Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese 18 – 2 maggio 2014 A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2 Congiuntura: legno arredo: Project Financing: Cassa integrazione: legislazione: infrastrutture: evasione: ed. scolastica: sicurezza: bonus edilizia: Expo 2015: CasaUmbria porta i marchi dell’arredamento sul mercato cinese (Italia Oggi, 22.04.14) con troppi freni (Milano Finanza, 22.04.14) servono 1,5 miliardi (Il Sole 24 Ore, 23.04.14) opere specialistiche, firmato il decreto attuativo (sito internet casa e clima, 26.04.14) autostrade, i nuovi costruttori in fila al casello (Affari&Finanza, 28.04.14) riparte dall’edilizia l’assedio ai falsi autonomi (Il Sole 24 Ore, 28.04.14) i miliardi ancora non ci sono (Corriere della Sera, 28.04.14) infortuni in forte calo nel 2013 (Il Sole 24 Ore, 29.04.14) il bonus accelera la ripresa (Il Sole 24 Ore, 30.04.14) 190mila posti di lavoro (Corriere della Sera, 30.04.14) Grandi imprese delle costruzioni: Grandi imprese delle costruzioni: grandi imprese: Vianini: Vianini: Rdb: Vianini: Caltagirone: Italcementi: Astaldi: Saipem: Cmc: all’estero lavori per 35 miliardi (Il Sole 24 Ore, 22.04.14) punta ancora a crescere all’estero (Il Gazzettino, 23.04.14) confermato il dividendo (Il Gazzettino, 23.04.14) cresce il fatturato, interesse per Terrecotte (Libertà Piacenza, 25.04.14) Caltagirone è il nuovo presidente (Il Sole 24 Ore, 29.04.14) torna all’utile trainato dall’estero (Il Sole 24 Ore, 30.04.14) finalista all’Oscar dell’innovazione (Corriere della Sera, 30.04.14) in arrivo dalla Russia una commessa da 1,7 mld (Il Sole 24 Ore, 30.04.14) nuovo contratto da South Stream (Libero, 30.04.14) fatturato oltre il miliardo (Il Resto del Carlino, 30.04.14) Rapporti e studi: Istat: Eurostat: Legambiente: Istat: Svimez: produzione nelle costruzioni febbraio 2014 (Comunicato Istat, 18.04.14) produzione Ue nelle costruzioni febbraio 2014 (Comunicato Eurostat, 22.04.14) presentato il Rapporto Cave 2014 (sito internet casa e clima, 26.04.14) clima di fiducia delle imprese aprile 2014 (Comunicato Istat, 29.04.14) seminario sulla riqualificazione urbana (Roma, 30.04.14) Eventi: Congiuntura legno arredo (22.04.14): Un progetto di promozione a favore delle aziende umbre del settore arredo/casa sul mercato cinese, frutto di un partenariato pubblico e privato, con un da parte della pa che va a coprire circa il 25% del totale. E’ CasaUmbria, l'iniziativa nata dalla Regione e dal Centro Estero a cui partecipano 11 aziende del territorio. Un progetto realizzato in meno di sei mesi, dalla costituzione dell'associazione temporanea di imprese a settembre 2013 alla realizzazione e messa in opera dello showroom a Shanghai lo scorso mese, all'interno del Wending li Living Style Plaza. L'inaugurazione ufficiale è prevista per il 30 maggio prossimo. Con una durata di tre anni e un investimento di 1,5 milioni di euro, CasaUmbria mette a disposizione delle aziende partecipanti una piattaforma di condivisione delle informazioni e degli strumenti utili sia per la promozione su mercati internazionali di particolare prestigio e interesse per il made in ltaly, come quello asiatico, sia per la creazione dijoint venture strategiche per lo sviluppo del business. Fra le aziende, Listone Giordano, Tagina Ceramiche d'Arte e Talenti, che prendono parte con un'esposizione permanente all'interno dello showroom. La crescita costante registrata dal mercato cinese negli ultimi lO anni, lo sviluppo di progetti immobiliari di grandi dimensioni, con un tasso di crescita del 15% annuo per quanto riguarda quelli di edilizia residenziale in ambito urbano, hanno portato a una crescita parallela degli standard di vita e quindi della domanda di interior design per le abitazioni private. Fatto, questo, che rende particolarmente attrattivi i prodotti di marchi europei, e italiani in particolare. Project Financing (22.04.14): Dopo la Brebemi il nulla. Si può sintetizzare in questo modo lo stato di salute del project financing in Italia, uno strumento cui dieci anni fa si guardava come alla panacea per i mali del mondo delle infrastrutture ma che ha finito per rimanere vittima di una serie di criticità che l'hanno reso uno strumento perfetto sulla carta, quasi inservibile nella pratica. «Ci sono lati positivi e negativi. Tra i positivi c'è la Brebemi, l'autostrada Brescia-Bergamo-Milano, che ha vinto quasi tutti i premi possibili, da quelli di Eurofinance a quelli di PF Magazine, ma 1 2 politiche abitative@filleacgil.it abitaresostenibile@filleacgil.it poi ci si accorge che quello della Brebemi è il più grande project financing degli ultimi dieci anni e che ci ha messo appunto dieci anni per arrivare tino in fondo». Chi parla è Franco Vigliano. manàging partner di Ashurst, tra i maggiori esperti di finanza di progetto. «In positivo il fatto che oggi c'è una diffusa conoscenza del meccanismo del project financìng, dalle imprese agli istituti di credito fino alle pubbliche amministrazioni», spiega Vigliano. Fattore che «permette alle nostre società di vincere commesse all'estero». Gli aspetti positivi però finiscono qui perché il dato di fatto è che operare attraverso la finanza di progetto in Italia è complesso. «Gli attori sono sempre gli stessi e si contano sulle dita di due mani. Resta spazio per Cdp, Bei e Sace, senza cui oggi è molto difficile fare opere infrastrutturali». Questo perché, spiega Vigliano. «gli investitori finanziari che effettivamente si impegnano sui progetti sono pochi e tutti italiani. Tra gli stranieri solo un paio di banche con qualche interesse in alcuni progetti. E i project band stentano a decollare». Insomma, i problemi e le criticità sembrano superare le opportunità. Secondo l'esperto legale il settore in Italia ha quattro limiti strutturali: «II primo riguarda i tempi. Le procedure sono troppo complesse con normative stratificate e inutilmente duplicate rispetto a quella Ue. Si abbinano a un apparato burocratico terribilmente pesante e spesso poco competente, tempi di autorizzazione e di gestione biblici e imprevedibili». Le gare, prosegue, «vengono fatte sulla base di progetti preliminari, ma su questi nessuno è disposto a investire, perché il progetto preliminare non evidenzia chiaramente costi e rischi di un'opera». II secondo e il terzo limite strutturale sono «l'incertezza del regime concessorio, tale per cui modificare una concessione è spesso complesso». In più il sistema bancario italiano fa a gara per prendersi il mandato da financial advisor, «ma poi le banche non si assumono alcun impegno fino a che non c'è progetto definitivo approvato». Il tutto senza contare che oggi gli istituti di credito, «hanno accorciato la durata dei finanziamenti e hanno difficoltà con prestiti anche solo a 10 o 12 anni, «che per le grosse infrastrutture è un tempo ridicolo». Una volta elencate le tante criticità legate al project financing, è tempo di proporre soluzioni. Molte cose banalmente si risolverebbero se si lavorasse contro l'eccesso di burocrazia e sulla giungla di norme. «Ci sono però tre provvedimenti più immediati », conclude Vigliano: «far partire le gare solo sulla base di progetti definitivi. Si tratterebbe di un costo, ma basterebbe prevedere un fondo rotativa per finanziare i progetti definitivi, i cui costi poi verrebbero messi a carico del concessionario aggiudicatario». Altra proposta sarebbe quella di «recepire la normativa Ue abbandonando le norme complicate Italiane». Infine bisognerebbe «semplificare i processi autorizzativi». Provvedimenti