Pomodoro da industria: nel 2014 la produzione italiana cresce del

Indagine Ismea-ACI-Italia Ortofrutta-Unaproa
Agroalimentare
CONSUMI
3 dicembre 2014
ALIMENTARI
delle famiglie italiane
Pomodoro da industria: nel 2014 la
produzione italiana cresce del 20%
La stima della produzione di pomodoro da industria per la campagna 2014 ammonta a
circa 4,9 milioni di tonnellate con un incremento del 20,4% rispetto al 2013. Nel 2014 si è
avuto un aumento delle superfici investite, cresciute del 22,3% rispetto all’anno precedente
e di conseguenza si registra un’ulteriore flessione del dato relativo alla resa media per ettaro
(-1,6%) che già lo scorso anno si era attestata su valori medio bassi. Per quanto concerne
la tipologia di pomodoro, i due terzi della produzione sono relativi al prodotto a bacca
tonda ed un terzo a quella a bacca lunga. Residuale la quota del pomodorino.
Sono questi i principali risultati emersi dall’indagine realizzata da Ismea in collaborazione
con l’Alleanza delle Cooperative Italiane, Italia Ortofrutta ed Unaproa.
La campagna 2013 si era distinta per investimenti particolarmente contenuti (55.835 ettari)
e rese di produzione basse a causa di condizioni climatiche sfavorevoli alla coltura. Nel
2014, produttori agricoli e responsabili delle industrie conserviere si erano accordati per un
forte incremento del quantitativo di pomodoro da trasformare, tant’è vero che la superficie
investita è aumentata di oltre il 22%. Le attese sono state tradite però da condizioni
climatiche avverse che hanno penalizzato le rese produttive per ettaro ancor più di quanto
si era verificato nel 2013.
Produzione italiana di pomodoro da industria per tipologia di bacca (2013 e 2014)
Tipologia
Superficie
2013
ettari
Produzione
2013
Resa 2013
Superficie
2014
100 kg
100 kg / ha
ettari
Produzione
2014
Resa 2014
100 kg
100 kg / ha
Var.
Var.
Superficie Produzione
Var. Resa
%
%
%
Totale
55.836
40.869.480
732,0
68.265
49.191.913
720,6
22,3%
20,4%
-1,6%
tondo
39.779
27.506.436
691,5
48.430
33.257.551
686,7
21,7%
20,9%
-0,7%
allungato
15.181
12.785.952
842,2
18.424
15.064.262
817,6
21,4%
17,8%
-2,9%
876
577.092
658,9
1.410
870.100
617,0
61,0%
50,8%
-6,4%
pomodorino
Fonte: Ismea
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Agroalimentare
CONSUMI ALIMENTARI
delle famiglie italiane
In generale, i trapianti sono stati condizionati dall’andamento climatico piovoso del mese
di maggio che ha determinato anche problemi di natura fitosanitaria (batteriosi,
peronospora ed alternaria). Durante lo sviluppo della coltura, alcune aree, come ad
esempio Mantova e Cremona, sono state funestate da grandinate che hanno interessato
ampie zone. Altre aree sono state colpite da piogge particolarmente intense che hanno
ostacolato lo sviluppo ottimale della coltura. Inoltre, le temperature inferiori alla media che
hanno caratterizzato l’estate 2014 non hanno permesso alle bacche di raggiungere valori
soddisfacenti del grado Brix.
Produzione 2013 e 2014 per tipologia di bacca (dati in % sul totale)
Fonte: Ismea
I principali areali di produzione
La produzione risulta fortemente concentrata in due zone del paese: al sud, nella provincia
di Foggia ed a Nord nell’area padana (Piacenza, Ferrara, Parma, Mantova, Ravenna e
Cremona).
La sola provincia di Foggia concentra il 28% della superficie e circa un terzo della
produzione nazionale. In quest’area si coltiva prevalentemente pomodoro a bacca
allungata destinato per lo più alla produzione di pomodori pelati.
