Autorizz. Trib. Como 8/77 del 6/4/77 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento: Italia Euro 5,50 S IL MEN 07 E D ’I N F O nuova agricoltura R M A Z I O N E T E C N I C O P R O F E S SIO N AL E DE LL A C O NF ED E n°10 Novembre 14 R AZI O 10 NE IT ALIAN A AGR ICOLTO RI - CIA A LTA LOMBARDIA nuova agricoltura SOMMARIO 2 4 Campo libero (dagli agricoltori?) La pista ciclabile: nuova avversità dell’agricoltura lariana EDITORIALE CAMPO LIBERO (DAGLI AGRICOLTORI?) Istat: cresce il numero delle aziende agrituristiche. Una su tre è a conduzione femminile 5 Legge di Stabilità 2015 varata dal Consiglio dei Ministri: i contenuti 6 Legge di Stabilità, Agrinsieme: “Manovra positiva, che prevede tagli senza colpire le imprese” Di Peppino Titone Corso per operatori agrituristici Rinnovato il contratto nazionale di lavoro per 1,2 milioni di operai agricoli. 7 Agroalimentare, dal Mipaaf un piano da 2 miliardi di euro Convegno il 18 novembre a Milano su “Agricoltura Multifunzionale: la fattoria sociale” 8 Sul consumo di suolo bene il pressing dei ministri Martina e Galletti, legge in merito è fondamentale. Quote latte, Fava: evitiamo attacchi speculativi ad Assessorato 9 Prosegue il calo dei prezzi per i prodotti lattiero caseari. Parmigiano ai minimi da 5 anni Sintesi del Tavolo Nitrati del 21 ottobre 2014 presso Regione Lombardia 10 “Terrevive”, in vendita i primi terreni del Demanio 12 Legge di stabilità 2015: il nuovo regime forfettario per gli autonomi 13 Fisco, ipotesi aumento Iva agevolata profondamente sbagliata. Sarebbe “colpo di grazia” per famiglie e imprese 14 15 Agevolato il contratto di rete per le aziende agricole La dichiarazione precompilata: in via sperimentale, dal 2015 L’anonimato dei conigli Cereali, gli agricoltori preferiscono la soia 16 Annunci nuova agricoltura Mensile d’informazione tecnico professionale della Confederazione Italiana Agricoltori - CIA Alta Lombardia Direttore responsabile: Peppino Titone (e-mail: p.titone@cia.it) Edito da: CO.S.AGR.I. S.c.r.l. - Como via Morazzone, 4 Redazione: Como, via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Stampa: Rindi Abbonamento annuale Italia: Euro 5,50 Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96. Domanda di iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) presentata in data 09/01/2002. Sedi C.I.A.: Como - Via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Merate - Via Statale, 5R - Tel. 039.99.00.553 - Fax 039.99.00.193 Appiano Gentile - Via Volta, 24 Tel. 031.97.03.79/031.97.03.80 - Fax 031.35.33.392 Sondrio - Via Nazario Sauro, 44 Tel. 0342.21.75.63 - Fax 0342.21.42.91 Merone - Via Pertini, 1 Tel. 031.61.73.93 (Inac) Tel. 031.651743 (Cia) - Fax 031.61.84.928 Gorle - via Roma, 85 - Tel. 035.214247 - Fax 035.222017 Comerio - via Piave, 16 - Tel. e Fax 0332.732376 02 Nei giorni scorsi abbiamo dato ampia diffusione presso gli operatori del settore riguardo ad una lettera di OPR Lombardia indirizzata al nostro CAA. Con tale lettera OPR dava risposta all’annoso problema, da noi sollevato, riguardante quelle particelle inserite nei fascicoli aziendali degli agricoltori lombardi sulla base di contratti di affitto cumulativi ed in assenza di dichiarazioni scritte da parte dei proprietari a conferma dell’esistenza dei rapporti di affittanza. La questione da noi sollevata, com’è noto, nasce dalla circolare AGEA del 2012 (ACIU.2012.90) la quale stabiliva che a decorrere dal 25 novembre del 2011 non potevano più essere utilizzati ai fini della costituzione del fascicolo aziendale i contratti di affitto cumulativi sottoscritti unilateralmente dal conduttore dei terreni. Oltre all’enorme impatto negativo che tale disposizione veniva a determinare sull’agricoltura nazionale, nel caso specifico della Lombardia (Regione che, disponendo di un proprio Organismo Pagatore, dispone altresì di una propria autonomia per quanto riguarda le regole di gestione del fascicolo), la circolare AGEA veniva a creare un secondo tipo di problema, poiché in mancanza di specifiche disposizioni da parte di OPR, non risultava chiaro quale fossero le “regole del gioco” nell’ambito del territorio regionale: quelle del manuale di gestione del fascicolo aziendale approvato dalla Giunta regionale nel 2008 che, ricordiamo, non preclude l’utilizzo di tale tipologia di contratto anche in assenza di dichiarazioni da parte dei proprietari o, viceversa, quelle della circolare AGEA del 2012 che ne fa divieto, almeno a decorrere dal novembre del 2011? Si tratta, come si può comprendere, di problema di non poco conto, essendo la posta in gioco quella rappresentata da migliaia di titoli pagati nelle campagne dal 2012 al 2014 sulla base di contratti di affitto verbali non supportati da alcuna dichiarazione da parte dei riottosi proprietari. A rompere l’assordante - oltre che imbarazzante - muro di silenzio che ha circondato la questione è stata la lettera che ai primi dello scorso settembre il nostro CAA ha indirizzato ad OPR Lombardia, che pubblichiamo integralmente di seguito. Considerando, evidentemente, non sufficienti i due anni di latenza, sono stati necessari ulteriori quaranta giorni affinché OPR chiarisse definitivamente il dilemma, in modo, per fortuna, confermativo della tesi da noi prospettata, precisando: a) “… che, fino a quando non saranno emanati gli atti dirigenziali riguardanti la disciplina dei titoli di conduzione, continua a trovare applicazione la DGR 7082/2008” (che, tradotto, starebbe a significare che le particelle presenti nei fascicoli in presenza di contratti dichiarativi possono, per il pregresso, essere mantenute fino a disposizione contraria); b) che resta invariata da parte di AGEA la disposizione che impone, nel caso di dichiarazioni sostitutive di contratti verbali di affitto, di acquisire il consenso dei proprietari (lasciando con ciò intravedere un prossimo allineamento da parte di Regione Lombardia alla linea AGEA). Resta, purtroppo, irrisolto il problema dei rapporti di affittanza con gli enti societari, per i quali si impone in ogni caso la forma del contratto di affitto bilaterale. Resta, soprattutto, irrisolto il problema che riguarda il futuro di quelle aziende che non potranno dichiarare quelle particelle che siamo riusciti a mettere in sicurezza per il pregresso. nuova agricoltura E’ una situazione, quella venutasi a determinare, che definire drammatica appare persino riduttivo, almeno per tutti quei casi (e non sono pochi) per i quali la mancata dichiarazione di tali superfici non comporta solo la perdita di quota parte dei premi comunitari, ma anche lo sforamento rispetto a parametri di compatibilità agro ambientale previsti dai diversi regolamenti comunitari (gestione reflui, biologico, ecc.) il cui rispetto è in molti casi di importanza vitale per le aziende interessate. Temo sia anche una situazione ampiamente sottovalutata non solo da parte pubblica, ma anche dalla gran parte della rappresentanza del mondo agricolo, sino ad oggi del tutto silente sulla questione. Eppure, ce ne sarebbero di iniziative e di azioni da mettere in atto, pur nell’ipotesi di dover considerare ineluttabile la disposizione che comporta l’esclusione dei contratti dichiarativi ai fini Pac. Nell’editoriale del numero di luglio - qualcuno ricorderà veniva prospettata una possibile soluzione al problema basata sullo strumento fiscale. L’ipotesi suggerita, in estrema sintesi, era quella di considerare una fortissima rivalutazione dei redditi dominicali tassabili a carico di tutte quelle particelle che non risultassero condotte (e quindi dichiarate nei fascicoli aziendali sulla base di