concreti che potrebbero ridare un po' di slancio al settore, «cui però andrebbe aggiunto un aspetto culturale fondamentale. Bisogna capire che il rischio della domanda del servizio è per forza di cose un costo sociale, non può ricadere sugli sponsor privati dell'infrastruttura, che dovrebbero invece sostenere il rischio di gestione e quello di costruzione”. (MANUEL FOLLIS) Cassa Integrazione Guadagni (23.04.14): La rassicurazione del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che anche per quest'anno verranno trovati i fondi aggiuntivi attesi per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga vale come un toccasana per imprese, lavoratori e assessori regionali che, ormai da settimane, aspettavano un segnale in tal senso. I fondi ci saranno, ha detto il titolare di via XX settembre, e saranno garantiti con «un impegno quantitativo e qualitativo, perché va anche attuata la delega sugli ammortizzatori» ha detto Padoan al Sole-24 Ore. Secondo le Regioni servono poco più di 679 milioni per chiudere il pregresso del 2013 e altri 821 milioni per sostenere le prime autorizzazioni di cassa e mobilità in deroga già cumulate nei primi tre mesi del 2014. Un totale che sfiora il miliardo e mezzo, con il coordinatore degli assessori regionali al Lavoro, Gianfranco Simoncini, che sollecita il rapido sblocco delle risorse. «Plaudo per l'impegno preso dal ministro Padoan - commenta il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) - il reperimento delle risorse rappresenta una priorità per dare una risposta a decine di migliaia di lavoratori». Per effetto della crisi c'è stata un'impennata nell'utilizzo degli ammortizzatori in deroga e i 2,5 miliardi destinati al 2013 si sono rivelati insufficienti, tanto che il precedente governo aveva sbloccato la prima tranche di 400 milioni degli 1,7 miliardi disponibili per il 2014, consentendo alle Regioni di usarli anche per chiudere il 2013- «Va affrontato il problema del rifinanziamento della Cig in deroga – afferma il capogruppo del Ncd al Senato, Maurizio Sacconi – tuttavia serve chiarezza sulla destinazione delle risorse. Non si dia un euro alla mobilità in deroga, perché dopo la riforma dell'Aspi non sarebbe giustificato. Le risorse vadano alla Cig in deroga, ma solo per i rapporti di lavoro che hanno una ragionevole possibilità di riprendersi». Ieri, intanto, a completare il quadro sulla gestione degli ammortizzatori in deroga è giunta la consueta relazione annuale della Corte dei conti. Certifica da una parte gli oneri che questi strumenti hanno prodotto dal 2009 ad oggi (5,78 miliardi al luglio dello scorso anno) e dall'altro il percorso che ancora resta dà compiere per uscire dalle deroghe. I magistrati contabili hanno ribadito tutte le criticità di strumenti «la cui concessione è avvenuta in seguito alla stipula di appositi accordi, senza una predeterminazione dei requisiti soggettivi ed oggettivi». In troppi casi la cassa e la mobilità in deroga hanno avuto l'unica finalità di avvicinare i lavoratori alla pensione in situazioni di irrisolte patologie aziendali. L'abbondante utilizzo di questi strumenti ha compresso il ricorso ai contratti di solidarietà e agli strumenti previsti dalla riforma del mercato del lavoro, come i fondi di solidarietà degli enti bilaterali, «in un'ottica che distingue nettamente l'area della sospensione dal lavoro da quella della cessazione, come del resto nella originaria disciplina degli ammortizzatori sociali». La Corte auspica l'utilizzo di modelli previsionali in grado di supportare il sistema, «in un'ottica che superi la discriminazione esistente tra grandi imprese da un lato e piccole e medie dall'altro», che «devono poter accedere agli stessi strumenti, per quanto possibile, non di carattere derogatorio». legislazione (26.04.14): Tutela delle imprese qualificate ma anche opportunità per le generaliste. Riduzione da 33 a 24 delle categorie specialistiche a qualificazione obbligatoria e da 24 a 14 delle superspecialistiche. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha firmato giovedì scorso il decreto con il quale si individuano le categorie di lavorazioni - tra quelle indicate nel Regolamento del Codice Appalti (DPR 207/2010) - che per la loro rilevante complessità tecnica o per il contenuto tecnologico richiedono l'esecuzione da parte di operatori specificamente qualificati. Il provvedimento attua la norma dell'articolo 12 del decreto sul Piano Casa - D.L. n. 47/2014 – ed era atteso con urgenza per evitare il persistere del vuoto normativo creatosi con il ricorso straordinario al Capo dello Stato, che ha annullato gli articoli 107, comma 2, e 109, comma 2, del DPR 207/2010. Il decreto, spiega una nota del Ministero delle Infrastrutture, rispetta il parere del Consiglio di Stato sul ricorso straordinario, e quindi è orientato ad aprire ulteriori ambiti di mercato alle imprese cosiddette ''generaliste'', e risponde nel contempo all'esigenza di tutelare il know-how delle imprese qualificate, spesso esempi imprenditoriali di eccellenza, per la realizzazione di interventi particolarmente complessi dal punto di vista tecnologico e operativo. Riduzione delle categorie specialistiche e superspecialistiche Il decreto riduce da 33 a 24 le categorie specialistiche a qualificazione obbligatoria e da 24 a 14 le SIOS (categorie cosiddette ''superspecialistiche''). “Questo provvedimento era urgente commenta il ministro Lupi - e molto atteso dagli operatori, perché sblocca la situazione di stallo di alcune procedure di appalto pubblico, i cui bandi erano fermi in attesa delle determinazioni del Governo”. infrastrutture (28.04.14): Un equilibrio cristallizzato per decenni non regge più, per ragioni finanziarie, politiche, economiche. La zecca dei caselli autostradali sorge su terreno sismico. E alla schiera di camere di commercio, regioni, province, comuni e comunelli si preparano a subentrare, nel libro soci delle concessionarie, parecchi dei principali gruppi di costruzioni italiani. Tra opere inserite in concessioni vigenti e nuove concessioni, sono in palio almeno una ventina di miliardi di euro di lavori. Che per legge possono essere assegnati – in misura variabile a seconda della convenzione esistente con lo Stato - in affidamento diretto a soci della concessionaria medesima. Insomma, è avviata una sorta di mutazione genetica. Dal punto di vista delle imprese di costruzioni, il cambio di natura è necessitato dal sostanziale blocco dei lavori pubblici in Italia, tanto che i vari Salini-Impregilo, Condotte, Astaldi, Rizzani De Eccher, Cmc, Maltauro sono stati costretti per campare a triplicare la quota di fatturato estero da inizio crisi in avanti, arrivando a superare la soglia del 50% e a cumulare un portafoglio lavori di circa 35 miliardi. Ma la strategia, relativamente al mercato domestico, implica un cambio radicale: dalla mera esecuzione dell'opera, alla garanzia di un servizio a tariffa, con annessa catena di professionalità specifiche. E vale per le autostrade in primis, ma anche per concessioni portuali legate alla logistica, alle ferrovie, ai nodi degli interporti. Purché ci sia una tariffa in grado di remunerare l'investimento e di renderlo credibile in banca. A ben guardare, il fenomeno ha avuto importanti anticipatori. Vale storicamente per il gruppo Gavio, ma anche per Impregilo concessionario autostradale in Sud America. Ma da alcuni anni vale soprattutto per Astaldi, entrato al fianco di Banca Intesa in A4 Holding (autostrada Brescia-Padova alias Serenissima). E