatoria mondiale 20° 22° 24° 25° 26°26° 28° 30° 32° 32° 34° 30° 33° 36° 38° 37° 2009 10 11 12 13 14 Le domande e la sfiducia (su 142 Paesi) «Può contare «Pensa «È un buon momento sulla famiglia che l’economia per trovare e sugli amici andrà meglio?» lavoro?» per un aiuto?» 1° 1° 1° 12° 142° 134° 142° 134° 142° Fonte: Prosperity Index 2014 – Legatum Institute CdS L’economia e l’occupazione influiscono sull’umore collettivo; e l’umore collettivo, lentamente, diventa narrativa nazionale. Quali Paesi possiedono oggi la capacità di vedere se stessi come protagonisti di una storia che va avanti? Dell’Ame- Prospettive La capacità di guardare avanti non è legata ai fatti ma a percezioni e aspettative rica, abbiamo detto. Cina e India, in competizione tra loro e col resto del mondo, hanno una visione epica di questo momento storico. In Europa è una tranquilla consapevolezza che accomuna Germania e Polonia, Irlanda e Regno Unito. Perfino la Russia ha un’idea di se stessa. Putin, in cerca di con- senso, ha rispolverato i miti sovietici. In mancanza di meglio, molti connazionali gli hanno creduto. L’Italia ha saputo raccontarsi negli anni Sessanta, quando l’economia tirava e le famiglie sognavano (sì, anche grazie a un’automobile o a un elettrodomestico). A metà degli anni Ottanta, quando ha intravisto il sorpasso dell’Inghilterra. Nei primi anni Novanta, quando ha provato a battersi contro il malaffare. Negli anni Duemila, quando la maggioranza ha creduto al «contratto con gli italiani» di Silvio Berlusconi. Tre illusioni e tre delusioni, seguite da questi anni di crisi economica. Facciamo fatica a sognare ancora. Beppe Severgnini @beppesevergnini (ha collaborato Stefania Chiale) ● Il Legatum Institute è un pensatoio indipendente all’interno del gruppo Legatum con sede a Londra. L’obiettivo è quello di promuovere i principi che portano alla prosperità globale ● Per quanto riguarda l’Italia nelle singole grandi voci, il nostro Paese si colloca al 24° posto per quanto riguarda la Salute, ma peggiora nelle altre categorie: 38esima in Educazione e Sicurezza; 41esima in Imprenditoria & opportunità; 45esima in Economia; 63esima in Libertà personale © RIPRODUZIONE RISERVATA Riapre Rizzoli a Milano: «La cultura crea valore» Scott Jovane: bene la pubblicità in Spagna, offerte per le radio del gruppo. Su il titolo Rcs 40 Mila I titoli che propone la nuova Rizzoli Galleria a Milano 4 Mesi Quanto sono durati i lavori di rinnovo della libreria MILANO «Noi della Rizzoli abbiamo una tradizione nella costruzione di librerie che diventano per via subliminale luoghi di culto, come quella a New York. Anche questa ha il suo carattere da sempre. Durante l’Expo vedrete che sarà un luogo centrale. Passare del tempo nella nostra libreria nel cuore di Milano sarà un regalo a se stessi, un piccolo investimento in qualità emotiva». Il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli, non nasconde l’orgoglio che accompagna l’inaugurazione della nuova libreria Rizzoli in Galleria, nel centro di Milano, a pochi metri da Palazzo Marino e dalla Scala. «Non è solo una libreria — aggiunge il presidente della Fondazione Corriere, Piergaetano Marchetti —ma un luogo di ritrovo e concentrazione». Dal 1949 è un punto di riferimento della cultura milanese, ma da ieri ha un volto nuovo, frutto di quattro mesi di restauri e di uno sforzo economico da parte di Rcs. «Per noi la cultura è il migliore investimento — spiega l’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane —. La missione del nostro gruppo fa riferimento a un futuro in cui la cultura, l’informazione di qualità e la comunicazione saranno sempre più rilevanti. Investire in questo momento stori- co nella nuova libreria Rizzoli Galleria significa credere fortemente che la cultura, oltre a essere un valore, possa creare valore». Insomma, un fascio di luce in un momento ancora difficile per l’editoria. Ma non è l’unico della giornata. Lo stesso ad, infatti, accenna i risultati, positivi oltre le aspettative, che arrivano dalla Spagna, dove i ricavi lordi della raccolta pubblicitaria «crescono a doppia cifra». E dal momento che «la Spagna pesa per quasi un terzo sul nostro business — aggiunge — è un segnale importante. Ha un peso significativo sul consolidamento del gruppo che aiuta All’interno Uno degli angoli di Rizzoli Galleria (Photoviews) «Il rapporto conferma che siamo depressi e disorientati. Nel resto dell’Europa non va meglio, ma noi siamo tra i meno entusiasti». Domenico De Masi, sociologo dell’Università «La Sapienza» di Roma, sostiene che il Prosperity Index «fotografa quello che vedo da qualche anno: Paesi come Brasile e Cina galoppano, noi arretriamo». Ci classifichiamo male per i nostri risultati economici? «Non solo. Storicamente gli andamenti culturali seguono d e l l e c u r ve che vanno su e giù, dall’entusiasmo alla depressione. Oggi ci sono nazioni che stanno vivendo un periodo Sociologo Domenico De Masi di prosperità economica ma in parallelo anche una fase di vivacità sociale. Noi non siamo tra questi». E dove ci collochiamo? «Dove dice quella classifica, forse qualche gradino più in basso. E non può essere altrimenti: il nostro reddito non cresce come dovrebbe dal 1952 e da tempo siamo in attesa che succeda qualcosa. Ma se non si muove nulla quello che si prospetta è una lunga fase di realismo». L’Italia quindi è depressa, disorientata e realista? «Sì, ci stiamo accorgendo che le finanze personali sono peggiorate e che il problema non è la produzione, ma la distribuzione del denaro. Siamo meno ricchi di prima e stiamo perdendo il nostro posto nel mondo che conta. Guardiamo al passato». Abbiamo smesso di progettare... «Certo. Ma se non lo facciamo noi qualcun altro lo farà per l’Italia. Ed è ovvio che questo non avverrà nell’interesse del nostro Paese». Però alla domanda «puoi contare sui parenti o sugli amici per un aiuto?» l’Italia si colloca dodicesima... «Il “familismo” da noi funziona ancora. Ma non dimentichiamoci delle sue conseguenze negative: il clientelismo, l’assenza di meritocrazia...». Leonard Berberi @leonard_berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA a mantenere la traiettoria». In Italia, invece, il quadro della raccolta pubblicitaria resta «difficile», senza «miglioramenti né peggioramenti», ma intanto Pietro Scott Jovane fa sapere che esistono «più di due offerte» per quanto riguarda il progetto di cessione della quota in Finelco, che controlla Radio 105, Virgin e Montecarlo. Due annunci che hanno fatto lievitare il titolo Rcs in Borsa (+6,55%), in controtendenza con la giornata negativa. A quell’ora la nuova libreria riceveva il battesimo istituzionale, alla presenza di Angelo Provasoli, presidente di Rcs, della ad di Rcs libri, Laura Donnini, del direttore della Rizzoli Galleria Massimo Taulli, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del ministro della Cultura Dario Franceschini. Giampiero Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 28 ● L’altra sponda del Mediterraneo Il nostro dovere è non lasciare solo il popolo al cui fianco siamo stati nella lotta per la liberazione dalla dittatura. Tra i rappresentanti delle grandi città c’è chi vede di buon occhio una mediazione francese ANALISI & COMMENTI di Andrea Garibaldi Quei tre pd in fuga da Bruxelles per una poltrona in Regione P arliamo qui di tre candidature a governatore per le elezioni regionali di primavera, una già emersa, quella di Alessandra Moretti in Veneto e due ancora ufficiose, Pina Picierno in Campania e Sergio Cofferati in Liguria. Cosa unisce i tre? Che sono stati eletti cinque mesi fa al Parlamento europeo. Le prime facevano parte della squadra di donne renziane per Bruxelles-Strasburgo, «cinque donne capolista nelle cinque circoscrizioni», il terzo è invece al secondo mandato. A Moretti e Picierno forse non sono piaciuti i dossier europei, troppo astratti o burocratici. Cofferati, invece, scriverebbe un nuovo capitolo del suo singolare percorso politico: non prese in mano i Ds per fare il sindaco di Bologna, rifiutò il secondo mandato a Bologna «per ritirarmi e stare con mio figlio», rispuntò nelle nebbie belghe-francesi e ora prepara il ritorno in patria? Dietro tutto questo si avvertono sapori amari. Una visione dell’Europa politica come prestigiosa sinecura o luogo d’attesa di migliori occasioni, mentre è proprio là che gli italiani dovrebbero accreditarsi per cambiare le politiche dominanti, tanto criticate. Certi nostri esponenti politici (come pensano finlandesi e olandesi) una ne dicono e cento ne fanno: si ambientano a Bruxelles, spariscono, vengono sostituiti, mentre la politica è composta anche da relazioni e stabili rapporti. Con la consueta superficialità (un tedesco direbbe: inaffidabilità) da noi sembra contare più il momento elettorale, quello della raccolta dei voti che la funzione di governo o legislativa da svolgere poi. In un Paese migliore e sicuramente diverso dall’Italia non farebbe notizia un signore che si fa eleggere, chiude un mandato o due, quindi in virtù di ciò che ha realizzato passa a un nuovo, più elevato, incarico. E costruisce così, senza strappi, una onorata e proficua (per tutti) carriera. © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it iaggio lampo a Tunisi. All’aeroporto, alcuni nostalgici di Gheddafi, urlanti e patetici. Nelle ore seguenti, vari siti complottistici imbastiscono i più stravaganti scenari per spiegare la mia presenza, con Gilles Hertzog, sul suolo tunisino: un incontro occulto con il partito Ennahda, una conferenza immaginaria a Hammamet in compagnia di un jihadista, un appuntamento segreto con un ministro o un presidente. Sorvolo sul resto, poiché l’essenziale evidentemente è un altro. La piccola agitazione che ci circonda non riesce a distoglierci dall’unico appuntamento che meriti, cioè quello del cuore e dello spirito con la nostra cara e sofferente Libia. Sabato scorso, in una sala riunioni del nostro albergo, abbiamo di fronte Waheed Burshan, l’ingegnere della città di Gharyan incontrato nel giugno 2011, mentre organizzava il ponte aereo che avrebbe rifornito di viveri e armi le montagne del Jebel Nefusa. Attorno a lui e a Gazi Moalla, l’amico tunisino artefice dell’incontro, alcuni rappresentanti di Bengasi, Tripoli, Zauia, Misurata, Ifren o Nalut, città dai nomi per noi familiari e che furono le stazioni del calvario, poi della liberazione, di un popolo che non era il nostro e di cui abbiamo sposato la causa. Uno degli invitati, soprattutto, colpisce: Fadil Lamine che — alla maniera di André Gide in una sua famosa battuta «nato a Parigi da un padre di Uzès e da una madre normanna, dove vuole, signor Barrès, che metta radici?» — rivela come gli riuscirebbe difficile, essendo suo padre di Tripoli e sua madre di Benghazi, riconoscersi in una delle fazioni che si disputano un potere del resto inesistente. Non è un caso — sembra dire — se cade su di lui la notevole responsabilità del Consiglio del dialogo nazionale che, da aprile 2013, lavora per superare le divisioni etniche e politiche che dilaniano la nazione libica. Con le lacrime agli occhi, evochiamo la memoria della sua ex vicepresidente, Salwa Bougaighis, la giovane, coraggiosa avvocatessa, militante dei diritti dell’uomo e della donna, assassinata il 25 giugno scorso a Bengasi. Ricordiamo un giorno di marzo del 2011, quando aveva contribuito ad organizzare la prima assemblea unitaria delle tribù di Cirenaica e Tripolitania, cui eravamo stati invitati, durante la quale aveva detto fieramente: «C’è una sola tribù in Libia, la tribù della Libia libera»; frase che fu per noi una sorta di motto nei sette mesi di solidarietà con la nazione araba insorta. È questo motto che bisogna resuscitare, dice Burshan gravemente. È questo spirito che si deve contrapporre a tutti coloro che vogliono infrangere un sogno e che, se non vengono fermati, potrebbero far scorrere i fiumi di sangue promessi dalla dittatura, ma evitati dall’intervento alleato. Che fare, chiediamo, quando sembra che ciascuno si preoccupi solo del proprio tornaconto in un Paese in rovina? Quale soluzione, per una nazione che ha due Primi ministri, due parlamenti, e dove lo Stato non esiste? Si ricorre alla società civile, risponde pensieroso Burshan. Ci si affida a quegli uomini di buona volontà di cui parla uno dei vostri scrittori e di cui avete qui alcuni eminenti rappresentanti. Quando la politica fallisce e si continua con la guerra fratricida, c’è una sola via d’uscita: far capire a tutti che nessuno può vincere da solo e che la salvezza, o il suicidio, possono essere soltanto collettivi. E c’è un solo programma: convocare una sorta di Loya Jirga, una grande assemblea, dove tutti i protagonisti di questa rivoluzione interminabile e divoratrice saranno invitati e dove gli assenti saranno designati come nemici della pace e della Libia. Burshan e i suoi amici contano sulla Francia. Non vogliono interventi esterni, ma vedono di buon occhio una missione di mediazione condotta dalla nazione amica per eccellenza. Eravate con noi durante la guerra, dicono, siate con noi durante la pace. Siete stati nostri compagni di UN’ASSEMBLEA DI PACE PER LA LIBIA DILANIATA di Bernard-Henri Lévy DORIANO SOLINAS V ● Il corsivo del giorno armi, siate nostri compagni nella riconciliazione e nella ricostruzione. Ora che il terrorismo è internazionale, le nostre frontiere non sono anche le vostre? Quanto al Sud libico, diventato l’arsenale e il santuario della nuova setta di assassini che imperversa nella regione, perché non cominciare, insieme, a renderlo più sicuro? La riunione si conclude con un ultimo intervento dei partecipanti, che prefigura quasi il governo di saggi e di esperti sognato da Burshan e di cui si intravede improvvisamente la fattibilità. È giunto il momento, per lui, di tornare di corsa in Libia: è appena arrivata la notizia di un bagno di sangue a Kekla, nel Jebel Nefusa, vicino a casa sua. È giunto il momento, per noi, di tornare a Parigi: non è escluso che siamo stati i testimoni di uno di quegli eventi che, come dice Nietzsche, accadono a passi di colomba ma sono, talvolta, i più decisivi, e bisogna trasmetterne la notizia senza indugio. Mi rendo ben conto che non abbiamo chiuso con il nostro giuramento libico. Che non siamo dispensati dalle nostre responsabilità nei confronti degli uomini che il nostro Paese ha aiutato a liberarsi e che oggi ha il dovere di aiutare a risollevarsi. La speranza non è morta. La lotta, pacifica, continua. ( traduzione di Daniela Maggioni) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’UNIONE E LA RUSSIA IL CONFINE LIQUIDO CHE PASSA DALL’UCRAINA di Antonio Armellini Pericoli Una divisione del Paese aprirebbe una faglia dalle conseguenze imprevedibili N on bastano le forniture di gas per far volgere al bello il termometro della crisi. L’Ucraina governata da Kiev ha votato per l’Europa, ma il testa a testa fra il presidente Petro Poroshenko e il primo ministro uscente Arseny Yatseniuk ha rafforzato la mano dei partiti «patriottici», ostili a cedimenti nei confronti di Mosca. Nel resto del Paese non si è potuto, né voluto per la gran parte votare: l’esito — scontato — delle elezioni indette a Donetsk e Lugansk dai separatisti filorussi è stato riconosciuto solo da Mosca ed è foriero di ulteriori tensioni. Il Paese resta profondamente diviso, al di là delle rivendicazioni degli uni e dei distinguo degli altri. La spartizione che Putin avrebbe evocato con l’allora primo ministro polacco Donald Tusk è stata prontamente smentita, ma riflette un sentimento largamente diffuso tanto a Mosca come a Varsavia. I dieci principi dell’Atto finale di Helsinki permisero nel ventesimo secolo la coesistenza fra Est e Ovest: si riteneva che avessero esaurito la loro funzione con il crollo del Muro. E invece c’è chi immagina di ritornare nel ventunesimo secolo, in un contesto per molti versi diverso e per altri molto più uguale di quanto si pensi, alla vecchia regola dell’«ambiguità costruttiva» nell’applicazione congiunta dei Principi dell’intangibilità delle frontiere e dell’autodeterminazione. La Crimea è stata annessa dalla Russia con l’appoggio, o quantomeno senza l’ostilità visibile della popolazione. Della cosa non si parla più e — al di là delle proteste formali — il principio di autodeterminazione sembra avere vinto: nessuno in Occidente ha davvero voglia di «morire per Odessa». Forse neanche per Donetsk e Lu- Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 LA COMMISSIONE CRESCITA E MIGRANTI LE SFIDE IMMEDIATE DEL NUOVO GOVERNO UE di Enzo Moavero Milanesi Cambio di passo L’esecutivo di Juncker ha un programma completo: ora devono arrivare i fatti I n Europa, inizia il suo mandato di cinque anni (2014-2019) la nuova Commissione europea, presieduta da Jean-Claude Juncker. Sono passati alcuni mesi dall’esito delle elezioni per il Parlamento europeo, a valle delle quali si è aperto l’iter per la designazione della Commissione. L’insediamento è avvenuto alla data prevista, smentendo chi pronosticava slittamenti, per possibili difficoltà politiche durante l’articolato processo di nomina. Adesso, dopo aver illustrato i loro intenti, nel corso delle pubbliche audizioni davanti al Parlamento europeo, i ventotto componenti sono attesi alla prova delle azioni concrete. La situazione generale resta complessa: la crisi economica non è superata, difetta la crescita, la disoccupazione è alta; perdurano contrasti e guerre in aree geografiche vicine; i sondaggi mostrano la disaffezione dei cittadini per un’Unione europea che non risponde alle loro attese. La Commissione, benché abbia perso la centralità di un tempo, mantiene importanti poteri esecutivi, resta molto visibile ed è bersaglio delle critiche più accese. La nuova compagine deve agire subito e vedo soprattutto due terreni di sfida. Il primo è istituzionale e riguarda ruolo e funzionamento della Commissione. Juncker ha più forza politica, in virtù della novità del suffragio ricevuto, quale candidato del Partito popolare europeo, vincitore nel voto per il rinnovo dell’Europarlamento. Potrà farne buon uso, specie con i governi nazionali, sovente propensi a visioni unilaterali. Ha rivoluzionato gli assetti interni, conferendo funzioni effettive ai vice presidenti: ognuno coordina un gruppo di commissari e sovrintende al contenuto delle iniziative che intendono prendere. Gli effetti su un organo collegiale come la Commissione possono rivelarsi notevoli. L’autonomia individuale dei singoli dovrebbe ridursi, a beneficio di più approfonditi dibattiti preparatori. È possibile che questioni consensuali o meno spinose siano risolte nei diversi gruppi e poi, formalizzate dal plenum a 28. Così, quest’ultimo potrebbe concentrarsi sulle decisioni difficili, delicate e magari, deliberare votando, senza rincorrere compromessi consensuali. Sarà interessante vedere come funzionerà nelle materie in cui è più gansk, ma qui la situazione è più complessa ed è il principio di integrità territoriale ad avere il sopravvento. Una divisione dell’Ucraina aprirebbe una faglia in Europa dalle conseguenze imprevedibili: salvaguardarne l’unità richiederà l’applicazione di una delle tante forme di autonomia — più o meno federale — offerte dal diritto internazionale e dal pragmatismo politico. A Kiev nessuno è disposto ad ascoltare, per ora, ma qualsiasi alternativa sarebbe ad un tempo impraticabile e pericolosa. L’Ucraina è in Europa, per cui la scelta europea potrebbe sembrare tautologica. Se tuttavia ciò che si intende non è il continente, bensì l’Unione Europea, la cosa si fa più complicata. Kiev ha tutto il diritto di volere un rapporto privilegiato con questa Europa, attraverso il quale consolidare le sue fragili istituzioni democratiche. La Russia non può né vuole far parte dell’Ue: per i filoeuropei ucraini l’adesione sembra essere non tanto ❞ Visti da Mosca Putin potrebbe accettare l’adesione di Kiev alla Ue, ma non alla Nato, che ha ripreso a considerarlo un avversario come nel passato incisivo il potere sugli Stati o sulle imprese, quali: la politica economica e finanziaria; l’antitrust e gli interventi pubblici nell’economia; le procedure per le infrazioni alle normative Ue. Altra novità per la Commissione è l’inedita carica di «primo vice presidente», l’olandese Frans Timmermans, fiduciario di Juncker e vera persona chiave del nuovo sistema, in quanto responsabile della legalità degli atti, della semplificazione normativa, del perseguimento di uno sviluppo sostenibile. Sulla carta, tutti questi cambiamenti sembrano positivi, ma è indispensabile averne al più presto la prova nella realtà operativa. La seconda sfida per la Commissione riguarda l’azione politica. Anche qui, bisogna che fatti concreti seguano immediatamente le dichiarazioni. Le aspettative sono notevoli, si chiede un deciso cambio di passo. Nel programma del presidente Juncker c’è tutto il necessario, in particolare: priorità a crescita e occupazione, Europa digitale, mercato unico dell’energia, attenzione al cambiamento climatico, nuova politica per le migrazioni, accordo transatlantico, tutela dei diritti fondamentali. Non sono obiettivi nuovi e sono temi obbligati: la sfida sta nei risultati e nella tempistica. I cittadini hanno perso fiducia: bisogna ridargliela e riconquistarli. Fra le iniziative davvero urgenti, ricorderei le seguenti. Entro l’anno c’è l’impegno a spiegare come saranno mobilitati gli annunciati 300 mi- ❞ La struttura Cambia il funzionamento interno: si potrebbe tornare a prendere decisioni a maggioranza e non all’unanimità liardi di euro di investimenti europei addizionali, pubblici e privati, nel prossimo triennio. L’interdipendenza economica nell’Unione funge da cinghia di trasmissione di problemi e opportunità: va accentuata la convergenza, vincolando tutti i governi — nessuno escluso — alle indispensabili riforme, da tempo ben note. Il continuo flusso di migranti è scandito da tragedie e ha un impatto asimmetrico nei diversi Stati dell’Ue: s’impongono soluzioni cooperative ed eque di schietta impronta solidaristica. La sudditanza energetica e gli effetti del cambiamento climatico preoccupano molto e — dato il rilievo —, sono questioni affrontabili solo a livello europeo: occorre rompere gli indugi, modulare strategie industriali rispettose delle esigenze ambientali e della salute, investire su scala continentale, in un’ottica di condivisione che superi le attuali frammentazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA un modo per completare l’apertura al mercato, quanto la via più rapida per il distacco definitivo da Mosca. È anche per questo che piace ai polacchi e ai baltici. L’ integrazione europea non deve finire ostaggio di logiche geopolitiche che le sono estranee: l’Ucraina diventerà membro dell’Unione Europea quando ne avrà accettato tutte le regole; nel frattempo sarà necessario procedere con molta accortezza. E la Nato? L’Alleanza si è ricompattata intorno alla crisi ucraina e la combinazione di sanzioni economiche e di fermezza politica ha indotto Putin ad ammorbidire i toni. La crisi ha comportato una rivisitazione dell’insieme dei rapporti fra la Nato e la Russia e il clima si è fatto più duro: riprendere una collaborazione forse artificiosa ma politicamente utile richiederà tempo, così come bisognerà evitare che, di soppiatto, facciano capolino nostalgie superate. Se Mosca potrebbe al limite accettare una Ucraina nell’Unione Europea, vederla all’interno di una organizzazione che ha ripreso a considerarla un avversario e non un partner, sarebbe davvero difficile. La linea che corre fra Europa e Russia non è più scandita da muri e reticolati: è «liquida», esiste e passa oggi attraverso l’Ucraina. La Nato ha ottenuto sin qui un risultato tanto più prezioso quanto tutt’altro che certo all’inizio. Dovrà nel suo stesso interesse governarlo senza cedevolezze pericolose, avendo ben presenti priorità fondamentali e limiti per entrambi. © RIPRODUZIONE RISERVATA ●H 29 KOHL CONTRO SCHRÖDER UN ATTACCO INGENEROSO COMMENTI DAL MONDO Le prime crepe nel fronte dei «Brics» storia dei Brics ha ● ❞ «La tre grossi, e nuovi, problemi» scrive Gideon Rachman sul Financial Times, riferendosi al gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Il primo è economico: tre dei cinque Paesi hanno problemi di crescita. Il secondo è politico: gli episodi di corruzione sono sempre più evidenti. E il terzo riguarda l’eterogeneità del gruppo. «I Brics — spiega l’autore — possono condividere l’idea che l’Occidente abbia avuto il potere troppo a lungo, ma hanno visioni del mondo profondamente divergenti». Brittany Maynard e la speranza di una fine migliore la morte di ● ❞ Dopo Brittany Maynard — la 29enne americana che ha annunciato il suo suicidio assistito dopo che le è stato diagnosticato un cancro — Rebecca Mead parla, sul New Yorker, di come la lotta per una morte dignitosa potrebbe cambiare le vite di tutti. «Pensiamo sempre al matrimonio come a un esempio di artificiosa perfezione, all’unica occasione di preparare nei dettagli un momento decisivo della nostra vita. Ma molti potrebbero avere il diritto e la responsabilità di fare lo stesso con la fine della propria vita». La storia crudele nascosta in Svizzera metà dell’800 fino ● ❞ Dalla all’inizio degli anni 70, il governo svizzero ha tolto centinaia di migliaia di bimbi alle loro famiglie urbane impoverite per spedirli in campagna come manodopera a basso costo. La vergogna dei «bambini a contratto», molti dei quali subirono violenze e abusi, è stata oggetto di una petizione che, spiega l’International New York Times di Dean Baquet, punta a dare risarcimenti a diecimila vittime. Sono state raccolte le 100 mila firme necessarie: «Cosa farà il governo, però, resta ancora una domanda aperta». a cura di Davide Casati elmut Kohl, il Grande Europeo è tornato. Per lanciare un grido di allarme. In Aus Sorge um Europa, preoccupato per l’Europa, il suo libro in uscita in Germania, il Cancelliere della riunificazione denuncia «la mancanza di senso della Storia e di coraggio, la paura e la superficialità» degli attuali dirigenti europei. «È tempo — scrive — di tornare a prendere sul serio il progetto europeo, ritrovare più senso e spirito comuni». Ma Kohl coglie l’occasione anche per regolare alcuni conti con il recente passato tedesco. E accusa il suo successore, Gerhard Schröder, di essere stato all’origine della crisi dell’euro, violando nel 2003 i criteri di Maastricht insieme alla Francia: «Un pezzo vergognoso della politica tedesca e un tradimento della cooperazione franco-tedesca, che mai avrebbe dovuto essere rivolta contro il patto di Stabilità». C’è un elemento di rancore e di ingenerosità, in questa accusa. Il governo rosso-verde sforò il 3% del deficit, con l’assenso forzato dei partner europei. Ma lo fece non per scialare, bensì per ammortizzare socialmente riforme radicali del mercato del lavoro e delle pensioni, quelle che hanno poi permesso alla Germania di tornare forte e prospera. Un merito che anche Angela Merkel riconosce a Schröder. Si possono capire l’afflato europeo e la preoccupazione del posto nella Storia che animano Kohl. Ma la crisi dell’euro non può essere fatta risalire a quell’episodio. Semmai, in quel passaggio proprio la Germania dovrebbe cercare ispirazione, mostrando più flessibilità e capacità di leadership, per riportare l’Europa sulla strada indicata dal vecchio Cancelliere. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ASSALTO AI VECCHI PARTITI DALLA SPAGNA ALLA GRECIA I n Spagna è una notizia clou: se si votasse ora, seco n d o u n s o n d a g g i o commissionato da El País, il primo partito sarebbe Podemos, gruppo fondato solo otto mesi fa come prosecuzione del movimento degli Indignados che, nel 2011, occupò per mesi le piazze. Alle elezioni europee Podemos aveva ottenuto l’8% dei voti diventando la quarta forza politica del Paese. Ora, anche se di sondaggio si tratta, saremmo di fronte a un boom. Pochi giorni fa il leader Pablo Iglesias, 35enne professore di Scienze politiche, ha sottoposto ai militanti la scelta di diventare un partito vero e proprio: dai 7 mila sostenitori riuniti a Madrid ha ottenuto un largo consenso e ora il sondaggio prosegue sul web. Il voto online non è l’unica somiglianza tra Podemos e, in Italia, il Movimento 5 Stelle: militanti giovani, spesso alla prima esperienza politica, nes- sun dialogo con i partiti tradizionali, popolari e socialisti considerati «casta» e «ladri» alla stessa stregua. Una furia contro la «vecchia politica» che, in altri Paesi europei, alimenta la destra populista. Con i Cinquestelle ci sono anche differenze: Podemos intanto diventa un partito, mentre l’M5S tiene molto alla sua natura di movimento, e poi ha un programma più connotato a sinistra e infatti a Strasburgo ha scelto di collocarsi nella Sinistra europea. Il boom degli «indignati» spagnoli ha qualche similitudine anche con l’ascesa di Syriza in Grecia. La sinistra di Alexis Tsipras ha «svuotato» i socialisti del Pasok, per decenni al centro della scena. Qualcosa di simile potrebbe accadere in Spagna: lo schema fisso di due grandi partiti tradizionali (Psoe e Pp) che si alternano al potere potrebbe saltare. Massimo Rebotti © RIPRODUZIONE RISERVATA PIÙ OCCUPATI STRANIERI MA PER LAVORI SOTTOPAGATI S embra una buona notizia, e invece contiene segnali critici. «Anche negli anni più bui di questa recessione — annota la studiosa Laura Zanfrini nell’ultimo rapporto della Fondazione Ismu —, gli occupati stranieri hanno continuato a crescere». Il dossier nazionale sull’immigrazione, presentato ieri, per l’Ismu è il ventesimo: serve agli esperti per tirare le somme di due decenni di arrivi, partenze e (soprattutto) insediamenti in Italia. In vari settori, lavoro compreso. Nel 1991 gli archivi Inps registravano 209.220 stranieri regolarmente assunti, nel 2000 erano già quadruplicati. Tra il 2005 e il 2013 , i lavoratori immigrati sono aumentati di 1 milione 187 mila unità (arrivando a 2 milioni 393mila). Al tempo stesso, gli occupati italiani si sono ridotti: meno 1 milione 329 mila. Non sono dati sovrapponibili: gli «autoctoni» non sono stati sostituiti dagli stranieri. Le cifre rendono piuttosto «l’idea di come il nostro mercato del lavoro abbia imboccato la via bassa — spiega Zanfrini, sociologa della Cattolica —, puntando sulla contrazione del costo del lavoro, rinunciando a investire sul capitale umano e sfruttando la flessibilità degli immigrati». Fino ai casi limite della semischiavitù: i raccoglitori di pomodori in Puglia, gli africani negli aranceti in Calabria, gli abusi sulle lavoratrici romene nel Ragusano. Se c’è ancora lavoro in Italia, spesso è faticoso, sottopagato, ricattabile. Ed è più probabile che siano disposti a farlo gli stranieri (tra i quali aumenta anche la disoccupazione). Su questa linea, i dati Eurostat: il 29% dei migranti ha un’occupazione elementare (rispetto al 7% degli italiani); il 52,9% è operaio; e a svolgere un lavoro qualificato, pur con diploma o laurea, è meno di 1 su 10. Alessandra Coppola terrastraniera © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 30 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! ¤±ÐÊ`æÐ Õ`¤æ° Þ kÅ ¤É±Ð|`ɤ æ`æÕ° e "@Åb@¶ |±Ê|Ê`ÐÐ æ`Ð|° e /G, zææ Õ±æÕÕ`zÕ æ`ÕÕ° e bÂ@ ʱ|pÉ`É æ`p° Â@XxÂÎk ±Õz¤`Éæ æ`p¤° ,@Â~ ® @X|æ¯ |±¤|`æÐ æ`Õ° !@bÂb ¤æ±ÐÉ|`|æ æ`° 1 ®"k¯ ÂÅ@ X×Å@ @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`Õ|Ð ¤|Õ`¤ææ æ`Épæp ¤`Õæz| b@ àk ÅÎkÂk x± Åݱ æ`Õ|° ¤`|а æ`|а æ`¤æ° e 1Î b /Î@Î 1Î kb± -×α .kb± kxx± æФ¤ kÎÎ ° ά ¤|¤zˤÕË¤Ê ¤`zææ° ¤æ¤`Êp æ`z¤ ά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`|É ¤`ææ ά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÊ`zæ Õ`|p ά ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤p`pæ Ð`¤ La Lente di Federico De Rosa Intesa Sanpaolo e la fiducia dei dipendenti sul titolo I ntesa Sanpaolo incassa la fiducia dei dipendenti. Il piano di investimento a loro riservato da Ca’ de Sass si è chiuso con un’adesione dell’80%. Lo hanno sottoscritto il 91% dei dirigenti e il 79% dei dipendenti dell’istituto, i quali riceveranno titoli Intesa Sanpaolo in più tranche e sotto diverse forme. Il piano denominato «Leveraged Employee CoInvestment Plan» prevede l’attribuzione gratuita di una prima tranche di titoli e di una seconda legata a un aumento di capitale, anch’esso gratuito, infine l’ultima tranche prevede un ulteriore ricapitalizzazione e l’assegnazione di azioni a pagamento, ma a sconto. Valore del pacchetto: 150 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Montepaschi, corsa per l’aumento Operazione da 2,1 miliardi, senza Stato Domani il consiglio di amministrazione. Il premier: soluzione vicina per gli istituti ROMA Alla Borsa l’annuncio è bastato. Il titolo del Montepaschi ha ripreso quota, guadagnando l’1,48% a 0,61 euro, ben sotto i massimi di seduta, dopo il crollo della scorsa settimana, quando aveva accumulato perdite pari al 40%. Del resto la comunicazione diffusa da Rocca Salimbeni domenica sera, dopo la triangolazione con Bankitalia e ministero dell’Economia, era stata netta. Mps farà un aumento di capitale per l’intero ammontare del deficit segnalato dagli stress test della Bce - 2,1 miliardi - senza ricorrere a fondi pubblici. Non ci sarà quindi, stando all’annuncio fatto, neanche un prolungamento del prestito al Tesoro, ma anzi, semmai, un rimborso anticipato mentre resta in campo la cessione di alcuni asset. L’aumento di capitale dovrebbe essere assicurato dai soci che hanno provveduto all’operazione da 5 miliardi conclusa a giugno, compresi quindi la Fondazione e i soci esteri - Il caso di Erika Dellacasa GENOVA Le indiscrezioni sull’in- teresse del fondo di Andrea Bonomi nei confronti di Banca Carige hanno fatto bene al titolo che ieri è arrivato a guadagnare oltre l’8% nel corso della seduta, chiusa in rialzo del 3,29%, dopo il calo seguito alla bocciatura della Bce. Al di là delle smentite di rito di Investindustrial il nome di Bonomi è tornato sulla scena bancaria genovese, quello che rimane aperto è il «come» il finanziere intenda muoversi soprattutto nei confronti del socio di riferimento di Carige, la Fondazione oggi al 19 per cen- Così in Borsa Nell’ultimo mese 0,962 IERI 0,61 euro per azione +1,48 0,887 0,812 0,737 0,662 ottobre 8 14 20 26 30 Fonte: Borsa Italiana Montepaschi Alessandro Profumo 0,588 d’Arco il fondo Fintech Advisory e la società di investimento Btg Pactual - anche se solo Axa è per ora uscita allo scoperto. Dovrebbe essere lo stesso anche il consorzio di collocamento guidato da Ubs e Citicorp a cui si potrebbero aggiungere Morgan Stanley, Mediobanca, Goldman Sachs, Barclays e Merrill Lynch. Tra gli investitori interessati ci sarebbero pure altri fondi esteri attirati dalla possibile ripresa di valore della banca. E proprio ieri sera, con una nota, il fondo Nit Holdings Limited con sede ad Hong Kong ha annunciato - ma a Siena non è arrivata alcuna comunicazione - la disponibilità ad investire in Mps fino a 10 miliardi.Il piano di rafforzamento patrimoniale dovrà essere presentato a Francoforte entro il 10 novembre e Mps ha convocato per il 5 luglio il consiglio di amministrazione per deliberare. «La soluzione è a portata di Btg Pactual Il banchiere André Esteves mano» ha detto ieri il presidente del consiglio, Matteo Renzi rilevando che comunque i risultati degli esami della Bce «dicono che la stragrande maggioranza del sistema bancario italiano è in grado di fronteggiare le sfide del futuro». Le due banche «che hanno incontrato difficoltà stanno lavorando alacremente per trovare soluzioni» che sono vicine, ha aggiunto. Mps «ha pagato la cattiva gestione del passato», ha detto ieri, parlando al parlamento europeo e citando il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, la francese Danièle Nouy, numero uno del nuovo organismo di vigilanza della Bce, che proprio oggi diventa operativa. Le banche italiane «sono state condizionate dall’economia in recessione» ha aggiunto, assicurando che gli esami della Bce sono stati svolti in modo «equo e molto trasparente». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Carige, la Borsa guarda a Bonomi Il titolo sale del 3,3% dopo un picco dell’8%. Confronto tra banca e Fondazione to. Banca e Fondazione infatti si avviano a un confronto che le vede su posizioni diverse: il board presieduto da Cesare Castelbarco ha presentato un capital plan imperniato su un aumento di capitale fino a 650 milioni di euro (garantito da un consorzio guidato da Mediobanca). Fondazione, che non potrebbe sottoscrivere pro quota, propone un aumento di 300 milioni rinviato nel tempo affiancato da strumenti ibridi di capitale e altre operazioni di supporto. A dettare la tempistica tuttavia – anche se Fondazione ha già iniziato a tirare il freno – è la Bce che ha chiuso l’esame agli stress test di Carige indicando uno shortfall di 813 milioni di euro. Bonomi potrebbe riaprire con Fondazione il confronto che la primavera scorsa si era chiuso piuttosto burrascosamente, per quanto la freddezza del presidente Paolo Momigliano consenta l’uso di questo avverbio. Proprio Momigliano definì «stracciato» per non dire offensivo il prezzo che Bonomi aveva allora offerto per rilevare il 20 per cento delle azioni. Tutti, Banca e Fondazione, in- sistono nel lanciare segnali sulla necessità di un investitore «non speculativo» che si impegni su un periodo medio lungo, dai cinque ai dieci anni, partecipando a un progetto industriale. Quanto al capitolo aggrega- 19% la quota di Fondazione Carige L’azionista di riferimento di Banca Carige propone un aumento di capitale da 300 milioni di euro zioni, Carige non lo escluderebbe ma rinvia l’esame a dopo l’aumento di capitale mentre Fondazione ha concluso il suo cda venerdì scorso con un’indicazione forte sulla necessità di considerare aggregazioni prima della ricapitalizzazione. E mentre Banca Carige sta già preparando la documentazione per la vendita di Creditis (crediti al consumo) sembra un po’ meno decisa nella cessione della private banking Cesare Ponti che, si dice, al futuro azionista Bonomi non spiacerebbe mantenere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 Industria Auto, vendite in aumento del 9,2% Chrysler spinge Fca ECONOMIA Dopo una battuta d’arresto registrata ad agosto, il mercato dell’auto torna a respirare. A ottobre sono state immatricolate 121.736 vetture, più 9,21% su base annua. Rispetto a settembre, la variazione è del +3,68%. Bene anche l’usato: a ottobre il mercato registra un +7,26%. Le immatricolazioni sono in crescita per il secondo mese consecutivo: il mercato aveva dato segnali di ripresa a luglio (più 5,02%), poi un lieve calo ad agosto (meno 0,20%). A settembre, invece, si è registrato un più 3,27%. Fiat Chrysler Automobiles ha immatricolato a ottobre 33 mila vetture con un aumento del 5,6% rispetto all’anno scorso. La quota è stata del 27,1% rispetto al 28% di ottobre 2013. Da inizio anno Fca ha venduto quasi 322 mila auto (+0,2%) e la quota di mercato è stata del 27,8% (-1,1%). Chrysler corre con Jeep Renegade (nel mese di lancio duemila auto vendute). Il marchio americano ha peraltro segnato in ottobre un balzo del 22% sul mercato statunitense. Tra le case estere, leader per quota di mercato il mese scorso nel nostro Paese è stato il gruppo Volkswagen con una quota del 14% e vendite in rialzo del 16,5%, davanti a Psa Peugeot Citroën con l’8,65% e vendite in rialzo del 3,8% e Renault con il 9,5% e un incremento del 32,4%. In progresso anche Ford (+16,3%), Hyundai (+20,8%), Toyota (+16,3%), Bmw (+12,9%) e Nissan (+30,6%). Secondo Massimo Nordio, presidente Unrae, l’associazione delle case estere, il mercato non coincide con le vendite alle famiglie che sono la «vera cartina di tornasole dello stato di salute del mercato». © RIPRODUZIONE RISERVATA «Tregua sulle regole o credito a rischio» L’amministratore delegato Unicredit: in arrivo nuovi criteri più stringenti per le banche «Il taglio Irap spingerà le assunzioni. Il gruppo? Il cambiamento ha guidato questi 15 anni» MILANO «L’esame è passato». Al vertice Federico Ghizzoni, piacentino, 59 anni, amministratore delegato di Unicredit dal 30 settembre 2010 succedendo ad Alessandro Profumo alla guida dell’istituto di credito di piazza Aulenti Sicuro? «Sicuro, sicuro. La Bce ha certificato che abbiamo un eccesso di capitale di 8,7 miliardi. Una base che ci fa stare tranquilli. Intendiamo tenercelo». Sono tempi complicati per le banche e Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, l’istituto che nasceva quindici anni fa dalla fusione tra il Credit e le Casse di risparmio di Verona e Torino, già ragiona su quello che sta per accadere. «C’è in corso una discussione al Financial Stability board per un ulteriore rafforzamento del total capital, per elevarlo al 16-20% dell’attivo ponderato per le banche sistemiche. Vuol dire che nei prossimi anni solo per i gruppi europei cosiddetti sistemici potrebbe servire nuovo capitale per 300 miliardi. E il mercato chiederebbe sforzi analoghi a tutte le altre banche». Ma non è troppo, più capitale, alla fine, vuol dire anche meno credito alle imprese e alle famiglie… «Se verrà deciso le banche si adegueranno, ma misure di questo tipo finiscono con il frenare la crescita. L’impatto sull’economia può essere significativo. Certo i regolatori giustamente sostengono che bisogna aiutare le imprese ad aumentare il loro capitale e a rivolgersi ai mercati finanziari. Già oggi lo stiamo facendo. Ma in Europa il credito vale ancora il 60% del totale, il 40% viene dal mer- Hi tech di Massimo Sideri L’edificio di Vimercate è uno dei sette in Europa che ha ottenuto la certificazione «leed platinum», ossia la più importante certificazione energetica al mondo. La nuova sede di Alcatel Lucent è di 33 mila metri quadrati, con un investimento da 60 milioni di euro: un migliaio i dipendenti che ci lavorano e «circa 350 persone» si dedicheranno all’innovazione tecnologica nei 7 mila metri quadrati dei laboratori di ricerca VIMERCATE Quella che il ceo Michel Combes chiama la seconda fase di Alcatel Lucent (il momento dell’innovazione dopo il primo, più doloroso ma ormai alle spalle, della ristrutturazione) passa saldamente anche dall’Italia. Le coordinate precise sono quelle dell’Energy park di Vimercate dove il gruppo con un’operazione da 60 milioni di euro, di cui 40 messi dalla società Segro che gestisce e sta rilanciando l’area, ha rielaborato la storica sede della ricerca del produttore di reti franco-americano. Il risultato è uno dei sette edifici in Europa (solo 50 nel mondo) che hanno ottenuto la «leed platinum», la più importante certificazione energetica al mondo (si va dal recupero delle acque meteoriche alle vetture elettriche per muoversi all’interno del parco in stile Google Campus). Ma, soprattutto, ha sottolineato il chief executive officer per l’Italia e l’area mediterranea di Alcatel Lucent, Roberto Loiola, è la polizza assicurativa sulla presenza del gruppo sul nostro territorio: «Siamo qui in Italia da quasi cento anni considerando i cambi societari. Abbiamo contribuito a co- Così in Borsa L’andamento del titolo nell’ultimo mese Ieri 5,72 euro per azione (-0,69%) 6,028 5,866 5,705 5,544 5,211 5,211 8 ott 14 ott Fonte: Borsa Italiana cato finanziario e azionario. Non siamo gli Stati Uniti dove Borsa e bond valgono il 70% delle risorse finanziare delle aziende. Il periodo di transizione potrebbe essere difficile per le imprese, in particolare le medio-piccole». Meglio una tregua delle regole, e un po’ di tempo prima di arrivare a Basilea 4? «Non dico questo ma i governi devono rifletterci». Unicredit quanti fondi ha preso dal Tltro della Bce? «Un finanziamento da 7,75 miliardi per l’Italia. A venerdì ne avevamo erogati 2,2 e abbiamo altre richieste per un totale di cinque. Abbiamo inviato già 70 mila lettere a piccole e medie imprese per attivare questi fondi, intendiamo coinvolgerne altre 80 mila. Il tutto,collaborando con il Fondo centrale di garanzia e i confidi. E se è vero che oggi i tassi sono la metà rispetto al 2011, che fu il picco della crisi, molti imprenditori considerano vantaggiose le condizioni economiche ma vedono mancare il secondo pilastro, la fiducia. Necessaria per investire». Della legge di Stabilità qual è il provvedimento che potrebbe funzionare? «Il taglio dell’Irap aumenterà le assunzioni e la flessibilità del jobs act darà effetti sul lavoro. Credo che molte imprese potrebbero rivedere, in positivo, le loro scelte». Unicredit compie 15 anni. Da banca di Stato, come Credit, a gruppo che occupa 140 mila persone… «È cresciuta perché non ha avuto paura del cambiamento. Il salto è avvenuto con l’occasione irripetibile delle privatizzazioni nell’Europa dell’Est, poi c’è stata l’acquisizione in Germania di HypoVereinsbank. E ora la sfida è un servizio adeguato alle esigenze di clienti 20 ott 26 ott ❞ Su 7,7 miliardi presi dalla Bce, ne abbiamo impiegati cinque Le filiali? La tecnologia ha cambiato le abitudini. Pioneer, avanti con il Santander 30 ott d’Arco sempre più globali». Il cambiamento vuol dire anche tecnologie… «Oggi solo il 16% della clientela va esclusivamente in filiale. E ci va poco, una decina di volte l’anno. Oltre il 40% utilizza strumenti, come gli smartphone e i tablet, con cui interagisce con noi almeno 200 volte in dodici mesi. Il cambiamento è già avvenuto. Una volta l’amministratore delegato era il garante della stabilità, oggi dev’essere il garante del cambiamento, delle soluzioni nuove. Anche molti imprenditori stanno cambiando...». Esempio… «Prima della crisi erano ossessionati dal controllo al 100% delle loro azienda. Ora molti sono pronti ad aprirsi a partner finanziari e industriali, rinunciando al controllo totale per crescere insieme. Una specie di rivoluzione per le aziende italiane. Diluirsi per crescere. Co- L’Energy park di Alcatel Lucent Loiola: puntiamo sulla ricerca struire la rete di questo Paese. Ora con questo investimento molto significativo le mille persone che lavorano qui saranno il fulcro mondiale per le ricerche sull’ottica e sulle mi- croonde per l’intero gruppo. Inoltre qui a Vimercate ci sarà anche un supporto tecnico globale per tutti i clienti». In realtà, ad attenderlo all’ingresso oggi c’era anche una rappre- © RIPRODUZIONE RISERVATA RaiWay, al via l’operazione Piazza Affari è trapelata da un consigliere regionale di opposizione, il forzista Edoardo Tocco. Peccato che Meridiana - spiega l’azienda - «non è in vendita». Almeno non prima di aver completato la ristrutturazione che prevede 1.634 esuberi. Oggi confronto con i sindacati. Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La sede La nuova sede di Alcatel Lucent all’Energy park di Vimercate Una manifestazione di interesse recapitata alla Regione Sardegna e non al management dell’azienda-target. Con una missiva indirizzata al presidente Francesco Pigliaru. La presunta offerta per rilevare la compagnia Meridiana da parte del fondo cinese Pingji Equity Investments (che ha appena rilevato il Pavia Calcio) me hanno fatto le nostre Fondazioni-azioniste, scese dal 40 a circa il 12%. Essere disposti a controllare meno pur di aumentare dimensione e valore delle imprese. E delle banche». A proposito di controlli, da oggi i poteri di Vigilanza passano da Bankitalia alla Bce… «Abbiamo già conosciuto il team che si occuperà di noi da Francoforte. E a Francoforte, Unicredit ha un nuovo ufficio per i rapporti con l’autorità di vigilanza. È una svolta molto importante, un passo nella direzione del mercato unico. Si tratta di definire gli ultimi dettagli di funzionamento del nuovo sistema e del passaggio di consegne con Bankitalia. Ma ormai ci siamo». Il primo test europeo ha visto due bocciature, Mps e Carige. Troppo severi con noi? «Purtroppo l’Italia è in una situazione peggiore degli altri. Veniamo da tre anni di recessione e negli scenari degli stress test se ne ipotizzano altri tre. Sei anni così mettono a dura prova i bilanci delle banche. È accaduto questo, nessuna discriminazione». A che punto è la trattativa con Santander per Pioneer? «Stiamo andando avanti». Mediobanca ha ribadito che conserverà solo la quota Generali (Unicredit è primo socio con il 9%, ndr)… «Hanno definito un piano industriale, ora devono attuarlo. Una cosa mi sembra evidente, si sta trasformando in una banca molto diversa da qualche tempo fa. Resta un punto di riferimento nell’advisory e nell’investment banking, ma è sempre più attiva come banca commerciale. È cambiata molto, come il mercato». Nicola Saldutti Prima la Borsa, poi altri soci? È previsto il 19 novembre il debutto in Borsa di RaiWay, la società Rai con 2.300 torri di trasmissione. Presentata ieri a Milano, è la seconda privatizzazione dell’anno dopo Fincantieri (- 17% a ieri dal collocamento). L’azienda ha i conti in ordine (155,2 milioni di ricavi, 80,4 di margine e 72,9 di debiti netti, bilancio pro-forma nei nove mesi 2014) e vuole crescere con gli operatori telefonici. Non ha preso impegni sui dividendi (ma non li esclude), si quota senza aumento di capitale e con poco flottante: al massimo il 35%. Per un ulteriore 14,9%, però, non viene esclusa una cessione successiva, visto che la Rai può vendere fino al 49,9%. «Ci teniamo un margine per il futuro», dice il presidente Camillo Rossotto. Un interesse potrebbe forse venire da F2i, se riuscisse ad aggiudicarsi le torri Wind. L’offerta in corso ha due calamite: un’azione gratuita ogni 20 per i risparmiatori, una ogni 10 per i dipendenti. Alessandra Puato sentanza dei 200 in cassa integrazione e dei 300 ex dipendenti esternalizzati. Una decisione che comunque il gruppo difende («l’alternativa erano i licenziamenti»). Le difficoltà degli ultimi anni non sono un mistero: nei momenti di massimo splendore proprio qui a Vimercate c’erano oltre duemila dipendenti. Ma lo stesso Loiola ha ricordato che «siamo tornati a crescere in termini di fatturato nei primi nove mesi del 2014. E’ la premessa per fare tornare il gruppo in salute, cosa che ci attendiamo già dal 2015». Dopodomani è atteso il premier Matteo Renzi per fare visita alla nuova sede del gruppo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Trasporto aereo Meridiana, il mistero dell’offerta del fondo cinese 31 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 32 AZIENDA SANITARIA LOCALE MILANO N. 1 Sede Amministrativa: Via Al Donatore di Sangue, 50 20013 Magenta (MI) ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Amministrazione rende noto di aver indetto le seguenti gare d’appalto a procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.: 1) Deliberazione del Direttore Generale n. 533 del 2/10/2014 - Indizione gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento del servizio di spedizione postale e consegna della corrispondenza, in unione d’acquisto tra l’ASL Milano 1 (capofila) e l’ASL Milano 2. Periodo 36 mesi, per un importo complessivo pari ad € 1.540.857,62 IVA esclusa, di cui oneri per la sicurezza riferiti a rischi da interferenze nelle lavorazioni (DUVRI) pari a Euro zero. Categoria di servizi: 7. CPV 64112000. N. CIG: 5954261B9B. Scadenza presentazione buste telematiche di offerta: 20.11.2014 entro le ore 16.30. Data di seduta pubblica: 21.11.2014 alle ore 10.00, sala riunioni Palazzina “L”, Via al Donatore di Sangue 50 - 20013 Magenta. 2) Deliberazione del Direttore Generale n. 534 del 2/10/2014 - Indizione gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento dei servizi infermieristici e di assistenza alla persona per l’Hospice di Magenta. Periodo 36 mesi, per un importo complessivo di Euro 1.662.632.= IVA esclusa, di cui oneri per la sicurezza riferiti ai rischi da interferenza nelle lavorazioni (DUVRI) pari a euro zero. Categoria di servizi: 25. CPV 85.10.00.00. N. CIG: 5837913E32. Sopralluogo obbligatorio, secondo le modalità indicate nella documentazione di gara. Scadenza presentazione buste telematiche di offerta: 21.11.2014 entro le ore 16.30. Data di seduta pubblica: 24.11.2014 alle ore 10.00, sala riunioni Palazzina “L”, Via al Donatore di Sangue 50 - 20013 Magenta. Le presenti procedure saranno gestite interamente utilizzando il Sistema di intermediazione telematica di Regione Lombardia “SINTEL”, dove è pubblicata l’intera documentazione di gara, al quale è possibile accedere attraverso l’indirizzo internet corrispondente all’URL www.arca.regione.lombardia.it. Bandi di gara integrali pubblicati ai sensi del D.Lgs.163/06 sulla GUUE e sulla GURI e reperibili sul sito aziendale www.aslmi1.mi.it. Responsabile del Procedimento: Responsabile UOC Gestione Risorse Materiali. Punti di contatto: Area supporto gare e contratti dell’ASL (tel.02.97973.821/992, fax 02.97973.980) eMail PEC: gare.contratti@pec.aslmi1.it Magenta, 27.10.2014 Il Direttore Dipartimento Amministrativo Avv. Marino Bottini COMUNE DI GENOVA STAZIONE UNICA APPALTANTE DEL COMUNE Via Garibaldi 9 Ge 16124 • ccontratti@comune.genova.it AVVISO D’APPALTO AGGIUDICATO Si rende noto che il Comune di Genova, mediante procedura aperta, ha assegnato al R.T.I. MARIO MENICHINI S.R.L. / MUSTACCHIO GIOACCHINO COSTRUZIONI S.R.L. la procedura avente oggetto Affidamento della realizzazione e/o completamento di impianti antincendio a servizio degli istituti scolastici: mat. Villa Banfi via Pegli, 39 a – media Barbino via Cantore, 29 b - comunale Inf. San Luigi Salita Carbonara, 65 – materna Bertani via Bertani, 7 – media Assarotti-Quasimodo via Sapello, 3 – elementare Barrili piazza Palermo, 11 – materna Olivieri via Angelo Olivieri, 71 – elem. Fermi Piazza Duca Abruzzi, 6 a – elem. Pascoli via Opisso, 37 – media Don Milani-Colombo salita Carbonara, 51 – elem. Maria Mazzini corso Firenze, 1 – elem G. Mazzini media Lucarno via Lodi, 4 – elem Ferrero via Cervetto, 42 – media Barrili/Paganini via Montezovetto, 7 – asilo, materna, elementare e media via Calamandrei, 57. • L’avviso di appalto aggiudicato è affisso all'Albo Pretorio del Comune, è in corso di pubblicazione sulla G.U.R.I. ed è scaricabile sui siti internet www.appaltiliguria.it www.serviziocontrattipubblici.it www.comune.genova.it IL DIRIGENTE Dott.ssa Cinzia MARINO Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: TRIBUNALE DI RIMINI Sezione Fallimentare Fallimento METHA GESTIONI SRL CON SOCIO UNICO IN LIQUIDAZIONE Giudice Delegato Dott.ssa Maria Antonietta Ricci PEC f63.2013rimini@pecfallimenti.it AVVISO DI VENDITA DI COMPENDI AZIENDALI OPERANTI NEL SETTORE ALBERGHIERO La procedura intestata vende in lotti distinti le singole aziende alberghiere di seguito descritte al prezzo base indicato in corrispondenza di ognuna di esse: LOTTO 1) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Firenze Business, esercitata in Scandicci, Via Pantano n. 16 - PREZZO BASE euro 53.000. LOTTO 2) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Torino Mirafiori, esercitata in Torino, Via Paolo Gaidano n. 113 - PREZZO BASE euro 120.000. LOTTO 3) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Udine Tavagnacco, esercitata in Tavagnacco, Via Adia Alpi n. 10 - PREZZO BASE euro 88.000. LOTTO 4) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Wattredici, esercitata in Milano, Via G. Watt n. 13 - PREZZO BASE euro 1.290.000. LOTTO 5) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Bicocca, esercitata in Milano, Via della Giustizia n. 10 - PREZZO BASE euro 214.000. LOTTO 6) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Plus Milano San Siro, esercitata in Milano, Via Gaetano Airaghi n. 125 - PREZZO BASE euro 679.000. LOTTO 7) Azienda alberghiera denominata Idea Hotel Milano Corso Genova, esercitata in Milano, Via Conca del naviglio n. 20 - PREZZO BASE euro 595.000. Le modalità e formalità della vendita sono riportate nel disciplinare pubblicato sul sito internet del Tribunale di Rimini. Copia del disciplinare e maggiori informazioni sulla vendita potranno essere richieste alla pec della procedura: f63.2013rimini@pecfallimenti.it. La gara tra gli offerenti per ciascun Lotto, con inizio dal Lotto 1, si terrà avanti il Giudice Delegato al Fallimento nel suo Ufficio presso Tribunale di Rimini Via C. A. dalla Chiesa n. 11, il giorno 21.11.2014 ore 11.30. Le aziende sopra indicate sono allo stato oggetto di contratto di affitto temporaneo con scadenza al 31.12.2015. Si precisa che il presente annuncio non costituisce proposta né offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo la curatela fallimentare. Rimini-Milano, I Curatori dei fallimenti Dott. Claudio Ferrario Dott. Giuseppe Chiarelli Ministero dei Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Via Eldorado, 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli ESTRATTO DI BANDO DI GARA STAZIONE APPALTANTE: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania - Via Eldorado 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli - tel. 081/2464111 - Fax 081/7645305. PROCEDURA DI GARA: Procedura aperta ai sensi dell’art 55 del D.L.vo 163/06. LUOGO DI ESECUZIONE LAVORI: Museo Archeologico Nazionale - Comune di Napoli. FINANZIAMENTO: Museo Archeologico Nazionale - Lavori di restauro del c.d. Braccio Nuovo - Fondi di bilancio della Ex Soprintendenza Speciale di Napoli e Pompei. IMPORTO COMPLESSIVO DELL’APPALTO: € 3.297.013,54 oltre I.V.A. Categoria Prevalente OG2 Classifica IV bis - CIG 59545000D9. IMPORTO SOGGETTO A RIBASSO D’ASTA: € 2.364.219,95 oltre IVA. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs n. 163/2006 con il sistema di cui all’art. 86, all’art. 122 comma 9 e all’art. 253 comma 20 bis del D.Lgs. n. 163/2006. PUBBLICAZIONE DEL BANDO: G:U.R.I. n. 125 del 31/10/2014 V Serie Speciale. DOMANDA DI PARTECIPAZIONE: la domanda do partecipazione deve essere inviata in plico sigillato per mezzo di raccomandata A.R. dal servizio postale ovvero mediante agenzie autorizzate, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania - Via Eldorado 1 - Castel dell’Ovo - 80132 Napoli, entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 3.12.2014. Il bando integrale e il disciplinare di gara, contenente le norme integrative del bando, è pubblicato sul sito della Direzione Regionale (www.campania.beniculturali.it). RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Arch. Maddalena Marselli. APERTURA DELLE OFFERTE: in seduta pubblica alle ore 9,30 del giorno 11.12.2014. IL DIRETTORE REGIONALE - Gregorio ANGELINI COMUNE DI NAPOLI Regione Siciliana U.R.E.GA. Sezione Provinciale di Palermo - Per conto del COMUNE DI PALERMO - Area Tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture. Il giorno 10.12.2014 si celebrerà la procedura aperta per lavori di rinnovamento e ristrutturazione degli impianti di pubblica illuminazione all’interno del quadrilatero Sciuti - Lazio - Libertà - Paternò. Importo complessivo dell’appalto € 1.337.248,87 - CIG: 44160786D8. Informazioni: www.comune.palermo.it e Albo Pretorio. RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 C - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 IL DIRIGENTE (Dott. Salvatore Incrapera) Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 C.so Vittorio Emanuele II, 60 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 Dichiarazione di assenza Il Tribunale Civile di Roma Rg. 13309/13 con sentenza n. 59/14 del 21.2.2014 depositata il 6.3.2014 Giudice Contento dichiarava l’assenza del sig. Enio Zucca nato ad Iglesias il 11.11.1928 residente in Roma in via di Villa Spada 52 con relativo ordine di pubblicazione. Avv. Claudia Marocchini SACUAG AREA GARE LAVORI ESITO DI GARA - CIG: 52591471661 Si avvisa che il 30/10/2014 è stato inviato alla GUUE l’esito della gara “Lavori dell’intervento Parchi, sistemazione a verde - Realizzazione del Parco della Marinella” - Procedura aperta - offerta economicamente più vantaggiosa - Aggiudicatario: ATI RE.AM.srl/Vivai Barretta srl/Green’S Service di Riccio Paolo - Napoli - valore totale aggiudicazione euro 4.204.207,20 oltre IVA. Determina aggiudicazione n. 34 del 17/09/14. Testo integrale sul sito www.comune.napoli.it. Il Coordinatore - dr. G. Silvi Politecnico di Milano Estratto bando procedura aperta Il Politecnico di Milano indice appalto per la fornitura un sistema di misura 3D ed esame radiografico dei materiali basato su tomografia computerizzata a raggi X (X-Ray Computed Tomography) per il Politecnico di Milano. L’importo a base d’asta è di € 225.000,00 + IVA. L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12:00 del 01/12/2014. Tutta la documentazione di gara può essere consultata e scaricata all’indirizzo http://www.polimi.it/imprese/partecipaaunagara. Il bando integrale è stato inviato in GUUE il 20/10/2014. Il RUP Dott. Francesco Cecchet Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 ECONOMIA Trasporti ROMA Non è una pronuncia facile quella che l’Autorità dei trasporti sta mettendo a punto in questi giorni. E forse per questo, pur essendo attesa ad horas, tarda a arrivare. L’organismo regolatorio, guidato da Andrea Camanzi (nella foto), deve valutare se il pedaggio pagato in questi anni di attività da Ntv, il concorrente privato di Ferrovie dello Stato sull’Alta velocità per l’uso della rete, sia adeguato. Tutto nasce da un ricorso di Ntv che contesta Ntv e il nodo pedaggi L’Authority decide sui costi della rete l’esosità della tariffa pagata al gestore della rete, che è Rfi, la controllata di Fs che si occupa di essa. La decisione ha delle ripercussioni non indifferenti per entrambi i concorrenti. Se il pedaggio verrà considerato eccessivo, la conseguenza sarà che Ntv richiederà di essere risarcita per il pregresso, per i 120 milioni complessivi pagati sin qui, con ciò creando un buco per ora non quantificabile nei conti di Fs, che si sta preparando per la privatizzazione. Del resto Ntv, che nel 2013 ha chiuso in perdita e ha appena avviato alla cassa integrazione quasi 250 dipendenti, tagliando alcune linee, ne trarrebbe giovamento per il presente ma soprattutto per il futuro. In queste condizioni è ovvio che la decisione sia attesa con trepidazione e dovrà necessariamente essere assunta con il bilancino per mettere fine a una disputa durata fin troppo. A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Moncler accusa il colpo in Borsa Inchiesta di «Report», giù il titolo Classifiche Bezos, per Harvard è il campione Gabanelli: il nostro servizio è rigoroso. Ruffini: dati inattendibili e fuorvianti Scivolata in Borsa per il colosso dei piumini Moncler, che ieri ha perso il 4,88%, in una giornata in cui il Ftse Mib si è aggiudicato la maglia nera in Europa (-2,1%). A far cadere il titolo, secondo gli analisti, l’inchiesta tv Report trasmessa l’altra sera su Rai3 sullo sfruttamento degli animali in Ungheria per la produzione di piume d’oca. L’azienda guidata da Remo Ruffini ieri è intervenuta sulla vicenda e ha annunciato di avere «dato mandato ai propri legali di tutelarsi in tutte le sedi opportune». Moncler spiega che «tutte le piume utilizzate in azienda provengono da fornitori altamente qualificati che aderiscono ai principi dell’ente europeo Edfa e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi di tutela degli animali, come riportato dal codice etico di Moncler». Quanto alla provenienza dei fornitori, il gruppo spiega che «sono ad oggi in Italia, MILANO -4,8 per cento La caduta del titolo Moncler ieri in Piazza Affari 23% la quota del capitale custodita dal fondo francese Eurazeo 489 milioni di euro il fatturato registrato da Moncler (161,5 milioni il margine lordo) Un anno a Piazza Affari 15.637 14.418 -4,88% a 10,52 € 13.300 la chiusura di ieri 12.182 11.063 9.945 Dic 2013 Apr Giu Ago 2014 Ott d’Arco Francia e Nord America. Non sussiste quindi alcun legame con le immagini forti mandate in onda e riferite ad allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale e che sono state associate in maniera del tutto strumentale a Moncler». Sui ricarichi di prezzo, la società definisce «le cifre menzionate nel servizio del tutto inattendibili e fuorvianti». Inoltre sottolinea «che Tagliati i rendimenti, il mercato punisce Snam Giù dell’11,3%, per Terna calo del 6,6% MILANO Quando si dice «rischio regolatorio». È quello che hanno sperimentato ieri Snam e Terna, i cui titoli hanno lasciato a Piazza Affari rispettivamente l’11,3 e il 6,67%, con volumi di scambio decisamente superiori alla media. A spingere al ribasso le due società possedute dallo Stato che trasportano gas e energia elettrica (il 30% è nelle mani della Cassa depositi attraverso Cdp Reti) sono state le decisioni annunciate venerdì scorso dall’Autorità per l’energia, che ha tagliato le tariffe per il servizio di stoccaggio del gas naturale per il periodo 20152018. Una revisione attesa, che viste però le modalità con le quali si è concretizzata ha scatenato un effetto negativo a catena. Intanto perché il tasso di remunerazione del capitale investito nello stoccaggio è sceso dal 6,7 Feb a 6%. Ma soprattutto perché, a quanto pare per la prima volta in casi del genere, nei suoi calcoli l’Autorità avrebbe mantenuto il livello di inflazione fisso all’1,5% anche per gli anni futuri, aprendo così alla possibilità di limature dei rendimenti per tutti gli altri segmenti di attività (per qualche analista si potrebbe arrivare a un taglio del 30% degli utili per azione Snam). La cosa, ovviamente, non è piaciuta al mercato, che ha venduto non solo i titoli delle aziende maggiormente soggette al «rischio regolatorio», ma anche altre utilities come Enel (-4,2%) e A2A (-3,26%). E neppure deve essere piaciuta ai cinesi di State Grid, che a fine luglio avevano acquistato il 35% di Cdp Reti. Stefano Agnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA 300 milioni Multa a Hyundai Il Dipartimento di giustizia Usa ha inflitto 300 milioni di dollari di multa a Hyundai e Kia Motors per aver dichiarato che le loro automobili consumano meno carburante di quanto in realtà non facciano. non ha mai spostato la produzione come afferma il servizio, visto che da sempre produce in Est Europa». Milena Gabanelli, curatrice della trasmissione, replica che «la società ha deciso di non confrontarsi con Report e alla domanda per iscritto se fosse dotato di qualche certificazione non ha risposto. Come è visibile dall’etichetta, non sono dotati di alcuna filiera tracciata Al vertice Remo Ruffini presidente e amministratore delegato di Moncler 33 contro la spiumatura da vivo, come invece fanno altri marchi». «Per quanto riguarda i ricarichi – spiega Gabanelli – si evince dai fatturati e dai costi della materia prima e di confezione che Moncler potrebbe produrre comunque in Italia, tanto più quando è entrato il fondo Carlyle, invece ha preferito chiudere i laboratori nel Sud Italia. Se vuole portarci in tribunale, lo faccia: non lo temiamo, noi produrremo le nostre di prove». Il titolo è da tempo sotto osservazione in Borsa: c’è chi ricorda che il mercato era a conoscenza dall’estate dell’intenzione del socio finanziario Eurazeo di ridurre la propria quota in Moncler dell’8-12% entro la fine dell’anno (ora ha il 23,3%, dati Consob). Sul dossier starebbero lavorando le stesse banche della quotazione. Il titolo negli ultimi sei mesi ha perso il 17,4%. Francesca Basso Il miglior ceo del mondo? Jeff Bezos, 50 anni, fondatore e numero uno di Amazon. A decretarlo è la rivista Harvard Business Review, che piazza l’imprenditore proprietario del Washington Post al primo posto nella sua classifica annuale dei 100 manager «più performanti» del pianeta secondo risultati misurati non solo nel breve ma anche nel lungo periodo. Al 2° posto figura John Martin, fondatore e ceo di Gilead Sciences, seguito da John Chambers di Cisco System. Scorrendo l’elenco si scopre che i ceo con una laurea in ingegneria sono ben 22 su 100, anche se molto spesso hanno anche un Mba. Nell’elenco non ci sono i grandi banchieri di Wall Street eforse non è una sorpresa. Gli italiani presenti sono solo due: Paolo Rocca, 62 anni, ceo di Tenaris e fratello di Gianfelice che guida l’Assolombarda (21°), e Fabrizio Freda, 57 anni, al timone di Estée Lauder (81°). Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 34 S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo ECOMONDO Torna l’evento internazionale punto di riferimento del sistema ambiente. Oltre mille imprese su 16 padiglioni Ecomondo piattaforma mediterranea della green economy Da domani all’8 novembre a Rimini Fiera le principali strategie europee ed internazionali sull’ecoinnovazione e la trasformazione dei rifiuti in risorsa L’ economia “verde” dal 5 all’8 novembre ha il suo domicilio a Rimini Fiera con sei saloni dedicati all’ambiente e, nelle prime due giornate, gli Stati Generali della Green Economy. Ad aprire le giornate di Rimini Fiera il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, mentre nella seconda giornata – sempre agli Stati Generali - interverrannoFedericaGuidi,Ministro perloSviluppoEconomicoeGiuliano Poletti, Ministro del Lavoro. In fiera, gli esiti del fruttuoso dialogo aperto con i Paesi del Mediterraneo e in Germania, Slovenia, Giordania, Romania, Bulgaria e Colombia. I buyer provengono da ex Repubbliche CSI (Russia, Ucraina, Kazakistan, Bielorussia, Lettonia, Uzbekistan), Polonia, Slovenia, Croazia, Bulgaria e Romania. A loro si aggiungeranno delegati dall’America Latina (Paraguay, Costarica, Brasile, Argentina, Perù, Messi- Simone Castelli Lorenzo Cagnoni Fabio Fava Nei quattro giorni sono attesi oltre 90mila operatori da tutto il mondo. “Da 18 anni - dice il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni - siamo al fianco delle imprese, e in questa edizione con ancora più incisività, per accompagnarle verso nuove occasioni di business. In fiera indicheremo percorsi e favoriremo nuove relazioni coi mercati internazionali più appetibili”. “Il polo espositivo dedicato alla green economy che abbiamo allestito - spiega il direttore di business unit Simone Castelli - è una concreta piattaforma sulla quale si concentrano soluzioni e progetti per l’innovazione. Nei saloni si troverà la bussola per orientarsi con concretezza ed efficacia verso un nuovo sviluppo”. co, Colombia, Uruguay e Cile) e dal Bacino del Mediterraneo (Turchia, Algeria, Tunisia, Egitto e Giordania). In collaborazione con ICE, operatori da Cina, Stati Uniti, Libano ed Emirati Arabi Uniti. E in collaborazione con UNIDO Roma (United Nations Industrial Development Organisation) operatori da Ghana, Camerun e Pakistan. Ancora, ECOMONDO ha orga- IL LAY OUT DEL POLO FIERISTICO EUROPEO DEDICATO AL ‘SISTEMA AMBIENTE’ A Rimini Fiera in contemporanea ad ECOMONDO si svolgeranno KEY ENERGY (fiera internazionale per l’energia e la mobilità sostenibile), KEY WIND (Salone dell’energia del vento), COOPERAMBIENTE (salone del sistema cooperativo legato all’ambiente), H2R - Mobility for Sustainability e Condominio ECO. In totale, oltre mille imprese sui 16 padiglioni del quartiere riminese. VOLANO DI BUSINESS NAZIONALE E INTERNAZIONALE È lo sviluppo del business, in Italia e all’estero, a fare di ECOMONDO, coordinata dal project manager Alessandra Astolfi, il salone più significativo per le imprese della green economy. nizzato due ‘Focus Paese’ dedicati a Cina e Russia. ECOMONDO, LA FIERA CONCRETA Il programma dei convegni di ECOMONDO 2014 è il frutto del lavoro di un Comitato Tecnico Scientifico formato dai più autorevoli esperti nazionali del settore della green economy, coordinati dal Prof. Fabio Fava. “Vorrei sottolineare - dice Fava - lo sforzo compiuto per dare alla fiera una connotazione il più possibile concreta, ritagliata sulle domande attuali delle imprese che si affacciano alla green economy, sia per la loro attività sia per i processi adottati. ECOMONDO ha superato la logica tradizionale inserendo all’interno dello spazio espositivo convegni e workshops dedicati alle problematiche aziendali, all’innovazione tecnologica, alla cooperazione internazionale, creando un’intimità non comune fra accademia, industria ed istituzioni, fra policy, ricerca ed innovazione”. COLPO D’OCCHIO La mascotte 2014 di ECOMONDO sarà la farfalla monarca (Danaus plexippuss). Creata dal Prof. Luciano Morselli, rappresenterà una delle specie a rischio scomparsa a causa dell’inquinamento Qualifica: Fiera internazionale Periodicità: annuale Ingresso: operatori e grande pubblico Biglietti: intero 20 ; ingresso gratuito bambini 0-6 anni; ingresso ridotto 8 ; ingresso universitari (con presentazione libretto) 3 Orari: 9-18, ultimo giorno 9-17 Direttore business unit: Simone Castelli Project manager Ecomondo: Alessandra Astolfi Project manager Key Energy: Barbara Padovan Info visitatori: tel. 0541.744317 Website: www.ecomondo.com - www.keyenergy.it In treno direttamente a Rimini Fiera RIMINI FIERA è raggiungibile direttamente in treno con la stazione di linea (Milano – Bari) a soli 50 metri dall’ingresso sud della manifestazione (www.riminifiera.it/ stazione o www.trenitalia.com). Ogni giorno 15 treni, in direzione sud e nord, fermeranno alla stazione interna al quartiere. FOCUS SULLE MANIFESTAZIONI Città ed auto sostenibili, efficienza energetica ed energia eolica in primo piano KEY ENERGY, LA VETRINA DELL’EFFICIENZA ENERGETICA Da otto anni la manifestazione, coordinata dal project manager Barbara Padovan valorizza la produzione di Energia Rinnovabile e dell’Efficienza Energetica in Italia. Uno dei focus più apprezzati a KEY ENERGY riguarda il Bio-Green Processing. Inoltre, l’edizione 2014 di KEY ENERGY conterrà una grande novità KEY ENERGY WHITE EVOLUTION: dedicata all’efficienza energetica per l’industria e il terziario, presenterà le migliori tecnologie del mercato e le soluzioni delle ESCO. test drive esterna, in corrispondenza della stazione ferroviaria. KEY WIND È la fiera delle imprese della filiera dell’energia eolica proposta in collaborazione con ANEV Associazione Nazionale Energia del Vento che raccoglie i principali operatori eolici italiani ed esteri. LA GREEN ECONOMY È SOCIAL: I TOP BLOGGER IN FIERA A Ecomondo si terrà anche la notte della comunicazione ambientale, con i 150 giornalisti FIMA. Inoltre dieci top blogger diffonderanno la fiera in rete. Twitter: @ ecomondo #ecomondo @keyenergyit #keyenergy Facebook: www.facebook.com/ EcomondoRimini Linkedin: http://www. linkedin.com/groups?home=&gid=3860658 http://www.linkedin.com/groups/Key-Energythe-platform-for-8135546/about H2R – MOBILITY FOR SUSTAINABILITY Nella hall centrale di Rimini Fiera gli ospiti potranno visionare l’esposizione statica delle ultime novità a basso impatto ambientale offerte dalle Case automobilistiche (non mancheranno delle prime italiane!) e provare alcuni modelli nell’area LA‘CITTÀ SOSTENIBILE’ Ricco l’impianto di Città Sostenibile, il progetto di Rimini Fiera - con il supporto del Comitato di Indirizzo e la collaborazione commerciale e progettuale di eAmbiente - per la “Città delle reti intelligenti”: occupa 6.000 metri quadri mostrando soluzioni, tecnologie e progetti che consentono di migliorare la qualità di vita del cittadino e favorire lo sviluppo dei territori in chiave sostenibile ed efficiente. A Rimini Fiera gli Stati Generali della Green Economy Come ricordavamo in apertura, la terza edizione degli Stati Generali della Green Economy 2014, promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, si terrà il 5 e 6 novembre prossimi a Rimini Fiera nell’ambito delle prime due giornate delle manifestazioni del sistema ambiente. La due giorni di confronto e dibattito, dedicata a “Lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana”, sarà aperta con la sessione della mattina del 5 novembre dal Ministro dell’Ambiente e a seguire interventi di rappresentati di istituzioni e organizzazioni europee. I lavori proseguiranno nel pomeriggio del 5 novembre in 7 sessioni tematiche di approfondimento e consultazione. I risultati della discussione verranno presentati la mattina del 6 novembre in occasione della sessione conclusiva alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico. Parteciperanno complessivamente oltre 100 autorevoli relatori, tra i quali rappresentanti istituzionali, imprese e organizzazioni di imprese, mondo della ricerca e associazioni. PRESS CONTACT Servizi di comunicazione e media relation, Rimini Fiera Spa press@riminifiera.it responsabile: Elisabetta Vitali coordinatore ufficio stampa: Marco Forcellini addetti stampa: Alessandro Caprio e Nicoletta Mancini Evangelisti Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 35 CONAI Raccolta differenziata e riciclo al centro del nuovo accordo nazionale fra Consorzio e Comuni Da Anci e Conai un nuovo piano per il territorio O ltre 7.000 comuni convenzionati, 77,5% di rifiuti di imballaggio recuperati di cui il 67,6% riciclati nel 2013. Sono, in cifre, alcuni dei traguardi raggiunti in 15 anni di attività da Conai, il sistema che coordina l’attività di sei Consorzi rappresentativi dei materiali che vengono utilizzati per la produzione di imballaggi: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro. Un modello che basa la sua forza sul principio della “responsabilità condivisa”, in quanto presuppone il coinvolgimento di tutti gli attori della gestione dei rifiuti: dalle imprese, che producono e utilizzano gli imballaggi, alla Pubblica Amministrazione, che stabilisce le regole per la gestione dei rifiuti sul territorio, ai cittadini, che con il gesto quotidiano della raccolta differenziata danno inizio ad un processo virtuoso per l’ambiente, fino ad arrivare alle aziende che riciclano. Campagne di sensibilizzazione, corrispettivi economici più elevati e più stretta collaborazione con i Comuni:così vengono perseguiti gli obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio visti dalla legge è l’accordo quinquennale 2014-2019 fra l’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e Conai che sarà illustrato nel corso di Ecomondo, la fiera dedicata all’ambiente in programma a Rimini dal 5 all’8 novembre. Walter Facciotto, direttore generale Conai, ne illustra i punti salienti. “Il nuovo Accordo AnciConai contiene molti punti qualificanti. Sotto il profilo economico, la negoziazione ha portato ad un aumento complessivo dei corrispettivi economici pattuiti del 17%. Particolarmente importante UN ACCORDO DI VALORE STRATEGICO Elemento cardine ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero pre- Concorso “Io riciclo, e tu?” Cartelloni, spot radiofonici o televisivi, manifesti. Sono tanti i mezzi e i linguaggi che i ragazzi potranno usare per convincere i propri concittadini ad impegnarsi nella raccolta differenziata dei sei materiali di imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Dopo il successo delle passate edizioni, torna “Io riciclo, e tu?”, il concorso a premi promosso da Conai. Destinatari dell’iniziativa sono gli alunni delle scuole secondarie di 1° Grado e del biennio delle secondarie di 2° Grado. Bellissimi i premi in palio. Alla classe vincitrice andrà un Kit L.I.M (lavagna interattiva multimediale e proiettore), quella al secondo posto si aggiudicherà una postazione completa PC (con monitor, tastiera e tavoletta grafica), mentre la classe terza classificata riceverà una libreria di eco-design. I progetti devono essere presentati entro il 27 marzo 2015. Tutte le informazioni sul sito www.riciclotvb.it. Walter Facciotto è stato l’incremento garantito per la filiera vetro, il 20%, fermo restando che tutti i Consorzi di Filiera hanno incrementato i corrispettivi da erogare ai Comuni”. In questo scenario complesso è naturale chiedersi quali possano essere gli strumenti per raggiungere gli obiettivi di programma. “Prima di tutto - dice Facciotto - sosterremo le aree in ritardo, prevalentemente nel centro-sud del Paese, nell’avvio di nuovi progetti di sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi, offrendo loro supporto nella progettazione del servizio e nella realizzazione di campagne di comunicazione locale dirette ai cittadini”. NOVITÀ IN VISTA PER CARTA E PLASTICA L’accordo contiene inoltre alcune sostanziali novità dal punto di vista tecnico. Per garantire la maggior tutela dei convenzionati, l’accordo prevede una maggior trasparenza nel monitoraggio dei flussi di materiale conferiti ai Consorzi di Filiera e la revisione di alcune procedure di verifica della qualità dei conferimenti. “Oltre alle novità Cosenza, città virtuosa del Sud Buone notizie per i cittadini e per l’ambiente. Succede a Cosenza, dove grazie all’avvio di un nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani la raccolta differenziata è arrivata al 52,5 %, ben al di sopra della media italiana (42,3%) e dello stesso Mezzogiorno (28,9 %), secondo i dati del rapporto ISPRA 2014. Il risultato, estremamente positivo e incoraggiante, è un esempio concreto dell’applicazione dell’Accordo Anci-Conai sul territorio. Un successo frutto dell’impegno del Conai a favore delle aree impegnate nel perseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata, che potrà essere utile riferimento per altre comunità della regione. Il nuovo servizio di raccolta differenziata, realizzato con modalità porta a porta, è stato preceduto da una fase di comunicazione agli utenti e di formazione mirata all’interno di alcuni istituti scolastici. E proprio gli studenti si sono dimostrati un prezioso vettore di informazione all’interno delle famiglie. previste dalla parte generale dell’accordo - precisa Facciotto - vi sono da segnalare due importanti cambiamenti nei singoli Allegati Tecnici. Per gli imballaggi di carta è stata introdotta una revisione nel contenuto convenzionale di rifiuti di imballaggio all’interno della raccolta urbana congiunta, dal 25% al 32%, con possibilità di ulteriori incrementi ogni anno. Rilevante anche la novità introdotta per gli imballaggi di plastica. Per questi ultimi è stato abbandonato il sistema di erogazione dei corrispettivi in funzione delle fasce di qualità, preve- dendo che il corrispettivo sia erogato in funzione dell’effettivo contenuto di rifiuti di imballaggi in plastica nella raccolta”. Il nuovo accordo realizza un’intesa che, nel segno delle precedenti, costituisce un valido strumento di sostegno economico e di supporto tecnico a tutti i Comuni italiani nello sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi da avviare a riciclo. Secondo Walter Facciotto: “è un ottimo punto di partenza per incrementare ulteriormente i risultati nel prossimo futuro”. 