contratti bilaterali). Rappresenterebbe questo, a nostro parere, uno straordinario deterrente nei confronti di tutti quei proprietari terrieri che, rifiutandosi di regolarizzare i rapporti di affittanza intrapresi in modo informale determinano, più o meno inconsapevolmente, un gravissimo danno per un settore strategico per l’economia nazionale, oltre che un grave danno erariale (perché - è il caso di ricordarlo - la norma fiscale impone che tutti i contratti debbano essere registrati). Ecco dunque il secondo sasso nello stagno che vorremmo lanciare da queste pagine: se è vero (così come è vero) che la regolarizzazione di un rapporto di affittanza e il versamento della conseguente importa di registro non è facoltà, bensì obbligo, a carico dei contraenti, pensiamo a quali iniziative potrebbero essere intraprese da parte delle migliaia di conduttori e dalle rispettive rappresentanze nei confronti di quei proprietari che scientemente si rifiutano di sottrarsi a tale obbligo di legge. Si tratta, in sostanza, - è questa la provocazione che vogliamo lanciare - di cominciare a cambiare un atteggiamento di fronte al problema, che è stato fino ad oggi solo difensivo, uscendo da quell’angolo nel quale - AGEA ieri, OPR domani - hanno deciso di mettere i nostri agricoltori. Si tratta, inoltre, di cominciare a prendere consapevolezza del fatto che le regole non valgono solo per i conduttori, ma anche per quei proprietari che disponendo di prati e pascoli ben curati in assenza di regolari contratti di affitto dovrebbero essere in grado di dimostrare all’Amministrazione finanziaria con quali mezzi e con quali modalità vengono coltivate tali superfici, pena le conseguenti sanzioni per l’evasione praticata. Ultima paradossale (ma neanche troppo) annotazione: nel corso di uno dei molti incontri che CIA Alta Lombardia ha organizzato per far conoscere ai propri associati le regole della nuova Pac, è stato fatto osservare un passaggio del manuale di gestione del fascicolo aziendale la cui puntuale applicazione, per combinato - disposto con la circolare AGEA del 2102, andrebbe a produrre un effetto assolutamente devastante oltre che sul sistema agricolo, sull’assetto idrogeologico e paesaggistico del territorio nazionale. Ci riferiamo a quella norma che rende obbligatorio per l’agricoltore dichiarare nel fascicolo tutti i terreni da lui condotti in qualunque forma. Considerata tuttavia l’impossibilità di dichiarare quelle superfici per le quali permane il rifiuto da parte della proprietà a sottoscrivere regolari contratti, il combinato - disposto al quale si faceva riferimento non potrebbe portare ad altra conclusione se non quella che tutte le superfici non presenti in contratti bilaterali o cumulativi corredati da dichiarazioni scritte dei proprietari dovrebbero, semplicemente, restare in totale abbandono. Che fosse questo il senso dello slogan “campo libero” che ha caratterizzato l’azione del governo Renzi e del ministro Martina per quanto concerne il settore agricolo? Milano, 26/08/2014 Spett.leORGANISMO PAGATORE REGIONALE Regione Lombardia Piazza Città di Lombardia, 1 20124 Milano All’att.ne DIRETTORE ANTONIETTA DE COSTANZO Oggetto: richiesta chiarimento titoli di conduzione Con riferimento all’applicazione delle circolari AGEA ACIU.2011.679 del 25/11/2011, ACIU.2012.28 del 25/01/2012, ACIU.2012.90 del 29/02/2012, ACIU.2012.191 del 08/05/2012 ACIU.2012.227 del 17/05/2012 e successive modificazioni ed integrazioni, vista la ormai prossima chiusura della campagna 2014, si chiede come procedere nel caso in cui un agricoltore abbia inserito nel proprio fascicolo aziendale dei terreni supportati da contratti di affitto cumulativi registrati, stipulati dopo il 25/11/2011, e non riesca a reperire l’assenso scritto da parte dei proprietari. Si chiede inoltre conferma riguardo all’indicazione ricevuta in merito alla necessità che i titoli di possesso di terreni di proprietà di società, dichiarati nei fascicoli aziendali, siano redatti in forma scritta, con esclusione dei contratti stipulati in forma verbale. Considerato che il manuale di gestione del fascicolo aziendale vigente per la Regione Lombardia, approvato con d.g.r. n. 8/7082 del 18/04/2008 - Burl n. 20 del 15/05/2008, non fa riferimento alcuno riguardo all’obbligo di acquisizione di dichiarazioni di assenso da parte dei proprietari dei terreni condotti, si ritiene che tali dichiarazioni non si rendano necessarie ai fini della corretta gestione dei fascicoli aziendali. Chiediamo, pertanto, conferma riguarda alla correttezza di tale impostazione o, qualora ciò non fosse, chiediamo altresì, parimenti, precise ed urgenti indicazioni a riguardo, considerate le prevedibili difficoltà nell’eventuale reperimento di tali dichiarazioni di assenso, in particolare nelle zone marginali e di montagna. In attesa di un Vostro cortese riscontro porgiamo distinti saluti. 03 nuova agricoltura La pista ciclabile: nuova avversità dell’agricoltura lariana Un nuovo spettro si aggira per le campagne lariane a turbare i sonni degli agricoltori e, più in generale, dei proprietari delle ormai residuali superfici agricole, sopravvissute a decenni di scempi urbanistici. Esauritasi, infatti, (almeno per il momento) la spinta cementificatrice dei palazzinari, a distruggere quel poco che resta delle nostre campagne stanno provvedendo con gran lena diversi enti locali come, in provincia di Como, il comune di Inverigo o l’ente Parco Valle del Lambro in comune di Erba, i quali, malgrado la gravissima crisi economica ed il patto di stabilità riescono comunque a sprecare ingenti risorse per progettare e realizzare chilometri e chilometri di piste ciclabili. Si tratta di opere tanto impegnative quanto inutili, delle quali nessuno sente assolutamente il bisogno, fatto salvo, ovviamente, chi dalla loro realizzazione trae profitto. Si immaginano tracciati che tagliano di traverso prati e campi coltivati con l’intento di avvicinare il cittadino ad una realtà agreste da cartolina, ignorando - o facendo finta di ignorare che in tal modo si contribuisce ad annientare quel poco che rimane della vera agricoltura. Il vero scopo di questi progetti, al di là dell’ambientalismo di facciata, sembra sia quello di spendere e di consumare. Si sceglie pertanto di realizzare nuovi tracciati consumando il suolo disponibile piuttosto che riqualificare a minor costo i sentieri già pre- senti. Poco importa se poi a rimetterci saranno oltre ai molti proprietari interessati anche gli agricoltori che del terreno hanno bisogno come dell’aria. E poso importa se a rimetterci sarà anche il contribuente sulla cui soma sono destinati a gravare i costi di queste inutili opere Istat: cresce il numero delle aziende agrituristiche. Una su tre è a conduzione femminile Nel 2013 il numero delle aziende agrituristiche è risultato pari a 20.897, 423 (2,1%) in più rispetto all’anno precedente. Lo ha reso noto nei giorni scorsi l’Istituto nazionale di statistica, precisando che nel corso del 2013, le nuove aziende autorizzate all’attività agrituristica sono 1.697, quelle cessate 1.274. Rispetto al 2012, aumentano sia le nuove autorizzazioni (+411 unità) sia le cessazioni (+49 unità). Le aziende agrituristiche confermano il loro impegno per la diversificazione dei servizi offerti e persiste, infatti, l’offerta di pacchetti turistici integrati con servizi differenziati, diretti a meglio qualificare l’attività agrituristica 04 rispetto al territorio in cui viene esercitata: 7.628 aziende svolgono contemporaneamente alloggio e ristorazione, mentre 10.184 aziende uniscono all’alloggio le altre attività