un ruolo pesante nel riassetto delle concessioni autostradali mira a averlo pure Mantovani, che è l'impresa principale impegnata nella costruzione del Mose a Venezia e dell'Expo a Milano. Di gare per nuove concessioni ce ne sono in rampa di lancio parecchie. Vale per la Cispadana (dalla A22 alla Al3 al casello di Ferrara), Nogara-Mare, Valsugana, Meolo-Jesolo, bretella Ancona porto, Cisterna-Latina. Altre sono state assegnate di recente, come la Catania-Gela al gruppo Bonsignore, o l'asse Orte-Mestre (sorta di raddoppio dello storico scavalcamento appenninico Nord-Sud). Ma non di meno viene tenuto d'occhio un lotto di ricche concessioni in scadenza: Centropadane (già in prorogatio), A22 del Brennero (30 aprile 2OI4), Brescia-Padova (giugno 2O15), Autovie Venete (dicembre 2O17). Da qui parte la scossa tellurica. Ma non solo da qui. Si fa notare per dinamismo su area lombarda il gruppo Gavio, che in abbinata a Banca Intesa mira a sostituire altri costruttori presenti nel libro soci di Pedemontana, Brebemi, Teem. La partita in Lombardia, peraltro, ha almeno un paio di punti interrogativi: il colosso austriaco Strabag intende entrare in gioco da azionista oltre che da esecutore delle opere? Che soluzione avrà - e quando - il groviglio di Milano-Serravalle, società in cessione da mesi da parte di Provincia e Comune di Milano, a sua volta tra i promotori di tutte le maggiori nuove infrastrutture? Uno dei principali attori in scena, largamente al di là della propria volontà sia in Lombardia che in Veneto, si chiama Banca Intesa. in A4 Holding, per esempio, l'istituto è stato costretto a tramutare in azioni gli affidamenti garantiti al gruppo bresciano Gambari, finito in default. Ma si trova le azioni con valori di carico almeno doppi di quanto sono attualmente valutate. E dunque, a evitare di dichiarare forti minusvalenze, nei piani della bancaci sta il disegno di quotare in Borsa sia A4 Holding sia le lombarde imperniate oggi su Milano-Serravalle. Opzione di riserva: passare la mano a un fondo di investimento e di sicuro in questo senso rapporti migliori aiuterebbero a chiudere con F2i. Ma in ogni caso, per recuperare valore o almeno contenere la perdita è necessaria una proroga delle concessioni o una concentrazione. Un crocevia fondamentale è in vista ed è la gara per la concessione della A22. La procedura è appena ai primi passi, il bando arriverà probabilmente tra un anno. Tra la Provincia Autonoma di Trento, grande azionista di A22, e il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi è in corso un ruvido braccio di ferro: Lupi promette di prorogare la durata della concessione, ma pretende che i trentini non s'oppongano alla costruzione della A31 Valdastico Nord. La questione intercetta pure i destini di A4 Holding, dato che questa potrebbe avere il termine della concessione al 2026 solo se realizzerà la A31. Lupi va promettendo una proroga a gran parte dei concessionari, ma che l'Unione europea consenta è tutto da dimostrare. Tanta incertezza genera confusione e tensione. Come Strabag, pure A4 Holding medita di partecipare alla gara per A22, con gran fastidio dei cugini trentini. D'altra parte, se A4 Holding non avrà la concessione rinnovata al 2OZ6, l'anno venturo si potrebbe ritrovare con un miliardo in cassa derivante dal diritto di subentro e una struttura aziendale da mandare avanti. Magari involontariamente, ma Lupi qualche argomento ai concessionari lo ha fornito nella loro mira di allungare i termini di scadenza. Non ha mantenuto i parametri di aumenti tariffari previsti nei contratti. Nel caso di Autovie Venete, per esempio, la convenzione prevedeva per quest'anno un incremento del 12%, contro il 7% consentito a inizio 2O14 dal governo. Su questa base, e cioè vantando il mancato rispetto dei patti da parte del concedente Stato italiano, Autovie spera di non spirare al 2OI7. In assenza di proroga, la società di gestione della tratta Venezia-Trieste non riuscirà a finanziare i 2 miliardi di lavori programmati. E se gli investimenti saranno ridotti, basso sarà pure il diritto di subentro e dunque i concorrenti come Gavio o Mantovani non mancheranno. Pronti a sottrarre la società all'azionista Regione Friuli Venezia Giulia, che tanto spesso ha interpretato Autovie come un bancomat. Sembra fuori dalla corsa il big del settore costruzioni. Ma dopo la conquista da parte di Salini e connesse cessioni delle tratte sud-americane per distribuire cassa agli azionisti, Impregilo non manca una partita: è in lizza per il nuovo ospedale in project financing di Trento, ma punta pure a entrare in gioco per la costruzione di una sezione dell'asse Orte-Mestre, chiamata Nuova Romea. Basta che ci sia una tariffa o un pedaggio. (Paolo Possamai) evasione (28.04.14): Nel mirino finiranno le collaborazioni a progetto non genuine e le partite Iva fasulle dell'edilizia. Dopo l'annuncio, arrivato all'inizio del mese dal ministro Giuliano Poletti, di voler intensificare il contrasto ai rapporti di lavoro subordinato mascherati da co.co.pro. e partite Iva, ai capi dei servizi di ispezione delle direzioni territoriali del Lavoro sono arrivate le prime indicazioni verbali dai vertici di via Veneto. Sono due le direttrici da seguire, che richiamano le istruzioni fornite agli ispettori nel 2012 in altrettante circolari. Da un lato, dovrà essere applicata puntualmente la stretta sui contratti a progetto introdotta dalla riforma Fornero del 2012, che ha trovato le indicazioni operative nella circolare 29/2012. – Nella circolare sono individuate come esempio 19 mansioni difficilmente inquadrabili in un genuino rapporto di collaborazione a progetto, per le quali gli ispettori devono ricondurre il rapporto nell'alveo della subordinazione. Tra queste figurano quelle di baristi e camerieri, estetiste e parrucchieri, istruttori di autoscuola, magazzinieri, muratori e qualifiche operaie dell'edilizia, prestazioni nei call center per servizio in bound. Il giudice del lavoro, in caso di ricorso di una delle due parti, potrà poi qualificare diversamente il rapporto. Dall'altro lato, i fari sono puntati sul settore edile. La circolare 16 del 2012 ha affrontato il problema dei ."falsi autonomi", ritenendo che alcune attività - manovalanza, muratura, carpenteria, rimozione dell'amianto, posizionamento di ferri e ponti, addetti a macchine edili fornite dall'impresa committente o dall'appaltatore – non possano essere svolte in autonomia. li dato Istat (riferito al 2011) da cui il provvedimento prendeva le mosse è il numero dei lavoratori autonomi che svolgono attività in cantiere senza personale alle proprie dipendenze, che risultava addirittura superiore a quello dei lavoratori subordinati o comunque impiegati come operai edili. (…) (Francesca Barbieri, Valentina Melis) edilizia scolastica (28.04.14): «Abbiamo concordato un incontro con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per la prossima settimana per capire effettivamente quali sono le possibilità economiche, perché si programma quando ci sono fondi certi». Così parlò (giovedì scorso) il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, al termine di un'audizione alla Camera. Un annuncio che forse è stato sottovalutato, ma che rappresenta la prova che sul tema scuola all'interno del governo non tutto fila liscio e che, come è accaduto nei passati governi tecnici o politici di ogni colore, è iniziato il solito braccio di ferro tra Economia ed Istruzione. Insomma, la luna di miele sembra essere finita velocemente. E pensare che il governo