36 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera ECONOMIA Sanofi Parte il progetto per selezionare ventenni di talento Trovolavoro Sanofi ha avviato un progetto di selezione rivolto a giovani under 29 di talento per far parte dell’azienda. La selezione è rivolta a laureati in Medicina, Farmacia, Biologia, Chimica, Ctf, Economia o Statistica con un’ottima conoscenza dell’inglese, disponibilità alla mobilità internazionale, un approccio al lavoro etico e multidisciplinare, con elevate doti di flessibilità e capacità di lavorare in team. Info per registrarsi e presentare la propria candidatura nell’area dedicata del sito www.sanofi.it, accessibile dalla homepage (Lavora con noi / Cercasi Talenti). I candidati maggiormente in linea con le necessità di Sanofi verranno inseriti nel corso del 2015 in diverse aree e divisioni dell’azienda. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alberghi e villaggi, 2.500 offerte ● Giovani all’estero La storia di Davide, 28 anni, I colloqui di Voihotels, Accor, Hilton e Obiettivo Tropici in Italia e all’estero medico nel cuore della Norvegia di Enzo Riboni Il “made in Italy” di qualità continua ad essere la carta vincente. Anche nel settore turistico. La conferma arriva dai lusinghieri risultati di Voihotels, acronimo di Vera Ospitalità Italiana, neonato marchio alberghiero del gruppo Alpitour, che raddoppia le presenze internazionali. Con i conseguenti risvolti occupazionali. «Nel 2013 gli ospiti stranieri nei nostri resort erano stati 76 mila, nel 2014 sono saliti a 175 mila» dichiara Gabriele Burgio, presidente e ad Alpitour. «Puntiamo ad una clientela internazionale cui offrire la qualità italiana giocata sui servizi, sul calore dell’accoglienza, della cortesia, della nostra cucina». Attualmente nei 15 Voihotels, di cui 9 sul territorio nazionale, lavorano un migliaio di addetti. Ma sono imminenti nuove acquisizioni. L’ultima è il lussuoso Voi Amarina di Nosy Be, in Madagascar, un pacchetto interamente tricolore: dal volo Neos Air alla commercializzazione Francorosso, alla gestione alberghiera. Così stanno per es- Il manager Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del gruppo di viaggi e vacanze Alpitour sere selezionate 50 nuove figure (front office, cucina, sala) più 50 stagisti da inserire in larga parte nel Voihotels di Roma. Ma la domanda potrebbe aumentare in modo consistente già nella prima metà dell’anno. Indispensabile l’inglese mentre ricerche mirate riguardano chi parla russo, tedesco, francese. Devono conoscere almeno una lingua straniera — inglese, tedesco o russo — anche i 300 giovani che Obiettivo Tropici, società che opera nella ricerca Per gli studenti Google: due assegni da 7 mila euro (i.co.) Due borse di studio da 7 mila euro, firmate Google e annunciate sul blogpost del gruppo: la «Anita Borg Memorial» per le studentesse universitarie in Europa, Medio Oriente o Africa nel 2015-2016, e una borsa europea per studenti con disabilità. e formazione di personale turistico a Bari, Catania, Milano e Roma, sta ricercando per la stagione invernale. Mentre il gruppo francese Accor a livello mondiale offre 2170 posizioni tra offerte di stage e lavoro. In Italia le vacancy sono tre a Milano, Roma e Venezia. Le opportunità in Europa salgono a 1.248, di cui 663 in Francia e 244 nel Regno Unito. Per chi poi volesse volare oltreoceano i posti in Asia sono 647. Le posizioni più richieste riguardano ricevimento, cucina, ristorante, vendite e distribuzione, revenue management. Anche Hilton Worldwide ha la necessità strategica di trovare, formare e coltivare nuovi talenti. Attualmente il gruppo in Italia accetta candidature in tre hotel: Rome Cavalieri Waldorf Astoria, Hilton Milan e Molino Stucky a Venezia. Le posizioni vanno dal front office al dipartimento finance e riguardano tutti i livelli di esperienza dallo stage fino ai ruoli manageriali. Anna Maria Catano Davide Impieri, 28 anni, di Lerici (La Spezia) uando vivi in una società che funziona, in un ambiente di lavoro stimolante, la malinconia di casa si sente meno». Davide Impieri ha 28 anni, viene da Lerici (La Spezia) ed è laureato in medicina a Pisa. Per dare più chance alla sua carriera, però, ha dovuto puntare sull’estero. «Ho scelto la Norvegia perché mi aveva già attratto quando ero un ragazzino». A 16 anni, infatti, grazie a Intercultura Davide ha frequentato il quarto anno di liceo in quel Paese. Seguono sei anni di studi all’università, compreso un Erasmus, finché nel luglio del 2011 arriva la laurea in Medicina. «Fin da bambino sognavo di fare il chirurgo, ma la laurea non basta e così, non essendo riuscito ad entrare in una scuola di specializzazione mi sono adattato a fare qualche guardia medica in attesa di una nuova, improbabile chance. Allora mi sono stancato e nell’estate del 2012 ho spedito i miei titoli all’istituzione norvegese che convalida i documenti». Così, pochi mesi dopo, Davide è già all’ospedale universitario di Oslo, reparto di chirurgia plastica. «Ora, dopo un anno, mi trovo a Molde, a 500 chilometri a nord-ovest della capitale. Resterò un anno e mezzo, poi cercherò lavoro come specializzando, ma sono tranquillo, qui valgono solo cv e capacità». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Pro e contro Le occasioni della settimana La faccia nascosta delle ferie senza limiti Vacanza Illimitata? Sembra una splendida prospettiva. E lo sa bene Richard Branson, l’eccentrico patron della Virgin. Tanto che qualche settimana fa ha lanciato, direttamente dal suo blog, la politica delle “ferie libere” per i suoi dipendenti: i 170 degli headoffice in Gran Bretagna e Stati Uniti già possono “prendersi” tutte le ore e i giorni off che vogliono senza chiedere il permesso a nessuno. L’effetto della notizia in ufficio ancora non si sa, ma di sicuro è rimbombata in tutto il globo (Italia compresa). Su giornali, siti, blog sono fioccati commenti che spaziano dal misurato “Fa sentire i lavoratori «Q più autonomi e in controllo delle loro vite” all’entusiasta “Potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro”. E qualcuno è arrivato, addirittura, a evocare la “Libertà dalla schiavitù”. Nominiamo Sir Richard “Santo subito”? Meglio non essere troppo impulsivi. Perché, malgrado la barbetta, il miliardario britannico non è Babbo Natale. Tant’è che, sempre dal suo blog, si è affrettato a precisare che si può stare a casa dal lavoro sì, ma quando si è certi al 100% di aver sotto controllo tutto (anche i progetti della propria squadra), di non danneggiare il business e, magari, pure la propria carriera. In- Necker Island, aperta ai dipendenti Virgin somma la “generosità sulle vacanze” ha un rovescio della medaglia. E la cosa ovviamente non è passata inosservata sul suolo Usa e britannico. L’interrogativo più diffuso tra i non-supporter è sostanzialmente questo: “Ma cosa succede se quel momento di tranquillità non arrivasse mai?”. La giornalista Venessa Wong ricorda da Businessweek che in America ben il 40% delle persone già non usufruisce delle ferie. Altri avvertono che tra “vacanze quando vuoi (e puoi)” e sfruttamento, il passo può essere pericolosamente breve. Altri ancora prendono di mira direttamente il tycoon. “Ha davvero intenzione di dare alle hostess della Virgin, che attualmente non sono neanche libere di scegliere la sfumatura del rossetto, la libertà di decidere quando stare a casa?” chiede Lucy Kellaway, ironica management columnist del londinese Financial Times. C’è il dubbio che la grande rivoluzione, in realtà, non sia altro che un’astuta mossa pubblicitaria. David Prosser, vent’anni di giornalismo finanziario alle spalle, da Forbes non lo manda a dire. La prima frase del suo articolo è già piuttosto eloquente: “Il vecchio maestro delle pr l’ha rifatto”. Iolanda Barera Da Milano fino a Napoli, le opportunità nella consulenza Maurizio Mondani, alla guida di Capgemini Italia Capgemini 100 neolaureati e professionisti Capgemini — servizi di consulenza, tecnologia e outsourcing — estende il piano di assunzioni del 2014 e dopo aver inserito già 375 persone ne ricerca ora altre 100 per posizioni su tutto il territorio nazionale, da Milano a Torino, Roma, Bologna, Venezia, Napoli e La Spezia. Fra i candidati ideali, 50 senior e 50 neolaureati in discipline tecnico scientifiche/economiche con un ottimo inglese. I junior saranno inseriti con un contratto di apprendistato di 24 mesi. Max Mara 20 ricerche Il gruppo Max Mara ha aperte 20 ricerche di selezione per ruoli nel marketing, commerciale, retail e controllo di gestione. Ai neolaureati — meglio se con un percorso orientato sul sistema moda — sono rivolti diversi programmi. a cura di Luisa Adani © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03). www.trovolavoro.it Experis, la talent company di ManpowerGroup, è attiva in oltre 50 paesi e gestisce talenti esperti nei principali segmenti di mercato. La Divisione Projects Solutions, che offre e realizza Servizi Professionali, Servizi in Outsourcing e Progetti in ambito ICT ed Engineering, ricerca: Primario gruppo Italiano, attivo nel settore dei beni di largo consumo detergenti destinati al canale di vendita della GDO, cerca un azienda leader nel settore giardinaggio per il potenziamento della propria struttura, ricerca: COMMERCIALE ESTERO che gestisca ed elabori la pianificazione dei fabbisogni derivanti dalle esigenze commerciali per trasmetterli alle società produttive Il candidato ideale è un brillante laureato in discipline economiche o gestionali che abbia maturato una significativa esperienza in contesti strutturati che sia in grado di interfacciarsi con i comparti produttivo, commerciale e marketing. In particolare dovrà: gestire il flusso di informazioni provenienti dalla Forza Vendita, in termini sia di previsioni di prodotti gestiti a stock che di promozioni pianificate a commessa. Vigilare sull’affidabilità dei dati di forecast e monitorare costantemente il flusso di emissione sia in termini di tempistica che di quantità. Interfacciarsi con i reparti di programmazione dei siti produttivi e di logistica. Una consolidata esperienza nel lavoro in team e una mentalità problem solving costituiscono elementi essenziali del profilo. Inviare c.v. digitando il codice 6415 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it. Il candidato, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della rete commerciale e di potenziare le vendite all’Estero. Le principali attività a cui sarà chiamato sono:analisi del mercato;gestione portafoglio clienti e sviluppo del business; monitoraggio dello scenario di mercato; gestione dei clienti esistenti, apertura nuovi clienti. Il candidato, in possesso di diploma o laurea, deve, preferibilmente, aver maturato esperienza in analoga posizione, soprattutto nel settore giardinaggio. È richiesta la conoscenza fluente della lingua Inglese e la disponibilità a trasferte all’Estero. Retribuzione ed inquadramento saranno in linea con esperienza e competenza acquisita. L’azienda offre l’opportunità di operare in ambiente professionale di alto livello ed in continua crescita. Sede di lavoro: Correggio (RE). Inviare Cv a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail g.frignani@spal.it, autorizzando il trattamento dei dati in conformità alla Legge 675/96 sulla privacy e successive modifiche Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. REQUIREMENTS PLANNER PROFESSIONISTI IN AMBITO JAVA O .NET Job description I candidati saranno coinvolti su progetti di sviluppo, manutenzione ed implementazione di soluzioni applicative personalizzate e verranno inquadrati, in base alle competenze e le esperienze acquisite, in ruoli di sicuro interesse sulle diverse fasi del Ciclo di vita del Software. Si richiede competenza sulle tecnologie Java o .NET e sulle tecnologie ad esse correlate (HTML, XML, Javascript, JQuery, Ajax, Angular, Drupal) con conoscenza dei framework applicativi e dei principali application server. Si richiede inoltre conoscenza dei principali Database (Oracle, SQL server, MySQL). Sede di lavoro Milano/Torino/Roma/Napoli SISTEMISTI APPLICATIVI Job description azienda nel settore biomedicale per il potenziamento della propria struttura, ricerca: Affermata industria elettrotecnica milanese ricerca TECNOLOGO DI PROCESSO COMMERCIALE ESTERO (GERMANIA) Inviare c.v. digitando il codice 6416 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it. Il candidato, avrà il compito di contribuire allo sviluppo della rete commerciale e di potenziare le vendite all’Estero. Deve possedere buone tecniche di vendita affinate in ambito ospedaliero pubblico e privato. Si occuperà di: analisi del mercato biomedicale; gestione portafoglio clienti e sviluppo del business; monitoraggio dello scenario di mercato; gestione dei clienti esistenti, supporto ai clienti in sala operatoria, apertura nuovi clienti, monitoraggio della concorrenza, visite frequenti e presenza ai principali congressi. Il candidato, in possesso di laurea, deve aver maturato esperienza in analoga posizione, soprattutto nel settore biomedicale. É richiesta la conoscenza fluente della lingua Tedesca ed Inglese e la disponibilità al trasferimento in Germania, zona Berlino. Retribuzione ed inquadramento saranno in linea con esperienza e competenza acquisita. L’azienda offre l’opportunità di operare in ambiente professionale di alto livello ed in continua crescita. Sede di lavoro: Germania. Inviare Cv a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail g.frignani@spal.it, autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla Legge 675/96 sulla privacy e successive modifiche Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. per il controllo delle attività d’industrializzazione del prodotto e la conduzione dell’Ufficio Strutture e Costi. Cerchiamo una persona giovane e capace di assumere la titolarità del servizio. Si richiede: laurea in ingegneria, preferibilmente meccanica, approfondita conoscenza delle tecnologie industriali e significativa esperienza sia di industrializzazione del prodotto che di tempi e metodi, capacità relazionale. Sede di lavoro: Milano zona nord. I candidati sono sistemisti dotati di autonomia nel ruolo e saranno coinvolti in attività di installazione, configurazione, amministrazione e tuning su applicativi basati su architetture Java e sulle più diffuse componenti lato Application Server e Web Server. E’ richiesta esperienza su sistemi operativi Windows, Unix, Linux e principali RDBMS (Oracle, SQL server, MySQL). Le risorse, svolgeranno attività di gestione E2E ed issue di produzione, definizione di architettura tecnica, configuration management, gestione sistemistica, performance test e tuning. Sede di lavoro Milano/Torino/Roma/Napoli Completano i profili il possesso di Diploma o Laurea in discipline tecnico-scientifiche, esperienza da 1 a 5 anni nel ruolo, conoscenza della lingua inglese, capacità di lavorare in team. Si considerano anche candidature di liberi professionisti e consulenti/collaboratori. Per candidarsi inviare CV aggiornato a recruitment@it.experis.com Il servizio è gratuito. I candidati, ambosessi (L 903/77), sono invitati a leggere l’Informativa Privacy su www.experis.it Aut. Min. Prot. N. 1119 - SG - del 26/11/04 - www.experis.it. Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 Trovolavoro ECONOMIA Bocconi Duecento studenti in gara contro gli sprechi alimentari L’Università Bocconi ha presentato ieri la «competition» internazionale #FoodSavingBEC in collaborazione con Expo2015, Ministero dell’Agricoltura e Commissione Ue. Sono 200 gli studenti universitari chiamati a Milano da tutto il mondo per una settimana di studio, teamwork e sfida sui temi dello spreco alimentare dal 24 giugno all’1 luglio. Per partecipare gli studenti A Trento Quattro borse per il paesaggio dovranno girare un video motivazionale e di autopresentazione in inglese e condividerlo sul sito www.foodsavingbec.com (entro il 31 gennaio 2015) con il cv. I 200 ragazzi elaboreranno ipotesi innovative di soluzione del problema. La squadra vincitrice parteciperà alla Summer School Bocconi. I. Co. Scadono il 9 dicembre i termini per le domande per le 4 borse di studio da 2.000 euro per giovani laureati che vogliono accedere al master in «World natural heritage management» 2015. Le borse sono messe a disposizione dalla Provincia di Trento che attraverso la Tsm-step e in partnership con l’università di Torino propone il master a Trento © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Aziende e atenei, i bandi per giovani ● All’Università Cattolica di Milano viene proposta la «Global social venture competition», una business competition internazionale riservata a idee d’impresa o imprese nate dopo il maggio del 2012 e che abbiano, accanto alla necessaria sostenibilità economica, anche un impatto sociale ambientale positivo e misurabile Giovani e brillanti cercansi. Università e aziende organizzano concorsi per reclutare i profili più interessanti. Ecco, a seguire, alcuni esempi. Si è appena aperta la 23sima edizione del Brandstorm 2015, gara di L’Oréal tra team universitari dedicata al business e all’innovazione. 360 i campus partecipanti di 45 Paesi. In Italia 4 i partner: la Cattolica, il Politecnico di Milano, l’Università di Torino e la Bocconi. Per gli altri atenei è possibile sfidarsi on-line. Si chiama Brandstorm Wildcard ed è un canale della piattaforma digitale di registrazione on line http://www.brandstorm.loreal.com/conceptpage-the-game. Una volta registrati, i team potranno postare il loro video ed essere valutati dal crowdvoting. La registrazione entro il 31 gennaio 2015 e per i primi tre classificati alla finale mondiale di Parigi di giugno premi di 10 mila, 5 mila, 2.500 euro. Mentre Procter & Gamble organizza il P&G Award: una sfida lanciata agli studenti universitari cui viene chiesto di cimentarsi in un business game(www.pgaward.it). La com- ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET I concorsi, le competizioni del momento e le iniziative su misura degli enti Cattolica petizione del 2015 vedrà la parte c i p a z i o n e a n c h e d e l l e università di Spagna e Portogallo. La finale a maggio, a Lisbona, tra 6 gruppi. Per candidarsi c’è tempo fino a marzo. All’Università Cattolica di Milano viene invece proposta la Global social venture competition, una business competition internazionale riservata a idee d’impresa o imprese nate dopo il maggio 2012 che abbiano, accanto alla necessaria sostenibilità economica, un impatto sociale ambientale positivo e misurabile. La fase italiana, organizzata dall’Alta Scuola Impresa e Società (Altis), in collaborazione con Italeaf, Intesa Sanpaolo, Associazione Prospera e U-start, si apre il 10 novembre. Per partecipare occorre inviare una breve presen- 37 tazione dell’idea entro il 5 dicembre. Le prime 2 idee, selezionate e proclamate il 27 febbraio, parteciperanno alle global finals ad aprile in California (globalcompetition.altis@unicatt.it; www.gsvc.it). Entro il 14 novembre alle 12 ci si può inoltre candidare al Progetto Professionalità Ivano Becchi (www.fbml.it). La Fondazione Banca del Monte di Lombardia sostiene ogni anno 25 progetti di formazione da svolgere presso imprese, associazioni, università fuori dalla Lombardia e in altri Paesi. Rivolto agli under 36 con residenza o lavoro in Lombardia. Sono infine 81 i progetti che hanno ottenuto i contributi (498 mila euro complessivi) messi a disposizione dall’Emilia Romagna per interventi a favore delle giovani generazioni. Un bando collegato al «Progetto adolescenza», a cui i distretti stanno lavorando, compreso un corso di formazione curato assieme all’Università di Bologna in collaborazione con l’Ausl della Romagna. Irene Consigliere IreConsigliere © RIPRODUZIONE RISERVATA Cambi di poltrona Mencattini sale in Generali Busetto in Siemens Italia Erica Peng e, nella foto sotto, Maria Cecilia Andretta Alexander Zehnder, 45 anni, svizzero, è entrato nella casa farmaceutica Sanofi Italia in qualità di presidente e amministratore delegato. Proviene da Roche. Andrea Mencattini, 53 anni, è stato nominato chief life&employee benefits officer di Generali e presidente di GenertelLife. Ha maturato esperienze in Europ Assistance. Marco Rognini, 50 anni, è il nuovo amministratore delegato e general manager del Metropolitan Market Center di Roma. Ha lavorato in Re/Max e Rexfin. Erica Peng, 35 anni, cinese, ha assunto il ruolo di country manager Italia di Cathay Pacific Airways. Maria Cecilia Andretta, 31 anni, è diventata amministratore delegato Italia di Alfemminile.com. Giuliano Busetto, 57 anni, ha ricevuto l’incarico di responsabile delle divisioni digital factory e process industries di Siemens Italia. a cura di Felice Fava felicefavacor@hotmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 38 PENSIONATO automunito conoscenza lingue tedesco inglese, offresi come autista a privato. Tel. 366.19.71.740 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it B oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale e acquisti offresi part-time in Milano. 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Com. Crescita EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Garantito EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C EUR 30/10 Azimut Reddito Euro EUR 30/10 Azimut Reddito Usa EUR 30/10 Azimut Scudo EUR 30/10 Azimut Solidity EUR 30/10 Azimut Strategic Trend EUR 30/10 Azimut Trend America EUR 30/10 Azimut Trend Europa EUR 30/10 Azimut Trend Italia EUR 30/10 Azimut Trend Pacifico EUR 30/10 Azimut Trend Tassi EUR 30/10 Azimut Trend EUR AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 30/10 AZ F. Active Selection ACC EUR 30/10 AZ F. Active Selection DIS EUR 30/10 AZ F. Active Strategy EUR 30/10 AZ F. Alpha Man. Credit EUR 30/10 AZ F. Alpha Man. Equity EUR 30/10 AZ F. Alpha Man. Them. EUR 30/10 AZ F. American Trend EUR 30/10 AZ F. Asia Absolute EUR 30/10 AZ F. Asset Plus EUR 30/10 AZ F. Asset Power EUR 30/10 AZ F. Asset Timing EUR 30/10 AZ F. Best Bond EUR 30/10 AZ F. Best Cedola ACC EUR 30/10 AZ F. Best Cedola DIS EUR 30/10 AZ F. Best Equity EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2015 ACC EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2015 DIS EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2016 ACC EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2016 DIS EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC EUR AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 30/10 EUR 30/10 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS EUR 30/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC EUR 30/10 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS EUR 30/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC EUR 30/10 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS EUR 30/10 AZ F. Cash 12 Mesi EUR 30/10 AZ F. Cash Overnight EUR 30/10 AZ F. Carry Strategy ACC EUR 30/10 AZ F. Carry Strategy DIS EUR 14/10 AZ F. Cat Bond ACC EUR 14/10 AZ F. 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Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income RERA Santo Sepolcro: dimora 187 mq., vista panoramica. CE in corso. info@solferinoimmobiliare.it CUSANI appartamenti ristrutturati, scaloni monumentali, splendidi saloni, soffitti affrescati, giardino. Golf, fitness indoor. Mq. 340/400/740. CE: D - IPE: 104,5 kWh/mqa 02.88.08.31 cod. C05 www.filcasaimmobili.it DE AMICIS. Bilocale cucina abitabile, balconi. 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Nome 6,141 6,433 6,341 5,648 3,896 6,526 5,613 5,610 5,736 5,342 5,728 4,966 6,400 3,076 4,991 5,131 5,130 3,215 5,090 5,076 5,598 5,524 6,153 5,548 4,956 4,496 4,163 5,358 5,166 5,398 5,184 6,323 5,757 4,738 4,363 5,608 5,526 3,184 3,182 5,024 4,736 6,152 4,864 4,331 6,950 6,292 5,329 5,189 5,275 4,863 5,368 6,299 5,085 4,919 6,159 5,652 6,012 5,112 5,112 6,500 5,764 1522,820 1673,709 1608,122 1452,081 1388,028 1379,267 1302,823 1239,061 1195,828 119,106 119,005 75,162 78,404 104,555 1073,454 1157,447 1019,734 1522,502 1671,785 1606,291 1449,756 1385,823 1363,276 1287,739 1238,962 1195,744 118,650 118,547 75,695 78,923 104,224 1072,897 1151,245 1019,440 30/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR 55,240 96,180 939,620 55,470 96,610 938,510 31/10 30/10 31/10 22/10 30/10 29/10 EUR JPY USD EUR EUR EUR 118,630 8785,000 173,650 4625,780 107,210 10697,960 116,400 8757,150 171,090 4518,990 107,060 10753,850 29/10 29/10 29/10 29/10 29/10 29/10 10,320 4,994 5,640 5,194 6,504 7,214 WWW.COGERAM.COM •SOCIETA' DI GESTIONE IMMOBILI affitta direttamente uffici/negozi/abitazioni nel centro di Milano. 02.76.00.84.84 MONTI 79 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com Active Dollar Bond A Active Emerging Credit A Active Emerging Credit B Active European Credit A Active European Credit B Active European Equity A Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. 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Cap P KIS - Target 2014 X 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 31/10 31/10 30/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 118,890 121,530 122,030 103,170 131,340 131,110 134,210 139,330 103,490 107,120 152,360 111,790 114,840 115,940 119,950 122,260 122,880 93,440 98,260 97,930 31/10 31/10 31/10 29/10 29/10 29/10 29/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 53,130 63,050 60,060 62,210 61,200 63,180 61,790 57,650 46,550 66,160 64,060 60,080 46,600 52,060 62,380 59,920 61,850 61,050 62,750 61,820 57,540 45,740 65,780 63,760 59,910 45,220 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 25,040 16,080 14,420 14,040 14,510 10,361 15,130 9,840 14,691 9,159 12,685 17,095 12,883 11,011 5,844 5,702 59,070 14,700 11,581 43,180 10,555 13,119 11,903 47,190 10,223 36,980 3379,000 17,360 15,660 11,700 19,050 13,710 14,770 14,040 10,890 10,500 14,470 11,737 10,413 32,560 31,130 24,990 16,050 14,270 13,890 14,320 10,364 15,050 9,770 14,628 9,120 12,670 17,093 12,881 11,009 5,843 5,693 57,830 14,400 11,592 42,410 10,559 13,130 11,912 46,580 10,185 36,350 3171,000 16,850 15,200 11,370 18,940 13,630 14,380 13,680 10,883 10,491 14,180 11,740 10,416 32,050 30,640 118,240 120,860 121,350 103,050 131,740 131,430 134,850 139,990 103,500 107,130 151,780 111,370 114,410 115,500 120,100 122,410 123,000 92,240 97,000 97,930 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,988 109,053 115,074 112,564 24,589 5,725 119,857 91,865 12,700 107,937 114,958 110,094 24,424 5,716 119,674 91,872 31/08 31/08 31/08 31/08 31/10 31/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 30/10 31/10 31/10 31/10 30/10 30/10 TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 1 Offerte di collaborazione: € 2,08; n. 2 Ricerche di collaboratori: € 7,92; n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili commerciali e industriali: € 4,67; n. 9 Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali: € 5,00; n. 24 Club e associazioni: € 5,42. Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Tariffa a modulo: € 110 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 31/10 115,070 PS - Absolute Return A EUR 31/10 121,580 PS - Absolute Return B EUR 31/10 110,330 PS - Algo Flex A EUR 31/10 105,650 PS - Algo Flex B EUR 31/10 86,100 PS - BeFlexible A EUR 31/10 84,570 PS - BeFlexible C USD 28/10 101,670 PS - Best Global Managers A EUR 28/10 105,830 PS - Best Global Managers B EUR 31/10 108,580 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 31/10 164,400 PS - Bond Opportunities A EUR 31/10 122,770 PS - Bond Opportunities B EUR 31/10 102,460 PS - Bond Opportunities C USD 28/10 117,910 PS - EOS A EUR 31/10 90,050 PS - Equilibrium A EUR 31/10 98,510 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 31/10 99,360 PS - Global Dynamic Opp A EUR 31/10 100,080 PS - Global Dynamic Opp B EUR 31/10 114,860 PS - Inter. Equity Quant A EUR 31/10 117,490 PS - Inter. Equity Quant B EUR 31/10 125,200 PS - Liquidity A EUR 31/10 100,440 PS - Liquidity B USD 31/10 96,930 PS - Opportunistic Growth A EUR 31/10 102,780 PS - Opportunistic Growth B EUR 28/10 96,240 PS - Prestige A EUR 28/10 102,570 PS - Quintessenza A EUR 28/10 107,740 PS - Target A EUR 28/10 107,920 PS - Target B EUR 28/10 103,970 PS - Target C USD 28/10 105,310 PS - Titan Aggressive A EUR 31/10 101,800 PS - Total Return A EUR 31/10 95,830 PS - Total Return B EUR 31/10 112,740 PS - Valeur Income A EUR 28/10 106,300 PS - Value A EUR 28/10 108,680 PS - Value B EUR 28/10 104,180 PS - Value C USD 114,930 121,440 110,080 105,410 86,070 84,550 100,760 104,860 108,640 164,530 122,850 102,560 115,830 91,260 98,540 98,980 99,690 113,900 116,500 125,250 100,490 96,840 102,680 95,620 101,950 106,750 106,930 103,020 103,610 101,810 95,840 112,620 104,460 106,780 102,340 www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I 31/10 31/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR EUR 102,860 102,520 172,210 1760,100 102,230 101,290 172,010 1758,110 www.pegasocapitalsicav.com 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 Strategic Bond Inst. 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A NM Q7 Globalflex A NM Total Return Flexible A NM VolActive A NM VolActive I 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 31/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 193,170 146,870 138,160 139,170 47,320 74,670 106,160 111,990 114,680 137,800 104,910 106,190 55,690 104,070 122,220 103,880 104,970 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. 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Grower D EUR 281,410 279,700 CITIC Securities China Fd A USD 31/10 6,014 EUR 197,560 196,380 Fidela A EUR 31/10 5,381 EUR 199,180 197,980 Income A EUR 31/10 5,701 EUR 174,080 173,970 International Equity A USD 31/10 7,662 EUR 124,280 124,190 Italian Selection A EUR 31/10 6,194 EUR 128,820 128,720 EUR 31/10 5,330 EUR 124,150 124,090 Liquidity A EUR 31/10 5,319 EUR 132,030 131,980 Multimanager American Eq.A EUR 31/10 4,907 Multimanager Asia Pacific Eq.A EUR 134,520 134,460 EUR 31/10 4,538 EUR 176,360 176,500 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A USD 31/10 4,427 EUR 122,680 122,770 Multimanager European Eq.A EUR 31/10 5,114 EUR 125,090 125,180 Strategic A EUR 31/10 6,330 EUR 126,160 125,820 Usa Value Fund A EUR 31/10 5,504 124,090 123,760 Ver Capital Credit Fd A EUR EUR 31/10 96,220 94,890 Asian Equity B EUR 31/10 135,080 133,230 Asian Equity B USD 106,160 Emerg Mkts Equity 31/10 439,610 434,010 USD 111,610 Emerg Mkts Equity Hdg 31/10 429,700 424,170 EUR 148,940 European Equity 31/10 273,880 269,480 EUR 31/10 337,400 332,190 European Equity B USD 31/10 112,650 110,960 Greater China Equity B EUR 31/10 160,240 157,900 Greater China Equity B USD 31/10 78,320 76,690 Growth Opportunities USD 31/10 85,780 83,970 Growth Opportunities Hdg EUR 31/10 137,700 131,910 Japanese Equity JPY 31/10 136,220 130,680 Japanese Equity B USD 31/10 178,580 171,340 Japanese Equity Hdg EUR 31/10 134,100 132,910 Swiss Equity CHF 31/10 101,870 100,960 Swiss Equity Hdg EUR 31/10 173,310 171,340 US Equity USD 31/10 190,820 188,630 US Equity Hdg EUR 6,879 7,642 5,798 5,826 5,989 5,356 5,696 7,518 Tel 0332 251411 6,062 www.ottoapiu.it 5,329 5,249 8a+ Eiger 31/10 5,866 5,753 EUR 4,848 8a+ Gran Paradiso 31/10 5,159 5,159 EUR 31/10 5,734 5,696 EUR 4,460 8a+ Latemar 24/10 EUR 730085,977 709649,798 4,375 8a+ Matterhorn 5,091 6,243 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133542FB www.kneip.com 5,494 Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 ● Piazza Affari ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI 39 Sussurri & Grida Investcorp e la maxiofferta da 130 milioni per Dainese di Giacomo Ferrari StMicroelectronics in recupero Per Enel una scivolata del 4,2% A ppesantito dagli scivoloni di Snam (-11,32%) e Terna (-6,67%), l’indice Ftse-Mib di Piazza Affari è terminato in calo del 2,1%, il peggiore in Europa. La revisione dei criteri di remunerazione dello stoccaggio del gas ha penalizzato le due società energetiche, colpite di conseguenza dalla revisione dei giudizi degli analisti. Ma è scesa vistosamente anche Moncler (-4,88%) dopo il servizio di Report e nonostante le smentite della società. Giù inoltre Enel (-4,23%) ed Exor (-4,14%). In controtendenza Yoox (+6,04%) in attesa dei conti trimestrali di domani, oltre a StMicroelectronics (+1,78%) e Mps (+1,48%). Balzo, infine, di Rcs MediaGroup (+6,55%) grazie ai successi in Spagna annunciati dall’ad Scott Jovane. © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± (d. pol.) Alla fine a calare l’asso è stato Nemir Kidar, il potente manager alla guida della Investcorp del Barhain. Nella gara all’ultimo rilancio per conquistare i caschi da moto della Dainese ha battuto l’offerta dei fondi concorrenti Searchlight e Lcapital mettendo sul piatto 130 milioni di euro per il 100%. Una ricca valutazione per l’azienda vicentina celebre per l’abbigliamento da moto, le protezioni per la mountain bike, i caschi Agv e adesso anche i tessuti per le tute spaziali in qualità di partner del progetto BioSuit sviluppato con gli ingegneri del Massachusetts institute of technology. Adesso tocca al fondatore dell’azienda Lino Dainese, 66 anni, dire l’ultima parola, confermando l’offerta. Sembra però difficile che l’imprenditore vicentino insieme all’amministratore delegato Federico Minoli (foto), già numero uno della Ducati, possano riuscire a spuntare di più da Investcorp per l’azienda nota anche come sponsor dei piloti Valentino Rossi e Max Biaggi. L’offerta del Bahrain valuta infatti il 100% dell’azienda più del suo fatturato, pari a circa 120 milioni di euro. Dainese è da tempo alla ricerca di un nuovo assetto che garantisca alla sua creatura i mezzi per la crescita futura sui mercati. Tuttavia fin qui nessuno sarebbe venuto incontro alle richieste della famiglia fondatrice e di Minoli, disposti a vendere la maggioranza solo a prezzi d’affezione. Fino all’arrivo di Investcorp, specialista dei marchi di lusso e diventato famoso per il rilancio del marchio Gucci. In Italia il fondo di Kidar, che quest’anno ha raccolto nuovi fondi per un valore totale di 2 miliardi di dollari, è di casa. Ha rilevato anni fa l’azienda di distribuzione di bevande e snack N&W Vending e la Ceme, specializzata nella produzione di componenti per la regolazione dei fluidi. Ma era da tempo che cercava una nuova carta da giocare nel lusso. Dainese è un’occasione ghiotta e secondo i manager del Bahrain c’è ancora del valore da creare. Il marchio continua ad essere unico nel settore delle due ruote e nello sci, ma di fronte a un mercato sempre più globalizzato e con necessità di forti investimenti in ricerca e sviluppo c’è bisogno di mezzi. A maggior ragione se c’è anche la necessità di costose sponsorizzazioni. (c.d.c) Basta un numero: 1,3 milioni. Sono tante le aziende femminili in Italia e in crescita, secondo Unioncamere, dello 0,7% se si prendono in considerazione solo i mesi tra aprile e giugno. Donne che spesso faticano a trovare finanziamenti e che, secondo alcuni studi, pagano addirittura di più, rispetto ai loro omologhi uomini, tassi di interesse e prestiti. Ma negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando: si sta allungando ad esempio la fila di istituti di credito che propongono strumenti di finanziamento al femminile. Per start up o per lo sviluppo dell’economia “rosa” come nel caso del gruppo Cariparma Crédit Agricole che ha deciso di dedicare un progetto specifico alle donne imprenditrici, in sinergia con l’università Cattolica e l’associazione Valore D. DonnAzienda il nome del progetto che mette a disposizione un plafond di 28 milioni di euro con prodotti di finanziamento e una rete di servizi all’impresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ æ`Êæ| Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`ÉÉÐ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ `ÐÐz XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ ¤|`Õæ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ æ`¤É XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ ¤`¤Õæ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Õ`Ézæ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤z kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`¤|| £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Õ`É|| NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|ææ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ |`Êææ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Ð`pÉæ Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ `¤Õæ Âk@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ r ÅX¬@Ýk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/ ¯ ¤`pæp ÅÎ@b K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ z`zÐæ Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤p`Ðææ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ z`Ðæ ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ `ÊÉz ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`æææ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ ¤p`zÕæ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`pÐæ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ¤`¤zæ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤|`ÕÐæ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ z`Éæ @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`¤æp @X ,¬@Âk 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @Î ÂàÅk ×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! 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Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! !@Âk 1kXÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ !@@~kkÎ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ !.. K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!..¯ !kb@XÎkX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ ,Âkää .x± ®kׯ æ`pzÊ æ`¤pÕ ÕÕ`ÕÐæ ¤`Êææ æ`ÊÊz Ð`pp ¤`æp |`æ¤| Ð`æpæ ¤Ê`ÉÐæ p`zz æ`ææ æ`æ¤Ê Ê`|pz æ`ʤ ¤`z|Õ ÐÐ`Фæ æ`ÊÉÊ æ`ÉÐ p`¤z ¤p`zæ Õ`Õ| z`Épæ æ`ÊzÕ |`¤¤Ê É`æÕz æ`zÊz ¤`ÉÕÕ æ`æz Ð`ÊÉÕ Ð`¤ÊÊ ¤Ê`¤Ðæ Õ`|¤Õ æ`pzÉ ¤p`|zæ Õ`æ|Ê æ`zÐz æ`Ê|Õ æ`Ê|p Ðæ`ÊÐæ æ`zæÕ ¤æ`Êæ æ`|Éz æ`Ð|æ æ`zÕ ¤æ`ÐÊæ Õ`Õpæ Õ`ææp æ`|p ¤`ÉpÉ æ`zp ¤`|p¤ ¤`¤p¤ ¤`|ÐÐ |`zÉÊ ¤`æææ ¤Ð`æ¤æ p`æææ r æ`ÕÕæ æ`pæÉ ¤`ÕæÐ Ê`Õæ ¤`æ¤ æ`zzæ |æ`¤Éæ æ`Êzz ¤`Êpz æ`ææ ¤Õ`Épæ æ`Ð| 8@± .x± ® °¯ æ`ÕÐ |`ÕÊ æ`ÉÊ ´æ`¤Ð ´æ`zÐ |`ÕÐ Õ`zz ´¤`ÊÕ ´¤`|æ ¤`z Õ`æp ´Õ`Ð ´¤¤`ÕÉ ¤`zÕ æ`Ð æ`zÕ |`¤| ¤`pÕ Ð`ÊÊ ´æ`¤¤ ¤`ÐÐ ´¤`zÐ r æ`ÕÐ æ`ÉÉ Õ`Õ Õ`æp ´æ`¤É ¤`ÊÐ æ`¤Ê ´¤`ÊÉ ¤`Õ ¤`æÉ ´æ`|¤ æ`Êz Õ`zÉ Ð`zÕ Ð`zÐ ´Ð`|Ð ¤`p ´Õ`z æ`æ æ`zÉ æ`ÉÐ ¤`¤É æ`Ðp Õ`|p ¤`Õp ´Ð`ÉÐ ´æ`Ð æ`zÕ æ`| Õ`|p ´Ð`Õ| ´æ`|| r ´¤`Ê| r r æ`|¤ ´æ`æÊ ´æ`Õ ´Õ`|| ´Õ`p ´¤`æ¤ ¤`¤Ð Õ`|Ê æ`ÉÉ ¤`z| ´æ`zz ´Ð`ʤ 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤Õ`Ð æ`pÐz |æ`ÉÊ æ`¤Êæ ´Ð`zz ¤z`ɤæ z`ÕÉ ¤`|Õæ ¤`Õæ æ`zp ´Õ|`Ðp Ð`¤Ð| ´Ð`|¤ 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ , ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ >×XX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 ¯ >×XX ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3 ¤|¯ >×XX ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 .¯ ,Âkää .x± ®kׯ Õ`ÊÊæ Ê`|z z`Фz æ`¤æÉ r ¤`Õæp ¤`æÊæ æ`|zÊ ¤æ`zÕæ æ`ÊzÊ ¤`zÉp æ`ÐæÕ æ`Ê¤É æ`æÐp |`ɤ| Õ`Êz| |`ÉÕp r r æ`ÐÐp ¤`Õʤ Õ`Ð| ¤`Ðp¤ Õ`¤pæ æ`Êp r Ð`¤æ| ¤`zÉz ¤æ`Êzæ `Éææ z`¤¤æ æ`Õ|Õ æ`ÕzÊ æ`Õ|¤ ¤Ð`|ææ ¤Ð`Éææ æ`Õpæ Õ`|æ æ`pz ¤Ð`Éæ zÉ`Êææ æ`zz æ`æÉ ¤`Õzp ¤Õ`ææ Ê`æpz z`¤ææ ¤æ`pzæ ¤Õ`Ðæ r Õ`ÕÊÕ ¤æ`ææ æ`p¤æ ¤Õ`Ð¤æ ¤Õ`ææ r æ`ææ¤ æ`pÉæ |`¤ææ æ`Õæ 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Solo sul leggendario artista spagnolo Daix ha pubblicato 16 libri (in totale ne pubblicò una cinquantina) tra il 1977 e il 2006. Nato il 24 maggio 1922 a Ivry-sur-Seine, Daix aderì a soli 17 anni al Partito comunista francese e partecipò alla Resistenza; arrestato, fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, esperienza drammatica che ha raccontato nel romanzo Les Revenantes (2008), ma nel 1971 Daix, deluso dal totalitarismo sovietico, ruppe definitivamente con il Pcf. Nel 2003 fu insignito del Prix Georges Pompidou e nel 2009 della Legion d’onore. Storiografia Sulla rivista del Mulino «Contemporanea» un saggio di Massimiliano Boni sull’incredibile carriera istituzionale del capo del Tribunale della razza di Gian Antonio Stella C osa ci fa il busto del presidente del Tribunale della razza nel corridoio nobile della Corte costituzionale? È insopportabile, dopo aver letto finalmente un’inchiesta stringente, documentatissima e implacabile sulla vita di Gaetano Azzariti, sapere che un uomo così arrivò, grazie alla lavanderia di Palmiro Togliatti, alla presidenza della Suprema Corte senza che alcuno gli rinfacciasse il ventennio passato a confezionare leggi su misura per il Duce e per la caccia all’ebreo. Ben 45 libri, saggi e discorsi vari ci sono, nel catalogo delle biblioteche italiane, con Azzariti nel titolo o tra gli autori. Non uno cita la sua devozione fascista e razzista. Così come non ne parlano mai, lo diciamo arrossendo, gli articoli nell’archivio del «Corriere». Mai. Dopo la morte, anzi, l’«Informazione» si spinse a scrivere che con la sua elezione alla Consulta era stata «coronata la carriera di un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al trionfo della giustizia e della verità». Non è così. E lo dimostra un saggio di Massimiliano Boni, consigliere della Corte costituzionale. S’intitola Gaetano Azzariti: dal Tribunale della razza alla Corte costituzionale pubblicato dalla rivista «Contemporanea» del Mulino. Un saggio che, documenti alla mano, ricostruisce la vita di Azzariti, dalla nascita a Napoli nel 1881 (nonno, padre e due fratelli magistrati) alla carriera di altissimo burocrate all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia che comandò negli anni in cui il fascismo si impossessò dello Stato, dal 1927 al 25 luglio 1943, quando Mussolini fu rovesciato e lui si riciclò come guardasigilli «tecnico» per un mese e mezzo nel governo Badoglio, precipitandosi a concedere l’immediata scarcerazione dei detenuti politici. C’è chi dirà: furono tanti i giudici che applicarono le leggi fasciste. Vero. E la Repubblica non poteva certo processarli tutti. Ma lui non si limitò ad applicarle: le fece. Come scrive Silvia Falconieri nel libro La legge della razza (Il Mulino, 2012), non bastò proclamare la superiorità della stirpe: la razza divenne «affare dei giuristi». E lì, spiega Boni, fu «necessario selezionare un ceto di chierici che da un lato traducesse in norme e provvedimenti quanto deciso a livello politico, dall’altro fornisse un fondamento teorico al nuovo corpus di norme». Azzariti è in prima fila: «I documenti attestano la piena partecipazione di Azzariti al processo di edificazione della legislazione fascista, compresa quella razziale». Il Duce se ne fida al punto di promuoverlo nel 1939 alla testa del Tribunale della razza. Un ruolo svolto con zelo fino alla caduta del regime. Lo dimostra un discorso del 28 marzo 1942. Dove si compiace che «l’egualitarismo dominante (…) senza differenza di età di sesso di religione o di razza», non sia più «una specie di dogma indiscutibile»: col Una ragazza affigge un cartello su un negozio in occasione dell’entrata in vigore in Italia delle leggi razziali fasciste (1938) Azzariti, un antisemita alla Suprema Corte Lavorò alle leggi fasciste, anche quelle contro gli ebrei Ma grazie a Palmiro Togliatti fu riabilitato e promosso ❞ fascismo «ora è relegato in soffitta». E afferma che «la diversità di razza è ostacolo insuperabile alla costituzione di rapporti personali, dai quali possano derivare alterazioni biologiche o psichiche alla purezza della nostra gente». Infame. Non è l’«errore di gioventù» di tanti ragazzi allevati nel culto del Duce. Quando sputa sui diritti inalienabili con la tesi che «nel campo del diritto non esistono “immortali principi”, i quali, del resto, anche fuori del campo giuridico sono ormai morti o agonizzanti», Azzariti è un sessantunenne laureato da quaranta. È il più potente burocrate del ministero. È il capo di quel Tribunale della razza, spiegherà il grande accusatore Raffaele Gioffredi, istituito per «arianizzare», inventandosi una madre adulterina e un padre ariano, «gli israeliti cari al cuore del Duce» o «quelli che più fossero disposti a mollar danaro, ville, gioielli o altre utilità di gran pregio». È insomma in primissima fila tra quanti se- lezionano chi nel 1943 sarà salvato e chi verrà sommerso dall’Olocausto. Questo fu, Gaetano Azzariti. Premiato, accusa Boni, anche da una pioggia di prebende: un documento dell’Alto commissario per l’epurazione «riassume l’elenco dei pagamenti a lui effettuati, tra il 1932 e il 1943, ulteriori a quelli percepiti come ordinarie competenze mensili di stipendio e indennità accessorie». Fedele al fascismo sì, ma non gratis… Come fece, uno così, a uscire Lo studio ● Massimiliano Boni ha dedicato alla figura e alla carriera di Gaetano Azzariti (nella foto sopra) un ampio saggio critico, che verrà pubblicato sulla rivista «Contemporanea», edita dal Mulino, nel numero che uscirà in libreria il 10 dicembre 2014 I documenti attestano il suo ruolo attivo nella legislazione del regime, ma la fedina gli viene poi ripulita Il Migliore lo prende a collaborare al ministero Figlio di Giuseppe, presidente emerito della Fondazione Premio Balzan di Giustizia. Oggi c’è un suo busto in corridoio ggi la camera ardente a Palazzo Firenze 66) e alla presidenza del Consiglio quale alla Corte (piazza Firenze 27, Roma) e domani, alle 10, consigliere diplomatico del presidente (1970costituzioi funerali a Santa Maria in Trastevere per Bruno 72). Fu poi capo del servizio stampa della nale Bottai, figura di spicco nella cultura italiana, Farnesina (1972-76) e ambasciatore presso la Bruno Bottai, il diplomatico amico di Dante O L’ambasciatore Bruno Bottai (1930-2014), ex segretario generale della Farnesina diplomatico, presidente della Società Dante Alighieri ed emerito della Fondazione Balzan. L’ambasciatore Bruno Bottai era nato a Roma il 10 luglio 1930. Era figlio di Giuseppe Bottai, governatore di Roma, di Addis Abeba e ministro della Educazione nazionale di Benito Mussolini, una delle figure più importanti del regime fascista sotto il profilo culturale. Bruno era entrato a 24 anni in carriera diplomatica, rivestendo la carica di vice console a Tunisi e rappresentante italiano presso la nascente Comunità Europea dal 1958 al 1961. Ha poi seguito gli sviluppi europei negli anni di servizio alla segreteria generale del ministero quale capo del Servizio coordinamento (1961- Santa Sede (1979-81), carica rivestita di nuovo dal 1994 al ‘97. Ambasciatore di grado nel maggio 1981, ebbe successivamente incarichi di direttore generale degli affari politici (1981-85), ambasciatore a Londra (1985-87) e segretario generale della Farnesina (1987-94). Dall’aprile del 1995 era presidente della Società Dante Alighieri. Era anche presidente emerito della Fondazione Premio Balzan, già presidente del consiglio di fondazione dal 1999 al 2013, e aveva conferito al Premio «un inestimabile contributo di sensibilità e passione», si legge in una nota diramata dalla stessa Fondazione. P. Pan. © RIPRODUZIONE RISERVATA indenne dalla caduta del Duce? Per cominciare, spiega Boni, ebbe la «fortuna» che tutti gli atti dei processi del Tribunale della razza, prodigio prodigioso, sparirono. Tutti. A seguire, contando sull’omertà di una rete di rapporti intessuta per decenni, affrontò l’inchiesta truccando le carte. «Ha fatto parte di uffici o commissioni razziali?», chiede il questionario. E lui risponde: «No. Fece però parte di una commissione tecnico-giuridica, composta in prevalenza di magistrati (…) che consentiva di far dichiarare ariane le persone le quali dagli atti dello stato civile risultavano ebree. Parecchie famiglie israelite furono così sottratte ai rigori delle leggi razziali». In poche righe, commenta Boni, «tutto è rovesciato, il nero diventa bianco». «Ha fatto pubblicazioni o conferenze di carattere razziale?». «No». «È stato autore di libri, opuscoli e pubblicazioni in genere, avente anche indirettamente carattere politico?». «No». «Un documento indirizzato al presidente della Commissione per l’epurazione, datato ottobre 1944», insiste Boni, «descrive Azzariti come componente di una “cricca” (sic) che orbita attorno ai ministri di Grazia e giustizia che si sono succeduti nel ventennio fascista», gli attribuisce «la competenza a “rivedere” e “compilare” tutte le leggi», ricorda la sua ammirazione per il fascismo e la sua presidenza alla «commissione di persecuzione degli ebrei». Il «parere conclusivo» è duro: il magistrato va messo subito «a riposo». Ma lì, sulla minuta conservata negli archivi, una mano misteriosa scrive: «Non lo ritengo opportuno». Chi lo scrive? Non si saprà mai. La stessa firma in calce alla relazione è cancellata. Sono ignorate anche le denunce del giudice Gioffredi: «Bastava si accennasse qualche idea del provvedimento legislativo repugnante (sic) ai più elementari principi del diritto e della coscienza civile, perché egli la formulasse e riducesse in tanti articoli delle così dette norme giuridiche (…) accompagnandole con relazioni e commenti apologetici che la mano di ogni onesta persona si sarebbe rifiutata di sottoscrivere». Tutto evapora nel nulla. Gli italiani sono occupati a tornare a vivere. Gli ebrei sopravvissuti devono ancora riprendersi dal trauma. Nei giornali son tanti ad aver la coda di paglia. Ma è Togliatti a dare l’ultima sbiancata alla fedina di Azzariti. Prendendoselo come collaboratore al ministero della Giustizia. Pochi anni e il presidente del Tribunale della razza salirà alla presidenza della Corte costituzionale. Dove ancora oggi c’è quel busto. Che ci ricorda come in Germania, lo racconta il film Vincitori e vinti, i giudici più compromessi col nazismo finirono a Norimberga e da noi al Palazzo della Consulta. E nessuno dice niente? © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 Festival Il mestiere di scrivere si impara a Bologna con Lucarelli e Fois di Severino Colombo TERZA PAGINA In quanti modi si può coniugare il verbo scrivere? È quanto si propone di esplorare il festival «Scriba. Il mestiere di scrivere», da venerdì a domenica a Bologna, organizzato da Bottega Finzioni (nella foto, un momento della precedente edizione). Accanto e oltre alla forma letteraria la manifestazione dà Elzeviro FRANZ SCHUBERT FURORE CREATIVO PRIMA DELLA FINE Segna libro spazio ad altre produzioni scritte: testi di canzoni, dialoghi teatrali, soggetti di film, pagine umoristiche o di satira. Perché? Il motivo è sottolineato dallo scrittore Carlo Lucarelli, fondatore della Bottega: «Chi pratica la scrittura sa benissimo che qualsiasi tipo di narrazione è prima di tutto un racconto». Verranno sperimentati formati di scrittura che fanno parte della vita di tutti i giorni: la ricetta di un piatto o le previsioni del tempo. Partecipano, tra gli altri, gli scrittori Marcello Fois e Paolo Nori: il primo analizza la lingua degli annunci immobiliari; il secondo interpreta con l’aiuto di un assicuratore il «linguaggio 43 delle polizze». In cattedra salgono anche il giornalista Vittorio Zincone, l’illustratore Tuono Pettinato, David Riondino, la scrittrice Beatrice Masini e il vice questore aggiunto Silio Bozzi che spiega come si scrive un interrogatorio. Ingresso gratuito. www.scribafestival.it © RIPRODUZIONE RISERVATA I nuovi racconti della scrittrice Fleur Jaeggy di Paolo Isotta Icone L a enormi tragedie della storia della musica sono la morte precocissima di Pergolesi e Bellini e quella, a quarantatré anni, del cardinale Rodolfo d’Asburgo, l’amico di Beethoven, un mecenate che per intelligenza, cultura e generosità può esser paragonato solo al settecentesco cardinale Pietro Ottoboni. Ma la tragedia somma è la morte di Franz Schubert, avvenuta il 19 novembre 1828. Schubert aveva dato impareggiabilmente; ma, a differenza di Mozart, non ancora nella misura che dal Creatore gli era stata concessa e poi, atrocemente, revocata. Solo Agostino il Filosofo potrebbe spiegarci perché il Creatore ha voluto così. Quando la morte giunse era passato appena un anno e mezzo da quella di Beethoven; e qui risiede una spiegazione della fioritura, immensa e tale che nella storia di tutte le arti non v’è alcuna possibilità di paragone. Colla morte di Beethoven Franz provò un immenso dolore ma si tolse dallo stomaco, a voler essere brutali, un ancor maggiore peso. Fu privato della remora Trecento immagini a colori per un insolito Robert Capa. Un volume realizzato in occasione della mostra al Centro internazionale di fotografia di New York per celebrare i 100 anni dalla nascita del più grande fotoreporter di tutti i tempi, svela come già nel 1947 Capa fotografava anche a colori, alternando il suo classico bianco e nero. Robert Capa. Colore è a cura di Cynthia Young (Electa, pp. 208, € 44,90). Il compositore Franz Schubert (Vienna 1797–1828) che, per troppa lungimiranza, gl’impediva di accedere allo stile eroico e sublime, pur toccato se non sistematicamente. Nell’ultimo anno egli compone opere che rivoluzionano la forma musicale (le Sonate pianistiche e il Quintetto) e altre che rappresentano nuove possibilità nell’interpretare il testo della Messa, dopo il culmine della Solemnis di Beethoven. Sandro Cappelletto scrive un bellissimo libro proprio su questo tema: Da straniero inizio il cammino – Schubert, l’ultimo anno (Biella, Accademia Perosi editore, pp. 240, 24). Egli parte, con una trascinante analisi, dall’unico concerto dedicato solo a sue composizioni che Schubert nella vita ottenne, nel marzo del 1828; e poi descrive la febbrile ebbrezza creativa e i miracoli prodotti grazie a essa, molti dei quali eseguiti tanti anni dopo la morte del Maestro. L’autore conosce mirabilmente la biografia, le fonti e l’ambiente sociale e artistico nel quale il dramma finale si svolge. Resta una vera e propria crux: quanto era consapevole Schubert che fosse per morire in breve spazio? E quanto, un’eventuale consapevolezza, incide sull’ansia creatrice? Un fatto è che Schubert era scisso tra ottimismo e nichilismo; e certe sue opere estreme, come il ciclo di Lieder Il viaggio d’inverno, sono una potentissima affermazione di nichilismo. Ma nei capolavori dell’ultimo anno io vedo un ottimismo eroico e addirittura volontà di potenza. Faccio un esempio a pro dell’ottimismo e uno a pro del nichilismo. L’ultima opera importante di Franz, dell’ottobre, è il grandioso Offertorio Intende voci orationis meae; ma l’Agnus Dei della Sesta Messa si basa su di un tema ch’egli adopera anche a base dell’atroce Lied Der Doppelgänger, ossia Il sosia: il che in altri anni m’indusse a sostenere l’erronea tesi che Schubert intendesse sostenere che l’Agnello di Dio è solo un sosia. Nella prospettiva sono dunque diviso da Cappelletto; ma non pretendo di aver ragione. Onde auguro al libro il maggior numero possibile di lettori affinché ciascuno si faccia la sua idea. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il più bel periodo del fotogiornalismo internazionale raccontato da uno dei migliori fotografi italiani. Mario Dondero (classe 1928) rivela a Emanuele Giordana le storie che stanno dietro le immagini sue e di alcuni illustri colleghi, spiegando il vero senso del mestiere di fotoreporter. Tutto questo avviene in Lo scatto umano. Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York (Laterza, pp. 140, 18). a cura di Fabrizio Villa Sopra: la scrittrice Fleur Jaeggy. A sinistra: René Magritte, Paesaggio incantato Siamo tutti fratelli di un Altro nel paesaggio triste della vita di Giorgio Montefoschi «M ia sorella XX non c’è. Comincio a pensare che le sia successo qualcosa. Dato che le scarpe sono tornate da sole. Telefono a tutti gli ospedali, alla polizia. Non ci sono tracce. Mi siedo sul suo letto. Qualche ora dopo lei arriva, e chiede cosa sto facendo sul suo letto. Non me ne ero accorto, ma ai piedi avevo le sue scarpe». In quasi tutti i racconti di Fleur Jaeggy contenuti nella raccolta intitolata Sono il fratello di XX (lo stesso titolo del racconto dal quale è tratta la precedente citazione), c’è un Altro: un essere umano – ma anche un animale, talvolta: un gatto, un pesce in un acquario newyorchese, un ramarro in un quadro di Lorenzo Lotto – nel quale il protagonista o la protagonista del racconto finiscono per identificarsi. Chi sono questi personaggi? Un ragazzino più giovane di sette anni di sua sorella che vive in un collegio inerpicato su un monte, aspetta spasmodicamente che arrivi la sorella alla quale un giorno ha confidato di voler morire, e intanto conta il tempo osservando i sassi e le rocce. Un uomo ormai anziano, scapolo, che, in una grande casa svizzera nella quale il silenzio è rotto solo da guaiti di cani simili a «filamenti di sogni vagabondi», vive solo con la servitù. Una donna abbandonata da una donna. Una ragazzina innocente e perfida, senza fissa dimora, che fa da dama di compagnia a una signorina spenta, e a Truman Capote sarebbe piaciuta parecchio. Una donna abbandonata da un marito. Una sorella figlia di un altro padre, e quell’altro padre. Una donna che ha perso un figlio. Una donna che, sulle sponde di un lago, va a cercare una amica malata, probabilmente ricoverata in una clinica psichiatrica, bisognosa quanto lei di protezione e affetto. Cosa vedono e in che cosa si identificano costoro? Nella solitudine. Nella mancanza d’amore. Nella disperazione. In un «sussulto d’amore». Nell’odio. Il processo attraverso il quale avviene l’identificazione – il fratello che diventa la sorella, la donna che diventa la donna dalla quale è stata abbandonata, la madre che diventa il figlio che a capofitto si è lanciato nel vuoto guardando una pozza d’acqua verde smeraldo – è tanto più sorprendente quanto più si considera che questi racconti di Fleur Jaeggy, Presentazione a Milano La presentazione del nuovo libro di Fleur Jaeggy Sono il fratello di XX (Adelphi, collana Fabula, pp. 129, 15) è in programma giovedì 20 novembre, alle ore 18.30, presso il circolo dei lettori della Fondazione Adolfo Pini, in corso Garibaldi 2, a Milano. davvero molto belli, sono brevi, o anche brevissimi. Ma la forza, il desiderio di penetrare nell’Altro – un desiderio che comincia guardando l’Altro e si nutre in una zona oscura della mente o della memoria – è imperioso. L’Autrice lo tiene a bada (e non potrebbe fare altrimenti) con uno stile scabro, conciso, costituito da frasi corte e ripetute; da una lingua che privilegia l’esattezza e rifiuta l’enfasi, e tuttavia, in pagine che risentono evidentemente dell’influenza di Thomas Bernhard, proprio a causa della reiterazione produce un suono misterioso. Certe volte, i personaggi osservati non sono esseri viventi, bensì «figure morte». Come, per esempio, i ritratti dei due fratelli piccoli, defunti, che Caspar, l’uomo anziano che vive nella casa svizzera, contempla col medesimo rancore con il quale, nella Cognizione del dolore, Gonzalo Pirobutirro d’Eltino contempla il ritratto di suo padre (infatti, entrambi vogliono distruggere i ritratti). O come la statua di un grande angelo in una chiesa del Nord, osservato fissamente da un bambino che, seguendo quel- «Kiku-san» di Pierre Loti Comprar moglie a Nagasaki Madama Butterfly cominciò così C’ Lo scrittore francese Pierre Loti (18501923): era ufficiale di marina è un attimo in cui l’Oriente per Pierre Loti cessa di essere geografia e diventa una persona. Ufficiale su una nave da guerra, lo scrittore nel 1885 è a Nagasaki. Si ferma poco più di un mese e, per 20 piastre, prende moglie. Non è amore. L’esotismo s’incarna in Madame Chrysanthème. Ne scrive tradendo uno stupore che ispira il primo atto della Madama Butterfly pucciniana e poi stimola anche Tzvetan Todorov. «Crisantemo ha portato con sé poche cose, ben sapendo che il nostro matrimonio non avrà durata», annota Loti: Kiku-san. La moglie giapponese (traduzione di Maurizio Gatti, prefazione di Francesca Scotti, ObarraO, pp. 178, 14) è il diario di un gioco in cui l’Occidente non vince ma forse cambia un po’. Marco Del Corona @marcodelcorona © RIPRODUZIONE RISERVATA l’angelo, vorrebbe volare e si accorge di essere incapace di volare. Come la fotografia di una madre che non c’è più, da molti anni, e finalmente, in quella fotografia che, imprevedibilmente, la ritrae in ginocchio davanti al Papa, rivela una tristezza mai rivelata nella vita. Non sempre i personaggi dei racconti di Fleur Jaeggy rivelano qualcosa o rispondono. Può capitare che tacciano. Tace il gentiluomo del quadro di Lorenzo Lotto, incurante del ramarro che lo spia, e guarda lontano, non sappiamo dove. Tace il gatto che ha colpito la sua preda e – non sappiamo come possa essere possibile, dopo tanta ferocia – si allontana indifferente. Tace la donna dell’affresco che, fra le mani rattrappite e ormai gelide, coperte da degli improbabili guanti, stringe la croce, ma ha il viso in ombra – perché quel Poetica Talvolta, nei racconti i personaggi osservati non sono esseri viventi, bensì figure morte viso che rimane in ombra, «in alto, come di vedetta», essendo l’assenza, deve rimanere in ombra. Allora – quando gli esseri umani non parlano – in quel silenzio, in quella distanza incommensurabile, si schiude improvvisamente l’Altrove. E quello, l’Altrove, inseguito e puntigliosamente negato in tutti i racconti di Sono il fratello di XX, è davvero il centro dei pensieri di questa scrittrice violenta e pudica che probabilmente avrebbe voluto vivere in un altro secolo, forse nel Medioevo. E che – come l’amica di Agnes: la donna scomparsa «oltre il confine del visibile» – non entra mai nelle chiese, solo una volta all’anno, solo il Venerdì Santo, però quella volta, si sente «invasata» e, senza sapere nulla, senza capire nulla, si disfa nel dolore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera GRAFI C A C H I ARO SC U RO C REAT I VE - FO TO G. SI MO N I 44 V S I C A S C O N N N E N T O O O E IL NUOVO ALBUM V S I C A S C O N N N E N T O O O E V S I C A S C O N N N E N T O O O E V S I C A S C O N N N E N T O O O E C D - 2 L P - D I G I TA TA L E SCEGLI LA TUA COPERTINA WWW.VASCOROSSI.NET WWW.UNIVERSALMUSIC.IT 2 Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 SPETTACOLI Corriere.it/scuola Cinque video, cinque lezioni per raccontare ai nostri figli la storia dei loro antenati, la storia d’Italia. Da guardare insieme, in classe, studenti e prof. Corriere.it/scuola ha realizzato cinque puntate dedicate alla Prima guerra mondiale. Per i bambini delle elementari l’autore per ragazzi Roberto Piumini (foto) ha scritto «La ballata della Grande guerra» (online da oggi). Da domani, una al giorno, saranno online anche la lezione sulle trincee dello scrittore Sebastiano Vassalli, quella Da Piumini a Vassalli, 5 lezioni per i ragazzi sul conflitto dei nonni 45 sulla guerra vista con gli occhi di Carlo Emilio Gadda dell’attore Fabrizio Gifuni, e infine i due racconti di Aldo Cazzullo, tratti dal suo libro «La guerra dei nostri nonni». Partendo dai ricordi della Prima guerra mondiale Corriere.it/scuola lancia, insieme a «100 anni dalla Grande guerra», un concorso per scuole elementari, medie e superiori: create un videoracconto di un episodio del conflitto partendo da una storia della vostra famiglia o della © RIPRODUZIONE RISERVATA vostra città. Il film del Mereghetti In trincea Un’immagine tratta da «Torneranno i prati», il nuovo film diretto da Ermanno Olmi, in uscita giovedì. Il grande regista ha debuttato al cinema nel 1958 con «Il tempo si è fermato». Risale al 2011 la sua ultima opera: «Il villaggio di cartone» con Michael Lonsdale e Rutger Hauer S ono il silenzio e la neve i veri protagonisti del film che l’83enne Ermanno Olmi ha voluto dedicare alla Prima Guerra Mondiale, loro più dei soldati mandati al massacro, degli ordini insensati, del dolore, del sangue, della follia. Prima di tutto viene questo senso di desolazione e di abbandono che non riguarda solo l’avamposto tra i monti dove il regista ha ambientato il suo Torneranno i prati ma che si estende alla memoria di quell’evento, alla sua capacità — o meglio sarebbe, alla sua incapacità — di trasformarsi davvero in fondamento del nostro comune sentire. A Olmi non sfugge certo, né vuole minimizzare, l’insensatezza di un massacro che ha causato milioni di morti. E infatti nella prima parte il regista riprende lo spunto del bellissimo racconto di Federico De Roberto La paura, con quel militare che piuttosto che farsi uccidere come i suoi commilitoni nel tentativo di raggiungere un inutile postazione, si ammazza davanti al maggiore che ha dato quell’ordine suicida. Ma poi l’eventuale polemica antimilitarista si ferma, come a volerci ricordare che non sono più gli anni della rabbia e dello sdegno, come quelli all’origine di quei capolavori che sono All’Ovest niente di nuovo di Milestone o Orizzonti di gloria di Kubrick. O della riflessione storica e politica come nella trilogia di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Prigionieri della guerra, Su tutte le vette è pace e Oh! Uomo). Altro sta a cuore a Olmi, ed è la paura che quei sacrifici e gli uomini che li hanno compiuti vengano dimenticati e cancellati, un po’ come quei cadaveri sepolti sotto la neve e abbandonati al loro destino: «Quest’estate emergeranno dal ghiaccio e qualcuno verrà a cer- TORNERANNO I PRATI Neve, silenzi e memoria: la Grande guerra di Olmi di Paolo Mereghetti 100 Paesi ● Ermano Olmi (foto) è nato a Bergamo 83 anni fa ● Il suo film «Torneranno i prati» viene proiettato oggi in anteprima in cento Paesi carli. Ma di molti non se ne occuperà nessuno» dice un graduato al tenentino di fresca nomina mentre sovrintende alla sepoltura sotto la neve. Mi sembra proprio questo il Il regista in ospedale «Dedicato a mio padre» «Dedico Torneranno i prati a mio padre, che quando ero piccolo mi raccontava della guerra dove era stato soldato». Sono le parole di Ermanno Olmi nel videomessaggio registrato nell’ospedale dove è ricoverato per sospetta polmonite. «Nel centenario della guerra dobbiamo chiedere scusa ai morti dimenticati». senso più vero di un film che racconta l’anonima notte di un avamposto italiano sulla linea del fuoco. Siamo nell’inverno del ’17, del nemico si sentono solo le bombe e le pallottole, tutt’intorno è neve e alberi imbiancati. Un panorama bellissimo, illuminato dalla luna, se non nascondesse morte e distruzione. Ma pure il vuoto di senso e di memoria che le guerre portano con loro. È struggente e doloroso, e di un dolore quasi fisico, il contrasto tra lo squallore delle trincee e dei dormitori interrati e il fascino della natura che circonda quegli avamposti; lo smarrimento di quegli occhi che cercano un invisibile nemico e trovano invece la bellezza di un mondo inaspettatamente ostile. A volte gli uomini hanno dei sussulti di dignità (il capitano che si degrada per disgusto ● Le stelle La follia della Grande Guerra immersa in un paesaggio di straziante bellezza da evitare interessante da non perdere capolavoro degli ordini ricevuti, il sergente che non si dà pace per non aver protetto meglio i suoi uomini), altre volte si fanno carico di un peso cui non sanno sfuggire (il maggiore che non discute gli ordini delle gerarchie, il tenentino che finisce in un posto per cui non ha forze né competenze), ma più spesso a Olmi interessa far emergere i semplici tratti fisici dei soldati, gli elementi minimi di identificazione. E così ricordare chi verrà cancellato dalla Storia. Ecco il perché di quelle lunghe carrellate su tante facce «anonime», quegli elenchi di nomi di cui non sapremo mai a chi appartengono. Come a volerci ricordare che al di là dell’eroismo o della follia, c’erano dietro degli uomini in carne e ossa che la Storia ha bellamente dimenticato. Ingiustamente dimenticato. Olmi non può certo ricordarli tutti, ma nel filmare la straziante bellezza di una natura dove si è perso ogni possibile legame con l’uomo, cerca di accendere la fiamma di un ricordo che sappia restituire dignità e passione a chi ha dato la vita e non ha ricevuto in cambio niente, nemmeno il calore della memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Addio ad Augusto Martelli, il maestro di Mina e delle sigle tv Il compositore aveva 74 anni. Fu tra i volti più noti nel periodo di ascesa di Canale 5, poi i guai giudiziari Da suonatore di piano accanto al pupazzo Five ad arrangiatore per Mina. Il pop più televisivo e la voce più calda della musica. Sono i due poli che hanno attratto la carriera di Augusto Martelli, compositore, direttore d’orchestra e produttore che si è spento a 74 anni nella sua casa di Milano dopo una lunga malattia. Martelli era nato a Genova il 15 marzo 1940. Figlio d’arte, iniziò come musicista lavorando per la Ri-Fi, la casa discografica che aveva tra le sue voci anche quella di Mina. Negli anni Sessanta, ne uscì un sodalizio allo stesso tempo artistico e sentimentale. Martelli compose e MILANO arrangiò per lei diverse canzoni — So che non è così, Tu farai, Ero io, eri tu, era ieri, Una mezza dozzina di rose — e diversi dischi: 45 giri come Un anno d’amore/E se domani (1964, Genovese Augusto Martelli era nato a Genova il 15 marzo 1940. Collaborò con grandi cantanti tra cui Mina, Giorgio Gaber, Johnny Dorelli, Ornella Vanoni e Jovanotti uno dei più venduti di Mina) e 33 giri come Dedicato a mio padre e altri (1967). Intanto il rapporto tra i due si fa sentimentale: l’amore tra Mina e Corrado Pani arriva al capoli- nea e ad attenderla c’è Martelli, per una convivenza che va avanti fino alla fine degli anni Sessanta. Le riviste di gossip annunciano pure il loro matrimonio varie volte, ma non se ne farà mai niente. Gli anni Ottanta sono targati Berlusconi, in quella Mediaset che era ancora Fininvest. Si specializza nel ramo sigle tv e sforna jingle che entrano in milioni di orecchie. Suona per Five, la risposta di Canale 5 a Topo Gigio, il pupazzo che assomiglia a un draghetto che ha la voce di Marco Columbro. E poi Il pranzo è servito, Grand Prix, Ok, il prezzo è giusto!, Bim Bum Bam, Casa Vianello. La nomina A Caprarica le news di Agon Channel Antonio Caprarica è il nuovo direttore delle news della tv Agon Channel Italia. La tv albanese, che sta per lanciare un canale anche da noi (canale 33 del digitale terrestre), ha scelto l’ex corrispondente Rai. Niente da fare per Alessio Vinci, già conduttore per il canale albanese, che non farà parte della squadra di Agon Channel Italia. Tante le collaborazioni. Con Giorgio Gaber, Johnny Dorelli, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Jovanotti... Ma non ci sono solo gli allori. Nel 2001 trovano sul suo computer immagini pedopornografiche che sarebbero state acquistate con la carta di credito da siti russi. Lui si difende e sostiene che stava indagando contro lo sfruttamento minorile. Non gli credono. E nel 2007 la Cassazione conferma la condanna inflitta in primo grado (un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena). R. Fra. © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 «Museica» Premio Tenco, è di Caparezza il disco dell’anno In onda SPETTACOLI È «Museica» di Caparezza (41 anni, foto) il disco dell’anno secondo la giuria del Premio Tenco. Le altre Targhe assegnate per questa edizione dalla giuria composta da circa 200 giornalisti e critici sono: Filippo Graziani come opera prima per «Le cose belle», Loris Vescovo con «Penisolâti» negli album in dialetto, Raiz e Fausto Mesolella con «Dago Red» nella categoria canzoni non proprie (sia cover che brani originali), «Lettera di San Paolo agli operai» dei Virginiana Miller per la sezione canzone. I premi saranno consegnati il 6 dicembre a Sanremo al teatro Ariston, in una serata in cui si esibiranno tutti i vincitori e che avrà David Crosby come ospite d’onore. Giro di poltrone a Mediaset Italia1 cambia direttore, prima volta di una donna Cambio di poltrone a Mediaset. In uscita Luca Tiraboschi, la direzione di Italia 1 viene affidata a Laura Casarotto (45 anni, foto), attuale responsabile Marketing tv. È la prima volta che una donna arriva al vertice di una rete generalista italiana. A Rete4 (al posto di Giuseppe Feyles) va invece Sebastiano Lombardi, mentre tutti i canali tematici gratuiti vengono riuniti sotto la responsabilità di Marco Costa. Siamo tutti detective In Italia ora vince la tv dei casi irrisolti Giallo Luca Telese (44 anni) intervista a «Matrix», su Canale5, Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti: il tema era il caso di Yara Gambirasio. Per il programma uno share del 15,5% Ascolti in crescita. Sciarelli: raccontiamo il Paese ● «Quarto Grado» di Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero (foto) arriva all’8,2% di share ● Record stagionale per Barbara D’Urso con il caso Ceste a «Pomeriggio Cinque»: 26% di share ● Le «Storie vere» (Rai1) di Eleonora Daniele toccano il 20% È il mestiere più vecchio del mondo. Anche se per convenzione ne viene in mente un altro, qui si parla di omicidio. Pronti, via e Caino aveva già dato l’esempio. Il genere funziona pure in tv. Se la chiacchiera politica stanca, quella criminale non passa di moda: è il crimetainment, commistione di cronaca nera e intrattenimento. Questa è la miglior stagione di Quarto Grado (Rete4, ogni venerdì) da quando è passato nelle mani di Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Rispetto all’autunno scorso il programma guadagna più di un punto di share: arriva a 1.650.000 spettatori e all’8,2% (ben al di sopra della media di rete, 4,7%). Spiega Nuzzi: «Credo che scatti l’immedesimazione nelle storie che raccontiamo. Da una parte si crede ancora nella fa- miglia del Mulino Bianco, ma poi c’è la realtà: le persone vogliono capire i motivi che portano a certi delitti e il modo in cui cogliere i segnali d’allarme». Poi c’è il modo di trattare gli argomenti: «Abbiamo raddoppiato lo studio e dato spazio all’approfondimento scientifico dei casi, con veri esperti, non con chiacchiere. L’interazione con il pubblico è fondamentale, in alcuni casi sono più bravi di noi». Di una cosa è soprattutto orgoglioso: «Siamo l’unico programma che porta avanti la campagna contro il femminicidio: l’anno scorso con le scarpette rosse, quest’anno con i palloncini bianchi». Su Rai1 a tenere la lente ingrandita sui casi di cronaca ci pensa Unomattina - Storie vere (tutti i giorni, dalle 10 alle 11, punte sopra il 20% di share) 47 15,1 Share in percentuale ottenuta da «Chi l’ha visto?» (3.468.000 spettatori) mercoledì scorso. Per una sera il programma condotto da Federica Sciarelli è stato il più visto della televisione con Eleonora Daniele, che molto spesso si occupa di omicidi e scomparsi con esperti a gettone come lo psichiatra Meluzzi e la criminologa Bruzzone. Ma tutti i programmi quando si parla di cronaca hanno un’impennata. Matrix con il caso di Yara ha raggiunto il 15,5% di share, quando la media è intorno al 10%. Pomeriggio Cinque il giorno del ritrovamento del corpo di Elena Ceste ha centrato il suo migliore ascolto stagionale con 2.829.000 spettatori (share 26%). Mercoledì scorso invece Rai3 per una volta ha battuto tutti: è stata la rete con lo share più alto della serata grazie a Chi l’ha visto? (15,1% e 3.468.000 spettatori) con Federica Sciarelli che cercava di rispondere agli interrogativi posti dagli sviluppi sulla stessa vicenda. A casa tutti con il cappello dei Ris in testa ipotizzavano e teorizzavano. In numeri il programma è cresciuto di oltre 3 punti in un anno (ora è al 13%). Federica Sciarelli vuole chiarire: «Non facciamo cronaca nera, raccontiamo il Paese. I grandi delitti sono solo una piccola parte della trasmissione perché diamo spazio a tanti scomparsi poco noti: i malati di Alzheimer, chi perde il lavoro e fugge. Raccontiamo il sociale, la vita delle persone vere, da noi non ci sono esperti che sdottorano». Poi, ovvio c’è anche l’aspetto giallo: «Il nostro pubblico è appassionato di misteri, di punti interrogativi». È orgogliosa: «Il nostro è un servizio “al” pubblico: la nostra segreteria è sempre accesa, anche per quei casi che poi non vengono trattati in trasmissione. Diamo una mano a tutti e siamo pure gratis». Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA Montepremi totale: € 14.000 – Termina il 20 novembre – Assegnazione finale entro il 12 dicembre 2014 – Info e regolamento completo su www.virginradio.it 48 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 49 ● Risponde Sergio Romano L’AMERICA MACCARTISTA E L’EUROPA DEI FANATISMI Caro Romano, a proposito della «Giulietta» e del presidente dell’Alfa Romeo Giuseppe Luraghi, intorno al ’70, per un Salone automobilistico, Luraghi venne a Torino dove allora dirigevo la Gazzetta del Popolo. Gli dissi che una Giulietta TI mi aveva dato piena soddisfazione per una decina di anni, mentre l’acquisto successivo di un’Alfa, la «Giulietta sprint 1300», mi aveva provocato solo guai. Dopo appena 2 anni era da buttare. La sua risposta, per me sconcertante, era che un paio d’anni fossero appunto la durata giusta per una macchina. Una durata maggiore, provocando minori sostituzioni da parte del cliente e quindi minori vendite, avrebbe fatto fallire l’azienda. Sorvolo poi sul servizio all’Alfa in caso di riparazioni: indifferenza dei tecnici, lungaggini, danni non risolti e costi sproporzionati. Così passai prima alla Volvo, poi alla Toyota. Giorgio Vecchiato g.vecchiato@tiscali.it Mi dicono che questa è oggi l'inconfessata filosofia aziendale di alcuni produttori di elettrodomestici. COLOSSEO / 1 È sufficiente il coraggio? Il Colosseo riscuote enorme fascino soprattutto se ammirato dall’esterno. Ma visto all’interno, lascia la bocca amara: gli scavi di fine 800 hanno messo a nudo i sotterranei. L’idea del ministro Franceschini di sostenere la proposta dell’architetto Manacorda di restituire al Colosseo la sua arena calpestabile ricoprendo i sotterranei entusiasma e ci si augura che incontri un’approvazione universale. «Basta un po’ di coraggio», ha Il «maccartismo» è un periodo nella storia degli Stati Uniti caratterizzato da un intenso sospetto anticomunista e durato dall’immediato dopoguerra fino al 1954. Potrebbe descriverci il clima di allora e chi ne fece le spese? Il termine «maccartismo» è successivamente entrato in uso nel dibattito pubblico, per indicare in maniera estensiva un clima di sospetto generalizzato (da Wikipedia). Il principale problema che incombe (oggi e sempre più in futuro) sul mondo occidentale è come fronteggiare la minaccia terroristica, proveniente dall’estremismo islamico. Non è tanto un esercito che preoccupa, quanto i cosiddetti «lupi solitari», individui pronti ad immolarsi, comunque e ovunque, per la «giusta causa», creando più danno possibile a persone e cose. A mio avviso, esiste una sola soluzione: arrestare tutti i sospetti, prima che sia troppo tardi! A male estremo, estremo rimedio! Arturo Passalacqua arturo.passalacqua@hotmail.it Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it La tua opinione su sonar.corriere.it Emilio Ferrari, responsabile dei test di medicina nulli, ha annunciato che si dimetterà. Fa bene? Caro Passalacqua, ualche parola anzitutto sul «maccartismo». Il clima politico a cui la parola allude fu opera soprattutto di un senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy, che divenne enormemente popolare, all’inizio degli anni Cinquanta, per le sue velenose campagne contro i «numerosissimi comunisti» che, a suo dire, si erano infiltrati nella pubblica amministrazione, negli ambienti intellettuali, nei mezzi d’informazione e soprattutto nel mondo dello spettacolo. Esistevano in effetti scrittori e sceneggiatori che avevano visto nel New Deal del presidente Roosevelt la promessa di un socialismo americano e si erano iscritti al Partito comunista degli Stati Uniti. Ma la Guerra Q SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 85% 15% No affermato il ministro. Speriamo che basti quello... Attilio Lucchini La domanda di oggi Matteo Renzi: se facciamo ciò che siamo in grado di fare, l’Italia sarà locomotiva in Europa. Condividete? Riforme: l’Automobile Club d’Italia L'articolo «Aci, la missione impossibile di eliminare un doppione» di Salvatore Bragantini (Corriere, 26 ottobre) ci impone un intervento a salvaguardia dell’Aci che è un ente pubblico non economico a base associativa che non percepisce un euro dallo Stato e si autofinanzia attraverso i servizi offerti. Gestisce il Pra che non è un doppione nella P.A. perché è l’unica fonte giuridica che attesta la proprietà dei veicoli. Con riferimento alla sovrapposizione di funzioni oggi COLOSSEO / 2 Nuova vita per l’arena Ripristinare l’arena del Colosseo al posto dei muri scoperchiati arricchisce la visita del monumento. Una volta completato l’intervento, si studino percorsi guidati nei sotterranei, oggi quasi inaccessibili. Ora tocca a un tavolo tecnico e a una commissione di esperti definire soluzioni e costi: bisogna aprire al più presto a affidate all’Aci, abbiamo elaborato un progetto che, attuato, comporterebbe notevoli risparmi per lo Stato e per gli automobilisti. Questo è probabilmente il motivo per cui il governo ha deciso di valutare le modalità di attuazione della riforma del settore. Bragantini cita poi un editoriale di Sergio Rizzo riportando gli stessi dati errati poi chiariti: non esistono 800 poltrone remunerate nel sistema degli Automobile Club provinciali perché i consiglieri non percepiscono un euro e solo i presidenti, tutti eletti, godono di CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri © RIPRODUZIONE RISERVATA nuova vita molti dei nostri monumenti! Nicola Campoli, Napoli dovremmo fare una severa autocritica! Fabio Todini, Roma FARE AUTOCRITICA Atteggiamenti sbagliati INVITO AI SINDACATI Basta lotta di classe Quanto accaduto a Napoli — una turista francese, rapinata della borsa, è stata aiutata soltanto da un senegalese che è riuscito a bloccare uno dei due malviventi — dovrebbe farci riflettere tutti in merito al comportamento delle tante persone presenti durante la rapina: queste hanno preso addirittura le parti dei rapinatori. E poiché questo sta accadendo troppo spesso, tutti Per troppo tempo i sindacati hanno fatto riferimento alla lotta di classe senza ottenere troppi risultati tangibili, ma creando attriti e malumori. Per loro è arrivato il momento di passare alla creazione di una sorta di collaborazione tra gli imprenditori e i lavoratori: è questa, infatti, la base fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese! Luigi Sommariva, Saronno un'indennità tra i 200 e i 400 € lordi al mese (molti hanno rinunciato), mentre sono 3.000 i dipendenti che Aci paga in autofinanziamento. Bragantini accusa l’Aci di non pubblicare un bilancio consolidato. L’Ente lo fa da sempre, così come redige un bilancio preventivo e uno consuntivo: entrambi sono trasmessi alla Corte dei conti, che esercita il controllo sulla gestione Aci. Sono documenti pubblicati sul sito www.aci.it, nei quali ci sono anche i dati relativi alle società partecipate che non sono 150, ma 12. Quanto alla pretesa di vendere le proprietà dell’Aci «pulendo l’aria», è affermazione grave © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 fredda, le campagne di McCarthy e il caso dei coniugi Rosenberg, condannati a morte per avere trasmesso all’Unione Sovietica informazioni segrete sulla costruzione della bomba atomica, crearono una «red scare» (paura dei rossi) che ricorda quella scoppiata nel primo dopoguerra e di cui furono vittime gli anarchici italiani Ferdinando Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Le vittime della seconda «scare» furono soprattutto gli scrittori e gli sceneggiatori che vennero convocati da un Comitato senatoriale per le attività antiamericane e rifiutarono di fare il nome di coloro che avevano aderito alla stessa cellula. Fece grande scandalo, in quegli ambienti, il caso di un grande regista cinematografico, Elia Kazan, che dopo una prima esitazione accettò di parlare e denunciò una decina di compagni. Il maccartismo durò poco più di tre anni e la sua stella cominciò a impallidire quando la grande maggioranza degli americani capì che il veleno sparso dal senatore repubblicano avrebbe fatto dell’America un Paese meno democratico. Alla fine McCarthy fu sconfitto dalla volgarità dei suoi interventi, dalla sua propensione all’alcol e da una epatite che lo stroncò nel 1957, all’età di 48 anni. Spero che questo ricordo del maccartismo, caro Passalacqua, la dissuada dal pensare che la battaglia contro il fanatismo islamico possa essere vinta «arrestando tutti i sospetti». La frase viene attribuita ironicamente a quei poliziotti che non sapendo come tranquillizzare i loro superiori quando l’opinione pubblica è preoccupata da un pericolo, reale o immaginario, pescano a piene mani fra i nomi di coloro che sono stati schedati, per una ragione o per l’altra. È un sistema illiberale e, per di più, produce effetti opposti a quelli desiderati. attiliolucchini@hotmail.it INTERVENTI E REPLICHE Luciano Fontana di Dacia Maraini Il silenzio dell’Islam sulle ragazze rapite LETTERE AL CORRIERE STRATEGIE AZIENDALI Luraghi e la Giulietta ● Il sale sulla coda Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it I l 16 aprile scorso 276 ragazze dai 12 ai 17 anni sono state rapite mentre uscivano dalla scuola cattolica di Chibock in Nigeria e sono state costrette a pigiarsi dentro grossi camion per essere portate nella foresta di Sambisa, uno dei quartieri generali dei jihadisti, vicino al Camerun. Il luogo è stato identificato, ma un blitz per liberarle è stato considerato «troppo pericoloso». Alcune ragazze, 57, sono riuscite a scappare e hanno raccontato le violenze, gli stupri, le frustate con cui sono state costrette a convertirsi. Cinque sono state portate in prima linea, costrette a prendere il fucile e uccidere i connazionali. In ottobre arriva la notizia di altre 60 ragazze rapite nella regione di Adamawa nel Nordest della Nigeria, dallo stesso gruppo islamico di Boko Haram: 40 sono di Waga Mangoro, altre 20 di Grata. Pochi giorni dopo, altro rapimento: 31 scolare — ma stavolta ci sono anche degli adolescenti maschi fra di loro — sono state rapite nel Nordest del Paese. Per qualche tempo si è pensato che Boko Haram chiedesse soldi per restituire le ragazze. E invece proprio in questi giorni il leader Abubakar Shekau ha dichiarato che le ragazze sono state convertite e date in sposa ai loro carcerieri. Human Rights Watch calcola che sono quasi 500 le ragazze rapite dal 2009. E uno si chiede: ma cosa se ne faranno di tante adolescenti, dei terroristi sempre in moto e sempre in guerra? Qualcuno del gruppo Haram ha parlato di venderle. Certo i guerriglieri hanno bisogno di molti soldi. Ma forse hanno trovato più utile farne schiave: anche i soldati hanno bisogno di chi cucina, lava, pulisce le pentole, si presti ai bisogni sessuali. Ratto e schiavitù, due delitti che credevamo persi nei tempi lontani in cui chi vinceva una guerra uccideva gli uomini e schiavizzava donne e bambini. Ma davvero stiamo tornando indietro? O è l’immaginazione dei terroristi che, pur di fare soldi, prendere il potere e soggiogare popolazioni, è disposta a tirare in ballo Dio, la guerra santa, il terrore e la tratta? Ratto e schiavitù: due delitti che, se esistono ancora, si praticano di nascosto. E invece ci tocca assistere, allibiti, all’esaltazione della più vile e indegna pratica guerresca da parte di questi analfabeti di pensiero ed etica, tanto ignoranti di diritti umani quanto esperti nelle armi più moderne e nella tecnologia della pubblicità su Rete. Colpisce il silenzio del mondo islamico. E la stupidità di quei giovani europei che si fanno incantare dalle sirene della morte e dell’abuso. © RIPRODUZIONE RISERVATA verso un Ente che non ha mai ricevuto fondi da parte dello Stato. Espropriare forzosamente un Ente dei beni costruiti in 110 anni di storia è un’offesa alla professionalità e al futuro del personale dell’Aci. Spero che questo intervento porti la necessaria chiarezza e sgombri il campo dai preconcetti che nuocciono al Paese. Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci L’Aci «si autofinanzia» con balzelli imposti! Il suo Pra è un doppione, unico al mondo; già la carta di circolazione porta la proprietà del mezzo. Le 800 poltrone dan «prebende o posizioni locali vantaggiose». Nel sito Aci non c’è bilancio consolidato: non basta pubblicare i dati delle partecipate che per il Tesoro (dati dicembre 2013), sono 153. Perché lo Stato non può liquidare un ente pubblico o venderne le proprietà? Senza l’inutile Pra, prosperi l’Aci offrendo i suoi servigi a chi li vuole. Salvatore Bragantini Il Congresso Usa A proposito dell’editoriale di Ernesto Galli della Loggia (Corriere di ieri) i repubblicani al Congresso Usa controllano già la Camera e ora aspirano a controllare anche il Senato. EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. 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Viaggio nel mondo” € 8,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 50 Sport Serie A CESENA-VERONA CHIEVO-SASSUOLO EMPOLI-JUVENTUS LAZIO-CAGLIARI MILAN-PALERMO NAPOLI-ROMA PARMA-INTER SAMPDORIA-FIORENTINA TORINO-ATALANTA UDINESE-GENOA 10ª giornata 1-1 0-0 0-2 4-2 0-2 2-0 2-0 3-1 0-0 2-4 Classifica JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI GENOA MILAN UDINESE INTER FIORENTINA Prossimo turno 25 22 19 19 18 18 16 16 15 13 VERONA TORINO PALERMO SASSUOLO CAGLIARI ATALANTA EMPOLI CESENA PARMA CHIEVO 13 12 12 11 9 9 7 7 6 5 SASSUOLO-ATALANTA SAMPDORIA-MILAN CAGLIARI-GENOA CHIEVO-CESENA EMPOLI-LAZIO JUVENTUS-PARMA PALERMO-UDINESE FIORENTINA-NAPOLI INTER-VERONA ROMA-TORINO sabato 8/11, ore 18 sabato 8/11, ore 20.45 domenica 9/11, ore 12.30 domenica 9/11, ore 15 domenica 9/11, ore 15 domenica 9/11, ore 15 domenica 9/11, ore 15 domenica 9/11, ore 18 domenica 9/11, ore 20.45 domenica 9/11, ore 20.45 La grande crisi Dopo poco più di un quarto di campionato, Milan e Inter annaspano lontane dall’Europa e dalla Juve regina, ma anche sorpassate dalle squadre romane, genovesi e dal Napoli Milano periferia dell’impero 16 punti conquistati dal Milan in 10 giornate: 4 vittorie, 4 pari e 2 sconfitte, 18 gol fatti (terzo miglior attacco), 14 subiti MILANO La decima giornata è stata un tormento. Milano sprofonda, lontana dai sogni e dall’Europa, dalla Juve regina, ma anche dalle romane e dalle genovesi, persino dal Napoli contraddittorio di questo inizio stagione. Inzaghi e Mazzarri uniti dallo stesso maledetto destino. Partenza lampo e illusoria, un cerino che si è spento in fretta e ha cancellato l’entusiasmo. Alla 2ª giornata Milan e Inter sono arrivate lanciate e con un attacco esplosivo: 8 reti rossonere, 7 nerazzurre. A poco più di un quarto del campionato i numeri sono drammaticamente diversi. Il Milan ha messo insieme 10 punti nelle ultime 8 partite con 2 sconfitte, l’Inter 9 con 3 passi falsi. I milanisti hanno fischiato la squadra senza capo né coda che è stata umiliata dal Palermo; gli interi- sti hanno assistito pietrificati alla batosta contro il Parma che aveva perso le ultime 6. Come si può cadere tanto in basso? I siciliani non avevano mai vinto in trasferta, gli emiliani stavano per esonerare Donadoni. Mazzarri in maniche di camicia, affranto con una mano sulla fronte e con l’aria di chi non sa più a che santo votarsi, è l’immagine della Milano spenta e angosciata di questi primi giorni d’autunno. Inzaghi, almeno, maschera bene la delusione. Ma sui social, un mondo virtuale che è bene prendere con le molle, c’è già chi rimpiange il panterone Seedorf. Il calcio va così. Quello che preoccupa è l’involuzione rossonera: 2 gol nelle ultime 3 partite, la stellina Ménez appannata, Honda a secco, Torres che si sbatte ma non incide. E la dife- sa, come sempre, sbanda pericolosamente. Pippo, con grande onestà, si è assunto la responsabilità della sconfitta. Ma non ha ancora individuato cosa non funziona, perché la squadra è lenta, molle, lunga, senza mordente, perché corre poco e male, perché non riesce a sfruttare le fasce, a prendere l’iniziativa, a incendiarsi come faceva all’inizio. Nelle ultime 3 partite ha tirato 7 volte nello specchio della porta. Sette tiri in 7 giorni. Il giovane allenatore è tranquillo perché se la Milano ros- Numeri impietosi Pochi punti in classifica, gioco scadente, attacchi anemici. Palacio ancora a 0 gol sonera storce la bocca, in società condividono il progetto, da Silvio Berlusconi, passando per la figlia Barbara, sino a Adriano Galliani. E, rispetto all’anno scorso, ha 4 punti in più. Ora però il calendario è in salita. Mazzarri, invece, vive pericolosamente. Anche se Thohir ufficialmente non lo discute, l’uomo di San Vincenzo è nel mirino della critica e della tifoseria, fischiato allo stadio e condannato per le scelte. La sua Inter non ha né un’anima, né un’identità. Ha segnato appena 2 gol su azione in 9 partite e ha 4 punti in meno dell’anno scorso, soprattutto ha sempre la stessa faccia. In estate la società ha potenziato l’attacco, ignorando però che Walterone ha bisogno di esterni di grande qualità: quelli che ci sono adesso sono modesti e pure infor- tunati. Ieri Mazzarri ha tenuto a rapporto la squadra, usando parole dure. Le prossime 2 partite, giovedì in trasferta contro il St. Etienne e domenica sera in casa con il Verona, potrebbero essere decisive per l’allenatore. È vero che Zenga, per allenare l’Inter verrebbe quasi gratis, ma la proprietà tifa per il riscatto di Mazzarri. Che passa, inevitabilmente, dal rilancio degli uomini-copertina. Palacio nelle prime 10 partite dell’anno scorso aveva fatto 6 gol, adesso è malinconicamente fermo a zero. Milano è come un pallone sgonfio, anche i tifosi si stanno allontanando. E fra tre domeniche, dopo Italia-Croazia, c’è il derby che rischia di essere uno tra i più poveri della storia. Alessandro Bocci 15 punti conquistati dall’Inter in 10 giornate grazie a 4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte; 15 i gol fatti, 12 quelli subiti © RIPRODUZIONE RISERVATA Disperato/1 Stephan El Shaarawy, 22 anni, non va in gol da oltre 18 mesi: 24/2/2013 Milan-Inter 1-1 (Action Images) Disperato/2 Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, 29 anni, due gol segnati in questa stagione (Bozzani) Qui Milan Qui Inter Galliani a Milanello Inzaghi davanti al momento più duro Un pranzo a base di numeri, dati, palle perse, chilometri corsi (male), gol presi su calcio da fermo (e non fatti, nonostante l’esperto Gianni Vio), parametri di Milan Lab sulle condizioni fisiche dei rossoneri (da cui si deduce che Menez e Honda sono stanchi e senza segnali di ripresa riposeranno con la Samp). Adriano Galliani è andato a Milanello per analizzare con Pippo Inzaghi e il suo staff la brutta sconfitta con il Palermo. Il calo intravisto con la Fiorentina, emerso più chiaramente a Cagliari, è esploso a San Siro. E forse non è un caso che il periodo peggiore del Milan coincida con le tre partite in una settimana. La preoccupazione c’è, il timore da accantonare è che questa squadra abbia già mostrato il meglio di sé. I rossoneri sono peggiorati in ogni aspetto: la difesa non può fare a meno di Alex, MILANO che deve convivere con un ginocchio sinistro «usurato» e va gestito (l’infortunio dopo 1’ di gioco però non c’entra: si tratta di un problema muscolare alla coscia destra, che gli farà saltare la trasferta di Genova); il centrocampo, già poco votato alla costruzione, ha smesso anche di distruggere il gioco altrui; l’attacco è da Chi l’ha visto (solo tre tiri con il Palermo). E c’è chi (per esempio Abate) parla di «umiltà persa». Nelle stesse ore del pranzo a Milanello, Barbara Berlusconi incontrava il padre che segnalano arrabbiato, ma non in modo particolare con l’allenatore (e speriamo non sia vero che hanno parlato solo di Fininvest). Il pupillo Inzaghi ha appena preso 8, ma il voto era precedente la prima bocciatura sul campo. E un presidente che va negli spogliatoi all’intervallo per lamentarsi dei pochi tiri in porta, non può aver apprezzato l’attacco fantasma (pur infoltito di punte) visto col Palermo. Domani sera Silvio sarà a San Siro per assistere al Trofeo Berlusconi (contro il San Lorenzo). Impegno che non aiuta Inzaghi, il quale potrà sì provare i meno impiegati (Mastour, Niang, Van Ginkel), ma deve evitare figuracce. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Mercato di Mazzarri Ausilio toglie gli alibi «Le scelte sono sue» MILANO Il St. Etienne giovedì e il Verona domenica a San Siro. Riuscire a far dimenticare la pessima prestazione contro il Parma non sarà facile per l’Inter e, soprattutto, per Mazzarri, ma resta fondamentale per recuperare un po’ di credibilità agli occhi di Thohir, che prima di tornare sabato a Milano, venerdì a Nyon discuterà con la Commissione dell’Uefa il piano di rientro nel quadro delle norme sul fair play finanziario. Il presidente è sempre più convinto di aver sbagliato a lasciarsi convincere da un dirigente a rinnovare il contratto di Mazzarri sino al 2016. E ora, volenti o nolenti, tutti in casa Inter sono costretti a fare il tifo per il tecnico, prima ancora che per la squadra, per evitare di doverlo esonerare e di ritrovarsi due allenatori da stipendiare. Ospite ieri sera negli studi di TeleLombardia, il ds Piero Ausilio ha ribadito che «il mercato è stato fatto seguendo le indicazioni dello staff tecnico. Pochi attaccanti? Sono convinto che Palacio tornerà presto a segnare, e che Osvaldo sarà a disposizione già da giovedì, proprio come Guarin. Inoltre abbiamo giovani promettenti della Primavera su cui puntare e mi sembra un dovere vederli crescere. Volevamo ridurre il monte salari e ci siamo riusciti portando il costo totale a 70 milioni e cercando giocatori in base alle nostre possibilità economiche. La squadra, comunque, può migliorare il 5° posto e cercare il 3° per tornare in Champions». Lo pensa pure Juan Jesus che ai microfoni di Sky Sport ha provato a difendere l’allenatore: «Basta dire che la colpa è di Mazzarri: è la squadra che deve tirar fuori qualcosa di più». Conferma Hernanes: «Spero che non capitino più partite come quella col Parma: non lo meritano i tifosi». Ieri mattina, intanto, sono tornati ad allenarsi in gruppo Osvaldo e Nagatomo mentre Guarin si è allenato da solo nel pomeriggio perché in mattinata ha dovuto espletare alcune pratiche burocratiche. Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 SPORT 51 Champions League, 4ª giornata Gruppo A Oggi, ore 20.45 Malmoe-Atletico Madrid (SkyC4) JUVENTUS-Olympiacos (SkySp1, SkySpPlus, SkyC1) Classifica Atletico Madrid e Olympiacos 6; JUVENTUS e Malmoe 3 Gruppo B Oggi, ore 20.45 Basilea-Ludogorets (SkyC6) Real Madrid-Liverpool (SkySp3, SkyC2) Classifica Real Madrid 9; Ludogorets, Liverpool e Basilea 3 Gruppo C Oggi, ore 20.45 Zenit-Bayer Leverkusen (18) (SkySp1, SkySpPlus, C1) Benfica-Monaco (SkyC7) Classifica Bayer Leverkusen 6; Monaco 5; Zenit 4; Benfica 1 Gruppo D Oggi, ore 20.45 Arsenal-Anderlecht (SkyC5) Borussia D.-Galatasaray (SkyC3) Classifica Borussia Dortmund 9; Arsenal 6; Anderlecht e Galatasaray 1 Bertolino «Standing ovation addio, ora soltanto spending review» «Soffro come tutti i tifosi perché non si vedono gioco e risultati. Siamo come gli operai con Renzi: in attesa di un cambiamento che ancora non c’è. Ma io sono un tifoso della vecchia guardia, ho patito per le sconfitte interne con l’Udinese e una addirittura con il Lugano». Imputate colpe agli allenatori per il momento di involuzione? «Se i cardiochirurghi vengono valutati per le persone che salvano, gli allenatori dovrebbero essere giudicati per il lavoro in panchina, non per la simpatia. Con Pippo si è visto entusiasmo, allegria, ma poi ci si è accontentati di un punto in trasferta». «Dato che mi arrabbierei se Mazzarri mi suggerisse come dire una battuta, nemmeno io gli consiglio come allenare. Però bisognerebbe insegnare ai giocatori come mordere le balle agli avversari. Il secondo tempo con la Fiorentina è stato di una tristezza unica». Capite lo stato d’animo dei tifosi che hanno perso la pazienza? «Si parla di ricostruzione, ma qui bisogna ricreare anche il morale dei tifosi: anche a me qualche volta viene voglia di andare al cinema piuttosto che guardare il Milan». «Ci vorrebbe uno stadio come quello della Juve: San Siro, invece di essere pieno come la messa di mezzanotte a Natale, sembra la celebrazione delle 6 e un quarto». DAL NOSTRO INVIATO Claudio Marchisio, 28 anni, dovrà preoccuparsi, questa sera contro l’Olympiacos, di una fascia, ma ancora non sa se la destra o la sinistra Certezze È il suo unico dubbio della vigilia. Marchisio, che in questa stagione ha segnato un gol in campionato, ieri ha infatti dichiarato: «Il tempo dei regali, in termini di punti e prestazioni, è finito» La presenza dei dirigenti non riesce a fare miracoli? «Non voglio fare commistioni tra politica e calcio. Il presidente finora ha dato molto in tutti i sensi: più investi, meglio è. Tutti i venerdì Berlusconi va a Milanello: ma se spendi e compri Van Basten è una bella giornata. Se acquisti le mele per cucinare la crostata, è diverso». «Thohir è arrivato in un momento complicato. Poi io sono legatissimo a Moratti, con cui ho avviato in Brasile un rapporto di collaborazione fra gli Inter Campus e la mia fondazione Pititinga: da ragazzo giocavo sul campo di Imbersago con Massimo che vestiva la maglia numero 10 e Bedy ci preparava il tè». I trionfi del passato sembrano ormai lontani... «Veniamo da due anni di malinconia con Allegri seguiti dalla gestione Seedorf. Con Allegri, tolto il primo anno, è iniziato lo smantellamento con le partenze di Pirlo, Seedorf, Ambrosini. L‘estasi per il regno Inzaghi aveva il timer, è già finita». «Siamo passati dalla standing ovation alla spending review. Ora mi piacerebbe togliermi qualche soddisfazione, come per esempio vincere l’Europa League. Chi la conquista può partecipare alla Champions, ma questa squadra non dà molte speranze». TORINO La fredda semplicità di certe notti può essere d’aiuto per schiarire le idee: la Juventus deve vincere contro l’Olympiacos per riagganciarlo in classifica dopo la sconfitta di Atene (1-0) e possibilmente superarlo, battendolo con due gol di scarto. La squadra di Allegri avrà poi la trasferta di Malmoe e l’Atletico Madrid in casa e può ancora puntare al primo posto in un girone molto equilibrato. Ma lo snodo decisivo è qui e adesso. E non riguarda solo la Champions: il passaggio del turno marcherebbe una prima differenza rispetto alla Juve dello scorso anno e darebbe più serenità e convinzione a tutto l’ambiente bianconero. Di fronte ci sono i campioni di Grecia, attualmente secondi nel loro campionato: una squadra che in casa va oltre le proprie possibilità, ma ha perso in Svezia e già nel secondo tempo contro la Juventus ha mostrato limiti strutturali. Come un anno fa con il Galatasaray (2-2 a Torino e 1-0 a Istanbul) è tempo delle risposte secche: se non si vince «una finale» (Pirlo dixit) allo Stadium contro avversari ampiamente alla portata, allora è giusto rimandare ancora i sogni di grandeur. Ma non è il momento dei cattivi pensieri, questo: «Il Dna europeo si ricostruisce senza dare troppo peso a quello che dall’esterno viene visto storicamente come un complesso — dice Allegri —. Abbiamo un banco di prova importante per dimostrare che dall’interno non viene vissuto così: ci giochiamo il passaggio del turno ed è obbligatorio vincere. Cercare di farlo con due gol di scarto sarebbe importante, ma intanto pensiamo a vincere, Partita-chiave Massimiliano Allegri, 47 anni, alla prima stagione con la Juve, si gioca questa sera un bel pezzo di Europa (LaPresse) Torino, ore 20.45 Juventus Olympiacos 3-5-2 4-2-3-1 1 Buffon 16 Roberto 5 Ogbonna 14 Elabdellaoui 19 Bonucci 3 Botia 3 Chiellini 22 Abidal 26 Masuaku 26 Lichtsteiner 23 Vidal 8 N'Dinga 21 Pirlo 5 Milivojevic 6 Pogba 2 Maniatis 8 Marchisio 10 Dominguez 14 Llorente 19 Fuster 10 Tevez 7 Mitroglu Arbitro: Atkinson (Inghilterra) Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Sport Plus, Sky Calcio 1 «Una volta lo scudetto si giocava sull’asse MilanoTorino, ora siamo costretti a gufare la Juve sperando che torni a livelli umani». Vorreste provare a consolarvi a vicenda? «Diego non ne ha bisogno: è dotato di ironia come l’immenso Prisco. Mi piace ricordare la battuta del nostro vicepresidente: “Prima di morire divento milanista, così sulla terra resta un rossonero in meno”». Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA che già non è semplice». Ad Atene la Juventus concesse gentilmente il primo tempo all’Olympiacos, con un Pirlo ai minimi termini e troppi errori: «Il tempo dei regali, in termini di punti e prestazioni è finito» dice Claudio Marchisio, che potrebbe fare il jolly e giocare in fascia, a sinistra al posto di Asamoah o anche a destra, se Lichtsteiner dovesse scalare in difesa per rimpiazzare Ogbonna. «Da parte dei greci mi aspetto più o meno la stessa partita — spiega Allegri — ma siamo noi a dover fare molto meglio sul piano tecnico e dell’intensità. Non meritiamo solo tre punti in classifica, ma dobbiamo rimediare a questa situazione, senza farci prendere dall’ansia e dalla fretta: dobbiamo avere la pazienza di sfruttare il tempo a disposizione per portare a casa quello che ci interessa». A complicare lo scenario ci sono gli infortuni di Ogbonna e Asamoah, k.o. a Empoli e assenti nell’allenamento di ieri pomeriggio. Il difensore azzurro ha preso una botta agli adduttori e potrebbe recuperare. Più difficile l’impiego dell’esterno ghanese, con un problema al ginocchio: «Padoin può fare l’esterno sinistro, non sono affatto preoccupato — sottolinea Allegri — anche se recuperare tutti e due ci darebbe più possibilità di scelta». Comunque vada nel provino di stamattina, è un altro il ballottaggio che anima il popolo juventino in una di quelle serate che possono dare l’indirizzo all’intera stagione: Llorente o Morata, questo è il problema. All’andata è partito titolare per la prima volta il baby fenomeno di scuola Real, ma ha sbattuto contro le manone del portiere Roberto. Fernando si è sbloccato in campionato contro il Palermo, ma anche a Genova non ha dato segnali di grande brillantezza: «Alvaro ha fatto gol a Empoli — osserva il tecnico —, Llorente però sta meglio e anche su questo deciderò solo poche ore prima della partita». Se giocasse ancora Morata dall’inizio sarebbe una sorpresa, la più gradita dai tifosi. Ma la notte è lunga. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Aveva azzeccato l’1-0 di Atene, oggi riprova a fermare i bianconeri DAL NOSTRO INVIATO «Enrico è un maestro nel cavalcare i momenti di difficoltà dell’Inter. Dopo 25 anni di risultati così così è diventato un maestro di equitazione: praticamente siamo due cavalieri dell’Apocalisse». Gruppo H Domani, ore 20.45 Shakhtar Donetsk-Bate B. (SkyC7) Athletic Bilbao-Porto (SkyC6) Classifica Porto 7; Shakhtar Donetsk 5; Bate Borisov 3; Athl. Bilbao 1 Roberto, portiere e un po’ indovino Con che stato d’animo vi avvicinate al derby del 23 novembre? «Sarà una sfida fra poveri. Il derby dei clochard. Ma preferirei perdere divertendomi che pareggiare annoiandomi». Gruppo G Domani, ore 20.45 Sporting Lisbona-Schalke (SkyC5) Maribor-Chelsea (SkySp3, SkyC3) Classifica Chelsea 7; Schalke 5; Maribor 2; Sporting Lisbona 1 Juve contro l’Olympiacos non solo per l’Europa Dopo dieci giornate Milano è già avvolta nelle nebbie della classifica. Siete molto preoccupati? «No, perché non mi ero illuso prima. Se i grandi club hanno in panchina Ancelotti, Guardiola o Mourinho un motivo ci sarà. E poi gli acquisti: se Torres e Van Ginkel vengono ceduti in prestito gratuito significa che non sono fenomeni. Mica son pirla i dirigenti che ce li regalano». Gruppo F Domani, ore 20.45 Psg-Apoel Nicosia (SkyC4) Ajax-Barcellona (SkySp1, SkyC1) Classifica Psg 7; Barcellona 6; Ajax 2; Apoel Nicosia 1 Allegri, idee chiare «Il nostro obbligo adesso è vincere» Tifosi da ridere Abatantuono «Per Pippo estasi col timer: è già finita» Gruppo E Domani, ore 20.45 Manchester City-Cska Mosca (SkySpPlus, SkyC2) Bayern Monaco-ROMA (Canale 5) Classifica Bayern Monaco 9; ROMA 4; Manchester City 2; Cska 1 Roberto Jimenez Gago, 28 anni, è nato a Madrid Carriera Cresciuto nell’Atletico, ha giocato con Saragozza e Benfica prima di approdare all’Olympiacos TORINO Roberto ha le spalle larghe e due guantoni enormi, che sembrano tutt’uno con gli avambracci completamente tatuati. Allo stadio Karaiskaki, il 28enne di scuola Atletico che Ronaldo aveva consigliato al Real, è stato per la Juventus l’equivalente umano della neve di Istanbul: un ostacolo, un alibi, un incubo. Ed è stato pure un profeta della sventura bianconera, dato che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il portierone spagnolo (196 centimetri) aveva azzeccato risultato e marcatore (Kasami). Ripetere le magie su Tevez e Morata di due settimane fa non sarà semplice, ma Roberto non è il tipo che molla la presa: «Mio padre Dionisio non mi lasciava giocare in porta — ha raccontato — perché diceva che è un posto per matti. In effetti non aveva tutti i torti, ma mia madre gli disse di lasciarmi stare. Facevo il difensore e appena potevo sostituivo il portiere. Ho avuto ragione io e adesso anche mio padre è contento… ». Allegri un po’ meno, visto che anche ieri ha ricordato le imprese di Roberto all’andata. Ma il vicino di casa di Fernando Torres ai tempi delle giovanili nell’Atletico, non è sempre sta- ❞ Mio padre non voleva che giocassi in porta, dice che è il ruolo dei matti Oggi, però, è contento to un muro di gomma: tre stagioni fa al Benfica veniva massacrato dalla stampa portoghese per i suoi errori, soprattutto nelle uscite, un aspetto di cui la Juve dovrebbe tenere conto. Ad Atene Roberto si è preso la sua rivincita, contribuendo ad eliminare proprio il Benfica (che poi ha fatto fuori la Juve in semifinale di Europa League) nel girone di Champions un anno fa. «Noi portieri facciamo quasi uno sport a parte e siamo come il vino: ci vuole tempo per diventare buoni». Imbottigliarlo per la Juve non sarà semplice. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 52 È mancato allaffetto dei suoi il Presidente della Società Dante Alighieri Ambasciatore Bruno Bottai Con profondo dolore ne danno lannuncio la sorella Maria Grazia, i nipoti Angelo e Orsola Polimeno, i nipoti e pronipoti Strohmenger.- La camera ardente è allestita presso la sede Dante, piazza Firenze 27, Roma.