agrituristiche, prosegue l’istat. Rispetto al 2012, il numero di agriturismi aumenta soprattutto nel nord (+6,1%) e meno nel centro (+1,1%), mentre cala nel mezzogiorno (-2,1%). In particolare precisa l’Istituto il 42,1% degli agriturismi con alloggio, il 46,9% di quelli con ristorazione e il 43,8% e gli agriturismi con degustazione è localizzato nel nord, mentre il 41,9% delle aziende con altre attività agrituristiche è situato nel centro. Più di un’azienda agrituristica su tre é a conduzione femminile. nuova agricoltura Legge di Stabilità 2015 varata dal Consiglio dei Ministri: i contenuti Tra le misure previste il taglio della componente lavoro dell’Irap, l’anticipo del TFR in busta paga, la proroga degli ecobonus e gli incentivi alla ricerca. Il Consiglio dei Ministri ha varato il 15 ottobre, come da previsioni, il testo della Legge di Stabilità 2015 che ora passerà in Parlamento per l›iter di approvazione entro fine anno. Si tratta di una manovra da ben 36 miliardi di euro. Ecco i principali contenuti del testo del provvedimento così come approvato dal Cdm. Le principali novità previste Lavoro e fisco: • taglio della componente lavoro dell’Irap per le imprese per 6,5 miliardi di euro, per spingere l’occupazione e soprattutto l’assunzione con contratto a tempo indeterminato; • contributi azzerati per i primi tre anni per le imprese che assumeranno con contratto a tempo indeterminato (sarà lo Stato a farsi carico della copertura contributiva per non penalizzare i lavoratori nei versamenti al sistema previdenziale di tipo contributivo). Bonus 80 euro e sgravi famiglie: • stabilizzazione del bonus Irpef di 80 euro per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo fino a 26.000 euro (sotto forma di sgravio contributivo e non più di un bonus) e sgravi fiscali per le famiglie con figli fino al terzo anno di età. Lotta all’evasione: • controlli mirati attraverso l’incrocio delle banche dati (più che con accessi e verifiche sul posto); • con riguardo all’IVA, estensione del reverse charge anche ad altri settori a rischio evasione (come servizi di pulizia e mensa). Regime forfettario partite IVA: • introduzione di un regime forfettario per le partite IVA con ricavi da 15.000 a 40.000 euro. Proroga detrazioni: • proroga per almeno un altro anno delle detrazioni per il risparmio energetico del 65% e per le ristrutturazioni edilizie del 50% (che altrimenti dal 2015 sarebbero scese rispettivamente al 50% e al 40%). Anticipo TFR in busta paga: • possibilità per i lavoratori del settore privato, in via sperimentale per tre anni, di richiedere unanticipo del TFR in busta paga, con adesione su base volontaria e a costo zero per le imprese. Tale possibilità varrà anche per chi aderisce ai fondi di previdenza complementare. La misura dovrebbe essere operativa da metà 2015 con effetto retroattivo da inizio anno. Le banche anticiperanno alle imprese le risorse per pagare il TFR con la stessa remunerazione oggi garantita al TFR in azienda (1,5% più 0,75% del tasso d’inflazione). In caso di mancata restituzione delle somme da parte dell’azienda, alla scadenza del finanziamento la banca potrà rivolgersi al fondo di garanzia Inps e fruire anche di una garanzia aggiuntiva dello Stato finanziata con 100 milioni di euro. Stretta sulla tassazione delle rendite e dei fondi: • tassazione al 26% della componente finanziaria dei fondi di previdenza complementare, delle polizze vita incassate dall’erede e delle fondazioni bancarie; • aumento della tassazione dei fondi di previdenza complementare dall›11,5% attuale al 20%; • per le Casse di previdenza delle professioni la tassazione delle rendite finanziarie salirà dal 20% al 26%, come per qualsiasi altro investitore privato. Ammortizzatori sociali: • Aspi rimodulata in base alla storia contributiva del lavoratore, incremento della sua durata massima (oggi pari a 12 mesi per gli under 55 e 18 mesi per gli over 55) e sua estensione anche ai co.co.co. Una volta scaduta l’Aspi, verrà introdotta una nuova prestazione per i lavoratori in disoccupazione con un ISEE particolarmente basso; • estensione dei contratti di solidarietà anche alle imprese che attualmente non possono usufruirne (PMI sotto i 15 dipendenti). Spending review: • revisione della spesa pubblica con tagli per 15 miliardi di euro. Pacchetto ricerca: • previsti 300 milioni di euro per il 2015 per la concessione di un credito d’imposta del 25% per gliincrementi di investimenti in ricerca. La misura del credito d’imposta è elevata al 50% nel caso di ricerca contrattualizzata con università o enti di ricerca. Il credito d’imposta spetterà fino ad un importo massimo annuale di 7,5 milioni di euro per beneficiario; • introduzione del «patent box»: i redditi derivanti dall›utilizzo di brevetti e marchi non concorreranno a formare il reddito complessivo nella misura del 50%. La buona scuola: • stabilizzazione di 148.100 insegnanti precari ed eliminazione dei commissari esterni per la maturità. Le misure escluse Contrariamente a quanto ipotizzato nei giorni scorsi, non entrano nella Legge di Stabilità 2015: • l’estensione del bonus Irpef di 80 euro anche a pensionati e partite IVA per mancanza di copertura finanziaria; • l’unificazione di IMU e TASI in una “tassa unica comunale”, con aliquote standard e detrazioni fisse sull’abitazione principale e aliquote più alte sugli altri immobili. Il progetto è comunque avviato, ma sarà più probabilmente inserito in un decreto attuativo della delega fiscale. La tassa unica dovrebbe coinvolgere anche una serie di tributi minori, come l’imposta sull’occupazione del suolo pubblico e anche l’addizionale Irpef che dovrebbe quindi scomparire. 05 nuova agricoltura Legge di Stabilità, Agrinsieme: “Manovra positiva, che prevede tagli senza colpire le imprese” L’auspicio è che le coperture finanziarie previste vengano effettivamente rispettate, così da scongiurare l’attivarsi della clausola di salvaguardia e il conseguente aumento dell’Iva anche per i principali prodotti agroalimentari. “Esprimiamo una generale condivisione della filosofia di fondo che connota la manovra approvata dal Consiglio dei ministri, che prevede misure di riduzione delle tasse e interventi alla spesa pubblica senza chiedere ulteriori sacrifici alle imprese”. Cosi il coordinamento Agrinsieme commenta le misure contenute nella Legge di Stabilità che, attraverso provvedimenti a favore dei redditi e interventi sul mercato del lavoro, potranno favorire una ripresa dei consumi e creare nuova occupazione. Relativamente alle misure per il comparto agricolo e agroalimentare, Agrinsieme sulla base dei primi testi circolati, esprime un particolare apprezzamento per il finanziamento del sostegno all’imprenditoria giovanile in agricoltura e per il rafforzamento dei contratti di filiera e di distretto con uno stanziamento di 30 milioni di euro per il triennio 2015-2017. Positivo anche il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale destinato a far fronte ai danni alle produzioni causati dai cambiamenti climatici e la decisione di procedere ad un accorpamento degli enti agricoli operanti nella ricerca e nella sperimentazione. L’auspicio di Agrinsieme è che le coperture finanziarie previste vengano effettivamente rispettate, così da scongiurare l’attivarsi della clausola di salvaguardia che farebbe scattare un aumento dell’Iva anche per i principali Rinnovato il contratto nazionale di lavoro per 1,2 milioni di operai agricoli. E’ stato sottoscritto da tutte le parti sociali (Fai, Flai, Uila, Cia, Confagricoltura, Coldiretti) il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro degli operai agricoli e florovivaisti, scaduto il 31 dicembre 2013, che interessa 1,2 milioni di lavoratori e oltre 200 mila imprese. Il nuovo accordo, relativo al periodo 2014-2017, prevede un incremento salariale del 3,9% distribuito in due tranche che, su una retribuzione media di 1.300 euro, significa, a regime, circa 50 euro in più per 14 mensilità. Per la Cia si tratta di un’intesa equilibrata con vantaggi per lavoratori e imprese: da una parte, infatti, l’aumento retributivo è importante per gli operai agricoli ma anche sostenibile per le aziende 06 in un periodo di difficile congiuntura economica e di crisi di molti comparti produttivi; dall’altra, il contratto prevede una parte consistente di norme che vanno nella direzione della flessibilità, esigenza prioritaria per le imprese del settore. Aumenta da 250 a 300 ore il limite massimo di ore di straordinario, così come la variabilità dell’orario di lavoro. Si rendono più facili i contratti territoriali con parametri oggettivi di misurazione degli aumenti di produttività e, soprattutto, il nuovo contratto non contiene norme di ulteriore appesantimento burocratico nei confronti delle imprese, già soggette a una ipertrofia normativa e amministrativa del tutto insostenibile. prodotti agroalimentari in un momento di costante contrazione dei consumi alimentari nel mercato interno. CORSO PER OPERATORI AGRITURISTICI Cia Alta Lombardia sta programmando un corso abilitante all’iscrizione nell’albo degli operatori agrituristici. Il corso della durata di 40 ore si svolgerà a Como entro fine anno in date da definirsi. Invitiamo tutti gli interessati a darne comunicazione presso l’ufficio Cia di Como (tel 031264561 - rif. Roberta Bernt). nuova agricoltura Agroalimentare, dal Mipaaf un piano da 2 miliardi di euro Presentato dal ministro Martina mira a potenziare produttività e internazionalizzazione delle aziende, ad accrescere la competitività e a creare nuova occupazione Annunciare dal ministro Martina gli otto strumenti che verranno adottati per rilanciare la competitività del settore agroalimentare, con un pacchetto da 2,2 miliardi di euro per il biennio 2015-2017. “Il piano - ha spiegato il ministro Martina - coinvolge due enti controllati dal Mipaaf, Ismea e Isa, e intende sfruttare la leva pubblica come moltiplicatore di quella privata”. Sono questi, in dettaglio, gli strumenti definiti per promuovere i nuovi investimenti: Contratti di filiera: rivolto alle piccole e medie imprese, le cooperative agricole, le op, i consorzi di tutela e le grandi aziende che hanno quote partecipate del capitale di una società agricola, interviene attraverso un finanziamento pubblico agevolato fino a 15 anni. Questo strumento prevede nuovi investimenti per 264 milioni di euro; Contratti di distretto/filiera: rivolto anche alle reti di impresa, si basa sul finanziamento pubblico agevolato da 6 a 15 anni e su un contributo in conto capitale pari al 25% dell’investimento. Si prevede che possa generare nuovi investimenti per 384 milioni di euro; Equity a condizione di mercato: interventi finalizzati al sostegno di progetti di sviluppo industriale o commerciale e di internazionalizzazione. Prevede assunzione di quote di capitale e finanziamenti a medio-lungo termine. Può generare nuovi investimenti per 308 milioni di euro; Fondo di garanzia a prima richiesta: copre fino al 70% (80% nel caso di un giovane imprenditore) dell’importo finanziato dalle banche entro 1 milione di euro di garanzia. Con questo strumento si hanno nuovi investimenti per 510 milioni di euro; Fondo di credito: le banche erogano mutui finanziando il 70% dell’investimento, per metà utilizzando provvista raccolta dai mercati e per l’altra metà utilizzando la provvista agevolata del Fondo credito Ismea. Con questo strumento si hanno nuovi investimenti per 411 milioni di euro; Start-up: acquisto di aziende agricole da parte di giovani neo-agricoltori. Prevede un contributo fino a 40.000 euro per l’abbattimento dei tassi si interesse sul leasing. Sono ipotizzabili nuovi investimenti per 183 milioni di euro; di miglioramento. Può generare nuovi investimenti per 100 milioni di euro; Fondo investimenti: destinato a supportare i programmi di investimento di piccole e medie imprese. Interviene attraverso l’acquisizione di quote di partecipazione minoritarie di fondi di investimento privati. Prevede nuovi investimenti per 41 milioni di euro. Subentro e imprenditoria giovanile: interventi per favorire il ricambio generazionale. Prevede per gli agricoltori under 40 mtui per investimenti Convegno il 18 novembre a Milano su “Agricoltura Multifunzionale: la fattoria sociale” “Agricoltura multifunzionale: la fattoria sociale” è il titolo del convegno Fondazione Minoprio con il sostegno di Regione Lombardia, la partecipazione di INEA, Università della Tuscia e di INPS, che si terrà il prossimo 18 novembre a Milano, presso la sala Biagi di Palazzo Lombardia. Obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire soprattutto grazie alle testimonianze di chi già opera nel settore, una istantanea dinamica dell’agricoltura sociale oggi. L’Agricoltura sociale è un insieme molto variegato di processi e azioni che utilizzano le attività agricole per promuovere attività aggregative per la collettività o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione e di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. Si tratta, in molti casi, di esperienze nate autonomamente, dietro forti personali motivazioni etiche, umanitarie, sociali, religiose, civili, dei loro promotori. Nell’assoluto rispetto per tutte le diverse realtà operative sul territorio regionale che, avvalendosi di tecniche agricole di coltivazione e allevamento, favoriscono il benessere collettivo, l’aggregazione e l’integrazione sociale (orti sociali, orti terapeutici nelle strutture ospedaliere, comunità alloggio), la normativa regionale in ambito agricolo (Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”) ha dettato disposizioni finalizzate al riconoscimento delle fattorie sociali. La partecipazione al convegno è gratuita. Per motivi organizzativi è richiesta la registrazione preventiva dei partecipanti, inviando apposita scheda via fax 07 nuova agricoltura Sul consumo di suolo bene il pressing dei ministri Martina e Galletti, legge in merito è fondamentale. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno inviato una lettera al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, sollecitando un intervento sulla Presidenza della Camera per arrivare alla legge sul consumo di suolo entro l’anno. Per la Cia è positivo il pressing dei ministri, trattandosi di una norma fondamentale che l’organizzazione chiede da tempo. L’agricoltura italiana infatti continua a perdere terreno, minacciata dall’avanzata del cemento che solo negli ultimi vent’anni ha divorato più di 2 milioni di ettari coltivati. Ma “consumare” terreno agricolo vuol dire accrescere l’import agroalimentare e mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra turismo rurale e indotto, vale più di 10 miliardi di euro. Senza contare che urbanizzazione selvaggia, incuria e degrado contribuiscono ad accrescere quei fenomeni di dissesto idrogeologico che sono alla base di tragedie anche recenti. Per questo una vera politica di difesa e conservazione del territorio oggi non è più rinviabile, pensando anche a un recupero in chiave agricola delle aree deindustrializzate soprattutto del Nord Italia. Quote latte, Fava: evitiamo attacchi speculativi ad Assessorato MERO INVITO - Il Tribunale amministrativo regionale di Brescia, in particolare, riconosce