Renzi è nato con idee ben precise sulla scuola. La prima uscita pubblica del premier è stata lo scorso febbraio, appena incassata la fiducia del Parlamento, proprio in un istituto di Treviso. In quell'occasione Matteo Renzi aveva ribadito la centralità del tema affermando che «per uscire dalla crisi bisogna ripartire dalla scuola». Non solo, per vincere lo scetticismo dell'opinione pubblica aveva annunciato un mega piano per la messa in sicurezza delle scuole italiane. Mega piano che avrebbe avuto a disposizione un finanziamento di 3,5 miliardi di euro, tra fondi già disponibili e risorse recuperabili dall'allentamento del patto di Stabilità, oltre alla immancabile cabina di regia per la gestione degli interventi. Dopo due mesi, però, l'unico provvedimento «nero su bianco» sull'edilizia scolastica è contenuto nel decreto Irpef e prevede in concreto solamente 244 milioni di euro di «spazio di patto» per il biennio 2014-2015. Ben poca cosa rispetto ai 3,5 miliardi annunciati. Ben poca cosa per le 4.500 scuole che hanno già richiesto di aprire i cantieri. Sicuramente risorse aggiuntive si renderanno disponibili dall'interpretazione di altre vecchie leggi o da commi nascosti nello stesso decreto Irpef. Magari già nei prossimi giorni Padoan e la Giannini avranno l'occasione di chiarire l'«equivoco», ma certo per arrivare da 244 milioni a 3,5 miliardi di euro la strada è molto lunga. (Andrea Balzanetti) sicurezza (29.04.14): La lotta alle morti bianche avanza e i dati del 2013 che l'Inail ha parzialmente anticipato ieri in occasione della Giornata mondiale "Salute e sicurezza sul lavoro", organizzata in collaborazione con l'ilo, ne danno una concreta rappresentazione. Giuseppe Lucibello, direttore generale Inail, al convegno "Traguardi raggiunti e prospettive nelle politiche di prevenzione sul lavoro", ha spiegato che «i dati sugli infortuni sono decisamente positivi». Ci sono state «il 7-8% in meno di denunce di infortunio, passate dalle 657mila del 2012 a circa 607mila del 2013, con un calo degli infortuni mortali non inferiore al 10%. Le vittime sono passate da 844 del 2012 a 740 del 2013- Sono invece aumentate le malattie professionali. Le denunce sono passate da oltre 46mila del 2012 a oltre 5lmila del 2013». «Lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo sulla prevenzione, che però presuppone una condizione chiara: la collaborazione strutturale tra tutti i soggetti in campo», ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. E i soggetti coinvolti sono tanti: politici, sindacalisti, imprenditori. L'Inail, come ha ricordato il suo presidente Massimo de Felice, svolge molteplici compiti e ha avviato una serie di nuove attività per la prevenzione. In particolare de Felice ha ricordato «la definizione e il coordinamento dei programmi di ricerca sugli strumenti di prevenzione per individuare i rischi nascosti, la definizione di una governante della ricerca, la collaborazione diretta con le imprese per definire la prassi dei sistemi premianti e il grande progetto sui dati che, per essere una base affidabile, devono essere validati con protocolli finalizzati». Dal canto loro le imprese chiedono scelte politiche coerenti con le esigenze del mondo produttivo. Samy Gattegno, presidente del Comitato tecnico sicurezza di Confindustria, ha evidenziato come sia «assolutamente urgente agire su alcune criticità di fondo ancor oggi esistenti attraverso misure che Confindustria ha sintetizzato in un apposito position paper». L'elenco delle imprese è lungo: «Restituire la materia della salute e sicurezza alla competenza esclusiva statale, dare uniformità all'azione di vigilanza, garantire la certezza del diritto, semplificare gli aspetti sostanziali e burocratici della normativa, assegnare alla formazione una valenza sostanziale eliminando eccessi e adempimenti burocratici e valorizzare l'importanza dei comportamenti sicuri in tutti i percorsi di studio, a partire dalle scuole dell'infanzia», elenca Gattegno, secondo il quale «ridurre infortuni e malattie professionali si può e si deve, occorrono però scelte coerenti con le esigenze del mondo produttivo». A sostenere la formazione sulla sicurezza a partire dalla scuola è anche Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato: «È necessario inserire la cultura del lavoro in tutto il percorso educativo sin dal suo inizio e conciliare l'esigenza della sicurezza con un minore adempimento per le imprese valorizzando quanto più possibile la collaborazione tra le parti in sostituzione delle regolazioni formali – spiega Sacconi-. Questa scelta non è stata ancora compiuta nei nostri programmi educativi e invece credo che possa corrispondere alla futura occupabilità». Sul tema delle prevenzione che tutti gli interlocutori considerano un tassello fondamentale, Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro alla Camera, ha detto che bisogna muoversi «in tre direzioni: completare l'attuazione del Testo unico, intervenire sul decreto 106/2009 e prevèdere una linea di interventi che innovi ulteriormente rispetto a quanto già fatto. È importante la decisione del Governo di restituire un miliardo di euro alle imprese virtuose che verificano che nell'anno precedente non hanno avuto infortuni». (Cristina Casadei) bonus edilizia (30.04.14): Il settore delle costruzioni ha toccato il fondo nel 2013 e da quest'anno è molto probabile che il valore reale degli investimenti torni a salire, innescando così una (seppur debole) ripresa del settore. La correzione al rialzo sarà fatta dal Cresme nelle prossime settimane, alla luce dei dati a sorpresa comunicati dal Ministero dell'Economia nei giorni scorsi sulle ritenute di banche e Poste perle detrazioni al recupero, e in base ai quali il Cresme ha corretto al rialzo le stime degli interventi di recupero edilizio realizzati con gli sconti fiscali del 50% (ristrutturazione) e 65% (ecobonus) da 19 a 23 miliardi di euro nel 2013 (+21%, con spesa complessiva delle famiglie di 28 miliardi comprendendo l'Iva), a fronte di un dato 2012 di 15,8 miliardi (+31% di crescita effettiva annua), e con ulteriore +54% nei primi due mesi del 2014. Scenari positivi per il recupero edilizio emergono anche dall'indagine Istat sulla fiducia dei consumatori (28 aprile): la percentuale di famiglie intenzionate a effettuare interventi di manutenzione sulla propria abitazione è salita nel giro di un anno dal 10,8 al 16,6%. «Sì – conferma il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - dovremo rivedere al rialzo le stime sugli investimenti in recupero residenziale, e di conseguenza il dato complessivo sugli investimenti in costruzioni. Sia per il consuntivo 2013 sia per le previsioni 2014». Più prudente l'Ance: «La scelta - commenta il presidente Paolo Buzzetti - di potenziare dal 36 al 50% la detrazione al recupero e dal 55 al 65% quella per la riqualificazione energetica degli edifici, confermata nella legge di stabilità, sta dimostrando tutta la sua efficacia. Tuttavia non va considerato il dato comprensivo di Iva, i 28 miliardi, altrimenti vedremmo un boom che non c'è: quel che conta sono i lavori, i 23 miliardi, valore che coincide con le nostre stime sui dati Mef». «Gli incentivi fiscali - aggiunge Buzzetti - restano uno strumento molto efficace, tant'è che andrebbero prorogati oltre l'attuale scadenza del 31 dicembre 2014 e andrebbero introdotti nuovi sgravi, come da tempo chiediamo, che favoriscano anche i grandi interventi di riqualificazione urbana, il recupero finalizzato all'affitto, l'antisismica, gli