Superficie 2014 per provincia (top 10)
Fonte: Ismea
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CONSUMI ALIMENTARI
delle famiglie italiane
Al secondo e terzo posto, Piacenza e Ferrara sommano un quarto della superficie investita
e della produzione nazionale. In quest’area, viene coltivato quasi esclusivamente
pomodoro a bacca tonda.
Le prime tre province insieme a Parma e Mantova sommano i due terzi della produzione
nazionale.
A parte la Capitanata (Foggia) e l’area padana, altre zone dove la coltivazione del
pomodoro da industria è rilevante sono la Maremma e l’Alto Lazio (le province di Grosseto
e Viterbo); la Campania (province di Caserta, Salerno e Napoli); ed infine, Potenza e
Matera.
Produzione 2014 per provincia (top 10)
Fonte: Ismea
L’andamento della campagna di produzione 2014
Al Sud, le continue piogge primaverili hanno ritardato i trapianti precoci che preventivati
per la fine di marzo e la prima metà di aprile sono slittati a fine aprile-primi di maggio. Di
conseguenza, le operazioni di raccolta sono iniziate soltanto in agosto, mentre gli anni
precedenti partivano nell’ultima decade di luglio.
Le temperature più basse rispetto alla media della stagione hanno determinato una minore
pressione sulla coltura delle infestazioni di lepidotteri (nottue fogliari e tuta absoluta) ed
eriofidi, contrariamente a quanto si era verificato nel 2013. Le basse temperature medie
hanno avuto un impatto negativo sul grado Brix che non ha raggiunto valori
particolarmente elevati.
Nella seconda e terza decade di agosto, si è verificato qualche problema di ritiro del
prodotto da parte dell’industria a causa dell’accavallamento delle semine in primavera.
A settembre, invece, parte della produzione è stata compromessa da una nuova ondata
di piogge intense che ha ostacolato le operazioni di raccolta. In particolare, in provincia di
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Foggia, nella prima decade di settembre, si sono verificate perdite di prodotto già pronto
per la raccolta.
La presenza di prodotto marcio in percentuali superiori alla media è stata una costante che
ha caratterizzato tutta la campagna, dal raccolto precoce a quello tardivo. L’indice di
colore ha assunto valori bassi.
Dati per Provincia: confronto 2014 vs 2013 (top 20)
Variazione 2014 vs 2013
Prov.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Provincia
Italia
Foggia
Piacenza
Ferrara
Parma
Mantova
Caserta
Ravenna
Grosseto
Cremona
Viterbo
Potenza
Salerno
Verona
Modena
Campobasso
Alessandria
Rovigo
Reggio Emilia
Pavia
Matera
Superficie
Produzione
Resa
%
22,3%
15,5%
31,0%
28,0%
27,7%
25,4%
2,3%
6,7%
3,2%
33,2%
13,9%
21,3%
81,0%
21,8%
25,2%
38,2%
9,8%
64,6%
-8,6%
37,3%
-7,8%
%
20,4%
10,8%
30,0%
36,1%
24,5%
4,5%
-9,3%
4,2%
10,8%
77,5%
11,2%
48,2%
55,2%
27,6%
15,4%
39,6%
26,5%
58,7%
14,2%
12,9%
3,1%
%
-1,6%
-4,1%
-0,7%
6,3%
-2,5%
-16,6%
-11,4%
-2,3%
7,4%
33,3%
-2,3%
22,1%
-14,3%
4,8%
-7,9%
1,0%
15,2%
-3,5%
25,0%
-17,8%
11,9%
Fonte: Ismea
Al Nord, la coltivazione del pomodoro è stata penalizzata da intense e ricorrenti
precipitazioni che, ad eccezione del mese di giugno, hanno ostacolato le operazioni in
campo e lo sviluppo della coltura. Le piogge sono state accompagnate da temperature
medie inferiori alla norma. Queste condizioni climatiche hanno determinato problemi
fitosanitari, in particolare peronospora e batteriosi. In alcuni areali, Mantova, Cremona,
Verona e Ferrara, la grandine ha complicato ulteriormente la situazione.