quanto finora affermato dalla Regione Lombardia. «Il provvedimento impugnato del quale si chiede l›annullamento - è scritto nel decreto - Non perdete tempo! Scoprite i nuovi prodotti John Deere e guardate subito tutti i video: www.JohnDeere.it/2014 oppure visitate oggi stesso il vostro concessionario John Deere! AS1557_5_ITAIT.indd 1 ha la natura e il contenuto di un mero invito, rivolto ai primi acquirenti, ad effettuare adempimenti già richiesti ai medesimi da Agea, come riportato nella stessa nota; tale invito, a riprova di quanto precede, non menziona neppure le somme che ciascun primo acquirente è tenuto a versare in forza dei precedenti provvedimenti della stessa Agea». SOSPENSIONE NON POSSIBILE - «Peraltro - prosegue il Tar - in quanto rivolto e destinato a produrre effetti nei confronti di terzi non notificati, che non sono parti dell›odierno giudizio, il predetto invito non potrebbe comunque essere sospeso dal giudice adito, almeno in questa fase, se non previa integrazione del contradditorio con dette parti; in ogni caso, sempre in ragione della natura meramente monitoria della nota impugnata non sembrano sussistere i presupposti del dedotto pregiudizio imminente e irreparabile». Le novità del 2014: 6MC Le novità del 2014: 6RC Trattori compatti John Deere Serie 6 con specifiche standard Più caratteristiche Premium in un trattore compatto ■ Nuove eccezionali prestazioni del motore da 90 a 110 CV ■ Facilità di utilizzo grazie alla soluzione solo diesel a basso consumo di carburante ■ Design a telaio integrale solido e affidabile, ideale per caricatori frontali ■ Sospensione TLS dell’assale anteriore: più comfort e produttività ■ Trasmissione EcoShift: riduce i costi di esercizio ■ Sistema idraulico Premium a centro chiuso (PFC): prestazioni aumentate a 114 l/min JohnDeere.com RAINOLDI SRL - Via Beccaria, 20 - 20010 | S. Pietro all’Olmo - MI - Tel. 02-93569118 Fax amministrazione: 0293560131 Fax offi cina: 0293648421 www.rainoldi.net VIA Milano 127/A Cantù (CO) - Tel 031/730235 - Fax 031/731490 - Venditore esterno: DOTT. BRUNINI Tel. 335 1872477 08 AS1557.5 ITA “Sul tema delle quote latte e delle comunicazioni che Regione Lombardia ha inviato nei giorni scorsi ad alcuni primi acquirenti, prendo atto del fatto che il Tar di Brescia, con un decreto depositato, ha riconosciuto che Regione Lombardia non ha agito di propria iniziativa, né in spregio alle normative, come qualcuno ha invece erroneamente sostenuto”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, con l’intenzione di porre fine ad “attacchi speculativi e fuori fuoco contro l’Assessorato all’Agricoltura della Lombardia sul tema delle quote latte, regime gestito con difficoltà dallo Stato fin dalla sua entrata in vigore”. 18.11.13 11:17 nuova agricoltura Prosegue il calo dei prezzi per i prodotti lattiero caseari. Parmigiano ai minimi da 5 anni Il mercato dei lattiero-caseari mantiene in Italia un andamento negativo. Lo rileva l’Ismea nel rapporto di analisi “Tendenze Lattiero-caseari” del terzo trimestre 2014, segnalando in generale una caduta dei prezzi del 3,7% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,7% su base annua. La dinamica negativa ha coinvolto diverse produzioni: dai formaggi duri (-3,8% su base trimestrale) al burro (-5,2%) al latte crudo alla stalla (-4,3%). Per il latte, in particolare, Ismea rileva, nei mesi di luglio e agosto, un prezzo medio di 40,88 euro/100 litri, contro i 42,32 euro registrati mediamente nella prima metà di quest’anno. La pressione dell’offerta, sia in Italia che nel resto d’Europa, è il principale fattore che spiega la tendenza al ribasso prezzi, in un mercato ancora sbilanciato. Una conferma viene anche dalle quotazioni del latte spot, il latte crudo commercializzato fuori dagli accordi regionali, che in un anno cedono il 25%. Riguardo ai formaggi, il Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura è sceso, nel terzo trimestre 2014, su una media di 7,91 euro/kg, toccando il minimo da un quinquennio e perdendo il 9% su base annua. In calo, seppure in maniera meno marcata, anche i prezzi del Grana Padano, prodotto che più di altri sta risentendo dell’embargo sulle importazioni di lattiero-caseari imposto dalla Russia. Un approfondimento sullo scenario nazionale e mondiale del settore, con l’intervento: “Post Quote: importanza degli strumenti per il monitoraggio del mercato”, sarà fornito da Ismea nell’ambito del convegno European dairy Forum in programma a Cremona il 24 ottobre in occasione della Fiera del Bovino da latte. Sintesi del Tavolo Nitrati del 21 ottobre 2014 presso Regione Lombardia Divieto utilizzo invernale Entro la fine di ottobre, la DG Agricoltura della Regione Lombardia emanerà il decreto con il periodo di divieto di utilizzo degli effluenti Tenuto conto delle previsioni meteo fornite da Arpa, assenza di piogge significative sino ai primi giorni di novembre, l’indicazione emersa è di fissare il periodo di divieto dal 15 novembre per 90 giorni. Resta ovviamente invariata la disposizione normativa per le aziende aderenti alla deroga per le quali il divieto decorre invece dal 1 novembre. La Regione si riserva di verificare le previsioni meteo a fine mese per un’eventuale anticipazione di qualche giorno del divieto. Comunicazione Nitrati 2015 La procedura per la presentazione della Comunicazione Nitrati per il 2015 sarà disponibile su SISCO-Portale delle aziende agricole a partire dal 17 novembre 2014, mentre la procedura per l’aggiornamento delle comunicazioni 2014 tornerà disponibile il 10 novembre. Con apposito decreto sarà definito il termine di presentazione delle Comunicazioni 2015 (attese circa 16mila comunicazioni). l’orientamento già espresso è quello di fissare il termine di presentazione al 15 febbraio 2015, indifferibile per le aziende aderenti alla delega. Saranno potenziati i sistemi di ministeriale venga approvato definitivamente, il testo sarà sottoposto al parere dei Servizi della Commissione UE. monitoraggio delle performances del sistema informatico e dello stato di avanzamento delle attività. Prima dell’apertura della procedura verranno illustrate le modifiche apportate alla stessa. Le modifiche riguardano funzioni aggiuntive mentre la procedura rimane immutata, salvo il potenziamneto delle infrastrutture hardware che dovrebbero migliorare la risposta del sistema. UNICAA, in collaborazione con FODAF Lombardia, intende organizzare come di consueto un incontro formativo di aggiornamento nella seconda decade di novembre. La Regione invita gli operatori ad effettuare uno “stress test” nella settimana da 24 al 29 novembre. Nuovo DM effluenti - digestato Nelle prossime settimane, la Conferenza Stato-Regioni esaminerà il nuovo testo dello schema di DM sull’utilizzazione degli effluenti di allevamento e del digestato, scaturito dall’accordo tra Mipaaf e Ministero dell’Ambiente, con le modifiche inserite nel testo del 6 ottobre 2014. Probabilmente, prima che il decreto AIA Dal 17 al 21 novembre prossimi il Comitato per la Strategia di Siviglia esaminerà le BREF (Best Available Techniques Reference Document) per gli allevamenti. UNICAA, in collaborazione con FODAF Lombardia, intende organizzare un incontro tecnico di approfondimento nella seconda metà del mese di novembre. Fanghi La Regione Lombardia ha apportato alcune modifiche alla normativa sull’utilizzo dei fanghi, con la D.g.r. 1 luglio 2014 - n. X/2031” Disposizioni regionali per il trattamento e l’utilizzo, a beneficio dell’agricoltura, dei fanghi di depurazione delle acque reflue di impianti civili ed industriali in attuazione dell’art. 8, comma 8, della legge regionale 12 luglio 2007, n. 12. Conseguente integrazione del punto 7.4.2, comma 6, n. 2) della d.g.r. 18 aprile 2012, n. IX 3298, riguardante le linee guida regionali per l’autorizzazione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili”. Entro fine novembre, come previsto dalla Dgr citata, con un decreto della DG Agricoltura verranno identificati i Comuni nel cui territorio non sarà possibile l’utilizzo dei fanghi. 