interventi sui condomini». Nel Rapporto del novembre scorso il Cresme stimava un ulteriore calo del 4,5% degli investimenti in costruzioni nel 2013, con un -32% complessivo dal picco del 2006. Il centro studi Ance, nel rapporto di dicembre, stimava un 2013 ancora peggiore, -6,9%. Per il 2014 l'Ance prevedeva a dicembre un quadro ancora di netta frenata, -2,5%, mentre per il Cresme il settore si sarebbe sostanzialmente stabilizzato nel 2014 (-0,6%), per poi avviare una debole ripresa nel 2015 (+1,2%) e 2016 (+1,9%). Sul fatto però che il recupero residenziale sarà la locomotiva della mini-ripresa edilizia già concordavano sia il Cresme (+1,1% stimato nel 2013 e +2,3% per il 2014 nel rapporto di novembre) che l'Ance (+2,6% nel 2013 e +3,0% per il 2014 nella congiunturale di dicembre). Quanto però saranno ritoccate al rialzo queste previsioni? Il rapporto Cresme-Camera del novembre scorso aveva stimato in 19 miliardi di euro nel 2013 gli investimenti in recupero realizzati con gli sconti fiscali. Ora i nuovi dati dell'Economia fanno alzare il calcolo Cresme sul 2013 a 23 miliardi, e i primi due mesi del 2014 (+54%) fanno immaginare un ulteriore aumento per quest'anno. «Ci sarà una correzione al rialzo –commenta Bellicini - ma è presto per dire di quanto. Anche perché è probabile che una quota di questi 4 miliardi in più sul 2013 non siano "lavori in più", ma emersione dal nero». Il Cresme calcola che la quota di interventi di recupero residenziale realizzata con fatture regolari e detrazioni fiscali sia salita dal 40% del 2011, al 43% del 2012 al 60,7%nel 2013. (Alessandro Arona) Expo 2015 (30.04.14): L'Expo di tutta Italia e di tutti gli italiani. Un cantiere collettivo che sta coinvolgendo i Comuni e le Regioni, che ha affascinato i Paesi di tutto il mondo, che sta portando e porterà lavoro: una decina di miliardi di valore aggiunto, di cui circa il cinquanta per cento nel settore turistico nel periodo 2012-2020, 191 mila lavoratori coinvolti. Nel giorno del count down e della grande festa in piazza Gae Aulenti, a un anno esatto dall'apertura dei cancelli, il commissario unico Giuseppe Sala controlla le tabelle più aggiornate: <<Questi numeri sono la prova che Expo c'è, è una cosa vera e sta già funzionando. Ad oggi sono state assegnate gare per forniture di beni, servizi e lavori per oltre 800 milioni di euro, che hanno coinvolto circa 1.100 aziende. Non dico che sia la soluzione della crisi del Paese, ma sicuramente una grossa mano Expo la sta dando». Ma quanto costa, l'esposizione? «In realtà, Expo non costa. Gli enti pubblici, a partire dal governo, investono 1 miliardo e 300 milioni: ma l'indotto che si riceve in cambio di quanto è? E poi i Paesi partecipanti portano un miliardo per i loro padiglioni e danno lavoro. Altri 350 milioni arrivano dalle aziende nostre partner. Senza contare le opportunità di relazioni economiche, a partire da quelle del turismo». Ma non si va un po' a rilento nella definizione di una proposta turistica complessiva? <<Abbiamo programmato 20 milioni di visitatori e siamo convinti di mantenere l'impegno: abbiamo già contattato oltre mille tour operator, faremo promozione in 35 fiere mondiali del settore, sono previste altre otto presentazioni internazionali. Poi tocca al territorio organizzarsi: io ti porto i turisti, tu devi fare proposte che li trattengano più giorni e devi approfittare di questa occasione per far conoscere le eccellenze del nostro Paese, anche al di là degli itinerari canonici». I lavori in cantiere? sempre di corsa? «Beh, che non abbiamo tempo da perdere lo abbiamo detto e lo ripetiamo. A gennaio e febbraio abbiamo avuto ancora molti giorni di pioggia che abbiamo recuperato con interventi ad hoc e intensificando i ritmi di lavoro. Ma stiamo rispettando il crono programma: abbiamo fatto fare anche proiezioni esterne che ci rassicurano». (…) (Elisabetta Soglio) Grandi imprese delle costruzioni grandi imprese (22.04.14): La maxi commessa da cinque miliardi di dollari per la costruzione e l'ampliamento della metropolitana di Lima, in Perù, dove sono protagoniste Salini Impregilo, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, al fianco di realtà spagnole e peruviane, ha riacceso i riflettori sui grandi lavori all'estero eseguiti dalle imprese italiane. Una sorta di made in Italy delle infrastrutture che colloca il settore ai vertici dell'industria mondiale delle costruzioni. Al momento, secondo una ricognizione del Sole 24 Ore, il valore dei principali lavori all'estero che coinvolgono gruppi italiani è pari a circa 35 miliardi di euro. «Grazie a un livello sempre più sofisticato del know how tecnologico della produzione e all'esperienza maturata sui mercati più difficili, le imprese italiane sono in grado di conquistare lavori nelle aree più selettive e competitive del pianeta» spiega al Sole 24 Ore Francesco Ferrari, partner di DLA Piper, lo studio legale internazionale (con uffici anche a Milano e a Roma) che sta assistendo il consorzio aggiudicatario nel project financing della commessa peruviana. «Chi lavora all'estero – nota Ugo Calò, anch'egli partner di DLA Piper deve avere le spalle larghe. Però a cascata ne beneficia l'intera la filiera produttiva italiana, composta da una moltitudine di fornitori e piccole imprese che, da soli, non potrebbero aver accesso a questi grandi progetti. Quindi è una conquista per tutto il made in Italy, indotto compreso». Vediamo la mappa dei principali lavori in corso. Turchia Qui è grande protagonista Astaldi, presente nel Paese da 20 anni. L'azienda ha vinto, insieme a 5 imprese turche, la concessione per la costruzione e gestione dell'autostrada Gebze Smìrne (6,5 miliardi di dollari), 420 chilometri di autostrada incluso il ponte sulla baia di Izmit, uno dei ponti sospesi più lunghi al mondo. La concessione dura 22 anni ed è divisa in due lotti, uno attualmente in costruzione da 2,3 miliardi di dollari comprensivo del ponte e di 50 chilometri di autostrada e il secondo con la rimanente parte dell'autostrada. Astaldi ha vinto insieme a una impresa turca la concessione per la costruzione e gestione dell'ospedale di Etlik ad Ankara da 3.500 posti letto: circa due miliardi di euro di investimento. Sempre Astaldi si è aggiudicata, insieme a una impresa turca, la concessione per la costruzione e gestione del terzo ponte sul Bosforo, del valore di circa 2,5 miliardi di dollari e durata della concessione di circa 10 anni. Russia Ancora Astaldi ha vinto, insieme a una impresa turca, il contratto per l'espansione dell'aeroporto di Pulkovo a San Pietroburgo per circa 700 milioni di euro. Sempre Astaldi si è aggiudicata, insieme a una impresa turca, il contratto per la realizzazione della tangenziale esterna di San Pietroburgo per un valore di circa 2,2 miliardi di euro. Danimarca Metrò di Copenaghen: contratto di costruzione vinto da Salini-Impregilo, Ansaldo Sts e Ansaldo Breda per circa 1,7 miliardi di euro. Medio Oriente Salini-Impregilo è la più attiva: in Qatar ha vinto la realizzazione della linea rossa Nord della metropolitana di Doha, per un valore di 1,8 miliardi di euro. Sempre SaliniImpregilo ha vinto la realizzazione della linea 3 della metropolitana di Riad in Arabia Saudita del valore di 3,7 miliardi di euro. Nello stesso consorzio vincitore fa parte Ansaldo Sts il cui contratto ha valore pari a circa 500 milioni di euro. Pizzarotti sta realizzando l'ospedale Al Arniri in Kuwait, 420 posti letto per circa 400 milioni di euro di valore. America Latina Salini-Impregilo sta