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CONSUMI ALIMENTARI
delle famiglie italiane
Tutti questi elementi hanno ridotto la produzione, abbassando la resa per ettaro e la qualità
del prodotto. Ad esempio, in alcune aree del Nord, il grado Brix è stato inferiore del 10% alla
media storica. L’elevata quota di prodotto marcio ha penalizzato ulteriormente la
produzione.
Al Centro (Toscana ed Alto Lazio), l’andamento della coltura non è mai stato lineare. Infatti,
periodi più caldi si sono avvicendati ad improvvisi ritorni di freddo e ciò ha impattato
negativamente sulla regolare fioritura dei tre palchi principali, con evidenti ripercussioni
sulle rese quantitative finali.
Relativamente alla qualità del prodotto, il grado Brix è stato nettamente inferiore alla
media, mentre gli scarti sono stati in linea con le percentuali degli anni precedenti.
Le rese di produzione per tipologia di prodotto
Nel 2014 la resa media nazionale è stata di circa 720 quintali per ettaro in flessione dell’1,6%
rispetto al dato medio, di per se già basso, del 2013.
La resa varia sensibilmente in funzione della tipologia di pomodoro. Nel 2014, la resa del
tipo a bacca lunga si è attestata a 818 quintali per ettaro, quella del pomodoro a bacca
tonda a 687 quintali per ettaro e quella del pomodorino a 617 quintali per ettaro.
Nel 2014, le avverse condizioni climatiche hanno determinato una flessione rispetto alla resa
produttiva conseguita nel 2013, per tutte e tre le tipologie di pomodoro ed in quasi tutti gli
areali produttivi nazionali.
Qui di seguito sono riportati i livelli di resa per le tre tipologie di pomodoro, nelle province
dove ciascun tipo viene maggiormente coltivato.
Resa Pomodoro tondo: confronto 2014 vs 2013 (dati in 100 kg/ettaro e var. %)
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Fonte: Ismea
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delle famiglie italiane
Tra le prime sette province che producono pomodoro a bacca tonda si osservano variazioni
delle rese molto significative. Si va da un minimo di circa 500 quintali per ettaro a Mantova
ad un massimo di circa 900 quintali per ettaro a Caserta. Il confronto con il dato medio
della resa 2013 evidenzia lievi flessioni per Piacenza e Parma. Flessioni più marcate per
Ravenna e Caserta, mentre cali molto consistenti hanno riguardato la provincia di
Mantova. In controtendenza, le province di Foggia (+0,4%) e Ferrara (+1,0%).
Tra le prime sette province che producono pomodoro a bacca allungata si osservano
variazioni delle rese molto significative. Si va dal minimo di circa 600 quintali per ettaro a
Ferrara e Campobasso ad un massimo di circa 900 quintali per ettaro a Potenza, Matera e
Foggia. Il confronto con il dato medio della resa dell’anno precedente evidenzia lievi
flessioni a Foggia e Bari e flessioni molto marcate a Caserta e Campobasso. In
controtendenza, le province di Matera, Potenza e Ferrara (+1,0%).
Resa pomodoro a bacca allungata: confronto 2014 vs 2013 (dati in 100 kg/ettaro e var. %)
Fonte: Ismea
La produzione di pomodorino destinato all’industria conserviera è limitata a circa 1.400
ettari concentrati quasi esclusivamente nella provincia di Foggia, dove si è verificata stata
una riduzione della resa di produzione che è scesa a circa 650 quintali per ettaro (-7,8%).
Tra le altre province, spiccano Salerno la cui resa è aumentata del 5,5%, attestandosi a
circa 675 quintali per ettaro, Ferrara (540 quintali per ettaro) e Caserta (225 quintali per
ettaro).
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Resa Pomodorino: confronto 2014 vs 2013 (dati in 100 kg per ettaro e var. %)
Fonte: Ismea
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Responsabile di redazione: Patrizio Piozzi
Redazione a cura di: Mario Schiano lo Moriello
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