09 nuova agricoltura “Terrevive”, in vendita i primi terreni del Demanio E’ stato firmato tra il Mipaaf, le Regioni, i Comuni, l’Agenzia del Demanio e Ismea il protocollo d’intesa ‘Terrevive’ per la vendita e l’affitto dei terreni demaniali con lo scopo di favorire l’imprenditorialità giovanile in agricoltura e la ricomposizione fondiaria attraverso il conferimento all’Agenzia del Demanio del mandato irrevocabile a vendere o cedere in locazione i terreni agricoli delle Istituzioni locali o, in alternativa, attraverso le operazioni fondiarie ope- rate da Ismea. La firma del protocollo rappresenta la seconda fase del progetto #Terrevive dopo l’entrata in vigore del decreto ministeriale di luglio con cui erano stati sbloccati l’affitto e la vendita di 5.500 ettari di terreni di proprietà dello Stato destinati, in prelazione, ai giovani agricoltori. “Il progetto per la riconversione delle terre pubbliche oggi in disuso - ha commentato il ministro Maurizio Marti- na - è stato molto apprezzato, soprattutto dai giovani agricoltori. Da oggi potranno trovare online la prima parte del bando ‘Terrevive’ sul sito dell’Agenzia del Demanio. Grazie anche alle loro segnalazioni, abbiamo deciso di dare vita alla fase due del progetto, coinvolgendo direttamente Regioni e Comuni che hanno un potenziale di terre riconvertibili molto alto al Nord come al Sud». «Questo sforzo - ha concluso il ministro -, accanto alle Banche della terra che stanno nascendo in diverse Regioni, consentirà di liberare ettari ed ettari di terre oggi improduttive, riportandole dove devono stare: nelle disponibilità quotidiane degli agricoltori per continuare a produrre”. Hanno firmato il protocollo, presso lo stand del ministero al Salone del Gusto di Torino, il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, il presidente della Regione Piemonte e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Sergio Chiamparino, il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino e il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi. La dichiarazione precompilata: in via sperimentale, dal 2015 La legge delega per la riforma fiscale (legge 11 marzo 2014, n. 23) ha previsto che il Governo adotti delle misure per offrire una migliore assistenza ai contribuenti per l’esecuzione degli adempimenti fiscali a loro carico, in particolare per la 10 predisposizione delle dichiarazioni dei redditi e per il calcolo delle relative imposte. Si prevede, in particolare, che l’Agenzia metta a disposizione dei cittadini dei modelli di dichiarazione già “precompilati” con alcuni dati conosciuti dall’Amministrazione finanziaria; i contribuenti potranno semplicemente accettare la dichiarazione, se riterranno che i dati proposti sono rispondenti alla loro reale situazione, oppure fare delle correzioni in caso di dati errati o incompleti. Il progetto di predisposizione delle dichiarazioni da parte dell’Agenzia partirà, in via sperimentale, dal 2015 e riguarderà, in prima battuta, i contribuenti che presentano tipologie reddituali “semplici”, principalmente redditi di lavoro dipendente e assimilati e redditi di pensione, normal- mente dichiarati attraverso il modello 730. L’adozione della dichiarazione precompilata rappresenta un radicale cambiamento nei rapporti tra Fisco e cittadini, una completa inversione del paradigma attuale in base al quale oggi è il contribuente che dichiara i propri redditi e le spese sostenute, versando in auto-liquidazione le imposte eventualmente dovute o premurandosi di richiedere il rimborso, se ha versato imposte in eccedenza. L’Agenzia delle Entrate è quindi chiamata a effettuare delle verifiche ex post sulla dichiarazione, verificando a tappeto, su tutte le dichiarazioni presentate, eventuali errori nella compilazione o nel pagamento delle somme dovute ed ef>> nuova agricoltura << fettuando poi dei controlli “documentali” sulla dichiarazione per verificare che le spese indicate in dichiarazione che danno diritto a deduzioni dal reddito o a detrazioni dall’imposta siano state effettivamente sostenute. Con l’avvento della dichiarazione precompilata, questo scenario è destinato a cambiare radicalmente. Il patrimonio informativo che l’Agenzia ha a disposizione, finora utilizzato principalmente per finalità di controllo, sarà impiegato, per la prima volta, per fornire un reale servizio ai cittadini: la dichiarazione dei redditi. Per compilare i modelli, l’Agenzia delle Entrate potrà utilizzare le informazioni già in suo possesso, ad esempio le dichiarazioni degli anni precedenti o i dati relativi agli atti del registro, le informazioni sui redditi erogati a dipendenti e pensionati trasmesse dai sostituti d’imposta, nonché i dati relativi ad alcune spese sostenute dai contribuenti che danno diritto a detrazioni o deduzioni, comunicati dagli enti esterni: diventa quindi evidente che, se la dichiarazione viene accettata dai contribuenti senza apportare modifiche, viene meno la necessità di sottoporre la stessa al controllo docu- mentale. Dal punto di vista dei controlli, il vantaggio per i cittadini sarà ancora più forte se decideranno di avvalersi di un intermediario abilitato, come il CAF CIA, per lo scarico e il successivo invio della dichiarazione: in questo caso, eventuali controlli e richieste di documentazione non saranno più rivolti al contribuente, come accade oggi, ma saranno indirizzati all’intermediario che gli ha fornito assistenza e che sarà anche chiamato a rispondere direttamente in caso di errore. In questo modo, si intende valorizzare il ruolo degli intermediari quali soggetti che, nell’ambito della loro attività, autorizzata dallo Stato, devono verificare che la dichiarazione sia coerente con la documentazione in possesso del contribuente e devono quindi apporre il visto di conformità sulla dichiarazione, attività per cui ricevono uno specifico compenso. Naturalmente si tratta di un percorso difficile, da attuare con gradualità. Il quadro normativo di riferimento in materia fiscale, infatti, è particolarmente complesso e l’Agenzia delle Entrate non sempre dispo- ne di tutte le informazioni utili per proporre al contribuente una dichiarazione che egli possa accettare “in toto”. Basti pensare che, in molti casi, per poter usufruire delle detrazioni o deduzioni, le norme richiedono anche la presenza di specifici requisiti soggettivi (ad esempio, per detrarre gli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale è richiesto che il contribuente sia residente in quell’immobile, con alcune peculiari eccezioni). Nonostante le difficoltà, è stato avviato un progetto ambizioso, che prevede, negli anni a venire, l’inserimento in dichiarazione di un numero sempre maggiore di dati: a partire dal 2016, infatti, sarà precompilata anche la sezione relativa alle spese sanitarie, che rappresentano una voce di spesa molto diffusa, e di importo significativo, per la maggior parte dei cittadini. Saranno poi sviluppati ulteriori flussi informativi da parte di altri soggetti privati nell’ottica di poter fornire ai contribuenti, nel corso dei prossimi anni, una dichiarazione il più possibile corretta e completa di tutti i dati che li riguardano. 