eseguendo la maxi commessa con gli spagnoli di Sacyr dell'ampliamento del Canale di Panama (per il quale è nato un contenzioso con l'autorità panamense che è stato recentemente risolto con un accordo tra le parti) del valore di 3,8 miliardi di euro. Astaldi sta eseguendo in Cile un contratto da 200 milioni di euro nel settore minerario per lavori e scavi sotterranei. America del Nord In Canada Astaldi ha vinto il contratto da 700 milioni di euro per la realizzazione dell'impianto idroelettrico di Muskrat Fall da 800MW. Algeria In Algeria Rizzani De Eccher ha vinto insieme a due imprese algerine un contratto per la realizzazione di un tratto autostradale del valore 1,6 miliardi di euro. Condotte, Ansaldo Sts, Rizzani De Eccher hanno vinto un contratto per la realizzazione di 170 chilometri di ferrovia per un valore complessivo di 1,4 miliardi di euro. Rizzani de Eccher ha vinto il contratto per la costruzione e gestione (da parte dell'Ospedale San Raffaele) per 5 anni di un ospedale da 700 posti letto del valore di circa un miliardo di euro. Pizzarotti sta realizzando una tramvia nella città di Constantine. Etiopia Grande presenza di Salini-Impregilo: ha vinto la realizzazione della diga Gran Ethiopian Renaissance Dam Project progetto da 3.3 miliardi di euro (6mila MW)e sta eseguendola diga Gibe III da 1.870MW e 1.3 miliardi di euro di lavori. Australia e Asia Australia è un mercato molto interessante con progetti molto grossi, ma costi di ingresso molto elevati (soprattutto i costi per la preparazione delle gare). Salini-Impregilo hanno aperto una filiale e stanno già lavorando (nuova metropolitana sospesa in Sydney del valore di 220 milioni di euro). Sempre in Australia è attiva Ghella che tre anni fa ha vinto il contratto da 300 milioni di euro per la tangenziale di Brisbane. Infine a Singapore: Cmc sta realizzando alcuni lotti della metropolitana di Singapore per circa 250 milioni di euro. (Marco Morino) Vianini (23.04.14): Vianini Industria, società del gruppo Caltagirone, guarda ancora ad occasioni di crescita all'estero: «Stiamo valutando tre opportunità», ha indicato il presidente Alessandro Caltagirone a margine dell'assemblea degli azionisti. Il portafoglio conta ordini per «19 milioni oltre all'opzione per 9 milioni per l'estensione della Metro C» a Roma. L'assemblea ieri ha approvato il bilancio 2013 (chiuso con una perdita netta ridotta a 3,8 milioni dai 4,2 del 2012) e la distribuzione di un dividendo da 0,02 euro per azione. Rinnovato il cda per il triennio 2014-2016: confermati il presidente Alessandro Caltagirone ed i consiglieri Elvidio Tusino (Ad) e Mario Delfini, entrano Annalisa Mariani e Dario Trevisan, quest'ultimo espressione della lista di minoranza. Vianini (23.04.14): L'assemblea di Vianini Lavori approva il bilancio 2013 e la distribuzione di un dividendo invariato di 10 centesimi per azione. La società del gruppo Caltagirone ha chiuso infatti l'esercizio con un utile netto di 17,8 milioni, in decisa crescita rispetto ai 6,3 milioni del 2012 con ricavi per 176,2 milioni (211,7 milioni l'anno precedente) e un margine operativo lordo di 9,1 milioni (3,5 milioni di euro nel 2012). Si tratta di «un buon bilancio», ha commentato il presidente uscente Vittorio Di Paola. Rinnovato anche il cda per il triennio 2014-2016. (…) Rdb (25.04.14): Sono buone notizie quelle arrivate, ieri pomeriggio, al vertice al Ministero dello sviluppo economico a Roma tra le organizzazioni sindacali e i tre commissari giudiziali Giorgio Zanetti, Renato Camodeca e Paolo Cevolani sul caso Rdb. Ci sarà infatti tempo fino al 30 aprile per presentare le ultime offerte per l'acquisizione della Rdb spa e delle Terrecotte di Cadeo e Borgonovo, oltre alla struttura di Volla, nel Napoletano. «Abbiamo chiesto che, visti i tempi stretti, sia prorogata la procedura di amministrazione straordinaria, in scadenza alla fine di maggio, per consentire una valutazione più serena delle offerte - spiega Marco Carini della Fillea Cgil -. Ci è stato confermato che in queste settimane sono state presentate diverse manifestazioni di interesse per la spa e per lo stabilimento di Volla; ve ne è anche una per le Terrecotte. Non è detto che una manifestazione di interesse si trasforma in offerta: noi chiediamo indubbiamente che eventuali offerte siano valutate con assoluta serietà e che si presentino interlocutori credibili, con unl piano aziendale che, attraverso la salvaguardia dell'unità aziendale e la salvaguardia occupazionale, consenta realmente all'azienda di dimostrare le sue potenzialità». Potenzialità che, oggi, sembrano dimostrate anche dagli ultimi numeri riportati dai commissari all'incontro al Ministero. «Il fatturato dei primi mesi dell'anno supera i sei milioni di euro – annuncia il sindacalista Carini -, questo vuol dire che è raddoppiato rispetto ai primi mesi del 2013. E un risultato che ci lascia ben sperare e conferma la qualità delle produzioni e il patrimonio delle professionalità interne, anche se l'incontro al Ministero può essere definito come ancora a carattere interlocutorio». La Fillea Cgil dell'Emilia Romagna e di Piacenza aveva chiesto da tempo all'azienda risposte esaustive sulle prospettive degli oltre 700 lavoratori del gruppo (circa 170 a Piacenza). Da quando Rdb è entrata in amministrazione straordinaria, ormai tre anni fa, si è passati dalla sostanziale fermata di tutti gli stabilimenti, con il rischio di chiusura definitiva del 2012, fino ai circa 22 milioni di fatturato (prodotti in 4 stabilimenti) nel solo prefabbricato del 2013 e alla ripresa della produzione prima nello stabilimento Gasbeton di Volla e ora alle Terrecotte di Borgonovo. «Aspettiamo quindi di vedere quali offerte saranno presentate il 30 aprile e ci auguriamo che tutti gli sforzi fatti e i risultati ottenuti non siano vanificati da scelte incerte» conclude Carini. Vianini (29.04.14): Alessandro Caltagirone è il nuovo presidente di Vianini Lavori. Confermati il vicepresidente Mario Delfini e l'ad Franco Cristini. Caltagirone, poi, è stato confermato presidente di Vianini Industria, l'ad resta Elvidio Tusino. Caltagirone (30.04.14): Le attività oltreconfine sono ormai il perno principale del gruppo Caltagirone che, sfruttando il traino della controllata Cementir, ha mandato in archivio il bilancio 2013, approvato ieri dall'assemblea dei soci, con un margine operativo lordo di 176,9 milioni di euro (+40% rispetto ai 126,3 milioni del 2012), ricavi operativi pari a 1,38 miliardi di euro (a fronte degli 1,41 miliardi dell'anno prima), in discesa del 2,2% per effetto del rallentamento registrato nei settori dell'editoria e dei grandi lavori, un risultato operativo positivo per 6,9 milioni (-8,2 milioni nel 2012) e un risultato di gruppo positivo per 6,5 milioni (era negativo per 144 milioni l'anno prima). «Siamo tornati all'utile – ha spiegato ieri il presidente Francesco Gaetano Caltagirone - nonostante le grosse svalutazioni (646 milioni di euro, ndr) conseguenti all'impairment test. Non possiamo che rallegrarci». Il numero uno ha quindi rimarcato i vantaggi connessi alla diversificazione geografica. «Il gruppo ha spostato l'asse verso l'estero grazie a Cementir (che pesa per il 74% sul fatturato complessivo, ndr). Nel 2012 i ricavi italiani erano il 40% del totale, l'anno successivo sono scesi al 35%. Il gruppo opera in 16 paesi oltre all'Italia e dal 1935 ha distribuito ininterrottamente dividendi anche con la crisi», ha precisato Caltagirone nel corso dell'assise che ha poi deliberato la distribuzione di