- I funerali si terranno mercoledì 5 novembre, ore 10, Basilica di Santa Maria in Trastevere. - Roma, 4 novembre 2014. Giancarlo Aragona si unisce al cordoglio per la scomparsa dell Ambasciatore Bruno Bottai - Roma, 4 novembre 2014. Francesco e Vittoria Aloisi de Larderel ricordano, commossi, l Ambasciatore Bruno Bottai - Roma, 3 novembre 2014. Lufficio di Presidenza, il Consiglio Centrale, il Segretario Generale, il Collegio dei Revisori e il personale della Società Dante Alighieri, rattristati dalla scomparsa del Presidente Ambasciatore Bruno Bottai ne ricordano con affetto lumanità e limpronta data per la promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo. - Roma, 3 novembre 2014. Antonia Ida Fontana, a nome del Comitato fiorentino della Società Dante Alighieri, partecipa al dolore per la scomparsa dell Ambasciatore Bruno Bottai indimenticabile Presidente. - Firenze, 3 novembre 2014. Il Comitato di Siena della Società Dante Alighieri partecipa con immenso dolore alla scomparsa dell Ambasciatore Bruno Bottai - Siena, 3 novembre 2014. La Fondazione Internazionale Premio Balzan esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa di Bruno Bottai suo appassionato e autorevole Presidente per quattordici anni.- Del prezioso contributo allattività della Fondazione Balzan si serberà perenne e riconoscente ricordo. - Milano, 3 novembre 2014. Cristina Mondadori e Luca Formenton, insieme a tutti i collaboratori di Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, ricordano la lunga collaborazione con Bruno Bottai e sono vicini a Mizzi Bottai. - Milano, 3 novembre 2014. I soci del Circolo di Studi Diplomatici ricordano con ammirazione ed affetto la figura dell Ambasciatore Bruno Bottai - Roma, 2 novembre 2014. Vittorio Grimaldi ricorda con affetto l Avv. Carmelo Alessio Avvocato e gentiluomo. - Roma, 3 novembre 2014. Avvocati e collaboratori dello Studio Grimaldi sono vicini alla famiglia nel ricordo dell Avv. Carmelo Alessio - Roma, 3 novembre 2014. Gli amici milanesi sono vicini alla famiglia di Michele Maugeri e lo ricordano con affetto per le sue spiccate doti di entusiasmo, professionalità ed amicizia.- Andrea Cancelli, Paolo Cancelli, Daniele Cazzuffi, Piergiorgio Recalcati, Pietro Rimoldi e Gianluca Bragonzi. - Milano, 3 novembre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Sergio Rabuffetti Lo annunciano commossi la moglie Annamaria, le figlie Sissi e Serena, la nuora Laila, i generi Giovanni e Francesco, i nipoti Alexia, Gaia, Matteo e Ariel.- I funerali avranno luogo oggi alle 15.30 nella chiesa San Domenico. - Legnano, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Alberto e Marisa Castiglioni. Anna Merlo Bertazzoni e figli. La sorella Elda con Sergio e Fabio abbraccia commossa Annamaria, Sissi e Serena nel ricordo di Sergio - Busto Arsizio, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Maddalena Marinoni con Alessandro e Andrea. Susanna Poggi con Edoardo. Mietta con Rossella stringe in un affettuoso abbraccio Anna, Sissi e Serena nel ricordo dellamato cugino Sergio - Legnano, 4 novembre 2014. Partecipa al lutto: Gianmaria Rovelli. Livio, Lilia, Paola e Anna con Michele e Nicola, commossi per la perdita del caro Sergio Rabuffetti esprimono il loro più profondo cordoglio e abbracciano con tanto affetto Anna e famiglia in questo triste momento. - Legnano, 4 novembre 2014. Partecipano al lutto: Gabriella Leoni e figlie. Paolo e Vanna Colonna Romano. Alberto e Charlie Ferrè. Pier Maria ed Ele Rizzoli. Pippo, Roberta e Andreina sono vicini a Ugo in questo triste momento, ricordando con grande affetto una persona veramente speciale Lucia Bassani Friedmann Sergio Rabuffetti Il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, lamministratore delegato Giuliano Adreani, i consiglieri damministrazione, il collegio sindacale, i dirigenti e tutti i dipendenti del gruppo Mediaset partecipano al lutto per la scomparsa di Augusto Martelli - Cologno Monzese, 3 novembre 2014. Fedele e Annick Confalonieri sono vicini alla famiglia per la scomparsa dellamico Augusto Martelli grande musicista e brillante uomo di spettacolo. - Milano, 3 novembre 2014. Pasquale Straziota ed i colleghi della Direzione Affari Legali di Mediaset partecipano commossi al dolore di Jacques Martelli e della sua famiglia per la scomparsa del caro Augusto - Cologno Monzese, 3 novembre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Aldo Casellato Lo annunciano il figlio Gabriel e la compagna Alessandra.- La cerimonia funebre avverrà al cimitero di Lambrate mercoledì 5 novembre ore 11.30, sala multifunzione. - Milano, 2 novembre 2014. Partecipano al lutto: Carina Escolà con Flavio. Carlo Gelmetti con Pascale, Jacques e Francois. Chiara Gelmetti. Simone e Matteo. La famiglia Gabriel-Batlle. La clinica oculistica dellOspedale Luigi Sacco di Milano ricorda il Dottor Aldo Casellato indimenticato collega. - Milano, 3 novembre 2014. Adele - Milano, 3 novembre 2014. vera amica di tutta una vita. - Milano, 3 novembre 2014. Chicca ed Elena Nascimbene con Alberto Cannonieri sono vicine a Ugo per la perdita della mamma Maria Viganoni, con le famiglie Viganoni e Canesi, rimpiangerà sempre lamica insostituibile Adele Guffanti Lucia Bassani carissima e preziosa amica. - Milano, 3 novembre 2014. Arrigo, Carlo, Clementina, Ezio, Giuseppe, Nicoletta, Piercarlo, Sabrina, Sergio e Sveva sono affettuosamente vicini a Ugo Friedmann, componente del Consiglio Notarile di Milano, per la perdita della madre notaio Lucia Bassani - Milano, 3 novembre 2014. Cesare Bellotti con Nicolò e Lucia ricorda con grande affetto lamica e collega Lucia Bassani - Milano, 3 novembre 2014. Andrea, Pietro, Lorenza Mosca sono vicini allamico Ugo per la perdita della cara mamma Dott.ssa Lucia Bassani - Milano, 3 novembre 2014. Il Presidente Paolo Clerici, i Vice-Presidenti Andrea Clavarino e Corrado Papone, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e tutti i dipendenti di Coeclerici sono vicini al Dottor Ugo Friedmann e famiglia per la perdita della madre Dott.ssa Lucia Bassani Friedmann - Milano, 3 novembre 2014. Lucia Bassani Friedmann Donato Raimondi ricorda con affetto e dolore lamico di sempre e abbraccia forte forte Annamaria e i familiari. - Milano, 3 novembre 2014. Grazia, Emilio, Sabrina, Massimo, Alessandra e ragazzi sono vicini alla famiglia Guffanti nel ricordo della cara Partecipano al lutto: Giancarlo Capietti e famiglia. la Dopo una lunga e dolorosa malattia si è spenta sig.ra Clelia Maraldi Sanna Laura e Francesco Vassalli si uniscono al dolore del figlio Giuseppe e di tutta la famiglia con profondo rimpianto. - Roma, 3 novembre 2014. Andrea, Graziella, Valentina, Gianandrea e Martina partecipano al grave lutto occorso a Roberta e Christian e si uniscono a loro in questo momento di grande dolore per la perdita del caro Mario - Monza, 3 novembre 2014. I collaboratori ed i dipendenti della società Montello SpA, partecipano al dolore per la scomparsa del Rag. Mario Cavallo - Milano, 3 novembre 2014. Emanuela, Marinella, Alessandro e Nicolò, partecipano al dolore che ha colpito Roberta, Christian ed il fratello Piero per la scomparsa del Rag. Mario Cavallo - Milano, 3 novembre 2014. Luigi Piceci con le figlie Cristina e Alessandra con Stefano, la sorella Edda, i prediletti nipoti Francesca, Silvia, Martina, Marco, Luca e Lorenzo annuncia con dolore la perdita della moglie Mariemma Arcelli Fontana Piceci - Milano, 3 novembre 2014. Il FAI Fondo Ambiente Italiano ricorda con commozione e gratitudine Adele Guffanti che con entusiasmo credette nel FAI sostenendolo nei suoi primi passi. - Milano, 3 novembre 2014. Gli amici di AHMIS salutano Adele Guffanti socia generosa ed indimenticabile. - Milano, 3 novembre 2014. Giuseppe de Bernardi di Valserra re Si è ricongiunta ai suoi cari nella pace del Signo- Carla Tabaglio Il nostro grandissimo amore va oltre la vita.- Sei sempre con me.- Renata. - Milano, 4 novembre 2014. Nel primo anniversario della scomparsa di Non fiori ma opere di bene.- Famiglia Pizzo e famiglia Patellani. - Milano, 31 ottobre 2014. 4 novembre 2004 - 4 novembre 2014 Anita Vergottini Sempre la più bella e lunica fino in fondo.- Ciao nonna, grazie.- Luca. - Milano, 4 novembre 2014. Nel primo anniversario della scomparsa Giovanna e Francesca con profondo affetto ricordano Guido Bersellini - Milano, 4 novembre 2014. Pier Andrea Magistrati la moglie Elena farà celebrare una Santa Messa il 5 novembre alle ore 18.30 nella Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. - Roma, 4 novembre 2014. Nellanniversario della nascita, in ricordo di Manfredo Tafuri illustre e appassionato intellettuale del Novecento, storico dellarchitettura, professore universitario, Giusi Maria Letizia Rapisarda Tafuri. - Roma, 4 novembre 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Dott.ssa Adele Guffanti Socia fondatrice e attivissima rappresentante del club per oltre un cinquantennio. - Monza, 2 novembre 2014. Le famiglie Achille Legnani e Alfonso Legnani sono vicine ad Anna per la perdita del loro caro vecchio amico Renato Sellani - Milano, 3 novembre 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Ciao Renato sarai sempre nel nostro cuore e la tua musica ci accompagnerà per sempre.- Manuela e Antonio. - Milano, 3 novembre 2014. Ponderosa Music and Art ricorda con affetto Renato Sellani Grazie per la musica che ci hai lasciato.- Titti Santini, Patrizio, Stefania "Fiammetta", Sara, Paolo, Aronne, Giuseppe, Andrea, Alice. - Milano, 3 novembre 2014. CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Renato Sellani TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Partecipano al lutto: Paula Parfitt e Elio Castiglioni. Il 3 novembre si è spento serenamente circondato dallaffetto dei suoi cari il Commendatore Pino Creperio Cavaliere dellOrdine di San Silvestro Papa Ne danno il triste annuncio la moglie Maria, i figli Daniela con Giulio, Susanna con Mario, Giampietro e Federica con Vittorio, i nipoti Ludovico e Giulia, Paola e Marco.- Per il giorno e lora dei funerali contattare il n. 0232867. - Milano, 4 novembre 2014. I condomini e lamministratore del condominio di via Anfossi 17/19 Milano, sono vicini alla famiglia Pizzochero in un momento di così grande dolore per la scomparsa del signor Giancarlo Pizzochero - Milano, 3 novembre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Giovanni (Gino) Trolese e la ricorda con grande affetto. - Cusago, 2 novembre 2014. Mary Gelmi e i collaboratori dello Studio Piceci Gelmi esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia Piceci e partecipano commossi al dolore per la perdita della signora I cugini Acquaderni, Braida, DallAsta, Gonano, Luxardo, Masetti Zannini de Concina sono vicini a Valeria Lorenzo e Paolo nel ricordo del caro Mariemma Arcelli Fontana 4 novembre 2013 - 4 novembre 2014 Angelo Castelletti Le socie del Soroptimist International - Club di Monza ricordano con grande affetto lamica di 77 anni.- Lo annunciano la moglie Laura, i figli, le nuore, il genero e i nipoti con tutti i parenti.- Per ogni informazione contattare il numero 3289703321. - Arcore, 3 novembre 2014. - Milano, 3 novembre 2014. Ricordiamo il nostro amico di sempre con rimpianto e tanto affetto, uniti ai suoi cari.Lina, Luisa e Giorgio. - Proserpio, 3 novembre 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Ferdinando Cassinis - Roma, 3 novembre 2014. Corriere della Sera Martedì 4 Novembre 2014 SPORT 53 Contrordine Lippi: «Basta panchina», ma poi ci ripensa Dopo 9 mesi Roma, Strootman è pronto al rientro Basket Milano cade ad Avellino, Sassari sola in testa Mai dire mai. Subito dopo aver vinto il terzo scudetto consecutivo alla guida del Guangzhou Evergrande, Marcello Lippi, 66 anni, aveva detto «basta panchina, sono anziano» e infatti nella prossima stagione farà il direttore tecnico del club cinese. Ma sono bastati pochi giorni al c.t. campione del mondo nel 2006 per cambiare idea: «Quando finirà il mio contratto qui in Cina e tornerò in Italia, dovesse arrivare qualche offerta per allenare una Nazionale potrei valutarla. Mi sento ancora in forma». Non solo cattive notizie per la Roma, molto criticata per la sconfitta di Napoli, che ha seguito quelle contro Juve e Bayern Monaco. Rudi Garcia potrebbe riavere a breve uno dei giocatori più importanti: Kevin Strootman. L’olandese, che si era gravemente infortunato al ginocchio il 9 marzo scorso, tornerà in campo domenica prossima con la Primavera allenata da Alberto De Rossi, contro il Latina (a Trigoria, ore 10.30). L’obiettivo è riaverlo con la prima squadra il 22 novembre, dopo la sosta, quando la Roma andrà a Bergamo. L’EA7 Armani Milano paga un primo tempo inguardabile e si arrende sul campo della Sidigas Avellino nel posticipo della 4a giornata di serie A: 73-69 il risultato a favore dei campani, che erano andati al riposo avanti di 21 lunghezze (47-26). A nulla è servito il tentativo di rimonta (con 21 punti di Gentile), se non ad arrivare a -3 a 4’’ dal termine. Classifica: Sassari 8; Brindisi, Reggio Emilia, Milano e Venezia 6; Cantù, Varese, Cremona, Avellino, Pistoia e Roma 4; Bologna (-2), Capo d’Orlando e Trento 2; Caserta e Pesaro 0. La Lazio prima domina poi soffre e si fa in 4 sognando la Champions Finisce 1-1 Il Cesena non è cinico il Verona ringrazia Mauri in gol, doppietta di Klose, il Cagliari sfiora il pari, chiude Ederson Una star mondiale. Proprio come Lenny Kravitz, Adrien Brody e Donald Sutherland, tutti e tre giovedì sul palco del «Komische Oper» di Berlino per battere le mani a Miro Klose, campionissimo premiato «Uomo dell’anno» per GQ Germany. Ieri sera il tedesco campione del mondo (e miglior marcatore della storia dei Mondiali) è stato applaudito dagli oltre 30 mila laziali giunti all’Olimpico per esorcizzare il fantasma di Zeman e il suo Cagliari ammazza-big, tutti in piedi quando la star è uscita a inizio ripresa, sazia per la sua doppietta dal sapore di Champions League. Rientra perfettamente nella normalità, quindi, se a spedire la Lazio al terzo posto e a meno tre dall’odiatissima Roma (con aggancio alla Sampdoria grazie al 4-2 finale sui sardi, sesto risultato utile consecutivo) è il biancoceleste più famoso e celebrato, quello che ha il gol nel sangue e anche un po’ di anni che si vedono magari nelle rughe, ma mai nel fiuto. E invece no. Anzi, di nuovo tu verrebbe da dire dopo un mese e mezzo tra panchine, mugugni e qualche pensiero al Kaiserslautern, cioè tornare laddove tutto cominciò. Però sulla squadra che, a sorpresa generale, spicca il volo verso il terzo posto cavalcando il miglior attacco della serie A (20 gol) c’è ancora il marchio di Klose, stella data prematuramente sul viale del tramonto e invece più in salute che mai. Suo il gol bellissimo che ha CESENA L’1-1- alla fine ci sta, ma il Cesena ha il diritto di cullare rimpianti. Perché la squadra di Bisoli, guidata dal portoghese Hugo Almeida, ha avuto la possibilità di chiudere i conti già in fondo a un primo tempo giocato con autorevolezza. In vantaggio dopo 22’ con Defrel (assist di Almeida), i romagnoli fallivano almeno un altro paio di palle-gol per poi subire nel secondo tempo il ritorno del Verona. Mandorlini faceva alzare dalla panchina Toni, ma rimaneva in 10 per l’infortunio di Sorensen a cambi esauriti. Il pari arrivava al 32’ (testa di Juanito). Sembrava finita, ma all’ultimo minuto il Cesena sfiorava il 2-1 con Djuric e Carbonero. Rafael, però, era attento. ROMA 20 gol segnati dalla Lazio: ha il miglior attacco della A davanti al Napoli (19) 8 giocatori in rete finora per la Lazio: Djordjevic il bomber (5 gol) 3 reti realizzate da Mauri e Klose, entrambi in gol contro il Cagliari La sorpresa © RIPRODUZIONE RISERVATA Lazio Cagliari 4 2 Marcatori: Mauri 7’, Klose 25’ e 27’ p.t.; Braafheid (aut) 3’, Joao Pedro 39’, Ederson 48’ s.t. LAZIO (4-3-3): Marchetti 6,5; Pereirinha 6, De Vrij 6,5, Ciani 5,5, Braafheid 6; Parolo 6,5, Biglia 6,5, Mauri 6,5 (Ederson 6 43’ s.t.); Candreva 6,5, Klose 7,5 (Djordjevic 6 17’ s.t.), Lulic 7 (Onazi 6 34’ s.t). All.: Pioli 7 CAGLIARI (4-3-3): Cragno 5,5; Pisano 5 (Balzano 5,5 13 s.t.), Ceppitelli 4,5 (Benedetti 6 13’ s.t.), Rossettini 5, Murru 5,5; Crisetig 6 (Joao Pedro 6,5 34’ s.t.), Conti 5,5, Ekdal 5,5; Ibarbo 4,5, Sau 5, Cossu 5,5. All.: Zeman 5,5 Arbitro: Di Bello 5. Espulso: Ibarbo 27’ s.t. Ammoniti: De Vrij, Ceppitelli, Crisetig, Conti, Lulic. Recuperi: 0’ più 4’ raddoppiato il vantaggio acciuffato in apertura dal solito Mauri, rientrato dallo stop imposto dal Coni dopo l’assunzione di cortisone per curare un ascesso tonsillare, bravo a deviare in porta una palla vagante nel pieno dell’area cagliaritana: Candreva lancia sul secondo palo, Lulic fa la torre di testa e Klose chiude l’azione mettendo dentro il 2-0 al 25’. Facile, facilissimo. Così come due minuti più tardi, il terzo gol che forse ha sigillato il risultato finale: Lulic appoggia, Miro si coordina e batte il malcapitato Cragno senza gesti tecnici inutili. Due guizzi, due gol, due esempi di stile. Tutto il resto della serata è roba per semplici terrestri: goffi come Braafheid quando devia la palla nella sua porta a inizio ripresa, astuti come Joao Pedro nell’approfittare di un errore di comunicazione tra Marchetti e Ciani, o appena resuscitati come Ederson che entrato da pochi secondi e ciccato il primo tentativo di doppio passo, si fa trovare pronto all’ennesimo assist (settimo in stagione) di Candreva. E il Cagliari? La solita squadra di Zeman, difesa altissima e attacco sfrenato. Troppo forse, per questo Ibarbo finisce la partita anzitempo per un rosso. Lo stile è sempre quello, è una roba senza età. Zeman come Klose non possono passare mai di moda. Andrea Arzilli Scatenato Miroslav Klose, 36 anni, realizza uno dei suoi due gol al Cagliari. L’attaccante tedesco ha toccato quota 45 reti segnate in totale in maglia laziale (Ap) © RIPRODUZIONE RISERVATA Cesena Verona 1 1 Marcatori: Defrel 22’ p.t.; Juanito 32’ s.t. CESENA (3-5-1-1): Agliardi 6; Capelli 6, Lucchini 6 (Krajnc 5 18’ s.t.), Volta 6,5; Renzetti 6 (Mazzotta 5 37’ p.t.), Carbonero 5,5, Giorgi 5, De Feudis 6,5, Cascione 6; Defrel 7 (Djuric 5,5 36’ s.t.); Almeida 7. All.: Bisoli 6 VERONA (4-3-3): Rafael 6; Sorensen 6,5, Moras 5,5, Marquez 6, Brivio 6; Hallfredsson 5 (Toni 6 24’ s.t.), Tachtsidis 7, Ionita 5 (Obbadi 6 18’ s.t.); Nico Lopez 5,5 (Christodoulopoulos 6 18’ s.t.), Nene’ 6, Juanito 7. All.: Mandorlini 6 Arbitro: Calvarese 6 Ammoniti: Ionita, Hallfredsson, Tachtsidis, Defrel, Juanito Recuperi: 3’ più 3’ Da Pietri a Mbakogu, Carpi la piccola grande dello sport Meno di 70 mila abitanti, una tradizione unica e ora il primato in solitudine in serie B Dodici giornate di campionato e la serie B ha una sola capolista. Il Carpi, dopo il quarto successo consecutivo (record per il club), guida il gruppo con 2 punti di vantaggio sul Frosinone e 3 su Bologna, Livorno e Trapani. Sabato, tutti allo stadio « Dall’Ara», per il derby con i rossoblù. Una trasferta di 61 km che è anche un appuntamento con la storia. Carpi, 69.791 abitanti, è terra di importanti uomini di sport, oltreché la città di Ciro Menotti. Dorando Pietri, l’eroe della maratona olimpica di Londra 1908, era nato a Correggio (provincia di Reggio Emilia, 16 ottobre 1985), ma nel 1897 il padre, Desiderio, aveva aperto un negozio di frutta e verdura a Carpi (provincia di Modena, 10 km di distanza), dove si era trasferito con la moglie e i quattro figli e lì Dorando, garzone in una pasticceria, aveva cominciato a correre. A Carpi, era nato Amleto Frignani (1° marzo 1932), che il Milan aveva acquistato nel 1951 dalla Reggiana: è stato il primo marcatore italiano del- I pilastri ● Fabrizio Castori, 60 anni, allenatore del Carpi: in carriera vanta 7 promozioni ● Stefano Bonacini, imprenditore, è a.d. e socio di maggioranza del Carpi Fc la storia della Coppa dei Campioni, avendo segnato il gol dell’1-1 in Milan-Saarbrucken 3-4 (15’ p.t., 1° novembre 1955). A Carpi è nato Greg Paltrinieri (5 settembre 1994), campione europeo dei 1.500 s.l. a Debrecen nel 2012 e a Berlino 2014. Nel 2000, il Carpi (anno di fondazione: 1909; la squadra di Salvatore Bagni dal 1975 al 1977), maglia biancorossa, fallisce. Una nuova proprietà dà vita al Football Club Carpi e riparte dall’Eccellenza. Due anni dopo, la squadra è in serie D, dove resta fino al 2010, quando arriva seconda nel girone e viene ammessa in Seconda Divisione di Lega Pro. Un anno dopo, la promozione in Prima Divisione. Manca la B nel 2012, battuta al playoff dalla Pro Vercelli. Appuntamento rinviato al 2013, quando il Carpi (allenato da Fabio Brini), a sorpresa, batte nella finale il Lecce e per la prima volta gioca in serie B. Chiude il campionato con una salvezza più che tranquilla (12° posto); si fanno notare l’albanese Ledian Memushaj, che segna 8 gol (ora al Pescara) e soprattutto Jerry Mbakogu (6). Nigeriano, 22 anni da compiere il 1° dicembre, è diventato il trascinatore del Carpi in questa stagione, dove ha già segnato 8 reti. Lo stanno osservando in tanti (anche all’estero, compreso il Borussia Dortmund), ma l’attaccante, rientrato al Carpi, Maratona Dorando Pietri a Londra Bomber Jerry Mbakogu, 22 anni, nigeriano (LaPresse) Gol europeo Amleto Frignani dopo il fallimento del Padova, è blindato da un contratto che scade il 30 giugno 2019. La forza del Carpi è nel triumvirato composto da Stefano Bonacini (socio di maggioranza e a.d., industriale, settore maglieria), Cristiano Giuntoli (d.s.) e Fabrizio Castori. Marchigiano di San Severino, 60 anni, reduce da stagioni difficili, Castori è arrivato a Carpi con un anno di ritardo e ha avuto il merito di realizzare una splendida sintesi fra vecchi (pochi, con Porcari, 30 anni, capitano) e giovani. Il suo è un calcio semplice e proprio per questo efficace: gioco verticale, a ritmi alti. Non è un caso che il Carpi tenda a costruire le vittorie con partenze-sprint nei due tempi. E alla fine Castori ha ammesso: «Stiamo facendo grande calcio; la squadra gioca così bene che sorprende anche me». Sabato il Bologna. Di solito queste celebrazioni non portano fortuna, ma il primo posto del Carpi non è un’opinione. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera 54 Tv .¤ .Õ Ê±ææ 3.$"9/± ÎÎ×@ÎF ʱ¤æ .3"$± ÎÎ×@ÎF ʱÐæ 1 ¤± ʱ|z 3"$!11"± ÎÎ×@ÎF ¤æ±zz .!$" $"/" "/" ¿$." !1. ¿1± ÎÎ×@ÎF ¤¤±|æ ,.$8 3$ $± 8@ÂkÎF ¤Ð±Ðæ 1$."± ¤|±ææ 1 ¤ $"$!± ÎÎ×@ÎF ¤|±æz $ $,$ 1± 8@ÂkÎF ¤|±|æ 1$.1$ $ .$"· 8.11$ "± Îα ¤Ê±ææ 81 " .11± Îα ¤p±zæ ¿.1± -×ä Õæ±ææ 1$."± Õæ±Ðæ . 13$± 8@ÂkÎF Õ¤±¤æ .$/$ .$± X×kÎ Õ¤±¤z -3/1$ "$/1.$ !$. Éæ± !ÅkÂk± "k !@ÂXÂo` @ 8@k` ×ÂÂ@ .×xx± "k ¬Â~Â@@_ 1~ ¤ Êæ ÅkXb ÕбÕz ,$.1 ,$.1± ÎÎ×@ÎF± b×Xk Â× 8kŬ@ ¤±ææ 1¤ "$11± 1!,$ ± ¤±Ðz /$11$8$ ± ÎÎ×@ÎF Õ±æz :,$ Õæ¤z± ÎÎ×@ÎF ʱææ 11$ 11$± ÎÎ×@ÎF ɱ¤æ .1"± 1kkx p±Ðz /$. ! $± 1kkx ¤æ±ææ 1Õ "/!± ÎÎ×@ÎF ¤¤±ææ 11 8$/1.± ÎÎ×@ÎF ¤Ð±ææ 1 Õ $."$± ¤Ð±Ðæ 1 Õ $/13! /$ 1± ÎÎ×@ÎF ¤Ð±zæ ! " Ðб .×NÂX@ ¤|±ææ 11$ 11$± ÎÎ×@ÎF ¤Ê±¤z /1± 1kkx ¤É±ææ /3,.!: 18± 8@ÂkÎF ¤É±|z . ,.!"1$ 1$."± ¤É±zz 1 Õ / ±±/± ¤p±ææ . 1 /,$.1± ¤p±Õæ 1 Õ± ¤p±zæ "± ±±/± $/ "/± 1x ¤±|æ "± ±±/± 1kkx Õæ±Ðæ 1 Õ Õæ±Ðæ± Õ¤±ææ !,>"1± /kÂk± ÂX kÂÎ` !@ß 1ÂÎÂ@ Õ¤±¤æ ! 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Viaggio in Italia Concerto di Lang Lang Rai5, ore 21 Nuovi provini per «Amici» I n attesa del ritorno di uno dei talent più famosi d’Italia, Amici di Maria De Filippi, sono cominciati i casting che da ieri, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, verranno mostrati da Real Time. Ci sono 100 ragazzi che hanno superato la prima fase di selezione (erano migliaia) e i professori li esamineranno per scegliere i candidati ufficiali. Ogni episodio racconta le storie, le speranze, le gioie e le delusioni dei candidati. I cento selezionati tra cantanti, rapper, band, ballerini di ogni tipo, si sfideranno per arrivare ad essere tra i 40 aspiranti allievi della scuola di Amici. Amici casting Real Time, ore 13.50 ¤Ê±Ðæ 81 /.1 3" ¤É±¤z ¤É±Õæ ¤p±æz ¤p±zæ ¤±Ðz Õæ±Õæ Õ¤±¤æ ÕÕ±zæ 1". !. "± /kÂk . "9/ $."$± $" $ . ± /kÂk .$" $$± /kÂk /, 8.1± /kÂk /1.± /kÂk 31; " 1 /1± /kÂk ! 1."/1± ! "/1. "±¤± ¤É±zæ 1" !$! 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Ha compiuto 50 anni, da dieci è la colonna portante del programma (alzare gli ascolti è il compito più impegnativo che le sia mai toccato), da venti (per fare cifra tonda) è una delle grandi protagoniste della nostra tv. L’abbiamo vista nascere (professionalmente), l’abbiamo seguita con interesse, non di rado incoraggiata. Certi suoi personaggi (Minchia Sabbry, Mirella, Paola e Chiara, Lolita…) hanno rappresentato qualcosa di più un bozzetto satirico o di costume perché, attraverso una CHE TEMPO CHE FA Luciana Littizzetto Littizzetto e Marchesini da Fazio su Rai3: 4.023.000 spettatori, 14,4% di share RIVELAZIONI Adam Kadmon Le cospirazioni su Italia 1: gli spettatori sono 736.000, 2,6% di share (.! $$ 16 15 1 .%(&4 $$ )1 )0: )0:: 15 0): )0:6 )0) 15 1 0: )11 )0:) )0:0 0:5 16 )0): )1 7. # gi Barroero), per intonare Piemontesina bella, poi un servizio da Torino con molti auguri, tra cui quelli del sindaco Fassino, e infine una malriuscita gag con il cuoco Antonino Cannavacciuolo per la torta di compleanno. Onestamente, si poteva fare qualcosa di meglio per celebrare il genetliaco di «Lucianina». La quale, immaginiamo, si starà chiedendo: «Cosa farò da grande?». Continuerà ogni domenica a maltrattare Fabietto, che fingerà di scandalizzarsi alle sue parolacce, oppure, come dicono i francesi, è venuto il momento di reculer pour mieux sauter? sorta di autobiografia indiretta, tratteggiando misconosciute fisionomie sociali, ci hanno aiutato a capire piccoli universi: l’ironia al servizio del disinganno. Quando l’intelligenza ci abbandona, questo ci insegna Luciana, la stupidità ci resta accanto, come un’ancella fedele: se la sappiamo riconoscere, se le parliamo con il suo frusto linguaggio iniziatico, ci aiuta ad affrontare il ridicolo in maniera graziosa e utile. Per festeggiarla, Fabio Fazio ha invitato prima un gruppo corale langarolo, Le Raviole al vin (R Raviore ar vin, in dialetto, guidate dal cantastorie Lui- © RIPRODUZIONE RISERVATA .#%( ,7.4( $4#%( ,7.4( 65 (44(. 0 &(8%. 7(8 #& 5) (44(. ) &(8%. '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ -4$# /# *.*. 8#8. 7& /44#%& # #&4&/( %$4%*( $4( .#/"#( $$78#(&$ /7 %($4 9(& $ 4..#4(.#(+ (.4# *#(!! &7#.!# 4%*(.$# 44.8./.&&( !.& *.4 $$ .!#(&# #4$#& *.4#. #!7.# #%(&4 $*# .$*# (./4 (/& *(# 9#( %*&# /44&4.#(&$ *. &#. /7 4744 $ 9(& #(&#" $$ .!#(&# %.##(&$#+ $$.4 /7 ,7/4# /44(.# *. $4( .#/"#( # #///4# #.(!($(!##+ &%+ !$#((# ' & 8/4 . &4##$(&# *.(4!! 4744# # /44(.# &4.$# (.#&4$# /7(.#&4$# $$-7.(*+ 7$$ 9(& (#&4$# 7& /47. 4$&4# .!!#7&! $ *!& .#"#%&( (.4# 8&4# %.##(&$# /7$ #&( $ #4..&(+ . (.4 %$4%*( (& &7#.!# /7$$ &#/($ #4$#& $ .&# /7(.#&4$ $ &#/($ #.# (.#&4$+ #(!! /*./ &" /7 !&( ( &#&8#+ $# #*"0 *"0'# ' (/4 (.#&( #$&( &(8 ($(!& #.&9 .7!# &(& -,7#$ (% %*(//( *($# .# (4&9 4&9.( .&4( &9# .#/4 '!# + $.# 4&# $.%( $!".( !$#.# $# ($ 78($( (*.4( #(!!# (8/# %*(.$# 8 (.9 :25 (.9 2 (.9 120 (.9 2' # !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. , + + " 0/ $ $/ 05 $ $" $, ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. 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GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIABOLICO Estrazioni di lunedì 3 novembre 2014 '* !. $0 )!# $$ $, $" )13* $0 $/ #(!!# 78($(/( Lotto "# !(*'! ' !. #"' *.) .! + "# *## ! #$"" ' "# !+'# . )**#! (" *(( %(//( ($4( %(//( ($4( !#44( $ + $/ ) ( # $5 $5 # "'# ' " # # +"#( '( '# #( +" ** $# 56 Martedì 4 Novembre 2014 Corriere della Sera BOLOGNA FIRENZE GENOVA LEGNANO MILANO PORTO CERVO ROMA TORINO BERLINO HIROSHIMA MADRID KOBE KOKURA SEOUL
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