11 nuova agricoltura Legge di stabilità 2015: il nuovo regime forfettario per gli autonomi L’articolo 9 della bozza del disegno di “Legge di stabilità 2015”, prevede una profonda riforma dei regimi fiscali agevolati. La linea seguita dal Governo è quello di ridurre a tre (ordinario, semplificato e forfettario)i regimi fiscali oggi previsti. Si tratta di un disegno di legge che potrà, pertanto, subire modifiche nell’iter di approvazione parlamentare. E’ ragionevolmente prevedibile, tuttavia, che l’impianto della riforma rimarrà quello descritto di seguito. Requisiti d’accesso Il nuovo regime forfettario è riservato ai contribuenti persone fisiche, esercenti attività d’impresa o arti e professioni, che nell’anno precedente: - hanno conseguito ricavi/compensi, ragguagliati all’anno, non superiori ai limiti che saranno fissati per ciascun codice d’attività ATECO; - hanno sostenuto spese per lavoro dipendente, accessorio e collaboratori non superiori a 5 mila euro lordi; - si sono avvalsi di beni strumentali (anche a titolo di locazione, noleggio leasing) il cui costo a fine anno non è superiore a 20 mila euro. L’adesione al nuovo regime forfettario può essere manifestata nel modello AA9 con il quale si richiede l’attribuzione della partita IVA. Esclusioni Sono esclusi dal regime forfettario i contri- 12 buenti che: - si avvalgono di regimi speciali ai fini IVA o per la determinazione del reddito; - non sono residenti in Italia, salvo eccezioni; - effettuano, in via esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi; - partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o società a responsabilità limitata in regime di trasparenza fiscale. Adempimenti ed esoneri I contribuenti che aderiscono al nuovo regime forfettario: - ai fini IVA, non devono esercitare la rivalsa d’imposta sulle operazioni poste in essere e non possono esercitare il diritto alla detrazione dell’imposta sugli acquisti; - ai fini delle imposte sui redditi, determinano il reddito imponibile applicando, sull’ammontare dei ricavi/compensi percepiti, il coefficiente di redditività fissato per l’attività svolta. Il citato reddito, al netto dei contribuenti previdenziali obbligatori versati, è soggetto a imposta sostitutiva di IRPEF, addizionali e IRAP del 15%. Per i primi 3 periodi d’attività, in presenza di alcuni specifici requisiti, il reddito imponibile è ridotto di un terzo. Sotto l’aspetto degli adempimenti formali i contribuenti: - sono tenuti esclusivamente a certificare i corrispettivi e a numerare e conservare le fatture d’acquisto e le bollette doganali ricevute; - devono esclusivamente conservare i documenti fiscali emessi e ricevuti e presentare la dichiarazione annuale dei redditi. Non trovano applicazione gli studi di settore (salvo la richiesta di particolari informazioni in dichiarazione sulla base di quanto previsto da un futuro provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate) e la ritenuta d’acconto (su specifica richiesta formulata dal contribuente al cessionario/committente). Cessazione del regime forfettario Il regime forfettario cessa la sua applicazione a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno uno dei requisiti d’accesso o si rientra in una delle fattispecie di esclusione. Rapporti con i precedenti regimi agevolati. In generale viene prevista l’abrogazione di tutti i precedenti regimi di favore (imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, nuove iniziative produttive e regime contabile agevolato) che confluiscono, già a partire dal 2015, nel nuovo regime forfettario, salvo l’opzione per il regime di tassazione ordinario. Per i contribuenti che hanno applicato nel corso del 2014 il “regime per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità”, tuttavia, è consentito di proseguire nell’applicazione dello stesso fino al termine del quinquennio agevolato e, comunque, sino al compimento dei 35 anni d’età. nuova agricoltura Fisco, ipotesi aumento Iva agevolata profondamente sbagliata. Sarebbe “colpo di grazia” per famiglie e imprese La Cia: è una fase critica per il Paese, con oltre 15 milioni di famiglie già costrette a tagliare su cibo e sanità. Alzare l’Iva al 4% e al 10% vuol dire provocare un ulteriore effetto depressivo non sostenibile sui bilanci degli italiani e mettere a rischio la tenuta delle aziende agricole e delle piccole imprese. E’ profondamente sbagliato anche solo pensare di aumentare l’Iva agevolata al 4 e al 10 per cento. In una fase come quella attuale, con i consumi sottoterra e più di 15 milioni di famiglie già costrette a “tagliare” su cibo e sanità per colpa della crisi, un incremento dell’Iva su beni così primari avrebbe conseguenze drammatiche, provocando un ulteriore effetto depressivo sui bilanci degli italiani, soprattutto quelli meno abbienti, e sulle imprese, prima di tutto quelle agricole. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito all’ipotesi ventilata nella nota di Aggiornamento al Def che per il 2016 prevedrebbe una clausola di salvaguardia con un aumento dell’Iva e delle imposte dirette pari a 12,4 miliardi al fine di garantire il pareggio di bilancio. Solo lo scontrino alimentare è ormai in calo da tredici trimestri consecutivi -ricorda la Cia- e la riduzione della spesa per il cibo sfiora il 12 per cento rispetto ai livelli pre-crisi (dai 129 miliardi del 2007 ai 114 miliardi del 2013). Il 77 degli italiani continua a fare economia, scegliendo i prodotti sulla base del prezzo più basso in oltre un caso su due (54 per cento). E’ chiaro, quindi, che oggi un nuovo aggravio dovuto all’aumento dell’Iva non sarebbe affatto sostenibile. Ma anche per le imprese, in primis quelle agricole, il rischio sarebbe molto alto: meno consumi vuol dire meno introiti e quindi meno produzione e occupazione sul lungo periodo. Ecco perché il governo deve capire che non è questa la soluzione per rimettere i conti a posto e far ripartire il Paese -ribadisce la Cia-. D’altro canto, non c’è alcuna possibilità di ripresa economica attuando misure che abbattono ancora di più i consumi domestici. 13 nuova agricoltura Agevolato il contratto di rete per le aziende agricole Nel 2001 fu approvata la Legge di orientamento una vera e propria rivoluzione “copernicana” per il mondo agricolo avendo introdotto una serie di nuove opportunità ed avendo riqualificato la figura dell’imprenditore agricolo. Nel 2014 sono stati introdotti i contratti di rete in agricoltura che consentono di aumentare la propria produzione anche sui terreni di proprietà di altre aziende agricole. Due momenti storici per il mondo agricolo che hanno rivoluzionato e rivoluzioneranno il modo di fare impresa e di organizzare le produzioni agricole. Infatti, il comma 3 dell’art. 1 bis del D.L. 91/2014, stabilisce che la produzione agricola derivante dall’esercizio in comune secondo un con- tratto di rete può essere divisa tra i contraenti. L’attribuzione del prodotto avverrà a titolo originario, in base alle quote previste dal contratto stesso. Il nuovo dettato normativo consentirà quindi a due o più imprese agricole e non agricole, di stipulare un contratto di rete e associarsi al fine di conseguire degli obiettivi comuni. A titolo esemplificativo, ed in attesa di avere maggiori chiarimenti in merito, forniamo di seguito alcuni esempi riferiti a particolari settori. Allevamenti Supponiamo che un’azienda di allevamento, che non detiene terreni sufficienti a produrre almeno un quarto dei mangimi necessari (art. 32 TUIR), stipuli un contratto di rete con un’altra 14 azienda agricola dotata di molto terreno, ma che non alleva alcun