una cedola di 3 cent per azione. Al termine dell'assemblea, Caltagirone è tornato sugli investimenti del gruppo, a cominciare dalla partecipazione in Generali (la holding capitolina detiene il 2,23% del Leone di Trieste). «L'attuale ad Greco sta gestendo molto positivamente la società. Sono molto soddisfatto della sua azione e ritengo che le Generali con il suo ingresso abbiano effettuato una svolta». Stesso giudizio positivo anche per il numero uno di UniCredit. «Devo fare i miei complimenti a Ghizzoni. Sta conducendo molto bene l'azienda ed è stato molto coraggioso anche nelle pulizie, cosa apprezzata dal mercato», Attualmente il gruppo ha in portafoglio 1'1% circa del capitale di Piazza Cordusio. «È stato un investimento che ha avuto risultati eccezionali – ha aggiunto -, sicuramente è una scelta che rifarei. Oggi i titoli valgono il doppio di quanto li abbiamo pagati. Semmai il rammarico è di non aver investito di più». Poi c'è il capitolo Acea e l'ingegnere principale azionista privato, ha confermato di aver incontrato Marino nei giorni scorsi (<<ho anche visto il sindaco»), ma nulla ha aggiunto sulla volontà del primo cittadino di azzerare l'attuale management. «Vedremo cosa farà il Comune in assemblea, la nomina dei vertici non spetta a noi. Ognuno eleggerà la sua parte, il Comune la sua; noi abbiamo i nostri, i nostri ci stanno bene». Una cosa, però, ha voluto rimarcarla «L'importante è che le professionalità siano adeguate». Quanto alle scelte operate dall'ad Paolo Gallo, «sono molto contento di questo management e molto contento dei risultati e della credibilità dell'azienda sui mercati internazionali», come dimostra, ha chiarito Caltagirone, anche il fatto «che è riuscita a collocare un prestito obbligazionario a condizioni molto buone». II titolo, poi, ha chiosato, «è molto apprezzato sul mercato rispetto a un anno fa». Italcementi (30.04.14): Il cemento «mangia-smog» di Italcementi è tra i finalisti degli European Inventor Award 2014, gli Oscar dell'innovazione tecnologica di European Patent Office (Ufficio brevetti europeo), che saranno assegnati il 17 giugno a Berlino. Il principio attivo TX Active, messo a punto nel laboratorio allora guidato dal chimico Luigi Cassar, è contenuto anche nel nuovo cemento biodinamico con cui sarà realizzato Palazzo Italia per l'Expo 2015. Astaldi (30.04.14): È in arrivo una commessa in Russia del valore di 1,7 miliardi di euro per il gruppo Astaldi. Lo annuncia al Sole 24 Ore Paolo Astaldi, il presidente del gruppo di costruzioni che oggi riunisce l'assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio 2013. L'appalto, che Astaldi definisce «probabile», riguarda la costruzione dei lotti 7 e 8 dell'autostrada tra Mosca e San Pietroburgo per 140 kilometri totali. Astaldi è insieme al partner turco Ictas, con il quale si è già aggiudicata altre opere in Russia La commessa verrà aggiudicata dai concessionari della nuova autostrada, la banca Vtb e il gruppo francese Vinci. «La Russia è uno dei mercati più importanti per Astaldi in questo momento, ci sono prospettive anche per diversi aeroporti. Non riteniamo che le conseguenze politiche ed economiche delle tensioni per l'Ucraina possano penalizzare la nostra attività in questo paese», osserva il presidente della società. «ll 2013 è stato un anno positivo. Abbiamo emesso un bond per 50 milioni di euro e allungato le scadenze del nostro debito al 2020. I risultati sono buoni, i ricavi hanno superato i 205 miliardi e l'utile netto è aumentato dell'1,5% a 75.2 milioni. II fatturato italiano purtroppo pesa meno del 35% e questo è destinato a ripetersi quest'anno e prevediamo anche nei prossimi», osserva Paolo Astaldi. In particolare l'emissione delle obbligazioni ha consentito di rimborsare debiti bancari, adesso l'indebitamento finanziario è per il 53% costituito dai bond e per il 47% da esposizione con le banche. A parte la Russia, «la Turchia - dice il presidente del gruppo resta il paese nel quale in questo momento c'è l'attività prevalente di Astaldi. È partito bene anche il Canada, due anni fa abbiamo acquisito una piccola società per operare su questo mercato e a fine 2013 abbiamo vinto una commessa per una centrale idrolettrica di un miliardo di dollari canadesi, 750 milioni di euro. E valutiamo anche altre iniziative, ci sarà per esempio la manutenzione della rete autostradale canadese. Abbiamo cercato di diversificare il nostro fatturato in varie aree, siamo anche in Sud America, per bilanciare eventuali effetti negativi. Entriamo in quei paesi che hanno una chiara direzione di sviluppo». «Purtroppo l'Italia non lo è», torna a sottolineare Astaldi. «Nella spesa pubblica per infrastrutture siamo tornati ai livelli del 1967. Dal 2008 al 2013 c'è stato un calo del 30% e quest'anno è ancora previsto un calo. La domanda è: un paese che vuole crescere in cosa altro investe, se non nelle infrastrutture?». Un giudizio su questo governo? «In questo momento mi sembra si stia dedicando ad altre priorità. Ci sarebbe tanto da fare, per esempio snellire il contenzioso civile, è inammissibile che ci vogliano 7-8 anni, ridurre i centri di Committenza delle opere pubbliche, per evitare che con il cambio dell'amministrazione politica cambi l'orientamento. Penso che un governo che voglia fare, passate le elezioni europee, dovrebbe riunire le imprese, chiedere cosa vogliamo fare e lanciare un "new deal". Bisogna rimuovere gli ostacoli che hanno frenato lo sviluppo». Tra i freni, Astaldi cita anche l'atteggiamento di varie autorità pubbliche riguardo alla realizzazione della nuova tratta "C" della metropolitana di Roma, oggetto di polemiche anche per l'incremento dei costi. «L'anno scorso abbiamo completato a Napoli la stazione della metropolitana di Toledo, nell'ambito di un progetto delle stazioni dell'arte. Toledo è stata definita dalla Cnn la stazione più bella d'Europa. Se a Napoli è stato possibile perché a Roma, in un contesto archeologico unico, non si può realizzare altrettanto? Perché non si riescono a valorizzare questi ritrovamenti? Bisogna considerare anche questi aspetti quando si parla di costi. E il bello costa». Saipem (30.04.14): Saipem si è aggiudicata un contratto da South Stream Transport B.V. per fornire i lavori di supporto alla costruzione della seconda linea del gasdotto sottomarino South Stream per un valore totale di circa 400 milioni di euro. Lo annuncia il gruppo in una nota. L'intero progetto del gasdotto sottomarino South Stream consiste in quattro condotte parallele, lunghe 931 chilometri ciascuna, che attraverseranno il Mar Nero dalla Russia alla Bulgaria e che saranno posate fino a 2.200 metri di profondità. Sulla base di questo contratto, Saipem realizzerà i lavori di supporto aggiuntivi inclusi l'ingegneria, il coordinamento dei cantieri di stoccaggio, la predisposizione degli attraversamenti sottomarini dei tubi e il collegamento del gasdotto sottomarino alle sezioni di approdo attraverso i cosiddetti «tie ins». I lavori di supporto relativi alla costruzione della seconda linea saranno completati alla fine del 2016. L'accordo costituisce un addendum al contratto principale per la prima linea del progetto del gasdotto sottomarino South Stream. firmato il 14 marzo 2014. South Stream Transport B.V. è una joint venture internazionale fra Gazprom (50%), Eni (20%), EDF (15%) e Wintershall (15%). Questo primo contratto vale 2 miliardi di euro. Gli accordi con Saipem riguardano la progettazione e la costruzione della linea l e la costruzione della condotta sottomarina per le quattro pipeline. I lavori di costruzione, annuncia la società, inizieranno a giugno del 2014. La costruzione sottomarina invece inizierà nell'autunno del 2014. Ieri il titolo ha chiuso in rialzo dello 0,82% a 19,68 euro. Cmc (30.04.14): RICAVI per 1.016 milioni, risultato netto di 10,6 e margine operativo lordo di 103,6. E' il bilancio 2013 approvato dal consiglio di amministrazione della Cooperativa Muratori e Cementi ti, Cmc di Ravenna. In portafoglio, il colosso delle costruzioni ha ordini per 3 miliardi e occupa 7.187 persone. Il 52% dei ricavi - spiega una nota - deriva da attività all'estero, principalmente in Sud Africa, Cina, Singapore e Stati Uniti. Il presidente Massimo Matteucci ha espresso apprezzamento anche per i risultati in Italia, dove Cmc è fortemente impegnata nelle opere per Expo 2015. In questi giorni sono stati acquisiti gli appalti per la costruzione dei padiglioni Francia e Thailandia. Rapporti e studi Istat (18.04.14): Nel mese di febbraio 2014 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito, rispetto a gennaio, del 3,7%. Nella media del trimestre dicembre-febbraio l’indice ha registrato una flessione del 3,0% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a febbraio 2014 è diminuito in termini tendenziali del 7,9% (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2013). Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è scesa del 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A febbraio 2014 l'indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 7,8% rispetto allo stesso mese del 2013. Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è diminuita del 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Eurostat (22.04.14): La produzione edilizia (dato destagionalizzato) nella zona euro ha registrato, a febbraio, una crescita dello 0,1% rispetto al mese di gennaio e del 6,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Nell'Ue a 27 la crescita della produzione edilizia è stata, rispettivamente, dello 0,1% rispetto a gennaio e del 5,5% rispetto a febbraio 2013. Legambiente (26.04.14): Presentato il Rapporto Cave 2014 di Legambiente: enorme divario tra i ricavi dell’attività estrattiva e i canoni di concessione pagati. Da Nord a Sud le cave attive in Italia sono 5.592, quelle dismesse e monitorate 16.045, mentre se si aggiungono anche quelle delle regioni che non hanno un monitoraggio Calabria e Friuli Venezia Giulia - il dato potrebbe salire a 17 mila. Il dato è contenuto nel Rapporto Cave 2014 di Legambiente, che fornisce un quadro aggiornato della situazione nelle diverse regioni italiane, per evidenziare problemi e opportunità, ma soprattutto per accendere i riflettori su un tema di cui troppo poco si parla. OLTRE 120 MILIONI DI MC DI INERTI ESTRATTI OGNI ANNO, QUASI 5.600 CAVE E 16 MILA CAVE DISMESSE. Nonostante la crisi del settore edilizio abbia contribuito a ridurre le quantità dei materiali lapidei estratti, i numeri rimangono comunque impressionanti: un miliardo di Euro di ricavo, 80milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, 31,6 milioni di metri cubi di calcare e oltre 8,6 milioni di metri cubi di pietre ornamentali estratti nel 2012. A governare un settore così importante e delicato per gli impatti ambientali è a livello nazionale tuttora un Regio Decreto del 1927. REALACCI: NUOVE NORME PER IL RECUPERO DEGLI INERTI. Dal Rapporto, sottolinea Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, “emerge con forza la necessità di favorire con nuove norme e attraverso la leva economica il recupero di inerti e aggregati provenienti da edilizia e altri processi produttivi, rispetto alla continua estrazione di materiali. Non solo perché il nostro territorio è una risorsa non rinnovabile che va tutelata, ma anche per promuovere l’innovazione e la qualità in un settore importante come quello edilizio, che scommette sempre di più sul recupero e sulla riqualificazione urbana, che rappresenta una parte importante della nostra green economy e crea occupazione”. MODERNIZZARE LE REGOLE E RIEQUILIBRARE IL DIVARIO. Secondo Realacci “è necessario modernizzare le vecchie e inadeguate regole che governano il settore, che si basano tuttora su un Regio Decreto del 1927, riequilibrare l’enorme gap che c’è tra i ricavi dell’attività estrattiva e i canoni di concessione pagati sul prelievo e la vendita di materie prime di cava e introdurre nei capitolati di appalto una percentuale di aggregati riciclati, così da colmare il ritardo accumulato e da avvicinarci agli obiettivi di recupero fissati dall’Europa: il 70% al 2020. Alcune delle misure utili allo scopo potrebbero entrare nel Collegato Ambientale attualmente in discussione alla Camera”. Istat (29.04.14): Ad Aprile 2014 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), espresso in base 2005=100, scende a 88,8 da 89,5 di marzo. L’indice complessivo riflette il peggioramento della fiducia delle imprese di costruzione e di quelle dei servizi di mercato; migliora, invece, la fiducia delle imprese manifatturiere e di quelle del commercio al dettaglio. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 99,9 da 99,3 di marzo. Migliorano i giudizi sugli ordini (da -23 a -21) e rimangono stabili i saldi relativi alle attese di produzione (a 5) e ai giudizi sulle scorte di magazzino (a -1). L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende a 74,8 da 75,6 di marzo. Migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -54 a -50), mentre peggiorano le attese sull’occupazione (da -18 a -24). Svimez (30.04.14): Rigenerare le città attraverso un progetto di riqualificazione urbana capace di creare anche nuove iniziative imprenditoriali e dare fiato ad un settore, le costruzioni che, solo in Campania, vede la chiusura di lO imprese al giorno (-2.200 in Campania negli ultimi 5 anni), il 30% in meno di addetti dall'inizio della crisi, il calo del 39% delle ore lavorate e una perdita di salario prodotto dai lavoratori di oltre 200 milioni di euro. I giovani che fuggono per mancanza di lavoro sono 42mila da Napoli dove è occupata una donna su cinque e la disoccupazione giovanile ha toccato quota 44%. C'è un primo piano della Svimez, come ha dichiarato ieri il suo direttore, Riccardo Padovani, durante il seminario promosso in collaborazione con l'Acen nella sede di Palazzo Partanna, per «attrarre capitali finanziari, risorse umane qualificate e nuovi settori ad alta tecnologia per invertire i fenomeni di degrado», trasformando il «deficit urbano in un'opportunità di sviluppo e di ripresa della crescita e per arrestare il vero e proprio "tsunami" che potrebbe abbattersi nel Mezzogiorno con la perdita di 2,7 milioni di persone, di cui 439mila napoletani, costrette ad emigrare nelle regioni più forti». Un piano di riqualificazione urbana, quello di Svimez, che si propone come «motore di crescita delle città del Sud» ha sostenuto Adriano Giannola, presidente dell'associazione, e che punta su riduzione del traffico, efficienza energetica degli edifici, miglioramento dei cicli dell'acqua, dei rifiuti ed energie rinnovabili nonché su interventi a sostegno della mobilità sostenibile. Per il presidente dei costruttori napoletani, Francesco Tuccillo, va bene «la filosofia del piano regolatore generale che sembra andare incontro alla riqualificazione e all'esigenza di rigenerare la città, le norme attuative e la burocrazia ne frenano la concreta attuazione». E i buoni propositi vanno in fumo. (EDUARDO CAGNAZZI)
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