animale. Coltivando i terreni delle due imprese, a fine raccolto i due soggetti ritirano la quota del prodotto spettante, che ha natura di produzione coltivata direttamente, (a titolo originario dice la norma) e che sarà poi impiegato in azienda o venduto sul mercato sia da entrambi oppure da un solo contraente. Agriturismo Il contratto assume particolare rilevanza anche per le aziende agrituristiche, le quali, tramite la rete, potranno associarsi con un’altra azienda produttrice di generi alimentari per la ristorazione, al fine di raggiungere il vincolo della prevalenza. Ortoflorovivaismo Particolarmente interessati a questo nuova formula contrattuale risultano le aziende di questo settore in quanto i produttori del nord possono stipulare contratti con quelli del sud e vendere anche arance e mandarini assieme alle loro pere e mele. La norma avrà riflessi anche dal punto di vista fiscale, in quanto nel caso in cui due o più aziende si associno in rete per coltivare i terreni, esse manterranno la loro autonomia; riceveranno autonomamente le fatture di acquisto e le contabilizzeranno, e alla fine del raccolto ciascuno venderà la propria quota di raccolto mediante fattura. Tale cessione, ai fini Iva, rientrerà comunque nel regime speciale in quanto il prodotto è ottenuto a titolo originario. Si potrebbe ipotizzare anche la situazione in cui il prodotto venga ceduto interamente da un soggetto, in quanto titolare delle quote di produzione (ad esempio le quote latte) e unico legittimato a cedere il prodotto. Stando a quanto riportato dalla circolare delle Entrate, l’azienda capofila fattura la vendita dell’intero prodotto e successivamente riceve dall’altra azienda la fattura per la quota di spettanza di quest’ultima. Tale procedura rischia di essere in conflitto con il regime speciale iva dell’art. 34 del D.P.R. 633/72, in quanto il produttore che cede la totalità del prodotto potrebbe apparire come commerciante per la quota di spettanza dell’altra azienda. Come alternativa potrebbe essere utilizzato il principio adottato per la soccida, secondo cui un soggetto ritira e vende l’intera produzione e attribuisce una somma di denaro all’altro soggetto, considerando tale attribuzione come fuori campi Iva. Tale soluzione comprometterebbe la detrazione dell’Iva sugli acquisti per il soggetto che applicasse il regime Iva normale. Per quanto concerne le imposte dirette, la fattispecie del contratto di rete, può inquadrarsi nella conduzione associata, dove ogni impresa si imputa una quota di reddito in base alle percentuali stabilite dal contratto. Fonte: consulenza agricola nuova agricoltura L’anonimato dei conigli Le normative europee sull’etichettatura non prendono in considerazione il coniglio. Un’interrogazione alla Commissione per chiedere l’indicazione della provenienza anche per queste carni In Italia la coniglicoltura rappresenta un importante settore nell’ambito della zootecnia da carne, costituendo, in termini di rilevanza economica, il quarto comparto zootecnico dopo quello dei bovini, dei suini e degli avicoli. L’Italia rappresenta la seconda realtà mondiale in questo comparto dopo la Cina ed è leader Europeo con il 54% di produzione, seguita da Francia e Spagna. Nel nostro Paese vengono macellati circa 500 mila conigli alla settimana. Attualmente l›intera filiera cunicola sta attraversando una crisi di redditività dovuta - tra le diverse cause - anche all›incertezza normativa europea e alla forte fluttuazione dei prezzi legata alla concorrenza del prodotto importato da altri Paesi. Conigli senza etichetta Partendo da queste considerazioni L’Europarlamentare Remo Sernagiotto ha presentato alla Commissione Europea due importanti interrogativi su etichettatura e qualità delle carni importate. A proposito dell’etichetta Sernagiotto ha evidenziato che la normativa riguardante l’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza non prende in considerazione questo tipo di carne. Da qui il quesito rivolto alla Commissione su: “Qual è lo stato attuale della valutazione d›impatto e di fattibilità della possibile estensione dell›indicazione obbligatoria del paese di origine o del luogo di provenienza per le carni di coniglio?” Sul secondo aspetto, quello dellaqualità e sicurezza del prodotti di importazione l’interrogativo è stato: “Quali misure intende adottare la Commissione per tutelare la salute dei consumatori e per prevenire le frodi e l›eventuale concorrenza sleale per il settore cunicolo italiano ed europeo derivanti dall›assenza dell›etichettatura obbligatoria di origine?” I numeri della coniglicoltura La domanda dell’Europarlamentare è sorta dal confronto con i produttori di carni di coniglio: nel Veneto si concentra oltre il 40% della produzione, per un fatturato di 400 milioni di euro pari alla metà del volume d’affari nazionale. Le province a maggior vocazione sono Treviso seguita da Verona, Padova e Vicenza. Numeri importanti riguardano anche l’occupazione: l’allevamento di conigli dà lavoro a 10 mila addetti, 5 mila dei quali in Veneto. Le importazioni Le importazioni, secondo recenti dati statistici Istat, vedono come primo fornitore la Francia (55%) seguita da Ungheria 26%) e Spagna (16%). Durante il 2013 dalla Francia sono entrati quasi 15.000 quintali di conigli macellati con un incremento del 22% rispetto al 2012. “I nostri allevatori - spiega Sernagiotto - devono essere tutelati per questo ho deciso di portare la loro voce in Europa. È necessario che sia resa obbligatoria anche l›etichettatura delle carni di coniglio e che l’etichetta riporti e dove è nato l’animale, dove è stato ingrassato e dove è stato macellato. C’è un buco normativo che va colmato”. Cereali, gli agricoltori preferiscono la soia L’eccesso di granoturco sta portando molti imprenditori agricoli a passare ai semi di soia. Lo sottolineano anche i dati Ismea. In una settimana povera di notizie sui cereali dai mercati del fisico, l’attenzione si sposta su che cosa convenga puntare per la prossima stagione. Le più importanti banche e agenzie di studi iniziano a fornire le loro previsioni, ognuno mettendo in campo le proprie opinioni ma senza trovare una strada comune. La questione principale è se convenga seminare ancora mais per il prossimo raccolto, alla luce della forte produzione registrata quest’anno. La sua grande quantità disponibile non solo ha depresso il prezzo sotto il minimo del 2010 di almeno 50 cent di dollaro, ma è riuscita a condizionare la tendenza di tutti gli altri cereali e dei semi di soia. Molti agricoltori di mais nelle regioni del sud del mondo hanno già manifestato l’intenzione di passare ai semi di soia. Rispetto ai prezzi attuali, il margine remunerativo della soia è considerato migliore, mentre rimane debole quello sul corn e wheat. 15 Annunci nuova agricoltura Comune di longone al segrino -confine con comune di canzo-co Vendesi terreno di circa 22.000 mq,contraddistinto da due mappali: Uno a destinazione boschiva e l’altro adiacente e posto a sud a destinazione agricola- prato- e posto per circa metri centocinquanta sulla strada provinciale 41 lungo la pista pedonale del lago del segrino. Contattare:349 1408350-0341 369830 Cerchiamo in affitto un piccolo fabbricato rurale in zona Cornate d’Adda e comuni limitrofi: servito da acqua e corrente elettrica per l’avvio di una nuova attività agricola. Chiamare Marta: cell. 3314772185 Risparmio fino al 50% - RCA delle Macchine Agricole utilizzate per l’attività dell’Azienda (escluso conto terzi) al costo esclusivo di _ 78 annui con un massimale di _ 6.000.000. 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